Se questo è un uomo

di Capitan_ Sciabola050299
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La separazione. ***
Capitolo 2: *** L' arrivo a Auschwitz ***



Capitolo 1
*** La separazione. ***


Salve a tutti , questa fanfiction la dedico a Ace e Rufy. Visto che ormai il giorno della memoria è arrivato ho voluto creare una storia con loro protagonisti che finiscono nei campi di concentramento. Inizialmente Doveva essere un semplice racconto ma poi ho voluto dividerlo in più capitoli per poi aggiungerci tutti gli altri personaggi. Io spero che vi piaccia e che mi commuove buona lettura!.

Ace mise la coperta su Rufy "Adesso dormi" gli disse dolcemente "No Ace" disse il fratello più piccolo "Non è giusto che tu debba sentire freddo per causa mia" gli restituì la coperta "E poi non voglio dormire”. Rufy si sedette vicino all' apertura del treno. Non era la prima volta che viaggiava di nascosto insieme a suo fratello, Marco, un loro amico e le due sorelle Nami e Bibi. Ace gli si mise accanto al suo fratellino e lo abbracciò "Ci uccideranno vero?" piagnucolò Rufy "No" gli rispose Ace con tanta dolcezza "Io non lo permetterò" "E come? Tu non hai alcun potere!" Rufy alzò il tono della sua voce, "Un giorno tutto questo finirà" Ace gli accarezzò i capelli "Quando Ace! Quando!. Non ce la faccio più a scappare e a sapere che ogni giorno è buono per morire, io voglio vivere...Io voglio vivere altre avventure con te". Ace lasciò che Rufy si appoggiasse al suo petto, bagnato dalle sue lacrime. Anche Ace voleva mettersi a piangere ma doveva mostrarsi forte e dare coraggio a Rufy. "Su, su" lo strinse forte  "Va tutto bene Rufy, ci sono io. Ti prometto che non ti accadrà niente!". Rufy anni sicuro che avrebbe mantenuto la promessa. Per farlo addormentare Ace gli raccontò la storia di due fratelli, orfani, che non erano legati dal sangue ma da una cosa molto più potente. L' amore. Quei fratelli erano Ace e Rufy. Avevano vissuto per molti anni insieme a loro nonno Garp in una piccola città, ma proprio in quello stesso anno, una bomba era caduta sulla città distruggendola,  nessuno si era salvato se nonché loro. Era il 1944 e delle persone di una determinata razza erano costrette a fuggire altrimenti venivano rinchiuse in campi di concentramento. Li si subivano le pene dell'inferno. Chiunque entrava dentro sarebbe morto nel giro di una settimana. Era stato il dittatore tedesco Sengoku ad aprire questa spietata caccia agli ebrei perché considerava la sua razza la migliore di tutte. Entrambi i due fratelli erano ebrei come i loro amici e per questo erano costretti a scappare e nascondersi. “Si è addormentato?" chiese Marco a Ace “Si, dorme” gli rispose “Sarebbe bene che dormissi anche tu....Ace...ACE!!!!”, il ragazzo non lo stava ascoltando e guardava fuori “Quando finirà tutto ciò?” mormorò “Non voglio dare a Rufy false speranze. Che razza di fratello maggiore sarei se no” “Ace, staremo al sicuro lì” lo rassicurò Marco. Tutti i cinque ragazzi, si dirigevano a casa del padre di Marco Jimbei, che aveva una casa in campagna, isolata dalla città e dalle persone li sarebbero stati al sicuro“E' un posto sicuro Ace. Nella casa c'è posto per tutti noi ”. Quella mattina tutti si svegliarono improvvisamente, con degli orrendi sospetti “Che succede?” domandò Nami “Perchè il treno si è fermato?” Ace sporse la testa per vedere “Tedeschi...”. Bibi stava per lanciare un urlo disperato ma Nami gli mise una mano sulla bocca “Stupida! Vuoi farci scoprire!!” “Basta!!” esclamò Marco “Non perdiamo la calma”. Guardò fuori dal treno, due uomini tedeschi con tre cani vicino a loro stavano parlando al con il Macchinista. “Sono solo due” disse Nami, “Abbiamo buone possibilità” “Sono distratti. Ascendiamo dal treno e corriamo”disse Marco ai suoi amici, tutti annuirono. Rufy prese la mano di Ace e la strinse “Andrà tutto bene”. Facendo il meno rumore possibile i cinque ragazzi scesero dal treno, ma un maledetto abbaio di un cane, che li aveva sentiti, li fece scoprire “EBREI!” gridò il tedesco e lui e i suoi compagni iniziarono a inseguirli. I cinque ebrei si gettarono in una foresta e correvano tra gli alberi il più veloce che potevano ma i tedeschi rimanevano sempre dietro di loro e non riuscivano a seminarli “Ah” Bibi inciampò “Bibi!!” Nami corse ad aiutarla e prima che le due ragazze tornassero a correre, i due tedeschi Kizaru e Aokij le raggiunsero e le catturarono, il terzo, Akainu insieme ai suoi fedeli cani raggiunse Marco, Ace e Rufy,e anche loro furono presi ..... Quando tornarono al treno, tutto quel posto si era popolato di tedeschi, e quando erano arrivati? I cinque ragazzi furono caricati in dei furgoni. Nami e Bibi, insieme a delle donne, e Ace, Rufy e Marco in un altro. Ora, erano diretti verso la morte. Il viaggio sembrava infinito, Ace non riusciva a vedere il volto di Rufy pieno di lacrime, lo aveva deluso e questo era il dolore più grande che poteva sopportare, non riusciva a dire niente, perchè si vergognava di se stesso. Ad un tratto il furgone si fermò e Rufy sentì parlare di un trasferimento di uno di loro in un' altro campo “Questo è diretto a Auschwitz , l' altro a...” non finì di sentire perchè improvvisamente entrò un tedesco, afferrò Ace dal braccio e lo trascinò via da Rufy “Che cosa fate?” ringhiò “Non andrai più a Auschwitz ma a Majdanek” “Cosa??? ma io...Rufy!!!” “ACE!!!” Rufy si gettò tra le braccia del fratello “Ti prego, almeno concedimi di portare lui con me” lo supplicò Ace che non voleva separarsi da Rufy “Te lo sogni”. Akainu cercava di staccare Rufy da Ace ma non ci riusciva “No! ti prego non mi lasciare” piangeva il fratellino stringendo a se il suo fratellone “Tu verrai con me!” anche Ace versava lacrime, e di più di Rufy. “Avete rotto il cazzo voi due”, con uno strattone Akainu tolse Rufy da Ace e lo legò con una corda “RUFY!!” Ace gli mise intorno al collo la sua collana “Prendi questa! Ricordati che io sarò li con te e non ti abbandonerò” “Tu prendi il mio capello di paglia!” gridò “Ci rivedremo vero!” “SI, TI RITROVERO' DOVESSI ARRIVARE IN CAPO AL MONDO” Ace fu trascinato nel furgone da due tedeschi e la sua voce si disperse

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Capitolo 2
*** L' arrivo a Auschwitz ***


Gennaio 1944: "Rufy" sentì una voce chiamarlo "Svegliati". Il ragazzo aprì gli occhi; era Marco, ogni volta si illudeva che era Ace "Cosa succede?" chiese assonnato "Siamo arrivati" disse Marco triste, sembrava che aveva appena acettato il suo destino. Il furgone finalmente si fermò. "Avanti scendere" gridò un soldato, quello che Rufy riconobbe come Akainu, gli ebrei ubbidirono. Quando Rufy si trovò fuori dal furgone vide un triste spettacolo che gli sarebbe stato difficile dimenticare. C'erano masse di ebrei, uomini, donne e bambini che si spogliavano di tutti i loro vestiti ricevendo dai tedeschi dei pigiama. Alcuni di loro erano magri e secchi e camminavano a piedi nudi nel fango. Rufy vide un uomo cadere a terra, un soldato si avvicinò a lui e si sentì un botto. Tutti gli altri non ci fecero caso e camminavano, ci erano abituati. Il ragazzo si trovava davanti la porta del campo, li all' entrata c' era una scritta in tedesco: il lavoro rende liberi, la frase lo irritò molto perchè non era vero. "Toglietevi i vestiti" disse un soldato. A Rufy e a tutti gli altri non restò che ubbidire, senza farsi vedere si mise in bocca la collana di Ace, e ricevette come gli altri, un semplice pigiama a righe, sarebbe stato il loro e unico indumento. I soldati erano vestiti tutti uguali e la svastica era disegnata  sulle loro divise, cominciarono a separarli. Rufy da una parte, Marco da l' altra. Era stato separato da suo fratello e adesso anche dal suo amico. Quel campo era circondato da un filo spinato ed era immenso, sembrava che non aveva né un inizio e né una fine. Portarono Rufy nel suo alloggio, c' erano molti letti a castello e le coperte erano sporche e luride. C'era un lavandino ma Rufy non osò bere, l' acqua poteva essere avvelenata. Le condizioni igeniche erano pessime, in un angolo c' era un solo secchio dove si facevano i bisogni. Rufy tirò fuori la collana di Ace, ora, sapeva di aver perso tutto "Ace..." sospirò "Come vorrei che fossi qui con me....dove sei...." quella semplice collana rossa significava molto per Rufy. Si accasciò a terra e non riuscì a trattenere il suo pianto, prese un cuscino e lo strinse forte, pensando a Ace ma si rese conto che un semplice oggetto morbido non poteva sostituire il suo fratellone. "Ehy ragazzo va tutto bene?" Rufy sentì una voce e solo dopo pochi secondi capì che si riferiva a lui, alzò lo sguardo e nonostante aveva gli occhi appannati dalle lacrime vide davanti a se un soldato nazista .Il ragazzo lancio un urlo "No ti prego non farmi del male io..." "Va tutto bene" il soldato si chinò tirò fuori dalla tasca una pagnotta di pane e gliela porse "Mangia sarai sicuramente affamato". Rufy lo guardò, aveva gli occhi neri che luccicavano, i suoi capelli erano rossi come il fuoco e aveva un grosso sorriso stampato in faccia. "Shanks" entrarono altri ragazzi: quattro. Uno biondo con una sigaretta in bocca, uno con i capelli verdi, il terzo aveva la pelle scura e uno strano naso lungo come una carote e poi c' era il quarto, la sua pelle era bianca come un vampiro ed era così magro che si potevano contare le ossa. Shanks si voltò verso di loro e dopo averli salutati e abbracciati diede loro del pane,.come aveva fatto con Rufy "Dio ti benedica Shanks" "Hai una sigaretta?" chiese il biondo che aveva appena finita una. Shanks ne tirò fuori una e gliela porse "Se non ci fossi tu". Stavano per addentare il pane ma Rufy li bloccò. "Fermi" gridò "Potrebbe essere avvelenato!". Scoppiarono in una fragorosa risata "Non farei mai una cosa del genere" disse il soldato che si chiamava Shanks "Non vuoi uccidermi?" chiese Rufy confuso "Ma certo che no" disse il biondo "Shanks è dalla nostra parte". Rufy diede un morso al pane mentre studiava attentamente Shanks, in effetti non sembrava pericoloso e il pane non sembrava avvelenato. "Shanks, ci farà vivere ancora per un pò se Dio vuole" sentendo quelle parole Rufy pensò che c'era ancora speranza e quando chiese una  spiegazione loro gliela diedero. Shanks, nonostante era un tedesco non avrebbe mai ucciso un uomo, infatti, aiutava tutti gli ebrei del campo, fornendo loro cibo e aiuto. Per quanto riguardava i bambini, li prendeva a gruppi e insieme ai suoi amici, di nascosto li faceva scappare dal campo per poi portarli al sicuro in una casa dove abitava un uomo anziano, nella campagna, in mezzo al nulla. Segnava il nome e cognome dei bambini, poi avrebbe rintracciato e genitori, se erano ancora vivi. "Sei nuovo vero?" Rufy annuì, Shanks gli diede una amichevole pacca sulla spalla "So che non ci troviamo nel  migliore dei posti ma se ti serve qualcosa non esitare a chiedere a me e ai miei amici."

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