Non voglio sposarmi

di Afrodyte
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'incontro ***
Capitolo 2: *** Un cuore infranto ***
Capitolo 3: *** Solitudine ***
Capitolo 4: *** Mai più infelice ***



Capitolo 1
*** L'incontro ***


La primavera è arrivata e ogni mattina il cinguettio degli uccellini mi regala un dolce risveglio.
Quest'oggi il sole splende alto nel cielo e il leggero soffio del vento fa entrare, dalla finestra aperta della mia camera, il delizioso profumo dei fiori appena sbocciati.
Indossavo ancora la mia preziosa camicia da notte, bianca e soffice come il cotone, quando bussarono alla porta.
Concessi a chiunque fosse là fuori nel corridoio di entrare, malgrado non fossi ancora presentabile.
"Perdonateci per il ritardo, contessina"
Nella stanza entrarono tre giovani cameriere con in mano un gran numero di pacchi contenenti degli abiti
"Questi sono appena arrivati dal negozio di madame Bertin, vostra madre ci ha ordinato di farvi indossare quello che più vi aggrada"
Osservai attentamente ogni vestito che mi venne mostrato e, infine, decisi di indossare un semplice ma grazioso abito giallo, splendente come questa giornata.
Bussarono nuovamente alla porta e una delle cameriere si preoccupò di andare ad aprire mentre le altre due terminavano di acconciarmi i capelli.
Altre cameriere entrarono nella mia stanza, con in mano dei pacchi regalo e un mazzo di bellissime rose rosse e rosa.
"Contessina, sono appena arrivati tutti questi doni per voi"
"Sono per me? Possibile che ci sia qualcuno che mi manda tanti regali? E poi perchè?"
Mi avvicinai e presi in mano il mio bel mazzo di rose portandomelo al viso per poter deliziare i miei sensi sentendone il profumo.
Chiusi gli occhi e respirai intensamente la fragranza emanata da quelle rose.
"Sono bellissime, non trovate?"
"Ma certo, contessina"
Bussarono per l'ennesima volta alla porta della mia stanza ed entrò un'altra cameriera che mi chiese di recarmi all'ingresso del palazzo poichè, proprio lì, ero attesa da mia madre.
"Come mai oggi c'è tutta questa confusione?"
Borbottai tra me e me.
Raggiunsi mia madre come mi era stato chiesto di fare e la trovai in compagnia di un uomo alquanto alto e robusto che, non so per quale motivo, mi inquietava.
Non appena mi avvicinai, mia madre cominciò a parlare
"Coraggio Charlotte, rendi omaggio al signor duca, sei al cospetto del duca Roland de Guise, questo nobile signore sarà presto tuo marito"
Mio.. mio marito?
"Avete apprezzato i doni che vi ho mandato, Charlotte?"
Mi domandò il duca prima di mettersi a ridere.
Mi rise in faccia, la sua risata quasi pareva malvagia.. quell'uomo mi terrorizzava.
Mi sentii mancare: avevo una tale confusione in testa e la sua risata continuava a rimbombarmi nella mente.
Mi svegliai di soprassalto e mi ritrovai nel mio letto, forse, quello era stato solamente un orrendo incubo.

 

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Capitolo 2
*** Un cuore infranto ***


"Tua madre ha deciso così, per il tuo bene e per quello dei Polignac, tu vivrai come una principessa, Charlotte"
Continuava a ripetermi mia madre mentre delle cameriere mi acconciavano i capelli in vista del ballo di questa sera.
Io la ascoltavo, con lo sguardo perso nel vuoto e il cuore infranto.
"Mamma io.. io non voglio sposarmi, non ho mai pensato a un'eventualità del genere, vi prego non voglio sposarmi, non voglio"
Dissi improvvisamente con le lacrime agli occhi, sperando che mia madre avrebbe ascoltato le mie suppliche, ma lei non voleva sentire ragioni, pensava soltanto ai benefici che la nostra famiglia avrebbe ottenuto con questo matrimonio.
Il cielo si ricoprì presto di stelle ed io dovetti recarmi al ballo insieme a mia madre.
Giovani dame dagli abiti sontuosi ballavano al centro della sala con i loro cavalieri, mia madre conversava allegramente con delle contesse e io ero seduta su una sedia in un angolo della sala.
"Mio marito.. mio marito"
Continuavo a ripetere a bassa voce tra me e me.
Gli occhi iniziarono a bruciarmi, le lacrime mi avrebbero rigato il volto tra breve, così decisi di allontanarmi dalla sala da ballo e di andare nel giardino di Versailles, lontano, dove nessuno avrebbe potuto trovarmi, dove avrei, finalmente, potuto piangere senza essere vista da occhi indiscreti.
Mi sedetti sul bordo di una fontana e guardai il mio volto riflesso nell'acqua.
Canticchiai una triste melodia, triste come il mio stato d'animo.
Sentii dei passi avvicinarsi a me, mi voltai e la vidi
"Madamigella Oscar"
"Non sareste dovuta venire in un posto solitario come questo, non è sorvegliato nemmeno dai miei uomini"
Mi disse facendosi più vicina a me
"Madamigella Oscar"
"Mademoiselle se volete restare sola con i vostri pensieri vi conviene tornare nella vostra camera"
La guardai ancora
Com'era bella, se solo fosse stata realmente un uomo..
"Oh madamigella Oscar"
"Venite vi riaccompagnerò a palazzo"
Lacrime amare iniziarono a rigarmi il viso
"Oh madamigella"
Corsi tra le sue braccia e mi lasciai cadere a terra percorrendo tutto il suo braccio fino ad arrivare alla sua mano che presi tra le mie e la portai contro il mio viso accarezzandola con la guancia.
"Madamigella Oscar io avrei.. avrei voluto sposarmi tra qualche anno il giorno in cui mi fossi innamorata di qualcuno.."
La guardai con le lacrime agli occhi
"Di qualcuno giovane e affascinante come voi madamigella Oscar"
Mi diede una mano e mi aiutò ad alzarmi.
Un soffio di vento mi fece svolazzare il vestito.
"Torniamo Charlotte, si stà alzando il vento"
Mi disse lei
"Vi prego Oscar, datemi questa rosa"
Le chiesi prendendo la rosa bianca che portava al petto e scappai tenendola stretta fra le mie braccia.
 

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Capitolo 3
*** Solitudine ***


Da quando mia madre mi ha promessa in sposa al duca, le giornate trascorrono velocemente , strappandomi, tristemente, i miei ultimi giorni di libertà.
Quest'oggi dovremmo andare a cena da quell'uomo affichè possa presentare a tutti i suoi parenti la sua futura moglie.
Mia madre teneva particolarmente a questo incontro, mi raccomandò più volte di comportarmi a dovere e di essere impeccabile in ogni cosa, inoltre mi fece indossare un grazioso abito rosa che, a mio parere, era fin troppo bello per essere indossato in questa evenienza.
Lasciammo Versailles quando il sole era ancora alto nel cielo, poichè il palazzo del duca era piuttosto distante dalla nostra abitazione, anche se questo viaggio non mi sembrò per niente lungo, anzi , avrei voluto che lo fosse ancora di più: non volevo vedere il duca nè tantomeno i suoi parenti.
Mi sentii sola per tutta la sera nonostante fossi in mezzo a tanta gente e quando iniziammo a cenare mi sentii ancora peggio
"Non ricordate contessina Charlotte? Mi avevate promesso che avreste passato la notte al castello, vi ho anche fatto preparare la stanza più bella"
Iniziai a tremare al solo pensiero che ciò potesse realmente accadere
"Oh.."
"Come siete ingenua contessina, io stavo scherzando e voi mi avete preso sul serio"
Iniziò a ridere di me, il duca,  iniziò a ridere per la mia ingenuità e non fu il solo, tutti i presenti lo fecero, compresa mia madre.
"Oscar aiutatemi voi"
Dissi tra me e me lasciando che una lacrima mi percorresse il viso e guardai la rosa bianca che avevo attaccato al mio vestito, proprio nel punto in cui l'aveva attaccata anche lei nella sua rossa uniforme.
Pensavo a lei per sentirmi più sollevata e questa  rosa mi aiutava a sentirla più vicina di quanto realmente non fosse.
La serata trascorse molto lentamente e quando si fece tardi ritornammo a Versailles
"Ci rivedremo al ballo di domani sera mia deliziosa Charlotte"
Mi disse il duca prima che noi lasciassimo il suo palazzo.
Al ballo di domani sera.. no, non avrei voluto andarci, non avrei voluto rivederlo ancora.
Ed è con questi tristi pensieri che mi addormentai nella carrozza durante il viaggio di ritorno alla reggia.

 

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Capitolo 4
*** Mai più infelice ***


Una graziosa melodia proveniva dalla sala da ballo, ma io non mi trovavo insieme alle altre dame danzanti, come l'ultima volta mi allontanai per restare da sola.
Mi trovavo ancora all'interno del palazzo, stavo scendendo le scale quando alzai lo sguardo e alla fine della scalinata vidi il duca
"Bene, ecco finalmente la mia piccola Charlotte"
Si avvicinò a me e mi prese per il polso trascinandomi all'interno di una stanza buia
"Entrate"
"Ma io.."
"Non dovete aver paura di me"
Mi disse chiudendo la porta alle sue spalle.
Mi liberai dalla sua presa e corsi verso la finestra, in modo da allontanarmi da lui
"Charlotte, vi prego, controllatevi, dimenticate che noi saremo presto marito e moglie?"
Mi disse continuando ad avvicinarsi a me.
Iniziai a tremare per la paura di ciò che potesse accadere
"No mia cara, non tremate, vi prego, volevo solo chiedervi di lasciarmi baciare la vostra deliziosa mano"
Disse tirando il mio braccio con forza verso di lui
"Non vi chiedo molto mi pare"
Cercai di opporre resistenza
"No"
Dissi
"Siete adorabile"
Disse inginocchiandosi di fronte a me.
Mi baciò la mano.
"Con il vostro permesso, contessina"
Si inchinò e si allontanò dalla stanza lasciandomi sola al suo interno.
Quando sentii la porta chiudersi io, che fino ad allora ero rimasta immobile, mi portai la mano davanti al viso e la guardai inorridita.
Mi afferrai il polso con l'altra mano e mi allontanai, correndo, dalla reggia per dirigermi alla fontana dove avrei potuto lavare la mano che mi aveva baciato il duca.
Osservai con attenzione l'acqua che faceva scorrere la fontana: era pulita, al contrario di come mi sentivo io.
Mi immersi all'interno di essa e giocai con l'acqua per parecchio tempo.
Adesso si, mi sentivo pulita, finalmente, ed era così che avrei voluto sentirmi per sempre.. se mi fossi sposata con il duca, però, non avrei potuto esserlo.
Risi allegramente di fronte all'idea assurda che mi era venuta in mente, anche se ai miei occhi non lo sembrava poi tanto.
Arrivai fino alla parte più alta della reggia, sopra il tetto, felice come mai lo ero stata in queste settimane.
Guardai in basso e vidi tutti i nobili della corte guardarmi spaventati
"Charlotte no!"
Sentii mia madre urlare da là sotto
Il soffio del vento faceva svolazzare il mio bel vestito rosa e i miei capelli: mi sentivo sollevata finalmente.
Alzai la mia mano contenente la rosa bianca regalatami da madamigella Oscar e la guardai sorridendo
"Si, questa mano è di nuovo pulita ed è candida, come lo era prima e come lo sarà sempre.. io non voglio sposarmi"
Dissi lasciando cadere nel vuoto la rosa tra mie mani.
Io la seguii subito dopo.
Anche se per un attimo, mi sentii libera in quel momento.
Libera e felice finalmente.
D'ora in avanti  non sarei più stata costretta a sposarmi contro la mia volontà, non sarei più stata infelice.
 

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