Accidentally In Love

di lou_louu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6. ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7. ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8. ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9. ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10. ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11. ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12. ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13. ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14. ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15. ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16. ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17. ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. ***








Capitolo 1.



“Forza signorine! Ancora due giri di corsa!”.
Sarà il ventesimo giro di campo che facciamo! Ma ogni santa volta va a finire così.
Il nostro allenatore si diverte a vederci soffrire come delle capre e ci fa correre per tutto il campo da calcio finché non si stufa.
“Dì un po’, che gli è preso a tuo fratello stasera?” domando a Jen, affiancandola con la corsa.
Jen Tomlinson, la mia migliore amica. Ci conosciamo da quando eravamo nel pannolino e i nostri padri non hanno aspettato un secondo a metterci in testa il calcio.
Proprio così, gioco a calcio. Una ragazza che gioca a calcio, direte voi, è strano, ma per me non lo è affatto. Forse perché sono parecchi anni che ci gioco.
Appena io e mio fratello eravamo abbastanza grandi, nostro padre ci ha iniettato la sua passione per il calcio. Con mio fratello non ha avuto molto successo, anzi ha preferito trasferirsi per frequentare l’università a Londra, e quindi ha insistito con me e devo dire che ha portato a termine la sua missione.
Inizialmente, lo vedevo come un dispetto nei miei confronti: ero l’unica bambina della 2 elementare che giocava a calcio e le altre femminucce si divertivano a prendermi in giro.
Poi, lo sport è diventato parte di me e non ho più potuto farne a meno.
Possiamo considerare positivo il fatto che, alle medie, ero sempre circondata da ragazzi, anche se non mi avevano mai guardata in quel modo. Mi consideravano più una di loro. Un maschio.
Da lì, ho iniziato a cambiare, essere più femminile, ma non ho avuto il coraggio di abbandonare il calcio. Era come perdere una parte di me.
Per fortuna, avevo la mia migliore amica con me e ci siamo sostenute a vicenda.
“Ma che ne so! Ci sta facendo fare il doppio dei giri stasera!” risponde Jen a corto di fiato.
“Non è che hai combinato qualcosa, vero?”
“Io? Ma se sono un angioletto!”
Anche se a corto di fiato, scoppiamo a ridere.
Vorrei non averlo mai fatto!
“Tomlinson, Payne! Non si ride durante l’allenamento! Fate un altro giro, voi altre andate pure a cambiarvi!”.
“Giuro che lo ammazzo!” mi sussurra Jen.
Questi due, come tutti gli altri fratelli del resto, si odiano come cane e gatto.
Quando il nostro ex allenatore era andato in pensione, Louis non aveva perso tempo a farsi ingaggiare. Tutte quante ci siamo incantate alla visione del suo viso angelico, ma non ci aspettavamo che un ventunenne come lui fosse così severo.
Ma nonostante tutto, mi piace!
“Ok ragazze fermatevi!”.
Non appena sento quelle parole, mi butto a terra nell’erba umida e butto fuori l’aria velocemente, formando piccole nuvolette. Jen sta accanto a me, piegata verso il basso, con le mani sulle ginocchia. Rivolge uno sguardo omicida al fratello, che cautamente si avvicina a noi. Sapevo che gliel’avrebbe fatta pagare. Lo faceva sempre!
“Che cosa devo fare con voi due?” ci chiede mettendo le mani sui fianchi, ma mostrando il suo perenne sorriso perfetto.
“Ti sei bevuto il cervello, Louis?” urla Jen, non appena recupera il fiato. “Perché ci hai fatto correre così tanto?”.
Mi tiro su a sedere.
“Sorella, c’è l’ultima partita di campionato tra due settimane. Non vorrai mica arrivare seconda, dopo i nostri acerrimi nemici!”.
Louis aveva ragione, come al solito. La squadra di Holmes Chapel sarebbe arrivata tra poco qui a Wolverhampton per disputare la finale di campionato.
Vogliamo vincere a tutti i costi!!
  1. Perché sono primi con un solo punto di differenza da noi.
  2. SONO MASCHI!
Odio i ragazzi che pensano di poter vincere contro di noi solo perché siamo femmine. Abbiamo dimostrato il contrario parecchie volte, in questa stagione.
E grazie agli allenamenti di Louis, riusciremo sicuramente a batterli.
Darei di tutto per vedere le loro facce da trogloditi delusi e stupiti.
Oh si! Quanto mi piacerebbe!!
Jen sbuffa.
“Perché devi avere sempre ragione?”.
“Perché sono più grande e di conseguenza più intelligente di voi teste vuote. Andatevi a cambiare!!”.
Jen supera il fratello furiosa, facendogli la linguaccia. Louis mi tende la mano per aiutami ad alzare.
“Ottimo lavoro oggi, capitano! Continua così!!” mi fa l’occhiolino.
Dio, che angelo! I suoi occhi verdi-azzurri mi mandano fuori di testa.
Sorrido, incapace di fare altro.
Sarei rimasta li a fissarlo come un ebete, se la voce di Jen non mi avesse svegliato.

“Non vedo l’ora di vedere la squadra di Holmes Chapel!” schiamazza Jen, mentre entrambe ci vestiamo, dopo aver fatto la doccia.
“Vedere? Vorrai dire battere!”.
“No mia cara Amy, vedere! Hai idea di quanti bei ragazzi ci sono li dentro?”.
Sbuffo infastidita. Sempre la solita: ogni volta che una squadra maschile gioca contro di noi, Jen non fa altro che scattare foto e fantasticare su i giocatori avversari.
Io non li degno nemmeno di uno sguardo!
Per me sono solo ostacoli che mi dividono dalla mia amata coppa d’oro!
“Jen ti prego! Almeno questa volta, niente inseguimenti!”
Jen scoppia a ridere.
“Cambierai idea quando vedrai il capitano, Amy!”
Incredibile! Si è già informata su tutto!
Usciamo dagli spogliatoi e ci dirigiamo fuori, verso il parcheggio del campo.
“Sei sempre la solita!” le urlo aprendo la portiera del pick up di mio fratello.
Jen mi risponde con una linguaccia, mentre sale in macchina con Louis.
Butto la borsa nei sedili posteriori e mi siedo nel posto del passeggero.
“Ciao Liam!”
“Ehi sorellina! Ancora giri extra?”
Liam viene sempre a prendermi agli allenamenti e a vedermi alle partite, insieme a nostro padre. Vuole che giochi anche per lui.
“Come al solito!” sbuffo stanca.
Lui si limita a ridere.
“Quando arriverà la squadra?” mi chiede senza distogliere lo sguardo dalla strada.
“Mercoledì.”
Oggi è lunedì 14 giugno, le scuole sono finite da pochi giorni.
Quindi, mi rimangono solo 2 giorni di tranquillità, poi dovrò iniziare a guardarmi le spalle.
È risaputo che questa squadra studia l’avversario nei suoi movimenti, osservandolo attentamente nei giorni che precedono la partita.
Per questo non hanno mai perso quest’anno. O almeno, non ancora!
“Ce la farete, vedrai! Con te come capitano, ho dei dubbi che quei tipi riusciranno a battervi.”
Sorrido a 32 denti al mio fratellone, mentre questo parcheggia nel vialetto di casa.
“Grazie Liam! Ma anche se mi fai mille complimenti al minuto, non sei esonerato dal fatto che ti devi vestire da ultras per la partita!”.
Scendo dalla macchina e prendo la borsa, per poi dirigermi verso la porta di casa, con Liam alle calcagne.
“Nemmeno se ti faccio da servo per un mese?” mi chiede con le mani giunte, come se pregasse.
Scuto la testa ridendo.
“Per un anno?”.
Mi volto per guardarlo, dopo aver chiuso la porta e buttato la borsa nel mezzo del corridoio.
“Hai perso la scommessa e quindi devi pagare!” gli faccio la linguaccia e mi dirigo in cucina.
“Buonasera mamma, buonasera papà! Che c’è per cena?” chiedo sedendomi a tavola, con coltello e forchetta in mano.
“Ecco la mia principessa!” esclama mio padre.
“Non è una principessa!” si intromette Liam “Ma una ricattatrice!”.
“Non è colpa mia se non sai vincere, fratellone!”
“Basta voi due!” ci divide mia madre, portando un piatto con carne e verdure.
Faccio l’ultima linguaccia del giorno a Liam, per poi abbuffarmi come un morto di fame, mentre racconto alla mia famiglia le novità sulla squadra avversaria.
Con il piano mio e di Jen, non riusciranno mai a vincere.
Dopo tutto, noi siamo la coppia d’oro, e la coppia d’oro non fallisce mai!


 

Spazio Autrice.



Salve a tutti!
È la prima volta che pubblico una storia su efp e non ho la minima idea di cosa scrivere qui. Vai così.
No, comunque grazie mille per essere passate a leggere. Il primo capitolo è sempre un po' noioso, ma vi assicuro che i guai non mancheranno più avanti.
Se volete lasciare una piccola 
piccola recensione, mi fareste un grande favore! :)
Ok, beh grazie mille di nuovo e rimanete con me, yo!
Baci baciiii x
Lu :3



P.S. : oggi è il compleanno di Liam fhdiowaghjrpògu **
    ok, mi dileguo!

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. ***








Capitolo 2.



Come ogni martedì, alle 4 del pomeriggio, mi reco in centro nel mio paese, se così si può definire una piazza e una chiesa a lato.
Anche se non c’è niente di interessante, adoro Wolverhampton: è una piccola città che conta una decina di migliaia di abitanti; qui si conoscono tutti e c’è sempre allegria.
Attraverso tutta la piazza con difficoltà, dato il peso della chitarra che ho sulle spalle.
Il mio simpaticissimo fratellino era troppo occupato per darmi uno strappo con la sua amata macchina e quindi, dato che in casa Payne non esistono biciclette, mi è toccato andare a piedi.
Suono il campanello della casa del mio istruttore.
Suono la chitarra da 6 anni e mi piace troppo per poter smettere. Mio padre non è molto d’accordo, perché secondo lui dovrei concentrarmi solo sul calcio; per me invece, è un modo per rilassarmi e dimenticarmi di tutti i problemi.
La porta viene aperta dopo pochi minuti da una signora bionda, sulla quarantina, con un grembiule legato addosso.
“Oh ciao Amy! Che piacere rivederti!!”
Maura è sempre gentile con me, mi tratta come la figlia femmina che non ha mai avuto ma che ha sempre desiderato. Ogni volta che vado a casa sua, mi fa sempre provare le sue specialità.
Come dirle di no?!
“Entra pure, cara! Niall ti sta aspettando al piano di sopra.”.
Dopo averla ringraziata e messa al corrente delle novità, salgo le scale e raggiungo il mio istruttore.
“Ciao Niall!!” saluto dopo aver chiuso la porta di camera sua.
“Ciao Amy bella!” mi sorride.
Mi ha sempre chiamata così, ma il motivo non l’ho mai capito.
Ha già la chitarra tra le mani e, dallo spartito mezzo vuoto che ha davanti a sé, capisco che stava componendo.
“Cosa stavi suonando poco fa?” chiedo sedendomi accanto a lui sul letto morbido.
“Oh non è niente di che! Sono solo alcuni accordi.” Si giustifica imbarazzato.
Niall è così tenero. Il suo faccino dolce riesce sempre a commuovermi. Per non parlare dei suoi stupefacenti occhi azzurri. Sembra che contengano il mare!
Ci siamo legati molto grazie allo strumento che entrambi teniamo in mano ma siamo solo ottimi amici per il momento, niente di più. Anche se, in qualche modo, sto aspettando la scintilla che ci faccia innamorare del tutto.
“Dai dai dai fammi sentire!!” dico battendo le mani e saltellando, come una bambina di 5 anni. Niall ride di gusto. Adoro la sua risata! È qualcosa di… magico!
“E va bene! Solo per la mia Amy bella!”.
Sorrido trionfante e mi metto comoda sul letto, sorreggendomi la testa con entrambe le mani.
Non appena Niall inizia a cantare, i brividi mi percorrono la schiena.
La sua voce sembra quella di un angelo! Così soave, così leggera e delicata.
Ogni volta che suona, non sembra un ragazzo di diciannove anni, ma un bambino, che muore dalla gioia per aver ricevuto una nuova caramella.
Rimango incantata a guardarlo, alternando lo sguardo dalle sue mani ai suoi occhi.
Non appena allontana la mano dalla chitarra, applaudo le mani e urlo come una foca ritardata.
Niall arrossisce e ride allo stesso tempo.
“È bellissima, Niall!”.
“Non è ancora finita.”
“Beh, per me è già perfetta!”.
I suoi occhi si illuminano alle mie parole, diventando come due stelle splendenti.
Passiamo la giornata a provare la nuova canzone e, dopo vari tentativi da parte della sottoscritta, sono riuscita ad imparare il ritornello.
È un gran passo avanti per me, visto che a malapena riesco a distinguere il sol dal la.
Ormai sono le 18 e 30; la lezione si è prolungata di molto.
“Meglio che torni a casa, o mio padre mi farà diventare un tappeto!” dico, mettendo la chitarra nella custodia di velluto.
Niall ride.
“Non credo che Geoff sia così cattivo!”
“Oh, tu non lo conosci così bene!!”.
Niall alza le spalle.
“Se vuoi ti accompagno io a casa.”
Sul mio viso si apre un sorriso a 32 denti.
Dopo aver salutato Maura, esco da casa Horan e mi siedo nella macchina di Niall.
Non appena la mette in moto, alzo il volume della radio, riempiendo la macchina con la nostra canzone preferita: Troublemaker.
Un po’ ci rispecchia: entrambi siamo due combina guai e insieme facciamo innumerevoli cavolate.
Cantiamo entrambi a squarciagola, facendo movimenti a caso che paragoniamo al ballo, quando invece sembriamo due trichechi in preda alle convulsioni.
La macchina si ferma davanti a casa mia dopo una decina di minuti.
Niall abbassa la musica.
“Grazie mille per il passaggio, Niall!”
“Nessun problema!” mi dice sorridente.
Prima che potessi aprire la portiera, la sua voce mi richiama.
“Ti va… se questo sabato usciamo insieme?”.
Spalanco gli occhi e la bocca mi si apre senza che io la potessi controllare.
Andiamo Amy, datti un contegno.
“S-si! Mi piacerebbe molto!” strillo forse un po’ troppo, dopo essermi ripresa.
“Fantastico! Allora ci vediamo sabato! Passo a prenderti per le otto.”.
Annuisco, incapace di parlare. Lui mi sorride.
“Ciao Amy bella!”.
“Ciao Niall!” riesco a farfugliare, prima che la macchina sfrecci in fondo alla via.
Rientro in casa correndo e per poco non investivo Liam, che in quel momento stava sistemando i suoi amatissimi e preziosissimi libri nella vetrina del salotto.
“Ehi Furia, attenta a dove vai!” mi urla dietro.
Ma io non lo ascolto. Sono troppo felice per starlo a sentire!!
Mi butto a peso morto sul letto, mentre aspetto che la mia migliore amica risponda al cellulare.
“Pronto?”
In quel momento, lancio un urlo assordante e scommetto che dall’altra parte Jen ha allontanato il cellulare, maledicendomi come al solito.
“Ma sei pazza?!” infatti mi dice, dopo che avevo terminato il mio acuto.
“Oh Jen! Non sai che mi è capitato!!”
“Liam ti ha chiesto di me?” mi domanda speranzosa.
La solita storia: la tua migliore amica che è follemente innamorata di tuo fratello, il quale è l’unico che è all’oscuro di tutto.
Sbuffo divertita.
“No. Molto meglio!”
“Non so che cosa ci sia di meglio di tuo fratello, ma sentiamo!”
“Ho un appuntamento con Niall!!”
“Niall? Il tuo amico irlandese?” mi domanda incredula.
Annuisco, anche se so che non mi può vedere.
“Cavolo Amy! Allora c’è da festeggiare, è un secolo che non esci con qualcuno!” mi prende in giro Jen.
“Grazie eh!”
Jen ride.
“Oh avanti, stavo scherzando! Sono davvero felice per te! Speriamo sia quello giusto!”
Io e Jen ci diamo sempre man forte sull’argomento ‘ragazzi’, come del resto in tutti gli argomenti, ma in questo in particolar modo.
Quindi, appena una delle due ha novità, non aspetta un secondo a raccontarlo all’amica.
Il più delle volte, è sempre Jen che chiama me, semplicemente per il fatto che lei non ha questo odio nei confronti dei maschi, come invece ce l’ho io.
Ma con Niall è diverso. Con lui sto sempre bene e mi diverto un sacco.
“Già. Speriamo davvero!” dico sorridendo, ripensando a quella testa bionda.
“Amy! C’è Zayn, muoviti!” la voce di mio fratello mi chiama dalle scale.
“Arrivo!” urlo in risposta, coprendo il telefono.
Sfortunatamente, Jen aveva sentito tutto, in particolare, la voce di mio fratello.
“Oh beh se Liam ti chiama sarà sicuramente qualcosa di urgente! Puoi andare Amy! E salutami quell’angelo di tuo fratello!!”
Sbuffo.
“Fidati, cambieresti idea se vivessi con lui 24 ore su 24. Ciao Jen, a domani!” e chiudo la chiamata.
Mi alzo di scatto dal letto e indosso i miei soliti pantaloncini neri e una canotta grigia.
Mi metto le scarpe da ginnastica e lego i capelli biondi in una coda di cavallo, mentre scendo le scale di corsa, per non far aspettare Zayn.
Zayn è il mio migliore amico dalle elementari. Insieme a Jen, siamo sempre stati il trio inseparabile e così è tuttora.
Quando non ho gli allenamenti di calcio, Zayn mi passa a prendere per fare una corsa insieme, durante la quale finiamo sempre per parlare e non per correre.
Jen non viene mai con noi. Dice che si sente in imbarazzo a correre con due spilungoni come noi. In effetti è vero, io e Zayn siamo piuttosto alti, e, rispetto a lei, sembriamo due giganti.
Jen non è molto bassa, ma in confronto a me, sembra una nanetta. Ed è cosi che la chiamo per farla innervosire, cosa che adoro!
Chiudo la porta e vedo la figura di Zayn voltata di spalle, appoggiato ad un albero solitario, che guarda attento la strada.
Mi fermo dietro di lui, aspettando che si accorga di me. Mentre sto lì, noto con piacere che le nostre spalle sono quasi sullo stesso livello. Siiiii altri centimetri in più per la Payne!!
“Zayn!” urlo nel suo orecchio, facendolo sobbalzare.
Rido a crepapelle mentre lui mi guarda con gli occhi stra-lunati.
“Amy! Non lo fare mai più, ok?” mi dice cercando di stare serio, ma riesco a influenzarlo subito con la mia risata.
Dopo un abbraccio abbraccioso (?), partiamo con la corsa, percorrendo il perimetro del lago del paese, come nostro solito.
“Allora, sei pronta per la grande partita?” mi chiede Zayn.
Ovviamente, avevo costretto anche lui ad assistere alla nostra vittoria, ma senza sporchi ricatti, come ho fatto invece con Liam.
“Non vedo l’ora! Voglio dare una bella lezione a quegli sbruffoni!”
Zayn scoppia a ridere.
“Uno scricciolo come te?”
“Ehi! Guarda che sono quasi alta come te, simpaticone!”
Sapevo che si riferiva alla mia scarsa forza, ma non potevo lasciarlo vincere, come ogni volta!
“Oh si si!!” mi dice per poi tornare a ridere.
Mi volto per fulminarlo con gli occhi.
“Con chi credi di avere a che fare, Pakistan? Io sono una combattente nata!” dico, fingendo di dare dei pugni davanti a me.
Zayn ride ancora più forte, tanto che si deve fermare.
Io continuo a correre sul posto.
“Andiamo mezza calzetta! Sei già stanco?” lo rimprovero.
Zayn mi fissa con i suoi meravigliosi occhi cioccolato per qualche istante, per poi avventarsi su di me e sollevarmi da terra, senza alcuno sforzo.
“Zaaaaayyyyyn! Mettimi giù subito!” urlo, colpendolo sulla schiena, senza graffiarlo minimamente. Odio la mia forza da moscerino!
“Non ci penso nemmeno!” e inizia a correre per il parco, tenendomi per le gambe.
Mentre io mi dispero urlando come una dannata, Zayn continua a correre e a ridere ininterrottamente, tanto che finisco a ridere insieme a lui.
Per questo siamo così amici: prendiamo tutto alla leggera e ridiamo sempre insieme.
Zayn passa velocemente davanti a dei bambini, che si spingevano sull’altalena e che, non appena ci vedono, scoppiano a ridere.
“Sei gentile, Malik! Mi fai fare figuracce anche davanti a dei bambini!”.
“Non è colpa mia se sei così buffa!”.
Spalanco la bocca e gli tiro un altro pugno sulla schiena.
Lui ride.
“Suvvia, non farmi il solletico!”.
“Stronzo!” gli dico ridendo.








Alohaaaa
Sono tornataaa :D
Ok, questo capitolo non mi convince molto, ma volevo far conoscere tutti i personaggi così ho dovuto farlo.
Pazienza .-.
Comunque, vi anticipo che nel prossimo capitolo arriverà la squadra di Holmes Chapel che Amy odia a morte.
Spero che sia meglio di questo capitolo!!
Poi, volevo ringraziare tutte le ragazze che hanno recensito il primo capitolo e le 58 visite! Sono felicissimaa **
Ultima cosa.
Domani parto, finalmente, per l'Inghilterra e ci starò due settimane.
Se riesco, stasera posto il terzo capitolo, così da non farvi rimanere in ansia (sì sì, sogna Lu, sogna).
E poi dipende da quante recensioni ricevo :D
Bene, ho finito di rompere.
Alla prossima! :D
Un bacione 
Lu x

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. ***







Capitolo 3.




Il fatidico giorno è arrivato.

Tra poche ore, quei diavoli di Holmes Chapel saranno qui, nella nostra amata Wolverhampton.

Sul nostro campo.

Me ne sto stesa sul letto, a pensare, mentre accarezzo il manto carota del mio gatto Ginger.

Louis ci ha chiesto di andare ad accoglierli, non appena fossero arrivati.

La cosa mi turba molto.

Perché mai dovremmo farlo?

Sono solo degli stupidi ragazzini, in fondo.

Beh, anche noi lo siamo. Il fatto è che noi giochiamo a calcio e loro a vincechifacadereperprimolavversario!

Non li sopporto già adesso, figuriamoci quando vedrò le loro facce da mammalucchi!

Un miagolio mi fa tornare alla realtà

Non mi ero nemmeno accorta che Ginger si fosse spostato, finché il suo nasino rosa non mi bagnasse la guancia.

Ridacchio mentre lo sollevo e lo porto al petto.

Ginger è stato trovato da mio fratello un mesetto fa.

Mentre tornava dal supermercato, Liam ha visto una palla arancione sbucare dai cespugli che delimitano i parcheggi.

Si vede che non si era accorto di Liam, fino a quando non inciampò nelle buste che mio fratello aveva lasciato a terra. È stato amore a prima vista quando i due si sono guardati.

Il micetto adesso avrà circa tre mesi. È molto piccolo, ma vorrei che non crescesse mai!

Da quando è entrato nella nostra famiglia, mi ha reso le cose più facili.

E poi, è un ottimo compagno di studi, anche se parecchie volte si addormenta sui miei libri.

Rimarrei mille volte qui con lui, piuttosto che andare a quel maledetto incontro!

È un mercoledì uggioso e questo diminuisce ancora di più la voglia che ho di uscire.

Manca un’ora alle sei.

Un’ora al mio incubo.

Scendo le scale in fretta, dirigendomi in cucina per mangiare qualcosa.

Lì, ci trovo Liam, impegnato come al solito a leggere il giornale.

“Sei pronta, sorellina?” mi chiede, scostando di poco il giornale che tiene in mano.

Mando giù il sorso di latte. Da quando mio fratello si interessa dei miei problemi?

“Credo di si.” Gli rispondo, ancora immersa nei miei pensieri.

Liam appoggia il giornale sul tavolo, guardandomi preoccupato.

“Credi? Dov’è finita la mia sorellina forte, determinata e testarda che conosco?”.

Già. Dove sei finita, Amy?

Scuoto la testa.

Quei bambini mi stanno indebolendo. Io non sono debole.

Appoggio con forza il bicchiere di vetro sul ripiano del bancone, facendo saltare Liam per il rumore provocato.

La fame mi è sparita.

Dentro di me ora c’è solo odio e voglia di vincere.

“Amy?” la voce di Liam è più vicina.

“Sto bene.” Rispondo in un soffio. “Non vedo l’ora di mandarli a casa a calci in culo!”.

Liam ride.

“Bentornata!” mi dice poggiando la mano sulla mia spalla.

Non posso permettermi blackout con la loro presenza.

Mi studieranno. Ci studieranno. Tutta la squadra è in pericolo. Non posso mostrarmi debole.

“Preparati Liam.” dico passandogli accanto per tornare in camera mia. “È ora!”.

Passano dieci minuti buoni.

Sono già vestita, pronta per partire.

Ma non riesco a togliere gli occhi dalla divisa di calcio, stesa sulla sedia.

Perché Louis aveva cancellato l’allenamento?

Perché voleva che li incontrassimo?

“Amy andiamo!!” la voce di Liam mi richiama per la sesta volta.

Prendo un enorme sospiro.

Che razza di codarda sei, Amy Payne?

Affronta la situazione, non scappare!

Mi alzo di scatto e scendo le scale, seguita a ruota da Ginger.

Chiudo la porta a chiave, dopo aver preso la palla di pelo arancione in braccio, e mi dirigo verso la macchina di Liam.

Nessuno dei due osa parlare.

Io non parlo perché so che inizierei ad urlare.

Liam non apre bocca, perché in cuor suo sa che la sua sorellina è una bomba pronta ad esplodere, in questa situazione particolarmente.

Mi limito ad accarezzare nervosa il pelo morbido di Ginger, accucciato sulle mie gambe.

Appena la macchina si ferma al solito posto, dove Liam mi aspetta sempre dopo gli allenamenti, il mio cuore si ferma.

La mia squadra è là, seduta in mezzo al campo, che aspetta pazientemente.

Non vedo ancora la figura magra di Louis, quindi deduco che non sia ancora arrivato, e nemmeno Jen.

“Ci vediamo dopo, Liam.”

“Non vuoi che rimanga?” mi chiede preoccupato.

Gli sorrido appena.

“No. Devo farcela da sola.”.

Liam annuisce, capendomi.

Scendo dalla macchina, dopo aver fatto sedere Ginger sul sedile e saluto mio fratello dal finestrino, mentre lui mette in moto.

Percorro la discesa che distanzia il campo dal parcheggio e raggiungo le mie compagne.

“Ehi Amy!” mi salutano tutte.

Le loro facce sono preoccupate, quasi stanche, come se non avessero dormito per tutta la notte precedente.

Uguali alla mia, presumo.

Il rombo della moto di Louis ci fa girare la testa tutte da quella parte.

I due fratelli arrivano con calma, con il solito sorrisetto dei Tomlinson sul viso.

Ma subito spariscono, vedendo le nostre espressioni lugubri.

“Che vi è capitato?” strilla Jen.

Non posso fare a meno di sorridere di fronte alla sua espressione scioccata.

“Avanti signorine! Dovete essere ottimiste!” ci rassicura Louis “Lo sappiamo che sono forti e che tutti li temono, ma noi non dobbiamo farci intimorire!”.

Si avvicina a me e mi mette una mano sulla spalla.

“Capitano, fammi vedere uno dei tuoi bei sorrisi!”.

Louis sapeva bene come farmi tornare il buon umore, anche se mi metteva in imbarazzo a volte.

Sorrido, davanti a lui, davanti alla squadra.

Mi alzo in piedi.

“Forza ragazze! È il momento di far vedere chi è che porta i pantaloni qui!”.

La squadra scoppia a ridere, perfino Louis.

Ed era quello che volevo.

“Non dobbiamo arrenderci! Quei rammolliti si pentiranno di essersi messi contro di noi!”

Un coro di ‘sì’ si sussegue al mio improvvisato discorso.

“Quindi… chi vincerà la partita?” urlo.

“Wolverhampton!” la squadra grida in risposta.

“Chi vince?”

“Wolverhampton!”

“Chi vince?”

“Wolverhampton!”

Finisco col ridere insieme alle altre.

Jen mi circonda le spalle con un braccio.

Ma il momento di felicità dura poco.

Il rumore di un clacson ci fa sobbalzare tutte.

Il pullman è lassù, sopra la collinetta, nero come la pece, i finestrini oscurati.

Vedo la squadra disporsi a schiera dietro a me e a Jen, con Louis di fianco a noi.

Sorrido, quasi soddisfatta.

La porta si apre lentamente e delle figure vestite in nero scendono una alla volta, per poi disporsi in fila, voltati verso di noi.

Sento la mano di Jen legarsi alla mia.

Mi giro verso di lei e ci sorridiamo entrambe.

‘Stai tranquilla, ci sono io qui con te!’

Piano piano, i ragazzi di Holmes Chapel percorrono la discesa e, in pochi minuti, ce li ritroviamo davanti.

Faccio scorrere il mio sguardo da destra verso sinistra, osservandoli uno per uno.

Merda.

Sono tutti alti uguali e muscolosi.

Terribilmente in forma.

Louis mi da un colpetto sulla spalla. Sapevo che avrei dovuto farlo, in qualità di capitano.

Lascio la mano di Jen e mi incammino al fianco di Louis, fino a trovarmi a faccia a faccia con il loro capitano e il loro allenatore.

Non appena siamo abbastanza vicini, Louis e l’allenatore si abbracciano subito.

A quanto pare, sono amici di vecchia data.

Il mio sguardo si posa sul ragazzo di fronte a me.

Avrà avuto 19 anni, due in più di me, alto e muscoloso.

I suoi ricci castani gli incorniciano perfettamente il viso, illuminato da due occhi verdi smeraldo.

Non mi ero mai sentita bassa prima d’ora, data la mia altezza, ma di fronte a lui, mi sentivo infinitamente piccola.

La mia rabbia aumenta quando noto che il suo sguardo mi sta osservando da capo a piedi.

Mi impongo di non arrossire.

“Ciao! Sono Harry Styles!” mi dice, tendendomi la mano.

Guardo prima la sua enorme mano, per poi rispostare lo sguardo sul suo.

Sorride. Semplicemente sorride.

Gli prendo la mano.

“Amy Payne!”.

Lui si porta la mia mano alla bocca, per poi lasciarvi un piccolo bacio.

“È un piacere, Amy!”.

Ritraggo subito la mano, pulendomi sui jeans il dorso.

Lui ride.

“Finalmente ho l’onore di conoscere il leggendario capitano!” la voce dell’allenatore risuona per la prima volta.

Mi volto verso di lui. Avrà la stessa età di Louis, forse qualche anno di più, ma i capelli biondi platino e gli occhi grigi lo fanno sembrare un bambino.

Sorrido, per la prima volta da quando è iniziata quella conversazione.

L’allenatore mi tende la mano. La stringo subito.

“Amy, giusto?” mi chiede sorridente.

“Sì! Amy Payne.”.

“Io sono Austin Murray.”

Annuisco, fingendo un sorriso.

“Spero andiate d’accordo voi ragazzi. Non sarà facile altrimenti condividere lo stesso tetto!”.

COSA?

Mi giro allarmata verso Louis, il quale inceneriva con lo sguardo Austin.

“Che significa?” chiedo a tutti e tre ridendo nervosamente, per non piangere.

“Non glielo avevi ancora detto?” dice divertito Austin, ridendo con Harry.

“Detto cosa?” insisto io, vedendo che nessuno osa rispondermi.

“Beh vedi…” inizia Louis “.. abbiamo deciso che.. ognuna di voi.. ospiterà un ragazzo dell’altra squadra.” mi dice serio.

D’un tratto, le spalle si fanno pesanti, il battito accelera e giurerei di aver sentito il rumore di qualcosa che finisce in mille pezzi.

Il mio mondo. Distrutto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ALOHAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

Sono tornata yeeeeeeeee :D

Il viaggio in Inghilterra è stato a dir poco stupendo e mi dispiace che sia già finito.

In compenso, sono qui per far felici quelle persone che seguono questa storia, quindi rallegrimoci yo!

Va beh.

Tornando seri, finalmente arriva la squadra del nostro amato Harry e irrompe letteralmente nella vita di Amy.

Povera stella, quasi mi dispiace.

Beh, spero che vi sia piaciuto e spero anche di aggiornare in fretta!

Vi prego, lasciatemi un commentino ino ino, vorrei tanto sapere cosa ne pensate :)

Ringrazio tutte quelle che hanno recensito i primi capitoli e anche chi è solo passato per leggere.

Vi lascio continuare la vostra vita.

Adiosssss :) <3

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Capitolo 4
*** Capitolo 4. ***








Capitolo 4.



Mi perdo a guardare le gocce di pioggia sul finestrino, che fanno gara a chi arriva prima.
Le nuvole grigie hanno iniziato a piangere, rivelando la loro vera natura.
E così quasi facevo io.
Non posso credere che sia successo davvero.
Il nemico nella mia dimora.
Non appena Louis me lo aveva detto, ho sbarrato gli occhi e la bocca mi si è schiusa.
Avevo lanciato uno sguardo alle mie compagne. Mi guardavano, osservavano le mie reazioni.
Sapevano già che qualcosa era andato storto, quando la conversazione era finita.
Le parole mi uscirono dalla bocca senza che me ne rendessi conto.
Ma mi accorsi di averlo detto, vedendo i loro visi sbiancare.
Ognuna di noi è in pericolo.
Sbuffo frustata, appoggiando la testa al braccio sulla portiera della macchina.
Mi sto imponendo di non ascoltare i stupidi discorsi di mio fratello e del novellino che riempiono il pick-up.
Questo è tradimento. Avrò la mia vendetta, e questo Liam lo sa bene, dato che mi rivolge spesso sguardi preoccupati.
Ma non è tutto.
A quanto pare, tutti i genitori ne erano a conoscenza, ma avevano preferito farci una sorpresa.
Un’orribile sorpresa.
Siamo stati divisi a coppie. Ogni ragazza ha uno stupido mammalucco in casa.
E indovinate chi mi è capitato?
Harry Hobaciatolatuamano Styles!

<< Siete i capitani. È vostro compito gettare le basi dell’amicizia delle due squadre.>>

Le parole di Louis mi ronzano nella testa, facendomi male.
Amicizia?
Lui pensa davvero che noi diventeremo… amici?
E poi, che senso ha il suo ragionamento?
Solo perché siamo entrambi capitani dobbiamo condividere la stessa casa? La mia casa?
Non era stato il primo a dire di tenerci alla larga da loro?
“Amy!” il tono scocciato di Liam mi fa sobbalzare.
Non dev’essere la prima volta che mi chiama, data la sua espressione.
“Eh?” rispondo confusa.
Sento una risata fastidiosa provenire dai sedili posteriori.
Mi volto di scatto.
Quegli occhi di ghiaccio, tra il verde e l’azzurro, ridono divertiti.
Allora non era solo un incubo!
“Ti ho chiesto…” continua Liam “..come mai oggi sei così di poche parole, dato che di solito mi rompi i timpani dal tanto parlare!”.
“Oh.. sto solo… pensando.”.
Che altro dico?
Sai Liam, quel riccio lì dietro mi ha rovinato la vita!
Potrei anche farlo, ma sono una persona per bene, io!
Non appena la macchina si ferma nel vialetto di casa mia, spalanco la portiera e mi dirigo in casa velocemente, pestando i piedi.
Sento la voce di Liam parlare, prima di sbattere rumorosamente la porta d’ingresso.
“Non ti preoccupare. È sempre così quando ci sono visite!”
Magari fossi sempre così, quando ci sono visite!
Sai quanta gente indesiderata avrei fatto fuori?!
“Ciao tesoro!” la voce di mia madre squilla in tutto il salotto.
Non mi fermo. Anzi, aumento la velocità e salgo le scale frustrata.
“Amy!” la sua voce mi rincorre, fino a quando non chiudo la porta di camera mia, a chiave.
Mi butto sul letto a peso morto, nascondo la faccia nel cuscino e urlo, fino a non avere più fiato.
Ora che le cose avevano iniziato ad andare finalmente nel verso giusto… devono essere per forza sconvolte di nuovo!
Non riesco a pensare a niente e a nessuno.
A Jen. A Zayn. A Niall.
La vibrazione del mio cellulare in tasca mi fa alzare la testa.
Sullo schermo lampeggia il nome del mio migliore amico. Zayn.
Sorrido, notando il cuore giallo vicino al suo nome e ripenso a quel giorno.
Il giorno in cui avevo capito che di lui mi sarei potuta fidare davvero.
Un cuore giallo. Zayn odia il giallo. Per questo è vicino al suo nome.
Il cellulare si scurisce. La chiamata è terminata.
Non ho voglia di parlare con nessuno. Di vedere tanto meno.
Voglio solo che quel ragazzo se ne vada da casa mia!
 
* * *
 
Apro gli occhi di scatto. La debole luce del sole tramontante colora di rosso la mia stanza.
Guardo l’ora.  Le 20.
Mi siedo sul letto, guardandomi attorno confusa.
Ho dormito?
Mi sistemo i vestiti stropicciati addosso e apro la porta.
Tante voci salgono le scale e arrivano in camera mia, insieme a un buon profumo.
Scendo le scale lentamente, per poi dirigermi in cucina.
Appoggio la mano allo stipite della porta e rimango lì ad ascoltare.
“Allora… Harry, giusto?” sento la voce di mio padre. È felice.
Perché tutti felici, tranne me? Perché sono l’unica che vede il lato reale delle cose?
“Si, signore!” riconosco la voce del riccio. Roca e sicura.
“Oh, puoi chiamarmi Geoff!”.
“Io sono Karen!” sento mia madre parlare per la prima volta.
Perché tutta questa confidenza? È un estraneo, dopotutto.
“È un piacere essere qui, davvero!”.
Oh, ma a chi la vuoi far bere, riccio?
Mi sporgo con la testa, facendo capolino in cucina.
“Oh, ecco la mia principessa!” mi sorride mio padre.
Sospiro, mentre entro con tutto il corpo in cucina e mi siedo a tavola, al mio solito posto, di fronte a Liam. Di fianco a me, c’è un posto in più, occupato da una chioma riccia che mi sorride gentilmente.
Non lo guardo nemmeno.
Tengo lo sguardo fisso sul bicchiere di vetro azzurro davanti a me.
So di non essermi comportata bene, ma non potevo fare altro.
Avevo bisogno di stare da sola e pensare, come mio solito.
La mano di Liam sposta il mio bicchiere, facendomi alzare lo sguardo sul suo.
Quegli occhi marroni, più scuri dei miei, sono pieni di preoccupazione per la sorella.
‘Stai bene?’
Annuisco leggermente, capendo la sua domanda inespressa.
Mia madre porta in tavola la cena.
“Ecco qua!” annuncia, orgogliosa del suo pollo al forno e patatine.
“Da dove vieni di preciso, Harry?” domanda mio padre.
“Dai sogni di vostra figlia!”.
Sputo tutta l’acqua che stavo bevendo. Liam quasi si strozza con un pezzo di pollo. I miei genitori ridono divertiti.
Mi volto per guardarlo. Sul suo viso alleggia il solito sorrisetto malizioso.
“Amy, tesoro, cerca almeno di tenere il cibo in bocca!” mi dice mia madre gentilmente.
Ma come osa dire queste cose? Lo sbatto fuori a calci e pugni.
“Comunque, vengo da Holmes Chapel.” risponde il riccio infine.
Mio padre annuisce.
“E come va il campionato?” chiede mia mamma, riempiendo il suo piatto di patatine.
“Non possiamo lamentarci. Non abbiamo mai perso una partita.”
“Per ora.” Dico tra me e me, ma a quanto pare l’ho detto abbastanza forte da farlo sentire a tutti.
“Per ora.” Ripete divertito Harry.
“Sono sicuro che sarà una bellissima partita, quella di sabato prossimo!” afferma mio padre.
“Già. Non vedo l’ora!” esclama Harry.
Che bambino! È solo una partita di calcio, sebbene sia importante.
“Vedrai di che pasta sono fatte le nostre ragazze!” dice mia madre, quasi emozionata.
Dio, mamma! Contieniti!
Sento Harry ridere.
“Non la sottovalutare!” dice mio padre, quasi con aria maliziosa.
“Chi?” chiede curioso il riccio.
Silenzio. Troppo silenzio.
Alzo lo sguardo dal piatto per la prima volta questa sera, e noto che tutti mi stanno fissando.
Aggrotto le sopracciglia.
Che ho fatto adesso?
Mi volto verso Harry che, indovinate?, sorride.
“Non c’è dubbio!” dice, facendomi un occhiolino.
Scuoto la testa ridendo falsamente, per poi tornare al mio delizioso pollo.
La cena finisce meglio di quanto mi aspettassi, se consideriamo il fatto che Harry è ancora vivo. Si, ok, mi sono contenuta!
Mi sono rifugiata in camera mia, non perché fossi ancora arrabbiata, ma perché voglio finire di leggere il libro più bello mai esistito: ‘Hyperversum’.
Sarà circa la quinta vola che lo leggo, ma ogni volta che lo apro, è come se tutto fosse nuovo.
Quindi, sono stesa sul letto, in compagnia di Ginger, con il mio libro.
Beh, ‘stesa’ per modo di dire.
Mi trovo con il busto per terra e le gambe appoggiate al letto, con Ginger sulla pancia.
Non so perché, ma ogni volta che leggo, gironzolo per il letto e assumo pose inusuali, senza rendermene conto. Ma è divertente, alla fine, quando chiudo il libro, scoprire in che posizione sono. Chiamatemi pure strana, ma ognuno ha le sue manie!!
Qualcuno bussa alla porta.
Non faccio in tempo a rispondere che questa è già spalancata.
Vedo la figura di Harry capovolta guardarmi storto.
“Che vuoi?” gli chiedo, sembrando il più gentile possibile.
“Ehm.. volevo solo chiederti dove fosse il bagno..” mi dice, senza smettere di guardarmi.
“In fondo al corridoio a sinistra.”
Nonostante glielo avessi detto, lui rimane in camera mia.
“Che stai facendo?” mi chiede divertito.
“Ehm.. leggo?”. È pure cieco oltre che ritardato?
“Non ho mai visto una persona leggere in questo modo.”
“Beh, ora si.”
Ride. Chiude la porta e si siede sul mio letto.
No ma prego, accomodati pure!
“Sei strana!” mi dice divertito.
“E tu insopportabile! Siamo pari!” dico chiudendo il libro e mi siedo sul letto, come ogni comune mortale, con Ginger tra le braccia.
Harry lo nota subito.
“Come si chiama?”
“Ginger.”
“Ciao Ginger!” dice lui, accarezzando la testolina del mio gatto carota.
Questo subito salta dalle mie braccia e si avvicina al riccio, facendo le fusa contro la sua mano.
Pure tu mi tradisci, Ginger?
“Gli piaci!” dico invece.
Harry annuisce.
“Senti…” inizia “.. so di non andarti a genio.”
Capitan ovvio, signori e signore!
“Ma mi piacerebbe davvero che diventassimo amici.” continua.
Lo guardo e noto che è serio.
Forse ha ragione. Scannarsi fino al giorno della partita non è una buona idea.
Non avrei energie a sufficienza e potremmo perdere.
Annuisco decisa.
“Hai ragione.”
Harry mi guarda incredulo.
“Davvero?”
“Sì. Mi dispiace essermi comportata da bambina. Ricominciamo da capo.” gli porgo la mano.
Lui la prende sorridendo.
“Piacere di conoscerti. Sono Amy Payne!”
“Harry Styles.”
“Ah. Puntualizziamo alcune cose. Non baciarmi più la mano e non usare frasi come ‘vengo dai sogni di vostra figlia’” dico mimando le virgolette con le dita. “D’accordo?”.
“Va bene!” ride Harry.
“Bene. Non dovevi andare in bagno tu?”
“Oh già, hai ragione! Mi ripeti dov’è?”
“In fondo al corridoio a sinistra.” dico ridendo.
Harry si alza dal mio letto e apre la porta.
“Me lo ricorderò. Buonanotte Amy! Buonanotte Ginger!”
Quest’ultimo miagola in risposta. Ridiamo entrambi.
“Buonanotte Harry!”.









 

ALOOOOOHAAAAAAAAA

Party hard, sono riuscita ad aggiornare!
Mooolto beneee, Harry ha rovinato la vita di Amy in modo permanente direi.
Non so, penso che sia carino come Amy sputi l'acqua dopo la battuta di Harry HAHAHAH.
By the way, spero vi sia piaciuto nell'insieme :)
Mi ha fatto un piacere enorme vedere le numerosissime visite!
Davvero, proprio non me lo aspettavo.
Grazie infinite per quelle che hanno speso pochi minuti della loro vita per lasciare un commento alla mia storia, non è stato invano il vostro gesto (?)
Oks, ora scappo, devo andare al cinema :D
A presto fanciulliii 
Lu :3

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Capitolo 5
*** Capitolo 5. ***









Capitolo 5.




“Amy!”
Una voce mi chiama da almeno cinque minuti.
Ma non ha ancora capito che di mattina io mi sveglio come minimo alle 12?
“Amy!” una mano mi scuote la spalla.
Se non la smette..
“Amy, dai svegliati!!”
Apro gli occhi di scatto, pronta per aggredire la persona così maleducata da interrompere il mio dolce riposo.
Ma gli occhioni dolci e il sorriso di Zayn mi fanno passare tutto.
“Zayn?” chiedo con la voce impastata.
“Certo! Chi ti aspettavi, la fata turchina?”
Lo guardo storto.
“No guarda, babbo natale!”
“Ma siamo a giugno, Amy!” ride Zayn.
Sbuffo.
“Se sei venuto fin qui a svegliarmi solo per parlarmi di babbo natale, io me ne torno a letto!” dico per poi tirarmi le coperte fin sopra la testa.
Le sue grandi mani me le tolgono subito di dosso.
“Dai pigrona! Io e te dobbiamo parlare!”
Mi siedo sul letto e guardo la sveglia sul mio comodino.
Spalanco gli occhi.
“Tu mi vuoi parlare alle 10 del mattino?”
Zayn mi guarda come se non ci fosse niente di più ovvio sulla terra.
“Tu sei pazzo, Malik!” dico ridendo e tornando, ancora una volta, sotto le coperte.
Lo sento sbuffare.
Infine, si sentono i suoi passi allontanarsi dalla mia camera.
Forse ha capito che è una battaglia persa.
Così, mi riaccoccolo nel mio letto caldo e chiudo gli occhi.
Ma subito, le coperte mi vengono strappate di dosso, di nuovo.
“Senti Pakistan..” inizio, ma mi zittisco subito, quando Zayn mi rovescia addosso una bottiglietta d’acqua. Mi alzo di scatto dal letto, ma ormai è troppo tardi.
Il lenzuolo è fradicio, così come lo sono io.
Mi volto verso Zayn: se ne sta lì, con la bottiglia vuota in mano, a ridere a crepapelle.
Questa me la lego al dito!
“È meglio che inizi a correre, Malik!”
Lui subito varca la porta della mia stanza e si precipita in cucina, con me alle calcagne.
“Sei un uomo morto, Pakistan!”
“Prima mi devi prendere, piattola!”
“Come mi hai chiamata?!”
“Con il tuo vero nome: piattola!”
“Ritiralo subito!!”
“Mai!”
La figura di mio fratello appare dalle scale, con il suo solito libro in mano.
“Si può sapere che state combinando?” chiede mentre sbadiglia.
Io e Zayn ci fermiamo a fissarlo.
Liam mi guarda e si mette a ridere.
“Pensavo che avessi finito di bagnare il letto!”
Zayn scoppia a ridere e si avvicina a Liam per battergli il cinque.
Stringo i pugni.
Non sopporto la gente che mi prende in giro!
“Siete morti tutti e due!!”
Stavo per avventarmi su di loro, ma un’altra figura ci raggiunge in salotto.
I suoi ricci mi innervosiscono ancora di più!
“Buongiorno a tutti!” dice sorridente.
Poi sposta lo sguardo su di me. Come la prima volta che ci siamo visti, mi osserva da capo a piedi, con quel perenne sorrisetto stampato in faccia.
“Che ti è successo?” mi chiede ridacchiando.
“Oh, la mia sorellina ha qualche problema di notte!”
Zayn e Liam tornano a ridere. Si piegano in due e si tengono la pancia, come se dovessero andare urgentemente in bagno.
Harry ride con loro, anche se non in quel modo assurdo.
“Io vi uccido!” urlo per poi saltare addosso a Zayn.
Lui mi prende per le gambe e inizia a farmi girare.
“Oh mio dio! Un moscerino mi sta attaccando!”
Non posso fare a meno di ridere, nonostante la sua presa in giro.
“Buongiorno ragazzi!” la voce di mia madre ci saluta dolcemente.
Zayn mi mette giù e saluta baciando sulle guance la figura di mia madre.
“Non ti preoccupare, Harry. È normale che facciano così!” rassicura il riccio, che ride divertito.
“Sono abituato a vederle tutti i giorni queste scene, signora!”
Ha ha ha. Che ridere.
Zayn mi da una gomitata sul braccio, attirando la mia attenzione.
“Chi è quello?” mi chiede sussurrando.
“Sono Harry Styles. Tu invece?” dice Harry, porgendo la mano a Zayn. Deve aver sentito tutto.
Ottimo udito. Lo aggiungerò alla lista delle cose da cui devo proteggermi.
“Zayn. Il suo migliore amico.” Dice stringendo la mano.
“Ti possiamo offrire qualcosa, Zayn?” chiede mia madre, con la sua solita voce da angelo.
“No grazie. Volevo portare fuori Amy per fare colazione insieme.”
Sul mio volto si apre un sorriso a 32 denti.
Mia madre annuisce.
“Certo, va bene.”
Salgo in camera mia e indosso alla svelta un paio di pantaloncini di jeans e una maglietta a maniche corte. Mi lavo la faccia e lego i capelli in una treccia che cade sulla mia spalla. Infine, mi infilo le mie converse bianche e scendo le scale saltellando.
“Possiamo andare!” annuncio a Zayn, che mi guarda sorridente.
“Oh tesoro!” la voce di mia madre ci trattiene dall’aprire la porta.
“Perché non portate anche Harry con voi? Così vede com’è il paese!”
No. No no no no!
“È una buona idea, Karen!” esclama Zayn.
“Che cosa?” dico a bassa voce, in modo che solo lui potesse sentirmi.
“Che c’è di male?”
“Che c’è di male? C’è che lui è il mio nemico e tu lo inviti con noi!”
“Non fare la bambina, Amy?”
Bambina? Io starei facendo la bambina?
“Non vorrei essere di disturbo!” dice il riccio.
Zayn mi da una spinta sulla schiena.
Lo fulmino con lo sgurado.
“Ma quale disturbo!” dico con un finto sorriso.
Harry mi guarda divertito.
“Vieni anche tu, Liam?” chiede Zayn a mio fratello.
“No grazie Zayn. Devo andare all’università per un esame. Ditemi buona fortuna!”
“Buona fortuna!” diciamo in coro io, Zayn, Harry e mia madre.
Poi sparisce dietro la porta.
“Bene, allora andiamo noi tre!” esclama Zayn.
Come fa ad essere felice? Non lo conosce nemmeno!
Magari è un serial killer, o uno psicopatico!
Brrr mi vengono i brividi al solo pensarci.
“Divertitevi ragazzi!” ci augura mia madre.
Appena usciamo da casa, non posso fare a meno di non spalancare la bocca.
“Oh mio dio!” urlo avvicinandomi alla macchina parcheggiata nel mio vialetto.
“Zayn ma… è tua?” chiedo indicando la meravigliosa porche cayenne nera accanto a me.
Anche Harry si avvicina sbalordito.
Zayn, invece, si vanta. Strano!
“Beh, ho lavorato sodo negli ultimi mesi e mi sono permesso una piccola ricompensa.”
Apro la portiera impaziente e salgo al posto del passeggiero.
Harry e Zayn sono rimasti giù a parlare, come minimo di macchine.
Così, suono il clacson della macchina, facendo saltare tutti e due.
“Dai pigroni! Io ho fame!” urlo ridendo.
Dopo pochi minuti, arriviamo al bar.
Il nostro bar. Mio e di Zayn.
Ogni tanto mi porta qui a fare colazione e parliamo per ore davanti alle tazze di cappuccino.
“Buongiorno Sandra!”
La signora dietro al bancone si gira verso di me e sorride felice.
“Amy! Zayn! Che bello rivedervi!”
Sandra, insieme a suo marito Mario, è la proprietaria del bar e ormai ci conosce come il palmo delle sue mani.
Si scosta il ciuffo rosso dalla fronte e  si toglie i guanti azzurri bagnati.
“Avete un nuovo acquisto vedo!”
“Sì. Lui è Harry ed è mio ospite. Gioca nella squadra di Holmes Chapel.”
“È un piacere conoscerla signora!” esclama il riccio.
Sandra mi guarda confusa. Ma poi sorride.
“Anche per me giovanotto! Allora, cosa vi porto?”
“Il solito, Sandra!” urla Zayn, che nel frattempo si è seduto ad un tavolino.
Annuisco.
“E tu invece, Harry?” chiede gentilmente la donna vermiglia.
“Prenderò una brioche e un cappuccino, grazie.”
Mentre ci dirigiamo verso Zayn, la voce di Sandra mi richiama.
“Amy tesoro! Puoi venire ad aiutarmi un attimo?”
Torno indietro di corsa al bancone, dove Sandra mi fa segno di sedermi.
“Cos’è questa storia dell’ospite?”
Sospiro.
“È stata una sorpresa per tutte. Louis ci aveva tenuto nascosto che ognuna di noi avrebbe dovuto ospitare un ragazzo dell’altra squadra.”
Sandra ride.
Che c’è da ridere, mi chiedo? Io piangerei! Anzi, l’ho già fatto. Quasi.
“Beh almeno sei stata fortunata!”
“Come?” chiedo confusa.
Se questa è fortuna, pff!
“Voglio dire, è carino quel ragazzo!”
Mi volto verso Harry. In effetti, non è male: alto, muscoloso, occhi verdi e capelli ricci. Potrei farci un pensierino se non fosse un lurido pervertito!
In quel momento, Harry si volta verso di me e mi sorride, con tanto di occhiolino.
“Secondo me gli piaci!” mi sussurra Sandra, che me la ritrovo appoggiata al bancone, a pochi centimetri da me.
“Oh ma per favore, Sandra! Quello è il mio nemico numero uno! E poi è un pervertito!”
La donna ride di gusto.
“Fai come vuoi!” mi dice, per poi dirigersi verso il tavolino con le nostre colazioni.
Adoro Sandra. È una donna onesta e gentile, premurosa con tutti. Indossa sempre una vestaglia rosa caramella, con un grembiule bianco legato in vita. I capelli rossi e mossi le incorniciano il viso perfettamente, facendo risaltare i suoi occhi maroni.
È una donna robusta, come suo marito, ma non è grassa.
La conosco da anni, ormai. È come una zia per me e Zayn.
Ma quando si intromette nelle mie faccende ‘amorose’, se si possono definire tali, la cosa mi irrita. Mi irrita perché la maggior parte delle volte ci prende in pieno!
Mi siedo al tavolino, davanti alla mia tazza di cioccolata calda.
“Buona colazione ragazzi!” ci augura Sandra e poi sparisce nel magazzino.
Mentre mordo il mio muffin, osservo le pareti azzurre e rosa del locale, illuminate da enormi finestre verdi che danno sul grazioso giardino che lo circonda.
Cambierà mai questi colori?
Anche se sono un po’ troppo accesi per i miei gusti, mi piacciono, mi fanno sentire bene.
E poi, conoscendo Sandra, non ridipingerebbe mai il suo amato bar.
Noto Zayn ingoiare tutto il muffin al cioccolato per poi avventarsi sul cappuccino.
“Zayn ti calmi? Sembra che non mangi da mesi!” dico ridendo.
“Scusa. È che sono di fretta.”
Aggrotto le sopracciglia. Zayn di fretta? Lui non è mai di fretta.
Lo è solo quando deve incontrare una ragazza.
Oh!
Mi appoggio sul tavolino con un braccio e lo fisso sorridendo.
Non appena mi nota, alza lentamente lo sguardo.
“Con chi ti devi vedere, Malik?”
Harry mi guarda confuso.
“Con n-nessuno!” mi dice Zayn.
Sbatto la mano sul tavolino.
“Oh andiamo, Zayn! Ti conosco meglio di me stessa! Chi è la fortunata questa volta?”
Zayn mi sorride, per poi ridere nervoso.
“Si chiama Rachel. È davvero carina.” Mi dice, per poi arrossire leggermente.
“Sei proprio cotto, Malik!” lo punzecchio.
“Smettila piattola!” mi dice spettinandomi i capelli.
“Vi devo lasciare ora. Io e te parleremo più tardi!” mi dice indicandomi.
Io gli faccio la linguaccia, mentre si alza e prende la giacca dalla sedia.
“Ciao Amy! Ciao Harry!”.
Entrambi lo salutiamo con la mano, mentre lui spinge la porta di vetro.
“Ma come hai fatto?” mi chiede incredulo il riccio.
“Scusa?” chiedo mentre appoggio la tazza ormai vuota.
“Dico, a sapere che lui aveva qualcosa.”
Rido.
“Sesto senso. Tutte le ragazze ce l’hanno. Tu non puoi capire.” dico ridendo.
“Guarda che pure io ho il sesto senso!” ribatte lui.
“Quindi sei una ragazza?” scoppio a ridere.
Harry mi guarda divertito.
“È possibile, sì.”
Alzo un sopracciglio sorridendo.
“Cos’è vuoi controllare?”
“Oh mio dio, noo!!” dico schifata.
Ridiamo entrambi.
Mi volto per un attimo verso l’entrata, attirata dal suono del campanello.
Ma quello che mi colpisce è la figura di Sandra, appoggiata sul bancone con un braccio mentre ci fissa sognante.
Distolgo subito lo sguardo.
Non l’avrei fatta vincere ancora.
Le toglierò il vizio di dirmi ‘ te l’avevo detto ’.
“È meglio se andiamo.” Dico alzandomi.
“Perché?”
“Perché conosco Zayn e sicuramente ci ha lasciati a piedi. Quindi è meglio muoverci!”
“Oh giusto!” dice il riccio, imitandomi.
Dopo aver pagato ed evitato certe occhiatine da Sandra, usciamo dal bar e ci dirigiamo verso il centro della città.
Arriviamo al semaforo prima della via principale. È ancora verde, ma i numeri del conteggio sono troppo vicini allo 0.
Fermo Harry con una mano, prima che venga investito.
Il verde si trasforma velocemente in rosso e le macchine tornano a correre.
Harry si volta verso di me.
“Di nuovo sesto senso?”
“Veramente, ho solo letto i numeri del conteggio.” dico sorridendo.
Harry li nota per la prima volta.
Sospiro.
“La mattina è dura per tutti!”
“Non prendermi in giro!” ride divertito.
“Hai ragione. Lo farò quando vi batteremo sabato!” dico facendogli la linguaccia.
“Lo vedremo!”
“Già! Solo, promettimi di non piangere quando ci daranno la coppa. Non mi piacciono le lacrime di coccodrillo!” dico mentre attraverso la strada, dato che è tornato il verde.
Il riccio non ha idea di cosa siamo capaci di fare noi ragazze!
Mi supera correndo, sbattendomi addosso apposta e arrivando prima di me dall’altra parte della strada.
“Ehi!”
“Oh non piangere! Non mi piacciono le lacrime di coccodrillo!” dice imitandomi.
“Stupido!” dico tra me e me, sorridendo.













NAMASTE!

Ciao bellissimeeee :3
Spero che vada tutto bene!
Volevo aggiornare prima ma la scuola mi ha già tagliato le gambe e sono indietro, come al solito!
Beh che dire, il capitolo è quello che è. È più una cosa di passaggio.
Comunque spero vi sia piaciuto!!
Ringrazio tutte quelle che hanno letto la storia! So che ci siete belle bimbe, lo vedo dal numero di visite OuO
E alle poche persone che hanno recensito mando un grande bacione :3
Beh non ho più nada da dire.
Fatemi sapere che ne pensateeeee :D
Un grande coccoloso bacio <3
Luuuuu


P.S. se volete seguirmi su twitter sono @louisilpuffo
Ricambio tutte :)
Ora sparisco, cià.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6. ***









Capitolo 6.




“Mamma noi andiamo!”
“Va bene! State attenti, ragazzi!”
Chiudo la porta e mi incammino con Harry verso il campo da calcio.
Non vedo l’ora di vedere la sua faccia quando capirà con chi ha a che fare!
Il campo non dista molto da casa mia, saranno una decina di minuti e ogni volta io, Jen e Louis ci andiamo insieme a piedi.
Tranne oggi.
Al posto della mia amica c’è un riccio pervertito.
Ancora dieci giorni Amy, ce la puoi fare, ce la devi fare!
“È piuttosto tranquillo qui.”
Mi volto verso di lui per guardarlo.
I ricci sono pettinati all’insù, i pantaloncini neri sono leggermente larghi rispetto alle sue gambe magre e la borsa da calcio è caricata sulle spalle.
Si guarda in giro curioso, con una mano nella felpa bianca.
“Già. A volte è un bene.”
Mi guarda strano.
“Che c’è? A te non piace dormire?”
“Certo! Ma che città è se non c’è nemmeno una discoteca?”
“C’è una discoteca.. più o meno.”
Harry ride.
“Che significa più o meno?”
“Non è proprio un locale stabile. Insomma, è uno di quei posti che aprono solo d’estate e d’inverno ci vanno i vecchietti per fare pilates o giocare a bingo!”.
“Mi piacerebbe andarci.”
“A giocare con i vecchietti? Guarda che sono pestiferi!”
“No!” ride il riccio “Intendevo a ballare!”
Annuisco.
Meno male, mi stavo già preoccupando.
“Davvero sono pestiferi?” mi chiede sorridendo dopo qualche minuto.
Io scoppio a ridere.
“Direi di si! Insomma, se non vincono loro, sono capaci di chiamare la polizia!”
Ridiamo entrambi.
Stranamente, rido molto con Harry e mi fa stare bene.
Ciò non vuol dire che le mie idee su di lui siano cambiate.
Pervertito, ovvio. E anche leccapiedi!
Arriviamo finalmente al campo da calcio.
Dalla collinetta riesco a vedere Jen in mezzo al campo fare dei passaggi con un ragazzo.
Deve essere il suo ospite.
“Andiamo?” mi chiede entusiasta Harry.
Non mi ero accorta che fosse già a metà discesa, mentre io ero ancora sulla strada.
Mi allunga una mano e mi fa cenno con la testa al campo.
Scendo di pochi passi e mi aggrappo al suo braccio.
Se c’è una cosa che non ho mai capito è la presenza di questa dannata discesa!
Io inciampo sempre su queste cose!
Scendiamo lentamente, data la mia goffaggine.
“Per fortuna il campo è piano!” esclama Harry.
“Chiudi il becco!” gli dico, colpendolo sul braccio.
“Amy!”
la voce di Jen mi fa sorridere.
Mollo il braccio del riccio e la borsa ai suoi piedi, per poi correre verso la mia migliore amica.
Lei fa lo stesso, urlando come una pazza, mentre io rido.
Quando ci scontriamo, scoppia un abbraccio tra me e Jen, da cui non vorrei mai più uscire.
“Quanto mi sei mancata!” esclamo.
“Sono solo due giorni che non ci vediamo, Amy!” ride divertita.
Le metto le mani sulle spalle e la allontano un po’ da me.
“Hai idea di cosa ho dovuto passare in questi giorni?”
“Si, ti capisco perfettamente!”
Il suo sguardo scivola dietro di me e so già che si sta mangiando con gli occhi il mio ospite.
“Ti è andata di lusso!” mi dice infatti.
“Non iniziare. Non è come sembra. Ha la faccia da angelo ma è un gran lecchino!”
Jen ridacchia.
“La tua borsa, capitano!” mi dice Harry, facendo cadere la sacca accanto ai miei piedi.
Poi, si sofferma su Jen.
“Tu devi essere Jen.” dice sorridendo.
“Esatto!” esclama la mia amica.
Jen viene subito affiancata da un ragazzo corvino, con due occhi azzurri ghiaccio.
“Finalmente ti conosco, capitano!” mi dice, mostrando i suoi denti bianchissimi.
Ehm… aria, dove sei?!
Mi porge la mano.
“Sono Trevis.”
“Amy.” Sorrido mentre gli stringo la mano.
Rimango affascinata da quei due diamanti che Trevis ha al posto degli occhi.
“Amy, andiamo a cambiarci!”
Jen mi trascina per un braccio fino agli spogliatoi.
“O mio dio!” esclamo, dopo che la porta viene chiusa.
“Lo sooo!” cantilena Jen “Ma neanche il tuo scherza! Te lo avevo detto del capitano!”
Sbuffo, ma un sorriso mi scappa comunque.
Mi cambio velocemente la maglietta, indossando quella della squadra, apposita per gli allenamenti. Mi allaccio le scarpe a sei tacchetti e torno in campo, insieme a Jen.
Nel mezzo del verde troviamo Louis.
“Ehi coach!” esclamo agitando la mano in aria.
Louis si gira verso di noi e mi saluta con la mano, sorridente come al solito.
Piano piano, entrambe le squadre si completano, con l’arrivo degli altri giocatori.
Dopo di che, Louis ed Austin si portano al centro, davanti a tutti, per spiegarci i vari esercizi.
“Non dovete avere paura di dimostrare il vostro potenziale, nessuno vi starà ad osservare. Quindi mettetevi d’impegno! Questa partita entrerà nella storia!”
Sì, come no. Austin sogna un po’ troppo per i miei gusti.
E poi crede davvero che mi beva le sue bugie?
‘Nessuno vi starà ad osservare!’
A meno che tu ti chiama nessuno di secondo nome, non credo proprio che quei pervertiti dell’altra squadra perdano l’occasione di sbirciare il nostro stile di gioco.
E non solo quello.
“Farete gli esercizi a gruppi. Possiamo mantenere le coppie pre-stabilite. Ci saranno quattro coppie per esercizio. Inizierete e vi interromperete al suono del fischietto.”
Dopo le varie spiegazioni, ci alziamo dal prato umido e ci dirigiamo verso gli attrezzi posizionati nel campo.
“Bene bene, capitano! Non vedo l’ora di vedere quello che sai fare.”
La sua voce roca e sicura mi soffia nell’orecchio.
Faccio un balzo in avanti, per poi girarmi e vedere la sua faccia divertita.
Mi fa imbestialire.
“E io non vedo l’ora di vedere la tua faccia per terra, quando mancherai il pallone!”
La voce fastidiosa di Austin ci interrompe.
“Ok, ragazzi. In questo esercizio, dovrete fare lo slalom tra i paletti con la palla. È un esercizio semplice, tanto per riscaldarsi un po’.”
Sposto lo sguardo dall’altra parte del campo e vedo la figura di Louis spiegare al gruppo l’altro esercizio.
Come gli è potuta venire l’idea di tutto ciò? Non riesco a spiegarmelo.
“Come sempre, prima le signore!”.
Mi volto verso Austin, che mi sta porgendo un pallone, sotto lo sguardo di tutti.
Com’è ingenuo.
Prima le signore per capire la tecnica.
Pff, non sono stupida!
Gli prendo la palla dalle mani e mi posiziono davanti al primo paletto arancione, conficcato nel prato verde.
Adesso ti faccio vedere io.
Non appena sento il fischio, scatto in avanti con la palla, aggirando i vari paletti senza difficoltà.
In poco tempo, mi trovo dopo l’ultimo paletto, e mi giro con un sorriso soddisfatto sulle labbra.
Austin annuisce e fa partire il ragazzo che era dietro di me.
Mentre osservo il suo esercizio, gli occhi di Harry mi catturano: sono più.. scuri?
Merda, adesso mi mangia!
Quando anche il ragazzo ha finito, ci sediamo sull’erba accanto ai paletti.
È il turno di Jen.
Prima di partire mi fa l’occhiolino e io ricambio con un sorriso.
Al fischio, i piedi di Jen si muovono velocemente tra i paletti, facendo arrivare la palla alla fine in men che non si dica.
Potrei giurare di aver sentito qualche sospiro mozzato tra gli altri.
La mia amica mi raggiunge e mi batte il cinque.
“Vediamo che cosa sa veramente fare.” mi sussurra, indicando Harry con la testa.
Il riccio si posiziona con la palla.
Dopo il fischio, i suoi piedi iniziano a muoversi, ma con così tanta velocità da non riuscire a distinguerli più.
“Però..” sento sussurrare Jen.
Io sono allibita, senza parole, insomma, avete capito.
Lo fisso con la bocca aperta, mentre lui ci raggiunge sull’erba.
Ma come cavolo fa?
I piedi non si vedevano più, ma solo la palla che avanzava magicamente.
“Chiudi la bocca o ti entreranno le mosche.” mi dice spingendo con un dito il mio mento verso l’alto.
Una linguaccia mi scappa, ma se l’era cercata.
L’esercizio procede bene, tanto che ognuno di noi riesce a fare cinque giri.
Ai turni di Harry mi posizionavo vicino ai paletti, per riuscire a scorgere qualcosa.
Ma invano.
Il fischio di Louis mi libera dai pensieri.
Mi alzo e mi dirigo dall’altra parte di fretta, anche perché Jen mi sta rincorrendo.
Io e lei non ci facciamo mancare le occasioni di divertirci e rimbeccarci.
A volte, ci imitiamo a vicenda, provocando una risata collettiva della squadra e, a volte, anche di Louis.
È per questo che veniamo spesso punite. Ma ne vale la pena.
Arriviamo all’altra postazione dell’esercizio, dove Louis ci aspetta paziente.
Una volta che ci siamo tutti, inizia a spiegarci l’esercizio.
In poche parole, è uno scambio di passaggi, cioè si corre per uno spazio di campo limitato facendo più scambi possibili con il compagno.
Già, perché è un esercizio a coppie!
E indovina indovinello?
Le coppie sono quelle pre-stabilite, avevano detto. Perciò il mio nuovo coinquilino riccio mi farà compagnia.
Che felicità.
“Forza, mettetevi in fila! Farete più giri a testa.”
Ovviamente, Harry non perde l’occasione di farmi umiliare davanti a tutti e si posiziona all’inizio della fila.
Non posso fare altro che affiancarlo.
Dopo avermi passato il pallone, Louis lancia il fischio e inizio l’esercizio.
Passo subito la palla ad Harry, il quale compie due passi per poi ripassarmela.
Finiamo l’esercizio con facilità e torniamo in fila, aspettando il nostro turno.
Dopo una quindicina di minuti, il fischio torna a farsi sentire.
Jen mi affianca subito.
“Che ci faranno fare adesso?” mi domanda preoccupata.
“Non ne ho idea!”
Ed è la verità.
Da quando è arrivato Austin, la mente di Louis è cambiata: sembra più cupo e pensieroso.
Che abbia i miei stessi turbamenti?
La voce di Austin, appunto, squilla dal centro del campo.
“Vi va se facciamo una partitella?”
Che?
Tutti i ragazzi fanno salti di gioia, mentre io e Jen ci scambiamo un’occhiata allarmata.
D’accordo fare gli esercizi insieme, ma non c’è dubbio che io mi metta a giocare con loro prima della finale!
Anche Louis sembra quasi contrario.
“Non credo che sia così necessario, Austin.” Annuncia appunto il nostro coach.
“C’è tempo per quello. Per adesso è meglio se ci limitiamo agli esercizi di rinforzamento.” continua.
Quanto lo amo, quanto lo amoo!
Austin scoppia a ridere.
“Andiamo Tomlinson, non mi dirai che hai paura, vero?”
“Non ho affatto paura, Murray. Dico solo che per me è troppo presto metterli in campo a giocare. Non sono ancora allenati abbastanza.”
Austin ci pensa un po’ su, e con fatica accetta le condizioni di Louis.
Così, l’allenamento continua con noiosi esercizi per un’altra ora.
Ma con questi tizi alle calcagne, non ci si può rilassare nemmeno un momento, o dovremo dire addio alla nostra ambita coppa.
 
***
Il getto di acqua calda sulla mia schiena, mi fa rilassare e così fanno anche i miei muscoli.
L’allenamento è stato piuttosto intenso, soprattutto dopo il rifiuto di Louis alla proposta della partitella. Austin si era alquanto imbestialito da farci sudare sette camicie, se non di più.
E quella reazione è stata la conferma dei miei pensieri: quel maledetto allenatore biondo tinto voleva capire i nostri schemi di gioco.
Grazie al cielo, Louis ha rifiutato o in questo momento saremmo nel cacao fino al collo.
Giro la manovella della doccia fino a farla chiudere e mi infilo l’accappatoio, per poi raggiungere le ragazze nello spogliatoio.
Silenziosamente, mi asciugo e mi vesto, riponendo le cose sporche nella borsa da calcio.
Devo assolutamente darmi una mossa, sia perché non voglio che Liam si mangi la mia cena e sia perché sta facendo buio e dato che devo tornare a casa con Harry, non vorrei essere rapita o cose del genere.
Chiudo la borsa e me la carico in spalla.
“Ciao ragazze, ci vediamo la settimana prossima!” esclamo, agitando la mano verso la mia squadra.
Tutte le ragazze mi salutano, eccetto Jen, che si precipita addosso a me.
“Cos’è questa fretta, capitano? Di solito sei l’ultima ad uscire.”
La sua curiosità mi fa imbestialire a volte.
La ammazzerei per questo.
Ma non vivrei senza di lei, quindi la farei risuscitare.
Cavolo, che mente assassina!
“Non sono di fretta. Ho solo un ospite lecchino e rompi scatole da portare a casa e preferisco farlo mentre c’è ancora chiaro.”
Jen annuisce, poi sorride.
“Ceerto! Non si sa mai cosa potrebbe capitare al buio.”
Mi volto verso di lei, fulminandola con gli occhi.
“Jen!”
“Ehi, te la sei cercata! Conosci la mia mente perversa ormai.”
Che giustificazione!
Però ha ragione, avrei dovuto aspettarmelo.
Sospiro ed esco dallo spogliatoio.
Harry se ne sta lì, appoggiato al muro, accanto alla porta dello spogliatoio.
Ok Amy, non pensare male.
Ma come si fa a non pensare male?!
“Che diamine ci fai qui?!” gli chiedo, forse un po’ troppo agitata.
“Ti aspetto?” mi dice lui retorico.
“E lo devi fare proprio qui, accanto allo spogliatoio di una squadra femminile?” chiedo di nuovo, sottolineando l’ultima parola.
Harry sorride e si avvicina a me.
“Cos’è, sei gelosa capitano?”
Strabuzzo gli occhi e spalanco la bocca.
Che minchiata ha sparato?
No, non lo può aver detto davvero.
“Hai tre secondi per correre, prima che ti riempia di botte!” esclamo a denti stretti.
“Uuh che paura!” ride il riccio, agitando le mani in aria.
Come osa sfottermi?
Sono io che sfotto gli altri!
Infatti, prendo la mia borsa e gliela sbatto sulla spalla, facendolo smettere di ridere.
“Ehi!” esclama, strofinandosi la spalla con la mano.
Alzo il naso, soddisfatta.
“Te l’avevo detto.”
Lo sorpasso, caricandomi di nuovo la borsa sulla schiena e mi dirigo verso l’uscita del campo.
Se mi vuole seguire, saranno fatti suoi.
Un’ombra veloce mi passa accanto, liberandomi del peso della borsa.
Non faccio in tempo a ribattere che la sua voce risuona ancora una volta.
“Come pensi di batterci se sei così lenta?” mi chiede Harry, correndo verso il parcheggio.
Maledetto!
Lo rincorro furiosa, mentre penso ad una vendetta.
Sì, credo che questa sera possa andare a letto senza cena.
Come sei malefica, Amy!
“Harry! Ridammi la borsa subito!”
Il riccio continua a correre, superando la sua squadra e facendoli ridere.
Sappi ch ti taglierò quelle belle gambine che ti ritrovi, Styles. Vedremo se avrai ancora voglia di correre dopo.
Prima di varcare l’uscita del centro sportivo, sento Austin dire a Louis:
“Visto? Te lo avevo detto che avrebbero legato!”
Già. Ci hai preso in pieno, biondo dei miei stivali.
Sono così legata ad Harry pervertito Styles che potrei anche ucciderlo sul posto.
Se non è amicizia questa.









 

NI-HAO


Buonasera a tutte e buon ottobreee :D
Finalmente siamo ad 
autunnooooo (bleah).
Io sinceramente, non vedo l'ora che sia natale.
Ma non ve ne frega un accidente.
Passando al capitolo, lo so, fa davvero schifo, ma oggi ero senza ispirazione.
L'ho scritto e riscritto almeno 3 volte.
Quindi se vi fa venire il vomito o altre malattie simili, vi capisco perfettamente.
Maaaa fatemi sapere comunque cosa ne pensate.
Un mega e sincero grazie a tutte quelle che seguono la mia storia!
Vi voglio beneeeee :3
Una domanda: voi non avete freddo oggi?
Io ho le mani congelate e giro in pigiama da stamattina.
Bah, 
misteri della vitaaaaa.
Basta, sto delirando.
L'unica cosa positiva di oggi credo sia stato quel tiramisù *-*
Vado a deprimermi.
Un bacioneeeee <3
Lu :3

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Capitolo 7
*** Capitolo 7. ***









Capitolo 7.



La vibrazione del mio cellulare sul comodino mi fa aprire gli occhi.
Ma chi osa interrompere il mio sonno?
Allungo una mano e a tentoni cerco il cellulare sulla superficie di legno.
Dopo averlo trovato, avvicino l’I Phone alla mia faccia e vedo il nome di Niall sullo schermo.
Balzo a sedere sul letto.
Bene, due possibilità: o non riesce ad aspettare domani e vuole anticipare il nostro appuntamento, oppure non ne vuole più sapere di me e mi vuole scaricare.
Non riuscirei a sopportare una delusione del genere.
Così, non mi resta che fare una cosa sola.
Apro di fretta la porta della mia stanza e corro per tutto il corridoio, raggiungendo la porta della camera di mio fratello.
La apro lentamente e mi faccio luce con il cellulare, per riuscire a individuare il letto.
Bene, Liam sta ancora dormendo.
Ora si che mi diverto.
Mi siedo sull’estremità del letto e mi avvicino verso il centro gattonando.
Conto fino a tre per calmarmi, dato che sto già sorridendo come una pazza.
Forza Amy. Uno, due… tre!
“LIAAAAAM!” inizio ad urlare scuotendo il corpo addormentato di mio fratello con entrambe le mani.
Liam si alza di scatto e balza in piedi sul letto, urlando come una femminuccia. Tra le braccia stringe una copertina azzurra, con il suo nome ricamato sopra.
Gliel’ho sempre vista in mano quindi presumo che risalga alla sua nascita e non la perde mai di vista.
Anche adesso, benché abbia 20 anni!
Mi ritrovo a ridere come una pazza con la faccia spiaccicata sul materasso del letto.
Com’è possibile che un ragazzo possa avere questo acuto femminile?
Semplice, mio fratello non è un maschio.
O almeno così penso io.
“Non è affatto divertente, sorella!” mi dice, portandosi una mano al petto.
Questo gesto non fa altro che aumentare la mia risata.
Liam sorride alla mia reazione. Poi, torna immediatamente serio.
“Beh si può sapere che vuoi? Oggi che non devo andare a scuola vorrei dormire.” mi dice, sedendosi a di fronte a me, sul letto.
Mi asciugo le lacrime che alleggiano nei miei occhi e porto il telefono davanti alla faccia di mio fratello.
Lui mi guarda confuso.
“Smettila di esibire l’I Phone sotto il mio naso, me lo rinfacci ogni volta!” dice, girandosi dall’altra parte.
Ma a quanto può essere pari la sua intelligenza?
Anche un criceto ha un quoziente intellettivo più elevato!
“Non lo stavo affatto esibendo, idiota! Lo devi accendere!” sbuffo.
Liam prende il cellulare tra le mani e preme il pulsante centrale.
“Oh hai un messaggio!” esclama “Da Niall.” mi sorride e gira il telefono verso di me.
Mi copro subito gli occhi.
Quanto è demente?
 “Credi che non lo sappia, cretino? Per cosa credi che sia venuta qui?” urlo nervosa.
“Ma perché ti copri gli occhi? Sono così brutto al mattino?” mi domanda, quasi disperato.
Prendo il cuscino accanto a me e glielo sbatto in testa.
“Se potessi mi chiuderei il cervello per non capire le minchiate che spari ogni volta!” gli dico divertita.
“E comunque..” continuo “..volevo solo chiederti di leggere il messaggio per me.”
Liam mi guarda pensieroso, gli occhi chiusi a fessura.
“Che scherzo mi vuoi fare questa volta?” mi chiede.
Ma allora è un emerito deficiente!
Grazie al cielo la stupidità l’ha ereditata tutta lui, altrimenti non saprei in che situazione sarei in questo momento.
Dai Amy, fai un respiro profondo.
Gli sorrido forzata.
“Senti fratello, per una volta non ti voglio fare niente di male, quindi leggi quel cazzo di messaggio o giuro che non risponderò alle mie azioni!”
Il ragazzo accende subito il cellulare e legge il messaggio silenziosamente.
Mmh, brava Amy, così si fa!
Potrei avere un talento nascosto nell’addestrare animali.
Liam alza la testa di scatto e mi sorride.
Ora, chiunque potrebbe trovare il suo sorriso bellissimo, come un raggio di sole in una giornata di pioggia.
MA IO NO! Non in questo momento!
Ok, in nessun altro momento, è vero.
“Smettila di ridere come un ebete e dimmi se è una buona notizia o no!”
Liam annuisce e si schiarisce la voce.
E dai, dillo che mi ama!
Sta per dire ciò che mi salverà o rovinerà la vita per sempre, quando qualcuno bussa alla porta.
Suspence di merda!
Manco fossimo ad un reality show!
“Avanti!” risponde mio fratello.
Lo incenerisco con lo sguardo.
Ha il coraggio di dire ‘avanti’? Allora ci tiene proprio a morire prematuramente.
Ma i miei istinti omicidi si spostano subito sulla persona che ci ha interrotti, la quale ha appena spalancato la porta, rivelandosi.
E chi poteva essere, se non il riccio novellino spacca fragole?
“Scusate se vi disturbo, ma ho sentito dei rumori e pensavo che qualcuno si fosse fatto male.”
Oh, qualcuno si farà male molto presto, mio caro Styles.
Harry se ne stava lì, impalato sulla porta, con le mani dietro la schiena, coperta da una semplice maglietta a maniche corte bianca.
“Va tutto bene, Harry. Non ti preoccupare.” gli risponde calmo mio fratello.
Harry annuisce e si guarda attorno.
Non so, vuole una foto per caso?
“Perché c’è tutto buio?” chiede dopo pochi secondi.
Sposta lo sguardo da me a Liam, poi si fissa su di me, mentre un sorrisetto gli compare sulle labbra.
Ma che cavolo va a pensare?
Insomma, io con mio fratello? Bleah, ma con che coraggio?
E poi che schifo! Vi immaginate che imbarazzo?
“Lurido pervertito! Ma che filmini ti fai tu?” urlo contro di lui.
“Che ti ha fatto?” chiede Liam, tranquillo.
Lo guardo con gli occhi spalancati.
“Liam, non ti intromettere, non sono discorsi per te!” gli dico, mentre apro le imposte, illuminando la stanza.
“Ehi! Un po’ di privacy!” urla mio fratello, tirandosi le coperte sul petto.
Ma perché, signore? Cosa ti ho fatto di male per avere un fratello così?
Ignoro completamente la stupidata appena sfornata da mio fratello e corro verso Harry.
“Tu. Fuori. Adesso!” dico, facendolo voltare.
Lui si aggrappa allo stipite della porta e si ferma.
“Ehi, no, aspetta. Perché devo uscire?”
Sospiro.
“Perché si da il caso che era in corso una riunione fraterna e tu, mio caro riccio, l’hai interrotta!” gli spiego.
Harry sorride divertito.
“E di cosa parlavate?”
“Non sono affari che ti riguardano.”
“Allora Amy, vuoi sapere o no cosa ti ha scritto Niall?” mi chiede Liam.
Mi volto verso di lui e lo fulmino, ancora una volta.
Il riccio ride.
Ma non sa fare altro?
“Liam, quale parte di ‘non sono affari tuoi’ non hai capito?”
Liam sospira.
“Avrei delle cose da fare, quindi se ti dessi una mossa mi faresti un piacere.”
“E quando mai io ti faccio piaceri?” gli chiedo sorridendo come una bambina.
Poi, torno da Harry.
“Fuori!”
“Non ci penso neanche. Adesso sono troppo curioso!” mi risponde il riccio, spostandomi con una mano e avvicinandosi a Liam.
Eh no, non leggerai quel messaggio!
Prendo la rincorsa e gli salto in groppa, coprendogli gli occhi con le mani.
“Non leggerai mai quel messaggio, riccio!” urlo.
Harry cerca di togliersi di dosso le mie mani e ci riesce con poca fatica, data la mia mostruosa forza da schifo.
Ma continuo a muovere le braccia, così da impedirgli di raggiungere Liam.
Mentre noi urliamo come due oche assatanate, quel pirla di mio fratello si schiarisce la voce e inizia a parlare.
“Sarà meglio che ti prepari Amy, se vuoi essere presentabile domani sera.” esclama.
Mi lancia il telefono e io lo prendo al volo, maledicendolo mentalmente per averlo fatto.
Sblocco subito lo schermo e vado sui messaggi di Niall.
 
‘Ciao Amy bella!
Volevo solo dirti che non vedo l’ora che sia domani!
Devo dirti una cosa importante.
Un bacio. Niall :) x
P.S.: vestiti elegante!’
 
Un urlo allucinante esce dalla mia bocca, espandendosi in tutta la casa, forse anche nel quartiere.
Continuo ad urlare fisando il cellulare come se fosse un oggetto alieno.
Non mi ricordavo di essere in groppa ad Harry fino a quando quest’ultimo non mi fa cadere all’indietro.
“Ma che ti salta in mente? Mi hai distrutto un timpano!” mi dice, massaggiandosi l’orecchio.
Ok, se fossi stata in me stessa, lo avrei già squartato e ridotto in piccoli pezzi per avermi buttata a terra.
Ma, dato che in questo momento sono tutto tranne che me stessa, mi alzo immediatamente e lo abbraccio, circondandogli il collo con le braccia.
Ma ci rendiamo conto?
Niall non vede l’ora di vedermi! Vedere me!
Oh santi dei dell’olimpo, questo è il giorno più bello della mia vita!
I miei scleri si fermano, quando sento due mani sui miei fianchi.
Solo allora, capisco che sto ancora abbracciando il mio nemico.
Lo spingo via subito.
“Pervertito, non toccarmi mai più!” gli urlo contro.
“Ma sei stata tu ad abbracciarmi!” si giustifica.
Certo che i maschi sono proprio di coccio.
“Ovvio, come credi che esprima la mia felicità? Dando dei pugni in faccia alla gente?” chiedo retorica.
Anche se non mi sarebbe dispiaciuto prenderlo a pugni.
Ok Amy, stai divagando.
Prima che il riccio apra di nuovo la bocca, mi avvento su Liam, stringendolo forte.
“Ok sorellina, sei felice, ma ora fammi respirare!” mi dice sorridendo.
“E perché dovrei darti questo onore?” gli chiedo, senza muovermi di un millimetro.
“Perché senza di me, non andresti al centro commerciale a prenderti il vestito per domani sera.”
Spalanco la bocca e guardo mio fratello negli occhi color cioccolato.
Rimango imbambolata per un po’, fino a quando non urlo di nuovo e lo riabbraccio.
Liam ride e mi abbraccia, mentre sento Harry lamentarsi.
“Cavolo, mi devi avvertire quando stai per urlare!”
Rido insieme a Liam, vedendo la sua faccia buffa.

 
* * *
 

“Che ne pensi di questo, Liam?” urlo a mio fratello, che si trova dall’altra parte del negozio, sventolando in aria un vestito rosso.
Liam mi raggiunge velocemente, seguito a ruota dal riccio.
Ma è sempre presente, vi chiederete?
Beh, sì. Ma questa volta non è colpa mia.
Mia madre mi costringe a portarlo ovunque io vada, perfino al centro commerciale dove, è risaputo, che i maschi si perdono in un batter d’occhio.
Se perderemo, sappiate che è tutta colpa di quella donna!
“Secondo me, dovresti evitare di urlare così.” mi risponde mio fratello.
Mi metto le mani sui fianchi.
“Se voi stesse vicino a me e non negli angoli più remoti del negozio, io eviterei di urlare.” gli faccio la linguaccia.
Poi, torno a mostrare il vestito che tengo in mano.
Liam strabuzza gli occhi.
“Non ci penso nemmeno, c’è troppo rosso!” e detto ciò, mi prende il capo dalle mani e lo ripone.
Sbuffo.
“Ce ne sarà mai uno che ti andrà bene?” chiedo esasperata e speranzosa allo stesso tempo.
Continuo ad ammirare i vestiti presenti nel negozio: sono tutti davvero splendidi!
Fosse per me, li prenderei tutti quanti, ma sono con mio fratello e dato che la carta di credito è la sua, meglio accontentarsi di solo essere qui.
Liam torna da me sorridente, mostrandomi un vestito.
“Che ne dici?”
È completamente nero, con le maniche corte a sbuffo e la gonna lunga fino a terra. In vita, c’è una cintura di pelle nera che fa cadere un leggero velo nero sulla gonna.
“Potrebbe andare… se dovessi andare a un funerale!”
Liam mette il broncio, per poi farmi una linguaccia e portare al suo posto il vestito.
Ahi ahi ahi. Sarà una luuunga giornata.
“Amy!”
Sento la voce di Harry chiamarmi da dietro.
Mi volto e vedo la cosa più bella dell’intero universo!
No, non è Harry, ma il vestito che tiene in mano.
È un vestito color corallo mono-spalla, sulla quale ci sono cuciti tre fiori; sotto il corpetto intrecciato, c’è una piccola cintura di raso dello stesso colore che fa cadere ampia la gonna leggera.
Lo osservo per almeno una decina di minuti, con la bocca e gli occhi spalancati.
Harry sorride alla mia reazione.
“Ho fatto centro?” mi chiede speranzoso.
Non rispondo. Annuisco solo, incapace di parlare.
“Beh, non te lo provi?”
“Certo che me lo provo!” urlo felice, prendendo il vestito dalle mani di Harry, per poi correre verso l’unico camerino libero.
Mi cambio velocemente, impaziente di sapere come mi sta questa meraviglia.
Non faccio altro che pensare a quello che dirà Niall quando mi vedrà.
Una volta indossato, alzo il capo e mi guardo allo specchio.
“Dio mio.. È splendido!” sussurro vedendo il riflesso del vestito.
Mentre contemplavo, sentivo le voci dei ragazzi fuori dal camerino, che discutevano sulla scelta del vestito.
Sospiro.
Uomini. Non capiscono che lo sceglierò io questo dannato vestito?!
Scosto la tenda del camerino velocemente, facendoli girare verso di me.
Brutta mossa, Amy. Davvero molto brutta.
Ho incollati a me sia gli occhi di mio fratello, sia quelli di Harry e anche quelli di altri clienti mai visti in vita mia.
Sento un caldo insopportabile espandersi sulle mie guance.
Dai Amy, sii uomo!
“Che ne pensate?” chiedo cautamente e girando su me stessa.
“Sei bellissima!” esclama Harry.
Liam si volta lentamente verso di lui, fulminandolo con gli occhi.
“Volevo dire… il vestito.. è davvero bello.” si corregge subito.
Stavo per ringraziarlo quando una delle sue solite sciocchezze esce dalla sua bocca.
“Ovviamente è perfetto, l’ho scelto io!”.
Amy, conta fino a dieci, forza.
Uno, due, tre… bene.
“Piantala di darti arie, riccio! Lo indosserò io questo vestito, non tu!”.
Liam scoppia a ridere.
“Ti sta d’incanto sorella!” mi dice infine.
Un enorme sorriso si allarga sul mio viso.
Corro tra le braccia del mio fratellone.
“Grazie mille, Liam! Per tutto.”
Liam sorride.
“Non c’è di che, peste. Ora, vatti a cambiare, devo andare a casa il più presto possibile!”
Come rovinare un momento dolce, Liam Payne, signori e signore.
Giuro, non manifesterò più affetto nei suoi confronti.
Mi stacco da lui e vado verso Harry, con le braccia aperte per abbracciarlo.
Mi fermo all’istante.
Che ti prende, Amy? Da quando sei così carina e abbracciosa?
Batto la mano sulla spalla di Harry, che assume un’espressione confusa.
“Non c’è di che.” mi risponde.
Torno nel camerino e mi tolgo il mio nuovo acquisto di dosso.
Dopo essermi cambiata, raggiungo i ragazzi alla cassa e ci avviamo verso la macchina di Liam.
“Ehi Harry!” lo chiamo, raggiungendolo.
Lui si volta verso di me.
“Ecco.. grazie per avermi aiutata prima.”.
Lui mi sorride.
“Figurati, è stato un piacere.”
 “Come facevi a sapere che mi sarebbe piaciuto quel vestito?” chiedo curiosa.
Ci avevo riflettuto parecchio, mentre mi stavo cambiando nel camerino, ed ero curiosa di saperlo.
Harry esita prima di rispondermi. Giurerei di aver visto le sue guance arrossarsi.
“Ehm.. lo chiamano sesto senso.” dice infine.
Ci guardiamo entrambi per alcuni secondi, per poi scoppiare a ridere, ricordando una precedente discussione su questo.
 











HALLO
Salve bellissimeeeeeee!
Lo so, sono in ritardo (strano).
E mi scuso profondamente per questo.
Queste due settimane che vengono sono piena di interrogazioni e verifiche, quindi non so quando e, soprattutto, come verrà fuori il prossimo capitolo.
Ma anyway, spero che questo vi sia piaciuto!
Sinceramente, è uno dei miei preferiti.
Boh.
Grazie per seguire la mia storia, mi fate sentire importante lol.
Lasciatemi un commentino plis, anche due parole hahaha.
No ok, non fa ridere.
E beh, ho finito di rompere :)
Alla prossimaaaaaaaaaaaaaaahfjkdlfsagk
Lu :3



SeGuItEmI sU tWiTtEr Hihihi11i --> @louisilpuffo
Scusatemi il momento bimbominchioso lol :) #peace

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Capitolo 8
*** Capitolo 8. ***








Capitolo 8.





“Avanti Amy, non puoi uscire senza!”
“No Jen, ne abbiamo già parlato!”
“Allora dirò a Niall che non hai più voglia di uscire con lui.”
La guardo a bocca aperta.
Siamo a un punto morto da circa un paio d’ore direi.
Jen ha insistito tutta la mattina per poter venire ad aiutarmi a preparami per il famoso appuntamento.
Diciamo che sono stata obbligata ad accettare, dato che la mia amica mi aveva promesso una bella fetta di torta al cioccolato di sua madre.
La signora Johanna Tomlinson è il mio Buddy Valastro, il mio boss delle torte.
È sempre stato così, fin da piccole io e Jen siamo le sue assaggiatrici personali. E poi, non si può dire di no a delle squisitezze del genere.
È come rifiutare ad un invito per il paradiso.
Commettere un reato gravissimo e finire in prigione per la vita.
Insomma, avete capito.
Così, mi sono ritrovata la mia matta amica a gironzolare per la mia camera prima di quanto mi sarei mai aspettata.
Da ore sono in piedi sullo sgabello della mia scrivania, con Jen che mi ruota intorno, cercando di individuare le più invisibili imperfezioni del vestito, scelto da Harry.
E ora, la simpaticona vuole che indossi le sue scarpe col tacco.
Che poi non sono nemmeno tacchi; sono trampoli quelli!
Nemmeno i clown del circo ne indossano di così alti!
E sì, vuole che indossi le sue perché io non ho scarpe alte. Non le sopporto.
Insomma, provate a pensare se mentre sto ballando con quelle torri ai piedi cadessi e mi rompessi una caviglia. Addio al calcio per un bel po’ di tempo!
Brr mi vengono i brividi!
“Sei una ricattatrice!” esclamo.
Jen sorride soddisfatta.
“È un dono di cui pochi ne godono!”
Scendo dall’improvvisato piedistallo e prendo con poca finezza le scarpe che la mora sta esibendo sotto il mio naso.
“Dev’essere tipico di voi Tomlinson!” sussurro tra me e me.
Una cuscinata mi arriva in pieno volto.
“Ti ho sentita, intelligentona!” mi rimbecca Jen.
Sbuffo, cercando di mostrarmi offesa, ma non ce la faccio, non con Jen.
Finisco di allacciarmi i tacchi ai piedi e mi alzo dal letto.
Ormai conoscete la mia scarsa forza, vero? Beh, dovete sapere che nemmeno il mio equilibrio è uno dei migliori. Figuriamoci sui tacchi!
Mi sbilancio all’indietro e cado con un tonfo sul letto.
Jen scoppia a ridere.
“Ah ragazza, sarà una luunga serata!” dice, offrendomi la mano.
Le faccio la linguaccia mentre mi aggrappo alla sua mano per mettermi in piedi.
Dopo alcuni tentativi di camminata normale, che mi hanno portato grossi lividi sul fondoschiena, riesco a muovermi come un comune mortale.
Jen annuisce soddisfatta.
“Bene. Ora sei pronta!”
Detto ciò, mi prende per le spalle e mi fa girare verso lo specchio verticale, nascosto nel mio armadio.
Spalanco gli occhi.
“Mio dio… quanti quintali di trucco mi hai messo in faccia?!” domando scioccata, guardando il mio riflesso.
“Smettila di lamentarti, sei bellissima così!”.
Mi volto verso Jen, la cui faccia è occupata da un enorme sorriso a 32 denti.
La imito velocemente.
“Aww vieni qui che ti voglio abbracciare!” le dico, allargando le braccia.
“Perché non vieni tu qui da me, invece?” controbatte lei.
“Sai, non vorrei perdere definitivamente il mio fondoschiena..”
Jen scoppia a ridere e, in men che non si dica, me la ritrovo fra le braccia.
“Amy! Niall è arrivato!”
La voce di mia madre fa terminare questo momento di affetto.
“Vai principessa! Goditi la serata!” mi dice Jen, lasciandomi un bacio sulla guancia.
“Grazie Jen.”
Mi avvio verso la porta, ma prima di varcare la soglia, allungo la mano nell’armadio accanto e ne estraggo un paio di semplici sandali, per poi nasconderli nella borsa.
“Non si sa mai!” le spiego, vedendo la sua espressione contrariata.
Prima che potesse ribattere, esco dalla mia stanza e percorro le scale, mooolto lentamente.
Mia madre mi guarda meravigliata.
O santo cielo, manco mi stessi per sposare!
“Oh tesoro! Sei davvero splendida!”
“Ehm… grazie mamma.”
Non mi piacciono i complimenti, figuriamoci quelli di mia mamma.
“Mi raccomando, Amy, sii gentile e comportati bene.” mi dice, senza smettere un attimo di sistemarmi il vestito.
Sbuffo infastidita.
Le prendo le mani, fermandola.
“Mamma, ci ha già pensato Jen a sistemarmi. Direi che cinque ore sono anche abbastanza!” esclamo.
Mia madre scoppia a ridere.
“Hai ragione, tesoro. Ora va e divertiti.”
Annuisco e la saluto con un bacio sula guancia.
Sono positivamente sorpresa di questo discorso con mia madre.
Forse è il primo che non ha come argomento centrale il mio fastidioso e petulante ospite.
Beh direi che facciamo progr…
“Oh Amy!” mi interrompe la voce di mia madre, mentre sto aprendo la porta.
MI volto verso di lei.
“Sai qualcosa di Harry?”
Mi sembrava troppo bello per essere vero!
Magari per il mio matrimonio ce la potrà fare a non parlare di quel riccio insolente.
Sospiro.
“È fuori con la sua squadra, mamma.”
La donna annuisce, per poi lasciarmi andare.
Riapro la porta per la seconda volta. Poi, un’idea si impadronisce dalla mia mente.
“Ah, mamma!” la richiamo.
“Si?” mi raggiunge la sua voce dalla cucina.
“Potresti obbligare Liam a fare compagnia a Jen questa sera?”
Incrocio le dita e chiudo gli occhi, aspettando la risposta.
Avrei incrociato pure le gambe, ma non volevo rischiare di cadere per l’ennesima volta.
Si sente la risata di mia madre.
“Per questa volta, va bene!”
“SI!” esclamo sottovoce.
Amy, lasciatelo dire: sei un fottuto genio!
“Perfetto! Ora vado mami, a dopo!”
Chiudo, finalmente, la porta e mi dirigo verso la macchina nera di Niall, parcheggiata davanti al mio vialetto.
La sua portiera subito si spalanca, lasciandomi ammirare tutta la sua bellezza in quel vestito elegante.
Si avvicina a me sorridente.
Ok Amy, se cadi puoi sempre dire che è colpa delle scarpe.
Mmh, Jen mi ha fatto un favore, dopotutto.
“Buonasera Amy bella!” mi dice raggiante, baciandomi la mano.
Chiariamo le cose, bel biondo: certe cose non le vietano per nulla, quindi evitiamo di far cadere a terra come un sacco di patate Amy Payne, grazie!
“C-ciao Niall” balbetto io.
Però, tu sì che ci sai fare, Amy!
“Sei davvero bellissima!” mi dice lui, osservando il mio vestito.
Grazie al cielo, Styles ne ha fatta una giusta nella sua vita!
“Anche tu lo sei!” gli sorrido sfacciatamente.
Dopo aver accettato il suo braccio, ci avviamo verso la sua macchina.
Saliamo entrambi e Niall mette in moto.
Dal finestrino, riesco a vedere Jen e mia madre spiarci dalla finestra, completamente spoglia dalle tende.
Antisgamo, ragazze!
La macchina parte e si avventa nell’oscurità della notte.
Durante il tragitto, mi perdo ad ammirare il profilo di Niall, tutto concentrato sulla strada buia.
I capelli biondissimi sparati verso l’alto gli danno un’aria sbarazzina, facendolo sembrare ancora più giovane.
E i suoi occhi. Sono certa che sono una delle sette meraviglie del mondo!
Ma nonostante tutta questa perfezione, riesco a cogliere una nota di tristezza nel suo viso.
Spero di essermi sbagliata.
Il mezzo si ferma senza che me ne accorgessi, davanti ad un piccolo e lussuoso ristorante.
La piccola vetrata anteriore lascia intravedere, attraverso una semi trasparente tenda, l’interno ben illuminato: parecchi tavolini blanditi da tovaglie perfettamente bianche sono occupati da coppiette felici, che brindano alla loro vita insieme o da famiglie allegre, venute qui per festeggiare un compleanno.
Dopo poco riconosco il locale.
Sotto le stelle.
Proprio qui, io e Niall ci siamo conosciuti, parecchi anni fa.
Me lo ricordo come se fosse ieri.
Mio padre ci aveva portati qui per festeggiare il suo nuovo lavoro.
Io avevo solo sei anni e Liam nove.
Stavamo mangiando felici, quando una torta di compleanno venne accesa con speciali candeline, che formavano piccole fontanelle colorate.
Il bambino a cui spettava la torta era moro, con un ciuffetto di capelli biondo e due occhi più azzurri del cielo.
Saltava dalla gioia per la bellissima sorpresa fattagli dai suoi genitori, che battevano felici le mani.
Io ero a dir poco attratta da tutto quello spettacolo che una semplice torta al cioccolato e vaniglia aveva messo in scena.
Mio fratello Liam, accanto a me, guardava quella torta come se fosse un power ranger in carne ed ossa.
Il bambino biondo, con poca fatica, si accorse di noi, che stavamo letteralmente sbavando.
Così, ci chiamò a festeggiare con lui, dicendoci che la torta era grande abbastanza per tutti.
Ho ben impresso nella memoria il suo sorriso, quando venne a chiamarci.
Era perfetto, e così è rimasto.
“Amy?”
Scuoto la testa, tornando nell’anno 2013, e mi volto verso Niall.
“Si?” chiedo imbarazzata.
Al ragazzo scappa una risata.
“Vuoi entrare?”
“Certo!” esclamo, forse con un po’ troppo entusiasmo.
Varchiamo la soglia del ristorante e un cameriere subito ci accoglie.
Dopo aver detto dell’ordinazione, il giovane ci scorta al nostro tavolo.
È nell’angolo del locale, con accanto un acquario a forma di auto, in cui peci coloratissimi nuotano spensierati.
Mi blocco, mentre il passato si impossessa di nuovo della mia mente.
“Ma…” balbetto.
“Sì. È lo stesso tavolo.” mi risponde Niall, leggendomi nella mente.
Rido felice.
Lo stesso tavolo dove ci siamo conosciuti.
La serata sarà meravigliosa.
Limitati a non fare figuracce, Amy!
Niall mi fa sedere al tavolo, per poi sedersi anche lui davanti a me.
“Allora.. ti ricordi cos’era successo a questo tavolo?” mi chiede lui, sorridente.
Annuisco, imitandolo.
“Sì. Quella torta era dannatamente buona!”
Scoppiamo a ridere entrambi.
Così trascorriamo tutta la serata, ricordandoci l’un l’altro tutte le avventure trascorse insieme, ridendoci poi su, come pazzi.
La cena è volata come un fulmine, e quasi non me ne rendevo conto di essere mano per mano con Niall, camminando a piedi nudi nel parco giochi accanto al ristorante.
“E ti ricordi di quando abbiamo fatto scappare il pappagallo della signora Duncan?” dico, con la voce rotta dal ridere.
Niall libera una risata sincera.
“Come potrei dimenticarlo! Odiavo quel pappagallo, mangiava tutte le mie mele!”
Ridiamo per l’ennesima volta.
Stavo per ricordare un’altra nostra cavolata, quando il mio sguardo si posa su una vecchia altalena, illuminata debolmente dal lampione lì vicino.
“Oh Niall, guarda! La nostra altalena!” esclamo, per poi correre verso di essa, trascinandomi il biondo per mano.
Mi siedo subito sullo sgabello legato alle corde e aspetto impaziente che Niall inizi a spingermi.
E così accade, esattamente come 11 anni fa.
Mi stavo godendo quel momento. Mi era mancato stare con lui.
Mi era mancato sentirmi amata, solo come lui sa fare.
“Amy…” la sua voce preoccupata mi fa voltare subito.
“Tutto bene?” gli chiedo, vedendo la sua faccia scura.
Niall non mi risponde.
Pianto i piedi per terra, fermando il dolce moto dell’altalena e mi volto completamente verso di lui.
“Ehi, stai bene? Hai una faccia…” rido nervosa.
Ma lui non ride.
Nno ride più come prima.
L’allegria ha abbandonato i suoi occhioni azzurri, lasciandoli in balia della tristezza.
“C’è una cosa che devo dirti… ma non so come fare.” mi dice, in un sussurro.
Lo guardo confusa.
“Niall..”
Il suo movimento mi interrompe.
Le sue braccia sono strette intorno a me e la sua testa è poggiata contro la mia spalla.
Sento qualcosa bagnarmi nel punto esatto in cui lui è appoggiato.
Lacrime?
Lo abbraccio forte, cercando di consolarlo.
“Mi dispiace…” lo sento pronunciare.
“Che hai fatto di male?” gli chiedo dolcemente, sollevandolo da me, per riuscire a vedere i suoi occhi, ormai arrossati.
Niall scuote la testa.
Sono terribilmente confusa.
Voglio sapere cosa lo turba.
Ma le sue mani calde si poggiano sulle mie guance, immobilizzandomi.
E poi accade.
Quello che speravo da giorni, mesi, anni!
Le sue labbra si uniscono dolcemente alle mie, facendomi provare migliaia di emozioni.
Dalle farfalle allo stomaco, ai brividi lungo la schiena.
Ma lui interrompe questo momento magico, appoggiando la sua fronte contro la mia, lo sguardo verso il basso.
Questo non è il Niall che conosco.
“Niall. So che hai qualcosa che non va. Ti prego dimmelo, risolveremo insieme la situazione, come sempre.” gli dico, sorridendo.
Che cosa sarà tanto di male, proprio non riesco ad immaginarlo!
Ho ancora il batticuore e la testa mi gira piacevolmente.
Sento ancora il suo tocco sulle mie labbra.
“Amy…” inizia, alzando lo sguardo.
Annuisco, per farlo continuare.
“Io… io devo tornare in Irlanda.”.










GUTE NACHT :)

Ebbene sì, mie aspiranti allieve, il maestro ha aggiornatoooo!
Eh alleluia, direte voi!
Beh avete solo ragione.
Vi chiedo umilmente scusa per il mio ritardo.
Scuola di mmmerda >.<
Oggi ho avuto troopa ispirazione: sono stata a letto ammalata tutto il giorno e non ho fatto altro che pensare a questa storia.
Così, ora non ho sonno e mi sono ritrovata a scrivere il capitolo in un colpo.
Spero vi piaccia! :)
Lo giuro, non volevo essere crudele con Niall e Amy, ho cercato essere il più dolce possibile.
A me piacciono troppo insieme :3
Aspetto i vostri commenti, voglio sapere che ne pensateeeeeeeeee :D
Ok, ora proviamo a dormire!
Alla prossima, belllissime!
Un kisso <3
Lu :3

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Capitolo 9
*** Capitolo 9. ***







I came in like a wrecking ball 
I never hit so hard in love 
All I wanted was to break your walls 
All you ever did was wreck me 

I came in like a wrecking ball 
Yeah, I just closed my eyes and swung 
Left me crouching in a blaze and fall 
All you ever did was wreck me 

Yeah, you wreck me 

 




Capitolo 9.


Ho passato la notte insonne.
Nemmeno un briciolo di stanchezza si è impossessato del mio corpo.
Troppi pensieri occupano la mia testa.
Troppi.
L’appuntamento è andato proprio come me lo aspettavo: Niall ha organizzato tutto alla perfezione e mi ha fatta sentire veramente amata, una principessa.
Poi mi ha baciata.
Lui ha baciato me, vi rendete conto?!
Quello che ho aspettato da anni è finalmente arrivato!
Ma, non sarebbe la mia vita se tutto andasse bene.
‘Io… io devo tornare in Irlanda.’.
Le sue parole sono ben impresse nella mia mente.
E nel mio cuore.
Ricordo tutto perfettamente: il suo sguardo triste e colpevole, la bocca leggermente tirata verso il basso, le lacrime che percorrevano le sue guance.
Ma più di tutto, mi ricordo la sua voce.
Aveva un tono che non ha mai avuto in tutto questo tempo. Orribile.
Sembrava quasi un sussurro, rotto dai singhiozzi del pianto.
Un inferno, per me, vivere quel momento.
Detesto vedere le persone piangere.
Detesto vedere Niall senza un sorriso.
Niall senza un sorriso non è Niall.
E ora, pochi giorni separano la sua partenza.
Pochi giorni e non lo rivedrò per molto tempo.
Qualcosa di bagnato giunge sulle mie labbra.
Mi asciugo la scia lasciata sulla guancia.
Nonostante il suo umore, si è offerto ad accompagnarmi a casa.
La distanza tra casa mia e il centro del paese, dove si trova il ristorante, non è molta, ma la presenza del silenzio lo ha trasformato in un viaggio di numerose ore.
 
‘Amy bella.’ mi ha detto, dopo aver parcheggiato la sua macchina davanti al vialetto di casa mia.
Ho sorriso, sentendo quel soprannome.
‘Mi odi ora?’
Ho alzato lo sguardo incredula, verso di lui, credendo che scherzasse.
Ma lui era serio e i suoi occhi ancora arrossati erano puntati nei miei, bisognosi di sapere.
‘Ovvio che non ti odio, Niall.’
Mi è sembrato rilassarsi.
Mi ha accompagnata davanti ala porta.
Entrambi eravamo troppo codardi e tristi per parlarci ancora.
‘Quindi… questo è un addio?’ ho chiesto, insicura.
Niall ha scosso la testa.
‘Non dire quella parola. Noi continueremo ad essere amici, esattamente come prima. Niente cambierà. Ci sentiremo tutti i giorni, al telefono o tramite skype. Anche perché, tu hai ancora bisogno di lezioni di chitarra!’
Abbiamo riso insieme.
‘Hai ragione!’ ho risposto io.
Poi, senza dire altro, ci siamo abbracciati.
Quell’abbraccio ha parlato per noi.
Le nostre labbra si sono toccate per l’ultima volta, prima che lui si avviasse verso la sua macchina.
Ho aperto la porta di casa, ma la sua voce mi ha fermata.
‘Spaccagli il culo alla partita, mi raccomando!’
Ho riso divertita.
‘Sai che lo farò!’
 
Ora, numerose lacrime bagnano il mio viso e non hanno intenzione di fermarsi.
Non riesco ad accettare di averlo perso.
Ma devo farmene una ragione.
Ormai è fatta.
Hai perso, Amy.
Mi asciugo la faccia con le maniche del pigiama e mi siedo sul letto.
Guardo l’ora sul cellulare.
Le 4.
2 chiamate perse di Jen.
Jen.
Chissà come la prenderà quando le dirò che tutto quello che ha fatto per me è stato inutile.
Lascio il telefono sul letto ed esco da camera mia, dirigendomi verso la cucina.
Percorro le scale molto lentamente, sia per non svegliare nessuno sia per il marmo gelato, nonostante siamo in pieno giugno.
Accendo la luce della cucina e spalanco il frigorifero.
Ho bisogno di qualcosa di freddo che mi chiarisca le idee.
Opto per una coca cola che stava nell’angolo più remoto dell’elettrodomestico.
Me la giro fra le mani.
Il nome Liam è scritto sull’etichetta.
Sbuffo.
Ora capisco tutto.
Ma questo non mi fa cambiare idea, anzi, ho un motivo in più per berla al posto di mio fratello.
Chiudo soddisfatta la porta del frigorifero e mi volto per tornare sotto le coperte, prendendo un primo sorso dalla bottiglia.
Ma la bibita mi esce dalla bocca immediatamente.
“Ma hai dei problemi?!” sussurra Harry, per non farsi sentire, mentre si asciuga la gamba bagnata.
Lo guardo accigliata.
“Io?! Tu mi hai fatto fare un mezzo infarto! Dovresti farle a te stesso queste domande!”.
Lui scuote la testa, rassegnato.
Ma poi, mi osserva più attentamente.
Che c’è? Ho qualcosa sul naso??
“Che hai?” mi chiede semplicemente.
Mi irrigidisco.
“Niente.” rispondo fredda.
Figuriamoci se ora mi metto a parlare con Harry Antisgamo Styles dei miei problemi!
Non l’ho nemmeno raccontato al mio diario!
“Beh io non direi.” esclama.
Ma senti questa.
“Cosa ne vuoi sapere tu?!”
“Ne so abbastanza per capire che hai pianto.” mi dice, passandomi la mano sulla guancia.
“Sembri un panda!” continua, ridendo.
Istintivamente, mi tocco le guance.
Porto davanti a me le dita, sporche di nero.
Spalanco gli occhi.
Ma certo!
Tutti i chili di trucco usati da Jen devono essersi sciolti con le lacrime.
Diamine, devo essere davvero orribile!
Un sorriso mi scappa, vedendo Harry ridere per la mia reazione.
“Sicura di non volerne parlare?” mi chiede premuroso il riccio.
Esito per un istante.
Forse parlarne con qualcuno mi aiuterebbe. Senza dubbi.
E magari Harry ha la soluzione adatta per me.
Corrugo la fronte.
Wohoho Amy, rallenta!
Harry sarà carino e gentile quanto vuoi, ma ricordati che è sempre un tuo nemico.
Sospiro.
“Ehm.. magari domani, con più calma.” dico infine.
“Oggi è già domani.” mi ricorda lui, sfottendomi con un sorriso.
Alzo lo sguardo sull’orologio attaccato alla parete gialla della cucina.
Mi ero dimenticata che erano le quattro del mattino.
Sbuffo.
“Ma comunque…” continua lui “.. sono d’accordo con te. Magari ne parliamo davanti ad una tazza di cappuccino?” mi chiede, con una faccia da cucciolo patetica.
Scoppio a ridere.
“Va bene. Ma questa volta, paghi tu!”
“Cosa vorrebbe dire ‘questa volta’? Sandra non ti fa mai pagare, stando all’episodio della volta scorsa.”
2 a 0 per lui.
Accidenti! Pur essendo mattina presto, il cervello del riccio funziona bene, se non meglio del solito!
“Va a dormire Harry!” dico esausta, uscendo dalla cucina.
Lui mi segue su per le scale.
Prima di entrare in camera mia, lo richiamo.
“Harry!”
“Sì?”
“Tu perché sei sceso?”
Harry esita un attimo.
Ha! 2 a 1!
“Probabilmente mi hai svegliato tu, dato il tuo passo da elefante.”
Spalanco la bocca.
D’accordo, non sarò molto aggraziata e non possiedo un eccellente equilibrio, ma non ho il passo da elefante!
“Ti conviene sparire dalla mia vista, prima che prenda a calci!” gli sibilo.
Lui scoppia a ridere.
“Facciamo domani?” mi chiede, beffardo.
“Ovviamente!” rispondo io, entrando nella mia stanza.
“Buonanotte Styles!” esclamo.
“Vorrai dire buongiorno!” ride lui.
Grugnisco e chiudo la porta, troncando la conversazione.
Mi rimetto sotto le coperte, dove il piccolo Ginger mi ha aspettato fino ad adesso.
Si accoccola accanto a me, mentre gli accarezzo il pelo arancio.
Sorrido.
È strano come quel riccio insopportabile mi abbia risollevato l’umore!
 
 
***
 
“Meow!”
Stringo gli occhi, mentre un lamento esce dalle mie labbra.
“Meoow!
Sospiro.
“Che vuoi, Ginger?” sussurro stanca.
Allungo le mani davanti a me per prenderlo, ma non lo trovo.
Sbuffo.
Ci rinuncio!
Pensavo che anche lui lo avesse fatto, quando però una zampetta mi batte sulla fronte.
Apro gli occhi e lo vedo sul cuscino, sopra di me.
Rido, mentre il suo nasino rosa mi bagna la guancia.
“Ho capito, mi alzo!” rispondo al micio.
Ma lui miagola ancora.
Lo guardo rassegnata.
“Sì, lo so che hai fame! Non sei l’unico sai?”
Lui, in tutta risposta, si lecca i baffi.
Mi alzo e mi vesto velocemente, legandomi i capelli lunghi in una coda alta.
Poi, vado in bagno e mi lavo la faccia, togliendomi i rimasugli del trucco di ieri sera.
Spalanco la porta e mi dirigo in cucina, con Ginger alle calagne.
Zayn e Liam stanno allegramente e sonoramente, aggiungerei, chiaccherando seduti al tavolo.
“Buongiorno!” saluto allegra.
Beh, per quanto la parola ‘allegra’ mi possa identificare.
“Che ti prende, Amy?” mi chiede appunto Zayn.
“Niente!” rispondo, forse con un po’ troppa enfasi, mentre verso il latte nella ciotola di Ginger.
I due ragazzi mi fissano pensierosi.
Sospiro e cerco di ignorarli.
“Zay, che ne dici di andare al bar?”
Lui annuisce.
“E che mi dici di Harry?” mi chiede mio fratello.
Alzo le spalle.
“Non ne ho idea. Magari sta dormendo ancora.”
“Intendevo, non viene con voi?”
“Liam, quel ragazzo è grande e vaccinato ormai. Sceglierà lui cosa fare. In qualsiasi caso, la strada la conosce!” concludo in bellezza e trascino il mio migliore amico fuori dalla porta di casa.
Noto con piacere che Zayn è venuto a piedi.
Bene, una camminata all’aria aperta mi serviva proprio.
“Mi vuoi dire che cos’hai o devo obbligarti a parlare?” mi chiede.
Lo guardo.
I suoi occhi color cioccolato mi inteneriscono e mi rassicurano.
“Beh ecco… non c’è molto da dire.”
Mentre camminavamo verso il nostro bar, gli ho raccontato tutta la storia, senza tralasciare niente.
“Mi stai dicendo che lui ti ha baciata?” esclama incredulo.
Appoggio la mia tazza di cioccolata sul tavolino.
“Zayn, non urlare!” gli intimo.
Non che mi importi se gli altri clienti sentono, ma quello di cui ho paura è che Sandra possa saltare fuori da un momen…
“Chi ti ha baciata?!” esclama, appunto, la donna.
Dio  mio, ma mandarmene una buona ogni tanto no, eh?
Prima che potessi spiegare tutto, Sandra si siede accanto a noi e mi guarda con occhi sognanti.
“Scommetto che è stato il nuovo arrivato!”
Spalanco gli occhi, mentre Zayn scoppia a ridere.
“Che cosa? Sandra, che ti salta in mente?” cerco di difendermi, mentre le guance mi si riscaldano.
Ma lei non fa altro che ridacchiare con il mio amico.
In quel momento, la porta del locale si apre, facendo suonare la campanella sopra di essa.
Harry ci saluta e ci raggiunge.
“Caschi proprio a fagiolo, ragazzo!” esclama Sandra, alzandosi per lasciargli il posto.
Il riccio mostra un’espressione confusa.
“Ehm, Sandra! Porta la colazione ad Harry, forza!” esclamo, prima che qualcosa scappi dalla bocca della rossa.
La donna ridacchia sotto i baffi.
“Oh certo, certo.”  e, finalmente, si allontana.
Sospiro, accasciandomi contro la sedia.
Poi, vedo la faccia compiaciuta di Zayn davanti a me.
“Che razza di migliore amico sei tu?!” scatto.
Ma ciò, fa solo ridere di più il moro.
“Ma che succede?” chiede Harry, innocente.
“Beh Harry, devi sapere che…” inizia il mio amico.
“ZAYN!” esclamo, attirando l’attenzione di tutti i presenti.
Non voglio che dica che mi piace Harry.
Non voglio che dica una cosa falsa.
E soprattutto, non voglio che lo dica davanti a lui!
Mi prenderebbe in giro per il resto della vita.
“Calmati Amy, suvvia!” mi dice lui.
Suvvia? SUVVIA?! Da quando Zayn Malik conosce la parola ‘suvvia’?
“Stavo dicendo, che Amy ha dato il suo primo bacio.”.
Harry si volta verso di me.
Non riesco a capire la sua espressione, quando un “Aaww! La piccola Payne è diventata una donna!” esce dalla sua bocca.
I ragazzi ridono tra loro.
“Senti Styles, non ti permettere di rivolgerti a me in quel modo ok? E poi, è una storia finita.”.
Merda.
Sono una stupida.
Una grande emerita deficiente.
“Perché?” chiedono all’unisono i due ragazzi.
Non ho fatto in tempo a terminare il mio discorso con Zayn, dato che Sandra ci ha brutalmente interrotti.
Quindi, nessuno dei due sa il finale della storia.
La cosa più tragica.
“Beh… Niall deve tornare in Irlanda… per alcuni anni.”
Il silenzio che segue, mi fa tornare le lacrime agli occhi.
La mano di Zayn si allaccia la mia.
“Amy.. mi dispiace davvero.”
Annuisco e tiro su con il naso.
Non voglio parlare o rischierei di fare un’altra scenata davanti a tutti.
La mano di Harry si poggia sulla mia spalla.
Alzo lo sguardo verso di lui.
I suoi occhioni verdi mi osservano tristi, quasi come se capissero la mia situazione.
Stranamente, mi sento rassicurata da questa conversazione silenziosa.
“Ecco la tua colazione, Harry!” esclama felice Sandra, vedendo il contatto tra di noi.
Subito, levo la sua mano dalla mia spalla e mi prendo la testa fra le mani.
“Non piangerci su, Amy.” mi dice Zayn “Hai sempre me!” mi sorride.
“E pure me!” esclama il riccio, dopo aver ingurgitato mezza brioche.
Scoppio a ridere.
“Ragazzi, davvero, non trattatemi come se avessi qualche disturbo mentale o fisico, ok? Ne uscirò.. prima o poi.”
“Pff, figuriamoci!” commenta  il riccio.
Lo fulmino con gli occhi.
“Cavoli! Sono già le 11!” esclama Zayn.
Spalanco gli occhi, allarmandomi.
“Oh no! Harry muoviti! Mia madre oggi farà il pranzo di famiglia!” dico, balzando in piedi.
Il riccio finisce di bere il suo cappuccino e ci rechiamo al bancone per pagare.
“Oh, non mi dovete pagare, lo avete già fatto!” esclama Sandra, facendoci l’occhiolino.
Chiudo gli occhi.
Amy, conta fino a dieci, forza!
“Che intende dire?” mi sussurra Harry.
“Crede che tu sia il mio ragazzo.” gli dico, semplicemente.
In questo momento, sembra che ad Harry si sia aperto un nuovo mondo.
Poi, mi sorride.
Non mi piace quel sorriso.
Per niente!
Una sua mano scivola sulla mia schiena, facendomi sbattere contro di lui.
Infine, con l’altro braccio mi solleva le gambe.
In men che non si dica, mi ritrovo in braccio ad Harry.
Un urlo esce dalla mia bocca.
“Arrivederci Sandra!” esclama il riccio, salutando la donna vermiglia, rimasta sbalordita dalla scena.
E mentre io mi dimeno per farmi rimettere a terra e Zayn continua a ridere allegro, non faccio altro che pensare a quanto Harry mi abbia rallegrato in meno di 24 ore.








 

ALOHAAAAAAAAAAAAA


Indovinate?
Sì, sono in ritardo!
Yeeeeeeeeeeeeeeeeeee.
Mi dispiace di non aver aggiornato prima, ma questa benedetta scuola mi sta facendo morire!
Mi dicevano che la terza è difficile, ma non pensavo così tanto!
Anyway, passiamo al capitolo.
Che ne diteeee? :)
Vi piace come si evolvono le cose?
E Sandra?
Io la adoro hahahaha 
Oh, avete visto?
C'È UN BANNEEEEERRRRR! :DDD
Grazie mille a @Georgesmonkej_ <3
Lasciatemi un commento plis, vorrei tanto sapere cosa ne pensate c:
Detto ciò, mi ritiro sotto le coperte.
Spero di essere più svelta la prossima volta!
Un bezo coccoloso a tuttiiiiiiii! <3
Lu :3


P.S.: ma il video di Story Of My Life??? :D
*dead*
me ne vò.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10. ***








Capitolo 10.


“Quindi mentre tu sei qui con me, i tuoi genitori stanno sistemando la casa?” chiedo, ridendo divertita.
Niall alza le spalle.
“Esattamente.”
Fuori sta piovendo a dirotto, da un’ora circa.
Mi sono chiusa nella mia camera subito dopo pranzo, insieme a Ginger e al mio fidato libro.
Non c’è niente di meglio che leggere con un tempo così triste!
Ma, proprio sul punto più bello, il mio pc ha emesso un suono stridulo, che mi ha fatto saltare sul letto.
Era una videochiamata da parte di Niall.
Un sorriso mi si era subito aperto sul viso.
“Ah, sei davvero uno scansafatiche, Horan!” lo rimprovero.
Lui spalanca la bocca, facendo finta di essere offeso.
“Ehi, non sei felice di avermi qui con te?” mi chiede retorico, atteggiandosi da diva.
Scoppio a ridere.
“La ragazza più felice del mondo!”.
Non posso dire che non mi manchi.
È come se mi fosse stato tolto un pezzo di cuore.
Darei di tutto per riabbracciarlo!
“Niall! Vieni giù subito! Devi darci una mano!” esclama la voce di Maura, talmente forte che l’ho sentita pure io tramite le cuffiette.
Mi scappa una risata.
“Arrivo mamma!” urla Niall in risposta.
“Beccato!” rido io, puntandogli il dito contro, finendo a toccare lo schermo del computer.
Il biondo scoppia a ridere.
Dio, quanto mi manca!
La porta di camera mia si spalanca.
Mi tolgo le cuffiette e mi volto, vedendo Jen sulla soglia, sorridente.
“Ciao pagliaccio!” mi dice, buttandosi sopra di me come una sacco di patate.
“Jen!” esclamo ridendo “Sono in videochiamata con Niall!”
La mia amica si alza subito e fissa lo schermo.
“TU! Brutto elfo irlandese, come hai potuto lasciare la mia amica?? Sei un codardo, infame, cagasotto, vigl…”
Sarebbe potuta andare avanti per ore, ma ho avuto la buona idea di tapparle quella bocca.
“Scusala Niall, non sa cosa dice!” spiego imbarazzata, fulminando Jen con lo sguardo.
Lei strine gli occhi in risposta.
Come minimo, mi starà minacciando col pensiero.
La ignoro e mi concentro su Niall.
“Meglio se vai ora, o Maura se la prenderà anche con me.” gli dico ridendo.
“Come potrebbe? Ti adora più di quanto adori me!” esclama.
Rido, insieme a lui.
“Allora… ci sentiamo?” mi chiede cauto.
Annuisco.
“Certo.”
“A presto Amy bella!”
“Ciao Niall!” lo saluto con la mano, poi chiudo la videochiamata.
Jen si libera come un fulmine dalla mia stretta.
“Credevo fossimo d’accordo.” mi dice seria.
Sospiro.
“Non ce la faccio a non vederlo, Jen! Io.. gli voglio bene.” rispondo sincera.
Forse sarebbe più appropriato dire che lo amo ancora, ma so che la mia amica non la prenderebbe affatto bene.
Meglio non girare il dito nella piaga.
Jen poggia le sue mani sulle mie spalle.
“Posso benissimo immaginare quanto sia difficile per te, ma devi provarci. Starai meglio, fidati.” Mi sorride.
Ginger miagola, mentre si accoccola tra me e Jen.
Ridiamo entrambe.
Si sente un bussare alla porta.
“Chi è?” chiedo, mentre Jen prende in braccio il mio gatto, facendo facce buffe.
Manco fosse un bambino!
Harry spalanca la porta.
Gli occhi gli si illuminano non appena vede Ginger.
“Ho detto ‘chi è’, non ‘accomodati pure ‘!” esclamo, incrociando le braccia.
“Ma ora lo hai detto!” mi fa notare lui.
Sbuffo.
Possibile che abbia sempre la battuta pronta?
Dove nasconderà il copione? Nei ricci?
“Amy, mi ha detto Liam che…” inizia Harry.
“A proposito di Liam!” esclamo io, interrompendolo “Non eri venuta qui per raccontarmi?” chiedo alla mia amica, sorridente.
Jen subito si fa rossa in viso, lasciando andare Ginger sul letto.
Harry si siede dietro di me.
Cos’è, il mio letto è diventato una panchina pubblica?
“C’è qualcosa che non so?” chiede lui, iniziando a sorridere.
“Vuoi dirmi che non te ne sei accorto?” gli chiedo.
Harry scuote la testa.
Mi volto verso di lui.
“Beh in questo caso, devi sapere che tra Jen e mio fratello c’è un amore impossibile. Tutti lo sanno… tranne Liam!” scoppio a ridere ed Harry mi imita.
Jen si tiene le guance, che ormai sono completamente a fuoco.
“Smettetela! Non è affatto divertente!” urla lei, cercando di sovrastare le nostre risate.
Quanto amo prenderla in giro!
“E comunque non c’è niente da dire.” continua lei “Semplicemente, abbiamo guardato un film insieme e parlato in generale.”
Io annuisco, dopo essere tornata seria.
“Beh sono passi avanti!” esclamo.
Jen mi guarda storta.
Meglio cambiare discorso.
Non voglio vederla giù.
“Bene!” dico, saltando in piedi “A chi va di fare una partita a Just Dance?”
Jen esulta, riprendendosi subito.
“Harry, sei dei nostri?” gli chiedo.
Lui esita un istante.
Eheheh ho trovato il suo punto debole!
Subito si alza in piedi.
“Perché no!” dice, distruggendo tutti i miei piani.
Mannaggia a lui!
Scendiamo le scale, seguiti da Ginger che, non appena giungiamo in salotto, occupa il divano, stravaccandocisi sopra.
Inserisco il cd nella Wii e distribuisco i telecomandi.
“Su quale canzone vuoi essere battuta?” chiedo a Jen, facendo l’innocente.
“Ha ha ha.” mi canzona lei, infatti.
Non mi piace vantarmi e non lo faccio mai, ma sono un asso a Just Dance!
Jen perde sempre contro di me.
Ok, ci vuole poco a batterla; perfino un tricheco ci riuscirebbe, ma questi sono solo inutili dettagli.
Scegliamo la canzone Candy, di Robbie Williams.
Passiamo la maggior parte della canzone a spingerci a vicenda e a ridere, ma, come da copione, riesco a battere Jen. Harry, invece, ha fatto il massimo dei punti.
Lo guardo con sguardo truce.
Come osa battermi al mio gioco preferito?
Questa è guerra.
“Facciamo che Harry gioca anche per me, così riuscirò a batterti!” esclama Jen, battendo il cinque al riccio. Poi, si rifugia in cucina, non appena sente la voce di Liam.
 “Bene!” sbuffo, scegliendo la canzone seguente.
Non bado neanche al titolo.
Voglio solo vincere.
Amo il mio lato competitivo! Mi fa fare cose che non farei mai.
Come, ad esempio, vincere contro Harry Styles.
Alzo le mani in aria ed esulto.
“Ha! Ti ho battuto!” inizio a saltellare intorno a lui, muovendo in cerchio le braccia.
Chissà che idea si starà facendo su di me ora.

Bah, non sono miei problemi!
Harry mi guarda sorridendo.
“Facciamo la bella?” mi chiede, scegliendo una canzone da ballare in coppia.
Mi fermo all’istante.
“Perché proprio quella??” esclamo, innervosendomi.
“Non dirmi che hai paura, Payne!” mi prende in giro, scuotendo il telecomando sotto il mio naso.
Stringo i pugni.
“Affatto.” affermo, prendendogli l’oggetto dalle mani.
Lui sorride, quasi soddisfatto.
Ti toglierò quel sorrisetto dalla faccia, Styles! Fosse l’ultima cosa che faccio!
La canzone inizia e gli avatar nella tv sono schiena contro schiena.
Bell’inizio!
Ci posizioniamo.
Non appena il ritmo cambia e anche le posizioni, Harry mi spinge fuori dalla visuale, facendomi quasi finire a terra.
“Ehi!” esclamo io, tornando affianco a lui.
Lui, in tutta risposta, scoppia a ridere.
La canzone prosegue senza brutte sorprese, ma quando i due avatar tornano nella posizione iniziale e noi li imitiamo, mi accuccio a terra, evitando il braccio di Harry che voleva spingermi.
Lui però, si sbilancia e cade dopo di me, scatenando una mia risata.
Mi stendo a terra e mi tengo la pancia dal ridere, mentre la canzone termina e il gioco torna sul menu iniziale.
Harry si rialza e mi raggiunge.
Giuro, non ho mai riso così tanto!
Il riccio, vedendo che non smetto, si china su di me.
“E così ti piace ridere eh?”
Che significa?
Passano alcuni istanti, prima che le sue mani inizino a farmi il solletico ovunque.
Un urlo esce incontrollato dalla mia bocca, per poi essere sostituito dal suono delle risate, mie e di Harry.
“Basta, ti prego! Chiedo pietà!” esclamo, con ormai le lacrime agli occhi.
Harry, soddisfatto, si siede sui talloni, mentre mi rimetto a sedere.
“Questa me la paghi!” esclamo, a corto di fiato.
Lui si avvicina a me. Un po’ troppo.
“E come intendi farlo?” mi sussurra.
Il cuore mi balza in gola.
Amy, controlla gli ormoni!
Deglutisco.
“C’è ancora la partita da giocare.”
Harry mi sorride.
“Non vedo l’ora!” e mi sorride.
Che cavolo credi di fare, Styles?
Vuoi farmi cadere ai tuoi piedi?
Beh, mi dispiace ma hai scelto la persona sbagliata.
Ora allontanati, o cadrò sul serio!
Due colpi di tosse mi fanno sobbalzare.
Mi volto e trovo Jen e Liam, appoggiati agli stipiti della porta della cucina, stile super spie.
Sono davvero inquietanti!
“Va tutto bene qui?” chiede la mia amica, senza evitare di sorridere.
Sia io che Harry annuiamo.
“Tutto a posto!” esclamo io.
Liam alza un sopracciglio.
Merda, non farmi l’interrogatorio, ti prego!
“Sicuri? C’era troppo silenzio perché andasse tutto bene.” fa una pausa “Non devi dirmi niente, Amy?”
Che?
Da quando mio fratello fa questi pensieri?
“Non è successo niente, Liam. Io e lui ci odiamo.” spiego e, per confermare, tiro un pugno sulla spalla di Harry, il quale non si sposta di un centimetro, ovviamente.
Sbuffo.
Sicuramente, nella testa di Liam ci saranno miliardi di domande, pronte ad essermi poste in ogni momento. Ma, grazie al cielo, il clacson della macchina dei Tomlinson risuona da fuori.
Grazie Dio!
L’ho sempre detto che amo quella famiglia!
Accompagno Jen alla porta e saluto Louis alla guida della macchina davanti al mio vialetto.
Mentre ci scambiamo un abbraccio, la mia amica mi sussurra “Ricordati i preservativi!”
Sgrano gli occhi.
Mi allontano da lei, rompendo l’abbraccio.
“Jen!”
Ma che genere di pensieri sono questi?
Prima mio fratello e ora la mia migliore amica??
Jen saltella con fare innocente verso la macchina, per poi mandarmi un bacio.
Io chiudo subito la porta, ignorandola.
A passi pesanti, torno in salotto e sistemo il tutto.
Quel riccio deve andarsene da qui il più presto possibile.
Mi sta scombussolando troppo la vita, per non parlare dei miei sentimenti.
In più, Liam e Jen vanno in paranoia riguardo a tutto.
C’è solo una cosa da fare: eliminarlo.
Chiudo con violenza il cassetto dove ho riposto tutti i giochi, felice di poter starmene un po’ da sola.
Non appena mi volto per salire le scale, la figura di Harry mi fa fare un mezzo infarto.
Infatti, mi porto la mano al cuore.
Batte troppo veloce! E il problema è che non ne conosco il vero motivo!
“Possibile che tu debba sempre farmi questi scherzi?” esclamo infastidita.
Lui alza le spalle.
Sì certo, chi se ne frega se muoio, no?
“Dovevamo finire un discorso, mi sembra.” mi dice lui.
Sospiro.
“Credevo fosse già finito.”
Lui ridacchia.
Poi, succede l’inaspettato.
Le sue labbra entrano in contatto con la mia guancia destra, che subito va a fuoco.
Sbarro gli occhi.
Ma che diamine è successo?
Perché mi tremano le gambe?
“Disturbiamo?”
La voce di mia mamma mi fa cadere dal mondo dei sogni.
Lei e mio padre erano fuori a fare compere e dovevano tornare per l’ora di cena.
Sono in anticipo. E di molto.
Mi ricompongo. In qualche modo.
“Mamma, papà! N-non dovevate tornare per cena?”
“Sono già le 19 e 30, tesoro.”
Oh. Bella figura.
“Se avete da fare noi torniamo più tardi.” dice mio padre.
Ecco, altri due membri del club ‘menti perverse’.
“Cosa? No, non ce n’è bisogno, papà! Pff che ti salta in mente?! Io questo qui lo odio! Non mi ricordo nemmeno il suo nome! Com’è che si chiama? Jerry, Sammy…” spiego velocemente, indicando Harry accanto a me. Lui sorride divertito.
Questa me la paghi, Styles! Il tuo conto sarà molto lungo.
Mi volgo verso le scale e inizio a salire, non prima di aver tirato l’ennesimo pugno nullo al mio coinquilino.
Sparisco di sopra, con il cuore che mi martella nelle orecchie e la faccia che sta andando a fuoco.
Amy, hai bisogno di riflettere un po’.
Prima di chiudere la porta di camera mia, sento la voce di mio padre dire “Ah, le donne! Non ci si può fare nulla, figliolo!”.
Che rabbia!



HOLAAAAAAAAAAAAA

Lo so che mi odiate adesso. E fate bene, anche io mi odio! 
È un mese che cerco di scrivere questo capitolo, ma per colpa della scuola, facevo una frase al giorno!
È stata una tortura!
Vi chiedo immensamente scusa :c
Ho giurato che durante le vacanze scrivo almeno 5 capitoli, così mi porto avanti :)
Perdonatemi pliiiissss! <3
Beh vogliamo parlare delle innumerevoli figure di merda di Amy? HAHAHAH
Embè i rapporti stanno cambiando... ma il seguito lo scopriremo nella prossima puntata muahahahah <3
Lasciatemi un commentino, che va sempre bene :]
Un kissooooo <3
Luuu :3

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Capitolo 11
*** Capitolo 11. ***










Capitolo 11.




Le risate raggiungono ovattate camera mia, al piano di sopra, facendomi sentire ancora più emarginata.
Mi rigiro nel letto e premo il viso nel cuscino.
Non ho più rivolto la parola a nessuno da quando Harry mi ha contaminata con quel gesto. Sono ancora abbastanza imbarazzata e frustrata per poter parlare con qualcuno.
Così, ho rigorosamente finto di stare male, dando la colpa al ciclo, sebbene questa sia una delle poche volte che non mi da problemi.
Ma quello che importa, è che mia mamma sia caduta nella trappola.
“Raggiungici di sotto se ti senti meglio.” mi aveva detto, con il suo solito fare premuroso, accarezzandomi il viso.
“Va bene.” avevo sussurrato, sorridendole.
Lei ha spento la luce e se n’è andata, raggiungendo il resto della famiglia impegnata nella cena.
Cavoli, potrei avere un futuro come attrice!
E ora, sono qui, immersa nel buio, cercando di rimuginare sui miei sentimenti, ormai completamente scoppiati.
Non capisco.
Perché non mi sono tolta quando Harry mi stava per baciare?
Perché mi sono mostrata debole nei suoi confronti?
Perché mi sto facendo tante paranoie per uno stupidissimo bacio sulla guancia?
E, cosa più importante, perché mi è piaciuto?
Premo ancora di più la faccia sul cuscino, rimanendo senz’aria.
Fanculo adolescenza e ormoni che peggiorano le situazioni!
Perché non sono nata maschio? Sarebbe tutto più semplice, soprattutto in questo momento!
Un leggero graffiare proviene da dietro la porta della mia stanza.
Mi siedo a gambe incrociate sul letto, lasciando i capelli lunghi spettinati sulla mia faccia.
“No, Ginger. Non ho voglia di vedere nessuno adesso!” rispondo al mio gatto, come se fosse la cosa più normale del mondo.
Anche se, per me, lo è davvero.
Quel micetto guastafeste è il mio migliore amico: mi ascolta sempre, mi sostiene nei momenti più difficili, mi aiuta a studiare, anche se la maggior parte delle volte si addormenta sui miei libri; la cosa che amo più di lui è che non racconta i miei segreti, al contrario di Zayn.
E poi anche Harry lo adora.
No.
Stupida vocina!
Basta pensare a quel dannato riccio!
Giuro che nasconderò il mio gatto da lui, se è necessario.
Mi prendo la testa tra le mani.
Possibile che mi sia innamorata del mio rivale?
Non deve assolutamente accadere.
Che succederebbe il giorno della partita? Come farei a concentrarmi se lui continuasse a fissarmi e a sorridermi?
E che sorriso.
Santi numi!
Non ne uscirò mai!
La vibrazione del mio cellulare mi fa alzare la testa.
Pigramente, raggiungo il mio comodino gattonando sul letto.
La luce del display mi abbaglia per qualche istante, per poi riuscire a riconoscere il nome che lampeggia insistente.
“Si può sapere che vuoi?” esclamo, rispondendo scocciata.
“Siano lodati i dei dell’olimpo! Ti rendi conto da quanto provo a contattarti?” urla la voce stridula della mia migliore amica.
Sbuffo, ributtandomi di peso sul letto.
“Jen, non sono in vena di ramanzine.” le confesso sincera.
“So già tutto. Lo avevo detto che servivano i preservativi!”
“Jen!” la riprendo scioccata “Come diamine sai già tutto?” dico poi, imitandola.
La sento sospirare.
Oh no, ci risiamo.
“È stato il tuo bel fratello a dirmelo.”
Già me la immagino con lo sguardo verso l’altro, mordendosi le labbra e torturandosi i capelli con una mano.
Fa sempre così quando l’argomento Liam salta fuori.
Ridacchio in silenzio.
“Questa è un’altra prova che Liam sia un gran ficcanaso!” esclamo.
“Non dire così di tuo fratello!” mi rimprovera lei subito, come se fosse stata punta da uno spillo.
Mi scappa una risata.
Poi, un dubbio mi viene in mente.
“Mi spieghi da quando voi due vi scrivete?” chiedo curiosa.
Jen esita per qualche istante.
Bingo!
“Beh… gli ho scritto solo per sapere come stavi… non sono una buonissima amica?” mi chiede, deviando il discorso.
“Sei la migliore, Tomlinson!”
La sento sorridere.
“Amy, so che hai qualcosa. Lo sento da kilometri di distanza.” mi dice poi seria.
“Jen… io e te abitiamo nello stesso quartiere.”
“Oh andiamo! Non rovinarmi una frase poetica Payne!”
Scoppio a ridere, insieme a lei.
“So che sei innamorata del riccio.” riprende.
Mi incupisco subito.
Non è vero.
“È così evidente?” chiedo invece.
Si sente un respiro mozzato.
Roteo gli occhi.
“Quindi è vero?” me la immagino con due occhioni enormi, da fare invidia al gatto di Shrek.
“No! Insomma, mi ha dato solo un bacio sulla guancia!” spiego nervosa.
Perché mi innervosisco sempre quando si parla di lui?!
Maledetta me!
“Oh povera piccola indifesa Amy! Si vede che non capisci niente di amore!” mi riprende la mia amica.
“Ehi!” esclamo infastidita.
“Non puoi basarti solo sul bacio. Ho visto come ti guarda e, quando state insieme, tu sembri rinata!”
Spalanco gli occhi, mentre balzo a sedere.
“Ma che cazzo ti sei bevuta, Jen?”
Questa è bella!
Scoppio a ridere, sbilanciandomi in avanti sul letto.
“Amy, sei un caso disperato!” la sento sospirare.
Mi asciugo le lacrime che alleggiano negli occhi.
“Avanti Jen, questa te la potevi benissimo risparmiare!”
“Ma è vero! Perché non apri gli occhi?”
“No che non è vero! Io non sono e non sarò mai innamorata di Harry Styles, punto!” esclamo decisa “Te lo dimostrerò, fosse l’ultima cosa che faccio!”
E lo penso davvero.
Basta mostrarsi debole!
D’ora in poi, la guerra tra me e Styles è una cosa seria.
Non lo lascerò vincere!
“Ti prendo in parola, Payne.” ridacchia Jen “Ma sappi che ti aspetto in chiesa, vestita come tua damigella!”
Sorrido, cogliendo la sfida.
“Nei tuoi sogni, Tomlinson!”
Chiudo la chiamata.
Quello che ha detto Jen non può essere vero. Non deve essere vero.
Io non sono innamorata di Harry Styles.
Mia cara Jen, preparati a perdere!
Il graffiare di Ginger si fa sempre più insistente, tant’è che mi costringe ad alzarmi dal letto.
Non voglio prendere parole da mia madre se la porta rimane segnata. Ogni volta che le dico che è stato il gatto lei non mi crede.
Spalanco la porta e guardo verso il basso, pronta ad urlare.
Mi dispiace per Ginger, ma sono di cattivo umore e con qualcuno dovrò pur prendermela.
Ma invece di trovarmi la palla di pelo rossa davanti alla porta, riconosco due piedi umani, di una misura eccessiva.
Alzo lo sguardo e il sorriso sghembo di Harry, con tanto di fossette ai lati, mi accoglie.
Il mio cuore ha fatto un salto enorme a quella vista.
Che sia dannato pure tu!
“Che c’è?” chiedo, cercando di mascherare il nervosismo nella mia voce.
Harry mi porge un vassoio colmo di cibo, che non avevo proprio notato.
Chissà perché.
Maledetta.
“Tua madre mi ha chiesto di portartelo.” mi dice, calmo.
Mi schiarisco la voce.
Bella mossa, mamma!
Con tutto questo trambusto che ho dentro, il mio stomaco non si è nemmeno degnato di farsi sentire.
“Ehm.. sei stato gentile, ma non ho fame, grazie.” dico, cercando di evitare i suoi occhi.
Prima che chiudessi la porta, il musetto di Ginger sbuca da dietro la gamba del riccio, miagolando triste.
Harry si china e lo prende in braccio, o meglio, in una mano.
Il gatto si strofina contro di lui, facendo le fusa.
Lo guardo truce.
E poi io dovrei farti entrare in camera mia? Tsk, traditore!
“Perché lo avevi lasciato fuori?” mi chiede Harry, continuando a giocherellare con il mio gatto.
“Ehm… volevo solo stare da sola.” spiego, muovendo le dita dei piedi su e giù.
Con un balzo, Ginger salta dalla mano di Harry e si rifugia nell’oscurità della mia camera, lasciandomi da sola con il riccio.
“Sei sicura allora?” mi chiede, riferendosi al vassoio.
“Sì. Non ho fame.” ma in quel momento, il mio stomaco si risveglia dal letargo, producendo un rumore assurdo.
Harry scoppia a ridere.
“Qualcuno non la pensa come te.” mi sorride.
E che cavolo!
Proprio stasera devi sfoggiare questi sorrisi strafottenti e stra meravigliosi??
Afferro il vassoio sbuffando, mentre sento le guance scaldarsi.
Da quando arrossisci, Amy?
Da quando sei innamorata.
Ah, chiudi il becco!
Dopo aver acceso la luce della mia stanza, senza far cadere miracolosamente una briciola dal vassoio, vi entro per appoggiare la mia cena sul comodino.
Harry mi segue ed entra, come al solito, senza il mio permesso.
Cerco di non badare a lui, mentre si guarda attorno curioso.
Ginger mi costringe a rincorrerlo, avendomi preso una calza dalla mia sedia, dove un mucchio di vestiti giace lì da giorni.
“È da molto che vi conoscete?” mi chiede Harry ad un certo punto.
Mi volto verso di lui e vedo che sta guardando la foto di me e Jen da piccole, posata sulla mia scrivania.
Sorrido al ricordo di quella foto.
Era la nostra prima volta allo stadio.
Ci sarebbe stato il derby di Londra e i nostri padri non aspettavano altro che quello da mesi.
Entrambe le famiglie al completo erano presenti, ma io e Jen eravamo le più eccitate ed emozionate.
Eravamo agghindate come un albero di natale: le sciarpe della nostra squadra preferita strette al collo, la maglia ufficiale infilata sopra il gubbino leggero e i visi dipinti con lo stemma.
In quella foto ci abbracciamo sorridenti, facendo il segno della pace con le dita piccole.
Quel giorno, io e Jen stringemmo il patto della nostra amicizia, sigillandolo con i mignoli.
“Beh, in pratica ci conosciamo da quando siamo nate.” spiego ad Harry, non smettendo di sorridere.
“Io non sono mai stato allo stadio.” confessa lui, riponendo la foto dov’era in precedenza.
Alzo le sopracciglia, stupita.
“Davvero?”
“Già. Ho sempre guardato le partite in tv con mio padre, ma non ho mai avuto l’occasione di vederle dal vivo.”
Lo osservo, mentre parla.
Gli occhi brillano di desiderio e ambizione, quasi come se si stesse immaginando di essere all’interno di uno stadio in questo momento.
Sembra un bambino.
La sua mano si agita davanti al mio viso, facendomi cadere dal mondo delle nuvole.
“Mi ci porti tu?” mi chiede ridendo.
Io sorrido.
“Perché no?” dico, cogliendolo di sorpresa.
Il suo viso si illumina a quella mia affermazione.
Rimango incantata per alcuni istanti nei suoi occhi, profondi come due pozzi d’acqua.
Scuoto la testa e lo spingo verso la porta.
Non mostrarti debole, stupida!
“Ringrazia mia madre per il cibo.” gli dico, chiudendo la porta.
La sua mano, però, si infila veloce tra il legno e lo stipite, spalancandola di nuovo.
“Buonanotte Amanda!” mi sussurra.
Spalanco gli occhi, irrigidendomi.
“Come diamine conosci il mio nome completo?”
Nessuno lo conosce, solo la mia famiglia e i Tomlinson.
Nessuno mi chiama Amanda.
Odio essere chiamata così.
Harry scoppia a ridere.
“Sai, passare la serata con i tuoi è stato davvero… divertente!” mi fa l’occhiolino.
Merda.
Chissà cosa gli avrà raccontato mia madre del mio passato!
Tutte le mie figuracce da bambina, come quando tirai palle di carta a mio nonno, perché vestendosi da babbo natale mi aveva spaventata.
O peggio ancora, gli avrà fatto vedere le mie foto!
L’ho già detto e lo ribadisco: mia madre vuole farmi perdere!
“Buonanotte Harry!” esclamo, paonazza in viso.
Le sue dita si chiudono sul mio mento, alzandolo verso di lui.
In meno di due secondi, mi ritrovo le sue labbra sulla mia guancia. Di nuovo.
“A domani.” mi dice dolcemente e sparendo dietro la porta di camera mia.
Chiudo le mani a pugno, mentre pterodattili volano nel mio stomaco e le mie gambe iniziano a tremare come foglie.
No, un altro bacio no!
 









SALVEEEEEEEEEEE!

Buon natale a tuttiiiiiiiii! :D

Credo di essere diventata una wrecking ball, ho mangiato troppo D:
Ma è lo stesso, era tutto troppo buono c:
Passiamo al capitolo!
È di passaggio, quindi non mi aspetto che lo adoriate. Però, capiamo che nella testa di Amy c'è un gran casino.
Povera ragazza!
E povero Ginger che la fa infuriare hahaha.
Mi sto impegnando durante le vacanze eh! Ho già scritto il prossimo capitolo che non vedo l'ora di pubblicare :)
Lasciatemi un commentino ino ino plis, FATEVI SENTIREEEEEEE lol.
Alla prossima pulzelleeeeeeeeee <3
Lu :3



P.S. HAPPY BIRTHDAY LOUIS!! <3 <3 +22 D:

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Capitolo 12
*** Capitolo 12. ***








Capitolo 12.





“Mi mancherai, fratellone!”
“Amy, starò via solo 3 giorni!”
“Beh, mi mancherai comunque!” esclamo, stringendolo più forte.
Sono le 7 e 30 del mattino. Lunedi mattina, per precisare.
Mia mamma mi ha letteralmente trascinata giù dal letto, per poter salutare mio fratello, che sarebbe partito per l’università.
Anche se sarebbe stato via per pochi giorni, mi sarebbe mancato.
Chi avrei preso di mira per fare i miei scherzi?
Chi mi avrebbe sostenuta nella guerra contro Styles?
Come avrei fatto senza il mio consigliere?
È per questo che sono tra le sue braccia ora, premendo la faccia nella sua maglietta.
La sua mano sfrega la mia schiena, per confortarmi.
“È l’ultimo esame questo, sorellina. Poi staremo insieme per il resto dell’estate.”
Mi stacco subito da lui, con gli occhi spalancati.
“Woho Payne, frena il treno! D’accordo che mi mancherai, ma passare l’estate insieme è un po’ troppo!”
Liam scoppia a ridere, come i miei genitori, che hanno assistito a tutta la scena, già pronti nei loro vestiti eleganti per andare a lavoro.
Sono l’unica ancora in pigiama.
Il mio letto ha ancora bisogno di me.
Liam mi scompiglia i capelli e poi si china per prendere la valigia.
Lo saluto dalla porta con mia madre affianco, mentre sale in macchina con mio padre.
Lo avrebbe accompagnato in stazione, dove Liam avrebbe preso il treno per Londra, per poi partire per il lavoro.
Mia madre si gira verso di me, non appena la macchina ha voltato alla fine della via, sparendo tra le case del quartiere.
“Fai la brava, Amy. Io ora devo andare al lavoro, ma sarò a casa prima che andiate ad allenamento.” mi dice, mentre fruga nella borsa alla ricerca delle chiavi della macchina.
Io ridacchio, mentre me le rigiro tra le mani.
Se le era dimenticate sul mobile accanto alla porta prima che uscissimo sul porticato.
“Stai tranquilla, mamma. Sai che sono sempre brava!” esclamo, lanciandole in mano le chiavi.
Lei mi sorride.
“Sì, lo so tesoro.” mi dice, lasciandomi un bacio in fronte, per poi incamminarsi verso la macchina, parcheggiata nel vialetto.
Adoro mia mamma.
È un grande esempio per me.
Parte presto per il lavoro al mattino e torna appena in tempo per vedermi scappare agli allenamenti di calcio.
Quando torno a casa, la cena è già pronta in tavola e, ogni volta, si supera, preparando cose nuove.
Ma se c’è un difetto in lei, è quello di non tenere la bocca chiusa.
“Mamma!” la richiamo dal portico, mentre apre la portiera.
Lei si volta, aspettando che io parli.
“Se racconterai altre cose ad Harry riguardo a me, non troverai mai più le tue chiavi e tantomeno la tua amata macchina!”
Lei scoppia a ridere.
“Scusami, Amanda!”
Spalanco la bocca.
“Mamma!” la riprendo, ridendo.
“Ciao tesoro!” mi dice, svignandosela velocemente.
Sospiro, mentre chiudo la porta.
Gliel’avrei fatta pagare.
Oh sì. Vedrà chi è Amanda!
Salgo le scale, non badando al rumore provocato dalle mie infradito gracchianti, e ritorno in camera mia.
Mi ributto nel letto, cercando con le mani il morbido pelo di Ginger.
“Ginger, vieni qui. Ho bisogno di coccole!” sussurro, continuando a palpare il mio letto.
Ma nessuna traccia del mio gatto.
Spalanco gli occhi.
Dov’è il mio gatto?
Accendo la luce di camera mia e inizio disperatamente a cercarlo.
Guardo sotto la scrivania, dentro l’armadio, sotto il letto… ma niente.
Così, corro giù per le scale, cercando in tutte le stanze.
Rovescio pure il cesto dei vestiti in lavanderia, ma Ginger non c’è.
Non può essere sparito.
Non il mio micio.
Risalgo le  scale sconsolata, con le lacrime che minacciano di scendere.
Entro nella camera di Liam, talmente ordinata che mi innervosisce, e inizio a cercarlo anche lì.
Insoddisfatta, provo nella camera dei miei genitori, sebbene non ci entri mai.
E infatti non lo trovo nemmeno lì.
Mi lascio andare contro la porta della mia stanza, portandomi le ginocchia al petto e poggiando la fronte su di esse.
Una lacrima mi scappa dagli occhi.
Non può essersene andato. Lui è il mio migliore amico.
Non avrei mai dovuto trattarlo male ieri sera, d’altronde lui non c’entrava niente.
Sospiro.
Chissà che fine avrà fatto.
Magari è scappato dalla porta, mentre eravamo impegnati a salutare Liam e si è avventurato nel mondo aperto.
O, più semplicemente, Liam lo ha portato con se all’università.
Se lo ha fatto davvero, giuro che gli ridurrò la camera in un caos.
“Amy?”
La voce di Harry mi chiama, facendomi alzare la testa.
Non l’avessi mai fatto.
È di fronte a me, davanti alla porta socchiusa della sua camera, a petto nudo.
Per poco non mi strozzo con la mia stessa saliva.
Perché lui può girare mezzo nudo per la casa e io no?
Che discriminazione!
Ritorno con la faccia tra le ginocchia, sia per non vedere lui che per disperarmi per il mio gatto.
Ok, soprattutto per non vedere lui.
“Va tutto bene?” mi chiede e lo sento accucciarsi accanto a me.
“Non trovo più Ginger.” gli dico, con la voce flebile.
“Ginger?” dice lui, confuso.
Annuisco, non osando ad alzare la testa.
La sua immagine di fronte a me continua a lampeggiarmi in testa.
Cristo, ci mancava anche questa!
“Veramente, si trova in camera mia.” mi confessa lui.
Alzo la testa, cercando di non pensare alla sua maglietta assente.
“Che cosa?” chiedo, quasi sibilando.
Lui mi guarda strano.
“Ehm.. sì. È venuto poco tempo fa, mentre voi salutavate Liam.”
Mi alzo di scatto, non ascoltando veramente ciò che aveva appena detto Harry, e corro verso la sua camera.
Accendo la luce e vedo Ginger accovacciato sul cuscino bianco, prendendo le sembianze di una ciambella.
“Ginger!” esclamo felice, mentre corro verso di lui.
Il mio gatto alza la testolina e miagola, non appena mi vede.
Mi butto sul letto di Harry e lo prendo tra le braccia, mentre lui struscia il muso sulla mia guancia.
Inizio a ridere mentre lo stringo a me, come se fosse un tesoro prezioso.
“Ma che bel quadretto!” esclama Harry, che si stava godendo la scena appoggiato allo stipite della porta, ancora senza maglietta.
Mi volto verso di lui infuriata, non lasciando Ginger per un attimo.
“Sei un deficiente! Come hai osato nascondermi il gatto?” gli chiedo, avvicinandomi a lui.
Il riccio sgrana gli occhi incredulo, mentre un sorriso si forma sulle sue labbra.
“Io non ho fatto niente!”
Sbuffo. Questa sì che è una scusa valida.
“Probabilmente, il tuo gatto era ancora offeso dal tuo comportamento di ieri sera e ha preferito venire da me.” continua lui, aggirandomi ed entrando in camera sua.
Aggrotto la fronte.
“Ho riconosciuto le mie colpe, ok?” dico, mettendo il broncio.
Harry mi fa un gesto vago con la mano, mentre ritorna sotto le coperte.
Ah che bradipo!
Scendo le scale, rinunciando al sonno che ormai mi ha abbandonato, e, insieme a Ginger, mi dirigo in cucina per la colazione.
Mentre scaldo una tazza piena di latte nel microonde e Ginger si scola il suo, il campanello della porta suona.
Una, due, tre volte.
Questo deve essere Zayn.
Il suo limite di pazienza è davvero molto basso.
Quasi più basso del mio.
“Arrivo!” esclamo, mentre percorro il salotto, facendo gracchiare le mie ciabatte.
Mi ero dimenticata che oggi sarei dovuta andare a correre con lui.
Ma rimanderò: correre con il mio amico ciclo non mi entusiasma molto.
Spalanco la porta e la figura elegante del mio migliore amico mi accoglie sorridente.
“Alla buon’ora!” esclama.
“Buongiorno anche a te, Zayn!”
Lui mi fa un finto sorriso.
“Vuoi entrare?” gli chiedo, aprendo di più la porta.
“No no, sono venuto per questo. Vedi, i miei nonni sono venuti a Londra per passare qualche giorno insieme e oggi li raggiungiamo..” inizia a spiegare, grattandosi la testa.
“Ma che avete tutti? Siete allergici a casa vostra? Tu parti oggi, Liam è partito oggi.. che ho fatto di male?” chiedo, agitando le mani.
Per non parlare di Niall.
Lasciamo perdere.
Zayn ride.
“Mi dispiace, Amy. Sabato sarò presente alla partita, lo prometto.” mi dice, abbracciandomi dolcemente.
Lo stringo a me, lasciandomi coccolare.
“Torna presto!” gli sussurro.
Lui si stacca da me.
“Lo farò. Ma comunque, non credo che sentirai la mia mancanza. Vedo che sei molto occupata!” mi dice ridendo, facendomi un gesto con la testa, dietro di me.
Confusa, mi volto.
Harry Styles sta scendendo molto lentamente, forse anche troppo, le scale, smanettando con il suo cellulare.
Di nuovo a petto nudo.
Sento le guance arrossire per la rabbia. O forse anche per l’imbarazzo.
“Lo ammazzo.” affermo, girandomi verso Zayn, che se la sta ridendo tranquillo.
Ringrazia di essere il mio migliore amico, bello, o saresti già al posto dell’antenna della televisione!
“Ciao Harry!” esclama in risposta, salutando il riccio con la mano.
Questo alza la testa, arrivato alla fine delle scale e sorride verso di noi, agitando la mano.
Il clacson della macchina di Zayn ci fa sobbalzare.
Riesco a vedere le sue sorelle ridere per il gesto appena compiuto.
“Bene, ora devo andare.” esclama Zayn.
“Sì, è meglio.” sbotto, portando le braccia al petto.
Il mio amico scoppia a ridere, per poi incamminarsi verso la sua adorata macchina.
“Ci vediamo presto, piattola!”
Scoppio a ridere.
“Ciao Pakistan!” urlo, agitando la mano.
Ritorno in casa, saltellando verso la cucina, dove trovo il riccio che allegro beve da una tazza.
Mi blocco.
Quella è la mia tazza?
“Harry.” lo chiamo, cercando di stare calma.
“Mmh?” esclama lui in risposta, scolandosi il latte fino all’ultima goccia.
“Quella è la mia tazza!” urlo furiosa.
Lui la posa nel lavandino, come se non gli avessi detto niente e torna in salotto, per salire le scale.
Dove crede di andare?
Me la pagherà per aver bevuto il MIO latte!
Lo rincorro e mi posiziono davanti a lui, prima che salga altri scalini.
“Potresti anche rispondermi!” esclamo, incrociando le braccia.
Lui mi guarda confuso.
“Oh, hai ragione, scusa. Grazie per la colazione!”
Spalanco gli occhi.
Questo si è bevuto il cervello, non il latte.
Gli sorrido falsamente.
“Già. Peccato che quella fosse la mia colazione e non la tua. Su quella tazza c’è scritto il mio nome!”
Ed è vero.
È una semplice tazza di ceramica bianca e viola, con un gatto giallo che si arrampica sul mio nome, stampato a caratteri cubitali.
Ha bisogno degli occhiali, il ragazzo qui.
Lui alza le spalle.
“E quindi? L’altra sera anche tu hai bevuto dalla bottiglia su cui era scritto il nome di tuo fratello.”
Touché.
“Ma lui è mio fratello!” ribadisco io “Tu invece sei…”
Per qualche strana ragione, mi ammutolisco.
Cos’è Harry per me?
Lui è il mio nemico numero 1, colui che mi separa dalla mia ambita coppa.
E allora perché non riesco a dirlo?
Perché ti piace, stupida!
Cerco di non dare retta alla vocina che mi urla nelle orecchie, ma lo faccio, inconsciamente.
Harry si è fatto attento e mi scruta con gli occhi grandi.
“Sono cosa?” mi chiede, mentre un sorriso soddisfatto gli si forma sulle labbra.
Maledetto!
Non fa altro che peggiorare la situazione.
Sospiro e torno in me stessa.
“Sei un cretino!”
Lui scoppia a ridere.
Mi innervosisco.
“Senti, quando sei pronto, vieni giù per il pranzo e prepara la tavola.” inizio a dire, voltandomi e salendo le scale, cercando a tutti i costi di cambiare discorso.
“Oggi abbiamo allenamento alle 6, quindi devi essere pronto per quell’ora.”
Una volta arrivata alla porta della mia stanza, mi giro verso di Harry, che sta tornando pigro in camera sua.
Non credo che abbia ascoltato una sola parola di quello che ho detto.
Ma poi, rivedere la sua pelle in bella mostra mi fa uscire dai gangheri.
“Ah e un’ultima cosa: in casa mia si usa indossare i vestiti e non gironzolare mezzi nudi per le stanze!”
Harry ride divertito e si volta verso di me, dandomi finalmente attenzione.
“Come desidera, vostra maestà!” dice, cercando di imitare un inchino.
Chiudo la porta di camera mia e subito un sorriso si forma sul mio viso.
È stupido quanto è bello!
Oh andiamo!
Quando te ne andrai, stupida e inutile vocina irritante?
Il gorgoglio del mio stomaco interrompe la conversazione con me stessa, facendomi capire che quell’idiota non mi ha lasciato mangiare.
O forse eri troppo occupata per pensare al cibo.
Ah, sta zitta!
 
* * *
 
Una fitta nebbia si è imposta su Wolverhampton questa sera, nascondendo la maggior parte della visuale delle strade.
Io e Harry camminiamo uno al fianco dell’altra, con le borse caricate sulle spalle e il passo pesante.
L’allenamento è andato a gonfie vele, forse anche un po’ troppo.
Ci hanno ridotti a brandelli, facendoci correre per tutto il paese, fino a tornare nuovamente al campo, dove altri esercizi ci attendevano.
Per la prima volta, dopo quasi una settimana, ho visto in difficoltà anche la squadra di Holmes Chapel.
Quindi hanno dei sentimenti, quelle creature!
Louis e Austin non ci hanno lasciato riposare nemmeno un minuto.
<> avevano detto.
O meglio, aveva urlato la voce fastidiosa dell’allenatore biondo platino.
Quanto lo odio!
Ma ora ho un altro problema.
Harry.
Già, perché Jen non ha perso un istante ad assillarmi durante la corsa e a parlarmi di come dovrei approcciarmi a lui.
Non so quanto fiato possieda quella ragazza, ma dev’essere davvero molto se è riuscita a parlare per un’ora, mentre correvamo senza sosta.
Così, ho deciso di accontentarla e le ho promesso che gli avrei proposto di fare qualcosa insieme.
Potete ben immaginare quello che la sua mente “pulita” le ha suggerito in quel momento.
Ma ho tutt’altro in mente.
Forza Amy, o adesso o mai più.
Prendo un respiro profondo e parlo.
“Harry.” lo chiamo, forse un po’ troppo forte.
Lui si volta verso di me.
Per pochi secondi, il suo viso mi rapisce, trasportandomi in un altro mondo.
Diamine! Riprenditi Amy!
“Ehm.. ti andrebbe di guardare un film insieme stasera?”
Harry spalanca appena gli occhi, ma subito un sorriso si forma sulle sue labbra.
“Certo.” mi risponde calmo.
“Bene.” affermo e volgo la testa dall’altra parte, poiché un enorme sorriso nasce improvvisamente sulla mia bocca.
Chi lo avrebbe mai detto che un sola parola, formata da 5 lettere, mi avrebbe risollevato il morale e ridato tutte le forze!
Sono davvero una rammollita.
“Come mai questa proposta?” la voce di Harry interrompe i miei festeggiamenti interiori.
Mi volto verso di lui.
E ora che dico?
Stupida me! Dovrei sapere che non devo mai dare retta a Jen Tomlinson!
“Beh per passare del tempo insieme! Insomma, dobbiamo conoscerci meglio, no?” riesco a farfugliare, mentre con le mani torturo la cinghia della borsa da calcio.
Neanche per un’interrogazione sarei così agitata!
Harry sorride divertito.
“Te lo ha imposto Louis, non è vero?”
Mi irrigidisco.
Beh riccio, ci sei andato vicino!
Gli colpisco il braccio con un pugno.
“Pff figurati! È tutta farina del mio sacco!” esclamo agitata.
Faccio un enorme respiro di sollievo quando la figura della mia casa spicca dalla nebbia.
Grazie a dio!
Entriamo senza perdere un secondo e ci fiondiamo entrambi a tavola.
Mentre la mia famiglia parla con Harry, come al solito, io non faccio altro che pensare a quello che potrebbe succedere dopo.
Magari Harry mi attacca con un coltellino svizzero che tiene nascosto nelle tasche; o potrebbe strangolarmi e ridurre il mio corpo a brandelli a morsi; o addirittura, potrebbe violentarmi!
Stop Amy!
Jen ha ragione, per una volta: è decisamente troppo tempo che non esci con un ragazzo!
Sposto il mio sguardo sulla sedia di fronte a me, vuota.
Quanto mi sarebbe utile mio fratello in questo momento!
Scambiare una sola occhiata con lui e risolvere la situazione.
Non lo avrei mai detto, ma Liam mi manca terribilmente quando non è accanto a me.
Finisco la cena in totale agitazione e mi rifugio in camera mia, trafficando nei cassetti per trovare un film decente da guardare.
Non ho mai avuto problemi sulla scelta dei film da guardare, ma ho capito che questa sera niente andrà come al solito.
Opto per uno dei miei film preferiti: Elizabethtown.
Vedere Orlando Bloom per tutta la serata non è affatto un piano malvagio!
La porta di camera mia si chiude, facendomi sobbalzare.
“Perché hai chiuso la porta?” chiedo ad Harry, indicandola.
“Vuoi tenerla aperta?” chiede lui, confuso.
E far vedere ai miei io e te che guardiamo uno dei miei film preferiti?
“No no, va bene così!” esclamo, e inserisco il cd nella piccola televisione grigia, che da poco occupa uno spazio nella mia camera.
Spengo la luce e mi siedo all’estremità del letto, raggiungendo Harry che era già stravaccato beatamente.
 Faccio partire il film premendo il tasto sul telecomando e cerco di calmarmi.
Già, cerco di calmarmi perché dietro di me c’è il ragazzo pervertito per eccellenza, che in questo momento, al totale buio, potrebbe farmi qualsiasi cosa.
Dio, Amy non pensare a queste cose!
Basta un respiro profondo, forza!
Oh guarda, Orlando in tv.
“Puoi anche avvicinarti. Non mordo mica, sai?” dice la sua voce troppo calma.
Stringo più forte le braccia intorno alle ginocchia.
Possibile che appena mi distraggo, questa sottospecie di macaco mi fa riportare l’attenzione su di sé?
Assurdo.
Ma non posso rifiutare la sua proposta. Ho assolutamente bisogno di appoggiare la testa, troppo pesante per i miei gusti.
“D’accordo. Ma non farti venire strane idee!” lo avverto, mentre mi avvicino a lui, pur tenendo una certa distanza tra i nostri corpi.
Harry scoppia a ridere.
“Mi credi davvero così maniaco?” mi chiede, con fare innocente.
Oh sì, mio caro Styles. I tuoi modi non danno molto spazio all’immaginazione.
Però scoppio a ridere, tenendo lo sguardo fisso sulla televisione.
Quel figo di Bloom è una gioia per gli occhi.
“Diciamo che non ho ancora avuto l’occasione di smentirlo.” rispondo.
Sento i suoi occhi fissarmi, come fa un leone con la sua preda.
Mi volto verso di lui e noto un sorrisetto.
Strano.
“Sei strana, Payne. Ma mi piaci, hai già capito che tipo di persona sono.”
Spalanco gli occhi, non sicura se per il fatto che Harry Styles in persona abbia confermato di essere un maniaco o per le parole ‘mi piaci’ pronunciate da lui.
È un misto di terrore e felicità.
“Sei inquietante, ragazzo!” esclamo, scoppiando a ridere e subito Harry fa lo stesso.
“Che ti aspetti da un ragazzo con questo fisico?” mi domanda, indicandosi vanitosamente.
Alzo un sopracciglio, poco convinta.
“Tesoro, guarda Orlando Bloom in tv. Quello è un fisico, non il tuo.” affermo, appoggiandomi con la testa al cuscino.
Lui spalanca la bocca, fingendosi offeso.
Scuoto la testa.
“Non attacca con me riccio! Sono un’attrice molto più brava di te!”
“Su questo non ho dubbi. La scorsa sera hai recitato da professionista.”
Mi sollevo, guardandolo.
“Come lo sai?” chiedo esterrefatta.
Come diamine lo ha capito?
E io che pensavo di poter vincere l’oscar!
“Non lo sapevo. Ma ora sì.” mi sorride.
Che razza di stronzo!
Questo punto è suo, per stavolta.
Mi ha lasciata senza parole.
Potremmo essere davvero amici. Beh, se non ci fosse la partita di calcio più importante della mia vita.
“Questa te la cedo, Styles. Ma non farci l’abitudine!” esclamo, tornando a stendermi sul letto.
I muscoli iniziano finalmente a rilassarsi, sia dall’allenamento che dalla tensione.
Sono davvero distrutta, in tutti i sensi.
Maledetti allenamenti che distruggono il fisico e il morale.
Grazie al cielo esiste Orlando per risollevare il morale.
La immagine della televisione si fa sempre più sfocata.
Sbatto più volte le palpebre quando mi appaiono due figure di Bloom davanti agli occhi.
Ok che è figo, ma non esageriamo!
Chiudo gli occhi per un istante.
Non lo avessi mai fatto.
Piano piano sento la testa alleggerirsi e il mio corpo rilassarsi definitivamente.
Amy non dormire. Non lasciarti in balia del nemico.
Sento la voce di Harry in lontananza, quasi come ovattata, seguita da una leggera stretta al braccio.
Ma non capisco più niente e mi addormento come un sasso.















OIAC :]

Buonasera a tutte e buon annoooooooo :D
Si sono un po' in ritardo, ma pazienza.
Wohooo siamo al capitolo 12! Come vola il tempo :o
Che ne pensate?
Poverina Amy! Credo che non la lascerò mai in pace, mi piace troppo torturarla :)
Però, mi sono impegnata e ho lasciato un momento dolce ai due piccioncini :3
E Zayn e Liam che la abbandonano! Sti puttani.
After all, ditemi cosa ne pensate. Adoro troppo leggere i vostri commenti, mi rallegrano sempre!
Grazie mille a tutte quelle che seguono questa storia! Mi fate felicissima! :D
Alla prossima bimbe belle (e spero anche presto!)
Un bacioneeeeeee <3 <3
Lu :]


P.S. Zayn +21 D: eeh siamo vecchi, bello!
Spariscoooo

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Capitolo 13
*** Capitolo 13. ***









 

Capitolo 13.


Apro gli occhi lentamente, ancora pesanti e bisognosi di riposo.
Alzo la testa dal cuscino.
Tutto buio, solo un sottile spiraglio di luce proviene da dietro la porta della mia stanza.
Chissà che ore sono.
Sento il mio corpo come immobilizzato sotto il lenzuolo leggero.
Quell’allenamento è stato davvero un inferno!
Riappoggio la testa sul cuscino, notando che è più duro del solito.
Cerco di stendere le gambe, ma è come se fossero bloccate da qualcosa.
Confusa, allungo una mano sopra la mia testa, sentendo dei piccoli sbuffi sulla mia fronte.
Non capisco perché il mio gatto abbia la mania di addormentarsi sopra il mio cuscino!
Ma quando arrivo all’estremità del cuscino, quello che sento sotto la mia mano non è il pelo corto di Ginger.
È qualcosa di più morbido e soffice, che so ripiega all’insù alla fine.
Non riesco a capire cosa sia, ma è una sensazione fantastica e lascio la mia mano vagare tra quella massa riccia.
Riccia. Ricci. Harry.
Spalanco gli occhi.
No, tutto ma non questo.
Con l’altra mano tasto la superficie dura sulla quale ho appoggiato la testa fino ad adesso.
Il cuore mi sta battendo a mille.
Mi perfora le orecchie in maniera insopportabile.
Salgo con la mano lungo il suo torace, fino a raggiungere il collo.
Amy, fermati finché sei in tempo!
La mia mano va a toccare le sue guance, fin troppo morbide, e continuo fino a che non gli schiaccio il naso.
“Ahia!” sussurra lui, facendomi sobbalzare.
Mi metto seduta subito, liberandomi del sue braccio intorno ai miei fianchi.
Sto bollendo di rabbia.
E di agitazione.
“Ma sei impazzito?” esclamo nervosa.
Lui mi guarda con un occhio aperto e uno chiuso.
“DI che parli?” mi chiede, con la voce impastata dal sonno.
È così carino!
Oh no, non iniziare!
“Di che parlo? Hai dormito con me per tutta la notte!”
Harry sbuffa.
“Stavi male ieri sera e mi sei crollata addosso. Non potevo spostarmi, avrei rischiato di svegliarti.”
Oh beh, allora hai tutto il mio rispetto!
“Sei matto? Avresti potuto benissimo svegliarmi!” gesticolo furiosa, pur sapendo che lui non mi possa vedere.
“Bene, ora lo so. La prossima volta lo farò. Ora, ritorna a dormire.” dice stanco e torna ad abbracciarmi, riportandomi accanto a lui.
Arrossisco fino alla punta delle orecchie.
Avanti Amy, un bel respiro!
“Toglimi le mani di dosso! Penso che tu mi abbia toccata anche abbastanza!” esclamo, cercando di divincolarmi dalla sua stretta.
Rabbrividisco al solo pensiero di quello che mi possa aver fatto.
Dio mio, non pensarci, Amy.
“Anche tu non ti sei fatta scrupoli!” esclama, arrendendosi e lasciandomi andare.
Mi irrigidisco.
Era sveglio? Ha sentito che gli toccavo i capelli, il collo, le guance?
Cazzo cazzo cazzo.
“Ehm.. credevo fossi Ginger!” mi giustifico.
Lo sento ridere.
Già, anche io riderei al suo posto.
Che figura di merda. Solo io posso farle anche al buio.
“Comunque sia, a me è piaciuto. Dovremmo farlo più spesso.” mi dice, prendendomi la mano.
Ma che cavolo succede?
Abbasso lo sguardo nel punto in cui le nostre mani sarebbero legate.
Il cuore mi batte ovunque e le farfalle mi divorano lo stomaco.
Perché si comporta così?
Forse gli piaci anche tu.
No, no assolutamente.
Impossibile.
Imito una risata e mi alzo dal letto, sciogliendo quel dolce legame.
“Alzati dal letto, si va al bar.” annuncio.
Mi rifugio in bagno e mi lavo la faccia. Una, due, tre volte.
È stato solo un sogno, Amy. Uno stupido sogno.
Mentre mi asciugo la faccia però, risento il tocco della sua mano sulla mia.
La osservo, come se fosse un oggetto alieno.
Perché mi fai questo?
Perché mi fai provare cose così assurde?
Poi, ricordo di non aver ancora risposto alla sua affermazione.
Comunque sia, a me è piaciuto. Dovremmo farlo più spesso.
Maledetto lui e maledetta me!
 
* * *
 
“Buongiorno Sandra!” esclama la voce del riccio, completamente sveglio adesso.
La rossa si volta e un sorriso sornione si impossessa subito del suo viso, non appena riconosce la figura davanti a sé.
“Che piacere rivederti, Harry!” esclama, allungandosi sul bancone, reggendo il suo peso sugli avambracci.
“Ciao Sandra.” dico io, senza nemmeno una nota di allegria nella voce.
Sandra mi guarda storta.
“Tesoro, va tutto bene?” mi chiede raggiungendomi e poggiando una mano sulla mia spalla.
“Si è solo svegliata dalla parte sbagliata del letto.” dice Harry, mentre si siede al nostro solto tavolino.
Lo fulmino con lo sguardo.
Che sciagurato.
“Come va tra voi, ragazzi?” riprova Sandra, mentre si porta dietro al bancone per preparare la nostra solita colazione.
“Magnificamente!” esclamo io, completamente ironica, mentre mi siedo di fronte ad Harry.
Lui mi osserva, quasi malizioso.
“Non pensavo che fossi così dolce mentre dormi.”
Mi irrigidisco.
Che… Cosa?
“Di solito sei così acida e scorbutica che pensavo di beccarmi qualche calcio dormendo insieme a te.” continua.
La mia gamba raggiunge la sua, dandogli una botta sotto il ginocchio.
“Ahia!” esclama lui.
Io gli sorrido falsamente.
“Mai dire mai.”
Sandra ci interrompe, posando sul tavolino le brioches e le cioccolate, per poi sgattaiolare via senza dire niente.
Mmh strano.
Decido di ignorare il comportamento di Sandra e mi fiondo sulla mia colazione come un morto di fame.
Mentre raccolgo le ultime gocce di cioccolata, qualcosa struscia sulla mia gamba.
Alzo gli occhi e vedo Harry guardarmi con il viso nascosto dietro la tazza, proprio come me.
Appoggio la tazza.
“La finisci?”
Harry mi sorride.
“Non credi che Sandra si meriti un po’ di spettacolo?” mi chiede, indicando la rossa con la testa.
Mi volto e la vedo appoggiata al bancone, come al solito, rapita dai nostri movimenti, mentre suo marito sta correndo per tutto il bar per stare a dietro a tutte le ordinazioni.
Scoppio a ridere, ma nel frattempo penso che questa sia la mia occasione.
Un bel respiro.
“Hai proprio ragione, Hazza!” esclamo, portando la mano tra i suoi ricci e scompigliandoli.
In quel momento, il cuore mi balza in gola e inizia a battere rumorosamente.
Di nuovo la sensazione di toccare una nuvola si impossessa di me e mi salgono i brividi, non appena Harry mi sorride.
Che storia.
Stare così per un ragazzo. Sei caduta in basso Amy!
Ritiro la mano e fisso il fondo sporco di cioccolata della tazza.
“Mi piace!” esclama lui d’un tratto.
“Che cosa?” chiedo confusa.
Non sarà il fatto che gli ho toccato i ricci, vero?
“Il nomignolo. Mi si addice!”
Lo guardo storto, mentre un sorriso mi si forma sulle labbra.
“Certo!”
“E tu non hai nessun nomignolo?” mi chiede curioso.
In effetti, nessuno mi ha mai dato un soprannome. Probabilmente per il fatto che il mio nome sia abbastanza corto.
E poi, Amy è già un nomignolo.
“No, tranne per Jen che ogni tanto mi chiama zucca vuota, ma non ne ho altri.”
Harry ride.
“Però io voglio trovartene uno!” esclama, mettendo un tenero broncio.
Scoppio a ridere.
Un momento, l’ho chiamato tenero?
“Amy è già un nomignolo.” spiego.
Harry fa schioccare le dita.
“Di Amanda, è vero!” esclama allegro “Allora ti chiamerò Amanda!”
Spalanco gli occhi.
“Cosa? No, assolutamente no, odio il mio nome al completo!”
“È esattamente per questo motivo che ti chiamerò così!” mi fa la linguaccia.
Che razza di bastardo riccio insolente!
Avanti, quanto può essere orrendo il nome Amanda?
Sembra il nome di una strega!
Stringo gli occhi, minacciandolo.
“Fossi in te non lo farei, riccio.”
“Correrò il rischio.” mi risponde “Però, c’era un altro modo in cui ti ho sentita chiamare..” continua, facendosi pensieroso.
Sospiro rassegnata.
“Zayn mi chiama piattola.”
“Sì, ma non era quello.”
Aggrotto la fronte confusa.
Chi altri potrebbe avermi dato un soprannome?
Forse Liam potrebbe avermi chiamata rompipalle, oppure… oh.
Niall.
“Beh Niall mi chiamava Amy bella…” sussurro, rattristendomi.
Mi manca terribilmente quel biondo irlandese.
Mi manca sentire la sua voce mentre canta, vederlo sorridere, starlo ad ascoltare mentre suona la chitarra.
Mi manca la sua risata e i suoi abbracci.
Mi manca tutto di lui. Ma più di tutto i suoi ‘Amy bella’.
Ho abbassato lo sguardo sulle mie mani, che sto torturando senza pietà, ma non mi sfugge lo sguardo preoccupato di Harry, mentre mi sta guardando.
“Mi piace come soprannome…” mi dice.
Mi sforzo di sorridere.
“… ma Amanda mi piace di più!” esclama, facendomi ridere del tutto.
Incredibile come questo ragazzo possa risollevarmi il morale in un secondo.
Incredibile è come io mi stia innamorando sempre di più di lui.
Perché sì, sono innamorata di Harry.
Segnatevi questo giorno, gente, non lo ammetterò mai più!
“Andiamo a casa?” mi chiede, con un sorriso dolce.
“Sì, andiamo.”
Passiamo davanti al bancone di Sandra per salutarla, ma tutto quel che ottengo è un occhiolino e un pollice alzato.
Siamo senza speranza.
Una volta usciti dal bar, ci incamminiamo verso casa, ognuno immerso nei suoi pensieri.
Non ci avevo mai pensato fino ad adesso, ma chissà se Harry ha già una ragazza.
Non prendetemi per ossessionata, ma è una domanda legittima, dato il suo carisma.
Quasi quasi glielo chiedo.
Chiediglielo Amy, tanto ormai è abituato alle tue figuracce!
Come siamo simpatici oggi!
Quando pronuncio il suo nome, lui pronuncia il mio allo stesso tempo e finiamo per fissarci e a ridere insieme.
“Ok, prima tu.” mi dice.
“Beh, vedi, mi chiedevo se tu… insomma, se tu hai una ragazza?” chiedo, molto insicura di me stessa.
Harry sorride, mentre guarda davanti a sé.
“No, non ho ancora trovato la mia dolce metà. Un po’ come te.” mi risponde, dandomi un colpetto con la spalla.
“Già..” sussurro triste, pensando per l’ennesima volta a Niall.
Da una parte sono felice che Harry sia single, insomma, più possibilità per me, anche se ridotte; ma dall’altra mi sento come triste per lui. So come ci si sente a stare da soli per la vita e quante insicurezze crescono intorno a te.
Ma andiamo Amy, lui non è mica una ragazza!
Poi, mi torna in mente che anche lui stava per dirmi una cosa.
“Tocca a te chiedere.”
“È una domanda un po’ azzardata, vista come è finita l’ultima volta, comunque… ti andrebbe di guardare un film con me?” mi chiede, infilando entrambe le mani in tasca e guardando in basso.
Rimango sorpresa dalla sua proposta e vederlo così imbarazzato mi fa tenerezza.
Cavolo, è la prima volta che un ragazzo si imbarazza con me al suo fianco.
Di solito sono le mie guance ad essere perennemente rosse.
È una sensazione fantastica non essere a quel posto per una volta!
Sul mio viso si crea un sorriso a 32 denti e la mia mano si intreccia alla sua.
“Con piacere.”
Harry solleva la testa e mi sorride.
Tempo un battito di ciglia e mi ritrovo tra le sue braccia, sollevata da terra, mentre lui gira su se stesso.
Urlo non appena mi solleva, ma subito dopo scoppio a ridere con lui.
Il cuore mi batte nelle orecchie come un tamburo e le farfalle si muovono, non solo nello stomaco, ma in tutto il mio corpo, mentre la pelle d’oca si espande sulle mie braccia.
Come puoi farmi provare tutto questo, eh Harry?
E pensare che una settimana fa ti avrei mangiato vivo!
Anche solo stamattina ti avrei staccato tutti i capelli, uno ad uno.
Ora mi ritrovo tra le tue braccia e non vorrei mai più muovermi da qui!



























ALOHAAAAAAA
Buonasera a tutte :3
Spero vi piaccia il capitolo, perchè io lo adoro aw.
Volevo far avvicinare Amy e Harry, li adoro troppo, sono troppo cucci ahdgfxsf
Così, ho dedicato questo capitolo a loro... e a Sandra :)
Vi era mancata eh?
Hahaha va beh, vi ringrazio ancora una volta per le vostre visite e recensioni, vi adoro davvero :3
Fatemi sapere che ne pensate, ci tengo moltissimo! c:
Un bacione a tutteeeee <3
Lu :]



P.S. 27/01/1945 don't forget
 

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Capitolo 14
*** Capitolo 14. ***






 

Capitolo 14.




Non mi era mai successo di sentirmi in questo modo. Così felice, in pace con me stessa.
Oserei dire anche più educata.
Probabilmente la posizione della luna è favorevole al mio segno zodiacale e i miei ciakra si stanno allineando.
O semplicemente, è grazie alle attenzioni da parte di una persona riccia.
Strana la vita, vero?
La definirei bipolare: in un momento tutto va a rotoli, come la carta igienica Regina, che non finisce mai, e continua ad andare peggio; poi, la voce di una persona, o anche la sola figura te la migliora, addirittura te la stravolge.
Harry ha fatto tutto ciò.
Ha peggiorato e migliorato la mia vita nell’arco di dieci giorni.
È passato dalla lista nera a quella dorata in continuazione, trapassandomi il cuore ogni volta.
E lo odio per questo. Ma non potrei farcela senza di lui.
Di questo sono preoccupata.
Ieri sera, mentre guardavamo il film da lui proposto, che guarda un po’ parlava di calcio, non ho potuto fare a meno di pensare alla finale.
È tra soli tre giorni. Tre giorni e poi sarà tutto finito.
Harry se ne andrà, tornerà al suo paese, lasciandomi sola.
‘Questo non succederà.’ mi aveva detto, stogliendo lo sguardo dalla tv ‘Per quanto ti odi, Payne, non riuscirei a stare senza di te.’
Belle parole, eh?
Ci sta un bacio a questo punto, direte voi.
E lo dicevo pure io, ma puntualmente Amy Payne fa una colossale figura di merda, sbilanciandosi e cadendo dal letto.
Vi risparmio l’improvvisata lotta di cuscini tra me ed Harry per cercare di farlo smettere di ridere, comprese le mie altre cadute e testate.
Ma le sue parole mi hanno colpita nel profondo, positivamente, sia chiaro.
Ognuno di noi odia a morte l’altro, ma allo stesso tempo, non sopravviverebbe senza di lui.
Dio mio, manco fossimo in una telenovela!
Ci ho pensato tutta la notte, rigirandomi nel letto innumerevoli volte e colpendo Ginger altrettante volte.
Avevo bisogno di aria fresca e di pulirmi la mente da tutti quei pensieri deprimenti.
Così, mi ritrovo nel giardino sul retro di casa mia, seduta su uno sdraio con le mie fidate cuffiette nelle orecchie e lo sguardo perso nel cielo limpido.
Non vedo l’ora che questa fase degli ormoni passi e di non farmi più certi problemi inutili!
Una mano si appoggia sulla mia spalla, facendomi fare un salto.
Mi tolgo le cuffiette e mi volto, riconoscendo a fatica il volto di mia madre, essendo contro luce.
“Ciao mamma!” esclamo, felice di vederla.
“Come stai, tesoro?” mi chiede lei premurosa, sedendosi accanto a me.
Faccio spallucce mentre “Tutto alla grande!” rispondo.
Ma lei non ne sembra molto convinta.
Oh cielo! Interrogatorio tra 3, 2, 1…
“Sei agitata per la partita di sabato?”
“Sinceramente mamma, non ci sto più dando peso come prima. È strano pure per me.” le dico sincera.
Lei fa un sorrisino.
“Forse perché hai trovato qualcosa di più interessante. O dovrei dire qualcuno?”
Brava Amy, colta con le mani nel sacco!
La guardo con gli occhi spalancati, cercando di recitare come mio solito.
Poi, mi ricordo di come Harry abbia facilmente capito della mia finzione, quindi ci rinuncio.
“È davvero così visibile?” chiedo, guardando altrove.
Mia mamma scoppia a ridere.
Bene Amy, dì addio alla tua carriera da attrice.
“Amy, credi davvero che abbia creduto a quella scena che hai fatto quando fingevi di stare male, solo per non scendere? E quando hai fatto finta di non sapere il suo nome, dopo che ti aveva dato un bacio?” e ritorna a ridere.
Mica male. Scoperta in pieno dalle persone da cui non volevo assolutamente farmi beccare.
Complimenti, Payne!
“Tesoro, ci sono passata anche io, sai?” continua lei.
La guardo negli occhi per la prima volta, e vedo che mi sorride sincera.
Mi sciolgo.
“Oddio mamma! Ho la testa che scoppia e lo stomaco che fa le capriole ogni volta che lo vedo!”
esclamo, prendendomi la testa tra le mani.
“Lo sapevooo!” esclama mamma “La mia piccolina è innamorata, finalmente!”
In men che non si dica, mi ritrovo tra quelle tenaglie che sono le sue braccia.
Ma aspetta un secondo.
“Come sarebbe a dire ‘finalmente’? Sono già stata innamorata precedentemente, mamma!” esclamo, coprendomi subito dopo la bocca, essendomi resa conto di ciò che ho appena detto.
“E non pensi di dirmele queste cose? Oh mio dio, la mia Amy è diventata grande!” dice, stringendomi di più a sé.
Il respiro, mamma.
Mamma, mi stai strozzando.
MAMMA!
Mi tolgo dalla sua presa mortale, respirando più aria possibile.
“Ma cosa c’è che non va?” esclama lei, d’un tratto.
In questo momento, mi sento come un libro aperto, come se tutti potessero leggere le mie emozioni a palla.
Mi stupisco di me stessa di questo fatto.
Decido di raccontarglielo.
Sono stufa di tenermi tutto dentro.
“Ecco, sono preoccupata che dopo la partita di sabato tutto questo finisca. Lui se ne tronerà a Holmes Chapel e io rimarrò qui, piangendomi addosso. Non voglio che succeda.”
“Dovresti dirglielo, cara. Solo così potrai essere certa dei suoi sentimenti e anche dei tuoi. “ mi risponde pacata.
“Ma che ti faccia stare male e quel ragazzo mi sentirà! Non mi farò affascinare dal suo bel faccino.” aggiunge poi.
“Mamma!” esclamo, scoppiando a ridere e lei insieme a me.
In quel momento, Harry ci raggiunge in giardino con una scatola in mano e due cucchiai nell’altra.
Povero ragazzo, devono fischiargli le orecchie!
“Buongiorno!” dice lui, mettendo in mostra il suo sorriso e le sue fossette.
“Ciao Harry!” esclama mia mamma e “Vi lascio soli!” mi sussurra, con tanto di occhiolino.
Harry prende velocemente il posto di mia madre, facendomi capire che un momento di pace è irraggiungibile ormai.
“Che hai lì?” chiedo curiosa, indicando la scatola tra le sue mani.
Lui la apre, svelando una confezione di gelato fresco, mentre mi tende un cucchiaio con l’altra mano.
“Ti va una merenda a base di gelato?” mi chiede speranzoso.
Non posso fare altro che pensare a quanto sia adorabile in questo momento.
Ridacchio afferrando il cucchiaio e facendolo tintinnare al suo.
“Come mai questa idea?” chiedo, mentre assaporo il buonissimo gelato alla nocciola.
Harry fa spallucce.
“Avevo voglia di gelato.” risponde semplicemente.
“ E poi… dovevo trovare una scusa per stare con te.” aggiunge poi, abbassando lo sguardo timido.
Il respiro mi si blocca e la bocca si spalanca di poco.
Lo ha detto davvero?
Cioè, non lo sto sognando, vero?
Le guance mi si riscaldano velocemente, mentre un sorriso mi nasce sulle labbra.
“È la cosa più carina che qualcuno mi abbia detto. Beh, oltre a quella di ieri sera.” riesco a dire.
Harry alza finalmente lo sguardo, facendomi ammirare il verde dei suoi occhi.
“Ero serio ieri sera. Io non voglio andarmene da qui, non senza te.”
Giuro di aver sentito il cuore fermarsi.
Le mani mi tremano mentre il battito accelera in modo disumano.
Ma come è possibile che esistano persone così? Persone che si fanno odiare ma che sono schifosamente dolci? Chiedetelo a lui.
“Sei uno stronzo quando fai così!” esclamo.
Lui mi guarda confuso.
“Perché?”
“Lo sai che certe frasi hanno il potere di farti fermare il cuore? Bene, tu ne hai appena dette due, di fila per giunta! Vuoi farmi morire per caso?” urlo, tutto in un fiato.
Lui scoppia a ridere in tutta risposta.
Maledetto! Maledetto perché riesce a fare ridere pure me!
Così, sporco la sua guancia destra di gelato, che fino a pochi secondi fa era sul mio cucchiaio.
Harry si blocca, mimando quella che dovrebbe essere una faccia sorpresa, facendomi sbellicare dalle risate.
“Ehi Amy, guarda chi è arrivato!” esclama, indicandomi la porta.
Smetto di ridere subito, girandomi verso la porta, speranzosa di rivedere Liam o Zayn.
Ma quello che ricevo è una macchia di gelato sulla guancia.
“Che traditore!” esclamo, passandomi la mano dove sono sporca, spargendomi il gelato per tutta la faccia.
Harry scoppia a ridere e arriva a tenersi la pancia, dopo aver visto il disastro sul mio viso.
“Aspetta che ti aiuto.” mi dice, mentre si avvicina a me con un fazzoletto.
Mi blocco.
Eh no, mio caro Styles, questa volta non mi freghi!
Gli prendo la mano, fermandolo al suo posto.
“Non osare farlo!”
Lui corruccia la fronte.
“Fare cosa?”
“Pulirmi la faccia con quel fazzoletto.”
“E perché no? Vuoi rimanere sporca e appiccicosa?” dice ridendo.
Che testa dura. Bisogna sempre spiegargli tutto.
“Hai mai visto i film americani? Ogni volta che i protagonisti si puliscono, finiscono con il baciarsi!” esclamo, agitando le mani.
Il riccio si fa pensieroso, come se davvero si stesse sforzando a ricordare.
Poi sorride.
“Non dirmi che non ti piacerebbe!”
Spalanco gli occhi, quasi strozzandomi con il cucchiaio di gelato che stavo ingoiando.
Inizio a tossire, mentre Harry ride di gusto.
“Sei scemo per caso? Che diavolo ti passa per la testa?! È ovvio che no!” esclamo, pulendomi la bocca.
“Pensala come vuoi, Payne, ma ricordati che non sei una brava attrice.”
Detto ciò, si alza e se ne torna in casa, lasciandomi lì come una rimbambita.
Sa già che me la farà pagare!
Vedete? È incredibilmente dolce e fottutamente odioso allo stesso tempo.
Ma lo amo comunque.
Il mio cellulare suona, facendomi cadere dalle nuvole.
Un messaggio di Jen. E di chi se no.
 
‘VIENI SUBITO SU SKYPE, MUOVITIIIIIII’
 
La finezza di quella ragazza è percepibile perfino nei suoi messaggi. Sono allibita.
Ripongo il gelato nel frigo e salgo le scale molto pigramente, mentre rispondo a Jen a tono.
Chiudo la porta di camera mia e subito riconosco il trillo di avviso di una video chiamata.
Ma perché ha sempre tutta questa fretta?
Ora gliene dico quattro.
Rispondo alla chiamata, mentre collego le cuffiette al computer.
“Alleluia! Volevi forse anche un cappuccino e una brioche?” strilla subito.
“Oh no grazie, ho appena fatto merenda con il gelato che Harry mi ha portato.” esclamo, sottolineando l’ultima parte della frase con la voce.
“LUI CHE COSA?” urla Jen con la bocca spalancata.
Scoppio a ridere per la sua espressione simile a quella di un baccalà.
“Lo sapevo che gli piacevi! Te lo avevo detto, pirla!” mi rinfaccia.
“Ehi, solo perché mi ha portato del gelato non significa che tu abbia ragione!”
“Ma è gelato, Amy! Tutte le coppiette escono a prendere un gelato insieme! Questo è l’inizio della vostra storia, è inutile che lo neghi!” esclama, puntandomi il dito contro, che va poi a finire contro la webcam, oscurandomi la vista.
Sospiro mentre un sorriso mi scappa sulle labbra.
Forse però la mia amica ha ragione. Magari ad Harry piaccio davvero, non per la storia del gelato, ma per le cose che mi ha detto e perché passa sempre più tempo insieme a me, senza che io o qualcun altro glielo chieda.
Questo però è meglio non dirlo a Jen. Non vorrei che iniziasse a fangirlare più di quello che sta già facendo.
“Calma le acque, Tomlinson! Cosa dovevi dirmi?”
Jen si calma subito, togliendo finalmente il dito dallo schermo.
“Chi doveva dirti cosa?” mi chiede confusa.
“Non sei stata tu a chiedermi di venire su skype? Un motivo ci sarà, spero!”
Jen sposta lo sguardo in alto, mentre inizia a torturarsi i capelli, facendosi pensierosa.
Diamine, diciassette anni e non avere memoria. Ma come fa?
“Ah! Mi è venuto in mente!” esclama d’un tratto e prende il suo cellulare, posizionandolo davanti alla webcam.
Quello che dovrei leggere sarebbe un messaggio, credo, ma non ci riesco, data la scarsa qualità dell’immagine del mio computer. Però, riesco a riconoscere il nome di mio fratello e capisco al volo che il messaggio dev’essere da parte sua.
“Davvero un bel telefono, Jen, complimenti! Lo hai vinto alla lotteria?” chiedo retorica.
“Amy!” mi riprende, facendomi ridere “Non è il momento di scherzare, Liam mi ha scritto!” e detto ciò, inizia a saltare sul letto, imitando le movenze di una scimmia.
Scoppio a ridere, mentre batto le mani come una foca, assistendo all’esilarante spettacolino messo in atto dalla mia amica.
“Mi è saltato il cuore in gola appena ho visto il suo nome sullo schermo!” mi spiega, una volta essersi calmata e seduta civilmente.
“Che emozione.” rispondo io piatta.
“Non sei felice per la tua meravigliosamente fantastica migliore amica?” mi chiede, gettando fuori le labbra in un broncio.
“Ovvio che lo sono! Ma te lo dico un’altra volta: scappa da Liam finché sei in tempo! Non avrai più un’occasione come questa!” dico, prendendola in giro.
“Oh piantala, Payne! Ti tirerei un cuscino se fossi li!”
Scoppio a ridere insieme a lei, come non facevo da tanto.
Passiamo tutto il pomeriggio a prenderci in giro a vicenda e a parlare di Liam, soprattutto Jen.
Solo quando mia madre mi urla che la cena è pronta mi rendo conto di che ora fosse.
“Sei una bastarda, mi hai fatto perdere un pomeriggio intero!” esclamo, fingendomi arrabbiata.
“Oh scusami tesoro, ma non ti preoccupare, Harry rimedierà un’altra volta!” mi dice, facendomi l’occhiolino.
“Pervertita!” le urlo, chiudendo la chiamata dopo una sua linguaccia.
Scendo le scale per recarmi in cucina e, nonostante abbia passato una bella giornata, non faccio altro che pensare che ora mancano solo due giorni alla fine di tutto.
Due miseri giorni.
“Avete finito di ridere lassù?” mi chiede mio padre.
“Scusa papi, riunione di emergenza.” dico sedendomi a tavola.
Il mio sguardo viene catturato da una busta bianca appoggiata al mio bicchiere, sulla quale il mio nome è scritto.
“Che cos’è?” chiedo, rigirandola tra le mie mani.
“Perché no la apri?” mi incoraggia mio padre.
Non me lo faccio ripetere!
Spero che sia la mancia del mese o magari un biglietto aereo solo andata per le Hawaii.
Quando apro la busta, quello che vedo, però, è tutt’altro.
“Oh mio dio!” urlo, piena di gioia.
Ben cinque biglietti per la partita di Champions League della mia squadra preferita si trovano nelle mie mani e gli occhi mi si riempiono di lacrime per la felicità.
Ho sempre sognato di poter andare a vedere una partita di una certa importanza allo stadio e non posso credere che ne avrò l’occasione.
Inizio a saltellare per la cucina, sventolando i biglietti in aria, come se fosse la coppa campioni.
I miei genitori ridono felici guardandomi, così come fa Harry, mettendo in bella vista le sue fossette.
Poi, noto che tra le sue mani vi è un pezzo di carta, molto simile a quelli che tengo in mano io.
Il cuore mi salta in gola.
Tempo un millesimo di secondo e sono tra le sue braccia, stringendolo forte.
Finalmente anche il suo sogno si avvererà, anche se il mio si sta avverando proprio adesso, tra le sue braccia.


















HOLAAAAAA

Salve donzelleeee, come va la vita? :3
Io bene, anche se i diciassette anni si sentono eh lol
Ma va beh, passiamo al capitolo.
Vi piace? :3 
Ho voluto far avvicinare ancora di più i nostri piccioncini muahahah 
Lo so che mi odiate eh :)
Ma ok, spero davvero che vi piaccia!
Vi ringrazio un'ennesima volta per seguire la mia storia, ma è il minimo che possa fare.
Lasciate un commentino ino ino così fate felice felice la sottoscritta :)
Ok basta, andiamo a tifare Jeff Gutt.
Baciiiii xoxo
Lu :]

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Capitolo 15
*** Capitolo 15. ***








 

Capitolo 15.





Avevo passato tutta la sera a guardare con occhi luccicanti il pezzo di carta regalatomi, girandolo e rigirandolo tra le mani, per rendermi conto che fosse vero.
Ma vi rendete conto?!
Io assisterò alla prima partita di Champions League della mia squadra!
E ci sarà pure Harry!
Non solo sarà insieme a me, cosa più che importante direi, ma realizzerà il suo sogno, finalmente.
L’unica nota negativa è quella di aspettare 3 lunghissimi mesi.
E mi sembra giusto che, dopo tutto quel tempo, non solo mi aspetterà lo stadio, ma anche un’altra mia cara amica: la scuola.
Troverò una soluzione in tempo per evitarla il più possibile, o almeno lo spero.
Farò in modo che mio padre non se ne accorga.
Il giorno passa lentamente, facendo ogni minuto sempre più caldo.
Non riesco a muovere un muscolo per la troppa afa.
Sono sdraiata sul letto, facendomi aria con la mano e cercando di tenere Ginger lontano da me, dato che mi farebbe solo più caldo.
La musica nelle mie orecchie è talmente triste da fare invidia al film Titanic.
Non faccio altro che pensare a domani.
Domani è sabato, il giorno della finale tanto atteso.
Io non so se sono pronta a lasciare Harry.
Sono passate solo due settimane, ma sono state due settimane di fuoco!
E io che pensavo che il tempo non sarebbe passato!
Le ripeterei subito da capo, senza esitazione.
Ho sbagliato tutto con il riccio, ammettiamolo.
Ma, sinceramente, non vorrei che fosse andata in un'altra maniera.
Non avrei potuto costruire quel poco che c’è tra di noi.
Ma l’angoscia non mi lascia stare.
Ho paura di perderlo, per sempre.
E pensare che una settimana fa l’avrei bruciato vivo!
Ora sono qui, da sola come un cane, a demolirmi il morale.
Sono davvero una rammollita!
Prendo il telefono per cambiare la canzone, ma un movimento attira la mia attenzione.
In un attimo, mi vedo la faccia di Harry vicino alla mia.
Urlo per lo spavento, togliendomi le cuffiette.
“Dico, ma sei impazzito?! Lo sai che questi attacchi aumentano la probabilità di infarti?” esclamo, iniziando a straparlare.
Harry mi fissa stralunato.
“Che stai dicendo? E comunque, ti ho chiamata un sacco di volte, ma dato che tu non mi rispondevi mi sono avvicinato.” cerca di spiegarmi e di calmarmi allo stesso tempo.
Prendo un respiro.
Ok, forse ho esagerato.
Ma il fatto che io stessi pensando a lui e poco dopo mi ritrovo la sua faccia davanti mi ha spaventata e non poco.
Mi ricompongo, tornando seduta sul letto.
“Hai ragione. Scusa.”
Avrei giurato di aver visto il ragazzo strabuzzare gli occhi, ma ho tenuto lo sguardo basso.
Si siede accanto a me, senza il mio permesso, come sempre.
“Va tutto bene?” mi chiede, premuroso.
Annuisco, senza dire nulla.
“Strano, perché non ti ho mai sentita chiedere scusa.” continua lui.
Un sorriso si forma sulle mie labbra.
Harry inclina la testa, abbassandosi sempre di più per poter entrare nel mio campo visivo.
Mi fa ridere questo suo comportamento dolce.
Sembra un orsetto.
Ok, lasciamo perdere.
“Abbiamo un film in sospeso o sbaglio?” chiedo, cercando di tornare in me.
Lui scuote la testa.
“Dimentica il film. Andiamo a farci un giro.”
Lo guardo confusa.
“U-un giro? E dove?” inizio ad innervosirmi.
Harry alza le spalle.
“Non lo so, sei tu l’esperta, no?” mi chiede con un sorriso.
“D’accordo.” sussurro, non evitando di arrossire.
Dopo che Harry è uscito dalla mia stanza per fare in modo che io mi prepari, rimango seduta sul letto per alcuni secondi.
Ci tiene a me, lo so.
Ora ne ho la prova!
Mi ha chiesto di fare un giro. Per Wolverhampton!
Capite? Non c’è niente in questa città, quindi vuole stare con me!
Sorrido come un ebete.
Finalmente te ne sei accorta!
Taci tu, bisbetica!
Mi alzo e inizio a cercare nel mio armadio qualcosa di adatto e carino da mettermi.
Opto per dei pantaloncini in jeans e una canotta bianca, in tinta con le mie converse.
Mi lavo la faccia, cercando di togliere l’espressione da zombie assonnato e mi trucco appena, per poi scendere in salotto.
“Possiamo andare!” esclamo, vedendolo seduto sul divano in attesa.
Lui alza la testa e mi sorride.
È ancora più bello con la camicia a quadri!
Credo di avere gli occhi a cuore in questo momento.
Che imbarazzo, Amy!
Harry saluta il mio gatto, appisolato sul divano, e usciamo di casa.
“Bene!” esclama “Iniziamo il tour per la tua bellissima città!”
“Hai dimenticato famosissima e divertente!” gli dico, ridendo.
Ci incamminiamo, percorrendo la strada che di solito faccio con Zayn di corsa.
Zayn. Chissà come sta il mio amico Pakistan.
E chissà quanto è ingrassato, stando dai suoi nonni!
Oh beh, almeno ho una possibilità in più di batterlo con la corsa.
Camminando, arriviamo nel centro della città, intasato da bambini che corrono davanti alla chiesa e genitori che parlano tra loro, probabilmente di scuola.
Io e  Harry ci inoltriamo nel boschetto della mia cittadina, cercando un riparo da questo caldo insopportabile.
Mentre passiamo sotto gli alberi a fronde, mi passa un pensiero per la testa.
“Harry.” lo chiamo, facendolo voltare “Non mi hai detto cosa ne pensi del tuo biglietto!” dico, già ridendo.
Sul suo viso si apre uno dei più bei sorrisi che io abbia mai visto.
“Oh cielo! È stato il regalo più bello di tutta la mia vita! Ancora non ci credo!” esclama, visibilmente emozionato e impaziente di quel giorno.
Sorrido vedendolo così felice, come un bambino.
“Faremo il tifo insieme!” esclamo io.
La sua mano prende la mia, facendomi fermare.
In un attimo, le sue braccia sono intorno a me e le mie, quasi come un riflesso, abbracciano il suo corpo.
“Grazie per aver fatto diventare il mio sogno realtà!” mi sussurra.
Cavolo Harry!
Così mi fai morire, però!
Il cuore mi batte velocissimo e rumorosamente e credo che si possa sentire da fuori.
Se lo sente lui sono finita.
“F-figurati! Insomma, sapevo che ci tenevi e volevo farti felice.”
Il suo abbraccio si stringe intorno a me, facendomi venire i brividi.
Nel mio stomaco c’è un intero zoo in rivoluzione!
“Oh ma che carini!”
Io ed Harry ci voltiamo verso quella voce, che si rivela quella di una vecchietta, seduta su una panchina a pochi passi da noi, intenta a guardarci.
Harry mi riabbraccia, nascondendo il suo viso sulla mia spalla.
“Non l’avevo vista prima.” mi sussurra.
Scoppio a ridere.
“Nemmeno io! È comparsa dal nulla!” esclamo, facendo ridere lui.
“Ho un’idea!” mi dice poi, lasciandomi e volgendosi verso la signora.
Questa, vedendosi osservata, ricomincia a parlare.
“È la tua ragazza quella, giovanotto?” chiede curiosa ad Harry.
Strabuzzo gli occhi, per poi scoppiare in una fragorosa risata, mentre il riccio sorride divertito.
“Si, signora!” esclama, facendomi voltare verso di lui, seria.
Ma tutto ciò che fa lui, è un occhiolino.
Qui finisce male.
“Siete davvero belli!” continua la vecchia “Vi conoscete da tanto?”
“In verità, da solo due settimane.” risponde Harry.
Non posso fare altro che trattenere le risate, torturandomi il labbro con le mani.
La vecchia spalanca gli occhi, capendo quello che Harry aveva appena detto.
“Non si deve spaventare, signora, quello che è dovuto succedere è successo!” spiega il riccio, con un’espressione che fa intendere ben altro.
Infatti, la signora spalanca la bocca, fissando Harry come se fosse un alieno, rendendosi conto di quanto fosse ambigua quella frase.
“Tesoro, ti senti bene?” mi chiede poi, avvicinandosi.
Che stai combinando?” chiedo io, a bassa voce.
“Shh, sta al gioco.”
Harry mi mette le mani sulla pancia e lì capisco tutto.
Sta facendo credere alla donna che io sono incinta, dopo una settimana che ci conosciamo.
Rimarrà traumatizzata a vita quella vecchia! O almeno, per quella vita che le resta.
“Come si chiama, signora?” urla Harry “Se è una femmina le daremo il suo nome!”
La vecchietta si era già alzata, allontanandosi da noi, e ogni tre per due si girava a fissarci con occhi stralunati.
Io ed Harry scoppiamo a ridere, finendo per terra.
“Ti rendi conto di quello che hai fatto?” esclamo, asciugandomi le lacrime per il troppo ridere.
Harry è piegato in due su se stesso, paonazzo in viso.
Non riuscendo a smettere di ridere, ce ne stiamo seduti sulla ghiaia per dieci minuti buoni, attirando lo sguardo di tutti i passanti.
Harry prende un enorme respiro.
“Uuh! Credo di non aver mai riso così tanto!” esclama, alzandosi e tirando me per le braccia.
Nel frattempo, la panchina è stata nuovamente occupata, questa volta da una coppia di anziani.
“Salve signori!” esclama lui, alzando una mano.
No, non di nuovo!
Lo tiro per l’altro braccio, continuando la nostra camminata.
“Vuoi farmi odiare da tutti i vecchietti?” gli chiedo, ancora in preda dalle risate.
Lui ride divertito, circondandomi le spalle con un braccio.
Continuiamo a sghignazzare per altri minuti, andando avanti a fatica, dato che ci fermiamo a ridere in mezzo al sentiero nel bosco non appena ci torna in mente l’episodio.
Così, decidiamo di sederci da qualche parte e rilassarci.
O almeno spero di riuscirci!
I miei addominali devono essere migliorati molto, non ho mai riso così tanto e la mia pancia protesta dolorante.
Mi siedo sulla riva di un piccolo fiume che attraversa il parco e osservo l’acqua.
Non dimenticherò mai questa giornata, a prescindere di come andrà avanti!
Harry mi fa stare bene e mi fa sentire amata, finalmente.
Sono una babbea, ormai sono cotta e stracotta di lui, ma non c’è rimedio, credo.
Meglio accettare l’evidenza e rassegnarmi a quello che succederà.
Gioco con l’erba su cui sono seduta, strappandola e buttandola dalla parte, fino a quando uno schizzo di acqua non mi raggiunge, facendomi spalancare la bocca.
“Harry!” esclamo, vedendolo accucciato sul ruscello, con la mano bagnata e un sorriso divertito sul suo viso.
“Vuoi la guerra, eh?!” urlo poi, prendendo l’acqua con entrambi le mani e bagnandolo.
Continuiamo a bagnarci a vicenda, non curandoci del rischio alto di scivolare direttamente nel corso d’acqua, o almeno, fino a quando io ci stavo per finire dentro.
“Meglio se andiamo!” esclama Harry, che mi afferra il braccio per evitare che io faccia un bagno nel fiume.
“Tu dici?!” dico io, facendolo ridere.
Usciamo dal bosco e torniamo lentamente verso casa, non prima di aver comprato un gelato a testa.
E sì, se ve lo chiedete abbiamo litigato anche con quelli, sporcandoci a vicenda.
Ma è finita bene; insomma, il mio gelato non è caduto!
Rientriamo in casa che ormai sono le cinque passate, sebbene il sole sia ancora alto in cielo.
Salgo le scale e mi butto sul mio letto, esausta, mentre Ginger mi bagna il viso con il suo nasino rosa.
Prendo il cellulare, rimasto sotto carica per tutto questo tempo, e mi ritrovo una decina di messaggi da parte di Jen.
Santo cielo! Quando imparerà a controllarsi quella ragazza?
Ne apro uno, tanto per farmi un’idea di quello che vuole dirmi con così tanta fretta.
Strabuzzo gli occhi non appena leggo.
 
‘Amyyyy! Se non mi rispondi giuro che ti raso a zero!
Louis e l’altro allenatore hanno organizzato un allenamento oggi, alle 17.30.
Vedi di venire e non abbandonarmi!! Non me ne frega se sei con Styles.
MUOVITI! <3’
 
Non è possibile, mai una che me ne vada bene!
L’ora sulla mia sveglia segnava le 17 e 14.
Non ce l’avrei mai fatta!
“Harry!” urlo, girando per la casa.
“Che c’è?” risponde lui, dalla sua stanza, mi sembra.
Lo raggiungo, mettendogli il telefono davanti agli occhi.
“Siamo fottutamente in ritardo!” urlo, correndo in camera mia per cambiarmi.
Indosso velocemente le calze lunghe e i pantaloncini della squadra, per poi raccogliermi i capelli in una coda alta.
Mi infilo la maglietta e afferro la borsa già pronta. Per fortuna ho l’abitudine di farla la sera stessa dell’allenamento precedente.
“Andiamo Harry!” urlo, correndo giù per le scale.
Inaspettatamente, il riccio arriva subito e scoppiamo a ridere per l’assurdità delle cose.
Quasi investiamo mia madre, mentre varchiamo l’ingresso della porta che lei ha appena aperto.
“Amy! Dove andate?”
“Allenamento improvvisato, mamma! Ci vediamo per cena!” le dico, correndo per il vialetto, cercando di raggiungere Harry.
Corriamo per tutta la strada, ridendo e urlando come degli stupidi.
“Perché hai lasciato il telefono a casa? È tutta colpa tua!” mi dice.
“Mia? Non pensavo facessero allenamento il giorno prima della partita, è da pazzi!” esclamo, con il fiatone e la borsa sulle spalle che inizia a pesare.
Urlo di gioia, non appena vedo la collinetta del campo di calcio.
“Chissà che staranno pensando!” dice il riccio, con il fiatone pure lui.
Già, non ci avevo badato.
La mente sporca di Jen avrà già immaginato un intero film sul motivo del nostro ritardo.
Sarà un lungo allenamento!
Non mi crederà mai.
Scendiamo la collinetta di corsa, rischiando di cadere uno addosso all’altro, e raggiungiamo gli altri, seduti nel centro del campo.
“Buonasera, ritardatari!” ci chiama Louis, infastidito dal mio comportamento.
“Scusa!” gli mimo con le labbra, sedendomi accanto a Jen.
La sua espressione si rasserena subito, facendomi sorridere sollevata.
Louis non si arrabbia mai con me e non ne conosco il motivo. Le mie compagne di squadra mi chiamano spesso ‘cocca del coach’ per questo motivo.
In fondo, è vero, sono la sua cocca: mi fa sempre giocare da titolare, mi usa come esempio da seguire per il resto della squadra e poi sono il capitano, ovviamente su scelta sua.
“Chissà perché sei così in ritardo!” mi cantilena la mia amica, canticchiando una stupida canzoncina.
“Smettila!” esclamo, colpendola sul braccio e facendola ridacchiare.
“Anche se non ci crederai, non è successo nulla di quello che ti sei immaginata.” continuo.
“Hai ragione.” mi risponde “Non ti credo.” ridacchia ancora.
Sospiro. Lo sapevo.
Louis ed Austin spiegano che vogliono farci fare un allenamento molto leggero, in vista della partita di domani.
Lo hanno fatto soprattutto per provare alcuni schemi per il gioco.
Così, le due squadre si dividono per il campo e iniziamo con semplici esercizi di riscaldamento.
Dopo ogni palla passata, alzo lo sguardo e cerco quello di Harry.
Mi fa sentire più sicura di me sapere che lui è li, insieme a me.
Poi, quando scopro che anche lui stava cercando il mio sguardo, non posso fare altro che sorridere come un ebete, per ogni palla, e lui fa lo stesso.
Ora ne ho la conferma: non gli sono del tutto indifferente.



























ALOHAAAAAAAAAAAAAAA

Non sapete quanto mi vergogno!
Davvero, questa volta sono imperdonabile!
Ben 2 mesi di assenza! Siete liberi di insultarmi lol
No ok, scusatemi sul serio, mi sento uno schifo.
Il capitolo spero vi piaccia e che vi soddisfi :)
Mi dispiace dirlo ma... la ff è quasi finitaaaaa D':
Mancano ancora pochi capitoli, nei quali devo sistemare per bene i nostri piccioncini qui.
Non posso credere che sia già la fine :(
Ma non pensiamoci! (per ora)
Ringrazio di cuore tutti voi, grazie per aver seguito la mia storia fino a qui <3
Ci pizziamo la next timeeeee :D
Un bacione <3
Lu :3

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Capitolo 16
*** Capitolo 16. ***






 

Capitolo 16.




Il tanto atteso giorno è finalmente arrivato.
Niente più ansia, niente più paura, niente più aneddoti. Solo calcio.
Non ci speravo più, ad essere sincera. Sono successe davvero tantissime cose da quando avevamo scoperto chi sarebbe stato il nostro rivale e, a dirla tutta, non avrei lontanamente immaginato di essere così legata al mio nemico numero 1, nemmeno se me lo avessero detto.
Ma ora siamo qui.
È sabato, il giorno della finale, la partita che deciderà quale squadra parteciperà alle regionali, e poi chissà, magari anche alle nazionali.
È la partita che dirà quale delle due squadre è la migliore, quale vincerà e quale perderà, diventando vittima di prese in giro e vergogne.
Non voglio perdere. Non devo. Io sono nata per vincere.
O almeno questo è quello che pensavo fino a due settimane fa, quando ho scoperto il mio punto debole, il mio veleno e il mio antidoto, più comunemente conosciuto come Harry Styles.
Lo giuro, lo odiavo veramente a morte all’inizio, quei maledetti ricci che ha ai posto dei capelli mi davano sui nervi. Ma poi le cose sono cambiate e il ragazzo si è rivelato più intelligente del previsto. Forse anche troppo.
Mi ha fatta divertire e arrabbiare allo stesso tempo e credo che meriti un premio per questo suo talento. Anzi, bisogna dargliene uno solo per il fatto di avermi fatta cadere ai suoi piedi.
Non so davvero dire chi vincerà la partita, dopotutto non sono una veggente.
Sono sempre stata sicura di me e lo sono tutt’ora, ma se penso alla mia squadra come vincitrice, una morsa mi stringe allo stomaco, perché questo significa che la squadra di Harry perderebbe.
Ecco perché non volevo conoscere i miei nemici.
Ecco perché mi rifiutavo di riconoscere i miei sentimenti nei suoi confronti.
Ecco perché ora mi odio così tanto.
Posso dire solo una cosa: che vinca il migliore.
 
Ho passato la notte in bianco, continuando a rigirarmi nel letto e beccandomi vari graffi da parte di un Ginger infastidito.
Il sonno non ci pensava nemmeno di venire a farmi visita.
Così, mi ero alzata nel bel mezzo della notte e scesa in cucina per bere qualcosa.
“Anche tu non dormi?” mi ha chiesto una voce, la sua voce, spaventandomi.
“Dì un po’, ti diverti così tanto a seguirmi e spaventarmi di notte?” gli avevo chiesto, facendolo ridere.
“Te l’ho già detto, non hai un piedino di fata.” mi ha detto, beccandosi una linguaccia da parte mia.
“Comunque sì, non riesco a dormire. Credo sia normale.”
“Direi di sì, considerato che nemmeno io ci riesco.”
Siamo rimasti lì per un po’, a fissarci i piedi in silenzio.
Il mio stomaco si stava contorcendo per l’agitazione.
So che era un po’ azzardata come cosa, ma volevo davvero chiedergli se voleva passare quel che rimaneva della notte con me, insieme, come l’altra volta.
Così, quando è stato lui a propormelo, mi sono sentita la ragazza più felice sulla terra, talmente tanto da saltargli in braccio, letteralmente.
Siamo rimasti accoccolati per tutto il tempo, entrambi a sperare che quella notte non finisse mai e che il giorno della finale non esistesse.
Perché, come dice la parola stessa, la finale è la fine di tutto. Anche di noi.
Tutti questi ricordi mi stanno balenando in testa da almeno 10 minuti, ovvero da quando mi sono svegliata.
Mi volto verso sinistra e il viso angelico di Harry ancora addormentato mi fa sorridere come una bambina.
Due cose mi vengono in mente:
  1. Come diamine lo sveglio?
  2. Come accidenti posso dirgli addio?
Per quanto riguarda al punto uno, ci sono molteplici risposte, come ad esempio saltare sul letto o ricorrere alla bottiglietta d’acqua che sta sul mio comodino.
Al punto due, invece, preferirei non pensarci.
Non voglio diventare una depressa che vive con tremila gatti.
Andrà come andrà.
Devo vivere la mia vita.
Così, prendo la bottiglietta dell’acqua e mi alzo in piedi sul letto, iniziando a saltare e a bagnare il riccio addormentato.
Non sono riuscita a scegliere una delle due opzioni senza escludere l’altra, così le ho unite.
Lo so, sono un genio.
“Che diamine ti salta in mente?” esclama Harry, una volta essersi svegliato e catapultato fuori dal letto fradicio.
Alzo le spalle.
“Ero indecisa su come svegliarti.”
Non ci vuole un genio a capirlo, Styles.
Diversamente da come mi aspettavo, Harry non si arrabbia, anzi, il suo sguardo si addolcisce addirittura. Lo guardo confusa.
“Sono volate queste due settimane, vero?” mi chiede all’improvviso, riportandomi tutte le brutte sensazioni che avevo cacciato tre minuti fa. Ma ho capito che è praticamente impossibile ignorarle.
“Sì. Vorrei davvero che iniziasse tutto da capo.” dico piano, torturandomi le mani.
Due grandi e forti braccia si allacciano intorno a me e io faccio lo stesso, abbracciandolo forte.
“Mi mancherai.” sussurro, nascondendo la mia faccia nel suo collo.
“Anche tu, piccola peste. Tanto.”
Le lacrime mi salgono agli occhi.
Non ce la farò mai a dividermi da lui. Nessuno mi capisce o mi fa andare su tutte le furie come fa lui.
Lui è il mio tutto.
Ci stacchiamo dopo 10 minuti buoni e scendiamo insieme a fare colazione.
La partita sarà alle 14, così possiamo mangiare quanto vogliamo a colazione e pranzare dopo la finale.
“Eccoli qui, i nostri campioni!” esclama mia mamma, mentre porta in tavola l’ennesimo piatto colmo di cibo.
“Siete agitati?” ci chiede successivamente e sia io che Harry annuiamo.
“È normale, ragazzi.” dice mio padre, abbassando il giornale che gli copriva la faccia. “Ma andrà bene, giocherete al meglio che potrete e sarà una partita indimenticabile, indipendentemente dal risultato.”
“E poi, ci sarà un tifo assurdo!” esclama mia madre, facendomi ridere.
Da quando usa queste espressioni? Rido per non piangere, seriamente.
“Scordatevelo, io non mi vestirò mai da ultras!” esclama Liam, entrando in cucina.
Liam!
“Liam! Ma quando sei arrivato?” urlo, saltandogli al collo e facendolo ridere.
“Ehm direi circa mezz’ora fa.”
“Mi sei mancato tanto!” esclamo, stringendolo sempre di più.
Lui ricambia la stretta, ridacchiando in continuazione.
Poi, una volta essermi staccata, lo guardo negli occhi e sorrido minacciosa.
“E comunque ti vestirai da ultras, me lo hai promesso!” esclamo, puntandogli il dito contro.
Liam spalanca la bocca.
“Non è affatto vero! Sei stata tu ad imbrogliare nella scommessa, quindi ho vinto io!”
Sbuffo, dandogliela vinta, solo per questa volta.
“D’accordo. Ma se perderemo, sappi che ti schiavizzerò a vita!”
Mio fratello scoppia a ridere, ma so benissimo che sta rivalutando l’idea.
Ad ogni modo, vinco io. Come al solito!
Io ed Harry mangiamo con calma e in silenzio, entrambi immersi nei nostri pensieri, mentre il resto della nostra famiglia chiacchera felice.
Un trillo del mio cellulare mi fa cadere dalle nuvole.
Il nome di Zayn lampeggia sullo schermo, facendomi sorridere ed emettere un gridolino.
“Zaynie!” urlo nel telefono, facendo spaventare Harry accanto a me.
“Ehi piattola! Allora, sei pronta per la grande partita?” mi chiede, mentre le voci delle sue sorelle schiamazzano in sottofondo.
“Eh diciamo. Sto morendo d’ansia. Tu invece? Dove diavolo sei finito? Sei andato veramente in Pakistan?” esclamo, facendolo ridere.
“No, scema! Sto tornando a casa. Ci vedremo oggi!”
Un urlo scappa dalla mia bocca, questa volta spaventando tutti.
Sorrido imbarazzata, ricevendo un’occhiata ammonitrice da mia mamma, ricordandomi che non potrei usare il telefono a tavola.
Ma è Zayn e Zayn viene prima di tutto!
“Grazie mille, Zayn! Significa molto per me!”
“Ehi! Non mi sarei perso la tua partita per nulla al mondo, piattola!”
Sorrido a 32 denti.
“Che diavolo stai facendo, Safaa? Mettilo giù subito!” esclama il ragazzo d’un tratto, facendomi ridere.
“Scusa Amy, devo lasciarti o queste pesti mi distruggono la macchina.”
“Va bene! A dopo, Pakistan!”
“Buona fortuna, piattola!”
Sapere che anche il mio migliore amico sarà lì a fare il tifo per me mi risolleva il morale.
Alla fine, manca solo una persona.
Solo lui.
Ma so bene che non verrà mai.
Finisco la colazione, tornando nel mio precedente silenzio, ripensando ancora una volta a quella dannata chioma bionda.
 

***


Mi allaccio le scarpe e tiro su i calzettoni blu fino al ginocchio.
Alzo la testa e osservo le ragazze davanti a me, sedute sulle panche dello spogliatoio.
Alcune sorridono nervose, altre si mangiano le unghie, altre ancora non tacciono un secondo, come Jen.
Mi alzo in piedi di colpo, battendo le mani una volta e attirando l’attenzione.
“Allora, il fatidico giorno è arrivato!” esclamo, mettendomi al centro della stanza.
“So benissimo quanto siete nervose ed agitate. Io credo di esserlo il doppio di voi. Ma ragazze, è la finale! Cavoli! Chi lo avrebbe mai detto che noi, l’unica squadra femminile del campionato, potesse arrivare in finale? E invece eccoci qui, a rappresentare il nostro piccolo paesino sperduto. Per me questo è già un grande risultato. Prima di noi, Wolverhampton era sconosciuto al mondo e ora abbiamo la possibilità di entrare nei regionali! Come capitano, è mio compito spronarvi fino alla fine e incoraggiarvi, e credetemi, ce la metterò tutta per farlo. Ma non voglio che vi sentiate una grande pressione addosso. Vada come vada, siamo arrivate fino a qui, a fanculo chi pensava che non ce l’avremmo fatta, solo perché siamo ragazze!” esclamo, facendo ridere tutte.
“Quindi, andiamo là fuori e divertiamoci come abbiamo sempre fatto. Dimenticate di essere in finale. Pensate che sia una partita come le altre, dove conta il gioco di squadra. Sono davvero fiera di essere il capitano di questa squadra e finché lo sarò, farò di tutto pur di non deludervi. Vi voglio bene e grazie di tutto!” finisco, provocando un forte boato da parte delle ragazze, le quali si alzano e si stringono tutte intorno a me.
Le abbraccio tutte, dalla prima all’ultima.
La mia squadra è come un’altra famiglia per me. Non la cambierei con nulla al mondo e voglio che loro lo sappiano.
“E ora, andiamo fuori a fare il culo a quei cretini!” esclamo, correndo fuori dallo spogliatoio, seguita da una squadra urlante e scalpitante.
Louis ci stava aspettando a braccia conserte in panchina.
Lo raggiungiamo di corsa, mentre la tribuna esplode, attirando la nostra attenzione.
Non c’è mai stata così tanta gente ad assistere ad una nostra partita!
Credo che ci sia l’intero paese!
Riconosco subito i visi dei miei familiari e anche quello di Zayn, seduto accanto a loro. Scoppio poi a ridere, vedendo che sia lui che Liam hanno due righe blu per ogni guancia.
Lo avevo detto io che Liam ci stava ripensando!
Una volta raggiunta la panchina, Louis ci spiega come procedere per il riscaldamento.
Iniziamo con alcuni giri di corsa del campo, per poi iniziare a fare dei passaggi a coppie.
Nel frattempo, la squadra avversaria ci ha raggiunte in campo, così come l’arbitro di federazione.
Vederlo a braccetto con l’altro allenatore mi fa andare sui nervi.
Che ci provi soltanto a truccare la partita, che poi lo trucco io per bene!
Louis deve essersene accorto, poiché mi richiama e mi dice di pensare solo al gioco.
Annuisco, sapendo che ha ragione, ma queste cose mi fanno imbestialire, soprattutto se è una partita importante come questa.
A metà del riscaldamento, l’arbitro chiama entrambi i capitani delle squadre, per decidere chi calcerà l’inizio della partita.
“Benvenuti a questa finale di campionato!” esclama, passandosi la mano sulla fronte già sudata.
Disgustoso.
L’arbitro non è molto alto ed è abbastanza tracagnotto, con i capelli corti e ricci, attaccati alla fronte bagnata.
“Stringetevi la mano.”
I miei occhi incrociano quelli di Harry, per la prima volta da quando siamo arrivati al campo.
Il suo sorriso non tarda a farsi vedere, malizioso e scontroso, come al solito.
Afferro la sua mano e la stringo forte, facendolo ridacchiare.
Se c’è una cosa che devo evitare assolutamente è lasciarmi abbindolare da quei ricci e da quegli occhi verdi.
So benissimo che sarei fottuta.
Devo cercare di mettere i sentimenti da parte.
“Testa o croce?” mi chiede l’arbitro, preparando la monetina sulle sue dita.
“Testa!”
La monetina inizia a volteggiare in aria, fino a che non colpisce l’erba del campo.
Sorrido.
“E testa è!”
Alzo lo sguardo fiera, vedendo di nuovo il bel viso di Harry sorridermi.
“Palla o campo?” chiede nuovamente l’arbitro, intascandosi il quartino.
“Palla!”
Credo sia ovvio, non mi lascio scappare la prima occasione di gol.
Harry sceglie obbligatoriamente il campo e astutamente sceglie quello contro la luce del sole, in modo da agevolare il portiere.
Lo avrei fatto anche io, sinceramente.
L’arbitro ci liquida velocemente e faccio per tornare dalle mie compagne, quando la mano di Harry afferra la mia, facendomi fermare.
“Nervosa?” mi chiede subito.
“Certo.” esclamo, sapendo che lui già lo ha notato.
Infatti, annuisce, ma subito dopo, si avvicina al mio orecchio e mi sussurra qualcosa.
“Vogliamo farla più interessante?”
I brividi mi corrono per tutta la schiena, mentre gli rivolgo uno sguardo confuso.
Lui si limita a ridere.
“Se vinciamo noi, tu mi dovrai baciare.”
Spalanco talmente tanto gli occhi che potrebbero uscire a momenti.
“Che diamine hai nella testa, pervertito!” esclamo, allontanandomi da lui e raggiungendo la mia squadra.
Stavamo dando abbastanza sospetti a tutti, stando così vicini senza picchiarci.
Cerco di concentrarmi sulla palla, ma l’unica cosa che vedo sono le sue labbra.
Argh maledetto!
Se non altro ho un altro motivo per vincere!
Anche se non mi dispiacerebbe…
NO! Amy, concentrazione!
 
Il riscaldamento termina dopo un’ora e le squadre ritornano negli spogliatoi per gli ultimi consigli.
Louis cammina su e giù per lo spogliatoio, mostrando a tutte quanto è nervoso.
Credo che sia la prima volta che lo vediamo così in ansia per una partita!
“Signorine, non so che altro dirvi se non divertitevi!” esclama, aprendo la porta dello spogliatoio.
Gli avevo già detto del mio discorso e lui non ha fatto altro che sorridere ed annuire, dandomi pienamente ragione.
Ci mettiamo in fila, una dietro l’altra, io davanti a tutte, essendo capitano e il portiere dietro di me.
Megan, così si chiama, mette una mano sulla mia spalla e mi sorride.
Faccio lo stesso, accarezzando la sua mano coperta dai pesanti guanti.
Mentre la squadra maschile esce dal proprio spogliatoio, Louis mi affianca.
“Mi fido di te, capitano. Fagli vedere chi sei!” mi sussurra, per poi tirarmi un buffetto sul naso.
Gli sorrido. Gli sono grata di tutto.
È soprattutto grazie a lui se siamo qui.
Harry mi raggiunge e mi sorride, io lo fulmino con gli occhi, in particolare per quello che mi ha detto prima.
Ma non ci devo pensare.
Non voglio rovinare tutto per colpa dei miei stupidi ormoni.
Quindi, distolgo lo sguardo e prendo un respiro profondo, prima di camminare in avanti, seguendo l’arbitro davanti a me.
La tribuna esplode di nuovo, facendomi sorridere lievemente.
Una volta arrivati al centro del campo, ci mettiamo tutti in riga e salutiamo la tribuna, dopo il fischio dell’arbitro.
La squadra avversaria, essendo ospite, sfila davanti a noi, stingendoci le mani.
Cerco di non notare il sorriso del riccio che fa quando mi stringe la mano e continuo a salutarli, riconoscendo anche Trevor, l’ospite di Jen, sorridente anche lui.
Mi viene da pensare se per loro tutto questo è un gioco.
Ci credono davvero così deboli?
Li farò ricredere!
Ci posizioniamo sul campo, mentre il resto della squadra raggiunge la panchina.
Io e Jen ci mettiamo al centro del campo, una davanti all’altra, con la palla in mezzo a noi.
Ci scambiamo uno sguardo veloce, sorridendoci a vicenda.
Ce la faremo.
Lo so!
I miei occhi, però, vengono poi catturati da un'altra persona, vicino alle scale della tribuna, sorridente come non mai, le mani nelle tasche dei jeans scoloriti e quel ciuffo biondo che riconoscerei tra mille.
Sorrido a mia volta, mentre un singhiozzo mi raggiunge.
È venuto fino a qui per me!
Il fischio dell’arbitro risuona nell’aria, dando il via a questa finale.
Mi riprendo subito e passo la palla a Jen, la quale inizia ad avanzare, scartando l’avversario e passare la palla sulla destra.
Non devo assolutamente sconcentrarmi.
Niall è qui e proprio per questo devo vincere!
 
La partita procede, senza falli gravi o imbrogli.
Siamo ancora 0-0 e devo dire che i ragazzi non se la cavano male.
Varie volte incrocio lo sguardo smeraldino del riccio, ma non mi soffermo ad ammirarlo.
So che se lo farei, la partita sarebbe persa.
La tribuna non ha mai smesso di fare il tifo per noi e gliene sono grata.
Giurerei di aver sentito la voce di Niall urlare il mio nome tra le altre.
Scuoto la testa.
Concentrati!
La palla è andata in rimessa laterale a nostro favore e Jen deve rimetterla in campo.
Le faccio un segno con la mano, cercando di non farmi notare dagli avversari.
 E funziona.
Jen mi tira la palla e, essendo scoperta, parto di corsa in prossimità della porta avversaria.
So bene che si aspettano che sia io a tirare e lo capisco dai numerosi difensori che iniziano a circondarmi.
Austin deve aver capito che sono io quella che va tenuta d’occhio e gli riconosco che ha ragione!
Ma sono sempre più furba degli altri.
Proprio mentre i difensori si chiudono su di me, passo la palla a Jen sulla mia destra, la quale, smarcata, va a segno.
Esulto come non mai, urlando e portando le mani in aria, per poi correre verso la mia amica.
“Assist perfetto!” mi urla, facendomi ridere, mentre il resto della squadra si unisce a noi.
La tribuna è completamente impazzita e vedo Louis agitare il pugno in aria.
Ma non è ancora finita, sebbene l’arbitro segni la fine del primo tempo.
Ci raccogliamo intorno alla panchina per bere, aspettando che Louis ci dica qualcosa.
“Andate avanti così ragazze e ce la portiamo a casa! Ottimo assist e ottimo gol! È così che si deve fare.” esclama, indicando me e Jen.
La coppia d’oro non fallisce mai!
“Si aspettano tutti un tuo gol, Amy, ma non devi assolutamente essere prevedibile.” continua.
Annuisco.
Lo so. Anche se non vado a segno per una volta non mi importa. Mi importa solo di vincere e farò di tutto per farlo!
 

***
 

I successivi 45 minuti trascorrono veloci.
Harry ha segnato, riportandoci così al punto di partenza.
La partita finisce, ma essendo un pareggio ed avendo pari punti in classifica, si ha bisogno di un punteggio diverso.
Così, iniziano i minuti dei supplementari, durante i quali entrambe le squadre hanno fatto di tutto, pur di segnare.
Ho quasi fatto gol, ma un bastardo mi ha tirato la maglia all’ultimo, facendomi sbagliare la potenza sulla palla.
Anche questi trenta minuti finiscono, lasciandoci di nuovo in parità.
Quindi, non ci restano altro che i rigori.
Una parola.
Ho tirato un solo rigore in questo campionato e l’ho sbagliato.
Non so se ce la farò questa volta.
Inizio a pensare che sia davvero la fine.
Le squadre si dividono sul campo e i portieri raggiungono la porta.
Questa volta, sono io a cercare lo sguardo di Harry, che trovo subito.
Ho bisogno di lui, che mi dica che andrà tutto bene, come la notte scorsa.
Ed è proprio quello che fa.
Mi sorride, mostrandomi le fossette che mi piacciono tanto e solleva un pollice.
Gli sorrido anche io, ma l’ansia non smette di mangiarmi lo stomaco.
I rigori vanno avanti uno alla volta ed ognuno va a segno.
Dopo Harry, è il turno di Jen, che sistema perfettamente e in modo quasi maniacale la palla sul dischetto. Prende la rincorsa e calcia, dopo il fischio dell’arbitro.
La palla sfreccia velocissima e va dalla parte opposta a quella del portiere, finendo dritta in rete.
Jen torna verso di noi correndo, felice per aver segnato uno dei rigori più belli della sua vita.
La mia ansia aumenta a dismisura.
La prossima della mia squadra sono io.
Trevor raggiunge il dischetto bianco, dove la palla già lo aspettava.
Il ragazzo calcia, mandando la palla velocemente in prossimità della porta.
Ma le mani di Megan la sfiorano, facendole cambiare la direzione e passare sopra la porta.
Tutte noi ci alziamo in piedi, urlando per la mitica azione di Megan, la quale salta insieme alla tribuna.
Ci siamo.
Il momento è arrivato.
Quello che aspettavo dall’inizio della stagione.
Non guardo in faccia nessuno e vado tranquilla verso la palla.
È tutto nelle mie mani.
Se sbaglierò, saremo di nuovo pari.
Se segnerò, avremo vinto.
Chiudo gli occhi.
Sento le voci della mia squadra urlare il mio nome, unite a quelle della tribuna.
Sento quella di Louis, di Jen, di mamma e papà, di Liam, di Zayn e anche quella di Niall.
Ma poi, sento la sua e l’immagine del suo viso si para davanti a me.
Apro gli occhi.
L’arbitro fischia e io, semplicemente, calcio la palla.


















ALOHAAAAAA

Ebbene sì, non sono mortaaaaa!
Hahahaha :D
No ok, seriamente, vi chiedo davvero scusa per questa mia infinita assenza.
Sono stata molto impegnata con la scuola e non ho più potuto continuare.
Poi, ciliegina sulla torta, non sapevo come andare avanti. Tutto quello che scrivevo mi sembrava orrendo e il tempo intanto è passato.
Ma eccomi qui, in questo giorno di pioggia noioso lol.
Spero che vi sia piaciuto il capitolo!
Eheheh chissà chi vinceràààààà :D
Adoro i finali aperti muahahaha
Vi prometto che aggiornerò quanto prima possibile!
Grazie se non avete abbandonato la storia, significa davvero tanto per me! <3
Lasciatemi un commentinoooooooo :3
A presto! E scusatemi di nuovo!! <3 <3


Lu [:

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Capitolo 17
*** Capitolo 17. ***





 



Capitolo 17.







Stringo maggiormente le braccia intorno alle mie ginocchia, appoggiandoci la testa.
Le lacrime corrono sulle mie guance da vari minuti, praticamente da quando sono entrata nella doccia.
Ho aspettato con pazienza che tutte le altre ragazze della squadra uscissero, per avere un minuto per me. Anche se questo minuto si è prolungato per bene.
Sono già vestita, con la maglietta che avremmo dovuto indossare per l’occasione, seduta a terra tra le due panchine di legno.
Ancora non riesco a crederci.
Alzo lo sguardo verso la panchina, vedendo la coppa dorata brillare accanto a me.
Ebbene sì, abbiamo vinto!
 
L’arbitro fischia e io, semplicemente, calcio la palla.
Seguo il suo tragitto attentamente, così come fa il resto della tribuna.
Il silenzio è tombale.
Il portiere avversario si butta a terra, cercando di prendere la palla, ma la sua traiettoria è completamente diversa.
Va verso l’alto, sembra quasi che superi la porta.
Cazzo, Amy! Che mira di merda!
Sto per mettermi le mani nei capelli, quando un colpo secco riempie l’aria, facendo sorprendere tutti.
La palla colpisce la traversa della porta e piomba veloce nella rete.
Ho fatto gol.
 
 
 
Sorrido ripensando a quei pochi minuti precedenti.
I rigori non sono mai stati il mio forte e infatti è stata un’immensa botta di culo quella che ha mandato la palla in porta.
Non appena la rete si è gonfiata, la tribuna intera, così come la mia squadra, è scoppiata in un urlo pazzesco.
Le mie compagne di squadra mi hanno abbracciata, baciata, sollevata in aria.
Ma io non riuscivo ancora a realizzare, e nemmeno adesso.
Riuscivo solo a pensare che il mio tiro non ha solo segnato la fine della partita, ma la fine di noi.
Dovrei essere l’essere vivente più felice della terra in questo momento, ma per quanto mi sforzi, non ci riesco.
Perché sì, abbiamo vinto il campionato nella finale contro la squadra più forte, ma lui se ne andrà.
Per sempre.
Mi sono ripetuta all’infinito di non pensarci troppo, per non deprimermi e godermi il momento, ma si sa, le cose prima o poi succedono.
Sapevo che questo giorno sarebbe arrivato, ma speravo davvero in un miracolo o un incantesimo che fermasse il tempo.
Già, se fosse davvero possibile!
La porta dello spogliatoio si spalanca improvvisamente, facendomi sobbalzare.
“Amy?” la voce di Jen risuona nella stanza.
Non appena mi vede, a terra, tra le lacrime, mi sorride dolcemente e mi raggiunge.
“Tesoro!” esclama, abbracciandomi stretta.
Io ricambio, lasciando scappare ancora due lacrime.
“Sono una stupida!”
“Amy, non sei affatto una stupida! È giusto che tu sia triste, so quanto ci tieni a lui e viceversa. Anche i duri come te piangono, sai?” mi chiede ironica, facendomi sorridere.
“Ma, sai come si dice, se ami qualcuno, lascialo libero. E fidati di me, non finirà di certo qui. Sono sicura che il destino abbia qualcosa in serbo per voi.”
Le sue mani passano sulle mie guance, asciugandomele del tutto.
“E ora, capitano, sebbene tu abbia il morale sotto i piedi, ti ricordo che abbiamo vinto il campionato e siamo le numero uno! Quindi, ritrova la tua dignità ed esci da questo tugurio. Tutti aspettano te.” esclama, tirandomi per le braccia per farmi alzare.
La abbraccio un’ultima volta.
“Grazie Jen. Ti voglio bene.” le sussurro.
“Anche io, Amy.”
Mi metto la borsa sulle spalle e afferro la coppa sulla panchina.
Non appena Jen apre la porta, un boato mi accoglie, facendomi ridere.
Tutti i nostri tifosi che erano sulla tribuna e la mia squadra sono qui, davanti allo spogliatoio, in attesa che quella pappamolle del capitano si degni di farsi vedere.
Così, sollevo in aria la coppa, facendoli urlare ancora di più.
Scendo i gradini e mi dirigo verso Louis, non appena lo individuo tra la folla.
Gli porgo la coppa sorridente, che lui prontamente prende e mette a terra, lasciandomi confusa.
Le sue braccia mi stringono a sé, facendomi ridere ancora di più.
“Dobbiamo fingere di essere sempre in finale per farti fare i rigori giusti?” esclama.
Si stacca da me, con un sorriso a 32 denti e gli occhi che brillano.
“Sei stata fantastica in campo!”
“Tutto merito tuo, coach!” esclamo.
“Amy!”
Mi volto, riconoscendo i volti di mio fratello e di Zayn.
“Liam!” esclamo, buttandomi tra le sue braccia.
“Sorellina, sei una forza della natura!” esclama, baciandomi la testa e facendomi ridere.
“E tu ti sei vestito da ultras!”
“Certo, è per questo che avete vinto! Credo che dovreste ringraziarmi!” dice, atteggiandosi da diva.
Lo lascio perdere, buttandomi addosso a Zayn, il quale mi prende e mi fa girare in aria.
“Ho la piattola più in gamba come migliore amica!”
“Ehi!” esclamo, ritornando con i piedi per terra.
“Sono così fiero di te!” mi dice, prendendomi le mani.
“Aw Zaynie, sei così tenero!” lo prendo in giro,  sapendo quanto gli dia fastidio.
Saluto anche i miei genitori, i quali impazziscono di gioia.
Mio padre si sente il papà più importante del mondo e mia madre se non scoppia a piangere adesso, poco ci manca.
Mentre saluto i genitori di alcune mie compagne di squadra, una chioma bionda attira il mio sguardo, facendomi sorridere.
“Scusatemi”
Quasi corro per raggiungerlo, schivando tutte le persone che ci sono sulla mia strada.
“Niall!” esclamo, non appena è a un metro da me.
Niall si volta nella mia direzione, sorridendo come non mai.
Ci abbracciamo forte, non appena lo raggiungo.
Rimaniamo stretti l’uno all’altra per alcuni minuti, beandomi del suo profumo e delle sue braccia strette intorno a me.
Diamine, mi è mancato da morire!
“Non ti smentisci mai eh, Amy bella?” esclama, non appena ci stacchiamo.
Amy bella.
Solo lui mi chiama così e mi è mancato tremendamente sentirmelo dire.
Rido divertita, guardando i suoi occhioni blu, in cui ero solita perdermici.
Ma, sebbene siano meravigliosi, non sono verdi.
Solo quegli occhi mi fanno venire i brividi.
“Mi sei mancata tanto, Amy. Mi dispiace essere andato via in quel modo.” confessa, distogliendo lo sguardo dal mio.
“Oh Niall! Non devi scusarti, è stato un imprevisto e per quanto possano essere brutti, bisogna seguirli. Mi fa davvero piacere che tu sia qui, anche se è una cosa un po’ da pazzi!” esclamo, facendolo ridere.
“Lo so. Ma ti avevo promesso di assistere alla tua partita e io le promesse le mantengo.”
Mi si riempie il cuore.
Lo riabbraccio di nuovo, provocando una delle sue bellissime risate.
“Ora, per quanto mi piaccia stare abbracciato a te, credo che ci sia qualcuno che debba dirti qualcosa.” mi sussurra nell’orecchio.
Mi volto immediatamente e vedo Harry guardarmi.
Uh gelosino?
Saluto un’ultima volta Niall, che mi promette di vederci più tardi.
Raggiungo a falcate Harry, il quale mi sorride felice.
“Campionessa.” esclama, abbozzando un inchino non appena gli sono davanti.
Scoppio a ridere.
“Devi spiegarmi come diavolo si fa a tirare in quel modo, sembra efficace.” mi dice, ridendo insieme a me.
“Vuoi sapere il segreto?” chiedo, facendolo annuire.
“Era altamente a caso!” dico, ridendo ancora una volta.
Sento le lacrime salirmi agli occhi, consapevole che queste sono le ultime nostre risate.
Torniamo seri quasi subito e io mi riperdo per l’ennesima nei suoi occhi smeraldo.
“Amy…” mi dice, prendendomi la mano.
Il mio cuore inizia a battere all’impazzata.
È quello che penso?
“I-io..”
“Oh eccoli qui!”
Corrugo confusa le sopracciglia, non aspettandomi una cosa simile.
Ma quando vedo Austin e Louis accanto a noi, capisco che non è stato Harry a parlare.
Mi infurio ancora di più quando Harry lascia la mia mano.
Lancio un sguardo di fuoco al biondo ossigenato, anche se lui non lo nota.
Bastardo di uno!
E ora chi lo sa cosa Harry stava per dirmi?
Lo ammazzo, giuro.
“Volevo complimentarmi con le vincitrici!” esclama, porgendomi la mano.
La afferro, tirando un sorriso.
Ma vengo improvvisamente colpita da un flashback.
 
“Ciao! Sono Harry Styles!” mi dice, tendendomi la mano.
Guardo prima la sua enorme mano, per poi rispostare lo sguardo sul suo.
Sorride. Semplicemente sorride.
Gli prendo la mano.
“Amy Payne!”.
Lui si porta la mia mano alla bocca, per poi lasciarvi un piccolo bacio.
“È un piacere, Amy!”.
Ritraggo subito la mano, pulendomi sui jeans il dorso.
Lui ride.
“Finalmente ho l’onore di conoscere il leggendario capitano!” la voce dell’allenatore risuona per la prima volta.
Mi volto verso di lui. Avrà la stessa età di Louis, forse qualche anno di più, ma i capelli biondi platino e gli occhi grigi lo fanno sembrare un bambino.
Sorrido, per la prima volta da quando è iniziata quella conversazione.
L’allenatore mi tende la mano. La stringo subito.
“Amy, giusto?” mi chiede sorridente.
“Sì! Amy Payne.”.
“Io sono Austin Murray.”
Annuisco, fingendo un sorriso.
 
Il nostro primo incontro.
Velocemente ritraggo la mano, borbottando un grazie e asciugandomi gli occhi, sperando che nessuno se ne sia accorto.
Ma Harry non è nessuno. Ormai mi conosce come le sue tasche.
Sento il suo sguardo su di me, ma lo ignoro, o almeno ci provo.
“Bene, volevo chiedervi se potete avvisare le vostre squadre che il punto di ritrovo è tra un’ora al campo. Il pullman sarà lì ad aspettarci.” spiega Austin.
Ahi, mi si è rotto qualcosa dentro.
Il pullman. Harry se ne va.
Annuisco veloce, sperando che la conversazione sia finita lì.
Non ce la faccio più. Troppi ricordi.
“A dopo allora!”
Non appena dice ciò, mi volto e corro dalla mia squadra, informandole di tutto, per poi caricare la borsa sulla macchina e salirci.
Voglio tornare a casa.
Harry mi raggiunge dopo poco, seguito dai miei genitori.
Si siede accanto a me e di nuovo mi guarda interrogativamente.
Volto la testa verso il finestrino, ignorandolo, mentre un’altra lacrima scende sulla mia guancia.
No, non ce la faccio.
 
***
 
“Hai preso su tutto, Harry?” sento chiedere mia madre, dietro la mia porta chiusa.
Mi sono rintanata nella mia stanza, con Ginger tra le mie braccia e lasciando che tutte le lacrime uscissero.
Non avrei resistito nel vedere Harry fare la valigia, sarebbe stato ancora più pesante da sopportare.
Lui non è nemmeno venuto a vedermi.
Sa che ho bisogno di spazio e tempo in momenti come questi e gliene sono grata.
Ma l’unica cosa che mi farebbe bene in questo momento è un suo abbraccio.
Non di Niall, non di Liam, non di Zayn o Jen o Louis. Ma di Harry.
I suoi abbracci sono unici. Mi fanno stare bene.
I rumori da fuori mi fanno alzare la testa.
La valigia sta venendo portata di sotto.
No.
Un lieve bussare si sente alla mia porta.
“Amy, tesoro, tra alcuni minuti partiamo.” mi dice mia madre.
“D’accordo.” rispondo solo.
La porta viene poi aperta, facendomi sbuffare.
Possibile che mia madre non senta mai?
“Ho detto…”  inizio a dire, voltandomi, ma mi interrompo subito.
Harry.
“Oh.. credevo che fossi…”
“Lo so.”
Rimaniamo alcuni istanti in silenzio, immobili.
Ma io ho bisogno di lui.
“Harry, p-puoi abbracciarmi?” chiedo, un po’ imbarazzata.
Lui mi sorride dolcemente e, in men che non si dica, le sue braccia sono intorno a me.
È qui che vorrei stare, per sempre, tra le sue braccia, circondata dal suo profumo dolce.
Ci coccoliamo per un bel po’, senza dire nulla, godendoci questi ultimi istanti insieme.
Intreccio le nostre mani, notando quanto piccole sembrino le mie in confronto alle sue.
Poi, una cosa mi balza in testa.
“Cosa stavi per dirmi prima, al campo?” chiedo piano, avendo quasi paura di rompere l’atmosfera creatasi.
Harry sospira e si stacca da me, prendendo di nuovo le mie mani tra le sue.
Alzo lo sguardo e trovo i suoi occhioni, più belli che mai.
“Volevo solo dirti come stanno le cose. All’inizio ti odiavo davvero, quasi quanto tu odiavi me. Ti vedevo come una nemica, una forza negativa, qualcuno da cui tenersi alla larga. Ma ti sei rilevata esattamente il contrario, anzi, mi hai fatto davvero impazzire! Devo ringraziarti sentitamente per tutto quello che abbiamo fatto insieme. Anche se, devo ammetterlo, alcune volte ti avrei strozzata volentieri!”
Spalanco la bocca, ma lui non mi fa parlare.
“Sei così buffa, goffa, impacciata e senza grazia che mi chiedo come faccia ad essere tu il capitano della squadra!”
Questa volta, però, lo schiaffeggio sul braccio, facendolo ridere.
“Ma sei anche tenera, dolce e così fragile che ti terrei tra le mie braccia per tutta la mia vita. Ti sei anche rivelata una vera e propria leggenda del calcio, cosa che non credevo fosse possibile! Ho imparato molto da te, sia a livello calcistico che a livello della vita. Non posso fare altro che dirti grazie, Amy, grazie per essere entrata nella mia vita e averla stravolta completamente.”
Le lacrime scendono copiose dai miei occhi, ma sulle mie labbra c’è uno dei sorrisi più sinceri che io abbia mai avuto.
“Faceva davvero così schifo come discorso?” chiede Harry, facendomi ridere, mentre mi asciuga le guance con le mani.
“No, era perfetto.” dico, prendendogli le mani.
“Anche io vorrei dirti alcune cose. Ma forse sono davvero troppe…” dico, facendolo sorridere.
“Quindi, ho pensato di dirtele in un altro modo.”
Harry aggrotta le sopracciglia.
“Come?”
Prendo un enorme respiro e, con tutto il mio coraggio, mi avvicino a lui e faccio quello che ho sognato per tutto il tempo.
Lo bacio.
Appoggio le mie labbra sulle sue, così morbide e così dolci da essere illegali.
Le farfalle mi stanno divorando lo stomaco, il cuore mi potrebbe scoppiare da un momento all’altro.
Peggio succede quando anche lui risponde al mio bacio, muovendo le labbra insieme alle mie.
Appoggio le mie mani sulle sue guance, leggermente ispide per la lieve barba, mentre le sue mi circondano i fianchi.
Le emozioni mi stanno travolgendo, come se un camion mi avesse investito e continuasse a farlo più e più volte.
Ho aspettato questo momento da tanto, troppo tempo e non mi sembra quasi vero che stia accadendo sul serio.
Lo amo. Con tutta me stessa.
E sono stata davvero una imbecille per averlo capito così tardi.
Mi stacco riluttante da lui, gli occhi nuovamente bagnati da lacrime, ma il sorriso sulle labbra.
Anche Harry mi sorride e mette in mostra le sue fossette irresistibili, così tanto che le tocco entrambe con i miei indici, facendolo ridacchiare.
“Basta piangere, Amy. Questo non è un addio, okay? Te lo prometto, ci rivedremo molto molto presto.” mi sussurra, riavvolgendomi tra le sue braccia.
“Non andare via.” dico io, piano, prendendo la sua mano.
Lo sento sorridere.
“Ma io non vado via. Torno a casa solo per un periodo di tempo, facendo vedere che siamo stati stracciati da delle ragazze e prendendo calci nel culo da tutti.”
Scoppio a ridere, lui con me.
“Poi, tornerò qui, da te e passeremo altre bellissime settimane come queste che sono appena trascorse, anzi, anche più belle!” continua, facendomi sciogliere.
Il suo mignolo si lega al mio e io sorrido per la troppa dolcezza.
“Ecco, ora è ufficialmente una promessa!”
Lo abbraccio di nuovo, probabilmente per l’ultima volta.
Le nostre labbra si ritrovano ancora e ancora, sigillando nei nostri cuori questo momento.
“Ragazzi! È ora di andare!” esclama la voce di mia madre.
Ci stacchiamo e lentamente ci alziamo dal mio letto.
Mentre mi sistemo i vestiti e i capelli, vedo Harry giocherellare con Ginger, il quale gli fa le fusa per l’ultima volta.
Quel gatto ha capito tutto fin dall’inizio. E io che l’ho considerato un traditore!
Scendiamo le scale di casa mia e raggiungiamo i miei genitori nel vialetto fuori.
La valigia di Harry è già stata caricata sulla macchina.
Mancavamo solo noi.
Prima che potessimo muovere un passo, però, mia madre torna all’attacco.
“Oh ragazzi, fermi lì! Dobbiamo fare una foto!” esclama e corre in casa disperata, alla ricerca della macchina fotografica perduta.
Harry mi guarda confuso, mentre io e mio padre ridiamo divertiti.
“Ti ricordi l’album di foto che ti hanno fatto vedere quella sera?” gli chiedo, e lui annuisce.
“Beh, devi sapere che è ancora in corso. Credo non finirà mai. È una sorta di fissazione, capiscila.”
Harry ridacchia.
“Eccomi!” grida di nuovo mia madre, facendomi sobbalzare.
Certo che è proprio strana quella donna!
Beh, da qualcuno avrò dovuto anche prendere!
“Bene, sorridete ragazzi!”
Abbraccio il torso di Harry e sorrido felice.
Credo che sia l’unica foto in vita mia che faccia volentieri.
Harry mi abbraccia anche lui, appoggiando il mento sulla mia testa, cosa che mi fa ridere.
“Ecco fatto!” esclama eccitata mia madre.
Roteo gli occhi, facendo ridere il riccio.
“Ora andiamo, non voglio essere sempre quella in ritardo!” esclamo io, correndo verso la macchina e trascinando Harry e mia madre con me.
Il viaggio in macchina dura troppo poco.
I miei genitori scendono non appena arriviamo al campo, per prendere la valigia di Harry e chissà, forse per lasciarci anche da soli per l’ultima volta.
Mi volto verso di Harry e lo vedo guardarmi sorridente.
“Ci siamo!” dico, slacciandomi la cintura per poter scendere dalla macchina.
Ma Harry mi ferma, prendendomi un braccio, continuando a sorridere.
Okay, è un po’ inquietante.
Poi, alza la mano a pugno e alza alcune dita, una dopo l’altra, facendo dei strani gesti.
Rimango abbastanza confusa e perplessa.
Da quando conosce la lingua dei segni?
“Che vorrebbe dire?” chiedo, piegando la testa da un lato.
Ma lui non mi risponde.
Anzi, scende dalla macchina velocemente, lasciandomi come una stupida.
Sarai bello e dolce quanto vuoi, ma rimani pur sempre stronzo!
Scendo anche io dalla macchina e lo rincorro, attirando l’attenzione di tutte le persone, soprattutto di quella delle squadre.
“Bastardo! Vieni qui e rispondimi!” grido ridendo e correndo.
Tutti scoppiano a ridere, sapendo che non c’è speranza per noi.
Forse hanno anche ragione.
Harry si ferma all’improvviso, facendomi sbattere contro la sua schiena.
Gli altri ragazzi stanno salendo sul pullman.
Il momento è arrivato.
Harry si volta e mi sorride.
Prende il mio viso tra le sue mani e mi guarda dritto negli occhi.
Sento le guance andare a fuoco e il cuore battere all’impazzata.
“Vuol dire ‘ti amo’, Amy. Ti amo.”
E mi bacia, di nuovo.
Sento il mio cuore sciogliersi e le gambe mi tremano per l’emozione.
Alcune urla ci raggiungono e sorrido divertita nel bacio.
“Anche io, Harry. Ti amo anche io.” gli sussurro.
Ci scambiamo gli ultimi sorrisi e gli ultimi sguardi innamorati, prima che Harry si incammini verso il pullman.
“A presto, Amanda!” esclama.
Bastardo.
“A presto, coglione!”
Harry ride divertito e scompare dietro la porta della vettura.
Raggiungo le altre mie compagne di squadra.
Jen mi sorride a 32 denti, con le guance arrossate e il braccio di Liam intorno alle spalle.
Scoppio a ridere e le faccio il segno del pollice alzato.
Tutto è bene quel che finisce bene. Per lei lo è di sicuro e forse anche per me.
Mi accosto a Zayn e Niall, i quali mi sorridono come non mai.
Rivolgo subito lo sguardo al pullman.
Una testa riccia sbuca tra le altre, facendo capolino dal finestrino.
Sorrido, vedendolo lì, che agita la mano come se fosse un bimbo di cinque anni.
Forse sotto sotto lo è, lui è il mio bimbo.
Mi ha detto che mi ama e non poteva scegliere miglior modo in cui farlo.
Gli ho finalmente rivelato i miei sentimenti e per la prima volta nella mia vita sono in pace con me stessa.
Agito anche io la mano, mandandogli baci volanti.
Le lacrime non ci sono questa volta, perché so che non è un addio, ma un arrivederci.
Abbiamo sigillato la promessa con i mignoli, quindi non si può non rispettarla.
Lo amo. Lui mi ama. E va bene così.
Ci rivedremo presto.
Il pullman parte lentamente e tutti agitano le mani.
Guardo i suoi occhi per l’ultima volta.
E sorrido.
Perché mai avrei pensato di innamorarmi del mio nemico numero uno.
































ALOHA BABIES

Ciao meraviglieee!
Come state?
Io ho già le scatole piene della scuola, non so voi heheh
Spero mi perdoniate per il ritardo!
E spero anche che vi sia piaciuto il capitolo.
Perché, ebbene sì signori e signore, SI SONO BACIATIIIIIIIIII!!
ALLELUJAAAAAAAAAAAAAAAAA!
Era anche ora hahah :D
Vi ringrazio di nuovo per seguire la mia storia, mi fate felicissima! <3
Il prossimo capitolo, purtroppo, sarà l'ultimo :'(
Mi dispiace davvero molto che sia finita questa storia, ormai fa parte di me.
Mi fa davvero piacere che vi sia piaciuta e grazie per essere state al mio fianco.
qundi, questo non è un addio (cit. Amy & Harry) :)
Al prossimo capitolo babiessss <3
Love you all :3

Lou :*


P.S.: se avete notato (o anche se non avete notato è lo stesso lol) ho cambiato nome qui su efp, quindi mi troverete come lou_louu.
Detto ciò, mi volatilizzo :)

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Capitolo 18
*** Capitolo 18. ***




 
 
Epilogo



 
Capitolo 18.




“Dai, Amy! Sei sempre l’ultima!” esclama Liam, fuori dalla porta della mia stanza.
Sbuffo indispettita.
“Liam! Calma gli ormoni, sono pronta!” rispondo io, spalancando la porta e facendogli una linguaccia.
Il giorno tanto atteso è arrivato.
Quest’oggi assisterò alla prima partita di campionato del Manchester City!
Sono in fibrillazione!
Non vado in uno stadio da anni ormai, sarà un’emozione fortissima!
Esco di casa insieme a Liam e raggiungiamo i nostri genitori in macchina, dopo aver depositato il mio pesante zaino nel baule.
Il viaggio è piuttosto lungo, ma ne vale la pena, fidatevi di me!
“Possiamo partire?” chiede mio padre, voltandosi verso di me.
Annuisco più volte, facendogli intendere che dovesse partire immediatamente.
Ho praticamente passato l’intera estate a pensare a questo giorno e ora, ritrovarmi a viverlo mi fa venire la pelle d’oca!
Non solo perché vedrò la mia squadra di calcio preferita, ma anche perché, e soprattutto, rivedrò lui.
Durante questi mesi ci siamo visti parecchie volte: Harry ormai è uno di casa, va e viene quando vuole, da quando ha finalmente preso la patente.
Sono andata a trovarlo anche io una volta. All’inizio ero piuttosto nervosa all’idea di conoscere la sua famiglia, ma si sono rivelati delle persone d’oro.
Anne, sua madre, ha passato l’intero pomeriggio a raccontarmi dei fatti più imbarazzanti dell’infanzia di Harry, il quale si stava vergognando da morire seduto lì accanto a me sul divano, e giurerei di averlo visto coprirsi anche il viso un paio di volte.
L’ho presa come una sorta di vendetta questa cosa e mi consolo che non sia solo mia madre quella fissata con le foto!
Poi Gemma, sua sorella, è una persona fantastica! Ha un senso dell’umorismo pazzesco e ha rischiato di farmi crepare dal ridere varie volte.
Mi ha addirittura promesso che un giorno mi porterà a fare shopping con lei. Mi basta che abbia lo stesso gusto nel vestire di suo fratello.
E, infine, il padre di Harry. Lui era la persona che probabilmente temevo di più.
Alla fine, si è mostrato un vero e proprio tenerone.
Ho scoperto che non è il padre biologico dei fratelli, ma che ha avuto un ruolo piuttosto importante nella loro vita. Robin, così si chiama, è stato colui che ha trasmesso la passione per il calcio ad Harry. Mi ha rivelato alcuni consigli molto utili, solo dopo però avergli detto che tifavo la sua stessa squadra.
Sono felice che tutto stia andando nel verso giusto. Finalmente.
La macchina si ferma davanti ad una villetta gialla, decorata con numerosi fiori colorati e piante ad edera che conosco bene.
Jen esce in questo momento dalla porta e, dopo aver salutato sua madre, ci raggiunge.
Liam la abbraccia subito, facendola colorare di rosso in viso.
Ridacchio, voltandomi verso il finestrino per non farmi beccare.
Anche per mio fratello e Jen le cose vanno bene, anzi, alla grande!
La loro relazione è diventata ufficiale poco dopo la nostra vittoria del campionato e, per quanto Liam mi dia sui nervi, sono davvero molto felice per loro.
Jen ha finalmente coronato il sogno della sua vita e Liam ha aperto gli occhi e trovato il vero amore.
Sembra una telenovela. Infatti mi viene da vomitare.
Ma sorvoliamo su questo.
“Avete finito con le fusioni?” chiedo ridendo, ancora con lo sguardo fuori dal finestrino.
Il pugno di Jen si scontra con la mia spalla, facendomi urlare.
“Senti chi parla! Quando torneremo a casa sarai fortunata se avrai ancora una bocca!” esclama la mia amica, facendomi ridere ed arrossire allo stesso tempo.
La macchina dei Payne parte dopo alcuni minuti, alla volta dello stadio di Manchester.
Il viaggio durerà alcune ore, così, sia per passare il tempo, sia per evitare i nomignoli sdolcinati che i due pappagallini innamorati accanto a me si scambiano, mi metto le cuffiette nelle orecchie e chiudo gli occhi, pensando a quegli occhi verdi e a quei ricci che presto rivedrò davanti a me.
 
***
 
Una mano si posa sul mio braccio, scuotendomi leggermente.
Stringo gli occhi, scacciando quel tocco fastidioso.
“Ancora 5 minuti.”
La mano se ne va e io torno a riposare serena.
La musica va ancora a ripetizione nelle mie orecchie, ma il volume è talmente basso che riesco a sentire qualcuno muoversi accanto a me.
Ne ho la conferma quando due mani, questa volta, mi prendono per le spalle e mi sbattono contro il sedile.
Spalanco gli occhi e inizio ad urlare.
“Ma che razza di problemi hai?!” esclamo, stringendo gli occhi per mettere a fuoco l’immagine davanti a me.
Sbuffo, non appena la riconosco.
“Sei la solita dormigliona scansafatiche!” mi dice Jen, aprendo la mia sportella e facendomi perdere l’equilibrio.
La ammazzerei in momenti come questi!
Stavo dormendo così bene!
“Avanti Amy, il tuo bello ti aspetta!” continua, raggiungendo gli altri, radunati vicino al baule della macchina.
Mi strofino gli occhi, cercando di scacciare il sonno, e mi riaggiusto i capelli con le mani alla bella e meglio.
Il pensiero che Harry sia qui mi fa battere il cuore all’impazzata.
Salto giù dalla macchina troppo alta, per poi correre al baule e caricarmi in spalle lo zaino pesante.
Raggiungo gli altri, dopo aver chiuso il baule.
Lo cerco con lo sguardo, a destra e a sinistra, dietro la mia famiglia, ma niente.
Lui non è qui.
Fulmino Jen con gli occhi, la quale mi fa un occhiolino.
Mi ha detto questo solo per farmi muovere e scendere dall’auto.
Oh, arriverà la mia vendetta!
Controllo il mio cellulare, ma c’è nessun messaggio da leggere.
Un po’ mi rattristisco.
Aveva detto che sarebbe venuto, che ci saremmo rivisti di nuovo.
Magari è solo in ritardo. Non farti delle pippe mentali, Amy!
“Ci siamo tutti?” chiede papà, facendo annuire i presenti.
“Allora andiamo!” esclama di nuovo, più esaltato che mai.
Non l’ho mai visto così felice ed eccitato e la cosa lo rende buffissimo, specialmente quando apre le braccia e corre verso l’entrata del nostro settore.
La mia famiglia lo segue più tranquillamente, prendendolo ovviamente in giro e ridendo di lui.
Io rimango in fondo al gruppo, facendo un passo alla volta e controllando ogni tre per due se, da qualche parte, c’era quella chioma riccia.
Lo cerco in ogni persona che mi passa davanti, sia nei tifosi sfegatati con le facce colorate, sia in coloro che si stanno sbranando un panino di dimensioni enormi.
Non li invidio per niente.
Il mio sguardo viene poi attirato da un movimento alla mia destra, una figura che si allontana sempre di più, verso lo stadio, con indosso un giubbino di pelle e una semplice sciarpa del Manchester al collo. Le gambe lunghe sono avvolte in semplici jeans e i capelli castani e ricci sbucano spettinati da sotto il berretto nero.
Harry.
“Harry!” esclamo per davvero, iniziando a correre verso di lui.
Lo sapevo che sarebbe venuto! Non avrebbe mai potuto rompere la nostra promessa, non è da lui.
Inoltre, mi aveva dato il mignolo!
Lo raggiungo con pochi passi, gli occhi bagnati dalle lacrime, non so se di gioia o causate dal freddo, mentre la mia mano sfiora la sua.
“Harry!” lo chiamo di nuovo, facendolo finalmente voltare.
Gli occhi verdi che ricordavo, però, non ci sono. Al loro posto, un paio di occhi marroni, come il cioccolato, mi guardano straniti.
Le labbra rosse e morbide che tanto mi mancano, sono sottili e screpolate; sotto il naso, per niente piccino come il suo, un paio di baffi neri scendevano fino alla bocca.
Qualcosa dentro di me si rompe, e fa male, così tanto da pungermi il petto, non riuscendo a respirare.
Non ha l’ha mantenuta.
“Mi scusi! I-io… credevo fosse un’altra persona.” dico, imbarazzata al massimo.
L’uomo annuisce con la testa e scrolla le spalle, per poi continuare il suo cammino verso lo stadio, lasciandomi lì, da sola con i miei pensieri, in mezzo alla folla, che aumenta sempre di più con l’imbrunirsi del cielo.
“Amy!” sento chiamare e mi volto, vedendo Liam sbracciarsi.
Sorrido appena, cercando di accantonare quei brutti pensieri e mi dirigo verso di lui.
“Dove ti eri cacciata?!” esclama, con uno sguardo preoccupato sul viso.
“Stavo… cercando il bagno.” mento, spostando lo sguardo a terra.
“Potevi almeno dircelo! Mamma è andata fuori di testa!”
“Hai ragione. Scusa.”
Non voglio guardarlo negli occhi. So che mi capirebbe al volo e non voglio rovinare questa giornata a nessuno.
“Sicura di stare bene, sorellina?” mi chiede, mettendomi una mano sulla spalla e cercando il mio sguardo, abbassandosi leggermente.
Annuisco solamente.
“D’accordo. Ti va di entrare?”
Annuisco di nuovo, incamminandomi al suo fianco, senza sollevare la testa.
Una volta raggiunti gli altri, di nuovo, mia madre mi salta addosso, dicendomene di ogni e facendomi un discorso su come avrei potuto perdermi e non trovare più la strada del ritorno.
Riesco a liberarmene solo quando devo passare attraverso i tornelli di ferro, mostrando il mio biglietto alla guardia lì accanto.
Rimango a guardare il pezzo di carta tra le mie mani, ora strappato.
Mi ricordo di quando mio padre li aveva portati a casa e li aveva messi in bella mostra sul tavolo da cena. A quel tempo, Harry stava ancora da noi.
Non dimenticherò mai come i suoi occhi si sono illuminati alla vista di quel biglietto destinato a lui.
In questo momento, lui dovrebbe essere qui accanto a me, a contemplare la maestosità del bellissimo stadio, illuminato di tutto punto, con la sua metà di biglietto nella mano e un sorriso mozzafiato sulle labbra.
Me lo aveva promesso.
Il braccio di Jen si posa sulle mie spalle, facendomi alzare lo sguardo per la prima volta.
“Ti ricordi l’ultima volta che siamo venute qui?” mi chiede, tenendo gli occhi puntati verso l’alto.
“Sì. È stato tanto tempo fa.” dico, guardando verso lo stesso punto.
“E siamo ancora qua. Ci siamo sopportate parecchio, eh?” dice, strappandomi un sorriso.
“Hai riso! Ho vinto io! Liam, ho vinto!” esclama la ragazza, facendo un balletto piuttosto strano.
Liam sbuffa a pochi passi da noi, lamentandosi, come suo solito.
“Togliti quel muso lungo, capitano! Dobbiamo rinnovare la nostra foto, ricordi?” continua e mi mostra il piccolo timbro rosso e bianco, che da lì a poco sarebbe stato sulle nostre guance.
Jen ha ragione, come sempre.
Harry doveva essere qui. Ma ho aspettato questo giorno troppo a lungo per dovermelo rovinare in questo modo.
Certo, sarebbe dovuto andare in un altra maniera, ma la vita non è mai come si vuole. E io dovrei saperlo bene.
Così, prendo la mano della mia amica e, insieme, varchiamo quel portone, come dieci anni fa.
Le urla dei tifosi già seduti mi giunge alle orecchie, facendomi battere forte il cuore.
Il rosso e il bianco regnano ovunque nello stadio e il verde del campo curatissimo risplende sotto quei riflettori.
Sorrido come non mai.
Eccoci qui, finalmente.
Papà ci saluta da alcune file più su, già seduto e pronto a guardare la partita.
Lo raggiungiamo, io e Jen, ancora a braccetto, probabilmente per farci forza a vicenda e per renderci conto di essere davvero lì dentro, nel posto dei nostri sogni.
Ci sediamo sui seggiolini rossi, freddi a primo contatto, per poi sfamarci e consumare i panini che sono stati nel mio zaino per tutto questo tempo.
Mi guardo intorno, memorizzando ogni dettaglio, notando che, però, ne manca uno troppo importante, accanto a me.
“Amy guarda!” esclama Jen alla mia sinistra, facendomi tornare con i piedi sulla terra.
Ci sto troppo sulle nuvole, ora che ci penso!
I giocatori del Manchester entrano in campo per il riscaldamento, acclamati da tutti i tifosi presenti.
Applaudo le mani e sorrido più che mai, pensando a quanto deve essere bello essere lì, con intorno tutta questa gente, pronta a sostenerti e a non abbandonarti mai.
Chissà se un giorno anche io sarò lì, con Jen, con Louis e con la mia squadra; con Liam in curva vestito da ultras e con Zayn e Niall a dirigere i cori di incoraggiamento; con Harry, proprio dietro la panchina, pronto a sostenermi in ogni caso.
Improvvisamente, un paio di labbra fredde si posano sulla mia guancia, facendomi sussultare e prendere mezzo infarto.
Chi diavolo è che si diverte?
Magari è il signore di prima che si vuole vendicare.
In questo caso, basta urlare e accusarlo di pedofilia.
Amy, troppi film mentali.
Decido di voltarmi, ancora con gli occhi spalancati, che, se possibile, si aprono ancora di più: giubbotto di pelle, jeans stretti e orribili stivaletti ai piedi; capelli castani, ricci e spettinati; labbra rosee e morbide, senza nessun segno di screpolatura; occhi verdi smeraldo, quasi come il verde del campo e, soprattutto, niente baffi.
Il mio cuore perde un battito. Forse anche due.
Stupida vocina, avevo ragione io!
Le mie labbra si aprono nel sorriso più sincero che io abbia mai fatto.
“Harry!”
Il mio sogno è finalmente realtà.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
FINE





























THE LAST ALOHA

Ciao belliiiiiiii <3
Chiedo, come al solito, perdono per il ritardo. Ormai è un'abitudine.
Spero abbiate passato delle belle vacanze, anche se ormai sono dimenticate :(
Siamo giunti alla tanto aspettata fine e giuro, non è mai stato così difficile per me scrivere un capitolo come lo è stato questo.
Forse perchè non volevo abbandonare i miei piccioncini. Seriamente, come farò adesso senza le sclerate di Amy?? :'(
Voglio ringraziarvi di cuore per aver seguito la mia storia e per essermi stati accanto per così a lungo.
Non sapete quanto mi mancherete!
Grazie a chi ha messo la storia tra le preferite, seguite o ricordate.
Grazie a chi ha speso il suo tempo per lasciare un commento, che mi scaldano sempre il cuore <3
Grazie per non aver abbandonato questa shitty ff lol.
Ci rivedremo presto, amorini :3
Buona continuazione! <3


Lu :]


 

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