Show me the meaning of being lonely

di princess_serenity_92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Un ritorno inaspettato ***
Capitolo 3: *** L'ultima speranza ***
Capitolo 4: *** Hope ***
Capitolo 5: *** Hurt ***
Capitolo 6: *** Broken Heart ***
Capitolo 7: *** Fall ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


1
Show me the meaning of being Lonely

















Prologo





Pensava che con quella notizia lo avrebbe reso felice, ma così non era stato.
Fino a qualche ora prima era così felice per ciò che le stava capitando, ma non credeva di esserlo ancora.
Di una cosa era sicura: Casey l'aveva lasciata, era andato via.
Tutto il suo mondo e le certezze erano crollate senza neanche darle il tempo di costruire una fortezza intorno a se per difenderla.
Le parole che le aveva rivolto erano ancora impregnate nella sue mente, sembravano scritte da un'inchiostro indelebile.
Era sprofondata in una voragine senza fine, i ricordi erano pezzi di vetro infranti sul pavimento, il cuore voleva cessare di battere ma qualcosa, o qualcuno glielo impediva.
Le lacrime scendevano dai suoi occhi ininterrottamente da diverse ore, il dolore che provava era troppo forte per essere facilmente lenito.
Il cuore sanguinava, era come se glielo avessero strappato di dosso, ma forse se lo avessero fatto veramente, avrebbe fatto meno male.
"Certo che è una pessima notizia"...
Ancora quelle parole tornavano a bruciare come un marchio a fuoco sulla pelle.
La testa le girava, erano troppe le emozioni provate in quel momento: rabbia, odio, frustrazione ma anche amore per quell'uomo che continuava ad amare nonostante la stesse facendo soffrire in quel modo.
Così con tutte le immagini che scorrevano nella sua mente, si era lasciata andare alla stanchezza svenendo così sul pavimento.


Quel pomeriggio Michelangelo sprizzava gioia da tutti i pori, tra qualche ora sarebbero andati a casa di April a festeggiare il suo compleanno e a mangiare la pizza, cosa poteva esserci di più bello al mondo di un invito a cena da parte di un'amica?
La pace regnava sovrana da diversi anni, Shredder era stato sconfitto, e alla giovane tartaruga non rimaneva altro da fare se non ingannare il tempo con i videogame.
Leonardo continuava ad allenarsi, la parola pace per lui non significava, a differenza di Mikey, ozio.
Raphael era rimasto ancora la testa calda di sempre, a volte con Casey uscivano durante le ore notturne per mantenere l'ordine in città dando così ai criminali ciò che meritavano, in ricordo dei vecchi tempi.
Donatello era il solito topo da laboratorio, passava più ore li che fuori, scordandosi anche di mangiare qualche volta.
Stava lavorando ad un nuovo marchingegno che richiedeva da parte sua la completa devozione.
Era un progetto complicato, ma per lui non esisteva la parole impossibile, dopo tutto era un genio.
"Ragazzi sono le sette, conviene andare" esclamò Leonardo richiamando i fratelli, non voleva arrivare troppo tardi all'appuntamento con l'amica.
"Evviva si va a mangiare la pizza" gridò con molto entusiasmo Mikey saltando in piedi dal divano dirigendosi verso l'uscita della tana.

Stavano per uscire quando la presenza di Splinter li aveva fermati:
"State attenti figlioli e salutate April" raccomandò da amorevole padre.
A rispondere fu Donatello che chinando la testa disse: "Sarà fatto Sensei".
Quattro ombre saltavano sui tetti di New York nascosti dal crepuscolo della sera, la loro meta era definita e il percorso breve.

Finalmente erano arrivati, davanti a loro vi era il retro del palazzo della loro amica.
La finestra era stata lasciata aperta, segno che li stava aspettando, così da bravi ninja quali erano, si introdussero dentro casa senza fare alcun rumore.
Lo spettacolo che si presentava davanti ai loro occhi non era alquanto piacevole, schegge di vetri erano sparse per tutto il pavimento, residui di quelle che una volta erano fotografie facevano compagnia a un quartetto di vasi rotti in diversi pezzi.
Il televisore era caduto in terra, il divano era capovolto e tutta la collezione di DVD di Casey era stata sparsa malamente sul pavimento.
Lasciarono il soggiorno per entrare in cucina dove lo spettacolo non era dei migliori, infranti sul pavimento vi erano sia i piatti che i bicchieri, ma il loro cuore prese a battere molto più velocemente non appena scorsero April sul pavimento più pallida del solito.
Appena si fu ripreso dallo shock, Donatello corse incontro la sua amica; aveva messo due dita sul polso della ragazza facendo un sospiro di sollievo sentendo il battito del cuore: per fortuna era solo svenuta.
"Cosa può essere accaduto?" aveva chiesto Leonardo a se stesso aiutando Donnie a sollevare April per stenderla sul letto.
"Ehi magari è stata colpita da qualche strano raggio facendola così trasformare in qualche specie di Hulk, poi ha cominciato a distruggere tutto e adesso che l'effetto è finito, è svenuta" rispose Mikey a Leo.
La vena sulle tempie di Raph prese a pulsare portandolo a dare uno scappellotto dietro la testa del fratello.
"Mikey possibile che da quella bocca spari solo cavolate? Invece di pensare sempre ai fumenti comincia a raccogliere i cocci" ed aveva tirato nuovamente uno scappellotto a Mikey che si mise subito al lavoro.
Non potevano fare niente se non aspettare e ingannare l'attesa mettendo in ordine tutto quel disastro.

Si era risvegliata nel suo letto, era sicura di essere svenuta a terra, non riusciva a capire perchè adesso si trovasse li.
Con molta fatica si era tirata su, si sentiva stanca e la testa le doleva terribilmente, ma doveva alzarsi; sentiva la gola asciutta e aveva bisogno di un bicchiere d'acqua.
Barcollando aveva raggiunto la porta, tenendosi al muro cercava di arrivare in cucina.
Tutto intorno a lei era stato messo in ordine, "Casey" aveva subito pensato ma rimanendo delusa quando varcato l'uscio della cucina aveva intravisto quattro tartarughe mutanti sedute al tavolo.


Avevano ripulito la casa da tutti i cocci, ancora non riuscivano a capire cosa potesse essere accaduto.
Per capire qualcosa avrebbero dovuto aspettare il risveglio della ragazza così si sedettero sulle sedie in cucina.
Dopo quasi due ore che attendevano, April era arrivata sull'uscio della porta, si reggeva a fatica e gli occhi erano aperti per miracolo.
Senza dare il tempo a qualcuno di dire qualcosa le gambe della ragazza cedettero, ma prima che potesse cadere rovinosamente al suolo, Raph la prese al volo.
"April cosa ti succede?" chiese dando voce alle mute domande dei fratelli.
"Mi sento stanca Raph, mi gira la..." ma non disse altro perchè svenne tra le braccia della tartaruga.
"April, apri gli occhi, April sono Raph, apri gli occhi ti prego" Cercava di farla rinvenire ma invano.
"Raph mettila sul divano, Leo bagna un fazzoletto da metterle sulla fronte infine Mikey tienile le gambe alzate una volta che l'abbiamo sdraiata" tutti annuirono agli ordini della tartaruga dalla fascia viola.

Passò un'altra oretta, pian piano April riaprì gli occhi scattando subito in piedi e correndo in bagno chiudendosi la porta alle spalle.
Quando uscì da quella stanza barcollando, trovò le tartarughe ad attenderla, Donnie e Raph l'avevano aiutata a reggersi in piedi e a sedersi sul divano, mentre gli altri avevano portato le sedie per sedersi in attesa del racconto della loro amica.
"April tesoro cos'è successo? Siamo preoccupati" aveva finalmente squarciato quel silenzio imbarazzante Leonardo.
Gli occhi della ragazza si inumidirono, portò le mani alla loro altezza e coprendoseli iniziò a piangere.
Donnie le mise una mano sulla spalla, non avevano mai visto la loro amica in quelle condizioni.
"April coraggio raccontaci ciò che ti turba, magari possiamo aiutarti" l'aveva incoraggiata Donnie.
"Casey mi ha lasciata" aveva risposto tra un singhiozzo e l'altro.
Il silenzio era sceso nella stanza, l'unico suono udibile erano i singhiozzi di April che non aveva ancora smesso di piangere.
Erano rimasti senza parole, quei due si amavano, non capivano il perchè di quel misfatto.
Donnie l'aveva abbracciata, il suo cuore non aveva smesso mai di battere per lei, l'amava troppo e vederla soffrire così tanto lo faceva infuriare.
Raph aveva stretto i pugni e digrignato i denti, sentiva una rabbia incontrollabile, voleva bene a entrambi, ma non poteva accettare il fatto che Casey Jones facesse soffrire in quel modo la ragazza, lei era stata la loro prima amica, non poteva vederla in quello stato pietoso, no non poteva sopportarlo.
"Tesoro adesso calmati e raccontaci tutto ok?"
Con le parole di Leonardo sembrò calmarsi, si asciugò gli occhi rimanendo tra le braccia di Donatello, si sentiva più al sicuro tra di esse.
"Addio pizza!" Esclamò Mikey ricevendo immediatamente uno scappellotto da parte di Raph.
"Tutto è cominciato qualche settimana fa, mi sentivo strana ma non capivo il perchè. Siccome nei giorni successi i dolori sono aumentati, sono andata a fare degli esami di accertamento.
Quando ho preso i risultati, era tutto a posto tranne che per un piccolo particolare, ero felicissima.
Stamattina visto che oggi è il mio compleanno, volevo fare anch'io un regalo a Casey, ma quando gli ho raccontato la verità lui se ne è andato".
Dopo il racconto riprese a piangere poggiando una mano sul suo ventre apparentemente piatto.
C'era un pezzo che mancava in quel puzzle, ma forse Donnie aveva capito di cosa si trattasse.
Poggiò anche lui una mano sul ventre della ragazza incuriosendo i fratelli, aveva incatenato il sguardo negli occhi magnetici di April.
"E' quello che penso io vero?"
"Si Donnie, aspetto un bambino" rispose abbassando lo sguardo incapace di sostenere quello dei suoi amici.

Raphael fu invaso da una rabbia ceca e senza dire niente saltò dalla finestra per andare in cerca di Casey, non poteva credere che avesse fatto una cosa del genere, l'aveva abbandonata.
In quel momento non gliene sfregava niente se era o meno un suo amico, voleva solo pestarlo, aveva distrutto April, l'aveva ridotta in quelle condizioni pietose, non poteva fargliela passar liscia, doveva pagare per i suoi errori.
Con i sai impugnati nelle mani saltava sui tetti di New York, la notte era scesa da un bel pezzo oramai, il vento faceva muovere i nastri rossi della maschera accompagnandolo incollerito verso la casa di quello che considerava un amico.

Raph era sparito, avevano intuito cosa volesse fare, ma non potevano fermarlo, non in quel caso.
April era in gravidanza e lui l'aveva lasciata, non potevano credere che potesse essere così meschino.
Mikey che non riusciva a credere a quello che stava succedendo, si unì anche lui all'abbraccio insieme a Donatello.
Anche se Casey l'aveva lasciata, doveva capire che poteva contare su di loro, le sarebbero state al fianco in quel momento difficile e gioioso allo stesso tempo.
Leonardo si era avvicinato accarezzando amorevolmente la testa della ragazza, voleva bene ad April proprio come i suoi fratelli e non l'avrebbe abbandonata in quel momento di bisogno.
"Stai tranquilla tesoro, adesso avverto Splinter, non ti lasciamo sola stanotte" disse rassicurando la ragazza che annui tra le braccia delle altre due tartarughe.
Quello che non sapevano era che il gesto compiuto da Casey era stato dettato dall'amore che provava per la sua April, amore così grande da sacrificare se stesso pur di salvarla.











Angolo dell'autrice:

Ciao a tutti voi lettori, questa è la prima volta che scrivo qualcosa su questo fandom.
Ho scritto questa storia un po' di tempo fa, ho sempre amato le tartarughe ninja, ricordo che non perdevo mai un episodio, le guardavo insieme ai miei fratelli.
Durante la gravidanza, ho avuto la felice idea di scrivere qualcosa con i quattro mutanti come protagonisti.
Ero restia a pubblicarla, ma spero ne sia valsa la pena...
Spero mi facciate sapere cosa ne pensate, e anche se devo cancellarla e ritirarmi...
Ora con mille dubbi e tarli in testa vi auguro una buona giornata e un alla prossima(?)

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Capitolo 2
*** Un ritorno inaspettato ***


2




Un ritorno inaspettato










Era ancora tra le braccia di Donatello, si sentiva protetta in quell'abbraccio.
Le lacrime non erano cessate, scendevano copiose dai suoi occhi, il respiro era affannato, non riusciva a calmarsi.
La tartaruga dalla fascia viola cercava di fare tutto il possibile per calmarla ma senza risultato.
Tutto era maledettamente monotono fino a quando April non sciolse l'abbraccio per correre nuovamente in bagno.
Odiava quel maledetto senso di nausea che, purtroppo per lei sarebbe durato fino al quinto mese di gravidanza.
Quella stanza da alcune settimane era diventata indispensabile e il water il suo migliore amico.
Se almeno Casey fosse rimasto con lei, quella tortura sarebbe stata più piacevole.
"April tutto bene?" chiese Donatello preoccupato.
L'aveva seguita fermandosi dietro la porta che la ragazza si era chiusa alle spalle.
Era più di un quarto d'ora che April era dentro il bagno a vomitare, era in ansia per lei.
"Donnie aiutami" la sua voce era un flessibile sussurro; sussurro colto al volo dalla tartaruga che si fiondò in suo soccorso.
Entrò di corsa trovando la giovane donna seduta sul pavimento con un colorito quasi cadaverico, la testa poggiata sul bordo della vasca da bagno e le braccia lungo il busto.
"April riesci ad alzarti?" Chiese avvicinandosi  e mettendole una mano sulla fronte per assicurarsi che non avesse la febbre.
La ragazza fece cenno di no con il capo svenendo successivamente.
Donnie la prese prima che potesse sbattere la testa, aveva sicuramente la febbre, doveva coprirla prima che potesse prendere altro freddo.


L'aveva cercato per tutta la notte, ma di Casey non c'era traccia, era come se si fosse volatizzato nel nulla.
Doveva essere preoccupato, ma proprio non ci riusciva, la rabbia che provava dentro era troppa.
Come poteva accettare il fatto che la sua amica soffrisse per un mascalzone come Casey?
Prima la mette incinta e poi l'abbandona?
Non era una cosa accettabile, lo doveva trovare per farlo soffrire almeno quanto April e sarebbe andato fino in capo al mondo per farlo.
Affranto e deluso aveva posato i sai nella cintura dirigendosi verso la casa di April, in quel momento aveva bisogno del loro aiuto e lui non si sarebbe tirato indietro.


Un uomo dalla pelle cadaverica e gli occhi neri come la pece camminava lungo un corridoio coperto da una moquet , raggiunse un trono di velluto rosso dove si inginocchiò.
"Missione compiuta mio signore, vedrà li distruggeremo uno ad uno e poi nessuno potrà fermarci".
Un ghigno malefico comparve sul volto della figura seduta sul trono;
"Bene, molto bene, sai già cosa fare".
Quella volta le tartarughe non l'avrebbero passata liscia, la sua vendetta si sarebbe compiuta, e una volta eliminate avrebbe governato l'intero universo.


Tutto intorno a lui era buio e umido, si trovava dentro una cella ma non era sicuro di ciò.
La testa doleva terribilmente, l'unica cosa che ricordava era che stava andando a casa di April e poi il buio.
I polsi incatenati erano indolenziti, se avesse avuto sotto le mani l'autore di tutto ciò che li stava capitando, lo avrebbe ucciso a mani nude.
Di chiedere aiuto alle tartarughe non se ne parlava, il tartacomunicatore era stato  rotto di proposito  e non sapeva in quale altro modo contattarle.
L'unica cosa da fare era aspettare che andassero a cercarlo, ma non poteva immaginare cosa stesse succedendo, anche se il suo cuore aveva perso un battito, segno che la sua April aveva qualcosa che non andava.


Era rientrato dalla finestra che era rimasta aperta, nel soggiorno non vi era anima viva ed uno strano silenzio aleggiava nell'aria.
Era troppo preoccupato, che fosse successo qualcosa ad April?
I suoi sospetti si rivelarono esatti non appena vide uscire dal bagno suo fratello Donatello con la ragazza tra le braccia.
"Donnie cos'è successo?" Chiese con un nodo alla gola.
"Raph ha la febbre abbastanza alta, adesso la metto nel letto e poi ti spiego tutto" aveva semplicemente risposto portando April nella sua camera.
Raphael aveva tirato giù dall'armadio qualche coperta pesante, dovevano tenere la ragazza al caldo e le coperte rosa di cotone non erano utili allo scopo.
"Casey ti prego resta, non andartene, non lasciarmi" aveva gridato la ragazza stringendo la mano di Donatello.
"Sta delirando a causa della febbre" aveva risposto la tartaruga alla domanda muta di Raphael.
"Stai con lei Raph, io vado a cercare un termometro e qualche medicina" disse dirigendosi verso l'armadietto delle medicine nel bagno.
Raphael guardava la sua amica, era tanto in pena per lei, li si spezzava il cuore a vederla in quelle condizioni.
Con la mano destra teneva stretta quella della ragazza, mentre con l'altra aveva cominciato ad accarezzarle la testa.
Sembrava così fragile, proprio come una bambola di porcellana, sperava solo che si riprendesse al più presto, perchè se lei stava male, anche il piccolo che le cresceva dentro soffriva.
Un moto di rabbia lo pervase, Casey l'avrebbe pagata cara, e se fosse successo qualcosa ad April e al piccolo non glielo avrebbe mai perdonato.
"No ti prego, non andare, non lasciarmi sola, ti amo Casey" aveva nuovamente gridato nel delirio della febbre.
Il respiro era affannato e faceva fatica a respirare, ma Donatello non era ancora arrivato con quella dannata medicina.
"Resisti April, tra poco Donnie sarà qui e vedrai che starai meglio" esclamò cercando di rassicurare più se stesso che la ragazza.
Finalmente Donatello era arrivato, teneva una siringa nella mano destra, e in quella sinistra un liquido biancastro.
"Ho trovato una pastiglia con un principio di paracentamolo, ho fatto in modo che potesse essere liquido così lo iniettiamo direttamente nell'endovena, dovrebbe fare molto più effetto in questo modo" spiegò mentre preparava la dose da iniettare.
Una volta pronta la siringa, prese un batuffolo di cotone bagnandolo con dell'alcool etilico e lo strofinò sul braccio della ragazza.

Appena l'ago bucò la sua pelle, April cominciò ad agitarsi.
"Lasciatemi stare, aiuto non voglio" gridò credendo che qualcuno le volesse fare del male.
Raphael le strinse maggiormente la mano, chissà cosa stava sognando.
"April calmati siamo Donnie e Raph, è solo un brutto sogno stai tranquilla, non vogliamo farti del male ti stiamo aiutando a guarire".
Con le parole di Donatello sembrò calmarsi riuscendo ad aprire lentamente gli occhi.

Aveva tirato fuori la siringa e l'aveva gettata nel cestino dell'immondizia.
April si stava risvegliando lentamente mentre Raph le stringeva ancora la mano.
Di Mikey e Leo non c'era traccia, così visto che la ragazza era in buone mani, prese il tartacomunicatore allontanandosi dalla stanza, voleva sentire i suoi fratelli per sapere se c'erano novità.


Avevano raccontato tutto ciò che April aveva detto loro al maestro Splinter, il topo si lisciò la barba e cominciò a riflettere.
Sicuramente quella non era una situazione facile, e a differenza dei suoi figli aveva capito che qualcosa non andava, era come se un grande male avesse fatto ritorno sulla terra.
"L'unica cosa da fare in questo momento è stare vicino ad April, andata e raggiungete i vostri fratelli, avranno sicuramente bisogno di voi" e con ciò le due tartarughe annuirono e si allontanarono per raggiungere i fratelli a casa della loro amica.
"State attenti figlioli" sussurrò il topo vedendo i figli lasciare le fogne, doveva meditare perchè era sicuro che qualcosa non andasse, era tutto troppo strano, ma purtroppo ancora non aveva conferme anche se un piccolo tarlo si era insediato nella sua testa.


Quando Leonardo e Michelangelo tornarono, trovarono Donatello nel soggiorno che componeva un numero con il suo tartacomunicatore, mentre di April non c'era traccia.
"Donnie siamo qui" esclamò Leonardo attirando l'attenzione del fratello che mise giù il cellulare non appena lo vide.
Fece cenno a Leo di seguirlo in cucina, doveva parlare con lui in privato non voleva che Mikey e Raph sentissero, sarebbe stata troppo dura da digerire la verità.
Una volta arrivati in cucina si assicurò che Mikey fosse andato in camera da Raph e successivamente si chiuse la porta alle spalle.
"Donnie mi fai preoccupare, che cos'è successo?" Ruppe il silenzio il leader, se il fratello voleva parlare solo con lui, era davvero qualcosa di grave.
"Si tratta di April, è svenuta un altra volta in bagno ed ha anche la febbre, ho rassicurato Raph che con l'iniezione che le ho fatto sarebbe guarita, ma non ne sono così sicuro, avrei bisogno di tempo che per vedere che sia tutto nella norma" disse tutto ad un fiato.
Leonardo chiuse gli occhi, non era facile da accettare ciò che le stava dicendo, la loro amica aveva qualcosa che non andava e lui aveva le mani legate.
"Che cosa posso fare?" Chiese, si sentiva inutile in quella situazione.
"Ho bisogno che tu stia qui con i ragazzi e April, in quanto a me, preleverò un campione di sangue e andrò ada analizzarlo nel mio laboratorio, ho paura che sia qualcosa di più grave di una semplice febbre e dei classici malesseri dettati dalla gravidanza".
Leonardo annui a quelle parole, avrebbe fatto quello che li aveva chiesto Donatello, sperava solo che il fratello si sbagliasse e che la sua amica non avesse niente di grave.


"Mio signore il nostro piano sta prendendo forma, ancora un po' di pazienza e poi potremo annientarle" disse chinandosi davanti il suo signore.
"Molto bene Zauker, sarai ricompensato per quello che stai facendo, sei congedato puoi andato" e detto ciò si alzò in piedi ad ammirare la sua lucente armatura che era stata completamente ricostruita, quella volta le tartarughe non l'avrebbero passata liscia.


Splinter aveva aperto gli occhi, sperava tanto di essersi sbagliato, ma così non era stato, lui era tornato, Shredder era tornato e con lui il male più assoluto.

















Ciao a tutti, intanto ringrazio chi ha letto il prologo e chi ha lasciato un commento.
Sono riuscita ad aggiornare abbastanza velocemente, ma non aspettateli così frequenti, con due bambini il tempo da dedicare alle fic è davvero poco.
Spero di non avervi deluso con questo capitolo.
Una buona serata e alla prossima.

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Capitolo 3
*** L'ultima speranza ***


L'ultima speranza~

 

 

Odiava se stesso quando aveva maledettamente ragione, e quella volta non era da meno.
Avrebbe tanto voluto che il suo intelletto una volta tanto sbagliasse, ma così non era stato: April era stata avvelenata.
Quell'analisi non mentiva...
Era dura d' accettare quell'amara verità, ma non si poteva dare per vinto: avrebbe trovato una cura per salvare la sua April.

Stava riflettendo sulle parole che Donatello li aveva rivolto qualche ora prima: "...Avrei bisogno di tempo per assicurarmi che sia tutto nella norma".
Aveva sospirato...
Raphael e Michelangelo erano in camera a vegliare su April, mentre lui se ne stava ad osservare New York dalla finestra con mille ansie e dubbi in testa; aveva un brutto presentimeno, sperava solo di sbagliarsi...

Quella che doveva essere una serata perfetta, si era trasformata in incubo: niente pizza, ma solo preoccupazione.
Era seduto sul davanzale della finestra mentre osservava April nel suo sonno agitato.
Raph era accanto a lei che le teneva la mano, era preoccupato quanto lui e sperava solamente che aprisse gli occhi presto assicurando a tutti loro che stava bene.
La voce di suo suo fratello lo destò dai suoi pensieri...
Alzò lo sguardo per accorgersi che il respiro di April era affannato e sembrava quasi che le mancasse l'aria...
"Allora Michelangelo vuoi muoverti? Vai a chiamare Leo" ruggì per niente calmo Raffaello, aveva le mani legate, non poteva fare nulla.
Corse in cucina dove trovò il fratello pensieroso a guardare fuori dalla finestra...
"Leonardo" chiamò attirando l'attenzione su se stesso.
Il leader si voltò versò Michelangelo; il suo volto era spavetato e le mani tremavano...
"Cosa succede Mikey" chiese avvicinandosi e posandoli le mani sulle spalle
"April...Lei...Leo lei..." dalla sua bocca uscivano solo parole senza un senso compiuto, era troppo spaventato per formulare una frase.

Aveva percepito la paura nelle parole di Michelangelo, così scostandolo leggermente si era fatto spazio per raggiungere la camera da letto dell'amica.
Varcò la soglia della stanza e quello che vide non fu per niente piacevole:  April respirava a fatica mentre Raphael era entrato nel panico più totale.
La paura era tanta in quel momento, ma doveva mantenera la calma ed il sangue freddo: non poteva permettersi distrazioni.
L'unica cosa da fare in quel momento era solo una: chiamare Donatello.

Era notte inoltrata ma non poteva concedersi nessun riposo, April aveva bisogno del suo aiuto e non si sarebbe tirato indietro anche se ciò significava non riposare per diverso tempo.
Scorreva velocemente le pagine dal suo computer, doveva avere una conferma dell'analisi che aveva fatto, e purtroppo per lui, non si era assolutamente sbagliato; in qualche modo April aveva ingerito del cianuro.
Quello che doveva fare era creare l'antidoto il più velocemente possibile, doveva iniettare la cura prima che potesse avere un arresto respiratorio: in quel caso sarebbe stato troppo tardi.
Stava mescolando alcuni componenti dell'antidoto quando il suo tartacomunicatore prese a vibrare...
Con molta lentezza e attenzione, poggiò le provette sul tavolo da lavoro e prendendo in mano il comunicatore rispose alla chiamata.

Aveva già squillato sei volte, ma Donatello non accennava a rispondere e lui non sapeva davvero cosa fare in quel momento: April stava avendo un arresto respiratorio.
Finalmente dopo un attesa che sembrava interminabile suo fratello aveva risposto...
"Donnie April sta avendo un arresto respiratorio" disse immediatamente, non poteva perdere tempo inutilmente.
"Arrivo..."

Era rimasto pietrificato, la sua amata April aveva un arresto respiratorio...
Gli occhi erano diventati improvvisamente lucidi e una sensazione di panico aveva invaso il suo corpo: era troppo tardi... April stava per morire.
Una mano si poggiò sulla sua spalla, mano che avrebbe riconosciuto tra mille altre.
"Donatello figlio mio, non farti prendere dal panico tu sai che puoi farcela, finisci l'antidoto e poi corri a casa di April; Donatello ricorda che la speranza è sempre l'ultima a morire".
Le parole del suo maestro ebbero un effetto tranquillizzante su di lui, fece un bel respiro e ricominciò il lavoro ; Splinter aveva ragione: lui poteva facercela.

"Leo cosa facciamo?" Chiese Raphel stringendo sempre più forte la mano della sua amica, in quel momento aveva paura come mai ne aveva avuta prima d'ora.
"Adesso arriverà Donnie, lui sistemerà tutto" risposte per convincere più se stesso che i fratelli.
Michelangelo si avvicinò maggiormente ad April carezzandole la testa amorevolmente.
"Leonardo" richiamò l'attenzione il più piccolo dei fratelli " c'è forse qualcosa che tu e Donatello non ci avete detto?"
Un brivido salì lungo la schiena del leader, come poteva spiegarli ciò che Donatello li aveva confidato?
"Allora Leo vuoi rispondere alla domanda di Mikey"disse digrignando i denti Raph, l'avevano tenuto all'oscuro di qualcosa e ciò li faceva provare una gran rabbia.
"Vedete...April..." ma non continuò a dire nulla perchè Donatello era entrato come un uragano dentro la stanza.

"April è stata avvelenata" rispose al posto del leader mentre preparava una dose da iniettare nell'endovena della ragazza.
"Avvelenata?" Chiesero in coro Raphael e Michelangelo, non potevano credere alle loro orecchie...
"Si, qualcuno le ha fatto ingerire una dose di cianuro, non chiedetemi chi o come in quanto non saprei rispondere" disse cercando di mantere il più possibile la calma, cosa che risultava ben difficile visto la grave situazione.
Una volta disinfettato il braccio con dell'alcool etilico, iniettò l'antidoto dentro il corpo della ragazza, sperava solo di aver fatto un buon lavoro altrimenti per April non ci sarebbe stata via d'uscita se non: la morte.
"Con la puntura che hai fatto guarirà?" chiese Michelangelo accucciandosi per terra vicino al letto; voleva bene ad April ed il pensiero di perderla non voleva neanche entrare nella sua mente.
"non lo so Mikey, dobbiamo solo aspettare e sperare che..." ma non finì di parlare perchè April aveva smesso di respirare...

 


Angolo Autrice:
Buonasera a tutti voi lettori, lo so che mi presento con un capitolo abbastanza ma per non far passare altri tre mesi ho deciso di pubblicare questo  capitoletto...
Purtroppo avendo due gemellini il tempo da dedicare a scrivere è veramente poco, ma questo non vuol dire che abbandono le storie lasciandole incomplete ;)...
Ringrazio chi ha recensito, spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento, vi lascio con un alla prossima.
Buona serata.

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Capitolo 4
*** Hope ***


4
Hope














I loro cuori avevano smesso di battere nel preciso momento in cui April aveva smesso di respirare.
Non potevano credere, o semplicemente non potevano farlo...
April era morta?
Era assurdo pensare una cosa del genere; non poteva essere che un sogno...
Si solamente un sogno, la loro April, la sua April non poteva essere morta.
Donatello non poteva credere, ma la verità era quella che si presentava davanti ai suoi occhi: April non dava alcun segno di vita.
"No-n è mo-rta vero?" Aveva chiesto il più piccolo della famiglia, Michelangelo.


Non sapeva da quanto tempo era prigioniero, potevano essere settimane o semplicemente ore.
La gamba destra doleva terribilmente, molto probabilmente si era slogata durante il combattimento.
Quello che più di tutto era assurdo, era il fatto che a colpirlo fino a farlo svenire era stata April.
Una volta rinvenuto si era ritrovato in quella prigione scura e umida, incatenato alla parete.
Dalla piccola finestra si poteva intravedere unaa foresta, quello era un chiaro segno: non si trovava più a New York.
Cercava di ricostruire i fatti, ma c'era qualcosa che mancava in quel puzzle...
Il cigolare della porta lo aveva destato dai suoi pensieri...
Aveva socchiuso leggermente gli occhi infastidito dalla luce che entrava dalla porta.
Una figura non molto alta aveva fatto capochino, la pelle bianca e i capelli rossi...
"April" aveva sussurato Casey con la voce rauca a causa della gola secca.
" Spero che la camera sia di tuo gradimento Arnold Casey Jones" aveva chiesto la ragazza ghignando di soddisfatta.
"April cosa significa tutto ciò?" Aveva chiesto lui non riuscendo a credere ai suoi occhi.
La ragazza aveva sorriso..."Vedi caro Jones, io non sono quella che tu credi, la tua adorata April in questo momento starà facendo compagnia a tuo padre".
E dopo quelle parole una luce l'avvolse rivelando la sua vera forma: un ragazzo dalla pelle cadaverica e gli occhi color pece, un ghigno disegnava il suo volto rivelando una dentatura bianchissima e affilata.
"Che cosa sei? E dov'è April?" Casey era rimasto senza parole, se quel tizio diceva la verità, allora la sua April era morta.
"Il mio nome è Zauker e sono un mutaforme. Vedi Shredder mi ha trovato su un asteroide dove ero stato esiliato, mi ha salvato da un destino di solitudine e morte, e allora quale poteva essere il modo migliore di ringraziarlo se non aiutandolo a vendicarsi? Vedi la tua cara amica in questo momento avrà già lasciato questo mondo... Sono riuscito ad avvicinarmi a lei con le tue sembianze, ho fatto in modo che la lasciassi e poi le ho iniettato del veleno nel corpo. Giusto perchè tu lo sappia, saresti diventato padre..." e così dicendo se ne era andato ridendo, il loro piano stava funzionando alla grande.
Casey non poteva crederci, April era morta e con lei quel piccolo che non avrebbe mai potuto conoscere...
Aveva gridato, doveva esternare tutto quel dolore interiore che provava, sperava solo che non avesse sofferto troppo.
Quello di cui era certo, anche se non sapeva ancora come, l'avrebbe vendicata.


Il silenzio era calato nella stanza, i loro visi erano rigati dalla calde lacrime che scendevano ininterrottamente, il dolore che provavano era grande.
"Ragazzi perchè state piangendo?" Aveva squarciato il silenzio con quella domanda.
"Perchè sei morta April" rispose il genio dalla fascia viola.
Resosi conto di ciò che aveva appena detto, Donatello alzò lo sguardo per vedere April che sorrideva, certo il respiro era affannato ma diamine era ancora viva.
Senza pensarci un attimo si era buttato a capofitto sulla ragazza chiudendola in un abbraccio.
"Mi hai fatto prendere un colpo" aveva detto continuando a stringerla.
Sciolse l'abbraccio lasciando il posto a Michelangelo e Raphael che l'avevano stretta in simultanea.
"April non azzardarti mai più a farci spaventare così, giuro che ti ammazzo prima io" disse la testa calda lasciando che ancora qualche lacrima rigasse il suo volto; sapeva benissimo che piangere era da deboli, ma in quel momento non gliene fregava niente, l'importante che April era salva.
"Raph ha ragione, altrimenti dove la possiamo mangiare un'altra pizza buona come la tua?" Aveva esclamato ingenuamente Michelangelo facendo sorridere la ragazza.
Si erano staccati lasciando posto a Leonardo che l'aveva stretta come non aveva mai fatto, era il leader e doveva mantenere il sangue freddo, ma quelli erano stati i cinque minuti più brutti della sua vita.
Aveva avuto una paura immane di averla persa, April faceva parte della famiglia e non poteva immaginare minimamente come sarebbe stata la loro vita senza di lei.
"Adesso uscite tutti da qui, April ha bisogno di riposo e in più devo visitarla per vedere se è tutto nella norma" e adeva fatto indicato il grembo della ragazza senza che lei se ne accorgesse.
Così senza dire una parola avevano lasciato Donatello solo con la ragazza.



Si erano accomodati sui divani, non avevano accesso neanche la televisione, era un po' in ansia e speravano che tutto si fosse risolto.
Michelangelo, non riuscendo a stare un momento fermo, si era messo alla ricerca di qualcosa d'interessante dentro i cassetti del mobile del soggiorno.
Aveva cercato a destra e a sinistra, ma niente aveva destato la sua attenzione tranne dei fogli rosa appallottolati.
Li aveva presi e una volta stirati per bene aveva cominciato a leggerne il contenuto.
"Ragazzi dovete assolutamente leggere" aveva richiamato l'attenzione dei fratelli; aveva porto il foglio a Leonardo che schiarendosi la voce aveva cominciato a leggere:

" Caro Casey,
Sto scrivendo queste parole perchè non ho ancora trovato il coraggio di dirtelo.
Proprio oggi ho scoperto di aspettare un bambino, sono così confusa, provo un misto tra incertezza e allegria.
Ho così tante domande e dubbi che passano per la mia testa: Saro in grado di essere mamma? Sarò pronta?
Non sapevo come dirtelo, non credevo neanche di essere pronta per questo arduo compito... ma poi, una mattina sono passata davanti ad un negozio di articoli per bambini...
Il mio cuore ha perso un battito alla vista delle culle e delle tutine esposte in vetrina...
Ho già preso qualche chilo, il mio ventre è leggermente gonfio ed io amo la nostra creature in un modo indescrivibile.
Ancora è troppo presto per sentirlo muovere, sono solo di otto settimane, ma mi da una scossa al cuore sentire la vita che cresce dentro di me.
Adesso per me è tutto diverso, ancora non riesco a credere a ciò che mi sta succedendo, tra qualche settimana avrò un pancione e tra qualche mese sarò madre...
Ci pensi Casey, saremo genitori, chissà quando lo diremo ai ragazzi come saranno contenti, la famiglia si sta allargando.
Mi sembra così surreale, ti prego amore mio se questo è un sogno svegliami...
Già lo immagino quando ci chiamerà mamma e papà, il suo pianto sarà la canzone più bella solamente perchè lui è il frutto del nostro amore.
Sarà un piccolo me e te messi insieme, spero tanto sia una bambina a cui farò le treccine e i codini...
Sono sempre la solita sognatrice...
Ero così spaventata all'inizio, ma sono sicura che insieme supereremo anche questa diventando degli ottimi genitori.
Ti amo Casey, grazie per avermi fatto questo regalo stupendo."

"E' bellissima, se penso che April ha aperto il suo cuore a un verme come lui mi viene una gran rabbia" aveva esclamato Raphael stringendo i pugni e digrinando i denti.
"Stai calmo Raph, quello che ha fatto Casey è disumano, ma in questo momento April ha bisogno del sostegno della famiglia, ha bisogno di noi quindi dobbiamo starli il più vicino possibile senza farci prendere da attacchi d'ira" aveva risposto il leader al fratello testa calda per cercare di calmarlo.
Donnie era appena uscito dalla stanza di April, speravano solo che portasse buone notizie e non qualcosa di preoccupante.
Donatello guardò l'espressione serie sul volto dei fratelli, stavano aspettando che lui dicesse qualcosa, aveva preso una boccata d'aria prima di dire loro i risultati della visita.








Angolo Autrice:

Ciao a tutti, ho aggiornato abbastanza velocemente non trovate?
Grazie alle belle giornate degli ultimi giorni, i nonni hanno portato i miei gemellini al parco lasciandomi libera delle orette, delle quali ho usato qualche minuto per scrivere un po' alla volta questo capitolo.
Pensavate che April fosse morta vero?
Tranquilli, non potevo mica farla morire e sopratutto adesso che è anche incinta.
Zauker, il nuovo personaggio ha accennato qualcosa della sua storia, ma più avanti scopriremo altri dettagli.
Spero di non avervi deluso, e ringraziando sempre chi recensisce, vi auguro una buona serata.

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Capitolo 5
*** Hurt ***


5


Hurt







Erano tutti usciti dalla stanza lasciandoli soli; Donatello aprì il suo borsone estraendo gli attrezzi che gli sarebbero occorsi per visitare l'amica.
"Come ti senti?" Chiese sistemando il misuratore della pressione sul braccio sinistro della ragazza.
"Adesso bene..." Ma non aveva finito la frase che una fitta al basso ventre l'aveva colpita.
"April cosa succede?" Era entrato nel panico più totale, cosa stava accadendo?
"Donnie il mio bambino salvalo ti prego" aveva detto tra un singhiozzo e l'altro prima di svenire per il troppo dolore.
"April cosa succede? April ti prego rispondimi, mi fai spaventare".
L'unica risposta che ricevette a quei richiami furono le lenzuola macchiate da un liquido vermiglio.

*


Cercava invano di strattonare i legami che lo tenevano incatenato al muro.
Il suo cuore bramava vendetta, lo doveva ad April e al piccolo che non avrebbe mai conosciuto.
Il cuore sanguinava e la voglia di piangere era tanta...
Prima suo padre e adesso la sua ragazza, perchè tutte le persone a lui più care dovevano lasciarlo?
Se solo avesse potuto contattare le tartarughe per avvertirle della minaccia che incombeva sopra New York: Shredder.

Aveva chiuso gli occhi lasciandosi trasportare dai ricordi...
Una lacrima era scesa sul suo viso morendoli sulle labbra.
Un sorriso aveva dipinto il suo viso al ricordo della notte di passione  passata con la sua ragazza.
Era così bella, il suo corpo nudo poteva far invidia a qualsiasi Dea...
E adesso di lei rimaneva solamente un ricordo lontano.
Non avrebbe più sentito i brividi sulla pelle ogni volta che lei li donava un bacio, un tremore per ogni carezza...
Avrebbe continuato a cibarsi del suo ricordo.
In quel momento desiderava tanto morire per raggiungere la sua amata; ma prima doveva uccidere l'artefice di tutto: quel maledetto Utrom di nome Shredder.

Le lacrime erano diventate troppe contenere, e senza pensarci due volte aveva permesso a quei cristalli salati di sgorgare dai suoi occhi.
"Mi sembra ieri quando ho visto il tuo viso e mi hai detto quanto eri orgogliosa di me.
Ti vorrei stringere tra le mie braccia...
Non c'è  niente che non farei per poter sentire nuovamente la tua voce; vorrei chiamarti ma so che non ci sarai più.
Mi manchi tanto ed è così difficile dirsi addio.
Non c'è niente che non farei per avere solo un'altra possibilità di guardare nei tuoi occhi e vederti ricambiare lo sguardo.
Se avessi la possibilità ti direi quanto mi manchi da quando te ne sei andata."

Le calde lacrime continuavano a scendere sul suo viso mentre il cuore si frantumava ogni secondo sempre di più.
La sua April non c'era più, non l'avrebbe più rivista, non riusciva a crederci, tutto ciò non poteva essere vero...
O forse solamente il suo cuore non voleva accettare la prematura scomparsa della giovane.
Immaginava quanto sarebbe stata bella la sua April con quel pancione che avrebbe portato fiera ed orgogliosa...
La fragilità che avrebbe avuto in quel momento così delicato...
L'emozione che avrebbero provato sentendo scalciare quella piccola creatura dentro il grembo materno...
Sentirsi chiamare papà sarebbe stata la cosa più bella del mondo...

Sapeva che tutto ciò non l'avrebbe mai vissuto anche perchè, se mai fosse uscito vivo da li, sapeva che non avrebbe, o per meglio dire non sarebbe stato capace, di donare il suo cuore a nessun altra.
Così con il cuore ricolmo di emozioni, si era lasciato cullare da Morfeo nel felice mondo dei sogni; li dove la sua April era ancora accanto a lui.

*


Era uscito da quella stanza con il cuore spezzato; aveva fatto tutto il possibile ma non era riuscito nel suo intento.
I suoi fratelli lo osservavano in attesa che parlasse, che portasse buone notizie.
Prima di dire una sola parola prese un grosso respiro per infondersi coraggio...
"Ragazzi forse è meglio che vi sediate" aveva gentilmente consigliato il genio.
"Così ci fai preoccupare Donnie" si era espresso il leader cogliendo l'invito del fratello imitato da Michelangelo e Raphael.

Donatello prese un ulteriore respiro e abbassando lo sguardo e stringendo i pugni cominciò a parlare...
"Ragazzi April...Vedete lei...April ha perso il bambino, l'antidoto che le ho somministrato è strato troppo forte ed il feto non ha resistito" aveva preso un ulteriore respiro prima di continuare.
"Lei ancora non sa niente, vi giuro che ho cercato in tutti i modi possibili di salvarlo, ma non ci sono riuscito; sono un totale fallimento."
E si era lasciato cadere a terra facendo vincere alle lacrime quella battaglia...
Era stato uno stupido, doveva immaginarlo che una dose così alta di antidoto avrebbe potuto uccidere il piccolo; e lui aveva agito da principiante facendo oscurare quel piccolo raggio di sole che non sarebbe mai entrato nelle loro vite.

*


Non riusciva a credere a ciò che aveva appena detto Donatello: no, non era semplicemente possibile.
Il suo cuore si era frantumato in tante piccole schegge...
"Donnie non stai dicendo la verità, il tuo è uno scherzo vero?"
Ma le lacrime della tartaruga dalla fascia viola furono una chiara risposta per Leonardo: non stava mentendo, quella l'amara verità.

Si era alzato dal divano per raggiungere la camera di April, non voleva credere alle parole del fratello, non poteva essere vero.
Tirò giù la maniglia aprendo lentamente la porta, la camera era in penombra e qualche raggio di sole entrava dalle persiane della finestra per riscaldare quell'ambiente che sembrava gelido.
Le lenzuola erano macchiate di sangue segno che Donatello non mentiva, aveva sospirato trattenendo le lacrime che volevano scendere.
Si era avvicinato alla ragazza carezzandole amorevolmente il viso, sapeva che avrebbe sofferto quando avrebbe appreso la notizia, ed era per questo che lui le sarebbe stato accanto insieme ai suoi fratelli: dopo tutto facevano parte della stessa famiglia.

*


Aveva digrignato i denti cercando di trattenere a fatica la rabbia.
Se avrebbe preso l'artefice di quel misfatto, l'avrebbe ucciso con le sue stesse mani.
Sapeva quanto April avrebbe sofferto una volta saputa la verità, dopo tutto se il suo cuore sanguinava a quella notizia, riusciva perfettamente a immaginare la reazione che avrebbe avuto la sua amica.
Afflitto e con gli occhi lucidi, aveva raggiunto anche lui April.

Aveva osservato le lenzuola impregnate di sangue, erano una chiara conferma alle parole di suo fratello Donatello.
Leonardo accarezzava il viso della loro amica, si vedeva che stava trattenendo a stento le lacrime, proprio come lui.
Aveva sospirato e si era avvicinato al fratello mettendoli una mano sulla spalla...
"Vedrai che appena troviamo il bastardo che le ha fatto del male, gliela faremo pagare".
Leonardo aveva sorriso per le parole che aveva appena pronunciato, sapeva di essere una testa calda, ma quella volta non poteva fargliela passare liscia.
"Sono con te Raphael" rispose la tartaruga dalla fascia azzurra continuando ad osservare il respiro regolare di April.

*


Quella che doveva essere una festa di compleanno si era trasformata in un vero incubo; prima la paura di perdere April a causa del veleno e adesso questo.
Sapeva che suo fratello Donatello non scherzava mai, era sempre serio; ma sperava tanto che quella fosse solamente una burla.
Senza pensarci una seconda volta, si era avvicinato a suo fratello genio abbracciandolo e lasciando che le lacrime si unissero alle sue.

Quando April aveva detto che aspettava un bimbo, già si era immaginato il futuro...
Aveva pensato a quando avrebbe giocato con lui, o ai cartoni che avrebbero visto insieme...
A tutte le volte che avrebbe preso in giro suo fratello Raph alle prese con quel piccolo che avrebbe riempito le loro vite portando gioia a quella strana famiglia che si ritrovava.
Se tutto ciò fosse stato un sogno, avrebbe voluto svegliarsi in quel momento; ma l'incubo che stava vivendo era reale e non una semplice fantasia...









Angolo Autrice:

Buongiorno a tutti...
Eccomi qui ad aggiornare, e per i miei standard anche molto puntuale...
Ringrazio tutte le persone che leggono la mia storia, ma un ringraziamento particolare va a tutte le persone che con molta pazienza recensiscono, i vostri commenti mi danno lo sprono per continuare a scrivere.
Lasciandovi con un alla prossima, mi dileguo...
Grazie ancora per il vostro sostegno, a presto...

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Capitolo 6
*** Broken Heart ***


6
Broken Heart







Continuava a piangere, non era proprio riuscita a far smettere di cadere quei cristalli salati.
Sentiva troppo dolore al cuore che si era spezzato come mai prima.
Continuava a chiudere gli occhi sperando che fosse un illusione; ma, quando li riapriva, constatava che quella era la realtà e non una semplice fantasia.


Qualche ora prima...


Aveva aperto pian piano gli occhi, si sentiva strana come se qualcosa dentro di lei fosse cambiata.
Girò il capo verso destra, seduto sulla poltrona color rosa vi era Donatello che dormiva beatamente.
Aveva sorriso osservando Michelangelo sull'altra poltrona che si agitava in preda dei sogni.
Raphael era seduto sul davanzale della finestra che ammirava il risvegliarsi della città mentre si rigirava uno dei suoi Sai nelle mani.
"Come ti senti?" Chiese premurosamente Leonardo che era in piedi accanto a lei.
"Molto meglio Leonardo, grazie; anche se...Non so come spiegarlo... Ma sento che c'è qualcosa di diverso" rispose mentre si alzava dal letto aiutata dal leder.
"Vieni April ti preparo un tè caldo" fece per prenderla in braccio ma lei lo allontanò; osservò le lenzuola e istintivamente portò le mani sul grembo: il suo bimbo non c'era più...
"E' uno scherzo vero? Volevate farmi uno scherzo. è così vero?" Disse istericamente tra un singhiozzo e l'altro.
"April tesoro calmati ti prego..."
"Come posso calmarmi Leonardo? Il mio bimbo non c'è più, non c'è più lo capisci...ti rendi conto?" Gridava tirando dei pugni sul piastrone dell'amico; pugni che non dolevano fisicamente ma che laceravano l'anima del leder.
Dal canto suo Leonardo l'aveva stretta forte a se lasciandole sfogare tutto il dolore; certo che si rendeva conto che il piccolo non c'era più, certo lo capiva.

                                                                         *


Raphael osservava l'alba seduto sul davanzale della finestra: appena si intravide quell'angolo sferico sbucare dietro l'orizzonte, dopo tante ore di buio, la luce fece quasi male agli occhi, riusciva a cogliere profumi mischiati di rugiada estiva e fresco calore mattutino; colori ancora opachi come il violetto, che man mano che il sole lentamente si svegliava, sfumava nel giallo splendente, più luminoso del triste violetto dipinto dalla lucente stella che sorgeva spuntando quando ancora la mente percepiva il bisogno di socchiudere gli occhi per la troppa seppur meravigliosa luce.
Infine un esplosione di colori caldi: rosa, arancione... Una punta di azzurro apparve improvvisamente segnando la fine del risveglio del sole stanco.
Nel mentre osservava la città risvegliarsi, anche April si era alzata scoprendo l'amara verità, suo fratello l'aveva abbracciata cercando di alleviare quel dolore troppo grande da sopportare.
Aveva rinfoderto il suo Sai e si era avvicinato a loro: April continuava a piangere gridando tra un singhiozzo e l'altro non c'è più, mentre Leonardo cercava di consolarla.
"Leo lui non c'è più, il mio bimbo se ne è andato per sempre" continuava a gridare come un disco senza fine.
"April..." Non sapeva cosa dire per confortarla, era sempre stato un tipo di poche parole, ma voleva farle capire che lui le era vicino.
"Ti prego April non piangere" aveva sussurato con un filo di voce prendendo la ragazza, che intanto il fratello aveva lasciato, e stringendola forte tra le braccia muscolose.
"Stai tranquilla ci siamo noi qui con te, non ti lasceremo sola" cercava di alleviare un po' il dolore; faceva troppo male vederla ridotta in quelle condizioni.
"Grazie Raph" aveva semplicemente sussurato lei con il volto rigato dalle molte lacrime.

                                                                             *


Donatello e Michelangelo si erano svegliati di soprassalto nell'esatto momento in cui April aveva scoperto di aver perso il piccolo.
Si erano guardati negli occhi per poi voltarsi e osservare prima Leo e poi Raph stringere forte tra le braccia la ragazza.
Un grosso nodo si era formato nella gola di Donatello, sapeva che tutto quel misfatto era colpa sua e non riusciva a darsi pace...
Se solo fosse stato un medico e non soltanto un nerd, avrebbe potuto salvare la vita di quella piccola creatura; sapeva che quella volta aveva miseramente fallito.

Michelangelo aveva letteralmente strappato April dalle braccia di Raphael che aveva digrinato i denti contrariato.
L'abbracciava calorosamente mentre lacrime silenziose cadevano dai suoi occhi, voleva veramente tanto bene al suo nipotino anche se non l'aveva ancora visto.
Si era affezionato molto e sapere che non l'avrebbe mai conosciuto era una cosa impensabile per lui; per questo capiva il dolore che provava April: dopo tutto quello era il suo bambino.

                                                                    *


Tutti l'avevano abbracciata e consolata, tutti tranne il suo adorato nerd: Donnie.
Aveva sorriso a Michelangelo e staccandosi dal suo abbraccio si diresse verso Donatello.
Dal canto suo il genio dalla fascia viola guardava il pavimento incapace di sostenere lo sguardo della sua amica, sapeva di aver sbagliato e non riusciva a perdonarselo.
"Donnie..." Un lieve sussurro era bastato per farli alzare lo sguardo e perdersi in due profonde pozze verdi.
"April...Io...Mi dispiace è soltanto colpa mia, dovevo stare più attento..." Ma non aveva finito di parlare perchè due braccia lo cinsero forte.

L'aveva perdonato, nonostante tutto il suo dolore aveva trovato il coraggio per perdonarlo; quello era uno dei tanti motivi del perchè amasse April nonostante tutto.
Aveva ricambiato anche lui l'abbraccio lasciando cadere qualche lacrima dai suoi occhi, non poteva essere più felice di così, niente era più importante per lui che il perdono della sua amata amica.

I momenti belli sono sempre rari, e quelle poche volte che accadano sono talmente brevi da non lasciar realizzare neanche ciò che sta accandendo intorno a te; ed era proprio ciò che stava succedendo in quel momento.
Un dolore al basso addome aveva colpito April facendola cadere a terra, qualcosa non andava ma non capiva cosa.
Piegata ancora in due dal dolore aveva cominciato a tossire vomitando sul pavimento successivamente, ma la cosa che fece preoccupare tutti, fu il sangue che usciva dalla bocca.

"Donnie cosa sta succedendo?" Aveva chiesto allarmato Leonardo avvicinandosi all'amica e poggiandole una mano sulla spalla.
"Non lo so Leonardo, devo portarla in ospedale li hanno le attrezzature adatte a visitarla" era nel panico più totale, ma forse una piccola speranza si era riaccesa in lui.
"Ti vorrei chiedere solo una cosa genio, come diavolo possiamo portarla in ospedale? Ti ricordo che siamo tartarughe e non essere umani" aveva sbraitato Raphael per non far vedere che anche lui era entrato nel panico più totale.
"Che cosa credi? Che non lo sappia?" Aveva risposto a tono Donatello, poteva anche sbagliare qualche volta, ma stupido non era di certo.

Era tutti talmente impegnati a discutere che non si era accorti del povero Michelangelo che aveva cominciato a tremare.
Indietraggiava piano piano mentre la vista si faceva leggermente offuscata e il respiro affannato, senza rendersene conto le gambe cedettero lasciandolo cadere a terra privo di sensi; aveva visto del sangue ne era sicuro, sangue che usciva dalla bocca di April.

"Adesso piantatela tutte e due, possiamo chiamare...Mikey" aveva gridato Leonardo guardando il suo fratellino cadere a terra.
"Certo che risolviamo la questione Leo, ti ricordo che anche Mikey è..." ma non aveva finito perchè lo sguardo spaventato del leader e del nerd l'avevano fatto girare per osservare Michelangelo a terra privo di sensi.
"Leo stai con April, mettile una coperta per non farle prendere troppo freddo, tu Raph chiama Angel sarà lei ad accompagnarla in ospedale, mentre io controllo Mikey" avevano tutti annuito agli ordini dettati da Donatello dirigendosi ognuno a svolgere il proprio compito.

                                                                    *


Aveva riaperto pian piano gli occhi, era ancora tutto un po' sfocato ma era riusciuti ad individuare la figura di suo fratello Donatello accanto a lui; poco distante vi era Leonardo che stringeva tra le braccia April avvolta da una coperta.
"Ti senti meglio fratellino?" Aveva chiesto premurosamente il genio accompagnando le sue parole ad un sorriso.
"Adesso si, ho visto April star male ed ho cominciato ad avere paura e poi non ricordo più niente" aveva concluso un po' dispiaciuto dall'accaduto.
"Stai tranquillo, penso che tu abbia avuto un piccolo attacco di panico, non è nulla di grave e..."
"Ragazzi Angel sta arrivando, ed intanto ha chiamato un ambulanza spiegandole un po' la situazione" Aveva interrotto Raphael facendo irruzione nella stanza.
Angel stava arrivando dovevano solo attendere pazientemente, cosa alquanto difficile visto la situazione delicata; ma loro erano ninja e la pazienza l'avevano nel sangue, anche se più delle volte era messa alla prova proprio come in quel momento.

                                                         *


Ogni minuto che passava li sembrava un eternità, era lontano da tutto e da tutti, l'unica compagnia era la pioggia estiva che batteva insistente su quella specie di bosco...
Non poteva dire con esatezza se erano passati giorni o ore: perchè dentro quella cella il tempo non scorreva mai.
La sua April era un pensiero fisso nella mente, le mancava da morire, come avrebbe fatto una vita senza di lei?
"Caro amore mio, com'è lungo un giorno senza di te e la pioggia d'estate sta piangendo insieme a me. Io vorrei volare dove tu sei per spiegarti che niente è più importante di te...Nel silenzio dei miei pensieri ascolto sempre la tua voce, e mi sento trasportare in un mondo che non ho più con te...
Questo tempo che mi rimane mi sfugge sempre più... Guardo il mondo e mi accorgo che non son solo ma ho tanta malinconia in questo mondo fatto di vuoto senza te.
E t'amo ancora come non ho amato mai, amato mai."
Più ci ripensava, e più capiva che una vita senza di lei non sarebbe mai stata possibile...
Erano così felici, ma la loro felicità non poteva mai durare: una volta ci si metteva Stockman, un altra Hun, poi Shredder e per non parlare di tutti i nemici sparsi nello spazio.
Quello che chiedeva era di vivere in pace con la sua donna, una cosa alquanto difficile, visto che lei non c'era più...

Una volta aveva letto in libro che sul punto di morte ci si sente col cuor leggero!
Shakespeare lo chiamava lampo che precede la morte; sperava tanto che la sua April non avesse sofferto e fosse morta con il cuore leggero.
Aveva chiuso gli occhi lasciandosi cullare dai ricordi...

..."Ah, cara Giulietta, perchè sei ancora tanto bella? debbo credere forse che la morte immateriale provi il sentimento d'amore, e che quel mostro abbortio di magrezza ti tenga qui al buio per far di te la tua amante? Per tema che questo possa accadere, voglio restarmene qui con te e non mai più partirmi da questo palazzo della tetra notte. Qui, qui resterò, con i vermi che faran la parte dei serventi. Oh, io prenderò qui il mio riposo eterno, e scuoterò il giogo delle stelle funeste da questa carne stanca del mondo... occhi miei, guardate per l'ultima volta! Braccia, serratevi pur nel vostro ultimo amplesso! E voi, o labbra, che siete la porta del respiro, siggilate con un leggittimo bacio il contratto senza termine con la morte divoratrice!"...  

Romeo aveva avuto la possibilità di guardarla un ultima volta, di abbracciarla e di baciarla...
Lui invece, l'ultima volta che l'aveva abbracciata era stato durante il film di Romeo e Giulietta, l'aveva stretta forte, l'aveva guardata negli occhi asciugandole e lacrime e alla fine l'aveva baciata...
Il suo rimpianto più grande era stato non poter dire ti amo un ultima volta alla sua amata.

                                                 *


Angel era arrivata e con lei l'ambulanza che aveva portato d'urgenza April all'ospedale.
Erano più di tre ore che aspettavano sul tetto dell'ospedale senza aver nessuna notizia, l'attesa era davvero snervante.
La porta che dava sul tetto si aprì rivelando la figura alta e snella di una ragazza sui diciotto anni; Angel aveva raggiunto i ragazzi speravano solo che portasse buone notizie...
Angel li guardò ad uno ad uno prima di prendere fiato e cominciare a parlare, doveva trovare il coraggio per dire la verità, coraggio che in quel momento le mancava.











Angolo Autrice...

Buonasera a tutti, dopo un tempo interminabile sono tornata.
Spero di non avervi delusa con questo agiornamento, l'ho dovuto rileggere e correggere mille volte ma alla fine ho deciso di lasciarlo così.
Approfittando del fatto che il mio martirio fa il turno serale e i gemellini sono a letto, ho deciso di dare un ultimo sguardo e di pubblicare.
I prossimi aggiornamenti saranno abbastanza lenti, con i gemellini da guardare e con questa gravidanza che sto più male che bene, ili tempo è veramente poco.
Solo ieri sono svenuta quattro volte, per non parlare delle teribili nausee che ho; pensavo che con la seconda gravidanza sarei stata meglio, ma a quanto pare è peggio della prima...
Scusatemi mi dilungo sempre in chiacchere inutili, ringrazio chi ha recensito, e scusate se non ho risposto alle vostre bellissime parole, ma mi hanno fatto molto piacere leggerle.
Allora alla prossima, una buona serata. Dimenticavo di dire che il testo in corsivo è preso dal libro di Shakespeare "Romeo e Giulietta".

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Capitolo 7
*** Fall ***


7
Fall







Non era riuscita a emettere un fiato dalla bocca che le forze era cominciate a mancarle e il respiro farsi sempre più corto.
Qualcosa le aveva punto il collo, non sapeva cosa ma era certa che non era niente di buono visto gli effetti che stava avendo sul suo corpo.
Gli occhi si girarono su se stessi, le forze vennero meno e a rallentatore cadde svenuta tra le braccia di Michelangelo.

*

Era accaduto tutto in una frazione di secondo, stavano aspettando che Angel parlasse ed invece era svenuta, per fortuna l'aveva presa al volo evitando che sbattesse la testa a terra provocando ulteriori danni.
Il cuore di Michelangelo aveva cominciato a battere velocemente, il corpo di Angel stava diventando freddo e le labbra viola.
Aveva sbarrato gli occhi, che diavolo stava succedendo alla sua amica?

Senza accorgenese aveva cominciato a tremare e a stringere forte il corpo freddo della ragazza, aveva paura solo di pensare che Angel fosse morta.
Tremava come mai aveva fatto, lui amava quella ragazza determinata con due buffi codini magenta sulla testa.
L'amava come non aveva mai amato nessuna, lei era speciale, lei era tutto per lei, se fosse morta lui sarebbe morto insieme a lei.
"Angel?" L'aveva chiamata, la voce un lieve sussurro, gli occhi lucidi sul punto di lacrimare ma lei non accennava a risondere.
Non poteva essere vero quello era un sogno, un brutto sogno da cui si sarebbe svegliato presto, si era sicuro che si trattasse di un orribile incubo del quale si sarebbe presto dimenticato.

*

L'aveva vista cadere tra le braccia di suo fratello, le aveva staccato il dardo dal collo e ne aveva odorato la punta, era impregnato di veleno non vi erano dubbi.
Michelangelo stava avendo una crisi di nervi, si era avvicinato ed aveva messo due dita sul collo della ragazza non sentendo alcun battito cardiaco.
Il petto non si alzava ne si abbassava segno che il respiro non vi era, per di più era fredda e le labbra viola portavano a solo una verità: Angel era morta.

Aveva alzato lo sguardo per guardare i suoi fratelli, il leader capendo lo sguardo disperato di Donatello prese Angel dalle braccia di Michelangelo.
"Do-Donnie Angel è morta?" aveva chiesto tremando e affannato.
Non aveva il coraggio di dire quella terribile verità al suo fratellino, come poteva dirli che la sua migliore amica se ne era andata e nel peggiori dei modi per di più.
"Mikey..." ma non aveva concluso perchè aveva visto il fratellino cominciare a negare col capo ed a indietraggiare.
Sapeva quello che stava per seccedere, li era capitato solo poche ore prima, in un attimo gli occhi si erano chiuso ed aveva perso i sensi lasciandosi cadere a peso morto a terra.

*

Guardava spaventato gli occhi di Donatello, era tutto vero Angel non c'era più, in un attimo era andata via per sempre.
Dentro il suo corpo vi era uno strano combattimento di sentimenti, amore, rabbia, paura...
Non sapeva come comportarsi.

Lui era morto insieme a lei di queste ne era certo, come poteva immaginare un esistenza senza di lei e le sue pazzie?
Come poteva alzarsi al mattino sapendo che non avrebbe mai più rivisto due codini color magenta?
Era così giovane, aveva solo diciotto anni ed una vita davanti, non poteva morire, no non lo poteva accettare.

Leonardo le aveva preso la sua Angel dalle mani mentre Donatello cominciava ad avvicinarci dicendo parole che a lui in quel momento sembravano incomprensibili.
Ogni volta che suo fratello di avvicinava lui faceva un passo indietro, il fiato corto e la respirazione cominciava ad essere dolorosa e affaticata.
Tutti intorno a lui cominciava a diventare sfocato, vedeva solo macchie nere, le gambe tremavano, si sentì girare gli occhi e poi era stato solo buio, ma prima di svenire aveva lasciato cadere una lacrima dai suoi occhi.

*

Con la coda dell'occhio aveva visto qualcuno sul palazzo opposto con un fucile in mano, senza dare spiegazioni aveva lasciato tutti e si era diretto  verso quella losca figura, qualcuno doveva pagare per tutto quello che era successo, e quel qualcuno lo aspettava dall'altra parte della strada.
Non l'avrebbe passata liscia, chiunque fosse stato avrebbe pagato per la morte di Angel, era una promessa che aveva fatto a se stesso e lui manteneva sempre le promesse o non si sarebbe più chiamato Raphael.

*

Aveva aperto piano gli occhi, il naso le pizzicava dall'odore di farmaci e la luce al neon sopra di lei le dava fastidio agli occhi.
Al braccio destro aveva diversi tubi attaccati e alla sua sinistra vi era la macchina per il controllo del battito cardiaco.
Era in ospedale ne era certa, ma non ricordava il perchè, l'ultima cosa che ricordava era Leonardo che l'abbracciava e Michelangelo che sveniva, poi aveva il buio totale.


"Finalmente si è svegliata signorina O'neil, la sua amica l'ha portata in tempo, qualche minuto in più e sarebbe stato troppo tardi".
Cosa cercava di dirli quel medico? Non riusciva a capire dove volesse arrivare.
"Avete già eseguito il raschiamento?" Aveva chiesto con il magone e le lacrime pronte a scendere.
Il medico aveva sorriso, le aveva appogiato una mano sulla spalla per tranquillizarla e poi aveva cominciato a parlare:
"April non abbiamo fatto nessun raschiamento, il suo bimbo è salvo, è stato un miracolo ma è salvo" non credeva a quello che le sue orecchie avevano sentito, il suo bimbo era ancora vivo?
Aveva cominciato a piangere, non poteva crederci, quando lo avrebbe detto ai ragazzi avrebbero fatto i salti di gioia.
Quelle poche parole l'avevano fatta diventare la donna più felice del mondo, era talmente contenta che voleva gridare a tutto il mondo la sua gioia.
"Cosa mi è successo, il bambino ha subito qualche danno grave?" Aveva poi chiesto tornando ad essere seria.
Il medico, un uomo sulla quarantina, aveva preso la sua cartella clinica cominciando a leggerla.
April si morse il labbro inferiore, era contenta che il piccolo fosse salvo, ma il silenzio del ginecologo la faceva preoccupare, sperava solo niente di troppo brutto da sopportare.

"Vede April, lei ha avuto un iperemesi gravidica che le hanno portato a continui vomiti e anche la perdita di peso."
Ascoltava quelle parole con completa attenzione, non voleva perdersi neanche una frase, voleva assolutamente capire.
Il dottore aveva ragione, in quei due mesi di gravidanza aveva perso parecchi chili, e non finiva mai di vomitare.

"Questa patologia è molto rara, ed è causata da diverse patologie o disturbi; le faccio qualche esempio: chi soffre di tiroide, un giovane donna affetta da depressione, ecc..."
Aveva chiuso gli occhi, sicuramente era stato a causa del dispiacere, ma non poteva escludere che anche il liquido che Casey le aveva igniettato avesse contribuito.
"Ovviamente chi soffre di questa patologia sono solo le mamme che portano in grembo un feto femminile" i suoi occhi avevano cominciato a brillare, il medico le aveva appena assicurato che avrebbe partorito una bimba era talmente contenta che aveva cominciato a piangere.
"Signorina per il momento la tratteremo qui in ospedale dove doseremo dei liquidi attraverso le flebo, l'unico rimedio per questo tipo di patologia. Il cibo solido lo introdurremo un po' alla volta, ma per il resto può stare tranquilla, vedrà che andrà tutto bene, può anche avvertire la sua amica."
E con ciò se ne era andato per continuare le visite nel reparto lasciandola sola con una grande gioia nel cuore.

"Piccola mia la mamma è talmente contenta, vedrai quando lo diremo agli zii...Mi hai reso la donna più felice del mondo non vedo l'ora di conoscerti piccola mia, di poterti stringere tra le mie braccia e cullarti" disse poggiando una mano sul suo ventre che cominciava ad essere un po' gonfio.
Poter parlare con lei e sapere che poteva sentirla, la rendeva talmente gioiosa che per un attimo aveva scordato tutto quello che le era successo... Anche l'abbandono di Arnold Casey Jones.

*

"Chi sei e cosa vuoi?" Aveva chiesto un volta fermatosi dalla corsa.
Il fiato era corto e le gambe dolevano, aveva corso per dei chilometri perchè non si trovava più a New York.
La figura che aveva seguito fin li si era avvicinata pian piano, un ghigno incorniciava il suo volto e gli occhi rossi come il sangue spiccavano nel buio di quella tetra notte.

"Vedi Raphael, io sono qualsiasi cosa che voglio, posso essere me stesso, un qualsiasi essere umano oppure..." e aveva cominciato a sorridere mentre un luce gialla lo avvolgeva in modo da completare la trasformazione.
"Oppure posso essere Arnold Casey Jones" gli occhi di Raphael erano usciti fuori dalle orbite, forse tutto aveva un senso il suo amico non avrebbe mai abbandonato April, non l'avrebbe lasciata morire.
"Tu? Sei stato tu ad avvelenare April vero?" Aveva chiesto digrinando i denti dalla rabbia, nessuno poteva prendersi gioco di lui e dei suoi amici, nessuno.

"Certo, era tutto parte di un piano ideato dal mio padrone" aveva risposto avvicinandosi ancora di più.
"Hai ucciso anche Angel maledetto" aveva ribattuto sfoderando i suoi Sai dalla cintura e mettendosi in posa da combattimento.
"Ucciso Angel? No viscido lucertolone, lei non è morta le ho solo sparato un dardo che da le sembianze di un'apparente morte per qualche ora; quella ragazzina ci sarà ancora molto utile in futuro ma adesso dovevo attirare te in una trappola; sapevo che non mi avresti mai lasciato scappare ed io ne ho approfittato ma ora basta chiacchere c'è qualcuno che vuole incontrarti" e con ciò aveva iniettato un narcotico nel braccio di Raphael facendolo cadere davanti ai suoi piedi.
Il piano era riuscito bene, adesso non doveva fare altro che portare quel mostro da Shredder e concludere la prima parte del loro piano malefico.

 



Angolo Autrice:

Come promesso ho pubblicato il nuovo capitolo.
April e il bambino stanno bene, Angel a quanto pare non è veramente morta, ma le cose da adesso in poi si faranno sempre più complicate.
Adesso mi dileguo, oggi i miei piccoli compiono due anni e tra un po' andremo dai nonni per festaggiare.
Ho ricontrollato il capitolo ieri sera, così approfittando del riposino pomeridiano di Mirko e Ismaele ho acceso il computer per postare il capitolo.
Spero di non avervi deluso, adesso torno a fare ricerca sui nomi da bambina, sarà un ardua impresa.
Un buona serata e vi lascio con un alla prossima.

Princess_serenity_92

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