non lo so

di COSA
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo I ***
Capitolo 2: *** capitolo II ***
Capitolo 3: *** capitolo III ***
Capitolo 4: *** capitolo IV ***
Capitolo 5: *** capitolo V ***



Capitolo 1
*** capitolo I ***


Capitolo I
-Non lo so- sussurrò tenendosi la testa tra le mani. –Non lo so.
La giornata sembrava cominciare bene. Una spessa coltre di neve ricopriva ogni singola foglia degli alberi ed ogni ciuffo d’erba del parco di Hogwards, eccezion fatta per il Platano Picchiatore che in quel momento se ne era liberato con un movimento brusco. Il cielo minacciava ancora una giornata di pesanti nevicate, la maggior parte dei ragazzi ne erano entusiasti, ma l’animo di Harry era tormentato.
-Oh, no! Come farò ad allenarmi per la partita di Quiddich di lunedì? Sono morto!- esclamò accumulando i libri in una pigna e sollevandoli non con poca fatica.
-Avanti Harry, non fare la vittima. Sarai preparato, ce l’hai nel sangue! E poi cosa c’è da fare per prepararsi ad una partita, piuttosto ti conviene studiare pozioni o Piton davvero ti ucciderà!- lo guardò Hermione con sufficienza. -Mi raccomando, Hermione, sii sempre così comprensiva! Qualche volta sei davvero antipatica, non vedi che Harry ci tiene e cerca solo conforto?- la ammonì Ron evidentemente irritato.
-Non mi sembra il caso di aggredirmi in questo modo, ho detto solo ciò che penso! E non cercare il consenso di Harry, come se io non ci fossi!- Hermione si alzò offesa facendo strisciare la sedia sul pavimento con un fischio acuto e presi tutti i libri uscì dall’aula sbattendo la porta.
Harry e Ron si scambiarono uno sguardo di sopportazione. –Cosa ci devi fare, è fatta così!
-Perché dovrei scusarmi?- domandò sorpresa Hermione alzando la testa dal libro che stava leggendo.
-Beh, perché forse mio fratello ed Harry sono i tuoi migliori amici e… no niente.- si bloccò Ginny abbassando lo sguardo.
-Vai pure avanti, non ti mangio mica!- la incitò l’amica. Depose il libro su una sedia e si mise a sedere sul letto. Ginny si sdraiò sul letto e la guardò per un istante.
-No è che… poi Harry ti piace e non mi sembra il caso di allontanarlo proprio ora che avevi quasi raggiunto il tuo obiettivo.- mostrò un ghigno furbo.
Hermione fu invasa da una vampata di calore che la fece arrossire fino a farla diventare paonazza.
-Hai completamente sbagliato a capire- si alzò frettolosamente e si diresse alla finestra. Scrutò l’orizzonte ancora ricoperto dalla neve. La aprì e si affacciò lasciando che la brezza le accarezzasse il viso. Aspettò che l’amica la raggiungesse e poi senza distaccare lo sguardo dal paesaggio le disse: -A me piace tuo fratello- sorrise senza ancora guardarla. Non poté notare l’espressione stupita di Ginny e la piccola piega che fecero le sue labbra.

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Vorrei ringraziare tutti coloro che mi hanno scritto o hanno intenzione di scrivermi delle recensioni. _RECENSITE!_ ^-^ Siate liberi di scrivere ciò che volete e sappiate che anche i consigli sono ben accetti. Inoltre vorrei scusarmi anticipatamente per gli errori perché questa è la mia prima fanfic.
Grazie
Ilaria (COSA)

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Capitolo 2
*** capitolo II ***


Capitolo II
-Harry!- cadde a terra con un tonfo. Un bolide l’aveva colpito in pieno stomaco ed era rimasto a terra stordito.
-Ma che ti prende? Hai la testa tra le nuvole oggi?- Fred gli tese la mano per aiutarlo ad alzarsi. Si mise a sedere massaggiandosi la pancia.
-Scusa Fred, stavo… stavo pensando ad altro- si scusò Harry.
-Lo so io a cosa stavi pensando…- sussurrò Ginny tra sè e sè, dirigendosi verso di loro, lentamente.
Per tutta la durata dell’allenamento era rimasta a fissare Harry con uno strano sorriso sulle labbra. Ora aveva fatto irruzione nel campo rivolgendosi ad Harry e cercando di prendenderlo in disparte. I gemelli si guardarono stupiti.
Lo condusse fuori dal campo e lo fissò per qualche istante.
-Non capisco a cosa ti riferisci- la guardò con leggera irritazione.
-Dai, non prendermi in giro, sei preoccupato per il tuo rapporto con Hermione, ma io so una cosa che potrebbe interessarti- Ginny appoggiò una spalla al muro e mise le mani in tasca. Lo guardò mordendosi le labbra. Harry distolse lo sguardo e scosse la testa.
-Cosa intendi?- domandò osservando i compagni allenarsi.
-So qualcosa di interessante su Ron e Hermione- si avvicinò come per accarezzargli i capelli.
Harry la scostò con gesto brusco.
-Cosa sai?- le chiese sbattendola contro il muro e fissandola dritto negli occhi.
-Ehi! bastava chiedere!- Ginny lo prese per le spalle e lo baciò con passione, ma Harry la allontanò con violenza.
-Che cavolo fai?- si pulì la bocca con la manica. -Piuttosto sputa il rospo!
Avevano attirato l'attenzione dei compagni che si stavano allenando. Rimasero tutti a bocca aperta.
-Hai visto cosa hai fatto?- la prese per un braccio e la trascinò dietro al muro.
-Calmati, Harry! Hermione mi ha detto una cosa...
Stette in silenzio per qualche secondo come per aumentare l'importanza del ìl'informazione. Harry la attendeva con attenzione, sgranando gli occhi. -Aspetta, no, non lo voglio sapere. Non sarebbe giusto nei suoi confronti. Sai cosa ti dico? Vattene e lasciami stare. Credimi è megli così.
-Se lo dici tu- Ginny lo squadrò e se ne andò a passo svelto talvolta voltandosi e rivolgendogli sguardi sensuali.

Harry tornò dai compagni e i gemelli Weasley lo aggredirono subito con damande sul rapporto che era nato tra lui e Ginny. Semravano interessati, per niente preoccupati. Erano infatti eccitati che la loro sorellina potesse avere una storia con il ragazzo più popolare di Hogwards. Harry tentò di respingere ogni accusa, ma invano perchè le voci corrono e le notizie si spargono in fretta.
La notte fu buia e silenziosa e passò velocemente. Il vento gelido fischiava e spazzava le nuvole come fumo. Così per giorni e giorni e la neve presto si ghiacciò sugli aghi dei pini, sulla corteccia degli alberi. Una sottile patina di ghiaccio ricopriva la superficie del lago.
-Cos'è questo brusìo? Voglio silenzio durante le mie lezioni!- sbraitò Piton facendo scompigliare i capelli.
-Si può sapere cosa avete da chiacchierare?- domandò rivolgendosi ai ragazzi impauriti.
-Forse ho la soluzione! Vero, Potter? Non si fa che parlare di te e di quella Weasley da giorni! Sai che gli insegnante ed io in particolare odiano le relazioni tra alunni e soprattutto quando si tratta di uno smorfioso come te!- si avvicinò come strisciando al suo banco per poi puntargli una delle dita acute a pochi centimetri dal naso.
Draco Malfoy e gli altri Serpeverde bisbigliarono soddisfatti, rumorosamente.
Harry non osò rispondere e Hermione, che sedeva poco distante, appena incrociato il suo sguardo, lo distolse con rabbia. Si soffermò maggiormante sull'espressione triste di Ron ed Harry sembrò accorgersene.
-Cos'hai Harry, credevo che l'avessi ormai mandata giù questa falsa che si è creata tra te e mia sorella- cercò di consolarlo Ron battendogli affettuosamente la spalla.
-Si, ma non riesco a perdonarla. Per colpa sua Hermione non mi rivolge la parola da settimane e temo che tra noi sia tutto finito, intendo l’amicizia- Ron aveva cambiato improvvisamente faccia a quelle parole, la pelle terribilmente bianca era in contrasto evidente con i capelli rossi.
-Ma mi pare che anche tu abbia qualcosa che non va, amico mio- notava in lui uno strano comportamento più distaccato e malinconico.
Le orecchie divennero paonazze, ma il volto rimase chiaro e immutato.
-Ti sbagli- si giustificò. -Non sarai mica deluso perché Hermione c’è rimasta male sapendo di me e Ginny? Mi pare evidente che tu provi qualcosa per Hemione! Ma se t’interessa, io la ritengo solo un’amica- fece un grande sforzo per concludere la frase, ma Ron colse l’esitazione della sua voce e non ne apprezzò l’irrealtà.
-Harry, non mi devi alcuna spiegazione, ma se proprio vuoi sapere cosa ne penso, beh, vedi di tenere a bada i tuoi sentimenti perché le persone che ci soffrono sono più di quelle che pensi- fece per andarsene, ma si fermò tenendogli le spalle: -Non sei il cocco della scuola, devi capire che esistono anche gli altri!

“Ecco! Ci mancava solo lui! Ora sono completamente solo. Ginny mi odia perché tutti credono che ci sia qualcosa tra noi, ma mentre lei sparge la voce io tento di smentirla, anche se invano. Hermione non mi rivolge più la parola per la storia di Ginny e ora anche Ron mi accusa di essere egoista come del resto mi ricorda tutti i giorni Piton”
Si stava dirigendo verso il dormitorio, le scale gli sfuggirono da sotto il piede, mentre stava per salirvici.
-Dannazione!- gridò inconsapevole di aver alzato la voce.
Due ragazze di Corvonero che gli passavano accanto bisbigliarono: -Ginny deve avergli dato alla testa!- e ridacchiarono guardandolo di sbieco.
“Perché? Perché proprio a me? Forse hanno ragione, forse dovrei decidermi una volta per tutte tra Ginny e Hermione. Probabilmente sono davvero un…”
-Idiota!
-Cosa hai detto?
Harry stava per svoltare l’angolo, quando sentì due voci femminili aggredirsi vivacemente.
-Ho detto che sei un’idiota!- sbottò Hermione fermandola per una spalla.
-Non ti permetto di rivolgermi accuse simili- Ginny non si scompose e piegò leggermente la testa degnandola di uno sguardo.
-Ah si? Sai cosa ti dico? Io invece non ti permetto di sparlare sui segreti che ti confido, credendoti un’amica- continuò mostrando un volto furioso e un capo arruffato.
-Ti sbagli io non…- ma fu interrotta da uno schiaffo in piena guancia che la colse di sorpresa.
Un’esclamazione di sorpresa si levò da tutti i presenti che si fermarono per assistere interessati alla scena.
Harry decise di intervanire per evitare la catastrofe, ma forse fu proprio lui a provocarla. -Guardate chi c’è! Abbiamo l’attesissimo Harry Potter, che onore!- esclamò Hermione ormai fuori di sé.
Il professor Piton, che passava di lì si fermò e si assicurò un posto in prima fila, facendosi spazio a gomitate tra la folla. Tuttavia non intervenne in alcun modo, anzi sembrò interessato dell’avvenire.
-Hemione ti prego, evitiamo questa lite inutile, possiamo chiarire se vuoi, ma né ora né qui- cercò di tranquillizzarla Harry, ma Hemione scosse più volte la testa violentemente.
-Ma sentitelo, è arrivato per difendere la sua sgualdrina dalle mie grinfie, ma non si può mai parlare, l’avete sentito “né ora né qui”- si rivolse al pubblico divertito.
Ginny le si avvicinò con aria di sfida. Era cambiata molto, aveva assunto un comportamento strano al fine solo di fare colpo sui ragazzi. Vestiva minigonne e magliette corte sotto la tunica che aveva opportunamente accorciato. Offriva mezzi sguardi a tutti coloro che mostravano interesse e parlava più lentamente, scandendo bene ogni singola parola.
-Hermione, basta non vedi che ti stai rendendo ridicola?- la guardò con una smorfia attendendo la replica. Ma Hermione si aggiustò la felpa, si passò una mano tra i capelli e concluse:
-Io non ho nient’altro da dire, perché io non ho fatto nulla di male, ma pensateci, voi avete avuto un comportamento davvero insopportabile. Comunque non preoccupatevi, non mi aspetto nessuna scusa. Gente come voi è meglio perderla che trovarla.
Detto questo s’incamminò verso la biblioteca a passo deciso lasciando tutti stupefatti.
-Aggiungo ai Grifondoro cinque punti per il comportamento esemplare della signorina Granger, ma ne tolgo altrettanti cinque a testa per Potter e la Weasley- aggiunse Piton e sparì dietro alla folla.
Lentamente tutti se ne andarono soddisfatti di aver assistito ad uno scoop simile e rimase un solo ragazzo, testa china. Sollevò il capo rosso rivolgendo a Harry tutta la rabbia che riusciva a trasmettere. Poi lasciò la zona con passo lento e cadenzato. I due rimasero qualche minuto senza guardarsi.

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Capitolo 3
*** capitolo III ***


Capitolo III

Si era addormentato, finalmente, ma il suo sonno era stato tormentato dalla sua immagine. Contro il suo volere non poteva smettere di pensare a lei, ma non poteva evitare di odiare il suo migliore amico, Harry. Era evidente che Hermione fosse qualcosa di più di una semplice amica e gli dava fastidio che tentasse di negarlo così apertamente, inoltre doveva decidersi una buona volta a sistemare la questione di Ginny. Lo odiava perché non poteva essere popolare come lui e le ragazze si accorgevano solo del mitico Harry Potter, ma non del suo amichetto invisibile. E poi anche Hermione era attratta dallo strano fascino di Harry e questo gli squarciava il cuore. Non sopportava la vista di loro due che ridevano assieme, che chiacchieravano, che passeggiavano.
“Perché non posso essere come lui?” si ripeteva accucciato nell’angolo della sala del dormitorio davanti alla rampa che portava a quello maschile. Fissava il vuoto davanti a lui, senza riuscire a pensare ad altro. Era mattina presto, tutti dormivano ancora, nulla disturbava il silenzio, ma Ron aveva mille voci in testa a tormentarlo.
Un leggero scalpitio di passi interruppe il suo tormento. Tese l’orecchio, ma più nulla fu percettibile. Il quadro della signora grassa cigolò lievemente e ne sbucò una figura snella, non molto alta, Hermione. Ron si nascose bene nell’oscurità del suo angolo, ma lasciando che un occhio intravedesse la ragazza. La osservava con ammirazione, il corpo ormai sviluppato proporzionalmente in ogni curva, si muoveva sinuosamente. Distolse lo sguardo per un attimo per non esserne stregato, ma non poteva evitare di esserne attratto. Aveva un aria scocciata e guardava ripetutamente l’orologio, probabilmente aspettava qualcuno. Chi?
“Tutti, ma non lui, ti prego, non lui!”pregò il cielo, tormentandosi le mani sudate.
Dal dormitorio maschile uscì un ragazzo a petto nudo alto e snello, con i capelli scompigliati. Ron aguzzò la vista e si strinse nell’ombra sperando di non essere notato. Scese lentamente le scale e fortunatamente sembrò non averlo visto. Si avvicinò al tavolo e sembrò cercare qualcosa a tentoni.
Dalla finestra entrò un timido raggio di sole, si infilò gli occhiali che aveva trovato sul tavolo. -Harry Potter!- sussurrò Hermione sorridente.
-Si, sono io, oggi sei in anticipo!- rispose tirando le tendine.
-Si, volevo parlarti- Hermione si accomodò sulla poltrona accavallando le gambe.
Ron sfruttò tutta la forza di volontà che aveva in petto per non alzarsi e prendere a pugni quello sbruffone, ma cosa ci faceva lì Hermione? A quanto pareva non era la prima volta che si erano dati appuntamento. Morse con rabbia il colletto della felpa e spalancò gli occhi.
-Non mi ero mai accorta dei tuoi pettorali, è tutto merito dello sport, immagino- esaminò il corpo del ragazzo.
-Non ti devi mai stupire di Harry Potter- disse prendendo una maglietta e infilandosela.
Ron non riusciva più a trattenersi, ma rimase in ascolto spinto dalla curiosità.
-Volevo dirti che secondo me questa falsa non durerà a lungo, dobbiamo dirlo a Ron. Insomma è il nostro migliore amico- gli prese una mano e la accarezzò.
A questo punto Ron si alzò, senza guardarli, tremante di rabbia.
Un silenzio imbarazzante s’impadronì della stanza, stringendola in una morsa mortale.
-Io l’avevo capito, sapevo che c’era qualcosa tra voi, ma mi aspettavo che me l’avreste detto, sono il vostro migliore amico, no?- sorrise malignamente mostrando due occhi in fiamme.
-Aspetta Ron, non è come sembra, ti possiamo spiegare!- si alzò in piedi Hermione giustificandosi.
-Certamente, non ho dubbi, che potete spiegarmi tutto. Quella storia che tu eri arrabbiata con Harry per Ginny era tutta una montatura, forse per creare un alibi alla vostra relazione- sbraitò quasi impazzito.
Passò loro davanti con passo più che deciso, senza degnarli di uno sguardo spalancò la porta e la richiuse con indicibile porta alle spalle, lasciando i due a bocca asciutta.

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Capitolo 4
*** capitolo IV ***


Capitolo IV

Un’altra notte passata insonne e torturata da demoni mostruosi che volavano nella stanza senza tregua. Continuava a ripensare a quella mattina nella sala. Che cosa sarebbe successo se non fosse intervenuto? Forse si sarebbero baciati o forse peggio! Non osava immaginare. Odiava con tutte le sue forze Harry, perché doveva farlo soffrire così? Erano stati ottimi amici, e poi Hemione. Non riusciva a smettere di amarla anche dopo quello che era accaduto, ma tentava in tutti i modi di dimenticarla, di sostituirla. Insomma c’erano mille altre ragazze come lei, ma cosa lo tratteneva non lo sapeva nemmeno lui. Certamente la soluzione, dopo tanto cercare, era quella di prendere provvedimenti, di fargliela pagare.

Nell’oscurità vibrava una voce maligna. La luce si era rifugiata altrove per paura delle tenebre.
-Ci sono quasi, si… la felicità sarà la sua tristezza, il desiderio, il suo tormento; la passione, l’odio, l’amore, la morte…

-Cosa ti ha detto Silente?- domandò Harry speranzoso.
Hermione sospirò: -Mi ha detto che non sarebbe prudente dirglielo.
Ron si fermò prima di svoltare l’angolo sentendo le loro voci. I suoi sensi diventavano estremamente sensibili quando si trattava di loro due.
-Ma non possiamo andare avanti così! Romperemo l’amicizia che abbiamo con lui.
-Non per fare la pessimista, ma credo che ormai lui non ci consideri più amici.
Ron inghiottì la saliva annuendo.
-Se solo ci avesse lasciato il tempo di spiegare ora sarebbe tutto come prima- riprese Harry scuotendo la testa.
-Perché? Cosa gli avresti detto?
Harry abbassò il capo senza rispondere.
Ron non poté sopportare ancora e corse via piangendo lacrime amare.
-Naturalmente mi ha detto ancora di stare attenti perché siamo in una situazione delicata e pochi sono a conoscenza di ciò che sta succedendo. Non ha potuto verificare cosa stia tramando, ma è ancora più convinto che sia Ginny, ora. Mi raccomando stai attento!- concluse appoggiandogli una mano sulla spalla.
Harry arrossì leggermente e Hermione la tolse frettolosamente.
-Certo che starò attento- rispose distogliendo lo sguardo dai suoi occhi.

La lezione era da poco conclusa e i tre erano seduti il più lontano possibile l’uno dall’altro, infatti tutti credevano che Harry e Hemione fossero ancora arrabbiati per Ginny. Ron evitava qualunque contatto con loro e il suo volto era perennemente imbronciato e cadaverico. Tutti gli alunni si alzarono per raggiungere l’aula della lezione successiva. Harry si era affrettato ed era già sparito al piano superiore. Ron si dirigeva alla stessa aula, ma più lentamente per evitare di incontrarlo, quando qualcuno lo prese per un braccio e lo bloccò. Ron si voltò, leggermente irritato e si trovò davanti Hermione sorridente. Sbatté un paio di volte le palpebre, infatti, ultimamente vedeva Hermione ovunque guardasse, ma la sua immagine non scompariva.
-Io credo di doverti delle spiegazioni…
-Già, ma non ha molta importanza ormai. Credimi mi sono messo il cuore in pace- una fitta dolorosa gli soffocò la gola, non poteva credere a ciò che aveva detto.
Hermione aggrottò le sopracciglia, delusa. Si guardò attorno e quando verificò che non ci fosse nessuno, cominciò:
-Non è come credi, vedi è una questione importante che…
Ma fu interrotta dall’arrivo di Ginny che si tuffò sul fratello per salutarlo.
Hermione cambiò improvvisamente espressione facciale e assunse una smorfia rabbiosa.
-Scusa, ci potresti lasciare soli?- chiese trattenendosi dall’insultarla.
-Fratellino, non darle retta, non ti ha già fatto soffrire abbastanza?- si rivolse a Ron fissando Hermione con aria di sfida.
-Non preoccuparti, stavo per andarmene- si voltò e se ne andò accompagnato dalla sorella che gli teneva una mano attorno al collo.
Hermione batté furiosamente un piede sul pavimento e rimase a guardarli allontanare.

“Non c’è niente che vada per il verso giusto, io non ce la faccio più. Perché Silente ci ha affidato un compito così importante? Ogni giorno è peggio di quello precedente. Sto perdendo il mio migliore amico e mi sto innamorando della ragazza di cui lui va pazzo da sempre. E poi questa storia di Ginny…”. Una fitta alla cicatrice lo fece inginocchiare dal dolore. Si tuffò a capofitto sul letto e socchiuse gli occhi. Una ragazza entrò nel dormitorio deserto, se si esclude Harry. Probabilmente stava sognando. Sciolse la folta chioma e si avvicinò a lui. Si appoggiò al bordo del letto. Chi era?
Gli accarezzò il volto, scostandogli i capelli, intravide la cicatrice in fiamme. Harry non riusciva a distinguere la ragazza, vedeva a mala pena i colori sbiaditi. Sforzò la vista stanca, un ultima volta. Lunghi capelli…rossi. Si accasciò sconvolto, quasi in stato di svenimento. Tutto intorno a lui stava lentamente dileguandosi come fumo. La cicatrice era impazzita. La ragazza si avvicinò alle sue labbra e il dolore non gli permetteva di evitarlo. Si appoggiò dolcemente come il petalo di una rosa, ma proprio come una rosa quel bacio gli provocava immensa sofferenza. La fiamma di vita abbandonava il corpo immobile.

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Vorrei scusarmi per gli errori probabilmente presenti nel testo e sono grata se LASCIATE DELLE RECENSIONI! Accetto volentieri ogni consiglio. Spero che questa mia prima fanfic vi piaccia.
Ilaria –COSA-

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Capitolo 5
*** capitolo V ***


Capitolo V

-Oh, mio Dio! Che cavolo sta succedendo qui?- Ron entrò nel dormitorio sbraitando come un dannato, ma nessuno gli rispondeva.
-Scusate, ma se volete fare queste cose andate da un'altra parte, ma ancora nessuno lo degnava di attenzione.
Sua sorella era completamente avvinghiata ad Harry. “Cosa? Ad Harry? Non ci posso credere! Che figlio di p*****! Non se la faceva mica con Hermione? Ha proprio deciso di rovinarmi la vita!” Ron tratteneva a mala pena la rabbia e digrignava i denti, quasi frantumandoli. Una marea di pensieri gli balenavano nella testa, liberi da ogni censura.
Si avvicinò più incavolato che mai ai due piccioncini.
Cercò di scostare con la forza la sorella. “Non puoi fare questo a Hermione! La fai già soffrire abbastanza! Ora ci penso io…”
La ragazza si voltò, occhi di fuoco.
-Che c****, Ginny! Ma ti sembra il caso?- gridò furibondo.
Ginny sorrise lievemente, ma aveva qualcosa di strano, di quasi diabolico.
Estrasse la bacchetta con scatto svelto e gli lanciò un incantesimo senza aprire bocca. Ron fu steso a terra con la testa sanguinante. Harry giaceva disteso sul letto, inerme.
-Si può sapere chi sei?- domandò Ron con il sangue che gli colava lungo le guance.
Ginny rise rumorosamente:
-Possibile che non ti ricordi di me?
-Ma tu sei…
Alzò la bacchetta in un ultimo gesto disperato.
La ragazza si prese lo stomaco tra le mani e si accasciò a terra. Era evidentemente dolorante, una voce familiare lo imprecò:
-Ti prego fratellino, sono io…
Ron rimase impietrito, tenendo la bacchetta immobile davanti a lui.
Chiuse gli occhi e lanciò un incantesimo mortale alla sorella tormentata dal dolore, che cadde a terra con un tonfo sordo.
-Cosa sta succed… Oh c****! Harry! Ron! E…Ginny!? Oh mio Dio cos’è successo? Ron, tu hai…- Hermione entrò ansimando, senza poter credere ai propri occhi. Ron annuì :
-Ho dovuto farlo! Io…forse è meglio se mi lasci solo. -Ma che cavolo hai fatto Ron! Ti rendi conto? L’hai uccisa! Avevamo tutto sotto controllo! Sapevamo che tu-sai-chi volesse arrivare a Harry attraverso Ginny e ora l’avevamo in pugno, ma tu sei dovuto intervenire! E hai ucciso tua sorella, mentre tu-sai-chi che ne controllava solo il corpo è ancora in circolazione! Sei un idiota, Ron! Questa non te la perdono! Ma perché non ti sei fidato di noi?- Hermione era completamente andata, aveva detto tutto in un solo fiato e guardava Ron sbigottita, con i capelli arruffati.
Ron la fissava smarrito, cercava con disperazione il tasto “rewind” per tornare indietro. Lasciò cadere il capo sulle ginocchia e se le abbracciò con forza.
Hermione gli voltò le spalle e uscì dalla stanza sbattendola a tal punto che tremavano gli armadi.
Ron rimase a guardare il nulla. -Non lo so- sussurrò tenendosi la testa tra le mani. –Non lo so.

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ciao raga!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!vi è piaciuta la fine? spero di si... RECENSITE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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