...ti penso...

di keiko 93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** ti penso...2 ***



Capitolo 1
*** 1. ***


“ sono a casa”

 

…TI PENSO…

 

 

“ sono a casa”

 

Da quanto non sento più questo suono?

 

Giorni, forse settimane.

 

 In questo momento,

 mentre i miei pensieri volano a te,

tu sei là,

a combattere contro chi sa quale nemico,

lontana 500 anni dalla tua famiglia,

dalla tua vita.

 

Tra quanto tutto tornerà come prima?

 

Quanto dovrò aspettare prima di rivederti prendere la tua normale routine?

 

Quando uscirai da quel pozzo per non rientrarvi più?

 

Questa è la tua vita, mia piccola e dolce Kagome, e io accetto

queste tue scelte con un sorriso.

 

Forse d’orgoglio,

 

forse di circostanza.

 

Tu non sai quanto odio questa maledetta storia!

Quel pozzo vorrei che sparisse!

 

Soprattutto perché…

 

Me ne sono accorta, cosa credi?

 

Ogni volta che torni hai un frammento in meno di gioia negli occhi.

 

Quella gioia che da bambina ti rendeva unica e speciale.

 

Oltre quel pozzo,

 

oltre il tempo e lo spazio…

 

cosa ti fa soffrire?

 

Da quando hai iniziato tutti questi viaggi,

la tua felicità si sta sgretolando lentamente,

straziando quel cuore un tempo tanto puro.

 

Dov’è finita la giovane ragazza solare,

 

piena di vita,

 

sempre allegra

 

e convinta che incontrerà l’uomo della sua vita girando

l’angolo?

 

Perché non riesco più a scorgere quel dolce principio di sana

Vitalità che una volta era

Parte costante di te?

 

Stai crescendo,

stai diventando una donna,

e con la vita che ti scorre nelle vene impari le difficoltà della

vita.

 

Mi rammarico,

perché cresci senza di me,

senza il mio sostegno.

 

Sono tua madre, Kagome,

e vorrei esserti vicina.

 

Vorrei essere li,

affianco a te,

al tuo cuore sofferente,

alla tua anima che temi non sia tua.

 

Kagome, ma perché non lo capisci?

Tu sei tu,

non sei nessun’altro.

Non sei la reincarnazione di niente,

la brutta copia di qualcuno che è stato.

 

Bambina mia,

smettila di soffrire.

 

Tu sei tu,

perché non lo riesci ad accettare?

 

Pensa,

rifletti,

usa quella testa sveglia a cui tutti vogliamo bene.

 

chi potrebbe darci la gioia che tu dai?

 

Chi potrebbe farci sempre ridere con le sue storie?

 

Chi soffre come soffri tu?

 

Chi ama in quel tuo dolcissimo modo?

 

Dimmelo, kagome…

 

Chi, se non tu?

 

Sei convinta che chiunque pensi a te,

vedi l’altra.

 

Ma non è vero.

 

Non passa giorno,

piccola mia,

non passa secondo

che non penso a te.

 

A te e a nessun’altro.

 

A nessun’altra donna morta,

a nessun amore passato di Inuyasha,

a nessun fantoccio di terra e ossa, ancora su questa terra per il capriccio di una donna con smanie di potere.

 

No, kagome,

io tutta la mia vita la passo a pensare a te.

 

A te e al tuo sorriso puro,

 

a te e al tuo amore sconfinato,

 

a te che solo con la tua presenza porti gioia nel nostro piccolo mondo.

 

Si,

io penso a te.

Alla piccola creatura che io stessa ho generato,

quella bambina di cui non smetterò mai di essere orgogliosa,

a quel cucciolo già cresciuto.

 

Soffri come non hai mai sofferto,

eppure non vuoi mollare.

 

Vuoi continuare ad andare dall’altra parte,

anche sapendo che ti basterebbe un solo gesto e tutto finirebbe.

 

Sorrido triste,

pensando che sei sempre stata una ragazza orgogliosa,

sempre dovuta a rimettere a posto i tuoi errori.

 

Ti ho insegnato bene,

e stai diventando in gamba.

 

Ma è troppo la devozione con cui vuoi superare questa faccenda.

 

Piccola bimba testarda.

 

O forse no.

 

Forse non è solo testardaggine,

forse nemmeno orgoglio.

 

Ma allora cos’è?

 

… amore?

 

Già,

ci posso girare intorno finchè voglio,

ma,

in fondo al mio cuore,

so che lo fai per amore.

 

Il nostro non ti basta più.

 

Hai scoperto quell’amore diverso,

cosi bello,

che ti fa battere il cuore a tre mila,

che ti fa tremare le gambe,

che ti fa arrossire per uno sguardo.

 

Non sono gelosa,

perché so cosa vuol dire amare.

 

Solo, vorrei che capissi,

che tornassi.

 

Passo davanti alla tua camera

e piango i giorni in cui tu eri sempre in quella stanza.

 

Piango le tue risate,

piango i tuoi battibecchi con Sota,

piango il tuo impegno a scuola.

 

Ti rivoglio qui.

 

Perché i tuoi amici dall’altra parte del pozzo possono avere tutto di te?

 

Perché dai tutto a loro,

privando noi del sole che illumina i nostri giorni?

 

Sono egoista,

lo so,

ma lo sei pure tu.

 

Perché sei lontana,

perché ci fai vivere sempre nel dubbio che ti sia capitato qualcosa.

 

Perché stai lasciando tuo nonno senza una nipote,

 

perché Sota non ha più una sorella.

 

Ma soprattutto perché mi stai togliendo la gioia di avere una figlia.

 

Non mi pento di averti lasciata andare.

 

Mi pento solo di permettere che il mio angelo soffra,

che gli vengano tolte le ali della felicità,

senza più la possibilità di tornare a volare verso il cielo.

 

Mi asciugo l’ultima lacrima,

pensando che tu non vuoi che io pianga.

 

Tu vuoi solo la nostra felicità,

e lo so bene.

 

Solo che nella tua ingenuità non capisci che sei tu il nostro bene.

 

Alzo lo sguardo e guardo quelle nuvole candide che ti piacciono tanto.

 

E adesso sorrido,

 ricordando tutte le ore passate sdraiate sull’erba,

mentre Sota giocava a calcio,

con Bujo addormentato sul tuo ventre,

a giocare a inventare ciò che le nuvole potrebbero essere.

 

Ricordi?

Ricordi quando quel nuvolone candido mi era sembrato un orco,

mentre tu ci avevi visto un angelo?

 

Un angelo che si è allontanato veloce,

che ha preso la strada azzurra del cielo.

 

Proprio come te.

 

Torna presto,

bambina mia,

noi saremo sempre qui ad aspettarti.

 

Ad aspettare il tuo sorriso,

le tue storie.

 

A vedere come sei cresciuta,

come sei cambiata.

 

Noi siamo sempre qui,

kagome,

senza tante storie come te,

ma con tutto il nostro amore,

con tutta la voglia che abbiamo di vederti.

 

Ti voglio bene,

bambina mia,

angelo dei miei giorni.

°°§°°

 

Ciaoooo!!! Ecco una mia nuova creazione! Tanto x cambiare (-.-‘’) non mi sento sicura del finale… solo che non sapevo come finirla!! T.T sorry… cmq questo è solo il primo chappy, infatti sono ( sarebbero…) tante piccole auto-conclusive con i pensieri di tutti… dico sarebbero xk se non commentate non continuo >.< ( voi: k nessuno commenti!!!!!!!) cattiviii!! Vabbè, cmq commentate e datemi tanti consigli!!! Oki? Bacioni, keiko!

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** ti penso...2 ***


Sorellina…

...TI PENSO…

Sorellina…

 

Sorellina, mi manchi tanto.

 

Dove sarai in questo momento?

 

Cosa starai facendo?

 

Combatti contro Naraku?

 

Oppure stai chiacchierando con i tuoi amici?

 

Parli mai di me?

 

Racconti le nostre storie?

 

I nostri litigi?

 

Le nostre risate insieme?

 

…Parli mai di me?

 

Di quel fratellino un po’ codardo e testone che ti vuole cosi bene?

 

Già, perché io ti voglio bene.

 

Sto crescendo Kagome,

 

ma tu non ci sei.

 

Non mi vedi cambiare di giorno in giorno,

 

non segui il veloce processo che mi sta portando a essere un uomo.

 

Sto male, sorella…

 

Ho mille domande che mi offuscano la mente,

 

che rendono grigi i miei giorni…

 

quanto tempo è passato da quel lontano giorno che tu facevi

15 anni?

 

Da quanto questa storia va avanti?

 

Non mi ricordo nemmeno più cosa vuol dire svegliarmi e vederti giù a tavola, a mangiare con tutti noi.

 

Mi sono scordato com’è vederti battibeccare col nonno,

ridendo di gusto.

 

Ho voglia di vederti, sorella.

 

Di parlarti,

di ridere,

di litigare…

 

tutto mi andrebbe bene.

 

Perché più passa il tempo, più mi rendo conto che non sono mai riuscito a dirti…

 

A dirti un segreto,

 

la mia piccola verità,

 

una consapevolezza difficile da esprimere a parole.

 

Infondo,

non ne avevo mai avuto bisogno.

 

Ti ho sempre avuta accanto,

tutte le mattine,

i pomeriggi,

le sere,

le notti.

 

C’eri sempre,

con le tue parole gentili,

con il tuo sostegno,

con il tuo sorriso che mi faceva dimenticare anche l’incubo più brutto.

 

E io non ci avevo mai dato peso.

 

La consideravo una cosa scontata,

come la colazione pronta tutte le mattine.

 

Eppure adesso sento il bisogno di dirtelo.

 

Forte,

chiaro,

cosi che non te lo dimentichi più…

 

ti voglio bene, Kagome.

 

Te ne voglio tanto.

 

E vorrei che tu arrivassi adesso,

uscissi da quel pozzo ed entrassi in casa,

cosi che io possa correrti incontro e dirti queste tre parole che tanto mi fanno stare male.

 

E se non riuscissi a dirtele?

 

E se tu non tornassi più?

 

Cosa farei io?

 

Come potrei vivere con il rimorso di non averti detto la verità?

 

Osservo le tenebre nere.

 

E se queste ti avessero inghiottito?

 

Guardo terrorizzato verso il pozzo.

 

No, non arrivi.

 

Per l’ennesima volta ci lasci con il dubbio che ti sia successo qualcosa.

 

Egoista, kagome.

 

Crudele, kagome.

 

Insensibile, kagome.

 

Ma non capisci come stiamo?

 

Non ti rendi conto che passiamo i nostri giorni ad aver paura per te,

nella vana speranza che tu te ne vada da quel mondo che non ti appartiene,

e torni al tuo?

 

Quello vero.

 

Quello dove sei venuta al mondo,

 

quello che hai visto appena hai aperto gli occhi,

 

dove hai mosso i primi passi,

 

dove hai iniziato la scuola,

 

dove un mondo tutto tuo ha iniziato a girarti intorno.

 

I primi amici,

 

il primo amore,

 

le prime litigate,

 

i primi segreti, detti sottovoce.

 

Perché non ti accorgi della realtà, kagome…

 

Ti stai legando troppo a quel mondo che non è tuo,

 

puoi rinviarlo finche vuoi,

 

ma purtroppo arriverà il giorno che dovrai buttarti nel pozzo

per non rientrarci mai più.

 

Ho la vista offuscata e mi chiedo perché…

 

Ma voltando il viso verso lo specchio capisco.

 

Sto piangendo.

 

Non distinguo le forme,

non vedo gli oggetti.

 

Solo i Kami sanno quanto sto male.

 

Sento mamma singhiozzare nell’altra stanza.

 

Come tutte le sere,

piange.

 

Mi volto di nuovo verso il giardino e mi tappo le orecchie per non sentirla piangere.

 

Scusa, kagome.

 

Sono debole,

 

non riesco a fare niente senza che tu mi stia vicina.

 

Alzo gli occhi al cielo e un sorriso

Bianco di speranza si bagna di lacrime.

 

Ti ricordi quello che mi dicevi sempre, prima di partire per le gite?

 

“quando ti sentirai solo, alza gli occhi e pensa che siamo sotto lo stesso cielo”

 

Siamo sotto lo stesso cielo…

 

Ma lo siamo ancora adesso?

 

Siamo sotto lo stesso cielo anche con una distanza cosi grande tra i nostri due tempi?

 

Forse si,

o forse no.

 

Ma io voglio fingere di si,

voglio fingere che anche con 500 anni di distanza tu vedi le stesse stelle che vedo io,

lo stesso colore che si infrange nella notte.

 

Ti immagino adesso cosi,

affacciata alla porta di una capanna,

o sul ramo alto di un albero,

a guardare come me le stelle dello stesso firmamento.

 

Magari mi starai pure pensando.

 

Oppure starai pensando a casa,

a quanto ti manchiamo,

a quanta è la tua voglia di tornare.

 

Oppure no?

 

Anche se desidero con tutto il cuore che tu stia pensando a noi,

non riesco a non fare il razionale.

 

Forse non ci stai pensando.

 

Forse non ti ricordi neanche che esistiamo.

 

Non pensi che soffriamo,

non capisci che stiamo tutti i giorni qui ad aspettarti.

 

Sento le lacrime tornarmi su,

attraversarmi fredde come una lama,

mentre un brivido gelido come il vento che adesso spira mi fa tremare.

 

No!

 

Non devo piangere!

 

Devo essere forte!

 

Sto crescendo,

sto diventando un uomo.

 

Gli uomini non piangono.

 

Kagome…

 

Ricordati bene com’ero il giorno che sei caduta per la prima volta nel pozzo.

 

Non te lo scordare,

fissatelo nella mente.

 

Perché il bambino che hai lasciato sta cambiano,

sta diventando grande e forte.

 

Il mondo e la vita mi stanno forgiando,

giovane involucro dell’uomo che verrà.

 

Ti stai perdendo tanto,

sorella,

di noi.

 

Il nonno è sempre più stanco,

la mamma invecchia un poco,

io cresco.

 

Ma forse,

tanto quanto stai perdendo,

lo stai rivivendo laggiù,

infondo a quel pozzo profondo 500 anni.

 

Scommetto che stai cambiando anche tu.

 

Ogni volta che torni a casa ti vedo sempre più diversa e lontana da quello che eri.

 

Sarà che stai crescendo,

sarà che in quel posto succede qualcosa di cui non vuoi parlarci.

 

Non riesco a scordarmi mamma con quello sguardo malinconico,

mentre ti vede andare a fare il bagno.

 

Sembra che pure il nonno abbia capito qualcosa.

 

Ma allora perché io no?

 

Perché sono l’unico che non riesce a capire ciò che sta succedendo a mia sorella?

 

Beh, forse non sono poi tanto uomo quanto credevo…

 

Ma per fortuna sono ancora agli inizi,

ho tempo per capire,

e se non capirò,

arriverà il giorno che tu,

sorella,

mi reputerai abbastanza grande per dirmi la verità.

 

“Sota, a letto”

 

Mi infilo veloce sotto le coperte,

mentre mamma spegne la luce e se ne va nella sua camera.

 

E mi addormento cosi, con tanta stanchezza e un solo pensiero…

 

“cresci, sorella, cambia finche puoi, finche devi, perché quando tornerai, niente sarà più come prima”

 

°§°

 

Uff… e anche questa è finita!! Questa volta non sono insicura del finale… lo sono di tutta la storia!!! Infatti mi sembra che faccia “leggermente” skifo!! Vabbè cmq lascio a voi il verdetto quindi…

 

COMMENT PLEASE!!!! ^^ bacioni, keiko!

 

 

 

 

 

 

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