The secret of magic sister

di The Lady of His Heart 23
(/viewuser.php?uid=537468)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap. 1 ***
Capitolo 2: *** Cap. 2 ***
Capitolo 3: *** Cap. 3 ***
Capitolo 4: *** Cap.4 ***
Capitolo 5: *** Cap.5 ***
Capitolo 6: *** Cap.6 ***
Capitolo 7: *** Cap.7 ***
Capitolo 8: *** Cap.8 ***
Capitolo 9: *** Cap.9 ***



Capitolo 1
*** Cap. 1 ***


Image and video hosting by TinyPic

Corri e non voltarti
Le parole di Peeta mi rimbombano in testa. Senza pensare comincio a correre. Corro così forte che le gambe mi fanno male. Ho inalato troppa aria fredda e sento dolore ovunque nel mio corpo.
Quando l’orologio rintoccherà la mezzanotte, punta la tua freccia in alto e colpisci il campo di forza, il fulmine farà il resto. Ti amo.
Mezzanotte. Mi fermai di colpo.
“Mezzanotte”sussurro tra me e me e poi ancora più forte “Mezzanotte!” urlo.
Di colpo un rintocco fortissimo mi perfora i timpani. Sono costretta a chinarmi in avanti e premermi la testa con le mani. No! impongo a me stessa E’ il momento mi ripeto.
Tolgo velocemente una mano dalla testa e afferro una freccia mentre con l’altro impugno l’arco. Sollevo l’arma in aria e punto al capo di forza sopra di me.
Ora o mai più
Carico e con un urlo potentissimo scagli la freccia contro il campo di forza. I rintocchi cessano. Nel cielo un bagliore e poi una crepa squarciarlo. Era come un’enorme cupola di vetro dentro cui ci avevano rinchiusi dentro. Inizialmente niente, e poi all’improvviso il fulmine di cui Peeta mi aveva parlato colpì il grande albero al centro dell’arena provocando onde radioattive scagliandomi a terra. L’impatto è molto forte e faccio fatica ad alzarmi, anche solo a respirare. Il cielo è costernato da scintille infuocate. Il campo di forza sta cadendo. In lontananza c’è una luce. Lo schermo di Capitol City riflesso nel vuoto e fluttuante come sempre che mostra i volti delle vittime cadute. Sono volti che non conosco ad eccezione di uno solo. Prim. No, non è possibile Prim non era nei giochi penso tra me. Ma ad un tratto mi accorgo che quei volti sono solo di bambini e nei giochi non c’era nessuno di loro. Mi accorgo anche che sono tutti bambini della mia fazione. Sono tutti Abneganti. La paura mi invade la mente. Non può essere morta sul serio. Voglio urlare, divincolarmi e scappare via, ma il mio corpo è bloccato. Non sento il contatto con nessun arto o muscolo. D’improvviso sento una roba calda e viscida colarmi sul volto. E’ sangue. Sto sanguinando.
Non avevo mai pensato di morire nei giochi, ma se avevo aggirato la morte in una prima edizione, non potevo di certo farlo anche questa volta. Socchiusi gli occhi e mi preparai alla fine.
All’improvviso una luce molto forte mi accecò, nonostante avessi gli occhi chiusi. Non riuscii ad aprirli del tutto ma cercai di spiare. L’overcraft di Capitol City stava venendo a prendermi. Perfetto, sarei morta torturata per quel piccolo scherzetto al campo di forza. Cerco di alzarmi ma non sento niente. Due mani forti mi afferrano e sollevano. Mi trascinano su una specie di barella e poi dentro L’overcraft. Socchiudo gli occhi. Sento le forze abbandonarmi. In testa ho solo un ronzio fastidioso dovuto all’esplosione. Sollevo la testa. Il cielo è un’esplosione di colori. Stormi di uccelli impazziti fuggono da ogni parte. Sono ghiandaie imitatrici e stanno cantando … e quella è la voce di Prim. Sto sprofondando nell’oscurità cullata dal canto delle ghiandaie con la voce di mia sorella.
Verrai, verrai
all’albero verrai
dove hanno appeso un uomo, che ne uccise tre
strani eventi ci son qui e nessuno vien
se a mezzanotte ci incontrassimo qui

Verrai, verrai
all’albero verrai
dove il morto implorò al suo amor di scappar
strani eventi ci son qui e nessuno vien
se a mezzanotte ci incontrassimo qui

Verrai, verrai
all’albero verrai
ove ti dissi corri se ci vuoi liberar
strani eventi ci son qui e nessuno vien
se a mezzanotte ci incontrassimo qui

Verrai, verrai
all’albero verrai
di corda una collana insieme a dondolar
strani eventi ci son qui e nessuno vien
se a mezzanotte ci incontrassimo qui

Katniss. Katniss. Katniss Katniss Katniss. Katniss. Katniss. Katniss. Katniss Katniss Katniss. Katniss. Katniss. Katniss. Katniss Katniss Katniss. Katniss. Katniss. Katniss. Katniss Katniss Katniss. Katniss. Katniss. Katniss. Katniss Katniss Katniss. Katniss. Katniss. Katniss. Katniss Katniss Katniss. Katniss. Katniss. Katniss. Katniss Katniss Katniss. Katniss.

Angolo autrice:
Allora, rieccomi qua! Lo so le fazioni in Hunger Games vi hanno stravolto, ma è olo l'inizio.Questa mattima mi sono infatti alzata e mi sono detta: perchè non unire in un unica storia tutte le mie saghe prefeite? E così è stato. Sarà un'esplosione di fandom. Ovviamente non posso inserire tutti i personaggi e ogni singolo dettaglio di ogni fandom per bilanciare le cose, ma sarà bello. Almeno lo spero. Dedicata a tutti coloro che mi hanno tra gli scrittori preferiti. Grazie di cuore.

P.s.
Ho cambiato le parole della canzone ma è più orecchiabile così e anche più ecco ... cantabile? in italiano.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Cap. 2 ***


Image and video hosting by TinyPic
Mi sveglio di soprassalto scattando in avanti. Ho paura e sono confusa. Il mio collo è intrappolato da un’enorme collare giallastro. Dalla manica del camice che indosso spuntano dei tubicini trasparenti collegati ad una macchina. Cerco di parlare ma non ci riesco.
“Non provarci”dice una voce alle mie spalle. Mi volto di scatto. Davanti a me c’è un ragazzo alto e smilzo. Ha la pelle chiara e i capelli biondi. Veste di nero e dalle maniche e dal colletto della maglia la sua pelle è tempestata di strani tatuaggi.
Tento di tirarmi su ma lui mi ammonisce.
“Per caso l’esplosione ti ha fatto perdere l’udito?”domanda. Io lo guardo ma non riesco a capire.
“Esp – lo … s-sione?”balbetto. E ad un tratto una miriade di ricordi mi affiorano nella mente.
I giochi.
Peeta.
La fuga.
La freccia.
Il fulmine.
L’esplosione.
L’overcraft.
Le ghiandaie imitatrici.
La canzone.
Una voce.
Il Buio.
Prim.
Prim …
penso tra me e me. O no, Prim!
“Prim!”urlo.
Con un gesto fluido e deciso mi sfilo il collare e stacco i tubi dal mio braccio. Con un balzo scendo dal letto e corro verso la porta. La apro e mi precipito in corridoio. Sento la voce del ragazzo che era in stanza con me chiamarmi e i suoi passi che cercando di raggiungermi. Io intanto corro senza meta, senza capire dove sono, alla ricerca di risposte. Davanti a me c’è solo un lunghissimo corridoio con tante porte. E’ tutto così bianco. Sto correndo e all’improvviso cado a terra prima di forze.
“Katniss!”sento qualcuno pronunciare il mio nome. Due mani che mi afferrano e mi trascinano via dal corridoio.

Riapro gli occhi. Sono ancora nella sala di prima lo sento. Al collo l’enorme collare che mi prude e irrita la pelle, nelle vene gli aghi pungenti di prima che mi ignettano qualche sostanza. Morfamina probabilmente. Cerco di mettere a fuoco e davanti a me si ripresenta lui. Cerco di divincolarmi per scappare, ma lui alza la mano in segno di resa.
“Tranquilla Katniss, non voglio ucciderti.” Dice.
“Chi sei?”domando.
“Jace Wayland” mi risponde con naturalezza.
“Jace? Io non … che, cosa è successo?”domando.
“Il fulmine è stato più forte di quanto pensavamo. Ha mandato in contro circuito tutto il sistema operativo di Capitol City, questo ci ha permesso di poter penetrare nei giochi e recuperarti.”dice.
“Dove mi trovo esattamente?”domando.
“Siamo a trenta metri sotto terra” dice. “Tra i resti della fazione degli esclusi”mi informa dopo una brave pausa di silenzio.
“Esclusi?”domando “Come è possibile, la fazione degli esclusi è stata rasa al suolo tanti anni fa. E con essa è stata abolita anche la cerimonia dello smistamento”
“A quanto pare è ancora in piedi. Hai ragione ad affermare che è stata distrutta, ma ciò non toglie che possa essere stata ricostruita dai superstiti in circolazione”mi spiega.
“Cosa è successo mentre ero nei giochi?”domando.
“Snow ha preso il potere e per sottomettere le fazioni a Capitol City ha evocato forze oscure”
“Forze oscure? Intendi?” domando, ma dentro di me conosco già la risposta.
“Vampiri e demoni”dice lui completando i miei pensieri.
“Perché?”domando scioccamente
“Per te” dice.
“Per me?”domando a mia volta stupita.
“Katniss tu sei la ghiandaia imitatrice”mi dice.
“La cosa?”domando io confusa.
“Katniss tu sei il volto della ribellione. Tutto quello che hai fatto durante e prima dell’edizione dei giochi, ha suscitato scalpore tra le fazioni. Ci sono state rivolte in tutta Panem e niente pare fermarli. Qualcosa li spinge a combattere e quel qualcosa sei tu. Abbiamo bisogno di te per dare inizio alla lotta e fermare questo assedio.”mi spiega. “E’ per questo che abbiamo deciso di salvare te e non Peeta nei giochi.”dice e io scatto.
Peeta
All’improvviso mi risuonano nella mente le parole che dissi a Haymitch prima dei giochi.
Io muoio. Peeta vive.
Ma non è andata così. Sono stata io quella ad essere stata salvata e Peeta è morto. Prim è morta. Troppi morti. Troppo dolore. La porta si apre. Qualcuno entra. Ma io non ci faccio caso e tengo la testa china sulle lenzuola e sulle mie mani tramanti.
“Finalmente ti sei svegliata”
Quella voce. Alzo lentamente lo sguardo. Ho solo voglia di una cosa in questo momento. Uccidere come non avevo mai ucciso in vita mia. Scatto in avanti staccandomi i tubi dal braccio.
“Brutto figlio di puttana!”urlo spingendo con un calcio Haymitch a terra. Mi scaglio su di lui urlando come una furia mirando al volto.
“Lurido bastardo!”urlo e lo colpisco dritto in faccia con un pugno. Sputa del sangue.
“Avevi promesso che salvavi Peeta e non me!”continua ad urlare e colpirlo contemporaneamente. Qualcuno mi afferra da dietro le spalle. Probabilmente Jace, ma con uno schiaffo e una spinta lo faccio cadere a terra e torno ad occuparmi di Haymitch. Ad un tratto il ragazzo accanto a me estrae dal giubbotto in pelle un arnese e me lo conficca sulla spalla a sinistra. Sento come un pizzico fortissimo e poi del calore invadermi. Perdo nuovamente le forze e cado a terra con in testa un solo ed unico pensiero.
Peeta

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Cap. 3 ***


Image and video hosting by TinyPic

Quando riapro gli occhi sono sempre nella stessa stanza di prima, sempre nello stesso letto ma con qualche differenza. Il collare che prima mi soffocava ora non c’è più e i tubi sono spariti. Al loro posto ci sono delle cinghie che mi inchiodano al letto. In vita mia solo una volta avevo visto della roba del genere. All’ospedale psichiatrico della fazione degli Abneganti. La mia fazione. Pensavano fossi pazza e forse lo ero.
Una porta davanti a me si apre ed entra lui. Haymitch avanza sicuro di se.
“Non avvicinarti”lo avverto. “Potrei rompere le cinture e ucciderti, ma forse è meglio così dato che hai fatto in modo che ammazzassero Peeta”gli dico.
“Oh! Celo”dice alzando gli occhi al cielo con aria drammatica “Voi Abneganti siete così … solidali e caritatevoli verso gli altri che non pensate mai a voi stessi” dice.
“Avevamo un patto” gli ricordo.
“E lasciarti morire? Katniss ascolta Peeta non avrebbe retto la tensione, nessuno lo avrebbe mai seguito per combattere. E poi avevo precedentemente stretto un altro patto con lui”
“Sarebbe?”domando.
“Non ci arrivi?”mi domanda lui alzando gli occhi al cielo. Sospiro. Ma certo. Ha pregato Haymitch di salvare me e non lui. Era arrivato prima.
“Voglio uscire di qui”dico, ma più che una speranza sembra un ordine.
“ Uscirai quando imparerai a controllarti” mi dice.
“Haymitch se è vero che sono la ghiandaia imitatrice e la rivoluzione è vicina non c’è niente da perdere.”dico.
“Non penso tu sia pronta per …”
“Fammi. Uscire. Ora.”sbotto io. Le parole escono scandite e potenti dalla mia bocca. Affilate.
“Okay sei pronta” mi dice e senza ulteriore preavviso mi slaccia le cinghie che mi tenevano legata al letto. Scendo e mi guardo intorno.
“Allora è vero”dico mentre con le mani mi massaggio i polsi doloranti “Sono davvero nella fazione degli esclusi”dico. Haymitch apre la porta e mi fa segno di uscire. Ci incamminiamo per il corridoio fino alla fine di esso. Il muro si apre all’improvviso e saliamo dentro un ascensore.
“Allora?”lo esorto a parlare.
“Cosa?”domanda lui.
“Sei un escluso adesso”dico.
“Anche tu dolcezza” mi bisbiglia lui.
“Pensavo che la fazione era distrutta” dico.
“E invece rieccoci qui. Regole di base: non parlare se non vieni interpellata, non fare di testa tua e non picchiare”dice lui.
“Mi volete come volto della ribellione e non posso neanche dire la mia?”domando.
“Regola numero uno”mi ricorda lui e io chiudo la bocca all’istante.
Mi accorgo che stiamo scendendo all’ultimo piano. Caspita, quanto è profondo questo buco sotto terra.
“Abbiamo sette piani. Il più basso è una specie di bunker sotterraneo per quando veniamo attaccati, attualmente non è ancora successo. Beete è riuscito a riprodurre un capo di forza attorno alla fazione, siamo invisibili per tutti gli altri. In pratica, non esistiamo. Il secondo piano è quello di programmazione, ci stiamo dirigendo li. Beete è li con gli altri stanno programmando strategie e piani d’attacco. Il terzo piano è l’ospedale. Tu ti trovavi li. Al quarto i dormitori. E’ necessario che tutti dormano vicino al bunker per ripararsi. I piani più resistenti sono infatti il primo,il secondo e il terzo. Gli altri sono leggermente più fragili. Come hai notato lo spazio è molto stretto, ma sotto terra è naturale. Al quinto abbiamo la mensa. Vi era la zona allenamento prima, ma c’è chi si allena fino a tardi e non fa dormire gli altri quindi abbiamo fatto un cambio di programma. Al sesto piano come avrai intuito c’è la zona allenamento. E il settimo è in superficie. Capirai quando ti mostrerò tutto” appena finisce il suo lungo discorso le porte si riaprono. Davanti a me c’è una schiera di file di computer e gente in camice azzurro seduta che digita senza sosta sulle tastiere. Eruditi. Senza ombra di dubbio.
“Katniss questa è la zona programmazione”mi sussurra Haymitch alle mie spalle. Mi guardo attorno spaesata e in lontananza rivedo un volto a me caro e conosciuto.
“Beete”esclamo e mi precipito da lui. Noto che è su una sedia a rotelle. Vorrei chinarmi ad abbracciarlo, ma è troppo concentrato a sistemare un arnese.
“Ciao Katniss ti trovo bene”mi dice.
“Cosa ti è successo” dico.
“Il fulmine è stato più forte del previsto a quanto pare”dice. “Allora, questo come Haymitch ti avrà già detto è il programma di progettazione, sai di cosa ci occupiamo vero?”dice e io annuisco.
“Prevenite attacchi e roba del genere”bisbiglio.
“Ottimo. E sai anche perché siamo qui giusto?”domanda e io annuisco di nuovo.
“Perfetto”dice “Seguimi”
Afferra con le mani le grandi ruote di ferro della sua sedia a rotelle e fa pressione con le dite affinché l’attrezzo si muova.
“Lascia faccio io”dico afferrando la sedia.
“Grazie”sussurra “Non immagini quanto sia stancante trainarmi in giro per tutto il giorno”
“Immagino, mi dispiace per quello che ti hanno fatto”dico accompagnandolo. Non so dove con la precisione, ma non ho bisogno di molti sforzi per capire dove devo andare dato che mi sta indicando il punto esatto con la mano. Lo accompagno e mi mette in piedi accanto a lui. Con un gesto fluido Beete accende il monitor de pc e mi mostra una mappa virtuale.
“Capitol City” dico. E Beete annuisce.
“E queste sono le fazioni”dice mentre allarga l’immagine sul monitor. Ci sono tutte le fazioni, quella degli eruditi che si occupa della conoscenza e del sapere, i candidi la sicurezza e la legge, gli intrepidi che proteggono la capitale, i pacifici che forniscono il cibo e le risorse primarie per la sopravvivenza della grande città e infine gli abneganti. Gli abneganti sono considerati da tutti l’anello debole della catena di Panem. La gente non si aspetta niente da loro, considerandoli privi di ogni dote. Gli abneganti stessi non credono più in loro. Forse è per questo che, non avendo niente da fare, aiutano gli altri. Un tempo il tarlo più basso dell’ascesa al potere di Capitol City erano gli esclusi. Vi era infatti una selezione, che tutti chiamano test attitudinale. Il test attitudinale ti indirizza meglio verso la tua vocazione e ti permette di cambiare fazione se lo desideri. Ma una volta scelta non si può più tornare indietro. Al test infatti i ragazzi si tagliano con un coltello lasciando scorrere il loro sangue dentro una ciotola con dei simboli che ricordano le fazioni. Molti ragazzi restavano nella loro fazione, altri invece fuggivano. Una maggiore frequenza di spopolamento di fazione si ebbe ovviamente tra gli abneganti. Coloro che non passavano il test attitudinale venivano considerati esclusi e vivevano isolati da tutti, ben lontani dalla città e dalle altre fazioni, in una specie di posto sconosciuto pieno di muri di pietra. I ragazzi invece che risultavano appartenere a più fazioni venivano chiamati Divergenti. Erano una minaccia per la capitale perché non potevano essere controllati e nemmeno sottomessi come gli esclusi. Il test attitudinale passava nelle mani degli esperti eruditi e poi arrivava dritto alla capitale. Se risultavi divergente venivi ucciso all’istante. Alcuni di loro che riuscirono a scappare si unirono agli esclusi. Si ribellarono alla capitale e assediarono la città. I tumulti vennero domati dalle guardie della capitale e ogni lotta fu sedata. La fiamma ardente della rivoluzione era stata spenta. La capitale decise allora di sopprimere ancora di più le fazioni sotto il loro controllo. Bombardò la fazione degli esclusi, uccise tutti i divergenti in circolazione, abolì il test attitudinale e emanò gli Hunger Games. Un gioco terribile dove ragazzi e ragazze vengono buttati in una arena a combattere senza uno scopo. La maggior parte dei ragazzi appartiene alle fazioni degli abneganti e dei pacifici, gli altri sono carcerati e oppositori delle fazioni degli eruditi e candidi. Il restante 2% dei ragazzi del gruppo fanno parte della fazione degli intrepidi. Gli intrepidi amano il pericolo e mettersi in gioco. Riescono ad affascinare molta gente e affascinarono persino me. Quando ero solo una bambina sognavo che venisse ripristinato il test attitudinale per fuggire dagli abneganti e entrare negli intrepidi.
“Noi siamo qui”mi informa Beete. Osservo nel punto in cui mi indica ma non riesco a vedere. Lui mi osserva con un aria semi divertita aspettando che io ci arrivi da sola.
“Il campo di forza” esclamo con un mezzo sorriso e lui annuisce.
“Esatto”dice.
“Beete. Abbiamo un problema un file si è bloccato” dice un ragazzo senza distogliere lo sguardo dal suo monitor.
“Arrivo”dice Beete voltandosi.
“Andiamo ti mostro gli altri piani” dice Haymitch dietro di me e io lo seguo silenziosa.
Risaliamo sull’ascensore e saliamo.
“Il bunker momentaneamente è chiuso. Problemi di sicurezza.”dice.
“Dove stiamo andando?” domando.
“Andrai al reparto numero 4”dice e io annuisco. Ci rifletto un attimo e mi blocco. Ha detto Andrai e non Andremo.
“Tu non verrai con me?”domando.
“Problemi all’ospedale hanno reclutato altri feriti”mi informa. “Tranquilla”continua lui osservando il mio sguardo ansioso. “Ci sarà Jace a mostrarti tutto”dice e le porte dell’ascensore si aprono. Haymitch esce e si incammina senza voltarsi. Davanti alle porte c’è Jace in piedi che ci stava spettando. Probabilmente Haymitch lo aveva chiamato prima mentre parlavo con Beete. Senza dire niente entra e preme sul tasto numero quattro. Che ragazzo idiota. Non ci vuole molto prima che arriviamo al piano desiderato. Le porte si aprono e usciamo.
“I dormitori. Tanto per la cronaca: maschi e femmine dormono insieme. Eccitante no?”dice con un velo di ironia nella voce. Cerco di sorridere ma ciò che mi esce fuori è più una smorfia.
“Catnip”sento una voce dietro mi me.
So chi è. E senza pensarci mi volto e mi getto addosso a lui.
“Gale!”esclamo abbracciandolo. Lui mi stringe forte a se.
“Dove … ma, quando sei arrivata? Mi spieghi perché te ne vai in giro con questa specie di pagliaccio mezzo dark biondo ossigenato?”
“La sto accompagnando per ordine di Haymitch e tanto per la cronaca, sono biondo naturale”dice.
“Pensavo fossi nella tua fazione”dico a Gale ignorando il commento di Jace.
“Mi sono alleato con la resistenza”dice lui.
Brrrr….Brrr….. Un rumore di qualcosa che vibra distoglie la mia attenzione. Gale estrae un telefonino dalla tasca e se lo porta all’orecchio.
“Pronto?”dice. “Si, okay ho capito. Arrivo”dice e con un gesto fluido spegne il cellulare e se lo infila in tasca.
“Emergenza, devo scappare”dice.
“Okay”dico io.
“Ci vediamo presto tranquilla” dice e se ne va.
Mi guardo attorno accarezzando con una mano il lenzuolo morbido su un letto.
“A quanto pare ci rincontriamo ancora ragazza fuoco ”
Quella voce.
“Cinna”bisbiglio voltandomi e appena lo vedo il mio cuore impazzisce di gioia “Cinna!”urlo e corro verso di lui. Ci abbracciamo e rimaniamo incastrati l’uno all’altro per un po’ prima di lasciarci. Sul mio volto è stampato un enorme sorriso.
“Pensavo fossi morto”dico.
“Anche io se non fosse stato per Jace”dice indicando con un cenno del capo il ragazzo dietro di me. Non mi volto e continuo a guardare Cinna.
“E’ bello riaverti qui”dico io.
“Anche per me è lo stesso ragazza in fiamme”dice e io sorrido. “Allora è il caso di toglierlo questo camice non ti pare?”domanda facendo riferimento al mio abbigliamento.
Mi mette un paravento davanti. Io inizio a spogliarmi e lui mi passa una tuta grigia. A molti non piace il grigio, ma quando sei Abnegante da tutta la vita ci fai l’abitudine.
“Non è ciò che avevo in mente ma tutta la stoffa in circolazione mi serve per un progetto particolare che ho in mente”dice. Io sono di spalle e scosto i capelli di lato.
“Da quand’è che hai un tatuaggio?”mi domanda Cinna. Mi volto appena e noto una macchia nera sulla spalla sinistra. Allungo il braccio e ci sfrego sopra la mano ma non si toglie. Cerco di osservarmi come posso allo specchio e noto che sulla mia pelle c’è un vero e proprio disegno. Con il camice stretto al seno mi volto verso Jace sporgendo la testa fuori dal paravento.
“Tatuate la gente svenuta voi?”domando.
“Non è un tatuaggio. Ma una runa”mi informa.
“Una che?”domando.
“Te lo spiego dopo”dice lui. Finisco di spogliarmi e mi infilo svelata la tuta. Appoggio il camice sul paravento ed esco fuori.
“Mi dispiace per Prim”dice all’improvviso Cinna. Io sospiro, lo sguardo chino.
“Si anche a me” bisbiglio.
“Ho visto l’edizione dei giochi in diretta, mi dispiace che tu l’abbia saputo in quel modo”sussurra.
“Non capisco perché hanno fatto una cosa del genere”dico con la voce tremante, il volto rigato ormai dalle lacrime.
“E’ questo quello che fanno. Quando scoprono anche la più esile fiamma di speranza la sopprimono distruggendo tutta l’aria intorno a lei. Hanno attaccato il tuo distretto lanciando alcune bombe per punirli”
“Si, ma io ho fatto quello che ho fatto nell’arena, non loro”sussurro ormai a contatto con il petto di Cinna. Le mie lacrime gli stanno bagnando la camicia ma lui sembra non preoccuparsi.
“Lo so, ma hanno cercato di distruggere tutto ciò che hai di più caro”dice “Tu però non devi mollare chiaro, non ora.”
Mi afferra il volto e me lo solleva perché possa guardarlo in faccia.
“Capito?”dice.
“Come faccio a non mollare? Hanno ucciso Prim, bombardato la fazione, mi hanno portato via tutto e hanno anche ucciso … Peeta”dico, ma il suo nome mi esce come un suono strozzato.
“Saranno morti invano se ti arrenderai” dice e mi lascia. Faccio qualche passo indietro e mi dirigo verso Jace. Fisso Cinna con uno sguardo attendo e stupito. Le sue parole mi hanno sconvolta. Non provarci non sarebbe solo uno sconfitta, ma un disonore nei loro confronti. Ci rifletto un istante e poi annuisco leggermente. Mi volto e dirigo verso l’ascensore seguita da Jace. Lui preme un pulsante e attende.
“Combatterai Katniss?”sento una vocina esile dietro di me. Mi volto e vedo una bambina accanto a Cinna.
“Combatterai con noi?”domanda insistente lei mentre salgo sull’ascensore.
“Si. Lo faro.”dico e le porte si chiudono.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Cap.4 ***


Image and video hosting by TinyPic

Salgo con Jace fino al quinto piano.
“Allora me lo dici cosa sono?”domando.
“Cosa?”fa il vago.
“Come cosa? Il mio tatuaggio”dico.
“Si chiama runa.”replica lui.
“Fa lo stesso”
“No invece.”
“Me lo dici cosa sono o no?”
“E’ complicato”
“Farò uno sforzo, spiegamelo.”
“E’ … come una specie di … magia”bisbiglia, quasi un sussurro.
“Magia?” ripeto.
“Shhhh … non ripeterlo”dice lui.
“Ma?”domando.
“Zitta”
“Tu sei …”
Din Piano arrivato. Salvato dall’ascensore.
“La mensa”mi informa prima di scendere.
“Possiamo saltarla”dico io.
“E’ mezzogiorno”protesta lui poco prima che le porte si aprono. Ci sono tavoli ovunque e ragazzi che mangiano, ridono, parlano e camminano ovunque.
“C’è un po’ di confusione ma è venerdì e c’è lo stufato”mi informa dirigendomi verso una bancone. Non c’è molta fila, la maggior parte della gente è seduta o in giro con un vassoio pieno in mano.
Jace afferra una vassoio di plastica e passa davanti ad un bancone. Lo seguo osservandomi attorno. Vengo più volte sballottolata da una parte all’altra ma sono troppo confusa per realizzare. Jace riempie il vassoio di plastica con una ciotola di zuppa e qualche pera e mi conduce verso un tavolo libero. Mi siedo e lui mi posa davanti il vassoio. Alzo lo sguardo e lo osservo stupita.
“Mi basta questa” dice estraendo una mela dal giacchino.
“Pensi davvero che mangerò questa roba?” domando.
“Non è male se superi l’odore”dice addentando la sua mela. Mi chino ad annusare la zuppa e la puzza mi costringe a tossire. Con la mano allontano il vassoio e mi osservo attorno. Una donna strana si accomoda accanto a me. Ho già visto quegli occhi, ma non ricordo dove.
“Questo posto è un vero disastro”dice “O ciao Jace” poi si volta verso di me e rimane a bocca aperta. “O mio … Katniss”dice.
“Scusi, ci conosciamo?”domando.
“Sono Effie”mi dice.
“Effie? Sei così …’”cerco di dire ma non trovo le parole.
“lo so, ma ti prego non farne parola in giro. E’ così umiliante per me non essere quella di un tempo. Mi mancano le mie scarpe e ancor di più le mie parrucche. Cinna non si degna di farmi un vestito e sono costretta ad indossare questa tutta priva di personalità. Però un fattore positivo c’è. La vedi questa fascia che ho in testo? Quando ero giovane andava molto di moda”mi dice quasi orgogliosa. Sorrido appena.
“Okay, tempo scaduto. Andiamo al sesto piano”dice. Siamo di nuovo nell’ascensore e poi arriviamo al piano desiderato. Ho la nausea per tutte le volte che sono entrata in quel fetido spazio stretto.
La sala degli allenamenti è molto più ampia di quanto credessi. Piena di attrezzature e arnesi. Mi ricorda tanto il centro di addestramento a Capitol City prima dei giochi. Senza pensarci afferro l’arco esposto sulla mensola e camminando mi osservo attorno. Scosto con una mano una ciocca di capelli posizionandola dietro l’orecchio.
“Qui è ovviamente dove ci alleniamo, ci sono spade, pugnali, coltelli, arco e frecce, asce, tridenti, bastoni …”Jace continua con la lunga lista di attrezzi ma non lo ascolto. L amia attenzione cade su una splendida sezione di frecce posizionate in fila l’una accanto all’altra. Afferro una freccia rosso fuoco, la carico sull’arco e punto al bersaglio davanti a me. Carico e sto per tirare quando la mano di Jace mi afferra il braccio fermandomi. Mi volto ad osservarlo.
“Non puoi lanciare quelle rosse qui dentro”mi informa sfilandomi l’arco dalle mani.
“Tieni, prova questo”dice passandomi un pugnale d’argento.
Io lo afferro, lo faccio roteare tra le dita e poi lo scagli con forza contro il bersaglio. La lama del pugnale si conficca dritta al centro del bersaglio. Un mucchietto di schegge svolazzano nella stanza. Sorrido appena soddisfatta di me stessa.
“Mira eccellente”dice.
“Perché non posso lanciare le rosse?”domando riferendomi alla freccia.
“Normali, incendiarie ed esplosive”dice indicandomi le frecce sul tavolo. A ogni nome un colore.
“Capisco”dico e lui annuisce.
“Saliamo?”dice e rieccoci di nuovo in quell’odioso ascensore.
“Chiudi gli occhi”mi dice.
“Perché?” non faccio in tempo a finire la mia domanda che le porte dell’ascensore si aprono e un bagliore improvviso mi acceca. Davanti a me se estende una valle immensa. Al suo interno ci sono un sacco di ragazzi che corrono da una parte all’altra.
“Ci hai portato un volontario?” dice un ragazzo che non conosco davanti a me.
“Cosa?”domando.
“No”dice Jace soffocando una risata “nessun Velocista, lei è …”
“So perfettamente chi è”dice il ragazzo.
“Piacere, io sono Al. E lui è mio fratello Tresh”dice indicando un altro ragazzo alle sue spalle.
“E’ un onore averla qui signorina Everdeen”dice il ragazzo che pare chiamarsi Tresh.
“Anche per me. ”dico stringendo la sua mano. Ha una presa forte e vigorosa.
“Io vado”dice Tresh.
“Ti raggiungo subito”dice suo fratello.
“Hey Chuck”dice Tresh chiamando un ragazzo alle mie spalle. Mi volto e davanti a me c’è un bambino paffutello con dei riccioli che gli cadono sul volto. “Ottimo lavoro con quella trappola”gli urla.
“Grazie”urla il ragazzino a sua volta.
“Signori, Buon Pomeriggio”dice un ragazzo mentre ci raggiunge. E’ alto, smilzo, ma ancora un ragazzino. E’ biondo, ha la pelle chiara e uno sguardo furbetto.
“Ragazzi lui è Newt.”dice presentandoci il ragazzino.
“Heilà Jace, ti sei trovato la ragazza?”domanda.
“Newt, guarda che lei è …”prova a dirgli Al ma non ce ne bisogno.
“Lo so, Miss Everdeen in giro non si parla d’altro e loro” dice indicando i ragazzi dietro di se intendi nelle loro faccende “Sono delle vere pettegole anche se non sembra.”dice con un sorriso. Mi piace Newt è un tipo sveglio.
Ad un tratto c’è una scossa fortissima e quasi non cado a terra. Jace mi afferra perché non mi faccia male, sono ancora molto debole. In lontananza si aprono delle enormi porte in pietra e fuori escono tre ragazzi. Un altro rumore assordante e poi le porte si richiudono.
“Ma cosa?”provo a dire.
“Sono le mura che proteggono la fazione”mi spiega Jace mentre mi aiuta a rialzarmi.
“Ci farai l’abitudine tranquilla”dice Newt come se niente fosse. “Ora devo andare. Benvenuta nel labirinto Miss Everdeen” dice e corre via.
“Labirinto”sussurro e mi guardo attorno. Eravamo effettivamente intrappolati dentro una sorta di labirinto. Jace mi spiegò che i velocisti erano coloro che correvano più veloci e conoscevano ogni via. Il labirinto mutava ogni volta per proteggere la fazione se mai qualcuno nella foresta lo avrebbe scoperto. Mentre mi spiegava alcune cose si sono avvicinati a noi i tre ragazzi che prima avevo visto uscire dal labirinto.
“Jace!”disse un ragazzo brunetto.
“Hailà Jace!”
“Come va?”
“Bene ragazzi”disse Jace con un sorriso. “Trovato nulla?”
“Nada. Un buco nell’acqua”disse un ragazzo con i capelli rossicci mentre si accomodava su una roccia.
“I pacificatori sono ovunque” disse l’altro che lo assomigliava mentre beveva dell’acqua da una bottiglietta.
“Abbiamo bisogno di Gale”disse quello con i capelli castano.
“Per cosa?”domando.
“Ci serve più gente possibile e lui conosce bene il labirinto.”dice. “Comunque io sono Thomas”dice porgendomi la mano cordiale. Gliela stringo. “E queste pesti sono i gemelli …”
“Fred”dice uno.
“E George Weasley”risponde l’altro.
“Piacere”dico io.
“Okay, visto che le presentazioni sono concluse io vado a chiamare Gale”dice Thomas.
“Ti raggiungiamo”dice Fred.
“So che non lo farete”dice Thomas ridendo.
“Infatti. La pigrizia è il nostro forte”dice Geroge strizzandomi l’occhio. Io sorrido appena.
“Pronta per gli allenamenti ?” mi domanda Jace.
“Prontissima”dico.
“Perfetto, si comincia allora”

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Cap.5 ***


Image and video hosting by TinyPic

Ritorno in quel fetido ascensore e con Jace scendo al sesto piano per gli allenamenti. Appena le porte dell’ascensore si aprono c’è una donna vicino la sala della palestra.
“Dove sta cercando di andare Signorina Everdden?” mi domanda.
“In palestra”dico io semplicemente.
“Katniss vuole vedere cosa so fare, abbiamo fatto una scommessa”dice Jace.
“Sicuri?”chiede la donna guardandomi con aria sospettosa. Io annuisco.
“Voglio fidarmi. Niente allenamenti per lei Signorina Everdeen intesi? Non è ancora guarita del tutto”mi dice “E tu signorino, se mi accorgo che mi stai mentendo, cosa che ho il sospetto tu stia facendo, ti stampo una runa sul di dietro siamo intesi?”dice la donna con aria minacciosa a Jace che, per niente spaventato dalle sue occhiatacce, scoppia a ridere e annuisce. La donna si allontana e noi entriamo in palestra. Il luogo è vuoto e freddo. In lontananza ci sono due ragazze che chiacchierano sedute vicino lo specchio in fondo la sala. Sono due biondine magre e snelle.Una ha i capelli cortissimi, lo sguardo da folletto e una fascia nera tra i capelli, l’altra invece ha i capelli lunghi e biondi legati in due codine. Da lontano non riesco a vederle bene in faccia, così mi avvicino stando al passo di Jace.Mi sembra di conoscerle ma non ne sono sicura a questa distanza. Una volta li vicino la magrolina dai capelli corti ruota lo sguardo verso di me. Ha un’aria di sfida e strafottenza. Rabbrividisco.
“Ce l’hai fatta allora”mi dice. E’ Johanna Mason. Intrepida. All’inizio sembrava un’imbranata, una di quelle ragazze che nascono nella fazione degli intrepidi ma non ne appartengono pienamente e poi, una volta dentro l’arena si è trasformata da gattino impaurito a tigre della giungla. La sua entrata nei giochi resta un mistero. All’inizio si pensava che non ci fossero stati volontari nella fazione e, data l’inespertezza della ragazza, di sicuro era stata estratta senza il suo volere, altri invece ritengono che abbia manomesso la brocca della mietitura per essere estratta, fingersi debole per battere tutti. Personalmente, per quanto possa risultare assurdo dato che il sistema di sicurezza della mietitura è super riservato e protetto, credo che l’opzione corretta sia la seconda, anche perché una volta dentro ha cercato di staccarmi la testa con un ascia.
“Johanna”esclamo.
“Sorpresa di vedermi?”mi domanda.
“In effetti si. Non dovresti essere morta?”gli domando a mia volta e lei ride.
“Ti piacerebbe.”dice lei alzandosi in piedi.
“Come fai ad essere ancora viva. Mi hanno detto che l’arena era completamente distrutta quando mi hanno portato qui, e che tutti quelli dentro erano morti nell’esplosione del fulmine. ” dico.
“Veramente Johanna è riuscita ad agganciarsi all’overcraft prima che decollasse e come puoi vedere ora è qui con noi”dice Jace intromettendosi nella discussione
“Come va la testa?”dice lei con un sorrisetto malefico in volto.
“Sto bene”dico io. Il lato destro della sua bocca si curva in un malizioso sorrisetto. Osservo la ragazza accanto a lei.
“Hey ma io ti ho già vista”dico alla piccoletta seduta accanto a Johanna. Sono così strane insieme. L’assassina psicopatica e Lelly Kelly.
La ragazzina e muta e non risponde. Ci rifletto un attimo.
“Aspetta ma io ti ho venduto le fragole alla fazione”dico e lei annuisce timidamente.
“Si. Grazie erano buone.”sussurra poco dopo. Io sorrido appena.
“Come ti chiami? Scusa ma non riesco a ricordarlo.”dico.
“ Madge. Mi chiamo Madge.”dice.
“Madge … ora ricordo, tu ti occupavi di Prim quando io ero a caccia e mia madre era … be, non stava tanto bene dopo la morte di papà”dico semplicemente, non mi va di scendere nel dettagli con Jace e Johanna nei paragi. Lei annuisce. Sto per farle altre domande ma mi blocco, primo perché non è molto eloquente e secondo perché qualcuno me lo impedisce.
“Hey Cornacchia!” esclama Johanna.
Poi di colpo succede tutto così in fretta. Senti come un rumore e poi l’aria muoversi alle mie spalle. Mi volto di scatto e allungando la mano afferro la freccia che puntava alla mia testa bloccandola a pochi millimetri dal mio volto. Jace si volta di scatto e rimane a bocca aperta.
“Veramente sono la ghiandaia imitatrice” dico abbassando la freccia. Johanna sorride, Madge è terrorizzata e Jace confuso. Io invece mi sento euforica, arrabbiata e scioccata allo stesso tempo. Arrabbiata con Johanna per avermi dato della cornacchia, euforica per il modo spettacolare con cui mi ero rimessa in gioco e scioccata perché davvero non capivo come ero riuscita a fare una cosa del genere. Nelle orecchie sentivo come un fischio.
“Però hanno fatto un buon lavoro”dice Johanna.
“Di cosa stai parlando?”chiedo.
“L’esplosione ti ha distrutto i timpani e alcuni medici eruditi ti hanno ricostruito il condotto uditivo, ecco perché hai sentito la freccia in lontananza”mi spiega. Io sorrido osservando la freccia tra le mie mani.
“Non vantarti tanto, lo hanno ricostruito anche a me”dice lei con strafottenza e vanità.
“Okay allora iniziamo a riscaldarci un po’?”domanda Jace.
“Cosa vuoi che faccia?”domando.
“Visto che l’infermiera si era ripromessa di picchiarmi se ti sforzavi troppo faremo il possibile senza eccedere”disse lui e io annuii.
“Perfetto, cominciamo con una corsettina leggera per riscaldare i muscoli”disse e iniziammo a correre. Quel pomeriggio fu stressante e al tempo stesso molto faticoso.
Jace mi fece fare semplici esercizi ma io ero così indolenzita che non riuscivo a muovermi come avrei dovuto.
“Continua a stirare bene i muscoli, arrivo tra un momento”dice Jace poco prima di allontanarsi.
Faccio come mi ha detto e stiro bene la gamba in avanti piegandomi su di essa.
“Sul serio? Sterccing?” mi domanda Johanna venendomi incontro.
“Non ti stavi allenando con i coltelli?”le domando.
“Be, dovresti iniziare anche tu non credi. Non si vince una guerra stirandosi i muscoli.”dice.
“Cosa dovrei fare secondo te” dico.
“Che ne pensi di un combattimento corpo a corpo”dice lei.
“Contro chi?”domando.
“Di me ovvio, ora che Madge e Jace non ci sono, che ne dici di spingersi un po’ oltre con questi patetici allenamenti. E poi, non vuoi la tua rivincita?”mi domanda. Ci rifletto su, la voglio? Si. La volgio.
“Ci sto”dico.
“Perfetto, seguimi” dice con il suo solito sorrisetto da genio del male.
La seguo fino al centro della palestra e insieme saliamo su una specie di ring. Lei a un lato e io all’altro.
“Regole?”domando.
“Si continua fino a che non vinco”dice lei. Poi prende la rincorsa e mi viene contro urlando come una furia. Non riesco a evitare il suo colpo, anche perché mi ha preso di sorpresa e cado a terra schiacciata dal suo peso, nonostante sia molto magra.
“Oh! Poverina. Ti aspettavi qualche banale regoluccia tipo pronti partenza via?”domanda lei.
Io la spingo via e mi rialzo velocemente. La vedo correre verso di me e la schivo spostandomi di lato. Johanna ricade sul bordo a molla del ring e dandosi la carica con quella specie di elastico gigante ritorna alla carica venendomi addosso. Questa volta sento l’aria spostarsi da destra. Schivo il suo pugno e la colpisco a mia volta sullo stomaco facendola barcollare.
“Niente male”dice lei rialzandosi.
“Grazie”dico io rimettendomi in posizione d’attacco mentre porto le mani davanti al volto chiuse in dei pugni ben saldi.
“Ma non è niente”dice urlando e scagliandosi contro di me. Tento di schivarla ma mi afferra e mi fa cadere a terra. Si siede sopra di me e mi guarda con aria di sfida. Avevo già visto quella scena. L’avevo già vissuta in effetti. Era successo lo stesso nell’arena, ma Peeta era venuto in mio aiuto colpendola alla tesya e facendola cadere a terra. Pensavo fosse morta e invece eccola ancora qui, sana e salva nella roccaforte segreta degli esclusi. Ma adesso era diverso. Ero sola, non c’era Peeta pronto a salvarmi.
“Allora dimmi, dov’è il ragazzo innamorato?”esordisce lei afferrandomi il collo con le mani.
“Peeta” sussurro io quasi senza fiato sotto la sua presa.
“Mi hai causato un paio di problemi rubandomi la scena nei giochi ma adesso te la farò pagare cara” disse lei.
Mi manca il respiro e incomincio a tremare
“Katniss!” esclama Jace venendomi in contro e scacciando via Johanna. “Stai bene?”domanda.
Inspiro profondamente. L’aria mi penetra gelida e dura nei polmoni fino a farmi male. Tossisco.
“Ti riporto al dormitorio”dice mentre mi prende in braccio. Chiudo gli occhi e mi lascio trasportare. A metà strada apro gli occhi. Sento delle braccia calde avvolgermi. Sorrido appena pensando a Peeta, ma poco dopo mi rendo conto che la quella pelle è piena di tatuaggi e simboli strani. Sento freddo e successivamente un forte calore e un profumo di lavanda e sapone. Sono le lenzuola profumate e pulite del mio letto. Sospiro e mi riaddormento girando la testa nel cuscino.
Non so con l’esattezza che ora sia, ma la gola secca e dei strani rumori mi svegliano. Apro gli occhi e scatto in piedi ma non vedo niente. Tutto intorno a me è buio. Ma quanto ho dormito? La stanza è piena di ragazzi e ragazze che dormono nei rispettivi letti. Mi passo una mano tra i capelli e cercando di non far rumore mi incammino verso l’uscita, ma mentre cammino con gli occhi semi aperti e semi chiusi, metto il piede su uno strano oggetto. Mi chino a raccoglierlo e lo osservo. Noto che è quello strano arnese con cui Jace mi aveva tatuata. Mi osservo attorno, ma non devo cercare molto dato che lui è pochi letti dopo da dove avevo trovato l’arnese. Mi dirigo verso il suo letto a passi lenti per non farmi sentire dagli altri. Stanno tutti dormendo. Jace dorme beato a pancia in giù, la schiena completamente scoperta. Noto che non ha un solo tatuaggio, ma tutto il suo corpo ne è tempestato. Rune. Così le aveva chiamate. Appoggio l’attrezzo vicino al cuscino e sto per andarmene ma la sua vista mi blocca. Sento dentro di me come un profondo vuoto. Voglio Peeta e al tempo stesso non voglio stare da sola. Ma Peeta è morto. Jace è vivo. Scuoto la testa al pensiero. Infondo non lo conosco neanche. Mi dirigo verso il corridoio e socchiudo la porta del dormitorio. Ho sete e, ancora assonnata, sonnecchio tastando il muro con le mani alla ricerca dei pulsanti dell’ascensore che mi avrebbero portata nella sala mensa. Alla fine afferro la maniglia di una porta e non volendo l’abbasso aprendola. Cado a terra atterrando sulle mie mani. Sollevo lo sguardo e noto che davanti a me c’è uno scaffale pieni di barili con non so cosa dentro. Sto per andarmene quando sento dei bisbiglii.
“Così ci farai scoprire”dice una voce. “Sai pazza? Non puoi farlo” nel buio non riesco a vedere niente. Mi sporgo di lato e la luce di un lumino nelle vicinanze illumina un volto. Vedo solo due occhi e mi sembra di conoscerli. Mi arrampico sugli scaffali per vedere meglio, ma cado a terra non riuscendo ad arrampicarmi come dovrei. Cado trascinando con me qualche barattolo e coloro che erano dietro gli scaffali si scostano venendo verso di me. Sono spacciata, ma all’ improvviso una scossa fortissima fa tremare tutta la stanza, i barili e i vari barattolini sugli scaffali iniziano a cadere da soli schiacciandomi. Sento di passi di quelle persone fuggire via. Un rumore fortissimo di una sirena mi perfora i timpani ricostruiti. Cerco di rimettermi in piedi. Una volta in corridoio assisto al caos più totale. Ragazzi e ragazze di ogni età diretti ovunque. Sirene assordanti suonano all’ impazzata e ovunque si accende e spegne un colore rosso fortissimo. Rosso come pericolo. Rosso come fuoco. Rosso come fiamme.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Cap.6 ***


Image and video hosting by TinyPic


Vado a fuoco. Stiamo tutti andando a fuoco. Corro all’impazzata insieme a tutti quanti gli altri. Una voce all’auto parlante dice : “Niente panico! Dirigetevi ordinatamente verso il dunker sotterraneo”
“Bunker sotterraneo? …Ultimo piano”ripeto tra me. Mi rendo subito conto che l’ascensore non può reggerci tutti e per scendere uno alla volta ci vorrà troppo tempo quindi prendo le scale come la maggior parte dei ragazzi e ragazze. Tutti non fanno altro che spingermi e sballottolarmi da una parte all’altra del corridoio. Cado a terra priva di forze. Sento i piedi della gente camminarmi sopra, pestandomi.
“Andiamo!”è la voce di Cinna “Una ghiandaia imitatrice dovrebbe volare sulla gente non lasciarsi calpestare”dice tirandomi su. Cerco di farmi forza e mi rimetto in piedi grazie anche al suo aiuto. Scendo le scale e sto per entrare nel bunker. Da lontano vedo che sono tutti li, tranne uno.
“Dov’è Gale?”domando e Cinna scuote la testa.
“Dov’è?” domando seccata a Haymitch. “Cosa sta succedendo.”
“Ci stanno bombardando, hanno scoperto che sei viva.”
“Ma mi avevi detto che il labirinto era invisibile”ribatto io.
“Lo è infatti”dice lui
“E allora come hanno fatto a trovarci!”esclamo quasi urlando.
“Non lo so”mi urla Haymitch arrabbiato.
“Dov’è Gale?”strillo a mia volta.
“Sulll’overcraft contro Capitol”confessa.
“No!”urlo correndo verso la direzione opposta.
“Katniss!Non lo fare!”la voce di Jace dietro le mie spalle mi spinge a correre ancora più forte. Sento i suoi passi dietro di me il suo fiato corto, ma poi ha la meglio. Mi afferra per la vita e mi trascina via.
“No!”urlo io.
“Non puoi farlo, non potete farlo. No. No. NO!” Continuo io urlando sempre più forte. Ma ormai sono dentro al bunker e le porte si chiudono. Mi scrollo Jace di dosso e gli mollo un pugno, ma lui lo schiva e, afferrandomi per il braccio con cui stavo per colpirlo, me lo gira dietro la schiena e mi tira a se.
“Ah!”urlo io per il dolore e lui allenta, anche se di poco, la presa.
“Ascoltami!”mi urla Haymitch afferrandomi per le spalle.
“Nessuno lo ha costretto, ha scelto lui di andare. Si è offerto come pilota volontario”continua a urlarmi contro.
“Ha ragione Katniss”dice Cinna e a quel punto solo la sua voce pare calmarmi. Jace mi lascia andare e mi precipito tra le sue braccia. Cinna mi stringe a se come la prima volta, non curante del fatto che le mie lacrime gli bagneranno tutta la maglia.
“Lo perdo. Li ho persi entrambi”dico tra le lacrime.
“Andrà tutto bene bambina mia”dice Cinna infilando una mano tra i miei capelli e accarezzandomi la nuca. Singhiozzo e poi mi stacco per dirigermi verso Haymitch.
“Perché ci hanno trovati, come hanno fatto e perché sono venuti qui, noi non gli abbiamo fatto niente”dico.
“Sei davvero così stupida?”dice Johanna alle mie spalle.
“Sono venuti per te Katniss”dice Thomas. Da dove diavolo è saltato fuori. Ero confusa e poco riposata.
“Cos-a?”balbetto.
“Temono che la ghiandaia possa scatenare una rivoluzione e convincere le fazioni a distruggere la capitale.”mi spiega Tresh seguito da suo fratello. Dietro di loro c’è una bambina che cerca di nascondersi. Mi limito ad osservarla con gli occhi pieni di lacrime che bramano di scender giù. Inspiro a fatica. Allora lei si fa avanti e mi viene accanto. Mi tende la mano e tra le dita regge un fazzolettino di stoffa giallo. Lo prendo e accennandole un sorriso mi asciugo le lacrime che ormai mi hanno inzuppato tutto il volto. Poi mi abbraccia silenziosa e io la stringo a me.
“Grazie”dico semplicemente. Sto per chiederle il suo nome ma Tresh mi anticipa.
“E’ mia sorella minore Rue” spiega.
“Grazie ancora Rue”gli dico.
“Non preoccuparti, non sei sola Katniss, siamo tutti con te.”dice.
“Non dovete morire per me”le dico io.
“Katniss ma non capisci?”mi dice lei.
“Cosa?”domando io.
“Non decidiamo di morire per te. Morire è solo una spiacevole conseguenza del combattere”mi dice.
“La piccoline ha ragione”ribatte Fred.
“Eccome se ha ragione”dice Georg.
“Siamo tutti riuniti in nome di uno scopo comune”dice Newt.
“Capitol City non vincerà, non glielo permetteremo e per impedire ciò dobbiamo combattere”dice Al.
“Non sarà facile certo e probabilmente ci saranno molte vittime, ma dobbiamo provarci con tutte le nostre forze”continua lui.
“A prescindere se Gale morirà o no questa notte, noi dobbiamo combattere”mi dice Haymitch.
“Quindi smettila di piangere cornacchia.”mi dice Johanna.
“Perché tu non piangeresti se ti portassero via qualcuno di così importante per te?”rispondo con rabbia.
Lei sorrise sbuffando e si allontanò.
“Non possono farle del male”disse Jace alle mie spalle.
“Perché no?”domando io.
“Perché tutti quelli che conosceva sono già morti. La capitale ha sterminato la sua famiglia. Ha sofferto più di quanto credi, ma è sempre stata pronta a combattere.” Continua Jace.
“E già, non l’abbiamo mai vista piangere”dice Newt.
“Sebbene abbia acqua per alimentare le sue lacrime”dice Fred. Io lo sguardo confusa.
“Fred crede sia un vampiro che si alimenta di sangue” dice George ridendo.
“Perché no. Sappiamo che Snow ha chiesto aiuto ai demoni risveglia noli dalla cripta segreta del 1780, chi può dire che tra quei mostre non ci siano anche dei vampiri.”ribatte Fred.
Boom!
Ecco un’altra esplosione seguita da un tremolio improvviso.
“Però ci danno dentro questi pacificatori, meno male che l’ospedale è resistente”dice Cinna.
“Peccato che non lo è la mensa”aggiunge Haymitch e io lo fulmino con lo sguardo.
“Che c’è. Tutto quel vino sprecato.”borbotta. Sospiro alzando gli occhi al cielo.
Restiamo in quel posto non so per quante ore, al buio con qualche piccola candela a far luce, tutti affiancanti l’uno all’altro. C’era chi dormiva, chi parlava, chi piangeva, la maggior parte restava semplicemente in silenzio.
“Madge?”domando alla ragazza che si era seduta accanto a me.
“Dimmi Katniss”dice lei.
“Come è morta Prim”dico con un sospiro. Sapevo perfettamente che la cosa mi avrebbe ferito, ma dovevo sapere.
“Non è facile per me …”disse lei singhiozzando.
“Dimmelo ti prego”dico io.
“Quando Peeta ti aveva detto cosa fare nell’arena. Snow sapeva che avrebbe mandato in fumo i suoi piani, così ha inviato un overcraft sulla fazione abnegante e ha bombardato tutto. Gale sapeva cosa stava accadendo, l’aveva intuito. Ha cercato di radunare più gente possibile per scappare nella foresta, ma avevano paura. Tutti hanno iniziato a scappare ovunque impauriti. Abbiamo cercato di radunare insieme a Thomas e gli altri quanta più gente possibile, ma alla maggior parte di loro la foresta metteva paura. Prim insieme agli altri bambini era venuta con noi. Ma dei pacificatori sono scesi a terra e ci hanno inseguito sparando a raffica a tutti. Avevamo nascosto tua sorella e gli altri piccoli in una grotta, ma una bomba l’ha fatta saltare in aria. Sono morti schiacciati in parte dai macigni”mi piegò.
“Non siamo riusciti a salvarla Katniss, ti chiediamo scusa” dice Thomas a nome di tutti.
“Si, scusaci”dice Chuck sedendosi accanto a me. Lo abbraccio.
“Non scusatevi, siete stati molto coraggiosi. Guardate. Avete salvato tutte queste persone. Prim sarebbe orgogliosa di voi”dico.
“Anche di te”dice Rue.
“Giocavo sempre con Prim e lei mi diceva che tu era la sua eroina preferita”continua.
“Non mollare adesso Katniss, altrimenti Prim sarà morta per niente”dice Chuck.
“La smettete di parlare di Prim? E’ morta basta!”dice Newt allontanandosi.
“Cosa gli prende?Ho detto qualcosa di male?”domanda Chuck.
“Gli piaceva Prim”spiega Thomas. “Aveva una cotta per lei”continuò.
Io sorrisi appena. All’improvviso una voce all’auto parlante.
“Attenzione, attenzione. Gli overcraft sono andati. I nostri aerei li hanno attaccati e sconfitti. Posso con successo affermare che siamo sopravvissuti ad un attacco della capitale.”dice e tutti esultano.
“Piano con i festeggiamenti, perché hanno distrutto gran parte di quello che c’era in superficie quindi siete tutti chiamati a lavorare per sistemare tutto”dice la voce e tutti iniziano a sbuffare e fare versi di protesta.
“Siete liberi di andare, fatta eccezione per la Signorina Everdeen. Signorina Everdeen è pregata di raggiungerci scortata dal suo mentore.”dice la voce e Haymitch mi fa segno di seguirlo. Usciamo prendendo l’ascensore mentre tutti gli altri si dirigono giù dalle scale.

Angolo autrice:
Se la storia vi è piaciuta o se avete qualche cosa da dire vi prego fatelo, voglio davvero sapere cosa ne pensate.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Cap.7 ***


Image and video hosting by TinyPic


Saliamo al piano richiesto. Beete è davanti alla porta con uno sguardo afflitto.
“Beete che succede?”domando.
“Il nostro overcraft è distrutto e i piloti sono scomparsi. Le ricerche sono partite. Torneranno a momenti e sapremo la verità”dice. Non mi sento più le gambe e cado a terra.
“No. Non morirmi di nuovo”dice Haymitch sollevandomi “Basta lacrime ricordi?”mi dice.
“Non è detto che sia morto …”dice Beete.
“Ma neanche che sia vivo”ribatto io.
“Possiamo solo sperare che non sia così”dice Beete.
“Okay, allora datemi un overcraft o mettetemi su uno di loro, vado a cercarlo”sto per voltarmi e andare via quando la mano ferma di Beete mi afferra per un braccio.
“Katniss, tutti gli overcraft disponibili sono partiti e poi è troppo pericoloso mandarti li fuori per il momento, non puoi andare.”mi dice.
“E cosa posso fare allora?”domando.
“Aspettare”dice semplicemente Beete. Socchiudo gli occhi e mi porto le mani tra i capelli. Stringo forte. Haymitch mi fa sedere su una sedia nelle vicinanze.
Aspettare ripeto tra me e me, ma proprio non ci riesco.
Come posso aspettare senza far nulla. Mi sento impotente e estremamente egoista. Avrei dovuto combattere e pretendere un overcraft e invece non ho fatto niente. Ad un tratto le porte dell’ascensore si aprono. Esce Effie.
“Non affliggerti tesoro”dice sedendosi accanto a me e sfregandomi una mano sulla schiena.
“E’ tutto così … frustrante”dico.
“Lo so, l’attesa è la parte peggiore”
“Effie non voglio che muoia. Se Gale muore non me lo perdonerò mai. Non voglio perderlo e non voglio restare da sola”
“Katniss tu non sei …”sta per concludere la frase ma so già dove vuole andare a parare e la fermo.
“Si invece”protesto. “Mio padre non c’è più, mia madre non c’è più e Prim non c’è più. Ho perso mia sorella e Peeta praticamente nello stesso giorno e non posso perdere anche Gale. So che può sembrare ridicolo ma, anche se ho diciassette anni, ho bisogno di loro. Ho bisogno della calda voce di mio padre che mi consolava da piccola quando avevo paura del buio,delle dolci e soffici braccia di mia madre che mi stringono nei suoi teneri abbracci e della calda e chiassosa risata di Prim che, anche se le cosa andavano male, riusciva a rasserenarmi e farmi sperare per il meglio ….” E così, sputo giù la verità tutto d’un fiato. “Mi manca quel dolce profumo di pane che proveniva da lui, mi mancano le sue carezze, mi manca la sua voce, mi manca il suo volto … le sue labbra”dico chinandomi. Senza accorgermene ricomincio a piangere “Perché io lo amavo davvero. Non era solo una farsa. Lo so ho mentito, ma la verità è che io lo amo, lo amo da impazzire e ora che lui non c’è più mi resta solo Gale. Non posso perdere anche la sua amicizia. Lo conosco da quando avevo sette anni Effie, è il mio migliore amico, non posso lasciare che muoia e restare qui senza fare niente mi uccide. Capitol City ha vinto, si è presa tutto. Non posso permettere che mi protino via anche Gale. L’ho visto solo una volta da quando sono qui e non posso perderlo per sempre. Si sono presi già Peeta, non possono prendersi anche Gale, non possono Effie, non possono.”dico.
“Bambina mia”dice abbracciandomi Effie.
“Io lo amavo e loro lo hanno ucciso, me lo hanno portato via”dico tra un singhiozzo e l’altro.
“Mi dispiace tesoro mio”dice Effie iniziando a piangere con me.
Ad un tratto l’ascensore si spalanca per l’ennesima volta davanti a me e Effie. E’ Haymitch.
“Katniss hanno trovato Gale”mi dice. Mi alzo in piedi di scatto.
“Gale”dico.
“Si, lui …”
“Gale!” non gli lascio concludere la frase che mi precipito su per le scale. Arrivo al piano dell’ospedale.
“Katniss, aspetta!”la voce di Haymitch è solo un sussurro lontano.
Su una sedia c’è uno dei piloti della missione con un braccio fasciato, un altro porta una benda in testa e un altro ancora ha una bamba ingessata seduto su una sedia a rotelle. Mi guardo attorno spaesata, ma di Gale nessuna traccia. In lontananza due medici sollevano una barella. E’ ferito, ma per fortuna è vivo. Scosto un’infermiera e subito dopo noto un velo su quella barella. Una mano penzola giù. Al polso legato un braccialetto di fili grigi. Ricordo quel braccialetto perché è lo stesso che regalai a Gale a sette anni affinchè la nostra amicizia, come i fili di quel braccialetto, non venisse mai spezzata.
“NO!” urlo correndo verso il corpo senza vita di Gale, ma le braccia di Haymitch mi tengono stretta a lui.
“No, No. Lasciami.” Dico scacciando Haymitch. Non so come ma riesco a liberarmi. Corro verso Gale e sollevo il velo.
“NO!”urlo forte quando vedo che i miei sospetti erano giusti. Gli afferro il volto tra le mani.
“Gale? Gale guardami. Sono Katniss. Ti prego Gale svegliati, parlami. Ti supplico Gale. Sono Catnip la tua stupida amica, quella che non sa distinguere una pagnotta di pane normale da una integrale”dico ricordando un avvenimento buffo di quando eravamo piccolini. Le lacrime scorrono sul mio volto cadendo sulle guance di Gale. Mi affretto a ripulirlo con delle carezze.
“Ti prego Gale. Non mi lasciare Gale. Ho bisogno di te ora più che mai. Gale … Gale… Gale”ripeto ma lui non risponde. Mi proto le mani sui capelli e mi chino sul suo corpo. Dalla bocca mi esce un grido fortissimo. E continuo ad urlare fino a che Effie non si china su di me abbracciandomi per consolarmi. Mi stacco appena da Gale per cercare rifugio tra le braccia delicate di Effie.Attorno un gruppo di curiosi, superstiti e dispiaciuti mi osservano con rammarico silenziosi.
Da dietro due possenti mani mi afferrano e mi trascinano via. Cammino come una spaesata senza meta guidata da Haymich fin dentro a una sala scusa. Le pareti sono grigie con un enorme specchio davanti a me. Sembra una sala degli interrogatori di Capitol City. Non do molto importanza alla mia immagine riflessa, non do molta importanza a niente. Da dietro la porta sento delle voci e poi uno scatto secco della maniglia. La porta si apre e dentro entra una donna alta dai capelli bianchi e lunghi.
“Non voglio vedere nessuno”dico fissando lo specchio.
“Ciao anche a te Katniss”mi dice, ma io non le rispondo e continuo a guardare il vuoto.
“Sono la presidentessa Coin”dice lei sedendosi di fronte a me. “So perfettamente che questi giochi ti hanno distrutta”continua “Ma devi reagire”
“Si sono presi Gale”dico.
“No. Lui è ancora qui con noi. Katniss, pensi davvero che Gale vorrebbe questo? Vorrebbe vederti in questo stato. Hai sofferto molto ultimamente e anche io. Non abbatterti adesso e non abbandonarci ora.”mi dice. “Abbiamo bisogno di te Katniss.”continua. Nota che non le rispondo e così si alza. Sta per andarsene quando, giunta davanti alla porta si volta verso di me.
“Stiamo organizzando un elogio funebre in onore di Gale. Volevo dirtelo, anche se forse non ti va di …”
“Verrò”dico io ancor prima che possa finire la frase.
“Vuoi cambiarti prima?Darti una rinfrescata?”domanda lei e io scuoto la testa
“Perfetto, come preferisci allora. Seguimi”mi dice e io mi alzo e la seguo. Saliamo al settimo paino quello in superficie. Una volta su salgo con la presidentessa un piccolo camioncino bianco che ci condurrà fuori nella foresta. Una volta li, mi rendo conto che è ci sono tutti. Davanti a noi una bara di legno nero scuro. Gale è li dentro. Cerco di non pensarci e di credere che è ancora li con me. Non c’è un prete, quindi dobbiamo accontentarci di Beete.
“Gale era un ragazzo giovane e coraggioso. Ha dato la sua vita per salvare quella di migliaia di persone, di tutti noi.”poi rivolgendosi alla bara sussurra “Te ne siamo grati Gale. Riposa in pace”dice.
Solleva lo sguardo e mi osserva, ma io scuoto la testa facendo segno di no. Non me la sentivo proprio di andare li a parlare. Beete socchiude gli occhi e sbatte le ciglia. In seguito da il consenso agli scavatori di procedere. La bara viene inserita nell’apposita fossa. Fred e George si fanno avanti con delle pale in mano per ricoprire la fessura. Nel silenzio spicca una voce. E’ la piccola Rue, che sta intonando la macabra ninna nanna degli abneganti.
“Verrai, verrai, All’albero verrai …”dice.
“Dove hanno appeso un uomo che ne uccise tre”dice Chuck.
“Strani eventi ci son qui e nessuno vien”dice Newt insieme a Thomas.
“Se a mezzanotte ci incontrassimo qui”dice un’altra voce in lontananza e poi tutti intonano a coro gli altri versi della canzone.
“Verrai, verrai, all’albero verrai …” I canti di tutti i presenti si uniscono in una sola voce. Nella canzone si sente anche qualche strano suono. Sollevo lo sguardo e osservo lo stormo di migliaia di ghiandaie imitatrici sopra di noi cantare. A fine sepoltura, Thomas si fa avanti e pianta una croce sul punto in cui Gale è stato seppellito. Sistemata si alza in piedi e in quel preciso istante la canzone termina le sue strofe. Newt dietro Thomas fischietta, intonando il richiamo delle ghiandaie che tacciono all’istante. Poi Thomas si porta tre dita sulla bocca e baciandole le solleva al cielo. Tutti lo imitano e anche io. Le tre dita al cielo sono un simbolo di rispetto per le persone che sia ama, e ribellione contro Capitol City. Era il gesto che i nostri antenati facevano quando uno di loro moriva. A turno tutti quanti prima di ritornare alle loro faccende lasciano un fiore sul terreno.
“E’ ora di andare”mi dice la presidentessa.
“Ancora cinque minuti”le dico io. La presidentessa ci pensa un attimo, poi guarda Haymitch e infine acconsente allontanandosi. Tutti procedono allontanandosi in silenzio. E’ quasi sera ormai, ma io non voglio andare via. Piano piano cala la notte e i cinque minuti sono diventati ore. Resto ferma e immobile ad osservare quelle croce davanti a me in silenzio. Con un sospiro, mi decido a camminare a passi lenti e meccanici verso di lui. Mi inginocchio a un passo da quella croce bianca e resto in silenzio.
“G-g ..”balbetto. NO dico a me stessa. Allora stringo i pugni e scaccio via l’ennesima ondata di lacrime sui miei occhi. Le parole della Coin mi rimbombano nella testa.
“Tu non vuoi che io mi deprima”dico alla croce. “Non lo farò”continuo.
“Pagheranno per quello che ti hanno fatto. Per quello che hanno fatto ai miei genitori, alla tua famiglia, a Prim, Peeta e a tutti i poveri e innocenti abneganti uccisi. Non vinceranno, te lo prometto”
“Non ti ho protetto come avrei dovuto. Ti chiedo scusa”dico e infine mi alzo lasciando un mazzolino di primule sulla sua sepoltura che avevo raccolto poco prima. Mi alzo e mi allontano. Dopo qualche passo mi volto per donare un ultimo saluto a lui. Per la seconda volta quella sera, Porto tre dita alla bocca e baciandole le elevo al cielo. Tutto attorno a me è buio, ma in lontananza si sente come un urlo straziato, ma in realtà è solo l’urlo di una ghiandaia imitatrice che come me, sta cercando vendetta.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Cap.8 ***


Image and video hosting by TinyPic

Il giorno seguente mi prendo le mie cose e entro nei bagni in fondo ai dormitori. Mi faccio una doccia bollente e dopo, quando tutti sembrano essere andati via, mi infilo la tuta e spazzolo i capelli. Non ho una molla con me e non mi resta che lasciarli sciolti e indomati. Ciocche ondulate e crespe mi ricadono sulla spalla. Non ci faccio molto caso e con decisione mi dirigo al secondo piano quello di Programmazione. Prendo quel fetido ascensore e attendo nervosa. Quando le porte si aprono scendo scattando e apro con un colpo secco le porte del secondo piano. Al centro della sala c’è un’enorme tavolo grigio. Seduto a destra c’è Haymitch, affiancato alla sua sinistra da Effie che è affiancata a sua volta da Cinna e Portia. Di fronte a loro c’è Beete e a capo tavola la Coin. Noto una sedia vuota e mi limito a fissarla senza dire nulla.
“Accomodati Katniss, ti stavamo aspettando”mi dice la presidentessa. Io con riluttanza mi accomodo tra loro. E’ sempre la Coin la prima a prendere la parola.
“Dopo l’attacco di ieri dobbiamo essere molto prudenti. Siamo sopravvissuti si, ma non siamo abbastanza forti, non possiamo vivere nell’ombra per sempre.”dice.
“Cosa avete intenzione di fare”dico.
“Ecco, a proposito, presidentessa credo che il piano sia ecco troppo pericoloso”dice Effie tremante.
“Quale piano?”domando nervosa.
“E’ la soluzione migliore Effie”dice Beete.Portia è silenziosa e molto agitata. Noto che sotto il tavolo si sfrega le mani. E’ un gesto nervoso che fa solo quando è davvero spaventata e la cosa comincia a spaventare anche me.
“No che non lo è Beete”ribatte “Gale” Effie pronuncia il suo nome con naturalezza, ma si ferma subito dopo aver notato la mia reazione. Senza accorgermene mi ero irrigidita rabbrividendo. Resta qualche istante in silenzio e poi riparte
“Beh … il ragazzo ha fatto la fina che ha fatto, una fine eroica certo, ma non per questo devono morire tutti”dice.
“Non morirà nessuno Effie rilassati”dice Cinna.
“Davvero?”sussurra Portia e Cinna annuisce.
“Signori calmiamoci”dice la Coin.
“Qualcuno mi spiega che sta succedendo?” domando con un filo di nervosismo in voce sollevandomi dalla mia sedia e mettendomi in piedi.
“Katniss”dice la Coin alzando una mano per incitarmi a sedere. Mi risiedo.
“Abbiamo ideato un piano che potrebbe esserci utile contro la capitale. Non dico che sarà una cosa facile, ma Haymitch ha fatto il tuo nome e insistito parecchio perché fossi tu a guidare l’operazione”mi spiega la Coin.
“E poi perché non abbiamo scelta”bisbiglia Haymitch “Gale ha dato ordine di seguire solo te se mai gli fosse successo qualcosa”mi dice.
“Gale ha fatto una cosa del genere? No, io non …”provo a dire ma non riesco a trovare le parole. Perché Gale avrebbe fatto una cosa del genere.
“Non vuoi credermi, bene”dice Haymitch infilandosi una mano in tasca e estraendo un piccolo registratore. Lo posa sul tavolo e, tentennando qualche istante distende la mano sul piccolo aggeggio. Il dito a un passo dal pulsante di accensione.
“Questa è l’ultima missiva del ragazzo”dice e preme sul pulsante. Restiamo tutti in silenzio ad ascoltare. Io mi sporgo in avanti. Si sentono dei suoni confusi, qualche tonfo di esplosione e qualche rumore acustico di mancata linea.
“Capitano siamo circondati cosa facciamo?”domandava uno dei piloti.
“Preparatevi a colpire. Overcraft a ore dodici.”ecco la voce di Gale.
Altri rumori soffusi.
“Capitano stiamo precipitando nel vuoto, i comandi sono impazziti”dice un soldato.
“Resistete!”ecco la voce di Gale che incita i suoi uomini a non mollare.
“Capitano stiamo per schiantarci. Capitano, mi sentite. Capitano”e poi altre voci soffuse e un tonfo fortissimo.
“Capitano, dove siete, mi sentite. Capitano!”è la voce straziata e affannata di un soldato.
“Sono sotto l’overcraft, sta per esplodere”ecco la voce di Gale.
“Veniamo a prendervi”dice un soldato.
“No è troppo pericoloso”ecco di nuovo Gale.
“Ma capitano …”
“NO! Fuggite, mettetevi in salvo! E’ un ordine!”
“Ma …”
“E vi ordino anche questo. Non prenderete ordini da nessuno se non da Katniss. Seguitela. Seguite la ragazza di fuoco e giuratele fedeltà. Katniss è la ribellione. Katniss è la nostra salvezza.”e poi un tremolio e la voce di Gale si spegne con un tonfo tremendo.

Sto per piangere, ma cerco di resistere e di ricompormi.
“Spiegatemi la missione”dico.
“Dobbiamo convincere le fazioni a passare dalla nostra parte. Siamo numerosi ma non abbastanza.”dice Haymitch.
“Siamo convinti che ci sia una spia tra noi”dice la Coin
“Quindi è per questo che ci hanno attaccati?”domando.
“Probabile, non lo sappiamo”
“La notte dell’attacco ero scesa per prendere un bicchiere d’acqua e senza volerlo sono entrata in una sala piena di strani barili e ho sentito delle voci. Erano in due. Non sono riuscita a vederli bene in volto per il buio, ma era una voce strana”dico.
“Però, volto sconosciuto, voce strana … ci sono solo circa quasi tutti i ragazzi della fazione con queste caratteristiche, questo restringe il campo”dice Haymitch.
“Cosa hai sentito?”mi chiede Beete.
“Non molto, stavano già parlando. Dicevano cose tipo Non puoi farlo e ti scopriranno, è troppo pericoloso cose del genere ora non ricordo.”dico.
“Sul serio e perché non ce lo hai detto prima?”domanda Portia.
“Non lo so. Forse perché non ne ho avuta l’occasione. Dopo quello che era successo a Gale io … non sono riuscita a ricordare niente scusate”
“Non importa, questa tua testimonianza ci è molto utile grazie”dice la Coin.
“Sta di fatto che è tutto troppo pericoloso”dice Effie.
“Allenta il corsetto donna e fatti un drink”dice Haymitch dondolandosi sulla sedia reclinando la testa indietro con un sospiro.
“Andrò con lei. Visto.E’ tutto sotto controllo”dice.
“Lo spero per te”dice Effie. Quei due si comportano come una fresca coppia di separati intenti a firmare le carte di accordo per il divorzio.
“Comunque dovrai intrufolarti nella fazione dei Pacifici. Li ci sono alcuni nostri conoscenti già convertiti, il resto della popolazione ha solo bisogno di una spinta in più che li convinca a combattere. La loro indole pacifica li allontana dalla guerra, ma persino loro sanno che è arrivato il momento di farsi avanti solo che non sanno come.”
“Hanno bisogno di una guida” dico.
“Di una ghiandaia da imitare”dice Cinna.
“Okay allora sono pronta. Sono la ghiandaia imitatrice o sbaglio?”domando.
“Non andrai da sola, scegliti una truppa”dice Effie.
“Una truppa?”domando.
“La Capitale ha separato la fazione dei pacifici da quella degli abneganti scavando un fosso nel suolo creando una specie di barriera una cosa del genere” dice la Coin.
“Ha creato una specie di fiume?”domando.
“Si, non saprei come definirlo ma è così. I ragazzi stanno costruendo una barca che ci permetterà di arrivare alla fazione”dice la Coin.
“Una volta li bisognerà aggirare i Pacificatori”dice Beete.
“Ho già affrontato i pacificatori, sono come attaccano”dico.
“Sono giovanissimi della fazione degli intrepidi promossi a pacificatori Katniss, sono giovani, scaltri e imprevedibili, è per questo che hai bisogno di rinforzi”conclude Beete.
“Bene chi mi affiancherà allora?”domando.
“I soldati che erano con Gale sono ancora molto deboli non penso potranno continuare”dice Portia.
“Chi allora?”domanda Effie agitata.
“Hai carta bianca”dice Beete indicandomi con un braccio il tavolo. Dallo schermo in vetro, si è ora accesa una luce blu e su di esso migliaia di volti sconosciuti dei ragazzi che erano qui rifugiati. Sono tutti molto giovani. Osservo il monitor scandendo nella mia mente ogni singolo occhio e ogni singola bocca. Osservo scaltra i possibili ragazzi che potrei far diventare miei alleati e che potrebbero essere vittime innocenti se mai perdessero la vita nello scontro con i pacificatori.
“Non posso scusate non ce la faccio”dico alzandomi per uscire.
“Katniss”dice la Coin.
“Non posso scegliere tra questi ragazzi, non possono morire per me”dico.
“Hai bisogno di alleati, non puoi andare li da sola. La maggior parte di quei giovincelli scalpitanti non aspetta altro che ucciderti e andare li da sola sarebbe come sventolare una fetta di manzo succulenta davanti il muso di un cane affamato. Sono spietati assassini e alcuni di loro sono anche ex vincitori dei giochi, vuoi davvero rischiare?”dice Haymitch “Perché se è così, Gale allora è morto invano.”conclude.
Sollevo lo sguardo e incrocio i suoi occhi gelidi. Che colpo basso
Mi rendo subito conto che fa sul serio dal modo severo in cui stringe i denti e contrae la mascella. Distolgo lo sguardo e mi rivolgo a Beete.
“Voglio i ragazzi della radura. Al e i velocisti.”dico. Al conosce tutta la radura ed è molto forte e poi i velocisti sono molto veloci, avrebbero saputo cavarsela.
“Sono solo quattro, non bastano hai bisogno di più gente”dice la Coin.
“Il fratello di Al allora, Tresh.”dico.
“Sono ancora troppo pochi”dice la Coin. Inspiro a fondo. Non voglio aggiungere altri nomi di vittime innocenti al massacro.
“Io aggiungerei Johanna”dice Haymitch.
“No”dico subito io.
“E forte e lo sai bene”ribatte Haymitch.
“Non mi interessa non la voglia a quella in squadra”dico. Intanto Beete ha aperto un varco tra i volti sul tavolo e ingrandito una cartella. In pochi secondi vengono riprodotti dei filmini con Johanna che si allena.
“E’ brava Haymitch ha ragione”dice Beete.
“Visto?”dice Haymitch soddisfatto di se stesso.
“E va bene Johanna”dico. Anche se lei muore la cosa non mi dispiace affatto.
“Che ne dite di queste due”dice Beete aprendo un varco sul grande monitor a tavolo. Affiancati l’uno all’altro ci sono due schermi. Vi sono due ragazze molto simili tra loro. Entrambe castane. La ragazza a destra ha però gli occhi azzurri e impugna una spada. Quella a sinistra gli occhi castani e impugna una pistola. Sono entrambe molto abili e scaltre. Mi limito ad osservarle con ammirazione.
“Chi sono?”domando.
“Non ricordo con esattezza, ci conviene scendere sul capo e fare conoscenza”dice Beete.
“E’ ora che annunci la quadra”dice Cinna posandomi un braccio sulla spalla.
Saliamo in superficie e mi trovi in mezzo a una specie di allenamento. Ci sono un sacco di ragazzi che lottano tra di loro impugnando spade, asce e coltelli. In fondo alla radura c’è un gruppetto di ragazzi che combattono con grande sgomento. Mi avvicino a loro seguita da Haymitch, Effie e Cinna che trasporta Beete in carrozzina e con mio grande stupore noto che al centro tra tutte c’è la ragazza del video di poco fa. Sta impugnando una spada e steso la maggior parte dei ragazzi. Con un colpo secco disarma un ragazzo davanti a se e, prendendo possesso della sua spada gliela punta contro. Il ragazzo ha il fiato corto.
“Brava”dice Haymitch applaudendo alle mie spalle. Lei abbassa e sorride.
“Come ti chiami?”le domanda Haymitch.
“Mi chiamo Annabeth Chase”dice lei.
“Quanti anni hai?”domanda Haymitch.
“Sedici”
“Fazione?”domanda.
“Intepidi”dice lei.
“Ovviamente”borbotta Haymitch dietro di me.
“Come fai ad essere qui se sei un intrepida?”domando.
“Solo perché sono un intrepida non vuol dire che non abbia un cuore. Non sono una pedina di Capitol City”dice.
“Annabeth vorremo parlare con te. Puoi gentilmente seguirci un momento”dice Beete.
“Certo”dice lei e riponendo la spada ci segue. Cinna chiama anche gli altri e ci diamo appuntamento nella sala programmazione per la seduta con la Coin. Scendo in palestra per chiamare Johanna e dentro ci trovo la seconda ragazza del video. Sta sparando senza sosta contro una serie di manichini di latta.
“Hai un’ottima mira”dico. Lei, ancora di spalle si solleva gli occhialini protettivi e si volta.
“Ti ringrazio.”
“Come ti chiami?”domando.
“Blondie. Diciotto anni. Pacifica, ma mai appartenuta davvero”dice alzando le spalle.
“Blondie puoi seguirmi un momento” le dico e lei senza opporre resistenza mi segue.
“Quasi dimenticavo”dico voltandomi a un passo dalla porta “Johanna vieni, ti vogliono”dico e tecnicamente è vero dato che non sono io a volerla ma Haymitch e Beete.
Giunte al piano prestabilito mi rendo conto che sono già tutti li. La Coin spiega a tutti il piano.
“Accettare?”domanda la Coin.
“Eccome”dice Fred.
“Si che accettiamo”aggiunge Tresh.
“Facciamogliela pagare a questi maledetti pacificatori”dice Al.
“Vacci piano cioccolatino. E’ della mia fazione che stai parlando”dice Annabeth.
“Si io ci sto, facciamogliela pagare”dice Johanna.
“Aspettate!” dice una voce provenire dal corridoio. Le porte si spalancano.
“Newt che ci fai qui?”domanda Thomas “Torna di sopra”aggiunge.
“Non esiste. Io vengo con voi. Voglio combattere Thomas e non mi fermerete”dice Newt.
“Tornatene sopra subito o lo dirò a tuo fratello”lo minaccia Al.
“Inutile tento è qui con me”dice e subito dopo in sala entra suo fratello.
“Non sono riuscito a fermarlo e così mi unisco a voi”dice il ragazzo sulla soglia della porta.
“Perfetto Jared benvenuto a bordo allora”dice George
“Allora è questa la tua squadra?” mi domanda la Coin.
Io li osservo uno ad uno. Al. Tresh. Johanna. Blondie. Fred. Georg. Thomas. Newt. Jared. Annabeth. Saranno loro I compagni di cui dovrò fidarmi nei prossimo giorni. Su Johanna ho qualche ripensamento, ma Haymitch ha ragione. Lei mi serve, come tutti loro. D’ora in poi ci fideremo gli uni degli altri.
“Si”dico “Sono loro” e tutti sorridono vittoriosi senza sapere cosa ci aspetta.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Cap.9 ***


Saliamo all’ultimo piano quello in superficie, e dopo aver attraversato l’intera foresta giungiamo al confine che sfocia sul grande mare artificiale che la capitale aveva creato per dividerci dalla fazione dei pacifici. Ancorata al porto c’è una splendida nave in legno massiccio con le vele spiegate pronte per rischiare tutto. Mi osservo attorno e tutti mi guardano ansiosi. Stanno aspettando che salga. Con un sospiro mi affretto a compiere i primi passi. Salgo la passerella a capo chino, intenta a non mettere un piede fuori posto e cadere in acqua. Quando sono finalmente su e al sicuro, alzo lo sguardo.
“E tu che ci fai qui?”domando.
“Non pensavi davvero che Effie ti avrebbe mandato via senza protezione?”dice Jace.
“Quindi verrai?”domando.
“Non ti sembra ovvio?”domanda lui. Alzo gli occhi al cielo esasperata. Perfetto. Johanna e Jace. Il duo stronzo delle J. Gli altri salgono subito dopo. La nave viene sganciata dal porto e si libera ondeggiante in mare. Osservo la riva allontanarsi e gli occhi di Cinna, Effie, Portia, Beete e la Coin pieni di speranza.
“Ragazzi?Abbiamo ospiti!” Urla Fred.
“Clandestini a bordo!”aggiunge Georg alzandosi e raggiungendo il fratello. Fred aveva sollevato una specie di botola segreta all’interno della nave. In realtà non era poi così segreta. Serviva a spedire il cibo da dentro al piano di sopra. Ci avviciniamo tutti. Newt si cala giù e solleva un leggero telo di stoffa. All’interno di questa enorme gabbia ci sono Rue e Chuck.
“Rue maledizione! Ti avevo detto di restare a casa con Madge!” la rimprovera Tresh.
“In fatti è qui con me”dice la piccola indicando in lontananza. Da dietro dei sacchi spuntavano dei capelli biondi. Madge si alzò in piedi con un sorrisetto imbarazzato.
“Non sono riuscita a fermarla”dice lei a disagio.
“Non fa niente Madge. Tresh non serve scaldarsi tanto ormai è qui … con Chuck”aggiunge Al.
“Chuck sei impazzito?”lo rimprovera Thomas tirandolo su.
“Cugino ti prego, io volevo venire con te.”
“Avevo promesso a zia che mi sarei preso cura di te”
“E come avresti assolto ai tuoi doveri se non mi avresti portato con te?”aggiunge Chuck.
“Hay capito il ragazzino” aggiunge Georg.
“Cosa facciamo con questa qui?”rispose Blondie rivolgendosi a Madge.
“Starà con noi.”dico. “Sai cacciare?”domando e lei scuote la testa. “Pescare?” e lei scuote ancora facendo segno di no. “E combattere?”chiedo infine, ma il suo sguardo terrorizzato mi fa capire che non ha mai impugnato neanche un coltello per aprire un barattolo di fagioli scaduti. Perfetto.
“Okay il gruppo si allarga”dice Fred esultante.
“Ragazzi sta calando la notte vi conviene scendere al piano di sotto. Sarà un lungo viaggio”ci informa Haymitch.
Ci dirigiamo tutti a passo di lumaca al piano di sotto. Jared, il fratello di Newt ci prepara un’ottima zuppa di erbe e piselli. Divoro tutto e poi aiuto Tresh a stendere i sacchi per dormire la notte. Chuck si è appollaiato a terra su un piccolo lenzuolo. Rue è crollata abbracciata a suo fratello Tresh. Newt ha appeso un amaca e si è addormentato. Al ha ceduto dopo il bis su una fila di sacchi. Jared, dopo aver sparecchiato si è addormentato accanto a Johanna e Madge. Thomas accanto a Fred e Georg e Annabeth accanto a Blondie. Haymitch lontano da tutti. Mi alzo nella notte e mi dirigo al piano di sopra. Fa un freddo pazzesco. Mi accomodo a terra accanto al bordo della nave per osservare il mare e l’orizzonte. Sento dei passi dietro di me.
“Ciao Jace”dico fissando ancora il mare.
“Non dovresti essere a letto?”dice.
“Anche tu mi sembra”ribatto.
“Non riuscivo a dormire”
“Neanche io. Cosa sto facendo?li sto spingendo verso la morte”dico.
“No, tu li stai spingendo verso la libertà”
“Non lo so cosa sto facendo, ma non dovrei”
“Ti manca?”
“Gale?”
“Peeta”
“Preferirei non parlarne.”
“Non devi respingerlo” mi dice Jace.
“A cosa ti riferisci?”domando voltandomi verso di lui-
“Il sentimento che provi …”
“Che ne sai di cosa provo io”
“So più di quanto pensi. Sei arrabbiata, delusa, frustrata, desiderosa di vendetta e al tempo stesso impotente”dice lui.
“Ma come..?”
“E’ successa la stessa cosa a me. Amavo una persona e la Capitale me l’ha portata via.”
“Chi era?”
“Si chiamava Clary. E lei era … mia sorella”disse con un sospiro.
“Stavi con tua sorella?”
“Non sapevo che lo fosse. Devi sapere che fin da piccolo ho sempre vissuto con mio padre. Poi lui ha inscenato la mia morte per non permettere a mia madre di avermi con se e mi ha cresciuto e addestramdomi per farmi diventare esattamente come lui”dice.
“E poi che è successo?”domando.
“Haymitch mi ha trovato delirante e infuriato come lo ero praticamente ogni singolo giorno della mia vita”
“E poi?” domando stringendomi la coperta sulle spalle.
“Mi ha preso sotto la sua custodia e mia ha fatto capire che ciò che ero in grado di fare avrei potuto farlo per il bene e non solo per il male”mi dice.
“Haymitch ti ha detto questo?”domando scettica.
“Si. Solo perché è un alcolista non vuol dire che non abbia un cuore”mi dice riuscendo a farmi sorridere appena.
“E poi … come … come è arrivata lei nella tua vita?”domando riferendomi a Clary.
“Stavano creando la fazione degli esclusi, o meglio stavano cercando di farla risorgere ed io avevo il compito di rintracciare gente e convincerla a farla unire a noi e poi un giorno, mentre mi trovavo nelle vicinanze della fazione dei pacifici l’ho vista. Aveva i capelli castani tendenti al ramato sulle punte e scrutava l’aria e l’orizzonte perfettamente rilassata e ignara di ciò che stava per accadere”
“Un attacco della capitale?”domandai e lui annuì.
“Siamo riusciti a respingerlo e a portare via quanta più gente potevamo, così ho deciso di portare via lei. Era svenuta e aveva perso i sensi, così me la sono caricata in spalla e l’ho portata alla fazione degli esclusi. Quando si è svegliata è stato feeling a prima vista. E poi ho scoperto che mia madre era anche la sua”dice irrigidendo i muscoli della mascella.
“Come?” domando ingenuamente.
“Dalla catenina che aveva al collo. Mio padre era un bastardo ma non un completo mostro. Ho visto la sua foto, quella di mia madre, una sola volta e questo è bastato per farmela ricordare per sempre.”
“Be ma era tua sorella … saresti stato con lei comunque”
“Dopo averla baciata? Non penso sarebbe stata la stessa cosa.”
“Certo, scusa mi dispiace. E … e come è …”
“Morta?”mi domanda e io annuisco timida senza osare guardarlo negli occhi.
“La capitale ci attaccò e fece prigionieri la maggior parte di noi.”
“Magari è ancora viva e prigioniera a Capitol City”
“L’hanno sparata davanti ai miei occhi”mi sussurra.
“Scusa. Sono una stupida, non dovevo insistere mi dispiace.”dico.
“Non è colpa tua. Adesso però basta parlare di me, raccontami di te”mi dice.
“Non c’è molto da dire, sono quella che vedi, quella che vedete tutti”
“Sbagli. La capitale vede in te una minaccia, la squadra una guida e io una rompiscatole fastidiosa”dice facendomi sorridere. “Il punto è cosa pensi tu di te. Chi credi di essere, se la ghiandaia imitatrice, la ragazza in fiamme o …”
“Penso”azzardo e lui si azzittisce. “Di essere solo Katniss”
“E cosa piace a Katniss?”domanda lui facendomi riflettere. Sorrido appena socchiudendo gli occhi mentre fisso l’orizzonte.
“Non lo so, penso il grigio”dico
“Il grigio?”
“E’ il colore della mia fazione”
“E cos’altro … oltre al grigio?”
“Penso cantare,il verde del prato sotto casa, l’odore del pane, i mattoni della mia vecchia e ormai demolita casa, mia … sorella”sussurro.
“Era molto carina, una persona gentile”
“Hai conosciuto Prim?”
“Chi pensavi fosse stato a curarmi tutte le mie cicatrici. Era un ottimo medico”mi dice.
“Si, lo era.”
“E dei tuoi che mi dici?”
“Non c’è molto da dire. Mio padre è morto quando ero molto piccola in una vecchia cava mentre lavorava come minatore volontario per rifornire la fazione degli intrepidi e … mia madre non si è più ripresa da quel giorno ed ha iniziato a prendere farmaci. C’era, il suo corpo era li, ma non c’era veramente. Era assente, confusa. Non si prendeva cura di me, ma soprattutto non si prendeva cura di Prim.”
“E così ti sei presa tu cura di lei …” mi dice Jace e io annuisco.
Mentre parlavo Jace si avvicinò a me da dietro e con una mano mi scostò i capelli dalla spalla.
“Jace ..”sussurrai.
“Shhh…”disse scostando la coperta e la maglia. Ma che cavolo stava facendo…mi stava spogliando? Resto ferma, tremante dal freddo mentre sento le sue dita scivolarmi dal collo alla spalla. Con la punta dell’indice disegna il mio tatuaggio/runa.
“La mia runa”sussurro sotto il suo tocco. Lo sento sorridere.
“Hai imparato come si chiama?” domanda ironico e io sorrido voltandomi.
“Mi piace quando sorridi”mi sussurra facendomi arrossire. Per fortuna è buio e non può vedermi.
“E mi piace quando arrossisci”dice lui notando il mio rossore. Mi volto socchiudendo gli occhi e sento le sue labbra sul mio collo. Ispiro il suo profumo e schiudo appena le labbra.
“Voglio farti vedere una cosa”mi dice staccandosi appena da me. Mi volto e l’osservo silenziosa. Dal giacchino in pelle estrae l’arnese con cui mi aveva marchiata e me lo passa.
Lo prendo in mano e l’osservo incantata.
“Mi hai tatuata con questo coso?”domando e lui sorride annuendo.
“Che runa è, non riesco a vederla”dico. Lui senza aggiungere altro si solleva la maglia. Il suo petto è completamente pieno di rune, ce ne sono così tante da non lasciare neanche un misero lembo di pelle al naturale.
“Questa”dice indicandomene una accanto all’ombelico. “Sembra un diamante con le ali”dico dando sfogo alla mia fantasia.
“E’ il potere degli angeli.”mi dice. Intanto, senza neanche capire cosa stavo facendo, poso una mano sopra uno di quei tatuaggi e lui rabbrividisce.
“Per lo meno è carino”dico e lui sorride. Comincia a piacermi proprio quel sorriso.
“E’ quasi mezzanotte.”dice rimettendosi a posto la maglietta.
“E con questo?”domando.
“Vieni”dice porgendomi la mano. L’afferro e mi lascio condurre da lui nel buio sul retro della nave.
“E questo cos’è?”domando.
“Chuck e Rue avevano costruito tempo fa un piccolo giardino su questa nave. Sembra stano ma fu fatto per ogni evenienza”mi dice.
“Evenienza?”domando.
“Gran parte di queste piante producono cibo sufficiente per circa un anno e sono ricoltivabili. Rue e Chuck sono esperti in questo genre di cose e lo hanno ideato loro, con una piccola mano da parte mia” mi spiega.
“E come gli avresti aiutati?”domando. Lui sorride e inclina il capo di lato con fare malizioso.
“Diciamo che ci ho aggiunto un pizzico di magia”mi dice.
“Magia?”domando.
“Aspetta e vedrai”mi sussurra. Attendo qualche istante ansiosa e dopo pochi minuti … non riesco a credere ai miei occhi.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3002768