A ognuno il suo opposto!

di Kimmi
(/viewuser.php?uid=583957)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** C'erano una volta due tipi cornuti ***
Capitolo 2: *** Soggiorno terreno: a ognuno il suo passaporto! ***
Capitolo 3: *** Troll che perseverano: a ognuno ciò che gli spetta! ***
Capitolo 4: *** La crostata manca al Carnevale di Gamzee: è una dolce,tagliente festa. Ognuno partecipi! ***
Capitolo 5: *** Mezzogiorno: le ordinazioni di ogni troll, prego! ***
Capitolo 6: *** A ognuno il suo ombrello! ***
Capitolo 7: *** Nessuno ricorda le parole della Dottoressa? Ognuno dovrebbe! ***
Capitolo 8: *** Regina della savana all'attacco: ogni cancerino viene aiutato. ***
Capitolo 9: *** :33 < Un Miaow al giorno...toglie il Gamzee di torno. ***
Capitolo 10: *** Ogni Luna pizzica il suo Sole, ed ogni Sole ricambia la sua Luna. ***
Capitolo 11: *** Hai diritto alla tua Rosa. ***
Capitolo 12: *** Ogni segno d'Aria cambia meta. ***
Capitolo 13: *** Non proprio ad ognuno spetta un fato del genere. ***
Capitolo 14: *** Almeno un segno di Terra: all'attacco! ***
Capitolo 15: *** E avevano ognuno le proprie ragioni... ***
Capitolo 16: *** Possibilmente, non dimenticando nessuno. ***
Capitolo 17: *** Per la mera incredulità d'ognuno, vado. -Gamkar 1- ***



Capitolo 1
*** C'erano una volta due tipi cornuti ***


C'erano una volta due tipi cornuti,

Karkat e Gamzee erano i loro nomi.
Provenienti da Alternia, i due dovevano continuamente confondersi tra la gente comune. Infatti, essi non erano umani, ma bensì troll; e agli occhi degli uomini apparivano individui decisamente bizzarri in quanto: 
la loro pelle era diversa da quella umana, sia per quanto riguardava la pigmentazione, di colore grigio perla, sia per la sensazione che trasmetteva al tatto, piuttosto umida, come il rivestimento di quegli anfibi che nel mondo terreno saltellano nei campi gracidando.
I troll erano dotati inoltre di iridi dorate e di corna diverse a seconda del loro segno zodiacale. Karkat, da cancerino che era, aveva dei cornini assai piccoli, ma tanto carini! Gamzee, del Capricorno, era ben fornito!
Le sue, erano corna alte, quasi ingombranti, e a volte gli davano problemi nell'attraversare le porte.
Per quanto riguardava il sangue... Se ad uno dei due fosse capitato per errore di recarsi un taglio alle dita,alzando lo sguardo potevano notare i visi sorpresi degli umani che li circondavano: vedere sangue di tinta violacea, giallastra o qualsiasi altro colore era come assistere ad un evento soprannaturale. Nessuno poteva spiegarsi un simile fatto, e del resto nessuno se la sentiva di fare domande.
In questo senso, Karkat era avvantaggiato, poichè il sangue dentro di lui era quasi scarlatto quanto quello umano. O meglio: simile! Si trattava per lo più di un rosso "candeggiato" , mentre quello umano è molto scuro.
Tralasciando aspetto,(al quale provvedevano tramite varie polverine da applicarsi addosso e spacciandosi per ragazzi che indossavano cerchietti con corna finte) e abitudini proprie di questa specie, i due si camuffavano bene; nonostante avessero fama di apparire come soggetti strani e inavvicinabili. Inevitabile.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Soggiorno terreno: a ognuno il suo passaporto! ***


Aahhh, Pianeta Blu

Potevano affermare di trascorrere sereni momenti...
Erano là semplicemente perchè la Dottoressa Terezi, loro conoscente di Alternia, stava conducendo da immemore tempo un esperimento con il fine di avvicinarsi agli umani.
Ora,questi ultimi e il mondo dei troll stavano finalmente interagendo.
Il copito di un troll in landa straniera era dunque imparare quanto più possibile dalle loro consuetudini, portando a casa con loro le vaste conoscenze umane.
L'irrequieto Eridan dell'Aquario, padre di Karkat, si era offerto fin da principio, ma di fatto non fu lui a mettere piede sull'ignoto pianeta.
A Gamzee questo compito non faceva né caldo né freddo, mentre Karkat aveva lasciato malvolentieri il suo nido.
Così si dovette creare uno spazio per lui altrettanto accogliente (con immancabili poster di Jane Jeffrey Cook che oscuravano parte delle pareti), in quella specie di covo che si sviluppava a più piani in altezza e che per gli umani era noto come "appartamento". La unica necessità era quella di avere uno spazio ove riposare sonni più o meno tranquilli.
Ciò che lo irritava, tra le cose, era il disordine provocato dal suo Moirail; termine con cui nel loro mondo si indica una relazione di cooperazione e fratellanza.
Bibite vuote abbandonate sulla moquette, oggetti rotti e sparpagliati incautamente senza senso sul pavimento rendevano la stanza una vera baracca. Ogni volta che Karkat decideva di fare ordine, nel giro di qualche nanosecondo tutto era di nuovo come prima grazie all'amico. Più uno si impegnava a sistemare, più l'altro ce la metteva tutta per disordinare, sembrava una sfida a chi fosse il più cocciuto. 
E cosa avrebbero vinto?

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Troll che perseverano: a ognuno ciò che gli spetta! ***


La compassione dell'altro?

Era questo che ognuno dei due troll si aspettava dal suo Moirail?
Era giusto una routine a cui si erano inesorabilmente abituati e senza accorgersene era entrata nel loro quotidiano.

All'inizio di una nuova giornata, avevano l'onore di alzarsi dal letto quando più gli aggradava, in quanto non avevano veri e propri doveri all'infuori delle ricerche. A patto, poi, di alzarsi veramente. Anche per quanto riguardava i risparmi, erano appoggiati dai loro simili, che provvedevano a rifornirli di tutto ciò di cui avessero avuto bisogno.
Loro, nel loro piccolo dovevano giusto prestare attenzione a non essere spendaccioni, di non eccedere nelle compere insomma.

In mezza mattinata Karkat raggiungeva i negozi più vicini per acquistare i viveri necessari, cercando di muoversi nella più discreta ombra possibile e studiare invece ciò che si aggirava nella luce. Anche quel poco tempo gli era sufficiente per comprendere sempre di più sul mondo umano, e così, per la gioia della Dottoressa, lui imparava qualcosa ogni giorno. Per certo.

Non stupisce che avevano anche qualche amico e conoscente in quel mondo.
Gamzee in particolare frequentava aree pubbliche come i parchi, i suoi preferiti, dopotutto.
Spesso rincorrreva i bambini che erano andati lì con le loro mamme, non poi così tranquille di assistere a tali scene. Eppure lui piaceva ai bimbi umani, e loro piacevano a lui.
Tra queste madri c'era sempre qualcuna che preparava una torta, e allora lui si avvicinava per scroccarne spudoratamente una fetta. Cosa succedeva?
La otteneva sempre e comunque. Loro acconsentivano, pregando dentro di loro affiché quella losca figura si allontanasse una volta per tutte.
E così, incontrandosi per strada con il compagno, tornavano a casa... 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** La crostata manca al Carnevale di Gamzee: è una dolce,tagliente festa. Ognuno partecipi! ***


Siete tutti invitati.
C'è una festa, e Gamzee si assicura che voi partecipiate.


Quando Gamzee perdeva il senno,era irriconoscibile. 
La criniera che si ritrovava, perchè quella non era da considerarsi propriamente una capigliatura, in quei determinati, cruenti momenti poteva far invidia perfino allo scienziato più pazzo di Alternia e Terra messe insieme.
Probabilmente questi comportamenti erano dovuti ad una instabilità psichica.
O forse ad altro. 
Solitamente manteneva un atteggiamento placido, ma quando andava fuori controllo di sé, a Karkat non rimaneva altro che pensare "
Si salvi chi può!" e precipitarsi nel minor tempo possibile al di fuori dell'abitazione.
Perchè era lecito che lo stesso trucco dell'abbraccio non sarebbe funzionato due volte.
Il suo Moirail fu una volta capace di bloccare quell'istinto, quella nausea che violava ogni centimetro del suo essere, semplicemente offrendogli un abbraccio.
Nessuna comparsa di torte fu necessaria.
Un abbraccio che scaldasse il cuore, utile come scudo per proteggersi da quegli oscuri pensieri persistenti, le quali radici sbocciavano a meraviglia dentro di lui, che si poteva dire, era divenuto il vaso ideale per loro. Un contenitore che veniva strapazzato alla grande. Da Moirail adempiente ai suoi doveri, Karkat, sarebbe stato disposto a tranquillizzare l'amico tutte le volte opportune.
Se lo scorrere del tempo fosse stato ideato clemente e infinito, probabilmente Karkat non avrebbe mai lasciato la mano di Gamzee, mai una volta. Così non è e mai sarà, e dunque non ci si può distrarre.
Neanche se fosse... per il suo...
Gamzee e Karkat, così essenziali gli uni per gli altri, si sarebbero ripetutamente allontanati e poi ricongiunti. Ecco un'altra routine.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Mezzogiorno: le ordinazioni di ogni troll, prego! ***


Il rito del mezzogiorno
 
Rimaneva sempre fondamentale per entrambi. 
Karkat era un buongustaio e trovava lecito bearsi dei piaceri di una buona gastronomia senza comunque eccederne mai; dal canto suo, Gamzee, non aspettava altro momento che quello del dessert. Ovvero quando si sarebbe di nuovo gustato torte. Come un malato necessita l'assunzione di farmaci e medicinali, lui doveva costantemente ingerire grandi quantità di crostate perchè lo aiutavano a rilassarsi. 
Come giustificare questo suo comportamento ingordo verso le regine dei forni? 
Vuoi che ad invogliarlo fossero "Zucchero, Cannella, ed ogni cosa è bella"? 
Oh no, quella è la sigla delle Superchicche!
Probabilmente, in questo caso si trattava di gelatina e budino di limone, panna, colorante alimentare, un paio di bottiglie di Faygo direttamente scolate tra l'impasto e dell'amido di mais; il tutto mescolato a ritmi di Honk.
Doveva. Per precisare, nulla e nessuno lo obbligavano puntandogli un qualche mitra o una qualche Beretta M9 contro, solo, sentiva l'impulso ardere dentro dal profondo.
Poteva talvolta essere una saggia idea lasciare che si strafogasse di torta. 
Se questa sua miracolosa toccasana portatrice di serenità veniva a mancare, era un pasticcio! Un pasticcio di carne, ma di qualche essere vivente...

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** A ognuno il suo ombrello! ***


Tanto lo sai che se non lo prendi verrai punito...

Nel loro paese natale, Gamzee si era spinto più volte a tal punto di spezzare le vite di alcuni dei loro amici, in un momento di grave crisi isterica.
Purtroppo, anche sulla Terra ne combinava: ci fu un giorno memorabile, in negativo, ma memorabile.
Come tutte le situazioni in cui si ha il presagio che qualcosa andrà storto, pioveva.

 
Ogni goccia si andava ad ammassare al resto d'acqua stagnante per le strade, e nei pressi delle aiuole si formava man mano così tanto fango che sarebbe stato ben arduo sorpassare il cumulo senza dei pratici stivali da pesca.
"Sì, quelli che ti rendono ancora più fottutamente basso...di quanto non lo sia già!"
Questi parevano essere i pensieri del cancerino.
Karkat, colto di sprovvista sulla via del ritorno, aveva ai piedi le solite scarpe nere; escludendo le giornate uggiose come questa, erano provviste di suola perennemente immacolata e bianca, quasi nessun passo fosse mai stato fatto.
E l'acqua invadeva quelle piccole fessure. (Segno di usura, ma quelle scarpe portavano evidentemente bene i loro anni; ma mai e comunque chiedere l'età a delle signore! )
Le goccie si facevano strada senza chiedere permesso: la sensazione di calze umide non era certo una tra le più comfortevoli.
"Gli umani, da queste parti sono soliti a dire in una giornata come questa... Piovono cani e gatti!" rifletteva tra sé Karkat, senza interrompere il contatto visivo con l'immensa torre dell'orologio che scandiva il tempo.
E una volta giunto dove si sarebbe dovuto aspettare un po di tregua e rilassarsi dopo una strada faticosa...
Tutt'altro!

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Nessuno ricorda le parole della Dottoressa? Ognuno dovrebbe! ***


"Una responsabilità penderà su di voi."

Queste saggie parole potevano essere qualcosa che la Dottoressa avrebbe pronunciato...
 
Entrando: il caos più totale.
Caos che nessun troll si sarebbe potuto immaginare.
Rimuovendo dalla mente al momento immediato ciò che aveva appena visto, nel giro di qualche nanosecondo, Karkat si ritrovò a percorrere, di nuovo, quelle stesse scale percorse poco fa, stavolta anche piuttosto frettolosamente.
Stava tornando sui suoi passi.
Doveva tornare sui suoi passi.
E sbrigarsi. Scattare, ignorando stanchezza e inquietudine.
Ma si rese conto che anche il compagno le stava scendendo.
Costretto ad aumentare il passo, fece finta di salire sull'ascensore che si ritrovava di fianco. Vi si avvicinò, aprendo e chiudendo meccanicamente le porte per rendere il tutto realistico, buttò infine al suo interno le borse della spesa, che finora si era trascinato dietro inutilmente e che gli impacciavano i movimenti.
E l'ascensore prese a salire.
Quel palazzo era alto, infinito. E così le scale.
Qualunque cosa, per guadagnare tempo.
Quando sentì i passi del compagno rieccheggiare sempre più lenti, era convinto di averlo seminato anche questa volta, in uno dei suoi momenti peggiori di crisi.
Peccato che si accorse solamente dopo la stretta al braccio, che era, effettivamente dietro di lui.


 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Regina della savana all'attacco: ogni cancerino viene aiutato. ***


Possibile che erano ancora in due sulla Terra?

aradia megid0
tAVROS NITRAM, 2ollux Captor, KARKAT VANTAS, 
:33 < nepeta leijon, Kanaya Maryam, T3R3Z1 PYROP3, Vriska Serket, 
D --> Equius Zahhak, GaMzEe MaKaRa,Eridan Ampora, Feferi Peixes

...Improbabile.

 
La stretta non si allentò, anzi. 
In un primo momento Karkat preferì non girarsi; poi, aprendo gli occhi vide una figura incappucciata che ora lo stava strattonando, come invitarlo a seguirlo.
Il cancerino non ci pensò due volte, ma nemmeno una a seguire la losca figura,
correndo magari il rischio che quest'individuo fosse l'amico, o, peggio:
un umano.
Ora l'anonimo lo stava stranamente guidando verso le scale superiori.
A Karkat questa "tiritera" cominciava ad irritare parecchio.
Dunque protestò: si bloccò all'istante. Eppure, non poteva credere alle sue orecchie da troll quando sentì una voce femminile a lui famigliare ( e che famigliare! ) rimproverarlo:
"Beh? Seguimi!"
E nel riprendere a correre:
"...per niente carino"
Karkat voleva essere sicuro di aver sentito corretto, e chiese di ripetere:
"Non sei per niente carino se ti sei dimeticato sul serio di me! :33"
In quell'istante non ci furono più dubbi, e si morse la lingua per non esserci arrivato prima.
Seguì la ragazza fino a che non arrivarono agli splendidi giardini pensili sulla terrazza. Ognuno dei due poteva finalmente tirare un sospiro di sollievo.
Così fecero entrambi in sintonia, nel medesimo istante.
Lì, la quiete era nell'aria.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** :33 < Un Miaow al giorno...toglie il Gamzee di torno. ***


Dopo ogni tempesta chiamata Gamzee, la calma.

Le foglie delle piante del giardino si preoccupavano di ondeggiare al ritmo degli spifferi. Fu allora che nella mente del ragazzo balenò la riflessione:
"Una voce dolce, figura bassa ed energica... Non mi posso sbagliare!"
Proprio quando aprì la bocca per parlare, lei lo precedette dicendo il suo nome:"Nepeta! 
Sono io,Nepeta! Così è come se ci fossimo conosciuti un'altra volta, nel caso tu avessi un'amnesia!
"
E nel concludere la frase si sfilò il cappuccio a forma di orecchie da gatto; dava l'idea di essere una tra le cose più morbide di Alternia.
Karkat ne era sicuro che sotto alla cuffia turchese avrebbe visto quel viso, quello che si aspettava di vedere.
Averla quì, per lui era la più grande rassicurazione.
Una troll anche lei, ma del segno del Leone. 
A differenza del ragazzo del Capricorno e del Cancro non sarebbe  dovuta essere sulla Terra anche lei, in quanto Karkat sapeva.
E se così fosse, da quanto era lì, e come?
Lei iniziò:"Ti starai chiedendo..."
"...come fai ad essere sulla Terra anche tu?" attaccò lui.
"Sì, me lo sto chiedendo!"
Lei dunque proseguì:"La Dottoressa Terezi sostiene che le ricerche vanno a gonfie vele, ma ora ha in programma di intensificarle. Infatti ci ha comunicato che tutti avremo la nostra avventura sulla Terra! 
Così... eccomi quà!
"
Karkat intuì:" Dov'è il troll dei mari?"
Lei."Perspicace! 
E' vero, il criterio è di mandarci a due a due secondo il segno opposto di ognuno.
L'acquariano Eridan è proprio la causa del malumore di oggi
del tuo Moirail; così sono venuta a dare una mano al malcapitato cancerino! :33
A dirla tutta... pensavo che ogni cosa sarebbe filata liscia.
"

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Ogni Luna pizzica il suo Sole, ed ogni Sole ricambia la sua Luna. ***


Cancro associato alla mutevole Luna;
Leone corrispondente all'accecante Sole

Luna che riflette Sole
Sole che irradia Luna.

Quasi Moirails,quasi.



"Uuh... Ammetto che abbiamo avuto qualche difficoltà, ma ho notato più collaborazione del solito in te! :33"
Una evidene disapprovazione aleggiava sul volto di Karkat:"Così i due hanno avuto una discussione...
Eridan capirà presto che deve levare le tende da quì.
"
E sempre convinto:"Che zona vi hanno assegnato?"
Lei rispose,impropriamente:"Che importa della zona, facciamo squadra  e accontentiamo la Dottoressa!
Karkat era sempre in imbarazzo se Nepeta tirava fuori il lato capriccioso e morboso di sé, riuscì solo a dirle:"Eviterei Eridan.
Acqua ed Aria sono due elemeni che è meglio stiano lontani l'uno dall'altro.
Immagina uno tsunami e un tifone scontrarsi...
" Le offrì un pratico esempio.
Lei però non fu da meno nella conversazione, e se ne uscì con una saggia osservazione:"Sono certa che lui stia aspettando Feferi, e non appena lei arriverà nel quartiere vicino le chiederà di scambiarsi di coppia, 
loro insieme, e naturalmente la povera Kanaya sarà lascita in disparte.
"
"Per tutti i secchi! Questo non deve fottutamente succedere!"
E Karkat cercava di rimanere dietro al ragionamento fatto."Tu Leone, Eridan Acquario, ma questi opposi vanno uno con chi gli pare e piace, indipendentemente dal criterio di Terezi..."
Mentre Nepeta sembrava assorta, lui sospirò. Cominciava a scaldarsi. "Non che la situazione con Gamzee sia migliore..."
Lei:"Kanaya..."
Lui:"..."

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Hai diritto alla tua Rosa. ***


"Gh-gh...Ghwrrr!!"
Questa stridula  melodia, più o meno piacevole da udire, è ciò che apparterrà sempre a Kanaya, altrimenti non sarebbe più lei. Inconcepibile una Kanaya senza motosega

 
Forse per timore di essere ferita, forse perchè così l'è sempre girato, Kanaya 'mordeva' prima di essere morsa.
Una tecnica che facilmente si può ricontorcere contro di sé.
Ebbene, era sempre stata una troll introversa, non proprio una gran chiacchierona come i parenti dell'amico Karkat.
Non che si fosse mai trovata in condizioni di dolorosa solitudine in mezzo ai compagni troll, ma c'era qualcun'altro che le andava più a genio:Rose Lalonde.
Sì, un'umana.
Quella bionda sedicenne molto 'cerchiettosa' (mai in giro a combinar guai senza il fidato cerchietto!). Lei faceva effettivamente parte di quel singolare quartetto di adolescenti umani che erano in contatto diretto con i troll (forse grazie ad Internet).
In particolare con Kanaya aveva legato parecchio, così tanto, che le due si collocavano nella situazione di 'Matesprit',secondo i principi dei Quadranti di Alternia. Per celebrare la loro alleanza, Rose si era premurata di cucirle un teschietto fucsia sul retro della gonna di lei, nonostante riusciva a malapena a ricucire dei qualsiasi fori.
D'altro canto, la destinataria del regalo badò bene a controllare continuamente l'incolumità della cucitura, per il disapputo di chi le stava attorno, dava l'idea di una troll vanitosa a cui piaceva ogni tanto contemplarsi il proprio didietro. 
Kanaya; così affascinante, eppure, spesso così incompresa.
Cosa poteva fare, ora che non c'erano più traccie della sua preziosa Rose?
Avrebbe forse deciso di cedere ai pensieri più folli, alzando bandiera bianca e riconoscendo la morte della ragazza; avrebbe forse continuato imperterrita per la sua strada, con coraggio, molto coraggio, oppure priva del ricordo della sua rosa?
Ma nei momenti in cui ci si lascia travolgere dallo scorrere degli eventi passati, come si fa? Come la si trova? Come la si trova quella luce chiamatasi speranza?
Bastava solo che le balzasse in mente ciò che accadde tra i ciuffi d'erba...
Chiudendo gli occhi, Kanaya si ricordò ancora di quella sensazione piacevole: era un profumo, un buon profumo; era una rosa, erano più rose. Non era sola, e non si trattava solamente di fiori.
Lei, adagiata sul prato di un argine nei pressi di un fiumiciattolo talmente piccolo da non venir neppure considerato su una cartina; vi era una distesa ricca di rose, insolite per un luogo simile. 
Se non ci fosse stato un saldo e fertile terreno, nessuna rosa sarebbe potuta crescere. In questo caso, Kanaya, segno di Terra, sarebbe stato un piedistallo per Rose, la rosa in sé.
Fu così, in quelle circostanze che l'una si concedette all'altra...
Ebbene Kanaya aveva già avuto un suo soggiorno terreno, alla probabile insaputa del resto dei troll: nulla a che fare con le ricerche di Terezi, anche se questa in sé poteva benissimo essere considerata tale.
Kanaya era probabilmente quella troll che più ne sapeva degli esseri umani.
Ma come aveva raggiunto la Terra per conto suo?
Una domanda futile, in quanto una persona spinta da amore difficilmente si trattiene.

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Ogni segno d'Aria cambia meta. ***


Lei:"Kanaya..."
Lui:"Kanaya è della Vergine."

"
Kanaya è della Vergine, rimarrebbe seriamente sola se Eridan davvero corresse dietro a Feferi dei Pesci. Dovremmo accoglierla con noi per avere il suo aiuto in questo quartiere, per lo meno non ci disperderemo in tal modo..."
Sospirando, Karkat riprese:"
I piani della Dottoressa Terezi vengono smontati quaggiù sulla Terra...
"
Spero di incontrare Eridan ben poco!!" disse concludendo.
Dopo la chiacchierata riconciliatoria Karkat e Nepeta scesero e,  furtivamente controllarono se le acque si fossero calmate.
All'ingresso della costruzione, proprio con le scarpe sul tappetino 'Welcome', videro chi si aspettavano di vedere.
Lui era girato, verso il vetro, forse si stava specchiando.
Dai piedi alla testa, non era cambiato di una virgola da quando si incontrarono l'ultima volta su Alternia: stivali eccentrici, pantaloni a righe, imponente mantello che solleticava il pavimento.
E nel girarsi: capelli neri e ciuffo viola 'naturale', montatura nera, solito broncio di chi ce l'ha col mondo; Eridan era lì, come i due si aspettavano.
Questo troll dell'Acquario era lo stesso che aveva insistito tanto all'inizio per partecipare a questa ricerca. Alla fine, il suo desiderio era stato esaudito, giusto, ha dovuto attendere un poco in più.
Prestando poca attenzione all'ambiente e al circostante, lo chic in carne, ossa e corna si avvicinava ora ai due ragazzi:"Salve a voi!
Me ne stavo giusto andando...
"
Karkat:"
E nessuno ti tratterrà quì.
Sai, Eridan... Penso che domani ci sarà anche una data fottuta pesciolina tra di noi. Ora io e Nepeta leviamo le tende, saremo proprio noi due ad andarcene.
"
Eridan rispose:"
Grazie della collaborazione." E al momento questi sono gli esatti pensieri del cancerino:"Quale collaborazione... chissà!?"
E Mister-Chiccheria riprese:"Non prendermi male se ho abbandonato l'arciere del Sagittario, tua madre, per me i segni di fuoco sono troppo biliosi e non mi fanno bene."
Karkat si occupò velocemente dei congedi:"
Ci si vede, e anche no."
Eridan vide le due figure, cancerina e leonina andarsene, in cerca di nuovi fronti. Da un lato ne era dispiaciuto, che la relazione col figlio era giunta a quei livelli di superficialità, ma uno spirito d'aria libera la mente più facilmente di chiunque altro.

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Non proprio ad ognuno spetta un fato del genere. ***


Nel frattempo... un cancerino, insieme ad aiuto leonino, aveva grandi progetti.

..."Nepeta, seguimi." affermava Karkat, quasi ordinandolo. 
La risposta in arrivo fu:"
Hmmm, non mi dire che avevi dei dubbi al riguardo!" ridacchiando con la solita sua solarità leonina eccessiva; riprese poi:"Heheh, Karkitty, domani..."
"
Per domani dobbiamo già essere pronti ad accogliere Kanaya. 
Molto probabile che Feferi dei Pesci non esprima invece la sua preferenza in merito con chi alloggiare. 
Fottuto autovittimismo!!
" sbottò deciso lui.
Lei cercò di sistemare la situazione...
 :"Hey, Karkitty, perchè non ti rilass-" ...ma come sovente, anzi, spesso e volentieri succedeva con l'adorato cancerino, non riusciva a concludere i suoi pensieri, o perchè interrotta, o perchè si mordeva la lingua.
"
Scommetto le mie corna, e le avrò intatte e ben ancorate alla capoccia anche prossimamente, vedrai! Tsk, scommetto anche su questi affari quà!" affermò un Karkat ancora più fermo, nel frugare ed estrarre poi qualche sterlina dalle tasche dei neri jeans; e Nepeta tornò a miagolare:"Uno scommettitore parecchio accanito, direi!
Ma ora cosa possiamo combinare nell'attesa?
" fu la domanda di una Nepeta stanca e perplessa.
La risposta, d'altro canto, non tardò ad arrivare:"Ascolta, questo che ti chiedo adesso è praticamente un grande, grande favore necessario. Mi farai da braccio destro in questa... 'avventura'! Io ti guiderò e tu coopererai.
Pensi di poter gestire con me le redini di tutti i nostri compagni troll sulla Terra?
" rivolgendo un serio sguardo alla troll-ragazza-gatta, il futuro leader notò un ovvio briciolo di domanda che trapelava dai suoi occhi, ma voleva in ogni caso darle l'idea di uno che non scherzava affatto e che stava parlando sul serio.
Decise di approfondire e togliere ogni dubbio: "
Un imminente Team 'Troll Non Autosufficienti' verrà fondato e guidato dal leader 'Autosufficiente' qui presente." affermò Karkat in una posa vittoriosa.
Nepeta suggerì:"
Potremmo aver bisogno dell'aiuto umano!"
Lui, approvando:"
...l'aiuto di alcune persone... un quattro, su per giù.
Ora ti mostro una strada: se proseguiremo abbastanza, tenendoci sempre per mano, dovremmo raggiungere quel posto..."
"
EH?!"
Un "
EH" bello forte uscì involontario dalle dolci fauci leoncine.
Era evidente che si stava prendendo gioco della giovane troll.
"
Proseguendo... tenendo... tenendo sempre il sud, ovviamente intendevo!!"
Sospirando, o più precisamente sbuffando infastidito, lui:"
Stupido felino!
Non fantasticare, e presta attenzione quà!
Lo intravedo tutti i sacrosanti giorni sulla mia strada di ritorno.
Come posto è appartato e oserei perfino definirlo isolato.
Come vicolo non è al centro dell'attenzione...
"
E lei sgomenta:"
Uh, K-Karkitty stai...!" non concluse nemmeno, colta da imbarazzo e stupore.
Per una volta in probabilmente tutta la sua vita di troll, era effettivamente la prima primissima volta che era LEI ad interromperlo.



 

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Almeno un segno di Terra: all'attacco! ***


..." :33 < Hey, Karkitty, non staremo per fare qualcosa di troppo losco?
Forse divaghi o... sarai serio?!
"

"Non ti interpreto, veramente!"
Lui sbottò nuovamente:"
E lasciami divagare anche un po con la mia immaginazione, tu spegni subito la magia, dannato felino! 
Se pensi che la creazione del mio Team Bianco sia funesta... non saresti una spalla destra doverosa!
Ma io confido in te.
"
Nepeta, ora senza parole per la conversazione, lo era anche per un altro motivo...
Lui:"
Ci fermeremo quà; ho deciso, e se non hai niente da controbattere apro subito questa porta."
"
BEH, aspetta: non che la tua opinione conti alla fine..."
Karkat allungò la mano e chiuse la bocca della compagna, accompagnando col gesto la mascella facendo attezione ai denti canini affilati e presenti in quantità maggiore nelle sue 'fauci'.
Ancora attonita, Nepeta aveva di fronte a sé una costruzione nera grafite, rettangolare, raggiungibile solamente attraversando il famigerato vicolo citato dall'amico in precedenza.
Avevano camminato non poco, adesso che ci faceva osservazione. Abbastanza per aver raggiunto un luogo tanto fuori portata di mano, non necessariamente troppo da accusare dolori ai piedi.
Non era malaccio, sobria come costruzione nel suo complesso. Ci avrebbe pensato l'imminente folla a movimentare il tutto, a renderla più vissuta, se davvero fosse stato necessario.
Solo uno sguardo acuto avrebbe potuto averla vinta sulla sorpresa e non farsi sfuggire il dettaglio 'finestresco': le finestre erano infatti presenti solamente verso l'alto, assenti nei primi piani bassi.
L'unico modo per accedervi era attraversare la, apparentemente piccola, nera e discreta porticina collocata nell'angolo di fondo del suddetto vicolo.
E all'interno a piano terra, insolitamente spazioso, forse troppo, per la staza che era, vi si notavano solo delle centrali scale possenti. Erano di granito nero, ma soffocate quasi interamente da un immenso tappeto rosso, molto in stile ingresso passerella hollywoodiana.
E poi...
Un elegante pavimento a scacchi neri-bianchi dominava la completa entrata ed era ciò che più spiccava agli occhi, avrebbe scroccato uno sguardo anche al troll più distratto, Mister Captor, ad esempio.
Pur essendo effettivamente disabitata, secondo le fonti di Karkat, quella costruzone risplendeva a tal punto che i due troll si potevano fin specchiare in quella scacchiera che era la pavimentazione.
Lui le chiese:" 
Cosa vedi nel riflesso? "
La risposta della leoncina:" 
Vedo... ecco...
Vedo l'immagine di un tipo molto in corna, e al suo fianco la sua spalla destra, piuttosto carina! :33>
"
Karkat dovette riprenderla.
Alla fine era certa, nel profondo del suo cuore, (un cuore da Leone è un cuore importante, insomma!) di aver fatto centro un'altra volta.
Udì una debole tosse di Karkat, forse per esprimere un disappunto, o per camuffare imbarazzo.
Preoccupandosi di distrarsi con dell'altro, il cancerino prese finalmente l'iniziativa e cominciò a salire la scalinata, e Nepeta si affrettava nel frattempo di seguirlo e stare al passo.
Ad un certo punto, ad entrambi i troll sembrava di aver udito un qualche rumore sonoro. 
Riprendendo a salire le scale, senza consultarsi l'uno con l'altra, questo si faceva sempre più vivo, più comprensibile, e sempre più gradevole.
Una voce civettuola, di una ragazza civettuola, usciva da labbra civettuole a ritmi di spazzolate e strofinate.
Forse la costruzione era già dominio della fanciulla dalla fama e detersivi indiscutibili, Cenerentola?
Gli occhi dei due troll, stupidamente si erano messi alla ricerca di una bionda servizievole dagli occhi turchesi.
E invece...
Era una ragazza dai capelli corvini e corna leggermente più alte delle loro che stava dando una lustrata  alla schacchiera.
Parrebbe che l'arrivo di Kanaya sia stato anticipato... COSA!?
Questi erano i pensieri che ballavano ora nelle due menti.
Menti che pensavano, non solo di essere state le prime a mettere piede in quel gran posto, ma anche che Kanaya della Vergine sarebbe arrivata prossimamente.
Ma di fatto, era lei, e nessun dubbio riguardo a ciò.




 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** E avevano ognuno le proprie ragioni... ***


Il portento della Vergine dovrebbero essere l'ordine, l'estetica...
 
...ma forse nel caso di Kanaya Maryam era la capacità di stupire chi la circondava.
Se prima era Karkat che richiudeva la serratura a Nepeta, si ritrovavano ora in due con la bocca spalancata dalla sorpresa; avrebbero avuto bisogno di un chiudi-bocca ciascuno. Meglio mettersi in fila già da subito, in questi casi.
O forse, bisogno di una Kanaya che abbandonò momentaneamente gli stracci, andasse loro incontro, e si premurasse di chiudere la bocca di ognuno. Mano destra sul mento leoncino, mano sinistra su quello cancerino.
E il movimento accompagnato riportò le circostanze, e soprattutto i due troll, alla lucidità.



Nel frattempo...
In un mondo parallelo,
o semplicemente Alternia...


"Non che non mii iimportii che non è iil miio turno..." disse una voce fiacca.
"C4PTOR!" una voce responsabile rimproverò.
"Sciiallaaa, Tereziiii..." la voce più bassa pareva sempre parlare secondo una data cantilena.
"Più t4rdi, nel mio tribun4le!"
La porta del laboratorietto diabolico di Terezi era lievemente aperta, ciò permise alla incredibilmente muscolosa figura di origliare quanto detto.
D--> " E chi lo avrebbe detto che devo aspettare un consenso?
Potrebbe non arrivare mai, o peggio, arrivare nel momento sbagliato!"
Fu così che gli opposti Gemelli-Sagittario si misero d'accordo, e senza il consenso perlomeno tereziano, forzarono il loro viaggio sulla Terra, all'insaputa di tutti; stile Giulio Cesare, che si alza la mattina e decide senza 'OK' del Senato di conquistare la Gallia. Dunque, i due troll stavano conquistando la Terra, e avevano ognuno le proprie ragioni.
Il ragazzo Gemelli cominciava a sentire carenza di socializzazione e chiassosa compagnia, era inoltre incuriosito assai nel vedere e toccare da sé le preziose tecnologie umane. Avrebbe potuto trovarsi un'appagante lavoro nel settore della robotica, nanotecnologia, o semplicemente come commesso del Game Stop, con tutti i suoi vantaggi.
Anche il ragazzo Sagittario era curioso, o meglio, ragazzo secondo l'età, ma d'apparenza aveva il fisico di un possente taglialegna, ma proprio di uno che taglia la legna tutto il giorno.
In realtà, tra le cose, ciò che più gli premeva era incontrare la sua Moirail Nepeta, a cui era molto, molto affezionato.





 

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Possibilmente, non dimenticando nessuno. ***


Gradite del thé?
 
La troll Kanaya li guidò al piano subito successivo alla scalinata, quasi avesse una tale confidenza all'interno dell'alta costruzione, proprio come se fosse nata e cresciuta lì. Lasciò dunque che i due troll la seguissero per poi accomodarsi sull'invitante divanetto della seconda stanza del corridoio del primo piano, servendo loro del thé.
Anche da dentro, la struttura era prettamente quella di una torre.
":33< Infuso-fusa di limone!" "Verde per me" si sforzò di esser gentile Karkat, senza esito riuscito.
"..."
"Son quì da un pezzo ormai.
Purtroppo io e Feferi, opposti Vergine e Pesci, ci siamo allontanate e perse, non saprei dire dove lei sia quindi. Non mi sono data poi..."  Kanaya fece una breve pausa e distribuì ad ognuno il proprio infuso scelto...
"Non mi sono data poi così da fare nel cercarla, a differenza dell'evidente cura che sto dedicando nel far splendere questo posto." ammise, letteralmente col cuore in mano.
"Non mi importa se voi vi siate perse o meno, ciò che conta è trovarla prima o poi, possibilmente prima, che poi." puntualizzò Karkat, prima di girarsi in direzione di Nepeta, che stava bevendo come una vecchina senza denti facendo quel rumore fastidioso. Doveva essere un bel da fare per lei, però, in quanto i canini parevano quelli di una tigre dai denti a sciabola e sporgevano, infatti, dal bordo della tazza, finemente ricamata e con un rigolo di thé colante al di fuori. "...Uh, mmhhh!
E' segno d'apprezzamento!
" si giustificò lei.
"Lasciatemi dire che quì ci staremmo tutti e dodici e volendo anche dancestor più ancestor messi insieme e, perchè no, perfino qualche umano..." Disse Kanaya come per volerli informare, ma in realtà era più una riflessione indirizzata a sé stessa. Un sorriso si posò ora su volto di Karkat che, a quelle parole, si rizzò in piedi. 


Nel frattempo...
In un mondo parallelo,
no!
Finalmente la Terra:


I treni andavano e venivano e così le espressioni sbalordite degli umani in merito a quei gloriosi occhiali, quelli di Sollux, ovviamente Equius ebbe la decenza di riporre i suoi, perennemente scassati per via della sua vita intensa e scarsa delicatezza, per fortuna ne aveva molte di riserve, tutte con la medesima montatura nera fragilotta.
Avevano forse appena avuto il viaggio più lungo di tutta la loro esistenza e ora si dovevano sorbire un altro pezzetto. Il viaggio, nelle memorie di Equius, verrà sempre ricordato come "Siiamo arriivatii?
MA SIIAMO ARRIIVATII!? Daaiiii, certo che siiamo arriivati!" ...in sostanza un'assillante Sollux rese la traversata eterna, più di quanto non lo fosse già. Inoltre:"T-t-tower of Briidge." ancora un Sollux, stavolta in difficoltà storceva il naso facendo strane facce nel tentativo di interpretare il cartello stradale appena incontrato sul ponte.
Mancava proprio il loro geniale senso d'orientamento... ma in qualche modo, arrivarono a destinazione.
Pareva purtroppo un treno vittoriano, a giudicare dalla velocità con cui progrediva, o meglio, dalla lentezza! Un vero e proprio dispetto trasportare nerd, nerd come il gemellino.
Giunti di fronte alla futura dimora, appurato che il posto fosse giusto, secondo le descrizioni poco attendibili della trinità che già dimorava lì( Kanaya, Karkat, Nepeta), entrarono.
Mentre il fallito arciere si distrasse ad osservare la pavimentazione e corse poi lanciato in direzione Moirail; Sollux, frettoloso:"
C'è iil WII-FII, si?"
"Sarai tu a metterlo!" Kanaya gli veniva incontro dalla scalinata, Karkat che era rimasto dietro la schiena di Kanaya fino al momento, la superò per dare un'amichevole quanto secca pacca che fece sobbalzare l'amico ritrovato. "
Sup." e in risposta ebbe:"KK..." e Sollux fece un inchino satirico. Quanto a Karkat:"Sono un leader ora, p-puoi inchinarti anche le prossime volte, se ci terrai..."

Venne deciso di vivacizzare il posto, modo che potesse accogliere quante più gradite conoscenze.
Fu recuperato uno stereo:Mambostuck manteneva la motivazione.
I lavori cominciarono e proseguirono meglio che una ditta di ristrutturazione di interni; Nepeta passava con lo straccio, Karkat le veniva dietro srotolando il tappeto...
Quando qualcuno alzò il volume, la produttività di ognuno aumentò e in quattro e quattr'otto ogni cosa fu bel che al suo posto.


Cosa sarebbe rimasto da fare?
Oh, sì, giusto: è bene non dimenticarsi della dispersa Feferi, di Tavros, Vriska, Aradia che dovevano ancora arrivare e, situazione sospesa riguardo Capricorno ed Acquario.



 

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Per la mera incredulità d'ognuno, vado. -Gamkar 1- ***


Lascia che le cose abbiano un loro corso;
non dovresti nemmeno incolparti
se dovessero prendere una brutta piega.

 
Vennero a sapere che lo sciuro dell’Acquario e la sciura dei Pesci si erano già incontrati e che insieme se ne erano andati lontano lontano.
Per quanto riguardava Tavros, lui era ancora ad Alternia preso dietro alle necessarie cure e terapie di riabilitazione alle quali anche Vriska era stata costretta a tener parte, nonostante la presenza dei ragni che si portava dietro non facilitava in alcun modo le cose.
Invece, più importante… per quale motivo ancora non vi era nessuna traccia di Aradia dell’Ariete? Non se la sarebbe di certo cavata se avesse dovuto aspettare il suo opposto, la dottoressa stessa, bilancina.
Ancora, sul ragazzo del Capricorno si erano recentemente diffuse indesiderabili voci secondo le quali un pazzo ubriaco fradicio si trascini per le strade di Piccadilly Circus, spargendo inquietudine.
 

… Mentre a …
 
Kilburn;  qualcuno stava pensando: “Testa di cazzo…”  osservando abbastanza distrattamente quei malinconici cornoni nella foto dell’articolo di giornale ‘Il Pazzo Ubriaco fradicio’, sorseggiando del buon thé, tant’era buono che: “Quest’acqua fa tipo schifo.” Si permise di condividere ciò che pensava, in un modo più diretto che un pullman senza fermate.
La prossima volta preparerai da te, allora” rispose una Nepeta che anche di buonora alla mattina non si privava di carne assolutamente buona, e stavolta per davvero a giurarci!
Mooolto megliio quello che sto mangiando iio” disse qualcun altro mentre si serviva delle proprie mani come palette per portarsi del dolce miele alla bocca in perfetto stile orso sulfureo dei Cento Acri circondato da botti colme di ‘honey’.
Tale affermazione non convinse nessuno, un po per via della cretina cantilena e in parte per via di quel miele che era assolutamente discutibile.
Per la lunga durata di dieci secondi in quella cucina regnò il silenzio affiancato dal ticchettio delle stoviglie, poi fu spodestato da un bicchiere che subì la fatale stretta della mano di Equius, e come ovvia reazione gli scoppiò in mano dividendosi in innumerevoli e taglienti cocci di vetro.
D--> “Ooh… lo sapete che non faccio apposta, perdonatemi!”
:33 Tranquillo, tesoro!” una Moirail comprensiva accolse le sue scuse.
“Il quarantesimo genocidio di bicchieri… o sbaglio?
A questo punto impegnati a stabilire un record.” Proponeva per rassegnazione Kanaya, senza peli sulla lingua come suo solito.
Poi ci fu un'altra interruzione che fece andare di traverso un ossicino del pollo che la leoncina stava divorando con quelle sue fauci che si ritrovava, ma in questo caso era qualcosa di inaspettato: la porta d’ingresso che crollava.
MA PORCO GODTIER, chi cazzo è stavolta?!” una testa calda come Karkat non poté trattenersi, nemmeno avesse un nastro avvolto attorno alla bocca, e tutti accorsero giù, abbandonando le loro preziose e ristoranti colazioni.
Con una sola evidente testata degna di un’Ariete soltanto , ancora in posizione di carica c’era, lievemente inclinata nella loro direzione, Aradia.
Che modo amichevole per riconciliarsi con i propri amici!
“Questo è Marte che si manifesta, Aradia!” esclamò Kanaya quasi convinta stessero tenendo parte ad un rito esorcista, con gli occhi ben spalancati in totale contemplazione.
Ben arrivata-miaow!” avvolgendo la marziana personalità in un super abbraccio da orso, anzi, da leone, provando a sollevarla ma fallendo.
Si aggregò dunque Equius che sempre tramite abbraccio sollevò entrambe, e a Nepeta piombò parte della selvaggia chioma di Aradia in bocca, e si mise a sputacchiare i suoi capelli malcapitati.
Era un perfetto quadretto del triumvirato dei segni di fuoco: Ariete, Leone e Sagittario.
Certo, certo. Ho da fare ora, avrai una appropriata festa di benvenuto quando sarò di ritorno,
nel frattempo potreste occuparvi dei preparativi in mia assenza: ho qualcosa da fare.

Il segno d’acqua aveva letteralmente spento ben 3 di fuoco in un solo round, dirigendosi oltre la ormai distrutta porta e, per la mera incredulità di ognuno, se ne andava via.

 
Ancora una volta per via di Gamzee, Karkat si ritrovava a correre.
Quel Moirail era un ottimo stimolante per costringerlo a fargli fare dell’attività fisica, e magari altro.
Correva, correva, e poi che altro… correva?
Anche questa volta il cancerino era senza meta, non sapeva certo dove fosse questa direzione che gli permetteva di raggiungere il compagno.
In realtà era come trascinato da una corrente invisibile, ma evidentemente visibile solo agli occhi dell’interessato, come Arianna che srotolando il filo non voleva perdere Teseo, Karkat sarebbe stato disposto ad averne uno a sua volta, di filo, per legarsi a Gamzee, anche tramite stritolamento, a questo punto pensava.
Dove sono i colpi di genio quando servono?” e a quel pensiero, quasi come graziato, un’idea lo aiutò, balenandogli in mente.
Decise di farsi trovare in quel determinato luogo: non vi era un giorno in cui Gamzee da quando erano sulla Terra non vi faceva una capatina, era quindi certo che avrebbe potuto incontrarlo lì.
Solo... quando?
I minuti passavano, i minuti si facevano ore. 2 Ore, 3.
Aveva deciso di farsi prestare momentaneamente tutta la pazienza presente sulla Terra.
Fu ricompensato della sua costanza: non perdendo le speranze, infatti, venne la sera e con sé portò un dato Capricorno.
Karkat aveva una voglia tremenda di fare capolino al suo cospetto e far di tutto, indipendentemente cosa gli fosse saltato in mente in quell’istante.
Avrebbe anche risparmiato qualsiasi istinto violento, verbale e fisico, solo per un secondo momento.
Ma di fatto, si avvicinarono l’uno all’altro e ci fu semplicemente un abbraccio.
L’oscurità e il troppo veloce svolgimento dei fatti portarono Karkat a non avere nemmeno modo di rendersi conto in che stato fosse il suo Moirail.
Allentata la stretta, prendendosi il suo tempo non notò particolari cambiamenti in lui, se non una evidente sequenza di ferite sul viso: quando Gamzee si chinò appena in cerca del famigliare volto di Karkat, quest’ultimo capì, osservando con un po più di acume, che si trattava di graffi post lotta.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2909485