416. Armatura di ghiaccio

di Amane
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 416 ***
Capitolo 2: *** Promesse ***



Capitolo 1
*** 416 ***


Da quanto tempo era lì seduto a fissare la tomba dei suoi genitori?
Chissà?!
Abbastanza, se doveva giudicare dalla neve che si era accumulata sul suo giubbotto. A chi importava?

La battaglia di Tartaros era finita ma aveva lasciato dentro di lui più crepe del necessario. Poteva tollerare le cicatrici purchè fossero visibili, segni esterni, dimostrazioni di ferite guarite, di battaglie vinte. Queste piaghe interne invece erano solo...dolorose! Come un filo teso che continua a tirare e far sanguinare la carne.

Natsu aveva perso il padre che tanto a lungo aveva cercato.
Lui aveva visto morire il padre che non credeva di poter ritrovare.
Tutti avevano subito perdite, sconfitte, umiliazioni. Dopo essere tornati a casa, o meglio, sulle macerie di ciò che un tempo era casa, nessuno era riuscito a dire nulla. Le loro espressioni si riflettevano l'una nell'altra ma senza comunicare. Gusci bianchi. Maschere vuote.
I demoni di Tartaros erano sconfitti ma ognuno, adesso, era rimasto solo con i propri demoni.

Un paio di giorni per raccogliere le proprie cose. Poche cose. Un paio di giorni per accertarsi che i feriti stessero bene. Accertarsene ma da lontano, senza cercare di rivederli.
Come poteva?
No, non sarebbe riuscito a guardare negli occhi di nessuno di loro.. se Laxus ci fosse stato, forse lui avrebbe potuto fare qualcosa!Laxus era forte, di certo più forte di lui che nonostante avesse ricevuto dal padre il potere di uccidere i demoni, non era riuscito a fare nulla! Nulla per impedire la distruzione, la disperazione. Nulla contro Zeref. Nulla contro End.
Come poteva guardare negli occhi tutti loro, soprattutto, come poteva guardare negli occhi lei?

"Um...Ummmm"

Che strano! Gli era quasi sembrato di aver sentito un suono familiare. Certo! A furia di pensarci ora poteva persino sentirne la voce.
Patetico!
Davvero stupido pensare che potesse essere la sua voce dato che lui si trovava nel suo villaggio, tra le gelide ed aspre montagne del Nord. Lontano da Magnolia, lontano dal continente mite e gentile di Fiore in cui aveva trascorso i suoi giorni più felici.
Ora iniziava un nuovo percorso e gli sembrava amaramente ironico ripartire dal gelo. Da casa sua. Da quel nulla che ne restava.
I suoi legami erano tutti riassunti dalla croce in legno che da ore fissava.

Mika.Silver

Ricominciare!
Da quel clima rigido che si portava nel cuore e che lo aveva sempre contraddistinto. Lui era un mago di ghiaccio. Solo. Freddo.

"Gray sama?"

Non era possibile!

"Juvia?" disse

Si voltò. Non aveva immaginato la sua voce. Lei era lì, davanti a lui.

"Tu...tu mi hai seguito qui?"

Chiese sorpreso, urlando più del necessario.
Cosa diavolo ci faceva Juvia in quel posto? Lei non apparteneva a quel freddo! Lui doveva affrontare da solo il suo dolore. Era ciò che aveva sempre fatto.

"Mi dispiace" si affrettò lei a dire "c'è una cosa che Juvia ha davvero bisogno di dirti"
La maga prese fiato per un attimo.
Non voleva invadere il suo spazio. Non era degna di stare sul suolo in cui si trovava la tomba dei suoi genitori, di Silver, ma doveva dirglielo.

Gray la fissava senza capire.
Come diavolo faceva? Come faceva ad esserci sempre?

"Juvia...è stata lei ad uccidere il necromante  che controllava tuo padre"
Ecco lo aveva detto. Lui la avrebbe odiata per questo ma doveva dirglielo. Lui meritava di saperlo.

Juvia era in piedi.Si torturava le mani, lo sguardo basso e colpevole, la voce rotta dal pianto che premeva per scoppiare.

"Tu?" domandò Gray

Le informazioni non riuscivano più a prendere il giusto posto nella sua mente. Juvia era lì davanti a lui. Il necromante. Suo padre. Cosa ne sapeva Juvia della sua tragedia? Lui non lo aveva detto a nessuno. Non c'era nessuno a cui avesse raccontato di suo padre. Nessuno con cui dividere il peso. Il dolore lo aveva schiacciato ma lui lo stava trascinando con sè.

Da solo.

"Juvia non ha più il diritto di amare Gray sama! E' stata Juvia la ragione per cui Gray sama ha perso suo padre! Disse tra i singhiozzi, incapace di trattenerli oltre.

Gray sentì quella frase al rallentatore mentre il sangue gli rombava forte nelle orecchie e lo stordiva.

I suoi piedi iniziarono a muoversi in direzione di Juvia.
La raggiunse.
La sua mascella si contrasse in una smorfia. Rabbia. Dolore.

"Tu" ripetè stringendo le mani attorno al vestito di Juvia, aggrappandosi a lei come se la sua vita dipendesse da quel contatto; e forse era vero. Adesso lo capiva.

Juvia era lì. Nel gelo. Nel suo gelo. Lei sapeva di suo padre. Lei non era lì solo per dividere il suo peso. Lei se ne era fatta carico. Aveva fatto da sola quello che lui non aveva avuto la forza di fare. Quello che suo padre gli aveva chiesto. Liberarlo. Non ci era riuscito.

Gray crollò.

Le lacrime gli rigavano le guance e lui non riusciva a lasciarla andare, non poteva far altro che nascondere il viso sul cuore di Juvia, aggrappandosi a lei con tutto se stesso.

"Grazie"

Perchè quando aveva visto suo padre scomparire nel vento in qualche modo era stato grato di poter piangere la sua morte senza dover affrontare la colpa di averlo ucciso. Non aveva dovuto scegliere. Lei se ne era presa il carico. Per tutta la vita aveva vissuto con il peso della morte di  Ul e se avesse dovuto aggiungere la colpa di aver ucciso anche suo padre si sarebbe spezzato, definitivamente.

  Le gambe non erano abbastanza forti per reggere il suo corpo e Gray si lasciò cadere, portando Juvia con sè. La neve gli bagnava i vestiti. Non ce la faceva a lasciarla andare. Non gli importava che ora sembrasse un folle. Se sembrava debole. Tutto il suo castello di ghiaccio aveva fatto crack. Niente più maschere. Questo era lui. Ciò che restava era il ragazzino spaventato che a otto anni aveva visto morire i suoi genitori. Però a differenza di allora, adesso c'era lei e lui aveva bisogno, disperatamente bisogno di lei. Davanti a lei poteva essere vulnerabile. Solo se stesso. Fidarsi.

"Scusa"

Scusa, perchè aveva lasciato a lei quel peso. Aveva lasciato che lo affrontasse da sola.

"Gray sama?" sussurrò Juvia. Si aspettava di essere cacciata via, respinta, come era sempre successo nella sua vita. Prima o poi la respingevano tutti e ciò che aveva fatto a Gray era imperdonabile.. lei credeva che... e allora perchè?

"Mi dispiace" disse lui

Le corde del suo cuore mosse dalla voce colpevole di Juvia. Come poteva lei sentirsi così in colpa dopo quello che aveva fatto per lui? Era solo colpa sua! Poteva solo immaginare quanto il senso di colpa la stesse distruggendo. Nonostante la paura delle conseguenze, nonostante lei pensasse di poter perdere la possibilità di stargli accanto, il diritto di amarlo, lei lo aveva fatto. Aveva fatto ciò che riteneva giusto e giusto per lui.

"Mi dispiace"

Perchè per tutto questo tempo l'aveva tenuta distante. Trattata con freddezza. Non le aveva mai detto quanto fosse importante, l'aveva lasciata fuori al punto da farle credere che potessero esistere dellle ragioni per cui avrebbe potuto odiarla, per cui lei potesse non avere il diritto di amarlo.

Buffo, perchè tutto ciò di cui aveva bisogno era che lei ci fosse, che lei lo amasse. Se c'era qualcuno che non meritava di essere amato, quello era lui, eppure lei era sempre rimasta ed ora era tutto ciò che lo teneva insieme, mentre lo teneva stretto.

"Sei così caldo" disse Juvia come se non se lo aspettasse. Gli passò le mani tra i capelli. Da sempre lui era stato il suo sole ma un sole freddo e distante. Un principe, bello ed audace ma inavvicinabile perchè avvolto nel suo mantello di ghiaccio. Ma mentre gli accarezzava la nuca e lo sentiva rilassarsi sotto il suo tocco, mentre lui la stringeva e lei sentiva il suo corpo bruciare sentiva quanto quelle fossero solo le sue difese, capiva quanto dolore aveva nascosto ma adesso lo aveva raggiunto e non lo avrebbe lasciato solo mai più


Che idiota era stato! L'aveva davvero tenuta così lontana? L'aveva sempre trattata con così tanta freddezza.
Tra le lacrime lei gli passò le braccia attorno al collo mentre lui la tirava a sè stringendola per i fianchi senza spostare il suo viso dal cuore di Juvia. Voleva sentirlo battere.
Non doveva ricominciare dal nulla, dal gelo.
Non tutti quelli che amava erano morti.
Juvia era viva ed era lì. Lei era il suo calore e forse adesso che finalmente lui era riuscito a togliersi l'armatura di ghiaccio,  forse adesso il calore poteva finalmente riuscire ad uscire da quel cancello gelido in cui l'aveva costretto per anni, fluire dal nucleo più interno e nascosto di sè e diffondere nel suo corpo freddo,raggiungere l'acqua e riscaldarla.Adesso anche lui poteva essere caldo per lei.




note:

dopo aver passato due giorni interi a fangirlare....a volte ancora mi giro con l'espressione persa nel vuoto e gli occhi luccicanti ed il mio ragazzo mi chiede "ancora Gray e Juvia?" Ebbene si! non potevo non scrivere questo capitolo.

Sono indecisa su chi tra Gray e Juvia abbia detto "you are so warm" se fosse stato Gray sarebbe una bellissima confessione da parte sua soprattutto considerando il riferimento al capitolo speciale 413 giorni...
da spoiler giapponesi pare che però la frase sia stata detta in modo formale ed in genere ad utilizzare un registro di questo tipo è Juvia.
lo sapremo con certezza dall'anime! non vedo l'ora!!! Ma personalmente preferisco questa seconda versione in cui è Juvia a dirlo perchè secondo me vuol dire tutto...
Gray è un mago di ghiaccio e più volte è stato messo in evidenza che la sua temperatura corporea è bassa, lui è freddo, nei sentimenti e nel corpo ed è letteralmente gelido....mentre Juvia,beh lei è acqua, la forma più calda del ghiaccio...e se l'acqua percepisce il ghiaccio come caldo......beh per me può solo voler dire che Gray ha finalmente aperto il suo cuore e lasciato uscire i sentimenti che nascondeva.Ha tolto l'armatura ed ora è solo Gray. Juvia  non ha solo sciolto il suo gelo, ma addirittura ora è lei a percepire il suo calore e ad esserne riscaldata, lui ora è più caldo... non so se mi sono spiegata.... *fangirla un altro po'* vabbè sono impazzita del tutto !!!!effetto Gruvia comunque volevo darvi la mia versione ed eccola qui.
Voi che idea vi siete fatti? Cosa ne pensate di questa mia interpretazione e qual è la vostra opinione?

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Capitolo 2
*** Promesse ***


I vestiti erano ormai fradici e freddi ma nessuno dei due sembrava voler lasciare l'altro.

Avevano scoperto che il loro reciproco calore era molto più forte del freddo.

Juvia continuava a passare la mano a ritmo lento e regolare, rilassante, tra i suoi capelli e Gray continuava a tenerla stretta, con il viso nascosto sul suo petto, recuperando pian piano la lucidità.

 

Se qualcuno li avesse visti lì, abbracciati in mezzo alla neve avrebbe pensato che fossero due pazzi.

 In ogni caso non c'era anima viva per kilometri...

Erano completamente da soli.

Soli.

Abbracciati.

 

"Uhm" mugugnó Gray realizzando improvvisamente quello a cui fino a quel momento non aveva pensato.

 

Quasi come se avesse letto nella voce il suo imbarazzo Juvia fermó le dita che aveva lasciato scivolare tra le ciocche morbide e disordinate di Gray.

Il rossore si fece largo sul suo viso quando senti il mago molleggiare sul suo petto prima di cercare, piano, di sollevare la testa.

 

Gray cercó di muoversi il più lentamente possibile.. Insomma, magari Juvia non ci aveva fatto caso, come d'altronde non ci aveva fatto caso lui fino a quel momento... Ma si! Forse lei non aveva pensato a dove fosse la sua faccia

 

Piano, molto piano il mago sollevó il viso.

Merda.

Juvia lo stava fissando con l'espressione più imbarazzata che le avesse mai visto... E Lei ne aveva un gran repertorio!

Non c'era modo che non ci avesse pensato.

Poteva praticamente leggere sul suo viso "Gray sama ha la faccia sulle... Uhm.. Di Juvia"

 

"Juvia" disse di getto sperando di prevenire l'uragano che si sarebbe scatenato.

Stranamente la maga non disse nulla, lo fissó per un secondo. Un secondo, che sembra davvero molto lungo se ti dimentichi di respirare. Poi lei gli sorrise.

Un sorriso timido, bellissimo.

Stavolta fu lui a guardarla per un attimo di troppo. Gli occhi arrossati e lucidi che sembravano più blu e luminosi del solito, la pelle del viso chiarissima, colorita solo sulle guance, le labbra dischiuse da cui venivano fuori piccoli sbuffi di aria calda. Era così vicino che poteva sentirne il profumo dolce e gli sembrava una reazione da pazzi ma aveva solo voglia di sporgersi ancora un altro po' e...

Ma che stava facendo? Per Mavis!!

 

"Uhm Juvia" ripetè deglutendo e scollando gli occhi dalle sue labbra.

Istintivamente una mano raccolse un ciuffo dei capelli color oceano e lo assicuró dietro l'orecchio della maga, sfiorando la sua guancia calda e liscia.

La maga chiuse gli occhi piegando la testa per prolungare quel contatto leggero.

 

"Juvia" disse per la terza volta, stupendosi di come il suo nome venisse fuori con una nota dolce e quasi disperata "dovremmo trovare un riparo e asciugarci"

Per fortuna era riuscito a dire qualcosa di sensato! Per la miseria. Non era davvero sicuro di riuscire a comporre neanche una frase!

 

La maga della pioggia riaprì gli occhi e dopo aver indugiato un attimo, annuì.

Gray sciolse l'abbraccio, allontanandosi leggermente.

Sentiva già più freddo e stranamente non gli piaceva affatto.

Con il solo proposito di ritrovare un po' di calore afferró entrambe le mani di Juvia e la tiró su con sè, aiutandola ad alzarsi e tenendola abbastanza vicina da percepirne il profumo.

Fece un passo in direzione del villaggio.

 

 

Lei restó immobile. Stordita.

Nulla era andato come si era aspettata e le sembrava fosse tutto irreale. Come se si trovasse in un sogno.

 

Gray sorrise guardando l'espressione persa di Juvia ma nascose immediatamente la smorfia cercando di schiarirsi la voce.

Non ci riuscì.

Un sorrisetto riprese posto sulle sue labbra e si allargó quando per spronarla a muoversi prese la mano di Juvia e la tiró piano al suo fianco.

"Da quella parte c'è il mio villaggio, ti va di vederlo?"

 

Juvia, ancora incredula e con gli occhi sbarrati lo fissó. Fece segno di si con la testa e i boccoli dei capelli iniziarono a ballonzolarle davanti al viso per la foga che ci aveva messo nell'annuire. Senza riuscire però ad usare la voce. Troppo strozzata in gola per poter venire fuori.

 

Gray si passò la mano libera tra i capelli "bene" disse e cominció a camminare fermandosi ancora per un attimo davanti alla tomba dei suoi genitori.

 

"Aspetta un secondo!" Chiese a Juvia

La maga si fermò e chinó il capo in segno di rispetto "Gray sama" disse a bassa voce "Juvia non crede di meritare di poter essere qui davanti alla loro tomba. È stata colpa di Juvia se.."

 

"Se si sono ritrovati ed ora ci guardano felici ed insieme da lassù" terminó Gray, sollevandole il viso e guardandola dritta negli occhi per dimostrarle che lo pensava davvero.

 

Ancora una volta Juvia rimase senza parole, lacrime silenziose però le rigavano il volto.

Gray le asciugó con il pollice "su su" disse "non è così che ci si presenta quando si va a conoscere qualcuno"

 

Juvia sgranó gli occhi. "Gray sama..che?"

 

Il mago intrecció le loro dita e posó le loro mani unite sulla croce di legno.

 

"Mamma, papà" disse " lei è Juvia!" 

 

"S...salve" disse Juvia con un inchino "Juvia è molto lieta e molto dispiaciuta, però Juvia cercherà a tutti i costi di mantenere la parola data a Silver sama!"

 

"Giá" annuì Gray poi si voltò un po' interdetto verso Juvia "aspetta che? Vi siete parlati? Quando vi siete parlati?"

 

Juvia deglutì. Ricordare ciò che era successo le stringeva la gola e lo stomaco "comunicazione telepatica.. È stato Silver sama a spiegare a Juvia come fermare Face..."

 

"Capisco" annuì il mago "quindi è stato lui a chiederti di..insomma...tra tutti lo ha chiesto a te"

 

Juvia arrossì di colpo ripensando alla conversazione con Il padre di Gray "Silver sama pensava che Juvia fosse la ragazza di Gray sama" ammise sottovoce

 

"Eehp??" Annaspó Gray con le orecchie in fiamme "lui che? Ti ha chiesto co..cosa?"

 

Juvia si affrettò a rassicurarlo scuotendo le mani davanti al viso "non preoccuparti Gray sama!! Juvia ha detto che non lo era!"

 

"Oh!" Rispose il mago con un piccolo accenno di delusione nella voce, poi di nuovo rivolse uno sguardo verso la tomba dei suoi genitori stavolta soffermandosi in particolare sul nome di suo padre

 

"Dovevi per forza mettermi in imbarazzo, vecchio!" Disse facendo roteare gli occhi

 

Juvia ridacchio. "Juvia è sicura che sarebbe andata molto d'accordo con Silver sama"

 

"Oh si non ne ho dubbi! E mia madre ti avrebbe adorato!! Insomma da piccolo mi diceva sempre di trovare una ragazza bella, forte, che sapesse cucinare e...." Gray fermó la frase deglutendo, rendendosi conto delle implicazioni di ciò che aveva appena detto e diete un'occhiata veloce al viso di Juvia.

 

La maga era arrossita come non mai, ma sembrava essersi persa dietro una delle sue fantasie.. Quindi Gray magari poteva far solo finta di niente e fingere di non aver mai detto quello che aveva appena detto. Che razza di idiota era!!! Non era di certo questo il modo giusto per.. Nè il momento giusto...doveva cambiare argomento!!

 

"Ju..Juvia di che promessa parlavi?"

 

La maga venne fuori dal suo mondo e cercó un briciolo di concentrazione "Silver sama ha chiesto a Juvia di prendersi cura di Gray sama e Juvia lo farà!" Disse risoluta

 

Pessimo tentativo di cambiare argomento

 

"Ah"  commentó Gray passandosi una mano dietro la nuca..

 

I padri.. Trovano sempre il modo di metterti in imbarazzo. Ma poi come diavolo aveva fatto a capire in così poco tempo, che lui e Juvia? Si insomma....beh... Qualcosa...uhm

 

Improvvisamente Gray si fece serio e strinse la presa sulla mano di Juvia. Si rese conto di non averla mai lasciata andare. Bene!

 

Anche lui aveva fatto una promessa a Silver "Juvia, io sconfiggerò End!" Disse guardando l'orizzonte

 

"Si" rispose  lei ed il sorriso e lo sguardo che gli rivolse significavano tutto: Che lei credeva in lui Che lo avrebbe supportato e avrebbe mantenuto la sua promessa di prendersi cura di lui. Che sarebbe stata al suo fianco. Ovunque lui avesse voluto.

 

E con quello sguardo a sostenerlo Gray si sentiva già un po' più sicuro. Costi quel che costi avrebbe mantenuto la sua promessa e avrebbe anche mantenuto la sua parola. Prima che tutto avesse inizio aveva detto a Juvia che sarebbe stato con lei e invece, poi, aveva voluto affrontare tutto da solo e aveva finito per lasciarla sola nei momenti peggiori. Aveva dimenticato che con lei lui era più forte, che insieme davano il meglio di loro stessi, ma non sarebbe successo mai più! Non l'avrebbe lasciata più!

   

"Andiamo" le disse.

Lei sorrise.

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