FililBerto il gommino vagante

di comareMarieneEcomarePao
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: alla ricerca di cosa? ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1: Sigillinca? ***



Capitolo 1
*** Prologo: alla ricerca di cosa? ***


Nacque in un pomeriggio estivo così afoso, che quasi gli alberi andavano in autocombustione.
Lì, nella piccola e unica scuola elementare del gioioso –e più che accaldato– paesino di Billandoville,
nell’ufficio della cancelleria, si ergeva in tutta la sua statura quello che pareva proprio…uno gnomo da giardino mezzo sciolto?! Ah, ma no!
Guardandolo meglio era più simile ad una specie di omino, fatto per giunta di trucioli di gomme da cancellare fusi tra loro.

Com’era possibile? Eppur si mosse. Un solo breve passo.

Cosa diamine era quell’affare?

O forse sarebbe stato meglio chiedere: CHI era?

E la risposta poteva essere solo…

FililBerto il gommino vagante!
..emarginato da tutti perché nessuno lo voleva


Così inizia la nostra mirabolante avventura alla ricerca…di cosa?
 


Angolo comari:

Mariene&Pao: Salve a tutti, noi siamo le comari!

Pao: Novelline quali siamo, abbiamo subito deciso di pubblicare questa..cosa.
Mariene: In realtà io sono stata costretta..
Shh! Avevi promesso che non l’avresti detto, traditrice!
*pausa*
DOVE ERAVAMO RIMASTE??


Domanda domandina: attenzione!
*musica di tensione dell’Eredità*

Cos’è che cercherà nel corso del racconto il nostro amico Filil?
Sta a voi scegliere! Quindi se avete in mente qualcosa di stupido e senza alcun senso, come del resto è questa storia, recensite! Oddio, mi sembra tanto di fare una trasmissione via radio del tipo “Attenzione attenzione gente! Annuncio importante!” (o qualcosa del genere).
Va beeene..con questa, io direi che basta così per oggi, perciò…

UN SALUTO E ALLA PROSSIMA -si spera-
Mariene&Pao

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Capitolo 2
*** Capitolo 1: Sigillinca? ***


Capitolo 1: Sigillinca?

Mosse un altro passo. FililBerto si guardò attorno incerto.
Tra la moltitudine di matite, gomme e quaderni, e oltre la scrivania della cancelleria, scorse l’alta porta in legno che lo avrebbe portato fuori di lì.
C’era solo un problema: essendo appena nato non sapeva un bel niente di niente.
Così, curioso solo come i bambini possono essere, si diresse verso quella che per lui rappresentava una barriera architettonica, inciampando e rotolando.
Nel suo rotolare raggiunse la porta, che però non fermò la sua avanzata, poiché fu aperta dall’anziana –e mezzo cieca– bidella, da tutti conosciuta come Signora Anna;
la cara vecchina aveva il compito di tenere la scuola alla larga dalla polvere durante il periodo estivo.
Ma torniamo al nostro eroe, che terminata la sua rotolata sfrenata, si rialzò con molta fatica per poi cominciare a seguire il breve corridoio delle dieci aule predisposte per le elementari.
Era attirato come una calamita dalla forte luce del sole che penetrava dal portone d’ingresso, spalancato per far arieggiare l’ambiente.
Per tutti i bambini, così come per lui, quel magico portale rappresentava la libertà e la gioia del mondo esterno (solo se varcato dall’interno verso l’esterno, sia chiaro).
Non appena fu fuori si ritrovò di fronte ad una strada in terra battuta, cui si affacciavano quelli che dovevano essere i negozi del paesino…e sorpresa delle sorprese: l’edificio immediatamente vicino era nientemeno che una pasticceria a forma di cupcake, dall’aspetto inverosimilmente morbido, colorato ed invitante!
Con la curiosità che lo divorava vi si avvicinò, pur barcollando, e proprio all’ultimo PAM! Sbatté contro la porta girevole a vetro, capitombolando sgraziatamente all’interno del locale gremito di clienti affamati, che udito il baccano si voltarono all’unisono verso la fonte di cotanto macello.
Da lì in poi la situazione degenerò, fu tutto così veloce che quasi il povero Filil non ebbe il tempo di registrare il profumo oscenamente buono e invitante dei dolciumi.
In pochi attimi le donne lì presenti iniziarono a urlare, terrorizzate da quello “scherzo della natura” e gli uomini, non più coraggiosi delle loro consorti, diedero il via ad una corsa sfrenata verso la salvezza.
In tutto quell’andirivieni di piedi e gambe, il nostro piccolo protagonista fu sbalzato fuori da una bella pedata.
Fortuna che era di gomma, altrimenti il racconto si sarebbe concluso qui!
Fu così che, rimbalzando e rotolando nuovamente, FililBerto finì tra le fauci di un dolce cagnolino che l’aveva scambiato per un giocattolo.
Sballottato e strattonato per le vie di Billandoville da una cucciolosa e obesa palla di pelo scodinzolante, il Nostro riuscì a liberarsi sacrificando quella parte di trucioli che costituivano la sua pancetta da omino grassoccio qual’era. Si ritrovò finalmente in piedi: terrorizzato, con qualche grammo in meno, ma salvo…per quelli che furono i successivi dieci secondi.
Era infatti finito di fronte alla chiesetta del paese, in cui si erano malauguratamente rifugiati tutti i cittadini per organizzarsi alla “caccia al mostro”.
Scorto il loro innocuo bersaglio, si lanciarono al suo inseguimento con tanto di urla belluine, pale e forconi. In quel momento FililBerto imparò magicamente a correre, imboccando come un forsennato la prima via a caso che gli capitò. La sua buona stella, svegliatasi in quel momento, lo aiutò spedendolo proprio nello spiazzo principale che dava sull’edicola/fumetteria e sul bar anticipato dai tavolini, sicuro ritrovo per i vecchietti e provvidenziale nascondiglio per il protagonista della storia.
Questi si tuffò proprio sotto un tavolino, giusto un momento prima dell’arrivo dei suoi feroci inseguitori che continuarono per la loro strada, convinti che si fosse rifugiato nel piccolo Luna Park più avanti. Una volta svanita la folla, FililBerto abbandonò il suo porto sicuro per avventurarsi verso l’ingresso del paese: una strana mezza cancellata argentata e lucente, si ergeva come varco di passaggio tra le mura di protezione. Reduce dalle precedenti collisioni contro porte di vario genere, il piccolo gommino si avvicinò cauto al mezzo-cancello fissandolo con sospetto, come se quest’ultimo potesse colpirlo da un momento all’altro.
Convintosi finalmente che nulla sarebbe accaduto si limitò a provare a spingerlo per aprirlo, non ottenendo però risultati di alcun tipo cominciò ad alterarsi, spingere e tirare come se da quello dipendesse la sua vita…fu proprio allora che dal cancello si sollevò un lamento:“Guarda che mi devi dire l’incantesimo per poter passare”.

E allora quale sarà mai l’incantesimo che permetterà a FililBerto di passare dall’altra parte?

 


Angolo comari:
Salve a tutti! Chiedo scusa per l’assenza anche da parte di Mariene, ma abbiamo passato quest’ultima settimana senza avere un attimo di tregua.
Non avevamo neanche il tempo di fare un sospiro di sollievo, che l’attimo dopo ripiombavamo già nella spirale dell’ansia D: e non è ancora finita!
Chiediamo scusa anche a Ronnie che ha aspettato tanto, grazie mille :) speriamo di non deluderti. Grazie anche a te KibiRain per il tuo sostegno!
E ora passiamo al capitolo(diteci se vi è piaciuto!): a quanto pare anche Filil ha conosciuto il brivido dello stress, dandosi all’esplorazione del non tanto accogliente paese di Billandoville.
Tra cani, piedi e rotolamenti l’abbiamo visto finire davanti ad un cancello particolare…e qui sorge la nostra “domanda della settimana”: qual è l’incantesimo per aprirlo?
Vorrà davvero aprirlo?
Varcherà poi la sua magica soglia?
Ok, queste sono già tre domande, bastano e avanzano.
Detto questo..
UN SALUTO E ALLA PROSSIMA GENTE!!

Mariene(assente)&Pao

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