La ragazza e il drago

di tassa_mangiona
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAPITOLO 1 ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 2 ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 3 ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 4 ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 5 ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO 6 ***
Capitolo 7: *** CAPITOLO 7 ***
Capitolo 8: *** CAPITOLO 8 ***
Capitolo 9: *** CAPITOLO 9 ***
Capitolo 10: *** CAPITOLO 10 ***
Capitolo 11: *** CAPITOLO 11 ***
Capitolo 12: *** CAPITOLO 12 ***
Capitolo 13: *** XENA PARKER ***
Capitolo 14: *** CAPITOLO 13 ***
Capitolo 15: *** CAPITOLO 14 ***
Capitolo 16: *** CAPITOLO 15 ***
Capitolo 17: *** CAPITOLO 16 ***
Capitolo 18: *** CAPITOLO 17 ***
Capitolo 19: *** CAPITOLO 18 ***
Capitolo 20: *** CAPITOLO 19 ***
Capitolo 21: *** CAPITOLO 20 ***
Capitolo 22: *** STORIA DELLA FAMIGLIA ***
Capitolo 23: *** LOOF ***
Capitolo 24: *** CAPITOLO 21 ***
Capitolo 25: *** CAPITOLO 22 ***
Capitolo 26: *** CAPITOLO 23 ***
Capitolo 27: *** CAPITOLO 24 ***
Capitolo 28: *** CAPITOLO 25 ***
Capitolo 29: *** CAPITOLO 26 ***
Capitolo 30: *** CAPITOLO 27 ***
Capitolo 31: *** CAPITOLO 28 ***
Capitolo 32: *** CAPITOLO 29 ***
Capitolo 33: *** CAPITOLO 30 ***
Capitolo 34: *** CAPITOLO 31 ***
Capitolo 35: *** CAPITOLO 32 ***
Capitolo 36: *** CAPITOLO 33 ***
Capitolo 37: *** CAPITOLO 34, 35, 36, 37, 38 ***
Capitolo 38: *** CAPITOLO 39, 40, 41, 42 ***
Capitolo 39: *** CAPITOLO 43, 44, 45, 46 ***
Capitolo 40: *** CAPITOLO 47, 48, 49, 50 ***
Capitolo 41: *** CAPITOLO 51, 52 ***
Capitolo 42: *** CAPITOLO 53, 54 ***
Capitolo 43: *** CAPITOLO 55, 56 ***
Capitolo 44: *** THE END ***



Capitolo 1
*** CAPITOLO 1 ***


CAPITOLO 1 Stavo volando. L'aria mi scompigliava i capelli mentre guardavo sotto di me. Un ampia distesa erbosa si estendeva a vista d'occhio, coperta ogni tanto da qualche villaggio. Le nuvole erano quasi del tutto assenti. Inspirai con forza aggrappandomi più stretta al dorso dell'animale.  Non riuscivo a vedere cosa stessi cavalcando ma la vista sfuocata non mi impedì di vedere la sua grandezza e di sentire i suoi sbuffi d'aria calda. Ad un tratto ci imbattemmo in una grossa nuvola. L'animale si fermò di colpo continuando a svolazzare per aria.  Controllai la nuvola mentre mi assicuravo di essere ben stretta.  Un volto affiorava, un volto familiare ma mai visto. Strano. La donna aprì la bocca per parlare ma l'animale si irritò.Io che intanto avevo allentato la presa scivolai. Tentai di appendermi ad un ala ma ormai era troppo tardi. Caddi. L'animale che ora era più distinto mi guardò,  confuso. Non credo si aspettasse che cadessi.Sorrisi tra me e me, ero un imbranata pure nei sogni. Vidi una macchia viola avvicinarsi, probabilmente l'animale cercava di recuperarmi. Non ci sarebbe riuscito, mancava poco al terreno. Perché la mia vita deve finire per colpa di un... drago? Si ora lo vedo, è un drago quel coso che stavo cavalcando. 'È tutta colpa tua drago' fu il mio ultimo pensiero.

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 2 ***


CAPITOLO 2 Mi svegliai nel mio letto tutta sudata. La coperta era stata gettata a terra, probabilmente avevo scalciato mentre cadevo. Lanciai un'occhiata all'orologio, 06:30.Fra mezz'ora sarebbe suonata la sveglia, così iniziai a prepararmi. Non volevo riaddormentarmi. Controllai di non aver svegliato Sean poi mi alzai. In punta di piedi superai la camera di mio padre e mi diressi verso il bagno. Mi fiondai subito nella doccia scaraventando i vestiti nel sacchetto del bucato. L'acqua calda mi riportò alla realtà. Presi lo shampoo e mi strofinai con forza i capelli sudaticci infine passai la spugna insaponata sul corpo. Finita la pulizia di rito presi l'accappatoio e corsi in camera dove avevo naturalmente dimenticato i vestiti. Entrai nella cabina armadio e scelsi con cura i vestiti. Uscì dalla cabina armadio con addosso dei pantaloni attillati neri e una camicetta azzurrina lunga fino sotto al sedere. Strofinai con l'accappatoio i capelli un po più asciutti e lanciai l'indumento ormai bagnato in bagno. Scesi le scale scivolando sopra il corrimano. Atterrai al piano di sotto con un piccolo tonfo sordo.Raggiunsi la cucina e preparai la colazione. Presi il latte con i cereali e un bicchiere di succo di frutta e poggiai tutto sul ripiano di marmo che in quel momento fungeva da tavolo. Il suono della sveglia seguito da mugugni e sospiri mi fece decidere di preparare la colazione anche per i miei due uomini di casa.

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 3 ***


Preparai un caffe, un bicchiere di latte e due crepes. Mi sentivo buona quella mattina. "Ciao Iena" salutò Sean. "Ciao Ocean" ricambiai il saluto. "Iena sai che non mi piace quando mi chiami così" "Ocean sai che non mi piace che tu mi chiami Iena" Sean ci riflettè su un attimo poi mugugnò un "touche". "Ciao figli" "Ciao genitore" salutammo in coro. Ci sedemmo al tavolo e mangiando la colazione passò il tempo. 7:20 diceva l'orologio. "Ocean saremo in ritardo se non ti da una mossa". Sean lanciò un'occhiata all'ora e sbuffò. Ingoiò l'ultimo boccone di crepes e scattò al piano di sopra. Rimasi un attimo a fissare mio padre quando decisi di salire in camera. Sean era in bagno a farsi la doccia quindi aprì il suo armadio e scelsi dei pantaloni neri e una bella maglietta grigia con la Torre Eiffel sopra.Presi dal suo cassetta un paio di boxer e aprì la porta del bagno."Iena quante volte devo dirti di non entrare?" Strillò Sean."Sean" sospirai rassegnata "quando io entro non provo in alcun modo ad approffittarne quindi per risparmiare tempo stiamo in bagno assieme"Mio fratello sbuffò. "Cosa hai scelto?" Mi chiese.Gli feci vedere gli abiti poi iniziai a lavarmi i denti."Devo uscire" avvisò."Ok allora vado, ti aspetto giù fratellino"Uscì dal bagno e salutai mio padre."Richard Parker non provare a bigiare il lavoro intesi?" Lo minacciai.Lui sorrise colpevole. Uscì ed andai in garaga a prendere la bici."Eccomi" gridò Sean uscendo dalla porta di casa.Impugnò il manubrio e io salì dietro.Iniziò traballante a pedalare ma poi acquistò velocità. Percorremmo la pista ciclabile in discesa libera mentre il vento ci scompigliava i capelli.Mi tornò in mente il sogno che avevo fatto ma cancellai subito il pensiero.La fermata dell'autobus di avvicinava.Sean frenò e mi fece scendere, lo salutai con la mano e corsi incontro alle mie amiche."Ciao ragazze" salutai."Ciao Xe" risposero loro."Ehila amica" salutò Alaska, la mia migliore amica."Ehila Al" l'abbracciai."Ragazze di cosa stavate parlando che eravate così assorte?" Domandai."Gira voce che avremo un nuovo compagno di classe" le raccontò Alaska."L'hanno visto alcune ragazze e dicono sia bellissimo""Capelli marroni e dei bellissimi occhi verdi""Mmmmm" cercai di imotare un verso di apprezzamento.Alaska mi guardò storto, a quanto pare dovevo migliorare i miei versi.Le altre non ci fecero caso.Arrivò l'autobus e noi continuammo a discorrere del nuovo arrivato per tutto il tragitto.Il cellulare vibrò all'interno dello zaino.Lo tirai fuori e controllai.1 messaggio ricevuto. Messaggio inviato da Alaska."Alaska? Perché cavolo mi manda un messaggio quando è di fianco a me?!" Pensai.Le scoccai un'occhiata interrogativa e lei mi incitò a leggere il messaggio.Apri."Ore due. Ragazzo carino ti fissa"

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Capitolo 4
*** CAPITOLO 4 ***


Guardai il polso cercando di capire dove dovevo guardare.Ore due, a destra. Ok, capito.Alzai lo sguardo verso la direzione indicata da Alaska.Un ragazzo mai visto mi stava guardando.Ahi ahi ahi non doveva farlo.Alaska mi guardò con fare ammonitorio.Le lanciai uno sguardo di scuse poi andai all'attacco. "Ehi tu che cavolo guardi?" Lui fece una faccia perplessa."Si parlo con te" mi piazzai davanti a lui minacciosa."Che fissi?""Niente""Oh certo e io sono Cenerentola""Cerentola è bionda" puntualizzò lui."Infatti""Ahhh capito" disse.Io applaudì, ragazzo sveglio, proprio.Alaska sbucò dietro di me."Ciao io sono Alaska" salutò. "Dylan" le strinse la mano."La scorbutica qui è Xena""Ciao Xena"Io mostrai i denti in una smorfia, che avrebbe dovuto essere un sorriso. Alaska trascinò Dylan nel nostro punto e lo presentò a tutte.Dylan sorrideva a tutte ma a me non convinceva.Arrivati a scuola scendemmo dell'autobus e dato che Dylan sembrava volermi parlare cercai una via di fuga.Vidi Sean e il suo gruppetto vicino al parcheggio delle bici.Salutai con un "Ocean" e attirai la loro attenzione."Ciao ragazzi" sorrisi."Ciao..." borbottò qualcuno."Ehila fratello""Ehila sorella"Mi avvicinai, e all'orecchio di Sean. "C'è un tizio che mi vuole parlare ma io non voglio" sussurrai.Lui alzò la testa in cerca del ragazzo e individuò subito Dylan nei dintorni che aspettava che mi allontanassi.Gli lanciò un'occhiataccia e poi con fare protettivo mi cinse le spalle con il braccio.Mi lasciò solo quando dovemmo cambiare edificio.Lui infatti andò allo Scientifico mentre io andai verso il Linguistico. "La situazione era così drastica da dover ricorrere a Sean?" Chiese Alaska."Non mi piace quel tipo tutto qui" risposi seccata.Dylan infatti mi trasmetteva una brutta sensazione di cui non volevo scoprire il perché.

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Capitolo 5
*** CAPITOLO 5 ***


Entrata in aula mi sedetti al mio solito posto.Alla mia destra si sedette Alaska.Appena l'insegnante entrò in aula, ci alzammo come di rito.Lei ci fece un cenno poi iniziò a parlare."Forse alcuni di voi non lo sanno ma quest'anno avremo un nuovo alunno. Entra e presentati caro"Io intrecciai le dita sperando che non fosse vero.Dylan entrò e persi la speranza.Era nella mia classe."Mi chiamo Dylan e spero di fare amicizia con tutti voi" la solita solfa."Dato che Dylan non conosce l'Istituto ho bisogno che qualcuno gli faccia da guida""Manco fosse Hogwarts" borbottai."Volontari?"Molti alzarono la mano, soprattutto femmine.Dylan aveva fatto colpo, ottimo.La professoressa controllò la stanza e sorrise, felice che tanti alunni si offrissero.Intrecciai le mani a mo' di preghiera poghiando sopra la testa.La professoressa parlò "Parker pensaci tu"Io mi bloccai e alzai lentamente la testa fissando storto l'insegnante. Mi odiava o cosa?In quel momento sperai che qualcuno si offrisse volontario ma nessuno parlò. Dylan mi sorrise soddisfatto.Borbottai qualche imprecazione poi iniziai a seguire la lezione, mentre lui prendeva posto dietro di me.

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Capitolo 6
*** CAPITOLO 6 ***


Il resto della giornata passò tranquillamente.Ogni tanto sentivo lo sguardo di Dylan fissarmi ma cercavo di fare finta di nulla.Quando suonò la campanella con calma preparai le mie cose, quando vidi che Dylan sembrava volerci mettere molto e che la gente iniziava ad uscire... mi resi conto che stavo per rimanere sola con lui.In fretta e furia tentai di infilare le ultime cose nel mio zaino.Mi alzai di scatto e con passo affrettato cercai di raggiungere la porta."Xena" mi chiamò,  feci finta di niente."Xena" il suo tono era più alto, non potevo più fare finta di niente.Mi fermai e lentamente mi voltai.Lui si avvicinò "io.." disse "volevo scusarmi. So di non averti fatto una grande impressione".Io annuì leggermente."Posso avere la possibilità di farti cambiare opinione su di me?" Il suo volto era così sincero che mi lasciai convincere.Gli sorrisi timidamente e il viso si illuminò.In quel pacifico momento ebbi modo di guardarlo bene.Il capelli marroni erano corti, la carnagione abbronzata metteva in risalto gli occhi verdi.Dei bellissimi occhi verdi, si.Belli.Alla mano destra portava un guanto grigio, anche se non faceva molto freddo. L'insieme era un mix di bellezza e fascino.Scossi la testa scacciando quei pensieri."Usciamo?"

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Capitolo 7
*** CAPITOLO 7 ***


Cosa? Vuole già uscire con me?Non è un gran modo per ottenere la mia fiducia.Lui indicò la porta e io capì di aver frainteso.Usciti da scuola vidi mio fratello in bici che mi aspettava.Vedendomi in compagnia dello "stalker" si avvicinò preoccupato.Fece per parlare ma lo interruppi "tutto a posto" sorrisi "abbiamo sistemato le nostre divergenze".Sean sorrise di rimando e annuì "ti accompagno a casa?".Io feci 'no' con la testa, in effetti volevo passare un po di tempo in biblioteca.Era da un po che non leggevo."Ragazzi sapete dirmi dov'è la biblioteca?" Chiese Dylan "volevo farci un salto e prendere qualche libro...".Rimasi stupita da quelle parole, non era un fatto comune che un ragazzo (carino oltretutto) andasse in biblioteca."Ti ci accompagno io. AveVo appena deciso di andarci"Salutai mio fratello e ci incamminammo verso la biblioteca. "Ti dispiace se ci fermiamo a mangiare da qualche parte?" Chiesi.Lui scosse la testa "dove andiamo?".Io indicai un panettiere lì vicino, le focacce e i dolci che preparava erano una delizia.Dylan sorrise goloso, almeno non ero l'unica ingorda.Quando entrammo Ethan mi salutò calorosamente, ero una cliente abituale ormai."Oh mi hai portato un nuovo cliente. Brava piccola" notò Ethan.Si mise dietro il bancone "cosa prendete ragazzi? ".Io presi una focaccia e una bottiglietta di the.Dylan chiese una mini meringa e una pizza da portar via.Lui non si tolse mai il guanto e io feci finta di niente. Mangiammo il nostro pasto seduti su una panchina, all'ombra. Finita la mia focaccia mi misi a guardare Dylan iniziare la sua meringa.Il suo sguardo era perso nel vuoto mentre masticava.D'un tratto Dylan si voltò e notò che il mio sguardo si era incantato a guardare la meringa.Scoppiò a ridere.Mi passai la mano sulla bicca per evitare che un po di bava mi fosse uscita. Lui continuando a sorridere mi passò la meringa e incitandomi con gli occhi a morderla, mi avvicinai.Lui però, si stava divertendo molto a quanto pare, continuava a spostare la meringa facendomi addentare l'aria. Intanto io oramai a gattoni sulla panchina escogitavo un piano per bloccarlo. Decisi di usare la seduzione. Spostai il mio sguardo su di lui e non più alla meringa e con un ghigno notai che si stava preoccupando.Mi avvicinai ancora di più al suo viso e mi sedetti sulle sue gambe.La sua faccia era talmente confusa che per poco non scoppiai a ridere.Abbassò le mani mentre mi guardava avvicibarsi e io passai all'attacco. Gli afferrai la meringa dalle mani e me la porta alla bocca vittoriosa.Ma lui fece una cosa che non mi aspettavo...

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Capitolo 8
*** CAPITOLO 8 ***


Ma lui fece una cosa che non mi aspettavo...Aprì le gambe quanto bastò per farmi cadere giù per terra.Con uno scatto di braccia mi afferrò dietro la schiena, impedendomi di farmi male.Rimanemmo così un po.Io quasi seduta per terra, lui chino a tenermi la schiena con le mani.Non mi piaceva quella situazione, addentai sovrappensiero la meringa.Dylan scoppiò a ridere e velocemente mi tirò su, facendomi sedere sulle sue gambe.Continuò a ridere come un matto anche quando ci incamminammo per la biblioteca."Tu..." ansimò "mangi meringhe" rise "in quelle situazioni?" Scoppiò a ridere."Sinceramente non so cosa tu ci trovi di divertente" stavo per dirgli ma evitai, era di buon umore perché interromperlo?Cinque minuti dopo, fummo davanti alla biblioteca.La biblioteca era un edificio antico, le vetrate davanti facevano vedere gli alti scaffali all'interno. La signorina McCowell, la bibliotecaria, ci salutò con un cenno della testa.Dopodiché ritorno al suo libri e noi tornammo ad essere soli."Che genere di libri stai cercando?" Chiesi.Lui rispose "nessuno, oggi volevo solo vedere com'era la biblioteca" indicò intorno a se "e devo dire che mi piace".Io sorrisi compiaciuta.Poi io mi diressi verso la spazio teenagers mentre lui rimase a girovagare per gli scaffali.Guardai qua e la in cerca di un libro che mi ispirasse, lo trovai 5 minuti dopo.Avevo visto il trailer qualche tempo fa e il protagonistra era uno dei miei attori preferiti. Il titolo era 'Il labirinto' di James Dashner (il film lo fanno davvero).Presi il libro e mi sedetti sulla comoda poltrona.Dopo 15 minuti le palpebre iniziarono ad abbassarsi.Cercai di fare un po di resistenza ma dopo qualche secondo sprofondai in un sonno profondo.

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Capitolo 9
*** CAPITOLO 9 ***


L'ambientazione era quella del sogno scorso.Ero sospesa per aria ma stavolta non stavo cavalcando nessun drago.Ero li sospesa immobile davanti ad una nuvola.Che fosse quella in cui era comparsa la donna? Il mio sospetto si realizzò quando di fronte a me, in mezzo alla nuvola, sbucò il volto della donna.Era un volto spaventato, confuso e terrorizzato da qualcosa, da me.La donna iniziò a gridare "chi sei? Chi sei?"Ero terrorizzata, letteralmente.Quella donna era come impazzita. Poi il suo urlo si fece come... doloroso, stava soffrendo.Si prese la testa fra le mani e gridò più forte "Perché mi sembra di conoscerti? Perché sei qui? Chi sei in realtà?"In quel momento volevo solo scappare lontano, tornare a casa. Svegliarmi.Sentì risucchiarmi verso il basso poi tutto si fece scuro.Aprì gli occhi sbattendo le palpebre diverse volte, accecata dalla luce.Ma non era il sole a brillare, il sole nom c'era. Intorno a me solo il bianco, probabilmente ero in una camera.Mi alzai controllando di non avere dolori quando notai che una voce stava parlando.Non l'avevo notata, acutì l'udito cercando di capire cosa stesse dicendo.Era una voce familiare, tranquilla e confortevole."Xena riesci a sentirmi?""Dylan?""Ah meno male che mi senti, era la prima volta che facevo un collegamento. Non ero molto sicuro del risultato"Collegamento? Di che cavolo stava parlando?"Dove sono Dylan?" Gli chiesi "sto sognando?""Come posso dire... si e no""Dylan non capisco""Ci troviamo in una specie di Terra di Mezzo""Ma che ci faccio qui?""Come ti ho detto, ti ho convocata"Ammutolì, cercavo di capire ma tutto era incomprensibile per me."Questo dettaglio te lo spiegherò più tardi""Non capisco Dylan, non capisco" scossi la testa. "Capirai" disse deciso "e intanto capirai anche chi sei in realtà"."Chi sono in realtà?" Gli domandai anche se sapevo che la risposta mi avrebbe cambiato la vita. 

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Capitolo 10
*** CAPITOLO 10 ***


Dylan iniziò a spiegarmi tutto."Esiste un mondo oltre al nostro, oltre alla Terra. È un mondo parallelo su cui solo alcuni fortunati possono accedervi. Questo mondo è molto diverso dal nostro, non ci sono le stesse specie di animali, non ci sono le stesse specie di scuole..."La mia faccia dovette fargli capire che ero un po confusa.Comparve un salotto. Quello di casa mia."Co...?" Non riuscivo a capire più nulla. Prima mi parla di un altro mondo poi fa comparire casa mia...Mi sedetti sul divano improvvisamente esausta.La televisione si accese, e mi mostrò delle foto.Vidi Dylan con gruppi di ragazzi vestiti con armature.Vidi draghi scorrazzare felici tra la gente.Vidi animaletti grigi e rosa saltare addosso alla gente."In questo mondo i draghi sono all'ordine del giorno e noi viviamo in armonia con loro da centinaia di anni".Cercai di essere diplomatica e di assecondarlo "ma come mai io ho accesso a questo mondo?""Poter accedervi è un fattore genetico. Ad esempio mio padre era un guerriero, è andato sulla Terra, si è innamorato... ha avuto me. Purtroppo è morto prima che avessi l'età giusta per spiegarmi tutto. Così anni fa ho scoperto anch'io l'esistenza di questo mondo""Questo mondo ha un nome?""Ti basti sapere che noi lo chiamiamo Paradiso dei Draghi""Quindi uno dei miei genitori... faceva parte di questo mondo?""Probabilmente tua madre, dato che non sappiamo chi sia"Al pensiero di mia madre mi rattristai, non avevo un solo ricordo di lei... però sapevo che era Sean quello che le somigliava.Ad un tratto di fianco alla televisione, che continuava a riprodurre foto, comparve Dylan.La sua visione mi tranquillizzò e il mio impulso fu quello di abbracciarlo, dato che era l'unica cosa normale in quel momento.Lui arrossì come se avesse capito cosa provavo."Tu... senti ciò che provo?""Si e sono anche in grado di modificare le emizioni delle persone""Come è possibile?""Ognuno di noi ha qualche potere, in battaglia servono"Si tolse il guanto e lo poggiò per terra."Voglio farti vedere una cosa"Il guanto iniziò a muoversi fino a diventare una palla grigia che poi mi saltò addosso.Gridai per lo spavento.

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Capitolo 11
*** CAPITOLO 11 ***


Gridai.'LOOOOOOF' gridò una vocina. Proveniva dalla cosa che mi aveva attaccata.Aprì un occhio per guardare, una strana scimmietta mi stava fissando con gli occhioni sgranati.Spalancai gli occhi "e questa cos'è?" Indicai la scimmietta.Quella tentò di prendermi il dito, faceva proprio tenerezza.Non volevo lasciarle il dito ma il suo sguardo da cucciolo era veramente tenero.Gli diedi la mano.Lei prese il dito e se lo mise in testa. Iniziai a grattarle la testolina mentre la scimmietta mi faceva una faccia estasiata.Dylan rise "le piaci" constatò."Che cos'è?" Chiesi mentre lui se la riprendeva."Questo è un Loof, sono esseri mutaforma molto fedeli e utili. Lei è Maia" se la mise sulla spalla "di ciao Maia"."Loof ciao Maia" disse Maia.Scoppiai a ridere."È ora di svegliarsi Xena" disse Dylan "ti spiegherò tutto stanotte".Cercai di mostrarmi entuasiasta ma in realtà ero preoccupata, la mia vita non sarebbe stata più la stessa.Sentì le palpebre farsi pesanti poi crollai.Mi svegliai più tardi, non so quanto tempo fosse passato. Mi trovavo al calduccio nel mio letto.Grugnì alzandomi. "Buongiorno dormigliona" mi salutò mio fratello dalla scrivania."Come ho fatto ad arrivare fino a qui?" Chiesi sbadigliando."Ti ha portato Dylan in braccio" rispose semplicemente Sean.Mi alzai di scatto facendomi girare la testa.Arrossì fino alla punta dei capelli al pensiero di essere stata portata in braccio da lui.Sean lo notò e ridacchiò, fratello ingrato."Papà? Come ha reagito?""Be all'inizio era stupito poi però ha capito che Dylan non voleva approfittarne ma voleva solo non disturbarti"Scesi dal letto e mi diressi in bagno, avevo bisogno di una doccia calda per sciogliere i nervi.Entrai nella doccia e aprì il getto d'acqua calda, mi sedetti per terra e cercai di fare mente locale. 1. Esiste un altro mondo2. Su quel mondo ci vivono i draghi3. Io farò parte di quel mondo4. Mia madre apparteneva a quel mondoA dire in vero mi sembrava di averla presa piuttosto bene e in realtà anche se tentavo di nasconderlo ero su di giri.Cioè erano anni che speravo che la mia vita cambiasse, anni che speravo in qualcosa fuori dal comune... e ora eccomi accontentata.Era solo un po duro da digerire, ma... volevo immedesimarmi in questa avventura.Uscì dalla doccia e presi gli shorts del pigiama e la canottiera.Mi vestì poi tornai in camera dove Sean mi aspettava."È successo qualcosa con Dylan?" Chiese malizioso.

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Capitolo 12
*** CAPITOLO 12 ***


"Ma come ti è venuto in mente?" Balbettai. Di sicuro non potevo rivelargli quello che avevo scoperto sulla mia identità. Dovevo fargli credere che fosse successo qualcosa?Per proteggerlo? "Dai racconta Iena" Sentì il cellulare vibrare. Sean e ed io lo fissammo contemporaneamente, poi con uno slancio ci gettammo sul letto per prenderlo. Lui per scoprire qualcosa sul mio pomeriggio, io per impedire che scoprisse qualcosa che non doveva. Lo prese prima lui, sbloccò il cellulare e aprì il messaggio mentre io tentavo di strapparglielo di mano."Ehi Xena sconvolta?" Lesse "sconvolta perché?" Mi guardò perplesso."Non ti avrà mica baciata?" "Magari..." pensai. Riusci a prendere il cellulare. Feci una registrazione vocale mentre io e Sean camminavano in cerchio, come lottatori di sumo. "Dylan non scrivere ok?" "Dylan che hai fatto a mia sorella?" Disse Sean consapevole che stessi registrando. Poi la nostra non fu più una lotta per il cellulare ma una guerra tra fratelli. Lasciai cadere il cellulare incurante se stesse registrando o meno e mi preparai al balzo di mio fratello. Lui saltò sul mio letto e iniziammo a lottare cercando a vicenda di mettere la schiena dell'avversario a terra. Fu una lotta dura ma vinsi io, naturalmente. Mio fratello aveva un punto debole, soffriva il solletico. Ripresi il cellulare, un messaggio vocale di 10 minuti era stato inviato a Dylan.Oh no...Decisi di fare finta di nulla e gli scrissi un semplice 'Un po'. Lui mi inviò una faccina dubbiosa😕ma io ero cocciuta e orgogliosa, non gli avrei mai detto 'ho paura' o cose simili. Che si rassegnasse! Illuso. Forse lui capì perché cambiò discorso.'Domani andiamo un po prima a scuola così mi fai fare un tour?' Giusto, ero la sua guida. 'Facciamo mezz'ora prima. Okay?' 'Okay'Mi ricordava qualcosa... un libro. Non ci feci molto caso. 'Pronta per stasera?'Rimasi un po indecisa su cosa scrivere ma poi digitai 'sono nata pronta'.

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Capitolo 13
*** XENA PARKER ***


Xena ParkerXena fisicamente la immagino come Emma Watson, magari un po più alta (non so quanto sia alta Emma) con però la capigliatura nella foto.Emma Watson infatti ha i capelli corti, ma nell'altra foto ci sono i capelli che voglio che abbia (che vorrei pure io).Xena è una ragazza dolce e coraggiosa.Frequenta il liceo linguistico assieme alla sua migliore amica Alaska.È molto popolare tra i ragazzi ma non esce con loro molto spesso, preferisce la conpagnia del fratello.Il suo cibo preferito è la meringa, come potrete osservare nel capitolo 7/8 che non ho ancora pubblicato. Non saprei che altro dire, chiedete pure.

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Capitolo 14
*** CAPITOLO 13 ***


Finimmo il pasto chiaccherando tranquillamente.Io ero un po nervosa, stanotte... sarebbe accaduto qualcosa di pazzesco. Sean e mio padre però fecero finta di nulla. Finita la mia solita routine serale mi diressi in camera mia. Mi infilai sotto la trapunta e mi addormentai esausta e sazia. Mi ritrovai su una distesa d'erba. Un paio di ragazzi mi videro e suonarono un corno."Ehi guarda una novellina" disse uno."E pure carina" Cercai di fare finta di niente ma non era facile nascondere l'emozione. Ero in una dimensione parallela. Cioè wow! Dato che non sapevo cosa fare, feci quello che mi sembrava meglio cioè chiedere di Dylan. "Dylan è qui?" Loro annuirono e mi fecero segno di seguirli "cosa di Dylan" disse uno "non si tocca". I due ragazzi si presentarono come Thomas e Scott, loro erano quelli che davano il benvenuto ai 'Novellini' come li chiamavano loro. Attraversammo un tratto di foresta quando ci ritrovammo davanti ad una pianura. I draghi volavano alto nel cielo, strani animali correvano fra i prati, ragazzi passeggiavano vestiti con armature. E altro ancora. Alte e verdeggianti montagne sovrastavano il tutto, in aria si vedevano grossi massi galleggianti. A terra laghi, fiumi, verde e fiori prevalevano su tutto. "Benvenuta al Paradiso dei Draghi, Novellina" disserl in coro. "Fra poco troveremo qualcuno che ti faccia da guida, al momento ti perderesti" mi accompagnarono in una casetta, d'accoglienza probabilmente. Mi sedetti e aspettai."Ciao io sono Rhyse e oggi sarò la tua guida" mi salutò una voce.Sussultai e mi girai di scatto. "Non avere paura" mi rassicurò "ci sarò io a proteggerti" mi tranquillizzai e iniziai a squadrare la ragazza di fronte a me.

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Capitolo 15
*** CAPITOLO 14 ***


La ragazza di nome Rhyse era alta, magra bionda e con gli occhi azzurri. I capelli erano acconciati in una treccia e lei era un vero schianto.Addosso aveva una strana armatura sottile e attillata e sulla schiena c'era una faretra.Nella mano sinistra teneva l'arco mentre, quella destra era rivolta verso di me.Le strinsi la mano."Dai ti porto fuori" mi sorrise."Mi hanno detto che sei cosa di Dylan" mi disse "non sono cosa di Dylan" ribattei.E così iniziammo a chiaccherare, Rhyse era un vulcano di chiacchere, ed era molto simpatica.Le strade erano fatte di ghiaia e in giro c'erano mokti cartelli."Per iniziare inanzitutto direi di dare un'occhiata dall'alto" mi indicò un gruppo di case, fischiò e da una casa sentì dei ringhi."Forza pigrone" rise Rhyse.Dalla casa uscì un drago, era azzurro e non lungo più di 3 metri.Ci venne incontro mentre io arretravo, spaventata.Il suo volto non incuteva paura anzi era buffo, era la razza dei draghi in generale a fare paura. Rhyse coccolò il drago "Arrow lei è..." si interruppe "perdonami non so il tuo nome" sorrise imbarazzata."Xena" risposi."Arrow lei è Xena. Xena lui è Arrow". "Piacere" titubai. "Piacere mio" rispose. Quasi strillai per la paura, tutto mi aspettavo ma non che comunicasse con il pensiero. Dopo 5 minuti mi ero abituata alla sua presenza e riusci ad accarezzarlo. Poi Rhyse gli salì in groppa e senza tante scuse tirò su anche me.Mi strinsi forte a lei mentre Arrow saliva. Dopo qualche minuto di stabilità aprì gli occhi e lo spettacolo che mi si parò davanti, o meglio sotto, era mozzafiato. "Iniziamo il tour" decretò Rhyse. Io annuì continuando a tenermi stretta. Nota autrice: potete dirmi cosa ne pensate? Se pensate che i capitoli sono corti dal 27 in poi saranno più lunghi. Per ora non ci posso fare nulla. Vi piace la storia?

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Capitolo 16
*** CAPITOLO 15 ***


Rhyse mi mostrò tutto il luogo da sopra il suo drago.Scoprì così che in mezzo al bosco c'era un campo di allenamento.Dove guerrieri e cavalieri si addestravano.La cosa pazzesca era che cavalieri e guerrieri non erano la stessa cosa, i guerrieri combattevano a terra mentre i cavalieri in volo.Rhyse era un cavaliere.Quando li si riteneva pronti i cavalieri e i guerrieri, dovevano affrontare delle prove.Oltre all'Istuto dove i ragazzi imlararavano tutto sui draghi, sulla magia e sulle erbe mediche c'erano l'Arena e il Labirinto. Nell'Arena si miglioravano le arti della sopravvivenza mentre nel Labirinto ci lavoravani soprattutto gli Esploratori.Gli Esploratori, sono un elite di giovani che esplorano questa nuova dimensione in cerca di nuove terre e nuove specie di draghi.Nel Labirinto gli Esploratori affinano il loro cervello a ricordarsi le strade fatte e a trovare l'uscita. Poi mi mostro un altro boschetto, "li" indicò "ci sono le nostre abitazioni".Scoprì che una sarebbe stata mia.Rhyse fece scendere il drago lentamente per non traumatizzarmi ma fu qualcos'altro a spaventarmi. Qualcun'altro. "RHYSE COME TI È VENUTO IN MENTE?!" sbraitò un ragazzo.Spalle larghe, capelli marroni, occhi castani, sembrava carino apparte il carattere e i denti storti. "Oh Greg tranquillizzati" fece Rhyse pacata."Tranquillizzarmi? Hai portato una Novellina sul tuo drago! All'Anziano non piacerà questa notizia""Vorresti scomodare l'Anziano?" Chiese Rhyse."Scusate chi è l'Anziano?" Chiesi. "È una specie di capo del villaggio" mi spiegò Rhyse.Il ragazzo si fermò a riflettere."Xena sei già qui?" Mi chiamò una voce. "Ehi Dylan" salutai. Rhyse mi guardò come se fossi un alieno. "Avevo sentito che eri cosa di Dylan ma non ci avevo creduto" Iniziai ad innervosirmi, non ero 'cosa di Dylan' ero solo una sua amica. Il drago dovette percepire il mio nervosismo perché iniziò a muoversi di scatto.Rhyse si appese ma io no, scivolai dal drago. Venni presa al volo."Stai più attenta la prossima volta" 

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Capitolo 17
*** CAPITOLO 16 ***


"Stai più attenta la prossima volta" mi disse una voce."Si emh ok grazie""Ehi ma cosa è successo qui?" Chiese Dylan "Gregor vorrei delle spiegazioni""Rhyse ha portato la Novellina a fare un giro di drago" disse Gregor poggiandomi a terra."Ehi la 'Novellina' ha un nome" borbottai.Gregor rise "Rhyse ha portato Xena a fare un giro"."È vero Rhyse?" Dylan guardò torvo la ragazza."Dylan" mi avvicinai "non è successo nulla ok?"Lui mi guardò poi con un sospiro fece un cenno "per oggi chiudo un occhio""Grazie" ringraziò Rhyse.Gregor sbuffò. "Sei troppo dolce con loro" espresse la sua opinione."Bene Xena ora faremo una cosa che ti piacerà" annunciò Dylan.Rhyse, Dylan e Gregor (che si era unito alla combricola dicendo di voler controllare che facessimo i bravi) mi accompagnarono in unrecinto.In questo recinto c'erano almeno una trentina di Loof. Alcuni grandi alcuni piccoli altri spelacchiati, tutti carinissimi e saltellanti. "Devi sceglierne uno" Gregor mi spinse dentro il recinto. Tutti i Loof si girarono verso di me e uno ad uno si misero a toccarmi, abbracciarmi e leccarmi fino a che un Loof peloso e piccolino non si fermò a guardarmi con i suoi occhioni. Aveva un occhio verde e uno marrone, era bellissimo. "Hai un Loof adolescente complimenti" si congratulò con me Rhyse.Anche Dylan e Gregor li fecero."Perché vi congratulate?" Chiesi."Perché  i Loof adolescenti sono gli unici in grado di costruire un'arma adatta a te" spiegò Dylan.Quelli piccoli e quelli adulti invece possono solo aggiustarle. Il tuo ti farà un arma!""Fico" dissi senza troppa convinzione."Come lo chiamerai?" Chiese Dylan.Ci riflettei un attimo su poi mi illuminai.Sono una potterhead dopotutto "Ciao Dobby, io sono Xena".Il loof mi fissò un attimo con i suoi occhioni poi sorrise."Dobby" Strillò felice. "Awww che tenero è?" Dissi in estasi.

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Capitolo 18
*** CAPITOLO 17 ***


"Che nome simpatico" si congratulò Rhyse.Uscimmo dal recinto e facemmo due passi per il campo.Ragazzi di  tutte le età combattevano fra loro con spade, mazze e fruste.Altri si allenavano con il tiro con l'arco. Sembrava di essere al Campo Mezzosangue."Domani avrai la tua prima lezione all'Istituto, li ti insegneranno tutto su Pandora, sulle sue erbe, le sue terre e i suoi abitanti" mi spiegò Dylan indicando la grossa cattedrale che si ergeva ai confini del Campo.Qualcosa mi toccò la gamba, sussultai per lo spavento vedendo un esserino rosa fissarmi."E questo cos'è?" Chiesi prendendolo in braccio.I ragazzi mi guardarono terrorizzati.Io li fissai incuriosita, come poteva quella palla rosa essere pericolosa?"Poggialo lentamente" sussurrò Gregor "la sua famiglia ti sta guardando".In effetti, poco lontano altri esserini mi fissavano."Cariniii" fu il mio commento.Tutti gli esserini mi corsero incontro.Uno ad uno mi gettarono a terra, io scoppiai a ridere.D'un tratto iniziarono a fare quelle che mi sembravano puzzette.Solo che avevano un buon profumo, sapevano di fragole.Nuvolette rosa mi avvolsero e i volti dei miei amici si rilassarono un po.Rhyse sembrava su di giri."Cosa è successo?" Chiesi agli altri togliendomi un animaletto da sotto il piede."Queste simpatiche bestiole, chiamate Pyon, non sono ciò che credi. Se minacciate si trasformano in grosse bestie assetate di sangue che distruggono tutto sul loro cammino." "Oh" fu la mia sola risposta. Mi facevo convincere troppo facilmente. Prima con la storia di Pandora poi con questi dolci esserini. "Non capita spesso che così tanti diano la loro lealtà alla stessa persona" "Quindi sono un eccezione?" Chiesi cercando di capire. "Si" fu la risposta di Gregor. "Quelle... puzzette era un segno di lealtà?" Sorrisi. Rhyse scoppiò a ridere e capi che la risposta era positiva."Cosa sarebbe successo se non le avessero fatte?" Domandai ricordando le loro facce. "Saresti morta" fece Dylan grave.

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Capitolo 19
*** CAPITOLO 18 ***


Indovinate cosa risposi? "Oh" fu il solito commento "allora meno male che hanno fatto le puzzette" (nota autrice: cosa strana da dire non credete?) Rhyse scoppiò a ridere ancora più forte e alla fine contagiò tutti. Gregor sembrava più carino mentre rideva, senza più quella faccia ingrugnita. Niente a che fare con Dylan... lui sembrava risplendere mentre rideva.Se non mi avesse messo al corrente di un nuovo mondo e al nostro primo incontro non fosse sembrato un maniaco, mi sarebbe quasi piaciuto. Più in la vicino a un albero, una ragazza dai capelli neri mi fissava minacciosa. In mano teneva una spada, cosa che non mi rincuorò affatto. (Nota autrice: cioè no, adesso spiegatemi la mia mente contorta... io mando in giro psicopatici armati? Cioè... eheh poi capirete il perché della sua faccia.) "Cosa facciamo ora?" Chiese Rhyse. Il mio stomaco brontolò, Dylan mi sorrise."Mostriamo alla nuova ospite le specialità della casa" Rhyse esultò "andiamo a trovarla!"Io la guardai interrogativa. "Aspetta e vedrai. Alexis ha delle mani d'oro. Mi portarono in uno spiazzo dove centinaia di tavoli circondavano una grossa tenda, da cui proveniva un profumo delizioso. Sentì l'acquolina in bocca."Non riconosco l'odore" mi stupì, un gioco che facevo con mio fratello era quello appena tornati a casa, in base all'odore dovevamo capire cosa nostro padre aveva preparato. Dato che nostro padre adorava cucinare, anche se a farlo ero sempre io, era difficile indovinare ma alla fine il mio olfatto si era affinato. Inspirai più profondamente ma gli odori erano sconosciuti. Dylan mi fissò negli occhi con attenzione e mi senti in imbarazzo. Sperai non notasse che ero arrossita."Perché sei imbarazzata?" Mi sussurrò all'orecchio. Sussultai, l'aveva notato. Lui sorrise leggermente e io mi sentì svenire. Lui allungò le mani come per afferarmi. Qualcosa non andava, lui sapeva cosa provavo. "Ti sei dimenticata che io riesco a riconoscere le emozioni e a controllarle?" 

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Capitolo 20
*** CAPITOLO 19 ***


Fu la sua risposta al mio sguardo interrogativo. Iniziò a spiegarmi "Io so se una persona è felice, triste, agitata o che altro. Non leggo nel pensiero ma riesco a percepire come sta una persona in base alle sue emozioni, da cui traggo conclusioni. Qualche istante fa ho percepito che tu stavi male e quindi ho reagito d'istinto..." "Devo imparare a controllarmi" pensai.Improvvisamente la tenda iniziò a brillare e la gente ai tavoli iniziò a battere i pugni sui tavoli. Delle ragazze si alzarono e in coro iniziarono a cantare una melodia in un'altra lingua. La canzone era melodiosa e ben presto tutti iniziarono a muovere la testa al ritmo della musica. Mi incantai ad ascoltare la melodia quando notai che da sopra il tendone uscivano luci luminose. Quelle luci svolazzavano sopra i tavoli dove magicamente comparivano piatti imbanditi.Aprì la bocca sbalordita. "Cosa sono?" Chiesi. "Sono Nemphis" tagliò corto Dylan, che estasiato fissava quelle creature. Mi sarei fatta spiegare dopo quello che stava accadendo. Una lucina mi si avvicinò e potei notare che era una piccola creaturina e non una luce. Capì all'istante, le Nemphis erano fate. La fatina mi guardò sorridendo e io allungai il braccio lentamente per non spaventarla. Lei rise poi si sedette sul palmo della mia mano. Ebbi così modo di osservarla, aveva le orecchie a punta e la pelle quasi trasperente. I capelli ricci le ricadevano morbidi sul corpo, i vestiti apparentemente sembravano foglie. Non lo seppi dire con sicurezza perché il canto si interuppe e le Nemphis se ne andarono. Ci sedemmo ad un tavolo imbandito di cibo e iniziammo a mangiare. Io guardai sospetta il mio piatto, era ricolmo di cibo mai visto più la frutta. Quella era uguale anche a Pandora. "Dobbiamo raccontarti cosa e successo non credi?"

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Capitolo 21
*** CAPITOLO 20 ***


Mi raccontarono così che erano le fate a preparare i pasti, Alexis (che era la fata madre) decideva cosa preparare e poi assieme alle sue sorelle fate andavano a raccogliere il necessario. Alexis, mi raccontarono, aveva centinaia di anni ed era la fata con più esperienza, tanto che era l'unica a riuscire a mantenere la forma umana per tanto tempo.Quando finì il mio piatto, notai di non essere ancora sazia e magicamente il piatto si riempì di quella che sembrava una mousse alla fragola. Avevo proprio voglia di qualcosa di dolce. Finì la mousse in pochi bocconi poi mi misi a guardare i miei compagni "d'avventura". Dylan era di fronte a me. Alla mia destra c'era Gregor che chiaccherava di strategie con alcuni più piccoli, alla mia sinistra c'era Rhyse che nutriva il suo Loof con dei mirtilli. Dylan mi sorrise e io potei rinotare che era proprio un bel tipo, non il mio, ma bello. Sentì uno scricchiolio e girai la testa verso dove era prevenuto il suono.La ragazza che qualche tempo prima mi fissava storto da dietro l'albero in quel momento era di fianco a Dylan e se un'occhiata avrebbe potuto uccidermi, sarei morta.Chissà cosa le avevo fatto.Diedi un'occhiata al suo piatto e potei notare con orrore che il manico di spada sbucava dal tavolo Aveva poggiato la spada verticalmente e ora la teneva tra le gambe.La cosa non mi rincuorava affatto.(Nota autrice: la pazza psicopatica torna all'attacco!)Il suo sguardo era pieno d'odio. Dylan notò che ci stavamo fissando, probabilmente aveva captato l'odio che la ragazza mi stava mandando.Fece un sorriso tirato e poi ci presentò. "Xena, lei è Sharon. Sharon lei è Xena""Piacere" mormorai. Dylan le sorrise "Sharon è la spadaccina migliore del campo" Lei arrossì. "Dylan ma cosa dici!" La voce di Sharon era bellissima "tu sei più bravo!" "Non sapevo usassi la spada""Non sai nulla di lui" ribattè Sharon con tono odioso.

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Capitolo 22
*** STORIA DELLA FAMIGLIA ***


La storia della famigliaCome potete aver notato, la famiglia Parker è composta da: Richard, il padre, Xena e Sean, i due figli. Quando erano piccoli, Hazel (la madre) ha abbandonato i figli. Lasciando solo un messaggio "non è un addio, è un arrivederci". Con il passare della storia si scopriranno cose in più. 

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Capitolo 23
*** LOOF ***


I LOOFI Loof sono creauture dolci e miti.Il loro corpo è ricoperto di pelo grigio. Sono dei mutaforma e possono diventare qualunque cosa: sciarpa, gatto, braccialetto o un elefante. Lo si può portare nel mondo umano, cercando di camuffarlo. Il loro linguaggio consiste nel dire 'loof', si possono adattare ad altri linguaggi, come i miagolii o l'abbiare di un cane. Nel periodo dell'adolescenza i Loof costruiscono le armi che rispecchiano il loro proprietario. Mentre da piccoli e da adulti non possono. 

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Capitolo 24
*** CAPITOLO 21 ***


Ma come si permetteva? "Ma chi ti credi di essere?" Stavo per dire ma, all'orecchio sentì una frase che mi scosse. "Sharon legge nel pensiero" Iniziai a tossire, mi era andata di traverso la saliva. Il cervello mi si fuse, va bene tutto ma la lettura del pensiero? Ci misi un po a riprendermi, era stato uno shock. Quella ragazza sapeva a cosa pensavo. "Già, purtroppo" borbottò lei. Impallidì. "Dovresti imparare a proteggere la tua mente, non vorrei sentire i tuoi pensieri infantili"Stavo iniziando ad innervosirmi. Dylan la sgridò mentalmente perché il suo volto prima sarcastico si tramutò in uno offeso. "Non posso farci nulla Dyl" piagnucolò lei. "Chi è la bambina ora?" Pensai sperando mi avesse sentita. Lei mi fulminò con lo sguardo."Come ti permetti Novellina?!" Strillò adirata. Si avvicinò a me con aria furibonda. In mano aveva la spada. Non avrei dovuto farla arrabbiare. "Ti sfido" disse puntandomi la spada al collo. "E io accetto" risposi senza pensare. Sul suo volto apparve un espressione confusa. Non si aspettava che accettassi. Cosa credeva? Che avessi paura di lei? "No. Era quello che speravo. Solo che non mi aspettavo che una Novellina che non sa combattere accettasse contro la numero uno del campo". Io risi "vedremo" fu la mia risposta combattiva. Sharon girò i tacchi e se ne andò. Dylan la seguì, probabilmente per farle cambiare idea.Rhyse mi scrutò "sei nei guai" mi disse grave. "Lo so" le sorrisi. Gregor mi guardò poi mi disse "vieni, ti allenerò un po". Io lo ringraziai poi assieme a Rhyse ci dirigemmo verso la fitta boscaglia. Dove si trovava il campo di addestramento. "Inanzitutto devi sapere che Sharon è davvero brava ma non è la numero uno" "E chi è il numero uno?" Domandai mentre camminavano."Dylan" borbottò Gregor."Per questo motivo viene rispettato molto, qui" "Capisco" mormorai. Capì che eravamo arrivati quando notai centinaia di ragazzi e ragazze che combattevano, si allenavano con l'arco e nella lotta libera. "Benvenuta al campo di addestramento"

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Capitolo 25
*** CAPITOLO 22 ***


Dire che rimasi sbalordita è dir poco. Il campo era un cosa spettacolare. Quando notai la gente si arrampicava sugli alberi mi innamorai di quel posto, io adoravo l'arrampicata. "Ora scopriremo con cosa combatterai" mi disse Rhyse,  impaziente. Gregor mi portò in un capanna, all'interno un signore dalla lunga barba argentata sedeva su uno sgabello. Gregor se ne andò ed io rimasi sola. Scorsi gli occhi azzurri di Rhyse scrutarmi da fuori la finestra ma poi pure lei se ne andò.Io intrecciai le mani per il nervosismo, l'anziano signore non si decideva a parlare. D'un tratto l'uomo si alzò e prese degli oggetti dall'armadio vicino. Prese una spada, una freccia, un coltello, una lancia e altre armi ancora. Poi iniziò a spiegarmi con voce bassa. "Io sono Geremia, sono un Membro del Consiglio, la più alta forma di comando del campo. Sono qui per far si che ad ogni combattente venga affidata l'arma giusta. Ho sentito che tu sei nuova e che la giovane Sharon ti ha sfidata. Sembri molto coraggiosa. Il test attitudinale consiste nel capire qual è l'arma che più ti rispecchia. Attraverso alcuni incantesimi l'arma più adatta a te, ti si avvicinerà. Ma tu non avere paura, prendila. Sentirai subito il potere che essa ti da"Io annuì e guardai le armi disposte intorno a me.Chissà quale mi avrebbe rappresentata meglio... Geremia iniziò una lenta litania e le armi traballorono un poco. Si alzarono alcune armi: la freccia, dei lunghi coltelli e una spada. Geremia alzò la voce.D'un tratto la spada iniziò ad emettere bagliori. Una luce azzurrina la avvolgeva. Le armi tornarono al loro posto mentre la spada mi si avvicinava. Sentì una forte attrazione. Presi il manico senza esitazione. Un senso di potenza mi invase, avrei potuto dominare il mondo da quanta forza sentivo scorrere in me. Vidi Geremia sollevare le sopracciglia e spalancare gli occhi. Che qualcosa stesse andando storto? 

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Capitolo 26
*** CAPITOLO 23 ***


Inizia a preoccuparmi.Cos'era quello sguardo.L'euforia del potere che mi dava la spada sparì, sostituita dalla preoccupazione.L'aura emessa dalla spada si affievolì fino a spegnersi."Cosa è successo?" Gli chiesi.Geremia si rimise la sua maschera di impassibilità, "nulla di grave" rispose "era solo da tempo che non vedevo un'arma e un umano legarsi così".Alla fine mi cacciò dalla casetta con la scusa che doveva fare qualcosa di urgente e mi disse di andare all'armeria.Gregor e Rhyse mi salutarono "com'è andata?" Chiesero."Bene" risposi, omettendo il "credo..."."Che arma userai?""La spada""Ti portiamo all'armeria"Attraversammo il campo e ci trovammo davanti ad una grossa capanna da cui proveniva aria calda e odore metallico.Il rumore di un martello sull'incudine scandiva i secondi."Lasciamo tutto nelle mani di Balth" disse Gregor "se noi fossimo li con te ti distrarremmo e Balthazar non capirebbe chi sei davvero".Entrai nella capanna e mi diressi verso il rumore dell'incudine.Bussai piano alla porticina che mi si parò davanti.Quella si aprì cigolando."C'è qualcuno?" Chiese una voce. "Sono qui per ricevere un'arma" dissi avvicinandomi al ragazzo col martello. "Sei una Novellina?" "Si" borbottai, non mi piaceva quel soprannome. Il ragazzo si rallegrò "vieni" mi disse. Iniziai a seguirlo."Io sono Balthazar" si presentò "e tu?" "Mi chiamo Xena" "Nome particolare" ridacchiò lui "sei tu quella con il Loof adolescente?" "Come f..." chiesi. "Come faccio a saperlo?" Mi interruppe "be vengono da me a prendere il necessario". "Capisco" mormorai. "Spada giusto?"Lo fissai come faceva a saperlo. "Ho tirato ad indovinare" Stavamo camminando da un po quando un'altra casa, molto grande, ci si parò davanti. Entrammo e salimmo delle scale. La stanza che Balthazar mi mostrò era piena di spade. Di tutti i tipi, di tutti i colori, di tutte le dimensioni. "Entro un paio di giorni il Loof finirà l'arma ma dato che hai un duello in serbo per domani, la spada ti serve ora"

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Capitolo 27
*** CAPITOLO 24 ***


Scegliere la spada fu come andare a comprarsi un abito. Se ne sceglievano un po, si provavano e poi se ne cercavano altri. Stessa cosa con le spade, ne raggruppammo un po, le impugnai, feci qualche mossa stupida per provarle poi ne cercavamo altre. Balthazar voleva che trovassi quella giusta. Dopo quella che mi sembrò un eternità la mano destra iniziò a cedere a passai la spada alla mano sinistra. Balthazar battè le mani. "Abbiamo trovato la spada" annunciò. Io sospirai sollevata.Iniziavo a scocciarmi. Uscì dalla casa che era pomeriggio inoltrato.Gregor e Rhyse si stavano arrampicando sull'albero. Gregor era in netto svantaggio. Gridai un "ehi ragazzi" e loro balzarono giù dall'albero appesi alla liana."Allora?" Mostrai loro la spada, Rhyse mi abbracciò. "Come sono contenta per te" "Dobbiamo allenarti" mi avvisò Gregor. "Eddai Greg" implorò Rhyse "lasciala riposare, è stravolta". Gregor mi fissò negli occhi, io scossi la testa."Alleniamoci" "Cosi si fa" Rhyse mi fece un sorriso sforzato, era preoccupata per la mia salute. Così passammo le successive ore a imparare le tecniche base. Le vere lezioni sarebbero iniziate domani per me. Dopo due ore Gregor si ritenne soddisfatto. Avevo i muscoli in fiamme e sudavo copiosamente. "Xena" sentì una voce chiamarmi. Dylan arriva correndo. "Mi spieghi che ti è saltato in mente?" Mi chiese preoccupato. "Sharon è molto brava con la spada" "Anche Xena non se la cava male!" Ribattè Gregor. "Da quand'è che proteggi qualcuno Gregor?" Gregor arrossì e mi mandò uno sguardo di scuse. Dylan guardò il sole tramontare. "Dobbiamo tornare a casa" mi avvisò. "Devi farmi fare un giro per la scuola" "Vero" accordai di malovoglia. "Intanto vieni" Salutai Gregor e Rhyse che tornarono ad allenarsi. "Ti porto a fare una doccia a casa mia" 

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Capitolo 28
*** CAPITOLO 25 ***


"Che cosa?!" Strillai."Di solito faccio così, la mattina non mi va di svegliarmi tutto sudato e puzzolente"In effetti aveva senso quello che pensava."Se preferisci farla a casa tua va bene, per ora il tuo appartamento è senza acqua, quindi quando ti sveglierai... ti dovrai fare la doccia""Perfetto" ribattei "Posso sapere però dov'è il mio appartamento?""Guarda è quello di fianco al mio"."Ottimo" pensai "siamo pure vicini di casa".Quello che mi si mostrò davanti fu uno spettacolo particolare. Gli appartamenti erano grandi zucche alte 2/3 metri, poste una sopra l'altra per formare più piani. Inoltre sugli alberi c'erano case di legno collegate tra loro da ponti poco affidabili.Molta gente era in giro e si potevano vedere ragazzi affacciati alle finestre, che poi erano solo quadrati nelle zucche."Noi siamo lì" indicò due zucche vicine, una era più grande. La mia era quella più piccola."Ti saluto" intanto tu metti via le tue cose, vorrei evitare che ti portassi la spada a casa"Entrò e io potei intravedere una ragazza salutarlo e dargli un bacio.Viveva con qualcuno. In fretta e furia entrai nella mia zucca. Il posto non era male, la luce filtrava dalle finestre.Una davanti sulla strada e una dietro, che dava sul bosco.Un piccolo armadio era poggiato contro il muro e un apparente confortevole letto stava sull'altro capo della stanza.Aprì le ante dall'armadio e i cassetti del comodino ma non trovai nulla. Dovevo chiedere a Dylan come si comprava l'abbigliamento. E il resto.Dylan... probabilmente era impegnato con la sua ragazza. Sentì una ragazza ridere.Mi sentivo a disagio a stare nella casa a fianco di Dylan.Poi d'un tratto sentì qualcuno bussare. Aprì la porta.La ragazza di Dylan mi salutò. Peggio di così non poteva andare."Le voci girano" mi disse "davvero domani duellerai con Sharon?"Io annuì. Lei esultò "qualcuno che si è opposto alla sua strafottenza esiste allora!"Io risi, quella ragazza era simpatica. Lei mi si avvicinò con fare cospiratorio."Ho sentito pure che... sei cosa di Dylan"

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Capitolo 29
*** CAPITOLO 26 ***


NOTA AUTRICE: Ringrazio chi sta seguendo la mia storia, vorrei avvisare che i capitoli diventeranno più lunghi .... Quella domanda mi stupì. La ragazza non aveva occhi colmi d'ira o chissà cosa. Aveva dei bei occhi verdi luccicanti, che non mostravano altro che pura curiosità. Poteva essere un tranello "no no no, io e Dylan ci conosciamo appena" ribattei. La ragazza sembrò... intristirsi. "Peccato sembravi una tipa a posto.." La fissai stralunata "a che gioco stava giocando?" Mi chiesi. "Che maleducata!" Sbottò lei all'improvviso "io sono Fenixia, per gli amici Fenix e sono la sorella di Dylan" "Oh. OH. La sorella..." "Cosa credevi?" Mi sorrise, aveva lo stesso sorriso di Dylan, a farci caso."Pensavo fossi la fidanzata" mormorai. Lei scoppiò a ridere poi ci riflettè "in effetti potrei dare questa impressione". "Comunque sono Xena" "Piacere Xena. Tu a che categoria appartieni?" "Emh... categoria?""Non ti hanno ancora smistata? Smistata per diventare Guerriera, Cavaliere o Esploratore. Si viene addestrati in modo diversi. I Guerrieri combattono a terra, i Cavalieri con i draghi e gli Esploratori be... sono un caso a parte. Io sono Cavaliere dei Cieli ma ho iniziato l'addestramento da solo qualche mese" Qualcuno bussò alla porta. Una ragazza dai capelli rossi e gli occhi verdi fece capolino dalla porta. "Anch'io vorrei un nasino così" borbottò Fenixia. "Sei tu Xena?" Domandò. Io annuì. Lei entrò, in mano teneva il mio loof e una sacchettina. "Mi è stato detto di riportarti il Loof e il necessario per le sue cure". Così iniziò a spiegarmi come curare un Loof. Dovevo dargli da mangiare cinque bacche al giorno, poi potevo nutrirlo con altri cibi. Per impedire che stesse male non doveva trasfirmarsi troppo spesso. Nel mondo umano era vietato mostrare la sua vera forma. Mi avrebbero dato uno spray per far dimenticare alla persona gli ultimi 10 minuti. "Metti una firmetta qui così ti affido il Loof" tirò fuori una pergamena e una piuma. "Ariana sempre con i Loof?" Chiese Fenix. "Oh si. Adoro queste creature" rispose Ariana. "Combattere no? Lo sai che avresti talento" continuò Fenixia. Quella scosse la testa. D'un tratto sentì la vista appanarsi, per poi scomparire del tutto.Riuscì a sentire un "cavolo se ne è andata, devo tornare domani" poi tutto si fece scuro.

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Capitolo 30
*** CAPITOLO 27 ***


Aprì gli occhi e un raggio di sole mi accecò. Il stanza era quasi totalmente buia tranne per qualche raggio di sole. Di cui uno sul mio occhio. Stropicciai gli occhi e tentai di alzarmi. Le mie gambe erano intrecciate tra loro e non riuscivo a muovermi. Volai giù dal letto e non fu un atterraggio morbido. Sean si svegliò di soprassalto. "Cibo!" Strillò. "Chissà che sogno faceva" risi tra me e me. "Che hai fatto?" Mugugnò con la voce impastata di sonno. "Sono caduta" Lui ridacchiò qualche secondo dopo. "Che imbranata" borbottò. L'orologio segnava le 06:15. Se avessi dovuto accompagnare Dylan a scuola era meglio se fossi uscita prima di casa. Tentai di alzarmi na ero troppo stanca. Dopo quegli allenamenti con la spada ero stravolta. Lentamente mi misi in ginocchio e infine riuscì ad alzarmi. Con molta calma mi alzai e mi feci la doccia. Mentre facevo colazione Sean dormiva. Lasciai un biglietto con scritto una spiegazione poi uscì per prendere la bicicletta. Erano le 06:45. Mancava un quarto d'ora all'incontro. Mi diressi automaticamente al garage quando sentì una voce."Xena!"Mi girai di scatto. Fuori dal cancello c'era Dylan con la bici. Aveva un'aria un po stanca ma nulla in confronto alla mia faccia. Mi guardò poi si battè la mano sulla fronte. "La pozione" esclamò. Lo fissai storto, parlqre ri cose strane di primo mattino non serviva a svegliarmi. Tirò fuori dallo zaino una boccettina. "Avevo scordato di dartela" "Cosa?" "Questa devi prenderla ogni giorno dopo essere stata a Pandora. Ti riaddormenterai e dopo cinque minuti, quando ti sveglierai, sarai molto in forma. Questa è la tua." Mi porse la boccetta. "Bello il cappellino" indicò. "L'ho trovato in giro e l'ho messo. A dire il vero non sapevo di averlo" "Emh.. forse non l'hai capito ma è il tuo Loof" Strabuzzai gli occhi. Mi tolsi il cappello e lo fissai. Due occhioni di colore diverso si spalancarono improvvisamente. Per poco non morì di crepacuore. "Bevi la pozione e salta su. Dormirai mentre andremo" Io tentennai poi dopo aver bevuto mi sedetti sul portapacchi e appoggiai la guancia alla schiena di Dylan. Era così caldo...

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Capitolo 31
*** CAPITOLO 28 ***


Stavo nuotando in un mare all'interno di una ciambella.Una vera ciambella al cioccolato che galleggiava.Avevo molta fame quindi non resistetti e inizia a mangiarla.Un morso, due, la ciambella finì e io non ebbi più nulla a cui appendermi per galleggiare.Nuotai per un po fino a quando non raggiunsi un'isola. "Xena!" Sentì mio fratello urlare.Una grossa meringa con gambe, braccia e la testa di mio fratello mi corse incontro."Pensavamo fossi morta" mi abbracciò mio padre che aveva il corpo a forma di cannolo. "Fai più attenzione" disse la voce di Alaska, lei aveva il corpo di una fragola.Ma dove cavolo sono finita?Poi mi svegliai.Ero sdraiata su una panchina con la testa appoggiata sulle gambe di Dylan.Anche lui sembrava dormire.Alzai la testa cercando di non svegliarlo ma lui spalancò gli occhi."Scusa" dissi "non volevo svegliarti"."Non ti preoccupare è solo che sono iper sensibile ai rumori quando mi appisolo. È una tattica di combattimento molto utile. Hai una faccia riposata ora. Ti sembra di stare meglio?"Borbottai un "si" imbarazzato."Mi fai fare un giro per la scuola ora?"Così mostrai a Dylan dove si trovavano i vari edifici e le tre palestre. 'Visitammo' i campi da calcio, da basket e da pallavolo e infine entrammo nel liceo Scientifico. Quando tentai di aprire la porta quella oppose resistenza.Mi sentì tirare in avanti e scivolai.Una risata familiare mi arrivò alle orecchie. "Che imbranata sei?!"Alzai gli occhi verso il ragazzo che mi aveva presa.Il sorriso che gli illuminava il volto era inconfondibile. Mi alzai e gli saltai al collo."Calma piccola" mi disse ma sentì che anche lui era felice di vedermi."Da quanto non ci vediamo?" Sospirai abbracciandolo più stretto."Un anno credo... da quando sono andato a Londra" "Quanto mi sei mancato" "Idem" Mi sollevò da terra a mi fece girare. Dylan tossì rumorosamente, la sua faccia era una smorfia. Forse stava sorridendo...

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Capitolo 32
*** CAPITOLO 29 ***


Senza staccarmi dal mio amico feci le presentazioni "Dylan questo è Miles. Miles questo è Dylan"Miles gli rivolse un sorrisone anche se percepivo la tensione tra di loro. Mosse la mano che era sul mio fianco e la porse a lui e dopo una stretta particolarmente lunga e stritolante tornò ad avvolgermi.Quanto mi erano mancati i suoi abbracci, cerco ci scrivevamo tutti i giorni e ci vedevamo su Skype ma non era la stessa cosa. Ma ora Miles sarebbe rimasto con me a lungo.Miles era il mio migliore amico sin da quando eravamo piccoli. Ci siamo conisciuti appena nati poiché nati in letti vicini. Le nostre madri avevano fatto amicizia e scoprendo di vivere nello stesso luogo avevamo fatto il battesimo assieme."Senti Miles, sto facendo fare un giro per la scuola a Dylan. Ci accompagni?""Veramente sono impegnato... il professore di chimica mi ha affidato un compito""Ah oh... okay" risposi."Torniamo a casa assieme però okay?"Io sorrisi annuendo.Salutammo Miles poi continuammo il giro. "Hai molta confidenza con lui" disse Dylan."In effetti si. Siamo praticamente fratelli"Lui mi fissò poi le rughe che gli si erano formate corrucciandosi si rilassarono.Gli mostrai il liceo scientifico e arrivati alla 1°SD lui esclamò. "Questa è la classe di mio sorella!""Anche Fenix studia qui?""Certo. Siamo stati incaricati di scoprire nuove reclute"Annuì lentamente assimilando la nuova informazione. Iniziarono ad arrivare le persone.Si sedemmo su una panchina e aspettammo che la campanella suonasse.Circa 10 minuti dopo arrivò l'autobus che trasportava Alaska e le mie amiche, Sean invece non si vedeva.Era sicuramente in ritardo.Mi alzai e uscì dai cancelli per controllare se intravedevo in lontananza la sua bicicletta. Dylan rimase seduto poiché una ragazza gli stava parlando. Controllai la strada ma non vidi nessuno.Sentì qualcuno gridare "attenzione" e mi girai di scatto.Un ragazzo in bicicletta mi stava venendo incontro.Il suo viso era una maschera di terrore.Vidi che provava a frenare ma la bici era impazzita.Non riuscivo a muovermi.Ero come incatenata a terra e una orribile sensazione mi invadeva i sensi.Sentì la voce familiare di Dylan gridare il mio nome.L'impatto era sicuro.

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Capitolo 33
*** CAPITOLO 30 ***


La sua voce mi risvegliò dal mio torpore mentre qualcuno mi spingeva per salvarmi.Udì delle grida e poi vidi il corpo di Miles colpito dalla bici.Urlai di terrore.Il mio migliore amico mi aveva salvata ma ora stava male.Mi avvicinai a lui gattonando e percorsi con lo sguardo il suo corpo.Non aveva ferite visibili ma perdeva sangue dal braccio che aveva sfregato sul marciapiede cercando di non venire investito.Iniziai a piangere di sollievo, non si era ferito gravemente. La gente iniziò a precipitarsi in nostro soccorso e l'ultima cosa che vidi fu il volto di Dylan straziato dalla preoccupazione.Poi il buio."Xena... Xena..." una voce mi chiamava.Aprì gli occhi.Mi trovavo in una stanza bianca.Girai la testa e vidi il volto di Miles affoiorare da sotto le lenzuola bianche.Riconobbi il posto come infermeria."Xena!" La voce preoccupata di mio fratello irruppe nella stanza."Mi vuoi spiegare cosa è successo?"Al ricordo della paura provata mi si riempirono gli occhi di lacrime. La faccia di Sean traballò un attimo e infine la sua rabbia svanì sostituita dal sollievo."Soni così felice che non vi sia accaduto nulla di grave. Adesso i nostri genitori stanno discutendo con l'infermiera. Devono decidere se portarvi all'ospedale. "Capisco..." dissi.Dovevo raccontare a qualcuno della brutta sensazione che avevo avuto..Avevo bisogno di Dylan.Qualcuno spalancò la porta."Xena" una chioma mora invase la stanza.Riccioli castani mi avvolsero mentre la mia migliore amica mi stritolava."Alaska soffoco" mormorai, lei allentò un poco la presa."Scusa" le sussurrai allorecchio e lei capì.Ero davvero dispiaciuta di averla fatta preoccupare.Una mezz'ora dopo Sean e Alaska se n'erano andati.Io sarei rimasta ancora qualche ora, per evitare problemi.Miles dormiva alla grande nel letto vicino.Mi appogiai al cuscino e mi addormentai. Qualcuno aprì la porta, come per evitare di far rumore. Chi era?

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Capitolo 34
*** CAPITOLO 31 ***


Lo sentì mormorare "Xena..." e riconobbi la voce, Dylan.Si sedette sul mio letto, il materasso cigolò sotto il suo peso, sentì il suo sguardo perforarmi."Scoprirò cosa è successo" disse "ho percepito che non riuscivi a muoverti"."Ho percepito il tuo terrore e l'ho vissuto con te" aggiunse.Sospirò. Mi diede un bacio sulla guancia e mi addormentai.Il sogno che feci c'entrava con i dinosauri ma non ricordai bene, tendevo a scordare i sogni.Aprì gli occhi e vidi mio padre guardarmi "Xena  sei proprio una dormigliona" mi sorrise.Ero sul divano di casa mia, Sean sonnecchiava sulla poltrona. "Mmmmm... cosa è successo?" Borbottai."Sean ti ha portato in braccio e poi in macchina ti abbiamo portato qui" spiegò mio padre.Il cellulare vibrò, lo presi e risposi.Mi alzai e mi diressi in cucina."Si?""Xena sei sveglia finalmente""Mi sono appena svegliata""Ah okay. Bene. Comunque dovevi vedere la scena" iniziò a raccontare "Sean sembrava un principe che ti portava al castello. Tutte le ragazze si sono messe a sospirare mentre i ragazzi volevano essere al suo posto"Risi."Dylan che fine ha fatto?""Oh il poveretto è rimasto sconvolto e se ne è andato a casa""Probabilmente sarà andato a scoprire cos'è successo""Puoi ripetere? Non sento"Sentì il suono della campanella."Devo scappare. C'è quello di spagnolo adesso e non vorrei mi prendesse di mira. Adios"La salutai poi misi giù. Sentì qualcuno parlare dall'altra stanza. Tornai in sala."Ohi Ocean""Sono felice di sapere che stai bene"Chiaccherammo un po evitando di alludere all'incidente. Il campanello suonò. Andai ad aprire la porta.Capelli marroni rossicci mi bloccarono la vista mentre la ragazza mi controllava il corpo."Meno male che stai bene" mi disse.Io sorrisi "ero così preoccupata! Sentivo tutti dire qualcosa riguardo un incidente e quando ho capito che eri tu... ho finto di stare male e sono uscita. Poi mi sono precipitata qui di corsa" notai mentre gesticolava che stava respirando rumorosamente mentre parlava. Era senza fiato.Feci un sorriso, era bello sapere che persone che conoscevi da solo poco si preoccupassero per te. La abbracciai forte, le assicurai che stavo bene poi la feci entrare.

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Capitolo 35
*** CAPITOLO 32 ***


"Papà questa è Fenix, la sorella di Dylan" li presentai.Papà annuì, non conosceva Dylan, quindi non credo gli importasse molto mentre Sean la fissò con attenzione. "La sorella di Dylan eh? Piacere." Lei arrossì.La portai in camera mia e per le scale chiesi "non sarai mica del fanclub di Sean vero?"Lei rise "esiste?"Io annuì scoppiando a ridere lei mi imitò. Entrammo in camera mia.Sedute sul mio letto mi fissò "dovresti darti una sistematina" mi disse "sei un po scompigliata". Mi guardai allo specchio e notai che indossavo una maglietta stropicciata e sporca e la mia faccia era piena di terra. In quel momento apprezzai molto la delicatezza di Fenix nel farmi notare che i miei capelli sembravano un... cespo di rovi."Ti dispiace se mi faccio una doccia?""No no non ti preoccupare"Mi diressi in bagno dove sciolsi i muscoli intirizziti e slegai i nodi.Sentì la porta aprirsi e vidi Fenixia mettere dei vestiti puliti sul lavandino.La ringraziai e lei uscì. Finita la doccia mi vestì e mi resi conto che aveva scelto vestiti larghi, per non impedirmi di muovermi comodamente.Uscì dal bagno e lei battè la mani "così va molto meglio!"."Senti Fenix io ho un paio di dubbi... sull'altro mondo" iniziai, lei mi fissò "non è che potresti illuminarmi su alcune cose che non mi sono chiare?"Lei si illuminò "adoro spiegare, su cosa hai dubbi?"Iniziai "la mia casetta è vuota, con cosa compro i mobili? Dovrò comprare dei libri per la scuola? Come funziona l'Istituto?""Allora inanzi tutto per pagarsi il necessario noi utilizziamo i talenti"La fissai in attesa che continuasse "i talenti sono la nostra moneta di scambio e li guadagnamo partecipando alle lezioni, vincendo duelli e facendo lavoretti. Tu hai già dei soldi, 50 talenti se non sbaglio, li tiene il tuo Loof""Sono molti?" Chiesi. "Sono il necessario per sopravvivere, inoltre quandk li finirai avrai guadagnato altro. Comunque se hai bisogno posso prestarteli""Non credo ce ne sarà bisogno""Tanto mio fratello ne ha un saaaacco""Mmmm...""Qual'era l'altra domanda?" Chiese "l'ho scordata"."I libri di scuola" le ricordai."Ah giusto" si battè una mano sulla fronte "che smemorata!"Le sorrisi comprensiva, pure io scordavo tutto."I libri di scuola non ci sono. Le lezioni si svolgono, tu prendi appunti e basta. Principalmente si impara tutto sul campo quindi non necessitiamo di libri. La prossima domanda la ricordo. Aspetta" si concentrò."Curiosità sul l'Istituto!" Esclamò "ora ricordo"."Allora l'Istituto non insegna le stesse materie di qui, cioè gli indirizzi potrebbero essere simili. Per dire... lo Scientifico, che faccio io, potrebbe corrispondere ad Alchimia. Il linguistico c'è. Si studia trollese, elfico e altre lingue. Principalmente le creature di Pandora si adattano alla nostra lingua"Fui molto stupita "quindi dovrò studiare materie aggiuntive"."Già" sospirò Fenixia.Scoppiammo a ridere."Comunque non ci annoia spesso, facciamo lezioni molto curiose!" Mi avvisò. "Cure delle Creature è molto bella e l'assistente dell'insegnante è molto disponibile. È una ninfa e i suoi capelli azzurri sono una favola!""Da non dimenticare sono gli incantesimi...""Cooosa?!" Strillai. "Si... noi possiamo fare magie, alcuni di noi, quelli che superano certe prove. Sconvolta ne?"Annuì, fare incantesimi era il mio sogno da tempo. Da quando lessi il primo libro di Harry Potter.A 11 anni rimasi sconvolta quando non ricevetti la lettera."Be non è finita" mi sorrise "hai notato no che alcuni hanno delle abilità particolari? Ad esempio Dylan modifica le emozioni?""E Sharon legge nel pensiero!"Lei annuì "be ecco anche tu hai un'abilità. Scoprirai presto quale""Tu che abilità hai?" "Io? Io so telestrasportarmi" Nota autrice: vi piace la mia storia? Lo so che i capitoli sono corti, questo infatti l'ho allungato. Da ora in poi saranno più lunghi. Vorrei sapere cosa ne pensate. Mi piacerebbe ricevere qualche recensione. Perfavore recensitemi :)

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Capitolo 36
*** CAPITOLO 33 ***


Mi cadde la mascella "è un'abilità stupenda!" Esclamai. Lei sorrise orgogliosa "lo so!". "Mio fratello si è ricirdato stamattina di portarti la pozione rivitalizzante?" Mi domandò Fenixia. "Si, si è ricordato. Ho fatto un bel pisolo" "Bene, magari non ti sarà passato per la testa ma è un dettaglio importante" Drizzai le orecchie in attesa che mi raccontasse. "Hai notato che hai dormito?" "Si" "Hai notato che hai sognato?" "Si... ma perché non sono andata a Pandora?" "Ecco. L'hai capito. Inanzitutto perché sei una principiante. Quindi ti ritrovi a Pandora solo di notte, quando farai un po di esperienza riuscirai ad andarci senza doverti addormentare" "Wow" mormorai. Sentì un rumore provenire da sotto il letto, alzai la coperta e vidi Dobby che maneggiava con qualcosa che emetteva luce azzurra" "La tua arma è quasi finita" annunciò Felix. Un verso si approvazione si levò da sotto il letto. Qualcuno suonò il campanello "vado io" urlò Sean dal piano di sotto. Restai in attesa cercando di riconoscere la voce dell'ospite. Erano due voci. "Entrate" disse mio fratello. "È di sopra giusto?" Riconobbi la voce. "Meglio se non sali le scale" consigliò all'altro. Scesi rapidamente le scale e salutai Miles saltandogli addosso. "Mi potrei abituare a questi benvenuti" mi sorrise mettendomi giù. "Ciao Dylan" salutai con la mano. "Fenix?" Fissò stupito la sorella al piano di sopra. "Ciao fratellone" salutò la ragazza. "Come mai siete qui?" Chiesi. "Volevo vederti, te l'avevo promesso" rispose Miles. Dylan mi rispose all'orecchio "stasera dovrai combattere, sono qui per allenarti" tirò fuori dal sacco poggiato a terra due spade di legno. "Cosa ci fai con quelle spade?" Chiese curioso Miles. "Mi deve allenare" risposi in fretta. Miles mi guardò stupito ma si riprese in fretta. "Posso assistere all'allenamento?" "Certo!" Esultai. "Felix partecipi pure tu?" Chiesi alla ragazza. Lei mi guardò dubbiosa, tirai fuori la mia occhiata da cucciolo e dopo una risata accettò. "La mia arma non è la spada" borbottò. Uscimmo nel cortile posteriore e ci mettemmo al centro. "Mostrami cosa ti ha insegnato Gregor" mi sfidò. Quando impugnai la spada di legno non sentì quel senso di libertà. Iniziai a fargli vedere le mosse base. La sua faccia era una maschera d'indifferenza. Era inquietante, senza il suo sorriso. Iniziò ad insegnarmi come parare e attaccare. Miles applaudiva ogni volta che facevo qualcosa di giusto. Mi faceva sempre ridere e Dylan ogni volta mi fissava come irritato che ridessi. Dopo un'ora finimmo l'allenamento perché molto stanchi. Dylan sembrava non essersi stancato. Felix che mi aveva aiutato con qualche passaggio era perfettamente riposata e con un sorriso sereno era sdraiata sull'erba. "Ma come fate ad essere così riposati?" Ansimai. "Be siamo ben allenati" mi rispose Miles. Lo fissai trucemente. Lui scoppiò a ridere seguito a ruota da Fenix e Dylan. Finalmente rideva, iniziavo a preoccuparmi. "Non sei male per essere una che si allena da due giorni" mi disse Dylan. "Adesso mi fai i complimenti eh?" Borbottai offesa. Lui ridacchiò imbarazzato "emh... io cambio personalità quando combatto" si grattò la testa. "Capisco..." mormorai. "Possiamo dire che mio fratello è bipolare" Fenix poggiò le mani sulle mie spalle.

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Capitolo 37
*** CAPITOLO 34, 35, 36, 37, 38 ***


"Ma cosa bussi?!" Chiese mio fratello stizzito "questa è camera tua ora" Miles entrò titubante in camera. Gli sorrisi e lo aiutai a portare le valigie. Erano due semplici bagagli più i libri di scuola. Disfammo i bagagli e feci spazio nella mia cabina armadio per mettere i vestiti di Miles. Potevo concedergli dello spazio, a Sean no, ma a Miles si. Credo che Sean lo notò perché mi fece una faccia offesa. Gli sorrisi di rimando. Verso le dieci avevamo finito di disfare i bagagli. Avevamo ordinato tutte le cose ed eravamo molto stanchi. "Miaooo." "Cos'è?" Chiese Sean. "Miaooo." Un gatto grigio tutto peloso entrò nella stanza. Aveva gli occhi di colore diversi. "Dobby?!" Ero sbigottita. Era il mio Loof? Il gatto fece quello che sembrava un sorriso e mi si avvicinò per fare le fusa. "Quando è comparso sto gatto?" Mi chiese Miles. "Nessuno mi aveva avvisato" "Non preoccuparti Miles, non sei l'unico a non sapere nulla in questa casa fratello" gli rispose Sean. Dovevo inventarmi una scusa. "L'ho incontrato oggi, gli ho dato da mangiare e da allora mi segue" poteva funzionare. Ci credettero. Il gatto/loof diede segno di essere affamato e io ricordai di averlo nutrito solo una volta. La ragazza dai capelli rossi mi aveva detto che dovevo farlo mangiare più volte. Presi la bustina che era poggiata sul comodino. Tirai fuori i mirtilli e li diedi al Loof. Lui mi si strusciò contro. Alla fine andammo a dormire, mi assicurai che il Loof mi fosse vicino e che tenesse lui il sacchettino. Quando chiusi gli occhi gli altri stavano già dormendo. Mi ritrovai in un prato fiorito, lo stesso in cui mi ero ritrovata la prima volta. Ma nessuno era venuto ad accogliermi. Iniziai a camminare nel prato, i fiori mi accarezzavano le gambe mentre passavo. Un'ombra oscurò il sole. Una nuvola? Alzai lo sguardo e sobbalzai. Un drago color viola, lo stesso del sogno riconobbi, volteggiava sopra la mia testa. Notai, ricordando la mia esperienza con Rhyse, che il drago stava scendendo a terra. Compiendo larghi cerchi sopra la mia testa. Arretrai spaventata, persi l'equilibrio quando il drago toccò terra. Era più grande rispetto ai draghi che avevo visto. Quasi il doppio, il suo colore viola mi era rimasto impresso nella mente. Si avvicinò a me sbuffando getti di aria calda dal naso. I suoi occhi erano gialli e l'iride nera spiccava. Aveva occhi da rettile. "Ci incontreremo Cavaliere dei Cieli" una voce rimbombò nella mia mente. Qualcuno mi aveca detto che comunicavano così i draghi ma fu lo stesso inquietante. Lo vidi sorridere poi tutto si fece colorato e mi ritrovai nella mia stanza. La stanza nell'altro mondo. Sospirai di sollievo. Possibile che avessi sognato in soli 5 minuti? E poi 'Cavaliere dei Cieli'? Se non sbaglio mi avevano detto che era una carica che veniva data ai ragazzi quando finivano l'addestramento. Io non lo avevo neanche iniziato, probabilmente il drago si era sbagliato. Mi avevano detto che erano creature intelligenti. Soprattutto quelli più grandi. Quel drago era il doppio di uno normale... "Finalmente" sospirò Fenixia. Non l'avevo vista ma era seduta a bordo del letto. Mi alzai e potei notare che non mi sentivo affatto stanca, anzi, quasi ringorita. La pozione aveva effetti eccezzionali. "Il duello sarà questo pomeriggio" mi avvisò. "Questo pomeriggio?" Iniziava a venirmi un po d'ansia, come per le interrogazioni. "Si adesso sono le 8, quindi dobbiamo andare all'Istituto. Abbiamo tre ore di lezioni" Feci per uscire."Hai intenzione di uscire con il pigiama?" Mi chiese scettica."Oh cosa?" Mi guardai, effettivamente indossavo una maglietta lungha e un paio di pantaloni larghi. "Ieri abbiamo fatto finta di niente perché avevi un pigiama normale ma non puoi uscire con questo. Vieni, ti presto dei vestiti. Dovrei avere dei vestiti della tua misura" Sgattaiolammo fuori dalla mia zucca ed entrammo in quella di Dylan e Fenixia."Dov'è tuo fratello? ""Si sta facendo la doccia. È un maniaco del pulito. Vieni" aprì l'armadio e numerosi vestiti si candidarono per essere indossati. Erano tutte cose semplici.Camice larghe stile pirati con fronzoli. Armature imbottite e altri abbigliamenti da combattimento. Alla fine optammo per la camicia a maniche larghe (stile Jack Sparrow) e dei pantaloni lunghi beige."Così va molto meglio" constatò Fenixia."Siamo identiche!" "Dettagli" La porta del bagno si aprì e ne uscì Dylan, ricoperto da goccioline d'acqua, a petto nudo. Con un solo asciugamano addosso.Deglutì a fatica."Dylan abbiamo ospiti per tutti i draghi!" "Eh?" Fu allora che Dylan mi notò. Credo. Ero impegnata a guardare i suoi addominali. Erano da far invidia.Lentamente si girò lasciando in bella vista la sua schiena attraente e le sue spalle larghe. Poi si richiuse dentro il bagno come un fulmine facendo cadere qualche oggetto, probabilmente per l'imbarazzo. Uscimmo dalla casetta e ci dirigemmo verso l'Istituto. Una grossa cattedrale, conosciuta come l'Istituto, era la scuola del posto. Un enorme prato, con molti tavoli e zone per il combattimento si estendeva ai piedi della cattedrale.Dobbiamo andare dagli addetti. "Ehi tu" sentì una voce urlare. Una ragazza dai capelli rossi mi si parò davanti. Era la stessa che mi aveva affidato il Loof. "Devi ancora firmare!"Ricordai che l'ultima volta le ero scomparsa davanti. Tirò fuori la pergamena dalla sacca e una piuma. "Piuma di Fenice" disse ammirata Fenix."Si brucia davvero?" "Si ogni tanto, ma poi ricresce" rispose la ragazza. "Ariana giusto?" Domandai. Lei annuì e mi porse la piums. Io firmai. "Perfetto possiamo andare" annunciò Fenixia. Salutammo la ragazza poi ci dirigemmo verso l'aula dove avremmo fatto 'Cura delle Creature', eravamo un po in ritardo ma quando entrammo non c'era un insegnante, bensì una ragazza dai capelli azzurri."Lei è Emily" mi spiegò Fenix "è una ninfa, se ne intende molto di creauture" La ragazza ci notò e guardandomi le uscirono gli occhi fuori dalle orbita. Aveva occhi neri, cosa che rese più inquietante il suo sguardo.Aprì la bocca per parlare poi la richiuse. Fenix dovette capire qualcosa dal suo sguardo perché si girò a guardarmi. Abbassò lo sguardo e fece un passo indietro come impaurita. Anche i ragazzi sulle gradinate mi fissavano.Non capivo cosa stesse succedendo. Fenix allungò la mano per indicare un punto dietro di me. Diedi un'occhiata alle mie spalle e vidi un Pyon, la deliziosa creature che faceva puzzette alla fragola. Ricordai che quelle bestioline diventavano assetate di sangue se li si minacciava e capì all'istante cosa spaventava così tanto i presenti. Il mio istinto diceva di prenderlo in braccio.La faccia dell'animaletto faceva capire che aveva paura di tutti quegli sguardi. Mi aveva seguito e ora stava per trasformarsi. Molto probabilmente. Mi inginocchiai e allungai la mano con fare protettivo. Il Pyon mi fissò dubbioso. Sarebbero morti tutti se non si fosse avvicinato. Dopo un momento di indecisione, gli occhi del Pyon si illuminarono e mi saltò in braccio. Gli grattai dolcemente la testa mandandolo in estasi. Quel faccino era troppo tenero. Emily, la ragazza dai capelli azzurri, si avvicinò. Non riuscivo a capire se era arrabbiata. "Tu" "Io?" "Ragazzi" annunciò alla classe "oggi studieremo i Pyon, poiché è raro di poterne esaminare uno in classe" mi guardò. "Puoi tenerlo a bada mentre spiego?" "Oh credo di si" "Perfetto" mi sorrise. Iniziai così la mia prima lezione a Pandora, davanti ad un centinaio di ragazzi con una bestiolina che tentava di infilarmi le lunghe orecchie da coniglio in bocca. Cercai di seguire la lezione il più possibile ma quella creauturina che soprannominai 'batuffolo' mi faceva ridacchiare ogni due per tre .A fine lezione, Emily mi ringraziò " la prossima volta ti sconsiglierei di portarlo con te, è pericoloso".Era un'ottima insegnante, in un ora avevo scoperto e imparato tutto su quella razza. Non avrei neanche fatto i compiti, avrei imparato tutto sul campo. "Xena!" Mi stavano chiamando. Una ragazza dai lunghi capelli biondi mossi, alzò la mano in segno di saluto. "Sei tu Xena?" Domandò. Annuì poco convinta. "Ti ho visto nella foto sul giornale. Sei in prima pagina" "Ottimo" borbottò nervosa Fenix. "Ne parlano tutti" "Avete un giornale?" Chiesi curiosa."Oh si" rispose Fenix "si chiama 'La Gemma Parlante' è molto famoso"."Sono stata incaricata di portarti questo" mi diede una grossa foglia. Su essa notai, c'erano delle scritte. Era il mio orario scolastico."Mi sono presa la briga di dargli una sbirciata e ho notato che abbiamo Combattimento assieme" "Fenix vieni con noi?" "No. Ho incantesimi adesso". Salutammo Fenix e Giulia, questo era il suo nome, mi accompagnò nel luogo dove si sarebbe tenuta la lezione di combattimento. Un uomo muscoloso era al centro del campo d'addestramento quando arrivammo. Alto, abbronzato, vestiva con una maglietta nera attillata, stile militare che metteva in risalto i suoi pettorali.I capelli erano molto corti e in tutto per tutto quell'uomo sembrava un militare.Qualche minuto dopo, arrivò un uomo, i capelli biondi, gli occhi azzurri lo rendevano molto affascinante. 10 minuti dopo si presentarono.Il militare era Shamal mentre l'affascinante uomo era Skull.Iniziarono così a spiegare e a mostrare come attaccare e difendersi.La lezione si fece molto interessante quando ci fecero fare piccoli duelli.Impugnai la mia spada e chiesi a Giulia, la ragazza bionda, di esercitarsi con me."Non sono molto brava con la spada" mi avvisò. "Non ti preoccupare" risposi "io non ne ho impugnata una".Lei fece un sorriso tirato "e hai sfidato Sharon senza avere esperienza?"Annuì convinta mette paravo il suo attacco "qualcuno doveva farle abbassare la cresta.""Hai ragione ma... non hai speranze di vittoria.""E allora?" Sbottai colpendo con forza la sua spada.Feci un paio di mosse, girai su me stessa e le tagliai l'imbottitura, avevo fatto attenzione a non colpire il corpo."Solo perché ho poche speranze di vincere devo arrendermi?" La rabbia mi stava montando dentro.Giulia mi guardava un po impaurita, non avrebbe più ribattuto. Tagliai con la spada l'aria di fronte a me ma qualcuno mi bloccò il movimento. Chi stava bloccando la mia spada? Sentii una furia selvaggia perdere il controllo. Perché ero così irata? Shamal, il militare, stava bloccando la mia spada. I suoi occhi neri mi fissavano indagatori "non devi sprecare così la tua rabbia" mi disse.Non capivo di cosa stesse parlando. "Le emozioni forti come la rabbia vanno controllate e sfruttate a tuo vantaggio, per rendere più forti i tuoi colpi." La gente intorno a noi ci guardava ma non ci diedi troppo peso, i miei occhi erano concentrati su Shamal. Lui si mise nella prima posizione per l'attacco e io accettai la sua muta richiesta di duello."Suvvia Shamal non vorrai mica..." Skull tentava di impedire il duello ma Shamal gli lanciò uno sguardo che non ammetteva repliche "oh, insomma, va bene. Che il duello inizi." Cominciammo a combattere e io sfruttai il consiglio che mi aveva dato, focalizzai la mia rabbia rivolta a Sharon nei colpi che infliggevo al mio maestro. La differenza di esperienza era palpabile ma per un paio di minuti riuscì a dargli testa.Sudata ed esausta Shamal mise fine al duello. "Ragazzina tu sei?" Mi chiese."Xena, signore" "Xena... sei sulla prima pagina del notiziario" "Credo di si signore" "Be Xena, puoi andare. Che i draghi siano con te durante il tuo duello" "Emh... cosa signore?" Non capivo cosa mi avesse detto.Lui sorrise "è una specie di buona fortuna di questo mondo". Ringraziai e me ne andai."Xena!" Mi chiamò una ragazza, Giulia "sei stata brava!" Si complimentò. Feci un respirone e la ringraziai "pranziamo assieme?" Mi chiese. "Magari un'altra volta, vorrei passare un po di tempo con i miei amici." Lei mi sorrise e se ne andò, io rimasi in mezzo alla foresta, senza sapere dove andare. Mi sedetti a terra, in una piccola radura e poggiai la schiena contro un tronco d'albero. Chiusi gli occhi e quando li aprii, infastidita da alcuni rumori, vidi una decina di draghi verde scuro passarmi sopra la testa. Un gruppetto di ragazzi mi passò accanto urlando e indicando i draghi."Gli Esploratori" gridavano "gli Esploratori sono tornati" Mi avevano parlato degli Esploratori, era anch'essa una carica come quella dei Cavalieri dei Cieli e dei Guerrieri. Gli Esploratori erano persone che scoprivano nuove terre, nuove specie. Ciò che facevano era molto pericoloso ma numerosi ragazzi facevano parte di quella carica. Poiché era un onore anche sacrificare la propria vita per Pandora. Decisi di seguire i ragazzi, era anche ora di pranzo dopotutto.Quando arrivai in un grosso spiazzo notai che tutti i draghi erano atterrati.Una folla di ragazzi li accerchiava, sentivo le ragazze spettagolare su quanto fosse bello uno e quanto fico l'altro. Vidi un paio d'occhi verde fosforescenti fissarmi ma poi scomparirono, coperti dalla folla. Riconoscevo il posto ma non ricordavo con esattezza da che parte dovessi andare.Camminai per un po prima di rendermi conto che mi ero persa."Ottimo" borbottai "e adesso che faccio?" "Ti sei persa?" Qualcunomi disse. Spaventata mi girai di scatto. Di fronte a me c'era un ragazzo molto bello. Capelli neri corvini, corpo snello ma allo stesso tempo muscoloso. Bellissimi occhi verdi, li stessi che avevo visto circa venti minuti prima. "Tu sei?" Chiesi. "Io sono Sebastian milady" si inchinò "al suo servizio". Alzò la testa e notai che nel suoi occhi c'era uno sguardo malizioso.

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Capitolo 38
*** CAPITOLO 39, 40, 41, 42 ***


"Non ho bisogno d'aiuto" ribattei stizzita. "Sicura?" Mi guardò negli occhi Sebastian. Girai i tacchi e me ne andai, senza aver la più pallida idea di dove fossi diretta. "Il campo è dalla parte opposta" mi disse il ragazzo, percepivo -anche se girata- che stava sorridendo. "Una svista" borbottai mentre cambiavo direzione. Sentì i suoi passi che mi seguivano. Mi affiancò trotterellando. "Se ti porto al Campo, accetteresti di uscire con me?" Mi chiese. "Che sbruffone" borbottai. Lui fece finta di niente, continuando a seguirmi.Svoltai a destra, cercando di fargli smettere di seguirmi."Ehi ma dove vai? Non è lì" Alzai le braccia al cielo e invocai che qualcuno me lo togliesse dalle scatole. Sentì che correva per recuperarmi."Li c'è la zona proibita" mi avvisò, ero troppo orgogliosa per cambiare strada quindi continuai a procedere diritta."Ma cosa fai? Non puoi andare" mi fermò temendomi per il braccio. Mi caricò sulle spalle e mi trascinò urlante lontano dal campo. Un gruppetto di ragazze mi fissò storto mentre a braccia incrociate stavo a sedere per aria. Avevo rinunciato a ribellarmi, Sebastian mi impediva di muoversi. Vidi un'ombra sotto la mia testa, qualcuno seguiva Sebastian. Alzai lo sguardo per vedere un altro Sebastian davanti a me. Mentre sballottavo qui e lui portata a peso dal ragazzo tentai di mettere a fuoco il clone di Sebastian. "Sebastian che stai facendo?" Aveva la voce diversa. Sebastian girò su se stesso e io sentì il cervello uscirmi dalla testa. Stare a testa in giù per troppo tempo non faceva molto bene ai miei neuroni. "Ehi Jona" salutò Sebastian.Riuscì a fare due calcoli e capire che i due erano gemelli. La testa mi faceva male. "Sta soffrendo" avvisò Jonathan. Sebastian mi prese per i fianchi e mi raddrizzò, traballai. Ero senza equilibrio e le gambe mi dolevano. Vedevo tutto girare e caddi a terra. Sebastian mi guardò preoccupato, Jonathan era più che altro, arrabbiato."Scemo per colpa tua sta male" rimproverò il fratello. Si chinò e mi prese in braccio, iniziò ad incamminarsi e io gli rivolsi uno sguardo grato.Lui mi sorrise imbarazzato e continuò per la sua strada tenendomi in braccio. Chiusi gli occhi mentre tentavo di scacciare la nausea. "Hai sentito la novità?" Chiese Sebastian "cosa?" Rispose il fratello. I battiti del cuore di Jonathan erano regolari. Doveva essere uno in forma. "Una Novellina ha sfidato a duello Sharon" "Be è stata una mossa sciocca, una Novellina non può competere con lei. Fa parte dell'Elité" riflettè Sebastian. Aprì gli occhi e dissi "la Novellina interpellata sarei io" Sebastian e Jonathan si fermarono e mi guardarono."Ma sei impazzita?!" Sbottò Jonathan "ehi ma che hai?" Borbottai. Lui mi fulminò con lo sguardo "potresti rimanerci secca!" "Non ti sarebbe interessato se fosse stata un'altra..." "Mi sarei preoccupato lo stesso ma in modo minore perché non conoscevo la ragazza" "Fratellino.. di solito sei più contenuto" si intromise Sebastian. Jonathan tacque ma continuò a fissarmi male. Sebastian mi disse semplicemente "non farti uccidere". Fui poggiata a terra e Jonathan si incamminò. Ci passò accanto un gruppetto di ragazze che si mise a ridacchiare e bisbigliare guardando Sebastian. Lui sorrise accattivante e qualcuna sospirò. Aveva successo con le ragazze, a quanto pare. "Siamo arrivati" mi avvisò freddo Jonathan.Sebastian che aveva il braccio posato sul mio fianco, lo aveva poggiato quando avevo perso l'equilibrio tempo prima, strinse la presa. "Ehi Xe" mi salutò sorridendo Fenixia, il sorriso si spense quando vide i miei accompagnatori. Fece un sorriso di circostanza a Jonathan poi mentre fissava -a mio parere in modo truce- Sebastian gli rivolse un cenno. Il sorriso era scomparso sul suo volto. Tra i gemelli e Fenix era accaduto qualcosa. "Mi devo informare" pensai. "Io..." balbettò Sebastian slacciando la sua presa dalla mia spalla. Fenix interruppe il suo discorso con un gesto della mano. "Non c'è bisogno che mi spieghi" poi si rivolse a me sorridendo "spero che non si stesse approfittando di te". Io scossi la testa e spiegai l'accaduto, cosa che fece dare di matto a Fenix. "Ma cosa ti è saltato in mente? Dove tieni il cervello? Oggi Xena deve combattere e se non è nel pieno delle forze sarà ancora più svantaggiata. "Avrei voluto ribattere ma Fenix mi faceva un po paura. Vidi Dylan avvicinarsi, prese per le spalle la sorella e le sussurrò qualcosa all'orecchio. Lo sguardo irato si rilassò, Fenix si limitò quindi ad ignorare Sebastian. Jonathan era in disparte a fissarci. Notai che guardava me in particolare ma appena incastrai il mio sguardo al suo, lui spostò gli occhi. Spezzando il legame. Dylan, appena notò che il litigio era terminato, sospirò di sollievo. Probabilmente accadeva spesso. Un gruppetto di ragazze richiamò l'attenzione di Sebastian che dopo un paio di parole si diresse verso di loro. Fenix sbuffò rumorosamente, probabilmente infastidita. Sentì qualcuno urlare attenzione e feci un passo indietro. Una freccia trapassò il punto in cui mi trovavo io. Vidi Rhyse corrermi incontro con un arco in mano. "Xena! Stai bene? Oddio scusa. Sono terribile. Come ho potuto sbagliare il colpo?Sono desolata. Non so..." parlava in fretta, gesticolando, le impedì di continuare "tranquilla Rhyse, è tutto a posto. Vedi? Non mi hai fatto nulla." Lei si rilassò un poco ma vedevo, guardando suoi occhi, che si sentiva terribilmente in colpa. "Per perdonarti..." Rhyse alzò lo sguardo come se si aspettasse che la torturassi. "Per perdonarti potresti pranzare con me".Mi sembrava più che giusto, era da un po che non vedevo Rhyse e volevo chiaccherare con lei per togliermi l'ansia di dosso. L'ora del duello si avvicinava e un brutto presentimento. Rhyse mi sorrise sollevata. "Ok!" Rispose. Ci dirigemmo verso i tavoli, assistemmo ai canti d'apertura del pasto e poi ci abbuffammo di tutto ciò che ci si presentava davanti. Oltre a Dylan, Sharon -che purtroppo si era unita a noi, a Dylan principalmente- Fenix, Rhyse e Gregor c'erano Sebastian e Jonathan. Sebastian e Fenixia stavano a debita distanza. I gemelli sembravano in attesa di qualcuno e quando vidi un ragazzo dal mantello rosso chiamarli, capì che aspettavano lui. Si alzarono dal tavolo e lo seguirono. Una ragazza gli corse incontro. Aveva capelli biondo scuro e i suoi occhi blu erano velati di lacrime. "Mio fratello. Dov'è?" Urlò verso Sebastian. Anche se da lontano vidi il volto oscurarsi. Una lacrima solitaria gli solcò il viso. Questo fu l'effetto scatenante che fece crollare a terra la ragazza. La sua amica che le stava vicino si inginocchiò vicino a lei e la circondò con le spalle. Scostò una ciocca di capelli dal viso poi guardò tristemente Sebastian. "È morto da eroe" fu la sua frase. Poi si rivolse a tutti, che lo fissavano in silenzio sbigottiti dalla scena. "Si è sacrificato per farci tornare a casa. Si è sacrificato per poter dire a tutti che Alucard si è risvegliato". Percepì la paura nella voce della gente. Chi è questo Alucard? E perché hanno paura di lui? La ragazza iniziò a singhiozzare "Alucard si è risvegliato?" Domandò. Sebastian si limitò ad annuire. "Stai andando dal Consiglio?" Domandò la ragazza dai capelli neri mentre stringeva l'amica.Sebastian annuì grave, un brusio fitto si diffuse. Non sapevo chi fosse Alucard ma doveva essere piuttosto pericoloso. Sebastian e Jonathan si allontanarono e io mi avvicinai alle ragazze.Aiutai la bionda ad alzarsi e potei vedere che i suoi occhi e il viso erano arrossati dal pianto. Io e l'amica la portammo in un prato e la facemmo sedere su una roccia, non c'era nessuno in giro quindi evitammo occhiate indiscrete. "Come ti senti Aurora?" Chiese la ragazza dai capelli neri rivolta alla bionda. "Un po meglio grazie" sussurrò poi mi fissò "grazie anche a te.." "Xena" mi presentai. "Io sono Diana e lei è Aurora" si presentò la ragazza. "Mi spiace di fare la tua conoscenza in un modo così... non volevo farmi vedere fragile" sussurrò. Diana le accarezzò la testa. "Metti da parte il tuo orgoglio" borbottò sorridendo un poco. Le ragazze si guardarono negli occhi. Il loro conforto potevo percepirlo pure io, la loro amicizia: palpabile.Dovevo chiederlo, le avrebbe fatto bene raccontare a qualcuno l'accaduto. Parlai. "Non vorrei essere indiscreta na posso sapere la storia?"Aurora sospirò poi con un respirone iniziò a raccontare. "Mio fratello era un Esploratore, la settimana scorsa era partito con i suoi compagni. Avevano avvistato una traccia di qualcosa. Non so cosa, non voleva dirmelo. Avevo capito che era una missione pericolosa ma lui era cocciuto... così cocciuto. Avrei potuto impedirlo! Se non fosse partito..." scoppiò in lacrime e quando si fu ripresa, minuti dopo, continuò il racconto "oggi quando gli Esploratori sono tornati, sono venuti ad avvisarmi che era morto. Da noi è tradizione raccontare la morte di un abitante di Pandora alla famiglia, per cui mi hanno raccontato cosa è successo. Jonathan era presente ma è riuscito a sopravvivere grazie a Jed. Si trovavano in una grotta e sono stati attaccati da un drago, era un drago piuttosto particolare e su di giri. Era un drago Terrore, una razza di draghi che erano scomparsi quando Alucard fu addormentato. Giurarono vendetta ma promisero anche che sarebbero tornati quando Alucard si fosse risvegliato. Quindi come avrai capito si pensa che Alucard si sia risvegliato." A fine del racconto sembrava sollevata, dedussi che chiederle di raccontarmi tutto fosse stata la mossa giusta. Le aveva fatto bene dopotutto anche se lacrime silenziose le attraversavano il viso. Ero molto dispiaciuta per lei, avevo subito anche io una perdita, mia madre non era morta ma il fatto che non la ricordassi -tranne che per la sua risata, unico ricordo suo che non avessi scordato col tempo- e che non l'avessi mai vista era una ferita ancora aperta. Facevo la dura ed ero forte per mio padre che soffriva spesso ma, non era l'unico. Mancava a tutti.Mi sorse un dubbio. "Chi è Alucard?" Guardai Aurora ma notai che si era addormentata abbracciata a Diana. Lei mi sorrise, "è molto provata", la aiutai a portare Aurora nella sua casetta, la adagiammo sul letto poi uscimmo."Alucard è un drago, piuttosto potente. Un tempo era buono, ed era adorato da tutti. Poi accadde qualcosa che lo cambiò nel profondo. Il dolore cambia anche i draghi. Era molto legato ad un umano, aveva un imprinting perla con lui." Decisi di non chiedere cosa fosse un imprinting perla "un giorno dei draghi Tenebra, dei Draghi del Male attaccarono Alucard e il suo compagno umano. Alucard riuscì a proteggere l'umano dominando con il suo ruggito un centinaio di draghi. Cosa piuttosto rara dato la giovane età di 150 anni. I Draghi Tenebra si sottomisero ma un comandante umano decise di sfidarlo lo stesso. Uccise il partner umano di Alucard, che impazzì di dolore. Un imprinting perla fa questo effetto quando muore il tuo compagno" la fissai con attenzione domandandomi cosa fosse l'imprinting di cui parlava, lei intuì "sei una Novellina, non sai cosa sia un imprinting perla" si battè una mano sulla fronte "scusami, ero presa dalla spiegazione". Scossi la testa per farle capire che non importava. "L'imprinting perla è un legame che si crea tra un Domatore e il suo drago quando il drago ritiene la persona degna." Vide la mia faccia confusa e spiegò meglio "scusa ma puoi spiegarlo in modo più semplice?" Ero imbarazzata ma purtroppo non capivo. Lei annuì. "Ogni ragazzo che è qui ha un drago. Quando una persona ha un drago è detto 'Domatore', inizialmente -per esercitarti- ti viene affidato un drago d'Ogni Terra, razza molto gioviale. Per cui il Domatore terrà questo drago fino a quando non ne troverà uno adatto a lui. Un drago deve ritenerti degno di essere il suo Domatore. Un drago senza Domatore è chiamato Predator. Quando un Predator ti ritiene degno -dopo un combattimento o dopo un solo sguardo- avviene un fatto 'magico', una squama del drago prescelto si trasforma in una perla" si scostò i capelli neri e tirò fuori dalla camicia una perla rossa, era molto bella. Era legata ad una semplice catenella. "Quando il drago ti da questa perla ti giura eterna fedeltà, è un momento importante nella vita di ogni Domatore".Ero riuscita a capire. Mi sentivo piuttosto soddisfatta. "Per questo si chiama imprinting perla" sottolineò l'ovvio Diana."Ringraziai la ragazza poi tornai dai miei amici che avevo abbandonato a mangiare. Un ombra scura mi seguì. C'era molto silenzio. Così notai subito che qualcuno mi seguiva. Il rumore dei rametti spezzati -che non ero io a spezzare- era inconfondibile. Vidi due occhi nascosti dietro un albero, acquattato a terra c'era qualcuno o qualcosa. Mi avvicinai e vidi che l'inseguitore tentava di allontanarsi. Senza successo, infatti riuscii ad avere un effetto a sorpresa. Rimasi stupita quando vidi che era solo Dobby. Il mio Loof. Tirai un sospiro di sollievo. Lui mi guardò con gli occhioni grandi. Forse si aspettava che mi arrabbiassi. Se lo aspettavano tutti in questo mondo. Lo presi in braccio e gli diedi un bacetto sulla tua testa pelosa. Lui gorgogliò felice. "Come mai non lavori alla mia spada?" Chiesi. Mi sentivo un po stupida a parlargli ma mi avevano detto che i Loof erano creature intelligenti e che capivano la nostra lingua. Dobby aprì la bocca e con voce piccola rispose "finita, Dobby finita spada"."E dove l'hai messa?" Lui schioccò la lingua "Dobby" rimase in silenzio un attimo "aspetta momento giusto". Ero tentata di chiedergli quando fosse il momento giusto ma preferì non dire nulla. "Dobby sa che al momento giusto manca" mosse le braccine "poco".Sorrisi di quella strana conversazione poi tornai sulla mia strada con Dobby allacciato ai miei fianchi -come una cintura-. "Xena eccoti!" Rhyse mi raggiunse correndo. "Ti ho cercata dappertutto" sembrava turbata. "È successo qualcosa?" Chiesi. "No, solo che manca mezz'ora al tuo duello". Sgranai gli occhi. Rimasi così, paralizzata dalle sue parole. Il tempo era passato velocemente. Troppo. Un senso di panico mi attanagliò lo stomaco."Sul-sul serio?!" Domandai. Percepì che il mio coraggio andava a farsi friggere. Deglutì il groppo che avevo in gola "si". Rimanemmo così a fissarci in ansia. Dobby dovette percepire la mia ansia perché mi solleticò il polso con movimenti dolci che mi fecero passare un po di paura. "Loof" questa volta non era stato Dobby a parlare ma un altro Loof. Si trovava ai piedi di Rhyse.Barcollò un poco camminando, ondeggiando con lunghe braccine poi inciampò su se stesso. Era inciampato su un legnetto. Scoppiai a ridere però quando il Loof alzò la testolina e occhi pieni di lacrime mi fissarono. Mi sentì improvvisamente in colpa. Dobby si slacciò dai miei fianchi e scese a terra. Ancheggiando un po raggiunse l'altro Loof, lo circondò con le sue lunghe braccine poi scoppiarono insieme a piangere. Era una scena tenerissima. Due Loof abbracciati che piangeva come bambini. Riuscivo quasi a distrarmi dal duello. Il duello. La distrazione era finita. Guardai Rhyse che si teneva la testa fra la mano. Scuotendola esasperata. "Tonto non puoi fare più attenzione?!" Stava ridendo. "Tonto?" Chiesi sorridendo, lei annuì "la prima volta che l'ho visto mi è caduto davanti" rise al ricordo "così ho deciso di chiamarlo Tontolone, abbreviato Tonto". I due Loof smisero di piangere e iniziarono a darsi affettuose pacche, erano così dolci. "Xena!" Dylan mi stava correndo in contro. Ansimava. "Non sono riuscita a farle cambiare idea. Sharon è una testa calda..." scosse la testa e mi guardò con i suoi occhi tristi. Il mio orgoglio mi impedì di rispondere gentilmente. "E quindi? Non intendevo mica ritirarmi!" Avevo i nervi a fior di pelle. Probabilmente a causa dello stress. "Grazie per la fiducia che riponi in me" gli gridai contro. Lui tentò di ribattere ma parlai prima io. "Sei così sicuro che perda? Non vuoi farmi fare una figuraccia allora. O non vuoi che combattiamo perché sono una preda troppo fragile?! Se ci tieni a lei smettila di rompermi e vai a farle il tifo. Non hai notato come ti guarda? Non percepisci i suoi sentimenti?" Stavo iniziando a divagare. La rabbia sbollì improvvisamente. "Non parlarmi più. Non ti avvicinare a me fino a quando non capirai quanto valgo." ---------------------------------------- Allora? Che dite, vi piace il capitolo? Non chiedetemi perché sto facendo sclerare Xena. Si sistemerà tutto oppure...? La vostra Cele♥

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Capitolo 39
*** CAPITOLO 43, 44, 45, 46 ***


Capii subito che le mie parole lo ferirono terribilmente. Ero stata una stupida. Una stupida a credere di poter vincere. Una stupida a litigare con Dylan, che cercava solo di proteggermi. Mi sentii ancora più in colpa quando vidi il suo volto afflitto. La tristezza nei suoi occhi era visibile. Ero un verme. Avrei voluto scusarmi ma non trovavo il coraggio dopo ciò che avevo detto. Dopo la battaglia gli avrei chiesto scusa se fossi sopravvissuta. Fingevo di essere coraggiosa ma non lo ero. Però non mi piacevano i prepotenti. Quelli che si credono superiori. Sharon mi aveva dato questa impressione. Oltre al fatto che si notava che aveva un cotta colossale per Dylan. Se lo tenesse. Rhyse mi accompagnò nel luogo dove si sarebbe tenuto il duello. Mi scontrai con un ragazzo, mi scusai in malo modo ma non mi girai. Credetti di averlo visto sogghignare ma non mi importava. Una rabbia incontrollata prese il possesso di me. Non era normale. Feci un respirone. Sciolsi le spalle con una scrollata. Un bel numero di persone si era radunato. C'erano anche diversi draghi. Tutti colorati ma uno in particolare mi colpì. Un drago grigio, quasi argento. Ai suoi piedi c'era un vecchio uomo, molto vecchio. Era molto simile a Geremia, quello che mi aveva fatto il test sull'arma. Capii che non era lui per la lunghezza dei capelli. Geremia ce li aveva più corti. Sembrava un personaggio importante, la gente intorno a lui era intenta a bisbigliare, indicarlo e poi di nuovo a bisbigliare. Rhyse rimase sconcertata. "Il Consiglio è qui" riflettè "ma cosa cavolo ci fa qui?" Prese il primo ragazzino che le capitò e chiese "che ci fa il Consiglio qui?" Quello -un po terrorizzato da Rhyse che aveva una faccia... particolare, un pò per essere stata presa da una sconosciuta- balbettò un "non lo so". Poi scappò a gambe levate. Rhyse in effetti aveva una faccia indemoniata. Non capii mai il perché. "Quanto manca?" Chiesi. Se sarei stata battuta fa niente, volevo farlo in fretta. Togliermi il peso che diventava troppo pesante.Sentii qualcosa tirarmi la maglia. Dobby -con le sue lunghe braccina- tentava di attirare la mia attenzione. "Che c'è?" Chiesi incuriosita "quasi momento!" Sorrise lui "Looof" poi scappò. "Dove stai andando?" Feci per corrergli dietro. "Scappi?" Chiese una voce odiosa. Sharon. La odiai ancora di più se possibile. "Il mio Loof dove sta andando?" Chiesi a Rhyse. Decisi di utilizzare la tattica d'ignorarla, me mi aveva insegnato mio padre. Sperai che non percepisse i miei pensieri. Immaginai una distesa erbosa. "Va a prenderti l'arma" mi rispose Rhyse. Sentii Sharon sbuffare irritata e sorrisi. Mi sentii soddisfatta. "Ehi Novellina" una rabbia improvvisa al sentire quel soprannome odioso. Mi girai e vidi il suo ghigno irritante, provocato dalla mia ira alla sua provocazione. Ricordai il consiglio di Shamal e mi sentii rinfrancata. Potevo usare la rabbia a mio vantaggio. Sharon mi guardò con aria di superiorità "come se un po di rabbia potesse colmare le lacune tra di noi".Aveva ragione ma a me non importava, la voglia di combattere iniziava a prendere il sopravvento. "Bando alle ciance, combattiamo." Sentii come una nuova forza scorrermi nelle vene pronunciando quelle parole. Una forte adrenalina. Ero tesa quando impugnai la spada, nulla che un duello non potesse risolvere. Avrei sbollito la mia rabbia, la mia frustazione nella battaglia. Ce l'avrei messa tutta. Come sempre. Una Parker da sempre il massimo. "Ehi Xena" una voce mi chiamò. Mi girai e vidi i capelli rossi, il viso sporco di fuliggine e le braccia possenti di Balthazar. "Il tuo Loof ha preso la spada, arriverà a momenti. Che il potere degli Arcobaleno siano con te" lo fissai intensamente "è un augurio" mi sorrise. Non capii il motivo ma mi scaraventai fra le sue braccia ancora calde di fucina. Mi accarezzò la testa dolcemente. Come un fratello maggiore. Poi rinfrancata mi diressi verso lo spazio adebito per il duello. Nel frattempo si era radunata ancora più gente. Molta più di quanto mi aspettassi. Vidi Fenix su un albero. Mi incitava silenziosamente, attraverso il suo sorriso. Mi feci una promessa, ce l'avrei messa tutta per quelle persone che credevano in me. Sentii qualcuno urlare "Si accettano SCOMMESSE" e trovai la siruazione piuttosto divertente. Se avessi scommesso avrei puntato su Sharon. "Come sono ottimista" borbottai. Un ragazzo -di cui non calcolai nemmeno la presenza- elencò le regole e diede inizio al combattimento. Cominciammo a girare in tondo, lei faceva roteare la spada. Voleva dimostrare che era migliore, immaginai me al suo posto e trattenni una risata, avrei sicuramente fatto cadere la spada. Si lanciò contro di me a una velocità straordinaria tanto che mancai la spada di poco. Mi allontanai di scatto sicura che la sua prossima mossa sarebbe stata fare un giro. Ma lei non lo fece. Correndo mi raggiunse, feci un balzo indietro ma la spada riuscì a graffiarmi. Sentii il sangue fuoriuscire dalla ferita che -pur se piccola- provocava molti dolori. Non ero abituata a ferite. Mi morsi il labbro soffocando il dolore. Perché non aveva fatto il giro su stessa? Shamal aveva detto che era il colpo più comune. Ricordai improvvisamente che Sharon leggeva nel pensiero. "Lei sa quello che penso e le mie tattiche" mi maledissi per questa svista. Però ora che sapevo che poteva leggermi nel pensiero mi sarei controllata e avrei dato più libertà ai miei sensi. La faccia di Sharon mi fece capire che le dava il fastidio che avessi capito come sfruttava i suoi poteri. Qualcosa di buono nella mia giornata. Continuammo a combattere. La folla esultava ogni volta che una di noi infliggeva un colpa all'altra. Quelle urla mi distraevano e così fui colpita spesso. Mi sembrava un eternità ma erano passati soli 10 minuti. Sentivo la forza diminuire man mano che le ferite aumentarono. Non riuscivo più a farcela. E Sharon lo sapeva. Senza pensare non avevo una tecnica. E anche se l'avessi avuta non sarebbe servita a nulla. I polmoni mi stavano esplodendo. Mille aghi mi trafiggevano. Mi inginocchiai a terra sperando in un colpo finale che avrebbe messo fine al mio dolore. Sharon mi guardò pregustando il momento. Le regole le impedivano di uccidermi ma poteva lo stesso infliggermi un colpo letale. Aspettai che mi raggiungesse per battermi. Quando... Quello che successe poi fu molto veloce e i ricordi sono sfuocati."Loooooof" non so come feci a riconoscere la sua voce ma mi bastò un millisecondo per capire che era Dobby.Tutti erano in silenzio tombale, erano col fiato sospeso in attesa della mia sconfitta. Sharon si distrasse per cercare di capire cosa avesse disturbato il suo momento di gloria. Entrambe puntammo lo sguardo verso il mio Loof. Teneva fra le mani una spada nera, apparentemente molto affilata. Capì subito che era la mia, ma non capì a cosa mi sarebbe servita. Tanto ormai avevo perso. Un fischio mi percosse il cervello. Un rumore altissimo. Mi presi la testa tra le mani in preda ad un dolore indicibile. Poi tutto smise, la gente mi guardava strabiliata -non capiva cosa mi stesse succedendo e neppure io a dir la verità-. Una voce profonda, la stessa del drago viola dei miei sogni mi chiamava. La sentivo solo io. "Xena, prendila. Prendi la spada. Abbandonati al suo potere." Con un ultimo sforzo di gambe, mi alzai e mi misi a correre."Non puoi scappare" ecco cosa sembravo. Una in fuga. Sorrisi, Sharon non riusciva a capire cosa stava succedendo nella mia mente -ero confusa pure io-. Dobby mi lanciò la spada nera.Era bellissima, la lama era nera opaca mentre il manico... il manico era da mozzare il fiato. Era a forma di drago con le ali spiegate. Tenevo il corpo del drago tra le mani. Le sue ali erano l'elsa. La sua coda era arrotolata e all'interno ci si poteva mettere qualcosa di rotondo. Era un capolavoro -dovetti ammettere- anche se non me ne intendevo di spade. Quando la impugnai, fissai Sharon negli suoi occhi -increduli- e la accattai. Una nuova energia scorreva nelle mie vene. Sentivo tutti i muscoli bruciarmi, ma era quasi piacevole. Correvo molto veloce, intorno a me non c'era nulla. Ero focalizzata su Sharon.Il suo volto era una maschera di stupore. La ferita al braccio, la riportò alla realtà. Si riprese velocemente e mi attaccò. Parai tutti i suoi colpi con facilità, senza rendermene conto stavo sorridendo. Quella potenza era inebriante. Il mio sorriso si allargò quando le ferì la spalla. Dentro di me era in atto una guerra. La spada mi stava comandando, era un prolungamento del mio braccio. Quando vidi il taglio su i miei pantaloni mi infuriai. Erano di Fenix. Il sangue fuoriusciva dalla ferita ma non sentivo nulla. Fu allora che iniziai a preoccuparmi sul serio. Quella spada era senza controllo. Decisi però che tanto valeva finire quel duello. Sharon fermò un mio colpo laterale. Riuscivo a prevedere tutte le mosse che avrebbe potuto fare."Che mi succede?" Urlai nella mia testa. "Prevedo le sue mosse anche se non avevo esperienza?" Sharon mi lesse nel pensiero e rimase sbigottita nel notare che prevedevo tutto. Che fosse quella la mia abilità? O era colpa della spada? I miei occhi seguirono i suoi movimenti e intuì che si stava inventando nuove tattiche difensive. Parai i colpi senza difficoltà. D'un tratto il dolore alla gamba iniziò a farsi sentire, il mio corpo stava per cedere. Decisi -così credetti- di mettere fine a quel duello sfiancante. La colpì ripetutivamente e lei perse l'equilibrio. Feci per colpirla alla gola quando mi fermai. Mancavano solo pochi centimetri e l'avrei uccisa. "Non sono un'assassina" pensai e sperai mi avesse sentita. Allontanai l'arma mentre sentivo urla di giubilio invadermi i timpani. Ero felice, la mia spada era felice. Non so ricordo bene cosa accadde ma la lama della spada prese improvvisamente fuoco. Tutti si allontanarono spaventati. Mi guardai intorno in preda al panico in cerca di facce familiari. Incontrai gli occhi verdi di Fenix in cima all'albero -dove era stata tutto il duello. Poi Fenix sparì e me la ritrovai davanti. La sua abilità. Apriva la bocca e allungava le braccia verso di me, lentamente. Stava parlando. "Xena calmati" diceva. Guardai la spada in fiamme e capì, la fiamma si spense e io svenni a terra, a rallentatore. Fenix si buttò a terra per prendermi. Urlò comandi ai ragazzi, ma loro spaventati mi guardavano incredula.Chi ero? Cos'ero?Tutto intorno a me si fece buio. Tutto ciò che ricordo dopo è sfuocato. INIZIO FLASHBACK "Avete visto tutti? Ha la spada del Fuoco. È destinata al male. Dobbiamo esiliarla. Siamo ancora in tempo" la voce dell'uomo è rabbiosa. "Anch'io sono d'accordo... quella ragazza, ha qualcosa che mi turba" questa volta è la voce di una donna e parlare, una voce forte ma allo stesso tempo melodiosa. "Voi non la conoscete" Dylan, era sua la voce "non è cattiva!" Cosa stava succedendo? Stavano decidendo cosa farne di me? "Da quanto la conosci?" La voce dell'uomo parlò ancora, "da più tempo di voi" ringhiò Dylan. "Geronimo" una voce anziana parlò "il Consiglio ha già deciso. Questa ragazza..." venni scaraventata in un turbine di ricordi. Morti, stragi. Urlai di terrore. Svenni ancora. FINE FLASHBACK Ero in prato, intorno a me c'era molta luce. Quasi abbagliante. E molti fiori. C'erano anche molti fiori. In lontananza vedevo una massa viola. Un drago. Stava dormendo. Il suo corpo si abbassava e si alzava lentamente, al ritmo del suo respiro. Mi avvicinai cautamente, con timore di svegliarlo. Pur facendo attenzione il drago aprì gli occhi. E una pupilla verticale si mise a fissarmi. Indietreggiai spaventata "non devi avere paura di me" una voce nella stessa. La voce del drago. "Non sono io il tuo nemico"."Chi sei?" La mia voce tremava "cosa vuoi da me?". Sentì un rumore soffocato, il drago stava ridendo. "Vuoi davvero saperlo?" Si alzò e mi mostrò la sua altezza. Il drago di Rhyse quando si era alzato era alto circa 3,5 metri. Questo era il doppio. "Chi sono io non è importante ma alla domanda 'cosa voglio da te' è facile rispondere. Talmente facile che sai già la risposta" Deglutì, aveva ragione. "Voglio te" quelle due parole mi spaventarono a morte. Iniziò a sfuocarsi tutto e la realtà si mischiò al sogno. Sentì qualcosa scendermi per la gola, poi aprì gli occhi. Non focalizzai la persona davanti a me. Caddi in un sonno profondo, senza sogni. Quando mi svegliai vidi Rhyse seduta a terra, abbracciata alla sua faretra, stava dormendo. "Ben svegliata Xena" i capelli rosso fuoco mi fecero riconoscere subito chi avevo davanti, Balthazar -il ragazzo che mi aveva aiutato a trovare una spada. "Cosa è successo?" Chiesi, non ricordavo molto e avevo il presentimento di aver scordato qualcosa di importante e terribile. "Non ricordi nulla?" Chiese lui, aveva la faccia di uno che nascondeva qualcosa. Lasciai perdere. "Che ci faccio qui?" Ero in una grossa capanna, con molte tende, le tende dividevano i letti l'uno dall'altro. "Sei in infermeria" rispose Balthazar. "Ricordo un duello." Qualche ricordo iniziò ad affiorare "contro Sharon, una spada... poi tutto confuso. Ho perso vero? Queste ferite ne sono una dimostrazione." Sospirai affranta. "A dir la verità..." Balthazar faceva tenerezza con i suoi modi impacciati "hai vinto, solo che poi sei svenuta". Mi cadde la mascella. "Come ho fatto a vincere? Io non ho esperienza." C'erano un sacco di motivi per cui avevo dubbi sulla mia vittoria."Inoltre guarda qui" Balthazar mi mostrò un grosso sacco tintinnante di monete "questa è la tua ricompensa, non volevano dartela ma queste sono le regole." La mia prima domanda fu "quanti sono?" Il sorriso di Balthazar si allargò fino a mostrare tutti i denti, "cento talenti" rispose. "Danno così tanto per un combattimento?" Ero stupita, ne avevano di soldi da spendere. "Ma solo perché hai sconfitto una di rango A" specificò lui. Non capivo nulla ma non mi importava. "Loooof!" Una macchiolina grigia sbucò da dietro la tenda, cercò di saltare sul letto -con poco successo- e si schiantò, troppo alto. Non mollò la presa e allungò le braccine per issarsi sopra. "Dobby" salutai il Loof. Quello mi si scaraventò in faccia e mi strinse la testa. Tentai di togliermelo di dosso ma quello non intendeva spostarsi. "Dobby preoccupato" disse il Loof. Risi imbarazzata. "Xena!" Entrò Rhyse, accaldata "ero così preoccupata, stai bene?" Risposi con un semplice si. Rhyse aprì la bocca, la richiuse. Che avessi ragione e mi stessero nascondendo qualcosa? "Cosa mi nascondete?" Rhyse fece una risata nervosa "nulla". La fissai intensamente, lei fece un passo indietro. "Hai paura di me?" Non era una domanda, era una constatazione. "Ma perché?" Riflettei fra me e me. Alzai lo sguardo "cos'è successo durante il duello?"

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Capitolo 40
*** CAPITOLO 47, 48, 49, 50 ***


"Niente!" Rispose -troppo velocemente- Rhyse, "non sei brava a mentire". "Ora Rhyse se ne deve andare. Vero Rhyse?" Mi ero scordata che Balthazar era vicino a me. Rhyse annuì e corse via. Mi stavano nascondendo qualcosa di grosso, parecchio grosso. "Balthazar, ti tormenterò finche non mi dirai cosa nascondete. Ti romperò le scatole tutti i giorni" il mio sguardo dichiarava guerra. Lui sospirò e si arrese "cosa è successo al duello? Perché non ricordo nulla?" Chiesi di slancio. Lui raccontò tutto. "All'inizio stavi andando bene, riuscivi a tenerle testa ma si vedeva che ti stavi stancando e pure lei l'aveva notato. Dopo un po aveva iniziato a ferirti, notavo dalla faccia che soffrivi molto. Secondo me era un combattimento sleale, lei sapeva a cosa pensavi... quando ti sei inginocchiata abbiamo tutti pensato al peggio. Poi è successo quel che è successo. Hai iniziato a gridare, e mi si è ghiacciato il sangue. Erano gridi di terrore. Poi ti sei guardata in giro, e hai visto Dobby. Il tuo Loof ti ha donato la spada e tu hai sentito una nuova forza scorrere nelle tue vene. Anche noi abbiamo percepito quella forza, segno che la spada era molto potente. Poi quando ti sei alzata..." si interruppe "hai iniziato a colpire Sharon senza sosta e poi l'hai sconfitta. A duello finito... la spada... ha preso fuoco". Rabbrividì "e con questo?" Chiesi. Balthazar sospirò "le spade non prendono fuoco, quella che hai tu... si chiama Brisigr, è la Spada del Fuoco. È l'unica spada che sia andata persa delle Quattro Spade, Vindr l'aria, Adurna l'acqua e Deloi la terra -hanno scelto loro i nomi- ce le ha il Consiglio." "Hai detto 'hanno scelto loro i nomi' vero?" Chiesi sbalordita. "Si, perché queste spade hanno una volontà propria" aspettò qualche secondo che metabolizzassi la notizia poi continuò "il fatto è che la tua spada Brisigr, è stata per millenni una spada del Male, i suoi vecchi possessori la usavano per fare stragi". Rimasi a fissarlo mentre cercavo di scacciare la nebbia che invadeva la mia mente. Volevo ricordare mentre usavo la Spada, mi aveva parlato? "Ho fiducia in te, anche se vai a fuoco e mentre combatti sembri un indemoniata..." sorrisi "so che tu sei buona e per niente pericolosa". Il suo sorriso mi intenerì. "Quando mi fanno gli scherzi divento piuttosto pericolosa" lo avvisai ridendo. Scoppiammo entrambi a ridere. Sentì qualcuno parlare fuori dalla finestra. "È Dylan, mi aveva avvisato che sarebbe venuto" io impallidì. Non volevo farmi vedere da Dylan. Dopo quella litigata stupida lo avevo ferito e mi sentivo in colpa. Inoltre poi scopro che la mia spada è una macchina da guerra... no no no. "Non voglio vederlo" dissi decisa, Balthazar mi guardò e fece la cosa giusta: non chiese nulla. "Come faccio a tornare a casa?" Chiesi ansiosa guardando la porta, come se avessi un tic nervoso. "È semplice, devi rilassarti e focalizzare i tuoi pensieri su casa tua, il trasferimento dovrebbe avvenire velocemente" mi spiegò. "Quando arrivi datti una spalmata di questa lozione, fa scomparire le ferite, non daranno nell'occhio. Inoltre dai da mangiare al Loof, ha fame" Annuì. Poggiai la testa sul cuscino mentre sentivo dei passi risuonare sul pavimento, stava arrivando. Chiusi gli occhi, liberai la mente e focalizzai i miei pensieri sulla mia stanza. "Fai attenzione" mi augurò Balthazar, poi scomparvi. Tornare a casa mia fu come svegliarsi da un sogno, aprì gli occhi e il buio della mia stanza mi diede il buongiorno. La prima cosa che feci fu prendere la pozione, bevvi un sorso e crollai in un sogno. Mi trovavo su una collina erbosa, il vento leggero scuoteva i fili d'erba. Non ero sola, sdraiato a dormire c'era il Drago. Le squame viola scintillavano alla luce del sole. Mi avvicinai a lui quasi attratta dalla forza -che pur dormendo- emanava. Vicina alla sua testa tesi una mano per accarezzargli il muso. Aprì gli occhi e due gialle pupille mi fissarono. Spaventata ritirai la mano. Non devi avere paura di me pareva stare ridendo mentre mi diceva quelle parole. "Non ho paura di te, mi hai..." cercai una parola diversa da 'spaventata' "sorpresa" finì la frase. Sentì la sua risata rieccheggiarmi nella mente. Sbuffai offesa. Il momento in cui ci incontreremo si avvicina, Cavaliere. La spada è entrata in tuo possesso. Ne sarai degna? "Tu sai quello che mi è successo?" Chiesi stupita. La testa del drago si alzò e si abbassò, stava annuendo. "Spiegami..." supplicai. La Spada del Fuoco ti ha ritenuta degna come spadaccina. I ricordi ti sono stati cancellati, ragazza. Non sei pronta a quelli. Ti ucciderebbero. La spada tornerà a te, non possono tenertela lontano. Notando che non continuava lo incitai. Volevo sapere come mi avevano tolto i ricordi, di quali ricordi terribili parlava, perché ero degna. I dubbi mi assillavano. Il drago negò. A dirtelo deve essere un'altra persona. L'amicizia con quel Cavaliere potrebbe tornarti utile, bambina. Non sprecarla per orgoglio. Parlava di Dylan? Non riuscivo a capire. Ma lo lasciai fare, non ci tenevo a far arrabbiare un drago. Non volevo diventare una crocchetta per draghi. Il sogno iniziò a sfuocarsi. Ti stai svegliando bambina, e pure l'ora del mio risveglio è giunta. Non capii il senso di quelle frasi che sapevo fossero importanti. Aperti gli occhi, seppur riposata mi sentivo intontita dal sonno e dolorante per le ferite. Mi alzai sbadigliando feci un passetto e inciampai su qualcosa. Mi ritrovai distesa su un oggetto non identificato. Quando però sentì la voce di Miles urlare "Xena! Ahia! Co'successo?" Ricordai che vicino al mio letto c'era quello del mio migliore amico. Gli ero caduta sopra. Sean accese la luce e vidi due corpi aggrovigliati fra loro "ragazzi se volevate privacy bastava dirlo, ma fare queste cose di fianco a me..." iniziò a ridacchiare. Io lo fissai storto mentre Miles si metteva a ridere di gusto. Sean se ne tornò sotto le coperte coprendosi la testa e lasciò la luce accesa. Mi alzai mugugnando dolore per le ferite e mi rimisi in piedi. Miles mi guardò attentamente mi prese il braccio e mi fece cadere sopra di lui. Si avvicinò a me, mise una mano sulla maglietta del pigiama e l'alzò. "No no no! Non ora! Non qui! Non con il mio migliore amico!" Pensai "ti voglio bene Miles ma farlo... emh..." arrossì. Il ragazzo scosse la testa. "Come te le sei fatte queste?" Chiese preoccupato. Notai che guardava i tagli e capì. Dovevo trovare una scusa plausibile, ma non trovai nulla. Gli occhi mi si riempirono inspiegabilmente di lacrime trattenute. Mi sentivo una marionetta in mano a un mondo diverso dal mio. Il volto di Miles si intenerì e mi avvolse nelle sue calde braccia. Mi abbandonai in quel dolce abbraccio e lasciai fuoriuscire le emozioni in un pianto silenzioso. Miles mi abbracciò finché non mi sentì meglio. "Posso chiederti un favore?" Chiesi a voce bassa. Lui annuì "tutto quello che vuoi, piccola" mi bisbigliò all'orecchio. Mi alzai e presi la boccetta che era comparsa magicamente sul comodino. "Mi metti questa sulle ferite?" Da sola avrei fatto fatica, chiedere aiuto non era grave. Lui annuì "andiamo da un'altra parte" consigliai, non volevo farmi vedere da Sean. Lui annuì e insieme ci dirigemmo in bagno. Tolsi la maglietta e lui sgranò gli occhi, due grosse ferite spiccavano sul fianco sinistro, una striscia di sangue colava dal braccio, la schiena era piena di lividi. Sulla coscia c'erano diversi tagli, ma avevano smesso di farmi male. Miles deglutì poi prese la lozione e con calma iniziò a spalmarmela sul busto, massaggiando nei punti dove le ferite erano più profonde. Quando finì di spalmarla, si fermò e mi guardò negli occhi. "Non so come tu te le sia fatte, se non vuoi dirmelo ci sarà sicuramente una ragione. Però se avrai bisogno di una mano o di una spalla su cui piangere... io sono qui. Anche mentre dormi, dico veramente, dormo di fianco a te" ridacchiai per la sua ultima frase e mi gettai di slancio su di lui. "Sei il miglior amico che si possa desiderare" gli dissi. La porta del bagno, rimasta socchiusa, cigolò. E un gatto grigio entrò miagolando. "Mannaggia a me" corsi in camera, seguita da Dobby e tirai fuori dal pacchetto dei mirtilli. Quello miagolò soddisfatto. Erano le 07:00 così decisi che era ora di mettersi in moto. Miles mi aiutò a fare il letto poi mi accompagnò giù. "Che vuoi mangiare?" Gli chiesi. "Decidi tu" sbuffai, presi il latte e i cereali e li misi sul bancone. Tirai fuori sei arance dal cesto e mi mosi a spremerle, cinque minuti più tardi -mentre mio padre e Sean scendevano le scale come zombie- la colaziome era pronta. Latte e cereali più un bel bicchiere di spremuta per tutti. Tutti assieme al tavolo sembravamo un grande famiglia. "Ragazzi io mi vesto ed esco" avvisai. Salì in camera, entrai nella cabina armadio e presi i leggins blu, la canottiera bianca e la camicia a scozzese blu e rossa. Entrai in bagno, mi lavai i denti e mi vestì. "Loooof?" Dobby mi guardava "oggi devi fare il bravo Dobby,intesi?" Lui sorrise e io lo presi come un si. Il cellulare vibrò. Sono già a scuola. Spicciati. Scherzo. Anzi no. Fa freeeddo! La mia migliore amica come sempre era andata a scuola in stra anticipo. Sbuffai e un sorriso si dipinse sulle labbra mentre rispondevo. Sono ancora in pigiama Volevo vedere come reagiva. Se se, ci credo proprio. Quanto ti ci vuole? "Mi conosci troppo bene" borbottai tra me e me. Sto uscendo Ottimo ♥ ti aspetto okay? Okay. OMG stop flirting with me! Ahahahah scema Ti voglio bene Pure io♥ Presi lo zaino e il giubbotto e a saltelli feci le scale. Pessima idea. La schiena urlò vendetta per la mezz'ora passata senza dolori e mi venne un improvviso malessere. Rimasi piegata in due sull'ultimo gradino. Sean e mio padre mi fissarono incuriositi, Miles consapevole delle mie ferite. Sorrisi e mi raddrizzai, uscì di casa salutando i mie 'uomini' con un sorriso a 32 denti. Fuori dalla porta tirai un sospiro di sollievo. Camminai a passo veloce fino alla fermata dell'autobus. Mi sedetti sulla panchina sotto la tettoia della fermata dell'autobus. L'autobus passò quasi subito, non c'erano posti a sedere e in piedi c'erano varie persone. Mi misi in fondo al vagone. Un gruppetto di ragazzi chiaccheravano. Mi misi vicino a loro. Quanto ti manca? Sono sull'autobus Muoviti! Risi tra me e me e i ragazzi mi fissarono. Arrossì d'imbarazzo. Guardai negli occhi il ragazzo più vicino e notai con sorpresa che i suoi occhi erano di colore diverso. Uno era marrone e uno verde, come Dobby. I capelli biondi erano corti e gli donavano molto. Mi sorrise gentilmente e io sentì qualcosa ribollirmi nello stomaco, farfalle. Al!! Dimmi Ragazzo carinissimo di fianco a me! Foto! Foto! Neanche morta! Pappamolla Gne gne gne Misi via il cellulare e mi rilassai un poco. Sentendomi osservata, aprì gli occhi e mi guardai intorno. Un uomo sulla cinquantina mi stava fissando, notando che lo osservavo si leccò il labbro superiore. Sentì un conato di vomito salirmi su per la gola. "Che uomo disgustoso" pensai fra me e me. L'uomo si alzò e si avvicinò a me. Quasi tremai per il ribrezzo, quell'uomo era un pedofilo. L'uomo si avvicinò a me e capii che era un maniaco. Una mano mi afferrò la spalla e mi fece girare. Sobbalzai, credendo nell'esistenza di un complice. Era stato il bel ragazzo biondo per cui avevo sentito le farfalle nello stomaco. "Se ci mettiamo a parlare quell'uomo se ne andrà" fu quello che mi disse all'orecchio. "Oh. Emh. Grazie" quel ragazzo mi aveva salvato da quella brutta situazione, l'uomo infatti si allontanò e scese alla fermata successiva. "Di nulla, avevo notato che eri in difficoltà e ho voluto aiutarti" mi sorrise e -di nuovo- sentii le farfalle nello stomaco. "Io sono Noah, e loro sono Angel" indicò la ragazza rossa dal seno prosperoso "e lui è Evan" indicò il ragazzo dai capelli neri e penetranti occhi grigi. Il secondo -da quel che capii- provò a sorridere, sollevando le labbra ma il movimento (non essendo abituato a sorridere) gli uscì male facendogli venir fuori una smorfia. La ragazza invece fece un semplice cenno della testa. I due poi, si misero a confabulare tra loro, lasciando me e Noah da soli. "Io sono Xena" mi presentai "non ti ho mai visto qui? Sei nuovo?" In effetti non l'avevo mai visto ma la cosa non mi stupì, c'erano molte persone nella città che non conoscevo. "A dir la verità si, io e i miei amici siamo venuti qui per incontrare una persona -ma a dir la verità non sembra sia qui- ci puoi considerare nuovi" allora mi venne l'idea di chiedergli "che scuola frequenti?". Lui mi guardò di nuovo con attenzione e le farfalle nello stomaco colpirono ancora. "Dall'istituto Seirin" rispose Noah, strabuzzai gli occhi, "è il mio stesso istituto!" Il sorriso di Noah si allungò ancora di più. "Davvero? Che coincidenza" mi misi a ridere senza un motivo e presto contagiai Noah, in quel momento sembravo una stupida ma non me ne importava molto. "Siamo arrivati" annunciò una voce, era stato Evan a parlare e mi stupii di quanto fosse bella la sua voce. Scendemmo in fretta dall'autobus, le porte si chiusero con un schiocco dietro di noi. "Xeeena" mi salutò la mia amica da lontano, agitando il braccio per farsi vedere. "Meglio se vado, sarai occupata" mi sentii dispiaciuta a quelle parole "ah okay... ma ti devo un favore, ricorda che mi hai salvato" gli sorrisi. "Beh per ripagarmi potresti uscire con me" arrossii a quelle parole ma la risposta era scontata "si". Fece un sorriso che mi fece sciogliere "mi dai il tuo numero?" Quelle furono le parole che mi conquistarono. Gli scrissi il numero sperando che mi chiamasse dopo solo cinque minuti. Corsi da Alaska e quella mi fissò attentamente. "Che è quella faccia da ebete?" Mi chiese, io mi offesi "ehi come ti permetti?" "Innamorata?" "Credo di si" "Anche da lontano si vedeva che era bello ma preferivo il ragazzo vicino a lui, quello dai capelli neri." "Ah Evan, è un amico di Noah" Alaska si emozionò tutta "Evan..." Sospirò. Io ridacchiai. "Non sono l'unica ad essersi presa una cotta a quanto vedo". Scoppiammo a ridere e ci dirigemmo verso l'istituto. Sentì un brivido all'altezza della nuca, qualcuno mi stava fissando. Non era una sensazione spiacevole, cercai il proprietario dello sguardo e lo vidi. Seduto sulla panchina, assieme alla sorella. Dylan. I suoi occhi verdi non si distolsero, furono i miei a farlo, presi per mano Alaska e a passo veloce entrammo nell'istituto. Il cellulare vibrò nella tasca della giacca "Mannaggia ho scordato di spegnerlo" risposi alla chiamata del numero sconosciuto "pronto?". "Oh ciao Xena" sentii una voce parlare. "Noah?" Lui fece un versetto di approvazione. "Volevo essere sicuro che il numero fosse giusto" mi confidò. Ridacchiai "ora devo entrare Noah" gli dissi un po dispiaciuta "oh anche io, ciao" rispose. "Ciao" sospirai chiudendo la chiamata. Alaska mi fece l'occhiolino ed entrò in classe. Mi sedetti al mio posto sapendo che lui si sarebbe seduto dietro di me. La lezione iniziò e io cominciai di nuovo a sentire la presenza di Dylan dietro di me. Quanto mi odi da 1 a 10? "Chi ha parlato?" Chiesi ad Alaska, "nessuno Xe". "Sento le voci?" mi chiesi, "il drago non è... riconoscerei la sua voce..." Xena, sono io, Dylan Mi girai di colpo, lanciando uno sguardo di fuoco al ragazzo. "Qualche problema Parker?" Mi richiamò l'insegnante "no no prof., nulla". "Ottimo, sapresti quindi ripetermi cosa stavo dicendo?" Mannaggia a me che non stavo ascoltando. Iliade. Dylan iniziò a dirmi cosa la prof aveva spiegato mentre ero distratta e io ripetei tutto come un robot telecomandato. Godetti molto quando la prof fece una faccia stupita alle mie risposte corrette. Grazie provai a dirgli. Di nulla Come mai possiamo comunicare telepaticamente? Possono farlo tutti?Ero pittosto curiosa su quella cosa, era una figata assurda, per dirlo in semplici parole. A dir la verità no. Questo legame telepatico si crea tra chi scopre il nuovo mondo, Pandora, e chi glielo mostra. Sono stato io la scintilla che ti ha fatto accedere a Pandora e ti ha raccontato di esso, quindi fra noi si è creato questo legame. È la prima volta che funziona però. Ci ho provato spesso. Ah. Risposi. Parlare così era più semplice che parlare a voce facciaa faccia. Io non sono arrabbiata. Risposi in malo modo solo... imbarazzata per il mio comportamento, l'ultima volta ti ho trattato male e non avevo il coraggio di guardarti in faccia. Ah capisco... è un sollievo. Credevo fossi arrabbiata. Sorrisi imbarazzata a quelle parole. Tu sai spiegarmi in modo più specifico riguardo quello che è successo ieri? Si posso. Ho parlato con il Consiglio e Cyrus e lui ha spiegato cosa farne di te. "Non sono oggetto!" Sbottai tra me e me. "Parker la mia lezione la annoia così tanto che ha iniziato a parlare da sola?" La classe ridacchiò e io desiderai di che le si bruciasse il libro che aveva in mano e il mio desiderio si avverrò. Il libro iniziò a bruciare. Gli studenti iniziarono a cacciare urli e quando la professoressa notò il piccolo incedio l'urlo che lanciò fu da Oscar. Mise presto fine al fuocherello e se ne andò 'troppo scioccata per continuare la lezione'. Sei stata tu vero Xena? Ho paura di si. Risposi affranta. "Cosa sono diventata?" Mi domandai. Sei stata tu? Ho paura di si. Dobbiamo parlare. Mi avvisò. Assolutamente. Ero preoccupata. Era quella la mia abilità? Il fuoco? Era questo il motivo per cui la Spada mi aveva scelta? Ragazza, mi stupisci. Sei migliorata in acume! Drago? Chiamai. Era stata la sua voce a parlare. Non era mai accaduto di giorno, sentì la sua risata rieccheggiarmi nella testa poi la sua presenza scomparì. Non avrebbe risposto, era chiaro. "Cosa sarà successo?" Mi chiese Alaska, riferendosi all'incidente accaduto. "Oh niente. Sono stata io. Posso bruciare le cose" avrei voluto dirle. Mi limitai solo a rispondere "non so". Finite le lezioni uscì dalla classe in fretta e furia, Dylan mi seguiva, qualche metro più indietro. A causa del mio passo veloce e dei miei pensieri confusi, andai a sbattere contro una figura maschile. Mormorai delle scuse e continuai a procedere per la mia strada, due mani mi presero per le spalle e mi bloccarono. "Ehi ehi ehi!" Disse la persona "che succede?" Riconobbi la voce anche se sentita poche volte. "Noah?" Alzai lo sguardo e incontrai i suoi occhi diversi. Sorrisi senza sforzo, la sua sola presenza mi rilassava dai dubbi. "Niente" risposi "ero sovrappensiero". "Sicuramente pensavi al posto in cui ti avrei portata oggi per sdebitarti del favore che mi devi" risi a quelle parole. "Era previsto che oggi avrei dovuto saldare il debito?" Lui annuì. "Scontato. Vedo una che mi piace e cosa faccio? Aspetto un mese per chiederle di uscire?" Sorvolai il fatto che gli piacevo, mi sarei messa a saltellare se non l'avessi fatto, e risposi "il tuo ragionamento ha senso". "Xena... dobbiamo parlare ricordi?" Dylan era sbucato alle mie spalle, aveva usato un tono irritato. "Lasciami parlare un attimo con Noah" lo pregai. Lui annuì contrariato e si allontanò. "È il tuo ragazzo?" Mi chiese Noah, la sua faccia sembrava dispiaciuta, "no, solo che gli avevo promesso una cosa..." mi sentivo in colpa. Volevo uscire con Noah. Cioè chi non vorrebbe uscire con Noah? Ma avevo promesso... "faccio schifo" pensai. Hai finito? Lanciai un'occhiata di fuoco a Dylan e lui sussultò incuto paura eh? Ridacchiai. Che vuole il bellimbusto? Domandò irritato. Uscire con me sbottai irata. Ma tanto sei impegnata, quindi scaricalo! Non ci penso neanche! Iniziavo proprio ad arrabbiarmi. "State comunicando con lo sguardo?" Il tono di voce di Noah era strabiliato. "Che legame forte si è creato tra di voi" "è gelosia quella sensazione che percepivo dalle sue parole?" mi chiesi. Verrò verso le sei okay? Il tono era supplichevole. Ti vengo a prendere io? Dovrai venire a casa mia, Fenix vuole farti fare l'allenamento speciale. "Noah" chiamai "mi accompagneresti a casa di Dylan a fine app.. uscita? Devo andare a trovare la sorella" stavo per dire 'appuntamento', ma non ne ero certa. Ero confusa "non stressarti Xena, capirai qualcosa un giorno" mormorai fra me e me. "Okay" rispose Noah "perfetto". Mi accompagna Noah, Dylan sbuffò e se ne andò seguito da Fenixia che l'aveva raggiunto. I due si misero a parlare animatamente. "Andiamo?" Noah mi porse il braccio e io lo allacciai con il mio e andammo in giro così, a braccetto. Il nostro appuntamento fu piuttosto divertente, c'era il sole per essendo ottobre e un'aria estiva aleggiava, come per rendere più indimenticabile la nostra uscita. Andammo per negozi, dove comprai un po di vestiti. Vestiti comodi per il combattimento. Noah mi chiese più volte a cosa mi servissero delle camice stile Novecento ma io rispondevo con "cose da donne". Mi divertivo a vederlo con in mano cento sacchettini che si era gentilmente offerto di portare. Dopo lo shopping lo portai ad assaggiare le meringhe di Ethan, che lui adorò (non le aveva mai assaggiate prima) e infine ci sedemmo sulla panchina vicino alla fontanella a prendere fiato. "Mi sono proprio divertito oggi" mi disse Noah sorridendo. Il suo sorriso però si spense in fretta perdendosi con lo sguardo a osservare di fronte a se il vuoto. Sembrava maliconico. "Vuoi parlarne?" Chiesi gentilmente, cercando di non essere invadente. Lui mi osservò con degli occhi tristi che stonavano sul suo volto sempre sorridende. Mi sentì in dovere di consolarlo e quello che feci mi stupì, lo abbracciai. Uno sguardo mi perforò la schiena. Sentì il corpo irrigidirsi, non riuscivo più a muovermi. Come quando quel giorno fui quasi investita dalla bici, incapace di fare un solo passo. Quando riuscì a muovermi percepì una presenza ma ciò che vidi fu solo una figura slanciata scomparire nel nulla. Non ci feci molto caso, la gente non scompariva di solito. L'accaduto mi lasciò con un peso sul cuore. Mi staccai da Noah e notai dalla sua espressione che stava un po meglio, anche se piuttosto imbarazzato. Le note di una canzone segnarono una chiamata in corso. Papi. Mio padre stava chiamando. "Scusa... è mio padre" risposi al cellulare. "Si?" La voce di Sean si percepiva in sottofondo "ciao piccola che fai? Torni a casa?" Mi chiese mio padre convoce tranquilla. "Sono fuori con un amico" sentì qualcuno ridere. "Amico? Chiiii??" Erano stati Sean e Miles a parlare con voce stridula, come se si stessero strozzando. "Papà" mi lamentai "togli il vivavoce". Lui ridacchiò poi sentì che spostava il cellulare. "Sono fuori. Alle sei vado a casa di una mia amica, dormirò da lei credo" dovevo andare da Fenix "ah ah vai da un'amica quindi?" La sua era dubbiosa."Che c'è papi?" Domandai esasperata, la chiamata stava durando troppo, Noah mi guardava affascinato, ridacchiai imbarazzata. "Non è che vai a casa di questo tuo amico che ti piace?" Andò dritto al sodo. Mi alzai di scatto dalla panchina, mi allontanai da Noah e chiesi bisbigliando arrabbiata "papaaaaaa! Che stai dicendo?! Vado da una mia amica punto" sentì che sospirava "va bene, va bene. Mi fido. Ci vediamo domani piccola" mi salutò e mise giù. Tornai alla panchina e mi sedetti. "Hai una bella famiglia vedo" prese parola Noah. "Si proprio tre rompiscatole" sbuffai "allora perché sorridi se sono rompiscatole?" Aveva ragione sorrideva. "Erano voci maschili quelle che ho sentito... tua madre?" Il discorso iniziava a non piacermi "mia madre se ne è andata" ero stata brusca. "Mi sp..." gli lanciai un'occhiataccia, odiavo la gente che mi compativa. Lui fece un salto teatrale per indicare il suo spavento e io risi. Lui rise con me e il nervosismo sparì. "Hai due fratelli?" Chiese curioso. "No. Uno." Risposi. "E allora chi è il terzo componente della tua famiglia?" Aveva ragione, avevo detto tre. "Miles, il mio migliore amico, vive con noi da qualche giorno". "Sono le cinque e quarantacinque. Vuoi avviarti?" Mi avvisò. "Ottima idea" l'indirizzo, non sapevo l'indirizzo. Come se Fenix fosse telepatica mi inviò un messaggio con l'indirizzo e io e Noah ci avviammo. "Mi sono divertito come non mai" mi disse Noah sull'uscio della casa di Fenix. "Pure io" risposi. Vidi comparire sul suo volto un'espressione indecisa e mi chiesi a cosa stesse pensando. Si avvicinò a me in modo impacciato e mi diede un bacio sulla guancia, a un centimetro dalle labbra. Che le opzioni fossero 'bacio sulla guancia' e 'bacio sulle labbra'? Imbarazzata suonai il campanellino e quando vidi Dylan con una maglietta aderente a causa del sudore e che beveva dell'acqua da una bottiglietta il mio sorriso vacillò. Intravidi Noah dietro di me fare una smorfia infastidita. Ed entrai sentendomi un poco soddisfatta di averlo visto ingelosito. Lo sguardo di Dylan rivolto a Noah si addolcì quando guardò me. "Come è andata?" "Benissimo" mi stava tornando il buon umore, gli mostrai i vestiti che avevo comprato. "A Pandora vendono vestiti adatti al combattimento, ti ci posso portare se vuoi" il suo sguardo vagava per la stanza, come se non osasse guardarmi. "Okay ci conto" risposi. Diedi solo allora un'occhiata alla casa. Un ampio salone era il luogo d'ingresso, poi a destra e a sinistra c'erano due lunghi corridoi in cui si trovavano molte porte. Un gigante scalone portava al piano di sopra. "Non sembrava così grande da fuori" notai. "Oh, un'incantesimo" fu la risposta scontata di Dylan. Due ragazze uscirono da una porta correndo, i loro capelli erano sparati per aria e coperti di piume di galline. Appena videro Dylan gli si avvicinarono minacciose "sono stati George e Michael" sbraitò una "devi prendere provvedimenti" sbottò l'altra. "Li farò ragionare, intanto mettete una trappola o un incantesimo anti-intruso, per evitare che lo rifacciano" un sorriso diabolico spuntò sul volto delle due, si diedero uno sguardo d'intesa poi se ne andarono confabulando fra loro. "Benvenuta al Dormitorio 1, Xena". Chiesi spiegazioni non capendo di cosa stesse parlando Dylan. Lui mi spiegò che capitava che le persone connesse a Pandora avessero bisogno di alloggi e così furono inventati i dormitori. Dylan prima di cercare persone con la Scintilla viveva unicamente a Pandora, poi quando gli fu affidato il compito di cercare persone con connessione a Pandora si trasferì sul mio stesso mondo e andò a vivere nel Dormitorio 1 di cui prese il comando, diventandone il capo. "Fenix vuole che tu vada alla Porta delle Necessità" mi avvisò "la che?" Chiesi io non capendo. Mi portò di fronte ad una porta e spalancandola rimasi colpita. Molto colpita.

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Capitolo 41
*** CAPITOLO 51, 52 ***


Mi portò di fronte ad una porta e spalancandola rimasi colpita. Molto colpita. Letteralmente colpita. Una mela mi centrò in pieno la testa. "Scusa Xena" urlò la colpevole, Fenix. La fissai con occhi di fuoco, poi mi calmai terrorizzata che la mia rabbia potesse scatenare un incendio. "Ero in chiamata con Sebastian e mi ha fatto arrabbiare, così gli ho tirato in testa una mela che l'ha attraversato, essendo un illusione" disse tutto in fretta, scusandosi. Feci un gesto di indifferenza, mi guardai intorno e mi stupì notando di essere all'aperto. C'era il cielo sopra la mia testa. "La Porta delle Necessità ha il potere di rendere reali i posti desiderati" mi spiegò Dylan. Digerì in fretta la notizia, non troppo sconvolgente e mi sedetti su una panchina di pietra. "Ora dobbiamo iniziare un discorso delicato" annunciò Dylan. Ma c'è tua sorella ero piuttosto confusa, voleva parlarne davanti a lei? Lo scoprirebbe da sola rispose senza guardarmi. "Sai già cos'è successo durante il duello?" Mi chiese. Annuì "la spada ha preso fuoco", "e anche i tuoi occhi" aggiunse, "questo ha stabilito il legame fra te e la spada, se non fosse andata così saresti morta. Alcuni del Consiglio volevano esiliarti perché hanno paura del tuo potere, ma io li ho convinti del contrario. E devi farlo anche tu, Brisingr è sempre stata la Spada del Male, devi dimostrare di essere diversa dagli altri. Dimostra che non sei cattiva" Deglutì, sentivo un peso sulle spalle, un peso enorme, dovevo dimostrare di non essere cattiva, di essere degna della Spada e del Drago, il Drago aveva accennato a qualcosa, i miei pensieri si fecero confusi. Inspirai aria fresca. "Calmati" mi dissi. "Una cosa che mi ha stupito è stata la reazione di Eva, era arrabbiata, cosa che non accade quasi mai" riflettè Dylan tra se e se. "Eva?" Non riconoscevo il nome. "È un membro onorario del Consiglio, ma Cyrus ha convinto tutti a darti una possibilità" a dirla tutta non stavo capendo molto, Cyrus è un membro del Consiglio, è l'Anziano mi spiegò lui. Annuì. "Allora grazie Cyrus" borbottai fra me e me. "Il fatto che tu non ricordi è dovuto ad un altro fatto" iniziò titubante non ti arrabbiare, per favore mi pregò, "cosa mi avete nascosto di così grave da farmi arrabbiare?" Mi chiesi fra me e me. "Il motivo per cui non ti ricordi è dovuta alla pozione della memoria che ti abbiamo fatto bere... è stata quella a cancellarti i ricordi" sentì un groppo alla gola mentre sentivo quelle parole, "la nebbia dentro la mia testa era dovuta a quella" sbottai irata, come avevano osato impappinarmi il cervello. Tranquillizzati Xena e lasciami parlare. Stava usando un tono autoritario, controllai la mia rabbia e la infilai in una 'scatola' della mia testa. Sarebbe arrivata l'ora in cui l'avrei scatenata e guai a chi si fosse subito la mia ira. Cavaliere, non è giunta ancora l'ora, ascolta il giovane condottiero. Finirai nell'oscurità se questi pensieri bruceranno la tua mente. Usa astuzia e non cadere nei tranelli del Male. La presenza del Drago si fece più forte poi dette quelle parole scomparì. Cosa è successo? Ho perso il contatto con te in questi 30 secondi. Quando il Drago mi parlava, Dylan perdeva il contatto, capì all'istante. Una cosa era certa, non potevo dirgli del Drago, qualcosa mi diceva che era meglio non dirlo a nessuno. Niente, continua. Fenix ci fissava curiosa dei nostri sguardi, "non è a conoscenza dei pensieri telepatici" intuì. Eppure qualcuno doveva averla connessa a Pandora... i miei pensieri vennero interrotti. "Il motivo per cui ti abbiamo tolto i ricordi era perché erano troppo dolorosi da sopportare, ti abbiamo sentito tutti urlare mentre ti investivano la mente ed è stato meglio per te che te li togliessimo. Abbiamo agito in buona fede" capì le motivazioni per cui mi avevano tolto i ricordi. "Capisco" mormorai, venni interrotta da un rumore. C'era qualcosa che vibrava. "Un cellulare?" Ero piuttosto stupita da quel fatto. "Looooof Rhyse" era stato il Loof di Fenix a parlare. Con la bocca emetteva strani rumori, era lui che vibrava. "Abbiamo finito con le spiegazioni?" Chiese tranquilla la ragazza. Il suo Loof stava impazzendo e quella era la sua reazione? Scosdi la testa, "saprà cosa sta succedendo" era l'unica soluzione. Dylan annuì "rispondi Nero" Fenix si rivolse alla creatura. Quella gettò a terra un disco. Era a pochi centimetri da me così mi chinai ad osservarlo. Era grigio con strisce colorate che correvano sui bordi. Come luci lampeggianti. Qualcosa si agitò all'interno del dischetto, si aprì un buco e vidi una sostanza azzurro in movimento. Quella si fermò per poi uscire di scatto, facendomi cadere a terra per lo spavento. "Ehila Xena" la sostanza si stava ingrandendo, diventando gassosa, sembrava aria. Con la sola differenza che si poteva vedere, la nebbiolina azzurra prese una forma umana e poi diventò Rhyse. "Xeeeena?" Mi chiamò la figura. Agitò la mano davanti a me "cavolo la chiamata non funziona" sbottò. "No no funziona Rhyse, solo che Xena non è abituata alla chiamata di Pandora" Fenix e Dylan se la stavano ridendo alla grande dietro di me, feci una smorfia offesa. "Non è colpa mia, non sono abituata a quella cosa" indicai la Rhyse-ologramma. Intorno a lei la nebbiolina si allargava mostrando che si trovava al Campo d'addestramento. Era notte. "Che ci fate alzati a quest'ora?" Il dubbio non era venuto solo a me, era stato Dylan a parlare. "È stato diffuso un allarme Drago" la voce di Rhyse si oscurò, come anche quelli dei due fratelli dopo che seppero la notizia. "Cosa intendi?" Sembrava una cosa grave dalle loro facce. "Cos'è un allarme Drago?" Si sentirono urla dietro alla ragazza e quella si girò. "Rhyse muoviti" era stato Gregor a gridare. "Datevi una mossa a venire! Abbiamo bisogno di voi" dissero poi la chiamata si interruppe. Passarono solo pochi secondi poi iniziarono a movimentarsi. Non sapendo cosa fare mi limitai a seguire i due che iniziarono a correre per i corridoi, lasciandoci la Porta delle Necessità alle spalle. Dylan premette un pulsante e il suono di una fastidiosa scampanella risuonò per il Dormitorio. Ragazzi uscirono da tutte le porte per raggrupparsi nel salone d'ingresso. Dylan salì sulle scale e avvisò tutti. "Ragazzi al Campo è stato diramato un allarme Drago" brusii di tensione coprirono le parole di Dylan. "Silenzio" gridò e in quel momento mi spaventai. Tornato il silenzio parlò "sapete cosa significa, il Campo è in pericolo. Un Drago ha varcato i confini e ora sono tutti in pericolo". Capì la gravità della situazione da quelle poche parole, non era a conoscenza del fatto che esistessero draghi cattivi ma il Male si trovava ovunque. "Ora liberatevi dai pensieri, preparatevi e andiamo a dare una mano" cinquanta voci si unirono in un grido di battaglia. Poi calò il silenzio e uno ad uno i ragazzi crollarono a terra. Erano andati a Pandora. Mi sedetti a terra e con un cenno annumciai a Dylan di essere pronta, poi il buio. Aprì gli occhi, era buio. Grida e comandi si sentivano fuori dalla porta. Conciata com'ero non ero pronta a combattere e senza la mia spada... la spada! Non avevo la mia spada. Mi vestì in fretta e furia -fortuna che non ero mai stata una persona che ci impiegava molto a vestirsi. Aprì i cassetti ma non trovai nulla. La spada che avevo prima, dov'era? La presenza del Drago si fece sentire richiamala ruggì. Come faccio? Aspettai una risposta ma quella che mi fu data non mi soddisfò sai già la risposta. Uscì dalla mia zucca (si, vivo in una zucca) e stirai la mano. Emh... spada? Potresti... raggiungermi? Mi sentivo una stupida a parlare da sola nella mia mente ma sentivo che era la cosa giusta. Sentì un verso di stizza che interpretai come un pfff mentale. Spadaaa! Iniziavo a stancarmi con la mano tesa nel vuoto. Arrivo. Era davvero di poche parole quella Brisingr. Passarono neanche due secondi che mi ritrovai con la spada in mano, l'elsa nera rappresentava il corpo di un drago, la lama era scintillante e nera anch'essa. "Fantastica" mormorai. La lama si infiammò improvvisamente e delle fiamme si avvicinarono dove si ritrovava la mia mano. Non staccare la presa ordinò la spada, la sua voce era affilata -come la lama, probabilmente- e femminile. Era femmina. Il Drago ha chiesto di non farti avere le visioni, e io lo farò solo perché ho un debito con lui. Preparati però ragazzina l'ultima parola la disse in modo stizzito perché arriverà il momento. Sentì un energia pervadermi le membra e -specchiandomi nella lama- notai che i miei occhi erano braci ardenti. Osservai intorno a me e mi lanciai nella direzione verso cui andavano tutti. I miei occhi analizzavano qualcunque cosa intorno a me e per un momento mi sentì come Iron Man, il cui computer analizzava i punti deboli degli avversari e li sconfiggeva. Urli di battaglia rieccheggiavano un po ovunque ma uno, non era di battaglia. Era un grido straziante. eguii il suono dell'urlo fino a giungere sulle sponde di un lago. Quando arrivai però, era troppo tardi. Il ragazzo mi guardò con occhi colmi di consapevolezza che era giunta la sua ora poi sprofondò negli abissi del lago, portato a fondo da un tentacolo della piovra gigante che mi si stagliava di fronte. Il colore della sua pelle era violacea e i suoi occhi parevano iniettati di sangue. Ma non era quello il pericolo maggiore, un Drago nero volteggiava sopra la foresta, più in la. Numerose frecce venivano scagliate contro il bersaglio mobile ma lui non sembrava provare dolore. L'urlo che sentì dopo era un grido di battaglia. Vidi una figura dai capelli neri correre verso l'acqua e gettarsi sopra la piovra. Capii subito che era Sharon, stava rischiando la vita per uccidere la bestia. Mi sentì intontita mentre si disattivava la modalità Fiamma, la piovra aveva notato Sharon e con il tentacolo l'afferrò per le gambe, scaraventandola a testa in giù. Imprecai quando vidi la spada caderle dalle mani. Mi attivai e capendo cosa fare partì all'attacco. Colpì la piovra nel punto in cui teneva Sharon e quella cadde. Prendi la spada e facciamo un attacco combinato sperai sentisse quel pensiero, anche perché non ero ancora molto pratica dei messaggi telepatici. Il suo sguardo mi perforò e io tornai all'attacco. Ferì la piovra più volte, muovendomi agilmente per impedirle di colpirmi. Poi la mia tattica cambiò. La Spada ordinò di cambiarla. Saltai su un tentacolo in movimento e lo infilzai con un colpo. La piovra ululò di dolore. Qualcuno mi spinse da dietro e quasi caddi. "Muoviti" mi incitò Sharon. Il suo sguardo e la postura erano fieri e nobili mentre mi guardava con aria di sfida. Possiamo farcela. Le spiegai la tecnica e partimmo all'attacco. In pochi minuti ricacciammo la piovra nelle profondità dell'abisso. Ci battemmo il cinque soddisfatte prima di ricordarci che ci odiavamo. "Ripartiamo da zero?" Le porsi la mano in segno di pace e dopo averci pensato Sharon la strinse. La Spada scomparì dalla mia mano per trasformarsi in un anello nero. Lo infilai al dito e mi diressi correndo dove la battaglia infuriava ancora. "Fenix" un urlo disperato provenì alla mia destra. Mi fermai improvvisamente e Sharon mi sbattè contro. Attraversai un pezzo di alberi e mi ritrovai in un spiazzo di terra dove due persone che conoscevo combattevano contro un mostro. Un Trull, mi avevano mostrato la foto. Era un grande orco bavoso, sporco e stupido- così mi era stato descritto. E la descrizione coincideva perfettamente. Alcuni coltelli erano incastrati nella sua schiena, teneva in mano una grossa mazza che stava per schiantarsi contro una ragazza, Fenixia. Sembrava spacciata "Fai qualcosa" mi urlò una voce, era stato Sebastian che legato con una corda e appena ad un pino si dimenava come uno sforsennato. Il Trull si girò verso la mia direzione e neanche due secondi di distrazione bastarono a Fenix per lanciare due coltelli -comparsi non si sa da dove- negli occhi del mostro. Dopo aver lanciato un urlo disumaso (nota autrice: no che genio, urlo disumano ci credo é un orco che verso pensi che faccia?) il Trull si trasformò in polvere e fu portata via dal vento. Sharon lanciò improvvisamente la spalla contro Sebastian, il mio cuore perse un battito. L'avrebbe colpito. Ma il colpo ebbe successo, colpì la corda e Sebastian cadde a terra, atterrò in piedi poi iniziò a dimenarsi per liberarsi dalla corda. "Ottimo lavoro Fenixia" si complimentò Sharon. Guardai la ragazza sorridere orgogliosa e la osservai stupefatta mentre cadeva a terra. Sebastian -slegatosi dalla corda- corse a prenderla al volo. Mentre la teneva fra le sue braccia, ferito e malandato, capii una cosa su Sebastian che non mi sarei mai aspettata. Lui amava Fenix, e lo si poteva notare da ogni suo movimento, da ogni suo gesto. Mi riscossi da quella vena di romanticismo che mi aveva colpito per dire "pensaci tu" rivolto al ragazzo. I suoi occhi verdi mi fissarono prima di annuire. Io e Sharon ci mettemmo a correre l'una di fianco all'altra. Sfilai l'anello e quello si trasformò in spada, colpo dopo colpo disintegrammo i mostri che ci trovavamo di fronte come una squadra. Eravamo in sincronia, riflettei e Sharon quasi cadde. Aveva percepito i miei pensieri. Ridacchiai e lei mi scoccò un'occhiataccia. "Scusa" dissi alzando le mani in segno di resa "lo ammetto facciamo schifo". Quello che vidi comparire sul suo volto pareva essere un sorriso, ma con Sharon non bisogna mai dire mai. Ripartimmo e in pochi minuti raggiungemmo il vero luogo di battaglia. Il drago nero era atterrato e con getti di fuoco creava feriti tra i ragazzi. Sulla coda del drago erano appese grosse palle nere con orecchie lunghe e occhi iniettati di sangue. "Neanche i Pyon lo scalfiggono" contastò Sharon. Attivai la modalità Fiamma e notai che le tattiche da usare con il drago erano poche. Il drago si voltò e mi guardò con le sue pupille verticali. Guardava me, non era un impressione. Aprì la bocca e gettò una fiammata verso di me. Conficcai la Spada nel terreno ed evocai il potere di Brisingr. Lei mi ascoltò e quello che successe dopo fu confuso. Quella che evocai fu una barriera, grazie ad essa riuscì a proteggere le persone vicino a me ed ad annientare il colpo letale del drago. I miei occhi bruciavano e per un momento mi resi conto di non essere io. "Vattene Drago se ci tieni alla tua vita" la voce non era la mia, era più affilata. Il drago mi fissò negli occhi ma li distolse subito, quasi non riuscendo a reggerne il peso. Poi spalancò le ali e prese il volo. Adesso sei una principiante e non conosciamo i tuoi poteri ma torneremo più forti che mai. Solo allora vidi che una persona era in groppa alla bestia. Sul viso aveva però una maschera che non mi impedì di vedere i suoi occhi. Uno era marrone e l'altro rosso sangue. Poi quello scomparì, e il vento portò a terra una polverina d'orata."Fate" borbottò Sharon prendendone un pizzico. Passò un secondo di silenzio poi grida di gioia scoppiarono ovunque. Una pacca sulla spalla e un sorriso fu l'unica reazione di Sharon ma la cosa mi bastò. Poi una voce parlò, doveva provenire da un megafono anche se intorno a me non ce n'erano. "Controllate i danni subiti e andate ad aiutare i feriti" comandò la voce e la gente iniziò ad aiutare chi zoppicava o chi era ferito. "Andiamo" mi incitò Sharon "ti insegnerò dei trucchetti per medicare le ferite". Dopotutto quella ragazza non era cosi male, riflettei. Ma lei non diede segno di aver sentito il mio pensiero. Ci dirigemmo nell'infermeria, molti erano i feriti ma nessuno era particolarmente grave, l'odore di sangue però era rivoltante. "Prendi quelle boccette" Sharon indicò uno scaffale su cui erano riposte delle boccette e io le presi poi le portai al lettino dove lei si era posizionata. Brinsigr scomparì dal fodero legato alla mia vita e io capì che era tornata dove era stata prima di essere richiamata. Tirai un sospiro di sollievo e aiutai Sharon a curare i feriti. Mentre lo faceva aveva sicuramente un'espressione fredda ma alla fine, ogni volta che terminava un paziente, lei sorrideva. Mi domandai il perché di quell'odio verso di lei, mi dicevano che era una prepotente ma non era così. Probabilmente era un po scontrosa. Si poteva rimediare. "Come mai sai tante cose?" domandai per fare discorso. "L'Arena insegna alla sopravvivenza, ho passato molto tempo li per cui me la cavo bene con gli intrugli" rifletté un secondo prima di tornare a parlare "se vuoi potrei insegnarti" il suo volto era fisso di fronte a se ma riuscivo a vedere che con la coda dell'occhio controllava la mia reazioni. Il mio sorriso si allargò e accettai felice. Lei annuì soddisfatta. "É meglio se impari a proteggere i tuoi pensieri, sono imbarazzanti da sentire" detto questo si alzò e passò al paziente dopo. Quello appena curato sembrava provare sollievo dal dolore causato dalla ferita. Alzandomi in tutta fretta mi scontrai con una persona, Sebastian. Nei suoi occhi non c'era malizia. Solo un po di preoccupazione. "Come sta?" gli chiesi e lui mugugnò un "bene". Decusi di fargli però la domanda che mi pesaca sul cuore "perché non glielo dici?". Lui fece un passo indietro quasi terrorizzato. "Cosa?" balbettò imbarazzato "quello che provi" risposi tranquillamente io. "A chi?" rideva nervoso. "A Fenix" lui sospirò, improvvisamente esausto. "Non ricambia" mugugnò "e che ne sai?, se non glielo chiedi non lo saprai mai". "Dici?" i suoi occhi erano così teneri mentre mi parlava. Si vedeva che amava molto Fenixia e Fenix si meritava uno che l'amasse cosi. "Che bell'amore" mormorai tra me e me poi me ne andai. Cercando Sharon tra le tendine. La trovai a curare proprio Fenix che la guardava quasi fosse Sharon la ferita che le procurava dolore, vedendomi però sorrise. "Non ti salterai l'allenamento che ho in mente" mi avvisò sghignazzando. Io annuì, ora più che mai volevo allenarmi. "Che le vuoi far fare?" chiese Sharon rivolta a Fenix e io dedussi che era la loro prima conversazione civile. "Il Gioco" Fenix aveva un sorriso demoniaco mentre diceva quelle parole, Sharon scosse la testa. "É una principiante, non ce la può fare" mi sentì offesa da quel commento. "Invece ce la posso fare" borbottai. Xena... Vieni Dylan si era fatto varco nella mia mente, mi girai e lo vidi nascosto in un angolo. Mi avvicinai titubante. "Che c'é?" gli chiesi ma lui scosse la testa, non parlare, é una conversazione privata. Il suo tono era severo. Okay mormorai che é successo? Iniziavo a preoccuparmi. Il Consiglio ti ha richiamata, devi seguirmi.

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Capitolo 42
*** CAPITOLO 53, 54 ***


Il Consiglio ti ha richiamata, devi seguirmi. É grave?, domandai ansiosa. Credo di si, Geronimo era piuttosto fuori di se. Continuammo a camminare in silenzio fino a quando non ci trovammo di fronte ad un grosso albero. Le foglie erano rosa, colore insolito sulla Terra e le radici erano grosse e alte quasi il doppio di me. Superammo qualche radice e ci ritrovammo di fronte ad una apertura, un'ingresso. Dylan mi prese la mano e io andai a fuoco, non avere pensieri strani. É solo che ti perderesti. É buio li dentro. Annuii e una sensazione di delusione si fece largo nel mio cuore. Scacciai il pensiero e mi lasciai guidare da Dylan, continuavo però a inciampare nelle radici. Non vedevo nulla. Era completamente buio. Dylan però sembrava riuscire ad orientarsi bene. In quel momento desiderai di avere una vista notturna perchè non riuscire a capire cosa mi circondava era spiacevole. Piano piano però la mia vista migliorò, riuscivo a vedere intorno a me. Le piante che spuntavano nel tunnel riuscivo a identificarle. Capii di essere entrata nella Modalità Iron-Man. Dylan attento!Non feci in tempo a fargli notare che una radice sporgente gli sbarrava il cammino che lui ci inciampò e cadde. Trascinandomi a terra con se. Con uno scatto si girò di schiena circondandomi con le braccia e attutendo la caduta. Riflessi. "Scusa" mormorò senza lasciarmi, io ero rossa come un pomodoro "ehi perché hai gli occhi rossi?" la sua voce era neutra, cercava di nascondere il terrore di fronte al mostro, cioè a me. "Oh nulla sono andata in Modalità Iron-Man" sorrisi e lui si rilassò percependo che non avevo cattive intenzioni, tipo ucciderlo o torturalo (nota autrice: chiaro che a tutti vengono queste idee no?) poi ripensando a ciò che avevo detto scoppiò a ridere. Io riuscivo a vedere il suo volto grazie alla mia 'super vista' ma lui riusciva a percepire le mie emozioni, cosa che mi metteva in svantaggio. Ero piuttosto imbarazzata dall'essere inginocchiata in mezzo alle sue gambe mentre lui mi fissava da sdraiato con i gomiti che sorreggevano il corpo, quindi cercai di sopprimere le emozioni che stavano spuntando come lumache dopo la pioggia (nota autrice: che metafora schifosa). Continuando a sghignazzare come se avessi detto la cosa più divertente del mondo chiese "cos'é la Modalità Iron-Man?". Era quella la battuta che lo faceva piegare in due dalle risate, scoprii e gli spiegai cos'era la Modalità Fiamma e alla fine il suo commento fu "mi piace più il nome Modalità Iron-Man" percepii che era turbato e mi sentii male, pure una persona a me fidata aveva paura. "Oh no Xena... Perdonami" Dylan aveva notato che stavo soffrendo, la sua abilità lo aveva percepito. Lo sentii cercare qualcosa nella tasca e poi tutto si illuminò, in aria vagava della polvere che portava luce a quel luogo buio. Notò solo allora che gli occhi mi si stavano riempiendo di lacrime, come era normale che fosse mi aspettavo che se ne rimasse lì imbambolato a fissarmi senza sapere cosa fare, ma non fu così. Mi strinse in un dolce abbraccio mormorandomi delle scuse mentre mi accarezzava i capelli con gesti lenti e gentili. Sfogai tutte le mie emozioni in quelle lacrime che stavo versando sul suo petto. Tutto lo stress, l'agitazione e il dolore provocati da quei cambienti nella mia vita e Dylan rimase lì in silenzio ad ascoltare le mie emozioni. Non avevo bisogno di parlare, lui mi capiva anche se non avesse avuto quel dono, mi avrebbe sempre capita. Capii che su di lui potevo sempre contare. Finito di sfogarmi, Dylan mi prese la testa fra le mani e disse deciso "tu sei una combattente Xena, per cui combatti, non far prevalere il dolore. Tu puoi superare ogni avversità e io sarò assieme a te intesi?" il timido sorriso che abbozzò mi tolse ogni dubbio. Potevo farcela. Ci alzammo in piedi e anche se c'era luce lui continuò a tenermi la mano. Dopo qualche minuto sentimmo dei rumori, un brusio. Un ronzio fastidioso mi risuonava nelle orecchie. Api. Quando svoltammo l'angolo capii da dove proveniva il rumore. Ma non erano più api era una sola ape, grande quanto me. Il terrore si fece posto dentro di me immobilizzandomi. Non avere paura Dylan aveva percepito la paura. "Fuffi lei è amica" dette queste semplici parole mi trascinò verso la bestia ronzante. Quella ci lasciò passare continuando però a tenere lo sguardo su di me. Era inquietante. Arrivammo al centro dell'albero e mi stupii, c'era il cielo sopra di me, un cielo sereno interrotto da qualche nuvola. "Com'è possibile?" il mio stupore era a mille. Dov'evamo essere in un albero invece eravamo all'aria aperta. Dylan disegno con le mani un arcobaleno (nota autrice: stile it's a rainbow) dicendo "magia". Scoppiai a ridere della sua stupidità poi mi feci spiegare meglio. L'Albero era un portale e in quel momento ci aveva portato in quello spiazzo erboso in cui si teneva la riunione del Consiglio. Camminammo un altro pò e io potei notare che un'altro Albero si stagliava dietro di noi. Eravamo usciti da lì. Non fu difficile vedere la sede del Consiglio poichè spiccava come una macchia bianca su sfondo nero, era un enorme tempio stile greco con alte colonne di granito bianco. Era stupefacente e molto grande. Intorno al Tempio pascolavano indisturbati diversi pegasi. "Ora basta non ne posso più di creature strane, ora cosa compare una fenice? E poi? Scopro che esistono i grifoni?" sbottai innervosita. Lui mi guardò "odio dovertelo dire ma esistono entrambi, strano che non li abbia visti sono sempre in giro a svolazzare, a darsi fuoco e ad attaccar briga" usò un tono basso mentre parlava, quasi avesse paura di una mia reazione da sclerata. "Dovrei dirlo alla Rowling, ne sarebbe contenta" borbottai fra me e me. Dylan mi sentii perchè rispose, ancora più cauto di prima "emh... A dir la verità la Rowling viene spesso a Pandora..." la mascella cascò a terra mentre ascoltavo quelle parole. "I libri che ha scritto però sono più incentrati sul punto di vista dei maghi, ai quali lei era più interessata" questa fu la spiegazione più insensata che io avessi mai sentito. Ma lasciai correre assimilando l'informazione mentre percorrevamo il tratto di strada che ci divideva dal Tempio. Entrammo, numerosi uomini e donne vestiti di bianco giravano per i corridoi indaffarati. Oltrepassammo stanze, sale e corridoi fino a giungere in una stanza circolare, dove al grosso tavolo di mogano sedevano undici uomini -e una donna- dai cinquant'anni in su vestiti con una semplice tunica -bianca- legata ala vita con una corda. Una sola persona giovane era presente nella sala, avrà avuto 17 anni e quando entrai mi fissò negli occhi mentre tutti gli altri ammutolivano. Il tono di voce alterato che avevo sentito prima di entrare tacque. "É lei" a parlare fu una voce burbera. Doveva essere lui Geronimo, l'uomo che ce l'aveva con me, bastava guardare lo sguardo che mi lanciava per capirlo. Il discorso che avevano iniziato prima che arrivassi, continuò e io potei ascoltare cosa stavano dicendo. Iniziò così un lungo discorso sull'accaduto e su come il Drago delle Tenebre se ne fosse andato appena scoperto che avevo una delle Spadi Maggiori e soprattutto sul fatto che avevo evocato una barriera che proteggesse dal fuoco. Mentre Geronimo esponeva le sue idee, certe volte dandomi del 'mostro' e della 'pericolosa', sentì un'improvvisa tristezza invadermi. Seduta su una sedia messa da parte, iniziai davvero a credere di essere pericolosa per il campo. Dylan avvicinò piano la sedia alla mia e con le gambe che si sfioravano mi avvolse le spalle con il suo caldo braccio. Appoggiai la testa nell'incavo della spalla e lasciai che la sua abilità prendesse il sopravvento, lasciandomi tranquillizare. Sto calmando il tuo spirito inquieto, mi devi un grooosso favore, é una faticaccia. Sei piena di dubbi, pensieri confusi e immagini di lui. All'inizio della frase ridacchiava, man mano però che continuò ad indurire il tono fino ad essere quasi arrabbiato mentre diceva lui. Troppo rilassata per ribattere feci finta di non aver sentito nulla. Diversi minuti dopo, preoccupata da tanto silenzio, aprii gli occhi e vidi i membri del Consigliofissarci. Tolsi la testa dall'incavo della spalla e velocemente mi ricomposi, sedendomi dritta e aggiustandomi i capelli. Arrossendo per essere stata colta mentre dormivo su Dylan. Perchè hanno smesso di parlare? Oh non hanno smesso. Devi sapere che il Consiglio é formato da maghi per eccellenza, per cui hanno il potere di comunicare telepaticamente, come facciamo noi. Annuii convinta, mentre i membri del Consiglio tornava a guardarsi negli occhi. Uno ancora però mi guardava, percepivo uno sguardo indagatore su di me. Guardandomi intorno notai che nessuno mi stava guardando. Qualcosa scattò nella mia testa, non seppi spiegarmi cosa accadde, capii solo che sapevo cosa fare. Mi alzai e in un attimo tutti gli sguardi furono su di me. Camminai silenziosa verso un punto preciso della stanza, la colonna. Non c'era nessuno lì. Eppure io percepivo una presenza nascosta. Poi qualcosa si mosse e sbucando dal nulla comparve una figura. Shamal -insegnante di duelli- era nulla di fronte all'imponenza di quell'uomo. I muscoli imponenti si potevano notare anche da sotto quel mantello nero. Aveva capelli biondo cenere e occhi luminosi come diamanti ma la prima cosa che notai fu la tristezza. Tutto nel corpo dimostrava tristezza, anche se il portamente era fiero e robusto le spalle sembravano aver portato pesi troppo pesanti e gli occhi erano la finestra della solitudine. Guardandomi però i suoi occhi brillavano, come se avessero trovato qualcosa di interessante con cui 'giocare'. "Chiedo il permesso di poterla allenare Cyrus, questa ragazza é stata la prima a percepirmi nascosto nell'ombra, nessuno dopo di te c'era mai riuscito. Io e mio fratello siamo idonei per essere i suoi insegnanti. Detto questo scoppiò il putifero. "Chiedo il permesso di poterla allenare Cyrus, questa ragazza é stata la prima a percepirmi nascosto nell'ombra, nessuno dopo di te c'era mai riuscito. Io e mio fratello siamo idonei per essere i suoi insegnanti." Detto questo scoppiò il putifero. In quel momento non capii più niente e crollai a terra priva di sensi. Aprii gli occhi e vidi il Drago sopra la mia testa che volteggiava armonioso. Rimasi a fissarlo estasiata poi dopo minuti sdraiata a guardarlo lui atterrò sollevando molta meno polvere di quanto di aspettassi. Ragazzina, che ci fai qui? "Non lo so, credo di essere svenuta" risposi. Lui scoppiò a ridere, una risata fragorosa anche se osservandolo non si sarebbe mai detto, il suo muso rimaneva invariabile quando rideva e quando era triste. Ragazzina, mi deludi. Svieni dopo un semplice combattimento? Forse non sei degna. Iniziavo ad arrabbiarmi, una furia omicida prese il possesso di me. Come si permetteva quell'essere?! "Come ti permetti?! Sai che cosa? Non me ne frega nulla se sono degna o meno, ma ciò non ti da il permesso di dire quello che vuoi offendendo le persone. Inoltre sai che novità?" Ora il mio tono era ironico "ho un nome. Che non é ragazzina. É Xena! Xena!" gridai e in quel momento notai di essere andata a fuoco, completamente. Le braccia erano in fiamme, però i vestiti non stavano bruciando. Il Drago mi fissò e percepii un forte dolore in lui. La mia reazione doveva averlo ferito in una maniera che non riuscivo a capire. Non mi chiese delle scuse, e io non gli chiesi di farmele. Hai ragione si fermò irritato poi usò un tono quasi piagnucolante non riesco a non chiamarti ragazzina, in confronto a me sei una neonata... Lasciati chiamare 'ragazzina'. Ero piuttosto scioccata, il grande e grosso Drago che piagnucolava, il mio petto si gonfiò d'orgoglio per aver 'sottomesso' il Drago. "Quanti anni hai?" Era quella però la domanda che mi premeva. Quasi 200, giovane Xena "Che cooosa?!?" strillai. "Sei un vecchietto!". Come osi? Sbottò irato l'animale alzandosi -mostrando tutta la sua altezza io sono molto giovane, per essere uno della mia razza. I draghi possono vivere millenni quindi 200 anni sono una bazzecola per noi. "Contento tu" sospirai "comunque giovane Xena é un soprannome carino" ci tenetti a precisare "solo che io non so il tuo nome" in effetti non sapevo il suo nome. Se ti dicessi il mio nome giovane Cavaliere avresti paura di me. Continua a chiamarmi Drago, é il prezzo per evitare terrore nel tuo cuore. "Sinceramente mette più paura tutta questa suspence" borbottai ma lo lasciai fare, se non voleva dirmi il nome aveva le sue ragioni. La vista si oscurò un poco ma io mi sforzai di non abbassare le palpebre. Ti stai svegliando sbuffò il Drago ho ancora molte cose da dirti. "Fai in fretta allora" lo incitai. Lui mi guardò minaccioso osi mettermi fretta ragazzina? "Oh no bello" agitai l'indice di fronte a lui "con me non funziona così, ora spicciati e parla" non seppi dire con quale coraggio parlato ma il Drago sorrise. O almeno mentalmente, il suo muso non cambiò di una virgola (nota autrice: ve lo immaginate un drago che sorride? Metterebbe in mostra i denti e farebbe scappare tutti. Meglio se tiene la bocca chiusa). Una guerra sta prendendo forma a Pandora. E l'esito dipende da te, devi scegliere tra il Male e il Bene. "Ovvio che scelgo il Bene!" sbottai, "perchè tutti devono credere che io sia cattiva?" era irritante come cosa. Perchè forse sei cattiva... Dette queste parole il sogno si dissolse e io mi svegliai. Sudata e accaldata mi sentivo sballottolare da una parte all'altra. Qualcuno mi teneva in braccio mentre camminava. Aprii gli occhi e vidi il mento di qualcuno. Sbattei le palpebre qualche volte, abbagliata dalla luce. Era Dylan colui che mi reggeva e mi stava portando verso l'Albero, la Riunione era finita. Assieme a noi c'era l'uomo dai capelli biondo cenere che si era offerto di addestrarmi e il giovane ragazzo -membro del Consiglio. Dylan l'arrivo del Drago nero é sinonimo di guerra? Il ragazzo si fermò a fissarmi "come ti é venuto in mente?" sussurrò infuriato.Poi dopo essersi conto di aver attirato l'attenzione dei due "ti sei svegliata finalmente" e mi sorrise, un sorriso tirato. Fingeva per non farsi scoprire da i due uomini che stavano camminando con noi. "Posso scendere?" chiesi, essere portata in braccio da Dylan era il sogno di ogni ragazza ma non il mio. "Non credo tu sia in forze" parlò il giovane del Consiglio. I capelli erano marroni e gli occhi erano grigi, in abbinamento strano ma bello. "Okay" sospirai e guardai Dylan, volevo che mi rispondesse ma quello che vidi mi distrasse. Il volto era contratto per la fatica -aveva camminato almeno 15 minuti portandosi me- e il respiro era affannoso. Eravamo quasi arrivati all'Albero quando Dylan quasi inciampò in una radice. Mi aggrappai al suo collo mentre lui perdeva la presa dalle mie gambe, facendole cadere. La presa delle sue mani sulla mia schiena si fece più forte. "Dannazione. Scusa Xena" ansimò. "Dylan lasciala portare a me" chiese gentilmente il ragazzo, Dylan fece una smorfia poi accettò di malovoglia. Mi lasciò la schiena e io feci qualche passo incerta, le gambe non mi ressero e caddi. Il ragazzo mi prese al volo, sorridendomi. "Sono David" si presentò "io sono Xena" ricambiai "lo so, sei famosa". Mi aiutò ad alzarmi in piedi e prendendomi sotto le ginocchia mi sollevò come se fossi una piuma. Ripartimmo. Dylan? Rispondimi! Volevo sapere se ciò che il Drago mi aveva detto era vero. Stava davvero per iniziare una guerra? Vedrò di informarmi, Xena ma ora non ne voglio parlare. Mentre parlava non mi guardava. Come ti é venuto in mente? La curiosità ebbe il sopravvento. Non potevo dirgli del Drago ho avuto una visione, come un presentimento. Mentii. E lui annuì capisco. Chi é lui? Chiesi rivolgendomi all'uomo che con il suo mantello nero camminava a lunghe falcate davanti a noi. Lui é Generale rispose, Generale? É il nome? Che razza di nome é? Si, é il nome. Cioè é come viene chiamato. Nessuno sa il nome. Rivelò Dylan. Non feci in tempo a rispondere che le palpebre mi si abbassarono, "Drago sto tornando" borbottai ironica poi caddi in un sogno profondo. Ero in un sogno ma non nella solita collina erbosa. Ero nella stanza del Consiglio, quella dove si era tenuta la Riunione. Ma non c'erano tutti, solo tre persone. Cyrus, Geronimo e Eva. Quella donna... Quella donna era quella dei miei incubi, quella che mi urlava contro. Solo in quel momento me ne resi conto. Loro stavano parlando in tono concitato ma non riuscivo a sentirli così mi avvicinai. "Non dovrebbe essere qui, é un pericolo" "Neanche a me piace quella ragazza" stavano parlando di me. Mi avvicinai ancora di più, notando che non potevano vedermi. "Geronimo, lasciaci soli" chiese gentilmente l'Anziano. Quello sbuffò e se ne andò ma non sbattè la porta, la chiuse gentilmente. "Forse é ora che ti dica la verità" si sedettero su due sedie e Cyrus raccontò tutta la storia. Tutta la storia. Eva era mia madre, mia e di Sean e ci aveva abbandonato quando avevamo quasi quattro anni, ma quella storia la conoscevo già, era quella che ci raccontò nostro padre. "Ti chiedo scusa Eva ma se non ricordi nulla e non sai perchè hai abbandonato la tua famiglia... É colpa mia" l'uomo sospirò affranto. "A quei tempi stavi sempre nel mondo umano e non passavi più del tempo qui, nel momento in cui avevamo bisogno tu non c'eri. Così abbiamo deciso che fosse meglio farti dimenticare di avere una famiglia. Abbiamo lasciato un biglietto poi ti abbiamo tolto la memoria. Ora che però tua figlia é qui, ho ritenuto giusto dirtelo." dette quelle parole la donna -mia madre- si accasciò a terra piangendo e tirandosi i capelli. Solo in quel momento notai l'incredibile somiglianza con Sean, i capelli neri, gli occhi azzurri... Come avevo fatto a non notarlo prima? "Lei lo sa?" singhiozzò piano mia madre, talmente piano che feci fatica a sentirla. "Lei lo sa?!" gridò disperata. Il suo sguardo era quello di una donna che aveva appena scoperto un pezzo del suo passato che la tormentava. "Si. Lei lo sa" annunciò Cyrus "lo ha scoperto ora assieme a te, é qui in questo momento. Anche se non possiamo vederla, lei ora sa tutto" e i suoi occhi si incrociarono ai miei per un lungo istante poi mentre mia madre si girava verso la mia direzione -senza vedermi- venni risucchiata. Quell'uomo é molto dotato, anche se ho usato un forte incantesimo ti ha percepita. Sembrava quasi che il Drago si stesse complimentando. Ero nella solita collina erbosa. Qualcosa iniziò a sbollire dentro di me. Iniziai a gridare, con tutta la forza che avevo. Gridare, gridare, gridare. Grida di frustazione mi scuotevano le membra. Una rabbia incontrollata prese il possesso del mio corpo. Un odio per Pandora si fece strada nella mia mente. Era stata Pandora a togliermi mia madre. Mia madre mi era stata portata via a causa di quell'uomo. Quell'uomo. Cyrus. E il motivo? Perchè passava del tempo con la famiglia. Vendetta. Volevo vendetta. Vuoi davvero la vendetta? Non capisci ragazzina? Tutto questo é una prova. Ti sta mettendo alla prova! Vuole vedere se stai dalla parte del Bene. Ti ucciderà se diventerai un'Oscura! Riflettici, sciocca. É una prova. Io ridacchiai malevola "io invece voglio proprio vedere quanto a lungo una persona può vivere se torturata" non ero io. Non ero io. Non ero io a parlare. Qualcuno mi stava controllando. Rabbrividì al pensiero di ciò che volevo fare. Cacciai un paio di urli di frustazione, per sbollire la mia rabbia. Ero sempre stata una persona pacifica, niente riusciva a farmi arrabbiare. Invece in quel momento avevo pensato di uccidere una persona. La Spada. Era stata lei a manipolare la mia mente, capì. Hai superato la prova, ragazzina. Complimenti. "Prova? Che prova?" chiesi sbalordita. Non sono in vena di darti risposte replicò il Drago. Feci un verso di stizza e me ne andai, voltandogli le spalle. Se lo meritava, "non sono in vena di darti risposte" scimmiottai imitando la sua voce. Lo sentì ridere, poi lo guardai spiccare il volo e andarsene. Aprì gli occhi, mi trovavo in infermeria, vicino a me dormicchiava Dobby. Più in là Colonnello e Skull chiaccheravano a bassa voce, notando che mi ero svegliata si avvicinarono. "Vedo che conosci già mio fratello" parlò per primo Skull "bè devi sapere che é lui a comandare le truppe di Pandora, per cui non sperare che sia clemente" detto questo lasciò la parola al fratello -che anche se continuamente lodato aveva il volto impassibile. "L'allenamento che abbiamo in programma per te é molto duro, ti spingeremo al limite. Perchè é questo che la Spada vuole, spingerti al limite. Per ora utilizzaremo la Spada solo per poco. Come ti hanno già spiegato la Spada trasferisce i ricordi degli anticedenti possessori a te, essendo brutti ricordi essi potrebbero farti impazzire e portarti alla morte" si fermò un attimo. "Per cui prepareremo il tuo Spirito all'entrata di questi ricordi nella tua mente". L'uomo parlava mantenendo un'espressione fredda e distaccata e i suoi occhi erano gelidi. "Io sono pronta" dissi solennemente, qualcunque cosa fosse accaduta, io sarei stata degna del mio ruolo. "Gli allenamenti inizieranno domani" annunciò Skull, poi girò i tacchi e se ne andò. "Ho saputo che Sharon e la tua amichetta vogliono farti fare il Gioco, se diventerai brava in quello i tuoi sensi si svilupperanno molto" Colonnello mi guardava quasi sorridendo, aveva un sorriso triste. "Cosa le é successo signore?" chiese d'istinto. L'uomo sussultò alla mia domanda "che intendi dire?" chiese, la voce traballò un poco. "Le é accaduto qualcosa che la rende triste, Colonnello, riesco a vederlo dai suoi occhi. Se vuole può sfog..." mi interruppe con un gesto brusco. "Ragazzina non intrometterti in faccende che non ti riguardano" sbottò, dette quelle parole se ne andò. Sbuffando mi gettai all'indietro sul letto, cadendo sul cuscino morbido. "Perchè tutti devono chiamarmi ragazzina?" borbottai irritata.

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Capitolo 43
*** CAPITOLO 55, 56 ***


Rimasta sola, mi persi nei miei pensieri. Avevo una madre. Naturalmente ce l'avevo sempre avuta ma non l'avevo mai vista di persona. Hazel era il nome di mia madre, della donna che conoscevo. Eva era un'altra persona. Avrei dovuto parlarle? Il nostro incontro sarebbe stato come nei film in cui madre e figlia si abbracciano piangendo? Avevo seri dubbi su questa cosa. Sentii qualcuno tossire e mi distrassi dal vuoto che avevo dentro. "Qualcosa é cambiato Xena. Cosa é successo? Ti hanno fatto qualcosa?" il tono di Dylan era preoccupato. Sorrisi debolmente "nulla di questo Dyl, nulla di questo. É solo che..." sospirai "ho scoperto chi é mia madre". Feci dei grossi respiri e raccontai della visione, omettendo le scene con il Drago. Dylan ascoltò con attenzione tutto il racconto poi sbottò "ma non é giusto! Ti hanno tolto tua madre per un capriccio" io annuì. "Però devo rimettermi in sesto, devo allenarmi e combattere, credo sia la cosa giusta da fare" man mano che parlavo la voce si affievolì fino a diventura quasi inudibile "oh ma io che ne so di cos'é la cosa giusta da fare?!" mi gettai sul letto "ho solo 14 anni santo cielo!". "14 anni e una grande responsabilità, comunque non ti preoccuppare, saprai cos'é la cosa giusta da fare al momento giusto" disse quelle parole guardandomi negli occhi e diffondendo una sensazione di serenità con il suo potere. Mi sentii subito un pò meglio. Lo ringraziai poi mi alzai. "Ehi Xena, dov'eri?" mi salutò Fenix, Sharon mi guardò con i suoi occhi penetranti. "Ero... A farmi un giro..." mormorai con l'intento di cambiare discorso. Sharon sbiancò, le erano bastati due secondi per scoprire cos'era accaduto nelle ore precedenti. "Colonnello" sospirò "erano anni che speravo di attirare la sua attenzione..." il suo sguardo si fece distante. "Sa il mio nome" esultò saltellando. "Andiamo al Gioco?" ridacchiò sognante, Fenix anche se stupita la seguì. Dylan invece disse di dover andare ad un allenamento e si diresse verso una ragazza da i capelli rossi. Le mie amiche mi portarono in uno spiazzo dove un grosso attrezzo di legno era circondato da ragazzi. Lo etichettai come mezzo di tortura, sentendo le urla che facevano i ragazzi all'interno non poteva essere altro (nota autrice: che sadica sono XD?!). Poi facendo più attenzione notai che le urla provenivano dalle ragazze che, terrorizzate dall'attrezzo cacciavano urletti da galline. Inoltre il mezzo serviva come allenamento, in pratica quattro assi di legno sostenevano la struttura. Poi degli ostacoli, pesanti e duri oscillavano da una parte all'altra impedendo un passaggio liscio e tranquillo. Il disgraziato all'interno -bendato, probabilmente per affinare i sensi- doveva camminare sull'asta di legno (in pratica sospeso a un metro da terra) ed evitare gli ostacoli. Man mano che riflettevo capii un particolare. Sarei stata io la prossima disgraziata di turno. "Cosa?! Eh? Io? No no no. Non lo farò mai" dissi allontandomi. Fenix e Sharon non mi filarono, continuando a fissare il poveretto che si era appeso ad un martello capovolto ondeggiante, che fungeva da ostacolo. "Così non si fa" sbottò improvvisamente Sharon, si avvicinò al Gioco, tirò una leva, fermò i movimenti degli ostacoli e fece scendere il poveretto. Azionò il meccanismo e saltando sull'asta come un'acrobata iniziò il percorso. A occhi bendati superò i primi due ostacoli, feci una ruota sull'asta evitando il terzo. Saltò sul quarto come nel gioco 'la cavallina' e con una giravolta evitò il fantoccio armato che l'aspettava. Superato gli ostacoli saltò giù dal Gioco, si tolse una benda e mi sorrise. "Ora tocca a te" mi indicò. Quello che feci dopo, mi mise in ridicolo davanti a tutti. Mi tirai sull'asta e l'abbracciai, come un koala abbraccia un albero, per alzarmi in piedi impiegai 5 minuti. E camminai con lentezza, in quel momento non ero bendata per cui... Non fu più facile. Superai tutti gli ostacoli dopo la quarantacinquesima volta che ci provai, fatto ciò oltre a numerosi lividi non migliorai i miei sensi. Quando sentii una canzone notai che tutti i ragazzi smisero di fare ciò che stavano facendo e che si radunarono in quella chiamata 'Piazza'. Sopra una roccia, Dylan era fermo e immobile e fissava tutti quelli arrivati. "Ho un annuncio da fare" la sua voce si sentì forte e chiaro. "A causa dell'Allarme Drago, il Consiglio predice guerra!" mormorii si diffusero tra la folla. "Per cui i primi dieci classificati della Classifica riceveranno la nomina di Cavalieri" tra la folla si levarono grida d'esultanza. "Questo perchè l'esercito ha bisogno di nuove reclute" finì quindi il discorso. "Gli altri devono allenarsi ancora, perchè il Consiglio si affida a noi!" la gente iniziò ad esultare e ad applaudire. Rhyse, accanto a me, sorrideva felice. "Emh..." mormorai imbarazzata, non volevo farle una domanda impertinente "tu sei una di quei dieci? Cioè devi diventare Cavaliere?". Lei mi fissò "io sono già Cavaliere dei Cieli da anni ormai Xena" sorrise. Fenix, alla mia destra, quasi piangeva. Lacrime di felicità naturalmente. "Io sono tra quelle dieci" esultò Fenix stringendomi le mani tra le sue. Poi corse in giro iniziando ad abbracciare tutti quelli che le capitavano fra le mani. Da quello che dedussi, molti di quelli che stava abbracciando, non li conosceva neanche. Ma loro ricambiavano lo stesso gli abbracci, felici per Fenixia. In lontananza notai che Sebastian mi guardava, sorrideva -probabilmente per Fenix- ma il suo era un sorriso triste. Con lo sguardo mi indicò la ragazza che ancora distribuiva abbracci a destra e a manca, la ragazza vicino a lui cercò di attirare la sua attenzione ma lui la ignorò. Capii che era triste perchè nessuno di quegli abbracci era diretto a lui. Feci un sorriso di incoraggiamento e gli feci capire di andare da lei. Lui ci pensò un secondo e poi si diresse verso la ragazza. Da dietro le toccò la spalla e sorridendo lei si girò, vedendolo fece una reazione strana. Lui la prese per i fianchi e sollevandola la fece girare. Lei rise mentre lui la faceva girare. Poi poggiandola a terra le disse qualcosa all'orecchio che la fece arrossire. Lei rispose e infine i due si baciarono con passione. Applaudii felice per loro e ben presto tutto il Campo, anche le persone che non li conoscevano, iniziarono ad applaudire. Finito il loro bacio, notando che tutti li stavano applaudendo tornarono a baciarsi, presi dall'euforia. Poi se ne andarono abbracciati, a parlare più tranquillamente. Sebastian mi fece i pollici in su, i suoi occhi brillavano mentre teneva fra le braccia la ragazza che amava. "Finalmente si é deciso" mormorò Dylan, alle mie spalle. Per un istante immaginai come sarebbe stato essere baciata da lui. Poi innervosita da quel pensiero, scacciai l'idea. "Tu sei già Cavaliere?" chiesi curiosa, lui annuì. "Ho anche un Drago, sai?" io sorrisi "com'è? Come si chiama?" i draghi erano creature che mi incuriosivano molto "si chiama Valkyria" rispose "e se vuoi sapere com'è, te la mostro". Mi feci accompagnare lungo un sentiero in salita. "Alcuni draghi vivono nel Campo, in apposite case, altri vivono sulle Montagne Fluttuanti, dove siamo diretti ora". "Le Montagne Fluttuanti?" come potevano delle montagne fluttuare?, era questa la domanda che mi premeva. Non rispose e mi lasciò ai miei dubbi, intanto la salita si fece più ripida, fino a quando non giungemmo a un dirupo. Lo spettacolo che mi si presentò davanti fu mozzafiato. Sopra la mia testa, che oscuravano alcune zone -come nuvole- fluttuavano grossi massi su cui chiaramente c'era vita. Alberi, animali -soprattutto uccelli- parevano vivere in quel bellissimo habitat. Quando notai che gli uccelli erano troppo grandi da vederli così chiaramente anche da lontano, capii: draghi. Quando parlai la voce mi uscì a fatica "ora capisco perchè si chiamano Montagne Fluttuanti". Dylan mi lasciò osservare quei massi qualche minuto, smisi quando mi venne il torcicollo e persi l'uso della vista a causa del sole ormai alto. "Come ci saliamo?" chiesi preoccupata. Lui mi fissò altrettanto preoccupato "non ci saliremo, potremmo perdere la vita lì sopra!" il suo tono non ammetteva repliche. "Sulle Montagne Fluttuanti ci vivono i Predator, i draghi senza domatore. Loro sono piuttosto pericolosi, dovrai andare lì a cercare il tuo Drago, ma tutto questo quando sarai pronta a difenderti e sarai Cavaliere". "Non ho capito" ammisi, lui spiegava come se fosse la cosa più normale del mondo, ma per me non lo era. "Quando sarai Cavaliere, dovrai venire qui" indicò le Montagne Fluttuanti "e fare l'imprinting con un Predator, drago senza padrone. Quando farai l'imprinting il drago ti darà una perla, segno che ti ha accettata come padrona. In quel momento diventerà un Domato. Capito?" annuii convinta. "Se tu andassi lì senza motivo e con il tuo allenamento verresti uccisa" (nota autrice: che truce questo ragazzo ). "Per ricevere l'imprinting il drago tenterà di ucciderti" detto questo prese la rincorsa e saltò giù dal dirupo. Cacciai un urlo mentre lo rincorrevo impedendogli di saltare, non ce la feci così lo vidi cadere tra le nuvole -che si trovavo in basso. Chiamai il suo nome, sconvolta mentre il mio cervello cercava di assorbire la notizia. Iniziò a sfuocarmi la vista, le lacrime stavano arrivando. Dylan, dove sei? Gridai disperata. Poi si fece tutto buio e io mi accasciai sul bordo del dirupo, svenendo dal dolore. Mi sentivo galleggiare, galleggiavo nel buio. Sentivo una voce chiamarmi... Era Dylan? Lacrime mi solcavano il viso. Perchè? Non ricordavo. Poi vidi i ricordi balenarmi nella mente. Era caduto. Mi vidi cadere vicino a lui. Dylan guardava me, l'altra me, quella del ricordo che dal dirupo lo guardava cadere inerme. Urlando. Io ero come uno spirito che galleggiava nell'aria in quel momento. Non potevo interferire con ciò che stava accadendo, che era accaduto. Dylan sorrise all'altra me. Era un sorriso del genere 'so cosa sto facendo'. Un sentimento di calma si diffuse in me, Dylan aveva tentato di trasmettermelo quando cadeva, ma io troppo terrorizzata non ero riusciva a tranquillizzarmi. Dylan fu inghiottito dalla nuvole e io mi svegliai. "Xena... Xena!" qualcuno mi stava chiamando. Aprii gli occhi riconoscendo la voce familiare. "Dylan" la voce mi si strozzò mentre parlavo. I suoi occhi verdi presero a scrutarmi mentre il suo sorriso si allargava. "Credevo fossi morto" singhiozzai tirandogli la maglietta fra i pugni stretti. Lui mi coccolò fra le sue braccia mentre lo stringevo "ho avuto così paura!" gridai. Lui mi tirò a se "non credevo di essere così importante per te" mormorò. "Si che lo sei" risposi di slancio "tu sei importante per me! E lo sarai per sempre". "Per sempre?" "Always" lui mi guardò, non capendo la mia risposta "scusa" ridacchiai "ma ci stava troppo rispondere Always" la mia risata si fece più forte tanto che contagiai Dylan. Poi mi fermai di botto. "Ma come ti sei permesso eh? Buttarti senza dirmi niente?!" iniziai a picchiarlo, lui si difese "sei uno sconsiderato, egoista, insensibile, babbano!" lui ridacchiò. "Che offesa é babbano?". "É un offesa, non discutere" continua a tirargli calci e pugni finchè non sbollii. "Finito?" mi chiese. "Finito." risposi soddisfatta. Sentii qualcuno ridere nella mia mente e solo allora notai la presenza di un enorme drago rosso vicino a noi. Siete buffi voi umani, cambiate umore in breve tempo. "Xena questa é Valkyria, il mio Drago". Piacere di conoscerti disse educatamente la creatura. Il piacere é mio risposi a modo. Hai già parlato con Draghi tu? Non é la prima volta, percepisco. Quella dragonessa era troppo sveglia "sono nei guai" pensai "scoprirà che parlo con il Drago". Ma con quelle parole si spense il discorso. "Vuoi fare un volo su Valkyria?" domandò Dylan, mettendosi in groppa all'animale e porgendomi la mano. Io la afferrai e mi issai sul dorso della draghessa. Quella spiccò il volo e si diresse verso il Campo, riportandomi a casa. Per tutto il tempo rimasi stretta a Dylan, per paura di cadere. Il suo volto sferzato dal vento era rosso, probabilmente per lo sforzo. Ma un dubbio mi venne lo stesso "che sia rosso per un altro motivo". Cullata dal vento mi appisolai sulla schiena del ragazzo. Cinque minuti dopo -o così mi parve- fui svegliata da alcuni rumori. "Tu sai vero?" era stata una donna a parlare, ci misi un po a riconoscerla -non ancora abituata alla sua voce- ma ci arrivai. Era mia madre. Ero ancora sul Drago, e ancora appoggiata a Dylan. "Io so" rispose a bassa voce Dylan "come ha reagito? Hai percepito qualcosa?" il suo tono era preoccupato. "É a pezzi, é difficile per lei sopportare tutte queste notizie, ma ce la farà. Non ti aspettare, Eva che ti ami fin dal principio. É un'esperienza nuova per lei..." aveva percepito tutti i miei sentimenti in così poco tempo? "Si é svegliata" percepì anche quello. Aprii gli occhi e vidi il buio, era calata la sera. "Ben svegliata figliola" mi salutò la donna. Dylan saltò giù dalla Draghessa e mi porse le braccia invitandomi a saltare. Lo feci e atterrai abbracciata a lui. "Buona sera" risposi semplice. E facendo capire il mio disagio me ne andai. Camminammo per un pò, quando fui sicura di aver smaltito la preoccupazione, Dylan era di fianco a me. "Ne vuoi parlare?" "No" risposi secca. Una musica melodiosa risuonò nel Campo, non proveniva dai megafoni invisibili ma c'erano delle persone che cantavano. "Cos'é questa musica?" chiesi, era triste e malinconica ma bellissima. "É la musica di un funerale, vieni. Dobbiamo essere presenti" e correndo ci dirigemmo verso il luogo da cui proveniva la musica. Riuscii ad assistere al funerale e potei direi di non aver mai visto una cosa così tragica e affascinante allo stesso tempo. Su una barca, circondato da lanterne luminose e coperto da un telo c'era il cadavere. La barca prese il largo e quando fu abbastanza lontana, una decina di arcieri scagliò una freccia -tra loro c'erano i familiari- e la barca prese fuoco. Ma al posto di bruciare il tutto si trasformò in un gruppo di bellissime farfalle bianche che volarono via verso il cielo. Rimasi lì ad osservare la scena fino a quando il coro non smise di cantare. "Cos'erano quelle farfalle?" chiesi "anima" rispose Dylan. "É stato un momento emozionante non credi?" cercai di sviare il discorso "si, é una bella cerimonia dopotutto" sospirò. "Ma sicuramente non sarà l'ultimo funerale che vedrai. Con il risveglio di Alucard molte creature oscure attaccheranno questo posto uccidendo molti di noi" sospirò. E io capii che aveva ragione, molti innocenti sarebbero morti a causa di quel drago. Bisognava distruggerlo. Ma qualcosa dentro di me mi diceva "non é Alucard il vero nemico". Finito con i miei impegni da sbrigare andai nel mio appartamento zucca con l'intento di tornare nel mio mondo. Indossare gli stessi vestiti brucciacchiati, sudati e sporchi non era molto igenico. Sdraiata sul mio letto mi concentrai sul Dormitorio 1, dove il mio corpo si era addormentato e così fui risucchiata. Sbattei le palpebre qualche volta e stiracchiai le braccia intirizzite come se avessi dormito per ore in una brutta posizione. E infatti era vero, ero seduta per terra con la schiena indolenzita e il sedere addormentato. Mi alzai con fatica e raccolsi la mia borsa, frugai all'interno cercando il cellulare ma quando lo sbloccai per controllare l'ora e notai che era morto -si era scaricato completamente. Cercai quindi un orologio che segnasse l'ora, ne trovai uno in un corridoio, erano le 5:12. Presi un foglietto e con una penna -trovati su una scrivania- scrissi due parole e lasciai il biglietto vicino al corpo addormentato di Dylan. Mi chinai vicino a lui e lo guardai dormire, non era il vero corpo, era un'illusione. Il vero corpo era a Pandora in quel momento. Allungai la mano verso il suo viso assopito e con il dito lo accarezzai delicatamente, lui si mosse un poco. Mi alzai e me ne andai in fretta, facendo attenzione a non sbattere la porta. Ci misi 20 minuti a raggiungere casa mia, nell'appuntamento con Noah non sembrava distare così tanto. Entrai a casa e con passo felpato salii le scale. Entrata in camera vidi subito mio fratello e Miles che ronfavano beatamente. Sgattaiolai fino al comodino e misi sotto carica il cellulare, poi in punta di piedi andai nella cabina armadio presi il pigiama e infine mi diressi verso il bagno dove mi feci una doccia calda rilassando i muscoli tesi e contratti. Pronta per un sonno ristoratore mi infilai nel letto e ben presto mi addormentai, non prima di aver preso la pozione rivitalizzante. Mi trovavo nel corpo di qualcuno, non lo possedevo, ero solo lì, dentro la sua mente e guardavo attraverso i suoi occhi e mi muovevo attraverso il suo corpo. E tutto quello che vidi e feci non mi piacque, mi disgustò. Ero in un campo di battaglia, l'aria puzzava di sangue e la terra era piena di cadaveri. Persone squartate, senza arti, con armi conficcate nel petto e occhi privi di vita. C'erano anche bambini, morti. Tutti morti. Tranne qualche guerriero in armatura che in groppa ad un cavallo -come lo ero io- che vagava sperduto in quelle lande. D'un tratto il cavallo calpestò qualcosa, che gridò di dolore. Era un uomo. Ferito allo stomaco a causa di un colpa di spada, gli si potevano vedere le interiora. Un conato di vomito si fece strada dentro di me mentre l'uomo in cui ero "dentro" rimase impassibile. Con occhi supplicanti l'uomo cercò di parlare ma dalla sua bocca non ne uscì alcun suono, solo sangue. Era grave. Io e l'uomo fissammo il poveretto, poi estraemmo la Spada, Brisingr. Scendemmo dal cavallo e con un colpo netto tagliammo la testa all'uomo a terra. Gridai di terrore e mi risvegliai, continuando a gridare. Miles e Sean si svegliarono di soprassalto anch'essi urlando frasi tipo "chi va là?" o "ciambelle!" (nota autrice: ahahah ciambelle! Chissà che sogni facevano). Mio padre entrò in camera correndo affannato, io smisi di urlare. Improvvisamente iniziai a piangere. "Ho ucciso una persona" singhiozzai, tenendomi la testa fra le mani. Mio padre mi guardò con occhi dolci "é stato un brutto sogno" mormorò "solo un brutto sogno". Mi abbracciò in modo consolatorio mentre mio fratello e il mio migliore amico si sedevano sul letto vicino a me, il letto si abbassò sotto il peso di quattro persone. "Era così... reale!" le lacrime scendevano calde rigando le mie guance. "Era solo un sogno, adesso ti preparo una camomilla così ti tranquillizzi okay?" mio padre era così dolce in quel momento, cercava di consolarmi ma non sapeva che quel sogno era realmente accaduto. Uscì di stanza e lo sentii scendere le scale. "Non era un sogno" mormorai, alcuni pezzi si stavano incastrando nel puzzle e stava venendo fuori qualcosa. Poi capii, un'ipotesi oltremodo corretta. Quello era il ricordo che Brisingr, la Spada Maledetta mi aveva fatto vedere durante il duello con Sharon. Quello che mi avevano tolto perchè non ero pronta. Quello che mi aveva fatto urlare durante il duello. Quel ricordo cancellato era tornato a galla. Mio padre tornò su con la camomilla e bevendola mi sentii più tranquilla. Rassicurato che fosse tutto a posto mio padre tornò a dormire e lo stesso fecero Miles e Sean. "Non sei stata tu" mi dissi "era quel tizio, io non ho fatto nulla" ripetendomi queste frasi riuscii finalmente a convincermi. Non riuscivo però a prendere sonno, terrorizzata da altre visioni raccapriccianti. Dopo mezz'ora sentii mio fratello iniziare a dormire, dal suo letto provenivano suoni di respiri rumorosi -segno che si era addormentato. "Pssss" sentii "sei sveglia Xe?" era Miles a parlare, dal suo letto in basso proveniva la voce. "Sono sveglia" risposi. "Hai paura di fare un altro incubo?" mi stupii di quella domanda "si ho paura" ammisi. Sentii Miles muoversi, lo vidi alzarsi e infine entrare nel mio letto. "Non voglio che tu faccia un brutto sogno" sussurrò. "Sembriamo Peeta e Katniss cavolo! É la stessa scena!" borbottai, lui ridacchiò "ne sono al corrente. Speravo che te lo ricordassi, dopotutto... Abbiamo visto il film assieme". "E tu hai aspettato tuuuutto questo tempo per fare la stessa scena?" ridacchiai divertita. Iniziai a sbadigliare, le palpebre mi si fecero pesanti e crollai addormentata. "Forse si Xena, forse si" fu la sua risposta prima che sprofondassi in un sonno senza sogni. Quando riaprii gli occhi mi sentivo intontita ma anche più riposata, la testa si mosse senza che lo volessi, così mi resi conto che il mio cuscino respirava. Questo perchè mi ero addormentata sul petto di Miles, ricordai la sua battuta su Hunger Games e non potei fare a meno di ringraziarlo mentalmente. L'orologio segnava le 08:03 ma a quanto pare nessuno dei miei familiari aveva intenzione di alzarsi presto il sabato. Mi stiracchiai e con passo felpato presi il cellulare. Lo accesi e aspettai che si connettesse alla Wi-Fi. Mentre aspettavo ricevetti la notifica di una chiamata persa e di tre messaggi ricevuti. Erano tutti di Noah: Ti avevo chiamato per darti la buonanotte ma non hai risposto :( ... Fa niente. Buona Notte Piccola Xena. M'intenerii a leggere quel messaggio. "Esistono davvero ragazzi così?" mi chiesi "oppure é un'illusione?" optai per godermi Noah, che mi trattava con tanta gentilezza e riguardo. Iniziai con il secondo messaggio. Senti... Sono stato troppo possessivo chiamandoti? Non é che ho fatto male? É la prima volta che corteggio una ragazza☺. Sentii le guance diventare rosse, "mi sta corteggiando!" mi sventolai in faccia un foglio per ricevere un pò d'aria fresca ma il piano ebbe il risultato di farmi sembrare una bambina alle prese con la prima cotta. Sempre più lusingata dalla corte di Noah lessi anche il terzo. Xena ultimo messaggio, tanto stai dormendo quindi li leggerai domani mattina... Ma fa niente, devo scriverti. In effetti erano le 23:04 quando mi aveva inviato il messaggio. Probabilmente te l'ho già detto per cui... Te lo ripeto. Mi sono divertito oggi e mi piacerebbe riorganizzare qualcosa assieme. Tipo andare al cinema... O da qualche altra parte... Come vuoi tu. Fammi sapere. "Chi ti scrive?" chiese Miles, sdraiato nel mio letto mi fissava malizioso "hai un sorriso ebete stampato in faccia" ridacchiò. Guardai il mio riflesso nello schermo del cellulare, in effetti era vero. "Nessuno che ti possa interessare" risposi con finta cattiveria. "Torna a dormire" gli ordinai, avevo intenzione di rispondere ai messaggi. Lui sbadigliò e si coprì la testa con le mie coperte. Ehilà Noah! Grazie per i messaggi, in effetti é vero... Dormivo. Per me va bene, hai detto cinema perchè c'é qualche film che ti interessa? Non feci tempo a premere invio che mi si oscurò lo schermo. Segno di una chiamata in arrivo. Sullo schermo apparve il nome di Dylan, ma non c'era la foto. Risposi incerta trascinando il tasto verde. "Pronto?" "Xena!" "Dylan chi ti ha dato il mio numero?" "Alaska" "Alaska maledetta" borbottai. "Cosa? Non ti sento" "Niente niente" negai. Evitai di dirgli che escogitavo una vendetta nei confronti della mia amica. Lei sapeva. Bisogna precisare che io ho il bisogno di fare una foto assieme alla persona e poi inserirla come foto profilo della rubrica, ciò -pur non volendolo- mi avrebbe portato a fare una foto con Dylan, cosa -che non so perchè- mi irritava. E non avrei potuto non farci la foto, per motivi fisiologici. Mi venivano i crampi allo stomaco, strano ma vero. "Come niente niente?" mi gridò quasi nell'orecchio. "Te ne sei andata in giro a quell'ora del mattino?! E se ti succedeva qualcosa?" "Dylan non ho 3 anni" sentenziai. "E ormai so difendermi, al Campo mi hanno insegnato le basi della difesa". "Ero solo preoccupato per te" borbottò. "Grazie Dylan ma ho imparato a badare a me stessa da un po". "Lo so! Solo che ultimamente stanno succedendo cose assurde che ti stanno scombussolando la vita e... Fa niente. Fatti trovare in soggiorno fra 30 secondi okay?". "Okay... Ma perchè?" non capivo come avrebbe potuto essere a casa in così poco tempo. "FENIX!! VIENI Q.." e la conversazione terminò. "Ora capisco" sussurrai. Vedendo che sembravo una vagabonda con quel pigiama, corsi nella cabina armadio per infilarmi dei morbidi pantaloni della tuta che si stringevano alla caviglia e poi infilai una maglietta pulita. Scesi in fretta le scale cercando di cancellare la paura di quella visione, volevo evitare che Dylan la percepisse. A fine delle scale vidi Dylan seduto sul divano, Fenix invece era intenta a coccolare il mio Loof. Mentre mettevo il piede sull'ultimo gradino ebbi l'orrenda sensazione di aver calpestato qualcosa di viscido e scivoloso. Con occhi colmi di consapevolezza, volli lo stesso controllare che avessi ragione. Una sostanza vischiosa e di un colore tra il rosso e il nero. Impallidii riconoscendolo. Sangue. Saltai indietro dal terrore e lanciai un urletto terrorizzato. Dylan si alzò e mi raggiunse in fretta "cosa c'é?" mi chiese. "Sa-sangue" balbettai indicando ai miei piedi, sbirciando con occhi socchiusi notai però che il sangue era sparito. Un senso di terrore mi attanagliò le stomaco. Stavo impazzendo? "Xena non c'é sangue qui. Che stai dicendo?" mi chiese Dylan guardandomi negli occhi e sorprendendosi della quantità di paura che percepì in me a causa di quell'unica macchia. "Tranquilla Xena. Ci sono io" sussurrò con calma, facendomi sedere sul divano. Fenixia che non aveva notato nulla mi sorrise con enfasi. "Novità?" chiesi curiosa cercando di dimenticare tutto ciò che mi era accaduto. "Si, novità. Ma Dylan... Vai a farti un giro" ordinò al fratello, ridacchiai del suo tono autoritario. Dylan alzò le mani in segno di resa e se ne andò in cucina, probabilmente con l'intento di prepararmi la colazione. Dopo dobbiamo parlare Xe. Okay. "Mi sono fidanzata!" quasi gridò dalla gioia. "Con Sebastian?" annuì. "Finalmente!" esclamai. "Finalmente?" mi domandò stortando la testa incuriosita. "É da quando sono qui che ho notato che ti ama alla follia" le raccontai e lei reagì con stupore. "Non dirmi che non lo sapevi!" sbottai esasperata. Lei negò "corteggiava talmente tante ragazze che l'unica cosa che provavo era disprezzo... Ma poi lui si é confessato e mi sono sentita... Amata. Ed é una bella sensazione! Sono innamorata" parlò tutto d'un fiato continuando a sorridere. "Felice per te" ricambiai il sorriso. "Dovresti trovarti pure tu un ragazzo" sospirò "sai ha Pandora ho perso il conto dei ragazzi che si sono innamorati di te" scoppiai a ridere. "Di me? Ahahahah! Ma chi?" "Preferirei non dirtelo" mi rispose. "Comunque ho già qualcuno in mente" dissi pensando a Noah. "Davvero?? Che bello. Chi é?" "Già chi é?" s'intromise Dylan poggiando sul tavolino la mia colazione: brioches e spremuta d'arancia. Ringraziai Dylan e mi misi a banchettare. "É quel ragazzo dai capelli biondi?" "Come sei generico! Anche Miles é biondo" "Hai capito chi intendo e io ho capito chi intendi tu" finì il discorso Dylan. "Comunque fra un mese verrò nominata Cavaliere e per cui devi esserci alla mia festa. Mi faresti felice" cambiò argomento Fenixia. "Festa? Okay... Ma come lo spiego a mio padre il motivo per cui ho comprato un vestito?" chiesi, naturalmente il vestito era d'obbligo per le feste. "Pago io" disse semplicemente Dylan. "Ehi ehi ehi coosa? Se ne voglio uno costoso?" non mi andava di far spendere soldi a qualcun'altro per una cosa mia. "I nostri zii sono rinomati avvocati per cui non é un problema. Ci hanno dato soldi da mettere da parte ma a noi non servono per cui... Sommati sono parecchi" spiegò Fenix, fu dura convincermi ma i due fratelli -abili a convincere le persone- ci riuscirono. (Nota autrice: potevano vendere ghiaccio agli eschimesi, per così dire) "Fenix, io e Xena dobbiamo discutere di alcune cose... Puoi lasciarci soli?" mormorò e detto questa la sorella scomparì, utilizzando la sua abilità. "Di cosa volevi parlarmi?" domandai. "Ultimalmente stai facendo incubi? Simili a visioni? Molto reali?" come faceva a sapere ciò che sognavo? "Cyrus mi ha riferito che dopo aver impugnato di nuovo Brisingr, il ricordo che ti era stato oscurato poteva riafforare facendoti avere allucinazioni e incubi. Prima hai visto del sangue vero?" il suo sguardo era colmo di preoccupazione per me. "Non é nulla, non ti preoccupare" non mi andava di preoccuparlo ulteriormente. Aveva già le sue cose da gestire. "Non mentirmi Xena. Sai che posso leggerti dentro" sentii un'improvvisa voglia di raccontargli tutto e capii che era lui la sua abilità. Voleva che mi confidassi. "Starò meglio se lo faccio" sospirai e gli raccontai tutto. Alla fine mi sentii un pò meglio, anche se dover ricordare quel massacro era stato uno shock. "Sei una ragazza estremamente forte" constatò Dylan "la gente normale non sarebbe ancora sana di mente" non capii se dovessi prenderlo come un complimento quindi mi limitai ad annuire. "Senti Xena. Fenix ti ha detto della festa... Ma dato che a Pandora non vendono una vasta gamma di vestiti eleganti , la gente tende a venire qui. Pensavo... Dato che tu sei la più esperta del luogo... Possiamo affidarci a te? Ci porterai a fare un giro per cercare i vestiti?" mi chiese, per un attimo avevo pensato che mi avrebbe invitata ma dato che ciò non era accaduto cercai di non sentirmi troppo intristita. Apprezzai però il fatto che avessimo cambiato argomento. "Verrà Rhyse, Fenix, Sharon, Sol e Cat" mentre parlava contò con le dita le partecipanti, io lo interruppi bruscamente. "Ferma ferma ferma! Ma loro non sono di qui" intendevo la Terra "come fanno a venire?" c'era qualcosa che non quadrava. "Se accompagnati -gli abitanti di Pandora- possono venire in questo mondo" mi assicurò Dylan. "Secondo punto" elencai "chi sono le due tizie? Quelle che hai nominato" ero un misto fra la gelosa e la incuriosita e le due emozioni erano così forti che non potei sperare che Dylan non le avesse percepite. "Sol e Cat sono due giocatrici della mia squadra" spiegò. "Squadra? Fate dei giochi?" chiesi "oh si! Facciamo partite e giochi con i draghi. Sono uno spasso! Fra qualche giorno c'è la partita di Dragon Fly potresti venire a guardarci. Giochiamo noi" il suo entusiasmo era palpabile. "Okay" accettai l'invito. "Comunque é strano che Sharon abbia accettato... Di solito non viene mai sulla Terra, men che meno per fare compere" mormorò Dylan "credo sia a causa mia, probabilmente vuole tenermi d'occhio" sospirai. "Be in fondo é un bene" sospirò "non si é mai aperta con nessuno. Magari con te lo farà". "Stasera ti dovrai allenare con Colonnello e Skull sei pronta?" Domandò, annuì con foga. "Meglio che vada..." mormorò ad un certo punto Dylan. Lo lasciai andare e mi lasciai andare sul divano. Era così strano ma senza di lui nel mio cuore si formò un vuoto quasi incolmabile. Ansimai spaventata dalla mancanza d'aria, non era una sensazione. Qualcuno mi stava strozzando, una mano invisibile premeva sul mio collo. Vidi un'ombra oltre la porta finestra, il volto era nascosto dalla tenda che la oscurava, era l'ombra che mi aveva fatto fare l'incidente e che mi aveva seguita all'appuntamento con Noah. Stramazzai a terra e sentii dei passi pesanti rimbombare sul pavimento. "Xena!" Il tono di voce non era alto ma nelle mie orecchie suonò come se stesse gridando. La morsa soffocante lasciò la presa e io rimasi a boccheggiare sul pavimento come un pesce fuor d'acqua. Quando incontrai gli occhi azzurri della persona accanto a me ebbi l'illusione che Logan Lerman si mosse smaterializzato di fianco a me. Mettendo a fuoco però notai che era soltanto mio fratello. Sbuffai io e poi sbuffò lui. "Mi hai di nuovo scambiato per Logan Lerman? Xena mi farai impazzire! Sono solo tuo fratello caspio!" Ridacchiai per la parola caspio che mi ricordava che mio fratello non diceva parolacce quindi se le inventava. Inoltre caspio era la parola più spesso usata nel libro The Maze Runner che avevo letto tempo fa. "Xena chi era? Cosa è successo?" Mio fratello si fece improvvisamente premuroso. "Non lo so" mormorai, non era una bugia. "Pensi venga da Pandora?" "Non credo" risposi "aspetta?! Cosa?!" Mi cadde la mascella e lo guardai come se fosse un alieno. Poi iniziai a ridacchiare nervosa "Pandora? Cos'è? Un video game?" Se è uno scherzo divento una iena veramente. "Sorellina, conosco Pandora da molto più tempo di te" mi sorrise tranquillo mio fratello. Pur essendo un mio parente ero piuttosto diffidente. "Però non ci sono mai stato" sospirò e io potei leggere della frustazione nei suoi occhi. "Tutto è inizio quando eravamo piccoli" iniziò a raccontare ( nota autrice: ma chi te l'ha chiesto?)"quando la mattina ti svegliavi mi raccontavi sempre di essere stata in un altro mondo dove c'erano i draghi. Fino a lì tutto normale, stavi sognando. È normale fare sogni così" in effetti era piuttosto normale "poi quando ti svegliavi eri sempre sporca di terriccio. Mi venne così il dubbio che tu la sera uscissi, a 5 anni era piuttosto pericoloso... non trovi?" Annuii, aveva ragione. Quel racconto iniziava ad incuriosirmi sempre di più. "Così rimanevo sveglio le notti per controllare che tu non uscissi" quella frase mi fece provare un moto di tenerezza nei suoi confronti "poi dato che non uscivi e la mattina eri sempre sporca di terra decisi di dormire assieme a te". "Quell'episodio mi permise di poter accedere a Pandora. All'inizio ero solo un'ombra. Nessuno poteva vedermi. Mi limitavo a seguirti mentre giocavi con un drago viola" alla parola viola sbiancai. Era lo stesso che conoscevo ora? Però non parlai e non dissi nulla. Lasciai che Sean continuasse a parlare. "Poi un giorno un uomo è venuto a parlarmi. A me. Che non potevo essere visto. Il suo nome era Samuel. Era un mago piuttosto potente che mi aveva percepito e con un incantesimo mi aveva permesso di poter accedere a Pandora. Da allora sono suo discepolo e mi alleno ogni volta che vado lì". La notizia che mi aveva dato era uno shock piuttosto pesante da sostenere da sola ma sicuramente ero felice di poter condividere l'esistenza di quel mondo con mio fratello. "Domande?" Mi chiese "oh si. Molte" affermai. "Come mai non ricordo di averti detto nulla?" "Eri troppo piccola e anche allora avevi una memoria terribile" in effetti la mia memoria va a farsi desiderare. "Come mai nessuno sa che vai a Pandora? E io non ti ho mai visto?" "Il luogo dove mi alleno è molto lontano dal Campo. E nessuno sa di me perché è stato vietato. Tecnicamente non potrei andare a Pandora. Non ero Predestinato. Quindi abbiamo cercato di non far trapelare la notizia." La sua risposta aveva senso.. e sicuramente io non potevo arrabbiarmi per una sciocchezza del genere, oltre al fatto che avrei dato fuoco a tutto se mi fossi arrabbiata. "Giusto il fuoco" mi si accese una lampadina. "Sei al corrente che le persone a Pandora hanno della Abilità?" Volevo essere cauta, il fuoco può spaventare le persone. "Oh si. So anche la tua. Non ti preoccupare" rimasi in una fase del tipo "cosa stai dicendo?!" Probabilmemte offesa che lui sapesse già tutto. Rispetto a me lui era un genio e il fatto che io potessi sapere qualcosa più di lui era quasi impossibile, infatti lui era anche a conoscenza del Nuovo Mondo. Sospirai rassegnata. "Cosa sai...?" Volevo essere sicura che avesse detto il vero. "La tua Abilità c'entra con il fuoco ma non so bene come funziona" spiegò tranquillamente Sean, gesticolando. "Come lo sai?" A scoppio ritardato mi venne il dubbio. "Be vedi da piccola.." iniziò la storia "avevi messo la mano sul fornello del gas. Acceso. Naturalmente avevo tentato di impedirtelo ma dopo che tu tolsi la mano, non ti era fatta nulla. Così iniziai ad avere qualche idea e... non ti arrabbiare" mi supplicò. Avevo quasi paura di scoprire cosa era successo. "Ho testato questa tua Abilità. E mentre eravamo al campeggio con papà e lui non c'era ti ho gettato in mezzo alle fiamme del focolare." Si mise le mani sopra la testa come a proteggerle da eventuali schiaffi. Ci misi qualche secondo per comprendere ciò che aveva fatto "hai quindi... TENTATO DI UCCIDERMI?!" Riuscii a strillare con moderazione, per non svegliare nostro padre che pur essendo le 10:00 non si era ancora alzato. Mio fratello -seppur con malovoglia- annuii. Mi misi a respirare in modo pesante come quando un toro si prepara a caricare con le corna. "Hai fatto altri test oltre a questo che mi hai raccontato?" Domandai. Lui tentennò e io riuscii a malapena a trattenermi dal picchiarlo. Aveva tentato di uccidermi dopotutto (nota autrice: che bel rapporto tra fratelli). "Non li voglio sapere" lo precedetti, non volevo che si mettesse a raccontare quando aveva tentato di uccidermi. "Sai anche evocare il fuoco" parlava piano e tenendo lo sguardo basso. Con un gesto della mano accantonai il discorso e correndo in camera mia presi velocemente vestiti per correre e dopo essermi cambiata uscii. Con l'Mp3 infilato in tasca feci partire la musica a un livello talmente assordante da zittire pure i miei pensieri e fatto ciò presi a correre. Iniziai con una corsa piuttosto lenta per riscaldarmi i muscoli, poi quando raggiunsi la pista ciclabile -deserta- cercai nella playlist una canzone che mi facesse tenere un ritmo serrato e veloce. Scelta la canzone misi le ali ai piedi e corsi come il vento. Ero talmente veloce che il paesaggio intorno a me era confuso e la musica veniva sopraffatta dal vento. Mi sentivo volare in quel momento, altro che draghi. Io riuscivo a volare anche con i piedi per terra. Arrivai fino alla fermata dell'autobus, avevo fatto un bel po di strada. Rallentai il passo a ritmo di Animals dei Maroon 5. Cambiai direzione e trotterellai fino al parco. Ansimando per lo sforzo notai con gioia che dalla mia bocca provenivano sbuffi di aria calda. Io adoravo gli sbuffi d'aria calda. Saltellando qua e la come una persona sotto l'effetto del siero dei Pacifici espiravo con la bocca provocando nuvolette d'aria calda che mi mandarono ancora più su di giri. "Xena?" Anche se la musica era a palla, qualcuno aveva detto il mio nome. Girai su me stessa per cercare la persona che aveva parlato. Facendo ciò intrecciai le gambe e inciampai sui miei stessi piedi, tipico. Vidi il cemento avvicinarsi al mio viso mentre cadevo. Una mano mi afferrò il braccio e mi tirò su prima che raggiungessi il terreno. La persona che mi aveva sollevata doveva essere dotata di molta forza, poiché sollevare una ragazza -e tutto il suo (leggiadro) peso- senza sbilanciarsi, doveva essere molto difficile. Vidi Noah, era lui a tenermi tra le braccia. Mosse la bocca per parlare ma non sentivo nulla. Poi ebbi la geniale idea di togliere le cuffie. "Scusa Noah... cos'hai detto?" Non mi dispiaceva stare tra le sue braccia quindi non mi tolsi ma per non far sembrare che ero cotta di lui cercai di mantenere un'aria distaccata. Non doveva sentire le mie farfalle nello stomaco. "Ho detto: sei proprio bella quando corri" mi sorrise. Quando mi stava corteggiando diceva sul serio... sentii la terra mancarmi sotto i piedi. Quel sorriso che poteva mandarmi in Paradiso e allo stesso tempo mi faceva stare con i piedi per terra. Cercai di ricambiare "grazie, scommetto che pure tu sei molto bello quando corri, probabilmente" lui scoppiò a ridere, probabilmente era il complimento più strano che gli avessero fatto. Noah inclinò la testa e mi sorrise "grazie". Ci sedemmo entrambi sulla panchina, vicini ma non troppo. Io rabbrividii, non avevo la giacca -non avevo previsto che mi sarei dovuta fermare. Noah con un gesto mi mise la sua giacca addosso, il calore che emanava mi scaldò subito. "Ma... e tu?" Gli sarebbe venuto un raffreddore se non si fosse coperto, pur essendo ottobre faceva freddo al mattino. Scosse la testa e da un sacchetto tirò fuori un altro giaccone "ero andato a prenderne un altro, più pesante -quest'inverno farà freddo. Intanto tu usa quello lì che è già caldo!" Abituata al calore del giaccone, smisi di tremare e iniziai a annusare. Il suo odore era delicato e inebriante e rimasi qualche secondo a inspirarne il profumo. Noah sorrise divertito ma non disse nulla sul fatto che sembravo una psicopatica poiché annusavo il giaccone. "Ti ho mandato dei messaggi ieri..." parlò piano "vero!" Esclamai "ti stavo rispondendo poi Dylan mi ha chiamata e... sono accadute un po di cose e poi mi sono dimenticata del messaggio" raccontai agitando le braccia. "Comunque se vuoi possiamo uscire... oggi non ho nulla da fare". E così fu. Fianco a fianco girammo per la città e più volte ci ritrovammo a rincorrerci per le strade silenziose. Quando raggiungemmo il piccolo bosco vicino a parco iniziò un vero e proprio inseguimento. Come una bambina ridevo e scappavo, inseguita da Noah che sfrecciava tra gli alberi senza però riuscire a prendermi, anche se secondo me lo faceva apposta. Ansimando mi fermai, mi appoggiai al tronco di un albero e presi ampie di boccate d'aria. Qualche secondo dopo -rinvogorita- presi a camminare in cerca di Noah, non lo vedevo più. Una sensazione di panico mi attanagliò le viscere "e se gli fosse accaduto qualcosa?" Mi chiesi preoccupata. "Eccoti" sentì una voce parlare. Vidi Noah a qualche metro da me, il sollievo si fece largo dentro di me. Ridacchiando presi a correre via "ah! E così scappi?" Rise lui "non mi scappi dolcezza" e iniziò a correre pure lui. In men che non si dica mi raggiunse e prendendomi per i fianchi mi fece cadere a terra, lo trascinai con me a terra. Le foglie cadute attutirono la caduta. Noah si inginocchiò su di me per non pesarmi. Scoppiammo entrambi a ridere "ti ho presa" esultò. Ansimando un poco per la corsa il suo viso si fece più vicino al mio, i suoi occhi mi scrutarono dentro e io scrutai dentro i suoi. Improvvisamente il suo sguardo cambiò direzione, guardava le mie labbra e io non potei fare a meno di guardare le sue. Il suo viso si avvicinò traballante al mio ma poi si bloccò, con uno scatto mi allungai verso di lui e unii le mie labbra alle sue. Prima con timidezza poi con passione ci stringemmo l'uno all'altra rotolando tra le foglie. Quando ci staccammo ne volevo sempre di più ma Noah come stordito si staccò. Non ci rimasi male, di Niah avevo capito una cosa... e cioè che non era abituato ad aprirsi con la gente. Alzandomi lo seguii e mano nella mano tornammo a casa. Era ora di pranzo quando tornai a casa e mio padre aveva preparato una deliziosa carbonara, come solo lui sapeva fare. Nel pomeriggil uscii con Alaska e le raccontai tutto su ciò che era accaduto con Noah e lei ricambiò raccontandomi dei progressi con Evan, il misterioso ragazzo -amico di Noah- per cui lei si era presa una cotta. Felici dei nostri progressi in amore ci prendemmo delle crêpes al cioccolato. La sera andai a letto presto e così potei subito iniziare l'allenamento con Skull e Colonnello. Furono le tre ore più difficili della mia vita, dopo avermi fatto fare 50 giri di corsa intorno all'Istituto mi insegnarono mosse della lotta corpo a corpo e mi fecero combattere contro decine di ragazzi, i quali mi sconfissero. Dopo le tre ore di combattimento, Sharon -che si era segnata tutto il programma della mia giornata- mi accompagnò a lezione, dove con Shamal feci un'altra lezione di combattimento. Dopo di essa imparai la semplice pozione rivitalizzante e infine feci una lezione sulla storia di Pandora, nella lezione fu raccontata la guerra elfo gnomica che era avvenuta secoli fa. Dopo le lezioni era prevista un'ora di pausa in cui era incluso il pasto, sfinita pranzai con tutti i miei amici e potei ammirare di nuovo il canto d'inizio pasto. Le fate quel giorno si era sbizzarrite cucinando piatti deliziosi e abbondanti. Dopo il pasto Sharon mi inculcò in testa altri tipi di attacchi con la spada e mi rifece fare il Gioco -mezzo di tortura utilizzato negli allenamenti che consiste in ostacoli dondolanti e letali che ti passano davanti alla faccia e ti colpiscono (se non li eviti), il tutto con l'aggiunta del fatto che sei bendato- sapevo che Sharon lo faceva per il mio bene e per la sua reputazione ma era sfiancante. Dopo l'ora di "riposo" dovetti continuare ad allenarmi con Colonnello. Però cambiai arma, mi fece esercitare prima con il tiro con l'arco, poi con la balestra, ma anche con la sciabola, le mazze ferrate e con i tonfa ( nota autrice: i tonfa sono armi giapponesi simili ai manganelli che hanno i poliziotti, se volete approfondire cercate su internet) di cui mi innamorai -erano armi bellissime. Infine mi fece fare arrampicata, in cui mi trovai a mio agio -poiché facevo arrampicata nel mio mondo- apparte le poche volte che caddi schiantandomi a terra come un budino. Dopo l'allenamento Sharon e Rhyse (che parevano essere diventate amiche) mi trascinarono verso la partita di Dylan. Mi spiegarono in modo semplice le regole. Lo scopo del gioco è entrare nel cerchio di fuoco senza venire sbalzati via, tutto ciò su un drago mentre altri giocatori cercano di colpirti. Inoltre per vincere la partita bisogna trovare 10 gemme nascoste in giro per il campo. Sette giocatori: -un Alzatore, colui che a terra impedisce che la palla tocchi il suolo (si perdono punti se cade); -due Bruciatori, che cercano di bruciare gli avversari; -un Falco; che deve individuare le gemme; -un Invisibile; che ruba le gemme agli avversari; -due Giocatori che devono fare tutto ciò che possono (fare punti, rubare gemme, trovare gemme), in pratica una gran faticaccia. La partita fu emozionante anche per me che non capisco nulla di ciò che stava accadendo, inoltre Dylan aveva detto "vieni a guardarmi alla partita" cosa impossibile dato che lui era l'invisibile e nessuno lo vedeva. Nella squadra di Dylan c'erano molte persone che non conoscevo mentre la squadra avversaria mi era totalmente sconosciuta. Avrei fatto amicizia con il passare del tempo, dopotutto ero lì da neanche una settimana. La sera fui completamente libera dai miei impegni e assieme a Sharon e Rhyse facemmo un pic-nic in un campo fiorito. Naturalmente era una trappola. Sharon e Rhyse mi avevano allontanata dal Campo per addestrarmi con i draghi. Loro -essendo Cavalieri- ne avevano già uno, Rhyse aveva Arrow mentre Sharon aveva Titan. Mi insegnarono varie cose tra cui come fare amicizia -i Draghi tendono a uccidere chi non rispetta certe regole-, come cavalcare un Drago -e mi fecero anche provare seppure fosse vietato- inoltre imparai alcune delle molte razze e mi mostrarono le loro perle. Sharon ce l'aveva blu mentre Rhyse aveva una bellissima perla azzurra. La giornata finì in fretta e senza troppi intoppi e così furono le giornate seguenti. Passò un mese in cui io mi allenavo di notte e studiavo di giorno, sicuramente non potevo permettere che Pandora mi abbassasse la media. Gli allenamenti con Skull e Colonnnello si fecero sempre piu intensi e qualche volta la mia determinazione si fece meno ma Sharon era sempre lì a sostenermi. A proposito di Sharon... io, Rhyse e lei diventammo inseparabili e dopo gli allenamenti loro mi aiutavano con lo studio. Dylan era sempre pronto ad aiutarmi e senza di lui non ce l'avrei fatta. Anche Sean si allenava per diventare Mago e quando tornavamo sul nostro Mondo mi insegnava qualche trucchetto. Il mio rapporto con Miles migliorò, era lui che mi faceva ripetizioni di matematica quando ne avevo bisogno. Ma la cosa più bella, quella che mi faceva svegliare con il sorriso era Noah. Dopo una settimana che uscivamo si era confessato nel bosco vicino al pic nic che aveva preparato e insieme avevamo guardato le stelle. Passò un mese e il giorno del mio compleanno si avvicinava ma ciò che aspettavo con ansia era la festa per la nomina di Cavaliere che si sarebbe tenuta il giorno dopo del mio compleanno, l'1 novembre. Eh già il mio compleanno era il 31 ottobre. Non potevo immaginare del terribile incidente che mi avrebbe colpita. Ero ignara di ciò che accadeva intorno a me, della guerra che stava nascendo e delle terribili creature che si stavano risvegliando.

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Capitolo 44
*** THE END ***


Premessa: 'sto capitolo è lunghissimo. Vedete di commentare in tanti perché me lo sono meritata :) Buongiorno giovane Xena. Mi salutò Drago. Ciao Drago! Gli sorrisi altre nozioni di galateo draghesco? Scherzai. Mi sentivo di buon umore quel giorno. Drago inclinò la testa, probabilmente stupito di tutta quella mia voglia di "imparare", per così dire. Come mai tutto questo entusiasmo? Il suo tono spense la mia fiamma di euforia. "Antipatico" borbottai. "Oggi è il mio compleanno e sono contenta" raccontai a voce, preferivo il metodo tradizionale a quello telepatico. Quanti anni compi? Mi domandò "14, anche se lo dicevo anche prima". Drago si sedette e senza neanche farmi gli auguri -che cafone!- iniziò a raccontarmi altre particolari informazioni sul popolo dei Draghi. Devi sapere giovane Cavaliere e già lì sbuffai, non ero Cavaliere ma lui continuava ad affibbiarmi quel nomignolo che i Draghi hanno due nomi. Uno -che è quello con cui voi umani li chiamate- è quello più diffuso. Poi ce n'è un altro che conoscono solo quelli della stessa razza. È un nome più privato che ci dà onore. Poiché lo si ottiene dopo aver fatto qualcosa di importante. Se tu chiedi a un drago il suo vero nome, lo stupirai e otterrai il suo rispetto. Mi spiegò e io rimasi incantata, come ogni volta che lui mi spiegava qualcosa. "Qual è il tuo vero nome?" Osai chiedere. Generalmente era sempre irremovibile sul non dirmi il suo nome ma tentai lo stesso. Tra i draghi mi conoscono come Vento d'Inverno. Il suo sguardo si fece lontano come se stesse ricordando tempi passati. La lezione è finita. Sentenziò in modo brusco e con un potente battito d'ali spiccò il volo. Potei giurare di aver visto una solitaria lacrima cadere dal suo occhio mentre balzava in aria poi tutto si offuscò e io mi ritrovai a casa,nel mio letto. Fortunatamente era sabato e non dovevo svegliarmi presto. Mi stiracchiai e assicurandomi di essere sveglia e pronta alla luce accecante aprii gli occhi. Non l'avessi mai fatto! Davanti a me si presentarono mio padre, mio fratello, Miles, Alaska, Dylan, Fenix e Noah. In mano tenevano palloncini e quei cosi che sparavano coriandoli. Gridai per lo spavento e rotolai giù dal letto, ridacchiai e mi rimisi in piedi mentre la mia famiglia si metteva a cantare la canzone di compleanno. Finita la canzone Miles urlò "oh oh voglio fare una cosa che ho visto in un film americano!" E spiegò a tutti come funzionava: ognuno mi doveva dare una pacca sul sedere in base agli anni che avevo. 14 anni, 14 pacche. Il mio sorriso vacillò. Due pacche ciascuno. Per primo arrivò mio padre che sghignazzando come un bambino mi diede due pacche e mi baciò "auguri cipolla" mi sussurrò. Poi toccò a tutti gli altri e io mi sentii sempre più in imbarazzo ogni secondo che passava. Quando toccò a Dylan e a Noah stavo per esplodere, lanciai uno sguardo truce a Miles che se la rideva con Alaska. Quei due erano in combutta. "Adesso posso darmi una sistemata o avete in mente un'altra geniale idea?" Chiesi sarcasticamente. Tutti uscirono dalla stanza tranne Noah che mi guardò con occhi dolci, si avvicinò e mi diede un bacio "auguri piccola" mi sussurrò e mi sentii sciogliere. Tra le mani mi ritrovai una scatoletta, come quelle scatolette con l'anello di fidanzamento. "Sicuramente non è un libro" sghignazzai, lui mi incitò ad aprire la scatoletta e con le mani tremolanti lo feci. All'interno c'era un bellissimo anellino sottile con una piccola pietra -diamante probabilmente- incastonata dentro. Iniziai a boccheggiare come un pesce fuor d'acqua "N-Noaaah" balbettai "OMIIODDIO NOAH È BELLISSIMO" strillai saltandogli addosso, poi cambiai reazione "ma non dovevi" mormorai, sentivo i sensi di colpa "chissà quanto ti sarà costato" mi venne un infarto a immaginare il prezzo. "Non ti preoccupare" mi avvisò "é stato il mio amore per te a pagare" parlò in tono melodrammatico. Scoppiammo entrambi a ridere, avevamo imparato stando assieme che non eravamo tipi sdolcinati quindi quando accadeva qualcosa di eccessivente mieloso, ridevamo. "Ieeeeena" mi chiamò mio fratello "spicciate!" Ogni tanto usava quel tono da napoletano che mi faceva ridere "arriiiiiivo" urlai imitando Aldo (Aldo, Giovanni & Giacomo). Noah se ne andò e io mi cambiai in fretta. Scesi le scale di corsa e scoppiai a ridere vedendo tutte le persone più care a me che sbavavano di fronte alla mia torta al cioccolato. "La fetta più grande è mia" sentenziai. Mangiammo in allegria chiaccherando del più e del meno, dopo infinite partite alla Wii -dove stracciai tutti- arrivò il momento dei regali. Noah il suo me l'aveva già dato ma gli altri no. "Da quale inizio?" Chiesi. Nessuno si fece avanti -come al solito- "ragazzi calma eh" scherzai. "Dal mio" parlò mio padre. Scartai il regalo impacchettato a mano -come piace a me- e rimasi lì a fissare il mio regalo a occhi aperti. Quando mi tornò l'uso della parola iniziai a strillare come una matta saltellando di qua e di la. Era la felpa che ormai chiedevo da mesi! La felpa con il cappuccio a forma di panda. Poiché mio padre era dall'altra parte del tavolo, balzai sul mobile e ricoprii di baci mio padre. Lui rideva e ben presto anche gli altri scoppiarono a ridere. Quando mi passò il fiatone dell'emozione presi il secondo pacco, quello di mio fratello. Anche quello era incartato a mano. Scartandolo non credetti ai miei occhi, li sbattei qualche volta credendo fosse un'illusione. Ma il maglione era ancora lì con il fiero Grifone rampante. Eh già, era la felpa dei Grifondoro. Mi misi una mano al cuore, che batteva all'impazzata "un infarto volete farmi venire! Ammetetelo!" Ansimai. "Be ma ti piace?" A volte dubitavo dell'intelletto di mio fratello. Altro che genio! "Credo le piaccia così tanto che non riesce a parlare" provò a dire Noah. "Ahhhh" mio fratello capì. "Time out" gesticolai "devo riprendermi" e tutti continuarono a mangiare la torta. "Okay! Il prossimo?" "Io sorella" parlò Alaska. Aprii il suo regalo e vidi una bellissima maglietta stile Colpa delle Stelle con scritto Best Friend "guarda qui" Al spalancò la sua felpa e mi mostrò che anche lei aveva la stessa maglietta. Iniziammo a saltellare l'una intorno all'altra in preda a una crisi di stupidera acuta. Era il turno di Miles. Dal sacco si notava indubbiente che erano libri, strappai con cura la carta trattenendo il respiro. Il figlio di Nettuno, Il marchio di Atena e La casa di Ade si presentarono davanti a me. "Uaaaaaaaa" ululai come una sirena. Abbracciai Miles talmente stretto che lui si agitò tutto boccheggiando un "soffoco". Quando lo mollai era viola ma sorrideva. A quanto pare stavamo facendo una gara di sorrisi perché tutti sorridevano come degli ebeti. Allora misi il muso e tutti quanti mi imitarono "Cos'è? Siete uno specchio?" Ironizzai. Mancavano il regalo di Dyl e Fenix, "bisogna precisare..." parlò Fenix "che questo è un regalo metà da parte nostra metà da parte loro" indicò Noah, Miles e Alaska. Il pacco era enorme e pesante, lo tirai piano fuori dal pacco e mi vennero le lacrime agli occhi mentre scoprivo cos'era. Era una bellissima scatola di legno su cui erano attaccate in maniera eccellente -non si potevano staccare- una foto con i miei amici e intorno c'erano bellissime frasi prese dai libri. Sopra la scatola inoltre c'era un grosso cuore su cui -riconobbi la scrittura- Akaska aveva scritto Best friend. All'interno della scatola, oltre a esserci altre foto c'erano tanti, ma tanti dolcetti. Dai cioccolatini ai marshmallow, sentii l'acquolina in bocca. "Grazie ragazzi" ci volle molta della mia buona volontà per non piangere. Abbracciai tutti quanti e mi sedetti -realizzata- sul divano. La festa continuò e io mi presi un'altra fetta di torta e mi scolai mezza lattina di te alla pesca. "Muoviti" bisbigliò qualcuno "daglielo". "No" Mugugnò. "Xena" cantilenò Fenix "Dyl ha un regalo per tee". Dylan fissò storto la sorella che sorrideva soddisfatta "tieni". Il regalo non era impacchettato e sentii venirmi il diabete solo a guardarlo. Tante piccole meringhine mi stavano chiamando. "Va bene il cioccolato" dissi "i marshmallow" continuai "posso resistere e non farmi venire il diabete. Ma questo" indicai il pacchetto "questo no. Non dovevi. Diventerò iperattiva con queste" non provai neanche a manifestare la mia gioia sapendo che Dylan poteva leggere le emozioni. Lo abbracciai stretto stretto poi mi risedetti sul divano, volevo ammirare la mia scatola. Sopra la scatola c'era un'unica foto che ci raffigurava tutti assieme, tranne Noah, in effetti notai che Noah non era presente in nessuna delle foto e m'intristii un poco. Tutte le foto erano state scattate il giorno in cui eravamo usciti tutti assieme e ci eravamo messi a farci i selfie. Ridacchiai ricordando come ci eravamo divertiti. Quel giorno poi, avevo spiegato a Dylan la mia mania delle foto per la rubrica e lui aveva accettato di farne una assieme a me. Quando mi aveva stretta a se per i fianchi -ricordai- mi ero sentita così felice... "ma a che cavolo pensi Xena?" Mi dissi "hai Noah". Mi schiaffeggiai la mano spazzando via i miei pensieri impuri. "Ma Noah cosa ti ha regalato?" Alaska si era seduta accanto a me. Le mostrai la mano su cui avevo infilato l'anello e lei prese ad agitarsi attirando l'attenzione di tutti i presenti che accorsero per vedere l'anello. Dylan invece se ne rimase in disparte a bersi mogio il suo bicchiere di Coca Cola. Mi dispiaceva per lui ma non capii quel repentino cambio d'umore. Passammo la mattinata in tranquillità e quando fu ora di pranzo mio padre si sbizzarrì. Antipasti: bruschette e salumi. Primo: lasagne. Secondo: arrosto. Contorni: patate fritte e insalata. Dolce: tiramisù e pasticcini vari. Frutta: macedonia. A fine pasto qualcosa era sicuramente avanzato ma eravamo tutti sazi e felici. Verso le tre gli ospiti iniziarono ad andarsene e così, io e i fratelli Frost (Dylan e Fenixia) andammo al Dormitorio 1 per aspettare i nostri amici con cui dovevamo andare a fare shopping. Per l'occasione andai in crisi non sapendo quale maglione indossare. Alla fine optai per Grifondoro, conoscendo Sharon si sarebbe messa a ridere vedendomi vestita da panda. Coprii il tutto con un giubbotto perché fuori faceva freddo. Poiché ero sulla bici di Dylan non feci il minimo sforzo, mi godetti il viaggio e il tempo del viaggio si dimezzò. "Ehilaaaaa" sentii qualcuno gridare. Era Rhyse che agitava la mano. Assieme a lei c'era Sharon e due ragazzi -un maschio e una femmina- di colore. Quando si presentarono scoprii che la ragazza si chiamava Marisol detta Sol e il gemello era James detto Jamie e avevano 16 anni. "Dove andiamo?" Mi chiesero, ero io la guida. "Pff.Che brutto Mondo... tutto asfaltato" borbottò Sharon, la solita. La presi sottobraccio "ti stupirai di quante cose belle ci siano" come guida turistica non potevo far fare brutta figura al mio mondo. "Il posto dove voglio portarvi si chiama Rosa Blu ed è gestita da una famosa stilista che si è trasferita qui per avere un po di relax. Se si cercano bei vestiti si trovano sicuramente lì". Tutti mi seguirono e tra urla e scherzi arrivammo alla boutique. Durante il cammino Dylan e i due gemelli stettero in disparte a confabulare tra loro, spesso mi guardarono ma io cercai di non farci caso. Quando entrai sentii lo scampanellio di una campanellina, da una porta -il magazzino- una voce parlò "Rosieee. Pensaci tu". Una giovane donna dai folti capelli marroni, carnagione abbronzata e occhiali dalla montatura nera si avvicinò a noi. "Come posso aiutarvi?" Ci chiese. "Stiamo cercando dei vestiti per un ballo" spiegai "anche per loro?" Indicò Dylan e James. "Oh no" risposi vedendo Dylan scuotere la testa. "Cosa odono le mie orecchie" una donna spuntò dal magazzino. Capelli neri, occhiali rettangolari e stretti poggiati sulla camicetta. Addosso portava un foulard. Era lei la donna che stavo cercando. "Sei proprio tu ma cherie" sorrise la donna avvicinandosi a me con passo regale, come se fosse su una passerella. "Senà" pronunciò il mio nome con accento francese trasformando la "x" in una "s". "Si sono io" sorrisi cordialmente "Rosie tu peu aller" riuscii a capire cosa disse "oui madame" rispose Rosie. "Vestiti da ballo uh?" Il suo accento si sentiva forte e chiaro "venite" disse portandoci nel reparto abiti. "Belli sono belli ma non potevamo pensarci prima? Domani è la festa se non troviamo il vestito giusto?" Era stata Fenix a parlare "oh cherie. Qui troverete il vestito parfait" rispose Madame Boulevarde. Quando arrivammo al reparto abiti da sera dopo il reparto foulard, borse, scarpe, pantaloni Madame Boulevarde ci scrutò una per una. "Che sta facendo?" Sharon borbottò rivolta a me, cercando di non farsi vedere dalla stilista. "Je suis en train de... no no. Italiano. Sto cercando il colore adatto a voi" a quanto pare la signora stava cercando di parlare l'italiano ma le veniva un pò difficile. Mentre cercava fra gli abiti quelli con il colore giusto gli altri si misero a chiaccherare mentre io fui costretta a intrattenere una conversazione con Madame Boulevarde. "Come sta tuo padre?" Domandò, erano anni che gli andava dietro ma mio padre non se n'era mai accorto "bene bene". "E i suoi libri? Ne sta scrivendo un altro? Sai sono una sua grande fan!" La conversazione continuò qualche altro minuto quando Madame avvisò i ragazzi di andarsene per non vedere i vestiti "et voilà" appesi a uno di quegli appendini per numerosi vestiti ce n'erano una decina di svariati colori. "Tu" indicò Sharon "ho scelto questo colore" e mostrò un tessito color grigio perla, Sharon -seppur non se ne intendesse di moda- sorrise soddisfatta. "Tu" indicò Rhyse "questo colore è divino" tessuto azzurro. Nero per Fenix che esultò. "Per te..." parlava rivolta a Marisol "oh no. Io non voglio un abito. Io ho bisogno di un altro abito ma me lo sono già procurata" rimasi stupita, che ci faceva lì allora? Non capivo. Decisi di rimandare il discorso a più tardi. "Per me?" Domandai. L'unica a cui non aveva detto il colore ero io "a te mon amour donano vari colori... quello che ho scelto, che ti valorizza di più è il viola". "Ma ce l'hanno con 'sto viola" sbottai dentro di me. Mi mostrò il tessuto e ne rimasi incantata. "Ora sbrighiamoci a trovarvi il vestiti adatto" ci incitò la stilista. Entrammo nei camerini stabiliti e lì trovammo una serie di abiti da indossare, poco dopo mentre stavo sistemando il busto del vestito, qualcuno entrò di scatto. Sobbalzai. "Xena" piagnucolò Sharon "che è successo?" Chiesi preoccupata dalla sua faccia "non riesco a tirare su la zip" continuò con un tono lagnoso. "Ma smettila" sbottai cacciandola fuori dal camerino "fa parte dell'allenamento" scherzai. Scoppiai a ridere vedendo la sua faccia sconvolta. "Entra" ridacchiai e l'aiutai con la zip e lei aiutò me. Ci guardammo allo specchio. "Hai visto che gnocca la moretta?" Scherzai indicando il mio riflesso "si... però preferisco l'altra io" Sharon indicò se stessa. "Ora tutte e quattro uscite così possiamo vedervi" ci chiamò Rhyse da fuori. Uscimmo e ci facemmo scrutare dall'occhio indagatore di Boulevarde. "Non non. Questi no. A cambiarsi" e tornammo in camerino. Ci cambiammo circa otto volte e occupammo un'ora intera. Alla nona volta -i vestiti nei camerini erano finiti- Boulevarde ci portò dei vestiti. Gli ultimi che avremmo provato. Quelli "parfait". Con una calma inimmaginabile mi cambiai e indossai il vestito viola che mi era stato dato. Era davvero bello e -modestamente- mi stava da Dio. Il bordo del corpetto era ricoperto di piccole gemme e anche alla vita c'erano alcuni brillanti, la gonna era ampia e spiegazzata -volontariamente- e nei punti in cui lo spiegazzamento andava verso l'alto era fermata da grosse rose viola. La fine della gonna, che arrivava praticente a terra, era liscia e morbida -senza spiegazzamenti. Mi sentivo soddisfatta. Uscii dal camerino e rimasi a bocca aperta davanti alle mie amiche. Sharon indossava un abito grigio perla con uno spacco tra le gambe ed esultava soddisfatta "potrò tirare calci nei gioielli a chi mi darà fastidio!". Rhyse indossava un abito con un corpetto pieno di sbrilluccichini azzurro chiaro mentre la gonna, che sembrava un velo era di un azzurro più intenso mischiato ad altri veli bianchi che facevano un effetto incantevole. Fenixia indossava un abito nero con balze di qua e di la. Sulla spalla destra un intreccio di fiori argentati le faceva da spallina. Era l'unica ad avercela la spallina, i nostri abiti erano tutti senza. Ci ritenemmo soddisfatte e ci togliemmo i vestiti. Li facemmo mettere in una tela per evitare che si rovinassero e raggiungemmo i ragazzi che si erano appisolati su un divano. Li svegliammo. "Devi pagare brother" Fenix sventolò la mano davanti alla faccia del fratello. "Si si" replicò assonnato. Ebbi un moto di tenerezza nei suoi confronti, gli rivolsi un sorriso e lui arrossì fino alla punta dei capelli. Aveva percepito le mie emozioni. Dylan si alzò e arrancando lentamente andò alla cassa dove pagò l'abito di tutte -poiché Sharon e Rhyse non avevano i soldi del mio mondo- impallidii un poco vedendo la cifra ma diede lo stesso la carta d'oro. Sorridendo come delle sceme -reazione solita di una donna dopo aver prosciugato il conto in banca di un uomo- uscimmo all'esterno del negozio, salutando e ringraziando Madame Boulevarde. Erano più o meno le 17:00 e il cielo stava iniziando a scurirsi. "Cosa facciamo ora?" Chiese Rhyse. Scossi la testa "non so ragazzi". "Andiamo a mangiare?" Ipotizzò Fenix. "Uuuh si" battè le mani Sol. "Le solite" ridacchiò Dylan. Portai tutti da Ethan e ci prendemmo una focaccia a testa. Le mangiammo seduti sulle panchine del parco incuranti del freddo. "Ragazzi meglio se tornate a Pandora" concluse Dylan la giornata. Ognuno se ne tornò a casa sua. Camminando per le strade notai poche persone in giro, i tram erano pieni "chissà che caldo che farà lì" sospirai. Sentii altri passi oltre ai miei, mi girai di scatto. Non c'era nessuno. Rabbrividii e mi misi a camminare a passo svelto. Avevo la sensazione che qualcuno mi stesse seguendo. Superai una svolta e mi nascosi. Passò del tempo ma alla fine sentii dei passi avvicinarsi. Poi due persone superarono la svolta e si fermarono "dov'è finita?" Sbottò la ragazza "non lo so, l'abbiamo persa" rispose il maschio "ma era compito tuo guardare dove andava!" Il tono di voce della ragazza si alzò. Riconobbi le voci e rimasi di sasso "Sol e Jamie?!". "Aaaaa" Strillò Marisol. "Che-che ci fate qui?" Ci misi qualche secondo a mettere insieme i pezzi del puzzle "mi stavate seguendo?". "No" sbottò Sol "be tecnicamente si Sol" ammise James. "Perché?" Non capivo il motivo "per proteggerti" fu la risposta. James con calma e pazienza mi spiegò che Cyrus li aveva convocati per guardarmi le spalle, aveva percepito una forza ostile che mi minacciava. "Capisco..." mormorai e troppo confusa lasciai cadere il discorso. Mi accompagnarono a casa "noi staremo fuori" mi avvisò Sol "ma... con questo freddo?" Ero sbigottita. "Siamo abituati alle basse temperature" il suo tono non ammetteva repliche. "Okay" sospirai, entrai in casa e mi feci una doccia veloce. Sviai le domande di mio padre sul perché gli avevo detto di non voler cenare e io risposi semplicemente "non sto tanto bene". Mi coricai nel mio letto e aspettai che il sonno prendesse il sopravvento. Così tanti dubbi mi affollavano la mente... "meoww" miagolò Dobby "ehi ciao piccolo" lo salutai. Quello saltò sul mio letto e mi si strusciò contro facendo le fusa. "Scommetto che neanche tu ci capisci qualcosa della mia vita" sorrisi malinconica mentre grattavo la testolina dell'animale. "Inanzitutto la mia vita si è complicata a causa di Dylan. È lui che mi ha mostrato Pandora. In pratica è tutta colpa sua. Però non riesco ad odiarlo, non riesco. Poi una spada mi sceglie come proprietaria perché ho l'Abilità del fuoco. Poi" calcai di più sul poi "la Spada mi fa avere visioni terrificanti". "Da non dimenticare poi di mia madre. Ho una madre sai?" Chiesi al gatto, non ero molto sana di mente "e poi scopro che mio fratello conosce Pandora e ha tentato più volte di uccidermi" mi venne un dubbio "Sean sa di nostra madre? Oddio. Che faccio? Glielo devo dire?" Il gatto non rispose "ohhhh" quella domanda mi stava consumando l'anima. "E poi?" Mi chiesi in cerca di altre cose traumatizzanti "ah si!" Ricordai "qualcuno tenta di uccidermi e per questo ho due guardie del corpo" ripensai ai gemelli Twain. "Va be poi c'è Noah. Con Noah è tutto a posto. Forse l'unica cosa giusta di questo mese". Mi lasciai sprofondare nel cuscino mentre dal cuore mi si levava un peso. Parlarne -anche se con un gatto- era stato utile. Quel giorno non potevo immaginare che Miles era nascosto dietro la porta della stanza e che Sean dal piano di sotto aveva fatto un piccolo incantesimo per ascoltare ciò che dicevo. Ma forse fu meglio così, credo. (nota autrice: non è questa la fine, non illudetevi) Ben presto -finito con i miei ragionamenti- il sonno prese il sopravvento e mi ritrovai nel mio oscuro appartamento a zucca. Ero così stanca che feci fatica a tenere gli occhi aperti ma riuscii lo stesso a vedere Dobby che versava nella mia bocca la pozione rivitalizzante. Quella volta però non incontrai Drago, come mio solito. Mi ritrovai nella sala del Richiamo, dove un mese e nove giorni fa Dylan Frost mi aveva illuminato sulla presenza di un mondo parallelo. "Chissà chi mi ha richiamata?" Mi domandai. Ben presto un anziano, l'Anziano mi comparve davanti. Tra le mani rinsecchite teneva un bastone. "Oh figliuola, benvenuta" mi salutò "ti ricordi di questo posto?" Mi limitai ad annuire. Sul volto gioviale comparve un'ombra. "Un terribile destino grava su di te. Presto dovrai compiere un viaggio" parlò lentamente "che viaggio?". "Oh non posso parlare di ciò adesso. Devo aspettare che il destino si compia. Ti spiegherò tutto a tempo debito. Intanto tu impara a controllare i tuoi poteri, fanciulla. La guerra è vicina e noi avremo bisogno di te. Numerosi nemici ti attendono, lascia almeno che quei due giovani ti proteggano, per alleviare il peso dei tuoi doveri". Non capii molto il senso del Richiamo se non poteva dirmi nulla ma lo ringraziai lo stesso dell'avviso e delle guardie del corpo. Scaduti i cinque minuti mi ritrovai nella zucca, fresca e rinvogorita. Uscii dalla zucca e non potei fare a meno di notare il fermento che regnava pur essendo -praticamente- notte. "C'entrerà qualcosa l'inizio della guerra" dedussi preoccupata. Nel campo c'era un gruppetto di gente intorno ad un uomo, avvicinandomi riconobbi Colonnello. Impartiva ordini a destra e a manca ai ragazzi che lo circondavano e quando anche all'ultimo dei ragazzi fu impartito cosa fare, mi notò. La sua espressione non cambiò di una virgola ma non mi stupii, come al solito era molto freddo. "Bene bene sei in anticipo oggi" si sfregò le mani "iniziamo subito l'allenamento, credo che dovremmo aumentare le ore. Ne hai bisogno, non sei ancora a un livello soddisfacente" mi offesi un poco ma decisi di lasciar correre. "Dobbiamo però iniziare dalla tua Abilità di cui non sappiamo nulla" annuii mi sembrava l'idea migliore "poi dovrai affrontare la tua Spada, devi imparare a governarla" l'ultimo programma mi fece rabbrividire, non ero molto interessata a quell'arma. "Iniziamo" Colonnello non aspettò neanche che rispondessi. Per sicurezza -o così mi disse- mi accompagnò in uno spiazzo sabbioso "per evitare che tu dia fuoco a qualcosa". "E se do fuoco a lei?" Gli chiesi. Non volevo dargli del tu finché non avrei migliorato il suo carattere, era la mia missione. Ci sedemmo "evoca del fuoco" mi disse guardandomi negli occhi. Improvvisamente la presenza di Drago si fece sentire nella mia mente. Sono proprio curioso rise con il suo tono basso. "Come faccio?" Chiesi rivolta ad entrambi. "Prova a pensare al fuoco" ipotizzò, pareva non intendersene molto di quelle cose. Immaginai la mia mano prendere fuoco, non successe nulla. Provai a concentrarmi più intensamente con il solo effetto di avere la faccia di una con problemi di stomaco. Allora mi venne un'idea e liberai la mente. Sgombra dalla maggiorparte -tutti era impossibile- dei pensieri immaginai nella mia testa un camino con il fuoco acceso. Avevo sempre voluto un camino ma potevo accontentarmi solamente dell'applicazione della tv che mostrava un caminetto. Sorrisi immaginando il fuoco che mi scaldava il cuore, avevo in effetti sempre avuto una certa affinità con quel elemento. Poi l'immagine svanì e la sostituii con un bel falò stile campeggio. Intorno al falò io e Dylan ballavamo, come fanno gli indiani nei film. Non sapevo cosa c'entrasse Dylan ma non volli cambiare immagine. Sorrisi vedendoci ballare scatenati a ritmo di una musica che potevamo sentire solo noi. Giovane Xena! La voce di Drago tuonò nella mia mente risvegliati. Aprii gli occhi, Colonnello si era allontanato di una decina di metri da me, il volto era spaventato dalle fiamme che mi avvolgevano e che mi circondavano. Io rimasi tranquilla come se tutto ciò fosse normale. Poi quando lo desiderai le fiamme cessarono e un silenzio irreale calò sul posto. Osservai con più attenzione il mio maestro e fui piuttosto stupita del terrore nei suoi occhi. Un uomo grande e grosso come lui che aveva paura del fuoco?, non normale. Dedussi allora che aveva avuto qualche trauma e perciò era terrorizzato. "Avevo chiesto poco fuoco... non" si fermò per respirare "così tanto". Decisi di non chiedere informazioni. Un buon inizio sussurrò Drago, ancora presente. Mi esercitai provando ad evocare fiamme contenute e dopo circa mezz'ora -in cui Colonnello rischiò di morire bruciato- ci riuscii. Ero esausta e mi reggevo a malapena in piedi "ehilà Xena!" Mi salutò una voce, Sharon si avvicinò a me "che cera! Hai una brutta faccia" il tono era preoccupato così cercai di sviare l'attenzione dalla mia salute "sto bene ma potevi evitare di farmi tutti quei complimenti" ironizzai "comunque che ci fai qui?" Mi mostrò una tavoletta di cioccolato "oh no. Mi verranno i brufoli e domandi c'è la festa" mi allontanai. "Ma no... questa è ambrosia serve a rimettere in sesto. Un pò come la pozione rivitalizzante solo che non ti fa addormentare" mi spiegò. "Capisco" poiché non faceva venire i brufoli ne addentai il bel pezzo e un minuto più tardi iniziai a sentirmi meglio. Colonnello mi concesse una pausa di mezz'ora e io la passai con Sharon, mia fidata alleata. Lei cercò di distrarmi ma alla fine ogni discorso ripiombava sulla guerra che stava per iniziare e noi non potemmo fare altro che discuterne. "Tutti i Cavalieri andranno sul campo di battaglia..." mormorò lei con sguardo distante. "Cioè vuol dure che tu, Rhyse, Fenix e Dylan" tremai "andrete via?" Il mio corpo fu scosso da un singhiozzo "e se moriste? Dio cosa farei?" Il mio tono era disperato "é un suicidio" non sapevo se foste stato un suicidio ma l'idea che i miei amici andassero in battaglia mi terrorizzava. Sharon mi prese per le spalle e il suo sguardo si fece duro "smettila di comportarti come una bambina! È nostro dovere. Abbiamo giurato di proteggere questa terra e i suoi abitanti. Ciò include te. Se posso morire con la consapevolezza di aver salvato delle vite morirò da Cavaliere e ciò mi rende felice". "Ma non hai paura?" Al sol pensiero mi tremavano le gambe "certo che ho paura per tutti i draghi. Chi non ce l'ha? Comunque l'Anziano ha un piano e io mi fido" ascoltai memtre un pò della sua determinazione si diffondeva in me "che piano?" Chiesi curiosa. "Credo riguardi alleanze con altri popoli... ma non so. La cosa è secretata". Sospirai e sentendo Colonnello chiamarmi tornai nel campo sabbioso, Sharon rimase in disparte a osservare. "Dobbiamo lavorare sul controllo della Spada ora. I poteri li sai evocare e questo è un bene ma se non puoi impugnare una spada così potente -con la tua esperienza- non ci servirai a nulla in battaglia". Ebbi uno scoppio d'ira e le mani presero fuoco, con un gesto le spensi. "Chiama la Spada" mi ordinò. BRISINGR! urlai nella mia testa, ero piuttosto infuriata. Una voce annoiata mi rispose con tono petulante si? Vieni. Ordinai cercando di far valere il fatto che comandavo io. No. Rispose la Spada. Cercai di utilizzare l'astuzia ma se non imparo a controllarti non potrò usarti in battaglia... cercai di isare una voce da bambina dolce. Percepii la stizza della Spada e sorrisi, pochi secondi dopo mi scomparve nella mano destra. Mi sedetti a terra e Brisingr diede vita alle visioni. Ero nel corpo di qualcuno, forse lo stesso dell'ultima volta -non so. Lo scenario era diverso, stavamo percorrendo un sentiero. Ero davanti un gruppo di persone, sentivo gli zoccoli sul terreno. Un rumore ci fece girare e io potei guardare il gruppo di uomini che mi seguiva. Erano tutti a cavallo tranne una donna che -trascinandosi- procedeva a piedi. Il rumore era lei che gemeva, probabilmente esausta e con i crampi. "Donna! Sei già stanca?" La voce dell'uomo era dura e la sua risata malefica "credevo fossi più combattiva. Ti arrendi già?" La donna cadde in ginocchio ora che i cavalli si erano fermati. "Io non smetterò mai di combattere!" Disse con grinta guadagnandosi la mia stima. "Non ti rivelerò il luogo del tesoro della mia popolazione!" Risentii la risata malvagia dell'uomo "allora muori feccia" e con un colpo netto di spada le tranciò la testa. Brisingr si sporcò di sangue. Poi la visione cambiò, mi ritrovai a fissarmi. A fissare l'uomo, l'ultima volta che l'avevo visto -riflesso negli occhi della donna- mi sembrava più vecchio, dedussi che fossi tornata indietro nel tempo. La barba non c'era e nei suoi occhi non regnava l'oscurità. Non percepivo Brisingr come mio solito nelle visioni. Il mio sguardo e quello dell'uomo si posò sulla donna che era comparsa nel riflesso. Sorrise e la donna ricambiò, io mi limitai ad osservarli. La donna aveva lunghi capelli mori e gentili occhi castani. "Merida" il tono non era duro ma... aveva un tono innamorato. "Gillian..." Sospirò Merida. Poi non sentii più nulla, solo le voci ovattate di cui non capivo nulla. Riuscii più a meno a intendere il discorso. Avevano poco fa litigato e lei cercava di fare pace continuando però a insistere nella sua idea -qualunque fosse- che non andava bene a Gillian, il quale si arrabbiò molto e con un semplice gesto le fiamme invasero la casa. La donna si mise ad urlare mentre alcune fiamme le salivano su per il vestito. Io e Gillian non soffrivamo per il fuoco e la guardammo bruciare. "Fai qualcosa!" Gridai come impazzita, la mia voce rimbombò nella sua testa ma lui parve non sentirla. Non potevo influire sul passato e gli eventi avvenuti. L'uomo si fece prendere dal panico e dal rimorso a scoppio ritardato quando ormai il destino della moglie era segnato. Il fuoco si spense mentre l'uomo raccoglieva la moglie che si era accasciata a terra e mentre il marito la teneva esalò l'ultimo respiro. L'uomo gridò e tutto tornò a bruciare, le sue emozioni scatenavano un fuoco controllato. L'uomo scappò lasciando la moglie e la casa in fiamme, correndo raggiungemmo un fiume e l'uomo -sconvolto- cercò di togliersi la fuliggine dalle mani con l'acqua e dopo vari tentativi ci riuscì solo che lui non lo vedeva. Continuava a vederle sporche e continuava a ricordare lo sguardo della moglie. Urlò di dolore e di nuovo si incendiò tutto. Quando capii le intenzioni dell'uomo ne rimasi sconvolta, ma era troppo tardi. Quello si gettò nel fiume e si lasciò andare, sputò via l'aria dalla bocca e si fece trasportare dalla corrente. Voleva annegarsi. "Nooooooo!" Gridai disperata e non capii come ma l'uomo mi sentii. Spalancai gli occhi e mi ritrovai di fronte Colonnello "cosa hai visto?" Sharon che era al mio fianco mi abbracciò e aspettò che smettessi di tremare. Con tono più dolce mi disse "lascia che legga i tuoi ricordi cosicchè tu non debba parlare" ma i miei ricordi erano troppo dolorosi e neanche lei riuscii a rimanere impassibile di fronte all'immagine di Merida che bruciava viva. Le visioni finirono e la ragazza raccontò tutto a Colonnello che rimase impassibile. "Come stai?" Mi domandò "traumatizzata direi". "Pausa di una mezz'ora" concesse l'uomo. Sharon e io ci avviammo verso la foreste e ci sedemmo su un grosso masso. "Vuoi parlarne?" "No" scossi la testa "combattiamo?" Rise "con quale spada?" mi domandò "con questa" tirai su Brisingr "pare non voglia più farmi avere brutte visioni oggi" la guardai "vero?" Mi rivolgevo alla Spada. Quella prese fuoco e io lo presi come un si. "Allora okay" si entuasiasmò Sharon. Ci mettemmo in posizione di inizio combattimento. Inspirai e attivai la Modalità Iron-Man. Tutto si tinse di un leggero rosso che si mischiò con il colore naturale delle cose. Iniziai ad analizzare tutto, le piante mi venivano mostrate con una targhetta sopra con scritto il loro nome. Quando analizzai Sharon la ritrovai ricoperta di scritte che indicavano i nomi delle posizioni e una lista di mosse che avrebbe potuto compiere. Ci osservammo a lungo camminando in cerchio con le spade in pugno. Poi lei mi attaccò, schivai il colpo spostandomi a destra e con una giravolta mi ritrovai dietro di lei con la schiena libera. Feci per colpire e le spade cozzarono, si era girata in tempo per parare il colpo. Sorrisi, quell'incontro si stava facendo interessante -secondo Brisingr. Continuammo per un po con il combattimento poi quando fui sicura di aver capito lo stile di combattimento di Sharon la colpii con una sua tipica mossa. Lei rispose al colpo e furono scintille. Sembrava un poco affaticata. Continuai a bombardarla di colpi mentre una nuova energia mi riempiva le vene. Euforia. Euforia della vittoria. "Non credo proprio bambola" mi rispose dopo avermi letto la mente. Mi colpì alle gambe in un momento di distrazione, ne fuoriuscì del sangue. La colpii in un impeto di rabbia. Schivò e fece una mossa verso il collo, se non si fosse fermata in tempo sarei morta. Si fermò e si stravaccò vicino a me, ridemmo. "Mi sono divertita" mi rivelò Sharon "hai delle tecniche eccezionali". "Davvero? Grazie" "Un giorno dovrai insegnarmele" sospirò. La modalità Iron Man si era spenta non appena il duello era finito. Un movimento mi distrasse. Qualcosa si muoveva fra gli alberi nell'ombra. Poi tutto tornò normale ma io continuavo ad avere la sensazione che ci fosse qualcuno. Era la stessa sensazione che avevo provato durante l'assemblea. Era Colonnello, nascosto nell'ombra. Raccolsi una pietra con noncuranza e poi con un gesto fulmineo la scagliai contro il punto in cui vedevo un'ombra di troppo. La pietra non colpì nessuno ma il tiro aveva rivelato la presenza di Colonnello che si era mostrato prendendo la pietra al volo. I suoi occhi sorrisero anche se cercava di non mostrarlo. "Bel combattimento" disse prima di saltare giù dall'albero "Sharon hai un bello stile, con qualche imperfezione ma comunque un bello stile". La ragazza gongolò sentendo quel -secondo la mia opinione- misero complimento. "Devi continuare ad allenarti con la tua amica" indicando Sharon "potresti migliorare Xena". "Ora vieni che ho ideato un allenamento interessante" era un sorriso maligno quello che stava facendo? Mi fece impugnare e mi portò in mezzo alla foresta. Mi bendò gli occhi e io divenni "cieca". "Tieni questa" parlava con Sharon. "Colpiscila" le ordinò. "Ma..." ribattè la ragazza "fallo". Qualcosa mi colpì. "Ahia" quasi gridai, tirai su la benda "rimettiti la benda" mi urlò l'uomo. Sharon mi ricolpì, imprecai. "Diavolo state facendo?" "Allenamento, devi affinare i sensi. Para i colpi" mi incitò. Venni colpita altre volte poi imparai come rispondere. Attivai la Modalità Iron Man e vidi la figura di Sharon, divenne tutto più semplice. Dopo mezz'ora e decine di lividi l'allenamento finì. Feci lezione, soli due ore poiché la terza prevedeva che mi allenassi con la mia Abilità e avevo ritenuto ciò pericoloso. Finite le lezioni cercai di passare il pomeriggio occupandolo con impegni. Aiutai Balthazar a forgiare spade, insegnai a dei bambini come impugnare la spada e aiutai le ninfe a tenere sotto controllo i Pyon che erano agitati. Fece presto sera e mi ritrovai sdraiata a guardare la luna, mi avevano detto che il giorno seguente a Pandora ci sarebbe stata la notte delle stelle cadenti e io non volevo assolutamente mancare. Quando finii di guardare il cielo era ora di andare, ringraziai Crono di aver fatto passare il tempo e me ne andai a casa. L'orologio segnava le 06:13, era ancora prestissimo ma almeno lì avevo la Wi-Fi e j miei amati libri. Mi alzai piano, presi il libro che mi aveva regalato Miles, mi avvolsi sulle spalle una coperta di pail e scesi le scale. Mi stravacchai sul divano e preparai il mio rifugio che avrei utilizzato per le prossime 2 ore. Aprii il pacco delle meringhette -regalo di Dylan- e me ne ficcai una in bocca, era il Paradiso! Notai la luce accesa nello studio di mio padre, sbirciai dentro e lo vidi addormentato sulla tastiera del computer. Presi la coperta che era stata gettata a terra e lo coprì, spensi il computer e me ne tornai sul divano -non prima di aver preparato una cioccolata. Mi rannicchiai e pucciando le meringhe nella cioccolata iniziai a leggere. Due ore dopo ero arrivata a metà libro, cercavo di andare piano per godermelo meglio. Quando mi alzai per andare a lavare la tazza e mettere via le meringhe ero tutta intirizzita. Gli occhi mi facevano male e i muscoli erano esausti. Dobby in versione gatto Dob-Cat mi si strusciò contro. In bocca teneva una fiala, la pozione rivitalizzante. Ne bevvi un sorso e sprofondai in un sonno senza sogni, l'ideale per me. Dopo l'ultimo torto subíto da Drago -che non mi aveva fatto gli auguri- non avevo voglia di vederlo. La parola Vento d'Inverno rimbombò nella mia testa, chissa perché gli avevano dato quel nome... Quel giorno non avevo voglia di fare nulla. Mi sentivo stranamente impigrita. Quella notte poi, dovevo andare a Pandora per la festa. Non potevo mancare. Presi il cellulare e mi misi a guardarmi anime su YouTube. Quando mi stancai erano le 10:30. Mio padre uscì dallo studio barcollando e si mise in cucina a preparare il pranzo. Io mi misi a osservarlo -usare troppo il cellulare non mi faceva bene. Poi scesero Miles e Sean. "Buongiorno" salutai, loro mugugnarono in risposta. Fecero colazione con i cereali e si sedettero vicino a me, Miles si stravaccò sulle mie gambe con la testa e con le braccia (sembrava una scimmia) mentre Sean si poggiò sulle mie spalle. Entrambi tornarono a russare e presto contagiarono anche ne. Quando mi svegliai fu a causa di mio padre che sbatteva un cucchiaio contro una padella con l'intento di svegliarmi. "Finalmente!" Esultò quando aprii gli occhi "é pronto vai a sederti" mi incitò. Mangiammo il delizioso soufflè di mio padre e poi ci mettemmo a guardare un film come nostro solito ogni tanto, quel pomeriggio avevamo optato per Sotto assedio-White House Downfilm con Channing Tatum e mi piacque tantissimo. Tanto che mi misi a urlare ingiurie contro i cattivi e ai poliziotti incapaci mentre tifavo per i buoni, avevo un debole per i filn action con scenario alla Casa Bianca. Nel pomeriggio verso le tre, assieme a Miles e a Alaska -che era venuta a trovarmi poiché non volevo uscire- preparammo i muffin al cioccolato e ci sarebbero venuti bene se Alaska non avesse sbagliato la quantità di lievito da mettere nell'impasto. Verso le cinque Alaska se ne andò e Miles e Sean si misero a giocare alla Wii, io rimasi pigramente a guardarli. Xena? Uh ciao Dylan mi svegliai dal mio torpore. Come va? Bene bene avevo la voce impastata di sonno anche nella mente. Volevo dirti che ho ritirato i vestiti, per cui quando arrivi a Pandora passa da casa mia. Cercherò di non farmi la doccia alludeva alla prima volta che ero andata a casa sua e lo avevo visto con solo un asciugamano addosso -visione indimenticabile. Risi okay. "Xena! Non ridere delle mie sconfitte" Sean mi fissò storto, doveva avermi sentito ridere per Dylan. "Oh si scusa" sorrisi timidamente. Mi rimisi a leggere il mio libro e il tempo -seppur lentamente- passò. Cenai con la mia famiglia in assoluta allegria, Sean aveva trovato un vecchio libro di barzellette di Geronimo Stilton e si era messo a leggerle a tavola. Ridemmo così tanto che alla fine avevamo tutti la mascella dolorante. Dopo cena aiutai Miles a lavare i piatti e chiaccherammo. "Alaska è fidanzata?" Mi chiese ad un tratto. Non capii il motivo di quella domanda "non ne sono sicura. So che sta uscendo con un tizio, Evan amico di Noah". Il volto sempre all egro del mio migliore amico si oscurò. "Capisco" poggiò l'ultimo piatto e se ne andò in camera. "Che a Miles piaccia Alaska?" Mi chiesi. Salii pure io in camera e vidi Miles seduto a terra con la schiena poggiata contro il mio letto. "Vuoi parlarne?" Gli domandai. Lui scosse la testa "devo prima cercare di capire". Decisi che era meglio lasciarlo solo e me ne andai. Dovevo trovare qualcosa da fare, non avevo voglia di andare a Pandora troppo presto. Poi mi venne il lampo di genio "i compiti!" Quasi gridai. Me n'ero conpletamente scordata. Ecco perché non passava il tempo. Presi tutti i libri che mi servivano e mi misi a studiare d'impegno. Tradussi due versioni di latino e conclusi i cinque esercizi di inglese. Evitai matematica come la peste e passai a tedesco, la mia insegnante voleva che facessi tutti gli esercizi sul quaderno quindi mi limitai a ricopiare gli esercizi fatti sul libro su un foglio. Feci gli schemi di storia e scienze e infine lessi il brano di antologia. Erano le 23:47 e avevo finito i compiti. Gli occhi mi si fecero immediatamente pesanti e io cercai di non crollare sul tavolo, salii le scale appisolandomi qua e la poggiata al muro e poi crollai sul letto ingoiando faticosamente la bevanda che Dobby mi porgeva. Quando aprii gli occhi il mio olfatto aveva già percepito un buon odore di fritto. Aprii la porta della mia casa e i ritrovai a sbattere contro Dylan. "Ehila" mi salutò, risposi con un mugugno -la mia bocca era troppo secca per parlare. Percepii la mia fame e mi lasciò passare "é lì il ragazzo delle patatine" indicò il chioschetto. Mi catapultai subito dove si era radunata molta gente e aspettai in fila il mio turno. Dylan si mise di fianco a me, i ragazzi vedendolo gli lasciarono lo spazio per farli superare e raggiungere subito il chioschetto ma lui rifiutò gentilmente e rimase al mio fianco. Sei famoso eh? Scherzai. Be più o meno sono il capo del Campo... sembrava quasi imbarazzato. Complimenti scommetto che sei un bravo capo. Lui annuì spero di esserlo più che altro. Quando fu il nostro turno Dobby sbucò sulla mia spalla anche lui affamato. Niente mi vietava di dargli da mangiare cibo comune quindi gli presi un pacchetto di popcorn. Per me presi una porzione media di patatine fritte e una bottiglietta di thé. Pagai con i soldi che mi porse Dobby, i miei. "Come mai qui vendono il cibo del mio mondo?" Parlavo con la bocca piena ma non me ne importava molto. "Be è buono, che ci posso fare?" Risi. "Okay okay" gli porsi una patatina "vuoi?" Gli chiesi. Lui alzò le spalle "fai aaaa" ridacchiai. Lui aprì la bocca e fece un "aaaa" a basso volume e io gli infilai la patatina in bocca. Lui masticò poi mi prese la mano e se le portò alla bocca, io lo osservai incuriosita "che sta facendo?" Mi chiesi. Aprì la bocca e leccò la punta delle mie dita, ero troppo sconvolta per parlare. "Non sai? Se non ti lecchi le dita godi solo la metà" citò il motto delle fonzies. Poi iniziò il mio sclero "MA CHE TI È VENUTO IN MENTE EH?" urlai. Lui si spaventò della mia reazione. Ma più che ira ero imbarazzata. "TU... IL MIO DITO... TU! DITO!" Me ne andai sbattendo i piedi a terra. "Ma quello è matto!" Sbottai esasperata. "Xena" anche se a voce moderata sentii Colonnello chiamarmi. "Allenamento?" Chiesi inorridendo. "No" rispose "potresti farti insegnare delle tecniche dalla Spada". Lo guardai ancora più storto. Sospirai e me ne andai, guardai l'anello nero all'indice. "Dobby" il Loof mi guardò. "Puoi chiamare Sharon e Rhyse?" Non sapevo esattamente cosa stessi facendo ma tempo fa, Fenix aveva chiamato Sebastian con il Loof. Lui annuì poi tirò fuori un oggetto simile a un disco. "Riferire il nome della persona che vuole chiamare" una voce elettronica parlò. "Sharon e Rhyse" risposi. Sentii il "tuuu tuuu" tipico della chiamata. Poi Rhyse e Sharon comparvero "che figata" esultai. "Hai bisogno?" Ridacchiò Sharon, Rhyse invece era piegata in due dalle risate. "Dove siete?" Chiesi "ho bisogno di un pò di compagnia". "Io purtroppo non posso aiutarti..." Rhyse guardò dietro di sé "sono in missione". "Arrivo" mi disse Sharon e la Chiamata terminò. Qualche minuto dopo vidi Sharon arrivare. "Hai lezione?" Mi domandò "non so". "Balziamo?" Il sorriso di Sharon era convincente. "Andiamo" mi prese per mano e corremmo per la strada "dove mi porti?" Risi inseguendola. "In città. Korus è davvero bella. Muoviti" mi incitò lei. Entrammo in tantissimi negozi di quella bellissima città, Korus. Prima in un emporio di dolci, poi in negozi di armi. Comprai un kit per la pulizia della spada, quello più costoso 40 talenti -così aveva ordinato Brisingr. Mai far arrabbiare quella spada. Ci sedemmo all'interno di una locanda e rimasi un pò stulita quando notai il miscuglio di cose moderne e cose antiche. I tavoli erano tavoli da taverna di decenni fa ma i lampadari erano come quelli cosa si usavano nella mia dimensione. "Come mai questo miscuglio?" La domanda non era chiara ma Sharon capì lo stesso. "Gli elfi hanno imitato alcuni dei vostri metodi di arredamento e li hanno imitati. Per questo motivo potresti trovare molte cose così. A miscuglio" spiegò.Bevemmo un bicchiere di Xam che era la bevanda più squisita che avessi mai bevuto. Aveva la particolarità di cambiare gusto in base a ciò che volevi e diventava subito la tua bevanda preferita. Tutto questo a causa di una sostanza fatata che veniva inserita all'interno del bicchiere d'acqua. Alla fine decimmo di metterci sedute fuori per prendere un po di sole, poiché era una giornata calda. Capii che qualcosa non andava quando Sharon iniziò a distrarsi continuando a guardare un punto dietro la mia spalla con aria indignata. Mi girai e vidi un pezzo di pelle scura scomparire in un vicolo. Erano James e Marisol. "Perché sembri arrabbiata?" Sharon sembrò sorpresa da quella domanda "perché..." tentennò "adesso sono io che ti proteggo. Loro non servono". Era lei la mia guardia del corpo. "C'è una Spa?" Domandai "una che?". "Un centro benessere" spiegai. "Uh si. Il centro benessere Bella Vita" Sharon mi ci accompagnò e assieme facemmo un trattamento completo. Quando uscimmo -non eravamo affamate perché ci avevano nutrito con cibi salutari- saranno state le cinque di pomeriggio. "Quando inizia la festa?" Mi informai "fra poco". Andammo a casa di Dylan dove all'interno c'era Rhyse e una ragazza che cercavano di tranquillizare il momento di panico di Fenix. La ragazza si chiamava Laura ed era la sua migliore amica, Rhyse e le altre erano già pronte. Ci preparammo anche noi. I miei capelli però rovinavano tutto. Sharon mi incitò ad uscire, facendo attenzione a non rovinare l'abito -a cui avevo abbinato delle scarpe con il tacco basso- la seguì. Tutte quante andammo in riva ad un lago dove una ventina di ninfe sistemava i capelli alle ragazze. Due ninfe ci raggiunsero e in quattro e quattrotto ci sistemarono i capelli. I miei semplicemente li spazzolarono ma vennero benissimo, meglio di quando li facevo io. "Svelte" si mise a correre Sharon, che con il suo vestito a spacco ci riusciva bene. Io preferii seguirla con più calma, aiutata da Dobby che mi teneva dietro il vestito. Arrivammo ad un padiglione dove si saremmo tenuta la cerimonia, tutt'intorno il terreno era stato piastrellato per la pista da ballo. Molta gente si era già radunata intorno ai tavoli del buffet e sopra le nostre teste svolazzavano le Nymphs. Qualche minuto dopo arrivò Cyrus e iniziò l'evento. "Come tutti sapete quest'anno ci stiamo preparando per la guerra" aveva un tono grave "e per questo motivo abbiamo velocizzato il periodo di addestramento per Cavalieri. Ma non per questo i nostri giovani sono meno preparati" uno scroscio di applausi mi riempì le orecchie. L'uomo continuò a parlare ma io con lo sguardo cercavo qualcuno, capii chi quando il mio cuore sobbalzò vedendo Dylan vicino al padiglione. "E ora chiamerò i giovani Cavalieri" chiamò una decina di nomi tra cui Fenix e tutti si avvicinarono al padiglione. "Con il potere conferitomi da Pandora vi nomino Cavalieri del Mezzo. Diventerete veri Cavalieri quando compirete le missioni assegnatevi". Sharon mi spiegò che per diventare Cavaliere bisognava compiere una missione e ottenere il tatuaggio a forma di drago sull'avambraccio, se si falliva la missione si rimaneva un Cavaliere di Mezzo -grande vergogna per la persona. La missione era privata e nessuno sapeva cosa bisognava fare. La festa iniziò e le danze pure. Sharon fu invitata a ballare da una quindicina di ragazzi e lei non avrebbe ballato se non fosse stato per la sua premurosa amica. Mi concederai l'ultimo ballo? La voce di Dylan mi rimbombò calda nella mente. Certamente risposi poi fui assaltata da qualche ragazzo che voleva ballare con me. Al quinto ballo stavo morendo "mi concede l'onore?" Balthazar mi si presentò davanti vestito di tutto punto e pulito. Accettai l'invito e buttammo nella mischia "sei una schianto" mi disse. "Grazie. Anche tu. Fai proprio un altro effetto fuori dall'officina" ridemmo entrambi e ottenemmo numerose occhiatacce dalle persone intorno a noi. Finimmo il ballo e io andai a sedermi vicino a Sharon che mi fissava furiosa "é colpa tua" mi sussurrò minacciosa. "Ammettilo che ti sei divertita" ghignai. Le sue labbra si assottilirono e vidi la sua mano cercare il fodero della spada. "Che dici se balliamo assieme?" Le domandai. Vidi che finse di dormire per evitare il nostro ballo ma io la strattonai fino alla pista. Iniziammo a ballare, io continuavo a sghignazzare per la sua faccia e ben presto lei si fece prendere la mano e ballammo con più euforia. Poi vennero a chiederci un ballo e ci separammo. Il mio partner era Gregor. "È da un po che non ti si vede" lo salutai, lui annuì "sono a capo di un'orda di ragazzini incapaci che vogliono diventare Guerrieri e quindi non ho molto tempo" il ballo proseguì in silenzio -non imbarazzante- quando Grefor parlò. "Sai... un tempo avevo una cotta per te" continuai a ballare anche se ero un pò sconvolta "ma ora è passata non preoccuparti" sorrise vedendo la mia faccia. "Be..." non sapevo cosa rispondere "non rispondere e va' da lui". Venni lanciata contro una persona e improvvisamente la musica cambiò in un lento e notai che il cuelo si era scurito e che l'unica luce erano le poche lanterne e le Nymphs. Era molto romantica come situazione. "Questo è l'ultimo ballo. Pensavo non saresti riuscita a liberarti da tutti quei pretendenti" scherzò Dylan. Tra le sue braccia smisi di sentire la stanchezza e mi lasciai andare a un ballo bello e infinito. "Cosa mi racconti di bello? Ti è piaciuta la festa?" Cercò di fare discorso il ragazzo. "È stata bellissima". "Tu sei bellissima" disse di rimando lui. Se si confessava anche lui lo avrei accoltellato. "Be... ehm... si... questo vestito ti dona" aveva percepito la mia furia omicida e stava tentando di rimediare. Ci riuscì male toccò un tasto delicato per entrambi "con Noah come va?". "Bene bene" "Siete una coppia affiatata" "Direi di si" "Ma non durerà molto. È una relazione effimera" sorvolai il fatto che la parola effimera mi ricordasse Teen Wolf e diventai una bestia capendo il significato di ciò che aveva detto. "Ma come ti permetti eh? Chi sei tu per dirlo? Non sei nessuno ecco chi sei. Nes-su-no. E non hai il permesso di offendere chiaro? Avevo cambiato idea su di te ma mi sbagliavo. Mi fai schifo" gli tirai uno schiaffo vedendo che non mostrava un minimo di risentimento. "Non voglio più vederti. Mai più. Stammi lontano. Viscido. Verme. Ahhhh" alzai le braccia al cielo e me ne andai correndo. Piangevo, un persona che era così importante per me mi aveva ferita. Mi faceva schifo. Mi tolsi le scarpe che rallentavano la mia corsa e camminai così senza sapere dove andare. Mi fermai quando sentii dei rumori. Mi avvicinai silenziosamente. "Attaccheremi da qui" le parole erano confuse ma non ci misi molto a capire che erano dei nemici. "Chiamiamo il Dragone per l'attacco sperando che quella ragazzina non sappia ancora usare la spada. È più forte di quando immaginavamo secondo la nostra fonte". "Infatti. Però ha molti punti deboli, se prendissimo una persona a lei cara crollerebbe. Dobbiamo distruggerla da dentro" impallidii riconoscendo quella voce come quella che mi diceva "ti amo". Quella persona che mi abbracciava quando avevo freddo. Lui. "Non può essere" mi dissi. Mi aprii un varco tra i cespugli per vedere meglio. Numerosi Trull si affollavano intorno a due ragazzi. Evan e Noah. Caddi a terra e loro mi videro. Lo sguardo di Noah si fece disperato come non avesse voluto che lo vedessi -per mantenere la copertura probabilmente. "Prendiamola" gridò un Trull quando scappai da quell'incubo. "Fermi" gridarono entrambi poi le loro voci si fecero più lontane. Le lacrime mi solcavano il viso mentre come un film rivedevo tutti gli appuntamenti con Noah. Tutto una finzione. Quando giunsi in uno spiazzo senza alberi caddi a terra. Guardai il cielo e gridai. Gridai contro la mia vita che stava andando a rotoli. Gridai di non voler più vivere e una stella cadente sfrecciò sopra la mia testa. Mi lasciai andare al dolore quando decisi che nessuno doveva trovarmi. Mi concentrai e in un attimo mi ritrovai a casa. Tolsi il vestito zozzo e misi qualcosa di più comodo. Dovevo correre. Non potevo stare ferma. Uscii di casa in fretta e fuori e lasciai che fossero le mie gambe a comandare. Mi ritrovai sola e al buio, i lampioni non sembravano voler funzionare e la luna era oscurata da una nuvola. Crollai a terra, scossa dai singhiozzi. Si poteva davvero soffrire così tanto per un uomo? Dopo qualche minuto le gambe si addormentarono e io non riuscii più a muoverle. Non potevo sopportare oltre. In quel momento la morte sarebbe stata la mia salvezza. In lontananza vidi i fari di una macchina che si avvicinavano, segno che ero vicino a una strada. Poi i fanali vennero verso di me troppo velocemente e io rimasi lì a osservarli. Capii troppo tardi che ero nella traiettoria dell'auto e che il guidatore non sembrava avermi visto. Cercai di spostarmi ma il corpo non mi rispondeva. Vidi la mia vita passarmi davanti a velocità supersonica, era segno che stavo per morire. Il mio desiderio si era avverato, quella macchina avrebbe troncato la mia vita. Ma... io non volevo morire. Porovai a immaginare la reazione dei miei cari alla mia morte e fui percossa dai sensi di colpa. Non dovevo morire. Per loro. Ma era troppo tardi. La macchina veniva contro di me molto velocemente e anche se avesse frenato mi avrebbe colpita lo stesso. Dylan aiuto gridai con tutta la forza che avevo. Però lui non mi avrebbe salvata. Stavo per morire e nessuno sarebbe stato lì a salvarmi. Nota autrice: ciao ragazzi, trumatizzati eh? *si mette a ridere malignamente* Dato che state leggendo questo capitolo deduco che abbiate seguito la mia storia fino alla fine e questo mi rende felice. Raga vi adoro♥ Grazie. Cele. PS il vestito nella foto è quello di Xena, solo non blu ma viola.

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