la giovane stark

di Fanny_96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio di tutto ***
Capitolo 2: *** La partenza ***
Capitolo 3: *** Il viaggio ***



Capitolo 1
*** L'inizio di tutto ***


Gli occhi di Julia quella mattina facevano veramente fatica a rimanere aperti. Erano giorni che non dormiva, occuparsi della madre non era facile, ma lei lo faceva con piacere. Mentre preparava il thè, un ragazzo biondino dagli occhi verdi si affacciò alla finestra, facendola sobbalzare: -Perché non sei venuta a scuola oggi?- -Will! Mi hai spaventata!- Il ragazzo sorrise e si arrampicò sulla finestrella ed entrò dentro la modesta cucina. -Non hai risposto alla mia domanda- Julia si rattristò un pò. Will capì dall'espressione dell'amica: -Come sta?- Una lacrima scese sulla guancia di Julia. -Sta male. Molto male. Sta morendo Will.- La ragazza si gettò tra le braccia dell'amico, scoppiando in un pianto incontrollato, mentre lui la cingeva a se con un' espressione triste e rassegnata sul volto. Una debole voce provenì dall'altra stanza, chiamando Julia. Quest'ultima si asciugò le lacrime in fretta e cerco di fare un sorriso, anche se era evidente che era molto tirato. I due ragazzi, si diressero nella stanza affianco, dove su un letto giaceva una giovane donna, che però sembrava molto più grande rispetto alla sua età, provata e distrutta dalla sua malattia. -Mamma sono qui- La donna fece un debole sorriso e si girò verso il ragazzo: -Will, anche tu qui? Che piacere- Il ragazzo sorrise alla donna. -Il piacere è mio Annette. Come ti senti oggi?- -Come se stessi per andare tra le braccia del Signore- Scherzò la donna, anche se dall'espressione dei suoi occhi, non sembrava tanto uno scherzo. -Non dire così Annette. Noi abbiamo ancora bisogno di te.- La donna si rivolse alla figlia: -Allora, me lo porti questo thè?- -Subito mamma- Rispose la ragazza, sparendo poi nell'altra stanza. La donna si girò verso il ragazzo e lo guardò dolcemente: -Sei diventato un gran bel giovanotto Will. Non permettere a quel porco di tuo zio di rovinarti, va via da quella casa, e porta con te Julia. Mia figlia è forte, ma non ce la farà da sola. Ha bisogno di te, ora che io non sarò più qui con lei. Ci sono verità che non ho mai rivelato a mia figlia, e che tutt'ora, in punto di morte, non ho il coraggio di rivelarle. Ma arriverà il momento in cui dovrà scoprirle. Ti prego Will, non lasciarla sola. Proteggila. Promettimelo.- Il ragazzo fece una faccia interrogativa, non sapeva di cosa stesse parlando la donna, ma rispose comunque: -Daccordo. Te lo prometto.- In quello stesso istante Julia tornò con un vassoio in mano con del thè sopra. Lo poggiò sul comodino affianco al letto della madre e si sedette accanto a lei. La madre prima fissò la figlia e poi Will, che capì al volo e disse: -Io ho una sete tremenda, vado a prendermi un bicchiere d'acqua.- Non appena il ragazzo si fu allontanato, la madre si rivolse a Julia: -Perché quello sguardo triste? Hai paura per me?- -Tu hai paura per te stessa?- -No. Presto starò bene. Ma tu te la caverai?- Di nuovo una lacrima solcò il viso della più giovane -Non posso farcela senza di te mamma. Per favore non mi lasciare.- La donna, usando quanta più forza le era rimasta in corpo, alzò il braccio e asciugò la lacrima della figlia con la mano -Ascoltami Juliet. C'è una cosa che devo dirti, ma ti prego, non ti arrabbiare con me perché non te l'ho mai detto prima, l'ho fatto per proteggerti. Un giorno quando scoprirai la verità, capirai tutto. Non sarò io a dirtela, non ne ho mai avuto il coraggio. Ma sarà un'altra persona che deciderà se dirtela o meno. Un'altra persona con cui anche se non lo sai, sei legata in qualche modo. Ascoltami bene. Nel mio comodino c'è una lettera, prendila, promettimi che non la aprirai, ma che la porterai ad una persona. Poi questa se vorrà ti dirà tutto.- Julia guardò sconcertata la madre, ma sapeva che non aveva molto tempo, così disse: -Te lo prometto. Dimmi, chi è la persona a cui devo portare la lettera?- -Tony Stark.- Julia rimase sbigottita. -Aspetta, quel Tony Stark? Mamma stiamo parlando di una delle persone più famose al mondo, che tra l'altro vive in America! Come posso portargliela?- -Dietro la busta c'è scritto il suo indirizzo. E nel salotto, sotto l'asse del pavimento che scricchola, ci sono i miei risparmi. Probabilmente, non saranno sufficienti, ma sono già qualcosa. Sfrutta il tuo cervello e le tue invenzioni piccola mia.- -Ma tu come conosci l'indirizzo di Stark? E perché devo portargli questa lettera? Cosa mi nascondi mamma?- La donna tossì e alcune leggere lacrime iniziarono a scenderle sulle guange. -Non c'è tempo figlia mia, vieni qui abbracciami- La donna strattonò dolcemente la ragazza per farla abbassare e l'abbracciò, sussurandole all'orecchio quattro parole: -Ti voglio bene Julia.- La ragazza strinse ancor più forte la madre: -Anche io mamma, tanto.- Le lacrime continuarono a scendere sul viso di entrambe, la madre guardò beatamente verso l'alto, con un sorriso stampato sul volto. Piano piano, la stretta attorno a Julia si fece più leggera, e le palpebre le calarono lentamente sugli occhi, fin quando non si chiusero per sempre. Un urlo di disperazione lacerò il silezio di quel momento e Will accorse dalla cucina: -Julia cosa suc... Oh no- Qualche lacrima iniziò a bagnare anche il volto del ragazzo, che si andò a sedere affianco a Julia e le posò una mano sulla spalla, mentre lei si disperava piangendo sull'ormai immobile corpo della madre. Per un solo attimo, alzò gli occhi verso la finestra, dalla quale il sole filtrava con tutti i suoi raggi inondando la stanza di luce. Julia era arrabbiata anche con il sole, perché doveva rendere così surreale quel momento? Non poteva illuminare tutto. Perché il suo mondo era appena diventato buio.

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Capitolo 2
*** La partenza ***


[Alcuni mesi dopo]. Era ormai tardo pomeriggio, quando Julia si svegliò e andò in cucina per prepararsi un caffè. Mentre metteva delicatamente la polvere di caffè dentro una macchinetta, un biondino si affacciò alla finestra salutandola con un buongiorno a voce molto alta. Julia sobbalzò e la polvere di caffè le cadde tutta sul pavimento. -Will! Devi smetterla! Prima o poi mi farai venire un'infarto!- Disse sbuffando la ragazza, mentre si inchinava a raccogliere la polvere da terra. Il ragazzo si arrampicò sulla finestra e saltò dentro la cucina con un tonfo. Julia lo guardò di sbieco: -Guarda che ce l'ho una porta!- Will le rivolse un sorriso beffardo: -Lo so. Ma così è più divertente!- Julia gli fece la linguaccia e tornò a preparare il caffè. -Lo vuoi tu?- -Bhè visto che ti ci trovi, perchè no!- Julia mise la macchinetta sul gas e si girò verso l'amico: -Tuo zio?- -Alla sala giochi credo, come al solito. Allora, hai deciso quando si parte?- -Non lo so ancora Will. I soldi di mia madre non bastano e al bar non mi pagano più di tanto. E poi, manca ancora qualche mese al mio diciottesimo compleanno, non so se in effetti i minorenni possano prendere un aereo senza essere accompagnati.- -Io te l'ho detto! Se vuoi posso prendere un pò di soldi a mio zio, non se ne accorgerà nemmeno. E poi, anche se se ne accorge, teoricamente sono miei perciò...- -Teoricamente si, ma di fatto sono suoi Will. Ti ricordi l'ultima volta che gli hai preso dei soldi? Non sei potuto venire a scuola per una settimana per come ti aveva conciato! Ti diverti tanto a farti picchiare da lui?!- Il ragazzo si irrigidì: -Ormai non lo fa più, ha capito che ho imparato a difendermi. E poi, una volta che gli avrò preso i soldi, non potrà fare niente, perché sarò già lontano prima che lui se ne accorga. E poi tra poco sarò maggiorenne, sa che reclamerò la mia eredità. Probabilmente da un giorno all'altro assolderà un sicario e mi farà ammazzare!- Julia lo guardò seria: -Ora non esagerare- -Non esagerare?! Lo ha già fatto con i miei genitori, chi può dire che non lo farà anche con me?!- Disse il ragazzo alterandosi, con una nota di rabbia nella voce. Julia posò la mano sul braccio dell'amico. -Hai ragione. Mi dispiace.- Will sembrò calmarsi: -No, scusami tu. È solo che...- Il ragazzo andò a sedersi sul bordo del camino e si prese la testa fra le mani: -È solo che sono 13 anni che aspetto questo momento. Non ho mai avuto il coraggio di scappare, ma ora ne ho la possibilità, e non voglio sprecarla.- Julia gli rivolse uno sguardo compassionevole, ripensando alla storia che il ragazzo le aveva raccontato milioni di volte. Julia sapeva che era vera, anche sua madre ne era certa, infatti quest'ultima, era una cara amica dei genitori di Will e una volta le raccontò che poco tempo prima di morire, la madre di Will le aveva confessato che temeva che qualcuno stesse cercando di farli fuori. Ricordava la faccia di Will quando afflitto, le raccontava di come il jet che portava i suoi genitori era cascato in mare, e di come lui ricordava la faccia di suo zio quando arrivò la notizia, non era mai stato così felice. Questi aveva sempre odiato sia lui che i suoi genitori, e sempre desiderato la loro ricchezza. Will era convinto che era stato lui a far uccidere i suoi genitori, ma non aveva mai avuto le prove per incriminarlo. Non aveva mai capito il motivo per cui non aveva fatto fuori anche lui, finchè una volta non lo sentì parlare con il suo sicario di fiducia: "Se morisse adesso, tutti sospetterebbero di me. È ancora un ragazzino, finchè non diventerà maggiorenne, non sarà un problema per me, le mie domestiche si occupano di lui. Per ora, il tuo lavoro è finito. Ti richiamerò quando ne avrò bisogno." Julia spense il gas sotto la macchinetta e verso il caffè il due tazzine, passandone poi una al ragazzo: -Tieni, lo zucchero sai dov'è.- Il ragazzo alzò la testa e prese la tazzina: -Grazie. E tu sai che lo prendo amaro.- Julia gli sorrise. Entrambi bevvero il caffé in silenzio e subito dopo si accesero una sigaretta. -In America ci vive mio zio Bill, te lo ricordi?- Disse il ragazzo tra una tirata e l'altra. -Chi quello che ha litigato con lo stronzo per il tuo affidamento dopo la morte dei tuoi?- -Si lui. Lui mi voleva veramente bene. Non gli importava dei soldi, ne aveva già abbastanza di suo. Gli importava di me, veramente. Voleva prendermi con se alla morte dei miei, lui e sua moglie non possono avere figli e credo che sia per questo che mi volevano così bene. Credo che mi abbiano visto come il figlio che non hanno mai avuto. Ma naturalmente mio zio gli ha impedito di prendermi con loro. Ricordo che quel giorno mi picchiò, e mi disse che dovevo dire alle autorità che era stato zio Bill a farlo, o me ne avrebbe date delle altre. Io avevo paura e ho fatto quello che lui mi ha detto, e così il giudice mi ha affidato a lui, e ha vietato a mio zio Bill di avvicinarsi a me o anche solo di chiamarmi. È stato malissimo per questo, ma credo che mi abbia perdonato, perchè aveva capito tutto. Ma questo non c'entra niente. Il punto è che se riesco a mettermi in contatto con lui, una volta che saremo arrivati in America, avremo un posto dove stare, e un passaggio per Malibù. Ricordo ancora il suo indirizzo, vive a Santa Monica, non dovrebbero essere troppo lontane tra di loro.- Julia fissò l'amico pensierosa: -Il problema è arrivarci in America Will.- Il ragazzo si girò e iniziò a fissarla con un sorriso, finchè lei non se ne accorse: -Che c'è?- -Niente è che sei buffa quando pensi.- Julia gli fece la linguaccia, e il ragazzo, l'ammirò nel suo splendore: alta più o meno 1.70 m, magra dalle giuste forme, i capelli ricci e color rosso ramato, corti da un lato e lunghi dall'altro, il viso perfetto, gli occhi blu intenso, il sorriso che sembrava sempre un pò beffardo, stampato in volto. Dalla madre aveva ripreso solo gli occhi e il colore dei capelli. Si disse Will, che se assomigliava a suo padre così tanto come diceva Annette, questi doveva essere veramente un bell'uomo. Julia, contraccambiò lo sguardo di Will, abbastanza più alto di lei, magro, biondo e con due smeraldi al posto degli occhi, il sorriso bellissimo. Continuarono a fissarsi così, fin quando Will non si fece serio e si rivolse all'amica con una faccia da folle: -Julia!- Disse stringendo le spalle all'amica. -Ho appena avuto un'idea brillante! Perché non ci ho pensato prima! Dobbiamo sbrigarci corri a preparare tutto! Ci vediamo dopo!- Julia più confusa che mai bloccò l'amico: -Aspetta, fermo! Che diavolo stai dicendo?!- Il ragazzo tentò di spiegare tutto di fretta: -Stasera parte la nave per la California! Ci metterà un secolo ad arrivare, ma almeno possiamo partire!- -Scherzi? Sai quanto costerà un biglietto all'ultimo momento? Sempre che lo possiamo fare!- -Ma no! Quale biglietto! Conosco uno che ci lavora lì, un amico. Fa imbarcare gente di nascosto sulla nave in cambio di compensi.- -Non possiamo farlo Will! È illegale!- Will sbuffò. -Ascolta Julia. Mi hai chiesto di nascondere la lettera di tua madre, altrimenti tu saresti stata tentata di aprirla e venir meno così alla tua promessa. Adesso abbiamo la possibilità di partire, così finalmente potrai consegnare la tua lettera e scoprirne il contenuto. Io posso finalmente scappare da casa di mio zio e andare da mio zio Bill. E nel tutto ho promesso a tua madre che ti avrei aiutata e ti avrei accompagnata e protetta.- -Non ho bisogno di protezione- Fece Julia impettita. -Sai qual'è il punto.- Le fece il ragazzo. Julia ci penso un pò su e poi disse: -E dove arriverà di preciso la nave?- -Los Angeles- -Ecco razza di genio, e se usiamo i soldi per il viaggio e per mangiare, mi dici come ci arriviamo da Los Angeles a Santa Monica?! Non dirmi che prenderai i soldi a tuo zio, perché nel portafoglio non può avere più di 50 euro contanti, e tu non la sai la password della cassaforte!- Will si morse il labbro, rendendosi conto solo in quel momento del problema, ma poi si illuminò: -Useremo i tuoi skateboard! Quelli a motore!- -Cosa? Will non mi sembra una buona idea. Non li ho ancora collaudati.- -Bhè puoi farlo ora.- Julia parve pensarci e poi si rivolse a Will: -A che ora si parte?- -Si! Evviva! Fantastico! Fatti trovare pronta per le 7.30 p. ok?- Julia guardò l'orologio erano le 6.30 pm. -D'accordo mi sbrigherò!- Will la salutò di corsa e uscì fuori dalla finestra saltando dalla felicità. "E vabbene" pensò Julia fra se e se. "È arrivato il momento. Presto scoprirò che cosa mi nascondi... Tony Stark."

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Capitolo 3
*** Il viaggio ***


Julia e Will arrivarono in tempo per la partenza della nave e finalmente riuscirono ad imbarcarsi. Mentre la nave si allontanava dal porto, Julia si appoggiò alla ringhiera e si mise a guardare il tramonto scendere sulla sua amata Blackpool. Will le si avvicinò: "Rimane comunque la città più bella del mondo." "Ora non esageriamo. Però è una bella città, si. Mi mancherà un pò." Julia si girò verso l'amico: "Lo stiamo facendo davvero?" Will sorrise: "Ehi, detto così potrebbe essere frainteso!" Julia rise e diede una botta piano all'amico. "Idiota." Will rise a sua volta e poi si rivolse di nuovo all'amica: "Che ne dici, ci facciamo un giro all'interno?" Julia guardò l'amico e sospirò: "Sei proprio impossibile. Il tuo amico che ci ha fatti imbarcare ha detto di starcene buoni e non dare nell'occhio." "Ehi ho detto se ci facciamo un giro, mica ho detto che dobbiamo farlo nudi mentre balliamo la macarena!" Julia rise ancora: "Sei proprio impossibile. Va bene, andiamo!" Mentre camminavano qualcu andò a sbattere contro Julia, facendola cadere a terra: "Ehi stia più attenta!" "Scusami ti prego, mi ero distratta!" Julia si rialzò e lei e Will guardarono la persona che avevano davanti, una donna piuttosto giovane, alta più o meno come Julia, dalle sue stesse forme, dai lunghi e lisci capelli mori e gli occhi dello stesso colore. Un secondo dopo, i due esclamarono all'unisono: "Miss Collins?!" "Juliet?! Will?! Che ci fate voi qui??" "Potremmo farle la stessa domanda." La sfidò Will. "Non ho niente da nascondere, se voi foste venuti negli ultimi 2 mesi almeno un giorno a scuola, sapreste che ho lasciato la cattedra per partire per l'America." Rispose semplicemente l'insegnante. "E perché?" Chiese Julia con curiosità. Miss Collins arrosì: "Bhè ecco... Io... Bhé non sono affari vostri. Voi piuttosto, mi dite perchè siete qui?" "Per il suo stesso motivo, siamo diretti in America." Rispose Will. "Perché?" "Affari personali." Rispose stavolta Julia. "Bene" "Bene" "Bene". Miss Collins sbuffò: "Ok. D'accordo. Sentite, mi dispiace se sono stata un pò severa con voi nell'ultimo periodo in cui siete venuti a scuola. Ma siete dei ragazzi così intelligenti e mi disp..." "Si si, ok. La conosco la storia. Lei ci vuole bene ed è per questo che faceva la stronza, eccetera eccetera." La interruppe Julia. La prof. Sospirò: "Ah. Grazie. Sempre molto carina." "Si lo so!" Julia sorrise. "Qual'è la vostra stanza?" Chiese la prof. Ansiosa di cambiare argomento. "Oh" Fece Will. "Ehm" Lo seguì Julia. E poi insieme dissero uno la 23 l'altra la 96. La prof li guardò di sbieco: "23 o 96?" "Ehm 23, 23." Fece Julia. Will le annuì dietro. La prof li guardò male: "Veramente? Ma guarda, c'è qualcosa che non va." Infilò una mano nella borsa e tirò fuori una chiave. "La 23 è la mia." Julia e Will sospirarono rassegnati alla loro sfortuna. "Allora cosa c'è dietro?" Will si guardò intorno per controllare che non ci fosse nessuno e a bassa voce le raccontò del loro imbarco. "E dove dormirete ora?" "Bhè a questo in realtà non ci abbiamo pensato. Fuori credo. Ci sono delle panchine." Le fece Will accorgendosi solo in quel momento di non avere un posto letto. Miss Collins sospirò di nuovo: "Si certo con questo freddo. Ho capito dovrò finire nei guai per colpa vostra, me lo sento. State attenti a non farmi beccare. Starete da me." "Cosa? Non si preoccupi Miss" Fece Julia "Non mi preoccupo." "Ma..." Provò a controbbattere Julia, che però fu fermata dalla prof. "Niente ma. Il mio era un ordine. Forza portate venite a portare le borse dentro la camera."I giorni passarono veloci, e l'incontro con Miss Collins si dimostrò tutt'altro che negativo, anche la convinvenza con lei andò piuttosto bene. Julia e Will le raccontarono della lettera, dello zio di Will e di Tony Stark. "Come arriverete da tuo zio Will?" "Con questi!" Disse Will mostrando i due skateboard alla prof. "Con degli skateboard? Ci metterete cent'anni." "Oh ma non sono normali skateboard!" "Che vuoi dire?" Stavolta fu Julia a rispondere: "Li ho modificati io. Ci ho messo dei motori, anche se non sono potentissimi. Ho preso l'idea dal mio manga preferito: Detective Conan. Sa Miss, io adoro i gialli. Ho letto tutti i libri di Conan Doyle e Detective Conan é un manga giallo, che parla di questo ragazzo, divenuto bambino, che è un detective. Sa anche io sono diventata brava ad indagare." "E che c'entrano i detective con questi skateborad?" "Bhè in questo manga c'è uno scenziato, che per aiutare il giovane detective ha fatto un sacco di invenzioni. E questa é tra quelle. Ora sto sperimentando anche altre invenzioni." "Bhè forte!" "Già, ma sono inutili, il materiale che ho usato per questi motori è scadente e non dureranno molto, non arriveremo mai fino a casa dello zio di Will." "Se volete io devo arrivare da quelle parti, o meglio, a qualche chilometro da lì, ci andrò in taxi, quindi potete venire con me fino a li!" Julia e Will si guardarono e risposero insieme: "Va benissimo" "Grandioso, grazie Miss." Fece Julia e Will la seguì con i ringraziamenti. Passarono altri giorni, molti giorni e finalmente arrivarono nella splendida Los Angeles. E dopo una giornata da turisti per la città (nessuno dei tre se la voleva perdere) presero il taxi. Il viaggio non fu troppo lungo e la prof li lasciò nei pressi di Santa Monica. "Bhè allora ciao ragazzi. Vi lascio il mio numero nel caso avreste bisogno del mio aiuto. E anche per farmi sapere come è andata. Fatevi vivi ok?" "D'accordo Miss. Grazie di tutto. Ci vediamo." Le risposero i due. Dopo un abbraccio la prof tornò sul taxi. I ragazzi misero a terra gli skateboard, ci montarono sopra e li misero in moto, ma un secondo prima di partire, Julia si girò verso la prof. Che stava per ripartire: "Ehi Miss" "Si?" "Buona fortuna col suo uomo!" "Ma tu come...?" Julia sorrise. "Glielo ho detto. Sono una 'detective'!!" Poi i due partirono con gli skateboard a tutta velocità, con il vento che gli sferzava il viso. Julia guardò Will e sorrise. Finalmente erano in America. Finalmente il loro sogno stava diventando realtà. Finalmente la verità sarebbe venuta a galla. Finalmente sarebbero stati felici.
Vi prego perdonatemi per l'immenso ritardo, lo so che vi avevo promesso che avrei pubblicato presto, ma sono stata molto impegnata e poi mi è mancata l'ispirazione per un pò. Ringrazio tutti quelli che l'hanno letta e recensita! Spero che questo nuovo capitolo vi piaccia! Prometto che aggiornerò presto! Un bacio a tutti!

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