Funghetti di Hogwarts di Prince Lev Swann (/viewuser.php?uid=318960)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La tizia con il cibo ***
Capitolo 2: *** Un elfo trasgressivo ***
Capitolo 3: *** Beckett e Infant ***
Capitolo 4: *** A pranzo da Winny ***
Capitolo 5: *** Sorpresa di mezzanotte ***
Capitolo 6: *** Sicurezza e Irrequietezza (parte 1) ***
Capitolo 7: *** Sicurezza e Irrequietezza (completo) ***
Capitolo 1 *** La tizia con il cibo ***
L’espresso per
Oguorz
Premessa…
Avete
presente quella caratteristica della comunità magica di
essere
piuttosto tradizionalista e arretrata rispetto al mondo Babbano? Del
tipo “mi vesto come nei secoli passati perché fa
figo” e “anche se sono
in un luogo totalmente privo di magia nell’aria non mi
azzardo a
toccare il telefono, potrebbe mordermi! Meglio aspettare per una
settimana il gufo che va e torna… Sì
sì, più sicuro”. Ecco, non è
cambiato niente.
O meglio, sì, qualcosa è cambiato, ma davvero
poco;
i maghi sono sempre gli stessi e la pensano allo stesso modo. E da una
parte non li si può biasimare.
Perché, ecco, alcune privazioni sono
necessarie: la magia e l’elettricità si
contrastano a vicenda, quindi è
normale che quest’ultima non
sia utilizzata nelle case dei soli maghi. Ma al giorno d’oggi
la
tecnologia ha fatto troppi passi avanti per essere ignorata,
soprattutto dai ragazzi Nati Babbani che vivono in case Babbane con
famiglie Babbane; credetemi, io sono uno di loro, ed è
proprio
inevitabile, considerando che non c’è nessun
rischio. Vedete, visto che
prima dei diciassette anni non possiamo utilizzare la magia fuori da
Hogwarts le nostre case ne sono sempre prive, e così
possiamo sfruttare
le tecnologie e gli strumenti moderni come… non
saprei… gli smartphone
e internet, per esempio, senza avere problemi.
Naturalmente vengono
fatte molte polemiche e accese discussioni riguardo a ciò,
soprattutto
negli ultimi anni: alcuni nerdazzi, tipo me, che però sono
anche maghi,
hanno inventato alcuni modi per aumentare, con la magia, le
possibilità
offerte da alcuni mezzi avanzati utilizzati dai Babbani, come, appunto,
internet, e altri maghi (o streghe) adulti ritengono la cosa
inappropriata e pericolosa, ma di questo vi parlerò in
seguito.
Primo settembre 2014
Attraverso
tranquillamente, come al solito, la barriera del Binario 9 e
¾ e mi
trovo tra la folla davanti all’Espresso per Hogwarts. La mia
civetta,
Mags, si agita nella sua gabbia facendo un tale rumore che molte
persone si girano e mi guardano male. Rispondo con uno sguardo pieno di
disprezzo.
Inizio a
cercare i miei amici in mezzo alla gente, e subito individuo Claire
parlare con Charlie e Isabel. Vado svelto verso di loro pensando al
modo in cui, nel tempo, ci siamo avvicinati.
Claire Winchester e
Isabel McFlour sono del mio stesso anno e Grifondoro, come me.
Charlotte Queen è del settimo anno e prefetto dei Corvonero.
Oltre a
noi, gli altri “vipz” sono i Corvonero Iris Harper
e Andy Marks,
entrambi del terzo anno. Infine c’è Matt, Matthew
Landry, l’unico
Serpeverde del nostro gruppo che… beh, Matt è un
caso a parte. Altri
tipi che ogni tanto si uniscono a noi sono Hajar Dubois, di origini
francesi, Bandit MacDoom e
altri amici di amici vari.
All’inizio
eravamo solo io, Isabel e Charlie: siamo diventati amici durante il mio
primo anno durante una punizione, ma ci siamo avvicinati di
più quando
sono arrivati Iris e Andy, l’anno dopo. Claire, invece,
l’abbiamo
conosciuta davvero solo l’anno scorso. Prima, infatti, mi
sembrava una
persona piuttosto antipatica e credo che lei pensasse lo stesso di me.
Subito noto i capelli biondi di Charlie. «Stai davvero
bene!» le dico.
«Grazie» risponde
lei, sorridendo.
«Nick, deficiente!» mi accoglie Claire, col suo
tono scherzosamente acido. «Cioè, almeno il primo
settembre… un giorno all’anno, uno…
Potresti anche cercare di arrivare a un orario decente. Adesso
troveremo solo gli scompartimenti peggiori, ed è colpa tua,
come
sempreee». Claire è una ragazza sul metro e
settanta, dai capelli ricci
e castani, gli occhi scuri e il naso a patata.
«Ah be’, certo,
naturalmente. E quali sarebbero gli scompartimenti migliori?»
chiedo io, iniziando a caricare i bagagli.
«Quelli vicino alla vecchia dei dolci, ovvio»
risponde Isabel, imitando le mie azioni.
Insieme
saliamo sull’Espresso di Hogwarts e troviamo subito il nostro
scompartimento, quando Charlie dice di dover andare alla riunione dei
prefetti.
«Ah, già, me n’ero scordato »
dico.
«Ritirati, Nick» fa Claire, sedendosi.
«A dopo, ragazzi » saluta Charlie, e se ne va.
«Quelli del primo anno mi stanno già sulle
palle» dico io improvvisamente.
«A te stanno tutti sulle palle» risponde Claire.
«Avete visto gli altri?» chiede Isabel.
«Credo di avere intravisto Matt prima, ma ora
starà facendo il fighetto con gli altri Serpeverde
» dico.
«Quelle merdine inutili» dice Claire, prendendo la
bacchetta dalla borsa. «Accio telefono di Matt!
»
Io e Isabel la guardiamo perplessi.
«Sarebbe...? »
«Un
incantesimo di appello, idiota » spiega lei. «Era
nel programma
dell'anno scorso, ma Vitious preferisce farcelo fare direttamente
quest'anno perché dice che al giorno d'oggi lo chiedono
spesso ai
G.U.F.O.… Naturalmente a casa non potevo provarlo, quindi
questa è la
prima volta. Non credo funzionerà bene, ma forse non
è necessario ».
«Non pensi sia controproducente usare la magia su un
cellulare? »
«Certo,
se fosse acceso e con la batteria e, okay che Matt è
stupido, ma non
tanto da portarsi il cellulare acceso a Hogwarts. Cioè,
credo… »
«Brava Mela » le dice Isabel.
«Così ci riprendiamo Matt da quei Serpeverde
frocetti».
«Quella cacca, andare da loro prima che da noi…
che affronto! Cioè… »
«Mela, vaffanculo » dice una voce nuova: Matt
è arrivato.
Ora,
prima di continuare, mi sembra giusto spiegarvi questa storia di
“Mela”. Be’, Claire in realtà
si chiama Melina Dolcecuore, perché l’ho
deciso io, ma lei dice a chicchessia che può essere chiamata
“Mela” o
“Argh” o “Mela Argh” o come si
vuole (da qui la battuta squallida di
chiamarla “Come Vuoi”, ma questa è
un’altra storia). Il motivo è
tutt’ora sconosciuto.
«Aw, sì, ci sono riuscita! »
«A farmi fare una figura di merda? »
chiede Matt, sedendosi vicino a Isabel.
«Esatto! » esclama Claire, tutta contenta, e io mi
metto a ridere.
«Ma poi che t’importa di quei minchioni
presuntuosi? » m’intrometto. «Lo sappiamo
che li odi e che ami solo noi vipz
».
«Non
voglio che mi sputtanino in giro. » spiegò Matt.
«Magari a persone tipo
Mela non importa di avere la reputazione nel cesso, ma a me
sì, ne »
«Senti Fatty Bolger, “ne” lo posso dire
solo io. E poi io sono una vipz,
la mia reputazione può stare anche in Cambogia, cazzi suoi.
»
«Matt, tagliati e taci, sta arrivando la tizia con il cibo
» dice Isabel.
«Ah ok».
«Qualcosa dal carrello, cari?»
«Mi scusi, ha per caso i Mars? » chiede Matt. La
signora lo guarda perplessa.
«Lo lasci perdere » dice Claire. «Il
ragazzo ha dei problemi». Isabel annuisce con decisione e io
trattengo a stento le risa.
La signora, ancora più confusa, ripete «Qualcosa
dal carrello?»
«Qualche
ape frizzola, per favore» inizio io,
«…un pacco di Gelatine Tutti i
Gusti + 1, e quattro bicchieri di succo zucca, la prego ».
«Hai tanta sete, vedo» dice Mela.
«Sei molto simpy,
Claire, ma un “Grazie, Nick” sarebbe
bastato» dico
io, mentre pago la vecchina.
«Che poi perché ti chiamiamo
“Nick”? Sa di bimbominkia» dice Matt.
«Perché “Nicholas”
è troppo lungo” rispondo io.
«Preferisci “frocetto”? » mi
chiede Isabel.
«Isabel, zitta e tagliati»
rispondo io ridendo.
«Nick, la tua risata mi fa paura, cerca di
limitarla» dice Claire.
«Sapete che l’anno prossimo il figlio di Harry
Potter viene a Hogwarts? » cambio argomento io.
«Sempre molto coerente con il discorso» dice Isabel.
«Secondo me è un truzzetto viziato»
risponde Matt.
«Io lo bullizzo»
se ne esce Mela. «Sapete poi che bello dire “Sono
il bullo del figlio di Harry Potter”! Sì
sì, ho deciso».
«Sì, dai ti aiuto!» esclama Isabel ,
ridendo.
Passarono
gran parte del viaggio a parlare di James Potter e di altre cavolate,
quando Charlie tornò in compagnia di George Hope, uno dei
prefetti di
Grifondoro.
«Sono passato solo per salutarvi,» dice,
«e per
avvertirvi di stare attenti ai Tassorosso… Si vocifera che
stiano
complottando per rovesciare le altre case e mettersi in
mostra… Io mi
aspetto anche il malocchio da qualcuno di loro, tipo Bobby. »
Tutti si
mettono a ridere (forse più avanti vi spiegherò
chi è Bobby).
Quando George se ne va, Matt lo imita spiegando che altrimenti i
Serpeverde avrebbero capito che era lì.
«Si vede che fa tutte queste scene per lei» dice
Charlie. «Ma lei non se lo caga,
poverino…»
«Lei chi?
» chiedo io.
«Parkinson,
obvs» risponde Claire. «Potremmo includerla tra noi
vipz, se non ci
odiasse… Questi Purosangue sono più stupidi di
Bolger».
«Adesso
che ci penso» dico io, «Matt è il figlio
di un Magonò e di una Babbana
(è curioso che sia un Serpeverde, tra l’altro),
è per questo che non lo
considera».
«Sì, ma…»
cominciò Isabel, ma viene interrotta dalla porta dello
scompartimento
che si apre. Un’altra nostra amica Grifondoro, del sesto
anno, entra e
chiede: «Ciao ragazzi! Avete per caso visto George Hope? Gli
devo
parlare di una cosa…»
«Sì Agnes, era nello scompartimento dei
Prefetti con me» risponde Charlie, «Non mi ricordo che ha detto...»
«Ah! Grazie Charlie» risponde Agnes Hellway
sorridendo, poi se ne va richiudendosi la porta alle spalle.
Per
un po’restiamo in silenzio, poi io dico di aver bisogno di
alzarmi un
attimo ed esco dallo scompartimento. Mi guardo intorno per un
po’, poi
vedo Andy e Iris dall’altra parte del corridoio parlare con
una ragazza
mora che mi colpisce subito. A prima vista, si direbbe orientale (per
gli occhi a mandorla, il piccolo naso e l’aria delicata) ma
appena la
si sente parlare chiunque cambierebbe idea; la ragazza, che comunque ho
già intravisto (e sentito) varie volte nei corridoi di
Hogwarts, ha di
solito una voce alta e squillante, in aggiunta a un accento particolare
e un modo di parlare veloce e allegro. In questo momento, tuttavia, la
ragazza pare sconsolata e persa, triste e in cerca di qualcuno che la
aiuti. Andy e Iris stanno per andarsene e lasciarla sola, quando li
fermo per salutarli. Dopo i vari saluti e aggiornamenti, chiedo alla
ragazza; «E tu sei? »
«Ehm…
Alice, Alice Blueheart» risponde lei con tono incerto.
Capisco che mi
trova strano. Le sorrido e continuo: «Se cerchi uno
scompartimento, nel
nostro c’è posto».
In un primo momento Alice pare sul punto di rifiutare, ma poi qualcosa
sembra farle cambiare idea.
«Ehm…
Va bene! Tu come ti chiami? Non ti vedo spesso in giro » dice
mentre ci
avviamo verso lo scompartimento. Le sue parole non mi convincono, ma il
suo tono ora è più tranquillo e confidenziale.
«Oh, sono Nicholas
Flakes. » rispondo, poi mi rivolgo un’ultima volta
a Andy (Iris era già
rientrata nel suo scompartimento). «E voi, ragazzi, volete
passare a
fare un saluto agli altri? »
Andy
esita per un secondo e poi risponde: «Meglio di no, Nick, il
vostro
scompartimento sembra già abbastanza affollato anche senza
di noi». Non
lo dice in maniera antipatica, ma sorridendo. «Ci vediamo
dopo al
binario! ». Detto questo, il moro segue Iris.
Io
e Alice entriamo a nostra volta nello scompartimento vicino alla
Signora dei Dolci (che per comodità ora chiameremo sempre
così) e la
presento agli altri.
«Aaah! » esclama Claire dopo le presentazioni.
«Tu sei l’amica di quella ragazza simpi che
l’anno scorso era mia vicina a Erbologia…
Com’è che si chiamava? Alice anche lei? »
«Sì, sono proprio io, abbiamo lo stesso nome. Ora
purtroppo la sua famiglia si è trasferita in Francia e lei
va a Beauxbatons… »
«…e ti senti sola? » azzarda Charlie. Io
squadro incuriosito le facce degli altri.
«Beh… sì, diciamo che non sono
abituata… Ora gli altri amici che prima erano di entrambe
continuano a escludermi e boh… »
«Capito tutto, » fa Claire, «sono
merdine, insomma. Ma non preoccuparti. Ora hai il privilegio di stare
con noi vipz. Vuoi
mettere a confronto? »
Alice, finalmente, inizia a ridere e a rilassarsi.
Continuiamo
a parlare per un po’ di questo e quello quando ci rendiamo
conto di
essere quasi arrivati. Poco dopo scendiamo e saliamo sulle carrozze che
ci avrebbero condotti fino all’imponente e familiare castello.
Anche se ancora non ce ne siamo resi conto, questo viaggio è
stato molto significativo.
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Capitolo 2 *** Un elfo trasgressivo ***
Eccomi,
sono sempre io, Nicholas Flakes, e da adesso continuerò a
narrarvi la
storia dei nostri vipz al passato, com’è giusto
che sia. Ah, e in terza
persona, quindi io me ne vado e lascio raccontare al narratore
stipendiato. Cia’.
Il
Salone d’Ingresso era illuminato e splendente come sempre, I
minerali e
le pietre preziose all’interno delle clessidre brilllavano.
Appena
entrati, i ragazzi (esclusi quelli del primo anno, che raggiungevano la
scuola passando sul lago in barca, guidati da Hagrid) sentirono un
profumo ammaliante provenire dalle cucine. Bene, questo non sarebbe
stato considerato affatto strano se si fosse trattato di una scuola
normale, con le cucine vicino alla mensa. Ma a Hogwarts, le cucine,
gestite da elfi domestici, si trovavano nella cantina sotto la Sala
Grande e vicino alla Sala Comune dei Tassorosso; le si poteva
raggiungere dal buco di un ritratto che diventava accessibile facendo
il solletico alla pera.
«Non
è normale» disse Nick, avvicinandosi al corridoio
delle cantine.
«Per niente, non è mai stato così forte
quando andavamo nelle cucine, le altre volte» lo
seguì Isabel.
«No,
cioè, voi siete stati nelle cucine? » chiese
Alice, che dal viaggio era
rimasta sempre con loro. Era sorpresa e incuriosita.
«Obvs» rispose Nick (obvs = ovviamente). «Noi può
tutto, specialmente io».
«I
comuni mortali sono così stupidi che non si accorgono che in
questa
scuola si può fare tutto» disse Claire, che era
venuta con noi.
«Naturalmente noi non siamo comuni mortali».
«No, cioè, no» iniziò Alice.
«Cioè, cibo. Cibo. Devo
assolutamente vedere le cucine. Cioè, nessuno me ne ha mai
parlato e non ci ho mai pensato, chissà
perché…»
«Eh eh» fece Claire.
«Neanche
Isabel» decretò Nick. «Quella cretinetta
pensava che facesse apparire
tutto la McGranitt, dal nulla. E, per quanto un’esperta come
lei possa
essere brava, nessuno può evocare cibo dal nulla, lo si
può al massimo chiamare da un
altro luogo con la magia, moltiplicarlo, trasfigurarlo…
È una delle eccezioni al…»
«Sì sì, lo sappiamo. Legge di Gamp
eccetera. Non fare l’Hermione di turno, Nick» lo
interruppe Claire.
Ora, prima di andare avanti, forse è meglio che vi spieghi
una cosa.
La
storia di Harry, Ron e Hermione fu oggetto fin da subito, dopo la
Seconda Guerra di Maghi, di molti libri, storie, interviste,
speculazioni, articoli
di giornale e persino modi di dire, come quello usato da
Claire in
questa situazione. Lei, comunque, se ne inventava sempre di nuovi
perché aveva molta fantasia ed era una delle persone
più documentate;
intendiamoci, lo era anche Nick. Ma Nick era informato su qualsiasi
cosa, invece Claire soprattutto sulle storie delle persone che
l'affascinavano di più.
Mentre discutevano i ragazzi raggiunsero l’ingresso delle
cucine, dove l’odore delle pietanze era fortissimo.
«Aaah, avevano lasciato la porta del corridoio aperta, ecco
tutto» disse Nick.
«Che genio, non ci saremmo mai arrivati» lo
schernì Claire. «Qualcuno faccia il solletico alla
pera drogatella, a me fa paura».
Isabel si fece avanti prima degli altri; la pera si
trasformò in un pomello.
«Bene, adesso state calmi e non date troppo
nell’occhio. I poveri elfi andranno in piena crisi isterica
appena ci vedranno»
«Perché? » domandò Isabel,
che si stava già spingendo oltre il buco del ritratto.
«Perché»
rispose subito Nick, bloccandola, «sebbene la Granger stia
facendo
enormi progressi con le leggi che li riguardano, gli elfi domestici
rimangono creature molto premurose e non tollerano di non riuscire a
servirci; vanno in crisi se sbagliano… Se entriamo ora,
quando sono
tutti occupati a preparare il banchetto, andranno subito nel panico per
fare due cose contemporaneamente: cucinare per tutti e preoccuparci di
soddisfare i nostri bisogni».
«Ma io voglio solo salut…»
cominciò
Claire, ma fu interrotta da Alice: «Elfi domestici?
Perché nessuno mi
dice mai niente? Cioè, elfi domestici. Elfi
domestici! Cioè…»
«Sì,
una Corvonero che non ha neanche la curiosità di
interessarsi a un
posto così assurdamente fantastico come Hogwarts. Dove
arriveremo...? »
la provocò Nick.
La
ragazza fece per ribattere, ma Nick la interruppe: «Stavo
scherzando.
Ora muoviamoci, se ci mettiamo troppo si accorgeranno della nostra
assenza».
Come previsto, la reazione degli elfi fu a dir poco esagerata, ma in
modo diverso.
«Signori»
cominciò un elfo piccolo e carino, dalla vocetta stridula
(come la
maggior parte degli elfi, dopotutto). «Noi sta preparando il
banchetto,
voi ha troppa poca pazienza! » Sembrava essersi fatto molto
coraggio
per pronunciare queste parole, un coraggio che tuttavia scomparve
presto.
«Come.. non ci portate niente? » fece Claire
(Isabel annuì fragorosamente),
e Nick la fulminò con lo sguardo: l’elfo si era gettato a
terra e aveva
iniziato a sbattere la testa sul pavimento.
«No, no! » iniziò Alice. «Stai
calmo, non hai detto niente di male, questa ragazza stava
scherzando… Oh, no, basta! Dai… »
«È
inutile,» spiegò Nick. «Questi discorsi
non portano a niente con loro.
Klocly, smettila di punirti! » ordinò Nick, deciso, e Alice lo
guardò
con disapprovazione.
L’elfo tentò di obbedire, ma sforzandosi in modo
disagevole.
«Claire, forse devi ordinarglielo tu» propose
Isabel.
«Cosa?
» rispose l’altra, presa alla sprovvista.
«Ehm… Clock? Coky? Insomma,
elfo, smettila di sbattere la testa al pavimento o di punirti in
qualche altro modo»
L’elfo si fermò con più convinzione,
anche se tremava ancora.
«Ora,
noi ce ne andiamo, così voi potete continuare senza essere
disturbati…
Non obbiettate e tornate al lavoro» disse Alice, che aveva
capito il
meccanismo.
«Come...? Ma io voglio…»
«Nick, taci» tagliò corto Claire.
Isabel,
intanto, stava girando tra gli elfi e squadrando con disgusto ogni
pentola e ogni piatto preparato dalle creature. Bene, dovete sapere che
a Isabel non piaceva nulla, ma proprio nulla. Le uniche cose che ogni
tanto apprezzava erano la frutta, la carne e alcuni tipi di dolci.
Sebbene fosse un comportamento infantile a cui nessun cuoco umano
avrebbe dato peso, gli elfi ne tenevano gran conto e, anzi, si
vergognavano e iniziavano a pensare di aver fatto errori gravissimi e
imperdonabili… il
risultato fu che andarono ancora più in crisi, iniziarono a
punirsi, a
parlottare, a buttare quello che stavano facendo e a riiniziare
daccapo. In mezzo al caos, i ragazzi ebbero il buonsenso di recuperare
Isabel e di uscire in fretta dalle cucine.
«Complimenti, Bel, il solito genio»
brontolò Nick.
«No mi piace “Bel”, te l’ho
già detto, e poi non ho fatto niente di che… sono
gli elfi a essere esagerati».
«Certo che lo sono! » esclamò
l’altro. «E tu ormai dovresti saperlo,
cioè... »
«Sst!
» fece Claire. «Nick, zitto, se
quell’essere inutile di Gazza ci sente
ci rompe le scatole. Andiamo a mangiare e basta, ormai avranno finito
con lo smistamento».
E così fecero. Quando entrarono passarono
piuttosto inosservati perché il cibo era appena comparso sui
piatti
d’oro e gli studenti erano concentrati su quello. Alcuni
insegnanti,
però, li notarono e qualcuno lanciò loro
un’occhiataccia.
La
professoressa McGranitt, la preside, si trovava già sulla
sedia più
imponente al centro del tavolo. Alla sua destra c’erano, in
ordine:
Hagrid, Horace Lumacorno (ormai estremamente vecchio), Neville Paciock
(insegnante di Erbologia e direttore di Grifondoro) e
Connie Beckett, la nuova insegnante di Trasfigurazione. Dalla parte
sinistra, invece, c’erano Vitious, Winny Infant (insegnante
di Difesa
contro le Arti Oscure e direttrice dei Tassorosso), Sibilla Cooman e
tutti gli altri.
Presto
Alice
prese posto al tavolo dei Corvonero, un po’ dispiaciuta di
lasciare gli
altri, mentre Claire, Isabel e Nick si dirigevano verso quello dei
Grifondoro.
«Ah, eccovi qui, finalmente » li accolse Nick
Quasi-Senza-Testa spuntando fuori dall’arrosto con patate.
«Le
tre anime dei Grifondoro… Siete piuttosto in ritardo, ma per
vostra
fortuna anche gli elfi domestici hanno ritardato con la
cena…
Avvenimento incredibile, per di più; non succede mai. Che
sia stato
Pix? »
«Sì, certo… Pix» disse
l’altro Nick, servendosi un’abbondante porzione di
arrosto e patate.
«Eppure credevo che stesse infastidendo quei poveretti del
primo anno…»
Claire rise e batté le mani. «Che bravo, fa bene.
Quei bimbi arroganti…»
«Non è questo il comportamento giusto! »
la rimproverò Ser Nicholas.
«In effetti…» commentò
Nicholas Flakes. «Se al tuo primo anno avessero trattato te come
un’estranea, come ti saresti sentita? »
«Ma
infatti l’hanno fatto! E io non ero di certo così
insolente e
presuntuosa… Guardateli, la maggior parte di loro si
atteggia come se
fosse qui da anni… Cioè, come si permettono?
» disse Claire,
riempendosi il piatto.
«Questi 2003 del cavolo» intervenne George Hope,
che aveva ascoltato la conversazione. «Non se ne salva
uno…»
«George, tu non dovresti dirlo così
esplicitamente» gli disse Isabel. «Sei un prefetto!
»
«A maggior ragione dovrebbero
rispettarmi…»
«Sbagliate,
non è così che ci si comporta, ve lo ripeto, fra
poco persino i
Serpeverde saranno considerati più amichevoli di
voi» li rimproverò
ancora Ser Nicholas. «E forse… beh, naturalmente
è il Cappello che
decide, ma anche i desideri intimi della persona contano
molto… E forse
è proprio per questa vostra famosa ostilità che
ci sono meno Grifondoro
negli ultimi anni. Beh, almeno da quando il numero medio di studenti
è
iniziato ad aumentare».
Nick
Quasi-Senza-Testa disse questo perché, dopo la definitiva
sconfitta di
Voldemort, il numero di maghi e streghe che si sposavano e
facevano
figli con Babbani era aumentato in poco tempo, e di conseguenza
Hogwarts riceveva sempre più ragazzi da istruire.
«Oh, va bene, va bene, cercheremo di essere più
ospitali» disse Claire.
«Certo, dopotutto basta fare buon viso a cattivo
gioco» confermò Nick, con un tono di
voce un po’ troppo forte.
Solo in quel momento Winny si accorse che i “suoi
ragazzi” erano arrivati; li salutò sorridendo.
Ora,
vi ho detto che Winny Infant insegnava Difesa contro le Arti Oscure e
che dirigeva la casa Tassorosso, ma per i nostri vipz lei era molto di
più: un’amica pazza, in senso buono, come loro,
divertente, gentile e
gioviale. Era una donna sulla sessantina, dai capelli corti e candidi,
gli occhiali riccamente ornati, leggermente robusta di pancia ma dalle
gambe magre, bassina e dal viso gentile e liscio. Viveva in una capanna
simile a quella di Hagrid e molto vicina a quest’ultima,
perché le
piaceva stare all’aria aperta e aiutava il Guardiacaccia a
gestire le
sue creature e gli orti della scuola. Nick le era affezionato sin dal
primo anno, e l’andava a trovare così spesso che i
suoi amici
iniziarono ad andare con lui e ad affezionarsi a Winny, che comunque
conoscevano perché insegnava loro Difesa contro le Arti
Oscure.
Naturalmente
erano amici anche di Hagrid, che passava buona parte del suo tempo con
Winny, ma a quest’ultimo erano meno legati perché
tutti facevano finta
di amarlo, a causa della sua fama per avere avuto un ruolo importante
nella storia di Harry Potter, Ron Weasley ed Hermione Granger. In altre
parole, c’era troppa gente che andava a trovarlo solo
perché andava di
moda.
Horace Lumacorno,
invece, non era ancora andato (o forse si dovrebbe dire
“tornato”) in
pensione perché insegnare Pozioni a Hogwarts era facile e
comodo: aveva
un alloggio comodo e piacevole, uno stipendio normale e abbastanza
soddisfacente e insegnava ciò che sapeva fare meglio.
Tuttavia, a causa
dell’età molto avanzata, non era più il
direttore di Serpeverde perché
non era in grado di gestire troppe cose. C’è da
dire che, tuttavia, non
rinunciò mai a mandare avanti il Lumaclub.
«Ma come mai oggi il caro Luma non ti ha chiamato,
Nick? » chiese Claire.
«Forse non lo vuole più tra i lumaconi»
suggerì Isabel.
«No... » intervenne di nuovo George.
«Oggi non ha fatto nessuna riunione di cocchi.
Anzi, non è proprio venuto in treno con noi».
«Strano…
» commentò Nick. «Ovviamente i
professori raggiungono Hogwarts con il
mezzo che più gli aggrada. Io, tra parentesi, mi
smaterializzerei
appena fuori ai confini della scuola, e credo che infatti la maggior
parte di loro faccia così. Ma Lumacorno non salta mai la
cenetta privata sull’Espresso per Hogwarts».
«Non c’è niente di strano»
sentenziò Claire, «è vecchio e
giustamente non gli importa più
granché».
«O semplicemente non al punto di sorbirsi il viaggio
sull’Espresso appositamente per quello» disse
Isabel.
I piatti principali scomparvero e furono sostituiti da deliziosi
dessert, tra cui le torte che piacevano tanto a Isabel.
Dopo che furono scomparsi anche i dolci e la frutta, la professoressa
McGranitt si alzò e iniziò a parlare.
«Ai
nuovi studenti, benvenuti; a quelli di sempre, bentornati. Prima di
fare alcuni annunci, vi comunico che quest’anno non abbiamo
variazioni
nel corpo insegnanti, e siamo tutti lieti che sia così,
credo ». La
preside sorrise.
«Per
quanto riguarda la stagione di Quidditch, i nuovi capitani saranno
informati domani sulle date delle selezioni… Per chi si
volesse unire
ai vari club, c’è la bacheca appositamente per
quello. Dovete
semplicemente scrivere il vostro nome sulle liste allegate agli
annunci. Quest’anno è stato inoltre aggiunto il
Club degli amanti della
natura, fondato e gestito da Rubeus Hagrid e Winny Infant »
I due citati furono acclamati da qualche applauso, mentre Nick e gli
altri si guardavano esaltati.
«Oddio, cioè, dobbiamo assolutamente iscriverci!
Vale la pena già solo per vedere cosa combinano quei due...
» disse Nick.
«Sì sì, assolutamente. E se non ho
tempo al massimo mi tolgo da quello di pozioni» rispose
Claire.
«Ora che abbiamo mangiato e fatto gli annunci importanti,
potete andare a letto. Forza, in ordine e senza fare
confusione… »
«Che palle, devo guidare i bimbetti»
brontolò George.
«Tu ti lamenti e basta» disse Isabel.
«Non capisco perché la McGranitt ti abbia
scelto».
«Isabel, la McGranitt non sceglie le persone solo
perché lo vogliono, se non sono responsabili…
»
Ma fu interrotto dalla preside stessa, che stava chiamando Isabel.
«Eccomi, professoressa, » disse la ragazza con
freddezza, «desidera qualcosa? »
«Volevo
solo dirle, signorina McFlour, che l'avevo scelta come prefetto dei
Grifondoro». A queste parole, gli occhi della ragazza
s’illuminarono.
«Il gufo che le ho mandato dev’essersi perso. Ma se
non è nel suo
interesse… »
«Sì, sì, certo che è nel mio
interesse! » esclamò
subito Isabel, abbandonando il tono freddo e mettendosi quasi a
saltellare. La preside sembrò soddisfatta.
«Molto
bene, singorina McFlour. Ora prendi questa spilla...»
(Nick notò l'abbandono del tono severo e il ritorno al
linguaggio
confidenziale)
«...e
accompagna i ragazzi del primo anno in Sala Comune. Signor Flakes,
signorina Winchester, voi dirigetevi regolarmente nei vostri
dormitori…
Buonanotte».
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Capitolo 3 *** Beckett e Infant ***
Il
mattino seguente, Nick si svegliò abbastanza presto per
scendere in Sala Comune, dove si doveva incontrare con gli altri vipz
Grifondoro per scendere a colazione. Nel suo dormitorio
c’erano solo lui e Joseph Cudgel che dormiva profondamente,
mentre gli altri sei letti erano vuoti. Nicholas si lavò
(nel bagno nascosto del loro dormitorio) e si vestì, poi
finalmente scese di sotto.
Claire
e Isabel non erano ancora arrivate, invece George e Agnes erano seduti
con gli altri ragazzi del sesto/settimo anno sui posti vicini al fuoco,
ma non lo avevano ancora notato. L’attenzione di Nick si
rivolse prima su alcuni ragazzini del primo anno dall’area
spaesata, e poi su una ragazza dai capelli biondi che
attraversò di fretta la Sala Comune e sparì oltre
il buco del ritratto. Dopo di lei furono proprio Isabel e Claire a
scendere da quella scala a chiocciola.
«Buongiorno»
le accolse Nick.
«’Giooorno»
rispose Claire, sbadigliando. «Ehi Nick,»
salutò Isabel. «Muoviamoci, per favore. Sto
morendo di fame, ieri faceva tutto schifo».
«Guarda,
non commento neanche… Comunque, come sta Ashley? »
mormorò Nicholas.
«Di
poche parole, come sempre. » ripose Claire.
«Cioè, almeno con noi»
precisò Isabel.
«Mi
dispiace... penso sempr-» ma Claire lo interruppe.
«O
mio Dio, Nick, tu e le tue manie di protagonismo…
L’ha superato, non gliene frega più niente,
com’è giusto che sia».
Ashley
Brown era stata la ragazza di Nick per diversi mesi l’anno
prima, ma quando la loro storia era diventata, almeno per Nick,
più una forzatura che qualcosa di autentico, i due si erano
lasciati. Ashley era sempre stata una ragazza dall’umore
instabile, tormentata e abbattuta; spesso si deprimeva,
perché le altre ragazze la prendevano in giro e la
escludevano. Quando aveva iniziato a passare la maggior parte del suo
tempo con i vipz divenne praticamente una di loro e si legò
in particolar modo a Nick. I due si misero insieme verso la fine del
terzo anno e stettero bene per molto tempo, ma verso il Natale
successivo Nick si era accorto che tra loro mancava qualcosa: non era
più come all’inizio, tra loro non funzionava,
passavano sempre meno tempo insieme, gli unici momenti in cui ci
riuscivano si rivelavano forzati e pieni di tensione. Fu
così che Nick, non volendo mandare avanti quella
sceneggiata, le scrisse una lettera in cui le diceva nel modo
più dolce e affettuoso possibile che non potevano andare
avanti. Non se n’era mai pentito, era stata la cosa
più giusta da fare.
Tuttavia,
all’inizio fu molto difficile. Com’era prevedibile,
la reazione di Ashley era stata a dir poco esagerata: fece vedere (non
l’avrebbe mai fatto davvero) che aveva intenzione di
suicidarsi e andò in piena crisi. Claire e Isabel erano
state pronte a consolarla, ma tra di lei e il resto del gruppo non fu
mai più la stessa cosa già dall’inizio.
Ashley non ce l’aveva con Nick, ma naturalmente i due non si
dicevano mai più di tanto; più che altro si
salutavano quando capitava e molte volte facevano semplicemente finta
di niente. Nei rari momenti in cui si trovavano insieme
(perché Ashley aveva continuato, anche se meno
frequentemente, a stare con il loro gruppo), si trattavano con
freddezza e senza alcuna confidenza.
«Ehi,
sporchi babbanelli! » urlò loro George (lui li
chiamava sempre così). «Ve ne andate senza di noi?
»
Così
lui e Agnes raggiunsero Nick, Claire e Isabel e i cinque uscirono dalla
Sala Comune.
Nel
corridoio li aspettavano Charlie, Andy e Iris. Prima che questi si
accorgessero della loro presenza, Nick li sentì parlare di
Alice Blueheart.
«Ehiii»
li salutò Nick.
«Charlie!!
» esclamarono Claire e Isabel, e corsero ad abbracciarla.
«Non
puoi capire a cosa abbiamo assistito là dentro! »
disse Claire, con tono orripilato, e Isabel annuì
fragorosamente.
«Ah,
non preoccupatevi» le rassicurò Charlie.
«Adesso siamo insieme e potremo affrontare qualsiasi
cosa».
Nicholas
si rivolse a Iris e Andy: «Sono adorabili, no? Ma io continuo
a parteggiare per la Clatthew».
«Clatthew
sta minchia! » urlò Claire. «Nick,
ascoltami, è meglio se chiudi la bocca».
«Vabbè
dai, andiamo» concluse Nick.
Presto
raggiunsero la scalinata principale, e Iris disse: «Stavo
pensando… quest’anno Charlie e George hanno i
M.A.G.O.. Nick, Claire, Isabel e Matt i G.U.F.O…»
«Già»
borbottò Andy.
«Gli
unici che hanno un anno normale siamo io e Andy…»
aggiunse poi tristemente.
«E
vi lamentate? Siete gli unici che quest’anno non dovranno
sgobbare come elfi domestici » borbottò Claire.
«A
me più che altro dispiace che è il mio ultimo
anno» mormorò Charlie sconsolata.
«Oddio,
è vero! » esclamò Claire,
d’un tratto terrorizzata. «Isabel, come faremo
senza Charlie? COME? Non ci avevo pensato… Dobbiamo trovare
una soluzione alternativa… »
«Non
può andarsene! » esclamò a sua volta
Isabel. «Non si può… rimarremo solo
noi, Makks, Iris e il frocietto… Non mi ero reso conto della
gravità della cosa! »
«Che
perspicaci, si sono rese conto che Charlie è due anni avanti
a loro» commentò Nick.
«Nick,
ficcati un cazzo di calzino in quella cazzo di bocca! »
urlò Claire, in preda a una crisi isterica.
«Sì,
va bene» tagliò corto l’altro.
«Io
e Charlie vogliamo radunare i Mangiamorte» disse George
tranquillamente. «Anche Agnes è con noi. Se volete
associarvi anche voi… »
«George»
cominciò Andy. «Qui siamo tutti Nati Babbani o di
sangue misto, lo sai, vero? »
«Certo,
babbanello. Ma noi siamo avanti, il nostro obbiettivo non sono i
Babbani, ma le generazioni dal 2001 in avanti, naturalmente ».
«George,
io sono anche 2001» ribatté nuovamente Makks,
ridendo.
«Ah…»
«Ma
tu sei escluso, ovviamente» s’intromise Agnes.
«Anzi, ci saresti molto utile. Come
spia…»
«Esatto,
come lo era Piton per Voldemort…»
rifletté George, illuminandosi.
«Ma
è il contrario. Piton era una spia di Silente»
puntualizzò Charlie.
«È
uguale» ribatté l’altro.
«Tutto
logico e sensato, naturalmente» commentò Nick,
ridacchiando.
Intanto
avevano raggiunto il grande Salone d’Ingresso. Entrarono in
Sala Grande e, come sempre, si divisero. Nicholas cercò con
lo sguardo Alice Blueheart e la trovò subito; si salutarono
con la mano. Intanto Charlie, Andy e Iris si sistemarono accanto a lei.
Nick avvertì una sensazione strana.
Si
sedettero subito anche gli altri e Nick si servì subito di
uova strapazzate e toast con marmellata.
«Che
schifo la colazione di Hogwarts» non mancò di
commentare, puntualmente, Isabel, servendosi di latte e cereali.
Intanto
il professor Vitious, il vicepreside, consegnava gli orari agli
studenti.
«Niente
male oggi» disse Nick. «Trasfigurazione, Erbologia
e Cura delle Creature Magiche… Poi Difesa Contro le Arti
Oscure e Babbanologia. Peccato che ci sia la Beckett, ma almeno ce la
togliamo subito dalle scatole…»
«Che
bello, abbiamo già Winny e anche Babbanologia»
disse Claire. «Erbologia... sì, va bene, Paciock
mi sta simpi. Sì dai, va abbastanza bene».
Poco
dopo si avviarono dalla Sala Grande e in poco tempo raggiunsero
l’aula di Trasfigurazione; la professoressa Beckett era
lì, seduta alla cattedra, immersa nella scrittura di alcuni
documenti.
Conny
Beckett era una donna bassa ma dall’aspetto imponente.
Indossava mantelli e abiti molto eleganti, generalmente grigi/neri o
marroncini, degli stivali tipicamente babbani e un semplice cappello da
strega (nero, a punta) sulla chioma bionda, simile a quella di un fiore
dai petali rivolti verso l’alto. La donna, sulla sessantina,
era caratterizzata, oltre che dai capelli e
dall’abbigliamento, da un naso storto e da un paio di
occhiali viola riccamente ornati. Avevano lezione insieme ai
Serpeverde, i quali, a parte Matt, non gli facevano solitamente
né caldo né freddo.
Come
al solito, quando Grifondoro e Serpeverde si trovavano insieme, Matt,
Nick, Claire e Isabel si sedevano vicini.
«Buongiorno»
disse la professoressa Beckett quando tutti furono entrati e ai propri
posti.
«Come
sono andate le vacanze? Vi siete rilassati? » chiese poi,
alzandosi dalla cattedra e iniziando a camminare per l’aula.
Aveva un timbro di voce molto profondo e, in un certo senso, pesante.
«Come
credo che… sappiate già, quest’anno
sarà molto impegnativo per voi. I vostri G.U.F.O.,
“Giudizio Unico per Fattucchieri Ordinari” avranno
luogo, infatti, a Giugno, e costituiscono naturalmente una tappa
fondamentale della vostra istruzione magica…
dall’esito di questi dipenderà infatti tutto il
resto della vostra vita, quindi non dovete prenderli… alla
leggera.
«Iniziamo
subito con gli Incantesimi Evanescenti. Questi hanno il solo e
l’unico scopo di far svanire oggetti o animali. Naturalmente
sono più difficili da digerire della normale
Trasfigurazione… ma anche più semplici degli
incantesimi di Evocazione, dei quali parleremo molto più
avanti…»
Fu
così che i ragazzi passarono metà
dell’ora ad ascoltare l’insegnante spiegare e
l’altra metà a esercitarsi su alcuni piccoli
vermi. Alla fine, Nick e Claire quasi ci riuscirono (i loro vermi
diventarono rispettivamente uno più esile e sottile e
l’altro scolorito e quasi trasparente), mentre Matt e Isabel
fallirono miseramente. Alla fine dell’ora si sbrigarono a
prendere le loro cose e presto si ritrovarono fuori dal castello, alle
serre di Erbologia, dove avevano lezione con i Tassorosso.
«Buongiorno,
ragazzi» li accolse il professor Paciock quando entrarono.
Neville Paciock era un uomo alto e robusto, dai capelli neri corti e
una barbetta scura. Portava dei vestiti piuttosto semplici,
naturalmente sporchi di terra e rovinati. Sulla cattedra teneva la sua
enorme Mimbulus Mimbletonia, una pianta molto simile a un cactus ma che
aveva, al posto delle spine, delle bolle simili a pustule.
«Com’è
andata quest’estate? Tutto bene? » chiese.
I
ragazzi annuirono. La lezione passò piuttosto velocemente,
poi i ragazzi raggiunsero la zona davanti alle capanne di Hagrid e
Winny, poco lontane, dove si sarebbe tenuta la Lezione di Cura della
Creature Magiche, con Hagrid.
«Oh,
eccovi a voi tre! » esclamò Hagrid quando vide
Nick, Claire e Isabel. «Mi pareva strano che non
venivate…».
«Ehi,
Hagrid! » lo salutò Nick, allegro. «Come
va? »
«Direi
che ci va tutto bene, dai… Beh, rispetto a prima, non posso
lamentarvi» rise l’omone. «I Thestral si
riproducono che è una meraviglia! E ci abbiamo anche una
bella cucciolata di Unicorni, sono nati pochi giorni fa! »
Ed
erano proprio gli Unicorni la lezione di quel giorno. Piccoli unicorni
dorati che affascinarono tutti; e questo, durante le lezioni di Hagrid,
non accadeva molto spesso. Il mezzogigante era infatti buono e gentile,
ma aveva davvero un grave problema con la sua fissa per le creature
più pericolose e spaventose; il che, anche se assicurava
divertimento, creava non pochi disagi.
I
ragazzi si diressero in Sala Grande e rapidamente mangiarono,
consultandosi con gli altri a proposito delle novità.
Così
finalmente arrivò l’ora di Difesa Contro le Arti
Oscure, la materia che a Nick piaceva di più, soprattutto
perché era Winny a insegnarla.
A
differenza di come era accaduto per gli altri insegnanti, Winny non si
fece trovare subito in classe e, per la prima volta in quella giornata,
i Grifondoro si trovarono con i Corvonero.
«Nick,
mettiamoci noi due nello stesso banco,» disse Claire,
«Isabel vuole stare con quella cretinetta di cui non ricordo
il nome per copiarsi gli appunti di Trasfigurazione».
«Ehm…»
blaterò Nick, «Va bene» concluse alla
fine, sconsolato. Aveva individuato Alice Blueheart in un banco in
fondo, vicino a una ragazza che lui non conosceva, ma che con cui
neanche Alice sembrava avere molta confidenza.
«Ciao,
Nick! » lo salutò Alice; si era accorta che la
osservava.
«Ciao,
come va? » rispose, sorridendo. Ma Claire lo colpì
sul braccio. «Nick, zitto! Arriva Winny… voglio
vedere la sua entrata».
Winny
Infant, la loro cara amica, aveva esattamente settant’anni,
ma ne dimostrava di meno. Attenzione! Non tanto di aspetto, ma di
carattere...
«Buona
sera! » li salutò Winny entrando
nell’aula, con la sua caratteristica R moscia e il tono
allegro e concitato. Sorrideva allegramente, portava una leggera veste
verde smeraldo sopra un completo nero molto elegante, e un turbante
viola in testa, ornato con stelline d’argento.
«Vi
piace? » chiese, indicando il turbante con le mani.
«Me lo ha regalato la preside, perché sa che adoro
i turbanti…»
Tutti
ridevano, rallegrati dalla presenza positiva e simpatica
dell’insegnante.
«Ti
sta benissimo» disse Nick, sorridendo.
«Sì, è vero…»
confermò Claire. «Ma perché a me la
preside a me non fa ‘sti regali? »
«Bene,
cosa dovevamo fare quest’anno? » domandò
Winny, più a sé stessa che agli altri,
guardandosi intorno aggrottando la fronte. «Ah sì
sì, dobbiamo iniziare gli incantesimi più
avanzati. Gli schiantesimi li abbiamo già fatti? Mi pare di
no… No no. Allora cominceremo con quelli! »
esclamò allegramente.
«Avete
i libri? » chiese poi Winny. La classe fu attraversata
dall'assenso generale.
«Molto
bene. Ma per ora non li prendete… Vabbè, se
volete proprio prenderli prendeteli… Ma per adesso non
servono, insomma. Quindi come volete… Io, intanto, vi
spiego; vi dico le cose che dovete sapere più in generale.
Poi, di tutte quelle chiacchiere sui libri non è che
c’interessi più di tanto. È
così? Dico bene? Voi pure volete fare così?
Sì o no? » Si sentirono vari
“sì” e qualche mormorio.
«E
va bene. Allora, direi di spiegare subito mentre ci
applichiamo… Ho portato dei cuscini, così potete
schiantarvi con sicurezza e… senza spaccarvi la testa,
vah!»
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Capitolo 4 *** A pranzo da Winny ***
Pozioni
era la prima lezione della giornata, quel mercoledì, e i
Grifondoro erano insieme ai Serpeverde.
Il
professor Lumacorno aveva chiesto a tutti di preparare qualcosa che
sapessero già fare bene, per
riacquisire la manualità nella preparazione di pozioni. Nick
scelse la pozione Scacciabrufoli, l’unica cosa che al momento
gli serviva. Il ragazzo, infatti, aveva un naturale problema di acne
piuttosto persistente, e così periodicamente prendeva un
po’ dall’antidoto dei Tiri
Vispi Weasley,
efficace e conveniente, soprattutto perché non si poteva
procurare ogni volta gli ingredienti necessari.
Ma
adesso che ne aveva la possibilità scelse di preparare
proprio quella pozione, molto pratica e semplice.
Mentre
frantumava le sue zanne di serpente iniziò a guardarsi
intorno: Matt, col suo gruppo di Serpeverde, stava
maneggiando alcune code di topo. Isabel, alla sua sinistra, guardava
con disgusto gli ingredienti della pozione che aveva scelto e Claire,
alla sua destra, non aveva ancora deciso cosa fare.
«Non
lo so… quando facevo queste pozioni succedeva sempre qualche
casino. Perché non andiamo avanti e basta? Con qualcosa di
nuovo? Cioè, davvero non capisco… Comunque avevo
i miei motivi; per esempio, l’ultima volta i movimenti di
Lumacorno m’inquietavano…»
«Puoi stare zitta un secondo? » si
spazientì Nick. «Tu parli ad alta voce da
mezz’ora e qua nessuno dice niente. Cioè,
okay…»
«Nick, io parlo quanto mi pare, e non dire più che
sono io
quella acida. Agli altri non frega un cavolo e il caro Luma sente
pochissimo, e poi non capisco cosa t’importi». In
effetti, il professor Lumacorno era seduto e leggeva tranquillamente Trasfigurazione
oggi, alzando ogni tanto gli occhi dalla rivista per
controllare cosa stessero facendo i ragazzi.
Arrivato a quel punto, Nick avrebbe dovuto aspettare quarantacinque
minuti che il composto fermentasse, ma grazie ad alcuni trucchetti dei
calderoni moderni (come il suo) era possibile diminuire grandemente il
tempo di attesa. Visto che doveva comunque aspettare almeno una decina
di minuti, si mise ad aiutare Claire.
«Ma non ho bisogno del tuo aiuto»
sussurrò lei, indigata.
«Dici? Siamo qua da un bel po’ e tu hai appena
iniziato, secondo me non ce la fai. Se ti aiuto è solo
meglio»
Alla fine Claire aveva scelto la pozione Drizzacapelli, anche quella
molto semplice. In effetti, c’era davvero poco da fare oltre
che ad aspettare e a buttare qualche ingrediente ogni tanto, quindi i
due si misero a parlare.
«Se oggi non dice qualcosa sul Lumaclub, mi butto nel lago...»
disse Nick, accennando all’insegnante. «Non
che ci voglia andare, eh» aggiunse due secondi dopo.
«Ceeerto...
Comunuqe, Nick, lascia perdere, quello è suonato, te
l’ho già detto. Probabilmente non ha
più voglia di fare niente. E come biasimarlo? Lui
è vecchissimo e insegna ancora, noi già non
abbiamo voglia di fare niente. Cioè, è vero che
ci sta anche Ruf che è morto e insegna ancora,
ma…»
«Che poi, come cavolo gli è venuto in mente?
» esclamò Nick. «A Ruf, intendo.
Cioè… scegliere di rimanere come
un’impronta inutile su questa terra… e per cosa?
Per continuare a insegnare Storia della Magia. Storia della Magia,
cioè la materia più inutile e noiosa fra tutte.
Beh, forse non proprio tutte, ma comunque…»
«Quello sta fuori. Cioè, capisco rimanere come un
fantasma, sai che figata? Ma per
questo…» .
«Uh, sono passati dieci minuti! »
esclamò Nick, ricontrollando la sua Scacciabrufoli.
«Adesso, vediamo… quattro lumache cornute.
Eccotele!
«E adesso… due aculei…»
«No, Nick… Devi toglierlo dal fuoco,
prima… stupido… comunque, mi sono resa conto di
aver dimenticato a
casa…»
Mentre Claire blaterava, Nick agitò la bacchetta sul
calderone per completarla e qualche secondo dopo suonò la
campanella.
Lumacorno ci mise qualche secondo', ma finalmente si rese conto che
quell’ora era finita e controllò tutti i
risultati, evitando sempre di soffermarsi troppo. A Nick fu detto che
la sua pozione, all’esame dei G.U.F.O., sarebbe stata da
“O”, Oltre
Ogni Previsione. Il ragazzo, soddisfatto, si convinse che non
avrebbe corso nessun rischio a usarla su sé stesso e ne
raccolse una fiala.
Quando Nick si alzò per uscire erano già andati
via quasi tutti, ma prima di varcare la soglia della segreta fu fermato
dal professor Lumacorno.
«Nicholas, figliolo, posso parlarti un attimo? »
«Mi dica, professore» ribatté Nick,
avvicinandosi al vecchio insegnante, sicuro di quello che gli avrebbe
detto.
«Complimenti per la pozione, davvero molto bravo…
Certo, non è un intruglio di livello avanzato, ma sei stato
comunque esemplare. Mi aspetto molto da te».
«Grazie, professore».
«Sei libero questo sabato, vero, Nick? Sai, non vorrei che ti
perdessi la solita prima rimpatriata del
Lumaclub…». Ecco,
pensò Nick. «Ti sarai chiesto perché
non l’ho fatta prima…»
mormorò poi, con un sorriso incerto.
Nick annuì, sorridendo a sua volta.
«Sì, in effetti mi è sembrato un
po’… ehm… insolito».
«Be’, diciamo che non ero ancora molto sicuro su
alcuni elementi, capisci cosa intendo, vero? Comunque adesso
è tutto a posto». L’insegnante
ridacchiò e gli diede una pacca sulla spalla.
«Certo… Be’, ora dovrei
andare» disse Nick.
«Certo, figliolo, certo… A sabato, mi raccomando!
»
Nick fece un ultimo cenno di saluto e finalmente uscì
dall’aula. Ad aspettarlo trovò Isabel, Claire e,
inaspettatamente, Matt.
«Ehi, Nick! » lo salutò Matt.
«Salve salvino, Matt. Come ti sei liberato dei fighettini?
»
«Ho detto che avrei fatto uno scherzo ad alcuni Grifondoro
sfigati».
«Sentilo, che fantasia…»
commentò Isabel.
«Andiamo ora? » chiese il Serpeverde, ignorando
Isabel. «Dovevamo andare a mangiare da Winny, giusto?
»
«Dovevamo» ripeté
Claire. «No, cioè, a te chi ti ha invitato?
»
«Ma Winny, naturalmente. Chi se no? »
«Ma da quando lo invita così spontaneamente!?
» esclamò Claire. «Prima eravamo noi che
ce lo portavamo dietro… No dai, sbrighiamoci. Devo fare
quattro chiacchiere con Winny, non può prendersi tutte
queste libertà con il mio schiavetto».
Così presto raggiunsero la Sala d’Ingresso, dove
c’era un via-vai di gente che aveva appena pranzato o stava
per farlo, e uscirono nel parco; era una bellissima giornata di sole e
c’era un piacevole venticello.
Quando raggiunsero la casetta della loro amica rimasero leggermente
perplessi. Dal camino non usciva fumo, le finestre erano chiuse e
tappate. Ma soprattutto Poe e Fiona, i suoi cani, non erano
lì intorno.
«Credete che non ci sia? » chiese Nick.
«Nah» rispose Claire. «Starà
dormendo, o cose del genere».
«In effetti, se è lei a invitarci di solito
c’è sempre» rifletté Nick.
«Anche se…»
«Anche se cosa? » chiese Isabel.
«Niente… è che… fra poco
c’è lezione. La sua lezione,
quindi tecinicamente non potremmo “pranzare” per
molto…»
«Basta, io busso» tagliò corto Matt, e
così fece. Inizialmente non accadde niente, ma poi sentirono
un cane (probabilmente Poe) abbaiare e alcuni passi provenire
dall’interno. La porta si aprì e i ragazzi non
ebbero neanche il tempo di vedere Winny che Poe corse loro addosso, per
leccarli e farsi coccolare.
Era un cagnolino di taglia media, simile a un pastore tedesco, di razza
sconosciuta (probabilmente mista), dal pelo corto e nero ma con
riflessi rossi, le orecchie da pipistrello e gli occhi da cerbiatto.
Aveva una macchia bianca su ogni zampa e sul petto. I ragazzi lo
accarezzarono e lo calmarono (il cane si emozionava ogni volta che i
veniva qualcuno che conosceva). Poi videro Winny: portava un grembiule
rosso a quadri e un foulard arancione in testa, messo a mo’
di turbante.
«Eccovi! Io pensavo che non sareste venuti»
disse, sorridendo e abbracciando prima Matt e poi gli altri.
«Lumacorno ci ha trattenuto alla fine della lezione, e poi mi
ha anche preso in disparte» spiegò Nick, mentre i
ragazzi entravano uno dopo l’altro nella casetta.
«Aaah, ho capito» ribatté Winny,
chiudendo la porta. «Sì sì, quello
starà organizzando una delle sue feste, o no? »
«Sì, e sinceramente non è che abbia
tanta voglia di andarci…» disse Nick.
«E dai, vai! Che così ti distrai un po’
…» esclamò Winny. «Quello ci
tiene, poi…»
«Sì sì, ma per
carità…»
«E voi invece? » si rivolse agli altri.
«Ci andate? »
«Ha invitato solo Nick e Matt» disse Claire.
«Cioè, ma ti pare normale? Preferire Matt, MATT, a
me! »
«Claire, sei invidiosa solo perché tu sei sfiggy e
Lumacorno non ti vuole» disse Matt.
«Taci, tu» rispose l’altra. «Se
io volessi andarci sarei stata invitata, ovviamente… Ah, a
proposito! Winny, cos’è ‘sta storia che
inviti Matt? »
Winny girò la testa da una parte e dell’altra con
espressione incredula. «Ma io veramente… Pure le
altre volte lo invitavo…»
«No…»
«Come no?! E non veniva? Sì che veniva, mi ricordo
benissimo».
«Sì, ma perché ce lo portavamo
noi» spiegò Isabel.
«Aaah, ma allora… Meh, sedetevi… Che
dovete fare in piedi? »
I ragazzi si accomodarono, Nick e Matt sulle due poltrone e Claire e
Isabel sul divano, vicino a Fiona, un bel labrador nero e molto grasso,
che dormiva profondamente e non sembrava avere alcuna intenzione di
svegliarsi.
La casa di Winny era una capanna simile a quella di Hagrid, ma
principalmente di pietra. L’interno era pulito e in ordine,
tranne il letto, che era sempre disfatto. Quando gli chiedevano
perché, Winny rispondeva «Che cazzo me ne frega a
me! » oppure «Eh, non ho voglia… Posso
pulire tutto quanto pure dieci volte, ma il letto non mi va di farlo!
Proprio no…»
La casetta era divisa in due stanze. Una racchiudeva una grande cucina,
il tavolo su cui erano seduti i ragazzi e tutti gli strumenti di Winny,
l’altra era la camera da letto.
Il grande tavolo di quercia era proprio vicino alla finestra dalla
quale di solito si potevano vedere benissimo il lato del castello che
si affacciava sul lago, la capanna di Hagrid poco distante e gli orti
della scuola. Quel giorno, tuttavia, tutte le finestre e le persiane
della casetta erano chiuse, infatti l’interno era illuminato,
anche se abbondantemente, solo dalle lampade (magiche, più
che altro).
«Ehm… Winny, ci spieghi? » chiese Nick
alla donna, che era indaffarata con il pranzo.
«Ma... » cominciò quella, «non
vi hanno comunicato che la lezione di Difesa contro le Arti Oscure di
oggi è stata cancellata? »
«No! » risposero i ragazzi.
«Di solito non le cancellano mai…»
osservò Matt.
«Infatti, mandano sempre qualcuno e a volte viene la
McGranitt stessa » concordò Nick.
«Ma oggi la McGranitt non
c’è…» mormorò
Winny, sorridendo allegramente. «E non ha fatto a tempo a
sostituirmi, perché gli ho detto di essere malata appena
stamane».
«Ma, Winny, tu non sei malata… » disse
Isabel.
«Ma va? » la schernì Matt, prima di
aggiungere, rivolto a Winny: «Fai finta, vero? E solo per
noi… che carina…»
«Sì! » rispose l’insegnante,
ridendo ancore più allegramente.
«Matt, taci» disse Claire. «Solo noi
possiamo amare Winny».
«Ma la McGranitt ci ha creduto? » chiese Nick.
Winny si girò e lo guardò male. «Ma
certo! Si fida di me… »
«E quindi non ti ha neanche visto? »
«No… Comunque oh, un giorno è, che
cazzo me ne frega a me… »
«No, infatti hai fatto bene! » esclamò
Nick. «Non mi andava di aspettare fino a sabato».
Mentre Nick stava parlando Poe si mise a latrare di nuovo alla porta, e
qualche secondo dopo sentirono bussare.
«Questi sono gli altri disse Winny, andando ad aprire la
porta. Charlie entrò e, naturalmente, Poe corse a farle le
solite feste. «Winny! » salutò Charlie,
andando ad abbracciare l’amica. «Ma stai bene?
» chiese. «Oggi dovevi venire da noi, questa
settimana non sei ancora venuta…» aggiunse tristemente.
Winny ridacchiò e poi rispiegò tutto a Charlie.
«Ma gli altri? Sandy e Iris? » chiese alla fine,
guardando fuori e richiudendo poi velocemente.
«Sandy? »
«Scusa, volevo dire Andy, tu non starmi a
sentire…» blaterò Winny, coprendosi la
fronte con la mano in segno di rassegnazione.
«Non sono riusciti a saltare l’ora. Era quella
della Beckett…»
«Ah ecco» ribatté Winny, battendo la
mano destra sul fianco. «Figurati. Quella mupa
frecata… »
«Mupa frecata? » chiese Claire, non capendo.
«Una cretina, insomma! » disse infine, mentre
pelava delle patate già bollite. «E se non posso
dirlo io… Siamo venute a Hogwarts insieme, ah! »
«Sì, lo sappiamo, ma non ci hai mai raccontato
molto…» ribatté Matt.
«E che c’è da dire, una tale
deficiente… Oh, ho quasi finito qua, qualcuno mi aiuta ad
apparecchiare?»
I ragazzi misero piatti, posate e bicchieri sul tavolo e, finalmente,
mangiarono. Winny
aveva preparatouno squisito pasticcio di verdure».
«È buonissimo, Winny» disse Nick, e gli
altri concordarono tutti tranne Isabel, che ovviamente non apprezzava
la maggior parte delle verdure e quindi rimase in silenzio.
Winny sorrise. «Queste sono
quasi tutte verdure della scuola, sono buonissime… Le altre
me le danno gli elfi domestici che le vanno a prendere
chissà dove, e io non mi fido tanto, perciò di
mettere soprattutto le nsotre, insomma… »
«Ma figurati» ribatté Charlie.
«Le prenderanno da qualche parte a Diagon Alley, oppure nei
supermercati babbani, come tutti… »
«Sì, ma quelli con la loro magia alla fine possono
fare quello che vogliono… Per il resto ci pensa la stanza
là… come si chiama? Delle assurdità?
».
«La Stanza delle Necessità» rispose
Nick, ridacchiando. «Meno male che siamo ancora un numero
limitato di persone a conoscerla… altrimenti sai che casino?
»
«Sì, infatti» disse Matt. «Ma
tanto ci puoi andare solo con la sua autorizzazione, e quindi solo in
caso di emergenza, e quindi è una fregatura,
ormai».
«Oppure corrompi i Gargoyle che stanno di guardia»
aggiunse Claire.
«Sì, vabbé…»
Passarono un’altra buona mezz’ora a parlare di
questo e di quello, poi dovettero tornare nel castello per la lezione
di Babbanologia e, nel caso di Charlie, per quella di Aritmanzia.
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Capitolo 5 *** Sorpresa di mezzanotte ***
Sabato
sera Nick e Matt si ritrovarono nell’illuminata Sala
d’Ingresso, a quell’ora praticamente vuota.
Si
erano dati appuntamento lì con Charlie per poi raggiungere
l’ufficio di
Lumacorno, vari piani più sopra. Sia il Grifondoro che
l’amico Serpeverde si erano
vestiti in modo semplice e piuttosto pratico, il primo tutto in nero
mentre il
secondo con una camicia bianca e dei pantaloni in tinta.
Poco
dopo Nick vide tre figure famigliari scendere le scale e andare loro
incontro. Una, naturalmente, era Charlie, i cui capelli biondi
ricadevano mossi
sulle spalle coperte da un cardigan rosso. Le altre due erano Agnes e,
inaspettatamente, Alice Blueheart. Entrambe erano vestite in modo
piuttosto
semplice, la prima con una camicetta viola e la seconda con una lunga
maglia
bianca; entrambe portavano dei jeans scuri.
«Voi
ci siete… » mormorò Charlie
distrattamente. «Quindi manca solo Bandit».
«Buonasera
anche a te» ribatté Nick.
«Ehi,
Nick» salutò Agnes. «Matt…
»
«Kiao
a tt» disse poi Alice, in un’inconfondibile parodia
del linguaggio
(tipicamente scritto) abbreviato dei “bimbiminkia”.
«Kiao,
hihi» assecondò Nick, portandosi una mano alla
bocca mentre ridacchiava.
Intanto Agnes continuava a spostare lo sguardo sull’entrata
dei sotterranei con
aria insicura.
«Agnes,
c’è qualcosa che non va? »
tentò Nick. Non gli piaceva fare questo tipo
di domande, le trovava generalmente forzate e inutili, ma sarebbe
sembrato poco
premuroso non farlo: la ragazza mostrava gli inconfondibili segni
dell’insicurezza.
«Eh?
» fece Agnes. «No, no… È solo
che mi chiedo se non abbia intenzione di
venire…»
«No,
tranquilla» s’intromise Matt.
«L’ho vista cinque minuti fa, le ho chiesto
se era pronta e ha detto che ci avrebbe raggiunto subito».
«Ah,
bene…»
«Stavate
parlando di me? » chiese una nuova voce
all’improvviso.: Bandit era
appena arrivata. Anche lei era vestita in modo abbastanza informale, i
capelli
ricci e scuri come al solito.
«Oh,
eccoti! » l’accolse Charlie, e gli altri si unirono
a lei.
«Be’,
ora che ci siamo tutti forse dovremmo andare…»
decretò Alice, e così i
sei si avviarono.
Sebbene
l’arrivo di Bandit l’avesse rassicurata, Agnes era
ancora leggermente
inquieta e poco convinta.
Forse
la curiosità di Nick era un po’ troppo evidente,
perché mentre
percorrevano un corridoio Alice si avvicinò a lui e gli
sussurrò: «È il primo
anno che Lumacorno la invita, non è abituata a stare con
persone con cui non ha
confidenza, per questo si fa tanti problemi».
«Non
capisco…»
«Credo
sia semplicemente un po’ insicura».
«Ah…»
Mentre
parlavano erano finalmente giunti davanti all’ufficio del
professor
Lumacorno. Entrarono e trovarono bel tavolo tondo, apparecchiato
elegantemente,
al centro dell’accogliente stanza. Gli occhi di Nick
indugiarono per un po’
prima su una scintillante clessidra verde, subito dopo su una scatola
aperta di
ananas candido e infine sulle persone presenti nella stanza.
C’erano
la Grifondoro Lucy Diamonds, la Serpeverde Nicole Parkinson e
naturalmente Andy.
«Da
quanto sei qui? » mormorò Nick.
«Avevo
promesso a Luma di aiutarlo a organizzare. Quindi sono qui da circa
mezz’ora. Poverino, non ha più l’energia
di una volta… »
«Ah,
certo… »
«Benvenuti!
Siete giusto in tempo, iniziamo proprio ora…»
ridacchiò Lumacorno,
accomodandosi sulla sedia più grande.
«Accomodatevi, su».
I
ragazzi obbedirono. Nick si mise tra
Matt e Charlie, mentre a sinistra di quest’ultima
c’erano Alice, Bandit e
Agnes. Alla destra di Matt, invece, c’erano Makks e Lucy
Diamonds, e ancora più
in là Nicole Parkinson.
Nick
e Matt salutarono Lucy, con cui avevano un rapporto confidenziale. La
ragazza, infatti, era una di quelle persone che si trovavano con i vipz
di
tanto in tanto.
«Voi
vi siete iscritti al club gestito da Winny e Hagrid, vero? »
mormorò la
ragazza, sorridendo. «L’ho fatto anch’io,
non vedo l’ora di vedere cosa
combinano quei due insieme».
«Assolutamente»
confermò Andy.
«Come
è andata la prima settimana di scuola, ragazzi miei?
» chiese Lumacorno,
mentre i ragazzi si servivano di anatra all’arancia.
«Cosa mi dici tu, Alice?
Tua madre Patricia sta lavorando a qualche altro portentoso miracolo
per la
comunità magica? »
La
ragazza rise. «Se siano proprio miracoli non lo
so… Ma è molto probabile che
stia lavorando a qualcosa, sì».
«Meraviglioso!
E naturalmente tu hai preso da lei, vero? Mai visto preparare
buone pozioni tanto velocemente, davvero eccellente…
»
La
ragazza arrossì leggermente, tentando di nascondere senza
successo la sua
soddisfazione.
«E
tu, Nicole, cosa mi dici di tuo
padre? Ha intrapreso quel viaggio cui teneva tanto? »
«Sì
sì, gli è piaciuto tantissimo, anche
perché ha visitato i luoghi dove
sorgono le radici della nostra famiglia… »
«Molto
affascinante, vero? Sì, conosco molto bene la tua
famiglia… Immagino che
ora sia molto impegnato al Ministero, vero? »
Lumacorno
continuò a fare domande del genere a chi, come Nicole e
Alice, aveva
parenti famosi e/o ricchi, mentre tra una portata e l’altra
lodava qualcuno tra
gli studenti che aveva scelto per talenti particolari, come Nick e
Charlie.
Intanto
Agnes era molto più a suo agio di prima e mangiava con gusto
il
dessert, gelato alle nocciole ricoperto di cioccolato e panna. Matt e
Nicole,
invece, continuavano a scambiarsi alternatamente occhiate reciproche di
sincero
e innegabile interesse.
A
un certo punto della serata, quando ormai Nick aveva terminato il suo
gelato
da un pezzo, il professor Lumacorno si accorse dell’orario e
disse «Perbacco,
come si è fatto tardi! Sbrigatevi, ragazzi, tutti nei propri
dormitori… »
Nick
e gli altri non esitarono; si alzarono, ringraziarono per la cena,
salutarono l’insegnante e uscirono dalla stanza.
«Be’
dai, Lumacorno è stato pomposo come al
solito, ma almeno la cena era buona»
disse Nick.
«Pomposo?
Secondo me è antipatico» rispose Agnes.
«Comunque mi sono divertita».
«Io
no» disse Charlie.
«Mi
accompagnate? » chiese d’un tratto Bandit.
«Non mi va di scendere fino ai
sotterranei da sola…»
«Grazie
per la considerazione» ribatté Matt.
«Ha!
» esclamò l’altra Serpeverde.
«È vero! A maggior ragione… Non mi
lasciate
sola con il debosciato».
Così,
mentre Alice, Andy e Iris s’incamminarono verso il loro
dormitorio perché
erano stanchi morti, Nick, Matt e Charlie scesero le scale e
accompagnarono Matthew
e Bandit fino all’ingresso dei sotterranei.
«Grazie,
ragazzi. Buonanotte… » disse Bandit, e scomparve
oltre le scale. «A
domani» mormorò Matt, e seguì Bandit.
«Andiamo,
dai» disse poi Charlie, e i restanti iniziarono a salire
lungo la
scalinata di marmo.
«Mi
piacerebbe fare uno scambio di Sala Comune e dormitori una
volta» disse
Charlie. «Lo proporrò alla McGranitt».
«Ma
che senso avrebbe? » ribatté Agnes.
«Per
rafforzare l’unione tra le case? » tentò
Nick.
«Per
vedere le altre Sale Comuni e gli altri Dormitori, semplice»
rispose
Charlie, come se fosse ovvio.
«Però,
in effetti, forse non è una buona idea»
mormorò Nick.
«Non
so le altre case, ma di sicuro i Serpeverde ne approfitterebbero per
fare
casino e organizzare scherzi» spiegò Matt.
«Vabbè,
baste che poi gli elfi domestici controllino, no? » disse
Charlie.
«E
se poi gli scherzi finiscono su di loro? Non mi sembra
giusto…»
«C.R.E.P.A.
time…
» borbottò Agnes.
Erano
arrivati al punto in cui i due Grifondoro e Charlie si sarebbero dovuti
separare per raggiungere le rispettive Sale Comuni, quando Nick
sentì un tonfo
e altri rumori strani.
«Oddio»
disse Charlie. «Io vado a dormire, ogni tanto questa scuola
m’inquieta…»
«Sì
sì, anch’io…»
sbadigliò Agnes, salutando l’amica che si stava
già
allontanando lungo il corridoio. «Nick, andiamo? O vuoi stare
fermo qui a
fissare l’arazzo tutta la notte? »
Nick
non rispose, la sua attenzione era stata catturata da
qualcos’altro: dei
rumori precedenti non c’era più traccia, ma un
suono di passi lungo il
corridoio si faceva sempre più vicino, allarmando Agnes.
«Chi
è, ora? » brontolò la ragazza.
«Moderi
il tono, signorina Hellway» sussurrò la voce
severa della McGranitt. La
preside era appena giunta dietro di loro, con la bacchetta accesa;
portava una
cuffietta scozzese in testa con una lunga camicia da notte in tinta.
«Stavamo
tornando dalla cena di Lumacorno, professoressa»
spiegò Nick.
«Ah,
certamente… Beh, sbrigatevi a tornare nei vostri
dormitori…» disse la McGranitt,
e sparì di nuovo nell’oscurità del
castello.
«Vai
tu» mormorò Nick a Agnes. «Voglio andare
a controllare».
«Come
vuoi» concluse Agnes, e anche lei se ne andò via.
Nick
iniziò a camminare lentamente verso il punto da cui aveva
sentito arrivare
i rumori di prima. Per un po’ ci fu silenzio assoluto, a
parte lo sbattere d’ali
di qualche pipistrello davanti alle enormi finestre e il cigolio
sinistro di
qualche armatura.
Poi
un urlo agghiacciante lacerò l’aria e fece quasi
drizzare i capelli in
testa a Nick; il ragazzo iniziò a correre verso la fine del
corridoio, dal
quale arrivavano altre grida. «AIUTO, PRESTO! »
Fu
in quel momento che Nick capì di chi si trattava: quello era
il punto in
cui, poco prima, Alice e Andy si erano separati dagli altri per andare
a
dormire.
Contrapposto
alle urla di Alice, Nick cominciò a percepire, con orrore,
il
ringhio di un bestia, e afferrò la bacchetta di biancospino.
«Alice!
ALICE! » urlò Nick, in preda alla disperazione.
Nel panico, si guardò
intorno e trovo la stanza, la cui porta spalancata permetteva di vedere
un
lupo, non molto grande, dal pelo fulvo e marrone, bloccare
l’uscita. Tra la
paura del momento e la rapidità delle sue azioni, Nick
notò solo per un attimo
che la bestia era accucciata e, nonostante i versi terribili, non stava
attaccando nessuno. Quando fu proprio vicino al lupo riuscì
a vedere, dalla
parte opposta dell’aula, dietro varie file di banchi (alcuni
dei quali
rivoltati sul pavimento), non solo Alice, ma anche Andy. I due,
soprattutto
lei, erano terrorizzati e privi di bacchetta magica.
«Stupeficium!
» urlò Nick con
decisione; la creatura sulla quale aveva puntato la bacchetta fu
violentemente
sollevata da terra e scaraventata contro la parete di fronte, facendo
tremare
il pavimento e cadere alcuni quadri.
«Cosa!?
» esclamò Nick, spostando lo sguardo dal lupo
privo di sensi ai due
Corvonero. «Non mi era mai riuscito,
cioè… non così bene».
«Sì
sì, mi pareva che fosse
così…» cominciò Alice.
«A volte, in situazioni di
particolare difficoltà o pericolo siamo in grado di compiere
magie straordinarie,
che normalmente non riusciremmo… »
«Ehm…
certo» annuì Nick. «Ma…
cos’è successo? »
Alice
e Andy si scambiarono un’occhiata vaga. «Beh, sono
stata stupida» mormorò
Alice.
«Perché?
Spiegatemi»
«Ho
sentito degli strani rumori, qualcosa che batteva, oggetti che si
frantumavano… Per un attimo ho pensato che ci fosse un
duello o qualche
pericolo serio. Sono andata a controllare, ho aperto la porta e BOOM!,
ho visto
una rapida massa pelosa saltare verso di me, facendo dei versi
strazianti. Mi
sono rapidamente buttata di lato senza pensare e mi sono appiattita
contro la
parete, mente il lupo continuava a fare quei versi… Poi mi
sono accorta che mi
era caduta la bacchetta mentre mi buttavo, ma non ho osato avvicinarmi
al lupo…
Era davvero uno spettacolo pietoso, a momenti si contorceva sul
pavimento e a
momenti impazziva e saltava da una parte all’altra; e
ringhiava… Intanto Andy
mi aveva raggiunto, lui non si è proprio portato la
bacchetta da Lumacorno,
vero? Andy, la bacchetta te la devi portare ovunque! »
«Lo
so» rispose l’altro Corvonero. «Ma mi
sono accorto di non averla presa
quando ero già lontano dalla Sala Comune … e non
mi aspettavo che ci saremmo imbattuti
in qualcosa del genere, onestamente».
«Ad
ogni modo, che cosa è?
» chiese
Nick.
«Non
è ovvio? » sussurrò Alice.
«Un lupo mannaro, sicuramente. Guarda come sono
i ciuffi della coda… e gli occhi…»
«Sì
sì, ok. E quindi, ora che facciamo? Ho incontrato la
McGranitt poco fa. Com’è
possibile che non si sia accorta di niente? » Nick era
perplesso.
«Dobbiamo
andarcene, ora» decretò Alice, uscendo
dall’aula e iniziando a
camminare con passo svelto; gli altri due la imitarono. «Se
ci vede sono
cavoli, non voglio problemi ora. Davvero…»
«Cosa?
» fece Nick, ancora più perplesso. «Vuoi
fare finta di niente? Il lupo e
tutto? Ma… dobbiamo denunciare la cosa!
Non è una stronzata da niente…»
«Se
a Hogwarts uno studente è un lupo mannaro, di sicuro la
McGranitt lo sa, ed
è per questo che è in giro. Avrà
capito che stasera c’era qualcosa che non
andava con lo studente in questione, forse ha dimenticato la pozione,
anche se
ce ne vuole…»
«Io
non escluderei che la McGranitt controlli cosa succede in giro ogni notte di
luna piena, se lo sa…»
ribatté Makks.
«Io
non escluderei che la McGranitt vada in giro per il castello una notte
su
due. Un sacco di professori lo fanno, figurati lei che è la
preside» concluse
Alice.
«Appunto!
» esclamò Nick, a voce un po’ troppo
alta («Zitto, coglione! »
sussurrò Alice). «In conclusione potrebbe anche
non saperlo».
«In
conclusione sono
stanchissima e
non ho voglia di sorbirmi una predica della McGranitt perché
non sono stata
prudente o perché non sono tornata subito nel mio
dormitorio, quindi basta.
Buonanotte…» e così dicendo Alice prese
la strada per la Sala Comune dei
Corvonero, dalla parte opposta di quella dei Grifondoro. «Dai
Nick, domani
vediamo, ‘notte» sussurrò Andy, che era
esausto, e seguì la ragazza.
Eccheccazzo,
pensò Nick, sono
l’unico
ad avere un po’ di buonsenso in questa scuola?
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Capitolo 6 *** Sicurezza e Irrequietezza (parte 1) ***
Il vento soffiava leggero sui
visi di Nick, Claire, Charlie
e Agnes mentre entravano nell’ampio campo da Quidditch; i
primi tre erano
tranquilli e rilassati dal venticello e dalla giornata piovigginosa, in
contrasto con l’ultima, Agnes. La ragazza era in procinto di
affrontare le
selezioni di Quidditch, che si tenevano proprio quella domenica; in
realtà era
stata spinta soprattutto da Claire, convinta della sua bravura in
quello sport.
«Va bene che io a Quidditch faccio schifo e lo sanno tutti» diceva
Mela, «ma tu sei bravissima! »
Durante l’estate appena conclusa Claire, Agnes, Bandit, Matt
e Andy avevano
giocato spesso a casa della Serpeverde, la cui famiglia aveva un campo
da
Quidditch vicino alla loro residenza estiva. In realtà, gli
unici che già
facevano parte di una squadra a Hogwarts erano Matt e Bandit, ma anche
Agnes e
Andy si erano rivelati molto bravi giusto poche settimane prima
rispettivamente
nei ruoli di battitrice e cercatore. A dirla tutta, Andy era
più bravo come
cacciatore che come cercatore, ma pareva che i Corvonero disponessero
ancora di
cacciatori anziani molto abili; quando si erano dunque tenute le
selezioni dei
Corvonero, il giorno prima, Andy aveva provato per il ruolo di
cercatore e, con
la gioia di tutti, ce l’aveva anche fatta.
«Claire, so benissimo che vuoi che lo faccia per
George» aveva detto Agnes.
«E quindi? Non ti sembra una buona ragione?»
«Non lo so… Non mi sembra neanche una ragione,
messa così»
«Ma dai, scherzavo…In realtà so che
vuoi farlo tu! Per metterti alla prova…»
«Hmm»
«Sì sì, è così, e
poi vogliamo tutti una battitrice che spacchi i culi, tu e
Giorgio sareste perfetti. Siete
perfetti…»
«Oooh, smettila!»
Agnes era parsa esasperata, segretamente divertita e anche un
po’ intrigata
dalla questione.
«Perfetti…»
«Tu dici che mi voglio mettere in gioco, forse…
hmm… »
«Perfettissimii…»
«Smettila! » esclamò di nuovo
la riccia, stavolta con un’aperta risata:
Claire aveva la sottovalutata ma a tratti irritante capacità
di essere
continuamente comica e/o simpatica, riusciva a far ridere, o sorridere,
chiunque, persino la McGranitt.
«Seriamente» aveva iniziato Agnes mettendo da parte
le risa. «Non sono
un’ochetta che fa qualunque cosa per farsi notare, grazie al
cielo ho un
cervello. Ma forse il problema è opposto… Sono
stanca di stare sicura
nell’angolo, mi voglio mettere in
gioco,
una volta tanto. Va bene, farò queste selezioni, tanto ad
ogni modo non mi
prenderanno mai».
«Aahahaha! “Non mi prenderanno mai”. Sai
di chi stiamo parlando, nessuno di
ignoto o stupido. Cioè, George ti prenderà
subito, è ovvioo…»
«Non dirlo così ad alta voce. Non voglio che, se
davvero lo farà, si pensi sia
perché fa favoritismi».
Questa conversazione era avvenuta quella mattina a colazione, poche ore
prima.
Ma, sebbene Agnes fosse stata molto decisa nell’affermare che
voleva “mettersi
in gioco”, non aveva perso la sua insicurezza che, pensava
Nick, faceva più
danni di tanti altri aspetti comuni dei vari tipi di
personalità.
La ragazza continuava picchiettarsi i polsi con le mani e a guardare in
basso
mentre camminavano e anche quando si mise ad aspettare il suo torno.
Intanto gli altri salirono sugli spalti del campo, dove incontrarono i
Corvonero che il giorno prima avevano riconfermato o, nel caso dei due
più
piccoli, ottenuto per la prima volta i loro posti nella squadra della
propria
casa. Alice era una dei due cacciatori insieme ad Alexander Washbowl ,
un
ragazzo apparentemente perfetto, del quale Nick cominciava a sentirsi
un po’
invidioso (gli era sempre stato sulla scatole). Alex era il Corvonero
che
passava più tempo con Alice da quando la sua omonima
migliore amica si era
trasferita in Francia. Tuttavia, Nick se n’era gradualmente
reso conto, quel
ragazzo era una di quelle persone amiche di così tante
persone –chiunque- che
l’amicizia stessa che si aveva con lui perdeva importanza.
Andy e Iris, invece, avevano ottenuto rispettivamente il ruolo di
cercatore e
di battitrice; erano entrambi molto soddisfatti ed entusiasti.
«È da tre anni che Corvonero non vince, ma
quest’anno la nostra squadra sembra
promettente» disse Iris. «Quindi farete meglio a
sperare che anche Giorgio
faccia delle buone scelte… ah, Agnes! »
«Sì, l’abbiamo convinta»
rispose Claire. «Grazie a me, naturalmente».
*
«Voglio
una statua! » esclamò Agnes un’ora dopo.
«Cioè, sono bravissima, davvero! Gli altri
facevano davvero schifo, rispetto a me»
«E
quanta sicurezza!»
«Sì,
Agnes! Sono fiera di te» disse Claire.
In
quel momento George, che fino a un attimo prima stava parlando con
alcuni
ragazzi del suo anno, si precipitò verso l’angolo
della sala comune vicino alla
finestra dove si trovavano loro –Nick, Agnes e Claire-e si
buttò sulla poltrona
dove era seduta la neo-battitrice di Grifondoro. «Ehi,
ragazzi» disse.
«George,
fatti più in là, per favore» gli disse
Agnes. La ragazza era stretta
tra George e il bracciolo della poltrona, mentre l’altro
aveva un’aria
rilassata e si guardava allegramente intorno. «Eh? Cosa dici?
»
«Sposta
il culo! » esclamò l’altra. Qualcuno,
tra cui Ashley, si voltò con aria
indignata verso di loro. «Cazzo volete? »
ringhiò Nick.
«Mah,
che gente…» disse Claire a voce alta, scuotendo la
testa con aria di
indignazione.
«Schifosi
Duemilatre…» borbottò George,
alzandosi. «Ti volevo dire che gli
allenamenti iniziano sabato prossimo, devo ancora pensare a una
strategia».
«Va
bene» rispose Agnes, nascondendo a stento
l’entusiasmo.
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Capitolo 7 *** Sicurezza e Irrequietezza (completo) ***
Il vento soffiava
leggero sui visi di Nick, Claire, Charlie
e Agnes mentre entravano nell’ampio campo da Quidditch; i
primi tre erano
tranquilli e rilassati dal venticello e dalla giornata piovigginosa, in
contrasto con l’ultima, Agnes. La ragazza era in procinto di
affrontare le
selezioni di Quidditch, che si tenevano proprio quella domenica; in
realtà era
stata spinta soprattutto da Claire, convinta della sua bravura in
quello sport.
«Va bene che io a Quidditch faccio schifo e lo sanno tutti» diceva
Mela, «ma tu sei bravissima! »
Durante l’estate appena conclusa Claire, Agnes, Bandit, Matt
e Andy avevano
giocato spesso a casa della Serpeverde, la cui famiglia aveva un campo
da
Quidditch vicino alla loro residenza estiva. In realtà, gli
unici che già
facevano parte di una squadra a Hogwarts erano Matt e Bandit, ma anche
Agnes e
Andy si erano rivelati molto bravi giusto poche settimane prima
rispettivamente
nei ruoli di battitrice e cercatore. A dirla tutta, Andy era
più bravo come
cacciatore che come cercatore, ma pareva che i Corvonero disponessero
ancora di
cacciatori anziani molto abili; quando si erano dunque tenute le
selezioni dei
Corvonero, il giorno prima, Andy aveva provato per il ruolo di
cercatore e, con
la gioia di tutti, ce l’aveva anche fatta.
«Claire, so benissimo che vuoi che lo faccia per
George» aveva detto Agnes.
«E quindi? Non ti sembra una buona ragione?»
«Non lo so… Non mi sembra neanche una ragione,
messa così»
«Ma dai, scherzavo…In realtà so che
vuoi farlo tu! Per metterti alla prova…»
«Hmm»
«Sì sì, è così, e
poi vogliamo tutti una battitrice che spacchi i culi, tu e
Giorgio sareste perfetti. Siete
perfetti…»
«Oooh, smettila!»
Agnes era parsa esasperata, segretamente divertita e anche un
po’ intrigata
dalla questione.
«Perfetti…»
«Tu dici che mi voglio mettere in gioco, forse…
hmm… »
«Perfettissimii…»
«Smettila! » esclamò di nuovo
la riccia, stavolta con un’aperta risata:
Claire aveva la sottovalutata ma a tratti irritante capacità
di essere
continuamente comica e/o simpatica, riusciva a far ridere, o sorridere,
chiunque, persino la McGranitt.
«Seriamente» aveva iniziato Agnes mettendo da parte
le risa. «Non sono
un’ochetta che fa qualunque cosa per farsi notare, grazie al
cielo ho un
cervello. Ma forse il problema è opposto… Sono
stanca di stare sicura
nell’angolo, mi voglio mettere in
gioco,
una volta tanto. Va bene, farò queste selezioni, tanto ad
ogni modo non mi
prenderanno mai».
«Aahahaha! “Non mi prenderanno mai”. Sai
di chi stiamo parlando, nessuno di
ignoto o stupido. Cioè, George ti prenderà
subito, è ovvioo…»
«Non dirlo così ad alta voce. Non voglio che, se
davvero lo farà, si pensi sia
perché fa favoritismi».
Questa conversazione era avvenuta quella mattina a colazione, poche ore
prima.
Ma, sebbene Agnes fosse stata molto decisa nell’affermare che
voleva “mettersi
in gioco”, non aveva perso la sua insicurezza che, pensava
Nick, faceva più
danni di tanti altri aspetti comuni dei vari tipi di
personalità.
La ragazza continuava picchiettarsi i polsi con le mani e a guardare in
basso
mentre camminavano e anche quando si mise ad aspettare il suo torno.
Intanto gli altri salirono sugli spalti del campo, dove incontrarono i
Corvonero che il giorno prima avevano riconfermato o, nel caso dei due
più
piccoli, ottenuto per la prima volta i loro posti nella squadra della
propria
casa. Alice era una dei due cacciatori insieme ad Alexander Washbowl ,
un
ragazzo apparentemente perfetto, del quale Nick cominciava a sentirsi
un po’
invidioso (gli era sempre stato sulla scatole). Alex era il Corvonero
che
passava più tempo con Alice da quando la sua omonima
migliore amica si era
trasferita in Francia. Tuttavia, Nick se n’era gradualmente
reso conto, quel
ragazzo era una di quelle persone amiche di così tante
persone –chiunque- che
l’amicizia stessa che si aveva con lui perdeva importanza.
Andy e Iris, invece, avevano ottenuto rispettivamente il ruolo di
cercatore e
di battitrice; erano entrambi molto soddisfatti ed entusiasti.
«È da tre anni che Corvonero non vince, ma
quest’anno la nostra squadra sembra
promettente» disse Iris. «Quindi farete meglio a
sperare che anche Giorgio
faccia delle buone scelte… ah, Agnes! »
«Sì, l’abbiamo convinta»
rispose Claire. «Grazie a me, naturalmente».
*
«Voglio una statua! » esclamò Agnes
un’ora dopo. «Cioè,
sono bravissima, davvero! Gli altri
facevano davvero schifo, rispetto a me»
«E quanta sicurezza!»
«Sì, Agnes! Sono fiera di te» disse
Claire.
In quel momento George, che fino a un attimo prima stava parlando con
alcuni
ragazzi del suo anno, si precipitò verso l’angolo
della sala comune vicino alla
finestra dove si trovavano loro –Nick, Agnes e Claire-e si
buttò sulla poltrona
dove era seduta la neo-battitrice di Grifondoro. «Ehi,
ragazzi» disse.
«George, fatti più in là, per
favore» gli disse Agnes. La ragazza era stretta
tra George e il bracciolo della poltrona, mentre l’altro
aveva un’aria
rilassata e si guardava allegramente intorno. «Eh? Cosa dici?
»
«Sposta il culo! » esclamò
l’altra. Qualcuno, tra cui Ashley, si voltò con
aria
indignata verso di loro. «Cazzo volete? »
ringhiò Nick.
«Mah, che gente…» disse Claire a voce
alta, scuotendo la testa con aria di
indignazione.
«Schifosi Duemilatre…»
borbottò George, alzandosi. «Ti volevo dire che
gli
allenamenti iniziano sabato prossimo, devo ancora pensare a una
strategia».
«Va bene» rispose Agnes, nascondendo a stento
l’entusiasmo.
*
Durante le settimane seguenti, con l’arrivo di ottobre, il tempo
s’incupì. Quel sabato, in
particolare, pioveva forte e i tuoni ruggivano facendo quasi tremare le
finestre del castello.
Charlie e Alice erano accasciate sui divani vicino alla libreria della
loro
sala comune, senza fare nulla in particolare.
«Che scatole, questo tempo di merda ha rotto i coglioni,
e non ho più voglia di leggere» disse la
più piccola,
posando un grosso libro sul tavolino lì accanto, vicino a un
Settimanale delle streghe.
«Già…»
«Ho deciso, dormo un po’. Anche se non ho voglia di
salire in dormitorio…»
«Dormi qui» rispose semplicemente
l’altra, cominciando a sfogliare il Settimanale
delle Streghe.
«Dici che non ci fanno caso? »
«Probabilmente sì, ma fa niente, se arriva
qualcuno ti sveglio io prima che
possano dire qualcosa»
«Grazie! Allora buonanotte…» disse
sdraiandosi e sbadigliando. Ma in quel
momento arrivò Andy e si sedette sul tavolino in mezzo alle
due. «Vi fate un
giro? »
«Ma come....? Io stavo per dormire…»
disse Alice, rigirandosi sul divano e
guardando il bruno.
«Se non vuoi…» cominciò
quello.
«No, vabé – vengo. Tanto non riesco a
dormire. Charlie, vieni anche tu, vero? »
«Ovvio» rispose l’altra, senza tuttavia
alzarsi. «Fatemi solo finire di leggere
questa intervista. Luna Lovegood mi fa morire»
«Hai detto LUNA LOVEGOOD?!» esclamò
Alice, strappando all’amica la rivista di
mano. «Cioè, io la stimo troppo quella
donna… Ma che ci fa su quella rivista
stupida? »
«Perché dici che è stupida? Ci sono
molte cose interessanti» rispose Charlie.
«Ah, cose, eh?
Mlml» ridacchiò Makks,
sedendosi vicino alle altre due, che si erano accucciate per leggere
insieme
l’intervista.
«Ah, ecco perché. Si è sposata, me
n’ero scordata» bisbigliò Alice, con
immensa
sorpresa.
«Da un pezzo» specificò
l’altra.
«Ah sì, ha partorito due gemelli» disse
Andy. «Ma pff…
la vera notizia è che ha dovuto ammettere che i Ricciocorni Schiattosi non
esistano». Tutti
e tre risero, poi finalmente si
alzarono. Alice si rivolse a Makks. «Ma Iris che fine ha
fatto? »
Andy fece spallucce. «Non ne ho idea, ma non è qui
in sala comune. Dai,
probabilmente la incontreremo in giro.
«Andiamo a vedere cosa fanno Nick e gli altri?»
propose Charlie quando furono
usciti dalla torre.
«Sì» annuì Alice, e i tre si
avviarono lungo il corridoio; il temporale
sembrava essersi calmato.
*
Hajar
Dubois fu svegliata da un tuono spaventoso. Quella notte non era
riuscita a dormire per niente e voleva rimediare di pomeriggio, ma il
tempo
fuori non era proprio a suo favore, così
rinunciò. Si alzò e si vestì, poi
scese di sotto, in sala comune; avrebbe potuto unirsi a Sarah Patil e
andare al
Club di Pozioni (o di qualche altra cosa), di cui avevano parlato pochi
giorni
prima. Tuttavia la sua amica non c’era, però
individuò subito il gruppo dei
“vips”: vicino alla bacheca c’erano
infatti Claire, Nick e George, e parlavano
animatamente. Sorrise quando George iniziò a insultare gente
a cavolo, come suo
solito, e si avvicinò a loro.
«Ciao Hajar! » l’accolse allegramente
Claire.
Hajar Dubois era una ragazza simpatica e allegra dell’ultimo
anno, di origini
francesi e dalla carnagione scura. Spesso si trovava in compagnia dei vipz.
«Come va? » fece Nick. «Stavamo
pensando
di indire una riunione, ora, visto che è una giornata di
merda e nessuno sembra
concludere alcunché».
«Mi sembra una buona idea! » esclamò
Hajar. «Intendete Dei vip, vero? »
«Sì, e di chi se no? »
brontolò George. «Noi persone importanti e
storiche,
ovviamente… »
«Ma dove? E chi viene? »
«Non è ovvio? » disse Claire.
«Nella stanza delle Necessità,
naturalmente».
*
«Su
su, sbrigatevi. Camminate più in
frettaaa…»
«Aliceee…» disse Andy, imitando il tono
dell’amica. «Perché dobbiamo correre?
Vedi per caso qualche capibara mutante che c’insegue?
»
«Capibara, hihi» ridacchiò
l’altra. «Capibara».
«Sì. Capibara. Problemi? Capibaraaa».
«La droga, Alice,» mormorò Charlie, da
dietro, «la droga».
«Sì! Funghetti, taaanti funghetti»
annuì Alice.
«Ehi, funghetta» soggiunse una nuova voce, quella
di Isabel. «Che fate? Io ero
dalla McGranitt».
«Ciao, Isabel! » esclamò Alice, agitando
allegramente la mano.
«Dalla McGranitt a fare che? » chiese Andy.
«Oh, niente di che. Mi ha parlato di alcune cose. Un
po’ di questo, un po’ di
quello… »
«AMORE MIO» la salutò Charlie,
correndole incontro. «Dov’è
l’altro nostro
amore? »
«In sala comune, andiamo a rapirla» rispose Isabel .
«Subito! »
«Ah» fece Alice. «Grazie per la
considerazione» disse rivolta a Isabel, con
aria offesa.
«ALICIAH! » urlò poi l’altra.
«Forza, vieni, andiamo a funghettarci. Makks
lascialo pure lì. Oppure fallo venire, è
uguale».
«Forza Andy, su su» lo chiamò Alice.
«Andiamo, dai, cosa aspetti? »
«No, sai» cominciò il ragazzo.
«Non vorrei imbattermi in qualche altro
cagnolino drogatello».
«Come? » domandò Isabel, disorientata.
«Di cosa parli? Cagnolino…? »
«Ma come…» iniziò Alice,
perplessa. «Nessuno te l’ha detto? A proposito del
lupo che ci ha attaccati dopo la festa di Luma…»
«No! » esclamò l’altra,
scioccata.
«Ma perché questa reazione esagerata? »
chiese Andy, e Isabel si ricompose,
tuttavia era ovvio che c’era qualcosa di particolare a
turbarla.
Alice si fermò e guardò Isabel negli occhi.
«Isabel, c’è qualcosa che non ci
vuoi dire? Sei stata attaccata anche tu?»
La giovane Grifondoro esitò prima dimormorare, con aria poco
convincente: «No,
io… no».
«Non ci freghi» disse Charlie.
«No, davvero, va tutto bene».
I tre Corvonero si scambiarono uno sguardo d’intesa.
«Isabel» disse
Charlie, seria, «sei
davvero stata dalla McGranitt? Ti ha parlato del lupo? Isabel, non
mentire».
«No, davvero» rispose Isabel, sorridendo
nuovamente. «Mi ha parlato dei miei
voti bassi e mi ha detto che, se non mi metto a studiare seriamente,
riuscirò a
ottenere pochissimi G.U.F.O. »
«Va bene» concesse Charlie.
«Andiamo
alla torre dei Cazzodoro, su»
disse Andy, tentando di allentare la tensione, e i tre si diressero al
settimo
piano senza parlare troppo. Mentre Charlie e Isabel svoltavano nel
corridoio a
destra, Alice prese da parte Andy. «Tu sei convinto?
» chiese sottovoce. «No»
rispose l’altro. «Non è da Isabel fare
così e, inoltre, quando qualcuno dice
che è stato convocato dalla preside per parlare di voti, non
è mai vero».
*
Nick e gli
altri vipz che
avevano trovato in giro –tra cui Agnes e Bandit- incontrarono
Isabel, Charlie,
Makks e Alice a metà strada.
«Riunione,
forza, vieni e stai zitto» disse Claire rivolta
all’unico ragazzo vipz dei
Corvonero. «Ma ci sono anche LE
AMORE MIE! » esclamò poi, correndo incontro a
Charlie e Isabel.
Dopo
vari saluti e aggiornamenti, i ragazzi si diressero verso
l’entrata della
Sala Comune, davanti all’arazzo di djndhk.
«Chi
crea la Stanza? » chiese Hajar, quando furono giunti a
destinazione.
«Lo
facesse Nick» disse Claire. «Visto che sa
“articolare bene il pensiero”, o
quello che è» aggiunse ironicamente.
«Ah
ah» disse Nick. «Per me è
uguale».
Ad
ogni modo, quando gli altri esitarono,
cominciò a camminare avanti e indietro per tre volte davanti
alla parete, con
gli occhi chiusi e pensando: una sala
accogliente, calda e piacevole per fare una riunione. Fa che possano
trovarla
solo i vipz.
Nick
sapeva che la Stanza avrebbe capito chi intendeva con
“vipz”, perché ci
aveva lasciato, l’anno prima, una lista incantata con i nomi
delle persone
classificate così e aveva sempre funzionato.
Subito
apparve una grande porta ornamentale, e i ragazzi – Nick,
Claire,
Charlie, Isabel, Alice, Andy, Agnes, George, Hajar e Bandit- varcarono
la
soglia.
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