Attack on OCs

di itsrigel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Richiamata dal preside ***
Capitolo 2: *** Un incontro inaspettato ***
Capitolo 3: *** Una brutta camminata ***
Capitolo 4: *** Una giornata pesante ***
Capitolo 5: *** Una gita lontano da casa? ***
Capitolo 6: *** Un buon inizio ***
Capitolo 7: *** Yoshimitsu-Sama ***
Capitolo 8: *** Il casino si allarga ***
Capitolo 9: *** Un'idea ***
Capitolo 10: *** Parte uno: SUL ***
Capitolo 11: *** Meglio di Lupin ***
Capitolo 12: *** Bel casino ***
Capitolo 13: *** Viaggio nello spazio-tempo ***
Capitolo 14: *** Speciale — Buon Natale! ***
Capitolo 15: *** Mondo Emerso ***



Capitolo 1
*** Richiamata dal preside ***


Cammino lentamente per le quattro rampe di scale che mi distanziano dall'ufficio del preside, confusa. Non riesco a capire... Perché mi vuole vedere? Insomma, sono una studente modello. I miei voti sono alti, il mio comportamento perfetto...
Forse il prof di latino è andato a dirgli che io disegno sempre in classe durante le lezioni. Mannaggia a Dubhe! Ma non si può fare gli affari suoi quello lì? Sempre a spiarci dalla finestrella della porta nelle sue ore di buco!
Ecco, ora sono al piano del triennio, e le rampe di scale da scendere sono due. Inizio ad avere paura. Nonostante stia andando lenta, sento che tra poco avrò un attacco d'asma.
Una rampa. Dieci, sette, tre gradini. Ed eccomi al piano delle medie e della presidenza. Fortunatamente, sulle sedie davanti all'ufficio del preside ci sono altre tre persone. Sospiro di sollievo, pensando che forse riuscirò a prepararmi a tutte le eventuali accuse che mi può dare.
Uhm... vediamo: ogni tanto disegno sui banchi. Ma no, sarebbe venuto a parlare alla classe, ce l'aveva già detto. Allora cos'è? Forse vuole dirmi che il prof di ginnastica si è sbagliato e che anche io sono entrata a far parte della squadra scolastica di arrampicata. Ma io non voglio farne parte! Insomma, non sono esattamente il tipo che è a suo agio in una gara. Sono lenta, impacciata, timida e asmatica. Bel quartetto.
Non faccio nemmeno in tempo a sedermi che una ragazza sbuca fuori dalla porta della presidenza. Ha dei bellissimi capelli, noto. Sono corti fino alle spalle, neri con delle meches blu elettrico. Gli occhi sono del colore del ghiaccio, e mi fissano. Il sorriso brillante e perfetto. È decisamente più alta di me, e anche più grande. Farà il quarto, o il quinto...
«Chiara Rumore?» domanda indicandomi. Ed ecco qua che mi manca il respiro.
Rispondo con un «Mh-mh» appena sussurrato. Probabilmente lei neanche mi avrebbe capito se non avessi annuito. Mi fa cenno di entrare ed io la seguo. Ah, ecco... le gambe mi tremano, benissimo. Prendo un bel respiro, entro e...
E cosa diamine ci fanno i miei OC nell'ufficio del preside?


 
..: Angolo dell'autrice :..
Benvenuti nel sadico mondo di Chiara! Bene, ora che avete letto potete dar via ai commenti negativi :3 Anzi, no, se non volete vedervela con Yuno Gasai *la tiene al collare* u.u
Vi do una piccolissima spiegazione di come scriverò la storia: con ogni probabilità gli eventi saranno visti in prima persona da più ragazzi diverse: io, mia cugina, il mio migliore amico e gli altri amministratori della mia pagina facebook. FORSE, non so se lo farò xD
Le mie azioni saranno quelle in verde (il mio colore preferito) mentre quelle dei miei amici saranno riportate nei loro colori preferiti. Sempre se li inserirò ovviamente xD
Aaallora, spero che questo capitolo vi sia piaciuto!
Se' onr svedar hvass!
Aspettate... cosa diamine sto dicendo?! xD Ci si rivede al prossimo capitolo! ;)

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Capitolo 2
*** Un incontro inaspettato ***


«Ma ciao, piccoletta».
Sento un brivido lungo la schiena. Davvero questa è la voce di... «J-Juliet?»
Mi volto appena verso destra, giusto quel che basta per riuscire a vedere il mio personaggio in faccia. Infatti eccola lì: capelli ricci, rossi e blu; un occhio verde e l'altro per metà viola, minuscole orecchie a punta, altezza leggermente impressionante per una ragazza...
Lei sorride e annuisce. Wow. Mi sarei aspettata un sorriso più... ecco, più spietato e crudele. Invece è un sorriso abbastanza dolce e rassicurante.
Ed ecco Mizuki, il mio primissimo personaggio. Byakugan, capelli lunghissimi fiammeggianti, vestiti verdi. Ancora più in là c'è Sofia, la carissima Shadowhunter, affiancata da Iris, la mia piccola (per modo di dire, visto che è più grande di me di età, nonostante sia poco più bassa di me) Cavaliere dei Draghi. Per ultima c'è Anya, l'Assassina, seduta sulla poltroncina del preside, che in quel momento... è sdraiato per terra e dorme?! Ma che-?!
Rimango a bocca aperta per qualche secondo, mentre loro ridacchiano. Tra tutte le domande possibili, l'unica che mi esce di bocca è la più stupida.
«Ne-nessuno nota le vostre ca-caratteristiche?» chiedo indicando Juliet, che per il momento mi sembra la più strana. Ma anche Mizuki è parecchio insolita con i suoi occhi bianchi... Per non parlare delle orecchie a punta di Iris. E delle centinaia di cicatrici che spiccano sul braccio destro di Sofia. Non avrei mai pensato di poter dire una cosa del genere, ma Anya è la più normale. Nonostante sappia usare la magia, ovviamente.
«Dovresti conoscere bene la Foschia, no?» risponde ridendo Mizuki.
«La Foschia... Certo, come ho fatto a non pensarci prima?». Annuisco come una perfetta deficiente mentre cerco di capire cosa c'entri Percy Jackson con tutto questo.
A proposito di Percy Jackson... Dov'è la mia figlia di Ares? E la figlia di Grisam e Pervinca, Azalea? Ormai mi pare anche giusto chiedermi dov'è la vincitrice degli Hunger Games, Lidia, e ancora dov'è la streghetta Pandora...
«Ehm...» comincio.
«Ehm...» continuo.
«Ehm.» finisco.
Vedo Mizuki sorridere divertita. «Penso che tu sappia formulare una frase sensata. O sbaglio?»
La fisso per un lunghissimo istante, confusa. «Cosa diamine ci fate tutti voi qui?» chiedo alla fine. Questa volta quella che sono riuscita a formulare è stata una domanda abbastanza sensata. O almeno penso.
«Bella domanda» risponde Iris. «Io dovrei essere in Alagaësia. Ma nooo. Dovevo venire in questo schifo di mondo dove nessuno - a parte noi - sa usare la magia.»
Rabbrividisco. Amo quella ragazza, non c'è che dire. Il suo carattere è fantastico. Secondo me è il tipo di ragazza-eroina che serve in tutti i libri. Amichevole, ironica, ambiziosa e sfrontata al punto giusto.
«Comunque sia» riprende Juliet. «Visto che ognuno di noi vuole ritornare a casa abbiamo bisogno del tuo aiuto.»
Inarco un sopracciglio, fissando un punto impreciso dietro di Juliet. Non mi piace guardare la gente in faccia... Mi mette a disagio. «Avete bisogno di cosa?»
Anya sorride. «Secondo Sofia per tornare a casa abbiamo bisogno di te. Non ho capito per cosa», aggiunge poi stringendosi nelle spalle, «Perché, come ben puoi capire, di questo mondo so poco e nulla, ma a quanto pare c'è stata una distorsione nello spazio tempo e siamo finiti tutti qui.»
Siamo finiti tutti qui. Finiti. Tutti.
«Vi prego, ditemi che non c'è nessun altro qui oltre a voi cinque.»
Ed ecco che loro cinque si scambiano delle occhiate divertite.
«C'è Noah» inizia ad elencare Sof. «E c'è anche quel ragazzo strano con la cicatrice sulla fronte...»
«Emir» la blocca Juliet. «Il ragazzo strano con la cicatrice si chiama Emir. Ed è come un fratello per me, attenta a come parli.»
Sofia sbuffa. «E poi c'è un altro ragazzo... Mi pare si chiami Josh.»
Annuisco. Ok. Devo rimanere calma. Devo regolare il respiro. Devo...
«Okay» annuncio. «Di solito non ho mai sofferto di asma da ansia. Ma credo che sto per avere un attacco di asma da ansia.»
Anya si alza subito dalla poltroncina del preside. «Per questa volta chiuderò un occhio su tutte le cose che mi hai fatto passare in quella schifosissima Gilda. Siediti, dai.»
Mi avvicino alla sedia. Mi siedo. Ripercorro con lo sguardo l'area dell'ufficio. Annuisco.
«Okay. Ditemi cosa avete intenzione di fare.»


.:: Angolo dell'autrice ::.
E rieccomi con un altro capitolo :) Sinceramente non so cosa scrivere qui nel mio angolino, ma posso assicurarvi che ci saranno altri narratori nella storia oltre a me, già dal prossimo capitolo :)
Ah, se ogni tanto le cose che dico sono scritte in romanaccio non fateci caso, è solo per dare un'idea più precisa di me ^_^
Vabbé, al prossimo capitolo ;*

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Capitolo 3
*** Una brutta camminata ***


O miei Dei. Perché nella mia vita deve essere tutto così... così complicato?
Sto salendo nuovamente i gradini di pietra che mi porteranno al piano del biennio. Sono appena arrivata all'ultimo gradino della terza rampa di scale che già sento il fiatone.
«Dannatissima asma» mormoro tra me e me. Mi piacerebbe troppo dire che sono una atletica io, che ho voti alti in tutte le materie, ma non è vero. Faccio schifo a ginnastica al punto di avere una sufficienza tirata. E solo per l'impegno.
Tiro un sospiro di incoraggiamento (ma esistono?) quando arrivo davanti alla porta della mia aula, che per fortuna è la più vicina alle scale.
Nemmeno mi accorgo di quello che faccio. Apro la porta con una mano sudaticcia, spiego al prof di turno che devo andarmene per una visita medica e che il preside mi ha già dato il permesso e vado dritta al mio posto a prepararmi lo zaino.


Come? Spero di non aver capito bene. Per quale motivo Chiara deve andarsene proprio ora? OGGI C'È ARRAMPICATA!
«Perché te ne devi andare?» chiedo non appena si avvicina. Lei mi guarda e balbetta qualcosa che mi sembra un "ehm ehm ehm", sorridendo. Peccato che con lei non si possa mai sapere se i suoi sorrisi sono di felicità, imbarazzo o chissà cos'altro.
«Ho una visita medica» risponde spostando lo sguardo sui libri. «Mia cugina mi è venuta a prendere con qualche sua amica» aggiunge poi tutto d'un fiato.
Io le punto una penna contro, mentre Alessio, Alessandro e Caruso cercano di parlarle, ottenendo come risposta solo qualche sorriso o qualche occhiata fugace.
«Torni per arrampicata, vero?»
«Penso proprio di no... Scusami, la prossima volta vengo.»
«Ti ammazzo, Chiara. E ti ammazzerà pure Ilacqua.»


Certo, certo, tutto quello che vuoi, Ale. Uccidimi pure, ma penso che ti dovrai mettere in fila con me stessa. Non che io voglia suicidarmi, sia ben chiaro. Ho il terrore della morte a dir la verità, e non proverei a togliermi la vita neanche se mi aspettasse una morte cento volte peggiore. Intendevo dire che probabilmente mi ucciderò per la disperazione buttandomi sul letto, accendendo il pc ed il telefono, mangiando di tutto e di più e leggendo qualche libro o manga. Il tutto accompagnato da una bella dose di disegni.
Mi infilo il giacchetto e metto lo zaino in spalla, saluto tutti ed esco dalla classe.
Trattengo un grido di sorpresa quando, girando l'angolo per scendere le scale, mi ritrovo la bella combriccola di OC davanti ai me.
Mi trascino una mano sulla faccia, chiudendo gli occhi e facendo un respiro profondo. Poi, senza parlare, ma con un sorriso stampato in faccia, mi faccio spazio tra i personaggi e inizio a scendere le scale.
«Perché sorridi?» chiede Mizuki.
«Sorrido perché mi piace sorridere» rispondo. «E perché questa situazione non ha assolutamente senso. Scommetto che tra un po' mi sveglierò nel mio letto, e avrò mia sorella appiccicata.»
Sento qualcuno ridere, ma non so esattamente di chi si tratti. «Okay...»
A questo punto rido anche io. «Non dite "okay" dopo qualcosa che ho detto io, mi fate sentire stupida e incompresa!»
«Ma tu sei stupida ed incompresa. Ricordi? Lo dici sempre» mi dice Iris facendomi passare un braccio intorno alle spalle. «Piccola, stupida, incompresa, fangirl e otaku.»
Annuisco.
«Chi altri avete detto che c'è a casa?»
«Noah, Emir e Josh» ripete Juliet.
«Noah. Noah è l'amico di Sofia, il Mondano» ricordo indicandola. «Emir è il ragazzo che ti salva» continuo indicando Juliet. «Mentre Josh è il tributo del distretto sette. Okay, ci sono» termino infine annuendo con più convinzione di quella che ho realmente.
«Benissimo. Spacchiamo un po' di culi» dice Iris sorridendo. Annuisco di nuovo, ridendo.
Forse la sua affermazione è un po' esagerata, ma in fondo fa molto "missione strafiga portata avanti da ragazze ancora meglio più quella scema della scrittrice".

Quando arrivo a casa sono decisamente a pezzi. Qualcuno di voi ha idea di quanta strada separi Vermicino (dove vivo io) da Frascati (dove vado a scuola)? Be', tanta.
Non riesco a respirare. Sento l'odore del sangue nel naso. Mi sembra di essere tornata a quando ho dovuto fare i venti minuti di corsa a scuola, o a quando ho dovuto correre per duemila metri, sempre a scuola. Mi lascio cascare sfinita davanti al cancello elettrico di casa mia, passandomi una mano sulla fronte sudata e cercando disperatamente aria. Sembra sempre che ci sia così poco ossigeno nell'atmosfera per me...
Intanto Anya ha suonato al citofono, e una voce resa metallica dall'apparecchio ha già risposto.
«Coso, aprici!»
«Non mi chiamo Coso, piccoletta.»
«Oh, sta zitto!»
Il cancello si apre, ed io ancora non voglio spostarmi. Vado piano piano sempre più giù con la schiena, sempre più giù... Finché non mi ritrovo a sbattere la testa per terra sulla discesa che porta al piccolo parcheggio.
«Tutto bene?» chiede Juliet tirandomi sù.
«Io... non... non riesco a... respirare troppo... troppo bene...»
Lei mi sorride dolcemente. «Dai, siamo arrivate, dobbiamo solo camminare fino alla porta.»



.:: Angolo dell'autrice ::.
Rieccomi quiii- :D
Ed ecco che, in questo... ehm, non penso che si possa definire capitolo, ma vabbé, chiamiamolo così. Stavo dicendo, ecco che in questo capitolo entra in scena una mia compagna di classe -3- Penso che ci sarà solo per questo capitolo, visto che non mi interessa più di tanto metterla nella storia...
Comunque sia, spero che vi siate divertiti a leggermi (?) morire, ci si becca al prossimo capitolo ;)

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Capitolo 4
*** Una giornata pesante ***


Forse per molti di voi è normale tornare a casa e trovare i propri genitori addormentati. Be', per me no. Molto probabilmente avrei gridato se ne fossi stata capace, ma i miei polmoni stavano ancora cercando di inventare un nuovo metodo per respirare, quindi mi limitai ad indicarli inarcando leggermente le sopracciglia.
«Li abbiamo portati qui e li abbiamo addormentati con la magia, se proprio lo vuoi sapere» mi informa Anya passandomi vicino. «Li risveglieremo non appena andremo via, e non ricorderanno nulla, non ti preoccupare.»
Annuisco. Che situazione totalmente ridicola.
«Dove... dove sono gli... altri?»
Per tutta risposta, Juliet mi trascina fino alla cucina e mi fa sedere su una delle sedie. Nella stessa stanza ci sono Emir, Noah e Josh, che mi guardano ognuno in un modo diverso. Emir sembra quasi divertito, se devo essere sincera. Josh mi guarda preoccupato mentre parla con le ragazze. E Noah... Noah mi guarda con gli occhi socchiusi e una mano chiusa sulla bocca. Non riesco a decifrare benissimo il suo sguardo...
Mizuki si avvicina con un bicchiere d'acqua e me lo porge. Impiego solo qualche secondo a scolarmelo. Sento qualcuno ridere.
«Un altro bicchiere, Mora?» Mora. MORA. Ma siamo seri?
«Sta... zitto...»
Capisco chi ha parlato solo quando Noah si siede di fronte a me. «Scusami. Volevo provare a farti ridere, ma a quanto pare ho fallito miseramente.»
Annuisco. «Non è una... una buona idea... cercare di far... ridere qual-»
Lui ride di nuovo. «Riprenditi un po' e poi mi racconti tutto quello che vuoi, okay Mora?»
Arieccolo che mi chiama Mora. Non ne capisco neanche il motivo: semmai io sono castana scura, non mora.
Mi ci vogliono circa dieci minuti per riprendermi. E in questi dieci minuti, ovviamente, mi sono completamente estraniata dal mondo.
«Sentite» dico infine. «Rispiegatemi bene 'sta cosa del perché siete qua.»

Da quello che ho capito, dopo circa un'ora e mezza di chiacchiere senza alcun senso, non sanno nemmeno loro perché sono qui. E ora si può dire che sono più confusa di prima.
Sospiro e guardo l'ora sul cellulare. Sono le due meno un quarto.
Le due meno un quarto...
Scatto in piedi. «Qualcuno deve prendere mia sorella a scuola!» dico quasi urlando. Vabbé che è insopportabile, ma non posso mica lasciarla a scuola, eh.
«Andiamo a prenderla io e nonna» si propone Anya. La guardo per un attimo strana, non riuscendo a collegare perfettamente l'idea di Juliet ad una nonna (perché sì, Juliet è la nonna di Anya).
«Servirebbe qualcuno che sa guidare... E devo andare anche io, quindi è meglio di no.»
«Posso portarti io!» esclama Noah, il viso illuminato da un sorriso perfetto. Faccio una smorfia.
«In effetti sei l'unico che sa guidare...» Sospiro. Cavolo, non voglio stare nella stessa macchina di quello lì... Ma io dico, perché proprio il mio OC più pervertito doveva venire in questo mondo?
«Va bene. Sbrighiamoci però, esce tra poco.»

Alla fine però ci portiamo dietro anche Iris, per addormentare Valentina (così si chiama mia sorella). La prendiamo e... bum! casca sul sedile posteriore dell'auto senza avere nemmeno il tempo di chiedere chi siano quei due tizi strani che mi sono portata dietro.
Quando torniamo a casa ci mettiamo tutti insieme al lavoro per organizzare casa. Prima di tutto, saliamo sù a casa di mia nonna e addormentiamo anche lei. Poi trasciniamo di peso mia madre, mio padre e mia sorella al piano di sopra e li buttiamo sul letto di mia nonna, insieme a lei.
Infine la giornata termina con degli spostamenti in alcuni mobili al salone e in cucina. Per esempio, ora il divano si trova appiccicato alla parete in fondo al salone, e al posto di tutti i miei libri di scuola ci sono i libri ai quali appartengono i miei OC, i videogiochi, il mio PC e i miei disegni. In poche parole, tutte cose che dovrebbero servirmi a capire cos'è successo.
Per cena, io, Sofia e Noah vanno a fare una scorta di tutto quello che ci serve al McDonald più vicino.
In macchina Noah non fa altro che provarci con me. Ma ci rendiamo conto? Quel ragazzo ama l'horror o cosa? Vabbé che ci prova con tutte (almeno nella mia mente), ma addirittura con me... Cioè, non è che sono carina, simpatica o altro. Sono semplicemente me.

«Be', è tardi, non credete?»
Abbiamo appena finito di mangiare, e io mi sto dando da fare a sistemare la cucina mentre quei scansafatiche dei miei OC stanno seduti senza far nulla.
«You're right. Andiamo a dormire» dice Noah prima di prendermi sottobraccio «Io dormo con la mia Mora, voi andate dove vi pare.» 
Inizia a trascinarmi verso la mia camera, quando gli tiro un calcio sugli stinchi e lo faccio cadere. «Brutto maniaco! Per prima cosa, io mi chiamo Chiara! Chiara, hai capito? E poi mica puoi scegliere tu con chi dormire!» gli urlo in faccia. Lui mi guarda con quei suoi dolcissimi occhi verdi e sento tutta la mia furia svanire. Come faccio ad essere arrabbiata con un bonazzo del genere?
Sospiro e mi siedo sulla panca della cucina. «Allora» inizio. «Abbiamo tre letti matrimoniali e un divano sui quali dormire. E visto che noi siamo in nove, due dormiranno in camera dei miei genitori, due in camera mia, due sul divano e altri tre su a casa di mia nonna.»
Ci guardiamo tutti quanti e, notando che l'unico che aveva un'idea su dove voleva dormire (e con chi) è steso a terra dolorante, inizio a dire la mia.
«Secondo me ci converrebbe fare così: Juliet ed Emir dormono in camera dei miei genitori, visto che tanto siete come fratelli» dico mentre loro annuiscono «Poi: Josh potrebbe dormire sul divano. Mizuki e Iris sul letto libero al piano di sopra. Mentre...»
Non so cosa dire. Lancio un'occhiata ad Anya , che si ritrae imbarazzata, e poi al figaccione che si è appena alzato da terra e si massaggia la gamba dolorante.
«Io penso che dormirò sul divano di sopra» annuncia calma Anya. Oh no. Nononono. Le lancio un'occhiata implorante e lei mi risponde con una scrollata di spalle.
Faccio appena in tempo a notare lo sguardo pervertito di Noah che gli altri si sono volatilizzati. Siamo solo noi due. Io e quel coso maniaco. Che mi sta sorridendo. E si sta avvicinando. 
A quel punto urlo e scappo in bagno. Lui mi segue e inizia a tempestare di pugni la porta.
 «Hey Mo... cioè, Chiara! Ti prego, esci!»
Io minaccio di prenderlo a pugni, anche se so meglio di chiunque altro che non riuscirei a farlo, ma lui continua. Dopo qualche minuto lo sento scivolare a terra con la schiena sulla porta. 
 «Senti... lo so, sono stato un deficiente, okay? Ma quando nel mio mondo sto con la mia ragazza... be', lei quasi non mi parla. E se ogni tanto provo a fare qualche battuta mi manderebbe... come dite qui? All'altro mondo.» Aspetta una mia risposta, penso, perché ci mette un po' prima di ricominciare a parlare. «Se ti prometto di non fare più queste battute? Che ne dici?» 
Non rispondo. «Chia-»
SBAM! Io apro la porta e lui sbatte la schiena a terra con un tonfo. Lo guardo e lui mi sorride, ma non nel modo pervertito che usava fino a pochi minuti prima.
Gli allungo una mano. «Fai qualche errore quando parli, dovresti imparare meglio l'italiano. Alzati, andiamo a dormire.»
Lui sorride ancora di più. «Certo che puoi anche chiedermi scusa per la ragazza che odio e che tu mi hai dato.»
Anche io sorrido. «Okay, scusami. E comunque si dice potresti, non puoi.»
Lui si alza e insieme andiamo in camera mia. Sto per aprire il cassetto con i miei pigiami, quando mi accorgo di non potermi spogliare nella stessa stanza dove c'è Noah. Sorrido e, stremata, mi lascio cadere sul letto.
«Che stanchezza. Decisamente, questa è stata la più strana giornata della mia vita» dico senza pensare al ragazzo che mi sta accanto.
Lui ride sottovoce. «Già... Nel mio mondo non succedono spesso cose così. Anche se in realtà è lo stesso mondo, no?»
Annuisco. «Stesso identico mondo. Solo che nel tuo "tutte le storie sono vere"» aggiungo sorridendo appena. Sospiro e mi infilo dentro le coperte con tutti i vestiti ancora addosso. Noah mi copia, mettendosi dall'altra parte del letto. 
 «Sai, non riesco a pensare di essere riuscito a vivere così tanto senza di te» mormora lui guardandomi. Rido.
«Perché improvvisamente sei così... dolce?»
Lui mi sorride. «Tu invece sei improvvisamente così... splendida.»
Rido di nuovo. «Non dire idiozie. Sono orrenda» dico sinceramente.
«A me sembra che quella che dice idiozie sia TU» ribatte con un sorriso.
Perché ora mi fa tenerezza? Improvvisamente penso che sia troppo bello. Troppo dolce. Troppo e basta. 
«Sai, forse accetterò il complimento senza dire nulla.»
Ci guardiamo negli occhi. Lui si avvicina un po'. Okay, penso che si dovrebbe fermare, anche se in realtà la cosa non mi dispiace più di tanto... In fondo lui è un figo. Ed è anche dolce. Insomma, conosco benissimo il suo carattere: l'ho creato io. E so che è adorabile e perverso al punto giusto.
Ora siamo pericolosamente vicini.
«Sfiorami anche solo con un dito ti rompo tutte le ossa, tesoro» lo avviso. Lui sorride.
«Mi hai appena chiamato tesoro» sussurra, senza togliersi quel sorrisetto dal viso.
«Io ti conosco da una vita. Posso chiamarti come voglio» ribatto ridacchiando, prima di girarmi dall'altra parte.
«Buonanotte, Mondano.»
«Buonanotte. Ah, ti ricordo che anche tu sei una Mondana.»
Rido, prima di sprofondare in un sonno senza sogni.


.:: Angolo dell'autrice ::.
Ciao, ciao! :D Oggi sono particolarmente di buon'umore -w- Ho appena finito di leggere I dannati di Malva, e ieri ho finito di leggere I regni di Nashira: Il sogno di Talitha.
Nonostante ciò sto bene -3- è strano, probabilmente è la prima volta da due-tre anni che, finendo un libro, non ho la solita malinconia addosso :)
Beh, alla prossima <3
Ah, questa qui sotto è Anya ^_^ Posterò qualche immagine ogni tanto.. penso saranno quasi tutte modificate, e non fatte da me: devo ancora capire come disegnare al pc xD

 

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Capitolo 5
*** Una gita lontano da casa? ***


«Chiara?»
«Mmh...» Beh, risposta intelligente la mia, non c'è che dire.
Sento qualcuno che mi scuote un braccio, mentre cerca di svegliarmi. Ma non voglio, dannazione. Ho fatto quel sogno, così bello... E c'erano i miei OC... Anche se non è andata esattamente come mi aspettavo, era proprio un bel sogno.
«CHIARAAA!»
Tiro giù di scatto le coperte, urlando un "CHE VOI" (sì, "voi", non "vuoi") in faccia a mia sorella.
C'è solo un piccolo, insignificante dettaglio che ho tralasciato: quella non è mia sorella. In realtà non è neanche una "quella": è Noah, che mi sta fissando con i suoi occhi verdi.
Occavolo, ma allora ci sono sul serio.
«Dobbiamo andare! Sai, io e Sof siemo entrati sul tuo cellulare, e abbiamo visto che conosci qualcuno vicino Napoli, e abbiamo pensato "Hey, ci potrebbe aiutare"! Allora abbiamo comprato una casa lì a Caiazzo! Cioè, in realtà non l'abbiamo comprata, Iris ha chiamato e ha iniziato a parlare in una lingua strana e ci hanno regalato la casa, non è fantastico? Ehm... Chiara, mi stai ascoltando?»
Faccio segno di no con la testa. Mi sono appena svegliata, come può pretendere che io lo stia ascoltando?
Mi lascio cadere con la schiena sui cuscini, mentre mi copro gli occhi con un braccio.
«Che or'è?» chiedo.
«Aspetta che controllo... Le cinque e mezza circa.»
«COSA?» Apro di scatto gli occhi, tolgo il braccio dal viso e lo fulmino con lo sguardo. «MA 'N TE VERGOGNI MANCO 'N PO'? 'N TE FAI SCHIFO DA SOLO?» Eeeee, ecco fatto. Ho iniziato a parlare in romanaccio. Le cose si mettono male...
«C-calmati Chiara!» Noah sembra farsi piccolo piccolo sotto il mio sguardo. «Sono state quelle sceme a dirmi di svegliarti prima di uscire! Io, Josh ed Emir non volevamo, ma loro nooo, loro dovevano svegliarti!»
«Me fate schifo tutti quanti, se la vogliamo mette' così. Va be'?»
«Scusa...»
Sospiro. Be', tanto che sono sveglia vale la pena cercare di capire cosa mi stava dicendo prima Noah, o sbaglio?
Mi faccio rispiegare tutto con calma davanti ad un pacchetto di biscotti e a Emir e Josh che, per la prima volta in vita loro, giocano con i videogiochi. Con la mia xBox per la precisione, Assassin's Creed: Revelation.
«Mh... Capito. Quindi dobbiamo andare a Caiazzo? Ti ho detto di andare a destra, Emir! Devi uccidere quello, non devi andare a prendere il cavallo!»
«Ci sto provando, calmati!» ribatte lui premendo tasti a caso sul controller. Alzo gli occhi al cielo.
«Sì, lì vicino» continua Noah, mentre Josh trova un Nintendo DS e prova ad accenderlo. «Potresti guardarmi mentre ti parlo, invece che tenere gli occhi fissi sulla TV?»
Faccio un gesto vago con la mano. «No. Devo aiutare questo povero ragaz- PRENDILO, PRENDILO CHE CI SEI!»
«TI HO DETTO DI CALMARTI, SO QUELLO CHE DEVO FARE!»
E fu così che sullo schermo apparve la scritta desincronizzato.
«Stavo dicendo. Iris con quella sua strana lingua ha convinto i tuoi parenti e i tuoi amici a non preoccuparsi per te quando saremo via. In questo momento dovrebbero stare a scuola tua per convincere preside e professori a non segnarti nessuna assenza.»
Annuisco. «Bono... E intelligente, soprattutto.»
«Ti dispiace parlare più... ehm, italiano? Sai, già non conosco questo perfettamente, se ti metti a parlare così non capisco molto.»
«Mi viene naturale parlare così» rispondo io girandomi finalmente verso di lui: Emir ha spendo la console per disperazione. «Sono nata e cresciuta a Roma, mi permetti di parlare almeno un po' in romanaccio?»
«Roma-what?»
Solo in questo momento, quando pronuncia quella parolina in inglese, mi accorgo del suo accento americano. La sua voce mi ricorda molto quella di Mika... WOW. Sorrido, improvvisamente intenerita.
«Romanaccio. Chi è nato a Roma parla quasi sempre così.»
Noah annuisce. «Okay.»
«Mi sa che ti insegnerò un altro po' di italiano mentre rimarrai qui.»
Lui sorride improvvisamente. «Vuoi dire che stiamo più tempo insieme?»
«Staremo. Può darsi, ma non ti prometto niente.»
Proprio in quell'istante suonano al citofono. Vedo Josh lasciar cadere il Nintendo, sconfortato, e passarsi una mano tra i capelli scuri.
«Be', visto che stiamo andando da un mio amico... Che i settantasettesimi Hunger Games abbiano inizio.»

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Capitolo 6
*** Un buon inizio ***


«Bastaaaa!»
Da quanto tempo è che sto sdraiata su quel letto, a litigare con i miei OC perché voglio portarmi i miei disegni, i miei libri e il mio pc dietro? Decisamente troppo.
«Qui comando io» riprendo con gli occhi sgranati. «Mi porterò dietro i libri, i disegni e tutto quello che cavolo voglio. Mannaggia a Dubhe, mo non posso neanche fare quello che voglio?»
Tolgo gelosamente un libro dalle braccia di Josh e lo stringo tra le mie, guardandolo con uno sguardo che racchiude insieme un rimprovero e una minaccia. «E tu non toccarmi Eragon.»
Solo in quel momento mi accorgo che Noah aveva preso la mia copia di Shadowhunters: Città di Ossa e la sta sfogliando con curiosità. «Be', la regina ha parlato» mormora cercando di decifrare una frase in italiano. Mi alzo in piedi, sospirando, e mi prendo anche quel libro.
«Voglio che sia ben chiaro il fatto che sono tremendamente gelosa dei miei libri. NON. TOCCATELI.»
«Gelosa e noiosa» precisa Iris. La fulmino con lo sguardo.
«Devo ricordarvi che nessuno di voi sarebbe nato senza i miei libri?» Mizuki mi guarda indignata. «Tranne te, ovviamente.»
«Be', in fondo sarebbe stato anche meglio, no?» Vedo Anya sorridere, quasi come se quella fosse stata una cosa divertente. «Niente Gilda per me, niente torture per Iris e Sofia, niente sofferenza per la nonna, niente bracc-»
«Ho capito! Ho capito, mo basta però.»
«Bene.» Sorride di nuovo. La cicatrice sulla guancia si nota molto di più quando sorride.

Stiamo preparando qualche valigia per il viaggio. Ne porteremo solo due di quelle piccole: così ingombrano poco e possiamo entrare tutti in macchina.
In una ci metto i miei libri, i miei disegni, il pc, l'iPad, i miei astucci, i miei blocchi da disegno per gli sketch, il pennino per disegnare con l'iPad e, nell'angolino rimasto libero, qualche vestito. L'altra la riempio per metà di vestiti e nell'altra metà ci metto un po' di cibo - visto che hanno tutti insistito così tanto.
Poi preparo la mia borsa a tracolla: telefono, acqua, portafogli e un po' tutto quello che mi serve e ci può entrare dentro.
A lavoro fatto sospiro, soddisfatta. Normalmente avrei impiegato le ore per preparare un nulla del genere.
Mi faccio aiutare da Noah per portare fuori la valigia più pesante; o meglio: lui mi strappa dalle mani la valigia, sorridendo, e la trascina fino alla macchina di mio padre.
Ah, vero: abbiamo deciso che prenderemo in prestito quella macchina, visto che è la più grande.
Ovviamente non ci entriamo tutti, quindi siamo costretti a "prendere in prestuto" un'altra macchina, che stavolta non quella dei miei genitori, di mia nonna o chicchesia: entriamo a casa dei miei vicini - dopo aver accuratamente addormentato il loro cane da guardia - e prendiamo un'altra auto.
Insomma: la classica giornata di una normalissima quattordicenne.

Io salgo nella macchina di mio padre, sul sedile vicino a quello del guidatore. Speravo che vicino a me salisse Sofia, ma Noah entra nella mia macchina. Sospiro. Dietro salgono Anya, Juliet ed Emir.
Neanche a farlo apposta, penso. I ragazzi del Mondo Emerso... Ora che ci ragiono bene, inizio a pensare che forse sono saliti in macchina insieme intenzionalmente.
Noah mette in moto la macchina. Mentre quei tre mondo-emersiani dietro iniziano a parlare, coinvolgendo per fortuna anche Noah, io inserisco le informazioni nel navigatore satellitare, copiandole da un foglietto che poco prima mi ha dato Sofia.
«Fatto» annuncio quando finisco, con un mezzo sorriso in faccia. Che situazione strana.
«Here we go» sussurra Noah con un sorriso che,al contrario del mio, gli riempie il viso. Neanche faccio caso al fatto che ha parlato in inglese: per me è come una seconda lingua, ci sono abituata.
«Quanto ci vorrà per arrivare?» chiede dopo un po' Emir, che si è improvvisamente ritrovato appiccicato al finestrino dietro il mio sedile, mentre Anya e Juliet parlano di... Reid da bambino? Ma stiamo scherzando?
«Ehm...» controllo un attimo sul display del navigatore prima di rispondere. 
Io: «Un bel po'. Rilassati e vedrai che passerà in fretta.»
Vita: «Lol, nope.»
Ci vuole molto più tempo del previsto, calcolando traffico e continui errori di Noah, che sbaglia strada per colpa della lingua italiana del navigatore. Alla fine abbiamo dovuto metterla in inglese.
«Spero solo che Sof non si sia persa» mormoro infine, girandomi per controllare se l'auto grigia dei miei vicini ci seguisse ancora.



.:: Angolo dell'autrice ::.
Heey :) 
Questa volta ci ho messo più tempo del previsto a scrivere il capitolo ^^" Scusatemi, ma non avevo mai tempo :<
Comunque sia, spero vi sia piaciuto e ci si becca al prossimo capitolo ;)


 

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Capitolo 7
*** Yoshimitsu-Sama ***


Quando mi sveglio sono sola nel letto. La casa è immersa nel silenzio più totale. Mi alzo a sedere stropicciandomi gli occhi, mentre mi esibisco in uno sbadiglio ciclopico.
Quando siamo arrivati qui, la mia reazione era stata tipo "O mio Aster, ditemi che questa non è la casa che avete comprato".
Semplicemente è piena di difetti. Prima di tutto, non è a Caiazzo. Neanche un po'. E noi dobbiamo andare proprio a Caiazzo. Secondo, è troppo piccola per nove persone. Terzo, abbiamo dovuto unire tutti i letti al salone - la stanza più grande della casa - per far sì che entrassimo tutti.
Rimango per un po' ferma, mentre cerco di ricordarmi dove sono. È sempre così quando vado a dormire da un'altra parte che non sia casa mia: quando mi sveglio non ricordo proprio nulla. A poco a poco i ricordi tornano, con tutti quegli spiacevoli dettagli quali Emir e Noah che provano a flirtare con il navigatore satellitare dell'auto di mio padre.
Scendo dal letto e...
«AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!»
Sento qualcuno alzarsi nelle stanze vicine, il rumore dei piedi che corrono e una voce che dice il mio nome, allarmata. Sbaglio o è la voce di Noah?
La porta si spalanca e Noah si lancia verso l'interno, seguito a ruota dagli altri. Inciampa in un paio di scarpe a terra e ci manca poco che non ri sfracella a terra.
«Chiara-Chan, cos'è successo?» domanda. Come diamine fa a conoscere il significato di Chan? Mah, in fondo non ha senso nemmeno il fatto che lui sia qui. Dietro di lui sbucano i visi di Iris, Anya, Juliet e Josh.
Con una mano tremante indico tutti i miei amatissimi libri, che avevo accuratamente sistemato nella piccola libreria che avevo trascinato fino al salotto. Da Hunger Games a Harry Potter, a Percy Jackson e alla saga di Eragon. Sono tutti distrutti.
«CHI E' STATO A RIDURMI I LIBRI IN QUESTO MODO, DANNAZIONE!»
Vedo Noah che si fa piccolo piccolo sotto il mio sguardo infuriato e che alza una mano. Sento il sangue bollente affiorarmi sulle guance.
«S... scusami Chiara-Chan... Volevo solo mettere in ordine, e...» Si blocca vedendomi avanzare verso di lui mentre stringo e apro freneticamente i pugni. Inizia ad arretrare, terrorizzato.
«TU PICCOLO IDIOTA, DEFICIENTE BABBANO CHE NON SEI ALTRO! MERITI DI MORIRE FIGLIO DI UNA UMBRIDGE!» Prendo una cornice di legno dal muro e gliela lancio addosso, con scarso risultato. Allora inizio a rincorrerlo come un'assassina, urlandogli contro tutti gli insulti possibili immaginabili. Mi fermo solo quando il telefono di casa squilla. Cavolo, non mi ero neanche accorta che ci fosse un telefono qui!
Prendo la cornetta e urlo un "CHE VUOI" nell'orecchio di qualcuno. Mi risponde la voce di una donna, che dice di essere una che lavora per la Telecom. Le attacco in faccia.
Per un attimo nella casa regna un silenzio irreale, e solo allora mi accorgo che Juliet, Emir e Josh mi stavano inseguendo per bloccarmi, Anya, Mizuki, Iris e Sofia stanno mangiando come se nulla fosse e Noah è riverso a terra.
«S-scusami Chiara-Chan... volevo pulire la libreria...»
Guardo il telefono tra le mie mani, poi sposto lo sguardo verso Noah. Telefono, Noah, telefono, Noah. Alla fine glielo lancio in testa, stavolta centrandolo dritto tra gli occhi. Lui sbatte la testa all'angolo della porta del salone. Inizio a ridere come una matta; poi inizio a piangere, e alla fine sto ridendo tra i singhiozzi come una perfetta idiota.
«Razza di idiota... Ti rendi conto che quei libri erano la mia vita?»
Juliet si avvicina e cerca di consolarmi. Quando capisce che al posto degli occhi ormai ho due rubinetti rotti, mi abbraccia e inizia a dondolare avanti e indietro. 
«Quelli... erano i miei fratelli... Come farò a ricomprarli tutti?» mormoro.
Smetto di piangere tutto insieme, e spalanco gli occhi di scatto. Idea...
«Iris!» urlo staccandomi dalla mezzelfo e puntando i miei occhi da psicopatica su Iris, che, dalla sorpresa, ha fatto cadere un biscotto per terra. «Tu puoi us-»
Suona il citofono. Impallidisco, non finendo la frase. Faccio cenno a tutti di stare zitti, mentre mi avvicino alla cornetta dell'apparecchio e la alzo.
 «Chi è?»
Sento una voce maschile, trasformata dal microfono, che mi fa quasi dimenticare tutti i problemi che ho in questo momento. «Hina, indovina un po' chi sono?»
Non riesco a trattenermi. «Yoshi?» chiedo. Faccio due ragionamenti veloci: come fa lui a sapere che sono qui? Mah, probabilmente questi scemi l'avranno avvertito e non mi hanno detto niente. 
«YOSHI!» Stavolta lo urlo con tutto il fiato che mi è rimasto. Mi devo trattenere dal ridere. «Aspetta, ti apro subito!»
Senza neanche pensarci, premo il pulsante per aprire il cancello e mi precipito fuori dalla porta. Non avrei aperto ad altra gente, ma insomma! Lui è Yoshimitsu! Okay, questo non è il suo vero nome, ma io lo chiamo così da quando lo conosco.
Mi fermo davanti al portone e guardo fuori dallo spioncino fino a quando Noah, scordando quello che sono capace di fare quando sono arrabbiata, mi spinge verso il muro.
«Chi è questo qui? Se ti tocca lo ammazzo.»
Alzo gli occhi al cielo e sbuffo. Ma cosa diamine ha in testa questo qui? Intanto il mio amico bussa alla porta.
«Mettetevi nella stanza vicino e chiudete la porta. E non fate cose stupide» aggiungo fissando Noah negli occhi.


Ho suonato al citofono. E ora mi manca l'aria. Finalmente, dopo anni che ci conosciamo, riuscirò finalmente a vedere Hina di persona. Ancora non riesco a crederci! È proprio fortuna che si sia spostata così vicino a Caiazzo...
Comunque sia, sorrido. Sapevo che questa sarebbe stata la sua reazione. Del resto, ormai sono il suo migliore amico.
Finalmente la porta si è aperta! Ed eccola lì: Kawaii, bassina e con le guance morbidose.
Sto per salutarla, ma lei mi afferra per un braccio e mi tira dentro casa.
«ORA. Devi promettermi che non mi prenderai per pazza o mi ammazzerai, okay?»
La guardo divertito. Penso che di persona sia ancora più strana di quello che pensavo. «Calmati» le dico fermandola. «lo prometto. Ma prima...»
Le do un abbraccio. Ho aspettato mesi per farlo, dannazione. Subito dopo le sorrido e le dico la solita parolina che di solito le fa promettere la mia morte: «Guanciotta.» 


Sono davveeeero molto felice. Estremamente felice. Tra qualche secondo esploderò.
Sorrido mentre mi chiama con quello stupido nomignolo che mi ha affibbiato. Questo è uno dei miei classici sorrisi "cavolo, con ogni probabilità sono arrossita, meglio mascherare la cosa con un bel sorriso!"
«Ma smettila» riesco a dire, sforzandomi di non sorridere. Poi delle ombre appiccicate al vetro colorato della porta del salotto mi fanno tornare in mente il motivo per cui ho accettato di venire qui. Cerco di tornare seria, ma è più forte di me: non ci riesco proprio.
«Ora vieni, non sai cos'è successo» ordino afferrandogli un braccio.


Sospiro. Io ho tanti di quei problemi al momento nella testa... Ma non fa niente. Insomma, un po' di divertimento con Hinata non farà male, no?
Hina urla qualcosa a delle sagome appostate dietro la porta - è già arrivato il momento di spaventarsi? -, poi apre la porta e...
E benissimo. Ci sono molti dei suoi OC dietro quella porta. Mi pare ovvio. «Ah...» mormoro. «Pure a te sono arrivati gli OC a casa? Che coincidenza...»
Hina mi guarda per un attimo con gli occhi sgranati. Sta per dire qualcosa, ma un ragazzo alla mia sinistra che si è appena tolto la maglietta ha la capacità di distogliere la sua attenzione da me.


Per. Quale. Motivo. Noah. Si. È. Tolto. La. Maglietta.
Però... Non è mica male. È... Carino. Molto. A dir la verità è proprio bono. Senza volerlo veramente rimango a fissarlo, mentre cerco qualcosa di intelligente da dire tipo una minaccia.
E svengo.


Sbaglio o Hina ha appena avuto un nosebleed? Cavolo, è proprio una pervertita. Quel tipo strano che si è tolto la maglietta è subito corso da lei urlando qualcosa che mi è sembrato "Chiara-Chan".
Intanto io guardo gli altri. Ci sono quasi tutti... E credo che qualcuno mi voglia uccidere, compreso il tipo strano. Dico la prima cosa che mi passa per la mente, che, ovviamente, è l'unica che mi conviene dire: «SONO INNOCENTE, È STATA LEE!»


 
.:: Angolo degli autori ::.
Waah, finalmente è arrivato Yoshi (aka l'autore a otaku with armonica) :')
Ciao a tutti ^_^ Sono il moglio di Chiara, se vi interessa :) Lei mi ha chiesto di partecipare a questa storia ed io sono qua ^^
Ma prima di tutto...
CHI SHIPPA NOAH E CHIARA?
*alza la manina*

HEY!
Comunque, ora scriverò la storia insieme a lei :) (AIUTO, LIBERATEMI, MI HA COSTRETTO)
Ma- ç^ç TI AMMAZZO STANOTTE, YOSHI.
Sì, cara <3

ALLA PROSSIMA!
 

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Capitolo 8
*** Il casino si allarga ***


Spero vivamente che quella frase mi possa salvare la vita, mentre gli OC di Hina mi fissano in cagnesco. Ora che ci penso, non so se loro conoscano la cugina di Hina...
Il tipo strano senza maglietta e quella che penso sia Anya mi spingono addosso al muro. Ahi... Mi hanno fatto male!
«Chi sei?»
«Se sei il ragazzo di Chiara-Chan ti ammazzo» si affretta ad aggiungere il tizio mezzo nudo.
«S-sono solo un amico...»
Sento un gemito. Istintivamente mi volto verso Hina, ancora sporca di sangue, che si è appena ripresa.
«Che è successo?» chiede. Una tipa con i capelli molto molto arancioni e con le orecchie a punta le si avvicina e l'aiuta ad alzarsi, mentre Hina cerca di pulirsi la faccia.
«Hai preso a sanguinare e sei svenuta. Tutto qui» risponde l'altra. Hina annuisce.


Bene. Sono svenuta, quindi. E tutto per colpa di...
«TU!» grido voltandomi verso Noah. «PRIMA DI TUTTO MOLLA YOSHIMITSU! Non provate a toccarlo o vi ammazzo, sono stata chiara?» aggiungo poi rivolta al resto della banda. Noah fa una smorfia. Vedo Yoshi che trattiene a stento una risata... Non avrei duvuto dire "sono stata chiara".
«Questo qui ha detto che è un amico. Da come ne parli te non sembra...»
«È il mio migliore amico. Se lo tocchi ti faccio un culo così. Okay?»


Wow, non mi sarei mai aspettato che Hina parlasse così! Dico sul serio: non ha mai detto parole volgari in chat, ed evita in ogni modo insulti che possano ferire qualcuno.
Alcuni degli OC sembrano spaventati (soprattutto quello che ha fatto svenire Hina). Comunque, anche chi non è spaventato si allontana da me, così tiro un sospiro di sollievo.
Guardo Hina, che sta ancora fulminando con lo sguardo il Tizio.
«Grazie...»
«Di niente» risponde lei con una scrollata di spalle e un sorrisetto. «Ora, se permetti, devo uccidere Noah.»
Faccio passare lo sguardo dal Tizio a Hina, e viceversa, per qualche volta.
«Ah, quindi lui è il pervertito?»
Noah: «Non sono pervertito!»
Hina: «Sta zitto!»
Noah: «Ma... Chiara-Chan!»
Hina: «T'HO DETTO DE TAPPATTE QUELLA CAVOLO DE FOGNA, COSO!»
Noah: «NON CAPISCO CHE DICI SE PARLI COSÌ!»
Hina fa per rispondere, ma io la interrompo urlando qualcosa che mi sembra "ZITTI TUTTI E DUE".
Hinata sembra arrabbiatissima, eppure scoppia a ridere dopo due secondi che ho urlato questa cosa. Ma io dico, solo lei...


E cosa ci posso fare se mi piace ridere? Proprio nulla. Mi copro la bocca con una mano, come faccio sempre quando rido.
«S-stavi dicendo, Yoshi? L-la cosa sugli OC, intendo» chiedo cercando di smetterla di ridere.
«Non so cosa sta succedendo... È molto complicato. Sai che i miei OC sono venuti con me?»
Gli occhi mi brillano improvvisamente. I suoi OC sono venuti con lui.
«Dove stanno? C'è anche Pandora?» Inizio a saltellare sul posto, così, tanto per scaricare la tensione. «E il Lupo? A proposito, sai che ho inventato un nuovo personaggio? Si chiama Cal, è una mezzosangue dei Regni di Nashira, ha i capelli ricci ricci ricci e rossi rossi, un occhio è verde e l'altro verde-dorato, ed è tipo bellissima, e...»


Metto le mani sulle spalle di Hina, ridendo. «Calmati, Guanciotta.»
Lei si ferma immediatamente per sorridere. E... e questo mi sembra un sorriso di quelli "ti voglio uccidere".
E infatti... «Ti ammazzo stanotte, caro.»
«Ti voglio bene anche io, cara.»


Sorrido e socchiudo gli occhi. O meglio: gli occhi si quasi-chiudono da soli. Ho le guance troppo morbidose e appena sorrido quelle mi fanno chiudere gli occhi. Mannaggia a Dubhe, odio il mio sorriso.
Vedo con piacere Noah fulminare con lo sguardo Yoshimitsu. Quanto ci godo. Gli sta bene a quel distruggi-libri del cavolo
.

«Posso far entrare gli OC, allora?» chiedo indicando la porta. Hina sorride, riprende a saltellare e acconsente con un "sì" molto acuto.
Esco dalla stanza e vado verso la porta da dove sono entrato. La apro, faccio un cenno ai miei OC - che nel frattempo mi aspettavano fuori - e loro entrano.


Vedo tutti gli OC di Yoshi entrare dalla porta. Sono così... sono così anormali. Molti di loro sembrano più anime che esseri umani, cavolo!
Ci sono tutti: Pandora e Gabriel, i due Tassorosso; Athena, l'assassina (che in realtà sarebbe più un mio OC visto che l'ho inventato io, ma vabbé); Ib e Garry; Rinko e Lenka, i genderbender di Rin e Len Kagamine; Cappuccetto rosso e il Lupo; e...
Guardo l'ultimo OC con curiosità. Yoshi mi si avvicina, iniziando le presentazioni.
«Ma quella non è la ragazza che avevi sognato?» chiedo. Lui sorride, guardandola.
«Sì...»
«Ma non è un OC, o sbaglio?»
«No.»
«Ah, ecco.»
Per un attimo riesco a vedere  Noah sorridere nel guardare Yoshi fissare il Sogno, e Sofia dargli una gomitata amichevole ridendo. Poi qualcosa, o meglio, qualcuno  mi viede addosso e io cado sbattendo la testa.
Poi il buio, illuminato da centinaia di puntini luminosi danzanti.


 
.:: Angolo degli autori ::.
E ora che grazie alle recensioni sono diventato una ragazza, eccoci di nuovo con un nuovo capitolo!
Non fateci caso, è un idiota senza speranze.
Come avete visto, Noah se la tiene stretta chiara in questo capitolo u.u e diventato anche geloso ^^
Smettila di shipparci insieme, dannazione! xD
Comunque... Sapete, qualche giorno fa stavo pensando che secondo me nessuno vorrebbe vedere delle fanart di una propria storia quanto me. Dico sul serio. Avere una fanart equivale a dire essere conosciuta e apprezzata. E poi io non sono proprio bravissima a disegnare i miei personaggi xD

Ma che dici, tu sei solo pigra.
E zitto tu :c
Be', alla prossima!

e Yoshi 

P.S. Yoshi ti ammazzo stanotte <3

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Capitolo 9
*** Un'idea ***


Perfetto, Chiara è svenuta di nuovo... Decido che aspetterò che si risvegli: tanto il tempo ce l'ho.
Noah intanto mi guarda in cagnesco. Si capisce benissimo che è innamorato di Hinata.
(ndA: Io non capisco come fa, sono brutta xD)
I miei OC intanto stanno facendo amicizia con quelli di Chiara; o, come nel caso della ragazza con i capelli arancioni e le orecchie a punta e Athena l'Assassina, litigano.
Hina si risveglia dopo cinque minuti.


Mi rialzo a sedere massaggiandomi la testa. Penso che qualcuno mi stia aiutando ad alzarmi, ma in realtà non ci capisco più niente.
«Tutto bene?» È una voce femminile, ma non l'ho mai sentita prima d'ora. Sarà quella di uno degli OC di Yoshi? «Scusami, non volevo colpirti! H-hey... mi senti almeno?»
Sbatto gli occhi due o tre volte prima di riprendere a vedere normalmente. I miei OC sono tutti in disparte e chiacchierano allegramente. Tutti a parte Noah, si intende, che mi vicino, di fronte a Yoshi, che sembra apparentemente fregarsene delle mie condizioni. Un po' come io me ne frego di chi mi ha fatta cadere.
«Mi spieghi cosa ci fanno loro qui?»


Prendo un bel respiro, preparandomi un discorso.
«Era una mattina come le altre. Come al solito pensavo alla ragazza del sogno...» Con la coda dell'occhio la vedo arrossire. «Allora mi sveglio, apro gli occhi e... e mi trovo la ragazza che dorme sul divano. Mi sono trattenuto dall'urlare. Mi sono alzato e ho visto che dietro al divano c'erano i miei altri OC. La prima domanda che mi sono fatto è stata: e mo come faccio a non far pigliare un infarto a tutta la famiglia?»
«Allora gli OC si sono svegliati», continuo, «e tutti si sono chiesti "che cavolo ci facciamo qua". Prima di tutto ho usato Pandora e Gabriel per addormentare la famiglia con la magia, almeno per un po'. L'unica cosa che mi conveniva fare allora era consultare il Dottore, che mi ha risposto mentre mangiava bastoncini di pesce e crema.»


Mi guardo intorno finché non vedo il Dottore: cavolo, è abbastanza vistoso, come avevo fatto a non notarlo prima?!

«Ha detto qualcosa riguardo a universi paralleli e crepe spazio-temporali. E ha detto che da qui non ci si ritorna, all'universo di origine. Quindi mi sa che dovranno vivere qua» aggiungo lanciando un'occhiata alla Ragazza del sogno.
«Poi è arrivata la tua telefonata ed eccoci qua.»


Annuisco, abbastanza tranquilla. Poi ci penso bene: dovranno rimanere qua.
«NO!» Prendo per le spalle Yoshi e lo scuoto un po'. «Ti prego, dimmi che Noah non dovrà rimanere qui!»
«Hey!» Noah mi guarda, abbastanza offeso, ma lo ignoro come ho fatto con la tipa di prima.
Prendo un respiro profondo per calmarmi. Poi mi ricordo dei miei libri distrutti e mi agito di nuovo. Scatto in piedi, spaventanto la tipa, che cerca ancora di scusarsi.
«Ho un'idea!» Indico Yoshi, sorridendo. «E tu mi aiuterai.»


 
.:: Angolo degli autori ::.
Bene, mi sa che oggi scriverò solo io xD Non ho avuto tempo di chiedergli cosa voleva scrivere, gomen ^^"
E... non so nemmeno cosa voglio scrivere io :s
Beh, alla prossima!

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Capitolo 10
*** Parte uno: SUL ***


Spiego davanti a me i fogli che ho preso dalla mia valigia, sparpagliando le matite e i pennarelli per il tavolo. Le riacciuffo velocemente, non facendo nemmeno caso a quella che è caduta a terra.
«Piano. Parte uno. SUL» annuncio ad alta voce, scrivendo nello stesso momento le parole su un foglio con un pennarello verdacqua. Alzo lo sguardo verso gli altri, ai quali ho ordinato di sedere prima di correre - strano da sentire ma sì, anche io so correre a volte - in camera mia a prendere i fogli e il resto.
«Sacco di Una Libreria» aggiungo poi con un sorriso che mi prende tutta la faccia.


«Tu sei matta» gli rispondo. «Come ti viene in mente di rubare da una libreria? Perchè non possiamo comprare i libri onestamente?»
Chiara mi guarda con uno sguardo da serial killer. «Fammi. Finire. Di. Spiegare» dice, scandendo bene le parole.
«Va bene» capitolo. «Va bene, lo facciamo. Ma mi devi dare un motivo per partecipare.»


Sorrido. Oh, io so cosa piace a Yoshi.
«Prima di tutto, libri gratis. Poi devo aggiungere che possiamo prendere anche CD, videogiochi, film... Tutto quello che vuoi. E tu potrei prendere qualsiasi cosa desideri.»
Lo vedo che ci sta pensando su. Evvai! Ci sono riuscita, a convincerlo, me lo sento.
E infatti...
«Quando si parte?»
Sorrido di più. «Anche subito. Ma siccome non siamo del posto non sappiamo dove andare...» Guardo Yoshi con gli occhi da cucciolo e il labbruccio.


«Non preoccupatevi» rispondo. «Conosco tutte le librerie da qua a Napoli.»
Chiara sorride, batte le mani e fa due saltelli sul posto.
«Ma chi giuderà?»
«Il Pervertito, ovviamente» risponde accennando con la testa a Noah, che la guarda offeso.
«Smettetela» dice.
«Di fare cosa?»
«Di criticarci. Tu-»


Lo blocco con un gesto della mano. «Criticarmi» lo correggo.
Lui sembra non capirmi. «Eh?»
«Si dice criticar-mi, non criticarci» spiego. Bene, ora sembra più offeso di prima.
«Tu devi smettere di trattarmi come un maniaco» continua indicandomi. «E tu Yoqualcosa, mi stai antipatico. Ti prenderei a pugni se non fosse per Chiara.»
Lo guardo confusa. Lui è un maniaco. Okay, forse non proprio maniaco, ma quasi... Guardo Yoshi, e lui mi fa l'occhiolino. Oddio, mo che vuole fare?
«Allora perché non lo fai?» Eeee perfetto. 
Noah carica il colpo, ma Yoshi lo devia con il braccio destro. Poi lo blocca col braccio sinistro, gli tira due pugni in pancia, gli da una ginocchiata e infine lo proietta a terra.
Salto in piedi. «Ao, che cavolo state a fa'?!»


Ignoro Chiara per un momento. «Sai,» dico rivolto a Noah. «Non dovresti metterti contro qualcuno che ha fatto karate e ha imparato mosse speciali sui videogiochi.»

«YOSHI!» Per un attimo Antonio si gira verso di me. «Non è che hai esagerato? Ma giusto un pochino...»
Beh, dovete sapere che Yoshi è la persona più pucciosa e amicosa (?) del mondo. Ma quando si arrabbia... Io non vorrei mai farlo arrabbiare. E non solo perché starei male psicologicamente facendolo, ma perché lui mette davvero paura quando si arrabbia. Tanto.


Faccio le spallucce. «Voi iniziate a prepararvi per il colpo, io parlo un po' con Noah.»
Chiara cerca di dirmi qualcosa, ma la blocco dicendo: «o fuori o Boku no Pico.» Lei scappa via e tutti gli OC la seguono.
«Youlittlepieceofs
Zittisco Noah con un cenno della mano. «Non parlare così veloce» gli dico. «Senti, io non ho nulla contro di te. Sei tu che ce l'hai con me. Io mi sono solo difeso, ma in fondo capisco perché lo fai: ti piace Chiara, vero?»
Mi guarda come se fosse appena cascato dalle stelle. «Come fai a saperlo?»
Sorrido. «Perché invece che Naruto ho visto il Castello errante di Howl; perché ho vissuto un infanzia basata sul romanticismo e sulla nostalgia... ma questa è un'altra storia, una lunga storia.»
«Comunque,» continuo. «Io voglio aiutarti. Cercherò di far capire i tuoi sentimenti a Chiara, e che lei capisca i suoi. Ma stammi a sentire: se solo le farai del male o la ferirai sentimentalmente, sei un uomo morto. E hai provato su te stesso che dico la verità.»
Mi guarda strano. Qualcosa mi dice che non è sicuro di quello che ho detto...
«Chi sei? Perché sei così... inquietante con me e con gli altri no?» mi chiede.
«Perché ognuno ha un'anima oscura dentro sé, mio caro. E più si trattiene, più questa crescerà. Quindi guai a te se la liberassi... Ma sto iniziando a straparlare.»
Gli offro una mano, sorridendo.
«Dai, alzati che andiamo ad aiutare Chiara con il piano. E cercheremo di essere amici, okay?»
Lui sta zitto per un po'. Poi annuisce.
«Sei strano, Coso. Ma mi piaci.» Sorride, e mi prende la mano. «Amici.»


Finalmente Yoshi e Noah escono dalla stanza. Tiro un sospiro di sollievo. Noah è ancora tutto intero.
Realizzo solo ora che ho pensato che Yoshi potesse fare qualcosa ad un mio OC: sa che voglio bene a tutti loro.
«Hey» dico sorridendo. «Qui abbiamo messo già tutto a posto. Iris, Pan e Gabe ci aiuteranno con gli incantesimi, e gli altri offriranno le braccia per portare più roba.»
Anya emette un fischio lungo e basso. «Ha gli occhi che le brillano» dice. «Non mi piace questa cosa...»
«Già» conviene Emir. «Chissà se aveva questo sguardo quando mi ha ucciso...»
«Zitti voi! E ora andiamo, sennò inizio a sclerare.»
Sorrido, mentre scatto verso la camera dove ho dormito, prendo il cellulare e le chiavi e lancio uno sguardo ai miei poveri libri distrutti. Poi, quando faccio per uscire, mi ritrovo Noah davanti. Inizio a sentirmi un po' a disagio.
«Hey, Lannister» dico sorridendo e nascondendo il fatto che non sopporto di stare da sola con qualcuno. «Senti... Scusa per prima, non pensavo che ti offendessero le prese in giro» mi scuso passandomi una mano tra i capelli, senza smettere di sorridere. Lui fa le spallucce.
«Nothing. Scusami tu per averti urlato...»
Rido. Il suo italiano in questo momento ha ben poco di italiano. «Se ti va con me puoi parlare in inglese» propongo. «Sono piuttosto brava.»
Lui sorride. «Okay. Ma per ora devo parlare così, o mi imparerò mai niente.»
«In italiano si dice non imparerò mai niente» lo correggo. Lui sorride.
«Senti... Posso chiederti una cosa?»
Annuisco. «Tutto quello che vuoi.»
«Cosa vuol dire nostalgia?»

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Capitolo 11
*** Meglio di Lupin ***


Hinata è già davanti alla porta, su di giri, quando si volta verso di me e mi guarda. Wow, sembra le sia passato un camion addosso.
«Yoshi», dice. «Non ci stiamo tutti in due macchine. Siamo troppi. ODDIO, L'INVERNO È ARRIVATO.»
Sorrido, apro la porta e lei mi segue fuori. «Be', visto che c'erano i miei OC avevo pensato di prendere "in prestito" questa macchina...»


Siamo arrivati fuori casa, in un piccolo parcheggio, dove c'è una 500 gialla, vecchio modello, minuscola. La guardo critica: non mi piace il giallo.
«Yoshi. Scherzi, vero?»
«No, perché?» risponde lui con aria innocente.
«Quella è 'na scatola!» sbotto. «Ma te faceva male pia 'na macchina 'n po' meglio?»
Lui mi sorride rassicurante. «Fidati, è ottima.»
Ghh, non so se fidarmi o meno. Trascino una mano sulla faccia, disperata. «Siamo fregati.»


«Bene» dico battendo le mani. «Io, Hina e il Fantasma con la 500. I miei OC, Juliet, Anya e Mizuki vanno con il Dottore nella cabina e Noah e gli altri nelle macchine.»

«Okay, ora andiamo?» chiedo, tutta eccitata.
«Andiamo» risponde Yoshi.
Ci mettiamo in viaggio (stando un po' scomodi in quella scatoletta di tonno della 500) e in quella che mi è sembrata una mezza giornata buona arriviamo.
Penso di essere la prima a scendere dalla macchina, dopo esserci parcheggiati. Inizio a saltellare sul posto, decisamente impaziente.
«Bene. Mo che famo? Possiamo entrare e ucciderli tutti, sarebbe divertente» scherzo, ridendo.


Non so se Hina è seria o no, ma quel sorriso mi mette comunque paura. «No» rispondo. «Faremo qualcosa di più semplice: chi sa usare la magia fermerà il tempo e noi entreremo.»
Hinata sembra quasi delusa. «Ah» dice, arricciando il naso. «Ammetto che avevo in mente altro, ma va bene...»
Dopo il gentile aiuto da parte di Pandora e Company riusciamo a fermare il tempo. Hinata, intanto, non ha ancora smesso di saltellare da un piede all'altro.
A operazione finita, tiro fuori dalla macchina un sacco pieno zeppo di maschere. Lo poggio per terra, mi inginocchio vicino e inizio a frugare dentro.
«Abbiamo fermato il tempo, ma le telecamere continueranno a registrare. Quindi dovremmo metterci delle maschere. Questa è la tua, Hina»


Prendo la maschera che mi porge Yoshi, sperando che sia solo uno scherzo.
«Yoshi.»
«Mh?» risponde lui, mentre continua a distribuire maschere a destra e a manca.
«Penso che tu abbia sbagliato, questa è una maschera da orsacchiotto.»
Lui si gira un attimo a guardarmi, sorridendo. «No no, è la tua.»
Impiego qualche secondo per metabolizzare l'informazione. Poi sbotto.
«MA IO TI AMMAZZO BRUTTO FIGLIO DI UNA LANNISTER! PERCHE' DOVREI AVERE IO 'STA ROBA?!»
«Beh, hanno deciso gli OC... Forse era solo una punizione perché hai distrutto le loro vite, o forse solo perché Noah l'ha suggerito.»
Noah. Noah. Perché quel deficiente sta sempre in mezzo? Gli lancio un'occhiataccia, e lui risponde con un'alzatina di spalle.
«Non è colpa mia se sei pucciosa.»
Come? Io? Pucciosa? Faccio per rispondergli per le rime (non mi piace sentirmi in imbarazzo, se non ve ne siete accorti), ma Yoshi mi blocca.


«Basta voi due. Dobbiamo fare veloce, non possono fermare il tempo per molto.»
Hinata batte le mani una volta, serissima. «Okay, damose da faaa» dice, mettendosi la maschera da orsacchiotto.


Ci mettiamo un'eternità a prendere tutto, sotto gli ordini di Hina. «Delle Cronache e delle Guerre del Mondo Emerso le edizioni vecchie, mi raccomando! Quelle nuove mi fanno altamente schifo. E non prendete quelle nuove di Harry Potter, voglio quelle col castello sul fianco! Ah, mannaggia a Dubhe, Sofia! Di Hunger Games voglio quelle tutte colorate, non quelle!» E ha continuato così per tutto il tempo.
Sembrava che avessimo finito, quando...


Riguardo i libri nel retro di una delle auto. Mi manca qualcosa, ne sono certa... Guardo indietro e infatti...
«ODDEI SONO CADUTI I DONI DELLA MORTE! DEVO TORNARE A PRENDERLI!» E mi lancio dentro, proprio mentre il tempo riprende e la gente inizia a guardarmi male per la maschera da orso e per i libri in auto.
«Oh, Jashin. Fugaaaaaa!»
Arrivo da Yoshi col fiato corto. Ho paura ho paura ho paura non mi sono mai messa nei guai così dannazione.
«Bene, sta arrivando la polizia» annuncia Yoshi. «Dottore, lei si presenti a casa con tutti. Noah, mi raccomando, fa in modo che non ti scoprano e  torna indietro. Noi li distrarremo e vi raggiungeremo a casa mia.»
«Cooooooooooosa?» Lo guardo con gli occhi spalancati. «Scusa, perché noi li dobbiamo distrarre? PERCHE' NON IL CONTRARIO TESTA DI GOYLE!»


«Fidati di me» rispondo. «E ora andiamo.»
Faccio per salire in macchina, quando Noah mi blocca. «Aspetta un secondo, Yoshi!»
«Che c'è?»
«Devo dire una cosa a Chiara.»
Sì, okay, ma a me cosa dovrebbe importare? Vabbè, meglio assecondarlo. «Va bene, ma muoviti.»
E prende Hina per le spalle e... e la bacia? Ma cosa?


Perché l'ha fatto? OMMIODDIO MA CHE HO FATTO DI MALE PER MERITARMI QUESTO. AIUTO SENTO CHE SVERRO'.
«Buona fortuna» dice a mezza voce, e poi se ne va.
La voce di Yoshi che mi chiama e mi avvisa che sta arrivando la polizia mi riporta alla realtà.
«Eh? Ah, certo! Arrivo!»
Salgo in macchina. Vedo Yoshi mettere in moto e, per un tratto, fila tutto liscio. Ma... poi vedo dietro di noi le macchine della polizia.
«E mo che se fa? Siamo morti. Creperemo male, me lo sento.» Ridacchio, nervosa.
«Semplice. Ti dispiace accendere la radio?»
La radio. La radio? «MA TE PARE IL MOMENTO?»
«Fallo e basta» mi risponde lui, calmissimo. Ma io boh, come fa. Accendo comunque la radio e parte una canzone. Sbaglio o è... è la canzone di Lupin III!


«Hai capito perché ho preso la 500?» chiedo con un sorriso. Allungo una mano verso un bottone, mentre Hinata minaccia di ammazzarmi se lo farò. Ma non la ascolto, premo il pulsante e la macchina parte a razzo. Inizio a canticchiare la sigla, mentre guido.
Sento Hina urlarmi contro, mentre si tiene stretta con le mani al sedile. Ha paura della velocità o cosa?
«GIURO CHE SE SOPRAVVIVIAMO TE E NOAH SOFFRIRETE LE PENE DEGLI STARK, YOSHI!»

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Capitolo 12
*** Bel casino ***


Alla fine, siamo riusciti a seminare la polizia. Per fortuna, vorrei aggiungere. Poi, siamo andati dritti a casa.
Parcheggio con calma, nonostante lo spavento di prima. Mi giro per vedere come sta Hinata.
«Siamo arrivati», comunico. «Sai, avrei potuto andare più veloce, ma non c'era gusto senza un Zenigata che ti inseg-»


Gli do un pugno sul braccio, il più forte possibile. Yoshi, confuso, si massaggia dove l'ho colpito.
«Ahia...»
«COSI' TE'MPARI A FAMME VENI' N'INFARTO, SCHIFOSO LANNISTER CHE N' SEI ALTRO!»
Cerco di rimanere seria e fare l'offesa... ma è più forte di me. La faccia di Antonio è ancora più confusa di prima... e poi la mia voce era talmente strana...
E quindi inizio a ridere - come al solito. Aspetto di calmarmi prima di chiedere scusa ad Antonio, ancora con le lacrime agli occhi.
«Devo ammettere che sei stato bravino» confesso. «Comunque, arrivati dove?»


Le faccio un sorriso, sperando che non mi tiri addosso un libro. «Alla casa più strana del mondo: la mia.»

Mi volto a sinistra e la vedo. Sembrerebbe una casa normalissima... se non fosse per tutti - o quasi - gli OC maschi stesi a terra.
«Yoshi?»
«Mh?»
«Perché sono tutti a terra... doloranti?»
«Ah» Yoshi sorride mentre scendiamo dall'auto, sembra divertito. «Bene, Argo è in forma. Preparati.»
Setaccio la mia mente in cerca di qualsiasi informazione che possa collegarmi ad Argo. Argo era il tizio pieno di occhi del Campo Mezzosangue, se non sbaglio... ed era anche il cane di Odisseo... Ah!
«Il tuo cane ha fatto 'sto casino? Quel cosino puccioso e innocente della foto?»
«Lo è, infatti. Solo... ecco, non con gli sconosciuti.»
Aaah, capito. Aspetta, cosa?
E all'improvviso eccolo lì, Argo. Sembra un cane del tutto normale, ed è pucciosissimo. Poi mi accorgo che va sempre più veloce... e si avvicina... e, «MANNAGGIA A DUBHE CHE COSA-»
Un attimo ero in piedi e l'attimo dopo SBAM! mi ritrovo a terra con quella specie di cane malefico addosso.
«AHIA! MI HA GRAFFIATO LA GAMBA, MANNAGGIA A DUBHE!»


Mi avvicino a Chiara, le tolgo Argo di dosso e l'aiuto ad alzarsi. «Io  ti avevo avvertito» le rinfaccio per scherzare. «Fortuna che ha la particolarità di colpire le ragazze alle gambe- Giusto per dire, i miei amici lo chiamano "il rompipalle".»
Hinata scoppia a ridere. Probabilmente non ha mai sentito un soprannome così strano per un cane.


Con lo sguardo cerco i miei OC: bene, Emir è laggiù... e Josh, sì, c'è anche lui. Ma... Noah dov'è?
Chiedo ad Anya e lei mi risponde che deve ancora arrivare.
Yoshi, vicino a me, sorride malizioso. «La signora è preoccupata per il baciatore?»
«Cosa? Chi? Io? Ma sei tutto scemo!» sposto lo sguardo, imbarazzata. Accidenti, mi ero dimenticata di quel piccolo dettaglio, tutta presa dallo stranissimo viaggio in macchina. «Il problema è che quel ritardato si mette sempre nei guai, ecco. Ah, Anya, puoi ucciderlo quando lo vedi?»
Lei mi lancia un'occhiataccia. «Certamente. Lo aggiungerò dopo "ascoltare Chiara" nella lista delle cose che non voglio fare.»
«Ah ah ah, simpatica.»
Yoshi mi prende per un braccio, anche perché lo sguardo di Anya è parecchio... come dire? assassino, al momento.
«Intanto vieni, ti faccio vedere casa. Preparati.»
Ci avviciniamo alla porta, lui la apre e... E che razza di musica è questa qui?
Poi vedo l'interno della casa.
Oh, Jashin.
Il paradiso esiste. Ed è pieno di libri, CD, videogiochi, poster e si chiama "casa di Antonio". Anche se, devo ammetterlo, alcuni di quei poster sono davvero strani.
In poche parole: tutta la casa è un immenso casino. Ci sono giochi (compresi due con su la scritta "non toccare se non si vuole impazzire dai feels", ovvero Dark Souls), manga, fumetti, ... di tutto.
Ad un certo punto chiedo a Yoshimitsu perché ci sono solo letti matrimoniali. E lui risponde dicendo: «Ehm... hai presente di aver scritto che Cal si "annulla" con Varda? Ecco, qui i miei OC si annullano ogni giorno. Ah, l'amour...»
Faccio una faccia (lol, faccio una faccia) disgustata. «Tutto questo è estremamente perverso. Anche per i miei canoni» sottolineo, tanto per fargli capire che è una cosa esagerata.
«Se vuoi prendo un letto per te e Noah» propone, con fare innocente. Rido.
«Dillo un altra volta e ti ammazzo.Comunque sia, ho capito che è meglio girare alla larga dalle camere da letto. Dov'è il bagno? Devo darmi una sciaquata se non voglio impazzire.»
Yoshi mi indica una stanza, ed io entro, totalmente spossata. Mi lavo la faccia, guardo allo specchio e...
Oddio.
PERCHE' A ME.
SANTA KRISTEN PERCHE' IO.
PERCHE' GABRIEL E PANDORA SI STANNO FACENDO UN BAGNO INSIEME E NON ME N'ERO ACCORTA.
Fuggo - letteralmente - dal bagno, decisamente più traumatizzata di prima.


Vedo Hina arrivare a passo veloce, con le guance leggermente arrossate. Mi consiglia di non andare in bagno, io annuisco.
Per finire in bellezza il tour della casa, le faccio vedere la mia camera. Probabilmente, quella sarà la cosa più inquietante che abbia mai visto, ma okay.
Apro la porta della camera, e la musica si diffonte in tutta casa. Hina aggrotta la fronte.
«Ma chi è, Battisti?» chiede a voce così bassa che non sono nemmeno sicuro che abbia parlato veramente.
Entriamo. A sinistra, dischi vecchi. Non per niente a volte mi chiamava nonno Yoshi. La stanza è blu, con dei quadri e foto appesi al muro, tutti strani come me. Poi libri, Harry Potter («WOW! HARRY POTTER!»), manga, fumetti, di tutto.
Poi lo sguardo cade sul divano letto. C'è la ragazza fantasma, quella che avevo sognato. Sta dormendo. Mi chino silenziosamente su lei e le poso un bacio sulla guancia. Poi usciamo in silenzio.
Siamo usciti da qualche secondo, quando vedo con la cosa dell'occhio Chiara ridacchiare.
«Yosho, mica ti sei... ehm- annullato co' lei?»
«Chiara! NO!»
Lei scoppia a ridere. «Okay, okay, ti credo. Comunque, sbaglio o Noah non è ancora arrivato?»
«La ragazza innamorata è preoccupata?»
Mi punta un pugno contro. «Ripetilo e t'aritrovi sotto un cipresso domani.»


Fortunatamente, il telefono squilla prima che possa confessargli che sono tutto fumo e niente arrosto. Yoshi va a rispondere, e io per non rimanere in mezzo a non fare niente esco fuori.
Trovo una sedia (certo che è strano forte 'sto posto, ma va be') e mi siedo. Vedo Argo avvicinarsi muovendo la coda. Rimango al mio posto, piegata in avanti, con le ginocchia leggermente divaricate e i gomiti poggiati sopra.
«Ciao cane» saluto. «Bau. Bau bau. Come va?» Oddei, no. Lo sto facendo di nuovo. «Di solito non parlo con i cani... Nah, ci parlo sempre quando mi annoio. Ma tu mi hai fatto male. Cattivo, cane.»
Per fortuna (ao, non c'ho mai avuto fortuna in vita mia e mi basta arrivare qua e mi ritrovo a dirlo ogni secondo), il rumore di una macchina che corre interrompe quella che si sarebbe potuta trasformare in una vera e propria discussione tra me e il cane, facendomi sobbalzare. Alzo lo sguardo mentre la macchina parcheggia. Noah scende.
«Mannaggia a lui» dico, sempre rivolta al cane. «M'ha fatto prendere un colpo.»
Noah mi vede e sorride. Si avvicina mezzo correndo mezzo camminando. Ridacchio.
«Hey», saluta. Rispondo con un cenno del capo. «Tutto a posto?»
Annuisco. «Sì, nessuno di noi è morto.» Poi penso a gli OC che sono caduti sotto la furia del cane. «Cioè, quasi. Va be'. Perché c'hai messo così tanto tempo, scusa?»
Lui sorride di nuovo, tirando fuori una rosa.
«Volevo farti un regalo» dice, nello stesso preciso istante in cui io dico «Ehw, rose», mezza disgustata al pensiero di Snow. Lui sembra rimanerci male.
«Ehm- cioè» ridacchio, imbarazzata. «Volevo dire, grazie! Molto bella, davvero. Spero solo che non morirò con una rosa addosso» mormoro, prendendo il fiore. NON MI PIACCIONO LE ROSE PERO' MANNAGGIA A DUBHE.
Restiamo per un po' in silenzio. Il tempo perfetto per farmi pensare.
«Aspetta 'n po'» dico, alzando una mano. «Tu mi hai comprato una rosa, rischiando di farti scoprire ed essere arrestato per furto? Ma serio?»
«Uhm- yeah?»
Sorrido. Ma il sorriso non è rivolto al rosso. «Argo, attaca-.»
Noah sembra confuso. «Argo? Ma è il cagnolino? Aspetta- OH MY GOD PLEASE NO-!» E inizia a correre, inseguito dal cane di Antonio.
Rido, rimanendo comodamente seduta. Mi sto divertendo da matti.


Esco di corsa, sapendo di trovare Chiara fuori. E infatti la vedo che si sta tagliando dalle risate mentre Noah scappa, inseguito da Argo.
«STATE BUONI VOI TRE» dico alzando la voce quel tanto che basta per richiamare l'attenzione su di me. Guardo Hinata. «Mi è giunta una telefonata per gli OC, e se le cose stanno così siamo nei guai. Guai seri.»

.:: Angolo di un qualcosa a caso-bzz ::.
Salve, esseri rosa dal quoziente intellettivo di un tasso! Non vi dirò chi sono, ma vi darò una bella (forse) notizia.
D'ora in poi, voi spettatori della storia potrete interagire. Proprio così! Potrete aggiungervi alla storia, aggiungere pg, far spostare quelli già esistenti nella storia, ucciderli-
Provateci e io uccido voi, tutto qui :)
Zitta tu. Continuando il discorso, potrete far s che l'approccio per scopi umanitari di Noah verso Chiara abbia successo-
O anche no :)
STA ZITTA. Comunque, tutto dipende da voi. In compenso, per ogni consiglio riceverete a casa:
  • Un biscotto
  • Una fetta di torta
  • Un adorabile Josh Hutcherson tascabile
Non mancate l'offerta, o le nostre torrette mitragliatrici non mancheranno voi!

Messaggio gentilmente offerto da aperture laboratories.
Restate folli, ma non affamati.

 

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Capitolo 13
*** Viaggio nello spazio-tempo ***


NOTA DELL'AUTRICE:
Causa mancanza di connessione internet, sono stata costretta a pubblicare questo capitolo dal cellulare. E visto che non posso cambiare i colori dal cellulare, per questa volta ho scritto "POV" (point of view) prima di ogni pezzo. Scusate tutta quest'attesa, ma ho avuto parecchi problemi a casa ^^" spero di riuscire a sistemare tutto il prima possibile. 

 


POV: Chiara.
Yoshi ci ha radunati tutti in una stanza, dicendo che deve parlarci.
«Forse è meglio se vi mettete seduti» dice quando ci siamo tutti quanti.
La sua voce sembra preoccupata – decisamente troppo.
«Qual è il problema, Yoshi?» chiedo con voce estremamente flebile. Chissà se si è sentita la domanda...
Sembrerebbe di sì, perché poco dopo risponde. 
«Qualcuno ci sta cercando.» Oddio. Il cuore mi ha perso un colpo. «Ho ricevuto una telefonata anonima, e... credo che sia meglio se ce ne andassimo da qui.»
Okay, ora sono estremamente preoccupata. Così preoccupata da non sentire più nulla. Niente paura, niente adrenalina, niente rabbia. O forse sento tutto.
«Anto', de che stai a parla'?»
Anche lui si siede. «Chiara, è molto semplice: secondo te siamo i soli? Questa cosa dei personaggi che vengono nel nostro mondo... non potrebbe essere in corso piano piano in tutto il mondo? E sono solo buoni? E-»
«Smettetela.» La voce di Antonio è interrotta da quella di Athena.
«Cosa?»
La giovane assassina lo guarda dritto negli occhi, ha uno sguardo che quasi mette paura. «Non mi interessa di chi o cosa stia arrivando. Voglio solo tornare a casa.»

POV: Antonio. 
Sono leggermente spaesato in questo momento.
«Ma, dobbiamo ancora capire cosa fare e poi...»
Il braccio di Athena armato di lama celata sembra un lampo mentre si avvicina al mio collo.
«Ti ho detto di portarmi a casa» sibila a denti stretti. La sua minaccia è seguita da un silenzio glaciale, dal battito accelerato del mio cuore e, dopo un po', dalla voce di Juliet.
«Che vuole fare quella ragazzina?»
La sua domanda mi infonde un po' di coraggio. Guardo Athena in viso, fissando i miei occhi dritti nei suoi color nocciola.
«Stai calma. Spiegaci perché vuoi tornare a casa, se ti va. Siamo un gruppo, nonostante ci conosciamo da poco. E poi» accenno un sorriso «siamo una specie di famiglia allargata.»
Athena mi tiene la lama sul collo ancora per un po', prima di tirarla via. Ha gli occhi lucidi. 
«Tiziano» mormora. «Voglio solo rivedere Tiziano, voglio tornare da lui.»
Ahi. L'amore a volte è davvero difficile.
La vedo mentre cerca di trattenere le lacrime. Deve star veramente male in questo momento.
Mi avvicino e la abbraccio. 
«Hai ragione. Va bene, portiamo prima te da lui e poi ritorneremo qua.»
La sento mentre stringe le braccia dietro la mia schiena, probabilmente per asciugarsi il viso.
«Ma quello che mi stavi dicendo...?»
Scuoto la testa. «Lascia stare. Forse sono io che ho esagerato. Magari era solo uno scherzo, quella telefonata, e mi sono spaventato per nulla.»

Dopo la scenata strappalacrime di Athena, ci siamo seduti a tavolino e abbiamo progettato un "piano di fuga" a sangue freddo.
In poche parole: il Dottore ci porterà nella Monteriggioni del 1500 e lì lasceremo Athena, per poi tornare a casa.
Speriamo vada tutto bene.

POV: Chiara.
Avevo ragione a non fidarmi di quel pazzo del Dottore e del Tardis. Avevo ragione, avevo ragione, avevo ragione!
Quello che vedo uscendo dalla cabina blu della polizia non è decisamente la Toscana del VI secolo. Sono abbastanza sicura che non ci fosse il mare tra le mura piccole di Monteriggioni. E che non c'erano strani animaletti pelosi come quelli che vedo arrampicarsi tra gli alberi dietro di noi.
Vedo Athena guardarsi intorno completamente fuori luogo. «Questa non è casa mia» annuncia. «Questa non è affatto casa mia!»
Segue un silenzio imbarazzato. Con la coda dell'occhio vedo Juliet ed Emir guardarsi intorno e parlottare tra loro. Tutti gli altri, a parte Anya che ha un'espressività pari a quella di Kristen Stewart in certi casi, sono parecchio confusi. Il Dottore ed Antonio parlano concitatamente tra di loro, mentre quel pazzo di un viaggiatore nello spazio-tempo usa il suo cacciavite sonico su ogni singola cosa che vede.
Mi ci vuole un po' per capire per quale motivo Anya sembri così calma e sua nonna, al contrario, sembri fin troppo agitata. Faccio qualche giro su me stessa, per trovare degli indizi, finché non ne vedo uno che parla da sé.
Oltre la foresta, sovrastante le cime degli alberi, riesco a vedere una punta nera come la pece, mentre riflette la luce chiara del sole.
«So dove siamo» annuncio. Tutti si girano verso di me, Juliet si passa una mano sul viso. La capisco, dannazione. Tutto quello che ha passato, tutta la sua delusione, la rabbia soppressa, la paura, il dolore... mentre nasceva il suo personaggio, io provavo i suoi stessi sentimenti, avevo gli stessi dubbi.
Mi mordo le labbra. Non so se essere felice di essere finita qui o esserne disperata.
«Siamo del Mondo Emerso, in uno qualsiasi dei quarant'anni di terrore del Tiranno.»




.:: Angolo degli autori ::.
Salve ragazzi! prima di tutto scusate per irritando, ma abbiamo qualche problemino. Poi siccome l'altra volta avevamo detto che potevate aggiungere i personaggi: chi è interessato ce lo può dire?
Un ultima cosa: cerchiamo dei ruolatori (non so se li conoscete o se sapete cosa siano) qualcuno di voi è capace? Se sì, contattatemi su Facebook me o Chiara (siamo Antonio Sparano e Chiara Stark). 
Saluti!
a otaku with armonica

***

Da quanto tempo non aggiornavoooo :' sono commossa, aw.
Spero che nessuno di voi abbia dimenticato tutto quello che è successo fino ad ora, ma il faccio comunque un sunto della storia per precauzione xD
Allora: dopo un sano attacco d'asma della sottoscritta, abbiamo scoperto che alcuni Original Characters sono finiti nel nostro mondo (zan zan zaaan!). Uno dei personaggi, Noah, è un pazzo maniaco fissato di tet- ehm, ragazze, che ci ha provato subito con me. Come una bella famiglia felice, siamo andati in gita a Caiazzo per abbracciare il nostro carissimo Antonio, abbiamo rapinato una libreria e ci siamo cacciati nei guai.
Spero vi sia piaciuto il capitolo, e che chi ha inserito la storia tra le seguite o tra le preferite continui ad accompagnarci in quest'avventura <3
Baci e alla prossima~~
PietraGhiaccio0608

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Capitolo 14
*** Speciale — Buon Natale! ***


N.d.a. 
Tanto per aggiungere follia alla follia. Buon Natale da Chiara e Antonio ;*


"Cos'è la vita, senza l'amore?
È solo un albero che foglie non ha più
E s'alza il vento
un vento freddo come le foglie
le speranze butta giù
ma questa vita cos'è, se manchi tu?"

Ah, il periodo natalizio. Uno dei periodi più felici e caotici dell'anno.
Stava andando tutto bene, con tutti i ragazzi a prepararsi per festeggiare. Per quella speciale occasione, avevano deciso di travestirsi a tema natalizio.
"Un cosplay di gruppo", aveva pensato entusiasta Chiara. Anzi, più che entusiasta, decisamente esaltata all'idea di una cosa così stupida, eppure divertente.
Ma poi sopravvenne un problema. Un problema che avrebbero dovuto calcolare, tanto era idiota.
《Chi fa Babbo Natale, gli elfi e le renne?》domandò Antonio, tutt'ad un tratto distratto dall'appendere le varie decorazioni natalizie, (comprendenti luci varie, fiori pieni di brillantini scelti da Chiara e vari nastri colorati).
Chiara si guardò intorno, aspettando che fosse qualcuno a rispondere al posto suo. Non le andava per niente di scegliere: si sarebbe accaparrata quello che rimaneva.
《Io faccio Santa》 rispose, secondo le aspettative di Chiara, Noah. 《E Chiara-chan potrebbe essere la mia elfa sexy》 aggiunse, con un sorriso fin troppo ironico, che fece ridere Chiara ancor più dell'affermazione. 
《Più che elfa sexy》 lo corresse, 《mi troverei meglio nei panni di una renna goffa. Una dolce,  morbidosa renna goffa col naso rosso.》
Anche Antonio avrebbe riso, se non fosse stato per il fatto che era lui a voler fare Babbo Natale. 《Emh- veramente avrei voluto farlo io, il Babbo》 biascicò, guardando Chiara e Noah che continuavano a ridacchiare sommessamente.
Noah si limitò a gettare un'occhiata ad Antonio. 《Io sono perfetto per farlo. Giusto, rossa?》 Forse scelse l'aggettivo sbagliato per chiamare Iris, perché, insieme a lei, alzarono lo sguardo anche Mizuki e Juliet, entrambe fulve di capigliatura. 《A chi parlavi?》 Chiese giustamente Mizuki. 
Noah aggrottò la fronte. 《Alla tizia con le orecchie a punta. 》
《Ma sia Juliet che Iris hanno le orecchie a punta》 gli annunciò Chiara, pronta a non farsi sfuggire il minimo errore. Noah sospirò, esasperato da quella situazione così diversa dal suo ordinario estremamente mondano. 《It doesn't matter. Sono perfetto comunque.》
《Se sei perfetto fai l'elfo Legolas》 intervenne subito Antonio. I suoi personaggi lo affiancarono, subito pronti a dar manforte. 
《Ma quale perfetto, ha anche un po' di pancetta.》
《Ed è bassino.》
《Ed antipatico.》
《Idiota.》
Antonio rise, guardando i suoi ragazzi divertito. 《Ma dai, basta!》
Nemmeno Chiara poté trattenersi dal ridere. Non che fosse una novità: non si tratteneva mai. 《Ma pora stellina》 disse, allungando un braccio verso Noah e afferrandogli la spalla. 《Non è egoista!》
Noah allargò le braccia in un gesto eloquente. 《Non ho nemmeno la pancia, tanto per farvi notare.》
Chiara squadrò per un attimo Noah, con fare critico e (stranamente) serio. 《Effettivamente hai dei tratti molto delicati, N. Proprio da elfo. Secondo me tu, Iris, Juliet e Mizuki potreste fare degli elfi perfetti.》 
Poi si rese conto di quello che aveva appena detto: tutti i suoi personaggi con le fattezze più dolci che aveva, erano rosci. Scosse la testa, per cacciare quel pensiero insensato. 《Anya potrebbe fare la renna insieme a me, se le va.》
L'Assassina, sentendosi chiamata in questione, si voltò verso Chiara. 《Io che mi vesto come te?》 Disse. 《Scordatelo. Piuttosto faccio anche io l'elfa.》
《 Ah, già》 Antonio iniziò a parlare con nonchalance, mentre riprendeva ad appendere festoni e robe varie. 《Mi ero dimenticato di dirvi che dovremo consegnare i regali, è nel contratto.》
Chiara inarcò un sopracciglio, in quel gesto quasi involontario che faceva ogni volta che non capiva qualcosa. 《Quale contratto, Antò?》
Antonio sembrò quasi spaventato dall'espressione di Chiara.
《Ehm... beh, diciamo che ho perso una scommessa con Babbo Natale. Una lunga, lunghissima storia. Ecco, da bambino scrissi una storia con lui come protagonista, quindi anche lui è un OC》 spiegò, balbettando, mentre lo sguardo di Chiara si faceva sempre più severo.
《E- e sì, sai com'è, ho giocato con lui una partita a schacchi e... e ho perso. Quindi dobbiamo consegnare noi i regali al posto suo.》
Chiara guardò Antonio con gli occhi spalancati, mentre Anya mollava tutto ed usciva dalla stanza. D'un tratto, l'atmosfera felice che si era creata tra i personaggi della ragazza era andata in frantumi, sostituita dalla svogliatezza. Anche Iris, sempre su di giri, sembrava annoiata. 《Mi stai dicendo che io devo lavorare il giorno di Natale?》
Antonio impallidì. 《B-beh, grazie al Tardis abbiamo la possibilità di finire e, poi, anche di festeggiare,  quindi sì. Ah, ho chiesto una mano ad un paio di amici, spero non vi dispiaccia.》
 A Chiara venne voglia di sbattere la testa al muro e svenire, non prima di aver gridato che "i morti non si spostano" (a causa di una storia talmente senza senso che a volte non capiva neppure lei). Poi arrivò l'illuminazione.
《Yoshi, Babbo Natale non esiste. I genitori compreranno i regali ai figli come gente normale. A che caspita serviamo noi?》 
Antonio ridacchiò.《Non intentevo QUEL Babbo Natale, è questo il problema. Intendevo l'altro, quello di Futurama.》Chiara aggrottò la fronte. C'era un Babbo Natale anche in Futurama? 《E lui se non consegnamo i regali... ecco, immagina una fine alla "Saw".》
Dopo tutto questo, battere la testa e svenire sembrava un'idea così allettante nella testa di Chiara. Intanto, i suoi neuroni lavoravano per studiare un modo per uscire da quella scomoda situazione.
Di solito la gente parla, quando Chiara sta zitta. Ma in quella situazione, i suoi personaggi stettero in silenzio ad aspettare un verdetto. Chi meglio di loro sapeva che Chiara, mentre pensa, non va mai disturbata?
Nella migliore delle ipotesi, ti ignorerebbe. Nella peggiore, ascolterebbe chi prende parola e perderebbe il filo del suo ragionamento. Allora sì, che sarebbero guai.
Il silenzio tombale che si era andato a creare fu spezzato dalla risata di Antonio, che quasi infastidì Chiara. Per quale assurdo motivo fuori dal mondo stava ridendo?
《Ah, comunque sappi che era uno scherzo, e tu ci sei cascata malissimo. Buon Natale!》 Mizuki scoppiò a ridere, guardando la faccia sconvolta della sua "madre". 《In realtà》, riprese Antonio,  《l'unica cosa che dobbiamo fare è mettere i regali sotto l'albero e aspettare gli ospiti che ho invitato.》
In quel momento, un "vaffanculo" sarebbe andato d'amore e d'accordo con i pensieri di Chiara. Ma lei, in fondo, era una brava ragazza che dava un valore fin troppo alto alle parole e che non diceva mai parolacce.
Ci pensarono Juliet, Iris e Noah a imprecare contro Antonio, ridendo dello scherzo.
Anche Chiara rise. 《Ho mai detto di odiarti, Yoshi?》
《Un sacco di volte, carissima.》

Gli invitati non tardarono ad arrivare. Una ventina di persone, di cui neanche una normale. Occhi grandi stile manga, capigliature vivaci, fisico perfetto che si ha solo nel mondo fantastico.
Chiara, immersa in quella marea crescente di persone, si sentiva anche abbastanza a disagio. Stava appiccicata ad Antonio, cercando di non perderlo mai di vista. Mancava poco che la scambiassero per la sua ombra.
《Si può sapere quante persone hai invitato, Antò?》 domandò, con quella sua caratteristica cadenza romanesca nella voce.
《Non tantissime》 rispose vago lui. 《Qualche studio Ghibli, qualche videogioco, qualche anime. Il Tardis a volte fa miracoli, sai?》
Chiara stava per augurare ad Antonio di "fasse 'na notata a' Tevere", quando si trovò davanti Totoro. Un enorme, coccoloso, morbidoso e dolce Tororo. Lanciò all'amico un'occhiata in tralice, mentre girava intorno a quella specie di enorme e tenero roditore.
《Okay; forse possono restare》capitolò infine, suscitando una risata in Antonio.

E quindi, tutti belli e carini, vestiti da Babbi Natale, renne dal nasino rosso ed elfi, stavano insieme a fare un emerito nulla. Chiara, Noah ed Antonio erano seduti a chiacchierare, gli altri un po' sparsi in giro per la casa, facendo gli idioti.
Chiara si stiracchiò, assonnata e stanca dalla giornata. 《Shono ugna regna》 biascicò, tanto per fare qualcosa. Noah rise.
《Hai ragione, sei una bellissima renna》 concordò.
《 Ma sta' zitto, scemo》 ridacchiò lei.
Intanto, Antonio li guardava e cercava di non ridere. Chiara si era accorta chel'aveva fatta sedere proprio sotto al vischio?
Noah di sicuro sì, perché cercava in tutti i modi di farla girare verso di lui. Alla fine, stufo di aspettare, le prese il viso con una mano e la baciò. Uno di quei baci rapidi, casti, ma pieni di calore.
Antonio quasi scoppiò a ridere quando, dopo che Noah si fu alzato ed allontanato, notò l'espressione persa di Chiara. Aveva la fronte aggrottata, le guance di un colore simile al fucsia e la bocca coperta da una mano. Guardò Antonio stralunata.
《Che caspita è successo, Antò?》
Lui scosse la testa, ridendo. Si alzò anch'egli in piedi, dopo averle dato un buffetto sulla guancia.
《Buon Natale!》

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Capitolo 15
*** Mondo Emerso ***


Incredibile quanto tutto sia meraviglioso. Il cielo, il paesaggio, anche la Rocca è stupenda. Dio, come sono fomentata. Siamo nel Mondo Emerso, siamo nel Mondo Emerso, SIAMO NEL MONDO EMERSO.
Certo, siamo capitati in uno dei periodi peggiori della sua storia, probabilmente, ma è comunque il Mondo Emerso. E poi sapere che qui da qualche parte ci sono Nihal, Sennar, Aster... Certo, magari Nihal e Sennar potrebbero non essere ancora nati, ma ci sarà comunque Ido! E poi c'è Aster! Oddio, voglio abbracciare Aster, PERCHE' IN UN MOMENTO DEL GENERE VOGLIO ABBRACCIARE IL TIRANNO PER COLPA DI CUI POTREMMO MORIRE?
E se... e se fossimo in un'era futura? Dove un tizio sta cercando di imitare il mio Aster? E se invece fossimo finiti in un'epoca passata, e Aster avesse preso come modello il tizio che ha costruito quella Rocca che troneggia sopra di noi?
Prendo un respiro profondo. Sono ufficialmente uscita fuori di testa. Griderei per l'emozione, giuro. Sento che sto per esplodere.
Faccio un giretto per me stessa. Mi fermo un attimo a guardare il mare che avevo visto poco prima... e mi accorgo che non è mare.
«Il Saar!» Juliet mi lancia un'occhiata strana.
«Sì, il Saar. E con ciò?»
Come fa ad essere così... calma? Sorrido. «è uno spettacolo meraviglioso» mormoro, avvicinandomi un po' in quella direzione. «L'acqua scorre verso destra, ergo siamo per forza nel Mondo Emerso.»
Stavolta è Antonio a guardarmi confuso. «E tu l'hai capito da come scorre il fiume?»
Annuisco. «Se l'acqua fosse andata verso sinistra saremmo stati nelle Terre Ignote.» Faccio un altro giretto con lo sguardo intorno a noi e attivo la modalità GPS (Guarda 'sta Pora Stellina). «Non vedo altri fiumi in giro, quindi escludiamo la possibilità di essere nella Terra dell'Acqua. Nella Terra delle Rocce ci dovrebbe essere la Foresta di Pietra al confine con il Saar, quindi escludiamo anche questa opzione. Ovviamente, correggetemi se sbaglio, possiamo solo che essere nella Foresta della Terra del Vento.»
Emir e Juliet si scambiano uno sguardo divertito. Emir mi indica con il pollice. «Conosce meglio lei la geografia del Mondo Emerso che io» le dice. Juliet ride.
«Forse perché tu sei un idiota?»
Hey, penso, questo è il mio momento di gloria. Quindi ritorno a fare il mio lavoro da onesta figlia di Atena. Indico la mia sinistra. «Lì c'è la Terra delle Rocce. Non ci conviene andare in quella direzione, potremmo incontrare delle truppe del Tiranno. Dall'altra parte c'è la Terra dell'Acqua. Certo, a seconda del periodo in cui siamo arrivati qui potrebbe esserci l'esercito del Tiranno anche lì, ma per ora penso sia la miglior soluzione.»
Il sorriso che poco prima si era dipinto sul volto di Emir scompare nel giro di poco. Ora sta facendo saettare lo sguardo tra me e Juliet, sembra indeciso. Apre la bocca due o tre volte prima di riuscire a parlare.
«Senti, piccola, dolce, adorabile Chiara.» Mhh. Sento che c'è qualcosa che non quadra. «Per quanto io accetti i vostri pensieri... ehm, divergenti, rispetto ai miei... io sono pur sempre un soldato a servizio del Tiranno.»
La mia reazione e quella della mezzelfo non si fanno aspettare. Juliet serra improvvisamente la mascella, io inizio a mordicchiarmi l'interno della guancia. Dannazione, è vero. Ero così presa dalla situazione che non avevo minimamente pensato a cosa avrebbe fatto Emir.
Ora sta assumento un'aria colpevole, con il solo risultato di far sentire colpevole me. «Scusatemi, ma non posso proprio venire con voi. Escludendo il fatto che potrebbero riconoscermi e condannarmi a morte, cosa che ovviamente rientrerebbe negli effetti collaterali della situazione... non me la sento proprio di andare dritto tra le braccia del nemico. Non mi fido di loro.»
Oddio. Non mi sono mai sentita così in colpa in vita mia. Mi dispiace così tanto. Perché tutte le scelte che faccio mi si rivoltano contro, prima o poi?


Mi avvicino a Chiara, guardandomi distrattamente intorno. Quindi... questo è il Mondo Emerso.
«Beh, non male» le dico. «Anche se ho visto di meglio.»
Chiara mi fulmina con lo sguardo, insieme ad Emir e Juliet - mi pare si chiamino così. Beh, cosa vogliono? Sospiro. Non possono mica avere sempre ragione. «E va bene, è bello. Ma cosa co facciamo qua, fermi? Dovremmo andarcene, no?»
Chiara arrossisce. Si stringe le braccia al petto, spostando il peso da un piede all'altro e accennando un sorriso. «Sì, okay, ma Aster, Ido, Nihal, Sennar... e poi, visto che siamo qui, potremmo anche lasciare Juliet ed Emir, se siamo finiti nel loro tempo. Non possiamo rimanere cinque minuti?»
Cerco di ignorare l'occhiataccia che Juliet ha lanciato a Chiara quando ha nominato il Tiranno, ma il suo sguardo è pressocché uguale a quello che immagino di avere. «O-okay, lo prenderemo come una pausa» balbetto confuso.
Chiara sorride. Sembra davvero molto felice.

Nel frattempo che Emir pensa a cosa fare - ho scoperto anche che le occhiate che Chiara, Emir e Juliet mi avevano "regalato" prima erano state perché avevo interrotto la discussione, non perché avevo criticato il Mondo Emerso - io, Chiara e Juliet ci facciamo una passeggiata.
Questo terra, anche se ho già dimenticato il nome, è davvero un bel posto. Certo, non sarà mai ai livelli del "posto segreto" di Howl, ma in fondo non è niente male. Chiara è così contenta che preferisco tenere per me questi pensieri.
Va tutto bene, finché (ZAN ZAN ZAN) incappiamo in un manipolo di qualche soldato in perlustrazione.
Per un attimo, prima di attaccarci, ci guardano completamente stralunati. Forse perché siamo vestiti in modi completamente diversi da quelli di moda nel Mondo Emerso, forse perché riconoscono Juliet - che, da quanto so, per un certo periodo è considerata una traditrice da entrambe le fazioni che lottano nel Mondo Emerso. Fatto sta che ci attaccano.
Lancio un occhiata a Chiara, mentre Juliet ci spinge di lato e ci consiglia di allontanarci. La prendo per un braccio e, seguendo gli ordini della ragazza-guerriero, la trascino un po' più in là.
Chiara mi afferra il braccio con foga, facendomi quasi male. Certo che potrebbe anche tagliarsele, le unghie!
«Anto', che famo?» Dalla voce e dall'espressione, direi che ha un po' paura.
«Siamo in maggioranza numerica, calmati» le dico, per cercare, appunto, di calmarla. La frase sembra avere l'effetto opposto da quello desiderato, perché Chiara mi guarda male.
«Anto', qui ce stamo solo noi tre! L'altri stanno tutti al Tardis DANNAZIONE NON VOGLIO MORI' QUI!»
«CHIARA, SEI UNA CINTURA MARRONE DI KARATE» ribatto.
«-DIO, A CHE PENSI CHE MI SERVANO DELLE MOSSE DI KARATE CONTRO DELLE PERSONE ARMATE?»
Poi guarda Juliet, e sembra calmarsi, almeno apparentemente. Un po' sono geloso: perché io non sono riuscita a calmarla?
Poi mi volto, e capisco. Juliet ha le mani circondate da fiamme di fuoco, gli occhi che brillano e fissa in un modo inquietante i soldati. Per un attimo, ho paura anch'io.
«Beh, Yoshi, stanno arrivando» sento mormorare Chiara, a voce così bassa che riesco a mala pena a capire le parole. Annuisco.
«Penso che quelle guardie hanno appena deciso di celebrare il loro funerale.»

 

.:: Angolo degli autori ::.
Woooo we're back!
Salve gente. Se ve lo state chiedendo no, non sono fomentata: di più. Mio padre ha comprato una sottospecie di modem per il wifi, E ORA FINALMENTE HO IL WIFI A CASA. Anche se il computer è senza antivirus e devo cercare di usarlo il meno possibile...
Anyway, ovviamente cercherò di tornare a postare più regolarmente c:
Bacioni, e scusateci ancora per tutto questo tempo in cui non abbiamo fatto assolutamente nulla <3

PietraGhiaccio0608

 

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