Grosso malinteso

di frosty lily
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Di telefonate provocatorie e giapponesi depressi ***
Capitolo 2: *** Doppio disastro ***
Capitolo 3: *** Da quanto tempo... ***
Capitolo 4: *** Eh?! ***
Capitolo 5: *** Mărţişor ***
Capitolo 6: *** Bielorussia ***
Capitolo 7: *** Apri. Questa. Benedetta. PORTA!!!!!!!! ***
Capitolo 8: *** Dialogo col fuoco ***
Capitolo 9: *** Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio! ***
Capitolo 10: *** ''Coraggio piccolo Ice!! :3'' ***



Capitolo 1
*** Di telefonate provocatorie e giapponesi depressi ***


DRIIIIN

DRIIIIN


 


 

"Giappone? Rispondi tu!"

Avvicino la cornetta all'orecchio

"Pronto?"

"Hahaaa... ciao Honda"

"Giappone." preciso "Era un pò che non ti sentivo... America-kun."

"Ti sono mancato?"

"No." rispondo secco "Perchè mi chiami?"

Non posso fare a meno di notare che la sua voce suona diversa dal solito. Mi fa quasi paura.

"Tua sorella sta bene?"

Quella domanda mi insospettisce, ma rispondo educatamente: "Credo... di sì... non lo so, perchè?"

Aspetta un secondo: come lo sa che ho una sorella?

"Sai, non vorrei che ci passasse l'influenza..."

Riattacca.

Faccio due più due.

"BASTARDO!!!!" urlo alla cornetta, pur sapendo che non risponderà nessuno.

Le lacrime mi salgono agli occhi ma, per una volta, non le trattengo. Mi ritrovo a singhiozzare come un bambino, con il misero conforto di Italia.
Quando il castano capisce che non riuscirà mai a consolarmi, corre a cercare Germania.
Non lo fermo. Non ne ho la forza. Quando Germania entra di corsa nella stanza, trova un Giappone depresso, accucciato nell'angolo.
La mia rabbia è completamente svaporata, lasciando soltanto un' immensa tristezza.
Germania e Italia si avvicinano titubanti. Appena Germania appoggia il dito sulla mia spalla, scoppio a piangere senza controllo.
Mi alzo di scatto, spingendo di lato le altre due nazioni, corro in camera mia e mi butto sul letto.
Potrebbe sembrarvi una reazione esagerata, ma vi assicuro che non lo è. 
Mia sorella è forte, certo, ma si fida ciecamente di Cina e ho paura che possano sfruttare questa fiducia.
Inoltre, sarebbero cinque contro una. Nettamente svantaggioso, anche perché di sicuro non ha la sua katana.
Ho solo paura che le venga fatto del male, tutto qui. Non lo sopporterei. Io... ci tengo troppo.
Prego che gli Alleati abbiano un briciolo di umanità e non le torcano un solo capello.
Mi viene un'idea: sfilo il cellulare dalla tasca e chiamo Cina.
Il rumore dell' attesa sembra eterno.
Dopo un minuto buono, la chiamata viene chiusa. Non vuole parlarmi.
Il telefono vibra. Un messaggio.
''Fratellino,
non posso risponderti adesso. So cosa volevi dirmi, ma mettiti il cuore in pace.
Non permetterò che le venga torto un solo capello. Davvero. Lo so, non avrei dovuto permettere che la rapissero, ma hanno fatto tutto alle mie spalle.
Sta benissimo. È qui con me, che gioca tranquillamente a Shanghai. Lei non sa della guerra, continua a chiedermi quando puoi venire qui.
Mi odierai, lo so.
So che queste parole ti suoneranno false.
So che pensi sia colpa mia.
Può darsi. Ma una cosa ti prometto.
Giuro sulla mia vita che non permetterò agli altri di ferirla. Né di trattarla male.
È una promessa, fratellino.
Stasera vediamoci al santuario, quello dove ti portavo a giocare quando eri piccolo. Non mi farò seguire, da nessuno degli Alleati.
Ma capirò se ti porterai dietro Germania. Perdonami.
Cina''

Rimango a fissare il piccolo schermo del cellulare.
Mi suona falso. 
Ma voglio parlargli lo stesso. Siamo fratelli, dopotutto.
Comunque...visto che non gli dispiace, mi porto Germania.
Meglio essere prudenti...

POV Cina
Non trovo il cellulare.
L'avevo lasciato sul comodino e ora non c'è più.
Lo cerco dappertutto, mentre un sospetto si fa strada nella mia mente.
(Flashback)
Sono seduto sul ramo di un albero. Il sole splende e poche nuvolette formano un velo, posato sulla sua faccia giallina.
Abbasso lo sguardo, richiamato dal primo litigio mattutino di America e Inghilterra.
''Fatti gli affari tuoi!!'' sbottò Inghilterra.
''Niente da fare, bro. In quanto capo, devo sapere se tramate qualcosa.''
''E lo scopri leggendo i miei messaggi?''
''Esatto! ''

(Fine flashback)

Qualcuno mi tira una pacca, mandandomi lungo disteso sul materassino.
''Cina, tu sei un genio!'' annuncia America.
Temo che abbia scoperto il messaggio. Avrei dovuto cancellarlo.
Mi giro verso America.
È l'inizio di un incubo.

 


 


 


 


 

* Angolino dell'autrice*

Cos... com... COME C***O MI È VENUTO IN MENTEEE???????

Kiku: Tu mi odi. *non è una domanda*

Io: No, io ti adoro, sul serio!!! Giuro!

Kiku: E allora perchè scrivi 'sta cosa??

Io: Ispirazione U.U

Kiku: *facepalm*

????: Perchè mi fai questo?? T.T

Io: Tranquilla, non ti fanno nulla...

????: Spero per te che sia vero... *affila la katana*

Io: *deglutisce* Comunque... qualcuno si è chiesto come mai la voce di America suonava strana??

America: Già, perchè?

Io: Lo scoprirai... *aura viola in perfetto stile Ivan*

*tutti fanno un passo indietro*

Yao: Mi fai paura-aru...

Io: Sai Yao-san, è una mia virtù: quando voglio faccio paura.

Yao: Non approfondisco-aru...

Io: Bene... Anyway...

616 PAROLEE!!!!

*escono i festoni con scritto: ecchissenefrega*

Ora, le dediche^^

Dedico la storia a:

Sakura Honda

stardust94

Astral96

che la stavano aspettando.

Tutti: CIAOOO!!!


 

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Capitolo 2
*** Doppio disastro ***


POV Germania
Mi nascondo dietro a un cespuglio.
''Sicuro di volergli parlare?''
''Assolutamente. Tu resta qui, nel caso le cose si mettessero male.''
Un crepitio di rami secchi annuncia l'arrivo di Cina. Benissimo.
''Sapevo che saresti venuto, fratellino. '' sembra molto insicuro.
Senza lasciargli il tempo di rispondere, lo afferra per le spalle e dice: ''Giappone, vai via!!! Gli altri hanno scoperto il messaggio che ti ho mandato e ora sono nascosti da qualche parte-aru!!!''
''Bugiardo!'' grida Giappone. Lo sbatte per terra, inchiodandogli le braccia al suolo  ''Glielo hai detto tu, non è così?''
Il cinese rimane immobile. ''Non è come pensi.''
Ma io vedo. America è uscito dai cespugli dietro Giappone e gli si avvicina furtivamente, un bastone in mano.
Comprendo al volo le sue intenzioni, ma mi costringo a star fermo: se ci prendono tutti e due la missione fallisce.
Mi giro dall' altra parte, ma il tonfo del bastone arriva comunque alle mie orecchie.
Mi trattengo ancora. I loro passi si allontanano.
Timidamente, mi sporgo dal cespuglio.
Cina è ancora lì per terra. Si guarda la spalla destra con aria scioccata.
Lo guardo. Si rialza piano e comincia a camminare avanti e indietro. Poi sembra decidersi.
Si dirige verso i suoi compagni, ma inciampa e fa un ruzzolone per terra. Non perdo tempo. In pochi secondi lo immobilizzo e riesco a portarlo via senza che se ne accorgano.
Ora ho una speranza di riportare indietro Giappone...
Quando torno a casa, Italia mi guarda contento.
''Veee, com'è andata?''
''Male... e bene.''
''In che senso?''
''Che oggi non è giornata per gli asiatici'' rispondo rimettendo per terra Cina
''Mi sento basso-aru.'' commenta Cina, con una faccia mortificata. Non per offenderlo, ma ha ragione...
(1.65 m)
''Dai, Doitsu... vedrai che a Giappone non faranno niente...''
''Come... lo sai che...?''
''Si vede dalla tua faccia. Cosa è successo? ''
''Cina si è portato dietro gli Alleati''  rispondo guardando la suddetta nazione.
''Non è vero-aru! !!!'' esplode il cinese  ''Mi hanno seguito pensando che avessi un piano. Non è colpa mia.
E se succederà qualcosa a Giappone la colpa è tua, solo tua.''
Deglutisco. ''Perché?'' gli chiedo titubante.

Lui alza la testa. Trattengo un salto. Posso quasi vedere l'aura viola in stile Ivan. (IVAN??? Ora comincio a chiamarlo con il nome da umano?)
''Perché credi che non abbiano mai rivelato a Miku il loro piano?
Secondo te, perché non hanno ancora minacciato di farle del male?
Perché non vi hanno ricattato?
PERCHÉ È ANCHE MIA SORELLA!!!!''
È vero. Ha ragione, è colpa mia.

Verdammt, es ist meine Schuld …

E ora?

 

 

 

* Angolino dell'autrice*

Ave popolo di efp! *viene sommersa dai pomodori*

Ahia!! T-T

Yao: Non ti lamentare, ti rendi conto di cosa hai scritto-aru?

Io: Si, ma comunque fa male-aru... *si rende conto di cosa ha detto e si tappa la bocca *

Yao: Ora mi imiti?

Io: Di sicuro c'entra Arthur-aru!!! Io stavolta lo ammazzo quel maledettissimo inglese-aru!!!! *corre a cercare Inghilterra*

Yao: Siamo a posto-aru... *facepalm*

Ivan: Aspetta, mi ha lasciato un foglietto. *glielo mostra*

Yao: Che dice? *strappa il biglietto dalle mani del russo*

 

"Salve.

Si, fa schifo. Ma ricordate che l'OOC è provvisorio, sono strani per colpa di qualcosa (qualcuno).

Bene, so che volete sfogarvi: in caso ci sono Yao ed Ivan..."

 

*le due nazioni si guardano terrorizzati*

 

"Ora vi saluto, mi raccomando recensite.

Ciaoooo...

 

P.S: Scusa Yao, scusa Ivan, ma sono stufa di pomodori."

 

 

 

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Capitolo 3
*** Da quanto tempo... ***


 

POV Miku
''Ho vinto di nuovo!!!''   esclamo vittoriosa.
Il numero di bastoncini nella mia mano è nettamente superiore ai bastoncini di Canada.
''Caspita'' commenta lui con la sua solita voce sottile  ''Sei bravissima a Shanghai''
''Da piccola ci giocavo spesso. Ma Yao-san è più bravo di me.''
Canada stava per dire qualcosa, ma il cigolio del cancello lo ferma.
Gli Alleati rientrano uno dopo l'altro, ma... ne manca uno. Manca Yao-san!!!
Matthew si alza dal tavolo e sussurra qualcosa ad Alfred. Riesco a sentire.
''Per quanto ancora dobbiamo andare avanti con questa farsa? Io... non ce la faccio a mentirle!''
''Quale farsa???'' chiedo alzandomi anche io.
I due fratelli si zittiscono subito.
''Di cosa parli?''  chiede Arthur, facendo la sua miglior faccia da poker.
Non ci ha mai giocato, a poker.
''Lo sapete benissimo. Mi nascondete qualcosa. E voglio che me lo diciate.''
Non sono mai stata così determinata.
''Ehm...''
Non sanno più che pesci prendere. Perfetto.
Conto di nuovo il gruppo e mi accorgo dell' assenza di Francis.
Un dolore alla testa, poi il buio.
Mi sveglio in un letto.
Poggio la faccia sul cuscino e lo annuso.
Odore di tè verde cinese.
Odore di Yao.
Odore di casa.
Alzo lo sguardo al soffitto.
Vi sono dipinti fiori di loto, canne di bambù e, sullo sfondo, la Grande Muraglia Cinese.
Mi ricordo quel dipinto.
Lo abbiamo fatto io e Kiku, quando avevamo tredici anni.
È stato il regalo di compleanno di Yao.
Ricordo ancora la sua faccia quando è entrato e ha trovato la stanza dipinta e il letto rifatto.
E ricordo anche che dopo ci ha abbracciato e si è scusato con noi per non essersi fidato del nostro silenzio.
Quella notte, ci ha permesso di dormire con lui.
E il calore dei miei fratelli, addormentati accanto a me, è un ricordo ancora vivo. Un ricordo bellissimo.
Mi mancano quegli anni.
Assaporo ancora l'odore del tè, poi mi alzo.
Vorrei capire perché sono nella stanza di Yao.
E vorrei sbagliarmi sul proprietario di quella mano.
Proprio così: da un sacco a pelo sul pavimento sbuca una mano.
E mi sembra di conoscerla...

POV Giappone
Fa. Male.
Mi fa male dappertutto, specialmente la testa.
E non riesco a respirare. Aprendo gli occhi capisco perché: sono completamente avvolto da  una coperta, o qualcosa di 
simile. Ah, è un sacco a pelo, c'è la cerniera.
Qualcosa tocca il sacco a pelo.
''Kiku-san? ''
Non ci posso credere.
Quella voce... sottile... dolce... femminile...
Un solo nome mi attraversa la mente.
Miku.
Mia sorella.
Quella che non avrei mai pensato di rivedere.

POV Miku

La mano si muove leggermente.
Afferro la cerniera del sacco a pelo e lo apro piano.
Il volto che vedo mi lascia sconvolta.
Perché non è più il viso tranquillo e sorridente che ho lasciato qualche anno fa.
È un viso sofferto, una falsa tranquillità mascherata da un velo di compostezza.
Ma è sempre lui.
''Kiku...''

Il mio viso assume una piega strana. Socchiudo gli occhi, stringo le labbra e... piango.
Senza controllo e senza un preciso motivo.
Non è un pianto di tristezza.
Non è un pianto di gioia.
Non è infantile.
Non è adulto.
È un pianto provocato da svariati motivi.
Puro e semplicissimo pianto.
Trovo rifugio tra le braccia del mio gemello.
È bellissimo, caldo e rassicurante. Eppure mi sento vuota.
Perché le braccia che anni fa mi stringevano erano quattro.
Odio la guerra, che mi ha portato via il mio affetto.
Solo ora realizzo che in tutti questi anni non ho MAI avuto affetto.
Non mi sono mai innamorata, non ho mai avuto amici.
I miei fratelli erano tutto nella mia vita.
Ho vissuto una vita vuota e insensata da quando è cominciata la guerra.
Eppure ora che ho di nuovo l'affetto che mi era mancato, non sono felice.
Perché la voce che mi consola è una.
Una è la mano che mi carezza la testa.
Due sono le braccia che mi stringono.
Mi mancano i vecchi tempi...

Tutto d'un tratto una finestrella sulla porta si apre, lasciando vedere due occhi curiosi.


 


 


 

* Angolino dell'autrice*

Chiedo scusa per il ritardo, non sapevo come finire il chappy^^"

Capita...

Cooomunque... abbiamo un nuovo partecipante alla storia!!! ^^

Chi sarà???

 

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Capitolo 4
*** Eh?! ***


 

POV Narratore (ogni tanto ci vuole)

 

Due piccoli occhi viola scrutavano i due giovani abbracciati con curiosità.

"Siete proprio dolcissimi..." ridacchiò il proprietario da dietro la porta.

"IVAN??"

"RUSSIA??"

"Da?"

Miku si battè il palmo sulla fronte, avrebbe dovuto immaginarselo...

Kiku invece andò al sodo: "Cosa vuoi?" chiese più educatamente possibile, ma mettendosi davanti alla sorella. (con Ivan non si sa mai...)

Gli occhi del russo si fecero improvvisamente seri. "Venite qui." disse "Dobbiamo parlare. È importante."

 

 


 

Il russo si guardò furtivamente intorno. Poi fece cenno ai due giapponesi di seguirlo.
Passarono in un corridoio illuminato, sul quale si aprivano sei porte.
''Queste sono le camere.'' sussurrò Ivan mentre li scortava nel corridoio.
Miku, in mezzo al gruppo, seguì docilmente il giovane sovietico.
Ma ad un tratto cominciò a vederci doppio e dei puntini occuparono il suo campo visivo, offuscandole la vista.
Le gambe si fecero molli e la testa leggerissima, le braccia tremarono violentemente e la ragazza barcollò, aggrappandosi al cappotto di Ivan per non cadere.
Ma fu inutile: la nipponica ondeggiò pericolosamente e finì tra le braccia del russo, priva di sensi. Uno dei distintivi di Russia cadde per terra, ma nessuno ci fece caso.
Ivan spostò lo sguardo da Kiku alla ragazza inerme, senza capire.
''Oh, accidenti!!'' esclamò Giappone '' Di nuovo!?''
''Di nuovo cosa?'' chiese il povero russo, che non ci stava capendo un accidente.

Casa Beilshmidt
POV Germania

Non so da quanto tempo sono qui a scervellarmi.
Tutt'a un tratto sento tossire.
Mi giro di scatto e, tra il fumo nero uscito dalla mia testa surriscaldata, intravedo una figura familiare...

''Bruder!?''


 

POV Giappone

Maledizione.

Non è la prima volta che Miku sviene, ma proprio adesso non ci voleva...


 

POV Bielorussia

Uffa. L'unica parola che mi viene in mente mentre passo per la casa indisturbata (appena passo tutti si appiattiscono contro il muro).

È mezz'ora che giro e non trovo il mio fratellone. Mannaggia...

In quel momento noto qualcosa per terra. Brilla. Mi chino, ignorando lo sguardo terrorizzato dei baltici, che si sono offerti (cioè li ho costretti) di aiutarmi. Raccolgo l'oggetto luccicante e i miei occhi brillano. È uno dei distintivi che Russia porta sul petto!!!

Questo vuol dire che è passato di qui. Mi giro attorno. ''Брат?'' chiamo. Tanto non mi risponderà, non gli importa di me, mi dice sempre ''Torna a casa!!!''.

Mi avvicino alla porta della sua camera da letto camera da letto, una porta in ebano con una bella bandiera russa appesa sopra. Mi piace tanto quella bandiera, un altro valido motivo per unirmi al mio fratellone.

Busso alla porta, sperando che non mi cacci di nuovo. Fa' che sia la volta buona...


 

POV Kiku

Si sente bussare alla porta. ''Fratellooone??'' canticchia qualcuno con un'inquietante voce femminile. Per qualche strana ragione Russia sembra terrorizzato. Va verso l'armadio e lo apre, poi torna da noi. Afferra Miku per il polso, manco fosse una bambola, mi preme una mano sulla schiena e ci spinge entrambi nell'armadio.


 

POV Russia

Faccio appena in tempo a chiudere l'armadio, che la mia ''adorabile sorellina'' parla di nuovo. E stavolta sembra arrabbiatissima...

''Брат? Откройте дверь ... Откройте Мой !!!''


 


 


 


 

* Angolino dell'autrice pigra e inutile*


 

NON LINCIATEMIII!!! *si nasconde dietro Gilbert*

Gilbert: EHI!!! Non guardare là sotto, è troppo MAGNIFICO per te! *la sposta *

Io: Hai zero curve, lo sai?

Gilbert: Disse la maggiorata.

Io: O////O Z-ZITTO!!!

Gilbert: Disse quella che porta la sec... *l'autrice gli tappa la bocca*

Io: Oh, là... Aspetta: come lo sai che... GILBEEEEERT!!!! *il prussiano fugge insieme al BTT*

Comunque... vi prego in ginocchio di non linciarmi perché fa schifo per il ritardo.

Mio papà mi ha praticamente sequestrato il computer per lavorare...

Va bè, al prossimo chappy^^



 

''Брат?'' = Fratellone?

''Брат? Откройте дверь ... Откройте Мой !!!'' = Fratellone? Apri la porta... Aprimi!!

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Capitolo 5
*** Mărţişor ***


Dasha aprì l'armadio come un tornado.

''Finalmente!!!!'' squittì in preda all'eccitazione, mentre si apprestava a scegliere i vestiti per quel giorno speciale.

O forse sarebbe meglio dire ''notte'', considerata l'ora...

''Dasha? Che ci fai in piedi a quest'ora??'' chiese una voce molto assonnata.

''Mi preparo, ovvio!!!'' rispose allegra la moldava, lasciando Chișinău con un enorme gocciolone in testa.

''Ești încă la fel ...'' sussurrò Inna, imbarazzata.

''Știu !!!'' trillò Moldavia facendo una giravolta. Il suo proverbiale entusiasmo.

Inna sospirò e fece per tornare a dormire, subito fermata dalla maggiore.

''Non vorrai mica tornare a dormire?'' la rimproverò Dasha.

''E invece torno a dormire, Moldova''

''Non parlarmi così!!!''

Ahi, cominciavano a chiamarsi con i loro nomi di Nazioni, male, molto male...


 


 

''România!!!! Svegliasvegliasvegliasveglia!!!!''

Il romeno mugolò molto infastidito.

''Transilvania... torna a letto...'' borbottò cercando di tornare ai suoi sogni (non ci è dato sapere quali).

''MADDDAIII!!!! Vlad, non ti sarai mica dimenticato che giorno è oggi!??''

''Illuminami''

''Mărţişor!!!!!''

''MANNAGGIAIRAGIONE!!!!!'' strillò il romeno saltando sul letto.

Poi si alzò e frugò nel cassetto, con una fretta difficile da immaginare e ne trasse una piccola spilla fatta di fili intrecciati bianchi e rossi. Lo porse a Transilvania con un sorrisetto: ''Buon Mărţişor, sorellina!''

La ragazzina quasi gli saltò al collo mentre prendeva l'oggettino dalle mani del fratello.

Si sporse leggermente sopra la spalla di Romania.

''E l'altro per chi è??'' chiese con aria maliziosa.

Vladimir arrossì fino alla punta dei capelli, per poi riuscire a balbettare: ''Niente, n-niente... è solo che ero stanco ieri sera e per sbaglio ne ho fatto uno in più. Tutto qui''

''Ah-ah...''

''T-ti po-sso giu-giurare c-he è v-vero!!!''

''Da come balbetti non direi.''

Prima che Vlad riuscisse a replicare, una bella secchiata di acqua gelida lo centrò in piena faccia.

Il ragazzo tossì e sputacchiò, ancora sotto shock, mentre Alis si spanciava dalle risate.

Mezzo secondo dopo, accanto a Romania și materializzò un biondo dall'espressione... no, aspetta, nessuna espressione.

''L-LUKAAAS!!!'' ruggì il romeno mezzo congelato in direzione del nuovo arrivato.

''Stavi per esplodere. O collassare.'' si giustificò il norvegese con un sorrisetto sghembo.

''O andare in ebollizione'' aggiunse un altro biondino sbucato da chissà dove, con delle sopracciglia più simili a bruchi.

''Non ti ci mettere anche tu'' borbottò Romania strizzandosi il pigiama

''D'accordo.''

''Ad ogni modo...'' riprese Vlad ''che ci fate qui??''

'' Siamo venuti ad aiutarti'' rispose Arthur.

''Ad... aiutarmi??''

''Non è Mărţişor oggi?''

''Beh, sì, ma questo cosa...''

''C'entra eccome!!'' lo interruppe il biondo inglese ''Non è oggi che la devi vedere??''

Alis rimase di sasso. Allora aveva ragione, c'era davvero una LEI.

La fantasia della ragazzina ora galoppava a briglia sciolta. Aveva sempre desiderato che suo fratello si fidanzasse.

Quella di Vladimir, invece, stava elaborando un piano per uccidere îl resto del Magic Trio.

E, conoscendolo, erano contenuti vietati ai minori.


 


 


 


 


 

* Angolino dell'autrice isterica e ciclata*


 

Ok, sappiatelo, questo... questa COSA è stata un parto.

Ehi, sono mamma!!! : D

Non avendo ispirazione, ho preferito spostare la visuale sui personaggi che domineranno gli ultimi capitoli.

Lo farò spesso, sappiatelo.

Comunque, ci tenevo ad introdurre i miei nuovi personaggi:


 

Moldavia: Dasha Lupei

Chișinău: Inna Lupei

Transilvania: Alis Lupei


 

E Romania, un personaggio che amo molto e che ha una brutta fama...

Mi sentivo ispirata, non uccidetemi, non so come far andare avanti la storia =_=

Ci sentiamo al prossimo chappy, e non arrabbiatevi se arriva tardi perchè volevo mandare avanti un'altra storia. Ma questo non vuol dire che mi risentirete tra un anno, anzi!!!

Devo solo trovare una degna conclusione di capitolo e pubblicare.


 

Ciao!!!


 

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Capitolo 6
*** Bielorussia ***


La maniglia volò via atterrando dritta nello stomaco del povero Russia (Nda: NUUUUU!!!), che si piegò in due per il dolore.

“Braat...” canticchiò la stessa inquietante voce di prima.

La porta cigolò sinistra e si aprì, rivelando l'esile figura di Natalya Arlovskaja, anche conosciuta come... Bielorussia!!

“Braat...” ripetè la ragazza con un sorriso che avrebbe fatto scappare a gambe levate anche Jeff the Killer. “Sposami... SPOSAMI!!!” mormorò. La sua voce era pari a quella di Gollum...


 

POV Kiku

Non ci vedo niente, da dentro l'armadio

Posso solo ascoltare il dialogo in russo tra Ivan e la ragazza che è entrata. E vi giuro che la sua voce è spaventosa.


 

POV Ludwig


 

“B-BRUDER!???”

“Sorpreso, West? Coff... ma quanto fumi??”

Credo che in questo momento la mia faccia sia più rossa di un pomodoro. Non quelli del supermercato, uno di quelli di Spagna, rossi e succosi.

“Io... io non fumo.” borbotto, parecchio infastidito dal mio... caro fratellone. Certo che quando ci si mette...

“Allora... coff!! Ma da dove viene tutto 'sto fumo allora???”

“Da... lla mia testa...”

“Come?”

“La mia testa.”

“CHE?”

“Mein Kopf !!!”

“Aaaah... guarda che non serve urlare.”

Inutile dire che la mia fronte prese la forma di una mano a furia di facepalm.

In quel momento il campanello prese a suonare insistentemente.

“Vado io.” dissi.

Vidi la porta arrivarmi in faccia e sentii qualcuno che ci passava sopra. Non avevo bisogno di vedere per sapere chi era...


 


 


 


 


 

Helga Beilschmidt: alta, trecce bionde, occhi di ghiaccio, maglione verde bottiglia, gonna nera e stivali.

Rappresenta la Baviera e il suo modo preferito per entrare in una qualsiasi stanza è buttare giù la porta a calci.

“Gil??”

“He-”

“Io cercavo Ludwig!!!”

Emetto un basso mugugno da sotto la porta.

“Ah...” la sento dire.

Scosto la porta per trovarmi davanti un'imbarazzatissima Helga. Cerca di coprirsi il viso paonazzo con le trecce bionde, ma è inutile.

Borbotta un paio di scuse in tedesco e si gira di lato a braccia conserte.

Nonostante la situazione sia a dir poco drammatica, i suoi modi infantili riescono a strapparmi un sorriso. Ma come fa?

Mistero.

Di sicuro non ha preso da me...


*********


 

La musica, gli odori, i sapori.

Circondavano Vladimir e quasi lo stordivano.

Il rumeno aveva la bocca incollata, i piedi doloranti e uno splendido broncio.

Non aveva aperto bocca fino a quel momento.

Non voleva far sentire che era rumeno.

Romeni e moldavi non avevano per nulla un buon rapporto, pur essendo ''vicini di casa'', quindi era meglio star zitto.

Si lasciò sfuggire uno sbuffo.

Ma dov'era finita?

Una voce stroncò bruscamente i suoi pensieri.


 


 

''R-România ? Ce faci aici? ''


 


 


 


 

*Angolino dell'autrice con il mal di collo*

Salve bella gente!!!

Ho aggiornato piuttosto in fretta, neh?

Ho finalmente trovato una degna conclusione per il capitolo e ora lo pubblico.

Qui ancora non scopriamo la fanciulla misteriosa... ma la vedremo nel prossimo capitolo.

Grazie a tutti, sia alla mia BF (Best Follower) Jarida_Forever che ai lettori silenziosi.

Sono in astinenza da recensioni, vi prego, bastano tre parole in croce!!!! T-T

Anche le critiche, purchè costruttive.

Grazie dell'attenzione (?)

Arrivederci al prossimo capitolo!


 


 

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Capitolo 7
*** Apri. Questa. Benedetta. PORTA!!!!!!!! ***


Emil stava schiacciando un pisolino.

E che cavolo, quando tornava dai meeting doveva riposarsi un pò per non collassare.

Tra tedeschi rigorosi, francesi pervertiti, inglesi col ciclo, italiani affamati, americani egocentrici e russi troppo inquietanti, i meeting erano la cosa peggiore del mondo.

Inoltre...

 

TOC TOC

 

''E ma *censura* però!!!''

 

Ma l'islandese cambiò idea quando sentì la sua voce.

 

''EMIIIIIL!!! Apri. Questa. Benedetta. PORTA!!!!!''

 

Ogni dolce parola della ragazza era impercettibilmente scandita da un lieve e gentile colpetto sulla porta. Colta l'ironia??

Il ragazzo si affrettò ad aprire, prima che decidesse di ricorrere al suo metodo preferito: buttare giù la porta.

Quando aprì la porta, Helga già aveva il piede alzato, pronta a colpire.

Subito lo abbassò, arrossendo.

“Ehm...”

La ragazzina cercò disperatamente un modo di togliersi d'impiccio.

Lo trovò.

''Ho portato il pranzo!!!'' trillò con un enorme sorriso, sollevando il cesto che portava in mano.

 ''Lo sapevo...'' pensò Emil. Aveva imparato da secoli a capire i segni dati da Helga.

 

 

 

''R-R... Ro...''

La ragazza balbettava scioccata.

Non lo rivedeva da quando si era resa indipendente e proprio non si aspettava di rivederlo in QUEL giorno.

Vladimir esibì un sorriso tirato. Beccato.

''E-ehi... ciao Dasha!!''

Tirò il sorriso fino alle orecchie, cominciando a sudare freddo sotto il cappuccio tradizionale.

La ragazza si girò. ''È un sogno; è un sogno... solo un sogno...'' si ripetè continuando a dodolare sulle mezze punte, accucciata a terra.

Romania rimase interdetto. Non aveva previsto questa reazione, eppure era evidente che l'aveva distrutta.

A sorpresa, Dasha si rialzò.

''Che... ci fai... QUI????''

Rieccola, la solita Moldavia. Leggermente bipolare, pensò Vlad.

''Mmmm... non saprei, forse per venire a trovarti?'' sorrise sornione, porgendole la spilla.

I suoi occhi si riempirono d'incertezza, e Vladimir tornò a sperare per un attimo.

Prima che, naturalmente, Dasha la gettasse per terra.

''Che ti ho fatto???'' chiese, rabbioso e deluso, inseguendo la sorella che camminava via veloce.

''Che mi hai fatto?? Sai quanto ho faticato per ottenere l'indipendenza??''

''Se me ne avessi parlato ci saremmo potuti mettere d'accordo!!''

''Non mi avresti lasciato andare.''

A quelle parole, il ragazzo si bloccò.

''È vero.'' ammise ''Ma solo perché ti voglio bene. Sappilo.''

Senza dire più nulla, si allontanò, lasciandola a riflettere.

 

 

 

* Angolino dell'autrice*

Sciao bellissime!!!

Uccidetemi. Cioè, ci ho messo tantissimo a scrivere... questo.

Ma stavo scrivendo un'altra COSA per îl compleanno della mia principessina.

Oh, bè.

Arrivederciiii!!!! *sparisce *

 

 


 


 

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Capitolo 8
*** Dialogo col fuoco ***


Anastasia sorrise inquietante.

Maledizione, fa paura!!!

''Privet, Eduard.''

Il ragazzo non si sorprese di quanto la sua voce fosse sottile e innocente. Tutta suo fratello.

''Allora...''

L'estone deglutì. Anastasia si era messa tranquillamente a lucidare il SUO rubinetto fischiettando una canzoncina popolare russa. La ragazza alzò gli occhi viola.

''Quegli occhiali ti stanno bene.'' commentò prima di rimettersi a pulire.




**************************************

Dasha gettò un altro ceppo nel fuoco mezzo spento.

Attizzò la fiamma e rimase a fissare le sue figure danzanti che intrecciavano i loro fili luminosi.

Il suo cervello annoiato spostò automaticamente sulle parole di Vladimir, la notizia del mese.

Sbuffò. Mentiva, ne era certissima. E allora perchè aveva voglia di prendere il primo aereo per Bucarest e buttargli le braccia al collo insieme a una serie di scuse?

N.O.

Non gliene fregava niente. Punto e basta.

''Ma allora... OH, BASTA!!!!''

Troppi interrogativi inutili... lo odiava e basta. Giusto?? GIUSTO??????

''AAARGH!!! BASTAAA!!!!''

Rivolse nuovamente lo sguardo al fuoco, cercando di pensare ad altro.

Ma come tutte le strade portavano a Roma, tutti i suoi pensieri portavano a suo fratello. Non riusciva a non pensarci.

''AAAAAAAARGH!!!!!'' strillò esasperata.

Meno male che Chișinău era fuori per una festa, se no sai quante domande indiscrete...

Sbuffò seccata.

Qualcuno suonò al campanello. Che fosse Inna? No, era troppo presto. E allora chi era?

Aprì la porta col cuore in gola. Non c'era nessuno.

''Oh, basta con 'sti scherzi cretini!!!'' strillò in madrelingua.

Sbattè la porta incazzata come non mai e si girò di scatto, per rimanere pietrificata davanti a due iridi rosse.


 


 


 


 


 


 

* Angolino dell'autrice stressata come pochi*


 

Yurusanai.

Capitolo cortissimo scritto in.. quanto? Tre settimane?

Imperdonaaabile!!!!

Avviso alla carissssima Jarida_forever: c'è un breve cammeo di un tu-sai-cosa: se lo individui parlamene in MP.

Sennò chiamo Ivan!!!! XD

Qui:

-Miku e Kiku non ci sono

-Anastasia fa una parte minuscola

-mi stacco dalla storia originale.

Potete massacrarmi di critiche, non farà altro che aumentare il mio stress e me lo merito, vista questa schifezza.

Frosty


 

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Capitolo 9
*** Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio! ***


Dasha chiuse la porta e squadrò il nuovo arrivato. Il suo sguardo da Tribunale dell'Inquisizione non pareva in grado di intimorirlo, e non succedeva spesso. Si ripromise di stare attenta.
Questo aveva la faccia si e no uguale a quella di Vlad e gli occhi dello stesso colore, ma i capelli erano nero pece e portava il pastrano bianco.
Il ragazzo si allontanò leggermente: ''Dasha Lupei?''
''Si, sono io.''
''Il mio nome è Pavel Lupei. Devo dirle una cosa importante.''
Dasha si appoggiò alla porta e lo squadrò nuovamente. Fidarsi o non fidarsi??
''Chiuda la porta a chiave, per favore.''
''Fidarsi è bene...''
''Certo, solo un attimo.''
''Non ci credo, ci è cascata subito!!!''
Dasha si avvicinò alla porta e infilò la chiave nella serratura
''Non fidarsi è meglio!!!''
Aprì la porta e si fiondò fuori nella pioggia, scalza e in camicia da notte, ignorando l'urlo furioso di Pavel.



Helga dodolò le gambe sull'Atlantico.
Lei ed Emil si sedevano sempre lì sul bordo.
La bavarese si chiese perchè l'Islanda fosse tanto sottovalutata in quanto a paesaggi. In nessun altro posto aveva mai visto un panorama simile. Probabilmente faceva solo troppo freddo, ed era troppo isolata.
Si sentì toccare una spalla.
''A che pensi?'' chiese Emil.
''A nulla. Pensavo solo che qui c'è un bellissimo panorama.''
''Grazie. Ehi...''
''Cosa?''
Islanda fece scivolare la mano in tasca, toccando un oggetto di plastica.
Subito la tirò fuori.
''No..'' si disse ''Meglio aspettare...''


Dasha salì sul taxi fradicia, congelata e in camicia da notte.
''All'aeroporto. Subito.'' sibilò al tassista.
''E perchè, di grazia?'' chiese l'autista, sfilandosi il cappello dai fini capelli biondo scuro.

''Servus, soră!''





*Angolino dell'autrice in pigiama da due giorni *

Scusate.
Miku è in stato di shock per aver visto Dangantalia (NON guardatelo) e inoltre ho perso l'ispirazione su di lei.
AAAAAARGH!!!!
Va bè.
Non dovrei spammare, ma ascoltate questa canzone: https://www.youtube.com/watch?v=FBRUhIGYoyQ

Ne vale DAVVERO la pena :)
Ciao.


Frosty

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Capitolo 10
*** ''Coraggio piccolo Ice!! :3'' ***


Pavel strinse i denti.

''Maledizione...''

Uscì dalla casa lasciando la porta aperta e corse dietro alla ragazza, che già era sparita dalla sua vista.

''Mi ha fregato... mi sa che l'ho sottovalutata...''

Riuscì a vedere un taxi che sfrecciava via nella notte.


 


 


 


 

''Argh... mi trovi sempre...''

''Sempre e comunque, Dacia...''

''Da quanto tempo non usi quel soprannome?''

''Da... da quando hai ottenuto l'indipendenza, si.''

Dasha non replicò. Fissò insistentemente la pioggia sul finestrino e Chișinău che le scorreva davanti.

''Perchè correvi?''

Eccola, la domanda da un milione di dollari. Stava in attesa per aggredirla, come sempre.

''Non sono affari tuoi'' voleva dirgli, ma le uscì un: ''Mi è entrato în casa un tizio strano.''

''E perchè a me dai i pugni e a lui no? Potevi stenderlo, se volevi...''

''Non sarebbe stata una buona idea. Aveva l'aria di uno che ha molte risorse nascoste.''

''Tu no?''

''Come caspita fai a incastrarmi sempre?''

''Sapessi''

Dasha rispose con uno sbuffo seccato.

''Comunque è stato quasi impulsivo.''

Vlad alzò le mani ''Certo, mica lo decido io cosa devi fare se incontri un malintenzionato, no?''

''Dove stiamo andando?''

''All'aeroporto.''


 


 


 


 


 

Helga si strinse nelle spalle.

''È ora che torni a casa.''

Emil si sentì pugnalato al petto.

''Come vuoi.'' disse semplicemente ''ma prima...''

Prese un respiro profondo. Helga lo guardava interrogativa.

''Vieni a bere qualcosa?''

Maledizione sei un fottuto fifone, Ice, dovevi dirglielo...

''Ok!'' esclamò Helga ''Ma non mettiamoci troppo!!!''


 

In un bar del centro


 

''Mmm...'' commentò Helga gustandosi la cioccolata calda.

''Confermo.'' scherzò l'islandese.

''HELGAAAA!!!!''

La bavarese venne travolta da un tornado con un ricciolo di lato.

''Ouch... Isotta mi strozzi!!!''

''Ops, scusa... è che è tanto che non ci vediamo!!!''

Rispose la ragazza mentre il ricciolo prendeva la forma di un cuoricino

Solo in quel momento notò l'albino.

''Heeey, chi è questo bel ragazzo??'' esordì per attenuare l'imbarazzo.

''Mi chiamo Emil, o Islanda come preferisci.'' rispose lui cercando di mostrarsi maturo ''Piacere''

''Il piacere è tutto mio... sai, somigli tanto a Norge!!!''

Ahi!!! Nervo scoperto... pensò Helga preoccupata.

''I-io non somiglio a lui.'' Islanda era quasi bordeaux.

''Certo come no'' ridacchiò Isotta.

''Isotta per favore...'' sibilò Baviera a denti stretti.

L'italiana capì e si zittì all'istante.


 


 


 


 


 


 


 

Si svegliò nel buio più totale.

Era seduta sopra qualcuno, ma non era in grado di capire chi.

Si mosse leggermente.

''Sshh...'' sussurrò qualcuno.

''Nee-san?''

''Sshh...''

Miku capì e rimase zitta.

Un rumore di passi in avvicinamento.

Una chiave che veniva inserita nella serratura dell'armadio metallico.

Un giro.

Due .

Tre.

I passi che si allontanavano.

La porta sbattuta nervosamente.

''Oh-oh...''


 


 


 


 

* Angolino dell'autrice*


 

Rieccomi dopo un secolo e mezzo!!!

ED è TORNATA MIKU!!

Miku: Sei tu che non avevi idee... -.-''

Io: *le tappa la bocca col nastro adesivo* Ignoratela^^

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