La sala del trono era
alla fine di lunghe scale, che sinuose seguivano gli alti tronchi
degli alberi della foresta. Tauriel seguiva in silenzio le due
guardie che la stavano accompagnando. Lòrien assomigliava a
Boscoatro, ma la luce era completamente diversa, calda e dorata,
nonostante l'inverno fosse prossimo.
La Dama e il Sire erano
in una grande sala. Un umile elfo silvano al cospetto della più
grande signora fra tutti gli elfi. Lei aveva visto le luci degli
alberi a Valinor, pensò Tauriel. Dama Galadriel e il Sire si
alzarono dai loro seggi e le vennero incontro.
-Benvenuta Tauriel
di Boscoatro, a Caras Galadhon, speriamo che il tuo riposo sia stato
sereno, dopo un sì lungo viaggio. Cosa ti porta alle nostre
terre? -
La
voce del Sire era gentile e piena di premura. Accennò un
inchino, lo sguardo della Dama addosso che la scrutava e le guardava
dentro fino a scoprire l'immagine delle sue mani che accarezzavano
quelle di Kili sul campo di battaglia.
Una
voce nella testa.
-Se il tuo desiderio
è questo...-
Il
suo cuore fece un balzo nel petto, sentì le lacrime salire con
prepotenza agli occhi. Non doveva piangere.
Rapidamente
rivolse lo sguardo ancora di più verso terra, il potere di
Galadriel era ben conosciuto far gli elfi della Terra di Mezzo,
nessuno umano, nano od elfo poteva sfuggire al suo sguardo.
Alzò
gli occhi incontrando quelli della regina.
-Al vostro servizio,
miei signori. Sto cercando di raggiungere Mithlond e di là
salpare. Troppo dolore mi lascio alle spalle...-
Finalmente
riuscì a dire, guardando verso la Dama e il Sire.
- Conosciamo la
dolorosa storia della Battaglia dei Cinque Eserciti, ha portato lutto
e dolore fra la nostra gente, gli uomini e i nani, possano i Valar
vegliare su tutti noi.-
La
voce della Dama le risuonò ancora in testa:
-Questa sera segui
l'ancella che ti manderò.-
Tauriel
si inchinò mentre Celeborn e Galadriel lasciavano la sala del
trono, poi lentamente seguì le guardie verso il suo alloggio.
Era
da sola, in uno splendido giardino, seduta sui gradini di una bella
fontana che portava acqua a centinaia di piccole aiuole fiorite. Il
tempo in quei giorni trascorsi a Lòrien si era come fermato.
Le sembrava che il dolore fosse quasi svanito, a volte tornava la
solita fitta al cuore, sembrava solo più ovattata, distante.
Ma era un'illusione. Di notte il sogno di Kili che le teneva le mani,
che le dava la pietra runica, tornava. E lei si sentiva sempre più
sola e disperata. Era talmente assorta nei suoi pensieri che
l'ancella di Dama Galadriel quasi la sorprese. Fece un cenno, come
per invitarla a seguirla. Tauriel si alzò, seguendo quel
gentile invito. Passarono attraverso archi e piccoli giardini, poi
una scala scendeva verso il basso, i gradini intagliati nella roccia.
Alla fine un grande bacile in pietra. La dama era là,
splendente nella sua veste candida.
-Vieni Tauriel, non
avere timore.-
Il
bacile era pieno di acqua, lo Specchio Di Galadriel, ecco cos'era.
Tauriel
ne aveva sentito parlare.
-Sai cos'è?-
-Mia signora io...-
-Non sei obbligata a
guardare, lo specchio fa vedere il passato ma anche il futuro...-
-Io...-
Tauriel
annuì, Galadriel prese una brocca d'argento, la riempì
al piccolo ruscello che scendeva a fianco della scala in pietra.
Versò l'acqua nel bacile.
-Non toccare
l'acqua! Qualunque cosa tu possa vedere.-
All'inizio
vide il suo riflesso, poi le sembrò di scorgere delle stelle,
stelle che non conosceva. All'improvviso la superficie dell'acqua
sembrava roteare, Tauriel riconobbe Dale ricostruita, vide due donne
con dei bimbi in braccio vicino ad un giovane re.
-Sembra Bain, con le
sue sorelle...non può essere passato così tanto
tempo...-
L'acqua
divenne scura, poi chiara. Le apparve Legolas in compagnia di un uomo
di nobile aspetto e di un nano dalla barba rossa. Inseguivano
qualcosa. Vide una grande battaglia e poi, dal nulla apparve il volto
di Kili. Indossava una veste bianca ed era seduto sotto un grande
albero.
Sembrava
triste, non sorrideva.
-Kili dove sei?-
-Non toccare la
superficie dell'acqua!-
La
voce di Galadriel le sembrava lontanissima, quasi un'eco di un mondo
lontano da lei. L'immagine di Kili sotto l'albero si sovrappose a
quella ferita a morte a ColleCorvo. Si staccò dallo specchio
singhiozzando.
-Non ci incontreremo
mai più, le aule di Mandos sono separate per nani ed elfi ed
io...io non gli ho mai detto cosa sentivo per lui.-
Galadriel
alzò la mano.
-Io non ho il potere
di cambiare questo, ma vi è un potere più forte in
Arda, più forte delle stesse Potenze in Valinor, che Elbereth
ti protegga, figlia mia.-
L'anello
che aveva al dito brillò di una grandissima luce bianca
illuminando la signora di Lòrien.
Quando
la luce venne meno, Galadriel prese per mano Tauriel.
I
ngîl cennin erthiel Ne menel aduial, Ha glingant be
vîr Síliel moe.
I
ngîl cennin firiel Ne menel aduial, And-dúr naun i
fuin a galad firn Naegriel moe.
An
i natha An i naun ului A chuil, ann-cuiannen Am meleth,
perónen.
Ho
visto una stella sorgere alta nel cielo della sera, Appesa come un
gioiello, Brillare dolcemente.
Ho
visto una stella scomparire nel cielo della sera, L'oscurità
era troppo profonda e così la luce morì, Soffrendo
dolcemente.
Per
quello che avrebbe potuto essere, Per quello che non è mai
stato. Per una vita lungamente vissuta Per un amore donato a
metà.
Tinnu
ar Môr Crepuscolo e Ombra
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