Il mistero di Ravel Stifling

di Mirhas
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Soggetto numero 34872 ***
Capitolo 2: *** L'Avvocato delle Anime ***
Capitolo 3: *** Il Processo ***
Capitolo 4: *** Piccola, pazza e dolce Ellen ***
Capitolo 5: *** Benvenuti al Prologo ***
Capitolo 6: *** La stanza delle cianfrusaglie e il labairinto delle scale ***
Capitolo 7: *** L'uomo dalle 8 personalità ***
Capitolo 8: *** La famigerata ragazza fantasma ***
Capitolo 9: *** Il Capitolo 6: il lago di sangue ***
Capitolo 10: *** Grandissima Lidia!! ***
Capitolo 11: *** La Porta di Servizio verso la libertà ***



Capitolo 1
*** Soggetto numero 34872 ***


Il mistero di Ravel Stifling



Soggetto numero 34872


Un ragazzo si svegliò con un sussulto. Sì guardò intorno preoccupato, cercando di capire cosa fosse successo. 
Era sdraiato su un freddo pavimento bianco, in una stanza anche essa bianca, completamente vuota. Ricordava vagamente una luce abbagliante, ma niente più.
Si alzò per cercare un’uscita, ma la stanza era priva di porte e finestre.

- C’è qualcuno? - l’eco della sua voce si ripeté diverse volte finché non si spense nel completo silenzio.
- C’è qualcuno?? - gridò di nuovo - Se è uno scherzo non è divertente!! Dove mi trovo? - di nuovo l’eco riempì la stanza senza portagli alcuna risposta.

“Che cazzo di storia è questa?? Dove sono?” il ragazzo cominciò a tastare le pareti in cerca di una via d’uscita “deve esserci per forza una porta.. altrimenti come ci sono arrivato qui?” pensò. Fece più volte il giro della stanza tastando ogni singola parte delle pareti, ma niente. Niente di niente.

Dopo quelle che parvero ore, il ragazzo si sedette a terra sconsolato. Come c’era arrivato in quel posto? Provò di nuovo a ricordare gli ultimi avvenimenti, ma la sua memoria si fermava alla luce abbagliante.
Sconsolato si guardò nelle tasche in cerca di un qualsiasi indizio, trovando nella tasca destra dei jeans una carta di identità. Il nome riportato era Ravel Stifling, ma non gli suonava per niente familiare e il viso nella foto era di un perfetto sconosciuto. Ma poi una terribile consapevolezza si fece strada dentro di lui. Per quanto ci provasse, non riusciva a ricordare il suo nome e nemmeno il suo aspetto.

“Ma che cazzo sta succedendo? Possibile che la persona in questo documento sia io?” guardò di nuovo la carta di identità, ma niente. Non ricordava niente.

Si alzò urlando e cominciò a tirar calci e pugni alle pareti.

- Fatemi uscire di qui subito!!!!! - continuò a sfogare la sua frustrazione finché esausto non si accasciò al suolo.

 “Non è possibile che non ci sia nessuna via d’uscita!! In qualche modo sono arrivato qui… deve esserci per forza un modo per uscire!!”.


 

Non si accorse nemmeno di essersi addormentato, quando improvvisamente una voce parlò da un altoparlante. - Ravel Stifling, soggetto numero 34872. Prego si rechi allo sportello 11B dell’ala ovest. -

Il ragazzo si svegliò di colpo – Che cosa? -.

- Ravel Stifling, soggetto numero 34872. Prego si rechi allo sportello 11B dell’ala ovest. - ripeté la voce.

Il ragazzo si alzò di scatto e si guardò intorno. Si trovava ancora in quella strana stanza. Cercò di soffocare un impeto di rabbia “Si fanno vivi dopo tutte queste ore??”. Senza badare al tono di voce cominciò ad urlare - Secondo te come posso raggiungere questo posto se sono chiuso qui dentro?!! - improvvisamente senti un rumore alle sue spalle e voltandosi trovò un lungo corridoio bianco. “Ma questo prima non c’era…!”. Rimase immobile, completamente turbato.

- Ravel Stifling, soggetto numero 34872. Prego si rechi allo sportello 11B dell’ala ovest. - ripeté nuovamente la voce.

- Ho capito, ho capito!! Ci vado!! - urlò di rimando e, facendo un profondo respiro, si avviò lungo il corridoio.


 

Dopo una decina di minuti giunse in un’ampia sala, dove lungo le pareti erano disposte diverse scrivanie numerate in svariati modi: H45, J3C, 7K8… sembrava non ci fosse alcun ordine in particolare e questo non contribuì a facilitare la sua ricerca.

Dopo quasi un ora, finalmente trovo il numero 11B. Seduta alla scrivania una impiegata era intenta a battere a macchina una lettera, senza degnare di uno sguardo il giovane davanti a lei.

- Scusi? -

La donna continuava a scrivere senza dar alcun cenno di aver sentito.

- Scusi?? - questa volta la signora alzò il visto scocciata dal tono di voce del ragazzo.

- Posso aiutarla? - chiese con un finto sorriso.

- Non lo so!! Siete stati voi a dirmi di venire qui!!! Dove mi trovo?? -

- Mi dispiace ma rispondere a queste domande non rientra nelle mie competenze. Le suggerisco di cercare lo sportello W32! - e no!!! Non aveva alcuna intenzione di passare un’altra ora a cercare un’altra dannata scrivania!!!

- Mi è stato detto espressamente di raggiungere lo sportello 11B!! - rispose seccato.

- Ahh! Ma allora lei è Ravel Stifling! Prego compili questi moduli! - la donna gli consegnò un plico di un centinaio di documenti con lo stesso sorriso finto.

- Ci deve essere un errore!! Il mio nome non è Ravel Stifling!! -

- Ha con se un documento? - il ragazzo tirò fuori la carta di identità e la mostrò alla signora.

- Ho con me questa, ma non è mia!! Io non sono Ravel Stifling!!! -

- Eppure il nome sul suo documento dice così!! -  

- Le ripeto che non sono Ravel Stifling!! Come altro glielo devo dire!! -

- D’accordo!! Se preferisce allora mi limiterò a riferirmi a lei come: soggetto numero 34872! -

- Guardi la foto!!! Questo non sono io!!! Non vede?? Questo non è il mio volto!! - rispose sempre più incazzato.

- Ma lei non ha nessun volto! - disse lei, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

- Che cosa? - “Ma di che cazzo sta parlando questa??”

- Ora la prego non mi faccia perdere altro tempo!! Compili e firmi questi moduli!! - continuò lei indicandogli nuovamente i documenti.

- Io non firmo un bel niente se prima non mi dice che cazzo sta succedendo in questo posto!! - cominciò ad urlare attirando l’attenzione di tutte le persone sedute nelle scrivanie accanto - Voglio sapere ora dove mi trovo, come sono arrivato qui e soprattutto perché!!! -

- Semplice! - disse con il suo falso sorriso - Lei è morto!! -.










Angolo dell'autrice

Ciao ragazzi!! Questa è la primissima serie che provo a scrivere... spero che questo primo capitolo vi abbia incuriosito e che vi sia piaciuto!! :) Fatemi sapere che ne pensate, accetto qualsiasi critica! :)

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Capitolo 2
*** L'Avvocato delle Anime ***


L’Avvocato delle Anime



“Morto… Morto?? Che diavolo significa??” – Io non posso essere morto!! Che razza di scherzo malato è questo?! –

- La prego di non urlare signor 34872 e di compilare questi moduli – disse la donna con un altro irritante sorriso.

- Al diavolo questi fottuti moduli!! Voglio Andarmene di qui!! – la signora fece un sospiro scocciato e schiacciò un pulsante sulla scrivania. – Sicurezza! – il ragazzo non fece nemmeno in tempo a voltarsi che due uomini  apparsi dal nulla lo afferrarono e lo trascinarono lungo lo stesso corridoio che aveva attraversato poco prima.
 
- Ehi voi due!! Lasciatemi andare!! –

- Ci dispiace signor Stifling, ma cerchi di collaborare! – disse l’uomo alla sua destra.

- Collaborare? Collaborare?? Voi non avete idea da quante ore sono chiuso in questo posto di pazzi!! Mi chiedete di collaborare, ma nessuno di voi si è ancora fatto avanti per darmi una spiegazione decente!!! –

- Ci dispiace signor Stifling, ma questo non rientra nelle nostre mansioni. –

“Adesso strozzo qualcuno!!” – Il mio nome non è Ravel Stifling!! – il ragazzo fece un respiro profondo. “Magari non mi conviene insistere troppo con questi due… sono comunque due armadi… se li faccio arrabbiare questi mi mettono ko..”. Si convinse di rimanere calmo e cercare di capire la situazione assurda in qui si era andato a cacciare.

Non fece nemmeno in tempo a concludere questo pensiero che il ragazzo si ritrovò nella stessa stanza in cui si era svegliato. La stessa dannata stanza! “Non posso crederci! Sono tornato al punto di partenza!!” si sedette sconsolato a terra e guardò i due uomini – Posso parlare con qualcuno che mi dia delle spiegazioni? –

- Il suo avvocato sarà qui a momenti. Se ha delle domande può chiedere a lui. –

“Avvocato??” – Perché mi serve un avv… ehi!! – i due uomini uscirono dalla stanza senza aspettare la fine della domanda. Il ragazzo rimase basito per un attimo per poi alzarsi di corsa e raggiungere la porta da dove i due erano usciti.

- Ehi voi!! Chi vi credete di essere!! Aspettate almeno che uno finisca di parlare prima di andarvene!!! – cercò più volte di aprire la porta, ma era chiusa a chiave.

“Che situazione! Che situazione!! Ora che faccio??” in preda al panico il ragazzo cominciò a toccarsi il volto. La donna alla scrivania aveva detto che lui non ne aveva alcuno perché era morto, ma questo non poteva essere possibile! Sentiva chiaramente sotto il suo tocco un naso, gli occhi e la bocca… non aveva nessun senso!! Si toccò i capelli e sentì la loro morbidezza sotto le sue dita. Non erano troppo lunghi, ma nemmeno corti. Poi gli venne un’idea. Si strappò una ciocca e la guardò. I suo capelli erano neri come la pece e questo non fece altro che rafforzare la sua convinzione che quella donna avesse mentito, o fosse pazza. Per come stavano andando le cose, era molto più plausibile la seconda.

“Morto e senza volto un cavolo!” pensò “ok.. ok.. ragioniamo con calma. Sono di nuovo chiuso qui dentro e non posso uscire… sta per arrivare un avvocato.. il mio avvocato. Perché? Che ho fatto? Non ricordo assolutamente niente!!” i suoi pensieri vennero interrotti da un uomo che entrò nella stanza. Era molto giovane, alto e magro, e vestiva in giacca e cravatta, probabilmente doveva essere lui. I suo capelli erano lunghi e neri legati in una coda e i suo occhi erano azzurri.

- Salve. Lei dovrebbe essere il signor Ravel Stifling. Soggetto numero 34872. Piacere, il mio nome è Rick Eight e sono il suo avvocato. – Rick porse la mano al ragazzo che però rimase seduto a terra senza muovere un muscolo. Imbarazzato l’abbassò e si guardò intorno. – Sono stati davvero insensibili nei tuoi confronti! In questa stanza non c’è neanche una sedia! -

- Finalmente qualcuno che se ne rende conto!! Sono qui da non so quante ore e nessuno si è ancora degnato di dirmi il perché!! E per l’ennesima volta: il mio nome non è Ravel Stifling! –

- Voi non siete Ravel Stifling? Perdonatemi, forse ho sbagliato stanza.. anche se mi avevano detto che dovevo recarmi qui! – Rick fece per andarsene ma il ragazzo si alzò di corsa in piedi e lo raggiunse.

- No, aspetta!! Qui tutti non fanno altro che ripetermi che sono lui, solo perché hanno trovato un documento nelle mie tasche! Ma io non lo sono! Ho bisogno del tuo aiuto! Dimmi che succede, perché sono qui? – Rick lo guardò per un lungo momento e poi si sedette a terra aprendo la ventiquattrore. Il ragazzo lo seguì, sedendosi proprio di fronte a lui.

- Voi dite di non essere Ravel Stifling… ma ne siete sicuro? Insomma se possedete  quel documento dovreste essere lui no? -

- Le assicuro che non lo sono. –

- Quel’è il suo vero nome allora? – Rick prese diversi fogli e cominciò a prendere appunti.

- Il problema è anche questo… vede non me lo ricordo… - Rick alzò lo sguardo dalle carte e lo fissò stupito.

- Ma se non sa qual è il suo nome, come fa ad essere sicuro di non essere Ravel Stifling? –

- Ne sono certo! Non sono lui, me lo sento! –

- Il problema però è che all’ufficio dei decessi lei è registrato con quel nome… - 

- Un momento… decessi?? Che diavolo significa? Sono morto davvero? -

- Lei… Non ricorda la sua morte? – Rick guardò intensamente il suo cliente, ma non sembrava mentire. – Questo potrebbe essere un problema allora.. vedi.. posso darti del tu? – il ragazzo annuì – vedi, quando una persona muore viene mandata qui per decidere se è meritevole o no del paradiso… si può considerare questo posto una specie di limbo… e noi… siamo quelli incaricati di decidere la sorte di ogni anima… -

- Quindi vuoi dire che sono bloccato qui per sempre perché non ricordo chi sono? –

- Non esattamente… vedi.. noi abbiamo tutta la documentazione riguardo la vita di Ravel Stifling, il problema è che, se non ti ricordi chi sei, verrai giudicato per quello che ha fatto lui. – il ragazzo rimase in silenzio. Perché era successo tutto questo? Non ci credeva. Non poteva essere morto.

- E’ uno scherzo vero? Dai tirate fuori le telecamere! – il ragazzo si guardò intorno speranzoso, ma non successe niente e Rick era più serio che mai. – Se sono morto davvero e non ricordo di aver vissuto che senso ha la mia vita..? – se era davvero morto e non poteva ricordare niente non avrebbe voluto nemmeno esistere. Non ricordava di aver mai avuto un amico, una ragazza, una famiglia… non ricordava nemmeno di aver pianto e sofferto… niente. Sentiva di aver provato quelle emozioni… le ricordava vagamente, ma non poteva ricordarne il motivo. Assurdo. La sua vita, tanto preziosa, era già finita e non ne conservava il ricordo. Doveva essere stato una persona terribile per meritarsi una simile punizione. La sua esistenza era inutile.

Rick lo guardò con compassione, cosa che il ragazzo notò e che non sopportava per niente – Smettila di guardarmi così!!! –

- Scusa, è solo che penso che sia davvero ingiusto che tu non ricordi niente… e non riesco nemmeno a capire come una cosa del genere sia possibile… non è mai successo prima d’ora! –

- Non è mai successo? – il ragazzo lo guardò sconsolato. E ora? Che poteva fare?

- Però, il problema più urgente adesso è un altro… -

- Cosa può esserci di peggio? –

- Come ho già detto se tu non ricordi chi sei, verrai giudicato in base alla vita di Ravel Stifling e… -

- E..? –

- … e Ravel Stifling è colpevole di omicidio. -








Angolo dell'autrice
Ciao ragazzi!! Scusate se ci ho messo così tanto, ma eccovi il secondo capitolo!! Prossimamente spero di pubblicare con più frequenza e spero che la storia continui ad interessarvi!! :) Mi piacerebbe sapere che ne pensate e se avete critiche o consigli!! :) Al prossimo capitolo!!

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Capitolo 3
*** Il Processo ***


Il Processo

 
- O…o.. omicidio?? – il ragazzo sbiancò – non verrò davvero giudicato come un assassino?! –

- Mi dispiace ma… -

- No no no, ti prego, tu mi devi aiutare!!! Non sono un assassino!! Non sono Ravel Stifling!! –

- S..si… io ti credo… ma vedi, ho le mani legate! Questo caso è molto difficile! Ti prometto che cercherò di fare luce su questa faccenda, ma purtroppo non sarò io a giudicarti… - il ragazzo lo guardò affranto.

- Quindi cosa dovrei fare? –

- Dovrai convincere la giuria che c’è stato un errore. –

- Giuria? Aspetta! Ci sarà un processo? –

- Temo di si. – il ragazzo rimase in silenzio. La situazione rischiava solo di peggiorare. Dopotutto dal momento in cui era arrivato li, solo Rick si era mostrato ragionevole. Ma perché solo lui? E perché gli credeva così facilmente… improvvisamente una voce all’altoparlante interruppe i suoi pensieri.

- Ravel Stifling è atteso nell’aula di tribunale 12. –

- Temo che sia arrivato il momento del processo.. – disse serio Rick.

-M..ma.. non sono pronto!! Che devo dire? Che devo fare? – il ragazzo si alzò nel panico.

- Tranquillo. Di semplicemente quello che hai detto a me! – il ragazzo era sicuro che non sarebbe stato così semplice, ma in quel momento era l’unica cosa che poteva fare.



Improvvisamente si aprì un corridoio nella parete e i due cominciarono ad incamminarsi. Ai lati c’erano delle porte numerate e Rick camminava spedito verso la porta numero dodici.

- C’è una cosa di cui dovrei avvertirti… - il ragazzo si fece attento – qualunque sia il verdetto, intendo specialmente se fosse negativo… – notando la faccia terrorizzata del ragazzo si affrettò ad aggiungere – tranquillo, una cosa del genere non accadrà! Sono il tuo avvocato! Ma, mettiamo per esempio che dovesse accadere.. non provare a scappare. – Rick disse quest’ultima frase terribilmente serio e il ragazzo si ritrovò più preoccupato di prima.

- Che cosa accadrebbe se scappassi? –

- Sarebbe il peggiore dei reati. Tentare di fuggire dalla morte è imperdonabile. Nessuno può essere così arrogante da pensare di vivere per sempre e, se tu dovessi scappare, la tua sentenza si aggraverebbe. – Rick aprì la porta per farlo entrare – e poi, se scappassi, agli occhi della giuria saresti solo colpevole! –


 
L’aula del tribunale era completamente diversa da quella che si immaginava. Era come se fosse divisa a metà da una linea, dove la parte destra era completamente bianca e la sinistra nera.

La giuria era divisa, una parte si trovava a destra, vestita completamente di bianco e con un espressione seria in volto, e l’altra a sinistra, vestita in nero e con un sorriso quasi sadico.

I posti per i famigliari e amici erano completamente vuoti, ma dopotutto lui non se li ricordava.

Il suo sguardo infine cadde su quello del giudice seduto esattamente al centro. “Non ci posso credere!! Anche lui è diviso a metà!” il ragazzo cominciò a tremare. Continuava a sperare che fosse tutto uno scherzo, che da un momento all’altro Rick gridasse che ci era cascato, ma la situazione era talmente assurda, che nessuno sano di mente poteva escogitare uno scherzo simile. E nemmeno un pazzo a dirla tutta!

Il ragazzo face dei respiri profondi.

- Apriamo il caso di Ravel Stifling, soggetto numero 34872. L’imputato è colpevole di omicidio.– il giudice cominciò a parlare, rivolgendosi principalmente alla giuria e lanciando ogni tanto degli sguardi gelidi al ragazzo. “Oddio! Questo già mi odia! Sono finito!”

- Chiamo il mio cliente a testimoniare!  - Rick fece un sorriso incoraggiante al ragazzo per rassicurarlo, ma ebbe solo l’effetto opposto. – Lei è Ravel Stifling, soggetto numero 34872? – gli domandò Rick.

- No! Non lo sono! – intorno a lui la giuria cominciò ad agitarsi e il ragazzo sentì più di una persona chiamarlo bugiardo.

- Tu non saresti Ravel Stifling? – disse il giudice scettico – Sei stato mandato qui con i suoi documenti e dici di non essere lui? –

- No, non lo sono! Io non sono Ravel Stifling! – urlo il ragazzo disperato.

- E se non sei lui, sentiamo, chi saresti? – continuò il giudice.

- Io… non me lo ricordo… - di nuovo tra la giuria si sentì chiaramente chiamare bugiardo, mentre altri ancora ridevano di lui. – Sto dicendo la verità! Io non sono Ravel Stifling, ma purtroppo non mi ricordo qual è il mio vero nome! – tutti incominciarono a ridere – che avete voi da ridere così tanto!! – cominciò ad urlare incazzato il ragazzo – Io sto dicendo la verità e voi mi prendete per pazzo!!! Siete voi i pazzi!! Nessuno di voi è normale, tranne Rick ovviamente.. – aggiunse guardando quello che ormai poteva considerare il suo unico amico.

- Come osi rivolgerti così alla corte!! – tutti trattennero il respiro scandalizzati.

Rick si avvicinò velocemente al ragazzo e gli sussurrò all’orecchio – Non puoi rivolgerti così al giudice e alla giuria! Il resto della tua esistenza dipende da loro! Non puoi urlagli addosso! –

- Si! Ma mi fanno incazzare! Mi stanno prendendo in giro! –

- Bhe.. tu cerca di trattenerti! – Rick si allontanò e ritornò a rivolgersi a lui come suo avvocato.

- Quindi lei non è Ravel Stifling. Ricorda qualcosa prima di morire? – incominciò Rick.

- Assolutamente niente! –

- Quindi non ricorda la sua vita? –

- No, non la ricordo! –

- E come fa ad essere sicuro di non essere Ravel Stiflig? – il ragazzo lo guardò basito, mentre la giuria gridava bugiardo.. ha ragione può essere lui.. non può esserne sicuro se non se lo ricorda.. è lui, è lui…

- Scusa puoi ripetere? – doveva per forza aver sentito male. Rick non poteva tradirlo così..

- Ho detto: come va ad essere sicuro di non essere Ravel Stifling? Dopotutto se non ricorda niente, potrebbe benissimo essere lui! – il ragazzo rimase di sasso.
- Ma tu da cazzo di parte stai si può sapere?? – urlò il ragazzo.

- Io sto dalla parte della giustizia! – il ragazzo notò una giovane entrare da una porta secondaria in fondo alla sala. Aveva lunghi capelli rosa legati in due code e il vestito che indossava era sia bianco che nero. La ragazza si sedette in fondo alla sala e guardò il ragazzo solo per un attimo.

- Se continua ad usare questo tono verrà giudicato per oltraggio alla corte! – il giudice lo distolse dai suoi pensieri e il ragazzo si rese conto che la situazione si stava aggravando pericolosamente.

- Vi ripeto che non sono Ravel Stifling. E’ vero, non ricordo chi sono e a rigor di logica potrei essere lui, ma ne sono assolutamente certo! Io non sono lui! – poi il ragazzo si ricordò della carta di identità che teneva ancora nella tasca destra dei pantaloni – guardate questa foto! – prese il documento e lo mostrò al giudice – questo non è il mio volto! –

- Non dica sciocchezze! Lei è già stato informato che, dal momento che si trova in questo luogo, lei non possiede nessun volto! –

- Non sto mentendo! Guardate! – il ragazzo si strappò una ciocca di capelli e la mostrò al giudice – i miei capelli sono neri, mentre quelli nella foto, oltre ad essere lunghi, sono biondi.. quasi bianchi! E anche se non ho trovato nessuno specchio, al tatto sento che i miei lineamenti sono diversi da quelli dell’uomo nella foto!! –

- Lei sta forse dicendo che riesce a capire com'è il suo volto? – il giudice e la giuria cominciarono a ridere.

- Certo! Come riesco a vedere i vostri!! – la ragazza in fondo alla sala alzò il volto improvvisamente e lo guardò.

- Tu riesci a vedere i nostri volti? – di nuovo la giuria gridò – Bugiardo! –

- Certo! Rick, per esempio, ha gli occhi azzurri, un volto magro con zigomi affilati, capelli neri e lunghi… - il giudice guardò Rick.

- E’ vero quello che dice? Il tuo volto era così? – Rick osservò freddo il ragazzo.

- No, sta mentendo! – “Che bugiardo traditore!!”

- Brutto traditore io non sto mentendo!!! Io… - il ragazzo venne interrotto dal martello del giudice.

- Io giudico l’imputato colpevole di omicidio e di essere Ravel Stifling! – il ragazzo sbiancò – Per il moemento verrai portato nelle prigioni del tribunale finché non ti verrà assegnata una punizione all’inferno! –

- No!! Vi prego!! Io non sono… - cominciò ad urlare il ragazzo.

- Sì! – dissero giudice, giuria e Rick tutti in coro – Tu sei Ravel Stifling!!! –









Angolo dell'autrice
Eccomi finalmente qui con un nuovo capitolo!! Spero vi sia picuto e che la storia vi intrighi! Devo dire che all'inizio ero un po' a corto di idee, ma alla fine sono soddisfatta. Pubblicherò al più presto il prossimo capito!! Vi prego di farmi sapere che ne pensate con una recensione :) alla prossima!! :)
 
 

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Capitolo 4
*** Piccola, pazza e dolce Ellen ***


Piccola, pazza e dolce Ellen


 
- No vi prego! Credetemi! Io non ho ucciso nessuno!! – il ragazzo veniva trascinato a forza da due uomini della sicurezza lungo un corridoio completamente nero. Per quanto avesse odiato la stanza bianca e gli interminabili corridoi dello stesso colore, ora non poteva far altro che sentirne la mancanza. Quel nero era davvero opprimente.

- Dove mi state portando? – i due uomini non diedero cenno di aver sentito. Il ragazzo provò nuovamente a liberarsi dalla loro salda presa, ma era inutile.

– Non provare a scappare. – disse uno dei due con lo stesso tono spaventosamente serio che poco prima aveva usato Rick. Il ragazzo fu percorso da un brivido.

Era impossibile! tutto questo non stava accadendo per davvero! Era sicuramente un incubo! Doveva per forza esserlo …

I tre arrivarono alla fine del corridoio, bruscamente interrotto da una piccola prigione.

I due uomini rinchiusero il ragazzo al suo interno – Ehi voi!! Vi supplico io non sono Ravel Stifling!! Non posso andare all’inferno! Vi scongiuro!! – ma i due se ne andarono lasciandolo completamente solo.  

La cella era davvero molto piccola, riusciva a contenere al massimo due persone e pareva essere stata costruita sfruttando il vicolo cieco del corridoio. Tutto ciò che riusciva a vedere erano le strette pareti nere che aveva attraversato poco prima.

-Tranquillo! Il tuo verdetto non sarà negativo, sono il tuo avvocato! Che razza di traditore!! Come ha potuto farmi questo? Credevo fosse quello più normale, ma in realtà è il peggiore!! Perché illudermi poi? Appena mi capita per le mani lo strozzo quel bastardo! Fosse l’ultima cosa che facc.. – il ragazzo non riuscì a terminare la frase e cacciò un urlo. Davanti a lui era comparsa la strana ragazza che aveva visto poco prima nell’aula del tribunale.

- E.. e.. tu chi diavolo sei? – da dove cavolo era spuntata fuori? Stava guardando proprio in quel dannato di corridoio! Avrebbe dovuto vederla arrivare, no?

- Io? – chiese con un sorriso gigantesco – Non lo so! – la ragazza fece una risata stridula che lasciò il ragazzo completamente sbigottito.

- Che cavolo vuol dire che non sai chi sei? –

- Non lo so … – fece un altro grande sorriso – ma penso che dovrei essere un fantasma.. –

- Non ti ho chiesto cosa sei! Ti ho chiesto chi sei! Qual è il tuo nome? –

- Non so nemmeno questo! - la ragazza fece un'altra risatina e cominciò a fluttuare allegramente nell’aria.

Il ragazzo urlò di nuovo. - Come riesci a farlo?? –

- Uffa! L’ho appena detto! Credo che dovrei essere un fantasma o qualcosa di simile … siamo comunque nel limbo no? –

- O qualcosa di simile? Come fai a non saperlo! – gli urlò contro il ragazzo. La spensieratezza della ragazza lo stava facendo andare sui nervi.

 - Bho.. non ne ho idea … potrei essere un fantasma o una ragazza molto leggera a cui basta un piccolo salto per liberarsi nel cielo come una piccola piuma … - quasi per dimostrare la validità di questa tesi, la ragazza cominciò ad appoggiarsi alle pareti e a fare dei piccoli salti, roteando nell’aria e adagiandosi aggraziatamente alla parete opposta “Ma cosa c’è che non va in queste persone, si può sapere?” - E comunque, a quanto ho sentito, neanche tu sai chi sei! –

- Tu.. tu mi credi? –

- Certo! Io sono sicura che tu non sia Ravel Stifling! –

- E come fai ad esserlo? – chiese leggermente rincuorato. La ragazza atterrò di fronte al ragazzo e lo guardò negli occhi improvvisamente seria.

- Perché anche se non ricordo chi sia Ravel Stifling, so di odiarlo… mentre tu a pelle mi stai simpatico! – la ragazza fece di nuovo un grande sorriso e ricominciò a fluttuare per il corridoio.

- E perché allora non sei intervenuta durante il proces.. – il ragazzo si interruppe dandosi da solo dello stupido “Okay che qui sono tutti pazzi, ma penso che nessuno avrebbe dato ascolto a una cavolata del genere…”

- Scusami, ma non sarebbe cambiato nulla! – la ragazza si avvicinò all’orecchio del ragazzo come se volesse digli un segreto e cominciò a sussurrargli – Vedi … qui tutti credono che io sia pazza, sai? – “Mi domando perché…” pensò lui – Ma tu non mi credi pazza, vero? –

- Pazza? N.. No! M..ma che dici! – “Sarà pure fuori di testa, ma almeno mi crede!” e anche se non lo voleva ammettere, il sorriso ingenuo e sincero della ragazza era piacevole a differenza dei sorrisi falsi ricevuti fino a quel momento.

- Stai mentendo! – disse con un sorriso – Ma non mi importa, tanto mi stai simpatico comunque! Anche se sei scorbutico! –

 - Ehi!!! Io non sono scorbutico!! – urlò di rimando, ma la ragazza gli rispose con la sua risatina stridula “Ok.. la risata è davvero irritante però!”. Il ragazzo prese un respiro profondo e continuò - E perché sei qui? –

- Semplice! Per liberarti! – la ragazza atterrò di nuovo di fronte al ragazzo.

- Liberarmi? – il ragazzo non poteva credere alla sua fortuna! Ma improvvisamente si ricordò le parole di Rick e della guardia che lo aveva scortato, o meglio trascinato, fino alla cella– Aspetta! Ma se provo a scappare la mia sentenza si aggraverà! –

- Solo se ti prendono! – disse con un enorme sorriso.

“Solo se mi prendono? Ma questa è pazza! Dove pensa di andare? Ci troveranno subito!!” – Forse non ti è chiara la gravità della situazione! Sono chiuso a chiave in una cella, i corridoi in questo posto ti portano solo dove è previsto che tu vada e, anche ammesso che riuscissimo ad uscire di qui, tut… tutte le forze dell’aldilà ci darebbero la caccia! –

- Le forze dell’aldilà? E che roba dovrebbe essere? – chiese con una risata stridula. Il ragazzo si rabbuiò.

 - … Non mi veniva in mente nessun altro modo per dirlo … ma non è questo il punto!! Se scappo rischio una pena ancora peggiore!! Ed immagino che anche tu rischi di andare all’inferno! –

- Ti sbagli – disse sorridendo – Io all’inferno non ci posso andare! –

- E quindi l’unico a rischiare sarei io?? Perché mai dovrei farlo!! – urlò lui.

- Ovvio no? Per dimostrare la tua innocenza!! – il ragazzo guardò la ragazza intensamente. Anche se era palesemente fuori di testa, aveva ragione! Non poteva permettere ai quei pazzi di averla vinta e sicuramente non voleva marcire all’inferno per il resto della sua esistenza! Anche se era morto, la sua anima era ancora viva.
- Ma perché vuoi aiutarmi? – chiese dubbioso.

- Perché voglio che tu faccia qualcosa per me! –

- Ovvero? –

- Voglio che tu mi aiuti a trovare il vero Ravel Stifling così che io possa riprendere i miei ricordi! –

- Il vero Ravel Stifling? Ti giuro che è da quando sono qui che sogno di prenderlo a calci in culo! – la ragazza fece passare una mano tra le sbarre e gli tirò un fortissimo schiaffo.

- Non si dicono certe parole di fronte a una signora! Villano! -

- Scusami! – la ragazza tornò a sorridere e a guardare il ragazzo che si massaggiava la guancia rossa. – E tu sei sicura che è stato lui a rubarti i ricordi? –

- Ne sono sicura! Come sono sicura di odiarlo! –

- Ma se lui ha preso i tuoi ricordi, probabilmente avrà preso anche i miei! E magari lo avrà fatto proprio perché venissi incolpato al suo posto!! – “Un motivo in più per prenderlo a calci!”

- E’ vero! Non ci avevo pensato! – disse con una risatina.

- Era abbastanza ovvio! Potevi arrivarci da sola!! – gli urlò di rimando.

- Allora, affare fatto? – chiese porgendogli la mano attraverso le sbarre.

- Affare fatto!! – il ragazzo strinse la mano alla ragazza con un sorriso carico di determinazione – Ma come cavolo faccio ad uscire di qui? –

- Semplice! – la ragazza attraversò le sbarre come se fossero fumo, afferrò il ragazzo che urlava in preda al panico e lo trascinò fuori dalla cella.

- Come cazzo hai fatto?? – urlò il ragazzo, ma in tutta risposta la ragazza gli tirò un altro fortissimo schiaffo.

- Villano!! Ti ho detto che non si devono dire certe cose davanti a una signora! –

- E tu non dovresti far prendere un infarto ad un pover uomo! – improvvisamente all’altoparlante cominciò a suonare una sirena e una voce cominciò a gridare: - Ravel Stifling, soggetto numero 34872, è evaso! Ravel Stifling, soggetto numero 34872, è evaso! –

- Presto corriamo! – gridò la ragazza in preda all’euforia. I due ragazzi cominciarono a correre lungo il corridoio accompagnati dalle risate di divertimento della ragazza.
- A proposito – disse il ragazzo – dovremmo inventarci dei nomi per poterci rivolgere l’uno all’altra! –

- Uao!!! Che idea geniale! –urlò la ragazza cominciando a fare dei salti lunghissimi e atterrando leggiadramente al suolo – Io vorrei chiamarmi “La farfalla della libertà” o, no no aspetta! Voglio essere “L’incredibile ragazza fantasma”, no aspetta… -

- Ma che razza di nomi sono? Che ne dici se ti chiamo Ellen? – la ragazza tornò a correre con un grosso sorriso stampato in volto.

- Sì! Mi piace! E a te va bene se ti chiamo “Signor Scorbutico”? –

- Neanche per idea!!! Facciamo che mi chiamo Daniel e facciamola finita!! – la ragazza annuì continuando a sorridere dolcemente nonostante il tono di voce del compagno.

“Piccola, pazza e dolce Ellen, che fortuna averti incontrata!”









Angolo dell'autrice
Eccomi con un nuovo capito!! Lo so, non è passato molto dall'ultimo che ho pubblicato, ma spero di farmi perdonare per quelli che invece ho pubblicato in ritardo! :)
Vorrei ringraziare tutti quelli che stanno seguendo la mia storia e che recensiscono perchè è solo grazie a voi se mi viene voglia di continuare questa storia, che all'inizio, lo ammetto, è nata un po' per gioco! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e ci terrei a sapere che cosa ne pensate!! Alla prossima!! :D
 
 

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Capitolo 5
*** Benvenuti al Prologo ***


Benvenuti al Prologo

 

- Ehi voi due! Fermatevi immediatamente!! – improvvisamente ai lati del corridoio si aprirono delle porte e decine di guardie incominciarono a inseguire i due ragazzi.

- Da dove cavolo vengono fuori questi? – urlò Daniel in preda al panico mentre Ellen cominciò a ridere entusiasta.

- E’ troppo divertente!! –

- Ma sei impazzita!? –

- Dai su! Un po’ di vita! …anche se sei morto… - aggiunse pensierosa.

- Ma che razza di battuta è? Non fa nemmeno ridere!! – sbraitò Daniel.

- Ravel Stifling!! – Daniel ed Ellen si fermarono improvvisamente. Davanti a loro si trovava l’unica via d’uscita, che purtroppo era ostacolata da Rick e altre dieci guardie.

- Tu bastardo!! Con che coraggio…- Daniel non fece in tempo a finire la frase che Ellen gli tirò un sonoro ceffone gridando – Villano!! –

- Ti ci metti anche tu adesso!!?? Siamo in una situazione critica e tu mi prendi a schiaffi!? –

- Essere in una situazione critica non è una scusa per essere maleducati! – disse Ellen mettendo il broncio.

- Voi due siete colpevoli del peggiore di tutti i reati! – continuò Rick – Ravel Stifling ora verrai condotto all’inferno dove pagherai per i tuo peccati per l’eternità! –

- Chiudi quel becco, schifoso traditore!! E comunque io non sono Ravel Stifling!! –

- Guardie prendetelo!! – i due ragazzi erano in trappola e Daniel cominciò ad urlare non vedendo nessuna via d’uscita, mentre Ellen rideva come una matta.

- Ti sembra il momento!!!?? Siamo spacciati!! E’ la fine!! –

- Datti una calmata!! Guarda che io ho qualche asso nella manica!! Cosa credi? – Ellen prese Daniel per un braccio e si sollevò da terra trascinandolo con se, ignorando le urla di terrore di lui. Le guardie si fermarono ad osservarli increduli, mentre Rick cercava inutilmente di riportarli all’ordine.

- Oddio!! Ti prego, non farmi cadere!! – in tutta risposta Ellen cominciò a ridere.

Superato lo stupore iniziale, le guardie ricominciarono ad inseguirli, mentre Daniel cercava con discreto successo di liberare la strada a furia di calci.

- Anche se voliamo non ce la faremo mai ad uscire di qui!! L’unica uscita è davanti a noi e la porta è bloccata da quei tizi!! Sono troppo giovane per andare all’inferno!! –

- Tranquillo fidati di me!! – disse Ellen con un grandissimo sorriso. Fidarsi? Come poteva fidarsi di quella matta? L’ultima e unica volta, visto che non ricordava il suo passato, che si era fidato, era stato tradito! “Bhe… dopotutto lei non è neanche lontanamente come Rick!”. Poi non riusciva neanche lontanamente a capire il motivo del suo tradimento… anzi, non capiva il perché avesse cercato di prendere le sue difese all’inizio per poi cambiare idea sulla sua persona in quel modo! Quando gli aveva detto di credergli sembrava sincero.. Ma ora che ci pensava, la personalità di Rick era completamente cambiata da quando lo aveva conosciuto… se prima era timido e gentile, ora sembrava arrogante e spietato! Possibile che fosse un attore formidabile?

In ogni caso non  riusciva davvero a capire il perché lo avesse illuso..

-E’ inutile che ci provate! Non riuscirete mai a fuggire da qui!! – Rick fece un sorriso terrificante.

- E’ la fine!! Non ce la faremo mai!! – cominciò ad urlare Daniel.

- Mamma mia come siamo pessimisti!! – disse Ellen con un sorriso – Reggiti, uomo di poca fede!! – Ellen tornò con i piedi per terra trascinandosi dietro il ragazzo ed, esattamente come aveva fatto poco prima per liberare Daniel dalle sbarre, attraversò  il pavimento trascinando al piano inferiore il ragazzo in preda al panico.

- Ma perché non lo hai fatto prima si può sapere?? – Ellen cominciò a ridere.

- Non ci avevo pensato!! Scusa!! – disse con un sorriso nella vana speranza di farsi perdonare.

- Come cavolo hai fatto a non fartelo venire in mente!! – i due ragazzi atterrarono delicatamente sul pavimento di un grande corridoio rosso. – Dove ci troviamo adesso? – Daniel si guardò intorno spaesato.

- Non lo so!! Ma mi sembra eccitante! – Ellen si avvicinò curiosa ad una porta nera alla sua sinistra e cercò di aprirla. – Uffa è chiusa a chiave!! Vorrà dire che dovrò comunque dare un occhiata! – disse con sorriso.

- Ma che cavolo fai!? Non è il momento adesso per soddisfare le tue curiosità!! Dobbiamo trovare un modo per fuggire da qui! Ma fuggire dove? Cosa facciamo? –

- Dai ti prego!! Solo una sbirciatina!! – Ellen non aspettò la risposta del ragazzo ed attraversò la porta solo con il busto, lasciando i fianchi e le gambe in bella vista nel corridoio.

- Ma ti sembra il caso!!?? – urlò lui paonazzo.

- Ohh, che posto strano!! – disse ignorando completamente Daniel.

- Strano? Perché fino ad adesso hai visto delle cose normali? –

- Qui dentro è pieno di clessidre! – Ellen tornò nel corridoio anche con la sua parte superiore – Chissà che succede se ne prendiamo una!!! –

- Ehi!! Non pensarci nemmeno capito!! – Daniel prese la ragazza per un braccio e cominciò a trascinarla lontano dalla porta.

- E perché no? Tanto ce ne saranno un milione! Forse un miliardo!! Non se ne accorgerà nessuno!! -

– Non so un bel niente di questa roba, ma visto come stanno andando le cose, credo che… quelle clessidre potrebbero centrare qualcosa con la durata della vita di una persona… -

- Che cosa ridicola!! – Ellen cominciò a ridere.

- E’ solo una supposizione!! Perché mai dovrebbero esserci tante clessidre in un luogo come questo? Al momento mi sembra la spiegazione più plausibile! –

- Ti prego, ti prego!! Ti giuro che non romperò niente!! Voglio solo prenderne una!! –

- Ho detto di no! E non insistere! – aggiunse vedendo l’espressione da cucciolo bastonato della ragazza. Daniel si voltò e incominciò a camminare lungo il corridoio.

– Ora dobbiamo trovare un modo per uscire di qui… tu hai qualche idea? – Daniel si voltò aspettandosi una risposta da Ellen, ma la ragazza era sparita.

-Ellen? Dove sei? – il ragazzo cominciò a guardarsi intono preoccupato e i suoi timori divennero realtà quando sentì l’altoparlante gridare: - Violazione nel reparto della vita! Allarme intrusi! Allarme intrusi! – Daniel si voltò furioso in direzione della porta, giusto in tempo per vedere Ellen uscire con una clessidra in mano e correre verso di lui ridendo come una matta.

- Ma che cavolo combini!!! Così ci hai fatto scoprire!! Tu pazza incosc… - ma non fece in tempo a terminare la frase che decine di guardie li furono addosso e li catturarono.

- Ravel Stifling! – Rick si avvicinò minaccioso ai due ragazzi – Le manette che vi sono appena state messe non vi permetteranno più di scappare!! Ora verrete scortati all’inferno dove finalmente verrete puniti!! -


 
I due ragazzi camminarono in silenzio affiancati dalle guardie. Daniel era terrorizzato. “Se non fosse stato per quella stupida io ora non mi troverei in questa…” Daniel si riscosse. Ellen non centrava niente. Sì è vero, poteva benissimo non farsi scoprire in quel modo così stupido, ma se non fosse stato per lei, lui non avrebbe avuto nemmeno una possibilità per fuggire. In ogni caso lo avrebbero portato all’inferno… almeno così era un po’ più in pace con se stesso per aver provato a scappare..
Dopo aver camminato per un’ora, le guardie si fermarono davanti a un cancello di ferro arrugginito su cui era scritto “Prologo”. Dietro esso, si estendeva un enorme cimitero e, anche se Daniel non sapeva spiegarsi come, visto che erano ancora all’interno dell’edificio, sembrava che il soffitto fosse ricoperto da grosse nubi nere.

- Prologo? Che cavolo vuol dire? Dove siamo? –

- Ben arrivati all’entrata dell’inferno! – spiegò Rick.

- Che cosa?? – urlò Daniel, mentre Ellen cominciò a ridere. – Ehi tu! Cos’hai tanto da ridere!! E poi scusa, non avevi detto che tu all’inferno non ci potevi andare?? –

- Già! Ma a quanto pare mi sbagliavo!! – disse con un grandissimo sorriso.

- Come fai a sorridere in un momento del genere!! Non hai paura? –

- No!! Perché non ho nessun rimorso per quello che ho fatto! – disse lei con un altro sorriso e con uno sguardo sincero. Daniel la osservò per un lungo momento cercando invano di capire quella strana ragazza. Come faceva ad non aver paura di niente e rimanere così fiera?

- Rick Eight! Sono solo io che devo essere punito! La ragazza non centra niente! L’ho convinta a liberarmi con l’inganno! – “Lei ha provato a salvarmi e io devo fare lo stesso!”

- No, non è vero! – disse lei con un sorriso – Ho deciso tutto da sola! –

- Ma allora sei proprio scema!!! Io cercavo solo di aiutarti!! – sbraitò lui.

- Molto toccante! Ma è comunque colpevole di essere tua complice, Ravel Stifling!! –

Le guardie scortarono i due ragazzi all’interno del cimitero e continuarono a camminare finchè non giunsero davanti ad un enorme altare, utilizzato come se fosse una scrivania da un angielo di pietra.

- Ho qui con me due peccatori! Ravel Stifling e la sua complice! – Rick fece un cenno alle guardie in modo che i ragazzi fossero portati al cospetto della statua.

- Bene bene, Ravel Stifling! – disse cominciando a scrivere su un enorme registro. – Per pagare per le tue innumerevoli colpe verrai condannato al Capitolo 8!! E questo è tutto. –

- Capitolo 8?? Ma che cavolo signific… - Daniel non riuscì a terminare la frase che sotto di lui si aprì una voragine. Daniel cominciò ad urlare e, sia lui che Ellen, caddero nel precipizio buio che si era creato ai loro piedi.












Angolo dell'autrice
Eccomi di nuovo qui!!! In questo periodo mi sento particolarmente ispirata :) Spero che questo nuovo capitolo vi sia piaciuto e vi prego, come sempre, di farmi sapere che ne pensate!! Al prossimo capitolo!! :)
 

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Capitolo 6
*** La stanza delle cianfrusaglie e il labairinto delle scale ***


La stanza delle cianfrusaglie e il labirinto delle scale


 

Daniel si svegliò di soprassalto. Si trovava in un luogo completamente buio e, chiudendo gli occhi, cercò disperatamente di convincersi di aver sognato ogni cosa. Si ricordava di Ellen, di Rick, del Prologo… ma tutto questo non poteva essere vero no? Non era possibile!

Aprì gli occhi e si ritrovò sdraiato su un freddo pavimento di pietra. Cercò di abituarsi in fretta all’oscurità che lo circondava, ma il luogo in cui si trovava era troppo buio.

Si alzò in piedi e lentamente cominciò a camminare finché non riuscì a raggiungere una parete di roccia. “Siamo in una grotta?” – Ellen, stai bene? – il ragazzo si guardò in torno, cercando di cogliere il minimo suono per determinare la posizione della ragazza, ma non arrivò nessuna risposta.

- Ellen? – Daniel cominciava a preoccuparsi. E se si fosse fatta male nella caduta? Dopotutto lui era svenuto! – Ellen? Ellen dove sei? Ti prego rispondi!! – Daniel si guardò intorno cercando disperatamente di scorgere la figura della ragazza, ma il buio era troppo fitto.

Cominciò a camminare lungo la parete di roccia, rendendosi conto che la grotta in cui si trovava era in realtà molto più piccola di quanto immaginasse.

“Come faccio ad uscire ora?” – Ehi!! Voi!! Questa storia dove mi risveglio ogni volta in un luogo senza vie d’uscita mi sta davvero facendo saltare i nervi!! – il ragazzo si sedette a terra sconsolato, pensando che probabilmente non c’era davvero nessun modo per uscire, ma improvvisamente una voce ad un altoparlante lo fece sobbalzare.

 - Bhe, allora dimmi di cosa hai paura, così possiamo iniziare con le torture dell’inferno! – Daniel era troppo concentrato sulla voce per capire cosa gli stava dicendo. Era completamente diversa da quella che aveva sentito fino a quel momento! Questa era più impacciata e decisamente più “umana”, rispetto a quella atona di prima.

- Scusa, che hai detto? –

- Bhe, mi chiedevo solo se potevi dirmi subito quello di cui hai paura, così da togliermi il disturbo di doverlo scoprire da solo! E’ vero che abbiamo un eternità per scoprirlo, ma mi renderesti davvero le cose più facili, sai! - Cosa? Ma aveva capito bene? Quel tipo gli stava davvero chiedendo di cosa avesse paura? E glielo stava chiedendo come se fosse una cosa da nulla poi!

- Ma che cazzo!! Ma credete davvero che io sia così tanto idiota da dirvelo? –

- Scusami! Ma mi devi capire! Oggi è il mio primo giorno!! Non ho ancora molta esperienza!! –

- Ma nemmeno l’ultimo degli imbecilli si condannerebbe da solo in questo modo!!! –

- Ehi tu!! Guarda che non è carino alzare la voce così! – Daniel sbuffò esasperato. Poi, in un attimo di genialità, il ragazzo si rivolse alla voce con un tono scaltro – Ma se sei nuovo, forse non sei ancora stato aggiornato sulle novità della gestione del capitolo 8! – ricordandosi fortunatamente il luogo menzionato dalla statua – Vedi… uno come me.. – “ora che cavolo mi invento?” – deve in realtà… andare prima a registrasi al…-

- Al…? –

- Al… allo sportello… 15k2 – disse la prima cavolata che venne in mente, sentendosi subito uno stupido per non aver pensato a qualcosa di più credibile. “sportello 15k2? 15k2? Non se la berrà mai!! Ho sprecato un occasione d’oro!!”

- Sportello 15k2? Ma sei sicuro? – “Cazzo!! Ora mi sa che ho peggiorato le cose!” – Che strano!! Prima sono passato da lì e non sono stato avvisato di niente!! Ma ne sei proprio sicuro? –

 “No. Non. Ci. Credo! Davvero, non è possibile!! Non può esistere davvero!! Ho detto la prima cavolata che mi è passata in mente!!!” ora Daniel era davvero sicuro che stesse sognando. La situazione stava diventando talmente ridicola che non poteva essere davvero altrimenti! Certo, la scelta di quel  numero strampalato era liberamente ispirata al numero delle scrivanie che aveva trovato nella grande sala dopo il suo risveglio, ma quante probabilità c’erano su un milione di azzeccare proprio quello giusto!!

- Magari si saranno dimenticati di dirtelo! Dopotutto sai come vengono svolti i lavori d’ufficio, no? –

- Mmm… c’è qualcosa che non mi convince... – “Cazzo… non è così stupido come sembra!” – Di solito Lidia è ha molta attenzione per il lavoro che svolge! Non mi spiego davvero come possa aver tralasciato un annunciò così importante!! – “E’ davvero solo questo che non lo convince?? Ma allora questo tizio è proprio un idiota!!”

- Ma sai come sono le donne, no? – disse fingendo nonchalance –  Può capitare che si scordino una cosa del genere! –

- Donne? Ma di che stai parlando? Lidia è un uomo!! – la voce all’altoparlante sussultò – Tu stai cercando di ingannarmi!! Non c’è nessuna nuova gestione, dico bene!? Perché mi hai mentito? –

- Perché ti ho mentito, dici!? – sbraitò Daniel perdendo completamente le staffe - Perché mi avete rinchiuso all’inferno quando io sono innocente!! Ecco perché!! –

- E come cavolo hai fatto a sapere dello sportello 15k2? –

- Ma sei scemo o cosa? E’ ovvio! Ho sparato ad indovinare!! E ti giuro che sono più sconcertato di te dal fatto che ci ho azzeccato!! Ed ero quasi riuscito a convincerti se non fosse stato per quel cavolo di tizio con il nome da donna!! Non mi sarei mai aspettato che fosse un uomo!! –

- Non sono mai stato umiliato tanto in vita mia!! –

- Ne dubito fortemente, sai!! –

- Adesso te la faccio vedere io!!E vedrai quando dopo supplicherai il mio perdono!! – improvvisamente sulla parete di roccia di fronte a lui si aprì una porta, dove entrò un omino, alto non più di un metro e trenta, brandendo una clava. Daniel non fece in tempo a guardarlo in volto, che perse i sensi a causa di un colpo ben assestato alla testa.
 
 





Ellen si svegliò sdraiata al centro di un immenso labirinto. Le pareti erano color sabbia e la maggior parte delle vie prevedevano salite o discese su lunghissime scale.
- Un labirinto? Ma che cosa ridicola! Io posso attraversare le pareti!! – Ellen fece un salto in direzione della parete ma tutto ciò che riuscì ad ottenere fu un grosso bernoccolo sulla testa.

- Ahi!! Che male!! – Ellen, seduta a terra, cominciò a massaggiarsi la fronte, cercando di far sparire il dolore più velocemente.

- Mmm… che strano… perché non riesco a passare? … magari ho sbagliato… mi sa che dovrei riprovare!! – Ellen si rialzò con un grandissimo sorriso e si lanciò nuovamente contro il muro.

- Ahia!! Cavolaccio che dolore!! Mmm… significa forse che non posso uscire così? Ma si dai, proviamo un’altra volta!! – e nuovamente si ritrovò a terra a contare i lividi.

Arresa davanti all’evidenza, cominciò a camminare senza una direzione ben precisa, facendosi guidare da un istinto che, più di una volta, la portò in un vicolo cieco.

- E ma allora!! – disse con un tono scocciato, che sparì in un secondo sostituito dal suo immenso sorriso – Pazienza! La prossima strada sarà quella giusta!! –

Dopo ore di cammino, il sorriso di Ellen fu definitivamente sostituito da un broncio, più per la noia che per la rabbia di non riuscire a trovare un’uscita.

- Signor Scorbutico? Daniel? Dove ti sei cacciato? Mmm… questo labirinto ha solo corridoi senza vie d’uscita… mi sa che non vogliono proprio farmi uscire!! – Ellen rise a vuoto, senza preoccuparsi minimamente del fatto che stava parlando da sola dal momento in cui era lì.

Ricominciò a camminare senza meta, cercando di distrarsi canticchiando parole a caso, e dopo mezz’ora si trovò nuovamente in un vicolo cieco.

- Mmm… sono bloccata di nuovo. Uffa!! – Ellen si sedette a terra imbronciata – Daniel!! Daniel!! Sono stufa!!! Sono ore che giro a vuoto! Non ho più intenzione di muovermi e adesso ti aspetto qui!! Vienimi a prendere!! – poi ricordandosi le buone maniere, fece un grande sorriso rivolto al soffitto – Per piacere!! –




 
 
 
Daniel si risvegliò in una grande stanza grigia, questa volta però illuminata da delle lampadine appese al soffitto. Cercò di muoversi, ma si rese improvvisamente conto di essere legato ad una sedia. “Ma cosa…? Dove mi trovo adesso? E ma che palle! Un’altra stanza!!” Daniel si guardò intorno. La stanza non era spoglia come quelle in cui si era trovato fino a quel momento. Anzi, era piena di cianfrusaglie ammucchiate ai suoi lati.

- Ben svegliato, Mr. Antipatico!! – Daniel si voltò verso la figura che aveva parlato. Davanti a lui, dietro un’immensa scrivania, c’era l’omino che aveva visto prima di perdere i sensi. Se prima aveva pensato che era più “umano” rispetto alla solita voce atona dell’altoparlante, ora dovette ricredersi. Di umano quello non aveva proprio niente! La sua faccia sembrava una viscida gelatina bianca, con un naso enorme al centro di essa e occhi piccolissimi.

- Ma che schifo sei tu? – Daniel cominciò a fissare lo strano omino disgustato. “E’ vero che non dovrei giudicare un libro dalla copertina, ma questo qui mi ha legato! Perché mai dovrei essere gentile?”

- Che cosa? Io sono Ginco! Il tuo secondino, incaricato di torturarti!! Ma poi chi ti credi di essere?? Sarai bello tu!! –

- Magari non sarò bellissimo, ma così orrendo proprio no!! –

- Appena scoprirò di cosa hai paura, stai certo che avrò la mia vendetta!! –

Ginco cominciò a rovistare fra le varie cianfrusaglie, tirando fuori ogni tanto diversi oggetti o, in alcuni casi, insetti o piccoli animali, e lanciarli strategicamente verso Daniel per vedere la sua reazione di fronte ad essi. Il ragazzo rimase basito per quasi tutto il tempo. C’era davvero qualche rotella fuori posto nelle menti di queste persone! La situazione era tale che davvero non sapeva se ridere o preoccuparsi.

Ginco indossò una maschera da clown e si avvicinò di soppiatto al ragazzo, che lanciò un piccolo urlo per la sorpresa.

- Ho trovato di cosa hai paura!!! –

- Ma tu non sei mica normale!! Mi chi cavolo può avere paura dei clown!!! La mia era solo sorpresa! –

Ginco indispettito tornò alla montagna di cianfrusaglie e ricominciò a cercare altri oggetti.




 
 
 
Ellen era ancora seduta a terra con la schiena appoggiata alla parete, che canticchiava allegramente su quanto fosse annoiata, quando sentì improvvisamente un rumore alla sua sinistra. La ragazza si azzittì all’istante, voltandosi nella direzione del suono. Vide un uomo uscire da un corridoio ed avvicinarsi a lei lentamente. Ellen si alzò in piedi preoccupata.

- Perché sei qui? Che vuoi? – le emozioni che provava in quel momento erano molteplici: rabbia, paura, curiosità, stupore..

Rick si avvicinò alla ragazza tanto da essere ad un paio di metri di distanza.

- Vi voglio aiutare! -














Angolo dell'autrice
Ciao a tutti! Vi supplico di perdonarmi per il mio ritardo!! :D sono finalmente riuscita a finire questo capito! L'ispirazione mi è arrivata soltanto ieri notte, o meglio questa mattina, alle tre... spero che il capitolo vi sia piaciuto (anche se sì, lo ammetto, magari non è uno dei migliori). Ci terrei comunque tanto a sapere cosa ne pensate con una recensione, o se avete consigli da darmi :)
Al prossimo capitolo!!
 

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Capitolo 7
*** L'uomo dalle 8 personalità ***


L’uomo dalle 8 personalità

 
- Aiutare? … ma se sei stato tu a mandarci qui? – Ellen guardava Rick più confusa che mai. Si era forse persa qualche dettaglio importante così da non poter capire? In effetti succedeva spesso, ma in quel caso, provando a ricordare tutti gli avvenimenti successi fino a quel momento, non le veniva in mente proprio nulla.

- Io? Ma di che stai parlando? … io ricordo solamente di aver accompagnato il mio cliente al processo e niente più! … a dirla tutta non mi ricordo nemmeno il processo… -

- No no no, sarò anche matta, ma io una faccia non me la scordo! Eri sicuramente tu quello che ci inseguiva! –

- Ti stai sicuramente sbagliando! Non puoi certo vedere il mio volto!! Io sono appena stato informato che il mio cliente, Ravel Stifling, è stato condannato al capitolo 8, mentre la sua complice al capitolo 5! –

- Ahh! Mi trovo al capitolo 5? Comunque il mio amico non è Ravel Stifling, si chiama Daniel!! –

- Si è ricordato il suo nome? –

- No, lo ha inventato! – Ellen fece un enorme sorriso.

- Mi dispiace, ma questo di certo non può dimostrare che lui non è Ravel Stifling! –

- E invece sì! Perché lo dico io!! Io odio Ravel Stifling e visto che Daniel mi sta simpatico, non può essere lui! – Rick la guardò basito per qualche momento, mentre la ragazza cominciò a ridacchiare saltando in giro. Il suo comportamento era stranamente familiare, ma purtroppo non riusciva a capire chi fosse la ragazza, poiché, come tutti, non riusciva a vederle il volto. Ad un’ennesima risata stridula Rick si rivolse alla ragazza.

- Ma tu non sarai per caso la ragazza fantasma che tempo fa è scappata dall’Epilogo? – Ellen si fermò di colpo. Un bagliore di preoccupazione e paura si fece largo nel suo sguardo, cancellato però quasi subito da un altro grande sorriso.

- E se anche fosse? – la ragazza guardò Rick con un espressione strana, cercando di nasconderla con un sorriso.

- Bhe, per me ormai non farebbe differenza… ho appena detto che vi voglio aiutare! – Ellen si avvicinò fluttuando all’uomo ridacchiando e si fermò a pochi centimetri dal suo volto.

- Bene! Allora sì, sono io! – ammise con un sorriso a 32 denti – Ma perché mi conosci? Per caso sono famosa!!! – esclamò entusiasta.

- No, non sei famosa… io piuttosto direi ricercata! Meno male che non ti hanno riconosciuta, altrimenti non saresti qui al capitolo 5… - ma la ragazza non faceva già più caso a Rick, continuando a svolazzare allegramente nel corridoio.

- Comunque io il tuo volto lo posso vedere e ti assicuro che eri tu ad inseguirci!! – Ellen si voltò e lo guardò con uno sguardo quasi serio.

- Tu puoi davvero vedere il mio volto? E anche quello di tutti gli altri? – chiese Rick stupito.

- Certo!! Tutti tranne il mio ovviamente, visto che qui non esistono specchi! –

- Ma non è davvero possibile! Io non ero lì!! – Rick cominciò seriamente a preoccuparsi. Aveva un sospetto, ma non voleva ammetterlo.

- Come ti chiami? – Ellen si avvicinò a lui con un sorriso curioso.

- Rick, Rick Eight. –

- Cavolicchio! Ho capito chi sei!! Tu sei l’uomo delle 8 personalità! – Ellen cominciò a ridere come una matta, mentre Rick abbassò lo sguardo colpevole. Il peggiore dei suoi timori si stava rivelando esatto.

- Bhe, allora è semplice! – continuò Ellen – Eri tu con un’altra personalità! – la ragazza gli sorrise gentilmente, notando lo sguardo affranto di Rick.

- Se… se ero io e non riesco a ricordare niente, vuol dire solo che in quel momento ero lui… - Rick parlava a bassa voce, rivolto più a se stesso che alla ragazza davanti a se. Ellen lo guardò confusa e curiosa per un momento, ma non indagò oltre. Ridacchiò di nuovo e tornò tranquillamente a svolazzare.

- Ora però, dobbiamo trovare un modo per salvare Daniel!! – annunciò Ellen, tornando con i piedi per terra e guardando Rick con uno sguardo carico di determinazione.
- Seguimi! Conosco la strada per raggiungerlo! – e Rick cominciò a correre seguito dalla ragazza verso l’uscita del labirinto. 
 
 




Daniel non ne poteva più. Erano passate delle ore da quando si era risvegliato legato alla sedia e per tutto il tempo Ginco aveva cercato di scoprire di cosa avesse paura, ovviamente senza riuscirci.

- Ti prego basta! Non ne posso più! –

- Neanche per sogno!! Devo assolutamente scoprire di cosa hai paura così ti posso torturare!! –

- Tanto non ci riuscirai!! – lo canzonò Daniel.

Ginco si avvicinò con un grossa tarantola in mano e Daniel, che in effetti ammetteva di non amare particolarmente gli insetti in generale, fece il possibile per mostrarsi indifferente.

- Senti amico, forse siamo partiti con il piede sbagliato. – iniziò Daniel – Io in realtà non dovrei neanche essere qui! Io non sono Ravel Stifling! C’è stato un errore! –

- Prima hai tentato di ingannarmi… perché mai dovrei crederti ora… - “Cavolo! L’ha presa davvero male! Ma forse se gioco bene le mie carte ce la posso ancora fare!”

- Sì, hai ragione… senti, mi dispiace davvero per prima! Sono terribilmente pentito! Anche perché sono certo che uno in gamba come te, riuscirà sicuramente a scoprire di cosa ho paura e a torturarmi! –

- Di.. dici davvero? –

- Sicuro! Vedi, in realtà me la sono presa con te proprio perché so che sei in grado di scoprirlo! Io temo davvero di aver quasi raggiunto il limite!! Non credo che potrò mantenere segreto questo fardello ancora per molto!! – Daniel abbassò il volto e finse di piangere, mentre gli occhi di Ginco si illuminarono quasi commossi.

- Oh amico, non te la prendere!! Hai ragione, sopportare questo segreto deve costarti molto, ma sei stato bravissimo fino ad adesso a fingerti sicuro di te!! – “Ma quanto è idiota questo qui?”

- Vedi per me è davvero difficile! – cominciò tra una lacrima finta e l’altra – Sono sicuro che al più presto mi tradirò e ti rivelerò la mia profonda paura!! – okay, doveva assolutamente trovare qualcosa, che potesse passare per una fobia o qualcosa del genere, che gli permettesse di scappare! “Potrei avere paura della fuga? No, escluso… nemmeno quello stupido ci cascherebbe… ma allora cosa? Cosa?”

Poi improvvisamente gli venne un idea.

- Capisco, capisco… dimmi la verità ci sono quasi arrivato, non è vero? –

- Esatto! C’eri quasi arrivato con il clown! Temo davvero con tutto il cuore che tu scopra che io in realtà ho paura della mia complice! –

- La tua complice? – Ginco era fuori di se dalla gioia! Finalmente aveva scoperto la sua paura!!

- Oh no!!! Non è possibile!! Come hai fatto a scoprirlo?? Ma ormai il danno è fatto! Lo hai scoperto e mi costringerai a vederla di nuovo!! –

- Ma dimmi chi è questa famosa complice? Perché la temi tanto? –

- Lei in realtà è la ragazza fantasma!! E io ho sempre avuto paura di cose: i fantasmi e le ragazze!! – Ginco esultò a gran voce. Avrebbe portato lì quella ragazza e finalmente avrebbe potuto avere la sua vendetta! Anche se il ragazzo gli aveva chiesto scusa, lo aveva comunque insultato! E di certo Ginco non dimentica!

- Sei stato davvero uno sciocco caro mio a rivelarmi tutte queste cose!! Perché adesso la tua punizione avrà finalmente inizio!! –

- Oh no! Ti supplico! Qualsiasi cosa, ma non farmi rimanere completamente da solo con lei!! –

- Ah ah! Ti sei fregato di nuovo!! –

- E’ impossibile!! Come fai ad essere così intelligente e crudele! – Ginco uscì dalla stanza ridendo a piena voce, lasciando Daniel completamente da solo.

“Perfetto! Ellen può attraversare le pareti e se ci lasciano da soli avremo tutto il tempo per scappare! Spero solo che stai bene e che non le sia successo niente!”
 




 
- Ehi senti tu! – iniziò Ellen con uno dei suoi soliti sorrisi – Ma quando cambi personalità, non ti ricordi proprio quello che fai? –

- Dipende… di solito sì, ma in alcuni casi no. – rispose Rick imbarazzato.

- E adesso che personalità hai? –

- E che ne so! Sono normale suppongo… - Rick correva a da quasi un ora ormai e guardava Ellen pieno di invidia, che aveva iniziato a volare dopo soli dieci minuti di corsa.

Rick cominciò a rallentare la corsa. Erano quasi arrivati all’entrata del capitolo 6, ma, sfortunatamente per loro, decine di guardie erano state informate del loro arrivo.

- Cavolo, ci stanno aspettando!! Come hanno fatto a saperlo? – urlò Rick disperato.

- Eccoli! Catturate la ragazza e il traditore!! – urlò una delle guardie e Rick, ormai troppo stanco dalla lunga corsa, non fece neanche in tempo a voltarsi che le guardie lo catturarono e lo trascinarono verso l’entrata del capitolo 6. Ellen continuava volteggiare nell’aria evitando di essere catturata, ma quando vide che Rick veniva trascinato via, cercò di raggiungerlo.

- No!! Ferma! Non venire!! – Ellen si bloccò e lo guardò basita – Non pensare a me!! Devi trovare Daniel ad ogni costo!! Chiaro?! – Ellen lo guardò intensamente, non c’era alcun modo di salvarlo in quel momento, c’erano troppi uomini e lei, che a malapena riusciva a non farsi catturare, da sola non poteva fare niente. Doveva assolutamente trovare Daniel! Lui era più intelligente di lei e sicuramente avrebbe trovato un modo per aiutare anche Rick!

- Troverò Daniel e torneremo a prenderti!! E’ una promessa!! – detto questo la ragazza superò l’entrata volando sempre più vicino al soffitto, in modo che nessuno fosse in grado di raggiungerla e continuò da sola il suo viaggio verso il capitolo 8.












Angolo dell'autrice
Eccomi qui ancora con un nuovo capitolo!! Mi sa proprio che questa storia verrà un po' lunghetta... Come sempre ringrazio tutti quelli che recensiscono, seguono o semplicemente leggono la mia storia! Mi sto davvero impegnando per cercare di non cadere troppo nel banale e, spero, di creare una storia originale un po' diversa dalle altre. Consigli e critiche sono ben accetti come sempre, ma spero comunque che questo capitolo vi sia piaciuto! Fatemi sapere che ne pensate e ci sentiamo alla prossima!! :D
 

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Capitolo 8
*** La famigerata ragazza fantasma ***


La famigerata ragazza fantasma
 

 
 
Ellen volava più veloce che poteva, cercando di superare più in fretta possibile il capitolo 6, che, a differenza del 5 e dell’8, era completamente diverso.  Se gli altri due erano rivolti verso l’aspetto più psicologico della tortura, il capitolo 6 era invece caratterizzato da punizioni principalmente fisiche e, per questo motivo, considerato uno dei livelli più simili all’idea di inferno.
 
Ellen non poteva permettersi di perdere tempo. Non solo perché doveva salvare sia Daniel che Rick, ma anche perché, nonostante non volesse ammetterlo, quel luogo, anzi ogni livello dell’inferno, le portavano alla mente i pochi e orribili ricordi che possedeva.
 
La ragazza quindi cercava, quasi con disperazione, di sovrastare le urla dei poveri malcapitati cantando parole sconnesse per cercare di darsi forza, ottenendo però un risultato a dir poco inquietante. Improvvisamente un urlo disumano squarciò l’aria ed Ellen si fermò, nascondendosi dietro il primo angolo che trovò lungo la strada. La ragazza si sedette a terra e nascose il viso tra le ginocchia tremando come una foglia.
 
- Daniel!! Ti prego aiutami!! – la cosa che più terrorizzava Ellen in quel momento era il fatto di essere da sola. Se prima nel labirinto era tranquilla, era solo perché era convita che, a furia di cercare una via d’uscita, prima o poi si sarebbe imbattuta in Daniel. E nel momento in cui aveva scoperto di essere in un livello diverso, aveva comunque la compagnia di Rick. Ma in quel momento con lei non c’era nessuno.
 
 
 
 
               
Ginco era quasi arrivato al capitolo 6. Alle guardie e ai secondini era concesso utilizzare delle vie secondarie, ovviamente note solo a loro, che permettevano di raggiungere più velocemente i vari capitoli.
 
Cercava di camminare svelto, poichè era appena stato informato che la complice di Ravel Stifling, ovvero la famigerata fobia della sua vittima, era riuscita a fuggire dal capitolo 5 grazie all’aiuto di un traditore. E il suo compito era di trovarla il prima possibile!
 
- Abbiamo catturato il traditore e lo abbiamo portato al capitolo 6 per punirlo per il suo tradimento, secondo gli ordini signore! Ma sfortunatamente la ragazza è riuscita a fuggire… – un gruppo di guardie passò accanto a Ginco, ignorandolo completamente, ma lui, avendo intuito l’argomento del discorso, si fece tutto orecchi.
 
- Credete che sia riuscita a raggiungere il capitolo 7? – chiese un’altra guardia.
 
- Non penso, all’entrata di quel livello non l’ha vista nessuno! Credo che sia ancora al 6° capitolo e che si sia persa! –
 
- Non credete invece che stia tentando di salvare il traditore? –
 
- Non credo signore! A parte voi, non è noto a nessuno il livello del condannato! La ragazza non può sapere che il suo complice si trova ancora al 6° capitolo, signore! –
 
- Bene, meglio così! Ma adesso dovete assolutamente catturare quella ragazza!! Questa deve diventare la vostra priorità assoluta! Mobilitate tutte le guardie! –
 
- Non vi sembra un po’ eccessivo signore? E’ solo una ragazza, riusciremo a prenderla senza troppi problemi! –
 
- Temo invece che quella ragazza in realtà non sia così innocua come sembra! –
 
- Ma, signore, la nostra squadra è addestrata a risolvere situazioni ben peggiori di questa! Saremo sicuramente in grado di occuparcene da soli!! –
 
- Sicuramente, ma in ogni caso voglio che raddoppiate le guardie, anzi triplicatele! Non deve assolutamente verificarsi di nuovo la catastrofe di Illyana! –
 
-  Signore… state forse dicendo che è lei? E’ la stessa ragazza che anni fa è scappata dall’Epilogo? – le guardie si scambiarono uno sguardo terrorizzato.
 
- Temo proprio di sì! Ogni cosa ci fa pensare che sia lei! –
 
-Ce ne occuperemo subito, signore! - le guardie incominciarono ad incamminarsi e, quando notarono Ginco, gli rivolsero uno sguardo sprezzante prima di allontanarsi.
 
Ginco, essendo al suo primo giorno, non aveva capito molto di quello scambio di parole, ma di una cosa era certo: se anche quelle guardie erano terrorizzate dalla ragazza, la sua tortura sarebbe stata perfetta! Doveva trovarla a qualsiasi costo!!
 
 
 
 
 
Ellen, ancora seduta a terra e tremante, cercava di calmarsi con dei respiri profondi. Doveva assolutamente andare avanti, altrimenti non avrebbe potuto aiutare i suoi amici!
 
– Ce la posso fare! Questo posto non può essere codì orribile come sembra – sussurrò a se stessa cercando di farsi forza. Si alzò in piedi e fece un enorme sorriso.
 
 – Daniel ha bisogno di me! – Ellen, camminando molto lentamente, girò l’angolo in cui si era nascosta e a stento trattenne un urlo. Davanti a lei c’era un piccolo omino dall’aspetto stranissimo che, appena la vide, cominciò a saltare per la gioia.
 
- Dimmi la verità! Sei tu la complice di Ravel Stifling? Sei la ragazza fantasma? – la ragazza non rispose, poiché era troppo distratta dall’aspetto dell’omino.
 
- E tu chi sei? –
 
- Il mio nome è Ginco!! E lo stesso Ravel Stifling ha detto che io sono intelligentissimo e crudelissimo! – annunciò lui pieno di orgoglio.
 
Ellen si avvicinò lentamente a Ginco, si inginocchiò davanti a lui per essere alla sua stessa altezza e con un dito cominciò a toccargli una guancia – Che forte!! – urlò entusiasta – La tua faccia traballa tutta!! Sembri fatto di gelatina!!! – Ellen cominciò a ridere come una matta.
 
- Ma come ti permetti?? Devi per forza essere tu!! Sei arrogante proprio come il tuo complice!! –
 
- Scusami!! – disse Ellen tra una risata e l’altra e toccando nuovamente la guancia di Ginco – Ma non ho potuto davvero resistere!! – rise di nuovo seguendo con uno sguardo estasiato il viso traballante dell’omino.
 
- Per questa volta passa! Ma solo perché mi servi per torturare Ravel Stifling!! –
 
- Ravel Stifling? Intendi Daniel? Cosa ti fa pensare che io ti aiuti? – Ellen si alzò di scatto in piedi e incrociò le braccia al petto imbronciata. Ginco la guardò sconsolato.
 
- Ma devi aiutarmi per forza!! Sei l’unica cosa che terrorizza Ravel Stifling!! – Ellen lo guardò scioccata e un po’ intristita.
 
- Daniel ha paura di me? – “Come può essere? E’ per quello che so fare? E ora che faccio? Se ha paura di me, sicuramente non vorrà vedermi! Ma allora come posso aiutarlo a fuggire?” – Io per caso ti sembro spaventosa? – chiese lei dubbiosa.
 
- Questo è un oltraggio!! Ginco non può avere paura!! –
 
- Scusa non volevo offendeti! – disse lei con un sorriso, che però si spense quasi subito a causa dei mille dubbi che possedeva.
 
- E poi scusa – continuò Ginco - Dopo tutto il tempo che ho passato a cercarti aiutarmi è il minimo!! –
 
- E come avresti fatto a trovarmi? – chiese lei con un tono capriccioso.
 
Ginco si avvicinò a lei con un atteggiamento confidenziale – Vedi… - sussurrò – trovare le persone per me è un po’ come un super potere! Ma è un segreto!! Quindi tu non dirlo troppo in giro!! – Ellen lo guardò meravigliata.
 
- Hai davvero dei super poteri?? –
 
- Non per vantarmi, ma come ho già detto io sono intelligentissimo, crudele e sicuramente affascinante! Più di tutti gli altri! Quindi sì, ho dei super poteri!! –
 
- Uao!! Che forte! Vorrei averne anche io!! – dimenticandosi momentaneamente che effettivamente lei poteva volare e attraversare le pareti.
 
- Quindi? – chiese Ginco speranzoso.
 
“Che faccio? Io non voglio torturare Daniel!! E’ mio amico… Però forse se gli dico di sì, almeno riesco a scoprire dove si trova… ma se poi non vuole il mio aiuto? Magari è arrabbiato con me per il fatto che ci ho fatti catturare!! … non mi importa se mi odia o ha paura di me! Lo aiuterò lo stesso!” – Ok, vengo con te! – annunciò lei sorridendo e Ginco, saltando dalla gioia, le fece strada verso il capitolo 8.
 
 
 
 
 
Daniel si stava annoiando a morte. Ginco se ne era andato da quasi un’ora e lui era rimasto lì completamente da solo. Certo, aveva provato a libersarsi, ma se c’era qualcosa che l’omino-gelatina sapeva fare era proprio fare dei nodi ben stretti! E poi doveva ammetterlo: dopo un po’ aveva anche incominciando a divertirsi nel vedere come Ginco cercasse, con tanta determinazione e disperazione, di scoprire di cosa avesse paura.
 
Chissà quanto ci avrebbe messo a trovare Ellen… dopotutto, da quanto aveva visto, non era una completa sprovveduta, se la sapeva cavare… “beh, più o meno..” pensò lui, ripensando a come erano stati catturati.
 
Non fece neanche in tempo a terminare questi pensieri che la porta della stanza si aprì ed Ellen entrò ridacchiando, mentre Ginco richiudeva la porta dietro di lei, lasciandoli soli.
 
- Ciao!! – disse lei con un sorriso.
 
- Ellen!! – esclamò lui sollevato, cercando all’ultimo momento di abbassare un po’ la voce per non insospettire Ginco.
 
- Ma per quale motivo hai paura di me? – chiese lei con un tono triste e mettendo il broncio.
 
- Ma va!! Tu non mi fai mica paura! – sussurrò lui temendo che Ginco potesse sentirlo – Non hai capito che era solo una tattica per farti venire qui? –
 
- Ahh che bello!! Meno male! – Ellen fece un enorme sorriso sentedosi al settimo cielo.
 
- Non sento urla!! – gridò Ginco dall’altra parte della porta – Cosa state confabulando voi due là dentro?? – Daniel fece cenno ad Ellen di avvicinarsi.
 
- Ora fingerò di nuovo di avere paura di te ed urlerò, ma tranquilla è tutto per finta!! – aggiunse Daniel temendo che la ragazza potesse fraintenderlo di nuovo – Tu intanto liberami! – Ellen annuì con un sorriso da 32 denti e cominciò a slegargli i polsi, mentre Daniel urlava – Oh no!! Il mio peggiore incubo!! Come farò adesso!! –
 
Finalmente libero, Daniel si avvicinò ad Ellen. – Ok, ora dobbiamo attraversare le pareti e scappare! –
 
- Mi dispiace, Daniel, ma ho scoperto che qui non funziona… non so perché, ma è così! – disse lei dispiaciuta.
 
- Cazzo! – Ellen gli tirò un forte schiaffo.
 
- Villano!! –
 
- Scusa! – doveva assolutamente ricordarsi di non dire più parolacce… - Come possiamo fare allora? –
 
- E poi ci sarebbe un altro problema… dobbiamo salvare Rick! –
 
- Che cosa?? Stai scherzando vero?? – Daniel la guardò scandalizzato. “Ok che è pazza, ma fino a questo punto!!”
 
- Ma tu non capisci! Lui in realtà è l’uomo dalle 8 personalità! – Daniel continuava a guardarla senza capire – Ok, è un po’ difficile da spiegarlo adesso, ma lui in realtà è dalla nostra parte! Ti fidi di me? – Daniel la fissò attentamente. Si fidava? Dopotutto da quanto la conosceva? Poche ore? Come ci si poteva fidare di una pazza così? Ma più la guardava, più capiva che oramai era irrimediabilmente legato a quella strana ragazza e solo il tempo poteva dirgli se era una cosa positiva o negativa.
 
- Sì mi fido! – Ellen gli regalò il più bello dei suoi sorrisi.
 
– Allora come facciamo a salvare Rick? – chiese lei.
 
- Tu sai per caso dove lo hanno portato? – lei negò con la testa.
 
- Però potremmo usare Ginco!! –
 
- Ginco? –
 
- Sì!! Lui mi ha rivelato in segreto che ha il super potere di trovare le persone!! E poi conosce delle vie secondarie per raggiungere i vari capitoli senza attraversarli… - aggiunse come se non fosse importante.
 
- Che sia un super potere ne dubito, ma il fatto che conosce delle vie secondarie è senz’altro utile!! – Daniel si diresse verso il mucchio di cianfrusaglie e cominciò a rovistare tra esse in cerca di qualcosa.
 
- E come farai a convincerlo ad aiutarci? –
 
- E chi ha mai detto che voglio convincerlo!? – Daniel finalmente trovò quello che stava cercando e dal mucchio di cianfrusaglie sollevò un’enorme mazza di ferro. – Lo rapiamo! -

 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo dell’autrice
Salve a tutti e vi prego immensamente di perdonarmi questo mio tremendo ritardo!!! Ma vi giuro, la colpa non è solo mia! E’ vero che ero un po’ a corto di idee per questo capitolo, ma è anche vero che, anche se avessi finito il capitolo giorni fa, in ogni caso non sarei riuscita a pubblicarlo, visto che mancava la connessione wifi (problema che forse si verificherà anche nei prossimi giorni -.-).
Comunque ci tengo immensamente a ringraziarvi tutti quanti che sopportate le mie follie! :)
Spero tanto che, battute squallide a parte, la storia vi stia piacendo e in questo capitolo mi sono impegnata e divertita a buttare qua e là un po’ di misteri che spero vi intrighino! XD
Come sempre vi chiedo di farmi sapere cosa ne pensate, perché i vostri commenti mi fanno sempre piacere! (e sì mi fanno piacere anche le critiche costruttive se ci devono essere!)
Vi saluto con un bacio e spero di rifarmi viva presto! Spero…
 

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Capitolo 9
*** Il Capitolo 6: il lago di sangue ***


Il Capitolo 6: il lago di sangue




- Ahahaha rapire un uomo-gelatina!! – Ellen cominciò a ridere e Daniel le fece segno di abbassare la voce, mentre lui con passo felpato si avvicinava alla porta.

- Sento troppo silenzio!! – dall’altro lato Ginco era praticamente incollato alla porta, nella vana speranza di sentire nuovamente le terribili grida di Ravel Stifling.

Daniel con un gesto della mano fece segno ad Ellen di avvicinarsi – Ora tieniti pronta! Quando aprirò la porta io lo colpisco e tu lo leghi! ok? – Ellen cominciò a ridacchiare a bassa voce, cercando di trattenersi come meglio poteva.

- Ok! Sono pronta!! – disse lei prendendo in mano una lunga fune con un ghigno malefico quanto un bambino dispettoso. “Mi sa che non ha capito che questo non è un gioco… va beh! Finchè è collaborativa…!” pensò lui.
 
- Niente urla? Nemmeno un gridolino? Voi due brutti imbroglioni non me la state raccontando giusta!! – Ginco spalancò la porta e fu subito preso dal panico quando non vide il prigioniero legato alla sedia. Non fece nemmeno in tempo di fare un passo, che si ritrovò steso a terra da un colpo ben assestato di Daniel e, in una frazione di secondo, legato come un salame da Ellen.

- Cosa.. cosa state facendo brutti imbroglioni?! E tu mi hai mentito!!! – cominciò ad urlare verso Daniel –Tu non hai per niente paura della tua complice!! –

- E’ ridicolo!! Ellen non potrebbe far paura neanche ad una mosca!! – sbraitò Daniel.

Ellen lo guardò un lungo momento commossa e trattenendo le lacrime chiese – Lo pensi davvero? – Daniel la guardò confuso. Perché mai gli aveva fatto quella domanda? Chi potrebbe mai aver paura di lei? Ellen era così infantile ed ingenua che davvero non era possibile!

Eppure il suo sguardo in quel momento gli diceva che teneva davvero ad una sua risposta affermativa. Per la prima volta era malinconico, quasi supplichevole, come se davvero una frase avesse il potere di cambiarle la vita. “Possibile che anche se si mostra sempre spensierata ed allegra, il suo passato non sia così?”

 Daniel abbassò lo sguardo, voltando leggermente il capo, ed un po’ imbarazzato rispose – Certo! Sei la persona più… buona e dolce che conosco… - disse abbassando la voce nel vano tentativo di non dare troppa importanza alle sue parole. Daniel di certo non era suo agio nemmeno a pensarle quelle cose, figuriamoci a dirle ad alta voce!

Ma Ellen non colse il suo imbarazzo e si gettò tra le sue braccia con un sorriso a 32 denti gridando – Grazie! Grazie! Grazie!! –

Daniel diventò bordeaux, cercando di staccarsi dall’abbraccio – Dai… non è poi così importante quello che ho detto… -

- E invece sì!! – disse lei ridacchiando e stringendolo di più. Daniel era nel panico. Che cavolo doveva fare? Rispondere all’abbraccio? Ma lui di quelle cose non era pratico! E poi era stato preso troppo alla sprovvista!

Prese la sua decisione! Ma proprio prima che riuscisse a fare qualcosa, Ellen si sciolse dall’abbraccio e continuando a sorridere tornò a prestare la sua attenzione al povero Ginco legato a terra. Anche Daniel si ricordò improvvisamente della presenza del secondino e se possibile divenne ancora più rosso. Si voltò dando le spalle ai due e, cercando di darsi un tono da duro, disse – Abbiamo già perso troppo tempo! Forza, andiamo a salvare Rick! –

Ellen aiutò Ginco ad alzarsi e cominciarono a seguire Daniel fuori dalla stanza delle cianfrusaglie.

- E’ inutile che adesso tenti di fare il duro – disse Ginco malefico – tanto lo vedono tutti che sei rosso come un pomodoro! -

 - Sta zitto!! – sbraitò Daniel di rimando dandogli un altro colpo con la mazza, mentre Ellen cominciò a ridere non capendo bene la situazione.
 



 
Le guardie trasportarono Rick all’interno del capitolo 6 fino ad arrivare all’orlo di un burrone profondo di pochi metri, all’inteno del quale c’era un immenso lago di sangue bollente, cicondato da fiamme alte tre metri, che coprivano l’intera costa. Rick era terrorizzato e perdendo ogni controllo cominciò ad urlare.

- No! Vi prego, non portatemi al capitolo 6!! Abbiate pietà! – Rick cercava in tutti i modi di scappare, ma le guardie gli impedivano qualunque movimento.

Solo in quel momento, Rick si accorse che un uomo in uniforme si stava avvicinando a loro. L’abito era completamente rosso, il che significava che quell’uomo doveva per forza essere qualcuno di importante.

- Salve vice amministratore Devan! – dissero le guardie – Abbiamo portato qui il traditore Rick Eight, come ci è stato ordinato dal generale Start, signore! – Rick alzò il viso e incrociò lo sguardo del vice amministratore.

- Speravamo davvero di non arrivare a questo punto Rick, ma anche tu alla fine ti sei rivelato un complice di Ravel Stifling! –  

- Vice amministratore!! – urlò Rick riconoscendolo –La imploro..! –

- Rick, sei sempre stato un valido collaboratore del sistema! Quando si tratta di agire per il bene della giustizia secondo i nostri principi, tu sei senz’altro l’individuo perfetto per questo incarico. Tuttavia, il tuo continuo cambio di personalità si sta rivelando un problema da non sottovalutare, soprattuto ora che è evidente che una parte di te aiuterà Ravel Stiflig, ed il cosiglio all’unanimità ha deciso che tu sei diventato un ostacolo per il nostro impero! –

- No vi prego! C’è stato sicuramente un errore!! Sapete benissimo che non mi metterei mai contro persone potenti come voi! –

- Non fingere di non sapere che hai aiutato la complice di Ravel Stifling ad uscire dal capitolo 5! –

- Non so cosa mi sia passato per la mente, lo giuro!! Sapete che non farei mai una cosa simile!! Io rispetto voi e il sistema!! Quindi vi supplico non mandatemi all’inferno!! Farò qualsiasi cosa!! Sarò il vostro schiavo!! Potete anche umiliarmi, ma vi supplico risparmiatemi!! –

- Sei assolutamente ridicolo!! Per quanto una supplica possa dimostrare la mia grandezza, questo tuo lato codardo mi disgusta!! Guardie, assegnateli la sua punizione! – il vice amministratore Devan se ne andò senza degnare Rick di uno sguardo.

- Voi vi prego! Vi supplico! Io non me lo merito! Se mi lasciate andare vi darò qualunque cosa! Farò qualunque cosa!! – continuò Rick rivolgendosi alle guardie.

- Mi dispiace, ma gli ordini dall’alto non si discutono!! – Rick guardò le guardie con un ultimo sguardo terrorizzato prima di essere gettato all’interno del burrone.
 



 
- Sei sicuro che la strada sia giusta? – Daniel trascinava Ginco legato come un salame lungo il corridoio utilizzato dalle guardie per raggiungere il 6° capitolo, mentre Ellen fluttuava tranquilla al suo fianco.

- Che fai? Dubiti forse di me per caso?! Io non sono mica una lurida carogna imbrogliona come te!! – rispose Ginco indignato.

- Hai chi hai dato della carogna imbrogliona, brutta gelatina parlante??! – Daniel si fermò improvvisamente e guardò Ginco furioso.

- Non dimenticarti lurida!! – Daniel in tutta risposta prese la mazza e minaccioso si avvicinò a lui.

- Se non ci porti da Rick subito, giuro che ti spappolo a furia di bastonate!! – disse guardandolo nel modo più spaventoso che gli venne in mente.

- Ok ok, ma poi mi dici di cosa hai paura? – domandò Ginco, nonostante fosse intimorito.

- Scordatelo!! – i tre ricominciarono a camminare e giunsero ad un bivio. – Ora dove devo andare? A destra o a sinistra? –

- La mia memoria vacilla… - Iniziò Ginco cercando di fare il furbo – Penso che me lo ricorderei meglio se tu mi dicessi effettivamente di cosa hai paura! – Daniel perdendo le staffe, lo colpì con la mazza – D’accordo, d’accordo! Devi andare a destra!! –

- E sei proprio sicuro che si trovi al capitolo 6? –

- Ve l’ho detto no? Le guardie hanno detto che il comlice della ragazza fantasma è stato condannato al capitolo 6 per il suo tradimento! E poi hanno anche parlato di una certa Illy..cosa… -

- Di quello ce ne occuperemo dopo aver salvato Rick! – Daniel, notando che Ellen era stranamente silenziosa, si voltò verso di lei – Ellen? Tutto bene? E’ la prima volta che non ti vedo ridere come una mtta.. – Ellen lo guardò e cercò di sorridere come se niente fosse.

- E' tutto a posto, non è niente. Davvero, sto bene! – aggiunse notando che Daniel non sembrava convinto.

“ Non so perché… ma credo che mi stia nascondendo qualcosa..” pensò lui.




 
Finalmente i tre arrivarono al capitolo 6.

- Rick! Rick! Sei qui? – cominciò ad urlare Ellen.

- Ma sei matta? Abbassa la voce! Non dobbiamo farci scoprire!! – sussurrò Daniel.

- Scusa! – rispose lei con un sorriso.

- Sicurezza! Sicurezza!! Questi due peccatori mi hanno rapito!! – cominciò ad urlare Ginco, ma Daniel prontamente lo colpì di nuovo e lo imbavagliò.

Fortunatamente i tre arrivarono all’orlo del burrone senza essere visti, nonostante Ginco avesse cercato più volte di attirare l’attenzione delle guardie e scappare dalle grinfie del famigerato Ravel Stifling.

- Ellen, potresti volare e vedere se Rick è li dentro? –

- Subitissimo! – Ellen cominciò a cercare all’interno del lago e chiamando il nome di Rick per più volte, quando finalmente lo trovò non molto lontano dalla costa.

- Rick! Rick! – l’uomo alzò lo sguardo sulla ragazza e cominciò a supplicarla.

- Ti prego! Ti prego! Fammi uscire da qui!! –

- Tranquillo! Con me c’è Daniel! Siamo qui per liberarti!! –

- Ti sarò eternamente riconoscente!! – Ellen allungò la mano per afferralo ma l’attraversò.

- Perché non riesco ad afferrarti? – Rick cominciò a piagnucolare per il terrore e il dolore che stava provando. – Non ti preoccupare! Noi siamo venuti qui apposta per te! Ora vado da Daniel per capire cosa fare. Torno subito, non ti preoccupare!! – Ellen gli fece un dolce sorriso rassicurante e ritornò indietro.

- No! Ti scongiurò! Non lasciarmi qui da solo!! – cominciò a frignare Rick.




 
- Daniel!  -

- Lo hai trovato? –

- Sì! E’ laggiù! – disse lei indicando la costa – Ma non riesco ad afferrarlo! –

- Che significa che non riesci ad afferrarlo? Non vuole farsi salvare? –

- No! Mi sta supplicando di salvarlo! Ma quando provo a prenderlo per mano è come se fosse inconsistente! –

- Caz… Cavolo. – si corresse all’ultimo momento – Che cosa possiamo fare ora? – Ellen atterrò affianco a Daniel, mentre lui cominciò a camminare avanti e indietro cercando una soluzione.

“Probabilmente Ellen non lo può afferrare perché una volta dentro il lago non c’è nessuna via per uscire… cosa facciamo..? Non possiamo di certo lasciarlo qui…” Daniel lanciò distrattamente uno sguardo a Ginco e si accorse che, nonostante fosse imbavagliato e legato come un salame, stava sghignazzando.

- Ehi tu! – Ginco tornò serio immediatamente e guardò Daniel preoccupato, mentre questo gli toglieva il bavaglio dalla bocca.

- S..si? – chiese titubante.

- Tu sai qualcosa non è vero? –

- I..io? Io n..non so niente di niente!! – disse guardando dall’altra parte evitando il suo sguardo.

- Oh, sì! Tu sai qualcosa! Su avanti, sputa il rospo! – Daniel si avvicinò molto minaccioso con la mazza.

- Ma io non so come tirarlo fuori! – Daniel si fece ancora più minaccioso.

- Beh… puoi sempre farti un bagno nel lago, sai? –

- Ok, ok, ok!! Io non so come tirare fuori il vostro amico, ma… conosco qualcuno che forse lo sa… -

- Chi sarebbe? – chiese Ellen con un sorriso a 32 denti.

- Lidia! –

- Un momento! Intendi quel cavolo di tizio col nome da donna? – chiese Daniel.

- Esatto!! –

- Ah ah ah! Un uomo di nome Lidia!! – Ellen cominciò a ridere come una matta.

- D’accordo allora! Portaci da le… lui! -









Angolo dell'autrice.
Salve a tutti! Vi imploro! Vi imploro (esattamente come fa Rick) di perdonarmi di non aver pubblicato il capitolo prima di adesso. Il fatto è che ora a questa storia mi ci sto affezionando proprio e quindi ci tengo a continuarla bene, cercando di non rovinarla! Più vado avanti, più devo stare attenta a quello che invento perchè vorrei che alla fine tutto si colleghi senza cadere però nel banale! Quindi per ogni piccola cosa alla fine ci metto ore a decidermi, perchè magari potrebbe cambiare completamente quello che ho già in mente! Farò il possibile per trovare il tempo di scrivere, perchè ho appena iniziato l'università, e anche se magari ci metterò un po' di tempo ad aggiornare non vi preoccupate, perchè non ho intenzione di abbandonare la storia!
Spero tanto che questo capitolo via sia piaciuto e vi anticipo che probabilmente nel prossimo succederanno un sacco di cose!! Come sempre mi fa molto piacere se recensite! :)
Alla prossima!!
 

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Capitolo 10
*** Grandissima Lidia!! ***


Grandissima Lidia!!

 
 
 
- Ok, dobbiamo raggiungere lo sportello 15k2, giusto? – chiese Daniel ricordandosi di come era quasi riuscito ad imbrogliare Ginco.
 
- Esattamente! – gli rispose quest’ultimo - Gli sportelli che si occupano della gestione dell’inferno si possono tranquillamente raggiungere da ogni piano! Dobbiamo solo trovare il pozzo blu! –
 
- Il pozzo blu? – chiesero Ellen e Daniel in coro.
 
- E’ un enorme pozzo che si può trovare in ogni capitolo dell’inferno e che conduce direttamente agli uffici amministrativi! – spiegò lui.
 
- Ti vedo stranamente collaborativo… che stai architettando? – chiese Daniel sospettoso mentre trascinava Ginco orami rassegnato ad ogni tentativo di fuga.
 
- Io proprio niente! – disse guardando dall’altra parte per evitare il suo sguardo. Daniel guardò Ginco per un secondo poi lo colpì con la mazza.
 
- Non mentire! Si vede lontano un miglio quando lo fai!!! – urlò furioso.
 
- Davvero? – si stupì Ellen -  E come fai a capirlo? – Daniel si passò una mano sulla fronte esasperato.
 
- Non perdiamo altro tempo! Cosa c’è che non vuoi dirmi, eh? Stiamo andando incontro ad una trappola?! – Daniel cominciò a strattonare Ginco.
 
- Basta! Basta! Ok, mi arrendo! La strada è quella giusta, ma sono sicuro che Lidia non vi aiuterà mai! Perché io lo conosco e voi no!! E quando mi vedrà in queste condizioni mi salverà!! – disse Ginco pieno di sicurezza.
 
Ellen si girò verso Daniel – Rapiamo anche lei giusto? – chiese con un sorriso.
 
- Ovvio, se si oppone! –
 
- Ehi, guarda che Lidia è un uomo!! – Ginco non riusciva a capire come mai i due potessero essere tanto fiduciosi nella loro impresa.
 
 
 
 
 
I tre arrivarono al centro del sesto capitolo proprio davanti ad un enorme pozzo blu, ma quando si sporsero per vedere il fondo videro solo il buio.
 
- Questa storia mi puzza di trappola… - Daniel cercò nuovamente di vedere qualcosa sul fondo del pozzo, ma niente.
 
- Perché, le trappole puzzano? – domandò ingenuamente Ellen.
 
- Ma che cavolo dici? E’ solo un modo di dire!! –
 
- Beh, se non mi credete è colpa vostra! La strada è giusta! Per raggiungere lo sportello 15k2 bisogna saltare nel pozzo! –disse Ginco.
 
“Che facciamo? Non sembra stia mentendo… ma forse per tutto questo tempo ci ha ingannato… no ma che dico! Ginco non è di certo così furbo..” ma non fece in tempo a prendere una decisione che Ellen spinse sia Daniel che Ginco dentro il pozzo per poi seguirli gridando:
 
- Fidarsi è il segreto dell’avventura!! –
 
 
Daniel fu il primo ad atterrare sul freddo pavimento di marmo, seguito da Ginco e da Ellen che atterrarono sopra di lui.
 
- Aho! Che dolore!! – urlò Daniel. Ellen alzò il viso e lo guardò con un immenso sorriso.
 
- Scusa! –
 
- Ma sei impazzita?!! Che ti è saltato in mente?? –
 
- Beh, siamo già morti e siamo stati mandati all’inferno, che cosa può esserci di peggio? – chiese ridacchiando.
 
- Touchè… - Daniel guardò Ellen e l’aiutò ad alzarsi – Tutto bene? Ti sei fatta male? –
 
- No! Sto bene! – disse con un sorriso a 32 denti.
 
- E me non lo chiedi? – piagnucolò Ginco.
 
- No! A te no! – sbraitò lui.
 
Daniel si guardò intorno. Lungo le pareti gialle c’erano diverse porte tutte contrassegnate da lettere e numeri. La porta numero 15k2 era proprio di fronte a loro, così Daniel, munito di mazza, cominciò ad incamminarsi, seguito da Ellen che trascinava Ginco.
 
- Perché mai scegliere il giallo come colore se questi uffici gestiscono l’inferno? – si domandò lui non aspettandosi però alcuna risposta, ma la porta davantì a lui si aprì e una voce gli rispose:
 
- Perché altrimenti sarebbe un mortorio! Come puoi pretendere che dei poveri impiegati lavorino in un ambiente triste e noioso come questo, senza aggiungere un po’ di colore alle loro giornate! –
 
La donna, o meglio, l’uomo che era uscito non era di certo quello che Daniel si era aspettato di incontrare. “Anche se dopotutto, me lo sarei dovuto immaginare…”. Quel tizio era sicuramente Lidia, non aveva dubbi.
 
- L..Lidia? – chiese per accertarsi che fosse lei.
 
- Ciao, caro! Certo sono io la stupenda Lidia! Quel’è il tuo nome tesoro? –
 
- D..Daniel. – rispose incerto. “E’ il più brutto travestito che abbia mai visto!! Con che coraggio si definisce stupenda!!”. Lidia indossava una maglietta molto attillata contornata da numerose collane sbarluccicanti, una minigonna in pelle cortissima, calze a rete e tacchi alti. Nonostante l’abbigliamento, il suo aspetto era comunque mascolino, sottolineato specialmente dalle ampie e muscolose spalle e braccia.
 
- Ehi, Lidia!! Guarda che sei un uomo!! Non ti puoi riferire a te stesso con il femminile!! – disse Ginco.
 
- Oh, carissimo Ginco! – disse Lidia con un sorriso tirato prima di tirargli un fortissimo calcio – Come ti permetti!! Io un uomo? Io sono una dolce e leggiadra fanciulla intrappolata in questo corpo! Ah… comunque, come mai sei legato? –
 
- Sono stati questi due assassini imbroglioni!! Mi hanno rapito! E poi tu sei un uomo!! E anche brutto direi! – Lidia in tutta risposta gli diede un altro calcio.
 
- Perché dici questo? A me sembra una donna! – si aggiunse Ellen.
 
- Oh, tesoro! Grazie mille! Tu sei l’unica con un po’ di buon senso! – “Ellen? Buon senso? Ma quando mai?” pensò Daniel.
 
 - E poi – continuò Lidia - che maleducata che sono! Una signora non dovrebbe perdere il controllo così. Avanti, entrate! Posso offrirvi qaulcosa da bere? – Lidia aprì la porta completamente per lasciarli entrare. Per tutto il tempo Daniel rimase completamente senza parole e si portò una mano alla fronte sconsolato per la situazione assurda che si era andata a creare.
 
 
 
 
 
- Così voi siete qui a chiedere il mio aiuto per salvare il caro Rick? – chiese Lidia dopo aver ascoltato l’intera storia. Daniel le aveva raccontato tutto. Di come si era svegliato senza ricordi, del fatto che tutti lo accusassero di essere Ravel Stifling, di come era scappato e di Rick. Normalmente sarebbe stato più prudente, ma a quel punto non poteva fare altro! Se Lidia avesse voluto avrebbe di sicuro già chiamato le guardie e visto che sembrava ragionevole, almeno che non si parlasse male del suo aspetto, la cosa migliore che poteva fare era convincierla che lui era innocente.
 
- Credi a quello che ti ho detto? – chiese speranzoso Daniel.
 
- Io di Daniel mi fido ciecamente! – disse Ellen con un sorriso a 32 denti.
 
- E tu quindi saresti la ragazza fantasma scappata dall’Epilogo, giusto? Se tu ti fidi, allora forse tutti dovremmo! –
 
- Un momento! Scappata dall’Epilogo? Che significa? Che cos’è l’Epilogo? – chiese Daniel guardando Ellen che divento improvvisamente seria.
 
- E’ l’ultimo livello dell’inferno! Il peggiore di tutti a quanto dicono. – rispose Lidia.
 
- Vuol dire che prima di adesso tu eri già stata all’inferno? Perché non me lo hai detto prima! E poi che hai mi fatto per meritarti il livello peggiore? –
 
- Non lo so… non ricordo. – lo sguardo di Ellen era malinconico e perso nel vuoto. Daniel non poteva credere che una ragazza dolce come lei fosse stata condannata all’Epilogo.
 
- Ma forse è per questo motivo che odi Ravel Stiflig! Forse anche tu sei stata accusata ingiustamente e probabilemtne la colpa è sua! –
 
- Per me è un po’ diverso Daniel… io ho perso i miei ricordi dopo essere fuggita dall’Epilogo, non appena sono morta… probabilemente è davvero colpa mia… -
 
- Ellen tu ti fidi di me e io mi fido di te!! Non posso assolutamente credere che tu ti sia davvero meritata una punizione tanto crudele! – Ellen alzò il viso e lo guardò negli occhi con un debole e dolce sorriso.
 
- Non intendevo questo, ma… grazie. – Daniel non fece in tempo a chiederle cosa realmente intendesse, che un allarme cominciò a suonare dal corridoio.
 
- Il condannato Ravel Stifling e la sua complice sono scappati dai loro capitoli! Il condannato e la sua complice sono scappati dai loro capitoli! –
 
- Cavolo, ci hanno scoperto prima di quanto sperassi… - disse Daniel.
 
- Che facciamo? – Ellen per la prima volta sembrava realmente preoccupata.
 
- Tranquilli tesorucci, ho deciso di aiutarvi!! – disse Lidia.
 
- Che cosa? – urlò Ginco – Non puoi aiutare questi due imbroglioni!! –
 
- Certo che posso!! La loro storia mi ha convinta e commossa!! E poi non ci tengo che un uomo avvenente come il caro Rick sia condannato all’inferno!! –
 
- Grazie mille, Lidia!! Ti siamo debitori! – disse Daniel.
 
- Non ringraziarmi ancora!! Prima dobbiamo riuscire nel nostro salvataggio e nella fuga!! Presto dobbiamo correre!! –
 
I quattro uscirono dall’ufficio e ritornarono sotto al pozzo.
 
- Come facciamo a tornare al capitolo 6? – Daniel si guardava intono in cerca di una porta che conducesse fuori dagli uffici, ma Lidia si diresse spedita verso una parete e premette un bottone rosso sopra ad essa. Daniel si aspettava che si aprisse una porta o un corridoio, ma i quattro si sentirono sollevare da terra ed improvvisamente la gravità si invertì e, quello che prima era il pavimento, si ritrovò ad essere il soffitto.
 
- Che forza!! – cominciò ad urlare Ellen.
 
- Forza tesorucci saltiamo!! – urlò Lidia saltando nel pozzo.
 
 
 
 
 
Ritonati al sesto capitolo, i tre complici e l’ostaggio si avviarono cautamente all’orlo del burrone più vicino a Rick.
 
- Rick? Tesoruccio? – cominciò a gridare Lidia. Rick alzò lo sguardo e la vide.
 
- Lidia!! Ti prego, ti supplico!! Aiutami!! Farò qualsiasi cosa!! Sarò il tuo servo personale!! –
 
- Mmm, odio quando è così rammollito! – disse rivolta a Daniel e Ellen per poi tornare a rivolgersi a Rick – Forza!! Sii più uomo!! – in tutta risposta Rick cominciò a piagnucolare.
 
-Non me lo ricordavo così pappamolla… - disse Daniel.
 
 – Rick, ora mi devi ascoltare molto bene, chiaro? – urlò Lidia.
 
-S..sì! –
 
- Hai una sola possibilità per uscire di qui e se non farai esattamente quello che ti dico dovremmo lasciarti qui, chiaro!? –
 
- S..sì! –
 
- Devi raggiungere la costa, uscire dal lago e aggrapparti alla fune così noi possiamo tirati su! Chiaro!? – disse pronunciando quest’ultima parola con maggiore enfasi.
 
- M..ma non posso!! Ci sono delle fiamme altissime!! –
 
- Dovrai farlo per forza e anche infretta, altrimenti la fune prenderà fuoco!! –
 
- Ma Lidia, - si intromise Daniel – noi non abbiamo nessuna fune con noi! –
 
- Non ti preoccupare tesoruccio! Useremo quella che tiene legato Ginco! –
 
- E che facciamo se poi scappa? –
 
- Non lo farà! Vero Ginco? – Lidia si avvicinò al prigioniero – Noi siamo amici, vero? –
 
- Ma tu ora sei complice di Ravel Stifling!! –
 
-Aspetta, ci penso io! – Daniel si abbassò per guardare Ginco negli occhi – Se appena ti liberiamo, tu corri ad avvisare le guardie, non riuscirai mai a scoprire di cosa ho paura, perché dopo un casino del genere probabilmente sarei spedito all’Epilogo! E tu dunque non saresti più il mio secondino! –
 
- Ok!! Non dirò niente a nessuno!! Terrò la bocca cucita!! – Daniel slegò Ginco e lui come promesso rimase fermo immobile.
 
- Ok, tesoruccio!! Qui è tutto pronto!! –
 
- No! Aspettate! Non posso farlo non ci riesco!! Ho troppa, troppa paura!! –
 
- Dai forza!! È la tua unica occasione!! –urlò Daniel.
 
- Dai Rick ce la puoi fare!! – disse Ellen.
 
- Ma io.. no! No! No! Non ce la posso fare!! Io… ce la farò!! Perché niente per me è impossibile!! – Daniel guardò Rick basito. Che cavolo era appena successo? Prima frignava come una femminuccia, poi la sua voce divenne improvvisamente più profonda e determinata.
 
- Ora sì che ci siamo!! – urlò Lidia.
 
- Qualcuno mi spiega che cosa sta succedendo? – chiese Daniel più confuso che mai.
 
- Le spiegazioni a più tardi!! Ora tirà su il tuo amico! – Daniel lanciò la corda a Rick che la prese trattenendo le urla per il dolore, a causa delle fiamme, come un vero uomo.
 
- Vi ringrazio molto, anche se un vero uomo non dovrebbe mai ringraziare!! – disse Rick pieno di se.
 
- Di nuovo, qualcuno mi può spiegare che succede? Non ci sto capendo più nulla! –
 
- Eccoli laggiù!! Prendeteli!! – decine di guardie cominciarono a correre verso di loro e i cinque compagni cominciarono a correre.
 
- Presto seguite me!! – urlò Lidia – Io conosco la via d’uscita!! Non riusciranno mai a fermare la nostra liberta!!! – “Uao.. e pensare che ci ha conosciuto solo qualche minuto fa!!” pensò Daniel.
 
- Evviva!!! – gridò Ellen – Grandissima Lidia!! -
 
- Dove stiamo andando? – chiese Daniel.
 
- Nell’unico posto dove quei soldati senza spina dorsale non oserebbero mai andare! – Daniel la guardò preoccupato.
 
- Ovvero? – Lidia guardò Daniel con un sorriso scaltro.
 
- Ma nel mondo dei vivi ovviamente!! -
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo dell’autrice
Salve a tutti ragazzi!! Come promesso non vi ho fatto aspettare molto!! Visto! Sono stata brava, eh! E questa volta il capitolo è anche un po’ più lungo!! Merito almeno una fetta di torta!!
Non so se lo avete notato, ma effitivamente i capitoli stanno diventando sempre più lunghi man mano che si va avanti! Spero che non vi annoino :D
Eh… rullo di tamburi! Finalmente è apparsa Lidia!! Adoro questo personaggio! E se vi va vi propongo un gioco: (se avete voglia ovviamente) potete scrivere in una recensione come si dovrà vestire Lidia la prossima volta che cambia il suo abbigliamento. Ma attenzione, prenderò in considerazione solo il look più orribile che vi viene in mente! Se non avete voglia non c’è nessun problema XD
Spero davvero che questo capitolo vi sia piaciuto e mi farebbe davvero molto piacere sapere cosa ne pensate!
Alla prossima!!
 

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Capitolo 11
*** La Porta di Servizio verso la libertà ***


La Porta di Servizio verso la libertà

 


- Come sarebbe a dire il mondo dei vivi? – urlò Daniel.

- C’è per caso qualcosa di difficile da capire nel concetto “mondo dei vivi”? – chiese retoricamente Lidia alzando un sopracciglio.

- Ho capito cosa intendi!! Ma possiamo davvero? Insomma, se una cosa del genere è possibile, perché mai la morte dovrebbe essere così definitiva? –

Lidia si voltò verso Daniel con un sorriso furbo – Ma allora sei proprio un giovanotto intelligente! Purtroppo però non ho voglia di rovinarti la sorpresa! – disse facendo un sorriso per niente rassicurante.

- Sorpresa? Di che cavolo stai parlando? – urlò Daniel perdendo per un attimo la calma e guardandola inferocito.

- Vedrai! – disse cominciando a ridacchiare.

- Ma che cavolo fai?! Mi prendi già in giro? Che cavolo c’è da ridere!? -

- Beh semplice! Quando arriveremo nel mondo dei vivi ci saranno alcune complicazioni che saranno tutte da ridere!! Per questo sarebbe vietato! Ma tanto peggio di così per voi non può andare, quindi! – Daniel sbuffò. “Ha ragione, peggio di così non può andare… ma anche se ci saranno delle complicazioni almeno tornerò in vita… e magari riuscirò a recuperare anche i miei ricordi! E poi in ogni caso, non potrà mai essere più complicato che fuggire da questo posto!”

Daniel guardò Lidia stupendosi della sua energia.

- Ma scusa… cosa ti porta a fare tutto questo? Insomma ci siamo appena conosciuti!! Rischi di essere punita anche tu come è successo a Rick! – Lidia continuando a correre si voltò e lo guardò con un sorriso scaltro.

- Certo tesoruccio, ma tanto non ci prenderanno mai!!! Nessuno meglio di me conosce questo posto, sta tranquillo!! E poi la fortuna che hai avuto fino ad adesso non è mica un caso!! Questo è il destino!! -

- Destino? – “Che cavolo centra adesso il destino, si può sapere?”

- Oh, andiamo!! Non hai ancora capito che la tua impresa è destinata a riuscire? – Daniel la guardò come se fosse una pazza – Nessuno prima di voi era riuscito a combinare un casino simile!! A questo punto voglio entrare anch’io nella storia!! –

- Beh, non è esattamente la prima volta che qualcuno causa dei guai all’inferno! – aggiunse Rick e guardando Ellen seriamente aggiunse – Non è vero? –

- Non so di cosa tu stia parlando! – disse Ellen cercando di mascherare le sue vere emozioni dietro un enorme sorriso.

- No, qui quello che non capisce niente di quello che sta succedendo sono io! – rispose Daniel.

- Ma vi sembra il momento di parlare di questo? Avremo tutto il tempo per le spiegazioni quando arriveremo alla nostra destinazione! – Lidia accelerò il passo ed entrò in corridoio secondario seguita da tutti gli altri.

- Beh, sempre se ci riuscirete! – aggiunse Ginco.

Daniel si era completamente dimenticato che c’era anche lui visto che, essendo libero delle corde, avrebbe potuto scappare il qualsiasi momento. 

- Ma perché tu sei ancora qui? –

- Io? –

- Sì tu! Non mi ricordo nessuno che ti ha invitato! – Ginco lo guardò con superiorità.

- Beh, si da il caso che tu non mi abbia ancora detto di cosa hai paura e finché non lo scoprirò io non la smetterò di seguiti! –

- Che bello!!! Così abbiamo un nuovo complice!! – Ellen cominciò a ridere entusiasta.

- Hai capito male sorella!! Io non sono e non sarò mai un vostro complice!! –

- Smettetela di fare i bambini lì dietro! – Lidia si voltò dando un occhiataccia a Ginco.

- Ok, ho capito che non avete intenzione di spiegarmi niente finché non saremo fuggiti da qui – riprese Daniel – ma posso sapere almeno come faremo a tornare nel mondo dei vivi? –

- Beh semplice!! Passeremo dalla Porta di Servizio! – disse Lidia.

- Che? – Daniel guardò Lidia con una faccia tra l’incredulo e l’esasperato “Ci rinuncio. Queste persone non sono normali.”

- Beh, semplice. E’ un passaggio che ci permette di tornare nel mondo dei vivi, ma che solo pochi possono usare. Devi avere il permesso di un amministratore e passare diversi controlli prima di tornare in vita, ma si dà il caso che io sia l’incaricata del suddetto passaggio e che quindi conosca il codice! – disse Lidia cominciando a fare degli inchini rivolti al nulla e a complimentarsi da sola.

- Ma non sarai nei guai se ci lasci scappare così? -  continuò Daniel.

- Certo! Sarò licenziata sicuramente! Ma chi se ne frega! Tanto vengo con voi no? – Daniel la guardò attentamente e fece un sorriso. “E’ vero queste persone non saranno forse normali, ma a me piacciono così!”.

Dopo pochi minuti raggiunsero nuovamente il pozzo blu e tornarono nella stanza gialla. Questa volta però aprirono una porta diversa e si incamminarono lungo un corridoio dello stesso colore della stanza precedente fino a raggiungere una porta dall’aspetto insignificante, ma con accanto un piccolo monitor e una tastiera.

- Non ci credo… quando hai detto Porta di Servizio, non credevo fosse davvero una porta di servizio! – disse Daniel incredulo.

- Shh! Ora mi devo concentrare! – disse Lidia cominciando subito a scrivere il codice.

- Porta di Servizio? I veri uomini passano dalla porta principale! Non è vero Daniel? – Daniel, sentendosi tirato in causa, cercò di voltarsi verso Rick, ma quest’ultimo gli diede una fortissima pacca sulla schiena che gli fece quasi perdere l’equilibrio.

- Ehi! Che cavolo fai?! E comunque non mi sembra per niente il caso! Stiamo scappando dall’inferno, dubito ci sia una porta principale, così come sono abbastanza scettico sul fatto che riusciremo tranquillamente a passare per la Porta di Servizio senza alcun problema! –

- Daniel, così mi deludi! Pensavo che fossi più uomo! –  disse Rick cominciando a fare esercizi per tonificare i muscoli.

- Io sono un uomo!! Ma a differenza di molti qui uso anche il cervello! – urlò Daniel punto sull’orgoglio.

- Io dico che invece un uomo deve farsi strada a suo di pugni! –

- Non essere ridicolo, così non concludiamo niente!! –

- Io dico che invece dovremmo sentire il parere di una bella fanciulla, che ne dici? – Rick si avvicinò ad Ellen e l’avvicinò a se prendendola per la vita. – Allora dacci il tuo parere femminile, cosa trovi più affascinante in un uomo: il cervello o i muscoli? –

- Mmm… ecco.. – cominciò a pensare Ellen, non facendo per niente caso alle avances di Rick.

Daniel non ci vide più. – Come ti permetti! Togli quelle manacce da lei!! - Impugnò la mazza e cercò di colpire Rick in testa, facendo attenzione a non coinvolgere Ellen nella rissa.

- Questo colpo era degno di una femminuccia! – continuò Rick spavaldo evitando all’ultimo un nuovo colpo.

- Femminuccia a chi?!! Che vuoi? Vuoi che facciamo a botte, eh?! – disse Daniel perdendo completamente la pazienza e brandendo nuovamente la mazza.

- Personalmente amo gli uomini virili, forti e pieni di mascolinità! – si intromise Lidia continuando però a digitare il codice.

- E chi ti ha interpellato a te? Tu non sei una bella fanciulla! Anzi non sei proprio una donna! Sei un uomo! – disse Ginco, che dopo due secondi si ritrovò spiaccicato al muro da un potente calcio di Lidia.

- Io credo invece che mi piaccia il fatto che un uomo voglia proteggermi! – disse Ellen con un sorriso a 32 denti rispondendo finalmente alla domanda e ponendo fine alla rissa tra i due.

- Visto? Che ti avevo detto! – disse Rick gongolante e beccandosi un’occhiata di fuoco da Daniel, che però non riuscì a controbattere perché un allarme cominciò a suonare per tutto il corridoio.

- Porta di Servizio violata! Allarme intrusi! Porta di Servizio violata! Allarme intrusi! –

- Che succede? – gridò Daniel precipitandosi da Lidia e guardando il monitor.

- Ho dimenticato che per poter passare serve anche il codice segreto dell’amministratore! – disse Lidia cercando di mascherare il suo errore con una risatina stridula, che scomparve in un secondo sostituita da un urlo di panico. – Cosa facciamo adesso? -

-Come cavolo hai fatto a dimenticarti di un errore tanto importante? – disse Daniel cominciando a digitare qualche tasto sulla tastiera per cercare un modo di annullare l’allarme, ma non sapendo bene cosa fare visto che di computer non se ne intendeva molto.

- Aspetta forse un modo c’è! – disse Lidia avvicinandosi nuovamente al monitor e digitando alcuni tasti – Possiamo ancora aprire la porta, ma dobbiamo rispondere a una domanda che verrà scelta dal computer e la cui risposta deve essere scritta come codice! Abbiamo un solo tentativo!–

- Meglio di niente, è la nostra unica occasione! Qual è la domanda? – Daniel fece un respiro profondo per cercare di mantenere la calma e non andare nel panico, visto che molto probabilmente in quel momento gli unici che potevano rispondere erano proprio lui e Lidia. Calma che quasi si infranse quando sentì dietro di se Rick dire - Stai tranquilla dolcezza ti proteggo io! –

“Ora non ho tempo per urlargli contro, lo farò più tardi! Questo è poco ma sicuro!”

- Allora: bisogna scrivere cinque cifre del p greco partendo dalla quinta cifra di esso… ma che razza di roba è?? – gridò Lidia nel panico.

Daniel invece fece un sospiro rassicurato – Meno male, non è una cosa così difficile! – disse cominciando a scrivere il codice.

- Eh?? – urlò Lidia guardandolo come se fosse un alieno.

- Beh, è semplice: il p greco è una costante matematica, un numero se la vuoi mettere così, pressoché infinito, ma qui ci è andata bene che ci ha chiesto cinque tra le prime cifre! Sarebbe stato davvero impossibile se le cifre richieste fossero state troppo distanti dai numeri principali! Non saremmo mai riusciti a ricordarceli. Ma partendo dalla quinta cifra… aspetta un secondo… - Daniel cominciò a ripetere nella mente il numero del p greco – ok! Il codice è: 59265! –.

La porta di servizio si aprì con uno scatto, ma l’allarme continuò a suonare.

- Ma tu sei un alieno!! – urlò Lidia.

- Uao!! Sei davvero intelligentissimo Daniel!! – urlò Ellen con un sorriso a 32 denti.

- Avrei potuto buttare giù la porta a suon di pugni! – si intromise Rick.

- Senti tu, - cominciò Daniel perdendo completamente la calma – è già tanto che siamo tornati indietro a salvarti! Quindi non ti conviene farmi incazzare! –

- Eccoli! Prendeteli! – urlò un uomo in fondo al corridoio con al seguito due decine di guardie.

- Presto!! Entrate nella porta! Litigherete dopo! – urlò Lidia e cominciando a spingere dentro tutti quanti.

 - Fermatevi! E’ il generale Start che ve lo comanda!! – ma le guardie non fecero in tempo a raggiungere i fuggitivi, che la porta si era già chiusa.

Al suo interno. – Siamo sicuri che non riusciranno ad aprirla? – chiese Daniel.

- Non è possibile! Servirebbe mettere di nuovo il codice e io sono qui con voi! Quindi possiamo stare tranquilli per un po’! –

Daniel si guardò intorno. Erano completamente immersi nell’oscurità, tranne che per un ascensore bianco e brillante a pochi metri da loro.

- Non dirmi che torneremo in vita con un ascensore? – disse Daniel che ormai non riusciva più a stupirsi delle stranezze di quel posto.

- Esattamente! Penso che il viaggio duri qualche oretta, forse tre! – disse Lidia incominciando ad incamminarsi verso l’ascensore seguita da tutti.

“Perfetto! Così avremo tempo per rispondere per rispondere alle mie domande!”

 

 

Una volta saliti sull’ascensore, questo cominciò subito a scendere molto velocemente, ma dall’interno sembrava quasi fermo. Era abbastanza grande da contenere delle panchine, così che le persone non dovessero sedersi per terra.

- Allora prima di tutto. Rick se provi di nuovo a darmi della femminuccia giuro che ti spacco la faccia! – urlò Daniel che non si era per niente dimenticato del comportamento dell’avvocato. – Poi, si può sapere perché mi hai tradito in quel modo? –

Rick farfugliò qualcosa a bassa voce e così Lidia cominciò a spiegare. – Vedi, Rick ha un disturbo della personalità… o meglio ne ha molti: otto! – Daniel guardò Rick sbigottito.

-  Otto diverse personalità? Stai scherzando vero? –

- No no! Sono proprio otto! E cambiano così, da un momento all’altro! Sei stato solo sfortunato che il tuo avvocato in quel momento era il Rick cattivo! –

- Solo? – domandò scettico.

- Ma Rick alla fine è un bravo ragazzo! Tieni conto che su otto personalità solo una può crearci dei problemi! Forse due se contiamo anche lo smidollato! – Daniel lo osservò con calma. Ora finalmente capiva
il suo comportamento. Il problema era che il Rick “cattivo” era anche molto astuto ed intelligente… quindi probabilmente avrebbe finto di essere dalla loro parte.

- E quindi questo fa di te una persona molto pericolosa… insomma non potremmo mai fidarci completamente di te! – continuò Daniel – Non c’è proprio nessun modo per essere sicuri di quale sia la tua personalità? – chiese direttamente a Rick.

- Beh… un modo ci sarebbe… se ricevessi un colpo molto forte in testa tornerei alla mia personalità principale, che è quella che hai incontrato per prima! – Daniel si alzò con un sorriso subdolo e vendicativo e, brandendo la mazza, lo colpì.

- Allora questo è per tutto quello che hai detto e fatto prima! – alludendo al fatto che prima ci stesse provando con Ellen.

Rick si portò una mano alla testa dolorante e guardò Daniel con uno sguardo ferito. – Perché diavolo lo hai fatto si può sapere? – Daniel ricambiò lo sguardo e riconobbe la stessa persona che aveva incontrato all’inizio, sentendosi un po’ in colpa. Ma poi si ricordò tutto quello che gli aveva fatto passare e decise che almeno un po’ se lo meritava.

- Oh! Di motivi ce n’erano! E comunque dovevamo pur verificare che fosse vero, no? –

Lidia osservò i due battibeccare con estremo interesse e con un sorrisetto malizioso sulle labbra. – Ok! Abbiamo appurato che questo è il vero Rick! –

- E le altre personalità? – chiese Daniel dubbioso.

- Le scopriremo strada facendo, no? – Lidia prese la borsetta che portava a tracolla, estrasse una piccolo kit di makeup e cominciò a rifarsi il trucco.

- Già così è tutto più divertente!! – gridò Ellen che per tutto il tempo cercava di trovare delle posizioni comode in pose assurde, optando alla fine di sedersi sottosopra sul soffitto.

- Comunque – continuò Lidia – vorrei farti i miei complimenti Daniel! Ci hai salvati tutti prima! E’ davvero bello che nella nostra squadra ci sia qualcuno che ci riesca a proteggere! – disse sottolineando bene l’ultima frase, avendo capito che il risentimento di Daniel nei confronti di Rick era dovuto principalmente a quello. – Non è vero dolce Ellen? – aggiunse alzando il volto e incrociando lo sguardo della giovane seduta sottosopra sopra di lei/lui.

- Cosa vorresti insinuare?? – esplose Daniel.

- Niente, niente… -

- Sì è vero! – Ellen guardò Daniel dritto negli occhi con un immenso sorriso – Sei stato fantastico Daniel! – Daniel divenne completamente rosso e distolse lo sguardo.

- Non ho fatto mica gran che… - si alzò e prese posto accanto a Lidia e abbassò la voce in modo che Ellen non lo sentisse – Che cavolo volevi insinuare prima? –

- Semplice! – urlò Ginco apparendo alle spalle di Daniel – Sta insinuando che sei rosso come un pomodoro!! – Daniel perdendo la calma lo colpì con la mazza.

- Oh, ma guarda! Mi ero dimenticato che ci fossi anche tu!! –

Lidia si avvicinò a Daniel e gli sussurrò – Tranquillo tesoruccio! La tua bella è un po’ dura di comprendonio! Non avrà capito nemmeno che il Rick “omaccione” ci stava provando con lei! – Daniel se possibile divenne ancora più rosso.

- La.. la mia… c..che? No no no! Io e lei? Figurati! – disse cercando di mantenere un certo contegno.

Dopo qualche secondo di silenzio Rick si rivolse a Daniel – Non ho ancora avuto l’occasione ne di ringraziarti ne di scusarmi per tutto quello che ti ho fatto passare… Io mi sento davvero in colpa e ti sono davvero grato! Quindi da adesso in poi mi impegnerò al massimo per aiutarti a scagionarti e per prendere quel dannato Ravel Stifling! Hai la mia parola! – Daniel guardò Rick intensamente. “Mi dispiace davvero che sia successo tutto questo… sono certo che saremmo stati subito grandi amici. Ma adesso che ogni incomprensione è sistemata ricominceremo da capo!”

- Grazie mille… davvero! – rispose con un leggero sorriso. Daniel continuò ad osservarlo per qualche secondo, poi si voltò verso Lidia, che stava ancora tentando di farsi il trucco. Non se ne era accorto prima, ma Lidia procedeva a tentoni senza guardarsi allo specchio. E in quel momento si ricordò che solo lui ed Ellen erano in grado di vedere i loro volti.

- C’è una cosa che non mi è per niente chiara però! Com’è possibile che voi non possiate vedere i volti delle persone? E come fate a riconoscervi? – Lidia si fermò e posò lo sguardo su Daniel.

- Beh, prima di tutto non è che non riusciamo proprio a vedere i volti, altrimenti non sarei in grado di guardarti negli occhi in questo momento. Nessuno di noi è però in grado di distinguere i lineamenti del viso di una persona… è come se ci fosse qualcosa che blocca il nostro cervello! E per riconoscerci è semplice: facciamo molto più caso a riconosce il corpo, l’abbigliamento e il timbro della voce di una persona. Dopotutto questo disastro è successo tre anni fa! Dovevamo pur trovare un modo per poterci riconoscere! – Lidia ripose il kit del makeup dentro la borsetta. – Nonostante tutto io voglio comunque sentirmi bella! – disse alludendo al trucco.

- Tanto sei sempre brutto! Anzi, sei peggio!! – disse Ginco, ricevendo come sempre un’adeguata punizione.

- Tre anni fa? Ma che cosa è successo? – continuò Daniel.

-  La catastrofe di Illyana! – risposero Lidia e Rick con un tono serio.

 

 

 


Angolo dell’autrice
Mmmm…. Vi prego! Vi supplico! Vi imploro!! Abbiate pietà di me!!! Avete ragione sono passati mesi! Mesi!! Dall’ultima volta che ho pubblicato un nuovo capitolo! E potrei anche accampare miglioni di scuse, ma alla fine scuse rimarebbero! La verità è che non ho avuto molta ispirazione in questo periodo e quando ne avevo era sempre nei momenti sbagliati! Spero vivamente che non vi siate dimenticati di me della mia umile storia dopo tutto questo tempo! Vi prometto che da adesso in poi anche quando non avrò voglia, se trovo un momento libero scriverò un po’ e non farò passare tutto questo tempo di nuovo!
Comunque tornando alla storia, spero vivamente che il nuovo capitolo vi sia piaciuto! Riguardo al piccolo “gioco” che vi avevo proposto la scorsa volta, voglio dirvi che ho trovato le vostre idee troppo divertenti e che le userò di certo appena Lidia farà un cambio di abito, che per ovvie ragioni non è riuscita a fare nel corso di questo capitolo.
Da adesso in poi la storia cambierà leggermente perchè: rullo di tamburi! Sono riusciti a scappare dall’inferno! Chissà chissà che cosa accadrà?
Comunque grazie di tutto! La storia (anche se a rilento in questo periodo) comunque continua, questo perchè anche se non siete molti, non vi voglio deludere! Fatemi sapere cosa ne pensate, vi prego!
Alla prossima!!

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