Uniti nel pericolo di Ellygattina (/viewuser.php?uid=649673)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
Capitolo
1
Era
ormai l'imbrunire, ed
Erza camminava veloce per raggiungere la gilda prima che fosse buio.
Ormai non mancava molto, ma il cielo cominciava a scurirsi mostrando
così le prime stelle. La ragazza respirò a fondo
quell'aria fresca
e frizzante continuando a trascinare il carretto che conteneva i suoi
enormi bagagli e sorrise ripensando alla missione appena conclusa.
Rivide nella sua mente le facce stupite e spaventate dei maghi
sconfitti quando si accorsero di essere stati battuti in
così poco
tempo da una persona sola e non poté fare a meno di ridere,
ma un
lieve rumore alle sue spalle la mise subito in guardia.
Con la coda dell'occhio vide
dei movimenti tra le rocce, e fece appena in tempo a evocare la sua
Armatura Adamantina prima di essere colpita da una serie di raggi
viola che la fecero indietreggiare di qualche metro spingendola verso
il burrone.
Erza imprecò ma non perse
tempo e si riequipaggiò in un attimo con l'Armatura della
Ruota
Ancestrale.
“Circle
Sword!” gridò,
evocando una serie di spade scintillanti che poi scagliò
dove
supponeva si trovassero i suoi nemici.
Le grida e le imprecazioni
che ne seguirono, le dissero che qualche colpo doveva essere andato a
segno, ma evidentemente non era bastato visto che dalle rocce si
levarono altri incantesimi che la ragazza evitò
equipaggiando
l'Armatura del Gatto Volante e zigzagando veloce tra le rocce che in
quel punto circondavano la strada verso Magnolia.
“Non
credere di cavartela
così facilmente, Titania!” gridò nel
buio una voce maschile.
“La
vedremo!” rispose
lei, equipaggiando l'Armatura dell'Ala Nera per riuscire a colpire
l'ultimo nemico rimasto in piedi. Quello però non si
lasciò
prendere di sorpresa e parò con precisione i suoi attacchi
uno dopo
l'altro.
La ragazza cominciava a
essere a corto di potere magico e la sua mente lavorava veloce per
trovare una pecca nelle difese di quell'uomo che sembrava eguagliarla
per forza e abilità nell'uso delle armi. Anch'egli infatti
combatteva con una spada, e questo la incuriosiva molto, visto che
non era una cosa tanto comune tra i maghi, ma Erza non era ancora
riuscita a vedere il suo volto a causa dei mantelli neri che
coprivano quasi completamente i suoi aggressori. Intuiva
però che
doveva essere un avversario potente che probabilmente aveva
già
avuto modo di vederla combattere per riuscire a tenerle testa
così a
lungo con tanta apparente facilità.
“Sei
già stanca, Erza
Scarlet?” chiese beffarda la stessa voce di prima.
“Ti
piacerebbe!” rispose
lei, ansimando però per lo sforzo.
Fu questione di un attimo:
con una mossa fulminea, Erza riuscì a tagliare il mantello
dell'uomo
scoprendogli un braccio su cui spiccava, alla luce della luna, un
tatuaggio nero che raffigurava la sagoma di un grosso animale, ma
prima che capisse di che bestia si trattasse, e quindi la gilda di
appartenenza del suo avversario, un violento colpo allo stomaco la
fece volare parecchi metri più in là e sbattere
la schiena sulle
rocce.
Intontita dal dolore e dalla
sorpresa, la ragazza riuscì a spostarsi appena in tempo per
evitare
di essere trafitta, ma non si accorse dell'arrivo di un altro
avversario, che ripresosi dai colpi precedenti, le stava lanciando
contro un incantesimo.
Erza, che nella speranza di
chiudere velocemente lo scontro aveva equipaggiato l'Armatura della
Samurai, priva di difese, ne fu colpita in pieno, e con un urlo
rotolò giù per il burrone pensando al suo Gerard
e agli amici che
l'attendevano alla gilda.
Intanto,
a Fairy Tail, la
scena era la solita: Natsu e Gray litigavano come sempre sotto gli
sguardi preoccupati di Lucy e Wendy, Levy leggeva un libro attorniata
da Jet e Droy che cercavano inutilmente di attirare la sua
attenzione, Juvia fantasticava in un angolo sull'affascinante mago
del ghiaccio, Gajeel mangiava in disparte dei vecchi bulloni tenendo
d'occhio gli Shadow Gear, Happy faceva la corte a Charle che non lo
degnava di uno sguardo e Cana trangugiava sakè a tutto
spiano.
All'improvviso,
il master Makarov barcollò sul suo sgabello rovesciando il
liquido
che aveva nel boccale.
“Che
succede, master?”
chiese Mira preoccupata, sorreggendo l'anziano signore
improvvisamente impallidito.
“No...
Erza!” ansimò
quello con gli occhi spalancati e lo sguardo carico di
preoccupazione.
“Cosa
le è successo?”
si informò Cana, che era lì vicino.
“Dobbiamo
cercarla subito!
E' nei guai!” continuò Makarov con lo stesso tono
sconvolto e
spaventato di prima.
“Ma
cosa dici, vecchio?
Stiamo parlando di Titania!” intervenne Laxus, mentre tutti
si
radunavano intorno al gruppetto per sentire cosa c'era che non
andava.
L'anziano signore lo guardò
male per un attimo prima di continuare.
“So
quello che ho visto,
Laxus, e ti dico che Erza è nei guai” disse,
insolitamente serio, rivolgendo al nipote un'occhiata penetrante che
faceva chiaramente
intendere il suo disappunto.
“Ha
avuto una visione,
master? Ci dica cosa ha visto, la prego” lo
supplicò Mira
spaventata, continuando a sorreggerlo e lanciando anche lei strane
occhiate al Dragon Slayer dei fulmini.
“Era
quasi arrivata a
Magnolia dalla strada più a nord quando è stata
attaccata da un
gruppo di uomini coperti da mantelli neri che l'hanno fatta cadere
dal burrone. Dovete andare a cercarla” rispose quello a
fatica.
Quasi tutti trattennero
bruscamente il fiato.
Erza sconfitta?
“Non
è possibile!”
dissero Natsu e Gray, per una volta concordi su qualcosa.
“Il
master ha avuto una
visione al riguardo” fece notare giustamente Lucy
rifiutandosi però
di crederci esattamente come gli altri.
“Erza-san
non può
essere...” cominciò Wendy con gli occhi pieni di
lacrime senza
osare finire la frase.
“No!”
la interruppe
Natsu con forza sbattendo il pugno sul tavolo più vicino.
“Andremo
noi a cercarla! Vieni, Lucy!” continuò, guardando
anche Gray che
subito annuì convinto e dirigendosi poi con i due amici
verso la
porta.
“No.
Voi resterete qui”
disse il master con voce insolitamente grave. “Andranno Laxus
e i
Raijinshuu a cercarla”.
“Ma...”
cominciò Lucy.
“Non
se ne parla,
nonnetto! Erza fa parte del nostro team e la riporteremo noi a
casa!”
si ribellò il ragazzo, ma il master, senza scomporsi,
ingrandì un
braccio e lo stese con un pugno per poi bloccare Gray, che aveva
cercato di sgattaiolare fuori approfittando della confusione.
“Ho
detto che voi
resterete qui, e non si discute” concluse l'ometto, facendo
segno
al nipote e alla sua squadra di uscire.
Nello
stesso momento in cui
gli sconvolti maghi di Fairy Tail prendevano coscienza dell'accaduto,
sulla strada per Magnolia due uomini discutevano animatamente vicino
al burrone.
Il primo, di nome Takeshi,
ancora ansimante per la battaglia appena conclusa, dimostrava
all'incirca una trentina d'anni ed era alto e muscoloso con occhi e
capelli neri. Tutto nel suo aspetto, dai pratici e spartani vestiti
scuri alla grossa spada di nuovo al sicuro nel fodero che pendeva dal
fianco sinistro, sembrava confermarne la pericolosità,
accentuata
dalla luce folle che ne illuminava perennemente lo sguardo in quel
momento acceso dall'ira.
Nessuna meraviglia quindi se
il secondo individuo, di poco più giovane, lo teneva
d'occhio
preoccupato sforzandosi di mascherare il disagio con un'espressione
fintamente impassibile.
Questi, di nome Akito, al
contrario del compagno che agiva sempre d'impulso ed era spesso
selvaggio e intrattabile, era di natura più freddo e
calcolatore, e
al vederlo, lo si sarebbe potuto scambiare per un nobile. Alto quasi
quanto Takeshi e con un fisico prestante ma non troppo, aveva occhi
azzurro chiaro sempre attenti a tutto e ondulati capelli biondi
raccolti in una morbida coda. Indossava una lunga giacca rossa con i
bottoni dorati, pantaloni bianchi e stivali neri lucidissimi.
Completava il tutto un elegante cappello sempre rosso con una piuma
gialla che gli nascondeva parzialmente il volto dandogli un'aria
misteriosa.
I due, insieme a pochi altri
al momento assenti, rappresentavano la “squadra
d'èlite” di una
potente gilda oscura, ma in quel frangente sembravano tutto
fuorché
pericolosi criminali. Il pensiero di incorrere nelle ire del loro
capo per aver fallito la missione era infatti sufficiente ad
atterrirli.
“Razza
di idiota! Il
master ci aveva detto di prenderla viva!” gridò
infervorato
Takeshi al compagno che aveva lanciato l'incantesimo subito dopo la
caduta di Erza.
“Non
è detto che sia
morta” ribatté quello con apparente calma
incamminandosi verso il
bordo per vedere dove fosse finita la ragazza, tremando però
impercettibilmente al pensiero di averla uccisa.
“Lascia
perdere. Non la
troverai mai lì in mezzo con questo buio, e quelle rocce
là sotto
non le avranno certo lasciato scampo!” lo fermò
rabbiosamente il
compagno, nervoso e preoccupato quanto lui, andando a dare una bella
scrollata agli altri che li avevano accompagnati, ancora storditi dai
colpi di Erza.
“Forse
hai ragione. E'
inutile cercarla adesso...” ammise l'altro con un sospiro.
“Andiamo
a dare la notizia
al master, e speriamo che la morte di Titania non sia un male per il
suo piano, anche se non oso immaginare cosa ci succederà se
dovremo
ricominciare da capo e catturare qualcun altro”
continuò Takeshi
preoccupato, ma suo malgrado, al pensiero della reazione dei compagni
della ragazza alla notizia della sua morte, gli si allargò
sul volto
un ghigno malefico. Era infatti impaziente di vedere i loro visi
pieni di lacrime. Il dolore dei suoi nemici sarebbe stato un'ottima
vendetta per tutto ciò che aveva passato a causa dell'odiata
Fairy
Tail.
“Se
l'intenzione del
master era quella di servirsene per ricattarli, potrebbe anche
decidere di spaventarli mostrando loro il corpo. Trattandosi di Erza
Scarlet, la donna più forte della gilda, dovrebbe fare un
certo
effetto vederla senza vita per mano nostra” disse l'altro
dopo un
attimo di riflessione pregustando anch'egli la scena prima di
aggiungere pensieroso: “Se le cose stanno così
però, forse
sarebbe meglio cercare subito il corpo per evitare guai. Se le fate
lo scoprissero...”
“Hai
forse paura di loro?”
lo interruppe bruscamente il compagno girandosi di scatto ed
estraendo la spada per puntargliela contro con fare minaccioso.
“N-no.
Figurati...”
balbettò Akito indietreggiando. “Pensavo solo che
avrebbero potuto
portarcelo via... cosa che farebbe davvero infuriare il
master”
continuò poi con voce tremante, spaventato dall'arma sempre
più
vicina.
A queste parole, Takeshi si
fermò un attimo a riflettere. Un'eventualità del
genere avrebbe
significato la loro probabile fine, visto quel che potevano provocare
gli attacchi di rabbia del loro master, ma non era così
facile che
la previsione del compagno si avverasse.
“Preoccupati
di più di
quel che potrebbe fare a te, dal momento che sei responsabile della
morte del nostro ostaggio”gli rispose quindi con un ghigno
che non
prometteva niente di buono. “Dopotutto, come potrebbero le
fate
venire a conoscenza dell'accaduto? La missione di quella donna era
complicata, e avrebbe potuto tranquillamente richiedere qualche
giorno. Inoltre, i suoi compagni conoscono bene la sua forza, e non
sospettando nulla, non la cercheranno subito. Se il master
vorrà
ancora servirsi di lei, verremo a prenderla domattina. Ora
andiamo”
aggiunse con voce sempre più bassa e un ghigno folle su
volto per
poi allontanarsi.
Nonostante il tono
minaccioso, Akito si sentì comunque rassicurato dalle sue
parole, e
quando il compagno ebbe spiegato la cosa al resto del gruppo ormai
ripresosi, si unì anche lui alla loro risata che
risuonò in modo
sinistro tra le rocce.
Accompagnata dall'eco di
quel suono così lugubre e fuori luogo, la squadra fece poi
ritorno
alla propria gilda totalmente incurante del destino della sua
vittima.
Era
appena calato nuovamente
il silenzio quando Erza ricominciò a muoversi.
Non sapeva quanto tempo
fosse passato, ma le faceva male dappertutto ed era molto confusa.
“Cosa
mi è successo?”
si chiese, sbattendo le palpebre per schiarirsi la vista e provando a
puntellarsi sui gomiti per riuscire ad alzarsi.
“Dove
sono?” continuò,
guardandosi intorno e cercando di capire come fosse finita in mezzo
alle rocce.
Il suo sguardo confuso vagò
ancora per un po' fermandosi a un certo punto sul luogo da cui era
caduta senza però che questo risvegliasse in lei alcun
ricordo
dell'accaduto.
“Stavo
tornando a casa!”
disse a un tratto, provando a rimettersi in piedi con l'unico
risultato di ricadere subito giù con un gemito.
“Che
volo devo aver fatto
per conciarmi così?” esclamò con rabbia
stringendosi il braccio
sinistro e accorgendosi solo in quel momento di avere le braccia e le
gambe piene di tagli e lividi e i vestiti laceri.
“Non
posso restare qui.
Devo raggiungere casa mia per medicarmi, e alla svelta!”
disse,
stringendo i denti per impedirsi di gridare mentre faceva qualche
altro tentativo per tirarsi su.
Non fu facile, ma alla fine
la ragazza riuscì a rimettersi in piedi e a muovere qualche
passo
incerto appoggiandosi alle rocce e strisciando a volte contro di
esse. Purtroppo però, non aveva idea di dove si trovasse, e
finì
per incamminarsi nella direzione opposta a quella che avrebbe dovuto
prendere, allontanandosi così dalla gilda e dai suoi
compagni che
aspettavano con ansia il suo ritorno.
Takeshi:
guerriero
Akito: autunno
Angolo
autrice:
Ciao a tutti!
Spero che non mi abbiate
lanciato contro ogni sorta di maledizione e che non stiate
già
affilando le armi, ma comunque vi ringrazio per essere arrivati fin
qui.
Era da molto tempo che
lavoravo saltuariamente a questa fanfiction, e dopo infinite
correzioni, mi sono decisa a pubblicarla. Spero che il risultato
finale vi sia piaciuto e che continuerete a seguire la storia. Vi
dico subito che ho già pronti un po' di capitoli, quindi,
almeno
all'inizio, gli aggiornamenti saranno piuttosto frequenti (penso due
alla settimana).
Mi auguro di aver
interpretato bene le emozioni dei personaggi e che la scena della
battaglia sia quanto meno decente. Nel caso in cui ve lo steste
chiedendo, dispiace anche a me per Erza ma vi prometto che pian piano
sistemerò tutto. :)
Per quanto riguarda Takeshi
e Akito, per il primo ho preso ispirazione da Gajeel (ma va?) e per
il secondo da Rufus della Sabertooth e, in misura minore, da Freed.
Spero che le traduzioni dei nomi (cercati su internet), siano giuste
e che la parte su di loro, la peggiore da scrivere, vi abbia
incuriositi almeno un po'.
Mi raccomando, lasciate una
piccola recensione se vi va. :)
Ora la smetto di rompere e
tolgo il disturbo. Ci vediamo (spero) giovedì con il secondo
capitolo.
Bacioni e alla prossima!
Ellygattina
|
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
Capitolo
2
Intanto,
Laxus e i
Raijinshuu si stavano avvicinando al luogo dello scontro preparandosi
a ricevere da un momento all'altro il benvenuto dei nemici.
Nessuno parlava. Erano tutti
troppo impegnati a cercare di captare anche un minimo segno di vita
in quel luogo che ai loro occhi sembrava ancora più desolato
del
solito tentando inutilmente di non pensare a come avrebbero potuto
trovare la loro compagna. Non lo avrebbero mai ammesso ad alta voce,
ma anche Laxus ed Evergreen, che pure si erano scontrati tante volte
con lei, erano preoccupatissimi per la ragazza, e terrorizzati
all'idea di non rivederla viva.
“Sarà
meglio dividersi”
disse il nipote del master appena arrivarono a destinazione.
I quattro andarono ognuno in
una direzione diversa cercando indizi sul nemico, e soprattutto, su
Erza. Per un po' ci fu silenzio mentre giravano tra le rocce
maledicendo mentalmente gli aggressori per quell'attacco
così vile,
e purtroppo, ben congegnato.
“Qui
non c'è” stava
dicendo Freed, ma fu interrotto da un urlo di Evergreen.
“L'hai
trovata?” chiese
Laxus correndo verso di lei, incerto se essere più sollevato
o
spaventato.
“N-no”
rispose la
ragazza tra i singhiozzi indicando il carro di Erza abbandonato in un
angolo e i segni lasciati dalla pesante Armatura Adamantina sul
terreno.
Il ragazzo imprecò
sonoramente mentre gli altri li raggiungevano per poi dare un pugno a
una roccia e dirigersi verso il burrone supponendo che fosse caduta
in quel punto. Arrivato sul bordo deglutì, e dopo qualche
secondo,
trovò finalmente il coraggio di guardare giù.
“Forse
dovremmo scendere”
disse esitante Bixlow. “Potrebbe essere finita tra le rocce
in un
punto invisibile da qui” continuò piano.
Laxus lo guardò male, ma
dovette riconoscere che l'idea era buona.
“Il
vecchio mi sentirà
quando torniamo!” pensò arrabbiato, cominciando a
scendere con un
sospiro insieme agli altri.
I quattro perlustrarono per
un po' i vari piani rocciosi e la strada sottostante, ma dopo ore di
ricerche infruttuose, ormai stanchi, tristi e sfiduciati, dovettero
riconoscere che Erza non c'era.
“Forse
il nemico l'ha
portata via per ricattarci” disse Evergreen esitante, incerta
se
esserne sollevata o meno.
“Non
c'è altra
spiegazione” convenne Laxus.
“Nemmeno
lei avrebbe
potuto alzarsi e andarsene in giro tranquillamente dopo un volo del
genere, oltretutto abbandonando il suo carretto”
osservò Freed con
un sorriso triste.
“Torniamo
indietro. Forse
il master avrà delle notizie migliori delle
nostre” sospirò
Bixlow scoraggiato, e i quattro si incamminarono lentamente verso
casa augurandosi di non dover dire a Natsu e Gray che la loro amica
non c'era più.
Mentre
i suoi compagni la
cercavano tra le rocce a Magnolia, Erza aveva continuato a camminare
allontanandosi sempre di più da loro, senza immaginare di
aver
sbagliato strada. A fatica si era infatti sforzata di proseguire
inciampando nelle rocce e nei propri piedi e fermandosi ogni tanto
per riprendere fiato.
La ragazza era sempre più
stanca, e dopo quelle che le parvero ore, arrivò finalmente
a un
villaggio. Ormai esausta, percorse la strada principale cercando un
posto per riposare e chiedere aiuto. Non ricordava quale fosse la sua
casa, e a essere sincera non sapeva nemmeno dove si trovasse, ma
lì
forse qualcuno l'avrebbe riconosciuta e sarebbe stato in grado di
darle una mano.
A un certo punto, si accorse
che la vista le si stava offuscando, ma non fece in tempo a bussare
alla porta della casa più vicina che inciampò, e
senza nemmeno
rendersene conto, crollò a terra svenuta.
In quel momento, una figura
coperta da un mantello uscì dall'ombra e le si
avvicinò...
Angolo
autrice:
Ciao a tutti!
Mi dispiace per questo
capitolo così corto, non me n'ero proprio accorta fino a
oggi. :(
Non mi sembrava il caso però di scombinare tutta la storia o
di
unire questo al capitolo successivo (tra l'altro già
lunghissimo),
quindi cercate di accontentarvi per oggi e domani aggiornerò
ancora.
Mi auguro comunque che abbiate apprezzato anche questo pezzettino e
che mi lascerete una piccola recensione. Fa sempre piacere conoscere
il parere dei propri lettori! :)
Prima di dimenticarmene,
ringrazio di cuore Esme_chan e Giulia_Cullen per aver messo la fic
tra le seguite e tutti coloro che le hanno dato semplicemente
un'occhiata. Spero che la storia continui a piacervi e di non
deludere le vostre aspettative. <3
Non ho altro da dire mi
sembra, quindi vi do appuntamento a domani con il terzo capitolo.
Grazie per la lettura e gli
eventuali commenti e... a presto!
Baci,
Ellygattina
|
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 ***
Capitolo
3
La
figura avvolta nel
mantello si avvicinò alla ragazza svenuta e si
chinò su di lei per
controllare le sue condizioni. Sospirò vedendo le numerose
ferite
sul suo corpo e i vestiti laceri e le fece una lieve carezza sulla
testa sussurrando “Non temere, ci sono qua io” con
una voce molto
dolce prima di sollevarla delicatamente per portarla in una delle
case di fronte, dove la adagiò su un letto e le
medicò le ferite
con il cuore colmo di emozioni.
Nello
stesso momento, in un
altro luogo...
“Che
cosa?” urlò
furibondo un uomo alto e imponente con lunghi capelli neri e barba e
baffi dello stesso colore alzandosi bruscamente da una poltrona che
sembrava un trono appoggiata a una parete dopo aver sentito il
racconto della squadra incaricata di rapire Erza.
I maghi di fronte a lui,
balbettando, cercarono di giustificarsi, ma le loro parole tremanti
pronunciate dal pavimento sul quale erano ancora inginocchiati, lo
irritarono ancora di più.
“Incapaci!”
urlò
infatti, scagliando contro di loro una serie di lampi neri che li
fecero gridare di dolore.
“Ma
signore...” cominciò
Akito, cercando di blandirlo.
“Cosa
c'è?” ringhiò
l'altro, che era il master, scoccandogli un'occhiata furibonda e
carica di disprezzo.
“N-non
pensa che la morte
della ragazza possa essere positiva per noi?” chiese
tremando,
augurandosi di riuscire a convincerlo.
“Vi
avevo detto di
prenderla viva!” rispose quello con lo stesso tono irato di
prima
preparandosi a lanciargli contro un'altra serie di lampi.
“Naturalmente
ha ragione
signore, ed è giusto che lei sia in collera per quanto
è successo”
ricominciò l'uomo cercando di mantenere la calma e ignorare
le
occhiatacce di Takeshi che gli era di fianco, “ma pensi alle
difficoltà che avremmo avuto nel tenere buona la ragazza
senza farle
troppo male... In questo modo non avremo problemi e quelli della
Fairy Tail, privati della donna più forte della gilda,
accetteranno
di collaborare più facilmente” continuò
con tono sempre più
sicuro vedendo la rabbia svanire dagli occhi del master tirando
pertanto un impercettibile sospiro di sollievo.
“Mi
scusi signore se mi
permetto, ma la Fairy Tail non si arrenderà così
facilmente,
soprattutto dopo la morte di un compagno” obiettò
l'uomo con la
spada temendo di scatenare un altro attacco di rabbia ma incapace di
tenere nascosta questa informazione che derivava dalla sua conoscenza
della gilda rivale.
“Mmm...
Probabilmente sarà
comunque necessario catturare uno di loro minacciando poi gli altri
di fargli fare la stessa fine di Titania se non obbediranno
ma...”.
“No.
La ragazza è ancora
viva” li interruppe il master riaprendo gli occhi che aveva
chiuso
per un attimo mentre rifletteva e utilizzava la sua magia per
confermare i propri sospetti.
I due uomini smisero di
discutere tra loro e lo guardarono sorpresi mentre quello annuiva
soddisfatto.
“Sì”
affermò poi con
sicurezza prima di continuare. “Voglio essere buono con voi
visto
che in passato mi avete dato grandi soddisfazioni, così ho
deciso di
concedervi un'altra possibilità... La ragazza è
ancora viva, come
vi dicevo, e dal momento che è ferita gravemente, bisogna
approfittarne. Dovete andare a cercarla ovunque lei sia e portarla
qui a tutti i costi senza causare altri guai. Non penso che
sarà in
grado di opporre resistenza, ma nel caso in cui dovesse, cercate di
non esagerare e di farmela avere il più in fretta possibile.
Penserò
io poi a impedirle di nuocere” concluse soddisfatto, ma
vedendo che
uno dei due maghi apriva la bocca per fare una domanda, lo
anticipò.
“Dubito
fortemente che
incontrerete là i suoi compagni, ma se dovesse succedere, vi
do
carta bianca. Uccidete quelli che vi sembrano più pericolosi
e
portate qui gli altri. Degli ostaggi in più ci faranno
comodo, sia
con la ragazza che con il caro Makarov” disse quello con un
ghigno
malefico, facendo poi segno ai suoi uomini di andare a compiere la
loro missione.
“Solo
un'ultima cosa”
aggiunse quando arrivarono alla porta. “Qualunque cosa
accada, non
tornate senza la ragazza e guai a voi se mi deluderete
ancora”
disse piano mentre nella stanza era sceso un silenzio carico di
tensione che le fece risaltare ancora di più.
I maghi annuirono chinando
la testa in segno di rispetto e mormorando un “No, signore.
Vedrà
che non la deluderemo” prima di allontanarsi increduli e
sollevati
per come si erano svolte le cose, determinati più che mai a
rendere
fiero il loro master nella lotta contro Fairy Tail.
Intanto
alla gilda c'era
un'atmosfera molto triste e silenziosa che non le si addiceva. Laxus
e i Raijinshuu erano tornati già da un po' con la terribile
notizia
che della loro amica Erza non era rimasta alcuna traccia a eccezione
del carretto che avevano riportato, mentre Makarov aveva dovuto
ammettere di non aver saputo più nulla.
I compagni di squadra della
ragazza avevano pianto e gridato, in particolare Natsu e Gray che
sembravano non volersi rassegnare a quella perdita, l'ennesima delle
loro vite, ma le lacrime, poche o tante, silenziose o meno, avevano
rigato il volto di tutti, e in quella grande sala, in genere
così
caotica e rumorosa, regnava solo un silenzio carico di rabbia e
dolore.
I maghi avevano tentato di
consolarsi a vicenda cercando scappatoie una più assurda
dell'altra,
ma niente e nessuno poteva rendere meno terribile la verità:
Erza
era caduta in una trappola ordita per chissà quale motivo da
un
nemico senza volto e senza nome ed era scomparsa nel nulla. Lei, la
guerriera più forte e generosa, quasi il simbolo vivente
della gilda
conosciuta in tutto il continente di Fiore, era crollata, e a loro
non era rimasto nemmeno il corpo di una persona che aveva sempre dato
tutta se stessa per loro e per la gilda tirandoli sempre fuori dai
guai anche quando la situazione era più che disperata, e
offrendo a
chiunque una parola gentile e un consiglio amichevole. Com'era
possibile che adesso la loro Erza non ci fosse più, che non
l'avrebbero più vista entrare da quella porta e non
avrebbero più
sentito la sua voce o i suoi possenti pugni durante le risse
quotidiane? Era difficile immaginare la vita a Fairy Tail senza la
bellissima e potente ragazza dai capelli di fiamma...
“Non
è vero! Lei non può
essere morta! Mi rifiuto di crederlo!” gridò a un
certo punto
Natsu con il volto arrossato e sconvolto dal dolore mentre nuove
lacrime gli facevano luccicare gli occhi.
“Natsu...
Ti prego, non
fare così. E' già difficile...”
cominciò Lucy con voce tremante
alzandosi in piedi per abbracciarlo e tentare di calmarlo senza
riuscirci.
“Non
dire così, Lucy.
Dobbiamo fidarci di lei e credere che tornerà. Non
può essere
morta...” disse lui, sforzandosi di non gridare ancora,
ricambiando
l'abbraccio.
Mira gli si avvicinò
sospirando per mettergli una mano sulla spalla.
“Lo
sai anche tu che
purtroppo non può essere così. Dobbiamo
rassegnarci e imparare a
vivere lo stesso senza di lei. Sono sicura che è quello che
vorrebbe...” disse piano, cercando di trattenere le lacrime.
Natsu strinse i pugni e
guardò lei e gli altri con uno sguardo di fuoco incapace di
credere
alle proprie orecchie. Non era da loro arrendersi così...
“Detesto
ammetterlo, ma il
fiammifero ha ragione. Erza è viva... da qualche
parte” disse Gray
con sicurezza guardando anche lui con rabbia i compagni di gilda.
Natsu si voltò con un
sorriso di gratitudine che gli illuminò il volto. Un sorriso
che per
un attimo comparve anche sul volto del mago del ghiaccio prima che
entrambi, forti dell'appoggio l'uno dell'altro, ricominciassero a
guardare con sguardi di disapprovazione il resto della
“famiglia”.
“Juvia
è qui da poco ma
pensa che Gray-sama abbia ragione” disse timidamente la maga
dell'acqua guardando negli occhi l'interessato prima di affiancarsi a
lui prendendogli la mano e stringendogliela lievemente, cosa che il
ragazzo ricambiò subito con un altro sorriso senza nemmeno
rendersene conto facendola arrossire.
“Sembra
impossibile, ma a
volte persino Salamander ne dice una giusta”
affermò Gajeel
convinto strappando a Levy un grande sorriso.
“Abbiamo
perlustrato tutta
la zona guardando bene dietro ogni singola roccia e non l'abbiamo
trovata! Se non è morta come pensavamo all'inizio, allora il
nemico
deve averla portata via... Ma cosa spera di ottenere? Possibile che
dopo aver rischiato di ucciderla, ora si preoccupino per lei e
cerchino di curarla in segreto senza dirci nulla? Quelli vogliono
sicuramente qualcosa, ma allora per quale motivo non ci hanno ancora
contattato per il riscatto? Cosa stanno aspettando,
maledizione?”
esplose Laxus, frustrato, serrando con forza i pugni fino a farsi
scrocchiare le nocche.
A quelle parole, nessuno
seppe cosa rispondere. Da qualunque parte la si guardasse, quella
situazione non aveva il minimo senso.
“Forse
la caduta di Erza è
stata accidentale, e visto che vogliono certamente qualcosa da noi o
da lei, hanno comunque deciso di correre il rischio di spostarla per
portarla chissà dove, e ora magari aspettano di vedere se si
riprende prima di provare a ricattarci” disse Mira dopo
qualche
attimo di riflessione.
“Non
ho sentito il loro
odore da nessuna parte però. E nemmeno quello di Erza. E'
come se
fossero tutti svaniti nel nulla” obiettò Laxus
pensieroso.
“A
questo punto, mi sembra
evidente che dovremo provarci noi” si inserì
Natsu. “Il mio
fiuto non mi ha mai ingannato” continuò poi,
lanciando una strana
occhiata al nipote del master che colse al volo la leggera
provocazione.
“Cosa
stai cercando di
insinuare, eh?” ringhiò, mentre il suo corpo
veniva subito
circondato dalle scintille.
Prima che i due potessero
iniziare a combattere però, vennero fermati dai compagni che
cercarono prontamente di evitare la probabile, violenta rissa.
“Come
avrebbe fatto Erza”
si dissero in molti, tentando di scacciare subito quel doloroso
pensiero.
Lo stile però era stato
quello in effetti, inutile negarlo, visto che Gray aveva urlato:
“Ma
vi sembra il momento, razza di idioti?!” preparandosi a usare
la
sua magia mentre Mira e Lucy si erano messe con decisione davanti ai
rispettivi draghi spingendoli più lontani l'uno dall'altro
nel
tentativo di dividerli.
“Sei
sicuro che sia una
buona idea andare voi, Natsu?” chiese Cana.
“No”
ammise il ragazzo
dopo un attimo di riflessione, “ma è la cosa
giusta da fare. Con
il mio fiuto da Dragon Slayer, sono il più adatto a cercare
di
seguire le loro tracce” disse piano fissando il pavimento e
pensando all'ultima volta in cui aveva seguito l'odore di Erza per
salvarla dalla Torre del Paradiso.
“Non
sei certo l'unico
Dragon Slayer qui presente, mi pare” sbuffò Gajeel
con le braccia
conserte.
“Vuoi
dire che vorresti
andare tu a cercarla, Gajeel?” chiese Levy con gli occhi che
brillavano e l'aria sognante battendo le mani.
“Certo
che no!” rispose
quello voltandosi dall'altra parte imbronciato, accorgendosi troppo
tardi dell'errore. Nonostante si fosse affrettato a negare, infatti,
la ragazza e tutti gli altri avevano già capito.
“E'
solo perché lei una
volta mi ha aiutato ed è giusto che io adesso ricambi il
favore”
borbottò a malincuore nel tentativo di rimediare e salvare
la
faccia, ma affossandosi ancora di più.
Gli altri risero ma
pensarono bene di lasciarlo perdere per ascoltare Wendy che aveva
preso la parola.
“Se
andate voi, vengo
anch'io” annunciò la piccola Dragon Slayer.
“La mia magia
potrebbe esservi utile se fosse ferita gravemente”
continuò con
fierezza.
“Ne
sei sicura, Wendy?”
chiese Lucy, guardandola dubbiosa.
“Certo!”
rispose quella
con determinazione. “Erza-san mi è sempre stata
vicina, e adesso
tocca a me aiutarla!”.
La bionda la guardò
sorridendole teneramente, commossa dalla decisione e dal coraggio di
quella ragazzina un tempo tanto timida e paurosa.
“Potrebbe
essere troppo
per te, Wendy. E' pericoloso!” protestò Charle,
cominciando a
discutere con l'amica nel vano tentativo di farle cambiare idea.
“Non
temere, Charle. Ci
saremo noi con lei, e non le permetteremo di fare sforzi
eccessivi”
intervenne Lucy con fare rassicurante, ma l'Exceed non sembrava
disposta a cedere tanto facilmente.
“Non
è solo per
questo...” disse piano con voce tremante.
“Lo
so, ma non mi sembra
giusto insistere tanto per convincerla a rinunciare. Sono sicura che
Wendy sa benissimo a cosa potremmo andare incontro, vero?” le
rispose la maga stellare cercando poi lo sguardo della ragazzina che
annuì tristemente.
“Sì,
ma... voglio almeno
provare a fare qualcosa per impedirlo. Se Erza-san è
sopravvissuta a
quella caduta, ci dev'essere qualcosa che posso fare per aiutarla a
riprendersi e tornare quella di sempre il più in fretta
possibile”
disse decisa, cercando di rassicurare Charle che alla fine fu
costretta a lasciar perdere e annuire abbracciando l'amica e
promettendole il suo sostegno qualunque cosa fosse accaduta.
Lucy sospirò di sollievo
guardando intenerita la scena augurandosi che la piccola avesse
ragione a sperare con tanta determinazione, e che la loro ipotesi
peggiore non diventasse realtà.
Le tre si avvicinarono poi
agli altri che al centro della sala stavano ancora discutendo su chi
dovesse andare a cercare Erza perché dotato del fiuto
migliore.
“Ma
non potreste andare
tutti e due?!” esplose a un certo punto Levy, che fino a quel
momento si era limitata ad ascoltare senza dire nulla.
Natsu e Gajeel si girarono a
guardarla per pochi secondi, sorpresi quanto lei, per poi rispondere
all'unisono “No!” e tornare a litigare.
La ragazza si imbronciò ma
non sapeva cos'altro fare, per cui decise di lasciar perdere
ritrovandosi a pensare, per l'ennesima volta, a come Erza sarebbe
stata capace di dividerli in un attimo.
Prima che potesse piangere
ancora però, Lucy le posò una mano sulla spalla
stringendogliela
leggermente mentre Mira si avvicinava ai due sorridendo con
espressione diabolica.
La barista della gilda si
mise quindi in mezzo assumendo la sua forma Satan Soul e spingendoli
lontani l'uno dall'altro.
“Ora
basta, ragazzi!”
urlò. “Non importa chi dei due abbia il fiuto
migliore! Qui si
tratta di trovare Erza, e la cosa più giusta da fare,
secondo me, è
dividersi. Andrete entrambi dirigendovi ognuno in una direzione
diversa seguendo le sue tracce e cercando ovunque informazioni sugli
aggressori. In questo modo, farete entrambi qualcosa di utile,
anziché star qui a litigare!” disse con forza,
riprendendo poi il
suo aspetto normale.
Non se n'era accorta, ma il
tono e il modo di fare erano stati molto simili a quelli di Erza, e
questo aveva provocato a tutti un'altra ondata di tristezza
convincendo però Natsu e Gajeel a cessare le
ostilità.
Nel frattempo il master,
stufo di tutto quel baccano, era apparso sulle scale per vedere cosa
stesse succedendo.
“Un
piccolo litigio per
stabilire quale Dragon Slayer abbia il fiuto migliore e sia
più
adatto per cercare Erza” gli rispose il nipote imbronciato
incrociando le braccia.
“Non
prendertela, Laxus”
gli disse dolcemente l'ometto capendo al volo quel che gli passava
per la testa. “Lo sai come sono quei due... Per quanto mi
riguarda,
hai fatto un ottimo lavoro” continuò con lo stesso
tono posandogli
una mano sul braccio.
“Come
no” sbuffò lui
stendendo le gambe davanti a sé e tenendo gli occhi bassi.
Makarov lo guardò
teneramente perché per un attimo gli parve di rivedere il
bambino
fragile e insicuro che era stato un tempo.
“Non
addossarti colpe
inutili, Laxus. Nessuno di noi pensa che tu non abbia preso sul serio
il tuo compito lasciandoti sfuggire di proposito qualcosa di
importante... E poi, anche se in un certo senso lo spero, non
è
detto che Natsu trovi qualcosa, ma se anche fosse, dovresti sapere
ormai che può capitare a tutti di sbagliare, e il buio e la
preoccupazione non hanno di certo giocato a vostro favore... Inoltre,
ora che ci penso, esistono incantesimi che cancellano le tracce del
proprio passaggio. Il nemico potrebbe essersene servito per essere
certo che nessuno lo seguisse o scoprisse quello che aveva
fatto”
disse dolcemente, continuando a tenere la mano sul braccio del nipote
che sembrava essere già più calmo.
“Dopo
un po' il suo
effetto avrebbe dovuto svanire, però”
ribatté il ragazzo con un
mezzo sorriso, suo malgrado rincuorato dalle parole del nonno.
“Questo
sì” ammise
quello. “Ma la durata dipende dal tipo di incantesimo e dalla
resistenza del mago che l'ha lanciato, oltre che dal luogo in cui si
trova, e... non è detto che gli aggressori siano andati
tanto
lontano” continuò esitante.
“Se
almeno sapessimo a che
gilda appartengono...” esclamò con rabbia il
ragazzo stringendo i
pugni appoggiati ora sulle ginocchia.
“Ho
idea che lo sapremo
presto” rispose il vecchio con un sospiro senza riuscire a
nascondere la sua preoccupazione.
“Hai
intenzione di mandare
loro, questa volta?” chiese Laxus lanciandogli una strana
occhiata.
“Mi
dispiace dirlo, ma
prima ho mandato voi quattro perché sapevo che il vostro
legame con
Erza, per quanto forte, era comunque meno profondo del loro”
disse
con un sospiro triste accennando a Natsu e Gray che avevano
cominciato a discutere al centro della sala. “Sapevo
però che non
avrei potuto tenerli qui a lungo. Mi dispiace...” riprese poi
con
un sospiro dopo un attimo di silenzio guardando il nipote con
un'espressione di scuse e gli occhi lucidi.
“Non
fa niente, vecchio”
disse però il ragazzo, intenerito dall'aria improvvisamente
fragile
del nonno posandogli una delle sue manone sulla spalla e sorridendo.
I due si abbracciarono,
contenti della vicinanza l'uno dell'altro finché Makarov non
si
lasciò sfuggire un “Sono felice che tu sia qui,
Laxus, e che le
cose tra noi siano tornate alla normalità” che
fece versare
qualche lacrima a entrambi.
“Ti
sei forse rammollito,
vecchio?” disse a quel punto il ragazzo staccandosi
dall'abbraccio
che sperava non fosse stato visto da nessuno e cercando di darsi un
contegno mentre si asciugava gli occhi di nascosto.
“Razza
di impertinente!
Come ti permetti?” esclamò il vecchio fingendosi
molto arrabbiato
ma faticando però a trattenere altre lacrime
perché sapeva che in
realtà il nipote non diceva sul serio e che quel momento di
tenerezza era invece servito a entrambi per sfogare un po' della
tensione accumulata.
Lo guardò allontanarsi con
un'espressione di nuovo normale e raggiunse anche lui il centro della
sala per tentare di calmare gli animi.
“Ora
andremo noi a cercare
Erza, master. Io, Lucy, Wendy e Gray” annunciò
Natsu deciso
avvicinandosi a lui non appena lo vide.
L'ometto guardò
l'espressione seria e determinata del ragazzo che gli era davanti
soffermandosi poi anche sugli altri tre che sostennero caparbiamente
il suo sguardo prima di chiedere: “Ne siete sicuri? E'
pericoloso,
e dato il vostro legame con Erza...”.
“Lo
sappiamo” lo
interruppe Natsu serio.
“E
ne siamo sicuri”
aggiunse Lucy con lo stesso tono parlando anche a nome degli altri.
“Allora
andate” sospirò
il master, sperando di non doversene pentire, “ma state
attenti. E
ricordate che qualunque cosa accada, nessuno di noi avrà
niente da
rimproverarsi” aggiunse poi, rivolto non solo ai quattro
ragazzi in
partenza ma anche a tutti gli altri, soffermandosi un attimo di
più
sul nipote che gli sorrise dalla sua postazione in fondo alla sala
con i propri compagni di squadra mentre il vecchio li abbracciava
tutti con lo sguardo.
Ascoltate le ultime
raccomandazioni del master e degli altri membri della gilda che
sarebbero invece rimasti a casa, almeno per il momento, il gruppo si
avviò soddisfatto ma pieno di preoccupazione verso il luogo
dell'attacco sperando di avere presto buone notizie sull'amica
scomparsa.
Angolo
autrice:
Ciao a tutti! Eccomi di
nuovo qui con un nuovo capitolo che spero sia stato di vostro
gradimento e non abbia fatto piangere nessuno. Se così
è stato,
sappiate che non era mia intenzione e che anche a me a un certo punto
sono venuti gli occhi lucidi.
Temo che Laxus mi sia venuto
un po' tanto OOC ma ho pensato che tornare a casa dopo una missione
del genere senza aver trovato niente avrebbe demoralizzato chiunque,
e per quanto riguarda Natsu, probabimente non è da lui
infierire
così, ma è comunque un grande amico di Erza e la
sua scomparsa lo
preoccupa molto.
Considerazioni mie a parte,
spero che il capitolo vi sia piaciuto e vi abbia ripagato per quello
ultra-corto di ieri. Per i prossimi, vedrò di stare
più attenta. :)
Ringrazio poi chi legge
questa storia dedicandole un po' del suo tempo e mi auguro, come
sempre, che mi farete sapere le vostre opinioni.
Appuntamento a domenica con
il quarto capitolo e buona serata.
Bacioni,
Ellygattina
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