When You Wish Upon a Star: A Phanfiction Parody

di UnGattoNelCappello
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una Parola Dalla Vostra Autrice ***
Capitolo 2: *** Dolci Sogni ad Occhi Aperti ***
Capitolo 3: *** Decenza Umana ***
Capitolo 4: *** Omofobia ***
Capitolo 5: *** La Mattina Seguente ***
Capitolo 6: *** Caffè Con Uffa ***
Capitolo 7: *** Quali Sono le Probabilità? ***
Capitolo 8: *** Rilascia la Flotta ***
Capitolo 9: *** La Rivolta della Pizza ***
Capitolo 10: *** Non un Pappamolle ***
Capitolo 11: *** Discutendo Con la Stordita ***
Capitolo 12: *** Altruismo Involontario ***
Capitolo 13: *** Cadono Come Mosche ***
Capitolo 14: *** Piove, Piove, la Gatta Non si Muove ***
Capitolo 15: *** Adattamento ***
Capitolo 16: *** Gare di Spade ***
Capitolo 17: *** Crogiolandosi nel Dolore ***
Capitolo 18: *** Salto di Fede ***
Capitolo 19: *** Regole Sociali ***
Capitolo 20: *** Salvate la Nostra Ship ***
Capitolo 21: *** Coming Out of the Closet ***
Capitolo 22: *** Aiuto Professionale ***
Capitolo 23: *** Le Sacre Scritture ***
Capitolo 24: *** Quindi, Siamo Fottuti ***
Capitolo 25: *** Una Battaglia Persa ***
Capitolo 26: *** Mayday ***
Capitolo 27: *** Faccende Serie ***
Capitolo 28: *** Pensa Come una Ragazza ***
Capitolo 29: *** Ispirazione ***
Capitolo 30: *** Solo una Storia ***
Capitolo 31: *** Non Osare ***
Capitolo 32: *** In Ascensore con il Nemico ***
Capitolo 33: *** Scelta di Parole ***
Capitolo 34: *** Immaginazione Complessa ***



Capitolo 1
*** Una Parola Dalla Vostra Autrice ***


ATTENZIONE: Non ho scritto io questa Fanfiction, la sto solo traducendo con il permesso di JustGoogleIt, l'autrice. Potete trovare la storia originale qui: https://www.fanfiction.net/s/9168073/1/When-You-Wish-Upon-a-Star-A-Phanfiction-Parody
 
 

Salve gentile lettore!

Benvenuto nella mia immaginazione! Buona fortuna. Ne avrai bisogno.

Sono molto emozionata per questa fanfiction – la sto scrivendo e revisionando fin da gennaio. Prima di immergerci nella storia però, ci sono alcune cose importanti che devono essere dette e vi consiglio caldamente di leggere questo intero pre-capitolo per non farvi un'idea sbagliata. (Vi ringrazio per la vostra collaborazione su questo punto)

 

Introduzione:

 

Prima di tutto, questa storia è una parodia, che il dizionario definisce come: “un'imitazione satirica o umoristica di un pezzo di letteratura o scrittura seria”. La mia fanfiction è una parodia di RPF (Real Person Fiction – Fiction di persone reali), specificatamente una RFP phan. Per favore cercate di capire che a me piacciono davvero le phanfiction. Non sto ridicolizzando la fanfiction di nessuno. Se avete scritto una storia phan su questo sito, è probabile che io l'abbia letta e mi sia piaciuta. L'obbiettivo di questa storia è divertire: NON di danneggiare qualcuno. D'altra parte, essendo una parodia, potreste trovare certe parti offensive. Per favore cercate di capire che questo non è in nessun modo il mio intento. Sto solo cercando di divertirmi un po' con qualcosa che tutti amiamo.
 

Riconoscimenti:

 

Le mie fantastiche beta-readers: Katisha (KdaisyH) e Naomi (Rose Marion BAD WOLF). Voi ragazze siete state meravigliose! Vi ringrazio tantissimo. NaNoWriMo – per aver ispirato e supportato questo attacco di slancio letterario.

 

Disclaimers:

 

I pensieri, le opinioni, e le situazioni espresse in questo racconto completamente e interamente fittizio non necessariamente riflettono le visioni della creatrice e/o qualsiasi altra persona affiliata. L'autrice rinuncia a tutti i diritti sui personaggi di:


 

Daniel Howell, Philip Lester, Carrie Hope Fletcher, Alex Day, Charlie McDonell, Bryarly Bishop, Ed Biann, Michael Aranda, Kristina Horner, Kayley Hyde, Liam Driden, BriBry Really O' Riley, Chris Kendall, PJ Liguri, John Green, Hank Green, Ciaran O'Brien, Emma Blackery, Jack Howard, Dean Dobbs, Khyan Mansley, Beryie Gilbert, Bethan Mary Leadley, Benjamin Cook, Hazel Hayes, Brad e Liam da World of the Orange (i cui cognomi non sono stata in grado/motivata abbastanza da trovare), Lindsey Williams, Lex Croucher, Sam Pepper, Danny Hooper, Jack Harries, Finn Harries, Ian Hecox, Anthony Padilla, Felix Kjellberg, Cryaotic (come sopra riguardo il vero nome), Harry Styles, Louis Tomlinson, Michael Jackson, Theodor Seuss Geisel (Dr. Seuss), Benedict Cumberbatch, Elvis Presley, William Shakespeare, Tom Milson, Tom Fletcher, Tom Law, Tom Ridgewell, Tom McLean, e/o chiunque altro risponda al nome di “Tom”.

 

Non possiedo nessuno di loro, perché sarebbe una chiara violazione dei diritti umani.

 

L'autrice non è inoltre affiliata con o sponsorizzata in nessun modo da:

 

YouTube, BBC Radio 1, VidCon, Twitter, Facebook, Tumblr, Formspring, deviantART, Wattpad, NaNoWriMo, Starbucks, Apple, Cadbury's, ShakeAway, Maltesers, Country Crisp, Pom Bears, la Sacra Bibbia, Totoro, Mario Kart Wii, Final Fantasy, the London Underground, Harry Potter, e/o Winne the Pooh.

 

Solo per la vostra informazione...

 

Rating “I” per l'immaturità

Made in America – da schiavitù Cecoslovacca-Americana di quarta generazione (me)

All rights reserved; no wrong reserved (N/T: gioco di parole intraducibile in italiano, ma sono certa che l'avete afferrato)

Attenzione: il caffè caldo è caldo

Qualsiasi somiglianza a persone reali, vive o morte, era probabilmente intenzionale

Qualsiasi riproduzione, ritrasmissione, o rebroadcast senza l'espresso, scritto consenso dell'autrice... va benissimo. Non preoccupatevi

Mani e piedi devono essere fermamente attaccati alle loro rispettive appendici tutto il tempo attraverso pelle, legamenti, tendini... ecc.

Pericoloso o fatale se deglutito

Contenuti (o personaggi) potrebbero stabilizzarsi (o aggravarsi) durante la spedizione

Solo un animale è stato maltrattato nella produzione di questa fanfiction – il mio cane, quando sono passata sopra la sua coda con la sedia girevole (scusa, Tucker)

Gli oggetti nello specchio sono più vicini di quanto appaiano

Fumare potrebbe essere un azzardo per la tua salute

Batterie non incluse (non lo sono mai, ragazzi. Meglio che vi ci abituate)

Esposizione prolungata può causare sonnolenza, nausea, confusione, vista offuscata, delirio, generale disgusto per l'umanità, pianto incontrollabile, face-palming e/o testa sbattuta sulla scrivania

In caso di accidentale overdose, cercare aiuto medico immediatamente

Uso discontinuo se si sviluppano degli sfoghi

Applicare il freno prima di cambio di POV

A bambini non supervisionati sarà offerto espresso, cereali zuccherati, e Energy-drinks di 5 ore

Non usare se il sigillo è rotto (portate quella foca – N/T: in inglese seal, come sigillo – dal veterinario, subito)

Il livello di divertimento personale può variare

Attenzione al ghiaccio (nei capitoli 19-20)

Dite “no” a droghe, alcool, e non necessari cambi di POV

Potrebbe contenere noccioline (sicuramente è stato scritto da una di esse – N/T: nocciolina, nut, vuol dire anche matto)

Nessun bagnino in servizio

Non affiliato con the American Red Cross

Taglia unica che sta bene alle persone per cui quella taglia è la taglia appropriata

Informazioni nutrizionali disponibili su richiesta

Non responsabile per gli atti di Dio

Per favore rimuovere il bambino prima di piegare il passeggino

Avreste potuto avere una V8

Invalidato dove è proibito

Leggere sempre in un'area ben ventilata

Non sicuro per la lavapiatti

No scarpe, no maglietta, no problem

Non è inteso come un sostituto di consiglio medico professionale, diagnosi o trattamento

Può contenere materiali che qualche lettore potrebbe trovare obiettivabili (un grano di sale è avvisato)

Questo prodotto non è finalizzato all'uso di un trapano dentale (poche cose lo sono, purtroppo)

Riduci, riusa, ricicla

In caso di emergenza, dovresti probabilmente gridare e/o correre

Solo per usi ricreativi

Richiesto qualche assemblaggio di trama

Contiene una sostanziale quantità di ingredienti senza tabacco

Questa licenza è effettiva finché non termina

Pre-registrato per questa zona temporale

Non sono accettate monete canadesi

E' stato provato causare cancro a topi di laboratorio

Non finalizzato ad uso nel forno

E' una violazione della legge fanfictionale usare questo prodotto in una maniera non coincidente con la sua etichetta

Terms and conditions si applicano

E infine, per favore goditi la storia!

 

- Bethany

 

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Capitolo 2
*** Dolci Sogni ad Occhi Aperti ***


ATTENZIONE: Non ho scritto io questa Fanfiction, la sto solo traducendo con il permesso di JustGoogleIt, l'autrice. Potete trovare la storia originale qui: https://www.fanfiction.net/s/9168073/1/When-You-Wish-Upon-a-Star-A-Phanfiction-Parody
 

 
1
Dolci Sogni Ad Occhi Aperti

 

Il ragazzo dai capelli corvini si avvicina al suo amante in lacrime e scosta un ricciolo di capelli da hobbit dagli occhi dell'uomo più alto.

È tutto okay, mio piccolo Danasaur,” mormora. “Andrà tutto bene da adesso in poi, perché saremo sempre insieme, e nessuno riuscirà mai a impedirlo.”

L'uomo più giovane solleva il suo volto e fissa le sue meravigliose orbite marrone cioccolato in quelle azzurro intenso del suo compagno.

Ti amo, mio piccolo Phillion,” sospira.

E io amo te, Daniel. Adesso baciami, stupido!”

Il suo amante sorride sfacciatamente. “Pensavo non me l'avresti mai chiesto!”
 

 

Nella piccola città di Black River Falls, Wisconsin, la quindicenne Melanie Russo sedeva alla sua scrivania, digitando con attenzione le frasi finali della sua ultima phanfiction. Sospirò con desiderio, chiedendosi come quei due sciocchi ragazzi inglesi potessero essere così inconsapevoli del fatto che erano perfetti l'uno per l'altro.

“Per essere persone che dichiarano in modo così ostinato di non 'essere una cosa', si rendono sicuramente facili da shippare,” borbottò a se stessa.

“Non è vero, Lion? Totoro?” chiese ai due pupazzi appollaiati sulla sua spalliera.

Loro ovviamente, essendo pupazzi, rimasero in silenzio.

“Esatto!” esclamò Melanie, lasciandosi cadere sulla sua trapunta, le mani dietro la sua testa.

I suoi occhi girovagarono intorno alla stanza, saltando da un poster colorato a un altro. Ognuno di loro dichiarava fedeltà alla sua one true pairing: Daniel Howell e Philip Lester – 5ever.

Le pareti rosa pastello erano ricoperte da centinaia di foto dei due YouTuber inglesi, inspirando la sua considerevole collezione di storie pubblicate su internet.

Una volta che Mel si fu ripresa dall'episodio di “feels”, tornò al suo computer, a guardare gli ultimi video delle sue star di YouTube preferite. Ancora sorridente dall'ultimo video del secondo canale PJTheKick, la ragazza ricaricò la pagina per vedere se qualcosa di nuovo era stato pubblicato.

Improvvisamente, un nuovo video di ItsWayPastMyBedTime comparve sullo schermo, con un thumbnail della settima YouTuber preferita di Melanie mentre indossava flosce orecchie da coniglio. Cliccò il video impazientemente.

“Cosa?!” strillò. “Sono la prima visitatrice?! Porca paletta!” digitò furiosamente “PRIMA!” nella sezione dei commenti e cliccò posta.

Purtroppo, un'altro commento l'aveva battuta. Ciò ovviamente rendeva il “PRIMA!” di Mel, il secondo.

“Uggghh, perché non riesco mai a commentare per prima?” si lamentò frustrata.

Ricominciò il video – visto che si era completamente persa le prime frasi – e notò accigliata che non solo aveva scritto “FRIST!1!” invece di “FIRST!”, ma che il suo commento era già stato contrassegnato come spam. Mettendo da parte la sua delusione, tornò a guardare lo schermo e fu presto catturata di nuovo dalla personalità spumeggiante della sua sorella maggiore onoraria.

“Intorno a Natale, Cadbury's fa queste stelle di cioccolato chiamate Desideri di Cadbury...” iniziò il video con il caratteristico giro di ukulele di sottofondo.

“Io ho uno di quelli!” strillò Mel, mettendo in pausa il video per correre al piano di sotto.

Scivolò sulle piastrelle del pavimento della cucina con i suoi morbidi calzini verdi di Kermit fino alla dispensa. Dalla sua scorta di avanzi natalizi, la ragazza individuò velocemente il cioccolatino a forma di stella e si girò indietro per correre di nuovo di sopra.

“Mel?” chiese sua madre preoccupata. “Che diavolo stai facendo?”

“Non posso parlare adesso, mamma! Carrie ha caricato un nuovo video!” esclamò la sovreccitata teenager mentre correva nella sua stanza, cioccolata in mano.

“A volte mi preoccupo per te, Melanie!” le gridò dietro sua madre.

“Almeno non mi drogo!” le rispose lei prima di chiudere la porta dietro di lei con un piede e tuffarsi di nuovo nel letto.

Si mise un'altra volta davanti al suo computer e premette il pulsante play.

“...La bambina dentro di me dava per scontato che i Desideri di Cadbury sono chiamati così perché quando li mangi devi esprimere un desiderio...” continuò Carrie.

Melanie si protese in avanti, sorridendo eccitata e immergendosi in ogni parola della YouTuber dai capelli incredibilmente ricci.

“...E suggerisco di esprimere il vostro desiderio al primo morso, per dare un po' più di tempo al cioccolato per fare la sua magia...”

“E' magia!” strillò Mel. “Hai sentito, Totoro? Lion? Questa cioccolata è magica! Cosa pensate che dovrei desiderare?”

La ragazza fissò ancora una volta le creature di peluche, che ricambiarono lo sguardo con la stessa espressione vuota di sempre. “Grande idea, Totoro!” ridacchiò. “Perché non ci ho pensato io?”

Melanie scartò la confezione oro e viola, premette il dolce sulle sue labbra, e mormorò il più grande desiderio nel suo cuore:

“Desidero con tutto il mio cuore che le mie storie possano diventare realtà, così che Dan e Phil possano finalmente trovare il vero amore.”

Certo non si immaginava che, mentre assaporava il dolce sapore del cioccolato, il suo innocente desiderio avrebbe presto cambiato la vita di due persone, per sempre.

 

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Capitolo 3
*** Decenza Umana ***


ATTENZIONE: Non ho scritto io questa Fanfiction, la sto solo traducendo con il permesso di JustGoogleIt, l'autrice. Potete trovare la storia originale qui: https://www.fanfiction.net/s/9168073/1/When-You-Wish-Upon-a-Star-A-Phanfiction-Parody
 




2
Decenza Umana
 


 “Dan!” chiamò il barista di Starbucks nel negozio affollato.

Al suono del suo nome, Dan Howell recuperò il suo Caramello Macchiato dal bancone e si girò appena in tempo per scontrarsi contro una giovane ragazza, rovesciando il caffè bollente su tutto il suo maglione bianco.

“Oh merda! Mi dispiace tantissimo!” esclamò Dan, cercando urgentemente dei fazzoletti.

“Ti dispiace?! Lo avevo appena compra-” la ragazza smise di parlare non appena vide la sua faccia. “O-Oh mio Dio, tu sei d-danisnotonfire!” balbettò.

Dan le porse i fazzoletti stropicciati che era riuscito a strappare fuori dal contenitore. “Già... mi dispiace.” borbottò imbarazzato.

“Oh, non preoccuparti! È tutto a posto!” assicurò lei, passando in un batter d'occhio da cliente irritata a fan adorante. “Oh mio Dio, non riesco a credere che sto incontrando Dan Howell! I tuoi video sono fantastici! È un assoluto onore indossare il suo caffè, signore!”

Dan rise all'eccitazione della ragazza, notando che aveva un accento americano. “Si, beh, generalmente preferisco solo berlo, ma sai com'è...”

Lei ridacchiò e spostò i capelli tinti di viola dal suo viso con un braccio, pieno zeppo di braccialetti. “E' solo che non riesco a credere di averti veramente incontrato! Voglio dire, sono qui a Londra solo per una settimana. Mi sono detta di non farmi troppe illusioni, che non c'era nessuna possibilità che potessi incontrare uno dei miei idoli di YouTube, e invece eccoti qua! Non riesco proprio...” farfugliò la ragazza, fissandolo a occhi sbarrati. “A proposito, sei molto più alto di quanto immaginassi.”

Dan sorrise. “Già, me lo dicono tutt-”

“Oh, ne sono sicura!” lo interruppe lei con entusiasmo. “Beh, sono davvero felice di aver avuto la possibilità di incontrarti, anche se nel farlo ho dovuto rovinare un maglione. Oppure, aspetta! Voi li chiamate 'jumpers', vero?” (N/T: in americano, maglione si dice 'sweater', in inglese 'jumper') “E' così strano! Anche in America abbiamo una cosa che si chiama jumper, ma è tipo un incrocio tra una salopette e un vestito. Quanto è strana questa cosa? Ma d'altronde, noi chiamiamo questi cosi 'sweaters', che è comunque molto strano se ci pensi perché tipo, capisco che ti tengono caldo e quindi ti possono far sudare (N/T: sweat=sudare), ma, insomma, perché vorresti farlo sapere al resto del mondo? Cioè, è una parola davvero sgradevole. Neanche jumper ha molto senso, anche se suona molto meglio di sweater. Ma non è che devi saltare per metterteli. Oh! Ho appena pensato una cosa! I jeans aderenti dovrebbero essere chiamati 'jumpers', perché devi saltare per entrare dentro quelli! Quello avrebbe senso. Se potessi inventare il mio linguaggio personale, farei in modo che tutte le parole abbiano molto senso, sai? Tu che ne pensi, Dan?”

Dan impiegò qualche secondo a realizzare che aveva smesso di parlare.

“Scusa... qual'era la domanda?” chiese, sbattendo le palpebre diverse volte.

“Oh mi dispiace, sto parlando troppo? Alcune persone dicono che parlo troppo, ma io non me ne accorgo davvero. Credo che sia importante che una ragazza abbia una voce, no? Specialmente in una società così predominantemente maschile. Ma comunque, cercherò di controllarmi. A proposito, mi chiamo Ophelia Cole!”

“Che nome interessante, io-” iniziò Dan.

“Lo so, vero?” lo interruppe lei. “Vedi, entrambi i miei genitori amavano molto il teatro, e andavano in giro a viaggiare con questa compagnia teatrale di Shakespeare. Poi, mentre stavano lavorando alla loro grande rappresentazione di Amleto, non sono più riusciti a contenere la loro passione. Quindi appena ci fu l'intervallo, sgattaiolarono nella stanza delle attrezzature e... beh, il resto è storia! Quindi, visto che sono stata concepita durante Amleto, i miei genitori hanno pensato che sarebbe stato appropriato chiamarmi Ophelia, e io penso che hanno avuto ragione. Non è un nome molto comune, sai? Ho incontrato solo un'altra ragazza di nome Ophelia in tutta la mia vita. Allora, come sei stato concepito tu?”

“Uhh...” sputacchiò Dan, lasciando scivolare lungo il suo mento il sorso di caffè che aveva appena preso, “In realtà non è mai saltato fuori durante le conversazioni a tavola.”

“Oh, capisco,” disse con enfasi Ophelia. “Non tutte le famiglie sono aperte come la mia, ma credo che sia un peccato, no? Io posso parlare con i miei genitori di tutto!”

Oh, ci scommetto,” pensò Dan. “Beh, è stato fantastico incontrarti, Ophelia, ma devo davvero andare... ho un treno che mi aspetta.”

“Oh! Ti accompagno!” esclamò lei, camminando vicino a lui. “Devo andare anch'io alla stazione della metro. Oppure aspetta, voi la chiamate 'the Underground', vero? Suona così spaventoso e eccitante! In America, la chiamiamo 'the subway', che ovviamente mi fa solo pensare al ristornate... avete Subway anche qui? Sai, il posto che fa i panini?”

“Uh...”

“Oh ok, va bene. Sarà così emozionante prendere la metro da sola! Certo, non sarò davvero da sola perché ci saranno tutte quelle persone intorno a me, e te, ovviamente. Ma, insomma, senza i miei genitori. Fa molta paura prendere la metro? Ho sempre pensato che avrebbe fatto paura, specialmente dopo che ho sentito quella canzone di Alex Day che ne parlava... Oh mio Dio! Mi sono appena ricordata che tu conosci Alex Day, tipo, di persona! È fichissimo! Non riesco neanche a immaginare quanto sia fico. Indossa davvero quei vestiti da matto anche nella vita reale?”

“Sì,” disse Dan, decidendo che rispondere con una parola e camminare velocemente erano le sue migliori possibilità di fuga.

Essendo più di venti centimetri più bassa di lui, Ophelia doveva trotterellare per stare al passo. “Oh è fichissimo! Ho sempre voluto essere più avventurosa con il mio guardaroba. Odierei confondermi nello sfondo, sai?”

“Non credo che sarebbe possibile per te,” borbottò Dan. La sua irritazione stava salendo e poteva sentire l'inizio di un mal di testa.

“Aw! È così dolce da parte tua!” ridacchiò lei.

Ophelia continuò a chiacchierare per tutta la strada verso la stazione, quindi Dan si concentrò a ignorarla, aggiungendo l'occasionale grugnito o cenno di assenso ai suoi discorsi sconnessi quando sembrava appropriato.

Una volta arrivati, il ragazzo cercò ancora una volta di tentare la fuga. “D'accordo, allora, penso che qui sia dove ci diciamo addio... sai dove stai andando, vero?”

Ophelia rise. “Non proprio! I miei genitori mi hanno dato un po' di soldi e mi hanno detto di andare ad esplorare per un po' perché volevano un paio d'ore della loro vacanza in cui poter effettivamente finire le proprie frasi. Cosa che io penso sia abbastanza ingiusta, perché io ci provo davvero a lasciarli parlare – solo che le cose che hanno da dire sono così noiose, capisci? Io cerco solo di vivacizzare la conversazione, ma hey, perché lamentarsi? Ho qualche ora per esplorare Londra da sola. Quanti tredicenni hanno la possibilità di farlo? Sono stata dappertutto! In effetti, non sono molto sicura di come sono arrivata qui...”

Dan si diede un lento face-palm. “Quindi, fammi capire bene. Tu hai tredici anni, sei da sola, a Londra, per la prima volta, e praticamente persa?”

“Beh, suona brutto quando la metti così. Questa è un'avventura!”

Non sapeva bene perché, ma Dan si sentiva responsabile per lei. Che genere di genitori lascia girare una tredicenne da sola in una grande città?

“Okay Ophelia,” sospirò, “Troviamo una mappa e cerchiamo di capire come farti tornare dai tuoi genitori. Puoi chiamarli?”

“Ci ho provato, ma hanno spento i loro telefoni.”

“Cavolo, mi chiedo il perché?” disse Dan sottovoce. “D'accordo, sai almeno dove sono, vero?”

I due trovarono una mappa e studiarono le linee colorate, cercando di capire su quale treno dovesse salire Ophelia. Una volta deciso quale, Dan la aiutò a comprare un biglietto (cosa complicata dal fatto che Ophelia era affascinata dai “graziosi colori” della valuta inglese). Dopo un addio piuttosto lungo, Dan lasciò la sua giovane fan sulla giusta piattaforma, a parlare con un irritata madre e il suo figlio di tre anni. Lanciò uno sguardo di scuse alla donna mentre si affrettava ad andarsene.

Dan si era allontanato di cerca sei metri quando sentì il bambino scoppiare in singhiozzi. Guardò dietro di sé e vide che il palloncino che il bambino teneva in mano stava fluttuando via, nella direzione dei binari del treno.

Il terreno stava iniziando a tremare con il rombo del treno in avvicinamento.

“Ophelia! No!” gridò Dan.

“E' tutto a posto! Ce la faccio!” gli gridò di rimando la ragazza, allungandosi per afferrare il palloncino con la sua mano tesa.

Dan in quel momento scoprì qualcosa. Quel cliché che tutto va al rallentatore in situazioni di pericolo si rivelò avere qualche valore, dopo tutto. Era come se qualcuno avesse rallentato il tempo a un decimo della sua velocità normale; ogni momento era la sua propria eternità disgiunta.

Prima guardò Ophelia allungarsi per raggiungere il palloncino.

Poi la vide perdere l'equilibrio.

Poi la guardò rotolare in avanti sopra i binari.

Poi udì le persone urlare terrorizzate.

Poi realizzò che era principalmente solo lui.

Poi sentì i suoi piedi spingerlo verso le rotaie.

Poi sentì il fischio del treno in arrivo.

Poi si gettò in ginocchio sul bordo della piattaforma.

Poi si chinò per afferrare Ophelia sotto le braccia.

Poi la tirò indietro con tutta la sua forza.

Poi serrò gli occhi.

Poi lasciò Ophelia cadere sopra di lui.

Poi sentì il treno passare di corsa, a pochi centimetri dalla sua testa.

Poi respirò di nuovo.

Quando si fu ripreso abbastanza da accorgersi della piccola folla che si stava formando intorno a loro, stava ansimando come se avesse appena finito una maratona.

“A che cazzo stavi pensando?!” esplose Dan. “Era un cazzo di palloncino! Ci hai quasi fatto uccidere per un cazzo di palloncino!”

Smise di urlare non appena notò le lacrime scorrere lungo le guance della ragazzina. “Hey, hey, è tutto a posto.” disse in un tono molto più calmo, dandole leggere pacche sulla schiena, “Per favore non piangere. È solo che... mi hai davvero spaventato prima. Pensavo che avrei dovuto vedere... insomma.”

Ophelia lo guardò, gli occhi rossi dal pianto, ma non disse una parola,

A quanto pare, il segreto per farla stare zitta è un'esperienza premorte di qualità e un po' di parolacce,” pensò Dan.

“Farai meglio a sbrigarti a salire sul tuo treno,” disse, indicando il veicolo vicino a lui che si stava riempendo velocemente. “Se ne andrà tra poco.”

“No!” disse lei, con voce tremolante, “Non voglio più salire su quel treno! Odio la tua città e la tua stupida metro!”

Dan sospirò profondamente. “Beh, come farai a tornare indietro allora?”

Ma lei si era già alzata e stava camminando verso la parte opposta della piattaforma, le braccia incrociate fermamente sul suo petto.

“Ophelia!” chiamò lui, alzandosi in piedi e facendo una smorfia per il dolore al ginocchio. “Non puoi semplicemente girare per Londra da sola!”

“E perché no?!” chiese lei mezzo singhiozzando e mezzo gridando, le spalle ancora rivolte verso di lui.

“Perché è pericoloso!”

“Che te ne importa a te?!”

La domanda colse Dan alla sprovvista. Che gli importava? Non aveva mai visto quella ragazza prima, lo irritava mortalmente, e aveva ovviamente qualche problema. Eppure aveva appena rischiato la vita per salvare la sua. Che cosa stava facendo?

Quando ripensò al salvataggio, non riuscì a ricordare di aver specificatamente deciso di correre in suo aiuto. In effetti, non ricordava di aver deciso di fare proprio niente. Era come se non avesse avuto scelta; come se qualcun altro avesse dirottato il suo cervello per quei momenti e gli avesse detto esattamente che cosa doveva fare.

Scosse la testa in uno sforzo di liberare la mente da quei ridicoli pensieri.

“Allora?” chiese ancora lei.

“Non lo so, Ophelia,” sospirò, “Decenza umana, credo. Adesso forza, farò in modo che tu torni a casa sana e salva.”

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Capitolo 4
*** Omofobia ***


ATTENZIONE: Non ho scritto io questa Fanfiction, la sto solo traducendo con il permesso di JustGoogleIt, l'autrice. Potete trovare la storia originale qui: https://www.fanfiction.net/s/9168073/1/When-You-Wish-Upon-a-Star-A-Phanfiction-Parody
 


 

3
Omofobia


 

Erano quasi le 10 di sera quando Dan rientrò finalmente nel suo appartamento. Si lasciò cadere sul divano con un gemito.

“Che cosa ti è successo?” chiese Phil con un sorrisetto, chiudendo il suo portatile.

“Diciamo solo che è stato una giornata abbastanza di merda,” rispose Dan. Poi cominciò a raccontare quello che era successo, per il divertimento del suo coinquilino. Quando finì lo strano ed eroico racconto, Phil stava quasi piangendo dalle risate.

“Allora, come sei stato concepito?” ridacchiò Phil.

Dan roteò gli occhi. “Giusto, sono quasi morto, e al mio migliore amico neanche importa. Nessun 'oh Dan, tu stai bene?' o 'cavolo Dan, dev'essere stato orribile – vuoi che ti prepari del tè?' No, tu vuoi solo sapere come sono stato concepito. Beh, non la so quella storia, Phil. Non ho mai chiesto!”

“Okay, okay! Scusa!” rise Phil. “Allora, dimmi, come ci si sente ad essere un eroe?”

“E' stato strano,” rispose Dan. “Non ho esattamente deciso di farlo... è solo tipo successo. Voglio dire, non è che la volevo vedere morire, è solo che non ho mai davvero scelto di salvarla. Com'è possibile?”

“Istinto?” suggerì Phil.

“Quale istinto fa che ti importi di una ragazzina davvero irritante a tal punto da mettere a rischio la tua vita solo per salvare la sua?”

“Hey, sto solo cercando di aiutare.”

“Lo so... scusa.” sospirò Dan. “Ho solo bisogno di andare a letto.”

“Ma sono solo le dieci e mezza.”

“Voglio solo provare a finire questo giorno prima che mi succeda qualcos'altro di strano.”

annunciò Dan, alzandosi in piedi.

“Okay, dormi bene.” gli disse Phil. “A proposito, sono gay e ti amo.”

Dan si girò di scattò per la terza volta quel giorno. “Scusami?”

Lo sguardo di orrore che si stava spargendo sul volto del suo amico confermò a Dan che non aveva sentito male.

“Uh, niente,” squittì Phil.

“No, non niente, Phil. Mi hai appena detto che sei gay.”

“L'ho fatto... ma non so perché l'ho fatto,” disse Phil, sembrando del tutto terrorizzato.

“Allora, sei gay?”

“Non penso. O almeno non pensavo fino a tipo venti secondi fa.”

“Quindi, tu sei gay?” chiese Dan, tornando a sedersi sul divano.

“No, n-non so da dove mi è uscito fuori.”

“Quindi, tu non sei gay?”

“NON CREDO, MA QUESTO E' STATO UN MINUTO DAVVERO CONFUSO PER ME!” esclamò Phil.

“Prenditi il tuo tempo.”

“Grazie.”

Dopo circa un minuto, Phil ruppe il silenzio. “Dan, ho deciso che non sono gay,” disse. “E, non ti amo. Beh, ti voglio bene, ma non in quel senso. Sai cosa voglio dire, vero?”

“Okay... ma perché mi hai detto di essere gay se non sei gay? Non che ci sia niente di male,” aggiunse Dan velocemente, “E' solo che... non pensavo che lo fossi.”

“Non so perché l'ho detto. Non mi ricordo di aver deciso di dirlo.”

Dan fissò il suo perplesso amico per un momento, cercando di capire se stava mentendo o no. Ma nel corso degli anni aveva imparato le diverse facce di Phil, e questa qua era decisamente una faccia sincera.

“D'accordo allora, ti credo.” disse Dan, alzandosi un'altra volta. “Adesso vado davvero a dormire.”

“Buonanotte, Dan.” disse Phil.

“Buonanotte, Phil. Sono gay e ti amo anch'io.”

Non appena le parole uscirono alle sue labbra, a Dan scappò un piccolo strillo. “Non so perché l'ho detto!” esclamò, lo sguardo di orrore che si spargeva sul suo volto invece che su quello di Phil.

“Aspetta, sei davvero gay?” chiese Phil.

“No! Non sono gay! Sono decisamente non gay!”

“Allora sei bi?”

“...No?”

“Ti piacciono i ragazzi? Ti piaccio io?”

“Non in quel senso!”

“Bene,” concluse Phil. “Neanche a me.”

“Che cazzo sta succedendo?” domandò Dan.

“Non lo so,” replicò Phil, “Ma credo che avevi ragione sul fatto di finire questo giorno il prima possibile. Andiamo a letto tutti e due.”

“Ognuno nella propria stanza,” aggiunse Dan velocemente.

Phil roteò gli occhi. “Ovviamente!”

“Beh, sentivo di dover chiarire. Speriamo solo che quando ci sveglieremo domattina, nessuno di noi due ricordi nulla.”

“Sono d'accordo,” disse Phil.

Poi i due si affrettarono nelle loro stanze e chiusero le porte a chiave.

 

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Capitolo 5
*** La Mattina Seguente ***


ATTENZIONE: Non ho scritto io questa Fanfiction, la sto solo traducendo con il permesso di JustGoogleIt, l'autrice. Potete trovare la storia originale qui: https://www.fanfiction.net/s/9168073/1/When-You-Wish-Upon-a-Star-A-Phanfiction-Parody 
(wow due capitoli in un giorno cos'è questa follia)
 

 


4
La Mattina Seguente



Sfortunatamente, il loro piano per scordarsi di quella giornata non funzionò molto bene. Quando i due si trascinarono dentro la cucina – alla ridicola ora delle 6 del mattino – erano entrambi mentalmente e fisicamente esausti.

Phil scivolò su una sedia e appoggiò la testa sul tavolo. “Io dico ancora che dovremmo vedere un dottore,” biascicò.

“E che cosa direbbe, Phil?” chiese Dan in tono desolato, prendendo posto di fronte a lui. “Ci butterebbero sicuramente in un manicomio.”

“Beh, qual'è il tuo piano? Hai fatto 'coming out' quindici volte questa notte. Quindici volte in sette ore, ti sei messo fuori dalla mia porta e hai gridato quanto mi amavi. Se avessi qualche cellula del cervello rimasta, calcolerei la proporzione di confessioni all'ora, ma sono così stanco che non credo neanche di poter contare fino a dieci.”

“Okay, primo, non dimentichiamoci le dodici volte in cui sei venuto nella mia stanza a fare la stessa cosa,” cominciò Dan. “Lo fai suonare come se fosse tutta colpa mia.”

Phil scrollò le spalle.

“Secondo,” continuò Dan, consultando l'app della calcolatrice sul suo iPhone, “le proporzioni sono 2.1 e 1.7. Terzo, no, non ho un'altra idea, penso solo che andare dal dottore e dire, 'io e il mio coinquilino etero ci siamo involontariamente confessati il nostro imperituro amore reciproco più di ventisette volte nelle ultime sette ore, cosa dovremmo fare?' sia davvero un cattivo piano se abbiamo intenzione di vedere di nuovo la luce del sole.”

Phil sospirò sconfitto. Sapeva che Dan aveva ragione, ma non voleva accettarlo. “Vorrei solo sapere che cosa sta succedendo,” brontolò.

“Beh, dobbiamo inventarci qualcosa e io ho bisogno di caffeina per farlo, quindi vado di nuovo da Starbucks. Vieni anche tu?”

“Penso di sì.”

Si alzarono e si avviarono lentamente verso la porta, ma Dan si fermò non appena la sua mano si poggiò sulla maniglia.

“Phil?” chiese.

“Cosa, Dan?”

“Sono gay e ti amo.”

“Ma non mi dire?” rispose Phil in tono uniforme.

“Scusa, Phil. Non intendevo dirlo,” replicò Dan con la stessa voce esausta.

“Lo so, Dan.”

E con quello, i due uscirono dall'edificio.
 



A/N: Salve gentile lettore!

Come sono sicura voi sappiate, questo sito offre una molto utile sezione per le recensioni per l'espressione dei vostri pensieri, sentimenti, e opinioni riguardanti la storia. Se vi sentiste inclinati a farlo, sentitevi liberi di usare cosiddetta sezione per dirmi cosa ne pensate della storia fino adesso. Alcuni esempi di commenti sono stati messi in dotazione qui sotto per la vostra comodità. Per favore copiate e incollate come ritenete opportuno:

“Questa storia fa schifo”

“Voglio indietro i miei soldi!”

“Sono offeso!”

“Come ti permetti di scrivere questa stupida drabble?!”

“Dovresti andare a morire in un buco”

“Internet era migliore prima che venissi tu”

“Via! Sei veleno per il mio sangue!” (ma dovrete dare crediti a Shakespeare per questa)

“%$*!”

“Non l'ho odiata così tanto come avrei pensato”

“lol”

Grazie infinite per aver letto e spero che stiate avendo una giornata fantastica!

Saluti!


- Bethany
 

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Capitolo 6
*** Caffè Con Uffa ***


ATTENZIONE: Non ho scritto io questa Fanfiction, la sto solo traducendo con il permesso di JustGoogleIt, l'autrice. Potete trovare la storia originale qui: https://www.fanfiction.net/s/9168073/1/When-You-Wish-Upon-a-Star-A-Phanfiction-Parody
 

 

5
Caffè Con Uffa

 

“Dan! Phil!” abbaiò il familiare barista nel negozio affollato.

“Eccoci,” disse Dan, avvicinandosi per reclamare le bevande. Phil stava già cercando di accaparrarsi un tavolo abbastanza isolato da non far sentire agli altri clienti eventuali dichiarazioni omosessuali. Con le due bevande bollenti in mano, Dan si girò dal bancone, andando dritto a sbattere contro una ragazza.

“Oh, ma dai!” esclamò. “Mi dispiace tantissimo!”

Appoggiò di nuovo le bevande sul bancone e cominciò a tirare fuori violentemente i fazzoletti dal contenitore e spingerli nelle mani della ragazza. Lei guardò in silenzio il suo cardigan precedentemente giallo pallido, e poi alzò lo sguardo verso il suo viso. All'improvviso, la ragazza si accasciò, cadendo in avanti verso Dan.

“Sul serio?” gemette Dan mentre afferrava l'esile ragazza e tentava di farla stendere senza spaccarle la faccia sul pavimento. Nel processo, gli occhiali che indossava caddero a terra con un tintinnio.

“Phil, aiutami!” gridò Dan nella sala da pranzo.

Phil si avvicinò cautamente e fissò la ragazza priva di sensi, gli occhi spalancati. “Dan! Che cosa hai fatto?!”

“Niente! Le ho solo tipo rovesciato addosso il caffè e poi è caduta.”

“Dan!”

“E' stato un incidente!”

“Sono gay e ti amo!” esclamò Phil. “No, non intendevo quello. Volevo dire, che cosa facciamo?”

“Non lo so,” rispose Dan, tornando a guardare la ragazza svenuta. “Ci sei? Ci sei? Ragazza?”

Nonostante avessero ricevuto degli strani sguardi dagli altri clienti a causa dell'annuncio di Phil, nessuno di loro si offrì di aiutarli.

Tipico,” pensò Dan.

Proprio mentre Phil stava digitando il primo nove sul cellulare, la ragazza sbatté le palpebre.

“Oh grazie a dio,” disse Phil. “Hey, stai bene?”

I suoi occhi guizzarono intorno alla stanza, pieni di evidente paura e confusione. “Che cosa è successo?” chiese debolmente.

“Credo che tu sia svenuta. Forza, vediamo di alzarti dal pavimento,” disse Phil, offrendole il suo braccio.

Lei tese la mano di fronte a sé, afferrando l'aria più o meno trenta centimetri a sinistra dal braccio di Phil. I due ragazzi si scambiarono sguardi preoccupati.

Ha sbattuto la testa?” mimò Phil con le labbra.

Non lo so,” gli mimò in risposta Dan, cercando di non sembrare così in colpa come si sentiva per tutta la situazione.

Prendendo un braccio ciascuno, sollevarono la ragazza e la guidarono al tavolo in fondo che aveva scelto Phil.

“Mi servono davvero i miei occhiali,” disse lei mentre gli barcollava dietro. “Sono praticamente cieca senza.”

Mentre Dan andava a cercare gli occhiali, Phil iniziò una conversazione con la confusa ragazza.

“Allora, come ti chiami?” cominciò.

“Oriella Cocosinski,” rispose lei. Il suo tono gli ricordava Uffa di Winnie the Pooh.

“Wow, che nome interessante.”

“Già...” sospirò lei. “Nessuno riesce a scriverlo.”

Phil rise mentre Dan tornava con gli occhiali e quello che era rimasto dei loro caffè.

“Ecco,” disse in tono di scuse, porgendoglieli. “Penso che si siano un po' incrinati, però...”

“Eh, succede,” scrollò le spalle lei, prendendoli. “Almeno adesso riuscirò a vedere chi sono i miei salvatori.”

Oriella iniziò a pulire le lenti con il suo maglione. “Sapete una cosa divertente? Prima di svenire, ho pensato di aver visto qualcuno che conoscevo – e lui vive a Londra – ma sarebbe stato praticamente impossibile perché io vengo dal Maine e sono qui solo per una settimana. Mi stavo proprio preparando per...”

“Amo Phil e sono gay!” la interruppe improvvisamente Dan.

Appena lo disse, serrò una mano sulla sua bocca. Oriella era appena riuscita a mettersi gli occhiali e stava fissando incredula i due YouTuber.

“Allora è vero,” mormorò, prima di scivolare dalla sedia sul pavimento, fuori gioco un'altra volta.

“Merda!” esclamò Dan a Phil. “Deve essere una fan. Andiamo via – in ogni caso non siamo ovviamente buoni per la sua pressione sanguigna.”

“Non possiamo semplicemente lasciarla qui!” protestò Phil.

“Quello che non possiamo fare è lasciarla svegliare, farle ricordare che cosa è successo, e farle condividere il nostro piccolo 'problema' con internet!”

Dopo un altro po' di discussione, Phil accettò riluttante. I due si affrettarono fuori dal caffè, lasciando un Oriella senza sensi insieme allo sbigottito barista.

“E adesso che facciamo?” chiese Dan una volta che ebbero messo abbastanza distanza tra loro e lo Starbucks.

“Beh,” Phil indicò un antico edificio dall'altra parte della strada, “potremmo andare in biblioteca. Forse riusciamo a capire che cosa ci sta succedendo alla buona vecchia maniera.”

Dan sembrava perplesso. “Sui libri?”

“No, sciocco! Rubando un po' di wifi per cercarlo su google.”

“Oh, questo ha più senso.”

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Capitolo 7
*** Quali Sono le Probabilità? ***


 ATTENZIONE: Non ho scritto io questa Fanfiction, la sto solo traducendo con il permesso di JustGoogleIt, l'autrice. Potete trovare la storia originale qui: https://www.fanfiction.net/s/9168073/1/When-You-Wish-Upon-a-Star-A-Phanfiction-Parody
 


 

6
Quali Sono le Probabilità?


 

 “Dan! Penso di aver appena trovato qualcosa!” bisbigliò Phil eccitato.

Dan si precipitò sulla sedia accanto a lui, in modo che potessero entrambi vedere lo schermo del computer orribilmente obsoleto della biblioteca.

“La sindrome di Tourette? Sul serio?” chiese scettico Dan.

“Sì! Guarda, dice che è un 'disordine neurologico che causa tic motori o verbali, e che in rari casi può degenerare in coprolalia, ovverol'uso involontario di parole oscene o frasi socialmente inappropriate.' Insomma, questo si qualifica decisamente come socialmente inappropriato.”

“Continua a leggere,” obbiettò Dan, indicando più giù sullo schermo, “dice ' la sindrome di Tourette diviene evidente nella prima infanzia o adolescenza prima l'età di diciotto anni '.”

“E' una generalizzazione.”

“Sì, ma pensaci. Quali sono le probabilità che entrambi abbiamo sviluppato la forma più rara di un disordine neurologico già di per sé inusuale, fuori dalla normale fascia d'età, lo stesso esatto giorno?”

Phil si massaggiò la fronte. “Allora,” suggerì, “forse ce l'abbiamo da sempre ma è rimasta dormiente, e lo stress dell'incidente alla metro l'ha fatta venire fuori.”

Dan alzò un sopracciglio. “Okay, adesso ti stai davvero arrampicando sugli specchi. Fidati, non abbiamo la sindrome di Tourette.”

“Sto solo cercando di aiutare! Tu vuoi essere pazzo? Perché è quello che la gente penserà almeno che non ci inventiamo qualche stravagante ragione per tutte le cose strane che continuano a succederci.”

“Sto solo dicen-” iniziò Dan.

“DAN, SONO GAY E TI AMO!”

Ogni sguardo nella biblioteca si fissò sui due ragazzi vestiti con jeans aderenti e maglioni. Diverse persone emisero un suono di disapprovazione, un paio ridacchiarono, e una bibliotecaria dall'aspetto particolarmente cattivo lanciò un'occhiataccia nella loro direzione.

“Oh, no,” bisbigliò Phil, coprendosi la bocca con una mano.

Dopo di che, scattò come qualcosa all'interno di Dan, e il ragazzo si alzò in in piedi in modo frenetico, rispondendo alle occhiatacce della stanza altrimenti silenziosa.

“Beh? Che cosa state guardando?!” esclamò. “Non avete mai visto nessuno con un disordine neurologico prima? Si chiama sindrome di Tourette. Siete in una biblioteca – CERCATE CHE VUOL DIRE!”

Dopo di che, l'anziana guardia di sicurezza li scortò all'uscita dell'edificio e fuori nella mite aria di gennaio.

Camminarono in silenzio per circa un isolato prima che Phil si girò per sorridere al suo amico.

“Quindi, abbiamo la sindrome di Tourette, eh?” Phil fece un sorrisetto. “Quali sono le probabilità?”

Dan gli sorrise in risposta per la prima volta quel giorno. “Certo che no. Ma se dovessi avere un disordine neurologico, non vorrei condividerlo con nessun altro a parte te, Phil.”

Phil ridacchiò. “Ecco una frase che non troveresti in un biglietto d'auguri.”
 



A/N: Salve gentile lettore!

Se hai già scritto una recensione per questa storia, permettimi di esprimere la mia più sincera gratitudine. (*gratitudine espressa... ora!*)

Se non hai ancora scritto una recensione, va bene. Il mio paese conferma e sostiene il tuo diritto di rimanere in silenzio. Possiamo ancora essere amici (o nemici se preferisci. Sono molto accomodante.)

Se vorresti recensire questa storia, ma sei insicuro su cosa dire esattamene, ho procurato alcuni esempi di commenti qui sotto per il piacere del tuo copia e incolla:

“OMG, fai schifo!”

“Smetto di seguire questa fanfiction. Aggiorni ogni maledetto giorno. È fastidioso.”

“Ho un ignoto parente con la sindrome di Tourette e l'ho trovato offensivo.” (mi dispiace moltissimo; non era mia intenzione. Per favore guarda il disclaimer iniziale)

“Mi piacciono le torte”

“Non mi piacciono le torte”

E il nostro insulto Shakespeariano del giorno: “Proseguire questa conversazione infetterebbe il mio cervello” (per favore ricordatevi di dare crediti a Sir William)

Saluti!

- Bethany

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Capitolo 8
*** Rilascia la Flotta ***


ATTENZIONE: Non ho scritto io questa Fanfiction, la sto solo traducendo con il permesso di JustGoogleIt, l'autrice. Potete trovare la storia originale qui: https://www.fanfiction.net/s/9168073/1/When-You-Wish-Upon-a-Star-A-Phanfiction-Parody
 
(avvertimenti: insulti omofobi e violenza)


 

7
Rilascia la Flotta

 

Continuando a camminare, i due si accorsero che stavano entrando in una parte della città piuttosto losca. Un assortimento di uomini barbuti in vecchi vestiti spaiati era allineato sulle estremità del marciapiede.

“Forse dovremmo ritornare da dove siamo venuti...” mormorò Dan, scavalcando con cautela il piede di quello che appariva come un uomo molto ubriaco o recentemente deceduto.

“Continua solo a camminare,” bisbigliò Phil, “e qualsiasi cosa tu faccia, non attirare l'att-”

“AMO PHIL E SONO GAY!”

“Esatto.” fece una smorfia Phil. “Avrei dovuto prevederlo.”

L'uomo (che saltò fuori essere decisamente non morto) si tirò su a quell'esclamazione. “Oi! Siete una coppia di froci, ah?” biascicò. “Io odio i froci!” Il suo accento era una specie di ridicolo incrocio tra un Cockney (N/T: dell'Inghilterra dell'est) e un texano strascicato.

“Testa bassa, cammina veloce,” suggerì piano Phil, accelerando il passo.

“Oi! Sto parlando con voi!” disse l'uomo, balzando in piedi molto più velocemente di quanto Dan e Phil avrebbero ritenuto possibile.

Si fiondò in un inseguimento sorprendentemente veloce, sebbene barcollante, costringendo i due ragazzi a iniziare a correre.

“Che cosa facciamo?!” esclamò Dan, terrorizzato.

“Continua a correre!” gridò in risposta Phil.

“RILASCIA LA FLOTTA*!” muggì il vecchio uomo, arrancando dietro di loro.

All'improvviso, un grosso gruppo di scoiattoli dall'espressione confusa emerse da uno stretto vicolo e attraversò di corsa la strada, bloccando il cammino di Phil. Troppo tardi per cambiare traiettoria, Phil inciampò su uno dei terrorizzati roditori e cadde dritto di faccia, facendo cadere Dan sopra di lui sgraziatamente.

Il loro inseguitore rise fragorosamente con allegria. “Acchiappali, Eddie!” gridò eccitato.

Dallo stesso vicolo da cui erano venuti gli scoiattoli, apparve un uomo più giovane – presumibilmente Eddie.

Gli assalitori afferrarono bruscamente Dan e Phil per il collo delle maglietta, trascinandoli nello stretto vicolo e gettandoli contro il muro dell'edificio di mattoni.

“Ce l'abbiamo fatta, Eddie! Ce l'abbiamo fatta!” esclamò il vecchio uomo eccitato. “Sapevo che tutti quegli scoiattoli che abbiamo catturato ci sarebbero tornati utili prima o poi!”

“Ma adesso dobbiamo acchiappare un altro branco di quei bastardi prima di poterlo fare ancora,” aggrottò le sopracciglia Eddie.

“Te l'ho detto, non è un branco, è una flotta! Diceva così su quell'inter-web.”

“Non importa, Hamish! Adesso forza, occupiamoci di loro!”

“Oh, giusto,” disse Hamish, voltandosi verso dei terrorizzati Dan e Phil. “Uh, datemi tutti i vostri soldi!”

“E anche quei cellulari costosi!” ordinò Eddie, premendo un coltello arrugginito sulla trachea di Phil.

“Prendete quello che volete!” squittì Dan, svuotando le sue tasche. “Ma non fategli del male!”

“Ooooh! Qualcuno si è fatto il fidanzato!” sghignazzò il vecchio uomo. “Che cosa dovremmo fare a proposito, Eddie?”

“Lasciarli in pace,” borbottò Eddie, “non c'è niente di male a essere gay.”

“Che cosa hai detto, ragazzo?” disse Hamish arrabbiato, girandosi verso il suo complice.

“Ho solo detto che non c'è niente di male a essere gay, tutto qui!”

“Lo sapevo, Eddie! Sei un frocio anche tu!”

“Non è vero!”

“Sì che è vero!”

“No!”

“Sì!”

“Beh, tu ti stai comportando in modo culturalmente insensibile!”

“Oh, stai usando i paroloni adesso? Perché sei stupido lo stesso, e sei frocio lo stesso!”

Mentre il litigio diventava sempre più infuocato, gli uomini lasciarono la presa su Dan e Phil e si allontanarono più in fondo nel vicolo, gridando ancora con rabbia.

Dan guardò il suo amico negli occhi. “Al mio tre,” bisbigliò, “Uno... due... tre!”

Simultaneamente, i due saltarono via dal muro e iniziarono a correre fuori dal vicolo e sulla strada. Per loro grande sorpresa, non furono inseguiti. In effetti, gli strani, rumorosi rapinatori non sembrarono neanche accorgersi che loro vittime erano scappate.

Dopo circa un minuto di corsa sfrenata, Dan e Phil decisero che era sicuro rallentare un po'.

“Dan,” ansimò Phil, “Ti amo... e sono... gay!”

“Lo... so,” ansimò in risposta Dan.

I due camminarono in silenzio per qualche minuto, cercando di far rallentare i loro veloci battiti cardiaci.

“Aspetta, come hai fatto a riprenderti tutta la tua roba?” chiese Phil, fissando il portafoglio e il telefono che Dan teneva ancora nelle sue mani tremanti.

Anche Dan guardò in basso, notando per la prima volta che stava portando qualcosa in mano. “Devono essersi scordati di prenderli con tutta quell'eccitazione. Ho l'impressione che fossero nuovi nel settore delle rapine.”

“Quindi, questo vuol dire che non siamo stati realmente rapinati?” chiese Phil.

Dan si grattò la testa. “Credo che voglia dire che siamo semplicemente inciampati su un branco di scoiattoli e poi spinti minacciosamente contro un muro,” concluse.

“Intendi dire una flotta di scoiattoli,” lo corresse Phil. “Diceva così su quell'inter-web.”

Dan alzò gli occhi al cielo.


 

*N/T: Quello che ho tradotto come “flotta”, in inglese era squirry, che a quanto pare è il nome collettivo degli scoiattoli, e ho cercato ovunque ma non ho trovato la definizione italiana, quindi me la sono inventata di sana pianta. Se qualcuno di voi per qualche motivo conosce il nome collettivo di un gruppo di scoiattoli in italiano, per favore me lo faccia sapere così posso correggerlo. Grazie!


 


 

A/N: Salve gentile lettore!

I risultati sono stati analizzati. Delle quattro recensioni ricevute che menzionavano torte, a solo una persona piacciono effettivamente le torte. Questa è un'assurda statistica che necessita sicuramente di essere approfondita. Se ti sentisti inclinato a farlo, per favore fammi sapere in una recensione che cosa esattamente ti piace e non ti piace delle torte. O, se preferisci parlare di qualcos'altro, fallo pure. Come al solito, esempi di commenti sono stati messi in dotazione qui sotto:

“Sul serio, se questa fanfiction non smette, mi strapperò i capelli in protesta!”

“Sei spregevole”

“Una volta sono inciampato su una flotta di scoiattoli e mi sento offeso”

“Non so perché sto leggendo questo... è come se fossi stato risucchiato in un mulinello senza fine di parole e ne voglio uscire!”

E dal nostro buon amico Will: “Hai le sembianze più sgradevoli che abbia mai visto!” (per favore citate)

Saluti!

- Bethany

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Capitolo 9
*** La Rivolta della Pizza ***


ATTENZIONE: Non ho scritto io questa Fanfiction, la sto solo traducendo con il permesso di JustGoogleIt, l'autrice. Potete trovare la storia originale qui: https://www.fanfiction.net/s/9168073/1/When-You-Wish-Upon-a-Star-A-Phanfiction-Parody
 


 

8
La Rivolta Della Pizza


 

 “Cosa vuoi fare per cena?” chiese Phil, alzandosi dal divano. Appena arrivati a casa, lui e Dan si erano imbarcati in una maratona di Buffy L'Ammazza Vampiri, troppo scossi dalla loro giornata movimentata per fare qualsiasi altra cosa.

“Non so, forse dovresti solo ordinare una pizza,” rispose Dan. “Ti amo e sono gay!”

Phil non sbatté neanche ciglio al familiare annuncio. “Che tipo di pizza?” chiese.

Circa trenta minuti dopo, la casa era riempita dal delizioso odore del salame piccante. Dan aprì la scatola di cartone e sollevò una delle fette.

“Ho cooosì fame!” si lamentò. “A parte il caffè, credo di non aver mangiato niente tutto il giorno!”

“Neanche io,” disse Phil, prendendo anche lui una fetta.

Dan portò il pezzo di pizza alle labbra e tentò di dare un morso, ma qualcosa gli impedì di mettere il cibo nella bocca. Il ragazzo scosse la testa. “Devo essere più stanco di quel che pensavo,” rise a se stesso mentre provava un'altra volta. Di nuovo, fu in grado di portare la pizza fino a un paio di centimetri dalla sua bocca, ma non andava più in là di così. Era come se un campo di forza invisibile gli impedisse di mangiare effettivamente qualcosa.

Perplesso, cercò di avvicinare la sua bocca alla pizza invece del contrario. Ma mentre la sua testa si muoveva verso il cibo, la sua mano si mosse indietro, come se fosse stata respinta magneticamente.

“Perché non stai mangiando?” chiese Phil dopo un minuto.

“Credo di non avere fame dopotutto,” mentì Dan. L'ultima cosa che voleva era ammettere che gli stava succedendo un'altra cosa strana.

“Non riesci a metterla in bocca neanche tu, vero?” chiese Phil, anche la sua fetta intatta sul tavolo.

“No,” sospirò Dan, troppo esausto per trovare divertente il doppio senso nella domanda di Phil. “Non ci riesco. Qualche idea?”

“Usiamo la gravità.”

Phil strappò un pezzo della sua fetta, tese la testa indietro, aprì la bocca, e cercò di lasciarlo cadere. Per la sorpresa sua e di Dan, la pizza cadde giù dritta fino a che arrivò più o meno a due centimetri dalla sua bocca. A quel punto, rimbalzò sull'invisibile campo di forza e cadde sul pavimento, lasciando una macchia di salsa di pomodoro sulla mattonella.

“Okay, è il tuo turno,” disse Phil.

“Uh... potremmo provare a imboccarci a vicenda,” suggerì Dan.

“Vale un tentativo,” scrollò le spalle Phil. “Abbiamo già perso tutta la nostra dignità.”

Phil tentò di spingere la pizza nella bocca del suo amico, ma fu fermato dalla stessa misteriosa reazione. Il cibo rifiutava di entrare testardamente.

“Aspetta,” disse Dan, “ho un'idea.”

Prese una fetta, la schiacciò in una piccola palla, e camminò all'indietro finché non fu a più meno tre metri di distanza da Phil.

“Aprì la bocca,” ordinò.

“Che cosa stai facendo?”

“Fidati di me,” replicò Dan. “Adesso, apri bene e stai pronto a mordere.”

Phil aprì la bocca. In un unico preciso movimento, Dan evocò tutte le sue abilità della classe di ginnastica e lanciò la pizza verso Phil più forte che poté. Sfortunatamente, la sua mira era un po' storta e colpì Phil dritto nell'occhio.

“Ai! Daaaannnn!” gemette Phil, coprendosi l'occhio con una mano. “Sono gay e ti amo!”

“Oops,” ridacchiò Dan. “Colpa mia. Proviamo di nuovo?”

Dopo circa altri venti minuti di inutili tentativi, i due ragazzi si sedettero al tavolo, estremamente frustrati. Salame piccante, salsa di pomodoro, e formaggio erano disseminati per la cucina, spiaccicati su vari elettrodomestici, il pavimento, e perfino le pareti. Dan poggiò la testa sul tavolo e Phil lo sentì tirare su con il naso, piano.

“Stai piangendo?” chiese Phil.

“Cosa? No!” disse Dan velocemente, la voce un po' più rauca del normale. “E' solo che... beh, che facciamo se non possiamo mangiare mai più? Come faremo a spiegare questo alla gente? Moriremo, Phil!”

“E' tutto a posto,” lo rassicurò Phil, “riusciremo a farcela. Dimentichiamoci della pizza... forse possiamo mangiare qualcos'altro.”

Dan annuì e i due cercarono per la cucina fonti alternative di cibo.

“Burro di noccioline?” chiese Dan, lanciando il barattolo a Phil.

Phil svitò il coperchio e si sforzò di portarne un cucchiaio in bocca. “No,” annunciò mentre il cucchiaio cadeva a terra.

“Pane?” chiese Phil, tirandogli una pagnotta.

In questo modo, i due passarono a rassegna i contenuti delle credenze, le loro bocche rifiutando ogni oggetto di turno.

“Cereali?” sospirò Dan dieci minuti più tardi, passando svogliatamente a Phil una scatola di Country Crisp.

Phil prese una piccola manciata, l'alzò dubbiosamente sopra la bocca, e la lasciò cadere. Per il suo sollievo, i dolci fiocchi croccanti atterrarono sulla sua lingua, “SI!” esclamò felice. “E' entrato dentro!”

“Questo è quello che ha detto lei,” sorrise Dan, il suo senso dell'umore tornando con la realizzazione che non sarebbe necessariamente morto di fame.

“Chiudi la bocca,” rise Phil. “Seriamente però, non sono mai stato così felice di assaporare del cibo! Stavo iniziando a preoccuparmi.” Spinse la scatola nelle braccia di Dan. “Ecco, prendine un po'.”

Dopo la scoperta che c'erano ancora dei cibi che potevano mangiare, attaccarono la cucina con nuovo vigore, Phil provando ogni cibo mentre Dan faceva una lista dei loro risultati.

“Okay,” disse Dan una volta che ebbero finito, “possiamo ancora mangiare i Country Crisp, i Maltesears, i Mikado, lo yogurt, patate fritte avanzate, e Pom-Bears.”

“Non dimenticarti Starbucks,” aggiunse Phil.

“Quello non è veramente un cibo.”

“Beh, io lo conto! Preferisco dire di poter mangiare sette cose invece di sei,”

“Va bene, e Starbucks.” Dan lo scrisse velocemente nella lista. “Felice adesso?”

“Beh, mi piacerebbe sapere perché possiamo mangiare solo sette cibi diversi...”

Dan si grattò la testa. “Che cos'hanno in comune?”

“Non sono... particolarmente salutari?” propose Phil.

“Beh, non lo è neanche la pizza,” replicò Dan, lanciando uno sguardo ai non mangiati resti sparsi per la cucina.

“Sono i nostri preferiti?” provò di nuovo Phil.

“Non proprio.”

“Hanno una forma strana?”

“Non tutti.”

“Contengono glutine?”

“Non lo yogurt.”

“Hanno... un colore neutro?”

“Non ti rispondo neanche.”

“Beh, e qual'è la tua ipotesi?” chiese Phil.

“Sono gay e ti amo!” annunciò Dan.

“Sì, a parte quello.”

“Non ne ho idea,” sospirò lui. “Dai, aiutami a scrostare il formaggio dalle cose.”

“Questo è quello che ha detto lei...” ridacchiò Phil, prima di schivare la fetta di pizza tirata verso la sua faccia.

 



A/N: Salve gentile lettore!

Solo una domanda oggi: qual'è la tua opinione sulla pizza con il salame piccante? Ti piace? Non ti piace? Sei vegetariano? Fammelo sapere in una recensione.

E il vostro esempio di recensione Shakespeariana omaggio. Per favore copiare, incollare, e citare se appropriata:

“Tu, morto che parla, anguilla tutta pelle, lingua secca di bue, stringa di cuoio, stoccafisso, oh, avere tutto il fiato per dirti a tutto quel che somigli! Canna di sarto, guaina di pugnale, fodero d'arco, lama stemperata!”

Saluti!

- Bethany

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Capitolo 10
*** Non un Pappamolle ***



ATTENZIONE: Non ho scritto io questa Fanfiction, la sto solo traducendo con il permesso di JustGoogleIt, l'autrice. Potete trovare la storia originale qui: https://www.fanfiction.net/s/9168073/1/When-You-Wish-Upon-a-Star-A-Phanfiction-Parody
 


 
 
9
Non un Pappamolle


 
La mattina dopo trovò i due confusi YouTuber un po' meno esausti di quella precedente. Dormendo con i tappi per le orecchie e con ogni forma di rumore bianco disponibile accesa, erano più o meno riusciti a ignorare le reciproche confessioni e a dormire un po'.

La sveglia di Phil suonò, svegliandolo bruscamente dal suo torpore. Dopo dieci minuti passati a cercare di convincere la giornata ad andarsene, trascinò finalmente il suo corpo fuori dal letto e camminò strascicando nella camera di Dan.

Lì, trovò il suo amico sveglio, ma steso sul letto a fissare il soffitto con un'espressione vuota.

“Che cosa stai facendo?” chiese Phil.

“Disputando,” rispose Dan.

“Disputando cosa?”

“Se andare o no da Starbucks. Sto facendo una lista dei pro e i contro.”

“Perché devi andarci di nuovo? Di solito non ci vai tutti i giorni.”

Dan sospirò pesantemente. “E' una delle nostre sette fonti di cibo, Phil. Inoltre, non è che abbia veramente consumato molto caffè negli ultimi due giorni, l'ho solo rovesciato addosso a un paio di americane.”

Phil scrollò le spalle. “Beh, divertiti. Credo che io andrò solo a fare una passeggiata fuori. Devo allontanarmi dalla stranezza per un po'.”

Quindi, dopo una veloce colazione a base di Country Crisp asciutti e yogurt alla fragola, i due si separarono.

Una volta arrivato da Starbucks, Dan fece rapidamente il suo ordine al familiare barista e aspettò finché non chiamò il suo nome.

“Grazie,” disse qualche minuto dopo, prendendo con cautela il caffè e girandosi lentamente per camminare fino a un tavolo libero.

“Okay Dan,” borbottò a se stesso, “ce la puoi fare. Devi solo portare il caffè dal punto A al punto B senza rovesciarlo addosso a qualcuno. Vai piano... ci sei quasi.. solo un'altro paio di-”

In quel momento, un grosso uccello andò a sbattere contro la finestra del caffè, scuotendo Dan dalla sua trance abbastanza a lungo per farlo andare a sbattere contro una ragazza.

“Oh, ma stiamo scherzando!” gemette.

“Ma che cavolo?!” esclamò la ragazza, guardando in basso al suo maglione bagnato fradicio. “Idiota!”

“Oh dio, mi dispiace! Mi dispiace davvero, davvero tanto,” si scusò Dan. Ci volle ogni grammo della sua volontà per trattenersi dal correre fuori dal caffè in un disperato tentativo di sfuggire ad altra pazzia.

Poi lei gli diede un pugno sul braccio.

“Ai!” strillò Dan. “Ho detto che mi dispiace! Che altro vuoi?”

“Ah! Ti sto solo prendendo in giro!” rise lei, dandogli un pugno un po' più forte. “Non ho mai pensato che avrei avuto la possibilità di incontrare danisnotonfire. Sono qui a Londra solo per una settimana. Vengo dagli Stati Uniti!”

“Oh, questo è... forte.”

“Sì, è fantastico. Beh, prendiamo un tavolo e chiacchieriamo un po',” disse lei, trascinandolo per un braccio verso la sala da pranzo.

“In effetti,” protestò Dan, “Credo di dover anda-”

“Sciocchezze,” lo interruppe lei. “Chiunque ha tempo per un caffè. Io guardo i tuoi video, Dan. Non è che hai molto da fare!” rise, dandogli un altro pugno.

Adesso stava iniziando ad irritarsi. “Okay, questo non è vero. Faccio un sacco di cose; è solo che non le filmo tutte.”

“Scusa! Sono sicura che sei molto occupato con le tue 'altre attività',” gli fece l'occhiolino lei, usando le dita per fare le virgolette in aria. “E dai, sono qui solo per una settimana. Il minimo che puoi fare è parlare con me. Essendo un'iscritta, pago il tuo affitto dopotutto.” Sorrise, dandogli un altro pugno sul braccio.

“D'accordo, parliamo,” disse Dan lentamente, “ma solo se la smetti di colpirmi. Mi farai venire un livido.”

“Oh, andiamo amico. Non riesci a prendere un paio di pugni da una ragazza? Non essere un pappamolle.”

“Non sono un pappamolle,” disse Dan, sfregandosi il braccio, “E' solo che trovo spiacevole essere picchiato.”

“Ah! Non dureresti un giorno a casa mia! Ho quattro fratelli! Lì devi imparare a saper prendere qualche pugno, amico,” disse lei, colpendolo di nuovo. “Ooops! Scusa, cercherò di trattenermi.”

“Lo apprezzerei,” disse Dan mentre si sedevano a un tavolo. “Allora, come ti chiami?”

“Oracle Caldwell.”

“Che nome interessante,” disse Dan.

Lei si irrigidì sul posto e gli lanciò un'occhiataccia. “Che cosa vorrebbe dire?”

“Aspetta, cosa?” chiese Dan, confuso dalla sua ostile risposta.

“Che cosa intendi con il dire che il mio nome è 'interessante'?” domandò Oracle. “Dovrebbe essere un insulto?”

“Huh? No! Volevo solo dire che è diverso. Lo sai, non è tipo 'Sarah' o qualcosa.”

“Quindi, stai dicendo che vorresti che mi chiamassi Sarah?”

“Cosa?” chiese Dan confuso. “Non è quello che ho detto. Il tuo nome è... carino. Dico solo che è interessante perché, lo sai, chiunque può fare una lista di un paio di Sarah che conosce, ma probabilmente... non molte... sai... Oracle.”

Ad ogni parola che diceva, Dan poteva sentirsi diventare sempre meno coerente.

Con uno sguardo truce, Oracle cominciò. “Di solito quando la gente dice che qualcosa è interessante, quello che vogliono dire in realtà è che è brutta. Se davvero ti fosse piaciuto il mio nome, avresti detto che era bello, non interessante.”

Alzò tre dita mentre continuava. “Ci sono solo tre risposte socialmente accettabili per quando una ragazza ti dice il suo nome. La prima è: 'oh, che bel nome,' che le persone tendono ad usare quando pensano effettivamente che il nome in questione sia bello. Poi, c'è 'oh, sarà facile da ricordare perché ho un oscuro parente con lo stesso nome,' che le persone tendono ad usare se il nome è molto comune. Terzo, c'è 'oh, che nome interessante,' che quasi esclusivamente vuol dire che la persona odia veramente il nome in questione e non riesce a credere che dei genitori potrebbero infliggere un nome del genere al sangue del loro sangue. Non riesco acredere che tu hai usato l'ultima!”

Dan la guardò in modo strano. “Vedo che hai pensato un sacco a questo argomento...”

“I miei genitori mi hanno chiamato Oracle!” esclamò lei. “Che cosa ti aspettavi?!” Si coprì il viso con le mani e cominciò a piangere con grossi, soffocati singhiozzi.

Dan si alzò. “Senti, mi dispiace davvero, ma questo è da pazzi. Ho ovviamente toccato un argomento molto delicato per te – sai, chiedendoti il tuo nome - e mi scuso per quello, ma adesso non posso davvero farcela.”

Oracle alzò lo sguardo, la sua faccia misteriosamente priva di lacrime, e sorrise. “Sto solo scherzando, amico!” rise, dandogli un altro pugno sul braccio.

“Addio Oracle,” disse Dan, andando via.

Lei lo seguì fuori da Starbucks e sulla strada. “Sai, sei molto più divertente nei tuoi video,” osservò. “Mi aspettavo che sapessi prendere meglio gli scherzi.”

“Diciamo solo che questa settimana non sta andando nella mia top ten,” borbottò Dan, accelerando.

“Perché?”

“Addio.”

“Oh, andiamo! Puoi dirmelo. Giuro che so tenere un segreto... ho tenuto quello che i miei genitori sono mezzi parenti per sedici anni, adesso. Non l'ho detto ad anima viva!”

Dan roteò gli occhi. “Bene a sapersi.”

“Oh aspetta...” disse lei, fermandosi. “Voglio dire... oh merda! Non lo dirai a nessuno, vero?” chiese lei ansiosamente.

Dan guardò la ragazza per un secondo, cercando di decidere se fosse seria o no. Poi, ebbe un idea. “Senti qua,” disse lentamente, “il tuo piccolo problema di incesto rimarrà in silenzio se ti giri in questo istante e la smetti di seguirmi.”

“Promesso?”

“Promesso.”

“Con il mignolino?” chiese lei, tendendo il dito.

Dan non poté evitare di sorridere un po'. “Con il mignolino,” annuì, allacciando il suo dito con quello della ragazza.

“Immagino che sei un tipo abbastanza fico dopo tutto,” rise lei. Con un ultimo pugno sul braccio, Oracle balzellò via nella direzione da dove erano venuti, lasciando un confuso Dan a scuotere la testa mentre continuava per la sua strada.

E fu in quel momento che sentì le grida.

 



A/N: Salve gentile lettore!

Una parola dal nostro Shakespeare: “O vile spaccone e dannato furioso pezzente!”

- Bethany

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Capitolo 11
*** Discutendo Con la Stordita ***


 


ATTENZIONE: Non ho scritto io questa Fanfiction, la sto solo traducendo con il permesso di JustGoogleIt, l'autrice. Potete trovare la storia originale qui: https://www.fanfiction.net/s/9168073/1/When-You-Wish-Upon-a-Star-A-Phanfiction-Parody
 
 
10
Discutendo Con la Stordita


 

Phil passeggiò in un parco di zona, cercando di distrarsi dalla loro difficile situazione. Tuttavia i suoi sforzi furono inutili, visto che i pensieri mulinavano nella sua mente, bombardandolo d'ansia. E se tutte le strane cose che gli stavano succedendo fossero in qualche modo connesse tra di loro? E se le cose peggiorassero? E se avessero davvero un disordine neurologico? E se non fossero tornati normali mai più? E se fosse questo quello che si provava ad impazzire?

Fu finalmente tirato fuori dalle sue riflessioni quando notò che la ragazza che stava facendo jogging a qualche metro di fronte a lui stava rallentando sempre di più, e aveva cominciato a barcollare. Dopo di che, la vide collassare a terra.

Preoccupato, Phil si avvicinò di corsa e si inginocchiò di fianco a lei. “Hey, stai bene?” le chiese, scuotendola per le spalle.

Quando lei non rispose, Phil girò delicatamente sulla schiena la magra, svenuta ragazza.

“Hey, puoi sentirmi?” provò di nuovo.

Avvicinò il viso accanto al suo per controllare se stesse ancora respirando. All'improvviso, i suoi occhi si aprirono di scatto e la ragazza guardò Phil scioccata.

“Oh, bene! Sei sveglia.” Phil le sorrise.

“Ohhh, perché tu?” si lamentò lei debolmente.

“Aspetta, cosa?”

“Perché dovevi essere tu?” ripeté la ragazza, ancora sdraiata a terra.

“Credo che tu sia confusa...” Phil aggrottò le sopracciglia. “Sei svenuta, e io... beh, non ho fatto molto in realtà, ma se mi avessi dato un altro minuto, avrei-”

“No,” lo interruppe lei. “Voglio dire, di tutte le persone su questo pianeta, qual'era la possibilità che fosse proprio Philip Lester ad assistere ad uno dei miei momenti più imbarazzanti? Andiamo, vivo in Connecticut! Sono qui a Londra solo per una settimana. Oh cavolo! Ho addosso la mia stupida tuta! Questo è un incubo!”

“Non è davvero così male,” la rassicurò lui.

“Sì che lo è!” insistette lei, mettendosi seduta. “Cioè, se avessi saputo che ti avrei incontrato, mi sarei messa il mio vestito viola carino a piccoli pallini bianchi e il cardigan nero con le finiture di pizzo, e i leggings, e le ballerine piatte. Non questa stupida tuta e una maglietta! In più, avrei piastrato i miei capelli così non sarebbero sembrati come un nido di topi, e perso altri tre kili, e anche messa quelle stupide strisce per sbiancare i denti, e mi sarei fatta levare dal dottore quella verruca sul piede, e messa un po' di cavolo di trucco, e fatta la manicure, e messo il profumo, o mi sarei almeno FATTA LA DOCCIA!” urlò le ultime tre parole.

Phil stette lì seduto per un secondo, non molto sicuro su cosa dire. “Beh, io penso che tu sia carina,” si avventurò alla fine con una risatina.

“Carina. Carina. Lui pensa che io sia 'carina'!” gridò lei sarcasticamente verso nessuno in particolare. “Non volevo sembrare 'carina' Phil. Volevo essere stupenda! Meravigliosa! Irresistibile!”

“Ma... stavi facendo jogging,” osservò Phil. La mente femminile lo confondeva davvero certe volte.

“Esatto!” gemette lei. “Non ci saremmo già dovuti incontrare. Dovevamo incontrarci al VidCon, quando tutte le ragazze avrebbero spinto verso di te chiedendoti di firmare le loro schifezze, e io sarei stata lì, gironzolando sul bordo, aspettando per la mia occasione. Quando ci saremmo finalmente incontrati, io sarei stata tutta disinvolta, tipo, 'wow, quelle ragazze sono pazze. Perché non possono semplicemente trattarti come un essere umano?' e poi tu avresti capito che io ero diversa da tutte le altre fangirls e ci saremmo perdutamente innamorati. Quella era la nostra storia, Phil! Era così che doveva andare!”

“Mi... dispiace?”

“Non disturbarti,” si imbronciò lei. “Non capiresti mai.”

Phil sospirò e si alzò, offrendo una mano all'americana incavolata. Lei la prese e si mise in piedi barcollando.

“Che ne dici se ricominciamo?” chiese lui. “Tu ovviamente sai chi sono, ma come ti chiami tu?”

“Olympia... Cumberbatch,” sospirò la ragazza.

“Cumberbatch? Che nome intere-”

“Sì, sì, lo so, “ lo interruppe lei, “e prima che lo dici, preferirei non parlare del mio famigerato secondo cugino. Lui è tipo la pecora nera della famiglia.”

Gli occhi di Phil si spalancarono. “Non intenderai mica Benedict Cumber-”

“NOI NON DICIAMO IL SUO NOME!” esplose lei, il viso arrossato. “Non dopo quello che ha fatto al funerale di zia Myrtle!”

Phil stava per chiedere che cosa avesse mai fatto l'attore della BBC per portare così tanta vergogna al nome della famiglia Cumberbatch, quando Olympia oscillò pericolosamente e perse di nuovo coscienza.

Phil afferrò piuttosto rudemente la ragazza cadente e la stese a terra. “Queste situazioni stanno iniziando a stancarmi,” borbottò.

 


 

A/N: Salve gentile lettore!

Solo per un'informazione, questa storia sarà lunga circa 35 capitoli. Un piatto delle offerte sta passando per i corridoi in modo da comprare a KdaisyH (la mia meravigliosa beta-reader) un ben meritato cestino di frutta. Per favore convertire tutte le valute straniere in dollari.

E adesso, un brano dal nostro Shakespeare: “Le tue abilità sono troppo infantili perché tu possa fare molto da solo” (cosa stranamente appropriata, considerando il beta-reading)

Saluti!

- Bethany

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Capitolo 12
*** Altruismo Involontario ***


ATTENZIONE: Non ho scritto io questa Fanfiction, la sto solo traducendo con il permesso di JustGoogleIt, l'autrice. Potete trovare la storia originale qui: https://www.fanfiction.net/s/9168073/1/When-You-Wish-Upon-a-Star-A-Phanfiction-Parody
 


 

11
Altruismo Involontario


 

Era un suono di puro, genuino terrore. Le agghiaccianti grida mandarono brividi lungo la schiena di Dan, e prima che capisse cosa stava succedendo si ritrovò a correre più veloce che poteva verso la loro direzione. Mentre girava l'angolo dell'isolato, localizzò la sorgente del caos. Un vecchio palazzo di appartamenti era circondato dalle fiamme e, di fronte ad esso, una donna terrorizzata si stava divincolando dalla piccola folla che si era raccolta.

“Levatevi di dosso! Lasciatemi andare!” gridò la donna, lottando contro quelli che stavano cercando di impedirle di correre di nuovo dentro l'edificio. “Mia nipote è ancora lì dentro! Devo tirarla fuori! Lasciatemi andare!”

“Signora, ascolti. L'edificio sta per collassare – non può tornare dentro,” sostenne un passante.

Dan sentì tutto quanto, non rallentando neanche nella sua folle corsa verso l'edificio. Era come se le sue gambe si muovessero indipendentemente dal suo cervello, correndo contro la sua volontà verso le fiamme arancioni.

“Oi, ragazzino, che stai facendo?” gli gridò dietro qualcuno mentre si avvicinava all'entrata.

“Non lo so!” gli gridò in risposta Dan, cercando disperatamente di fermare il suo corpo fuori controllo.

Uno dei passanti saltò per provare a fermarlo, non fu abbastanza veloce. Mentre si lanciava dentro la struttura pericolante, le grida delle voci all'esterno diventarono impercettibili sopra il ruggito delle fiamme. Il calore era incredibile, e il fumo rendeva difficile respirare e impossibile vedere. Ogni cellula dell'essere di Dan voleva girarsi e scappare dall'edificio il più velocemente possibile, ma qualcosa dentro di lui rifiutava testardamente, facendolo avanzare sempre più a fondo nell'ignoto.

Che cosa state facendo?! Funzionate, stupide fottute gambe! Indietro, non avanti! Voglio andare via!” ordinò Dan a se stesso.

Tuttavia le sue gambe erano ostinate, non rallentando mai a dispetto del fatto che nell'edificio fuligginoso il loro proprietario era praticamente cieco. Qualche secondo dopo, Dan si trovò ad arrampicarsi su quella che doveva essere una rampa di scale, facendo tre scalini alla volta.

La parte eroica di Dan continuò ad ignorare le proteste interne, guidandolo per un corridoio pieno di fumo e facendolo sbattere dritto contro una porta chiusa. Contro la sua volontà, Dan indietreggiò di qualche passo e si spinse di nuovo in avanti, buttando impossibilmente giù la porta di legno dai suoi cardini.

Strizzando gli occhi, Dan scorgeva a malapena una figura umana a terra senza sensi. Si buttò terra e l'afferrò, gettandosi il corpo immobile su una spalla, e corse di nuovo fuori nel corridoio.

Quando raggiunse le scale, la sua paura si intensificò in modo esponenziale. Attraverso il fumo fluttuante, Dan poteva vedere che le fiamme lambivano la base delle scale. Con suo orrore, il suo corpo lo spinse in avanti, balzando giù per le scale mentre portava la ragazza senza sensi dritta nel cuore dell'incendio.

Cosa successe dopo fu molto confuso. Il calore era diverso da qualsiasi cosa Dan avesse mai sperimentato prima e il suo unico pensiero era quello di raggiungere la porta. Tutto intorno a lui, le travi di sostegno gemevano e pezzi di soffitto piovevano giù su di lui.

Ecco. Sto per morire. Sto letteralmente per morire. Oh dio, finisce così!” urlava il suo cervello.

Poi tutto a d'un tratto, era finita. Nel momento in cui Dan emerse dall'edificio, successero due cose. Primo, le sue gambe fermarono la loro corsa involontaria così bruscamente che Dan fu lanciato a terra. Secondo, l'intero edificio collassò – disintegrandosi convenientemente all'indietro invece che direttamente sopra di lui e la folla di spettatori.

Dan era steso a faccia in giù sul terreno, cercando di capire che cosa era appena accaduto mentre tossiva e sputacchiava. La sua vista era ancora offuscata dal fumo, ma poteva sentire i pompieri gridare tra di loro mentre tentavano di estinguere le fiamme e le eccitate voci di almeno quattro diversi passanti che commentavano la situazione.

“L'hai visto? È stato incredibile!”

“Sono tutti e due vivi?”

“Sta tossendo, stupido! Certo che è vivo!”

“Potrebbe essere un riflesso.”

“No che non potrebbe.”

“Oi! E la ragazza?”

“Ma l'hai visto mentre usciva dall'edificio?!”

“C'era una fottuta parete di fuoco, e questo tizio la attraversa tranquillamente!”

“Ho pensato che fosse spacciato!”

“Come fanno a non essere carbonizzati?”

“Hey! Ragazza! Sei viva o morta?!”

“Oceana! Oceana! Oh tesoro!”

“E' stato incredibile! Non riesco neanche a crederci!”

Qualcuno sa come si controlla un polso?!”

“Spostatevi, lo faccio io.”

“Sai come si fa?”

“Non hai mai visto un poliziesco? È facile!”

“Tesoro! Oceana! Svegliati! Oh mio dio! Svegliati!”

“Questa qua è morta. Dov'è l'altro ragazzino?”

“No! Non può essere! Tesoro! Svegliati!”

“Sei sicuro di averlo fatto bene?”

“Abbastanza. Dov'è l'altro?”

“No! Oceana Carter! Devi svegliarti! Tua madre mi ucciderà! Le avevo promesso che saresti stata al sicuro durante la tua settimana qui a Londra! Per favore svegliati!”

“Allora, come si fa a controllare un polso?”

“E' semplice. Devi solo mettere un paio di dita al lato del collo, così...”

Dan si alzò di scatto da terra l'istante in cui sentì l'estraneo toccargli il collo.

“Woah, okay, questo qua sembra vivo,” borbottò l'estraneo controlla-polsi.

Con lo scatto improvviso, l'altruismo involontario di Dan si accese di nuovo. Avanzò rapidamente verso la ragazza senza sensi che aveva appena tirato fuori dall'edificio, si inginocchiò vicino a lei, incrociò le sue dita in una posizione che aveva visto fare solo in TV, e iniziò ad eseguire delle compressioni sul suo torace contando ad alta voce.

“Sai che cosa stai facendo?!” chiese la donna terrorizzata, le cui grida avevano attirato la sua attenzione prima.

“Non ne ho idea!” le gridò in risposta lui, ugualmente terrorizzato, “... e undici, e dodici, e tredici...”

Quando arrivò a trenta, smise di spingere, mise una mano sotto il mento della ragazza, piegò leggermente indietro la sua testa, le chiuse il naso con l'altro mano, e serrò la bocca intorno alla sua, soffiandoci dentro due respiri d'aria. Dopo di che, cominciò di nuovo con le compressioni.

“... e quattro, e cinque, e dove sono i maledetti paramedici?!” implorò, “... e sette, e otto...”

“Saranno qui da un momento all'altro,” rispose ansiosamente la donna.

E infatti, qualche istante più tardi, arrivò un'ambulanza e un gruppo di paramedici si affrettò sul posto.

Un medico diedi dei colpetti sulla spalla di Dan. “Okay, sei stato bravo! Fai fare a me ora,” ordinò.

“...e ventuno, e ventidue, e GRAZIE A DIO! …e ventiquattro...” esclamò Dan senza fiato. Cercò di spostarsi via dalla ragazza, ma le sue braccia continuavano a spingere incessantemente sul suo petto.

“Okay, sul serio ragazzino! Spostati!” comandò con più enfasi l'EMT.

“...E trenta! Non sa quanto mi piacerebbe!” disse Dan, prima di abbassarsi per dare altri due soffi d'aria alla ragazza. “Ma non ci riesco! ...e due, e tre, e quattro...”

Due medici cercarono di rimuovere Dan dalla ragazza, ma scoprirono che era impossibile. Era come se si fosse trasformato in roccia massiccia. Dopo circa sei minuti – che sembrarono come sei ore – Dan si abbassò e unì la sua bocca a quella della ragazza per dargli un altro respiro di salvataggio.

Non appena le loro labbra si toccarono, i suoi occhi si aprirono di scattò e la ragazza ansimò in cerca d'aria. Immediatamente, il corpo di Dan cessò i suoi eroici tentativi di rianimazione, permettendo al suo esausto proprietario di collassare sulla ragazza ansante.

 


 

A/N: Salve gentile lettore!

Ho ricevuto alcune speculazioni sulla trama, sia attraverso recensioni che messaggi privati. Per favore sentitevi liberi di esprimere suddette speculazioni.

La mia meravigliosa beta-reader dovrebbe ricevere il suo cestino di frutta virtuale entro 5-7 giorni lavorativi.

Il resto di voi può avere un abbraccio virtuale ora *abbraccio*, almeno a che ovviamente non troviate invasivo essere virtualmente abbracciati da un praticamente estraneo, in quel caso: *sorriso riconoscente, che implica il forte desiderio di abbracciare ma non invade lo spazio personale* :)

Insulto Shakespeariano omaggio del giorno: “La tua arte mi pare una generale offesa, ed ogni uomo dovrebbe picchiarti” (Shakespeare, William. All's Well That Ends Well. Atto II, scena 3. 1623).

Saluti!

- Bethany

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Capitolo 13
*** Cadono Come Mosche ***


ATTENZIONE: Non ho scritto io questa Fanfiction, la sto solo traducendo con il permesso di JustGoogleIt, l'autrice. Potete trovare la storia originale qui: https://www.fanfiction.net/s/9168073/1/When-You-Wish-Upon-a-Star-A-Phanfiction-Parody
 


 
 
12
Cadono Come Mosche


 

Dopo diverse ore di esami medici, interviste al telegiornale, testimonianze, e soffocanti abbracci dalla felicissima zia della ragazza, Dan aprì la porta e incespicò dentro il suo appartamento.

“Phil?” chiamò stancamente. “Sei a casa?”

Al suono della voce di Dan, il suo amico irruppe nel salotto, facendo cadere un tavolino e inciampando su un cavo elettrico nella sua folle corsa verso l'ingresso. Phil si raddrizzò maldestramente e si appoggiò al muro, le braccia incrociate sul petto in un ovvio tentativo di sembrare disinvolto.

“Oh bene! Sei a casa,” sorrise forzatamente Phil. “Sono gay e ti amo! Ma non sul serio. Sai, credo che abbiamo finito il latte... puoi fare una corsa al negozio e prenderne un po'? Mi ricordo per certo di essere andato io l'ultima volta.”

“Il latte non è uno dei nostri sette cibi commestibili, ricordi?” chiese Dan. “Inoltre, ho davvero bisogno di sedermi. Non crederai la giornata che ho avuto.”

Dan cercò di superarlo, ma Phil bloccava il passaggio. “Credo di aver sentito qualcuno fuori chiamare il tuo nome. Meglio se vai a vedere che vogliono.”

Dan alzò un sopracciglio. “Phil? Ti stai comportando in modo molto strano...”

“Strano? Io? No! Credo solo che dovresti davvero tornare fuori. Sembri uno a cui farebbe bene una passeggiata.”

“Mi stai nascondendo qualcosa?”

“Assolutamente no.”

“Allora andrò solo-” cominciò Dan, spingendo di lato Phil leggermente.

“Per favore, non andare là!” pregò Phil. “Torna fuori e basta! Per favore?”

Ma era troppo tardi. Dan fissò dentro la stanza incredulo. Stese sul pavimento perfettamente immobili, in file ordinate, c'erano all'incirca una dozzina di ragazze.

Si girò a guardare il suo agonizzante amico. “Che diavolo, Phil?!”

“Non è come sembra!” sputò fuori Phil.

“Oh è meglio che non lo sia, perché sembra fottutamente brutto!” gridò Dan. Poi gli si presentò un pensiero orribile, e divenne molto silenzioso. “Non sono... morte, vero?” sussurrò.

“No! Dio, no. Non sono morte. Solo svenute, credo.”

“Capisco,” disse Dan, cercando con tutto se stesso di rimanere calmo. “E perché, di grazia, ci sono,” si fermò un secondo per contare, “undici ragazze svenute sul pavimento del nostro soggiorno?”

Phil si guardò attorno con disagio. “Giusto. Beh, suonerà un po' strano...”

Dan sospirò e si coprì il volto con le mani. “Francamente, sarei più preoccupato se ci fosse un ragione non-strana per undici ragazze svenute sul nostro pavimento.”

Phil prese un profondo respiro e raccontò tutto a Dan del suo incontro con Olympia Cumberbatch. “E,” concluse, indicando una ragazza magra in vestiti da ginnastica, “capisci perché non ho potuto semplicemente lasciarla lì. Voglio dire, poteva a malapena stare in piedi. Non sapevo che altro fare, quindi l'ho presa e portata qui.”

Dan scosse lentamente la testa con incredulità. “Questo,” disse mentre alzava il suo telefono. “è 'che altro fare'. Quando trovi una ragazza svenuta, chiami un'ambulanza, Phil! Non la raccogli semplicemente e la porti a casa!”

“Lo so, e ha perfettamente senso adesso,” spiegò Phil, “ma devi capire, era molto diverso in quel momento. Sinceramente, non mi ricordo di aver deciso di potarla a casa, è solo tipo... successo.”

Dan ripensò alla propria avventurosa giornata e decise di andarci un po' più piano con il suo amico. “Okay, va bene. Quindi ciò spiega perché questa ragazza è sul nostro pavimento. Ma che mi dici delle altre dieci?”

“Come ho detto,” Phil si mosse a disagio, “è stato strano. Sulla strada per casa con Olympia, ho incontrato Oakley Cornell, laggiù,” disse indicando la ragazza accanto ad Olympia. “Mi ha detto che è una grande fan, che vive in America, e che è qui in vacanza solo per una settimana. Poi è svenuta. Quindi, visto che non potevo portarle entrambe, ho portato Olympia a casa e poi sono tornato indietro a prendere Oakley.”

Phil indicò la ragazza dopo nella fila mentre continuava. “Vediamo, poi mentre tornavo con Oakley, ho incontrato Odette Cansdor. Mi ha detto che è una grande fan e che vive in America e che è qui in vacanza solo per una settimana, e poi è svenuta anche lei. Quindi, ho potato Oakley a casa e sono tornato fuori a prendere Odette, e qui è quando ho incontrato Osanna Cartwright. Poi-”

“Per non starci tutto il giorno,” lo interruppe Dan, “ogni ragazza ha praticamente la stessa storia?”

Phil ci pensò per un secondo. “Sai, adesso che mi ci fai pensare...”

“Quindi, non solo stiamo ospitando undici ragazze svenute, ma sono anche tutte tue grandi fan in vacanza qui dall'America?”

“Sì.”

“Allora, correggimi se sbaglio, ma siamo ancora a Londra, giusto?”

“Siamo ancora a Londra.”

“E Londra è ancora in Inghilterra, giusto?”

“Per quel che ne so io.”

“E l'Inghilterra è ancora in Europa, giusto?”

“Già.”

“E ci sono ancora ragazze in Europa, giusto?”

“Spero proprio di sì.”

“Oh okay, in quel caso... PERCHE' OGNI RAGAZZA CHE INCONTRIAMO E' AMERICANA?!” gridò Dan.

“Strano, vero?” rifletté Phil.

I due passarono con cautela intorno alle ragazze e si sedettero sul divano, fissando in silenzio il mare di americane. Passò molto tempo prima che Phil ruppe il silenzio.

“Dovrei chiamare un'ambulanza?” chiese mortificato.

Dan sbuffò. “Adesso è un po' tardi per quello. Che cosa diresti?”

“La... verità?”

“Giusto. Gli diremo semplicemente che a un tizio di ventisei anni è capitato di incontrare undici ragazze svenute in un giorno, me ècompletamente innocente. Dovrebbero berla,” disse Dan, la voce piena di sarcasmo.

“Qual'è il tuo piano allora?” chiese Phil, irritato.

“Immagino che dobbiamo solo aspettare che si sveglino...”

“Cosa pensi che abbia fatto nelle ultime quattro ore?” domandò Phil.

“Nessuna si è svegliata in quattro ore?” chiese Dan incredulo.

“Certo che sì, ma mi hanno dato un'occhiata e sono svenute di nuovo. Guarda, penso che Orlena si stia riprendo adesso.”

In effetti, una delle ragazza sbatté gli occhi un po' di volte e si mise lentamente a sedere, sembrando estremamente confusa.

“Dove sono?” mormorò. Diede un'occhiata alle file di altre ragazze e poi guardò verso il divano.

“Hey,” disse Dan agitando una mano impacciato, “non è come sembra.”

Ma Orlena era di nuovo fuori gioco, la sua testa sbattendo sul pavimento con un tonfo che fece sussultare Dan.

“Cadono come mosche,” disse Phil miseramente. “Che cosa facciamo?”

“Sono gay e ti amo!” irruppe Dan. Scosse la testa per ricomporsi. “Non davvero, ma sì, ho un'idea...”

 


 

A/N: Salve gentile lettore!

Spero che stiate tutti bene. Personalmente, sono stata a scrivere temi tutto il giorno.

Ecco un consiglio: se aveste mai un importante tema da finire, bevete 3-4 tazze di bevande con caffeina (come il tè) prima di cominciare e non andate a fare pipì finché non avete raggiunto il numero di pagine/parole richieste. Non credo di aver mai scritto un tema più velocemente. La qualità può avene sofferto un po' (devo ancora rileggerlo), ma non si può avere tutto, no?

Come nostra abitudine, per favore sentitevi liberi di copiare e incollare uno degli esempi di recensione che seguono se esprimono adeguatamente i tuoi pensieri, emozioni, e opinioni riguardo la storia e la vita in generale:

“Una volta sono svenuta in pubblico e sono stata trasportata a casa da un ragazzo inglese... e mi sento offesa!”

“Ho trovato un errore di grammatica!” (Grazie, per favore fammi sapere dov'è così posso correggerlo)

“Non leggo mai le tue note d'autore” (Va bene, non lo fa nessuno)

“Smettila di scrivere esempi di recensione. I tuoi tentativi di umorismo autocritico sono a dir poco fiacchi.” (Lo so, mi dispiace)

“(La tua) faccia non vale queste scottature” - William Shakespeare (Henry V. Atto 5, scena 2)

Saluti!

- Bethany

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Capitolo 14
*** Piove, Piove, la Gatta Non si Muove ***


ATTENZIONE: Non ho scritto io questa Fanfiction, la sto solo traducendo con il permesso di JustGoogleIt, l'autrice. Potete trovare la storia originale qui: https://www.fanfiction.net/s/9168073/1/When-You-Wish-Upon-a-Star-A-Phanfiction-Parody
 


 

13
Piove, Piove, la Gatta Non si Muove


 

La mattina dopo Dan e Phil si sedettero sul divano, sgranocchiando Maltesers e Mikado. La loro maratona di Doctor Who era appena finita, e Phil stava saltando da un canale all'altro senza meta.

“Aspetta! Torna indietro!” esclamò Dan. “E' quello il palazzo!”

Phil tornò indietro sul canale del telegiornale, che stava mostrando filmati tremolanti di un complesso di appartamenti in fiamme, ripreso ovviamente con un cellulare.

“... Sebbene la causa dell'incendio sia ancora sconosciuta, la buona notizia è che, sorprendentemente, nessuno è rimasto gravemente ferito, in parte grazie alle eroiche azioni di Mr. Dan Howell. Testimoni affermano che avendo sentito le grida, Howdell é corso dentro l'edificio per salvare una ragazza tredicenne che era rimasta intrappolata al quarto piano. Adesso sentiamo uno dei nostri testimoni.”

Il reportage tagliò sul passante controlla-polsi, che salutò eccitato alla telecamera. “Ciao, mamma!” chiamò.

“Signore, cosa può dirci sulle eroiche azioni di Mr. Howsel?” chiese una reporter all'uomo.

“Chi?”

“Il giovane uomo che ha salvato Oceana Carter poco fa,” chiarì lei.

“Oh, vuole dire il ragazzino. Come ha detto che si chiama?”

“Howson.”

“Giusto! Beh, è stato pazzesco! Cioè, neanche i vigili del fuoco volevano entrare perché dicevano che l'edificio era troppo instabile, e poi questo ragazzino, Howlton, corre dentro e abbiamo tutti pensato che era spacciato. Poi corre fuori dall'edificio, passando attraverso una cavolo di parete di fuoco! È stato incredibile. Ovviamente, non credo che né Howkins né l'altra ragazza sarebbero ancora vivi se non fosse stato per il mio intervento medico d'emergenza...” disse tutto d'un fiato.

La camera tagliò di nuovo sul reporter in studio, che emise una risata forzata. “Ah! Grazie, Mary, per la tua intervista ai testimoni. Sì, è vero che Mr. Howland è realmente un eroe. Ovviamente, se fosse morto nel suo tentativo, sarebbe considerato un idiota reale. Ah!”

Dan alzò gli occhi al cielo, e il reporter continuò.

“...Howort ha anche un popolare canale sul nuovo sito di condivisioni, 'YouCube' sotto il nome di 'stanisincombustible'. Ieri il suo username si è rivelato profetico.”

“Oh andiamo! Riuscirai ad azzeccare qualcosa?” si lamentò Dan.

“Non so, Stan, io penso che fosse abbastanza accurato,” ridacchiò Phil.

“...Howette è meglio conosciuto per includere un leone di peluche nello sfondo dei suoi video, su cui mette annotazioni per fare commenti beffardi...” continuò il servizio.

“Hey!” gridò Phil. “Quella è la mia cosa!”

“E adesso è la cosa di stanisincombustibile,” lo prese in giro Dan.

Phil stava per spegnere la TV quando iniziò il servizio seguente.

“...Cambiando argomento, non meno di undici ragazze tra l'età di dodici e diciannove anni sono state trovate senza sensi ieri in un raggio di tre miglia tra di loro. Nel corso di due ore, i paramedici hanno ricevuto più di venti diverse chiamate da preoccupati cittadini che riportavano il ritrovamento di queste ragazze sul terreno di luoghi pubblici. Alcuni testimoni affermano anche di aver osservato un personaggio maschile dai capelli marroni o neri gridare qualcosa del tipo, 'oh cielo, sembra che questa ragazza sia svenuta!' prima di uscire repentinamente di scena...”

Dan e Phil si scambiarono un sogghigno.

“...Sebbene gli esami tossicologici di tutte e undici le ragazze siano risultati puliti, gli ufficiali sanitari sono preoccupati dal fatto che potrebbero essere state drogate con una nuova sostanza non ancora inclusa nei test tossicologici standard...”

“Hey! Io non ho drogato nessuno!” esclamò Phil alla TV. “Sono solo... cadute.”

“Oh, è chiaramente colpa tua, Phil,” disse Dan sensualmente. “Sei così fico, che fai svenire le signore.”

“Chiudi la bocca,” rise Phil, dandogli un leggero pugno sul braccio.

“Ai!” gridò Dan. Si tirò su la manica della maglietta per rivelare un segno verde-violaceo della forma di un pugno. “Non il sinistro – Oracle me lo ha già disintegrato.”

“Scusa, mi ero scordato che ti sei fatto picchiare da una ragazzina.” disse Phil con un sorrisetto.

“Quella non era una ragazzina!” ribatté Dan. “Era posseduta, te lo dico io.”

Dan e Phil passarono il resto della giornata dentro casa, giocando a video giochi, navigando su internet, mangiando dalla loro molto limitata varietà di cibi, e cercando in generale di riprendersi dalle loro avventure. Alla fine, fu relativamente tranquillo. Perfino la frequenza delle loro dichiarazioni diminuì da diverse volte all'ora a solo una ogni qualche ora, permettendogli quasi di far finta che tutto fosse normale.

Verso le 11 di sera, il cielo, che era stato nuvoloso tutto il giorno, sembrò eruttare, e cominciò a rovesciare secchiate di pioggia.

Phil fissò lo sguardo fuori la finestra sul magnifico temporale. “In una sensazionale svolta di eventi‒” cominciò nella sua migliore imitazione di John Green.

“‒Sta piovendo in Inghilterra,” finì Dan senza perdere colpi. Ma Phil notò che sembrava un po' inquieto.

Per quando Phil si trascinò a letto, fuori si stava preparando una vera e propria tempesta, con lampi di luce e tuoni rimbombanti. Aveva appena iniziato ad appisolarsi quando un tuono eccezionalmente rumoroso lo strappò di nuovo dal sonno. Leggermente irritato, si girò dall'altra parte e sussultò nel vedere una figura in ombra in piedi sulla soglia della sua porta.

“Chi c'è?” gridò ansiosamente, cercando a tentoni la lampada.

“Solo io,” arrivò la tremolante risposta.

“Dan?” chiese Phil, trovando l'interruttore e accendendo la luce. Il suo coinquilino era in piedi tremante sulla soglia, uno strano miscuglio di paura e determinazione nei suoi occhi. “Che succede?”

“Niente. Come stai?” rispose Dan con più naturalezza possibile, considerando il fatto che stava ancora tremando.

Phil lo guardò con curiosità. “Sto bene... ti serviva qualcosa?”

“Oh, non proprio. Ho solo pensato di dire buonanotte.”

“Lo abbiamo già fatto.”

“Oh davvero?” Dan rise nervosamente. “Devo essermene dimenticato. Oh beh, di nuovo buonanotte allora,” disse prima di filare via dalla stanza.

“Buonanotte, Dan,” gli gridò dietro Phil cautamente.

Scuotendo la testa, Phil risalì sul letto e stava per sdraiarsi di nuovo quando il cielo si illuminò e risuonò un altro mostruoso rombo. Udì il suono di piedi che correvano per il corridoio e, un momento dopo, Dan era di nuovo sulla sua soglia.

“Hey.” salutò Dan imbarazzato.

“Tanto tempo che non ci vediamo.” lo prese in giro Phil. “Che cosa vuoi?”

“Uh...” Dan lanciò un'occhiata alla stanza nervosamente. “La mia maglietta. Credo di averti prestato la mia maglietta e volevo solo essere sicuro di ricordarti di ridarmela.”

“Adesso?”

“Oh no, quando vuoi,” disse Dan velocemente. “Ho solo pensato di... ricordartelo. Quindi... buonanotte!”

Phil lo guardò negli occhi. “Sei sicuro di stare bene?”

“Assolutamente. Perché non dovrei?”

Proprio allora, la tempesta produsse un altro tuono assordante, e prima che Phil sapesse cosa stava succedendo, Dan era balzato sul suo letto.

“Uh, Dan?” chiese Phil. “Perché sei nel mio letto?”

“Non lo so,” rispose Dan, tremando di nuovo.

“Hai paura della tempesta?”

“No!” disse Dan indignato. “Ho ventuno anni. Non ho decisamente paura di una stupida tempesta.”

Altri tuoni rimbombarono all'esterno e Dan affondò il suo viso nelle coperte.

“Io non giudico.” disse Phil con un sorrisetto, chiaramente giudicando.

“E va bene,” ammise Dan mentre rimuoveva la sua testa dalle lenzuola attorcigliate. “Io non ho paura delle tempeste... eccetto questa, adesso.”

Phil mascherò una risatina con un finto colpo di tosse. Dan gli lanciò un'occhiataccia.

“Scusa,” disse Phil, sforzandosi di restare serio.

La stanza fu illuminata da un altro lampo di luce, seguito dal familiare tuono. Dan si serrò le mani sulle orecchie e chiuse saldamente gli occhi, facendo venire in mente a Phil un bambino.

“Va tutto bene, Dan,” lo confortò Phil. “I tuoni non possono farti del male.”

Dan aprì gli occhi abbastanza a lungo per rotearli. “Quello lo so!” gemette. “Non sono un bambino!”

“ALLORA ESCI DAL MIO LETTO!” esclamò Phil.

“Fammi riformulare. Il mio cervello lo sa‒ il resto di me se la sta facendo sotto.”

“Non puoi andare ad avere paura nella tua stanza?”

“Non posso. Fidati, ci ho provato. Ma non posso davvero. È come se fossi fisicamente trasportato qui.”

“Già.”

Dopo qualche altro tuono e le successive reazioni, Dan chiese, “Quindi... posso dormire qui stanotte?”

Phil sospirò. “Non sembra esserci una grande scelta, no?”

“No, mi dispiace. Grazie.”

“Non si sbava, non si scalcia, non si abbraccia, non si tirano le coperte, non si parla nel sonno, e dormiamo tutti e due completamente vestiti,” aggiunse Phil velocemente, “e ti amo e sono gay!”

Dan sorrise. “Sei un vero amico.”

 


 

A/N: Salve gentile lettore!

Questo è stato probabilmente il capitolo più divertente da scrivere!

Per favore sentitevi liberi di farmi sapere nelle recensioni se considerate me, voi stessi, il vostro amico, il vicino della dog-sitter del cugino dell'amico del vostro amico, il vostro compagno di laboratorio di chimica, o qualunque dei personaggi della storia fin ora essere:

“Il più notevole codardo, un infinito bugiardo senza fine, un infrangitore di promesse, il possieditore di nessuna qualità meritevole del divertimento di Vossignoria” (Shakespeare, William. All's well That Ends Well. Atto II, Scena VI, 1623).

Saluti,

- Bethany

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Capitolo 15
*** Adattamento ***


ATTENZIONE: Non ho scritto io questa Fanfiction, la sto solo traducendo con il permesso di JustGoogleIt, l'autrice. Potete trovare la storia originale qui: https://www.fanfiction.net/s/9168073/1/When-You-Wish-Upon-a-Star-A-Phanfiction-Parody
 


 

14
Adattamento


 

E così, i giorni diventarono settimane, e le settimane diventarono mesi, provando che le persone possono davvero adattarsi a praticamente qualsiasi cosa se necessario. Dan e Phil dovettero accettare il fatto che cose strane e inspiegabili gli accadevano e basta: costantemente. Loro provavano ad uscirne il meglio possibile.

Per esempio, Dan lasciava sempre l'appartamento almeno tre ore prima del necessario, visto che poteva contare sul fatto che avrebbe compiuto qualche eroico gesto lungo la strada. Per la fine di aprile, aveva salvato due ragazze dall'annegare, tirata via un'altra dalle rotaie di un treno in arrivo, ne aveva fermate tre dall'essere investite da una macchina, afferrata una mentre cadeva da una scala, e convinto otto diverse ragazze a non commettere suicidio.

Phil aveva preso qualche lezione di pronto soccorso all'ospedale di quartiere così da poter affrontare meglio tutte le ragazze svenute e altre emergenze mediche che incontrava misteriosamente. Perse presto il conto di tutti gli svenimenti, attacchi epilettici, attacchi di panico e incidenti di soffocamento con cui aveva a che fare. Dopo qualche mese, era diventato buon amico con tre diversi guidatori di ambulanze di Londra, che dicevano scherzando che con tutta l'esperienza sul campo di Phil, il ragazzo era almeno a metà strada dal diventare un dottore.

Dan rovesciava regolarmente il suo Starbucks su ragazze a caso, nonostante escogitasse elaborate strategie per evitarlo. Queste comprendevano il far finta che entrambe le sue braccia fossero rotte così da poter chiedere a un altro cliente di portare la sua bevanda per lui, incartare fermamente l'intero bicchiere di caffè in un rotolo di plastica prima di lasciare il bancone, o semplicemente gridare, “Persona estremamente maldestra sta camminando con caffè bollente ‒ NESSUNO SI MUOVA!” Eppure, niente funzionava. Alla fine, si arrese e cominciò a portarsi dietro un asciugamano e una maglietta di riserva per le sue vittime.

Circa una volta alla settimana, Dan, Phil, o entrambi, venivano rapinati o picchiati da completi estranei per nessuna apparente ragione. Alla fine, l'accettarono e basta come una parte delle loro strane vite e ‒ come aveva consigliato Oracle ‒ impararono a usare i pugni. Iniziarono presto a difendersi, usando mosse imparate da lezioni di Karate su YouTube che, sebbene non fossero le più affidabili fonti di informazioni sulla difesa personale, gli impedivano per lo meno di venire massacrati.

Uno degli sviluppi più interessanti si presentò quando Phil scoprì che erano anche in grado di consumare alcuni gusti di ShakeAway, portando così il loro numero di cibi commestibili da sette a otto.

Continuavano a farsi coming out a vicenda, ma molto meno frequentemente dell'inizio. Nonostante Dan e Phil avessero imparato ad ignorare completamente le confessioni involontarie (e a cancellarle attentamente quando montavano i loro video di YouTube), esse si rivelarono essere piuttosto snervanti durante gli show su Radio 1.

Fortunatamente, Phil aveva scoperto un nuovo effetto speciale, che suonava come il rap di un pollo, e teneva il suo dito sollevato sopra il bottone durante tutto lo show, così da poterlo premere nel secondo in cui lui o Dan cominciavano a spiattellare la familiare frase. L'effetto era il perfetto mix di adorabile e random, e cosa più importante, rumoroso abbastanza da coprire le loro voci fino al momento in cui potevano spegnere i microfoni.

All'inizio, i due erano preoccupati dal fatto che gli ascoltatori si sarebbero lamentati per le strane interruzioni, ma diventò in effetti un cosa popolare. Alla fine Dan e Phil la resero una competizione; chiunque fosse la quinta persona a chiamare dopo il rap del pollo, riceveva una “T-shirt del Pollo Che Rappa di Dan e Phil Radio 1”. I loro produttori pensavano che era geniale.

Nonostante tutti i progressi fatti nell'adattarsi alla loro nuova situazione, c'erano ancora molti seri problemi. Per dirne una, le loro vite sociale avevano preso una notevole discesa, visto che Dan e Phil avevano troppa paura di dire persino ai loro amici più cari che cosa gli stesse succedendo. Venivano travolti dall'urgenza di fare cose contro la loro volontà così spesso da portarli a dubitare regolarmente della loro sanità mentale.

Ma la parte peggiore era che Dan aveva iniziato ad odiare i Maltesers.

 


 

A/N: Salve gentile lettore!

Questo è quello che a noi piace chiamare un “capitolo di riempimento”. Non è molto piacevole, non è molto interessante, ma deve essere fatto. Come farsi togliere una carie, o lavorare in un fast food (condivido il vostro dolore), o pagare le tasse, o cercare di fare il bagno all'iperattivo bambino di 4 anni a cui si suppone dovresti star facendo la babysitter, o fare la lavatrice, o fare i tuoi esami di entrata al college, o allacciare i lacci delle scarpe, o aspettare alla DMV (N/T: Department of Motor Vehicles, è il posto dove si prende la patente in America e altre cose collegate alla guida, è noto per le sue file interminabili), o tagliarti le unghie dei piedi, o lasciare che sconosciuti parenti ti diano pizzicotti alle guance durante le riunioni di famiglia, o parlare del più e del meno, o votare, o... in effetti, la maggior parte delle cose della vita.

Wow, credo di avervi appena dato una preziosa lezione di vita. O quello oppure vi ho solo mandato in un attacco di disperazione, a singhiozzare “Che senso ha fare qualsiasi cosa adesso?!” Se questo è il caso, mi scuso.

Domanda veloce: comprereste la maglietta del pollo che rappa? Presumo che sarebbe di un orribile arancione acceso... fatemelo sapere nelle recensioni!

O, se preferite una recensione più classica: “Sguattero! Disgraziato! Canaglia! Sarò la tua catastrofe” (Shakespeare, William. Henry IV, Parte II. Atto III, scena I. 1600)

Saluti!

- Bethany

 

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Capitolo 16
*** Gare di Spade ***


ATTENZIONE: Non ho scritto io questa Fanfiction, la sto solo traducendo con il permesso di JustGoogleIt, l'autrice. Potete trovare la storia originale qui: https://www.fanfiction.net/s/9168073/1/When-You-Wish-Upon-a-Star-A-Phanfiction-Parody
 


 
15
Gare di Spade


 

Mentre fisso profondamente i suoi bellissimi occhi, sento tutto il nervosismo dentro di me andare via completamente. Come faccio ad avere paura quando so che starò per sempre con l'amore della mia vita?

Gabriella mi sorride, e si avvicina per un bacio veloce. Dopo si abbassa il velo sul volto. “Nessuno altro finché la cerimonia non è finita, Daniel,” mi stuzzica.

Sono l'uomo più fortunato del mondo,” dico.

No, ti sbagli. Quello sarei io,” mi corregge Phil.

Dall'altro lato della stanza, lo posso vedere mentre si aggiusta il farfallino e lo smoking. La sua quasi-sposa arrossisce vicino a lui.

Giusto, Penelope?” le chiede, depositando un bacio sulle sue morbide labbra. “Che cosa potrei chiedere di più? Mi sposo con l'amore della mia vita nelle stesso giorno in cui il mio migliore amico sposa la sua identica gemella. Sapevo che il doppio matrimonio sarebbe stata una buona idea!”

..

“Melanie Ruso!”

Melanie chiuse frettolosamente il quaderno e alzò lo sguardo verso il pastore dei giovani. “Sì?”

“Che cosa stai facendo ancora qui? Vi ho chiamati tutti per andare al centro attività dieci minuti fa.”

“Mi scusi, Pastore Joe, non l'avevo sentita,” mormorò lei, seguendolo fuori dalla chiesa verso la minuscola palestra.

“Non mi sorprende,” commentò lui. “Stai sempre a scrivere su quei libri. Che tipo di cose scrivi, comunque?”

“Oh, solo... storie,” rispose Melanie. “Sa, idee.”

“Beh, potresti fare meraviglie per la tua vita spirituale se usassi la stessa intensità che metti in quelle storie nello studio della Bibbia,” concluse lui mentre apriva le porte della palestra.

“Ascoltate, tutti!” annunciò ai circa trenta ragazzi nel centro attività, “Oggi faremo le Gare di Spade!”

La stanza si riempì di grida di gioia e gemiti. Melanie era tra quelli che gemeva.

Le Gare di Spade, come il pastore iniziò a spiegare, erano competizioni volte al fine di far vedere quanto velocemente gli studenti riuscivano a trovare versi della Bibbia.

“Come tutti sappiamo,” continuò, “Il nome di questa attività viene dalle lettere agli Ebrei 4:12, che dichiara: 'Perché la parola di Dio è viva ed attiva. Più affilata di qualsiasi spada a doppia lama, penetra anche per dividere anima e spirito, giunture e midollo; giudica i pensieri e gli atteggiamenti del cuore.”

Suona violento,” pensò Melanie.

Il gioco era semplice. Due studenti si affrontavano faccia a faccia, tenendo le Bibbie sopra le loro teste, e aspettavano il segnale. Dopo aver ricevuto un riferimento per un versetto a caso dal pastore, entrambi i ragazzi facevano a gara per trovare il verso e leggerlo ad alta voce. Come in tutti i giochi di gruppo per ragazzi, il vincitore riceveva caramelle.

“E non dimenticatevi,” aggiunse il pastore, “Se avete già memorizzato il verso e riuscite a recitarlo correttamente, vincete automaticamente e avete il doppio dei dolci!”

Melanie alzò gli occhi al cielo. Era assolutamente terribile a questo gioco, a dispetto del fatto che ci aveva giocato almeno una volta al mese fin dalla terza elementare. Aveva una memoria molto selettiva, e l'ordine dei sessantasei libri biblici non aveva mai attirata la sua attenzione abbastanza a lungo da farglieli memorizzare, lasciandola quindi a sfogliare pagina dopo pagina mentre gli altri studenti ridacchiavano.

“Rosa e Jeremy,” chiamò il Pastore Joe, “Preparatevi per la battaglia... Lamentazioni 3:6!”

Melanie cercò di fare attenzione mentre i suoi compagni venivano chiamato uno dopo l'altro per cercare aggressivamente nelle scritture nella speranza di vincere dei Laffy Taffy al sapore di banana, ma dopo non molto, la sue mente era tornata a vagare di nuovo verso Dan, Phil, e ovviamente, il VidCon.

Non poteva credere alla sua fortuna. Melanie era davvero riuscita a convincere sua madre a lasciarla andare al VidCon quell'estate, ed era oltremodo estatica per questo. Quei tre mesi prima di agosto sarebbero anche potuto essere tre anni per quanto lentamente sembrava trascinarsi il tempo per Melanie mentre aspettava la convention.

Era persa nel sognare ad occhi aperti su come esattamente Dan le avrebbe fatto la grande domanda, quando il suono del suo nome la fece tornare di botto al gruppo giovani.

“Melanie e Rachel, preparatevi per la battaglia... Daniel 4:19-20!”

Melanie lanciò la sua mano in aria. “Memorizzato!” annunciò.

Il pastore sembrava scioccato. “Davvero?”

“Sì! Ho memorizzato i primi dieci capitoli di Daniel!”

“Wow, Mel! Sono impressionato. Quello non è un libro facile da imparare. Sentiamo, allora.”

“Okay,” La ragazza si schiarì la voce. “Libro di Daniel 4:19-20, 'Un piccolo consiglio, cercate di non dirgli subito che state effettivamente pianificando di catturarli o stuprarli perché li farebbe probabilmente solo correre via, quindi – sì, lo so che è difficile, ma cercate solo di tenerlo nascosto per almeno un altro paio di giorni. E, insomma, questo è tutto quello che c'è da fare. Basta che seguiate questi facili passi e prima che lo sappiate sarete nella camera da letto della persona a cui avete pensato per...”

Si interruppe quando notò che gli altri studenti stavano soffocando risatine.

“Uh, Mel? Che cos'era quello?” chiese il Pastore Joe, confuso.

Melanie si accigliò. “Oh cavolo! State contando anche i video che ha eliminato? Perché il libro include solo quelli che sono disponibili al momento sul suo canale.”

“Mel, di che cosa sai parlando?”

Improvvisamente, Melanie realizzò che l'uomo probabilmente intendeva il libro biblico di Daniel.

“Niente,” mormorò.

Melanie passò il resto dell'ora in ansia. Non appena individuò sua madre, che era venuta a prenderla, corse da lei.

“Andiamo via, mamma,” pregò, guidando la signora Ruso verso la porta.

“Solo un secondo, Mel,” protestò suo madre. “Il Pastore Joe mi ha promesso una copia della ricetta dei muffin ai mirtilli di sua moglie.”

Melanie gemette e aspettò irrequietamente sulla porta, sperando che il pastore non sentisse il bisogno di condividere con sua madre il suo piccolo equivoco.

All'inizio, Mel pensò che fosse salva quando la signora Ruso tornò indietro camminando con calma, ma non appena entrarono nella macchina, sua madre esplose.

“Melanie Grace Ruso, non sono mai stata così in imbarazzo in tutta la mia vita! A che diavolo stavi pensando? Eri in chiesa, non seduta nella tua stanza a guardare quella robaccia su internet!”

“Non è robaccia!” gridò in risposta Melanie. “E' fatta di meravigliosità!”

“Non voglio che usi quelle stupide frasi nella mia macchina! È incredibile! Ho tollerato le tue ridicoli ossessioni per due anni, ma questa è l'ultima goccia! Sei in punizione dall'usare YouTube, Facebook, Twitter, quel sito di fanfiction, e... oh, come si chiama quello blu con le foto che si muovono?”

Melanie roteò gli occhi. “Tumblr.”

“Quello là. Sai cosa? Te lo renderò più facile. Niente internet, niente portatile, niente iPad, e niente cellulare fino a che non sono convinta che sei di nuovo sana di mente.”

“Che cosa?!” strillò Melanie. “Faresti prima ad uccidermi! Che cosa dovrei fare? Non sarò per niente aggiornata quando andrò al VidCon!”

Se andrai al VidCon,” la corresse sua madre.

“Oh mio Dio! Non puoi portarmi via il VidCon! Ho già comprato i biglietti e l'ho detto a tutti i miei amici e l'ho organizzato e tutto il resto! Se non mi fai andare, ti giuro che sca-scappo di casa e vado a vivere da sola! E fuggirò via con il primo ragazzo che incontro, e non ti darò neanche dei nipoti, e mi trasferirò in Nuova Zelanda, e non tornerò mai più a trovarti, e-e-”

“Adesso basta, Mel” disse sua madre severamente.

Dopo qualche minuto di furioso silenzio da entrambe le parti, la signora Ruso parlò di nuovo.

“Ascolta, poiché hai già comprato i biglietti, ti lascerò andare fintantoché rispetti tutte le altre punizioni, e intendo tutte quante, Melanie. Se ti becco a twittare anche un solo stupido 'twitt' senza il mio diretto permesso, puoi dire addio a quella conferenza.”

Non appena arrivarono a casa, Melanie si chiuse nella sua stanza e iniziò a camminare avanti e indietro, lacrime di rabbia che annebbiavano la sua vista.

“Che cosa ho fatto di così sbagliato?” domandò ai suoi animali di peluche. “Da quando in qua avere delle persone che ti piacciono è un crimine? È così ingiusto!”

Ma neanche Lion o Totoro poterono rallegrarla.

Alla fine, la sua rabbia si trasformò in disperazione quando realizzò che il VidCon era ad agosto, ancora tre mesi lontano.

Dopo qualche ora di pensieri angosciosi, prese il suo quaderno preferito, strappò via tutte e tredici le pagine della storia del matrimonio a cui stava lavorando, e le accartocciò in una palla.

Se io non posso più essere felice, neanche loro possono,” pensò aspramente, lanciando il mucchio di carta nel cestino.

 


 

A/N: Salve gentile lettore!

Qualcun altro ha mai fatto le gare di spade ai gruppi giovani? No? Solo io? Okay. (Non per vantarmi, ma ero abbastanza brava...)

Comunque, sentitevi liberi di fare congetture su quello che viene dopo nelle recensioni! Le cose adesso si velocizzeranno un po'... sono emozionata.

E adesso, una parola dal nostro venerato drammaturgo: “Non c'è più lealtà in te che in un prugna in umido” (Shakespeare, William.Henry IV, Parte I. Atto II, scena III, 1597).

Saluti!

- Bethany
 

P.S. Il correttore automatico di questo sito non riconosceva “Zelanda” come una parola. C'è qualcuno della Nuova Zelanda tra voi? Avete spesso questo problema? Ero piuttosto offesa per i voi.

 

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Capitolo 17
*** Crogiolandosi nel Dolore ***


ATTENZIONE: Non ho scritto io questa Fanfiction, la sto solo traducendo con il permesso di JustGoogleIt, l'autrice. Potete trovare la storia originale qui: https://www.fanfiction.net/s/9168073/1/When-You-Wish-Upon-a-Star-A-Phanfiction-Parody
 


 
16
Crogiolandosi Nel Dolore


 

Tornando a Londra, Phil si trovava nella cucina per mettere a posto le buste di Tesco. Cercò di pensare al lato positivo mentre sistemava cartoni di yogurt nell'altrimenti spoglio frigorifero. Almeno mettere a posto la spesa era diventato molto più efficiente.

Per rompere la monotonia della loro ridicola dieta, lui e Dan avevano iniziato a modificare tutti gli aspetti dei loro cibi su cui avevano ancora controllo, cosa che gli procurò diversi livelli di successo.

Il più ovvio era la temperatura. Alcune idee, come lo yogurt ghiacciato, funzionarono abbastanza bene. Altre, come la zuppa di ShakeAway, erano decisamente terribili.

Bruciare il cibo gli forniva un sapore diverso, ma i vantaggi erano bilanciati dall'aumento dei rischi di cancro, quindi tenevano quella tecnica di preparazione per le occasioni speciali.

Quando Dan si lamentò che erano passati mesi da quando avevano mangiato qualcosa di verde, Phil comprò diverse bottiglie di colorante alimentare. Sebbene non fosse proprio quello che intendeva Dan, disse che aveva apprezzato il gesto.

Una delle caratteristiche da manipolare preferita da Phil era la consistenza. Uno dei suoi trucchi era sminuzzare cibi diversi e dargli la forma di... beh... qualsiasi altra cosa. Qualche volta, coronava le sue creazioni con Pom-Bears o pezzetti di Mikado. Aveva fatto una lunga strada dai suoi “esperimenti di cereali” da dilettante.

Quando finì di mettere a posto il cibo, Phil lanciò un'occhiata all'orologio sui fornelli. Erano quasi le tre del pomeriggio.

Che strano,” pensò Phil, “Credo che Dan non si sia neanche alzato oggi.”

Andò fino alla camera di Dan e bussò alla porta. L'unica risposta fu un grugnito indifferente.

“Dan?” chiamò. “Posso entrare?”

Sentì un altro grugnito.

“Quello è un sì?”

Un terzo grugnito fu emesso da dietro la porta.

“D'accordo allora.”

Phil aprì lentamente la porta e sbirciò dentro la stanza. Dan era steso sul pavimento in posizione fetale, sul suo viso uno sguardo del tutto imbambolato.

“Dan!” esclamò Phil. “Stai bene?”

“Sto bene. Va via,” rispose Dan con voce monotona, ancora fermo sul pavimento.

Phil si accigliò. “Allora perché non ti alzi?”

“Che senso ha?”

“Senso?”

“Perché dovrei muovermi? La vita è più facile qui sotto. Non succede niente di strano.”

Phil si inginocchiò accanto al suo coinquilino e lo guardò ansiosamente. “Questa cosa, in questo momento, è strana.”

“Non è vero. Va via.”

Phil afferrò il braccio senza forze di Dan e tirò. “Forza, alzati.”

“Lasciami stare,” brontolò Dan. “Voglio morire in pace.”

Phil lasciò cadere il braccio. “Okay, adesso mi stai ufficialmente spaventando. Non stai morendo, Dan. Ce la siamo cavata per quattro mesi – che cosa rende oggi diverso?”

“Va via.”

“Per favore alzati?”

“Va via.”

“E se ti do dei Maltesers per farti alzare?”

“Vomiterei. Va via.”

“Una volta funzionava...” Phil sospirò. “D'accordo, se vado via,” cominciò con cautela, “Che cosa farai?”

“Aspetterò la morte.”

“Capisco.”

Dopo averci pensato su un momento, Phil si alzò in piedi e fece un giro per la stanza, rimuovendo ogni oggetto affilato che vedeva.

“Okay,” disse alla fine, le braccia piene di potenziali pericoli, “Immagino che verrò a controllarti più tardi.”

E con quello, lasciò la stanza.

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Capitolo 18
*** Salto di Fede ***


ATTENZIONE: Non ho scritto io questa Fanfiction, la sto solo traducendo con il permesso di JustGoogleIt, l'autrice. Potete trovare la storia originale qui: https://www.fanfiction.net/s/9168073/1/When-You-Wish-Upon-a-Star-A-Phanfiction-Parody


N/T: Heilà! Credo che avrete notato che ho aggiornato questa fanfiction quasi tutti i giorni, grazie al fatto che i capitoli sono abbastanza corti e quindi si traducono velocemente e anche perché ne avevo un po' già pronti. Purtroppo nei prossimi giorni non sarò in grado di pubblicare nuovi capitoli perché andrò a Monaco in camposcuola (yay), quindi ci tenevo a farvi sapere che non sono morta, solo all'estero :)
 


 
17
Salto di Fede


 

Tuttavia, Phil non tornò a controllare Dan.

Dopo qualche altra ora a crogiolarsi, la travolgente sensazione di disperazione se ne andò, e Dan fu in grado di tirarsi su dal pavimento. Si trascinò fuori dalla sua stanza per trovarsi da solo nell'appartamento.

Troppo esausto per preoccuparsene troppo, il ragazzo afferrò qualche Mikado dalla cucina e si sedette di fronte alla TV per distrarsi un po'. Stava giocando a una versione di Final Fantasy da circa venti minuti quando il suo telefono – che era rimasto sul tavolo per tutto il tempo – iniziò a vibrare. Sospirando, si allungò per controllarlo e notò che era Phil.

“Pronto?”

La voce del suo amico era in parti uguali urgente e pietrificata. “Dan! Sto per saltare!”

Dan fece cadere il telecomando. “Aspetta, cosa?”

“Sto per saltare!”

“Saltare da cosa?!”

“Il tetto del garage!”

Nel corso degli ultimi mesi, Dan aveva imparato a non fare domande, non importava quanto qualcosa suonasse strano. Schizzò via dal divano e corse alla porta, cercando di saltare dentro le scarpe mentre correva fuori.

“Non muoverti! Sarò lì tra un minuto!” disse Dan urgentemente. Continuò a parlare con il suo isterico coinquilino mentre volava attraverso la strada e correva verso il parcheggio del garage. Qualche agonizzante minuto dopo, si fiondò sul tetto, ansimando pesantemente.

Lì, in piedi in cima alla barriera di cemento che separava il tetto del garage dal mondo di sotto, c'era Phil. Le punte dei suoi piedi erano sul bordo della barriera e aveva uno sguardo di estremo terrore sulla sua faccia.

“Phil, scendi da lì!” ordinò Dan, avvicinandosi con cautela.

Phil roteò gli occhi. “Non pensi che sia quello che ho cercato di fare nelle ultime due ore?”

“Sei stato lì su per due ore?” lo fissò Dan a bocca aperta.

“Solo perché qualcuno non rispondeva al suo dannato telefono!”

Perfino mentre Phil stava parlando, i suoi piedi avanzavano lentamente verso il bordo. Sotto di loro, potevano sentire il rumore delle macchine che sfrecciavano, interrotte occasionalmente dal suono di clacson.

“Sbrigati!” pregò Phil.

Dan fece un passo in avanti, e Phil lo imitò, il suo piede destro ora sospeso al di là del bordo mentre si teneva in equilibrio con il sinistro. Phil boccheggiò, agitando le braccia in un disperato tentativo di mantenere l'equilibrio, non in grado di riportare il suo piede destro a terra.

Tutto d'un tratto, Dan sentì la familiare sensazione del tempo che rallentava e qualcosa oltre il suo cervello che controllava le sue azioni. Non appena Phil perse l'equilibrio e urlò, Dan corse verso il bordo della struttura. Vedendo il suo amico che cadeva dall'altro lato, saltò in aria – le braccia allungate davanti a lui e le gambe dietro, in stile superman. Proprio quando il suo petto andò a sbattere contro il ciglio della barriera con una forza tale da aver sicuramente incrinato una o due costole, Dan riuscì ad afferrare a mezz'aria uno dei polsi tesi di Phil.

All'inizio, Dan pensò che sarebbero caduti entrambi. Lo slancio della caduta del suo coinquilino lo trascinò almeno metà oltre il bordo. Poi miracolosamente, il piede di Dan si incastrò su qualcosa, e si fermarono di botto, Dan cercando disperatamente di rimanere sull'edificio, e Phil ondeggiando violentemente sotto di lui.

“Tirami su! Tirami su! Tirami su!” urlò Phil mentre ondeggiava.

Dan cercò con tutta la sua forza di trascinare su Phil, ma era impossibile. La gravità era chiaramente in vantaggio, e tutto quello che poteva fare era tenere la presa.

“Non ci riesco!” urlò Dan. “Sei troppo pesante!”

“Forza, Dan!” implorò Phil. “Usa l'adrenalina!”

“L'adrenalina è la ragione per cui ancora non sei morto!” lo rimbeccò Dan. “La forza nella mia parte superiore del corpo è la ragione per cui non sei di nuovo sul tetto!”

“Pensavo che avessi iniziato ad andare in palestra!”

“Non è questo il momento, Phil!”

“Potrebbe essere l'unico momento che abbiamo!”

“Aah! D'accordo!” cedette Dan. “Sono andato in palestra, ma mi sono solo seduto nello spogliatoio a lavorare ai video che devo fare. È incredibile quanto più produttivo puoi essere quando stai evitando qualcosa!”

In quel momento, la mano di Phil scivolò un po' e Dan quasi lo perse.

“Dan, fa qualcosa!” gridò Phil. “Non possiamo restare così per sempre!”

“Beh, sei tu quello che è rimasto in piedi su un tetto per due ore con un cazzo di telefono in tasca e non ha chiamato il 999!”

“E che cosa gli avrei detto? Che avrei potuto saltare giù da un tetto? E ho chiamato qualcuno! Te!

“Beh io ero occupato!”

“Che diavolo state facendo voi due?!”

Dan e Phil smisero immediatamente di gridare, notando che una donna dall'aspetto anziano si stava avvicinando a loro, una sigaretta in mano.

“Per favore ci aiuti!” pregò Dan, sforzandosi di mantenere la presa su Phil. “Chiami il 999 o qualcosa! Per favore!”

Lei incrociò le braccia sul petto. “Quello è solo per le emergenze,” rispose. “Smettetela di giocare, adesso.”

“Questa è un'emergenza!” protestò Dan. “Stiamo letteralmente per morire!”

“Basta che lo tiri su,” osservò lei.

“NON CI RIESCO!”

La donna alzò gli occhi al cielo e si avvicinò alla coppia in precario equilibrio. “I giovani d'oggi...” borbottò, infilandosi la sigaretta tra i denti.

Afferrò un estremo della maglietta di Dan con entrambe le mani e lo strattonò all'indietro. Con tre veloci strattoni – che fecero quasi cadere Phil – riuscì a sollevarli di nuovo sul tetto.

“Come c-ci è r-riuscita?” chiese Phil tremante una volta che fu di nuovo in piedi sulla solida terra.

Con un suono di disapprovazione, la donna si lanciò in un lungo e noioso racconto di come i giovani dei suoi tempi dovevano svegliarsi prima dell'alba, mungere le mucche, spazzare il letame dalle stalle, tagliare la legna, e poi camminare cinque miglia in bufere roventi per arrivare a scuola, in salita in entrambe le direzioni.

“Giusto,” disse Dan quando finalmente si fermò per respirare, “Credo di sentire la mia mucca preferita di Londra muggire. Faremmo meglio ad andare a mungerlo.” Indietreggiò e afferrò il braccio del suo amico. “Andiamo, Phil.”

Phil aggrottò le sopracciglia. “Mungerla. Le mucche sono femmine – i tori sono i maschi.”

Ma Dan lo stava già trascinando ai piani inferiori.

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Capitolo 19
*** Regole Sociali ***


ATTENZIONE: Non ho scritto io questa Fanfiction, la sto solo traducendo con il permesso di JustGoogleIt, l'autrice. Potete trovare la storia originale qui: https://www.fanfiction.net/s/9168073/1/When-You-Wish-Upon-a-Star-A-Phanfiction-Parody

 (Yay, sono tornata)


 

18
Regole Sociali


 

Visto che loro vite erano già state stravolte, Dan e Phil avevano pensato che non sarebbero potute peggiorare molto. Sfortunatamente, quello che seguì fu un inferno completamente nuovo.

La frase “montagne russe emotive” non riusciva minimamente ad esprimere come furono per loro le seguenti settimane. Forse “montagne russe emotive con bulloni di vitale importanza mancanti e nessuna busta per il vomito organizzate da un'incompetente teenager a cui non importa un cazzo di niente nel bel mezzo di un uragano” sarebbe una descrizione più accurata.

L'esperienza non poteva essere chiamata davvero “depressione”: o comunque non nel normale senso della parola. Quando spendevano ore a fissare senza espressione le fibre del tappeto, muri spogli, e brillanti schermi di computer, non si sentivano esattamente depressi. Si sentivano più paralizzati, come se non fossero più in controllo di niente. Era piuttosto spaventoso.

Phil, sorprendentemente, fu quello che scoprì che l'alcool era ancora sulla loro lista di cibi consumabili. Dan lo imparò nel modo più duro quando, un martedì sera, dovette respingere il suo inusualmente aggressivo e inebriato coinquilino. Quando gli chiese perché era uscito e si era totalmente ubriacato, Phil aveva solo biascicato, “non volevo – non potevo non farlo”, il che riassumeva abbastanza bene le loro nuove vite.

Qualche volta alla settimana, tentavano di uccidersi. O, più precisamente, i loro corpi tentavano di uccidersi; Dan e Phil facevano tutto ciò che era in loro potere per impedirlo. Fortunatamente, sembravano essere sotto l'influenza dello “strano” solo uno alla volta. Questo voleva dire che Dan poteva essere in cucina a urlare che stava per tagliarsi i polsi fino a che Phil non arrivava di corsa e strappava il coltello dalle sue mani. Poi più tardi, Dan poteva ricevere un messaggio scritto in maiuscole e successivamente correre nella stanza di Phil appena in tempo per tagliare un cappio fatto in casa via dal collo del suo amico prima che lui asfissiasse. Erano una squadra di quel genere.

Non potevano davvero chiamare questi episodi “tentati suicidi” perché quello implicava che ci fosse una scelta. Nella realtà, sembrava più come un tentato omicidio; è solo che i colpevoli coabitavano a volte nel loro stesso corpo.

Dan stava appena uscendo da un altro episodio di paralisi – nel quale aveva deciso che se avesse fissato abbastanza a lungo le fibre del tappeto, avrebbe trovato il significato della vita – quando il telefono squillò.

“Pronto?” rispose stancamente.

“Hey amico, che mi racconti?” rispose la familiare voce. “Sono un po' in ritardo, ma volevi che portassi qualcosa per stasera?”

“PJ?” chiese Dan, abbassando il telefono per ricontrollare il nome del chiamante. “Oh, ciao. Um, che succede stasera?”

PJ rise. “La festa!”

“Che festa?”

“La tua festa. Quella che sta per iniziare tra tipo, mezz'ora.”

“Sto avendo una festa?”

PJ suonava confuso. “Davvero non lo sai? Phil ha invitato tipo metà della YouTube community inglese. In effetti, credo che stia trendando su Twitter!”

“Ti richiamo,” disse Dan, attaccando precipitosamente.

“Phil!” chiamò, correndo nella camera del suo amico. “Hai dato una festa per stasera?”

Phil si accigliò. “No, perché dovrei – oh aspetta,” disse, impallidendo improvvisamente. “Oh no.”

“Cosa?”

Phil sussultò. “Allora, quella notte in cui ero ubriaco... potrei aver fatto qualche chiamata con poco giudizio.”

Dan sembrava inorridito. “Non l'hai fatto.”

Phil annuì cupamente. “Penso che potrei avere invitato qualche persona per stasera.”

“Quante sono qualche?”

“Sono sicuro che non possono essere state troppe...”

“PJ ha detto che stiamo trendando su Twitter!”

“Davvero? Sai, ora che lo dici, potrebbero essere stati più di quel che pensavo.”

“Phil!” esclamò Dan. “Hai visto il nostro appartamento? Questo posto è un casino, non abbiamo spazio per un mucchio di persone che gironzolano, e che cosa gli offriremo da mangiare? Pom-Bears e Country Crisp? E come faremo a spiegare che succede quando uno di noi infila all'improvviso una forchetta nella presa elettrica o qualcosa del genere? Non possiamo dare una festa. Riusciamo a malapena a mantenerci in vita!”

“Lo so!” esclamò Phil. “Ma non ho deciso di invitare gente, è solo-”

“E' solo successo,” finì Dan per lui. “Lo so, lo so. Ma che cosa facciamo adesso?”

“Uh, gli diciamo che stiamo male?” suggerì Phil. “Non è neanche del tutto una bugia...”

Proprio in quel momento, il campanello suonò.

Dan gemette. “Oh ma certo, doveva essere quella volta in cui le persone decidono di presentarsi in anticipo!”

“Sbrigati!” disse Phil. “Fai qualche rumore di conati – gli vado a dire che stai vomitando.”

“No, Phil,” Dan sospirò profondamente. “Se prometti una festa a metà YouTube, tu dai una festa a metà YouTube. Lo affronteremo come uomini... all'incirca. Adesso inizia a pulire. Ho un piano.”

Mentre Phil iniziava a pulire la casa come un pazzo, Dan andò alla porta.

“Hey,” disse Chris, “scusa se sono in anticipo ma-”

“Ghiaccio!” esclamò improvvisamente Dan, colpendosi sulla testa. “Mi sono completamente dimenticato del ghiaccio! È terribile! Se solo mi fossi ricordato di comprare del ghiaccio!”

“Uh, vuoi che vada a prenderne un po'?” si offrì Chris.

“Oh, non ti dispiacerebbe?” disse con enfasi Dan. “Sarebbe fantastico! Ma non puoi andare al negozio più vicino perché il loro ghiaccio sembra un po' strano... se vai dall'altra parte della città però, penso che c'è un Tesco a qualche miglia da qui che ha del buon ghiaccio.”

“Sul serio, Dan?” Chris fece un sorrisetto. “Ti importa della qualità del ghiaccio?”

“Assolutamente. Il ghiaccio è una delle parti più importanti del… uh, del ciclo dell'acqua. Vai, adesso!” Dan scacciò via il suo amico.

Chiuse velocemente la porta dietro di sé e corse ad aiutare Phil a pulire. Non avevano comunque fatto granché, quando il campanello suonò di nuovo. Dan si precipitò di nuovo a rispondere.

“Oh, hey,” disse, guardando Charlie, Carrie, Alex, e Bryarly, “venite in gruppo adesso. Fantastico.”

“Siamo andati in macchina insieme,” spiegò Alex. “Abbiamo pensato che ci sarebbe stato traffico. Comunque, sapevi che state trendando su Twitter?”

“Così ho sentito,” borbottò Dan. “Ad ogni modo, sono felicissimo che siete tutti qui – oh merda!” esclamò. “Sono un idiota! Mi sono completamente dimenticato di comprare del ghiaccio! Che cosa farò?”

“Beh, posso fare una corsa a prenderne un po',” si offrì Charlie. “Il resto di voi può restare qui.”

“In effetti,” disse Dan, pensando velocemente. “sarebbe meglio se andaste tutti insieme. In quel modo potete aiutarlo a portarlo indietro.”

Charlie rise. “Guarda, so che non sono la persona più muscolosa del mondo, ma posso cavarmela con una busta di ghiaccio!”

“Giusto,” disse Dan, “ma mi serve un sacco di ghiaccio. Uh, per un gioco.”

“Che gioco?” chiese Bryarly.

“Um, badminton con... cubetti di ghiaccio. Vedrete. Sarà fantastico. Ma dovreste davvero andare da Whole Foods. Il loro ghiaccio è organico o qualcosa e ho sentito che dovrebbe essere meglio per, uh, il badminton.”

In questa maniera, Dan riuscì a respingere i seguenti cinque o sei arrivi, dando a Phil abbastanza tempo per stipare sette mesi di disordine dentro armadi e sotto i letti. Prima che i primi ospiti tornarono con il loro carico ghiacciato, i due erano riusciti a rendere l'ambiente piuttosto presentabile e avevano anche messo un po' di musica.

“Un problema,” disse Dan mentre facevano un passo indietro per ammirare il loro lavoro. “Niente cibo.”

Frettolosamente, i due cercarono di fare degli spiedini infilzando Maltesers e Pom-Bears su pezzi di Mikado, ma si trasformò tutto in un disastro sbriciolato.

“Potevi mandare qualcuna di quelle persone a compare del cibo,” commentò Phil. “O anche bevande. Sai, qualcosa oltre il ghiaccio.”

“Chi ti ha insegnato le buone maniere, Phil?” disse Dan. “E' maleducazione mandare delle persone a compare cose per la tua festa. Il ghiaccio è l'unica eccezione. Per qualche ragione, alle persone non dispiace comprare il ghiaccio.”

“Scusa, immagino che avrei dovuto intuire che offrire alla gente cibo spazzatura sbriciolato è un'opzione migliore che chiedere loro di portare qualcosa,” replicò Phil sarcasticamente.

Dan alzò le mani in segno di resa. “Hey, non faccio io le regole sociali.”

Ma il campanello stava suonando di nuovo.

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Capitolo 20
*** Salvate la Nostra Ship ***


ATTENZIONE: Non ho scritto io questa Fanfiction, la sto solo traducendo con il permesso di JustGoogleIt, l'autrice. Potete trovare la storia originale qui: https://www.fanfiction.net/s/9168073/1/When-You-Wish-Upon-a-Star-A-Phanfiction-Parody
 


 
19
Salvate la Nostra Ship


 

Una volta che gli ospiti furono tornati e le buste di ghiaccio furono sistemate in cucina, Dan e Phil furono in grado di accogliere in casa l'intero gruppo di persone semi-famose. Era come se la loro lista di iscrizioni si fosse personificata, e stava chiacchierando nel loro – adesso molto stretto – appartamento.

“Dan!” chiamò Carrie, avvicinandosi con un vassoio di cibo. “Devi provare questi pizza rolls fatti in casa che ha portato qualcuno. Sono fantastici!”

Dan dovette fisicamente asciugare un po' di bava dall'angolo della sua bocca mentre fissava il cibo con desiderio. “No grazie,” costrinse se stesso a dire, sapendo bene quale sarebbe stato il risultato.

“Oh andiamo! Sono molto buoni,” insistette lei, agitando per scherzo il piatto di fronte alla sua faccia.

“Sono allergico ai pizza rolls,” mentì Dan, faticando allo stesso tempo a trattenere le sue mani dall'afferrarne uno.

“Davvero?” chiese Carrie, il suo sorriso sbiadendo. “Scusa, non sapevo-”

Ma proprio allora, il profumo vinse e il corpo malnutrito di Dan tentò di aggiustare le ingiustizie che gli erano state fatte nel corso degli ultimi sette mesi di assurda e involontaria dieta. La sua mano schizzò e afferrò un pizza roll, cercando di infilarlo in bocca. Ma come era da aspettarsi, il cibo rimbalzò sull'invisibile campo di forza e cadde sul pavimento.

“L'hai appena sputato?” chiese Carrie confusa.

“No, quella era solo la mia, uh, allergia. Scusa.”

“SONO GAY E AMO CHARLIE MCDONNELL!”

Dan e Carrie abbandonarono la loro conversazione per guardare attraverso l'improvvisamente silenziosa stanza. Alex Day aveva una mano sopra la bocca e un'espressione inorridita sul suo volto.

Poterono vedere la faccia di Charlie passare dal bianco, al rosa, al rosso mentre gli ospiti reagivano in diversi modi. Alcuni alzarono le spalle e continuarono le loro conversazioni, alcuni bisbigliarono tra di loro, e una persona iniziò addirittura ad applaudire.

“Oh cazzo! Non volevo... Non sapevo cosa... Io... Che nessuno lo twitti!” farfugliò Alex.

Charlie spostò velocemente Alex verso al porta. “Dovremmo parlare,” borbottò. “Adesso.”

“Charlie, non volevo dirlo! Non so perché l'ho detto! Non ho deciso di dirlo! Non stavo neanche pensando a niente collegato a quello!” insistette Alex, correndo dietro il suo confuso e imbarazzato amico.

Dan e Phil si scambiarono uno sguardo colpevole, insicuri sul corretto protocollo per la situazione.

Poi, all'improvviso, non sembrò più importare.

“Ti amo, Jack Howard! Vuoi sposarmi?” disse di colpo Carrie.

Jack sembrava confuso, ma quando aprì la bocca per rispondere, tutto quello che uscì fu, “Ma io sono gay e amo Dean!”

Dean Dobbs rispose, “Io amo Ciaran O' Brien!”

“Ma io sono solo gay per Khyan!” urlò Ciaran.

“Phil!” si unì Dan per quella che sembrava la milionesima volta, “Ti amo e sono gay!”

“No!” gli gridò dietro Emma Blackery. “Siamo destinati a stare insieme, Dan!”

Bertie Gilbert gridò, “Bethan Mary Leadley! Vuoi sposarmi?”

“Non posso idiota,” lo rimbeccò lei, “Io amo BriBry!”

“Chris!” esclamò PJ, mettendosi in ginocchio, “Ti amo più di quanto ami il riso, il che è molto. Vuoi essere mio marito?”

“Beh, questo è dolce, ma tutti sanno che siamo io e Phil per sempre,” rispose Chris.

“Tom Milsom, i tuoi capelli blu elettrico mi hanno catturato per anni e il mio amore per te non appassirà mai,” annunciò Ed Biann. “Vuoi essere il mio hexaplant?”

“Questo è carino, Ed,” disse Tom, “ma Benjamin Cook è la mia anima gemella.”

“Scusa Tom,” disse Ben. “Hazel! Siamo stati destinati da sempre!”

“Ew no!” squittì Hazel. “Io sarò sempre per WOTO. Siamo io e Brad! O Liam – mi accontento di Liam.”

“Beh, quello sarebbe offensivo se non fossi così follemente innamorato di di Bryarly,” la rimbeccò Liam.

“Ma tutti sanno che io amo Charlie!” protestò Bryarly. “Certo, non tanto come amo Lindsey...”

“Io amo Becky!” aggiunse Lindsey.

“E io amo te, Liam Dryden!” esclamò Kayley Hyde.

“Mi è sempre piaciuto Michael Aranda,” rifletté Liam Dryden.

“Carrie!” chiamò Phil, “siamo io e te, ragazza!”

“Sì!” esclamò lei. “No aspetta, siamo io e Alex. No, io e Dan! O, siamo io e Brad? No siamo io e Liam. O, io e Sam? No, decisamente io e Jack. E io e Dean. Ma potrebbe essere io e Danny... A meno che non sia io e Charlie! O, io e Ciaran? No! O è me e quel porcospino albino? …Ma potrebbe anche essere io e Tom. O, io e l'altro Tom. O, io e l'altro, l'altro Tom. O, io e l'altro, l'altro, l'altro Tom. Ooh! O io e il Tom dall'Australia... ma traccio assolutamente una linea tra me e mio fratello, Tom!”

Dan e Phil cercarono invano di calmare i terrorizzati YouTubers, ma ogni volta che aprivano bocca finivano per professare inavvertitamente il loro amore a qualcun altro.

Dopo quasi un'ora di grida, proposte, rifiuti, coming out, e stranezza generale, il baccano si era finalmente abbassato abbastanza da permettere ai due proprietari di casa di eseguire il loro piano costruito frettolosamente.

Dan saltò sul divano e fischiò rumorosamente per ottenere l'attenzione.

“Signore e signori di YouTube,” annunciò, “abbiamo motivo di pensare che l'insetticida spruzzato in questo edificio qualche giorno fa stia influenzando alcuni neurotrasmettitori nei vostri cervelli facendovi credere di essere innamorati. Non siete probabilmente né più gay né più etero di quanto eravate ieri. Noi crediamo che questa situazione si risolverà da sola una volta che vi siate rimossi da questo ovviamente tossico ambiente. Adesso, se ognuno volesse per favore dirigersi all'uscita in maniera calma e ordinata, Phil ha alcuni esoneri di responsabilità da farvi firmare prima di uscire.”

“E' vero,” annunciò Phil, agitando in aria un mucchio di carte appena stampate. “Questa è una semplice liberatoria che indica che qualsiasi cosa detta o fatta in questo appartamento stanotte è ufficialmente non affidabile. Nessuno condividerà nessun video, messaggio. tweet, post, aggiornamenti di stato... eccetera, riguardanti questa festa. Dovesse uno qualsiasi di voi rompere il contratto, dovrà dire addio a tutte le future opportunità di networking con la YouTube community inglese.”

Sembrando sollevati, l'orda di YouTubers firmò velocemente le liberatorie e uscì alla spicciolata dalla casa, lasciando Dan e Phil solo con Chris, PJ, e il gruppo che era venuto in macchina con Alex.

“Fareste meglio ad andare per la vostra strada,” disse Dan ai ritardatari. “I fumi tossici e tutto.”

“Sì, noi non andiamo da nessuna parte finché non ci dite veramente che cosa sta succedendo,” disse Chris seriamente.

“Insetticida?” offrì Phil.

“No,” disse fermamente PJ. “Voi vi state comportando in modo starno da mesi. Dobbiamo sapere che cosa sta succedendo. Dovremmo essere i vostri amici,”

Con profondi sospiri, Dan e Phil si lanciarono nell'intera storia di stranezze, dall'incontro con Ophelia alla festa di quella notte. Quando finalmente finirono, il piccolo gruppo sedette in silenziosa meraviglia.

“Quindi capite perché non potevamo dirlo a nessuno,” disse Phil. “Avrebbero pensato che eravamo pazzi perché dicevamo che qualche volta semplicemente non eravamo più in controllo di noi stessi. Voglio dire, azioni, pensieri, parole... probabilmente anche voi pensate che siamo matti.”

“In effetti sembra piuttosto da matti,” ammise Alex, “ma dopo quello di cui abbiamo appena fatto esperienza... voglio dire, Phil, tu ti sei dichiarato a una scopa!”

Phil arrossì. “Era una scopa molto carina,” borbottò. “Credo che il nostro ship name sia 'Phroom' (N/T: scopa=broom). È meglio di Bril, comunque...”

“Sì e senti chi parla, Alex,” aggiunse Dan in difesa del suo amico. “Ti ho visto baciare quella chitarra.”

Charlie – che era stato relativamente silenzioso fin dall'incidente Cherimon – rifletté, “Sai, suona quasi come una fanfiction o qualcosa del genere.”

Bryarly rise. “Leggi fanfiction? Non le leggi su di te, vero?”

“No!” rispose Charlie un po' troppo sulla difensiva. “Beh, non spesso,” ammise. “E' difficile, okay? Qualche volta, mi chiedo che cosa pensino le persone di me. Sono solo umano.”

“Aspetta, torna a quello che stavi dicendo,” spingette Dan.

“Voglio solo dire, alcune delle situazioni che avete descritto suonano un sacco come la roba delle loro storie. Non so, probabilmente è solo una coincidenza, ma la festa di stanotte era come il paradiso di una shipper.”

“Se era riguardo lo shipping,” disse Carrie, arrossendo leggermente, “quello spiegherebbe perché alcuni di noi ne erano... sproporzionatamente influenzati.”

“Ma quelle sono solo storie,” ribatté Bryarly. “Come potrebbero avere una qualsiasi rilevanza nella vita reale?”

“Personalmente, io sostengo qualsiasi teoria che dica che non sono schizofrenico,” dichiarò Dan.

“Io l'appoggio,” intervenne Phil.

“Quindi, io non sono un esperto,” continuò Charlie, “ma potrei conoscere qualcuno che può aiutarvi. Lei si descrive come la mia più riluttante fan numero uno...”

 


 

A/N: Salve gentile lettore!

Dovevo includere la del tutto irrealistica festa di YouTuber – è un punto base di ogni phanfiction :)

Visto che non abbiamo fatto esempi di recensioni da un po'... Per favore copiate e incollate come appropriato!

“Non mentirò, odio davvero i tuoi esempi di recensione. Non esprimono MAI adeguatamente i miei pensieri, sentimenti, e/o opinioni riguardanti questa storia o la vita in generale”

“Mi piacciono i tuoi esempi di recensione. Esprimono SEMPRE adeguatamente i miei pensieri, sentimenti, e/o opinioni riguardanti questa storia o la vita in generale”

“Sono indifferente sia all'una che all'altra opinione sui tuoi esempi di recensione, ma preferirei che smettessi di parlarne e decidessi se scriverli o no. Santo cielo!”

“Dovrei star facendo i compiti in questo momento. *agita pugno in aria* Maledetta ragazzina!”

“Ho già finito i miei compiti perché sono più intelligente di te... :p”

“AVRESTI DOVUTO INCLUDERE (*aggiungere uno YouTuber a caso*) ALLA TUA FESTA!”

“Mi confondi e/o infastidisci per ragioni che non mi importa più di condividere a questo punto”

“Mi hai preso per una spugna?” (William Shakespeare, Amleto)

Saluti!

- Bethany

 

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Capitolo 21
*** Coming Out of the Closet ***


ATTENZIONE: Non ho scritto io questa Fanfiction, la sto solo traducendo con il permesso di JustGoogleIt, l'autrice. Potete trovare la storia originale qui: https://www.fanfiction.net/s/9168073/1/When-You-Wish-Upon-a-Star-A-Phanfiction-Parody
 


 
20
Coming Out of the Closet


 

Quattro giorni dopo, Dan e Phil si trovavano accalcati in un armadio per cappotti inutilizzato nel seminterrato della chiesa di St. Edward, cercando di non emettere un fiato.

“Perché non possiamo semplicemente andare là? Questo sembra così sbagliato,” bisbigliò Phil.

“Charlie ha detto che dobbiamo aspettare che lei sia da sola,” gli bisbigliò in risposta Dan.

“Ti rendi conto di quanto male suona?”

“Silenzio,” lo zittì Dan. Attraverso lo spiraglio della porta, poteva vedere circa otto ragazze sedute in un cerchio di sedie piegabili al centro della stanza. Una giovane donna con capelli scuri lunghi fino alle spalle e un atteggiamento tutto-affari si schiarì la gola.

“Okay gente, grazie per essere venute stasera agli YouTube Real Person Fanfiction Writers Anonymous (N/T: Scrittrici di Fanfiction su Persone Reali di YouTube Anonimi),” iniziò. “Vedo che abbiamo un nuovo membro, quindi perché non iniziamo ad andare in cerchio e presentarci? Inizierò io. Mi chiamo Jenny, ho ventitré anni, sono la direttrice del YTRPFWA di Londra, e sono una dipendente da RPF (N/T: Real Person Fanfiction). La mia OTP iniziale era Chenny – Charlie McDonnell e me stessa – sebbene mi sia dilettata in tutto da PewDieCry a Larry Stylinson. Ho scritto un totale di 344,019 parole di RPF e ho fatto le beta lettrice di sessantasei diverse fanfiction. Questo martedì, sarò pulita da diciotto mesi.”

Il gruppo applaudì educatamente e Jenny si girò verso la ragazza alla sua sinistra. “Sofia, ti andrebbe di continuare?”

Una ragazza dall'aspetto molto timido, con un frangetta che le copriva metà del volto, rispose. “Mi chiamo Sofia. Ho sedici anni, e sono una dipendente da RPF. Ho scritto OC/Dan, OC/Phil, e fanfiction KickTheStickz, e penso che il mio numero di parole sia intorno a 170,000. Da stasera, sono stata pulita per tre settimane.”

“Eccellente, Sofia!” la lodò Jenny. “Siamo tutte molto fiere di te. Giusto, ragazze?”

Gli altri membri mormorarono il loro assenso. Una ragazza, tuttavia, che non poteva aver avuto più di tredici anni, scoppiò in lacrime.

“Madison, che succede?” chiese Jenny in modo rassicurante.

“H-ho fallito!” disse Madison tra i singhiozzi con voce strozzata. “Stavo andando così bene e-e ho rovinato tutto! S-sabato, ho twittato ad entrambi! E ho scritto un'altra fanfiction Ianthony, e l'ho p-postata su T-Tumblr e ho a-avuto sessantasette n-note! Mi d-dispiace!” sotterrò il viso tra le mani e singhiozzò.

Jenny si alzò e camminò velocemente attorno al cerchio per dare un abbraccio alla ragazza.

“Oh, Madi, dolcezza,” la consolò Jenny, “tutti abbiamo delle ricadute a volte. La cosa importante è che tu sei qui e in grado di ammetterlo. L'astinenza è difficile, credimi lo so, ma hai tutti questi amici qui che sarebbero disposti ad aiutarti la prossima volta che senti di perdere il controllo. Giusto ragazze?”

Tutte le ragazze annuirono solidali.

Dopo averle dato un'altra stretta rassicurante, Jenny disse, “Allora Madi, perché non finisci? Ricorda, il passato non importa. Noi andiamo avanti.”

Madison tirò su col naso e tornò a guardare il gruppo. “Sono Madison, sono una dipendente da RPF, e sono stata pulita per - ” controllò il suo telefono, “ - sei ore e mezza.”

Il gruppo applaudì di nuovo educatamente mentre Jenny continuava a condurre la discussione per il cerchio. Condivisero testimonianze, parlarono delle loro difficoltà, tentazioni, solitudine, e come nessuno nelle loro vite capesse davvero il fardello di vivere con una dipendenza da RPF. Dan e Phil guardarono tutto in silenzioso stupore attraverso la loro piccolo fessura nella porta.

Dopo circa un'ora, Jenny concluse. “D'accordo tutti quanti,” disse. “Per favore ricordatevi di portare un simbolo del vostro fandom precedente o precedente OTP da bruciare all'imminente falò della prossima settimana. Adesso potete tutte per favore unirvi a me nel motto degli YouTube Real Person Fanfiction Writers Anonymous?”

Il gruppo recitò cupamente, “Accogliamo il cambiamento, puntiamo avanti, e lasciamo irrealistiche aspettative dietro di noi.”

Jenny sorrise raggiante. “Signore, spero di vedervi di nuovo tutte quante la prossima settimana. Potete andare.”

Dan e Phil aspettarono altri venti minuti mentre i membri del gruppo chiacchieravano tra di loro e uscivano lentamente dal seminterrato. Finalmente, l'unica rimasta era Jenny, che stava mettendo a posto le sedie.

“Okay, penso che questo è il momento” bisbigliò Phil.

“Cerca di non farla svenire,” replicò piano Dan.

Dan uscì fuori dall'armadio e si schiarì la gola. “Hey... Jenny Alborn, giusto?”

Jenny si girò di scatto e lo fissò a bocca aperta. “Aahh!” strillò. “Come hai fatto-” cominciò Jenny mentre Phil lo seguiva fuori. “Voi! No! Non farò... Io... Non potete... Solo... No! Voi ragazzi non potete essere qui!”

“Io sono Dan e questo è-”

Lei lo interruppe, “So chi siete! Buon Dio, se so chi siete! Ed è esattamente questa la ragione per cui non potete stare qui. Nessuno dei due!” Si nascose il viso tra le mani. “Sono in guarigione!”

“Ascolta, ci dispiace molto per questo,” spiegò Dan frettolosamente, “ma ci serve un'esperta, e Charlie McDonnell ci ha detto che tu sei la nostra migliore possibilità.”

“Ma voi non capite cosa significhi questo,” protestò Jenny. “Sono stata pulita per così tanto! Non ho scritto nessuna fanfiction, ho eliminato il mio Tumblr, Wattpad, deviantART, e profili di fanfiction, e mi sono anche disinscritta dai vostri secondi canali. Per Natale, il mio obiettivo era di disinscrivermi anche dai vostri canali principali! Stavo andando così bene! Adesso voi volete semplicemente venire e rovinare tutto? No! La mia vita è finalmente tornata in carreggiata! NON lascerò che voi due la mandiate di nuovo al deraglio!”

Mentre diceva questo, Dan e Phil notarono che stava tremando violentemente.

“Stai bene?” chiese Phil.

“NO, NON STO BENE!” urlò lei. “In questo momento sto odiando e fangirlando in uguali parti! I corpi non sono fatti per così tante emozioni tutte in una volta!”

“Di nuovo,” disse Dan, “ci dispiace molto. Ma abbiamo bisogno di aiuto, e tu sei l'unica esperta di RPF che chiunque sembra conoscere. Potresti per favore solo parlare con noi?”

“Ma-” iniziò lei.

“Ascolta, capiamo perché sei esitante,” si intromise Phil, “ma ti promettiamo, nell'istante in cui avremo finito di parlare, ti lasceremo in pace per sempre – voglio dire, se è quello che vuoi. Potresti per favore, per favore solo rispondere a qualche domanda per noi?”

Jenny fissò il pavimento per un lungo momento, contemplandolo. Sembrava che qualche epica battaglia morale si stesse scatenando dentro di lei e Dan e Phil si lanciarono un'occhiata nervosa.

Finalmente, alzò lo sguardo su di loro e sospirò profondamente. “Uno dei pilastri degli YTRPFWA è che siamo tutti solo persone. E solo perché qualcuno ha raggiunto una semi-notorietà ciò non rende quella persona più meravigliosa, o importante, o in grado di cambiare vite di qualsiasi altra persona.”

I due ragazzi annuirono vigorosamente.

Jenny sospirò di nuovo. “Cioè, mi rendo conto che quello che è successo non era colpa vostra. Voi ragazzi non avete quel tipo di potere. Quindi, adesso...” prese un altro profondo respiro, “Scelgo di perdonarvi.”

“Uh, grazie,” risposero goffamente i due.

“E, potete dire a Charlie che non incolpo neanche lui. E mi dispiace davvero per averlo stalkerato quell'estate.”

Phil sorrise leggermente. “Ci ha detto di dirti che ti ha completamente perdonata – sebbene l'ordine restrittivo rimanga ancora – ed è molto felice che sei in recupero adesso.”

“Già,” sospirò Jenny, “questo è più meno quello che hanno detto anche Jack e Finn...” sorrise maliziosamente. “Ma ragazzi, che estate!”

 

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Capitolo 22
*** Aiuto Professionale ***


ATTENZIONE: Non ho scritto io questa Fanfiction, la sto solo traducendo con il permesso di JustGoogleIt, l'autrice. Potete trovare la storia originale qui: https://www.fanfiction.net/s/9168073/1/When-You-Wish-Upon-a-Star-A-Phanfiction-Parody
 


 

21
Aiuto Professionale


 

Visto che il coro della chiesa faceva le prove alle sette, Jenny suggerì di andare allo Starbucks dall'altra parte della strada per la loro chiacchierata. Dopo che Dan ebbe rovesciato il suo bollente, appiccicoso caffè su Oyintsa Chandler (una ragazza americana di quattordici anni che era per caso in vacanza a Londra per una settimana e che finì poi per svenire tra le pronte braccia di Phil), si sistemarono su dei divanetti in fondo al caffè.

“Allora,” cominciò Jenny, “voi dite che le vostre vite si sono trasformate in una fanficiton.”

Dan trasalì. “Senti, so che suona da pazzi, ma-”

“Non è di certo la prima volta,” lo interruppe Jenny.

“Aspetta,” disse Phil sbalordito, “stai dicendo che questo è successo a qualcun altro prima?”

“Siamo nel 2013, Phil. Tutto è già successo prima.” (N/T: Sì, la fanficiton originale è di qualche anno fa :D)

“Ma... quando?!”

“Il caso più famoso fu quello di Michael Jackson... Non andò a finire bene.”

Dan sembrava scettico. “Michael Jackson viveva in una fanfiction?”

“Perché pensi che tutte quelle cose strane gli succedevano?” gli chiese Jenny in modo condiscendente. “Cioè, il tipo ha cambiato il suo colore della pelle!”

“Immagino di aver solo pensato che era un tipo strano.”

“Beh, anche un po' quello. È una lunga storia,” Jenny scrollò le spalle.

“Quindi stai dicendo che, scrivendo RPF, le persone possono controllare le nostre vite?” chiese Phil.

“Più o meno,” confermò lei.

“Ma, i fan hanno scritto di me e Dan per anni e questo è iniziato solo sette mesi fa,” controbatté il ragazzo.

“Richiede un insieme di circostanze molto speciale,” spiegò Jenny. “La prima è che la fanfiction deve essere senza disclaimer.”

Phil sembrava confuso. “Senza disclaimer?”

Jenny sospirò. “Okay, allora, se per esempio avete mai letto una fanfiction di Harry Potter, di solito vedete un piccolo disclaimer in cima in cui l'autrice afferma che lui o lei non possiede nessuno degli elementi del libro: personaggi, ambientazione, trama... qualsiasi cosa. Il disclaimer verifica che tutte quelle cose appartengono ancora a J.K. Rowling. È per motivi legali; sapete, infrazione del copyright.”

“Giusto,” annuì Phil, “ma io non sono un mago orfano.”

“Beh, questo è il problema,” continuò lei. “Nelle RPF, le cose diventano un po' complicate. Agli autori serve davvero fare il disclaimer? Voglio dire, è abbastanza ovvio che non possiedono i personaggi canon, quindi alcuni autori pensano che il disclaimer non sia necessario. In realtà, quei disclaimer sono importanti per distinguere tra gli eventi della vita canon e non-canon.”

Un po' esasperato, Phil chiese, “Che, in inglese, vuol dire...?”

Jenny fece una smorfia. “Uh... l'autrice ha il copyright su entrambe le vostre vite.”

“Whoa! Whoa! Aspetta un momento!” esclamò Dan. “E' la mia vita! Come diamine fa qualcuno ad avere il copyright sulla mia vita?!”

“Non mettendo. Il disclaimer. Alla sua. Fanfiction,” disse Jenny lentamente. “Seguimi, Dan.”

“Quindi, chiunque scriva fanfiction senza disclaimer può fare questo alle persone?” chiese Phil.

“Beh, no,” ammise Jenny. “Questo è un campo di studi piuttosto limitato, quindi non siamo esattamente sicuri di come accada. Vedete, le autrici si scordano di mettere il disclaimer continuamente, ma questa situazione rimane inusuale. La teoria attuale è che sebbene le fanfiction senza disclaimer aprano la porta per situazioni di questo tipo, c'è anche qualche altra forza in atto che le attiva.”

“Tipo cosa?” chiese Phil.

“Come ho detto,” ripeté lei, “è un campo di studi limitato. Sappiamo che la frequenza dei casi aumenta durante le festività più importanti, ma dobbiamo ancora determinare esattamente perché. Ma non importa davvero come questo sia accaduto – la cosa importante è che è accaduto.”

“Quindi, che cosa facciamo adesso?” chiese Dan.

“Dobbiamo scoprire chi è la vostra scrittrice,” disse Jenny. “Mi servirà ogni strano dettaglio che potete ricordare degli ultimi sette mesi.”

Dan annuì. “Okay, prima di tutto,” disse, indicando il punto dove Oyintsa era svenuta quindici minuti prima, “c'è quello. Ogni singola volta che sono stato da Starbucks negli ultimi sette mesi, ho rovesciato la mia bevanda su qualche ragazza americana con uno strano nome a caso.”

“Oh, quello è un classico,” annuì Jenny. “La fanfiction OC/rovesciata di Starbucks.”

“La che?” chiese Phil.

“OC sta per 'Original Character' (N/T: personaggio originale). È il termine che usiamo quando l'autrice si inventa personaggi aggiuntivi al di fuori del canon. Di solito, sono auto-inserti, che vuol dire che l'autrice desidera davvero essere quel personaggio, ma si sente un po' troppo in imbarazzo per usare il suo vero nome. Quindi rende invece l'OC essenzialmente uguale a se stessa: colore dei capelli, colore degli occhi, nazionalità, personalità... qualsiasi cosa.”

“Ma che centra Starbucks?” chiese Phil.

Jenny rise. “Quella è una delle fisse delle RPF di YouTube. Mostra anche che questa scrittrice probabilmente non è inglese, perché in quel caso incontreresti le tue OC sui trasporti pubblici. Gli americani non capiscono la metro. Vedete, ci sono solo pochi modi in cui le scrittrici possono fare incontrare i loro OC con i personaggi canon, o CC. A proposito,” disse, puntando il dito verso Dan e Phil, “voi ragazzi siete CC.”

Dan alzò gli occhi al cielo. “Mi sento così speciale.”

“Dovresti. Comunque, quando le autrici non inglesi devono scrivere l'incontro iniziale, ci sono tre principali strategie che usano per farlo sembrare realistico. Uno è fare incontrare i personaggi a un raduno – di solito il VidCon – che è soltanto un ovvio desiderio realizzato. Poi, c'è il buon vecchio metodo del 'l'OC è la cugina del migliore amico del CC'. Questo qua di solito è abbastanza buono, ma poi diventa complicato e comprende generalmente triangoli amorosi. Il più popolare comunque, è il metodo 'il CC rovescia il suo caffè sull'OC e poi si sente in colpa per questo'. Personalmente, penso che sia il più popolare perché Starbucks è così universale che chiunque ci si può immedesimare.”

Jenny fece una pausa per bere un sorso di caffè. “Quindi, adesso abbiamo determinato che la vostra scrittrice non è inglese – basandosi sulle OC è probabilmente americana – ed è una shipper etero, perché vi accoppia con OC femmine invece che tra di voi. Questo restringe un po' il campo.”

“In effetti,” disse Phil esitante, “Credo che ci accoppi più tra di noi che con ragazze. Noi, uh, continuiamo a fare coming out.”

Jenny aggrottò le sopracciglia. “Le piace anche lo slash? Okay, questo è strano. Di solito, sono o l'una o l'altra... interessante. Continuate, che altro succede?”

“Okay,” disse Phil, “possiamo solo mangiare otto tipi di cibo – cereali Country Crisp, Maltesers, Mikado, yogurt, patatine fritte, Pom-Bears, ShakeAway, e Starbucks.”

“E alcool,” aggiunse Dan, “quindi, in realtà nove.”

Jenny annuì. “Beh, questo era da spettarsi. Quelli sono i vostri cibi canon, quindi è per quello che la vostra autrice ha deciso di includerli nelle sue fanfiction. Ad essere sincera, sono sorpresa che abbiate avuto così tanta varietà. Cioè, Elvis era ridotto a burro di arachidi, banane, e panini al bacon, pover'uomo. Le deve davvero piacere scrivere di cibo.”

Phil cominciò, “Quindi, adesso mi stai dicendo che Elvis era-”

“Sì,” lo interruppe Jenny.

“E, che cosa intendi con 'cibi canon'?” domandò Dan, concentrandosi sulla parte importante. “Non dovrebbe essere canon qualsiasi cosa abbiamo mai mangiato?”

“No,” Jenny scosse la testa, “qualcosa è canon solo se l'avete fatta in un video; a nessuno importa del resto della vostra vita.”

“Ma,” disse Phil, “Non credo di aver mai bevuto alcool in un video.”

“E' irrilevante. Potete consumare qualsiasi cosa l'autore dice che potete consumare, è solo più probabile che lei scelga cibi canon per il realismo. L'alcool comunque è più un espediente per la trama... Immagino che ha fatto succedere delle cose strane?”

“Uh, qualcosa del genere,” ammise Phil.

“Di nuovo,” affermò Jenny mentre cercava nella sua borsetta, “un classico. Continuate, mi servirà qualcosa di più specifico.” Recuperò una penna, lisciò uno dei fazzoletti di Starbucks, e iniziò a scorrere sul suo telefono, prendendo occasionalmente appunti.

Ogni volta che esaurivano cose da dire, Jenny gli chiedeva domande apparentemente non collegate.

“Negli ultimi sette mesi,” iniziò, “è stato impossibile per qualcuno di voi due finire una frase con un verbo?”

Dan aggrottò le sopracciglia. “Questo a che cosa è collegato?”

“Già,” intervenne Phil, “dove vuoi arrivare?”

“Lo prendo come un no allora” borbottò lei, cancellando qualcosa. “Vi siete mai trovati a recitare improvvisamente poesia in lingue straniere – specialmente francese e swahili?”

“Direi di no,” rispose con cautela Phil.

“D'accordo, e qual è l'ultima volta che uno di voi due si è scottato al sole?”

“Se è su quella skin fic-” cominciò Dan.

“Volevate il mio aiuto, o no?” lo rimbeccò lei.

“Okay, okay! Scusa,” si arrese lui.

“Non importa,” agitò una mano la ragazza. “Ora, qualcuno di voi ha recentemente acquistato dei mobili antichi, specificatamente sedie?”

“Okay,” insistette Phil, “penso che sia abbastanza adesso!”

Jenny roteò gli occhi. “Seriamente! Voi eravate quelli che mi pregavano di farlo...”

Finalmente, dopo ore di interrogatorio, Jenny disegnò un grosso cerchio intorno a una delle scritte e alzò trionfante il fazzoletto sopra la testa.

“Ce l'ho!” esclamò.

“Cosa?” chiesero urgentemente Dan e Phil.

Jenny fece un gran sorriso. “La vostra autrice è Melanie Grace Ruso, una quindicenne americana che ha pubblicato non meno di ottantatré storie RPF negli ultimi due anni. È un po' una leggenda nella comunità. Il suo username è melazingfirekickstickzneribedtimeexaplantbrycoollikeradgemonkeyssayhoottosnakesOMFGDFTBA_13... Ma noi la chiamiamo 'Mel' per fare prima.”

Gli occhi di Dan si spalancarono. “Cosa vuole, che facciamo un'orgia tutti insieme o qualcosa?!”

“M-ma come fa ad avere quel nome?” farfugliò Phil. “Questi sono decisamente troppi personaggi!”

Dan guardò il suo amico con incredulità. “Abbiamo appena scoperto che le nostre vite sono sotto il controllo di una quindicennesvitata, e tu ti preoccupi della lunghezza del suo username?

“Hey!” si intromise Jenny. “Non è svitata! La dipendenza da RPF è un problema serio. Non insultarla.”

All'improvviso, l'autocontrollo di Dan sembrò sparire bruscamente e il ragazzo si gettò giù a terra. Phil e Jenny scattarono entrambi in piedi, sorpresi.

“Ma come è successo?!” esclamò Dan, sbattendo sul pavimento come un bambino capriccioso di due anni. “Non capisco niente di quello che sta succedendo! Lo odio! Vi odio tutti!”

Immediatamente, tutti gli occhi nel bar si girarono a fissare l'uomo che si dimenava.

“Dan? Dan!” provò Phil, scuotendo la spalla del suo amico. “Per favore non qui. Alzati per favore! Siamo in pubblico, Dan! Andrà tutto bene, ok? Devi solo riprenderti.”

Ma quando ciò non riuscì a far alzare Dan dal pavimento, Jenny si inginocchiò accanto a lui. “Dan,” disse bruscamente. “Questo non sei tu. Ti stai comportando in modo completamente OOC in questo momento.”

“Che cosa vuol dire?” chiese Phil.

“Out Of Character.” rispose Jenny (N/T: Fuori personaggio). “Dan non si comporterebbe mai così in canon.”

“Questo è canon!” singhiozzò rabbiosamente Dan, colpendo ancora il pavimento. “Questa è la mia vita! Io non sono un personaggio! Io sono solo io!”

Phil e Jenny passarono diversi minuti a cercare di calmare Dan finché gli sguardi di disapprovazione e gli sbuffi irritati degli altri avventori furono troppo per loro da sopportare. Con Phil che tirava le gambe di Dan e Jenny le sue braccia, i due riuscirono a trasportare fuori dal caffè l'agitato ragazzo fino al marciapiede.

“Phil, devi baciarlo,” disse Jenny come un dato di fatto. “Con passione.”

“Che cosa?!” esclamò Phil. “Perché?”

“Baciarsi è sempre il modo più veloce per far finire una fanfiction angst. Fidati di me.”

“Ew, fallo tu.”

“Non posso,” disse Jenny, un po' tristemente. “Prima di tutto sono in guarigione. Secondo, non sono una OC o una CC in questa fanfiction, quindi non funzionerebbe. Devi farlo tu.”

Phil guardò il suo isterico coinquilino, che si stava ancora dimenando a terra alternandosi tra l'urlare parolacce e minacce di morte. “Ma, è il mio migliore amico! È sbagliato!

“Phil,” disse Jenny, esasperata, “pensa che sia una respirazione bocca a bocca. Dio sa che ne ha fatte molte di quelle. Adesso, finiscila e sii un uomo!”

Phil guardò Dan, poi Jenny, e poi di nuovo Dan. “Oh, va bene!” si arrese.

I due girarono Dan di schiena e Jenny cercò di bloccare a terra le sue braccia agitate.

“Adesso!” gridò.

In un instante, Phil si mise a cavalcioni di Dan, si abbassò, chiuse fermamente gli occhi, e serrò le loro labbra. Dopo circa cinque secondi, l'attacco cessò e le membra di Dan si rilassarono.

Phil scosse la testa mentre guardava il suo amico tornare lentamente alla realtà. “Le cose che faccio per te...” borbottò sottovoce.

 

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Capitolo 23
*** Le Sacre Scritture ***


ATTENZIONE: Non ho scritto io questa Fanfiction, la sto solo traducendo con il permesso di JustGoogleIt, l'autrice. Potete trovare la storia originale qui: https://www.fanfiction.net/s/9168073/1/When-You-Wish-Upon-a-Star-A-Phanfiction-Parody
 


 
22
Le Sacre Scritture


 

Una volta che si furono tutti ripresi dal piccolo episodio di Dan, i tre passeggiarono senza meta per le strade artificialmente illuminate di Londra, i ragazzi non ancora pronti a portare a casa una dipendente da RPF.

“Allora, prima,” cominciò Phil, “che cosa intendevi esattamente con 'angst fic'?”

“Angst è un genere di fanfiction,” spiegò Jenny. “A parte il genere romantico, è uno dei più popolari. Dan era chiaramente sotto l'influenza di una angst fic prima, vero Dan?”

Dan scrollò le spalle. “Penso di sì.”

Era arrivato al punto in cui non poteva onestamente dire quali emozioni fossero sue e quali fossero imposte da Mel su di lui.

“Che altri generi ci sono?” chiese Phil.

“Vediamo,” disse Jenny, contandoli sulle dita. “Romantico, dolore/riappacificazione, fluff, comico, avventura, abuso, dramma, amicizia, sesso, fantasia, sci-fi, poesia-”

“Phil,” rise Dan, “grazie a dio non le piace la poesia! Quello sarebbe davvero orribile. Immagina,” fece dei gesti teatrali, “la tua vita... è una metafora!”

Phil rise, “Già...”

“O quello o tutto dovrebbe rimare,” aggiunse solennemente Jenny. “Povero Dr. Seuss... Anche se devo dire, l'ha gestita davvero bene.”

Dan e Phil si limitarono a fissarla.

“Ad ogni modo,” continuò lei, “Mel si è evoluta molto come autrice nel corso degli anni. Era solita scrivere romantico e fluff, ma ultimamente si è cimentata in temi più cupi.”

“Già, ne so qualcosa,” borbottò Dan, strofinandosi gli avambracci che portavano ancora i segni dell'ultimo tentativo del suo corpo di farsi fuori. Qualche giorno fa, Phil aveva passato quasi dieci minuti cercando di strappare un coltello dalle mani di Dan mentre gridavano entrambi terrorizzati.

“Sinceramente, sono fiera di lei,” continuò Jenny. “Sta finalmente crescendo, descrive delle vere emozioni nella sua scrittura.”

Phil alzò le sopracciglia sorpreso. “Fiera di lei?”

“Voglio dire, la ragazza è chiaramente una dipendente,” chiarì velocemente Jenny, “e sto cercando da mesi di farla entrare nel programma di recupero della sua zona, ma comunque, è bello vedere un'aspirante scrittrice perfezionare le sue abilità. In effetti, sono stata una sua beta lettrice.”

“Voi due siete piuttosto unite, huh?” chiese Phil.

Jenny annuì. “Chattavamo sempre. Era come terapia a distanza.”

“Hai il suo numero?!” esclamò Dan, spalancando gli occhi. “Allora chiamala! Falle smettere di scrivere fanfiction su di noi!”

“Non è così semplice,” spiegò Jenny. “L'ultimo messaggio che ho ricevuto da Mel – mesi fa - diceva che era in punizione per un tempo indefinito dall'usare ogni strumento elettronico. Niente telefono, niente internet...”

Phil sembrava confuso. “Allora, come fai a sapere cosa sta scrivendo? Serve una connessione internet per pubblicare fanfiction.”

“Phil, è di una dipendente che stiamo parlando,” disse Jenny in modo condiscendente. “I dipendenti sanno come recuperare una dose. Scrive le sue storie in un quaderno ad anelli, le trasferisce al computer quando arriva a scuola, e le pubblica durante l'ora di informatica. Sfortunatamente, la sua scuola blocca ogni sito di social network, come anche la casella di messaggi personali del sito – e lei non ha esattamente un mare di amici nella vita vera – quindi è stato praticamente impossibile farle arrivare dei messaggi.

“Perché è in punizione comunque?” chiese Dan.

“E' nei guai con sua mamma per aver citato il Libro di Daniel in chiesa, povera piccola.”

“Il che?” chiese Dan.

Libro di Daniel,” ripeté Jenny, con un'espressione incredula. “Non dirmi che non sai niente del Libro di Daniel. È il tuo libro.”

“Ma io non ho mai scritto un libro!” protestò lui.

“Beh, no, non direttamente,” concordò Jenny. “L'abbiamo scritto noi per te. Trascritto, in realtà.”

“Oh dio no,” gemette Dan, coprendosi il viso con le mani.

Jenny fece un sorrisetto. “Hai sempre detto che sei un internet cult leader. Alcuni membri del fandom hanno pensato che era più che giusto che tu avessi il tuo personale libro sacro. Quindi, un gruppo di noi si è preso il compito di trascrivere scrupolosamente e pubblicare il tuo intero canale YouTube su un PDF permanentemente espandibile.”

“Ma,” balbettò Phil, “perché?”

Jenny scosse la testa lentamente. “Non ci arrivate proprio, vero?” chiese in tono serio. “Voi ragazze avete un sacco di potere. Forse non nel mondo reale, ma decisamente nella vita dei vostri spettatori. Loro si inspirano a voi. Potreste anche essere i loro dei. Farebbero qualsiasi cosa gli chiediate, modificherebbero aspetti di loro stessi per avvicinarsi di più a quello che vi piace, cambierebbero quello in cui credono in quello che credete voi, memorizzerebbero ogni vostra parola...” sospirò, “Voglio dire, ho incontrato alcune fan in YTRPFWA che basavano le loro intere vite su qualsiasi cosa voi diceste nei vostri video.”

Dan era molto combattuto nel decidere tra ridere, piangere, o vomitare. “Ma, sono solo video!” insistette. “Sono solo stupidi sketch e vlog che creiamo per divertire le persone. Non è che sto cercando di vendere a tutti la mia filosofia. Che cavolo, non è nemmeno lamia filosofia. È sarcasmo! Umorismo! Mi stai dicendo che ci sono persone là fuori che basano le loro vite su una collezione di commenti sarcastici fatti da un tizio di ventidue anni che non hanno probabilmente mai incontrato prima?”

Jenny alzò le spalle. “In una parola, sì.”

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Capitolo 24
*** Quindi, Siamo Fottuti ***



ATTENZIONE: Non ho scritto io questa Fanfiction, la sto solo traducendo con il permesso di JustGoogleIt, l'autrice. Potete trovare la storia originale qui: https://www.fanfiction.net/s/9168073/1/When-You-Wish-Upon-a-Star-A-Phanfiction-Parody
 


 
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Quindi, Siamo Fottuti


 

Dopo questa realizzazione, Phil corse immediatamente in mezzo alla strada, si stese a terra, e iniziò a urlare, “Che senso ha vivere adesso?!” Fu quasi colpito da un bus, ma Dan riuscì a trascinarlo via appena in tempo.

“Un'altra domanda,” ansimò Dan mentre cercava di bloccare il suo amico ancora suicida sul marciapiede così da non fargli ripetere la bravata. “Perché questo succede solo ad uno di noi per volta? Com'è possibile che qualcuno sia sempre sano di mente?”

“Pensaci,” disse Jenny, abbassandosi per aiutare. Afferrò in ogni mano una scalciante gamba di Phil e cercò di tenerle giù. “E' tutta colpa del POV.”

“Non posso più andare avanti!” singhiozzò Phil. “Ti amo, Dan! Se non lo capisci, allora non voglio continuare a vivere! Lasciami morire!”

“Phil!” urlò Dan. “Escine fuori!” si girò di nuovo verso Jenny. “POV?”

“Point of view (N/T: Punto di vista),” gli ansimò lei in risposta. “Gli autori possono solo scrivere da un POV per volta. Mel in effetti preferisce scrivere dai POV dei suoi OC, ed è per questo che non siete sotto la sua influenza così tanto quando siete parte di una fanfiction con OC. Ma, le piace anche fare un sacco di non necessari cambi di POV, quindi inizia con la tua prospettiva, cambia su quella di Phil, poi fa un po' di OC...”

La ragazza tornò a guardare Phil, le cui proteste stavano finalmente diminuendo. Gradualmente, il suo sguardo mutò da uno di agonia a uno imbarazzato.

“Scusate,” mormorò Phi, realizzando cos'era appena successo.

Jenny mollò la presa sulle sue gambe “Non è colpa tua,” disse.

“Come può Mel pensare che questo sia okay?” chiese aspramente Dan. Si alzò in piedi e offrì una mano a Phil. “Voglio dire, forzarci ad avere esaurimenti nervosi? Cercare di ucciderci? Quale sadica quindicenne-”

“Non sta cercando di uccidervi,” interruppe Jenny, “è solo un'altra angst fic.”

“Ma quando abbiamo mai concordato con tutto questo?!” domandò.

“Davvero, Dan?” lo sbeffeggiò Jenny. “Ci hai esplicitamente dato il tuo permesso.”

“No, sono abbastanza sicuro che mi ricorderei di aver ceduto il controllo della mia vita!”

“Ma l'hai fatto” lo corresse Jenny. Si schiarì la gola. “Daniel 48:52a, 'Ma per la cronaca, okay, non mi dispiacciono le fanfiction che mi coinvolgono. Come tutti sappiamo, sono un grande produttore di generale stranezza su internet, quindi in ogni caso, lo troverei divertente'.”

Dan gemette. “Ma non volevo dire-”

“Daniel 48:52a è il credo ufficiale degli scrittori di RPF,” continuò Jenny. “In effetti, prima che ne uscissi, lo avevo ricamato su qualche cuscino.”

“Solo per curiosità,” cominciò Dan, infastidito, “che cos'è 48:52b?”

“...'Fintanto che non mi offendete',” borbottò Jenny. “D'accordo, forse è stato preso leggermente fuori dal contesto, ma tu lo hai comunque sicuramente detto.”

“Aspetta, come fa Dan ad avere capitoli e versi?” chiese Phil, ancora un po' fuori di sé.

“Oh, sono stata io ad inventarmi il sistema di numerazione,” sorrise Jenny. “Ne sono piuttosto fiera. Il capitolo si riferisce al numero del video; il verso indica minuto e secondi. Tecnicamente, dovremmo dire, Libro di Daniel: Volume I per differenziarlo dagli altri suoi libri.”

Dan lanciò le sua braccia in aria sarcasticamente. “Perché, ovviamente, c'è più di un libro.”

Libro di Daniel: Volume I è il tuo canale principale,” disse Jenny come fosse un dato di fatto. “Quello è ovviamente il libro più popolare. Poi il Volume II è per daisnotinteresting, ma quello è piuttosto corto, quindi l'appendice contiene i live streams, l'appendiceb è per le tue risposte su VYou, e l'appendice c è per tutte le altre forme di comunicazione video inclusi i collab. Il Volume III è il tuo radio show e ogni altra comunicazione audio, e il Volume IV è per tutte le tue comunicazioni pubbliche scritte inclusi – ma non solo – Facebook, Twitter, Tumblr, e Formspring.”

“Oh, dio,” fu tutto quello che Dan riuscì ad articolare.

“E, non pensare che ti abbiamo lasciato fuori,” disse Jenny, girandosi verso di Phi. “Un'altra ragazza – Nicole – stava preparando il suo progetto Libro di Philip.” Aggiunse solennemente, “Prima dell'incidente comunque...”

“Mi pentirò di questo,” cominciò Phil con cautela, “ma quale incidente?”

Jenny si mosse a disagio. “Uh, diciamo solo che comprendeva mancanza di sonno, una gita allo zoo con pessimo tempismo, un crollo nervoso, e … un leone.”

Phil si coprì la bocca con una mano. “No!” esclamò.

“Non preoccuparti,” aggiunse velocemente Jenny, “è sopravvissuta. Uno dei membri dello staff dello zoo è riuscito a tirarla fuori dal recinto prima che Simba facesse troppi danni. L'ultima cosa che ho sentito, è che Nicole si è inscritta nel gruppo solo australiano di YTRPFWA e sta facendo dei veri progressi.”

Camminarono in silenzio per qualche minuto, cercando di metabolizzare il tutto.

Infine, Dan parlò. “Quindi, solo per chiarire, Mel si è guadagnata l'entrata nelle nostre vite in parte scegliendo di non mettere il disclaimer sulle sue fanfiction e in parte attraverso qualche altro fattore magico sconosciuto.”

“Corretto,” affermò Jenny.

“E Mel è dipendente dallo scrivere queste storie, quindi è improbabile che smetta nel prossimo futuro,” continuò.

“Giusto,” annuì lei.

“E Mel non può ricevere nessuna forma di comunicazione che potremmo mandarle, pregandola di fermarsi.”

“Sì.”

“Quindi, siamo fottuti,” concluse Dan.

“Mi dispiace,” disse Jenny comprensiva. Poi si riprese. “Ma la buona notizia è che a Mel non sono mai piaciute le fanfiction davveroscure quindi la possibilità che uno di voi venga effettivamente ucciso è minima, sempre che continuiate a stare al gioco.”

Proprio allora, il telefono di Jenny vibrò e lei lo tirò fuori dalla sua tasca. Dan e Phil guardarono la sua faccia impallidire mentre leggeva il messaggio.

“Che cosa è successo?” chiese urgentemente Phil.

Jenny stava letteralmente tremando mentre porgeva il suo telefono ai due YouTuber per farli leggere. C'era un singolo tweet da melazingfirekickstickzneribedtimeexaplantbrycoollikeradgemonkeyssayhoottosnakesOMFGDFTBA_13:

non sono morta! lol #inpunizione :p nn vedo l'ora di

andare al #VidCon! mooolto eccitata x la mia nuova fic

sarà fantastica! #WIP #phan #tragedia

Jenny deglutì, “Houston, abbiamo un problema.”

 

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Capitolo 25
*** Una Battaglia Persa ***



ATTENZIONE: Non ho scritto io questa Fanfiction, la sto solo traducendo con il permesso di JustGoogleIt, l'autrice. Potete trovare la storia originale qui: https://www.fanfiction.net/s/9168073/1/When-You-Wish-Upon-a-Star-A-Phanfiction-Parody
 



24
Una Battaglia Persa

 

Phil, Dan e Jenny spesero la maggior parte degli snervanti giorni seguenti cercando di contattare Mel attraverso ogni metodo conosciuto dall'uomo. Mandarono tweet, sms, chiamate, email, e messaggi privati; le mandarono anche un video privato in cui la pregavano di contattarli, tutto invano. Alla fine, dovettero arrivare alla conclusione che Mel doveva essere tornata a rispettare le sue punizioni.

Jenny chiamò i leader di tutti i gruppi YTRPFWA americani, chiedendo se qualcuno sapesse come mettersi in contatto con l'elusiva scrittrice. Tutte le persone con cui parlarono sembravano conoscere melazingfirekickstickzneribedtimeexaplantbrycoollikeradgemonkeyssayhoottosnakesOMFGDFTBA_13 ma, con l'eccezione di Jenny, nessuno conosceva effettivamente Melanie.

Quello non era tutto ciò che dovevano affrontare, comunque. Dan e Phil avevano passato praticamente ogni momento in cui non stavano provando a contattare Mel cercando di mantenersi in vita a vicenda – e con risultati minori, sani di mente. La frequenza dei loro drammatici crolli nervosi era aumentata insieme ai tentativi di suicidio, il che significava che Dan e Phil non potevano quasi mai essere lasciati da soli.

Dopo aver spiegato la situazione al suo capo del YouTube Real Person Fanfiction Writers Anonymous, a Jenny fu dato un permesso speciale per aiutare Dan e Phil ad affrontare le ripercussioni del Work In Progress (N/T: Lavoro in corso) di Melanie, o “WIP” come lo chiamava lei.

All'inizio, i due erano molto riluttanti a lasciar stare Jenny con loro – visto il fatto che era un'ex stalker. Alla fine tuttavia, acconsentirono quando realizzarono che anche dormire era diventata un'attività pericolosa.

Avevano scoperto questo fatto quando a Dan capitò per caso di svegliarsi alle quattro di mattina e di trovare Phil che cercava di affogarsi nella vasca da bagno. Quindi, si inventarono un sistema di turni con Jenny in cui dormiva uno di loro alla volta e gli altri due restavano svegli per affrontare qualsiasi “influenza esterna”.

“Sai, penso che ci sia ancora speranza,” disse Jenny a Phil un pomeriggio mentre sedevano di fronte alla TV, giocando distrattamente a Mario Kart Wii.

Avevano montato alcuni video baby monitor – in stile sistema di sorveglianza – così da poter tenere sottocchio la loro controparte addormentata.

“Che sarebbe...?” chiese Phil mentre la sua macchina virtuale colpiva una buccia di banana e scivolava fuori pista.

“VidCon,” disse Jenny. Colpì un power-up giusto in tempo per superare Yoshi. “Secondo quel tweet, Mel dovrebbe ancora andare. Ciò vuol dire che tutto quello che dobbiamo fare è tenere voi ragazzi vivi per altre due settimane fino a che non possiamo volare in California, trovare Mel alla convention, e pregarla di smettere di scrivere.”

“Perché non è che ci saranno migliaia di altre persone lì a rendere praticamente impossibile trovare qualcuno,” rispose sarcasticamente Phil.

Jenny mise giù il suo controller e lo guardò dritto negli occhi. “Non puoi arrenderti, Phil. Ancora non siete morti. Sì, le cose sembrano piuttosto brutte ora, ma abbiamo già tenuto duro per così tanto. Possiamo farcela. Lo credo davvero.”

Phil stava per replicare quando sentirono un suono di fruscio di lenzuola dal baby monitor. Jenny accese lo schermo e videro l'immagine sfocate di Dan che correva fuori dalla sua stanza.

“Merda!” urlò Jenny. “Prendilo!”

I due saltarono via dal divano e schizzarono giù per il corridoio, cercando di capire dove fosse andato esattamente. Dopo una veloce ricerca, Phil trovò il suo coinquilino in piedi nel bagno di fronte allo scaffale aperto dei medicinali, sul punto di riempirsi la bocca con una manciata di pillole.

“Dan!” gridò Phil. “Non osare!”

“Che senso ha?” chiese Dan, con voce angosciosa ed estranea. “Non piaccio a nessuno. A nessuno importerebbe se io solo... scomparissi.”

“Questo non è vero,” disse fermamente Phil, venendo un passo più vicino. “Adesso, dammi le pillole, Dan. Davvero non voglio doverti baciare di nuovo.”

“Non vuoi baciarmi perché io non ti piaccio,” rispose Dan nello stesso tono vuoto. “Non piaccio a nessuno.”

“Dan,” avvisò Phil, “questa è una bugia. Adesso, dammi le pillole, e nessuno si fa male.”

“Stiamo già male, Phil,” fluttuò in risposta la voce di Dan. “Tutti stanno male, e a nessuno importa.”

“A me importa,” disse Phil, prendendo un altro cauto passo in avanti, “e importa anche al resto dei tuoi amici, e alla tua famiglia, e ai tuoi fan, e a un sacco di altre persone. La tua vita non deve finire in tragedia. Noi siamo meglio di così. Possiamo combatterlo”

“Addio, Phil,” disse Dan, lasciando cadere le piccole capsule bianche dentro la sua bocca.

In quell'istante, Jenny – che aveva approfittato degli ultimi momenti di distrazione per gattonare inosservata nel bagno – usò un libro con la copertina rigida per colpire la nuca di Dan più forte che poteva. Lei e Phil lo afferrarono mentre si accasciava sul pavimento e si affrettarono a pescare le pillole bavose dalla bocca del loro amico svenuto.

“Vedi,” ansimò Jenny mentre trasportavano di nuovo Dan nella sua stanza, “questo è il motivo per cui non possiamo rinunciare.”

“Lo so,” sospirò Phil. “Non potrei mai rinunciare a lui. Prossima fermata, Anaheim.”

 

(N/T: Probabilmente già lo sapevate, ma per evitare ogni confusione, Anaheim è la città californiana dove si tiene il VidCon.)

 

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Capitolo 26
*** Mayday ***


ATTENZIONE: Non ho scritto io questa Fanfiction, la sto solo traducendo con il permesso di JustGoogleIt, l'autrice. Potete trovare la storia originale qui: https://www.fanfiction.net/s/9168073/1/When-You-Wish-Upon-a-Star-A-Phanfiction-Parody
 


 
25
Mayday

 

Come Jenny, Phil, e Dan riuscirono a sopravvivere per i seguenti quattordici giorni, non lo capiranno mai. Sconvolti in parti uguali da paura, anticipazione, e caffeina, l'esausto e leggermente bagnato gruppo riuscì a incespicare a bordo del loro aereo appena in tempo per la partenza.

“E' una fortuna che siamo usciti di casa con sette ore di anticipo,” osservò Jenny, prendendo il suo posto tra Dan e Phil. “Siete stati fantastici prima, ragazzi. Dieci e lode.”

“Beh, ci conosci,” Phil roteò gli occhi. “Quando vediamo ragazze americane con nomi come Opal Cooper – a cui capita per caso di essere in vacanza a Londra per una settimana e sono nostre grandi fan – inciampare e cadere dentro il Tamigi, non possiamo proprio trattenerci dal tuffarci dietro di loro, portarle in superficie, ed eseguire il CPR su di loro finché non si svegliano.”

Letteralmente non possiamo trattenerci,” confermò Dan.

“Beh, intenzionalmente o no, penso lo stesso che voi due siete stati fantastici,” sorrise Jenny. “Sarebbe potuto andare molto peggio, sapete. Se non aveste avuto con voi tutti i vostri bagagli per il viaggio, avreste dovuto indossare vestiti bagnati fradici per l'intero volo.”

“Sì, ma puzziamo di fiume,” si lamentò Dan, “e adesso i miei capelli sono tutti da hobbit.”

“Oh, chiudi la bocca.” Jenny sorrise. “Letteralmente tutti pensano che sei più carino così.”

“Io no,” borbottò Dan.

“Neanch'io,” aggiunse Phil.

“Non volete accettare la realtà,” disse lei semplicemente.

Stranamente, quasi tutto l'intero viaggio di undici ore passò senza incidenti – trascurando il patetico tentativo di Phil di mangiare i pretzel omaggio della compagnia aerea, che in qualche modo culminò con uno di essi incastrato nella narice di Dan. Nonostante i due ragazzi fossero elettrizzati dal periodo di normalità più lungo di cui avessero fatto esperienza da mesi, Jenny era preoccupata. Si assicurò di restare sveglia per tutto il volo, determinata a non scambiare la relativa calma per sicurezza.

Si rivelò essere una buona idea.

Avevano appena passato le dieci ore di volo, quando l'aereo sbandò improvvisamente a sinistra, svegliando di colpo i due YouTuber.

“Che cos'era quello?” chiese Dan. Notò che Jenny era aggrappata al bracciolo vicino a lui così forte che le sue nocche stavano diventando bianche.

“Andrà tutto bene,” rispose nervosamente Jenny, più a se stessa che a Dan.

“Signore e signori, questo è il vostro capitano che parla,” gracchiò l'interfono dell'aereo. “Stiamo incontrando qualche turbolenza inaspettata. Per favore rimanete nei vostri posti fino a che il simbolo della cintura non si spegne. Grazie per la vostra collaborazione.”

L'aereo si inclinò bruscamente verso destra, facendo trasalire qualche passeggero. Jenny sembrava sul punto di vomitare.

“E' tutto a posto,” la rassicurò Phil, “Sono stato dentro turbolenze peggiori.”

L'aereo si inclinò di nuovo verso sinistra, questa volta molto più violentemente. Adesso, i respiri dei passeggeri si trasformarono in grida di paura mentre il pilota cercava di tenere l'aereo dritto. Le hostess correvano su e giù per le corsie, cercando invano di tenere tutti calmi.

Jenny si coprì la bocca con una mano. Perle di sudore luccicavano sulla sua fronte.

“Stai per sentirti male?” chiese Dan, spostandosi lontano da lei.

Lei scosse la testa, fissando ancora dritta davanti a sé. “Ho appena realizzato qualcosa,” mormorò. “...Sono un'idiota.”

Dan stava per chiederle di elaborare quando l'aereo virò improvvisamente verso il basso. Adesso i passeggeri stavano strillando così forte che il ragazzo riusciva a malapena a sentire chiunque stesse parlando all'interfono. Tuttavia, riuscì a decifrare qualche parola, “guasto al motore”, “mayday”, e “atterraggio di fortuna”.

“Come ho fatto ad essere così stupida!” gridò istericamente Jenny mentre l'aereo precipitava in caduta libera. “Io ho prenotato i vostri voli! Sono sullo stesso volo di due ragazzi condannati a una tragica morte! Sto letteralmente per morire!”

“Mi hai detto che c'era speranza!” gli urlò in risposta Phil sopra il frastuono. “Questa non può essere la fine!”

Sembrava che loro teste stessero esplodendo dal rapido cambio di pressione nella cabina. Tutto intorno a loro, luci si accendevano e spegnevano, campanelli d'allarme suonavano, maschere d'ossigeno cadevano dal soffitto, e persone urlavano.

“Immagino di essermi sbagliata!” gridò Jenny.

“Posizioni di atterraggio di fortuna!” abbaiò la responsabile delle hostess in un megafono mentre si assicurava ad un posto.

Dan, Jenny e Phil si rannicchiarono nei loro posti, aspettando che l'ignara autrice quindicenne scrivesse via le loro vite con qualche colpo di penna.

Dall'interfono, potevano solo sentire il suono di qualcuno che contava i piedi che mancavano all'impatto.

“... quindicimila... diecimila... cinquemila...”

“Dan!” gridò Phil.

“Che c'è?!” gridò in risposta Dan.

“Ti voglio bene e non sono neanche gay!”

“Ti voglio bene anch'io, Phil!”

E fu in quel momento che l'aereo colpì terra.

 

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Capitolo 27
*** Faccende Serie ***


ATTENZIONE: Non ho scritto io questa Fanfiction, la sto solo traducendo con il permesso di JustGoogleIt, l'autrice. Potete trovare la storia originale qui: https://www.fanfiction.net/s/9168073/1/When-You-Wish-Upon-a-Star-A-Phanfiction-Parody
 


 
26
Faccende serie

 

La prima cosa che Phil notò mentre apriva le palpebre fu il fatto che non era morto.

Poi vide il cielo. Era di una bellissima sfumatura di blu, che si espandeva sopra di lui tanto lontano quanto riusciva a vedere. La luce del sole faceva capolino da dietro le soffici nuvole bianche. Phil era particolarmente distratto da una nuvola che fluttuava attraverso il suo campo visivo, e che decise somigliava a un cobra con un sombrero.

Poteva dire di essere sdraiato sulla schiena, anche se non aveva idea di dove fosse. Accarezzando leggermente il terreno con le dita, poteva sentire delle secche, ruvide ciocche di qualcosa attaccate alla superficie. Ne strappò alcune e alzò con cautela il braccio finché non poté vedere che cos'erano. Qualche filo d'erba ingiallita, bruciata dal calore estivo, cadde dalla sua mano sul suo petto. Se ascoltava attentamente, Phil riusciva anche a sentire il suono di un cinguettio d'uccelli.

“Phil!”

Il ragazzo alzò lentamente la testa dal terreno e si guardò intorno, cercando di identificare la voce in preda al panico.

A circa cinquanta metri di distanza, poteva vedere due figure che correvano verso di lui. Comunque, quello non interessava molto Phil. Quello che lo interessava era la vista dietro di loro.

“L'aereo”, se ancora poteva essere chiamato così, era quasi irriconoscibile. Alcuni pezzi dei suoi resti fumanti erano sparsi per il terreno, provocando un netto contrasto con l'altrimenti sereno paesaggio.

“Phil!” gridò ancora Dan, saltando sopra alcuni rottami di un'ala e precipitandosi verso di lui. “Oh grazie a dio! Stai bene?”

Phil si alzò con cautela in posizione seduta e esaminò i suoi arti. Con sua meraviglia, sembrava essere intatto.

“P-penso di sì,” disse, stupito. “Ma... come? Non ha alcun senso!”

“Mel deve aver perso il coraggio all'ultimo minuto!” esclamò Jenny, sembrando completamente euforica. “Giuro, potrei baciarla in questo momento!”

“Se solo smettesse di cercare di ucciderci, la baceremmo tutti,” disse Dan.

“E tutti gli altri passeggeri?” chiese ansiosamente Phil, guardando le rovine dall'altra parte del campo. Poteva vedere delle persone girarsi intorno, sembrando sorprese quanto lui di essere vive.

“Tutti quelli che abbiamo incontrato finora stavano bene,” rispose allegramente Dan.

“Molte persone erano svenute, però” aggiunse Jenny, “ma quello è un po' il marchio di fabbrica di Mel.”

“Sì, ho notato,” borbottò Phil.

Dan offrì una mano a Phil e lo alzò in piedi. “E adesso che facciamo?” chiese.

Jenny stava già armeggiando con il suo telefono, cercando di trovare segnale. “Prima di tutto, cerchiamo di capire dove diavolo siamo e poi portiamo i nostri sederi al VidCon prima che Mel ci provi di nuovo.”

Dan la guardò a bocca aperta. “Vuoi dire che non ha ancora finito?”

La risposta di Jenny fu solenne, “Quella ragazza può essere molte cose, ma non è una che molla. Quella non era una fanfiction tragica; se non siamo morti, lei non ha finito.”

 


 

A/N: Salve gentile lettore!

A qualcuno interessano esempi di recensione? *cri cri* Li faremo lo stesso!

Per favore copiate e incollate come appropriato:

“Questo è il capitolo che mi piace di meno” (lo so; anche il mio)

“Avrei preferito se li avessi uccisi e basta così che avremmo finito e saremmo potuti tornare alle nostre vite. Con gli esami finali che si avvicinano e tutto il resto...”

“Una volta sono svenuto durante un incidente aereo e mi sento offeso”

“Hai TROPPE persone svenute in questa storia. È come guardare le stagioni 2-4 di Doctor Who!

“Scrivi le descrizioni più melense che abbia mai letto! Che cavolo di frase è, 'Accarezzando leggermente il terreno con le dita, poteva sentire delle secche, ruvide ciocche di qualcosa attaccate alla superficie.' Sul serio? Tipo, dai, è erba!”

“Fai schifo. In generale.”

“Non avevo intenzione di scrivere una recensione finché non ho visto questa particolare recensione da copiare e incollare, e ho pensato, 'questa esprime adeguatamente i miei pensieri, sentimenti, e/o opinioni riguardo questa fanfiction o la vita in generale.' Quindi ho postato una recensione, ed eccola qui.”

“Non userò mai i tuoi esempi di recensione; mi oppongo moralmente.”

“Se non aggiorni domani, ti decapiterò letteralmente. A meno a che fare con il piacere che ricevo dal leggere questa storia e più a che fare con la strana dipendenza che sembro aver sviluppato da essa.”

“Sto iniziando a chiedermi se i tuoi esempi di recensioni auto-critici siano in realtà un elaborato stratagemma per avere più recensioni...”

O, se siete eccezionalmente irritati da me (per qualche ragione), considerate una recensione Shakespeariana:

“Impiccala, spavaldo furfante!” - William Shakespeare, 2 Henry IV

Saluti!

- Bethany

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Capitolo 28
*** Pensa Come una Ragazza ***


ATTENZIONE: Non ho scritto io questa Fanfiction, la sto solo traducendo con il permesso di JustGoogleIt, l'autrice. Potete trovare la storia originale qui: https://www.fanfiction.net/s/9168073/1/When-You-Wish-Upon-a-Star-A-Phanfiction-Parody

Lo so, lo so sono imperdonabile, ma imploro lo stesso il vostro perdono. Non ho idea di come sia successo, sinceramente. Doveva essere solo qualche giorno di pausa, che poi si sono trasformati in settimane... e poi in mesi... ehm... scusate davvero. Ma ora sono tornata, promesso! cercherò di aggiornare il più regolarmente possibile, perchè HO INTENZIONE DI FINIRE QUESTA STORIA. :)
 


 
 27

Pensa Come una Ragazza

 

Erano circa le due del mattino quando l'eccezionalmente maltrattato gruppo arrivò finalmente nella loro stanza d'albergo ad Anaheim. Dan aveva chiesto se avevano ancora bisogno di fare i turni per dormire, ma Jenny aveva risposto che se non si fosse fatta sette ore consecutive di ininterrotto silenzio dopo il giorno che aveva avuto, avrebbe personalmente staccato via dal corpo le loro teste. Quindi, tutti gettarono la cautela al vento e si schiantarono sui materassi bitorzoluti.

Fortunatamente, sembrava che Mel fosse ancora così scossa dal suo ultimo tentativo di scrivere una tragedia che riuscirono effettivamente a dormire tutta la notte senza incidenti.

Quando Dan si svegliò la mattina dopo, Phil era già nella doccia e Jenny era davanti al suo computer, scrivendo su un foglio di un quaderno con la stessa intensità che aveva la sera che si erano incontrati per la prima volta.

“Che cosa stai facendo?” le chiese, stiracchiandosi.

Jenny non alzò neanche lo sguardo. “Sto cercando di capire quali sono le caratteristiche fisiche di Mel.”

“Vuoi dire che non sai neanche com'è fatta?” chiese Dan incredulo.

“Siamo amiche di internet. Non è così strano.”

“Ma, non ha una foto del profilo?”

“Vediamo,” disse Jenny, contando sulle dita. “La sua foto del profilo per le fanfiction è Phil e te, la sua foto di Twitter è Phil e te, tutte le sue foto su Tumblr sono GIF di Phil e te, i suoi album su Facebook sono tutti su Phil e te, il suo Instagram sono solo screenshot ritoccati di Phil e te, il suo canale YouTube ha solo video musicali fatti usando clip di Phil e te, e la sua icona di YouTube-”

“Fammi indovinare,” la interruppe Dan, “Me e Phil?”

“No, in realtà quella è un gattino,” Jenny scrollò le spalle.

Dan scosse la sua testa lentamente. “Allora, come fai a capire com'è fatta?”

“Sto leggendo le sue fanfiction,” replicò Jenny, continuando a prendere appunti. “Puoi farti un'idea abbastanza buona di com'è fatto fisicamente un autore facendo attenzione a come descrive i suoi OC. È semplice. Per esempio, a Mel piace dare alle sue OC colori di capelli innaturali come blu e viola. Cosa ci dice questo di Mel?”

“Che ha un colore di capelli innaturale?” tirò a indovinare Dan.

“No,” gemette Jenny, “Fai attenzione, Dan. Si, di solito gli OC sono degli auto-inserti, ma sono versioni abbellite. Se Mel vuole avere capelli blu, probabilmente non gli è permesso tingere i suoi capelli, perciò li ha marroni.”

“Perché marroni?” chiese Dan. “Perché non potrebbero essere biondi o neri o qualcos'altro?”

“Perché se fosse bionda, anche le sue OC sarebbero bionde e molto più intelligenti di come sono ora perché sentirebbe il bisogno di provare che lo stereotipo 'bionda stupida' è falso. Se i suoi capelli fossero naturalmente neri, lei cercherebbe si provare che le sue OC non sono emo, e così via. Fidati di me, ha i capelli marroni.”

“Okay va bene,” disse Dan alzando le mani. “Sei tu l'esperta.”

Jenny sorrise. “Davvero Dan, non è così difficile. Ecco, prova a farne una facile. Lei descrive le sue OC come 'abbastanza magre da essere anoressiche, ma non anoressiche', ed altre come 'formose'. Quindi, cosa ci dice questo?”

“Che è grassa?” provò lui.

Jenny sbatté la testa sul tavolo per la frustrazione. “No! Devi pensare come una ragazza! Se avesse solo detto che le sue OC erano 'magre' allora avremmo potute capire che Mel era probabilmente rotondetta perché stava usando 'magra' in modo positivo. Ma visto che le descrive 'magre abbastanza da essere anoressiche', ma poi le qualifica dicendo 'ma non anoressiche', allora possiamo capire che Mel probabilmente viene accusata di avere un disordine alimentare a causa del suo peso. Altrimenti, non avrebbe pensato di finire la descrizione così. Quindi, in questo caso, la OC è una rappresentazione accurata di se stessa. Poi quando descrive le altre OC come 'formose', ti sta mostrando la sua reale fantasia, che sarebbe quella di avere effettivamente le tette.”

“E il tuo cervello semplicemente fa questo?” chiese Dan, sbalordito.

“Oh, quelle sono facili,” disse Jenny. Sfogliò il suo quaderno e gli fece vedere una pagina coperta da diagrammi di Venn, grafici, e formule algebriche. “Così è come ho capito che ha un cucciolo di iguana.”

Per quando si furono tutti lavati e vestiti, Jenny aveva compilato una dettagliata lista delle caratteristiche di Melanie. Conteneva tutto dalla sua altezza – un metro e cinquantotto – al fatto che suo padre se n'era andato quando lei aveva tre anni, era figlia unica, allergica ai frutti di mare, e che il nome dell'iguana era 'Trevor'.

“Tutto questo è davvero importante?” chiese scettico Dan, dando un'occhiata alla lista.

“Non sai cosa avrai bisogno di sapere finché non hai bisogno di saperlo,” recitò Jenny. “Almeno questo è quello che diceva il mio insegnante di algebra a proposito delle equazioni quadrate.”

Dan gemette.

“Allora, qual è il piano adesso?” chiese Phil.

“Iniziamo a cercare,” rispose Jenny. “Mel potrebbe essere ovunque.”

“Uh, ti rendi conto che noi non possiamo semplicemente gironzolare liberamente, vero?” disse Phil. “Veniamo più o meno assaliti durante queste cose.”

“Esattamente,” disse Jenny. “Voi sarete l'esca. Troverete il modo di attirare mandrie di fangirls – che ne so, tipo starnutite – e io camminerò in giro cercando di individuare Mel.”

“Quindi, solo per essere chiari,” cominciò Dan, “Non solo dobbiamo essere in pubblico mentre siamo 'sotto la sua influenza' ma dobbiamo anche assicurarci che centinaia di altre persone ci fissino?”

Jenny lo guardò. “E la tua idea migliore sarebbe...?”

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Capitolo 29
*** Ispirazione ***


ATTENZIONE: Non ho scritto io questa Fanfiction, la sto solo traducendo con il permesso di JustGoogleIt, l'autrice. Potete trovare la storia originale qui: https://www.fanfiction.net/s/9168073/1/When-You-Wish-Upon-a-Star-A-Phanfiction-Parody
 



 

28

Ispirazione

 

Visto che non avevano idee migliori, i tre si avviarono nella hall, sistemarono la postazione per gli autografi, e lasciarono cominciare l'assalto con la speranza di attirare Melanie da loro. Non ci volle molto prima che si formasse un notevole numero di estremamente eccitate fan in fila per incontrarli.

“Oh mio dio! Sei davvero tu!” squittì una ragazza raggiungendo il tavolo.

“Già, sono io,” sorrise Phil, “e, sto facendo un piccolo sondaggio...” Lanciò un'occhiata alla lista che gli aveva lasciato Jenny. “Vediamo... quando avevi nove anni, ti sei per caso persa in un labirinto di mais per tre ore e mezza finché la polizia non ti ha soccorso?”

“Um... no?” rispose lei con incertezza.

“Oh okay, grazie comunque!” disse Phil, firmandole rapidamente la sua maglietta del Pollo Che Rappa.

Accanto a lui, Dan stava avendo una conversazione simile con un'altra fan.

“Oh mio dio! Sei davvero alto!” ridacchiò la ragazza.

“Così mi dicono,” mormorò Dan, facendo scorrere il dito sulla lista. “Domanda veloce. In una scala da uno a dieci, quale numero diresti che rappresenta al meglio la tua paura degli opossum?”

Circa sei metri giù lungo la fila, Jenny stava andando avanti e indietro, interrogando le fangirls in attesa. “Chiedo scusa,” iniziò con una, “ti dispiacerebbe descrivere la tua relazione con il tuo compagno di laboratorio di biologia in meno di dieci parole?”

L'altra ragazza aggrottò le sopracciglia. “Um, ti conosco?”

“No, probabilmente no, ma è per Dan e Phil.”

“Davvero? Allora va bene...” contò le parole sulle dita mentre parlava. “Um... Ho. Vomitato. Su. Un. Feto. Di. Maiale. Lui. Ha. Riso.”

“Grazie,” disse Jenny, segnando qualcosa sul suo foglio e andando velocemente dalla prossima persona in fila.

E così, a parte per qualche pausa Starbucks e Mikado, i tre passarono le prime due intere giornate in questo modo. Incontrarono un'enorme quantità di fan, sorrisero per centinaia di foto, salutarono a infinite telecamere, e chiesero ridicole domande su domande, ma Mel non si trovava ancora da nessuna parte.

“Beh, è stato divertente,” disse sarcasticamente Dan mentre tornavano al loro hotel la sera tardi del loro secondo giorno. “Stiamo ancora per morire, ma almeno abbiamo passato i nostri ultimi giorno a sorridere a degli sconosciuti.”

“Ma, Dan,” ribatté Phil, “a parte la solita cosa del cibo e la faccenda di Starbucks con Octavia Collins, penso che abbiamo passato tutto il tempo qui senza che ci sia successo nulla di strano.”

Dan ripensò a quei due giorni. In effetti, era stato tutto piuttosto normale.

“Questo è vero,” disse Jenny pensierosa. “Forse Mel ha davvero finito con la sua fase da tragedie. O quello o la conferenza l'ha tenuta troppo occupata per scrivere.”

“Pensi davvero che sia qui?” chiese Dan. “Voglio dire, non sarebbe già dovuta venire ad incontrarci?”

Jenny emise un verso di superiorità, “È qui. Se sua madre non l'avesse lasciata venire e lei fosse a casa a tenere il broncio, adesso sareste senza dubbio morti. Penso che il fatto di essere alla conferenza la stia distraendo dal finire la sua fanfiction.”

“Questo è un bene, giusto?” chiese Phil speranzoso.

“Sì,” disse Jenny lentamente, “ma la questione è se lei rimanga in questo modo o no. Se qualcosa dovesse succ-”

“GUARDATE SU!” urlò qualcuno.

Dan, Phil e Jenny alzarono lo sguardo giusto in tempo per vedere un enorme, scuro oggetto precipitare giù dal cielo. Phil li spinse tutti di lato all'ultimissimo istante, e l'oggetto colpì il marciapiede con un botto assordante.

“Gesù Cristo!” esclamò Dan, fissando inorridito i resti in frantumi sul marciapiede di un pianoforte. “Chi cazzo è che fa cadere un pianoforte?!”

“Oh merda! Mi dispiace così tanto!” gridò una voce familiare dal tetto della conferenza sopra di loro. “State bene?”

“Ma, p-perché?” balbettò Phil.

“Non lo so davvero!” rispose la persona, anche la sua voce tremolante. Si avvicinò un po' di più alla luce, permettendo ai tre di scorgere i suoi distintivi capelli blu. “Non mi hanno neanche chiesto di suonare al VidCon!”

“Tom Milsom?” disse Dan incredulo. “Ci hai appena fatto cadere un pianoforte addosso?”

Tom tese le sue mani di fronte a lui e le fissò, come se stesse cercando di capire come erano state capace di un tale sforzo. “Questo suonerà strano,” gli rispose, “ma–”

“È tutto a posto! Lascia perdere!” lo interruppe Jenny. Afferrò Dan e Phil per un braccio e li spinse in avanti verso il loro hotel. “Ragazzi, adesso dobbiamo correre!”

“Perché? Che sta succedendo?” chiese ansiosamente Phil.

“Muoviti e BASTA!” ordinò lei.

Confusi, Dan e Phil le corsero dietro. Si stavano precipitando attraverso il parcheggio quando sentirono uno stridio di pneumatici. Due macchine volarono all'impazzata davanti al loro cammino, spuntando apparentemente fuori dal nulla, non investendoli per un pelo e riuscendo a sterzare di lato all'ultimo secondo. I veicoli si fermarono bruscamente e i conducenti saltarono fuori, con un'espressione di assoluto stupore sul volto.

“Voi? Ma... perché?!” disse Phil non appena riuscì a riprendere fiato.

“Oh mio dio! State bene?” gridò John Green, correndo verso di loro.

“I-io non capisco che cosa è successo!” balbettò Hank Green, affrettandosi anche lui verso di loro, “V-voglio dire, so cosa stavamo facendo, ma non riesco assolutamente a ricordarmi perché!”

“Già, Hank, chi due noi due ha deciso di gareggiare in macchina nel parcheggio del VidCon?!” esclamò John, voltandosi verso il fratello. “Sono stato io o te, e perché diavolo ci è sembrata una buona idea?!”

“Vi perdoniamo!” gridò Jenny, trascinando dei stupefatti Dan e Phil attraverso il resto del parcheggio e lasciando i due perplessi fratelli a discutere fra di loro.

“Continuate a muovervi, voi due!” gli ordinò mentre correvano nella hall dell'hotel. “Non c'è tempo da perdere!”

“Fermi! Attenti!” urlò Dan.

Phil e Jenny si fermarono di botto nel momento in cui un lanciafiamme sparò un'accecante palla di fuoco proprio nel punto in cui erano diretti.

“Oh mio dio! Non so perché l'ho fatto!” esclamò Kristina Horner, guardando lo strano aggeggio nelle sue mani, “e non so da dove viene questo coso! Penso che sto impazzendo!”

“Succede anche ai migliori!” gli gridò Jenny in risposta, ancora correndo attraverso l'edificio.

“Che cosa sta succedendo?!” chiese Dan, faticando a tenere il passo con la frenetica leader del gruppo di supporto.

“Questo è brutto, ragazzi,” ansimò Jenny, puro terrore sul suo viso. “Questa è la cosa peggiore che sarebbe potuta capitarci!”

“Che cosa?” ansimò in risposta Phil.

Jenny deglutì. “Penso che Mel sia... ispirata!


 


 

A/N: Salve gentile lettore!

Esempi di recensione!

“AVRESTI DOVUTO INCLUDERE *riempire lo spazio* IN QUESTO CAPITOLO!”

“ANDRO' AL VIDCON :D :D :D”

Vorrei poter andare al VidCon... *sospira tristemente*” (anch'io, amico)

“Una volta ho fatto cadere per sbaglio un pianoforte sui miei amici e mi sento offesa.”

“Ti rendi conto che questa storia sta diventando decisamente troppo lunga, vero? Nessuno ha tempo per questo!”

“Avrei preferito se li avessi fatti baciare e basta...”

“Bethany, non dovresti studiare per i tuoi esami finali?” (Sì, sì dovrei)

“Sono relativamente appagato/a ora”

“Strega di tutte le malefatte!” - William Shakespeare, Henry VI

Saluti!

- Bethany


 

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Capitolo 30
*** Solo una Storia ***


ATTENZIONE: Non ho scritto io questa Fanfiction, la sto solo traducendo con il permesso di JustGoogleIt, l'autrice. Potete trovare la storia originale qui: https://www.fanfiction.net/s/9168073/1/When-You-Wish-Upon-a-Star-A-Phanfiction-Parody
 


 

29

Solo una Storia
 

Posso sentire il mio cuore spezzarsi. Si sta strappando in mille pezzi nel mio petto e io non posso fare nulla per fermarlo. Niente sarà più come prima. Mi ha rifiutato. Ha detto di no. Non mi ama. Sono inutile.

Mi avvicino lentamente al bordo dell'edificio facendo sporgere le dita dei piedi nel vuoto. Posso sentire le macchine passare sotto di me, ignare del fatto che, solo venti piani sopra di loro, un uomo sta prendendo i suoi ultimi respiri. Immagino che comunque non gli importerebbe...

Guardo le cicatrici suoi miei polsi. Sento le pillole che non ho mandato giù ancora nella mia tasca. Passo le dita sul livido lasciato dalla corda sul mio collo. Ho provato così tante volte, e ho fallito. Non fallirò adesso. Prima, ero debole. Adesso, sarò forte.

Ascolta, Phil,” mi ha detto, “possiamo ancora essere amici. Solo perché non mi piaci in quel senso non significa che debba cambiare qualcosa tra di noi.”

È così inconsapevole. Non sa che è come se mi avesse pugnalato nel cuore con un coltello. Schiacciandomi. Investendomi. Bruciandomi vivo. Non ha idea di cosa quelle parole significano per me: rifiuto.

Faccio un altro piccolo passo in avanti. Adesso sono in equilibrio sul bordo. Se mi sporgo solo qualche centimetro in avanti, sarà tutto finito. Penso al mio orecchio interno – che mi ricordo dalle lezioni di scienze essere il responsabile dell'equilibrio – e con quanto forza stia lottando ora per mantenere la mia tremante figura su questo tetto. Suppongo che il mio cervello si sia scordato di dirgli che oggi i suoi sforzi sono invano.

Posso vedere il vento che sposta i miei capelli davanti i miei occhi, ma non sento niente. Sono completamente insensibile all'esterno; il dolore all'interno richiede tutta la mia attenzione.

Esito ora, guardando la polvere cadere da sotto le mie scarpe fino alla strada sotto di me. Vorrei poterlo odiare. Renderebbe quello che sto per fare molto più facile. In quel modo non dovrei sentirmi così in colpa per il dolore che gli causerò. Ma non lo odio. Lo amo. E lui non ama me.

Una singola lacrima scivola sul mio viso, e la lascio cadere. Il biglietto è sulla sua scrivania, dove so che lo vedrà. Ho quasi finito con il dolore. Sono quasi libero. Mi sporgo solo un po' più in avanti.

Mi dispiace, Dan,” mormoro mentre alzo il mio piede destro. “Mi dispiace così, così tanto.”


 

 

Melanie tremava mentre scriveva quelle parole sul suo quaderno, mentre le sue calde lacrime si mischiavano con l'inchiostro rendendo le lettere quasi illeggibili. Sapeva che sarebbe stato difficile decifrare le parole la mattina dopo quando avrebbe scritto al computer e postato la sua fanfiction, ma un autore deve approfittare dell'ispirazione quando viene, non importa quando.

Sedeva su una panca vicino l'ascensore del secondo piano dell'hotel, non osando scrivere nella sua stanza mentre sua madre era lì. Ms. Ruso le aveva detto che era molto fiera di sua figlia per aver seguito le regole senza troppi problemi. Il test finale della sanità mentale di Melanie, però, che avrebbe determinato se fosse rimasta in punizione per il resto dell'anno, era quello di tenersi lontano dallo stand degli autografi di Dan e Phil per la durata della conferenza.

Nonostante Melanie pensasse che fosse la punizione “più crudele e inutile” mai escogitata, sapeva anche di non avere molta scelta. Ms. Ruso era già un'accompagnatrice molto poco entusiasta, e in effetti aveva pagato per metà delle spese del viaggio.

“Lion, Totoro,” Mel tirò su con il naso, accarezzando le creature di peluche che aveva portato con sé dalla sua stanza, “Mi dispiace tanto, ma devo farlo. L'ho promesso ai miei lettori.”

Non sapeva se lo stesse immaginando o no, ma i pupazzi sembravano un po' più freddi del normale sotto il tocco di Mel, come se sapessero cosa stesse per fare ai loro amici.

“È solo una storia,” gli disse Melanie con voce strozzata. “Non è reale.”

Ma comunque, continuò a singhiozzare.

Accecata dalle lacrime e più o meno sorda a causa della musica depressa che stava ascoltando a tutto volume dal suo vecchio iPod Nano – che sua madre avevo scordato di aggiungere alla lista degli aggeggi elettronici vietati – premette il pulsante su dell'ascensore.

Quando la cabina arrivò, la ragazza entrò e spinse il pulsante del piano più alto. Si mise nell'angolino più remoto dell'ascensore, appoggiò la sua schiena contro la parete, e scivolò giù finché non fu seduta sul pavimento, le ginocchia piegate contro il petto.

Proprio mentre le porte si stavano chiudendo, Mel vide la figura sfocata di un'altra persona scivolare di corsa dentro l'ascensore. Sentendosi un po' patetica per la ragione delle sue lacrime, affondò la testa tra le ginocchia e non diede segno di essersi accorta di lui.

Mel continuò a piangere piano mentre l'ascensore cominciava la sua ascesa. Pensò di poter sentire lo sguardo dell'estraneo su di lei, ma non alzò gli occhi. L'ultima cosa che voleva era quella di doversi spiegare.

Aprì di nuovo il quaderno.

Solo un'altra frase,” pensò, “ed è tutto finito.”


 

N/T: Le note d'autore che seguono non hanno quasi niente a che fare con la storia, e siete liberissimi di ignorarle; ho deciso di includerle perché mi è sembrato un discorso molto interessante :)
 


 

A/N: Salve gentile lettore!

Ho ricevuto alcune recensioni che chiedevano dell'ultimo capitolo. La grande domanda è, “Perché non hanno semplicemente chiesto alle fangirls se qualcuna di loro si chiamasse 'Melanie Ruso' invece di fare quei ridicoli interrogatori?” Questa è una domanda valida, e adesso che me lo fate notare... non ho una buona risposta. È quello che noi scrittori chiamiamo un “buco nella trama”.

Ci sono diversi buchi nella trama in questa storia. Per esempio, “Come mai Dan e Phil non si sono quasi dovuti sposare con Gabriela e Penelope dalla fanfiction sul matrimonio di Mel?” (troppo complicato), o, “Dubito seriamente che ci sia un garage dall'altra parte della strada della casa di Dan e Phil” (dovevano saltare giù da qualcosa), o, “Non penso che qualcuno si metterebbe a contare i piedi che mancano all'impatto durante un incidente aereo!” (lo so, ma così era più drammatico).

Sono tentata di riportare alla vostra attenzione la trama dell'intera storia (una quindicenne americana mangia un dolce e finisce per controllare la vita di due YouTubers inglesi di venti-e-qualcosa anni) e poi farvi notare che questa INTERA STORIA È RIDICOLA, ma allo stesso tempo, non posso farlo perché avete comunque ragione.

Non è strano come lavorino i nostri cervelli?

Per esempio, mentre guardiamo Doctor Who, potremmo urlare alla TV, “Ma il settimo dottore aveva detto di avere 953 anni! Come può il decimo dottore dire che ne ha 903?! impossibile!” Ora, logicamente, ciò non dovrebbe importare perché TUTTO LO SHOW è COMPLETAMENTE DA FOLLI, eppure ci dà fastidio. Perché? Perché per goderci una storia di fantasia, dobbiamo accettare che alcune condizioni impossibili siano possibili nei parametri di quell'universo. Per goderci Doctor Who, dobbiamo accettare che l'apparentemente invincibile cacciavite sonico non funzioni sul legno. Per goderci Harry Potter, dobbiamo accettare il fatto che i giovani maghi non solo esistono, ma anche che frequentino collegi europei. Per goderci i video di Dan e Phil, dobbiamo accettare che “placenta” è un parola perfettamente accettabile da inserire in una conversazione che non ha niente a che fare con il parto.

E così, accettiamo queste cose. Creiamo una struttura mentale di tutte le regole che esistono in ogni universo fantastico (o semi-fantastico), e ci sta bene fintantoché chiunque stia raccontando al storia si attenga a quelle regole. Si suppone che ogni regola che non viene cambiata sia identica a quella del nostro stesso universo.

Perciò, quello che sto cercando di dire... l'intera storia è strana. Questo è perché è di fantasia. Ma questa non è una scusa abbastanza buona perché, come scrittrice, è la mia responsabilità quella di creare e rinforzare le regole che governano il mio mondo di fantasia. Un buco nella trama è un fallimento nel mantenere la mia parte del patto, e per questo mi scuso.

Ora, se vi va, sentitevi liberi di farmi sapere se avete notato altri buchi nella trama in questa storia, e sarò felice di cercare di giustificarmi.

Come sempre, vi lascio con una recensione Shakespeariana: “Eri il diavolo incarnato!” (Shakespeare, William, Henry V)

Saluti!

 - Bethany

 

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Capitolo 31
*** Non Osare ***


ATTENZIONE: Non ho scritto io questa Fanfiction, la sto solo traducendo con il permesso di JustGoogleIt, l'autrice. Potete trovare la storia originale qui: https://www.fanfiction.net/s/9168073/1/When-You-Wish-Upon-a-Star-A-Phanfiction-Parody
 


 

30

Non Osare


 

“Come faremo a trovarla?” chiese ansiosamente Phil.

“Controlliamo ogni stanza di ogni piano,” rispose Jenny con determinazione. “Svegliamo ogni singolo ospite se dobbiamo. Stiamo fermando un omicidio, cavolo!”

“Dividiamoci,” suggerì Dan. “Faremo più in fretta in questo modo. Io inizio dal primo piano e poi vado su. Phil, tu inizi dal piano più alto e poi vai giù. Jenny, tu inizi dal mezzo e poi vai... uh, che importa! Andiamo e basta!”

“Sei sicuro che sia una buona idea?” chiese Phil. “Dividersi non funziona mai nei film.”

“Questo non è un film. È un maledetto incrocio tra fanfiction e mondo reale,” ribatté Dan, “e se non ci dividiamo, non faremo mai in tempo.”

“Lo appoggio,” disse Jenny. “Voi ragazzi vi ricordate tutte le caratteristiche fisiche di Mel?”

Dan e Phil si diedero un'occhiata e scrollarono le spalle.

“Ragazzi!” li rimproverò Jenny, alzando gli occhi al cielo. “Questa è solamente la cosa più importante delle vostre vite!”

“Beh, tu hai portato la lista, giusto?” chiese Dan.

“No! Pensavo che l'avessimo memorizzata tutti!” lo rimbeccò Jenny. “Aargh! Uomini! Okay, versione corta. Melanie Grace Ruso, femmina, capelli marroni, magra, 158 centimetri, quindici anni, ha scritto più di cento fanfiction su di voi, figlia unica, è qui con sua madre–”

“È abbastanza!” la interruppe Phil, scansando l'accetta che gli aveva appena tirato addosso uno sbigottito Sam Pepper. “Andiamo!”

“Ma che...?” cominciò Sam, guardando l'accetta conficcata nel muro dall'altra parte del corridoio.

“È tutto a posto, amico,” disse Jenny, superandolo di corsa per dirigersi all'ascensore.

Dan corse su e giù per i piani dell'hotel, bussando ad ogni porta e pregando che qualche ospite conoscesse la posizione di melazingfirekickstickzneribedtimeexaplantbrycoollikeradgemonkeyssayhoottosnakesOMFGDFTBA_13. Incontrò molti genitori irritati e alcune fangirls impazzite, ma non Mel.

Dopo mezz'ora di ricerca frenetica, il suo telefono squillò. Era Phil.

“L'hai trovata?” chiese eccitato Dan.

“No,” disse Phil, la sua voce totalmente impassibile.

“Allora che c'è?”

La risposta di Phil era così sinistramente calma che mandò brividi lungo la schiena di Dan. “Volevo solo dire addio.”

“Di che cosa stai parlando?” chiese Dan, mentre il suo cuore riusciva in qualche modo a battere ancora più veloce. “Dove sei?”

“È finita, Dan,” concluse la voce senza emozioni di Phil. “Non ce la faccio più. Non voglio continuare ad andare avanti. Non ne vale la pena, e non andrà mai meglio.”

“Dove sei?!” ripeté Dan, questa volta con più urgenza.

“Sono sul bordo, guardando il mondo dall'alto. Sto per diventare tutt'uno con la polvere.”

“Il tetto – capito! Phil, non osare muoverti! Sto arrivando a prenderti!”

“Non importa. Non importa più niente. Addio, Dan.”

E con quello, cadde la linea.


 

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Capitolo 32
*** In Ascensore con il Nemico ***



ATTENZIONE: Non ho scritto io questa Fanfiction, la sto solo traducendo con il permesso di JustGoogleIt, l'autrice. Potete trovare la storia originale qui: https://www.fanfiction.net/s/9168073/1/When-You-Wish-Upon-a-Star-A-Phanfiction-Parody

Solo altri due capitoli e ci dovremo lasciare! *sniff sniff* 


 

31

In Ascensore con il Nemico


 

“Phil? Phil!” gridò Dan nel telefono. “Phil, se tu ora muori, giuro che ti ammazzo!”

Richiamò il suo numero due volte mentre correva verso l'ascensore. Ogni volta, andò direttamente in segreteria telefonica. Chiamò Jenny mentre raggiungeva la porta, scivolando dentro proprio prima che si chiudesse.

“Sì?” rispose lei.

Dan non sprecò tempo. “Credo che Phil stia per saltare giù dal tetto!”

“Merda!” esclamò la ragazza. “Questo è quello che succede per aver seguito il tuo piano!”

“Il mio piano?!” strillò Dan. “Tu mi hai appoggiato!”

“Sapevo che non era una buona idea fin dall'inizio...”

“Ma–” cominciò lui. “Oh, non importa! Dobbiamo fermarlo! Io sono in ascensore, ma tu sei probabilmente più vicina!”

“Ci penso io!” assicurò Jenny, e Dan riuscì a sentirla salire di corsa le scale.

“Jenny!” disse.

“Che c'è?”

“Solo... non lasciarlo morire!”

“Certo che no, genio,” rispose lei, interrompendo la chiamata.

Dan fissò i piccoli numeri che apparivano nell'angolo in alto a destra dell'ascensore mentre esso saliva piano dopo piano: 3, 4, 5, 6...

“Andiamo! Andiamo!” pregò i numeri.

Improvvisamente, le luci dentro la cabina si spensero e l'ascensore fermò la sua salita, sospeso tra i piani sei e sette.

“Cosa?! No!” gridò Dan. Spinse rapidamente i pulsanti sulla parete ancora e ancora, come se pregando potesse in qualche modo far ritornare l'ascensore in funzione. “Non sta succedendo davvero!” gridò, martellando furiosamente la porta. “No, no, no, no, no!”

Tastò le pareti scure per trovare il telefono d'emergenza. Appena lo trovò, premette con urgenza il ricevitore al suo orecchio.

“La vostra chiamata è molto importante per noi,” assicurò la voce femminile registrata. “Per favore aspettate mentre vi trasferiamo alla corretta–”

“No!” urlò Dan, lasciando cadere il telefono. Non si era mai sentito così impotente in tutta la sua vita. Cadendo in ginocchio sul pavimento, scoppiò in singhiozzi. “No! N-non ora! P-per favore non ora! Devo f-fermarlo!”

“Fermare chi?”

Dan si girò di scatto, ricordandosi all'improvviso che non era da solo nella piccola, buia cabina.

“Il m-mio amico!” disse tra i singhiozzi con voce strozzata. “S-sta per fare qualcosa di d-davvero terribile e n-non è neanche colpa sua, cazzo!

“Oh,” rispose la voce senza volto, che sembrava come se avesse pianto anche lei recentemente, “Mi dispiace.”

“Non sarà d'aiuto,” pianse Dan. “È d-davvero così che finisce. Non posso s-salvarlo questa v-volta perché sono b-bloccato in questo maledetto ascensore!”

“Senta, signore, forse andrà tutto bene,” lo consolò lei gentilmente, allungandosi nel buio per dare una pacca sulla schiena di Dan. “Forse cambierà idea.”

“Non p-può,” disse amaramente Dan. “N-non è più in co-controllo della sua stessa v-vita!”

“Questo è ridicolo,” disse lei.

“Non i-importa. È c-comunque vero.”

“Beh, io non ci credo,” disse lei con sicurezza. “Io credo che ogni persona controlli il proprio destino. Lo scommetterei anche su Trevor.”

il nome suonava familiare a Dan per qualche motivo. “Chi è T-Trevor?” disse tirando su con il naso, “il tuo r-ragazzo?”

“Più o meno,” ridacchiò lei. “È la mia iguana.”

La realizzazione colpì Dan come il pianoforte di Tom Milsom aveva colpito il marciapiede. Sbloccò rapidamente il suo telefono e lo girò verso la ragazza, usando la luce dello schermo per illuminare la cabina buia. La magra ragazza bruna sbatté le palpebre e si strofinò gli occhi.

Dan usò la manica della maglietta per asciugare le lacrime dal suo volto. “D'accordo, Mel,” disse con freddezza. “Accetto quella scommessa.”


 


 

A/N: Salve gentile lettore!

Avete paura? Dovreste averne. Mel ha una mente tutta sua.

Oh! quasi scordavo: “Voi, lacchè, siete troppo insolente.” - William Shakespeare, The Two Gentlemen of Verona

Saluti!

 - Bethany


 

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Capitolo 33
*** Scelta di Parole ***


ATTENZIONE: Non ho scritto io questa Fanfiction, la sto solo traducendo con il permesso di JustGoogleIt, l'autrice. Potete trovare la storia originale qui: https://www.fanfiction.net/s/9168073/1/When-You-Wish-Upon-a-Star-A-Phanfiction-Parody
 



32

Scelta di Parole

 

Gradualmente, le luci d'emergenza si accesero, permettendo a Dan di vedere per la prima volta con chiarezza la fonte della sua miseria.

Gli occhi di Melanie si spalancarono. “Oh cavolo! Sei danisnotonfire!” squittì la ragazza. “Non riesco a credere che sono riuscita a incontrarti! Questo è il giorno più bello della mia vita!”

“Tu!” disse Dan, ribollendo di rabbia e puntandogli contro un dito. “Hai la minima idea di che cosa hai fatto?!”

“Di che cosa stai parlando?” si accigliò Mel.

“Di che cosa sto parlando?!” strillò Dan incredulo, saltando in piedi. “Tu hai distrutto due vite con le tue mani e stai davvero facendo questa domanda?!”

“Che cosa?” disse tremante la ragazza, alzandosi anche lei. “Non ti ho mai incontrato prima! Guardo solo i tuoi video, lo giuro!”

“Oh, tu 'guardi solo i miei video'?” disse Dan sarcastico. “Scusa, pensavo che avessi comandato i miei pensieri e le mie azioni per gli ultimi sette mesi. Colpa mia.”

Lo sguardo negli occhi di Dan avrebbe potuto essere il personale responsabile del riscaldamento globale.

Melanie si spinse ancora più contro la parete, spaventata. “Guarda, non so quale sia il tuo problema, ma davvero non ho idea di cosa tu stia parlando!”

Dan stava per sfogare un altro round di frustrazione repressa sulla confusa ragazza quando il suo telefono squillò di nuovo. Questa volta era Jenny. Rispose.

“Dan!” ansimò la ragazza. “Dove diavolo sei?! Non posso trattenerlo ancora per lungo! È più forte di quanto sembri!”

Dan riusciva a sentire il suono di un'epica lotta dall'altra parte della linea. Jenny stava urlando qualcosa a Phil, ma Dan non riuscì a capire cosa.

“Ho trovato Mel!” replicò. “Ma siamo bloccati in ascensore!”

“Passale il telefono! Ora!” ordinò Jenny.

Dan accese il vivavoce e porse il telefono a Melanie. Lei stava di nuovo piangendo, senza dubbio dal terrore di incontrare uno dei suoi idoli in un tale stato.

“Parla!” le ordinò, tenendo il telefono per lei.

“Che cosa vuoi da me?” singhiozzò Melanie.

“Melanie!” ansimò Jenny dal telefono. “Sono Jenny Alborn del gruppo di sostegno! Ti ricordi di me, vero? chennyismorecoollike? Ascolta, hai già finito la tua fanfiction con tragedia? Hai fatto saltare Phil giù dal tetto?”

Ancora stretta in un angolo contro il muro, la singhiozzante ragazza annuì quasi impercettibilmente.

“Sì!” rispose Dan per lei.

“Mel!” ansimò Jenny. “Hai scritto un disclaimer?!”

“È una RPF!” rispose Mel con voce strozzata. “Pensavo che non importasse!”

“Phil, no! Phil!” I due sentirono l'urlo soffocato di Jenny, seguito dal suono di un telefono che cadeva a terra.

“Che cosa sta succedendo?” chiese Dan ansiosamente.

La lotta si stava facendo più intensa e la voce di Jenny suonava distante. “Metti il disclaimer, Mel! Metti il disclaimer sulla fanfiction!”

“Come?” piagnucolò Me.

“Lo sto perdendo!” gridò Jenny. “È sul bordo! Aiutala, Dan!”

“Ma non l'ho mai fatto prima! Che cosa dovrebbe dire?!” la implorò Dan.

“Stavi per diventare un avvocato, maledizione!” ribatté Jenny. “Scrivile il cavolo di disclaimer e faglielo fimrare!”

Dan afferrò il quaderno di Melanie dal pavimento della cabina e lo aprì ad una pagina pulita. Prese una penna dalla tasca e fissò il foglio bianco.

Jenny gemette sonoramente. “Sbrigati, Dan!”

Lui scrisse furiosamente le parole:

I pensieri e le opinioni espresse in questa fanfiction non rispecchiano necessariamente le visioni dell'autore e/o persone affiliate. Io, Melanie Grace Ruso, rinuncio ufficialmente a tutti i diritti legali e illegali dei personaggi di Philip Lester (alias: AmazingPhil) e Daniel Howell (alias: danisnotonfire). Solo loro hanno il controllo delle loro vite.

x

“Firma sulla linea tratteggiata!” ordinò Dan, mettendo la penna nelle mani tremanti di Melanie.

Mel premette la penna sul quaderno e scarabocchiò velocemente una firma. Nel momento in cui l'inchiostro chiuse il cerchio della o di Ruso, l'ascensore tornò di colpo in vita e riprese la sua ascesa verticale.

“Ha funzionato?” gridò Dan nel telefono. “Jenny?”

Dal telefono, riusciva ancora a sentire gli urli soffocati di Jenny. “Phil! No! Phil! Non farlo! Fermo! Phil!”

“È finita!” gridò Dan impotente. “C'è il disclaimer! Che altro possiamo fare?!”

“No!” gridò Jenny. “Phil? Phil! No! NO! NOOOOO!”

E Dan seppe che non avevano fatto in tempo.





N/T: Salve! E così rimane solo un capitolo... mi dispiace lasciarvi con il fiato sospeso in questo modo, ma purtroppo non sarò in grado di usare internet per i prossimi 3-4 giorni! Posterò il capitolo non appena potrò, nel frattempo... pregate per Phil!
 


 

A/N: Salve gentile lettore!

Qualche parola da Shakespeare per aiutarvi a superare questo momento magari?

“Voi non avete più cervello (nel vostro cranio) di quanto io ne abbia nei miei gomiti!” - (Shakespeare, William. Troilus and Cressida. Atto II, scena I. 1602.)

Saluti!

- Bethany


 

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Capitolo 34
*** Immaginazione Complessa ***


ATTENZIONE: Non ho scritto io questa Fanfiction, la sto solo traducendo con il permesso di JustGoogleIt, l'autrice. Potete trovare la storia originale qui: https://www.fanfiction.net/s/9168073/1/When-You-Wish-Upon-a-Star-A-Phanfiction-Parody
 
Come promesso, ecco l'ultimo capitolo... (note di traduttrice in fondo al capitolo)


 

33

Immaginazione Complessa


 

“Sai,” disse Phil all'anziano uomo seduto vicino a Dan, “neanche sapevo che i venditori ambulanti di materassi esistessero.”

“Oh sì,” affermò Oscar, “Ho venduto materassi alla buona vecchia maniera per gli ultimi quarantatré anni – porta a porta.” Sorrise allegro, “Sapete, il mio genero mi dice sempre di mettere su un negozio così non devo più portarmi dietro questi cosi tutto il tempo, ma sapete cosa gli dico?”

“Cosa?” chiese Phil, un piccolo sorriso che si formava sulle sue labbra.

“Gli dico, 'Se metto su un negozio, non sarei più un venditore di materassi ambulante'.”

“È molto logico,” annuì lentamente Dan.

Oscar fece un sorriso a trentadue denti.

Il sole aveva appena iniziato a sorgere sull'arruffato ma infinitamente sollevato piccolo gruppo di persone mentre aspettavano Mel nella hall dell'hotel.

“Mille grazie ancora per averci aiutato, signor Callaghan,” disse Jenny con sincerità. “Non so come faremo mai a ripagarla.”

“Oh, sarebbero 1749.99 dollari,” rispose calmo l'anziano venditore.

Jenny rise, ma Oscar rimase impassibile. “Aspetti... cosa?” balbettò la ragazza. “Per aver interrotto la sua caduta?”

“No,” l'uomo scosse la testa, “per aver rotto il mio materasso. Se lo rompi, lo compri. Quello costava 1749.99 dollari.”

“Cosa? Ma è ridicolo!” esclamò Dan, indicando fuori dalla finestra. “Il suo cartello là fuori dice che che c'è il 50% di sconto sulla sua roba!”

“Solo alcuni prodotti,” ribatté Oscar. “I modelli che vanno per la maggiore – come quello su cui è caduto il tuo amico qui – non sono inclusi nella promozione.”

“Aw, Phil!” lo rimproverò Dan. “Perché non potevi cadere su uno in saldo?”

“Oh, mi dispiace,” disse Phil sarcasticamente. “La prossima volta che sto precipitando verso la mia morte, farò in modo di mirare meglio!”

Oscar tirò fuori una calcolatrice dalla sua tasca. “D'accordo ragazzi,” disse, “visto le circostanze posso togliere il 10% dal prezzo normale e aspettare fino a settembre per avere i soldi.”

“E se invece gli diamo duecento dollari per il materasso e lei può sentirsi davvero una brava persona per un po' di tempo?” offrì Dan. “Voglio dire, Gesù Cristo! Se noi avessimo chiesto una ricompensa per tutte le vite che abbiamo salvato negli ultimi mesi...”

“... ci potremmo permettere il materasso,” aggiunse Phil sottovoce.

“Okay, tolgo il 15%,” disse Oscar, “e ci aggiungo qualche copri cuscino gratis.”

“Vuole dire che i copri cuscino non sono inclusi normalmente?” chiese incredulo Dan. “Che furto!”

“Beh, si deve arrivare a fine mese in qualche modo!”

“Sfruttando le persone semi-suicide?”

“Sai,” borbottò Phil, “alcune persone sarebbero abbastanza felici del fatto che il loro migliore amico non sia morto che non gli importerebbe del prezzo dei copri cuscini.”

“Zitto, Phil,” lo ignorò Dan. “Sto contrattando.”

Continuarono a negoziare con Oscar finché la porta non si aprì, e John Green guidò dentro la hall una giovane autrice dagli occhi rossi che tirava su con il naso. Hank seguiva poco dietro, cercando di calmare l'infuriata madre di Mel prima che strappasse la testa di sua figlia.

Jenny saltò in piedi e abbracciò la sua amica di internet. “Oh Mel, guarda,” disse incoraggiante, “ti hanno tolto le manette! È un buon segno, giusto?”

Melanie le rivolse un mezzo sorriso lacrimoso, e poi si girò verso Dan e Phil. I suoi occhi si riempirono immediatamente di lacrime fresche alla vista di loro due.

“M-mi dispiace così tanto,” singhiozzò. “Non v-volevo.. f-farvi, i-io”

“Fai un respiro profondo,” le consigliò John, guidandola verso una delle poltrone. Melanie si sedette e prese qualche respiro per ricomporsi prima di provare di nuovo.

“Volevo solo che foste felici,” disse piano Mel, “Pensavo–” prese un altro respiro, “Pensavo che vi avrebbe fatto bene un po' di romanticismo nelle vostre vite. Volevo solo che voi trovaste il vero amore.”

Melanie nascose la sua faccia nelle mani.

“E...?” chiese John gentilmente. “Di che cos'altro abbiamo parlato, Mel?”

Lei lo guardò e si accigliò. “Che 'l'umorismo inglese' è il miglior tipo di dialogo?”

“No, l'altra cosa,” bisbigliò John.

“Che in ogni storia ci dovrebbe essere qualcuno di nome 'Hollis'?”

“No, intendevo–”

“Che avrei dovuto fare andare Dan e Phil in un viaggio su strada?” provò di nuovo Melanie.

“Mel,” sospirò John frustrato. “Digli la cosa importante di cui abbiamo parlato!”

“Oh.” La ragazza guardò Dan e Phil, prese una altro profondo respiro, e cominciò lentamente. “Immagino... beh, non vi stavo immaginando in modo complesso. Pensavo che solo perché guardavo tutti i vostri video, e leggevo tutti i vostri tweets, e ascoltavo tutti i vostri radio show eccetera... che sapevo tutto su di voi. Tipo, come se fossimo davvero amici! Non vi pensavo come persone reali, tipo, che aveste altre parti di voi che non condividevate con internet. Per me, voi eravate solo dei personaggi... t-tutto qui!” Scoppiò di nuovo a piangere. “Mi dispiace d-davvero, davvero t-tanto!” singhiozzò, “E c-capirò se voi m-mi odierete per s-sempre!”

Dan e Phil si lanciarono un'occhiata e poi si avvicinarono entrambi per abbracciare la scrittrice di fanfiction in agonia.

“Sai, un giorno sono sicuro che saremo in grado di ripensare a questa avventura e riderci sopra,” disse Phil speranzoso. “D'accordo, ci vorrà probabilmente qualche decennio, ma prima o poi succederà.”

“Io non ti odio, Mel,” disse Dan piano.

“E pensa soltanto,” intervenì Jenny, “che avrai una testimonianza fantastica se diventerai mai leader di un gruppo YTRPFWA!”

Melanie sorrise debolmente e stettero tutti lì seduti per qualche momento.

“Quindi, cosa ti succederà adesso?” chiese dopo un po' Dan. “Voglio dire, anche se volessimo, non credo che potremmo sporgere denuncia, quindi...?”

“Mia mamma ha chiamato e mi ha fatto ammettere nel gruppo YTRPFWA residente a Chicago,” sospirò lei. “Vado via domani.”

“Questo è fantastico, Mel! Sono molto fiera di te,” la lodò Jenny. “Ti scriverò tutti i giorni.”

“Ti scriverò anch'io,” si offrì Phil, “ma, sai, forse non tutti i giorni.”

“Stessa cosa,” disse Dan.

“Oh forte!” sorrise Melanie, “Adoro ricevere lettere! Farò in modo di rispondervi sempre. Magari includerò anche qualche storia per tenere le cose interes-”

“NO!” esclamarono all'unisono John, Hank, Dan, Phil e Jenny.

“Stavo solo scherzando,” ridacchiò Melanie. Si avvicinò a loro e sussurrò, “Ne ho abbastanza di scrivere le vostre storie. È tempo che mi metta a scriverne qualcuna delle mie.”



 


 

A/N: Salve gentile lettore!

Beh, ce l'abbiamo fatta. Siamo arrivati fino alla fine. Noi... abbiamo scritto un libro, ragazzi!

...okay, va bene. Magari una novella. Ed è una fanfiction. Ma comunque.

Un'ultima parola dal nostro venerato drammaturgo:

“Buona notte, buona notte! Lasciarsi è un tale dolce dolore!" (Shakespeare, William. Romeo and Juliet. Atto II, scena II. 1597).

Come sempre, saluti!

- Bethany

 




N/T: Eccoci qui! È finita... questa storia (e voi) mi mancherete davvero... *sigh*
Grazie ancora per tutte le vostre gentilissime recensioni e anche a chi di recensioni non ne ha lasciate ma mi ha seguito fino all'ultimo (anche dopo la mia piccola.. ehm.. pausa). È stato davvero uno spasso ed è probabile che faccia qualcosa del genere di nuovo quindi... restate nei paraggi!
Alla prossima :)

 

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