In una sera d'inverno

di Hikari_27
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


(Siete pregati di allacciare le cinture, stiamo per atterrare...) Appena sentii la voce dell'hostess alzai la testa e tolsi una cuffietta all'orecchio. Allacciai la cintura da bravo bambino e tirai su la tendina che impediva al sole di arrivarmi in faccia: ero elettrizzato all'idea di scendere da quella trappola di ferro, anche se avevo dormito pochissime ore non mi sentivo assonnato anzi! Sobbalzai quando le ruote dell'aereo toccarono l'asfalto e mi stiracchiai quando l'insegna rossa si spense. Quello non era stato per niente un volo tranquillo, le continue turbolenze e scossoni non mi avevano fatto rilassare un attimo, e ringraziai mentalmente il Signore per essere uscito da quella macchina infernale. Dopo più di due ore ero diretto al mio albergo e la stanchezza accumolata iniziava a farsi sentire, non mi reggevo in piedi e fu una faticaccia portare i bagagli fino alla camera. Diedi un calcetto alla porta e la spalancai per far passare tutto, dopo una rapida occhiata alla stanza mi fiondai a letto e sospirai contro il cuscino morbido prendendo, finalmente sonno. Mi svegliai infastidito dal raggio di sole che riusciva a passare, dio solo sa come, dalle tapparelle chiuse. Avevo sonno e non mi andava di lasciare quel letto caldo ma sapevo di non poter rimanere rintanato in quelle quattro mura per sempre. Sbuffai e mi tirai a sedere stropicciando gli occhi e guardandomi intorno, la sera prima ero talmente esausto da non accorgermi di quanto fosse bella quella camera, i muri color crema si intonavano perfettamente ai mobili e al copriletto. Rabbrividii a contatto con il pavimento freddo e ciondolando mi diressi al bagno lanciando uno sguardo all'enorme specchio attaccato al muro. Mi fermai a metà passo è tornai a riflettermi su quella superficie fredda, scoppiai a ridere davanti alla mia immagine e fui costretto ad appoggiare una mano al muro per non rotolare a terra come un babbeo. Anche se non avevo i segni delle occhiaie, i miei capelli rispecchiavano completamente i luoghi dove avevo riposato la sera prima: completamente dritti, sembravo un ananas. Mentre ritornavo sui miei passi per entrare in bagno una domanda si fece spazio tra i miei pensieri: ieri avevo questi capelli mentre scendevo dall'aereo? Scoppiai a ridere più forte di prima ricordando lo sguardo divertito del tizio alla hall. Avevo bisogno di un bello shampoo per togliere l'effetto cuscino spiaccicato, e non c'era niente di meglio di una bella doccia calda. Mentre lanciavo la maglietta da qualche parte mi guardai nuovamente allo specchio, nonostante i capelli da pazzo non ero male: capelli neri , occhi color nocciola, labbra carnose feci un ghigno tenendo lo sguardo fisso sul mio riflesso. Sin da piccolo venivo spesso scambiato per una ragazza e mi venne affibbiato il soprannome "minnie", anche i miei continuavano a chiamarmi in quel modo ignorando i miei sguardi poco rassicuranti. Loro scherzano dicendo che prima o poi li avrei uccisi, fossi in loro mi preoccuperei, e neanche poco. Il soprannome Minnie non mi rispecchiava per niente, avevo perso da tempo il corpo di un bambino e avevo messo su anche un po di muscoli, ma le guanciotte ancora stavano li, dandomi un aspetto dolce. Sfilai i pantaloni e i boxer ed entrai nel box, l'acqua tiepida mi sfiorava dolcemente il corpo mentre io mi rilassavo ed iniziavo ad insaponarmi. Dopo quasi un'ora uscii dal bagno per cercare qualcosa da mettermi, i capelli erano tornati alla loro piega naturale, la frangia nera copriva di poco gli occhi e ricadeva morbida sul lato del mio viso. Dopo l'ennesimo sguardo allo specchio, e una lunga serie di versacci. Decisi di uscire a fare due passi, sfidando il mio scarso orientamento. Mi divertii molto a girovagare senza meta per i vari negozietti, l'aria era totalmente diversa da quella di Seul e le strade erano addobbate tutte in attesa del tanto amato natale. Il tempo sembrava scorrere più veloce e non mi accorsi che era già calata la sera, dopo aver guardato un paio di manichini decisi di ritornare indietro, ma non sapevo che strada prendere. Panico, panico totale. Sapevo di avere un pessimo orientamento e che avevo fatto una cavolata ad allontanarmi da solo, ma non credevo di allontanarmi così tanto. Mi passai una mano tra i capelli tirandoli indietro e sbuffai, mi ero fregato con le mie stesse mani.

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


Buonasera a tutte :D questo è il secondo capitolo del mia ffc sulla taekai, spero che vi piaccia e buon divertimento!
ah dimenticavo, sono una novellina in fatto di fanfiction, accetto recenzioni di ogni tipo ;D

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Era da circa 15 minuti che mi scervellavo per ricordare il nome dell'hotel.

 Possibile che io, lee Taemin, ero così stupido da non ricordare un semplice nome? 

Sbuffai e iniziai a camminare in cerchio, anche se sentivo gli sguardi delle persone posarsi su di me me ne fregai altamente. Invece di guardarmi potevano rendersi utili in qualche modo no?

Mentre maledicevo me stesso per la mia stupidita e per il mio schifo d'orientamento sentii qualcuno toccarmi la spalla.

"Hei tutto bene? Perché parli da solo come un idiota?"

sobbalzai sorpreso e guardai il giovane che mi fissava divertito "ah stavo parlando ad alta voce? Ahah si sto bene..più o meno.." risposi sospirando sconsolato e mi guardandomi nuovamente intorno sperando di ritrovare la strada "cosa ci fa un coreano da queste parti? Non è che ti sei perso?" Disse lui ridacchiando davanti alla mia espressione sbigottita "yah non ridere! Si mi sono perso ma non mi serve il tuo aiuto " dissi imbronciandomi e girando il viso dall'altra parte.

Sentii ridere e lo guardai scocciato, ma cosa voleva questo? Possibile che quel babbeo era l'unico che volesse aiutarmi? "Hei pesce palla! Allora dove devi andare? Non posso lasciare da solo un mio fratello, soprattutto se gira in tondo come un babbeo"  disse lui ridendo. Sospirai rassegnato, e posai nuovamente lo sguardo sul ragazzo, era coreano anche lui aveva i capelli biondissimi, corti e tirati su con un po' di gel in una specie di ciuffo. Aveva gli occhi marroni, la carnagione era più scura della mia e aveva un fisico asciutto con i muscoli abbastanza sviluppati: tutto sommato era un bel ragazzo. Gli guardai nuovamente il viso e venni intercettato dal suo sguardo "beh? Sono affascinante lo so, ma vogliamo rimanere qui tutta la vita?" Disse lui lanciandomi uno dei suoi sguardi divertiti, Dio mio che carattere! L'avrei preso a pugni volentieri però non era il caso, e lo sapevo. Gli sorrisi nel modo più gentile possibile "dovrei tornare al mio albergo, però non so che strada prendere" dissi avvicinandomi al biondino malefico "e, prima che tu me lo chieda, non ricordo il nome.....So solo che è vicino all'aeroporto"

Mi guardò sconcertato e scosse la testa ridendo " certo che sei idiota forte! Vabbe dai non fa niente, tanto conosco questo posto come le mie tasche" disse lui mettendomi un braccio sopra le spalle e iniziando a camminare spedito. Lo guardai con la coda dell'occhio e mi trattenni dal pestarlo, cos'era tutta quella confidenza? Sbuffai spostandomi un ciuffo ribelle e pettinandolo con le dita mentre venivo trascinato via da un perfetto sconosciuto.

"Ancora non mi hai detto che ci fai qui. Non credo che uno scemo come te si metta a vagare da queste parti senza un motivo...anche se ormai mi aspetto di tutto" disse ridendo e levando,finalmente, quel cavolo di braccio.

"Sono dovuto venire qui a causa del lavoro dei miei, questa sera dovrei portare tutte le mie cose da loro e sistemarmi nella mia nuova casa" risposi sospirando. Non ero stato d'accordo con questa scelta e se fosse stato per me sarei rimasto a casa mia, ma sapevo bene di non poter oppormi e quindi eccomi qua a vagare per la strada con un tizio che neanche conosco........avrei dato volentieri una testata al muro più vicino. "Capisco..... Comunque non mi sono ancora presentato" disse lui porgendomi la mano" dopotutto sono il tuo salvatore, vorrei essere ricordato! Mi chiamo Kim Jongin" disse sorridendomi. "Io sono Lee Taemin" risposi stringendo la sua mano calda.

Camminavano fianco a fianco parlando di qualsiasi cosa, aveva un carattere particolare e io passavo dal voler prenderlo a calci al volerlo come amico. Era un ragazzo allegro, viveva in Italia da quasi cinque anni insieme a sua zia e passava le sue giornate con quei "malati mentali" che aveva come amici. 

Mentre passeggiavamo mi mostrava i locali più interessanti indicandoli e raccontando le sue avventure, anche se odiavo ammetterlo, mi trovavo bene in sua compagnia. Parlare con lui era quasi naturale e più che estranei sembravamo due vecchi amici che si ritrovavano dopo tanto tempo. Mi accorsi di essere arrivato a destinazione solo quando si fermò all'entrata "dovrebbe essere questo. Mi raccomando non girovagare per le strade da solo, ci sono tanti ragazzi cattivi da queste parti" disse lui indicando l'edificio è comportandosi da perfetta mammina.

Il tempo era volato e mi ero divertito un sacco in sua compagnia, era quasi un peccato separarsi così...."si è questo" dissi dando le spalle alla porta " grazie mille jongin, mi hai davvero aiutato. Se un giorno ci rincontreremo ti offrirò qualcosa" il biondo ci penso su un momento e mise le mani in tasca "allora farò in modo di ritrovarti! L'idea di mangiare sto mondo e quell'altro gratis non mi dispiace per niente " disse jongin sorridendo in modo poco rassicurante e facendo qualche passo indietro. 

"Mi rimangio ciò che ho detto. Addio kim jongin, non ci vedremo mai più" gli risposi ridendo ed entrando dentro l'albergo "col cavolo! Non si rimangiano le promesse fatte. Tu mi offrirai la colazione la prossima volta che ci vedremo , niente storie" ribatte lui seccato e incrociando le braccia "e dai stavo scherzando!" Dissi avvicinandomi per dargli un pugnetto alla spalla  "ci vediamo in giro!" Lo salutai con la mano e mi avvisi verso la reception "mi raccomando eh! Perditi di nuovo come un citrullo!" mi gridò dietro jongin scoppiando a ridere "lo farò fidati!" gli risposi a mia volta girandomi prima di arrivare davanti l'ascensore.

Mentre stavo osservando con attenzione la moquette a terra mi chiamò mia madre, distogliendomi dai miei pensieri profondi sugli acari della polvere. Con il telefono attaccato all'orecchio aprii poco delicatamente la porta e ripescai i vestiti del giorno prima, dopo aver attaccato li infilai alla cavolo nella valigia, riacciuffai il resto delle mie cose e mi fiondai in ascensore. I miei erano di sotto e odiavano aspettare. 

Appena uscito dall'hotel, fui assalito da una madre molto apprensiva e trascinato velocemente in auto. Anche se erano partiti tre giorni prima di me a loro sembrava un'eternità, e per la mia omma ogni occasione era buona per coccolarmi come se avessi un anno. Mio padre invece mi diede qualche pacca sulla spalla dicendomi che aveva visto molte ragazze "interessanti" che potevano piacermi.

Il condominio era vicino al centro città, mentre guardavo la strada riconobbi il percorso fatto con jongin e mi scappò un sorriso, quel tizio mi aveva davvero aiutato e speravo di reincontrarlo anche solo per lanciargli un cornetto al cioccolato in fronte.Dopo qualche minuto, mio padre parcheggiò nel vialetto davanti a un palazzone di almeno 10 piani, scaricò la mia valigia chiudendo con un colpo secco il portabagagli, e mi aiutò a portarli dentro.

L'appartamento era al primo piano 

e non era per niente piccolo!

Aveva tre camere, due bagni, una cucina abitabile e una sala grandissima con due divani e un televisore che torreggiava su un mobile bianco.

Tutto il salotto era sui toni del rosso e del dorato, decisamente bellissima. Mentre mi guardavo intorno con la bocca aperta mi avviai insieme a mia madre verso quella che sarebbe stata la mia camera: al contrario della sala, la stanza era sui toni del bianco, molto semplice ma decisamente nel mio stile, al centro della stanza c'era un letto con un comodino seguiti da una scrivania, una libreria e un armadio.

Dopo aver sistemato i vestiti in quel mostro d'armadio, che occupava tutta una parete, andai in salotto e mi buttai sul divano uccidendo per sbaglio mio padre con una gomitata; il giorno dopo sarei dovuto andare con i miei a portare i documenti nella mia nuova scuola ed ero un po' nervoso. Speravo vivamente di trovarmi bene e di fare subito amicizia con i miei nuovi compagni, dopotutto non potevo starmene da solo tutto il tempo e dovevo assolutamente imparare ad orientarmi in quella città immensa. Dopo cena me ne tornai in camera per finire di sistemare i miei numerosi libri e per dare uno sguardo fuori dalla finestra, la mia nuova vita iniziava da qui. E io non vedevo l'ora di viverla.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Ciaoooo *saluta con la manina* scusate il ritardo, ma ho avuto un piccolo intoppo >.< perdonatemi ç.ç
alllooooora questo è il terzo capitolo di questa mia prima ffc se volete potete recensire :D (accetto tutto, anche perche non mi sono mai cimentata nello scrivere storie, sono una scrittrice in erba xD) 

ee vabbè...buona lettura <3

Se c'era una cosa che odiavo, erano i risvegli bruschi. Mia madre lo sapeva e ne approfittava per inventarsi mille modi diversi per darmi fastidio.
Mi ero ritrovato sul pavimento, intricato tra le lenzuola e con la mia omma che mi sorrideva divertita "buongiorno figliolo, la colazione è pronta vieni".

Sarebbe stata una giornataccia, me lo sentivo. Mentre cercavo di liberarmi dalle lenzuola mi cadde lo sguardo sul cielo grigio e plumbeo che mi aspettava fuori casa, non ero poi così sicuro di voler andarmene dal mio amato letto...il fatto che le lenzuola non mi lasciassero stare era un segno, presi il telefono per controllare i social e rotolai sul letto per stare più comodo.
Dopo qualche minuto scesi dal letto con parecchie difficoltà e andai a fare colazione: mia madre mi aveva preparato i pancake con il cioccolato, i miei preferiti, li divorai velocemente e andai sbuffando verso la mia camera per sistemarmi e dare un verso quei capelli che non mi davano pace.

Dopo quasi mezz'ora ero in auto con mio padre diretti alla mia nuova scuola. I nostri umori erano in netto contrasto, lui fischiettava allegramente e io stavo guardando fuori dal finestrino cercando un modo per convincere il mio appa  a farmi tornare a dormire. Mentre osservavo le file di edifici scorrere velocemente vidi una testa bionda uscire da un portone, era stato solo per qualche secondo e sicuramente con il sonno che avevo poteva essere stata un allucinazione, ma mi bastò quello per farmi spiaccicare la faccia contro il vetro sperando di vedere meglio. Il sonno era completamente svanito e il mio cuore batteva all'impazzata "accidenti perché fa così! Ho le visioni, sto diventando un pazzo visionario" dissi tra me e me scuotendo la testa cercando di far passare quell'odioso batticuore "cosa hai detto?" Mi chiese mio padre inclinando la testa verso di me e mettendo la freccia "eh? Che c'è che ho detto" dissi io staccandomi dal vetro freddo e appoggiando un gomito allo sportello, mi ero sbagliato sicuramente mi ero sbagliato "sicuro di stare bene? Sei strano" mi lanciò uno sguardo preoccupato mentre io scuotevo la mano "naa non preoccuparti sto bene" risposi io per calmarlo, ma no che non stavo bene! Inziavo ad avere le visioni! Mi avrebbero rinchiuso in un manicomio buttando via la chiave. Poco ma sicuro.


Il resto del viaggio trascorse in silenzio e con mio padre che ogni tanto mi guardava preoccupato per la reazione di prima, dopo aver compilato tutti i fogli e aver trovato la classe, il mio oppa mi mise una mano sulla spalla e mi salutò. Rimasi per qualche minuto con la mano sulla maniglia per prendere coraggio e respirai profondamente, odiavo le presentazioni e odiavo ancora di più la sensazione di panico che mi assaliva ogni volta che dovevo entrare in un luogo affollato. 
Ok va tutto bene lee taemin, ce la puoi fare, calmati e apri sta porta del cavolo. Le mie dita si strinsero sulla maniglia e, dopo la bellezza di 10 minuti, entrai in classe tenendo lo sguardo sul prof che stava posando i libri sulla cattedra.
Mi avvicinai all'uomo e lo saluta i con un piccolo inchino "piacere di conoscerla, io sono lo studente trasferito" mi era uscita una voce abbastanza sicura e senza tentennamenti, mi congratulai con me stesso per lo splendido autocontrollo e buttai uno sguardo sui ragazzi che stavano ai banchi. intravedendo una testa bionda all'ultima fila "Ah Benevento! Io sono l'insegnante di letteratura e il coordinatore di questa classe, per qualsiasi cosa si rivolga a me" disse lui distogliendomi dai miei pensieri. Era un signore molto allegro e aveva un sorriso rassicurante mi indicò l'unico banco libero, in fondo è vicino alla finestra , e disse un qualcosa come "che bello così ora sono in due "  mentre andavo a sedermi. L'ansia non era ancora scomparsa anzi! Era ritornato il batticuore e mi sentivo la testa pesante a causa del casino che facevano gli studenti: eravamo una piccola classe di 20 persone, ma gridavano come matti e si lanciavano oggetti di ogni tipo, posai lo zaino a terra e mi sistemai i capelli per l'ennesima volta da quando ero entrato.
"Se continui così ti cadranno tutti! Diventerai un pesce palla pelato!" 
Alzai lo sguardo e rimasi pietrificato dallo stupore, la mano mi cadde sulla coscia mentre guardavo a bocca aperta il ragazzo davanti a me, il biondino sorrise e mi chiuse la bocca posandomi due dita sotto al mento.

Mi tirai indietro aprendo e richiudendo la bocca più volte  cercando di formulare una frase di senso compiuto, e fallendo miseramente, la voce era andata a farsi una passeggiata "ti faccio questo effetto? Sono lusingato mio caro pesciolino" disse lui sorridendomi maliziosamente e accarezzandomi la mascella fino a giungere all'orecchio, per poi scompigliarmi i capelli. Sobbalzai a quel contatto e diedi uno schiaffetto alla sua mano per spostarla "cosa ci fai tu qui?" domandai inclinando leggermente la testa e indicando la classe con un dito "mi sembravi più grande l'ultima volta che ti ho visto" continuai appoggiando il gomito sul banco e avvicinandomi al ragazzo vicino a me.

Jongin sorrise e si passo una mano tra i capelli spostandoli di lato e appoggio il gomito sul banco, sporgendosi a sua volta verso di me"e tu invece? Mi sembravi più piccolo, decisamente più piccolo" rispose squadrandomi dubbioso e appoggiando il mento sul pugno chiuso. Lo guardai scocciato lanciai uno sguardo al prof , che nel frattempo aveva iniziato la lezione "per tua informazione ho 17 anni caro jongin" dissi incrociando le braccia al petto e fulminandolo con lo sguardo. Scrisse qualcosa su un angolo del quaderno, lo strappò e mi passò il fogliettino di carta piegato in un piccolo quadratino.
Dopo un'occhiata diffidente al biondo presi il messaggio e guardai il contenuto  "è il mio numero di telefono, dato che sei nuovo di qui..ecco..potresti perderti di nuovo....per qualsiasi cosa.. Si beh puoi chiamarmi" disse lui guardando fisso il banco e torturandosi il labbro inferiore, anche se non riuscivo a crederci neanche io, era arrossito. Rimasi un po' incantato da quelle guance arrossate, era in evidente imbarazzo ed era anche dannatamente carino! Mi scappò una risatina e allungai la mano verso di lui sorridendogli "cosa c'è?" Mi chiese arrossendo ancora di più ed evitando il più possibile il mio sguardo. "Fai tanto lo spavaldo e poi ti imbarazzo per queste sciocche" risi di nuovo ed agganciai la sua sedia con il piede avvicinandolo "dammi il telefono scemo di un jongin, ti salvo il mio numero sulla rubrica" dissi io allegramente, mi fissò un po' titubante e mi passò il cellulare, dopo pochi istanti mi ritrovai a digitare velocemente i tastini e a salvare il mio contatto. Restituii il telefono al proprietario e mi girai per seguire la lezione, anche se non lo vedevo sentivo il suo sguardo ancora su di me e sorrisi nuovamente spostando per la ventesima volta i capelli, lasciando una parte del viso scoperta e appoggiai il mento sul palmo della mano.


Le lezioni si svolgevano abbastanza velocemente anche se facevo fatica a comprendere quello che dicevano i prof, gli costava tanto parlare in inglese? 
Per fortuna c'era jongin vicino a me, mi traduceva le frasi che non riuscivo a capire.
Quando suonò la campanella che segnava la fine delle lezioni lanciai lo zaino sul banco e mi alzai stiracchiandomi, mi misi la giacca e mentre mettevo lo zaino in spalla diedi una botta a jongin, che mi diede un pugnetto per poi massaggiarsi la zona colpita.
"Nee Taemin ti va di fare quattro passi?" Chiese lui prendendo a sua volta lo zaino e mettendo a posto la sedia "Humm fa freddo.... Ma va bene, dove vuoi andare?" Appena finii la frase il biondo mi prese per il polso e mi trascinò velocemente fuori dalla scuola "hei ma sei scemo? Dove stai andando?"  Jongin mollo la presa scoppiando a ridere, mi sistemò un ciuffo che nella fretta era andato per cavoli suoi e mi circondo le spalle con un braccio guidandomi per la strada "avevi detto che mi avresti offerto la colazione. Ho fame" disse ghignando e stringendomi a se. Il tempo non era migliorato rispetto al mattino ed ora un nuvolone sempre più nero oscurava il sole, rendendo gli edifici grigi e alzando un venticello non molto piacevole.
Con la coda dell'occhio mi accorsi che jongin aveva il giacchetto slacciato, e con quel vento non era il caso di andarsene in giro scoperti. Mi fermai facendo girare il biondino e gli tirai su la zip del piumino, poi senza pensarci due volte gli avvolsi la mia sciarpa intorno al collo facendo in modo di tenere coperti entrambi. Jongin mi prese una mano e se la mise in tasca in modo da tenerla al caldo, mentre con l'alta si teneva la sciarpa cercando di nascondere le guance arrossate.
Non riuscii a trattenere una risata "perché sei arrossito? Ti ho messo in imbarazzo?" Ridacchiai coprendomi la bocca con la mano, il respiro caldo formava delle piccole nuvolette di vapore che accarezzavano dolcemente la mia mano fredda "hai la mano rossa dal freddo, mettila il tasca e finiscila di dire cose senza senso " sorrisi e gli strinsi la mano che tenevo intrecciata alla sua, al calduccio nella sua tasca.
In situazioni normali mi sarei sentito a disagio davanti a tutte quelle smancerie da coppietta, però con jongin mi veniva spontaneo abbracciarlo e tenergli la mano. Come se fosse la cosa più naturale al mondo. Era la seconda volta che camminavano insieme ma al contario della prima, la presenza di quel ragazzo non mi dava fastidio per niente.
Ero felice di stare con lui in quella strada fredda e anche a lui non sembrava dispiacere la mia presenza, anche perché l'idea di uscire era stata la sua.
Il suono del campanellino mi distolse dai miei pensieri e mi guardai intorno spaesato, jongin mi portò al tavolo sempre con la mano stretta intorno alla mia e si sedette davanti a me, rompendo quel piacevole contatto. "Cosa prendi?" Osservai per qualche minuto il menù e alla fine decisi di prendere una bella cioccolata calda, lui invece prese un cappuccino ed un cornetto alla crema. Dopo qualche minuto stavamo scherzando e prendendo in giro il povero prof di letteratura e la sua camminata a papera, avvicinai la tazza alle labbra per bere un altro sorso di quel liquido caldo e denso "Taemin-ah sei sporco qui" disse jongin indicando il punto dove era rimasto un baffetto di cioccolato. Posai la tazza e cercai di pulirmi, fallendo miseramente "ah sei proprio negato eh! Non ti orienti neanche sul tuo stesso viso" ridacchiò e si avvicinò spingendosi, accarezzandomi la guancia con le dita tenendomi il viso fermo mentre mi puliva dolcemente il labbro inferiore, rabbrividii a quel contatto ma non riuscii a spostarmi, ero ipnotizzato da quegli occhi marroni, che erano fissi nei miei.
Il pollice di jongin rimase a contatto con il mio labbro per un altro po' poi si tirò indietro  tornando a mangiare il suo cornetto, sentivo ancora quelle dita gentili sulla pelle e per nascondere un brivido nascosti nuovamente il viso nella tazza. Stando ben attento a non sporcarmi nuovamente.
Jongin mi guardava sorridendo soddisfatto dalla mia reazione dall'altra parte del tavolo, finendo la sua colazione.
 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


i'm back! oddio siamo già al penultimo capitolo *piange* per scrivere questa bella storiella ho rischiato più volte di annegare nei miei stessi feels ç.ç li adoro come persone,coppie,sposini.......se inizio non finisco più xD beh buona lettura  e ricordatevi di scrivere una recensione *minaccia con un cortello*se volete :D



Ero appoggiato al lavandino del bagno, palmi piantati sul marmo chiaro e viso rivolto verso lo specchio, cosa diamine mi era preso? Ripensai a quel pomeriggio: le sue guance arrossate quando gli misi la sciarpa, il suo sguardo imbarazzato mentre mi teneva la mano, le sue dita chiuse intorno alla mia guancia, il suo pollice che mi sfiorava delicato le labbra.....avvampai vistosamente e scossi la testa velocemente come per scacciare quel pensiero. Era passato un mese da quel giorno, ed eravamo diventati molto intimi. Ma non riuscivo a dimenticare quel pomeriggio.
Com'era possibile? Non riuscivo a levarmi dalla testa quel contatto che mi aveva fatto stringere il cuore, non riuscivo a levarmi dalla testa il sorriso di Jongin, non riuscivo a smettere di pensare a lui! 
Mi sciaquai il viso con l'acqua gelata e mi abbassati per appoggiare la fronte sul lato corto della lastra di pietra, ricapitolando: dopo che aver finito di mangiare ed essere usciti dal bar Jongin mi aveva riaccompagnato a casa, senza pensarci due volte mi aveva ripreso la mano e non l'aveva lasciata andare....sentivo ancora il calore delle sue dita e un brivido mi salì lungo la schiena, guardai nuovamente il mio riflesso e respirai profondamente un paio di volte. Appena arrivato sotto casa mia mi aveva abbracciato, mi sentii come un biscotto tenuto troppo tempo nel latte e ricambiai immediatamente. Feci molta fatica a resistere all'impulso di non lasciarlo andare,mi ero sentito così protetto e al sicuro tra le sue braccia...
Appoggiai la fronte al muro e iniziai a dare qualche colpetto poco delicato alla povera mattonella color crema. Non dovevo pensare quelle cose, non dovevo pensare a lui, perché stavo pensando a lui? Ero convinto di essere etero, ma allora perché quel maledetto sorriso riusciva a mandare k.o. tutti i miei neuroni insieme?
Aprii la porta del bagno e presi la giacca dall'attaccapanni "omma io vado a fare quattro passi" annunciai girando la maniglia e uscendo da casa. Camminare mi aiutava a ragionare e a rilassarmi,era diventata un abitudine, dopo qualche minuto mi accorsi di essere tornato al punto dove avevo incontrato per la prima volta il biondino malefico che non voleva lasciare in pace il mio povero cervello. Alzai lo sguardo al cielo stellato e sospirai ricominciando a camminare senza meta, ad ogni passo corrispondeva un pensiero, un passo dopo l'altro ricostruii tutto il pomeriggio passato insieme a Jongin, passi lenti, per ricordare e marchiare per sempre quel giorno nella mia mente. Non avevo fretta, non mi importava di stare fuori tutta la notte.
Ad un certo punto sentii delle grida provenire da una via parallela alla mia, ritornai in me e drizzai le orecchie per captare meglio i suoni, senza pensarci due volte iniziai a correre lasciandomi guidare dalla voce femminile. Dopo neanche due minuti raggiunsi il punto da cui provenivano quei lamenti disperati, mi avvicinai di soppiatto e vidi un uomo, ubriaco marcio, che cercava di baciare una ragazzina. Le sue dita stringevano i suoi polsi bloccandoli contro il muro mentre cercava di unire le sue labbra a quelle della poveretta,che cercava inutilmente si liberarsi, senza pensarci due volte, scattai colpendo in pieno viso il molestatore e facendolo cadere a terra come un sacco di patate, presi la ragazza per un braccio ed iniziammo a correre. La sentivo singhiozzare dietro di me ,terrorizzata mentre io la portavo via da quell'uomo schifoso.
 Dopo qualche minuto rallentai il passo: eravamo giunti in un grazioso parchetto, non c'era nessuno apparte me e la giovane ancora in lacrime: ancora con il fiatone tirai fuori il telefono e composi il numero di Jongin, non era sicuro rimanere in giro e non sapevo dove e cosa fare, rispose al terzo squillo "Jongin devi aiutarmi, puoi venire da me ora?"
Dopo aver spiegato la situazione, il biondo ci porto a casa sua che era poco distante dal parco, dopo un thè caldo la ragazza si addormento rannicchiata sul divano: Jongin si mosse per prendere una coperta di plaid per non farle prendere freddo. Osservavo la scena da un secondo divanetto, cercando di calmarmi, tutto il coraggio di poche ore fa era andato a farsi benedire ed ero scosso da dei brividi. E se quell'uomo mi avesse trovato? Se fosse uno squilibrato? Avrei dovuto denunciarlo? Mentre immagginavo le peggiori scene apocalittiche stringevo la tazza di thè, ormai fredda, tra le mani fino ad avere le nocche bianche.
Sentii una mano calda sfiorarmi i capelli e alzai di poco la testa "come ti senti? Non hai una bella c'era" Battei la mano sul divano invitandolo a sedersi vicino a me per poi accoccolarmi tra le sue braccia. Jongin ricambio un po' imbarazzato l'abbraccio e riprese ad accarezzarmi lentamente, nascosi la testa nell'incavo della sua spalla mentre lacrime calde iniziavano a scorrere senza il mio permesso "Taemin cos'hai? Non piangere su" mi prese il viso tra le mani per guardarmi negli occhi mentre mi sfiorava con i pollici gli zigomi.
Mi asciugò gentilmente con le dita gli angoli degli occhi le guance, nascosi nuovemente il viso contro il suo collo arrossendo "scusami non volevo crollare così..." Singhiozzai contro la sua pelle facendolo rabbrividire, le sue braccia mi circondarono stringendomi contro il suo petto caldo mentre con una mano mi sfiorava la spina dorsale, su e giù, molto lentamente, per tranquillizzarmi. Mi lasciai cullare chiudendo gli occhi, sentivo la paura scivolare via e il mio cuore battere più velocemente quando le labbra del biondo si posarono sulla mia tempia, lasciandomi un bacio leggero. 
Mi addormentai così, al sicuro, su quel divano, tra le braccia del migliore amico.

Una brezza fredda mi fece rabbrividire costringendomi a girarmi sull'altro fianco, raggomitolandomi contro qualcosa di caldo *tuttum tuttum* quel suono era così rassicurante....mi strinsi di più contro quella fonte di calore sospirando beato quando, ad un certo punto, sentii qualcosa toccarmi i capelli. Mi stropicciai gli occhi lentamente e tirai su la testa incontrando gli occhi di Jongin che mi guardava sorridendo, sobbalzai tirandomi su e allontanadomi rosso come un pomodoro "c-cosa...t-tu...letto...p-perché" balbettai ad alta voce imbarazzatissimo "ssh non urlare! È prestissimo" mi poggiò un dito sulle labbra per zittirmi e rabbrividii. Il biondo alzò il piumone invitandomi a ritornare sotto le coperte: esitai un istante mordendomi un labbro e tremando leggermente, mi arresi accoccolandomi di nuovo sotto le coperte, ma rimanendo a debita distanza da Jongin. Lo sentii schioccare la lingua scocciato e tirarmi a se, circondandomi la vita con un braccio, lo guardai sorpreso da tutto quell'affetto mattutino "ho freddo" disse arrossendo e facendomi appoggiare la testa accanto al suo petto bollente. La mia mano scivolò sotto il suo braccio posandosi sulla sua schiena e mi avvicinai ancora di più a lui, respirando il suo profumo e memorizzando il battito del suo cuore. 

Il suo respiro regolare mi solleticava la fronte mentre con la mano mi accarezzava il braccio facendomi venire la pelle d'oca "nee Jongin che ore sono? Fuori è buio pesto e i miei saranno preoccupatissimi" vidi il braccio del biondo prendere il telefono dal comodino e socchiudere gli occhi infastidito da quella luce troppo intensa "sono le 6 del mattino" spalancati gli occhi sorpreso, i miei mi avrebbero ucciso. Sospirai rassegnato e alzai la testa al suono della risata del mio amico , grave errore, gravissimo errore! Il mio cuore iniziò a battere all'impazzata a causa delle sue labbra così vicine al mio viso e riabbassai velocemente il capo nascondendolo contro il suo collo e chiudendo gli occhi. Pregai che Jongin non notasse le mie guance rosse come un pomodoro e feci un respiro profondo per calmarmi "tranquillo Taemin-ah, ci ho pensato io ai tuoi" disse il biondo mentre faceva scivolare le sue dita tra i miei capelli. Sospirai beato a quel contatto e spostai la testa per farmi toccare meglio "ti piace quando ti toccano i capelli?" Le sue dita si spostarono dietro alla nuca, pettinandoli dolcemente per poi spostarsi sul mio collo, gemetti piano contro il petto del biondo mentre lui continuava a sfiorarmi in quel modo "lo prendo come un si? Se vuoi mi fermo" la sua mano si spostò sulla mia spalla accarezzando il braccio fino al gomito, lo guardai sbuffando "yah chi ti ha detto di fermarti" dissi rimanendo sconvolto da quelle parole ed arrossii vistosamente. Cosa cavolo mi diceva il cervello? Jongin mi sorrise maliziosamente e ricominciò a passare le dita tra i miei capelli ancora più lentamente "questa cosa me la ricorderò" rabbrividii arrossendo quando la sua mano si spostò ad accarezzarmi nuovamente il collo, scendendo fino alla base della schiena, sentii le labbra di lui sfiorarmi la fronte e lo zigomo, posandovi dei piccoli baci.
"jongin cosa stai facendo?" 
"Ssh zitto, non dire nulla"  
Chiusi gli occhi beandomi di quel contatto mentre il cuore sembrava volesse uscirmi dalla gabbia toracica, era così rilassante che non potei fare a meno si sospirare "nee Jongin.....ho sonno" sussurrai sbadigliando, sentivo le palpebre pesanti e il calore proveniente dal corpo del ragazzo non mi aiutava per niente. Con la punta delle dita gli sfiorai il fianco fino ad arrivare sui suoi pettorali, agganciandomi alla maglietta leggera per tenerlo ancora vicino "allora dormi pesciolino, veglierò sui tuoi sogni" la mano di lui si fermò alla base della mia schiena premendomi contro di lui, mentre infilava la sua gamba tra le mie per non farmi muovere.
Trattenei un gemito parecchio fraintendibile e intrecciai le gambe contro quella del biondo "poi la storia del pesciolino me la spieghi" dissi io rabbrividendo quando le sue dita cominciarono a muoversi su e giù, dal fianco fino alla nuca. "Va bene Taemin-ah, ora dormi però" Jongin mi baciò un ultima volta la fronte, sospirai soddisfatto e mi rannicchiai contro di lui, stringendolo a mia volta tra le mie braccia. 

Mi svegliati sentendo il rumore delle tapparelle che venivano tirate su, mi rotolai nel letto cercando Jongin con la mano e sbuffando quando mi accorsi di essere rimansto solo in quel letto ormai freddo.
Sentii una mano scuotermi per svegliarmi e stropicciai gli occhi ritrovandomi davanti la ragazza, poco più piccola di me, aveva i capelli neri come i suoi occhi non troppo lunghi: mi sorrise gentilmente "Taemin la colazione è pronta, io e Jongin ti stiamo aspettando in cucina" mi prese per un braccio trascinandomi saltellando allegra verso la porta. Ancora mezzo addormentato la seguii fino a raggiungere il tavolino, mi sedetti sbadigliando e accettai con un sorriso la tazza di caffè che mi venne offerta dalla giovane.
"Nee Taemin......grazie" alzai la testa e guardai la ragazza 
"Ma di che, mica potevo lasciarti nelle grinfie de quell'uomo orribile"
"Taemin sei incredibile, l'hai steso con un colpo" mi disse lei sorridendo con gli occhi pieni di ammirazione e mimando la scena con due biscotti al cioccolato
"Non sono stato poi così forte sai?" Mi guardò trattenendo una risata 
"Comunque io mi chiamo Veronica". Gli sorrisi,felice che non fosse rimasta traumatizzata da quello schifo di uomo..

"Ragazzi è quasi pronto! Chi mi aiuta a portare i piatti?" Veronica appoggiò i gomiti sul tavolo avvicinandosi a me con un sorrisetto furbo "hei Taemin...perché non vai tu?" Avvampai, il cuore prendeva la tangenziale solo al pensiero di stare vicino a lui "ma cosa dici! Perche dovrei farlo?" La ragazza mi guardò piegando un po' la testa di lato "beh da quel che ho visto voi siete molto intimi " disse scandendo bene la parola -intimi- "mi pare che stanotte....." Mi alzai di scatto dalla sedia facendola cadere a terra e diventai color fragola "t-tu c-come..cioè quando....p-perche...n-noi non stavamo facendo n-niente te lo g-giuro" Veronica mi guardava maliziosamente, il mento appoggiato ai palmi delle mani "Taemin dimmi una cosa, ma tu sei innamorato di jongin?" 

La guardai scioccato, come aveva fatto in meno di un giorno a capire i miei sentimenti verso il biondo?
 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Rimasi a fissarla a bocca aperta mentre lei spalmava la marmellata sulla fetta biscottata che teneva con grazia tra le dita "Come fai a saperlo?" Tirai su la sedia e mi sederti appoggiando i gomiti sul legno per avvicinarmi e non farmi sentire dal biondo, "Mio caro Taemin, sei così imbranato! Si vede da come lo guardi.....arrossisci ogni volta che i vostri occhi si incontrano!" Posò la fetta ricoperta di marmellata alle ciliegie e iniziò a ridere coprendosi la bocca con la manina bianca davanti alla mia espressione da pesce fuor d'acqua. "Si vede così tanto? Quindi tu dici che se ne accorto?" Il cuore ormai era bello che andato, la guardavo ansioso resistendo all'impulso di nascondermi sotto al letto dalla vergogna "chi? Jongin? Quello è cotto peggio di te, ogni scusa è buona per starti appiccicato" disse ridendo fino alle lacrime, tenendosi la pancia con le mani "Quando è con te non si ricorda neanche dov'è il bagno" continuò cercando di placare quell'attacco di riso e addentando la fetta biscottata. Sospirai, cosa dovevo fare? appoggiai la schiena contro la sedia dondolandomi lentamente e sistemandomi quel pagliaio che avevo a posto dei capelli "allora? Quando ti dichiarerai?" Quasi caddi dalla sedia. Dichiararmi? Io? Sentivo le guance farsi bollenti mentre Veronica dava un altro morso alla fetta e mi guardava incuriosita "Dichiararmi? Ma cosa stai dicendo!?" Mi attaccai con le dita alle gambe del tavolo, tortutando il legno con le unghie. Mi morsi il labbro inferiore nervosamente mentre lei cospargeva di marmellata un'altra fetta biscottata "secondo me sei ricambiato! Segui il mio consiglio e dichiarati" "A chi dovrebbe dichiararsi il mio pesciolino?" sbotto infastidito jongin posando una tazza di latte e caffè davanti a Veronica, lei mi diede un calcetto e mi guardo come per dire 'visto?' alzai timidamente lo sguardo fino ad incontrare gli occhi del biondo. Guardava la ragazza quasi uccidedola con lo sguardo. Che sia geloso? Jongin mi passò la tazza con un occhiataccia e si sedette accanto a Veronica. I suoi occhi che non li lasciavano tregua. La colazione si svolse in un silenzio imbarazzante e dopo aver letteralmente lanciato la tazza nel lavello mi chiusi nel bagno per lavarmi il viso, non mi accorsi della porta che si aprì silenziosamente e quasi mi presi un colpo quando trovai jongin seduto sul bordo della vasca. Mi fissava dal riflesso dello specchio, braccia incrociate al petto, chiusi il rubinetto e mi volta i verso di lui "esiste la privacy sai? Cosa c'è?" Dissi asciugandomi il viso con l'asciugamano mascherando il mio nervosismo. Il biondo si alzò avvicinandosi pericolosamente a me, intrappolandomi tra il lavandino e lui, i suoi occhi non lasciavano i miei mentre con le dita mi sfiorava il braccio "taemin-ah..di chi sei innamorato?" Mi si gelo il sangue nelle vene mentre fissavo il ragazzo con gli occhi sgranato "n-nessuno..Non mi piace nessuno" dissi abbassando la testa. Le sue dita salirono sulla mia spalla sfiorandomi il collo fino a giungere sotto al mento, mi alzo la testa quanto bastava per specchiarsi nei miei occhi marroni, stesso colore dei suoi: si avvicinò fino a sfiorare il mio naso con il suo mentre sentivo il suo respiro caldo sulle labbra "sei sicuro? Dimmi la verità dai.." cercare di formulare una frase di senso compiuto in quel momento mi pareva impossibile. L'unica cosa che vedevo era jongin, sentivo solo jongin e la sua mano libera che si arrampicava sulla mia maglietta per giungere tra i miei capelli, per accarezzarmeli dolcemente, sapendo bene che mi piaceva da impazzire. Le sue labbra si spostarono sul mio collo , scivolando fino alla spalla e baciandomi la pelle "jongin fermati.." sentivo le guance bollenti ed ero totalmente impanicato, con non so quale forza spostai il ragazzo e fuggi dal bagno per fiondarmi fuori da quella casa, lontano da lui. Non mi ero neanche accorto di essere stato seguito da veronica, solo quando mi lasciai cadere sulla panchina del giorno prima mi accorsi della sua presenza "Taemin sei un gambero" ridacchio lei sedendosi vicino a me "Ti va di raccontarmi che è successo?" "Ma allora sei un idiota!" Sbotto la ragazza alla fine del racconto dandomi una manata in testa "Avevi jongin li a un soffio dalle tue labbra e tu che fai? Scappi?" Mi lanciò uno sguardo truce mentre si prendeva la testa tra le mani "Che avrei dovuto fare secondo te? È già tanto che non so morto li..." Arrossii di nuovo ripensando a quel istante e ci beccai un calcio poco delicato al polpaccio "Ma sei scema!?" Gridai massaggiandomi la gamba per far passare il dolore "Quello scemo sei tu! Da quando sei innamorato di jongin?" Disse lei alzandosi in piedi con le mani sui fianchi "D-da un mese.." dissi io abbassando lo sguardo "credo che sia stato un colpo di fulmine....o una cosa simile" Veronica sbuffo e mi tirò su per un braccio "allora mio caro idiota muovi quel culo e vatti a dichiarare!" Gridò lei esasperata indicando la strada con l'indice. Sospirai e tornai da lui camminando lentamente con il cuore che batteva dannatamente veloce. Respira Taemin respira, non stai andando a farti uccidere. Lo ripetevo come un mantra mentre cercavo di non andare in iperventilazione, rimasi quasi un'ora davanti alla porta con il braccio a mezz'aria indeciso se bussare o suonare il campanello. Feci un paio di respiri profondi e bussai, dopo qualche minuto mi ritrovai davanti un jongin con un asciugamano in testa che mi fissava con un sorrisetto divertito. Mi fece entrare senza dire una parola, gettando il tessuto assorbente in un angolo del bagno, per poi sedersi davanti a me, ero nervoso come non mai "Jongin... Ecco.....devi sapere....io" La voce tremava come il resto del mio corpo mentre mi torturavo il labbro inferiore nel panico più totale "Calmati dai, fai un respiro profondo e poi dimmi" il biondo si sedette accanto a me tenendomi la mano per incorraggiarmi. Cercai di seguire i suoi consigli e respirai un paio di volte, mi gira i verso Jongin ignorando le guance che stavano diventanto di un rosso acceso "Ecco....devi sapere che.....insomma...." Sospirai frustrato da quel balbettio insistente e cercai di trovare un modo per dirglielo senza sembrare un babbeo, il biondo mi guardava incuriosito ma senza mettermi fretta. Chiusi gli occhi nuovamente e respirai "jongin vieni qui" dissi guardandolo e facendolo avvicinare "Chiudi gli occhi per favore" gli dissi arrossendo vistosamente e girandomi verso di lui. Il ragazzo mi fissò un po' confuso, ma poi fece ciò che gli avevo chiesto senza lamentarsi. Respirai profondamente e guardai il suo viso: gli occhi, il naso, le labbra....il cuore fece una capriola mentre prendevo il suo viso tra le mani..lo baciai dolcemente, appoggiando le mani sulle sue spalle grandi. Jongin si irrigidii a quel contatto, e per qualche istante pensai di aver rovinato la nostra amicizia con quel gesto avventato, ma quando sentii le sue mani stringermi a se e ricambiare il bacio che gli avevo dato, capii di essere entrato nel panico per nulla. Le sue labbra erano calde mentre si muovevano decise, facendomi sciogliere completamente: le sue mani mi strinsero contro di lui facendomi salire sulle sue gambe mentre mi mordicchiava dolcemente il labbro inferiore. Jongin si staccò e mi guardò maliziosamente "Humm quindi devo dedurre che il discorso di stamattina era riferito al sottoscritto.." mi bacio dolcemente la guancia scendendo fino a ritrovarsi all'angolo della bocca per poi staccarsi e guardarmi nuovamente. Lo baciai di nuovo,cogliendolo ancora una volta di sorpresa, gli presi il labbro inferiore tra le labbra tirandoglielo dolcemente e facendogli uscire un gemito di piacere. Le sue mani mi sfioravano i fianchi risalendo verso le scapole e stringendomi il tessuto della maglietta, mentre si staccava per respirare "Non ti facevo così prepotente sai? Mi hai fatto male" disse mentre mi mordeva la pelle dietro l'orecchio fino ad arrossarmela, le sue labbra scesero sul mio collo facendomi rabbrividire per poi risalire a baciarmi in modo per niente innocente, gemetti a quel contatto così intenso e intrecciai le braccia intorno al suo collo per tenerlo vicino. Non so per quanto tempo rimanemmo ad accarezzarci in quel modo, i baci di jongin erano unici, riuscivano a trasmettermi tutti i sentimenti che provava in quell'istante: felicita amore desiderio...quando ci staccammo avevano entrambi le labbra gonfie e il cuore pieno d'amore. Jongin si mosse sdraiandosi sul divano per stare più comodo e mi trascinò giù con lui, facendomi accoccolare tra le sue braccia; le sue labbra ricominciarono a sfiorarmi la guancia "Jongin.....mi piaci" gli dissi nascondendo il viso contro il suo collo e respirando il suo profumo "Lo so...l'ho capito da un bel po'" ridacchio lui accarezzandomi i capelli. Salii sopra di lui appoggiando gli avambracci ai lati del suo corpo per tirarmi su e lo guardai sorpreso "lo sapevi? È allora perché non hai fatto tu il primo passo idiota che non sei altro!?" "Era troppo divertente vederti arrossire per ogni cosa" Lo fulminai con lo sguardo e feci per alzarmi, ma le braccia di jongin si strinsero ancora intorno a me con fare possessivo "Pesciolino mio dove pensi di andare? Ora che ti ho qui tra le mie braccia non ti lascerò mai piu" "Humm allora stai attento mio caro, il sottoscritto ha parecchi pretendenti" mi abbassai su di lui dando un bacio a stampo veloce. Le mani di jongin mi accarezzavano la schiena mentre trasformava quel bacio casto in uno più profondo, lento, mentre intrecciava le dita tra i miei capelli per tenermi vicino, eravamo così immersi nella nostra bolla luccicante che nessuno dei due si accorse del suono del campanello: dopo qualche minuto jongin interruppe il contatto e si alzò andando ad aprire la porta sbuffando. Rimasi inebetito sul divano , non ci credevo......mi sfioravo le labbra accarezzandole dolcemente con le dita e sorridendo tra me e me. Iniziai a ridere entusiasta e a battere le mani come un bambino. Ad un certo punto mi sentii tirare per un braccio e trascinare in camera "Nee Taemin raccontami tutto" Veronica stava davanti a me con gli occhi che brillavano di luce propria in attesa "Beeh.....allora....diciamo che a parole mi bloccavo...quindi ho preso coraggio e.." arrossii lievemente e puntai lo sguardo sulla punta delle mie scarpe "l'ho baciato" La ragazza mi guardò incredula, batte le mani e mi abbraccio stritolandomi "awww finalmenteee! Non ti facevo così coraggioso, mio figlio sta crescendo" disse fingendo di asciugarsi una lacima. Sbuffai sorridendo "ti ricordo che ci conosciamo da meno di 24 ore mia cara mammina" Il resto della giornata si svolse tranquillamente, Veronica se n'era andata dopo l'interrogatorio gridandoci un "divertitevi" accompagnato da un sorrisetto malizioso che mi fece diventare rosso come un semaforo, dopo aver fatto una doccia e aver rubato un cambio di vestiti al mio amato biondino, andai in salotto accoccolandomi tra le sue braccia calde "cosa guardi?" Jongin premeva i tasti del telecomando passando da canale in canale sbuffando infastidito "oggi non c'è un cavolo..uffa l'idea di un bel film mi ci andava" spense la tv e lanciò l'oggetto sull'altro divano, facendolo rimbalzare sul cuscino. "Nee Jongin, ma tu non vivevi con tua zia?" Presi la sua mano tra le mie, giocando con le sue dita affusolate "è dovuta andare fuori città per il lavoro, torna la settimana prossima" con il braccio libero mi circondo la vita mentre si girava per baciarmi una guancia "Parlando di parenti, ma i tuoi genitori? Almeno un -ciao mamma non sono stato rapito dagli alieni - glielo devi a quella povera donna" disse ridacchiando. Cavolo. Mi ero totalmente dimenticato dei miei, mi avrebbero fatto fuori in un modo lento e doloroso "Jongin amore mio, guardami bene, potrebbe essere l'ultima volta che mi vedi vivo" diedi un ultimo bacio al biondo e uscii da quella casa. Era stato decisamente il giorno più bello della mia vita. *cinque mesi dopo* Sai Taemin, ho notato che quando ti annoi dai fastidio a quelli che ti stanno intorno" disse jongin facendo passare una mano tra i miei capelli corvini. Quello era un pomeriggio perfetto per stare sdraiati sul prato, guardare le nuvole e approfittare di quegli attimi di calma che ti può dare solo un sabato pomeriggio estivo. E i due ragazzi avevano colto al volo l'occasione. Taemin si stropiccio gli occhi e rotolo avvinghiandosi al fidanzato, guardando incuriosito il biondo che nel frattempo stava litigando con la zip dello zainetto che si portava sempre dietro "Oh guarda che mi tocca sentire! Ora solo perché durante le lezioni mi piace tenerti la mano e giocare con le dita.......mmh forse è vero" rispose il giovane arricciando le labbra e facendo stendere nuovamente l'amato sui morbidi fili d'erba. Ormai tutti i suoi compagni di scuola sapevano della loro relazione, ma non avevano cambiato il loro comportamento e li avevano accettai: anche i suoi genitori lo sapevano, e avevano accolto il biondino come se fosse un secondo figlio. Jongin rotolo sopra sopra di me e mi diede un bacio per niente innocente, ribaltati la situazione "Hei vuoi uccidermi? Non sei per niente leggero sai?" Dissi io ridendo e pizzicandogli una guancia. Gli occhi del biondo catturarono i miei facendomi annegare nelle sue iridi scure, poi all'improvviso mi ritrovai nuovamente sotto di lui "Ah ah guarda che neanche tu sei tutta sta leggerezza!" Mi diede un altro bacio sulla fronte e si alzò in piedi "Che ne dici, andiamo a rompere le scatole a quella squilibrata mentale?" Disse aiutandomi ad alzarmi e scoppiando a ridere quando quasi scivolai sulla corteccia di un albero "Guarda che è grazie a quella squilibrata se mi sono dichiarato" gli diedi un pugno affettuoso sulla spalla e gli presi la mano, intrecciando le dita alle sue. Jongin mi diede un buffetto sulla guancia "allora da oggi in poi la trattero come una principessa" Gli feci la linguaccia e misi il broncio voltando il viso dall'altra parte fingendomi offeso "riecco il mio pesciolino preferito" le sue dita mi scompigliarono i capelli mentre rideva "Poi un giorno me la racconti sta cosa del pesciolino" uscimmo da quel pezzetto di verde mano nella mano, felici nel nostro amore. Un amore che sbocciò in una sera d'inverno.

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