Il mistero dei Guerrieri della Luce

di ColdFire
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo.Una notte.... ***
Capitolo 2: *** Capitolo1.QUID ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2.Confusion.. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3.Sacred Cat-Warrior ***



Capitolo 1
*** Prologo.Una notte.... ***


Il mistero dei Guerrieri della Luce          

Prologo-Una notte...
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Corri…

Corri veloce..
Corri, corri pure…
…ma…
..sappilo…

..non mi sfuggirai…

**

Nel buio di quella strada si aggirava una figurina solitaria.
Le luci delle insegne, fioche e sparute, non riuscivano ad illuminare il vicolo che aveva appena imboccato.
Ma quella si muoveva agilmente nel buio, quasi come se potesse vedervi attraverso.

Giunse a una casa fatiscente, alla fine del vico.
Vi entrò, facendo cigolare i cardini della porta d’ingresso appena accostata.
Sentì le sue scarpe scricchiolare sul pavimento ricoperto di quelle macerie venute giù.
Si districò nelle stanze vuote e apparentemente tutte uguali, invase di materiale cementizio e polvere, mobili distrutti e frammenti di vetro ovunque.
Si fermò in una di quelle stanze.
Evitò le macerie e si avvicinò ad un letto, posto in un angolo.
Si chinò a terra, scostando i frammenti di vetro finiti pure lì sotto e cercò a tentoni con una mano un qualcosa, sotto il mobilio.

Una mattonella mobile.

Ne delineò i contorni con le dita sottili e poi la sollevò, ficcando la mano nel buco nascosto da quella.
E nel palmo subito le arrivò una scatola.
La prese, constatando di ricordarsi bene. Era piccola quanto la sua mano.
La portò davanti agli occhi e poi la ficcò nella tasca della giacca di velluto che portava.
Si guardò attorno, ancora china sulle ginocchia e sospirò.
Sentì nelle narici l’odore di vecchio che aleggiava lì.
Si alzò, piano e si avviò fuori, non prima di aver dato un’ultima occhiata a quella stanza e a quel letto…più precisamente alla sua testiera, dove, sotto uno strato spesso di polvere e granelli di muratura, c’erano sepolti degli intagli colorati.
Due fiori, a dirla tutta.
I colori erano confusi dal grigio del vecchio.
Ma due impronte di dita ne avevano portato via un po’, facendo fuoriuscire il colore originario.
Due fiori.
Due fiori gialli come il grano.
Due fiori come quelli che predominavano il prato ritratto dal quadro appeso proprio sul muro al quale era affiancato il letto…



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Avverto: questa non è una riscrittura qualsiasi. Questa è una sfida. Una sfida alle mie capacità.
"Il mistero dei Guerrieri della Luce" è stata la fic con cui è cominciato il mio capitolo di scrittrice di fic..e da quando la cominciai ne è passata di acqua sotto i ponti!!Ma poi la interruppi. Colpa di un virus, sì, che mi cancellò i capitoli che avevo già scritto. Poi la scuola, il blocco, le vacanze fuori..e poi di nuovo la scuola, il pc che non collaborava...in poche parole "Il mistero dei Guerrieri della Luce" è finita nel dimenticatoio.
Ma avevo già intenzione di riprenderla...solo che..quando mi misi davanti il documento del 12° capitolo, per riprendere le fila là dove le avevo lasciate, notai anche una cosa orribile e logica: la mia prima fic non mi piaceva più. Uno stile bisbetico e infantile, mi dissi. E dopotutto ero ancora molto immatura, quando la scrissi(lo sono ancora in realtà...) ma fatto stava che il mio stile era del tutto diverso e continuarla con uno stile del tutto nuovo e differente da quello di prima mi dava non poco fastidio. E così "Il m. dei Guerrieri della Luce" finì nuovamente da parte. Ma oramai ero decisa.
-Mi basta finisca la scuola- mi dissi-e poi ne riprendo la trama-

Ed eccomi, lettori, a voi chino il capo, rispetto la promessa che feci a me stessa. Cold è tornata nella sezione di Beyblade, più "vecchia", ma con più entusiasmo di prima. Volete scoprire come andrà a finire "Il m. dei Guerrieri della Luce"? Venite assieme a me a leggere ciò che la mia mente bacata quanto prima, ma ora più coerente, mi fa scrivere??^.-

Ho cancellato gli altri capitoli e quindi con sommo dispiacere anche le vecchie recensioni sono andate perdute..ma le ho salvate, le ho salvate e stampate. E poi ho modificato il primo capitolo, così che possano rimanere almeno le prime.
Anansy90, Ria, Keila91, Helens, Yokari90, LadyKokatorimon, DarkAngel (o ora dovrei direi traditrice del proprio sangue, eh, cugina..?...>.<), elion, Alewhatsername, Royal Japan 5, Rowling(anche se so che fu solo un disguido), solarial. Tutte in ordine di recension fatta, a partire dalla prima. GRAZIE. Una grande grazie a tutte voi per aver recensito la vecchia versione. Le vostre parole mi fecero contentissima quando per la prima volta le lessi. E ora mi auguro di vedere vostri commenti anche per questa nuova versione del "Il m. dei Guerrieri della Luce".
Anche a voi dedico questa riscrittura. E a un mio amico, al quale il mondo degli anime e dei manga è del tutto sconosciuto, ma che ho paura di perdere per un tumore.
Che tu possa superare il tuo male, ricominciare come sto ricominciado io questa fic, tutto daccapo, di nuovo col sorriso sulle labbra. E torniamo a suonare il flauto assieme.

E qui chiudo. La fic forse seguirà la vecchia trama, forse no, ma all'inizio forse ci saranno delle analogie con la fanfic di prima. Non annoiatevene. Cercherò di scrivere capitoli quanto più innovativi.
Ohibò. Il commento è divenuto quasi più lungo del prologo. Bhè sì, per me i prologhi sono rimasti sempre di poche parole. Anche perchè amo tenere sulle spine l'andamento.
Chiudo.
Al prossimo capitolo.
You'll comment, if you want
C
oldFire§

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Capitolo 2
*** Capitolo1.QUID ***


Il mistero dei Guerrieri della Luce

Capitolo 1-Q_U_I_D_
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Piccola leggenda:
- parlato pg normali -
" pensieri pg normali "
-
parlato spiriti -
"
pensieri spiriti "
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Luce….

E’ buio qui…

..il sole…

E’ sempre notte qui…

…aria…

E’ un cunicolo chiuso qui…

…soffoco…

E’ un posto angusto qui…

..aiuto…

E’ lontano dagli altri qui…

..aiuto…!

Nulla ti raggiunge qui…



-..aiuto!!!-

Spalancò gli occhi di scatto, accompagnando il movimento delle palpebre al busto che si piegò in avanti, le mani sul petto a calmare il battito accelerato.
E quella parolina che si ripeteva fissa nella sua mente.

“..aiutoaiutoaiutoaiuto..”

All’infinito.
Un eco persistente del suo incubo interrotto.

Il respiro non si calma, il prendere aria diventa faticoso..
..che il sogno si stia trasformando in realtà?

“Calmati”

La voce dello spirito le irruppe nel capo.
Silenzio.
Questo registrarono le sue orecchie.
Socchiuse gli occhi, cercando di calmarsi come appena consigliato dalla sua metà. Regolarizzò man mano il prendere e cacciar aria dai polmoni, per le vie respiratorie.

“Ecco, così, brava”

Una sola mano teneva ancora sul petto.
Riaprì piano gli occhi.
Li puntò sulla finestra chiusa dagli infissi vecchi, dai quali la luce della luna e delle stelle penetrava costantemente in piccoli spiragli e lamelle chiare nella stanza priva di contorni.
Quando il respiro le si fu calmato, si alzò dal letto, gettando di lato le coperte, a piedi.
Si passò una mano sulla fronte ancora imperlata di sudore, mentre i piedi scalzi poggiavano sul fresco pavimento, traendone sollievo e scariche di brividi piacevoli, dovuti alla differenza di temperatura tra il suo corpo bollente e il materiale ceramico a terra.
Si diresse agli infissi e li spalancò di colpo, senza però fare alcun rumore.

Guardò la luna.
Candida. Bellissima, anche se non era ancora piena e completa. Ma non mancava che uno spicchio, poco di più.

“..ancora un altro po’..”

Le sue labbra distese sembrarono indurirsi ancora di più al commento di quella voce nel suo capo, rimanendo terribilmente diritte e tirate.

Si voltò verso l’interno della stanza.
Di fronte il letto, ai suoi piedi ora si evidenziava una sedia con i suoi vestiti e un involucro lungo e sottile poggiato contro.
Una piccola cassettiera e una sola anta d’armadio sulla parete ora alla sua destra, che rientrava di molto dentro l’ambiente, rispetto alla posizione della porta d’ingresso, molto più esposta fuori.
L’altra parete spoglia e nuda, così come quella su cui si apriva la finestra.

A passi lenti e misurati giunse al mobilio con i vestiti sopra; si chinò sulla sedia piano e con accuratezza, quasi come se si stesse spezzando a compiere quel movimento.
Agguantò qualcosa da dentro una tasca della giacca lì appoggiata e la strinse nel pugno.
Fissò quelle sue dita ben strette ed ebbe quasi una morsa allo stomaco.

“..chi sono io per…che importanza ho…?...”

I suoi occhi limpidi e castani fissarono ancora quel suo piccolo pugno.
Poi sembrò sospirare e si diresse verso il piccolo bagno che era separato dal resto della stanza da quella parete dove appoggiavano la cassettiera e lo scarno armadio.
Dopo qualche minuto lo scorrere dell’acqua corrente di una fontana aperta invase il silenzio di quella piccola stanza.

**

La luce splendente del sole accompagnava i passi di un ragazzino dai capelli neri e gli occhi dorati.
I passi misurati e disinvolti, silenziosi, del moretto erano incanalati su uno stretto sentiero fra la vegetazione selvaggia del luogo.
Ogni sfumatura del verde e del marrone, fino ad arrivare al giallo, si specchiavano nelle iridi d’oro che giocose portavano lo sguardo su foglie, fusti e canne.

Era davvero una bella giornata.
Sì, proprio sì, convenne Rei.
Cielo limpido, aria calda ma non afosa, quel leggero fresco che danno gli alberi..tutto perfetto, insomma.

Eppure…un qualcosa.
Cos’era?
Cosa faceva strisciare dal profondo del suo animo quella sensazione orribile di un qualcosa che –senza dubbio- doveva accadere?

Peggio dei sensi animaleschi, un languido brivido dietro la schiena, sul collo.

Era paura? Di cosa poi?
Quella era la sua terra. Era il suo ambiente naturale e non ne aveva affatto timore. Anzi, lo rassicuravano profondamente tutti quegli alberi fitti e confusi, le foreste labirintiche di canne alte e verdi, i cieli limpidi e senza aerei, i monti lontani, vicini, imponenti con la loro massiccia presenza, i paesaggi infiniti oltre l’orizzonte.
Sapeva orientarsi alla perfezione in quella natura che molti consideravano ostile.
Lo faceva da quando era più che un bambino e nemmeno le fiere lo mettevano così in subbuglio come quella sensazione, in quel momento.

Era come un richiamo.
Arcano, però. Dell’anima. Una cosa che non sapeva spiegarsi.
Ed era per quello che, inconsciamente, sì, la temeva.

Cominciò a portare un’andatura più quieta, più accorta. Meno rumoroso e più sguardi innocenti attorno.
Ne era convinto, oramai: c’era qualcuno che lo seguiva.
Seppure la sua presenza era occultata, nascosta, lui riusciva a sentirlo..sì, strisciare in mezzo ai tronchi maestosi, alzarsi sui rami, nascondersi fra le fronde di piante enormi.

E fu solo dopo l’intera mattinata di cammino, quando Rei si fermò, che quel qualcosa accadde.

**

“Che cosa vorresti fare?”

“Lo seguono, non è conveniente allontanarci troppo..dopotutto lui è ancora solo”

“Tsk..la sua anima di Guerriero dovrebbe già star svegliandosi..non vedi come si guarda attorno così casualmente? Anche lui lo percepisce..può cavarsela benissimo da solo”

“No. Finchè non sarà del tutto cosciente della sua metà, mi sentirei responsabile..quindi lo seguiamo”

“Potrei prenderlo come un insulto al mio compagno: stai insinuando che non sarebbe capace di proteggere se stesso e quel ragazzino?”

“…sì, va bene, Midl? Da parte mia il primo periodo con te è stato terribile”

E un’ombra fugace si mosse nuovamente di passo in passo, quatta sulle mani poggiate lievi a terra e le cosce flesse e pronte a scattare.
Il dialogo mentale con la sua controparte era concluso. E la vittoria stavolta era sua.

Teneva sott’occhio il moretto. E quell’uomo che pochi passi indietro, ora chino su un ramo alto, lo seguiva senza perdersene una sola mossa.
E la ragazza storse un po’ il naso.
Possibile che lui si fosse già svegliato?
Oppure quella era tutta opera dei suoi seguaci?

Il fodero trasversale sulla schiena le ricordò che le sarebbe bastato poco, davvero poco levare di mezzo quell’incomodo pericoloso. Che a quanto verificato, doveva avere almeno abilità simili a quelle di un ninja, tant’erano silenziosi i suoi passi e tanto erano invisibili le sue tracce olfattive.
Doveva solo lasciare tutto nelle mani di Midl.
E abbandonarsi di nuovo alla volontà della Guerriera….le conveniva?
La volta passata si era ritrovata sporca di sangue da capo a piedi e gli incubi avevano ricominciato a tormentarla, senza contare anche le influenze che aveva il suo risveglio su di lei.
Incubi su incubi, in poche parole.

Scosse la testa, muovendosi nuovamente silenziosa e senza un solo fruscio.

No. Stavolta avrebbe risolto da sola.
Bastava solo farsi coraggio.
Applicare la teoria alla pratica era semplice, no?
Seppure la vocina della coscienza le diceva di no, le si costrinse a convincersi lo stesso di quella bugia.
È solo una mossa, tanto.
Un affondo e finisce tutto.


La piccola scrutatrice vide il moro fermarsi in una minuscola radura, accostarsi sotto un albero e guardarne le fronde.
Sull’albero affianco stava l’ombra, quella sorta di ninja.
E l’espressione che aveva impressa negli occhi-lontani, sì, ma vicinissimi, per lei-non piacque per niente alla ragazzina.

“Cosa vuoi fare?”

Fu una domanda retorica, scrutando nervosa ogni gesto dell’inseguitore, mentre il ragazzino, ancora alle radici, sembrava stiracchiarsi proprio come una di quelle tigri, che sparute ancora resistevano in quelle foreste.

Fu quando Rei cominciò a tastare una radice e poggiare una mano sulla corteccia, che la ragazzina si inquietò.
Il ninja aveva compiuto un movimento strano, estraendo qualcosa di lungo da un astuccio dietro la schiena e velocemente stava macchiando senza compiere un solo rumore, un solo sbaglio.
E Rei si arrampicava lento sull’albero di fianco a quello dell’ombra, dando le spalle al suo inseguitore.
Un bersaglio troppo esposto. Un ottimo bersaglio.

E fu quando la piccola vide l’uomo tendere qualcosa, che uscì fuori dal suo nascondiglio.
Il gemere dell’arco sotto la tensione del filo e lo sfregare della freccia già incoccata le rimbombavano nelle orecchie, mentre nello scatto in avanti teneva il suo passo invisibile.
Si diede una spinta dalle radici e poi dal tronco dell’albero su cui Rei si stava arrampicando, quando scattò il sibilo della freccia.
Diretta verso la schiena di un ignaro Rei che solo allora si accorgeva del pericolo.
Troppo tardi, troppo tardi.

La freccia era vicinissima, quando qualcosa lo travolse e lo spinse via, nel vuoto con se, verso terra.

Fu un tonfo leggero cadere sul nudo terreno.
Stupito il ragazzino si guardò attorno. Era caduto e nulla s’era fatto. Eppure aveva raggiunto un’altezza considerevole…cos’era stato, prima?

I suoi occhi dorati si concentrarono su una figurina, di spalle, in piedi, che guardava verso le fronde da cui era partita la freccia.

-Scendi-

Fu la voce fredda della figurina.
E Rei ne provò quasi timore. Ma forse, ne fu anche nostalgico.
Conosceva quella voce…?

-Scendi, t’ho detto, stolto servo. Non sarai che carne da macello se mi costringi a salire su-

Dalla bocca della ragazzina uscirono altre fredde parole di donna.
Un tono così strano, così inadatto.

Se ne accorgeva il moretto, mentre si alzava e si avvicinava di qualche passo sparuto, vedendo a chi si stesse rivolgendo la ragazza.
Individuò fra le fronde una figura umana, vestita di nero e verde, coperta da capo a piedi, solo gli occhi in mostra. Aveva un arco in mano. E nell’altra un’altra freccia, esitante. Come se avesse avuto paura di incoccarla e scagliarla.
Sì, era proprio paura quella nei suoi occhi, timore per qualcosa.
Puntati su qualcosa, qualcuno.
Puntati negli occhi della ragazzina. Occhi non di ragazza, ma di donna.

-..s..solo il mio signore p..può darmi ordini..-

Disse la voce dell’uomo, lievemente tremolante.
E si allargò un piccolo ghigno sul volto della ragazzina. Socchiuse gli occhi e inspirò profondamente.
Poi riaprì gli occhi e li puntò diretti in quelli dell’uomo, aprendo le labbra in un sorriso quasi maligno, scoprendo i canini più puntuti.

-..la tua paura mi dice tutto il contrario..-

Cominciò con voce sarcastica, mentre un’ombra di terrore passava sul volto dell’uomo.
Rei si concentrò sulla ragazza e notò che sostanzialmente qualcosa di diverso c’era: gli occhi erano diventati del colore del ghiaccio. O forse si erano davvero tramutati in ghiaccio?

-..ma il tempo per scendere è finito..-

In un guizzo improvviso Rei la vide scattare verso le radici e poi sul tronco dell’albero, mentre l’uomo sbarrava gli occhi e posava arco e freccia sulla schiena, incastrate sotto la cinghia del piccolo astuccio, tentando una via di fuga più in alto.
Ma la ragazza era veloce, agile, felina. Pareva una tigre per l’accuratezza dei suoi movimenti, così labili e velocizzati come quelli di un ghepardo. E quegli occhi ghiacciati che parevano lampeggiare nel loro candore indefinibile.

La ragazza raggiunse le fronde, occultandosi alla vista di Rei, gli occhi puntati in su, verso la figura frettolosa e intimorita del ninja.
Si leccò le labbra, passando la lingua sulle zanne candide. Ma i suoi occhi scolorirono sullo scuro e per un istante la guerriera si fermò.

“Smettila, Midl, smettila!!Non ti avevo detto di salire, devi solo mandarlo via, via, non ucciderlo!!!”

“Sei ammattita?Sciocca mocciosa, se fugge andrà a riferire la posizione del ragazzino e quello sarà fregato!”

La voce sibillina sembrò zittire la ragazza, che però stette per ricominciare il diverbio mentale.
Interrotta da uno scatto della guerriera.
Un salto verso l’alto, verso il ramo flebile dove si era appostato nuovamente il ninja, con quell’arco in mano e la freccia puntata nuovamente su di Rei.

-Non te lo permetto, servo!!-

E fu un unico movimento l’atterrare sul ramo di sotto a quello dell’uomo ed estrarre la lama.
Ma la corda dell’arco era già stata lasciata e la guerriera percepì la scena al rallentatore.
Assottigliò gli occhi.
Se avesse saltato..in quel preciso istante…

Lo fece. Il sibilo della freccia si fermò e si incastrò, in uno sdrudicio di vesti, nella spalla sinistra della ragazzina, offerta per l’appunto. Una piccola smorfia di dolore. Solo quella, prima di riatterrare sul ramo da cui era salata e di arrivarci storta e scoordinata.
Imprecò fra sé.
Dopotutto quello era ancora il corpo della ragazzina, non il proprio, e la sua resistenza era davvero piccola cosa comparata a quella della guerriera.
Mandò un’occhiata fulminante al ninja, inorgoglito per quella sua azione.
Ma dovette ricredersi.
La ragazza gli scomparì da sotto gli occhi.
Non un rumore, non un cenno. Era del tutto svanita, evaporata.
O almeno così credette l’uomo. Tanto da permettersi un sospiro, di sollievo, sì. Temporaneo. Sapeva che non era morta, ma a lui bastava almeno portare a termine il suo compito.
E la terza freccia che incoccò fu puntata per l’ennesima volta su un Rei che teneva lo sguardo confuso fra le fronde.
Un ghigno sardonico sulle labbra.

-..sarà fiero di me, il mio signore Ka..-

-Non azzardarti a pronunciare quel nome, lurida carne da macello!-

Non riuscì neanche a voltarsi.
Un colpo preciso sulla schiena gli fece perdere l’equilibrio, la presa sulla freccia, sull’arco.
E cadde. Cadde in un turbinio di foglie che si trascinò dietro. Foglie che avvolsero come piume il corpo della ragazzina, che, occhi fiammeggianti e spada snudata, ora macchiata di rosso, s’era gettata anche lei d’appresso all’uomo.
Fu l’ultima cosa che vide.
Caduto di schiena, si vide arrivare la punta metallica e pallida, fredda della katana, dritta nel petto. E quegli occhi. Occhi di ghiaccio. Occhi di demone.

**

Rei si trovò a scostarsi in un lampo, prima che quel corpo cadesse scomposto con un violento tonfo.
E in un sibilo, arrivò anche la ragazzina, che a differenza dell’altro, nell’immenso stupore del moretto, si accovacciò aggraziata sulla spada impugnata, che prima di lei aveva toccato il terreno, trapassando il corpo dell’attentatore.

Il ragazzo non seppe se esserne veramente stupito, contento o spaventato.
Quello che gli era accaduto davanti agli occhi era del tutto fuori logica, fuori tempo. Nell’epoca moderna quanti ancora si vestivano da ninja, impugnavano archi e maneggiavano spade? E soprattutto quanti lo facevano come se fossero usciti direttamente dall’epoca sengoku, se non da qualche età anteriore?

Fu quasi restio ad avvicinarsi, quando la ragazza si rialzò ed estrasse la spada dal corpo e dal terreno e, orrendamente, si chinò sul corpo del ninja e gli sfigurò gli occhi con la lama.
Stava per alzare nuovamente la spada, quando il ragazzo si fece coraggio, inorridito e irritato forse, da quel comportamento così poco rispettoso.

-Fermati!-

Disse, tenendola per la spalla sinistra.
La ragazza voltò il capo verso di lui, lo sguardo freddo e duro, come se volesse rimproverargli quel gesto. Ma Rei sostenne quello sguardo così perforante, gelido e sì, familiare.
Strinse maggiormente la presa sulla spalla, per evitare che la ragazza continuasse nella sua macabra opera. Non che sperasse realmente di riuscirci, ma almeno a farle capire che quello che faceva non era per niente giusto, anche se quell’uomo aveva tentato di ucciderlo.
Ma stupito, Rei si ritrovò a fissare sbalordito la ragazza reclinare il capo sul petto e incurvare la schiena, come colpita da un improvviso peso, ma soprattutto a fissare la lama che le era scivolata dalle dita.
Ritirò istintivamente la mano. E la trovò umida, bagnata. Sporca di sangue.

Spostò lo sguardo sulla ragazza e la vide nuovamente china, sul braccio sinistro stavolta.
Con la destra sembrava aver afferrato qualcosa e in uno strappo la tirò via: la parte finale di una freccia, con la punta metallica triangolare ben in vista.
La lasciò cadere per terra con la mano tremante, le spalle malferme, mentre soffocava in gola dei gemiti di dolore: l’arma era completamente sporca di sangue.
E davanti agli occhi del ragazzo la verità fu subito chiara: quella ragazza aveva tentato di proteggerlo e ne era rimasta ferita.
Si sentì terribilmente in colpa.

Le poggiò nuovamente una mano su di una spalla, chinandosi, stavolta dal lato destro, mettendosi di fianco a lei.
Quella voltò come confusa lo sguardo verso di lui, e i suoi occhi erano del tutto diversi, a partire dal colore, di uno scuro nocciola. E poi erano velati di un tenue smarrimento e di un sottile timore. Del tutto spauriti, insomma.

-Sta tranquilla..voglio aiutarti..-

Fece il ragazzo, col tono più rassicurante che gli riuscì, poggiandole una mano sulla sua che stringeva la manica sinistra forata e macchiata di sangue.
Ma c’era qualcosa che non andava.
La ragazza crollò il capo e gli occhi mutarono a gradi sotto lo sguardo sbalordito di Rei. Dapprima scuri, sembrarono davvero ricoprirsi di brina ghiacciata e poi prendere il colore dei ghiacciai eterni.
E si assottigliarono, quegli occhi gelidi, quando si diressero sul moro.

-..m..mollami..mocc..ioso…-

Sibilò, afferrando in uno slancio con la destra la spada, per la stessa lama, senza curarsi dell’immediata ferita sul palmo e la conficcò nuovamente nel corpo dell’uomo lì accanto, stavolta spaccandogli il cuore nel mezzo preciso.
Ansimò, dopo averla conficcata fino al punto in cui faceva presa, mischiando il suo sangue con quello del nemico e gli occhi si scurirono di nuovo.

-..n..non..ancor…a..non..è..anc..-

Bisbigliò,prima che gli occhi le divenissero completamente nocciola e si velassero. La ragazza si accasciò sul corpo nemico perdendo i sensi.
Subito Rei le prese piano le spalle e la scostò, stendendola lì affianco, guardandola preoccupato, anche se sostanzialmente il respiro era abbastanza regolare, seppure flebile. Era solo svenuta, tutto sommato.
Ma l’incognita restava nella mente del moretto. Cosa era appena successo davanti ai suoi occhi?

Uno schiocco secco e un fruscio innaturale proprio lì affianco quasi lo fecero sobbalzare e riportò gli occhi sul corpo dell’uomo. Trovando solo la spada infilzata nel terreno, annerito dove prima si trovava il cadavere e sentendo un odore di cenere circondarli.





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Ed ecco il primo capitolo. Del tutto diverso da quello della prima versione, forse tanto simile al terzo, ma in ogni caso differente(<-ma che ho scritto?)..Comunque il "fatidico" incontro...spero che con questo torni la voglia di leggere Il m. dei Guerrieri della Luce..altrimenti poi, poveri personaggi, scaricherò su di loro la mia frustrazione e spolvererò il mio sadicismo...(..forse l'ha già spolverato...ndRei Ma noooo!!Non vedi che a te non ti ho proprio toccato??^^ndCold E il tuo pg..?ndRei ..eheh..lei..?*indica la raga svenuta*uhuh...bhè è da contratto..zizindCold ...*scettico*ndRei)..vabbè, al prox capitolo^^*saluta con la manina*
Nota: il titolo è in latino(ma dai, non si capivaaaaaaa!!)

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Capitolo 3
*** Capitolo 2.Confusion.. ***


Il mistero dei Guerrieri della Luce
Capitolo 2-Confusion.."It's just a Nightmare.."
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Piccola leggenda:
- parlato pg normali -
" pensieri pg normali "
-
parlato spiriti -
"
pensieri spiriti "
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Vento. Lieve, leggero il suo frusciare.
Il sapore dell’erba in bocca. Fresco. Freddo.
Gelida neve che tutto copre.
Coltre bianca che s’estende a perdita d’occhio.

Dov’è l’orizzonte?
Dov’è la fine di questo candido inferno?

Il vento alza i cristalli ghiacciati. Turbinano. Continuamente.
Frustano i tronchi, i rami spogli, le canne alte.

Che posto è mai questo?

Gli occhi tuoi sono ciechi e al contempo vedono tutto.
Senti il vento gelido sulla pelle e gioisci dei cristalli che ti sbattono addosso.
Eppure i tuoi occhi sono chiusi, le palpebre serrate.

Perché allora vedi tutto ciò?
Perché non aprirli?

Schiudi in contemporanea le palpebre.
E ti giunge una luce che prima non vedevi.
Una luce rossa.

E solo quando ti guardi intorno capisci.
E solo quando ti guardi i palmi lo senti.
E solo quando senti il tuo urlo comprendi..

I corpi lì a terra, quel rosso penetrante, le fiamme che finiscono di consumare il legno, l’odore di pelle carbonizzata..le tue mani sono sporche di quei crimini tanto sono pregne di quel rosso

Urla.
Urla.
La gola in fiamme, gli occhi di ghiaccio che si sciolgono in innumerevoli lacrime.
Sangue e lacrime.
Urla.
Urla il nome di quel tiranno, con rabbia, con odio, con disprezzo, con orrore…

-KA……-


“E’ stato solo un sogno, Fei, solo un sogno, sta tranquilla..”

La ragazzina aveva gli occhi spalancati, sulla notte tremendamente scura e senza stelle, senza la consolazione della luna candida e piena.
Sentiva rintronare il suo respiro, il suo cuore dannatamente in corsa, tamburellante e rumoroso come quell’urlo, come gli echi che ancora sentiva. E la voce di Midl  le pareva una litania di quelle che si cantavano per i morti.

Strinse i pugni, cercando di regolarizzare il respiro, troppo pesante, troppo affannoso.
Le mancava l’aria. E ancora non riusciva a chiudere gli occhi su quel tremendo scenario…eternamente rosso

Forse fu solo quella mano a scioglierle in parte la tensione, quel mutismo serrato, i denti stretti e scricchiolanti per non urlare.

Il moretto si era svegliato e si era chinato su di lei.
Le aveva tastato la fronte col palmo, poggiandolo delicatamente sulla pelle bollente. E la ragazzina socchiuse gli occhi, debolmente, emettendo una sorta di suono simile a un gemito.
Aveva la febbre. E la mano di Rei era più che un sollievo.

-..Accidenti..non è ancora scesa…-

Fu un sussurrò che sentì provenire dal ragazzo, quando sollevò il palmo dalla sua fronte e la piccola riaprì gli occhi, lucidi, vedendo la figura del moretto oscurata dalle ombre notturne..

Magari se i suoi occhi fossero divenuti di ghiaccio, in quel momento avrebbe potuto vedere Rei alzarsi e svanire fra le fronde vicine. Per poi ritornare neanche qualche minuto dopo.

La ragazza percepì qualcosa di gelido sulla fronte e ne ebbe subito sollievo, schiarendo maggiormente i suoi sensi.
E la prima cosa che vide fu un sorriso da parte del moro, delineato appena appena nello scuro.

-..va meglio così, vero?..-

Furono altri suoi sussurri, chinato maggiormente su di lei, distesa. E sì, lontana dal luogo dello scontro col ninja. Non sentiva la puzza fetida delle carni bruciate.
Il cinese doveva averla portata via di lì.

Socchiuse gli occhi, provando a concentrarsi.
Oltre il rumore della foresta, dei suoi abitanti notturni, percepiva lo scorrere di qualcosa, lieve, lento. E fece due più due con la pezza gelida che si ritrovava in fronte.

Provò ad alzare una mano per tastarsi il volto e ci riuscì, ma sentì le dita intorpidite.
Il braccio sinistro non rispondeva.
Percepiva il respiro tranquillo del ragazzo lì a fianco. La stava guardando.
Sfiorò la pezza gelida e acquosa e fece pressione con le dita, ricavandone più refrigerio. E lasciò andare un impercettibile sospiro di sollievo.

-Grazie-

La voce improvvisa del moro la fece quasi sobbalzare, nonostante fosse sussurrata.
Lei diresse nuovamente gli occhi su di lui e vide che gentilmente le prendeva quella mano e gliela riportava stesa a fianco del corpo.

-Grazie per avermi salvato la vita..-

Fu un aggiunta tremendamente dolorosa per le orecchie della piccola, che strinse gli occhi lievemente.

“Non preoccuparti…vedrai che passerà..passerà presto..”

Fu il sottofondo di Midl, mentre il moretto diceva qualcos’altro, ma d’improvviso le sembrò impossibile concentrarsi su qualcosa e percepì come una montagna di spilli caderle addosso in un battibaleno. E lì, perse nuovamente i sensi.

**

Il sole era oramai più che alto, in cielo, e Rei si premunì di cambiare nuovamente la pezza sulla fronte della ragazza.
Ancora dormiva, il respiro lieve e più tranquillo, rispetto alla scorsa notte.
Però la febbre ancora persisteva.

Il moretto strizzò bene la pezzolina, in riva al fiumiciattolo dove si erano, per così dire, “accampati” la notte passata. E vacuamente guardava l’acqua chiara, scorrere giocosa e limpida, mentre davanti agli occhi aveva gli eventi di ieri. Gli sembrava ancora improbabile e letteralmente impossibile che fosse accaduta una cosa del genere..eppure…quella ragazzina stesa lì, a terra, delirante per la febbre, una manica completamente macchiata di rosso pregno, scuro, cosa significava? Non era forse prova tangibile che quell’impossibile era accaduto??

Si chinò, silenzioso e riassettò la stoffa bagnata sulla fronte bollente della ragazza.
Per lo più, ebbe modo d’osservarla meglio con i suoi curiosi occhi dorati: aveva i capelli castani, riccioluti, abbastanza lunghi, nonostante fossero legati in una coda di cavallo bassa. Bhè…che altro?..gli occhi li ricordava benissimo..
Ghiaccio eterno.

Rei soffermò pensieroso la sua attenzione sulle palpebre abbassate della castana.
Era stata sua svista..o per un istante, prima che lei sfigurasse ancora il cadavere dell’attentatore, i suoi occhi erano divenuti per davvero marroni?

Abbracciò le gambe, incrociando le mani sotto, accovacciato a guardarla, a scavare nelle sue ipotesi. Eppure non ne cavò nulla. Nessuna spiegazione plausibile.
E allora, il significato di quel sacchettino di pelle e di quella lettera non avrebbe potuto conoscerlo se non dalla piccola castana.

**

Gli parve fosse trascorsa un’eternità intera, prima che i suoi occhi si riaprissero.
E la piccola li serrò immediatamente, appena schiusi. Il sole cocente e luminoso delle due era davvero troppo forte per i suoi occhi malaticci e ghiacciati.
Se ne uscì fuori con un gemito sottile, alzando il braccio buono e strofinandosi piano gli occhi malmenati dal biancore improvviso.
Tolte le mani, ebbe visione del cielo incredibilmente terso e luminoso.
E quasi le venne da piangere e stillare quelle lacrime che la tormentavano. Sapeva che Midl non l’avrebbe derisa. Affatto. Per come si sentiva in quel momento era meglio sfogarsi.

Strinse i denti.
Si trattenne.
Lasciò le gocce saline intrappolate dentro di sé ancora e ancora.

“Mi devo alzare”

Unico pensiero. Unico scopo.

“Devo finire in fretta questa cosa…e poi addio”

Furono strascichi di pensiero che il dolore le strappò, quando con incredibile sforzo si mise seduta.
Non urlò per convenzione e per non disturbare.
Dopotutto dalla posizione che il moretto aveva assunto, pareva che stesse davvero dormendo.

O forse…

Le passò un brivido freddo lungo la schiena e riposò gli occhi febbricitanti sulla figura accovacciata di Rei.
….
Che sciocca!
Che assurda stupidità!!
Come aveva potuto starsene bella e svenuta per tutto quel tempo??
Se Lui era già tornato, sicuramente l’aveva vista uccidere quel ninja e era certo che avrebbe continuato a fissarla, sorvegliarla, per tenderle una trappola ad ogni suo accenno di passo falso.
E lei, in quel preciso istante, era convinta di aver commesso un disastroso e distruttivo passo falso.

Fu con quella convinzione che trascinò il suo corpo a risponderle forzatamente, senza avere alcun riguardo per se stessa. E si alzò in piedi, barcollante, tenendosi la fronte con una mano, premendovi sopra la stoffa oramai quasi asciutta.

“..cosa staresti tentando di fare?!Sei assolutamente uscita di senno?”

Non udì le parole di Midl. Non le sentiva, dopotutto. Era così sorda e svampita in quel momento, che se avessero voluto attaccarla, l’avrebbero decisamente colta di sorpresa.
Ma l’ansia era terribile. Le ostruiva ogni canale di comunicazione, intorpidiva la sua volontà, svuotava di suoni la mente, i dintorni, ed era solo un tumultare interno terribilmente pazzesco.
Il suo cuore.

Mentre la sua strenua percezione le faceva sentire ogni azione così lenta da vederla al replay, i suoi pensieri scrostati e bruciati dalla febbre facevano il resto per farle aumentare la pressione sanguigna, il respiro di già affannoso.

Rei..kami…

Ma era lenta la sua mente, così come i suoi passi. C’era solo la sensazione.
E quando si chinò-senza forze, oltretutto- al fianco del moretto, constatando che il suo petto s’alzava e s’abbassava regolarmente dietro le ginocchia piegate, quelle lacrime erano già agli angoli, ma i pensieri erano solo a metà..

Se fosse stato morto..io..

E quell’ “io” la lasciò terribilmente confusa, mentre si appoggiava a terra piano, senza un solo fruscio.

Lei non era io.
Midl era Midl.
Lei era…se stessa?....
……..



“Fei!!!”

Ed eccola.
L’anima doppia che sopravviveva in lei la reguardì nuovamente, mentre percepiva il proprio corpo abbandonarsi alla stanchezza e cedere sulle ginocchia, facendola finire seduta scompostamente di fianco al moretto.

Inspirò profondamente, calmando in parte l’affanno che le era venuto.
Si sistemò meglio contro l’albero, fra le radici intricate e spesse.
Aveva la vista appannata, vacua, il cervello in pappa. Ma per sua fortuna Midl almeno non era tanto scema.
Sentiva tutto.
Perfino il battito cardiaco di un piccolo animaletto che lei vedeva indistinto a circa dieci metri da lei, muoversi come un minuscolo puntino colorato e spesso.
Sospirò piano.
Buttò indietro il capo, sbattendolo piano contro la corteccia.
E si mise poggiata sulla spalla l’elsa della spada inguainata. Non c’era assolutamente da fidarsi.
Chiuse gli occhi e si rilassò.
Non aveva problemi a catalogare tutti quei suoni. Oramai era un bel po’ che condivideva il suo corpo con quello della guerriera. E oltre gli incubi, qualche vantaggio ne aveva avuto.
Si lasciò cullare dal battito di Rei.
E mollò il suo guscio alla guerriera.



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Ok, il secondo capitolo è in ritardissimo, lo so^^'''Perdono, ma ho gettato via tutti i capitoli che avevo già scritto. Eh, sì, li sto riscrivendo molto più accuratamente e più introspettivi. Infatti in questo capitolo, come potete vedere, manca del tutto l'azione. Già. Spero non vi siate annoiati..(no!!, se così fosse, significa proprio che ne combino una dopo l'altra...!...sigh). Comunque ringrazio tanto Nika_chan01 e eagle fire che hanno recensito
Q.U.I.D. (Grazieeeeeeee!!<--*se potesse, vi abbraccerebbe*) e anche i lettori che hanno comunque fatto numero..in ogni caso, vi invito a recensire, anche brevemente..magari anche solo per capire se dopo la lettura ciò che ho scritto vi sia andato a genio o meno, se magari è tutto da buttare o se c'è qualcosa da salvare...(in realtà ci sono i suddetti pg che rischiano lievemente la pellaccia con una psicopatica come me, ma^^ fa nulla^^).
Al prossimo capitolo. Spero presto, anzi prestissimo^^
Baciottoli.
ColdFire§

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Capitolo 4
*** Capitolo 3.Sacred Cat-Warrior ***


cap3 sacred cat warrior
Il mistero dei Guerrieri della Luce
Capitolo 3 -"Sacred" Cat-Warrior
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Piccola leggenda:

- parlato pg normali -
" pensieri pg normali "
-
parlato spiriti -
"
pensieri spiriti "
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-Uccidilo-


Il pianto di un bambino, i mugugni disperati di una madre.

-Uccidilo, ti ho detto-

Continuava a strepitare.
E Lei non aveva che occhi per quella sua figurina dibattente fra le braccia della donna.

-Uccidilo!!-

La goccia che fece traboccare il vaso.
Lasciò la presa sulla spada, la lasciò cadere per terra, immobile, con orrore.
E sentì come un cenno di disapprovazione, un mugugno stizzito.

-..non lo farò..-

Furono le unica parole atone provenienti da Lei.
E Lui allora si alzò, del tutto infervorato.
Il bambino piangeva ancora.

Vide il volto di Lui tanto vicino, tanto orrendamente sfigurato da ciò che rappresentava. E ne ebbe disgusto. Come poteva star servendo uno della sua risma?
Glielo ricordò Lui stesso.

-..ubbidiscimi..!..Altrimenti lo ucciderò-

-..avevi detto di averlo liberato..!-

-Posso sempre andarlo a riprendere, sai..?-

Digrignò i denti, facendoli schioccare.

-Uccidili, entrambi e dimostrami ancora una volta la tua fedeltà..-

Folli parole.
Lei non le sentì. No. Aveva il pianto del bimbo nella testa. E poi la sua immagine davanti agli occhi.

-..non posso..-

Suo unico mormorio.

E lo schiocco rumoroso che s’ebbe nell’aria fu seguito da uno sfrigolare di metallo per terra.
La guancia in fiamme, vittima di quel violento pungo. Lo guardò, immobile, con la sua lama in mano.

-..No!!Non farlo…!-

Fu giusto un secondo prima che in uno sgualdricio di vesti la lama venisse conficcata nel petto della donna, trapassando al contempo anche il bambino.
Finì il pianto. Solo quel tonfo, quel rumore di liquido vitale che lascia il corpo..e quei due cuori spegnersi..gli ennesimi.

Spalancò gli occhi, le ginocchia cedettero. Fissava quel rosso e le sue due vittime mancate, quelle che avrebbe voluto salvare.
E ebbe uno scatto. Artigliò l’aria dove prima c’era stato il collo di Lui, ma non vi trovò nulla. Lo vide già lontano. Allora si avventò su di Lui.

-..M..Maledettoooo!!-

Fu il suo sibilo terribile e disperato.

Rosso, rosso, rosso.

-Incapace!!Non mi servono armi con i sensi di colpa, brutta puttana!!-

Fu bloccata prima di raggiungerlo. Una lancia la ferì di striscio a un fianco, le altre le inchiodarono le vesti a terra, un’altra le si conficcò così a fondo in un braccio da trapassarglielo.

-..Guardie!Portatela via..!-

E Lei digrignò nuovamente i denti, mostrando i canini puntuti e affilati come rasoi. Il suo ringhio, Lui, lo liquidò con un sorriso sardonicamente sarcastico.

-..Spero che le prigioni possano allietarti l’animo, mia cara MidlNight..-

Fu l’unico sibilò che sentì giungere dalla sala, prima che le porte si chiudessero dietro di Lei, trascinata a forza da tre guardie e attorniata da almeno il doppio.

Pericolosa.
Fiutava la paura di quegli uomini come se fosse acqua di rose con cui abbondare.
Ma quelle loro maledette armi avvelenate erano altrettanto pericolose.
Non si sentiva più il braccio, divorato da fitte dolorose e spasimi..che l’avesse fatta colpire solo per testare su di lei un nuovo veleno?..
In quel caso, l’ultimo raggio rossiccio del tramonto che vide mentre la spostavano dalla residenza principale ai portici secondari, fu l’ultima luce che potè ammirare…l’ultima che osservò da viva.

**

Sentì che il battito cardiaco di Fei era tendente al “folle, impazzito”.
E allora chiuse per un momento gli occhi ghiacciati e cercò di calmare il suo animo.

“Fei..Fei, so che stai sognando..so cosa stai sognando..ma non puoi tormentarti così..segui la mia voce, seguila ed esci dall’incubo..segui la mia voce, Fei. Fallo, altrimenti ti perderai.”

Nonostante il suo tono calmo..Benedetta ragazza!
Si stava facendo solo del male da sola, a continuare a fossilizzarsi su quelle sue antiche sensazioni, sui suoi vecchi ricordi.

-..Fei..Fei..Fei..-

Lo mormorò fra sé, scuotendo lievemente il capo, i sopraccigli tesi e contorti.
E sbuffò. Piano. Ancora più piano di quei suoi sussurri.
Il moretto, il ragazzino, continuava a mandargli certe occhiatine che la stavano facendo tendere più di quanto già fosse. Odiava essere squadrata da cima a fondo.
Ma in fondo era sempre stata consapevole di essere una bestia strana.
E Fei non faceva affatto eccezione.

Rialzò il capo giusto per coglierlo sul fatto.
Il suo inferno ghiacciato nel dorato in cui si specchiavano le fiamme del fuoco attorno al quale stavano.
Un colore tanto caldo e bollente da far male. E lei tanto fredda da parere di nuovo morta.

Si fissarono giusto un mezzo minuto o giù di lì.
Poi lei scoccò all’altro un’occhiata decisamente intimidatoria. E terribilmente gelata.
Rei abbassò subito lo sguardo, il capo chino e vergognoso.

-..scusami..-

Biascicò piano, riattizzando il fuocherello.
Da mattina che era, s’era fatta sera.
Ed era anche abbastanza fresca.
Lei, nella sua attuale situazione, non soffriva affatto quel freddolino, ma il corpo di Fei era ancora febbricciante e per quanto Lei non lo sentisse, quando la ragazza sarebbe tornata cosciente, si sarebbe sentita ancor peggio, se si fosse allontanata da quel calduccio.

Così si limitò unicamente a un mugugno stizzito, a quelle scuse dell’altro.
E corrucciò le labbra, contrariata.
Fei continuava ad agitarsi, quel suo maledetto battito palpitante mica si fermava!

-..chi siete?-

La voce del ragazzino le fece sostare il respiro per un minuto buono.
Poi si ricordò che Lei era costretta a respirare. In fondo Fei, lei, era ancora viva.
Dopo l’iniziale, piccola sorpresa, non alzò lo sguardo sul moro. Affatto.
Però mostrò una sorta di mezzo sorriso, un mezzo sorriso ghignante.

-Perspicace, Rei-

Fece soltanto, portando i suoi occhi ghiacciati solo allora sull’altro.
E stavolta fu lei a vedere più che stupore sul volto del ragazzino.
Avrebbe azzardato a una risata.

-..c..come sai il mio..-

-..il tuo nome? Oh, bhè, se è per questo so anche il tuo cognome. Rei Kon.-

L’espressione sul volto del ragazzino era pressoché basita.
L’aveva visto irrigidirsi nella sua posa seduta, le pupille dilatate.
Era un accenno di paura.

Ma tutto scomparve più che presto.
Anzi, troppo presto.
E lui rimase silenzioso, a osservarla fisso sott’ecchi.

-..allora..cosa c’è?..Non sei più curioso di sapere chi siamo?-

Lei lo guardò con un amorevole ghignetto  sul volto.

-Perché mi hai salvato?-

-Eh, no, questo non posso dirtelo-

La sua fu una risposta più che rapida. Istantanea. Il volto di botto divenuto serio e pacato.
Accidenti, che argomentoni che andava toccando quel moretto lì!
Ma..di certo,"buon anima, non mente", no?

-Allora dimmi cosa siete?-

Bene.
Davvero, ma davvero perspicace.
Ammirò veramente la sua capacità di ragionamento.
In fondo aveva-ora che fosse stato consciamente o inconsciamente, non importava- sostanzialmente capito che loro due non erano un qualcuno..ma piuttosto un qualcosa di umano. O forse di sovraumano?

Si alzò, piano, dalla sua posizione immobile, con la spada poggiata su di una spalla.
Si sgranchì giusto un secondo le ginocchia e poi si chinò su queste, di fronte all’altro, inclinando lievemente il capo di lato. E fissandolo con quei suoi occhi ghiacciati. Spalancati e atoni.
Giusto giusto a fargliene mostra.

-Piacere, Rei Kon. Io sono MidlNight-

Fece, senza azzardarsi a tendere nessuna mano, senza scostarsi di un solo centimetro, le mani sulle ginocchia flesse, la spada adagiata in grembo. E l’espressione sul volto che da atona diventava quasi divertita.

-Perché hai gli occhi diversi?-

Se la sentì quasi di sorridergli beffarda in faccia.
Eppure Rei non sembrava affatto intimorito da quel suo tono tanto ambiguo usato prima.

-Noi siamo in due, sai. Questi sono i miei-

Rispose con un tono quasi assurdamente candido, mostrando i canini puntuti. Decisamente troppo puntuti.
Rei, però, per quanto avesse una sorta d’aria incerta che gli aleggiava attorno, annuiva piano alle sue risposte.
Chissà..magari la credeva addirittura pazza!

Bhè, poco male.
Tanto la luna sarebbe stata piena in pochi giorni.
E tutto lì si sarebbe deciso.

-..perchè..avevi questi, nella tasca interna della tua giacca…?-

Il moretto aveva cavato dalla tasca dei suoi pantaloni larghi e blu un pugno chiuso.
Ma quanto lo aprì, mostrando un minuscolo e liso sacchettino di pelle, gli occhi di Lei erano già orrendamente spalancati, la bocca socchiusa, ritta. E lo sguardo perso.

Rei era tremendamente serio. E forse anche preoccupato.
Nella stessa tasca aveva trovato un taccuino di appunti.
Sui BladeBreakers, sulle loro vittorie, sui loro tornei. E con gli indirizzi di Takao e Max, in America.
Chi era..cos’era quella strana ragazza dai tratti così felini e selvaggi? Con quella lunga spada affilata e pesante? Come riusciva a maneggiarla se era addirittura lievemente più bassa di lui?

Una sorta di ringhio sottile gli fece sbrogliare l’attenzione dai suoi pensieri per tornare alla ragazzina che aveva di fronte.
E che aveva puntato con forza un pugno a terra, che stava..soffiando letteralmente come una tigre.

Il cinese fece per tirarsi indietro, rintanando la mano in tasca.
Ma la mano dell’altra fu più veloce.
In fondo la distanza era pressoché minima.

Lo prese per il polso.
Lo agguantò, tirandolo verso di sé, lievemente, ma continuando a stringere d’impatto la presa sulla sua pelle.
E continuando a tirare le labbra sulla dentatura, a mostrare i canini affilati.
Fece per torcere lentamente e con forza il braccio del ragazzino, tirandolo di più verso se stessa.
Vide un’espressione troppo seria, per quanto impaurita, in quegli occhi dorati.
Allora portò anche l’altro mano libera addosso al moretto, artigliandone il collo quasi con delicatezza. E poi cominciò a stringere pian piano anche lì.

-Piccolo ladruncolo! Ti farò vedere io cosa succede a chi prende le cose altrui senza permess..!!-

Sbarrò gli occhi.
Rei li guardò sciogliersi poco a poco, il respiro affannoso.

“Smettila subito, Midl!Subito, ora!”

“Zitta, Fei e lasciami stare!!Sei ridotta peggio di uno straccio, dormi!”

“Non gli farai del male!”

“Non sarà nulla di pericoloso”

“In questo periodo non sai controllarti, me lo hai detto tu stessa!Quindi vattene tu a dormire e lascialo stare!ORA!”

Rei vide le espressioni sul volto dell’altra mutare in modo drastico.
Stringeva gli occhi, corrucciava le sopracciglia, affondava i denti nel labbro inferiore, frustrata, infastidita, arrabbiata.
E poi lo fissò, avvicinando tanto il suo volto a quello di Rei, che lui ne sentì il flebile respiro sottile.
Poi quel respiro scese piano, verso il collo dell’altro. E alitò lì ancora, soffiando ringhiosa, di tanto in tanto, sulle sue stesse dita che cercavano di soffocarlo.

Rei si chiese spasmodicamente se la sua vita stesse per finire in quel preciso istante.
E si convinse che ogni secondo, in quel momento, poteva essere l’ultimo.

Cosa poteva lui contro una spada o contro quei canini così affilati da far invidia a una tigre?
Lanciare il suo beyblade?
Era forse divenuto folle?
..e poi.
E poi..quel sacchettino..

La ragazza gemette, mollando la presa sul suo polso, sul suo pugno chiuso su quel sacchettino.
Kami, quasi non si sentiva più le falangi!
Però non poteva affatto smettere di preoccuparsi. La mano sottile e ferrea dell’altra gli circondava ancora il collo, quasi fosse stata una collana pallida e bellissima. Una collana drasticamente fatale.

Non osò reagire.
Non sapeva come avrebbe potuto comportarsi quella…insolita macchina per uccidere.
C’era..qualcosa di strano.
Forse stesso il fatto che fossero…due…?

Lei invece continuava con quella sua stramba sinapsi di minuscoli gesti, di invisibili contrazioni facciali.
Come se stesse combattendo..contro se stessa.
Per lo più la faccenda era proprio quella: Fei stava cercando di riprendere bruscamente il controllo.
E pezzo pezzo..ci stava riuscendo.
Era una vera e propria battaglia inconscia, interna. Tessuto per tessuto, organo per organo, cellula per cellula.
E poi il colpo finale.

Lei sentì come se un flusso abnorme di sangue, caldo, bollente, le avesse invaso il braccio destro, quello oramai libero. E si sentì quasi male al solo pensiero di quel sangue sulla sua pelle.
La sua mente venne sballottata per un secondo da questa confusione, da questa repulsione, che Lei perse del tutto il contatto con i nervi della mano.
E si accorse del reale pericolo solo quando la spada era già stata sguainata e puntata al suo stesso collo.
In.una.precisa.minaccia.

“Ora, Midl, o mi uccido”

E quel rivolo di sangue che corse lungo il filo della lama servì da ulteriore avvertimento.

Rei vide sfocata lievemente la scena.
Infondo il suo approvvigionamento d’aria si faceva sempre più rarefatto.
Ma il luccichio pericolo della lama fu alquanto eloquente.
Così come fu sorprendente vedere contro chi era rivolta: la stessa ragazza.

“Midl!!”

Ultimo avvertimento.
Fei non scherzava. Non scherzava affatto.
E se stava bleffando, il bluff  le riuscì bene.
Perché gli occhi di Lei si socchiusero, la mano attorno al collo di Rei si sciolse.

“..e va bene…!!”

E mentre lui tossicchiava riprendendo aria, il corpo di lì affianco si afflosciò come una bambola di pezza.

Rei riuscì ad afferrarla giusto in tempo.
E quando la ragazza schiuse gli occhi, li vide nocciola, di un caldo e dolcissimo nocciola.

-..scusa..la..-

Mormorò lei, con respiro corto.
Rei crollò piano il capo, come a dire che non importava.
Ma Fei di certo non si sarebbe fatta smentire!

-..no..davvero..!..Midl..è troppo impulsiva..-

Cercò di spiegare lei, articolando bene le parole, senza lasciarsi scappare nulla di controproducente.
Anche se la data era vicina..sempre meglio essere prudenti.

Si fece aiutare a mettersi seduta.
Rinfoderò la spada sotto gli occhi attenti del ragazzino.
Fu quasi la sua carezza a svegliarla dal suo tepore febbricciante.
Su quel taglio che si era appena procurata lei stessa con la lama.
Alzò il volto, lo sguardo in quel dorato. E sorrise leggera, poco.

-Tutto a posto, è solo un graffio-

-..non direi..-

Fei gli prese la mano con la sua destra.
Ora la sinistra non poteva minimamente muoverla. Il braccio sinistro le doleva troppo.

-Nulla, davvero-

E le dita più calde della ragazza gli posero quella mano sul grembo dell’altro.
Poi sorrise, chinando il capo lateralmente, come prima aveva fatto l’altra.

-Me li restituiresti..?..-

E quelle sue labbra così pallide, così ben piegate in quel bel sorriso incantarono il cinesino.
Lui, solo allora, si ricordò del sacchettino che ancora stringeva nel pugno.
Lo tese verso la ragazza.
Le pose il sacchettino nella mano che lei teneva aperta e concava in avanti.

-Grazie, Rei-

Fece lei, riponendo il sacchettino nella tasca interna della giacca.
E mentre il moretto osservava fisso quel suo movimento rapido e aggraziato, gli venne nuovamente in mente il punto di prima.

-Cosa siete?-

Lo chiese di nuovo, imperterrito, confuso da ciò che gli era..anzi, no, che gli stava accadendo.
E la ragazza schiuse gli occhi, stirò il sorriso ampio.

-Io sono Feikhuse Taeko-

Si presentò, pacata.
Più che una presentazione, all’altro parve un’affermazione con la quale cercava di convincere anche se stessa.

-..noi, insieme, siamo la sacra guerriera gatto del dio Nasbha..-

Il suo fu un fruscio tanto raro e tanto fluido da confondersi col vento che scuoteva piano le fronde attorno a loro.
E il silenzio di entrambi-per entrambi di diversa natura-fece da contorno a quel fuocherello e a quel primo quarto di luna che pallido si stagliava nel nero profondo sopra le loro teste.





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Bene. Come potete vedere a distanza di poco più di due settimane.
Ah, non abituatevi ad averne di così veloci.
E' solo che quando sono sotto stress scrivo di più tutto qui.(e la cosa dovrebbe essere preoccupante>.<). Comunque..suvvia, ragazzi...fatemi sapere che questa riscrittura vi sta piacendo, insomma!Mi ci sto mettendo d'impegno, oh, sì, nonostante oramai Beyblade l'abbia lasciato un po' indietro.
Indi, indi, indi. Questo terzo capitolo ricalca parecchio il suo in old-version, ma è decisamente più dinamico, niente dialoghi mode "elenco", niente sfilze di eventi tutti incollati e compressi.
Bien.
Non voglio annoiare ancora.
Almeno fatemi sapere se è da buttare o meno, anche solo un parolina.
Ok, la smetto.
Baciottoli.
"You'll comment, if you want"
ColdFire§



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