Featuring

di Niji Akarui
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Encounter ***
Capitolo 2: *** Cream ***



Capitolo 1
*** Encounter ***


“New York è sicuramente la città nella quale i vostri sogni, le vostre speranze e le vostre enormi aspettative potrebbero realizzarsi.

Certo la percentuale che questo accada è davvero minima e bisogna essere possessori di un enorme talento, ma al giorno d’oggi possiamo dire che la nuova super nova della scena musicale, che è letteralmente esplosa spazzando via i suoi rivali è il gruppo delle The Farewell.

Cinque ragazze che incontratesi quattro anni fa hanno formato la rock band che va per la maggiore in tutta la grande mela e non solo.

Un disco di platino e miliardi di premi conquistati in solo due anni dal loro debutto hanno fatto si che la più grande discografica d’America s’interessasse a loro, e così hanno firmato da qualche mese a questa parte un contratto con la Universal Music, coronando finalmente il loro sogno di diventare delle rock star.

Il gruppo è formato da: Angel Fox alla batteria, Kate Smith come prima chitarrista e Victoria Ford come seconda, la formidabile bassista Jade Jett ed infine la cantante che con la su voce ha letteralmente ammaliato il loro pubblico, con quel suo timbro graffiato e al col tempo caldo , lei è la Revolve Queen del ventunesimo secolo, la vocalist Cherrie Gills.

Adesso hanno appena concluso il loro tour naziona…”

-Andiamo Kate spegni quel dannato televisore, è già il sesto programma  di gossip che guardi- sbottò Cherrie mentre strappava di mano alla prima chitarrista la sua birra e la finiva in un sol sorso.

-Lascia che si goda il successo in fin dei conti nessuno di noi ha mai vissuto tutto questo- disse Jade mentre si alzava dal tetto della loro suite, sul quale fino ad allora era rimasta a fumarsi una delle tante sigarette di quel giorno –e va bene ma questo è l’ultimo poi fila in camera tua e va a dormire- Kate sorrise di rimando alla vocalist e le saltò al collo –lo so che ti preoccupi per noi-  Cherrie le sorrise poi spense la tv ed assieme a Jade la salutò andando poi a lanciarsi sul letto.

-Domani abbiamo il volo per tornare a New York, penso che il concerto di sta sera sia andato bene, il tuo assolo al basso li ha letteralmente fatti impazzire-  Jade si stiracchiò sul letto –certo ma preferirei che la prossima volta non mi lanciassero addosso un reggiseno con scritto sopra The Farawell vi amo- Cherrie scoppiò in una fragorosa risata e si tenne lo stomaco –lo hai detto tu, non abbiamo mai vissuto tutto questo, comunque preferisco un reggiseno a quello che ci lanciavano addosso prima di firmare il contratto-  la vocalist, incrociò le braccia sotto la testa e si rilassò.

-Domani abbiamo la riunione con il manager e l’agenzia per li nuovo album vero?- chiese Jade e la cantante annuì.

Poi entrambe scivolarono in un sonno profondo.

I polmoni bruciavano per la mancanza d’aria e gli occhi piangevano l’assenza di luce, sembrava che le gambe le si dovessero spezzare per quanto avessero corso, ma Cherrie sapeva di non potersi fermare o quelle rudi mani l’avrebbero presa e le avrebbero fatto cose indicibili.

Nessuna voce guidava la sua strada, solo la paura le ordinava di non fermarsi.

Ma la stanchezza si fece sentire e Cherrie si fermò, annaspò e celò con grande forza di volontà l’urlo che stava per emettere.

Poi un dolce calore l’avvolse e si calmò, finalmente sentiva di non dover più scappare.

La vocalist riaprì gli occhi –è solo un brutto sogno, tranquilla-.

Jade la stava abbracciando e la teneva stretta a se, ma non c’era rudezza in quel gesto solo uno sconfinato amore e il desiderio di proteggere la persona amata.

La bassista sapeva perfettamente cosa stesse accadendo alla compagna, in fin dei conti come da quell’incubo era stata lei a salvarla dalla realtà e Cherrie d’allora non l’aveva mai lasciata, avevano incontrato per caso le altre ragazze e con quei pochi soldi che avevano erano riuscite a comprarsi gli strumenti per poi formare il gruppo che adesso stava facendo impazzire l’America.

Erano partite dai bassi fondi e nessuna di loro avrebbe mai creduto di poter arrivare a quel punto, soprattutto le fondatrici del gruppo ancora non ci credevano.

Cherrie proveniva da una famiglia in crisi, il padre alcolizzato la picchiava e la madre eroinomane fingeva di non vedere in fondo le bastava una dose per dimenticarsi anche il uso nome.

Aveva lasciato la scuola a sedici anni per poter lavorare e andarsene da quella casa il prima possibile cosa che si avverò l’anno seguente, quello fu il suo regalo di compleanno per i suoi diciassette anni.

Trovò un piccolo appartamento a poco in periferia e li vi rimase fino al momento in cui firmando il contratto con la Universal Music  non aveva detto addio alla sua povertà.

Ma fare la barista in un pub di ubriaconi non era di certo il metodo migliore di guadarsi il denaro per vivere, infatti innumerevoli volte le era capitato di essere stata molestata e col tempo non solo ci aveva fatto erroneamente l’abitudine ma aveva imparato a difendersi a lasciare da parte il suo carattere dolce e comprensivo per uno intransigente e da dura.

C’erano state volte in cui  aveva pensato di non poter reggere il peso di tutto quello che la vita le aveva proposto ma non aveva mai tentato il suicidio perché la morte e l’ignoto la spaventavano molto di più di quegli uomini che le facevano in continuazioni avances.

Era difficile non notare una bellezza naturale come quella di Cherrie, i lunghi capelli biondi che le coprivano la schiena, i grandi occhi azzurri che erano gli stessi della nonna materna morta quando aveva dieci anni e poi il suo fisico asciutto con un seno perfetto e le lunghe gambe che non scopriva mai per il terrore di attirare troppo l’attenzione.

Insomma era inevitabile che un giorno un uomo scontento di un suo no l’avrebbe aspettata fuori dal locale a notte fonda e di conseguenza l’avrebbe portata in un vicolo lontano dalle luci di periferia per abusarne.

Ma quello fu il giorno in cui Cherrie e Jade s’incontrarono per la prima volta.

Mentre ascoltava il respiro profondo e tranquillo della compagna Jade ripensò a quegli istanti, i più fortunati della sua vita.

Cherrie urlava in maniera esasperata e si dimenava sperando di riuscire a liberarsi dalla morsa del suo aggressore, ma l’uomo che per una sera aveva scelto di essere sobrio per godersi quel momento, era molto più forte di lei e non mollava la presa, in cambio però la schiaffeggiò con tanta forza che la ragazza pensò di morire , il sangue che le usciva dal naso le imbrattò la maglietta e inzuppò i biondi capelli che arruffati le ricadevano sul viso.

Smise infine di ribellarsi e lasciò che quel bastardo gli sbottonasse i pantaloni e infilasse una delle sue mani fra le sue gambe, le lacrime che rigavano il volto di Cherrie andarono a mescolarsi col sangue, ma nell’istante stesso in cui quel mostro stava per togliere l’ultimo lembo di stoffa che celava la sua intimità una voce si espanse nel vicolo –lascia stare quella ragazza figlio di puttana!-.

Fra i cassonetti che si trovavano in quel vicolo una ragazza, dai corti capelli neri e gli occhi verdi incorniciati da uno spesso strato di trucco, si alzò e getto a terra una bottiglia di birra che andò in frantumi.

Il suo corpo era magro come quello di Cherrie ma le braccia erano più muscolose, indossava dei pantaloni di pelle, un paio di anfibi e un chiodo dello stesso materiale dei pantaloni.

L’uomo che teneva Cherrie si voltò –vattene ragazzina questa puttanella mi deve una scopata- poi si girò di nuovo verso la sua preda e riprese a fare ciò per cui aveva tanto atteso.

-Vuoi lasciare quella ragazza coglione?- a quel punto la misteriosa ragazza urlò pervasa da una rabbia quasi disumana –va bene ragazzina adesso ti faccio vedere io- rispose l’uomo prima di avventarsi sulla brunetta.

Jade evitò il colpo e gli diede una gomitata all’altezza dello stomaco spezzandogli il fiato, poi iniziò a picchiarlo con quanta forza avesse in corpo e con una furia tale che alla fine di quella aggressione l’uomo cadde al suolo sfinito e in una pozza di sangue, poi corse verso Cherrie e l’aiutò a rivestirsi –hai dei soldi?- le chiese –non penso- disse a fatica l’altra –non posso portarti in ospedale se non hai soldi per pagare le cure- un piccola risata quasi strozzata uscì fuori dalle labbra della cantante –mio padre mi faceva di peggio, aiutami solo ad arrivare a casa mia non è molto distante da qui- Jade si caricò il peso della ragazza in spalla e seguì le indicazioni di quest’ultima.

Era il diciotto luglio di quattro anni prima e nessuna delle due pensava che quel fortuito incontro le avrebbe portate sino a dove erano ora.

Il sole fece capolino dalle finestra della camera d’albergo delle due ragazze che ormai avevano finito di preparare le valige e si apprestavano a tornare a New York.

Il volo fu breve in meno di tre ore erano tutte innanzi all’imponente edificio della loro casa discografica innanzi alla quale ad aspettarle c’era il loro menager –andiamo la riunione sta per iniziare- le cinque seguirono l’uomo fino alla stanza nella quale avevano deciso la track list del loro ultimo album.

Si sedettero sulle comode poltrone della sala riunione e aspettarono con ansia i vari consulenti con le quali si sarebbero confrontate per poi iniziare l’incontro.

Erano passate due ore e sembrava che i preparativi per l’album si stessero per concludere quando il CEO dell’agenzia non parlò –c’è un ultimo dettaglio da discutere e sul quale sarò irremovibile per cui non accetterò un no- Cherrie guardò Jade che come lei era rimasta sorpresa da quella affermazione poiché  per l’ultimo album avevano avuto carta bianca –ultimamente abbiamo riscontrato un crescente interesse verso il rap e l’hip hop, per cui voi farete una collaborazione con un gruppo hip hop- la leader spalancò gli occhi incredula per quanto avesse appena sentito, Cherrie si alzò in piedi –cosa!?!? Io non mischio la mia musica con quella!! I fan ci uccideranno!!- il CEO scosse la testa –abbiamo fatto una ricerca e se tu manterrai i tuoi testi ma adotterete un sound leggermente diverso solo per qualche canzone hanno detto che sarebbe fantastico, in questa maniera amplieremo anche il mercato e il target- la bionda scosse la testa visibilmente contrariata –va bene e con chi sarà? Con Iggy, Niki, Ariana Grande?- e ancora una volta il direttore scosse il capo –no, vogliamo promuovere un nuovo genere d’hip hop dato che pochi artisti americani si sono avventurati in questo genere musicale, siamo riusciti ad ottenere una collaborazione con un gruppo coreano di sei ragazzi si chiamano B.A.P., care le mie Farawell farete un featuring con un gruppo kpop-.

Inutile fu tentare di controbattere, alla fine le cinque ragazze si dovettero adattare inesorabilmente a quella scelta di mercato, ma alla sola idea di dover collaborare con degli uomini Cherrie era letteralmente furiosa.

-No jade non cambierò idea! Sai come sono gli uomini e voi avete tutte il pregio di essere molto belle, se solo vi toccassero!- il viso della vocalist era stravolto dall’ira, la bassista non aveva mai visto una reazione simile sul volto di Cherrie , sapeva quanto tutte loro contassero per lei, sapeva che erano la sua famiglia e conosceva la sua avversione nei confronti degli uomini dopo la vita che fini ad allora aveva vissuto ed in seguito a spiacevoli inconvenienti che erano seguiti alla loro crescente fama.

-Non cambierà idea- cercò di farla ragionare l’altra –lo so perfettamente è per questo che io non partirò per Seoul domani-.

Cherrie prese dal tavolo dell’appartamento che condivideva con Jade i guanti da box e iniziò ad accanirsi contro il sacco che aveva fatto appendere nella sua camera da letto, sferrando pugni di notevole forza, col tempo e con l’aiuto dell’amica aveva iniziato ad allenarsi per proteggere le componenti del suo gruppo e in più di un occasione prima del vero successo che avevano conseguito solo da due anni a questa parte, si era ritrovata a dover picchiare sconosciuti che si erano avventati contro le sue amiche, se prima era stata Jade a proteggerla ora lei avrebbe fatto lo stesso per tutte loro.

Mentre urlava in preda alla rabbia ad ogni colpo che tirava al sacco da box l’impianto audio della loro casa si accese e una canzone dai ritmi potenti iniziò ad insinuarsi nella sua testa, una delle sei voci in particolare la colpì, smise di allenarsi e si fermò quasi in trans ad ascoltare un suono così simile a quello prodotto dalle sue corde vocali.

-Warrior, primo singolo dei Best Absolute Perfect, che sta per B.A.P.- disse Jade, Cherrie la guardò e parve acquietarsi -di chi è quella voce così bassa?- la bassista le passò il tablet facendo ripartire il video ed indicò un uomo.

Carnose labbra, corpo scolpito occhi leggermente truccati e capelli biondi ed una potenza nei movimenti di quel music video che la spiazzò –credo sia lui- la vocalist si stampò quell’immagine nella mente e registrò il suono della sua voce –quanti?- Jade comprese di aver stuzzicato la sua curiosità –i singoli sono parecchi ma hanno pubblicato solo un full album e hanno appena finito il loro world tour, comunque lui è il leader e si chiama Bang Yongguk-.

Cherrie sorrise quasi malignamente, poi guardò Jade –prepara le valige e chiama le altre, sta sera le voglio tutte qui e poi scarica tutte le loro canzoni devo farmi un’idea di cosa ne uscirà da questa collaborazione-.

-La limousine è arrivata- urlò Victoria che aspettava le sue compagne sull’uscio dell’appartamento di Cherrie e Jade mentre si fumava la prima sigaretta della giornata.

Le altre raggiunsero la seconda chitarrista e si affrettarono a scendere le scale dell’edificio pronte per ripartire nuovamente, erano visibilmente esauste da tutti gli impegni che le avevano tenute occupate nell’ultimo periodo ma avevano preso questo viaggio in Corea del Sud come una semi vacanza dai risvolti professionali, no nera stata stabilita una data precisa per l’uscita dell’album dato che il CEO si era premurato di dare l’occasione ai due gruppi di conoscersi prima.

Arrivarono all’aeroporto dal quale solo la mattina seguente erano uscite e dovettero fiondarsi in fretta e furia al chek in e appena completato s’imbarcarono immediatamente.

Il volo sarebbe durato ventiquattro ore, arrivare dall’altra parte del mondo non era di certo uno scherzo e al solo pensiero di dover stare così tanto tempo sul volo le ragazze si lasciarono consolare dal fatto che avrebbero viaggiato in business class.

Erano in viaggio ormai da dodici ore e speravano di stancarsi in fretta così da poter dormire per il resto del viaggio, erano ormai stufe di bere e continuare a guardare film –hostess altre cinque birre- disse Angel annoiata –smattila di farci bere- repicò Jade –ci sentiremo tutte male e domani vomiteremo addosso ai nostri futuri colleghi- Cherrie tirò una gomitata alla compagna –non ho ancora digerito questa storia smettila di ricordarmelo!- poi suffò e si rimise le cuffiette.

Era rimasta sorpresa da quanto quei si avessero lavorato duramente in  tre anni, sembrava che nessuno li potesse fermare, si erano guadagnati anche quell’appellativo “B.A.P. ma non vi fermate mai?”, ma in fin dei conti non era questo che interessava alla vocalist, non poteva dire che quei ragazzi non avessero talento o che fossero brutti o che sembrassero cattive persone, ma la sua sfiducia negli uomini non le faceva abbassare la guardia, non sapeva cosa aspettarsi dai prossimi giorni o mesi nei quali avrebbero collaborato ma sapeva che qualche cosa sarebbe andata storta e lei non aveva la minima intenzione di lasciare la possibilità a quei sei di toccare una delle sue compagne.

Finalmente dopo quindici ore di viaggio Cherrie riuscì ad addormentarsi non prima di aver ascoltato l’ultima canzone del First sensibility , a svegliarla fu Jade –copriti bene- disse la bassista –ce ne sono molti?- a rispondere alla domanda della vocalist fu Kate –è pieno!-.

Tutte e cinque presero i loro giubbotti e infilarono gli occhiali da sole e poi scesero dall’aereo, per ritrovarsi accerchiate dalle guardie del corpo che a fatica riuscivano a controllare la folla –non pensavo fossimo così famose qui- disse sorpresa Victoria –nemmeno io- continuò Angel iniziando a battere il cinque a tutti quelli che riuscivano ad allungare abbastanza le braccia nella loro direzione, Cherrie e Jade furono riempite di regali e firmarono qualche autografo, poi prima di salire sull’auto che le avrebbe portate a destinazione tutte cinque s’inchinarono e salutarono a gran voce tutti i fan che erano venute ad accoglierle.

-Cavolo qualcuna ha una sigaretta sto morendo- supplicò Kate –ci conviene fumare una volta scese resisti ancora un po’- replicò Jade.

Seoul non era molto differente da New York con tutti quei grattacieli si sentivano quasi a casa e poterono osservare perfettamente la città dai vetri oscurati della limousine che era venuta a prenderle, ci misero non troppo ad arrivare innanzi all’edificio della casa discografica dei loro nuovi colleghi.

Ad accoglierli alla reception fu una signorina che appena le vide scendere dall’auto avvisò il presidente del loro arrivo.

Camminarono per dei corridoi infine capirono che erano arrivate a destinazione poiché la ragazza chiese loro di attendere fuori da una porta a due ante , poi uscì nuovamente –prego-  disse quasi sotto voce.

Cherrie fu la prima ad entrare e sotto gli enormi occhiali da sole si era dipinta in volto un’espressione seria come tutte le altre del resto, era stata categorica sul non dover entrare troppo in confidenza con quei sei ragazzi anche se tutte le altre sembravano avere un debole per la bellezza dei B.A.P., fortunatamente Jade era stata dalla sua parte per cui le altre si erano lasciate convincere dalla loro leader.

Innanzi a loro si trovavano i sei ragazzi che sino ad allora aveva visto solo in foto, affiancati da un uomo sulla quarantina.

Cherrie rimase spiazzata, al centro fra i sei la figura del loro leader sembrava imponente, quasi la spaventò, non aveva mai visto un uomo di quella bellezza e con tanta perfezione nei tratti del suo volto, d’un tratto persa tutta la sicurezza che fino ad allora aveva creduto di avere e si sentì mancare, poi però il suo odio verso gli uomini tornò a galla e lo sgomento iniziale scomparve.

-Noi siamo le The Farewell, spero che lavoreremo bene insieme- fu Cherrie a prendere la parola, dato che le altre ragazze a parte la bassista vertevano nel suo stesso stato di qualche attimo prima.

Si qualche cosa sarebbe andata storta e la vocalist se lo sentiva perfettamente.

I B.A.P. dissero una frase in coreano della quale le ragazze compresero solo il nome della band e “yes sir!”.

Quello che lei aveva imparato a riconoscere col nome di Bang Yongguk fece qualche passo in avanti e le strinse la mano –anche noi speriamo di lavorare bene con voi- Cherrie ricambiò la presa e puntò il suo sguardo negli occhi di quello che per lei era un avversario e sorrise falsamente.

Rimasero a stringersi la mano per qualche attimo poi sia lui che lei passarono a presentarsi con gli altri membri dei due gruppi.

Finite le presentazioni il CEO della TS entertaimen disse alle ragazze che potevano andare a riposarsi poiché il viaggio era stato lungo e mandò i B.A.P. al dormitorio.

 

-Cosa ne pensate?- iniziò Youngjae –la prima chitarrista è formidabile ho sentito qualche loro pezzo- rispose Daehyun –io trovo che la batterista sia brava- continuò Himchan , Zelo e Jongup invece risero ma non dissero nulla –non vedo l’ora di sentire la loro cantante- disse Yongguk pensieroso, c’era qualche cosa di particolare in quella ragazza e lui ne era rimasto affascinato e non vedeva l’ora di mettere alla prova quelle cinque.

Aveva ascoltato qualche pezzo delle The Farewell e la voce di Cherrie lo aveva come stregato data la somiglianza alla, sua con l’unica differenza che lei era una ragazza.

Si era accorto di come lo aveva guardato appena le aveva stretto la mano ed era sicuro che i loro interessi sarebbero andati ben oltre quelli professionali, ma ancora non conosceva Cherrie Currie e cosa ne sarebbe venuto da quell’incontro fra due generi musicali completamente diversi.

 

 

NOTE DELL’AUTRICE:

Eccomi qui con una nuova storia spero di intrigarvi sin dal primo capitolo, mi scuso per essere in ritardo con le altre storie ma mi è venuta l’ispirazione per questa, comunque voglio rassicurarvi continuerò anche le altre, spero di riuscirci il prima possibile.

Fatemi sapere cosa ne pensate e aspettate i prossimi capitoli per vedere come evolverà anche questa storia.

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Capitolo 2
*** Cream ***


Cherrie e Jade riaprirono lentamente gli occhi e si guardarono intorno alla ricerca di un qualche indizio su chi fossero? Sul perché fossero lì e soprattutto sul motivo per il quale non ricordavano assolutamente nulla della notte precedente.

-Dannata Angel, non mi lascerò mai più convincere a bere così tanto alcool in vita mia, se mi ricordo il mio nome è già tanto- sbottò Victoria che era appena uscita dal bagno in reggiseno e slip.

Cherrie si spostò i capelli che arruffati le ricadevano sul viso e si guardò intorno ricordando che quella fosse la sua camera d’albero condivisa solo con Jade –e tu cosa ci fai qui?- chiese in seguito la bassista, mentre si teneva la testa e cercava di comprendere come era finita riversa sul pavimento accanto al suo letto, con indosso solo la metà degli abiti che aveva il giorno prima, per poi mettersi a sedere superando non poche difficoltà.

-Sono rimasta a dormire sul divano, ieri sera Angel e Kate hanno ordinato da bere in camera mentre eravamo qui e ci siamo ubriacate talmente tanto che solo loro due hanno avuto la forza di tornare nella loro camera-.

Anche Cherrie si tirò su, notando che almeno lei la forza di arrivare al letto l’aveva trovata, poi cercò nella valigia abbandonata ai piedi del letto due aspirine e ne passò una a Jade, la quale la prese immediatamente non vedendo l’ora di poter zittire il mal di testa da post sbornia.

Appena ebbe deglutito il medicinale si voltò in cerca del suo pacchetto di sigarette e ne prese due una delle quali fu lanciata a Cherrie che se l’accese un attimo dopo.

Le tre sembravano essersi appena riprese dal disorientamento iniziale quando in camera entrò Kate –mio dio ma siete orribili!- esclamò con aria sconcertata nel guardare le sue compagne.

-Pensa per te, lo specchio del tuo bagno si è rotto e non hai fatto in tempo a specchiarti?- ribatté Victoria mentre cercava senza troppi risultati i suoi jeans, ormai persi nel caos che avevano lasciato in camera la notte scorsa.

La prima chitarrista la fulminò con lo sguardo –non hai capito! Dovete cambiarvi alla svelta tra un ora due di quei sei verranno in hotel per accompagnarci ad un ristorante- Cherrie cadde dal letto e Jade si fece cadere addosso della cenere per poi saltare in piedi e soffiare sulla zona leggermente scottata a causa della sua disattenzione –merda!- imprecò.

-Che diavolo significa che fra poco saranno qui?- disse Cherrie infastidita –ricordi che dobbiamo fare amicizia con loro? Beh il menager di quei ragazzi ci ha organizzato un pranzo di lavoro e saranno qui fra un ora!- spiegò Kate –va bene andatevi a preparare- concluse la vocalist, prima di rimettersi in piedi sulle sue gambe e dirigersi nel bagno della suite, ma proprio in quell’istante anche la batterista fece la sua entrata  –che ti piaccia o no hanno tutti un bel sedere, quindi non lamentarti!!- disse con malizia prima di saltellare nuovamente via, evitando con molta grazia una scarpa lanciatale dalla leader.

 

Preparasi fisicamente per Cherrie non fu molto difficile, le bastava un po’ di mascara, il suo rossetto color ciliegia, dei pantaloni aderenti a vita alta, una larga camicia bianca e le sue decolté nere.

Quello che le fu davvero impossibile era il solo pensare al fatto che avrebbe trascorso con quei sei l’intera giornata, non si sarebbe mai rassegnata all’idea di lavorare con così tanti uomini e quando sarebbe tornata in America in una maniera o nell’altra il loro CEO l’avrebbe sicuramente pagata, ma per il momento poteva solo sopportare quella tortura.

Le cinque furono pronte giusto in tempo per l’arrivo di Himchan e Daehyun, che con molta educazione appena furono innanzi alle The Farewell s’inchinarono –il resto del nostro gruppo ci aspetta ad un ristorante qui vicino possiamo raggiungerlo anche a piedi, nel tragitto vi faremo vedere qualche cosa di Seoul- disse il main vocal.

 

Mentre camminavano Himchan tentò di prendere la parola per iniziare una discussione –allora…- ma le parole gli morirono in gola, non si era mai trovato circondato da così tante ragazze per lo più straniere e questo lo metteva terribilmente in imbarazzo, per quanto potesse sentirsi sicuro di se gli sguardi indagatori della vocalist e della bassista non lo mettevano a suo agio come non facevano tranquillizzare nemmeno Daehyun, sembrava che quelle due potessero leggergli anche l’anima d’un tratto si sentì quasi nudo, ma quella probabilmente fu colpa d Angel che gli fissava costantemente il sedere, approfittando del fatto che i due ragazzi camminavano innanzi a loro.

Kate si disegnò sul viso un ghigno malizioso e guardò prima la seconda chitarrista e poi la batterista per cercare nei loro sguardi un segno di approvazione alla domanda che stava per porre, le due le sorrisero nella stessa maniera in cui stava facendo lei –qualcuno di voi è fidanzato?- chiese infine.

-No no , non potremmo nemmeno, siamo sotto contratto- fu la rapida risposta di Daehyun che in quel momento avrebbe voluto avere tutta la grinta che sfoggiava sul palco durante uno dei suoi favolosi acuti.

A quella risposta le tre risero come delle oche destando le ire della loro leader che rallentò il suo passo e appena ebbe a tiro Kate la colpì con una gomitata, la prima chitarrista presa di sorpresa barcollò ma in seguito accompagnata dalle altre fece un linguaccia a Cherrie, la quale stava per mettersi ad urlare –eccoci siamo arrivati- la voce d’Himchan la bloccò e le tre furono salve, nel fra tempo Jade cercò di non ridere coprendosi con la mano destra la bocca.

Il luogo era accogliente e di buon gusto, dovette ammettere a se stessa Cherrie mentre osservava la pregiata moquet rossa sulla quale stava camminando, le preti inmarmo e i pregiati tavoli in legno rendevano quel ristorante bello a vedersi.

Ad un grande tavolo erano seduti il resto dei B.A.P. che come videro le loro nuove colleghe si alzarono e fecero un piccolo inchino prima di scostare loro le sedie per farle accomodare.

Cherrie si tolse gli occhiali da sole e fulminò con lo sguardo Yongguk che dolcemente le sorrideva e le diceva di sedersi accanto a lui, sembrava aver completamente ignorato i suoi grandi occhi azzurri e questo la rendeva ancora più nervosa.

Il pranzo fu breve e molto gustoso ed in breve arrivarono al dessert, che consisteva in piccole palline fatte da farina di riso e cacao, al cui interno vi era una piccola pallina di gelato al cocco, appena le papille gustative della vocalist entrarono a contatto con tanta delizia sembrarono iniziare a danzare dalla felicità e la sua espressione piacevolmente sorpresa fece sorridere il leader del gruppo maschile –ti piace?- chiese con un accento inglese davvero pessimo –si è buono- rispose con sufficienza la ragazza –è un dolce giapponese si chiama mochi gelato- lei continuò a mangiare facendo ben attenzione a non mostrare un altro smagliante sorriso, quel ragazzo la metteva troppo a disagio, era più alto di lei e a differenza d’Himhan e Daehyun non si lasciava intimorire dalla sua presenza o da quella delle sue compagne.

Finito il pranzo pagarono il conto e si diressero all’uscita del ristorante, Cherrie si accese una sigaretta ed inspirò una lunga boccata di fumo per cercare di calmare i suoi nervi, che in quel momento erano più tesi delle corde di un violino, stava attraversando la strada quando smise di capire cosa le stesse accadendo.

L’auto che ad una velocità esorbitante l’aveva quasi investita proseguì il suo percorso mentre lei si trovava sull’asfalto avvolta da una pio di braccia che non le erano familiari.

Un dolce profumo le riempì le narici ma il battito cardiaco accelerato e una sensazione di enorme fastidio la riportò alla realtà.

Sentiva delle voce che in tono preoccupato le chiedevano se stesse bene ed altre che in una lingua a lei sconosciuta erano pronunciate con lo stesso sentimento, appena la vista le tornò nitida comprese cosa le era successo –va tutto bene?- una profonda voce che lei aveva già registrato nella sua mente sembrò perforarle i timpani data la vicinanza alle sue orecchie, e il caldo respiro che le riscaldò il collo la rece rabbrividire.

Era  completamente distesa su Yongguk, che ancora la stava tenendo fra le sue braccia e la fissava con quei suoi occhi spaventosamente scuri.

Cherrie balzò in piedi pervasa da un ira funesta, avrebbe picchiato quell’uomo se solo non le avesse appena salvato la vita e sentirsi in debito con lui la faceva sentire ancora peggio, senza dire una parola andò via, lasciando le sue compagne a scusarsi per il suo comportamento così irrispettoso nei confronti di colui che aveva appena preservato la sua vita.

Corse verso l’hotel, mentre le lacrime che le rigavano il viso si erano fatte più copiose, quelle mani che la tenevano e quel petto che non aveva nulla a che fare con quello di Jade le avevano ricordato il suo tormentato passato.

Non poteva assolutamente fidarsi degli uomini ed essere stata aiutata da uno di loro le faceva provare sentimenti così contrastanti che la confusione si era ormai impadronita di lei e il cuore soffriva irrimediabilmente.

Sapeva di essersi comportata in modo spregevole con il leader dei B.A.P. ma non era riuscita a controllarsi.

Appena ebbe raggiunto la camera si lasciò andare e urlò in preda alla rabbia, qualunque cosa le finisse sotto mano, la lanciava via.

Si sentiva furiosa e avrebbe preferito che nessuno la salvasse, quante volte ancora un uomo avrebbe dovuto toccarla?

Da quel diciotto luglio la sua sfiducia o odio che sia , negli uomini non aveva fatto altro che crescere, alimentata anche da ciò che la fama comporta, si sentiva così oppressa e al col tempo così in colpa per non aver ringraziato quel ragazzo.

Cherrie era convinta che il genere maschile potesse pensare ad una sola cosa,ne era così certa che era quello che cantava nelle sue canzoni, quel sentimento d’amore che in realtà si tramuta in pura ossessione, possessione, violenza, stupro e omicidio.

Quell’emozione che le donne  chiamano amore, solo perché si rifiutano di chiamarla sesso, per Cherrie non sarebbe mai esistita; da quando il pudore non era nient’altro che una parola di cui la gran parte dell’umanità non conosceva il significato, il mondo era tornato paradossalmente ad uno stato animalesco, in cui l’amore si delocalizzava su due piani, quello romanzato dei film e delle serie tv e quello reale e crudo che tutte le persone vivono.

Insomma fra i sogni di un amore rose e fiori e quello che realmente poteva essere vissuto, c’era il baratro che Cherrie tentava disperatamente di far conoscere alle donne, per proteggerle dalla violenza del genere maschile.

Non sapeva reputare quanto tempo fosse passato dal suo rientro in hotel fatto sta che sentì la porta della sua camera essere aperta velocemente e poi essere richiusa con violenza, dei passi pesanti ed infine sentì delle braccia, che conosceva sin troppo bene, avvolgerla.

-Va tutto bene Cherry- quella era l’affannata voce della sua bassista, che prima aveva lasciato indietro per andare a nascondere il suo dolore.

-Va tutto bene Cherry- ripetè Jade chiamandola volutamente con quel nomignolo così simile al suo nome, nato dalla loro passione per il gruppo delle The Runaways, primo gruppo heavy metal completamene femminile che entrambe amavano, Cherry bomb era il titolo di una track list del loro primo album, la loro canzone preferita.

A quel punto la vocalist si calmò e quasi svenne per la stanchezza, Jade la prese in braccio e la posò sul letto, poi le si sedette accanto e le accarezzò i capelli finché non si addormentò.

 

La bionda riaprì lentamente gli occhi, poiché se li sentiva gonfi e doloranti, nel guardarsi attorno notò che era già sera, sentiva solo il rumore della televisione accesa che la sua compagna stava guardando sul divano della suite.

Si alzò dal letto e andò a prendersi una bibita dal frigo bar, per rinfrescarsi dato il caldo di quel torrido giugno che stavano trascorrendo a Seoul.

-Che ore sono?- chiese alla brunetta mentre si stendeva sul divano poggiando la testa sulle gambe dell’altra –le otto di sera, hai dormito parecchio- fu la risposta che ricevette.

-Tieni- Jade si sfilò dai pantaloni un pezzetto di carta per poi darlo a Cherrie –che cos’è?- chiese l’altra –è l’indirizzo della casa discografica dove lavorano i B.A.P. , Angel se lo è fatto scrivere da Himchan così che tu possa andare a chiedere scusa a Yongguk per il tuo comportamento- Cherrie a quella notizia sputò tutta la bibita, che con calma si stava godendo, in faccia a Jade.

-Cosa? Io non vado da quel tipo!!- esclamò la vocalist –devi! Dobbiamo evitare qualsiasi problema e se non ti scusi questo sarà un problema- le ordinò l’amica sfilandosi infastidita la maglietta, per asciugarsi la faccia ricoperta di succo alla mela.

-Va bene andrò a scusarmi!- urlò la cantante per poi borbottare –questa non ci voleva proprio-.

Detto ciò si alzò dal divano per andarsi a fare una doccia rinfrescante.

Quando ebbe finito indossò una larga maglietta bucata in più punti, dei pantaloni in pelle e delle alte converse nere, poi prese la sua borsa e si diresse verso l’uscita della camera dove trovò Jade che le porgeva delle birre in lattina –ho sentito che ai coreani piace bere , se ti sbrighi per quando gliele porterai saranno ancora fresche- Cherrie le fece una smorfia che fece ridere l’altra –ci vediamo dopo- concluse.

Fermò un taxi e porse all’autista il biglietto con sopra l’indirizzo della TS.

Cherrie sapeva perfettamente di dover stare calma eppure non ci riusciva, non sapeva se era la vergogna a farla agitare o il pensiero di doversi trovare di fronte quel ragazzo che pareva ignorare tutte le sue occhiatacce.

Prese a giocare con la tracolla della sua borsa e guardò fuori dal finestrino per godersi le colorate luci di Seoul.

Quando arrivò innanzi alla casa discografica dei suoi nuovi colleghi erano le nove e un quarto, pensò per cui che Yongguk fosse già andato via, stava per fare marcia indietro quando il cellulare che aveva in mano vibrò.

“Jade 21,16

 Non osare tornare qui se prima non ti scusi con quel ragazzo o giuro che dico alla security dell’hotel che sei una nostra fan che continua a seguire la vera Cherrie Gills  e che non le dai pace”.

Cherrie lesse quasi incredula il messaggio e sbuffò sonoramente, visibilmente scocciata da tutta quella situazione, poi varcò la porta d’ingresso –o signorina Gills non l’aspettavamo- disse la receptionist –non si preoccupi sono qui per vedere Bang Yongguk- disse quasi sotto voce per non farsi sentire –certo è in sala di registrazione lo chiamo subito- rispose la ragazza –mi indichi solo dov’è questa stanza- si affrettò a dire la cantante.

Dopo che ebbe compreso in che direzione dovesse andare, percorse quei pochi metri con molta calma, giunta però innanzi a quella dannata porta che la divideva dal leader dei B.A.P. desiderò poter tornare indietro, ma ripensò alle parole della bassista e rabbrividì.

Si addentrò nella camera che era quasi del tutto al buio, se non fosse stato per una calda luce che proveniva al di la del vetro che divideva la sala insonorizzata da quella con la strumentazione per le registrazioni delle canzoni.

Yongguk stava cantando una canzone ma la ragazza non sentendo alcun rumore non poteva comprendere quale fosse, così incuriosita si sedette dove di solito si trovano i tecnici del suono e indossò un paio di cuffie, mise due dita sul mixer e alzò il volume e come da una freccia fu trafitta dalla bellezza della voce del ragazzo.

Il main rap era completamente immerso in quello che stava facendo, aveva gli occhi chiusi e le mani erano poggiate sulle cuffie da studio che riproducevano la base di I remember , ma ingenuamente non sapeva che ad ascoltarlo c’era qualcuno.

Cherrie comprese in un solo attimo la bellezza di quell’uomo, che non risedeva in lui come persona ma in lui come artista, quel rap veloce e quelle note così basse fecero provare alla cantante delle The Farewell una sensazione che seppe descrivere nella sua mente come un caldo abbraccio in una gelida notte di Dicembre del Minnesota.

Finalmente capì cosa Jade volesse dirle la prima volta che l’aveva sentita cantare,“mi hai strappato l’anima” furono le uniche parole che pronunciò e lei in quel momento si sentiva proprio come la sua amica tempo addietro.

Chiuse gli occhi e posò come il ragazzo le mani sulle sue cuffie per appropriarsi meglio di quel concerto che inconsciamente l’altro stava tenendo solo per lei.

-Yes i rememb…- la base continuò ad andare avanti  ma nessuna voce stava pronunciando le sue parole –non sapevo fossi qui- disse infine Yongguk, Cherrie riaprì gli occhi e per colpa dell’imbarazzo quasi non cadde dalla sedia –ti piace?- le chiese –è orecchiabile- rispose lei cercando di darsi un contegno e di ritornare seria.

Il ragazzo uscì dalla sala di registrazione in fretta e andò a sedersi vicino alla vocalist, la quale si allontanò leggermente –grazie per oggi- sussurrò Cherrie –cosa?- chiese l’altro non avendola sentita –GRAZIE PER OGGI!!- urlò la ragazza, facendolo saltare sul posto.

Yongguk stava per dirle che non c’era bisogno di ringraziarlo e che probabilmente anche lei avrebbe fatto lo stesso per lui, ma non conosceva Cherrie e il suo odio per gli uomini, quando stette per aprir bocca l’altra gli porse una birra in lattina –bevi! Avrai caldo- borbottò l’ultima parte della frase –grazie ne avevo davvero bisogno- disse il ragazzo .

Iniziarono a sorseggiare il contenuto della lattina poi Cherrie si fece coraggio –mi dispiace essere andata via così questa mattina- disse in un sol fiato e poi prese un lungo sorso dalla lattina che stringeva fra le mani –tranquilla le tue compagne mi hanno detto che sei molto sensibile e che ti eri spaventata-  le sorrise prima di bere ancora una volta dalla lattina.

La vocalist stentò a credere che le potesse venir detta una cosa simile, poi comprese che quella era colpa di Kate e si ripromise che appena l’avrebbe avuta sotto mano gliela avrebbe fatta pagare –si certo- si limitò ad asserire con sufficienza.

Nel guardare le braccia di Yongguk notò una zona della sua pelle perfetta arrossata, osservando meglio si accorse che quella non era una semplice irritazione ma una bruciatura e comprese che doveva averlo sfregiato con la sigaretta che stava fumando prima di rischiare di essere investita.

-Ti fa molto male?- chiese all’altro, mentre cercava qualche cosa nella sua borsa –cosa?- chiese Yongguk –il braccio, ti ho bruciato con la sigaretta- si spiegò in maniera quasi apatica –oh no tranquilla è solo un graffio- la rassicurò il ragazzo, ma lei non si lasciò imbrogliare da quella falsa modestia, infatti appena ebbe trovato ciò che stava cercando uscì il tubetto di crema dalla sua borsa e se ne mise un po’ sull’indice della mano destra, poi con una delicatezza che Yongguk non si aspettò gli prese il braccio sinistro e con gentilezza ricoprì con quella sostanza viscosa la sua bruciatura.

-Devo massaggiarla finchè la pelle non l’assorbisce e metterla  altre due volte- disse Cherrie – ti devo un favore e questo è il minimo- continuò la ragazza, celando con grande maestria il fastidio che stava provando in quel momento –non ti preoccupare- cercò di fermarla Yongguk –insisto-.

Il main rap si sentì fortemente a disagio, era la prima volta che gli capitava che una ragazza si prendesse cura di lui e per giunta  quella era una star internazionale, ma mentre stava cercando disperatamente la maniera di farle capire che non si doveva preoccupare così tanto le sue orecchie furono inondate dalla voce della ragazza che intenta a massaggiargli la ferita aveva iniziato a cantare.

Si sentì improvvisamente a suo agio, anzi lo era sin troppo, si rilassò immediatamente e si godette il sollievo che quella pomata gli stava dando, mentre il canto della ragazza sembrò raggiungergli il cuore e strapparglielo via; si sentì come morire e poi rinascere, e questo accadde in continuazione, senza sosta, senza lasciarlo respirare.

Da quella melodia, però, Yongguk si lasciò soffocare, non osò fermarla e nemmeno pensò di farlo semplicemente aspettò che questa finisse.

-Ecco fatto dovrebbe andare meglio- decretò infine, il ragazzo però era completamente senza parole stava per inchinarsi per ringraziarla,ma in quel momento lei notò di non aver steso in maniera perfetta quella crema e si allungò per farlo.

Muovendosi contemporaneamente si trovarono l’uno con il viso a qualche millimetro da quello dell’altro rimasero così per qualche attimo, poi Cherrie ritornò in sé ed avvampò, scatto in piedi e stava per lanciare in faccia a Yongguk quello che restava della sua birra, poi però non volle aggravare la situazione e raccattò le sue cose.

Il ragazzo si riprese nel momento in cui l’altra stava uscendo dalla sala di registrazione e le urlò dietro –volevi lanciarmela addosso?!?!- la guardò scioccato –YHA!!- continuò uscendo in corridoio –Aish!!- sospirò infine prima di rientrare nella stanza e finire in un solo sorso la sua birra.

 

Cherrie si mise a correre come non mai, aveva ancora le goti purpuree e non vedeva l’ora che quel rossore scomparisse dalla sua faccia, poiché era del tutto inutile.

Si maledisse per quello che era successo, poi si fermò ci rifletté un attimo ed iniziò ad imprecare contro Yongguk, giurandosi che d’ora in poi fra lui e quel ragazzo ci sarebbero stati dei metri a dividerli.

“21,53 Jade

Non hai ancora finito? Gli hai chiesto scusa vero? Le ragazze hanno di nuovo invaso la nostra camera vieni ad aiutarmi”

Lesse il messaggio velocemente.

“21.54 Cherrie

Ah adesso mi chiedi aiuto eh? Di a Kate che appena la prendo la strangolo, così vedremo chi è  la sensibile fra le due”

Inviò il messaggio e ripose nella borsa il cellulare, poi fermò un altro taxi e gli chiese di accompagnarla all’hotel.

 

Yongguk sospirò rumorosamente, poi si guardò il braccio e sorrise per la gentilezza di quel gesto, forse dopo tutto quella ragazza avrebbe scritto con lui una canzone che il mondo avrebbe amato, al solo pensiero si sentì felice, spense le varie attrezzature e tornò al dormitorio.

 

 

 

NOTA DELL’AUTRICE:

Wow eccomi già al secondo capitolo, perdonatemi se continua a tardare con le altre ma ho preferito aggiornare questa così da svelare particolari in più sulla storia in generale, giuro che la prossima cosa che posterò sarà una aggiornamente del Canto di Saejin o di Back to Life.

Per ora fatemi sapere cosa ne pensate di questa, un bacio da Niji è tutto ^^

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