Il viaggio

di Pernilla Wyberg
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I Lontano, da dove. ***
Capitolo 2: *** Lorien ***
Capitolo 3: *** Lo specchio ***



Capitolo 1
*** Capitolo I Lontano, da dove. ***


Il viaggio di Tauriel

Il sogno era sempre lo stesso. Lei correva senza sosta verso Collecorvo, ma non riusciva a raggiungerlo. Poi il mondo precipitava e aveva la consapevolezza che lui era morto. A quel punto lui riappariva e le prendeva la mano, sorridendo.” E’ solo l’inizio Tauriel, non la fine.”

Poi si svegliava e la realtà prendeva il sopravvento. Era sola nel bosco. Stava costeggiando da diversi giorni Boscoatro, scendendo verso sud. L’inverno era vicino e lei era risoluta a terminare il suo viaggio prima dell’inizio della primavera. S’inoltrava nella foresta solo per dormire lasciando libero il cavallo, silenziosa agli occhi delle creature del bosco, saliva su un albero, intrecciava dei rami a mo’ di amaca e si stendeva, cercando di far vagare la mente altrove.

“Questo è per te, Tauriel.”

Il vecchio Balin le aveva dato un piccolo e soffice sacchetto di pelle. Lei aveva sciolto i lacci mentre il nano faceva ancora fatica a trattenere le lacrime. Un gioiello in mithril, un pendente con un piccolo scrigno all’interno, circondato da smeraldi e diamanti. La catenella era leggera ma la chiusura rappresentava due archi intrecciati sopra le rune K e T. Era di squisita fattura e la lucentezza delle pietre e del metallo facevano intuire che era appena stato modellato.

Tauriel aveva timore a chiedere cosa ci fosse all’interno, ma fu l’anziano a precederla nelle parole.

“Dentro c’è una ciocca di capelli di Kili. L’ho fatto io… So che a voi Elfi l’idea della sepoltura fa ribrezzo, ma noi nani veniamo dalla terra e alla terra ritorniamo, per volere di Mahal. Spero ti faccia piacere avere un suo ricordo.”

Il vecchio nano ricordava lo sguardo smarrito dell’elfo, durante la solenne cerimonia funebre. Aveva appoggiato il suo lungo arco alla tomba ed era svenuta. Si era lasciata andare senza un sospiro, schiacciata da un dolore che non riusciva a comprendere. Si era risvegliata all’interno della montagna, assistita da Oin e Bofur. I due nani le avevano dato da bere una pozione e da mangiare del pane con il miele senza dire una parola, ma lei aveva sentito Oin sussurrare a Bofur:

“Non esiste cura per il suo male, che Mahal la protegga…”

 Dopo averli ringraziati, si era risoluta a partire. Non poteva rimanere ad Erebor o tornare a Boscoatro.

Ai Porti Grigi, verso Valinor. Forse avrebbe trovato un po’ di pace.

Il sole era appena spuntato, aveva ancora una lunga giornata di cammino prima di arrivare alla fine della foresta e di la proseguire verso Lorien. Avrebbe chiesto asilo per qualche giorno per riposare e poi avrebbe attraversato le montagne Nebbiose seguendo il corso del Nimrodel prima che ghiacciasse. Da lì,  verso il Verdecammino…

Forse avrebbe visto anche lei una luna di fuoco alzarsi nel cielo. Fischiò piano e il suo cavallo la raggiunse.

Si mise al piccolo trotto, lasciando le Terre Selvagge alle sue spalle.

 Nota. Piccola pazzia, ma a me la fine del film mi ha lasciato l'amaro in bocca. Non tanto per la morte di Kili, ma per non aver dato una fine al personaggio di Tauriel. Questo è il mio modesto tentativo.

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Capitolo 2
*** Lorien ***


tauriel2

Era stanca, vicino a Dol Guldur era riuscita a malapena a nascondere la sua presenza agli orchi che infestavano la zona. Un grande Male si era risvegliato, lo percepiva passando vicino a quel colle malefico posto alla fine della foresta. L’Anduin era a un giorno di cammino, avanzava lentamente perché viaggiava di notte, temendo di essere intercettata da quei maledetti. Rimaneva nascosta, quando il sole poteva rivelare la sua presenza, cercando riparo fra gli anfratti e la boscaglia che separava l’estremità di Boscoatro e la riva del Grande Fiume. Quando cercava di riposare, non riusciva a lasciare libero il pensiero, verso le stelle, verso Elbereth. Chiudeva gli occhi e il sogno si ripeteva. Le parole di Kili erano sempre le stesse, ma non potevano avere senso.

 Quello che provava sarebbe durato per sempre? Fino alla fine dei suoi giorni? Fino a quando il dolore non l’avrebbe consumata, rendendola un’ombra? 

Strinse nella mano il ciondolo che le aveva regalato Balin. Un po’ di sollievo, come se all’improvviso ci potesse essere una fine a quelle sofferenze. La sera si stava avvicinando e così l’ultimo pezzo di viaggio, prima di arrivare a Lothlorien. Aveva guadato una volta sola l’Anduin, durante un addestramento con i suoi compagni di guardia, guidata da Legolas. Era una delle prime volte che si allontanava dai confini sicuri del regno di Thranduil. Per la prima volta aveva ammirato il corso del Grande Fiume e le creste innevate dei Monti Nebbiosi a occidente. E di là verso sud, Gondor e Osgiliath, le terre di Rohan. Avrebbe voluto vedere tutto! Avrebbe voluto vedere le montagne Azzurre, da dove Kili veniva e il porto di Umbar.

Il Mare!

Presto ci sarebbe arrivata. L’ora si era fatta tarda. Prese le briglie del cavallo e silenziosamente passò il guado. Risalì un poco verso nord, seguendo le stelle ed entrò nella Foresta di Lorien.

La luna era alta nel cielo, mentre camminava fra gli alberi dorati. C’era una luce soffusa, come se i tronchi splendessero durante la notte. Camminava leggera respirando quell’aria serena e calma. Dopo molti giorni sentiva il cuore meno pesante.

“Dichiara il tuo nome, sei nelle terre di Dama Galadriel e Sire Celeborn.”

“Sono Tauriel, di Boscoatro, ero il Capitano delle guardie di Sire Thranduil.”

Una piccola pattuglia di guardia, era un po’ che la stavano osservando, dal momento esatto in cui aveva lasciato il guado.

“La Dama e il Sire desiderano incontrarti, Tauriel di Boscoatro. Sii la benvenuta. Ti guideremo verso Caras Galadhon”

Fu una lunga camminata, nessuno le parlava o le aveva chiesto della Battaglia delle Cinque Armate.  Il passo dei Galadhrim la condusse alle alte porte della città.

“Questa notte rimarrai presso le porte, dove potrai rinfrancarti del tuo lungo viaggio mia signora, domani avverrà l’incontro con il Sire e la Dama. Che la Luce di Elbereth vegli sul tuo riposo.”

Tauriel ringraziò il comandante della pattuglia e fu condotta in una bella stanza sistemata sopra uno dei meravigliosi mellyrn. Un bagno e degli abiti puliti. Abiti femminili. Si tolse la divisa della guardia di Thranduil e si concesse un lungo bagno. Poi indossò una lunga tunica e si stese sulle morbide coperte.

La sua mente vagava fra le stelle, finalmente. E vide una meravigliosa luna di fuoco sorgere sul Verdecammino, mentre Kili sorridendo le prendeva la mano e il cuore le balzava nel petto, come quando le aveva dato fra le mani la pietra runica, prima di partire per Erebor.

“Non è un sogno, non è un sogno, sei qui sei qui, con me.”

Aprì gli occhi al nuovo giorno, mentre la sua mano ancora stringeva il ciondolo appeso al suo collo. Indossò lo splendido abito che le avevano lasciato, mentre la sua divisa veniva pulita e sistemata. Era di un verde pallido, con una cinta di foglie dorate. Era pronta, avrebbe incontrato la bianca Dama di Lorien.

Proseguo con la mia piccola pazzia, recensioni benvenute!

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Capitolo 3
*** Lo specchio ***


La sala del trono era alla fine di lunghe scale, che sinuose seguivano gli alti tronchi degli alberi della foresta. Tauriel seguiva in silenzio le due guardie che la stavano accompagnando. Lòrien assomigliava a Boscoatro, ma la luce era completamente diversa, calda e dorata, nonostante l'inverno fosse prossimo.


La Dama e il Sire erano in una grande sala. Un umile elfo silvano al cospetto della più grande signora fra tutti gli elfi. Lei aveva visto le luci degli alberi a Valinor, pensò Tauriel. Dama Galadriel e il Sire si alzarono dai loro seggi e le vennero incontro.


-Benvenuta Tauriel di Boscoatro, a Caras Galadhon, speriamo che il tuo riposo sia stato sereno, dopo un sì lungo viaggio. Cosa ti porta alle nostre terre? -


La voce del Sire era gentile e piena di premura. Accennò un inchino, lo sguardo della Dama addosso che la scrutava e le guardava dentro fino a scoprire l'immagine delle sue mani che accarezzavano quelle di Kili sul campo di battaglia.


Una voce nella testa.


-Se il tuo desiderio è questo...-


Il suo cuore fece un balzo nel petto, sentì le lacrime salire con prepotenza agli occhi. Non doveva piangere.


Rapidamente rivolse lo sguardo ancora di più verso terra, il potere di Galadriel era ben conosciuto far gli elfi della Terra di Mezzo, nessuno umano, nano od elfo poteva sfuggire al suo sguardo.


Alzò gli occhi incontrando quelli della regina.


-Al vostro servizio, miei signori. Sto cercando di raggiungere Mithlond e di là salpare. Troppo dolore mi lascio alle spalle...-


Finalmente riuscì a dire, guardando verso la Dama e il Sire.



- Conosciamo la dolorosa storia della Battaglia dei Cinque Eserciti, ha portato lutto e dolore fra la nostra gente, gli uomini e i nani, possano i Valar vegliare su tutti noi.-


La voce della Dama le risuonò ancora in testa:


-Questa sera segui l'ancella che ti manderò.-


Tauriel si inchinò mentre Celeborn e Galadriel lasciavano la sala del trono, poi lentamente seguì le guardie verso il suo alloggio.


Era da sola, in uno splendido giardino, seduta sui gradini di una bella fontana che portava acqua a centinaia di piccole aiuole fiorite. Il tempo in quei giorni trascorsi a Lòrien si era come fermato. Le sembrava che il dolore fosse quasi svanito, a volte tornava la solita fitta al cuore, sembrava solo più ovattata, distante. Ma era un'illusione. Di notte il sogno di Kili che le teneva le mani, che le dava la pietra runica, tornava. E lei si sentiva sempre più sola e disperata. Era talmente assorta nei suoi pensieri che l'ancella di Dama Galadriel quasi la sorprese. Fece un cenno, come per invitarla a seguirla. Tauriel si alzò, seguendo quel gentile invito. Passarono attraverso archi e piccoli giardini, poi una scala scendeva verso il basso, i gradini intagliati nella roccia. Alla fine un grande bacile in pietra. La dama era là, splendente nella sua veste candida.


-Vieni Tauriel, non avere timore.-


Il bacile era pieno di acqua, lo Specchio Di Galadriel, ecco cos'era.

Tauriel ne aveva sentito parlare.


-Sai cos'è?-


-Mia signora io...-


-Non sei obbligata a guardare, lo specchio fa vedere il passato ma anche il futuro...-


-Io...-


Tauriel annuì, Galadriel prese una brocca d'argento, la riempì al piccolo ruscello che scendeva a fianco della scala in pietra. Versò l'acqua nel bacile.


-Non toccare l'acqua! Qualunque cosa tu possa vedere.-


All'inizio vide il suo riflesso, poi le sembrò di scorgere delle stelle, stelle che non conosceva. All'improvviso la superficie dell'acqua sembrava roteare, Tauriel riconobbe Dale ricostruita, vide due donne con dei bimbi in braccio vicino ad un giovane re.


-Sembra Bain, con le sue sorelle...non può essere passato così tanto tempo...-


L'acqua divenne scura, poi chiara. Le apparve Legolas in compagnia di un uomo di nobile aspetto e di un nano dalla barba rossa. Inseguivano qualcosa. Vide una grande battaglia e poi, dal nulla apparve il volto di Kili. Indossava una veste bianca ed era seduto sotto un grande albero.

Sembrava triste, non sorrideva.


-Kili dove sei?-


-Non toccare la superficie dell'acqua!-


La voce di Galadriel le sembrava lontanissima, quasi un'eco di un mondo lontano da lei. L'immagine di Kili sotto l'albero si sovrappose a quella ferita a morte a ColleCorvo. Si staccò dallo specchio singhiozzando.


-Non ci incontreremo mai più, le aule di Mandos sono separate per nani ed elfi ed io...io non gli ho mai detto cosa sentivo per lui.-


Galadriel alzò la mano.

-Io non ho il potere di cambiare questo, ma vi è un potere più forte in Arda, più forte delle stesse Potenze in Valinor, che Elbereth ti protegga, figlia mia.-


L'anello che aveva al dito brillò di una grandissima luce bianca illuminando la signora di Lòrien.

Quando la luce venne meno, Galadriel prese per mano Tauriel.


  • E' tempo di preparare il tuo viaggio.-








I ngîl cennin erthiel
Ne menel aduial,
Ha glingant be vîr
Síliel moe.


I ngîl cennin firiel
Ne menel aduial,
And-dúr naun i fuin a galad firn
Naegriel moe.


An i natha
An i naun ului
A chuil, ann-cuiannen
Am meleth, perónen.







Ho visto una stella sorgere alta nel cielo della sera,
Appesa come un gioiello,
Brillare dolcemente.

Ho visto una stella scomparire nel cielo della sera,
L'oscurità era troppo profonda e così la luce morì,
Soffrendo dolcemente.

Per quello che avrebbe potuto essere,
Per quello che non è mai stato.
Per una vita lungamente vissuta
Per un amore donato a metà.



Tinnu ar Môr
Crepuscolo e Ombra







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