Funghetti di Hogwarts

di Prince Lev Swann
(/viewuser.php?uid=318960)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La tizia con il cibo ***
Capitolo 2: *** Un elfo trasgressivo ***
Capitolo 3: *** Beckett e Infant ***
Capitolo 4: *** A pranzo da Winny ***
Capitolo 5: *** Sorpresa di mezzanotte ***
Capitolo 6: *** Sicurezza e Irrequietezza (parte 1) ***
Capitolo 7: *** Sicurezza e Irrequietezza (completo) ***



Capitolo 1
*** La tizia con il cibo ***


L’espresso per Oguorz

Premessa…

Avete presente quella caratteristica della comunità magica di essere piuttosto tradizionalista e arretrata rispetto al mondo Babbano? Del tipo “mi vesto come nei secoli passati perché fa figo” e “anche se sono in un luogo totalmente privo di magia nell’aria non mi azzardo a toccare il telefono, potrebbe mordermi! Meglio aspettare per una settimana il gufo che va e torna… Sì sì, più sicuro”. Ecco, non è cambiato niente.
O meglio, sì, qualcosa è cambiato, ma davvero poco; i maghi sono sempre gli stessi e la pensano allo stesso modo. E da una parte non li si può biasimare.
Perché, ecco, alcune privazioni sono necessarie: la magia e l’elettricità si contrastano a vicenda, quindi è normale che quest’ultima  non sia utilizzata nelle case dei soli maghi. Ma al giorno d’oggi la tecnologia ha fatto troppi passi avanti per essere ignorata, soprattutto dai ragazzi Nati Babbani che vivono in case Babbane con famiglie Babbane; credetemi, io sono uno di loro, ed è proprio inevitabile, considerando che non c’è nessun rischio. Vedete, visto che prima dei diciassette anni non possiamo utilizzare la magia fuori da Hogwarts le nostre case ne sono sempre prive, e così possiamo sfruttare le tecnologie e gli strumenti moderni come… non saprei… gli smartphone e internet, per esempio, senza avere problemi.
Naturalmente vengono fatte molte polemiche e accese discussioni riguardo a ciò, soprattutto negli ultimi anni: alcuni nerdazzi, tipo me, che però sono anche maghi, hanno inventato alcuni modi per aumentare, con la magia, le possibilità offerte da alcuni mezzi avanzati utilizzati dai Babbani, come, appunto, internet, e altri maghi (o streghe) adulti ritengono la cosa inappropriata e pericolosa, ma di questo vi parlerò in seguito.


Primo settembre 2014


Attraverso tranquillamente, come al solito, la barriera del Binario 9 e ¾ e mi trovo tra la folla davanti all’Espresso per Hogwarts. La mia civetta, Mags, si agita nella sua gabbia facendo un tale rumore che molte persone si girano e mi guardano male. Rispondo con uno sguardo pieno di disprezzo. 
Inizio a cercare i miei amici in mezzo alla gente, e subito individuo Claire parlare con Charlie e Isabel. Vado svelto verso di loro pensando al modo in cui, nel tempo, ci siamo avvicinati.
Claire Winchester e Isabel McFlour sono del mio stesso anno e Grifondoro, come me. Charlotte Queen è del settimo anno e prefetto dei Corvonero. Oltre a noi, gli altri “vipz” sono i Corvonero Iris Harper e Andy Marks, entrambi del terzo anno. Infine c’è Matt, Matthew Landry, l’unico Serpeverde del nostro gruppo che… beh, Matt è un caso a parte. Altri tipi che ogni tanto si uniscono a noi sono Hajar Dubois, di origini francesi, Bandit MacDoom  e altri amici di amici vari. 
All’inizio eravamo solo io, Isabel e Charlie: siamo diventati amici durante il mio primo anno durante una punizione, ma ci siamo avvicinati di più quando sono arrivati Iris e Andy, l’anno dopo. Claire, invece, l’abbiamo conosciuta davvero solo l’anno scorso. Prima, infatti, mi sembrava una persona piuttosto antipatica e credo che lei pensasse lo stesso di me. 
Subito noto i capelli biondi di Charlie. «Stai davvero bene!» le dico.
«Grazie» risponde lei, sorridendo. 
«Nick, deficiente!» mi accoglie Claire, col suo tono scherzosamente acido. «Cioè, almeno il primo settembre… un giorno all’anno, uno… Potresti anche cercare di arrivare a un orario decente. Adesso troveremo solo gli scompartimenti peggiori, ed è colpa tua, come sempreee». Claire è una ragazza sul metro e settanta, dai capelli ricci e castani, gli occhi scuri e il naso a patata. 
«Ah be’,  certo, naturalmente. E quali sarebbero gli scompartimenti migliori?» chiedo io, iniziando a caricare i bagagli. 
«Quelli vicino alla vecchia dei dolci, ovvio» risponde Isabel, imitando le mie azioni. 
Insieme saliamo sull’Espresso di Hogwarts e troviamo subito il nostro scompartimento, quando Charlie dice di dover andare alla riunione dei prefetti. 
«Ah, già, me n’ero scordato » dico.
«Ritirati, Nick» fa Claire, sedendosi.
«A dopo, ragazzi » saluta Charlie, e se ne va.
«Quelli del primo anno mi stanno già sulle palle» dico io improvvisamente. 
«A te stanno tutti sulle palle» risponde Claire. 
«Avete visto gli altri?» chiede Isabel.
«Credo di avere intravisto Matt prima, ma ora starà facendo il fighetto con gli altri Serpeverde » dico.
«Quelle merdine inutili» dice Claire, prendendo la bacchetta dalla borsa. «Accio telefono di Matt! » 
Io e Isabel la guardiamo perplessi. 
«Sarebbe...? »
«Un incantesimo di appello, idiota » spiega lei. «Era nel programma dell'anno scorso, ma Vitious preferisce farcelo fare direttamente quest'anno perché dice che al giorno d'oggi lo chiedono spesso ai G.U.F.O.… Naturalmente a casa non potevo provarlo, quindi questa è la prima volta. Non credo funzionerà bene, ma forse non è necessario ». 
«Non pensi sia controproducente usare la magia su un cellulare? » 
«Certo, se fosse acceso e con la batteria e, okay che Matt è stupido, ma non tanto da portarsi il cellulare acceso a Hogwarts. Cioè, credo… »
«Brava Mela » le dice Isabel. «Così ci riprendiamo Matt da quei Serpeverde frocetti».
«Quella cacca, andare da loro prima che da noi… che affronto! Cioè… »
«Mela, vaffanculo » dice una voce nuova: Matt è arrivato. 
Ora, prima di continuare, mi sembra giusto spiegarvi questa storia di “Mela”. Be’, Claire in realtà si chiama Melina Dolcecuore, perché l’ho deciso io, ma lei dice a chicchessia che può essere chiamata “Mela” o “Argh” o “Mela Argh” o come si vuole (da qui la battuta squallida di chiamarla “Come Vuoi”, ma questa è un’altra storia). Il motivo è tutt’ora sconosciuto.
«Aw, sì, ci sono riuscita! » 
«A farmi fare una figura di merda?  » chiede Matt, sedendosi vicino a Isabel.
«Esatto! » esclama Claire, tutta contenta, e io mi metto a ridere. 
«Ma poi che t’importa di quei minchioni presuntuosi? » m’intrometto. «Lo sappiamo che li odi e che ami solo noi vipz ». 
«Non voglio che mi sputtanino in giro. » spiegò Matt. «Magari a persone tipo Mela non importa di avere la reputazione nel cesso, ma a me sì, ne » 
«Senti Fatty Bolger, “ne” lo posso dire solo io. E poi io sono una vipz, la mia reputazione può stare anche in Cambogia, cazzi suoi. »
«Matt, tagliati e taci, sta arrivando la tizia con il cibo » dice Isabel. 
«Ah ok».
«Qualcosa dal carrello, cari?»
«Mi scusi, ha per caso i Mars? » chiede Matt. La signora lo guarda perplessa. 
«Lo lasci perdere » dice Claire. «Il ragazzo ha dei problemi». Isabel annuisce con decisione e io trattengo a stento le risa.
La signora, ancora più confusa, ripete «Qualcosa dal carrello?»
«Qualche ape frizzola, per favore» inizio io, «…un pacco di Gelatine Tutti i Gusti + 1, e quattro bicchieri di succo zucca, la prego ».
«Hai tanta sete, vedo» dice Mela.
«Sei molto simpy, Claire, ma un “Grazie, Nick” sarebbe bastato»  dico io, mentre pago la vecchina.
«Che poi perché ti chiamiamo “Nick”? Sa di bimbominkia» dice Matt.
«Perché “Nicholas” è troppo lungo” rispondo io. 
«Preferisci “frocetto”? » mi chiede Isabel.
«Isabel, zitta e tagliati» rispondo io ridendo.
«Nick, la tua risata mi fa paura, cerca di limitarla» dice Claire. 
«Sapete che l’anno prossimo il figlio di Harry Potter viene a Hogwarts? » cambio argomento io. 
«Sempre molto coerente con il discorso» dice Isabel.
«Secondo me è un truzzetto viziato» risponde Matt.
«Io lo bullizzo» se ne esce Mela. «Sapete poi che bello dire “Sono il bullo del figlio di Harry Potter”! Sì sì, ho deciso».
«Sì, dai ti aiuto!» esclama Isabel , ridendo. 
Passarono gran parte del viaggio a parlare di James Potter e di altre cavolate, quando Charlie tornò in compagnia di George Hope, uno dei prefetti di Grifondoro.
«Sono passato solo per salutarvi,» dice, «e per avvertirvi di stare attenti ai Tassorosso… Si vocifera che stiano complottando per rovesciare le altre case e mettersi in mostra… Io mi aspetto anche il malocchio da qualcuno di loro, tipo Bobby. » Tutti si mettono a ridere (forse più avanti vi spiegherò chi è Bobby).
Quando George se ne va, Matt lo imita spiegando che altrimenti i Serpeverde avrebbero capito che era lì.
«Si vede che fa tutte queste scene per lei» dice Charlie. «Ma lei non se lo caga, poverino…»
«Lei chi? » chiedo io.
«Parkinson, obvs» risponde Claire. «Potremmo includerla tra noi vipz, se non ci odiasse… Questi Purosangue sono più stupidi di Bolger». 
«Adesso che ci penso» dico io, «Matt è il figlio di un Magonò e di una Babbana (è curioso che sia un Serpeverde, tra l’altro), è per questo che non lo considera». 
«Sì, ma…» cominciò Isabel, ma viene interrotta dalla porta dello scompartimento che si apre. Un’altra nostra amica Grifondoro, del sesto anno, entra e chiede: «Ciao ragazzi! Avete per caso visto George Hope? Gli devo parlare di una cosa…»
«Sì Agnes, era nello scompartimento dei Prefetti con me» risponde Charlie, «Non mi ricordo che ha detto...»
«Ah! Grazie Charlie» risponde Agnes Hellway sorridendo, poi se ne va richiudendosi la porta alle spalle. 
Per un po’restiamo in silenzio, poi io dico di aver bisogno di alzarmi un attimo ed esco dallo scompartimento. Mi guardo intorno per un po’, poi vedo Andy e Iris dall’altra parte del corridoio parlare con una ragazza mora che mi colpisce subito. A prima vista, si direbbe orientale (per gli occhi a mandorla, il piccolo naso e l’aria delicata) ma appena la si sente parlare chiunque cambierebbe idea; la ragazza, che comunque ho già intravisto (e sentito) varie volte nei corridoi di Hogwarts, ha di solito una voce alta e squillante, in aggiunta a un accento particolare e un modo di parlare veloce e allegro. In questo momento, tuttavia, la ragazza pare sconsolata e persa, triste e in cerca di qualcuno che la aiuti. Andy e Iris stanno per andarsene e lasciarla sola, quando li fermo per salutarli. Dopo i vari saluti e aggiornamenti, chiedo alla ragazza; «E tu sei? » 
«Ehm… Alice, Alice Blueheart» risponde lei con tono incerto. Capisco che mi trova strano. Le sorrido e continuo: «Se cerchi uno scompartimento, nel nostro c’è posto».
In un primo momento Alice pare sul punto di rifiutare, ma poi qualcosa sembra farle cambiare idea. 
«Ehm… Va bene! Tu come ti chiami? Non ti vedo spesso in giro » dice mentre ci avviamo verso lo scompartimento. Le sue parole non mi convincono, ma il suo tono ora è più tranquillo e confidenziale.
«Oh, sono Nicholas Flakes. » rispondo, poi mi rivolgo un’ultima volta a Andy (Iris era già rientrata nel suo scompartimento). «E voi, ragazzi, volete passare a fare un saluto agli altri? » 
Andy esita per un secondo e poi risponde: «Meglio di no, Nick, il vostro scompartimento sembra già abbastanza affollato anche senza di noi». Non lo dice in maniera antipatica, ma sorridendo. «Ci vediamo dopo al binario! ». Detto questo, il moro segue Iris. 
Io e Alice entriamo a nostra volta nello scompartimento vicino alla Signora dei Dolci (che per comodità ora chiameremo sempre così) e la presento agli altri. 
«Aaah! » esclama Claire dopo le presentazioni. «Tu sei l’amica di quella ragazza simpi che l’anno scorso era mia vicina a Erbologia… Com’è che si chiamava? Alice anche lei? »
«Sì, sono proprio io, abbiamo lo stesso nome. Ora purtroppo la sua famiglia si è trasferita in Francia e lei va a Beauxbatons… »
«…e ti senti sola? » azzarda Charlie. Io squadro incuriosito le facce degli altri.
«Beh… sì, diciamo che non sono abituata… Ora gli altri amici che prima erano di entrambe continuano a escludermi e boh… »
«Capito tutto, » fa Claire, «sono merdine, insomma. Ma non preoccuparti. Ora hai il privilegio di stare con noi vipz. Vuoi mettere a confronto? »
Alice, finalmente, inizia a ridere e a rilassarsi. 
Continuiamo a parlare per un po’ di questo e quello quando ci rendiamo conto di essere quasi arrivati. Poco dopo scendiamo e saliamo sulle carrozze che ci avrebbero condotti fino all’imponente e familiare castello.
Anche se ancora non ce ne siamo resi conto, questo viaggio è stato molto significativo. 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Un elfo trasgressivo ***


Eccomi, sono sempre io, Nicholas Flakes, e da adesso continuerò a narrarvi la storia dei nostri vipz al passato, com’è giusto che sia. Ah, e in terza persona, quindi io me ne vado e lascio raccontare al narratore stipendiato. Cia’.


Il Salone d’Ingresso era illuminato e splendente come sempre, I minerali e le pietre preziose all’interno delle clessidre brilllavano. Appena entrati, i ragazzi (esclusi quelli del primo anno, che raggiungevano la scuola passando sul lago in barca, guidati da Hagrid) sentirono un profumo ammaliante provenire dalle cucine. Bene, questo non sarebbe stato considerato affatto strano se si fosse trattato di una scuola normale, con le cucine vicino alla mensa. Ma a Hogwarts, le cucine, gestite da elfi domestici, si trovavano nella cantina sotto la Sala Grande e vicino alla Sala Comune dei Tassorosso; le si poteva raggiungere dal buco di un ritratto che diventava accessibile facendo il solletico alla pera. 
«Non è normale» disse Nick, avvicinandosi al corridoio delle cantine.
«Per niente, non è mai stato così forte quando andavamo nelle cucine, le altre volte» lo seguì Isabel. 
«No, cioè, voi siete stati nelle cucine? » chiese Alice, che dal viaggio era rimasta sempre con loro. Era sorpresa e incuriosita. 
«Obvs» rispose Nick (obvs = ovviamente). «Noi può tutto, specialmente io». 
«I comuni mortali sono così stupidi che non si accorgono che in questa scuola si può fare tutto» disse Claire, che era venuta con noi. «Naturalmente noi non siamo comuni mortali».
«No, cioè, no» iniziò Alice. «Cioè, cibo. Cibo. Devo assolutamente vedere le cucine. Cioè, nessuno me ne ha mai parlato e non ci ho mai pensato, chissà perché…»
«Eh eh» fece Claire. 
«Neanche Isabel» decretò Nick. «Quella cretinetta pensava che facesse apparire tutto la McGranitt, dal nulla. E, per quanto un’esperta come lei possa essere brava, nessuno può evocare cibo dal nulla, lo si può al massimo chiamare da un altro luogo con la magia, moltiplicarlo, trasfigurarlo… È una delle eccezioni al…»
«Sì sì, lo sappiamo. Legge di Gamp eccetera. Non fare l’Hermione di turno, Nick» lo interruppe Claire. 
Ora, prima di andare avanti, forse è meglio che vi spieghi una cosa.
La storia di Harry, Ron e Hermione fu oggetto fin da subito, dopo la Seconda Guerra di Maghi, di molti libri, storie, interviste, speculazioni,  articoli di giornale e persino modi di dire, come quello usato da Claire in questa situazione. Lei, comunque, se ne inventava sempre di nuovi perché aveva molta fantasia ed era una delle persone più documentate; intendiamoci, lo era anche Nick. Ma Nick era informato su qualsiasi cosa, invece Claire soprattutto sulle storie delle persone che l'affascinavano di più.
Mentre discutevano i ragazzi raggiunsero l’ingresso delle cucine, dove l’odore delle pietanze era fortissimo. 
«Aaah, avevano lasciato la porta del corridoio aperta, ecco tutto» disse Nick.
«Che genio, non ci saremmo mai arrivati» lo schernì Claire. «Qualcuno faccia il solletico alla pera drogatella, a me fa paura».
Isabel si fece avanti prima degli altri; la pera si trasformò in un pomello. 
«Bene, adesso state calmi e non date troppo nell’occhio. I poveri elfi andranno in piena crisi isterica appena ci vedranno»
«Perché? » domandò Isabel, che si stava già spingendo oltre il buco del ritratto. 
«Perché» rispose subito Nick, bloccandola, «sebbene la Granger stia facendo enormi progressi con le leggi che li riguardano, gli elfi domestici rimangono creature molto premurose e non tollerano di non riuscire a servirci; vanno in crisi se sbagliano… Se entriamo ora, quando sono tutti occupati a preparare il banchetto, andranno subito nel panico per fare due cose contemporaneamente: cucinare per tutti e preoccuparci di soddisfare i nostri bisogni».
«Ma io voglio solo salut…» cominciò Claire, ma fu interrotta da Alice: «Elfi domestici? Perché nessuno mi dice mai niente? Cioè, elfi domestici. Elfi domestici! Cioè…» 
«Sì, una Corvonero che non ha neanche la curiosità di interessarsi a un posto così assurdamente fantastico come Hogwarts. Dove arriveremo...? » la provocò Nick. 
La ragazza fece per ribattere, ma Nick la interruppe: «Stavo scherzando. Ora muoviamoci, se ci mettiamo troppo si accorgeranno della nostra assenza».
Come previsto, la reazione degli elfi fu a dir poco esagerata, ma in modo diverso.  
«Signori» cominciò un elfo piccolo e carino, dalla vocetta stridula (come la maggior parte degli elfi, dopotutto). «Noi sta preparando il banchetto, voi ha troppa poca pazienza! » Sembrava essersi fatto molto coraggio per pronunciare queste parole, un coraggio che tuttavia scomparve presto.
«Come.. non ci portate niente? » fece Claire (Isabel annuì  fragorosamente), e Nick la fulminò con lo sguardo: l’elfo si era gettato a terra e aveva iniziato a sbattere la testa sul pavimento.
«No, no! » iniziò Alice. «Stai calmo, non hai detto niente di male, questa ragazza stava scherzando… Oh, no, basta! Dai… »
«È inutile,» spiegò Nick. «Questi discorsi non portano a niente con loro. Klocly, smettila di punirti! » ordinò Nick, deciso, e Alice lo guardò con disapprovazione. 
L’elfo tentò di obbedire, ma sforzandosi in modo disagevole. 
«Claire, forse devi ordinarglielo tu» propose Isabel. 
«Cosa? » rispose l’altra, presa alla sprovvista. «Ehm… Clock? Coky? Insomma, elfo, smettila di sbattere la testa al pavimento o di punirti in qualche altro modo» 
L’elfo si fermò con più convinzione, anche se tremava ancora.
«Ora, noi ce ne andiamo, così voi potete continuare senza essere disturbati… Non obbiettate e tornate al lavoro» disse Alice, che aveva capito il meccanismo. 
«Come...? Ma io voglio…»
«Nick, taci» tagliò corto Claire. 
Isabel, intanto, stava girando tra gli elfi e squadrando con disgusto ogni pentola e ogni piatto preparato dalle creature. Bene, dovete sapere che a Isabel non piaceva nulla, ma proprio nulla. Le uniche cose che ogni tanto apprezzava erano la frutta, la carne e alcuni tipi di dolci. Sebbene fosse un comportamento infantile a cui nessun cuoco umano avrebbe dato peso, gli elfi ne tenevano gran conto e, anzi, si vergognavano e iniziavano a pensare di aver fatto errori gravissimi e imperdonabili…  il risultato fu che andarono ancora più in crisi, iniziarono a punirsi, a parlottare, a buttare quello che stavano facendo e a riiniziare daccapo. In mezzo al caos, i ragazzi ebbero il buonsenso di recuperare Isabel e di uscire in fretta dalle cucine. 
«Complimenti, Bel, il solito genio» brontolò Nick. 
«No mi piace “Bel”, te l’ho già detto, e poi non ho fatto niente di che… sono gli elfi a essere esagerati». 
«Certo che lo sono! » esclamò l’altro. «E tu ormai dovresti saperlo, cioè... »
«Sst! » fece Claire. «Nick, zitto, se quell’essere inutile di Gazza ci sente ci rompe le scatole. Andiamo a mangiare e basta, ormai avranno finito con lo smistamento».
E così fecero. Quando entrarono passarono piuttosto inosservati perché il cibo era appena comparso sui piatti d’oro e gli studenti erano concentrati su quello. Alcuni insegnanti, però, li notarono e qualcuno lanciò loro un’occhiataccia. 
La professoressa McGranitt, la preside, si trovava già sulla sedia più imponente al centro del tavolo. Alla sua destra c’erano, in ordine: Hagrid, Horace Lumacorno (ormai estremamente vecchio), Neville Paciock (insegnante di Erbologia e direttore di Grifondoro)  e Connie Beckett, la nuova insegnante di Trasfigurazione. Dalla parte sinistra, invece, c’erano Vitious, Winny Infant (insegnante di Difesa contro le Arti Oscure e direttrice dei Tassorosso), Sibilla Cooman e tutti gli altri.

Presto Alice prese posto al tavolo dei Corvonero, un po’ dispiaciuta di lasciare gli altri, mentre Claire, Isabel e Nick si dirigevano verso quello dei Grifondoro. 
«Ah, eccovi qui, finalmente » li accolse Nick Quasi-Senza-Testa spuntando fuori dall’arrosto con patate. 
«Le tre anime dei Grifondoro… Siete piuttosto in ritardo, ma per vostra fortuna anche gli elfi domestici hanno ritardato con la cena… Avvenimento incredibile, per di più; non succede mai. Che sia stato Pix? »
«Sì, certo… Pix» disse l’altro Nick, servendosi un’abbondante porzione di arrosto e patate.
«Eppure credevo che stesse infastidendo quei poveretti del primo anno…»
Claire rise e batté le mani. «Che bravo, fa bene. Quei bimbi arroganti…» 
«Non è questo il comportamento giusto! » la rimproverò Ser Nicholas. 
«In effetti…» commentò Nicholas Flakes. «Se al tuo primo anno avessero trattato te come un’estranea, come ti saresti sentita? »
«Ma infatti l’hanno fatto! E io non ero di certo così insolente e presuntuosa… Guardateli, la maggior parte di loro si atteggia come se fosse qui da anni… Cioè, come si permettono? » disse Claire, riempendosi il piatto. 
«Questi 2003 del cavolo» intervenne George Hope, che aveva ascoltato la conversazione. «Non se ne salva uno…»
«George, tu non dovresti dirlo così esplicitamente» gli disse Isabel. «Sei un prefetto! »
«A maggior ragione dovrebbero rispettarmi…»
«Sbagliate, non è così che ci si comporta, ve lo ripeto, fra poco persino i Serpeverde saranno considerati più amichevoli di voi» li rimproverò ancora Ser Nicholas. «E forse… beh, naturalmente è il Cappello che decide, ma anche i desideri intimi della persona contano molto… E forse è proprio per questa vostra famosa ostilità che ci sono meno Grifondoro negli ultimi anni. Beh, almeno da quando il numero medio di studenti è iniziato ad aumentare». 
Nick Quasi-Senza-Testa disse questo perché, dopo la definitiva sconfitta di Voldemort,  il numero di maghi e streghe che si sposavano e facevano figli con Babbani era aumentato in poco tempo, e di conseguenza Hogwarts riceveva sempre più ragazzi da istruire. 
«Oh, va bene, va bene, cercheremo di essere più ospitali» disse Claire.
 «Certo, dopotutto basta fare buon viso a cattivo gioco»  confermò Nick, con un tono di voce un po’ troppo forte.
Solo in quel momento Winny si accorse che i “suoi ragazzi” erano arrivati; li salutò sorridendo. 
Ora, vi ho detto che Winny Infant insegnava Difesa contro le Arti Oscure e che dirigeva la casa Tassorosso, ma per i nostri vipz lei era molto di più: un’amica pazza, in senso buono, come loro, divertente, gentile e gioviale. Era una donna sulla sessantina, dai capelli corti e candidi, gli occhiali riccamente ornati, leggermente robusta di pancia ma dalle gambe magre, bassina e dal viso gentile e liscio. Viveva in una capanna simile a quella di Hagrid e molto vicina a quest’ultima, perché le piaceva stare all’aria aperta e aiutava il Guardiacaccia a gestire le sue creature e gli orti della scuola. Nick le era affezionato sin dal primo anno, e l’andava a trovare così spesso che i suoi amici iniziarono ad andare con lui e ad affezionarsi a Winny, che comunque conoscevano perché insegnava loro Difesa contro le Arti Oscure.
Naturalmente erano amici anche di Hagrid, che passava buona parte del suo tempo con Winny, ma a quest’ultimo erano meno legati perché tutti facevano finta di amarlo, a causa della sua fama per avere avuto un ruolo importante nella storia di Harry Potter, Ron Weasley ed Hermione Granger. In altre parole, c’era troppa gente che andava a trovarlo solo perché andava di moda. 
Horace Lumacorno, invece, non era ancora andato (o forse si dovrebbe dire “tornato”) in pensione perché insegnare Pozioni a Hogwarts era facile e comodo: aveva un alloggio comodo e piacevole, uno stipendio normale e abbastanza soddisfacente e insegnava ciò che sapeva fare meglio. Tuttavia, a causa dell’età molto avanzata, non era più il direttore di Serpeverde perché non era in grado di gestire troppe cose. C’è da dire che, tuttavia, non rinunciò mai a mandare avanti il Lumaclub.
«Ma come mai oggi il caro Luma non ti ha chiamato, Nick? » chiese Claire.
«Forse non lo vuole più tra i lumaconi» suggerì Isabel. 
«No... » intervenne di nuovo George. «Oggi non ha fatto nessuna riunione di cocchi. Anzi, non è proprio venuto in treno con noi».
«Strano… » commentò Nick. «Ovviamente i professori raggiungono Hogwarts con il mezzo che più gli aggrada. Io, tra parentesi, mi smaterializzerei appena fuori ai confini della scuola, e credo che infatti la maggior parte di loro faccia così. Ma Lumacorno non salta mai la cenetta privata sull’Espresso per Hogwarts».
«Non c’è niente di strano» sentenziò Claire, «è vecchio e giustamente non gli importa più granché».
«O semplicemente non al punto di sorbirsi il viaggio sull’Espresso appositamente per quello» disse Isabel.
I piatti principali scomparvero e furono sostituiti da deliziosi dessert, tra cui le torte che piacevano tanto a Isabel. 
Dopo che furono scomparsi anche i dolci e la frutta, la professoressa McGranitt si alzò e iniziò a parlare. 
«Ai nuovi studenti, benvenuti; a quelli di sempre, bentornati. Prima di fare alcuni annunci, vi comunico che quest’anno non abbiamo variazioni nel corpo insegnanti, e siamo tutti lieti che sia così, credo ». La preside sorrise. 
«Per quanto riguarda la stagione di Quidditch, i nuovi capitani saranno informati domani sulle date delle selezioni… Per chi si volesse unire ai vari club, c’è la bacheca appositamente per quello. Dovete semplicemente scrivere il vostro nome sulle liste allegate agli annunci. Quest’anno è stato inoltre aggiunto il Club degli amanti della natura, fondato e gestito da Rubeus Hagrid e Winny Infant »
I due citati furono acclamati da qualche applauso, mentre Nick e gli altri si guardavano esaltati.
«Oddio, cioè, dobbiamo assolutamente iscriverci! Vale la pena già solo per vedere cosa combinano quei due... » disse Nick. 
«Sì sì, assolutamente. E se non ho tempo al massimo mi tolgo da quello di pozioni» rispose Claire. 
«Ora che abbiamo mangiato e fatto gli annunci importanti, potete andare a letto. Forza, in ordine e senza fare confusione… »
«Che palle, devo guidare i bimbetti» brontolò George. 
«Tu ti lamenti e basta» disse Isabel. «Non capisco perché la McGranitt ti abbia scelto».
«Isabel, la McGranitt non sceglie le persone solo perché lo vogliono, se non sono responsabili… »
Ma fu interrotto dalla preside stessa, che stava chiamando Isabel. 
«Eccomi, professoressa, » disse la ragazza con freddezza, «desidera qualcosa? »
«Volevo solo dirle, signorina McFlour, che l'avevo scelta come prefetto dei Grifondoro». A queste parole, gli occhi della ragazza s’illuminarono. «Il gufo che le ho mandato dev’essersi perso. Ma se non è nel suo interesse… »
«Sì, sì, certo che è nel mio interesse! » esclamò subito Isabel, abbandonando il tono freddo e mettendosi quasi a saltellare. La preside sembrò soddisfatta. 
«Molto bene, singorina McFlour. Ora prendi questa spilla
...» (Nick notò l'abbandono del tono severo e il ritorno al linguaggio
confidenziale
) «...e accompagna i ragazzi del primo anno in Sala Comune. Signor Flakes, signorina Winchester, voi dirigetevi regolarmente nei vostri dormitori… Buonanotte». 


Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Beckett e Infant ***


Il mattino seguente, Nick si svegliò abbastanza presto per scendere in Sala Comune, dove si doveva incontrare con gli altri vipz Grifondoro per scendere a colazione. Nel suo dormitorio c’erano solo lui e Joseph Cudgel che dormiva profondamente, mentre gli altri sei letti erano vuoti. Nicholas si lavò (nel bagno nascosto del loro dormitorio) e si vestì, poi finalmente scese di sotto.
Claire e Isabel non erano ancora arrivate, invece George e Agnes erano seduti con gli altri ragazzi del sesto/settimo anno sui posti vicini al fuoco, ma non lo avevano ancora notato. L’attenzione di Nick si rivolse prima su alcuni ragazzini del primo anno dall’area spaesata, e poi su una ragazza dai capelli biondi che attraversò di fretta la Sala Comune e sparì oltre il buco del ritratto. Dopo di lei furono proprio Isabel e Claire a scendere da quella scala a chiocciola.
«Buongiorno» le accolse Nick.
«’Giooorno» rispose Claire, sbadigliando. «Ehi Nick,» salutò Isabel. «Muoviamoci, per favore. Sto morendo di fame, ieri faceva tutto schifo».
«Guarda, non commento neanche… Comunque, come sta Ashley? » mormorò Nicholas.
«Di poche parole, come sempre. » ripose Claire. «Cioè, almeno con noi» precisò Isabel.
«Mi dispiace... penso sempr-» ma Claire lo interruppe.
«O mio Dio, Nick, tu e le tue manie di protagonismo… L’ha superato, non gliene frega più niente, com’è giusto che sia».
Ashley Brown era stata la ragazza di Nick per diversi mesi l’anno prima, ma quando la loro storia era diventata, almeno per Nick, più una forzatura che qualcosa di autentico, i due si erano lasciati. Ashley era sempre stata una ragazza dall’umore instabile, tormentata e abbattuta; spesso si deprimeva, perché le altre ragazze la prendevano in giro e la escludevano. Quando aveva iniziato a passare la maggior parte del suo tempo con i vipz divenne praticamente una di loro e si legò in particolar modo a Nick. I due si misero insieme verso la fine del terzo anno e stettero bene per molto tempo, ma verso il Natale successivo Nick si era accorto che tra loro mancava qualcosa: non era più come all’inizio, tra loro non funzionava, passavano sempre meno tempo insieme, gli unici momenti in cui ci riuscivano si rivelavano forzati e pieni di tensione. Fu così che Nick, non  volendo mandare avanti quella sceneggiata, le scrisse una lettera in cui le diceva nel modo più dolce e affettuoso possibile che non potevano andare avanti. Non se n’era mai pentito, era stata la cosa più giusta da fare.
Tuttavia, all’inizio fu molto difficile. Com’era prevedibile, la reazione di Ashley era stata a dir poco esagerata: fece vedere (non l’avrebbe mai fatto davvero) che aveva intenzione di suicidarsi e andò in piena crisi. Claire e Isabel erano state pronte a consolarla, ma tra di lei e il resto del gruppo non fu mai più la stessa cosa già dall’inizio. Ashley non ce l’aveva con Nick, ma naturalmente i due non si dicevano mai più di tanto; più che altro si salutavano quando capitava e molte volte facevano semplicemente finta di niente. Nei rari momenti in cui si trovavano insieme (perché Ashley aveva continuato, anche se meno frequentemente, a stare con il loro gruppo), si trattavano con freddezza e senza alcuna confidenza.
«Ehi, sporchi babbanelli! » urlò loro George (lui li chiamava sempre così). «Ve ne andate senza di noi? »
Così lui e Agnes raggiunsero Nick, Claire e Isabel e i cinque uscirono dalla Sala Comune.
Nel corridoio li aspettavano Charlie, Andy e Iris. Prima che questi si accorgessero della loro presenza, Nick li sentì parlare di Alice Blueheart.
«Ehiii» li salutò Nick.
«Charlie!! » esclamarono Claire e Isabel, e corsero ad abbracciarla.
«Non puoi capire a cosa abbiamo assistito là dentro! » disse Claire, con tono orripilato, e Isabel annuì fragorosamente.
«Ah, non preoccupatevi» le rassicurò Charlie. «Adesso siamo insieme e potremo affrontare qualsiasi cosa».
Nicholas si rivolse a Iris e Andy: «Sono adorabili, no? Ma io continuo a parteggiare per la Clatthew».
«Clatthew sta minchia! » urlò Claire. «Nick, ascoltami, è meglio se chiudi la bocca».
«Vabbè dai, andiamo» concluse Nick.
Presto raggiunsero la scalinata principale, e Iris disse: «Stavo pensando… quest’anno Charlie e George hanno i M.A.G.O.. Nick, Claire, Isabel e Matt i G.U.F.O…»
«Già» borbottò Andy.
«Gli unici che hanno un anno normale siamo io e Andy…» aggiunse poi tristemente.
«E vi lamentate? Siete gli unici che quest’anno non dovranno sgobbare come elfi domestici » borbottò Claire.
«A me più che altro dispiace che è il mio ultimo anno» mormorò Charlie sconsolata.
«Oddio, è vero! » esclamò Claire, d’un tratto terrorizzata. «Isabel, come faremo senza Charlie? COME? Non ci avevo pensato… Dobbiamo trovare una soluzione alternativa… »
«Non può andarsene! » esclamò a sua volta Isabel. «Non si può… rimarremo solo noi, Makks, Iris e il frocietto… Non mi ero reso conto della gravità della cosa! »
«Che perspicaci, si sono rese conto che Charlie è due anni avanti a loro» commentò Nick.
«Nick, ficcati un cazzo di calzino in quella cazzo di bocca! » urlò Claire, in preda a una crisi isterica.
«Sì, va bene» tagliò corto l’altro.
«Io e Charlie vogliamo radunare i Mangiamorte» disse George tranquillamente. «Anche Agnes è con noi. Se volete associarvi anche voi… »
«George» cominciò Andy. «Qui siamo tutti Nati Babbani o di sangue misto, lo sai, vero? »
«Certo, babbanello. Ma noi siamo avanti, il nostro obbiettivo non sono i Babbani, ma le generazioni dal 2001 in avanti, naturalmente ».
«George, io sono anche 2001» ribatté nuovamente Makks, ridendo.
«Ah…»
«Ma tu sei escluso, ovviamente» s’intromise Agnes. «Anzi, ci saresti molto utile. Come spia…»
«Esatto, come lo era Piton per Voldemort…» rifletté George, illuminandosi.
«Ma è il contrario. Piton era una spia di Silente» puntualizzò Charlie.
«È uguale» ribatté l’altro.
«Tutto logico e sensato, naturalmente» commentò Nick, ridacchiando.
Intanto avevano raggiunto il grande Salone d’Ingresso. Entrarono in Sala Grande e, come sempre, si divisero. Nicholas cercò con lo sguardo Alice Blueheart e la trovò subito; si salutarono con la mano. Intanto Charlie, Andy e Iris si sistemarono accanto a lei. Nick avvertì una sensazione strana.
Si sedettero subito anche gli altri e Nick si servì subito di uova strapazzate e toast con marmellata.
«Che schifo la colazione di Hogwarts» non mancò di commentare, puntualmente, Isabel, servendosi di latte e cereali.  
Intanto il professor Vitious, il vicepreside, consegnava gli orari agli studenti.
«Niente male oggi» disse Nick. «Trasfigurazione, Erbologia e Cura delle Creature Magiche… Poi Difesa Contro le Arti Oscure e Babbanologia. Peccato che ci sia la Beckett, ma almeno ce la togliamo subito dalle scatole…»
«Che bello, abbiamo già Winny e anche Babbanologia» disse Claire. «Erbologia... sì, va bene, Paciock mi sta simpi. Sì dai, va abbastanza bene».
Poco dopo si avviarono dalla Sala Grande e in poco tempo raggiunsero l’aula di Trasfigurazione; la professoressa Beckett era lì, seduta alla cattedra, immersa nella scrittura di alcuni documenti.
Conny Beckett era una donna bassa ma dall’aspetto imponente. Indossava mantelli e abiti molto eleganti, generalmente grigi/neri o marroncini, degli stivali tipicamente babbani e un semplice cappello da strega (nero, a punta) sulla chioma bionda, simile a quella di un fiore dai petali rivolti verso l’alto. La donna, sulla sessantina, era caratterizzata, oltre che dai capelli e dall’abbigliamento, da un naso storto e da un paio di occhiali viola riccamente ornati. Avevano lezione insieme ai Serpeverde, i quali, a parte Matt, non gli facevano solitamente né caldo né freddo.
Come al solito, quando Grifondoro e Serpeverde si trovavano insieme, Matt, Nick, Claire e Isabel si sedevano vicini.
«Buongiorno» disse la professoressa Beckett quando tutti furono entrati e ai propri posti.
«Come sono andate le vacanze? Vi siete rilassati? » chiese poi, alzandosi dalla cattedra e iniziando a camminare per l’aula. Aveva un timbro di voce molto profondo e, in un certo senso, pesante.
«Come credo che… sappiate già, quest’anno sarà molto impegnativo per voi. I vostri G.U.F.O., “Giudizio Unico per Fattucchieri Ordinari” avranno luogo, infatti, a Giugno, e costituiscono naturalmente una tappa fondamentale della vostra istruzione magica… dall’esito di questi dipenderà infatti tutto il resto della vostra vita, quindi non dovete prenderli… alla leggera.
«Iniziamo subito con gli Incantesimi Evanescenti. Questi hanno il solo e l’unico scopo di far svanire oggetti o animali. Naturalmente sono più difficili da digerire della normale Trasfigurazione… ma anche più semplici degli incantesimi di Evocazione, dei quali parleremo molto più avanti…»
Fu così che i ragazzi passarono metà dell’ora ad ascoltare l’insegnante spiegare e l’altra metà a esercitarsi su alcuni piccoli vermi. Alla fine, Nick e Claire quasi ci riuscirono (i loro vermi diventarono rispettivamente uno più esile e sottile e l’altro scolorito e quasi trasparente), mentre Matt e Isabel fallirono miseramente. Alla fine dell’ora si sbrigarono a prendere le loro cose e presto si ritrovarono fuori dal castello, alle serre di Erbologia, dove avevano lezione con i Tassorosso.
«Buongiorno, ragazzi» li accolse il professor Paciock quando entrarono. Neville Paciock era un uomo alto e robusto, dai capelli neri corti e una barbetta scura. Portava dei vestiti piuttosto semplici, naturalmente sporchi di terra e rovinati. Sulla cattedra teneva la sua enorme Mimbulus Mimbletonia, una pianta molto simile a un cactus ma che aveva, al posto delle spine, delle bolle simili a pustule.
«Com’è andata quest’estate? Tutto bene? » chiese.
I ragazzi annuirono. La lezione passò piuttosto velocemente, poi i ragazzi raggiunsero la zona davanti alle capanne di Hagrid e Winny, poco lontane, dove si sarebbe tenuta la Lezione di Cura della Creature Magiche, con Hagrid.
«Oh, eccovi a voi tre! » esclamò Hagrid quando vide Nick, Claire e Isabel. «Mi pareva strano che non venivate…».
«Ehi, Hagrid! » lo salutò Nick, allegro. «Come va? »
«Direi che ci va tutto bene, dai… Beh, rispetto a prima, non posso lamentarvi» rise l’omone. «I Thestral si riproducono che è una meraviglia! E ci abbiamo anche una bella cucciolata di Unicorni, sono nati pochi giorni fa! »
Ed erano proprio gli Unicorni la lezione di quel giorno. Piccoli unicorni dorati che affascinarono tutti; e questo, durante le lezioni di Hagrid, non accadeva molto spesso. Il mezzogigante era infatti buono e gentile, ma aveva davvero un grave problema con la sua fissa per le creature più pericolose e spaventose; il che, anche se assicurava divertimento, creava non pochi disagi.
I ragazzi si diressero in Sala Grande e rapidamente mangiarono, consultandosi con gli altri a proposito delle novità.
Così finalmente arrivò l’ora di Difesa Contro le Arti Oscure, la materia che a Nick piaceva di più, soprattutto perché era Winny a insegnarla.
A differenza di come era accaduto per gli altri insegnanti, Winny non si fece trovare subito in classe e, per la prima volta in quella giornata, i Grifondoro si trovarono con i Corvonero.
«Nick, mettiamoci noi due nello stesso banco,» disse Claire, «Isabel vuole stare con quella cretinetta di cui non ricordo il nome per copiarsi gli appunti di Trasfigurazione».
«Ehm…» blaterò Nick, «Va bene» concluse alla fine, sconsolato. Aveva individuato Alice Blueheart in un banco in fondo, vicino a una ragazza che lui non conosceva, ma che con cui neanche Alice sembrava avere molta confidenza.
«Ciao, Nick! » lo salutò Alice; si era accorta che la osservava.
«Ciao, come va? » rispose, sorridendo. Ma Claire lo colpì sul braccio. «Nick, zitto! Arriva Winny… voglio vedere la sua entrata».
Winny Infant, la loro cara amica, aveva esattamente settant’anni, ma ne dimostrava di meno. Attenzione! Non tanto di aspetto, ma di carattere...
«Buona sera! » li salutò Winny entrando nell’aula, con la sua caratteristica R moscia e il tono allegro e concitato. Sorrideva allegramente, portava una leggera veste verde smeraldo sopra un completo nero molto elegante, e un turbante viola in testa, ornato con stelline d’argento.
«Vi piace? » chiese, indicando il turbante con le mani. «Me lo ha regalato la preside, perché sa che adoro i turbanti…»
Tutti ridevano, rallegrati dalla presenza positiva e simpatica dell’insegnante.
«Ti sta benissimo» disse Nick, sorridendo. «Sì, è vero…» confermò Claire. «Ma perché a me la preside a me non fa ‘sti regali? »
«Bene, cosa dovevamo fare quest’anno? » domandò Winny, più a sé stessa che agli altri, guardandosi intorno aggrottando la fronte. «Ah sì sì, dobbiamo iniziare gli incantesimi più avanzati. Gli schiantesimi li abbiamo già fatti? Mi pare di no… No no. Allora cominceremo con quelli! » esclamò allegramente.
«Avete i libri? » chiese poi Winny. La classe fu attraversata dall'assenso generale.
«Molto bene. Ma per ora non li prendete… Vabbè, se volete proprio prenderli prendeteli… Ma per adesso non servono, insomma. Quindi come volete… Io, intanto, vi spiego; vi dico le cose che dovete sapere più in generale. Poi, di tutte quelle chiacchiere sui libri non è che c’interessi più di tanto. È così? Dico bene? Voi pure volete fare così? Sì o no? » Si sentirono vari “sì” e qualche mormorio.
«E va bene. Allora, direi di spiegare subito mentre ci applichiamo… Ho portato dei cuscini, così potete schiantarvi con sicurezza e… senza spaccarvi la testa, vah!»

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** A pranzo da Winny ***


Pozioni era la prima lezione della giornata, quel mercoledì, e i Grifondoro erano insieme ai Serpeverde.
Il professor Lumacorno aveva chiesto a tutti di preparare qualcosa che sapessero già fare bene,  per riacquisire la manualità nella preparazione di pozioni. Nick scelse la pozione Scacciabrufoli, l’unica cosa che al momento gli serviva. Il ragazzo, infatti, aveva un naturale problema di acne piuttosto persistente, e così periodicamente prendeva un po’ dall’antidoto dei Tiri Vispi Weasley, efficace e conveniente, soprattutto perché non si poteva procurare ogni volta gli ingredienti necessari. 
Ma adesso che ne aveva la possibilità scelse di preparare proprio quella pozione, molto pratica e semplice. 
Mentre frantumava le sue zanne di serpente iniziò a guardarsi intorno: Matt, col suo gruppo di Serpeverde,  stava maneggiando alcune code di topo. Isabel, alla sua sinistra, guardava con disgusto gli ingredienti della pozione che aveva scelto e Claire, alla sua destra, non aveva ancora deciso cosa fare.
«Non lo so… quando facevo queste pozioni succedeva sempre qualche casino. Perché non andiamo avanti e basta? Con qualcosa di nuovo? Cioè, davvero non capisco… Comunque avevo i miei motivi; per esempio, l’ultima volta i movimenti di Lumacorno m’inquietavano…»
«Puoi stare zitta un secondo? » si spazientì Nick. «Tu parli ad alta voce da mezz’ora e qua nessuno dice niente. Cioè, okay…» 
«Nick, io parlo quanto mi pare, e non dire più che sono io quella acida. Agli altri non frega un cavolo e il caro Luma sente pochissimo, e poi non capisco cosa t’importi». In effetti, il professor Lumacorno era seduto e leggeva tranquillamente Trasfigurazione oggi, alzando ogni tanto gli occhi dalla rivista per controllare cosa stessero facendo i ragazzi. 
Arrivato a quel punto, Nick avrebbe dovuto aspettare quarantacinque minuti che il composto fermentasse, ma grazie ad alcuni trucchetti dei calderoni moderni (come il suo) era possibile diminuire grandemente il tempo di attesa. Visto che doveva comunque aspettare almeno una decina di minuti, si mise ad aiutare Claire. 
«Ma non ho bisogno del tuo aiuto» sussurrò lei, indigata.
«Dici? Siamo qua da un bel po’ e tu hai appena iniziato, secondo me non ce la fai. Se ti aiuto è solo meglio»
Alla fine Claire aveva scelto la pozione Drizzacapelli, anche quella molto semplice. In effetti, c’era davvero poco da fare oltre che ad aspettare e a buttare qualche ingrediente ogni tanto, quindi i due si misero a parlare. 
«Se oggi non dice qualcosa sul Lumaclub, mi butto nel lago...
»  disse Nick, accennando all’insegnante. «Non che ci voglia andare, eh» aggiunse due secondi dopo.
«Ceeerto... Comunuqe, Nick, lascia perdere, quello è suonato, te l’ho già detto. Probabilmente non ha più voglia di fare niente. E come biasimarlo? Lui è vecchissimo e insegna ancora, noi già non abbiamo voglia di fare niente. Cioè, è vero che ci sta anche Ruf che è morto e insegna ancora, ma…»
«Che poi, come cavolo gli è venuto in mente? » esclamò Nick. «A Ruf, intendo. Cioè… scegliere di rimanere come un’impronta inutile su questa terra… e per cosa? Per continuare a insegnare Storia della Magia. Storia della Magia, cioè la materia più inutile e noiosa fra tutte. Beh, forse non proprio tutte, ma comunque…»
«Quello sta fuori. Cioè, capisco rimanere come un fantasma, sai che figata? Ma per questo…»  .
«Uh, sono passati dieci minuti! » esclamò Nick, ricontrollando la sua Scacciabrufoli. «Adesso, vediamo… quattro lumache cornute. Eccotele! 
«E adesso… due aculei…»
«No, Nick… Devi toglierlo dal fuoco, prima… stupido… comunque, mi sono resa conto di aver dimenticato a casa…»
Mentre Claire blaterava, Nick agitò la bacchetta sul calderone per completarla e qualche secondo dopo suonò la campanella. 
Lumacorno ci mise qualche secondo', ma finalmente si rese conto che quell’ora era finita e controllò tutti i risultati, evitando sempre di soffermarsi troppo. A Nick fu detto che la sua pozione, all’esame dei G.U.F.O., sarebbe stata da “O”, Oltre Ogni Previsione. Il ragazzo, soddisfatto, si convinse che non avrebbe corso nessun rischio a usarla su sé stesso e ne raccolse una fiala. 
Quando Nick si alzò per uscire erano già andati via quasi tutti, ma prima di varcare la soglia della segreta fu fermato dal professor Lumacorno. 
«Nicholas, figliolo, posso parlarti un attimo? »
«Mi dica, professore» ribatté Nick, avvicinandosi al vecchio insegnante, sicuro di quello che gli avrebbe detto. 
«Complimenti per la pozione, davvero molto bravo… Certo, non è un intruglio di livello avanzato, ma sei stato comunque esemplare. Mi aspetto molto da te».
«Grazie, professore».
«Sei libero questo sabato, vero, Nick? Sai, non vorrei che ti perdessi la solita prima rimpatriata del Lumaclub…». Ecco, pensò Nick. «Ti sarai chiesto perché non l’ho fatta prima…» mormorò poi, con un sorriso incerto. 
Nick annuì, sorridendo a sua volta. «Sì, in effetti mi è sembrato un po’… ehm… insolito».
«Be’, diciamo che non ero ancora molto sicuro su alcuni elementi, capisci cosa intendo, vero? Comunque adesso è tutto a posto». L’insegnante ridacchiò e gli diede una pacca sulla spalla.
«Certo… Be’, ora dovrei andare» disse Nick. 
«Certo, figliolo, certo… A sabato, mi raccomando! »
Nick fece un ultimo cenno di saluto e finalmente uscì dall’aula. Ad aspettarlo trovò Isabel, Claire e, inaspettatamente, Matt. 
«Ehi, Nick! » lo salutò Matt.
«Salve salvino, Matt. Come ti sei liberato dei fighettini? » 
«Ho detto che avrei fatto uno scherzo ad alcuni Grifondoro sfigati». 
«Sentilo, che fantasia…» commentò Isabel. 
«Andiamo ora? » chiese il Serpeverde, ignorando Isabel. «Dovevamo andare a mangiare da Winny, giusto? »
«Dovevamo» ripeté Claire. «No, cioè, a te chi ti ha invitato? »
«Ma Winny, naturalmente. Chi se no? » 
«Ma da quando lo invita così spontaneamente!? » esclamò Claire. «Prima eravamo noi che ce lo portavamo dietro… No dai, sbrighiamoci. Devo fare quattro chiacchiere con Winny, non può prendersi tutte queste libertà con il mio schiavetto». 
Così presto raggiunsero la Sala d’Ingresso, dove c’era un via-vai di gente che aveva appena pranzato o stava per farlo, e uscirono nel parco; era una bellissima giornata di sole e c’era un piacevole venticello. 
Quando raggiunsero la casetta della loro amica rimasero leggermente perplessi. Dal camino non usciva fumo, le finestre erano chiuse e tappate. Ma soprattutto Poe e Fiona, i suoi cani, non erano lì intorno.
«Credete che non ci sia? » chiese Nick. 
«Nah» rispose Claire. «Starà dormendo, o cose del genere». 
«In effetti, se è lei a invitarci di solito c’è sempre» rifletté Nick. «Anche se…»
«Anche se cosa? » chiese Isabel.
«Niente… è che… fra poco c’è lezione. La sua lezione, quindi tecinicamente non potremmo “pranzare” per molto…»
«Basta, io busso» tagliò corto Matt, e così fece. Inizialmente non accadde niente, ma poi sentirono un cane (probabilmente Poe) abbaiare e alcuni passi provenire dall’interno. La porta si aprì e i ragazzi non ebbero neanche il tempo di vedere Winny che Poe corse loro addosso, per leccarli e farsi coccolare.
Era un cagnolino di taglia media, simile a un pastore tedesco, di razza sconosciuta (probabilmente mista), dal pelo corto e nero ma con riflessi rossi, le orecchie da pipistrello e gli occhi da cerbiatto. Aveva una macchia bianca su ogni zampa e sul petto. I ragazzi lo accarezzarono e lo calmarono (il cane si emozionava ogni volta che i veniva qualcuno che conosceva). Poi videro Winny: portava un grembiule rosso a quadri e un foulard arancione in testa, messo a mo’ di turbante.
«Eccovi! Io pensavo che non sareste venuti» disse, sorridendo e abbracciando prima Matt e poi gli altri. 
«Lumacorno ci ha trattenuto alla fine della lezione, e poi mi ha anche preso in disparte» spiegò Nick, mentre i ragazzi entravano uno dopo l’altro nella casetta.
«Aaah, ho capito» ribatté Winny, chiudendo la porta. «Sì sì, quello starà organizzando una delle sue feste, o no? »
«Sì, e sinceramente non è che abbia tanta voglia di andarci…» disse Nick. 
«E dai, vai! Che così ti distrai un po’ …» esclamò Winny. «Quello ci tiene, poi…»
«Sì sì, ma per carità…»
«E voi invece? » si rivolse agli altri. «Ci andate? »
«Ha invitato solo Nick e Matt» disse Claire. «Cioè, ma ti pare normale? Preferire Matt, MATT, a me! »
«Claire, sei invidiosa solo perché tu sei sfiggy e Lumacorno non ti vuole» disse Matt.
«Taci, tu» rispose l’altra. «Se io volessi andarci sarei stata invitata, ovviamente… Ah, a proposito! Winny, cos’è ‘sta storia che inviti Matt? »
Winny girò la testa da una parte e dell’altra con espressione incredula. «Ma io veramente… Pure le altre volte lo invitavo…»
«No…» 
«Come no?! E non veniva? Sì che veniva, mi ricordo benissimo».
«Sì, ma perché ce lo portavamo noi» spiegò Isabel. 
«Aaah, ma allora… Meh, sedetevi… Che dovete fare in piedi? »
I ragazzi si accomodarono, Nick e Matt sulle due poltrone e Claire e Isabel sul divano, vicino a Fiona, un bel labrador nero e molto grasso, che dormiva profondamente e non sembrava avere alcuna intenzione di svegliarsi.
La casa di Winny era una capanna simile a quella di Hagrid, ma principalmente di pietra. L’interno era pulito e in ordine, tranne il letto, che era sempre disfatto. Quando gli chiedevano perché, Winny rispondeva «Che cazzo me ne frega a me! » oppure «Eh, non ho voglia… Posso pulire tutto quanto pure dieci volte, ma il letto non mi va di farlo! Proprio no…»
La casetta era divisa in due stanze. Una racchiudeva una grande cucina, il tavolo su cui erano seduti i ragazzi e tutti gli strumenti di Winny, l’altra era la camera da letto.
Il grande tavolo di quercia era proprio vicino alla finestra dalla quale di solito si potevano vedere benissimo il lato del castello che si affacciava sul lago, la capanna di Hagrid poco distante e gli orti della scuola. Quel giorno, tuttavia, tutte le finestre e le persiane della casetta erano chiuse, infatti l’interno era illuminato, anche se abbondantemente, solo dalle lampade (magiche, più che altro). 
«Ehm… Winny, ci spieghi? » chiese Nick alla donna, che era indaffarata con il pranzo. 
«Ma... » cominciò quella, «non vi hanno comunicato che la lezione di Difesa contro le Arti Oscure di oggi è stata cancellata? »
«No! » risposero i ragazzi. 
«Di solito non le cancellano mai…» osservò Matt. 
«Infatti, mandano sempre qualcuno e a volte viene la McGranitt stessa » concordò Nick. 
«Ma oggi la McGranitt non c’è…» mormorò Winny, sorridendo allegramente. «E non ha fatto a tempo a sostituirmi, perché gli ho detto di essere malata appena stamane». 
«Ma, Winny, tu non sei malata… » disse Isabel. 
«Ma va? » la schernì Matt, prima di aggiungere, rivolto a Winny: «Fai finta, vero? E solo per noi… che carina…»
«Sì! » rispose l’insegnante, ridendo ancore più allegramente. 
«Matt, taci» disse Claire. «Solo noi possiamo amare Winny».
«Ma la McGranitt ci ha creduto? » chiese Nick. 
Winny si girò e lo guardò male. «Ma certo! Si fida di me… »
«E quindi non ti ha neanche visto? »
«No… Comunque oh, un giorno è, che cazzo me ne frega a me… »
«No, infatti hai fatto bene! » esclamò Nick. «Non mi andava di aspettare fino a sabato».
Mentre Nick stava parlando Poe si mise a latrare di nuovo alla porta, e qualche secondo dopo sentirono bussare. 
«Questi sono gli altri disse Winny, andando ad aprire la porta. Charlie entrò e, naturalmente, Poe corse a farle le solite feste. «Winny! » salutò Charlie, andando ad abbracciare l’amica. «Ma stai bene? » chiese. «Oggi dovevi venire da noi, questa settimana non sei ancora venuta…» aggiunse  tristemente. 
Winny ridacchiò e poi rispiegò tutto a Charlie. 
«Ma gli altri? Sandy e Iris? » chiese alla fine, guardando fuori e richiudendo poi velocemente.
«Sandy? »
«Scusa, volevo dire Andy, tu non starmi a sentire…» blaterò Winny, coprendosi la fronte con la mano in segno di rassegnazione.
«Non sono riusciti a saltare l’ora. Era quella della Beckett…»
«Ah ecco» ribatté Winny, battendo la mano destra sul fianco. «Figurati. Quella mupa frecata… »
«Mupa frecata? » chiese Claire, non capendo. 
«Una cretina, insomma! » disse infine, mentre pelava delle patate già bollite. «E se non posso dirlo io… Siamo venute a Hogwarts insieme, ah! »
«Sì, lo sappiamo, ma non ci hai mai raccontato molto…» ribatté Matt. 
«E che c’è da dire, una tale deficiente… Oh, ho quasi finito qua, qualcuno mi aiuta ad apparecchiare?»
I ragazzi misero piatti, posate e bicchieri sul tavolo e, finalmente, mangiarono.  Winny aveva preparatouno squisito pasticcio di verdure». 
«È buonissimo, Winny» disse Nick, e gli altri concordarono tutti tranne Isabel, che ovviamente non apprezzava la maggior parte delle verdure e quindi rimase in silenzio. 
Winny sorrise. «Queste sono quasi tutte verdure della scuola, sono buonissime… Le altre me le danno gli elfi domestici che le vanno a prendere chissà dove, e io non mi fido tanto, perciò di mettere soprattutto le nsotre, insomma… »
«Ma figurati» ribatté Charlie. «Le prenderanno da qualche parte a Diagon Alley, oppure nei supermercati babbani, come tutti… »
«Sì, ma quelli con la loro magia alla fine possono fare quello che vogliono… Per il resto ci pensa la stanza là… come si chiama? Delle assurdità? ». 
«La Stanza delle Necessità» rispose Nick, ridacchiando. «Meno male che siamo ancora un numero limitato di persone a conoscerla… altrimenti sai che casino? »
«Sì, infatti» disse Matt. «Ma tanto ci puoi andare solo con la sua autorizzazione, e quindi solo in caso di emergenza, e quindi è una fregatura, ormai».
«Oppure corrompi i Gargoyle che stanno di guardia» aggiunse Claire. 
«Sì, vabbé…»
Passarono un’altra buona mezz’ora a parlare di questo e di quello, poi dovettero tornare nel castello per la lezione di Babbanologia e, nel caso di Charlie, per quella di Aritmanzia.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Sorpresa di mezzanotte ***


Sabato sera Nick e Matt si ritrovarono nell’illuminata Sala d’Ingresso, a quell’ora praticamente vuota.
Si erano dati appuntamento lì con Charlie per poi raggiungere l’ufficio di Lumacorno, vari piani più sopra. Sia il Grifondoro che l’amico Serpeverde si erano vestiti in modo semplice e piuttosto pratico, il primo tutto in nero mentre il secondo con una camicia bianca e dei pantaloni in tinta.
Poco dopo Nick vide tre figure famigliari scendere le scale e andare loro incontro. Una, naturalmente, era Charlie, i cui capelli biondi ricadevano mossi sulle spalle coperte da un cardigan rosso. Le altre due erano Agnes e, inaspettatamente, Alice Blueheart. Entrambe erano vestite in modo piuttosto semplice, la prima con una camicetta viola e la seconda con una lunga maglia bianca; entrambe portavano dei jeans scuri.
«Voi ci siete… » mormorò Charlie distrattamente. «Quindi manca solo Bandit».
«Buonasera anche a te» ribatté Nick.
«Ehi, Nick» salutò Agnes. «Matt… »
«Kiao a tt» disse poi Alice, in un’inconfondibile parodia del linguaggio (tipicamente scritto) abbreviato dei “bimbiminkia”.
«Kiao, hihi» assecondò Nick, portandosi una mano alla bocca mentre ridacchiava. Intanto Agnes continuava a spostare lo sguardo sull’entrata dei sotterranei con aria insicura.
«Agnes, c’è qualcosa che non va? » tentò Nick. Non gli piaceva fare questo tipo di domande, le trovava generalmente forzate e inutili, ma sarebbe sembrato poco premuroso non farlo: la ragazza mostrava gli inconfondibili segni dell’insicurezza.
«Eh? » fece Agnes. «No, no… È solo che mi chiedo se non abbia intenzione di venire…»
«No, tranquilla» s’intromise Matt. «L’ho vista cinque minuti fa, le ho chiesto se era pronta e ha detto che ci avrebbe raggiunto subito».
«Ah, bene…»
«Stavate parlando di me? » chiese una nuova voce all’improvviso.: Bandit era appena arrivata. Anche lei era vestita in modo abbastanza informale, i capelli ricci e scuri come al solito.
«Oh, eccoti! » l’accolse Charlie, e gli altri si unirono a lei.
«Be’, ora che ci siamo tutti forse dovremmo andare…» decretò Alice, e così i sei si avviarono.
Sebbene l’arrivo di Bandit l’avesse rassicurata, Agnes era ancora leggermente inquieta e poco convinta.
Forse la curiosità di Nick era un po’ troppo evidente, perché mentre percorrevano un corridoio Alice si avvicinò a lui e gli sussurrò: «È il primo anno che Lumacorno la invita, non è abituata a stare con persone con cui non ha confidenza, per questo si fa tanti problemi».
«Non capisco…»
«Credo sia semplicemente un po’ insicura».
«Ah…»
Mentre parlavano erano finalmente giunti davanti all’ufficio del professor Lumacorno. Entrarono e trovarono bel tavolo tondo, apparecchiato elegantemente, al centro dell’accogliente stanza. Gli occhi di Nick indugiarono per un po’ prima su una scintillante clessidra verde, subito dopo su una scatola aperta di ananas candido e infine sulle persone presenti nella stanza.
C’erano la Grifondoro Lucy Diamonds, la Serpeverde Nicole Parkinson e naturalmente Andy.
«Da quanto sei qui? » mormorò Nick.
«Avevo promesso a Luma di aiutarlo a organizzare. Quindi sono qui da circa mezz’ora. Poverino, non ha più l’energia di una volta… »
«Ah, certo… »
«Benvenuti! Siete giusto in tempo, iniziamo proprio ora…» ridacchiò Lumacorno, accomodandosi sulla sedia più grande. «Accomodatevi, su».
I ragazzi obbedirono.  Nick si mise tra Matt e Charlie, mentre a sinistra di quest’ultima c’erano Alice, Bandit e Agnes. Alla destra di Matt, invece, c’erano Makks e Lucy Diamonds, e ancora più in là Nicole Parkinson.
Nick e Matt salutarono Lucy, con cui avevano un rapporto confidenziale. La ragazza, infatti, era una di quelle persone che si trovavano con i vipz di tanto in tanto.  
«Voi vi siete iscritti al club gestito da Winny e Hagrid, vero? » mormorò la ragazza, sorridendo. «L’ho fatto anch’io, non vedo l’ora di vedere cosa combinano quei due insieme».
«Assolutamente» confermò Andy.
«Come è andata la prima settimana di scuola, ragazzi miei? » chiese Lumacorno, mentre i ragazzi si servivano di anatra all’arancia. «Cosa mi dici tu, Alice? Tua madre Patricia sta lavorando a qualche altro portentoso miracolo per la comunità magica? »
La ragazza rise. «Se siano proprio miracoli non lo so… Ma è molto probabile che stia lavorando a qualcosa, sì».
«Meraviglioso! E naturalmente tu hai preso da lei, vero? Mai visto preparare buone pozioni tanto velocemente, davvero eccellente… »
La ragazza arrossì leggermente, tentando di nascondere senza successo la sua soddisfazione.
«E tu, Nicole, cosa  mi dici di tuo padre? Ha intrapreso quel viaggio cui teneva tanto? »
«Sì sì, gli è piaciuto tantissimo, anche perché ha visitato i luoghi dove sorgono le radici della nostra famiglia… »
«Molto affascinante, vero? Sì, conosco molto bene la tua famiglia… Immagino che ora sia molto impegnato al Ministero, vero? »
Lumacorno continuò a fare domande del genere a chi, come Nicole e Alice, aveva parenti famosi e/o ricchi, mentre tra una portata e l’altra lodava qualcuno tra gli studenti che aveva scelto per talenti particolari, come Nick e Charlie.
Intanto Agnes era molto più a suo agio di prima e mangiava con gusto il dessert, gelato alle nocciole ricoperto di cioccolato e panna. Matt e Nicole, invece, continuavano a scambiarsi alternatamente occhiate reciproche di sincero e innegabile interesse.
A un certo punto della serata, quando ormai Nick aveva terminato il suo gelato da un pezzo, il professor Lumacorno si accorse dell’orario e disse «Perbacco, come si è fatto tardi! Sbrigatevi, ragazzi, tutti nei propri dormitori… »
Nick e gli altri non esitarono; si alzarono, ringraziarono per la cena, salutarono l’insegnante e uscirono dalla stanza.
«Be’ dai,  Lumacorno è stato pomposo  come al solito, ma almeno la cena era buona» disse Nick.
«Pomposo? Secondo me è antipatico» rispose Agnes. «Comunque mi sono divertita».
«Io no» disse Charlie.
«Mi accompagnate? » chiese d’un tratto Bandit. «Non mi va di scendere fino ai sotterranei da sola…»
«Grazie per la considerazione» ribatté Matt.
«Ha! » esclamò l’altra Serpeverde. «È vero! A maggior ragione… Non mi lasciate sola con il debosciato».
Così, mentre Alice, Andy e Iris s’incamminarono verso il loro dormitorio perché erano stanchi morti, Nick, Matt e Charlie scesero le scale e accompagnarono Matthew e Bandit fino all’ingresso dei sotterranei.
«Grazie, ragazzi. Buonanotte… » disse Bandit, e scomparve oltre le scale. «A domani» mormorò Matt, e seguì Bandit.
«Andiamo, dai» disse poi Charlie, e i restanti iniziarono a salire lungo la scalinata di marmo.
«Mi piacerebbe fare uno scambio di Sala Comune e dormitori una volta» disse Charlie. «Lo proporrò alla McGranitt».
«Ma che senso avrebbe? » ribatté Agnes.
«Per rafforzare l’unione tra le case? » tentò Nick.
«Per vedere le altre Sale Comuni e gli altri Dormitori, semplice» rispose Charlie, come se fosse ovvio.
«Però, in effetti, forse non è una buona idea» mormorò Nick.
«Non so le altre case, ma di sicuro i Serpeverde ne approfitterebbero per fare casino e organizzare scherzi» spiegò Matt.
«Vabbè, baste che poi gli elfi domestici controllino, no? » disse Charlie.
«E se poi gli scherzi finiscono su di loro? Non mi sembra giusto…»
«C.R.E.P.A. time… » borbottò Agnes.
Erano arrivati al punto in cui i due Grifondoro e Charlie si sarebbero dovuti separare per raggiungere le rispettive Sale Comuni, quando Nick sentì un tonfo e altri rumori strani.
«Oddio» disse Charlie. «Io vado a dormire, ogni tanto questa scuola m’inquieta…»
«Sì sì, anch’io…» sbadigliò Agnes, salutando l’amica che si stava già allontanando lungo il corridoio. «Nick, andiamo? O vuoi stare fermo qui a fissare l’arazzo tutta la notte? »
Nick non rispose, la sua attenzione era stata catturata da qualcos’altro: dei rumori precedenti non c’era più traccia, ma un suono di passi lungo il corridoio si faceva sempre più vicino, allarmando Agnes.
«Chi è, ora? » brontolò la ragazza.
«Moderi il tono, signorina Hellway» sussurrò la voce severa della McGranitt. La preside era appena giunta dietro di loro, con la bacchetta accesa; portava una cuffietta scozzese in testa con una lunga camicia da notte in tinta.
«Stavamo tornando dalla cena di Lumacorno, professoressa» spiegò Nick.
«Ah, certamente… Beh, sbrigatevi a tornare nei vostri dormitori…» disse la McGranitt, e sparì di nuovo nell’oscurità del castello.
«Vai tu» mormorò Nick a Agnes. «Voglio andare a controllare».
«Come vuoi» concluse Agnes, e anche lei se ne andò via.
Nick iniziò a camminare lentamente verso il punto da cui aveva sentito arrivare i rumori di prima. Per un po’ ci fu silenzio assoluto, a parte lo sbattere d’ali di qualche pipistrello davanti alle enormi finestre e il cigolio sinistro di qualche armatura.
Poi un urlo agghiacciante lacerò l’aria e fece quasi drizzare i capelli in testa a Nick; il ragazzo iniziò a correre verso la fine del corridoio, dal quale arrivavano altre grida. «AIUTO, PRESTO! »
Fu in quel momento che Nick capì di chi si trattava: quello era il punto in cui, poco prima, Alice e Andy si erano separati dagli altri per andare a dormire.
Contrapposto alle urla di Alice, Nick cominciò a percepire, con orrore, il ringhio di un bestia, e afferrò la bacchetta di biancospino.
«Alice! ALICE! » urlò Nick, in preda alla disperazione. Nel panico, si guardò intorno e trovo la stanza, la cui porta spalancata permetteva di vedere un lupo, non molto grande, dal pelo fulvo e marrone, bloccare l’uscita. Tra la paura del momento e la rapidità delle sue azioni, Nick notò solo per un attimo che la bestia era accucciata e, nonostante i versi terribili, non stava attaccando nessuno. Quando fu proprio vicino al lupo riuscì a vedere, dalla parte opposta dell’aula, dietro varie file di banchi (alcuni dei quali rivoltati sul pavimento), non solo Alice, ma anche Andy. I due, soprattutto lei, erano terrorizzati e privi di bacchetta magica.
«Stupeficium! » urlò Nick con decisione; la creatura sulla quale aveva puntato la bacchetta fu violentemente sollevata da terra e scaraventata contro la parete di fronte, facendo tremare il pavimento e cadere alcuni quadri.
«Cosa!? » esclamò Nick, spostando lo sguardo dal lupo privo di sensi ai due Corvonero. «Non mi era mai riuscito, cioè… non così bene».
«Sì sì, mi pareva che fosse così…» cominciò Alice. «A volte, in situazioni di particolare difficoltà o pericolo siamo in grado di compiere magie straordinarie, che normalmente non riusciremmo… »
«Ehm… certo» annuì Nick. «Ma… cos’è successo? »
Alice e Andy si scambiarono un’occhiata vaga. «Beh, sono stata stupida» mormorò Alice.
«Perché? Spiegatemi»
«Ho sentito degli strani rumori, qualcosa che batteva, oggetti che si frantumavano… Per un attimo ho pensato che ci fosse un duello o qualche pericolo serio. Sono andata a controllare, ho aperto la porta e BOOM!, ho visto una rapida massa pelosa saltare verso di me, facendo dei versi strazianti. Mi sono rapidamente buttata di lato senza pensare e mi sono appiattita contro la parete, mente il lupo continuava a fare quei versi… Poi mi sono accorta che mi era caduta la bacchetta mentre mi buttavo, ma non ho osato avvicinarmi al lupo… Era davvero uno spettacolo pietoso, a momenti si contorceva sul pavimento e a momenti impazziva e saltava da una parte all’altra; e ringhiava… Intanto Andy mi aveva raggiunto, lui non si è proprio portato la bacchetta da Lumacorno, vero? Andy, la bacchetta te la devi portare ovunque! »
«Lo so» rispose l’altro Corvonero. «Ma mi sono accorto di non averla presa quando ero già lontano dalla Sala Comune … e non mi aspettavo che ci saremmo imbattuti in qualcosa del genere, onestamente».
«Ad ogni modo, che cosa è? » chiese Nick.
«Non è ovvio? » sussurrò Alice. «Un lupo mannaro, sicuramente. Guarda come sono i ciuffi della coda… e gli occhi…»
«Sì sì, ok. E quindi, ora che facciamo? Ho incontrato la McGranitt poco fa. Com’è possibile che non si sia accorta di niente? » Nick era perplesso.
«Dobbiamo andarcene, ora» decretò Alice, uscendo dall’aula e iniziando a camminare con passo svelto; gli altri due la imitarono. «Se ci vede sono cavoli, non voglio problemi ora. Davvero…»
«Cosa? » fece Nick, ancora più perplesso. «Vuoi fare finta di niente? Il lupo e tutto?  Ma… dobbiamo denunciare la cosa! Non è una stronzata da niente…»
«Se a Hogwarts uno studente è un lupo mannaro, di sicuro la McGranitt lo sa, ed è per questo che è in giro. Avrà capito che stasera c’era qualcosa che non andava con lo studente in questione, forse ha dimenticato la pozione, anche se ce ne vuole…»
«Io non escluderei che la McGranitt controlli cosa succede in giro ogni notte di luna piena, se lo sa…» ribatté Makks.
«Io non escluderei che la McGranitt vada in giro per il castello una notte su due. Un sacco di professori lo fanno, figurati lei che è la preside» concluse Alice.
«Appunto! » esclamò Nick, a voce un po’ troppo alta («Zitto, coglione! » sussurrò Alice). «In conclusione potrebbe anche non saperlo».
«In conclusione sono stanchissima e non ho voglia di sorbirmi una predica della McGranitt perché non sono stata prudente o perché non sono tornata subito nel mio dormitorio, quindi basta. Buonanotte…» e così dicendo Alice prese la strada per la Sala Comune dei Corvonero, dalla parte opposta di quella dei Grifondoro. «Dai Nick, domani vediamo, ‘notte» sussurrò Andy, che era esausto, e seguì la ragazza.
Eccheccazzo, pensò Nick,  sono l’unico ad avere un po’ di buonsenso in questa scuola?

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Sicurezza e Irrequietezza (parte 1) ***


Il vento soffiava leggero sui visi di Nick, Claire, Charlie e Agnes mentre entravano nell’ampio campo da Quidditch; i primi tre erano tranquilli e rilassati dal venticello e dalla giornata piovigginosa, in contrasto con l’ultima, Agnes. La ragazza era in procinto di affrontare le selezioni di Quidditch, che si tenevano proprio quella domenica; in realtà era stata spinta soprattutto da Claire, convinta della sua bravura in quello sport. «Va bene che io a Quidditch faccio schifo e lo sanno tutti» diceva Mela, «ma tu sei bravissima! »
Durante l’estate appena conclusa Claire, Agnes, Bandit, Matt e Andy avevano giocato spesso a casa della Serpeverde, la cui famiglia aveva un campo da Quidditch vicino alla loro residenza estiva. In realtà, gli unici che già facevano parte di una squadra a Hogwarts erano Matt e Bandit, ma anche Agnes e Andy si erano rivelati molto bravi giusto poche settimane prima rispettivamente nei ruoli di battitrice e cercatore. A dirla tutta, Andy era più bravo come cacciatore che come cercatore, ma pareva che i Corvonero disponessero ancora di cacciatori anziani molto abili; quando si erano dunque tenute le selezioni dei Corvonero, il giorno prima, Andy aveva provato per il ruolo di cercatore e, con la gioia di tutti, ce l’aveva anche fatta.
«Claire, so benissimo che vuoi che lo faccia per George» aveva detto Agnes.
«E quindi? Non ti sembra una buona ragione?»
«Non lo so… Non mi sembra neanche una ragione, messa così»
«Ma dai, scherzavo…In realtà so che vuoi farlo tu! Per metterti alla prova…»
«Hmm»
«Sì sì, è così, e poi vogliamo tutti una battitrice che spacchi i culi, tu e Giorgio sareste perfetti. Siete perfetti…»
«Oooh, smettila!»
Agnes era parsa esasperata, segretamente divertita e anche un po’ intrigata dalla questione.
«Perfetti…»
«Tu dici che mi voglio mettere in gioco, forse… hmm… »
«Perfettissimii…»
«Smettila! » esclamò di nuovo la riccia, stavolta con un’aperta risata: Claire aveva la sottovalutata ma a tratti irritante capacità di essere continuamente comica e/o simpatica, riusciva a far ridere, o sorridere, chiunque, persino la McGranitt.
«Seriamente» aveva iniziato Agnes mettendo da parte le risa. «Non sono un’ochetta che fa qualunque cosa per farsi notare, grazie al cielo ho un cervello. Ma forse il problema è opposto… Sono stanca di stare sicura nell’angolo, mi voglio mettere in gioco, una volta tanto. Va bene, farò queste selezioni, tanto ad ogni modo non mi prenderanno mai».
«Aahahaha! “Non mi prenderanno mai”. Sai di chi stiamo parlando, nessuno di ignoto o stupido. Cioè, George ti prenderà subito, è ovvioo…»
«Non dirlo così ad alta voce. Non voglio che, se davvero lo farà, si pensi sia perché fa favoritismi».
Questa conversazione era avvenuta quella mattina a colazione, poche ore prima. Ma, sebbene Agnes fosse stata molto decisa nell’affermare che voleva “mettersi in gioco”, non aveva perso la sua insicurezza che, pensava Nick, faceva più danni di tanti altri aspetti comuni dei vari tipi di personalità.
La ragazza continuava picchiettarsi i polsi con le mani e a guardare in basso mentre camminavano e anche quando si mise ad aspettare il suo torno.
Intanto gli altri salirono sugli spalti del campo, dove incontrarono i Corvonero che il giorno prima avevano riconfermato o, nel caso dei due più piccoli, ottenuto per la prima volta i loro posti nella squadra della propria casa. Alice era una dei due cacciatori insieme ad Alexander Washbowl , un ragazzo apparentemente perfetto, del quale Nick cominciava a sentirsi un po’ invidioso (gli era sempre stato sulla scatole). Alex era il Corvonero che passava più tempo con Alice da quando la sua omonima migliore amica si era trasferita in Francia. Tuttavia, Nick se n’era gradualmente reso conto, quel ragazzo era una di quelle persone amiche di così tante persone –chiunque- che l’amicizia stessa che si aveva con lui perdeva importanza.
Andy e Iris, invece, avevano ottenuto rispettivamente il ruolo di cercatore e di battitrice; erano entrambi molto soddisfatti ed entusiasti.
«È da tre anni che Corvonero non vince, ma quest’anno la nostra squadra sembra promettente» disse Iris. «Quindi farete meglio a sperare che anche Giorgio faccia delle buone scelte… ah, Agnes! »
«Sì, l’abbiamo convinta» rispose Claire. «Grazie a me, naturalmente».
 

 

*


«Voglio una statua! » esclamò Agnes un’ora dopo.  «Cioè, sono bravissima, davvero! Gli altri facevano davvero schifo, rispetto a me»
«E quanta sicurezza!»
«Sì, Agnes! Sono fiera di te» disse Claire.
In quel momento George, che fino a un attimo prima stava parlando con alcuni ragazzi del suo anno, si precipitò verso l’angolo della sala comune vicino alla finestra dove si trovavano loro –Nick, Agnes e Claire-e si buttò sulla poltrona dove era seduta la neo-battitrice di Grifondoro. «Ehi, ragazzi» disse.
«George, fatti più in là, per favore» gli disse Agnes. La ragazza era stretta tra George e il bracciolo della poltrona, mentre l’altro aveva un’aria rilassata e si guardava allegramente intorno. «Eh? Cosa dici? »
«Sposta il culo! » esclamò l’altra. Qualcuno, tra cui Ashley, si voltò con aria indignata verso di loro. «Cazzo volete? » ringhiò Nick.
«Mah, che gente…» disse Claire a voce alta, scuotendo la testa con aria di indignazione.
«Schifosi Duemilatre…» borbottò George, alzandosi. «Ti volevo dire che gli allenamenti iniziano sabato prossimo, devo ancora pensare a una strategia».
«Va bene» rispose Agnes, nascondendo a stento l’entusiasmo.


Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Sicurezza e Irrequietezza (completo) ***


Il vento soffiava leggero sui visi di Nick, Claire, Charlie e Agnes mentre entravano nell’ampio campo da Quidditch; i primi tre erano tranquilli e rilassati dal venticello e dalla giornata piovigginosa, in contrasto con l’ultima, Agnes. La ragazza era in procinto di affrontare le selezioni di Quidditch, che si tenevano proprio quella domenica; in realtà era stata spinta soprattutto da Claire, convinta della sua bravura in quello sport. «Va bene che io a Quidditch faccio schifo e lo sanno tutti» diceva Mela, «ma tu sei bravissima! »
Durante l’estate appena conclusa Claire, Agnes, Bandit, Matt e Andy avevano giocato spesso a casa della Serpeverde, la cui famiglia aveva un campo da Quidditch vicino alla loro residenza estiva. In realtà, gli unici che già facevano parte di una squadra a Hogwarts erano Matt e Bandit, ma anche Agnes e Andy si erano rivelati molto bravi giusto poche settimane prima rispettivamente nei ruoli di battitrice e cercatore. A dirla tutta, Andy era più bravo come cacciatore che come cercatore, ma pareva che i Corvonero disponessero ancora di cacciatori anziani molto abili; quando si erano dunque tenute le selezioni dei Corvonero, il giorno prima, Andy aveva provato per il ruolo di cercatore e, con la gioia di tutti, ce l’aveva anche fatta.
«Claire, so benissimo che vuoi che lo faccia per George» aveva detto Agnes.
«E quindi? Non ti sembra una buona ragione?»
«Non lo so… Non mi sembra neanche una ragione, messa così»
«Ma dai, scherzavo…In realtà so che vuoi farlo tu! Per metterti alla prova…»
«Hmm»
«Sì sì, è così, e poi vogliamo tutti una battitrice che spacchi i culi, tu e Giorgio sareste perfetti. Siete perfetti…»
«Oooh, smettila!»
Agnes era parsa esasperata, segretamente divertita e anche un po’ intrigata dalla questione.
«Perfetti…»
«Tu dici che mi voglio mettere in gioco, forse… hmm… »
«Perfettissimii…»
«Smettila! » esclamò di nuovo la riccia, stavolta con un’aperta risata: Claire aveva la sottovalutata ma a tratti irritante capacità di essere continuamente comica e/o simpatica, riusciva a far ridere, o sorridere, chiunque, persino la McGranitt.
«Seriamente» aveva iniziato Agnes mettendo da parte le risa. «Non sono un’ochetta che fa qualunque cosa per farsi notare, grazie al cielo ho un cervello. Ma forse il problema è opposto… Sono stanca di stare sicura nell’angolo, mi voglio mettere in gioco, una volta tanto. Va bene, farò queste selezioni, tanto ad ogni modo non mi prenderanno mai».
«Aahahaha! “Non mi prenderanno mai”. Sai di chi stiamo parlando, nessuno di ignoto o stupido. Cioè, George ti prenderà subito, è ovvioo…»
«Non dirlo così ad alta voce. Non voglio che, se davvero lo farà, si pensi sia perché fa favoritismi».
Questa conversazione era avvenuta quella mattina a colazione, poche ore prima. Ma, sebbene Agnes fosse stata molto decisa nell’affermare che voleva “mettersi in gioco”, non aveva perso la sua insicurezza che, pensava Nick, faceva più danni di tanti altri aspetti comuni dei vari tipi di personalità.
La ragazza continuava picchiettarsi i polsi con le mani e a guardare in basso mentre camminavano e anche quando si mise ad aspettare il suo torno.
Intanto gli altri salirono sugli spalti del campo, dove incontrarono i Corvonero che il giorno prima avevano riconfermato o, nel caso dei due più piccoli, ottenuto per la prima volta i loro posti nella squadra della propria casa. Alice era una dei due cacciatori insieme ad Alexander Washbowl , un ragazzo apparentemente perfetto, del quale Nick cominciava a sentirsi un po’ invidioso (gli era sempre stato sulla scatole). Alex era il Corvonero che passava più tempo con Alice da quando la sua omonima migliore amica si era trasferita in Francia. Tuttavia, Nick se n’era gradualmente reso conto, quel ragazzo era una di quelle persone amiche di così tante persone –chiunque- che l’amicizia stessa che si aveva con lui perdeva importanza.
Andy e Iris, invece, avevano ottenuto rispettivamente il ruolo di cercatore e di battitrice; erano entrambi molto soddisfatti ed entusiasti.
«È da tre anni che Corvonero non vince, ma quest’anno la nostra squadra sembra promettente» disse Iris. «Quindi farete meglio a sperare che anche Giorgio faccia delle buone scelte… ah, Agnes! »
«Sì, l’abbiamo convinta» rispose Claire. «Grazie a me, naturalmente».
 

 

*


«Voglio una statua! » esclamò Agnes un’ora dopo.  «Cioè, sono bravissima, davvero! Gli altri facevano davvero schifo, rispetto a me»
«E quanta sicurezza!»
«Sì, Agnes! Sono fiera di te» disse Claire.
In quel momento George, che fino a un attimo prima stava parlando con alcuni ragazzi del suo anno, si precipitò verso l’angolo della sala comune vicino alla finestra dove si trovavano loro –Nick, Agnes e Claire-e si buttò sulla poltrona dove era seduta la neo-battitrice di Grifondoro. «Ehi, ragazzi» disse.
«George, fatti più in là, per favore» gli disse Agnes. La ragazza era stretta tra George e il bracciolo della poltrona, mentre l’altro aveva un’aria rilassata e si guardava allegramente intorno. «Eh? Cosa dici? »
«Sposta il culo! » esclamò l’altra. Qualcuno, tra cui Ashley, si voltò con aria indignata verso di loro. «Cazzo volete? » ringhiò Nick.
«Mah, che gente…» disse Claire a voce alta, scuotendo la testa con aria di indignazione.
«Schifosi Duemilatre…» borbottò George, alzandosi. «Ti volevo dire che gli allenamenti iniziano sabato prossimo, devo ancora pensare a una strategia».
«Va bene» rispose Agnes, nascondendo a stento l’entusiasmo.

*
Durante le settimane seguenti, con l’arrivo di ottobre,  il tempo s’incupì. Quel sabato, in particolare, pioveva forte e i tuoni ruggivano facendo quasi tremare le finestre del castello.
Charlie e Alice erano accasciate sui divani vicino alla libreria della loro sala comune, senza fare nulla in particolare.
«Che scatole, questo tempo di merda ha rotto i coglioni, e non ho più voglia di leggere» disse la più piccola, posando un grosso libro sul tavolino lì accanto, vicino a un Settimanale delle streghe.
«Già…»
«Ho deciso, dormo un po’. Anche se non ho voglia di salire in dormitorio…»
«Dormi qui» rispose semplicemente l’altra, cominciando a sfogliare il Settimanale delle Streghe.
«Dici che non ci fanno caso? »
«Probabilmente sì, ma fa niente, se arriva qualcuno ti sveglio io prima che possano dire qualcosa»
«Grazie! Allora buonanotte…» disse sdraiandosi e sbadigliando. Ma in quel momento arrivò Andy e si sedette sul tavolino in mezzo alle due. «Vi fate un giro? »
«Ma come....? Io stavo per dormire…» disse Alice, rigirandosi sul divano e guardando il bruno.
«Se non vuoi…» cominciò quello.
«No, vabé – vengo. Tanto non riesco a dormire. Charlie, vieni anche tu, vero? »
«Ovvio» rispose l’altra, senza tuttavia alzarsi. «Fatemi solo finire di leggere questa intervista. Luna Lovegood mi fa morire»
«Hai detto LUNA LOVEGOOD?!» esclamò Alice, strappando all’amica la rivista di mano. «Cioè, io la stimo troppo quella donna… Ma che ci fa su quella rivista stupida? »
«Perché dici che è stupida? Ci sono molte cose interessanti» rispose Charlie.
«Ah, cose, eh? Mlml» ridacchiò Makks, sedendosi vicino alle altre due, che si erano accucciate per leggere insieme l’intervista.
«Ah, ecco perché. Si è sposata, me n’ero scordata» bisbigliò Alice, con immensa sorpresa.
«Da un pezzo» specificò l’altra.
«Ah sì, ha partorito due gemelli» disse Andy. «Ma pff… la vera notizia è che ha dovuto ammettere che i Ricciocorni Schiattosi non esistano».  Tutti e tre risero, poi finalmente si alzarono. Alice si rivolse a Makks. «Ma Iris che fine ha fatto? »
Andy fece spallucce. «Non ne ho idea, ma non è qui in sala comune. Dai, probabilmente la incontreremo in giro. 
«Andiamo a vedere cosa fanno Nick e gli altri?» propose Charlie quando furono usciti dalla torre.
«Sì» annuì Alice, e i tre si avviarono lungo il corridoio; il temporale sembrava essersi calmato.

*

Hajar Dubois fu svegliata da un tuono spaventoso. Quella notte non era riuscita a dormire per niente e voleva rimediare di pomeriggio, ma il tempo fuori non era proprio a suo favore, così rinunciò. Si alzò e si vestì, poi scese di sotto, in sala comune; avrebbe potuto unirsi a Sarah Patil e andare al Club di Pozioni (o di qualche altra cosa), di cui avevano parlato pochi giorni prima. Tuttavia la sua amica non c’era, però individuò subito il gruppo dei “vips”: vicino alla bacheca c’erano infatti Claire, Nick e George, e parlavano animatamente. Sorrise quando George iniziò a insultare gente a cavolo, come suo solito, e si avvicinò a loro.
«Ciao Hajar! » l’accolse allegramente Claire.
Hajar Dubois era una ragazza simpatica e allegra dell’ultimo anno, di origini francesi e dalla carnagione scura. Spesso si trovava in compagnia dei vipz.
«Come va? » fece Nick.  «Stavamo pensando di indire una riunione, ora, visto che è una giornata di merda e nessuno sembra concludere alcunché».
«Mi sembra una buona idea! » esclamò Hajar. «Intendete Dei vip, vero? »
«Sì, e di chi se no? » brontolò George. «Noi persone importanti e storiche, ovviamente… »
«Ma dove? E chi viene? »
«Non è ovvio? » disse Claire. «Nella stanza delle Necessità, naturalmente».

*

«Su su, sbrigatevi. Camminate più in frettaaa…»
«Aliceee…» disse Andy, imitando il tono dell’amica. «Perché dobbiamo correre? Vedi per caso qualche capibara mutante che c’insegue? »
«Capibara, hihi» ridacchiò l’altra. «Capibara».
«Sì. Capibara. Problemi? Capibaraaa».
«La droga, Alice,» mormorò Charlie, da dietro, «la droga».
«Sì! Funghetti, taaanti funghetti» annuì Alice.
«Ehi, funghetta» soggiunse una nuova voce, quella di Isabel. «Che fate? Io ero dalla McGranitt».
«Ciao, Isabel! » esclamò Alice, agitando allegramente la mano.
«Dalla McGranitt a fare che? » chiese Andy.
«Oh, niente di che. Mi ha parlato di alcune cose. Un po’ di questo, un po’ di quello… »
«AMORE MIO» la salutò Charlie, correndole incontro. «Dov’è l’altro nostro amore? »
«In sala comune, andiamo a rapirla» rispose Isabel .
«Subito! »
«Ah» fece Alice. «Grazie per la considerazione» disse rivolta a Isabel, con aria offesa.
«ALICIAH! » urlò poi l’altra. «Forza, vieni, andiamo a funghettarci. Makks lascialo pure lì. Oppure fallo venire, è uguale».
«Forza Andy, su su» lo chiamò Alice. «Andiamo, dai, cosa aspetti? »
«No, sai» cominciò il ragazzo. «Non vorrei imbattermi in qualche altro cagnolino drogatello».
«Come? » domandò Isabel, disorientata. «Di cosa parli? Cagnolino…? »
«Ma come…» iniziò Alice, perplessa. «Nessuno te l’ha detto? A proposito del lupo che ci ha attaccati dopo la festa di Luma…»
«No! » esclamò l’altra, scioccata.
«Ma perché questa reazione esagerata? » chiese Andy, e Isabel si ricompose, tuttavia era ovvio che c’era qualcosa di particolare a turbarla.
Alice si fermò e guardò Isabel negli occhi. «Isabel, c’è qualcosa che non ci vuoi dire? Sei stata attaccata anche tu?»
La giovane Grifondoro esitò prima dimormorare, con aria poco convincente: «No, io… no».
«Non ci freghi» disse Charlie.
«No, davvero, va tutto bene».
I tre Corvonero si scambiarono uno sguardo d’intesa.
«Isabel»  disse Charlie, seria, «sei davvero stata dalla McGranitt? Ti ha parlato del lupo? Isabel, non mentire».
«No, davvero» rispose Isabel, sorridendo nuovamente. «Mi ha parlato dei miei voti bassi e mi ha detto che, se non mi metto a studiare seriamente, riuscirò a ottenere pochissimi G.U.F.O. »
«Va bene» concesse Charlie.
 «Andiamo alla torre dei Cazzodoro, su» disse Andy, tentando di allentare la tensione, e i tre si diressero al settimo piano senza parlare troppo. Mentre Charlie e Isabel svoltavano nel corridoio a destra, Alice prese da parte Andy. «Tu sei convinto? » chiese sottovoce. «No» rispose l’altro. «Non è da Isabel fare così e, inoltre, quando qualcuno dice che è stato convocato dalla preside per parlare di voti, non è mai vero».

*

Nick e gli altri vipz che avevano trovato in giro –tra cui Agnes e Bandit- incontrarono Isabel, Charlie, Makks e Alice a metà strada.
«Riunione, forza, vieni e stai zitto» disse Claire rivolta all’unico ragazzo vipz dei Corvonero. «Ma ci sono anche LE AMORE MIE! » esclamò poi, correndo incontro a Charlie e Isabel.
Dopo vari saluti e aggiornamenti, i ragazzi si diressero verso l’entrata della Sala Comune, davanti all’arazzo di djndhk.
«Chi crea la Stanza? » chiese Hajar, quando furono giunti a destinazione.
«Lo facesse Nick» disse Claire. «Visto che sa “articolare bene il pensiero”, o quello che è» aggiunse ironicamente.
«Ah ah» disse Nick. «Per me è uguale».
 Ad ogni modo, quando gli altri esitarono, cominciò a camminare avanti e indietro per tre volte davanti alla parete, con gli occhi chiusi e pensando: una sala accogliente, calda e piacevole per fare una riunione. Fa che possano trovarla solo i vipz.
Nick sapeva che la Stanza avrebbe capito chi intendeva con “vipz”, perché ci aveva lasciato, l’anno prima, una lista incantata con i nomi delle persone classificate così e aveva sempre funzionato.
Subito apparve una grande porta ornamentale, e i ragazzi – Nick, Claire, Charlie, Isabel, Alice, Andy, Agnes, George, Hajar e Bandit- varcarono la soglia.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2996292