Sailor Moon

di semplicementeme
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I ***
Capitolo 2: *** Capitolo II ***
Capitolo 3: *** Capitolo III ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV ***
Capitolo 5: *** Capitolo V ***
Capitolo 6: *** Capitolo VI ***
Capitolo 7: *** Capitolo VII ***
Capitolo 8: *** Capitolo VIII ***
Capitolo 9: *** Capitolo IX ***
Capitolo 10: *** Capitolo X ***
Capitolo 11: *** Capitolo XI ***
Capitolo 12: *** Capitolo XII ***
Capitolo 13: *** Capitolo XIII ***
Capitolo 14: *** Capitolo XIV ***
Capitolo 15: *** Capitolo XV ***
Capitolo 16: *** Capitolo XVI ***
Capitolo 17: *** Capitolo XVII ***
Capitolo 18: *** Capitolo XVIII ***
Capitolo 19: *** Capitolo XIX ***
Capitolo 20: *** Capitolo XX ***
Capitolo 21: *** Capitolo XXI ***
Capitolo 22: *** Capitolo XXII ***
Capitolo 23: *** Capitolo XXIII ***
Capitolo 24: *** Capitolo XXIV ***
Capitolo 25: *** Capitolo XXV ***
Capitolo 26: *** Capitolo XXVI ***
Capitolo 27: *** Capitolo XXVII ***
Capitolo 28: *** Capitolo XXVIII ***
Capitolo 29: *** Capitolo XXIX ***
Capitolo 30: *** Capitolo XXX ***
Capitolo 31: *** Capitolo XXXI ***
Capitolo 32: *** Capitolo XXXII ***
Capitolo 33: *** Capitolo XXXIII ***
Capitolo 34: *** Capitolo XXXIV ***
Capitolo 35: *** Capitolo XXXV ***
Capitolo 36: *** Capitolo XXXVI ***



Capitolo 1
*** Capitolo I ***


Nuova pagina 1

Sailor Moon

Capitolo I

“…Svegliati guerriera. Non puoi più riposare. Già in passato hai voltato le spalle alle tue compagne e loro sono morte per proteggere te e la tua stirpe. Adesso devi essere tu a proteggere loro e guidarle in questa nuova guerra. Lo ginzuishou ti aiuterà, tu ne sei la legittima custode. Tu sei la sola capace di utilizzarlo. Trova le tue compagne, solo così potrai vincere il tuo nemico. Lo stesso nemico che in un’epoca passata hai avuto paura di affrontare. Svegliati guerriera ed impedisci al male di trionfare sulla Terra. Vendica il tuo popolo, vendica il tuo amore perduto. Ricorda: quando la Luna, la Terra ed il Sole saranno sullo stesso piano, quando il grande pianete azzurro inghiottirà con la sua ombra la tua stella guardiana e questa si colorerà della stessa tinta del sangue, allora il tuo nemico si sveglierà. Adesso il mio tempo è finito, resta solo a te decidere se scappare ancora una volta oppure affrontare il tuo vecchio nemico…

Mi sveglio di soprassalto. Mi guardo intorno e riconosco la mia stanza. Sono seduta sul letto. Ancora lo stesso sogno ma stavolta è stato più inquietante. Ancora la stessa voce. La voce di una donna dai contorni sbiaditi, ma è una figura dai tratti familiari. La sua voce è triste. Lontana. Eppure, non mi è sconosciuta. Risveglia in me sensazioni assopite, come se appartenessero ad un tempo passato che ho dimenticato. No, adesso do retta alle voci che sogno, non è possibile. Sto diventando pazza. Guerriere. Nemico. Ginzuishou. Deve essere tutta colpa dello stress di questi giorni. Probabilmente sarà anche colpa di Minako che mi costringe a vedere quei suoi film assurdi. Sono tutta sudata. Guardo la sveglia e sospiro, sono già le sei. Anche stamattina sveglia prima del previsto, prendiamo il lato positivo di tutta la situazione: ho il tempo di alzarmi, fare una doccia e preparare la colazione per me e quella matta.

- E voi? Già in piedi? –

Uscendo mi ritrovo i due gatti della mia coinquilina: un maschio bianco ed una femmina nera. Sono accucciati davanti la porta chiusa della mia stanza. Entrambi hanno una macchia a forma di mezza luna proprio in mezzo gli occhi. Minako ha ben pensato di chiamarli Artemis e Luna, peccato che non si è resa conto di aver dato al maschio un nome femminile. Accarezzo i due mici, che restano a bearsi delle mie coccole, e mi dirigo in cucina, verso nelle loro ciotole del latte e poi ritorno sui miei passi diretta al bagno.

Riempio la vasca con acqua calda, molto calda. Un bagno caldo non può che farmi bene. Lego i miei lunghi capelli biondi in una treccia che appunto in alto così da evitare di bagnarla. Tolgo il pigiama e finalmente m’immergo e lascio che l’acqua ricopra il mio corpo. Poggio la testa sul bordo della vasca e rilasso i miei muscoli tesi come corde di violino. Lascio vagare la mente lontana, inspiro ed espiro profondamente per liberarmi da questo senso d’oppressione che mi perseguita da un paio di mattine. Ho come la sensazione di aver dimenticato qualcosa d’importante e che questo sogno vi è legato in un modo o nell’altro. Ma non voglio continuare a torturarmi con questi pensieri. Cerco di pensare ad altro. E così mi soffermo a riflettere sui miei corsi universitari. I miei cari. Le vecchie amicizie e le nuove. Le nuove amicizie? Sono tutte molto superficiali, sinora solo con Minako sento di aver instaurato un’autentica amicizia.

Io e Minako dividiamo lo stesso appartamento da circa due mesi: in pratica poco prima che iniziasse l’anno accademico. Siamo iscritte in facoltà diverse, io frequento lingue e lettere occidentali, lei arti sceniche. Ci siamo incontrate proprio qui a casa e subito abbiamo fatto amicizia, anche perché abbiamo caratteri simili, io non sono matta come lei certo, ma ad entrambe piace divertirsi. A volte ci scambiano per gemelle, entrambe bionde ed occhi azzurri, alte, snelle, fisico tonico. Minako ha sempre fatto pallavolo, io adoro nuotare. La sento molto vicina a me, so di poterle raccontare di tutto perché, anche se è una ragazza molto eccentrica, so che è molto discreta. Ma ho come l’impressione che mi nasconda qualcosa di molto importante. In alcuni casi sembra che in lei convivano due personalità diverse: l’ho percepito sin dal nostro primo incontro, il giorno in cui le strinsi la mano. Subito fui attraversata da una forza ed una vitalità fuori dal comune, poi però un senso di pace e tranquillità mi invase.

Esco dalla vasca, metto l'accappatoio e torno in camera mia. Mancano quindici minuti alle sette, il mio bagno è durato un po’ più del previsto, ma sono ancora entro i limiti di tempo. Tiro fuori dall’armadio il cambio pulito e mi vesto. Mi guardo allo specchio e noto le profonde occhiaie che circondano i miei occhi. Non posso uscire così sembro uno zombie. Anche stamattina dovrò ricorrere al trucco per nascondere il mio pallore cadaverico e i cerchi violacei che circondano i miei occhi. Per un attimo mi fermo a guardare la foto della mia famiglia posta sopra la cassettiera.

La mia famiglia: mio padre e mia madre.

Mio padre, Kenji Tsukino. Il neurochirurgo più famoso di Kyoto, se non il più importante di tutto il Giappone. Ha ricevuto diverse proposte di lavoro che lo porterebbero a vivere negli Stati Uniti, ma le ha sempre rifiutate affermando che lavorerà sempre e solo nella sua città. Io so per certo che il suo rifiuto dipende da mia madre: sa che in America lei soffrirebbe di nostalgia. Sostengono che da lui abbia ereditato la perspicacia e l’intuito, oltre il sorriso contagioso. Per lui è stato uno shock scoprire che non avrei intrapreso la tradizione di famiglia, medicina, ma ha accettato la mia scelta ed è sempre pronto ad incoraggiarmi in ogni mia nuova avventura, come ha sempre fatto sin dalla mia infanzia.

Poi c’è mia madre, Ikuko Akaiyshimoto. Sì proprio la stessa Ikuko Akaiyshimoto sacerdotessa del fuoco conosciuta in tutto il Giappone. Affermano che sia la più grande sacerdotessa da oltre duecento anni; la gente viene da ogni parte dell’isola per parlare con lei. Da mia madre credo di aver ereditato la sensibilità e l’altruismo, e poi anche parte della sua forza spirituale, mi basta concentrarmi un po’ per percepire i sentimenti delle persone, per sapere se chi mi sta di fronte sia una brava persona oppure un poco di buono; ho scoperto questa capacità quando avevo solo quattro anni, e da allora mia madre mi ha aiutato a controllare ed ampliare le mie doti.

Una caratteristica che però mia madre non possiede, e che neanche mio padre riesce a spiegarsi, è la mia capacità di leggere nel cuore delle persone. È una capacità che non utilizzo mai perché credo che sia ingiusto conoscere i segreti degli altri.

Ripensando ai miei, mi chiedo come sia possibile che due individui, come mio padre e mia madre, appartenenti a due universi così diversi possono amarsi tanto: mio padre è sempre molto logico ed i suoi ragionamenti sono sempre molto scientifici; al contrario di mia madre, molto riflessiva è vero, ma si lascia sempre trascinare dai sentimenti. Pur appartenendo a due mondi opposti si completano in maniera unica. Da loro ho preso il meglio: la logica e l’intelligenza di mio padre di contro la sensibilità ed il giudizio di mia madre.

Intanto si sono fatte le sette e la colazione è pronta. Vado in camera di Minako per svegliarla. Generalmente è un’impresa impossibile, questa ragazza ha un sonno pesantissimo e la mattina fa sempre tardi. Stavolta però la trovo già alzata che guarda triste fuori dalla finestra. Cosa le sarà successo?

- Minako qualcosa non va? –

Al suono della mia voce la vedo trasalire. Si volta verso di me ed un dolce sorriso compare sul suo bel viso, illuminandole lo sguardo.

- Niente di che Usagi. Magari un giorno te ne parlerò. –

Percepisco nella sua voce una leggera incertezza, potrei leggere nel suo cuore ma non lo faccio. Non voglio entrare prepotentemente nella vita della mia amica.

- Come vuoi. La colazione è pronta. Stamattina potremo fare colazione tranquillamente sedute a tavola. –

Sorrido anch’io. Voglio che lei sappia che potrà sempre contare su di me.

- Allora cosa aspettiamo? Ho una fame… -

- Scusa ma dove sta la novità? –

Minako mi fissa contrariata e poi scoppia in una rumorosa risata che ben presto mi contagia. Dopo alcuni secondi mi prende sotto braccio e così ci dirigiamo in cucina.

Accendiamo la televisione per ascoltare le notizie del notiziario. È vero che siamo due squinternate, ma ciò non toglie che ci piace essere informate. Ascoltiamo le diverse notizie e commentiamo sempre con ilarità ciò che accade, cerchiamo di mantenere un po’ di buon umore anche quando sembra impossibile, anche quando le notizie del mondo sono tristi. Minako sta coccolando Artemis ed è distratta, ma conoscendo la sua mania per l’astronomia non posso che farle notare l’ultima notizia.

- Senti questa Minako. Stasera ci sarà un’eclissi totale di Luna. Dicono che… -

- Alza il volume. –

La guardo esterrefatta. Ha un’espressione seria in viso che non le ho mai visto prima. Silenziosamente alzo il volume del televisore ed ascolto il giornalista che sta parlando.

- Stasera potremo assistere ad un evento eccezionale. La Terra si verrà a trovare interposta tra la Luna ed il Sole, così i tre corpi celesti si troveranno sullo stesso asse. La Terra, inghiottirà nel suo cono d’ombra la Luna e ciò farà sì che il nostro satellite assuma una tonalità vermiglia molto simile al sangue. L’evento… -

Non seguo più l’intervista. Il mio sangue si è raggelato nelle vene. Mi tornano in mente le parole della donna che da diverse notti disturba il mio sonno. “Ricorda: quando la Luna, la Terra ed il Sole saranno sullo stesso piano, quando il grande pianete azzurro inghiottirà con la sua ombra la tua stella guardiana, e questa si colorerà della stessa tinta del sangue, allora il tuo nemico si sveglierà… ” Resto a fissare la televisione senza badare a ciò che è trasmesso. È il tocco leggero di Minako a riportarmi in questa dimensione.

- Usagi, c’è qualcosa che non va? –

Stavolta è lei a pormi la domanda che neanche quindici minuti prima le ho fatto io. Nella sua voce avverto un po’ d’apprensione, come se dalla mia risposta dovesse dipendere qualcosa che la riguardi da vicino. Ma cosa dovrei risponderle? “Sai Minako è da un paio di notti che una donna misteriosa entra nei miei sogni e mi parla di guerriere, ginzuishou e nemici. Di eclissi di Luna e battaglie future. La notizia di questa eclissi mi ha fatto tornare in mente le parole della donna del mio sogno e sono un po’ agitata. ” Si potrei dirle così, solo che dopo mi scoppierebbe a ridere in faccia.

- Tutto a posto non preoccuparti. A che ora hai lezione? –

Cambio discorso sperando di liberarmi dell’angoscia che si è impossessata di me, ed anche del senso di colpa nei confronti di Minako. Non mi piace mentire agli altri, ma non so perché ma stavolta mi è venuto quasi naturale farlo con lei. Minako di contro, sembra aver capito il mio tentativo di cambiar discorso e dopo un sospiro di frustrazione, oserei dire, risponde alla mia domanda recuperando all’istante il suo buon umore.

- Alle dieci. Se vuoi metto io in ordine. Tu va pure a lezione. Che ne dici se magari pranziamo insieme? C’è un bar vicino alla tua facoltà dove ci sono dei camerieri davvero carini. –

Sorrido a Minako, ammiro la sua capacità buttarsi tutto alle spalle in un batter d’occhio.

- Mina ma la mia facoltà è situata dalla parte opposta rispetto alla tua. Come hai fatto a conoscere questo posto? –

Mi guarda con il suo sorriso birichino, alza le spalle e risponde.

- Ho i miei servizi segreti, cosa credi! Comunque si chiama il Crown, il figlio del proprietario si chiama Motoki Furuhata, ha venticinque anni e frequenta l’ultimo anno della facoltà di giurisprudenza. Di solito lavora al locale al posto del padre perché anziano. Occhi verdi e capelli castani, se lo vedi te ne innamori all’istante. Ma la cosa più importante è che è single. Ti rendi conti un esemplare simile solo. Ma sono certa che non potrà resistere al mio fascino, in poco tempo cadrà ai miei piedi e m’implorerà d’essere la sua ragazza… –

Intanto io indietreggio spaventata. Quando Minako ha questi attacchi di follia diventa molto pericolosa. Annuisco debolmente e sempre indietreggiando mi dirigo verso la mia stanza. Sono riuscita a scappare da Minako per fortuna, nel corridoio incrocio Luna che graffia dietro la porta della mia stanza. La guardo e la prendo in braccio. Apro la porta e la lascio andare sul pavimento.

- Certo che la tua padrona è davvero strana. A volte mi fa paura. Tu cosa ne pensi Luna? –

La gatta mi guarda e si struscia ai miei piedi miagolando divertita. A volte ho come l’impressione che questa gatta sia capace di capire ciò che le dico. Le sorrido ed esco di corsa. Sono in ritardo. Fra trenta minuti iniziano le lezioni.

- Mina ci vediamo alle tredici in questo locale, mi raccomando non farmi aspettare altrimenti mi fidanzo io con il tuo bell’avvocato barista. Ci vediamo dopo. –

Sono davanti la porta di casa con il giubbotto già messo, la sciarpa in mano.

- Usa? Sicura che vada tutto bene? Se per caso ti è capitato qualcosa e non sai con chi confidarti sappi che io sono qui pronta ad ascoltarti. Ti voglio bene e per me sei come una sorella. –

Minako mi abbraccia stretta. Questo suo slancio mi sorprende parecchio. Ricambio il suo abbraccio e le rispondo con un sorriso. Esco di casa ed il freddo pungente di novembre m’investe in pieno.

Mi stringo nel mio giubbotto e sospiro. Forse stasera racconterò a Minako dei miei sogni.

Eccomi qui con una nuova storia. Si tratta della prima versione di Sailor Moon vista e ricorretta da me. Spero di non commettere nessun plagio né reati d’altro genere. Vi anticipo subito, e v’informo, che la descrizione di battaglie ed incontri epici non sono il mio forte quindi siate clementi. Spero che mi seguiate numerosi com’è accaduto per le altre mie FF, soprattutto spero di riuscire a non deludervi. Adesso vi saluto a presto con il secondo capitolo

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Capitolo 2
*** Capitolo II ***


Capitolo II

Cammino incurante per le strade della città. Sono un po’ in ritardo ma non mi va di correre. Ho mandato un messaggio a Naru chiedendole di occupare un posto anche per me. Naru. Lei è un’altra amica. Un po’ meno amica di Minako, ma pur sempre un’amica. È solare. Divertente. Allegra. Disponibile. È un animo gentile, ma sento che con Minako è diverso, con la mia coinquilina ho più sintonia. Mi capisce al volo. Non è invadente, mentre Naru… non è molto invadente ma pretende di sapere sempre cosa non va. A volte non so neanche io da cosa è causato il mio cattivo umore mentre lei pretende di saperlo.

Un’altra folata di vento mi fa stringere di più nel mio giubbotto. Questo novembre è davvero freddo. I capelli mi finiscono davanti agli occhi e per toglierli non mi accorgo di scontrarmi contro qualcuno. Cado rovinosamente a terra. Il mio povero fondoschiena ne risente. Mi rialzo prontamente e chiedo scusa alla persona che ho appena urtato.

- Mi spiace. È stata tutta colpa mia. Spero che non si sia fatta male. –

Guardo la persona in viso e resto bloccata. Un ragazzo poco più grande di me. Capelli argentei. Dove l’ho visto? Anche l’altro resta sorpreso. Allora non mi sono sbagliata. Ci conosciamo.

- Serenity. –

Un nome. Mi ha chiamato con un nome occidentale. Sembra molto più stupito di me. Io ho come la sensazione di conoscerlo, lui ne è certo.

- Scusa come mi hai chiamata? –

Il ragazzo sembra ridestarsi dallo stato di trans in cui è caduto. Sorride e fa per andarsene. Un attimo. Un tocco. Lieve. Ci siamo sfiorati le mani ed allora l’ho percepita. Un’infinita tristezza. Lo guardo allontanarsi. Adesso anche io mi sento triste. Intanto il vento sussurra un nome: Serenity. Chi è?

Sono in aula. Oggi la professoressa è più noiosa del solito. Ha quel tono monotono che fa cadere tutti in uno stato di dormiveglia tutto sommato piacevole. Sbadiglio. Naru al mio fianco sorride. Sarà il quinto sbadiglio nell’ultimo quarto d’ora.

- Bene ragazzi per oggi è tutto. La prossima volta parleremo dei miti dell’antica Grecia. –

Le luci si accendono. La prof sta sistemando i suoi lucidi vecchi mille anni. Io intanto ripongo il mio quaderno con gli appunti della giornata. Davvero tanti! Il nome dell’autore: Omero. Il nome dell’opera principale: Iliade. Poi tutta una serie di frasi che mi sono scambiata con Naru nel corso della lezione. Fortunatamente ha trovato posto in fondo all’aula. In alto a sinistra. Perché fortunatamente? Con la prof Hijakiy si fa a gara per trovare posto in fondo all’aula così da dormire indisturbati. Ed oggi noi abbiamo occupato il posto migliore: qui si dorme benissimo. Mi alzo e mi stiracchio un po’. Le mie gambe sono intorpidite. Sono seduta dalle dieci ed adesso è quasi mezzogiorno. Ho ancora un’ora di tempo prima dell’appuntamento con Minako.

- Adesso che fai Usagi? Io ho appuntamento con Umino tra quindici minuti. Oggi mi porta a pranzo fuori. –

La guardo e lei sorride felice. Per un attimo posso percepire la sua contentezza anche senza aver necessità di un contatto fisico.

- Io tra un’ora ho appuntamento con Minako. Pranziamo in un locale qui vicino. Ci vediamo domani allora? –

Annuisce sorridente. Va via. Ancora un’ora. Conoscendo Minako sarà molto più di un’ora, se tutto va bene saranno novanta minuti. “Serenity.” Ancora quel nome.

Entro al Crown, sono le tredici spaccate. Mi guardo attorno e di Minako, come previsto, neanche l’ombra. Il locale è carino. Le pareti sono dipinte con un azzurro pastello. Un’ampia vetrata dà sulla strada. Poi i tavolini. Il bancone con gli sgabelli a seguire. Ci sono molti ragazzi. Saluto un gruppo di colleghe. Cerco un posto e lo trovo vicino la vetrata. Poggio la borsa nel posto vuoto di fronte a me. Mi siedo ed aspetto l’arrivo della mia amica.

- Ciao! Cosa posso portarti? –

Una voce maschile mi distrae dalle mie riflessioni. Alzo lo sguardo verso il padrone della voce. Capelli castani, occhi verdi. Gran bel ragazzo. Deve essere per forza il proprietario del locale, Motoki. Sorrido cortesemente.

- Se non ti dispiace sto aspettando un’amica. Potremmo ordinare dopo? –

-Certamente. Allora verrò quando non sarai più sola. –

Il ragazzo sorridendo se ne va. Stavolta Minako ha proprio ragione. Motoki è davvero un bellissimo esemplare di maschio.

Guardo fuori la gente che passa. Sono tutti sorridenti. Allegri. Bambini stretti al collo dei loro padri felici di andare al luna park. Madri a braccetto con figlie adolescenti che insieme guardano estasiate le vetrine con i nuovi arrivi. Fidanzati stretti nei loro abbracci si guardano con occhi innamorati. Ed io li guardo dal di fuori. Li invidio un po’. Concentrandomi sento tutta la loro felicità, mentre io mi sento triste, sola. Mi mancano i miei genitori. Vorrei anch’io passeggiare stretta al ragazzo che mi fa battere il cuore. Ma non è così. A volte ho la sensazione che il mio posto non è qui. Sembra che la mia vita sia incompleta. Mi manca qualcosa, o qualcuno per ottenere la felicità assoluta. Ma cosa mi manca? Non so. Sospiro frustrata.

- Tutto bene? –

una sensazione di dejà-vu attraversa la mia mente. Alzo lo sguardo verso il proprietario di questa voce così sensuale. Un brivido percorre la mia schiena quando incontro i suoi occhi color cobalto. Il suo sorriso riscalda il mio cuore.

- Sì. –

Riesco a rispondere un flebile “sì”, e non so neanche io come. I suoi occhi sono sempre fissi nei miei. Mi guarda. Mi fissa. Penetra a fondo nella mia anima. Ho quasi la sensazione che mi stia leggendo dentro. Non riesco a sostenere il suo sguardo e così abbasso gli occhi. Che imbarazzo, non mi era mai capitato prima di arrossire così, come una scolaretta delle medie! Intanto il ragazzo va via salutandomi con un semplice “Ci si vede.” Non ho la forza di rispondere. Lo vedo uscire dal locale. Stringersi nel suo cappotto e raggiungere un altro ragazzo. Lo stesso ragazzo di stamattina. Improvvisamente mi sento più sola di prima. Per un attimo avevo avuto come la sensazione di aver colmato quel vuoto che è presente nel mio cuore, ma adesso. Come sono stupida. Come posso perdere la testa per un ragazzo visto di sfuggita? Per altri due minuti continuo a fissare il punto in cui i due giovani si sono allontanati.

Quindici minuti dopo vedo Minako arrivare di corsa. Trafelata. Le guance rosse. Il fiatone. Il cappello di lana messo per metà. Le sorrido non appena entra nel locale. Mi trova immediatamente. Si fionda verso di me ed a mani giunte invoca il mio perdono.

- Scusa Usagi. Scusa. Scusa. Scusa. Non è colpa mia. Il prof ci ha trattenuto sino a mezz’oretta fa. Perdonami. –

Parla a raffica ed io faccio fatica a seguirla. Poggio una mano sul suo braccio per bloccarla.

- Minako calmati. Non è successo nulla. Conoscendoti ero preparata ad un tuo ritardo. –

Lei mi guarda sconvolta come se avessi detto una menzogna. Si alza e sbatte le mani sul tavolo iniziando ad urlare.

- Come puoi parlarmi così? Sai che corse che ho fatto per essere puntuale? Tu neanche puoi immaginare. O povera me. Sono sola. Incompresa. Mal trattata. –

Inutile dire che gli occhi di tutti sono puntati su di noi. Arrossisco e mi guardo le mani. Che vergogna. Minako è la solita melodrammatica. Si siede e rimane in silenzio giusto tre secondi poi scoppia a ridere. Non resisto e dopo neanche due secondi la seguo a ruota. E tutti restano a fissarci sconvolti.

- Allora era Minako l’amica che stavi aspettando. –

Il ragazzo che poco fa era venuto a prendere la mia ordinazione è tornato. Sorride divertito. Ho come l’impressione che per Minako questo non è un posto tanto sconosciuto.

- Anche tu hai la sfortuna di conoscere Minako? –

- Perché dici così? –

Il ragazzo mi guarda perplesso. Poverino, non sa di cosa è capace Minako ecco perché non capisce il senso delle mie parole.

- Quando l’avrai conosciuta meglio capirai! –

- Grazie Usagi, sei proprio una vera amica! –

Minako ha risposto un po’ inviperita, tra un po’ avrà dimenticato tutto. Intanto ordiniamo ed il ragazzo che ancora non conosco va via.

- Allora cosa ne pensi di Motoki? –

Come previsto: Minako ha dimenticato tutto. Le sorrido ed inizio a parlare.

- Carino non c’è che dire. –

Minako mi guarda sconvolta, come se avessi detto un’eresia. Scuote la testa shockata e porta due dita alla tempia destra.

- Usagi ma tu cosa vuoi? Motoki è bellissimo. Non ho mai visto un ragazzo così bello in vita mia. Occhi verdi, capelli castani. Alto. Fisico statuario… -

Minako sta parlando ed io cerco di farle segno di tacere ma è inutile. Quando parte nessuno può fermarla. Le dico di stare zitta portando il mio indice sulle labbra ma lei, imperterrita, continua. Fa come vuoi! Perché non devi mai dare retta agli altri?

- Minako grazie ma così mi fai arrossire. –

Ecco Motoki finalmente si è deciso a parlare. Minako è diventata rossissima in viso. Credo che in questo momento la sua pressione sia a livelli esorbitanti. Inizia a balbettare frasi sconnesse e senza alcun significato. Frattanto Motoki posa le nostre insalate sul tavolo. Ridacchio divertita. Solo con Minako si può ridere tanto.

Dopo un po’ il locale si è svuotato. Io e Minako abbiamo consumato il nostro pranzo e adesso ci raccontiamo la nostra giornata. Intanto Motoki si avvicina e prende posto accanto a Minako che quasi subito riacquista un colorito rosso.

- Ragazze che impegni avete per stasera? –

Minako è ancora un po’ imbarazzata per parlare ed allora tocca a me portare avanti questa conversazione.

- Ancora nulla perché? –

Mi piace Motoki, sembra bravo ragazzo. Gentile, educato e poi non è uno dei soliti tipi palestrati, tutti muscoli e niente cervello. Sembra però. Ancora non ho avuto il piacere di fare conversazione con lui. Intanto ha messo sul tavolo un volantino pubblicitario. Lo mette di fronte a me ed alla mia amica e subito lo andiamo leggere.

STASERA DALLE ORE 21, NEL PARCO CITTADINO DI JOOBAN, SARA’ POSSIBILE AMMIRARE L’ECLISSI DI LUNA GRAZIE AI TELESCOPI MESSI A DISPOSIZIONE DALL’OSSERVATORIO DI ASTROFISICA DI TOKYO, INOLTRE SI TROVERANNO ESPERTI PRONTI A RISPONDERE ALLE VOSTRE CURIOSITA’. INGRESSO LIBERO.

Guardo il volantino con aria scettica. L’eclissi di Luna. Ancora quelle parole che tornano prepotentemente nella mia mente: “…quando la Luna, la Terra ed il Sole saranno sullo stesso piano, quando il grande pianete azzurro inghiottirà con la sua ombra la tua stella guardiana e questa, e si colorerà della stessa tinta del sangue, allora il tuo nemico si sveglierà…” perché? Perché ancora quelle parole tornano vive nella mia mente proprio adesso che ero riuscita a ricacciarle in un angolo buio della mia mente? Nuovamente il senso di angoscia è vivo in me. Sto per rifiutare quando Minako mi batte sul tempo accettando.

- Contaci. Ci vediamo al parco allora. –

No. Io non voglio esserci, non so perché ma so che stasera accadrà qualcosa di terribile.

- Io non vengo. Non mi interessa nulla di questa stupida eclissi. –

La mia voce è stridula, non sembra che mi appartenga. Motoki mi guarda incerto. Credo che mi abbia preso per pazza, prima rido e scherzo, dopo divento una iena. Non sono pazza, solo che non voglio esserci stasera.

- Usagi cosa ti prende? Stamattina eri così interessata all’eclissi ed adesso invece non vuoi saperne nulla? –

La voce di Minako è inquisitoria. Ed ecco che ho nuovamente la sensazione che in lei convivano due personalità diverse. Adesso non è più la Minako tranquilla che conosco io, no. Adesso sembra agguerrita, ed io so cosa vuole. Me. Vuole che io stasera venga con lei. Per evitare di dare una terribile delusione alla mia amica mi alzo e metto il giubbotto, saluto Minako e Motoki e vado via. Attraverso la vetrata vedo Minako che mi osserva andare via con sguardo triste. Scusami amica mia, vedrai che domattina starò meglio, fa passare solo questa maledettissima eclissi.

Un tepore estivo pervade l’aria mentre il profumo della primavera riempie la grande sala del castello. Sono rilassata. Serena. Felice. Anche se non dovrei esserlo. L’intero regno è in subbuglio a causa della guerra. Dal grande balcone della sala da ballo del palazzo osservo estasiata il grande pianeta azzurro che tanto amo. Sento una musica dolce, anche se in realtà non c’è nessuna orchestra che suona. Al contrario, sento il mormorio sommesso dei diversi generali degli eserciti che parlano di strategie militari. Ed io intanto sono uscita dalla grande sala del palazzo, poggio le mani sulla balaustra e socchiudo gli occhi immaginando di danzare con lui. Improvvisamente percepisco la sua aurea. Forte e malinconica allo stesso tempo. Perché? Mi avvicino a lui e sorrido. Ci incamminiamo verso i miei giardini, solo io posso avervi libero accesso. Senza il mio permesso neanche le mie guardiane possono entrarvi.

Lui mi porge la mano e così iniziamo a danzare sulle note di questo bellissimo valzer che solo noi riusciamo a sentire. Adagio il mio capo sul suo ampio torace, so che qui posso farlo senza temere gli sguardi inopportuni degli altri abitanti del castello. È lui ad interrompere la magia del momento.

- Presto attaccheranno. Sono venuto per salutarti. –

Mi irrigidisco. Allora avevo percepito davvero della malinconia in lui. Tengo il capo ancora sul suo torace. Gli occhi si inumidiscono, ma non posso piangere davanti al mio principe. No. Devo essere forte altrimenti partirebbe con il cuore pieno di sofferenza. Sollevo il mio capo per incrociare i suoi occhi color cobalto. Il suo sorriso riscalda il mio cuore. Vorrei che non partisse, che restasse con me per sempre, ma non è possibile. Lui deve difendere il suo popolo, la sua gente e me.

- Ho capito. Allora aspetterò il tuo ritorno. –

Mi sforzo di essere forte. Di essere la persona che tutti desiderano, ma io non sono forte. Sono tremendamente debole e solo lui è riuscito a capirlo.

- Presterai attenzione durante la mia assenza? –

Nella sua voce apprensione. È preoccupato per me. Teme che possa accadermi qualcosa. Accarezzo lievemente il suo viso. Sorrido per dare ad entrambi un po’ di speranza.

- Certamente. E poi tu mi hai insegnato a difendermi. –

- Serenity prometti che resterai al fianco delle tue guardiane. –

Vorrei poter fare di più che rispondere con un cenno di assenso del capo, ma non posso. Le parole mi muoiono in gola. Lui deve averlo percepito.

- Tutto bene? –

- Sì. –

Riesco a rispondere un flebile “sì”, e non so neanche io come. I suoi occhi sono sempre fissi nei miei. Mi guarda. Mi fissa. Penetra a fondo nella mia anima. Ho quasi la sensazione che mi stia leggendo dentro. Non riesco a sostenere il suo sguardo e così abbasso gli occhi. Lui non è dello stesso avviso. Prende il mio viso tra le mani e lo solleva. Il mio cuore inizia a battere all’impazzata. Socchiudo gli occhi aspettando di gustare il sapore delle sue labbra. Lievi e soffici. Sento un calore invadere il mio cuore. I battiti del mio cuore sono ancora più veloci rispetto prima. Lentamente ci separiamo. È stato un bacio dolcissimo. Ho percepito tutto il suo amore. Arrossisco nel momento in cui incrocio il suo sguardo, lui sorride dolcemente. Credo che gli piaccia questo mio disagio. Sono ancora stretta tra le sue braccia. Inspiro il suo profumo. Lentamente sciolgo il nostro abbraccio e slaccio la collana con il ciondolo a mezzaluna che porto al collo. La porgo a lui.

- Me la riporterai quando tornerai da me. –

Sorrido per mascherare la mia disperazione. Sta per partire per una guerra cruenta. Dovrà lottare contro coloro che fino a ieri erano i suoi amici. Sento la sua tristezza ed il suo dolore. Lo abbraccio fortemente e cerco di amplificare i poteri del mio ginzuishou. Cerco di regalargli un po’ di pace. Deposita un lieve bacio tra i miei capelli e sussurra un leggerissimo “grazie”.

Improvvisamente mi stacco da lui. Inizio a tremare. Avverto la sua aurea maligna vicina, molto vicina. Inizio a tremare senza potermi fermare. È arrivata improvvisa, silenziosa. È riuscita ad arrivare sino alle porte del mio regno senza che io o mia madre riuscissimo a percepirla. È molto forte. È crudele. Lui mi scuote più volte per farmi tornare in me. Tra le lacrime riesco a rispondere alla domanda muta che mi sta ponendo da quando mi ha visto impallidire e tremare.

- Sì è lei. È arrivata sino a qui. –

Poi un’immane esplosione…

- No! –

Mi sveglio di soprassalto. Sono nella mia stanza, stavolta mi sono addormenta china sui libri. Un altro sogno, ma diverso dagli altri. Era come se stessi vivendo i ricordi di una vita passata. Tremo ancora al ricordo dell’esplosione. Sento le guance bagnate, sto piangendo. Perché questi sogni? Perché non mi lasciano in pace? Mi alzo e giro intorno per la stanza. Sembro un leone in gabbia. Guardo il mio riflesso alla finestra e per un attimo vi vedo riflessa un’altra immagine. Quella di un ragazzo dagli occhi dello stesso colore della notte. È sera. Guardo l’orologio. Sono le 22:40. Minako non c’è, alla fine è andata da sola. I miei occhi si alzano verso il cielo ed allora la vedo: la Luna. Almeno per metà è stata già cancellata dal cono d’ombra della Terra. L’inquietudine, la paura, l’angoscia mi stanno divorando. Senza pensarci più afferro il giubbotto lasciato sul letto e corro via di casa…

Ed eccomi tornata con il II capitolo. Lo ammetto è un po’ noioso solo che mi è servito per introdurre due personaggi. Vi anticipo che gli aggiornamenti saranno molto lenti. Spero di pubblicare un capitolo ogni fine settimana, ma non assicuro nulla.

RINGRAZIAMENTI

- DOLCEBUNNY: temevo che la mia Usagi destasse qualche antipatia, non so noi siamo cresciute con una Usagi infantile e piagnucolona, questo poteva starmi bene sino a che avevo 15 anni, ma adesso che ne ho 25, non so. Credo di averla rapportata di più alla mia età, in pratica l’ho fatta crescere con me!

- BLUE 1989: ti ringrazio per tutti questi complimenti. Forse è vero, dopotutto sono un pochino brava nel fare le descrizioni, ma ancora devo scrivere davvero molto per arrivare al successo che riscuotono certe FF!

- MIKI90: sono una delle tue autrici preferite (forse?), sai allora cosa ti dico che questo capitolo è dedicato a te! Per il discorso che riguarda Usagi ti invito a leggere ciò che ho risposto a dolcebunny. E spero che questa storia possa entusiasmarti come le altre.

- SAILORMOON81: spero vivamente che anche questo secondo capitolo sia riuscito a suscitare il tuo interesse. Per l’eclissi sai com’è? Se c’è perché non approfittarne? Aspetto con ansia un tuo giudizio, sono pronta a tutto, purché mi lasci in vita!

- USAGI_84: mi spiace ma Mamoru non c’è stato come tu avresti voluto , dai prossimi capitoli vedremo… io intanto ti faccio i complimenti per la tua FF e spero di leggere presto un secondo capitolo. Per i sentimenti, io ci provo, sta a voi dire se ci riesco o meno.

- KIRBY: speriamo che la storia riesca ad essere scritta così come io l’ho immaginata. Sai è un po’ una sfida, voglio vedere se scrivendo FF “d’azione” riesco a trovare l’approvazione di chi le legge, fino adesso è andata discretamente, speravo in qualcosa di più ma vedremo nei prossimi capitoli.

- SAILOR83: meno male che le ragazze più mature piacciano anche a te. Ribadisco il concetto espresso nel ringraziamento a dolcebunny. Io ho 25 anni e non mi va di descrivere le sailor come delle ragazzine di 15 anni, anche loro sono cresciute, non credi?

- STREGA_MOGANA: grazie per i complimenti che puntualmente mi fanno arrossire. Per Luna e Minako… aspetta ancora un altro capitolo, va bene? Cos’altro posso dirti? Mi fa piacere ritrovare il tuo commento alla fine di un mio capitolo, è una sorta di premio, dopotutto tu sei l’autrice di FF bellissime che hanno quasi tutte come protagonista la mia guerriera preferita.

Vi saluto e vi do appuntamento al prossimo capitolo, che dovrebbe essere pubblicato il 18 marzo, ma nulla è certo.

Un bacio a tutte SEMPLICEMENTEME, ovvero la vostra Carmen…

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Capitolo 3
*** Capitolo III ***


Nuova pagina 1

Capitolo III

Corro per le strade della città. I ricordi di una vita passata mi sommergono. Le lacrime mi offuscano la vista. Solo adesso ricordo il mio passato. Tutto è tornato alla memoria, lentamente, ma inesorabilmente. Come dei flash. Flash di un passato dimenticato. Di un passato macchiato dal sangue. Di un passato carico di dolore. Di un passato carico d’amore.

Cado e sbatto pesantemente il gomito destro, è abraso ma non ho il tempo di preoccuparmi di questa ferita così superficiale. Una vecchia ferita, molto più profonda, ha ripreso a sanguinare. Il mio cuore piange lacrime di sangue. Devo arrivare al parco. È lì che sento un’alta concentrazione di energia negativa, la stessa che mille anni fa distrusse il mio regno. La stessa che mille anni fa distrusse il Silver Millennium.

Nemesi.

Adesso ricordo tutto. Ricordo chi ero. Ho riconosciuto il viso della donna che ogni notte è venuta in sogno a risvegliarmi da un sonno durato mille anni. Il viso della donna che non è una donna, è solo una bambina. Il viso di colei che ha sacrificato la sua vita per me. Sacrificio vano il suo dato che poi ho ceduto. Ricordo chi sono. Già, sono Serenity, la principessa del Silver Millennium, unica in grado di utilizzare l’infinito potere dello Ginzuishou. La sola che può fermare Nemesi.

Mi fermo e porto una mano all’altezza del mio cuore. Batte furiosamente, non è dovuto allo sforzo della corsa, no. Ho ricordato lui. Endymion, il principe terrestre. Il mio promesso sposo se la guerra non ci avesse separato. Una lacrima solca il mio viso arrossato a causa dell’emozione. Non ho tempo per le lacrime, non adesso, l’asciugo immediatamente e riprendo a correre. Il tempo delle lacrime è finito. Adesso devo lottare. Non cederò di nuovo. Stavolta lotterò. Vendicherò il mio popolo ed il mio amore perduto.

Alzo la testa e guardo dritta davanti a me. Il parco è davanti a me, l’energia di Nemesi diventa sempre più intensa, ogni minuto che passa è sempre più maligna, sempre più potente. Il vento tra le fronde degli alberi sibila minaccioso. Alzo gli occhi verso il cielo e resto pietrificata. Una piccolissima falce di luna, poi un disco rosso come il sangue. Il tempo sta per scadere. Appena l’eclissi raggiungerà la sua totalità lei si manifesterà.

Porto la mano destra dentro la tasca del giubbotto. Al contatto con la fredda pietra, il mio cuore accelera, se è possibile, ulteriormente la sua corsa. Inspiro profondamente e faccio un passo in avanti. È il vento ancora una volta che mi suggerisce di restare guardinga.

Dentro il parco le foglie sono ferme, come se qui il tempo si fosse arrestato. Il buio è totale. Neanche la luna a rischiarare il mio cammino. Cammino incerta. Paura. Ma di cosa? Del passato o del presente? Non saprei dirlo. Ho solo paura. Ripenso ad Endymion ma ricaccio il suo pensiero nei meandri più bui della mia mente. Adesso non posso pensare a lui. Non posso permettermi di lasciarmi andare a ricordi felici che non torneranno più. Lui è morto. Ma forse… forse anche lui è tornato in vita? Forse anche lui adesso sta ricordando il suo passato. Ed ecco che come una luce a rischiarare la mia vita, mi torna alla mente l’incontro di stamattina al Crown. Lui è vivo.

Persa in questi pensieri non mi sono accorta di essere arrivata in prossimità di uno spiazzo dove sono sistemati i diversi telescopi messi a disposizione dall’osservatorio di astrofisica. Cerco Minako tra la folla di curiosi che è riunita attorno ai diversi telescopi, ma è inutile, non riesco a scorgerla. Chiudo gli occhi e cerco di focalizzare nella mia mente la sua immagine. Cerco la sua energia. Però resto basita. Non c’è solo lei. No. Riconosco un’altra fonte di energia. Pura. Potente tanto quanto quella della mia amica. Localizzo entrambe. Sono vicine. Ho trovato Minako, ma non è da sola. Mi sto avvicinando quando però resto bloccata. Sento l’energia di Endymion, non posso sbagliarmi, ne sono certa e a quanto pare anche lui non è solo. Allora non mi ero sbagliata. È davvero lui il ragazzo con cui mi sono scontrata stamattina, è…

- Usagi! –

Minako mi ha raggiunto sorridente. Io non resisto e l’abbraccio forte ricordando tutto quello che abbiamo fatto insieme, mille anni fa, quando la pace non era minacciata da Nemesi.

- Calma. Non ci vediamo solo da un paio di ore. Cosa è tutto quest’entusiasmo? –

Le lascio in mano la pietra che custodivo nel mio giubbotto e le sorrido.

- Sono mille anni. È da mille anni che non ci vediamo. –

Minako resta interdetta. Lei sa tutto. Lei ha sempre saputo sin dal nostro primo incontro. Luna ed Artemis le avranno ridato la memoria. Intanto Minako osserva meravigliata il topazio che tiene in mano. Adesso che è in suo possesso brilla ancora di più. Reagisce con la sua energia. I suoi occhi si riempiono di lacrime e stavolta è lei ad abbracciarmi con trasporto, tanto che cadiamo a terra. Ed inizia a parlare stretta al mio collo, solo adesso posso percepire tutta la sua sofferenza.

- Credevo che non saresti mai riuscita a ricordare. Eri così distante. Mi sono sentita sola da quando ho ricordato tutto. Ed invece, adesso sei qui, per di più mi hai riportato la mia pietra, temevo fosse andata distrutta per sempre. –

- Non fare così amica mia. Perdonami. Dove sono Artemis e Luna? Dove si sono nascosti quei due gattacci? Loro sapevano, voi sapevate, eppure non avete fatto nulla per farmi tornare la memoria. –

- Sono alla ricerca del punto esatto in cui si manifesterà Nemesi. Oh Usagi sapessi… -

Minako non riesce più a parlare, trattiene le lacrime solo per poco, poi non riesce più ed inizia a piangere silenziosamente, presto anche io la imito. La gente attorno ci guarda sconvolte. Motoki si è avvicinato e tende la mano ad entrambe per aiutarci a rialzarci, sembra alquanto turbato dal nostro comportamento. Senza rendercene conto accettiamo il suo aiuto e presto ci ritroviamo in posizione eretta; adesso non piangiamo più, ma siamo ancora abbracciate.

- Cosa vi è preso? Da come state facendo sembra che siano anni che non vi vediate. –

Contemporaneamente rispondiamo ridenti.

- Mille anni. –

Tutto ciò è bellissimo. Oggi come mille anni fa. Io e Minako abbiamo lo stesso affiatamento. Mille anni fa. Appena ricordo il perché sono così felice sento nuovamente la sofferenza avvilupparmi. Nemesi. Adesso la sua energia è a livelli altissimi. Io e Minako alziamo gli occhi al cielo e la vediamo. L’eclissi ha raggiunto la sua totalità.

- Usagi, mettiti al riparo. Sta arrivando. –

La voce di Minako è seria. Combattiva. Poggio una mano sulla sua spalla e la faccio voltare verso di me. La guardo nei suoi occhi azzurri e parlo.

- Stavolta sarò io a guidarti. -

I suoi occhi mi fissano incerti. Posso capirla. Mille anni fa non lo feci. Ma oggi è tutto diverso. Oggi ho capito. Non mi macchierò più le mani del sangue delle mie amiche, prima che mie guerriere. Sono la loro principessa e devo guidarle. Le sorrido per infonderle sicurezza. Ed intanto cerco la forza dentro di me.

- Ne sei sicura? –

Adesso è il turno della sua voce ad apparirmi incerta. Annuisco sicura. Non posso abbandonare il mio popolo. Non più.

Intanto, mi accorgo con stupore che il tempo intorno a noi si è fermato. Guardo la mia amica ed anche lei sbalordita come me. La gente è immobile. Il vento è fermo. L’acqua delle fontane resta a mezz’aria prima di ricadere nelle vasche dove normalmente si raccoglie. Ci avviciniamo e ci mettiamo schiena contro schiena. Cerchiamo di avere la visuale completa della situazione. Gocce di sudore iniziano a solcare la mia fronte. Ma è strano, l’energia di Nemesi è la medesima. Mi concentro ed isolo la mia mente. Voglio solo percepire chi ha bloccato il fluire del tempo. Voglio capire chi è stato a venir meno alle leggi del Dio del Tempo. Avverto nuovamente l’altra fonte di energia, quella percepita contemporaneamente all’aura di Minako. È lei. Sorrido e mi allontano da Minako. La mia amica mi guarda perplessa. Poi inizio a parlare all’aria, anch’essa ferma.

- Guerriera di Plutone mostrati alla tua principessa. –

Minako è sempre più confusa, ma almeno, sembra più tranquilla dato che si sta rilassando. Intanto da dietro un albero compare la figura di una donna. Alta e dalla pelle ambrata, lo si capisce anche se la luna non risplende. I suoi occhi sono color ametista. Un colore mai visto negli occhi dei comuni terrestri. I lunghi capelli neri, dai riflessi verdi, sono leggermente legati dietro la nuca in un piccolo chignon per poi ricadere liberi sulle spalle. Vestita in un castigato tailleur viola con una camicia bianca si avvicina a noi. Passo certo, direi quasi regale. Sguardo serio ma sereno. Emana un’aurea combattiva, ma il suo animo è buono.

Giunta di fronte a me si inginocchia in segno di rispetto. Sono sorpresa. Non sono più abituata a tutti questi formalismi. Adesso sono io ad inginocchiarmi davanti a lei ed a poggiare le mie mani sulle sue spalle. Lei alza il viso e mi guarda turbata.

- Ti prego alzati. Adesso non occorre più seguire il protocollo. Qui sono semplicemente Usagi. Sono una normale ragazza di venti anni. –

Sorride. È bella come la ricordavo. Adesso è il suo turno, la sua voce è calma, profonda ma delicata.

- Anche io in questo tempo ho un’altra identità. Il mio nome è Setsuna Meiou. Sono un’astrofisica. –

Solo adesso ricordo la presenza di Minako e così le faccio cenno di avvicinarsi.

- Minako ti presento Setsuna, alias Sailor Pluto, la guardiana delle porte dello spazio e del tempo. Setsuna ti presento Minako, come hai capito lei è Sailor Venus, la leader delle Senshi del sistema solare interno. –

- Usagi cosa vuol dire? Credevo che esistessimo noi sole come guerriere sailor. –

Nella voce della mia amica molta incertezza e forse anche disappunto.

- Minako non è il momento ne riparleremo dopo. –

Cerco di tagliare corto. Non posso mettermi a perdere tempo in inutili spiegazioni proprio adesso. Intanto le due guerriere si fissano, entrambe hanno uno sguardo duro. Poi Setsuna sorride ed allora anche Minako si ammorbidisce regalandole un sorriso dolce e sincero.

- Con te sarà molto più facile difendere la nostra principessa, non credi? –

- Lo spero Minako. Davvero lo spero. –

Nella voce di Setsuna l’incertezza. Minako sta per ribattere ma preferisco bloccarla. Setsuna come custode del tempo è a conoscenza del futuro ma non può rivelarlo, andrebbe contro le leggi divine. Per toglierla dall’imbarazzo cerco di proiettare l’attenzione sulla mia persona.

- Per quanto ancora bloccherai il potere di Nemesi? –

- Per poco. –

Aggrotto la fronte. La guerra sta per iniziare. Mi guardo attorno e mi rendo conto che lottare in questo parco sarà rischioso. Sono troppe le persone presenti. Devo trovare il modo di portarli in salvo. Ma come?

- Setsuna quanto tempo abbiamo prima che Nemesi si palesi? –

La guerriera del tempo sembra sorpresa da questa mia domanda, ci riflette qualche minuto prima di rispondermi. Alla fine ottengo la risposta che tanto aspettavo.

- Dieci minuti al massimo. Perché? –

Nella sua voce avverto tanta tensione e preoccupazione. Che tema un mio ripensamento?

- Ascoltami. Ho bisogno di un diversivo. La gente deve lasciare questo parco prima che Nemesi attacchi. Cosa puoi fare? –

- Posso provarci io se vuoi. Un piccolo incendio va bene? –

Un incendio. È un’ottima idea. Spero solo che il panico della gente non raggiunga livelli allarmanti.

- Ottima idea Minako. Ricordi ancora cosa devi fare per trasformarti oppure hai bisogno di un piccolo ripasso? -

Punzecchio la mia amica cercando di allentare la tensione che si è venuta a creare.

- Usagi stai tranquilla. È da quando ho riacquistato la memoria che non sogno altro che questo momento. –

Minako sorride e fa il segno dell’ok con il pollice. Poi alza il braccio destro alto al cielo, stretto nel pugno il suo topazio. L’unica pietra che le permetta di trasformarsi nella leader delle guerriere sailor del sistema solare interno. Urla con tutto il fiato che ha dentro i polmoni la formula di trasformazione, chiamando a sé il potere del suo pianeta protettore.

- Venus power, make up!

Dal pugno chiuso parte un potentissimo fascio di luce che le avvolge completamente il corpo. All'improvviso sembra che il suo corpo sia fatto solo di luce quanto brilla. Appena l’intensità della luce diminuisce appare la figura della guerriera sailor signora della luce: Sailor Venus. Minako adesso, se è possibile, è ancora più bella. I lunghi capelli biondi sono lasciti liberi, appuntati solo in poche ciocche posteriormente da un fiocco rosso. Il suo sailor fuku sembra che richiami i colori del sole e del topazio sua pietra guardiana; il fiocco che sta al centro del suo body bianco è di un blu intenso, simile al colore del cielo estivo. Al collo ha un collarino arancio, come la sua gonna. Le braccia sono avvolte da dei delicati guanti bianchi con le bordure arancio come la gonna. Ciò che colpisce maggiormente è il suo diadema. Al centro il topazio che le ho dato brilla di luce propria. Narrano gli antichi egizi che il topazio sia stato colorato dai raggi dorati del potente dio sole, Ra. Adesso Minako stessa sembra una divinità tanta è la luce e l’energia emanata dal suo corpo.

- Setsuna quando vuoi puoi far riprendere il normale scorrere del tempo. –

Minako ha riacquistato tutta la sua energia e vitalità. Sembra la stessa guerriera di mille anni fa. Intanto la guerriera di Plutone fa un cenno affermativo con il capo. Tra le mani compare la Chiave del Tempo; dopo un attimo una luce rossastra si sprigiona dalla sfera di Granito che è alla sommità della chiave. All'istante il tempo riprende a scorrere normalmente. Il brusio della gente rianima il parco rimasto sinistramente silenzioso. Le acque delle fontane ricadono nelle vasche che devono contenerle. Sailor Venus intanto si è portata dietro un albero e da lì utilizzando uno dei suoi colpi migliori sviluppa ad un piccolo incendio. Ricevuto il suo segnale inizio ad urlare.

- Un incendio. Presto scappiamo un incendio. –

Il mio diversivo ha l’effetto sperato. La gente non appena vede il fumo provenire da dietro gli alberi scappa impaurita. Io e Setsuna da dietro un albero assistiamo alla scena. Ultimi ad andare via sono gli esperti astrofisici, che hanno ritardato la loro fuga solo per mettere in salvo i preziosi telescopi. Intanto il tempo scorre ed il potere di Nemesi aumenta sempre più.

Raggiungiamo Sailor Venus che si è portata al centro del parco e cerchiamo di fare il punto della situazione.

- Ragazze quanto manca ancora? –

La voce di Minako è seria. Anche lei sa che presto si scatenerà l’inferno.

- Direi ancora pochi minuti, il potere di Nemesi ha quasi raggiunto il suo apice. Setsuna se vuoi trasformarti credo che dopo ti sarà un po’ difficile. A quanto vedo sei ancora in possesso della tua pietra. Quella era la Sfera di Granato, non è così? –

Mi riferisco alla sfera che era in cima alla Chiave del Tempo. La Sfera di Granato è la pietra protettrice di Setsuna. Si narra che lo stesso Noè abbia utilizzato una lanterna di granato per guidare la sua arca nell’oscurità della notte. Forse quella lanterna custodiva al suo interno proprio la Sfera che oggi è stata affidata a Setsuna.

- Avete indovinato Principessa. Allora adesso credo che sia il mio turno. Pluto power, make up!

La custode del tempo è stata avvolta da una sfera nera. La sua trasformazione richiama il buio della notte, ecco perché il granato è la sua pietra protettrice. Serve a scacciare l’oscurità che avvolge l’oscurità dall’animo della guerriera di Plutone. Il suo pianeta è il più esterno del sistema solare ed è scarsamente raggiunto dai raggi del sole, ed ecco perché la vita su Plutone nell’epoca del Silver Millennium era assai dura, il pianete non poteva godere degli influssi positivi del sole, se non per poco tempo.

Appena la sfera di dissolve ai miei occhi appare la guerriera signora dell’oscurità e del tempo: Sailor Pluto. Il suo sailor fuku è nero, come il collarino, il fiocco al centro del suo body bianco e la bordatura dei guanti. Ai piedi calza degli stivali anch’essi neri. Anche qui il diadema è ciò che risalta agli occhi. La pietra al centro è vermiglia, come la sua Sfera di Granato. Se Minako emanava bellezza, adesso Setsuna emana un profondo senso di rispetto. La Chiave del Tempo è tenuta stretta tra le sue mani.

- Bene ragazze. Siete pronte? –

Cercando di non farmi notare mi sono portata dietro l’albero dove, da circa cinque minuti, stanno due figure immobili a spiare le nostre mosse. Mi avvicino cauta cercando di sorprenderli. Ed ecco che alla fine riesco nel mio intento. Mi porto alle loro spalle. Sailor Venus li blocca a destra. Sailor Pluto a sinistra. Rimango sbigottita. Minako alla mia destra ha la medesima reazione. Non mi ero sbagliata.

- Non è possibile, Endymion tu… -

- Kunzite… -

Non abbiamo il tempo per proseguire perché tutto attorno a noi inizia a tremare. È l’ora della battaglia. Nemesi si è risvegliata dal suo sonno.

ATTENZIONE!!


Questa FF era nata come una mia rivisitazione della prima serie, ma col procedere della stesura dei capitoli mi sono resa conto che non è perfettamente così. Sto modificando per intero la serie, inserendo anche un nemico diverso da Beryl e Metallia, come avrete notato da questo capitolo. Credo, piuttosto, di scrivere una fanfiction in cui siano presenti quasi tutti i personaggi del manga o almeno, certi, quelli delle prime quattro serie (quindi le Outer Senshi, Helios e forse anche Chibiusa). Lo tengo a precisare per chi avesse letto per caso i primi due capitoli e si aspetti di trovare, nei prossimi, gli stessi personaggi della prima serie del manga o dell'anime. Mi scuso con quanti si siano aspettati una nuova versione ed invece leggeranno una storia completamente diversa. Mi auguro solamente di poter contare sulla vostra attenzione e suoi vostri giudizi. Scusate ancora per questo cambio di programma.

Per ciò che riguarda questo terzo capitolo mi spiace se sia stato lento e credetemi, noioso. Dal prossimo prometto che darò un po’ di vivacità al racconto quindi abbiate pazienza!

RINGRAZIAMENTI.

- BLUE1989: adesso spero solo che le tue idee siano ancora chiare, sai ho cambiato un po’ le carte in tavola, spero che mi perdonerai.

- SAILORMOON81: questo capitolo ti assicuro che è noioso perché non solo non sono andata avanti nel senso pratico, ma anche perché ci sono dei punti morti che sono costretta ad inserire per il proseguimento della storia. Perdonami se puoi, e mi auguro di non aver commesso ORRORI grammaticali. Io ho riletto il capitolo almeno tre volte e non ho trovato nulla, ma non posso esserne certa.

- USAGI_84: hai visto? Altro che Helios! È Kunzite. Adesso cosa pensi che accadrà? La battaglia sta per iniziare. Questo capitolo è un po’ più avaro di sentimenti e di emozioni. Forse un po’ inizialmente e poi alla fine quando si scopre l’identità dei due personaggi. Chissà cosa accadrà nel prossimo capitolo… per i puntini… anch’io sono puntini-dipendente, visto?

- DOLCEBUNNY: mi spiace deludere anche a te ma come hai potuto vedere si tratta di Kunzite. Ed adesso cosa accadrà? Ti ringrazio per i complimenti, io scrivo solo ciò che mi emoziona, vorrei farlo sempre ma a volte non mi è possibile come è accaduto in questo capitolo, che ha annoiato anche me che l’ho scritto, ma cosa vuoi farci. I capitoli di transizione servono!

- VALEPOLIT: quanti complimenti. Arrossisco. Anticipo che il prossimo capitolo sarà denso di emozioni. Se hai un cuore debole non fermarti a leggere.

- KIRBY: dimmi chi è che hai pensato? Non credo che tu abbia pensato ad Helios, forse sei stata una delle poche ad avere intuito il tutto. Non è così? Spero che questo capitolo non ti abbia fatto addormentare. So che è lento e forse un po’ pesante ma occorreva un legame tra le guerriere fino adesso presenti, ed Usagi. Al prossimo capitolo. Spero solo che tu abbia compreso il mio commento alla tua song-fic (Entro il 23) e non te la sia presa.

- MIKI90: ed ecco che parte dei misteri sono stati svelati. Ed adesso cosa ti aspetterai da questa FF?

- STREGA_MOGANA: dimmi che questo capitolo non è stato noioso ed allora inizio a pensare che soffro di gravi disturbi mentali. Ti ringrazio per la mia Usagi, sai era proprio così che volevo mostrarla. Forte e debole. Insicura e decisa. Romantica e concreta. In pratica questa Usagi si deve contraddire per tutta la storia. Spero solo di riuscirci e non impazzire prima della fine…

Adesso non mi resta che darvi appuntamento non il Capitolo 4 il 25 marzo. Grazie a chi legge, e soprattutto grazie a chi lascia un piccolo commento. Sono i vostri pensieri che mi fanno andare avanti.

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Capitolo 4
*** Capitolo IV ***


Nuova pagina 1

Capitolo IV

Io e Minako non abbiamo neanche il tempo di gioire per aver ritrovato i nostri amori che credevamo perduti, dato che subito dobbiamo metterci in guardia. Le vibrazioni negative di Nemesi riempiono la quiete del parco. Gli uccelli che riposavano nei loro nidi volano via. Le guerriere si portano vicine a me in un tentativo di protezione. I due uomini restano in disparte guardinghi, come in attesa. Pronti ad agire al momento giusto. Quando sarà necessario il loro intervento.

In questo momento però non è il pensiero di Nemesi ad occupare la mia mente. No. Endymion. Perché è rimasto impassibile nel momento in cui ci siamo rivisti. Perché non ho avvertito gioia nel suo animo. Perché ho letto il vuoto nei suoi occhi. Che ancora non abbia recuperato la memoria? Non so, non può essere, altrimenti perché si troverebbe qui, e per di più con Kunzite. Guardo Minako e la vedo raggiante. Adesso che accanto ha nuovamente il suo amore ha ritrovato la grinta e la forza di un tempo. I due si guardano di sottecchi, si sorridono complici. Li invidio un po’. Io guardo il mio principe e non avverto nulla da parte sua. Non mi guarda, non mi pensa. La sua mente è vuota. Il suo cuore è freddo. Sembra che per lui io sia una perfetta estranea. Il mio animo è scosso da questo pensiero. Io per lui non esisto. Inconsciamente alzo il viso e cerco i suoi occhi, ho bisogno di un contatto visivo. Non può essere, mi sto sbagliando. Lui non può avermi dimenticata, non può aver dimenticato il nostro amore.

Ma non posso preoccuparmene adesso. Un dolore fortissimo mi fa preda di sé senza che io possa fare nulla per oppormi. Porto una mano all’altezza del cuore, batte forte, ma non è questo a farmi cadere in ginocchio. Non è neanche il pensiero di Endymion. Avverto come una mano che tiene in pugno il mio cuore, sento che lo stringe con ferocia. Nemesi sta cercando di mettermi fuori gioco. Deve avere avvertito la presenza dello Ginzuishou. Non riesco ad evitare di gemere a causa del dolore. Subito Sailor Venus e Sailor Pluto si parano davanti a me per difendermi da un nemico che non vedono. Da un nemico che sta cercando di uccidermi da dentro il mio corpo.

- Principe, portate la Principessa al sicuro. Intanto noi cerchiamo di contrastare la potenza di Nemesi. –

La voce della guardiana delle porte spazio-temporali mi arriva lontana. Un’alta fitta, più dolorosa e più intensa delle altre, mi costringe a piegarmi in due. I gomiti e le ginocchia ben piantati sul terreno freddo mi impediscono di cadere a terra come un corpo morto. Ansimo a causa della mancanza di ossigeno. Una mia mano stringe con forza il giubbotto proprio dove batte il cuore.

“Non mollare. Usagi non mollare.”

È questo che mi ripeto di continuo. Improvvisamente mi sento sollevare da terra. Un calore dimenticato avvolge il mio animo; il dolore, provato sino a poco tempo prima perde di violenza. Senza accorgermene mi rilasso tra le braccia della persona che mi tiene stretta a sé, lentamente cedo ad Orfeo, le forze mi stanno abbandonando. Non m’importa perché godo del tepore che mi dona il torace dell’uomo che amo.

L’onda d’urto della detonazione ci scaraventi in terra, lontani dal mio giardino. Endymion cerca di attutire il colpo frapponendo la sua schiena tra il mio corpo ed il suolo lunare. Lo sento gemere e stringermi più forte. Deve essere stato un duro colpo, fortunatamente la sua armatura lo ha protetto. Intanto i petali dei fiori cadono come una pioggerellina leggera. In un altro momento sarebbe stato uno spettacolo meraviglioso, ma non adesso. No, adesso sembra solo un cattivo presagio. Lentamente ci rialziamo, Endymion mi porge la mano che afferro senza esitare. Nemesi è vicina. La sua aurea maligna diventa sempre più opprimente. Dal castello provengono urla disperata. Ci giriamo lentamente e non riesco a trattenere l’angoscia. Corro verso quella che fino a pochi minuti fa era la mia casa. Corro verso il castello. Cerco di percepire le auree delle dame, dei maggiordomi, dei ministri. Nulla. Il vuoto totale. No, non può essere, mia madre deve averli portati in salvo. “Madre…” ed ecco che avverto la sua aurea e quella delle guerriere mie amiche, mie confidenti. Ma non sono tutte. Le altre, quelle più lontane, le Outer, loro non ci sono. Uranus e Neptuno non ci sono più. Pluto si sta spegnendo lentamente. Saturn sta affrontando Nemesi. Solo lei, tra le guerriere può tenerle testa.

Correndo siamo arrivati proprio alle porte del castello. Il mio vestito resta candido nonostante ciò che ci circonda. Polvere. Rovine. Morte. Sono inorridita. Cammino mal ferma sulle gambe. Sono le braccia di Endymion ad impedirmi di cadere sotto il peso del mio corpo.

Non trattengo le lacrime appena vedo i corpi senza vita delle due guerriere mancanti. Mi stacco dall’abbraccio di Endymion e corro senza fiato in loro direzione, in vita mia non avevo mai corso così velocemente. Appena arrivo guardo impietrita la scena. I loro corpi sono coperti di ferite, il sangue si riversa in terra macchiando il body del loro sailor fuku di rosso. Con una mano sfioro la loro fronte dove le pietre dei loro diademi sono diventate dei sassi senza valore. Sono morte, sono state le prime a cadere a causa di questa guerra. Stringo al petto i loro diademi. Piango lacrime amare, le più amare della mia vita. Endymion è rimasto fermo a guardarmi, sa che in questo momento devo fare tutto da sola. Sa che il mio dolore è tanto e sa che devo vincerlo da sola, ma non ci riesco, non posso accettare la morte di due amiche. Guardo ancora le due guerriere e vedo che le loro mani, nonostante la morte, si cercano. Sono distanti pochi centimetri le une dalle altre. Ed allora mi sembra giusto esaudire il loro ultimo desiderio. Mi avvicino al corpo di Neptuno e cerco di spostarla con delicatezza verso Uranus, ma è pesante per me anche se tra le due è la guerriera più esile.

- Lascia, ti aiuto io. –

Endymion. Avevo dimenticato la sua presenza. La sua voce è bassa, triste, spenta.

- No ti prego. Devo farlo da sola. Sono la loro Principessa, è il minimo che posso fare per loro. –

Rispondo senza guardarlo negli occhi. Senza opporsi torna sui suoi passi. Anche lui c’è passato, anche lui ha dovuto seppellire i suoi amici più cari, prima che suoi generali.

Osservo le due guerriere. Scosto una ciocca di capelli dal viso di Neptuno. Il suo viso così bello, così perfetto, così angelico. Guardo Uranus, una profonda ferita in prossimità della tempia destra, perde ancora sangue. Strappo un lembo del mio vestito e con la stoffa candida ripulisco il viso della guerriera sporco del suo stesso sangue. Con uno sforzo incredibile, dato anche dall’immobilità dei due corpi, avvicino le due guerriere. Entrambe distese in terra. Una accanto all’altra. Le dita della mano destra di Uranus allacciate a quelle della sinistra di Neptuno. Uno dei nastri che adornano i miei capelli a sigillare per sempre la loro unione. Al petto stringo quel che resta delle loro pietre. Un tempo Ambra per Uranus ed Acqua Marina per Neptuno. Una lacrima solca solitaria il mio viso. Nel mio cuore una preghiera rivolta allo Ginzuishou.

“Ti prego proteggile.”

Appena la mia lacrima cade sulle due pietre queste riacquistano tutto il loro potere riprendendo a brillare come un tempo. Guardo speranzosa le due guerriere ma loro non si muovono. Restano prigioniere dell’Ade, spero solo che i Campi Elisi le abbiano accolte. Lascio le pietre alle loro proprietarie, strette nelle mani libere. Mi alzo e mi giro verso il mio principe che prontamente mi abbraccia per consolare il mio dolore.

Riprendiamo il nostro cammino tra le rovine del castello. Guardo la devastazione causata da Nemesi. Adesso ci troviamo in quella che un tempo era la sala del trono. Delle pareti affrescate con i colori pastello di un cielo primaverile non resta più nulla. Neanche uno sbiadito ricordo. Le colonne sono state abbattute. I corpi dei generali del mio regno sono smembrati in terra. Endymion prontamente mi stringe a sé per impedirmi di vedere questo scempio ma ormai è troppo tardi. Le immagini resteranno indelebili nella mia mente. I miei singhiozzi spezzano il silenzio che regna nella grande sala.

- Serenity ti prego cerca di reagire altrimenti lo sforzo delle tue guerriere sarà vano. –

Nella sua voce molto dolore. Paura. Ansia. Cerco la forza nei suoi occhi. Cerco di asciugare le mie lacrime ma loro non vogliono saperne di smettere di scendere. Improvvisamente però mi fermo. Avverto un’aurea spegnersi. Pluto. È lei. Mi concentro e la localizzo. È proprio di fronte a noi, dove sino a pochi minuti prima si trovava il trono di Queen Serenity, mia madre. Alzo i bordi del mio vestito e corro. Corro a perdifiato verso la mia amica. Cado diverse volte inciampando ora nei bordi dell’abito, ora in qualche cadavere, ma tutte le volte sono prontamente rialzata da Endymion. Finalmente arrivo ai piedi del trono e lì trovo la guerriera.

Poggiata a ciò che resta di una parete. La chiave del tempo stretta nella sua mano destra. La Sfera di Granato si sta spegnendo come la guerriera che ne è la custode.

- Amica mia… -

Il mio è un sussurro. Lei lentamente alza le palpebre tremanti e così, ancora una volta, posso incontrare i suoi bellissimi occhi color ametista. Cerca di sorridermi. Io tra le lacrime faccio lo stesso. Prendo delicatamente le sue spalle e la stringo in un abbraccio materno. Cerco di amplificare il potere dello Ginzuishou così da guarire le sue ferite ma sento una sorta di resistenza. Perché?

- Principessa è tutto inutile… per me non c’è più nulla da fare… -

Sussurra. Parla piano. Fa fatica a respirare probabilmente sarà colpa della ferita che attraversa il suo torace. Il body bianco è stracciato in più punti. Io intanto scuoto la testa disperata, le sorrido cercando di infonderle un po’ di speranza ed intanto amplifico ancora di più il mio potere. La mia stretta alla sua mano sinistra aumenta. Non m’importa se Nemesi può individuarci, adesso il mio obiettivo è salvare la vita della mia amica. Ma ancora una potenza oscura m’impedisce di portare a termine il mio intento. È la morte. È venuta a reclamare il suo compenso.

- Principessa… Serenity… ti prego non piangere. Grazie a te ho conosciuto il significato della parola amicizia. Grazie a te, per un breve periodo, ho potuto vivere come una ragazza normale. Ti prego non piangere. –

E così chiude gli occhi per l’eternità, proprio lei che è la guerriera delle porte del tempo. Un dolce sorriso sulle labbra, mentre la chiave del tempo cade rovinosamente a terra. Lei è morta, non potrà più consigliarmi con i suoi saggi suggerimenti. Stringo il suo corpo al mio. Il mio abito bianco si sporca di sangue; del sangue di un’amica. Endymion mi toglie il corpo dalle braccia e lo adagia delicatamente a terra. Rivolgo lo sguardo alla Sfera di Granato e la vedo spenta. Guardo la pietra del diadema della mia amica, ed anche questa è spenta. Mi faccio forza. Mi alzo dal punto in cui sono rimasta da quando Pluto è morta. Afferro la chiave del tempo e facendo forza su questa mi alzo. Un lieve bagliore illumina la sfera che vi è posta sulla sommità, starà reagendo con il Ginzuishou. Porto la chiave alla sua proprietaria, apro la sua mano ormai fredda e gliela faccio impugnare. Adesso è il turno della sua pietra guardiana. Il suo Granato. Lo porto all’altezza del mio cuore ed ancora la preghiera che poco prima avevo recitato per Uranus e Neptuno.

“ Proteggila come io non sono riuscita a fare. ”

Ed adesso, con la morte nel cuore, riprendiamo ancora una volta il nostro cammino. Ci portiamo nelle stanze riservate alla famiglia reale e lì trovo le altre guerriere mie amiche con mia madre, insieme agli ultimi due ministri: Luna ed Artemis. Subito tutte mi vengono incontro. Le abbraccio una ad una. Strette per paura di doverle perdere da un momento all’altro. Mi inginocchio per accogliere tra le braccia i due gatti e li accarezzo come se fosse trascorsa un’eternità dall’ultima volta che li ho visti. Una volta giunta al cospetto di mia madre mi inchino con fare regale. Alzo gli occhi verso di lei e non resisto oltre. Corro ad abbracciarla ed anche lei fa lo stesso. Le lacrime nuovamente inondano il mio viso. La regina, mia madre, le asciuga con fare materno. Poi si rivolge ad Endymion che è rimasto vicino l’ingresso.

- Vi ringrazio Principe Endymion per aver condotto mia figlia sino a me sana e salva. –

Si inchina in segno di rispetto. Mai prima di adesso avevo visto fare una cosa simile da parte sua. Lei che da sempre è stata la guida per tutti. Lei che da sempre ha rappresentato la forza della nostra galassia. Endymion intanto è imbarazzato, lo capisco dai suoi occhi che fissano un punto all’infinito alle spalle di mia madre.

- Maestà adesso è meglio che voi e la Principessa restiate qui al sicuro con il Principe Endymion a difendervi nel caso in cui sia necessario. Andranno le guerriere sailor ad affrontare Nemesi. –

- Luna! Come puoi parlare così? Io non lascerò mai e poi mai che altre vite vengano spezzate a causa di Nemesi. Madre vi prego lasciatemi andare con le mie guerriere. Sono la loro Principessa ed il mio compito e proteggerle. –

La regina mi guarda turbata. Sa della morte delle altre guerriere ma sa che non deve parlarne. È vietato parlare dell’esistenza delle Outer Senshi. Non ho mai capito il perché di questa proibizione, ma ho sempre rispettato le regole che vigono nel mio regno.

- Maestà io stesso mi preoccuperò della protezione della Principessa. -

Endymion ha parlato con voce ferma. Sicura. Mia madre lo guarda con circospezione. Lei sa del nostro amore, e sa che Endymion non farebbe mai nulla che possa mettere in pericolo la mia vita. Alla fine sul suo viso si allarga un sorriso tirato, questo è il suo assenso. Mi volto verso Luna che mi fissa orgogliosa. Lei sa bene quanto sono riluttante nei confronti della guerra ma per salvare le mie amiche sarei disposta a tutto. Anche a sacrificare la mia vita. Ma non c’è tempo. Nemesi è vicina. Ed ecco che un’altra esplosione, ben più potente di quella che ci ha investiti in giardino, ci coglie impreparati. Endymion ancora una volta mi fa scudo con il suo corpo. La polvere che si alza è tanta. Improvvisamente una fitta al cuore. Mi stringo ancora di più al mio amato. Cosa significa? Perché ho avuto la sensazione che un pezzo di anima mi venisse strappato?

Aspetto che la polvere di diradi e cerco le mie amiche con lo sguardo, sono tutte vive davanti a me che mi sorridono fiduciose. Mi volto verso mia madre che è appoggiata ad una parete. Il viso sofferente. Lentamente mi porto verso lei. Nessuno mi ha notata, se non Endymion che mi guarda paralizzato. Anche lui ha realizzato. Aiuto mia madre a sedersi su un divano. Una mano all’altezza del cuore. Stringe la mano forte ed intanto una macchia rossa si allarga sul suo abito lilla. No. Non altro sangue. Stringo con forza mia madre a me. Cerco ancora una volta di amplificare il potere dello Ginzuishou a ancora una volta è tutto inutile. Inizio ad urlare come un’ossessa.

- Padre dove siete. Padre vi prego. Vi imploro. Non abbandonatemi. Aiutate me e la vostra sposa. Vi prego. –

Le lacrime mi impediscono di vedere. Sento solo che mia madre si sta spegnendo tra le mie braccia.

- Serenity è inutile invocare tuo padre. Lui è un dio e come tale non può intromettersi nella vita di noi comuni mortali. Questo era il mio destino. Ti chiedo solo di lottare per il tuo popolo. Ti chiedo di essere una regina giusta e magnanima. –

Nella sua voce sento ancora il piglio regale che l’ha sempre caratterizzata. Lentamente sta abbandonando questa vita. I suoi occhi sono ancora battaglieri, ma allo stesso tempo dolci, come li ho sempre ricordati. Le guerriere ed i due ministri si sono portati ai piedi del divano, guardano con occhi pieni di lacrime la loro regina che si sta spegnendo. Io intanto sto asciugando le lacrime. Non posso piangere adesso, mia madre necessita della mia forza.

- Principe Endymion, vi prego proteggete mia figlia. Vi prego rendetela felice. –

Endymion in piedi al mio fianco annuisce silenziosamente. Le sue mani sono strette sulle mie spalle. Solo questo contatto riesce a lenire in minima parte il dolore che in questo momento sta dilaniando il mio animo. Nemesi è vicina, lo sento. Adesso è talmente vicina da poter essere percepita anche dalle altre guerriere che si mettono in guardia. Endymion si para davanti a me. Io intanto stringo ancora la mano di mia madre, che sta morendo sotto ai miei occhi. Ed infine eccola apparire in tutta la sua potenza. Nemesi, l’angelo della Giustizia Divina. Ma adesso non è più così. Nemesi è un angelo caduto. Un angelo che si è ribellato al grande Disegno Divino e che agisce a piacere proprio. Ma dove si trova Saturn? La sua aurea è debole ma è ancora viva. Perché lei non è qui adesso?

Il mio sguardo è nuovamente fisso sulla figura della donna dai lunghi capelli argentei è avvolta in un abito nero che avvolge le sue curve lasciando scoperte le spalle. Due ali, nere come la pece, partono dalla sua schiena. Nella mano destra impugna una spada forgiata dallo stesso Consiglio Celeste, il materiale di cui è costituita è diaspro sanguigno. I suoi occhi sono chiusi, le sue labbra formano un sorriso triste. Non può una figura così celestiale portare morte e distruzione. Lentamente le sue palpebre si alzano per mostrare due occhi color ambra. Occhi freddi e crudeli. Il sorriso triste è cancellato da un ghigno malvagio. Alza la spada e la punta in mia direzione. Subito le guerriere ed Endymion si parano di fronte a me per proteggermi. Ed ecco che Nemesi parla.

- Finalmente ti ho trovata Principessina. –

La sua voce è fredda. Tagliante. Un brivido percorre la mia schiena in tutta la sua lunghezza. Inconsciamente stringo di più la mano di mia madre. Lei fa altrettanto. Perché Nemesi vuole me? Cosa le ho fatto?

- Nemesi lascia stare mia figlia. Tu vuoi me. Vendicati su di me e finisci di spargere il sangue di innocenti. –

Mia madre parla lentamente. Sta tremando e le sue mani sudano fredde. I suoi occhi però restano combattivi. Nemesi dal canto suo non sembra impressionata. Anzi. Il suo ghigno si allarga ulteriormente. Sulla punta della sua spada si va formando una sfera di luce. Con un gesto della mano scaraventa Endymion e le mie guerriere lontano da me. Poi libera il suo colpo. Veloce. Potente.

- Serenity… -

Sento la voce di Endymion urlare il mio nome in modo disperato. Angoscioso. Chiudo gli occhi ed aspetto che il colpo mi raggiunga. Dopo alcuni minuti li riapro incerta. Perché non mi ha colpita? Ed allora comprendo. Mia madre mi ha fatto da scudo con il suo corpo. Piano piano si sta accasciando a terra. Io la sorreggo. Non può essere vero. È solo un incubo, vi prego svegliatemi.

- Madre… -

Riesco solo a balbettare. I capelli le ricadono in disordine davanti gli occhi. L’abito in più punti stracciato. Un rivolo di sangue parte dal suo labbro inferiore. I suoi occhi sono vitrei.

- Serenity… -

Poi più nulla. Muore tra le braccia di sua figlia. Stringo forte il corpo senza vita della donna che mi ha messo al mondo e piango nell’incavo del suo collo. È la risata stridula dell’assassina di mia madre e delle mie amiche mi riporta in questa dimensione. Alzo lo sguardo su di lei. Per un attimo vedo il suo viso essere attraversato dal timore. Deposito un bacio lieve sulla fronte di mia madre, proprio sulla mezza luna che sta sbiadendo.

Le guerriere sailor si inginocchiano come segno di rispetto dinnanzi alla loro regina. È Sailor Venus ad interrompere il rito.

- Luna, Artemis. Tenete la nuova Regina del Silver Millennium lontana da Nemesi. Principe Endymion avremo bisogno anche di voi per affrontare Nemesi, siete dei nostri? –

- Non occorre chiederlo Venus. -

Ed è così che le mie guerriere iniziano a scagliare contro Nemesi i loro colpi migliori. Endymion, invece, la affronta con la spada che custodisce nell’elsa il Golden Cristal. Io intanto resto in disparte, con le mani torturo il mio abito. Luna ed Artemis al mio fianco cercano di darmi la forza. Io guardo come se fossi in trans. È ancora una volta la voce di Nemesi a portarmi su questa terra.

- Adesso basta, mi avete stancato. –

Dalla sua mano sinistra si forma una sfera come quella che ha ucciso mia madre. La carica di energia e la scaglia contro le mie amiche. Endymion riesce a saltare appena in tempo, ma le altre no. Mercury e Jupiter vengono colpite in pieno e si accasciano a terra prive di vita, sulle loro labbra un sorriso, ed al mio cuore una preghiera.

“ Serenity non lasciare che il nostro sacrificio sia vano. Non temere per noi. Ci ricongiungeremo con i nostri amori. Zoicite, Nephrite aspettateci. ”

Non possono essere morte. Non loro. Sfuggo al controllo delle due ultime due guerriere rimaste al mio fianco. Mi porto vicina ai corpi delle altre due. Abbraccio entrambe in modo disperato. Scuoto i loro corpi ma è tutto inutile. Le gemme incastonate nei loro diademi cadono a terra come pietre prive di valore. Le prendo ed anche con esse lo stesso rituale che ho eseguito per le tre guerriere che le hanno precedute.

“ Ginzuishou ti prego, non abbandonarle. ”

Nelle mie mani non più due sassi privi di valore ma due gemme preziose. Uno Zaffiro blu, come i capelli della sua proprietaria, è stretto nella mano ancora tiepida di Sailor Mercury. Uno Smeraldo verde, come gli occhi della guerriera di Giove stretto nel pugno della guerriera che ne è custode. Mars e Venus sono le ultime due guerriere. Le guardo ed anche loro sono ridotte male. Cerco Endymion e lo trovo poggiato contro una colonna. Con la mano sinistra si tampona una ferita sulla spalla destra. Adesso è la volta di Mars. È lei che parla con tono grave.

- Serenity ti prego mettiti a riparo. Qui per noi sei solo d’impiccio. Non possiamo pensare a difendere te ed attaccare Nemesi. –

- Mars ha ragione. Serenity scappa e va verso la sala dello Ginzuishou. Appena sarà possibile noi ti raggiungeremo. Va con Endymion, lui ha bisogno di te. Cerca di curarlo come tu sai fare. Ti prego fa per lui ciò che non hai potuto fare per Mercury e Jupiter. –

Sulle loro labbra dei sorrisi poco convinti, nei loro occhi la consapevolezza che il nostro sarà un addio. Annuisco contro voglia, ma non posso fare diversamente. In questo momento sono troppo scossa per affrontare Nemesi. Mi volto verso il corpo senza vita di mia madre. Poi verso le due amiche a terra prive di vita. Infine mi alzo e mi dirigo verso Endymion. Lo faccio appoggiare sulla mia spalla e così lentamente iniziamo a camminare.

- Dove volete andare voi due? –

Nemesi ci sta per scagliare contro un’altra sfera di energia, stavolta non ci sarà mia madre. Alzo una mano a formare una barriera ma anche questa volta il colpo non giunge a destinazione. Luna ed Artemis. Stavolta è stato il loro turno. Stavolta sono stati loro a sacrificarsi. Guardo il corpo smembrato dei due gatti ed un conato di vomito mi assale ma riesco ad impedirmi di rimettere. Poggio il capo contro il torace di Endymion e continuo lentamente il mio mesto cammino.

Siamo nella sala dello Ginzuishou. Endymion ha perso molto sangue. Mi inginocchio con lui stretto tra le mie braccia. I miei capelli biondi ricadono come un mare sulle nostre spalle. Chiudo gli occhi e mi concentro amplificando il potere dello Ginzuishou. La ferita del principe si sta rimarginando velocemente. In cuor mio sorrido. Almeno sono riuscita a salvare lui. In questo angolo di pace non sembra che fuori ci sia una guerra.

- Serenity ascoltami, qualsiasi cosa accadrà giurami che tu lotterai e non ti arrenderai. Giuramelo. –

Adesso Endymion è in piedi dinnanzi a me, stringe convulsamente le mie spalle e le scuote. Io non posso reggere il suo sguardo. I suoi occhi color cobalto pieni di dolore.

- Non puoi chiedermelo… -

La presa alle mie spalle aumenta.

- Tu devi. –

Il suo è un ordine. Mi mordo il labbro inferiore. Non può chiedermi di sopravvivere alla morte di mia madre, delle mie amiche, e soprattutto alla sua. Non può chiedermi questo.

- Che quadretto romantico. –

Ed ecco ancora una volta Nemesi pronta ad interromperci. Il mio cuore sussulta. Allora anche loro sono state sconfitte.

- Dove sono le mie guerriere? Parla. –

La mia voce è strozzata, non so se per la paura di sapere ciò che è stato delle mie amiche, o per ciò che mi stava costringendo a dire Endymion. Ma le mie riflessioni sono interrotte dalle azioni di Nemesi che lancia ai mie piedi i corpi senza vita delle ultime due guerriere sailor. Mars e Venus sono morte. Mi inginocchio ma non piango. No. Le lacrime sono finite. Si sono esaurite. Mi ritornano in mente i momenti più belli vissuti con loro.

“Serenity sei la solita romantica, devi essere più concreta. Un giorno sarai tu la Regina.”

Mars cosa ti ha fatto questa strega.

“Dimmi secondo te un giorno riuscirò a coronare il mio sogno d’amore con Kunzite? ”

Venus adesso si che potrai ricongiungerti al tuo amato generale.

Guardo sconvolta i loro corpi senza vita che conservano ancora la bellezza che le ha sempre caratterizzate. Nonostante le profonde ferite riportate i loro corpi rimangono perfetti. Mi chino su di loro e cerco le loro gemme ma non le trovo. Nemesi.

- Dove sono le loro gemme. Dove? Parla maledetta. –

Inveisco contro di lei. Endymion mi guarda e sembra che non mi riconosca e come dargli torto? È la prima volta che mi rivolgo in questo modo verso un altro essere vivente. Di contro la mia avversaria sorride compiaciuta e lancia ai miei piedi due pietre. Le prendo velocemente per paura che cambi idea. Porto le pietre ormai senza vita al mio cuore e di nuovo lo stesso rito. Ed adesso in mano stringo il Rubino di Sailor Mars ed il Topazio di Sailor Venus. Restituisco le due pietre alle loro proprietarie e mi preparo a combattere contro la mia avversaria.

- Nemesi prima di combattere contro la mia Principessa dovrai vedertela con me. Sei pronta? –

Endymion parla sicuro di sé. Nei suoi occhi la fiamma della vendetta è più viva che mai. Sta lottando per me, per i suoi generali, i suoi genitori, le mie guerriere, mia madre. Per tutti i popoli che sono stati distrutti dalla furia di Nemesi. Para i colpi della sua avversaria senza problemi. Un paio di contrattacchi sono andati a segno. Forse c’è ancora una speranza. Forse Endymion può vincere Nemesi. Forse insieme potremo rifondare il regno del Silver Millennium e del Gold Kingdom. Forse nulla è perduto. Stringo le mani in una muta preghiera ed amplifico il potere dello Ginzuishou così da farlo entrare in vibrazione con il Gold Cristal di Endymion. Nemesi sembra accusare il colpo. È a terra ansimante. Endymion sta per colpirla quando improvvisamente la sua avversaria lo sorprende colpendolo con una potente sfera di luce proprio all’altezza del cuore. Endymion indietreggia di un paio di passi con la spada ancora alzata, pronta a colpire. I suoi occhi sono vitrei. Un rivolo di sangue parte dalla bocca. Anche lui come mia madre. Corro in sua direzione per impedirgli di cadere. Corro e cado, mi rialzo, corro e riesco a prenderlo prima che la testa sbatta in terra. Creo una barriera attorno a noi in modo che Nemesi non possa attaccarci proprio adesso.

- Endymion… -

Le lacrime che credevo esaurite stanno di nuovo sgorgando dai miei occhi con prepotenza.

- Serenity dove sei non ti vedo. –

A questa affermazione il mio cuore si stringe in una morsa dolorosa. Credo la più dolorosa di tutte. Prendo la mano che tende in mia direzione. La stringo delicatamente e la porto a contatto con la mia guancia destra. Chiudo gli occhi e mi beo di questo caldo contatto. Il mondo attorno a noi sembra essersi fermato.

- Non piangere. Ricorda che adesso sei la Regina. –

- E tu il mio Re. –

Pronuncio questa frase in un sussurro. Cerco di sorridere anche se non ne ho la forza. Stringo il corpo di Endymion forte al mio seno. Sta per lasciarmi.

- Mi piacerebbe ma non posso. La mia vita è giunta al termine. Ti prego, solo tu puoi sconfiggere Nemesi. Non ti arrendere. –

- Ti prego Endymion non mi lasciare anche tu, resta al mio fianco. Sola cosa potrò costruire? Non lasciarmi amore mio. –

Disperatamente bacio i suoi capelli corvini. Le lacrime scendono copiose lungo le mie guance e cadono anche sul viso del mio amato.

- Ti amo. –

Poi il nulla. La sua mano non stringe più la mia. I suoi occhi si sono chiusi per sempre. Non rivedrò più il suo sorriso. Non potrò più gioire della sua risata. Non potrò più cercare conforto tra le sue braccia. Adesso lui appartiene all’Ade. Ha raggiunto mia madre e le mie amiche. Adesso è con i suoi generali ed i suoi genitori. Lentamente sciolgo il nostro abbraccio. Sistemo delicatamente il corpo senza vita di Endymion in terra e vi deposito un bacio a fior di labbra.

- Presto ti raggiungerò amore mio, aspettami. –

Faccio cadere la barriera. Mi alzo e mi porto a pochi passi da Nemesi. La spada di Endymion stretta in mano. Gli occhi bassi.

- Cosa volete fare con questa spada Principessa? Oppure dovrei chiamarvi Regina? Adesso siete sola. Non ci sarà più nessuno che si sacrificherà per difendervi. –

Ma io neanche l’ascolto. Il mio corpo è qui, ma la mia anima è lontana. La mia anima ha già raggiunge Endymion e coloro che sono morti a causa del tradimento di Nemesi. Alzo la spada e corro verso il mio nemico. Gli occhi velati dalle lacrime. Lei para senza difficoltà i mie colpi. Sembra divertirsi. Cerco di colpirla furiosamente ma ogni colpo va a vuoto. Sono senza fiato mentre la mia avversaria è riposata. Non riuscirò mai a vincerla.

- Nemesi non è il momento di affrontare la mia Principessa. Prima dovrai vedertela con me. –

Sul ciglio della porta si scaglia la figura longilinea della guerriera di Saturno, il suo Silence Grave in mano. Avanza con passo lento ma sicuro. Mi oltrepassa per portarsi davanti la sua avversaria. Le punta la lama della sua falce in gola ma Nemesi sembra non impressionarsi.

- Saturn credevo di averti sconfitta. –

Per la prima volta leggo stupore e paura negli occhi di Nemesi. Lei sa che Saturn può distruggerla solo con un colpo. Saturn è la Guerriera della Distruzione e della Rinascita. Ma non riesco a gioire della sconfitta di Nemesi, adesso non ha più senso lottare. Adesso sono sola. Le due donne iniziano a lottare, spada contro falce. È un combattimento duro per entrambe. Saturn para i colpi con il suo Silence Wall, ma per adesso si è solo difesa. Non potrà vincere solo difendendosi, ma non potrà neanche utilizzare il suo colpo migliore, il Silence Grave, Apply. Rischierebbe di distruggere l’intera galassia. Nemesi deve aver avuto la stessa intuizione perché sta aumentando l’intensità dei suoi attacchi. Saturn inizia ad avvertire la fatica. Si inginocchia a terra e si sorregge con il suo Silence Grave. Nemesi ne approfitta e mi attacca. Alzo una barriera protettiva ma il colpo di Nemesi è molto potente. La barriera dopo averlo deviato si disintegra in mille pezzi. Nemesi sorride soddisfatta, sa che Saturn non può difendere me e se stessa contemporaneamente. Ed ecco che lancia un nuovo colpo in mia direzione. Alzo nuovamente la barriera che stavolta regge il colpo grazie proprio al Silence Grave di Sailor Saturn. Ma la guerriera adesso è facile preda di Nemesi che la colpisce violentemente più e più volte.

- Addio Sailor Saturn. –

La giovane guerriera di Saturno è colpita da una lama di luce che spezza il suo diadema. Il suo corpo cade a terra privo di vita. La sua pietra rotola sino ai miei piedi. Mi inginocchio e la prendo. Per l’ultima volta prego per una mia guerriera. L’Ametista di Sailor Saturn torna a brillare come prima. Lascio la pietra in mano alla guerriera del Silenzio e mi volto verso Nemesi, la spada di Endymion stretta nella mano destra.

Chiudo gli occhi. Una preghiera.

- Perdonatemi. –

Un solo colpo. La spada di Endymion attraversa il mio addome. Cado a terra quasi priva di forze. Facendo forza sui gomiti mi porto vicino al corpo di Endymion. Una scia di sangue a segnare il mio cammino. Sfioro la mano del mio amore e poi il nulla.

Lentamente riapro gli occhi. Le lacrime hanno rigato il mio viso. Le asciugo con la manica del giubbotto. Dove sono? Cosa è accaduto? Nemesi. Ero al parco, lei stava per attaccarci, una fitta al cuore e poi più nulla. Ricordo solo il calore del torace di Endymion e poi il mio sogno, no. Non era un sogno. Stavo rivivendo il mio passato. Mi alzo ma la testa mi gira e quasi cado a terra se non fosse per la presa sicura del mio amato principe. Cerco i suoi occhi e muoio.

Sono espressivi come li ricordavo, sicuri, decisi, però… non vi leggo più l’amore di mille anni fa. Per lui sono una sconosciuta? Oppure è adirato con me a causa delle azioni di mille anni fa? Prendo una decisione. Una decisione che mi pesa. Una decisione che forse mi farà soffrire terribilmente, ma non posso aspettare oltre.

Ed ecco a voi il quarto capitolo. Un mattone lo so, ma non volevo dividerlo. E comunque se devo dirla tutta… è il mio preferito sino adesso. Ammetto che forse è un po’ troppo triste ed i morti sono un po’ eccessivi, ma cosa volete farci. Mi sto esercitando per i prossimi capitoli! E comunque anche questo salto nel passato è un po’ lento, non trovate? dimenticavo! Per il personaggio di Nemesi mi sono ispirata ad Inuyasha, versione cattivo, ma soprattutto, femminile! Passiamo ai ringraziamenti che è meglio!

RINGRAZIAMENTI:

- DOLCEBUNNY: mi piacciono le ammiratrici sdolcinate (io però ti definirei più sostenitrice. Sono i vostri consigli che mi fanno andare avanti, ricordalo sempre!)! Mi danno la carica. Spero di essere riuscita a trasmettere qualcosa con quest’altro capitolo!

- USAGI_84: ed ecco arrivato il 25 marzo. Ma dimmi, hai aspettato troppo? Spero di no! Volevo solo ricordarti che ho deciso di non riscrivere più la prima serie, questa è una ff tutta mia, mi raccomando dimmi cosa ne pensi di quest’altro capitolo, che a me è piaciuto. Accetto anche le critiche.

- STREGA_MOGANA: mi spiace farti attendere ancora prima di scoprire delle altre guerriere, posso solo dirti che ci saranno anche loro, non temere. Mi scuso ancora una volta per non aver commentato il primo capitolo della tua nuova ff “Rubami il cuore” ma sappi che ho letto sempre qualsiasi tua opera. Adesso ti saluto, però mi aspetto di trovare un tuo commento, positivo o negativo non importa, alla fine di questo capitolo. Sono curiosa.

- SAILORMOON81: ciao! Spero che questo capitolo apocalittico, nel senso che tutti muoiono, ti sia piaciuto. Il discorso fatto a Strega_Mogana vale anche per te. Vorrei sapere cosa ne pensi, sinceramente, di questo quarto capitolo. A presto.

- VALEPOLIT: grazie. Spero solo di non aver suscitato le tue ire dopo averti raccontato come Usagi si sia comportata dopo che tutte le sue amiche siano morte. È stata forte sino a che ha potuto ma alla fine ha ceduto.

- BLUE1981: sai io spero di poterci aggiungere oltre che l’azione anche l’amore… non credi che così sia più interessante?

- KIRBY: ti ringrazio per la mail, adesso è tutto più chiaro. Adesso però passiamo a questo capitolo. Per me è piuttosto lento però devo dirti che l’ho scritto con il cuore. Come ho detto è il mio capitolo preferito, spero che piacerà anche a te. Aspetto un tuo commento!

- NEPTUNE87: adesso che hai lo schema spero che la tua lettura sia agevolata. Ho visto che hai aggiornato, appena avrò 5 minuti, spero tanto stasera, andrò a leggere. Ma tu intanto commenta, per favore e se ne hai voglia, il mio quarto capitolo!

- MIKI90: hai visto neanche il tempo di finire di leggere, di metabolizzare gli eventi, ed eccoti il quarto capitolo. Cosa ne pensi? Aspetto un tuo commentino, piccino piccino…

Adesso non mi resta che darvi appuntamento all’1 aprile 2007. State tranquilli aggiornerò e non vi farò nessun pesce d’aprile, anzi fate attenzione se ci riesco aggiornerò anche prima dell’1 ma non sono sicura!

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Capitolo 5
*** Capitolo V ***


Guardo ancora una volta gli occhi sinceri del mio amore e cerco dentro di essi le risposte a tutte le mie domande. Nulla. Vi leggo solo il vuoto. Vuoto, come il mio cuore adesso.

Porto una mano a sfiorare il suo torace. Forse impulsivo da parte mia ma non posso fare altrimenti. Devo leggere il suo cuore se voglio scoprire la verità. Affogo nell’immensità del suo sguardo, non posso farlo. No. Chi sono io per leggere in fondo al suo cuore? Quale diritto ho per scoprire i suoi segreti? Per conoscere i suoi desideri più segreti? Chi sono io per violare così la sua intimità?

E mentre sono persa in queste riflessioni, le urla delle mie guerriere mi riportano in questa dimensione. Alzo di scatto la testa e guardo confusa Endymion. Credo che sia l’angoscia che legge nei miei occhi che lo porta a formulare la domanda, che alle mie orecchie suona come retorica.

- Che cosa succede? –

La sua voce è carica di tensione. Preoccupazione. Inquietudine. Non riesco a reggere ancora il suo sguardo e così fissando un punto lontano, oltre le sue ampie spalle, rispondo atona.

- Dobbiamo andare. Nemesi. –

Sono diretta. Non voglio usare mezze frasi. Voglio arrivare il prima possibile dalle mie guerriere. Le ho abbandonate mille anni fa, non farò lo stesso adesso. Mi alzo ed inizio a correre verso il parco. Verso il luogo in cui si sta svolgendo il combattimento. Non penso più a scoprire cosa è accaduto ad Endymion. Non adesso per lo meno. Ho altre priorità. Improvvisamente però sono bloccata da due braccia. Le stesse che poco prima mi sorreggevano con tanta cura.

- Dove credi di andare? Tu non sei in grado di affrontare Nemesi. –

Tagliente. Freddo. Diretto.

Resto ferma a guardarlo mentre lui mi oltrepassa e continua a correre. Non mi ha detto altro. Perché?

Le urla di Setsuna mi riportano alla realtà. Adesso le sento ancora più vicine. È come se la loro sofferenza fosse diventata la mia. Non posso restare ferma. Io devo fare qualcosa. Devo andare.

Lo Ginzuishou.”

Un bisbiglio che arriva diritto al mio cuore. Ma cosa vuol dire? Come può aiutarmi? Io non sono una guerriera. Non ho mai lottato. Effettivamente non possiedo un potere attivo. Non ho un pianeta che può aiutarmi, che può darmi sostegno in battaglia. Io non sono una guerriera sailor. Non lo sarò mai.

Provaci.”

Ancora quella voce. Sempre dolce. Sempre la stessa. Colei che mi ha risvegliato dal mio sonno millenario. Ma cosa devo fare? Come posso rendere attivo il potere del mio Ginzuishou?

Altre urla. Minako. Non posso più restare ferma. Non posso più restare qui ad aspettare. Inizio a correre. Corro senza fiato verso il centro della battaglia. Corro senza sapere cosa fare. Ed ecco che improvvisamente mi blocco. Una frase si delinea nella mia mente. Adesso so come intervenire. Forse anche io posso diventare una guerriera sailor. Adesso so come rendere attivo il mio potere. Un sorriso. Un sorriso sincero.

- Non temete amiche mie. Sto arrivando ad aiutarvi. –

Alzo gli occhi al cielo. Guardo la luna che lentamente sta riacquistando le sue normali sembianze. Cerco dentro di me la forza per pronunciare la frase. Ma ho paura. Paura di scoprire che è tutto frutto della mia frustrazione. E se non dovesse servire? Che cosa farò? Lotterò anche a mani nude contro Nemesi. Chiudo gli occhi e mi concentro. Li riapro sicura.

- Moon crystal power, make up!

All'improvviso una luce abbagliante, che si espande dal centro del mio petto, proprio dove so esserci il mio cuore, mi costringe a chiudere gli occhi. Il mio corpo è pervaso da un’incredibile energia che scalda la mia anima. La forza in me è amplificata. Sento una strana pace impossessarsi del mio corpo. Se tutte le volte che le guerriere si trasformano avvertono quest’immensa forza, ma allo stesso tempo pace, capisco perché sono felici di farlo.

Dei nastri argentati avvolgono il mio corpo. Il loro tocco è delicato. Leggero. Ogni fibra del mio corpo vibra subito dopo. A trasformazione completata ammiro estasiata il mio sailor fuku argentato, come i guanti ed il collarino ornato da una mezza luna. Al centro del mio body bianco spicca una spilla. La forma è di una stella ad otto punte, al centro brilla una mezza luna, e da qui non un fiocco, ma due ali di farfalla, trasparenti, delicate. Non le tocco per paura di rovinarle. I miei piedi sono stati inguainati in degli stivali alti sino al ginocchio, anch’essi argentati. I miei capelli sono legati in due codini biondi. Al centro della mia fronte sento bruciare l’emblema della famiglia lunare. Un marchio che brucia ma che non fa male, al contrario, mi rende orgogliosa. Per questo emblema, e per cancellare le colpe di cui mi sono macchiata mille anni fa, lotterò al fianco delle mie guerriere come Sailor Moon, la Guerriera della Luna.

Con una nuova forza dentro di me corro in direzione della battaglia. Il vento mi è amico e mi aiuta a rendere più veloce la mia corsa. Ed ecco che l’energia di Nemesi mi colpisce improvvisamente. La sento. È vicina. Ma è più debole rispetto mille anni fa. La sua aurea è meno intensa. Ma sempre molto maligna.

Circospetta arrivo proprio sul campo di battaglia, cercando di azzerare le emissioni di potere da parte del mio Ginzuishou. Ed allora li vedo. Da una parte Endymion e Kunzite, le spade sguainate. Dal lato opposto trovo Setsuna, pronta a colpire. A destra Minako, lo sguardo fisso su lei. Nemesi. Tale e quale a mille anni fa. I lunghi capelli argentei a confondersi tra le ali nere come l’oscurità. Due occhi ambrati, freddi e crudeli. Un ghigno malvagio. Stringo le mani fino a che non mi fanno male. Ricordo la morte di tutti coloro che mi sono stati amici. Di coloro che amavo. Senza accorgermene faccio un passo diretta verso di lei. E poi un altro. Ancora non ha avvertito la mia presenza. Ed ecco che improvvisamente scatta in avanti verso Setsuna, la spada pronta a colpirla.

- Venus "Love-me" chain!

Non so come ma dalla mia mano destra parte una catena di cuori che bloccano il braccio destro di Nemesi. Sono esterrefatta. Neanche io credevo di essere capace di poter scagliare il colpo migliore di Sailor Venus. Come è possibile? Come ci sono riuscita? Gli occhi di tutti sono puntati su di me. La stessa Nemesi sembra sorpresa. Strattona il braccio e questo movimento mi permette di tornare su questa dimensione.

- Presto Sailor Pluto, Sailor Venus colpitela con i vostri colpi. Non so per quanto riuscirò a trattenerla. –

La mia fronte inizia a bagnarsi di sudore. Un colpo più forte degli altri mi fa perdere per alcuni secondi la presa e Nemesi subito ne approfitta per liberarsi. Spezza la mia catena con una potente sfera di energia. Con un balzo mi metto al riparo dall’onda d’urto del colpo. Nessuno dei miei amici si è ripreso dallo stupore. Mi fissano come se fossi un alieno. È Nemesi che mi porge la domanda che nessuno ha il coraggio di formulare.

- E tu chi sei piccola intrigante? –

La sua voce gelida riesce a raggiungermi ed a strapparmi un brivido di terrore. Questa donna incarna la fine dell’umanità. Ma non posso tirarmi indietro, mi è stata concessa un’altra opportunità e non posso sprecarla. Guardandola negli occhi rispondo con voce calma, ma fiera.

- Mille anni fa non ho avuto la forza di sconfiggerti ma sta certa che non accadrà nuovamente. Sono la paladina della legge, una combattente che veste alla marinara. Sono Sailor Moon e sono venuta fin qui per punirti in nome della Luna. –

Nemesi ghigna malefica. Credo che abbia capito chi sono in realtà, anche perché ho deciso di espandere il mio potere.

- Allora Principessina non ti sei nascosta stavolta. Sei scesa in battaglia anche tu. Bene! Sarà più divertente distruggerti. –

Una risata serafica che discorda con l’aspetto del diavolo che abbiamo di fronte. Subito parte in mia direzione e cerca di colpirmi con una potente sfera di energia. Istintivamente alzo una mano, allargo il palmo con una freddezza ed una tranquillità che non mi appartengono, il colpo si infrange in una barriera invisibile. Nemesi sembra al quanto impreparata a questo mia risposta ed allora ne approfitto e scatto verso di lei cercando di colpire la sua mano destra per far cadere la spade che stringe così saldamente. È inutile. Sono troppo lenta e lei è troppo veloce. Sfugge all’ultimo. Ride divertita. Sono stanca di questo gioco, mi sta sfuggendo di proposito. Guardo verso le mie due guerriere e le vedo imbambolate. Non reagiscono, sono pietrificate. Perché non si muovono? Cosa aspettano?

- Cosa state facendo lì impalate? Volete darvi una mossa? Non posso farcela da sola. –

La mia voce arriva dura. Non lo faccio di proposito, ma devo svegliarle. Nemesi non è un nemico da sottovalutare, lei approfitta delle distrazioni per colpire quando meno te lo aspetti. Ed infatti una potente sfera di energia viene scagliata contro Sailor Venus e Sailor Pluto, che intanto si sono avvicinate senza rendersene conto. Corro verso di loro per proteggerle con la mia barriera, ma so che non arriverò in tempo. Ed ecco che ancora una volta accade tutto senza che io me ne renda conto. L’indice ed il medio della mia mano destra vanno a sfiorare la mezza luna che brilla nella mia fronte. Immediatamente questa inizia a brillare formando un disco. Come un frisbee lo lancio verso la sfera urlando forte il nome del mio colpo.

- Moon tiara, action! –

Il colpo va ad infrangersi contro la sfera di energia dividendola in due. Una metà a destra ed una a sinistra. Il punto di impatto tra il terreno e le metà della sfera è devastato. Voragini profonde diversi metri.

Nemesi sorride compiaciuta. Mi fissa con aria di sfida. Io resto imperturbabile nel mio silenzio. Attendo la sua prossima mossa.

- Bene Principessina. Vedo che finalmente hai imparato a lottare. Così sarà più divertente ucciderti. -

- Non ci sperare. –

La voce di Setsuna arriva alle mie spalle. Subito dopo quella di Minako.

- La nostra Principessa non è sola. –

Mi volto verso di loro. Osservo i loro sguardi. Fieri e combattivi. Sorrido loro grata. Adesso sono sicura di poter vincere. Stiamo per attaccare quando Nemesi si alza in volo e prima di smaterializzarsi parla con la sua solita voce stridula.

- Ci saranno altre occasioni per affrontarci. Per adesso ho solo saggiato le vostre scarse potenzialità ma tornerò guerriere sailor. E tu Serenity stai certa che morirai. Sarò io che strapperò lo Ginzuishou dal tuo cuore. –

Minacciandoci svanisce nel nulla. La sua risata maligna rimbomba ancora nell’aria.

Alzo gli occhi al cielo e finalmente la vedo. La Luna. Splende nel cielo in tutto il suo splendore. L’eclissi si è conclusa. Guardo attorno il parco e vedo la devastazione lasciata da Nemesi. Alberi sradicati, crepe nel terreno, voragini. È questa la guerra. Porto le mani al centro della mia stella e poi faccio partire un fascio di luce che fa tornare tutto come prima. La fontana torna a gorgheggiare felice. Gli alberi sono nuovamente in piedi, dritti e fieri. Qualche scoiattolo fa capolino tra i rami più alti.

Endymion e Kunzite si guardano attorno stupefatti. Setsuna e Minako sono sorridenti, loro conoscono i miei poteri.

- Adesso noi andiamo. –

Endymion ha assunto ancora quel tono freddo e distaccato. Perché? Perché è così distante da me? Sei ancora in collera amore mio?

- Aspetta… -

Neanche il tempo di formulare la mia richiesta ed eccolo sparito tra i rami degli alberi insieme a Kunzite. Sospiro demoralizzata. Endymion perché non ti sei fermato a parlare con me? Perché mi ignori come se fossi un’estranea? Una lacrima sfugge al mio controllo. Immediatamente l’asciugo, non voglio farmi vedere debole. Non adesso.

Sposto il mio sguardo verso le mie guerriere e sorrido loro mestamente. Minako non trattiene la sua gioia e mi salta al collo sorridente.

- Sei stata grande. Ma dimmi come hai fatto ad utilizzare la mia Catena? –

- Non so Minako. Sono sorpresa tanto quanto te. Ho letto dentro di me il colpo e subito ho eseguito tutto meccanicamente. –

Il fruscio delle foglie ci fa girare di soprassalto. Siamo di nuovo all’erta. Chi sarà mai?

- Forse noi possiamo rispondere alla tua domanda Minako. –

- Luna prima di parlare dovremmo esserne certi. –

Ed ecco che davanti a noi appaiono i due ministri del Silver Millennium. I due consiglieri, i miei due amici più cari. Mi inginocchio verso loro che subito corrono a perdersi tra le mie braccia. Per un attimo rivivo la scena di mille anni prima. Solo un attimo però perché adesso io lotterò e non abbandonerò le mie amiche al loro destino.

- Volete dirmi perché non avete risvegliato me? Sono io la Principessa ed il vostro compito era trovarmi. –

Nella mia voce non c’è astio solo un’infinita tristezza, in parte dovuta al comportamento di Endymion.

- Il sigillo della tua mente era molto potente. Non siamo riusciti a spezzarlo. Credevamo che non ti saresti più risvegliata. Perdonaci. –

La gattina nera piange tra le mie braccia. È la prima volta che vedo Luna così indifesa. Le accarezzo la nuca e lei si bea delle mia coccole. La stringo forte a me e poggio il suo muso delicato sulla mia guancia. Quanto mi è mancata. Minako però interrompe questo momento così speciale.

- Invece dimmi mio caro Artemis, mentre noi eravamo qui a rischiare la pelle contro quella strega, tu, e la tua bella micina, dove eravate nascosti? –

Dalla voce di Minako traspare tutto il suo nervosismo, mentre una vena inizia pulsare sulla sua tempia sinistra.

- Bhè Minako, io stavo proteggendo Luna… già proprio così… -

Interrompo l’arringa poco convinta del gatto bianco, anche perché Minako lo ha afferrato per il collo e lo fa ciondolare pericolosamente. Guardo Luna e riprendo a parlare.

- Luna dicevi che tu sapevi come sono riuscita a lanciare il colpo di Minako. Allora parla… -

- Vedi quando hai sconfitto Nemesi la prima volta, alla fine della battaglia tu hai ridato vita alle gemme guardiane delle guerriere. Probabilmente adesso le gemme riconoscono anche te come loro padrona ed il tuo potere si è fuso con il loro. Ecco perché sei riuscita a controllare il colpo di Sailor Venus. Usagi tu adesso sei capace di controllare i colpi di tutte le guerriere sailor, ormai ti appartengono. –

Guardo frastornata Luna. “Quando hai sconfitto Nemesi la prima volta…” ma io non ho mai sconfitto Nemesi. Io non ho mai affrontato quella arpia. I due gattini non possono saperlo, loro sono morti prima che potessero conoscere la verità. Prima di vedere la loro Principessa arrendersi senza lottare.

- Luna io… -

Minako mi interrompe e non mi fa proseguire. È elettrizzata. Felice. Ma per cosa? Perché è così euforica?

- Usa ma è fantastico. Adesso sei una guerriera sailor proprio come me e Setsuna. A proposito di Setsuna poteste spiegarmi questa storia? Per caso esistono altre guerriere sailor oltre a te Setsuna? –

Sorrido impercettibilmente. In questo momento Minako ha un’espressione buffa in viso. È Setsuna a rispondere alle sue domande.

- Le guerriere sailor si dividono in Inner ed Outer. Le Inner siete voi guerriere sailor, Mercury, Mars, Jupiter e tu Venus. Le Outer oltre a me includono anche Uranus e Neptuno. –

Setsuna si interrompe e mi guarda perplessa come se aspettasse il mio permesso per continuare il suo racconto. Allora poggio una mano sulla spalla della guardiana delle porte spazio-temporali, sorrido e riprendo a parlare.

- Forse sarebbe meglio andare in un posto più tranquillo. Sciogliamo le nostre trasformazioni ed andiamo a casa nostra? Tu che ne dici Minako. –

Mi volto verso la mia coinquilina e lei mi fissa un po’ confusa.

- Che c’è? –

- Usagi come facciamo a sciogliere le trasformazioni? Ai tempi del Silver Millennium eravamo sempre con i nostri sailor fuku… -

La vedo arrossire imbarazzata e così non posso evitare di sbuffare a riderle in faccia. Ne avevo bisogno. Il comportamento di Endymion mi ha ferito parecchio. Mi avvicino alla mia amica e punto il dito al centro del suo fiocco. Schiaccio proprio lì, dove ci dovrebbe essere il nodo arancio, nascosto da un monile blu. Ed ecco che la sua trasformazione è sciolta.

- Minako per caso mi stai dicendo che andavi a dormire con il tuo sailor fuku. –

Sghignazzo perfida. Minako arrossisce ancora di più. Inizia a farfugliare frasi senza senso ed alla fine mettendo su il broncio mi guarda e con un po’ di rabbia parla.

- Non dovevamo andare a casa? Setsuna seguimi che ti faccio strada. La nostra Principessa da quando è diventata una guerriera sailor ha acquistato un pessimo senso dell’umorismo. –

Setsuna ci guarda dubbiosa. Le faccio cenno di non farci caso, è normale assistere a dei battibecchi simili tra me e Minako. Sciogliamo le trasformazioni e ci dirigiamo verso il nostro appartamento. Luna tra le mie braccia mi fa le fusa. Artemis in braccio a Minako sembra soffrire un po’ troppo le attenzioni della mia amica.

Davanti ad una tazza di the sono io che continuo il racconto di Setsuna. Ho compreso che la mia amica ha qualche difficoltà a nominare l’ultima guerriera. Fisso i suoi occhi color ametista e dopo una profonda inspirazione inizio il mio racconto.

- Allora Minako devi sapere che oltre alle due guerriere nominate da Setsuna ne esiste una terza che può essere evocata dall’unione dei tre talismani. Questa è Sailor Saturn, la guerriera della Distruzione e della Rinascita. –

Minako interrompe il mio racconto guardandomi sconvolta. Sembra una bambina che ha voglia di apprendere.

- Come fate a dire che io e le mie compagne siamo guerriere del sistema solare interno e non dell’esterno? E poi cosa sono i talismani? –

Porto una ciocca di capelli dietro l’orecchio destro. Come posso spiegarle come si capisce se sono Inner od Outer; e come le spiego cosa sono i talismani? Ragiona Usagi, magari le tue conoscenze di astronomia possono tornarti utile.

- Le Inner Senshi sono le guerriere che hanno dei pianeti guardiani per la stragrande maggioranza rocciosi. I vostri pianeti sono rocciosi come la Terra, la Luna. Le Outer Senshi invece hanno pianeti guardiani in gran parte gassosi. Non so se capisci? Inoltre dipende dall’influenza dello Ginzuishou. Sono i talismani che amplificano il potere dello Ginzuishou. Il talismano di Uranus è una Spada Corta. Il talismano di Nettuno è uno Specchio. Mentre per Plutone troviamo La Sfera di Granato. I talismani sono amuleti che aumentano i poteri della mia pietra perché essa è troppo lontana dai pianeti per poter raggiungere a pieno le loro gemme e permettere loro di vibrare e mantenere in equilibrio il pianeta stesso. Ed ancora posso dirti che il compito delle Inner Senshi è mantenere la pace all’interno del sistema solare. Il compito delle Outer è impedire che minacce provenienti da altre galassie possano colpire la nostra. Questo è tutto quello che posso dirti su Inner ed Outer, mi spiace se non sono stata capace di rispondere a tutti i tuoi quesiti. –

Minako mi guarda un po’ confusa. Come posso spiegarmi in modo più logico?

- Fammi capire Usagi. Noi siamo Inner perché lo Ginzuishou arriva direttamente alle nostre pietre guardiane senza l’intromissione di questi amuleti. Le Outer sono chiamate così perché per mantenere in equilibrio il loro pianeta necessitano dei talismani. E poi… noi siamo della polizia urbana, loro invece… polizia di frontiera? –

In fondo cosa c’è che non va nel discorso di Minako? È logico, molto più logico del mio. Annuisco convinta in sua direzione mentre Setsuna si massaggia le tempie. Credo che non sia abituata alla faciloneria di Minako, ed ancora non ha visto nulla…

- E Sailor Saturn? Il suo talismano? –

- Sailor Saturn non è una guerriera come le altre. Il suo pianeta è abbastanza vicino per usufruire del potere dello Ginzuishou. Nonostante ciò fa parte delle Outer Senshi per la composizione “geografica”, se si può dire così, del suo pianeta. Saturn è la guerriera più potente tra tutte grazie al suo colpo migliore “Silence Grave, Apply”, che è capace di distruggere una galassia intera. Ecco perché Setsuna non l’ha nominata. È una guerriera che in molti temono e che in pochi amano. -

Nelle mie parole un velo di tristezza se ripenso alla solitudine di Saturn, e dire che era una ragazza dolcissima.

- Io adesso vado. Credo che cercherò di capire dove si è nascosta Nemesi. –

Setsuna si è alzata e si sta dirigendo verso la porta. La blocco prima che possa uscire da questa stanza.

- Setsuna non è in questa dimensione. Qui non avverto il suo potere. –

- Grazie per l’informazione Prin... Usagi! –

Sorrido ed accompagno l’astrofisica alla porta. Dopo i saluti di rito rientro in casa e mi lascio andare sul divano sfinita. Minako si avvicina a me ed anche lei si lascia andare sul divano. Sul suo viso un sorriso radioso.

- Sei felice di aver rivisto Kunzite? –

Fa cenno di sì con la testa, ed intanto arrossisce.

- Secondo te perché Endymion mi ha trattato come se fossi un’estranea? –

Minako si sporge in avanti e mi guarda confusa. Si gratta la tempia destra e poi risponde guardandomi come se fossi ammattita.

- Perché come si sarebbe dovuto comportare? Non vi siete mai incontrati in vita vostra! –

Mi giro di scatto verso Minako e la guardo shockata. Cosa vuole dire?

Ed eccomi tornata. Questo capitolo mi è servito per spiegare un paio di cosette che nessuno mi ha mai spiegato. Ad esempio come le guerriere sailor sciolgono la loro trasformazione e come si fa a distinguere la differenza tra Inner ed Outer. Quella che è scritta tra queste righe è la MIA interpretazione dei fatti e non quella data dalla Takeuchi, anche perché se non erro lei non ha mai spiegato questi due punti. Passiamo al capitolo… spero di avervi messo il tarlo del dubbio… come sono perfida… passiamo ai ringraziamenti.

RINGRAZIAMENTI

- PRINCESSANGEL: mi spiace averti confusa, credo che tutto dipenda da un mio errore. Vedi avevo pubblicato con l’intenzione di scrivere una rivisitazione della prima serie di Sailor Moon, solo che, dopo il terzo capitolo ho deciso di scrivere una storia nuova in tutto e per tutto, che solo per alcuni versi si avvicinerà alla prima serie. Però nell’introduzione avevo corretto dicendolo. Mi scuso ancora per aver scatenato in te questi dubbi. Il ricordo del Silver Millennium che rivive Usagi non appartiene alla Takeuchi ma è frutto della mia immaginazione, spero solo che ti sia piaciuto. A presto e spero che questo capitolo ti abbia entusiasmato come il precedente.

- DOLCEBUNNY: grazie per i complimenti. Sei sempre gentilissima. Era mia intenzione trasmettere tutta l’angoscia e la disperazione provata da Usagi il giorno in cui sono morti tutti i suoi cari. Per questo capitolo cosa posso dire se non che aspetto impaziente un tuo giudizio?

- BLUE1989: allora questo capitolo spero che sia n po’ più ricco di emozioni anche perché è stato un po’ difficile scrivere questa prima scaramuccia tra Nemesi e Sailor Moon. Anche per te vale ciò che ho scritto in precedenza: cosa en pensi?

- USAGI_84: forse ho risposto alla tua domanda riguarda all’amore di Endymion, o forse no? Ti faccio i complimenti per la tua FF e mi scuso se ancora non ho commentato ma ho davvero poco tempo, giuro che quanto prima commenterò!

- SAILORMOON81: anche a te dico quello che ho detto ad Usagi_84: ho risposto alla tua domanda o no? Per gli orrori di punteggiatura perdono. Non so cosa fare, mi impegno ma c’è sempre qualche virgola al posto sbagliato e qualche punto che non dovrebbe esistere. Scusa!

- KIRBY: grazie per il bacione. Ed anche a te ciò che ho detto ad Usagi_84 e Sailormoon81. Ho risposto alla tua domanda riguardo Endymion o no?

- STREGA_MOGANA: ragazze ma siete tutte per l’amore che trionfi immediatamente. Immagino che siate tutte romanticone, e credo che mi stiate odiando tutte. In questo capitolo esiste la risposta alla vostra domanda, spero solo che abbiate letto attentamente.

- MERWEN: bentornata tra le mie lettrici, sono felice di ritrovarti! Spero solo che ti sia piaciuto anche questo.

- MIKI90: grazie per l’eccezionale e spero che anche questo meriti un aggettivo simile.

- VALEPOLIT: e di questo capitolo cosa mi dici?

Un ringraziamento particolare va a Cassandra14, che spero legga questa FF, per ringraziarla di essersi ricordata del mio compleanno, comunque appena ho un attimo per respirare giuro che ti mando una mail!

Ultimissima nota: ragazze nel capitolo precedente, quello del sogno per intenderci, posso chiedervi quale scena vi è piaciuta maggiormente? Sono curiosa di scoprirlo! Adesso vi saluto e stavolta vi do appuntamento per il 7 aprile, dato che l’8 è Pasqua! A presto a tutte! E buon aPasqua a tutte!!

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Capitolo 6
*** Capitolo VI ***


Nuova pagina 1

Capitolo VI

- Usagi perché siamo al parco? Non dovevamo andare da Motoki? –

Sono qui al parco con Minako. Il sole è alto nel cielo e gli uccelli cinguettano felici sui rami. Si direbbe una mattina d’aprile piuttosto che una di novembre. Tiro dietro l’orecchio una ciocca di capelli e sospiro alla mia amica.

- Minako volevo solo controllare che tutto fosse a posto dopo l’attacco di tre giorni fa. –

Mentre cammino mi blocco improvvisamente. Mi guardo attorno e dopo un po’ riprendo a parlare alla mia amica.

- Dimmi Minako, hai per caso voglia di rivedere Kunzite? Se non sbaglio è da quando abbiamo avuto la “visita” di Nemesi che non vi vedete! –

Lei mi guarda sconcertata. Arrossisce in pochi secondi ed inizia a farfugliare come è solita fare quando è imbarazzata. La guardo di sottecchi e sorrido divertita.

- Aspettami qui. Controllo un attimo l’ingresso e torno subito. –

Le faccio l’occhiolino e torno di corsa sui miei passi. Mentre mi precipito di corda verso la direzione da cui provenivo meno di due minuti fa vado a scontrarmi contro qualcuno, sicuramente sarei caduta se due braccia forti non mi trattenevano.

- Principessa a quanto pare noi due non facciamo altro che scontrarci. –

Scuoto il capo interdetta.

- Vai da lei. È vicino al laghetto. –

Il ragazzo mi fissa interdetto.

- Minako. È al laghetto. –

Sembra di avergli detto un’assurdità. Lo spingo per il braccio. Mi oltrepassa barcollante. Gli faccio cenno con la mano di proseguire. Alla fine inizia a correre dirigendosi dove gli ho indicato. Ho percepito la presenza di Kunzite appena si è avvicinato al parco. Quei due si amano da mille anni. Già, il loro amore è durato nel tempo, il mio no. Perché?

Sono qui al bar di Motoki, seduta a gustare la mia cioccolata calda. Non posso gustare a pieno la bontà di questo nettare degli dei a causa del mio umore, al momento nero. Non faccio che pensare al racconto di Minako. Perché lo ha fatto? Che motivi aveva di raccontare quelle balle?

- Basta! Perché non ci capisco niente! –

Porto le mani tra i capelli e lascio cadere e tiro in dietro tutti i ciuffi che coprono i miei occhi. Dopo ricado, con il capo, mollemente sul tavolino- un braccio a fare da cuscino.

- Qualcosa non va Usagi? –

Guardo Motoki. Perché non posso innamorarmi di un ragazzo come lui? È carino, dolce, educato. Ha tutte le qualità che una ragazza ricerca in un ragazzo, ha solo un difetto: non è Endymion. Sorrido in modo gentile. Non conosco Motoki se non da tre giorni eppure con lui non mi sento sotto esame come capita con tutte le altre persone che conosco. Forse è il suo sorriso gentile che fa brillare i suoi occhi color cobalto… un attimo, Motoki ha gli occhi verdi, Endymion cobalto. Perfetto adesso è chiaro: sto impazzendo. Sono ossessionata da Endymion, quando ero la principessa Serenyti però non ero così fissata, oppure si?

- Niente di particolare. Mi manca casa. –

Si, mi manca il Silver Millennium ed il ragazzo che all’epoca mi amava. No! Ancora Endymion, allora è vero, ne sono ossessionata.

- Adesso vado. Ho lezione tra un po’ se non scappo faccio tardi. Ciao e grazie di tutto. –

- Usagi! Minako? Sai è da un po’ che non si fa vedere. –

Prevedo guai in vista. Conosco quello sguardo. Si è innamorato di Minako. Ed adesso? Cosa m’invento? Cosa posso dire per non spezzare il suo cuore? Minako mi devi un favore enorme.

- Adesso credo che sia al parco con il suo ex ragazzo. Sai forse torneranno insieme. Mi spiace. –

L’ultima parte è stata in pratica sussurrata. Odio comunicare brutte notizie. Ecco, infatti, che lo sguardo di Motoki diventa più scuro. Povero ragazzo. È facile innamorarsi di Minako, lei è talmente vitale ed allegra, solo un folle non potrebbe non innamorarsene. Sorride mestamente e torna ad occuparsi degli altri tavoli. Forse per un po’ converrà non farsi vedere da queste parti. Peccato, la cioccolata è squisita!

Ed eccomi qui per le strade di Tokyo, diretta verso la mia facoltà. Il freddo diventa sempre più pungente. La sciarpa mi copre sino alla punta del naso, che sento congelata. Perché tutto questo freddo. Non potrei trovarmi in qualche isola tropicale a godere dei caldi raggi del sole? No, sono in questa città fredda. E poi a chi la voglio dare a bere? È da stamattina che mi riempio la testa con discorsi che escludono nel modo più totale il racconto di Luna e Minako. Anche adesso che sono qui, in quest’aula a sentire la professoressa sta raccontando dei miti dell’antica Grecia, dell’amore di Selene, dea della Luna, per il mortale Endimione. Mi viene voglia di ridere. Più cerco di non pensare a ciò che è accaduto e più le coincidenze mi riportano a ciò che vorrei evitare.

La lezione è finita, non ho aspettato neanche Naru. Più tardi le telefonerò. Adesso voglio restare a pensare. Non posso più fingere di stare bene. No. Adesso è arrivato il momento di affrontare la realtà. Spengo il cellulare, non voglio essere trovata da nessuno, ed inizio a vagare senza una meta ben precisa. Intanto, i fatti di tre notti fa tornano prepotenti, per la miliardesima volta, ad affacciarsi nella mia mente.

- Minako cosa stai dicendo? –

Guardo senza capire l’espressione della mia amica. Cosa vuol dire che io ed Endymion non ci siamo mai conosciuti? Certo che ci conosciamo. Mille anni fa ci amavamo. Cerco di mantenere la normalità. Non voglio far trasparire la mia tensione. Perché sono sicura che Minako si sta sbagliando? Perché i miei sentimenti sono autentici, altrimenti non avrei sofferto tanto a causa del comportamento di Endymion. No. Deve esistere una spiegazione alle parole di Minako ed io devo scoprirla.

- Usagi sei sicura di stare bene? Sembri scossa. –

Scuoto la testa per tranquillizzare la mia amica e le regalo uno dei miei sorrisi migliori, sperando che mi creda. Mi deve credere. Poi l’illuminazione.

- Luna, Artemis. Siete stati voi a ridare i ricordi a Minako. Ma a voi chi vi ha svegliati? –

Certo. Partendo dall’inizio troverò la spiegazione a tutti i miei perché.

- Noi siamo stati risvegliati da Chronos in persona. È stato lui a trasferirci in questa dimensione e ad affidarci a Minako. Ma perché me lo chiedi Usagi? –

Luna è sempre stata molto sospettosa.

- Vedi Luna, come hai detto tu stessa, il sigillo che era posto alla mia mente era molto potente, ancora credo di non aver recuperato pienamente la memoria. Vi spiacerebbe raccontarmi dell’ultimo scontro contro Nemesi. Non ricordo molto e il vostro racconto potrebbe essermi utile per tornare a ricordare. –

Effettivamente io non conosco nulla del passato di cui parla Minako. Io conosco Endymion e questa è l’unica certezza di cui dispongo. Per il resto è tutto un enorme punto interrogativo. Non so più neanche se sono realmente la custode dello Ginzuishou, oppure è la pietra che utilizza me come tramite per esprimere il suo immenso potere. Senza contare il fatto di essere, in parte, anche la custode delle pietre delle altre. Con tutto questo potere non rischio di andare in sovraccarico? Comunque è bene mantenere la calma, almeno in apparenza. Non posso permettermi debolezze proprio adesso che questo conflitto è iniziato adesso.

- Forse hai ragione tu. Da dove vuoi che inizi il mio racconto? –

- Dall’inizio. Voglio ricordare tutto del mio passato. Dei miei giorni insieme a voi. Della gioia che regnava nel mio regno. Di mia madre. Di mio padre. Voglio sapere tutto. –

Luna mi fissa un po’ spaventata. Ho parlato con troppa veemenza. Devo stare più controllata altrimenti rischio di diventare troppo teatrale. Eccomi riseduta composta al mio posto. Le mani si intrecciano sul mio grembo. I pollici si rincorrono freneticamente. Forza Usagi un po’ di autocontrollo. Non ti è mai mancato. Intanto la mia amica gatta inizia il suo racconto, io mi sistemo meglio sul divano ed ascolto il suo racconto.

- Come ricorderai, almeno lo spero, tu sei la figlia di Queen Serenyti e di Re Orion. –

Cosa? Ditemi che è uno scherzo. Ditemi che Luna sta mentendo cercando di capire se sono davvero in me. Come può dire che Orion era mio padre? Orion era il capo delle guardie della Regina mia madre. Cosa significa tutto ciò? Guardo attentamente Luna senza far trasparire la mia inquietudine. Faccio di sì con la testa, come a fare capire che le sue parole per me sono scontate, ma in cuor mio ho tantissima confusione. Intanto Luna continua il suo racconto.

- I primi anni della tua infanzia li hai trascorsi serenamente a palazzo, circondata dall’amore dei tuoi genitori. Purtroppo però, tuo padre partì quando tu non avevi ancora sei anni per la guerra contro Nemesi, e non fece più ritorno. Morì a causa di quel demonio. Successivamente, a causa del lutto, per ben nove anni il nostro regno chiuse ogni contatto con gli altri pianeti del sistema solare. Tua madre, Queen Serenity, continuò a regnare in modo magnanimo, nonostante la grave perdita che l’aveva colpita. –

Guardo Luna cercando di mantenere un minimo di serietà. Lutto. Grave perdita. Ma di cosa stava parlando? La mia infanzia, così come la mia adolescenza sono state felici. Mio padre non mi è mai stato accanto fisicamente a causa della sua natura divina, ma mia madre ha sempre supplito alla sua assenza in maniera egregia. Adesso però Luna mi sta raccontando una storia che non è la mia. Perché? È forse impazzita?

- In occasione del tuo quindicesimo compleanno fu preparata una grande festa. Era un’occasione importantissima, tu saresti stata eletta la custode ufficiale dello Ginzuishou. Tua madre era orgogliosa di te. Furono invitati tutti i sovrani dei pianeti del sistema solare. Con questa scusa, furono ripresi i rapporti con i sovrani degli altri sistemi solari. In quanto custode dello Ginzuishou avevi il diritto di scegliere tu stessa il corpo delle tue Inner Senshi e fu in tale occasione che scegliesti le tue guerriere. –

Annuisco convinta. È tutto vero, a parte il fatto che mia madre interruppe il suo lutto, dato che non è stata mai sposata con Orion. Ricordo che è stata proprio quella sera che conobbi Endymion e me ne innamorai subito.

- E dimmi Luna. Erano presenti anche i sovrani della Terra con il loro erede? –

La mia bocca parla senza che io me ne accorga. Perché non sto mai concentrata per più di tre secondi?

- Allora non ricordi proprio nulla? –

- Mi spiace Luna, i miei ricordi risalgono a brevi sprazzi riguardanti la mia infanzia ed alla notte in cui Nemesi attaccò il Silver Millennium. –

Oddio, sono una degna vincitrice del premio Oscar come migliore attrice protagonista. Luna, Artemis e Minako sembrano aver creduto alla mia balla. Meglio per me, adesso devo capire in che modo hanno manipolato la mente dei miei amici. Su chi abbia commesso un gesto tanto vile ho le mie opinioni, solo che non posso credere che sia capace di una cosa simile. Mi auguro di no.

- Ho capito. Devi sapere cara amica mia, che quella sera il Principe Endymion partì, in direzione della dimensione oscura, scontrarsi con Nemesi. Ecco i sovrani della Terra non erano presenti quella sera al gala in un tuo onore. Il Principe tornò dopo due anni ma solo con pochi uomini. Era distrutto nello spirito. Queen Serenyti decise di mandare te e le tue guerriere sulla Terra, ma fu Chronos in persona che ti proibì di andare sulla Terra. Esiste una legge cosmica che impedisce a due custodi, quali tu ed Endymion, di avere contatti ravvicinati. I vostri poteri potrebbe entrare in conflitto e creare gravi alterazioni dei flussi energetici. –

Ma di cosa sta parlando? Non ho mai sentito un’assurdità simile. Questa storia sta diventando sempre più ridicola. Leggi cosmiche. Alterazioni di flussi energetici. Cos’altro dovrò sentire ancora? Quante assurdità hanno inculcato nella testa delle persone a me più care? Soprattutto, avranno fatto lo stesso con Endymion? Anche a lui avranno raccontato una storia simile? No. Non posso credere che lui abbia potuto accettare una realtà che di reale, in verità, ha ben poco.

- Ad un periodo di pace, che durò per ben cinque anni, seguì l’attacco di Nemesi al Gold Kingdom, il regno fu distrutto in un tempo brevissimo. I sovrani della Terra trovarono rifugio nel nostro palazzo. Tua madre li consolò per la perdita del loro unico figlio, nonché erede al trono. Dopo pochi giorni anche il nostro regno fu distrutto. Le Outer Senshi furono le prime a cadere. Successivamente perì la nostra Regina. Poi fu il turno mio e di Artemis, le Inner Senshi dopo di noi. Alla fine sei stata tu a contrastare il potere di Nemesi costringendola ad un sonno millenario. Alla fine della battaglia hai ridato vita ai cristalli delle tue guerriere ed hai permesso loro di reincarnarsi qui sulla Terra lo stesso hai fatto con Endymion ed i suoi generali. Sapevi che avresti avuto bisogno anche del principe terrestre per vincere la guerra finale contro Nemesi. –

Luna ha il finito il suo racconto ma io non l’ho più seguita. Mi sto domandando il perché di tutte queste menzogne. Chi ha architettato il tutto mi ha dipinto come una grande eroina, perché? Io sono stata solo una vigliacca che si è uccisa davanti alla realtà dei fatti. Non sono degna di essere la custode dello Ginzuishou. Non sono degna di stare qui adesso. Ma una domanda adesso si profila nella mia mente.

- Luna perché adesso io ed il principe Endymion possiamo essere vicini senza creare alcuno sconvolgimento energetico? –

- Credo che dipenda dal fatto che il Silver Millennium sia stato distrutto ed il Gold Cristal… -

- Adesso basta Luna. Non puoi dire altro. Lo sai cosa ha detto Chronos. Mi spiace Usagi, ma non possiamo dirti altro. –

Le parole di Artemis sono una doccia fredda per me. Perché Chronos ha dato un ordine simile? Perché io non posso sapere più di ciò che so? Che tra l’altro è tutta una finzione?

Ed eccomi talmente immersa nei miei pensieri da non essermi accorta di essere giunta davanti ad un tempio scintoista. Un’immensa scalinata si pone in rilievo davanti ai miei occhi. Un’energia conosciuta mi invita a salire. Centotre scalini. Fatti di corsa, non che avessi fretta, ma mi piace correre. Mi aiuta a liberare la mente dai pensieri tristi. Appena arrivata in cima sono subito pervasa da una sensazione di pace e serenità. Chiudendo gli occhi riesco a percepire il Fuoco sacro che scoppietta nel santuario alla mia destra. Mi dà il benvenuto. È stata mia madre ad insegnarmi a leggere il significato nascosto dietro ai fremiti del fuoco. Guardo il tempio e mi accorgo che è molto grande, forse troppo. Senza accorgermene sono sotto alla shimenawa, la grande fune di paglia intrecciata che si trova all’ingresso del tempio scintoista. La struttura come da tradizione è costruita in legno, senza l’uso di alcun metallo. Alberi di canfora danno un’aria ancora più austera al paesaggio. Con passo sicuro cammino sulla ghiaia. Improvvisamente, planano e si poggiano sulle mie spalle due splendidi corvi neri.

- Fobos! Deimos! Sempre con la vostra padrona. –

Guardo gli occhi rossi dei due corvi e per un attimo mi sembra di vedere riflessa la loro padrona. No. Non è un’impressione. Quella che un tempo era Mars, la signora del Fuoco, adesso è davanti a me.

Salve gente! Incredibile ma vero aggiorno con un giorno di anticipo (scusa il gioco di parole!). Ecco questo capitolo molto di transizione dato che non dico nulla, non dico quasi nulla perché le lettrici più attente avranno colto informazioni importanti… passo ai ringraziamenti perché ho davvero pochissimo tempo…

RINGRAZIAMENTI

- PRINCESSANGEL: sono felice di aver chiarito i dubbi iniziali. Spero solo che dopo questo capitolo tu non ne abbia altri.

- HATORI: innanzitutto scusa se ancora non ho commentato le tue opere. Per la mia ff ti ringrazio per i complimenti.

- SAILORMOON81: mi inchino a ciò che hai scritto. Anche tu, come me povera studentessa di medicina che mastica poco l’italiano scritto (se leggessi i miei appunti ti metteresti a piangere), hai problemi con la punteggiatura? Allora io non sono un caso totalmente disperato. Ti ringrazio per i complimenti riguardo la ff e la mia teoria di Inner ed Outer, sai che non credevo che prendesse tutto questo piede?

-BLUE1989: grazie per i complimenti. Sai per la trasformazione di Usagi, e per il suo sailor fuku ho avuto un po’ di difficoltà perché volevo creare un qualcosa di originale. Spero solo di essere riuscita a trasmettere la mia idea. E poi scusa, sbaglio o l’argento è un po’ il simbolo della Luna diafana?

- DOLCEBUNNY: oddio io non volevo descrivere una Minako sciocca e superficiale, solo un po’ più allegra. Nei prossimi capitoli vedrai la vera forza della guerriera di Venere. Visto che ci sono, tengo a precisare che i personaggi di questa FF sono tutti un po’ OOC.

- SAILOR83: questo capitolo non è bello come il precedente anche perché io stessa ho trovato un po’ noioso scriverlo quindi ti chiedo scusa se non sono riuscita ad entusiasmarti.

- USAGI_84: Ma perché tutti hanno ricordi diversi da Usagi? Non lo so più neppure io ! no, non è vero io lo so, solo che se aspetterai ancora un capitolo, forse due, allora tutto ti sarà più chiaro! Ti ringrazio per aver risposto alla mia domanda riguardo il capitolo 4!

- STREGA_MOGANA: allora ti ringrazio per i complimenti riguardo i miei miglioramenti stilisti, ma non sarò mai alla tua stregua. Per quello che riguarda Inner ed Outer è sempre stato un mio pallino cercare di capire come e perché questa divisione. Io dopo anni ed anni ho trovato questa soluzione, spero solo di riuscire a soddisfare anche i dubbi di tutte le altre lettrice. Per Mamoru ed Usagi… avresti la bontà di aspettare altri 5 o 6 capitoli al massimo? Non uccidermi altrimenti come farai a sapere come finirà la storia? Un’ultima cosa! Scusa se non ho ancora commentato, ma stai aggiornando in modo velocissimo!

- MERWEN: ti giuro che non so neanche io cosa significa che non si sono mai incontrati prima. È tutta colpa del mio cervello malato cosa posso farci? Ti ringrazio per aver risposto alla mia domanda riguardo il capitolo 4!

- KIRBY: adesso hai capito come stanno le cose? C’è un po’ di confusione. Usagi ha dei ricordi completamente diversi rispetto a tutte le altre persone che sono coinvolte nella lotto contro Nemesi. Ti ringrazio per i complimenti riguardo la mia teoria su Inner ed Outer, sai avevo paura di essere stata poco chiara, ma a quanto pare avete capito tutte ciò che volevo dire, meno male!

- MIKI90: hai capito cosa voleva dire Minako? Hai capito che confusione regna nella testa della povera Usagi? Lei sa che non è vero ma come farà a dimostrarlo? Ti ringrazio per aver risposto alla mia domanda sul capitolo numero 4.

- VALEPOLIT: spero di essermi redenta. Dimmi cosa ne pensi di questo nuovo capitolo…

Per il capitolo 4 io vi posso dire che le scene che mi sono piaciute di più, quelle che mi hanno fatto battere il cuore mentre le scrivevo, riguardano Uranus e Neptuno, il loro “ricongiungimento” ad opera di Serenity. Altra scena toccante, in cui le ho dette di tutti i colori all’autrice (me stessa) è stata quella in cui muore Endymion, quando morente tende la mano al suo amore e non riesce a vedere il suo viso. Sono state queste le scene per me più importanti ma sono felice di vedere che ci sono state altre scene che vi hanno colpito. Grazie di cuore e non mi resta che darvi appuntamento a domenica 15 aprile.

Buona Pasqua a tutti di cuore…Carmen

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Capitolo 7
*** Capitolo VII ***


Nuova pagina 1

Capitolo VII

- Chi sei? –

Bene. In lei riconosco la guerriera di Marte. Colei che non utilizza mezze misure. Colei che non usa giri di parole. Colei che ha il fuoco nelle vene. Sono felice di ritrovarla. Combattiva. Determinata.

- Scusa, non volevo disturbare la tua meditazione. –

Lei mi guarda accigliata. Cerca di leggere nel mio spirito ed io senza attendere oltre la faccio entrare nel mio animo. Le apro le porte del mio cuore. Non ho mai avuto segreti con lei, mai. In ogni caso, anche se avessi voluto averne, lei sarebbe riuscita a scoprirmi subito. È sempre stata molto intuitiva. Credo che sia sempre stato merito delle sue capacità divinatorie.

- Come fai a sapere che stavo meditando? Mi stavi spiando? –

Avevo dimenticato tutta la sua irruenza. Il suo spirito combattivo. Il suo essere sempre pronta alla battaglia. Dopotutto il suo pianeta è Marte, lo stesso che porta il nome del dio della guerra per gli antichi romani.

- No, non mi permetterei mai. Solo che ho notato il tuo abbigliamento, ed ho letto la fatica sul tuo viso, così ho dedotto che eri in fase di meditazione. Anche mia madre è una sacerdotessa e così so quando è in meditazione o no. Tutto qui. Mi spiace. –

Riconosco l’abbigliamento delle miko. Il tradizionale chihaya, che consiste in un hakama rosso, in questo caso la scelta ricade su di un pantalone, e poi la classica tunica bianca del kimono, ai piedi i tabi, i tipici calzari giapponesi. I lunghi capelli neri legati da un nastro bianco. Intanto i suoi occhi mi fissano, mi stanno osservando. Cercano un punto debole. Ed io resto in silenzio. Con lei non bisogna mai essere aggressive. Si rischia la vita. Le sorrido amichevolmente sperando che si calmi. Faccio un passo verso di lei, Phobos e Deimos sono ancora al mio fianco. La giovane donna mi guarda stupita, alla fine parla.

- Phobos. Deimos. Venite qui. –

I due corvi restano fermi nella loro posizione. La ragazza che mi sta di fronte inizia ad innervosirsi. Richiama ancora una volta a sé i due corvi ma questi continuano a non muoversi. Inizia a battere il piede per terra. Se lei ha ereditato il carattere della Mars di mille anni fa, questo è un cattivo segno. Decido di fermare la sua crescente ira. Mi rivolgo con calma ai due corvi.

- Phobos, Deimos perché non tornate dalla vostra padrona. State tranquilli, non vi farà del male. È solo gelosa. Non è così? –

Mi rivolgo, sempre sorridente, alla padrona dei corvi. I due volatili, intanto, si avvicinano alla sacerdotessa che li guarda disorientata. Adesso si alzano in volo per atterrare sulle sue spalle. Se non è perché conosco i due corvi, affermerei che lo spettacolo non è dei migliori, ma in verità non è così. Questi due uccelli sono dei giocherelloni, ricordo che ai tempi del Silver Millennium erano soliti nascondere i miei libri solo per attirare l’attenzione ed iniziare poi a giocare. Adesso sulle spalle della loro padrona cercano delle coccole.

- Traditori. –

Questa è la risposta della padrona, che sorride a loro amorevolmente. Poi si volta verso di me, in viso un’espressione indecifrabile.

- Come hai fatto? È la prima volta che si avvicinano a qualcuno in modo così “docile”. –

- Come ti ho detto anche mia madre è una sacerdotessa. Probabilmente avranno percepito attorno a me i residui della sua energia. –

Lei mi guarda dubbiosa. Infondo potrebbe anche essere vero. Mia madre ha sempre detto che lo spirito del fuoco sacro ti segue sempre. Ovunque tu vada. Perché lei non dovrebbe credermi? Perché mi guarda così male?

- Scusa non mi sono neanche presentata. Il mio nome è Usagi Tsukino. Tu sei? –

Rompiamo un po’ il ghiaccio. La mia mano è tesa verso di lei. Sento una leggera indecisione, nell’afferrarla o meno. Phobos appollaiato sulla sua spalla destra, tira la manica della tunica bianca verso di me, vuole che lei mi stringa la mano. Ho letto negli occhi rossi del corvo, il desiderio di ridare la memoria alla sua padrona. Deimos sulla spalla sinistra crocida per convincerla. Lei guarda prima il mio viso sorridente, poi la mano tesa, infine accetta ed alza la mano destra per incontrare la mia.

- Io sono Rei Hino, la sacerdotessa del tempio. Piacere. –

Stringe la mia mano con vigore. Nello stesso istante in cui veniamo a contatto, una forza assopita si risveglia in lei. I suoi occhi neri per un attimo tornano a brillare come se illuminati dal fuoco. Peccato che duri solo un attimo. Rei ritira la mano con calma. In viso posso leggere un leggero stato di sorpresa. Guarda ora la sua mano, ora la mia. Mi precipito subito a confortarla.

- Presto anche io sarò una sacerdotessa. Momentaneamente sono solo una miko. Forse per questo hai avvertito questo strano flusso di energia. Capita alle volte. Ancora non so controllarmi. –

Parlo con calma. Rei intanto mi fissa ed annuisce, ma ho la vaga sensazione che non stia prestando attenzione alle mie parole. Io cerco di apparire convincente. Lentamente la sorpresa sul suo viso, lascia il posto all’incertezza. Meglio distrarla. Ma intanto mi chiedo cosa ricorderà lei del Silver Millennium. I suoi ricordi saranno uguali a quelli di Minako?

- Scusa Rei, ma se sono qui c’è un motivo. Per caso voi vendete degli amuleti? –

- Si certamente. –

- Benissimo. Ho un problema, ho chiesto a mia madre di mandarmene uno, solo che non arriverà prima di dopodomani ed a me serve necessariamente per stasera. Potresti vendermene uno? Ti prego è urgente. –

Confermo la mia idea di poter essere una grande attrice. Dovevo iscrivermi con Minako al corso di arti sceniche, altro che lettere occidentali. Ho sbagliato tutto. Rei mi fissa interdetta. L’indecisione che alberga nel suo animo traspare da tutti i pori. Riesco quasi a toccarla con mano. In questo momento vorrei solo abbracciarla e chiederle scusa per ciò che le sto facendo, per la confusione che le sto creando, per come la sto prendendo in giro, ma non posso. Questo è il solo modo che conosco per creare un contatto con lei. Non posso certo piombare all’improvviso nella sua vita ed informarla che è la reincarnazione di una guerriera vissuta mille anni fa, morta a causa della mia inettitudine, tornata in vita per riprendere la lotta contro colei che la uccise. No. Non posso cambiarle la vita così improvvisamente. Deve essere tutto graduale, si, uno shock graduale. Magari si riprende e non mi uccide subito.

- Veramente saremmo chiusi, ma dato che sei così simpatica a questi due birbantelli, per te farò uno strappo. Seguimi. –

Ed è così che entro nel tempio scintoista. Il fuoco sacro, lo sento scoppiettare nel tempio alla mia destra. Riconosco il suo canto. È il suo benvenuto. Cammino serena in questo luogo di pace e serenità. Rei mi ha condotto davanti una bancarella. Mi fa cenno di aspettare fuori mentre lei prende delle chiavi da una tasca dell’hakama. Entra all'interno della struttura e solleva la copertura di legno. Ai miei occhi si presentano diversi tipi di amuleti. “Usagi adesso scegli quale prendere e porta a termine il tuo piano.” Guardo attentamente i tanti talismani, alla fine scelgo un amuleto della salute ed un altro dell’amicizia.

- Non te ne serviva solo uno? –

Lei mi chiede con dolcezza. Riconosco sul suo viso il dolce sorriso che da sempre è stata la sua caratteristica. Occhi determinati e sorriso rassicurante. Sorrido imbarazzata. Intanto con la scusa di cercare dentro la borsa il mio portamonete, nella mia mano chiamo a me la sua pietra guardiana. Un rubino. Vermiglio come il sangue. Phobos e Deimos nel momento in cui la pietra si materializza nelle mie mani, crocidano felici. Sanno che il momento è vicino. Tra poco, almeno spero, la loro padrona tornerà ad essere custode dei poteri di Marte. Intanto sono riuscita a tirare fuori il mio portamonete.

- Allora quanto ti devo? –

Rei mi sorride ancora una volta nel suo solito modo dolce. Mi ritrovo a ricambiare il suo sorriso.

- Lascia stare, è un regalo. –

- Rei io non posso. Davvero. Almeno fatti pagare l’amuleto dell’amicizia. Ti prego. –

Quando voglio sono convincente, infatti, Rei si convince a farmi pagare un amuleto. Mentre ci incamminiamo verso l’uscita del tempio continuiamo a parlare tranquillamente, come se ci conoscessimo da sempre. In realtà ci conosciamo da mille anni, solo che ancora la mia amica non lo ricorda. Ho scoperto che frequenta la facoltà di giurisprudenza e che ha intenzione di diventare un avvocato penalista. Il suo sogno è aiutare i deboli. La giustizia è sempre stato il suo chiodo fisso. Ricordo che anche ai tempi del Silver Millennium era sempre pronta a prendere le difese degli innocenti. Giunte sotto lo shimenawa ci congediamo. Prima che Rei possa sparire all’interno del tempio la blocco nuovamente.

- Aspetta ti prego. –

Con grazia si gira in mia direzione. I capelli le ricadono come una cascata corvina sulle spalle. Scosta una ciocca dalla sua spalla e per un attimo assume l’aria aristocratica che ho sempre trovato perfetta alla sua figura, oserei dire quasi regale. Siamo sicuri che non sia lei l’erede al trono dell’antico regno del Silver Millennium?

- Volevo darti questo. –

Le porgo l’amuleto dell’amicizia comprato solo pochi minuti prima. Lei mi guarda sorpresa. Arrossisce lievemente.

- Sai è stato piacevole parlare con te. Spero di poterti venire a trovare altre volte, sempre se a te non dispiace. –

- Io… io ti ringrazio di cuore. E certo. Sì, vieni tutte le volte che vorrai. Per te il mio tempio sarà sempre aperto. –

Sorride radiosa. Lei, Mars nel passato, Rei nel presente, è sempre stata così. Felice delle piccole cose. Sorrido e contenta inizio a scendere le scale. All’interno dell’amuleto ho messo il suo rubino. Adesso mi chiedo quanto ci vorrà per recuperare la memoria.

Torno verso casa. Improvvisamente mi ricordo di accendere il cellulare. Cerco tra la borsa e finalmente lo trovo. Accendo ed aspetto con l’apparecchio in mano per vedere se qualcuno mi ha cercato. Ed ecco il bip del messaggio. Tre messaggi di testo. Mio padre. Naru. Minako. Compongo velocemente il numero della mia amica, non verrei che fosse accaduto qualcosa durante la mia assenza. Compongo il numero con il cuore che batte all’impazzata. Uno squillo. Due. Tre. Sei. Sette. Perché non risponde? Ecco che al decimo sento la voce della mia amica.

- Usagi! Finalmente. –

- Cosa è successo? –

Il mio cuore batte velocemente. Le orecchie fischiano. La testa gira. Le ginocchia tremano. Cosa sta accadendo. Il mio corpo non risponde più. La vista si annebbia. Ho un senso di oppressione proprio all’altezza del cuore. Cosa sta accadendo.

- Minako… sto male… -

La pressione alla testa aumenta. Aumenta anche l’oppressione all’altezza del mio cuore. Lentamente mi adagio al muro. Tengo la meno destra a stringere il giubbotto. Nella mia mente sento le urla di gente che non conosco. Le mani adesso sono a tappare le orecchie. Basta, non voglio più sentire. Vi prego. Sento le lacrime bagnarmi gli occhi. Basta. Mi sto per abbandonare al dolore quando mi sento sorreggere per le braccia.

- Usagi cosa ti succede. Stai male? –

- Rei ti prego, portami al centro commerciale. Ti prego. –

Mi stringo alla tunica del kimono della sacerdotessa. Cerco i suoi occhi per convincerla. Non può abbandonarmi, non adesso. Mi aiuta ad alzarmi. Le sorrido gentilmente. È il mio modo di ringraziarla. Intanto prendo il cellulare e compongo ancora il numero di Minako. Le chiedo di raggiungermi al centro commerciale. Non ha obiettato, ha capito che la situazione è grave.

Durante il tragitto io e Rei non parliamo, anche perché io non ho la forza per rispondere alle sue domande. Domande che certamente ci saranno, ma che per delicatezza non formula, almeno adesso. Ogni tanto cerco il viso della mia soccorritrice per incrociare i suoi occhi neri fissi davanti la strada. Giunte nei pressi del centro commerciale la blocco.

- Da qui posso continuare da sola. Adesso vai. Grazie. Davvero grazie di cuore. –

Sto per andare ma il mio braccio è bloccato dalla presa ferrea di Rei. Gemo a causa del dolore, sono talmente debole che anche una carezza in questo momento mi fa male.

- Usagi cosa sta accadendo? In quel centro commerciale c’è un’elevata concentrazione di energia negativa. –

Fisso i suoi occhi neri, adesso minacciosi. Il dolore sta diminuendo. Non so perché ma ne sono felice. Ma adesso cosa posso dirle? Come posso spiegarle che lei non può rimanere qui?

- Rei va via. –

La mia voce è un sibilo. Un ordine. Non voglio che sia in pericolo senza avere le armi per controbattere. Ho capito di essere stata troppo dura con lei. Mi addolcisco e riprendo a parlare, non voglio essere dura con lei.

- Rei ti prego. Se tu restassi qui io non sarei tranquilla. –

- Usagi! Cosa sta accadendo lì dentro. –

La sua non è una domanda. Il suo è un ordine. Cerco di mantenere la calma. Ho sempre odiato chi mi dà ordini, anche se in questo caso non posso fare diversamente. Anch’io al suo posto avrei fatto lo stesso.

- Rei ascoltami. Ti spiegherò tutto, ma non adesso. In questo momento non hai i mezzi per aiutarmi. Mettiti al riparo. –

Le sorrido. Cerco di infonderle un po’ di fiducia. Nei suoi occhi leggo confusione. Incertezza. Disagio. Gentilmente le indico la strada fatta poco prima per giungere fin qui. Lei guarda delusa il mio viso, ma alla fine riprende la strada non prima però di avermi augurato un “Buona fortuna” che giunge alle mie orecchie perché trasportato dal vento.

Guardinga arrivo all’ingresso del centro commerciale. Aspetto l’arrivo di Minako. Intanto mi guardo intorno. Non c’è anima viva, nessuno. Il silenzio più assoluto. Il vento gelido mi taglia le guance. Mi concentro e cerco di localizzare Nemesi. Individuata. All’interno del centro commerciale. Ed improvvisamente la sua voce gelida rimbomba nella mia mente.

“Ti aspetto Principessa. Raggiungimi. ”

Sibilante. Velenosa. Chiudo gli occhi per scacciare il disgusto. Sto per entrare quando la voce di Minako mi blocca. Mi volto verso di lei e con piacere scopro che al suo fianco c’è Kunzite, Luna ed Artemis. Un po’ più indietro Endymion. Per un attimo incrocio il suo sguardo, ma è solo un attimo. Mi sento a disagio a dover fissare a lungo i suoi occhi scuri, un tempo capaci di leggere la mia anima. Fisso i nuovi venuti. Alla fine mi decido a parlare.

- Entriamo? –

- Cosa aspettiamo? –

Ed eccoci dentro al centro. Io e Minako intanto ci siamo trasformate. Endymion e Kunzite hanno indossato le armature del Gold Kingdom. Mantengo la concentrazione. Nessuno di noi parla. È strano non incontrare nessuno mentre ci addentriamo all’interno del centro. Improvvisamente vedo spuntare delle gambe da dietro un bancone.

- Guardate! –

Non do il tempo ai miei compagni di realizzare cosa sta accadendo che già sono sul proprietario delle gambe. È una donna anziana. Svenuta. Ciò che più mi spaventa è constatare che è completamente priva di energia. Cosa vuol dire ciò? Poggio le mani sulla fronte della vecchia. Mi concentro ed inizio a far fluire parte della mia energia in lei. Lentamente si sta riprendendo. Nel momento in cui apre gli occhi le sorrido.

- Va meglio adesso? –

La donna annuisce confusa. Credo che sia shockata nel ritrovarsi davanti gli occhi degli individui vestiti come me ed i miei compagni. Se mi trovassi al posto dell’anziana anche io sarei sorpresa.

- Cosa è accaduto? Parli. –

La voce di Endymion fa sussultare la donna. Mi volto verso il Principe Terrestre e lo fisso in modo truce. Come pensa di poter aiutare la donna se lui stesso la terrorizza?

- Se la sente di parlare? –

La donna fa di no con la testa. È troppo provata per capire effettivamente cosa le è accaduto. L’aiuto ad alzarsi. Barcolla un po’, la faccio poggiare a me, quando mi accorgo che può reggersi sulle gambe la lascio. Dico a Luna ed Artemis di accompagnare fuori la donna, questa guarda i due gatti come se fossero dei mostri. Luna miagola alla donna così da tranquillizzarla. Intanto si sono allontanati.

Durante il nostro percorso abbiamo incontrato altra gente nelle stesse condizioni dell’anziana trovata per prima. Nessuno di loro ha avuto la forza per parlare. Tutti sono fuggiti via terrorizzati.

- Se il Principe evitasse di terrorizzare così la gente che soccorriamo, forse, potremmo scoprire cosa sta accadendo qui dentro. –

All’ennesima aggressione di Endymion nei confronti di una vittima di Nemesi non resisto e sbotto. Di contro il diretto interessato non si degna di rispondermi. Continua la sua marcia silenziosa lasciandomi indietro. Non sopporto essere così deliberatamente ignorata. Vorrei tanto chiarire con lui ma al momento non è possibile. Stiamo per affrontare Nemesi e voglio mantenere la calma.

Ed ecco che senza farsi attendere oltre una sfera di energia negativa si scaglia contro di noi. Saltiamo contemporaneamente e ci andiamo a disporre ai vertici di un quadrato virtuale, con al centro la voragine causata dal colpo. Ci guardiamo attorno aspettando l’entrata di Nemesi, ed ecco che non si fa attendere oltre. Si materializza ai nostri occhi. Per un attimo rabbrividisco non appena noto la sua spada. Nera come l’oscurità. Lei sorride compiaciuta. Ama queste entrate in scena. Senza attendere oltre inizia ad attaccarci. Altre sfere di energie dirette verso me ed i miei compagni. Cerchiamo di schivarli. Minako più di una volta ha cercato di colpirla con il Crescent Beam ma ogni volta il suo colpo è stato assorbito dalla sfera energetica. Ormai siamo allo stremo.

- Usagi, ti spiacerebbe spiegarmi, per la milionesima volta il perché Setsuna non sia qui con noi adesso? –

Nella voce di Minako leggo tanta stanchezza. Cerca di sdrammatizzare ma lo vedo benissimo che è molto preoccupata. Inizia a stancarsi. Lo stesso accade a me, credo di aver utilizzato troppa energia per rimettere in sesto le persone cadute vittima di Nemesi.

- Mina, in questo momento Setsuna sta cercando di individuare il quartier generale di Nemesi. In ogni modo lei è anche la guardiana delle Porte Spazio Temporali, non può lasciarle incustodite. Adesso hai capito? –

Nel completare la spiegazione sono costretta ad evitare l’ennesimo colpo di Nemesi. Ormai non resisto più. Un attimo. No. Non può essere. Non può essere così folle. Mi guardo intorno per poterla individuare. È dietro la colonna che è posta alle spalle di Nemesi. Rei sei impazzita? Perché non mi hai ascoltato? Sono distratta e Nemesi ne approfitta per attaccarmi. Il colpo sta per arrivare alzo la mano a formare lo scudo ma so che è troppo tardi, sicuramente mi colpirà. Ed invece… Endymion. Ha deviato il colpo spezzando in due la sfera con la sua spada.

- Maledetto Principe. Sempre in mezzo. –

Intanto guardo Endymion e vorrei tanto correre ad abbracciarlo, invece mi limito ad osservarlo da lontano. Dovrò fare luce su ciò il prima possibile. Non posso stare ancora per molto a crogiolarmi in mille perché. Io devo sapere se lui ricorda o meno. Adesso però devo lottare. Non posso chiedergli nulla.

- Demone del male fermati. Rin, pyoo, too, sha, kai, jin, retsu, zai, zen! Akuryoo Taisan! –

Rei. Per un attimo avevo dimenticato la sua presenza. Cosa ha intenzione di fare? È impazzita. Vuole affrontare Nemesi a viso aperto. Cosa? Sta caricando la sua pergamena. È impazzita.

- Rei fermati. Scappa. –

Troppo tardi. Nemesi l’ha vista e sta scaricando la sua sfera di energia.

- Deep submerge!

Dalla mia mano è partito il colpo più potente di Sailor Neptuno. Una potente sfera di energia che contiene al suo interno il potere di un intero oceano in tempesta. Ancora mi devo abituare ad utilizzare i poteri delle Senshi. Intanto il colpo ha neutralizzato la sfera di energia, Rei così ha avuto il tempo di caricare la pergamena e scaricarla contro Nemesi. La donna ride non appena è colpita. Si avvicina a Rei con passo minaccioso. Non posso restare qui. Corro verso di lei che intanto è rimasta pietrificata a causa dello stupore. Nemesi sta per caricare un altro colpo ma è attaccata dall’intervento di Deimos e Phobos. Li scaccia lontano con un colpo di spada. I corvi per fortuna sembrano stare bene.

- Sailor Moon vuoi dirmi che lei è… -

Annuisco verso Minako che non ha il coraggio di terminare la frase. Nei suoi occhi leggo la stessa gioia di pochi giorni fa. Ha riconosciuto i due corvi della guerriera di Marte.

Io intanto mi sono avvicinata a Nemesi. Adesso il mio nemico mi sta di fronte. Siamo faccia a faccia. Carica il colpo che si infrange contro lo scudo invisibile. Dietro di me Rei che continua a non parlare. Sono stanca di questa sua inattività.

- Rei hai l’amuleto che ti ho regalato oggi pomeriggio? –

- Tu sei… -

Non le lascio il tempo di concludere la frase perché un altro colpo di Nemesi di fa piegare sulle ginocchia a causa della sua potenza.

- Sì Rei, sono Usagi. Adesso ascoltami prendi l’amuleto ed aprilo. All’interno troverai una pietra. Stringila e pensa al fuoco sacro. –

Esegue i miei comandi. Nel momento in cui si trova in mano il rubino la sento sussultare. In ogni modo non ha esitazioni. Stringe il rubino e si concentra. Non so quanto ci vorrà, mi auguro poco. Io inizio a cedere. Minako si para al mio fianco. Lo stesso fanno Kunzite ed Endymion. Riesco a sentire il potere del Gold Cristal, sta cercando di trasmettermi un po’ della sua energia. Con Rei mi allontano, devo recuperare un po’ di energia.

Siamo al riparo dalla guerra. Rei ancora non ricorda nulla ed allora decido. Mi avvicino a lei. Poggio le mie mani sulle sue. Le trasmetto un po’ della mia energia, ed ecco che lei inizia a reagire. Lo spirito di Mars, lo sento. È qui. Attorno a lei un’aurea rossa. Calda come il fuoco. Sorrido. Sta tornando. Deimos e Phobos sono qui accanto a noi. Anche loro aspettano il momento. Sono impazienti come me. Di scatto, senza preavviso spalanca gli occhi. Riconosco quello sguardo. È pronta alla guerra. Mi guarda e si butta tra le mie braccia. Mi stringe forte. Una lacrima. Una sola lacrima. L’asciuga velocemente. Lei è Mars e non può farsi vedere debole. Le sorrido. Non ci diciamo nulla. Adesso dobbiamo lottare. Si alza. Impugna nella mano destra il suo rubino alza il braccio ed urla con tutto il fiato che ha in gola la formula per diventare Sailor Mars.

- Mars power, make up! –

Eccola circondata dal fuoco. Il fuoco che ricorda la forza, la passione, il calore. Ed ecco perché la sua pietra è il rubino. Il suo rosso vivo richiama alla mente la forza della natura, la passione dei grandi amori, il calore del fuoco. Il fuoco. Il suo elemento. La circonda ma non la scotta. Danza attorno a lei. Le avvolge il corpo in una danza sensuale alla fine della quale ci ritroviamo al cospetto di Sailor Mars, la Guardiana del Fuoco. Il suo sailor fuku, superfluo dirlo è rosso come la lava che sgorga dalle bocche vulcaniche, lo stesso vale per il collarino, i guanti ed il fiocco che spicca al centro del suo seno. Ai piedi, scarpe di classe con un tacco a spillo decisamente alto, ma le donano l’aspetto regale che l’ha sempre caratterizzata. I capelli corvini sono esaltati dal bianco del suo body. Ai lobi orecchini a forma di stella. Un mio dono personale. Il rubino vermiglio brilla sul suo diadema.

- Vedo che adesso sei anche tu una Senshi. –

- Certo non potevo abbandonarvi. Sono la vostra Principessa. In ogni modo, senza di me, voi sareste perse. –

Ci becchiamo come eravamo solite fare mille anni fa. Ed intanto ridiamo e corriamo verso il centro della battaglia. Ed eccoci arrivate.

- Fire soul!

Un potente getto di fuoco parte delle dita congiunte di Mars e colpisce alle spalle Nemesi con la spada alzata pronta a colpire Kunzite. Nemesi si volta verso di noi. Poi ghigna nel suo modo orripilante.

- Principessa noto che avete trovato un’altra vostra guerriera. Bene. Sono molto contenta per voi. Adesso però io devo andare mi sono stancata di giocare con voi ci incontreremo ancora. A presto. –

Così dicendo si smaterializza davanti i nostri occhi. Impreco a bassa voce per questa fuga. Volevo affrontarla personalmente. Dannata! Ma intanto, io e Mars, siamo investite da un uragano che è stato chiamato Sailor Venus. Minako abbraccia ora me ora Rei e ride con la sua risata cristallina. Kunzite la guarda estasiato mentre Endymion resta serio. Mi correggo il suo viso è serio, i suoi occhi ridono. Per un attimo dimentico tutto, dimentico anche il fatto che lui non si ricordi di me. Sono felice perché ho rivisto l’Endymion che amavo mille anni fa. Apparentemente freddo e controllato, ma con un gran cuore. Ci rialziamo da terra. Fisso Rei e poi Minako. Adesso che anche Mars è sveglia sono un po’ più tranquilla.

Ed eccomi qua gente. Resto sconcertata, continuo a mantenere il ritmo di aggiornamento che mi ero prefissata, ne sono felice. Altro capitolo dove accade molto, ma non accade nulla per districare il mistero che aleggia attorno ai ricordi di Usagi, qualcuno ha capito chi si nasconde dietro a tutto, qualcun altro ha capito anche perché lo ha fatto; ma non aggiungo nulla. La formula che pronuncia Rei per caricare la pergamena è la formula originale utilizzata nel manga, nella traduzione italiana diventava: "Mistica pergamena caricati della potenza del fuoco e sprigiona la tua potente energia. Pergamena azione!" Ed ancora, vorrei solo precisare due cosine:

a) nel capitolo 5 ho messo tutta la formula di presentazione di Sailor Moon (Sono la paladina della legge… e tutto il resto), mi scuso se a qualcuno ha dato fastidio leggere tutta la formula, ma secondo me questa stessa presentazione fa parte di Sailor Moon, è parte di Usagi e non inserirla sarebbe uno smacco nei suoi confronti (e poi a me piaceva inserirla, quindi l’autrice sono io e dovrete sopportare queste mie fissazioni!);

b) La mia one-shot “No sense” ho notato che ha riscosso molto successo, ne sono felice. Volevo solo spiegarvi il perché del titolo: per me questa fanfic non ha senso perché è nata in un momento per me particolar. Un momento in cui molte cose non hanno senso. Soprattutto è nata senza senso. Inizialmente dovevo scrivere la morte di una Senshi qualsiasi solo che alla fine, mentre scrivevo si è creata questa fanfic, si è plasmata da sé. Ecco perché per me resta un “No sense” è nata per essere qualcosa di diverso da ciò che volevo, ecco perché non le cambierò il nome. Non so se sono riuscita a spiegarmi.

RINGRAZIAMENTI

- DOLCEBUNNY: sono felice di scoprire che tu sia una certezza tra le lettrici di questa fanfic. Grazie di cuore. Per quel che riguarda il mistero che aleggia attorno ai ricordi delle guerriere dovrai aspettare un altro capitolo, forse due, ancora non so quanto sarà lungo il prossimo. Per l’amore ti do un’anticipazione: svelando il mistero dei ricordi, troveremo l’amore; grazie per ciò che tu hai scritto riguardo “No sense” sapere che ti piaccia il mio modo di scrivere per me è importante. Vuol dire che riesco a trasmettere sentimenti a chi legge.

- USAGI_84: secondo te è stata Nemesi? Scusa e cosa ci avrebbe guadagnato nel descrivere Serenyti come un’eroina? Credo un bel nulla. Hai presente il detto “allevare una serpe in seno”? Applicalo a questa fanfic e poi mi dirai; con “No sense” vorrei far capire come è possibile stare bene anche attraverso dei piccoli gesti.

- PRINCESSANGEL: se il ricordo di Luna ed Artemis sia vero o meno non posso ancora dirtelo però posso dirti che all’appello mancano ancora altre cinque guerriere e tre generali, quindi ancora può accadere di tutto! per l’attesa non credo di essermi fatta desiderare, ho aggiornato con un giorno di anticipo rispetto la data che avevo dato e ti assicuro che per gli impegni dell’ultimo periodo è un record aggiornare almeno ogni otto giorni! Per “No sense” spero che tu abbia capito il perché del titolo.

- SAILORMOON81: mi spiace ma non posso svelarti nulla. Sappi che sino al prossimo capitolo la confusione regnerà sovrana. Mi scuso per l’errore riguardo il nome di Phobos, sai è automatico scrivere così come si pronuncia; Per quel che riguarda “No sense” ti ringrazio per i complimenti, non credevo di avere tanto successo con questa fanfic nata in un momento di follia.

- MIKI90: ma perché devono sbagliare Luna e Minako? non può essersi sbagliata Usagi? Lo scopriremo nei prossimi capitoli. Per quel che riguarda “No sense” ti ringrazio per il complimento.

- STREGA_MOGANA: perdonami ma sono sempre dell’idea che ci vorranno 5 o 6 capitoli per avere un capitolo dove i protagonisti indiscussi sono Mamoru ed Usagi. Per quello che riguarda le coppie, mi trovi in pieno accordo, anche dal mio punto di vista Kunzite e Minako sono la coppia perfetta, dopo i nostri due eroi sia chiaro. Sono talmente diversi da completarsi a vicenda. Ma che mi dici dell’entrata in scena di Mars? Ti è piaciuta? Per quel che riguarda “No sense” addirittura due commenti? Per il titolo mi spiace ma non lo cambio. Per me resterà questo perché in questo momento la mia vita non ha senso ed aspetto che arrivi qualcuno a tirarmi fuori dai guai (a dire il vero lui c’è solo che non sa come aiutarmi!);

- KIRBY: chissà perché hai pensato a Chronos, non è che per caso ti stai facendo influenzare dalla tua fanfic? Per le guerriere come hai potuto vedere ecco che è comparsa Mars. Ne mancano ancora cinque. Come avrai letto non cambierò il titolo a “No sense”, e credimi ancora non capisco il perché del successo di questa fanfic.

Un ringraziamento particolare va secondo il modo in cui hanno commentato “No sense” a:

MILE;

CRAZIGIRL_93;

MIKAYLA;

HATORI.

Spero di poter leggere un vostro commento anche riguardo la fanfic “Sailor Moon”.

Adesso vi saluto e vi dico che il prossimo aggiornamento, salvo imprevisti, sarà il 22 aprile. Grazie di cuore a tutti, anche solo a chi legge.

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Capitolo 8
*** Capitolo VIII ***


Nuova pagina 1

Capitolo VIII

- Bene io vado. Alla prossima guerriere sailor. Principessa Serenity. –

Ed eccolo, un breve inchino in mia direzione, poi si volta per andare. Osservo le sue spalle allontanarsi, e noto che grazie all’armatura sembrano più grandi. Vorrei fermarlo. Chiedergli se davvero lui non ricordi nulla di ciò che è accaduto mille anni fa. Se davvero ha cancellato il nostro amore. Vorrei chiamarlo, ma la voce non esce.

- Principe perché non venite a casa mia e della Principessa? In fondo, se davvero dobbiamo lottare insieme contro Nemesi, è giusto conoscersi anche al di fuori delle“occasioni ufficiali”. –

Mi volto verso Minako e la guardo. L’espressione gioiosa di poco prima ha lasciato il posto a quella seria, da leader delle Senshi, anche se i suoi occhi stanno ridendo. Adesso dovrebbe essere il mio turno. Dovrei invitare anche io il“Principe”a casa nostra. Mi suona davvero strano. Tutto è strano. Io che devo usare tutta questa forma con Endymion, come se fossimo degli estranei.

- Sailor Venus ha perfettamente ragione. Principe Endymion, Kunzite, sarei davvero onorata di avervi ospiti a casa mia. Vorrei chiedervi solo se è possibile abbandonare tutte queste formalità e parlare come ragazzi normali. Per voi non è un problema, o sbaglio? –

Per la prima volta ho il coraggio di parlare guardando Endymion direttamente negli occhi. Mi sembra di annegare nei suoi occhi così scuri e così profondi.

- Cosa c’è? Perché mi guardi così intensamente? Non scappo mica! –

- Non lo so. Ho paura. Paura che un giorno non mi sia più concesso di annegare nella dolcezza dei tuoi occhi. –

- Principessa per te ci sarò sempre. –

- Sailor Moon… Sailor Moon mi stai ascoltando? –

La voce di Sailor Mars mi strappa ai ricordi del mio tempo. Alla promessa del mio Principe. Perché non hai mantenuto la parola? Perché mi hai dimenticata?

- Dicevi Mars? –

La Guerriera del Fuoco mi osserva per qualche istante. Io ostento un sorriso sereno. Mentre il sole è del tutto tramontato e noi siamo ancora fermi davanti al grande centro commerciale ed i primi curiosi, certamente, staranno per arrivare da un momento all’altro.

- In questi mille anni sei diventata molto più distratta. In passato quando ti parlavamo almeno ci prestavi la degna attenzione. –

Ed ecco il solito cipiglio di Rei. Se non la conoscessi direi che il suo è un modo per provocarmi, ma in realtà so perché lo fa. Lei è sempre stata così, iperprotettiva nei miei confronti, solo che invece di proteggermi come fanno i comuni mortali, lei si comporta diversamente. Mi stuzzica per strapparmi dai miei pensieri e per incitarmi ad affrontarli. Lo ammetto, le sue sono terapie d’urto alquanto discutibili. Ed intanto io continuo il suo gioco, almeno per non deluderla.

- Bada a come parli. Rimango sempre la tua Principessa. –

Sorride. Lo fa ogni volta che mi vede serena. Assume nuovamente la sua aria da essere superiore e si volta di scatto lasciando volteggiare la massa scura dei suoi capelli.

- Come mi sono mancate le vostre scaramucce. È un piacere riavervi insieme. Adesso però muoviamoci a sciogliere queste trasformazioni ed andiamo via da qui. –

Minako con un tocco scioglie la mia trasformazione e quella di Rei, dopo fa lo stesso con la sua. Sorridente stretta al braccio di Kunzite avanza verso casa. Il sorriso sulle labbra. Mi volto verso Rei e fisso la sua espressione seria. Mi affianco a lei e rispondo alla sua muta richiesta.

- Non so dove sia. Finora si è fatto vivo solo Kunzite. –

Le sorrido per confortarla, so cosa sta provando. In un certo senso anche io ci sono passata. Fisso ancora una volta le spalle di Endymion ed adesso ne sono certa. Quello che ho incontrato un paio di giorni fa al locale di Motoki era proprio lui. Il vento mi fa rabbrividire, stringo il mio giubbotto. Rei mi guarda ed alla fine risponde.

- Sai che non mi piace quando mi leggi nella mente. –

Scuoto la testa ed abbraccio la mia amica. La stringo forte ed inizio a ridere divertita.

- Guarda che si legge in faccia che stai pensando a Jadeite. –

Sbuffa e volta la testa dal lato opposto al mio. La conosco, in questo momento si sta chiedendo dove possa essere il suo amore. Io credo di sapere a chi rivolgere questa domanda, ma ancora è presto per dare voce ai miei pensieri. Intanto, guardo con il sorriso sulle labbra Minako e Kunzite, camminano fianco a fianco. Non si tengono per mano, no. Loro non lo hanno mai fatto, sono stati sempre i più intraprendenti, anche i più focosi, se vogliamo, ma non sono mai stati plateali nei loro atteggiamenti, almeno in pubblico. Minako si volta in nostra direzione e sussurra qualcosa all’orecchio di Kunzite che risponde carezzandole una guancia, quindi si ferma ed attende che noi la raggiungiamo.

- Non ditemi che voi due state ancora litigando? A volte sembrate due bambine quanto siete infantili. –

Ride sotto i baffi. Io e Rei ci guardiamo in viso e poi è un attimo. Entrambe la spingiamo in avanti e ridiamo. Non siamo bambine solo che ci piace punzecchiarci. Per un po’ camminiamo ridendo e scherzando, raccontandoci cosa facciamo nella vita “normale”.

- Comunque Usagi complimenti per le tue capacità artistiche. Sai che quando mi hai detto che tua madre era una sacerdotessa ti ho creduta. –

- Mia madre è davvero una sacerdotessa, e forse anche la somma Rei la conosce. Hai mai sentito parlare di Ikuko Akaiyshimoto? Lei è mia madre. –

Adesso sono io a ridere. Rei mi guarda a bocca aperta. Sbatte ripetutamente le ciglia, sembra che voglia riprendersi da un sogno. Intanto Minako cerca di consolare la povera Rei dandole una serie di pacche sulla schiena. Mentre la povera sacerdotessa sembra essere in preda a crisi isteriche ridendo come una pazza.

Un attimo. Kunzite ed Endymion camminano avanti con passo certo, come se sapessero dove dobbiamo andare. Un dubbio si insinua nella mia mente. Conosco solo un modo per sviarlo.

- Mina, oggi cosa hai fatto con Kunzite? –

La mia amica sussulta non appena finisco di formulare la mia domanda, si gira verso di me e ride imbarazzata. Ho fatto centro.

- Oggi… io e Kunzite… bhè oggi… Kunzite era tempo… e così… ma poi abbiamo pensato… ed alla-fine-siamo-andati-a-casa-nostra. –

Ecco per l’appunto. Ecco perché il bel generale conosce la strada così bene. Il tragitto è ancora stampato in mente. Osservo i due uomini davanti a me, e solo adesso osservo che Kunzite ride nervoso, passandosi una mano dietro la nuca tra i lunghi capelli argentei; Endymion scuote il capo demoralizzato e si copre gli occhi con la mano destra. Anche lui deve essere stato messo al corrente del mattino romantico che il suo miglior generale ha trascorso con la leader delle Inner Senshi.

Lascio un’imbarazzatissima Minako alle sue giustificazioni e mi dirigo verso i due ragazzi. In realtà, non ho idea di quale sia la forza che mi spinge verso l’uomo che amo. Forse è dovuto alla forza che sento dentro di me, forza dovuta all’aver ritrovato un’altra mia compagna, o semplicemente è dovuto all’allegria che in questo momento accompagna il nostro gruppo. Ed eccomi qui, alle loro spalle ad aspettare il momento più opportuno per intavolare una conversazione. Ma Endymion mi precede.

- Principessa. Non ci eravamo accorti della vostra presenza. Volevate chiederci qualcosa? –

Adesso sono io quella imbarazzata. Mi sono diretta verso di loro ma non sapendo bene neanche io il perché. Arrossisco lievemente e dico la prima cosa che mi passa per la mente.

- Il mio nome adesso è Usagi Tsukino. Se non sbaglio avevamo detto di smetterla con questi formalismi. O sbaglio? Anche tu Principe avrai un’identità diversa, o no? –

Perfetto Usagi. Il primo scoglio è stato superato. E non hai fatto neanche delle gaffe. Sei stata grande. Intanto Endymion si ferma davanti a me e mi fissa negli occhi. Arrossisco ancora di più quando prende la mia mano e fa un baciamano degno di un principe. Ops! Ma lui è un principe.

- Mamoru Chiba per servirti coniglietto. – (*)

Nella sua voce sento una vena ironica. Intanto io mi riprendo dal mio stato di estasi dovuto al contatto con la sua mano, così grande e così calda. La parola“coniglietto”mi sveglia da questo sonno ad occhi aperti. Improvvisamente mi ritrovo qui sulla Terra con gli occhi iniettati di sangue a causa della rabbia per questo stupido soprannome che mi porto sin da piccola. Ritraggo la mano indignata e cammino senza degnare i due uomini di una parola. Per un attimo ero tornata indietro di mille anni. La sua grazia e la sua eleganza nell’eseguire il baciamano. Il cuore ancora batte all’impazzata, mentre le guance solo adesso stanno iniziando a raffreddarsi. Cammino avanti a tutti, e per una volta sola, la mia testa è completamente vuota. Improvvisamente sento una presenza alla mia sinistra e mi volto riconoscendo il volto del moro, che ho capito solo adesso, che deve essere una copia mal riuscita del mio principe Endymion.

- Scusa. Non volevo sembrarti indisponente. -

La sua voce è bassa e calma. Guarda in mia direzione ed io allora mi decido ad incrociare il suo sguardo. La mia espressione è ancora seria, ma appena mi perdo nell’immensità dei suoi occhi sulle mia labbra si largo un sorriso.

- Anche io ho esagerato. Solo che non è facile crescere e convivere per tanti anni con un soprannome simile. Mi ritrovo ad odiare la leggenda del coniglio lunare proprio perché il significato del mio nome è Coniglio della Luna. La vita a volte è strana. –

Parlando fisso il mio sguardo verso l’infinito. Dritto davanti a me. Camminiamo uno di fianco all’altro. La vicinanza del suo corpo mi rende felice. Poterlo avere accanto dopo averlo visto morire. È una sofferenza inspiegabile quella che ho provato mille anni fa, è la stessa sofferenza che ho provato al mio risveglio. Un’altra folata di vento gelido mi costringe a stringermi nel mio giubbotto, ma in cuor mio so che non è il vento gelido. No. Sono i ricordi a farmi male.

- Hai freddo? –

La sua voce mi strappa ai miei pensieri. Lo guardo come se la sua voce arrivasse da lontano. Sorrido imbarazzata e faccio di no con la testa. Intanto siamo arrivati davanti a casa nostra. Resto immobile non appena riconosco la figura che aspetta davanti il portone chiuso.

- Setsuna. –

Lasciando Mamoru indietro inizio a correre verso di lei. Non so perché ma ho l’impressione che riceverò solo brutte notizie.

- Setsuna non mi aspettavo di vederti così presto. –

Intanto gli altri ci hanno raggiunti ed li faccio accomodare. In men che non si dica il salotto è stracolmo. Rei e Setsuna si fissano.

- Rei ti presento Setsuna. Sailor Pluto, la Guardiana delle Porte Spazio Temporali. Setsuna lei è Rei, ovvero Sailor Mars, la Guardiana del Fuoco Sacro. –

Per un attimo sento come una sorta di scarica elettrica pervadere l’aria. Poggio una mano sulla spalla di Rei e cerco di farla tranquillizzare. Anche Minako cerca di fare lo stesso sorridendo alla Guerriera del Fuoco. Setsuna intanto si siede comodamente sul divano mentre Kunzite ed Endymion guardano la scena un po’ perplessi. Forse non ricordano il carattere battagliero di Mars. Alla fine anche le altre due guerriere prendono posto mentre io resto in piedi al centro del salone.

- Credo che sia meglio fare un po’ di chiarezza. Lei è Rei Hino, Sailor Mars. Lei è Minako Aino, Sailor Venus. Entrambe sono Inner Senshi. Seduta sulla poltrona abbiamo Setsuna Meiou, Sailor Pluto, una delle Outer Senshi. Io sono Usagi Tsukino, reincarnazione, se così possiamo dire, della Principessa Serenity, ed attualmente sono Sailor Moon. Adesso Mamoru forse tu dovresti fare lo stesso. –

Mi guarda in viso, sembra quasi che mi stia per dire che sono pazza, ma lo supplico a mani giunte di fare lo stesso. Alla fine mi accontenta. Allora ancora ho un certo ascendente su di lui.

- Il mio nome è Mamoru Chiba, e sono la reincarnazione del Principe Endymion. Lui è Kunzite Hityusni, uno dei miei generali ai tempi del Gold Kingdom. –

Mamoru si risiede al suo posto e continua fissarmi come se fossi impazzita. Gli faccio cenno di stare calmo, poi riprendo a parlare.

- Rei ascoltami. Adesso non posso spiegarti bene ma sappi che quello che ho detto riguardo Setsuna è vero. Per essere sincera esistono altre tre Outer Senshi, ma te ne parlerò successivamente. Adesso ascoltiamo ciò che ha da dirci Setsuna e poi potrai pormi tutte le domande che stanno frullando nella tua mente. –

- Ma Usagi… -

Guardo Rei in modo serio. Non ammetto repliche. Non voglio che Rei inizi adesso a fare domande. Devo sapere cosa ci sta sotto, soprattutto voglio sapere se chi so io è coinvolto o meno. Adesso non c’è tempo per le domande di Rei, ma risponderò a tutti i suoi quesiti. Poi faccio cenno a Setsuna di parlare. La guerriera di Plutone si alza e con voce calma parla.

- Purtroppo non sono riuscita ad individuare dove si nasconde Nemesi. Non è in nessuna dimensione in cui il tempo scorre. Ho parlato anche con il Sommo Chronos e neanche lui è a conoscenza del luogo in cui si nasconde. Però posso dirvi che Nemesi in questo momento è debole. I suoi poteri non si sono risvegliati del tutto. Avrà bisogno di tempo soprattutto avrà bisogno di energia per risvegliarli. Energia degli esseri umani. –

A questo punto Setsuna si blocca aspettandosi le nostre domande. Fisso uno ad uno i volti dei presenti. Leggo espressioni diverse. Incredulità. Sospetto. Preoccupazione. Il volto di Mamoru è inespressivo. Io intanto poggiata allo stipite della porta inizio a parlare.

- Nulla di nuovo a quanto pare. Chronos non ti ha detto nulla a quanto pare. Siamo ancora una volta al punto di partenza. –

Minako, Rei e Kunzite mi fissano allibiti. Faccio per parlare per spiegare il perché della mia tranquillità ma Mamoru mi anticipa.

- Non fate quelle facce. Secondo voi perché Nemesi oggi ha attaccato quel centro commerciale? E poi perché non ci ha attaccati quando ne aveva l’opportunità? Stava risparmiando le sue energie. –

Seduto sul divano. Gambe accavallate. Braccia incrociate al petto. Voce bassa ma sicura. I suoi occhi sono fissi nei miei. Vorrei distogliere lo sguardo ma non riesco. Voglio perdermi in quell’oceano di tranquillità. Un tempo di amore. Luna seduta sulle gambe di Rei inizia a parlare.

- Allora siamo di nuovo ad un punto di partenza. Cosa possiamo fare? –

Minako sospira rumorosamente. Rei fissa la sua tazza di the. Setsuna guarda fuori dalla finestra. Mamoru mi fissa, come se lui sapesse che sto nascondendo qualcosa. Alla fine è Kunzite che rompe il silenzio tanto imbarazzante che si è venuto a creare.

- E dei miei compagni hai saputo qualcosa? –

Nella sua voce tanta amarezza. Per lui deve essere difficile essere il solo ad essersi risvegliato. Minako non lo guarda ma riesco benissimo a percepire la confusione che la sta animando. Rei è immersa nel suo proverbiale silenzio, ma a questa domanda il suo cuore ha fatto una capriola. Istintivamente mi avvicino a lei e mi siedo sul bracciolo della poltrona. Con un braccio le circondo le spalle, la mano posta sulla sua spalla viene stretta dalla sua mano. Intanto Setsuna ha ripreso a parlare.

- Mi spiace ma Chronos non sa nulla. –

In animo mio rido. Lui non sa nulla. Ma devo crederci davvero?

- Come è possibile. È stato lui a risvegliarmi dal mio sonno. –

Come pensavo. Lui sa ma non vuole parlare. Allora è necessaria una visita. Intanto Mamoru continua a guardarmi. Inizio a sentirmi a disagio. È come se mi stesse leggendo dentro. Stavolta non resisto ed abbasso lo sguardo.

- Io non so che risponderti, mi spiace. –

Una certa tensione si sta facendo strada. Inizio a percepire un certo imbarazzo da parte di Setsuna, strano lei generalmente è sempre molto calma. Che stia mentendo? No. È impossibile. Lei non può mentire. Una guerriera sailor non può mentire.

- E chi mi assicura che tu non stia mentendo? –

Mamoru dà voce ai miei pensieri. Lo guardo furiosa. Come osa mettere in dubbio la parola di una mia guerriera? Setsuna intanto resta immobile seduta al suo posto. Il suo animo è tranquillo. Sereno. L’imbarazzo adesso è scomparso. Mi fissa riconoscente. Lo Ginzuishou la deve aver calmata. Intanto fisso il principe della Terra. Dopo aver contato sino a dieci riprendo a parlare. La mia voce è bassa e leggermente stridula. È sempre così ogni volta che mi fanno innervosire.

- Principe Endymion non vi sembra di esagerare. Adesso state dando della bugiarda ad una mia guerriera. È inammissibile. Mi spiace ma non ve lo permetto. –

Lo guardo e lo sfido. "Non ho paura di te. Adesso vediamo se sei ancora così sicuro. Se poco fa ho abbassato lo sguardo l’ho fatto solo per imbarazzo. Solo perché i ricordi si stavano facendo strada in me, non per altro." Intanto lui tace ed espande il potere del Gold Crystal. Mi sta apertamente sfidando. Minako e Rei mi fissano preoccupate. Kunzite intanto poggia una mano sul polso di Mamoru. Immediatamente il suo potere si placa.

- Mi spiace Principessa, non volevo accusare una delle sue guerriere. Il mio era solo un ragionamento. Adesso si è fatto tardi, è meglio che vada. –

Così dicendo si alza e si dirige verso la porta prendendo il suo cappotto ed indossandolo. Io resto ferma al mio posto. I pugni serrati. Sta andando via. Nella sua voce c’era molta ironia. Come mai siamo arrivati a tal punto? Anche Kunzite segue l'esempio del suo principe. Minako resta al suo posto, lo guarda allontanarsi. Con la testa le faccio cenno di seguirlo, almeno lei si tenga stretto l’uomo che ama. In un batter d’occhio è sulla porta. Sento la sua voce e quella di Kunzite. Si allontanano, sicuramente staranno litigando. Ognuno prenderà le difese del proprio sovrano.

Dopo un po’ anche Setsuna va via. Minako è rientrata dicendo che sta uscendo con Kunzite. Gli occhi arrossati non annunciano nulla di buono. Quei due testoni non possono litigare proprio adesso che si sono ritrovati. Rei è qui davanti a me. Da quando è entrata non ha aperto bocca. Mi siedo accanto a lei e le tolgo la tazza, ormai fredda, dalle mani. Scosto una ciocca di capelli che le ricade sugli occhi, e le parlo.

- Vuoi restare qui per stanotte? –

La mia voce è quasi materna. L’abbraccio forte mentre le lacrime hanno libero sfogo sul suo viso. Dopo un po’ le asciugo e riprendo a parlare.

- Ascoltami Rei, noi li ritroveremo. Devi avere fiducia però. –

- Usagi ho tanta paura. –

Stavolta trattiene le lacrime. Per Rei tutto ciò è difficile da sostenere. Sembra una ragazza forte e decisa. Lo è per carità, ma è anche molto fragile e introversa. Difficilmente lascia trasparire i propri sentimenti. Lo faceva solo con me e con Jadeite, ed adesso che lui non c’è lei si sente persa. Dopo un po’ si alza e si dirige verso la porta. Io la seguo.

- Adesso è meglio che vada altrimenti mio nonno si preoccuperà. Grazie di tutto Usagi. –

Mi stringe forte e poi esce. Ed eccomi sola in questa casa. Artemis si para davanti a me. Lo guardo e sospiro. Ancora non è finita questa giornata.

- Usagi tu non ne sai nulla? –

La sua voce è indagatrice. Artemis è sempre stato molto sveglio, è sempre stato il primo ad accorgersi dei trucchi. Il primo ad arrivare alla conclusione dei casi più difficili.

- Non so Artemis. Credo che andrò a fare una visita a Chronos stasera stessa. –

- Ma non puoi. Lo sai che è severamente vietato varcare le Porte Spazio Temporali. –

Luna. Lei è sempre stata un po’ materna nei miei confronti. La faccio salire tra le mie braccia ed inizio ad accarezzarle il pelo, proprio dietro le orecchie. Si delizia delle mie coccole. Ed intanto io riprendo a parlare.

- Lo so Luna ma non posso fare altrimenti. –

Dentro di me ho la certezza che scoprirò i diversi misteri di questa storia proprio andando a parlare con chi ha dato inizio a tutto ciò. Lascio la micia per terra.

- Adesso io vado. Quando torna Minako non ditele nulla. Raccontatele che sono uscita a fare due passi. Se per domani mattina non sarò tornata allora informatela di tutto. Anche se io credo che per stanotte sarete soli soletti in questa grande casa. Mi raccomando, comportatevi a modo. –

I due mici, se è possibile, arrossiscono sino alla punta delle orecchie a causa delle mie parole. Io intanto mi concentro e cerco di far fluire il potere dello Ginzuishou nel mio corpo. Nella mia mente inizio a delineare i tratti del viso di Chronos. Ed ecco che il potere del mio cristallo mi circonda. Quando riapro gli occhi una lieve nebbiolina mi circonda. Sono davanti le Porte Spazio Temporali. Immense. Imponenti. Per certi versi terrificanti. Pochi uomini hanno potuto varcarle. Il potere di Setsuna lo avverto. È vicino. Proprio di fronte a me. Si deve essere materializzata proprio nel momento in cui ho fatto confluire il mio spirito in questa dimensione. Non può vedermi. La coltre di nebbia che diventa sempre più fitta glielo impedisce.

- Chi osa avventurarsi sino alle Porte Spazio Temporali. Stolto, non sai che a nessuno è permesso varcarle senza il consenso di Chronos in persona? –

La sua voce è molto diversa dal solito. È più penetrante, per certi versi è più cupa. Mette i brividi, ma cosa possiamo farci è il suo ruolo di Guardiana.

- Sailor Pluto abbassa la tua chiave del tempo e la tua sfera di Granato. È la tua principessa ad ordinartelo. –

Ed ecco che la nebbia si dirada facendo apparire la mia immagine dinnanzi a Setsuna. Non sono più Usagi. Né tanto meno Sailor Moon. No. Adesso sono Serenity. Il mio abito bianco sfiora il terreno ma non lo tocca. I capelli sono lasciati liberi di ricadere sulla mia schiena, lasciata nuda dal mio abito. Il simbolo della famiglia reale della Luna brilla sulla mia fronte. Setsuna è turbata dalla mia presenza. Inizia ad avvicinarsi timorosa. Sorrido.

- Non sono Nemesi. Sono qui per parlare con Chronos. Lasciami passare per favore. –

La mia voce la fa tornare su questa dimensione. La sua espressione è nuovamente attenta. Gli occhi vigili.

- Mi spiace Principessa ma non posso. –

La sua voce è seria. Non ammette repliche. Sospiro tristemente. Faccio un passo avanti verso le porte ma la Chiave del Tempo mi blocca. A quanto pare non sarà così facile passare. Guardo Setsuna e leggo dispiacere nei suoi occhi. Le sorrido e con la mano sposto la chiave per permettermi di accedere ancora verso al porta.

- Principessa vi prego. Non costringetemi a combattere contro di voi. –

Le sorrido e continuo ad avanzare. Setsuna sospira rumorosamente, io so che è il suo dovere lottare e non me la prenderò per questo.

- Dead scream! –

Il colpo parte dalla chiave del Tempo. Una sfera nera come l’oscurità. Si avvicina velocemente. Io alzo la mano ed uno scudo invisibile mi difende. Il colpo è assorbito dalla barriera. Guardo Setsuna e la vedo sbalordita. In questa dimensione il mio potere aumenta. Poi mi volto verso le Porte Spazio Temporali. Chiudo gli occhi per raccogliere le forze. Li riapro e parlo con voce calma e sicura.

- Perit tempus. –

Lentamente le porte si aprono al mio cospetto. Setsuna lentamente si avvicina. Basita. Interdetta. Forse leggermente shockata.

- Come è… possibile. –

Le sorrido e prima di sparire dietro le porte mi volto verso di lei e parlo.

- Non adesso. Più in là saprai come è possibile. –

Le porte si richiudono alle mie spalle. I grandi Giardini Del Tempo sono rimasti gli stessi di mille anni fa. Nulla è cambiato. Le fontane. Gli animali. La luce di un sole non ben definito scalda l’aria, inebriata dai profumi dei fiori.

- Nulla è immutato perché qui il tempo non passa. –

La sua voce arriva improvvisa. Tanto ero assorta nella contemplazione della natura da non aver percepito la sua aurea. Adesso è alla mia destra. Tale e quale. La barba curata, bionda come il grano. I capelli dello stesso colore della barba. Gli occhi dello stesso azzurro di un cielo primaverile. Sorride dolcemente. Il fisico è possente. Ricordo che diverse volte da bambina quelle braccia mi cullavano e mi facevano addormentare. Lo guardo e non sorrido. Freddamente mi inchino. E con voce tagliente porgo il mio saluto a Chronos, il Dio del Tempo.

- Padre. Sono lieta di rivedervi. –

Salve gente eccomi con un altro capitolo. Mi scuso in anticipo per gli eventuali errori di ortografia e di battitura. Grazie a chi legge e chi commenta.

RINGRAZIAMENTI

- HATORI: non preoccuparti se il capitolo precedente non avevi commentato, l’importante è che la storia ti piaccia. Per Usagi e Mamoru non so che dirti, i miei neuroni, come sempre, sono restii nell’informarmi sull’evolversi della storia.

- SAILORMOON81: ti ringrazio per le correzioni, se hai riletto il capitolo ho subito corretto come mi avevi consigliato di fare. Per gli aggiornamenti puntuali… sappi che è un’impresa ardua per la sottoscritta, adesso che ho concluso l’altra fanfic, ho molto più tempo di prima e spero che impedimenti vari non mi impediscano di continuare con questa puntualità che davvero NON mi caratterizza. Per Rei non so che dire. Io ho sempre creduto, che in fondo sia l’unica a capire realmente Usagi, ed è l’unica a darle la forza per affrontare le avversità che si parano nella vita della nostra eroina. Solo un piccola richiesta: “Tempus perit” è scritto correttamente? Sai le mie conoscenze riguardo la grammatica latina, i miei ricordi sono un po’ sbiaditi, risalgono a sei anni fa, e da allora non ho più toccato la materia…

- VALEPOLIT: bentornata. Non preoccuparti se non commenti costantemente l’importante è che tutto sia di tuo gradimento. Riguardo i mille perché… aspetta ancora un capitolo e molte cose saranno chiare.

- USAGI84: cosa posso dire riguardo al tuo dubbio su Nemesi. Vuoi vedere che adesso inizierai a ricrederti? Per Rei come ho detto a Sailormoon81, sono sempre stata dell’idea che sia la sola che comprenda sino in fondo i pensieri di Usagi, vuoi perché è una sacerdotessa, o vuoi perché essendo l’opposto di Usagi è quella che più si avvicina alla nostra amica. Non so che dirti. Per “No sense” credo che si sia scatenato un putiferio, nel senso buono del termine. Io non mi sono offesa con nessuno, né sono in piena crisi depressiva, solo che ogni tanto, credo che sia normale attraversare un momento un po’ triste, ed in questo momento triste è nata questa fanfic.

- STREGA_MOGANA: chi sarà la prossima guerriera a risvegliarsi? Bella domanda, se lo sapessi, giuro che te lo direi, ma i miei neuroni non mi informano di nulla. Per Rei meno male che ti piace, ribadisco che, a mio modo di vedere, proprio perché Rei è l’opposto di Usagi è quella che la comprende più di tutti. È quella che riesce a spronarla quando lei si abbatte. Per Endymion… non è un ghiacciolo, solo che ha un’immagine da difendere, non so se mi spiego. Passiamo a “No sense”. Non mi sono assolutissimamente offesa. Anzi! Ho apprezzato le tue recensioni. Mi hanno fatto capire di essere stata capace di trasmettere quel sentimento che avevo nel cuore: la bellezza della semplicità.

- MIKI90: chissà perché sono tutti così cattivi con la nostra Usagi. Aspetta ancora un capitolo e tutto sarà chiaro, almeno lo spero…

- DOLCEBUNNY: veramente mancano cinque guerriere, Amy e Makoto, come giustamente hai detto tu, ma anche Haruka, Michiru ed Hotaru. Senza contare che mancano ancora tre generali. Jadeite, Nephrite e Zoicite… e forse, dico forse, si vedrà anche Helios (Helios ci sarà al 99.9%). Ti ricordo che non è più una rivisitazione della prima serie, è una storia mia, originale al 100% (almeno lo spero) che però sfrutta episodi del manga da inserire nella storia. Non capisco il perché dell’odio per Rei, infondo non è colpa sua se hanno inventato una storia con Mamoru nell’anime, è colpa di chi ha concepito il tutto. Per Endymion come hai notato in questo capitolo è di nuovo mister ghiacciolo, ma cosa vuoi farci. Il ragazzo è così, lunatico. Per “No sense” grazie ancora per i complimenti.

- MERWEN: indizi non posso dartene, mi spiace, i miei neuroni si rifiutano di aiutarmi. Posso solo dirti di aspettare ancora un capitolo.

- SAILOR83: il confronto tra Usagi e Mamoru… ancora due, forse tre capitoli e poi scopriremo cosa si diranno. Almeno lo spero.

- KIRBY: addirittura due commenti per il capitolo precedente. Grazie. Vedi non so che dirti, ma non credo che sia stato giusto far litigare Rei ed Usagi come due bambine, dato che in questa fanfic hanno venti anni a testa, e soprattutto Usagi è “leggermente” OOC, quindi non risponde alle frecciatine di Rei con lo stesso impeto del manga, o dell’anime. Risponde, ma in modo soft, quasi regale direi. Per Endymion… è come le aragoste, un passo avanti e tre indietro (ma erano davvero le aragoste?). Aspetteremo di capire il perché. Per quel che riguarda Chronos avevi ragione, è invischiato nella storia molto più di quello che si crede. A quanto pare alla fine sono stata io quella che si è fatta influenzare dalla tua fanfic, ma giuro che la paternità del dio l’avevo ipotizzata da molto tempo prima… per “No sense” come ho detto ad Elena, non mi sono offesa, ed ho apprezzato tutti i vostri commenti, ed anche i consigli…

Adesso non mi resta che darvi appuntamento al prossimo 29 aprile, con il capitolo 9 in cui molti misteri verranno svelati, ma altri, forse, saranno presentati. Grazie a tutti, chi legge solamente ed anche, e soprattutto a chi commenta, mi riempite di gioia.

(*) “Una antica leggenda giapponese racconta che un coniglio, amico di una scimmia e di una volpe fu messo alla prova dal Dio del Cielo, tramutato in viandante, per saggiare l’onestà dei tre animali. Il viandante quindi chiese del cibo ai tre animali per sfamarlo. La scimmia raccolse delle noci. La volpe del pesce. Il povero coniglio non trovò nulla. Deriso dai due amici chiese alla scimmia di raccogliere della legna ed alla volpe di accendere il fuoco con la legna. Quando il fuoco fu acceso, il povero coniglio si offrì in pasto al viandante. Questi colpito dal gesto dell’animale lo riportò in vita e lo condusse con sé nel suo palazzo sulla luna.” Adesso voi vi chiederete cosa c’entri questo con la nostra Usagi. Ed ecco svelato il mistero. Il nome Usagi significa Coniglio; Tsukino invece Della Luna (Tsuki= Luna; No= Di).

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Capitolo 9
*** Capitolo IX ***


Nuova pagina 1

Capitolo IX

Eccomi qui. Al cospetto del Grande Chronos. Il Dio del Tempo. Colui che tiene in mano il destino dell’intero genere umano, terrestre e no. Mi inchino al suo cospetto. Un inchino regale, ma che di cortese ha ben poco. Mi adeguo solo all’etichetta. Mi alzo, con grazia, come dovrebbe fare una brava principessa, ma stavolta non rispetto l’etichetta e fisso il Dio negli occhi. Perché lui per me resterà sempre e solo un Dio. Il padre che ho conosciuto mille anni fa è morto. Morto nello stesso istante in cui Queen Serenity spirò tra le mie braccia, tra le braccia di sua figlia

- Serenity cosa ti ha condotta fino a me. –

La sua voce è cupa, ma ha anche un’intonazione nostalgica. Non posso piegarmi, io sarò più forte dei sentimenti. Non mi farò piegare dai ricordi. Mai più. Adesso sono la Regina del mio popolo, un popolo che non esiste più, ma che io onerò fino a che sarò in vita.

- Sono qui per conoscere la verità sommo Chronos. –

Ed ancora un inchino. Seguo l’etichetta. Non lo faccio per timore, assolutamente. Voglio mantenere le distanze con lui, il più possibile e so che per farlo devo continuare a trattarlo con freddezza e distacco. Il mio non è timore, no. La mia è rabbia contro colui che doveva difendere me e mia madre, ed invece… invece ci ha abbandonate al nostro destino.

- La tua regalità è sempre una gioia agli occhi di un padre. –

La sua voce suona così falsa alle mie orecchie. O forse è il risentimento che nutro per lui a farmela percepire così melliflua? Lo fisso negli occhi e posso leggervi tranquillità, ma anche stizza. Sa perché sono qui. E perché stupirmi. Lui è un Dio. Con tutta probabilità avrà osservato per tutto questo tempo, il susseguirsi degli eventi comodamente seduto sul suo trono. Saprà dell’incontro avuto con Setsuna. Saprà tutto.

- Non sono qui per fare salotto. Ed adesso, se non vi spiace, rispondete alla mia domanda. –

Ride. Lui ride alla mia richiesta. L’ira pervade il mio animo. Lo so. L’ira non è un nobile sentimento, ma io sono umana e come tale posso sbagliare. Umana ma non sciocca. Resto sempre sul mio posto. Fisso il mio sguardo nel suo. Siamo così simili, eppure così diversi. La nostra è solo una somiglianza fisica, per il resto… siamo totalmente diversi. Lui è un Dio, mentre io sono una semidea.

Mia madre era una mortale, la sua longevità era donata dal potere dello Ginzuishou. La pietra donava una vita di oltre duemila a tutti i lunari ed anche agli altri abitanti del sistema solare. Tutti, nessuno escluso. Poi con la guerra contro Nemesi e la morte di Queen Serenity, e successivamente la mia morte, tutti gli equilibri sono stati spezzati. Gli uomini, terrestri, lunari, venusiani, gli esseri viventi di tutti i pianeti, sono stati trasferiti sulla Terra, dove mia madre decise di custodire lo Ginzuishou, e con esso fece reincarnare me, e tutti gli altri esseri viventi come se fossimo semplici terrestri. Intanto la pietra aveva perso parte delle sue energie per mantenere in vita l’ultimo pianete vivibile dell’intero sistema solare, e ciò a discapito della longevità degli abitanti del pianete. Ecco perché adesso la vita media di un uomo si è miserevolmente ridotta a circa ottanta anni.

- Il tuo ragionamento non fa una piega mia cara. –

Lo fisso irata. Non si può permettere di leggere nei pensieri. Non glielo posso permettere. Lui non deve conoscere le crepe delle mie difese. Erigo un muro invisibile a protezione dei miei pensieri ed adesso molto più serena riprendo a parlare.

- La verità e lascerò per sempre la vostra dimora. –

Fredda e distaccata. Il Dio mi fissa impenetrabile. Cosa penserà? È inutile tentare di conoscere il suo animo. Lui è un Dio e può bloccarmi ancora prima che inizi nel mio intento, se mai osassi conoscere i suoi pensieri.

- Questa è anche casa tua. –

Nella sua voce un pizzico di rimpianto. Come se fosse dispiaciuto per come siano andati realmente i fatti, ma io non mi lascio giocare. Non cadrò nella sua trappola. È troppo facile far credere di essere dispiaciuti per qualcosa. Far finta, esatto. Lui poteva evitare la morte di mia madre ma non ha fatto nulla, non ha tentato di salvare la donna che diceva di amare. Non crederò ancora una volta alle sue parole. Non lo farò più.

- Perché avete mutato i ricordi degli altri? Perché non permettete loro di conoscere la verità? Perché avete lasciato intatti solo i miei ricordi. Ditemi è forse una punizione la mia? Di che colpe mi sono macchiate per soffrire in questo modo. Il rimorso per aver ceduto contro Nemesi mi corrode l’anima giorno dopo giorno. Ditemi, questo non è già sufficiente? Perché devo soffrire ancora?

Inizio a parlare lentamente, ma poi la rabbia, la frustrazione, la paura di questi tre giorni vissuti all’oscuro di tutto esplodono come una bomba. Fisso il “ Dio ” che ho davanti gli occhi con odio mal celato. Lo ammetto ho perso le staffe ma non potevo controllarmi ancora, non potevo parlare con la sua stessa flemma. Non è lui che si è ritrovato a dover mentire a coloro che ama, non è lui che soffre. Quella sono io. Sono sola. Sola contro un nemico ben più potente di Nemesi. Sola contro la paura. Paura di perdere tutto. Gli amici. La libertà. Il rispetto per me stessa. La salvezza del mio popolo. Sto mentendo alle persone che amo. Sto nascondendo loro una verità a me scomoda. Sto facendo credere loro di essere diversa da ciò che sono. Perché in realtà io sono solo una vigliacca che ha preferito uccidersi nel momento in cui ha perso tutto. Non ho trovato il coraggio di affrontare la solitudine. Sono fuggita di fronte la morte delle persone a me più care. Come posso continuare a far finta di nulla adesso che ho una nuova possibilità?

- Serenity questo tono non si addice al tuo rango di principessa. –

La sua voce arriva come una pugnalata. Solo un’illusa come me poteva sperare nella comprensione del grande Dio del Tempo. Nella comprensione di colui che è al di sopra di tutto. Colui che non ha mai sbagliato. Colui che ha sempre preso la scelta giusta.

Stringo i pugni e ricaccio indietro le lacrime che minacciano di riversarsi sul mio viso diafano. Controllo la mia rabbia e cerco di riprendere un minimo di contegno. Ma non mi scuso, questo non lo farò mai. Non posso piegarmi al suo volere. Se ho ereditato qualcosa da mio padre, quel qualcosa è l’orgoglio.

- La verità. Non chiedo altro. –

Mi fissa, come se mi stesse esaminando. Resto lì ferma al mio posto. Non mi lascio piegare da lui. No. Io voglio la verità.

- Non c’è nessuna verità da raccontare. Ho cancellato i loro ricordi, donandogliene altri solo per il vostro bene. –

Calma. Fredda. Diretta. È questa la voce del Dio che mi sta dinnanzi. Ed io… io mi sento piccola. Una stupida. Non so che rispondere di fronte a tanta sincerità. Sì. Sincerità. Lui mi ha permesso di percepire le emozioni del suo cuore, ed io vi ho letto. Ha detto la verità, allora perché non riesco a placare la mia rabbia? Perché non riesco a perdonarlo? Lui ha rubato i ricordi dei miei amici. Ha rubato i ricordi dell’uomo che amo.

- Serenity placa la tua ira. –

Un ordine. Perentorio. Non ammette repliche. Perché adesso non riesco più a trattenere le mie lacrime? Perché adesso hanno via libera sul mio viso? Perché la rabbia aumenta ogni minuto che passa? Io so perché. Finalmente ho compreso tutto. Non riesco a perdonarlo. No. Non si tratta dei ricordi perduti dei miei cari. È ben più grave. Io so di poter restituire loro ciò che hanno perso. La sua colpa è ben più grave. Lui ha lasciato morire mia madre. Lui non ha impedito che accadesse. Mentre lei moriva, mentre il regno che mia madre tanto amava veniva distrutto, lui è rimasto qui. In questo luogo senza spazio e senza tempo. È rimasto qui ad osservare tutto.

- Non è come credi. La mia posizione non mi ha permesso di intervenire in favore di tua madre. –

Non reggo oltre. Si è permesso di leggere nuovamente nei miei pensieri. Come ha potuto farlo? Chi si crede di essere per leggere a suo piacere nella mente di chi gli sta di fronte.

- Io credo solo in ciò che vedo. Me lo avete insegnato voi padre. –

Le lacrime ormai non sono più contenute. Si riversano come fiumi lungo le mie guance. Non è la rabbia a farmi versare le lacrime. No. È la delusione. Un tempo amavo mio padre. Ma poi… poi lui sparì dalla mia vita. Sparì. Improvvisamente. Era il mio punto fermo e mi abbandonò quando avevo maggiormente bisogno di lui. Quando stavo iniziando a crescere. Quando stavo iniziando ad affacciarmi alla vita. Ha deciso di abbandonarci per tornare a fare il Dio.

- Non usare quel tono con me. Oltre ad essere tuo padre sono anche un Dio. Ricordalo Serenity. –

- Per me voi siete solo patetico. –

La mia lingua è più veloce della mia mente. Ho parlato senza neanche accorgermene. La cosa che più mi stupisce è l’assenza del senso di colpa. Ho detto ciò che realmente pensavo. Non temo la sua reazione, non mi fa paura. Ho smesso di avere paura. Non paura di mio padre. Paura di deluderlo. Per me era importante la sua ammirazione, per me era importante la sua approvazione, ma quel giorno di mille anni fa, lui ha rovinato tutto.

- Come osi parlarmi così? –

La sua voce è possente come un tuono. Si espande per gli interi giardini. Gli uccelli che riposavano tranquilli tra i rami degli alberi si levano in volo impauriti. Sento il suo potere. Non mi era mai accaduto prima, ma adesso percepisco indistintamente il suo potere. Mi sorprendo. È molto simile al mio, solo più potente. Più sicuro. Non so spiegarmelo, so solo che è un’energia che conosco, che in parte mi completa.

Lo fisso e non chino il capo. Lo sfido e lui lo sa. Lui continua a guardarmi. Il fiato è un po’ corto. Come se facesse fatica a controllare la sua ira. Per la prima volta appare come un mortale e non come un Dio. Ne sono soddisfatta. Ha buttato la maschera finalmente. Poi riprende a parlare.

- Non ti permetto di parlarmi così. Se Nemesi si è risvegliata è colpa del tuo amore maledetto. Tu eri una lunare e non potevi amare un terrestre. Il tuo compito era vegliare sulla pace dell’intera Galassia. Non dovevi innamorarti. Era sbagliato. Il tuo amore per Endymion ha risvegliato Nemesi. Lei ha avvertito il vostro potere, un potere oltre ogni possibile ragione. Un potere troppo pericoloso per essere custodito anche se in minima parte, da un terrestre. I terrestri sono guerrafondai. È nella loro natura cercare la guerra. Il vostro amore, la vostra unione, avrebbe spezzato l’equilibrio che da sempre regnava nell’intero cosmo. Avrebbe concentrato nelle mani di solo due individui un potere troppo grande. Adesso hai capito perché io non ho mai approvato il tuo amore per quel terrestre? Amandovi avete portato l’intero cosmo ad un passo dalla distruzione. Sono stato io ad imprigionare Nemesi in un sonno millenario. Sono stato io a riportare tutti voi, compreso quell’insulso terrestre ed i suoi generali, in vita. Credimi Serenity se avessi potuto avrei salvato anche tua madre, ma non mi è stato concesso. Ho potuto solamente confinare Nemesi in un sonno millenario. Solo tu possiedi il potere per eliminarla definitivamente. Solo tu puoi. –

Lo fisso ma in realtà non sono lì con la mente. Sono rimasta sorpresa da questo attacco di ira, ma sono rimasta ancora più sorpresa dalle sue parole. Il mio è un amore maledetto. Non capisco, cosa vuol dire che il mio amore è maledetto. Maledetto da chi? Da Chronos stesso e dagli altri dei? Da mia madre? Chi ha maledetto il mio amore? Perché lo ha maledetto? Perché io ed Endymion non passiamo amarci? Perché mia madre non mi ha mai detto nulla a riguardo? Sono questi ed altri gli interrogativi che mi pongo mentre sono impietrita davanti il Dio del Tempo.

- Io non vi credo. Non credo neanche ad una singola parola. Perché il mio amore per Endymion dovrebbe essere maledetto? Maledetto da voi. Non è così? Parlate! È per questo che avete cancellato i ricordi di Endymion e delle altre ed avete lasciato i miei intatti. Lo avete fatto solo per farmi del male. È così, non è vero? –

Adesso è la mia voce a turbare la pace e l’armonia del Giardino senza Tempo. Ci fissiamo a lungo negli occhi. Sono sempre più convinta che la nostra sia solo una somiglianza fisica. Nient’altro ci accomuna, nient’altro se non dei semplici tratti fisici. Cerco di placarmi. Non posso affrontarlo con la mente ottenebrata dalla rabbia, dalla frustrazione, dal timore di scoprire che le sue parole sono vere. No, non può dire il vero. Non deve essere vero.

- Se tu e quel terrestre tornerete ad amarvi morirete nuovamente e stavolta non potrò riportarvi in vita. Non potrò. Dimmi Serenity sei disposta a rischiare la vita di gente innocente, delle tue amiche, del tuo caro Endymion? Sei disposta a calpestare il sacrificio di tua madre, solo per un tuo capriccio? Sei disposta a ciò? –

- Voi state mentendo. Non è vero. Volete solo punirmi per non essere riuscita mille anni fa a sconfiggere Nemesi. Voi volete punirmi solo perché mia madre è morta per difendermi. Non è così? –

Ci fronteggiamo. Entrambi abbiamo un motivo per affrontare l’altro. Chronos vuole farmela pagare per la morte di mia madre. Io voglio scoprire se le sue parole sono vere. Se fossero vere io ne morirei. Sarei costretta a rinunciare ad Endymion per sempre. Le lacrime hanno fatto nuovamente comparsa sul mio viso. Scendono e dopo il loro passaggio sento le mie guance bruciare.

- Serenity io non sono come voi. Io sono un Dio e come tale non posso mentire. Non conosco la menzogna. Mi duole constatare che tu mi creda capace di ciò. –

Così parlando si siede su di un trono che poco prima non avevo notato. Poggia la testa sulla mano sinistra e sembra che stia riflettendo. In questa posizione potrebbe sembrare un uomo normale. Un uomo ferito. Un uomo provato. Ma non è così. Lui è Chronos, il Dio del Tempo, colui che non ha mai sbagliato. Sollevando il capo e fissando i suoi occhi nei miei riprende a parlare.

- Se ho lasciato i tuoi ricordi intatti è stato solo per farti ricordare a cosa ha portato il tuo amore per quel terrestre. A quanto dolore, morte e distruzione si è giunti a causa vostra. Ed adesso vai. I generali di Endymion sono ad Illusion. Avvertirò personalmente il Guardiano dei Sogni del tuo arrivo. Vai. –

Detto ciò sparisce come era comparso. Nel nulla senza neanche capire come. Il vuoto dentro di me diventa insostenibile. Non voglio pensare ancora alle sue parole. Resto qualche altro minuto a fissare il trono vuoto, poi torno sui miei passi. Mi soffermo ad osservare la fontana del giardino. Poi chiudo gli occhi e concentro la mia energia. Illusion arrivo.

Riapro gli occhi ed eccomi materializzata ad Illusion. Il “ Paese delle Fiabe ” come scherzosamente lo chiamavamo io ed Endymion. Sono felice di constatare che almeno qui sono riconosciuta come Serenity. Se così non fosse non avrei avuto accesso alla dimensione dei sogni. Infatti, solo la famiglia reale terrestre e chi ha ricevuto un loro invito, può accedere in questa dimensione incantata.

Inizio a camminare con passo leggero. Qui la primavera è perenne. Non esistono altre stagioni. La rabbia ed il risentimento nei confronti di Chronos lentamente mi abbandonano. In un luogo come questo le energie negative hanno vita breve. Resto per un attimo ad ammirare le ali multicolore di una farfalla. Questa mi si poggia sulla punta del naso, dopo aver battuto un paio di volte le ali vola via. La guardo sorridente. È vero. Questo è un mondo incantato. Continuo a seguire il sentiero. Il canto degli usignoli mi accompagna. Improvvisamente la mia strada viene ad essere sbarrata da un essere stupendo. Un unicorno bianco. I suoi occhi dorati mi fissano sorpresi. Mi avvicino ed inizio ad accarezzare il muso del mitico cavallo. I crini bianchi sono morbidi. L’animale appena la mia mano lo sfiora, chiude gli occhi e resta a godere delle carezze. Osservo il grande corno dorato che spicca sulla sua fronte, in mezzo gli occhi un bellissimo opale di fuoco. L’animale improvvisamente apre le sue bianchissime ali, mi invita a salire. Sorrido divertita e con un balzo salgo in groppa. Mi stringo forte alla sua criniera e subito partiamo. In un attimo Pegasus ha spiccato il volo. Guardo estasiata il paesaggio sotto di noi. Gli alberi appaiono piccolissimi sotto. I fiumi, generalmente carichi di acqua, sembrano dei piccoli ruscelli. Anche se stiamo in alto l’aria continua ad essere tiepida ed inebriata dei profumi della primavera. Chiudo gli occhi, mi metto con la schiena dritta sul dorso, allargo le braccia e mi lascio trascinare dalla frenesia del momento. Il vento scompiglia i miei capelli, attraversa il mio abito da principessa. Sorrido assaporando la felicità. Lentamente lascio che l’angoscia che opprime il mio cuore venga scacciata dalla gioia di questo volo. Da quanto mi mancava. Lentamente planiamo e ci avviciniamo al terreno. Siamo in una radura. Scendo dalla groppa di Pegasus e questi nitrisce contento. Mi avvicino e accarezzo ancora una volta il suo muso. Subito dopo una luce fortissima avvolge l’animale. Appena tutto torna alla normalità ai miei occhi appare un ragazzo di circa vent’anni. I capelli argentei, gli occhi ambrati. Un corno dorato spicca tra i capelli. Si inginocchia e mi fa un baciamano degno di un principe.

- Helios, non occorrono tutte queste formalità. Siamo solo noi due. –

- Siete qui per loro. Chronos mi ha avvertito. –

Annuisco e solo al sentire pronunciare questo nome mi rabbuio. Il ragazzo che mi sta di fronte coglie improvvisamente il mio cambio di umore e prontamente tenta di consolarmi.

- A volte è difficile comprendere ciò che passa per l’animo dei nostri genitori, ma noi dobbiamo avere fiducia in loro. –

Fisso il giovane e chino il capo imbarazzata. Ha ragione, e lui più di chiunque altro deve cercare di avere fiducia in sua madre. Povero ragazzo. È solo. Il padre è morto, sua madre... come si sentirà a doversi scontrare ogni giorno contro la diffidenza del prossimo solo perché sua madre è la temibile Nemesi.

- Mi spiace. Non volevo sembrati ingiusta. –

- Andiamo a risvegliare i generali? –

Annuisco e sorrido al mio amico. Mi conduce verso un tempio in stile greco. Quindici scalini mi conducono all’ingresso del tempio. L’ingresso è sbarrato da due enormi porte in legno scuro. Un colonnato, con almeno dodici colonne, circonda la struttura. Il marmo bianco di cui sono fatti il tempio e le colonne, sotto la luce del sole sembra riflettere ed illuminare tutta la zona circostante. Mentre salgo la forza di Chronos diviene sempre maggiore. Solo ora che sono davanti le porte riesco a leggere l’incisione posta in cima al fregio. Narra di come morirono i quattro generali, fedeli ad Endymion.

Il Gold Kingdom venne attaccato nel cuore della notte e venne distrutto dalla furia di Nemesi in meno di tre ore. Il Principe Endymion riuscì a sopravvivere solo perché era in visita al Silver Millennium. Il fregio prosegue narrando di come re Thor si sia opposto con tutti gli uomini del suo esercito e del suo regno all’angelo caduto. Il primo a cadere fu il giovane Jadeite trafitto da dardi infuocati. Poi venne la volta di Zoicite, ucciso da lance di ghiaccio. Per vendicare la morte dei due compagni il prode Nephrite, si scagliò a mani nude contro Nemesi, ma questa lo uccise soffocandolo con liane maledette. Rimase solo Kunzite che dopo un corpo a corpo perì trafitto dalla lama forgiata dal consiglio celeste.

I miei occhi si riempiono di lacrime rivivendo questi ricordi. Il dolore delle mie amiche, del mio amore. Rivivo tutto come se stesse accadendo in questo stesso momento. Asciugo una lacrima che è sfuggita al mio controllo. Poggio le mani sulle porte di acero nero e le spingo leggermente. Al solo contatto con le punta delle mie dita si aprono in un cigolio sinistro. Entro.

La luce perenne delle fiaccole incantate illumina questo luogo sacro. Mi addentro ancora di più. Helios è rimasto fuori. Qui possono accedere solo i sovrani, e in quanto Regina del Silver Millennium posso accedervi senza alcun problema. Dopo alcuni minuti mi ritrovo ai piedi di un altare. Quattro letti circondati da fiori di ciliegio. Uno per ogni generale. Mi accosto ancora di più e noto che uno di questi è vuoto, un nome è inciso ai suoi piedi: Kunzite. Scorro con lo sguardo gli altri tre letti, Nephrite, Zoicite e Jadeite. Mi inginocchio ai piedi dell’altare ed inizio a pregare. Aumento il potere dello Ginzuishou. Prego la dolce Proserpina di accettare la mia preghiera. Prego colei che fu rapita da Ade. Prego colei che fu separata da sua madre Gea. Mi affido a lei, ed intanto cerco di risvegliare gli altri tre generali. Il mio potere è al limite. Sento di non poter attingere ad altro quando nella mia mente compaiono i visi delle mie amiche. Lo sguardo triste di Rei. Ed ecco che nuova forza nasce in me. Una calda luce argentata avvolge l’intero tempio, poi lentamente scema fino a sparire del tutto. Tre luci bianche iniziano a danzare sui corpi addormentati dei generali. Sento una grande armonia provenire da esse. La loro purezza è pari al loro colore candido. Lentamente entrano dentro i generali. Io sono ancora a terra a causa della fatica. Ed ecco che con calma i tre riaprono gli occhi. Si alzano in piedi e si guardano in faccia l’un l’altro in modo shockato.

- Ma noi… -

- Dovremmo essere… -

- Morti. –

Guardo i tre giovani che sembrano non essersi accorti della mia presenza. Persino il sempre razionale Zoicite sembra sorpreso di essere tornato in vita. Tossisco leggermente per attirare su di me la loro attenzione.

- Vi spiego tutto io se mi aiutate ad uscire da qui. –

I tre mi guardano ancora più sorpresi. È come se stessero guardando un fantasma. Un po’ di rispetto, sono pur sempre una principessa, e poi sono morta dopo di voi.

- Principessa Serenity. –

Mi sento sollevare dalle possenti braccia di Nephrite, il più forte fra i tre. Ci incamminiamo verso l’uscita. La testa mi gira forte. Lo sforzo compiuto per strappare le anime dei tre dai Campi Elisi è stato più duro del previsto. Per un attimo ho sfiorato le rive dell’Acheronte e le anime dei dannati mi hanno implorato di essere salvate. Avrei voluto esaudire la loro richiesta ma non mi è concesso. Il mio è stato già un grave torto. Ho tolto tre anime ai Campi Elisi. Non dovrei subire conseguenze solo perché i loro corpi erano tenuti ancora in vita dal potere del Gold Cristal.

- Principessa come avete fatto? Noi eravamo… morti. –

Nella voce di Jadeite c’è tutta l’incertezza che trasmettono i suoi occhi azzurri. È il più giovane tra i generali, e forse per questo è anche il meno preparato ad affrontare certi avvenimenti. Al contrario Nephrite e Zoicite conservano un’apparente tranquillità. Cerco di rispondere ma un cenno di Zoicite me lo impedisce.

- Non essere impaziente Jadeite. Quando sarà il momento la Principessa risponderà a tutte le nostre domande. –

Il giovane lo fissa perplesso ma sembra deciso ad ascoltare il consiglio dell’amico. Intanto siamo all’aperto e stiamo scendendo gli scalini. Ai piedi del tempio Helios mi guarda preoccupato. Sembra che sia ridotta male per meritarmi un’occhiataccia dal Custode Dei Sogni. Chiudo gli occhi, la luce mi dà fastidio. Le voci sono sempre più leggere, le miei membra sono sempre più pesanti. Ed eccomi sprofondata in un sonno profondo. Sono tranquilla, qui ad Illusion non esistono gli incubi, i miei saranno solo sogni d’oro.

Ma dove mi trovo. Queste sembrano le mura del mio castello. Sembra il Silver Millennium, ma come è possibile? Il mio regno è stato distrutto mille anni or sono, perché adesso è tutto perfettamente in ordine?

- Serenity, figlia mia. –

Questa voce. Non può essere la sua. No. Mia madre. Queen Serenity. Come è possibile? Che abbia riportato in vita anche lei? Non può essere. Io mi sono concentrata solo sui tre generali e comunque non avevo un corpo in cui far tornare la sua anima. Perché allora avverto la sua presenza.

Mi volto lentamente ed allora la vedo. In tutta la sua bellezza. Il sorriso dolce e comprensivo come può essere quello di una madre. Corro verso di lei e l’abbraccio con tutto il mio amore. Piango stretta al suo seno. Le sue mani accarezzano i miei capelli in dolci carezze che mi trasportano in un tempo lontano, quando ancora bambina correvo nel cuore della notte nelle sue stanze a causa di un incubo.

- Non piangere bambina mia. Non piangere. Adesso sei una Regina e non puoi permetterti certi segni di debolezza. –

La sua voce è dolce, ma triste, troppo triste. Alzo gli occhi ed incrocio i suoi, lilla. Gentilmente asciuga le mie lacrime e riprende a parlare senza mai staccare i suoi occhi dai miei.

- Se sono qui è solo perché adesso sei ad Illusion. Mi è stato concesso di mettermi in contatto con te solo perché sei nella dimensione dei sogni. Qui è possibile comunicare con le anime dei defunti. Io sono stata richiamata a te per via del tuo dolore. –

Mentre parla non oso interromperla. Cerco di ascoltare con attenzione ogni singola parola, contemporaneamente cerco di godere delle sue carezze. Solo adesso che è qui con me posso rendermi conto quanto mi sia mancata.

- Ascoltami Serenity, ciò che ha detto tuo padre è vero. Il tuo amore per Endymion è maledetto, e la chiave per sconfiggere Nemesi è posta nel tuo cuore. Se tu troverai la forza per scoprire la verità allora tutto sarà più facile. Ricorda Serenity, sotto ad un velo si nascondono infinite verità. Il tuo compito sarà sollevare questo velo. Adesso il mio tempo è scaduto, ma ricorda, io e tuo padre ti amiamo. –

- Aspettate madre, vi prego… -

Ma è tutto inutile. Lei lentamente diviene evanescente, poi più nulla. Intanto avverto una voce che mi riporta indietro. La seguo. È dolce e malinconica. Mi volto per l’ultima volta verso ciò che prima era il mio regno. Mi volto per l’ultima volta a fissare il luogo in cui in precedenza stava la figura di mia madre. Poi riprendo a camminare seguendo la voce di Helios. Mi sta guidando verso il mio risveglio.

Riapro gli occhi con molta calma. Sono distesa su di un letto di rose. Mi guardo attorno ed osservo i visi dei quattro uomini che mi scrutano in ansia. Mi sollevo e mi poggio sui gomiti. Sono ancora molto debole a causa dello sforzo compiuto per riportare indietro i tre giovani generali. Sorrido debolmente loro per rassicurarli. Poi non resisto oltre e torno a distendermi nel mio giaciglio profumato. Ripenso alle parole di madre e solo adesso mi accorgo di avere le guance umide, devo aver pianto durante il mio breve sonno. Cerco di recuperare un minimo di lucidità.

- Cosa ricordate voi della battaglia contro Nemesi? –

La mia voce è stanca. Stento a riconoscerla. Helios posa una mano sulla mia fronte ed il suo corno si illumina. Sento dentro di me scorrere l’energia del custode dei sogni. Sento anche la sua sofferenza. In questo momento siamo in contatto spirituale.

- Ricordano ciò che ricordano gli altri. È la condizione posta da Chronos per farli tornare in vita.

Comunica con me per via telepatica, così da non far percepire agli altri i nostri discorsi. Così mi ritroverò a mentire anche a loro. Annuisco in direzione di Helios e poi cerco di alzarmi ma sono ancora troppo debole. Guardo i tre giovani che ancora non hanno risposto alla mia domanda e sorrido loro. Riprendo a parlare e la mia voce stavolta è solo leggermente stridula.

- Avrete delle conoscenze come quelle di tutti i ragazzi del mio tempo non temete. Nel momento in cui vi ho riportato dal luogo in cui vi trovavate ho fatto in modo di donarvi delle conoscenze di base per farvi interagire con il mondo. Sarete comuni terrestri. Vivrete una vita normale. Non vi ho dato delle famiglie solo per non creare falsi legami affettivi, ma vi ho dato delle identità che comprendono anche un posto di lavoro. Non guardate in questa maniera. Anche le mie guerriere sono nel mio mondo, quindi potete stare tranquilli. Ma vi avviso. Mercury e Jupiter ancora non hanno recuperato i ricordi della loro vecchia vita e voi due non dovrete in alcun modo interagire con il Destino. Mi avete capito? –

La mia voce nell’avvertimento lanciato ai due generali ha raggiunto quella tonalità minacciosa da poter fare concorrenza alla stessa Nemesi. Io ed Helios ci guardiamo divertiti, mentre Jadeite riprende a parlare.

- Questo vuol dire che Mars si è risvegliata? –

La sua voce è calma e sicura, ma i suoi occhi cercano di celare la felicità che rischierebbe di ferire i suoi due amici. Annuisco leggermente e sorrido per confortarlo. Per fargli comprendere che non c’è nulla di male nel suo sentimento. Poi mi volto a fissare Zoicite pronta a ricevere la domanda che sta ronzando nella sua mente da quando mi sono risvegliata dal sonno che mi ha permesso di mettermi in contatto con mia madre.

- Principessa ed il nostro Principe. Anche lui si è risvegliato? –

- E Kunzite? Perché non è qui con noi. –

Zoicite e Nephrite pongono le loro domande con una certa urgenza, come se temessero la risposta.

- Entrambi sono già svegli, io personalmente li ho visti, ma non so dirvi quando e come si siano risvegliati. Mi spiace. Ma se volete potremo tornare sulla Terra e così sarete voi stessi a porre loro le domande che vi stanno tanto a cuore. Se vi ho riportato indietro è perché Nemesi è tornata e per affrontarla occorre anche il vostro intervento. –

Guardo i tre generali. Sento la loro energia vibrare come non mai. Si guardano per un attimo poi annuiscono all’unisono. Nephrite è il loro portavoce.

- Quando volete Principessa Serenity. –

Sorrido loro grata. Non so quanto sono stata lontana da casa. Il tempo scorro diversamente rispetto la Terra nelle dimensioni in cui sono stata. La testa mi gira ancora. Rischio di cadere se Helios non mi sostiene prontamente.

- Forse dovremmo chiedere aiuto al Principe Endymion. Lui potrebbe aiutarvi a tornare indietro. –

Guardo Helios e cerco di fargli capire le mie intenzioni. Dopo le ultime rivelazioni rivedere Endymion è l’ultima cosa che voglio. Poi prendo a parlare con calma, cercando di nascondere la mia ansia.

- Helios se non ti dispiace vorrei che fossi tu ad aiutarmi. Potresti convogliare una minima parte del potere di Illusion nel mio Ginzuishou. Credimi non sono così debole. Riesco a sostenere un teletrasporto nell’iperspazio per me e loro. –

Helios mi guarda dubbioso. Alla fine si ritrova a dover accettare le mie condizioni, dopo averlo ucciso un paio di volte con delle occhiatacce.

Il Guardiano di Illusion si mette davanti a me. Io faccio materializzare tra le mie mani a coppa, lo Ginzuishou. Attendo che Helios inizi a far fluire parte del suo potere nella mia pietra che risplende di luce propria. Ed ecco che inizia. Sento il potere dei sogni. Un’energia dolcissima. Chiudo gli occhi. I tre generali sono attorno a me ed al Guardiano. Io intanto mi concentro e cerco di pensare ad un luogo in cui poter rimaterializzarmi con i tre giovani. Cerco un luogo che sia pervaso da energia positiva, così da aiutarmi nel mio viaggio. Ed ecco che percepisco una potente energia nella città di Tokyo. Che sia il tempio di Rei? Non lo so. Non ho il tempo di capirlo perché dopo aver rimateriallizato me e gli altri tre giovani cado a terra sfinita, perdendo i sensi.

Salve gente. Eccomi con il IX capitolo. Anche questo è stato un po’ lungo, vero? Ma cosa volete farci, ho iniziato a scrivere e non mi sembrava giusto smettere proprio sul più bello. Avete capito? Helios è figli di Nemesi, sapete che questa idea è scattata così improvvisamente nella mia mente senza averci mai pensato… i misteri dell’intelletto umano. Mi chiedo quante altre cose la mia fantasia riesca a tirare fuori dal cilindro. Volevo solo sapere se non vi ha dato fastidio l’aver tirato fuori la storia di Proserpina, sapete i miti sono una delle mie passioni e così ho detto perché non aggiungerne qualcuno nella mia umile fanfic? Fatemi sapere cosa ne pensate. Ma adesso passiamo ai ringraziamenti.

RINGRAZIAMENTI

- PRICESSANGEL: la leggenda del coniglio lunare mi è sempre bazzicata in testa, solo che non avevo mai trovato il modo di inserirla in nessuna delle mie fanfic passate, fino a che non sono arrivata a questa. Ti ringrazio per i complimenti e vorrei ribadire ancora una volta che il mio commento al quinto capitolo della tua fanfic “Una vita da principessa” non voleva in alcun modo offendere il tuo lavoro. Spero solo di essere stata chiara. Un bacio ed un grazie per il tuo continuo sostegno.

- STREGA_MOGANA: eccomi a ringraziarti per il tuo commento sempre così attento ed azzeccato. Cosa posso dirti riguardo Endymion… non so se il suo comportamento dipenda molto dal ricordare o meno. Può darsi che non conoscendo Usagi-Serenity magari cerca di non esporsi troppo, non lo credi anche tu? Per Kunzite e Minako che dire? Loro sono una coppia che fa storia a parte. Io li metterei sullo stesso livello di Usagi&Mamoru perché dopotutto sono tali e quali agli altri due protagonisti, solo che i due protagonisti della storia sono dei REALI e come tali fanno battere il cuore più forte. Non lo credi anche tu? Per Rei non so. Io resto dell’idea che si debba rivalutare come personaggio, come Setsuna. Ma tu ti immagini a vivere tutta la vita da sola in una dimensione sconosciuta? Poveraccia! Non la invidio proprio! Artemis e Luna, un’altra coppia storica, forse più storica di Usagi e Mamoru, magari i due gattini si amavano prima che nascesse la principessina della Luna. Ed infine Chronos. Lui è un altro che rimane sempre nell’ombra, che viene descritto come un vegliardo, ed allora mi sono detta perché non regalargli un po’ di giovinezza e di allegria? Ed il risultato è stato un Chronos giovane e padre di Serenity!

- SAILORMOON81: iniziamo con il chiederti se questa spiegazione di Chronos ti ha convinta… a me insomma, ma non posso dire altro perché ancora non sono certa di nulla… come sono perfida! Per Rei ti ringrazio, ho intenzione di rivalutare la sua figura che generalmente è messa in ombra. In ultimo. Perché il comportamento di Mamoru rende Usagi una persona diversa da quella che è di solito? Sai che non ti ho capita?

- USAGI_84: mi spiace ma non so dirti perché Mamoru per tutto il tempo abbia fissato Usagi, ma posso dirti che Mamoru forse guarda sospettoso Usagi solo perché crede di non conoscerla, mentre conosce tutte le altre persone lì presenti. Poi vorrei ricordarti che Setsuna, braccio destro di Chronos, ha appena detto che non ha idea di dove possano trovarsi i generali di Endymion. Può darsi che sia sospettoso per questo, non credi? Per l’incontro al locale di Motoki… Usagi è una bella ragazza, magari Mamoru voleva fare il carino per questo…

- KIRBY: sono felice di leggere che questa mia versione di Rei piaccia a tutte. In fin dei conti è lei quella che cerca di risollevare il morale di Usagi ogni volta che è giù. Cerca di farle tirare fuori la grinta, e non è cosa da poco. E poi se non fosse così, perché Usagi, nella prima serie dell’anime avrebbe affidato lo scettro proprio a lei prima di affrontare Kunzite, nell’episodio 43, “Litigio fasullo”? Come dice sempre Jessica Rabbit “Io non sono cattiva, sono gli altri a disegnarmi così” e credo che ciò valga anche per la nostra Rei! Per Endymion posso solo dirti che questo ragazzo anche per la sottoscritta è un vero mistero!

- NEPTUNE87: bentornata! Innanzitutto prometto che appena avrò tempo, spero oggi pomeriggio, risponderò alla tua mail. Adesso passiamo al commento. Grazie per aver apprezzato la mia Rei, e poi detto da te che la consideri il tuo personaggio preferito non può che rendermi ancora più felice. Vuol dire che non mi sono distaccata più di tanto dal manga. Per i misteri… sono molti e solo alcuni sono stati svelati. Per Kunzite e Minako mi sono detta che dato che Mamoru non ricorda nulla, e continuerà a non ricordare nulla per un bel pezzo, diamo un pizzico di romanticismo attraverso loro due. Per la morte di Endymion, bhè li mi sono concentrata un bel po’! Per il commento troppo lungo non è un problema, anzi. Più avete da dire, più io mi correggo e cerco di avvicinare la mia fanfic ai vostri gusti.

- MIKI90: e già hai detto bene, “parte dei misteri” sono stati svelati adesso, ma ora ci sono altri misteri, che non si sa quando saranno svelati. Per Usagi, sono felice che ti piaccia, quando leggo che un personaggio da me cambiato continua a piacere non sapete quanto riesca ad essere felice.

- VALEPOLIT: ed iniziano gli sguardi, ma mi sa che per un po’ non ci saranno neanche questi data la rivelazione fatta da Chronos. Povera me, so già che mi dovrò nascondere dall’ira di voi lettrici. Aiuto dove posso nascondermi?

- DOLCEBUNNY: non devi scusarti se non riesci a commentare o se lo fai con ritardo, l’importante è che la mia fanfic continui a piacerti. Per i complimenti, credo che tu prima o poi mi farai montare la testa. Sono felice di aver preso un granchio rispetto a ciò che ti avevo scritto nel commento precedente, meno male che sapevi dell’arrivo delle Outer. Posso chiederti allora da cosa dipende la tua antipatia nei confronti di Rei? Per il capitolo spero di aver dato risposta a parte dei tuoi perché, ma spero anche di averti incuriosita ancora di più. Adesso non mi resta che salutarti e ringraziarti per il tuo continuo sostegno.

Adesso non mi resta che darvi appuntamento al prossimo aggiornamento, in data 6 maggio. A presto e grazie a tutti!

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Capitolo 10
*** Capitolo X ***


Nuova pagina 1

Capitolo X

Il profumo della lavanda addolcisce il mio risveglio. I raggi del sole, che filtrano dalle imposte socchiuse, scaldano il mio viso. Apro piano gli occhi per paura di esserne accecata. Sento il tepore delle coperte, sorrido impercettibilmente, adoro rimanere a poltrire a letto. Mi stiracchio e cerco di fare stendere tutti i muscoli. D’un tratto ricordo di non essere a casa mia.

Per un attimo ho dimenticato tutto.

Per un attimo ho sperato che si trattasse solo di un sogno.

Per un attimo ho sperato di aver sbattuto la testa ed aver sognato gli ultimi tre giorni della mia vita.

Ma è tutto solo un attimo. Adesso sono nuovamente sveglia e conscia della realtà. È stato solo il mio lento risveglio ad avermi illuso, così senza ragioni reali, se non quelle di rendere più triste questo mio risveglio. Poi ancora le loro parole tornano alle mie orecchie. Risuonano come una triste melodia. Una lacrima sfugge dai miei occhi. Percorre la mia guancia, si ferma sul cuscino bianco. Con il dorso della mano asciugo la scia che la lacrima ha lasciato sulla mia guancia. Mi sembra di essere tornata bambina, quando piangevo e con questo stesso gesto asciugavo le lacrime. Allora un sorriso compariva sulle mie labbra, adesso… adesso cerco di trattenere il dolore come meglio posso.

- Il tuo è un amore maledetto…

- Sotto un velo si nascondono infinite verità…

Perché non riesco a togliermi dalla testa le voci dei miei genitori, “divini” se così mi è concesso definirli. Perché non posso vivere come una qualsiasi ventenne? Perché non posso risvegliarmi nel mio letto e dire che è stato un bruttissimo sogno? Perché non posso scoprire che non esiste nessuna Nemesi, nessun Endymion, non esistono Senshi o generali. Ditemi che è tutto frutto di un film che Minako mi ha costretto a vedere prima di andare a dormire. Qualcuno mi spieghi cosa devo fare perché io non lo so. Per vent’anni ho ignorato la mia vita passata. Per vent’anni non ho saputo di essere una principessa. Ed oggi… oggi il passato mi ha colpito come un pugno allo stomaco.

Sono una principessa che ha sulle spalle la stabilità dell’intera Galassia.

Sono una principessa che deve mantenere dei doveri nei confronti di un regno che non esiste più.

Sono una principessa che è costretta a rinunciare all’unico amore della sua vita perché questo è un amore maledetto.

Ditemi si può essere più sventurati di così?

Ma ecco che un senso d’angoscia improvvisamente s’impadronisce di me. Dove sarò finita? A causa dei miei pensieri non mi sono curata del luogo in cui mi ritrovo. Ricordo di essermi materializzata con i tre generali in qualche parte della città, sperando nel santuario di Rei, ma se così non fosse? E se mi fossi teletrasportata in casa di qualche psicopatico?

Ragiona Usagi. Sei con i generali di Endymion, ergo, avrebbero pensato loro a difenderti in caso di pericolo.

Questa nuova consapevolezza mi tranquillizza, anche se parzialmente, però l’ansia di non sapere dove mi trovo attanaglia ancora il mio cuore. Dopo un attimo decido di alzarmi.

Appena poggiati i piedi in terra sono rassicurata dal fatto di ritrovarmi con gli abiti che indossavo quando ho deciso di andare a fare visita a mio padre. Almeno se sono a casa di qualcuno che non conosco, di certo non si tratta di un maniaco. Cerco i miei stivali, dopo alcuni secondi li trovo vicino ad un armadio, li indosso. Vorrei frugare dentro l’armadio che ho di fronte per capire chi sia il padrone di casa misterioso, ma alla fine desisto: non è educato rovistare tra la roba di chi, tanto cortesemente, mi ha offerto un luogo in cui riposare. Intanto, guardo curiosa la stanza che mi ha ospitato non so per quanto tempo. Perché una cosa è certa: sono rimasta qui per almeno un giorno ed una notte. Per risvegliare i generali ho sprecato gran parte delle mie energie ed al momento del teletrasporto ero esausta, tanto da aver chiesto l’aiuto di Helios.

Osservo la stanza. Un grande letto a due piazze spicca al centro della stanza. Le lenzuola in seta sono bianche. Il piumone, che poco prima mi scaldava, è di colore blu, come la notte. Oltre il grosso armadio, a completare la mobilia della stanza noto un cassettone ed un comodino con una lampada dalla linea semplice e moderna. Accanto al letto una grossa finestra con delle delicate tende in lino azzurro cielo. Non noto alcuna foto o soprammobile che mi aiuti a capire la personalità del proprietario della stanza. Unica peculiarità è la lampada, ma è troppo impersonale per far comprendere qualcosa riguardo il carattere del proprietario, o proprietaria, della stanza. Le pareti sono spoglie se non fosse per una sorta di capezzale posto sopra il letto in ferro battuto. Raffigura il volto di una donna, bionda, con lo sguardo vacuo che fissa un punto imprecisato dell’orizzonte. Mi giro verso il letto e lo fisso; mi avvicino e cerco di riordinarlo, non sono una maleducata che approfitta dell’ospitalità di uno sconosciuto. Già uno sconosciuto, si deve per forza trattare di un uomo. La stanza è troppo impersonale per essere quella di una donna. Un brivido percorre la mia schiena, e se… scaccio questo pensiero dalla mia mente. Cerco di concentrarmi per avvertire lo stesso potere che mi ha guidato sino a qui. Strano. Non percepisco nulla. Attorno a me regna una pace, quasi, innaturale. Fisso la porta che ho davanti ed alla fine decido di uscire ed inizio ad incamminarmi, in punta di piedi, per non avvisare chi mi ospita del mio risveglio, verso l’uscita. Avrei potuto evitare di indossare gli stivali per mantenere ancora per un po’ nascosto il mio risveglio, ma ho troppo freddo per restare in pieno novembre a piedi scalzi a girovagare per casa.

Con cautela poggio la mano sulla maniglia della porta, lentamente l’abbasso, cercando di non far rumore, faccio ruotare la porta sui cardini e la apro. Con attenzione metto la testa fuori dalla porta, accortami che sono sola, esco completamente fuori. Richiudo con altrettanta prudenza la porta alle mie spalle, seguo il corridoio che mi trovo davanti. Le pareti, bianche, sono spoglie.

Oddio mi sento una ladra. Sto camminando furtivamente in casa di uno sconosciuto, che per di più mi ha ospitato. Ma almeno ciò sembra distrarmi per un po’ da altri problemi ben più seri. Parliamoci seriamente: semmai si trattasse di un maniaco lo Ginzuishou in un attimo lo metterebbe fuori gioco. Da questo punto di vista posso stare tranquilla. Dopo questa nuova riflessione, riprendo la mia ispezione con la massima attenzione. In casa sembra non esserci nessuno. Dopo interminabili secondi finisco di percorrere il corridoio e mi ritrovo in un salone di modeste dimensioni. Anche qui le pareti sono bianche.

Bene Usagi! O chi ti ospita ama il bianco, oppure è qualcuno che è come dire… asettico? Utilizziamo “privo di passionalità” che fa meno ospedale!

Anche qui i mobili sono essenziali. Un tappeto nero e rosso e sopra questo un tavolino ricolmo di riviste scientifiche e trattati di… neurologia! Un altro neurologo! Non bastava mio padre, no. Adesso ci si metteva anche il mio “salvatore”! Un divano bianco, come le pareti, di fronte al tavolino. Un camino alla destra con sopra altri trattati di medicina. Poi un tavolo rotondo con attorno quattro sedie, credo in acero scuro. Un’enorme porta finestra con delle tende, tanto per cambiare, bianche.

Mi correggo! Asettico è il termine più corretto. Questa non è una casa, no. Dal bianco si direbbe un ospedale!

Ciò che mi sorprende maggiormente è il disordine che regna in questa stanza, in netto contrasto con l’ordine che ho visto nella camera da letto.

Il tavolo è stracolmo di libri, alcuni aperti, altri chiusi. Diversi block notes che riportano dei estrapolati dei testi con tanto di pagina da cui sono stati copiati. Noto che la calligrafia è ordinata nonostante il caos che regna sul tavolo da lavoro. Credo che si tratti del classico “caos creativo” che mio padre tanto ama. Il divano è ricoperto da abiti, come previsto maschili, e delle coperte sono buttate a terra, di lato. Mi chino per raccogliere e piegare le coperte. Solo adesso noto gli abiti sparsi sulle sedie attorno il tavolo. Alcune camice sono buttate in un angolo a terra.

Neanche Minako riesce a vivere in tutta questa confusione! Mi rigiro per la stanza ed osservo solo adesso una sorta di sparecchiatavola ricolmo di piatti sporchi, dalle incrostazioni dei piatti, deduco che siano sporchi da un bel po’. Ma che uomo può vivere in un letamaio del genere? Vado verso un arco che quasi certamente mi condurrà in un altro ambiente della casa, ed infatti, eccomi in cucina.

Letamaio? Eufemismo! Osservo con gli occhi sbarrati la scena che mi si para davanti gli occhi. Il tavolo, anche qui, è ricolmo di libri e riviste. Sul piano cottura noto quattro pentole di dimensioni diverse, tutte annerite per colpa del cibo bruciacchiato. Un terribile tanfo di fritto mi colpisce non appena faccio un passo in direzione di quello… schifo. Non esageriamo con gli epiteti. Risulterei una gran maleducata. Ritorniamo alla cucina. Il lavandino è stracolmo di piatti, rigorosamente sporchi. Il muro è schizzato di salse, e forse anche uovo. Il cesto con i rifiuti terribilmente pieno. Se non fossi stata certa di esagerare, sarei stata sicura di vedere colare l’unto dal soffitto e dal lampadario posto sopra al tavolo quadrato. Anche qui le sedie sono ricoperte da abiti. In un angolo noto una cesta con quella che dovrebbe essere biancheria pulita. Impietosita da questa sacca urlante pietà, mi chino a raccoglierla intenzionata a portarla al salvo. Lontana dall’immondezza che regna in questa stanza.

Sento un tintinnio di chiavi e mi volto di corsa verso la loro origine. Adagio la cesta con gli indumenti puliti in un angolo al sicuro, mi dirigo con calma verso quello che presumo sia l’ingresso. La porta si apre lentamente e rimango sorpresa quando riconosco la persona che è davanti i miei occhi.

- Kunzite!

Lo sguardo del generale riesce a farmi ridere. Sbarra gli occhi ed arrossisce non appena si accorge della mia presenza. Le sporte della spesa gli cadono dalle mani riversando in terra il loro contenuto. Latte. Caffè. Pane. Detersivi. Mi chino per raccogliere ciò che adesso è sul pavimento. Questo movimento sembra riportare Kunzite in questa dimensione.

- Pricip… Usagi! Lascia faccio io. Non pensavo che ti saresti risvegliata così presto.

- Kunzite, quanto ho dormito?

Non so perché ma una certa intonazione nella voce di Kunzite mi ha fatto venire certi dubbi. Ho come l’impressione di aver dormito per troppo tempo, molto più di ventiquattro ore. Le tempie iniziano a pulsarmi. Ciò vuol dire che il mio nervosismo sta aumentando ed il silenzio non fa che far precipitare la situazione. Aspetto la risposta alla mia domanda. Risposta che tarda ad arrivare perché Kunzite ha una paresi facciale. Mi fissa imbambolato. Passo una mano davanti i suoi occhi per farlo rinvenire, adesso sbatte ripetutamente le palpebre. Bene! È tornato dall’iperuranio in cui era volato.

- Tre giorni. Setsuna aveva detto che avresti dormito per altri due, tre giorni dato che avevi sprecato quasi tutte le tue energie nel risvegliare Nephrite e gli altri e nel viaggio per tornare da Illusion alla Terra.

- Ho capito. Ma dimmi dove mi sono materializzata con gli altri. Questo caos a chi appartiene?

Mentre parlo con l’indice mostro il disordine che regna nella stanza in cui ci troviamo. Per la prima volta in vita mia vedo arrossire Kunzite e bofonchiare frasi senza senso. Scuoto la testa! Gli uomini non riusciranno mai ad essere ordinati. È nel loro codice genetico il disordine. Dando le spalle al generale mi appresto a sistemare un po’ il disordine che regna nella stanza. Mi chino a raccogliere un indumento che è sotto il divano. Lo raccolgo e caccio un urlo non appena scopro che si tratta di un paio di boxer da uomo. Subito lo lascio andare sul pavimento e guardo in cagnesco il ragazzo che mi sta di fronte. Di contro, lui si china a raccoglierli immediatamente e li nasconde dietro la schiena, mentre ancora più rosso di prima risponde alla mia domanda.

- Mio e di Mamoru. Il caos intendo. Bhè in realtà è più mio che di Mamoru.

Allora la forza avvertita nel momento in cui ho cercato una fonte di energia in corrispondenza di Tokyo era di Mamoru e non quella di Rei. Guardo Kunzite e rido. Certo che è davvero ridicolo con questo rossore che si sparge per le guance. Scuoto la testa e lo guardo in faccia realizzando solo adesso il senso delle sue parole.

- Siete stati voi due a creare questo caos?

- Bhè il disordine di Mamoru è quello dato dai libri fuori posto e sparsi per casa… ma adesso che mi fai notare casa, il suo caos è dato anche dalle coperte lasciate a terra e le camice in giro. Io in queste notti ho dormito fuori perché tu riposavi nella camera di Mamoru e di contro il Principe ha dormito sul divano che solitamente occupo io.

Il rossore adesso si sta estendendo anche alle orecchie del generale. Ma perché? Cosa c’è di così imbarazzante. Un momento. Io e Mamoru abbiamo dormito nella stessa casa. Soli! Si questo è imbarazzante. Molto imbarazzante. Ma…

- Kunzite tu dove hai dormito?

Il generale mi oltrepassa ed entra in cucina dove va a sistemare le provviste. Non mi risponde. Tiene la testa china sulle buste, come se al loro interno ci fosse il tesoro più importante della Terra. Oh mio Dio! Ho capito tutto. Adesso sono io ad arrossire. Se io ho dormito qui, Kunzite ha dormito a casa mia. Ciò vuol dire che Minako e Kunzite… non ci voglio pensare. No. Non ci devo pensare. Adesso sono io che sento aumentare le calorie. Mi porto verso portafinestra e la apro. Ho caldo. L’aria di novembre non potrà che calmare le mie caldane. Intanto mi faccio aria con il palmo di una mano. Perché i condottieri degli eserciti del Silver Millennium e del Gold Kingdom devono essere anche amanti focosi?

Intanto è calato un silenzio imbarazzante durante il quale io resto ferma a fissare il paesaggio che mi offre la vista dal terrazzino di casa di Mamoru. Rientro in casa. Anche Kunzite sembra più rilassato. È intento a togliere di mezzo la biancheria sporca. Fa una cernita tra la sua roba e quella del suo coinquilino. Lo guardo e resto sbalordita. Un reggiseno in pizzo rosa. Io conosco quel reggiseno: Minako. Arrossiamo di nuovo entrambi mentre continua a tenere l’indumento a penzolare per una bretellina. Ed ecco che nuovamente un silenzio imbarazzante cala tra di noi.

- Ehi Kunzite ma non hai freddo a tenere portafinestra aperta?

Questa voce mi fa gelare il sangue nelle vene. Tremendamente calda. Mi giro lentamente verso la sua origine e resto basita non appena incontro i suoi occhi blu notte. Il suo sorriso sbieco. Sento che le gambe cederanno da un momento all’altro. Non può guardarmi in questo modo. Non dopo che sono rimasta addormentata tra le sue lenzuola per tre giorni. Intanto guarda me e poi Kunzite. Con una voce, che a stento trattiene le risate, si rivolge a me ed al suo generale.

- Scusate. Non volevo interrompere nulla. Torno tra un po’ se volete.

Non comprendo il senso delle sue parole. Mi volto verso Kunzite ed alla fine è tutto chiaro. Il generale tiene ancora il reggiseno in bella vista. Lo guardo e poi mi volto verso Mamoru e rido nervosa. Poi riprendo a parlare.

- Non crederai che… cioè tu non avrai pensato che io e lui… che noi… ehi guarda che lui è il ragazzo di una delle mie migliori amiche.

Inizio balbettando ma poi il mio è un crescendo. Forse ho urlato un po’ troppo forte. Mamoru adesso non trattiene più le risate e scoppia in una fragorosa risata, seguito a ruota da Kunzite. Li guardo insospettita. Cosa avranno tanto da ridere questi due? Alt! Mi stanno prendendo in giro!

- Molto divertente. Davvero divertente Principe Endymion.

La mia voce esce stridula. Più stridula di ciò che volevo. Le braccia incrociate al seno. Un piede che tamburella nervosamente a terra. Sembrerò certamente una vecchia bisbetica acida.

- Kunzite vai a casa della nostra ospite e portale un cambio pulito così al tuo ritorno potrà fare un bagno caldo dato che sarà stanca di restare con questi vestiti. Fai in fretta e non fermarti a “discutere” con Minako. Io intanto cerco di far rilassare la Principessa nostra ospite. Fila e non perdere tempo.

- Io posso benissimo tornare a casa e fare lì il mio bagno caldo. E comunque non mi va che si parli di me come se io non fossi presente.

Intanto Kunzite non ha prestato molta attenzione alle mie parole. È uscito di casa come un razzo. Perché nessuno presta attenzione alle mie parole? Sono trasparente o cos’altro. Intanto mi volto a guardare Mamoru che continua ad avere sul viso un’espressione da pesce lesso.

- Posso sapere cosa c’è che non va? Perché mi fissi in questo modo?

- Ti sei guardata allo specchio? Sembri uno spaventapasseri.

Molto gentile il ragazzo non c’è che dire. Scusate fatemi capire! Non è che per caso Chronos ha salvato solo parte dell’anima di Endymion? Se così fosse, vi assicuro che per me risulterebbe molto più facile dimenticare il mio amore millenario. Questa nuova versione è terribilmente petulante. Arrogante. Insopportabile. Supponente. Sensuale. Bello. Dannatamente bello. Bene, sto straparlando. Meglio bloccare la mente. Usagi non puoi. E comunque tu amavi una parte di Endymion che Mamoru sino adesso non ha mai mostrato di avere. Forse non è più il ragazzo dolce di cui ti sei innamorata. Non è più responsabile. Cortese. Romantico. No. Certamente quell’Endymion non esisterà più. Adesso dovresti evitare di continuare a fissarlo a questo modo. Non è lecito. Lo devi dimenticare. Il vostro è un amore proibito. Oddio perché si sta avvicinando con questo sguardo di fuoco? Perché so benissimo che tra un po’ rimangerò ciò che ho detto meno di due minuti prima? Perché sento improvvisamente le gambe molli come gelatina.

Non ci posso credere si inchina al mio cospetto. Il capo rivolto verso il pavimento. La mano destra sul cuore. Il suo corpo poggia sul suo ginocchio. È tutto così sbagliato. Io dovrei essere da tutt’altra parte. Noi non possiamo restare insieme. Il nostro amore è maledetto, noi non dovremmo neanche stare nella stessa stanza, per di più da soli. Ma intanto non posso lasciarti qui, in ginocchio al mio cospetto ed andare via facendo finta di nulla. Non posso e non voglio farlo. cerco di schiarirmi la voce per evitare la voce stridula di pochi secondi prima, ma tu mi anticipi perché inizi a parlare come solo tu sai fare. Calmo. Serafico. Regale.

- Vorrei ringraziarvi Principessa Serenity per aver ricondotto a me i miei tre generali. Io non so come abbiate fatto a parlare con Chronos e non so neanche come avete fatto per mettere piede ad Illusion. Come avete convinto Helios a farvi entrare?

- Mi spiace deluderti mio prode cavaliere ma non c’è alcun mistero da svelare. Chronos in persona ha autorizzato il mio ingresso nel regno di Illusion, antica capitale del Golden Kingdom. Ed adesso perché non ti alzi da terra e la smettiamo. Mi stai facendo arrossire. Se non sbaglio avevamo detto basta con questi formalismi. Mamoru viviamo come due semplici ventenni. Va bene?

Ho trattenuto il fiato. Ho cercato di mantenere un tono naturale mentre raccontavo questa bugia. L’ennesima da quando questa storia è cominciata. Non riuscirò a mentire ancora per molto. Ho preso la mia decisione. Forse sono stata troppo precipitosa, ma ormai ho deciso. Non appena le guerriere sailor saranno state tutte ritrovate io racconterò a tutti la verità. Se sarà necessario racconterò anche del mio amore maledetto. Racconterò tutto. Non riesco a mentire ancora. Non riesco a guardarmi allo specchio. Mi sento in colpa verso i miei amici e verso il mio amore.

Scosto una ciocca di capelli e la riporto al suo posto. Sorrido a Mamoru che si è alzato e che mi guarda come se stesse cercando di leggermi dentro. Sposto lo sguardo e cerco di fingere indifferenza. Gironzolo per la stanza ed inizio a raccogliere la biancheria che è a terra. L’ammucchio sul divano. Mamoru continua a guardarmi. Sento i suoi occhi fissi su di me. Vorrei andare via, ma effettivamente ho intravisto la mia immagine riflessa sul vetro della porta finestra e devo dire che sono inguardabile. I capelli sono arruffati. Gli abiti sgualciti. Non posso andare da nessuna parte in queste condizioni.

- Sei ugualmente bella, anche se sembri uno spaventapasseri.

La voce di Mamoru mi fa sussultare. È dietro di me. Mi giro lentamente e non posso che indietreggiare quando mi accorgo quanto siamo vicini. Un lieve rossore mi colora le guance. Poso lo sguardo alle sue spalle. Non posso incontrare i suoi occhi. Non posso. Ne morirei. Perché? Perché il mio amore è maledetto? Invidio Minako ed anche Rei. Loro possono vivere liberamente il loro amore. A me non è concesso. Perché? Cosa ho fatto? Non ho chiesto io di proteggere la Galassia. Non sono stata io a chiedere di essere la custode del Ginzuishou. Non ho chiesto io tutto ciò, ma intanto sono sempre e solo io a piangerne le conseguenze.

- Ascoltami Usagi. Qualsiasi cosa ti turba parlane con me. Entrambi abbiamo il compito di proteggere la vita dei nostri soldati. Sei un’abile combattente ma ancora sei troppo inesperta per conoscere le incognite di una guerra. Se Chronos ti ha rivelato qualcosa di importante sappi che potrai contare sempre su di me. Forse potrò sembrarti un tipo superficiale ma ti assicuro che quando si parla della vita dei miei più cari amici, o della vita del mio popolo la maschera che porto cede il posto al vero me stesso. Divento attento. Cauto. Razionale.

Mentre parla poggia le sue mani sulle mie spalle. Adesso che è così vicino a me posso rendermi conto di quanto, in realtà, è più alto di me. Posso percepire il calore che dalle sue mani irradiarsi per tutto il mio corpo. Posso perdermi nel blu dei suoi occhi. Posso imprimere in mente, se mai rischiassi di dimenticare, i tratti del suo viso. La linea decisa della mandibola. Il suo naso delicato. Le labbra così rosse e delicate. La barba che contorna delicatamente il suo viso. Le mie guance vanno a fuoco non appena lui riporta dietro il mio orecchio la mia solita ciocca che esce prepotente dall’elastico. Sfiora la mia guancia mentre sistema i miei capelli. Trattengo il respiro per paura che si tratti di un sogno. Siamo così vicini e questo è sbagliato.

- Perché dici ciò Mamoru. Non ti capisco.

Lui mi guarda e riprende a parlare con la sua voce bassa, ma tremendamente.

- Non mi fido di Chronos. In realtà non mi fido proprio degli Dei, sono troppo presi dai loro pensieri per occuparsi seriamente di noi poveri umani. E poi anche io ho un regno sulle spalle, anche se questo regno non esiste più. So come potresti sentirti adesso. Sono i tuoi occhi a trasmettermi tutta la tua inquietudine e sofferenza. Non è così? Mi sto sbagliando forse?

Faccio di no con la testa. Lui ha perfettamente ragione. Non si fida di Chronos, ma fa bene a fidarsi di me? No. Anche io gli sto mentendo. Anche io gli sto mantenendo nascosta la verità. una verità a me scomoda. Gli sto nascondendo la verità più importante della sua vita. Gli sto mentendo. Come posso continuare a guardarlo negli occhi?

- Hai ragione a non fidarti, ma ti prego non farmi altre domande. Adesso non posso parlarti, però, appena le guerriere sailor saranno tutte risvegliate allora vi racconterò tutto ciò che so. Ti prego, sino ad allora non farmi più altre domande perché non potrò risponderti.

Chino la testa. Non riesco a reggere il suo sguardo. Io non dovrei essere qui. Io e lui non dovremmo vederci. Non dovremmo toccarci. Non dovremmo stare soli. È sbagliato. Il nostro amore è maledetto e come tale non deve essere alimentato. Oltrepasso Mamoru e guardo fuori dalla finestra. La città è bellissima sotto i raggi del sole. Ho deciso: proteggerò questo mondo ed i suoi abitanti a costo della mia vita. Lo farò anche per Mamoru che ne è il sovrano. Intanto l’oggetto dei miei pensieri è qui al mio fianco. Anche lui guarda la città in silenzio. Poi però riprende a parlare.

- E sia come vuoi tu. Sino al risveglio delle tue guerriere non ti chiederò più nulla.

Salve gente. Eccomi qui a pubblicare con due giorni di anticipo. E già. No, non si tratta di tempo libero, ho scritto la notte per pubblicare entro venerdì questo capitolo. Questo fine settimana sono fuori con i miei genitori e dato che vi avevo promesso un capitolo per domenica non mi sembrava giusto non mantenere la parola data. Ma torniamo a noi. In questo capitolo ai fini della storia non è accaduto proprio nulla. Ho deciso di introdurlo però per smorzare un po’ la tensione che si era creata nel precedente capitolo. Per descrivere la casa in cui vivono Mamoru e Kunzite mi sono ispirata all’appartamento che dividono due miei colleghi. Non vi dico lo schifo di quella casa. Ma adesso basta e prometto che nel prossimo capitolo ringrazierò tutte singolarmente. Adesso non ho potuto perché non ho avuto il tempo.

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Capitolo 11
*** Capitolo XI ***


Nuova pagina 1

Capitolo XI

Il nevischio ha ricoperto i bordi delle strade. In questo momento è solo fanghiglia ma già, è una palese anticipazione del Natale.

Natale uguale problema. Dovrò tornare a casa per le feste, così non potrò restare a Tokyo nel caso in cui Nemesi deciderà di attaccare proprio in quel periodo. Nemesi, altro problema. Ormai sono due settimane che non attacca, e ciò mi inquieta parecchio. Rei e Minako mi criticano, affermano che dovrei essere più rilassata, che dovrei assaporare questi attimi di pace piuttosto che aspettarmi un attacco improvviso. Beate loro che possono “godere” della pace! Io… io intanto ne approfitto per recuperare, ancora non mi sento completamente in pieno possesso delle mie forze dopo la fatica fatta per far tornare i generali dai Campi Elisi.

Cammino distratta per le vie di Tokyo. Vedo le coppie camminare allegre per la città, strette nei loro abbracci. Ed io? Semplice! Io sono qui sola. Minako e Rei ormai escono tutte le sere, o quasi, con Kunzite e Jadeite. All’inizio invitavano anche me, ma poi hanno capito che la loro era una causa persa in partenza. Non potrei mai uscire con loro facendo da incomodo. Nephrite e Zoicite invece sono alla ricerca di Jupiter e Mercury. Sento la loro aurea nella città ma non riesco ad individuarle. La metropoli è impregnata dell’energia negativa di Nemesi e ciò non mi piace per nulla. Sono certa che starà architettando qualcosa, ma cosa? La notte non riesco a riposare tranquilla e così esco a fare un giro per sondare un po’ il terreno. Non vorrei che ci cogliesse impreparate. E poi esco anche per non pensarlo.

Mamoru. Terzo problema. Non lo vedo da quando mi sono risvegliata nel suo appartamento, ho fatto di tutto per evitarlo, ma non so per quanto potrò resistere. Se ripenso a come ci siamo lasciati quel giorno mi vengono le lacrime agli occhi. Eravamo così vicini, non intendo fisicamente. No. I nostri pensieri. Per un attimo sono tornata indietro di mille anni. Sono tornata ai tempi del Silver Millennium, quando bastava guardarci negli occhi per comprendere cosa passasse nella mente dell’altro. Ma adesso non è più possibile. Adesso che conosco la verità non posso più lasciarmi andare al mio amore. Non posso rischiare l’equilibrio dell’intero universo per il mio amore. Chi sono io per poterlo fare?

Ed intanto eccomi giunta davanti l’ingresso della piscina. Ormai sono due settimane che non vengo. Ho proprio bisogno di distendere i muscoli. Saluto l’addetta all’ingresso e mi dirigo verso gli spogliatoi. Generalmente a quest’ora non c’è mai nessuno. È anche normale. Vorrei capire quale individuo, con una vita sociale più movimentata della mia, può essere di sabato sera, alle ore 23, in piscina a scaricare la tensione. Nessuno. Ecco perché adoro venire a quest’ora. Resto completamente sola con i miei pensieri. Posso concentrarmi sui miei problemi. Entro nello spogliatoio femminile e subito una nuvola di vapore mi investe. È sempre così quando entro qui. Tutta colpa della condensa che si forma a causa dello sbalzo di temperature. Mi guardo intorno e come previsto è tutto deserto. Mi correggo. C’è ancora una ragazza che sta per uscire, ha già il suo borsone sulle spalle. Mi guarda come se fossi un’aliena. Non è normale vedere entrare qualcuno a quest’ora nello spogliatoio. La saluto con un sorriso e lei ricambia, mi oltrepassa ed ancora si volta per essere sicura di aver visto bene: una ragazza che si prepara per entrare in vasca di sabato sera, alle ore 23, davvero assurdo.

Poso il borsone su di una panca. Scosto i capelli dal volto. A causa del vapore si sono appiccicati sulle guance. Mi siedo ed ispiro rumorosamente. Ho voglia di piangere. Sono stanca di questa non vita. Sì la mia è una non vita. Sono costretta a mentire a coloro che amo. Devo trattenere i miei sentimenti. Devo essere misurata e controllata. Da me dipende il destino dell’intera Galassia.

Ricorda Serenity, sotto ad un velo si nascondono infinite verità.” Bene. Allora ditemi dove si trova questo velo così posso sollevarlo e scoprire queste verità. Inizio a svestirmi con stizza. Sto male a causa del mio amore maledetto, o sto male perché sono arrabbiata con mio padre e gli dei che hanno maledetto il mio amore? L’amore come può portare distruzione? Intanto ho messo il costume blu. Lego i capelli in una treccia lenta e prendo la cuffia. Se non c’è nessuno a controllare non la indosserò e magari scioglierò anche i capelli. Adoro nuotare con i capelli che mi accarezzano le braccia. Lascio gli occhialini in fondo al borsone. Infilo le mie ciabattine e tiro fuori accappatoio. Lo indosso e quasi sprofondo nella sua grandezza. Prendo il borsone e mi dirigo verso il corridoio che mi porterà alle vasche. Apro la pesante porta e subito un’ondata gelida mi investe. Lo sbalzo di temperatura è eccessivo, ecco perché ho indossato l’accappatoio. Il corridoio, lungo una ventina di metri, è deserto ed è illuminato solo dalle fioche luci di emergenza. Mi guardo attorno per paura di essere aggredita improvvisamente da qualcuno alle spalle. Finalmente varco la porta che dà sulle vasche e qui il forte odore di cloro invade le mie narici. Sorrido felice non appena vedo l’acqua azzurra delle vasche. Di un azzurro acceso merito della vernice che ricopre il fondo della vasca olimpionica lunga cinquanta metri. Le acque sono calme e placide. È sempre così a quest’ora. Le luci sono accese solo a metà. Le corsie laterali, la prima e la seconda a destra, e la settima e l’ottava a sinistra non sono illuminate dai loro faretti. Regna pace e tranquillità. Un silenzio che mi aiuterà a ragionare. Lascio il mio borsone su di una panca a pochi metri dal bordo vasca. Tolgo l’accappatoio e lo ripongo con cura dentro il borsone, prima però tiro fuori un piccolo telo che mi servirà per asciugare il viso non appena uscirò dalla vasca. Appena tolgo il pesante indumento che mi copriva ho un brivido che percorre la mia schiena. È il richiamo dell’acqua. Mi dirigo verso la doccia, spingo il pulsante ed aspetto che parta il getto d’acqua che non tarda ad arrivare. È fredda, molto fredda. Rabbrividisco. Sciolgo i capelli e li bagno totalmente. Intanto l’intensità dell’acqua cala fino a fermarsi. Adesso che in parte sono bagnata mi dirigo verso la vasca. Cammino lentamente per paura di scivolare. Lascio la cuffia sulla panca, accanto al borsone.

Mi porto al blocco di partenza numero quattro. Vi salgo sopra. Mi preparo per tuffarmi. Le dita dei miei piedi cercano di attaccarsi al bordo del blocco. Mi piego leggermente sulle ginocchia. Le braccia tese sfiorano le dita dei piedi. Una profonda inspirazione e poi via. Mi porto in avanti. Mi do la spinta con le dita dei piedi. Le braccia stese sopra la testa. Cerco di essere in asse sia con le gambe, sia con le braccia. Dopo pochi secondi entro in acqua. Perfetta. Senza alcuno spruzzo. L’impatto è come sempre una scarica di adrenalina. L’acqua non è fredda, saranno almeno venti- ventitré gradi, ma è il mio corpo ad essere freddo ed ecco perché questa sensazione di orripilazione. Nuoto sott’acqua con le gambe a tavoletta. Cerco di muoverle velocemente evitando di tracciare dei colpi troppo lunghi. Brevi ma continui. Sono all’altezza dei quindici metri ed emergo. Ancora non prendo aria. Eseguo cinque bracciate, alla sesta prendo aria a destra. Mi volto ad osservare la vetrata che mostra la vita fuori dalla piscina. I vetri oscurati impediscono di vedere all’interno mentre io posso facilmente vedere cosa accade fuori. Non appena prendo aria conto altre sei bracciate, prendo nuovamente aria a destra. La testa è bassa, il mento aderisce al mio torace. Le braccia sono tese, le mani dischiuse a coppa così da poter spingere più acqua possibile indietro. Le gambe si muovono veloci senza alzare troppi spruzzi. Ormai non controllo più il mio stile libero. Sono anni che ripeto gli stessi movimenti. Ormai sono entrati a far parte di me. Nuoto seguendo il richiamo dell’acqua. E penso. Penso a quello che è accaduto nelle ultime due settimane. Nemesi. Gli attacchi e la constatazione di possedere un potere attivo. La scoperta della maledizione sul mio amore. Una lacrima sfugge ai miei occhi, ma si perde nell’acqua della piscina. Affermano che il nuoto sia uno sport per solitari, io credo che sia uno sport per riflessivi. Mentre si nuota si resta soli con i propri problemi. Non si percepisce altro che la propria persona come accade a me adesso. In questo momento potrei dare sfogo alla mia frustrazione e nessuno se ne renderebbe conto. Mi preparo alla virata. Piego le gambe e mi preparo. Un colpo di reni e spingo la mia testa al lato opposto rispetto a quello in cui in mi dirigo. Le gambe, contemporaneamente, toccano il muro della piscina, mi spingo con forza e riprendo a nuotare, ancora immersa totalmente nell’acqua. Ed ancora altre cinque bracciate ed esco fuori. Respiro. Stavolta mi volto verso le gratinate. Le luci sono spente, le gratinate vuote. Ad ogni bracciate un po’ della mia rabbia va via. Ogni bracciata è una boccata di serenità. Le lacrime continuano a solcare le mie guance ma a me non importa. Adesso non può vedermi nessuno ed anche se ci fosse qualcuno non potrebbe capire che sto piangendo. Continuo a nuotare. Completo un’altra vasca. Altra virata. Guardo fuori. La gente che passa ignara della minaccia che incombe sulle loro teste come una spada di Damocle. Li invidio perché non vivono ogni giorno della loro con la paura che qualcosa di grave sta per accadere. Loro sono tranquilli. Ignari di tutto. Io li proteggerò finché mi sarà concesso. Completo l’ennesima vasca. I muscoli sono ancora tesi, sento che posso continuare all’infinito. Prendo aria ed osservo le granite. Noto una persona seduta che sembra che mi osservi. A causa della poca luce non riesco a capire di chi si tratta. Rallento un po’. Forse sarà il guardiano che sarà venuto a dirmi che è orario di chiusura. Ma inaspettatamente mi accorgo che in vasca con me c’è una seconda persona.

Sono arrivata al bordo vasca. Riprendo fiato. Sento le guance bruciare. Mi guardo attorno. Cerco il grande orologio e lo trovo. Segna le 23 e 43. Ho nuotato solo una trentina di minuti ma mi sento rinvigorita. Il mio cuore batte ancora forte, porto una mano al centro e cerco di avvertirlo. Corre, corre come un ossesso. Anche io adesso mi sento un’ossessa. Sono arrabbiata con la vita che mi ha portato a lottare. Sono arrabbiata con mio padre che mi ha costretta a mentire alle persone a cui voglio bene. Sono arrabbiata con me stessa perché non trovo il coraggio di dire la verità alle persone più importante della mia vita.

Di un tratto sento arrivare alla mia sinistra una persona. È una ragazza. La guardo e rimango basita. È lei. Neptuno. La fisso come un’ebete. Riconoscerei tra mille i suoi occhi azzurro cielo. Lo stesso azzurro del cielo che, sulla linea dell’orizzonte, si confonde con il mare. Ed i suoi capelli? Un verdeacqua che è strano per “noi terrestri”, un colore che credo sia ciò che attesta la sua antica discendenza da Nettuno, il pianeta dei mari. Ed il suo sorriso calmo e rilassante come il mare in estate. Improvvisamente come un fulmine a ciel sereno ricollego a lei la persona che prima era seduta sulle gratinate. Mettendomi a sedere sulle tavolette che delimitano le corsie riconosco la figura seduta. Uranus. Inizialmente l’ho scambiata per un uomo ma adesso che di fronte a me ho lei non posso sbagliarmi. È lei, Uranus. Da qui non riesco a delineare i tratti del suo volto ma ricordo ancora i suoi occhi plumbei, come quelli di un cielo carico di pioggia. I suoi capelli corti del color del grano. Le sue labbra sempre con un sorriso sghembo. Ne sono certa. Anche se non posso distinguerla bene da qui, so che è lei.

Come ho fatto a non percepire prima le loro auree?

I miei pensieri mi hanno distratta sino a tal punto?

Sino al punto di perdere l’attenzione?

Ho abbassato la guardia sino a questo punto?

Come ripresami da questo shock la guardo e le sorrido in modo gentile. Lei fa lo stesso, nel modo che ho sempre apprezzato. Con semplicità, ma con infinita eleganza. Mi ravvivo i capelli e tolgo una ciocca finita davanti gli occhi. Prima o poi mi deciderò a sistemare il taglio dei miei capelli! Poi prendo a parlare con tranquillità.

- A quanto pare non sono la sola che adora nuotare di sabato sera!

- Direi proprio di no! Credo che sia il momento migliore per gustare il contatto con l’acqua.

Non è cambiata. L’acqua è sempre stata il suo elemento. Ricordo che al tempo del Solver Millennium più di una volta mi sono chiesta se le sue vene non fossero attraversate da acqua invece che sangue! Una volta glielo chiesi e lei mi rispose che il suo corpo era costituito interamente da acqua. Quando compresi che stava scherzando iniziammo a ridere come due bambine. Ma ormai non eravamo più due bambine. Eravamo ormai due adolescenti.

- Hai uno stile libero molto fluido. Sembra quasi che l’acqua sia il tuo elemento naturale!

La sua affermazione mi strappa ai miei ricordi. La guardo come se avesse detto chissà quale assurdità e pensandoci bene era un’assurdità. La Signora delle Acque non ero io, ma lei. Ma mi limito a rispondere normalmente.

- Ti ringrazio per il complimento, ma pratico nuoto da quando avevo sei anni! In ogni modo anche il tuo stile è impeccabile. Mi sono accorta di te solo quando ti ho incrociata nella corsia di fianco alla mia. Non hai sollevato spruzzi.

Lei mi sorride cortese. Alla fine ho un’idea che so per certo che alla fine risulterà stupida, ma tentar non nuoce.

- Ti va di fare una gara? 50m stile libero. La tua amica potrebbe fare da giudice, sempre se sa essere imparziale.

A volte sono davvero arrogante, ma che volete farci! Io sono fatta così, la gente o mia ama o mi odia. Ma lo ammetto. Stavolta sono stata davvero una… non so come definirmi, arrogante… presuntuosa… supponente… non so fate voi. Di contro Neptuno mi guarda interessata. Sembra che la mia sfida la alletti parecchio. È sempre stato così. Lei ha sempre adorato le sfide anche se è sempre stata molto riflessiva. Credo che questa sua spregiudicatezza, in parte sia causata dalla vicinanza di Uranus, l’impulsività fatta persona. Dopo alcuni istanti in cui sembra aver riflettuto sulla mia proposta si volta verso le gratinate. Con un cenno del capo fa capire alla sua compagna di raggiungerci. Ed è così. Tempo due minuti Uranus è davanti a noi. Seduta sul blocco di partenza numero quattro. Quello della mia corsia. La spavalderia è rimasta intatta. Mi guarda divertita. Sembra che mi voglia mettere in soggezione, ma con me non funziona. Sono sempre stata capace di reggere il suo sguardo. L’unico sguardo che non sono mai riuscita a reggere è quello di Endymion. Con lui è diverso, ed oggi ancora di più. Mi sembra di essere tornata a mille anni fa. Quando loro due erano sempre insieme ed io invidiavo la loro complicità e mi chiedevo se mai io ed Endymion, un giorno, fossimo riusciti ad essere come loro. Intanto Neptuno ha finito di esporre la sfida ad Uranus che non sembra essersi stupita più di tanto. Mi guarda ancora ed alla fine inizia a parlare.

- Sai chi hai sfidato?

Io faccio di no con la testa. Neanche lei sa chi sono io, quindi siamo sullo stesso piano.

- Lei è Michiru Kaiou. Ha vinto le ultime gare regionali, inoltre ha ricevuto la proposta di entrare a far parte della nazionale di nuoto. Credimi sei ancora in tempo per ritirarti. Eviteresti una brutta figura.

Io alzo le spalle. Allora lei è la famosa Michiru Kaiou che è stata ad un passo dal mio record stagionale. Interessante! La sfida mi piace sempre più!

- Allora che ne dici se nuotiamo sulla distanza dei 100m stile libero?

Un mio difetto è che non ho limiti. Le sfide mi entusiasmano. Tirano fuori il mio spirito combattivo. Alle volte ciò può far tirare fuori la parte peggiore del mio carattere: voler rivaleggiare con tutti, e forse per questo alle volte risulto antipatica, vuoi vedere che vale anche per oggi? Michiru, il nome che Neptuno ha adesso, mi guarda come se comprendesse lo spirito che in questo momento sta animando il mio corpo ed annuisce con fare deciso. Uranus di contro scuote la testa disperata. Tutto ciò è strano. Generalmente è sempre stata lei quella combattiva, ma adesso sembra quasi che voglia impedire il nostro “scontro”. Intanto usciamo dalla vasca e con passo deciso ci portiamo ai blocchi di partenza. Io salgo sul quattro, lei sul cinque. Uranus si porta alle nostre spalle. Si mette in piedi sul bordo e guarda prima me e poi Michiru. Quindi inizia a parlare.

- Pronte…

Io e Michiru contemporaneamente ci pieghiamo sulle ginocchia. Le dita dei piedi ancora una volta a cercare il bordo del blocco. Le braccia stese a sfiorare i piedi. La testa bassa. Il mento a sfiorare il petto. Gli occhi a fissare l’acqua adesso ferma.

- Partenza…

Cerco di controllare il battito del mio cuore. Faccio leva sul mio autocontrollo. In questo momento sono solo una ventenne che sfida una coetanea in una gara. Una gara che vale mille anni. Non voglio perdere. Questa gara è molto più importante di tutte quelle a cui ho partecipato sino adesso.

- Via…

Appena termina di pronunciare la parola io scatto dandomi una poderosa spinta con i piedi. La testa è sempre bassa. Le mani si portano ai lati delle orecchie, quasi a sfiorarsi l’un l’altra. Il mento sempre aderente al petto. I piedi non appena lascio il blocco sono due sbarre diritte. L’impatto con l’acqua aumenta l’adrenalina in circolo. Percorro i venti metri in apnea. Le gambe a muoversi veloci, con brevi falcate. Riemergo lentamente. Tre bracciate poi prendo aria dal lato di Michiru. Voglio vedere dove si trova. Con mia sorpresa la vedo un metro avanti rispetto a me. La gara si fa interessante. Dopo aver preso aria mi rimetto giù con la testa. Tre bracciate e respiro. Preferisco prendere aria più frequentemente così da tenere sotto controllo la mia avversaria, ma soprattutto per non essere in debito di ossigeno e rendere il mio movimento più fluido. Ed ecco conclusi i primi 50m. Eseguo perfettamente la virata. Michiru è sempre un metro avanti. Tiene bene il ritmo. Sono stanca, mentre lei sembra riposata. Non ci sto a perdere. Aumento la frequenza di spinta con le gambe. Recupero e mi porto al suo fianco. Lei aumenta ancora. Io faccio lo stesso. Il segnale a fondo vasca mi fa capire che siamo in prossimità degli ultimi 15m. Aumento ancora la velocità. Sprint finale. Sono distrutta ma riesco a toccare per prima il bordo vasca. Due secondi dopo arriva Michiru. Mi guarda come se adesso avesse scoperto chissà cosa.

- Complimenti Usagi Tsukino.

Non resto sorpresa. Se è nel circolo della nazionale anche lei, sicuramente deve aver visto la mia foto in qualche rivista sportiva. Sorrido alla ragazza che con un altro sorriso sincero mi porge la mano. La stringo con piacere e ne approfitto. Amplifico il potere dello Ginzuishou. Voglio cogliere la sua reazione. Restiamo così alcuni secondi. Lei fissa i suoi occhi azzurri nei miei. Le sorrido. Vorrei che così riuscisse a ricordare, vorrei ma so che non è facile. Lentamente sciogliamo la nostra stretta. Usciamo dalla vasca. La figura di Uranus si fa avanti a noi. Michiru le si avvicina sorridendole.

- Haruka Tonou, sono lieta di presentarti Usagi Tsukino, la campionessa nazionale in carica.

Uranus mi guarda come se si trovasse di fronte una celebrità. È rimasta sbigottita. Lo intuisco perché sposta il suo sguardo prima dalla mia figura, poi da quella di Michiru. Io intanto le porgo la mano. Lei incerta l’afferra. Poi la stringe con vigore. Ancora una volta amplifico il potere del mio Ginzuishou. Gli occhi di Haruka si sgranano. Sorrido dolcemente. Michiru poggia la sua mano sulla mia spalla, ne approfitto ed aumento ancora di più il mio potere. Le guardo, cerco di capire se comprendono ciò che voglio comunicare loro. Nel momento in cui sento la mano di Haruka lasciare la mia e contemporaneamente lo stesso fa Michiru interrompo il fluire del mio potere. Le due ragazze si guardano come se fossero tornate da un viaggio ad occhi aperti in un’altra dimensione. Io intanto mi porto verso il mio borsone. Intanto materializzo tra le mie mani le loro pietre. Acqua marina per Michiru ed ambra per Haruka. Le stringo nel mio pugno. Il borsone di Michiru è accanto al mio, aperto. Ne approfitto e lascio scivolare le pietre al suo interno. Saranno le pietre a riconoscere le loro padrone.

Torno al mio borsone e metto l’accappatoio. Con il telo bianco asciugo il mio volto. Prendo la bottiglietta di acqua e bevo a sorsi brevi. Mi sento meglio, adesso che altre due guerriere sono state trovate. Ancora non si sono risvegliate ma so che manca poco. Intanto le due si avvicinano a me. Io resto indifferente. Continuo a bere. Poi mi alzo. Prendo il mio borsone e mi dirigo verso gli spogliatoi. Mi volto ancora una volta e saluto le mie due amiche.

- A presto ragazze!

Con passo sicuro torno allo spogliatoio. Sì. Ci rivedremo presto perché i vostri ricordi presto ritorneranno.

Ed eccomi qui! Puntuale come sempre, ma non fateci l’abitudine perché non so quanto durerà. Anche in questo capitolo non è capitato molto, ma tranquille nel prossimo, qualcosa accadrà. Vi ho presentato altre due guerriere. Ammetto che in questo capitolo Michiru credo che sia leggermente OOC, ne sono certa per Haruka, è stata troppo calma, ma tranquille, è solo l’inizio. Adesso passo ai ringraziamenti, ed aggiungo anche quelli dello scorso capitolo

RINGRAZIAMENTI

- VALEPOLIT: grazie per aver commentato il capitolo precedente al IX, per l’amore maledetto non so che dirti. Per la casa di Mamoru e Kunzite… sappi che la prima volta che sono stata a pranzo a casa loro, a me ed altre mie amiche è finita a lavare e pulire il tutto… ma dimmi e questo capitolo X? Sempre abbastanza descrittivo?

- KILLKENNY: prima di tutto grazie per il 9, ma lo merito davvero? Per le manipolazioni mentali… anche io le odio, ma sono queste che fanno girare il mondo. Per gli altarini, stai tranquilla si sveleranno, ma quando non lo so. Spero di poter leggere ancora un tuo commento.

- DANY: allora prima di tutto ti ringrazio per i complimenti, poi passo alla tua domanda, non ho molto da dire dato che Veronica85 ha risposto egregiamente. Spero di leggere presto un altro commento.

- HATORI: grazie per aver commentato il capitolo IX, per il dialogo di Usagi e Chronos non so che dirti è venuto da sé. Per quest’altro capitolo… ti assicuro che i miei amici sono i più disordinati del pianeta Terra, io mi sono limitata a raccontare solo in minima parte il caos che regnava in casa loro. Per il capitolo X mi fa piacere che tu lo abbia trovato molto dolce il comportamento di Mamoru, ma non farci l’abitudine! Spero di leggere presto un nuovo commento.

- MIKI90: grazie per il commento al capitolo IX, mi fa piacere che i miti siano te graditi, adesso non so quando ne aggiungerò altri, ma sappi che ci saranno. Per il X capitolo, ribadisco il concetto. Quelli sono due ragazzi ed una ragazza da sola, a mio avviso, non può superare il disordine di due ventenni in piena tempesta ormonale.

- VERONICA85: innanzitutto grazie per aver risposto a Dany, a volte dimentico che non tutte conosco il manga e così do tutto per scontato. Per i complimenti che mi hai fatto non so che dire: mi hai fatto arrossire.

- PRINCESSANGEL: prima di tutto ti faccio i miei complimenti per le tue due long fic. Passando al capitolo IX ti dico solo che l’idea di Helios figlio di Nemesi mi è balzata in testa così, senza pensarci su molto. È venuto fuori da solo. Per il capitolo X che dire. L’appartamento è piaciuto a tutti a quanto pare, ne sono felicissima. A presto con un tuo nuovo commento e soprattutto con un nuovo capitolo della tua fanfic.

- SAILORMOON81: per quel che riguarda il capitolo IX non posso che ringraziarti. Per Chronos dici che è stato molto esaustivo, ma ne sei sicura? Sai a volte le cose non sono come sembrano… ma sto dicendo troppo, adesso basta! Per Mamoru ed Usagi che posso dirti… l’amore a volte è sorprendente, soprattutto quando è sincero. Spero che tu abbia notato il cambiamento nei dialoghi. Spero solo che tu intendessi ciò quando mi hai consigliato di cambiare la metodica dei dialoghi. Per la punteggiatura mi spiace, credi che questo sia un mio limite, non riuscirò mai a migliorare. Per il capitolo X che dire! Anche tu sei così disordinata? Non ci credo, sai perché lo dico? Adesso non prendermi per pazza ma dal tuo modo di scrivere, corretto e soprattutto chiaro e lineare, si direbbe il contrario. I tuoi scritti sono tutti lineari e semplici. Amore-perduto-rotrovato… interessante, davvero interessante. Non so che dire, forse è si… forse è no. Chi lo sa!

- USAGI_84: prima di tutto complimentissimi per la tua ff che riscuote grandi successi! Per la mia che dire? È cosa da poco! Complimenti poi per avere capito nel capitolo IX il luogo in cui si sarebbero materializzati Usagi e gli altri. Però sul vegliarla amorevolmente ti ho delusa, mi spiace. Per il capitolo X non so se racconterà o meno del loro amore, ancora non mi è stato comunicato, sai i miei neuroni sono cattivelli!

- STREGA_MOGANA: per il capitolo IX ti dico che è proprio il senso di umiliazione provata da Usagi il giro di volta della fanfic, ma come non posso ancora dirtelo. Per la futura riappacificazione non so che dirti, non ci ho pensato. Per Nemesi in realtà ho pensato anche altro, vorrei darle un volto più umano, quindi perché non renderla madre? per l’amore futuro tra Mamoru e Usagi vedremo, non posso anticipare niente! Per il capitolo X mi sa che stai facendo i salti di gioia un po’ troppo presto, non credi? Come credi la prenderà Mamoru non appena scoprirà la bugia di Usagi? Per la scena di Kunzite&Usagi sappi che ho riso con le lacrime agli occhi dopo che ho riletto il capitolo! Adesso però ti saluto, ti ho detto molto, ma in pratica nulla.

- KIRBY: per il capitolo IX ti do ragione anche io sono combattuta nei confronti di Chronos, magari con il passare dei capitoli tenterò di chiarire meglio la sua situazione e poi si vedrà! Per il capitolo X sono felice che anche a te abbia fatto ridere la scena di Usagi&Kunzite, anch’io ho riso con le lacrime agli occhi! Per la casa, sai che caos che regnava, non puoi neanche immaginarlo. Anche a te dico quello che ho detto precedentemente, come reagirà Mamoru alla rivelazione di Usagi?

- DOLCEBUNNY: per il capitolo IX adesso ho capito il perché della tua antipatia per Rei passo a commentare il resto. Nemesi è madre di Helios perché voglio rendere più umana la cattiva della fanfic. Sarà questo il suo punto debole? Chi lo sa! Per l’atteggiamento di Usagi nei confronti di Chronos so che sembra contraddittorio ma credo che sia quello più vicino ad Usagi. È buona si ma non stupida! Per il capitolo X mi fa piacere che questo capitolo sia stato di tuo gradimento, avevo paura che questa normalità stonasse con i capitoli precedenti. Per la frase di Mamoru non so che dire, mi sono ispirata un po’ al mio ragazzo, lui quando mi fa un complimento non è mai completamente sdolcinato deve metterci sempre un pizzico di sale. E di questo capitolo che dici? Anche questa normalità ti è piaciuta?

- NEPTUNE87: per il capitolo IX ti ringrazio per i complimenti!, hai visto dove si sono rimaterializzati? A casa di Mamoru! Per l’amore maledetto cosa posso dirti, sono un po’ cattiva! Per il capitolo X meno male che il capitolo è piaciuto anche a te, sai ho avuto paura ad inserirlo, è totalmente fuori rispetto la storia che ho presentato sino adesso, temevo che la troppa comicità non addiceva alla storia.

- KIARA: benvenuta tra le lettrici di questa fanfic. Non so che dirti. Spero di leggere presto un altro tuo commento oltre a quello lasciato nel mio IX capitolo. A presto.

- GIROVAGHI: do il benvenuto anche a te. Ti ringrazio per i complimenti, ma così temo di non essere mai all’altezza delle vostre aspettative, cosa mi dici di quest’altro capitolo? spero di riuscire a trasmetterti qualcosa anche stavolta!

Adesso non mi resta che darvi appuntamento al prossimo capitolo, che sarà pubblicato il 20 maggio. Grazie anche a chi legge ma che non trova il tempo per commentare!

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Capitolo 12
*** Capitolo XII ***


Nuova pagina 1

Capitolo XII

Rientro nello spogliatoio. Pesantemente mi lascio cadere sulla panca. Il borsone alla mia destra, il telo ancora attorno al collo. Respiro in maniera affannata. Ancora non mi sono totalmente ripresa. L’aver utilizzato lo Ginzuishou non ha fatto che indebolirmi ulteriormente. Lentamente mi alzo. Ripiego l’accappatoio e lo adagio sul borsone. Non appena privata dell'accappatoio un brivido risale lungo la mia schiena, provocandomi la pelle d’oca. Mi avvicino alle docce. Apro il rubinetto dell’acqua calda. Torno verso il mio borsone. Tiro fuori il docciaschiuma alla pesca. Prendo anche lo shampoo. Torno alle docce. Mi tiro dietro la porta che chiude il box doccia. Tolgo il costume e lo appoggio sul battente superiore della porta. L’acqua calda mi avvolge in un abbraccio, quasi, materno. Porto la testa indietro e lascio che l’acqua mi avvolga totalmente. Sento i capelli accarezzare la mia schiena. Un sorriso tirato increspa le mie labbra. Sento i muscoli rilassarsi. Resto così, immobile sotto il getto dell’acqua bollente, per un tempo imprecisato, cercando di scacciare via la tensione. Con una calma innaturale porto le mani tra i capelli. Inizio a massaggiarli. Cerco di ritrovare quell’equilibrio che si è spezzato due settimane fa. Tanti perché stanno vorticosamente risuonando nella mia mente. Dei perché a cui non so dare risposta. Dei perché che necessitano di una risposta se voglio continuare a lottare.

Guardo il display del cellulare. Sono le 00: 58. Si è fatto tardi. Dopo la gara fatta con Michiru non ho più rivisto le due Outer. Che siano rimaste ancora in vasca? Vorrei tornare in dietro e svelare loro tutta la verità ma preferisco trattenermi. Ricorderanno tutto a tempo debito. Non voglio mettere fretta, necessitano di tempo per recuperare, anche se non so di quanto ne disponiamo. Nemesi è una minaccia costante. Esco dall’edificio, il custode mi guarda di traverso. Credo che in questo momento stia odiando il prefetto di Tokyo con tutto se stesso. A mio avviso, è stata un’ottima idea lasciare le piscine aperte sino a notte inoltrata, ma ho come la sensazione che il custode non è della mia stessa opinione.

Appena fuori dalla piscina sono investita da una folata di vento gelido. Ho quasi la sensazione di avere il viso trafitto da mille stiletti di ghiaccio. Rabbrividisco. Ma tutto sommato è piacevole questa sensazione. La calura della piscina iniziava ad infastidirmi. Cammino stretta nel mio cappotto. La sciarpa a coprire interamente il mio naso. Il borsone penzola dalla mia spalla destra. Cammino per le strade della città. Colorate. Vive. Allegra. Com’ero io fino a poco tempo fa. Fortunatamente nessuno intralcia il mio cammino così posso arrivare a casa senza intoppi. Entro. Lascio il borsone all’ingresso. Tolgo il cappotto e la sciarpa. Li lascio sul divano. Senza neanche cenare, salgo lentamente le scale che mi portano in camera mia. Guardo la Luna che timida, si nasconde tra le nuvole. Prendo una decisione importante. Questa sarà l’ultima sera che sarò preda dello sconforto. Con questo pensiero mi getto sul letto ancora intatto. Il braccio destro a coprire i miei occhi rossi, dalle troppe lacrime versate, dal cloro, dal freddo. Così, ancora vestita, cedo a Morfeo. Ho una certezza: questa sarà una notte tranquilla, costellata di bellissimi sogni.

È passata un’altra settimana ma di Nemesi, ancora, nessuna traccia. Io, intanto, ho recuperato pienamente le mie energie. Sono al Crown ad aspettare Minako e Rei. Oggi le mie amiche si sono degnate di passare un pomeriggio in mia compagnia. Certo! Kunzite e Jadeite sono impegnati. Il primo ha trovato lavoro come istruttore in una palestra, il secondo ha deciso di iscriversi ad un corso di letteratura.

- Usagi scusa per il ritardo!

- Figurati Rei, sono appena arrivata. In ogni modo, di Minako neanche l’ombra!

Scuotiamo il capo demoralizzate. Minako è sempre la solita. Se non si fa attendere almeno mezz’ora non è contenta. Intanto Rei prende posto proprio di fronte a me. Il sole, ormai prossimo al tramonto, illumina i suoi capelli corvini donando loro dei riflessi viola. Un sorriso teso ad increspare le sue labbra. Quando è in questo stato non sono mai tranquilla. So per certo che dovrò prepararmi ad un interrogatorio. Porto le mani intrecciate sotto il mento e guardo la mia amica dritta negli occhi.

- Spara Rei, sono curiosa di sapere cosa ti sta passando per la testa.

Lei mi guarda e solo per un attimo leggo stupore nei suoi occhi. Poi però riacquista il suo solito atteggiamento regale. Sorride e slaccia il suo cappotto. Si sistema meglio sulla sedia e dopo una breve esitazione risponde alla mia domanda.

- Tu mi stai nascondendo qualcosa.

Decisa e diretta. Tipico di Rei. Il suo pianeta guardiano è Marte, quindi l’impulsività è alla base del suo carattere. Solo che mi stupisco del tempo impiegato per accorgersi che qualcosa in me non andava. Colpa di Jadeite. La distrae e la manda fuori di senno, ma meglio per lei. In fondo sono delle “piacevoli distrazioni”.

- Vero, ma al momento giusto saprai tutto. Adesso non posso dirti altro. Accontentati di ciò che ti ho confidato.

- Ma in pratica non mi hai detto nulla.

Rei scatta in piedi e sbatte una mano sul tavolo. Gli avventori del locale si girano ad osservarci indignati. L’impulsività della mia amica ci costa una brutta figura. Credo la prima di un lungo pomeriggio. Rei è molto arrabbiata. Il suo animo è inquieto. Non posso darle torto ma lei deve capire che non posso dirle nulla di più. Non ancora per lo meno. Con gli indici massaggio le mie tempie. Chiudo gli occhi per cercare di calmarmi. È vero sto mentendo alla mia amica. Non mi sto confidando con lei. Lei però dovrebbe comprendere che sto portando un fardello enorme da sola. Sto cercando di tenerla lontana dalle preoccupazioni. Lei cosa fa? Si arrabbia con me perché non le racconto adesso cosa mi sta accadendo?

Invece di accusarmi dovrebbe tentare di comprendere il perché del mio gesto. Lo faccio anche per lei. Per non caricarla di preoccupazioni adesso che finalmente può essere felice. Già. Adesso ha Jadeite. Deve pensare anche a lui. Non posso mettere a rischio la sua felicità e la sua incolumità. Nemesi è un’avversaria pericolosa e se non scopriremo presto il modo per sconfiggerla diventerà tutto più rischioso. Gli occhi furenti di Rei restano puntati sulla mia figura. Non resisto oltre. Se restassi un solo attimo di più rischierei di litigare con lei, e questo proprio non lo desidero. Lentamente mi alzo dalla sedia. Prendo il mio cappotto bianco e lo abbottono.

- Cosa stai facendo?

- Rei non mi va di litigare. Ho bisogno di stare da sola adesso. Ti prego di aspettare. Quando sarà tempo saprai tutto. Saprete tutto, tu e le altre. È una promessa.

Mi dirigo verso la porta a vetri. Non mi fermo neanche quando sento la voce di Rei chiamarmi più volte. Ho bisogno di restare da sola e così mi perdo per le strade della città mentre i fiocchi di neve iniziano a ricoprire, per l’ennesima volta in questa giornata invernale, i tetti della città.

Cammino conoscendo la mia destinazione. Il parco. Più correttamente la terrazza del parco. Da lì si gode la vista della città. Dopo un po’ eccomi giunta a destinazione. Salgo gli scalini che mi portano in cima. Mi porto vicino alla terrazza e da lì ammiro la città che inizia a vestirsi dei colori della notte. Il vento gelido scompiglia i miei capelli. Chiudo gli occhi e cerco di concentrarmi per localizzare le mie due Senshi non del tutto ritrovate. Sono insieme, e sono serene. Sorrido mestamente. Anche loro hanno trovato in questo tempo l’amore. Ed io? Niente! Non mi è concesso amare. Il mio è un amore maledetto!

- Maledizione!

Parlo ad alta voce e do un calcio ad una lattina. Metto le mani in tasca e m’incammino verso i giochi del parco. Un’altalena. Mi avvicino. Scosto la neve e mi assicuro che il sedile sia asciutto. Avere il sedere bagnato sino al mio ritorno a casa non è il massimo. Poi inizio a dondolarmi lentamente. Triste. Mi ero ripromessa di non cadere più preda dello sconforto ma non è facile, specie quando sei abbandonata da tutti, amiche incluse. Un sospiro. La nuvoletta di fumo che esce dalla mia bocca. La guardo come facevo da bambina. Sorrido ripensando alla mia infanzia ed all’allegria che caratterizzava le mie giornate da bambina. Mio padre, quello terrestre, mi portava al parco ogni volta che era libero, il che capitava almeno una volta la settimana. Sorrido stavolta. Sospiro per vedere un’altra nuvoletta. E poi improvvisamente un’altra nuvoletta sostituisce la mia. Mi volto verso la persona che ha interrotto il mio gioco e resto pietrificata. Mamoru.

Nel voltarmi i nostri visi sono vicinissimi. Fin troppo vicini. Mi volto dal lato opposto al suo per non far notare il rossore che ha imporporato le mie guance. Poi mi rimprovero a causa della mia avventatezza. Ho fatto di tutto, nelle ultime due settimane per evitarlo ed adesso me lo ritrovo qui. Proprio alle mie spalle. Non posso negare che la sua presenza mi dispiaccia, anzi. Ne sono felice. Solo che… solo che il nostro amore è maledetto ed io non posso correre il rischio di distruggere un’intera Galassia. Una vocina nella mia mente si fa strada e mi ricorda che nulla mi vieta di essergli amica. In fondo Mamoru non ricorda nulla e, sicuramente, non soffre a causa della nostra separazione, quindi posso godermi almeno questi brevi attimi di felicità.

- Ciao!

Lo saluto in modo allegro iniziando a dondolarmi ancora più velocemente sull’altalena. Sento aumentare la forza delle spinte. Merito di Mamoru che ha iniziato a far dondolare più velocemente l’altalena. Poi improvvisamente non lo sento più dietro di me. Adesso è qui davanti che mi vede ondeggiare sull’altalena. Mi sorride divertito. L’altalena rallenta la sua corsa. Decido di spiccare un salto dal gioco ancora in corsa. Seguo il mio istinto. Salto, ma una pozzanghera mi fa scivolare e cado dritta tra le braccia di Mamoru, che mi guarda con aria divertita. Poi inizia a ridere in modo divertito. Resterei qui per l’eternità, stretta tra le sue braccia. Con calma mi rialzo e gli porgo la mano per fare lo stesso. Lui intanto si è calmato. Guardandomi finalmente inizia a parlare, così posso bearmi ancora una volta del suono energico, ma armonioso, della sua voce.

- Ero convinto che mi stessi evitando, ma, da come mi sei finita tra le braccia, credo di essermi sbagliato. Sono felice di rivederti Usagi.

- Non ti sto evitando. Sono stata solo molto impegnata.

Ma dalla fretta con cui ho risposto dubito che Mamoru si sia bevuto la mia frottola. Infatti, scuote il capo per farmi capire che non c’è cascato. Io alzo le spalle e faccio finta di nulla. Non mi va di continuare con questa storia. Mamoru intanto si avvicina e così iniziamo ad incamminarci verso il parco, mentre i lampioni ormai illuminano il nostro cammino. Restiamo in silenzio a gustarci la pace e la serenità del momento.

Per sfuggire all’imbarazzo che sento aumentare dentro di me, cerco di concentrarmi il più possibile per avvertire le auree di Mercury e Jupiter ma tutto è inutile. Sembrano essere sparite nel nulla. Divorate dalla città. Colpa dell’energia negativa di Nemesi che aleggia tutt'attorno.

- Non riesci a trovarle, vero?

Scuoto la testa mestamente. No riesco a trovarle. Non trovo le mie amiche e lei mie guerriere. Cammino ed il mio sguardo si perde sulla città. È come se le stessi cercando tra i tanti puntini che vedo muoversi sotto di me. Cerco di capire perché non riesco a trovarle, sembrano sparite nel nulla. Una folata di vento fa volare un volantino pubblicitario tra i miei piedi. Lo scosto e continuo a camminare. Intanto sento lo sguardo di Mamoru fisso su di me. Non mi ha abbandonato da quando ha parlato l’ultima volta. Non riuscendo a sostenere oltre questa situazione, cerco dentro di me il coraggio per incrociare i suoi occhi. Chiudo gli occhi per trovare la forza di sollevare il capo e perdermi nel suo oceano. Lentamente sollevo il capo. Incrocio le sue iridi blu come l’oceano più profondo. Mi sento morire. Vorrei gettarmi tra le sue braccia e raccontargli tutto ciò che opprime il mio cuore. Vorrei stare stretta a lui per non soffrire ancora. Vorrei trovare il lui il mio confidente. Invece… invece mi limito a sorridergli. Un sorriso tirato. Un sorriso triste. Forse anche finto. Chino nuovamente il capo e continuo a camminare osservando la punta dei miei stivali. La sua voce giunge inaspettata, ma in ogni modo è una dolce sorpresa.

- Non abbatterti. Vedrai che le troveremo.

Annuisco. Ma improvvisamente tutto intorno a me diventa scuro. Blocco i miei passi. Sento Mamoru sorreggermi per le braccia. Credo che mi stia parlando ma non riesco a comprendere le sue parole. Tengo gli occhi chiusi. La luce dei lampioni mi fa male. Nell’oscurità della mia mente prendono forma delle immagini. Michiru. Haruka. Nemesi. Stringo, con la forza di cui dispongo, il braccio destro di Mamoru.

- Ho avuto una visione… Nemesi attaccherà… Sailor Neptuno e Sailor Uranus… dobbiamo raggiungerle…

Il dolore che s’impossessa del mio corpo m’impedisce di continuare a parlare. Le ginocchia cedono, rischio di cadere a terra se non fosse per le braccia di Mamoru. Adesso sono aggrappata con entrambe le mani alle sue spalle. Ansimo perché inizia a mancarmi l’aria. Sento il tocco leggero della mano di Mamoru sulla mia guancia. Un urlo spezza il silenzio del parco. Le gambe non reggono oltre il mio peso. Stavolta cado trascinando con me anche Mamoru. Stringo con forza le mie mani attorno le braccia di Mamoru. Cerco di trattenere le lacrime ma è inutile. Iniziano a scendere silenziose. Mamoru mi guarda preoccupato. Inizio a tossire convulsamente. Sento i miei polmoni bruciare, come se un fuoco li divorasse dall’interno. Sento un sapore metallico in bocca. Fisso la mano che tenevo davanti la bocca ed inorridisco quando mi accorgo che è sporca di un liquido nero. Il mio sangue… nero… ho tossito sangue nero (*). Un brivido corre lungo la mia schiena. Anche Mamoru deve essersi accorto di ciò che mi è accaduto perché la sua stretta è aumentata, inoltre l’ho sentito mormorare qualcosa. Poi accarezzandomi la testa parla ad alta voce così da poterlo sentire senza difficoltà.

- Stai tranquilla Usagi. Adesso ti porto in ospedale. Non preoccuparti.

Mi prende tra le sue braccia ed inizia ad incamminarsi verso una direzione a me sconosciuta. Sto per perdere i sensi quando sento il vento che sussurra qualcosa alle mie orecchie. Lentamente riapro gli occhi. Cerco lo sguardo di Mamoru e lo trovo. Mi guarda preoccupato. Il dolore adesso ha ridotto la sua intensità. Cerco di abbozzare un sorriso per tranquillizzarlo.

- No… ti prego… al porto… andiamo al porto… lì troveremo Nemesi.

Mamoru inarca un sopraciglio. Cerco di mantenere la mia voce ferma. Raccolgo ancora le forze. Fisso Mamoru negli occhi e riprendo a parlare con più determinazione di prima. Il dolore è ormai sopportabile, o sono io ad essere intontita sino al punto di non sentirlo più? Non lo so, ma cerco di convincere Mamoru di andare al porto. Cerco di scendere dalle sue braccia ma lui mi stringe con maggiore forza al suo petto. Vorrei arrossire ma non lo faccio, non ne ho la forza e poi non è il momento di lasciarsi andare a certi ricordi. Serro le labbra e riprendo a parlare.

- Mamoru è stata Nemesi. Il mio malore è opera sua. Ti prego, andiamo al porto. Se non mi ci porti tu ci andrò da sola.

- Usagi stai male. Come faccio a portarti al porto in queste condizioni?

Mi stringo maggiormente al suo braccio. Lo fisso negli occhi. Voglio che vi legga la mia determinazione. Scuoto il capo e guardo fisso davanti a me cercando di trovare una motivazione in più.

- Va bene.

Il suono della sua voce è dolce. Tranquillizza il mio animo. Riesco ad abbozzare un altro sorriso per rispondere al suo che è così caldo e così bello. Poggio il capo sul suo torace e mi lascio cullare dal suono ritmico del suo cuore che scalda il mio animo. Chiudo gli occhi e per un attimo mi tornano alla mente le immagini di Serenity ed Endymion. Il loro amore, il mio amore, o forse il nostro amore. Una lacrima sfugge ai miei occhi ma l’asciugo in fretta per evitare che Mamoru se ne accorga. Vorrei scendere ed allontanarmi da lui ma non ci riesco, sono troppo debole. O forse i miei piedi non vogliono ubbidire al mio cervello. Il mio cervello, però, sa che questa vicinanza non fa che aumentare la mia pena. In preda a questi pensieri giungiamo alla macchina di Mamoru. Con una delicatezza infinita mi fa sedere sul sedile della sua auto. Nel momento in cui sento il contatto con lo schienale del sedile apro gli occhi. Guardo Mamoru tanto vicino a me. Potrei sfiorare le sue labbra con le mie tanto siamo vicini ma non lo faccio. Sostengo il suo sguardo, ma parlo per allentare la tensione che si sta creando tra noi.

- Ti prego fa in fretta.

- Sta tranquilla.

Il dolore è quasi passato. Osservo il paesaggio fuori dal finestrino. Nemesi sta per arrivare. Solo adesso comprendo che quella che ho avuto è stata una visione. Il mio potere sta aumentando. Adesso mi permette di avere premonizioni. Non mi era mai accaduto prima di adesso. È incredibile. La mia premonizione è stata molto reale. Ho avvertito il dolore delle ferite che subivano le mie guerriere. Ed il sangue nero? Un’antica maledizione. Ricordo che mia madre me ne parlò un tempo. È una sorta di maleficio che uccide la persona che ne è vittima, privandola lentamente delle sue forze, sino a renderla simile ad un'ameba. Il sangue nero è un avvertimento per le vittime della maledizione. Non so quanto tempo mi resta prima che le forze inizino a ridursi. So per certo che se non farò qualcosa, e presto, rischierò di morire prima dello scontro finale. Intanto ripenso alla mia premonizione. Michiru ed Haruka. Erano al porto. Poi improvvisamente sono state attaccate brutalmente. I loro corpi cadevano a terra come delle foglie caduche.

Resto in silenzio. Guardo fuori e cerco un po’ di pace. Improvvisamente mi sento avvolta dal potere del Gold Crystal. Mi volto verso Mamoru e lo guardo come se fosse la prima volta che lo incontro. Lui, continuando a tenere lo sguardo fisso sulla strada, sorride e risponde alla domanda che ancora non ho formulato.

- Va meglio adesso?

Arrossisco come una stupida. Se va meglio? Non saprei rispondere. Mamoru mi stordisce. Non parlo del suo potere. Parlo proprio di lui e della sua persona.

Come faccio a restare calma in sua presenza?

Come posso impedire al mio cuore di battere velocemente?

Come faccio a non immaginare di saggiare il sapore delle sue labbra?

Come posso resistere all’istinto di abbracciarlo?

Eccoci al porto. Ormai il sole è tramontato. Intorno a noi non c’è nessuno. Le luci dei lampioni illuminano malamente la zona, rendendola spettrale. Scendo velocemente dalla macchina. Con gli occhi cerco di scrutare nell’oscurità per trovare le due ragazze. Mamoru si ferma davanti a me. Gli altri dovrebbero arrivare da un momento all’altro.

- Ancora non mi hai spiegato cosa vuol dire quel sangue nero.

Quella di Mamoru non è una richiesta. No! È un ordine. Perentorio aggiungerei. Mi guarda ed i suoi occhi sento che penetrano le barriere del mio animo. Abbasso il capo. Non riesco a reggere oltre il suo sguardo. Mamoru fa un passo avanti. Si avvicina. Un altro. Riesco a vedere la punta delle sue scarpe. Solleva il mio mento con due dita. Mi costringe ad incrociare il suo sguardo. Due pozze scure. Nere. Profonde. Preoccupate. Per un attimo, mi sono apparse anche innamorate. Ma è solo un attimo. Dopo tornano nuovamente distanti.

- Cosa significa?

Scandisce ogni singola sillaba. La sua voce è bassa. Decisa. Tremo davanti a tanta determinazione. Avanzo di un passo e sfuggo ancora una volta il suo sguardo. Non riesco. Mi sento in colpa. Terribilmente in colpa per via delle bugie che sono costretta a raccontare di continuo. Mi stringo nelle braccia e do le spalle a Mamoru. Osservo il mare. E sento la voce dell’acqua. Mi sussurra di fare attenzione perché Nemesi è vicina. Il vento mi sussurra di proteggere la sua guerriera. Mi guardo attorno e fisso il mio sguardo terrorizzato su Mamoru. Mi concentro ed inizio a correre verso il luogo in cui ho percepito il potere delle due guerriere ancora addormentate. Mi volto in cerca di Mamoru e mi stupisco quando me lo ritrovo al mio fianco. Non parla ma guarda davanti a sé.

- Sta per attaccare.

Riesco a dire solo questo prima che un’esplosione, proveniente dalla direzione in cui ci dirigiamo, spezza il silenzio. Mi si gela il sangue nelle vene. Corro ancora più veloce. Chiedo al vento di aiutarmi e sembra quasi che le mie preghiere vengano esaudite. Una nuova forza è nata dentro di me. Le mie gambe sono veloci. Corro e prego. Prego affinché non sia troppo tardi. Corro. Ed intanto mi trasformo.

- Moon crystal power, make up!

I nastri argentati ricoprono il mio corpo. Una nuova forza scorre dentro di me. A trasformazione finita sono Sailor Moon. Endymion è al mio fianco. L’elsa della spada splende di luce propria. Il Golden Crystal entra in vibrazione con il Ginzuishou. Cerco il suo sguardo ma non lo trovo. Che sia in collera con me? Non ho il tempo di formulare altre congetture perché un’altra esplosione riempie le mie orecchie. Una fitta al cuore. No. Non è opera di Nemesi. Colpa della paura. Del timore di aver perso due guerriere ancor prima di averle ritrovate.

- Haruka! Michiru!

Chiamo a gran voce le due guerriere. A parte il fumo nero non vedo nient’altro. Chiudo gli occhi e cerco di percepire la loro presenza. Sono qui, ma dove non riesco a capirlo. Sento l’energia di Nemesi. Poi nell’oscurità due bagliori. Uno ambrato, l’altro di un azzurro tenue. Corro verso quelle luci e mi blocco quando vedo le due a terra. Come un flash tornano vivide le immagini di mille anni fa. Allora furono le prime a perire. Raccogliendo tutto il mio coraggio, con passo incerto, mi avvicino lentamente. Tremante. Sorrido in direzione di Endymion appena mi accorgo che sono vive. Amplifico il mio potere, mentre le due lentamente riaprono gli occhi. Il capo di Michiru è poggiato sulle mie cosce. I suoi capelli sparpagliati sul pavimento. Lentamente stanno riprendendo i sensi. Entrambe. I miei occhi si riempiono di lacrime che per fortuna riesco a trattenere. Non voglio farmi vedere da lui mentre piango ancora una volta.

- Che diamine è accaduto?

La prima a parlare è Haruka, che si massaggia la tempia destra dolorante. Cerca subito Michiru ed appena la vede subito si precipita a vedere come sta la sua adorata. Mi scansa con veemenza ed Endymion fa un passo in avanti in sua direzione, ma prontamente lo blocco. È comprensibile il comportamento della giovane. Io avrei fatto lo stesso. Michiru intanto è stretta tra le braccia di un’Haruka sempre più diffidente nei nostri confronti. Mi alzo di scatto. Endymion si mette subito in guardia.

La risata di Nemesi echeggia per il porto deserto. In lontananza le sirene dei pompieri sembrano arrivare per spegnere l’incendio esploso improvvisamente. Accosto la mia spalla a quella di Endymion. Ci guardiamo intorno. Poi alziamo entrambi gli occhi al cielo. Arrivo in tempo per creare una cupola di cristallo che ricopra sia me sia gli altri, poi una pioggia di scaglie di ghiaccio ci investe in pieno. Haruka e Michiru ci guardano spaesate.

- Prendete le pietre che avete trovate. Muovetevi.

Urlo con quanto fiato ho in gola. Il frastuono dei colpi che si infrangono sulla barriera è assordante. Le due però hanno tirato fuori le loro pietre guardiane.

- Appena ve lo dirò correte a nascondervi e concentratevi… il resto sarà solo istinto. Ricordate solo che il mare ed il vento sono con voi. Vi amano e vi proteggono.

L’ultima affermazione è stata pronunciata fissando prima Michiru e poi Haruka. Aspetto che la tempesta scemi ma la mia avversaria è determinata a non fermarsi. La barriera inizia a scricchiolare sinistramente. Guardo preoccupata Endymion. Lui ricambia il mio sguardo teso. Poi il silenzio, o per meglio dire un sibilo. Alzo gli occhi al cielo e vedo delle fiamme e degli strali di luce. Sorrido. Mars e Venus. Mi volto per l’ultima volta verso le due ancora sconvolte. Le guardo e sorrido loro. Poi parlo con calma.

- Sto per togliere la barriera. Al mio tre correte dalla parte opposta rispetto l’incendio. Mi raccomando. Uno… due… tre…

Dissolvo la barriera. Le due ragazze senza perder tempo iniziano a correre verso la città. Spero che ci riescano.

- Nemesi… so che ci sei. Fatti avanti. Sono stanca di questi stupidi giochetti.

Venus, Mars e Pluto sono al mio fianco. I generali di Endymion affiancano il loro sovrano. Il terreno sotto di noi inizia a tremare. Sento le urla di Michiru ed Haruka. Mi volto verso di loro. Rimango pietrificata. Il terreno sotto i loro piedi si solleva, imprigionandole a parecchi metri dal suolo. Corro in loro direzione disperatamente. Adesso sono loro le più vulnerabili.

- Usagi fermati.

Sento la voce di Minako, ma non mi fermo.

- Sei impazzita.

Adesso è Rei.

Mi spiace amiche mie ma non posso abbandonarle. Non adesso per lo meno. Corro a perdifiato in loro direzione. Improvvisamente dal terreno sgorgano delle fontane di magma che si propagano alte verso il cielo, tingendolo di un retro rosso. Mi guardo attorno e con orrore mi accorgo di essere rimasta sola. Sono caduta nella trappola di Nemesi.

Salve gente! Leggendo i vostri commenti, riguardo il capitolo 11 sono rimasta spiazzata. Davvero credevate che si trattasse di Amy? Ma come? Non avete pensato che l’elemento di Michiru è l’acqua? Allora sono stata un pochino brava nello spiazzarvi! Come sono contenta! Ed adesso? Che ne dite di questo capitolo? Abbastanza romantico? Abbastanza azione. No? Avete perfettamente ragione. Ma cosa posso dirvi? Se vi avessi dato subito l’azione e poi il romanticismo voi cosa mi avreste detto? Bello. Tenero. Brava. Ed invece no! Io voglio darvi tutto nelle giuste dosi. Pian pianino. Per carità! Non mi sono montata la testa. No. Sapete qual è la verità? Il capitolo mi è scappato dalle mani ed alla fine mi sono detta che era meglio interromperlo qui! Era troppo rischioso continuarlo. Finiva che veniva un mattone mega enorme! Lo so sono perfida a lasciarvi sul più bello ma così dovrebbe aumentare la suspence! Ragazze mi farei i complimenti da sola per la mia puntualità negli aggiornamenti, solo che ho paura di sembrare come dire… egocentrica? Non so. Spazio ai ringraziamenti!

RINGRAZIAMENTI:

- KILLKENNY: un altro 9? Oddio mi commuovo! Per la proposta che mi hai fatto via mail non so che dire. Io infondo non sono molto critica nei confronti dei due cattivoni della fanfic (parlo di Chronos e Nemesi), forse perché conosco il perché delle loro azioni? Per il resto che posso dirti? Grazie di cuore per i complimenti!

- DANY: sono arrivate altre due. Nei prossimi due, capitoli dovrebbero arrivare le ritardatarie Mercury e Jupiter, tranquilla ci sono tutte, grazie per i complimenti. Intanto mi associo a te nel porgere i ringraziamenti a Veronica85.

- USAGI_84: questa Haruka calma e riflessiva è piaciuta, come sono contenta. Io purtroppo non ho letto il manga e mi attengo alla mia immaginazione per descrivere i caratteri delle protagoniste delle mie fanfic. Sono felice di sapere che mi sono avvicinata tanto. Grazie ancora per i complimenti riguardo la nuotata. Se leggerai il ringraziamento rivolto a GIROVAGHI capirai il perché! A presto e grazie ancora!

- STREGA_MOGANA: dato che ho letto che vedere un’Usagi così giù di morale ti rattristava, ho ben pensato di farle promettere di non cedere più nello sconforto. Sei un po’ più contenta adesso? Francamente a me questo capitolo è piaciuto specie nella parte in cui Usagi nuota tranquilla nella vasca, iniziando a gareggiare contro se stessa e contro la vita. In realtà, era questo il messaggio che volevo lasciare con la nuotata… credo, però, che non sia stato percepito, dovrò impegnarmi maggiormente per essere più chiara e riuscire a trasmettere al meglio i miei pensieri! Ed hai visto in questo capitolo? Usagi è rimasta da sola contro Nemesi, come se la caverà? Dovrai attendere sino al prossimo capitolo… lo so sono perfida… ricorda però, se mi uccidi non saprai mai come finirà la fanfic… abbi pietà… comunque ho dimenticato di chiederti cosa ne pensavi di Mamoru! Ti piace questo Principe così apprensivo e preoccupato? E forse un po’ innamorato…

- GIROVAGHI: rinnovo i ringraziamenti. Per quel che riguarda l’essere riuscita a trasmettere le sensazioni di chi ama l’acqua… non ho fatto nulla di speciale. Semplicemente ho riportato su questa pagina le bellissime emozioni che riesce a regalarmi questo elemento. Le descrizioni sono state tutte perse dai miei vecchi allenamenti, quando ancora avevo il tempo per nuotare e scaricare la mia tensione… a me generalmente cercano la coda da sirena, dicono che sto troppo in acqua, specie in estate. A volte mia madre si preoccupa per il tempo che sto via nuotando, ma io adoro il mare. Ma torniamo a noi, altrimenti mi viene la malinconia a pensare ai tempi passati! Aspetto di sapere cosa pensi di questo capitolo…

- KIRBY: e già questa Haruka è molto più calma, ma per adesso credimi! Lascia che riacquisti la baldanza data dai suoi poteri e poi vedremo se resti della stessa opinione! Michiru è rimasta così perché rappresenta in assoluto la forma più eterea della femminilità, almeno ai miei occhi. Non è mai esagerata nelle sue azioni, ma neanche troppo controllata. Lei è così! Perfetta nella sua semplicità! Ed Usagi… lei è la loro principessa e non può che essere riflessiva, matura e rispettosa dei suoi sudditi! A presto e spero che anche questo capitolo sia di tuo gradimento!

- PRINCESSANGEL: esordisco riferendomi alle tue fanfic. Mi hai tolto un peso incredibile nel momento in cui mi hai detto che non ti offendevi, temevo di aver commesso qualche guaio. Io ho la tendenza di correggere gli errori nelle fanfic, ma solo di quelle che mi colpiscono e che mi piacciono. Per la mia fanfic che posso dirti. Come ho detto a GIROVAGHI mi sono limitata a riportare le emozioni che provo io in prima persona quando nuoto, ecco perché mi è venuto incredibilmente facile scrivere questo capitolo. Era già tutto pronto in un certo senso!

- MIKI90: questa Usagi è più matura, perché adesso è cosciente do avere sulle spalle la responsabilità di un’intera Galassia, se non dell’Universo intero. Per il resto che posso dirti che sono felice di leggere alla fine di ogni capitolo un tuo commento? Grazie! A presto!

- SAILOTMOON81: “Appallottolare il tutto e lanciarlo dentro l'armadio” oppure "Chiudete la porta così non vedete il caos"… sai che sono situazioni a me familiari? Sicura di non aver dato tu stavolta una sbirciatina in camera mia? In ogni modo passiamo al capitolo perché se ci dilunghiamo sul nostro concetto di “ordine” mi sa che facciamo notte, dato che sono ancora le 10:52 di questa bellissima domenica mattina! Anche tu convinta che fosse Amy? Se sono riuscita a mandar fuori strada te allora sono stata brava! Generalmente azzecchi sempre quello che ho intenzione di scrivere! Per il resto che dire! Le descrizioni emotive? Quelle si scrivono da sole. Mi utilizzano solo come mezzo per descriversi! Ma dimmi, cosa ne pensi della maledizione di cui è caduta vittima Usagi? E di come si è messa la situazione per la poverina? Aspetto un tuo commento. Adesso ti saluto! Ciao ed alla prossima!

- VALEPOLIT: ti ringrazio di cuore per i complimenti ma credimi non ho fatto molto per questo capitolo. Dici che scrivo benissimo? Mi fai arrossire così! Per questo capitolo, non ho fatto molto, anzi non ho fatto niente! Mi sono limitata a descrivermi mentre nuotavo. Certo io non sono una campionessa di nuoto, e francamente non mi sarebbe piaciuto diventarlo! Io nuotavo solo per divertimento e per riflettere. Solo quando nuotavo riuscivo ad essere sola con me stessa. Addio bei tempi andati! Per questo capitolo che dire? Non so dimmi tu! Un bacio a presto!

- DOLCEBUNNY: innanzitutto mi fai tirare un sospiro di sollievo. Stamattina quando ho letto che c’era un commento in più, l’11esimo, ero sicurissima che si trattasse di te, ed infatti! Ogni volta che scrivo qualcosa sono certa di trovare un tuo commentino, anche se piccolo, tra le altre recensioni! Per il capitolo passato ti dico che io neanche avevo pensato ad Amy, perché per lei ho sempre identificato come luogo di appartenenza la biblioteca o un’aulastudio, ma non la piscina. Certo la vediamo che nuota sia nel manga, sia nell’anime, ma ricordiamoci che in un certo senso Mercurio, rappresenta la sapienza, almeno nel mio modo di vedere (infatti il Caduceo il bastone del Dio Mercurio è stato poi ripreso da noi. Se ci fai caso tra le insegne luminose delle farmacie trovi spesso due serpenti avvolti attorno alla croce verde! Ecco quei due serpenti rappresentano il Caduceo. Nella mia mente malata e contorta, posso aggiungere, che si crea il seguente dualismo farmacia = sapienza. Lo so sono contorta, ma non posso farci nulla!), mentre Nettuno rappresenta l’acqua. Ecco perché ho inserito Michiru e non Amy in vasca con Usagi! Ma adesso passiamo a questo nuovo capitolo! Dimmi se ti è piaciuto questo progressivo avvicinamento tra Usagi e Mamoru! Aspetto un tuo responso!

Credo di aver detto tutto. Adesso non mi resta che darvi appuntamento al 27 maggio con il XIII capitolo. Baci a tutte e grazie anche a chi legge solamente!

(*) Il sangue nero che tossisce Usagi non è una mia invenzione! Infatti mi sono permessa di prendere in prestito l’accaduto dal manga “Sailor Moon Dreams” che corrisponde alla quarta serie “Sailor Moon ed il mistero dei sogni”. Per quel che riguarda la spiegazione è tutto frutto della mia mente malata, anche perché non so che spiegazione è data nel manga!

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Capitolo 13
*** Capitolo XIII ***


Nuova pagina 1

Capitolo XIII

Compio un giro su me stessa. Sono bloccata. Un muro di magma incandescente blocca tutte le possibili vie d’uscita. Guardo il cielo. Sulla mia testa la Luna risplende. Unica via d’uscita è lì, mi sovrasta, ma come posso riuscire a saltare così in alto? È impossibile anche adesso che sono Sailor Moon. Mi concentro ma non riesco a sentire le voci delle mie amiche. Solo i gorgheggi della lava. Sudo. Non so se per il caldo o per la tensione. Gli schizzi di magma mi sfiorano. Potrei creare un’altra barriera ma sento di non poterlo fare. Sono debole. Troppo debole. Credo che sia colpa della maledizione. Quando sono Sailor Moon spreco molte più energie rispetto a quando sono Usagi. Cerco di mantenere la calma restando in piedi, anche se con fatica. Mi guardo attorno con prudenza. Nemesi potrebbe spuntare da un momento all’altro. Chiudo gli occhi e cerco di concentrarmi. Devo localizzarla. È vicina, ma dove? Poi la sua voce mi raggiunge. Fredda. Crudele.

- Principessina sei pronta a morire?

Mi giro di scatto ed appena in tempo per evitare la lama della sua spada. Scatto lateralmente nella speranza di evitare un altro colpo, ma sono troppo lenta. Mi colpisce, all’addome. Il body del mio fuku si lacera. Laddove la lama ha sfiorato la mia pelle sento un forte bruciore. Porto una mano in corrispondenza della ferita. La sfioro, guardo il candido guanto e mi accorgo, con orrore, che è sporco del mio sangue. Questa ferita, sorprendendomi, mi dà nuova forza. Sorrido alla mia avversaria. Un’idea mi è appena balzata in mente.

- Prima mi scagli contro una maledizione, dopo cerchi di colpirmi con la tua spada. Per caso vuoi uccidermi?

Il mio piano è riuscito: la mia ironia ha spiazzato la mia avversaria così ne approfitto per contrattaccare. L’indice ed il medio della mia mano destra sfiorano la mezzaluna sulla fronte. Questa inizia a brillare formando un ovale di luce. Lancio il colpo urlando con tutto il fiato che ho in gola.

- Moon tiara, action!

Parte veloce. Nemesi ghigna malefica, all’ultimo evita il colpo.

- Dovresti migliorare la mira, se vuoi colpirmi.

- Davvero? Ma non era mia intenzione colpirti adesso!

Nemesi mi guarda sorpresa. Adesso sono io a ghignare. Con un veloce movimento del polso il disco di luce cambia la sua direzione. Torna indietro e colpisce il polso destro di Nemesi, che urla di dolore, mentre la sua spada cade a terra con un rumore sordo. Scatto in avanti e mi dirigo velocemente verso di lei. Non posso esaurire tutte le mie energie. Non subito per lo meno. Colpisco Nemesi con una ginocchiata allo stomaco. La strega si piega a causa del dolore. Non mi fermo qui. Continuo ad attaccare cercando di colpirla ancora. Presto però mi accorgo di essere in debito di ossigeno, la vista si annebbia. Il sudore imperla la mia fronte. Intorno a me, tutto inizia ad oscurarsi. Nemesi sorride malefica. È lei. La sua maledizione. Delle mani invisibile stanno stringendo la mia gola. Mi inginocchio. Tossisco ed altro sangue nero esce dalla mia bocca. Nemesi si avvicina. I suoi passi sono vicini. Sollevo il capo e la vedo imperiosa su di me. In mano brandisce la sua spada dalla lama nera. Riluce sinistra sotto i bagliori del magma.

Cerco ancora una via d’uscita.

Nulla. Sono spacciata.

Nemesi ride sguaiatamente. Alza il braccio e si prepara a colpirmi. Chiudo gli occhi ed aspetto il colpo che segnerà la mia fine.

No! Non posso arrendermi. Non adesso.

Cerco dentro di me la forza.

Libero il mio potere. Una luce avvolge il campo di battaglia. Sento il sangue bruciare nelle vene. Chiudo gli occhi. Non resisto a questa luce calda che avvolge tutto. Sento il mio corpo leggero. Vuoto. Privo di forza. Il mio cuore batte a rilento. Temo che si possa fermare da un momento all’altro. Nel momento in cui la luce mi avvolge completamente non capisco più nulla. È tutto buio, so solo che alla fine sono rimasta senza forze a terra. Sdraiata supina. Se non sono riuscita a fermarla adesso, allora per me è la fine. Sono totalmente priva di forze. Gli occhi sono chiusi. Tendo l’orecchio, cerco di captare un qualche rumore. Nulla. Silenzio. Non avverto più neanche la presenza di Nemesi. Forse sono morta durante lo scontro? No, impossibile. Sento il dolore in tutto il corpo. Nemesi deve essersi smaterializzata prima che fosse troppo tardi.

Dopo un tempo imprecisato ho riacquistato un po’ delle mie forze. Lentamente provo ad alzarmi. Un capogiro mi fa perdere l’equilibrio. Cado a terra battendo violentemente le ginocchia contro il terreno arso. Sussulto a causa del dolore. Riprovo ad alzarmi. Altro capogiro, ma stavolta resto in piedi. Cammino barcollando. La testa mi fa male. Il mio addome brucia. Avverto le presenza degli altri ma sono lontani. Le mani mi fanno male. È come se stessero bruciando. Tremante volto le palme delle mie mani verso il cielo e le osservo, sussulto quando mi accorgo che sono ustionate. Il tessuto dei guanti è arso mentre l’epidermide è bruciata. Il sangue vermiglio quasi scintilla sotto la luce della Luna. Resto immobile. Fisso con orrore le mie mani sporche del mio sangue. Un brivido percorre la mia schiena: oggi sono io ad essere ferita ma domani? Domani a chi toccherà? Uno ad uno rivedo i volti dei miei amici, di colui che amo più della mia stessa vita, e mi riprometto di difenderli sino alla fine di questa battaglia.

Boccheggio.

Un coniato di vomito.

Piango inginocchiandomi a terra. Ho deciso. Dopo la fine di questa guerra, andrò via, mi rifugerò nella dimensione di Chronos, sono indegna di continuare a vivere su questo pianeta, lo proteggerò da lì, dalla dimensione senza spazio e senza tempo. Sorrido amaramente, una domanda sorge spontanea:

Sopravvivrò? Può anche darsi che la maledizione mi ucciderà prima della mia avversaria.”

No! Non posso permettermi di morire, prima devo riuscire a vincere Nemesi. Poi andrò via, che senso ha sopravvivere senza poter amare lui? Mi fermo ancora un po’. Guardo la Luna e cerco di riacquistare un po’ delle mie forze facendo appello alla benevolenza della mia guardiana.

Dopo essermi ripresa mi alzo e riprendo il mio cammino. Cerco i miei amici. La violenza dello scontro deve avermi spinto lontana. Mi trovo in una parte del porto diversa da quella in cui mi trovavo prima della battaglia. Tutto intorno a me è solo rovine. Osservo ciò che resta delle aiuole. La banchisa è distrutta in più punti.

Cammino lenta, ma sento che le forze stanno tornando. Sento scorrere dentro di me nuova linfa. Fisso la mia Luna. Sorrido in sua direzione. È la sua influenza. Ancora pochi passi e poi riconosco le loro auree. Inizio ad invocarle a gran voce, ancora sono troppo debole per correre. Sorrido loro non appena le vedo. Corrono verso di me. Sono così felice di vedere che stanno bene. Rei è la prima ad arrivare, mi abbraccia forte. Sussulto a causa della sua stretta. È dolorosa ma anche incredibilmente calda. Minako è dietro di lei. Mi guarda ma non osa avvicinarsi. Piange silenziosamente. Le sorrido ed allargo un braccio pronta per abbracciare anche lei che non aspetta più di tanto. Cadiamo a terra. Forse perché troppo pesanti, o forse perché sono io troppo debole per sorreggere il peso di tutte e tre. Guardo Setsuna, sorride con gli occhi lucidi, anche lei è commossa. Per un solo attimo incrocio lo sguardo di Mamoru. È irato. Freddo. Distante. Interrompo il contatto visivo. Adesso non voglio chiedermi nulla. Adesso voglio solo gustarmi l’abbraccio delle mie amiche. Lentamente ci alziamo. Mi guardo intorno e dopo poco trovo il coraggio per parlare.

- Ed Haruka e Michiru?

Al suono delle mie parole i miei amici si spostano e mi fanno osservare le due ragazze. Sono felice di costatare che sono sane e salve. Non mostrano alcuna ferita. Sorrido e faccio un passo in loro direzione ma un capogiro mi colpisce improvviso. Poggio la mano sulla spalla di Minako che mi guarda con preoccupazione. Rei prontamente viene in mio sostegno. Le due ragazze intanto si sono avvicinate ed adesso mi guardano con rispetto ed ammirazione. Poi accade qualcosa di improvviso. Si inginocchiano e chinano il capo e fissando il terreno, mente Haruka parla per entrambe.

- Principessa Serenity… noi… perdonaci se non abbiamo ricordato.

Poche parole cariche di senso di colpa. Si interrompe imbarazzata. Nei suoi occhi posso leggere tutto il suo disagio per la situazione venutasi a creare.

Il suo orgoglio è stato oltraggiato. Solo adesso capisco che nel momento in cui sono intervenuta in suo soccorso l’ho messa in ridicolo.

Il suo essere guerriera è stato messo in discussione, sempre da me, sempre dal mio tentativo di protezione.

Il suo essere compagna è venuto meno non avendo protetto Michiru dall’attacco di Nemesi.

Guardo Haruka. Le sorrido. Le dico di alzarsi e l’abbraccio forte per quanto le mie ferite mi permettano di esserlo. Le sussurro che sono felice di rivederla e lei, con mia grande sorpresa, ricambia il mio abbraccio. Ci stacchiamo e poi mi rivolgo a Michiru che si è già alzata. Guardo anche lei e mi sorride radiosa. Si avvicina e deposita un lieve bacio sulla mia guancia e sussurra al mio orecchio un “grazie” che proviene direttamente dal cuore. Guardo le mie due guerriere, poi mi volto verso le altre e noto sui volti di tutte un’espressione serena. Felice. Mi volto verso Mamoru ed ancora la sua maschera fredda. Mi irrigidisco. Quegli occhi mi riportano alla mente le mie ferite. Inavvertitamente guardo il palmo delle mie mani e così facendo faccio ricadere lo sguardo di tutti su di esse.

- Oh mio Dio! Usagi è terribile. Come è accaduto?

Sto per rispondere ma sono bloccata da un brivido che percorre in lungo la mia schiena. No. Non può essere. Mi volto intorno. Come se le mie amiche avessero percepito il mio timore si affiancano a me, quasi circondandomi. Haruka e Michiru stringono in mano le loro pietre ed invocano all’unisono i nomi dei loro pianeti protettori.

- Uranus power, make up!

Una foglia trasportata dal vento, poi un vortice avvolge Haruka. Il vento si insinua sotto la sua pelle, diventando parte di lei. Appena tutto tace appare ai miei occhi Sailor Uranus: signora dei venti. I corti capelli color grano sono spettinati, i lobi delle sue orecchie adornati da orecchini a forma di mezzaluna, dono di Queen Serenity in persona. Il sailor fuku è di un colore blu intenso, come il cielo quando è preda dei venti impetuosi. Il suo diadema è incorniciato dalla sua pietra guardiana, l’ambra (*). Il fiocco che spicca al centro del suo body è dello stesso colore del Sole, mentre il collarino che porta al collo, così come i bordi dei suoi guanti corti, sono, anch’essi, dello stesso blu intenso del sailor fuku. Ai piedi degli stivaletti al polpaccio con un tacco vertiginoso. In lei percepisco la potenza di mille tifoni.

- Neptuno power, make up!

Una goccia in mezzo al mare e poi un mulinello d’acqua avvolge Michiru. Nel momento in cui tutto finisce, ai nostri occhi appare Sailor Neptuno: signora delle acque. I capelli fluttuanti ricordano le onde del mare. Il suo sailor fuku richiama i colori di un mare lindo, quel color acquamarina che ti lascia senza fiato. Il suo diadema brilla alla luce della Luna richiamando i colori della sua pietra. Come Uranus anche lei porta dei guanti che giungono al polso. Ai piedi calza dei sandali alla schiava. Il suo fiocco è di un azzurro tenue, molto simile al colore dei suoi capelli. Il collarino è adorno di una rosa dei venti (*) dono di Sailor Uranus. In lei avverto la potenza strabordante dei mari in tempesta.

A trasformazione finita mi affiancano altre due Outer Senshi. Non c’è tempo per le spiegazioni, non adesso per lo meno. Siamo tutti all’erta. Nemesi potrebbe attaccare da un momento all’altro.

- Non è sola.

- Già. Avverto altre due auree.

La voce di Mamoru si aggiunge alla mia. È bassa, una leggera nota di apprensione. Non mi volto indietro per incrociare, ancora una volta i suoi occhi freddi come il ghiaccio. Mi preparo per attaccare, o fuggire secondo la situazione. Poi lui si accosta a me e sorprendendomi inizia a parlarmi a pochi centimetri dal mio collo.

- Non allontanarti da me, sei troppo debole per potercela fare da sola e se ti allontanassi diverresti un bersaglio troppo facile per il nemico.

Come sempre lui non chiede. No, lui ordina. Ma stavolta non mi limiterò ad annuire. Non stavolta. Mi volto verso di lui e lo fisso con rabbia negli occhi. Azzurro nella tenebra. Luce nel buio.

- Non mi occorre una balia e mi sembra di averlo già dimostrato in più di un’occasione.

- Ne sei sicura?

La sua voce è tagliente come la lama della spada di Nemesi. Per un attimo una domanda si formula automaticamente nella mia mente: che lui ricordi qualcosa? Non può essere, Chronos mi ha fatto intendere che sono la sola, ed unica a ricordare i fatti reali. Anche se… Chronos non è mai stato pronto a confermare la mia domanda. Che lui ricordi davvero qualcosa? Fisso i suoi occhi confusa.

- Guarda le ferite che hai riportato nell’ultimo scontro. Sei sicura di saper badare a te stessa? Non si direbbe!

Sprezzante. Odioso. Arrogante. No! Lui non ricorda nulla altrimenti sarebbe stato meno duro. O forse si comporta così solo per proteggermi? Sono confusa. In cuor mio spero che lui non ricordi nulla, altrimenti anche lui, come me, soffre terribilmente.

- Sono delle auree che mi sembra di aver già percepito altre volte.

La voce di Rei interrompe le mie riflessioni. Mi concentro per cercare di riconoscere le due auree che si nascondono dietro a quella di Nemesi. Cerco di percepirle ma è difficile. Sono ibride. Sembrano le auree di due Sailor, sopraffatte da Nemesi! Mi concentro ulteriormente e sento la testa girare. Caparbia, mi costringo a resistere. Continuo a concentrarmi fino a che, con sgomento, non apro gli occhi di scatto. Non è vero!

- Presto correte. Muovetevi. Avvicinatevi a me.

Urlo a tutti di avvicinarsi, il colpo sta per arrivare. Non ho molto tempo nel momento in cui sono tutti dietro di me allora anche io inizio a correre. Endymion è al mio fianco pronto per sorreggermi nel caso in cui cadessi. Mi volto e resto immobile, non c’è tempo. Siamo in svantaggio. Mi fermo e lui resta al mio fianco. Mi guarda chiedendosi cosa mai voglia fare. È un attimo. Alzo le braccia al cielo e concentro il mio potere nelle mie mani. Le porto all’altezza del mio seno. Le palme ancora congiunte. Poi lentamente le separo. Man mano che le allontano si va formando un bastone, color avorio. Il Silence Grave. Io stessa rimango sconvolta non appena mi rendo conto che tra le mani tengo la Falce della Morte di Sailor Saturn, ma non ho tempo. Mi concentro ancora ed allora capisco cosa devo fare. Riapro gli occhi, pianto i piedi bene a terra attendo.

- Silence Wall!

- Mercury! Aqua mirage!

- Jupiter! Oak evolution!

Una enorme sfera di ghiaccio, avvolta da un potente campo elettrico sono scagliati contro di noi. Pianto per bene i piedi in terra. Sono pronta all’impatto, anche se in cuor mio spero di essermi sbagliata. Spero di non aver riconosciuto i colpi che, adesso, si stanno infrangendo contro la barriera creata dal Silence Grave, che oltre una potentissima arma di attacco, all’occorrenza, diventa anche uno scudo indistruttibile. La barriera regge senza troppi sforzi. Endymion mi guarda pensieroso mentre i colpi perdono la loro intensità sino a dissolversi nel nulla. Appena sono sicura che tutto sia finito abbasso la falce facendo disfare lo scudo. Osservo le facce sconvolte delle mie guerriere. Io sono ancora più sconvolta di loro. Quelli sono i colpi più potenti delle guerriere sailor e loro, mille anni fa, neanche conoscevano questi colpi. Nemesi. È tutta opera sua.

- Non è possibile…

La voce sconvolta di Nephrite mi porta al campo di battaglia.

- Cosa vuol dire?

Adesso è Zoicite.

Il mio cuore è stretto in una morsa dolorosa. Riesco, anche senza concentrarmi, a percepire la loro sorpresa, ed il loro timore. Fissano le tre figure che sono davanti a noi. Una è Nemesi, le altre due, le altre due sono Jupiter e Mercury. Sul volto delle due guerriere nessuna espressione traspare. Sono… indecifrabili. Indecifrabili per gli altri, ma non per me che sono la loro principessa. Non sono indecifrabili per gli uomini che le amano.

- Ma quelle sono… Mercury e Jupiter. Presto spostatevi da lì o Nemesi vi attaccherà.

Non so se Minako sia seria o meno. Nella sua voce avverto angoscia, terrore. Credo che stia cercando di autoconvincersi che questo sia solo un brutto sogno. Anch’io vorrei fare lo stesso ma non posso. Io so che non è un brutto sogno. Io so che questa è la verità. Stringo con più forza il Silence Grave. Vorrei dire qualcosa per spezzare la tensione che si è creata, ma non ho il coraggio di aprire bocca, non ho il coraggio di alzare gli occhi per vedere ciò che la mia mente ha già registrato.

- Minako lì sono al sicuro. Nemesi non le attaccherà.

È la guerriera del fuoco che riporta alla realtà Minako. Anche lei ha avvertito l’aura nera che avvolge il cuore delle due Inner. Il mio cuore è a pezzi. Non questo. Tutto ma non questo. Non costringetemi a lottare contro due delle mie più care amiche. Una furia cieca è dentro di me, mentre sono combattuta tra il maledire Nemesi o cercare di far risvegliare le mie due guerriere. Stringo ancora di più il Silence Grave mentre la lama è avvolta da una luce argentata. Sento un potere enorme fluire in me. È come se il cuore pulsante dell’intera Galassia fosse stretto nella mano che impugna la Falce della Morte. È davvero questo il potere di questa arma? Interrompo il contatto. È troppo rischioso, potrei essere sopraffatta dal potere. Alla fine decido di far tornare il Silence Grave nella dimensione da cui è arrivato. È troppo rischioso continuare ad impugnarlo adesso, rischierei di distruggere l’intero Universo.

Le urla di Jadeite e Kunzite mi strappano al potere che mi stava divorando. Stanno cercando di trattenere Nephrite che sembra intenzionato a raggiungere la sua Jupiter. Zoicite rimane fermo e fissa attentamente Mercury. Posso comprendere a pieno il loro dolore. È un po’ come il mio, non poter amare liberamente qualcuno. La risata delle due Inner si propagano per il campo di battaglia. Si preparano ad attaccare ancora una volta, mentre noi tutti restiamo spiazzati da ciò che sta per accadere.

- World shaking!

Il terreno è sconquassato da una crepa che si origina proprio ai piedi di Haruka. Dal suo pugno chiuso parte un potente bolide. Avverto la potenza del colpo è devastante. Sembra che racchiuda in sé la potenza dei venti che sferzano l’universo. Il colpo si avvicina minaccioso a Sailor Jupiter che resta impassibile ad aspettare, uno strano ghigno le deforma il viso.

- Deep submerge!

Come era accaduto a me contro nell’ultima battaglia contro Nemesi, adesso anche per Michiru si ripete lo stesso. Una potente sfera di energia che si dirige veloce verso Sailor Mercury che come Jupiter resta apparente calma, pronta a ricevere il colpo della guerriera di Nettuno.

È tutto un attimo. Le urla riempiono il porto deserto. Solo adesso mi accorgo che a terra restano i corpi gravemente feriti di Nephrite e Zoicite. No, non può essere vero. Ditemi che è un incubo. Ditemi che sto solo sognando perché se così non fosse morirei. Volto la testa verso le due Outer e le osservo adirata, di contro loro mi guardano come per dire che non avevano visto che i due generali si stavano lanciando nella mischia per salvare le due amate.

- Uranus! Neptuno! Ditemi anche voi volete passare dalla mia parte, come hanno fatto Mercury e Jupiter?

Nemesi. Sono furiosa. Vorrei piangere ma non posso. Adesso devo agire da Regina. Mi porto avanti. La testa alta. Non mi curo di chi dietro di me si preoccupa per questo mio colpo di testa. So che è la cosa giusta da fare. Mi sento terribilmente debole. Le gambe si muovono da sole ed ad ogni passo è un dolore continuo. Mi fermo appena arrivo accanto ai corpi feriti dei due generali.

- Venus. Mars. Portateli al sicuro.

Non mi volto verso le due guerriere, ma posso benissimo immaginare lo stupore che è espresso sui loro volti. Anche io sono sorpresa dal tono iracondo della mia voce, ma non mi soffermo più di tanto sull’accaduto. Adesso fisso Nemesi. Un sorriso crudele adorna le sue labbra, mentre si affianca alle mie due amiche. Poggia la mano sulla spalla di Sailor Jupiter, poi guarda in mia direzione. Mi sta sfidando, vuole farmi perdere il controllo. Mars e Venus intanto mi hanno raggiunta e sono scortate dai due generali rimasti, sono loro a sollevare i corpi martoriati dei due compagni.

- Ragazze…

- Venus torna indietro.

Forse sono stata troppo dura con la guerriera della luce, ma non posso perdere anche lei, non posso aggiungere altro dolore a quello che già alberga nel mio cuore. Stringo i pugni e continuo a camminare. Le Outer si fanno avanti per affiancarmi ma lo impedisco. Con un ampio gesto della mano creo una barriera che divide me da loro, Endymion è al sicuro con gli altri. Le forze diminuiscono ma non lo do a vedere. Mi porto ancora avanti. Adesso riesco finalmente a distinguere i tratti del viso delle mie due guerriere. I loro occhi sono vacui. Come immaginavo Nemesi sta pilotando le loro menti. I loro sailor fuku sono completamente neri. Fisso i miei occhi nell’ambra di quelli della mia acerrima nemica. Restiamo così a fissarci per un po’. Alla fine è lei a parlare.

- Per adesso io vado principessa. Questo è stato solo un assaggio di ciò che accadrà alla fine di questa battaglia. Ti ritroverai sola, come sono stata costretta io.

Così dicendo si dissolve nel nulla portando con sé le mie due guerriere. Non percepisco più le loro auree. Nelle mie mani restano due pietre. Uno zaffiro ed uno smeraldo. Le stringo con forza, mentre giuro sulla mia stessa vita di riportare indietro le mie due amiche. Cado a terra perché le forze mi hanno abbandonata del tutto, appena ciò accade la barriera che avevo eretto a protezione degli altri svanisce. Presto sono raggiunta dalle Outer poi non ricordo nulla perché il buio mi avvolge.

Salve gente. Come vedete continuo ad essere puntuale con gli aggiornamenti, anche di più! Adesso posto anche con un giorno di anticipo! Che bello! In realtà il capitolo era pronto già da due giorni, volevo attendere sino a domani mattina, ma alla fine non ho resistito. Sono troppo curiosa di sapere cosa ne pensate! Come avrete notato ho fatto fare la comparsa anche alle altre due Inner. Sì, adesso tutte mi odierete perché le ho fatte lottare al fianco della cattiva, ma non credete che così sia molto meglio? Credo di aver dato uno stimolo in più alla storia, ciò per me vuol dire cercare un rifugio contro chi vorrà eliminarmi per aver fatto fare la parte delle cattive all’intelligente Amy ed alla dolce Makoto. Qualcuna vuole ospitarmi? Ma a parte questo volevo chiedervi cosa ne pensate di Mamoru in questo capitolo? Soffre di qualche patologia psichiatrica, come che so, personalità multipla? Non so che dirvi di preciso. Sa! Non sa! Il fatto è che non lo so neanche io, la storia si crea da sola ecco il tutto. Un’ultima nota. Nel capitolo avrete notato che ho chiamatolo le guerriere dapprima con i loro nomi dopo con il nome di battaglia. Lo stesso ho fatto con Mamoru. A tutto c’è una spiegazione! Se avrete letto attentamente forse non occorre che lo spieghi. Ditemi voi, nei vostri commenti, il perché della mia scelta e poi sarò io nel prossimo capitolo a darvi il mio perché!

(*) Scusate se ho cambiato il colore della pietra che spicca al centro del diadema di Sailor Uranus, da blu come il sailor fuku, ad un color ambra, ma sono necessità di trama. Sapete ad ogni Sailor ho dato una pietra che si incastona nel proprio diadema, non potevo fare diversamente con lei. Per quel che riguarda Sailor Neptuno, non credo che al collarino sia presente una rosa dei venti, credo che più che altro sia un ornamento senza un vero significato, ma, ai fini del mio racconto ho mutato anche questo piccolo particolare, trasformando il tutto in una rosa dei venti, utilissima per navigare nei sette mari e soprattutto dono di Sailor Uranus la signora dei venti.

RINGRAZIAMENTI:

- DANY: immagino che in questo momento tu sia un po’ tanto arrabbiata con me, ho trasformato le tue due guerriere preferite in alleate di Nemesi, ma spero per questo di non perderti come lettrice, altrimenti come farai a sapere se si salvano o no? Per Neptuno ed Uranus, hai potuto vedere che guai hanno combinato. Ed Usagi come reagirà a tutto questo? Lo scopriremo nel prossimo capitolo!

- SAILOR83: ciao! Sono felice di ritrovarti. Dopo il primo capitolo non ho trovato più tuoi commenti e così temevo che la storia non ti piacesse più, ed invece con piacere ti ritrovo! E ti devo ringraziare per i complimenti che mi fanno arrossire volta per volta. Non farmi montare la testa. Per Mamoru, cosa ti posso dire. Il capitolo prima è dolce, quello dopo è cattivo. Sai dirmi il perché? Io me lo chiedo di continuo!

- SAILORMOON81: sono riuscita a commuoverti? Non posso crederci. Dici sul serio? No. Non sono stupita del fatto che tu ti possa commuovere, come fai a pensare una cosa simile. Sono sorpresa del fatto di essere riuscita a commuoverti con qualcosa che non credevo potesse essere inteso sino a tal punto. Inizio a pensare che quando scrivo, forse, è vero che riesco a trasmettere emozioni ai lettori che mi seguono. Grazie per ciò che mi hai scritto. Sei troppo gentile. Per quel che riguarda il capitolo questa volta non ho interrotto sul più bello, perché temevo di essere troppo ripetitiva e troppo prevedibile, ed invece… mi piace stupire chi legge. Dimmi ci sono riuscita? Cioè sono riuscita a strapparti un “Ah però, e chi se lo immaginava!”? Invece per la maledizione di Usagi posso dirti solo che è ancora in via di perfezionamento. Non so come si risolverà il tutto. Vedremo. Cos’altro volevo chiedere? Già che testa! Dimmi, come punteggiatura e come stile, cosa puoi suggerirmi per migliorarmi un pochino? Aspetto i tuoi commenti a presto baci Carmen!

- VALEPIGIA: anche tu non ti sei fatta vedere per un paio di capitoli, temevo di aver perso anche te! Ti ringrazio per aver dissipato i miei dubbi, io come ho già precisato più volte, non ho mai letto il manga e ciò che so è da attribuire alle fanfic che leggo, ed alle informazioni che prendo dai diversi siti dedicati alla nostra eroina preferita. Per la storia che posso dire. Questo capitolo è prettamente di azione e spero non ti dispiaccia se non trovi un angolino di romanticismo. Adesso però ti saluto, un abbraccio.

- NEPTUNE87: ciao Cristina, sono felice di leggere un altro tuo commento. Spero che anche a te non sia dispiaciuto se in questo capitolo c'è solo azione e niente romanticismo, sai esigenze di trama. Ti prometto però che dal prossimo cercherò nuovamente di creare questo mix che a quanto pare piace a molte. Ti ringrazio per ciò che hai detto riguardo il capitolo precedente. Io posso dirti solo che riguardo la piscina ho espresso ciò che provoca in me nuotare. Mi svuota di tutte le ansie e le preoccupazioni, ed allora perché non poteva avere anche lo stesso effetto su Usagi, che infondo ha anche un po’ del mio carattere? Però una domandina te la devo porre. Ma non aggiorni più la fanfic su Ranma ed Akane? Sono curiosa di sapere come va a finire! A presto ed un bacio…

- USAGI_84: infatti, hai visto che bella sorpresa quella di Haruka e Michiru. Attaccare due compagne! Ma chissà come reagirà Usagi, e Mamoru giacché due dei suoi generali sono rimasti feriti? Per quanto riguarda i ricordi del nostro principe terrestre non so che risponderti. Ancora niente è dato per scontato. Forse ricorda! Forse non ricorda! Forse finge di aver perso la memoria! Chi lo sa! Nei prossimi tre, forse quattro capitoli, avremo un paio di spiegazioni riguardo il comportamento del bel Mamoru! Attendi ancora un po’!

- STREGA_MOGANA: e già Uranus e Neptuno sono entrate in azione anche se non è che ci hanno fatto una gran bella figura, anzi! Sono state proprio incoscienti. Hanno attaccato senza calcolare i rischi. Per Mamoru non posso dirti nulla. Come ho già detto il tutto cambia capitolo dopo capitolo. Ma la mia idea è ben precisa in testa, solo che non so cosa dovrò inventarmi per vederla realizzata. Per la reazione di Usagi che mi dici di quella che ha avuto alla fine di questo capitolo? Spropositata? Non so forse è stata descritta in maniera contraddittoria, prima afferma che non piangerà più, dopo lo fa. Spero che mi perdonerai anche per aver trasformato Amy e Makoto in alleate di Nemesi. Ma secondo te Mamoru come reagirà all’attacco subito dai suoi generali per mano di Uranus e Neptuno? E gli altri che faranno? Aspetto con ansia il tuo prossimo commento a presto.

- KIRBY: devo darti ragione, il binomio Usagi-guai è sempre una certezza! Ti ringrazio per i commenti riguardanti la mia Usagi, come ho già detto a Neptune87, in lei ho messo un po’ anche del mio carattere, come il non volermi mai arrendere e cercare di reagire sempre a tutto, se devo dirla tutta, anche la lacrima facile di Usagi è “made in Carmen” ma non posso farci nulla. A volte piango anche quando alla TV comunicano notizie tristi ma che di certo non ti portano alle lacrime. Credo di necessitare assolutamente di un bravo psicologo. Devo controllare la mia sensibilità! Anche tu mi chiedi di Mamoru ed anche a te rispondo alla stessa maniera: ancora non so cosa farò fare al nostro principe, vedremo. Haruka e Michiru… brutta figura, ma sapranno riprendersi, vedrai! Aspetto di poter leggere un nuovo capitolo della tua fanfic, “Una minaccia dal futuro 2” anche perché ancora non ho capito delle Outer del futuro, chi sta con chi, anche se ho aggiornato il mio schemino! A presto ed un bacio!

- MERWEN: Mamoru che ricorda da solo? Non so! Il personaggio di Mamoru in questa fanfic è difficile da gestire, infatti, se te ne sei accorta nello stesso capitolo cambia atteggiamento nei confronti di Usagi con una velocità sorprendente. Cosa vorrà dire tutto ciò? Lo scopriremo solo leggendo i prossimi capitoli! Ah! Che dimenticanza! Bentornata tra le mie commentatrici!

- VALEPOLIT: Mamoru ed Usagi. Sì sono proprio una bella coppia, solo che mi chiedevo adesso che farà Mamoru, dopo che Uranus e Neptuno hanno quasi ucciso due dei suoi generali? La situazione tra i due precipiterà? E se ciò accadesse come reagirà il resto del gruppo? Per l’ultima battaglia, Usagi mi spiace ma ha fatto tutto da sola. Per la serie lei si mette nei guai e lei se ne esce da sola. Dopotutto è cresciuta la nostra Usa!

- GIROVAGHI: Usagi riesce a cavarsela da sola. Senza l’intervento di nessuno. Credo che questa fanfic sia un riscatto per la mia eroina, nel senso che nelle serie dell’anime è sempre stata in difficoltà e quasi mai, è riuscita a risollevare le sorti di uno scontro da sola. In questa mia fanfic invece voglio dar voce al coraggio di Usagi, voglio far vedere a tutti che lei non è solo goffa ed impacciata. No. Usagi è molto di più e spero di riuscire a trasmettere tutte le qualità che l’anime, per problemi di montaggio, ha omesso. Ti ringrazio per i complimenti sempre graditissimi, adesso ti saluto e spero di leggere presto un altro tuo commento.

- KILLKENNY: ecco che dopo aver preso due 9 ed un 9+ dopo la magra figura di Haruka e Michiru il mio voto precipita vorticosamente. Quanto mi darai adesso: 2, 3+? Sono pronta a tutto, giudica senza timore. Sono pronta a tutto, tranne la pena capitale!

- PRINCESSANGEL: visto? Usagi si è salvata da sola! Ribadisco il concetto già espresso nel ringraziamento a Girovaghi: quella che ho intenzione di presentarvi è una Usagi matura e pronta ad affrontare i rischi. Senza ripensamenti ma solo con la paura di perdere coloro che ama. Per Mamoru… soffre terribilmente a causa della sua patologia: personalità multipla! Un bacio ed a presto!

Un altro grazie va anche a tutti colore che leggono, ho notato che sono, in media, quasi 300 cento per capitolo. Grazie a voi tutti. Spero di poter leggere presto anche il nome di nuovi lettrici, e perché no, lettori (anche se credo che ci sia un commentatore tra i 126 commenti ricevuti sino adesso!). Un grazie va anche a:

- VERONICA85;

- HATORI;

- KIARA;

- BLUE1989;

che in passato hanno commentato altri capitoli. Spero di cuore di poter leggere presto qualche altra vostra recensione.

Un grazie specialissimo va ad altre due lettrici che generalmente commentano sempre:

- DOLCEBUNNY;

- MIKI90;

oggi non ci saranno forse perché io ho aggiornato un po’ prima del previsto. Spero però di poter leggere presto cosa ne pensate di questo capitolo, ma anche del precedente!

Adesso non mi resta che darvi appuntamento al prossimo capitolo, che non sarà pubblicato di domenica, come ho fatto di solito, ma di giovedì! Venerdì parto e torno solo domenica sera quindi non posso scrivere. Ma dato che mi sono ripromessa di aggiornare almeno una volta a settimana, vi do appuntamento al 31 maggio 2007. Anche perché ho la sensazione di aver scritto un altro bel po’ di roba tra ringraziamenti e piccole anticipazioni che solo i lettori più attenti avranno captato! Un bacio a tutte/i!

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Capitolo 14
*** Capitolo XIV ***


Nuova pagina 1

Capitolo XIV

Lentamente riapro gli occhi. Stavolta nessun profumo di lavanda. Nessun raggio di sole a risvegliarmi. Le coperte non mi donano quel tepore di cui necessito. Mi guardo attorno e riconosco la mia stanza. Faccio per sollevarmi invece una presa forte, ma delicata, me lo impedisce. Solo adesso comprendo di non essere sola nella stanza. Minako. Mi osserva preoccupata. Nel suo volto posso leggere la spossatezza di un’intera notte passata al mio capezzale. Un sorriso stanco e tirato sulle sue labbra.

- Per fortuna ti sei risvegliata. Eravamo molto preoccupate per te.

Luna. La micia è balzata sul comodino vicino al mio letto e mi guarda, anche lei, con molta apprensione. Osservo le mie mani e noto che le ustioni di ieri sera non ci sono più. Mi sfioro l’addome e scopro che anche qui tutto è tornato come prima.

- Opera di Mamoru.

Annuisco alla gatta che continua a guardarmi con preoccupazione, come se dovessi sparire da un momento all’altro. Sposto il braccio in sua direzione ed inizio a grattarle dietro l’orecchio. Come risposta la micia inizia fare le fusa. Il mio sguardo si sposta su Minako. Da quando mi ha rimesso a letto non si è spostata dalla finestra ed è rimasta sempre in silenzio. Non è certo tipico di lei.

- Luna ti dispiace lasciarci sole. Io ed Usagi dobbiamo parlare.

Luna senza farselo ripetere una seconda volta esce dalla stanza con passo aggraziato. Io intanto mi metto a sedere sul letto. Le mani sul grembo, gli occhi rivolti alla finestra. Minako fissa fuori dalla finestra, con la fronte poggiata sul freddo vetro, mentre le mani stringono le tende che sono tirate per far entrare il chiarore dall’esterno.

Fuori nevica. Non me ne ero accorta prima. Solo adesso noto come tutto sia diverso da poco tempo fa. Adesso che me ne accorgo anche Minako è diversa. È più… arrabbiata. Riesco a percepire la sua aurea, ed oltre ad essere arrabbiata, è anche delusa. Da me? Probabilmente. Allora è arrivato il momento: devo rivelare la verità. Non sono ancora pronta a ciò, non sono ancora pronta a lasciare i miei amici. Perché questo pensiero? Perché ho letto nell’animo di Minako, e so per certo di non essermi sbagliata, tutta questa rabbia per cosa?

- Usagi cosa nascondi?

La voce è atona anche se sembra che stia facendo uno sforzo incredibile per controllare la sua rabbia. Inclino la testa. Fisso le mie mani che giocano con un lembo del mio pigiama. Cosa nascondo? Bella domanda. La verità, ecco cosa nascondo.

- Allora Usagi? Rispondi dannazione. Cosa sta accadendo? Non capisco più nulla. Mercury e Jupiter sono passate dalla parte di Nemesi. Quelle due pazze invasate che cercano di attaccarle. Zoicite e Nephrite che per poco non ci restano secchi. Cosa sta succedendo? Rispondi maledizone.

Si volta di scatto, la voce inizialmente è calma, poi è tutto un salire di toni, alla fine sta urlando. Percepisco il suo dolore che, come una lama, trafigge il mio spirito. La guardo. Gli occhi gonfi, forse a causa del pianto. In viso un’espressione contrita. Le guance pallide. Non ho mai visto Minako in queste condizioni, mi piange il cuore. Stringo con forza le coperte. Non guardo in faccia Minako, non ci riesco. Il mio sguardo è fisso su di un punto imprecisato del piumone che riscalda il mio letto. La mia mente è volata indietro di mille anni, è tornata a quella notte, a quando il corpo senza vita di Venus è stato lanciato ai miei piedi. A quando ho pianto sui corpi senza vita delle persone che ho amato. Allora capisco che non posso. Non devo raccontarle la verità, non adesso.

- Perché? Ai tempi del Silver Millennium ti fidavi di noi. Perché adesso non è più così?

La sua voce adesso è bassa. Un sussurro flebile che ho sentito difficilmente. Guardo Minako. Inginocchiata accanto a me. Stringe tra le mani la mia, fredda. I suoi occhi tradiscono tutta la frustrazione che la sua voce nasconde. Non riesco a resistere oltre a questo sguardo così triste. Poi ripenso alla sua voce. Già la sua voce. È così carica di astio, è come se tutto ciò che è accaduto dipendesse solo da me. Sembra che tutto sia capitato solo per colpa mia, ma forse è così. Se io non avessi mai amato Endymion, forse, Nemesi non ci avrebbe mai attaccati. A quest’ora non avremmo sofferto tanto. Forse mia madre sarebbe ancora viva. Forse adesso sarei al mio castello circondata dall’affetto delle mie amiche di sempre, mentre adesso… adesso tutto è perso. Io ho perso tutto. La mia famiglia. Le mie amiche. Il mio amore. Che senso ha tutto questo? Che senso ha lottare se alla fine di tutto resterò sola?

Alzo lo sguardo ed allora capisco. Capisco tutto non appena incontro gli occhi tristi di Minako. Capisco tutto non appena vedo la sciarpa rossa che mi ha regalato Rea. Capisco tutto non appena osservo le mie mani guarite. Lotterò sino alla fine perché, anche se resterò sola, loro saranno al sicuro. Non mi importa di nient’altro. Rinuncerò al mio amore. Rinuncerò alla mia libertà, anche alla mia vita se servisse a salvarli. Non temo la morte, tanto meno temo Nemesi. Mi spiace Minako, ma non posso. Non posso raccontarti nulla. Non adesso.

- Minako non siamo più ai tempi del Silver Millennium.

La mia voce è triste. Terribilmente triste. Vorrei tentare di essere più dura ma non riesco. Lo sguardo avvilito di Minako me lo impedisce. Vorrei poter dire alla mia amica tutto. Vorrei poter piangere tra le sue braccia ma non posso. Devo essere forte. Io sono la Regina. Regina di un regno che non esiste più, ma pur sempre la Regina. Mi volto verso di lei e le sorrido mestamente. I miei occhi sono pieni di lacrime che trattengo con tutta la mia forza. Non posso, e non voglio, piangere. Scosto le coperte così da poter abbracciare la mia amica. Sento i suoi singhiozzi. Le accarezzo i capelli, come una madre farebbe con una figlia. Le sollevo il capo e fisso i miei occhi azzurri nei suoi, molto simili ai miei. Le sorrido per incoraggiarla. Per trasmetterle serenità. Deposito un bacio sulla sua fronte e la scosto leggermente da me, poi con voce ferma ma dolce riprendo a parlare.

- Noi le salveremo. Dovesse essere l’ultima cosa che faccio.

Asciugo le sue lacrime e le sorrido. Mi alzo e mi dirigo verso il mio armadio. Tiro fuori un paio di pantaloni ed un maglione. Li indosso, intanto Minako è scesa al piano di sotto. Sento del frastuono. Credo che il salotto del mio appartamento sia pieno di gente. Guardo fuori. Nevica ancora. Anche nel mio cuore adesso sta nevicando, ma non così dolcemente. No. Nel mio cuore è in corso una bufera, spero solo di poter reggere sino alla fine tutto questo. Esco dalla stanza con un senso di colpa verso tutti coloro che conosco.

Eccomi seduta qui. Accerchiata da tutti. Mamoru ed i suoi generali da una parte. Io e le mie guerriere dall’altra. Artemis e Luna in mezzo. Ormai saranno ore che parlano. Pardon! Che urlano. Io non ho detto nulla, sono rimasta nel silenzio più totale. Mamoru, lui fa come me, è rimasto in disparte, come se la cosa non lo riguardasse. L’ho osservato per tutto questo tempo. Le spalle poggiate sullo stipite della porta. Lo sguardo perso fuori. Cosa pensa? Si volta verso di me, mi guarda. Reggo il suo sguardo. So che ha qualcosa di importante da dirmi. Lo percepisco da come solleva il sopraciglio. Lo guardo rapita. Sembra così diverso dal ragazzo che giocava con me al parco solo ieri sera. Adesso è più… uomo? Non saprei dirlo.

Forse è per la leggera peluria che sta crescendo sul suo viso.

Forse è per l’espressione accigliata che ha assunto.

Forse è per le spalle ampie.

Forse è per la posa regale.

Di preciso non so cosa mi stia affascinando stasera, ma so per certo che è bellissimo. Terribilmente e dannatamente seducente. Le mie guance si colorano di rosso non appena mi rendo conto del pensiero appena formulato. Il senso di colpa si impadronisce di me non appena comprendo di aver messo da parte il pensiero delle mie due guerriere rapite. Ed intanto l’ennesimo pugno sul tavolo di Nephrite mi riporta alla realtà. Michiru sta cercando di trattenere Haruka con tutte le sue forze.

- Come puoi pretendere che noi attacchiamo Jupiter e Mercury? Sei impazzita?

Adesso anche Zoicite ha aumentato il tono di voce, il che non promette nulla di buono. Generalmente il generale è sempre calmo e calibrato nei suoi interventi, mentre adesso è accecato dalla rabbia. Sino adesso sono rimasta in disparte ma forse è meglio che intervenga prima che la situazione precipiti definitivamente. Kunzite anche lui ha iniziato ad inveire contro Setsuna, di contro la guerriera continua a mantenere la calma che la contraddistingue. Jadeite stringe la mano di Rei, ma credo che sia solo per controllare la sua rabbia.

- Ed allora cosa dovremmo fare? Lasciare che ci attacchino loro? Vi rendete conto che non sono più le stesse persone che avete amato? Vi rendete conto che sono molto più forti di prima e che non hanno esitato a scagliare contro di noi i loro colpi migliori?

Le parole di Haruka hanno colto nel segno. Adesso tutti stanno in silenzio. Il capo chino come se sul pavimento ci sia la risposta alle nostre domande.

- Tu cosa avresti fatto se al posto di Mercury e Jupiter ci fosse stata Michiru?

Minako interrompe il momentaneo silenzio. La sua voce è triste, ma allo stesso tempo è determinata. Poi continua con il suo discorso.

- L’avresti attaccata? Avresti scagliato contro di lei i tuoi colpi?

- La nostra missione è difendere la Principessa ed impedire che Nemesi distrugga il Pianete. Se al posto loro ci fosse stata Haruka, io avrei attaccato lo stesso, senza il minimo dubbio. Siamo delle Senshi e non possiamo tirarci indietro per nessuna ragione. Siamo le sole in grado di proteggere l’Universo.

Michiru parla fissando tutti i presenti, uno ad uno. Cerca i loro occhi quando questi sfuggono al contatto. Adesso il silenzio che è calato ed è pesante, e soprattutto, è carico di imbarazzo. Ma il tutto dura solo pochi secondi. Un applauso ironico di Kunzite spezza la momentanea tregua.

- Non hai mai pensato di intraprendere la carriera artistica, parlo davvero. È stato un discorso molto commovente. È facile parlare quando non si soffre in prima persona. È facile parlare quando la persona che amiamo è al nostro fianco. È facile parlare quando le nostre amiche sono sedute vicine a noi. Non è così? Per te non è più facile? Anche per me è facile. Minako è qui. I miei amici sono qui. Il mio Principe siede al mio fianco. Cosa mi importa se delle guerriere sono sotto il controllo di Nemesi. Cosa mi importa se la ragazza che amo sta soffrendo per questo. Cosa mi importa se la Principessa sta sostenendo tutto ciò. Io non sono coinvolto in prima persona. È questo il tuo modo di ragionare? Dimmi è questo che per te vuol dire difendere la Terra? Calpestare principi quali amicizia, lealtà, onore e rispetto? E tutto per difendere la Terra. Non abbiamo bisogno di guerriere come voi per difendere il Pianeta. Siete solo di intralcio. Cosa ci resterà alla fine di questa guerra? Cosa saremo diventati se calpestiamo così i valori nei quali crediamo? Saremo sullo stesso livello di Nemesi. Saremo suoi pari.

Le parole di Kunzite sono vere. Ha perfettamente ragione. Se agissimo come suggerito da Michiru allora non saremmo poi così diversi da Nemesi. Io non voglio che le mie guerriere si sacrifichino per me. Non pretendo nulla di tutto ciò, semmai sarò io a sacrificarmi per loro. Sarò io a perdere tutto per vederle sorridere ancora.

- Non è certo facendo il buon samaritano che riusciremo a sconfiggere una volta per tutte Nemesi. Dobbiamo lottare e se ciò significa perdere delle vite non possiamo tirarci indietro. Quindi mettetevi il cuore in pace, dovremo cercare di potenziare i nostri poteri e dopo attaccheremo.

Le parole di Haruka mi bloccano. Resto immobile con gli occhi puntati sul tavolino del soggiorno. Le labbra socchiuse. Cerco di soppesare le sue parole. “ Dobbiamo lottare e se ciò significa perdere delle vite non possiamo tirarci indietro ”. Scuoto il capo inorridita. Una guerriera non può parlare in questo modo. Non lo accetto, esiste sempre una soluzione. Il nostro compito è proteggere questa gente, non portarla alla gogna, non lo permetterò. E poi la seconda parte del piano. È un’idea fratricida. No. Non lo permetterò. Non farò lottare le mie guerriere le une contro le altre. Non permetterò una cosa simile.

- Come puoi parlare così? Tu sei una Senshi. Il tuo compito è proteggere la vita ad ogni costo, non puoi permettere che la vita di un essere vivente venga ad essere spezzata.

- Anche Nemesi è un essere vivente eppure per te non fa differenza. Hai intenzione di ucciderla lo stesso.

La secca risposta di Setsuna fa impallidire Rei e la costringe ad arretrare. Guarda con risentimento la Guardiana del Tempo. Però Rei ha ragione, il compito delle guerriere sailor è assicurare la pace nell’Universo, il nostro dovere è difendere la vita degli esseri viventi, ma anche Nemesi è un essere vivente. Anche lei deve essere difesa dalla malvagità che si è impossessata del suo animo. Di tutta la malvagità che è stata richiamata dal mio amore maledetto.

Setsuna ha parlato con voce ferma e decisa. Anch’io vorrei avere le stesse capacità autoritarie delle mie guerriere. Loro hanno la soluzione a tutto, ma non stavolta. Non posso permettere loro di attaccare una Senshi, né possono attaccare Nemesi, il mio compito è risvegliare tutte loro. Devo utilizzare al massimo il mio Ginzuishou se voglio riportare la pace nell’intera Galassia. Il rompersi di un bicchiere mi desta dai miei pensieri. Il pavimento è bagnato. Jadeite urla contro Haruka, mentre Kunzite si trattiene dal saltare addosso alla guerriera. Non posso assistere ancora a questo spettacolo pietoso.

- Adesso basta!

Mi alzo urlando e sbattendo pesantemente i pugni chiusi delle mie mani sul tavolino. Il tintinnio dei bicchieri che vi sono posti sopra è il solo rumore che aleggia per la stanza. Gli occhi di tutti sono fissi su di me. Le mie guance sono imporporate, non tanto per l’imbarazzo, no. Sono arrabbiatissima. Con tutti. Generali e Senshi. Per me non c’è differenza. Hanno superato il limite della decenza. Mi alzo e mi porto verso la finestra. Do loro le spalle, ma sento perfettamente gli occhi di tutti puntati sulla mia schiena. Attendono una mia parola. Cerco di placare il battito del mio cuore. Guardo la neve che ha ripreso a cadere con più insistenza di prima. Il vetro della finestra riflette la mia immagine. Gli occhi sono spauriti e le labbra tremano appena. Chiudo gli occhi per raccogliere le forze. Solo un attimo, poi riapro gli occhi e l’immagine che ottengo è diversa: adesso non sono più indecisa, adesso so cosa fare.

- Non vi rendete conto che così facendo state al gioco di Nemesi? Il suo intento è dividerci per renderci più deboli. Non posso credere che siate così ingenui.

La mia voce è ferma. È dura, più dura di ciò che credevo. Meglio così renderà maggiormente l’effetto desiderato. Sembrerò ancora più sicura di me. Stringo i pugni e fisso attentamente Rei e Minako. Poi riprendo a parlare.

- Innanzitutto potenzierò i vostri poteri.

- Usagi come puoi…

- Rei non ho finito. Potenziare i vostri poteri non vuol dire utilizzarli contro le nostre compagne. Serviranno solo a difenderci dai loro attacchi. Per quanto riguarda attaccare Nemesi, voi non dovrete mischiarvi in alcun modo. Sarò io a battermi contro di lei. Invece Haruka e Michiru con voi parlerò in privato.

Ho parlato con voce ferma ed autoritaria. Degna di una sovrana. Posso ritenermi soddisfatta. Tutti i presenti mi guardano con rispetto. Per la prima volta in vita mia sento di aver fatto la cosa giusta. Per la prima volta in vita mia so di aver dimostrato coraggio. Per la prima volta in vita mia posso fissare lo sguardo di Mamoru senza sentirmi in soggezione, a testa alta e fiera di me stessa.

Sono sola in casa. Sono tutti andati via, anche Minako. È andata via con Kunzite. Luna ed Artemis sono in ricognizione con la speranza di trovare qualcosa. Ed io sono sola in camera mia. Guardo fuori dalla finestra e ripenso alla conversazione avuta poc’anzi con le Outer presenti.

- Posso sapere per quale motivo avete tentato di colpire due delle vostre compagne?

La mia voce è dura. I miei occhi trasmettono la rabbia e l’incredulità che in questo momento animano il mio cuore. Non posso permettermi di essere clemente nei loro confronti. Non ammetto certi comportamenti da parte delle mie guerriere.

- Abbiamo fatto solo ciò che era necessario.

La strafottenza di Haruka è la goccia che fa traboccare il vaso. Siamo rimaste in quattro nel salone. Gli altri sono andati via, o così credo. La ragazza mi guarda con aria di sfida. Le altre due l’affiancano in questa sua presa di posizione.

- No vi permetto di ripetere una cosa del genere. Provate a lanciare un altro dei vostri colpi contro Mercury o Jupiter ed in meno di tre secondi vi ritroverete prive dei vostri poteri.

- Tu non puoi…

- Io posso Haruka. Io posso fare questo ed altro.

Haruka sta stringendo risentita i pugni. Mi spiace essere stata così dura ma non posso accettare un comportamento simile. La guerriera del vento sta per lasciare la stanza accompagnata dalle sue due compagne ma prima che varcano la porta le blocco.

- Setsuna anche tu verrai con noi, e lo stesso vale per voi due.

- Noi? Cosa c’entriamo noi? Noi siamo già in pieno possesso dei nostri poteri.

Un sorriso tirato increspa le mie labbra. Il mio indice disegna figure immaginarie sul piano del tavolino che poc’anzi ha subito tutta la mia ira. Lo sguardo perplesso di Haruka mi costringe ad interrompere la mia attività artistica.

- Vi allenerete nell’utilizzo dei talismani.

Ripenso al modo duro con cui ho freddato Haruka. “No vi permetto di ripetere una cosa del genere. Provate a lanciare un altro dei vostri colpi contro Mercury o Jupiter ed in meno di tre secondi vi ritroverete prive dei vostri poteri.” Sto diventando un mostro. Sono troppo autoritaria. Impongo le mie scelte e non do l’opportunità agli altri di controbattere. Così non va, devo cercare di placare la mia rabbia. Scuoto la testa e faccio per distendermi a letto ma il bussare alla porta mi impedisce di rilassarmi e cercare di recuperare ancora un po’ delle energie perse.

- Entra Minako.

- Non sono Minako.

Mi siedo non appena riconosco la voce di Zoicite. Gli sorrido e nei suoi occhi posso leggervi tutta l’angoscia per la sorte capitata alla sua amata.

- Mi spiace Zoicite. Mi spiace per il comportamento di quelle due scriteriate. Mi spiace per ciò che hai dovuto sentire oggi. Mi spiace per ciò che è accaduto a Mercury.

- Usagi non devi scusarti per colpe che non sono tue…

- Scusa se ti interrompo Zoicite ma non è così. È colpa mia se lei adesso è nelle mani di Nemesi. Se io fossi stata più attenta, se mi fossi preoccupata maggiormente di loro. Se non avessi sottovalutato l’energia negativa che aleggiava per la città a quest’ora tu ti trovavi a passeggiare per le vie di Tokyo mano nella mano con Mercury.

Il tono della mia voce va scemando. Si riduce sino ad un bisbiglio. Serro i pugni e le mie nocche divengono bianche. Sono arrabbiata con me stessa. Sono arrabbiata con la mia superficialità. Sono arrabbiata con la mia incapacità. Se fossi stata più attenta. Se fossi stata una vera Regina ed invece… ho perso due delle mie più care amiche ed altre due Senshi vanno in giro facendo le Giustiziere della Notte. Sono un disastro.

- Non è con i ma e con i se che si fa la storia. In ogni modo non ero qui per questo. Mamoru mi ha chiesto di venire a controllare come stavi.

A quest’affermazione sobbalzo. Mamoru cosa? Credevo che la storia della maledizione fosse rimasta tra noi. Credevo che non avrebbe rivelato a nessuno dei miei malori. Se le guerriere dovessero venirne a conoscenza posso dire addio alla mia lotta contro Nemesi. Guardo con timore Zoicite negli occhi ed alla fine, deglutendo rumorosamente, trovo il coraggio di porre la domanda che attanaglia la mia mente.

- Cosa ti ha detto di preciso Mamoru?

Il giovane generale si porta una mano tra i lunghi capelli castani legati in una coda bassa. Gli occhi verdi del ragazzo saettano per ogni angolo della stanza. L’imbarazzo adesso è passato da me a lui. Sistema l’ennesima ciocca di capelli, sembra Kunzite, anche lui è maledettamente affascinato dai suoi capelli, ma dopo un profondo respiro incontra i miei occhi che non si sono staccati neanche per un secondo dalla sua persona.

- Mi ha detto della maledizione.

Scatto in piedi e stringo i pugni. Le unghie si conficcano nei palmi delle mie mani lasciando profondi segni rossi. Mi mordo un labbro per evitare di imprecare ad alta voce. I miei occhi sono offuscati da lacrime di rabbia. Mamoru mi ha tradito. Non doveva confidare a nessuno i miei malori. A nessuno.

- Zoicite dimenticatene. Fai conto che Mamoru non ti abbia detto nulla. È un problema mio.

Nella mia voce c’è una muta preghiera. Non voglio che gli altri si preoccupino per me. Non voglio essere ancora una volta protetta. Stavolta devo essere io a guidare le mie guerriere e sarò da sola nell’ultima battaglia. Loro saranno al sicuro da un’altra parte. Il ragazzo fa per rispondere ma io sono più lesta di lui. Mi alzo di scatto e scendo le scale. Prendo il cappotto ed esco. Devo vedere Mamoru. Devo parlargli. Corro sotto la neve. Non mi importa del freddo. Non mi importa di scivolare. Non mi importa di nulla. Devo raggiungerlo e parlargli.

Evito la gente che felice inizia gli acquisti natalizi. Per le strade, i primi addobbi adornano la città. Le solite canzoni del periodo risuonano allegri. Bambini che incantati, osservano a bocca aperta i negozi di giocattoli. Amiche a braccetto pronte a fare spese. Coppiette sedute ai tavolini a sorseggiare cioccolate calde. Ed io… io corro a perdifiato per raggiungere il ragazzo che amo. No, non sono in ritardo ad un appuntamento. No. Lo devo affrontare e chiedergli perché non ha saputo mantenere il segreto. Perché ha raccontato a qualcun altro ciò che ha visto. Ed adesso davanti il suo condominio non mi fermo neanche per riprendere fiato. È tanta la delusione da non poter aspettare neanche un minuto. Salgo di corsa le scale. Divoro gli scalini. Mi porto davanti la porta chiusa del suo appartamento. Inizio a suonare insistentemente. Una volta. Due. Tre. Alla fine decido di lasciare il dito attaccato al campanello. Un trillo continuo. Dall’altra parte della porta sento qualcuno che si affretta ad arrivare ed aprire. Sento la voce di Mamoru che minaccia “il molestatore che si attacca al campanello senza ritegno”. Apre la porta ed è subito investito dalla mia persona. Entro in casa come una furia ed aspetto che anche lui mi raggiunga in soggiorno dove inizio a girare come una pazza per la stanza.

- Come hai potuto? Io mi fidavo di te.

Mi fermo e lo fisso negli occhi. Le lacrime che ho trattenuto sino a poco prima adesso che sono davanti a lui non riesco più a trattenerle. Con la manica del cappotto le asciugo. Guardo Mamoru che di contro è sbalordito per mio cambio repentino di umore. Lentamente si avvicina, poggia una mano sulla mia spalla ed io a questo contatto scatto come una molla e ricomincio ad urlare.

- Generalmente quando qualcuno ti cura delle ferite si dice “Grazie, come posso sdebitarmi?” e non lo si aggredisce come stai facendo tu adesso.

Guardo Mamoru e mi sembra di impazzire. Si sta prendendo gioco di me, non c’è altra spiegazione. Lui è convinto di essere divertente, ma non è così. Mi mordo il labbro inferiore e conto fino a dieci prima di riprendere a parlare. È inutile, non serve a nulla. Sono ugualmente nervosa, tanto vale continuare a fare la pazza e scaricare così la tensione accumulata. Riprendo ad urlare senza controllo dritto in faccia a Mamoru, siamo vicinissimi, i nostri nasi si sfiorano!

- Perché lo hai detto a Zoicite. Perché? Dovevi parlarne prima con me. La mia parola non conta nulla? Chi ti dà il diritto di decidere della mia vita? Chi sei tu per travolgere così la mia esistenza?

- Adesso calmati!

Così dicendo Mamoru mi prende per le spalle e mi scuote un paio di volte. Mi blocco all’istante. Sento le guance rosse ed umide. Sono schiacciata contro il suo torace. Posso sentire i battiti veloci del suo cuore. Pianto le palme delle mani sul torace e mi scosto. Fisso i miei occhi nei suoi e poi parlo con voce bassa.

- Non dovevi.

- Zoicite non parlerà con nessuno stai tranquilla.

Il tono della sua voce è dolce. I suoi occhi sono dolci. Sembra quasi che parli con una bambina dalla tenerezza che mette nel modo di esprimersi. Vorrei perdermi nel suo abbraccio ma non posso. È rischioso. Per me. Per lui. Per l’Universo intero. Mi scanso velocemente. Bruscamente. Mamoru se ne accorge e mi guarda perplesso. Mi allontano ulteriormente da lui. Guardo fuori dal terrazzo e sospiro. Sospiro perché vorrei baciarlo. Perché vorrei stringerlo tra le braccia. Passo le mie mani tra i capelli sciolti. Mi siedo sul divano e poggio i gomiti sulle mie ginocchia. Osservo la punta dei miei stivali. Con la punta disegno ghirigori sul tappeto.

- Mi spiace. Mi riferisco a Nephrite e Zoicite. Ho strigliato quelle due se è questo che vuoi sapere.

Mi sollevo e vado verso la porta. Poggio la mano sulla maniglia e sorrido in direzione di Mamoru prima di uscire però mi fermo ad aggiungere qualcosa.

- Mi farò sentire io. Ti chiamerò non appena troverò qualcosa per farmi perdonare… e… grazie Mamoru ma preferisco affrontare tutto da sola.

- Perché?

Sollevo le spalle e guardo la porta davanti a me. Sorrido tristemente, poi scuoto la testa e rispondo con semplicità.

- Devo farlo, per espiare le colpe di mille anni fa.

Oddio ma sono davvero io ad essere così puntuale? Non ci posso credere! Vi avevo promesso di postare giovedì ed alla fine l’ho fatto! Sono davvero io? Non ci credo! Passiamo alla storia? Allora avevo promesso di dire perché alterno i nomi propri delle guerriere con i nomi di battaglia, giusto? Detto fatto! Il nome proprio è usato da Usagi solo nei momenti in cui vuole trasmettere, nel corso della battaglia, coraggio e calore alle loro amiche; il nome di battaglia invece viene utilizzato quando le guerriere o sono in pericolo oppure le hanno fatto perdere la pazienza. In pratica il nome di battaglia è impiegato da Sailor Moon solo per sottolineare, in un certo senso, la sua superiorità! Per quel che riguarda questo capitolo posso dirvi che non è accaduto molto, a parte questo lieve avvicinamento tra Mamoru ed Usagi (ragazze ma Mamoru sa o non sa?)! Per il resto spero di non aver reso una Usagi troppo tirannica, a riguardo fatemi sapere cosa ne pensate! Ma passiamo ai ringraziamenti di rito. Il capitolo 13 ha raccolto tantissimi consensi, come sono contenta, ma il 14 avrà lo stesso successo? E comunque, come immaginavo ho perso diversi lettori, che tristezza! DOLCEBUNNY, KILLKENNY che fine avete fatto?

RINGRAZIAMENTI

- LUNA91: per lettori che perdo, nuovi ne trovi! Benvenuta tra le lettrici di questa fanfic! Ti ringrazio per i complimenti, mi fai arrossire. Sono felice di riuscire a trasmettere le emozioni che suscitano i personaggi che descrivo, ma il mio stile ancora non è totalmente perfetto, ancora deve essere modellato per rendere la lettura piacevole e scorrevole. Per quel che riguarda i personaggi non finirò mai di ripeterlo: in questa Usagi c’è un po’ della mia personalità, credo che sembri reale proprio per questa ragione!

- MIKI90: ben tornata, non sai che paura che ho avuto quando lo scorso capitolo non ho letto un tuo commento! Secondo te Mamoru ricorda ma crede che Usagi non ricordi? Interessante come ipotesi, ma mi spiace non posso risponderti, altrimenti addio effetto sorpresa! A presto e grazie per i commenti sempre molto graditi!

- VALEPIGIA: bravissima, hai azzeccato in pieno la mia fonte di ispirazione per questo colpo di scena, solo che non mi andava di mandare solo una Sailor dalla parte di Nemesi, sarebbe stato molto più interessante mandarne due, non credi? Così ho potuto mettere a confronto anche i poteri di Sailor Mercury e Jupiter contro, rispettivamente, Sailor Neptuno ed Uranus! Allora sono stata bravina?

- PRINCESSANGEL: GRAZIE! GRAZIE! GRAZIE! Mi riferisco ai complimenti! Sono felice che ti sia piaciuta l’idea delle due cattive, se devo essere sincera temevo di perdere consensi rischiando una cosa simile! Ma secondo te questa Usagi non sta diventando troppo “tirannica” nei confronti delle sue guerriere? Temo di stare creando un mostro! Per Mamoru ribadisco il concetto espresso a Miki90: non posso svelarti nulla di particolare, altrimenti addio effetto sorpresa!

- DANY: mi spiace ma non ho fatto la brava, anzi! Ho fatto litigare tutti! Mi spiace, ma sai in questo periodo la mia mente va così! Colpa dello studio, mi deprime e di conseguenza scrivo capitoli deprimenti! Ma stavolta ho riavvicinato un po’ Mamoru ed Usagi, non sei contenta?

- SAILORMOON81: ti ringrazio per i complimenti, ma credimi, non sono così brava, semplicemente applico ciò che ho letto nell’infinità dei libri che ho divorato. Adoro leggere e di conseguenza mi piace scrivere, spero solo di poter migliorare ancora! Ma passiamo al capitolo altrimenti mi monto troppo la testa (vuoi vedere che questo capitolo sarà pieno di errori, con una punteggiatura da fare pena?)! Cosa ti posso dire? Per il risveglio delle guerriere anche io inizialmente avevo immaginato qualcosa di diverso, ad esempio una libreria, od una biblioteca per Amy, ed una pasticceria per Makoto, solo che poi ho avuto il colpo di genio ed allora perché non utilizzarlo? Per Mamoru invece ho qualche dubbio. Non so come spiegare il suo comportamento, ma un’ideuzza mi frulla per la testa, vedremo… per la maledizione… lì ho tutto chiaro non preoccuparti. Posso chiederti un parere? Ma secondo te questa Usagi è troppo “mussoliniana”?

- NEPTUNE87: guarda che ancora manca una guerriera… indovina chi? Ma passiamo al capitolo che hai commentato! Sul loro imminente ritorno dalla parte dei buoni non ci contare prima dei prossimi tre capitoli, forse accadrà intorno al capitolo 17, ma credo che sia più no che sì! Per Mamoru invece… soffre di personalità multipla, non trovo altra spiegazione per spiegare il cambiamento repentino di umore. Per la tua fanfic ti chiedo, se possibile, nel momento in cui la ultimerai di avvertirmi, sai ultimamente mi collego poco e niente, se non per pubblicare e non vorrei non accorgermi dell’avvenuta conclusione! Un bacio ed in bocca al lupo (CREPI) per gli esami!

- USAGI_84: effettivamente avevo messo qualche indizio riguardo il destino di Mercury e Jupiter, ricordate “La metropoli è impregnata dell’energia negativa di Nemesi e ciò non mi piace per nulla” del capitolo 11 e poi ancora la frase “Colpa dell’energia negativa di Nemesi che aleggia tutt’attorno” del capitolo 12? Erano due indizi! Per il resto che posso dirti? I ricordi di Mamoru? Io non ho fatto cenno ai ricordi di Mamoru, perché dici così? Però anche l’idea di Chronos che ha dato i ricordi a Mamoru ed una Usagi che lo odia non è niente male… chissà se hai ragione! Per il sacrificio di Usagi… già è n corso il suo sacrificio, tiene nascosta la verità alle sue amiche e si sta facendo uccidere dalla maledizione! Non ti sembra un sacrificio abbastanza importante? Ti ringrazio per aver risposto al quesito riguardo il perché dei nomi propri e quelli di battaglia, in un certo senso era come hai previsto tu! Hai un occhio attento. Hai intuito che Mercury e Jupiter erano dalla parte di Nemesi, poi hai capito il perché dell’alternarsi dei nomi… chissà se hai centrato il perché del comportamento di Mamoru… al prossimo capitolo e complimenti per la tua fanfic!

- GIROVAGHI: è vero nella mia Usagi ho voluto racchiudere il meglio delle altre guerriere Sailor ma ho messo anche un po’ della mia personalità, come l’andare in piscina per scaricare la tensione oppure avere la lacrima facile! Per il colpo di scena riguardo le due figlie al prodighe, sì Usagi non poteva individuarle per colpa di Nemesi! e poi che dirti, mi piace la tua idea di Mamoru spaventato dalla profondità dei suoi sentimenti verso Usagi, un nuovo spunto per la fanfic, grazie!

- STREGA_MOGANA: questa fanfic sta diventando un sacrificio di tutti. Prima mille anni fa tutti si sono sacrificati per salvare Serenity; poi Usagi verso le amiche, i generali e Mamoru; i generali verso Mercury e Jupiter, adesso chi si sacrificherà per chi? Per Uranus e Neptuno sono dell’idea che “errare è umano, perseverare è diabolico” e forse loro sono un po’ diaboliche… ma dimmi, lo chiedo anche a te! Ma questa Usagi non usa un po’ troppo il pugno d’acciaio? Ecco una nuova versione del perché Mamoru si comporta così: lui ricorda tutto ma è arrabbiato con lei… INTERESSANTE! Adesso ti saluto, un bacio e complimenti per la fanfic “Rubami il cuore”( che nel titolo ci sia la risposta alle domande che ci poniamo sul perché Usagi sia una ladra?)

- VALEPOLIT: non ti fare tutte queste pippe mentali, non occorre! Per quello già basta la matematica, non credi? Dai tranquilla vedrai che si sistemerà tutto e che Amy tornerà dolce… ma quando non posso dirtelo…

- KIRBY: innanzitutto ti ringrazio per aver fatto cenno alla descrizione dei sentimenti di Usagi nel momento in cui impugna il Silence Grave. Sei stata la sola a notare questo particola. Mi sono sempre chiesta cosa prova Hotaru ad impugnare la falce della morte e così ho trascinato le mie sensazioni su Usagi, ma chissà se non sarà la stessa Hotaru a rispondere a questo dilemma. Per Mercury e Jupiter… è stato necessario. Rischiavo di diventare monotona se le avessi lasciate con le buone, non credi? Non mi resta che chiederti di dirmi cosa ne pensi di questo capitolo, a presto un bacio…

- BLUE1989: ti ringrazio per i complimenti, sono felice che la storia ti stia entusiasmando, sai avevo qualche dubbio sul riuscire ad attirare tutto, specie con le scene di azione che non sono proprio il mio forte. Allora aspetto un tuo commento “vero” riguardo i prossimi capitoli. Un bacio ed aggiorna anche tu, mi raccomando!

- MERWEN: Mamoru ricorda tutto? La tua vocina ha più contati di me con i miei neuroni? Traditori! Ecco cosa sono i miei neuroni, dei traditori, informare gli altri e non me… ma sei sicura che la tua vocina non ti stia prendendo in giro? Sai potrebbe essere uno scherzo da parte dei pochi neuroni che mi ritrovo in testa! Aspetta e scoprirai il perché del comportamento di Mamoru, abbi fede!

Adesso vi saluto e vi do appuntamento al 10 giugno, avrò più tempo per scrivere ed anche per studiare. Ciao e grazie anche a chi legge solamente!

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Capitolo 15
*** Capitolo XV ***


Nuova pagina 1

Capitolo XV

Il mio sguardo è nuovamente fisso sulla figura della donna dai lunghi capelli argentei. Avvolta in un abito nero che avvolge le sue curve lasciando scoperte le spalle. Due ali, nere come la pece, partono dalla sua schiena. Nella mano destra impugna una spada forgiata dallo stesso Consiglio Celeste, il materiale di cui è costituita è diaspro sanguigno. I suoi occhi sono chiusi, le sue labbra formano un sorriso triste. Non può una figura così celestiale portare morte e distruzione. Lentamente le sue palpebre si alzano per mostrare due occhi color ambra. Occhi freddi e crudeli. Il sorriso triste è cancellato da un ghigno malvagio. Alza la spada e la punta in mia direzione. Subito le guerriere ed Endymion si parano di fronte a me per proteggermi. Ed ecco che Nemesi parla.

- Finalmente ti ho trovata Principessina.

La sua voce è fredda. Tagliante. Un brivido percorre la mia schiena in tutta la sua lunghezza. Inconsciamente stringo di più la mano di mia madre. Lei fa altrettanto. Perché Nemesi vuole me? Cosa le ho fatto?

- Nemesi lascia stare mia figlia. Tu vuoi me. Vendicati su di me e finisci di spargere il sangue di innocenti.

Io ho già vissuto tutto ciò, ma stavolta c’è qualcosa di diverso. Vivo la scena dall’esterno. È come se fossi spettatrice di quello che è il film della mia vita. Vedo mia madre, le guerriere, Endymion e me stessa. Mia madre parla con il suo piglio regale. Di contro Nemesi la fissa con… rammarico? Resto sconvolta. Nemesi fissa gli occhi di mia madre con dolore. Cosa vuol dire? Una lacrima sfugge dai suoi occhi ambrati e s’infrange sulla lama nera della sua spada che rifulge di una luce bianca. È solo un attimo.

- Èos, ti prego, perdonami…

Resto scioccata alla vista della lacrima che ha solcato il viso di Nemesi. Adesso guardo mia madre. Nel suo sguardo scorgo un’infinta tristezza. Nemesi le sorride in modo dolce, ma è solo un momento. Poi riassume la sua espressione impenetrabile ed un ghigno si disegna sulle sua labbra.

Sulla punta della sua spada si va formando una sfera di luce. Con un gesto della mano scaraventa Endymion e le mie guerriere lontano da me, o da quello che in quel momento è il mio corpo, giacché il mio spirito assiste alla scena da un'altra parte. Libera il suo colpo. Veloce. Potente.

- Serenity…

La neve ormai è consistente ai bordi delle strade. Strofino le mani tra loro sperando di creare un po’ di calore. Minako al mio fianco ha il naso rossissimo. Sembra uno di quegli ubriachi che escono dal bar dopo una bella bevuta. Rei mi guarda e mi fa l’occhiolino. Ho capito. Io la distraggo e lei prontamente la colpisce con una palla di neve dritta in faccia. Rido con le lacrime agli occhi. Sono costretta a tenermi lo stomaco, l’espressione di Minako è troppo buffa. I capelli sono scompigliati mentre ha le pupille dilatata, forse dalla rabbia?

- Non è giusto. Siete due contro una.

Mette il broncio e ci dà le spalle. Io rido ancora mentre Rei si avvicina a lei e cerca di rabbonirla, ma ancora ride di sottecchi. Anch’io cerco di ridarmi un contegno e mi avvicino a lei. Poggio una mano sulla sua spalla e le faccio l’occhiolino.

- Se ti offro una cioccolata calda ti passa il broncio?

- Cioccolata con doppia panna?

Annuisco ed il sorriso ricompare nuovamente sul bel viso di Minako. Rei scuote il capo demoralizzata. Minako è come una bambina piccola. Basta poco per restituirle il sorriso. Meglio per Kunzite!

Oggi voglio essere felice. Sono fuori con le mie amiche. La maledizione non mi ha provocato alcun fastidio, ma non per questo abbasso la guardia, Nemesi potrebbe attaccare da un momento all’altro. Perché “voglio essere felice”? Semplice il sogno di stanotte mi ha sconvolta! Credo che ci siano dei buchi nella mia mente, ma non voglio pensarci adesso, per oggi, ho deciso di tornare ad essere una ventenne come le altre, almeno per questa mezza giornata! Così prendo le mie due amiche a braccetto e ridendo e scherzando ci dirigiamo al Crown!

Entriamo e subito un senso di tranquillità mi avvolge! Questo posto è unico, speciale. Solo qui riesco a dimenticare, anche se per poco, i miei problemi. Entriamo e prendiamo posto nei tavolini accanto alla vetrata. Rei e Minako sono davanti a me. Le guardo e stringo le loro mani. Poi sorridendo loro inizio a parlare.

- So che in quest’ultimo periodo sono stata abbastanza “tirannica” ma credetemi l’ho fatto solo per il vostro bene…

- Usagi “tirannica” è un eufemismo. Sei stata intrattabile e per di più ti ostini a non renderci partecipe di ciò che ti sta capitando!

Mi mordo il labbro inferiore. Come immaginavo sono arrabbiate con me e Rei parla per tutte, Outer incluse. Certo non posso dar loro tutti i torti ma non è colpa mia se tutto mi sta sfuggendo di mano. Non ho colpa se non sono ancora pronta per rivelare loro una verità che, probabilmente, le allontanerà da me più di ciò che sta facendo io con il mio comportamento.

- Usagi se noi ti parliamo così lo facciamo solo perché ti vogliamo bene. Siamo stanche di vederti sempre triste e provata. Prova a fidarti di noi, se tu ci raccontassi tutto, sono certa che saremmo una squadra imbattibile.

Minako sorride dolcemente e stringe ancora di più la mia mano. Vorrei tanto poter dire tutto adesso ma non posso. Non ancora. Devono avere ancora un po’ di pazienza.

- E poi conosci il proverbio…

No Minako, non farlo! Non rovinare tutto come tuo solito!

- Più siamo e meglio siamo uniti!

Ecco appunto! Lo dicevo io! Intanto una vena inizia a pulsare sulla tempia sinistra di Rei. Segno di sventura.

- Minako quello è un altro proverbio: più siamo, meglio è!

- Oppure: l’unione fa la forza!

Con Minako non possiamo fare nulla. È più forte di lei, utilizza proverbi anche se il più delle volte lo fa nel modo sbagliato. Lei scuote le spalle ed intanto arriva una ragazza che prende le nostre ordinazioni.

- Strano che non ci sia Motoki, non trovi Minako?

- Come mai quest’interessamento per il bel barista? Ci stai forse nascondendo qualcosa?

Inizio a tossire non so se per la calura della cioccolata, appena scesa giù per la mia gola, oppure se è colpa della battuta di Minako. Guardo le due ragazze che mi fissano con impazienza. Scuoto la testa sconsolata e mi riconcentro sulla mia bevanda ben cosciente del fatto che l’insinuazione di Minako non ha fondamenta. Intanto nella mia mente si delinea il profilo di un giovane dagli occhi cobalto e dai capelli ebano. Scaccio anche quest’altro pensiero della mia mente, mentre le mie due amiche restano ancora ferme a fissarmi.

- Volete piantarla di fissarmi in questo modo? A me Motoki non piace. Non-pia-ce. Avete capito?

- Allora chi ti piace?

Sospiro rumorosamente. Minako è un osso duro, non vuole cedere. Guardo le mie amiche che intanto si sono sedute una alla mia destra e l’altra alla mia sinistra. Perfetto! Sono in mezzo al fuoco del mio nemico. Continuo a girare la mia cioccolata calda e mi preparo alla prossima domanda che non tarda ad arrivare.

- Usagi ci deve essere qualcuno che ti piace, non puoi farci credere che non esista nessuno.

- Rei ti ci metti anche tu? Insomma, perché deve piacermi qualcuno?

Guardo le mie due amiche. Prima l’una, poi l’altra. Poi abbasso lo sguardo e mi concentro sulla mia cioccolata ormai fredda. Il cucchiaino gira ancora dentro la tazza mentre io mi perdo nel tempo. Ripenso ai suoi occhi ed al sapore delle sue labbra. Menta. Un sapore forte e deciso, ma fresco e rivitalizzante. Porto un ciuffo dietro l’orecchio, dopo con la stessa mano inizio a picchiettare regolarmente sul tavolo. Ho alzato nuovamente la voce. Minako e Rei mi guardano mortificate. Sono tornate ai loro posti ed anche loro guardano le loro tazze. Lascio il cucchiaino dentro la tazza e poggio il gomito del braccio sinistro sul tavolo, la mano accoglie la mia testa e sospiro nuovamente. Sono un impiastro. Loro si preoccupano per me ed io gli urlo contro. Mi sento un mostro. Un attimo… chi sta ridendo in modo sommesso? Alzo la testa e fisso con la bocca aperta Minako e Rei che non riescono a trattenere oltre le risate e mi scoppiano a ridere dritte in faccia. La mia espressione deve essere ridicola perché appena fissano i loro occhi sulla mia figura ridono ancora più forte. Adesso sono io a mettere un broncio simile a quello che aveva Minako poco tempo prima. Giro la testa di lato talmente velocemente che sono investita io stessa dai miei capelli. Dopo un po’, non riuscendo a mantenere oltre questa, ridicola, espressione imbronciata inizio a ridere anche io. Dopo cinque minuti buoni ci diamo una calmata ed ordiniamo altre cioccolate giacché, quelle di prima, sono ormai fredde.

- Effettivamente qualcuno c’è, ma è un amore impossibile, quindi il capitolo è chiuso!

Alla fine rispondo alla domanda delle mie amiche. Non può farmi male confidarmi con loro, almeno adesso quando mi vedranno triste penseranno che dipenda dal mio cuore infranto e non dal pensiero di Nemesi che tiene in pugno le mie due amiche. Adesso devo avere un’espressione davvero triste perché Minako mi sta abbracciando con tutto l’affetto di cui è capace e Rei intanto stringe le mie mani nelle sue. Io non riesco a trattenermi oltre e lascio che una lacrima scivoli lungo la mia guancia.

- Usa, quando te la sentirai noi saremo qui per ascoltarti.

- Ed appena riusciremo a liberare Jupiter e Mercury, insieme andremo a dare una lezione a questo cretino che ha spezzato il tuo cuore.

Sorrido riconoscente alle mie amiche, ma so per certo che non ci sarà nessuna missione punitiva da organizzare. Il mio è un amore impossibile senza ombra di dubbio, è stato deciso così dal Consiglio Celeste ed io non posso oppormi, e poi chi mi assicura che Mamoru voglia stare ancora con me dopo tutto ciò che è accaduto mille anni fa? Scuoto la tesa e cerco di riprendermi concentrandomi su qualcosa di molto più importante: liberare dal potere di Nemesi le mie due guerriere, il resto non ha valore.

Restiamo al Crown ancora un altro po’, dopo decidiamo di immergerci nella caotica Tokyo, resa ancora più confusionaria dalla gente che si affrettava per le strade in cerca del ragazzo giusto per Natale. Ridiamo e scherziamo per tutto il tempo in cui siamo insieme, faccio finta che tutto sia passato ma so che non è così. Rei e Minako guardano per tutti i negozi maschili. Inizialmente erano titubanti per paura di mancarmi di rispetto a causa del mio “amore impossibile”, poi si sono lasciate convincere dal mio sorriso tranquillo ed adesso sono in piena fibrillazione per questo Natale che trascorreranno con i rispettivi amori. Ma il pensiero della missione punitiva è ancora tra le priorità nella loro lista. Io mi sforzo di non pensare che questo Natale per me sarà triste. Avrò Mamoru ma non potrò esternare i miei sentimenti.

Improvvisamente la suoneria del mio cellulare mi strappa ai miei pensieri. Frugo nella borsa sino a che non trovo il telefonino rosa.

- Pronto?

Resto bloccata appena riconosco la voce. Un sorriso pian piano si disegna sulle mie labbra. Annuisco come se la persona all’altro capo del telefono potesse vedere i miei gesti.

- Aspettami lì. Arrivo tra dieci minuti.

Gli sguardi inquisitori delle mie amiche mi fanno sorridere. Sgomitano una con l’altra per cercare di trovare il coraggio di formulare la domanda che tanto preme sulle loro labbra.

- Mi spiace deludervi ma al cellulare è una mia carissima amica. Adesso devo correre alla stazione perché mi sta aspettando.

Sto per andare ma mi fermo improvvisamente.

- Minako ricordi il maglione in cachemire color ghiaccio visto nel negozio all’angolo? Sarebbe perfetto per Kunzite. Invece, tu Rei, potresti regalare a Jadeite quella macchina fotografica digitale, cosa era? Una Olympus C-700 se non ricordo male! Adesso però scappo che si è fatto tardi! Ciao e buon proseguimento di mattinata!

Dopo aver schioccato un bacio per guancia alle mie due amiche mi fiondo di corsa in direzione della stazione. Le ho detto dieci minuti, ho la sensazione che dovrà aspettare un pochino di più. Mentre corro non posso fare a meno di ripensare al mio primo incontro con lei.

Ma dove sarà finito papà? Mi ha chiesto di venirlo a prendere per poi raggiungere a casa la mamma e lui non si fa trovare.

- Buongiorno signora Katamoto. Per caso sa dove è mio padre? Lo aspettavo di sotto dieci minuti fa, ma ancora non si è fatto vedere.

La segretaria di mio padre è una donna sulla sessantina. È abbastanza robusta, ed è strano dato che il più delle volte le donne giapponesi hanno la tendenza a mantenere una corporatura longilinea; ricordo che quando ero piccola e venivo a trovare papà mi comprava sempre delle ciambelle, ma il più delle volte era lei che le mangiava quasi tutte, forse ecco spiegato il perché di questa “silhouette slanciata”. È una donna molto affabile e gentile ed il sorriso adorna sempre le sue labbra piccole e screpolate. Gli occhialetti a forma di mezzaluna sono sempre sulla punta del suo naso, mentre il suo modo di vestire è leggermente passato di moda, sembra che per lei il tempo si sia fermato agli anni Ottanta. Spostando lo sguardo dall’agenda che sta studiando a me, risponde con il suo solito tono cortese.

- Usagi cara fatti vedere. Ogni volta che vieni a trovare tuo padre ti trovo sempre più bella.

Arrossisco di fronte questo complimento, che puntualmente, si ripete, appunto, ogni volta che vengo a trovare mio padre. Sorrido dolcemente alla segretaria di mio padre che ormai considero come una di famiglia.

- Tuo padre credo che sia nella stanza 208 ma non so se puoi andare. In quella stanza c’è un paziente in coma, sai non è un bello spettacolo, e poi se non sbaglio tuo padre non vuole che gironzoli per il reparto.

La donna pronuncia quest’ultima affermazione con un groppo in gola, parecchie volte, quando ero ancora una bambina, è stata lei a soccorrermi quando disubbidendo a mio padre, andavo in reparto a gironzolare e poi stavo male sempre per via delle mie particolari doti. Sorrido alla signora Katamoto sempre così premurosa nei miei confronti, annuisco e mi dirigo al pian terreno. Sono ferma davanti le porte chiuse dell’ascensore, quando la voce concitata di mio padre e quella di un altro uomo che non conosco, m’incuriosiscono sino al punto di violare il divieto impostomi da bambina e dirigermi verso l’ala della degenza del reparto di neurologia...

- Souichi non devi fare così. Vedrai che si riprenderà questo è il centro migliore del Giappone e se qui andrà male, allora, vedrai che andremo anche a Boston. Io non ti abbandono.

Mi avvicino sempre di più alle voci sino a che non mi trovo dietro alla porta bianca della stanza 208, con grande sconcerto avverto i chiari singhiozzi di un uomo. So per certo che si tratta di un uomo perché è come se fossi entrata in empatia con lui. Avverto tutta la sua disperazione e la sua angoscia. Ora che mi concentro posso sentire anche il suo senso di colpa. Sta soffrendo terribilmente, e so per certo che soffre per colpe che non sono sue. Resto dietro la porta e le lacrime iniziano a sgorgare anche dai miei occhi. Vorrei allontanarmi ma una forza sconosciuta mi tiene legata a questa porta chiusa. Improvvisamente si apre e sul ciglio trovo le figure di mio padre e di quello che presumo essere Souichi. Un uomo di circa quarant’anni con capelli completamente bianchi ed occhi color ghiaccio. Sul viso un’espressione tristissima. Velocemente asciugo le lacrime e cerco di sorridere all’uomo ed a mio padre.

- Usagi cosa ci fai qui, sai che non voglio vederti gironzolare per il reparto.

Non faccio finire la ramanzina a mio padre che mi butto al suo collo ed inizio a piangere in modo disperato. Il dolore di Souichi è dentro la mia testa. Mille spilli stanno trafiggendo il mio corpo da parte a parte. Mio padre è sconvolto da questa mia reazione. È capitato altre volte che stavo male a causa di qualche paziente in coma con cui entravo in contatto tramite le mie capacità, ma non ho mai avuto una reazione così… dolorosa. Di contro Souichi ci guarda senza capire. Mio padre mi stringe forte e cerca di tranquillizzarmi, ma sembra inutile, nonostante le sue carezze, continuo a piangere ininterrottamente. È solo un attimo, ma riesco a scorgere la figura distesa sul letto. È una ragazzina. Avrà quindici-sedici anni, da qui non riesco a capirlo. Sfuggo dalla stretta di mio padre ed entro titubante nella stanza. Mio padre cerca di trattenermi ma io lo scosto con poca gentilezza. È come se questa ragazzina dal suo letto mi stesse chiamando. Mi siedo al bordo del letto e prendo la sua mano magra, e tiepida, nella mia. Appena la stringo il dolore sparisce ed anche il senso di colpa. Mi volto verso Souichi e con voce spezzata chiedo qual è il nome di sua figlia.

- Hotaru.

Mi volto verso la ragazza che è sdraiata nel letto. I capelli corvini sono tenuti stretti in una cuffia da chirurgo. Slaccio il nodo e subito una cascata ebano si libera sulle lenzuola bianche dell’ospedale. Accarezzo la guancia della piccola Hotaru e le sorrido come se lei potesse vedermi. Poi sfioro con un dito la sua fronte ed è come un tuffo nelle sue emozioni.

Sono inghiottita da un vortice nero. Tanta solitudine e poi un tunnel pieno di colori. Hotaru da piccola in braccio a sua madre. Sorridente in groppa ad un poni. Al mare. Con il padre a giocare in riva ad un fiume. Il suo decimo compleanno. Poi le immagini cambiano ancora molto velocemente. Un auto. Lei con sua madre. Un camion che invade la loro corsia. L’impatto inevitabile. Lei sbalzata fuori dall’auto che chiama sua madre. Un’esplosione. Il buio. Ed adesso urla nella mia testa. Dolore ed ancora gli spilli a pungermi in ogni parte del corpo. So che non appena avrò interrotto il contatto con Hotaru tutto finirà ma non riesco. Non posso abbandonare questa ragazzina. Una lacrima percorre la mia guancia, scende sino al mio mento, poi cade e s’infrange sul dorso della sua mano. Un attimo dopo i macchinari cui è attaccata Hotaru iniziano ad inviare dei bip insistenti. Mio padre e Souichi si avvicinano velocemente mentre io continuo a tenere la mano della ragazzina che giace pallida in questo letto.

È un attimo e poi ancora altri flash del suo passato. Un castello di cristallo. Un ballo. Lei sorridente con uno strano abito ed una falce in mano. E poi… nuovamente buio e tanta solitudine.

Senza accorgermene sono arrivata alla stazione. Mi piego in due sulle ginocchia a causa della corsa. Poggio la mano sul mio cuore e lo sento battere fortissimo. Chiudo gli occhi ed inspiro profondamente, poi un’altra profonda espirazione. Ho un lieve capogiro e la vista mi si offusca per alcuni secondi. La mia maledizione. Avevo rimosso totalmente il problema. Cerco di riacquistare padronanza del mio corpo e m’incammino verso l’ingresso principale della stazione; non appena arrivo davanti le porte automatiche sono letteralmente investita da una fiumara di gente. Cerco Hotaru con lo sguardo ma non riesco ad individuarla così decido di concentrarmi e trovare la sua aurea, anche se sono ancora debole. Dopo un paio di minuti riesco ad individuarla e così inizio a camminare seguendo la scia del suo potere e quasi subito la trovo, seduta su di una panchina intenta ad osservarsi intorno. Da dove mi trovo non può vedermi e così decido di fermarmi ad osservarla per qualche minuto, ripensando, ancora una volta, al periodo della sue degenza nel reparto gestito da mio padre.

Dopo il nostro primo incontro sono andata a trovarla in ospedale quasi ogni giorno, quando non potevo chiedevo a mio padre delle sue condizioni. Parlavo spesso con lei anche se sapevo che non poteva ascoltarmi. Le raccontavo delle miei giornate, di come mi sarebbe piaciuto divenire sua amica. Poi le raccontavo anche degli strani sogni che facevo da qualche tempo. Sogni che alla fine si sono rivelati essere ricordi di una vita passata. Dopo un mese dalla “nostra conoscenza” si è risvegliata dal suo coma di secondo livello, in pratica ad un passo dal coma irreversibile.

- Ciao Hotaru! Come stai oggi? Sapessi che tempo! Fuori diluvia, non sai che faticaccia per riuscire a venire a trovarti. Oggi la prof non voleva mandarci via, tutta colpa della sua assurda idea di fare questi rientri pomeridiani per aiutarci nella letteratura giapponese. Mi spieghi cosa mi interessa della vita di Yasunari Kawabata? Non ti dico che noia, io preferisco molto di più gli autori europei. Lo sanno tutti che è l’Europa la culla della cultura. Li ci sono autori memorabili in ogni epoca e stato. Geoffrey Chaucer. Jean de la Fontaine. Johann Wolfgang Goethe. Dante Alighieri. Il mio sogno sarebbe proprio trasferirmi in Europa e studiare lì la letteratura. Immagina. Essere proprio nella terra dell’arte. La stessa terra di Omero e Virgilio. Esopo e Fedro.

Mi fermo e mi volto verso il letto. Ancora sei qui. Immobile. Mi siedo vicino a te. Prendo la tua mano tra la mia e la stringo forte.

- Hotaru svegliati. Non mi va di parlare se tu non mi ascolti. Sai… non ci conosciamo ma ho la sensazione di conoscerti da sempre. Hotaru apri gli occhi. Ancora sei così piccola ed indifesa. Non arrenderti. Lotta. Fallo per tuo padre. Per tua madre. Fallo per te stessa. Non puoi lasciare Souichi da solo, che ne sarà di lui? Non puoi rinunciare alla vita. Non ci conosciamo è vero, ma sento di volerti bene come ad una sorella.

Non riesco a trattenere oltre le lacrime e mi piego in due. Piango sulle sue mani stringendole strette nelle mie. Ho paura che possa andare via da un momento all’altro. Resto così. Con gli occhi chiusi ad ascoltare il canto della pioggia. Poi scatto in piedi. Ho percepito una lieve stretta alla mia mano. Guardo il suo viso è ancora sereno. Sembra quasi che sita dormendo. Non mi stupisco per la stretta alla mano, potrebbe essere un riflesso incondizionato. Potrebbe trattarsi di qualcosa di spontaneo che non dipende dalla sua volontà. Mi volto e mi dirigo verso il tavolo dove è poggiata una bottiglia con dell’acqua, ma un bisbiglio mi blocca.

- Papà…

Quel giorno di pioggia di otto mesi fa si è svegliata e da lì siamo diventate davvero come due sorelle: io l’accompagnavo a fare riabilitazione e restavo con lei fino a quando non finiva i suoi esercizi, poi la portavo a prendere un dolce ed in giro per negozi. Lei mi raccontava tutto della sua vita passata ad Osaka e del suo dolore per la perdita della madre avvenuta proprio in quell’incidente. Non ci conoscevamo allora, o almeno ero io a non conoscerla, ma adesso siamo davvero due sorelle.

La osservo da lontano. I capelli corvini, tenuti in un caschetto che le arriva un po’ più in basso delle orecchie, incorniciano un visino di porcellana illuminato da due bellissimi occhi viola. Mi cerca con lo sguardo, forse un po’ impaurita da tutta questa gente. Hotaru è una ragazzina adorabile, è gentile, dolce, comprensiva, ma anche molto timida ed introversa. Decido di uscire dal mio “nascondiglio” e di farmi vedere. Le vado incontro con passo spedito e mentre mi avvicino un sorriso smagliante si allarga sul suo viso da adolescente. Mi corre incontro e mi abbraccia con tanto impeto che finiamo entrambe a terra. Mi chiedo perché mai le mie amiche abbiano questo bisogno di buttarmi a terra per salutarmi, non è molto meglio un abbraccio in piedi piuttosto che uno sedute a terra? Ridendo e con gli occhi di tutti puntati addosso ci alziamo. Cerchiamo di riprendere una parvenza umana e subito dopo non appena ci accorgiamo di tutto riprendiamo a ridere ancora una volta.

- Hotaru perché non mi hai detto che arrivavi oggi? Sarei venuta a prenderti senza farti aspettare tutta sola!

- Volevo farti una sorpresa e farmi trovare davanti la tua facoltà, solo che una volta scesa dal treno tutta questa confusione mi ha messa paura e poi non sapevo se oggi avevi lezione!

Il sorriso di Hotaru ed il suo imbarazzo riscaldano il mio cuore. L’aiuto prendendo una delle valige e facendomi raccontare degli ultimi avvenimenti che le sono capitati ci incamminiamo verso l’uscita della stazione.

Osservo Hotaru con la coda dell’occhio e sono felice di costatare come si sia pienamente ripresa dal brutto incidente di cui è stata vittima. Nessuna ragazza sarebbe riuscita a riprendersi con la sua stessa velocità. I primi tempi sono stati difficili per lei e suo padre, non sapevano come comportarsi l’uno con l’altra perché entrambi si sentivano responsabili, ma poi parlandosi e confrontandosi sono riusciti a superare questo problema ed adesso Souichi ed Hotaru vivono in tranquillità sotto lo stesso tetto.

- Hotaru cosa ti porta qui?

La ragazzina mi guarda con il suo dolce sorriso e poi alzando le spalle con non curanza risponde.

- Nemesi.

Io sospiro con rammarico. Allora è vero. Non mi ero sbagliata. Avevo visto giusto.

- E così la dolce ed indifesa Hotaru è la tanto famigerata e temuta Sailor Saturn, ho indovinato?

- Mi chiedevo quanto ci avresti impiegato a ricordare!

La guardo ancora una volta ed adesso non mi sembra più la ragazzina dolce ed indifesa che ho conosciuto. No. Adesso mi trovo di fronte la guerriera del silenzio. Adesso è tutto più chiaro. Il perché di tanta solitudine e di tanto dolore. Sorrido mestamente alla ragazzina che mi sta davanti. Non volevo che anche lei fosse inghiottita da questa guerra. Ed adesso una domanda mi frulla per la testa: anche lei avrà gli stessi ricordi delle altre guerriere? Anche lei sarà convinta che io sono un eroe? Anche lei è convinta che io ed Endymion non ci conosciamo?

- Rispondo ad una domanda alla volta! Primo: no, non ho gli stessi ricordi delle altre Senshi. Secondo: anche se tu non lo credi, sì, credo che tu sia un eroe, anzi un’eroina, sei stata la sola a starmi accanto, adesso come in passato. Terzo: per me dovresti raccontare tutto al Principe Endymion così da alleggerire il peso che porti nel cuore. E per evitare di farti formulare la quarta domanda passo direttamente alla risposta. Posso leggerti nel pensiero perché il coma ha messo in contatto le nostre menti. Adesso la tua mente è collegata alla mia. Tu potevi fare ciò prima del coma, io solo dopo e comunque posso leggere solo nel tuo pensiero. Se tu non fossi entrata in contatto con me nel periodo del coma, io non sarei mai riuscita ad acquistare questa capacità!

Guardo allibita Hotaru, dove è finita la ragazzina dolce e ed indifesa che ho conosciuto in ospedale? Oddio, e se il coma le avesse provocato qualche problema a livello psicologico? Che so uno sdoppiamento di personalità? Ma le sorrido dolcemente. È sempre la mia dolce Hotaru, e la dimostrazione sta nel fatto che nonostante ricordi tutto continua a volermi bene ed a restarmi vicina. Malgrado tutto mi è rimasta amica. Però sono felice, almeno adesso, con qualcuno potrò essere sincera e sfogare la mia angoscia, sempre se avrò il coraggio di confidami. Finalmente non mi sento più tanto sola! Sorrido felice in direzione della ragazzina che cammina al mio fianco e con un largo sorriso inizio a parlare:

- Allora sei pronta per conoscere quella folle di Minako?

Hotaru mi guarda alquanto perplessa. Che non si ricordi di quando le ho parlato della mia, scusate, nostra amica?

- Hotaru, parlo di Minako, la mia coinquilina. Sailor Venus. Ricordi adesso?

- Sì Usagi! Certo che ricordo solo che io avevo preso una stanza in un affitto in un convento. Non vorrei disturbarvi?

Mi arresto di botto. Cosa ha detto? Camera in affitto? Convento? Mi volto verso di lei e con espressione alquanto corrucciata inizio a parlare.

- Non se ne parla nemmeno per scherzo. Tu ti trasferirai a casa mia. Abbiamo ancora una camera libera. Eventualmente i soldi che avresti speso in quel convento li metterai da parte. Dimenticavo! Il mio è un ordine!

Ogni tanto essere la Regina ha i suoi vantaggi.

- Usagi ma io…

- Niente ma. Ormai è stato deciso così e non accetto repliche.

Hotaru con il suo solito dolce sorriso mi prende per un braccio e mi costringe ad abbassarmi. Poi deposita un lieve bacio sulla mia guancia e sussurra un leggerissimo grazie al mio orecchio, dopo tutta rossa in viso riprende il suo cammino con nuova allegria e vitalità. Non posso che sorridere anch’io nel vedere la vitalità che caratterizza questa ragazzina nonostante il suo recentissimo e tristissimo passato. Hotaru è la vita, non permetterò a nessuno di farle del male. Lei è la guerriera della rinascita e basta. Non permetterò più che sia identificata con l’appellativo di “guerriera della distruzione e della rinascita”, mai più.

Sino al risveglio delle tue guerriere non ti chiederò più nulla.” Improvvisamente questa frase torna prepotentemente nella mia mente. La promessa fatta a Mamoru. L’avevo accantonata, ma adesso è tempo di svelare i misteri che circondano la mia figura. È il momento della verità. Con questo pensiero mi appresto a raggiungere Hotaru, sorrido e precludo la mia mente alle sue incursioni, per non farla preoccupare eccessivamente.

Salve gente, non ho potuto resistere oltre, il capitolo era pronto già da ieri, ma ho resistito per un po’, ma alla fine non ce l’ho fatta e mi ritrovo a pubblicare con un giorno di anticipo, cosa ne dite? Sono stata brava e puntuale? Cosa ne dite di questo nuovo capitolo? Cosa posso dirvi adesso? E così ha fatto il suo ingresso anche la dolce Hotaru! Certo è molto OOC, anzi direi che sembra che abbia qualche tratto del carattere di Chibiusa, ma che volete farci, è venuta così! E poi si avvicina il momento della verità. chissà come la prenderà Mamoru. E le altre guerriere? Le Outer soprattutto… ed Hotaru difenderà la sua principessa o la sua amica Usagi? Queste ed altre domande troveranno risposta nei prossimi capitoli, infatti, ancora non so se nel prossimo capitolo ci sarà un riavvicinamento tra Usagi e Mamoru o si svelerà la verità… voi cosa vorreste? Un capitolo romantico o una drammatico? Non so perché ma credo che tutte desiderate un capitolo romantico! Passo ai ringraziamenti di rito adesso!

RINGRAZIAMENTI

- KILLKENNY: prima di tutto grazie per i complimenti, secondo leggerò le tue fanfic questa estate quando sarò più libera, terzo, riguardo i tuoi alter ego, devo ammettere che alcuni sono un po’… inquietanti soprattutto la storia riguardante Darius e la sorella… per il resto… non ho molto da dire a parte che per quel che riguarda Mamoru non posso risponderti, ma lo scoprirai presto, almeno lo spero!

- VALEPIGIA: ciao! Sono felice che la mia idea delle due ragazze “cattive” ti sia piaciuta, ma per quanto riguarda Haruka e Michiru vorrei ricordarti che il loro compito è sempre quello di vegliare i confini del Sistema Solare, diciamo che sono un po’ delle reiette della società e si comportano di conseguenza, ma vedrai che nel corso della fanfic cambieranno modo di comportarsi, almeno lo spero! Per la parte finale del capitolo precedente mi sono ispirata proprio ad un fatto della mia vita dove i protagonisti siamo stati io ed il mio ragazzo (quando ancora non stavamo insieme ufficialmente), certo lui non mi aveva salvato la vita, ma mi aveva salvato da una brutta figura ad un esame, solo che poi aveva detto qualcosa di troppo ad un amico comune e così mi sono in… fervorata… e sono andate a dirgliene quattro… spero che non ti dispiaccia come ho proseguito la fanfic e ti piaccia l’entrata in scena di Hotaru! Adesso però ti saluto e passo agli altri commenti!

- DINNY: innanzitutto mi scuso se non commento puntualmente i tuoi capitoli, solo che aggiorni in fretta e così non ho il tempo di commentarli tutti, ma la tua certamente non è una colpa, anzi è un pregio! Per vedere le guerriere traviate dovrai attendere forse due capitoli, ma non te lo assicuro, e per “tutto può succedere”… hai perfettamente ragione. Per la mia Usagi “introversa” si comporta così perché si sente in colpa e crede che sia la cosa giusta non coinvolgere le amiche, è un modo per riscattarsi davanti ai loro occhi, certo è un po’ brutto da vedere, ma in questo momento Usagi la pensa così. Spero solo che questo capitolo, in cui si è un po’ confidata, ti sia piaciuto!

- USAGI_84: mi spiace deluderti ma non fare cenno ai ricordi di Mamoru è una scelta stilistica. Se hai notato la fanfic è scritta in prima persona, sono io a raccontare attraverso Usagi ciò che sta accadendo, come posso mettere i ricordi di Mamoru? Dovrei cambiare il punto di vista, non credi? Per quello che riguarda la mia cara Usagi sono felice che ti piace, hai centrato il punto: Usagi sente sulle spalle la responsabilità di un intero Universo ed per questo che è così autoritaria, e poi vuoi mettere il senso di colpa nei confronti delle Senshi, dei Generali e di Mamoru? Per l’utilizzo della spada di Mamoru, interessante, ti farò sapere! Ma a proposito, quando aggiorneresti? Sai sono molto ansiosa… comunque a presto e grazie per i commenti!

- SAILOR83: guarda che anche tu sei brava nell’esprimere le emozioni e le sensazioni dei diversi personaggi, un esempio è dato dalla tua ultima fanfic che è davvero bellissima, mi scuso anzi, se ancora non ho commentato… ma ti prometto che da qua al tuo prossimo aggiornamento, avrò commentato. Per quel che riguarda questo capitolo spero di aver trasmesso l’affetto che lega Hotaru ed Usagi! Al prossimo capitolo!

- KIRBY: ciao! Sono molto contenta del fatto che questa Usagi sia piaciuta alla stragrande maggioranza dei lettori. Temevo che rendendola così OOC avrebbe riscosso qualche antipatia ed invece siete tutte contente! E sono felice che piaccia il rapporto che sto cercando di creare tra Usagi e Mamoru, che credo che si approfondirà già nel capitolo XVI, sempre se non ci sono intoppi! Dipende da ciò che vogliono le altre lettrici, un capitolo romantico oppure uno di azione? Oddio, ti ho dato un’anticipazione! Neanche me ne ero accorta! Per la chiusa del capitolo precedente che posso dirti? Si è scritto da solo quel capitolo, come questo d’altra parte! Ma dimmi cosa ne pensi di Hotaru? Questa nuova versione ti piace oppure ti sembra troppo sfacciata? Adesso ti saluto o rischio di darti qualche altra dritta senza accorgermene… a presto!

- PRINCESSANGEL: davvero dici che questo capitolo è più bello del precedente? Io non ci ho trovato nulla di che, ma se tu dici così vuol dire che ho scritto più di ciò che credevo! Per quel che riguarda Usagi credo semplicemente che abbiano ragione sia Usagi_84, sia Kirby. La mia Usagi è un mix di molti sentimenti, alcuni buoni altri deleteri per lei stessa e chi le sta vicino. Mamoru non so se doveva dirle qualcosa, magari la scrutava solo per capire che reazione avrebbe avuto in seguito al comportamento di Haruka e Michiru; oppure si stava chiedendo perché Usagi lo fissava in quel modo; in ultima analisi, si chiedeva dello stato di saluta di Usagi? Le ferite e la maledizione possono essere un mix pericoloso non credi? Per quel che riguarda la tua teoria non so come aiutarti, dovresti attendere, ma ancora non so quanto.

- GIROVAGHI: grazie per i complimenti. Per le liti all’interno del gruppo posso dirti che non finiscono qui, adesso con l’arrivo di Hotaru, credo che ne vedremo delle belle… sempre se non preferite avere un capitolo romantico al posto di quello più “vivo”! Per quel che riguarda i nomi sai il perché della differenza? Ho pensato che se Usagi avesse mantenuto i nomi propri delle guerriere non avrebbe ottenuto lo stesso risultato. È un po’ quando si è a scuola: io ricordo che la mia prof di italiano quando doveva spiegare o lodarci usava i nostri nomi, mentre per le interrogazioni od i rimproveri utilizzava i cognomi, e così ho rapportato tutto alla mia fanfic!

- MIKI90: quindi tu sei convinta che Mamoru sappia tutto, vedremo… per il discorso fatto da Kunzite ti dirò, è stato la parte più difficile del capitolo, non volevo che risultasse troppo sdolcinato, ma neanche troppo rude e così mi sono concentrata per benino ed alla fine ecco il risultato… ed Usagi, anche lei è stata un punto interrogativo, ma ti dico la verità, avevo intenzione di descriverla così autoritaria perché ero stanca di vederla un po’… pappamolle!

- VALEPOLIT: ed ecco qualcuno che la pensa come me. Basta con la Usagi pappamolle, lasciamo spazio a questa nuova guerriera. E dimmi in questo capitolo secondo te è uscito il suo vero io? Ci ho provato e spero di cuore di esserci riuscita, almeno al Crown quando si confida con Rei e Minako!

- SAILORMOON81: figurati per il ritardo, l’importante è che non ci sia nulla di grave! Anche a te piace la mia Usagi, sono felicissima! Sai cosa mi preoccupava maggiormente? Renderla così altamente OOC! Nel senso che, renderla così lontana dal personaggio che conosciamo poteva essere un rischio, il lettore non si sarebbe appassionato ad una nuova Usagi ed avrebbe abbandonato la fanfic senza concluderla, ma a quanto pare è piaciuta a tutti (almeno spero). Per quel che riguarda Haruka e Michiru ribadisco il concetto espresso nel ringraziamento a Valepigia. Essendo considerate le guardiane dei confini del Sistema Solare non sono abituate ad avere contatti con gli altri. Generalmente, entrano in azione quando qualcuno minaccia la pace del Sistema Solare e con il nemico non si usano certo i guanti di velluto ecco perché sono così “battagliere”… per Mamoru ancora è presto per svelare gli altarini, non credi? Prima di chiudere volevo dirti che mi spiace se per un po’ non aggiornerai le tue fanfic, ma mi auguro con tutto il cuore, che questo periodo no, passi in fretta (credo che dipenda dalla sessione di esami estiva vero?). Un bacio Carmen…

- HATORI: sono io che mi scuso con te. Ho la tendenza a chiedermi il perché le persone non commentino più le mie storie. Temo che dipendi da un calo di interesse nei confronti della storia, e quindi da un problema mio. Poi ti ringrazio per i complimenti riguardo la storia ed il mio modo di scrivere. Sai quando mi dicono che riesco ad esprimere ciò che ho dentro di me è qualcosa di indescrivibile. Una soddisfazione unica e sola. Ti ringrazio anche per la mia Usagi, ma mi spiace non posso dire niente riguardo Mamoru, attendete ancora un po’! Adesso scappo agli altri ringraziamenti, grazie e un bacio!

- NEPTUNE87: grazie, grazie, grazie e grazie, mi sa che mi sono ripetuta anche io! Non mi stancherò mai di ripeterlo ma sono felice che questa nuova Usagi piaccia a tutti. È stata la mia sfida personale, farla maturare lasciando la sua dolcezza ed un po’ della sua spontaneità. Per quel che riguarda la fuga da Mamoru e la conseguente sfuriata è stata una scena scritta da sé! Ed adesso che è entrata in gioco anche Hotaru la storia si complica, come riuscirà a gestire tutte le guerriere? Dimenticavo! Ho commentato il tuo ultimo capitolo riguardo la storia di Ranma ed Akane, spero che tu lo abbia letto! A presto ed un in bocca al lupo per gli esami (CREPI)!

- STREGA_MOGANA: come ho detto a Cristina (NEPTUNE87) ho deciso di far crescere Usagi ma lasciarle la dolcezza e la spontaneità. È stata la mia sfida personale e spero, alla fine della fanfic, di aver vinto! Per quel che riguarda Jupiter e Mercury non so se sono così recuperabili, sai il potere di Nemesi è molto, ma moooolto, forte, ma Usagi ci ha fatto sempre assistere a cose fuori da ogni logica! Mamoru l’ho reso quanto più umano possibile (quando dico “umano” intendo umano uomo). Solo che mi spiace di un particolare, sempre riguardante il comportamento di Mamoru, che nessuno ha colto, ma non dico nulla altrimenti finisce l’effetto sorpresa! Ribadisco i complimenti riguardo la tua fanfic e ti lascio lavorare in pace a presto!

- CHIARA80: prima di tutto benvenuta tra le lettrici, anche se mi sembra di aver capito che hai seguito le vicende di Usagi da subito! Ti ringrazio per i complimenti, ma così rischio di arrossire e di montarmi la testa! Per quel che riguarda Usagi diciamo che è cresciuta ed è maturata. Per conoscere la verità e Chronos posso dirti che ci siamo vicini, presto scopriranno tutto, ma non so come reagiranno, questo ancora non l’ho pianificato! Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto e che possa contare su di un altro commento, non dico al prossimo capitolo, ma mi piacerebbe sapere cosa ne pensi dell’evolvere della storia (poi se commenti anche nel prossimo capitolo, che sarebbe questo, non puoi che farmi felice!). Ti saluto ed a presto!

- DOLCEBUNNY: lo studio prima di tutto, non preoccuparti se non puoi commentare volta per volta. Io non so se dipenda da esami di maturità o sessione universitaria, o semplicemente pagella di fine anno, oppure potrebbe essere anche la sessione di tesi, ma non posso che dirti in bocca al lupo (CREPI). Fai con calma e se non puoi commentare non fa nulla!

Adesso che ho finito con la pagina dei ringraziamenti e prima di darvi appuntamento a domenica prossima, 17 giugno 2007, vorrei lanciare prima un pc-voto (Dato che non posso lanciare un tele-voto), senza dover pagare niente di più di ciò che state pagando, se non la connessione, nel prossimo capitolo cosa volete? Azione o romanticismo? Adesso voi mi direte che mi sono montata la testa con questa cosa del pc-voto, ma non è così, mi piacerebbe far scegliere a voi la scena che si succederà a questo capitolo, si tratta solo di un esperimento. A presto e vi prego non prendetemi per pazza!

Carmen…

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Capitolo 16
*** Capitolo XVI ***


Nuova pagina 1

Capitolo XVI

Eccoci arrivate a casa. Entro e subito chiamo a gran voce Luna ed Artemis. I due gatti corrono a darmi il benvenuto. Non appena vedono Hotaru però si fanno guardinghi, come intimoriti dalla ragazzina che è al mio fianco. Hotaru per tutta risposta sorride loro e si accovaccia a terra iniziando a grattare Luna dietro le orecchie, proprio dove piace a lei. Anch’io faccio lo stesso, Hotaru dato che Luna è affidata alle mie coccole, si prende cura di Artemis. Lo solleva da terra e lo stringe tra le braccia accarezzandolo lungo la schiena.

- Sai Artemis mille anni fa eri molto più leggero, dovresti metterti a dieta!

- Ehi! Come ti permetti. Non è vero che sono ingrassato, ho solo messo massa muscolare…

Non appena il gatto bianco si rende conto di aver risposto alla ragazzina bruna che lo tiene in braccio, con le zampine si tappa la bocca strabuzzando gli occhi azzurri. Luna lo fulmina all’istante mentre fissa me in modo torvo. Sospiro sconfitta mentre Hotaru sorride divertita.

- Luna, Artemis, vi presento Hotaru Tomoe, mia carissima amica nonché la guerriera di Saturno. Hotaru a te non occorre dire nulla, i tuoi ricordi sono intaccati!

Calco la voce sull’ultima parola. Già lei ricorda tutto, senza le manipolazioni di Chronos. Adesso mi sento meno sola sapendo che qualcuno è a conoscenza della verità. Intanto osservo il muso sbigottito dei due ambasciatori del Silver Millennium. Restano impietriti ad osservare Hotaru che di contro arrossisce leggermente. L’insicurezza è la caratteristica principale della mia piccola guerriera. Teme la reazione dei gatti, teme il loro giudizio. Mi avvicino a lei e poggio una mano sulla spalla cercando di incoraggiarla. I due mici restano fermi nelle loro posizioni. Artemis come risvegliatosi dal suo stato di trans, con un balzo raggiunge Luna a terra. Entrambi adesso fissano Hotaru come se provenisse da un altro universo. Il primo a rompere il silenzio venutosi a creare è proprio il “maschio” di casa.

- Non sei un po’ troppo piccola per essere la leggendaria Sailor Saturn?

La sua voce è terribilmente buffa. Scoppio in una fragorosa risata, forse un po’ finta lo ammetto, ma utilissima per ridurre la tensione che si respira da qualche minuto dall’ingresso nella mia abitazione. Luna pesta la coda al suo collega al che anche Hotaru inizia a ridere in modo più sommesso. Luna, intanto, riacquistato il suo austero portamento da ambasciatrice, fissa indignata Artemis, mi rivolge uno sguardo critico e poi con espressione dura e minacciosa si rivolge finalmente ad Hotaru.

- Guerriera della Distruzione quali sono le tue intenzioni. Sei qui come alleata, oppure hai intenzione di distruggere l’intera Galassia pur di annientare Nemesi?

La mia gatta ha sbattuto la testa ed è impazzita! Non vede che Hotaru è tutto tranne che una minaccia per la Galassia. Ma adesso mi sente questa burocrate, già! È una burocrate, quando fa così non posso definirla diversamente. Tossisco per attirare l’attenzione dei presenti. Prendo Luna per la calotta e la porta davanti ai miei occhi, la gatta intanto agita convulsamente le sue quattro zampine annaspando in cerca di un appiglio.

- Prima di parlare ragioni? Ti ho appena detto che è una mia carissima amica e poi cosa ti fa credere che sia una nemica? Mille anni fa è stata la sola a poter tenere testa a Nemesi e se non era per la mia stupidità…

Le parole mi muoiono in gola. Ricordo ancora lo scontro contro Nemesi, l’ametista di Saturn, ormai priva di energia, rotolare come una pietra senza valore sino ai miei piedi. Lo sguardo vacuo della guerriera mentre cade a terra priva di vita. Rimango in silenzio. Adagio Luna sul pavimento e poi chinando la testa con voce roca e spezzata dal dolore parlo rivolta ai due ambasciatori.

- Luna. Artemis. Voi non potete saperlo ma Hotaru è la guerriera che mi ha restituito i ricordi. Ogni notte veniva a cercarmi in sogno e mi chiedeva di risvegliarmi e lottare. Hotaru è la migliore combattente esistente. È leale. Coraggiosa. Forte. Nonostante la sua giovane età porta, con gran solerzia, il suo fardello senza lamentarsi. È lei quella degna di lode, non io.

Così, dopo aver parlato salgo in camera mia con il cuore a pezzi ed il senso di colpa sempre più opprimente. Apro la porta ed a peso morto mi lascio cadere sul letto. Lancio gli stivali in aria e resto con le gambe in aria ad osservare la punta dei miei piedi, fasciati in delle calza rosa. Poi mi ridesto da questa posizione. Un braccio dietro la nuca a sorreggermi la testa, le gambe incrociate, mi porto con gli occhi a fissare il soffitto, come se lì, da un momento all’altro, si dovesse materializzare la risposta a tutti i miei perché. Un sorriso amaro sulle mie labbra. Il cigolio della porta mi desta dalla “contemplazione” del soffitto. I miei occhi spenti si portano sulla figura di Hotaru che, timorosa, entra nella stanza. Con agile balzo mi metto seduta sul letto. Batto la mano due volte sul copriletto bianco così da far comprendere ad Hotaru che la voglio seduta accanto a me. Un leggero sorriso sulle sue labbra mi fa comprendere che ha recepito il mio messaggio. Si siede accanto a me ed inaspettatamente poggia la testa sulle mie gambe, come se dovesse essere lei a ricevere conforto. Dopo il primo momento di sorpresa inizio ad accarezzarle i capelli che ricadono morbidi sulle mie gambe.

- Hotaru dovrei essere io quella bisognosa di coccole e non tu…

- Lo so, ed infatti ti sto aiutando. So che ti rilassa accarezzarmi i capelli, mentre a me piace farmeli accarezzare! Ho preso due piccioni con una fava, non trovi? Rilassata tu, contenta io!

Sorrido ad Hotaru, le sollevo le spalle e l’abbraccio con tutto l’affetto che riesco a trasmetterle. Ho preso una decisione importante: rivelerò tutto ad Endymion e gli altri, lo farò il prima possibile. Non posso aspettare oltre. Sto male già abbastanza per il fatto di dover loro mentire, starò peggio non appena scopriranno la verità, ma finalmente potrò guardare tutti negli occhi senza sentirmi una sporca traditrice.

- Non sei una sporca traditrice, non hai avuto l’opportunità di dire la verità, tutto qui!

Hotaru mi riporta su questa terra. La guardo in malo modo, non sopporto le sue incursioni tra i miei pensieri. Creo una barriera attorno ai miei pensieri e con la testa di Hotaru nuovamente sulle mie gambe, sulle mie labbra si fa largo un sorrisino che ha ben poco di rassicurante. Hotaru sembra ignorare la mia minaccia, meglio per me, sarà più divertente vedere la sua espressione quando si renderà conto dello scherzetto che ho elaborato per lei. Con molta calma continuo ad accarezzarle i crini ebano mentre aumento la stretta attorno alle sue braccia. Improvvisamente ghigno in modo raccapricciante e due secondi dopo le risate forzate di Hotaru riempiono la mia stanza.

- Usagi… ti prego… il… solletico… no, il solletico no…

Imperterrita continuo con la mia tortura mentre sento gli addominali di Hotaru contrarsi continuamente. Si dimena tra le mie braccia in cerca di una via di fuga, ma sono stata molto previdente. È in trappola, non può liberarsi dalla mia morsa.

- Dimmi Hotaru, capterai ancora i miei pensieri senza il mio permesso?

- No! Giuro che… non lo farò più… te lo giuro Usagi… lasciami ti prego…

Faccio “soffrire” la mia amica per altri due minuti, ma poi la mia parte buona mi invita a terminare con questa tortura. Osservo Hotaru e non posso trattenermi dal ridere! I capelli sono spettinati e le guance sono rossissime. Gli occhi sono lucidi per il troppo ridere mentre il petto le si alza e si abbassa a causa del respiro irregolare! Si alza ma io sono troppo presa dal ridere per accorgermi che si sta dirigendo verso i cuscini ammassati in un angolo della stanza. Mai distrazioni mi fu così fatale! È un attimo! Sono colpita dritta dritta in faccia da un cuscino. Il colpo è talmente inatteso che mi fa sbilanciare e cadere indietro. Sbatto la testa contro la parete provocandomi un bernoccolo. Ma non finisce così, se Hotaru vuole la guerra, Hotaru avrà la guerra. Adesso è lei ad essere distratta e stavolta sono io a colpirla con il cuscino che, meno di due secondi prima, mi ha scagliato contro. Cade sopra gli altri cuscini e con disappunto mi accorgo di essere disarmata. Mi alzo con un rapido balzo e mi fiondo su di lei schivando un altro cuscino diretto contro il mio bel faccino. Mi avvento sulla mia preda e ricomincio a farle il solletico. Sono trascorsi alcuni minuti quando le voci sorprese di qualcuno che non riesco a riconoscere, distraggono me e la mia compagna di lotta dal nostro scontro.

- Usagi Tsukino si può sapere cosa diamine stai combinando?

Ci fermiamo all’istante, le piume dei cuscini ridotti a brandelli svolazzano per la stanza, il copriletto ormai a terra, i miei stivali lasciati in un angolo. Una piuma lentamente scende sino a posarsi sul mio naso facendomi starnutire. Intanto Rei continua a tamburellare il piede per terra in attesa di una risposta. Minako non riesce a trattenere le risate e si dirige verso Hotaru porgendole una mano per aiutarla ad alzarsi. Io sorrido a Rei e scrollo le spalle come a dire “Niente, è tutto normale!” credo che questa alzata di spalle mi abbia procurato una maledizione da parte di Rei che adesso mi fissa con gli occhi fuori dalle orbite. Mi alzo e sistemo i pantaloni che erano scesi un po’ troppo secondo i miei canoni. Guardo le due Inner e poi Hotaru, sorrido a quest’ultima e passo alle presentazioni.

- Hotaru, questa è Minako, la tua nuova coinquilina, mentre lei è Rei. Te ne avevo parlato, ricordi?

Appena finisco le presentazioni sono letteralmente trascinata da Minako e Rei in un’altra stanza. Lo sguardo omicida delle due ragazze non mi fa intendere nulla di buono, ma mai perdere la speranza.

- Usagi è una ragazzina, non può restare qui.

Questa è Minako che vede naufragare i suoi sogni d’amore con Kunzite a causa dell’imbarazzo provocatole dalla presenza di Hotaru. Ma io non le provoco imbarazzo?

- E poi come facciamo quando ci riuniamo?

Questa è Rei. La sua argomentazione è molto più sensata di quella di Minako, ma il problema non sussiste, almeno in questo caso.

Mi libero dalla mano di Rei che ancora stringe il mio polso e rivolgendo loro un sorriso smagliante ritorno nella stanza facendomi seguire dalle due ragazze. Una volta dentro mi piazzo accanto Hotaru e fissando attentamente le mie due amiche riprendo a parlare indicando Hotaru.

- Posso terminare la mia presentazione? Allora lei è Minako la leader delle Inner ed il nome di battaglia è Sailor Venus, mentre lei è Rei, la parte saggia delle Inner con il nome di battaglia di Sailor Mars. Ragazze vi presento Hotaru, l’ultima Senshi mancante: Sailor Saturn.

Il silenzio è calato nella stanza. Rei fissa sbigottita Hotaru, mentre Minako guarda me per capire se si tratta di uno scherzo. Io fisso le tre ragazze che sembrano imbarazzatissime, mentre Hotaru non fa altro che guardarsi la punta dei piedi.

- Usagi… ma non è troppo piccola per essere una Senshi?

È Minako ad interrompere silenzio. Rei la guarda allibita, io sorrido non appena colgo lo strano luccichio nello sguardo della guerriera di Venere. Per un attimo ho temuto che la vicinanza di Artemis le avesse rovinato il cervello ed invece mi sono sbagliata! Minako è unica. Riesce come sempre ad uscire dalle situazioni più imbarazzanti. Rei non appena capisce il perché delle parole della guerriera bionda sorride anche lei. L’unica che continua ad essere imbarazzata resta Hotaru.

- Sì, è ancora una poppante, ma credimi ha fegato!

Non appena finisco di parlare Hotaru scatta in mia direzione con il chiaro intento di rispondermi per le rima, ma non appena coglie il sorriso divertito sulla faccia di tutte noi si rilassa arrossisce leggermente ed alla fine trova il coraggio per parlare.

- Piacere di conoscervi. Ho sentito un gran parlare di voi.

Rotto il ghiaccio ci rilassiamo tutte e quattro. Bene, le ragazze hanno accettato di buon grado Hotaru nel gruppo, i generali ed Endymion non mi preoccupano. La vera incognita restano le altre tre Outer. Come prenderanno il suo arrivo nel gruppo?

Sono completamente assorbita dai miei pensieri quando una forte fitta alla testa mi costringe ad appoggiarmi sullo stipite della porta dietro di me. Minako è la prima che si accorge del mio malore e subito si porta al mio fianco.

- Ragazze è Nemesi. Mi sta chiamando.

Luna ed Artemis si fanno attenti. Rei ed Hotaru mi fissano preoccupate.

- Hai capito dove si trova?

Guardo Minako e nei suoi occhi leggo tutta la voglia di liberare Mercury e Jupiter. Annuisco ed inizio a dirigermi verso l’ingresso.

- Luna tu avverti le Outer. Artemis tu vai da Kunzite e gli altri. Noi, andiamo avanti.

Minako prende in mano la situazione. I due gatti partono per direzioni diverse, mentre noi quattro ci dirigiamo verso il parco cittadino.

È un freddo pomeriggio. Il parco ciò nonostante è popolato da bambini che giocano con la neve. Mi sono ripresa dal mio malessere e con passo sicuro cammino tra la folla per capire da dove possa attaccare Nemesi. Conviene separarci.

- Ragazze separiamoci. Minako ed Hotaru andranno verso gli scivoli. Io e Rei verso il laghetto. Hotaru mi raccomando, se dovesse presentarsi Nemesi mettiti in contatto telepaticamente.

- Come? Scusa, voi due comunicate telepaticamente?

- Sì Minako, ma non è il momento. Dopo ti spiegherò tutto. Mentre tu, tieni, altrimenti come vuoi trasformarti?

Affido ad Hotaru l’Ametista che racchiude l’essenza del suo potere. Sorride grata, stringe la pietra in pugno e con Minako si dirige dal lato opposto a quello in cui siamo dirette io e Rei. Un ultimo sorriso e poi sparisce. Io e Rei ci incamminiamo verso il laghetto.

- Usagi. Come mai tu ed Hotaru comunicate telepaticamente?

Rei è la solita. Cerca di essere sofisticata e superiore, ma alla fine la sua curiosità l’ ha sempre vinta.

- Hotaru è rimasta in coma diverso tempo. In quel periodo io non sapevo di essere la Principessa del Silver Millennium, ma sapevo di essere speciale, di possedere un dono. Hotaru è la figlia di un caro amico di mio padre. L’ho conosciuta un giorno, per caso, mentre andavo a prendere mio padre per tornare insieme a casa. Da allora non mi sono più separata da lei. Era in ospedale in coma a causa di un incidente automobilistico in cui perse la vita sua madre. Non appena sono entrata nella sua stanza si è creato un forte legame tra me e lei, anche se all’epoca era in coma. Da allora non ci siamo più lasciate, neanche quando io mi sono trasferita qui. È stata Hotaru la prima a mettersi in contatto con me. Entrava nei miei sogni e mi chiedeva di risvegliarmi, lo faceva anche quando era in coma. Solo da poco ho compreso che è lei Saturn. La storia di Hotaru è molto triste, sarà lei a parlartene. Io più di questo non posso raccontarti. Non so se riesci a capirmi.

Rei annuisce e riprendiamo la nostra ricerca. Nemesi è vicina, riesco a percepire la sua aura. Non capisco, però, dove sia di preciso. Davanti a noi, oppure dietro? L’intero parco è pervaso dalla sua energia negativa. Tento un’ultima carta, mi concentro per percepire l’energia di Mercury e Jupiter, loro dovrebbero essere con la mia avversaria. Rei, al mio fianco, sa che in questo momento sono particolarmente vulnerabile. Il concentrarmi sulle mie amiche mi indebolisce oltre ogni previsione.

Sento il sangue scorrermi nelle vene. Il mio cuore batte lentamente, sempre più irregolare. Il sudore inizia ad imperlare la mia fronte. Stringo i pugni. Sento la barriera creata dalla mia avversaria, tenta di impedirmi di accedere tra le sue linee. Io non mi arrendo. Posso percepire le mie due guerriere. Posso cercare le loro aure miste, l’energia maligna di Nemesi ed il potere dato loro dai pianeti. Chiudo gli occhi e mi concentro. Cerco dentro di me il potere delle mie guerriere e lo trovo.

- Rei, presto, torniamo all’ingresso. Sono lì.

- Hotaru, presto torna all’ingresso, sono lì.

Comunico telepaticamente alla guerriera di Saturno. Intanto, io e Rei corriamo verso il punto di partenza. Resto un po’ indietro, ho speso troppe energie, la maledizione mi sta creando più problemi del previsto. Rei rallenta la sua corsa e mi affianca. Sembra preoccupata. Mi fermo per riprendere fiato. Mi volto verso di lei e cerco di rassicurarla.

- Rei ho usato troppe energie. Ascoltami tu vai avanti, io tento di recuperare, poi ti raggiungo. Stai tranquilla, adesso però vai!

- Usagi, ne sei sicura?

Annuisco e Rei riprende la sua corsa. Si gira un paio di volte per vedere le mie condizioni ed io resto in piedi con la mano sulla mia milza. Il dolore mi sta uccidendo. Appena sono fuori dalla sua visuale mi inginocchio e porto la mano dalla milza al cuore. Sta per esplodere. Resto così alcuni minuti, poi mi rialzo e barcollando mi dirigo verso l’ingresso del parco. Solo adesso mi accorgo che sembra non esserci anima viva. Sembra deserto, e solo adesso la percepisco, l’energia di Nemesi esplodermi dentro la testa. Non posso fermarmi, mi alzo ed ecco che metto uno dietro l’altro i miei passi. Ogni passo è una stilettata al mio cuore. Ogni passo è un passo in più verso l’inferno. Ogni passo e sono più vicina alla fine. Mi fermo. Stramazzo a terra. Mi rialzo. È un film che ho già visto dannazione. Quante altre volte dovrò cadere e rialzarmi? Non resisterò per molto. Questa maledetta maledizione. Maledetta me. Endymion! Lo sento avvicinarsi. Mi siedo sul terreno freddo e fangoso. Cerco a destra e a manca. Mi volto ed allora scorgo una figura dai contorni sfocati, ma in cuor mio so chi è. Mamoru! Mentre si avvicina riesco a rilassarmi. Riconosco i suoi occhi, i suoi capelli, le sue spalle. Mi raggiunge e non appena mi vede a terra intensifica la sua corsa.

- Usagi. Come stai?

Apprensione? Preoccupazione? Possibile che abbia letto questi sentimenti nei suoi occhi? Può essere che si sia preoccupato per me? Non sento più il terreno freddo sotto di me, adesso sono avvolta da un caldo abbraccio. Il suo caldo abbraccio. Mi stringo a lui ed aspetto che esterni i suoi dubbi e le sue perplessità.

- Ancora la maledizione?

Annuisco come una bimba che è stata beccata con le mani dentro il barattolo della marmellata. Sospira e rotea gli occhi indietro.

- Perché non ti sei fatta aiutare da Zoicite?

Adesso sono io a sbuffare, mi scanso dall’abbraccio di Mamoru ed inizio a dimenarmi per essere poggiata in terra.

- Fammi scendere per favore.

- Non se ne parla. Non riesci neanche a tenerti in piedi.

Con la delicatezza che caratterizza la principessa della Luna, sfodero il sorriso più angelico presente nel mio repertorio. Mamoru mi guarda leggermente preoccupato, e fa bene. Un pizzicotto al suo braccio ed io sono nuovamente a terra. Si ma per un attimo, le gambe non mi reggono e rischio di cadere se non fosse per il suo pronto intervento. Passa un braccio attorno ai miei fianchi e mi stringe a sé. Poggio il capo sul suo torace ed inspiro il profumo della sua pelle. Per un attimo restiamo così. Persi nei nostri pensieri. Lentamente Mamoru mi scosta dal suo torace e subito il freddo mi avvolge. Non è il freddo dell’inverno. No. È il freddo del mio cuore.

- Ascoltami, sei debole. Non riesci a tenerti in piedi. Cosa pensi di fare? Buttarti nella mischia e diventare un facile bersaglio per Nemesi?

- Sarebbe un’idea!

La stretta di Mamoru si accentua ulteriormente. Mi scuote e costringendomi a specchiarmi nei suoi occhi con voce dura, ma se possibile dolce, riprende a parlare.

- Le tue guerriere hanno bisogno di te.

- Ci sono Minako e Setsuna, e poi… ci saresti tu.

La sua stretta si accentua ulteriormente. Stavolta nei suoi occhi vedo lampeggiare la rabbia. Dovrei aver paura o rimorso? No, nessuno dei due. So di aver detto il vero. So di avere ragione. Resto a fissare gli occhi tempestosi di Mamoru. Resterei così in eterno, persa nella sua tempesta. Ma non posso. A causa del nostro amore maledetto. A causa di Nemesi. A causa di Chronos. A causa di questa guerra. Adesso devo lottare e non devo tirarmi indietro.

- Mamoru… aiutami.

Il mio principe scuote il capo. Credo che non abbia capito cosa intendo. Sorrido e mi scosto un po’ dalla sua stretta, se non lo facessi rischierei di impazzire. Il cuore mi batte a mille, e non per colpa della maledizione.

- Io e te siamo i custodi dello Ginzuishou e del Golden Crystal. Essi sono parte di uno stesso cristallo, quindi sono… compatibili… usiamo una metafora medica così da essere più chiara ed esaustiva. Se tu mi donassi una minima parte della tua energia io potrei ricaricare lo Ginzuishou. Capisci ciò che ti voglio dire?

- Come se fosse una trasfusione… ma come? Tu sai cosa devi fare?

Annuisco e Mamoru mi guarda fiduciosa. Mi fa cenno di essere pronto ed io dopo aver inspirato prendo le sue mani tra le mie. Cerco nei suoi occhi un contatto visivo che va al di là della nostra dimensione. Un contatto che ci riporta indietro nel tempo. Cerco di instaurare il contatto che esisteva tra Serenity ed Endymion. Cerco il loro amore. Il nostro amore. Chiudo gli occhi e con voce calma e bassa riprendo a parlare.

- Rilassati ed amplifica il tuo potere.

Immediatamente il potere del Golden Crystal fluisce dentro di me. È caldo. Piacevole. Scalda il mio cuore. Rilassa il mio animo. Mamoru stringe ancora di più le mie mani ed io mi rilasso e poggio il capo, ancora una volta, sul suo torace.

Flash del nostro passato.

Io e lui. Innamorati.

Una lacrima riga la mia guancia. Ricordi dolci ma dolorosi. Ricordi di un passato che potrebbe essere presente ma che non lo sarà mai. La lacrima supera la piega delle mie labbra per poi infrangersi sulle nostre mani ancora intrecciate. Non penso ad altro. Mi sollevo sulle punte e bacio Mamoru.

Un bacio a fior di labbra.

Un tocco lieve. Leggero.

Una carezza.

Il battito d’ali di una farfalla.

Un attimo.

Una scarica elettrica.

Mi stacco non appena realizzo la portata del mio gesto. Indietreggio. Gli occhi sbarrati. Fisso Mamoru ma non lo vedo.

Davanti a me il corpo senza vita di Endymion. Le immagini di mille anni fa affollano la mia mente.

Indietreggio ancora. Le gambe molli. Per la maledizione o per il bacio? Non lo so. Mi volto di scatto e corro verso la battaglia. Non mi fermo quando sento Mamoru che urla il mio nome. Non mi fermo. Corro. Mi maledico. Non dovevo cedere così. La sua vita è la cosa più importante di tutte. Perché ho ceduto? Perché non sono stata forte? Mentre corro invoco il potere dello Ginzuishou ed assumo le sembianze di Sailor Moon. Non adesso. Non posso permettermi di pensare a nulla se non al mio avversario. Stringo i pugni e corro verso Nemesi.

Giungo all’ingresso del parco e mi blocco. Guardo la scena che si para ai miei occhi. Le Outer affrontano Nemesi, mentre Mars ed i generali affrontano Mercury e Jupiter. Hotaru e Minako sono prigioniere in una cupola di energia negativa.

- Crescent beam!

Il fascio di luce che parte dal mio indice destro spezza la cupola. Minako ed Hotaru adesso sono libere. Nemesi si volta verso di me. Ghigna e poi si rivolge ancora alle Outer. Lancia una sfera di energia nera e poi un’altra. Non ho altra scelta. Il nome del colpo impresso nella mia mente.

- Times blackout. (*)

Il tempo si blocca. Le sfere di energia restano sospese a mezz’aria. Le Outer, dopo che ho urlato loro di togliersi di mezzo, si riprendono dallo stupore iniziale e si tolgono dalla direzione dei colpi. In tempo. Un attimo dopo il tempo riprende a scorrere normalmente. Nemesi si volta verso di me e si porta in mia direzione.

- Principessina, allora hai deciso di disubbidire a paparino se hai utilizzato questa tecnica.

- Taci e preparati alla lotta. Nemesi adesso ci sono io ad affrontarti.

È Hotaru che risponde alla mia avversaria. Io sono ancora shockata per ciò che ho fatto. Chronos mi ucciderà. Nessuno può fermare il tempo, nessuno. La stessa Setsuna rallenta lo scorrere del tempo ma non lo blocca. Questo è un potere che possiede solo il Dio del tempo.

Intanto Hotaru invoca il potere di Saturno e dell’ametista sua pietra custode.

- Saturn power, make up!

È come se un buco nero l’avesse avvolta. Non si vede più. Poi improvvisamente un bagliore. La potenza di una supernova. La morte di una stella, la nascita di un nuovo sistema solare. Ecco che ai nostri occhi appare Sailor Saturn: la Guerriera della Rinascita. Non più della distruzione. Un sailor fuku viola come il collarino ed i guanti e gli stivali che le arrivano sotto il ginocchio. Il collarino è adornato da un cristallo purissimo, così come il centro del suo fiocco. Fiocco che ha lo stesso colore dell’ametista che è incorniciata al centro del suo diadema.

Leggo lo stupore sul viso delle Outer. Leggo la paura negli occhi di Nemesi. Sailor Saturn è pericolosa e lei lo sa.

Salve gente! Lo so forse ho messo troppa poca azione e troppo poco romanticismo (su questo punto non sono molto convinta, il bacio di Usagi ha reso il capitolo abbastanza romantico) ma non sono riuscita ad amalgamarli alla stessa maniera, mi spiace ma stavolta non è uscito un gran mix. Mi perdonerete? Spero di sì. Adesso però devo passare ai ringraziamenti perché ho davvero pochissimo tempo.

RINGRAZIAMENTI

- PRINCESSANGEL: grazie per i complimenti e sono felice che la mia Hotaru abbia riportato tutto questo successo. Per il resto cosa posso dirti. Non so se il capitolo è stato abbastanza romantico, io non ne sono molto convinta… fammi sapere mi raccomando!

- SELENE89: benvenuta tra le mie lettrici, anche se ho notato che hai messo la fanfic tra le preferite, ne sono lusingata! In pratica parlando si sono molto avvicinati, tanto che Usagi non ha potuto fare a meno di baciarlo. Ma non so se questo bacio possa riavvicinarli oppure allontanarli ulteriormente. Vedremo… sono felice che anche a te sia piaciuta la mia Hotaru OOC… ero stanca di vederla come la bimbetta timida e sempre timorosa di rapportarsi con il prossimo! Per scoprire la verità non so, con questo capitolo i miei programmi sono saltati del tutto vedremo cosa accadrà…

- DINNY: il rapporto con Endymion… non è che in questo capitolo ho analizzato il rapporto con il principe terrestre, più che altro mi sono soffermata sul rapporto tra Usagi ed Hotaru. Hotaru è forse il personaggio più maltrattato dall’autrice del manga, è il più complesso ed il meno analizzato, proverò a darle maggiore importanza all’interno della mia fanfic. In bocca al lupo per i tuoi esami (CREPI!)…

- KILLKENNY: il tuo personaggio preferito, salvo cambiamenti improvvisi a causa dei miei neuroni avverrà nel prossimo capitolo (tu lotti con i tuoi alter ego, io con i miei neuroni, credimi capisco la tua fatica!)! Per il capitolo romantico non sono riuscita ad accontentarti e chiedo perdono per questa incresciosa inadempienza. Hai visto come la piccola Hotaru si è buttata già nella mischia? Va bene che avverrà nel prossimo capitolo ma hai visto che caratterino?

- SAILORMOON81: sono felice che Hotaru sia apprezzata anche da te e spero che la mia ti piaccia non dico tanto quanto l’originale, ma un po’ più del normale sì! Come sono modesta, inizio a credere di essermi montata la testa! Ecco per Usagi tu hai centrato il punto. Io vedo la nostra eroina come una ventenne pronta ad assumersi le sue responsabilità, in parte forgiata dal passato ed in parte dalle esperienze vissute come una normale ventenne, anche se con i suoi poteri di normale ha davvero poco. Per il capitolo non sono molto certa di aver azzeccato con il mix, tu che mi rispondi? Sono stata troppo precipitosa? Per i tuoi problemi ti capisco, io ho esami il 2 luglio e poi il 27 se non cambiano ancora programmi… speriamo che giunga presto agosto perché non sopporto più di stare seduta sui libri, vabbè che dopo il ferragosto riprendo a studiare. In ogni caso adesso ti saluto a presto.

-GIROVAGHI: non ti ho svelato se Mamoru ricorda o no, ma almeno ti ho messo un po’ di romanticismo e meno azione. Il prossimo sarà un mix, almeno credo. Prima parte azione, seconda romanticismo, terza… non so se esiste una terza parte. Per Hotaru spero che ti sia piaciuta anche come è stata resa da me. Adesso scappo che devo scrivere altri ringraziamenti. Grazie per il supporto.

- USAGI_84: mi spiace aver infranto il tuo piano riguardo Mamoru. Non sapremo certo attraverso i suoi ricordi se sa o no. Cos’altro posso dirti? Hotaru ti piace? E questo bacio? Ti ha emozionata oppure no? E presto però non ci sarà solo Hotaru a ricordare, vedrai…

- KIRBI: come ho detto a Dinny e come tu hai fatto notare, non è adeguatamente trattata dalla nostra Naoko e così spero di poter delineare meglio il suo personaggio. Io mi riferivo alla somiglianza con Chibiusa per via del carattere frizzante e sempre allegro non per altro. Per il mix ti chiedo di dirmi se ci sono riuscita. Per le lacrime di Nemesi, ti informo che sei stata la sola a cogliere questo aspetto. Io metto gli indizi ma in pochi li colgono… non dico altro però…

- MIKI90: credimi ho cercato di fare un mix: azione e romanticismo, ma è stato difficile. Diciamo che ne è uscito qualcosa di improvviso ed inatteso. La storia doveva prendere tutt’altra piega rispetto a ciò che sta accadendo. Per quel che riguarda l’azione hai perfettamente ragione, ma vedi i capitoli di transizione servono a presentare tutti i diversi protagonisti ed a creare le basi per i capitoli romantici e d’azione. Spero comunque di averti soddisfatta anche se in minima misura!

- NEPTUNE87: anche per te vale ciò che ho detto alle/agli altre/i lettrici/lettori che volevano il capitolo romantico. Il capitolo romantico doveva nascere diversamente, ma dato che in molti volevano anche l’azione mi sono trovata in una posizione difficile e così ho modificato la trama. Vedremo dove arriveremo! Per i complimenti che ti ho fatto… sono tutti meritati… un bacio ed a presto.

- STREGA_MOGANA: grazie per i complimenti. Sei stata gentilissima. Per quel che riguarda Hotaru io credo che gli autori abbiamo timore nell’utilizzarla proprio per la sua duplice natura. Dolce e delicata nelle vesti di Hotaru, ma pericolosa ed imprevedibile come Sailor Saturn. Io ho cercato di fondere le due nature della guerriera più potente e renderla unica nel suo genere. Per quel che riguarda essere drogata… sappi che io sono drogata dell’ultima tua fanfic “Rubami il cuore” muoio dalla curiosità di scoprire perché Usagi ruba e Motoki di chi è fratello, o ex fidanzato (sempre secondo le mie congetture)!

- BLUE1989: carissima Francesca, effettivamente mi stavo chiedendo che fine avessi fatto, ero un po’ preoccupata ed invece sei tornata col botto come si è soliti dire! Il capitolo della tua nuova fanfic è strepitoso. Per ciò che hai detto riguardo all’apprendere io posso dirti solo che non occorre apprendere dagli altri, basta seguire i consigli! Inoltre ti confido un altro segreto. Man mano che scrivi il tuo stile si modifica, si affina. Se tu leggessi la mia prima fanfic non saresti ancora pronta a farmi i complimenti, anzi ti metteresti le mani nei capelli. Spero di averti fatto capire ciò che intendo. Un bacio e a presto.

- CHIARA80: per vedere il trionfo della verità dovrai attendere un altro po’ anche perché quest’ultimo capitolo ha rivoluzionato la struttura della fanfic. Spero di averti dato quel romanticismo che mi richiedevi e se così non fosse ti chiedo scusa. Adesso ti saluto… ciao ciao…

- DOLCEBUNNY: prima di tutto IN BOCCA AL LUPO PER LA MATURITA’… CREPI! Secondo… ben tornata. Allora cosa mi dici di questi ultimi capitoli? L’ultimo non è romanticissimo ma io mi sono impegnata. Il prossimo vedrà l’azione e forse un altro del romanticismo, ma non è certo nulla. Volevo dirti che se non trovi il tempo per leggere e commentare non preoccuparti, la maturità prima di tutto. Io pubblico e non cancello quindi appena avrai tempo riprenderai da dove hai lasciato. Adesso ti saluto.

(*) Si tratta di un colpo inventato dalla sottoscritta. Teoricamente dovrebbe essere un colpo che appartiene solo a Chronos ed ai suoi discendenti.

Prima di salutarvi vi do i risultati del pc-voto. Per il capitolo:

- Romantico: voti otto;

- Azione: voti zero;

- Mix: voti tre;

-Astenuti: voti tre.

Dato che sono io l’autrice della fanfic ho deciso di far contenti tutti e così ho tentato di sviluppare un capitolo misto tra romantico e azione. Ammetto che non è uscito un granché! Adesso vi do appuntamento a domenica prossima, 24 giugno. Grazie a tutti. Carmen!

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Capitolo 17
*** Capitolo XVII ***


Nuova pagina 1

Capitolo XVII

Le due donne si guardano.

Si scrutano.

Si leggono dentro.

Hotaru stringe in mano il Silence Grave.

Nemesi impugna la sua spada di diaspro sanguigno. Nessun ghigno sulle sue labbra. Nessuna espressione sul suo viso. Solo concentrazione.

Ha inizio la battaglia. Nemesi. Due sfere d’energia. Una è diretta contro di me, l’altra contro Hotaru. Adesso, come mille anni fa, ma non lo stesso risultato. I colpi s’infrangono. Uno contro la mia barriera di cristallo, l’altro contro il Silence Wall della guerriera di Saturno.

- Nemesi non puoi utilizzare due volte lo stesso trucco.

Alle parole di Hotaru, Nemesi sorride beffarda. Lei sa che io non sono in piena forma e mi attaccherà fino a quando non sarò stremata e totalmente priva d’energia. Devo stare attenta a non esagerare. Mantengo ancora la calma. Un’espressione concentrata sul volto. Non faccio trasparire la benché minima emozione. Resto una statua, inespressiva. So che lei vuole provocarmi ma io non cadrò nel suo tranello. La battaglia contro Mercury e Jupiter continua incessantemente, mentre le Outer restano con gli occhi puntati sulla figura mia e di Hotaru. Mi concentro e cerco di ampliare la mia aura. Uno spreco di energie secondo qualcuno, un modo per attirare l’attenzione di tutti secondo il mio modesto parere. Ed a quanto pare ci riesco. Sento puntati gli occhi di tutti sulla mia figura. Sorrido impercettibilmente. Mars e Venus hanno il tempo di liberarsi dalla stretta di ghiaccio di Mercury ed adesso possono attaccare nuovamente.

- Saturn lascia Nemesi a me.

Lascio la mia amica senza parole. Adesso anche lei mi fissa in modo sorpreso. Nel suo viso leggo sorpresa e confusione. Non si aspettava nulla di tutto ciò. Lei sperava che lottassimo insieme. Lei si aspettava tutto ma tranne questo. Ma accetta. Accetta senza fiatare. Adesso anche lei sorride di rimando. Lei è stata la prima. È stata la prima ad aver creduto nelle mie capacità di sailor. Può sembrarvi assurdo ma ciò mi dà una marcia in più. Le Outer sono allarmate da questa mia richiesta, solo Hotaru è serena. Intanto Mars, Venus ed i generali continuano la loro lotta contro Mercury e Jupiter. Con calma mi porto davanti Nemesi. Lei mi attende. Serena. Calma. Sembra che non aspetti altro. Appena entro nel suo raggio d’azione una cupola di energia negativa ci circonda. Sorrido in direzione di Nemesi, mentre le voci delle mie amiche mi giungono ovattate.

- Ti devo ringraziare Èos.

Colpito nel segno. Anche la cara Nemesi ha i suoi scheletri nel cassetto. La sua espressione serafica è sostituita da una maschera di rabbia. Ho centrato il suo punto debole. Devo solo aspettare la prossima mossa. Ma in fondo non devo aspettare molto, una sfera di energia parte in mia direzione. Potente. Non ho molto tempo per scattare e deviare e così decido di utilizzare il colpo di Mercury.

- Shabon spray, freezing!

Dalle mie mani si libera, all’interno della cupola, una cortina di nebbia gelata. Il colpo di Nemesi viene ad essere avvolto dal ghiaccio, ed io, approfittando della scarsa visibilità, e dal rallentamento del colpo a causa del ghiaccio, mi porto alle spalle della mia avversaria e la colpisco.

- Supreme thunder!

Una scarica elettrica parte dalla mia mano e colpisce Nemesi in pieno. Un colpo di Jupiter. Nemesi è messa in difficoltà dai colpo di coloro che, in questo momento, le sono alleate. Il fulmine è potente ma so perfettamente che è poca cosa per sconfiggere la mia avversaria. Adesso questa è sparita. Resto guardinga. Concentrata. Gli occhi chiusi e la concentrazione massima, voglio percepire ogni minimo rumore. Lo so che sta per attaccarmi… ed, infatti, la lama della sua spada sfiora il mio capo, mi abbasso appena in tempo per farle sferzare solo l’aria. Uno scatto a destra. Un altro a sinistra. Salto ripetutamente. Sta giocando. Cerca di farmi stancare. Adesso però sono davvero stanca, basta giocare. Sono io a contrattaccare. Riesco a materializzare una spada tra le mie mani. È una trasposizione dello Ginzuishou. Incredibilmente, con facilità riesco a parare i suoi colpi ed ogni tanto anche io riesco a portare a segno qualche colpo. Come adesso, riesco a strappare un lembo della sua veste nera.

Sono tutt’uno con la lama. La sento come un prolungamento del mio braccio. Il potere fluisce da me alla spada e viceversa. Però, c’è sempre un però. Ogni stoccata equivale a meno energia. Mi indebolisco. Consumo troppa energia mantenendo lo Ginzuishou in questa forma. E consumo altra energia tentando di attaccare e difendermi contro Nemesi. Con lei non è facile. È un osso duro.

- Ricorda Serenity quando il nemico è più forte di te non fuggire ma attacca. L’attacco è la migliore delle difese.

Un flash del mio passato. Endymion che mi insegnava a tirare di scherma. Non mi resta che tentare. Non posso fare altro che attaccare. Coraggio Serenity, peggio di così non può andare, sei già con le spalle al muro, un altro passo e urti le pareti di questa cupola. Un’altra stoccata di Nemesi. Mi piego a destra e la evito. Senza tornare in posizione di attacco cerco di colpire la mia avversaria e ci riesco. Stavolta non è un lembo del suo vestito. No. Stavolta è il suo braccio. Vedo il suo sangue. Rosso come il mio. Per un attimo mi fermo a guardare il liquido rosso e mi chiedo il perché di questa guerra. Cosa vuole Nemesi da me. Perché mi odia tanto. Ma è solo un attimo. La voce della mia avversaria mi riporta al presente.

- Dimmi Serenity… vuoi morire senza conoscere tutta la verità?

- Quale verità, Èos parla!

La rabbia è sparita dal suo volto. Adesso mi guarda come se fossi trasparente. Ancora quella espressione disperata. Ancora una lacrima. E poi la sua furia. Incantata da quella goccia argentea non mi accorgo del colpo partito dal suo pugno chiuso. Mi colpisce in pieno. La mia spada svanisce così come si era formata. Sono scagliata lontana. Colpisco in pieno la barriera nera ed una potente scarica elettrica mi investe. Resto a terra, priva di forze. Respiro affannosamente. Il sangue imbratta il mio viso. Cola lento dal mio sopracciglio sinistro. Lo asciugo ed osservo il mio guanto sporco ancora una volta del mio sangue.

Rosso come il suo. Cosa ci rende nemiche? Perché ci ha attaccati? Sono questi gli interrogativi che si agitano nel mio animo. Sono queste le domande che vorrei porre alla mia avversaria, ma non posso. Sono esausta. Priva di energie. La testa sta per esplodere. Sento le urla di tutti. Provo ad aprire gli occhi, ed è solo un istante. Lo rivedo. Endymion. Mi chiedo cosa avrà pensato del mio bacio. Forse avrà creduto che sono una pazza. O forse non si è accorto di nulla. Continuo a guardarlo. Con la sua spada cerca di distruggere questa cupola ma è inutile. Solo Nemesi può abbatterla. I suoi occhi sono colmi di disperazione. Provo a sorridere in sua direzione ma costa troppa fatica. Chiudo gli occhi, anche questo mi provoca dolore, anche questo è troppo faticoso. Poi un fruscio di vesti. Una sensazione di pericolo. Apro gli occhi di scatto. Appena in tempo. Nemesi è davanti a me. La spada sguainata. Le braccia la sorreggono dall’elsa. Pronta per calare. Ed ecco che la vedo, la lama cadere velocemente in mia direzione, un solo impulso nella mia mente: afferrare la lama tra i palmi delle mani. Ho solo una possibilità, non devo sprecarla. Ci riesco. Fermo la discesa della spada a pochi centimetri dalla mia gola. Deglutisco rumorosamente, stavolta c’è mancato un pelo. Una goccia di sangue cade sul mio viso. È il mio sangue. Mi sono ferita ancora nel tentativo di arrestare la corsa della spada. Nemesi cerca di far forza, ed allora decido di irradiare il mio poter. Farlo confluire nelle mie mani e poi irradiarlo, tramite la spada, nel corpo di Nemesi. La reazione che segue mi lascia basita. Nemesi chiude gli occhi e sembra bearsi della mia energia. Sembra che la stia assorbendo come se parte di lei. Il suo volto si rilassa. La sua aura maligna si attenua. Mi inginocchio sempre tenendo tra le mie mani la lama della spada. I suoi occhi… i suoi occhi sono attraversati da una luce che conosco ma che non riesco a ricordare dove l’ho già vista. Resto incantata nell’osservare la magnificenza di questi occhi ambrati, screziati di oro. Ma ecco che l’incanto è rotto.

Un bastone.

Il bastone del tempo.

Il bastone di Chronos.

La sua voce rimbomba per la cupola. Si avvicina maestoso nella sua veste bianca. I capelli color del grano riflettono i raggi del sole ormai al tramonto. Gli occhi azzurri ricordano i cieli tersi da nubi. Anche lui sembra un angelo, ma non c’è molto di cui fidarsi. Rivolgo il mio sguardo verso Nemesi e rimango impietrita. Lo fissa con odio. Rabbia. Astio. Rancore. Tutti sentimenti negativi. Tutti sentimenti che straziano il cuore. Lentamente mi alzo. Mi poggio sul bastone del tempo che rifulge di una luce abbagliante. Improvvisamente sento fluire in me nuova linfa vitale. Merito del potere custodito all’interno del bastone? Non saperi. Nemesi è sparita e con lei anche Mercury, Jupiter e la cupola nera.

Adesso io e mio padre siamo uno di fronte all’altro. Liberi di muoverci. Ci fissiamo in silenzio per qualche istante, poi gli porgo il suo bastone. Aspetto una sua reazione. Lo afferra senza titubanze. So perché è qui. Lo fisso ed intanto gli occhi di tutti sono puntati su di noi. Nessuno ha il coraggio di parlare. Nessuno ha il coraggio di fare un passo. Ed allora sono io la prima a muoversi. Volto le spalle al dio e torno verso le mie guerriere. Testa alta. Sguardo fiero. Portamento regale. Viso inespressivo.

- Serenity sai perché sono qui.

Sorrido malandrina. Lui non può vedermi. Mi fermo e mi giro lentamente in sua direzione. Lo fisso. La prossima mossa spetta a lui. I suoi occhi possono sembrare inespressivi, ma non è così. Io sono sua figlia e so cosa sta pensando. Leggo la rabbia nei suoi occhi. Gli ho disubbidito. Ho disubbidito a mio padre, ad un dio. Il Consiglio Celeste vorrà la mia testa. Hanno mandato lui per punirmi. Vigliacchi.

- Sai perché sono qui, non è così?

Annuisco. Non parlo. Non voglio sprecare il mio fiato conlui.

- Allora seguimi.

Stavolta sorrido mestamente. Anche lui è un vigliacco. Non mi ha difesa. Non ha difeso la sua unica figlia. Scuoto il capo e mi incammino in sua direzione. Mi sembra il cammino verso il patibolo. Come un condannato a morte rivivo nella mia mente le immagini più significative della mia vita. Non so cosa mi attenderà una volta al cospetto del Consiglio Celeste. Ripenso a ciò che ho fatto in questi venti anni. Ma soprattutto ripenso a ciò che mi è accaduto negli ultimi due mesi. La ripresa della battaglia. Il ritrovare tutte le mie guerriere. Scoprire di non poter amare Endymion. Dover lottare contro Mercury e Jupiter. Ed ultimo il bacio di poco tempo prima. Il mio cuore palpita. Scaccio quest’ultimo pensiero. È stato un errore. Non si verificherà più. Scuoto il capo e guardo Chronos che mi attende. Mi porto al suo fianco e lui con tutta la sua regalità alza il suo bastone alto nel cielo ed uno squarcio spazio-temporale si apre davanti a noi. Una luce bianca ne esce, mentre una potente energia si propaga per l’ambiente circostante. Inizio a camminare. Un passo. Un altro.

- Fermati. Non puoi portarla via.

Mi blocco. L’unico che non doveva parlare. Endymion. Mi fermo e chiudo gli occhi. Perché? Chronos si gira e mi fissa. Nei miei occhi una muta preghiera: portami via da qui.

- Principe Endymion non intrometterti. La principessa Serenity non ha rispettato le leggi divine e deve essere giudicata dal Consiglio Celeste.

Chronos prima di riprendere il suo cammino mi guarda negli occhi. Cerco di sorridere per ringraziarlo. Incredibile. Dopo tanto tempo mio padre fa qualcosa per me. Mi sembra assurdo. Riprendiamo il nostro cammino. Un passo. Un altro. Haruka. Si lancia verso Chronos ma è bloccata con un solo gesto della mano del dio del tempo. Urla e tenta di ribellarsi. Vuole salvarmi, ma non ha capito. È Chronos che mi sta salvando in questo momento. Adesso è Setsuna.

- Divino Chronos. Devo essere punita anche io. Sono la Custode delle Porte dello Spazio e del Tempo, ma non ho impedito alla Principessa Serenity di bloccare il tempo. Conducete anche me dinnanzi al Consiglio Celeste.

Stavolta sono io a rispondere alla mia guerriera. Parlo a Setsuna, ma in realtà mi rivolgo a tutte.

- Setsuna tu sei una guerriera sailor. Il tuo compito è proteggere la principessa, non farti carico delle sue colpe ecco perché non sei condotta con me al cospetto del Consiglio Celeste. Sarò solo io ad essere giudicata. Tu non hai commesso alcun reato, non potevi attaccarmi. Non siamo nella dimensione di Chronos. Qui tu sottostai alle mie leggi, non alle sue.

Il mio cammino riprende. Mi volto un’ultima volta verso tutti. Le Senshi. I generali. Endymion. Su di lui il mio sguardo indugia qualche istante in più. Vorrei potergli confidare tutto, ma non posso. Non adesso. Forse non lo farò più. Mi giro e mi dirigo verso lo squarcio. Un profondo respiro e lo oltrepasso.

Riapro gli occhi e con mia grande sorpresa mi ritrovo nei Grandi Giardini del Tempo. Mi guardo attorno. Vedo la fontana. Mi avvicino ad essa ed osservo il mio riflesso. Occhi stanchi. Fronte sporca di sangue. Sciolgo la trasformazione, assumendo le sembianze di Serenity. Le ferite sono sparite. Immergo le mani nella vasca della fontana. La mia immagine adesso è distorta. L’acqua fresca mi dà sollievo. Sento caldo. Sono impaziente. Perché mi ha portato qui?

- Ti rendi conto di ciò che hai fatto? Dovrò intervenire ancora una volta sui suoi ricordi.

La sua voce è baritonale. L’eco avvolge i giardini. Quando ero una bambina al suono di questa voce correvo a nascondermi per paura di essere punita. Adesso… adesso non ha alcun effetto su di me. Mi scivola addosso come acqua fresca.

- Ho commesso un errore. Non si ripeterà più.

- E dimmi adesso come vuoi rimediare?

Non lo so. Non so cosa posso fare. Non so come comportarmi. Se non ci fosse il pericolo di Nemesi mi rinchiuderei in questa dimensione. Lontana da tutto. Lontana da lui e dai suoi occhi che mi hanno fatto soffrire, ma che mi hanno dato una spinta in più nella lotta.

- Voi non cancellerete la sua memoria. Non dirò nulla.

Chronos scuote il capo. Non è molto d’accordo con la mia idea. Perché? Negare. Negare. Negare sino alla fine.

- Lo hai baciato figlia mia. Tu lo hai baciato quando invece dovevi stargli lontana. Come pensi di riparare adesso?

Tra le mani tengo una rosa rossa. Il simbolo della passione. Il simbolo dell’amore. Stringo lo stelo tra le mani. Una spina. Mi pungo. Il sangue. Altro sangue. Una lacrima sul dito ferito. Lacrime miste a sangue.

- Vi prego non cancellate la sua memoria. Vi chiedo di lasciare i suoi ricordi intatti così da potermi illudere di averlo amato anche in questa vita. Un bacio. Alla fine il nostro è stato solo un bacio. Sosterrò che è stato un modo per attingere ancora di più alla sua energia. Se voi cancellerete questo bacio, allora cancellerete anche la mia illusione di averlo amato… vi prometto che non appena la guerra contro Nemesi sarà finita io lascerò la Terra e verrò qua. Stando lontana da lui non rischierò di cadere ancora una volta in tentazione.

Questa promessa mi costa cara, ma non posso fare altrimenti. Ne va anche della vita di Endymion. Se io resto lontana da lui, nessuno attaccherà la Terra e la nostra Galassia. Chronos sembra rifletterci qualche minuto. Alla fine annuisce.

- E sia. Alla fine della battaglia contro Nemesi ti trasferirai in questa dimensione.

Il mio destino è segnato. Non avrò mai più una vita normale. Non mi sveglierò più al mattino pensando solo a come sarà dura la lezione con la professoressa Hijakiy. Non rivedrò più i miei genitori terrestri, né mi fermerò con le ragazze al Crown. Non potrò mai dire a Mamoru che lo amo. Niente di tutto ciò. Posso rinunciarci? Sì se da ciò dipende la vita dell’uomo che amo. Ci rinuncio se da ciò dipende la salvezza della mia Galassia. Chronos è davanti a me. Mi guarda con quei suoi occhi così simili ai miei.

- Una volta mi chiamavi papà. Adesso mi dai del voi.

Sorrido sarcastica. Lo oltrepasso e mi soffermo ancora una volta ad osservare il mio riflesso nella fontana. Le immagini della mia infanzia, dell’infanzia di Serenity si confondono con quelle dell’infanzia di Usagi. Nei primi anni così simili ma poi così diverse. Ho potuto contare su Chronos sino ai dieci anni, poi lui è sparito dalla mia vita e da quella di mia madre. Sono cresciuta da sola. Mia madre è stata anche un padre. Io ero riconosciuta solo come la figlia di Chronos, ma non mi sono mai sentita tale. Perché allora continuare a chiamarlo padre? Perché chiamare “papà” una figura così poco presente nella mia vita?

- Mi spiace ma dopo i miei dieci anni ho perso mio padre. Da allora sono cresciuta sola con mia madre.

Forse sono stata troppo fredda. Forse sono stata troppo crudele. Forse sono stata troppo avventata. Non so che dire. Questa frase è partita direttamente dal mio cuore ed è questo che mi fa ancora più male. Sono miei pensieri. Lo credo davvero. Vorrei poter dire di essermi sbagliata ma non è così. Lui ci abbandonate al nostro destino. Durante lo scontro con Nemesi non è sceso in battaglia. Ci ha lasciate morire. Lo osservo. La testa piegata. I pugni stretti. Il viso sofferente. Gli occhi lucidi. Involontariamente prendo le sue mani tra le mie. Le stringo. Cerco i suoi occhi e li trovi. Sorrido dolcemente.

- Però… se tu mi permettessi di conoscerti meglio… allora credo di poterti chiamare ancora una volta papà.

Di slancio mi abbraccia. Mi stringe forte. Quasi mi soffoca. È strano per un attimo mi sembra di aver ritrovato l’affetto di quando ero bambina. Anch’io ricambio il suo abbraccio e sorrido felice. So che mia madre ci sta guardando e so che in questo momento è felice per me. Dopo un po’ ci stacchiamo e Chronos, scusate, e papà, con la voce incrinata dal pianto inizia a parlare.

- Ascoltami Serenity. Tu non dovrai più dubitare della mia presenza nella tua vita. Non ti abbandonerò più.

Cerco di sorridere. Voglio crederci. Rinuncerò alla mia vita, ma almeno avrò del tempo per recuperare un rapporto con mio padre.

Ed adesso eccomi di nuovo qui al parco. Ripenso alle rivelazioni avute da Chronos. Adesso però è inutile pensarci. È sera. Non c’è più nessuno. Fa un po’ paura ma io non temo questa oscurità. Non è un’oscurità totale. Alta nel cielo una falce di Luna veglia su di me. Sorrido in sua direzione. Mi stringo nel mio cappotto ed inizio a camminare per questi giardino vuoti. Quasi spettrali. I miei piedi per magia mi portano alle altalene. Chissà perché. Mi siedo ed inizio a dondolarmi.

- Sapevo di doverti aspettare qui.

Sussulto non appena sento la sua voce. Setsuna. Appare dietro un albero. Alzo gli occhi e la fisso.

- Mi stavi aspettando?

Annuisce lentamente. Sento l’agitazione che alberga nel suo animo. Non sa come porsi nei miei confronti.

- Setsuna cosa vuoi sapere. Al Consiglio Celeste è andato tutto bene.

Non posso fare altro che sviare il discorso. Io conosco la domanda che vuole pormi la mia amica, ma temo la sua reazione. È stata ingannata. Le ho taciuto una verità importantissima. Come reagirà non appena le avrò risposto? Intanto mi ha posto la domanda fatidica…

- Sei la figlia di Chronos?

Sorrido alla Luna. Ed ecco che il primo mistero viene ad essere svelato. Alzo i miei occhi e li poso sulla figura di Setsuna. Mi guarda ed intanto si tortura le mani. Le nuvolette di vapore che escono dalle sue labbra mi fanno capire che ha abbastanza freddo. Credo che sia inutile continuare a negare. Setsuna è arrivata da sola a questa conclusione.

- Sì. Chronos è mio padre.

- Ma allora perché…

La blocco con un gesto della mano. Per oggi ho avuto abbastanza emozioni. Aspetterà ancora qualche giorno per sapere la verità. Per adesso le basti sapere che ha ragione.

- Non oggi. Ti basti sapere che hai colto nel segno. Chronos è mio padre. Il resto lo saprai, presto, molto presto. Prima però dovrai essere in grado di utilizzare il tuo talismano.

Leggo nei suoi occhi le tante domande che affollano il suo cuore, ma Setsuna, tra le guerriere sailor, è quella maggiormente votata al rispetto. Lei non disubbidirebbe mai ad un mio ordine. Ed ecco che l’avverto. La sua aurea. Allora non potrò posticipare questo chiarimento.

- Setsuna ti prego lasciami sola con il Principe Endymion… principe uscite fuori dal vostro nascondiglio. Non occorre nascondersi.

Appena finisco di parlare Mamoru si palesa ai nostri occhi. Lo fisso intensamente mentre Setsuna si congeda silenziosa. Mi alzo e mi incammino dando le spalle a Mamoru. Dopo due secondi eccolo alla mia destra. Restiamo così in silenzio per alcuni minuti. Poi è lui ad interrompere questo silenzio che a me risulta tutto sommato piacevole.

- E così sei figlia di Chronos… suppongo che mi spiegherai anche questo. Non è così Usagi?

Parlando prende il mio braccio destro e mi costringe a fermarmi. La sua voce ha una leggera venatura di rabbia. Come dargli torto. Gli sto nascondendo la verità. Lo bacio e poi fuggo lasciandolo solo. Assale verbalmente Chronos per liberarmi ma io non lo degno neanche di uno sguardo. Come potrebbe non essere arrabbiato? Lo fisso negli occhi. In silenzio. Chino il capo e poi lo rialzo e mi perdo nei laghi che sono in questo momento i suoi occhi. Così immensi. Così sinceri. Così profondi. Vorrei sorridere. Vorrei accarezzare la sua guancia. Vorrei assaggiare ancora il sapore delle sue labbra morbide. Ma non posso. Ho promesso. Non commetterò ancora lo stesso errore.

- Chronos è mio padre.

Mi strattona leggermente per il braccio. Mi avvicina ancora di più al suo corpo. Posso avvertire l’inebriante essenza del suo dopobarba. Vorrei inspirare il profumo della sua pelle ma mi impongo di pensare ad altro. Mi libero della sua presa, ma lui caparbio mi afferra per un polso.

- Usagi voglio la verità. Ti ho dato il tempo che volevi, adesso però sono stanco.

Si passa una mano tra i capelli. Sospira pesantemente. Nella sua voce tutta la frustrazione. Tutta la rabbia. Tutta la delusione causata dal mio comportamento. Lascia definitivamente il mio polso. Lo sguardo fisso su di me. Mi spoglia. Sta cercando di leggermi dentro. Sento i suoi occhi che tentano di oltrepassare le barriere della mia mente. Interrompo il contatto visivo o per me sarà la fine. Non deve sapere. Non così per lo meno.

- Permettimi di potenziare i poteri delle mie guerriere e poi saprai tutto.

Nella mia voce una supplica. Ascoltami ti prego. Sono io adesso che cerco insistentemente i suoi occhi. Sono io che adesso voglio trasmettergli il mio bisogno di sincerità. Stringo, involontariamente, il suo braccio. Lo costringo ad avere un contatto visivo.

- Cosa voleva dire quel bacio.

Il rumore di qualcosa che va a pezzi. Il mio cuore. Distrutto. Da lui. Dai suoi occhi pieni di perché. Dalla sua voce bassa. Un brivido lungo la schiena. La sua è una domanda più che legittima, ma allora perché tentenno nel dare una risposta? Semplice: quello che dirò non sarà la verità.

- Mi dirai anche quello dopo aver potenziato le tue guerriere?

La sua voce risulta canzonatoria. Mi sta prendendo in giro. Scuoto il capo avvilita. Vorrei chiedergli se è possibile posticipare anche questa risposta, ma so che mi ucciderebbe.

- Non era un bacio. Era un modo per assorbire altra energia.

Non appena finisco di parlare mi prende per entrambe le braccia, fa sbattere la mia schiena contro il tronco di un albero. Adesso sono prigioniera. Alle mie spalle il tronco. Ai lati le sue braccia. Il suo viso a pochi centimetri dal mio. Il suo respiro solletica il mio collo.

- Sei una pessima attrice. Cosa significava quel bacio?

Alzo gli occhi ed incrocio il suo sguardo. Pessima mossa. Adesso sento le gambe molli. Non posso tirarmi indietro. Non adesso. Prendo aria e rispondo.

- Niente. Non ha avuto alcun significato.

Poi qualcosa di inaspettato.

Mamoru mi bacia.

O almeno credo che sia un bacio.

È violento.

Brutale.

Selvaggio.

Le sue labbra sono calde. Divorano le mie labbra. Le mordono. Le stuzzicano. Chiudo gli occhi e mi lascio trasportare da questo fiume di emozioni. Il mio cuore batte a mille. Inizio a sentire caldo anche se la notte è molto fredda.

Le sue mani accarezzano i miei capelli.

I miei fianchi.

Cercano le mie mani.

Si intrecciano alle mie dita.

La sua lingua mi chiede il permesso per entrare. Io vorrei schiudere le labbra ma non posso. Vorrei poter rispondere. Vorrei lasciarmi andare alla crudeltà di questo bacio, che sa tanto di punizione, ma non mi è concesso. Non posso. Non ci riesco. Ancora le immagini di mille anni fa. Ancora il suo corpo senza vita. Ancora la sua mano insanguinata alla ricerca del mio viso. No! Mi stacco bruscamente. È un attimo. Uno schiaffo. Colpisco Mamoru con uno schiaffo e scappo via.

Salve gente. Eccomi con il nuovo capitolo. Che ne dite? Vi aspettavate un altro bacio? E che bacio… spero di essere riuscita a renderlo brutale e meno dolce rispetto al precedente, rispetto al bacio di Usagi! Ma ditemi, avevate capito che Chronos era venuto a prendere Usagi per il bacio e non per aver utilizzato la tecnica del blocco del tempo? E ditemi speravate di trovare Mamoru al parco e non Setsuna, non è così? Ed invece sono stata cattivella! Però poi mi sono riscattata. Ho messo anche Mamoru nel capitolo… alla fine dello spazio che mi sono presa capirete anche perché! Volevo fare una piccola precisazione. Dedico questo capitolo a tutte coloro che in questo periodo sono impegnate con la maturità. State tranquille. Una volta superato l’ostacolo vi sembrerà di aver fatto tanto baccano per nulla-. Non subito però. Date tempo al tempo e poi vedrete. Allora questo capitolo è dedicato a tutte le diplomande ed i diplomandi. Questo è il mio in bocca al lupo per la terza prova. Mi spiace non avere il tempo di rispondere a tutte le vostre recensioni, ma il tempo è tiranno. Non posso fare altro che ringraziarvi.

Vi do appuntamento al capitolo 18, ma mi spiace non pubblicherò l’1 luglio, ma più in là. Di preciso non so quando. Il fatto è che il 2 luglio ho esami e questa settimana sarà troppo carica di studio per trovare anche il tempo di scrivere. Io spero di poter pubblicare il 4 luglio, ma non assicuro nulla (avete capito perché ho messo anche l’incontro con Mamoru? Se avessi messo nel prossimo capitolo, credo che mi avreste linciato! Farvi aspettare almeno sino al 4 luglio… un suicidio! E comunque sono curiosissima di sapere cosa ne pensate!), aspettatevi un capitolo anche l’8 luglio. In questo periodo tutto è possibile… visto che ci siete recitate una preghierina anche per i miei esami… Un bacio e scusate ancora per il ritardo del prossimo capitolo e per i mancati ringraziamenti.

Carmen…

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Capitolo 18
*** Capitolo XVIII ***


Nuova pagina 1

Capitolo XVIII

- E con questo è tutto. Ragazzi potete andare, ricordate però, la prossima lezione verterà sugli amori tra dei e mortali.

Sbuffo e scuoto la testa. Perché ovunque vada devono ricordarmi il mio passato, che, tra l’altro, in questo momento, è anche il mio presente? Prendo i miei libri e li butto dentro la borsa. Non faccio caso a nulla, li metto dentro a casaccio. Naru mi guarda scettica. Non le do torto in questo momento devo sembrare tutto tranne che normale. Sono stanca ecco qual è la verità. Sono stanca fisicamente, ma soprattutto, dal punto di vista mentale. Ho trascorso giorni interi a riflettere sul perché Mamoru mi abbia baciata. La notte ho incubi terribili in cui lo vedo cadere, ancora una volta, privo di vita davanti i miei occhi. Non capisco il perché del suo gesto rabbioso. Sì. Solo ed esclusivamente rabbia nel suo bacio. Sono assalita dal dubbio: che Mamoru ricordi tutto? Così sarebbe chiaro il perché della sua reazione, ricorda e mi odia. Ma se mi odia perché mi ha baciata? Non si bacia qualcuno che si odia; oppure lo ha fatto con l’intenzione di ferirmi. Ma ciò non è nel carattere di Endymion. Già, a pensarci bene, io conosco Endymion, ma di Mamoru cosa so? Niente. Per me è uno sconosciuto. Le esperienze terrestri, come hanno mutato me, avranno fatto lo stesso su di lui. Devo cercare di capire se era sua intenzione baciare Usagi o Serenity, ma anche se comprendessi ciò cosa cambierebbe? Nulla, ecco cosa cambierebbe! Per sapere qualcosa devo affrontarlo, ma in questo momento non posso permettermi un altro scontro frontale con lui, e soprattutto, non ho il tempo per comprendere le fisime mentali di Mamoru. Il tempo è tiranno. Ormai la maledizione di Nemesi mi ha portato allo stremo delle forze. È come un buco nero che risucchia via tutta l’energia. Neanche la pietra mistica, di cui mi ha fatto dono Chronos, riesce a rallentare l’incedere del sortilegio. Dovrò fare in fretta. Presto dovrò portare le guerriere in un luogo per il loro addestramento, non ho molto tempo a disposizione.

- Usagi c’è qualcosa che non va?

- No Naru, sono solo un po’ stanca. Ti va di pranzare insieme? È da tanto che non parliamo un po’!

L’unico modo che conosco per tenere buona Naru è distrarla, non farle ricordare il perché della sua curiosità. Scommetto che avrà un mucchio di cose da raccontarmi riguardo la sua storia con Umino. Ed infatti, la vedo sorridere ed illuminarsi. Prendendo i nostri cappotti usciamo dall’aula. Il cattivo odore di rinchiuso ci investe. Il vociare di altri ragazzi che hanno finito le lezioni mi infastidisce. Cammino accanto Naru ma non ascolto le sue parole. No. Ho una strana sensazione. Qualcosa che non mi piace. Mi scuso con Naru e vado un attimo in bagno. Lei ha insistito per accompagnarmi ma sono riuscita a convincerla a fare la fila alle macchinette per il caffè. Il bianco delle piastrelle del bagno mi acceca. Strano ma vero, questi bagni sono giornalmente lavati e disinfettati. Alcune ragazze si stanno ritoccando il trucco. Altre fumano nonostante il divieto. Altre ancora fanno quello che normalmente si fa in un luogo simile, sparlano. Già. Nei bagni universitari, così come in quelli delle scuole, si viene solo per spettegolare, è naturale. Io prendo il cellulare dalla borsa e compongo il numero di Minako. Spento. Lo stesso vale per il cellulare di Rei e Michiru. Inutile avvertire Haruka, anche lei segue gli stessi corsi di Michiru e se una ha il cellulare spento, per l’altra vale lo stesso. Impreco a bassa voce. Provo a connettermi telepaticamente con Hotaru, ma ci ripenso. Lei ancora frequente le scuole superiori, non può lasciare le lezioni a suo piacere. Setsuna è la sola che può venire in mio aiuto. Scorro l’intera rubrica ma il suo numero non è memorizzato. Certo! Non ha un cellulare, l’identità di Setsuna Meiou l’ha assunta solo adesso, da quando questa guerra è iniziata. Chiudo lo sportellino del cellulare con uno scatto secco tanto che tutte si voltano per guardarmi. Sorrido nervosamente ed esco dal bagno. Subito Naru mi viene incontro con due caffè fumanti. Prendo il mio bicchiere e le sorrido riconoscente, intanto mi guardo attorno. Sta per accadere qualcosa, lo sento.

Ed, infatti, un attimo dopo sento delle urla provenire dalla parte opposta rispetto a quella dove siamo noi. Subito dopo del fumo nero si diffonde per l’edificio. L’intuito mi suggerisce di correre per vedere cosa sta succedendo. Il buon senso, invece, mi consiglia di mettere a riparo Naru e quanta più gente possibile. Alla fine prevale il secondo. Inizio a spingere Naru verso l’uscita assicurandole che si tratta di una fuga di gas ed il fumo è stato causato dall’esplosione che ne è seguita. Cerco di convincere di ciò anche le persone che ho vicine. Porto fuori dal palazzo più gente possibile. Mi perdo tra la folla e sto bene attenta a non perdere di vista Naru, non vorrei che rientrasse per cercarmi. Salgo lungo le scale antincendio mentre tutti scendono con la paura dipinta sul volto. Entro nella prima aula vuota e lì mi trasformo. Corro per i corridoi, sento di avvicinarmi sempre vicina all’aura che sprigiona questa energia tanto potente. I ragazzi che scappano mi guardano stralunati, effettivamente mai nessuno prima di oggi aveva visto Sailor Moon, anzi l’esistenza delle guerriere sailor doveva rimanere segreta. Un ragazzo si inginocchia ai miei piedi ed a mani giunte mi prega di proteggerlo, mi ha scambiata per un angelo del cielo. Questo deve essere per forza drogato, al più ubriaco. Riesco a scollarlo dalle mie gambe e lo assicuro che tutto andrà per il meglio, poi, con un sorriso angelico, lo invito ad uscire dall’edificio.

Terminata anche l’ultima rampa di scale mi trovo negli uffici del personale. Non c’è nessuno, almeno di umano. L’energia che percepivo ai piani inferiori qui è molto più accentuata. Non riesco a definirla. È un’energia demoniaca, ma non ha intenzioni ostili, almeno per il momento. È qui vicino, molto vicino, ma non capisco dove. Ormai sono alla fine, non può che nascondersi in una di queste stanza, ma si starà nascondendo davvero, oppure mi starà aspettando? Una cosa è certa, non si tratta di Nemesi, avrei riconosciuto la sua aura maligna. Ma di chi si tratta? È un’energia conosciuta, ma dimenticata. È un’energia diversa da quella che ricordo, perché la ricordo, riesco anche a stabilire a che periodo risale. Mille anni fa. Ma a chi appartiene? Ormai è inutile chiederselo. È rimasta una sola porta. Spalancata. Una figura. È un uomo. Molto alto, forse quanto Mamoru. Veste con un impermeabile che gli arriva quasi sino ai piedi. Ha un aspetto umano e non demoniaco. Ciò non mi trae in inganno. I demoni sono capaci di assumere forme umanoidi e di confondersi con noi esseri umani. Mi dà le spalle ma non appena varco l’ingresso della stanza si volta leggermente ed allora capisco dove l’ho già visto.

- Non puoi essere tu.

Si volta del tutto ed io rimango impietrita. I capelli grigi argentati sono più lunghi rispetto a quelli che erano mille anni fa. Gli occhi azzurri, screziati di lame argentate, sono tristi. Mi avvicino a lui e senza pensarci su oltre mi butto al collo del demone e lo abbraccio contenta di averlo ritrovato. Ricambia l'abbraccio ma sento che qualcosa è cambiato.

- Sorpresa di rivedermi Serenity.

Annuisco e mi stacco dall’abbraccio. La sua voce sprezzante mi riporta indietro di mille anni, a quando giocavo con lui e la sua amata per i prati verdi del Silver Millennium. Lyria, era questo il nome della donna che aveva rubato il suo cuore, era una delle ancelle di mia madre. Il loro fu un colpo di fulmine, si amarono dal primo istante, nonostante il carattere duro di lui e quello ribelle di Lyria.

- Scusami demone Killkenny del clan Babel. Cosa ci fai in questa epoca?

Devo ricordarmi di non innervosirlo altrimenti è capace di ricominciare a spaccare tutto. Il suo non è mai stato un carattere tranquillo, è sempre stato pronto alla lotta ed allo scontro, da questo punto di vista potrebbe andare d’accordo con Haruka, anche lei ha uno spirito combattivo. Intanto lo scruto e mi accorgo che qualcosa non va. È troppo taciturno. Troppo pensieroso. Cosa gli è accaduto? Perché resta in silenzio a fissarsi la punta degli anfibi? Perché ha attaccato questo edificio? Forse voleva parlarmi? Ma se ha attaccato direttamente qui significa che sapeva dove trovarmi. Allora perché non ha usato i suoi poteri demoniaci per riconoscermi tra tanti? Ho uno strano formicolio alla base del collo, nulla di buono. Ed infatti… improvvisamente tra le sue mani si materializza il suo shakujo (*) nero con l’asta in ebano, non ho neanche il tempo di capire ciò che sta accadendo che mi ritrovo con le spalle al muro. Lo shakujo puntato alla gola. Mi ritrovo a deglutire ed a sudare nonostante il freddo dell’inverno. Con una mano cerco di spostarlo, ma appena lo sfioro, Killkenny aumenta la pressione sulla mia trachea.

- Cosa significa?

Cerco di formulare la mia domanda senza far trasparire la paura che in questo momento mi attanaglia la mente. Respiro lentamente. Non devo in alcun modo innervosire il mio avversario o rischio davvero di perdere la vita. Non è un avversario da sottovalutare. È potente. Talmente potente da poter resistere senza alcuna difficoltà ad un attacco portato tramite lo Ginzuishou. Lo guardo negli occhi per comprendere cosa provochi questa sua reazione. Non vi riesco a leggervi se non furia. Mi auguro che non sia io la diretta interessata. Non so perché ma credo di sapere chi incolpare di tutto, Nemesi.

- Non posso fare altro Serenity perdonami. Nemesi ha preso in ostaggio la mia famiglia. Mia moglie Aki, la reincarnazione di Lyria, ed i nostri figli, Fuyuki e Natsumi. È tutta colpa mia. Se io non avessi fatto dono ad Aki del mio cuore demoniaco, adesso lei ed i bambini, non sarebbero nelle mani di quella strega. Ha rapito la mia famiglia per ricattarmi. Finché lei sarà in possesso del mio cuore potrà uccidermi in qualsiasi momento. Capisci?

Nella sua voce non avverto disperazione ma solo rabbia. Rabbia nei confronti di questo demonio. Lo tiene sotto scacco, in qualsiasi momento potrebbe decidere di ucciderlo. Si è servita dell’unico punto debole del demone. È spietata. Prima Mercury e Jupiter, adesso Killkenny. Ha deciso di distruggermi mentalmente.

- Perdonami.

La sua voce anticipa le sue azioni. Adesso lo sento nella mia mente. Sta cercando di entrare dentro per scoprire qual è il mio punto debole. Credo che questo colpo sia il Nome Segreto. È un colpo terribile. Annienta gli avversari servendosi delle loro paure. Non resisterò per molto. Le mie difese sono ridotte al minimo per colpa della maledizione di Nemesi. Porto le mani a tapparmi le orecchie. Nella mia testa rimbombano le urla delle senshi. Le immagini di mille anni fa. Scuoto la testa come se cercassi di scacciare questi pensieri. Non riesco a resistere. Lentamente mi inginocchio. Le lacrime iniziano ad inondare il mio volto. Urlo per la disperazione. Sto rivivendo le scene di mille anni fa. Haruka e Michiru. Setsuna. Assisto alle loro morti. No. Fermati. Non andare oltre. Un urlo più forte degli altri. Una potente energia si sprigiona dal centro del mio petto. Parte proprio dal mio cuore. È un fascio di energia bianca, purissima. È calda. Riesce a bloccare il colpo di Killkenny. Respiro affannosamente. Ho sprecato una grande parte delle mie energie. Intanto il demone materializza la sua spada. La riconosco è la spada di Lilith, la madre di Killkenny.

- Dead Scream!

Il colpo più potente di Sailor Pluto è diretto veloce verso Killkenny. Un potente polverone si solleva nel momento dell’impatto. Mi sento sollevare da terra. Gli occhi sono chiusi per la troppa stanchezza. Respiro lentamente. Sono certa che il colpo di Setsuna non sfiorerà il demone. Avverto il contatto tra la mia schiena ed una parete fredda. Davanti a me riconosco le aure di Michiru ed Haruka. Rei e Minako sono rimaste con Setsuna. Inizio a parlare senza neanche aprire gli occhi.

- Haruka ascoltami. Sei la sola in questo momento che può cercare di opporsi a Killkenny, ma devi essere pronta. Michiru tu raggiungi le altre. Mi raccomando. Il vostro avversario è in grado di difendersi da qualsiasi vostro attacco.

La guerriera di Nettuno torna al campo di battaglia. Io intanto adagio meglio la mia schiena alla parete fredda. Apro lentamente gli occhi e guardo il viso preoccupato di Sailor Uranus. Resto seria, non posso rassicurarla. Deve trovare dentro di sé la forza per lottare.

- Haruka tu se sei la guerriera di Urano. Il tuo pianeta, essendo lontano dalla Luna, necessita di un talismano che amplifichi il potere dello Ginzuishou così da poterlo fare entrare in vibrazione con la tua gemma guardiana. Adesso concentrati e cerca di far confluire il tuo potere nell’ambra, la tua gemma. Puoi farcela.

Haruka si concentra e cerca di seguire i miei suggerimenti. Un’aura dorata circonda interamente il suo corpo, il suo diadema brilla come mai prima di adesso. Sento il potere del vento scorrere nelle sue vene. Ma ancora non è sufficiente. Prendo le sue mani nelle mie ed adesso anche io amplifico il mio potere. Una luce ambrata si mescola a quella argentata del mio Ginzuishou. So che non dovrei farlo, so che è rischioso nelle mie condizioni, ma non posso fare altrimenti. Haruka non conosce il potere del suo talismano, non doveva essere così che imparasse a controllare i suoi poteri, ma non ho tempo. Siamo isolate dal mondo circostante. Siamo solo io e lei. Nessun’altro.

- Haruka lo senti il richiamo del vento? Adesso cerca di lasciarti guidare. Cerca di far confluire il tuo potere in una lama scintillante.

La guerriera aumenta la presa alle mie mani. Il potere aumenta in modo incredibile. Adesso anche io posso sentire il vento sussurrare di amare la sua sovrana. Ed ecco che tra mille luci ambrate ed un enorme potere si materializza la scimitarra di Uranus. Uno dei tre talismani. Fluttua sopra le nostre teste e si va a posare in modo delicato tra le mani di Haruka che adesso la rimira come estasiata. Al momento del contatto tra l’elsa e le mani della guerriera la scimitarra esplode in una potentissima luce, per poi implodere nuovamente.

- Haruka, questo è il tuo talismano. Il suo potere è immenso. Non puoi neanche immaginarlo. Governare i poteri di Urano è assai difficile. Ascoltami per utilizzare il colpo non dovrai far altro che concentrarti e leggere il colpo dentro di te. Mi hai capita?

- Usagi è un potere enorme. Non avevo mai sentito scorrere tanta energia. È incredibile. Mi sento potentissima.

Afferro Haruka per il braccio e la blocco. Temevo una reazione simile. Non deve sottovalutare Killkenny. Non può commettere questo errore. Il talismano le sottrarrà parecchia energia, almeno fino a quando non saprà governarne il potere di cui dispone.

- Uranus non sottovalutare il tuo avversario. È molto potente, è uno dei demoni più forti che esistano. La scimitarra inoltre, fino a che non sarai in grado di utilizzarlo a pieno, ti sottrarrà energie.

Parlo fissando Haruka negli occhi. Il tono della mia voce è fermo e deciso. Credo di aver commesso un errore permettendole di prendere possesso del suo talismano. Non è ancora pronta. È un potere troppo grande per lei. È immatura sotto questo punto di vista. Lentamente mi alzo e mi affianco a lei. È un attimo ci fissiamo negli occhi ed entriamo di corsa nella stanza. Appena entriamo restiamo basite. La parete che dà sulla strada è stata completamente distrutta. Cerco di stare attenta a dove metto i piedi, visto che il pavimento, o meglio dire ciò che ne resta perché è pieno di buchi in terra, è pieno di calcinacci. Cerchiamo di camminare il più velocemente possibile. Alla fine osservando fuori riusciamo a scorgere il campo di battaglia. Killkenny è al centro circondato dalle Sailor, da Endymion e dai generali. Riesco a scorgere anche Hotaru tra le guerriere. Mi chiedo come abbia fatto a scappare da scuola. È un attimo. Con un balzo mi lancio dal terzo piano. Riesco a controllare l’accelerazione gravitazionale e rallento la mia caduta libera così da non schiantarmi al suolo. Haruka mi segue. Atterriamo simultaneamente e senza problemi. Killkenny mi guarda con il suo solito cipiglio, poi riprende a parlare.

- Il mio nome è Killkenny Babel. Sono il Crazy Priest. Nelle schiere del mio Clan, rappresento il Presente. Il presente di Follia che impietoso cadrà sui miei nemici.

Lo osservo e so che non si riferisce a me, ma a Nemesi. Soffre terribilmente. Non vorrebbe sottostare ai poteri di questa donna ma non può fare diversamente. È costretto. La sua vita, e soprattutto quella della sua famiglia, dipendono dalle sue scelte. Senza curarsi minimante dei suoi avversari si avvicina a me. Haruka impugna saldamente la sua spada. Io cerco di mantenere la calma. Per una frazione di secondo incrocio lo sguardo di Mamoru. È solo un attimo ma è sufficiente per leggervi dentro confusione. Causata dal comportamento di Killkenny o dallo schiaffo di un paio di giorni fa? Non adesso Usagi! Pensa a lottare. Il mio avversario si lancia subito in un duello contro Haruka. Le spade cozzano tra loro ed ogni volta che si incrociano potenti scariche di energie si sprigionano da esse. Leggo la concentrazione negli occhi di Haruka, il piacere in quelli del suo avversario. Nonostante la sua famiglia sia in pericolo non può fare altro che lottare, ed allora perché non divertirsi nel frattempo? Contemporaneamente lancia degli attacchi di magia nera ed io cerco di proteggere Haruka creando, di volta in volta, degli scudi. Le altre Senshi cercano di attaccarlo contemporaneamente con i loro colpi migliori ma non hanno alcun effetto. Di contro, il nostro avversario evoca dei Mazoku(**) così da farli scontrare con le guerriere. Si tratta di un livello infimo, le guerriere non avranno problemi. Uno di questi demoni si scaglia contro di me. Non lo vedo, ma è prontamente disintegrato dal Silence Grave di Hotaru. Ringrazio la guerriera di Saturno, mentre osservo Mamoru avvicinarsi. Si para davanti a me. La spada stretta in mano. È qui per proteggermi. Non lo guardo. Mi concentro nuovamente sullo scontro tra Haruka e Killkenny. Ancora uno scudo. Mi sento debole. Non reggerò per molto. È un attimo. Un lampo negli occhi di Haruka. Una vibrazione più forte delle altre. Il colpo potentissimo.

- Space sword blaster!

Il fendente di Urano arriva implacabile. Una lama di luce che si sposta come se fosse trascinato dalla potenza di mille tifoni. È un colpo potente, ma sarà abbastanza potente? Il demone osserva il colpo arrivare e poi la vedo. È una barriera di energia negativa. Il colpo si infrange su questa riflettendolo contro Haruka. Killkenny non riporta un graffio, mentre il colpo torna con potenza doppia in direzione della guerriera di Urano che osserva il tutto con un’espressione stupita sul volto. Faccio appena in tempo a creare una barriera. Il colpo è potente, sono costretta a mettere più energia del previsto, mi piego sulle ginocchia ma non cedo. La barriera ha retto.

Un’esplosione alle mie spalle mi costringe a girarmi. Minako e Rei lottano contro un Mazoku di secondo livello. Kunzite e Jadeite sono al loro fianco. I volti sono sofferenti. Alcuni graffi compaiono tra gli strappi del sailor fuku delle guerriere e delle uniformi dei generali. Dall’altro lato Setsuna ed Hotaru si scontrano con un altro Mazoku altrettanto potente, sono affiancate da Nephrite e Zoicite. Non posso restare a guardare questo scempio. Fisso Haruka. Non si è ancora ripresa dal contraccolpo psicologico. Credeva di poter battere Killkenny con il suo talismano ma si è sbagliata, e dire che l’avevo avvertita. Il suo avversario intanto è pronto per riprendere il combattimento. Si sta lanciando contro la mia guerriera che ancora guarda, con occhi vitrei, la lama della sua scimitarra. Non faccio in tempo ad alzare uno scudo. La spada di Endymion si conficca nel terreno creando una barriera dorata che protegge Haruka. Io intanto non demordo. Corro verso di lei anche se le forze sono poche. Stringo i denti devo arrivarci. Appena sono davanti Haruka ed afferro la spada per l’elsa. Nuova energia scorre nelle mie vene. Guardo Mamoru e con un lancio preciso gli restituisco la spada. Poi è un attimo. L’asso nella manica, almeno spero.

- Moon tiara, stardust!

Il mio diadema parte in direzione di Killkenny. Ed intanto, una polverina dorata ricopre la barriera del mio avversario. La polvere di stelle è la mia ultima possibilità. Spero che riesca a spezzare il Mirror Force del demone. Anche solo per un attimo, tanto per intimorirlo ed assestare un colpo. Aumento l’energia del mio colpo ed alla fine lo vedo. Un varco. Faccio cenno a Mamoru. Da quando è iniziato lo scontro è la prima volta che, volontariamente, lo cerco con gli occhi. Lui è pronto. Ha capito. Credo che grazie al Golden Crystal possa vedere anche lui il varco che rapidamente si sta richiudendo. Aumento ancora di più il flusso di energia diretto al diadema. Il mio avversario contrattacca ma la lama di Haruka gli impedisce di affondare nella mia carne. Mamoru carica il colpo ed un potente fascio dorato parte dalla punta della sua spada.

La luce sprigionata dalla spada di Mamoru è calda, come quella che un paio di giorni fa avvolgeva il mio animo. Ancora una volta i nostri sguardi si incrociano ed io ne sono certa, anche lui ha ricordato quel giorno. Distolgo lo sguardo e lo porto su Killkenny. È un attimo, ma la sua espressione cambia, si atteggia in una smorfia. Forse abbiamo una qualche speranza? Un’altra esplosione dall’altro lato del campo di battaglia mi ricorda che le Senshi stanno lottando contro Mazoku di seconda classe. Non posso perdere ancora tempo. No. Con passo strascicato mi porto verso le mie guerriere. Le energie mi stanno per abbandonare. Non potrò farcela ancora per molto. Maledetta Nemesi. Improvvisamente i demoni si dissolvono.

Avverto la sua aura.

È lei.

È vicina.

Nemesi.

Ed eccola materializzarsi alle mie spalle. Resto ferma. La punta della sua spada sfiora la mia colonna vertebrale. Sorride, anche se le do le spalle posso immaginarla sorridere compiaciuta. Stringo i pugni. Non mi lascio giocare da lei. No. Avverto il suo respiro solleticarmi il collo. Si è chinata all’altezza del mio orecchio e bisbiglia la sua minaccia. Parla talmente piano che non sono certa di capire ciò che dice.

- Ti distruggerò. Ti porterò via tutte le persone che ami. Resterai sola ed a quel punto mi implorerai di ucciderti.

Poi come appare se ne va. Resto ferma. Impietrita. Cosa le ho fatto per odiarmi tanto? Perché Chronos non mi ha raccontato nulla sulla sua vita? È la voce di Killkenny a riportarmi su questa dimensione.

- Mi spiace guerriere ma adesso devo andare. Sappiate che sono costretto a combattervi, voi non mi avete fatto nulla.

Mi volto ad osservare la sua figura che svanisce. Poi esausta mi piego sulle ginocchia ed a peso morto mi lascio cadere sul pavimento. Le guerriere tutte accorrono verso di me. Sento le loro voci confuse. Poi nitida quella del mio Principe.

- Incosciente. Rischia di ammazzarsi se continua così.

Poi il silenzio. Il buio. Un improvviso senso di pace. Sono svenuta oppure sono caduta in un sonno improvviso? Non saprei dirlo con certezza, so per certo che in questo momento mi sento serena e sento che pian piano le forze stanno tornando!

(*) Shakujo: generalmente è posto al vertice di un’asta, ma può essere sistemato anche in una piccola impugnatura. Ha due sezioni, ognuna con tre anelli. Un tempo era utilizzato dai monaci erranti per chiedere l’elemosina, così agitando lo shakujo richiamavano l’attenzione degli abitanti del paese che attraversavano senza interrompere il voto del silenzio. Poteva essere utilizzato anche come sostegno nel corso di viaggi lunghi, oppure per scacciare serpenti velenosi o belve feroci. Un esempio di Shakujo è quello di cui è impossesso il monaco Miroku nel manga Inuyasha.

(**) Mazoku: nell’anime Slayers rappresentano i demoni. Si tratta di demoni che si nutrono di sentimenti negativi dell’uomo, quali l’odio, l’invidia, l’ira, la paura e la rabbia stessa. Nella società cercano di installare il seme del male o ad uccidere i comuni mortali. La loro controparte buona è rappresentata dagli Shinzoku, che prendono la forma di draghi.

Salve gente! Lo so, avevo affermato che a causa dell’imminente esame lunedì prossimo non avrei pubblicato prima del 4, ed invece eccomi qui! Puntuale come un orologio svizzero. Il problema è uno: il capitolo è stato scritto interamente sabato pomeriggio. Ero in preda ad una crisi pre-esame e non riuscivo a studiare, ma al contrario ho avuto un’ispirazione improvvisa e così mi sono decisa a scrivere il capitolo. Che ne dite? Allora vorrei subire ringraziare una persona: Killkenny. Il personaggio di Killkenny Babel non è di mia proprietà, ma è un alter ego di uno scrittore del sito, per l’appunto Killkenny. Ciò che riguarda questo personaggio, dalla descrizione fisica, alle armi, i poteri ed anche la famiglia non è farina del mio sacco, ma è tutta opera del suddetto autore. In verità la famiglia è tratta da un altro manga, Keroro Gunso, ma in ogni modo ciò è stato fatto sempre perché il proprietario del personaggio ha deciso così.

RINGRAZIAMENTI:

- KILLKENNY: inizio proprio con te. Allora spero che la maniera in cui ho gestito il tuo alter ego sia stata da te apprezzata, anche perché non vorrei incorrere nella sua ira, ci tengo alla vita. Mi spiace per la sua famiglia, ma credimi ho ancora in mente per lui grandi cose. Ma intanto cosa mi dici di questo capitolo? Ti prego non uccidermi… io non conosco bene il personaggio ho cercato di seguire i tuoi suggerimenti. Posso ringraziarti ancora una volta per la gentilezza di avermi concesso questo personaggio versatilissimo?

- DINNY: innanzi tutto grazie per l’in bocca al lupo (CREPI), per la storia spero che ti sia piaciuto questo capitolo ricco di azione, almeno spero che sia ricco d’azione. Io ci ho provato. Vedremo cosa accadrà. Il prossimo potrebbe essere un capitolo romantico, oppure un capitolo movimentato, ancora non lo so!

- HATORI: grazie per il pensiero riguardo gli esami. Che Mamoru si stia innamorando non ne sono certa, ancora i miei neuroni non mi hanno detto nulla. Per le spiegazioni riguardo lo schiaffo dovremo aspettare ancora un po’, spero solo che tu abbia la pazienza. Ma tu quando aggiorni? Voglio sapere se ci ho azzeccato riguardo la tua fanfic!

- PRINCESSANGEL: CREPI! Allora cosa posso dirti? La scena del bacio è stata impagabile? E in questo capitolo hai trovato qualche scena rilevante? Per il confronto cosa ti aspetteresti dai nostri due piccioncini?

- MIKI90: il mio aggiornamento invece del 4 è arrivato puntuale di domenica, contenta? Io spero che i miei esami vadano bene; mentre per Usagi... che menta sempre e comunque non è detto. Tu che avresti fatto se un ragazzo ti fosse saltato addosso in quella maniera? Non avresti reagito? Complimenti per aver intuito le intenzioni di Chronos. Ma adesso dimmi cosa ti aspetti nel prossimo capitolo?

- BLUE1989: grazie per tutti questi complimenti ma li merito? Non credo. Io scrivo solo ciò che mi suggerisce la mia mente distorta ed il mio cuore innamorato. Per il resto cosa posso dirti? La nostra Usagi è matura, bene era proprio ciò che volevo. Vederla per una volta padrona della situazione e non nascosta dietro le sue guerriere. Per il ravvicinamento con il padre non poteva essere diversamente, per quanto sia matura Usagi rappresenta la bontà e quindi non può portare rancore a nessuno. Devi considerare anche che io sono la cocccolona di papà, e non potevo permettere ad una mia guerriera di non andare d’accordo con il suo papà. L’ho detto in questa Usagi c’è molto di me… spero che questo capitolo, ricco d’azione (almeno spero) sia stato di tuo gradimento. Grazie per il pensiero riguardo gli esami e a presto!

- USAGI_84: non ho capito se hai gradito la reazione di Usagi o meno… ma a parte questo complimenti anche a te per aver compreso le intenzioni di Chronos, speravo di trarre in inganno le mie lettrici ed invece ormai mi conoscete troppo bene! Non so se Mamoru ricorderà in tempo o meno, e non so se Mamoru inizierà ad odiarla, i miei neuroni funzionano per conto loro, in questo momento sono concentrati sull’esame di domani (speriamo bene)! Ma toglimi una curiosità: perché Mamoru, ipotizzando che non ricordi nulla, dovrebbe odiare la nostra Odango? Aspetto la tua risposta ed un’ultimissima cosa: complimentissimi per la tua fanfic conclusa, è stata emozionantissima, ma soprattutto mi hai tolto l’idea di fondere i due cristalli, vedremo cosa dovrò inventarmi nei prossimi capitoli! Un bacio ed ancora complimenti!

- KIRBI: e così ti ha shockato il sorriso di Nemesi, io sono rimasta shockata nello scriverlo. La storia va avanti per conto suo, come dico sempre io sono un tramite, servo solo a descrivere cosa accade. E dimmi un po’ quale sarebbe stata la frase di Usagi ad averti colpita in particolar modo? Ed ancora che idea ti sei fatta? Sono curiosissima, io ho una vaga idea su come proseguirà la storia, magari leggendo la tua ipotesi posso trarne giovamento e riuscire a creare qualcosa di originale. Sono felice che il bacio sia stato anche di tuo gradimento, avevo un po’ paura per questa scena. Temevo di non riuscire a trasmettere le giuste emozioni ed invece mi avete fatto comprendere, voi tutte con i vostri bellissimi commenti, di essere riuscita nel mio intento. Mi complimento con te perché ancora una volta hai notato qualcosa che le altre non hanno menzionato (la promessa di Usagi), ciò vuol dire che sei un’attenta lettrice e forse è un po’ merito mio se la storia ti attira così tanto da riuscire a trovare i piccoli indizi che tento di piazzare capitolo dopo capitolo! Un’ultima domanda: credi davvero che la trama sia interessante, io temo di appesantirla ad ogni nuovo capitolo! Anch’io, in ogni modo, attendo con ansia il prossimo aggiornamento della tua fanfic, mi raccomando. Un bacio e grazie per i commenti che lasci di volta in volta.

- STREGA_MOGANA: ed eccomi qui a commentare. Mi spiace ma in questo capitolo non ho risposto neanche ad un tuo quesito. Sono cattiva, lo so, ma credimi meglio così! Anche tu hai colto questo aspetto umano di Nemesi, ne sono strafelice, vuol dire che su qualcuno ha avuto impatto la descrizione del personaggio. Ma se nel capitolo precedente è stata umana almeno per una frazione di secondo, qui è stata cattiva sino al midollo, si è ripresa dall’attacco di bontà! Hai definito drammatico il bacio con Mamoru, se non sbaglio sei stata la sola ad utilizzare questo aggettivo, ma sappi che era proprio questo quello che volevo: far diventare drammatico il loro bacio! Alla disperazione negli occhi di Mamoru se devo essere sincera, non avevo dato un’importanza specifica, ma adesso che mi hai messo il tarlo nell’orecchio cercherò di inventarmi qualcosa, che ne so potrebbe uscirci qualcosa di spettacolare. Quando vi chiedo di commentare lo faccio non per sentirmi dire brava, no! Lo faccio proprio per leggere le vostre supposizioni e magari poi modificarle a mio piacere, come hai fatto tu in questo momento. Mi hai dato uno spunto nuovo, lavorare sulla disperazione negli occhi di Mamoru. In tal caso sono io a doverti ringraziare. Per quel che riguarda i miei esami… CREPI IL LUPO… ed incrociamo le dita, spero che il mio aggiornamento anticipato ti sia piaciuto, dai se non ho risposto ai tuoi quesiti, mi sono fatta perdonare anticipando l’aggiornamento. Un bacio ed a presto. (Quando aggiornerai “Rubami il cuore”? E “Sailor Moon la Luna splende”? Sono in fibrillazione in attesa dei tuoi aggiornamenti!)

- GIROVAGHI: oddio fare la scrittrice? Non penso di esserne all’altezza, ma ti dirò se non fossi riuscita a superare il test d’ammissione a Medicina, sicuramente avrei optato per Lettere Moderne, sperando di diventare giornalista, ma questa è un’altra storia! Sono felice di costatare che questa storia ti rapisce sino a questo punto, non sai che onore per me. Non mi sono mai reputata una brava autrice, al più credo di essere una mediocre scrittrice. Credo che gli scrittori bravi siano quelli che riescono a scrivere una storia originale dove creano personaggi propri. Il mio unico personaggio originale è Nemesi e cerco di darle quando appare la profondità che merita. Cerco di descrivere il suo stato d’animo. Non so se ci riesco. Mentre con gli altri personaggi della storia non faccio nulla. Il loro carattere è già stato creato, io cerco di adattarlo alle mie esigenze. Ma tornando a questo capitolo, anche tu sei riuscita a captare il mutamento di Nemesi, complimenti. Cosa posso dirti, attendi il seguito e si scopriranno tanti misteri. Intanto Usagi ha svelato il primo mistero: è figlia di Chronos, ma come avranno reagito Mamoru e Setsuna? E le altre non appena lo sapranno? Attenderemo insieme perché ancora non so di preciso cosa accadrà! Per i miei esami posso solo dirti CREPI! E speriamo che vada tutto bene!

- SAILORMOON81: ben tornata! Spero che tu ti sia rilassata nei cinque giorni ormai passati da un pezzo! Sono felice che la descrizione della battaglia sia stata di tuo gradimento, questa è la seconda fanfic basata sull’azione che scrivo, ma questa è parecchio diversa dalla precedente, qui il personaggio lotta contro qualcuno, mentre nell’altra (Kaori Makimura per intenderci, sezione City Hunter) il mio personaggio era dapprincipio in fuga e solo in un secondo momento ha affrontato il cattivo di turno. Qui non c’è la fuga e la narrazione deve essere veloce oppure rischio di farvi addormentare! L’umanità di Nemesi! Che dire? Non so se tutto finirà con una redenzione, non lo so proprio, ma posso dirti che parte della storia verte proprio su questa umanità che tiene nascosta. Per quel che riguarda Chronos ti rispondo con una frase di Queen Serenity (la madre della Principessa Serenity): “sotto ad un velo si nascondono infinite verità.” quindi attenzione agli avvenimenti. Mamoru… Mamoru è il mio tallone d’Achille. Non so di preciso come si svilupperà la storia per ciò che lo riguarda. Sa, non sa? Questi sono i miei interrogativi, vedremo cosa accadrà. Per la sua rabbia credo che ci sia una spiegazione: si è sentito preso in giro da Usagi. Lui sa che quel che accade attorno a lui non è la verità, questo lo fa infuriare e se la prende con Usagi. Attenta quando dici che sa che ciò che accade attorno a lui, non sto dicendo che conosce la verità, ma solo che ci sono verità che gli sono nascoste. Sono stata abbastanza chiara? Scusa per le parole attaccate nella frase, erano due, una è stata trovata e corretta, l’altra mi sfugge. Per la frase incriminata giuro che non dipende da me, ma dalla correzione automatica d del pc! Ma tranquilla, ho corretta anche questa! Spero che questo capitolo ti sia piaciuto tanto quanto il precedente! Un bacio ed a presto!

- SELENE89: prima di tutto CREPI IL LUPO! Secondo per il riscatto dei nostri due eroi dovrai attendere ancora un po’! di preciso non so. So solo che nella mia mente è tracciata una strada, speriamo che sia quella giusta! L’amore sofferto? Forse è quello vero, non lo credi anche tu?

- VALEPOLIT: mi spiace deluderti ma in questo capitolo loro due si sono incontrati solo per la lotta. È stata una scelta ponderata la mia. Ho deciso di aspettare un po’ per il confronto tanto per avere le idee chiare in testa e rendere il momento della verità, quindi abbi pazienza e sarai accontentata.

- NEPTUNE87: a quanto pare il buon Chronos è riuscito ad incuriosirvi a tutte. Ne sono felice! Immaginando che tutte speravate in Mamoru ho deciso di farvi aspettare un po’, prima Setsuna, dopo il bel principe! E poi mi dite che sono cattiva! Ed il bacio… il bacio potrebbe essere la rivincita di Mamoru! Usagi ruba un bacio a Mamoru… Mamoru ruba un bacio ad Usagi. Alla fine si sta uno pari e palla al centro. Per quel che riguarda gli esami CREPI IL LUPO… in bocca al lupo per il tuo esame del 4, e mi raccomando… un bacio…

Prima di chiudere vorrei salutare DOLCEBUNNY, spero che la maturità sia andata bene! Mi scuso con tutte quelle che hanno sostenuto esami di maturità ed io non ho citato, mi perdonate? E poi cos’altro dire? Questo è il capitolo 18, generalmente le mie storie non sono mai arrivate oltre al 17, ed invece questa è ancora lunghetta, ma non so quanto di preciso! E poi vorrei ringraziare tutte le 221 persone che hanno letto sino al capitolo 17 e le 1765 che hanno letto il primo capitolo (sino ad oggi, 1 luglio 2007 ore 11:24 sono proprio così tante)! Volevo ringraziare anche chi ha messo la storia tra i preferiti e lo faccio in ordine alfabetico.

- AKANE_VAL;

- ANGELICASCERRA;

- ELIE191;

- ERDA;

- FROZEN_WHITEFOX;

- GIROVAGHI;

- KAGOME13;

- KIRBY;

- LAURELIN;

- NEPTUNE87;

- PRINCESSANGEL;

- SELENE89;

- VALEPIGIA;

Spero di poter leggere presto un commento di coloro che non hanno mai commentato ma che hanno messo la storia tra i preferiti, e ringrazio chi commenta ed ha la storia tra i preferiti (troppo ripetitiva?). Adesso però vi saluto e vi rimando al prossimo aggiornamento in data 8 luglio… un bacio a tutte/i!

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Capitolo 19
*** Capitolo XIX ***


Nuova pagina 1

CapitoloXIX

Lentamente riapro gli occhi e mi accorgo, con mio grande stupore, di essere su di un prato immenso, dai confini illimitati. Riprendo coscienza del mio corpo e cerco di alzarmi. Le vesti di Sailor Moon sono scomparse, lasciando il posto a quelli di Serenity. Riconosco questa radura, sono ad Illusion. Deve essere opera di Helios. Allora sono svenuta? Non ricordo nulla di quello che è accaduto dopo che Nemesi se ne è andata. Ancora le sue minacce però rimbombano nella mia mente.

Ti distruggerò. Ti porterò via tutte le persone che ami. Resterai sola ed a quel punto mi implorerai di ucciderti.

Socchiudo gli occhi e cerco di scacciare questo pensiero. Se restassi solo io non riuscirei a sopravvivere. Sono le persone che ho accanto nel corso di questa battaglia che riescono a farmi andare avanti, senza di loro non riuscirei ad essere così forte. Inizio ad incamminarmi in direzione del tempio in cui riposavano i generali prima che li risvegliassi. Mi guardo i piedi ed osservo le scarpe bianche che indosso. Non sono scomode ma non voglio portarle. Senza attendere oltre le tolgo e rimango scalza. Se mi vedesse qualcuno non so cosa penserebbe, ma, al momento, non me ne curo. Il contatto con l’erba bagnata dalla rugiada mi dona una sensazione di vitalità. Era da tempo che non mi sentivo così libera. Riprendo il mio cammino decisa a non pensare più alle minacce della mia avversaria, e per evitare di venire meno ai miei propositi, ripenso alle parole di mio padre. Ripenso a ciò che mi ha confessato nei Giardini del Tempo.

- Padre, rispondereste solo ad una domanda?

- Riguarda Endymion?

Annuisco. Chronos intanto si massaggia gli occhi. Con questo gesto esprime tutta la sua umanità. Il Dio del Tempo dopo tutto non è così differente dagli esseri umani che si prodiga a difendere. Anche esteriormente somiglia loro. Come loro, anche lui può sbagliare, la dimostrazione sta nel modo in cui si è comportato con me e mia madre. Mentre questi pensieri tristi si affacciano nella mia mente, lo sento tossicchiare come a volermi riportare nella sua stessa dimensione. Mi riscuoto del tutto e fissando i miei occhi nei suoi riprendo a parlare.

- Giuro che questa sarà l’ultima volta che riprenderò l’argomento, ma cercate di capirmi: ho bisogno di sapere. Se, una volta sconfitta Nemesi, io rinunciassi allo Ginzuishou, mi sarebbe possibile vivere il mio amore con Endymion?

Sento gli occhi inumidirsi, ma non mi lascio vincere dalla tristezza. Sono preparata a qualsiasi risposta. Qualsiasi. Inspiro profondamente nell’attesa. Intanto una lieve carezza sulla mia guancia. Lo guardo e nei suoi occhi vi leggo tutta la sofferenza che un padre può provare per una figlia. Ho compreso la risposta ancor prima che di dare voce ai suoi pensieri. Ciò nonostante non sono soddisfatta. Forse sono masochista ma voglio sentire la sua voce. Voglio che sia lui a spiegarmi perché non posso amare l’unico ragazzo che riesce a comprendermi sin dentro l’anima.

- Lo Ginzuishou non è solo una pietra dai poteri indescrivibili. Lo ginzuishou rappresenta la tua essenza. In esso è racchiusa la tua forza vitale. La tua tenacia. La tua anima. Il tuo essere. Se rinunciassi ad esso ti svuoteresti di tutte le emozioni che conosci, a quel punto non saresti in grado d’amare nessuno, neppure Endymion. Lo Ginzuishou si ricarica grazie alla tua forza, tramite il tuo cuore puro. Ciò vale anche per il Golden Crystal di Endymion. Le vostre pietre rappresentano i vostri cuori. Dimmi Serenity, è possibile vivere senza cuore? Conosci meglio di me la risposta a questa mia domanda. Mi spiace figlia mia ma, anche se tu, o il tuo principe, decideste di rinunciare alle vostre pietre sacre, il vostro sacrificio sarebbe vano, non sopravvivreste senza l’influsso dei due gioielli.

Chino il capo ed una lacrima silenziosa scende lungo il mio viso, il suo percorso si spezza non appena giunge al mio mento. L’abbraccio di mio padre mi scalda il cuore, che non è mai stato così freddo. Non potrò amarlo. Mai. Sono felice di aver deciso di venire qua non appena questa guerra terminerà. Il proverbio dice lontano dagli occhi, lontano dal cuore, spero che sia così. Ed intanto resto così stretta a mio padre, cercando di godere delle coccole che tanto mi mancano. Solo adesso mi rendo conto di quanto mi è mancata la sua figura negli anni. Vorrei sapere perché lui ci ha abbandonate ma ancora i tempi non sono maturi. Però, dopo alcuni minuti, almeno credo minuti perché in questa dimensione il tempo non scorre, mio padre riprende a parlare.

- Seguimi bambina mia.

Senza aggiungere altro s’incammina verso il fitto dei Giardini del Tempo. Giunti innanzi alla Fontana della Vita, ci arrestiamo. Ammiro estasiata il complesso artistico, che di artistico ha ben poco, se consideriamo che si tratta di una fontana circolare con lo specchio d’acqua ricoperto di ninfee. Nulla di elaborato. Nulla di artistico. Si tratta solo di una fonte che ha origine da una parete ricoperta di edera. Qualcosa di semplice ma allo stesso tempo di misterioso, infatti, si racconta che l’acqua della fonte abbia poteri incredibili, sembra addirittura che riesca a debellare ogni male. Mio padre si ferma davanti lo zampillo d’acqua, io resto due passi dietro. Magicamente il Bastone del Tempo si materializza nella sua mano destra e dopo aver battuto tre colpi sul terreno, l’edera, come se fosse una tenda, si ritira mostrando l’apertura di una spelonca. Mio padre mi fa cenno di affiancarlo, poi con voce grave inizia a parlare.

- Entra Serenity all’interno della grotta. Lì troverai qualcosa che ti permetterà di tener testa alla maledizione che Nemesi ha scagliato su di te. Va e non temere. Il tuo cuore è puro.

Con passo incerto mi avvio. Mi sento richiamata da una forza misteriosa. Non una vera forza, piuttosto un’energia. Un’energia spirituale. È il richiamo di una persona che è stata ma che adesso non è più. Entro nella grotta e con mio immenso stupore mi accorgo che l’interno è illuminato da fiaccole magiche, che restano perennemente accese. Non c’è freddo come ci si poteva aspettare dal luogo in cui mi trovo. Non c’è cattivo odore. Non c’è umidità. Solo una luce tenue. Il gorgoglio della fonte somiglia ad un canto lontano. Un canto di un’epoca che non esiste più. Appena oltrepasso l’ingresso della grotta, il manto di edera torna al suo posto. Il canto della fonte si interrompe. Il silenzio. Totale silenzio. Neanche il crepitio del fuoco. Nulla. Solo io ed il silenzio. Riprendo il mio cammino, ma stranamente sono serena. Sento le forze tornare in me. Nuova energia si fa strada in me. Cammino ancora un po’ ed alla fine giungo al fondo della grotta. Resto stupita non appena scorgo un altare circolare. Un altare di quelli che sono presenti nei templi dell’antichità neoclassica. Al centro, sospesa a mezz’aria, fluttua una pietra che emette una lieve luce azzurrina. Man mano che mi avvicino la luce aumenta. Resto immobile a tre metri dall’altare perché una forza misteriosa mi impedisce di andare oltre.

“ Principessa Serenity perché siete venuta a disturbare il mio sonno millenario? Cosa ha spinto Chronos a rivelarti della mia esistenza? ”

Una voce. Una voce nella mia mente. Non so di preciso se si tratta di una voce di donna o di uomo. Forse sono entrambe. Ciò che mi lascia esterrefatta è il constatare che la voce proviene proprio dalla pietra che continuare a restare a mezz’aria. Resto ancora più perplessa quando comprendo che la pietra mi conosce.

“ Perché sei così stupita Usagi? ”

Sgrano gli occhi per via della sorpresa. Conosce anche la mia identità terrestre. Vorrei indietreggiare ma sono come paralizzata. Questa situazione, in ogni modo, non mi innervosisce. So di non dover temere nulla da questa pietra.

“ Io so tutto Sailor Moon. Ma adesso rispondi alla mia domanda: tu sai chi sono io? ”

Dico di no con la testa. Ed effettivamente è così. Io non so chi, o cosa, mi ritrovo davanti. Improvvisamente, pian pianino, nella mia mente si fa strada un ricordo legato alla mia infanzia, a quando la pace regnava nel Silver Millennium. Uno dei pochi ricordi che contemplano mio padre e mia madre insieme. Una sera. Mentre mi mettevano a dormire, come farebbero due genitori normali. Una fiaba. Un mito. La storia della lacrima della Luna. Un’unica lacrima che ha dato vita al Silver Millennium. La pietra che completa lo Ginzuishou. La pietra che è parte dello Ginzuishou. La pietra da cui dipende lo stesso Ginzuishou. Le mie labbra articolano a fatica un nome e con mia grande sorpresa riesco a pronunciarlo con voce ferma e serena.

- La Pietra di Luna.

Nessuna inflessione nella mia voce. So di aver detto il giusto ed, infatti, la pietra risponde iniziando a vibrare in sinergia con lo Ginzuishou. Una luce improvvisa mi costringe a chiudere gli occhi. Appena cessata lentamente li riapro e la pietra è sparita, al suo posto trovo una ragazza. Resto sorpresa non appena mi rendo conto che questa è identica a me. È identica a Serenity.

- Io sono stata la prima sovrana del Silver Millennium e tu, Serenity, sei mia discendente. Sei colei che più di tutte ha raggiunto la purezza dell’antica sovrana. Sei tu ad essere identica a me e non il contrario. Io e te ci somigliamo tanto perché entrambe abbiamo il cuore puro. Nel mio cuore era racchiusa l’immensità dell’Universo, ed adesso questo fardello grava sulle tue spalle. Serenity tu incarni la guardiana dell’intero cosmo. A te ho lasciato i poteri della guerriera del cosmo. Tu sei Sailor Cosmos. I tuoi poteri si sono manifestati finalmente, ma ancora non sei capace di governarli. Fino a quando impedirai al tuo cuore ed alla tua mente di essere in sintonia io non potrò aiutarti. Di conseguenza non potrò contrastare la maledizione di Nemesi. Adesso, figlia mia, per me è arrivato il momento di riposare. Credi nel tuo amore e ricorda che sotto ad un velo si nascondono infinite verità.

Come è apparsa adesso è sparita. In una luce scintillante. Quando tutto finisce e riapro gli occhi scopro di stringere tra le mani la Pietra della Luna. Tante domande nella mia mente ma so che non troveranno mai risposta.

Mentre ripercorrevo gli ultimi avvenimenti della mia vita mi ritrovo al cospetto del tempio visitato la volta scorsa. Ho deciso di non raccontare nulla di preciso circa a ciò che è accaduto all’interno della grotta. Mi sono tenuta sul vago. Non gli ho confessato neanche che io sono la nuova Sailor Cosmos. Non so perché l’ho fatto, ma dentro di me so che è giusto ciò che ho fatto. Ma altri misteri si nascondono dietro questa storia, anche la prima sovrana della Luna ha ripetuto ciò che ha detto mia madre: sotto ad un velo si nascondono infinite verità. Ma cosa vuol dire? Quali verità si nascondono? Cos’altro devo scoprire di così sconvolgente? Non è già abbastanza essere costrette a non poter amare liberamente? Non è ingiusto essere costretti a lottare contro quelli che un tempo erano amici? Cosa devo aspettarmi ancora?

- Figlia mia…

Nel momento in cui riconosco la voce di mia madre alzo il capo ed allora la vedo. Bellissima nella sua veste bianca. Le corro incontro e l’abbraccio, come ho fatto l’ultima volta che ci siamo viste. Anche stavolta non riesco a trattenere le lacrime e mi ritrovo a piangere come quando avevo tre anni. Mia madre piange con me. Sento i suoi singhiozzi. Intanto deposita tra i miei capelli un’infinità di baci e cerca di tranquillizzarmi. Dopo parecchio tempo mi calmo e finalmente posso guardarla senza dover controllare il mio pianto irrefrenabile.

- Sono così felice di vederti. Ma come mai sei qui? L’ultima volta che ci siamo incontrate eravamo tra le rovine del Silver Millennium mentre adesso sei qui ad Illusion, con me.

- Nel mondo onirico tutto è possibile. Basta solo crederci. È così che va avanti questo regno.

Mi volto verso l’origine della voce e mi ritrovo Helios alle spalle. Sorrido al custode dei sogni ma non lascio il braccio di mia madre, temo che possa sparire da un momento all’altro. Helios intanto si avvicina a noi e dopo un lieve inchino ci fa strada verso delle panche che sono poco distanti dal luogo in cui ci troviamo adesso. Ci sediamo e mia madre prende le mie mani nelle sue. Con sguardo triste inizia a parlare.

- Serenity ti sei accorta che la tua mente è stata manipolata?

- Èos?

Sussurro il nome della mia avversaria. Temo che possa comparire da un momento all’altro e scatenare anche qui l’inferno. Intanto mia madre riprende il suo discorso.

- Esatto. Ho saputo che hai fatto conoscenza con la fondatrice del Silver Millennium. È così?

- Sì ma questo che centra?

Un gesto della mano di mia madre stronca sul nascere ogni mia domanda. Intimorita da questo suo gesto ritorno a fare silenzio, ma in cuor mio sorrido, anche io riesco a zittire la gente con solo un gesto della mano.

- Conosci già la storia del Silver Millennium: ogni sovrana può partorire solo una figlia. Devi sapere però, che non è sempre stato così. Io ho una sorella gemella, Èos.

Non appena mia madre ha pronunciato il nome di sua sorella il mio cuore ha perso diversi battiti. Resto in silenzio. Prima di parlare voglio conoscere la verità. Mia madre comprende il perché del mio silenzio e continua nel suo racconto.

- La legge vuole che, nel qual caso nascano due eredi al trono, la primogenita debba ricoprire il compito di Giudice Divino. Il compito della Nemesi. Quello che tu non sai è che quel compito non doveva toccare a mia sorella. Quel compito doveva essere mio.

Non appena pronuncia l’ultima frase scatto come una molla lasciandole le mani. La guardo con un misto di dispiacere, tristezza, incomprensione. Perché allora è divenuta lei regina? Come ha fatto a infrangere le leggi sacre del Silver Millennium.

- Serenity non perdere la calma. La tua impulsività un giorno ti costerà cara.

La voce di mio padre. Anche lui è qui. Ciò significa, forse una verità sconvolgente? Cosa dovrò aspettarmi? Adesso Chronos prende posto accanto alla sua sposa. Si guardano con un infinito amore. Posso percepirlo. Si sfiorano la mano, il primo contatto dopo mille anni. I loro occhi brillano di luce propria, sembrano stelle rubate al firmamento. I loro cuori battono all’unisono. Si amano e riescono a far trasparire il loro amore in ogni semplice gesto. Inaspettatamente sono felice di vederli uno accanto all’altro. Mio padre e mia madre, insieme, come in una vera famiglia. La felicità è però guastata dalle rivelazioni di mia madre. Solo adesso mi ricordo di Helios. Lo cerco ed alla fine lo scorgo. In un angolo a guardare la scena con occhi pieni di tristezza. Solo adesso realizzo chi è davvero Helios. Mio cugino. Titubante mi avvicino a lui ed una volta giunta al suo cospetto faccio la cosa più logica di questo mondo. Mi inchino al suo cospetto. È lui il sovrano del Silver Millennium. Spetta a lui lo Ginzuishou. Io non ne sono degna.

- Principessa alzatevi. Sono io a dovermi inchinare al vostro cospetto e non voi.

Guardo gli occhi ambrati di Helios e solo adesso mi accorgo che sono identici a quelli di Nemesi, o forse dovrei dire Èos? Non so cosa credere. Le sfumature ambrate sono le stesse, ed anche in mia zia ho visto questa infinita tristezza. Mi chiedo come farò adesso a lottare contro di lei. Il richiamo di mia madre mi riporta verso di loro.

- Ascolta il resto della storia, ti prego.

Annuisco e mi accomodo su di un’altra panca. Non riesco a restarle accanto. La delusione per ciò che ho saputo è ancora troppo fresca. Scruto i miei genitori e mio chiedo perché mai tutti questi misteri. Perché non sono stati chiari dal primo momento. Stringo un lembo della mia veste e cerco di controllarmi. Non voglio più dare modo a Chronos di richiamarmi.

- Io ed Èos crescemmo insieme. Io ero la primogenita e fui istruita al ruolo che mi era stato attribuito. Èos invece era educata per divenire la futura sovrana. La mia istruzione prevedeva anche un breve periodo di addestramento alle Porte del Tempo e fu in questa occasione che conobbi tuo padre.

Si è fermata. Chronos che le è seduta accanto ascolta imperturbabile il suo racconto. È anche la sua vita perché non dice nulla? Perchè non mi racconta qualcosa anche lui? Poi ad un tratto vedo ciò che credevo impossibile. Chronos che stringe le mani a mia madre, credo che stia chiedendo a lei la forza per andare avanti. Resto con gli occhi puntati alle loro mani ed intanto mia madre riprende il suo racconto.

- Un colpo di fulmine come dicono i terrestri. Cercammo di opporci con tutte le forze al nostro amore ma non ci riuscimmo. Il Consiglio Celeste allora fece scegliere ad Èos il destino del nostro amore. Mia sorella fu posta di fronte ad una scelta difficile. Uccidermi oppure confinarmi ai confini dell’Universo. Nella sua bontà Èos trovò una soluzione alternativa. Lei avrebbe preso il mio posto come Giudice Celeste ed io sarei diventata la futura Regina del Silver Millennium. Il Consiglio non trovò nulla da ridire sulla soluzione offerta da Èos e così lei divenne Nemesi. Un mese dopo io e tuo padre ci sposammo. Poi però accadde qualcosa che nessuno di noi aveva previsto. Nemesi si innamorò di un principe terrestre. Thor.

Al sentir pronunciare questo nome mi irrigidisco ancora di più. Thor era il padre di Endymion. Cerco gli occhi di Helios ed allora resto sconvolta. Per la prima volta in vita mia vedo rabbia negli occhi del guardiano di Illusion. Per la prima volta il viso del giovane custode è deturpato dalla rabbia. Inconsciamente mi alzo e mi porto al suo fianco. Gli stringo la mano in attesa che mia madre continui il suo racconto.

- Presto però l’uomo si rivelò soggiogato dal potere di Caos. Il sovrano giusto fu sostituito da un tiranno dispotico. Sulla Terra seguì un periodo di ostilità tra gli stessi abitanti del pianeta. Fu Èos, nel suo ruolo di Nemesi, che affrontando Caos, il fautore di tutto il male, che riuscì a riportare la pace sul pianeta. Mia sorella lasciò il pianeta non appena seppe che Thor era già sposato ed era padre di un bambino, Endymion. Riprese a vagare per lo spazio a dispensare il giudizio finale. Solo dopo un po’ si accorse di aspettare un bambino nato dall’unica notte di passione che si concesse con il sovrano terrestre. Diede alla luce Helios nove mesi dopo, proprio in quella che un tempo era stata la sua casa.

Mia madre si blocca e si volta verso il giovane che è al mio fianco. I suoi occhi lilla sono lucidi a causa delle lacrime che sta trattenendo. Chronos è sempre al suo fianco. Il suo abbraccio adesso è ancora più protettivo. La conosco, è in cerca della sua autorizzazione per proseguire il suo racconto. Permesso che non tarda ad arrivare.

- Il Consiglio Celeste venuto a conoscenza della nascita di Helios ordinò che madre e figlio fossero separati. Era inammissibile che Nemesi avesse dei legami con essere viventi. Lei doveva essere superiore e giudicare nel modo giusto. Chronos, su ordine del Consiglio, fu costretto a portare Helios via dalla madre e lo nascose su Illusion, protetto dal Golden Crystal. Nemesi, ormai provata dalle lotte estenuanti contro Caos, incolpò di tutto a me ed a tuo padre. Poi scagliò una maledizione contro di te, anche se ancora non eri nata. Una volta nata tu avresti rappresentato tutto ciò che lei non avrebbe mai potuto avere: un figlio da amare e da crescere. In verità tramite te voleva ferire me, sua sorella, colei che non fece nulla per impedire che le fosse sottratto il figlio amato. Ed ecco perché predisse che chiunque tu avessi amato lo avresti condotto a morte certa.

- Ditemi madre, è questo il velo che nascondeva mille verità? E’ questo, oppure devo sollevare altri veli? Quali altre verità mi avete nascosto voi ed il vostro consorte? Cos’altro devo scoprire di così sconvolgente?

La voce rotta di mia madre non mi colpisce minimamente. Sono arrabbiata con loro. Mi hanno tenuto nascosta la verità. Hanno giocato con me e con tutte le persone che mi sono attorno. Solo adesso posso comprendere tutto. Adesso ho capito. Ho perso ogni speranza. Non potrò mai amare Endymion, non potrò mai amare nessuno. Vorrei piangere ma non ne ho la forza. Mi alzo e torno indietro. Verso la radura. Resto impassibile. Il sangue mi si è gelato nelle vene. Sono stata condannata. Non potrò mai avere una vita normale. Sento lontane le voci dei miei genitori, mi chiamano, ma io non mi volto. Non voglio mostrare loro la mia disperazione. Presto però sono bloccata. Helios è di fronte a me. Mi guarda con occhi tristi. Forse lui può comprendere il mio dolore, in fin dei conti è stato privato dell’amore dei suoi genitori. Lo guardo e solo adesso riesco a dare libero sfogo alle mie lacrime. Piango. Singhiozzo. Mi dispero. Perché la mia vita deve essere così maledettamente complicata? Perché questa sofferenza? Cosa ho fatto di male per meritarmi tutto ciò? Senza rendermene conto piango disperatamente sulla spalla di Helios, non mi sono mai sentita così avvilita. Sono stata privata di ogni speranza. Per me non esiste un futuro. Per me non esiste nulla.

- Serenity non perdete la speranza. Esiste un modo per annullare la maledizione.

I miei occhi incontrano speranzosi quelli di Helios che intanto mi dona il più tenero dei sorrisi. Forse c’è una speranza. Forse nulla è perduto. Forse potrò amare liberamente. Improvvisamente una nuova paura affiora nei miei pensieri: ma Mamoru sarà disposto ad amarmi appena verrà a conoscenza della verità. Potrà amarmi nonostante le mie colpe? Nuovamente cado vittima dello sconforto. Nuovamente persa. Ancora una volta sola. Cosa devo fare?

- Non temete. Quello che non sapete è che mia madre, nel momento in cui scagliò il maleficio che vi ha condannata alla solitudine, era soggiogata da Caos. Originariamente le ali di Nemesi erano bianche. Pure e candide. Durante la lotta per salvare l’anima di Thor mia madre si sacrificò. Inglobò nel suo essere Caos. Le ali divennero nere per questo motivo. Se tu riuscissi a purificarla lei potrebbe spezzare il maleficio.

Guardo Helios. Nei suoi occhi vedo brillare la speranza. Povero ragazzo, cresciuto in questa dimensione onirica da solo. Senza l’amore di una madre, e credo di aver capito, senza l’amore di un padre. Il suo cuore, in ogni modo, non è stato soggiogato dal male. È puro. Percepisco solo un po’ di rabbia nei confronti del Consiglio Celeste, unico responsabile di tutto ciò. Sorrido al custode di Illusion e poi, vinta dalla curiosità, pongo la domanda che da qualche minuto frulla per la mia testa.

- Helios… Endymion è a conoscenza di questa storia? Sa che tu sei suo fratello?

L’ambra nei suoi occhi si incupisce. Avverto il dolore nel suo cuore. Poggio una mano sulla sua spalla e cerco di infondergli coraggio. Cerco di amplificare il potere dello Ginzuishou. Vorrei utilizzare la Pietra di Luna ma ancora non riesco a controllarla, in realtà non sento la sua presenza. È come se la pietra ancora non mi riconoscesse come sua proprietaria. Fino a che il mio cuore e la mia ragione non saranno in sintonia io non potrò utilizzare il potere della Pietra di Luna. Perfetto! Eliminiamola, facciamo conto che non esista. Facciamo finta che io non ne sia mai entrata in possesso. Per utilizzarla dovrei accettare l’idea di amare, e quindi di uccidere Mamoru, ed io non posso.

- Grazie Principessa per quel che state facendo per me. Mi state rimanendo accanto nonostante io sia il figlio di chi vi ha condannato alla solitudine eterna. Endymion non sa nulla di questa storia. Non sa che io e lui siamo fratelli. Non sa che per me lui rappresenta la sola famiglia che abbia mai conosciuto. Neanche Thor era a conoscenza della mia esistenza. Vostro padre mi portò ad Illusion affidandomi al Re terrestre, senza però rivelargli la verità. Io conobbi la verità mille anni fa. Quando il Silver Millennium fu distrutto. Quando voi ed il Principe, con tutte le guerriere ed i generali, periste per mano di mia madre. Solo allora Chronos venne e mi raccontò ogni cosa, poi andò ad affrontare mia madre e riuscì ad imprigionarla in un sonno millenario. Poi, quando voi vi sareste svegliata, allora anche lei si sarebbe destata dal suo sonno. Vostro padre non riuscì a sconfiggerla perché Nemesi è un’entità superiore che può essere sconfitta solo dalla guerriera leggendaria. La guerriera del Cosmo. Quella guerriera siete voi, non è così?

Guardo Helios con sorpresa, ma dura solo un attimo. Credo di aver capito tutto. Helios è il custode dei sogni, ma nel suo sangue scorre il sangue lunare e quello terrestre. Conosce gli influssi sia dello Ginzuishou, sia del Golden Crystal. Deve aver percepito nello Ginzuishou una nuova energia. Ciò deve essere sfuggito a mia madre perché da spirito ha perso ogni legame con la mia pietra. Chronos invece non ha percepito il potere della Pietra di Luna perché sa che ne sono in possesso, forse crede che il potere che percepisce sia emanato dalla pietra e non immagina che adesso lo Ginzuishou e la Pietra di Luna siano fusi in una sola essenza.

- Ascoltami Helios, innanzi tutto smettila di darmi del “voi”. Siamo cugini ed io sono in debito con te. Ti prometto che farò di tutto per liberare tua madre dal giogo di Caos. Non temere. Presto questa guerra terminerà. Inoltre ti prometto che presto potrai riabbracciarla. Conosco Endymion e so che sarebbe felice di accoglierti. Ricordo che mille anni fa parlava di te con grande affetto. Ti considerava già come il suo fratellino più piccolo senza essere a conoscenza del legame di sangue che vi unisce. Permettimi di raccontargli anche questa parte di verità. Sono stanca di mentire. Sono stanca di dover tenere nascosta la verità. Permettimi di essere sincera.

Guardo gli occhi grandi di Helios e vi leggo il consenso che cercavo. Sorrido radiosa. Finalmente non dovrò più mentire. Adesso temo la reazione di tutti ma non posso fare altrimenti. È giusto che sappiano. Con Helios ci incamminiamo verso il tempio ma prima di essere troppi vicini mi blocca ancora una volta.

- Serenity per favore, fate… cioè… fai comparire lo Ginzuishou.

Guardo storto Helios ma faccio come mi ha chiesto. Tra le mani materializzo la mia pietra. Brilla di una luce bianca e candida. Helios in tanto ha fatto materializzare un pugnale dalla lama argentata. Guardo con orrore il custode di Illusion che con una calma glaciale si taglia un polso. Il sangue non tarda a fuoriuscire dalla ferita. Porta il suo polso ferito sopra la pietra e lascia che qualche goccia cada su di essa. Non appena il sangue raggiunge la superficie dello Ginzuishou, questo, lo ingloba al suo interno.

- La maledizione così dovrebbe essere rallentata. Quello che non ha specificato tua madre è che oltre ad impedirti di amare, questa maledizione ti avrebbe tolto pian piano la vita, perché era anche lo Ginzuishou ad essere stato colpito. Mille anni fa ciò non si è verificato perché tu non lo utilizzavi, ma oggi lottando, fai molta più pressione sulla pietra e la maledizione ha accelerato il suo corso. Nelle tue vene scorre anche il sangue di Nemesi ed è per questo che non sei ancora stata annientata. Aggiungendo al tuo sangue anche il mio, spero di poter rallentare ulteriormente l’effetto. Non posso assicurarti nulla però.

Prendo tra le mani il polso di Helios e rimargino la sua ferita con il potere dello Ginzuishou. Non resta neanche una lieve cicatrice. Nulla. Il braccio è sano come lo era qualche minuto fa. Adesso silenziosamente torniamo al tempio. Vorrei risvegliarmi senza dover incontrare ancora una volta i miei genitori ma non posso. Mia madre forse non la rivedrò più e non voglio andarmene senza aver chiarito. Ed eccomi qui, davanti a loro. Mia madre ha gli occhi gonfi. Mio padre un’espressione sofferente. Sospiro e poi vado loro incontro e li abbraccio contemporaneamente. Presto la mia presa è ricambiata da altre due paia di braccia ed alle mie lacrime si uniscono quelle di mia madre.

- Madre. Padre. Credo di aver capito il perché delle vostre bugie. Sono state dette per proteggermi. Avevate paura che io mi addossassi tutte le colpe. Mi avete mentito per proteggere me, ed in un certo senso avete protetto anche Endymion, però vi prego non fatelo più. Ho il diritto di sapere. Adesso che conosco la verità posso affrontare con più forza Nemesi. Adesso so che devo lottare non solo per difendere la Terra, devo lottare perché lei è soggiogata da Caos. Devo lottare perché devo restituire una madre al proprio figlio e non mi importa cosa dirà il Consiglio Celeste. Ho solo da farti una domanda padre. Perché non hai affrontato Nemesi quando io e la mamma eravamo ancora in vita?

Chronos china il capo in modo mesto. So che per lui è difficile raccontare i fatti di mille anni fa. È Alla fine è lui il solo a conoscere la verità. È lui che ha affrontato Nemesi ed è sempre stato lui a rinchiuderla nel sonno millenario. Alla fine si fa forza ed alzando lo sguardo e fissandomi intensamente risponde alla domanda che per tanto tempo ha disturbato le mie notti.

- Non mi è stato concesso. Il Consiglio Celeste mi ha impedito di intervenire prima. Mi rinchiusero nel Caucaso e mi liberarono una volta che per voi non ci fu più nulla da fare. Venni qui e raccontai ad Helios ogni cosa, poi dopo di che affrontai Nemesi e riuscii a piegarla in un sonno millenario. Io non posso far nulla contro di lei. Lei, in un certo senso, rappresenta ancora la Giustizia Divina e solo la guardiana del Cosmo può battersi con lei ad armi pari. Io successivamente fui esiliato e solo con il risveglio tuo e di tutte le altre guerriere sono stato riaccettato nel regno degli Dei. Ma in verità, non sono più tornato sull’Olimpo. Ormai quella non è più la mia famiglia. Adesso, finalmente posso vivere con te, mi spiace solo di non aver potuto riportare in vita anche tua madre. Il Consiglio non me lo ha permesso perché sorella di Nemesi e forse perché è stato il nostro amore a causare l’inizio di questa guerra.

Mi stringo con maggiore forza ai miei genitori. Poi deposito due baci sulle loro guance e mi stacco. Sorrido loro e così lentamente mi dissolvo. Mi sto risvegliando…

Prima di tutto mi scuso ma non posso fare i singoli ringraziamenti, oggi sono stata a mare ed adesso sto bruciando, si vede che la protezione 20 non è sufficiente. Ho anche la febbre, 37.7 senza contare che sono leggermente ustionata. Perdonatemi ma sto male, ho scritto il capitolo perché ho preso un impegno con voi tutti ed ho intenzione di mantenerlo. Finalmente i misteri sono stati svelati. Nemesi è la zia di Serenity (complimenti a Kirby che aveva intuito il tutto!). Se devo essere sincera questo capitolo non mi convince molto, voi che ne dite? Adesso vi saluto e vi do appuntamento a domenica prossima, il 15 luglio. Dimenticavo! L’esame è andato bene, grazie a tutte coloro che mi avevano chiesto! Un bacio Carmen…

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Capitolo 20
*** Capitolo XX ***


Nuova pagina 1

Capitolo XX

Ho come l’impressione che per me, quella di svenire, stia diventando una brutta abitudine. Quante altre volte è capitata? Due o tre? Ma che importa. Adesso in testa ho tantissima confusione. Vorrei restare altri due minuti così, occhi chiusi e completamente rilassata, considerando anche che nella stanza c’è Mamoru e non mi sento pronta per un faccia a faccia, non ancora per lo meno.

- Per quanto ancora vuoi fingere di essere addormentata?

Ecco! Mi spiegate come fa a conoscermi così bene? Come ha fatto a capire che non sto riposando davvero? Inutile continuare a crogiolarsi tra le coperte, è il giorno della verità. Coraggio Usagi, non puoi più rimandare. Stiracchiandomi apro lentamente gli occhi. Mamoru è seduto su di una poltrona posta di fronte al letto. Mi metto a sedere sul letto e con sgomento mi accorgo di indossare una camicia da uomo. Come ho fatto ad indossarla? Tiro le coperte sin sotto il mento, poi guardo Mamoru in attesa di una risposta. Il mio sopracciglio inarcato trema notevolmente, segno che sono molto nervosa.

- Cosa vai a pensare? Sono state Haruka e Minako. La prima ti sorreggeva mentre la seconda ti ha cambiato.

Mi rilasso e lascio cadere le coperte. Mi metto a sedere sul bordo del letto e poggio i piedi sul freddo pavimento. Un brivido risale lungo la mia colonna vertebrale e mi costringe a stringermi le braccia attorno al corpo. Improvvisamente sono colpita da una massa informe blu. La scosto dal viso e cerco di riordinare i capelli che intanto mi sono finiti davanti gli occhi. Guardo l’oggetto che mi ha colpito e scopro che è un maglione, suppongo di Mamoru. Lo annuso e riesco a percepire il suo profumo.

- Guarda che è pulito, puoi indossarlo senza problemi.

La voce del proprietario del maglione mi ricorda che sono in casa sua, seminuda e seduta su di un letto matrimoniale. Arrossisco ed indosso in fretta e furia il maglione. Come previsto, è almeno quattro taglie più grande del dovuto. Le maniche sono abbondantemente lunghe, mentre il maglione mi arriva quasi sopra il ginocchio. Arrotolo leggermente le maniche, così da potere essere più libera. Mi alzo e porto le mie mani dietro la nuca così da sollevare i capelli, compiendo questo gesto il maglione si solleva e va a scoprire più della metà delle mie cosce. Mamoru non perde certo l’occasione e mi guarda in maniera lasciva, poi distoglie velocemente lo sguardo quando si accorge di essere stato colto in fallo. Gli lancio un cuscino che lo colpisce in pieno. Sbiascico un “maniaco!” prima di aprire e poi sbattere la porta rumorosamente alle mie spalle. Cammino come una furia verso il salone, sperando di trovare i miei vestiti. Maniaco ecco cosa è. Come si è permesso di guardarmi le gambe e poi la sua espressione.

Calmati Usagi non fare la parte della santarellina perché non ti si addice. In realtà ti piace essere guardata così da Mamoru!

Maledetta coscienza. Ci si mette anche lei. Cerco in giro per la stanza ma dei miei vestiti neanche l’ombra. Rimango, in ogni modo, stupita dall’ordine che regna nella stanza. È così diversa dalla prima volta che sono venuta. È ordinata, pulita, vivibile. Sicuri di essere nello stesso appartamento? Senza pensarci oltre mi metto a sedere sul divano. Tiro le ginocchia al petto ed il maglione le segue nel loro movimento. Non m’importa se lo sformo, così impara a guardarmi le gambe.

- Ti ricordo che quello è un mio maglione e così lo stai sformando.

- Taci maniaco e pervertito.

Volto il capo dal lato opposto rispetto Mamoru e guardo fuori la grande portafinestra. Il cielo è grigio. La città è ricoperta da una coltre bianca che la rende magica. Senza accorgermene mi alzo e mi avvicino alla portafinestra. Poggio le mani sui vetri ed ammiro incantata la città. Natale. Ormai manca poco alle feste. Generalmente in questo periodo sono elettrizzata, le luci mi danno alla testa ed il profumo di dolci mi mette di buonumore, ma non quest’anno. Il mio cuore è stretto in una morsa dolorosa. Guardo fuori e con la mente torno ad Illusion. A ciò che ho scoperto. Alla verità. Adesso come farò a lottare contro di lei? Come potrò continuare ad attaccarla? Sollevo gli occhi e vedo la mia immagine riflessa. I capelli arruffati. Gli occhi lucidi. Un’espressione spaurita. Dove è finita la Usagi che conosco? Quella che non si lascia abbattere da niente e nessuno? Si è persa. Mamoru si avvicina. Adesso è proprio dietro di me. Fisso i suoi occhi attraverso il vetro. È vicino. Troppo vicino. Sta per poggiare una mano sulla mia spalla. Mi scanso prima che il contatto diventi inevitabile. A questo gesto segue il suo dispiacere. I suoi occhi sono tristi. Mi guarda confuso. Perché? Mamoru lo faccio per te.

- Usagi se è per il bacio del parco ti assicuro che io…

Lo blocco. Non voglio ricordare ancora quel bacio. Non posso. Lo oltrepasso senza guardarlo. Solo adesso vedo i miei vestiti piegati su di una sedia della cucina. Li prendo e li stringo forte a me. Cerco di tranquillizzarmi ma è inutile. È il momento della verità. Devo raccontargli tutto. Non posso più rimandare o lo faccio adesso o mai più.

- Mi metto i miei vestiti e poi ti racconto tutto.

Non gli do il tempo di parlare. Mi dirigo verso la sua stanza da letto. Stavolta chiudo lentamente la porta dietro di me. Poggio la schiena contro la porta. Mi lascio scivolare sino a terra. Mi raggomitolo. Porto le ginocchia al seno e poi abbasso la testa. Un singhiozzo. Poi un altro ed un altro ancora. Alzo la testa di scatto e con il dorso della mano asciugo le lacrime. Non posso permettermi di piangere, non ancora. Mi alzo. Mi cambio. Rimetto i pantaloni color caffè ed il lupetto bianco. Sistemo i capelli. Cerco i miei stivali. Li indosso. Mi guardo allo specchio e tento di nascondere i segni del pianto. Lego i capelli in una coda alta e mi guardo per l’ultima volta allo specchio. Devo dare l’impressione di essere fredda. Devo apparire priva di ogni emozione. Perfetta. Controllata. Glaciale. Guardo il riflesso dei miei occhi. Cerco di autoconvincermi. Spero di potercela fare. Io devo farcela. Un ultimo sospiro. Apro la porta e lascio nella stanza chiusa tutte le mie incertezze, almeno spero di averle chiuse dentro.

Entro nella stanza e lo vedo. Seduto sul divano. Le gambe leggermente divaricate. I gomiti poggiati sulle ginocchia. La testa posata sui pugni chiusi. Sembra… sofferente. Resto un attimo a fissarlo. È solo un attimo. Torno ad essere la regina del ghiaccio. Alza lo sguardo. I suoi occhi sono impenetrabili. Entrambi sappiamo che è un momento difficile. La fine di tutto ciò che conosciamo. L’inizio di una nuova battaglia. Sicura e convinta mi porto alla finestra. Guardo ancora una volta la città coperta di bianco. Cerco di trovare dentro di me la forza per iniziare a parlare. Guardo fuori.

- Usagi, la volta in cui ti materializzasti qui con Nephrite, Jadeite e Zoicite, dopo averli risvegliati dal loro sonno millenario per intenderci, durante il tuo riposo deliravi e parlavi di un amore maledetto. Che cosa centra con Nemesi?

Resto sorpresa. Non immaginavo di aver delirato durante il mio sonno. Cos’altro avrò detto di compromettente che nel frattempo Mamoru avrà rielaborato a suo vantaggio? Bene meglio che trovi il coraggio per parlare. Forza Usagi.

- Per favore non interrompermi sino alla fine.

Mi ascolto e scopro che non posso essere io a parlare con questa voce calma. Bassa. Piatta. Non posso essere davvero io. Sto nascondendo i miei sentimenti in maniera magistrale. Non posso crederci. In cuor mio mi congratulo con me stessa per come riesco a fingere. Per come nascondo la mia sofferenza. Guardo Mamoru riflesso nel vetro. Non si è spostato dalla sua posizione. È ancora silenzioso. Sempre poggiato sui gomiti. Occhi fissi sul tavolino davanti al divano. Parlo. Gli racconto del Silver Millennium, di come nacque e di come prosperò durante il regno di mia madre, per il momento ometto la verità su Nemesi, ne parlerò al momento della Verità, appunto, quella con la V maiuscola. Poi passo a raccontare del Golden Kingdom, di Helios e di Illusion, anche qui, per il momento ometto la verità sul rapporto che lega i due giovani, il legame di sangue che li rende fratelli.

- Già conosco questa storia e c’ero anch’io quando i nostri regni sono stati distrutti. Usagi voglio sapere la verità. Quello che sai riguardo a Nemesi e perché ci odia tanto.

Il tono della sua voce si alza e con esso anche la sua testa. Adesso osserva le mie spalle. Mi correggo. Cerca i miei occhi riflessi nel vetro della portafinestra. Resto ferma a perdermi nell’immensità di questo sguardo, forse potrò ammirarlo per l’ultima volta, temo in seguito di trovare solo odio. Chiudo gli occhi ed inspiro profondamente, li riapro e mi volto. I pugni chiusi lungo i fianchi. Lo sguardo fisso su di lui. La schiena poggiata sul freddo vetro.

- Allora passiamo alla nota dolente della storia. Non è vero che noi due non ci conoscevamo. È tutto falso. Chronos, mio padre, ha manipolato la tua memoria per impedirti di ricordare.

Attendo silenziosa la reazione di Mamoru. Resta ancora imperturbabile. Silenzioso. Attento ad ogni mia piccola espressione. Solo i suoi occhi si sono mossi un istante. Un momento. Sorpresi. Lo fisso ed alla fine, dopo aver capito che non mi interromperà, riprendo il mio racconto.

- Ci conoscemmo ad un ballo, per la precisione al ballo dei miei sedici anni, quando fui presentata come erede del Silver Millennium. Tu all’epoca avevi vent’anni ed eri a capo delle armate del tuo regno. Restai affascinata. Ammaliata. Incantata. In una parola innamorata. Il tuo portamento. I tuoi occhi. Il tuo sorriso. Nascosi, per tutta la serata, il rossore che imporporava le mie guance ogni volta che il mio sguardo si posava sulla tua persona. Rispetto a te io ero ancora una bambina e non osavo avvicinarmi al grande Principe Endymion, erede del Golden Kingdom. Le tue gesta erano giunte sino a me e forse, ancor prima di conoscerti, ero già infatuata. Non saprei davvero. Durante la festa fui circondata da tutti i principi delle galassie e da tutti i generali e colonnelli. Era un assedio. Riuscire a far innamorare la Principessa Serenity era la missione di tutti i diplomatici presenti quella sera, tutti eccetto uno: Endymion. Non mi degnavi di uno sguardo, una parola, nulla. Per te ero invisibile. Solo nel momento in cui, il protocollo prevedeva che tutti i regnanti presenti o i loro delegati presentassero i saluti alla Principessa ed a sua madre, ti sei avvicinato. Solo allora il grande Endymion si è degnato di posare il suo sguardo sulla piccola principessina. Solo pochi istanti ma il mio cuore iniziò a galoppare come mai prima di allora. Arrossii. Distolsi lo sguardo e tu andasti via. Alla fine del ballo feci ritorno alle mie stanze, con un unico pensiero, il tuo. Quella notte non riuscii a dormire tanta era l’emozione per averti incontrata. Ero solo una ragazzina di sedici anni che aveva incontrato il suo eroe. Non puoi immaginare l’emozione provata il giorno seguente quando ti incontrai nei miei giardini. Solo io potevo accedervi, ma con mia grande sorpresa ti incontrai lì e ciò mi fece avvampare ancora di più. Non riuscii a parlare. Rimasi impalata a fissarti mentre passeggiavi tra i roseti. Tu, sei stato tu, ad accorgerti della mia presenza. Un baciamano lievissimo ed io impazzii. I tuoi occhi erano ancora più belli alla luce del sole. Iniziasti a parlare e mai sentii voce più melodiosa. Ero completamente soggiogata a te. Ero una perfetta idiota. Innamorata e stracotta.

A questo punto mi interrompo per guardarti negli occhi. Per capire se mi stai ascoltando. Arrossisco come quella sera al ballo. I tuoi occhi esprimono tutto il tuo stupore e la tua incapacità a comprendere. Stai per parlare ma ti blocco scuotendo il capo. È così difficile per me raccontarti tutto, figuriamoci se ti metti a fare domande. Voltandomi, ed ammirando la città dall’alto, riprendo il mio racconto.

- Inizialmente temevo il tuo carattere così forte, ma anche così taciturno. Mi mettevi soggezione e così anch’io diventavo taciturna in tua compagnia. Poi conoscendoti meglio riuscii a capire che la tua era solo una maschera, una corazza, e così anch’io inizia sciogliermi ed ad essere più naturale. Riuscivo a sorridere senza imbarazzo e dopo poco riuscivo anche a ridere tranquillamente. Non potevo credere che il famigerato Principe Endymion fosse così “normale”. Presto però tornasti nel tuo regno. Nemesi imperversava e Thor non riusciva più a tener fronte ai suoi attacchi. Partisti per la Terra. Quando la minaccia di Nemesi fu annientata, o almeno così credemmo, mia madre, mi mandò sul tuo pianeta per purificarlo con il potere dello Ginzuishou giacché il Golden Crystal da solo non riusciva a contrastare l’influsso malefico dell’Angelo Caduto. Avevo già diciotto anni, tu ventidue, quella guerra portò via due anni della nostra vita, anni in cui riuscimmo a tenerci in contatto tramite lettere che scrivevamo puntualmente ogni giorno. Al mio arrivo sulla Terra la tua gente mi accolse con gioia. Utilizzai subito lo Ginzuishou e la distruzione ed il dolore lasciarono il posto solo alla speranza ed alla gioia. La sera stessa si festeggiò la fine della guerra con un ballo a corte. Era la prima volta che lasciavo il mio regno ed ero incantata dalle meraviglie offerte dalla Terra. Il mare. La sabbia. La diversità di animali che popolavano i boschi. Il vento. La pioggia. Era tutto nuovo per me. Il Silver Millennium non mi regalava tutte queste novità. Da noi lo Ginzuishou riusciva a mantenere sempre la primavera. Mi portasti in giro per il tuo regno per giorni interi ed ogni volta era una sorpresa. Una mattina poi la sorpresa più bella.

A questo punto mi fermo. Non riesco ad andare oltre. Una lacrima scivola dai miei occhi ma subito l’asciugo. Non voglio farmi vedere così vulnerabile. Resto in silenzio attratta come non mai dalla punta dei miei stivali. Mamoru si alza e si porta davanti a me. Tremo. Non lo voglio così vicino, non adesso che sono così fragile. Sposta una ciocca, sfuggita alla coda, la porta dietro il mio orecchio e così facendo mi accarezza la guancia. Rabbrividisco. Mi mancano le sue carezze. Mi mancano da morire. Facendo violenza contro la mia persona sollevo la testa e lo fisso negli occhi. Solo un attimo. Per capire cosa sta provando. Sembra sorpreso ma anche felice. Non saprei di preciso. Lo oltrepasso e mi porto vicino la porta che dà sul corridoio. Da qui riprendo il mio racconto.

- Una mattina, prima dell’alba, sbucasti nella mia stanza e facendomi fretta mi costringesti ad alzarmi e vestirmi. Sellasti il tuo cavallo e poi partimmo al galoppo verso la spiaggia. Il vento tra i capelli mi dava una sensazione di libertà mai provata prima. Ridevo felice mai come allora. Alla fine della corsa ti fermasti nei pressi di una spiaggia…

- Lì ammirammo il sorgere del sole e dopo ti baciai. Il nostro primo bacio.

Muoio. Hai ricordato. Hai ricordato quel giorno. I tuoi occhi brillano estasiati. Felici. I miei sono colmi di lacrime. Ricordo ancora la sensazione indescrivibile di quel bacio. Il calore percepito. La paura e la gioia. Ricordo ancora oggi il sapore delle tue labbra. Vorrei tornare a quel momento e non andare oltre. Sospiro. Cerco i tuoi occhi e continuo il mio racconto.

- Già. Il nostro primo bacio. A quel bacio ne seguirono molti altri. Al nostro amore si aggiunse quello delle mie guardiane e dei tuoi generali. Dopo poco tempo tornai nel mio regno e tu partisti con me per chiedere la mia mano a Queen Serenity. Lasciasti i generali a ricostruire il regno, saresti stato via solo pochi giorni. Giorni letali per il Golden Kingdom. Nemesi attaccò nuovamente, stavolta riuscì a vincere. Uccise tutti. Il tuo esercito. I tuoi generali. Thor. Nessuno si salvò.

- Basta Usagi, ti prego. Chronos ha lasciato inalterata questa parte della mia memoria. Ricordo tutto nei dettagli e se così non fosse me ne rallegrerei. Non può essere peggio di ciò che ricordo.

Nella sua voce tutta la sofferenza. La mia sofferenza. Mi stringe per le spalle. Mi scuote. Gli occhi lucidi. Il respiro affannato. Stavolta sono io a fargli una carezza. Cerco di calmare la sua disperazione. Mi costa continuare nel mio racconto.

- Come desideri. Dopo l’attacco di Nemesi volevi tornare sulla Terra, ma io e mia madre riuscimmo a farti cambiare idea. Era impensabile. Troppo pericoloso. Eri rimasto l’unico membro della famiglia reale terrestre. Restasti con me, nel mio castello. I primi giorni furono terribili. Rinchiuso nelle tue stanze. Non volevi vedere nessuno, neanche me. Non mangiavi. Non parlavi. Credo anche che non dormissi. Il quinto giorno lasciasti le tue stanze. Ti trovai sul terrazzo che dava sui miei giardini privati. Non parlasti. Un abbraccio e poi di corsa nei miei giardini. Lontani da occhi indiscreti iniziò tutto. Il mio addestramento. Una sfera di energia. Io restai ferma. Immobile. Terrorizzata. Che Nemesi fosse riuscita a plagiarti? No. Un attimo prima di essere colpita un muro dorato, creato da te. Mi spiegasti le tue intenzioni. Addestrarmi ed insegnarmi a difendere. Sia con lo Ginzuishou sia con la spada. Passammo un mese così. Allenandoci ogni giorno. Per otto, dieci, dodici ore. Ero esausta ma non lo davo a vedere. Sapevo che lo facevi per me. Poi una riunione. La decisione. Saresti partito con il mio esercito per fermare Nemesi. Ma ciò non avvenne.

Mi blocco. Tremo leggermente. Ricordi dolorosi. Troppo dolorosi.

Nella mia mente rivedo uno ad uno i corpi senza vita delle mie guardiane.

Mia madre.

Luna. Artemis.

Ed infine lui. La sua mano tesa in cerca del mio viso.

Una lacrima scivola lungo la mia guancia. L’asciugo con il dorso della mano in un gesto rabbioso. Impreco a causa della mia debolezza. Inizio a vagare per la stanza e con voce spezzata riprendo il mio racconto.

- Nemesi ci attaccò. Prima Haruka e Michiru. Poi Setsuna. Mia madre. Mercury e Jupiter. Luna ed Artemis. Minako e Rei. Tu. Infine Hotaru. Uno ad uno cadete tutti sotto i colpi di Nemesi. Rimasi solo io. La vostra speranza. E sai cosa feci a quel punto? Vuoi sapere cosa ha fatto la grande Serenity? Ha impugnato la tua spada e si è tolta la vita. Mi sono uccisa. Voi tutti avevate riposto la vostra fiducia in me ed io mi sono uccisa. Vi ho delusi tutti. Non merito la vostra stima. Non merito nulla. Io… io mi odio…

Non riesco a continuare. Sono piegata in due dal dolore. Inginocchiata a terra. I singhiozzi mi dilaniano l’anima. Le lacrime non sono trattenute più. Escono di corsa. Arrestano la loro corsa non appena toccano il pavimento. Batto il pugno più e più volte sul freddo pavimento. Non posso andare oltre. Non riesco. Ed ecco l’imprevisto. Lui. Mi abbraccia e cerca di tranquillizzarmi. Potrebbe sembrare una stretta asfissiante ma non lo è. Percepisco il turbamento del suo animo. Mi aggrappo al suo maglione scuro come se fosse la mia ancora di salvezza. Pian piano mi calmo. La sua voce ha il potere di rilassarmi.

- Calmati. Non hai nessuna colpa. Pretendevamo da te qualcosa che era contro la tua natura. Serenity non avrebbe mai potuto attaccare Nemesi. Non è colpa tua.

Deposita lievi baci tra i miei capelli ed accarezza la mia schiena. Mi parla con infinità dolcezza. Sgrano gli occhi. No. Non posso. Mi scanso e mi alzo di scatto. Gli occhi ancora mi bruciano. Le guance ancora rosse ed accaldate. La coda disfatta. I capelli ricadono disordinati sulle mie spalle. Mamoru mi guarda perplesso. Una mia mano protesa in avanti ci divide come se sfiorarci significasse morire. Scuoto il capo ed altre lacrime ricominciano a cadere.

- Mamoru stammi lontano. Non avvicinarti.

- Usagi calmati. È tutto finito.

- No. Nulla è finito. Devi conoscere il resto della storia. Quella che fino a poche ore fa anch’io ignoravo. Nemesi… Nemesi è la legittima erede del Silver Millennium. Lei è la sorella gemella di mia madre. È mia zia.

Mi blocco. Guardo i suoi occhi e vi leggo la sorpresa. Terrore. Rabbia. Vorrei leggervi anche odio nei miei confronti, ma non lo trovo. Odiami Mamoru così per me sarà più facile starti lontano.

- Le leggi del Silver Millennium prevedono che nel caso in cui nascano due eredi al trono, il primogenito diventi la Nemesi, il secondogenito sarà il nuovo sovrano. Quel compito spettava a mia madre, ma Èos, è questo il vero nome di Nemesi, cedette il regno a mia madre. L’amore dei miei genitori ha dato vita a tutto ciò.

- Quindi l’amore maledetto è il loro.

Sorrido mestamente. Non guardo Mamoru. Non ci riuscirei. Adesso sono più calma e guardo fuori la finestra. La neve ha ripreso a calare sulla città.

- No. Mamoru siediti. Ciò che sto per raccontarti non ti piacerà.

Il suo viso si contrae in un’espressione sgomenta. Prende posto sul divano mentre io torno alla portafinestra. Guardo ancora fuori, la neve continua a cadere silenziosa. Cerco i suoi occhi nel riflesso. Sono dissi sulla mia schiena. Mi volto ed inizio a parlare.

- Èos prese il posto di mia madre e divenne la Nemesi. durante il suo pellegrinare raggiunse anche la Terra all’epoca sotto l’assedio di Caos. Conobbe Thor, tuo padre, e rimase affascinata dalla magnificenza della sua persona. Intanto Caos era riuscito a soggiogare tuo padre e si impossessò del suo corpo. Il sovrano magnanimo venne sostituito da un despota. Nemesi intervenne e lottò contro Caos. Per liberarsene decise di inglobarlo nel suo spirito. Riuscì a vincere. Ma non solo.

- Mio padre l’amava. Non è così?

Annuisco. All’epoca Endymion era solo un bambino ma a quanto pare era molto sveglio. Deve aver intuito tutto. Riprendo il mio racconto anche se adesso vorrei abbracciarlo stretto e lenire il suo dolore.

- Già. Dopo poco tempo Nemesi si accorse di aspettare un bambino. Tuo padre non ne fu informato. Partorì nella sua antica patria, ma il bambino le venne strappato appena nato.

Mamoru scatta in piedi. Stringe i pugni. Le nocche sono bianche. Tutta la sua rabbia. La sua delusione. I suoi occhi sono tempestosi.

- Che fine ha fatto quel bambino?

La sua voce tuona imperiosa. Sta urlando. Non lo ha fatto quando ha ascoltato la verità sulla sua morte e lo fa adesso. Anche lui è umano ed anche lui ha dei limiti.

- Chronos lo portò ad Illusion. Quel bambino è Helios.

Scatta in mia direzione e mi afferra per le braccia. La stretta è dolorosa. Quasi, mi solleva da terra e fissa i suoi occhi nei miei. Il suo volto è sfigurato dall’ira. Non riesco a reggere quegli occhi così carichi di risentimento. Chino il capo e solo adesso mi accorgo di essere percorsa da tremiti. Mamoru allenta la presa. Io riprendo a respirare regolarmente. Avevo trattenuto il fiato.

- Helios ha scoperto tutto mille anni fa, il giorno in cui Nemesi attaccò il Silver Millennium. Chronos gli raccontò tutto prima di affrontare Nemesi e rinchiuderla nel suo sonno millenario.

- Devo parlare con Helios.

Mi lascia andare e si volta. Sta per raggiungere Illusion ma lo blocco per il polso.

- Mamoru c’è dell’altro. Ti prego ascoltami. L’amore maledetto, è il mio. Nemesi dopo che le fu strappato dalle braccia Helios lanciò una maledizione contro di me che ancora non ero nata. Chiunque avessi amato sarebbe stato condannato a morte. Il mio amore lo avrebbe ucciso.

A questo punto mi fermo. Gli ho raccontato tutto. Tutto quello che doveva sapere riguardo quella notte di mille anni fa e quello che accadde ancora prima. Attendo. Attendo la sua reazione. Ira. Confusione. Inferno. Non so cosa aspettarmi. Attendo tacitamente.

Un bacio. Caldo. Rassicurante. Inatteso. Le sue labbra morbide. Vellutate. Carnose. Sono immobile. Non capisco nulla. Sento solo le sue braccia a cingermi la vita. Il calore sprigionato dal suo corpo. Una nuova energia scorre in me. Il calore non si propaga solo dal suo corpo. No. Adesso lo sento dentro di me. Adesso sento dentro di me nuova energia che mi carica come non mai. Poi ancora la sua morte ed allora mi risveglio. Torno ad essere padrona della situazione. Vorrei lasciarmi andare. Ricambiare il bacio ma non posso. Mi scosto ed il flusso di energia svanisce non appena torno con i piedi per terra.

- Va da Helios. Ti amo ma noi… non esiste nessun noi…

Così dicendo scappo ancora. Per l’ennesima volta. Senza cappotto. Senza nulla per coprirmi. Cammino sotto la neve per le strade di Tokyo, ma adesso sono più leggera. Almeno lui conosce la verità.

Ed ecco qua il capitolo tanto atteso. Mi spiace ma Mamoru non ha dato fuori di matto. Anzi è stato calmo e misurato. Molto Mamoru direi. Adesso passando alla storia posso dirvi il vero significato del nome Èos… potevo darlo anche la scorsa settimana solo che la fretta è cattiva consigliera e così l’ho dimenticato… Èos personifica l’Aurora, sorella di Selene, la dea della Luna. Avete capito adesso? Allora cosa ne dite di questo confronto. Inizio in tono leggero per proseguire con toni duri (almeno spero che lo siano), per finire con la malinconia di un addio? Tengo a precisare che in questa parte dedicata alle recensioni ringrazierò anche chi ha recensito in precedenza ma che non ho potuto ringraziare nel capitolo scorso, quindi leggete tutti i ringraziamenti.

RINGRAZIAMENTI del capitolo XIX

- KILLKENNY: oddio davvero ho sortito un effetto simile nei confronti di Killkenny Babel? Non posso crederci! Tranquillizzalo o mi distrugge Nemesi prima della fine della fanfic! Io spero di evitare la morte di tutte le guerriere, mi impegnerò lo giuro!

- DINNY: grazie ma adesso dopo la scottatura sto facendo la muta come i serpenti, non sai che nervoso, ed oggi non sono andata a male perché in questo momento ho la pelle troppo sensibile (e due esami di preparare…). Anche in questo capitolo ho messo del sentimento ed un altro bacino, che ne dici? Per Nemesi vedremo come reagirà… mentre per la mia pelle… io sono scurissima solo che era il primo sole con una protezione 20 scaduta da tre anni solo che non me ne ero accorta, come sono sbadata!

- HATORI: adesso sto meglio e sono felice di sapere che la storia continui ad essere di tuo gradimento. Nel capitolo XIX ho cercato di rispondere a tutte le possibili domande che si sono affollate nella vostra mente, spero di esserci riuscita. Adesso ti saluto… ciao ed aggiorna presto che sono curiosa di sapere come va la cena…

- NEPTUNE87: adesso sto meglio, ma sono ansiosa di sapere cosa ne pensi di questo capitolo. La reazione di Mamoru ti convince? A me non tanto, forse dovevo essere più dura, non trovi?

- BLUE1989: ciao, grazie per il pensiero ma sto meglio. Per la storia passo a rispondere alle tue domande. La storia era delineata nella mia mente, ma non così. Avevo intenzione di mettere in parentela Nemesi e ma certo non Helios ed Endymion ed invece… il mio cervello ha fatto a modo suo! La soluzione è presente? Dove dimmelo perché io non la vedo. Nel frattempo potresti farmi notare gli “orrori” di ortografia che corro a correggerli! Un bacio a presto.

- VALEPOLIT: sono guarita ma adesso ha la tachicardia. Voglio sapere cosa pensate di questo capitolo. Rispondetemi. Questo capitolo è abbastanza convincente? Io muoio di curiosità, Mamoru è stato troppo morbido? Non so che pensare.

- KIRBY: è la prima volta che mi ustiono, ma a parte la febbre non bruciavo così tanto sai? Meno male… adesso però sto facendo la muta… grazie per i complimenti, ma dimmi cosa ne pensi di questa reazione di Mamoru? Troppo buono? Io credo di sì, non mi convince… per la reazione con Helios, vedremo… adesso sto meglio ed aspetto il tuo responso! Un bacio e a presto.

- PRINCESSANGEL: dai che le parentele sono delineate con facilità, e poi mi sono ispirata a Kirby che con storie ricche di parentele è la numero uno (parlo di “Una minaccia dal futuro 1 e 2”). Mi spiace che tu non ci sia per due settimane ma comunque perderai solo due capitoli, al massimo tre se non potessi leggere subito. Adesso goditi le meritate vacanze e pensa a cosa scrivere nei nuovi capitoli delle tue fanfic.

-GIROVAGHI: la sola che ha colto la presenza della Pietra di Luna (che è una pietra che esiste davvero). Vedremo come si metteranno le cose. Spero che questo capitolo sia convincente quanto il precedente.

- USAGI_84: ustiona passata e capitolo nuovo sfornato. Cosa posso dirti? Il capitolo è stato scritto apposta per rispondere a tutte le vostre domande e spero di esserci riuscita. Adesso vorrei sapere cosa ne pensi di questo.

- MIKI90: sei contenta di questo bacio? No? Ma cosa vorresti? Usagi non può lasciarsi andare o Mamoru muore. Comunque sapere di essere una delle tue autrice preferite mi rende orgogliosa, dovrò stare attenta e scrivere facendo maggiore attenzione, non vorrei deluderti!

- STREGA_MOGANA: intanto sembra che Mamoru sia convinto a mettere da parte l’orgoglio e stare con il suo coniglietto, ma lei non è dello stesso avviso. Cosa accadrà adesso? Hai visto che nonostante la febbre il mio cervellino cammina? Che sorpresa… ma dimmi questo capitolo ti è piaciuto?

- SELENE89: ed ecco domenica. Ecco le risposte alle tue domande. esaurienti? Cosa ti aspettavi di diverso?

- BLOODY MARY: tutti questi complimenti potrebbero farmi tornare la febbre! Per quel che riguarda la storia di Michiru&Haruka non so che dirti la storia è raccontata in prima persona da Usagi, ma prometto che cercherò di dare più spazio al loro amore. Cercherò non assicuro nulla.

RINGRAZIAMENTI del capitolo XIX:

- HACHI91: ciao e benvenuta, ma “date a Cesare quel che è di Cesare” Killkenny Babel non è di mia proprietà, è di un autore di EFP che non finirò mai di ringraziare per avermi prestato questo personaggio, grazie Killkenny! Sua è anche la figlia mentre mia è l’idea di farla tenere prigioniera da Nemesi. Forse è vero Haruka è stata un po’ OOC ma vedrai nei prossimi capitoli si riprenderà e tornerà ad essere combattiva come sempre. Per il ritorno delle due guerriere non so quanto dovrai attendere, forse il prossimo capitolo (il XXI per intenderci)? O forse no? Chi lo sa! Mi spiace ma non so se riuscirò ad aggiornare in anticipo ho da preparare due esami ed il tempo è tiranno. A presto e grazie per le recensioni!

- SAILORMOON81: e così non ci sarai sino a settembre, io comunque spero che tu riesca a leggere i capitoli che aggiungerò alla fanfic. Per quel che riguarda la storia hai visto che anche Nemesi ha un cuore? Poverina ha rinunciato ad una vita certamente più facile di quella che ha condotto sino a poco prima dello scontro con Caos, in favore della sorella. Poi le hanno tolto il figlio appena nato, cerchiamo di comprenderla e giustificarla! Usagi speriamo che con la Pietra di Luna e con il sangue di Helios riesca a recuperare energie… per la punteggiatura giuro che mi impegno ma a volte qualche virgola scappa e non è facile riprenderla! Per i complimenti riguardo i miei miglioramenti ne sono lusingata!

- ELIE191: grazie per i complimenti e scusa se prima non ho potuto rispondere al tuo commento. Spero che anche questo capitolo sia stato di tuo gradimento.

- XENA: innanzitutto ben venuta tra i lettori. Mi scuso se non ti ringraziato in precedenza ma sai la febbre mi ha indebolita. Grazie per i complimenti e passiamo alle tue domande tutte legittime. Come ho detto diverse volte in questa Usagi ho messo molto di me. E l’acqua, in un certo senso, è anche il mio elemento. Usagi ama lo sport perché io amo lo sport ed è matura perché ha 20 anni e non 16. Ho deciso di creare un personaggio lontano da quello del manga. Ho lasciato intatto il suo senso del dovere e la sua personalità come principessa Serenity ma per quanto concerne la sua vita quotidiana ho cambiato tutto. Un’altra piccola nota. La storia è raccontata in prima persona. È lei che racconta gli avvenimenti ed ecco perché ha espresso queste sensazioni (che poi sono le mie sensazioni quando nuoto, una bracciata e via un pensiero e così facendo!), che è vero che generalmente appartengono a Michiru, ma qualcuno mi ha fatto notare che la mia Usagi incarna le qualità di tutte le Senshi e forse anche questa sua capacità di nuotare è stata rubata a Michiru… per quel che riguarda maggiore attenzione alla coppia Michiru&Haruka non so che dirti, la storia essendo raccontata da Usagi non credo che possa dare maggiore spazio alle due guerriere, ma ti prometto che cercherò di farti contenta! In fondo io scrivo anche per chi legge e non solo per me! Spero di trovare presto un tuo commento. A presto.

Adesso vi do appuntamento a domenica prossima, il 22 luglio, non mancate!

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Capitolo 21
*** Capitolo XXI ***


Nuova pagina 1

Capitolo XXI

Quattro giorni. Sono trascorsi quattro giorni da quando ho raccontato a Mamoru la verità. Quattro giorni da quando ho smesso di ridere e scherzare. Quattro giorni in cui sono rimasta rinchiusa in camera mia a fissare un punto imprecisato del soffitto. Quattro giorni a ripensare al nostro ultimo bacio. Al nostro addio.

- Va da Helios. Ti amo ma noi… non esiste nessun noi…

Perché ho baciato Mamoru? Perché non sono riuscita ad essere più forte del desiderio? E poi Nemesi, come faccio a lottare contro di lei? In fin dei conti sono io l’usurpatrice ed è giusto che ceda il trono. Devo trovare un modo per liberarla dal giogo di Caos e renderle il regno. Utilizzerò lo Ginzuishou e la Pietra di Luna, contemporaneamente, a costo della vita. A costo di svuotare completamente il mio corpo della linfa vitale. Non m’importa. Devo rimediare agli errori commessi nel passato. Devo impedire altra sofferenza. Devo pagare e far riscattare Èos. Lei si è sacrificata per la felicità di sua sorella. È lei l’unica vittima di tutta questa storia.

- Usagi?

Talmente sono presa dalle mie riflessioni che non mi sono accorta che Hotaru e Minako sono ai piedi del letto e mi guardano con apprensione. Mi metto a sedere sul letto e metto il cuscino in mezzo alle gambe. Sorrido per dar loro un minimo di sicurezza.

- Cosa sono quelle facce? Ragazze ho solo un po’ di depressione. Quest’anno non torno a casa per Natale e non potrò festeggiare con i miei genitori. Tutto qui!

Resto sul vago sperando di poter far sparire lo sguardo triste alle mie due amiche. Mi alzo e vado verso la porta. La apro e prima di varcare la soglia le guardo e sorrido loro.

- Cioccolata calda? Affermano che faccia passare la depressione!

Faccio loro l’occhiolino e vado di sotto. Tre minuti dopo le sento scendere le scale parlottando a bassa voce tra loro. Credo che non abbiano bevuto la storia della depressione, ma io continuo a recitare la parte della ragazza depressa. Ed intanto metto il tegame con il latte sul fornello e cerco il cacao, lo zucchero e la farina. Preparo tre tazze e metto i biscotti sul tavolo. Suonano alla porta. Minako va ad aprire. Dopo tre minuti torna con una busta in mano.

- Era il postino. È un telegramma per te.

Lascio la casseruola sul fornello. Un telegramma? Chi può essere? Strappo la busta dalle mani di Minako e con il cuore a mille la apro. Tiro un sospiro di sollievo quando leggo il contenuto. Mio padre. Mi ricorda il congresso di domani mattina. Deve essere stata la signora Katamoto, per sbaglio deve aver mandato anche a me uno dei telegrammi che manda a tutti coloro che sono invitati al congresso. Minako ed Hotaru mi guardano preoccupate, sorrido loro e faccio capire che non è nulla di importante. Spiego il contenuto del telegramma e torno a dilettarmi con la mia cioccolata. Vedere mio padre servirà a far passare un po’ della mia depressione.

Eccomi ancora una volta sola nella mia stanza, stavolta però, non guardo il soffitto, no. Fisso triste il mio armadio. Devo trovare un abito decoroso per domani. Cosa posso mettere? Se arrivo al congresso con un paio di jeans mio padre mi ucciderà, tiene troppo alla forma, soprattutto in queste occasioni ufficiali. Cerco disperatamente dentro l’armadio. Alla fine ho trovato. Un pantalone nero, semplice senza fronzoli, ed una camicia di seta bianca. Sobria ed elegante. Ma non eccessivamente. Per le scarpe non ci sono problemi, mentre per il cappotto, bianco o nero? Mentre sono immersa in questa domanda da un milione di dollari sento Hotaru entrare nella stanza.

- Cosa è tutta questa confusione?

La guardo senza comprendere e mi volto per capire a cosa si riferisce. Resto sbalordita. Il mio letto è sormontato da vestiti. Inizio a ridere come non mi capitava da giorni, da quando Hotaru è arrivata a casa mia, per essere corrette. Cerco di calmarmi ed inizio a piegare i vestiti o a sistemarli negli agganci cui appartengono.

- Cercavo qualcosa da mettere per il congresso di domani. Vieni a farmi compagnia?

Hotaru fa una faccia sdegnata. In quanto figlia di medico conosce bene la monotonia di questi congressi. A turno parleranno i relatori ed esporranno le loro scoperte e le loro teoria. I colleghi li ascolteranno, chi a bocca aperta come se si trattassero di rivelazioni divine, altri li guarderanno come se stessero bestemmiando. Alla fine del congresso tutti applaudiranno e si stringeranno la mano. La maggior parte della gente sarà venuta solo perché è tutto pagato dall’ordine dei medici e si farà una vacanza gratis, compresa di vitto ed alloggio.

-No grazie. Perché non chiedi a Minako? Lei sarebbe entusiasta di accompagnarti.

- Non può. Domani deve uscire con Kunzite.

Alzo le spalle e riprendo a sistemare il mio caos.

- Hai raccontato tutto al Principe. Non è così?

Sorrido ad Hotaru. È sempre sveglia ed attenta a tutto ciò che la circonda. La guardo e mi chiedo come possa una ragazzina, all’apparenza così fragile, racchiudere in se un potere così distruttivo. Il suo deve essere un peso enorme da portare e lo fa tutto da sola, Hotaru è da ammirare per la sua forza ed il suo coraggio. Ricordo ancora le sensazioni provate il giorno in cui ho impugnato il Silence Grave. Non riesco a dimenticare il senso di annientamento e di sottomissione che ho avvertito quando stringevo tra le mani la Falce del Destino. Se mi concentro posso percepire ancora dentro di me un briciolo di quel potere distruttivo. Adesso però non posso perdermi in questi vaneggiamenti. Hotaru è davanti a me ed attende una mia risposta.

- Sì. Ho raccontato tutto. Presto lo farò anche con le altre. Anche tu devi conoscere alcune cose che sino ad un paio di giorni fa sono state tenute nascoste anche a me.

Hotaru non fa altre domande. Si limita a sistemare la biancheria in silenzio. Sa che, adesso, non le racconterei nulla di più.

Ed eccomi qui. Sabato mattina. Ore 11, Hotel Excelsior. Mostro il mio invito al conçierge all’ingresso che senza farmi attendere oltre mi indica la sala in cui si terrà il congresso: terzo piano sala congressi. Prendo l’ascensore ed attendo di giungere a destinazione. Non appena si aprono le porte dell’ascensore mi pento di essere venuta. Ecco i più grandi neurochirurghi del paese, riuniti qui a discutere delle ultime novità per la terapia contro i tumori o le patologie nervose. Mi guardo attorno e scopro con orrore di essere tra le più giovani. Ancora non capisco perché papà ci tenga tanto alla mia presenza. Io sono iscritta alla facoltà di Lingue e Lettere Occidentali, non capisco nulla di degenerazione neuronale, traumi, tumori o tutto ciò che circonda questo argomento. Io posso parlare per ore ed ore di miti e leggende, di romanzi e tragedie, ma non capisco nulla di neurologia, anatomia o quant’altro si affianchi alla medicina. Mi guardo attorno e cerco mio padre. Tra tutta questa gente mi sarà impossibile trovarlo. Oddio. Non può essere lui. Due uomini mi tagliano la strada, appena passano guardo nuovamente nella stessa direzione e tiro un sospiro di sollievo. No, mi sono sbagliata. Qualcuno che gli somiglia, ma non lui. Riprendo la ricerca di mio padre ma è tutto inutile. Annunciano che il congresso sta per iniziare e così mi avvio per prendere posto. Cerco un posto vicino la fine della fila, così se l’esposizione è troppo noiosa potrò alzarmi ed andare via senza disturbare troppa gente. Quartultima fila, posto sull’esterno. Perfetto. Il posto accanto a me è vuoto. Le luci si spengono. Scopro che l’aula congressi è rimasta vuota per metà, strano, l’affluenza è scarsa.

- Carissimi colleghi, sono ben lieto di vedervi riuniti qui per…

Ed ecco partito il congresso. Quello che sta parlando adesso deve essere per forza il promotore di tutto ciò. L’uomo che si è addossato la responsabilità di organizzare questo congresso e che ha pensato ad invitare tutte questi menti eccelse. Scorgo mio padre. È seduto nel tavolo dove siedono tutti i relatori. Ascolta con fare annoiato la presentazione del congresso. Anche lui odia tutte queste prassi. Se fosse per lui parlerebbe a ruota libera senza presentazioni, di getto. Prendo il cellulare dalla borsa e guardo se la suoneria è stata abbassata. Per fortuna è così. Intanto inizio a scrivere un messaggio da inviare a Minako, tanto per torturarla un po’ mentre è in compagnia di Kunzite.

- Durante un congresso il cellulare dovrebbe restare spento, a meno che lei non sia reperibile. Non si possono mandare messaggi, è un atto di maleducazione.

Chiudo di scatto il cellulare e guardo alla mia sinistra, il posto è ancora vuoto. Con disinvoltura mi volto e cerco di guardare in viso la persona che mi ha appena rimproverato come se fossi una bambina di cinque anni. Resto a bocca aperta.

- Cosa ci fai tu qui?

- Sono qui perché sono un medico. Tu, cosa ci fai qui?

Inizio a tamburellare nervosamente sul bracciolo della poltrona. Perché sono venuta. Non potevo restare a casa, oppure andare in giro per negozi? Oggi è sabato, mancano pochi giorni a Natale ed io ancora ho tantissimi regali da acquistare. Intanto continua a guardarmi ed attendere una risposta. Alla fine non resisto oltre e sbotto.

- Non ti riguarda.

- Allora spegni quel cellulare e segui il congresso.

Sto per rispondere ma vengo bloccata da un terzo uomo che rimprovera entrambi. Sogghigno divertita. Adesso almeno smetterà di fare la persona superiore. Smetterà di trattarmi come se fossi una bambina piccola. Ne approfitto e con faccia indignata prendo la mia borsa ed il cappotto nero ed esco. Appena fuori in fretta cerco di svignarmela. Magari potrei andare in giro per negozi e poi verso le 13 tornare qui. Oppure potrei mandare un messaggio a mio padre ed avvertirlo di raggiungermi a casa, direi che ho l’influenza. Come scusa potrebbe funzionare. Sì farò così.

- Noi dovremmo parlare.

Resto immobile. È uscito anche lui. Lentamente compio un giro di centottanta gradi e mi porto di fronte a lui. Mantengo la calma anche se non so per quanto resisterò. Non mi piace il modo che ha di guardarmi. Sembra che mi stia rimproverando per qualcosa. Non ho fatto nulla di male, se non salvargli la vita. Dovrebbe essermi riconoscente invece di fissarmi come se fossi la causa di tutte le sue sofferenze. Lo fisso negli occhi e non mi tiro indietro. Non mi piegherò al suo volere.

- Non mi risulta. Noi due non abbiamo più nulla da dirci.

Gli volto nuovamente le spalle ed ho già fatto il primo passo quando mi sento afferrare per il gomito. Trattengo il respiro. Un contatto così ravvicinato non posso sostenerlo. Cerco di ricacciare indietro la voglia di scappare strattono con decisione il braccio ma è inutile, la sua presa sembra non cedere. Si avvicina. Adesso è proprio dietro di me, sento il suo respiro sul collo. Mi guardo attorno per cercare un aiuto ma nulla. Si sono volatilizzati tutti. Dannazione.

- Ho bisogno di parlarti. Devo pur sfogarmi con qualcuno. Non è piacevole scoprire dopo mille anni di avere un fratello. Ti prego, ascoltami.

Ecco. L’ultima frase ha avuto il potere di farmi sciogliere. Come faccio a resistergli se usa un tono simile? Come faccio ad allontanarmi da lui se non riesco a staccarmi da questa presa. Respiro lentamente cercando di apparire il più naturale possibile. Non posso cedere. La mia posizione è delicata, la sua ancora di più, ma sembra quasi che a lui non importi di rischiare la vita restandomi accanto. Perché deve rendere tutto così difficile? Non ci vuole molto, stammi lontano ed entrambi saremo felici. Almeno tu sarai felice, io mi accontenterò di esserlo sapendoti in vita.

- Mamoru ti ascolto. Quindici minuti, non uno di più.

- Un po’ poco, ma è pur sempre un inizio.

Lascia il mio gomito e cerchiamo due poltrone nell’hall della sala congressi. Siamo soli, nessuno è fuori. Non sono imbarazzata ma solo preoccupata. Se ci fosse qualcun altro mi sentirei protetta, così invece, soli, insieme… non sono tranquilla, devo restare sempre vigile ed attenta. Prendiamo posto. Uno di fronte all’altra. Un tavolino in mezzo. Ci guardiamo negli occhi come in attesa di un segnale. Come in attesa di un qualcosa che possa cambiare il nostro destino. Ci scrutiamo. Ci studiamo. Osserviamo le mosse uno dell’altra. Mamoru sembra una statua di granito. Immobile. Come quella sera a casa sua. I gomiti sulle ginocchia. I pugni chiusi. Mi guarda negli occhi. Ed io resisto. Il mio sguardo non cede, non stavolta. Anch’io sembro una statua, ma di sale. Sento le guance colorarsi di rosso, inizio a sentire caldo. La schiena aderisce allo schienale della poltrona. La gamba sinistra accavallata sulla destra. Le braccia sui braccioli. Resto così, ad attendere. In fin dei conti è stato lui a chiedermi questo colloquio, non devo essere io a compiere il primo passo. No. Mi limiterò ad attendere.

- Sembri sciupata… ma sei in ogni caso bellissima.

Senza attendere altro mi alzo e faccio per andare. Metto il cappotto e stringo la pochette, non voglio ascoltare una parola di più. Se restassi anche solo un attimo, rischierei di mandare a monte tutti i miei buoni propositi.

- Non sono qui per questo. Credevo volessi parlarmi di Helios, ma a quanto pare mi sono sbagliata. Adesso, se non ti dispiace, io me ne andrei.

- Usagi perché devi rendere tutto così maledettamente difficile? Sembra che ti piaccia recitare la parte della principessa pronta a sacrificarsi per il bene supremo. Sto cercando di smorzare la tensione, non sto cercando in alcun modo di sedurti, anche se non nego che sono parecchio tentato dal farlo.

Adesso ho capito tutto. Vuole farmi impazzire. Sì, vuole punirmi in questo modo. Vuole farmi pagare per il fatto di non avergli raccontato tutto sin dal principio. Sta giocando con i miei nervi. No. Mi spiace mio caro ma io non sono la stessa di mille anni fa. Adesso ho un carattere diverso, decisamente meno remissivo. Non arrossirò davanti una avance e non cercherò di fuggire. Ti affronterò a testa alta, come farebbe qualsiasi principessa. Come farebbe qualsiasi ragazza di questo tempo. Adesso basta con questi giochetti.

- Ascoltami bene Mamoru Chiba, apri bene le orecchie perché non ripeterò quanto sto per dire una seconda volta. Io non sto rendendo nulla difficile, ti sto solo salvando la pelle. È già capitato in passato, e sono sicura che ricapiterà anche in questo tempo, se non starò bene attenta tu morirai. Se continuassi a restarti accanto, se continuassi a comportarmi senza prestare attenzione, tu e con te tutte le persone a me care, comprese le mie sailor ed i tuoi generali, morirebbero. Questo lo capisci oppure no? E tengo a precisare che a me non piace essere l’eroina di una tragedia. Sono costretta a stare sola, a momenti rischio di impazzire a causa di tutta questa storia e tu mi vieni a dire che a me piace questa situazione? Sei proprio tonto.

Dopo questo sfogo mi sento incredibilmente meglio. Ho ancora il dito puntato sullo sterno di Mamoru che si è alzato contemporaneamente a me. Lo guardo e cerco di capire se ha afferrato il senso del mio discorso. Cerco di capire se ha compreso il perché delle mie azioni. Come risposta ottengo una carezza. Il suo pollice delinea i contorni del mio zigomo. Perché? Perché riesce sempre a spiazzarmi. L’attimo prima mi aggredisce, quello dopo mi coccola. È un’altra tecnica che utilizza per destabilizzarmi? Se è così ci riesce perfettamente.

- Perché vuoi fare tutto di testa tua e non provi a chiedere agli altri se sono della tua stessa opinione. Usagi non puoi affrontare tutto questo da sola. Hai bisogno dell’aiuto di tutti noi, altrimenti non ci saremmo risvegliati. Non credi?

- Devo fare tutto da sola Mamoru. Devo rimediare alle colpe commesse dai miei genitori. Devo cancellare ciò che ho commesso mille anni fa. Mi sono uccisa, non sono riuscita a…

Un dito. Il suo indice sulle mie labbra per impedirmi di continuare. Scuoto la testa, lui non può capire. Prendo la sua mano e la scosto dalle mie labbra. Senza accorgermene le nostre dita si intrecciano. Resto a fissare le nostre mani, unite. Vorrei lasciare la presa ma Mamoru me lo impedisce.

- Da quanto in qua amare è una colpa? Usagi tu non devi rimediare a nulla. Non è stata colpa tua, semmai la colpa è stata di tutti quelli, che come me, hanno preteso da te l’impossibile. La Serenity di mille anni fa non avrebbe mai potuto impugnare la spada e tentare di uccidere un avversario. Sei una creatura troppo pura per poterti chiedere di compiere un’azione simile. Sei tu che devi perdonare me. Sono stato io a chiederti di continuare la mia opera. Ero accecato dalla vendetta e non mi rendevo conto di quello che dicevo.

Adesso sono io a stringere con maggiore forza la mano di Mamoru. È un angelo, ecco cosa è. È un angelo disceso dal cielo per restarmi accanto. Sorrido mestamente.

- Ciò non toglie che c’è una maledizione che pende sulla mia testa.

-E qui ti sbagli. Con Helios… con mio fratello Helios, siamo arrivati ad una conclusione: se liberiamo Nemesi dal controllo di Caos, lei potrà annullare la maledizione.

Siamo nuovamente seduti. Stavolta nello stesso divano. Le nostre mani sono ancora intrecciate. So che dovrei mantenere una certa distanza ma non ci riesco. Quando incrocio i suoi occhi mi sento molto più forte. Ho come la sensazione di essere invincibile e questo solo perdendomi nell’immensità dell’oceano contenuto nei suoi occhi.

- Come è stato? Intendo come ti sei sentito mentre ti confrontavi con lui?

La mia più che una domanda è un’esortazione. So che ha bisogno di parlare con qualcuno ed io sono ben felice di ascoltarlo. Stringo ancora di più le mani e sorrido in cerca di una risposta.

- Come è stato? Non saprei dirti. È tutto così assurdo per il momento. Helios ha avuto mille anni per rendersi conto di avere un fratello. Per me sono passati solo quattro giorni. Però… sto bene. Sono felice. Helios è un ragazzo fantastico, ed ancora prima di conoscere la verità lo consideravo una specie di fratello minore.

- Helios è speciale, proprio come sua cugina…

Alla mia battuta ridiamo entrambi. La hall è ancora vuota. Non si sente volare una mosca. Io e Mamoru restiamo ancora seduti. Sto bene. Come non lo ero da molto. Ancor prima che i miei ricordi riaffiorassero, avevo sempre avuto la sensazione di essere fuori luogo, ma soprattutto di essere incompleta. Come se mancasse la parte più importante di me, solo da quando ho ricordato tutto ho capito cosa mi mancava, anzi chi mi mancava: Mamoru. Solo quando siamo insieme mi sento completa sotto ogni punto di vista.

- No, io credo che mio fratello sia meglio di sua cugina. A parte questo, Helios è un ragazzo fantastico. Appena mi ha visto è rimasto immobile, inespressivo. Questo lo ha ereditato da nostro padre. Anche io riesco a celare le mie emozioni. È una caratteristica dei figli di Thor a quanto pare. È stato strano. Il primo impulso è stato quello di abbracciarlo e così ho fatto. È stato magnifico. Aver ritrovato un fratello. Un fratello che non sapevi che esistesse. Abbiamo parlato molto. Abbiamo ricordato tutti i momenti trascorsi insieme, quando nostro padre ci portava in giro per Illusion e ci mostrava le meraviglie del paese. Siamo arrivati ad una conclusione: Thor, in realtà, sapeva chi fosse Helios ed è per questo che ci ha cresciuti come se fossimo stati due fratelli. Non ha mai preferito nessuno dei due. Ci ha cresciuti nell’amore e nella giustizia. Entrambi. Ha posto Helios come custode di Illusion per non essere ingiusto. Voleva lasciare ad entrambi i figli un regno.

Si ferma e mi guarda negli occhi. Ha un’espressione che raramente assume. È felice. Felice come non mai. I suoi occhi brillano come due stelle. Stringe con vigore la mia mano ma non mi fa male. Il sorriso sulle sue labbra è sereno, tranquillo. Riprende il suo racconto.

- Mi ha raccontato di come si è sentito quando ha scoperto la verità. Solo, forse tradito. Mi ha detto di come Chronos abbia cercato di consolarlo, ma invano. Voleva confrontarsi con me, con nostro padre, con sua madre. Ma era solo, rinchiuso su Illusion. Ha cercato di lasciare la dimensione onirica per raggiungere la madre ma non è stato possibile. Tuo padre glielo ha impedito, e per questo sarò sempre grato a Chronos. Sto iniziando a rivalutare la sua figura. In fin dei conti è stato il solo a restare accanto ad Helios in questi mille anni.

- Anch’io inizialmente credevo che Chronos fosse colpevole tanto quanto Nemesi, ma alla fine mi sono ricreduta. Mio padre è fantastico.

- Ti ringrazio Usagi, ma dimmi come mai sei rimasta per tutto il tempo del congresso fuori e non hai seguito per nulla il dibattito, e soprattutto… chi è questo giovanotto?

Mi si gela il sangue. Ma quando è finita la prima parte del congresso? Questa è la voce dell’altro mio padre, quello terrestre per intenderci. Sembra che abbia percepito solo la fine del mio discorso, per fortuna. Mi volto lentamente e lo scopro alle mie spalle a fissare con espressione severa le mie mani intrecciate a quelle di Mamoru. Istintivamente sciolgo l’intreccio e mi alzo. Con un sorriso tirato mi dirigo verso mio padre e lo abbraccio di slancio. Gli schiocco un bacio sulla guancia e lo abbraccio forte. Sorrido. Un po’ meno nervosa di prima perché sono felice di vederlo. Sciolto l’abbraccio mi volto verso Mamoru che ci guarda interdetti. Mi scosto e faccio cenno con la mano di avvicinarsi.

- Papà ti presento Mamoru Chiba, un mio carissimo amico. Mamoru questo è mio padre, Kenji Tsukino.

I due si stringono la mano. Mio padre alterna sguardi omicidi in mia direzione e quella di Mamoru. Bene, se riusciamo a sopravvivere all’attacco di Kenji-Lo-Sterminatore, allora abbiamo ampi margini di riuscita anche contro Nemesi.

- Chiba, hai detto… è parente di Genzo Chiba, il neurochirurgo di Boston?

Oddio, non ditemi che mio padre ed il padre di Mamoru sono colleghi, non potrei reggere. Inizierebbe a parlare per il tutto il tempo di neurologia e neurochirurgia, di come è difficile riuscire al giorno d’oggi ad avere una buona preparazione e di come la scuola vada perdendo la sua fama.

- Genzo è mio zio, Koji è mio nonno mentre Tetsuya è mio padre.

Mamoru snocciola con una certa tranquillità i nomi dei componenti della sua famiglia, mentre osservo il volto di mio padre passare dal sorpreso al compiaciuto nel giro di trenta secondi.

- Allora sei figlio di uno dei cardiochirurghi più preparato che io conosca e nipote dei due più grandi neurochirurghi del mondo. E dimmi ragazzo, tu cosa fai nella vita?

Ed ecco che nel giro di trenta secondi mi sento messa da parte. Mio padre ormai è andato. Prende sottobraccio Mamoru e lo porta verso un altro gruppo di colleghi. Perfetto! Si è dimenticato di me. Mamoru si volta in mia direzione in cerca di aiuto. Oggi sono magnanima. Lo aiuterò. Mi avvicino a loro. Mi affianco a mio padre e cerco di aiutare Mamoru, prima di arrivare al punto critico, alla domanda da un milione di dollari. No, non è “con mia figlia che intenzioni hai?”, molto peggio, “quale è la tecnica operatoria che più preferisci? Tradizionale o moderna?” ho visto molti ragazzi non uscire integri dopo aver risposto a questa domanda.

- Papà perché non lasciamo Mamoru libero ed andiamo a pranzo? Sto morendo di fame.

Generalmente mio padre esaudisce tutti i miei desideri. Lo prendo sottobraccio e lo spingo dal lato opposto rispetto a dove si trova Mamoru. Sorrido in modo angelico e batto le ciglia tanto per sembrare più smielata.

- Ottima idea cara. Mamoru, posso chiamarti Mamoru vero? Mamoru vuoi unirti a noi? Ne sarei molto onorato.

Non doveva andare così. Mamoru doveva rimanere fuori dal nostro pranzo.

- Papà, Mamoru sarà sicuramente impegnato, non metterlo a disagio…

- Alcun disagio Usagi. Per me sarà solo un piacere pranzare in compagnia tua e di tuo padre.

Lo guardo con gli occhi fuori dalle orbite. Ma lui doveva approfittarne per scappare. Cosa gli è saltato in mente di accettare e rispondere in modo così affabile? Non sa in che guaio si è andato a cacciare. Con la bocca ancora aperta guardo Mamoru. Credo di aver capito. Aspetterà il momento in cui saremo soli per riprendere il suo discorso. Mi ha giocato. Ed io che volevo aiutarlo…

- Scusate miei cari. Vado a salutare un amico e poi andremo a pranzo.

Ed eccomi sola con lui. La hall improvvisamente mi sembra troppo piccola per contenere entrambi. Lo guardo in attesa di una spiegazione. Le mani lungo i fianchi. Sguardo fisso sulla sua persona. Inizio a tamburellare con il piede.

- Non immaginavo che Kenji Tsukino fosse tuo padre. È stata…

- Cosa ti è saltato in mente? Adesso non appena mio padre tornerà, lo informerai che hai ricevuto una telefonata. Un’emergenza dall’ospedale quindi non potrai pranzare con noi.

Mamoru si avvicina, come se il tono imperioso della mia voce, non lo avesse minimamente infastidito. Cinge i miei fianchi con un braccio. Poi si avvicina al mio orecchio e con voce gutturale inizia a parlare.

- Ti amo e non ho intenzione di perderti per una maledizione, anche se in ballo c’è la mia vita. Farò di tutto per farti cedere. In questo “tutto” includo anche l’andare a pranzo con te e tuo padre.

Un brivido percorre la mia schiena. Maledetta me. Perché non resisto? Mi volto in direzione di Mamoru e mai decisione fu più sbagliata. I nostri nasi si sfiorano. Le nostre labbra quasi si toccano. Mamoru pone fine alla distanza tra noi, sfiorando appena le mie labbra. Un bacio leggero. Avvampo. La hall è piena. Mio padre, mi correggo, i miei padri, potrebbero vedere tutto ciò e non oso immaginare le conseguenze. E mentre sono immersa nelle mie riflessioni Mamoru si allontana, lasciandomi sopraffatta da un senso di solitudine.

Salve! Eccomi qui. Capitolo decisamente diverso da quello che immaginavo, segno che la fanfic inizia a scriversi da sola, cosa vorrà dire? Comunque non credo che sia un granché, alquanto moscio, ma ci voleva dopo due capitoli così ricchi di emozioni! Cosa ne pensate di questo Mamoru così intraprendente? Non teme la maledizione e mi sembra molto intenzionato a convincere Usagi. Per quante/i si aspettavano un resoconto dell’incontro Mamoru/Helios dovrete attendere. Il prossimo capitolo sarà incentrato su questa giornata da comuni mortali che vedrà come protagonisti Usagi, Mamoru e per parte della giornata anche il caro Kenji, ma già ho detto troppo. Volevo solo dirvi che per quel che riguarda i nomi dati ai parenti di Mamoru mi sono ispirata a Captan Tsubasa (in Italia conosciuto come Holly e Benji), Mazinger Z e Grande Mazinger; infatti Genzo sarebbe il nome della versione origina del nostro Benji (il portiere per chi non avesse capito), Koji è il pilota di Mazinger e Tetsuya quello del Grande Mazinger. Ho scelto questi nomi perché i cartoni di cui sono protagonisti hanno segnato i pomeriggi della mia infanzia.

RINGRAZIAMENTI:

- KILLKENNY: un 10? Sei troppo gentile. Ora che me lo fai notare è vero, forse dovrei fare impazzire Serenity… chissà magari nei prossimi capitoli… grazie per l’idea… no! Non la faccio impazzire, già è abbastanza complessata con questa storia della maledizione ci manca che impazzisca. Grazie per i complimenti ed a presto.

- NEPTUNE87: ciao! Prima di tutto vorrei conoscere il titolo della fanfic che spero di riuscire a leggere non appena avrò un po’ di tempo poi… grazie per i complimenti, sei sempre troppo gentile. Cos’altro posso dire? Hai visto che dopotutto nulla è perduto e dopo che nel capitolo precedente ho reso Mamoru fedele all’anime e forse anche al manga, in questo ho stravolto il suo personaggio. Ho deciso di farlo lottare per arrivare ad Usagi, per convincerla che per loro un noi esiste… allora cosa ne pensi? Ti è piaciuto?

- SELENE89: resti tra noi ma anch’io ero innamorata di Mamoru, forse tutte le fan di Sailor Moon sono state innamorate di Mamoru, ma a parte questo sono lieta che la reazione sia stata di tuo gradimento e come avrai notato, Mamoru non ci sta a perdere la sua Usako ed è disposto a tutto pur di restarle accanto. Che tenero!!! Dato che Èos è sorella di Selene-Artemide è anche sorella di Apollo gemello di Artemide, ma tranquilla, nella mia fanfic non farò comparire questi due personaggi, anche perché non saprei come inserirli!

- BUNNY65: ciao! Io purtroppo non so come cercare i manga su Sailor Moon perché come ho detto più volte le informazioni che ho riguardo questo personaggio le ho acquisite tramite l’anime e le fanfic che ho letto. Posso dirti di provare con internet, su un qualsiasi motore di ricerca digita Sailor Moon e lì potrai trovare ciò che ti serve. Oppure prova sul sito www.manga.it più di così non so che fare! Comunque spero che la mia storia ti piaccia.

- MIKI90: anche a te buone vacanze, spero solo che al ritorno tu possa commentare i capitoli che mancheranno, anche se credo che resterei indietro solo di un capitolo dato che il 29 non pubblico e resterò ferma, forse, per un mese… anche io ho bisogno di riposare, non credi? Cos’altro posso dire? Mamoru è intenzionato a tenersi stretta la sua Usako e non vuole perderla, ma lei si convincerà?

- DINNY: un’altra appassionata di mitologia, adesso siamo in tre, tu, io e princessangel, che trittico! Grazie per i complimenti e come hai potuto notare in questo capitolo, hai pienamente ragione: Mamoru non accetta l’idea di stare lontano dalla sua Usako e cercherà in tutti i modi di convincerla che per loro esiste un futuro, anche perché Helios ha dato loro una speranza.

- SAILORMOON81: spero di averti presente anche in questo capitolo, se così non fosse pazienza, spero che recupererai la lettura la lettura dei capitoli persi. Ho cercato di rendere Mamoru più umano, non può essere sempre razionale e freddo, anche lui deve avere i suoi scatti di ira ogni tanto altrimenti rischierebbe di scoppiare. In questo capitolo invece l’ho reso più intraprendente e la dimostrazione è nel bacio che alla fine ruba ad Usagi. Spero che lo stravolgimento del personaggio sia gradito a tutti.

- USAGI_84: sono felice di sapere che la storia continua ad essere di tuo gradimento. Per la reazione di Mamoru mi sono immaginata ciò che poteva fare un ragazzo come lui ed ecco il capitolo. Però in questo capitolo è un po’ OOC non credi? Cos’altro posso dire? La soluzione c’è, ma si deve convincere Usagi a restare accanto a Mamoru… grazie per i complimenti e per le recensioni sempre puntuali.

- MERWEN: allora non ti ho persa. Sono felice di saperti tra le lettrici e se non commenti sempre pazienza, ma ogni tanto fatti sentire, ok?

- XENA: ciao, sto cercando di capire chi sei anche perché nella tua pagina personale non c’è scritto molto, praticamente nulla. A parte questo, sono felice che la storia continui a piacerti anche se per adesso le tue due guerriere preferite hanno poco spazio. Cercherò di dare loro maggiore spessore anche perché vorrei confrontarmi con le mie capacità. Un conto è scrivere su personaggi che ti piacciono e che tendi ad esaltare, un altro conto è scrivere su per personaggi che stimi ma che non conosci e non riesci a gestire. Diciamo che è una gara contro me stessa, vedere fino a che punto riesco ad emozionare chi legge. Per il fatto che mi fermo a rispondere a tutte le recensioni è presto detto. Se la fic piace è il minimo rispondere alle domande che mi ponete. È una forma di ringraziamento nei vostri confronti.

- KIRBY: io credo che la bellezza del personaggio di Mamoru stia proprio nella difficoltà di gestirlo. Io, personalmente, sto cercando di alternare momenti di aggressività a momenti di sconfinata dolcezza, ma renderlo anche leggermente più solare e pronto a divertirsi con Usagi ed i suoi generali. Per sapere dell’incontro con Helios dovrai attendere ancora, non so di preciso in che capitolo inserire tutti i retroscena, mentre per quel che ha deciso di fare con Usagi mi sembra abbastanza chiaro. Tu cosa ne pensi?

- VALEPOLIT: No, Mamoru non ricordava nulla, ma mentre Usagi raccontava i fatti reali del passato, Mamoru ha avuto un flash ed ha ricordato del loro primo bacio. È stata Usagi a far ricordare a Mamoru. Mi spiace se sono stata poco chiara, ma spero che questo piccolo inconveniente non abbia rovinato la lettura del capitolo! Sono felice della reazione di Mamoru, ma credo però che in questo capitolo sa leggermente OOC, non credi?

- GIROVAGHI: ed anche questo capitolo è stato scritto. Cosa te ne pare? L’incontro con Helios è stato solo accennato, forse sarà descritto meglio nel prossimo, oppure in un altro, ma ancora non so quale. Per quel che riguarda l’andare a vivere con Chronos vedremo… mentre per le attenzioni di Mamoru, già! È fantastico. Unico e solo. Grazie per i complimenti e spero di essere stata, anche in questo capitolo, degna della tua attenzione.

- STREGA_MOGANA: inizio con l’augurarti buone ferie e soprattutto riposati e divertiti in queste vacanze! Spero di cuore di ricevere un tuo commento prima della partenza, e se può farti stare meglio, credo che domenica prossima non aggiornerò perché il 30 ho esami e dal pomeriggio sono a mare ed a casa andrò solo per lavarmi e dormire… ma passiamo al capitolo! Secondo te Mamoru vuole “obbligare” Usagi? Forse non proprio, diciamo che però è molto vicino ad obbligarla. Il prossimo capitolo, che arriverà dopo il 20 agosto, sarà ricco di scene esilaranti e forse anche romantiche… chissà! Goditi il meritato riposo e se puoi, prima di partire aggiorna qualche fanfic, e lasciami un commentino…

bene gente, come avrete capito questo è l’ultimo capitolo da qui al mio rientro dalle vacanze. Dal 30 luglio alle ore 14 sono in vacanza almeno sino al 20 agosto (giorno del compleanno del mio amore) quindi non aggiornerò per quasi un mese. Non uccidetemi vi prego ho bisogno di riposare altrimenti rischierei di diventare monotona con questa storia… non mi resta che darvi appuntamento intorno al 26 agosto. Non odiatemi però… grazie a tutti coloro che seguono ma anche a chi ha inserito la storia tra i preferiti, quindi ai nomi elencati in precedenza (vedasi il Capitolo XVIII dell’1 luglio 2007), inserisco anche i nomi di:

- BLOODY MARY;

- CHIARA80;

- EIEN;

- HACHI91;

- MANDERLAY;

- MIKI90.

Un bacio a tutti e tutte e BUONE VACANZE…

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Capitolo 22
*** Capitolo XXII ***


Nuova pagina 1

Capitolo XXII

Attenzione prima di lasciarvi alla lettura volevo informarvi che il capitolo contiene alcune scene NC17. Chi non vuole leggere nel prossimo capitolo troverà una appendice in cui racconterò cosa è accaduto ma senza scendere nei particolari. Adesso vi lascio alla lettura. Semplicementeme.

Eccomi seduta al tavolo con mio padre e Mamoru. Noi tre. Strana situazione. I due parlano tranquillamente come se io non fossi presente…

- Io non credo che nel caso di dolore è sempre necessario intervenire con una TAC, il più delle volte è utile solo la diagnostica tradizionale.

- Caro ragazzo, è un piacere parlare con te. Sei degno nipote di tuo nonno, il professor Chiba. Devi sapere che è una pietra miliare della neurochirurgia, ed io ho sempre seguito con passione le sue lezioni che non erano mai noiose, anzi erano sempre molto innovative, e tu mio caro, mi ricordi tantissimo lui.

Oddio sto per vomitare. È da quando siamo seduti a questo tavolo che mio padre non fa altro che lodare le doti di Mamoru. Dove è finito Kenji-Lasciate-Stare-Mia-Figlia-Tsukino? Mio padre, generalmente, è geloso ed iperprotettivo, mentre adesso… adesso fa di tutto per buttarmi tra le braccia di Mamoru. Papà io contavo su di te per fuggire da lui! La suoneria del suo cellulare interrompe il filo dei miei pensieri. Risponde con voce sicura e dopo alcuni secondi, ponendo la mano davanti al ricevitore, si indirizza verso di noi.

- Scusatemi ragazzi, devo allontanarmi un attimo.

No. Papà non muoverti. Non lasciarmi sola con Mamoru. Non puoi. Come non detto. Eccoci soli a questo tavolo. Gioco con un po’ d’insalata. Non mi va di intraprendere una conversazione con Mamoru, non adesso. Sono stanca, non posso continuare a mantenere sempre ai livelli massimi la mia attenzione. Resto a fissare il mio piatto. Se qualcuno ci tiene a me, per favore, faccia in modo che questo momento di pace duri il più possibile… come non detto, è una congiura.

- Usagi ascoltami…

- Ti prego Mamoru, non adesso. Sto cercando di rilassarmi.

La sua mano stringe la mia in una stretta per nulla dolorosa, anzi, riesco a sentire il calore che si irradia dal suo cuore. Solo adesso ho il coraggio di incrociare i suoi occhi come in una muta richiesta. La richiesta di un po’ di pace. Un armistizio. Una tregua. Qualsiasi cosa, ma non voglio continuare questa lotta di nervi.

- Ascoltami. Solo fino a che tu non sarai a casa, fino ad allora, comportiamoci come due normali ragazzi della nostra età. Cerchiamo di essere solo noi stessi. Nessun Endymion, nessuna Serenity. Solo Mamoru ed Usagi. Sei d’accordo?

Sospiro rumorosamente. Poso la forchetta e mi soffermo un attimo sul piatto ancora pieno di cibo. I miei occhi si spostano sulla figura di Mamoru, ed alla fine decido di regalargli un sorriso, stavolta un sorriso radioso, vero. Farò come vuole. Per oggi, sino a stasera, saremo solo noi stessi. Non corriamo alcun rischio, in fondo staremo con mio padre.

- Ragazzi mi spiace interrompere il nostro pranzo, non so come dirvelo ma devo prendere subito un treno per Kyoto, si tratta di un’emergenza.

Allora ditelo chiaramente che vi divertite a giocare con me! Volete farmi venire un infarto. Ho appena promesso a Mamoru di passare il pomeriggio con lui, comportandomi come una qualsiasi ragazza di vent’anni ed adesso mio padre si scusa con noi e ci comunica che deve tornare a casa? Ma stiamo scherzando? Per caso state cercando di mettere a dura prova il mio autocontrollo? Volete il gioco pesante? Lo avrete. Accompagnerò, da sola, mio padre alla stazione e dopo tornerò a casa, ed ecco finito il mio pomeriggio con Mamoru. Poso il tovagliolo sul tavolo, la mia insalata è ancora intatta. Riordino le idee…

- Mi permetta professore Tsukino di accompagnarla alla stazione. La mia automobile è parcheggiata a pochi isolati da qui. A quest’ora è un’impresa impossibile trovare un taxi libero.

No. Non questa volta. Mamoru non ti permetterò di prendere in mano la situazione.

- Non occorre Mamoru, ti ringrazio. Io e mio padre prenderemo la metropolitana.

Fredda e diretta. Spero solo che abbia afferrato il concetto: il patto è saltato. Torniamo ad essere Endymion e Serenity.

- Usagi non essere scortese. Se Mamoru si è offerto di accompagnarmi non posso certo rifiutarmi di accettare. Almeno avrò modo di conoscere meglio questo ragazzo così gentile ed educato.

Bene, è ufficiale. Mio padre ha perso la testa. È stato letteralmente stregato da Mamoru. Non fa altro che pendere dalle sue labbra. Non mi resta che sottostare alle scelte del caro Kenji-Sono-Innamorato-Di-Mamoru-Tsukino. Ma adesso dove sta andando? Perché mi lascia ancora una volta da sola con lui? Mi alzo e subito Mamoru è dietro di me a scostarmi la sedia. Mi era mancata tutta questa galanteria. Mi aiuta a mettere il cappotto nero, ed intanto ne approfitta per accarezzarmi le spalle. Involontariamente rabbrividisco sotto il suo tocco, ma non mi scompongo. Resto indifferente. Si avvicina ancora di più sussurra piano al mio orecchio, con voce schernitrice, poche parole.

- Mi spiace ma il nostro patto non è stato sciolto. Sino a che non sarai a casa dovrai sopportare la mia presenza.

- Pazienza. Dovrò adattarmi.

Risposta breve ma diretta. La mia voce è rimasta inalterata anche se le mie ginocchia tremano terribilmente. Ho come la sensazione che questo sarà un pomeriggio davvero difficile da superare.

Siamo in macchina ormai da venti minuti. Seduta nel sedile posteriore posso togliere le scarpe. I piedi mi fanno un male cane. Da qui non mi vede nessuno. Sì lo so che non dovrei farlo, ma provate a stare voi su di un paio di scarpe dal tacco 10 centimetri per almeno sei ore. Ho le dita atrofizzate. Provo a muoverle e subito avverto un lieve formicolio che presto si trasforma in un dolore di tipo puntorio. Cerco di non pensare al dolore ed ascolto la conversazione tra mio padre e Mamoru: ancora medicina. Un sospiro di rassegnazione parte dalle mie labbra, ciò non sfugge a Mamoru, che incrocia il mio sguardo attraverso lo specchietto retrovisore.

- Mi scusi professore Tsukino ma credo che dovremo cambiare argomento. Usagi non sembra molto interessata alla nostra conversazione.

- Hai ragione ragazzo, grazie per avermelo fatto notare. Quasi dimenticavo. Voi due come vi siete conosciuti?

Brivido. Terrore. Panico. Cosa rispondo? Cosa rispondo? Devo trovare una risposta intelligente. Non posso buttare la prima cosa che mi passa per la testa, altrimenti mio padre non mi crederà mai. Cosa rispondere? Ed intanto, mentre cerco di trovare una risposta, non mi sono accorta di aver aperto bocca per dare fiato alla prima idea che mi è saltata in testa.

- Minako.

- In palestra.

Io e Mamoru abbiamo risposto contemporaneamente. Come da copione, due risposte completamente diverse tra loro. A quanto pare il Principe della Terra ha qualche difficoltà a tenere il becco chiuso. Deve avere sempre la risposta pronta. Mio padre intanto resta in attesa di una riposta più esauriente. Intanto io, e quello che doveva essere il mio futuro marito, incrociamo i nostri sguardi attraverso lo specchietto retrovisore. Alla fine decido di risolvere la situazione, a modo mio.

- Mamoru fai parlare me se non ti dispiace.

Mamoru annuisce ed io cerco di sembrare il più naturale possibile mentre sto per raccontare quello che dovrebbe essere il mio primo incontro con Mamoru.

- Devi sapere che ho conosciuto Mamoru tramite Minako, in palestra… no, cioè io in palestra e Mamoru con Minako… no, volevo dire…

- Minako, ed il mio coinquilino, Kunzite, frequentano la stessa palestra. Adesso lei si chiederà cosa c’entriamo io e sua figlia… deve sapere che adesso i nostri coinquilini stanno insieme e così è capitato spesso che io ed Usagi, delle volte, uscissimo insieme ed ecco il perché della nostra amicizia.

Guardo Mamoru e mi stupisco della celerità con cui ha elaborato questa gran fesseria. Oltre ad essere un genio è anche un grande attore non c’è che dire. Mio padre gli ha creduto. Annuisce interessato. Ha creduto a questa balla formulata in un battibaleno. Dimmi Mamoru, come fai ad essere sempre così perfetto?

Il traffico intanto diventa più fluido. Le macchine iniziano a muoversi. Dopo pochi minuti scorgo la stazione. Panico. Mio padre scenderà dall’auto. Prenderà il treno, tornerà a casa ed io… io resterò sola con Mamoru. Un brivido. No. Non è tensione. Non è paura. Piacere. Puro piacere. Cosa mi prende? Io devo restare vigile. Chronos quando serve non c’è mai. Perché non arriva blocca il tempo e mette fine a questa pagliacciata? Cosa mi è saltato in mente di stipulare questa specie di patto? Dobbiamo restare lontani. Non posso. Lui morirà se continuo a restargli accanto. Io non sono Usagi Tsukino. Usagi non esiste, è solo una maschera che mi porto dietro. Io sono, e sarò per sempre, Serenity la principessa del Silver Millennium.

Scendo dalla macchina non appena si ferma. Non aspetto molto. Mi affianco a mio padre. Mi stringo al suo braccio. Vorrei che non andasse via. No. Non è solo la paura di restare sola con Mamoru. C’è dell’altro. Sono sola. La solitudine inizia a pesare. Non voglio che mio padre vada via. Non voglio sentirmi ancora più sola, non voglio affrontare tutto senza il calore di una famiglia. Senza qualcuno che mi protegga. Potrei trovare ciò in Mamoru ma non posso. Non posso mettere a rischio la sua vita. Non posso mettere a repentaglio l’intero universo. Ho una missione. Proteggere la Terra. La Galassia. Salvare Nemesi, salvare Èos. Sorrido mesta in direzione di mio padre e così abbracciati ci dirigiamo verso la stazione.

Il treno parte tra dieci minuti. Mamoru è andato al bar. Una scusa. Lo ha fatto per permettermi di stare un po’ sola con mio padre. Deve aver percepito il mio dolore. Restiamo in silenzio. Seduti sulla panchina di pietra in attesa che sia annunciato l’arrivo del suo treno. Sono ancora stretta a lui. La testa sulla sua spalla come facevo da bambina.

- Usagi…

- Mmmh…

Guardo mio padre. Non gli somiglio, adesso so perché. Lui è mio padre ma in realtà non lo è. È complicato da capire ma lui è la guida che ho avuto in questi primi venti anni di nuova vita. È stato un appiglio. Una protezione. Mi ha amata come una figlia. Lui mi crede sua figlia ma in realtà non lo sono. Io sono Serenity.

- Cosa accade? Sei dimagrita ed i tuoi occhi sono spenti. So che è difficile ma devi riuscire. Sei forte ed io sono orgoglioso di essere stato scelto come tuo padre.

Il treno è arrivato. Si è fermato. Io guardo inebetita l’uomo che ho di fronte. Può essere che lui sappia? No. È impossibile ma allora come…

- Sei destinata a fare grandi cose ma non chiuderti. Non estraniarti dalla vita. Vivi e fallo a pieno.

Mi abbraccia. Sorride. Sale sul treno e sparisce dietro la porta che si chiude automaticamente. Io sono ancora seduta a bocca aperta. Lui sa o per lo meno sospetta qualcosa. Come è possibile? Intanto Mamoru è al mio fianco. Si è seduto anche lui. Mi guarda ed attende che faccia ritorno dalla dimensione in cui mi trovo in questo momento. La sua mano si poggia delicata sulla mia spalla. Mi spinge verso il tuo ampio torace. Mi perdo nell’incavo del suo collo e scopro che è perfetto… perfetto per ospitare il mio capo. Il suo profumo, menta forte, inebria i miei sensi. Mi stringo a lui e mi perdo in questo mare di emozioni. Per oggi, solo per oggi vivrò e lo farò a pieno.

- Dove mi porti?

Alzo il capo ed incrocio i suoi occhi blu cobalto. La mia domanda deve averlo colto di sorpresa. Non si aspettava di trovarmi così arrendevole, mi spiace, ma sono imprevedibile. Sono così, lunatica… scusate la battuta, è oscena ma è la verità. L’attimo prima mi dispero, quello subito dopo sono felice. Lo stupore di Mamoru dura un attimo. Si alza e mi prende per mano. Torniamo verso la sua macchina. Nessuno dei due parla, restiamo così, in silenzio con le dita intrecciate.

Siamo arrivati. È un parco, fuori città. Tutto è innevato. Le altalene. Gli scivoli. Tutto è come addormentato. In attesa della primavera. La primavera. Anche il mio cuore è in attesa della bella stagione. Ci incamminiamo per il viale libero dalla neve. Il vento gelido sembra tagliare le mie guance. Mi stringo nel mio cappotto nero. Si sta gelando, ma ciò nonostante sono felice di passeggiare per questo parco con Mamoru. Per un attimo ripenso al bacio che ci siamo scambiati al parco della città. A quello che lui mi ha rubato subito dopo la mia visita nella dimensione spazio-temporale. Arrossisco leggermente. Quel bacio è stato dannatamente sensuale.

- Se vuoi possiamo rifarlo.

Guardo Mamoru e non capisco a cosa si stia riferendo. Intanto lui ride beffardo mentre io continuo a navigare tra le acque della mia beata ingenuità.

- Se c’è una cosa che non è cambiata in questi mille è la tua ingenuità. Parlavo del bacio. Se vuoi possiamo rifarlo.

Arrossisco a causa dell’imbarazzo. No. Altro che ingenuità. Io pensavo proprio a quel bacio. Spingo Mamoru ma non succede nulla, lui rimane fermo nella sua posizione, al contrario, sono io che scivolo e se non fosse per il suo pronto intervento sarei finita con la faccia in terra. Sono così aggrappata al suo braccio. La mia schiena sorretta dalla sua mano. I nostri visi ancora una volta vicini, troppo vicini. Mamoru mi rimette in piedi, lentamente, ma non molla la presa sulla mia schiena. Mi guarda in quel suo modo. Mi tremano le gambe. Sfiora con l’indice le mie labbra. Ne disegna i contorni. I suoi occhi restano fissi nei miei. Cerco di spostare il capo ma mi è impossibile. Mamoru ha preso il mio viso tra le sue mani e lo tiene come se fosse il tesoro più prezioso del mondo. Chiudo gli occhi per paura. Se continuassi a guardarlo mi scioglierei. Cerco di mantenere il respiro regolare, ma il galoppare incessante del mio cuore, tradisce il mio stato d’animo. Le mani, libere sui fianchi, sudano fredde.

- Usagi, guardami.

Non un ordine ma una supplica. Il tono della sua voce è così dolce, ma allo stesso tempo triste. Sorrido al ragazzo che ho davanti. La mia mano destra si solleva e gli regala una carezza. Piega la testa per godere a pieno del nostro contatto. Socchiude gli occhi. È così bello, resterei così per sempre. Non mi importa nulla del freddo. Non mi importa nulla della gente che passa e ci guarda. Non mi importa di nulla. Ma è solo un attimo. Torno in me e mi sveglio da questo sogno ad occhi aperti. Interrompo il contatto tra di noi. Mi scosto ed allontano, con delicatezza, le mani di Mamoru dal mio viso. Lui riapre gli occhi e mi guarda confuso. Sospiro.

- Ti prego Mamoru. È già così difficile per me, se poi tu insisti con tutta questa dolcezza io… io non potrei resistere.

Torno indietro verso la macchina. Non lo aspetto. Non posso. Le lacrime spingono per uscire ma riesco a trattenerle. Perché ho accettato? Sono così masochista? Improvvisamente non sento più il terreno sotto i piedi. Mi ritrovo tra le braccia di Mamoru ad almeno mezzo metro da terra. Sono stretta a lui e questa sensazione è tremendamente piacevole. Il suo naso sfiora il mio collo e questo contatto suscita in me emozioni contrastanti. Paura ed eccitazione. Gioia e dolore.

- Non ho fatto tutta questa strada per niente. Ancora non hai visto niente.

E mentre mi stringe al suo petto inizia a dirigersi verso il fitto del parco. Protesto affinché mi metta giù ma è tutto inutile. Solo quando siamo arrivati a destinazione si decide a depositarmi a terra con tutta la tenerezza che lo caratterizza. Continuo ad urlargli contro per come mi ha trattata fino a quando, esasperato dalla mia voce per nulla soave, non mi oltrepassa e si dirige verso la sua meta: un lago completamente ghiacciato. Resto immobile a contemplare il paesaggio. Una lastra di ghiaccio. Perfetta. Gli alberi attorno sono ricoperti da diversi strati di neve. Intorno regna una pace surreale. Il piccolo molo, che in primavera vede attraccate le barche per le gite sul lago, adesso è solo, circondato dal ghiaccio. In lontananza osservo la gente pattinare felice su questa superficie che risplende sotto i raggi del sole morente. Il cielo è rosa. Solo poche nubi interrompono questa tavolozza di colori caldi, colori che si oppongono al freddo della stagione. Improvvisamente mi accorgo che Mamoru è lontano da me, fermo davanti una bottega. Leggo l’insegna: affitto pattini. Lo raggiungo di corsa, per quanto mi sia concesso correre con i tacchi a spillo su un terreno ghiacciato. Lo raggiungo con le gote in fiamme. In silenzio mi prende per mano e mi accompagna su delle panche. Mi porge i pattini. Perfetti. La mia misura. Li indosso. Siamo sempre in silenzio come se questo giovasse a non rovinare la pace e l’equilibrio che si è creato tra noi. Mi isso su essi. Inizialmente il mio equilibrio è un po’ traballante. Mi poggio sul braccio di Mamoru. Tenendoci per mano arriviamo sino al lago. Mamoru è davanti a me. Poggio il primo piede. Il secondo. Scivolo. Se non fosse stato per Mamoru sarei finita con il sedere in terra. Ride di sottecchi.

- Non c’è nulla da ridere.

È questa la mia risposta da offesa. La sua risata si accentua ed adesso non la nasconde più.

- Hai ragione. Non è colpa tua se sei imbranata.

- Io non sono imbranata… sono solo un po’… instabile!

Mamoru ride ancora, poi senza preavviso, mi prende per mano e mi porta verso il centro del lago. Tremo leggermente. E se la lastra si spaccasse e cadessimo dentro il lago? Le sue acque saranno gelide. Mamoru sembra leggermi nel pensiero e così mi stringe più al suo torace per sussurrarmi all’orecchio qualcosa.

- Tranquilla. La lastra reggerà. Non cadremo.

Annuisco come farebbe una bambina davanti alle rassicurazioni di un padre. Mamoru riesce sempre ad infondermi fiducia. Iniziamo a muoverci. Un passo dietro l’altro. Mamoru è sempre davanti a me. Mi tiene con entrambe le mani. Lentamente riesco a trovare il mio baricentro. Riesco a restare in equilibrio. Riesco a muovermi senza troppi problemi. Pattino. Scivolo sul ghiaccio senza difficoltà. Mamoru lascia le mie mani. Il vuoto. Freddo. Solitudine. Lo cerco ma non lo trovo. Dove è finito? Poi eccolo. Alla mia destra. Un’espressione serena negli occhi. Un dolce sorriso sulle labbra. Pattiniamo uno accanto all’altra. Sorridendoci di nascosto. Torniamo al centro della “pista”. Mamoru si ferma improvvisamente. Sorpresa vado a sbattere contro il suo torace. Mi stringe forte. Come se dovessi scappare da un momento all’altro. Resta fermo in questa posizione ed intanto il sole tramonta e traccia sul ghiaccio le nostre ombre che si allungano sempre più. Stringo con forza il cappotto blu di Mamoru. Non voglio lasciarlo ma non posso fare altrimenti. Devo salvarlo. Mi stacco da lui. Sorrido in sua direzione, e comincio a parlare.

- Adesso ti porterò io in un posto che mi piace tanto.

Dopo aver posato i pattini siamo tornati in città. Ormai il sole è calato. Al suo posto un manto stellato ricopre il cielo invernale. Da dentro la macchina seguo le luci della città. In macchina una musica dolce accompagna il nostro viaggio. La nostra giornata da ragazzi normali. La nostra giornata da innamorati. Sono triste. Ancora poche ore e tutto sarà finito. Io tornerò ad essere Serenity e dovrò tenere Endymion lontano da me. Sospiro ed il vetro si appanna. Guardo l’alone intatto e senza pensarci traccio il simbolo della famiglia lunare. Un attimo dopo con rabbia cancello tutto. Se questo simbolo non esistesse io potrei essere felice. Potrei uscire con Mamoru. Tenerlo per mano mentre camminiamo per le vie della città. Stringermi a lui quando il vento sferza i nostri abiti. Sorridergli sotto la neve. Baciarlo al chiaro di luna. Sarebbe una vita perfetta mentre mi è impossibile realizzare tutto ciò. Non posso neanche camminare al suo fianco. Nemesi potrebbe vederlo e riconoscere in lui Endymion. Potrebbe attaccarlo e tentare di ucciderlo. O peggio. Potrebbe lanciare a Mamoru la stessa maledizione scagliata contro di me. No. Non posso permetterlo. Devo proteggerlo a costo della mia stessa vita.

- Mamoru ti prego riportami a casa, non mi sento bene.

Mamoru si volta verso di me. Mi scruta con i suoi occhi cobalto. Non so quante volte ho avuto la sensazione di rinascere nella profondità del suo sguardo. Incrocio il suo sguardo. Un attimo. Solo un attimo. Solo un attimo e dentro di me sento il bisogno di mandare tutto a monte. La paura. Il timore di perderlo. Di soffrire. È solo un attimo. Poi torno lucida.

Perdonami papà ma non posso. Non posso vivere serenamente pensando che la mia tranquillità possa nuocere al ragazzo che amo.

Porto dietro l’orecchio una ciocca di capelli, così distrattamente. Per un attimo vedo il mio riflesso nel finestrino. Gli occhi tristi. Un sorriso spento. Che vita è la mia? Una vita di lotta. Una vita di solitudine. Accetto tutto questo. Lo accetto consapevole di un fatto: soffro per salvare la vita del mio unico amore. Persa in questi pensieri non mi accorgo di essere arrivata a casa. Mamoru accosta. Apro lo sportello. Prima di scendere mi volto verso Mamoru. Sussurro un flebile “Grazie”, un sorriso sincero, scendo e mi chiudo lo sportello alle spalle. La mia giornata da ragazza normale è giunta al termine. Finita. Con il calar del Sole. Con il sorgere della Luna. Capo chino. Passo triste. Un passo dietro l’altro arrivo davanti la porta di casa mia. Le luci spente. Non c’è nessuno. Sola, come sempre. Apro la borsa. Tiro fuori le chiavi. Le infilo nella toppa della porta. Uno scatto. Un altro. Un altro ancora. Entro. Sto per chiudermi la porta alle spalle.

Sto per buttarmi alle spalle questo sprazzo di normalità.

Sto per tornare ad indossare il ruolo di Principessa della Luna.

Sto per farlo, ma sono bloccata. Una mano mi impedisce di chiudere.

Una mano mi impedisce di mettere fine a questa giornata.

Una mano che riconosco. Mamoru. Riapro lentamente la porta. Lo guardo. Nei suoi occhi non riesco a leggervi nulla. Sembrano accecati, da cosa? Un attimo. È solo un attimo e sono catapultata dentro.

La schiena contro la parete. Le labbra di Mamoru sulle mie. Un bacio carico di passione. Amore. Disperazione. Un bacio a sigillare la fine di questa giornata. Un bacio e qualcosa di più.

Le mani di Mamoru scivolano sul mio cappotto, arrivano alla cintura, slacciano il nodo. Improvvisamente mi rendo conto che le mie mani già vagano sul suo torace, sotto la camicia bianca. Ma la giacca? Il cappotto? Non mi importa di nulla. Non adesso.

Un bacio.

Le sue labbra morbide.

Carnose.

Stuzzicanti.

Il mio labbro tra le sue. Definisce con la lingua il contorno delle mie labbra. Si insinua dentro la mia bocca. Cerca la mia lingua.

Il cozzare delle nostre lingue.

L’inseguirsi.

Il separarsi.

L’intrecciarsi.

Il lottare.

Si amano.

Un bacio dolce, che sa di amore, di rimpianti ma anche di paura. Le labbra di Mamoru hanno un sapore di menta. Adesso capisco, ancora una volta la stessa fragranza, la menta, il sapore di Mamoru, l’essenza di Mamoru. Forte e rinfrescante, la menta e Mamoru, un binomio inscindibile.

Mentre mi perdo a cercare delle somiglianze tra la menta ed il mio amante, le sue mani sono già in iniziare, pronte a sbottonare il primo bottone della mia camicia. Il secondo e così anche il terzo. Presto sento il frusciare della seta. La camicia scivola leggera sulle mie spalla. Accarezza le mie braccia. Arriva a terra. Le nostre labbra si staccano. Incrocio i suoi occhi. Puro amore. Desiderio. Passione. Un gemito spezzato dalle mie labbra quando comprendo che Mamoru sta accarezzando il mio seno destro da sopra la coppa del reggiseno. Ad ogni tocco brucio, quando la sua mano lascia la mia pelle gelo. Rabbrividisco. Mi sento sola. abbandonata.

Non voglio perdermi nel mio dolore e così mi concentro ancora su di lui. La mia lingua lascia una scia di fuoco lungo il suo collo. Arrivo al suo torace. La camicia è un lontano ricordo. Bacio le sue clavicole. Lecco la sua gola. Mamoru mi stringe maggiormente al suo torace. Mi solleva da terra. Mi porta nel salone. Intreccio le gambe contro il suo bacino per aumentare il contatto tra i nostri corpi. Mi adagia sulla spalliera del divano. Allento la presa sul suo bacino per cercare la zip dei suoi pantaloni. Ed allora lo vedo. Il riflesso di noi due nella portafinestra che dà sul giardino. Ed allora lo vedo. Un flash. Il suo corpo colpito da Nemesi cadere lentamente a terra. La sua mano a cercare la mia.

Mi stacco improvvisamente. Spingo Mamoru lontano da me. Lo guardo e torno ad essere lucida. Padrona dei miei sensi. Padrona del mio corpo. Le mie labbra pulsano a causa dell’intensità dei nostri baci. Le gambe tremano non appena realizzo ciò che stavamo per fare. Le mia braccia ad incrociarsi sul mio seno, coperto solo per metà dal reggiseno. Una coppa abbassata. Un seno scoperto, sento ancora il capezzolo bagnato dalla saliva di Mamoru. Arrossisco lievemente. Mi volto. Cerco di ricompormi. Risistemo il reggiseno.

- Dimenticami…

Un sussurro. Impercettibile nell’assordante silenzio della mia casa vuota. Nell’assordante silenzio spezzato sino a pochi secondi prima dai nostri gemiti di piacere. Un passo di Mamoru. Verso la porta? No, in mia direzione.

- Non fare un passo di più.

La mia voce? Impossibile. Non posso essere stata io ad aver utilizzato un tono così aspro. Freddo. Mamoru resta fermo. Forse ferito dalle mie parole. China il capo. Un solo attimo. Poi punta nuovamente il suo sguardo nel mio. Azzurro contro azzurro. Cielo contro mare.

- No. Non stavolta. Usagi non stavolta. Smettiamola con questa storia. Smettila di scegliere per me. Non mi importa di rischiare la vita. Non mi importa di morire standoti accanto. Non mi importa di nulla. Voglio solo amarti.

Frustrazione? Disperazione? Rassegnazione? No. Rabbia. Nella sua voce solo tanta rabbia. I pugni stretti. Le labbra serrate. In due passi mi è subito vicino. Afferra un polso e lo stringe. Mi porta contro il suo torace. Respira tra i miei capelli. Mi stringe al suo torace mentre io lo colpisco ripetitivamente con piccoli pugni. Niente, non lo scalfiscono. Solo una soluzione. Quella più difficile.

Amplifico il mio potere.

Mamoru è sbalzato lontano da me. La sua schiena urta fortemente contro la parete. Si rialza. Frastornato. Non per il colpo ma per la mia reazione. Utilizzare lo Ginzuishou contro di lui. Lo guardo. Sofferente. Il mio cuore si sta per piegare ma subito il suo corpo immobile in terra torna tra i miei pensieri.

- Non devi più avvicinarti. Ascoltami bene. Io non voglio più vederti. Ti ho perso già una volta e non accadrà ancora. Dovessi imprigionarti in un’altra dimensione. Dovessi attaccarti. Tu non mi vedrai più.

- Usagi perché non pensi a come debba stare io. Vederti tutti i giorni, amarti ma non poterti sfiorare. Sto impazzendo…

Un altro passo in mia direzione ed ancora contro la parete. I miei occhi si riempiono di lacrime. Stringo i pugni. Mi mordo il labbro. Basta! Non posso più tollerare tutto ciò.

- Tu non sai niente. Non sei stato tu ad aver assistito alla morte della persona che amavi. Non ero io a terra a cercare il tuo viso. Non ero io a non vederti mentre la vita ti stava abbandonando. Non potrai mai sapere cosa ho provato in quei momenti… mai… sono disposta a morire ogni volta che ti incontro piuttosto che rivivere quei momenti. L’aria risucchiata dai polmoni. Le vene che bruciavano. Le gambe che si piegavano sotto il peso della morte che ti portava via da me. Tu non sai niente…

Con queste ultime parole mi concentro e mi smaterializzo al cospetto di Chronos…

Eccomi tornata. Siete contente? Sono stata via tanto ma alla fine eccomi anche con un paio di giorni di anticipo. Allora cosa ne dite di questo capitolo? Avete capito perché precedentemente avevo alzato il rating da verde ad arancione? Scena un po’ forte, parlo della parte finale. Scommetto che molte di voi staranno pensando a come attentare alla mia giovane vita per il modo in cui ho trattato Mamoru, ma non poteva filare tutto liscio come l’olio, un po’ di imprevisti ci vogliono… anche se la mia fanfic è tutta un imprevisto… ma passiamo ai ringraziamenti!

RINGRAZIAMENTI:

- SAILOR83: sono felice di sapere che i capitoli li hai letti tutti e sono ancora più felice del fatto che tu li abbia apprezzati. Sono tornata in anticipo perché sono stata troppo tempo lontana da questa storia che si sta evolvendo in un modo che credevo impossibile. Spero che anche questo capitolo sia di tuo gradimento, a presto…

- KILLKENNY: come hai notato sono definitivamente passata alla modalità Kenji-Sono-Innamorato-Di-Mamoru-Tsukino, molto più deprimente della modalità Kenji-Lasciate-Stare-Mia-Figlia-Tsukino. Chronos… vedremo come reagirà nel prossimo capitolo!

- DINNY: la medicina per me è croce e delizia, croce perché mi perseguita ovunque, delizia perché mi permette di essere precisa e puntigliosa e prestare attenzione ai particolari che sono quelli che rendono la storia accattivante. Allora cosa ne pensi di questo capitolo? Leggermente “piccante”?

- SELENE89: spero che le tue vacanze siano state bellissime, rilassanti e romantiche come le mie! Per quel che riguarda la storia… stavolta ho stravolto tutto. Usagi fugge, si comporta un po’ come il Mamoru della seconda serie, quello perseguitato dagli incubi e vedremo adesso cosa accadrà! Per quel che riguarda altri dei… mi spiace deluderti ma credo che Chronos e Nemesi siano le uniche divinità che faranno il loro ingresso in questa fanfic, a meno che… qualche cammeo a qualche divinità, ma nulla è sicuro! È un’idea che mi è venuta in testa proprio adesso, mentre scrivevo questo commento! Quando si dice che i commenti aiutano a trovare l’ispirazione!

- USAGI_84: ma dimmi… hai retto in questo capitolo così spinto? Capisco che non è successo l’irreparabile ma ci eravamo molto vicini. E se Usagi non si fosse fermata? Ed adesso cosa accadrà con il paparino divino? Questo capitolo anche se non è particolarmente decisivo, credo che sia già ricco di tensione, non lo credi anche tu?

- VALEPOLIT: come tutti avrete notato ho dato poco spazio al pranzo e mi sono concentrata maggiormente sui nostri due protagonisti. Ho deciso di dare una piccola parte a Kenji, forse più in la ci sarà anche Ikuko, non saprei. Il pranzo è andato è stato l’aperitivo ad essere un po’… poco… movimentato. In quella casa non c’è mai nessuno, ma dove sono finiti tutti?

- KIRBY: sono tornata dalle vacanze e prima di tutto vorrei scusarmi se ancora non ti ho inviato la mail che avevo promesso. È vero che non mi sono mossa da Catania, ma ho deciso di bandire pc e libri universitari per tutto questo tempo, ma giuro che entro la fine della settimana avrai la mia mail. Promesso! Per quel che riguarda il capitolo… cosa ne pensi di questo? Ci sono punti che non mi convincono parecchio (tipo quando Mamoru spiega a Kenji come lui ed Usagi si siano conosciuti, credo che sia un po’ contorto come pensiero, ed anche la battuta finale di Usagi, prima di smaterializzarsi e cercare rifugio da Chronos…), vedremo tu cosa ne penserai. Ma di questa Usagi così aggressiva? Pronta ad utilizzare lo Ginzuishou pur di allontanarsi da Mamoru, è una prova di coraggio o di vigliaccheria?

- STREGA_MOGANA: sono tornata con un po’ di anticipo, contenta? Le vacanze sono finite e purtroppo si torna alla normalità. Ho dato un’occhiata rapida al sito e mi sono accorta che per mia fortuna non hai aggiornato nulla durante il mio periodo di disintossicazione dal pc, meno male temevo di aver perso colpi di scena. Per quel che riguarda questo capitolo non sono molto convinta, come ho detto già a Kirbi, ma vorrei anche un tuo parere. A te cosa ne sembra?

- HATORI: oddio non mettermi tanta ansia addosso? Questo capitolo è meglio del precedente? No, soprattutto per la parte finale, vero? Fare scappare Usagi, farle utilizzare lo Ginzuishou contro Mamoru… credo che non me lo perdonerai mai. Ma cosa posso farci? È colpa dei miei neuroni che ancora sono sdraiati al sole mentre io sono a casa a studiare ed aggiornare. Perdonami ti prego, non uccidermi altrimenti come faccio ad aggiornare? E poi scusa, ma io ti ho dato uno sprazzo di romanticismo e soprattutto anche tu hai lasciato che Mamoru venisse rifiutato da Usagi, spero solo che non si consoli con Meji o come cavolo si chiama… adesso sono salva? Ho letto il nuovo capitolo della tua fanfic, non ho commentato ma lo farò presto.

- HACHI91: addirittura tornare prima dalle vacanze per me? Ne sarei stata onorata ma sono felice di sapere che invece sei rimasta per godere delle meritate ferie. È importante riposarsi altrimenti ci si stanca presto. Per quel che riguarda questo capitolo… ho deciso di far trasparire ancora una volta la paura di Usagi e spero solo di esserci riuscita, tu che ne dici?

- MIKI90: non mi sono dimenticate di voi, visto? Sto aggiornando anche prima del previsto! Cosa posso dire? Chronos non ha messo i bastoni tra le ruote, no. Per questo ci ha pensato Usagi, se ne è andata, ma prima ha trattato un po’ malamente il nostro Mamoru, non si fa così! Secondo te sono stata troppo cattiva?

- NEPTUNE87: divertimento, umorismo, romanticismo, amore, passione, paura e disperazione. Sono questi i sentimenti che ho cercato di esprimere in questo capitolo. Ci sono riuscita? Non so. Per alcuni direi di sì, per altri no. Tu cosa ne pensi? Ho impiegato un giorno intero per scrivere il capitolo ma non ne sono pienamente convinta, specie in alcuni punti (se ti interessa sapere quali vai a leggere il ringraziamento che ho lasciato a Kirby.), secondo te come capitolo può andare?

- GIROVAGHI: ed infatti hai indovinato. Usagi non si è lasciata andare, ci stava riuscendo ma alla fine ha fallito. Come darle torto? L’immagine di Mamoru morente è sempre presente nei suoi pensieri. Ho cercato inoltre di mantenere leggero il colloqui tra Kenji e Mamoru proprio in previsione della tensione finale, che non è massima, ma pur sempre presente. Cos’altro posso dirti? Hai qualche consiglio da darmi?

- XENA: come promesso, la mia mente sta iniziando a lavorare per loro. Sta cercando di inserire al meglio un capitolo tutto per loro. Forse cambierò la voce narrante, oppure racconterò il tutto tramite gli occhi di Usagi, non so. Se devo essere sincera questo ultimo colpo di scena, cioè Usagi che si sottrae a Mamoru, l’ho scritto pensando a te. Ricordo un tuo commento in cui mi dicevi che la stragrande maggioranza delle storie che avevi letto su Mamoru ed Usagi “ti facevano venire il latte alle ginocchia” adesso non ricordo di preciso le parole. Per evitare che questo capitolo in te suscitasse questa reazione ho deciso prima nel rifiuto di Usagi, poi nell’attacco nei confronti di Mamoru ed infine nella fuga da Chronos. Cosa ne pensi?

Ho finito i ringraziamenti, ma ne approfitto per ringraziare anche un’altra persona che non ha commentato. PRINCESSANGEL. credo che abbia dimenticato, o forse non le è piaciuto il capitolo. Non so, ma credo che sia doveroso elencarla tra le persone da ringraziare perché i suoi commenti sono stati sempre presenti nei precedenti venti capitoli. Un bacio a tutti. Vi do appuntamento al 9 settembre, o forse prima, con il capitolo XXIII. Dimenticavo! Per chi è interessato sto conducendo un esperimento. Ho iniziato a scrivere una fanfic su Harry Potter, sono ancora al secondo capitolo ed è molto diversa da quelle che ho scritto sino adesso, ad iniziare dalla lunghezza dei capitoli, molto più corti.

Adesso è davvero tutto un bacio ed alla prossima.

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Capitolo 23
*** Capitolo XXIII ***


Nuova pagina 1

Capitolo XXIII

Nel momento in cui riapro gli occhi mi ritrovo nei Giardini del Tempo. Porto le braccia attorno al mio busto come a proteggermi dal freddo, dal freddo che alberga nel mio animo. Con sgomento mi accorgo di essere fuggita con i pantaloni ed il reggiseno solamente.

- Serenity…

Aumento la stretta delle mie braccia. Arrossisco perché sono seminuda al cospetto di mio padre, ed ho la certezza che lui ha intuito ciò che stava per accadere con Mamoru. Mi guardo la punta delle scarpe, impacciata. Non oso incontrare i suoi occhi, non posso perché non ho mantenuto la mia promessa: stare lontana dal mio amore.

Calore. È questo che mi avvolge improvvisamente e sulle mie spalle avverto la consistenza di un tessuto morbido e caldo. Il mantello di mio padre. Stringo i lembi del prezioso indumento e finalmente alzo gli occhi. Riesco a sostenere lo sguardo di Chronos, come se l’essermi coperta mi avesse donato una forza maggiore. Come se così possa sostenere lo sguardo del mio genitore. Ma non è tanto l’essere coperta, no. Non è neanche il calore del mantello. È qualcos’altro. È il profumo di mio padre. È la dolcezza del suo animo. È questo che mi permette di poterlo affrontare, non percepisco rabbia o delusione, ma solo tanto dolore e dispiacere. Pochi passi ci separano. Dopo che il mantello è stato posato sulle mie spalle Chronos è tornato nella sua posizione. Sono pochi i passi che io colmo con un balzo. Mi getto al collo di mio padre ed inizio a piangere disperata. Lui mi stringe, non parla, mi lascia sfogare. Accarezza i miei capelli come se fossi una bambina che ha fatto un brutto sogno, ma il mio non è un sogno, no, è la realtà. Ci sediamo su di una panchina e restiamo in silenzio. Ascoltiamo il canto della natura. Lo sciabordare dell’acqua. Il canto degli uccelli. La voce del vento. Il frusciare delle foglie. Restiamo così. Io la testa sulla spalla di un padre che ho riscoperto da poco. La mia mano destra a stringere la sua sinistra. Il mio capo ricoperto di piccoli baci. E le rassicurazioni di un padre.

- Si sistemerà tutto vedrai. Non temere, troveremo una soluzione a tutto. Endymion non morirà.

Tante piccole rassicurazioni. Tante piccole speranze. Il mio cuore è stanco. Vorrei chiudere gli occhi e lasciarmi tutto alle spalle.

- Se mi consegnassi a Nemesi non sarebbe tutto più semplice?

È questo il mio unico pensiero da quando ho scoperto la verità. È questo che mi tiene sveglia la notte, è questo che mi impedisce di vivere la mia vita. Sapere che Nemesi è solo una vittima di tutta questa storia. Sapere che è lei che ha salvato la vita di Endymion salvando suo padre. Si è sacrificata per il bene di sua sorella, mia madre. Non posso accettare tutto questo. Èos è solo una vittima, ed io ho il dovere di salvarla. Se salvare la sua anima vuol dire sacrificarmi non mi importa. È giusto così, in fin dei conti io non dovrei neppure esistere. Io non sarei mai dovuta nascere, il compito di mia madre era diverso da quello che ricopriva ai tempi del Silver Millennium. Sono io l’usurpatrice ed allora è giusto che sia punita.

- Serenity non dire assurdità. Non devi pensare che il tuo sacrificio serva a salvare lo spirito di Èos, lei non te lo permetterebbe mai. Io l’ho conosciuta e devi sapere che amava tua madre e soprattutto te. Credo che sia arrivato il momento che ti sveli l’ultimo segreto di questa storia.

Ancora segreti? Come è possibile? Io ero sicura di sapere tutto riguardo questa storia mentre adesso ho scoperto che esiste dell’altro. Scopro che non è ancora finita. C’è un altro segreto, l’ultimo segreto. Cos’altro sconvolgerà il mio equilibrio così precario? Cos’altro distruggerà le mie certezze. Da chi dovrò separarmi ancora una volta? Non basta tutto quello cui sono stata sottoposta? Non basta avermi costretta ad abbandonare l’uomo che amo? Non basta avermi costretta a questa vita di solitudine? C’è ancora dell’altro?

- Èos è la tua madrina. Sai che significa questo?

Sbarro gli occhi shockata. Èos la mia madrina. Certo che so cosa significa questo. È assurdo. Non può essere vero. Èos la mia madrina, allora questo vuol dire che io e lei siamo legate. Legate da un rapporto che va oltre ogni regola. Il compito di una madrina è vegliare e proteggere la propria figlioccia. Nel caso della madrina della Principessa del Silver Millennium vuol dire sacrificarsi per lei. Vivere per lei. Come è possibile? Nemesi mi sta attaccando. Nemesi mi vuole morta. È lei che sto lottando, ma allora perché è la mia madrina. C’è qualcosa che mi sfugge.

- Non è così assurdo. Caos ha preso il possesso del corpo di Èos ma non possiede tutti i suoi ricordi. Tua zia, prima di cedere al suo nemico, è riuscita a salvare parte dei suoi ricordi. Li ha messi in salvo, lontano da Caos stesso. Li ha racchiusi dentro lo Ginzuishou. Se ti concentri riuscirai a percepire i ricordi di Èos. Te la senti di provare?

Non so. Scrutare nei suoi ricordi mi sembra quasi violare ciò che resta di lei. Mi sembra di mancare di rispetto a ciò che è stato. Non so. Ho paura di scoprire qualcosa che potrebbe farmi altro male. Qualcosa che potrebbe ferirmi ancora una volta. Ma allo stesso tempo potrei capire. Potrei capire la grandezza di questa donna. Potrei capire il perché di molti suoi gesti. Di molte sue scelte. Non so che fare.

Fallo Serenity non temere.

Sussulto non appena sento questa voce. Mi volto verso mio padre ma comprendo che sono la sola ad aver percepito questa richiesta. Bene. Non posso fare altro.

- D’accordo padre, ma per favore, vorrei essere da sola, se non vi spiace.

Chronos mi guarda confuso. Forse è colpa del voi, o forse della mia richiesta. Non so bene neanche io perché ho usato tutta questa freddezza nei suoi confronti, ma è successo. È come se per un attimo, avessi dimenticato chi è l’uomo che ho davanti, è come se qualcun altro avesse parlato per mezzo della mia bocca. Guardo mio padre e cerco di restare calma anche se inizio ad essere turbata. Adesso sono curiosa di sapere cos’altro devo scoprire.

Sono sola nel Time Room, la stanza del tempo. Una stanza enorme, forse infinitamente grande. Sembra che i confini delle pareti siano indecifrabili. Irraggiungibili. Tutto è così… immenso. Immenso ed illimitato. Le pareti non esistono. È un ambiente unico. Un unico colore, un colore indecifrabile. Azzurro misto a bianco. Un cielo primaverile, che in realtà non è un cielo. Il colore dell’infinito. Le pareti, così come il pavimento, sono tinte con il colore dell’infinito. Pochi passi. Due per l’esattezza e l’eco è la mia unica compagna. Ancora una volta la sensazione dell’immensità.

Chiudo gli occhi e concentro il mio potere in unico punto davanti a me. Le forze iniziano a fluire in un unico punto, fuori da me. Mi sento come svuotata. È come essere privata della linfa vitale ma poter continuare a vivere, perché lo sento, anche se lo Ginzuishou adesso è fuori di me, è un prolungamento del mio essere. È un continuo contatto tra noi, come se la mia felicità fosse la sua energia, la mia sofferenza la sua rovina. Un filo invisibile ci tiene uniti. Lo Ginzuishou è la mia essenza, aveva ragione mio padre. Intanto, la pietra è sospesa davanti a me. Sembra essere in attesa di un mio segnale. Non so come ma ho assunto le sembianze di Serenity, non so neanche io il perché. È successo, in automatico. Tutto intorno a me resta immutato, sono nel Time Room, qui il tempo non passa. Solo lo Ginzuishou muta. Adesso è avvolto da una luce argentea pulsante. Questa luce cresce di intensità man mano che mi avvicino alla mia pietra. Non appena la sfioro, sprigiona tutta la sua energia. Sono costretta a chiudere gli occhi per evitare di restare abbagliata. Non appena la luce torna ad essere sopportabile riapro gli occhi, con la paura di scoprire cosa è accaduto.

Resto sorpresa. Non sono più nella Stanza del Tempo. No. Sono… nel Silver Millennium, ma è diverso. Non è come le volte che ho incontrato mia madre in sogno. No. Qui regna la pace. Tutto è intatto. Come se la guerra non fosse mai arrivata.

- Ed è così mia cara. Questo è il Silver Millennium mille anni fa. Anzi, per essere corrette, questo è il Silver Millennium tre anni prima della tua nascita.

Mi volto di scatto, proprio alla mia destra proviene una voce dolce e carezzevole che ha risposto alle mie mute domande. Si tratta di una donna, inizialmente sono convinta che si tratti di mia madre, ma poi osservandola meglio, noto delle diversità. È vero hanno la stessa acconciatura. Lo stesso sorriso, dolce e comprensivo. La stessa espressione del viso, rilassata ed estremamente serena. Solo gli occhi sono diversi, insieme ai capelli. Occhi ambrati e capelli argentei. Mi guarda con affetto, come se mi conoscesse da sempre.

- Èos…

Riesco solo a pronunciare il nome della donna che ho di fronte. Èos, la sorella di mia madre. Mia zia. La mia madrina. Adesso la mia nemica. Come è possibile? Eppure è così diversa da come sono sempre stata abituata a vederla. Che stupida, lei è Èos, non si tratta di Nemesi. Credo di aver capito finalmente. Credo di sapere cosa è successo.

- Mi hai portato nel passato per farmi conoscere la parte di storia che non conosco, è così? Tu sei solo una proiezione dei sentimenti di Èos, sei solo il suo spirito. È così?

Il tono della mia voce è un crescendo. Dall’incredulità iniziale via via divento sempre più convinta di ciò che dico. È come se fosse naturale parlare con qualcuno che mi ha sempre odiato. Con qualcuno che ha cercato di uccidermi. Con qualcuno che mi impedisce di amare liberamente. Tutto questo risulta normale se riesco a dimenticare che lei è sotto l’influsso di Caos. Diventa tutto più facile se ricordo il suo sacrificio. Diventare la Nemesi per permettere alla sorella di poter amare liberamente. Che stupida. I pregiudizi mi hanno impedito di essere lucida. Intanto lei cerca di riflettere sulle mie parole, o forse aspetta che il mio animo si plachi, in fin dei conti mi conosce abbastanza bene. Ha vissuto dentro di me per tantissimo tempo. È come se fossimo una cosa sola. Le sorrido. Ormai la rabbia ha lasciato il posto ad un senso di affetto. Anche lei di contro mi sorride e mi fa cenno di seguirla.

Ed eccoci all’interno del palazzo. Sembra che nessuno riesca a vederci. Nessuno sa di noi. Siamo spettatori del passato. Non possiamo interferire in nessun modo sui fatti capitati oltre un millennio prima. Tutto è intatto come se il tempo non fosse mai passato, che sciocca che sono, è naturale, siamo nel passato. Èos cammina con passo deciso. Non si ferma ad osservare. Non si ferma per ricordare. La sua meta è incisa nella sua mente. Cammina con passo svelto e si dirige verso gli alloggi della famiglia reale. Entriamo non so neanche io come. È come se le porte si fossero aperte al nostro passaggio e poi magicamente richiuse senza che nessuno se ne accorgesse. Ed eccoci in un’ampia stanza. Resto bloccata. Questa è la mia stanza. La stanza che occupavo quando vivevo a palazzo. Mi guardo attorno e mi accorgo di come tutto è intatto come se fossi stata proprio io a scegliere i mobili. È assurdo. Quando mia madre mi condusse per la prima volta in questa parte del castello tutto era arredato in modo totalmente diverso, con colori più sgargianti ed ecco perché decisi di cambiare tutto a mio piacere.

- Cosa vuoi che ti dica? Si vede che ad entrambe piacciono i colori tenui ed i mobili semplici, ecco perché le nostre stanze si somigliano tanto. Sì mia cara Serenity, questa era la mia stanza quando vivevo a palazzo.

Resto inebetita. Io ed Èos abbiamo arredato gli stessi appartamenti nel medesimo modo, con gli stessi colori e, cosa ancora più assurda, mobili identici a distanza di quanto? Dieci anni? Non posso crederci. Io… sono senza parole.

- Non sorprenderti Serenity. Ricorda che il mio spirito risiede nello Ginzuishou che è sempre stato in tuo possesso, sin dalla tua nascita. Ed adesso seguimi. Non restiamo nel salone. Se ti ho condotto qui non è per farti scoprire che abbiamo lo stesso gusto nell’arredare le stanze. C’è dell’altro. Seguimi!

- Ti seguo, ma dimmi, forse qualcuno si è messo in mezzo ed ha deciso di far tornare tutto come prima. Non è che per caso c’è il tuo zampino nel mezzo. Per caso, mi hai suggerito qualcosa sul come arredare la stanza?

Èos alza le spalle come per sostenere che lei non c’entra nulla e riprende il suo percorso. Ed eccoci finalmente nella parte più intima del locale. Anche qui è tutto come io lo ricordavo, anzi, quasi tutto. Una culla è posta vicino alla porta che dà sul terrazzo principale. I raggi del sole la riscaldano e le tende, bianche, sono tirate segno che dentro vi dorme un neonato. È solo, nella stanza non c’è nessun’altro. Osservo Èos accanto alla culla. I suoi occhi adesso sono tristi, ma vi percepisco anche un infinito amore. Lentamente mi avvicino. Ho paura di rovinare l’incanto di questo momento. È come se fossi fuori posto. Èos con il dorso del suo indice cerca di accarezzare la guancia paffuta del neonato che dorme placido nella culla. Una rada peluria ricopre la testa del fagottino che sembra un piccolo angelo sceso in terra. Le guance rosate. Le manine piccine strette in pugno. È meraviglioso. Èos si avvicina ma non riesce a toccarlo, la sua figura è trasparente, inconsistente, come la mia d'altronde. Una lacrima solca il suo bellissimo viso di porcellana e si infrange proprio sulla guancia della piccola creatura che dorme nella culla; il bambino, come se il contatto con la lacrima fosse stato reale, si desta dal suo sonno, inizia a mugugnare fino a quando non apre, lentamente, gli occhi che sono di un colore ancora troppo incerto per determinarne la vera tonalità. Inizia ad agitare i pugni in direzione della mia madrina come se riuscisse a vederla, poi le dona un sorriso dolcissimo che scalda il cuore di entrambe. Èos ha solo il tempo di sussurrare il nome del fagottino “ Helios ” poi la stanza è invasa dalle urla di una donna. Mi correggo è la stessa donna che resta accanto alla culla solo che il viso della nuova arrivata è stravolto dalla rabbia. La sua voce è stridula, in quella voce riconosco la voce di Nemesi. Il sangue mi si gela nelle vene. Questa è la mia nemica. La mia avversaria, non più la donna tranquilla che ho conosciuto.

La lunga veste bianca e le ali candide sono in contrasto con l’odio ed il rancore che percepisco nel suo animo. Guardo Èos e la scopro a guardare la se stessa del passato con la stessa disperazione con cui qualche secondo prima osservava le sue mani eteree. Vuole fare qualcosa ma è cosciente di essere solo una spettatrice di quella che è la recita della sua vita. Mi affianco a lei e le afferro la mano, sperando che il nostro contatto sia più consistente dei precedenti e per fortuna così è. Stringo la sua mano e cerco di infonderle coraggio. Intanto Nemesi, non posso che chiamarla così, continua ad urlare ed agitarsi per la stanza. Le urla del piccolo Helios non attirano minimante la madre che inizia a lanciare pezzi di mobilio. Un vaso si infrange proprio alla nostra destra rompendosi in mille frammenti, contemporaneamente, nella stanza entrano i miei genitori. Mia madre sembra parecchio agitata, mentre mio padre mantiene il suo solito cipiglio.

- Èos, sorella mia, ti prego calmati. Troveremo una soluzione.

La voce di mia madre è intrisa di quella disperazione che spesso, ultimamente, ho percepito anche nella mia voce. Si avvicina alla sorella ma è scacciata in malo modo. “Troveremo una soluzione” le stesse identiche parole che mio padre ha pronunciato per rassicurarmi. Se prima nutrivo qualche flebile speranza adesso non è più così. Adesso so che questa è una frase detta solo per tranquillizzare chi sta soffrendo. Ed intanto la voce dura di Nemesi mi riporta alla scena che si svolge sotto ai miei occhi.

- Non chiamarmi in quel modo. Èos è morta. Io sono Nemesi. Io… io vi odio tutti. Non lascerò mai mio figlio mi avete capito? Mai. Siete dei folli se mi credete capace di un’azione simile. Helios è l’unica luce nella mia vita.

- Sei tu che devi portare la luce. Tu sei la luce. Non ti occorrono altre fonti di vita. Devi riuscire a dimenticare la tua natura umana. Helios sarà al sicuro non temere.

Mio padre ha parlato con voce mortificata ma dura. Non tralascia il suo ruolo di dio, nel passato ancor più che durante la mia infanzia e la mia adolescenza. Lui è sempre stato educato ad essere un dio, al di sopra dell’umana comprensione. Non so perché ma non sono totalmente convinta dalle sue parole, nei suoi occhi riesco a leggere un’incredibile sofferenza, come se il suo ruolo in questo momento, ed il suo essere dio, lo mettano a disagio. Forse è il senso di colpa a renderlo così… umano? In fin dei conti, se è riuscito a realizzare il suo sogno d’amore con mia madre, lo deve proprio a lei, proprio a Nemesi. I miei genitori devono tutto alla donna che adesso si dispera davanti ai loro occhi. Adesso Nemesi non è altro che una madre che deve essere separata dal proprio figlio. Mio padre sospira e si passa una mano tra i capelli color del grano. Ed è così umano in questa sua gestualità. Intanto Nemesi, con gli occhi ambrati iniettati di sangue, con voce stridula si rivolge a mio padre.

- Come puoi parlarmi così? Come? Come puoi chiedermi di abbandonare mio figlio? In mano di chi? Nelle tue? Non permetterò a nessuno di separarmi dal mio bambino. A nessuno. Non permetterò che mio figlio cresca senza sentimenti come te. Helios è la sola ragione della mia vita. E tu dimmi sorella, come puoi dirmi che troveremo una soluzione? Sai che la sola soluzione è abbandonare il mio bambino, ma ciò nonostante mi chiedi di ragionare? Tu non sai cosa vuol dire avere un figlio, è per questo che mi stai chiedendo di ragionare? Mi auguro che sia questa la ragione che ti porta a parlare in questa maniera, anche se mi chiedo se è questa la gratitudine che mostri nei miei confronti. Forse stando con un dio hai dimenticato cosa vuol dire avere un cuore? È così? Stai diventando come lui? Dimmi che mi sbaglio. Dimmi che in te esiste ancora la sorella che ho amato in tutti questi anni. Fai ragionare tuo marito. Digli che è sbagliato separare una madre dal suo bambino. È abominevole.

Guardo mia madre e nei suoi occhi colgo le lacrime che cerca di trattenere con scarso successo. Chronos osserva fuori dalla finestra. I suoi occhi guardano lontano, forse cercano una soluzione. Intanto Nemesi si porta vicino alla culla e prende tra le braccia il piccolo Helios, stringendolo al seno e bagnando il viso del bambino con le sue lacrime amare. Culla il bambino e canta un’antica nenia che anche mia madre mi cantava quando ero piccina. Il ghigno sinistro sulle sue labbra è in netto contrasto con la dolcezza della scena. Quel ghigno… è lo stesso che ha adesso, quando mi attacca. Quando tenta di affondare la lama della sua spada nella mia carne. Forse già da adesso, già alla nascita di Helios, Caos è padrone di Nemesi. Qui accanto a me, Èos guarda il tutto con un’espressione indecifrabile. È come se cercasse di sfuggire a tutto questo. Forse è troppo per lei. In fin dei conti ha fatto tanto per i miei genitori ed in fin dei conti non sta chiedendo nulla di impossibile. Sta chiedendo di vivere accanto a suo figlio. Crescerlo ed amarlo. Dopotutto anche Nemesi ha bisogno di essere amata, anche lei, per quanto ne dica mio padre, è umana.

- Nemesi il Consiglio ha già deciso. Helios crescerà su Illusion. Sarà suo padre a prendersi cura di lui. Non è nelle mani di nessuno. È suo padre.

Ragiona ti prego. Come faresti con un bambino così piccolo a continuare il tuo compito? Tuo figlio, se restasse con te, crescerebbe tra il dolore e la distruzione. È questo che ti auguri per lui? Sofferenza. Dolore. Desolazione. Solitudine. Sarà questo il suo futuro se resterà con sua madre. Dammi Helios. Lo porterò da suo padre e tu potrai venire a trovarlo ogni qualvolta lo vorrai. Ti do la mia parola. Non ti separerò da lui. Non lo farò.

Chronos adesso è davanti Nemesi ed offre le braccia per prendere il piccolo Helios. Nemesi lo guarda e sembra tornata padrona di sé. Il suo viso è rilassato. Il ghigno è sparito. Guarda Helios con infinito amore. Il bimbo intanto gioca con una ciocca di capelli della madre ignaro di tutto. Le sorride amorevolmente. Mia madre è infondo la stanza e piange silenziosamente. Titubante Nemesi affida il piccolo Helios tra le braccia di mio padre. Lascia una carezza al bambino e si allontana con gli occhi gonfi a causa del pianto. Sorride al bambino mentre mio padre lo stringe al petto per paura di un ripensamento della madre. Così mio padre svanisce con il piccolo Helios tra le braccia. Non appena restano sole Nemesi si lascia andare ad un pianto straziante stringendo al petto la copertina del suo bambino. Mia madre si affretta a raggiungere la sorella ed entrambe inginocchiate a terra piangono disperate. Strette in un abbraccio che sa di complicità. Di affetto. Di dolore. Ma dura solo un attimo. Nemesi spinge lontana mia madre e la guarda con occhi carichi di odio. Mia madre è a terra e serra gli occhi appena vede l’espressione della sorella. Questa si alza e punta il dito verso di lei. La dolcezza di poco prima ha lasciato il posto ad un deserto ambrato.

- Che siate maledette tu e tutta la tua stirpe. Ascoltami sorella. Partorirai una figlia e sarà lei a patire tutta la sofferenza che adesso sto patendo io. Sulle sue giovani spalle graveranno le tue colpe. Le tue e quelle di tuo marito. Sarà il sangue del tuo sangue a soggiacere al dolore che adesso sta dilaniando la mia anima. Non avrò pietà di lei. Il giorno in cui incontrerà il suo amore, bada, quello sarà il giorno della sua fine. La gioia iniziale si trasformerà in dolore. Morirà per mano mia tra le più atroci sofferenze. Con lei moriranno tutte le persone care alla sua persona. Cadranno una ad una davanti ai suoi occhi. Infine sarà il suo turno ed io allora riderò e gioirò. Berrò il suo sangue e con esso placherò la mia sete di vendetta. Ricordati queste parole sorella perché questo è il futuro.

Resto immobile. Non riesco a muovere un muscolo. Il fiato è spezzato. Nella mia mente rimbombano le parole di Nemesi e davanti i miei occhi rivedo i corpi senza vita delle mie amiche. Mia madre. Luna. Artemis. Endymion. Èos al mio fianco tiene il capo chino. Le lacrime iniziano a sgorgare dai miei occhi senza che io me n’accorga. Senza che io riesca a fermarle. È tutto vero. La mia maledizione mi ha condannata. Nemesi piange. Piange e si dispera. Mia madre con lei.

Chiudo gli occhi e mi inginocchio. È tutto perduto. Quando rialzo le palpebre tutto è diverso. Èos è ancora al mio fianco. Non mi guarda, fissa davanti a sé. Mi guardo attorno e capisco di non essere più nella stanza precedente. Ho capito dove sono. Questa è la stanza dove… dove è morto Endymion. Dove mille anni fa è avvenuto lo scontro finale con Nemesi. La Sala dello Ginzuishou. Il cielo è stellato. La Terra è grandissima vista da qui. Al centro della sala vedo mia madre e Nemesi. Guardano la Terra con occhi malinconici. Osservando con più attenzione Nemesi mi accorgo che la sua figura è diversa. Nella penombra della sala riesco a vedere che alcune piume delle sue ali sono nere, Caos controlla già in parte la sua mente. Ed è proprio la mia madrina a spezzare il silenzio della sala.

- Caos sta cercando di prendere il controllo della mia mente. Non so per quanto resisterò. Credo che sia questione di tempo ormai.

Mia madre guarda la Terra e non parla. Ascolta sua sorella con serietà.

- Ho bisogno del tuo aiuto. Lo Ginzuishou. Lascia che io racchiuda il mio spirito in esso. Lascia che la mia anima rimanga pura ed intaccata. Ti prego sorella. Lo so che su di me pesa la colpa di una maledizione ma non ero padrona delle mie azioni. Caos aveva preso il sopravvento. Permettimi di rimediare. La mia anima impedirà il completo realizzarsi della maledizione. Semmai Serenity dovesse morire per mano mia, o per colpa mia, lei rinascerà per fermarmi e con lei rinasceranno tutti coloro che sono morti per causa mia. È questo il regalo che faccio alla mia figlioccia. Una seconda possibilità. Quella che non ho avuto io.

Mentre parla lo Ginzuishou si palesa ai loro occhi. Nemesi si concentra e crea una sfera di energia. Bianca. Risplende di luce purissima. La sfera immediatamente è riassorbita dallo Ginzuishou che scompare tra mille luci, ed intanto io sono costretta a coprirmi gli occhi per evitare di essere accecata. Quando li riapro scopro di essere nuovamente nel Time Room. Sola. Èos non è più al mio fianco ma io so che è qui accanto a me. La sento dentro di me.

Salve! Mi scuso per il ritardo ma come ho detto lo studio mi toglie gran parte del tempo. Inizialmente avevo deciso di non mettere i singoli ringraziamenti per mancanza di tempo ma alla fine mi sono detta che non è corretto non ringraziarvi singolarmente. Ed eccomi qui. Prima di tutto volevo chiedervi cosa ne pensate di quest’altro salto nel tempo, fuori programma tra l’altro. Ho deciso di mostrare anche il punto di vista di Nemesi e la sofferenza di ciò che ha patito. Lo so che molte di voi si aspettavano la continuazione dell’episodio precedente ma non potevo. Non odiatemi per questo però.

RINGRAZIAMENTI:

- STREGA_MOGANA: perdonoperdonoperdono. Perché mi odi? La crisi di coscienza ci voleva altrimenti poi non sapevo come andare avanti (veramente avevo un’idea sul come proseguire ma me la sparo per un altro capitolo!)! Lo sai che mi hai fatto venire un macello di complessi per il fatto che Usagi si presentava mezza nuda al cospetto di Chronos. Non avevo idea di come iniziare. Ma poi per fortuna tutto si è risolto! Spero che questo XXIIIesimo capitolo sia alla portata del precedente perché ho investito molto nello scriverlo! Adesso ti mando un mega bacio e grazie per i bellissimi commenti.

- USAGI_84: ed invece stavolta Chronos non si arrabbia e tratta Usagi come la sua bambina. Sono stata brava? Cosa ne pensi della mia spiegazione riguardo al comportamento di Nemesi? Ti sembra una spiegazione plausibile o devo cambiare qualcosa?

- MANDARLEY: di poche parole ma ho notato che hai messo la storia tra i preferiti. Grazie!

- XENA: sto lavorando per te mia cara. Mi spiace dirti però che non sarà in prima persona. Forse sarà come questo. Racconterò tramite Usagi il legame che lega le due Senshi. Ti anticipo che non credo che si tratterà di un capitolo solo romantico ma anche molta azione considerando anche il carattere determinato, ma in fondo anche dolce, di Haruka. Ma dimmi di Nemesi cosa ne pensi?

- PRINCESSANGEL: sono felice che si sia trattato solo di una svista. Perché si è smaterializzata da Chronos? Forse perché ha messo da parte l’astio che provava nei suoi confronti ed aveva bisogno di una spalla su cui piangere!

- GIROVAGHI: attenta lettrice, hai colto un particolare importante. Cosa avrà voluto dire Kenji? Non so di preciso cosa significhi il suo messaggio ma sta certa che ha un valore importante. Per ciò che riguarda il comportamento di Usagi… mi trovi concorde su tutta la linea, io la penso proprio come te. Mi auguro però che tu possa comprendere, adesso, anche certe azioni di Nemesi.

- DINNY: forse lasciarsi andare è la cosa giusta da fare, ma in fin dei conti hanno sempre scelto per Usagi ed adesso lei si sente in dovere di scegliere per gli altri visto ciò che è successo nel passato. Non lo credi possibile?

- SELENE89: allora se devo essere sincera inizio a voler bene al personaggio di Nemesi, forse è per questo che l’ho resa così umana. Cos’altro dire? La maledizione sarà sconfitta? Non so. Ho come l’impressione che tutte siate convinte che sia un po’ come la prima serie, ma può essere anche che Usagi non riesca a sconfiggere Nemesi e muoia una volta per tutte, non credi? Come sono perfida…

- KIRBY: scusascusascusascusa se non ho scritto ancora la mail ma non ho avuto tempo, lo studio è peggio di un fidanzato ti prosciuga di ogni energia! Sono felice di sapere che la risolutezza di Usa ti sia piaciuta, inizialmente credevo di perdere una quota di lettrici ed invece vedo che sono aumentate e con esse anche i commenti. Ciò vuol dire che il mio lavoro è apprezzato e ne sono felicissima. Ma di questa Nemesi in questo capitolo così umana cosa ne pensi? Io ci ho provato a caratterizzarla per bene, spero solo di esserci riuscita. Incrocio le dita.

- AINECHAN: e così mi commenti anche qui! Mi spiace non aver aggiornato nell’altro ma lì è un po’ più complicato aggiornare, l’html non si legge bene e così sono costretta ad utilizzare i caratteri speciali in altra maniera e va via il doppio del tempo! Grazie per i complimenti riguardo Usagi ma sono curiosa di sapere cosa pensi dell’umanità di Nemesi…

- MEY: allora benvenuta anche a te. Non preoccuparti se non hai mai commentato, so che c’è molta gente che legge e non commenta ed i 340 lettori di media per ogni capitolo ne sono una dimostrazione. Ma sono felice di leggere anche un piccolo commentino, mi rincuora. Posso dirti che adesso sono certa al 90% che la Piccola Lady non comparirà. Non voglio appesantire troppo la fic già i viaggi nel passato sono più che sufficienti. Non credi? Adesso ti saluto ma mi raccomando continua a leggere.

- VALEPOLIT: e dopo secoli di attesa ecco il capitolo desiderato. Ma dimmi ti aspettavi qualcosa di simile nel passato capitolo? E di questo? Ti aspettavi questo salto nel passato? Accompagnata per di più da Èos?guarda io sono dell’idea che la razionalità è un freno che il più delle volte ti si ritorce contro e che ti impedisce di vivere la tua vita, in questo caso è ciò che capita ad Usagi. Ma adesso voglio sapere tutto su questo capitolo! Bacio!

- MIKI90: Grazie. Grazie. Grazie. Le idee mi vengono in mente dopo aver studiato per dieci ore di fila senza interruzioni. Dopo aver mandato a quel paese il mio ragazzo che mi dice di voler fare una pausa dopo neanche quindici minuti d studio. Dopo aver fatto la pausa tanto richiesta dal mio lui. Dopo aver fatto il pieno di coccole. Forse non è merito mio, ma del mio amore! Allora devo dire grazie anche a lui! Per quel che riguarda Usagi sono felice di leggere che molte di voi abbiano apprezzato il suo gesto e soprattutto l’abbiano compresa. Nei prossimi capitoli non so di preciso cosa accadrà ma posso dirti che la storia conta almeno altri sette capitoli certi. Adesso, dopo questa news ti saluto. Un bacio.

- SAILORMOON81: bentornata. Ti assicuro che i tuoi commenti mi sono mancati tantissimo ed adesso non nego di essere in ansia per questo capitolo. Ogni volta che pubblico un nuovo capitolo sto in ansia aspettando le recensioni. Temo di deludere i lettori con il nuovo capitolo, ma speriamo che non sia così. Per quel che riguarda Mamoru e Kenji è stato scelto di proposito la brevità dell’incontro. Non volevo rendere il tutto ripetitivo e così ho deciso di accelerare un po’ i tempi concludendo il tutto in un unico capitolo e sono felice di sapere che l’esperimento sia riuscito. Per Usagi che dire? Sto cercando di mettere tutta me stessa nel caratterizzarla e devo dire che questa fic è quella cui tengo maggiormente, quella che mi sta entusiasmando in particolar modo, forse proprio perché sto cercando di mettere me stessa nella nostra protagonista. Hai detto bene Usagi respinge Mamoru “non perché non lo ama, ma proprio per il forte sentimento che prova per lui.” Io non so se riuscissi a fare qualcosa di simile, ma forse, non lo dico per vantarmi ma perché mi sta capitando qualcosa di simile, credo che ci riuscirei. Adesso ti saluto e passo agli altri ringraziamenti. Spero che questo capitolo sia di tuo gradimento come gli altri!

- PERA11: Benvenuta Sara! Sono felice che la storia ti stia piacendo e che fino a qui tu non abbia trovato nulla da ridire. Noto che sei anche un’attenta lettrice e che hai colto il particolare di Kenji, vedremo cosa vorrà dire e soprattutto se avrà un valore nei prossimi capitoli ti va di aspettare ancora un po’? Ma come puoi vedere mi sono ritrovata costretta a non potere mantenere la promessa di aggiornare il 9 e così ho spostato tutto di due giorni. Che figuraccia e dire che mi avevi fatto i complimenti per la puntualità! Grazie per i complimenti e spero di poter leggere un altro tuo commento presto. Buon inizio di anno scolastico allora. Ciao!

- NEPTUNE87: carissima Cri… spero di essere riuscita a trasmetterti emozioni anche con questo capitolo ricco di sofferenza, anche la mia di sofferenza dato che stasera farò gli straordinari per recuperare le due ore perse per aggiornare e ringraziarvi tutti. Come vedi ancora una volta ho cambiato l’ambientazione. Non si tratta più di Mamoru ed Usagi ma di Serenity e Chronos inizialmente e poi alla fine Serenity ed Èos. Sono riuscita ad appassionarti oppure no? Come vedi le sorprese non sono finite… ed ancora non siamo sul più bello…

- HATORI: innanzitutto ti dico che tra me e te non so chi fa soffrire maggiormente Usagi. Io che la faccio stare lontana da Mamoru o tu che metti Mamoru tra le grinfie di quella Meji… lasciamo perdere, sì ho letto il nuovo capitolo ed aspettati un commentino! Ma passiamo al tuo commento. Sono felice di sapere di essere ancora nelle tue grazie e che il capitolo ti sia piaciuto, ma di questo? Niente romanticismo e tanta disperazione…

Adesso non mi resta che darvi appuntamento per il Capitolo XXIV il prossimo 16 settembre, studio permettendo.

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Capitolo 24
*** Capitolo XXIV ***


Nuova pagina 1

Capitolo XXIV

Mi guardo attorno ed improvvisamente una fitta alla testa mi costringe a piegarmi su me stessa. Le porte del Time Room si aprono di scatto e fa il suo ingresso un Chronos alquanto agitato. Cerco i suoi occhi e mi sforzo di sorridere verso di lui ma il dolore è ancora troppo acuto per permettermi di fare ciò che mi sono prefissata.

- Serenity cosa…

- Devo tornare sulla Terra. Sta attaccando. Caos, sta attaccando le mie guerriere.

Aggrappandomi alle vesti di mio padre cerco di riprendermi dal malore. Credo di aver capito il perché del mio malessere. Non è la maledizione. Si tratta di Caos, mi avvisa del suo arrivo, come se mi stesse sfidando. Guardo negli occhi mio padre che cerca di dissimulare la sua preoccupazione. Intanto io cerco di regolare la mia respirazione. Dopo pochi minuti mi rimetto in piedi, anche se ancora sono leggermente claudicante. Guardo mio padre che annuisce, senza riuscire a nascondere la sua espressione preoccupata. Che io stia imparando a conoscere le diverse espressioni del suo viso? Non ho tempo adesso per cercare di capire fino a che punto ho recuperato il rapporto con il mio genitore. Assumo le sembianze di Sailor Moon cercando di concentrarmi solo sul pericolo che stanno correndo le persone care che ho lasciato a confronti contro Nemesi. Sparisco, ma prima sorrido verso mio padre per fargli comprendere che mi sono totalmente ripresa dal malore precedente, infine decido di smaterializzarmi sulla Terra.

Arrivo poco lontano dalla via principale della città. La gente scappa terrorizzata parlando di un enorme essere che ha attaccato così improvvisamente senza che nessuno si sia accorto della sua presenza. Fermo un uomo e gli chiedo cosa è accaduto ma questo non appena mi osserva attentamente fugge spaventato. Sono ridotta così male? Decido di seguire il flusso inverso dalla gente. Loro fuggono verso il parco, io mi dirigo nella direzione diametralmente opposta. Veloce verso il parco. Corro ed inizio ad individuare le auree di tutte loro. Ci sono tutte. Arrivo con il fiato corto. Sono sfinita. Alla fine ho preferito utilizzare una scorciatoia, saltare da un punto all’altro della strada, certo ho aumentato il timore degli abitanti, c’è stato chi ha iniziato ad urlare che l’Apocalisse era arrivata vedendomi saltare ma non posso perdere tempo con loro. Finalmente arrivo dove si sta svolgendo lo scontro. Contemporaneamente Endymion e Nemesi si girano in mia direzione. Non appena incrocio lo sguardo di Mamoru chino il capo, non è questo il momento di distrarsi.

- Caos fermo dove sei. Adesso non potrai più prenderti gioco di me. Finalmente ho capito quali sono i tuoi piani. Come hai potuto approfittare del dolore e della disperazione di una madre? Non ti perdonerò mai. Preparati a combattere. Sono la paladina della legge. Una combattente che veste alla marinara. Sono Sailor Moon e sono venuta fin qui per punirti in nome della Luna.

Con un balzo mi porto davanti alle mie guerriere. Sono leggermente malconce. Peggio di tutte stanno Minako ed Haruka che presentano, rispettivamente, una ferita al braccio destro ed una profonda lacerazione al sopracciglio sinistro. Per il resto le altre presentano solo qualche graffio ed escoriazione. Hotaru mi sembra particolarmente stanca, credo che abbia utilizzato troppe volte il Silence Grave, anche se ne è la custode non è ancora pienamente in possesso del potere della Falce del Destino.

- Hotaru cosa succede? Sei stanca?

- Non preoccuparti sono un osso duro io.

Guardo la mia guerriera. Le altre non hanno percepito il nostro dialogo, abbiamo utilizzato la telepatia. Guardo attentamente i generali. Quelli che stanno peggio sono Nephrite e Zoicite e credo di sapere anche il perché. Jupiter e Mercury. Sono loro. Hanno lottato contro di loro. Non deve essere stato facile per i due generali lottare contro le donne che amano. Oggi devo liberarle. È già da troppo che sono sotto l’influsso di Caos, più restano soggiogate dal suo potere, più difficile sarà salvarle. Ma risolviamo un problema alla volta. Adesso devo occuparmi di Hotaru e delle altre, devo portarle al sicuro. Poi cercherò di far ragionare le altre due Inner, anche se credo che sarà un’impresa. Improvvisamente una sfera d’energia. No, cavolo anche Killkenny. Tutti insieme non posso affrontarli, sarebbe una follia. Salto appena in tempo. La sfera si infrange contro una parete alle mie spalle. L’onda d’urto sposta in avanti i miei capelli, un polverone ed i detriti dell’esplosione, per un breve lasso di tempo, annullano la mia visuale. Sono costretta a portare le mani davanti al viso per coprire gli occhi che iniziano a bruciare. È solo questione di attimi ma percepisco che qualcosa non va. È l’istinto. Le altre urlano dicendomi di allontanarmi ma non so in che direzione. Concentrandomi percepisco un attacco provenire da destra. Un attimo, un altro arriva da sinistra. Un terzo arriva alle mie spalle. No ho il tempo di rendermi conto di nulla perché improvvisamente sono sollevata da terra. Endymion. Stretta al suo torace mi sento al sicuro da tutto, ed ancora quella sensazione di calore che viene dal profondo del mio cuore. Mi deposita delicatamente a terra. Sono ancora con le braccia stretta attorno al suo collo, quando i miei piedi toccano il terreno. Per un attimo restiamo così a fissarci negli occhi, ma è solo una frazione di secondo. Lo ringrazio sottovoce. Poi mi concentro nuovamente sui miei avversari.

- Mamoru è chiaro che da sola non posso farcela. Ho bisogno del tuo aiuto.

- Credo che sia superfluo dirlo. È logico che non ti avrei lasciata qua da sola. Io mi occupo di Nemesi. I miei generali si occuperanno del bestione. Tu e le tue Senshi vi occuperete delle vostre compagne.

La freddezza e la lucidità del suo piano mi hanno lasciato sorpresa. È solo un attimo però. No. Non posso lasciargli affrontare Nemesi. È fuori discussione. È troppo rischioso. Non posso rischiare di perderlo.

Il giorno in cui incontrerà il suo amore, bada, quello sarà il giorno della sua fine. La gioia iniziale si trasformerà in dolore. Morirà per mano mia tra le più atroci sofferenze. Con lei moriranno tutte le persone care alla sua persona. Cadranno una ad una davanti ai suoi occhi.

Le parole della maledizione risuonano ancora nelle mie orecchie. Non permetterò a Mamoru od altri di affrontare Nemesi. Lei è affare mio. Non posso. Intanto siamo nuovamente attaccati. Contemporaneamente io e Mamoru alziamo una barriera che ci difende senza subire minimante il colpo. Quando i nostri poteri si fondono sono potentissimi. Il colpo torna indietro, diretto contro Killkenny. Il demone non subisce minimante il colpo subito. Intanto osservo attentamente Mamoru ed alla fine mi decido a parlare.

- Ascoltami. Tu ed i tuoi generali affronterete Killkenny, sono io il suo obiettivo, per questo non ucciderà voi. Le mie Senshi se la vedranno con Mercury e Jupiter ed io lotterò contro Nemesi.

- Usagi non se ne parla. Non ti lascio ad affrontare quell’invasata da sola.

Intanto mentre parliamo Mamoru para con la sua spada un fendente della Dark Queen’s Sword. Non possiamo continuare così, siamo un bersaglio troppo facile da colpire. Stavolta sono io che con “ Venus Love-me chain! ” riesco ad imprigionare la lama della spada del demone. Strattono la catena e cerco di portarmi il più vicino possibile al mio avversario. Alzo una cupola di cristallo così da non essere disturbati e mi porto vicinissima a Killkenny. Lo guardo diritto negli occhi.

- Io posso aiutarti. Posso liberare Lyria ed i tuoi figli, ma ho bisogno del tuo aiuto. Dimmi dove si nasconde Nemesi.

Dalla lama parte una potente scarica di energia che interrompe il nostro collegamento telepatico. Sciolgo la presa appena in tempo, mentre la catena si volatilizza tra le mie mani. Osservo il mio avversario che mi fissa attentamente. È entrato nella fase guerriero. Non posso fare nient’altro che lottare. Improvvisamente sento come una lama che lacera le mie carni all’altezza del mio addome, osservo il mio sailor fuku ma è ancora intatto. Il dolore è atroce, tanto da costringermi ad inginocchiarmi in terra. Però so che non si tratta di un dolore fisico. No. È spirituale. Come se…

- Si tratta della Juureiken. È una lama invisibile che non ferisce le carni ma sottrae le energie alle sue vittime, ecco perché, improvvisamente, ti senti così debole. Ti ho colpito all’addome.

Sgrano gli occhi. Allora è deciso ad uccidermi. Cerco di alzarmi. Barcollando resto sulle mie gambe, ma è solo per poco, un altro fendente mi colpisce, stavolta al braccio sinistro. Mi piego sul ginocchio destro. Stringo i denti e creo un’ulteriore barriera attorno al mio corpo. Un altro fendente ma che si infrange contro la cupola cristallina. Killkenny è colpito dal suo stesso colpo che torna indietro con una forza raddoppiata rispetto l’origine. Trattiene un gemito, forse di dolore o semplicemente una imprecazione dovuta alla sorpresa. Stavolta sono io a ghignare. Intanto lo Ginzuishou sta rimarginando le mie ferite. Ancora non risento degli influssi della maledizione. Forse Helios aveva ragione. Il suo sangue rallenta gli effetti del maleficio scagliatomi da sua madre. Mi alzo e cerco di restare ben salda sulle mie gambe. Do una rapida occhiata fuori e scopro che i generali e le mie Senshi se la stanno vedendo contro Mercury e Jupiter mentre Endymion sta lottando contro Nemesi. No. Non così. Sto per andare ma la figura di Killkenny mi blocca. Adesso è qui davanti a me e mi scruta con i suoi occhi di ghiaccio, un misto tra il grigio e l’azzurro. Mi metto sulla difensiva. So cosa cerca di fare, ma non è così facile come crede.

- Mi spiace ma il tuo Nome Segreto su di me non ha effetto. Lo Ginzuishou mi protegge. Non potrai utilizzare il mio punto debole contro di me.

Mentre parlo materializzo tra le mie mani la Crystal Sword. La spada della famiglia della Luna. La lama di purissimo cristallo, brilla come se fosse sotto i raggi della Luna. L’elsa è anch’essa in cristallo e riproduce le fattezze di una civetta, ed al posto degli occhi dell’animale troviamo due diamanti purissimi che donano lucentezza alla spada. In realtà, è la spada che splende di luce propria, come se si trattasse di una stella. Si ricarica dell’energia di tutte le sovrane della Silver Millennium, ed anche della mia energia.

Sorrido alla spada e le chiedo il permesso di utilizzarla. Un bagliore più intenso degli altri mi fa comprendere che il permesso mi è stato accordato. Mi porto davanti il mio avversario con le gambe divaricate ed i piedi ben piantati al terreno. Impugno l’elsa con entrambe le mani e la sollevo in direzione di Killkenny. Ripenso alle lezioni di scherma di mille anni prima e spero di ricordare tutto. Su tutte una frase risuona ancora nella mia testa.

La spada è un prolungamento del tuo braccio.

Coraggio mettiamo in pratica gli insegnamenti di Endymion e vediamo se sono stata un’ottima allieva come diceva! Il primo fendente è a vuoto. Devo piegare maggiormente sul ginocchio d’appoggio e poi scattare con più velocità. Il secondo sfiora il mio avversario. Il terzo lo manca nuovamente. Un attimo. Sta giocando. Killkenny si sta prendendo gioco di me. Questo non posso accettarlo. Mi concentro e cerco di percepire solo il mio avversario. Scatto in avanti. Un affondo. Un altro. Un terzo. Il quarto non riesce a pararlo e lo colpisce all’avambraccio. Sorrido soddisfatta. È solo un attimo. E devo iniziare io a difendermi dai colpi del mio avversario. Colpi velocissimi che riesco a scansare solo di un soffio. Più di una volta ho visto la lama del mio avversario sfiorare il mio corpo. Più di una ciocca dei miei capelli biondi è rimasta a terra. Credo che sia stata una cattiva idea affrontare il mio avversario con la sua stessa arma, ma adesso non posso certo tirarmi indietro. Inciampo e cado a terra di schiena. Mi sostengo sui gomiti mentre con entrambe le mani tengo saldamente l’elsa della mia spada che cozza duramente contro la lama di Killkenny. Cerco di approfittare della posizione ed alla fine con uno sgambetto, piantato con entrambi i piedi, riesco a far vacillare solo per poco il mio avversario. Giusto il tempo di scivolare di lato e rialzarmi. La spada svanisce dalle mie mani, ma prima la ringrazio per l’aiuto che mi ha offerto.

Mi porto davanti il mio avversario e lo fisso attentamente. Cos’altro si inventerà adesso? Non posso restare qui ad aspettare una sua mossa. Io devo correre in aiuto degli altri. Ma che succede? Attorno alla figura di Killkenny si sta creando un vortice di energia ed io sono spinta verso l’alto. Qui le cose si stanno mettendo male. Mi trovo ad almeno venti metri da terra e la colonna non cessa.

- Questo è il Babel Tower. Appena la colonna finirà tu precipiterai verso il suolo.

Cosa? Così mi schianterò al suolo e non so se riuscirò ad uscirne completamente indenne. Devo stare attenta, devo percepire l’istante esatto in cui bloccherà il flusso di energia. Il momento in cui abbasserà la lama della spada. È quello il momento giusto. Coraggio Usagi. Non è così difficile. Intanto mi sarò sollevata di altri trenta metri, adesso sarò ad almeno cinquanta metri dal suolo. Devo stare attenta ed aspettare il momento cruciale. Ecco ci siamo. La colonna sparisce ed io inizio a precipitare nel vuoto. Il vento tra i capelli. Le dita allargate per sentire maggiormente l’attrito del vento contro la mia carne. Gli occhi lacrimano a causa del vento. I capelli lontano dal corpo. Ed io così inerme. Precipito per almeno venti metri. Poi, come un incubo, mi risveglio.

- Fire Soul.

Le mani davanti al mio torace. Il palmo di entrambe spalancato. Il fuoco davanti a me. Sembra assurdo ma spero di bloccare il mio precipitare in questa maniera. Con il fuoco, come se fosse una sorta di cuscinetto ammortizzante. Le fiamme lambiscono il mio corpo ma non mi bruciano. È come se mi riconoscessero come loro padrona. Mi accarezzano donandomi forza e sostegno.

Forza Usagi!

Devo riuscirci. Non posso fallire ne va della mia esistenza.

Coraggio Usagi!

Aumento l’intensità delle fiamme. Guardo in direzione di Killkenny che si sta preparando a colpirmi. Bene. Adesso che faccio? Creo una cupola, una guaina, una seconda pelle, spero così, di potermi difendere dal prossimo attacco. Perdo velocità. Sto riuscendo a rallentare la mia corsa. Manca poco meno di mezzo metro da terra. Interrompo le fiamme e precipito. Faccio peso sulla mano destra e riesco ad atterrare e tornare in posizione eretta. Adesso basta. Non posso più perdere tempo. Devo aiutare Endymion.

- Ascoltami bene. Non ho intenzione di lottare contro di te. In nome dell’amicizia che ci tiene legati io ti chiedo di lasciarmi andare. Ti prego. Devo aiutare Endymion e le mie guerriere.

- Non posso. La libertà della mia famiglia in cambio della tua vita. Ho stretto un patto con Nemesi.

Stringo i pugni. Non è possibile. Non posso restare qui a lottare contro Killkenny. Devo fare subito qualcosa. Intanto si prepara ancora una volta a colpirmi con la sua spada. Con un rapido balzo riesco ad evitarlo e mi ritrovo alla sua destra. Improvvisamente ho come una illuminazione. Devo tentare. La Pietra di Luna. Non so se riuscirò ad utilizzarla, ma è la sola cosa che posso fare in questo momento. Mi concentro e cerco dentro di me il contatto con la pietra che, forse, mi salverà la vita. Cerco dentro di me quel potere tanto caldo e tanto rassicurante percepito dentro quella grotta. Niente. Intanto Killkenny mi ha colpito con la sua spada. Una ferita al braccio. Per fortuna la cupola di cristallo che avevo allestito per difendermi, ha rallentato la potenza del colpo, però la potenza del fendente è tale da avermi fatto urtare contro la barriera che mi divide dai miei amici, dal mio amore. L’impatto è duro. Una potente scarica di energia mi attraversa. Urlo a causa del dolore. È come se mani invisibili mi stesserò tenendo legata alla parete. Non posso allontanarmi da essa ed intanto le scariche continuano, con un voltaggio sempre maggiore. Sento Mamoru urlare il mio nome. I miei occhi sono socchiusi a causa del dolore. Lui colpisce ripetutamente la barriera con la sua spada. Un’ombra alle sue spalle. Nemesi.

- Mamoru alle spalle!

Urlo con quanto fiato ho in gola. Urlo per quanto mi sia possibile farlo in questo momento. Mamoru si gira troppo tardi. Nemesi lo ha già colpito alla schiena. Dentro di me sento montare una furia cieca. In mente mi tornano i ricordi di mille anni prima.

Il nostro primo incontro. Il ballo. La nostra amicizia nata tra i miei giardini. Le lettere attese con il batticuore. Il viaggio sulla Terra. Le meraviglie del suo regno. Il primo bacio su quella spiaggia. Poi le immagini della guerra contro Nemesi. Lui ferito tra le mie braccia nella sala del trono. Il nostro bacio. Lo scontro con Caos. Il suo cercarmi con gli occhi vitrei. A questi ricordi si sovrappongono immagini più recenti. Io e Mamoru al parco. Il bacio che gli ho rubato quando la maledizione si è manifestata la prima volta. Ed ancora il bacio violento che ci siamo scambiati al mio ritorno dalla Dimensione Spazio Temporale. Il mio secondo risveglio a casa sua. Quando gli ho raccontato la verità, il suo sguardo quella sera. Le poche volte che abbiamo riso insieme. Ultime immagini sono quelle di casa mia.

Una forte energia esplode dentro di me. Così forte da spazzare via la barriera che mi divideva da Mamoru. Il mio sailor fuku sparisce. Adesso indosso un corto abito bianco. Una di quelle vesti che indossavano le antiche sacerdotesse greche. Bianco con diversi drappeggi al seno. Sulle mie spalle un mantello candido come la neve. Gli alamari argentei ricordano le ali di un angelo. I piedi sono calzati da argentate scarpe alla schiava alate, con legacci che arrivano sin sotto il ginocchio. Ai polsi dei bracciali anch’essi argentati con intarsiati i simboli degli elementi. I capelli non sono più legati nei codini che ho portato sino a poco prima; adesso sono acconciati in una morbida treccia con perle avvolte tra le ciocche sfuggite all’acconciatura. Il simbolo della famiglia reale lunare è sparito, adesso sulla mia fronte spicca una stella ad otto punte che richiama la spilla che ho indossato sino a poco prima, quando vestivo i panni di Sailor Moon. Al mio fianco sinistro la spada di luce, impugnata solo dalla sua proprietaria. La lama è di purissima pietra lunare. La mano destra impugna un lungo scettro che giunge sino a terra. L’asta è puro vetro, superficie liscia, mai intaccata, questo scettro è l’arma più potente sino adesso conosciuta. In cima brilla, circondato da mille cerchi intrecciati tra loro, la pietra di luna. Adesso non sono più la guerriera lunare, no, adesso sono Sailor Cosmos, la guerriera del cosmo.

Punto il mio scettro verso Killkenny che fino adesso è rimasto fermo, bloccato dal potere che sto esercitando su tutti i presenti. No, non ho impiegato il “ Times blackout ”, ho solo rallentato il movimento delle particelle, rallentando lo scorrere del tempo. Intanto Killkenny è scagliato contro una parete da un turbine partito proprio dalla pietra di luna. Restano tutti interdetti, posso percepire la confusione che regna nel loro animo. Con passo sicuro mi avvicino a Sailor Mercury e Sailor Jupiter. Un gesto della mano e cadono a terra prive di sensi. Le proteggo con una cupola invisibile, non permetterò a Nemesi di portarmele ancora via, intanto lei è riuscita a liberarsi dal mio controllo e mi guarda con aria truce.

- Cosa c’è Caos? Non ti aspettavi questo scherzetto?

Il viso si deforma, diventando una maschera di odio. Senza parlare si smaterializza insieme a Killkenny. Mi guardo attorno e scorgo Mamoru, accasciato a terra. Rallentando lo scorrere del tempo ho rallentato anche l’aggravarsi delle sue condizioni. Stavolta lasciando da parte la calma corro verso il mio principe, mi inginocchio e con delicatezza prendo il suo capo tra le mie mani. Accarezzo il suo viso e cerco di tamponare il sangue che perde dalla tempia destra, ed al passaggio della mia mano la ferita magicamente si rimargina, senza lasciare neanche una cicatrice. Intanto il tempo riprendere a scorrere normalmente. Sorrido a Mamoru e cerco di rassicurarlo. Materializzo la Pietra di Luna sopra il torace di Mamoru e chiudendo gli occhi cerco di immergere il mio amore nel potere infinito del monile prezioso. Mamoru si rilassa sotto gli influssi della pietra ed io con lui. Aiuto Mamoru a mettersi a sedere mentre riprendo le sembianze di Sailor Moon.

- Cosa è accaduto?

Sorrido a Mamoru e mi rassicuro che stia davvero bene. Lo guardo negli occhi per capire come sta, e lui approfittando di questa mia distrazione posa leggero la sua mano sulla mia guancia. Subito mi scosto come se il tocco fosse doloroso. Come se la sua mano bruciasse. Mi ritiro velocemente ed allo stesso tempo la trasformazione si scioglie facendomi tornare Sailor Moon. Guardo Mamoru realmente confusa, non so come sia possibile. Io non ho chiesto alla pietra di farmi tornare ad essere la guerriera della Luna, ha fatto tutto da sola. Intanto Mamoru sembra non essersi accorto di questo particolare, o forse non si rende conto del fatto che la trasformazione si sia sciolta senza che io avessi fatto alcunché. Mi guarda ferito.

- Usagi perché…

- Principe Endymion ne abbiamo già parlato non posso permettermi di mettere in pericolo la vita delle persone a me care.

Non gli permetto neanche di concludere la frase, lo aggredisco. La voce è ferma e decisa. Il mio sguardo però tradisce le mie emozioni. Ho cercato di ammorbidire il tono della voce, o per lo meno ho tentato di rendere la frase meno crudele. Non vorrei, ma devo. La vita di tutti loro è molto più preziosa della mia stessa vita. Mi alzo e mi dirigo verso i corpi privi di sensi di Mercury e Jupiter. I due generali terrestri tengono le loro amate tra le braccia. Nello stesso istante in cui io ho ripreso le sembianze di Sailor Moon la cupola creata per difendere le mie Senshi si è dissolta come una bolla di sapone. Mi avvicino lentamente e sono aggredita da Nephrite. Intanto il gruppo di tutte le guerriere con Kunzite e Jadeite compresi si avvicinano con me.

- Avevi giurato di non far loro del male ed invece… cosa hai fatto alla mia Jupiter? Perché non si riprende.

- Nephrite calmati. La Principessa sa quello che fa. Non è così Principessa?

Annuisco in direzione di Zoicite che stringe al petto una Mercury dormiente. Mi avvicino ulteriormente ai due, sino ad inginocchiarmi tra loro. Prendo contemporaneamente le mani delle mie guerriere e chiudo gli occhi. Dopo poco tempo le ragazze riprendono conoscenza. Aprono lentamente gli occhi restando sempre nell’abbraccio dei due uomini. Appena tornano padrone del loro corpo scacciano in malo modo i due giovani e subito si mettono sulla difensiva.

- Dove è la nostra signora? Cosa le hai fatto? Parla!

- Jupiter ma cosa dici? Non ci riconosci? Siamo noi le tue amiche.

A parlare è stata una Rei alquanto preoccupata. La guerriera del fuoco sembra distrutta dall’atteggiamento di quella che un tempo fu come una sorella più che un’amica. Io, intanto, resto in silenzio. Mamoru si è avvicinato a me, posa la sua mano sulla mia spalla come a volermi infondere coraggio. Come se volesse sorreggermi. Gli sono segretamente grata di tal gesto, ma tengo ben celata la mia gratitudine, continuo a recitare il ruolo della principessa indifferente. Cerco di osservare attentamente Mercury che resta guardinga. Sicuramente starà escogitando un piano per uscire da questa situazione. Ad un esame più attento, mi accorgo che la sicurezza delle due guerriere è tutta una farsa. Se scavo oltre il loro sguardo leggo lo smarrimento adesso che Nemesi non è più presente. Caos pagherà anche per questo.

- È inutile parlare con lei. È ancora sotto l’influsso di Caos.

È Setsuna a rispondere a Rei. Io intanto continuo ad osservare Mercury. È troppo sicura. Sta nascondendo qualcosa. Ma cosa?

- Shabon spray, freezing!

Una lieve nebbiolina si innalza. Rapidamente congela tutto ciò che ricopre. Sento il mio corpo intorpidirsi. Non posso cedere così. Non adesso che loro sono così vicine a me. Concentrandomi riesco a liberarmi della morsa di cristallo. Gli altri sono rimasti congelati. Mi volto verso Mamoru che sembra una statua di cristallo. Sorrido mestamente verso di lui, come a volergli dire “ Vedi che ho ragione io! ” e senza perdere tempo mi porto davanti alle due guerriere. Io sola contro di loro.

- Hai deciso di morire Principessa?

Stavolta è Mercury a parlare. La sua voce è fredda come la nebbia di cui è la padrona. Si prepara a caricare il suo colpo e Jupiter fa lo stesso. Sono pronta a ricevere contemporaneamente i loro attacchi quando, però, è la voce di Hotaru a bloccarmi.

- Usagi non provarci. Stiamo arrivando. Non fare niente di avventato.

La voce della guerriera di Urano ha il potere di deconcentrarmi. Sono colpita in pieno dal colpo delle due guerriere. Sento il mio corpo essere attraversato da scariche elettriche aumentate di voltaggio a causa del vortice di Sailor Mercury. Sono spinta lontana. Sbatto pesantemente contro un muro prima di perdere i sensi ed essere avvolta dal buio.

Salve gente! Per la serie “ Chi non muore si rivede! ” rieccomi qui. Avrete notato una mia assenza, ma credetemi sono giustificata. Settembre è finito ed ho dato due esami, non molti direte voi, ed è vero, infatti, ad ottobre ne ho altri tre per questo ho deciso di spostare gli aggiornamenti ogni 15 giorni, quindi una domenica sì ed una no. Spero solo di non perdere lettori a casa di questo piccolo increscioso contrattempo, ragazzi credetemi non so quando scrivere! E purtroppo non ho tempo di ringraziare tutti voi singolarmente, ma sappiate che quanto prima (cioè il prossimo capitolo!), spero di riuscirci!

Dopo queste piccole informazioni passiamo a parlare di questo capitolo. Come avrete notato Sailor Cosmos è finalmente apparsa, ho cambiato anche il suo sailor fuku, sapete ho immaginato la divisa della guerriera del cosmo come un’antica tonica greca… spero che il capitolo ricco di azione e povero di romanticismo vi sia piaciuto e soprattutto spero che non mi ucciderete per quel che ho fatto riguardo Sailor Mercury e Sailor Jupiter (se provate ad uccidermi chi finirà la fic?)!

Credo di aver detto tutto, se così non fosse scusatemi. Ne approfitto per fare un po’ di pubblicità occulta! Nella categoria “City Hunter” ho scritto una nuova fic, una one-shote, chi fosse curioso può andare a leggerla! Adesso è davvero tutto, un bacio a tutti/e ed al prossimo capitolo, il XXVesimo, che sarà postato il data 14 settembre 2007. A presto!

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Capitolo 25
*** Capitolo XXV ***


Nuova pagina 1

Capitolo XXV

La prima parte del capitolo contiene delle scene, a mio avviso, cruente e forse NC17. L’avviso è rivolto a tutti i lettori impressionabili o che non gradiscono scene di violenza. Vi prego di avvisarmi se è vostra opinione aumentare ulteriormente il rating da arancione a rosso. Adesso vi lascio alla lettura del capitolo, Semplicementeme.

Non capisco più nulla. Sento suoni ovattati. Ho bisogno di chiudere gli occhi e lasciarmi andare. Ho bisogno di riposo, ma ho la sensazione di non potermelo permettere. Qualcosa mi costringe a rimanere attenta e guardinga. Poi ricordo: io sto lottando, contro le mie due Senshi, contro due delle amiche più care che ho. Ma se agisco in questa maniera è per salvarle dal giogo di Caos. Mi concentro escludendo dalla mia mente i suoni e cerco di rimanere vigile, ma non riesco a farlo per molto. Ho male dappertutto. Non riesco più sentire il braccio sinistro mentre, la gamba dello stesso lato fa malissimo. Vorrei urlare ma non possiedo neanche la forza per farlo. Le mie guance sono umide. Suppongo che siano lacrime. Poco più in alto del sopracciglio destro sento un bruciore intenso. Quasi certamente un’altra ferita ma di certo, non profonda come quella che adesso lacera il mio cuore.

Un dolore intenso all’addome mi risveglia dal mio stato di semi incoscienza. Il colpo è talmente forte da costringermi a tossire senza sosta. Vincendo il fastidio provocato dalla tosse, lentamente riapro gli occhi e noto la figura nerboruta di Jupiter sopra di me. Suppongo che il dolore, che ancora percepisco forte e persistente all’addome, sia stato provocato da un calcio, perché ne vedo partire un altro. Non ho neanche il tempo di finire di formulare il pensiero che, ancora una volta, sono colpita all’addome. Stavolta il colpo è più forte degli altri, tanto da farmi voltare e dare le spalle alla guerriera di Giove. Non ho il tempo di rendermi conto di nulla perché sono colpita nuovamente alla schiena da un altro calcio. Va avanti così non so per quanto. Alla fine, sarò stata colpita da altri quattro o cinque calci, non so, ho perso il conto. La schiena fa malissimo. Mi rannicchio in posizione fetale ed attendo, così, come una creatura indifesa, la prossima mossa di Jupiter.

Non posso andare avanti così o per me sarà la fine. Scorgo la figura di Mercury seduta su alcuni blocchi di pietra. Sembra la spettatrice di una rappresentazione teatrale, una commedia macabra che è ha per trama la mia disfatta. Osserva la scena con distacco, ma il luccichio dei suoi occhi mi fa capire che, in realtà, è attenta ad ogni singola azione. Vedo partire un altro calcio di Jupiter ed ancora una volta gemo a causa del dolore causato dal colpo andato a segno. Stavolta è ancora più forte, tanto da farmi ruzzolare sul terreno per un paio di metri sino a quando non mi fermo perché un muro ha bloccato il mio rotolare. In questa posizione divento un facile bersaglio per la guerriera del tuono. Non che prima lo fossi di meno. Mi colpisce con una gran quantità di calci, tutti dati in ripetizione, senza sosta. A stento riesco a tenere gli occhi aperti, tossisco spasmodicamente e riesco ad intravedere del sangue fuoriuscire ad ogni colpo di tosse. Jupiter sembra fermarsi per farmi riprendere fiato ma so di sbagliarmi, sicuramente si starà gustando la scena di me che tossisco e vomito sangue. Approfitto di questa pausa per racimolare un po’ delle mie forze. Getto un’occhiata oltre le spalle della Senshi del Fulmine e scorgo le figure ancora imprigionate dei miei amici. Meno male che Hotaru mi aveva assicurato del suo pronto intervento!

Ho alcuni attimi per riflettere. Nonostante la gravità della situazione riesco a riflettere, giungendo ad una conclusione: ciò che mi ferisce maggiormente è il silenzio in cui sta avvenendo tutto questo. Mi sento sola ed è difficilissimo restare lucida. Gli occhi delle due guerriere sono vacui, ma sul loro viso spicca un ghigno orripilante. Chiudo gli occhi e ricaccio indietro le lacrime, no, stavolta non sono causate dal dolore. Si tratta della rabbia che sento montare dentro di me. Un altro calcio mi colpisce all’addome, ma stavolta non resto ferma. La fiamma dell’orgoglio brucia ancora dentro di me e così con uno scatto, che stupisce persino me stessa, immobilizzo il piede di Jupiter grazie al braccio ancora integro. Lo stringo al mio addome e cercando di far leva su quel po’ di forza che ancora ho in corpo, strattono il piede così da far cadere la Senshi. Riesco nel mio intento e, approfittando della sorpresa della mia avversaria, tento di rimettermi in piedi. Ci sono quasi riuscita quando, un pugno di Jupiter, dato alla mia schiena, mi riporta in terra, e stavolta sbatto pesantemente contro il suolo.

- Makoto, adesso basta. Tutta questa violenza è fuori luogo. Non vedi che la nostra Principessina non si regge in piedi?

A parlare è stata Mercury. La voce è fredda. Distaccata. Impersonale. Sembra un’altra persona, non è la ragazza timida che ho conosciuto mille anni fa. Ancora a terra a causa del colpo ricevuto poc’anzi, vedo gli stivali della guerriera di Mercurio davanti al mio naso. Tossisco ed ad ogni colpo di tosse inalo una gran quantità di polvere che mi fa stare peggio. Cerco di alzarmi ma un suo piede schiacciato contro la mia schiena mi impedisce ogni movimento, anzi mi fa affondare ancora più nella polvere. Le lacrime adesso escono dai miei occhi. Non riesco a trattenerle. No, non è solo rabbia e dolore per quello che sono diventate le mie amiche. No. C’è anche umiliazione per ciò che mi stanno facendo. Sono shockata, queste due macchine da guerra, non possono essere le mie amiche. Non sono loro.

- Amy, fa attenzione! Non vedi che stai facendo piangere sua Altezza Imperiale la Principessa del Silver Millennium!

Stavolta a parlare è stata Jupiter, quella che in questa epoca dovrebbe chiamarsi Makoto. Non sento più il terreno sotto di me, sono sollevata da terra, ma preferivo rimanere dove mi trovavo. Sono stata letteralmente presa per i capelli e tirata in alto. A mala pena riesco a poggiare la punta dei piedi in terra, sfioro appena il suolo. Credo che la forza di cui dispone Jupiter, almeno in parte, sia dovuta a Nemesi. Intanto io mi ritrovo presa per i capelli. Vorrei urlare ma ho ancora un briciolo di orgoglio e mi faccio violenza da sola pur di non farlo. Non voglio umiliarmi ulteriormente. Al contrario, da questa posizione, riesco a guardare dritta in faccia Jupiter che adesso mi fissa con disprezzo. Mi schiaffeggia diverse volte per l’onta subita, ma io non cedo. Io che fisso i suoi occhi. Sì, per lei è un oltraggio alla sua persona. Il mio guardarla negli occhi deve metterla terribilmente a disagio. Adesso non mi importa del dolore. Forse ho trovato la crepa alle mura che Nemesi ha retto attorno ai loro ricordi. Resto sempre con gli occhi fissi nei suoi e la guardo senza timore. Sono io la più forte. Ho la verità dalla mia parte, anche se in questo momento non mi è per nulla di aiuto. Mercury giunge in mio soccorso, o almeno lo spero. Ma so già da adesso che è una speranza vana la mia.

- Fermati Makoto. Non essere la solita. Lasciala stare e prendiamoci cura dei suoi amichetti.

- Fermatevi. Sono io che volete. Loro non c’entrano nulla.

Non so come ma riesco a parlare. La mia voce è solo un sussurro. No, è di più. È un lamento. Sia Amy sia Makoto si voltano verso di me e mi guardano riluttanti. Dopo, sui loro volti, vedo formarsi un riso beffardo. Makoto mi butta in terra come un sacco di patate facendomi sbattere violentemente contro il muro, affianca Amy, ed insieme, si dirigono verso le persone ancora imprigionate nella teca di cristallo eretta poco prima dalla guerriera di Mercurio. Non so come ma riesco a non cadere in terra. Con il braccio apparentemente sano mi sostengo alla parete. Loro non si accorgono di me. Mi stacco dal muro e trascinandomi con la gamba destra cerco di mettere un piede dietro l’altro. Compio due passi ma sono sfinita. La mano destra cerca di sorreggere il braccio sinistro. Dall’occhio destro non riesco a vedere nulla, tutto è coperto di rosso. Suppongo si tratti del sangue, perso dalla ferita al sopracciglio che poco prima bruciava. Nonostante il mio aspetto orrendo, a gran voce, per quel che mi è concesso, inizio ad urlare alle due guerriere che si stanno dirigendo, a passo spedito, verso coloro cui tengo più della mia vita.

- Ho detto di fermarvi. State… ferme… dove… siete…

L’ultima frase è stata detta a più riprese a causa della difficoltà che incontro a respirare. La testa mi gira. Non vedo quasi nulla, solo le mie due amiche che mi guardano in quella maniera beffarda. Amiche? Ma posso ancora definirle tali? Jupiter torna indietro, mentre Mercury sorride divertita.

- Non ti avevo detto di rimanere lì?

Mi è di fronte, pronta a colpirmi ancora una volta. Stavolta sono più veloce di lei e facendo perno sulla gamba sana mi volto appena in tempo per evitarla. Si volta verso di me ed allora leggo la rabbia nei suoi occhi. Parte nuovamente per attaccarmi ma è bloccata da una voce che io conosco: Nemesi.

- Makoto cara, fermati. Sarò io ad occuparmi della Principessina. Voi prendetevi cura dei suoi amici. Non vorrete essere scortesi?

- Mia signora… ero certa che non vi foste scordata di noi…

Riesco a trattenere un coniato di vomito non appena assisto alla scena. Le due Senshi prostate ai piedi di Nemesi. La mia nemica sorride loro ed accarezza i capelli di Amy, come se fosse la testa di un cane. Cosa vi ha fatto amiche mie? State certe che pagherà tutto questo. Ad un cenno della mano Mercury e Jupiter si alzano e con passo cadenzato si dirigono verso gli altri.

- Usagi tieni duro. Siamo quasi riusciti a liberarci.

- Quanto vi occorre ancora?

- Non so…

La voce di Hotaru giunge alle mie orecchie. Cosa devo fare? Nemesi è qui davanti a me. La spada in mano. Le Senshi si dirigono verso gli altri. Ho poca energia a disposizione. Innalzo una barriera per difendere me stessa da Nemesi, oppure una che riesca a difendere gli altri? Mi sembra logico: devo pensare agli altri prima di me stessa. Chiudo gli occhi e cerco di far confluire tutto il mio potere verso gli altri. Intorno a loro innalzo una barriera argentata che li difenda dagli attacchi delle altre due guerriere, spero solo che si liberino in fretta, prima che la mia difesa cada. Nemesi si accorge delle mie intenzioni e senza perdere tempo inizia ad attaccarmi con sfere di energia nera. Le prime arrivano vicino ai miei piedi ed il terreno che si sgretola mi fa barcollare un paio di volte. Resto in un equilibrio instabile mentre, attorno a me, tutto sembra crollare. Alcuni pezzi di roccia partono in mia direzione come schegge impazzite. Con le braccia copro il viso mentre, sono colpita da detriti che somigliano a mille frecce di pietra che colpiscono ripetutamente il mio corpo. Adesso anche il braccio sano è irrimediabilmente ferito. Sento il sangue colare lungo l’avambraccio. Riesco ad aprire un occhio e mi accorgo che ai miei piedi si sta creando una pozza di sangue. Il mio sangue. Non posso restare qui ferma a farmi ridurre in briciole da Caos. Devo reagire!

Avanzo di un passo. Ed ancora un altro. Intanto le forze mi abbandonano. Inizio a non sentire più nulla. La vista è annebbiata. La gamba sinistra ormai è un peso morto che mi trascino dietro. Non sento più nulla. Il mio corpo è intorpidito. Peggio. Il mio corpo ormai è assuefatto al dolore. No. Questo non è un bene. Così non riesco a capire la gravità della mia situazione. Ma conta davvero qualcosa? Ormai conta poco. La mia vita ormai conta poco. Cerco con lo sguardo gli altri ma non riesco a vedere nulla. Solo il buio. Intanto i colpi aumentano. Non percepisco il dolore. Non percepisco il rumore. Solo il tatto. Ma non è una sensazione definita, avverto solo il posarsi qualcosa su di me. Solo l’essere sfiorata. Nient’altro. È questo morire? È così diverso da mille anni fa.Io so perché è diverso. Oggi ho lottato. Mille anni fa mi sono lasciata vincere. Improvvisamente mi sento trascinata via dal vento. Forse, sono stata scaraventata lontana. Dove sono stata colpita? Non percepisco nulla. Mi porto una mano all’addome perché sento qualcosa di caldo colarmi lungo il fianco. Cerco di vedere ma ancora è tutto buio. Non riesco a sentire più nulla. Non un rumore. Niente. Non sento il rumore dei colpi che prendono in pieno il mio corpo inerme. Non sento la voce di Nemesi. Nulla. Un silenzio assoluto che, insieme al buio, in un certo senso, mi regala un po’ di conforto. Sono stanca. Voglio solo addormentarmi. Non avverto il dolore ma solo la stanchezza. Ancora una volta sono colpita. Lascio che le palpebre scendano definitivamente sui miei occhi e mi abbandono. Non voglio più lottare.

Perdonatemi amiche mie. Non sono riuscita neanche questa volta a proteggervi. Non sono la grande guerriera che tutte voi credevate. Ricordate però che vi voglio bene.

Generali, non ho avuto modo di conoscervi come si deve, ma vi prego prendetevi cura delle mie Senshi. Prendetevi cura del vostro Principe e ricordategli che lo amerò per sempre.

Luna, Artemis. Siete stati dei consiglieri fidati, degli amici impagabili. Abbiate fede in Endymion come l’avete avuta in me.

E tu amore mio, perdonami. Non sono riuscita a dire la verità alle persone a me più care. Perdonami se ti sto abbandonando. Perdonami se non lotterò al tuo fianco. Io ho fatto il possibile. Non è stato sufficiente lo so, ma ti prego perdonami. Ricorda che oltre il tempo ed oltre lo spazio starò con te per sempre (*). Lotta, lotta anche per me, ma fai in modo che mai l’odio ed il rancore si impadroniscano dal tuo animo.

Buio. Silenzio. Pace. Ma tutto dura poco. Una voce. Mi chiama. Mi invoca. La riconosco. Èos. Riconosco la sua voce. Poi una lieve luce mentre la sua voce si fa sempre più vicina. Mi guardo attorno. Con imbarazzo mi rendo conto di essere priva dei miei vestiti. Senza veli. Rivestita solo dai miei lunghi capelli biondi. Adesso Èos mi appare dinanzi.

- Serenity non puoi arrenderti. Il destino di tutti è nelle tue mani.

La sua voce è calma e dolce. Resto in silenzio. Penso alle sue parole. Vorrei risponderle ma come? Non riesco più. Sono sfinita. Dentro di me non ho più energie.

- Dentro di te hai la forza. Abbi fiducia in te stessa.

Poi, come viene se ne va. Sparisce. Resto sola. Ma solo per poco. Tutto cambia. Adesso sono nuovamente sul campo di battaglia. Ma io sono solo testimone di ciò che sta accadendo. Come quando si sogna e si osserva il tutto dall’esterno del proprio corpo. Osservo il campo di battaglia. Mamoru. Mamoru è inginocchiato. Stringe tra le braccia un corpo. Il mio corpo. Mi avvicino a lui e scorgo le lacrime rigargli il volto.

- Amore mio. Mi senti? Apri gli occhi Usagi. Ti prego. Non puoi lasciarmi. Dobbiamo sconfiggere Nemesi. La sua maledizione può essere contrastata. Usagi dannazione apri gli occhi. Aprili!

- Principe Endymion non preoccuparti presto raggiungerai la tua Principessa. Abbi solo un po’ di pazienza.

A parlare è stata Nemesi. Mamoru solleva il capo e non si preoccupa di nascondere le sue lacrime. Si solleva da terra e tra le braccia stringe il mio corpo. L’angelo caduto lancia una sfera di energia diretta verso di lui ma una barriera di pura energia respinge il colpo. Nemesi ghigna. Non comprendo le sue parole perché sono rapita dalla sguardo di Mamoru. Vuoto. Come se non fosse più padrone delle sue azioni. Avanza verso di lei come se i colpi cui è sottoposto non lo centrassero, ma non è così, vanno a segno, uno per uno. La sua barriera, per il momento, regge. Ma per quanto ancora? È un suicidio. Non può affrontare da solo Nemesi. Mi volto e cerco le altre Senshi. I suoi generali. Scopro che lottano contro le due guerriere Sailor. Se la vedono brutta, non vogliono colpirle. Uranus e Neptuno stanno trattenendo i colpi, fortunatamente hanno eseguito le mie disposizioni. Ma per quanto ancora saranno così solerti? Nei loro occhi leggo una rabbia mal contenuta. Nephrite e Zoicite sono disperati. Non stanno lottando, si limitano solo a parare i colpi che le loro amate scagliano contro di loro. Cerco di connettermi telepaticamente con Hotaru ma è inutile, è come se non avessi più alcun contatto con lei, con tutti loro. Anche Killkenny è tornato a lottare e lo fa con la solita maestria. Le urla di Mamoru mi riportano, velocemente, allo scontro che sta per avvenire. Sta concentrando tutto il suo potere tra le sue mani. Non può farcela così. Lancia il colpo. Nemesi è colpita in pieno. Osservo Mamoru sorreggere il mio corpo con un braccio, mentre con l’altro ha lanciato la sfera. È esausto. Appena la nube, causata dal colpo, si dirada leggo la sorpresa nei suoi occhi. Nemesi è in piedi come se non fosse stata colpita. Le lacrime continuano a scendere dagli occhi del mio amore. Percepisco la sua frustrazione. Il suo dolore. Sono come un turbine. Mi sento risucchiata da questa sofferenza. Intanto Nemesi ha lanciato un’altra sfera che colpisce in pieno Mamoru che frattanto, con il suo corpo ha fatto scudo al mio che riposa tra le sue forti braccia. Cade a terra. Pesantemente. Continua a piangere silenziosamente mentre stringe la sua mano nella mia. Cerco di asciugare una lacrima ma appena sfioro il suo viso sono trascinata via. Non capisco nulla. So solo che riapro gli occhi e mi ritrovo dentro il mio corpo. Nuovamente padrona delle mie azioni. Nemesi è sopra di noi. La spada sguainata. Pronta a cadere su Mamoru. È un attimo. Un urlo. Una forza incredibile dentro di me. Una luce abbagliante. Non capisco più nulla.

Adagio riapro gli occhi. Mi sento debole. La gamba fa male così come le braccia. Sono su qualcosa di soffice e bianco. Credo che siano delle coperte. Forse sono in un letto? Ma di chi? Qualcuno stringe la mia mano destra. Tutto intorno c’è una luce soffusa, come se fuori dovesse essere giorno da poco. Cerco di reclinare il capo dal lato in cui avverto la presenza ma non ci riesco. Ho dolore ovunque. Nel tentativo di muovermi una pezza bagnata, lasciata sul mio capo, scivola sul cuscino. Ho le labbra secche e screpolate. Gli occhi, leggermente aperti, bruciano un po’. Provo a parlare ma la voce non esce. Osservo il soffitto. È tutto bianco. Con gli occhi mi sposto ed osservo le pareti gialle tappezzate di foto che non riesco a mettere a fuoco, gli occhi fanno male. Scorgo un pelouche a forma di tartaruga su di una sedia accanto al letto, riconosco il pupazzo, è Hinata, un regalo di mio padre il giorno in cui mi sono trasferita a vivere qui. Adesso sono certa di essere nella mia stanza. Finalmente riesco a voltare il capo e scorgo una testa corvina. Mi faccio forza, per sollevarmi ed osservare qualcos’altro, ma non ci riesco, in ogni modo, ciò che vedo è sufficiente per riconoscere la persona. Mamoru. Con uno sforzo sovraumano faccio scivolare la mia mano dalla sua. Il mio corpo è intorpidito, come se avesse dormito per diverso tempo. Forse per questo non risponde con prontezza ai miei comandi. Più difficile, adesso, è posare la mano appena liberata sul suo capo, ma alla fine riesco nel mio proposito. Sospiro pesantemente e chiudo gli occhi. Lo sforzo è stato eccessivo. Vorrei svegliare Mamoru ma credo che abbia passato la notte vegliandomi per tutto il tempo. Decido di restare così, con gli occhi socchiusi beandomi di questa momentanea sensazione di pace.

Credo di essermi riaddormentata ma dopo un po’ di tempo, non so quanto di preciso, sento Mamoru agitarsi, credo che si stia svegliando. Decido di aprire gli occhi e di voltarmi verso di lui. Un leggero capogiro mi coglie di sorpresa. Ho dimenticato di essere reduce da una brutta avventura. Cerco di rilassare i muscoli del viso. Non voglio far preoccupare Mamoru, che intanto, sbatte un paio di volte le palpebre per svegliarsi del tutto. Sorrido in sua direzione.

- Usako… ti sei svegliata finalmente.

- Ciao…

Con voce rauca rispondo al mio principe. Lui intanto scosta dalla mia fronte i capelli che mi coprono gli occhi. Nel farlo sfiora una mia ferita che non sapevo di avere, o forse sì? Un dolore atroce parte proprio dal punto che Mamoru ha sfiorato. Deve essersi accorto del mio dolore poiché mi guarda con un’espressione addolorata. Cerco di sorridere anche se è impossibile. Il dolore è tale che, involontariamente, una lacrima sfugge al mio controllo. Mamoru l’asciuga con delicatezza, credo che temi di arrecarmi altro dolore. Le sue dita però sono come delicati petali di rosa, sfiorano la mia guancia regalandomi attimi di serenità. Poi, leggera scivola verso le mie labbra ancora secche. Le accarezza ed intanto mi guarda, e non stacca mai i suoi occhi dai miei. Arrossisco ma non riesco ad interrompere il nostro contatto visivo. Lentamente si china su di me e cerca le mie labbra. Per quanto mi è possibile mi scanso e poi parlo.

- Pensavo che avessi capito… sono un tipo pericoloso… per questo devi starmi lontano...

- Il vero pericolo è la dipendenza che creano le tue labbra.

Sbufferei se solo ne avessi la forza. Chiudo gli occhi e cerco di ricordare ciò che è accaduto. Ho solo ricordi sfumati. Nulla di certo. Una lotta. Nemesi. Mercury. Jupiter. Killkenny. Ho lottato contro tutti loro ma non so di preciso in che ordine… no. Adesso ricordo. Prima Killkenny, poi Mercury e Jupiter loro mi hanno attaccata mentre ero a terra priva di forze, dopo si sono dirette verso gli altri. Ho tentato di fermarle ma tra noi si è frapposta Nemesi. Una luce e poi il buio. Cerco di mettermi a sedere ma sono troppo debole. Il dolore ancora è intenso e le mani di Mamoru mi impediscono di muovermi. Mi guarda con sguardo interrogativo.

- Mercury e Jupiter… dove sono?

- Tranquilla. Stanno bene. Sono al piano di sotto.

Mi rilasso nel sentire che le due guerriere sono al piano di sotto e che soprattutto stanno bene. Riesco anche a sorridere ed a percepire meno dolore. Chiudo gli occhi e con la testa sprofondo nel cuscino mentre il mio principe scosta le tende facendo entrare i raggi del sole che non riscaldano la stanza, ma almeno la rendono più luminosa. Pian piano riprendo coscienza del mio corpo e avverto delle bende un po’ ovunque. Gambe, braccia, torace ed anche alla testa. Durante lo scontro con Mercury e Jupiter era come se lo Ginzuishou mi avesse abbandonato, forse ero io a non utilizzarlo perché temevo di ferire le mie amiche e così mi sono indebolita sino al punto di non poterlo utilizzare contro Nemesi, adesso invece, lo percepisco nuovamente dentro di me. Meno potente di prima ma è ancora qui e questo mi fa sentire più sicura. Preferisco non pensare alla sensazione di vuoto e solitudine avvertita durante lo scontro con le Senshi. Decido di osservare Mamoru con più attenzione, e solo adesso mi accorgo che anche lui ha un grosso cerotto alla guancia destra. Si sposta dalla finestra e come se nulla fosse, si siede sul bordo del mio letto facendo passare un braccio sopra la testata di questo, e resta così, intento a giocare con alcune ciocche dei miei capelli. Le sue gambe incrociate sono distese sul materasso, come se si stesse rilassando dopo una giornata davvero infernale. I suoi occhi sono fissi sulla porta chiusa. Sento il suo profumo forte e deciso solleticarmi il naso. No. Non si tratta di nessuna colonia. È la sua essenza. Sorrido a Mamoru che si accomoda ancora più vicino a me. Vorrei allontanarlo ma so che è tutto inutile e così accetto la sua vicinanza, anche perché adesso è la sola terapia di cui necessito. Trepidante, attendendo che formuli le domande che gli frullano in testa da quando ho ripreso conoscenza. Non resisto ed alla fine sono io a prendere la parola attirando la sua attenzione.

- Cosa ti turba?

Lui mi guarda e poi torna a fissare la porta chiusa, come se là trovasse la risposta a tutte le sue domande. Sospira e si porta una mano tra i capelli scompigliandoli ancora di più. Nel compiere questo movimento gli equilibri precari che esistevano sul letto si rompono ed il suo viso si fa più vicino al mio. Il suo respiro sul mio collo e l’essenza del suo essere distruggono definitivamente le mie difese. Adesso sono completamente in balia delle sue emozioni. Percepisco il suo turbamento e l’angoscia che lo divorano dall’interno. Con lentezza porto la mia mano sulla sua coscia e lo incito a parlare.

- Ho avuto paura. Paura di perderti. Mi sono accorto che, ancora una volta, non ho potuto fare nulla per impedirti di soffrire. Le immagini di mille anni fa, quando piangevi disperata tra le mie braccia, per la perdita di tutti coloro che amavi, sono tornate prepotentemente nella mia testa. Mi sono sentito come allora, un inetto stupido ragazzino che si atteggiava a gran condottiero, quando in realtà sono solo uno stupido presuntuoso. Perdonami amore mio. Quando ti ho vista lottare contro Killkenny, sono stato orgoglioso di te. Leggevo la forza e la consapevolezza di poter vincere. Però dopo, imprigionata e sopraffatta dal dolore causato dalle scariche che provenivano dalla barriera che ci teneva divisi, non so, mi sono perduto e mi sono odiato perché non ti ero accanto. Il non poter difendere l’essere più puro del Creato mi faceva sentire un verme. Contro Mercury e Jupiter è stato straziante. Vedevo come ti colpivano e non potevo far nulla per salvarti, immobilizzato in quella teca di cristallo inerme. Ogni colpo che ti infliggevano, credimi, feriva anche me. Ero bloccato. Immobile. Non poter correre in tuo soccorso è stato umiliante. Mi chiedevo come avessi fatto a liberarti ed a lottare contro le tue amiche. Mi sono domandato da dove poteva provenire la tua forza, ti ho invidiata per questo. Tu sei così forte da poterti liberare subito da qualsiasi costrizione, ed io… io non ne sono capace. Io sono niente senza di te. Quando sei svenuta dopo l’ennesimo attacco di Nemesi ho creduto di averti perso per sempre. Mi sono sentito distrutto dal dolore. Ho ricordato le tue parole “ sono disposta a morire ogni volta che ti incontro piuttosto che rivivere quei momenti ”. Adesso ho capito cosa volevi dirmi. Mi sono odiato per non essere stato capace di difenderti. Dopo, quando la Pietra di Luna è apparsa la seconda volta e ci ha salvati ancora una volta, ho tentato di rimarginare le tue ferite ma non ci sono riuscito. Alcune sparivano ma altre continuavano a sanguinare e le bende che porti ne sono la conferma. Perdonami amore mio, sono io che non sono degno di te e sono io che devo starti lontano per la mia inettitudine. Ho rischiato di perderti per sempre, e credimi, non mi sarei mai perdonato se fosse successo.

Mamoru ha parlato tenendo i suoi occhi fissi sul battente della porta chiusa. La sua voce ha cambiato intonazione più e più volte. Diverse volte è stata sul punto di spezzarsi a causa del pianto, un pianto, tuttavia, che non ha avuto libero sfogo. La mia mano si è stretta attorno alla sua. Ho ascoltato ogni sua parola con un’attenzione morbosa, giungendo a solo una conclusione. Mamoru non merita tutta questa sofferenza. Lui non ha nessuna colpa di ciò che è stato. Probabilmente neanche io ho colpe, ma devo lottare. Devo farlo per Èos e per Helios. Non meritano tanta sofferenza. Devo farlo per me stessa, per non sentirmi ancora sopraffatta dal senso di colpa per ciò che è stato prima della mia nascita e dopo di essa.

- Probabilmente ciò che sto per dire complicherà ulteriormente la situazione tra noi, ma non posso più tenere tutto dentro di me. Non è colpa di Nemesi se stiamo soffrendo così tanto. Èos, Nemesi, è posseduta da Caos. È lui il nostro vero avversario. Io… non so se riuscirò a vincerlo, anzi, sono certa che da sola sarà impossibile, ma se tutti voi resterete al mio fianco, sono certa di potercela fare. Mamoru, ti prego, fammi finire. Non sto dicendo che sono disposta a vivere il nostro amore, sino a che questa storia non sarà conclusa tu dovrai starmi lontano. Ti ho chiesto aiuto, ma nient’altro.

Mamoru mi guarda interrogativo. Come se non avesse capito ciò che ho detto, ma so che non è così. Ogni singola parola è andata a segno ed adesso non ci resta che separarci.

- Ho una domanda da farti. Perché non sono riuscito a guarire le tue ferite. La maledizione per caso ha qualcosa a che fare con tutto ciò?

- Mamoru se non sei riuscito a guarire le mie ferite non dipende né da te nè dalla maledizione. Le ferite non sono guarite per due ragioni. In primo luogo non tutte sono ferite “magiche”, se mi concedi questo termine; seconda ragione quelle che non hai guarito sono delle normali ferite, per di più, sono ferite che sono state provocate dalle mie guerriere.

Osservo il volto di Mamoru per vedere se mi sta seguendo e lo scopro attento ad ogni mia parola. Più tranquilla di prima riprendo il mio racconto.

- Devi sapere che una leggenda narra che una mia antenata, oltre cinque millenni addietro, tentò di utilizzare il potere dello Ginzuishou per impadronirsi del Sistema Solare, fu solo merito del sacrificio delle sue Senshi se il suo malefico piano fallì. Si racconta, infatti, che, il sangue di ogni guerriera, possa generare un’arma diversa e molto più potente di ogni attacco che caratterizza la Senshi proprietaria dell’arma stessa. Dalla fusione di queste armi, a sua volta, si può generare un’unica potentissima spada, impugnata solamente dalla più pura e forte delle guerriere, Sailor Saturn. Ma per far comparire la Spada Universale è necessario pagare un tributo. Infatti, devi sapere che ogni arma racchiude l’anima della Senshi che ne è proprietaria. Nel momento in cui le guerriere si privano dell’anima cessano di vivere. È la vita delle Senshi il tributo da pagare per far comparire la Spada Universale. Sailor Saturn, essendo la Senshi della Distruzione e della Rinascita è la più forte. Alla fine della battaglia, con la disfatta del nemico anche lei perirà. La Spada Universale dopo il suo utilizzo svanisce e porta con sé la sua attuale proprietaria. È stato grazie a questa Spada che le Senshi leggendarie hanno fermato i piani della mia antenata. Il Consiglio Celeste, mosso a compassione dal sacrificio estremo delle Senshi, limitò il potere dello Ginzuishou. Da allora contro gli attacchi delle Senshi la sacra pietra è inutile, può difendere chi la possiede, ma non può guarire come fa di solito quando l’attacco proviene da altri avversari. Riguardo alla mia situazione non sono molto certa di ciò che sto per dirti. Credo che lo Ginzuishou, nel corso dei secoli, abbia sviluppato una sorta di coscienza propria, è per questo che non ti ha permesso di aiutarmi. Nel momento in cui io ho invocato la Pietra di Luna ho fatto affidamento su sentimenti buoni, ma non solo su quelli. L’attacco che ho scagliato contro Nemesi era impregnato di tutto il mio odio e rancore nei confronti di Caos. Lo Ginzuishou deve aver percepito questi sentimenti negativi e deve averti impedito di curarmi memore degli atti della mia antenata. Deve essersi messo in vibrazione con il Golden Crystal ostacolando l’azione di quest’ultimo.

Alla fine del mio racconto un silenzio pesante cala all’interno della stanza. Osservo in direzione della finestra e mi accorgo che i raggi del sole sono più intensi rispetto a poco tempo prima. Pian piano riprendo le forze e riesco a restare seduta con la schiena poggiata contro i cuscini. Cosa importante è che non avverto particolari dolori. Improvvisamente Mamoru si alza e senza parlare si dirige verso la porta. Prima di andare però spezza il silenzio che regna nella stanza.

- Sto tornando.

Resto sola nella stanza. Mi guardo attorno e decido di alzarmi, tanto per tastare le mie condizioni. Scosto piano le coperte, una fitta alla spalla destra mi fa pentire della mia decisione, ma la testardaggine è una delle mie virtù anche se secondo altri è uno dei miei difetti. Decido di ignorare il dolore e continuare nel mio proposito. Riesco a mettermi a sedere sul letto. Lentamente mi metto in piedi caricando tutto il peso sulla gamba destra che è quella sana, almeno credo. Con la mano sinistra mi reggo alla spalliera della poltrona dove, per tutta la notte, Mamoru è rimasto seduto vegliandomi. Saltellando arrivo al bordo della finestra e mi metto subito a sedere. Ogni salto è stato una pugnalata al mio costato. Adesso che sono seduta osservo il riflesso che lo specchio, posto accanto alla porta, mi offre. I capelli in disordine non mi spaventano più di tanto, anzi donano una parvenza di normalità ad un volto che ha perso parte dei suoi tratti caratteristici. Il gran cerotto che ho in corrispondenza del sopracciglio destro nasconde parte dell’azzurro, direi spento, dei miei occhi. Il labbro inferiore è solcato da un taglio profondo che deve aver smesso di sanguinare da poco dato il coagulo che si è formato. Lo zigomo sinistro è completamente tumefatto. Poggio una mano sul mio costato ed avverto, anche se coperte dalla camicia da notte, le bende che mi avvolgo, alzando un po’ l’orlo scorgo anche altre bende che coprono la coscia sinistra, il bendaggio supera il ginocchio e si ferma a metà gamba. Sollevo le maniche della camiciola ed osservo ancora delle bende da ambo i lati delle braccia. Credetemi, sembro una mummia, e se non fosse per la situazione tragica in cui mi trovo, potrei anche cominciare a sbellicarmi dalle risate.

Ancora intenta a scrutare il mio corpo, alla ricerca di qualcosa che mi ricordi come ero prima di ieri sera, la porta cigola e ruota sui cardini. Resta aperta a metà e da questa apertura così misera fanno il loro ingresso due ragazze. Restano all’ingresso come se temessero che l’entrare nella stanza procuri loro qualche danno. Da questa posizione, però, posso osservarle senza essere vista. Una è più alta ed ha i capelli, castani raccolti in una coda. I grandi occhi, dello stesso colore dei capelli esprimono un’infinita dolcezza a discapito dell’imponenza del suo corpo. La seconda è più bassina. I capelli sono portati in un caschetto corto e sbarazzino. Lo stare dietro la prima ragazza mi fa intuire la sua timidezza, timidezza accentuata dal suo tenere costantemente puntati al pavimento gli occhi azzurri. Le due guardano smarrite il letto vuoto e poi si scambiano uno sguardo perplesso. Sorrido per la loro titubanza. Tossisco un paio di volte per attirare la loro attenzione. Leggo lo stupore sul volto di entrambe non appena mi vedono seduta sul bordo della finestra. Sorrido in maniera un po’ goffa, forse imbarazzata dalla situazione che si è venuta a creare.

- Voi siete Amy e Makoto, non è così?

Le due ragazze annuiscono timidamente.

- Lo sapete che per quello che mi avete fatto come minimo dovrete aiutarmi a tenere a bada quella pazza di mia madre? Inoltre, dovrete aiutarmi a trovare una balla da raccontarle che giustifichi il perché ieri sera non le abbia telefonato.

Adesso mi guardano stordite. Lo sapevo che dovevo mettere da parte l’ironia! Le mie labbra si piegano in un dolce sorriso e riprendo a parlare.

- Posso chiedervi un abbraccio?

Senza aspettare oltre le due ragazze corrono verso di me. Mi stringono in un abbraccio che forse ha ammaccato qualche altra costa ma la cosa, momentaneamente, non mi riguarda. Sono troppo felice. Nuove lacrime bagnano i miei occhi, ma stavolta piango dalla felicità. Parte dell’incubo è finalmente finito.

(*) Questa frase, non ne sono certa, dovrebbe essere la stessa che Mamoru pronuncia alla fine della quinta serie. Se mi sbagliassi scusatemi e correggetemi, ve ne sarei grata.

Salve gente ed eccomi qui! Stavolta puntuale, anzi con un giorno di anticipo, infatti, ho scoperto che domani starò fuori tutto il giorno ed “è meglio fare oggi quello che si deve fare domani”. Non ricordo se il proverbio è proprio questo, ma avete compreso, o no? Le ammiratrici di Amy e Makoto in questo momento mi staranno odiando per quello che le due guerriere hanno fatto alla povera Usagi, vero? Ma non preoccupatevi, avranno modo di riscattarsi! Se devo essere sincera sono un po’ preoccupata per le poche recensioni ricevute (solo 10 rispetto alle 14 costanti, mi avete viziata ecco tutto!). Cosa non vi è piaciuto del capitolo? O forse è la storia che vi sta annoiando? Oppure, semplicemente, siete stati tutti presi dai vostri impegni e non avete avuto tempo per commentare? In ogni caso, questo capitolo, il XXVesimo, è stato ricco di azione ma anche di sentimento a mio modo di vedere. Non lo credete anche voi? Mi sono impegnata parecchio per scriverlo ed alla fine, raro ma vero, sono soddisfatta del mio lavoro. Adesso però passo ai ringraziamenti riguardanti questo capitolo (il XXV) ed il precedente (il XXIV)! Prima di lasciarvi però ho una notizia da darvi: siamo giunti a metà della storia. Dal capitolo XXVI, al massimo dal XXVIIesimo, passeremo alla seconda parte della fic. E poi arriveremo alla conclusione che ancora non è ben delineata nella mia mente. Speriamo bene!!

RINGRAZIAMENTI CAPITOLO XXIV:

- SAILORMOON81: sono felice, a chi dispiacciono i complimenti? Io però, sono felice soprattutto per un’altra ragione. Sto migliorando e lo dico solo perché lo hai scritto tu nella recensione. Non sai che gioia si possa provare. Devi sapere, che per scrivere un capitolo impiego molto tempo, a volte anche una settimana intera, ma tutto questo non è per mancanza di ispirazione, assolutamente. Impiego molto solo perché sto attenta a tutto, ad ogni minimo particolare, leggo ciò che ho scritto prima, a volte torno al primo capitolo per vedere se in qualche modo non sto scrivendo il contrario di ciò che ho affermato in precedenza. Credimi scrivere un capitolo è un lavoro lunghissimo, ma sono felice di farlo perché alla fine resto soddisfatta del mio lavoro, specie quando leggo simili complimenti (che poi scritti da te sono il massimo…). Adesso, però, ho bisogno di un consiglio, non è che per caso ho fatto un po’ di confusione verso la fine del capitolo, mi riferisco al racconto di Usagi, la leggenda della sua antenata. Non so, questa parte del racconto non mi convince parecchio! Fammi sapere ed ancora grazie per tutti questi complimenti, sono la carica di cui ho bisogno per scrivere (spero solo di non deluderti!). Quasi dimenticavo, vedremo cosa farà la nostra Usagi… forse Mamoru finalmente capirà che la sua Principessa non è una sprovveduta…

- STREGA_MOGANA: se devo essere sincera iniziavo a preoccuparmi. Mi chiedevo che fine avessi fatto, adesso posso tirare un sospiro di sollievo. Rispondo alle tue domande. Riguardo la prima, credo che Nemesi tenga ancora in vita la famiglia di Killkenny, se così non fosse ed il nostro “amico” dovesse scoprirlo, dubito che Nemesi possa stare tranquilla. Killkenny è un demone molto potente, non certo alla stregua di Caos, ma allo stesso livello di Queen Serenity, meglio tenerselo stretto. Per quel che riguarda la seconda domanda, più che altro è un’affermazione la tua ma cercherò di spiegare il comportamento di Mamoru. Tu staresti con le mani in mano se il tuo lui avesse bisogno di te? Non credo, è questo che spinge Mamoru a non sentire le parole di Usagi. In pratica è quello che faccio io con il mio ragazzo, lui mi dice di non fare niente, io insisto ed alla fine cerco di aiutarlo come posso, a volte peggiorando la situazione, a quel punto però mi ritiro con la coda tra le gambe… terzo punto, Amy e Makoto! Hai detto bene, troppo semplice che con un colpetto quelle due potessero tornare normali. Sarebbe stato banale ” ed invece hai visto che comportamento? Sono stata troppo cattiva nel descriverle così? Per la reazione di Haruka vedremo dopo, per adesso come hai potuto notare si è trattenuta, ma vedremo appena il gruppo sarà al completo. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto tanto quanto il precedente, anche se nella narrazione del mito dell’antenata di Serenity temo di aver fatto un po’ di confusione…

- USAKO89: grazie per i complimenti, mi fai arrossire. Spero che questo aggiornamento sia di tuo gradimento anche se ammetto di aver un po’ maltrattato Usagi e soprattutto ho fatto fare la figura delle cattive ad Amy e Makoto. Come noterai più in basso menziono coloro che hanno messo la storia tra i preferiti e li ringrazio a parte. Un bacio e spero di poter leggere un altro commento quanto prima.

- PRINCESSANGEL: non ti preoccupare anche io sono in un “oceano” di lacrime, tanto per farti capire. Sono felice che Sailor Cosmos abbia colto nel segno, temevo che togliendo i codini alla nostra Usagi avrei rischiato il linciaggio, ma Fortuna ha voluto che mi sbagliassi! Cosa posso dire? Se le ultime due guerriere si fossero risvegliate così presto, e con tanta felicità come potevo portare avanti il capitolo? Ma dimmi, ti è piaciuta la seconda parte, per intenderci quella in cui Usagi si risveglia con Mamoru che le stringe la mano? Non è che forse sto diventando troppo ripetitiva con questi svenimenti di Usagi? Non saprei… aspetto il tuo consiglio… un bacio…

- NEPTUNE87: Amy e Makoto si sono unite al gruppo, ma come la prenderanno le altre? Soprattutto come reagiranno Haruka e Michiru? Ancora non lo so. Però è vero la fic procede. Altro capitolo ricco di azione e con un po’ di romanticismo che non guasta. Non è così? Mi raccomando, studia e non preoccuparti se non potrai commentare costantemente, ti capisco!

- KIRBY: non preoccuparti per il ritardo l’importante che il capitolo ti sia piaciuto. Grazie per i complimenti riguardo ai capitoli dedicati all’azione. Purtroppo questo genere di capitoli non sono il mio forte ed ogni volta li pubblico con il patema. E se non dovessero piacere? Sono felice però, sino adesso non ho ricevuto lamentele da parte di nessuno (che siano le ultime parole famose?). Spero di essere stata abbastanza brava nel descrivere il dolore spirituale, ma soprattutto fisico, di Usagi nel momento in cui deve lottare contro le sue amiche. Ho una domanda da porti, quando Usagi parla con Mamoru riguardo il mito della sua antenata (per intenderci della spada universale), secondo te sono stata troppo articolata e complicata? Aspetto di sapere cosa pensi di quest’altro capitolo e spero di legger una risposta alla mia domanda. Baci!

- USAGI_84: sono felice di sapere che Sailor Cosmos abbia colto nel segno. Bisogna ricordarsi che Serenity è una semi dea e questo senza dubbio ha influito in qualche maniera. Vedremo se unite le guerriere riusciranno a far qualcosa contro Nemesi.

- DINNY: le pietre di Mercury e Jupiter sono nelle mani di Serenity solo che ha preferito non darle alle proprietarie durante il combattimento per paura che finissero nelle mani di Nemesi ed allora per loro sarebbe stata davvero la fine. Spero che non ti sia arrabbiata per come le ho trattate ma avevo bisogno di questo, non posso mica far finire tutto con facilità! Ti do una piccola anticipazione. Quel che accadrà nei prossimi capitoli è molto vicino a quello che accade in una fic di tua produzione…

- KILLKENNY: mi spiace informarti che Eudial non apparirà. Le tue idee però se vuoi puoi mandarle via mail, magari le uso per Nemesi. sono felice che il combattimento sia stato gradito. Non sai quanto mi sono scervellata per rendere onore al “caro” Killkenny. Non si offende se lo chiamo “caro” vero?

- MIKI90: suppongo che la prima parte della fic non sia stata di tuo gradimento, uno perché per nulla romantica, due per come si sono comportate Makoto ed Amy, la seconda era la mente mentre la prima il braccio. Sono stata cattiva nel far agire le due guerriere in questo modo ma mi serviva per rendere ancora di più la cattiveria di Caos. Spero solo di non aver offeso nessuno. Nella seconda parte spero di essermi fatta perdonare almeno un pò. Che dici? Ci sono riuscita?

RINGRAZIAMENTI CAPITOLO XXIII:

- DOLCEBUNNY: non preoccuparti. Non voglio strangolarti se non commenterai puntualmente, spero solo che non ci siano problemi e che la storia continui ad interessarti. Per quel che riguarda il tuo commento devo dire che hai riassunto il tutto con maestria. Credo che lo utilizzerò come traccia per ricordare a quali perché devo dare risposta nel corso della fic, adesso ti saluto e passo agli altri commenti.

- GIROVAGHI: l’attenzione che metto nella descrizione dei luoghi per me è importante. Voglio trasmettere inalterate le emozioni che suscitano in me le scene che prendono corpo nella mia mente. So che potrei essere noiosa e pedante e che potrei perdere buona parte dei lettori, ma non posso farci nulla. Non descrivere i luoghi mi sembra ingiusto. Non so è come raccontare una fiaba senza dare voce ai personaggi. Non so se riesci a capirmi. Sono felice di leggere che particolari espressi nei capitoli precedenti adesso ti sono tornati in mente (le lacrime di Nemesi quando lotta contro Serenity) capisco che hai letto con attenzione ogni passaggio della fic e per questo non posso che ringraziarti.

- KILLKENNY: sempre coinciso nei tuoi commenti ma non mi preoccupo. Se hai da dire qualcosa di più vuol dire che qualcosa non ti ha convinto ed allora sono guai, rischio di incorrere nell’ira di Killkenny e preferisco mantenere intero il mio corpo.

- NEPTUNE87: mi sono applicata parecchio a questo capitolo, soprattutto nell’esplorare l’animo umano. Quello di un padre e di una madre che sono costretti a non potere manifestare il proprio affetto nei confronti dei figli ma per ragioni diverse. Sono felice di esserci riuscita. Non sai che soddisfazione leggere i commenti e capire che le mie parole hanno colpito nel segno.

- STREGA_MOGANA: in questo capitolo ho dato spazio ad Amy e Makoto soprattutto alla fine come hai potuto notare. Cosa posso dire? Usagi è dilaniata dal senso di colpa. Non sa ancora cosa fare, sa solo di non poter cedere a Caos e soprattutto deve stare lontana da Mamoru. Vedremo cosa accadrà nel prossimo capitolo!

- KIRBY: cosa posso dirti. L’idea che un sacrificio può salvarla mi è balzata in testa ma è stato subito scartato. Troppo prevedibile. Invece per quel che riguarda la maledizione… quello che ho scritto è stato pensato e voluto così terribile. Ho soppesato ogni parola ed ho cercato di rendere tutto il più cruento possibile. Soprattutto una frase è stata ponderata con l’intenzione di suscitare repulsione: “Berrò il suo sangue e con esso placherò la mia sete di vendetta” in questa frase ho cercato di esprimere tutti i sentimenti negativi di cui è portatrice Nemesi.

- VALEPOLIT: sai cosa devo dirti? Più scoop ci sono più io mi incasino con la trama, ma questo mi piace (come sono sadica ed autolesionista!). Ho modo di mettere alla prova la mia fantasia e scoprire di cosa sono capace…

- MEY: non so se Serenity vedrà le sue bambine. Può darsi che durante qualche delirio ciò accada. Chi può dirlo? Capisco la tua sofferenza per la levataccia mattutina, sono nella tua stessa condizione, infatti, anche la mia sveglia (mio padre!) suona alle 6. Su con la vita, ci saranno tempi migliori!

- SELENE89: sono felice di sapere che il lato umano di Nemesi abbia accolto tutti questi consensi. Non ci speravo se devo essere sincera. Cos posso dirti? Caos è il cattivo di turno che sfrutta Nemesi per i suoi loschi piani. Come faranno a sconfiggerlo. La risposta? Ancora non ne ho idea…

- PERA11: ed eccomi qui anche io con estremo ritardo. Tu non potrai commentare costantemente a causa del liceo, io perché ho esami… ti capisco non preoccuparti. Riguardo Kenji ho due o tre idee vedremo la migliore ai fini della trama! Un bacio e spero, anche se non commenterai, che almeno continuerai a leggere la fic!

- AINECHAN: ho riflettuto a lungo prima di pubblicare il capitolo. Mi sono chiesta cosa poteva aver scatenato tutta questa rabbia in Nemesi ed alla fine mi sono detta che era giusto far conoscere a voi che mi seguite e sostenete la verità. Non potevo farvi intuire tutto tramite qualche frase messa qua e là. Era giusto esporre tutti i fatti ed alla fine ecco il capitolo!

- MANDERLAY: scusascusascusascusa… mi perdonerai per l’errore? Non me ne sono proprio accorta. Suppongo che neanche questo capitolo ti sia piaciuto particolarmente dato che questo è stato proprio tragico… ma cosa vuoi che ti dica? Alla fine di questa fic ho deciso di cimentarmi nel genere commedia come mi hai suggerito e vedremo se sono maturata oppure no!

- PRINCESSANGEL: in bocca al lupo per il tuo V liceo! Bei ricordi la scuola, come vorrei tornare indietro! Ma torniamo ad essere serie. Ti faccio i complimenti per le tue fic, mi scuso se non sono puntuale nei commenti ma lo studio incombe! Per quel che riguarda il capitolo grazie di tutto. Mi fa piacere costatare che dopo 25 capitoli ancora mi sopporti e cosa ancora più importanti mi segui anche se a volte critico, ma sempre in buona fede, alcuni tuoi lavori! Un bacio e grazie.

- SAILORMOON81: grazie per i complimenti, fatti poi dalla paladina della grammatica è sempre un piacere riceverli. Per quel che riguarda la soluzione se hai qualche idea sarei felice di sapere… io ancora non sono riuscita a pensare nulla che possa essere degno della fic. Non voglio essere banale o prevedibile… aiutami…

- USAGI_84: la soluzione a quanto pare Endymion ed Helios l’hanno trovata ma non convince Serenity. Ma quanto è testarda! Cosa posso dire di più? Speriamo che si ricreda…

- SEASONS_GIRL: grazie per i complimenti e per aver messo la storia tra i preferiti. Anche a me la storia mi sta coinvolgendo e per questo ho deciso di postare ogni due settimane voglio avere il tempo per scrivere il tutto nel modo migliore. Spero di poter leggere presto cosa ne pensi di questi ed altri capitoli. A presto.

- DINNY: vedremo se la nostra Usagi seguirà il suo cuore, entrambe sappiamo quanto è testarda, almeno nella mia fic. Soprattutto si sente in dovere di proteggere le persone che ama e riscattarsi agli occhi di tutti. Non so se seguirà il suo cuore, forse lo farà ma sarà tardi? Abbi fede e lo scoprirai.

Ricordate l’elenco che feci l’1 luglio, capitolo XVIII tanto per rinfrescarvi la memoria. Ringraziavamo le 13 persone che avevano inserito la storia tra i PREFERITI. Oggi, 14 ottobre 2007, a questo elenco vorrei aggiungere altri 14 nomi. Sempre rigorosamente in ordine alfabetico!

- ANDREA83_2007;

- BLOODYMARY;

- CHIARA80;

- EIEN;

- FEMKE;

- HACHI91;

- HATORI;

- LORY06;

- MANDERLAY;

- MIKI90;

- SEASONS_GIRL;

- SERENITY88;

- USAKO89;

- VALI_ABEX.

Alcune di voi hanno anche commentato, altre no. Spero di poter leggere presto un commento da quest’ultime! Vorrei ringraziare anche le 2996, che in data 13 ottobre 2007, hanno letto il I capitolo e le 271 che hanno letto il XXIVesimo. Ho calcolato che in media un capitolo è letto da circa 385 persone (in questa media non ho tenuto conto del primo capitolo che generalmente è quello maggiormente cliccato, ed inoltre ho redatto una media su 23 valori invece di 24. La domanda è la seguente: ma a voi che ve ne importa? Lo so, vi faccio perdere tempo inutilmente, scusatemi!!). Grazie di cuore a tutti coloro che leggono, ma soprattutto grazie a quelli che trovano anche un attimino per lasciare un commento.

Adesso è davvero tutto, vi do appuntamento al prossimo capitolo. Ci rivedremo tra due domeniche, il 28 ottobre!

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Capitolo 26
*** Capitolo XXVI ***


Nuova pagina 1

Capitolo XXVI

All’interno del capitolo è presente una scena leggermente NC17.

Amy e Makoto hanno lasciato la mia stanza. Non abbiamo parlato a lungo. A dire il vero, loro, proprio non hanno parlato tranne qualche sporadico tentativo da parte della più piccola. Siamo rimaste strette nel nostro abbraccio per un tempo imprecisato ed io, finalmente, ho avuto la sensazione di aver ritrovato un calore antico. Il calore di un’amicizia nata oltre mille anni addietro. Ho ritrovato degli affetti che temevo persi per sempre, ma per fortuna non è stato così. Alla fine ci siamo staccate ed i loro occhi si sono riempiti di lacrime. Ho sorriso ed ho cercato di incitarle a parlare ma non è servito a nulla. Hanno farfugliato qualcosa, la stessa Amy, che ai tempi del Silver Millennium era la più razionale e la più controllata, non ha detto molto solo un “Ci dispiace…” tenendo la testa bassa e ostinandosi a guardare la punta delle scarpe. Poi lei e Makoto sono uscite senza aprire bocca, come se restare in questa stanza per loro fosse diventato impossibile. Ho cercato di fermarle ma è stato inutile, sono scappate senza darmi modo di parlare e rassicurarle.

Sono rimasta basita, immobile, non so per quanto tempo ed adesso che mi sono riscossa dallo stupore iniziale non mi resta che chiedermi in che modo potrò rinsaldare la nostra amicizia che, da questa esperienza, è uscita un po’ malconcia. Sono sicura che, almeno per il momento, non rientreranno più in questa stanza, quindi decido di rimettermi a sedere sul davanzale della finestra e guardare fuori la neve che ricopre silenziosa le strade della città. Cerco un po’ di tranquillità nel manto bianco che ricopre i tetti delle abitazioni, cerco di acquietare il mio animo agitato da mille pensieri. È inutile negarlo sono preoccupata, terribilmente angosciata. Probabilmente dipenderà da ciò che ho detto a Mamoru. Forse dipende dall’incontro con Amy e Makoto. Oppure sono solo nervosa se penso che tra pochi minuti dovrò raccontare, alle persone cui voglio un bene infinito, un passato che loro non ricordano di aver vissuto. Un passato dove il loro eroe, in questo caso io, in realtà è solo un vigliacco. Ho potuto leggere, per un breve istante, nelle menti di Amy e Makoto ed ho visto che loro hanno coscienza di ciò che è accaduto nella lotta contro Nemesi. Forse, se loro sono riuscite a perdonarmi anche gli altri potranno fare lo stesso. Forse… non mi illudo più di tanto. Su Amy e Makoto pesa il senso di colpa ecco perché in fondo sono così tolleranti nei miei confronti. Con gli altri sarà diverso, tremendamente complicato.

Osservo il mio riflesso sul vetro della finestra ed adesso non mi fa più così paura, non mi sembra più neanche tanto ridicolo. Alla fine, dopo attimi di indecisione, mi convinco ad alzarmi ed a portarmi davanti l’armadio. Apro le grandi ante e decido di indossare un jeans ed un soffice maglione bianco a collo alto, sperando di nascondere, in questa maniera, parte delle bende che mi avvolgono.

Lentamente raccolgo i capelli su di una spalla, e con altrettanta calma, inizio a sfilarmi la leggera camicia da notte che indosso. Nel tentativo di alzare le braccia in alto sento come la carne lacerarsi in corrispondenza del costato. Forse le bende sono un po’ troppo fitte e le diverse ferite non riescono a trasudare, oppure sono io che sto male. Le lesioni sono ancora dolorose, la cosa peggiore è che non so per quanto resteranno tali, cerco di non pensarci ma bruciano e sono parecchio fastidiose. Non so neanche se resteranno delle cicatrici e francamente la cosa neanche mi riguarda. Alla fine di tutta questa storia andrò a vivere nella Dimensione Spazio-Temporale, e lì dubito possa importare la presenza o meno di qualche cicatrice. Stringo i denti e continuo nel mio “martirio”. Alla fine vinco io e riesco a sfilarmi dalla testa la camicia da notte. Ed eccomi a piedi nudi e con solo gli slip indosso a rimirare la mia figura davanti allo specchio. Mi osservo con attenzione e resto sorpresa nel vedere con quale meticolosità sono stata bendata. Nessuna grinza. Nessuna piega. Ferite pulite e disinfettate attentamente. Direi la mano di un medico. Il mio addome è accuratamente fasciato in candide bende bianche, lo stesso vale per la mia spalla sinistra. Il seno è lasciato libero, non è deturpato dai colpi inferti al mio corpo. La clavicola destra è stata, anch’essa, attentamente bendata. Una certezza si fa strada in me e, contemporaneamente, sento un forte disagio crescere nel mio animo. È opera di un professionista e, l’unico che può aver medicato le mie ferite senza porsi molte domande, risponde al nome di Mamoru Chiba. Un rossore, per nulla lieve, imporpora le mie guance quando mi rendo conto del fatto che lui, in pratica, mi ha vista nuda. Rossore che aumenta nel momento in cui la porta si apre, senza che nessuno abbia bussato.

Guardo inorridita la persona che è sull’uscio, arrossisco ancora di più quando riconosco Mamoru. Le mie braccia, per quanto veloci possano essere dopo ciò che hanno patito, hanno già coperto i seni non appena Mamoru ha fatto irruzione nella mia stanza. Adesso restiamo così, in silenzio ad osservarci. Gli occhi del Principe della Terra, se è possibile, diventano ancora più scuri. Riesco a leggervi il desiderio e la passione, ma anche un leggero imbarazzo. Come ieri sera. Le stesse sensazioni. Un capogiro improvviso mi strappa alle mie elucubrazioni e se non fosse stato per lo scatto di Mamoru sarei finita in terra. Adesso sono stretta tra le sue braccia. Le gambe ciondoloni perché sospesa in un suo abbraccio ed adesso mi sento stretta al suo torace. Le mie braccia sono ancora incrociate sui seni. Tremo impercettibilmente. Paura e desiderio. La porta si è chiusa alle sue spalle a causa del contraccolpo dato dallo stesso Mamoru nel momento in cui è corso verso di me. Intanto restiamo così. Le sue labbra a pochi centimetri dalle mie. I miei occhi persi nei suoi. Non ho la forza di spostarlo. Resterei in eterno strettala suo torace. Mi addormenterei. Protetta da lui. Persa nel suo amore.

Mamoru mi fa sdraiare sul letto. Non interrompe neanche per un solo istante il nostro contatto visivo. Non so se lo fa per pudore, evitando così di guardare altre parti del mio corpo al momento scoperte, o solo perché non riesce a fare diversamente. Anche adesso che sono stesa su queste coperte calde non si allontana. Anzi resta sempre vicino alle mie labbra. Sento il suo respiro tra i capelli, le sue dita agili mi sfiorano il collo facendo vibrare la mia anima. La gola è asciutta e tremo per l’eccitazione. Non posso negarlo. In questo momento vorrei baciare Mamoru e fare l’amore con lui sino allo sfinimento. Cerco dentro di me quella forza e quella determinazione che, fino adesso, mi hanno permesso di tenerlo lontano ma sembrano volatilizzate. Voglio solo le labbra di Mamoru. Passo la lingua tra le labbra secche per inumidirle. Questo gesto deve aver suscitato una qualche reazione in Mamoru giacché stringe una mano attorno al mio collo, non per farmi del male, ma solo per… non capisco neanche io per cosa, so solo che questo gesto amplifica il mio desiderio. Nessuno dei due parla perché, entrambi sappiamo che non appena un suono si propagherà per la stanza, la magia di questo attimo si dissolverà nel nulla. Socchiudo gli occhi cercando di trovare la forza per tornare in me ma è una mossa sbagliata, infatti, nello stesso istante, Mamoru si china e mi bacia. Delicatamente.

Inconsciamente schiudo le labbra e la lingua di Mamoru incontra subito la mia, inizialmente si sfiorano per dare poi inizio ad una lotta feroce. Il bacio aumenta d’intensità e Mamoru ben presto, lascia scivolare la sua mano sul mio corpo, giungendo sino al mio fianco destro. Scende ancora più in basso, verso una zona del mio corpo che è sempre stata solo mia. Scende verso la mia parte più intima. Mi inebrio delle sue carezze. Si ferma per poi ricominciare a muoversi, ma stavolta in senso opposto. Risale lentamente. Nuovamente sul mio fianco. A sfiorare il mio seno. Infine verso le mie labbra. Le sue mani sono leggere, petali delicati sul mio corpo. Lo lascio fare. Gli occhi sempre socchiusi per paura. Paura di riaprirli e scoprire che è stato tutto un sogno. Sono completamente preda delle mie emozioni e di quelle che mi sta regalando Mamoru. Stavolta non voglio fermarmi. Il mio autocontrollo è perduto. Non m’importa. Non adesso. Dopo, domani, penserò al da farsi. Ed intanto accarezzo le sue spalle. Passo una mano tra i suoi capelli d’ebano. Traccio arabeschi sulle spalle coperte da solo una camicia. Cerco un contatto più vicino con il suo corpo perché, solo con lui, trovo la mia pace. Mi immagino tra le sue braccia in un paradiso solo nostro.

Ed ancora le mani di Mamoru ad accarezzare il mio viso. Le sue labbra ad assaporare le mie. Si alza senza mai interrompere il nostro bacio, e cerca di stendersi meglio su di me ma nel compiere questo movimento esercita una pressione eccessiva sul mio addome, ed ecco che dalle mie labbra esce un gemito, ma di dolore. Si ferma immediatamente. Ci guardiamo ed entrambi capiamo che la magia è finita.

- Usagi io… ti chiedo scusa… non sarei dovuto entrare… e…

- Non preoccuparti Mamoru, l’importante è essersi fermati.

Eccomi tornata padrona della situazione. Cerco di mettermi a sedere facendo peso sui gomiti anche se è difficile a causa del dolore che adesso sembra essersi scatenato in tutta la sua intensità. Cerco di non darlo a vedere, e resto impassibile anche adesso che vorrei piangere e disperarmi. Mamoru è in piedi in mezzo alla stanza e si gira dandomi le spalle. Si passa più e più volte una mano tra i capelli e per un attimo ricordo la sensazione provata pochi istanti fa, mentre ero io a passare la mano tra i suoi crini scuri. Sono sollevata, il fatto che mi dia le spalle mi rincuora, almeno non leggerà la delusione nei miei occhi. Non leggerà il dolore che mi sta sommergendo. Senza aggiungere nulla esce chiudendosi la porta alle spalle. Ed eccomi ancora una volta sola nella stanza.

- Peccato!

Ma cosa vado a pensare. È stata una fortuna essersi fermati!

Lentamente scendo la rampa di scale che portano al piano di sotto. Il dolore è diminuito. Ho preso un antidolorifico abbandonato sulla mia scrivania forse in previsione di un riacutizzarsi del dolore. Prima di entrare inspiro ed espiro cercando di racimolare quel po’ di forza che mi è rimasta. Oggi lotterò la battaglia più dura in assoluto, dovrò confrontarmi con le mie Senshi, con le mie amiche di sempre. Non posso certo tirarmi indietro.

Nel momento in cui entro nel salone la tensione è al massimo. Resto in disparte ad osservare i volti dei presenti. Sono tutti tesi e preoccupati. Sono tutti qui dentro. Hotaru guarda fuori dalla finestra. Rei e Jadeite seduti davanti il camino contemplano le fiamme, cose se lì potranno riuscire a trovare la risposta a tutte le loro domande. Minako gioca con Luna ed Artemis, mentre Kunzite, poggiato allo stipite della porta che dà alla cucina, la osserva rapito. Michiru ed Haruka sono sedute sul divano e guardano fisse di fronte a loro. Haruka, ogni tanto, lancia occhiate tanto pericolose da incenerire le figure di Nephrite e Zoicite seduti sulle poltrone davanti alla Senshi del vento, di contro i due ragazzi, osservano con preoccupazione le loro amate. Amy e Makoto sono sedute in cucine con delle tazze fumanti davanti agli occhi. Setsuna è la sola ad essersi accorta della mia presenza, si alza dalla sedia accanto alle altre due Outer e mi viene incontro.

- Principessa… come state?

Sorrido e finalmente mi decido ad entrare nel salone. Nello stesso istante gli occhi di tutti sono puntati su di me.

- Adesso sto meglio, grazie. Sono felice di vedervi tutti qui riuniti, dovrei parlarvi di qualcosa di importante. Ma… Mamoru? Perché non è qui con voi?

- Credo che sia fuori. Aveva bisogno d’aria ti ha vegliato per tutto questo tempo.

Le parole di Minako mi danno la conferma di ciò che ho ipotizzato. Mamoru non mi ha lasciata neanche per un secondo.

- Forse è meglio andarlo a chiamare. Kunzite potresti farlo per favore?

Il capo delle Guardie Terrestri si dirige verso la porta ma è fermato da Hotaru.

- Usagi credo che sia meglio se andassi tu a chiamarlo.

Mi volto verso la guerriera di Saturno e stavolta sono io al lanciarle occhiate di fuoco.

- Questa me la paghi.

- Perché? Non potete andare avanti così. Vi amate ed adesso che lui sa tutto è più facile per voi.

- Non è facile come credi. Ne riparleremo a breve.

Questo dialogo si è svolto telepaticamente. Annuisco in direzione di Hotaru e mi dirigo verso la porta. Prendo il mio cappotto e quello di Mamoru, lasciati all’ingresso, esco dal tepore della casa ed eccomi all’agghiaccio. Sono fuori con un vento gelido pronto a graffiarmi il viso. Mi stringo ancora di più nel tessuto di lana e vado in cerca di Mamoru. Faccio il giro della casa ed alla fine lo trovo seduto sugli scalini dell’ingresso secondario dell’abitazione, quello che dà sulla cucina. La testa sorretta con entrambe le mani come se dovesse cadergli da un momento all’altro. Alza il capo ed incontra i miei occhi. Silenziosa mi avvicino a lui e restando in piedi, poi delicatamente, porto il suo capo al mio addome e, con fare materno, inizio con l’accarezzargli i capelli nel vano tentativo di tranquillizzarlo. Dopo qualche minuto decido di scostarmi da Mamoru, poggio il cappotto sulle sue spalle e con fatica mi siedo accanto a lui. Con delicatezza tolgo il cerotto che gli ricopre la guancia destra, così da scoprire una ferita relativamente profonda che sfigura il suo viso così virile. Porto una mano in corrispondenza del punto offeso ed allargo il palmo. Il polso di Mamoru però blocca il mio gesto. Lo guardo stordita.

- Non guarirla. È l’unico modo che conosco per restarti accanto. È il solo modo che ho di restare, in qualche maniera, legato a te.

Resto interdetta non riesco a comprendere le parole di Mamoru. Perché non vuole essere guarito? Perché avverto nella sua voce una tonalità diversa. Nelle sue parole avverto un senso di disfatta. Disperazione. È come se avesse perso fiducia nelle sue capacità. Cerco i suoi occhi ma è sfuggente. Alla fine mi decido e prendo il suo viso con entrambe le mani. Lo obbligo a guardarmi dritto negli occhi. Voglio vedere cosa c’è nel profondo della sua anima e se vi leggerò la disfatta a quel punto cercherò di farlo reagire, oppure… oppure anch’io mi sentirò persa come lui, con lui e per lui.

Cerco. Scruto. Osservo. Tento di leggere la sua anima ed allora leggo ciò che non volevo assolutamente trovare. Disfatta. Delusione. Rassegnazione. Lascio il suo viso immediatamente. Lo guardo come se fosse la prima volta. Scuoto il capo e non riesco a fare altro che guardarlo come se fosse… neanche io so come lo guardo. Mi alzo e salgo i tre scalini che mi riporteranno all’interno dell’abitazione. Il capo chino. I pugni stretti. Gli occhi pieni di lacrime. Prima di entrare però un ultimo tentativo.

- Ho bisogno di te, non puoi abbandonarmi.

- Usagi può essere che tu non te ne sia accorta?

La sua voce sembra beffarda. Sembra che si stia prendendo gioco di me. È come se… è come se stesse dicendo qualcosa di ovvio. Qualcosa che però a me sfugge ancora. Resto con la mano sulla maniglia della porta. La testa china a riflettere sulle parole di Mamoru. Di cosa non mi sono accorta? Cosa è accaduto di così importante da essere sfuggito alla mia attenzione? Cosa sta accadendo?

- Non posso crederci. Davvero tu non hai capito? Usagi la storia si sta ripetendo ma a ruoli invertiti. Tuo padre e tua madre… stavolta, però, sei tu la Dea che s’innamora del comune mortale. È assurdo ma mi ricorda tanto quel mito greco. Quello della dea Selene, dea della Luna, che s’innamora del giovane pastore Endimione. Guarda un po’. Ironia della sorte anche tra i nomi esiste una certa assonanza. Forse allora non si trattava di un mito. Magari riguarda i nostri antenati. Oppure siamo noi che ci siamo reincarnati. Potrebbe essere, tanto è già successo una volta.

La voce di Mamoru è così triste ma anche così sarcastica, mentre ogni parola pesa come un macigno dentro di me. Io una Dea? Ma è assurdo. Io sono solo una semidea, figlia del dio Chronos e di Queen Serenity. Non sono una divinità e mai lo sarò. Sono solo… una Mezzosangue. Né Lunare nè Divinità. Nulla. Io non valgo nulla. Stavolta scuoto il capo con maggiore vigore mentre mi volto di scatto ed osservo Mamoru con rabbia e delusione. Perché? Perché ho la sensazione che abbia perso ogni speranza?

Entro in casa ed asciugo le lacrime che hanno rigato il mio viso. Per fortuna in cucina non c’è nessuno, devono essere tutti nel grande salone dato che sento provenire, proprio da lì, un forte cicaleccio. Cerco di tranquillizzarmi ma è inutile. Le parole di Mamoru mi hanno fatto male più di queste ferite che porto addosso. Mi hanno destabilizzata. Mi hanno privata di quel po’ di fiducia che mi era rimasta. Prendo un bicchiere d’acqua e lo ingurgito tutto in una volta, ho la gola secca, asciutta, bruciante. Poso il bicchiere dentro il lavabo e mi soffermo a guardare una goccia che si forma sul rubinetto. Sono ipnotizzata dalla sua caduta. Ed io mi sento come quella goccia. Precipito, sola, incontro al nulla. Mi desto dai miei pensieri e con passo svelto mi porto nel salone dove sono tutti presenti, eccetto Mamoru che è rimasto fuori a piangersi addosso fuori.

Nephrite ed Haruka stanno litigando. Zoicite e Jadeite a stento trattengono il loro compagno mentre Haruka continua ad inveire contro il generale, incoraggiata da Michiru. In un angolo Amy e Makoto osservano la scena in silenzio. Le altre Senshi cercano di placare l’animo della guerriera di Urano.

- Non ditemi di calmarmi. Avete visto tutti cosa hanno fatto alla Principessa. Per poco non la uccidevano. Devono essere punite.

Adesso ho capito. Haruka pretende che Amy e Makoto siano punite per ciò che è accaduto mentre erano sotto il giogo di Caos. Nephrite deve essersi opposto e conoscendo gli animi dei due deve essere scoppiata una lite furibonda. Mi porto davanti i due litiganti e solo con lo sguardo impongo alla mia Senshi di mettersi a sedere. Lei sembra non badare alla mia presenza, continua ad inveire contro le due Inner che restano, a capo chino, in un angolo della stanza.

- Haruka adesso basta. Non farmi ripetere cosa ho detto meno di un mese fa.

La mia voce è ferma. Decisa. Fredda. Sono arrabbiata. Arrabbiata con tutti. Con Mamoru che ha perso la speranza. Con Haruka che vuole attaccare due compagne. Con Nephrite che ha tentato di colpire Haruka. Con Amy e Makoto che non reagiscono. Soprattutto, sono arrabbiata con me stessa. È tutta colpa mia, se solo riuscissi ad essere una guerriera migliore. Stringo i pugni mentre cerco di regolare il mio respiro. Gli animi sono leggermente acquietati. Non il mio. Gli occhi di tutti sono puntati su di me. Setsuna spezza il silenzio che è sceso nella stanza.

- E Mamoru? Perché non è rientrato con te?

Mamoru? È un idiota. Mi ha abbandonato adesso che ho maggiormente bisogno di lui. Mi ha lasciata sola. Ha portato via quel po’ di fiducia che mi era rimasta.

- Credo che sia ancora fuori. Mi ha riferito di essere stanco. Credo che tornerà a casa.

I miei pensieri differiscono nettamente da ciò che alla fine ho detto. Mamoru è fuori che farnetica riguardo ad un mito che ha dell’assurdo. Io non sono una Dea e mai lo sarò, sono una semidea, nulla di più, in realtà vorrei essere solo una comune mortale. Una ragazza come le altre. Che s’innamora e che vive serenamente il suo amore. Una ragazza che passa i pomeriggi a studiare o a fare shopping con le amiche. Una ragazza come tante. Invece no. Io sono una Senshi ed il mio compito è fermare Caos. Fermare la sua sete di potere. Devo liberare Èos dal suo potere. Devo parlare con le mie amiche di tattiche di combattimento. Devo stare lontana dal ragazzo che amo.

Per l’ennesima volta mi chiedo che vita sia la mia. Per l’ennesima volta mi rispondo che la mia non è vita.

Sono davanti al camino. Guardo le fiamme danzare e chiudo gli occhi. Mi volto verso la platea. Tutti attendono le mie parole. Mi sembra di essere a teatro, protagonista di una piece tragicomica. Una commedia dove si scopre che l’eroina, alla fine, è solo una vigliacca, un po’ come me. Bando alle ciance, adesso o mai più. Inspiro e cerco dentro di me la forza. Solo per un attimo incrocio lo sguardo di Hotaru che per tutto il tempo è rimasta vicino alla finestra in attesa. Sorrido in sua direzione per rassicurarla e poi sposto il mio sguardo sugli altri.

- Devo parlarvi. Ciò che sto per dirvi vi sconvolgerà parecchio. Credo che si creeranno delle profonde spaccature all’interno del gruppo, spero solo che il buon senso non vi faccia commettere sciocchezze come andarvene.

Poso lo sguardo su ognuno di loro. Leggo le diverse emozioni che esprimono. Minako ha paura. Rei è turbata. Haruka è nervosa. Michiru è sorpresa. Setsuna resta impassibile. Tra i generali quello meno sorpreso è Zoicite, credo che immagini qualcosa collegato alla maledizione, ma non sa il resto. Nessuno parla, tutti attendono me. Sposto gli occhi su Hotaru e la vedo tranquilla. Sento qualcuno entrare dalla porta sul resto, quella che dà sulla cucina. Mamoru fa il suo ingresso nel salone. Ci guarda e senza parlare prende posto accanto a Hotaru vicino alla finestra. Evito il suo sguardo. Non posso sostenerlo. È come se mi avesse tradita, ma come dargli torto? La sola colpevole sono io. Ho fatto troppo affidamento su di lui e questo mi ha fatto abbassare la guardia.

Unisco le mani a coppa ed al loro interno materializzo lo Ginzuishou. Brilla di una fioca luce argentea. Gli occhi di tutti sono puntati sulla pietra che resta sospesa tra le mie mani. Socchiudo gli occhi e mi concentro.

- Liberate le vostre menti ed i vostri cuori da ogni pregiudizio. Ho bisogno del vostro aiuto. Per favore…

Cerco di concentrarmi ancora di più. È uno sforzo enorme perché sono ancora indebolita a causa dello scontro avuto contro Amy e Makoto. Il sudore inizia ad imperlare la mia fronte. È difficile entrare nella mente di tutti loro. Rei è quella che mi sta creando maggiori difficoltà. È strano, lei è abituata alla divinazione ed allora perché non mi permette di accedere al suo cuore.

- Rei, ti prego aiutami.

Riesco a comunicare con il suo cuore che però resta chiuso in una morsa ferrea. Cosa ti turba amica mia? Perché non mi permetti di entrare in connessione con il tuo animo.

- Tu non ti fidi di noi. È così?

La sua domanda echeggia nella mia mente. La sua voce è triste e malinconica. Vorrei poterla rassicurare ma non è così. In fin dei conti ha ragione. Se non ho rivelato prima la verità è solo per mancanza di fiducia. Avrebbero capito il perché delle mie azioni? Io non mi sono fidata della nostra amicizia.

- Permettimi di entrare nel tuo cuore ed avrai le risposte che desideri.

Senza attendere oltre Rei toglie il blocco. Avrei potuto superare l’ostacolo ed entrare nella sua mente anche senza il suo consenso ma non ho voluto farlo. Non potrei mai fare una cosa simile ad una mia amica.

Adesso che sono in contatto con tutti loro lascio che lo Ginzuishou liberi il suo potere. Una luce chiara avvolge il salone e tutti i presenti. I ricordi di mille anni fa iniziano nitidi a ricomporsi nella mente di tutti loro. Questi sono i miei ricordi. I ricordi reali. E per la prima volta rivedo ciò che non mi è mai stato permesso sapere. Per la prima volta vedo, con gli occhi delle protagoniste, vedo la morte delle prime due Senshi, travolte dall’ira di Nemesi. Trafitte da lame invisibili. Il mio cuore si ferma per un attimo appena percepisco il dolore inferto alle mie guerriere. Vedo Haruka proteggere con il suo corpo Michiru. Cercare di fare scudo con la sua carne contro le lame che veloci corrono verso Michiru. Ci riesce ma a costo della sua vita. Si accascia fissando gli occhi vitrei della guerriera di Nettuno. Una lacrima solca il viso della Senshi di Urano mentre gli occhi si chiudono per quella che dovrebbe essere l’eternità. Michiru non si lascia sopraffare dalla disperazione e si scaglia tenendo in mano il talismano della sua compagna di battaglia e di vita, parte in direzione di Nemesi. La sua avversaria, beffarda, la blocca e con un rapido movimento della mano si impossessa della spada della guerriera del vento per poi farla affondare nella carne della Senshi di Nettuno. Michiru sorride, felice di morire per mano di un oggetto appartenuto alla sua amata. Si accascia a terra e prima di morire si porta vicino ad Uranus e cerca le sue dita senza mai trovarle. Sarò io ad esaudire il loro desiderio. Sento la sofferenza di Haruka appena riconosce il corpo senza vita della sua compagna di vita. Avverto le lacrime di Michiru che lentamente solcano la sua pelle lattescente.

Adesso è la volta del di Setsuna, solo una lieve alterazione del suo perenne autocontrollo. Ed io, per la prima volta, rivivo la sua morte. Sola contro Nemesi si è battuta come un leone. Si batte contro Nemesi che brandisce la sua spada con incredibile leggerezza. Setsuna si difende come meglio può, parando i colpi con la chiave del tempo. Improvvisamente una sfera d’energia colpisce il polso destro della guerriera del tempo e la sua arma finisce lontana da lei. Nemesi ghigna in modo maligno. Inizia a colpire Pluto con diverse sfere di energia. Una cinque, dieci volte. La guerriera è spinta lontana dalla sua avversaria ma vicina alla Chiave del Tempo. La impugna e facendo forza su essa si alza da terra, un passo indietro e si accascia ai piedi di ciò che resta dello scranno di mia madre. Nemesi ne approfitta, ed affonda la sua spada nel torace della guerriera per poi scendere sino a tracciare una ferita profonda nella sua carne bronzea, il sangue scende copiosamente mentre la Senshi si accascia a terra. Nemesi intanto è sparita.

Adesso lo sgomento è generale. Non ricordavano tanta crudeltà, oppure, Chronos ha manipolato anche il ricordo della loro morte? È il turno di mia madre. Rivivono la morte della loro Regina. Dopo di loro è il turno di Amy e Makoto, loro sanno tutto, la Pietra di Luna ha reso loro la memoria. Come faccio a saperlo? Ho avvertito, nell’abbraccio di poco prima in camera mia, la sofferenza data dai ricordi. I loro cuori mi hanno consolata ed io sono stata loro grata. Zoicite e Nephrite sono immobili. Misurato come al suo solito il giovane generale, sopraffatto dall’ira il suo compagno. Luna ed Artemis, il loro turno nel riviere la loro morte. Sono stretti in una paurosa angoscia. Avverto i loro spiriti cercarsi e posso quasi vedere i loro musi sfiorarsi in cerca di un po’ di conforto.

Tutto corre velocemente. Io ed un Endymion ferito che scappiamo dalla crudeltà di Caos. Minako e Rei che restano ad affrontare quella che dovrebbe essere la mia avversaria. La circondano per quanto possono fare solo due guerriere. Nemesi ride di loro. Attaccano simultaneamente. Il “Mars! Flame sniper!” di Rei ed il “Venus Love-me chain!” di Minako sono lanciati contro l’avversaria che all’ultimo si dissolve nell’aria, facendo sì, che le due Senshi siano colpite da quello che doveva essere “fuoco amico”. Rei e Minako si accasciano a terra con gli occhi vacui. Morte. Jadeite e Kunzite tremano a causa della rabbia. Posso percepire Rei cercare di tranquillizzare il suo uomo avvicinandosi maggiormente a lui. Mentre Kunzite resta fermo, sento un sentimento negativo nascere in lui, ma Mamoru prontamente amplifica il potere del Golden Crystal cercando di placare l’animo del generale albino.

Poi è il turno di Endymion ed il mio cuore cessa di battere mentre altre lacrime scorrono sul mio viso. Le sento percorrere le mie guance e poi precipitare per interrompere la loro caduta sullo Ginzuishou che aumenta il suo potere. Dentro di me la mia anima si spezza e non riesco a trattenere un singhiozzo. Hotaru è l’ultima Senshi a cadere per mano di Nemesi. Ed in fine il gran finale. La fine della commedia. Gli altarini si svelano. La mia vigliaccheria. La mia vergogna. La mia morte. Delusione. Ecco cosa percepisco negli animi di tutti. Delusione e rabbia.

Il Golden Crystal entra in vibrazione con lo Ginzuishou mentre io mi accascio a terra ormai priva di forza. Mamoru accorre subito per aiutarmi a rialzarmi. Vorrei nascondere le mie lacrime ma è tutto inutile, mi stringe al suo torace e così posso sottrarmi ancora per un po’ al giudizio delle mie Senshi. Ma loro mi considerano ancora degna d’essere la loro Principessa?

Eccomi tornata con un enorme ritardo. Perdonatemi ma lo studio non mi ha dato tregua. Questo capitolo non mi convince molto, non succede nulla di particolarmente significativo le guerriere scoprono la verità ma la parte più interessante, quella delle reazioni non è stata pubblicata, sono cattiva vero? A parte questo volevo sapere cosa ne pensavate dell’incontro di Mamoru ed Usagi, prima nella camera di lei e poi fuori quando Mamoru appare leggermente depresso! Purtroppo non ho il tempo di ringraziarvi tutti singolarmente, ma non posso che dirvi grazie, per la prima volta ho ricevuto la bellezza di 23 recensioni solo per un capitolo, e questo per me è un vero record, dato che sino adesso il massimo è sempre stato di 17! Vi saluto e vi do appuntamento tra due domeniche, vale a dire il 25 novembre impegni di studio permettendo. Per chi temeva che avessi sospeso la storia non si preoccupi, non ho intenzione di fermarmi, ho le idee un po’ confuse ma so come procedere. Alla prossima, un bacio e grazie a tutti/e!

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Capitolo 27
*** Capitolo XXVII ***


Nuova pagina 1

Capitolo XVII

Non appena apro gli occhi mi ritrovo dinnanzi le praterie di Illusion. Mi guardo attorno nell’attesa di vedere spuntare, da un momento all’altro, la figura di Helios che fortunatamente, non si fa attendere oltre. Sorride ad ognuno di noi e prende la parola.

- Sono lieto di rivederti cugina, ed anche te fratello. Guerriere Sailor, Generali vedo con piacere che siete in ottima forma.

Tutti restano sorpresi, nonostante siano a conoscenza del legame che adesso lega Helios a me e Mamoru. Haruka resta guardinga in un angolo. Michiru, al suo fianco, cerca di tranquillizzarla ma, negli occhi color del mare della guerriera di Nettuno, posso leggere tutto il suo disagio.

- Helios abbiamo bisogno del tuo aiuto.

Mamoru si rivolge al guardiano di Illusion con un certo tremito nella voce, per lui è ancora un po’ strano vederlo come fratello anche se lo ha considerato da sempre tale. Intanto il custode dei sogni ci fa cenno di seguirlo.

Ci addentriamo nel fitto della vegetazione. I raggi del sole non riescono a penetrare nel cuore della foresta ed io mi sento prigioniera. Guardo gli altri e mi stupisco nel vedere, sui loro visi, espressioni totalmente diverse le une dall’altra. Minako sembra concentrata ma serena. Haruka è tesa oltre il possibile. Setsuna ed Hotaru sono tranquille come se stessero facendo una passeggiata in un campo fiorito. I generali non sembrano particolarmente tesi, anche loro appaiono sereni e lo stesso si può dire per Michiru, Makoto e Amy. Rei è concentrata e non presta molta attenzione al paesaggio. Sono solo io che vedo, in questa foresta, una minaccia terribile?

- Serenity rilassati. Ciò che vedono i tuoi occhi è frutto del turbamento che ti sta animando in questo periodo. Come puoi notare i generali, Neptuno, Jupiter e Mercury appaiono sereni e lo stesso possiamo dire per Pluto e Saturn. Venus sembra persa in un mondo tutto suo, così come Mars che è in meditazione. Gli unici irrequieti siete tu, Endymion ed Uranus. Rilassati perché quello che vedi non corrisponde alla realtà.

- Fammi capire, questa foresta così buia e tetra è l’espressione diretta delle mie paure? Questa foresta tenebrosa e lugubre, l’assenza del sole, il vento gelido che sferza i nostri corpi, è solo una proiezione del mio inconscio?

Helios annuisce mentre io resto sorpresa. È davvero incredibile il potere della mente, ma è ancor più sorprendente la forza dei sogni. Da sempre Illusion ha rappresentato, prima che capitale del Gold Kingdom, la patria dei sogni, ecco perché qui la mente ha una forza così sconvolgente. Cerco di rilassarmi anche se i benefici sono davvero esigui. La foresta continua ad essere buia e tetra. Cammino con passo svelto cercando di scrollarmi di dosso la sensazione di gelo che mi accompagna da quando ho raccontato tutta la verità alle guerriere.

Per un attimo incrocio lo sguardo di Mamoru e mi accorgo che anche lui non sembra molto sereno, proprio come ha detto Helios. È teso ed agitato. La mano è stretta sull’elsa della spada, si guarda attorno con fare circospetto. Perle di sudore scivolano sulla sua guancia. Resto inebetita e lo osservo. Velocemente chino la testa non appena posa i suoi occhi sui miei. Arrossisco e continuo a camminare osservandomi, con curiosità morbosa, la punta delle scarpe. Ascolto i battiti del mio cuore. Più che un cuore sembra un cavallo lanciato al galoppo tanto corre veloce. Poso il palmo della mano alla sua altezza e quasi lo sento palpitare al centro del mio petto. Resto concentrata sul mio battito escludendo tutto ciò che mi circonda e lentamente mi sento riscaldata dai raggi del sole. Il pensiero di Mamoru si fa largo nella mia mente e sento le labbra distendersi in un sorriso sereno.

- Vedo che hai seguito il mio consiglio. Che cosa vedi adesso?

La voce di Helios mi riporta con la testa su questa dimensione. Apro gli occhi e per qualche istante restando sorpresa nel vedere come tutto è cambiato. Al posto di quell’orribile foresta adesso osservo estasiata una distesa verde piena di fiori di campo con un’infinità di farfalle che volano libere (1). Mi chino a raccoglierne uno e inspiro la fragranza del fiore. Sorrido a Helios che continua a camminare accanto a me.

Senza essermene accorta prima siamo giunti al palazzo reale di Illusion. Mi soffermo ancora una volta a guardare Mamoru, ma stavolta, sono ben coscia del mio gesto. Voglio cogliere le espressioni del suo viso dinnanzi alla maestosità del suo palazzo e non posso che rallegrarmi, appena scorgo il lieve sorriso che incresca le sue labbra alla vista del maniero bianco. È la seconda volta che rivede la sua antica patria ma credo, che ogni volta, sia qualcosa di speciale. Non so cosa darei per rivedere, anche solo per un attimo, il mio palazzo sulla Luna.

- Benvenuti ad Illusion.

La voce di Helios, che ufficialmente ci dà il benvenuto nel suo regno, mi strappa a questa riflessione. Le Senshi, sono sorprese dalla maestosità del palazzo, o forse, è più corretto dire del tempio. Ai nostri occhi si prospetta quella che è una riproduzione del Partenone che domina l’acropoli di Atene, oppure è il Partenone ad Atene ad essere una riproduzione di questo maniero? Non credo che sia questo il momento per porsi certe domande, preferisco osservare la meraviglia che ho davanti agli occhi. La struttura presenta otto colonne sul lato corto e ben diciassette su quello lungo. Le colonne sono in stile dorico con la base che aderisce direttamente al pavimento. La pietra bianca quasi ci acceca. Mamoru resta ai piedi della grande scalinata, che ci divide dall’ingresso del tempio, come se fosse nell’attesa del permesso di Helios per salire ed entrare in quella che è anche la sua casa.

- Endymion cosa aspetti? Questa è anche la tua casa non ti occorre certo un invito per entrarvi.

La voce di Helios, anche se ferma, ha una certa nota di paura, forse riverenza. Mamoru si volta verso il fratello e lo fissa per un attimo. Adesso, osservandoli così da vicino, posso notare quei particolari che li rendono consanguinei. Anche se i caratteri somatici principali sono nettamente opposti, certo non passa inosservata la linea decisa della mandibola. Il taglio degli occhi. Il naso leggermente lungo. Il modo di sorridere ad illuminare tutto il viso. Ed ancora la postura, il modo di camminare e di gesticolare. Osservandoli attentamente non si può sbagliare, sono proprio fratelli.

- Questo palazzo è magnifico, non lo credevo così… spettacolare!

È Kunzite a dar voce al pensiero di tutti. L’interno è ancora più luminoso dell’esterno. Entrando la maestosità del tempio lascia il posto ad uno stile completamente diverso. Quello che esteriormente sembrava un tempio in realtà è una struttura chiusa. Sembra quasi che qui regnino due epoche diverse: dallo stile geometrico dell’antica Grecia si passa allo sfarzo di un’architettura neoclassica, anche se alla fine il neoclassicismo richiama l’età classica. Delle grandi serliane (2) illuminano l’interno del palazzo, e le pareti sono ricoperte da arazzi dai colori caldi. Il corridoio principale è adorno da armature che brillano colpite dai raggi del sole che, riflettendoli, creano un gioco di luci unico. Il grande tappeto rosso, posto al centro del corridoio, funge da guida.

- Kunzite non sei mai stato in questo palazzo?

La voce di Minako rimbomba a causa dell’eco.

- No, mai.

- È naturale. Illusion cessò di essere la capitale del Gold Kingdom duecento anni prima della nostra nascita… naturalmente mi riferisco a milleduecento anni addietro.

Tutti si voltano a guardarmi sorpresi, come se avessi pronunciato una bestemmia. Mi imbarazzo leggermente, ma ciò non mi impedisce di rispondere.

- Durante le lezioni di Amy non dormivo come invece qualcuno di mia conoscenza ha sempre sostenuto.

Parlando, il mio sguardo si posa su Rei che mi scocca un’occhiataccia capace di folgorarmi, ma lei sa perché ho detto così, per spezzare la tensione, e so che non tarderà a cogliere il mio invito… infatti…

- Principessa ti riferisci a qualcuno in particolare?

Rei calca il tono soprattutto sulla parola “Principessa” mentre io faccio spallucce come se non avessi notato alle sue parole. Continuiamo a battibeccare ed in cuor mio la ringrazio per l’aiuto che mi sta dando nello smorzare la tensione che ci accompagna da quando… da quando mi sono tolta un peso gravoso dal cuore.

- Questo è uno scherzo, non è vero. Tu sei morta per noi, per vendicarci. Sei morta lottando per il tuo popolo, non puoi esserti uccisa.

La voce di Haruka spezza il silenzio che aleggia nella stanza. È una voce carica di delusione e risentimento. Mi si stringe il cuore. Avverto il turbamento di tutte. Ho il capo chino e gli occhi che bruciano. Haruka, intanto, m’incalza ripetendo ancora la stessa domanda, ma con tono più duro rispetto prima.

- Parla dannazione. Non puoi restare in silenzio. È vero quello che hanno visto i miei occhi?

- Sì. È tutto vero, ma c’è dell’altro.

La mia voce è ferma, ma triste. Il rumore di una tazzina infranta riempie il silenzio della stanza. Tazzina scagliata da Haruka e che si è spaccata in mille pezzi proprio alle mie spalle. Alzo gli occhi e per la prima volta incontro lo sguardo carico di risentimento della guerriera di Urano. Mamoru si fa avanti, ma la mia presa sul suo braccio gli impedisce di avvicinarsi alla guerriera. Senza attendere le reazioni degli altri inizio il mio racconto. Stavolta utilizzando la mia voce.

- Il nostro nemico non è Nemesi ma Caos, impossessatosi del corpo e dello spirito dell’Angelo Giustiziere. Ma andiamo con ordine. Dovete sapere che tutto ebbe inizio con la nascita dell’ultima erede al trono del Silver Millennium, mia madre. Quel giorno, in realtà, nacquero due bambine, due gemelle. Serenity ed Èos. Le leggi riguardo alla discendenza al trono sono sempre state chiare ma segrete, io stessa ne sono venuta a conoscenza da poco. Infatti, è previsto che, nel momento in cui fossero nati due eredi al trono, la primogenita debba ricoprire il ruolo di Giudice Divino, mentre, la seconda, dovrebbe diventare la Regina del Silver Millennium. Ebbene, mia madre, in quanto primogenita, doveva rivestire il ruolo della Nemesi, e così fu deciso. Le due sorelle crebbero insieme sino al compimento del loro sedicesimo compleanno, quel giorno, per legge, furono separate ed iniziarono a seguire educazioni differenti. Mia madre fu educata all’imparzialità ed alla giustizia; Èos alla saggezza ed alla misericordia. Solo che… solo che le leggi divine non hanno mai considerato un fattore molto importante. L’amore. Mia madre fu mandata alle Porte del Tempo per sottoporsi ad un breve periodo d’addestramento. Lì conobbe Chronos e s’innamorò, contraccambiata, di lui…

Mi fermo per riprendere fiato. Ho la gola secca e gli occhi non vogliono saperne di trattenere le lacrime, che ancora per poco fermerò. Poso il mio sguardo su ognuna delle persone presenti nella stanza. Sono tutte in religioso silenzio in attesa del mio racconto. Anche Haruka sembra in attesa di una spiegazione. Mamoru stringe la mia mano, ed io mi ritrovo a contraccambiare la sua stretta.

- I miei genitori cercarono di opporsi a questo sentimento con tutte le loro forze ma non ci riuscirono. Il Consiglio Celeste scoperto il tutto fu irremovibile. Esiliò Chronos nel Tartaro (3), mentre chiesero ad Èos di giudicare la sorella. Le chiesero di scegliere: condannarla a morte, oppure, esiliarla ai confini dell’Universo.

- Davvero magnanimi questi del consiglio.

Il sarcasmo di Haruka mi permette di riprendere fiato e di controllare il lieve tremore della mia voce.

- Taci e lasciala parlare.

- Chi ti credi di essere per parlarmi in questo modo. Per me resti ugualmente una sporca traditrice. Anche se adesso non sei la sola…

- Adesso basta Haruka. Credo che tu stia esagerando. Cerca di controllare la tua rabbia.

- Ecco, dai retta alla tua compagna e smettila di prendertela con chi è troppo buono perché risponda alle tue frecciatine velenose.

Lo scambio di battute tra Haruka, Makoto, Michiru e Nephrite sfocerebbe nella rissa se non fosse per l’intervento di Mamoru, infatti, il generale e la Senshi del vento, sono sul punto di prendersi a manate se non sono fermati.

- State in silenzio. Può essere che non riusciate ad andare d’accordo? Per Usagi non è facile raccontare tutto ciò. Mostrate un po’ di rispetto per la miseria.

- Certo. Le mostro lo stesso rispetto che lei ha prestato a me ed agli altri. Principe Endymion anche voi eravate a conoscenza di questa storia non è così?

Mamoru non risponde e continua ad osservare negli occhi Haruka. È Rei stavolta ad intervenire nella conversazione.

- Mamoru tu sapevi ma non hai detto nulla? Non hai cercato di convincerla a parlare con noi? Noi che eravamo le sue migliori amiche?

L’uso del passato da parte di Rei è un’altra pugnalata al mio cuore. Io sono ancora vostra amica. Io sono la stessa di sempre. Ho sbagliato a tenervi nascosta la verità ma non ho avuto scelta. O forse la mia è solo una bugia per nascondermi dietro la codardia che mi caratterizza? Ho avuto paura di perdere la vostra amicizia ed il vostro affetto e non mi sono accorta che, continuando ad alimentare la vostra ammirazione nei miei confronti, nel momento in cui la verità fosse divenuta di dominio pubblico, vi avrei perso ugualmente. Guardo Rei, ma lei appena nota il mio sguardo posato sulla sua figura, gira il capo. Il silenzio è di nuovo padrone della situazione. Stavolta è Hotaru a spezzarlo.

- Prendetevela anche con me allora. Anch’io sapevo com’erano andate le cose e non ho detto niente a nessuno.

L’attenzione di tutti si sposta su Hotaru che fiera, e a testa alta, si scontra con ognuno di loro. Vorrei averlo io lo stesso coraggio di questa ragazza, all’apparenza tanto fragile, ma che poi rivela una grandissima forza interiore.

- Anche tu…

Haruka sembra sorpresa dalla presa di posizione di Hotaru. La guarda smarrita. Non si aspettava un qualcosa di simile da parte sua.

- Sì, anche io. Ho sempre saputo tutto, ancor prima del principe Endymion se proprio volete saperlo e mai, neppure per un secondo, ho pensato di accusare Usagi di essere una traditrice o una vigliacca.

- Hotaru ti prego basta così. Lasciami continuare il racconto.

La guerriera di Saturno annuisce e torna al suo posto ascoltando il resto della storia.

- Come vi dicevo Èos fu chiamata a giudicare i miei genitori. Sorprendendo tutti però, la futura sovrana, trovò una terza possibilità. Una soluzione che nessuno aveva considerato ma che non avrebbe certo potuto nuocere a nessuno…

- Sostituirsi alla sorella nel ruolo di Nemesi.

- Proprio così Setsuna. Il consiglio accettò e mio padre fu liberato ed un mese dopo sposò mia madre. Però, ancora una volta, l’amore s’intromise in questa storia. Èos, infatti, durante uno scontro con Caos sulla Terra, s’innamorò di un terrestre. Non un terrestre qualsiasi ma il principe dei terrestri, Thor.

- Com’è possibile? Thor è il padre di Endymion…

- Nephrite ti prego di ascoltare il resto della storia. Ad ogni modo, Èos s’innamorò proprio del padre di Endymion. In quel tempo però, come già vi ho detto, la Terra era minacciata da Caos. Le guerre che scoppiavano tra gli abitanti del pianeta erano innumerevoli. Lo stesso Thor non era più padrone delle proprie azioni, soggiogato ormai da Caos. Èos, nel ruolo di Nemesi, decise allora di affrontare quello che rappresentava il suo nemico di sempre. Fu una lotta dura ma alla fine vinse la Giustizia e Caos fu imprigionato all’interno di Nemesi. Poco dopo mia zia, quando scoprì che Thor era già sposato con un’altra donna ed era padre di un bambino, lasciò la Terra. Qualche tempo dopo si accorse di aspettare un figlio dal sovrano terrestre. Un bambino concepito nell’unica notte d’amore che si concessero i due amanti; nove mesi dopo, Èos scelse di partorire in quella che un tempo fu la sua patria, il Silver Millennium. Dall’unione di Èos e Thor nacque quello che voi avevate sempre conosciuto come il guardiano di Illusion, Helios.

Lo sbigottimento è generale. Tutti si fissano come a cercare nei volti dell’altro una conferma a ciò che hanno appena sentito. Osservo Mamoru e lui resta impassibile anche adesso che ho raccontato qualcosa che lo riguarda così da vicino. Non attendendo oltre riprendo il mio racconto.

- Il piccolo fu portato via dalle braccia della madre dopo poco tempo per ordine del Consiglio Celeste. Era inammissibile che la Nemesi avesse un qualche legame affettivo con degli esseri inferiori a lei. Lei era il Giudice Divino, superiore a tutto ed a tutti. Mio padre, incaricato di separare madre e figlio, portò il piccolo al sicuro, su Illusion affidandolo a Thor, senza però rivelargli l’identità del neonato. Caos approfittò della sofferenza di Nemesi ed iniziò la sua battaglia contro mia zia, una lotta interiore volta a sconfiggerla ed ad impossessarsi dei poteri di cui era custode.

- È una storia terribile.

- Hai ragione Rei ma ancora non è conclusa. Devi sapere che Èos sopraffatta dal dolore scagliò una maledizione contro la sua futura nipote. Contro di me.

Mamoru aumenta la stretta alla mia mano ma io sono tranquilla. Non ho più paura del mio futuro, non adesso che ho perso tutto. Decido di proseguire il mio racconto senza omettere nessun particolare.

- Nel momento in cui mi sarei innamorata, avrei condannato a morte il destinatario del mio amore e con lui, tutte le persone a me più care.

- Oh mio Dio… è mostruoso…

- Luna c’è dell’altro che dovete sapere…

- Ancora? Cos’altro dobbiamo scoprire? Cos’altro è accaduto? Di quali altre colpe si è macchiata la tua anima pura?

- Ti avevo avvertito Haruka, non una parola di più. Se Usagi ti lascia parlare come se nulla fosse lo stesso non vale per me. Ti avviso, usa ancora una volta questo tono sarcastico e carico d’astio nei confronti della tua Principessa, e ti assicuro che l’ira di Caos, in confronto, ti sembrerà poca cosa.

- Almeno abbiamo trovato l’innamorato della Principessa, o forse mi sbaglio Principe Endymion?

- Ti avevo avvisato…

- Adesso basta! Mamoru ti prego di non intrometterti, è una questione tra me e le mie guerriere. Per quel che riguarda te Haruka prenditela con me, sono io la causa della tua ira. Non occorre coinvolgere gli altri. Ti ho mentito. Ti ho delusa. Merito il tuo disprezzo e la tua rabbia ma non ti permetto di prendertela né con le altre guerriere, né con i generali, né tanto meno con il Principe Endymion. Ascolta il resto della storia e poi, potrai dirmi tutto ciò che desideri. Adesso però fammi finire perché, credimi, anche se non sembra, per me è veramente difficile raccontare tutto questo.

Mamoru stringe i pugni ma accetta la mia richiesta. Haruka, a malincuore, torna a sedersi. Io mi fermo a guardare ancora una volta i volti contriti dei presenti.

- Adesso spero di non essere più interrotta e poter finire finalmente il mio racconto. Come Haruka ha intuito il legame che mi unisce al Principe Endymion va ben al di là di quella che si può definire un’alleanza tra sovrani. Conobbi il principe il giorno del mio sedicesimo compleanno. La nostra amicizia sfociò in amore solo alla fine della guerra contro Nemesi, quando, erroneamente, credemmo di averla sconfitta. Fui inviata sulla Terra, scortata dalle Inner, per purificare il pianeta. Restai incantata dalle bellezze della Terra. Conobbi la magnificenza del pianeta azzurro e m’innamorai anche del suo sovrano. Ma forse, ero già da tempo innamorata di Endymion. Questo però non ha nulla a che fare con quanto vi serve sapere. Quello che dovete sapere è che Èos è la mia madrina e voi sapete bene qual è il legame che unisce madrina e figlioccia, non è così?

- Si tratta di un legame profondo. Una forma di dedizione assoluta da parte della madrina nei confronti della figlioccia. Una guardia del corpo in pratica. La madrina dovrà essere sempre presente nella vita della sua protetta e difenderla nel caso sia necessario. Adesso mi chiedo come sia possibile ciò se è proprio Nemesi la fautrice della tua maledizione.

- Amy ha perfettamente risposto alla mia domanda, ma adesso dovete sapere anche che nel momento in cui Èos scagliò la sua maledizione non era in pieno possesso delle sue azioni. In un certo senso, fu Caos a maledirmi, o per meglio dire, Èos parlò sotto l’influenza del nostro nemico. Il giorno in cui nacqui, mia madre chiamò a palazzo sua sorella e le chiese di divenire mia madrina, forse con la speranza di poter annullare il maleficio che mi fu scagliato ancor prima della mia nascita. Èos accettò di divenire la mia madrina ma non poté fare nulla per spezzare la maledizione. Però, chiese a mia madre di poter racchiudere la sua anima nello Ginzuishou così da impedire il realizzarsi completo della maledizione. Dovete sapere che, semmai io dovessi morire per mano di Nemesi, rinascerei mille anni dopo e con me, rinascerebbero tutti coloro che sono caduti per mano sua.

Il silenzio della stanza mi lascia intuire che la notizia ha sconvolto i presenti. Come biasimarli? Anch’io sono rimasta shockata quando ho saputo tutto ciò, ed io, fortunatamente, ho scoperto il tutto a piccole dosi. Non oso immaginare la confusione che regna nei loro animi adesso che sanno tutto. Un’ultima verità deve essere svelata ed io non posso permettermi di mantenere altri segreti.

- Dovete sapere che adesso la maledizione ha un incedere più rapido di ciò che era mille anni fa, ciò probabilmente dipende dal fatto che in questo tempo io utilizzi molto di più lo Ginzuishou.

- Cosa stai cercando di dirci?

- Semplice Rei. Sto morendo ed ho poco tempo per liberare Nemesi dal giogo di Caos.

Mamoru afferra il mio braccio e lo stringe con forza, come se dovessi sparire da un momento all’altro. Non riesco a guardarlo e preferisco tenere gli occhi fissi verso un punto imprecisato.

- Non puoi parlare così. Mi sembra che con l’aiuto di Helios la situazione sia leggermente migliorata.

- Mamoru per quanto ancora dobbiamo illuderci? Non c’è soluzione. Il mio destino ormai è scritto. Sono grata a Helios perché ha rallentato la maledizione, ma ciò non vuol dire che esiste una via d’uscita. Io morirò e prima accetterete ciò, prima potremo affrontare Nemesi.

Il rumore di una sedia che è strisciata sul pavimento mi fa voltare. Minako si alza e si avvicina. Si ferma davanti a me e mi schiaffeggia. La mia mano copre la guancia offesa mentre osservo sorpresa quella che considero la persona a me più affine. Solo adesso mi accorgo del suo silenzio. Solo adesso mi rendo conto che per tutto il tempo lei non ha aperto bocca. È rimasta sino adesso seduta ad osservarci.

- Sei una stupida. Per tutto questo tempo ti sei tenuta dentro questa verità. Mi hai delusa e non mille anni fa, no. Mi hai deluso adesso. Oggi. Io credevo nella nostra amicizia. Credevo che tu ti fidassi di me. Di noi. Ed invece… egoista. Non sei altro che un’egoista ed egocentrica. Credi davvero che il tuo sacrificio possa servire a qualcosa? Hai pensato sempre e solo alla tua sofferenza, ed alla nostra? Ti sei mai fermata a pensare alla nostra sofferenza? Ti sei mai chiesta quale tormento mi hai provocato con il tuo silenzio? Sai quante volte ho cercato di incitarti a parlare? Infinite, ma ogni volta il tuo silenzio era un pugno in viso. Dimmi ti senti così superiore a noi? Ti senti così importante da non ritenerci alla tua altezza…

- Minako lasciami spiegare…

- Sta zitta! Adesso sarai tu ad ascoltare me. Sai cosa vuol dire vedere la tua migliore amica soffrire da sola? Sai cosa vuol dire non poter far nulla? Per colpa tua mi sono sentita inutile. Ho cercato di starti accanto ma tu mi hai rifiutato sempre. Non ti sei mai degnata di rendermi partecipe dei tuoi pensieri. Che cosa credi? Di avermi fatto un favore? Bhè ti sbagli. Mi hai solo uccisa giorno dopo giorno. Hai ucciso la nostra amicizia. Credi davvero che il mondo giri attorno a te? Usagi noi eravamo le tue amiche e tu ci hai messe in un angolo ed hai vissuto in un mondo tutto tuo. Come credi di poter sconfiggere Caos da sola? Come? Da sola sarai solo un bersaglio facile. Sappi che se tornassi indietro sarei pronta a morire ancora una volta per Serenity. Per la Serenity di mille anni fa. Ma oggi… oggi non ne sono più tanto sicura. Non vale la pena morire per qualcuno che non vuole il mio aiuto.

Piango silenziosamente mentre osservo Minako stringere i pugni per cercare di placare la sua rabbia. I suoi occhi sono pieni di lacrime che trattiene per non dar segno di debolezza.

- Minako ha perfettamente ragione. Usagi tu ci hai voluto proteggere, ci hai voluto rassicurare, ma hai dimenticato qualcosa d’importante. Tu non sei nessuno per decidere cosa è meglio o peggio per noi. Siamo noi che scegliamo delle nostre vite. Mille anni fa ci hai chiesto di scegliere. Non ci hai chiesto se essere le tue guerriere o le tue guardiane. No. Ci hai chiesto d’essere tue amiche. Tue sorelle. Noi abbiamo accettato. Adesso però ci hai trattato come semplici soldati. Ci hai guidato in battaglia senza aprire mai il tuo cuore a nessuna di noi. Neanche ad Endymion. Ti sei rinchiusa ed hai deciso di escluderci. Minako probabilmente avrà usato delle parole sbagliate ma il messaggio è chiaro. È vero siamo deluse, ma non del fatto che tu mille anni fa ti sia uccisa. Siamo delusa dal fatto che tu non abbia voluto confidarti con noi che siamo tue amiche.

Le parole di Rei provocano in me una reazione inattesa. Inizio a piangere sempre più forte senza riuscire a trattenere i singhiozzi. Cerco i volti dei miei amici ma è tutto inutile. Davanti a me non vedo nulla. È tutto offuscato dalle lacrime. Sento solo il caldo abbraccio di Mamoru e nient’altro.

Ripensando alla conversazione avuta con le guerriere non mi sono resa conto di essere giunta nella sala principale del palazzo. Le grandi serliane illuminano a giorno la stanza dove al centro si trova il trono che spetta al sovrano di Illusion. Il cigolio di una porta sposta l’attenzione di tutti verso destra e da dietro una colonna fanno il loro ingresso un uomo ed una donna. L’uomo ha dei lunghi capelli argentati, simili a quelli di Kunzite, ed al centro della fronte spicca una mezzaluna argentata (4); è riccamente vestito con abiti color ghiaccio che si abbinano magnificamente agli occhi ed ai riflessi argentei dei capelli. La donna presenta una folta e mossa chioma corvina e gli occhi sono azzurri come un cielo primaverile, anche lei è vestita con abiti che indicano un ruolo di rilievo nella vita di corte, e come l’uomo che le sta accanto, anche al centro della sua fronte spicca una mezzaluna argentata.

- Luna… Artemis…

1 Nell’interpretazione dei sogni un campo di fiori rappresenta una vita serena, mentre la farfalla su un fiore rappresentano illusioni piacevoli ma vane. Secondo alcuni i fiori di campo rappresentano difficoltà inutili da eliminare ma anche questo potrebbe risultare interessante, adesso fate un po’ voi e ditemi come interpretate la visione di Usagi...

2 La serliana è un elemento architettonico caratteristico dell'architettura romana, bizantina e del Rinascimento,ed è composta da un arco a tutto sesto affiancato simmetricamente da due aperture sormontate da un architrave. Fra l'arco e le due aperture sono collocate due colonne. Il nome "serliana" deriva dal fatto che la prima teorizzazione di questo elemento si trova nel Trattato di Architettura del bolognese Serlio.

3 Nella mitologia greca e latina il Tartaro indica il luogo in cui Zeus (per i latini Giove) aveva rinchiuso i Titani, mostruosa stirpe di esseri sovraumani che avevano tentato di spodestare gli dei dall’Olimpo, per sottrarre il primato a quest’ultimi. Zeus, con l’aiuto delle altre divinità, sconfitti i Titani li rinchiuse nel Tartaro, che secondo la mitologia greca si trovava sempre sottoterra ma distinto dall’Ade, l’inferno dei defunti umani. Successivamente, la parola Tartaro venne confusa ed assimilata con una definizione generica di inferno, infatti lo stesso Virgilio nell’Eneide, divide gli Inferi in Tartaro e Campi Elisi.

4 Ho deciso di prendermi una piccola licenza poetica, se posso definirla tale, rendendo la mezzaluna di Luna ed Artemis non dorata come quella di Serenity, ma argentata, così da identificare solo i membri della famiglia reale lunare con una mezzaluna dorata.

Salve gente! Ci sono riuscita, finalmente ho finito questo capitolo… non sapete quanto ci ho lavorato! Inizialmente avevo pensato di aggiungere altro ma ho preferito finirlo qui, sapete sarebbe diventato troppo lungo ed avrei rischiato di annoiarvi. Come avrete notato ho aggiunto le note, e credetemi io stessa sono sorpresa delle mie capacità. Sto imparando ad utilizzare Word, voi direte “E che ci vuole!” credetemi, per una schiappa come me capire come inserire le note a piè pagina è un traguardo. Commentando la storia credo che presto passerò davvero alla seconda ed ultima parte senza altri falsi allarmi. Ho deciso di inserire anche Luna ed Artemis, nelle forme umane, anche se ancora non so di preciso perché ma vedremo scrivendo mi verrà in mente sicuramente qualcosa… passiamo al capitolo. Avete visto la reazione delle guerriere? Sono tutte contro Usagi, o quasi. Chi si aspettava una reazione simile da parte di Minako? Sono riuscita a sorprendervi almeno un pò? Spero di non aver fatto confusione con i dialoghi e si capisca chi parla, chi difende e chi accusa. Speriamo di sì. Adesso però passo ai ringraziamenti quelli del capitolo XXVI e del XXV.

RINGRAZIAMENTI CAPITOLO XXV:

- USAKO89: ricordi? Ti avevo ringraziato per aver messo la storia tra i preferiti ed anche per aver commentato il capitolo, ti spiego volentieri il perché: commentare richiede un po’ di tempo e non sempre ne abbiamo. Quando mi accorgo che qualcuno ha letto il capitolo, e soprattutto ha lasciato un commento non posso fare a meno di ringraziarlo per avermi dedicato del tempo, ecco perché tengo a ringraziare tutti coloro che leggono e soprattutto coloro che commentano perché hanno speso il doppio del tempo rispetto gli altri. È l’unico modo che conosco per sdebitarmi con voi. Per quel che riguarda la storia il capitolo è stato duro ma l’importante è che tutto si sia risolto per il meglio e che Usagi abbia liberato le due sailor!

- ANDREA83_2007: ciao Andrea e ben venuto tra i lettori di questa fic, non ricordo se hai commentato già in passato, ma so per certo che hai inserito la fic tra i preferiti e questo mi onora. Grazie per tutti i complimenti! Per quel che riguarda la tua richiesta di scrivere una fic su Neon Genesis Evangelion ti dico la verità: non conoscendo benissimo il manga non credo di riuscire a poter scrivere qualcosa, dovrei documentarmi e soprattutto dovrei capire i personaggi anche se credo che il mio personaggio preferito sia Misato perché ha quella forza e quella determinazione tipiche di un uomo, ma non rinuncia alla sua fragilità di donna. Secondo te sono troppo complicata nella mia visione di Misato?

- VALEPIGIA: innanzitutto grazie per avermi rivelato la vera frase detta da Mamoru, io l’ho cercata ma è stato inutile, non sono riuscita a trovarla da nessuna parte! Per quel che riguarda Mediaset hai perfettamente ragione, sono ed erano tremendi! Per quel che riguarda la fic grazie per tutti i complimenti che mi fai, mi spiace solo non poter aggiornare con costanza, ma purtroppo lo studio e gli impegni me lo impediscono. Però hai visto? Sono riuscita ad aggiornare con un paio di giorni di anticipo, spero che questo ti faccia piacere.

- KILLKENNY: ho letto la tua fic ma mi spiace ma preferisco restare con questi personaggi, già è difficile gestirli tutti, figuriamoci aggiungendone altri. Per quel che riguarda il mio Caos, cosa vuoi che ti dica? Si vede che sono molto sadica e cattiva… mi spiace averti fatto aspettare prima per conoscere la reazione di Haruka, e mi spiace, ma sono riuscita a domarla, almeno non le ho fatto dire molte parolacce…

- MEY: ciao. Rispondo subito alla tua domanda su chi fa parte del consiglio, la risposta è semplice: non ne ho la minima idea, adesso sicuramente perderò la tua stima, ma credimi è da un po’ che anch’io mi pongo questa domanda, anzi se hai qualche idea sono ben lieta di sentirla. Per quel che riguarda le botte prese da Usagi sappi che mentre scrivevo io stessa mi chiedevo come faccio ad essere così crudele e poi a dirla tutta provavo tanto dolore pure mi…

- BUNNYFOREVER: grazie per avermi mandato la frase corretta come ho detto a Valepigia ho cercato ovunque ma non sono riuscita a stanarla, passando al lieto fine… non so se ci sarà ancora devo pensarci, per il momento vado a capitoli!

- PRINCESSANGEL: ho notato che anche tu cambi l’aspetto di Usagi, ma non solo quello ( il nome Sara ti dice qualcosa? )! Per quel che riguarda prima parte della storia hai perfettamente ragione è stata forte, mentre nella seconda mi sono lasciata andare al romanticismo e come hai potuto notare nel capitolo XXVI qualcosa è accaduto, peccato che Mamoru si sia tirato indietro… per quel che riguarda la dipendenza non esageriamo non è poi sto granché sta storia… a presto un bacio.

- SELENE89: anche secondo te ci sono andata giù pesante con Usagi? Forse è vero ho esagerato, nei prossimi capitoli allora mi trattengo così non sarò troppo cattiva (ti anticipo che non so se ne sarò capace, sai ho la tendenza a drammatizzare). Per le coccole da parte di Mamoru credo che solo queste siano riuscite a guarire realmente la nostra Principessa, non è forse vero?

- USAGI_84: Endymion è la vittima vera di tutta questa fic! Scopre che il padre ha tradito sua madre; ha un fratello di cui ignorava l’esistenza; è il principe di un regno che non esiste più; e per finire la sua bella non lo vuole perché altrimenti rischierebbe di morire… ditemi voi se non sono cattiva, se poi venite a cercarmi per farmi la festa avete pienamente ragione. Per quel che riguarda Usagi ho dimostrato di essere una tosta che quando si mette in testa qualcosa non riesce a fermarla nessuno, nemmeno Caos (Almeno spero di avervi fatto intendere ciò perché io è così che la vedo!)! Per quel che riguarda la mia presenza con questa storia, sei sicura che non ti annoierai a lungo andare leggendo sempre il mio nick?

- PERA11: mi scuso se non riesco ad essere puntuale negli aggiornamenti e se a volte non riesco a ringraziare tutti colore che commentano ma il tempo è tiranno e se devo essere sincera se una giornata contasse 72 ore non mi basterebbero. Passando alla tua recensione… per Kenji qualche ideuzza mi frulla per la testa ma devo vedere come si evolverà la storia, sai anche io generalmente cambio idea mentre scrivo un capitolo. Adesso però devo salutarti perché devo ringraziare ancora molte altre persone e sempre secondo il concetto che il tempo è tiranno si è fatto tardissimo.

- KIRBY: ciao. Partendo dalla fine della tua recensione mi spiace ma dovrai ancora aspettare per capire come Amy e Makoto si siano liberate da Caos. Per quel che riguarda il resto non posso che arrossire dietro a così tanti complimenti. Sapere che la mia fic è matura mi rincuora, vuol dire che sto crescendo e questo è l’importante. I personaggi sono reali? Sono lieta di leggerlo, ho cercato di renderli più simili a persone normali e non descriverli come eroi lo stesso ho fatto con Usagi ecco perché cerco di descriverla così testarda, il suo non è coraggio ma egoismo… come ha ben spiegato Minako, ma questo è il capitolo XXVII e ne parleremo dopo…

- MIKI90: per arrivare alla fine della storia ci vorranno ancora un bel po’ di capitoli tranquilla! Per quel che riguarda le descrizione delle scene non so che dirti, io chiudo gli occhi e immagino di essere Usagi, mi chiedo cosa farei io in una situazione simile e come si comporterebbe lei, poi amalgamo il tutto ed ecco il risultato. Per quel che riguarda le emozioni faccio lo stesso. Mi chiedo “e se fossi al posto di Usagi come reagirei?” mi concentro sulla risposta e via come un fiume in piena. Spero di aver, in un certo senso, acquietato la tua curiosità!

- SEASONS_GIRL: 10.5? mi lusinghi, davvero… adesso però si complica la storia, almeno per me, vai a gestire tutte le sailor, sarà un’impresa ardua!

- DINNY: ti ringrazio davvero. Sapere di riuscire a trasmettere emozioni attraverso le parole è qualcosa di speciale. Forse ci riesco proprio perché, come ho spiegato a Miki90, mi chiedo cosa farei io in quella determinata situazione e non cerco di inventarmi una reazione ma la descrivo per quello che la vita mi ha insegnato. La storia è giunta nella parte più vera. Adesso i giochi sono fatti e le carte sono state svelate, vedremo cosa accadrà…

- AINECHAN: anche se sono in tremendo ritardo lo accetti il mio “In bocca al lupo”? non preoccuparti se non riesci a commentare con costanza, l’importante è che la storia riesca ad interessarti e coinvolgerti. Io ci provo spero solo di riuscirci.

- SAILORMOON81: io continuo a ringraziarti per i complimenti, ne sono felice ma anche spaventa e ti dico subito perché: ho paura, ogni volta che pubblico un capitolo nuovo, di deludere chi come te si aspetta un qualcosa di sensazionale e questa ansia a volte mi fa stare proprio male tanto che un capitolo è letto e riletto miliardi di volte alla ricerca di qualcosa che non va e dopo quando pubblico avrei voglia di cancellare il tutto. Sono felice di leggere di come riesco a padroneggiare campi diversi, non sai che fatica però, in un certo senso devo cambiare di volta in volta non tanto il registro (che per scelta personale è sempre lo stesso) ma il ritmo e per far ciò devo aiutarmi con la punteggiatura che come ben sai non è il mio forte! Ho deciso che d’ora in poi seguirò il tuo consiglio e non scriverò nulla di più di quello che mi suggerisce la mia mente. Ero indecisa ad aggiungere ciò che riguardava l’antenata ma alla fine ho deciso di scrivere lo stesso per non lasciare deluso il lettore, la prossima volta mi accontenterò di farvi aspettare un po’ ma almeno non sarò insicura. Grazie per i complimenti e per il sostegno. Sei sempre gentilissima con me.

- GIROVAGHI: sono lieta di leggere ogni volta un tuo commento perché sei sempre molto analitica. Sono felice che il personaggio di Usagi ti piaccia, ma mi chiedo se il potere che ha non sia solo in senso pratico (Ginzuishou e Pietra di Luna), ma anche in un certo senso narrativo (riesco a dare spazio a completarla rendendola anche umana o resta solo un’eroina?). Per quel che riguarda la descrizione delle battaglie ho sempre molte difficoltà perché il nemico è in inferiorità numerica, e se consideriamo che Makoto ed Amy sono rinsavite, adesso sono davvero in difficoltà essendo rimasta solo con Nemesi-Caos e Killkenny. In pratica adesso saranno 2 contro 14 tra Senshi e Generali, Principesse e Principi, forse arriviamo a 15 se aggiungiamo Helios. Per questo ho deciso anche di mantenere per così tanto tempo le due Inner dalla parte dei cattivi, tanto per avere un po’ di equità. Per quel che riguarda Mamoru è tutto molto più semplice. Lo immagino riflessivo e controllato ed una persona così raramente si fa trascinare dalla rabbia, in questa fic è capitato al massimo due o tre volte. E poi… mi piace descriverlo, in pratica mi piace sconvolgere Usagi con il comportamento del nostro eroe! Sono felice di tenerti ancora in gioco, temo di perdere lettori e soprattutto far perdere di credibilità alla fic continuando a dilungarmi ancora nella stesura della storia.

- DOLCEBUNNY: mi spiace averti fatto aspettare tanto con i miei aggiornamenti ma lo studio incombe, e con dicembre alle porte sarà peggio. Cosa posso dire in merito a tutti questi commenti? Credo di aver già detto abbastanza rispetto al modo che ho di creare una scena. Chiudo gli occhi ed immagino il tutto, poi cerco di scrivere quello che ho visto con gli occhi della fantasia. Per i sentimenti idem e poi sottopongo Usagi ad un interrogatorio: Cosa hai provato? Perché lo hai fatto? Cosa stai pensando? E via di seguito, quindi passo a scrivere le sue risposte, prima butto uno schizzo e poi cerco di scrivere in un italiano corretto e corrente.

- NEPTUNE_87: mi chiedo se non vi siete messi tutti d’accordo nel farmi tutti questi complimenti! Ma sono davvero così brava nello descrivere le scene ed i sentimenti? Vuoi vedere che ho sbagliato tutto e che dovevo intraprendere la strada di scrittrice e non quella di medico. Sono ancora in tempo per cambiare? Tornando alla storia mi fa piacere essere riuscita a trasmetterti la sofferenza di Usagi, e come hai ben detto non solo quella fisica ma anche quella spirituale. Ho cercato di scavare dentro di lei per capire cosa provasse davvero e come potesse stare dopo lo scontro. Per quel che riguarda Mamoru ha un compito preciso, sconvolgere Usagi, mi chiedo se ci sia riuscito…

- STREGA_MOGANA: inizio col dirti che almeno dieci capitoli sono sicuri. Forse anche dodici. Per quel che riguarda Mamoru e la sua determinazione non so, io ho paura di forzare un po’ troppo il suo personaggio rendendolo troppo OOC. Tu non credi? Io cerco di controllarmi e lasciarlo pacato e controllato solo che è più forte di me, ogni volta mi faccio prendere dalla foga e gli faccio fare qualcosa che sorprenda Usagi, secondo te sbaglio?

- LALA5585: mi spiace tantissimo non essere riuscita ad aggiornare in tempo ma ho dovuto studiare ed il tempo è volato. Per quel che riguarda la fic hai preso in pieno. Ho messo un po’ di me in questa Usagi ed ho cercato di umanizzarla il più possibile. Mi sono chiesta cosa avrebbe detto o fatto in determinate situazioni ed alla fine ne è uscito fuori quello che hai letto sino adesso. Spero di riuscire ad emozionarti ancora perché leggere i vostri commenti è qualcosa di davvero speciale, mi fa capire di essere riuscita a trasmettere qualcosa che può essere un sorriso oppure una smorfia ma è sempre qualcosa che ho trasmesso tramite un pezzo scritto da me.

- XENA: ciao! Sono felice che i capitoli ti piacciono e per tua gioia sì ho ancora intenzione di scrivere un capitolo solo per Uranus e Neptuno, anzi sai che forse diverranno due? Spero che questa novità susciti la tua curiosità.

RINGRAZIAMENTI CAPITOLO XXVI:

- CHIARA80: mi spiace averti fatto attendere tanto per il nuovo capitolo ma lo studio mi porta via tanto tempo ed io tengo troppo a questa fic ed a voi che la leggete per rischiare di pubblicare qualcosa che non mi piaccia ecco perché ho perso tanto tempo. Spero che mi perdonerai e che il fatto che ho aggiornato con due giorni di anticipo mi discolpi almeno in parte!

- KIRBY: è un vero crimine non leggere la mia storia? Ti sbagli, è un vero crimine non ringraziare voi tutti che perdete il vostro tempo non solo leggendo, ma anche commentando. Passando alla storia parto subito col dirti che “dietro un velo si nascondono infinite verità!” questa frase ti suggerisce qualcosa? Per quel che riguarda Mamoru ed Usagi se devo essere sincera credo che questa non sarà la sola scena leggermente NC17, forse ce ne sarà un’altra ma ancora non ne sono certa, non vorrei svelare troppo. Grazie davvero per i complimenti e per la tua presenza costante tra le mie sostenitrici! Un bacio a presto…

- PRINCESSANGEL: sono lieta di vedere che il mito inserito nella fic abbia confuso le idee, come sono perfida non lo trovi anche tu? Per quel che riguarda la mia “capacità” nel descrivere sentimenti ed azioni… vai a leggere le prime fic e poi vediamo se dirai che sono brava! Parlando seriamente credo di aver trovato il giusto trucco, mi pongo delle domande precise e poi mi chiedo anche cosa vorreste leggere voi, di seguito scrivo ciò che penso… per quel che riguarda le Senshi cosa mi dici della cara Haruka? Sono stata abbastanza brava con il gesto della tazzina a far comprendere il suo turbamento?

- HATORI: per quel che riguarda i commenti non c’è di che passando alla storia posso dirti che lo sfinimento di Mamoru è più che giustificato. Cosa faresti tu al posto suo? Saresti sempre combattiva oppure per un momento ti lasceresti prendere dallo sconforto? Io me lo sono chiesta e nel comportamento di Mamoru troverai la risposta alla mia domanda. Mi spiace averti fatto attendere tanto ma lo studio mi porta via tantissimo tempo, pensa che ormai esco solo il sabato sera e dire che una volta uscivo quasi tutte le sere, che bei tempi… comunque fammi sapere che ne pensi di questo capitolo, mi raccomando!

- MEY: per quel che riguarda la scorta di fazzolettini… falla con le mie idee non si sa mai… magari potrei far morire Usagi e spedire Mamoru nei Campi Elisi a riprendersela, stile Morfeo e la sua bella (ma era Morfeo oppure Orfeo? Forse Orfeo dato che Morfeo è il dio del sonno, o qualcosa di simile…).

- KILLKENNY: spero che il comportamento di Haruka ti sia piaciuto, mi sono detta perché farla urlare? Meglio se tenta di ammazzare Usagi colpendola dritta in faccia con una tazzina… troppo aggressiva secondo te?

- ROMANTICGIRL: grazie per i complimenti e spero di non aver deluso le tue aspettative con la reazione di tutti, Senshi e Generali!

- USAGI_84: Mamoru vive un momento di sconforto ed adesso toccherà ad Usagi, e forse anche ad Helios, aiutarlo. Non so ancora come ma tocca a loro.

- MIKI90: non si tratta del tuo pc, sono io che non aggiorno da tempo e sono imperdonabile, ma mi perdoni vero? Mamoru si è arreso ad Usagi? Davvero? Io non ci crederei poi tanto, sai che sono cattiva e che ogni tanto mi piace agitare le acque.

- NEPTUNE_87: tutte vi immaginate Mamoru come se il super uomo ma anche lui ha i suoi momenti di scoramento, non può essere sempre pimpante soprattutto quando come ragazza ti ritrovi una Usagi pronta a smontarti ogni volta. Io non mi stupirei tanto del comportamento di Mamoru, anzi mi preoccuperei di Usagi… per quel che riguarda questo capitolo cosa hai da dirmi riguardo il comportamento di Minako? una reazione simile è molto più adatta a Rei, ma come ben sai mi piace sconvolgere i piani di chi legge.

- SELENE89: eri tu che amavi tanto i miti e le leggende? Se è si spero che questo capitolo (e soprattutto i prossimi) ti sia piaciuto. Fai bene a fare il tifo per Mamoru perché è facile cadere ma è difficile rialzarsi, solo che quando ci si rialza si è forti più di prima e la nostra Usagi tremerà…

- DINNY: grazie per i complimenti. Ho scelto di mantenere calmo il capitolo precedente perché questo doveva essere un po’ movimentato, anche se non lo è come lo volevo io… peccato. Cosa mi dici riguardo la reazione di Minako? hai capito perché è arrabbiata con Usagi? Non perché mille anni prima si è uccisa, per lei quello non conta. È arrabbiata perché si sente tradita dalla sua amica, secondo te sono stata troppo dura nel descrivere la scena del loro scontro?

- GIROVAGHI: ed infatti Mamoru resta forte e determinato solo che anche lui ogni tanto ha bisogno di fermarsi e riflettere solo che quando uno come lui si prende un po’ di tempo ci preoccupiamo. Usagi ha avvertito ciò come un tradimento e non si è fermata a chiedersi il perché del comportamento di Mamoru. Si è sempre sentita al centro del suo mondo, ha sempre saputo che per lui, lei rappresenta una certezza ma nel momento in cui è lui ad aver bisogno di certezze lei non capisce. Io ricorderei a tutti che la fic è scritta secondo il punto di vista di Usagi e può anche darsi che lei abbia ingigantito solo un momento di debolezza, e se tutti avete percepito ciò… allora sono riuscita nel mio intento!

- STREGA_MOGANA: per quel che riguarda il comportamento di Mamoru ti invito a leggere ciò che ho scritto a Girovaghi, e ti ricordo anche che “dietro ad un velo si nascondono infinite verità” riflettiamo sul comportamento di Usagi e non su quello di Mamoru. Tu cosa avresti fatto se fossi stata vittima di un tira e molla come lo è lui? Avresti insistito o ti saresti fermata a riflettere e chiederti cosa fare? Il comportamento delle Sailor è un bel problema. Qualcuno ha accettato, qualcun altro no, c’è chi fa l’indifferente. Ed Usagi in tutto questo come sta? Ci sarà altra sofferenza? Non saprei…

- DOLCEBUNNY: in questo capitolo, il XXVI, si può intuire già qualcosa sul come hanno preso la verità le sailor. Io mi chiedo da dove mi sia venuto di far dare quella sberla ad Usagi, come se già non avesse sofferto abbastanza. E la tazzina di Haruka? Lo so sono pazza ma spero che il capitolo ti sia piaciuto ugualmente!

Adesso è arrivato il momento di salutarvi e darvi appuntamento tra due domeniche, cioè il 9 dicembre, anche se io opterei più per il 16! Ragazzi voi lo sapete, io ci provo per questa prima data ma non vi assicuro nulla. Volevo ringraziare anche tutti coloro che leggono solamente senza commentare, io ci spero ancora in un commentino anche da parte vostra.

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Capitolo 28
*** Capitolo XXVIII ***


Nuova pagina 1

Capitolo XXVIII

Stringo Luna e non posso fare a meno di essere felice. Guardo la mia amica e rimango sorpresa dalla sua bellezza. Senza accorgermene con l’indice inizio a giocare con un suo boccolo color pece. Luna mi sorride e sposta il suo sguardo verso le altre rimaste ammutolite ad osservare i nuovi arrivati.

- Luna?

- Artemis?

Le voci di Minako e Makoto spezzano il silenzio che è calato nella sala principale del palazzo dall’ingresso dei due consiglieri. I due interpellati fanno un passo avanti e si presentano, in tutta la loro eleganza e bellezza, al resto del gruppo. Io sono un passo dietro di loro ed osservo gli sguardi stupiti di tutti i presenti. Per loro è una sorpresa, per me no. Io ho sempre saputo che quello di felini non era il vero aspetto dei miei due consiglieri. Tutta colpa di una maledizione che un’antica entità scatenò contro gli abitanti del pianeta Mau. Lentamente però una domanda si insinua nella mia mente: opera di Caos anche la maledizione scagliata contro il pianeta dei miei due amici? Ed ancora un dubbio: come è possibile che possiedano, adesso, delle sembianze umane? Così, come se la mia amica mi avesse letto nel pensiero, ecco svelato il mistero.

- Ad Illusion tutto è possibile, persino spezzare un’antica maledizione come quella che accompagna la nostra gente da oltre duemila anni. Qui i sogni diventano realtà ed ecco me ed Artemis in forma umana.

Ascolto estasiata la voce di Luna, è totalmente diversa da quella che possiede quando è in sembianze animali. Adesso la sua voce è più armonica, più melodiosa. Anche la voce di Artemis è totalmente diversa, più bassa, più roca, mi viene da sorridere… è anche più sensuale.

Mentre Luna ed Artemis intrattengono il gruppo curioso, io faccio cenno a Helios di seguirmi in una stanza più piccola. Silenziosamente, facendo attenzione a non essere scoperti ci portiamo in una camera attigua di forma circolare. Anche questa è parecchio illuminata da grandi finestre, mentre le pareti sono prive di arazzi e sono bianche oltre ogni immaginazione. A parte un grande tavolo di forma circolare e poche poltrone attorno a questo non esiste altro arredo. Un’altra porta più piccola rispetto a quella da cui siamo entrati è posta alla mia destra, per il resto non c’è altro. La porta pur essendo chiusa non impedisce al cicaleccio creato dai miei amici di raggiungerci. Helios mi fissa attendendo che io inizi a parlare.

- Ho bisogno della Dream‘s Room.

Per un attimo lo vedo impallidire e dilatare le pupille, non so se per lo stupore o per il terrore. Quello che ho chiesto è qualcosa che esula dall’umana comprensione. La Dream‘s Room non è una comune stanza, si tratta di una porta che collega due mondi, quello onirico e quello spirituale. È una porta tra l’animo della persona che vi si trova all’interno ed i propri sogni. Detto così potrebbe sembrare innocuo ma non è per nulla vero. Una volta dentro perdi di vista quella che è la realtà, non riesci più a distinguere ciò che è vero da ciò che è fantasia. Perdi la lucidità e diventi vittima dei tuoi stessi sogni, trasformandoli, da solo, in incubi.

- Serenity io non posso. È troppo rischioso. Per quanto tu sia potente non riusciresti a resistere…

- Non è per me.

Helios si ferma di scatto e mi fissa ancora più confuso. Le labbra sembrano muoversi velocemente come se stesse calcolando quali sono i rischi reali della mia richiesta. Io intanto continuo a parlare.

- Devi permettere alle Guerriere Sailor di accrescere i loro poteri e questo è possibile solo in quella stanza.

- Serenity sei impazzita? Rischieresti di uccidere loro ed uccidere te stessa. Non posso permetterti… non posso permettervi di correre un rischio simile.

Stringo i pugni per reprimere un moto di stizza. Devo trovare il modo di convincere Helios. Senza il suo consenso non potrò potenziare le altre e senza i nuovi poteri non potranno difendersi dagli attacchi di Killkenny.

- Helios io sono la guardiana della Pietra Di Luna e dello Ginzuishou, sai benissimo che posso controllare il potere delle mie Senshi ed appena percepirò qualcosa di strano, sarai tu stesso ad interrompere l’addestramento. Ti prego, è l’unico modo che conosco per difenderle.

Il Guardiano di Illusion sembra soppesare le mie parole, forse posso farcela. Posso riuscire a difenderle…

- Helios non darle retta. È troppo rischioso.

La voce di Mamoru ci coglie di sorpresa. Mi volto di scatto verso di lui e lo fisso sorpresa. Come ha fatto a raggiungerci senza che io abbia percepito la sua presenza?

- Ascoltami Serenity, Endymion ha ragione. Cosa accadrebbe se una delle tue guerriere dovesse cedere al peso del suo spirito…

- Allora faremo decidere a loro.

Non permetterò a nessuno di fermarmi. Le mie amiche hanno bisogno di più potere per difendersi ed io sono disposta a tutto pur di poterle aiutare.

Senza attendere la reazione dei due uomini torno nella sala principale della fortezza, dove gli altri stanno ancora parlando con entusiasmo. Di proposito faccio percepire loro la mia presenza utilizzando un passo pesante che crea un gran baccano nella stanza. Tutti si voltano verso di me ed io più decisa che mai inizio a parlare.

- Ascoltatemi bene. Mi rivolgo solo alle mie Senshi, se voi volete, Generali, potete anche andare, non è indispensabile che ascoltiate.

Tutti si ammutoliscono appena inizio a parlare, non so se per il tono duro della mia voce oppure per l’espressione accigliata che devo avere in questo momento. Intanto i quattro ragazzi restano fermi nelle loro posizioni in attesa che io inizi a parlare, come previsto non hanno alcuna intenzione di andare. Riprendo a parlare e stavolta la mia voce è dura, ferma e fredda.

- Sappiate che stavolta non ho intenzione di nascondervi nulla quindi ascoltatemi attentamente. Qui ad Illusion esiste una porta spazio-temporale molto particolare, la Dream's Room capace di collegare il mondo onirico con quello spirituale. In questa stanza, se il Guardiano di Illusion e dei sogni ci concederà il permesso di utilizzarla, potrete potenziare i vostri poteri. Esistono però dei rischi sia per voi sia per me.

Mi fermo per scrutare i visi di tutti che paiono concentrati ed attenti a ciò che sto comunicando loro. Endymion ed Helios dietro di me stanno in silenzio, ma percepisco benissimo l’ansia di entrambi.

- Dovete sapere che nel momento in cui entrerete non sarete più capaci di distinguere tra sogno e realtà, il tutto per voi si fonderà in un’unica dimensione. Il rischio maggiore non è questo ma un altro. La parte spirituale prenderà il sopravvento sulla vostra ragione e darà forma a tutti i vostri sentimenti, positivi o negativi che siano, non farà alcuna differenza. I vostri sogni potranno trasformarsi in incubi da un momento all’altro. Rischierete di impazzire se non sarete abbastanza forti da resistere al peso della vostra coscienza. Per quel che mi riguarda, resterò all’esterno e sarò costantemente in contatto con la vostra mente, nel momento in cui percepirò qualcosa di strano interromperò l’addestramento e verrò a tirarvi fuori.

Mi fermo e scruto ancora una volta i volti dei presenti che sono alquanto tesi e sorpresi. Mamoru fa un passo avanti e si affianca a me. Si schiarisce la voce ed inizia a parlare anche lui.

- Quello che ancora Usagi non ha avuto il tempo di dirvi è che se cadrete vittime dei vostri incubi la parte buia del vostro spirito prenderà il sopravvento.

Mi volto a guardare Mamoru annuendo in sua direzione. Ma c’è ancora qualcosa che loro non sanno ed adesso non posso certo tirarmi indietro dal dire loro tutto, ho promesso di essere sincera e non voglio tirarmi indietro.

- Ma c’è dell’altro.

- Ancora?

Mi volto verso Hotaru che ha spezzato il silenzio in cui erano caduti tutti tra Generali e Senshi. Sorrido alla mia “piccola alleata” e rispondo alla sua domanda con tranquillità.

- Sì Hotaru, ancora. Dovete sapere che nel momento in cui una di voi cadrà vittima degli incubi io perderò un po’ della mia anima.

Resto in silenzio per permettere ai presenti di assorbire il colpo. Sono in attesa delle possibili reazioni che non si fanno attendere.

- Cosa vuoi dire?

Mi volto verso Setsuna che parla con la sua tipica pacatezza, mentre mi fissa con i suoi occhi color ametista. Sospiro perché non sono sicura di essere capace di spiegarmi. Cerco di trovare le parole adatte per spiegare questo concetto che anche per me è difficile da accettare.

- La mia anima, la mia essenza, dipende da voi. Io possiedo una sorta di legame con ognuna di voi. Una sorta di legame unico, inspiegabile ed inscindibile. È così che riesco a percepire sempre la vostra presenza ed a comprendere quando siete in pericolo o in difficoltà. È un legame reso possibile dallo Ginzuishou e dall’affetto che mi unisce a voi. Nel momento in cui una di voi cade vittima delle forze del male io perdo un po’ della mia anima indebolendomi. In pratica siete voi ad essere la mia forza, ed in un certo senso, io attingo da voi l’energia per sopravvivere.

Osservo Amy e capisco che è indecisa sul pormi una domanda o meno. La osservo sorridendole e faccio un cenno con il capo per invitarla a parlare, lei non attende oltre e pone la sua domanda.

- Allora come spieghi ciò che è capitato a me e Makoto? Noi comprendevamo perfettamente cosa accadeva attorno a noi, ma non potevamo fare nulla per impedirlo, eravamo prigioniere dei nostri corpi ed ogni tentativo per liberarci risultava inutile.

Sorrido impercettibilmente. Sapevo che Amy avrebbe posto questa domanda. Ciò che è capitato a lei e Makoto è diverso. Loro sono state vittime della forza di Caos.

- Amy, tu e Makoto non siete cadute vittime della parte nera della vostra anima. Voi eravate coscienti di ciò che vi accadeva attorno ma non potevate opporvi in nessuna maniera. Eravate manipolate, Caos vi utilizzava come delle marionette se mi permettete il paragone. Ne è la dimostrazione il fatto che io potevo percepire, anche se con qualche difficoltà la vostra presenza, in modo flebile è vero, ma vi percepivo, e poi adesso siete qui con noi. Al contrario, chi cede alla parte malvagia del proprio animo, è perduto per sempre. riportato alla mia persona, perdo una parte dei miei poteri e, probabilmente, la maledizione di Nemesi avanzerà con maggiore vigore.

I volti di tutti si fanno tesi e preoccupati. Anche Haruka e Minako sembrano particolarmente ansiose. Non perdo altro tempo e riprendo a parlare. Devo battere il ferro finché è caldo.

- Non vi chiedo di decidere adesso. Vi darò tutta questa notte per rifletterci su. Domani mattina ci ritroveremo qui e mi comunicherete la vostra decisione. Dopo di che Helios ci dirà quando e come utilizzare la sala, sempre se voi sarete d’accordo. Ci tengo a precisare che questo addestramento sarà inutile contro Caos. Probabilmente neanche io sono abbastanza potente da affrontarlo. Questo addestramento serve per potenziare i vostri poteri e permettervi di affrontare Killkenny senza difficoltà. Haruka, non ho intenzione di discutere con te, si farà così e basta.

La Senshi di Urano borbotta delle frasi dalle quali riesco a percepire solo uno “Stupida testarda!”. Credo che Mamoru si trovi sulla stessa lunghezza d’onda dato che riesco a sentire perfettamente il fruscio del suo mantello. Volta le spalle e se ne va.

Non sono riuscita a vedere Mamoru, né a chiarirmi con lui. Forse è meglio così, non sono certa che lui possa comprendere il perché delle mie decisioni. La vita delle mie guerriere è troppo importante ed io devo fare di tutto per proteggerle. In cuor mio so che lui farebbe lo stesso se si trovasse al mio posto. Adesso perseguitata da mille perché mi ritrovo a percorrere, dietro ad Helios, gli infiniti corridoi di questo castello, dopo una cena degna di un reggimento, cena a cui Mamoru non ha preso parte, il sovrano di Illusion ci sta mostrando le nostre stanze. Siamo rimasti solo noi due adesso e posso percepire nell’animo di mio cugino l’indecisione più assoluta. Vorrebbe parlarmi ma non è certo di fare la cosa giusta così decido, per cavarlo d’impiccio, di interrompere il nostro silenzio.

- Helios ti prego, non adesso. Non mi va di parlare, sono un po’ stanca.

Il mio interlocutore si limita solo ad annuire, continuando a camminare diritto davanti a sé. Ma continuo a percepire l’indecisione di prima, stavolta mista ad un po’ di delusione. Giunti in fondo ad un corridoio mi mostra una porta chiusa. La porta di quella che dovrebbe essere la mia stanza. Sorrido ad Helios prima di entrare e questi dopo un breve inchino va via chiuso nel suo mutismo. Sono proprio fratelli quei due, stessi atteggiamenti. Cerco di far scivolare la malinconia ed entro nella stanza.

Entrando quello che mi ha subito impressionato di questa stanza è il gran balcone proprio di fronte la porta da cui sono entrata. Senza accorgermene vado direttamente in questa direzione. Abbasso la maniglia della portafinestra ed esco. Un venticello leggero accarezza il mio abito bianco. Da quando siamo ad Illusion ho assunto le sembianze di Serenity. Non so se ho agito così per farmi riconoscere dagli abitanti di questa dimensione oppure se è stato un atto inconscio. Anche Mamoru vesti i panni di Endymion ed ho notato che la servitù è stata molto rispettosa con il proprio principe ma anche con lo stesso Helios, forse con quest’ultimo ancora di più. Qui tutti sanno che è Mamoru il vero sovrano di Illusion, ma non nascondono la loro preferenza per il giovane guardiano dei sogni. Osservo il sole morente colorare, con le calde tonalità dell’arancione, il cielo. Sorrido tristemente e mi sento tremendamente sola. Stanca di questi pensieri, chiudo gli occhi e mi lascio trasportare dalla brezza.

Torno indietro nel tempo e per un attimo immagino di essere nel mio regno invece che ad Illusion.

Immagino di essere la Principessa amata dal suo popolo.

Immagino di essere ancora l’amica più fidata delle mie guerriere.

Immagino di essere ancora la compagna di Endymion.

Se mi concentro ancora di più posso sentire la risata gioiosa di mia madre chiedermi di raggiungerla nei suoi giardini e m’immagino di correre da lei. La vedo in tutta la sua bellezza venirmi incontro e la sento mentre mi stringe al seno. Una lacrima solca la mia guancia ma è subito asciugata, non posso piangere per un dolce ricordo. Non posso piangere adesso che ho deciso il mio futuro.

Un lieve tocco alla porta mi costringe a tornare in questo tempo e tornare dentro. Mi fermo al centro della stanza e accordo il permesso di entrare. Il mio sguardo però è fisso sempre verso la balconata. Nella mia testa ancora i ricordi del Silver Millennium, che in questo momento, poi, sono più vivi che mai.

- Principessa Serenity…

Al suono di questa voce mi volto lentamente. Non può essere. Probabilmente mi sto sbagliando. Stringo le mie vesti. Sgrano gli occhi non appena sono certa della persona che ho dinnanzi. Non riesco ad articolare alcuna parola, solo dopo un po’ riesco a parlare.

- Pa… pà… papà sei proprio tu?

Con mia grande sorpresa riconosco la figura di Kenji, il mio padre terrestre. Senza perdere tempo corro verso di lui e lo abbraccio forte. Sono felice di vederlo qui, ma anche sorpresa e così dopo il mio iniziale stupore mi stacco e lo osservo con aria scettica. Aspetto una spiegazione plausibile da parte sua altrimenti non so quello di cui sarei capace.

- Sei stupita, vero Usagi… o forse dovrei dire Principessa?

Sorride e mi accarezza una guancia guardandomi con i suoi grandi occhi castani. Gli occhiali non ci sono più ed adesso posso osservare meglio gli occhi che per tanto tempo mi hanno osservata ridente ed allegra, oppure piangente e triste. Un vortice di domande affolla la mia mente ma non ho il tempo di formularne neanche una perché il suono della sua voce mi attira, e sono curiosa di capire cosa ci fa lui ad Illusion.

- Se ti stai chiedendo perché sono qui è facile risponderti: io sono un abitante di Illusion.

- Come… come è possibile? Anche la mamma lo è?

Kenji scuote la testa e riprende la sua espressione, mentre altri mille dubbi si impossessano della mia mente.

- No, lei è una terrestre. Usagi… Principessa Serenity, io sono stato scelto personalmente da Chronos per controllarvi e proteggervi nel corso della vostra vita terrestre. È stato vostro padre a chiedermi di vegliare su di voi, io non ho fatto altro che eseguire degli ordini, ma credetemi, mai ordine fu più lieto per me. È stato un onore per me starvi accanto, vedervi crescere giorno per giorno. Vedervi imparare cose nuove. È stata una gioia per me vedere i vostri occhi illuminarsi ogni qualvolta scoprivate qualcosa di nuovo. È stato meraviglioso vedere illuminarsi il vostro viso ad ogni conquista. Principessa… io… non so spiegarvi…

- Papà io per te resto sempre la tua piccola Usagi, non sono Serenity né Sailor Moon. Sono la tua bambina.

È ormai tarda sera ed io passeggio per i giardini incantati di questo palazzo. Le siepi curate riproducono le fattezze di animali incantanti. Un unicorno. Un drago. Una fenice. Il fruscio delle fontane riempie l’aria. Alcune di esse gorgheggiano felici, altre si divertono a spaventare chi passa con il loro spruzzo improvviso. L’aria profuma dei fiori notturni che si dischiudono baciati dai raggi di Luna. Gli animali riposano nelle loro tane e solo qualche allodola canta placida al calare della notte. Cammino silenziosa e ripenso al mio incontro di poco prima.

Mio padre… mio padre è un abitante di Illusion. Ha vegliato su di me per tutto questo tempo nel silenzio più assoluto. Non mi ha mai fatto capire nulla. Mi ha trattato come una figlia. Inizialmente neanche lui si rendeva perfettamente conto del suo ruolo. È nato come un terrestre, ma solo quando sono venuta al mondo si è reso conto dell’importanza della sua missione. Solo quando mi ha stretto al petto ha ricordato quel qualcosa che lo teneva sveglio la notte impedendogli di dormire. Solo nel momento in cui i nostri occhi si sono incrociati per la prima volta ha ricordato di essere un abitante di questa dimensione. Adesso tutto è più semplice, mi spiego anche la sua adorazione per Mamoru e la ragione di quelle parole alla stazione quando ci siamo incontrati per il congresso. Ad essere sincere solo nel caso di questo incontro ho dubitato sulla vera natura del mio genitore terrestre, mai prima.

Rapita dai miei pensieri non mi accorgo di aver lasciato il sentiero principale, per uno più solitario e lasciato alla mercé della natura. L’aria tiepida improvvisamente si fa gelida. Mi fermo e noto solo adesso di essere in una zona dei giardini che non è curata. Le fontane sono sparite e le erbacce crescono invadendo il sentiero. Mi stringo tra le mie braccia e cerco di tornare indietro. Mi volto, ma sono costretta a fermarmi. Un uomo è davanti a me. Avrà trent’anni, forse trentacinque. I suoi occhi color ghiaccio mi osservano bramosi e ciò mi costringe ad indietreggiare. Un ghigno si forma sulle labbra carnose. I lunghi capelli neri sono legati in un lento codino ed indossa degli abiti eleganti che richiamano lo stile dell’ottocento. Resto in silenzio ed immobile, sono come paralizzata.

- Principessa Serenity, finalmente possiamo conoscersi… fisicamente.

Una risata ghiacciante si propaga nel silenzio del giardino ed io sgrano gli occhi terrorizzata. L’uomo avanza verso di me, ed io continuo a restare immobile, prigioniera di un’energia che non riconosco, ma che ho già percepito in passato. Man mano che si avvicina percepisco sempre più freddo e urla disumane si sovrappongono nella mia mente. Vorrei chiudere gli occhi ed urlare ma non ci riesco. Sono prigioniera del mio corpo.

- Le senti vero? Sono le urla di tutti coloro che hai deluso. Sono le urla del tuo popolo. Le urla dei generali terrestri. Le urla delle tue guerriere. Le urla di tua madre. Dimmi principessa che sensazione si prova?

La testa sta per esplodere ed io non resisto oltre. Cerco di pensare ad altro. Cerco il mio potere, ma è tutto svanito. È il vuoto più assoluto. L’uomo adesso mi è di fronte. La malvagità del suo animo m’investe in pieno ed il mio corpo inizia a tremare. Scosta una ciocca dei miei capelli e così facendo voglioso accarezza il mio collo. Vorrei scansarmi ma non ci riesco. Si avvicina ancora di più. Posa le sue mani sui miei fianchi ed adesso fissa i miei occhi. Il suo viso si avvicina pericolosamente mentre io ripenso ad Endymion. È un attimo ma l’avverto, una forza incredibile nascere dal mio cuore. Riesco a sottrarmi ed interrompere il potere oscuro. Spingo l’uomo lontano da me ma solo di pochi passi. Creo una barriera attorno alla mia mente ed allo Ginzuishou e resto in attesa di un’altra mossa del mio avversario. Di contro questi inizia a ridere. Indietreggio fino a che non inciampo sulla mia stessa veste, sto per cadere quando mi sento bloccata a mezz’aria. È stato lui ad impedire la mia caduta con il suo potere ed adesso mi tiene stretta tra le braccia. I nostri corpi sono nuovamente vicini. Sento la mia carne bruciare in ogni punto in cui i suoi occhi si posano su di me, la mia mente è ancora una volta invasa da quelle urla disumane ed il mio cuore piange lacrime di sangue.

- Caos…

- Esatto mia piccola Principessina.

La sua stretta si accentua e mi stringe ancora di più al suo torace. Ma stavolta il mio corpo è libero dal suo giogo. Faccio pressione con le mani per allontanarlo ma è inutile. Ho solo una possibilità e devo sfruttarla al meglio. Incanalo una buona parte del mio potere sulle palme delle mie mani per poi liberarlo improvvisamente. Stavolta Caos è scagliato una decina di metri lontano da me, mentre vedo chiaramente i suoi abiti bruciati lasciare spazio ad un torace scolpito nel marmo.

- La nostra gattina ha tirato fuori le unghie a quanto pare…

Non ho neanche il tempo di ribattere perché mi manca l’aria. Senza sapere come mi ritrovo a mezzo metro da terra ed una mano invisibile a stringere la mia gola. La vista mi si offusca, sto per perdere i sensi quando la stretta svanisce ed io piombo a terra come un peso morto. Sono piegata su me stessa e tossisco convulsamente. Le mani attorno al mio collo, annaspo in cerca di aria ma non smetto di guardare dritto negli occhi il mio avversario, neanche per un secondo. Scosto le ciocche dei capelli che mi ricopro gli occhi e mi alzo, diritta e fiera. Con uno sforzo tremendo inizio a parlare cercando di non far percepire dalla mia voce il panico che mi sta invadendo.

- Come hai fatto ad arrivare sino a qui?

L’uomo continua a ghignare mentre avanza verso di me, resto immobile nella mia posizione, ma stavolta per mia libera scelta.

- Sai Serenity sei dotata di un immenso potere e se ti unissi a me potremmo divenire i padroni dell’universo. Non solo di questo universo, ma di tutti. Dimmi non ti alletta l’idea di essere la signora incontrastata del mio regno? Non ti alletta l’idea di avere il potere di scegliere chi far vivere e chi morire? Chi far soffrire e chi gioire? Non ti alletta l’idea di avere il controllo su tutto ciò che ti circonda? Essere la padrona incontrastata di ogni forma vivente, dalla più insignificante come un moscerino, alla più evoluta come un dio, come tuo padre ad esempio…

- Tu… tu mi stai chiedendo di allearmi con te? Mi stai chiedendo di tradire le persone a cui voglio bene? Mi stai chiedendo di diventare un mostro…cosa ti fa credere che io ti darò retta? Chi sei tu per decidere della vita di un uomo? Chi sei tu per governare su tutto? Chi ti dà questo diritto? Non sei niente e presto tornerai ad esserlo.

Caos scuote la testa divertito mentre si passa la lingua in maniera lasciva tra le labbra. I suoi abiti sono tornati intatti ed avanza sicuro verso di me.

- Io ti sto chiedendo di diventare la mia signora. Pensaci. Io e te. Padroni di ogni forma di vita. Padroni di tutto. Della vita e della morte. Mi chiedi chi sono io? Allora dimmi Serenity, cosa mi dici di quegli insulsi esseri umani che ti stai prodigando a difendere. Chi sono loro per decidere di farsi la guerra? E tuo padre? Con quale diritto ha deciso della vita tua e delle persone a cui dici di voler bene? Ed Endymion? Lui ti ha mai realmente capita? No, altrimenti a quest’ora avrebbe accettato l’idea che per voi non esiste un futuro. Se davvero ti amasse come dice non ti costringerebbe a soffrire tanto. Non ti costringerebbe ad attaccarlo con il potere dello Ginzuishou. Serenity non essere sciocca e guarda in faccia la realtà, i buoni sentimenti non pagano. È il potere che rende un uomo davvero libero. Te lo chiedo per l’ultima volta: Serenity vuoi diventare la mia sposa.

Lo guardo, tracotante, diritto negli occhi e per un attimo resto colpita dalla freddezza e dalla cattiveria che vi leggo all’interno. Materializzo tra le mie mani la spada di luce ed attendo che Caos sia abbastanza vicino.

- No. Non sarò mai tua. Io non tradirò mai i miei amici ed il mio popolo. Non tradirò mai Endymion. Mai.

Dalla punta della lama della spada parte un fascio di luce che centra Caos all’altezza del cuore. L’uomo continua ad avanzare verso di me sicuro ed impavido mentre io cerco di aumentare il potere del raggio. Il mio avversario si ferma a pochi metri da me e con voce gelida riprende a parlare.

- Pessima scelta Serenity. Pessima scelta. Preparati a dire addio al tuo caro Principe Endymion perché lui sarà il primo a morire.

Così dicendo sparisce davanti ai miei occhi. Non ho neanche il tempo di tirare il fiato perché le sue parole mi hanno messo addosso l’angoscia. Sento la voce di Caos nella mia testa. Si fa scherno di me. Mi chiede se riuscirò a salvare Endymion prima che lui l’abbia eliminato. Sollevo le mie vesti ed inizio a correre a più non posso verso il palazzo di Illusion. Gli occhi velati di lacrime. Le mie gambe e le mie braccia sono graffiate dai rovi che si trovano in questa parte del giardino, ma non mi interessa. Non posso perdere tempo. Il cuore in petto sta per esplodere. Non posso perdere tempo. Corro contro il tempo. Corro disperatamente verso la camera di Endymion. Attraverso un lungo corridoio ed infondo ad esso la vedo. Una porta. La sola a dire il vero. Due guardie sono poste all’ingresso e mi impediscono di entrare, ma io non ho tempo da perdere. Le stordisco con il mio potere e le faccio cadere a terra prive di coscienza. Apro le porte e resto immobile. Un silenzio irreale regna nella stanza. Le tende del baldacchino del letto sono tirate. Nell’aria percepisco la tensione e la paura. Lentamente mi avvicino al letto. Con mano tremante scosto la tenda ed allora lo vedo. Addormentato. Bellissimo. Un’espressione contrita sul viso. Sfioro la sua fronte con una mano ma avverto la sua pelle fredda. Scuoto il mio principe una volta ma non reagisce. Lo scuoto ancora. Ancora ed ancora. Ma niente. Le lacrime scendono libere sulle mie guance. Poggio un orecchio sul suo torace e lo sento. Il silenzio. Il vuoto. Il suo cuore non batte più.

Mi sveglio di soprassalto nella mia stanza. Sudata con il respiro un po’ corto. Porto una mano all’altezza del mio cuore e lo sento battere all’impazzata. Scosto i capelli bagnati dal viso e solo adesso mi accorgo di stare piangendo. Asciugo le lacrime e decido di alzarmi, il contatto con il pavimento freddo mi fa sussultare ancora di più. Un incubo.

Solo un incubo. Un brutto presentimento si fa strada in me. Ad Illusion gli incubi sono impossibili, oppure no? Le luci della Luna entrano nella stanza. Mi avvicino allo specchio per vedere in che condizioni mi trovo ed allora lo scorgo. Un livido blu a circondare la mia gola. Il sangue si gela nelle vene. Senza fermarmi a pensare esco dalla mia stanza e corro per il castello in cerca di Mamoru. Urto contro una cameriera e le ordino di riferirmi quale è la camera del Principe Endymion, questa impaurita mi indica che direzione prendere. Salgo di corsa le scale, inciampo un paio di volte su alcuni scalini ma incurante del dolore mi rialzo e riprendo a correre. In cima alle scale mi fermo tremolante. Un lungo corridoio ed infondo ad esso la vedo. Una porta. La sola a dire il vero. Come nel mio sogno. Le gambe iniziano a tremare ma non posso fermarmi adesso. Dopo un attimo di incertezza riprendo la mia corsa. Stavolta nessuna guardia ad impedire il mio ingresso. Mi fermo per un attimo davanti la porta chiusa. Con timore abbasso la maniglia e silenziosamente entro. Mi guardo attorno e mi accorgo con orrore che è la stessa camera del mio incubo. Cammino lentamente verso il letto a baldacchino e scosto la tenda e lo vedo. Come nel mio sogno. Addormentato. Bellissimo. Ancora una volta con mano tremante accarezzo il suo viso ma stavolta percepisco il calore irradiato dal suo corpo. Mi butto sul suo torace e piango. Piango tutte le mie lacrime per il timore di pochi minuti prima ed intanto Mamoru si risveglia.

Lo so, sono terribilmente in ritardo ma non dipende da me. Ho problemi di linea ed adesso mi trovo a casa del mio amore e mentre lui sta parlando al telefono io ne approfitto e pubblico. Mi spiace tantissimo ma non posso ringraziarvi singolarmente. Spero che il guasto sia riparato il prima possibile. Perdonatemi ancora un bacio a presto. Grazie a tutti coloro che hanno letto. Al prossimo capitolo che non so quando sarà pubblicato!

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Capitolo 29
*** Capitolo XXIX ***


Nuova pagina 1

Capitolo XXIX

Eccomi tornata. Volevo avvisarvi che il capitolo intero è leggermente NC17, vale a dire un rating rosso. Ho riflettuto a lungo se inserire o no determinate scene ed alla fine mi sono risposta che è necessario. Sotto mi spiegherò meglio, adesso vi auguro solo buona lettura…

Sono stretta al torace di Mamoru e solo da poco ho smesso di piangere. Ciò che ho visto nel mio incubo mi ha sconvolta e non poco. Mamoru accarezza i miei capelli e, da quando sono piombata in camera sua, non ha aperto bocca. Mi ha fatto piangere e sfogare senza mai dire nulla, credo però, che sia giunto il momento di chiarire il perché sono qui, e soprattutto, perché in queste condizioni disastrose.

- Mi spiace, non volevo svegliarti.

Asciugo il viso ancora bagnato dalle lacrime con la manica della camicia da notte. Sorrido a Mamoru cercando di rassicurarlo, poi mi metto a sedere sul letto lasciando il conforto delle sue braccia. Solo adesso mi permetto di osservare con attenzione la stanza e noto che è molto elegante ed accogliente. Anche qui è presente una porta finestra che dà sul giardino e la specchiera è posta proprio al fianco di questa. Oltre al letto a baldacchino è presente un grande armadio, credo in ciliegio, come lo scrittoio con tutto l’occorrente necessario per scrivere delle lettere. Le pareti sono di un tenue azzurro come le tende che adornano la porta che dà sul balcone.

- Immaginavo un risveglio diverso lo ammetto, ma non posso lamentarmi. Sei qui tra le mie braccia.

Mi volto e sorrido. Mamoru riesce a farmi sorridere in ogni circostanza, anche in questa. Porto indietro i miei capelli e lo osservo. Ricordo ancora il sogno, la sua pelle fredda e bianca e così, inavvertitamente, per assicurarmi che sia tutto reale, sollevo una mano portandola sulla sua guancia accarezzandola. Cogliendomi di sorpresa, Mamoru prende la mia mano nella sua e vi deposita un lieve bacio sul palmo. Arrossisco mentre guardo Mamoru negli occhi, ma non tolgo la mano. Questa stretta mi dona una sensazione di protezione.

- Io… ho avuto un incubo.

Mamoru s’irrigidisce e si mette con la schiena ritta sul letto. Credo che si sia reso conto che le mie parole sono pericolose. Illusion è la patria dei sogni, qui gli incubi sono impossibili. Il regno è stato fondato sul potere dei sogni ecco perché è così sconvolgente ipotizzare incubi in questa dimensione.

- Devo parlare con Helios.

Si alza dal letto ma io lo trattengo. Resto alle sue spalle ma riesco a fermarlo avvolgendo le braccia attorno al suo torace e poi, in un gesto meccanico, poggio la testa sulla sua ampia schiena. Chiudo gli occhi ed inspiro il suo profumo.

- Non andare, ti prego.

È un lieve sussurro ma sono certa che Mamoru abbia percepito la supplica nella mia voce perché lo sento rilassarsi e stringere le mie mani. Si volta lentamente verso di me e mi osserva. Sospira rumorosamente e mi riporta sul letto. Ci sediamo entrambi, ma nessuno dei due è intenzionato a lasciare le mani dell’altro.

- Cosa hai sognato.

Non è una domanda.

- Caos.

Mamoru torna ad irrigidirsi e così mi decido ad alzare lo sguardo, tenuto basso dopo la carezza di poco prima, ed immergo i miei occhi nei suoi. Un tuffo al cuore. Tutta la sua preoccupazione traspare da queste iridi color tempesta. Mi sento colpevole, dopo tutto è colpa mia se adesso è così preoccupato. Stavolta sono io ad espirare rumorosamente e riprendo a parlare ancora una volta.

- Ero nei giardini del palazzo quando improvvisamente mi sono ritrovata in una zona abbandonata. Quando mi sono voltata per tornare indietro mi sono ritrovata Caos davanti.

- Come ha fatto Nemesi ad entrare nei tuoi sogni?

- Mamoru era Caos. Il vero Caos. Era nella sua forma umana.

Mamoru mi osserva scettico. Scuoto la testa preoccupata. Non deve aver capito le mie parole. Lui, i generali e le Senshi sono abituati a identificare nella persona di Nemesi lo stesso Caos ma non è così. Nemesi è solo posseduta dallo spirito di Caos, il corpo del nostro nemico è altrove, magari in un’altra dimensione protetto da chissà quale energia misteriosa e potente. Mentre ripeto tutto ciò a Mamoru lo vedo incaponirsi ancora di più.

- Cosa è accaduto. Perché sei corsa qui sconvolta.

Adesso arriva la parte difficile del racconto. Come posso dire a Mamoru cosa è accaduto in quel giardino senza allarmarlo?

- Lui mi ha chiesto di schierarmi dalla sua parte ed abbandonarvi al vostro destino. Io ho rifiutato ed ho attaccato ma è stato tutto inutile. Caos è troppo forte anche per me, il suo potere è infinito. Non sono riuscita neanche a provocargli un graffio.

- E poi? Cosa è successo? Cosa ti ha detto per farti precipitare qui in piena notte?

Rabbrividisco se solo ripenso a quello che è accaduto. Lascio le mani di Mamoru e mi alzo, vado verso la portafinestra, tiro le tende e lascio che i raggi della Luna avvolgano la stanza. Chiudo gli occhi e poggio la fronte sul vetro freddo. Sento Mamoru avvicinarsi e poggiare le sue mani sulle mie spalle.

- Il livido che hai al collo… è opera sua? Cosa ti ha detto di preciso Usagi, parla ti prego. Non tenerti tutto dentro.

La sua voce è dolce ed allo stesso tempo preoccupata. Non posso mentire ancora una volta, devo essere sincera. Non posso mentire davanti a questi occhi che mi parlano con infinita tenerezza. Cercando la forza in fondo ai suoi occhi gli rispondo con voce malferma.

- Mi ha fatto capire che se non avessi accettato di diventare sua sposa vi avrebbe ucciso tutti, iniziando da te. A quel punto ho attaccato ma è stato inutile. È svanito nel nulla assicurandomi che presto saresti morto. Io… sono scappata in camera tua e quando ti ho raggiunto eri… eri…

Non riesco a continuare perché scoppio in lacrime. Mi aggrappo alla camicia di Mamoru e piango più forte di prima. Sento Mamoru stringermi forte e cercare di tranquillizzarmi.

- Usagi era solo un incubo, non preoccuparti. Adesso calmati.

Mi scanso da Mamoru e lo osservo portando le mani attorno al collo, massaggiandolo, come se la stretta di Caos fosse ancora presente.

- E questo livido Mamoru? Come lo spieghi? Come spieghi la presenza di questo livido. Caos ha stretto le sue mani attorno al mio collo e questi segni ne sono la prova. Non era un incubo. Lui mi ha parlato davvero. Ci siamo incontrati davvero… non so come…

Sono sconvolta ed aggredisco Mamoru che cerca di afferrarmi per le braccia e fermarmi. Alla fine ci riesce e mi strattona un paio di volte, forte con decisione, urlandomi di calmarmi. Mi zittisco ma, contemporaneamente, m’irrigidisco tra le sue braccia mentre lo sento parlare.

- Non m’importa di morire.

- Cosa stai dicendo? Sei impazzito? Ed io? Io cosa farò senza di te? Dimmi Mamoru, come farò senza di te?

- Usagi io sono già morto. Stare senza di te non è vivere. Non è sopravvivere. È solo morire giorno dopo giorno ed io sono stanco di morire.

- Cosa stai dicendo? Mamoru non si tratta di me. Si tratta di te. Stiamo parlando di Illusion. Stiamo parlando della Terra. Stiamo parlando della Galassia. Dell’Universo, di questo universo e di altri mille universi.

- Usagi, per una volta parliamo di noi e lasciamoci alle spalle tutto il resto. Si tratta di me. Si tratta di te. Si tratta di noi. Si tratta di un noi che non esisterà mai perché ci è negato amarci ed essere felici. Il resto non ha alcuna importanza. Usagi, se devo perderti, vivere o morire per me non fa alcuna differenza.

Il rumore di uno schiaffo si sente per la stanza che adesso è caduta in un silenzio irreale. Non mi sono trattenuta. Non sono riuscita a credere alle parole di Mamoru. Non può… non deve…

- Come puoi dirmi tutto ciò? Mamoru… noi dobbiamo difendere tutto questo. Come fai a ridurre tutto solo a me? Io non valgo nulla di tutto ciò che ci circonda. Come puoi ridurre tutto a noi? Io non potrei mai vivere con te sapendo che la nostra felicità è costata la vita di miliardi di esseri innocenti? Io non potrei mai vivere il nostro amore sapendo che è costato la tua vita. Io non ti capisco.

- Hai ragione Usagi. Tu non puoi capire. Io sono già morto. Non posso amarti. Non posso stringerti. Non posso nulla… mi resta solo morire per te. Morire davvero ed allora nella morte potrò trovare un po’ di pace. Almeno nella morte, questa sofferenza finirà.

I nostri toni si sono calmati. Adesso entrambi parliamo sottovoce come se le nostre orecchie temessero di essere ferite dalle parole dell’altro. Osservo le mie mani, strette in quelle di Mamoru, bagnarsi di quelle che sono lacrime. Ma non sono mie. Lascio questa stretta per prendere il suo viso tra le mani ed allora le vedo. Le sue lacrime.

- Io non ti lascerò morire.

Mamoru sorride mestamente mentre mi stringe forte al suo torace. Non piango stavolta. Lo stringo forte ma non piango. Dopo poco tempo lo prendo per mano e lo conduco verso il letto. Lo faccio sedere ed io mi siedo a cavalcioni su di lui, sto per baciarlo quando si scansa e guardandomi negli occhi inizia a parlare.

- Usagi non devi sentirti costretta. Se tu non vuoi…

Poggio il mio indice sulle sue labbra e con un dolce sorriso blocco il fiume di parole di Mamoru.

- Io voglio…

Riprendo a baciarlo con dolcezza e con passione sempre crescente. Le nostre lingue si accarezzano timidamente, con timore. Forse per paura che tutto possa finire da un momento all’altro. Forse per paura di scoprire che è tutto un sogno. Lentamente ci separiamo, poggiando la fronte una contro l’altra, gli occhi ancora socchiusi, sperando che non sia tutto frutto della nostra immaginazione. Alla fine, dopo tempo che sembra illimitato, o forse dopo pochi secondi, è Mamoru il primo a parlare.

- Se stai facendo tutto questo per quello che ho detto, o per quello che hai visto nel tuo sogno, Usagi sappi che per me…

- No, Mamoru. Non è per le tue parole. Non è per ciò che ho sognato. Si tratta di me e del mio cuore. Ho bisogno di te. Per una volta si tratta di noi.

- Usako, io…

- Ssshh... ho solo bisogno di te.

E come se Mamoru avesse percepito la preghiera del mio cuore riprende a baciarmi con maggiore passione. Mi stringo a lui e rispondo con altrettanta passione. Le sue labbra sono infuocate e la sua pelle scotta. Non so come ma adesso mi ritrovo a baciare il suo collo e sento pulsare le sue vene. Le nostre mani vogliose accarezzano i corpi del compagno. Ci regaliamo carezze pericolosamente seducenti. Con fare incerto sbottono la sua camicia mentre lui insinua le sue mani sotto la mia camicia da notte ed accarezza la mia schiena nuda. Le sue dita sono fredde e provocano come scariche elettriche sulla mia pelle. Ad ogni tocco il bisogno di lui aumenta. Lo sento sussurrare il mio nome mentre bacia i miei capelli. Le sensazioni di pace e tranquillità aumentano ogni istante di più, ed alla fine decido di lasciare ogni remore e concedermi all’unico uomo che ho sempre amato.

Osservo solo per un istante la Luna attraverso la porta finestra e raccolgo tutto il mio coraggio. Sarà la Luna l’unica testimone di ciò che sta accadendo stanotte in questa stanza. Sarà la Luna a benedire la nostra unione.

Scendo dalle gambe di Mamoru e mi metto in piedi di fronte a lui. Con mani leggermente tremolanti sciolgo il fiocco che chiude i lembi della mia camicia da notte che immediatamente cade in terra, lasciandomi nuda ai suoi occhi, formando così, una pozza argentea ai miei piedi. Mamoru di contro segue con attenzione ogni mia mossa. Il mio sguardo non si alza di un millimetro, osservo le mie mani, ma posso percepire in maniera chiara e nitida i suoi occhi osservare i movimenti delle mie dita. Accarezza ogni centimetro del mio corpo con i suoi occhi cobalto ed io mi sento, strano ma vero, protetta ed al sicuro. Arrossisco leggermente alzando i miei occhi per incrociare i suoi e notando le sue pupille dilatate dallo stupore, e forse da altro, temo di aver commesso una sciocchezza. Con le braccia copro i miei seni in un ultimo segno di pudore, il timore di aver accelerato troppo i tempi diventa sempre più velocemente certezza, ma il tutto dura solo pochi secondi. Mamoru si alza dal letto e con un unico movimento mi solleva da terra, adagiandomi sulle lenzuola di seta bianca senza staccare mai i suoi occhi dai miei. Come quella mattina nella mia stanza. Adesso è il suo turno di spogliarsi e lentamente si libera della camicia che io poco prima ho sbottonato. Con mano tremante accarezzo il suo torace e, prontamente, lui prende la mia mano nella sua e la poggia al centro del suo petto. Sento il suo cuore battere forte e veloce. Emozionato. Spaventato. Le lacrime si formano agli angoli dei miei occhi ma Mamoru con dei dolci baci le asciuga ancora prima che possano scendere lungo le mie guance. Poi con la stessa delicatezza si sposta a baciare la mia fronte. La punta del mio naso. Le mie guance. E scende ancora giù. Il mio collo. Le mie scapole. In corrispondenza dei miei seni, ancor prima di baciarli, si sofferma e mi guarda in cerca del mio consenso. Consenso che arriva subito con una soffice carezza tra i suoi capelli neri. Senza distogliere gli occhi dai miei scende a baciarmi il seno. Delicatamente. Dolcemente. Si sofferma a giocare con i capezzoli turgidi per via delle attenzioni inattese. Le sue mani per tutto il tempo sono rimaste intrecciate alle mie. Chiudo gli occhi e porto la testa indietro a causa delle intense emozioni che sto provando in questo momento. Senza attendere altro tempo sono io a capovolgere le posizioni e mi ritrovo ancora una volta a cavalcioni su di lui. Lo bacio con la stessa dolcezza che lui ha riservato a me. Con la stessa passione. Con lo stesso timore. Per me è la prima volta, mentre per lui non è così. L’ ho capito. L’ ho percepito. Nei suoi movimenti non vi leggo la stessa incertezza che ho io. È sicuro. Sa cosa fare. Sa come muoversi. Questa consapevolezza, in un certo senso, provoca in me un sentimento di gelosia che s’impadronisce della mia mente. Scendo a baciargli il collo con un’intensità tale da lasciare me stessa stupita, credo che sia la consapevolezza che lui sia stato di altre donne a spingermi ad essere così vorace. È proprio sul suo collo che mi concentro in particolar modo perché lo sento gemere sempre più intensamente mentre i miei baci sono sostituiti da piccoli morsi. Mentre io sono concentrata sulla punizione da infliggere al mio amante, non mi rendo conto che le sue mani sui miei fianchi mi spingono in basso, m’invitano a poggiare il mio bacino sul suo, e senza accorgermene lo faccio. Sussulto non appena avverto la sua erezione premere contro i pantaloni che credo, ormai essere troppo stretti per contenerla. Non parliamo. Ci limitiamo a guardarci negli occhi.

Ed è un attimo, ma sono nuovamente sotto. Mamoru ha ripreso ad accarezzare il mio corpo. Le mie braccia. Il mio seno. Il mio addome. Le mie cosce. Ed io sono su un altro pianeta e mi inebrio della sua dolcezza. Inarco la schiena per via del piacere. Sussurro il nome di Mamoru ogni volta che le emozioni si fanno più intense. Tremo ma non certo per la paura, forse un po’ anche per questa, ma tremo soprattutto per le forti sensazioni che sto vivendo in questo momento. Giro la testa di lato come per sfuggire al troppo piacere, ed allora le scorgo, le nostre immagini riflesse nello specchio. Resto sorpresa della carica erotica che traspare ad ogni gesto. Ad ogni carezza. Ad ogni movimento che compiono i nostri corpi. Sembrano essere stati creati per completarsi l’uno con l’altro. Graffio la schiena di Mamoru non appena il piacere diventa così intenso da non essere più trattenute. Mi mordo il labbro per impedirmi di urlare mentre Mamoru intensifica i baci in quello che è il mio segreto più prezioso.

- Usako… è l’ultima possibilità… fermami adesso perché dopo per me sarà difficile farlo…

- Voglio essere tua… adesso e per sempre…

La sua voce trasmette tutta la carica erotica che possiede in questo momento. Dalla mia traspare tutta la mia paura. Con calma lui si sfila i pantaloni rivelandomi la sua nudità. Poi con delicatezza fa scivolare lungo le mie cosce l’ultimo indumento che ci separa ed adesso siamo completamente nudi uno davanti all’altro. Un ultimo sguardo per essere certo di non stare forzando i miei tempi e come risposta un dolce sorriso. Allarga le mie gambe ed inizia la sua discesa. Chiudo gli occhi non appena lo sento entrare. Il dolore è atroce. Serro le palpebre ancora di più e conficco le unghie nella carne della sua schiena. Mamoru resta immobile per permettermi di adattarmi alla sua presenza nel mio corpo. Lentamente inizia a muoversi sinuosamente, ad ogni spinta il dolore si intensifica lasciando che le lacrime bagnino le mie guance. Lentamente, ad ogni spinta, il dolore si confonde col piacere. Non comprendo più dove finisce l’uno, il dolore, ed inizia l’altro, il piacere. È tutt’uno in un unico movimento armonioso dei nostri corpi che danzano.

È una dolce carezza quella che mi strappa alle braccia di Morfeo. Lentamente apro gli occhi e quello che ho davanti è il sorriso più dolce dell’universo.

- Buongiorno Principessa.

Sorrido mentre Mamoru mi bacia dolcemente. Accarezza la mia guancia ed io non mi sottraggo per nulla a tutte queste coccole. Si sofferma a tracciare con l’indice il contorno delle mie labbra mentre io, sorridendo birichina, afferro il suo dito e, facendo un po’ di forza, lo costringo a distendersi su di me.

- Buongiorno Principe.

Poi lo bacio con dolcezza. Appena ci stacchiamo lo abbraccio con tutta la forza che ho in corpo. Adesso che ci siamo ritrovati la paura di perderlo è aumentata, ed ora, dopo aver conosciuto la dolcezza della sua passione, non posso che ripensare alla promessa fatta a mio padre. Immersa in questa constatazione avverto il suo corpo irrigidirsi e scostarmi leggermente dal porto sicuro che rappresenta il suo torace. Poi parla, con voce calma, ma triste, parla affidandomi il suo cuore.

- Usagi… qualsiasi cosa tu debba dirmi, ti prego non farlo adesso. Non roviniamo anche questo momento…

Nei suoi occhi traspare tutto il bisogno di vivere questo momento in modo normale. Come Usagi e Mamoru e non come Serenity ed Endymion. Posso comprendere le sue necessità perché, in fin dei conti, sono anche le mie. Anche io sento il bisogno di normalità, anch’io necessito di vivere per un po’ come una ragazza qualsiasi ed, egoisticamente, stanotte e stamattina ho intenzione di farlo. Non voglio altro che essere Usagi. Guardo Mamoru e gli accarezzo il viso per far comprendere che ho accettato la richiesta silenziosa del suo cuore, che sono pronta ad essere semplicemente Usagi, almeno fino a che sarò in questa stanza. Come risposta ricevo un suo bacio.

Passione. Dolcezza.

Desiderio. Amore.

Paura. Coraggio.

Ci lasciamo andare a questo turbinio di emozioni e non so come, ma Mamoru è nuovamente sopra di me che divora le mie labbra. Le cerca. Le corteggia. Si avventa su di esse ed io lo lascio fare perché non desidero altro. Le sue mani, intraprendenti, accarezzano il mio corpo e nuovamente le sensazioni della notte appena trascorsa invadono il mio corpo. La passione di Mamoru mi lascia senza forze. Mi sento come una naufraga in balia di una corrente che non conosco, ma non ho paura. Con Mamoru al mio fianco non ho paura. È lui il mio faro nella notte, ed in questo momento di confusione, lo è più che mai.

- Mamoru… Mamoru è accaduta una cosa grave… Usagi…

Un uragano entra nella stanza dove io ed il mio principe ci siamo isolati. Ci separiamo immediatamente e scattiamo a sedere sul letto mentre, tutto ad un tratto, ricordo di essere completamente nuda vicina a Mamoru che prontamente mi copre con il suo corpo, ma neanche lui sta messo bene dato che, a sua volta, è costretto a coprirsi con il lenzuolo.

- … Usagi… non… si trova… da nessuna…

La voce di Jadeite diventa sempre più un sussurro fino a che non si spegne del tutto. Osserva, a bocca aperta, me e Mamoru. Poi come se ripresosi dallo stupore indietreggia e richiude la porta davanti a sé, tenendo gli occhi fissi sui suoi stivali.

- Per caso avevi intenzione di mantenere il segreto?

Dalla voce di Mamoru si capisce che sta compiendo uno sforzo incredibile per trattenere le risa ed io lo osservo confusa, ancora non mi sono ripresa del tutto dall’irruzione inattesa di Jadeite e sto per rispondergli male quando mi accorgo del suo sguardo sereno. Lui non ha paura. In un certo senso è felice di essere stato scoperto.

- Usagi non fare questa faccia. Dai non ha visto nulla, è uscito appena ha capito di essere di troppo.

- Mamoru… non ti rendi conto… lui ci ha visti…

- Allora? Usagi stai calma, conosco Jadeite, non dirà nulla. È la persona più discreta di questo mondo.

- Lo so ma non dovevano venirlo a sapere certo in questa maniera. Racconterò tutto, certo non nei minimi particolari ma dirò tutto anche del mio incubo.

Sbuffo e mi alzo. I capelli mi ricadono sulla schiena ricoprendo, in parte, le mie nudità. Cerco la mia camicia da notte ed infine la trovo sulla sedia vicino la scrivania. La prendo e quando sto per infilarla Mamoru mi afferra per i fianchi e mi avvicina a lui.

- Cosa c’è? Non ti fidi di Jadeite?

- No, non si tratta di Jadeite. È Rei? Capirà tutto… e poi… è imbarazzante… lui ci ha visti… nudi…

Mamoru sorride divertito. Cosa ci sarà da ridere poi non riesco proprio a capirlo. È imbarazzante. Mi libero dalla sua stretta ed infilo la camicia da notte. Quando tiro fuori la testa Mamoru è in piedi, davanti a me, nudo. Arrossisco improvvisamente e mi volto dandogli le spalle, poi con voce acida lo aggredisco.

- Potresti coprirti per favore?

Sento le sue grandi e calde mani sulle mie spalle. Mi fa voltare lentamente e fissa i suoi occhi nei miei.

- Usagi… ieri sera e soprattutto poco fa, non mi sembravi così pudica…

Il tono della sua voce, vagamente seducente, mi fa innervosire ulteriormente. Tolgo le sue mani dalle mie spalle e lo guardo dritto in faccia. Devo avere un’espressione davvero furibonda dato che Mamoru indietreggia di un passo ed io, approfittando di questo suo attimo di indecisione, inizio il mio rimbrotto, attaccandolo improvvisamente senza dargli il tempo di reagire. Avanzo puntando il mio indice sul suo torace.

- Tu non riesci a capire. Adesso io non potrò più guardare in faccia le mie amiche. Io adesso dovrei preoccuparmi di altro e non dovrei essere qui, nuda, con te.

Le mie guance diventano sempre più calde ed io mi sento impacciata perché sto parlando con un uomo completamente nudo, ma non per questo sono meno decisa. Ad ogni parola punto il mio indice con maggiore forza nel suo torace. Lo faccio indietreggiare volta per volta di un passo. Per un attimo, solo uno però, vedo una strana luce nei suoi occhi. Una luce maliziosa oserei dire. All’ennesima spinta cade sul letto ed io, non so come, sono trascinata nella sua caduta ritrovandomi distesa sopra di lui con la camicia da notte a ricoprire a malapena i miei glutei.

- Hai visto che alla fine sei proprio tu che fai di tutto per finirmi addosso…

Adesso credo di capire il perché della luce maliziosa di poco prima. Aveva calcolato tutto. Io… mi blocco non appena lo sento baciare languidamente il mio collo. Un gemito fugge dalle mie labbra serrate e serve a risvegliarmi dallo stato di trance in cui stavo per cadere. Mi stacco con un groppo al cuore, ma devo farlo. Ricompongo, nei limiti del possibile, la mia figura, e mi dirigo verso la porta.

- Per favore… renditi presentabile. Ti aspetto di sotto, nella sala del consiglio.

- Finisce tutto così? Uscendo da quella stanza dimenticherai tutto quello che c’è stato tra noi?

Mi fermo con la mano sulla maniglia e comprendo che la magia di questa notte è perduta. Svanisce nel nulla come una bolla di sapone. Torno sui miei passi avvicinandomi al mio amore che mi guarda con espressione addolorata. Ripenso alla notte appena trascorsa che però… che però mi ha lasciato in dono una consapevolezza: la autenticità del nostro amore ed una nuova forza che nasce proprio dal mio cuore. Lentamente mi avvicino a Mamoru e con gli occhi lucidi rispondo alle sue domande.

- Non finirà mai amore mio e non potrò mai dimenticare neanche un particolare di questa notte. Tu ormai sei qui e non potrai più lasciarmi.

Porto la sua mano all’altezza del mio cuore. La stringo forte per trasmettergli quel po’ di pace che riesco a trovare al contatto con il suo corpo e, prima di andare via, deposito un bacio sul palmo aperto della sua mano.

Ammetto che volevo continuare il capitolo ma alla fine ho deciso di lasciarlo così. Aggiungere altro avrebbe sicuramente rovinato il tutto. Finalmente la nostra Usagi si è lasciata andare ed ha aperto il suo cuore a Mamoru, permettendogli di amarla. Come avrete notato la seconda parte del capitolo è più “leggera” della prima e questa è una mia scelta, il mio dovrebbe essere un tentativo per allentare la tensione creata nella prima parte. Adesso però devo darvi una brutta notizia. È vero che ho risolto i problemi di linea (ci credo telefonavo agli operatori del gestore telefonico cui faccio riferimento due volte al giorno, ormai non mi sopportavano più tanto sono diventata insistente…), ma ho un altro problemino. Lo studio. Mi sono resa conto di non poter aggiornare più ogni due settimane per questo dopo un’attenta riflessione ho deciso che aggiornerò una volta al mese. Lo so è poco, pochissimo, vi chiedo perdono ma io scrivo per divertirmi ed il pensiero di avere una scadenza così imminente toglie tutto il mio entusiasmo e la voglia di continuare questa fic. Inizialmente avevo ipotizzato anche di ridurre la lunghezza dei capitoli ma tale soluzione è stata scansata quasi subito. Non voglio modificare il mio stile e magari sorvolare su quelli che per me sono particolari importanti solo per aggiornare ogni settimana. Avevo pensato anche di non rispondere alle recensioni ma ho scartato anche questa soluzione: voi meritate delle risposte, anzi quando non posso farlo mi sento in colpa nei vostri riguardi. Alla fine come unica soluzione ho trovato solo quella di ridurre la frequenza di aggiornamenti anche perché oltre questa fic ne ho altre due in corso (una nella sezione di Harry Potter dal titolo Avanti nonostante tutto, l’altra tra gli originali, mi cimento in una commedia che ha per titolo una canzone di Carmen Consoli, L’ultimo bacio, per chi fosse interessato può sbirciare in queste due fic che ancora sono in un punto morto perché sono particolarmente concentrata su questa dedicata alla guerriera che veste alla marinara. ) e non credo sia giusto interrompere la stesura di queste due, non è giusto nei confronti di coloro che le seguono. Ma tornando a noi, spero che riusciate a perdonarmi per questa mia decisione. Adesso però passiamo ai ringraziamenti.

RINGRAZIAMENTI:

- SEASONS_GIRL: oddio credo di essere un po’ troppo dura con Usagi… per quel che riguarda Mamoru credo che lui abbia la cura giusta per la sua emicrania, non credi? Questo capitolo è un mix di sentimenti, ma su tutti c’è l’amore. Ho cercato di aggiungere un po’ di umorismo e malizia, spero solo di esserci riuscita.

- KILLKENNY: se devo essere sincera la penso come te. Caos può scavarsi la fossa ho intenzioni bellicose… il tuo alterego demoniaco può prepararsi alla vendetta. Per quel che riguarda Haruka… anche lei ha ragione…

- PRINCESSANGEL: ciao Vale, immagino. Il V anno per certi versi è il più difficile ma anche il più facile, difficile perché hai l’ansia degli esami, facile perché ormai i prof ti conoscono. Riguardo la storia… dimmi un po’, questo capitolo ti ha angosciato come il precedente?

- VALEPIGIA: hai visto le coincidenze della vita, si vede che in un certo senso siamo sulla stessa lunghezza d’onda… volevo assicurarti che non ho nessuna intenzione di lasciare questa storia incompiuta anche perché ormai è parte integrante della mia giornata. Ogni giorno mi soffermo su di essa e scrivo qualche rigo, a volte anche qualche pagina, ma c’è dell’altro. Io odio le cose lasciate a metà, quindi stai serena non lascerò né questa né altre storie incompiute ed anche per questa ragione ho deciso di aggiornare una volta al mese per dedicarmi serenamente alle mie adorate fic. Per quel che riguarda il capitolo, secondo te Mamoru l’avrà consolata abbastanza?

- KIRBY: hai atteso abbastanza ma alla fine spero di averti resa felice con il capitolo passato ed ancora più felice con quest’ultimo. Per una volta Usagi è stata egoista, anche lei dopotutto è umana ed io credo che sia proprio questa sua umanità a renderla così perfetta nelle sue imperfezioni. Cosa posso aggiungere ancora? Caos? Ancora non sono del tutto certa del suo ruolo ma io sono dell’avviso che quando si odia una persona accade solo per due ragioni: o perché ci ha fatto soffrire o perché la si ama ma non si può sperare in un futuro insieme, in tal caso è più facile detestarla. Vedremo perché si comporta così con Usagi… grazie per i complimenti un bacio ed a presto.

- USAGI_84: prima di arrivare alla Dream ‘s Room siamo passati nelle stanze di Mamoru ed Usagi. Non so cosa ha sognato Mamoru, ma ti assicuro che il suo risveglio, credo, sia stato molto meglio di qualsiasi altro sogno. Non lo credi anche tu? Bacio a presto.

- ROMANTICGIRL: sono felice che il capitolo ti sia piaciuto e sono ancora più felice di sapere che il mio modo di scrivere ti abbia permesso di essere lì accanto alla nostra eroina. Essere il più descrittiva possibile e il più precisa possibile per me è molto importante. Alla prossima.

- BUNNY1987: grazie per i complimenti ma così finisce che mi monto la testa e che non riesco più a scrivere capitoli davvero belli.

- JOY WYATT: grazie per tutto questo amore ma non credo di aver fatto poi chissà cosa. Cosa posso dirti, non ti ho fatto attendere molto tra un capitolo e l’altro ma come hai potuto notare d’ora in poi aggiornerò una volta al mese tutte le mie fic quindi passerà un po’ prima del prossimo capitolo, però tutto sommato non è che ti ho lasciato col fiato sospeso più di tanto in questo capitolo…

- SELENE89: che idee avevi a riguardo? Magari un Mamoru tenero e protettivo che asciugasse le lacrime di Usagi e dopo, con un bacio in fronte la faceva dormire tranquilla accanto a sé? Ed invece… vedi come è diventata intraprendente la nostra piccola Usagi… il mio problema di linea è stato risolto (io credo che gli operatori non mi sopportassero più), ma gli aggiornamenti hanno subito ugualmente una brusca frenata. Mi spiace ma spero che tu riesca a capirmi. Prima il dovere (lo studio) e poi il piacere (le fanfic). A presto un bacio.

- MANDERLAY: ammetto di non sapere cosa sia lo spaghetto ma non mi preoccupo più di tanto per il riavvicinamento… spero di averti accontentata, o forse volevi qualcosa di meno coinvolgente? Spero di poter trovare la risposta al mio quesito nella tua recensione, sempre se hai tempo e voglia di farla.

- DINNY: ci hai azzeccato in pieno. Caos ed Usagi si sono davvero incontrati ne è una dimostrazione i lividi della nostra eroina attorno al collo. A quanto pare per la reazione delle Senshi si dovrà aspettare, anche perché credo che avranno altro di cui parlare, tu che dici?

- PERA11: se devo essere sincera inizialmente avevo qualche dubbio su cosa fare con Kenji, poi un giorno l’illuminazione ed ecco la verità sul conto del padre terrestre di Usagi, spero che ti sia piaciuta l’idea e che non ti abbia deluso. Passando al resto cosa dire, non potevo far morire Mamoru, cosa avreste fatto tutte? Mi avreste perseguitata e costretta a cambiare il seguito… scherzo. No Mamoru è vivo e vegeto e lo resterà per molto, salvo qualche cambiamento dell’ultimo momento… mi auguro solo che il capitolo corrente ti sia piaciuto. Ho esaudito le tue aspettative?

Sono lieta di comunicarvi che con il prossimo capitolo entreremo nella seconda parte della storia che non so per quanti capitoli si snoderà. Probabilmente, nulla è certo però cambierò diverse volte anche il punto di vista narrativo. Adesso vi lascio e vi comunico che il prossimo aggiornamento sarà tra il 24 ed il 26 febbraio. Mi spiace ma non posso fare diversamente. A presto e spero di non perdere lettori!

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Capitolo 30
*** Capitolo XXX ***


Nuova pagina 1

Capitolo XXX

Cammino lentamente per i corridoi che stanotte sono stati i protagonisti del mio terribile incubo. Osservo senza accorgermene le pareti, gli arazzi, i quadri e le armature. I miei occhi non sono qui, nel presente, ma stanno rivivendo attimo per attimo questa notte. La prima ed ultima. Un sorriso amaro si fa largo nel mio viso. Ho disubbidito al volere di mio padre ma non me ne pento. Sono felice. Ho amato Mamoru e questo è ciò che conta. Sarei disposta a rifarlo altre mille volte perché non mi pentirò mai di questa scelta. Amarlo è stata la cosa giusta da fare, anche se per una notte, anche se solo per questa notte, ma io sono stata completa. Mi sono sentita donna.

Senza accorgermene sono rientrata nella mia stanza e, solo adesso, sento il peso della solitudine. Solo quando mi richiudo la porta alle spalle mi accorgo di Minako seduta sopra al mio letto. Mi aspetta. Mi siedo accanto a lei, senza mai cercare i suoi occhi ma, dopo neanche due secondi, mi aggrappo al suo collo ed inizio a piangere tutte le lacrime che ho trattenuto da quando sono uscita dalla camera di Mamoru. Minako è accanto a me ed accarezza i miei capelli cercando di tranquillizzarmi, mentre io tra le lacrime do sfogo a tutta la mia sofferenza.

- Perché Mina, perché? Perché non posso amarlo liberamente?

La guerriera di Venere non risponde alle mie domande e resta in silenzio. Solleva il mio viso ed asciuga le lacrime che scendono copiose dagli occhi arrossati, non so se più per la mancanza di sonno o per il pianto. Mi sorride e mi guarda diritto negli occhi. Poi con la voce più dolce di questo mondo risponde alla mia domanda.

- Usagi… amica mia. Amare è la cosa più complicata che possa esistere. Abbi pazienza e tutto si sistemerà. Se due persone si amano veramente niente e nessuno può separarle… e tu e Mamoru, amica mia, siete l’esempio più vero e più bello dell’amore.

Sorrido tra le lacrime ripensando alle parole della mia amica. Vorrei crederle, ma come? Io… noi non possiamo amarci. La maledizione e la promessa fatta a mio padre… la minaccia di Caos… è tutto contro di noi.

- Minako io ho promesso a mio padre che alla fine di questa guerra avrei lasciato la Terra e mi sarei trasferita nella Dimensione Spazio Temporale… per l’eternità.

Il mio è poco più di un bisbiglio ma Minako lo ha percepito. Mi stringe nel suo abbraccio e cerca di trasmettermi l'affetto che nutre per me senza, però, trovare una soluzione al mio dramma.

Dopo essermi calmata ed aver mandato Minako da Kunzite, decido di affrontare le mie guerriere. Varco la porta della sala del trono sicura ed a testa alta. Le tracce delle lacrime sono solo un segreto, mio e di Minako. Entro tranquilla con un dolce sorriso sulle labbra e li vedo. Sono tutti presenti, compreso Mamoru che mi sorride non appena faccio il mio ingresso. Rispondo al suo sorriso perché ho deciso di non pensare a nulla fintanto sarò qui. Finché potrò restare con tutti loro.

Sento gli sguardi di tutti puntati su me e Mamoru. Cosa aveva detto Mamoru? Zoicite la persona più discreta? Allora perché Kunzite ci guarda con il ghigno disegnato sulle labbra? Minako al suo fianco gli assesta una gomitata che lo lascia senza fiato per alcuni secondi, un po’ manesca la mia amica, ma le devo un favore. Dopo aver osservato la reazione della Senshi di Venere, stranamente, tutti ritornano ad essere seri.

L’ingresso di Helios è improvviso e mi stupisco nel vedergli un’espressione tanto sofferente contornare i suoi occhi sempre limpidi e sereni. Il viso è pallido e delle profonde occhiaie offuscano le sue iride ambrate, ed ancora, non passa inosservata l’espressione preoccupata che in questo momento sta caratterizzando i tratti delicati del suo volto. Credo di sapere a cosa sia dovuto tutto ciò, ma voglio esserne certa.

- Helios cosa è accaduto?

- Stanotte… Caos è riuscito a superare le difese di Illusion. Non so come abbia fatto, ma so per certo che si è introdotto nei sogni di qualcuno di voi.

Sorrido a mio cugino e cerco di rassicurarlo. Mi scambio uno sguardo rapido con Mamoru e decido di parlare.

- Hai ragione, ma stai tranquillo, non è colpa tua.

- Cosa stai cercando di dirmi Serenity?

La voce del custode dei sogni è tremula. Mi osserva preoccupato e forse leggermente arrabbiato.

- Caos stanotte è venuto a farmi visita in sogno. Mi ha chiesto di unirmi a lui ed io ho rifiutato. Abbiamo lottato ma non sono riuscita neanche a ferirlo di striscio. Invece lui mi ha promesso che avrebbe ucciso tutti quelli che mi stavano accanto…

- Iniziando da me!

Mamoru finisce il mio racconto, forse perché sa che per me è difficile raccontare tutto. Soprattutto la parte finale del sogno. Lo guardo con gratitudine mentre lui mi sorride. Si avvicina a me resta così fermo, come se tutto il resto attorno a noi non esistesse, mentre io ancora riesco a percepire la presenza di ben quindici paia di occhi fissi su di noi. Scosta una ciocca di capelli dal mio viso e continua ad osservarmi. Arrossisco inconsapevolmente. Ma il momento magico è interrotto dal siparietto comico che ha per protagonisti Kunzite e Minako.

- Ragazzi… se volete noi andiamo via. Non vorremmo essere di troppo.

- Kunzite stai zitto. Non rovinare questo momento. Voglio vedere finalmente questo benedetto bacio mozzafiato.

- Allora mia cara andiamo così vedrai cosa vuol dire “bacio mozzafiato”!

Così dicendo Kunzite afferra Minako per la vita e la trascina a pochi centimetri dal suo volto, parlandole con voce roca e strascicata. La bionda non perde tempo e cinge con le braccia il collo del generale albino, iniziando poi, a sbattere le lunghe ciglia nere con insistenza. Non posso che mettermi a ridere, e presto la mia risata coinvolge tutti i presenti. Il momento di tensione sembra sparito, e con esso è svanito anche il momento romantico.

Dopo alcuni minuti di delirio collettivo decido di far tornare tutto alla normalità, come sempre. Mi schiarisco la voce e decido di porre la domanda che tutti stanno aspettando. Fisso ad una ad una le mie guerriere ed infine parlo.

- Credo che siano inutili i giri di parole… cosa avete deciso?

Rei fa un passo avanti. Fissa il volto delle altre Senshi e poi con voce calma, decisa e facendomi il verso risponde alla mia domanda.

- Credo che siano inutili i giri di parole… sei la nostra Principessa. Abbiamo fiducia in te. Siamo pronte a morire per te.

- Quello che sta cercando di dirti Rei è che siamo pronte a questo addestramento. Quando si inizia?

Osservo Hotaru che sembra ben decisa a dare dimostrazione della sua abilità e le sorrido. Sto per risponderle ma ecco che Haruka mi interrompe.

- Io sarò la prima.

Mi fermo ad osservare la figura di Haruka e resto incantata dalla determinazione che traspare dai suoi occhi blu come gli abissi degli oceani. So il perché della sua decisione. È il suo modo di essere. Protettiva nei confronti degli altri, anche verso le Inner che ha sempre tenuto a distanza. Sorrido ed annuisco.

- Per me possiamo iniziare anche subito. Adesso dipende tutto da Helios. Sta a lui dire se abbiamo il consenso di utilizzare la Dream’s Room.

Gli sguardi di tutti adesso sono puntati sul sovrano di Illusion che, a sua volta, mi sta trafiggendo da parte a parte con le iridi ambrate. Io ghigno divertita, ormai ho la vittoria in pugno, mi spiace per Helios e per Mamoru ma io devo lottare tranquilla contro Caos e, per farlo, è necessario che le mie guerriere siano in grado di difendersi da sole dagli attacchi di Killkenny.

- A quanto pare non ho scelta… e sia. Avete il consenso di utilizzare la Dream’s Room.

Soddisfatta faccio un passo avanti, ma Mamoru mi blocca.

- Guerriere Sailor, Generali, andate nei giardini del palazzo. Io e la Principessa Serenity vi raggiungiamo quanto prima.

La sua voce è stranamente severa e tesa. Nessuno osa ribattere agli ordini ricevuti, neanche la temeraria Haruka che va via in silenzio. Nella sala del trono restiamo io, Mamoru, Helios ed i due abitanti di Mau. Gli occhi di tutti sono puntati su di me. So cosa vogliono dirmi ma io non posso tirarmi indietro adesso. Osservo il volto teso di Mamoru e non posso che chinare il capo, mi spiace davvero ma io devo portare al termine l’addestramento delle Senshi.

- Sai che stai mettendo a repentaglio la tua vita?

È Luna che pone fine al silenzio che è calato nella sala dal momento in cui i ragazzi l’ hanno lasciata. Osservo la mia amica e posso notare come sia orgogliosa di me ma allo stesso tempo preoccupata. Accanto a lei Artemis attende placido la mia risposta.

- Ho fiducia nelle mie guerriere e loro hanno fiducia in me. Non mi serve altro.

Luna mi abbraccia di slancio ed io non posso fare altro che ricambiare la stretta. Si scosta da me e mi dice ciò di cui ho davvero bisogno.

- Sono fiera di te.

Sorrido davanti alla mia amica e non posso che sentirmi più forte di prima. Mi restano da affrontare solo i figli di Thor e so che, soprattutto con il maggiore dei due, sarà una lotta difficile.

- Helios… Mamoru… so che non approvate la mia scelta ma vi prego di non ostacolarmi.

- Sai che alla fine dell’addestramento potresti essere così stanca da non riuscire più neanche a trasformarti in Sailor Moon?

- Lo so Helios ma io devo farlo. Loro hanno bisogno di me… ed io di loro.

- E sia. Hai la mia benedizione.

Sorrido a mio cugino. Adesso non mi resta che affrontare Mamoru. In un tacito accordo i restanti occupanti della sala ci lasciano soli. Mamoru osserva da una finestra i giardini. Mi affianco a lui restando in silenzio.

- Sei testarda.

- Lo so.

- Non posso fare nulla per farti cambiare idea, vero?

- Credo di no.

- Adesso si sono invertiti i ruoli. Io sono diventato quello loquace e tu sei quella taciturna.

- A quanto pare.

- Usagi io…

Mi afferra per le spalle e mi fa voltare verso di lui ed io approfitto di questo gesto. Siamo uno di fronte all’altro. Mi alzo in punta di piedi e unisco le mie labbra alle sue. Tengo gli occhi socchiusi e le labbra leggermente dischiuse. Il mio invito arriva al destinatario. Presto le sue braccia cingono i miei fianchi e mi fanno aderire maggiormente alla sua figura. Le mie mani vagano ora tra i suoi capelli, ora sulla sua schiena. Il bacio diventa sempre più dolce. Sempre più intenso. Sempre più erotico. Alla fine lentamente ci separiamo tenendo gli occhi fissi in quelli dell’altro. È Mamoru il prima a parlare.

- Sai che questo significa giocare sporco?

- Tu dici?

Improvvisamente interrompo il contatto con Mamoru perché avverto come uno strappo all’altezza del cuore. Come se qualcuno avesse fermato il tempo e poi un’aura potente vicina. Mi volto verso un balcone vicino e corro verso di esso. Mi affaccio e resto basita. Non mi sbagliavo. Lo scrosciare della fontana è cessato. Gli uccelli sono fermi in volo. Le chiome degli alberi restano immobili nella loro innaturale posizione. Mi volto verso Mamoru che mi fissa sconvolto. L’aura così potente è sempre più vicina, alla fine la riconosco. Mi volto lentamente e li vedo. Resto pietrificata dalla sorpresa e dal timore. Non è solo ma affiancato da qualcun altro che fino ad ieri ignoravo sapesse la verità.

- Possiamo parlare adesso o devo tornare quando avete finito con le vostre effusioni?

Il tono di Chronos non mi piace per nulla. Osservo Kenji, quello che è il mio padre terrestre, e noto che anche lui ha un cipiglio poco confortante. Spiegatemi perché proprio io devo avere due padri e non solo uno come tutte le ragazze normali.

- Sommo Chronos. Vi prego di non essere duro con la Principessa Serenity. In fondo per metà ha una natura terrestre. Non possiamo dimenticarlo.

Chronos si volta infervorato verso Kenji e lo fulmina con gli occhi. Di contro lui non si intimorisce e riesce a mantenere gli occhi fissi in quelli del dio del tempo. Sono grata a quello che è stato il mio padre terrestre per oltre venti anni e credo che sia arrivato il momento che io ricambi la sua bontà.

- Ti ringrazio papà.

Kenji sembra sorpreso da quanto io ho detto, ma perché? In fondo per me lui restare sempre mio padre.

È lui che, quando avevo quattro anni, mi ha insegnato ad andare sulla bicicletta.

È lui che veniva di notte nella mia stanza quando mi svegliavo per colpa di un incubo.

È lui che mi ha visto crescere ed ha asciugato le mie lacrime quando gli altri bambini mi tiravano i codini.

È sempre stato lui ad incoraggiarmi dalle gratinate della piscina durante le mie gare.

Sorrido in sua direzione e mi appresto ad osservare Chronos che appare ferito da questa mia presa di posizione. Oddio, come devo comportarmi? Non è facile per me rinnegare l’affetto che nutro nei confronti di Kenji, ma non vorrei perdere neanche Chronos ora che l’ ho ritrovato. Cosa devo fare? Mi volto verso Mamoru e capisco, dal suo sguardo serio ma dolce, che questa è una situazione che devo affrontare da sola. Per fortuna è Kenji a tirarmi fuori dall’imbarazzo. Si avvicina a me e dopo avermi abbracciato mi posa un bacio in fronte.

- Io devo tornare sulla Terra piccola mia. Sta attenta. Mamoru, l’affido a te.

Si rivolge a Mamoru come un padre qualunque. Non si tratta più di un abitante di Illusion e del suo sovrano. In questo momento siamo solo noi e le nostre identità terrestri. Abbraccio ancora una volta mio padre e gli chiedo di salutare mia madre, poi lo vedo sparire in un lampo di luce.

Adesso siamo solo noi tre. Sento la rabbia di Mamoru e quella di Chronos. Ed io… io sto in mezzo. Li osservo e sono certa che se io non fossi qui presente sarebbero pronti ad azzannarsi l’un l’altro.

- Siete due incoscienti.

La voce del dio del Tempo tuona nella stanza ovale. Io resto ferma nella mia posizione mentre i miei pugni stringono la soffice seta del mio vestito. Arrossisco se penso che lui abbia potuto assistere a quello che è accaduto stanotte. Tengo il capo chino per non incontrare i suoi occhi tanto simili ai miei ma adesso così carichi di ira. Mi mordo il labbro e cerco di trattenere le lacrime che stanno spingendo per uscire dai miei occhi.

- Serenity!

Il mio capo resta chino mentre le lacrime ormai scendono libere. Non sono riuscita a fermarle. Cosa devo fare?

- Serenity guardami sono tuo padre!

Stavolta sono costretta ad alzare la testa al volere del mio genitore celeste. Sento Mamoru fare un passo avanti ma riesco a fermarlo in tempo. Non è il caso che inizi a litigare con lui proprio adesso. Lentamente alzo il capo e cerco la forza per incatenare i nostri sguardi.

- Tu… tu hai…

Non riesco a finire la frase perché troppo imbarazzata. Lui non può aver assistito. Io… cosa devo pensare? Chino la testa continuando a torturarmi le mani. È la voce di Chronos ad interrompere il mio tormento interiore.

- No. Non ho visto nulla se è questo che ti preoccupa. Il tuo amato satellite, la tua Luna, ti ha protetta.

Non so come ciò sia possibile ma tiro un sospiro di sollievo. Dura solo un attimo. Il tuonare della sua voce mi causa un brivido lungo la schiena.

- Vi rendete conto di ciò che avete fatto? Il vostro amore è maledetto. Io non credevo che foste così… irrazionali. È la vostra vita stupidi ragazzi.

Non riesco più a trattenere Mamoru, fa un passo avanti e poi con voce glaciale si rivolge a Chronos, come se avesse dimenticato le origini divine del mio genitore.

- Voi… voi non capite nulla. In cosa abbiamo sbagliato? Ci amiamo e questo è ciò che conta. Lo dissi ad Usagi e lo ripeto a voi: amare non è mai una colpa. Mi hai capito?

È un attimo ma vedo la scintilla che ha scatenato l’ira di mio padre. Il rumore sordo del Bastone del Tempo che picchia sul pavimento bianco è il segnale che qualcosa si è rotto nell’animo del dio del Tempo. Una potente scarica elettrica parte dal palmo aperto di mio padre. Si dirige veloce verso Mamoru. Ho solo il tempo di capire cosa sta accadendo. Non so come ma riesco a frappormi tra la scarica e Mamoru. Sono colpita in pieno. Il dolore si propaga per il mio corpo. È come essere trapassata contemporaneamente da mille spilli. Chiudo gli occhi e cerco di non opporre resistenza al dolore altrimenti sarà peggio. Dopo alcuni interminabili secondi tutto svanisce ed io mi accascio a terra priva di forza. Mamoru mi è subito accanto e mi stringe al suo torace. È Chronos che si rivolge a noi con voce sempre più furiosa.

- Dimmi Principe Endymion è così che pensi di proteggere mia figlia? Nemmeno sei in grado di proteggerla da me che sono suo padre, come puoi sperare di proteggerla da Caos?

Sento le parole di Chronos ed avverto la rabbia farsi strada dentro di me, dentro il mio principe. Mamoru resta al mio fianco e mi stringe ancora di più al suo torace. Vorrei alzarmi ma non ci riesco, non ho la forza neanche per alzare le palpebre. Ma non posso darla vinta così a mio padre. Non posso. Mamoru mi fa poggiare la schiena sulla parete più vicina e dopo aver accarezzato la mia guancia si allontana. Lentamente apro gli occhi ed allora li vedo.

Uno di fronte all’altro. Avverto tutta la forza di cui sono dotati. Sono pronti per colpirsi a vicenda, ma io non posso permetterlo. Facendo forza su quel po’ di forza che ho in corpo mi alzo, tenendomi vicina al muro. Le porte della sala del trono si chiudono pesantemente. Questo è il segnale: lo scontro ha inizio. Il primo a colpire è Mamoru. Sento la sua aura amplificarsi sempre più. Sta cercando di concentrarla in un unico colpo. Da questa posizione non posso scorgere l’espressione del suo viso ma percepisco nitidamente la sua voglia di dimostrare a mio padre di essersi sbagliato. Ed intanto mi fermo ad osservare Chronos. Immobile nella sua espressione di ghiaccio. Attende il colpo di Mamoru che arriva puntuale, ma sembra non avere effetto. Sorride beffardo Chronos. Sta deliberatamente provocando il principe terrestre. Lentamente e malferma riesco ad avvicinarmi ai due. La loro potenza è al massimo. Non si sono nemmeno accorti della mia presenza. Sta per partire un nuovo attacco di Mamoru ed il primo di Chronos. Non posso permettere loro di combattere. Non posso.

Ancora una volta non ho il tempo di capire cosa accade ma mi ritrovo al centro della battaglia. Chiudo gli occhi, ancora una volta, mentre aspetto di essere colpita nuovamente.

Ripenso alla notte appena trascorsa come ad un ricordo ormai lontano anni luce. Ripenso ai baci di Mamoru. Alla sua dolcezza. Alle sue carezze… ed intanto, dentro di me si fa strada una forza nuova ed arcana. Una forza incredibile. Le energie piano tornano ed io mi sento sempre più forte. Apro gli occhi sicura e serena, li vedo, i due colpi arrivano verso di me. Veloci e potenti. Le mani strette in preghiera mentre sento questa forza sovraumana nascere dal mio cuore. Ed ecco il contatto.

Niente. Non avverto niente. Sembra quasi che i due non si siano mai scagliati contro sfere di energia. Sono sorpresa da tutto ciò. Come è possibile? Come posso essere tutta intera dopo aver ricevuto colpi così potenti? Come è possibile che io sia viva?

Osservo Mamoru e leggo lo stesso mio stupore nei suoi occhi. Mi sposto verso Chronos e resto sorpresa di notare un sorriso sulle sue labbra. Cerco di capire a cosa sia dovuta questa felicità ma non ho il tempo di fare domande perché prima di sparire, anche lui in un fascio di luce, ci lascia con diversi interrogativi. Sento solo poche parole che mi lasciano più confusa che mai. “Ricorda quello che hai provato oggi ed utilizzalo contro il tuo avversario” e poi il nulla. Ancora la sensazione di strappo al cuore e i rumori della natura tornano prepotenti. Il tempo è tornato a scorrere ancora. Chronos non è più qui.

- Cosa è… cosa è successo?

Guardo Mamoru e finalmente capisco cosa è accaduto. Sorrido al mio principe e prendo le sue mani nelle mie.

- La Pietra di Luna. È stata lei a darmi la forza per combattere. Credo… credo che Chronos sia venuto per vedere se… per vedere se sono capace di adoperarla ecco perché ti ha provocato in quella maniera. Si aspettava una tua reazione e di contro una mia. È stato sleale, lo ammetto, ma utile. Adesso so che posso utilizzare il mio talismano.

Sorrido a Mamoru e m’incammino verso il giardino ma lui resta fermo nella sua posizione. Mi volto e lo osservo. Sembra pensieroso. Mi avvicino e prendendo il suo viso tra le mani faccio incrociare i nostri sguardi per poi parlare.

- Mamoru Chiba non ci provare.

Mamoru mi guarda ancora più confuso.

- A fare cosa?

- A dare retta a ciò che ha detto Chronos. Ha parlato così solo per provocare una reazione in noi e vedere le nostre potenzialità.

- Vorrai dire le tue potenzialità. Io sono stato solo uno spettatore. Nessun ruolo attivo nello scontro.

Cerco di mettere a contatto le nostre fronti. Faccio abbassare Mamoru e guardandolo dritto negli occhi riprendo a parlare.

- Stupido.

Così dicendo lo mollo e vado via. Mi dirigo verso la porta con un tremendo mal di testa. Non so se mi sento così scossa per l’aver utilizzato la Pietra di Luna o per il battibecco avuto con Mamoru. Sono già davanti alla porta quando mi sento afferrare per le braccia. So che è lui ma preferisco dargli ancora le spalle.

- Usagi io…

Mi mordo il labbro e mi volto verso Mamoru interrompendo il flusso dei suoi pensieri.

- Stupido. Stupido. Ed ancora stupido. Non lo capisci vero?

- Usagi ascoltami…

- No. Ascoltami tu. Sei il ragazzo che amo. Ho messo da parte una maledizione per poterti avere anche solo per poco. Ho messo da parte le mie paure perché mi sono fidata di te. Adesso sono io che ti chiedo di farlo: fidati di me. Alla fine di questa battaglia io lascerò la Terra per la Dimensione Spazio-Temporale ed allora… dovrò dirti addio, per sempre. E tu… tu non capisci che sei la mia unica forza. Per utilizzare il potere della Pietra di Luna ho attinto ai ricordi che ci vedevano insieme. Ho riposto la mia fiducia nel nostro amore, dimmi che non ho sbagliato. Dimmi che ho fatto la cosa giusta.

- Usagi cosa vuoi dire che dovrai lasciare la Terra? Cosa stai cercando di dirmi?

La forza con cui Mamoru afferra le mie spalle e mi scuote è quasi violenta. Mi fa male ma posso percepire la confusione che adesso anima il suo cuore. Non era questo il modo in cui doveva venirlo a sapere. Non doveva andare così, ma la situazione mi è sfuggita di mano ed ho iniziato a straparlare come è mio solito fare quando sono presa dalla paura e dall’angoscia. Un flebile lamento esce dalle mie labbra e Mamoru allenta subito la presa.

- Usagi cosa…

- È così Mamoru. Io l’ ho promesso a mio padre. Io non posso restare sulla Terra. I nostri poteri richiamerebbero altri esseri che mirerebbero solo ad impossessarsi dei nostri cristalli ed io non posso permettere che tu, le mie guerriere ed i tuoi generali soffriate ancora. Non posso e non voglio.

Mi libero dalla sua presa e resto ferma davanti a lui. Aspetto la sua reazione. Silenziosa una lacrima scende lungo la mia guancia. Mamoru con un bacio l’asciuga. Mi stringe al suo torace e dopo aver sfiorato appena le mie labbra prende a parlare.

- Troveremo una soluzione amore mio. Non ti permetterò di fuggire via da me. Non dopo averti ritrovata.

Poi prende la mia mano ed insieme andiamo verso i giardini di Illusion. Insieme andiamo verso la Dream ’ s Room.

Ed eccoci alla fine di questo capitolo di transizione che è venuto fuori così dal nulla, senza essere messo in conto. Non accade nulla di importante lo so ma alla fine ci sta bene nel contesto della storia oppure no? Cosa ne dite fedeli lettori? Oddio non potete capire come mi stia sentendo importante nel definirvi “fedeli lettori”, ma alla fine ho ragione. Voi mi sopportate da ben 30 capitoli ed ancora di sicuro ce ne saranno altri 10 quindi se sto diventando insopportabile vi prego ditemelo che cerco di chiudere quanto prima con questa fic.

RINGRAZIAMENTI:

- VALEPIGIA: sono felice di sapere che il capitolo ti sia piaciuto. Mi spiace che anche il tuo ragazzo sia inghiottito dal tunnel dello studio, ma come dice mia madre… hai voluto la bicicletta ed adesso pedala… lei si riferisce allo studio, io alla fic. Ho deciso di imbarcarmi in questa impresa ed è giusto finirla, e poi mi piace scrivere questa fic. Per quel che riguarda questo capitolo spero che ti sia piaciuto, certo non come il precedente, ma almeno un po’!

- BUNNY1987: adesso non esageriamo, definire un mio scritto stupendo mi sembra esagerato, non mi reputo così brava! Per l’aggiornamento ogni due mesi no, quello a costo di scrivere la notte non si verificherà mai, non resisterei… c’è chi è in crisi di fanfic, io sono in crisi di commenti. Sono sempre felice di leggere cosa pensate di qualcosa scritto da me, mi rendete felice e soprattutto mi fate compagnia. Adesso ti saluto passo agli altri commenti!

- KILLKENNY: sei pronto? Tra un paio di capitoletti dovrai vedertela con le mie Senshi potenziate. Riuscirai a resistere alla forza di super-Haruka? Spero di poter leggere presto la risposta a questa mia domanda…

- GIROVAGHI: ti ringrazio per i complimenti rivolti ai miei due capitoli. Cosa posso dirti, io ho immaginato sin dall’inizio Caos come un uomo, anzi se devo essere sincera per un momento lo avevo immaginato addirittura come la controparte cattiva di Serenity, ma poi sarebbe diventato tutto troppo complicato anche perché l’espediente delle gemelle era già stato impiegato per Èos e Queen Serenity. Per quel che riguarda la scena piccante tra Usagi e Mamoru è venuta fuori da sola, avevo qualche dubbio ma i vostri commenti li hanno fugati tutti. Grazie per i complimenti e soprattutto grazie per aver compreso il perché della mia scelta di dilungare il periodo tra un aggiornamento e l’altro, è soprattutto per voi che leggete, non voglio deludere le vostre aspettative e spero di non averti delusa con quest’altro capitolo!

- GENESIS: ciao, sei nuova/o ma non troppo non ricordo se hai già commentato questa fic ho altre, forse la mia primissima fic, non saprei. Ma non è per questo che sto rispondendo. Carriera di autrice? Non credo proprio. Per me è facile scrivere su Sailor Moon perché si tratta di personaggi già esistenti e collaudati. Io mi limito a valorizzare determinate qualità che da noi sono state messe da parte. I personaggi di mia proprietà sono Èos (che fino ad ora non ha avuto molto da dare se non nel viaggio nel passato di Usagi!), Chronos (spero di riuscire a farvelo apprezzare anche se fino adesso ha fatto molto per farsi odiare) e Caos aspetterò ancora un po’ e poi mi direte… ma l’ho reso almeno un po’ cattivo?

- STREGA_MOGANA: allora momentaneamente non posso al commento del tuo commento perché devo dire che non leggere il tuo commento nel capitolo XXVIII mi ha un po’ demoralizzata. Mi spiego. Io non voglio obbligare nessuno a commentare la mia fic solo che tu, che in un certo senso sei il mio mentore (nel senso di guida) abbandonandomi in quel modo hai fatto nascere in me mille dubbi (naturalmente sto scherzando, non è mia intenzione farti sentire in colpa o altro, capisco benissimo che oltre EFP c’è una vita…). E poi cosa posso dirti riguardo la tua ultima one shot? Per tutto il pomeriggio mi sono sentita in colpa per aver festeggiato san Valentino, ero indecisa se restituire o meno il regalo al mio ragazzo (alla fine per dovere di cronaca, vi informo che l’ho tenuto!). Passando alla fic che è meglio! Sono felice che il mio Caos ti piaccia anche perché come hai ben detto è mio, mentre con Usagi ed il resto della combriccola mi diverto ad esaltare le loro qualità, lui è stato plasmato dalla mia penna e spero di essere riuscita a caratterizzarlo come si deve. Per quel che riguarda Chronos… la Luna si è messa in mezzo ed addio filmino a luci rosse con la figlia protagonista, in verità ho scritto parte del capitolo, per intenderci la parte relativa all’incontro tra il dio del tempo e Usagi pensando proprio al tuo commento, questa è la dimostrazione di come un commento può essere importante per continuare una storia. Minako è stata invece abbastanza discreta, semmai è stato Kunzite a mettere a disagio i nostri due piccioni (guarda io non mi permetterò mai a scrivere su Minako perché come ci riesci tu non ci riesce nessuno!). Come hai potuto notare Usagi ha deciso di vivere al meglio la sua storia con Mamoru e a quanto pare non vuole più nascondersi… vedremo! Adesso ti saluto ma spero di poter leggere un altro commento dei tuoi, anche perché un mese è lungo da passare…

- ROMANTICGIRL: ragazze se mi fate tutti questi complimenti finisce che vi credo… comunque se non ci hai fatto caso ho commentato la tua fic e spero di non averti offesa in alcun modo ma come ti ho scritto io sono la donna dei ma… per quel che riguarda questo capitolo anche se di transizione spero che ti sia piaciuto! A presto!

- KIRBY: io direi che finalmente Usagi ha deciso di prendere in mano la sua vita perché il povero Mamoru non poteva fare più nulla, forse solo rapirla e vivere con lei lontana da tutto e tutti. Il tempismo di Jadeite… è da premio hai ragione tu anche se mi sono ispirata ad un fatto reale, per mettermi con il mio attuale ragazzo ci abbiamo impiegato 5 mesi, ci conoscevamo già da 2 anni e la sera in cui ci siamo scambiati il nostro primo bacio due secondi dopo è arrivato un nostro amico, dai almeno Usagi e Mamoru hanno potuto avere una notte tutta per loro… mentre io… una serata in tre… ma parliamo della fic che ne dici? Sono felice di sapere che sia stato descritto tutto con dolcezza perché ad essere sincera ero un po’ terrorizzata, avevo paura di essere troppo spinta o troppo poco chiara ed invece per fortuna è andato tutto bene. Grazie per i complimenti riguardo i personaggi ma io sono curiosa di sapere cosa ne pensi tu riguardo Èos, Caos e Chronos che alla fine sono i miei personaggi. Un bacio e grazie del sostegno.

- HATORI: sono felice di sapere che ti sia piaciuto l’ultimo capitolo e mi spiace dover allungare così i tempi di aggiornamento ma credo che sia giusto rimanere fedele al mio stile altrimenti non riuscirei più a sentire mia la fic, e questo non mi andava dato che ho investito molto in questa fic.

- SEASONS_GIRLS: sono felice che la mia decisione di far terminare il tutto nella stanza sia stata da te apprezzata. Ho deciso, come puoi notare, anche di alleggerire un po’ anche questo capitolo perché mi sono accorta che, in alcuni tratti, fic stava diventando troppo pesante e rischiavo di farvi venire la depressione, anche perché nei prossimi capitoli ci sarà da stare in ansia…

- DINNY: per vedere la parola fine ancora ci vorrà un po’, però spero di riuscire prima dell’arrivo dell’estate. Per quel che riguarda un fatto brutto c’è stato ma come vedi si è già risolto. Ce ne saranno altri nei capitoli a venire ma ancora non so con quale ordine e con quale intensità. Adesso ti saluto e passo agli altri ringraziamenti.

- PRINCESSANGEL: prima di tutto spero che il tuo momento no sia passato. Appena ho letto la fine dalla tua fic ho capito che era accaduto qualcosa di brutto, ma ti dico la verità, ho preferito non dire nulla anche perché io purtroppo in queste occasioni non so mai cosa dire e credo che le parole siano superflue. Non so come passare al commento del commento ed ecco perché ti dico solo che questo è un capitolo di transizione in cui accade davvero poco, ma spero che sia di tuo gradimento. Per quel che riguarda i complimenti grazie, mi fai arrossire.

- SELENE89: ti avviso che d’ora in poi la lettura di questa fic potrebbe piacerti ancora di più, non voglio aggiungere altro altrimenti rovinerei la sorpresa. Per quel che riguarda le idee maliziose non so che dire si vede che siamo sulla stessa lunghezza d’onda.

- MIKI90: mi spiace doverti fare aspettare tanto tra un capitolo e l’altro ma prima il dovere e dopo il piacere ed allora prima si studia e dopo si aggiorna. Spero di essere stata abbastanza chiara in questo capitolo e spero che voi tutti abbiate capito che Usagi ha deciso di vivere la sua storia con Mamoru al 100% sino a quando starà sulla Terra. Il dopo è un’incognita anche nella mia testa. Come hai potuto vedere le Senshi hanno accettato, ma su questo non c’erano dubbi, non credi? Adesso ti saluto che passo agli altri aggiornamenti.

- USAGI_84: che intuito. Hai capito che l’amore può tutto. Magari può essere che sia necessario proprio l’amore per vincere contro Caos, ma questa è una cosa scontata, l’amore può tutto… ma quanto sono ripetitiva? Mi faccio antipatia da sola. A presto!

- ALE75: per quel che riguarda l’errore hai perfettamente ragione, appena avrò un po’ di tempo correggerò il tutto, ma sai il più delle volte mi ritrovo a scrivere nel cuore della notte e poi nel momento in cui rileggo certi “orrori” sfuggono. Per il resto grazie per i complimenti. Questa Usagi così matura a quanto pare è piaciuta a tutti e questo mi fa intuire che forse l’originale era troppo infantile oppure siamo noi ad essere maturate nel frattempo? Le storie proibite sono anche le mie preferite ma anche se adesso sembra che tutto vada per il meglio io non ci metterei la mano sul fuoco. Ci sono infiniti imprevisti…

- PERA11: sono felice di aver soddisfatto tutte le tue aspettative e spero di non averti deluso con questo capitolo di transizione. Definire lo scorso capitolo perfetto è un regalo che mi fai perché per scriverlo ho impiegato un bel po’ di tempo e vedere soddisfatte le vostre aspettative mi rende felice. Mi spiace farvi aspettare tanto tra un aggiornamento e l’altro ma non posso fare diversamente, lo studio incombe. A presto.

- AINECHAN: ancora non so come andrà a finire ai nostri eroi ma posso assicurarti che ancora se ne vedranno delle belle, non so di che entità ma è ancora lontana la parola fine… per quel che riguarda il momento d’amore giuro che anch’io ero impaziente, volevo vederli insieme e felici anch’io che credete!

- NEPTUNE_87: perdonata per non aver commentato lo scorso capitolo, ma ti prego non farmi più uno scherzo simile i tuoi commenti sono importantissimi perché io attingo dai vostri commenti per trarre nuove idee per la mia fic. Grazie per tutti i complimenti ma non credo di aver scritto chissà cosa, ho dato solo libero sfogo ai sentimenti che sono nel mio cuore. Ho messo nero su bianco quello che ho pensato l’importante è riuscire ad essere stata chiara e questo per me può essere solo motivo di felicità riuscire a trasmettere anche a voi i miei sentimenti. Spero solo che questo capitolo di transizione non ti abbia deluso.

Ho aggiornato prima del previsto, spero che questo non mi faccia perdere lettori a causa della distrazione. Adesso vi saluto ma vorrei ringraziare le 39 persone che hanno messo la fic tra i preferiti e poi vorrei ringraziare le 401 persone che hanno letto l’ultimo capitolo il XXIX. Al prossimo a fine marzo…

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Capitolo 31
*** Capitolo XXXI ***


Nuova pagina 1

Capitolo XXXI

Ed adesso eccomi davanti le porte della Dream ‘s Room. Il mio animo è leggermente scosso da ciò che è capitato qualche minuto prima nella sala del trono. Gli altri, però, non devono aver percepito nulla. Forse solo Setsuna ha intercettato la presenza di Chronos giacché mi guarda in modo strano. Cerco di sfuggire allo sguardo della Custode delle Porte Spazio-Temporali concentrandomi sulla porta della stanza che accoglierà l’allenamento delle mie guerriere. Non posso fare a meno di notare quanto sia enorme ed il timore che incute è percepibile solo osservando i volti delle altre Senshi. Cerco Haruka con gli occhi ed appena riesco ad individuarla le faccio cenno di avvicinarsi.

È davanti a me. La mano di Mamoru si posa lieve sulla mia spalla e m’infonde il coraggio necessario dopo, amorevolmente, mi spinge a fare un passo in direzione della guerriera del vento. Osservo gli occhi blu della mia amica e non posso che porle una muta preghiera. “Fa attenzione.” In realtà non dico nulla, lei si volta lentamente e si dirige verso le ante della porta chiusa. Helios durante la nostra assenza deve aver spiegato loro come funziona all’interno la stanza senza tempo. Un giorno per noi equivale ad un’ora all’interno della stanza.

- Haruka aspetta.

La fermo quando ormai le sue mani sono a mezz’aria, pronte a fermarsi sulle ante ancora accostate. La Senshi di Urano si volta lentamente, come a voler capire perché adesso io la stia bloccando. Faccio un passo in sua direzione. Inciampo quasi sull’orlo del mio vestito tanta è la foga con cui voglio raggiungerla. Sono a pochi passi da lei e parlo con voce calma, riesco a mascherare la mia ansia.

- Dammi la tua ambra.

- Perché?

- Fidati.

Insicura la mia guerriera, la prima sorella ad affrontare questa dura prova, apre il palmo della mano destra e mi mostra la sua pietra preziosa. Emana una luce limpida e quasi capace di pulsare al ritmo del cuore della proprietaria. Nella mia mano destra faccio comparire un pugnale dalla lama argentata, il manico intarsiato da minuziose decorazioni che richiamano i miti e le leggende dell’antico regno della Luna. Affondo la sua lama nella carne del palmo sinistro della mia mano e piccole gocce iniziano ad uscire. Sento le voci dei presenti, ma sono tutte smorzate da un ordine del Custode di Illusion. Chiudo il pugno con forza e decisione. Lascio che alcune gocce vadano a macchiare la sua pietra. Le lacrime vermiglie sono subito assorbite dalla pietra. Una luce improvvisa costringe tutti a chiudere gli occhi mentre io posso vedere nitidamente il simbolo di Urano comparire sulla fronte di Haruka. Prendo il viso di Haruka tra le mani e lo abbasso così da depositarvi un bacio in fronte, dopo l’abbraccio con tutta la forza che ho in corpo.

- Perdonami se ti ho fatto soffrire. Ricorda queste mie parole Haruka: lì dentro sarai da sola. Sola con te stessa. Pensa a chi ti vuole bene. Pensa a chi ti ama.

Il mio sguardo si sofferma su Michiru e posso percepire il mare in tempesta che alberga nel suo cuore. Stringo un’ultima volta le mani della mia amica e poi la lascio andar via. Mi sento un po’ in colpa nei confronti di Michiru, in un certo qual modo le ho rubato la scena ma era necessario parlare con Haruka.

Intanto la figlia di Urano fa un passo avanti, prima di poggiare le mani sulle ante aperte si volta ancora una volta verso Michiru, le sorride per poi riportare la sua attenzione sulla porta ancora chiusa. Poggia le mani aperte sulle ante, poi è inghiottita dalla stanza. Osservo Michiru e noto come stringe le mani al seno.

- Ed adesso?

Mi volto verso Rei e le sorrido mestamente, prima di decidermi a risponderle.

- Adesso dobbiamo solo aspettare.

…e pregare.” Ma questo è un sussurro che può percepire solo Mamoru che mi abbraccia con amore.

Dove sono? Che posto è mai questo. Attorno a me solo oscurità. Freddo e gelo. Un vento gelido sferza e taglia l’aria come se fosse una lama affilata.

- Benvenuta nel tuo regno. Quello in cui ti trovi adesso è il tuo castello. Miranda Castle.

Al suono della voce mi volto di spalle e resto a bocca aperta nel momento in cui mi ritrovo davanti una donna. I lunghi capelli sono color del grano e gli occhi ricordano l'azzurro del cielo. La lunga veste blu che indossa le conferisce un’aria nobile e solenne. Mi guarda e sorride arricciando anche il naso. Si avvicina a me ed io resto immobile. Compie un giro attorno alla mia figura continuando a restare in silenzio. Non capisco cosa m’impedisca di risponderle a dovere. Non capisco perché, nonostante la sua presenza chiaramente ostile, non sono in allerta. È qualcosa d’antico e familiare, so d’averla conosciuta ma non ricordo quando e dove.

- Piccola Haruka stai tranquilla. Non temi la mia presenza perché io sono te.

Le sue parole mi lasciano sorpresa, ma allo stesso tempo sembra quasi che io fossi a conoscenza di ciò. Come è possibile? Inspiegabilmente la mia pietra inizia a brillare e una luce immensa avvolge me e l’altra figura. L’altra me stessa secondo ciò che mi ha appena rivelato. Appena tutto torna nella norma eccomi all’interno del castello. Siamo all’interno di una stanza circolare illuminata da una portafinestra da dove è possibile ammirare una delle sette lune di Urano. Osservo la stanza che è sobria. Una sola scrivania ed un’immensa libreria. Le braci del camino donano un lieve calore alla stanza altrimenti gelida. Osservo le pareti spoglie e le due poltrone poste davanti al camino, e mi sembra che, almeno una delle due, sia occupata. Mi avvicino e resto sorpresa quando scorgo un’altra me stessa, più giovane di quella che mi ha accolta all’arrivo in questa dimensione. Questa nuova Haruka, se così posso chiamarla, è dormiente, seduta su di una delle poltrone. Ai piedi dell’altra poltrona è accucciato un lupo grigio.

- Umbriel.*

Il nome esce dalle mie labbra come un sussurro. Ed appena lo pronuncio comprendo di essere finita nel passato. In un passato che non ricordo più ma che so aver vissuto. Appena udito il mio sussurro il lupo si sveglia, sembra aver percepito la mia presenza perché si mette seduto e drizza le orecchie voltando il capo in mia direzione. Faccio un passo in sua direzione e con la mano provo ad accarezzare il capo del mio amico fedele, ma è inutile. Non riesco nel mio intento. La mia mano è trasparente. Di contro Umbriel guaisce. L’altra me stessa, quella seduta sulla poltrona, sembra essersi svegliata a causa del lamento del lupo. Si stiracchia sulla poltrona e si mette a sedere in modo più composto. Solo adesso noto che indossa abiti maschili. I capelli corti, quasi quanto i miei, ricadono ribelli sulle spalle e con le lunghe dita sposta le ciocche che le coprono gli occhi azzurri. I pantaloni neri di taglio prettamente maschile, fasciano le gambe muscolose ma del tutto femminili, mentre la camicia blu è sbottonata in corrispondenza dei primi tre bottoni, lasciando intravedere il solco tra i due seni.

Non ricordavo di essere così ben dotata!

- Cosa c’è amico mio? Ti manca? Anche per me è lo stesso, ma ci ha promesso che ritornerà, dobbiamo aver fiducia in lei.

La voce che giunge alle mie orecchie è ancora impastata dal sonno. Solo adesso noto, sulla sua mano sinistra, un anello con incastonato il blasone della casata di Urano. Una sciabola corta.

Mi volto verso la figura più matura, quella con la lunga veste blu e noto che osserva il tutto con distacco, non lasciando trapelare nessuna delle sue emozioni. Osserva il tutto con indifferenza, come se quella non fosse realmente lei. Torno a guardare l’altra me stessa, quella che si alza dalla poltrona e si porta alla finestra per osservare il suo regno, il mio regno.

- Umbriel guarda. Questo posto mi sembra così buio adesso che è andata via. Lo so, sono solo una sciocca sentimentale. Non posso lasciare spazio ai sentimenti o ne risentirà la missione. Coraggio amico mio, andiamo nella sala del trono.

Si alza ed io inizio a seguirla senza curarmi di sapere cosa faccia l’altra me stessa. In questo momento ho bisogno di sapere perché lei sia così triste. Ed infondo anch’io sono triste con lei. E poi un dubbio. Non è nel mio carattere abbattermi in questa maniera, cosa è accaduto per rendere la me stessa del passato così debole?

Intanto rapita dai miei pensieri seguo le due figure. Le fiaccole poste ai lati del lungo corridoio si accendono come per magia al passaggio della padrona del castello. Umbriel si volta ogni tanto in mia direzione e la sensazione che lui percepisca la mia presenza diventa sempre più consistente. Sono dietro di loro ed Umbriel si ferma proprio davanti a me. I suoi occhi sono puntati nei miei e mi guarda. La me stessa, padrona di questo castello, si ferma e si rivolge al lupo grigio davanti a lei.

- Oggi amico sei proprio strano. Che ti prende?

Il lupo continua a tenere il suo sguardo fisso nel mio. Inconsapevolmente mi chino alla sua altezza e fisso il mio sguardo nel suo. Umbriel, come se realmente mi avesse visto, riprende il suo cammino accanto alla padrona del castello. Sembra strano riuscire a comunicare con lui anche adesso che, tecnicamente, non mi trovo nel suo tempo. Intanto ci ritroviamo nella sala del trono. Di forma rettangolare, la sala è priva di ogni ornamento ad eccezione dell’alto scanno decorato con disegni raffiguranti guerre lontane, accanto a questo, adagiata in uno scrigno ornato di velluto blu, riposa l’Ame no Murakumo**. Resto immobile ad osservarla. Brilla di luce propria conferendo alla stanza una luminosità ambrata. La mia pietra inizia a brillare come se fosse entrata in vibrazione con il mio talismano.

- Contiene un potere infinito. Lo avverti anche tu, non è così?

Mi volto verso la fonte di questa voce e capisco che si tratta della Principessa di Urano, quella dalla lunga veste blu. La osservo e vedo che i suoi occhi sono come incantati dal potere della spada. Strane luci ho visto nel suo sguardo, come se il potere dell’Ame no Murakumo fosse per lei di vitale importanza.

Ritorno a fissare la spada e mi rendo conto che mi sta chiamando. Con passo incerto mi avvicino allo scrigno senza curarmi di null’altro se non la spada. Ferma davanti ad essa non posso che restare sorpresa dalla forza che sento affiorare in me.

- Prendila. È tua di diritto.

La voce della Principessa di Urano mi fa sussultare. Non mi ero accorta che fosse al mio fianco. Sposto il mio sguardo dalla spada alla donna che si trova alla mia destra e resto sorpresa nel notare con quale avidità osservi l’arma. Istintivamente mi allontano da lei, ma tengo gli occhi fissi sull’Ame no Murakumo. Resto guardinga cercando di comprendere cosa davvero voglia da me. Perché non riesco a restare serena al suo fianco anche se so perfettamente che non può farmi nulla di male?

- Cosa ti succede Haruka? Non senti come ti sta chiamando la tua spada. La nostra spada. Impugnala. Fai scorrere dentro di te il potere dell’Ame non Murakumo. Fai scorrere dentro di te il potere di nostro padre, il dio Urano.

Indietreggio spaventata. I suoi occhi sono diventati vacui. Privi di luce. Spenti. Indietreggio ancora ed ancora fino a che non mi ritrovo con le spalle al muro. Umbriel inizia a ringhiare in direzione mia e della Principessa di Urano, mentre l’altra me stessa non capisce il comportamento dell’animale.

- Se vuoi la spada perché non te la prendi da sola? È lì a portata di mano. Cosa c’è? Hai forse paura?

Cerco di mantenere la calma anche se è difficile. Uno stato di ansia si sta impossessando di me. Cosa mi succede. Perché non riesco a ragionare con la dovuta calma? Perché sento che sta per accadere qualcosa di terribile? Il vento sussurra qualcosa di tremendo anche se non capisco cosa. Sento solo un lamento. So di non avere molto tempo a disposizione. Lentamente mi separo dal muro mantenendo la guardia alta. Non posso sbagliare. Non adesso per lo meno. Avanzo lentamente in direzione della Principessa di Urano. Lei resta ferma, come se si aspettasse un mio attacco. Avanzo verso di lei con uno scatto veloce. La vedo ghignare, è una trappola, lo immaginavo. A pochi passi da lei cambio la mia direzione e passandole a fianco mi porto verso lo scrigno che contiene la spada leggendaria di Urano. La impugno senza pensarci su e appena stringo l’elsa nella mia mano mi sento pervadere da una gran potenza.

- Chi sei e cosa vuoi da me?

La mia voce è ferma e sicura. Il mio animo trema, ma una nuova forza esplode nel mio corpo. Osservo la donna dinnanzi a me e noto che è ancora tranquilla. I suoi occhi vuoti mi fissano ma non mi vedono. Solo adesso mi accorgo di non essere più nel mio castello. Attorno a me vedo solo oscurità. Sembra di essere in una dimensione sospesa nel nulla. Dove diamine mi trovo?

- Sei nel vuoto Principessa di Urano. O per meglio dire sei in ciò che resta di Urano. Cioè il nulla.

Resto pietrificata. Cosa vuole dire? Urano. Il mio pianeta, distrutto? Non è possibile. È solo un inganno. Deve essere un inganno, non può essere diversamente. Io so per certo che non è così.

Stringo maggiormente l’elsa della mia spada e mi preparo ad attaccare. Lei è me stessa, ma io so che non è così. Il suo animo è oscuro, percepisco cattiveria e rabbia. Questa non sono io.

- Ti sbagli mia cara. Io sono te. Io sono quella te che tu hai sempre tenuto a bada nel tuo cuore. Quella te di cui hai tanta paura. Io sono la parte razionale del tuo animo. La parte che hai sempre messo da parte perché hai dato sempre sfogo al tuo istinto. Adesso però basta. È arrivato il momento di piegarsi alla realtà.

Tremo a causa delle sue parole. Tremo per il timore di ciò che ha detto. Cosa vuol dire? Perché mi sta dicendo ciò? Perché, in cuor mio, so che sta dicendo il vero? Sono mille gli interrogativi che assalgono la mia mente. Lei è la mia parte oscura, oppure è davvero la mia parte razionale. Io… sono forse una servitrice di Caos?

- Proprio così mia dolce Haruka. Il tuo compito è servire il nostro signore Caos. Ma non per forza devi credere che Lui sia il male…

- Non è possibile. Tu stai mentendo. Io non servirò mai Caos.

Stringo con maggiore vigore l’elsa della spada fino a farmi male. Spero solo che il dolore riesca a far sparire questa sensazione di male al cuore. Io non sono una traditrice. Io non posso abbandonare così le mie amiche.

La mia principessa.

Michiru.

Stringo la mia pietra. La mia ambra.

- Uranus power, make up!

Una foglia si posa sulla mia mano, poi sono assalita dal vento. Un turbine che forse potrebbe apparire infernale agli occhi di altri ma non per me. Accarezza la mia pelle. Solletica il mio collo. Gioca con i miei capelli. È parte di me. Mi fa dono della sua forza. Appena tutto tace sento una nuova forza dentro di me. Non sono più Haruka Ten ‘ou, adesso sono Sailor Uranus.

Osservo la mia avversaria. Lei resta ferma immobile. Questa staticità non mi piace.

Io sono il vento.

Io non resto mai ferma.

Io sono la vita.

Io sono sfuggente.

Mentre lei… lei no.

È statica. Immobile. Ferma. Morta.

- Chi sei? Tu non sei me.

Non credo alle sue parole. Non sono vere. Io non posso tradire così le mie amiche più care. Io non posso lasciarmi sopraffare dal male. Io non voglio lasciarmi sopraffare dal male. Non posso servire Caos.

Mentre rimugino su questi pensieri non mi accorgo di come la donna davanti a me stia cambiando il suo aspetto.

I capelli color del grano diventano più lunghi ed il loro colore ricorda tanto le sfumature dell’autunno. Caldi e rilassanti alla stessa maniera.

Gli occhi diventano di un intenso blu che ricorda i mari più profondi.

Resto sorpresa nel trovarmi di fronte una donna bellissima che emana un’aura di generosità. La veste blu è stata sostituita da una veste ancora più ricca e sontuosa, di un intenso color oro. Osservo l’immagine che ho di fronte e resto attonita. Chi è?

- Guerriera Sailor io sono Gea, la Madre Terra, madre e sposa di Urano e quindi anche tua madre. Ascolta bene ciò che sto per rivelarti perché l’Oracolo parla solo una volta. È giunto il tempo. I mortali hanno distrutto questa terra. Noi divinità ci siamo dovute ritirare nell’immensità dell’Universo perché gli stolti umani hanno perso di vista la retta via. Ascoltami figlia mia. Il tuo compito è servire Caos, la tua spada deve essere posta al suo servizio. La guerra non è mai la soluzione più giusta. Unisciti a noi. Solo così potrai salvare te stessa dalla fine orribile che aspetterà a tutti coloro che hanno osato disubbidire ai voleri degli dei. La stessa principessa Serenity ormai non può più nulla. Le sue forze sono poca cosa in confronto al potere del nostro signore Caos. Seguimi figlia mia.

- Michiru…

Il mio altro non è che un sussurro ma la donna che ho di fronte lo percepisce. Si volta verso di me e mi sorride in modo materno. Mi tende la mano ed io indecisa la guardo. Non so che fare. È il pensiero della mia amata che in questo momento mi tormenta. Cosa ne sarà di lei se io dovessi cedere alle lusinghe di Caos?

- Haruka…

Un richiamo. Il suo richiamo. La sua voce. Non può essere. Lei non è qui. Sono stata io la prima ad entrare. Ho chiesto io di essere la prima perché se non fossi riuscita a sopravvivere almeno non avrei visto le sue lacrime, mentre adesso… adesso lei è qui davanti a me. Più bella che mai.

I capelli ricadono morbidi sulle sue esili spalle fasciate da un candido vestito che racchiude tutti i colori del mare, le stesse sfumature dei suoi bellissimi occhi. Le sue labbra sono distese in un dolcissimo sorriso. Un sorriso che mi dona una gran pace. Un sorriso che non le avevo mai visto prima.

Cado in terra, o nel nulla che mi circonda a seconda dei punti di vista. La spada si smaterializza dalle mie mani ed io poggio i pugni chiusi sulle mie ginocchia piegate. Non so che fare. Non so davvero cosa fare. Mi sento persa. Sola. In un mare di dubbi e di incertezze. Dentro di me so perfettamente che questo è impossibile. Che non è reale. Io ho lasciato Michiru fuori dalla stanza. Sono entrata da sola. Sola con me stessa ed adesso la rivedo qui, e poi… devo credere alle parole di questa donna che dice di essere mia madre? Mia madre. Io una madre non so neanche cosa sia. Sono sempre cresciuta da sola. Mille anni fa ed oggi. Mia madre… cosa è una madre.

- Una madre è colei che non ti tradirà mai. Una madre è colei che per te sacrificherà la vita. Una madre è l’unica certezza che hai in un mondo di dubbi e paure. Una madre è colei che non ti abbandonerà mai anche se la deluderai, anche se la farai soffrire.

- Haruka cosa ti succede? Non ti fidi più di me? Sono io, Michiru. Guardami. Sono la tua Michi-chan.

Alzo la testa ed osservo le due donne. Michiru è inginocchiata davanti a me ed i suoi occhi pieni di lacrime mi trafiggono il cuore. Gea è rimasta in piedi e mi guarda con apprensione. Entrambe mi tendono una mano. Cosa devo fare? Devo accettare? Devo credere alle parole di questa divinità?

- Tu stessa sei una divinità figlia mia. Il tuo nome antico è Febe***. Sei una delle Titanidi e presto, molto presto te lo posso assicurare, l’antico lustro tornerà a splendere.

- Ti prego amore mio adesso basta con tutte queste incertezze. Fidati.

Ricorda queste mie parole Haruka: lì dentro sarai da sola. Sola con te stessa. Pensa a chi ti vuole bene. Pensa a chi ti ama.

Come un fulmine a ciel sereno mi tornano in mente le parole di Usagi. Sarò sola. Sola con me stessa. Non può essere. Si tratta forse di qualche trucco della mia mente? Forse sono caduta prigioniera di qualche trabocchetto di Caos?

Haruka è dentro ormai da parecchio tempo ed io sento le forze venir meno. Sento la sua lotta interiore. Sento che è entrata in contatto con la parte più intima della sua coscienza, o forse è Caos è che la sta mettendo di fronte a qualche trucco. Sento che sta cercando di capire se ciò che sta accadendo sia reale o frutto della sua mente. Io non posso far nulla. Non posso interferire in nessuna maniera. Deve essere lei a decidere. Devo avere fiducia nelle sue capacità. Devo credere nel suo buon senso.

- Usagi cosa sta accadendo? Perché sembri così preoccupata?

Mi volto in direzione di Michiru e scorgo un lieve tremore del suo sopracciglio destro. Anche lei è in pena per Haruka. Cerco di sorriderle per infonderle sicurezza, ma non sono certa del risultato. Io stessa ho bisogno di qualcuno che rassicuri me.

- Non lo so Michiru. So solo che Haruka sta lottando la battaglia più difficile della sua vita. Tutte, una volta lì dentro, affronterete la battaglia più difficile della vostra vita.

Chiudo gli occhi e cerco di percepire ancora l’aura di Haruka ma è sempre più debole. È come se si stesse spegnendo. Contemporaneamente anche io mi sento sempre più debole. Non so se ciò è dovuto allo sforzo compiuto nel tentativo di mantenere un contatto telepatico con Haruka, o solo perché quest’ultima si sta allontanando sempre più da me. Dallo Ginzuishou.

Stringo il braccio della Senshi di Nettuno. Blocco la sua corsa verso le porte della stanza da me, in questo momento, tanto odiata. Scuoto la testa in senso di diniego.

- Dobbiamo avere fiducia in lei. Non possiamo fare nulla. Dobbiamo aspettare e pregare.

Come è possibile? Eppure la loro presenza per me è così tangibile. È così reale. Madre. Michiru. Cosa devo fare? Perché sento il mio cuore ribellarsi a tutto ciò? Perché non mi sento certa di ciò che sto per fare?

- Cosa ti succede Haruka? Non ti fidi più di me?

La sua voce giunge lieve ma nitida alle mie orecchie. Armoniosa come sempre. È davvero lei? Oppure è frutto delle mie paure? Sei realmente tu amore mio? Aiutami ti prego.

- Non è questo Michiru. Ho solo paura. E se si trattasse di un trucco di Caos? E se volesse impossessarsi dei nostri poteri per sconfiggere Usagi? Cosa ne sarebbe della Terra? E dell’universo? Usagi era pronta a rinunciare al suo amore per Mamoru pur di salvare la Terra ed adesso io…

Sono interrotta da una mano che, lieve come il petalo di una rosa, si posa sulla mia spalla. Mi volto lentamente e resto shockata. Usagi è di fronte a me. Anche lei sembra serena.

- Haruka rilassati. È tutto finito. Sei stata via più di ciò che tu credi. La guerra è iniziata mentre tu eri ancora qui, all’interno della Dream ‘s Room. È stata dura ma alla fine abbiamo capito. Se vogliamo donare al genere umano pace e tranquillità è necessario ripartire dal principio. Dobbiamo avere fiducia in Caos. Lui purificherà la Terra e poi saremo noi, in quanto divinità, a governare sul pianeta.

Cosa? La guerra ha avuto luogo? Può essere che in così poco tempo abbia avuto luogo questa guerra e sia bastato un nulla per porvi fine? Come è possibile tutto ciò? Quanto tempo sono rimasta rinchiusa in questa dimensione senza spazio né tempo? Quanto ho perso della mia vita dietro a mille dubbi e paure?

- Quanto tempo è passato? A me sembrano trascorsi solo pochi minuti.

Mi volto verso Michiru e la vedo sorridere. Usagi si avvicina alla mia compagna di vita ed adesso, che ho di fronte tutte e tre le donne, non posso che notare quanto la loro bellezza sia irreale.

- Sono trascorsi due giorni terrestri. Sarebbe a dire due ore all’interno di questa stanza. Lo scontro è stato molto duro, la potenza di Caos è impossibile da fronteggiare. Ci ha risparmiati in cambio della nostra fedeltà.

Come è possibile? Come hanno potuto accettare il sacrificio di milioni di vite? Aspetta un attimo… non è possibile. Io ricordo di uno scontro a casa di Usagi dopo aver scoperto che Mercury e Jupiter erano al servizio di Nemesi…

- Non è certo facendo il buon samaritano che riusciremo a sconfiggere una volta per tutte Nemesi. Dobbiamo lottare e se ciò significa perdere delle vite non possiamo tirarci indietro. Quindi mettetevi il cuore in pace, dovremo cercare di potenziare i nostri poteri e dopo attaccheremo.

- Come puoi parlare così? Tu sei una Senshi. Il tuo compito è proteggere la vita ad ogni costo, non puoi permettere che la vita di un essere vivente venga ad essere spezzata.

- Anche Nemesi è un essere vivente eppure per te non fa differenza. Hai intenzione di ucciderla lo stesso.

- Adesso basta!

Ricordo tutto. Il nostro diverbio con Rei. Setsuna che cercava di far capire alle Inner la necessità di lottare. È uno scontro che è avvenuto a casa di Usagi. Ricordo ancora la rabbia della Principessa nel momento in cui abbiamo palesato le nostre intenzioni di essere disposte a tutto pur di sconfiggere Nemesi. Essere disposte anche a sacrificare la vita di un essere umano. Ed adesso… adesso Usagi mi sta dicendo che è disposta ad annientare tutto il genere umano per poi governare su una nuova umanità. Come è possibile?

- Haruka ti risulta così difficile crederci? Perché dovremmo mentirti? È necessario sacrificare delle vite umane per ottenere la serenità. Lo hai detto tu stessa.

Mi volto verso Michiru e noto come i suoi occhi in questo momento mi appaiono spenti, come se avessero perso ogni interesse per la vita. È solo un attimo però. Dopo tornano a brillare come se avessero vita propria. Sorrido a lei. Poi senza pensarci oltre prendo la mano che mi offre. Stringo a me il corpo esile della mia amata, ma improvvisamente un dolore acuto al basso ventre mi assale.

Mi inginocchio in terra a causa di un dolore acuto al basso ventre. Un urlo squarcia il silenzio del parco. Mamoru mi sorregge tra le sue braccia mentre la mia veste bianca si macchia pian piano di rosso. Sangue.

- Usagi cosa succede…

Non riesco a rispondere a Mamoru il dolore è troppo forte. Chiudo gli occhi e stringo i denti. Provo a mettermi seduta ma non ci riesco, qualcuno, forse Mamoru me lo impedisce.

- All’interno della Dream ‘s Room devono aver ferito Haruka. Presto dobbiamo tirare fuori Haruka da lì.

- No! Fermati Helios. Non ancora. Dobbiamo avere fiducia in lei.

- Cosa? Lì dentro c’è Haruka ferita e tu vuoi aspettare? Come puoi essere così…

La voce di Michiru ha sovrastato la mia richiesta. Osservo Helios e gli chiedo di tacere. Non può parlare adesso altrimenti sarà la fine. Le altre non mi permetterebbero di ripetere lo stesso rito.

- Michiru in questo momento Haruka avverte solo dolore nella zona colpita.

- Taci Helios. Non continuare.

Il custode di Illusion mi guarda e scuote il capo mestamente, poi, fissando il suo sguardo in quello di Michiru prosegue ignorandomi bellamente.

- È Usagi la sola a riportare sul suo corpo le ferite inferte sul corpo di Haruka. Ha bagnato col suo sangue la pietra di Uranus così da donarle un potere maggiore, il potere della Pietra di Luna. Ciò però ha reso più vulnerabile Usagi. È la Principessa a soffrire, non Haruka.

Mamoru mi sorregge e finalmente riesco a mettermi a sedere. Tutte le Senshi sono attorno a me. I generali un po’ più indietro. Cerco di apparire serena anche se il dolore è ancora forte.

- State tranquilli tra pochi minuti la ferita si rimarginerà da sola. Ho donato solo parte del potere a Haruka. Non temete.

Amy fa un passo avanti e guarda Helios. Poi con voce bassa inizia a parlare.

- Helios, non credi che sia meglio far uscire da lì Haruka?

- No! Dobbiamo avere fiducia. Dobbiamo fidarci di Haruka… e di Usagi.

Sposto il mio sguardo su Mamoru e lo ringrazio. Poggio il mio capo nell’incavo del suo collo e cerco di rilassarmi percependo il suo profumo forte e deciso. Chiudo gli occhi e aspetto che il dolore si plachi.

Scanso il corpo di Michiru dal mio e la guardo smarrita. La sua mano destra impugna uno stiletto. Istintivamente porto una mano laddove sono stata ferita. Osservo Michiru e noto che adesso i suoi occhi sono rossi. Come se fossero iniettati di sangue. Cado a terra. Con una mano stringo la ferita dolorante e con l’altra, puntellandola alle mie spalle cerco un sostegno ed indietreggio terrorizzata. Il mio sguardo si sposta su Usagi e Gea e noto dei ghigni terrificanti sui loro volti. Indietreggio ancora terrorizzata mentre le loro risate agghiaccianti invadono la mia testa.

Vedo i loro corpi lentamente mutare. I volti bellissimi sono sostituiti da maschere di puro odio. I loro occhi hanno lo stesso colore del sangue e dalle loro labbra fuoriescono dei canini appuntiti. I capelli fluttuano nell’aria e solo adesso comprendo che sono formati da serpenti. Sono mostruosità. Dalle loro spalle fuoriescono ali di uccello.

- Chi siete…

Riesco a balbettare questa domanda tanto è il terrore che invade il mio corpo.

- Sorella ci ferisci. Non ti ricordi più di noi? Certo come può la prediletta di nostro padre ricordare noi poveri orrori della natura. Nostro padre ci ha rigettate nell’Ade per punire i morti. Ma è bene presentarsi. Io sono Megera, l’Ira Invidiosa.

- Io sono Tisifone, la Vendetta.

- Ed io sono Aletto, il Furore.

Osservo le tre creature che ho di fronte e resto muta. Cerco nella mia mente di ricorda.

- Le Furie****.

Ghignano le tre figure e si preparano ad infliggermi il colpo di grazia. Sposto la mano dalla ferita e resto sorpresa nel constatare che non c’è sangue ed il mio sailor fuku è intatto. Bene. Avrò modo di sorprenderle. Nella mano che nascondo dietro la schiena faccio materializzare la mia Ame no Murakumo ed attendo il momento migliore per colpire.

È un attimo. Quella che si è presentata come Aletto è la prima a lanciarsi all’attacco. Io resto in terra, in attesa.

È un urlo quello che squarcia l’aria. La prima delle Furie giace agonizzante ai miei piedi.

- Aletto hai visto cosa succede quando ci si lascia guidare dal Furore?

Vedo la figura davanti ai miei occhi. È in terra, agonizzante. Il suo addome è squarciato da un taglio che lo attraversa per intero orizzontalmente. Il suo sangue è rosso come il mio e, per un attimo, mi sento colpevole. È solo un attimo però. Riacquisto immediatamente la mia arguzia e sono pronta ad affrontare le altre due. Stringo l’elsa della mia scimitarra in mano. E sono pronta all’attacco. Le urla di Aletto sono strazianti. Fanno vibrare l’aria e sono terribili da sopportare, vorrei portare le mani alle orecchie ma temo, che così facendo, abbassi troppo la mia guardia. Resto in attesa. Guardinga. Non sarò io la prima ad agire, anche se… anche se è strana tutta questa razionalità da parte mia. Solitamente mi faccio guidare solo dall’istinto.

- Maledetta. Morirai per aver ferito nostra sorella.

Le parole di Megera arrivano alle mie orecchie come tante stilettate. La sua voce è stridente, come quella di Aletto. È pronta a saltarmi addosso ma è fermata dalla sorella.

- L’Ira ti caratterizza sorella, ma dobbiamo stare attente. La Vendetta deve essere lenta e dolorosa.

Tisifone. È la più pericolosa tra le tre. Lei incarna la Vendetta ed è attenta e calcolatrice. Dovrò eliminare prima Megera e poi occuparmi di lei. Ma non posso distrarmi per questo osservo Aletto, noto che non si muove quasi più. Mi avvicino al suo corpo e lo sfioro con il piede, appena le sono vicina lei artiglia la mia caviglia con le sue lunghe dita e con le unghie trafigge la mia carne. Il dolore è lancinante ma stringo i denti. Con uno scatto mi libero della stretta e mi allontano da lei. I suoi occhi si stanno spegnendo. Osservo ancora per un attimo il corpo della donna. Poi mi concentro ancora sulle avversarie rimaste.

È un attimo. Megera parte verso di me. Cerca di affondare i suoi artigli nella mia carne ma io sono rapida e schivo ogni suo colpo. Mi guardo attorno per individuare Tisifone e la scorgo accanto al corpo di Aletto. Accarezza il suo capo e sembra che pianga. Mi sento morire. Sono io la causa di tutto? È rimorso quello che sento dentro di me?

Rimorso.

Sono loro. Ho capito. Stanno cercando di indebolirmi. Stanno cercando di colpire la mia parte più intima. Stanno tentando di farmi perdere di vista il perché di questo scontro. Mi volto verso Tisifone e non la vedo più dove l’ ho lasciata. Dove si sarà cacciata?

- Tu pagherai per il male fatto a mia sorella. Ti ucciderò con le mie mani.

La voce di Megera è pungente. Ad ogni sua parola il senso di oppressione nel mio cuore aumenta. Come posso fare? Michiru. Per un attimo ho come l’impressione di averla davanti. Il suo dolce sorriso. La determinazione nei suoi occhi. Quella che ho visto è diversa da quella che ho avuto sinora dinnanzi. So che lei è quella vera. Una nuova forza nasce in me. Mi lascio trascinare dalla forza del vento. Chiudo gli occhi e l’attimo dopo li riapro, pronta a lanciare il mio colpo.

- World shaking!

La sfera di energia parte dalla mia mano, si dirige veloce verso Megera che resta ferma in attesa del colpo. Cerco di dare più forza possibile al colpo. Al momento del contatto con la mia avversaria è tanta la sorpresa. Ha fermato il tutto con una mano. Sorride vittoriosa mentre osserva una ad una le sue dita. Come è possibile? Ho messo tutta me stessa in questo colpo e lei lo ha respinto come se nulla fosse. Non posso arrendermi adesso, io so di potercela fare. Io so di avere la forza necessaria per abbattere le Furie. Se non riesco a vincere loro come posso sperare di poter affrontare un demone potente come Killkenny? Non posso arrendermi adesso.

Cerco di concentrarmi e di trovare la forza dentro di me. Penso ancora al viso di Michiru. Alla sua espressione sicura al momento della lotta. Alla serenità trasmessa mentre suona il violino. Mi concentro sulla morbidezza delle sue labbra ed alla passione dei suoi baci. Mi concentro su di lei e su tutta la sua essenza. Ripenso all’azzurro dei suoi occhi ed alla forza di cui è dotata. È un attimo e la sento, la forza nascere dentro di me. Dal mio cuore.

- World shaking! Hell Hole!

La mia sfera aumenta di dimensioni e la sua energia è oltremodo potente. Un velo d’acqua copre la sfera di pura energia. La sento, la forza del mare in tempesta. Il vento che soffia impetuoso e gonfia le onde. Sento come il vento ed il mare sono divenute un’unica entità. Ecco il momento del contatto. Stavolta non riesce a trattenere il colpo ed è colpita in pieno. E’ spinta lontana. Non so bene cosa accade anche perché attorno a noi regna il nulla. Vedo solo che sul suo corpo si formano delle ferite sanguinanti. È a terra, forse incosciente. No. È morta. Il tuo corpo si sta dissolvendo come, poco prima, è accaduto a quello di Aletto.

Adesso osservo il volto di Tisifone. Serio. Imperscrutabile. Cosa starà architettando? Devo stare attenta, la Vendetta è qualcosa di pericoloso. La Vendetta è un cancro che ti uccide lentamente.

- Sei rimasta sola a quanto pare. Le tue sorelle non possono aiutarti…

- Sono anche le tue sorelle. Io sono tua sorella o vuoi fingere di non ricordare Febe

Febe. Io sono Febe. Ancora mi sembra assurdo. Io figlia di una divinità. Io che sono il vento, figlia del dio del Cielo. Non posso fermarmi in inutili riflessioni. Non so quanto tempo è trascorso da quando sono entrata qui, potrebbero essere ore, oppure giorni, qui il tempo non è scandito in nessun modo. Non attendo Tisifone e mi scaglio contro di lei. Devo stare attenta, ma non posso rimanere buona in attesa. Non è nel mio carattere. Mi sorride divertita. Sembra quasi che si aspettasse questa mossa. La colpisco una prima volta con un calcio ma non le faccio nulla. Para il colpo con facilità. Tento ancora ed ancora. Ma sembra inutile. Ma di cosa è fatta? Di acciaio? Materializzo la mia Ame No Murakumo e la stringo con forza. Devo farle capire che non ho tempo da perdere.

- Dimmi Febe non provi nessun rimorso per come hai ucciso le tue sorelle?

Rimango seria ed osservo il suo sorriso disegnarsi sulle sue labbra. Vuole farmi sentire in colpa. È il rimorso la sua arma. Cerco di estraniare la mia mente. Costruisco un muro attorno alle persone più care come a volerle difendere dalla presenza di Tisifone nella mia mente.

- Non ti sarà facile entrare nella mia mente.

Impugno l’elsa della spada e porto la lama davanti il mio volto. Osservo i miei occhi riflessi e, per la prima volta in vita mia, vi leggo il timore di poter fallire. Ti prego Michiru aiutami tu!

Guardo Tisifone in viso un’ultima volta, poi mi preparo all’attacco. Solo per un attimo ho intravisto un sorriso sincero sul suo volto, ma è stato solo un attimo. Congiungo le mani sull’elsa della spada. Porto la lama perpendicolarmente sulla mia testa. Mi concentro.

- Space sword blaster!

Il fendente di Urano parte veloce verso la mia avversaria. Il potere è immenso molto più di quello che ho avvertito quando mi sono scontrata contro Killkenny nei pressi dell’università. Ho racchiuso i miei ricordi gioiosi in questo colpo. È veloce. È un turbine alato. Colpisce Tisifone che si dissolve davanti i miei occhi.

- Adesso basta figlia mia. Hai dimostrato il tuo valore. Hai affrontato senza timore le Furie e ne sei uscita vincitrice. Sei stata astuta e coraggiosa. Veloce e imprevedibile. Sei il vento ed io non posso che essere fiero di te.

Chi ha parlato? Da dove proviene questa voce così profonda?

- Haruka!

* Umbriel. Chi è Umbriel? È uno dei ventisette satelliti di Urano. Insieme a Ariel, Miranda (da qui il nome del castello di Sailor Uranus), Titania e Oberon è uno dei cinque satelliti principali. Umbriel, per grandezza, è il terzo satellite di Urano. Umbriel è uno dei personaggi di Alexander Pope, per l’esattezza è l’oscuro folletto della malinconia in The Rape of the Lock. Perché ho scelto un lupo e per di più grigio? Perché l’animale preferito da Haruka, da ciò che ho potuto leggere in diversi siti, è proprio il lupo. Grigio perché il colore del satellite sembra essere scuro.

** Ame no Murakumo (chiamata anche Kusanagi) nella mitologia shintoista rappresenta uno dei tre tesori di Yamato. Si narra che la spada fosse stata trovata dal dio del mare e della tempesta, Susanoo, nel corpo di un mostro, Yamata no Orochi, dotato di otto teste ed altrettante code. Per la precisione la spada si trovava o nella quarta o nell’ottava coda del mostro. Il nome deriva da un’altra legenda seconda la quale il prode guerriere Yamato Takeru ricevette, in dono dalla zia, la principessa Yamato, vergine del tempio di Ise, in dono la spada per proteggerlo dai pericoli della guerra. Il giovane caduto in una trappola ordita da uno dei Signori della Guerra, fu imprigionato in un cerchio di fuoco e riuscì a liberarsi grazie alla spada capace di controllare il vento. Yamato Takeru decise di chiamare la spada Kusanagi, che significa Spada Falciatrice d’Erba.

*** Febe è una delle Titanidi figlia di Urano e Gea. Sposa il fratello Ceo e da lui, secondo la tradizione, ebbe Lato (o Latona), poi madre di Apollo e Artemide, con cui talvolta è confusa.

**** Furie nella tradizione greca sono chiamate Erinni, ho preferito la terminologia greca per far comprendere meglio il personaggio. Sono figlie di Urano, nate dal sangue del dio fuoriuscito dopo l’evirazione ad opera di Crono. Secondo altre tradizioni sono figlie della notte. Abitavano nell'Ade dove, armate di flagello, amministravano la giustizia e le punizioni tra gli inferi. Talvolta, però abbandonavano il regno dell'oltretomba per perseguitare anche i viventi. La loro caratteristica, fuori dall’oltretomba era perseguitare le vittime con il rimorso.

Dite la verità… non ci speravate più! Chiedo perdono. Non è stato voluto questo immenso ritardo. Dico la verità. È da solo due giorni che finalmente ho avuto l’ispirazione per il capitolo. In un mese avevo scritto solo tre pagine, mentre ieri pomeriggio si accesa la lampadina ed ecco cosa è venuto fuori. Certo non sono molto sicura del risultato. Spero di aver fatto contenta anche Selene89 che ama la mitologia. Per quel che riguarda Haruka è un personaggio complesso. Spero di essere riuscita ad essere un po’ fedele al personaggio, ammetto che certi suoi timori sono fuori dal personaggio e forse la rendono leggermente OOC, ma vi prego prendetela per buona. Di solito scrivo solo su Usagi, non mi sono mai cimentata con altri personaggi (escludendo la raccolta Elementi.). Spero che si comprenda il perché ho impiegato due caratteri, quello che ho impiegato in tutta la fic serve per descrivere ciò che avviene fuori dalla Dream ‘s Room, il carattere Arial serve per far parlare Haruka.

Per chi crede che il capitolo si sia concluso troppo rapidamente sappiate che tutto è voluto.

RINGRAZIAMENTI:

- GIROVAGHI: dopo tanto tempo eccomi qui a rispondere. So di avervi fatto attendere molto ma spero di aver, almeno in parte, modo di farmi perdonare. Chronos come tutti i padri è geloso della sua bambina e chi non lo sarebbe di uno come Mamoru. La prima guerriera sembra potenziata, vedremo cosa accadrà alle altre.

- KIRBY: la tua recensione è delizia per i miei occhi e per i miei polpastrelli che cliccano sulla tastiera. Proprio così! Passando ai miei personaggi. Voglio subito dire che la tua opinione rispecchia in pieno la mia. Però dico dell’altro. Era mia intenzione contrapporre i diversi personaggi ad Usagi e così ne esce fuori un quadro particolare:

1) Èos la guerriera, simile alla nipote ma molto più risoluta e determinata di lei (spero di essere riuscita in questa rappresentazione);

2) Caos, è il cattivo in assoluto. La parte opposta ad Usagi. Tanto buona la prima tanto spietato il secondo, almeno ci ho provato;

3) Chronos la divinità. Questo confronto è più difficile dato che non credo che in questa fic comparirà Chibiusa, ma il mio tentativo voleva mettere a confronto l’Usagi genitrice amorevole contro Chronos padre disposto a tutto per il bene supremo.

Allora cosa ne dici di questo mio modo di vedere i tre personaggi? Adesso sembrano un po’ più chiari e razionali i loro comportamenti? Ce ne faranno vedere delle belle? Forse… adesso però dimmi cosa ne pensi di questo capitolo e di come ho caratterizzato Gea, Michiru e Usagi, in altre parole il travestimento delle tre Furie. Sono stata brava oppure noiosa e prolissa? Aspetto un tuo commento e sono pronta a tutto! Un bacio!

- MIKI90: grazie per i complimenti. Sono felice che la scena di imbarazzo sia riuscita. Sai non sono molto brava in questo genere di scene ed a volte temo di essere stata o troppo descrittiva o di esserlo troppo poco. Spero che la lunga attesa per questo nuovo capitolo non ti abbia delusa. A presto!

- SAILORMOON81: innanzi tutto in bocca al lupo per il tuo romanzo, spero di poter conoscere presto il titolo della tua opera così da poterlo leggere, magari quando hai un po’ di tempo potresti dirmi anche di cosa parla… sapere che la mia fic scritta per puro divertimento è letta dalla futura vincitrice del Premio Strega od ancora del Premio Pulitzer fa aumentare il peso di questa fic. Dovrò stare attenta a non commettere orrori ortografici e non far calare mai il ritmo della fic rendendola noiosa e monotona. Ancora un in bocca al lupo!

- NEPTUNE87: oddio i tuoi complimenti ogni volta mi fanno arrossire. Sei sempre gentilissima. Grazie. Per quel che riguarda Minako e Kunzite tutto merito delle bellissime fic di Strega_Mogana, per questi due personaggi io traggo ispirazione dalle sue fic. Volevo ringraziarti per il commento riguardo la fic Lettera, come faccio? Se ti dico che mentre scrivevo questa fic piangevo perché mi sono totalmente calata nel personaggio di Usagi mi credi?

- AINECHAN: chiedo scusa per il tempo che ti ho fatto attendere, spero che non ricapiti più. Mi auguro solo che sia valsa la pena attendere tanto.

- GENESIS: come vedi tu hai poco tempo per commentare, io ci metto i mezzi per farti commentare dato che aggiorno una volta ogni due mesi. Chiedo scusa per questo, non era certo voluto, solo se l’idea non arriva, o non mi soddisfa, non posso scrivere. Grazie per il commento riferito ai miei personaggi, alle mie creazioni, spero solo di non perdere credibilità agli occhi di voi lettori che mi infondete coraggio con le vostre recensioni!

- PRINCESSANGEL: ciao! Ti sei ripresa? Speriamo. Sono curiosa di leggere il proseguo della fic anche perché ci hai lasciati sul più bello! Cosa posso dirti di più? Ho perso tantissimo tempo per inventarmi qualcosa per questo addestramento, spero solo di esserci riuscita! Adesso ti saluto che ho tanti ringraziamenti da fare! Dimenticavo! Volevo ringraziarti per il commento lasciato all’altra fic, Lettera, sei stata come sempre gentilissima.

- KILLKENNY: ciao! Volevo dirti di togliere i sigilli al tuo demone e farlo passare in modalità Beast Form perché ne avrà bisogno. Le mie guerriere sono pronte a tutto…

- USAGI_84: lo scorso capitolo ho smorzato la tensione inserendo le battutine di Minako e Kunzite, stavolta ho cercato di interrompere il ritmo descrivendo ciò che avveniva all’esterno della sala. Spero di essere riuscita nel mio intento. Per quel che riguarda la Pietra di Luna vorrei farti io una domanda: di che incantesimo si trattava della serie Harry Potter? Sai magari potrei impiegarlo nell’altra mia fic, proprio sul Bambino Sopravvissuto. Concordo in pieno con quanto da te scritto: ognuno di noi ha nel proprio cuore la sua Pietra di Luna. Adesso però ti saluto e viva l’amour!

- ROMANTICGIRL: sono felice di non aver urtato la tua sensibilità. A volte credo di essere troppo rude nell’esprimere il mio giudizio ma non lo faccio per cattiveria ma solo perché credo che ognuno di noi ha delle potenzialità che devono essere sfruttate. Dico anche a te che mi spiace per il tempo che ti ho fatto attendere ma ho avuto problemi di ispirazione.

- ALE75: marzo è passato e già siamo a metà aprile, lo ammetto ci ho impiegato un bel po’ ma spero di non avervi deluso. Volevo assicurarti che non sono io ad aver abituato bene i miei lettori ma tutto il contrario: siete voi che mi viziate, le vostre recensioni sono stupende! Mi danno la forza per continuare. Grazie di cuore.

- STREGA_MOGANA: figurati se non potrai aggiornare nei tempi e nei modi più normali, vedi me io ancora devo commentare la tua fic Sailor Moon, la Luna splende, quindi ti capisco benissimo. Ti do tutto il tempo che vuoi, io per il prossimo capitolo mi prenderò un altro po’ di tempo! Quando dico che sei la mia mentore non scherzo. Il tuo modo di scrivere, specie le AU, è davvero unico, vorrei avere anch’io il tuo talento.

Per quel che riguarda Minako cosa posso dirti? Posso solo dirti che a mio modo di vedere i comici siano le persone più riservate ed introverse del mondo, non sai mai nulla di loro, questo può farti capire cosa ne penso di Minako che è un po’ la comica del gruppo.

Passiamo al capitolo, come ho detto è difficile rispondere alla recensione perché è passato tanto tempo dalla pubblicazione del XXXesimo capitolo ma posso dirti che Usagi, forse, si lascerà al suo amore. Caos apparirà ancora, non so bene quando. Invece sono io a farti due domande. Secondo te come ho reso Haruka? Si è capito che il nuovo colpo della Senshi nasce dal suo amore per la guerriera di Nettuno? Mi spiace essere stata assente per così tanto ma quando manca l’ispirazione siamo perduti. Adesso ti lascio perché devo continuare i ringraziamenti. A presto.

- BUNNY 1987: sei davvero gentile, spero di essere riuscita ad emozionarti anche con questo capitolo quasi interamente incentrato sulla figura di Haruka.

- VALEPIGIA: ammetto che è difficile rispondere alla tua recensione, non per il modo in cui è scritta ma perché è trascorso tanto di quel tempo che ho quasi scordato cosa è accaduto nel capitolo XXXesimo, e dire che l’ho scritto io! Mi spiace ma l’empatia non c’è stata, hai dovuto aspettare un bel po’ per leggere il nuovo capitolo, spero tu possa perdonarmi per questo madornale ritardo.

Colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che hanno letto la mia one-shot Lettera. È stata un’idea balzata in testa quasi per caso.

Sono le ore 00:12 minuti ed io mi accingo a pubblicare.

Vi do appuntamento al prossimo capitolo ma non dirò quando. Ho solo una domanda da farvi. Secondo voi chi sarà il prossimo ad entrare?

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Capitolo 32
*** Capitolo XXXII ***


Nuova pagina 1

Capitolo XXXII

Le porte della Dream ‘s Room si aprono improvvisamente e la figura di Haruka esce traballante. Compie alcuni passi prima di cadere a terra svenuta. Michiru è la prima a precipitarsi al suo fianco. Si inginocchia e poggia il capo dell’amata sulle ginocchia nude. Le accarezza la fronte amorevolmente. Titubanti, ci avviciniamo alle due ragazze. Poso una mano sulla spalla della guerriera di Nettuno ed incrocio i suoi occhi spaventati, le sorrido per infonderle un po’ di serenità anche se sono perfettamente cosciente del fatto che servirà a poco. Michiru tornerà serena non appena incrocerà l’azzurro degli occhi di Haruka.

- Andrà tutto bene. Ha solo bisogno di riposo.

Michiru non mi risponde, torna a guardare il viso stanco di Haruka ed una lacrima sfugge al suo controllo. L’asciuga velocemente come a voler nascondere la sua momentanea fragilità. Kunzite è il primo ad inginocchiarsi ed a chiedere a Michiru il permesso di poter portare Haruka nella sua stanza. Esitante Michiru accetta. Sa che se Haruka fosse sveglia non si farebbe mai portare in braccio da un uomo. Non per pudore, solo per orgoglio.

Alla fine, dopo un’estenuante lotta interiore, cede e dà il permesso a Kunzite. Facendo attenzione il generale prende delicatamente tra le braccia il corpo inerme di Haruka. Insieme con Michiru, silenziosi, si allontanano verso il castello. Con un cenno del capo dico a Minako di seguirli e subito si allontana anche lei. Mi volto verso le altre guerriere e le osservo. Sono tutte serie e concentrate, forse leggermente impaurite. Attendo un loro segnale, qualcuna che faccia un passo avanti e mi dica che è pronta ad entrare. So che la loro non è paura, stanno cercando concentrazione per affrontare al meglio ciò che le attende all’interno della Dream ‘s Room.

- Credo che sia meglio che anche tu vada a riposare.

Mi volto verso Mamoru e gli sorrido gentilmente. Faccio no con la testa e torno a fissare le mie guerriere. Dagli occhi azzurri di una di loro vedo passare una strana luce. Lei sarà la prossima, ne sono certa.

- Usagi il mio non è un consiglio. È un ordine.

Rapidamente il mio sguardo indignato si posa su Mamoru. Nessuno si deve permettere di impartirmi degli ordini. Nessuno. Né mio padre. Né Mamoru. Non permetterò più a nessuno di decidere per me. È già successo in passato ma non accadrà più. L’ultima volta che ho permesso a qualcuno di scegliere per me… ho dovuto rinunciare a vivere una vita normale. Ho dovuto promettere di ritirarmi una volta conclusa la lotta contro Chaos.

- Mamoru non credo che tu sia nelle condizioni di darmi degli ordini.

- Io credo il contrario. Adesso ti pregherei di recarti nelle tue stanze.

Stringo i pugni cercando di placare la mia rabbia. Inspiro ed espiro più volte. Sento le guance infuocarsi e le vene delle mie tempie pulsano pericolosamente. Sono un vulcano che sta per eruttare tutta la sua lava e sono certa che riverserò tutta la mia rabbia proprio su Mamoru.

- Altrimenti che farai? Già una volta ti ho mostrato parte della vera natura dei miei poteri e, se fosse necessario, sarei pronta a rifarlo.

- Usagi questa è Illusion e qui i miei attacchi sono molto più energici. Stai attenta tu.

Perché non posso mai avere un dialogo civile con Mamoru?

Perché per parlare siamo sempre costretti a ricorrere alle maniere forti?

Io voglio solo potenziare le mie amiche non voglio altro. Devo proteggerle, questo è il mio ruolo di Principessa. Proteggere il mio popolo e loro, sono ciò che mi è rimasto del mio regno. Chino il capo e chiudo gli occhi. La rabbia è ancora tanta. Cerco di calmarmi. Quando risollevo la testa cerco subito gli occhi di Mamoru che non sfuggono alla mia analisi, anzi sono pronti a catturare il mio sguardo. Le iridi scure mi lanciano un messaggio preciso, “Non intendo cedere” e credo che sia lo stesso messaggio che lui sta leggendo adesso nelle mie. Sorrido impercettibilmente e solo lui coglie questo movimento delle mie labbra giacché risponde alla stessa maniera.

È guerra.

- Principe Endymion. Principessa Serenyti. Non credo che combattere tra voi sia la scelta più saggia.

Mi volto verso Setsuna e la guardo, sto per risponderle ma è Mamoru a precedermi.

- Setsuna è una questione tra me e la tua Principessa. Usagi deve capire quali sono i suoi limiti e, se è necessario, sarò anche pronto ad attaccarla.

- Quando vuoi Mamoru sono pronta. Attacca.

Passano solo due secondi e dalla mano destra di Mamoru parte un fascio di luce dorato. Il colpo è potente, ma non eccessivamente. Mamoru si sta contenendo. Paro senza troppi problemi con il palmo della mano. Sorrido maliziosa verso Mamoru. Sa che sono più forte eppure non si arrende mai. È questo che ammiro in lui. È questo che mi ha conquistato dal nostro primo incontro, oltre mille anni fa.

È Mamoru la mia certezza.

È Mamoru il mio sostegno.

È Mamoru la mia forza.

- Mamoru sei tu che devi capire quali soni i tuoi limiti e non io.

Sorrido al mio Principe. Lottiamo. Ci scontriamo, ma ciò non influisce mai sui nostri sentimenti, non è accaduto in passato, non accadrà nel presente. Il futuro… non posso pensarci adesso.

Ma scaccio questi pensieri dalla mia mente, questo è il mio momento. Sono io che contrattacco. Il colpo che parte della mia mano è più potente di quello di Mamoru. Senza perdere tempo il principe tira fuori dal fodero la propria spada e devia la sfera con semplicità; questa si va a schiantare contro la porta della Dream ‘s Room che rimane intatta. Resto sorpresa. Che cosa vuol dire? Senza darmi il tempo di riflettere, Mamoru lancia verso di me un nuovo colpo che stavolta ho qualche difficoltà a parere. E mentre mi stringo il polso dolente a causa della forza del colpo deviato, improvvisamente dal terreno sbucano delle radici che imprigionano le mie gambe. I rampicanti velocemente avvolgono in una stretta, per nulla dolorosa, il mio busto e le braccia. Sono imprigionata. Più cerco di muovermi e più sento le forze abbandonarmi.

Tutti attorno a noi guardano impressionati ciò che sta accadendo. Rei e Makoto sono trattenute a stento da Jadeite e Nephrite. Mamoru ghignante si avvicina a me. La rabbia dentro il mio animo aumenta sempre più. Non posso farmi piegare da nessuno, nemmeno da Mamoru. Libero la mano destra e riesco a far partire da questa un fascio di luce che il Principe della Terra schiva senza difficoltà. Il colpo si infrange a terra provocando una piccola crepa sul terreno. Sono davvero così debole? Che cosa è accaduto ai miei poteri?

- Allora Usagi adesso mi credi oppure no. Hai bisogno di riposo.

Il sorriso si addolcisce ed i suoi occhi tornano ad assumere le sfumature del mare lasciando da parte il grigiore di pochi minuti prima. Anche la sua voce è meno aspra. Con uno schiocco delle dita fa sparire le radici che mi tengono immobilizzata ed io, come una stupida, perdo l’equilibrio a causa della mancanza improvvisa del sostegno che mi teneva in piedi. Rischierei di cadere se non fosse per la presa salda di Mamoru. Cerco di liberarmi ma è inutile, di contro il mio Principe aumenta la stretta e ridacchia divertito.

- Usagi sta ferma. Tanto è inutile. Non ti lascio andar via.

Sbuffando alla fine accetto la mia sconfitta. Mi rilasso e poggio il capo sul suo torace ampio e caldo. Resterei così in eterno. Chiudo gli occhi mentre Mamoru parla con i presenti.

- Usagi adesso ha bisogno di riposare. Fino a domani sarete liberi di fare ciò che volete. Domattina riprenderete l’addestramento. Comunicatelo anche agli altri che sono assenti. Credo che Haruka dormirà per un bel po’ e così presumo che Michiru domani non sarà dei nostri. Decidete voi chi entrerà. Credo che non ci sia altro da dire. Adesso noi andiamo se avete bisogno di qualcosa, qualsiasi cosa chiedete pure a Helios, è lui il signore del Castello.


Al mio risveglio nella stanza non ho trovato nessuno. Mamoru, dopo essermi addormentata, deve avermi lasciata da sola. Sono certa di aver dormito per tutto il giorno dato che il cielo, adesso, si sta tingendo dei colori della notte. Il tramonto è ormai quasi passato ed il giorno sta per lasciare spazio all’oscurità, ed adesso, dopo aver fatto una rapida doccia, avvolta in un telo bianco, mi godo lo spettacolo del sole che si spegne nel mare. Illusion è stupenda. Il mare, le montagne. Qui è possibile avere tutto. Ieri sera non ho potuto godere della vista del mare, forse perché troppo preoccupata. Non mi sono neanche accorta che la mia stanza si affacciava proprio su questa immensa distesa azzurra, su questa tavola che è oggi il mare. È stupendo.

- Se avessi solo immaginato di trovarti sveglia ti avrei raggiunta prima… molto prima.

Sorrido a Mamoru senza voltarmi. Tanto ero immersa nella contemplazione dello spettacolo della natura, da non sentirlo entrare. Aspetto che mi raggiunga e nel momento in cui avverto la sua presenza alle mie spalle, poggio il capo sul suo ampio torace e lui, senza perdere tempo mi avvolge in un caldo abbraccio iniziando a tempestare la mia testa di piccoli baci.

- Principe Endymion voi non dovreste essere nelle mie stanze. È contro il pudore e l’etichetta di palazzo. Pensi se dovesse scoprirci Lady Luna?

La stretta di Mamoru aumenta e le sue labbra si spostano lungo il mio collo, qui vi deposita lievi baci. Piccoli e delicati. Sembrano carezze. A stento trattengo un gemito che prepotente vuole lasciare le mie labbra.

- Principessa Serenity è il mio dovere di signore del castello assicurarmi che i miei ospiti abbiano ciò di cui necessitano. Lady Luna dovrebbe apprezzare le premure che riservo alla sua Principessa.

Lentamente mi fa voltare ed io mi ritrovo davanti a lui. Avvolta solo da un telo di cotone. Stringo saldamente il nodo che chiude l’asciugamano, faccio un passo indietro per staccarmi da Mamoru e scalza mi dirigo dalla parte opposta rispetto a lui.

- Dimenticate che il vero padrone del castello è vostro fratello, e mio cugino, Helios. In ogni modo, ditemi, secondo voi di cosa avrei bisogno principe?

Giro le spalle a Mamoru ma sorrido con fare innocente. Lui in risposta ghigna e si avvicina con passo sicuro e sguardo fiero. I suoi occhi non lasciano mai i miei. Si avvicina al mio orecchio e con voce bassa e sensuale risponde alla mia domanda.

- Prima di tutto, Principessa, necessitate di qualcuno che vi riscaldi. Avete la pelle d’oca e tremate come una foglia e poi… mio fratello, vostro cugino, è impegnato con gli altri ospiti e mi ha espressamente ordinato di prendermi cura di voi.

Mi volto ma inizio ad indietreggiare mentre Mamoru avanza sicuro verso di me. In ogni caso ha ragione. Ho la pelle d’oca e tremo, ma non certo per il freddo anzi, in questo momento ho decisamente caldo. Indietreggiando non mi sono accorta di essere imprigionata. Ho le spalle al muro e Mamoru è proprio di fronte a me con le mani ben piantate ai lati della mia testa, sono bloccata tra la parete ed il suo torace. Deglutisco per trattenermi dal saltargli addosso. È un attimo ma ho appena trovato una possibile via di fuga.

Sorridendo maliziosa, porto le mani sul nodo che tiene chiuso i due lembi del telo. Allento leggermente il nodo, gli occhi di Mamoru sembrano bruciare in questo momento ed il calore che pervade il mio corpo aumenta. Le braccia di Mamoru ricadono lungo i suoi fianchi ed io ne approfitto per scappare. Lontana da lui e dalle emozioni che sto provando. Torno alla porta finestra e guardo nuovamente Mamoru che ghigna pericolosamente mentre si avvicina a me. Non mi faccio intimorire e riprendo a parlare, cercando di mantenere una voce ferma e sicura. Nascondo la passione che sento sta per travolgermi.

- E ditemi Principe, cosa vi fa credere che voi siete la persona adatta a scaldarmi?

Mamoru mi divora con gli occhi, ma ghigna ancor più malizioso. Sta giocando anche lui.

- I vostri occhi Principessa. Vi tradiscono. Nei vostri occhi leggo lo stesso bisogno che ho io.

- E quale sarebbe questo bisogno?

Nello stesso istante in cui ho finito di parlare Mamoru è davanti a me e mi afferra per un braccio stringendomi al suo petto. Una mano sulla mia schiena, l’altra tra i miei capelli.

- Usagi adesso basta giocare.

Neanche il tempo di ribattere e le mie labbra sono state fatte prigioniere. Un bacio violento. Voglioso. Passionale. Un bacio indimenticabile. Le mani di Mamoru accarezzano la mia schiena ancora coperta. Accarezzano le mie braccia. Si perdono tra i miei capelli fino a che non trova il fermaglio che li tiene stretti in un rigido chignon. Li libera e ricadono disordinati sulle mie spalle. Sento il fruscio dei capelli ed è questo rumore, così lieve, così leggero ad interromperci. Ci separiamo lentamente.

Sento le labbra pulsare per l’irruenza del bacio. Le guance sono calde. Scottano. Il mio cuore batte a mille ed il mio respiro è irregolare. Mamoru mi osserva silenzioso. Il ghigno è sparito. I suoi occhi sono dolci e sorridenti. Mi accarezza una guancia e poi due dita si poggiano leggere sulle mie labbra.

- Sei così bella. Mi farai morire.

- Lo meriteresti.

Nella mia voce c’è una punta di acidità. Mamoru sorride e mi stringe al suo torace. Inspiro il suo dolce profumo e resto con gli occhi chiusi a godere di questa sensazione di pace e serenità. Le mie mani sono sulle sue spalle e lo spingono maggiormente verso di me, come se volessi fondermi in un unico essere con lui. È il sussultare delle sue spalle che mi riporta alla realtà. Mi stacco lentamente e osservo il suo viso. Sta ridacchiando.

- Sapevo che non mi avresti perdonato.

- E perché dovrei? Mi hai messo in ridicolo davanti le mie guerriere ed i tuoi generali.

- Invece di attaccarmi dovresti ringraziarmi. Eri allo stremo delle forze. Se all’interno della Dream ‘s Room fosse entrata un’altra Senshi, avresti rischiato di perderla e con lei ti saresti persa anche tu. Non avevi abbastanza energia spirituale per mantenere un contatto mentale con lei.

Mamoru ha ragione, non avevo abbastanza forza ma non avrei mai lasciato che una mia Senshi rischiasse la vita. Avrei dato in cambio la mia vita per salvare la sua. Non avrei esitato.

- Usagi sei umana anche tu non dimenticarlo.

Guardo Mamoru ed ancora una volta mi pongo la stessa domanda: cosa ho fatto per meritarmi un angelo simile?

Ma il mio angelo senza troppi problemi si trasforma in un demone. Poggia ancora una volta le sue labbra sulle mie e lentamente mi spinge sul letto. Cado mollemente sul materasso mentre Mamoru si avvicina sorridendo. Il telo si sposta scoprendo un’ampia porzione della mia coscia. Mamoru per un attimo s’irrigidisce e deglutisce. Lo osservo e sorrido. Per un attimo il mio sguardo si posa sulla porta chiusa. Lui deve aver intuito il mio pensiero dato che risponde ad una domanda che non ho mai formulato.

- La porta è chiusa a chiave. Sai, vorrei evitare interruzioni come stamattina.

Sorrido al mio Principe e facendo forza sui miei gomiti mi sollevo per raggiungere le sue labbra e sfiorarle delicatamente con le mie, poi riprendo a parlare, sempre ad un soffio dalle sue labbra.

- In tal caso…

Senza aggiungere altro sciolgo il nodo che teneva coperto il mio corpo. Ciò che accade dopo non posso raccontarlo perché è qualcosa che è solo nostro. Mio e di Mamoru…



Osservo Mamoru dormire e non posso fare a meno di restare ammaliata da così tanta bellezza. Il volto di uomo con tratti di bambino. Ecco cosa vedo. Sposto una ciocca di capelli che nascondono la fronte ed allora la vedo. Una piccola cicatrice. Una linea ancora rossa. Una ferita recente. Le mie dita si poggiano delicata su questa e la sfiorano.

- Stai osservando il regalino che mi hai fatto?

Ritraggo la mano come se mi fossi scottata. Mi scanso da Mamoru e porto istintivamente la mano incriminata stretta al mio torace, e la nascondo con l’altra.

- Mamoru ma sei impazzito? Ho rischiato un infarto!

Scoppia in una risata che riempie la stanza che, sino a pochi minuti prima, era silenziosa. Prendendomi per i polsi mi trascina sopra di lui. Il lenzuolo scivola parzialmente e scopre la mia schiena nuda e, con la schiena, scopre anche parte del mio fondoschiena. Arrossisco leggermente per la posizione assunta, sono sdraiata nuda su di Mamoru, ed anche lui è nudo. Poi sussulto quando avverto uno strano movimento in basso. Alzo la testa e cerco gli occhi di Mamoru. Allargo la bocca sorpresa. Non può essere!

- Usagi ancora arrossisci dopo ciò che è successo?

- Che vorresti dire?

- Che poco fa sei stata tu quella che ha preso l’iniziativa sciogliendo il nodo del telo che ti copriva. E, se non ricordo male, ieri sera sei stata sempre tu quella che senza tante cerimonie si è sfilata la camicia da notte…

Se fosse possibile arrossirei sino alla punta dei capelli. Senza tante cerimonie inizio a tempestare il petto di Mamoru con diversi pugni, ma lui in risposta non fa altro che ridere ancora più forte. Il sangue affluisce al mio cervello con una velocità inaudita, se non la pianta gli faccio male sul serio!

- Lo vedi mia piccola Usagi, anche adesso. Stai facendo di tutto per farmi perdere il controllo.

Mi fermo immediatamente, con i pugni sospesi a mezz’aria, non appena realizzo le parole di Mamoru. Sono nuda a cavalcioni su di lui con il lenzuolo bianco che copre solo i nostri bacini. Arrossendo ancora di più mi scanso subito dalla posizione sconcia in cui mi trovo. Tirando con tutta la forza il lenzuolo, che ancora copre parte delle grazie di Mamoru, mi giro e lo avvolgo attorno al mio corpo.

- Usagi fermati, stavo scherzando. Non puoi lasciarmi nudo come un verme sul tuo letto.

Con la testa voltata dalla parte opposta di Mamoru. Il mento in alto e lo sguardo altezzoso rispondo al Principe della Terra.

- Mi sembra di aver intuito che per te non è un problema essere nudo davanti a me, almeno sino ad ieri sera e sino a poco fa era così. Come mai adesso tanta pudicizia?

Senza attendere risposta mi dirigo verso il bagno privato della mia stanza. Mi chiudo la porta alle spalle e poi, mollemente, scivolo a terra cercando di reprimere la voglia di tornare di là e togliere, definitivamente, il sorrisetto strafottente dalle labbra di Mamoru.



Dopo essermi calmata, grazie ad un altro bagno caldo, torno nella camera da letto. Non ringrazierò mai abbastanza gli architetti di questo palazzo e la loro intuizione di mettere un armadio a muro proprio nell’anticamera del bagno. Almeno ho evitato di uscire avvolta in un altro telo.

Apro la porta e resto delusa nel costatare che Mamoru ha infilato già i pantaloni della sua uniforme. Con un gesto della mano allontano certe idee dalla mia testa. Non è questo il momento per lasciarsi andare a certi istinti.

Per te, Usagi, quando sarà il momento giusto?

Non mi fermo ad ascoltare la voce della mia coscienza. Per me non arriverà mai il momento giusto. Tossicchio per palesare la mia presenza a Mamoru che si volta e mi regala un dolcissimo sorriso.

- Va meglio adesso?

- Io sto benissimo, sei tu quello che ha iniziato…

- Ok, stop! Alt! Fermi tutti! Seppelliamo l’ascia di guerra. Come mai ti sei vestita? Hai intenzione di andare a trovare Haruka?

Sollevo un sopracciglio con aria scettica. “ Come mai ti sei vestita? ” secondo lui dovevo restare tutta la sera con un lenzuolo avvolto attorno al corpo? Meglio non rispondere altrimenti qua non ci fermiamo più.

- Sì, vado a trovare Haruka. Adesso se mi permetti si è fatto tardi.

Senza perdere un minuto di più mi dirigo verso la porta. Neanche do a Mamoru il tempo per rispondermi. Sono ormai fuori quando però ci ripenso e riaprendo nuovamente la porta rientro nella stanza. Chiudo la porta alle mie spalle ed osservo Mamoru che è rimasto fermo nella posizione in cui l’avevo lasciato.

Mi avvicino a lui e gli poso un lieve bacio sulle labbra. Con una mano poggiata ancora sulla sua guancia e gli occhi persi nei suoi riprendo a parlare.

- Adesso vado davvero. Ci vediamo più tardi… qui nella mia stanza.

Stavolta esco davvero. Non mi pento di ciò che ho promesso a Mamoru. Mi sono ripromessa di vivere il tempo che mi resta come una normale ragazza per quanto sia possibile fare e lo farò. Non voglio impedirmi d’amare Mamoru. Almeno, quando sarà lontano avrò dei ricordi da rivivere.



Busso piano alla porta di mogano. Attendo il permesso per entrare e, quando mi è concesso, entro silenziosa all’interno di quella che è la stanza delle mie due Outer. Una leggera penombra mi permette di avvicinarmi al letto senza troppi problemi.

Michiru è seduta su una poltrona proprio accanto ad Haruka. La mano stretta in quella della ragazza. Gli occhi arrossati certamente per le lacrime. I suoi occhi incrociano i miei ed allora leggo la muta domanda che vuole porgermi il suo cuore: perché tutto questo?

Stringo forte le stoffe pregiate del mio vestito. Vorrei rispondere a Michiru. Assicurarle che è solo un brutto sogno ma non posso. È la realtà. Stiamo lottando per il mondo. Stiamo lottando per salvare il genere umano dalla distruzione.

Haruka si agita tra le lenzuola. Mormora qualcosa d’incomprensibile. Subito Michiru è al suo fianco. La osserva speranzosa di rivedere splendere i suoi occhi ma non è così. Mi si stringe il cuore nel vederla così inerme ma è stato necessario. Al suo risveglio ricorderà ciò che è accaduto all’interno della stanza, ma avrà una nuova forza ed una nuova consapevolezza: lotta perché crede in un ideale.

- Michiru riposa. Haruka prima di domani sera non si sveglierà.

La guerriera di Nettuno scuote la testa in senso negativo. Gli occhi fissi ancora sul viso di Haruka, poi con voce debole, tremante, mi pone la domanda che tanto attendevo.

- Usagi è necessario tutto questo? Cosa è accaduto ad Haruka per averla resa debole sino a questo punto.

Non nasconde le lacrime che bagnano il suo volto. Non nasconde la paura che trapela dai suoi occhi azzurri. Non nasconde l’angoscia per la sua amata. In questo momento è una donna che soffre per amore.

M’inginocchio davanti a lei e stringo la mia mano nella sua, poi con voce sicura rispondo alle sue domande.

- Michiru io non so se ciò è necessario. Lo so. Sono la vostra Principessa, dovrei essere io a proteggervi ma non è così. All’interno della Dream ‘s Room Haruka ha affrontato le sue paure e le sue debolezze. Le ha sconfitte ed adesso sta riposando per recuperare le forze che ha perso. Non so cosa ha effettivamente visto e provato ma posso assicurarti che mai, neanche per un secondo, ha avuto dei dubbi riguardo alla sua missione. Il suo bisogno di proteggerti. È per questo che Haruka ha accettato questo addestramento. L’immenso amore che prova per te. Abbia pazienza. Domani sera si sarà risvegliata ed allora potrai porre a lei tutte le domande che in questo momento ti vorticano in testa. Adesso però riposa, sei stanca. Restare sveglia al suo capezzale non aiuterà né te né lei.

Senza attendere risposta passo il palmo della mano davanti gli occhi di Michiru e questi, lentamente, si abbassano. Morfeo giunge presto a prendere la mia guerriera tra le sue braccia. Con un movimento lieve della mano scosto le coperte e con un altro movimento ancora più leggero faccio fluttuare il corpo di Michiru nel vuoto. Lo adagio piano sul letto poi, con le mie stesse mano, copro le due guerriere. Le osservo un’ultima volta. I visi sereni. mi chiedo quanto durerà questa pace. Con un soffio leggero spengo le candele, poi, in punta di piedi, chiudo la porta alle mie spalle ed esco dalla loro stanza.



L’angolo dell’autrice



Eccomi gente. Ci sono riuscita! Non so se avete notato ma mi sono rinnovata creando addirittura una sezione intitolata “L’angolo dell’autrice”! come mi sento importante, ma torniamo alla storia!

Ho scritto questo capitolo in cui, in pratica, non accade nulla di sensazionale. Immagino che qualcuno sia delusa per non aver letto la scena piccante tra Mamoru ed Usagi, ma è stata una mia libera scelta. Non mi sentivo ispirata per scrivere una scena “lemon”, temevo di scrivere qualche corbelleria e mi sono detta meglio lasciar perdere!

Non so se avete notato ma, sempre volutamente, ho voluto rendere l’incontro tra Mamoru ed Usagi divertente, almeno ci ho provato. Ho voluto rendere un po’ maliziosa Usagi e leggermente maniaco Mamoru. Allora vi è piaciuta la mia idea? Prima che possiate lanciarmi i pomodori passo ai ringraziamenti!



RINGRAZIAMENTI
:

- ROMANTICGIRL: grazie per i complimenti. Il capitolo che ho scritto con Haruka protagonista è stato solo un esperimento e visto che ho riscosso un discreto successo penso che continuerò su questa linea. Farò parlare le guerriere che sono all’interno della Dream ‘s Room! Spero che questo capitolo ti sia piaciuto e non ti abbia deluso.

- SERENITY 88: grazie per i complimenti. Ti dico subito che l’idea di far lottare Haruka contro la madre e le Furie è nata in un secondo momento. Inizialmente volevo fare lottare Haruka contro se stessa ma poi il capitolo ha preso vita da solo ed io mi sono ritrovata a scrivere ciò che mi veniva suggerito. Per scoprire chi sarà la prossima ad entrare dovrai attendere, a quanto pare la storia sta riprendendo a scriversi da sola…

- VALEPIGIA: hai preso il punto. La mia intenzione era proprio questa: cercare di ricreare quel legame che si sta spezzando. Sto cercando di renderlo più forte di prima, spero solo di riuscirci. Per quel che riguarda la mitologia greca hai ragione troveremo altri spezzoni, non so di preciso quali ma ci saranno. Spero però di non soffermarmi solo sulla mitologia classica, spero di inserire altre storie tratte da altri tipi di mitologia. Vedremo! Mi spiace se anche stavolta hai atteso tanto, spero potrai perdonarmi.

- KILLKENNY: mi spiace ma il mistero rimarrà. Ancora non ho scritto chi sarà la prossima quindi il toto-sailor continua! Per quel che riguarda il tuo alter ego è un bel problema, dovrò inventarmi qualcosa per batterlo…

- SEASONS_GIRL: hai aspettato più di un mese ma ti assicuro che è passato poco tempo rispetto a tutto ciò che ho fatto in questo mesetto appena trascorso. Il capitolo ad essere sincera si è sviluppato per caso nel mio cervellino e non credevo che venisse così lungo questo incontro/scontro tra Usagi e Mamoru! A presto!

- PRINCESSANGEL: mia cara prima di tutto ti faccio i complimenti per come hai concluso la fic sulla killer bionda dal viso di angelo, ma io una domanda devo porla: ma sicura che non hai avuto un po’ di fretta a concludere la fic? Secondo me potevi tirare ancora un po’, almeno un altro capitolo spiegando con più calma ciò che era accaduto, ma queste sono scelte tue. Passiamo alla risposta alla tua recensione! Prima però volevo tranquillizzarti dicendoti che la maturità è una formalità se hai studiato nel corso dei cinque anni e poi… non per demoralizzarti ma i problemi nasceranno all’università e lì rimpiangerai il liceo. Ma torniamo alla fic che è meglio! Per quel che riguarda la sailor che entrerà è ancora un mistero, o forse no, io un indizio l’ho dato! Per la mitologia sono felice di sapere che il mio modo di utilizzarla ti piaccia e spero che ti piacerà anche per le altre! Per l’idea delle gemme delle sailor bagnate nel sangue di Usagi… è un flash che mi è venuto mentre assistevo ad un prelievo in ospedale. Lo so, sono scandalosa ma per me l’ospedale è la quotidianità ed il luogo in cui attingo maggiormente per l’ispirazione! Ti saluto un bacio e stai tranquilla. P.S. bella l’idea di chiamare il generale con il nome Giovanni, davvero bella, sarà che mi ricorda il mio amore?

- MIKI90: grazie per i complimenti. Come hai potuto notare ancora non si è scoperto chi sarà la prossima, ma Mamoru sembra dare per scontato che Michiru sarà assente per il secondo giorno di esercitazioni, avrà ragione? Non ci resta che scoprirlo nel prossimo capitolo. A presto!

- SELENE 89: spero che il capitolo sia lo stesso “fantastico” anche se effettivamente nessuno è entrato all’interno della Dream ‘s Room. Se non commenti con costanza non preoccuparti il più delle volte lo faccio anch’io, dipende dagli impegni e dal tempo. Allora ricordavo giusto, eri tu ad adorare la mitologia! Spero solo di averti resa contenta con la svolta, nuova, che sta prendendo la fic! Adesso scappo vado a ringraziare gli altri lettori, a presto!

- GIROVAGHI: grazie per i complimenti. Effettivamente credo che concentrare l’attenzione del lettore solo su un personaggio sia possibile quando la fic conta un numero limitato di capitolo. In questo caso i capitolo sono già XXXII e la conclusione è ancora lontana. Se avessi scritto ancora su Usagi forse sarei divenuta monotona e noiosa ecco perché ho deciso di cambiare! Confermo in pieno ciò che hai detto, scrivere su Haruka è stato difficile perché non volevo renderla debole, ma allo stesso tempo volevo rendere la sua femminilità ed umanità. Spero di esserci riuscita senza stravolgere troppo il personaggio. Per quel che riguarda la mitologia ti confesso che è sempre stata una mia passione, sin da piccola! Sono felice che la storia, a tuo modo di vedere, stia acquistando un contesto istruttivo, spero solo di non deludere te e gli altri lettori. È questo il mio timore più grande deludere voi tutti. Adesso ti saluto passo agli altri! Ancora grazie ed alla prossima!

- GENESIS: grazie per tutti questi complimenti. Dico da subito che non è mia intenzione stravolgere i personaggi del manga ma solo che a volte li vedo troppo perfetti e cosa assurda tra tutti questi personaggi così impeccabili Usagi risulta la più sbagliata ma anche la più vera e forse è per questo che ho scritto questa fic. La mia intenzione è proprio quella di riscattarla, mostrarla debole e forte allo stesso tempo. Ho intenzione di rendere umane anche le sailor e mostrare i loro punti deboli soprattutto quelli delle Outer che sono da sempre quelle meno analizzate. Per quel che riguarda la mitologia classica cerco di introdurla nella storia senza nulla togliere alla realtà che vivono le guerriere ed ecco perché sono ricorsa alla Dream ‘s Room, facendola divenire una dimensione parallela! Grazie per i complimenti e spero di non deludere le tue aspettative con questo capitolo!

- ALE75: ti dico la verità, questo capitolo potevo pubblicarlo anche 4 giorni fa, ma senza ringraziamenti. Ho preferito attendere perché almeno, così, ho potuto inserire questo spazio dedicato a voi che mi incoraggiate sempre. È merito vostro se scrivo sempre con questo entusiasmo! Ancora non si sa chi entrerà e lo scoprirai nel prossimo capitolo, spero di poter leggere presto un’altra tua recensione e ti ringrazio per ciò che hai scritto riferito ad Haruka. Scrivere di lei è stato difficile ma alla fine ne sono rimasta contenta e soddisfatta. È stata la Senshi di Urano che mi ha dettato ciò che dovevo mettere per iscritto!

- NEPTUNE 87: sei sempre pronta a farmi arrossire con questi complimenti, grazie! Per quel che riguarda la mia scelta di “far parlare” le altre… è strettamente voluta, temevo di diventare monotona continuando sempre dal punto di vista di Usagi e spero così, che spezzando il ritmo la storia possa acquistare nuovo slancio. La prossima ad entrare si scoprirà nel capitolo XXXIII, sarai capace di attendere sino ad allora? Grazie ancora per i complimenti, un bacio a presto!

- USAGI_84: ciao è bello commentarti anche qui, cioè qui ci sei sempre stata, è bello commentarti anche lì, per intenderci è bello leggerti anche su HP! L’incanto Patronus è quello contro i Dissennatori vero? Potrebbe essere dai, perché no! Tornando a noi! Hai visto lontano mia cara, la nostra Usagi sarà martoriata, ma meno male che c’è Mamoru che si occupa di lei, altrimenti quella pazza incosciente lotterebbe sino alla fine e poi voglio vedere chi lotterà contro Caos! Adesso anch’io ti mando un bacio e a presto!

- BUNNY 1987: spero che tu non sia rimasta delusa se in questo capitolo non si è scoperta l’identità della seconda sailor ad entrare per l’addestramento. A presto!

- KIRBY: spulciando tra le fic di Harry Potter mi sono accorta che leggiamo le stesse fic, ma sarà un caso? Tu che ne pensi? Scusa per la domanda idiota, sarà la stanchezza, passiamo alla mia fic che è meglio! Ok, ti è piaciuta la prova a cui è stata sottoposta Haruka allora vedrai per la sua cara Michiru… sarà lei la prossima? Vedremo! Figlia prediletta non so perché effettivamente ho scritto così ma ormai è stato pubblicato… si vede che il destino ha voluto così, non lo credi pure tu? Hai visto, alla fine anche l’irreprensibile Haruka è caduta ma alla fine si è rialzata è questo che conta. Ma dimmi, davvero ti è piaciuto il comportamento di Michiru? Ed io che credevo di averla resa troppo fredda a distante! Sapete che voi mi stupite, apprezzate tutto ciò che scrivo e mi infondete una carica incredibile! Per quel che riguarda il trittico del male… lo sai cosa penso di loro, ma Èos resta il mio personaggio preferito tra i tre! Adesso ti saluto, un bacio a presto!

- FEFERICA: tu sei nuova! Non mi ricordo di aver letto altre volte il tuo nick, mi sbaglio? No, non sbaglio! Grazie per i complimenti, ti assicuro, tu ci metti un bel po’ a leggerla a causa della scuola, io ci impiego un bel po’ a scriverla a causa dell’università, adesso che mi hai raggiunta stai tranquilla terrai il passo senza problemi. Come hai notato aggiorno molto lentamente! Ancora grazie per i complimenti e a presto!

- STREGHA_MOGANA: non è la prima volta che scrivi di leggere un mio capitolo in treno, ma non ti fa venire il mal di treno? Io non credo che la mia sia una lettura piacevole, specie questo capitolo dove Haruka cambiava idea da un momento all’altro! Ragazze davvero mi stupite, le vostre manifestazioni d’affetto mi commuovono! Ma torniamo alla fic! Hotaru è un personaggio relativamente complesso perché sai che in lei coesiste una parte buona ed una cattiva, facendo giogo su entrambe puoi fare ciò che vuoi del personaggio ma Haruka… lei è una tosta. Non molla mai e se vuoi farla cadere devi farlo con classe altrimenti rovini il personaggio. Io ci ho provato, voi avete detto che ci sono riuscita, non posso che ringraziarvi! Sai il perché delle Furie come sorelle di Haruka? Perché vedo Haruka stessa come una possibile furia ma non solo. In lei coesistono tutte e tre. Tisifone, la vendetta è qualcosa che si percepisce da subito già a partire dalla terza serie quando fa il suo ingresso. Megera, l’ira invidiosa ed Haruka scusate se lo dico è arrabbiata ed invidiosa delle altre Senshi sue compagne. Invidia il loro essere unite ed un unico gruppo. Infine Aletto che rappresenta il furore con cui lotta la nostra guerriera bionda, ed ecco perché ho deciso di affibbiarle delle sorelle così pesanti perché lei, in fondo , rappresenta tutte e tre. Per quel che riguarda la prossima sailor ad entrare… teoricamente dovrebbe essere un mistero ma in pratica l’ho scritto tra le righe. Sta a vedere se sei riuscita a leggerlo, io dico di sì, vediamo se mi sbaglio. Adesso ti saluto, un bacio a presto!

- DINNY: ben tornata! Immagino la tua fatica per recuperare i capitoli che hai perso, lo so che purtroppo scrivo tanto ma non è colpa mia, preferisco mettere tutto piuttosto che lasciarlo alla vostra immaginazione. Come hai visto Haruka ha affrontato se stessa e ne è uscita vincitrice ma le altre? Lo scoprirai nei prossimi capitoli!



Io vi saluto. Sono esausta, scusate se tra queste righe troverete qualche orrore ortografico ma sono stanchissima. Mi scuso sin da adesso, non so quando potrete leggere il capitolo XXXIIIesimo, si avvicina il mese di giugno ed i miei esami, cercherò di dare almeno tre materie oppure mio padre mi stacca la testa. Vi saluto e prima di chiudere volevo solo dire: FORZA CATANIA! Domani si gioca l’ultima di campionato e la mia squadra del cuore si gioca la salvezza contro la Roma, mi spiace Romanisti, Parmensi e tifosi dell’Empoli, ma noi lotteremo con le unghie e con i denti per tenerci il nostro posto in serie A!



Dopo questo sproloquio vi saluto davvero! Un bacio a tutti!

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Capitolo 33
*** Capitolo XXXIII ***


Nuova pagina 1

Capitolo XXXIII

Piccola noticina di apertura: dedico il capitolo a tutti i maturandi e le maturande, capisco che è in ritardo, ma ancora ci sono gli orali e immagino la tensione. Andiate tranquilli! Godetevi questi ultimi giorni di libertà perché dopo sarà peggio… oddio quanto mi sento catastrofica. In bocca al lupo a tutti!


Sono qui davanti la Dream ‘s Room ad attendere l’arrivo degli altri. Osservo la grande porta bianca e mi chiedo cosa accadrà stavolta. So già chi entrerà e questo, non fa che accrescere il mio turbamento. No, non si tratta di scarsa fiducia nei suoi confronti, temo solo per la purezza del suo animo. E non temo solo per lei, ma per tutte le mie guerriere e per i generali. Non sono certa di aver preso la scelta migliore proponendo questo addestramento. E se dovesse andare male?

- Andrà tutto bene non temere.

Mi volto verso Helios e gli sorrido riconoscente. Ho bisogno di rassicurazioni, soprattutto necessito di incoraggiamenti che non giungano da Mamoru. Sento il bisogno di sapere che, anche per gli altri, sto facendo la cosa giusta. È necessario che io riacquisti la mia serenità e, soprattutto, riprenda ad avere fiducia nelle mie azioni.

- Grazie Helios.

Il custode di Illusion mi guarda a lungo prima di pormi la domanda che tanto gli preme.

- E con Endymion come procedono le cose?

Chino il capo ed osservo il pavimento piastrellato da grandi blocchi di marmo rosa. Ripenso al mio principe, a ciò che è accaduto in questi ultimi giorni. A come sono riuscita a prendere forza dal nostro legame.

Sollevo la testa e sorrido radiosa.

- Io… sono felice.

Lo sussurro convinta ma con la paura che possa accadere qualcosa di terribile. Ho come il timore che ammetterlo ad alta voce equivalga alla nostra condanna.

- E Chronos?

- Non permetterò a nessuno di portarmela via, se è questo che vuoi dire fratello.

La sua voce giunge ferma, sicura con una lieve tonalità di minaccia. Osservo Mamoru comparire da dietro una colonna posta poco distante rispetto a dove ci troviamo io ed Helios. Guardo attentamente i suoi occhi e noto che sono più scuri del solito, come se le parole del fratello lo avessero turbato in qualche maniera. Avanza con passo sicuro ed ad ogni passo l’elsa tentenna nel momento in cui entra in contatto con i cosciali della sua armatura.

L’aura di certezza e forza che sprigiona in questo momento mi investe come un fiume in piena. Mi sento protetta ed al sicuro. Sono sentimenti che, da quanto questa maledetta guerra è iniziata, avevo dimenticato esistessero.

- Endymion…

Helios è incerto. Sembra che tema di dire qualcosa che possa far scattare il fratello. Come se ricordargli che colui contro vuole schierarsi non è un uomo qualsiasi ma un dio. Io so per certo che è rischioso schierarsi contro Chronos, anche se… anche se ha dimostrato di tenere a me. Anche se ha dimostrato che anche lui, come padre, vuole il bene per la propria figlia, ma… i suoi obblighi di dio vengono prima di tutto, anche della mia felicità. È in gioco il destino dell’Universo e lui non può permettersi alcuna debolezza e, forse, posso capirlo ecco perché ho deciso di chiudere fuori dalla mia testa ciò che sarà il dopo-Caos. Non posso pensarci adesso.

- Non credo che sia necessario parlarne proprio adesso. In questo momento la nostra unica preoccupazione deve essere l’addestramento delle guerriere sailor.

Tento di mettere a tacere eventuali repliche da parte di entrambi. Non voglio tensione. Non dopo il momento di pace che sto vivendo con Mamoru in questo periodo. Mamoru si avvicina a noi e una volta giunto al mio fianco, con il braccio destro mi avvolge in una stretta possessiva ma non soffocante né dolorosa. Si avvicina e deposita un bacio sulla mia fronte, proprio li dove spicca il blasone della famiglia Lunare.

Nel momento in cui le sue labbra si posano sulla mia fronte…

nel momento in cui le sue labbra sfiorano il simbolo della mia discendenza…

in questo preciso momento chiudo gli occhi e cerco di attingere alla sua forza, al suo amore, al suo coraggio.


Adesso che ti ho trovata farò di tutto per poter restare al tuo fianco. A costo di rinunciare a tutto. A costo di non essere più un Principe. Sei troppo importante perché ti lasci andare via.


Le parole, che questa notte Mamoru mi ha sussurrato tra baci rubati e carezze proibite, tornano prepotenti nella mia mente. Rivedo tutto come se stesse capitando proprio adesso.

Io e Mamoru.

Il letto disfatto.

Le lenzuola di seta bianche ad avvolgere appena i nostri corpi.

Il mio capo poggiato sul suo torace.

Il battito del suo cuore, lento, ritmato. Una dolce nenia che mi culla e mi calma.

Le mie braccia ad avvolgere il suo torace, le sue a scaldarmi dal gelo della solitudine che per troppo tempo ci ha visti suoi compagni.

Dopo queste parole un silenzio che vale più di mille parole.

Un silenzio che vale più di un giuramento.

Il silenzio degli innamorati. Quel silenzio durante il quale le promesse più importanti vengono scambiate e sancite da sguardi dolci e carichi di amore… e racchiusa, nel silenzio dei nostri cuori, la passione che caratterizza ogni grande amore.

La tensione per fortuna è alleviata dall’arrivo, alla spicciolata, di tutte le guerriere. Naturalmente Haruka e Michiru non sono presenti. La prima perché convalescente, la seconda al suo capezzale. Osservo le guerriere davanti a me e scorgo in tutte la stessa determinazione. La stessa voglia di essere forti… in tutte eccetto una.

Lei.

La più fragile del gruppo. Fragile non perché debole, ma fragile come lo può essere il cristallo, resistente a mille urti per poi incrinarsi per un acuto di troppo.

Nei suoi occhi azzurri leggo il bisogno di essere più forte. È come se per lei, entrare all’interno della Dream ‘s Room, sia una necessità per rafforzare i suoi poteri. Per risvegliare la forza che dorme nel suo cuore di cristallo… quel cuore avvolto da coltri di nebbie che caratterizzano uno degli elementi da cui trae potere.

Ma adesso sposto l’attenzione su tutto il gruppo, le osservo una per una e sono tutte schierate davanti a me. Attendono che sia io a fare la prima mossa. Sorrido interiormente, coraggiose ma timorose, un controsenso per molti, la normalità per me. Alla fine mi decido ad accontentarle e così faccio la prima mossa. I miei occhi passano su ognuna di loro. Cerco dentro di loro i timori e le paure che sono nascoste nel profondo dei loro cuori. Lo so, ognuna di loro ha delle paure. Ognuno di loro cerca di nasconderle, ma non a me che sono la loro Principessa. Non a me che le conosco da sempre.

- Allora…

La mia voce le riporta su questa dimensione. Mi osservano tutte e per un attimo vedo due scatti. Uno di una Inner, l’altro di una Outer. Entrambe fanno un passo avanti lasciando sorprese le altre Senshi che non si aspettavano una reazione simile. Sorrido ad entrambe, ma io sa già chi entrerà all’interno della Dream ‘s Room.

- Sapete che può entrare solo una di voi due.

- Sarò io.

Hotaru vorrebbe ribattere all’affermazione dell’altra guerriera ma un mio chiaro cenno di dissenso fa capire che non ho intenzione di darle il permesso per entrare.

- Bene. Amy ti chiedo solo di fare attenzione.

Annuisce sicura. Esternamente sicura, interiormente sento l’ansia divorarla. Le chiedo di porgermi la sua pietra. Lei mi osserva e sembra non essere intenzionata a farlo.

- Amy ti prego. Porgimi il tuo Zaffiro blu. Non ti farò entrare se non mi darai la tua pietra.

Mi sposto e fisso tutte le mie guerriere. Credo che sia necessario mettere le cose in chiaro. Non è più il momento delle mezze verità.

- Non farò entrare nessuna di voi se prima non avrò intinto le vostre gemme nel mio sangue. Haruka è stata la prima e farò lo stesso con ognuna di voi. È un modo per proteggervi e per tenervi costantemente sotto controllo.

Parlo con voce dura. Le scruto per bene. La mano di Mamoru si posa sulla mia spalla destra e cerca di rilassarmi. Il suo effetto è immediato. Le mie spalle non sono più rigide. Osservo Amy e le sue mani chiuse a coppa. Mi guarda un po’ arrabbiata, ma in ogni modo rassegnata. Chiude gli occhi ed una tenue luce azzurra si sprigiona dai suoi pugni congiunti. Apre lentamente le mani e finalmente vedo il suo zaffiro. Le sorrido, poi faccio materializzare il pugnale che ho utilizzato con Haruka. Sto per affondare la lama nel mio polso bianco quando Amy poggia una mano sull’impugnatura del pugnale, mi blocco e la guardo.

- È proprio necessario?

- Sì Amy. È necessario, per me e per te.

Senza aggiungere altro, e con la mano di Amy ancora sull’elsa, infliggo la ferita al polso.

Il sangue sgorga rosso e, presto, macchia la mia veste bianca. Amy tiene le mani leggermente aperte ed io piego il braccio e faccio cadere alcune gocce sullo zaffiro che le assorbe immediatamente. La luce azzurra stavolta è abbagliante, il simbolo di Mercurio spicca sulla fronte della mia amica ed io, come ho fatto con Haruka, bacio il suo simbolo. Le sorrido e la lascio andare.

Si volta verso Zoicite e lo guarda con un sorriso mortificato. Non ha parlato con il generale di Endymion. Scuoto il capo incredula. È la più riservata del gruppo e per lei è sempre stato difficile esternare i propri sentimenti. Con un colpetto sulla spalla la spingo ad andare avanti, a raggiungere Zoicite. Si volta in mia direzione imbarazzata, io le sorrido e le indico con la testa il generale che la guarda preoccupato, arrabbiato. Non hanno parlato. Zoicite non ne sapeva nulla.

I due giovani si allontanano per qualche minuto mentre io li osservo da lontano. Vedo il biondo generale gesticolare con le mani ed Amy stringere i pugni ed osservare il pavimento. Non sta andando bene.

- Usagi…

Mi volto verso Hotaru, talmente ero concentrata ad osservare Amy e Zoicite da non essermi accorta del sopraggiungere della guerriera di Saturno. Mi volto verso di lei e sono pronta ad un attacco, invece… invece Hotaru mi sorprende formulando un semplice “ perché ”.

- Hotaru, al momento sei la più forte delle guerriere sailor. Ho bisogno di te. Se Caos dovesse attaccarci io non sarei in grado di proteggere le altre mentre tu, potresti tenergli testa abbastanza a lungo. Nel frattempo io potrei creare un collegamento con la guerriera all’interno della Dream ‘s Room, così da poter, contemporaneamente, lottare fuori e dentro la Dream ‘s Room.

- Sai che è una pazzia?

- Lo so, ma io sono la vostra principessa ed il mio compito è quello di lottare al vostro fianco, proteggervi e guidarvi.

Termino il mio discorso e nel frattempo Amy ci raggiunge. Mi volto verso la porta bianca della Dream ‘s Room e la invito ad entrare. Titubante fa un passo e poi, acquistando sempre maggiore coraggio, avanza sicura verso la porta. Prima di poggiare le mani sulle ante bianche si volta verso Zoicite e lo guarda sorridendo leggermente. Il generale stringe i pugni ma ricambia il sorriso, poi chiudendo gli occhi poggia le mani sulla porta chiusa ed avvolta in una luce accecante svanisce nel nulla.

- Usagi se dovesse accaderle qualcosa io non perderò tempo e la raggiungerò. Non mi importa di nulla.

- Zoicite. Dovresti avere maggiore fiducia in Amy non è una sprovveduta. Con il nostro atteggiamento protettivo abbiamo fatto nascere in lei dubbi riguardo alla sua effettiva forza.

Adesso sono sola. Sola con me stessa. Devo fare attenzione. Devo controllare le mie emozioni. Tutto ciò che accade in questo spazio in realtà sta accadendo nella mia mente. Non posso perdere tempo. Devo trasformarmi per evitare di partire svantaggiata.

Stringo il mio zaffiro al seno e chiudo gli occhi. Lascio che la mia energia si incanali nella mia pietra e poi, quando sono certa del mio potere, quando lo sento pulsare ritmicamente con il mio cuore, solo allora apro gli occhi e mi sento pronta per urlare la formula che mi permetterà di trasformarmi.

- Mercury power, make up!

Un’energia fredda come il ghiaccio mi avvolge, la cosa assurda è che non mi gela, al contrario, mi accende e mi riscalda. Una bolla di nebbia mi avvolge interamente. Dei nastri, gelidi come il ghiaccio, avvolgono il mio corpo e quando questi svaniscono lasciano il posto al mio sailor fuku di un azzurro cielo, quasi ghiaccio. Al centro del mio diadema spicca lo zaffiro bagnato nel sangue di Usagi.

- Figlia di Mercurio sei finalmente giunta sino a me.

Questa voce. Al suono di questa voce mi blocco ed il mio cuore inizia a battere all’impazzata. Dove ho già sentito questa voce?

Questa voce che rende il mio sangue gelido.

Questa voce che mi fa sussultare e mi pietrifica.

Questa voce che mi spaventa.

- Mercury non mi riconosci? Sono Caos il tuo signore.

Resto basita. Cerco di ricordare quando ho percepito questa voce ed improvvisamente i ricordi diventano nitidi. Quando ero prigioniera. Quando la voce di Nemesi nella mia mente si trasformava e diventava cupa fredda e vuota, divenendo quella di Caos il signore del Nulla. Non posso permettermi di cadere ancora. Non adesso che devo rinforzare i miei poteri.

- Dove sei? Fatti vedere.

Appena finisco di parlare di fronte a me, dal nulla, ecco materializzarsi un uomo. Alto, occhi color del ghiaccio e capelli neri. Il suo incarnato è di un pallore cadaverico. Avrà trent’anni forse qualcuno di più, avanza lento, un paio di passi, poi si ferma, ritto davanti a me, come se aspettasse una mia reazione.

- Tu non puoi essere il vero Caos. La Dream ‘s Room è una stanza immaginaria. Non esiste realmente. Qui dentro sono i miei pensieri a prendere forma. Tu non sei reale.

- Può anche essere vero o forse no. Dipende. Io sono stato dentro di te per tantissimo tempo e può anche darsi che una parte di me si sia insediata nel tuo animo. Non lo credi possibile? Non credi che quella che adesso hai davanti sia realmente la mia immagine? Infondo, Amy, sono stato dentro di te per tanto tempo… o forse lo hai dimenticato?

Amy mantieni la lucidità. Tutto questo non è vero. Quello che sta avvenendo è solo un dialogo fittizio che si svolge nella tua mente, in realtà Caos non è qui. In realtà tu stai parlando con la parte oscura della tua coscienza. Coraggio Amy, reagisci.

- Io non ti credo. Tu non sei reale, sei solo frutto della mia mente.

Cosa sta accadendo. Sento il gelo impadronirsi ancora una volta della mia mente. Sente le membra intorpidirsi. Sento il cuore essere, ancora una volta, incatenato in quella morsa di ghiaccio che mi riporta ai tempi di Nemesi, meno di una settimana prima. La figura di Caos si dissolve davanti ai miei occhi e lascia il posto ad un’altra immagine. Una fanciulla. Boccheggio quando riconosco nei suoi tratti il mio viso. È una mia copia perfetta. È come se mi trovassi davanti ad uno specchio se non fosse per il suo sailor fuku non azzurro come il mio, ma di un intenso blu notte, quasi nero.

- Non ti stupirai per così poco guerriera di Mercurio. Io sono te. Io sono la parte oscura della tua anima. Io sono la parte che ha liberato e risvegliato il potente Caos.

Indietreggio facendo bene attenzione a non andare ad urtare un ostacolo, ma non corro alcun rischio dato che mi trovo nel vuoto assoluto. Guardo la mia avversaria e cerco di studiare le sue mosse. Ma lei resta fissa davanti a me con le braccia incrociate all’altezza del seno. In attesa di una mia mossa, come se dovessi essere io la prima ad attaccare. Non posso. Devo restare ferma, non posso cedere.

- Mercurio, nostro padre rappresenta l’astuzia e l’ingegno e tu ne sei sua degna figlia. Sei furba Amy. Furba ed attenta ma questo ti si ritorcerà contro, non puoi tenere sempre sotto controllo ciò che ti circonda. Prima o poi dovrai agire di impulso e sarà allora che cederai al tuo istinto ed io… io sarò lì al tuo fianco ed insieme riprenderemo il posto che ci compete.

- Di cosa stai parlando.

Non riesco a comprendere le sue parole. È come se stia cercando di suggerirmi qualcosa ma non capisco cosa. È enigmatica. Non so cosa aspettarmi da lei.

Amy, lei è te. Tu sei lei.

Chi ha parlato? Da dove proviene questa voce. È diversa dalle altre. È una voce ancestrale. Armoniosa. Calda. Rassicurante.

Ricorda guerriera sailor, credi in te e solo così potrai ottenere il tuo potere.

Ancora. Non capisco. Cosa sta succedendo. La mia mente è come se fosse preda di mille paure ed incertezze. È come se al suo interno si stesse lottando. Io… temo. Temo tutto ciò. E se dovessi cedere ancora una volta al male?

Sei la persona più pura che conosca, non puoi cedere al male. Abbi fiducia in te stessa come ne ho io.

Ancora questa voce. Io… non so se fidarmi. Io sono sempre stata sola. Sempre.

- E lo resterai se continui a fidarti della Principessa.

Come può conoscere i miei pensieri? Io non ho espresso ad alta voce le mie paure. io le ho solo pensate eppure lei è riuscita a leggermi dentro, allora è davvero parte di me. È davvero la proiezione di ciò che sono stata quando Caos ha preso il sopravvento sulla mia coscienza.

- Cosa stai dicendo? È impossibile. Usagi è mia amica e mai potrebbe volere il mio male.

- Tua amica? Lei ti sta facendo sottoporre a questo addestramento perché sei debole. È inutile fare finta di nulla, lo sai tu e lo so pure io. Sei e sarai per sempre la più debole del gruppo. Unisciti al grande Caos ed allora avrai grandi poteri. Poteri che la tua Principessa neanche può immaginare.


- Usagi cosa sta accadendo? Riesci a percepire cosa sta affrontando Amy in questo momento?

La voce di Zoicite è incrinata dall’ansia e dal timore per ciò che sta affrontando adesso la sua compagna. Mamoru è al suo fianco e poggia fraternamente una mano sulla spalla del giovane cercando, in qualche maniera, di donargli sollievo. Posso comprendere cosa passa per l’animo del mio Principe. Lo capisco perché il legame che lo unisce ai suoi generali è molto simile a quello che esiste tra me e le mie guerriere.

- Zoicite… Amy in questo momento sta lottando contro se stessa.

Il generale mi guarda, sa benissimo cosa voglio dire ma non gli sta bene. Vuole sapere di più ma io non posso. Non posso dire nulla di più anche perché non sono, effettivamente, in quella stanza con lei.

- Come posso aiutarla?

Sorrido al giovane che si è avvicinato trascinato dall’impeto delle sue parole. Gli sorrido e poggio, maternamente, una mano sulla sua guancia. Gli sorrido e senza staccare i miei occhi dai suoi rispondo alla sua domanda.

- Prega. Prega con me e soprattutto abbi fiducia in lei.

- Io ho fiducia in Amy.

- Allora sta sicuro che lei non ti deluderà.

Mi volto verso la porta della Dream ‘s Room e fisso le ante bianche. Dietro questa porta Amy sta lottando ed io non posso fare altro che pregare e cercare di farle arrivare l’amore di Zoicite. Posso essere solo un tramite. Osservo ancora il giovane e poi la porta. Chiudo gli occhi ed unisco le mani in preghiera.

Abbi fiducia Amy.

Abbi fiducia Amy.”

Ancora questa voce. A chi appartiene. Devo avere fiducia, ma come. Come posso avere fiducia in me stessa quando so perfettamente di aver tradito già una volta i miei ideali. Come posso sperare di poter essere utile quando io per prima diffido di me stessa?

Ed adesso che cosa sta succedendo, questa aria fredda da dove proviene? Perché il gelo ci imprigiona? Dove sono finita?

Ghiaccio. Solo ed esclusivamente ghiaccio.

Mi aggiro tra queste distese di ghiaccio. La banchisa scricchiola ad ogni mio passo come se dovesse incrinarsi da un momento all’altro sotto al mio peso. Mi guardo attorno e non vedo nulla se non il nulla. Un nulla di ghiaccio. Dove sono finita?

- Questo che vedi è il mio regno guerriera di Mercurio. Il regno che presto ti accoglierà. Benvenuta a Niflheimr, il regno di Hel figlia di Loki, la Vergogna degli Dei (*).

Questa voce è… agghiacciante come il gelo che mi circonda. Stridula ed acuta. Impregnata nella crudeltà, ad ogni sua parola il male è stato percepito dal mio animo. Forse è la voce di una donna, ma non posso esserne certa, il gelo e questo vento trascinano e deformano la voce.

- Chi sei? Mostrati e non nasconderti nelle nebbie.

Mi volto a destra e a sinistra ma nulla. Sembra sparita, inghiottita nel nulla. Chiudo gli occhi e cerco di percepire il suo potere. Utilizzare il minicomputer che mi ha dato Luna sarebbe inutile. Qui devo fare affidamento solo sul mio intuito. Forza Amy, dimostra quanto vali. Concentrati. Il ghiaccio, la nebbia. Eccola!

- Shabon spray, freezing!

Le mie bolle di nebbia avvolgono ulteriormente un punto imprecisato e poi congelano ciò che si trova al suo interno. Mi avvicino cautamente, una mossa sbagliata e potrebbe essere la fine. A pochi passi dal punto in cui ho scagliato il mio colpo mi fermo. Davanti a me inizia a prendere forma un corpo imprigionato nel ghiaccio. Mi fermo e mi guardo attorno. Ho come l’impressione che qualcuno mi stia osservando. Che il mio colpo non sia andato a segno? Avanzo ancora, poi mi fermo. Davanti a me una donna, o per meglio dire, un essere con fattezze di donna. Magra, gracile. Sciatta e sporca. Osservo inorridita lo spettacolo che mi offre e, senza rendermene conto, indietreggio disgustata. I suoi denti, giallastri, spiccano sul viso smunto e pallido.

- Stupida Ganglöt. Ti sei fatta catturare.

Ancora quella voce. Allora non sono riuscita a bloccarla. Mi guardo attorno, non è lontana, lo sento, lo percepisco. Uno scricchiolio alle mie spalle ed in un attimo salto indietro nascondendomi alle spalle della statua di ghiaccio di quella che è Ganglöt.

Resto immobile ed inorridita. Una donna, almeno presumo che sia tale da ciò che i miei occhi vedono. Metà del suo corpo è tale. Capelli neri, un’iride blu, pelle diafana e labbra rosse. Questo è ciò che mostra il suo emiviso destro, la parte sinistra… è un orrore. Capelli bianchi, iride cerulea, pelle grigia e labbra, queste mancano del tutto. Osservo la donna che ho davanti e solo adesso mi accorgo che anche le sue braccia sono diverse, scheletriche a sinistra, normali a destra. Trattengo un coniato di vomito e indietreggio fino a che non vado a sbattere contro qualcosa di ruvido, freddo, ma non abbastanza per essere ghiaccio. Mi volto e non riesco a trattenere l’urlo che mi si è formato in gola.

Un mostro. Ecco cosa ho alle spalle. Gli occhi sono stati strappati dalle proprie orbite ed il naso è mozzato per metà. Una cicatrice percorre la fronte e si ferma a metà della guancia sinistra. La lingua si muove serpentina in bocca e la si può osservare data la mancanza di labbra. Indietreggio e mi trovo a metà tra la donna ed il mostro. Al centro ci siamo io e quella che ho scoperto chiamarsi Ganglöt. Deglutisco cercando di mantenere la calma.

Amy sta calma, nulla di ciò è reale. Nulla. Stai solo immaginando tutto. Cerca di mantenere la calma. Rilassati, solo a mente serena troverai la lucidità necessaria per attaccare. Ricorda ciò che ti sei prefissata: aumentare i tuoi poteri.

- Figlia di Mercurio questo è il Niflheimr. Quello che comunemente è chiamato Tartaro. Qui finiscono i vili e vigliacchi. Tutti coloro che si sono macchiati di gravi colpe come l’omicidio ed il tradimento. Benvenuta nella tua nuova dimora.

Scuoto la testa e mi chiedo se sia reale oppure no. È impossibile, ma se mi fermo a riflettere ricordo le ferite di Usagi, forse non è così impossibile che io adesso mi ritrovi qui. Forse ci sono realmente, oppure vi è solo il mio spirito ed il mio corpo riposa altrove.

- Come fai a conoscermi?

Quella ride e la sua risata stridula si propaga per tutta la distesa di ghiaccio facendomi rabbrividire ancora di più. Chiudo gli occhi e cerco un viso amico. Zoicite.

Mi fido di te.

Sono state queste le ultime parole che mi ha rivolto prima che io entrassi in questo luogo. Ripensandoci bene la voce che ho percepito sembrava la sua.

Che sia davvero lui ad incoraggiarmi ad andare avanti?

Che sia lui a scaldare il mio cuore?

Che sia lui la luce che vedo in mezzo a tanta oscurità?

Coraggio Amy, non adesso. Dimostra a tutti quanto vali. Fallo per te. Fallo per Usagi. Fallo per Zoicite. Fallo per tutti coloro che credono in te.

- Cosa vuoi da me? Chi ti ha mandato?

- Io? Cosa voglio da te? Nulla. Sei tu che sei venuta di tua spontanea volontà. Sei tu che ti sei materializzata nel mio regno. Sei tu che hai scelto di seguire Caos. Io sono venuta solo per accoglierti come meriti, Traditrice.

No. Cosa sta farneticando. Io… io non ho tradito. Io sono sempre stata fedele ai miei amici. Non ho mai… Nemesi. Mi sono alleata a lei. Ho ceduto al male. Io… si adesso ricordo. Ho fatto finta di dimenticare. Ho cercato di cancellare quel ricordo, ma adesso è tornato prepotente alla memoria.


La biblioteca dell’Università. Quel senso di frustrazione dato dall’essere sempre sola. Tavoli pieni di studenti ed io… in un angolo. Sola. Senza nessuno con cui parlare, ridere o scherzare. La testa china sui libri per evitare di guardarmi attorno e notare qualcuno che mi puntava il dito contro come si fa con un fenomeno da baraccone. Scoprire di essere utile solo per copiare gli appunti e basta. Nessuno che ti apprezza per ciò che sei. Nessuno che ti ferma per offrirti un caffè. Sola con me stessa e le mie paure.

Poi quella voce. Quel richiamo dolce e melodioso. Quella voce incantevole che m’invitava a raggiungerla. Raccolgo i miei libri e li rimetto in borsa senza ordine. Scendo di corsa le scale. Esco come una pazza, corro come un’ossessa verso il parco. Il sole è tramontato. Nel cielo le prime stelle. Il freddo mi avvolge ma non me ne curo. Ci sono abituata.

Per alcuni anche il mio cuore è freddo.

Per altri la mia anima è serrata dalla nebbia. (**)

Io ci soffro. Soffro terribilmente a causa di questa solitudine. Soffro e sono sola. Poi lo sento, ancora lo stesso canto. Riprendo a camminare come in trance. Ascolto la voce e la seguo. Supero il parco e mi dirigo verso un altro luogo, un luogo opposto a dove vivo. Il parco zoologico. Appena giungo lì davanti le porte si aprono magicamente. Sembra quasi che la gente che mi sta attorno non esiste. Sono sola come sempre, questo canto la mia unica compagnia. Avanzo con passo sicuro e non mi curo della gente che urto. Un bambino va a sbattere contro le mie gambe, cade, inizia a piangere, lo guardo infastidita, lo sorpasso e riprendo il mio passo incurante di tutto. Giungo davanti all’area dedicata agli animali polari. Entro.

L’escursione termica non si percepisce, anche fuori fa freddo o sono io ad emanare questo gelo? Non so. Continuo ad avanzare. Giungo davanti ad una porta con il divieto di accesso, incurante abbasso la maniglia ed entro. All’interno è tutto buio. I miei occhi lentamente si adeguano all’oscurità. Mi guardo attorno ed alla fine la scorgo la fonte del canto che mi ha ipnotizzato. È una gemma totalmente nera, uno zaffiro nero e per questo splendido. Lo prendo in mano ed un potere immenso mi avvolge. Il gelo non mi fa più paura. Sulle mie labbra si disegna un ghigno. Mi inginocchio davanti alla mia padrona.

- Nemesi, mia padrona, sono pronta a servirvi.

Tutto torna alla memoria. Io ho accettato il potere oscuro. Io ho accettato di schierarmi dalla parte di Caos. Io… ho tradito i miei ideali.

A peso morto cado in terra. Le ginocchia battono pesantemente contro la lastra di ghiaccio che si trova di sotto. Il bruciore mi fa capire che devono essersi graffiate. Le lacrime bagnano le mie guance ma non mi importa. Sto troppo male.

Non puoi arrenderti. Alzati erede di Skadi.(***)”

Le lacrime continuano a bagnare i miei occhi ed io non capisco da dove proviene questa voce. Ne sono certa, stavolta non si trattava di Zoicite. Era una voce calda. Dolce. Mi ha scaldato il cuore.

Ricorda. Non è mai detta l’ultima parola. Alzati e combatti. Fai valere il tuo coraggio. La forza dei ghiacci è con te.

Ancora questa voce. Ancora la voce calda di poco prima. Io… io sono una traditrice. Io non merito nulla. Devo perdermi per queste distese di ghiaccio e devo lasciare che la mia anima vaghi nel nulla e sia tormentata per l’eternità. Io… sono solo una vigliacca.

Un dolore improvviso mi colpisce alla schiena. Un bruciore intenso. Forte. Il freddo avvolge le mie membra ed io a causa del contraccolpo finisco con lo sbattere il viso nel ghiaccio. Rimango intontita per alcuni istanti e non capisco molto. Un altro colpo arriva al mio fianco sinistro. Un altro. Un altro ancora. Cosa sta accadendo. Perché? Mi rialzo. Lentamente. Il dolore… il dolore svanisce. È come se non fossi mai stata colpita.

Usagi. È lei a soffrire in questo momento. È lei che sta riportando le ferite di questi colpi inferti al mio corpo. Non posso. Non posso permettermi la sua sofferenza. Lei è la mia principessa.


Amy sta lottando. Sta affrontando la lotta più difficile. Al mio fianco Zoicite non sposta gli occhi dalla porta della Dream ‘s Room. È come se si aspettasse di vederla spuntare da un momento all’altro, ed io, con lui, ho la stessa speranza.

Guardo il cielo che splende su Illusion e prego Apollo di proteggerla. In fin dei conti, tra i figli di Mercurio, Mya è la sua preferita. Il gelo sta avvolgendo il mio cuore e posso percepire tutto il suo timore. Ti prego. Ti prego non perdere la fiducia. Skadi proteggila.

Un improvviso dolore lancinante alla schiena mi costringe ad inginocchiarmi. Sento subito il sangue fluire dai tagli che si sono formati. Mamoru immediatamente si affianca a me e stringe la mia mano cercando di darmi forza. È un attimo. Porto le mani al fianco sinistro. Altri due colpi veloce. Chiudo gli occhi. Mordo il labbro cercando di trattenere le urla di dolore. Stringo la mano di Mamoru. Le lacrime premono agli angoli degli occhi ma le trattengo. Zoicite mi osserva terrorizzato.

- Usagi…

- Non preoccuparti Mamoru. È tutto passato. Sta tranquillo. Zoicite.

Questi si inginocchia al mio fianco e si avvicina titubante come se fosse colpa sua ciò che sta accadendo. Gli porgo la mano e lui l’afferra subito. Facendo peso su entrambi gli uomini mi sollevo a fatica. Chiudo gli occhi e cerco di acquistare un equilibrio stabile. Inspiro profondamente, ma non lascio le loro mani. No. Ho bisogno di entrambi.

- Zoicite ascoltami. Stringi la mia mano e pensa intensamente ad Amy. È necessario che lei avverta il tuo amore. Sono stata chiara? Io sarà una sorta di tramite. È importante che lei adesso percepisca la tua presenza.

- Ma come…

- Zoicite fa come ti ha detto Usagi.

Rivolgo lo sguardo a Mamoru e stringo la sua mano. Anch’io, in questo momento, ho bisogno di sentire la sua presenza. Inconsciamente poggio il capo sul suo torace e chiudo gli occhi cercando un po’ di conforto. Le labbra di Mamoru sono subito sulla mia fronte regalandomi un dolce bacio. Zoicite resta in silenzio concentrandosi su Amy.

Devo resistere. Non posso farmi attaccare altrimenti Usagi ne rimarrebbe coinvolta. Mi volto e scorgo Glancati con le unghie affilate. È con esse che deve avermi colpito. Mi volto verso Hell e non la scorgo più nella sua posizione. Mi guardo attorno. Dove sarà? Osservo le distese di ghiaccio e per un attimo, solo uno però, mi pare di vedere l’immagine di Zoicite riflessa in una parete ghiacciata. Mi volto dal lato dove presumibilmente dovrebbe trovarsi ma non lo scorgo.

Amy mi fido di te.

È la sua voce. Ne sono certa. Non posso deluderlo. Non lui che mi ha sempre dimostrato fiducia. Amore. Devo riuscire a trovare l’essenza dei miei poteri. Se mi trovo in questa dimensione ci sarà un motivo. Forse è proprio da questi ghiacci eterni che devo attingere per i miei poteri. Forse è proprio il ghiaccio che rappresenta l’essenza del mio essere.

Hell. Eccola. In cima ad una parete di ghiaccio. Corro verso di lei. Con un’agilità che non credevo di possedere salgo in cima e mi paro di fronte a lei. La guardo. La sua lingua blu lambisce ciò che resta delle sue labbra. Il suo ghigno è mostruoso. Improvvisamente la sua immagine si dissolve nel nulla e lascia il posto ad un’altra immagine.

Una donna. Bellissima. Pelle diafana. Capelli canuti. Occhi azzurri intensi. Resto ferma immobile.

- Yuki Onna... (****)

Questa ghigna in mia direzione. I miei sospetti sono sempre più concreti. Il mio elemento è il ghiaccio. Devo fare affidamento a questo se devo vincere la mia battaglia. Coraggio!

- Lasciati baciare e vedrai… non soffrirai più.

Scuoto il capo incredula. No. Questa si avvicina ed io mi scanso per evitare di averla troppo vicina. Improvvisamente le sue braccia iniziano ad allungarsi e mi afferrano all’altezza dei gomiti. La giovane donna avanza verso di me con il suo ghigno che si allarga. Io scuoto il capo impaurita. È la fine. Si trova a pochi centimetri dal mio viso.


Cosa accade? Barcollo pericolosamente. Non mi reggo in piedi. Ho freddo. Inizio a tremare. Cosa sta accadendo ad Amy? Cosa sta affrontando. Mamoru mi stringe a sé. Sento la sua voce farsi sempre più lontana. Porto una mano alla gola come se qualcuno mi stesse strozzando.

- Ho freddo…

Mamoru mi osserva sbarrando gli occhi. Effettivamente è strano. Ad Illusion la temperatura è sempre mite ed il freddo è impensabile ma io tremo ed osservando le mie mani mi accorgo che sono viola come se mi trovassi nell’Antartide. Mi stringo a Mamoru e chiudo gli occhi. Ho freddo. Sento la vita andare via.

Che sia questo perdere una mia guerriera?

Che corrisponda a ciò perdere un pezzo della mia anima?

Morire ogni volta?

Mamoru amplifica il potere del Golden Cristal ma il gelo è sempre persistente. Non riesco a scaldarmi. Le altre guerriere si fanno vicine. Rei è la prima che si accosta a me e cerca di amplificare anche lei il suo potere ma è inutile. Il mio corpo resta di ghiaccio. Chiudo gli occhi. Sento a malapena la presa di Zoicite farsi più salda ed iniziare a scuotermi.

- Amy… Amy dannazione mi senti. Io ho bisogno di te. Non puoi arrenderti. Sei forte. Hai un grande potere in te. Concentrati e fai risplendere il tuo zaffiro. Amy non abbandonarmi. Ti prego. Ho bisogno di te. Io mi fido di te.


Chiudo gli occhi pensando che sia la fine. Mi lascio andare conscia del fatto di aver perso. Non ho più nessuna carta da giocare. È così che muoio, nel Niflheimr. La terra dei traditori. Perdonatemi vi prego.

L’alito di ghiaccio di Yuki Onna ormai si sta impossessando del mio corpo. Sento le membra farsi sempre più fredde. È una morta lente, ma almeno non è dolorosa. Il mio ultimo pensiero va a Zoicite. Perdonami. Chiudo gli occhi. Sono stanca. Poi lo sento. Un calore che proviene proprio dalla mia fronte, lì dove si trova il mio zaffiro.

La divinità del ghiaccio mugugna di dissenso. Apro per un attimo gli occhi e lo vedo. Alle sue spalle.

Zoicite.

Bellissimo in uniforme. Mi parla. Cerco di capirlo. Mi concentro e la sento la sua voce, nella mia mente.

“…Sei forte. Hai un grande potere in te. Concentrati e fai risplendere il tuo zaffiro. Amy non abbandonarmi. Ti prego. Ho bisogno di te. Io mi fido di te.

Il mio zaffiro. Farlo risplendere. Lui si fida di me. Io…

Mya risveglia il tuo potere. Figlia di Mercurio mostra il tuo valore.

Il mio valore. Io…

- Mercury! Aqua mirage!

Una sfera di acqua. Una per ogni mano. Concentro il colpo e piegando con uno sforzo incredibile i gomiti riesco a colpire alle spalle Yuki Onna. Lei mi osserva sbarrando gli occhi. Poi di congela. Non mi resta che fare solo un po’ di pressione ed allontanare il suo corpo dal mio. Lo faccio e questa cade a terra in mille pezzi.

- Bene… hai deciso di attaccare. Illusa.

Hell. Ancora lei. Inizio a correre per questa distesa di ghiaccio. Sento che è vicina. Ma non so dove. Un attimo. Il ghiaccio è il mio elemento. Io… posso provare. Mi inginocchio. Poso entrambe le mani su queste distese ghiacciate che esistono da millenni. Chiudo gli occhi e confluisco il mio potere nelle mie mani. Prego. Prego il ghiaccio.

- Ti prego. Faccio affidamento a te. È da te che traggo la mia forza. È da te che attingo per poter lottare nel nome della giustizia. Indicami la via da seguire. Fammi capire da che parte devo dirigermi per affrontare il mio nemico.

Attendo. Attendo in silenzio. Osservo la lastra di ghiaccio che risponde alla mia preghiera con un bagliore azzurro. Lentamente si sgretola sotto di me. Prende una direzione. La mia sinistra. Una crepa inizia a formarsi sotto i miei piedi. Indica la mia sinistra. Io la seguo sicura. È il ghiaccio ad indicarmela.

Corro per quelle che mi sembrano ore ma alla fine mi arresto. Resto shockata nel trovarmi davanti un castello. Enorme. Pareti interamente di ghiaccio, nero. Il male trasuda da ogni blocco di ghiaccio. All’ingresso trovo Hell con i suoi due servitori. Glancati e Ganglöt, probabilmente liberata dalla sua padrona. Resto ferma in attesa.

Dal castello vedo avanzare due figure. Un cane enorme. La bava alla sua bocca si congela all’istante non appena tocca terra. In alto un serpente alato. I suoi occhi gialli mi fanno rabbrividire.

- Mia cara ti presento i miei cuccioletti. Il mio adorabile Garm e lì, che svolazza felice, il mio viscido Niddhog.

Non so neanche io come ma tra le mie mani si materializza un bastone di ghiaccio. Osservo rapita l’oggetto. Un pezzo di ghiaccio ma dal quale sento pulsare un enorme potere.

Guidata da una forza sconosciuta alzo il braccio in alto e mi concentro. Richiamo il mio potere. Accade qualcosa di incredibile. Una luce improvvisa nasce proprio dal mio bastone ed è direzionata proprio verso il serpente. Lo colpisce e sotto ai miei occhi e, improvvisamente, il serpente si sdoppia. Adesso al mio cospetto vi sono due serpenti che prontamente si intrecciano al mio bastone e le loro ali si posizionano alla cima di quella che è la mia nuova arma.

- Il Caduceo.

Sussurro il nome dell’oggetto che ho in mano. Sorrido impercettibilmente come se nuovi poteri fluissero nel mio corpo. Ed è così. Stendo il braccio ed un fascio di luce parte da questo e colpisce Garm che sotto agli occhi attoniti di Hell si congela per poi esplodere in mille schegge di ghiaccio impazzite. Mi copro il viso per evitare di essere colpita ed alcune di esse graffiano le mie braccia.

Osservo Hell e per la prima volta mi sento sicura di vincere. Non devo abbassare la guardia non adesso però.

- Io sono Mercury. L’erede di Skadi, la signora dei ghiacci. Scegli Hell o ti dichiari sconfitta oppure sarò io stessa a batterti.

La divinità che ho di fronte muta l’espressione del suo volto. Il ghigno è sparito lasciando il posto ad una espressione furiosa. Rido intimamente. Se riesco a farla infuriare probabilmente abbasserà la guardia e per me sarà più facile colpirla. Ed infatti inizia ad attaccarmi senza sosta. La mia prima preoccupazione è eliminare i suoi due scagnozzi, Glancati e Ganglöt. Punto nuovamente il mio Caduceo verso di loro che presto fanno la stessa fine di Garm.

- Adesso siamo io e te da sole Hell. Cosa hai intenzione di fare?

Questa si innervosisce e corre in mia direzione. Affonda i miei artigli nel costato. Stringo i denti ed il mio pensiero corre ad Usagi. Devo stare più attenta. Devo cercare di non farmi colpire. Devo proteggere la principessa.

Hell continua ad attaccarmi ed io continuo a schivare i suoi colpi. Ho provato ad attaccare un paio di volte ma il timore di ferirmi è troppo alto. Sto perdendo terreno e lei ne approfitta. All’ennesimo colpo che paro scivolo a terra e sono con le spalle al muro. Hell mi sovrasta. Affonda le sue unghie nella mia carne ed io cerco di reagire.


Amy ha acquistato sicurezza. Deve aver recuperato la sua arma. Il Caduceo. La sento più serena. Sta combattendo a viso aperto. Non ha più timore. Un dolore improvviso mi porta a toccarmi il costato. Sangue. Deve essere stata colpita. Stringo i denti e cerco di non dare a vedere la mia sofferenza. Osservo Mamoru che con gli occhi mi obbliga a far perno su di lui. Mi fa poggiare la schiena contro una colonna vicina e lentamente io mi lascio scivolare in terra.

Zoicite mi osserva ma non ha il coraggio di parlare.

- Sta tranquillo. Sta andando tutto per il meglio. Sento Amy molto più sicura di sé.

Chiudo gli occhi ed aspetto che la ferita si rimargini da sola. Dopo quel momento di disperazione, attimi in cui il gelo si era impossessato di me, non ho più avvertito paura in Amy, ma solo forza e risolutezza. Ha capito di potercela fare ed ha riscoperto il suo elemento. Si sta facendo guidare dal ghiaccio. Solo che… c’è qualcosa che non va. Sento nuovamente l’insicurezza. Io… non può essere. Chiudo gli occhi e mi concentro e l’avverto. Il timore di farmi male. Devo fermarla.

Chiudo gli occhi e mi concentro. Cerco di collegarmi con la mente di Amy. Ci devo riuscire. Ed eccola, la vedo. Sta fuggendo dal suo nemico. Cerco di far comparire l’immagine della mia essenza. Devo riuscirci. Ecco ci sono. Sono al suo fianco. È stesa in terra. Il suo nemico la sovrasta. La guardo.

- Amy non preoccuparti per me. Le mie ferite si rimarginano in fretta. Combatti. Cerca di lottare. Vinci. Ci manca davvero poco. Zoicite e tutti gli altri ti aspettano. Ci fidiamo di te. Abbiamo bisogno tutti di te. Dimostra la tua vera forza.

Non posso restare di più. Il dispendio di energie è eccessivo ed, in ogni modo, Amy deve affrontare tutto da sola. Svanisco nel nulla e il viso preoccupato di Mamoru è la sola cosa che vedo prima di chiudere gli occhi a causa della stanchezza.

- Usagi…

- Non preoccupatevi. Amy ce la farà.

Non dico altro, sembra che ciò basti ai miei compagni.

Alle spalle di Hell l’immagine di Usagi appare come se si trattasse di un fantasma. Sorride, ma leggo la sofferenza nei suoi occhi. Come prima ho fatto per Zoicite adesso faccio per lei. Mi concentro e cerco di focalizzare la sua voce nella mia mente.

- Combatti. Cerca di lottare. Vinci. Ci manca davvero poco. Zoicite e tutti gli altri ti aspettano. Ci fidiamo di te. Abbiamo bisogno tutti di te. Dimostra la tua vera forza.

Usagi ha ragione. Devo lottare anche per ridurre il tempo in cui mi trovo in questa dimensione. Non posso fare altrimenti.

Aiutandomi con il mio Caduceo faccio forza sulle mani di Hell e l’allontano da me. Mi alzo a fatica ma ci riesco. Mi concentro.

Penso alle altre guerriere Sailor.

Penso ad Haruka che già ha affrontato questa prova e ne è uscita vincitrice.

Penso ad Usagi che ha sempre mostrato fiducia in me.

Penso a Zoicite la mia ancora di salvezza.

Concentro il mio potere nell’impugnatura del Caduceo, il bastone di Mercurio. Lo faccio volteggiare una, due, tre, quattro volte attorno alla mia testa. Un vortice si crea attorno a me. Il perno di tutto sta nel Caduceo che continua a ruotare magicamente, sospinto dalla forza del mio potere. Mi concentro. Osservo Hell e la vedo immobile. Devo approfittarne adesso. Il vortice aumenta sempre di più. è potentissimo. Non posso più governarlo. Ecco. È il momento.

Le braccia, alte nella mia testa, lentamente si abbassano fino a raggiungere l’altezza dei miei occhi. Il Caduceo continua a ruotare ed il vortice avvolge interamente la mia figura. È un attimo. Lo vedo. Vedo il nemico. E vedo ciò che accadrà.

- Kolodny Smerch! (*****)

Il vortice mi avvolge ma io non sono per nulla intimorita. I cristalli di ghiaccio avvolgono la mia persona, poi partono veloci verso Hell che è colpita in pieno. Viene spinta lontana, avvolta dai cristalli cade in terra, la sua sagoma si riduce in mille pezzi di ghiaccio, come poco prima era accaduto a Garm.

- Figlia. Hai superato la tua prova. Hai recuperato il Caduceo e con esso hai salvato il tuo onore. Adesso vai e rendimi fiero di te come hai sempre fatto.

La voce possente svanisce nel nulla così come era apparsa. Tutto attorno a me inizia a tremare mentre io mi sento trascinare dal nulla. Chiudo gli occhi e non appena li riapro ciò che vedo è il viso di Zoicite. Gli sorrido e poi la stanchezza è tale da cadere addormentata tra le sue braccia.


Una scossa lungo la colonna vertebrale. Amy ha vinto. Le porte della Dream ‘s Room si aprono. Barcollando compare nel nulla. Il Caduceo ancora stretto nella mano destra. Sta per cadere ma Zoicite la sorregge. La sua arma svanisce nel nulla. Osserva per un attimo il generale biondo, poi chiude gli occhi e cade addormentata. Stremata.

(*) Hel e Loki sono due divinità nordiche, facenti parte della mitologia Norrena (Per intenderci, per chi avesse seguito I Cavalieri dello Zodiaco, ricordate quando Pegasus & Co., dopo il Grande Tempio, partono per Asgard dove Hilda di Polaris è caduta vittima dell’Anello del Nibelungo dono di Nettuno? Ecco faccio riferimento proprio a quella sfera della mitologia con protagonista indiscusso Odino). Hel, figlia di Loki è la dea dell’Oltretomba, scagliata nel Niflheimr da Odino. Ella ha costruito la sua fortezza intorno al fiume dei morti dove vagano le anime degli assassini e degli spergiuri e ha due servitori: Ganglöt (la Sciatta) e Glancati (l’Ozio). Appena giunta nel suo regno dall’argilla plasmò il feroce Garm (un cane che probabilmente richiama il Cerbero dei miti classici) ed il serpente alato Nidhogg. Quando ci sarà il Ragnarok (nella religione Norrena rappresenta la guerra finale tra la Luce e dell’Ordine ed il Buio e Caos) Hel spalancherà le porte del suo regno e si schiererà con i Giganti contro gli dei del Vahalla.


(**) Per chi non se ne fosse accorto queste due frasi sono tratte dalla drabble che ho pubblicato nella raccolta con il titolo di Elementi, sempre di mia proprietà (come mi sento importante a fare citazioni tratte da altre mie fic…)!


(***) Skadi è un’altra divinità nordica. Si tratta di una gigantessa. Rappresenta la dea dei ghiacci, della caccia e dello sci (vi assicuro quando ho letto che era la dea dello sci ho strabuzzato gli occhi anch’io!). Figlia del gigante Thiazi, ucciso da Thor, Skadi fu esiliata sui monti fino a che lo stesso Thor non si pentì del suo gesto e l’accolse tra le altre divinità del Valhalla. Scelse di restare con gli dei ma a due condizioni: la prima fu poter sposare un dio, la seconda trovare qualcuno che la facesse ridere, dato che non era mai riuscita a farlo, gli altri dei accettarono. La prima condizione fu accetta da Odino ma con una riserva, avrebbe scelto lo sposo solo osservandone i piedi. Skadi attirata dai piedi più bianchi e puliti (convinta che si trattassero dei piedi del dio Baldr, il dio più buono e bello del Valhalla) scelse questi. I piedi, però, appartenevano al dio Njord, il dio dei marinai (ecco perché i piedi erano bianchi e puliti, sempre in acqua.). La seconda condizione fu rispettata grazie a Loki.


(****) Yuki Onna è un personaggio della mitologia giapponese. Si tratta di uno spirito della neve che spesso assume sembianze umane per poi sposarsi ed avere dei figli e svanire nel nulla avvolta da una nebbia bianca. Uccideva chi incontrava sul suo cammino congelandolo con il suo alito di ghiaccio.


(*****)Kolodny Smerch. Questo colpo non è di mia invenzione. Si tratta di una modificazione della Polvere di Diamanti che lancia Cristal il Cigno nell’anime I Cavalieri dello Zodiaco. Io mi sono limitata a copiare il nome e a modificare l’esecuzione del colpo a mio piacere.


My space


Salve gente, ammettetelo! Credevate che non aggiornassi più ed invece… vi ho stupito! Io ho detto il 27, ma non ho specificato se mattino o sera, ho a disposizione 24 ore dopotutto! Lo ammetto, risulterà il 28 come giorno di pubblicazione ma in fin dei conti è solo mezzanotte e pochi minuti! Purtroppo non ho il tempo per ringraziarvi singolarmente, lo so avevo promesso di farlo ma il tempo è tiranno e se mi fossi fermata a ringraziarvi avrei aggiornato per venerdì prossimo, ma non posso. Ho una tabella di marcia da rispettare!

Scrivere questo capitolo, almeno inizialmente, è stato difficile, ma poi dopo alcune ricerche ecco che sono spuntati fuori i personaggi di cui avevo bisogno… arrivato ad un certo punto pensavo di non arrivare a mettere il punto finale a questo capitolo tanto ho scritto! Forse è il capitolo più lungo che ho scritto in assoluto da quando ho iniziato a pubblicare fanfic!

Non so se molti di voi conoscono i miti nordici, io ne conosco solo alcuni, soprattutto quelli legati ad Odino e Thor, per il resto… tabula rasa, questa fic dopotutto mi sta aiutando ad ampliare le mie conoscenze in diversi campi, spero che sia lo stesso anche per voi.

Per quel che riguarda la descrizione di Hel mi sono attenuta a ciò che è tramandato, mentre Ganglöt e Glancati, anche loro presenti nella mitologia Norrena, sono stati descritti come li immaginavo anche perché, a parte i loro nomi, non ho trovato altro.

Come avrete notato ho finalmente svelato il modo in cui Amy è caduta vittima di Nemesi – Caos, mi scuso per la banalità della scelta per il luogo in cui la guerriera di Mercurio ha il suo primo incontro con il Male ma non mi veniva in mente nessun luogo in cui poter spiegare la presenza di gelo e freddo. Mi scuso se troverete alcuni punti lasciati in sospeso, vi prometto che rivelerò tutto nei prossimi capitoli, non temete ed abbiate fiducia in me.

Per adesso credo di aver detto tutto. Non mi resta che salutarvi e darvi appuntamento a 40 giorni, sarebbe a dire il 6 agosto. Purtroppo non potrò aggiornare prima perché le materie che ho da dare a luglio sono tre e devo trovare il tempo per studiare ed aggiornare il resto delle fic.

Dimenticavo! Per chi fosse interessato ho aggiornato il mio account, nulla di particolare, solo un’intervista stile iena ed il programma di aggiornamento, oltre a ciò che avevo scritto in precedenza. Vi saluto un bacio ed un grazie per seguirmi sempre con tanto entusiasmo. Scusate se non vi ringrazio, spero possiate capirmi! Alla prossima…

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Capitolo 34
*** Capitolo XXXIV ***


Nuova pagina 1

Capitolo XXXIV

Mi avvicino a Mamoru e cerco la sua mano. Sono senza forze. Solo adesso che la tensione è svanita, posso percepire la stanchezza prendere possesso delle mie membra. Chiudo gli occhi ed inspiro profondamente cercando di racimolare un po’ di forza. Mamoru è sempre alla mia destra e mi stringe con dolcezza la mano. Io… io respiro lentamente.

Zoicite porta Amy nelle sue stanze e Mamoru fa altrettanto con me. Poggio la testa sul suo torace.

- Come ti senti Usako?

Nella sua voce percepisco una lieve nota di preoccupazione. Mi accuccio meglio tra le sue braccia e mi beo del tepore dei nostri corpi così vicini. Il suo corpo emana un buon profumo. Virile ma fresco.

- Sfinita ma sta tranquillo: una bella dormita e tornerò come nuova.

Cerco di allentare la tensione di Mamoru poggiando una mia mano sul suo cuore. Dopo lascio, o almeno tento di liberare un po’ del mio potere, così da poterlo tranquillizzare.

- Usagi non occorre. Appena ti vedrò dormire tornerò come nuovo.

Mamoru utilizza le mie stesse parole e dopo mi regala un sorriso dolcissimo. Ricambio il suo sorriso. Poggio una mano sulla sua guancia e gli regalo una dolce carezza.

Resto così, per un po’. Solo per poco, poi velocemente interrompo il contatto con la sua guancia, siamo in pericolo. Un brivido lungo la spina dorsale. Contemporaneamente Mamoru mi stringe con più forza al suo torace. Entrambi abbiamo percepito Caos. Qui, ad Illusion.

- Dobbiamo parlare con Helios…

Annuisco decisa. Ha ragione. Caos, qui ad Illusion, non è nulla di buono.

- Te la senti di venire con me.

- Certo. Mettimi giù.

Faccio per scendere ma la presa di Mamoru aumenta. Lo osservo e cerco di capire perché non voglia lasciarmi andare. Lo guardo dubbiosa ed alla fine è lui a rispondere alle mie domande.

- Resta qui. Sto così bene con te tra le mie braccia.

Resto perplessa. Mamoru è così… fragile. In questo momento mi sembra un bambino bisognoso di conferme e se queste devono venire dal tenermi in braccio allora che sia così. Mi sistemo meglio in questo abbraccio e poggio, nuovamente, la testa sul suo torace. Chiudo gli occhi e lascio che mi conduca verso Helios.

- Perché non mi hai riportata nelle mie stanze? Temi che Caos sia qui per me?

Interrompo il silenzio che si è creato tra me e Mamoru. Ho bisogno di sapere se è questa la ragione che lo spinge a tenermi ancora qui. Teme per me sino a questo punto?

- Anche. Ma so per certo che, se non ti avessi portato con me, ti avrei trovata stramazzata al suolo in mezzo qualche corridoio che conduceva alla sala del trono. Mi sbaglio Principessa?

- No, non vi siete sbagliato Principe.

Mamoru mi fissa serio. Si ferma in mezzo al corridoio ed aumenta la stretta sulle mie spalle. Si avvicina ad una delle finestre e mi fa sedere sulla balaustra. Restando sempre vicino sfiora le mie labbra con le sue in un bacio delicato. Il mio viso è tra le sue mani che sembrano stringere il tesoro più prezioso del mondo. Ci separiamo ed io fisso Mamoru con un sorriso dolce sulle labbra.

- Sposami.

Il sorriso sulle mie labbra si congela non appena sento la sua proposta.

Sposarlo.

Non si rende conto della sua richiesta. Le mani tremano. Lentamente mi stacco da questo abbraccio e osservo i tratti decisi del suo volto.

Sposarlo. È assurdo. Io… una volta finita questa guerra lascerò questa dimensione. Non potrò più stare con lui.

Sposarlo… sarebbe condannare entrambi all’infelicità.

No. Non sarò egoista sino a questo punto.

Già è rischioso vivere il nostro amore in questo modo, se dovessi sposarlo non oso immaginare cosa potrebbe accadere.

Lentamente scendo dal bordo della finestra. Le mani stringono il davanzale. Non osservo Mamoru, guardo alle sue spalle. Lontano. Scuoto il capo…

- Perché no?

La sua voce arriva decisa. Non sembra sorpreso dal mio rifiuto. Sembra quasi che si attendesse una reazione simile. Sollevo il viso in cerca dei suoi occhi e l’espressione serena del suo volto fa montare in me una rabbia cieca. Perché deve essere sempre così meladettamente tranquillo?

- Perché? Mamoru ti rendi conto di ciò che mi hai proposto. Essere tua moglie. Tua. Moglie. Hai dimenticato cosa sta accadendo? Dimmi hai dimenticato che c’è in corso una guerra? Dimmi lo hai dimenticato? Oppure non ti importa tutto questo?

Stringo la mano sinistra ai bordi del parapetto. Parlando mi sono sporta verso Mamoru ed il mio indice destro è ancora puntato verso il suo torace. Il viso di Mamoru non muta. Mi fissa sempre alla stessa maniera.

Innamorato.

Maledettamente innamorato.

Maledettamente sincero.

Maledettamente bello.

- Usagi non hai risposto alla mia domanda. Perché non vuoi sposarmi?

Osservo sbigottita Mamoru. Come sarebbe a dire che non gli ho risposto? E tutto ciò che ho detto?

- C’è una guerra.

- Non sarebbe il primo matrimonio celebrato con una guerra in corso.

No. Non può parlare seriamente. Non può credere che io lo sposi così su due piedi. Scuoto la testa risoluta e con un gesto sgraziato spingo di lato Mamoru. Non voglio restare un minuto di più a sentire le sue idiozie.

- Noi, in quanto regnanti, abbiamo degli obblighi nei confronti del nostro popolo.

Stringo i pugni mentre nella mia mente mi raffiguro la distruzione creata da Caos nel mio regno. Penso alle rovine del Silver Millennium ed alla morte di mia madre.

- Quale popolo Usagi? Siamo rimasti solo noi… e non credo che le tue guerriere o i miei generali abbiano qualcosa da ridire se decidessimo di sposarci. Perché non vuoi? È forse tuo padre il problema?

Inizio a camminare senza fermarmi. Ogni passo è una sferzata alle mie gambe. Sono stanca. Stremata. Ho bisogno di riposo, ma sembra che oggi mi sia negato. Mamoru è rimasto fermo dove l’ho lasciato. Io proseguo risoluta.

- Usagi non potrai difendermi in eterno. Non voglio essere difeso. Né da te, né da nessun’altro.

Lentamente mi volto verso di lui. Lo guardo con occhi pieni di lacrime.

- Alla fine di questa guerra… io raggiungerò mio padre nel suo regno. Dimmi, cosa farai una volta rimasto solo in questo tempo? Mi aspetterai? Non te lo permetterò, a costo di cancellare il mio ricordo dalla mente di voi tutti.

Una volta finito di parlare resto ferma in attesa della replica di Mamoru. Le lacrime hanno vinto la mia misera resistenza. Adesso inondano il mio volto. Stringo i pugni perché odio farmi vedere debole. Odio non essere padrona della situazione. Odio piangere davanti a Mamoru.

- Troveremo una soluzione.

La sua voce calma fa scattare la mia ira. Stringo i pugni. Le lacrime scendono veloci dai miei occhi. Alla fine non mi trattengo ed urlo tutto il mio dolore.

- Non c’è una soluzione. Non c’è. Vuoi capirlo? Vuoi mettertelo in testa? Viviamo questi momenti senza pretendere altro dalla vita. Viviamo di attimi. Fuggevoli attimi. Mere illusioni di uno scorcio di normalità. Noi… non abbiamo un domani.

Piango ed urlo contemporaneamente. Esterno tutto il mio dolore. Tutto il mio malessere. Tutta la mia rabbia per una situazione che è troppo grande per noi. Troppo dolorosa.

La testa gira vorticosamente. Porto una mano alla tempia destra. Non vedo più nulla. Sto cadendo. Sento l’aria solleticarmi il viso. Ho consumato troppe energie. Mi preparo all’urto, forse violento. Un urto che non arriva perché sono stretta da due braccia. Muscolose. Ma fredde. Sento freddo. Apro lentamente gli occhi. Sono cosciente del fatto di non essere tra le braccia di Mamoru.

- Mia cara… credo che tu per oggi abbia sprecato troppe energie. Il tuo bel Principe non dovrebbe farti affaticare tanto.

Cerco di staccarmi dalla stretta dell’uomo ma è inutile. Non ho più energie. Non ho un briciolo di potere. Sono totalmente svuotata. Con sguardo smarrito cerco Mamoru e lo trovo davanti a noi con la sua spada stretta in mano. Scuoto la testa e cerco di far capire che è inutile tentare di attaccare. Caos è un nemico troppo potente per lui.

Punto le mani sul torace del mio nemico. Cerco di staccarmi da lui ma è inutile. Non ci riesco.

- Chi sei?

La voce di Mamoru giunge sicura. Forte e decisa. Sento la sua energia invadere l’aria. Di contro Caos è calmo. Placido. Non reagisce. Sta attendendo. Nasconde la sua aura per attaccare quando Mamoru abbasserà la guardia.

- Scappa Mamoru. È Caos. Scappa.

Mi agito sperando che l’attenzione del nostro nemico si concentri su di me. Spero di dare il tempo a Mamoru di scappare e chiamare le altre. Almeno Hotaru.

Osservo Mamoru che resta fermo. In attesa. Non può sperare di vincere contro Caos. È impossibile. La sua energia aumenta ogni minuto che passa. Presto le altre ci raggiungeranno avvertendo questo picco da parte di Mamoru. Che stia amplificando il suo potere per questo?

- E così tu sei Caos… strano… ti immaginavo diverso. In ogni modo, lascia andare immediatamente Usagi.

Cosa ha intenzione di fare. Perché vedo quella espressione sicura sul suo volto? Non capisco. No… non può pensare di affrontarlo. Non può sperare di vincere. Anche se siamo ad Illusion, ed i suoi poteri sono aumentati, Caos è molto più potente di noi. Mamoru ti prego fermati.

Caos ride divertito. La sua presa sui miei fianchi si allenta. Mi scosta leggermente dalla sua stretta. Osserva me e Mamoru. Un ghigno si forma sul suo viso ed io mi sento sempre più terrorizzata. Lentamente si avvicina al mio volto. Viscido annusa il mio collo. Sembra un animale che stana la preda.

- Ti ho detto di togliere le tue luride mani dal corpo di Usagi.

Il tono di Mamoru è calmo ma minaccioso. Cerco di restare tranquilla anche se obiettivamente è impossibile. Il disgusto è tale da impedirmi di urlare. Caos tiene tra le dita una mia ciocca di capelli. L’attorciglia e ghigna. Si china sul mio collo e lentamente la sua lingua scivola su di esso. Chiudo gli occhi ed una lacrima scende lungo la mia guancia. Mi sento sporca. Tremo a causa della paura. La stretta di Caos si fa più forte, la mia schiena aderisce maggiormente al suo torace.

Una sfera di energia sfiora la guancia di Caos. Alzo la testa ma le lacrime mi impediscono di mettere a fuoco l’immagine di Mamoru. Apro e chiudo diverse volte gli occhi. Le lacrime scivolano lungo le mie guance. Adesso, finalmente, distinguo la figura di Mamoru. È furioso. I tratti del viso sono tesi. La presa all’elsa della spada è salda. La mano è ancora tesa verso di noi.

- Sfiorala ancora e la prossima volta non esiterò a colpirti.

La voce è glaciale. Quasi stridula a causa della tensione. Cerco di placare il tremore del mio corpo. Non posso essere facile preda di Caos. Non io.

- Saresti capace di rischiare di colpire anche la tua Principessa. Andiamo Principe Endymion, non credo che tu sia così… stolto?

Osservo Mamoru e cerco di trattenere ancora la paura. Cerco nei suoi occhi la calma che lo caratterizza ma sembra svanita nel nulla. Ho paura. Paura di non farcela.

- Ti ho detto di lasciarla andare. Adesso.

Scandisce ogni parola. Ogni sillaba. Emana forza ma anche tensione. È preoccupato. Percepisco i suoi timori. E se lo percepisco io, altrettanto facile sarà per Caos. Devo cercare di trattenere la mia paura. Devo farlo per Mamoru altrimenti per lui sarà più difficile lottare. Chiudo gli occhi e quando li riapro cerco subito gli occhi di Mamoru. Li incontro. Gli sorrido e faccio sì con la testa.

- Mi fido di te.

È un sussurro ma arriva sino a Mamoru, ne sono certa. Io posso fidarmi di lui. So che farà attenzione. So che farà di tutto per non farmi male. Per tenermi lontano da Caos. So che ci stiamo giocando la vita ma con Mamoru al mio fianco non temo nulla. Non ho nulla da temere.

- Stupida cosa credi di fare? Credi davvero che il tuo Principe sia in grado di sconfiggermi? Illusa.

Alzo la testa e, per la prima volta da quando Caos mi tiene prigioniera, trovo il coraggio per guardarlo nei suoi occhi color del ghiaccio. Con una calma che non mi appartiene inizio a parlare.

- Sai cosa ti dico? Meglio illusa che preda del terrore.

Mamoru avanza sicuro. La lama della spada puntata verso il basso. Gli occhi fissi in quelli di Caos. Ad ogni passo la stretta sui miei fianchi aumenta. Cerco di mantenere la calma anche se risulta parecchio difficile. Solo per un attimo, Mamoru sposta il suo sguardo sul mio. È un attimo fatale. Caos ghigna e non perde tempo e scaglia una sfera di energia nera verso Mamoru. Urlo di fare attenzione. Ma sembra tutto inutile. Il colpo è veloce. Riesco a liberare una mano dalla stretta di Caos. La tendo verso Mamoru che resta fermo. Come se sperasse di parare il colpo. Scuoto la testa e cerco un modo per evitare che Mamoru sia colpito. Caos mi tiene in pugno.

Il contatto ormai è inevitabile. Chiudo gli occhi. Non voglio vedere. Caos mi prende per il mento e mi costringe a volgere lo sguardo verso Mamoru. Le lacrime mi impediscono di vedere. È terribile. Perché non arriva nessuno? Perché?

- Mamoru…

Ormai la mia è solo una supplica. Caos mi lascia andare ed io cado in terra priva di forze. Scuoto la testa e porto le mani al volto.

No.

Non può essere.

È un altro incubo.

Piango ininterrottamente. Cercando di fare forza sulle braccia mi alzo. Barcollo. Un passo. Sto per cedere ma resisto. Un altro passo. Ancora. Stavolta non ho la forza di restare in piedi. Cado. Non arrivo a toccare terra. Qualcuno mi sorregge.

No.

Non può essere.

Sollevo la testa ed incrocio gli occhi sorridenti di Mamoru.

- Sta calma. Adesso sei al sicuro.

Mi stringe al suo petto. Bacia il mio capo mentre siamo entrambi seduti in terra. Stringo forte le mani attorno alle sue spalle. Come è possibile?

- Come hai fatto maledetto pezzente?

Mamoru si alza e stringendomi al suo torace si volta verso Caos. Lo guarda attentamente. È come se fosse in attesa di una sua mossa. Anche io lo fisso. Temo che possa escogitare qualche altro tiro.

- Si vede che non sei così forte come credevi.

La voce di Mamoru è sicura. Non ho percepito nessun timore. Vorrei essere tranquilla come lui. Un boato alle nostre spalle e poi polvere. Mamoru volta le spalle sia a Caos sia al punto in cui c’è stata l’esplosione. Copre entrambi con il suo mantello. Mi stringe al suo torace. Io cerco di creare una barriera ma sono troppo debole. Non riesco neanche a sprigionare un millesimo del mio potere.

- Sta tranquilla Usagi. È arrivata la cavalleria.

Alzo la testa ed osservo oltre le spalle di Mamoru. La polvere si dirada e alcune sagome iniziano a prendere forma. Qualcuno avanza e sento Mamoru rilassarsi. Cerco di mettere a fuoco le immagini ma non ci riesco. Sono troppo stanca. La tensione causata dalla Dream ‘s Room. La lite con Mamoru. L’attacco di Caos. Troppo per me.

- Maledetti.

La voce di Caos arriva alle mie orecchie deformate. Il suo potere. Lo sento. Sta aumentando. Mi stringo maggiormente a Mamoru. Ho paura. Il sogno… ritorna nitido nella mia mente. Il corpo di Mamoru freddo ed immobile. Dando fondo alle energie residue mi metto in piedi. Guardo Caos e leggo nei suoi occhi solo odio.

È un attimo.

Lancia la sua spada verso me e Mamoru.

Qualche incantesimo tiene bloccati tutti gli altri.

Io resisto.

Osservo la spada.

Sembra che il tempo si sia diradato.

Tutto scorre lentamente.

Apro le braccia e faccio da scudo con il mio corpo a Mamoru.

Chiudo gli occhi ed attendo.

Nulla.

Lentamente apro gli occhi ed allora la vedo.

Una veste bianca.

Mio padre.

Il bastone del tempo ha deviato il colpo. Chiudo gli occhi e cado in terra. Forse, ora che è arrivato Chronos, posso rilassarmi. Resto con gli occhi chiusi. Non un suono. Nulla. Il silenzio più totale. Caos non è più qui. Lo sento. So che è così. Qualcuno mi solleva da terra. Riconosco il profumo di Mamoru.

- Mamoru…

Si irrigidisce. Lo avverto. La sua presa diventa più forte.

- Rilassati Usako. È tutto finito ti porto in camera.

Non mi faccio pregare più di tanto. Mi rilasso completamente. Chiudo gli occhi e lascio che le mie membra cadano in un sonno che spero ristoratore.

Principessina per questa volta il tuo Principe si è salvato… ma non temere… presto raggiungerà i suoi genitori…

Mi sveglio di soprassalto. Stringo le lenzuola che mi coprono. Ansimo come non mai. Sono seduta in mezzo al letto con la fronte mantida di sudore. Porto le mani al petto cercando di calmare il ritmo del mio cuore. Sto impazzendo.

La voce di Caos risuona nelle mie orecchie. Le minacce a Mamoru. No. Devo fermarlo. Devo impedire a Mamoru di affrontare ancora una volta il nostro avversario.

Le lacrime hanno libero sfogo. Piango e neanche lo capisco. Piango e neanche me ne accorgo. Prendo il cuscino e con un gesto di stizza lo lancio contro la porta chiusa. Inizio a piangere più forte senza potermi fermare. Devo fermare tutto questo.

Sono stata folle.

Credere di poter vivere normalmente.

Credere di poter amare per poco tempo Mamoru.

Credere di poter essere felice.

Tutte mere illusioni. Tutte sciocchezze. Sogni di ragazza. La realtà è ben diversa. C’è una guerra in corso ed io non posso abbassare la guardia. Non posso permettermi debolezze. Non posso permettermi di cedere sotto nessun punto di vista. Ne va della mia vita. Di quella di Mamoru. Delle mie guerriere e dei generali. Dell’universo intero.

Come se trascinata da una nuova forza mi alzo dal letto. Mi rivesto in fretta e percorro rapidamente i corridoi del palazzo di Illusion. Non permetto alla stanchezza di prendere il sopravvento. Cammino rapidamente. Mi fermo davanti una porta di noce. La apro piano senza neanche bussare.

Entro piano. Richiudo la porta alle mie spalle e poggio la schiena delicatamente sull’uscio chiuso. Osservo la stanza nella penombra e noto subito il letto che è al centro della stanza. Zoicite si alza non appena mi vede entrare e si fa da parte per permettermi di vedere il volto di Amy.

Dorme serena. La pelle chiara è illuminata dalla luce flebile delle candele. Mi avvicino e mi siedo sul bordo del letto lasciando al generale la sedia libera. Sposto una ciocca di capelli dal viso della guerriera di Mercurio e poggio delicatamente due dita sulla sua fronte. Il simbolo del suo pianeta compare solo per un breve attimo.

- Usagi è normale che dorma così tanto?

Mi volto verso Zoicite e lo guardo allarmata.

- Da quanto tempo è in queste condizioni?

- Quasi un giorno.

Quasi un giorno. Anch’io allora ho dormito per quasi ventiquattro ore. Adesso comprendo perché mi sento tanto carica.

- Stai tranquillo. Presto si risveglierà. Sarebbe meglio che riposassi un paio di ore anche tu. Non saresti di grande aiuto se dovessi crollare durante la battaglia. Adesso devo andare a raggiungere gli altri.

Mi alzo e vado verso la porta quando ormai ho la mano sulla maniglia la voce del generale mi blocca.

- Grazie per esserle stata accanto… e per averla salvata.

- Loro per me non sono delle guerriere. Sono la mia famiglia.

Stavolta esco davvero dalla stanza e riprendo il mio cammino verso la sala del trono. Giunta dinnanzi alle porte chiuse mi fermo un attimo per riprendere fiato e ridare un minimo di contegno alla mia immagine. Poggio la mano sulle ante chiuse e queste, come se avessero riconosciuto il mio potere, magicamente si aprono.

- Usagi! Ti sei svegliata finalmente!

Rei e Minako si avvicinano di corsa seguite da Makoto. Hotaru mi osserva per pochi secondi e poi sposta i suoi occhi scuri su Mamoru che mi osserva in silenzio. Le mie amiche mi abbracciano calorosamente ed io ricambio la loro stretta. Ci separiamo e cerco con gli occhi mio padre che è rimasto immobile vicino ad Helios. Dopo i diversi convenevoli e senza attendere oltre prendo la parola.

- Come vi sarete accorti Caos sta recuperando tutti i suoi poteri. La dimostrazione sta nel fatto che è riuscito ad entrare ad Illusion mantenendo la sua vera forma. Tutto questo perché sta imparando a gestire al meglio il potere di Nemesi ed il legame che la lega ad Helios. Da adesso in poi possiamo ritenerci in pericolo anche in questa dimensione per questo d’ora in poi dovremo fare ancora più attenzione.

Tutti ascoltano le mie parole in silenzio, come se da queste dipendesse la loro vita, ed effettivamente è veramente così.

- Ho dell’altro da dirvi. D’ora in poi sarò io a decidere chi entrerà nella Dream ‘s Room. Non possiamo perdere altro tempo. Dovete rafforzare i vostri poteri il prima possibile.

Tutti ascoltano le mie parole. Mentre parlo evito di proposito di soffermarmi su Mamoru. Sono troppo arrabbiata con lui. Gli avevo detto chiaramente che era una follia affrontare Caos ma lui, come se avessi parlato al vento, lo ha sfidato. Dopo alcuni minuti di silenzio riprendo a parlare.

- Rei preparati. Tu sarai la prossima. Tra dieci minuti ti voglio davanti alle porte della sala di addestramento.

Così, d’improvviso senza dare il tempo di riflettere a nessuno, informo la guerriera di Marte di prepararsi ad affrontare le sue paure. Mi volto e torno indietro sui miei passi. Esco dalla sala del trono a testa alta. Non mi fermo a parlare con nessuno. Mi dirigo verso i giardini interni del parco sperando di trovare un po’ di pace per la mia anima. Mi fermo davanti ad una delle fontane del parco. Lo zampillio dell’acqua, insieme al canto degli uccelli, è la sola melodia che riempie il mio animo. Chiudo gli occhi cercando di scacciare dalla mia mente la voce di Caos ma sembra impossibile.

La presenza di Mamoru alle mie spalle mi infastidisce e così, senza attendere altro, mi volto di scatto e lo schiaffeggio con tutta la forza che possiedo. La sua guancia diventa subito rossa e il suo volto si gira dal lato in cui è stato colpito. La mia mano fa male, lo schiaffo è stato violento, ma lo nascondo. Sono molto arrabbiata.

- Cosa ti è saltato in testa? Sei forse impazzito? Come hai potuto sfidarlo a viso aperto? Dimmi come hai potuto? Mi avevi promesso che avresti fatto attenzione ed invece che fai? Vai li e lo sfidi come se si trattasse di un nemico qualsiasi? Sei impazzito Mamoru? Cosa credevi di fare? Non sei in grado di affrontarlo. Non hai il potere sufficiente per respingere un suo attacco. Io stessa non sono sicura di poterlo affrontare. Io… credevo di potermi fidare di te ma a quanto pare mi sono sbagliata.

Parlo ininterrottamente. Non mi fermo a prendere fiato. Lo guardo negli occhi e poi lo oltrepasso. Quando ormai sono alle sue spalle mi afferra per un braccio e mi fa voltare con forza. Incrocio i suoi occhi blu e vi leggo dentro la mia stessa rabbia.

- Dimmi tu cosa avrei dovuto fare? Lasciarti li tra le sue braccia e magari assistere fermo a quello spettacolo… deplorevole? Dimmi cosa dovevo fare Usagi? Assistere senza tentare di salvarti? Cosa dovevo fare Principessa? Cosa? Ditemelo voi? Restare fermo immobile? No. Sarei morto piuttosto che lasciarti nelle sue mani. Cosa credi? Di poter affrontare tutto da sola? No. Non hai il potere sufficiente per respingere un suo attacco. Te l’ho detto già una volta. Te lo ripeto adesso. Sei solo una ragazzina che si atteggia a fare la paladina della legge. Da sola non riuscirai a sconfiggerlo. Mai.

Guardo Mamoru negli occhi e parlo con la sua stessa voce fredda.

- Ti sei mai chiesto se davvero voglio il tuo aiuto? E se per me tu fossi solo un peso? Hai mai pensato che Caos possa usarti come un’arma contro di me?

La presa al mio braccio aumenta ma non ho intenzione di cedere. Il dolore diventa quasi insopportabile ma non cedo. Non con Mamoru. Non adesso. Devo allontanarlo da me. Devo ferirlo se voglio essere certa che lui capisca il mio messaggio.

- Sì. Me lo chiedo ogni giorno ed ogni volta ottengo la stessa risposta: per Caos io sono l’esca perfetta proprio perché tu glielo permetti. Se provassi a vedere un po’ più in là del tuo naso forse capiresti che non sei la sola dotata di un grande potere.

Così dicendo lascia il mio braccio e mi spinge lontana da lui. I nostri occhi restano incatenati. Nessuno dei due sembra volersi muovere. È una battaglia troppo importante questa. È la voce di Kunzite che interrompe la nostra lite.

- Ragazzi siamo tutti pronti… aspettiamo solo voi.

Kunzite deve aver intuito la tensione che si respira nell’aria dato che si ferma ad osservarci.

- Vai avanti Kunzite io ed Usagi ti raggiungiamo appena abbiamo finito di parlare.

- Non occorre. Io e Mamoru abbiamo già finito.

Non aggiungo altro e vado verso la Dream ‘s Room. Cammino lentamente cercando di frenare le lacrime che vogliono uscire dai miei occhi. Ero io a voler ferire Mamoru ma alla fine è stato lui a ferire me. Alle mie orecchie giungono solo poche parole di quello che si dicono Mamoru ed il suo generale ma sono sufficienti a spezzare le mie ultime difese.

- Mamoru cosa è accaduto?

- Niente Kunzite, niente. Ero convinto che Usagi fosse diversa ma è ancora una ragazzina immatura. Mi ha deluso.

Vorrei iniziare a correre ma non lo faccio solo perché conservo ancora un po’ di orgoglio. Un qualcosa si è spezzato dentro di me e non so se riuscirò a rimarginare in fretta questa ferita. Nella voce di Mamoru ho avvertito tanta rabbia nei miei confronti, ma soprattutto del rancore.

Sono riuscita ad allontanarlo, ma a che prezzo?

Buona sera, o buon giorno, dipende dal momento in cui leggerete il capitolo. Buona estate a tutti e per chi non lo avesse capito sono in vacanza ecco spiegato il motivo di tanto ritardo! Quest’anno, è vero che non sono partita, ma sapete vivo a Catania, città di mare, e qui ogni giorno non si può evitare un tuffetto tanto per rinfrescarsi dalla calura di questi giorni… poi la sera si fa una passeggiata, quattro salti in discoteca, un cornetto a colazione e si dorme fino a tardi e poi verso le 11 di nuovo mare… e così tutti i giorni e ditemi voi quando lo trovo il tempo per aggiornare? Mi capite vero? Devo pur riprendermi dallo stress dell’università e poi considerate che quest’anno ho finito gli esami l’1 agosto (la domanda sorge spontanea: ma sono stati esami legali?)… ma da giorni 25 si torna alla solita vita… studio… ma la mattina però un tuffettino me lo concederò! Purtroppo non ho il tempo per i ringraziamenti, spero che mi comprendiate… un bacio a tutti e a presto!

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Capitolo 35
*** Capitolo XXXV ***


Nuova pagina 1

Capitolo XXXV

Arrivo davanti la porta della Dream ‘s Room e gli occhi di tutti sembrano puntati su di me. Mi accorgo di Haruka poggiata ad una colonna; le ho imposto di non raccontare a nessuno ciò che le è accaduto durante il suo addestramento, non posso permettermi che le guerriere siano influenzate dai racconti delle altre. Ogni guerriera deve essere pronta ad affrontare l’ignoto solo così troverà la forza necessaria per reagire.

I miei pensieri volano a Mamoru. Allo scontro avuto pochi minuti fa. È la fine. Questa volta qualcosa si è spezzato e non sono certa che si tratti di una lite passeggera, ma è giusto così. Non voglio che lui soffra. Lo impedirò a costo di restare sola per l’eternità. A costo di versare fiumi e fiumi di lacrime. Io ti salverò amore mio.

Avanzo con calma tra le guerriere ed i generali. Voglio stare in mezzo a loro sperando di cancellare il mio dolore. Osservo tutti e noto, accanto a Haruka la presenza di Michiru, Setsuna ed Hotaru. Dall’altra parte Makoto e Minako con Nephrite. Rei e Jadeite sono fermi davanti la porta. Mancano solo Amy e Zoicite. C’è come un muro a separare Inner ed Outer e questo non mi piace. Appena questo addestramento sarà concluso dovrò cercare di unire il gruppo, altrimenti così, otterremo ben poco.

- Bene, siete tutti qui. Rei, sei pronta?

La guerriera di Marte compie, titubante, un passo in avanti. La mano è ancora stretta in quella del suo generale. Sembra che non voglia separarsi da lui, ma la luce che brilla nei suoi occhi mi fa capire che è determinata ad entrare e vincere. Vincere contro se stessa. La voce di Nephrite riempie il silenzio che sta saturando l’aria rendendola pesante.

- Usagi… ancora mancano Mamoru e Kunzite, non credo che...

- Non preoccuparti. Arriveranno presto.

Cerco di mantenere un tono di voce calmo, non voglio far trasparire la mia pena. Poi, è inutile prendersela anche con loro. Se adesso ci troviamo in questa situazione è colpa mia. Ho abbassato la guardia e non dovevo. Mi volto verso Rei che, intanto, ha materializzato il suo rubino. Credo che abbia capito che è necessario bagnare la sua pietra nel mio sangue, mi auguro che anche le altre abbiano compreso la necessità di questo gesto.

- Usagi vorrei entrare al posto di Rei all’interno della Dream ‘s Room.

La voce di Michiru arriva calma e placida come il mare calmo della sera. Mi volto verso di lei e posso leggere negli occhi della mia guerriera la sua determinazione. Sposto lo sguardo su Haruka. È ferma. Posso percepire la tensione che avvolge la sua persona. Non parla solo perché troppo orgogliosa ma è preoccupata. Preoccupata per Michiru.

- Non è possibile Michiru. Ho già deciso.

I muscoli di Haruka si rilassano ma non abbandona la sua posizione. In questo momento quella colonna deve essere realmente il suo sostegno.

- Perché no?

Sospiro e chino il capo. Come spiegare che lei, perché Outer, è più potente di una Inner. Se Caos decidesse di attaccarci adesso, che sta riacquistando il suo potere, le Inner si troverebbero in netta difficoltà rispetto le Outer, anche se… neanche le Outer potenziate al massimo potrebbero nulla contro la potenza di Caos. Come spiegare tutto ciò senza ferire le guerriere? Come spiegare loro che questo addestramento non servirà a nulla contro Caos? E come far capire a Michiru che in questo momento sono le Inner che necessitano maggiormente della Dream ‘s Room?

- Io credo che Usagi preferisca far entrare Rei perché è una Inner ed è ben noto che i nostri poteri sono inferiori a quelli di voi Outer. Avete i vostri talismani che li amplificano mentre noi… per noi è diverso.

Mi volto verso Minako e le sorrido riconoscente. Io non sarei riuscita ad essere più chiara. Anche se posso avvertire nella sua voce lo sconforto causato da questa consapevolezza.

- Io credo che sia…

- Michiru non insistere. Ho già deciso.

Michiru non sembra demordere giacché ribatte alle mie parole.

- Non puoi…

- Michiru adesso basta. Verrà anche il tuo turno non temere.

Stavolta è l’intervento di Haruka a salvarmi dalle richieste di Michiru. Mi volto verso la Senshi del vento e fisso i miei occhi nei suoi. L’astio di questo ultimo periodo sembra svanito nel nulla. Sono felice di aver recuperato parte dello strappo che si era creato tra noi. Sarà difficile recuperare totalmente la sua fiducia ma questo piccolo gesto è già un passo avanti. Almeno questo è un bene. Dopo la lite con Mamoru non sarei riuscita a sopportare altro sarcasmo da parte di Haruka. Adesso ho bisogno più che delle mie guerriere, delle mie amiche.

Mi fermo ad osservare Michiru e leggo il turbamento che traspare nitido dai suoi occhi azzurri. Le parole di Haruka devono averla profondamente scossa. Generalmente è sempre la bionda ad essere calmata dalla guerriera di Nettuno e mai il contrario. Questo capovolgimento delle parti deve averla sorpresa.

Non temere. Arriverà anche il tuo momento ed allora potrai proteggerla. Abbi solo un po’ di pazienza.”

Lo sguardo stupito di Michiru si punta su di me che annuisco silenziosa e mi volto ancora verso Rei. Sono felice di poter essere d’aiuto alle mie amiche.

Jadeite e Rei si guardano negli occhi quando io porgo la mano alla mia Senshi che, prontamente, lascia il suo rubino a me. Il contatto con la pietra mi regala un piacere tepore. È come se il fuoco che lo caratterizza stesse riscaldando anche la mia anima. Sorrido a Rei e la invito a poggiare la sua mano sulla mia così da tenere entrambe il rubino.

Ancora una volta il coltello dalla lama d’argento incide la mia carne. Altro sangue sgorga dalla mia ferita. Sangue che si confonde con il rosso della pietra. Anche questa reagisce come le altre due. Si illumina di un intenso bagliore rosso. Dentro di me sento un nuovo legame con Rei.

- Hai altri due minuti. Poi dovrai entrare.

- Usagi io non capisco…

Scuoto il capo tristemente. Perché io e le mie guerriere dobbiamo essere così affini?

- Parla con Jadeite. Ricordagli che lo ami. Anche lui ha bisogno di essere rassicurato da te. Concediti un po’ di felicità.

- E tu Usagi? Tu quando ti concederai di essere felice. Davvero credi che non me ne sia accorta? Quando tornerò mi dovrai spiegare perché Mamoru è così arrabbiato con te e perché tu sei così… fredda. Fredda nell’anima. Diventerai una vecchia zitella acida se continui a comportarti così.

Mentre Rei parla tengo il capo chino. Le sue parole sono vere ma non posso evitare di pensare che io… non diventerò mai una vecchia zitella acida. Io… resterò in eterno nella dimensione di Chronos.

- Se sei riuscita tu ad irretire il povero Jadeite non capisco perché debba essere io a rischiare lo zitellaggio.

Spingendo la mia amica verso Jadeite torno a posare gli occhi sulla Dream ‘s Room… intanto gli occhi di Mamoru mi stanno perforando la schiena. È qui da quando ho preso tra le mani il rubino di Rei…

Fisso la porta davanti a me senza curarmi di nessuno. La mia mente è immersa nel buio più totale. Non voglio pensare. Non adesso.

- Usagi…

Mi ridesto dal mio momentaneo salto nel vuoto. Osservo Rei negli occhi e vi leggo molta paura, ma anche tanta determinazione. Sposto i miei occhi su Jadeite e lo vedo preda dell’ansia. Sorrido a Rei e l’abbraccio. Prima di lasciarla mormoro poche parole al suo orecchio. Parole che trovano subito una risposta.

- Sei fortunata ad averlo accanto.

- Anche tu potresti esserlo se ti lasciassi andare…

Scuoto la testa con un finto sorriso. A me non è concesso un simile lusso. Io devo solo combattere.

- Vai adesso prima che Jadeite ci ripensi e ti rapisca.

Stavolta è il turno di Rei di sorridere mestamente.

Lo so amica mia. Soffri per me ma non preoccuparti. Io sono forte. Uscirò da questa situazione, più forte di prima.

Rei avanza sicura verso le porte della Dream ‘s Room che magicamente si aprono come se avessero riconosciuto il richiamo del suo rubino. Avvolta in una luce accecante svanisce davanti ai nostri occhi. Jadeite si affianca a me che resto con gli occhi fissi alle ante chiuse. Unisco le mani in grembo ed attendo.

- Tornerà. Vero Usagi?

- Sì Jadeite. Altrimenti andrò personalmente a prenderla. Puoi starne certo.

Poi mi volto ancora verso le ante chiuse osservandole attentamente. Ho come la sensazione che all’interno della Dream ‘s Room sia entrato qualcun altro con Rei. Che significa tutto ciò?

***** *****

Appena fatto un passo avanti ho avuto come la sensazione di essere risucchiata in un vortice. Lo stomaco si è contratto in modo doloroso e la testa ha preso a vorticare velocemente. È stato terribile ma per fortuna è durato solo pochi secondi. Quando tutto è finito apro gli occhi lentamente e mi ritrovo davanti il fuoco sacro che arde nel tempio dove vivo. Sono sdraiata in terra come se mi fossi appena svegliata da un sonno poco ristoratore. Ho i muscoli indolenziti e la testa che scoppia. Il fusuma (1) alle mie spalle scorre lentamente sulle canalette che lo contengono. Mi alzo in piedi ancor prima che il pannello di legno e carta raggiunga il gemello. Mi volto ancor più velocemente pronta a colpire chiunque spunti da quella porta. Ma resto immobile appena riconosco la figura che ho davanti.

- Rei è tardi. Perché non vai a riposare. Domani riprenderai con la meditazione. Adesso dai ascolto a tuo nonno e vai a dormire.

No. Impossibile. Non può essere il nonno. Io… che sia la prova a cui devo sottopormi? Osservo attentamente l’ambiente che mi circonda e riconosco che, effettivamente, siamo all’interno della sala del fuoco sacro. Osservo il fuoco e lo sento… freddo. È come se fosse finto.

- Coraggio Rei. Non facevi i capricci da piccola e devi iniziare a farli adesso che sei grande? Dai ascolto a me. Vai a dormire e domani avrai le risposte che cerchi.

Resto in silenzio e mi avvicino alla porta. Fatti due passi però mi blocco. Ritorno indietro e mi avvicino al fuoco. Avverto ancora freddo. Sento repulsione verso queste fiamme così simili ma così diverse da quelle che conosco da sempre. Come spinta dal bisogno di sapere, allungo la mano tra le fiamme e… queste mi avvolgono. Resto impietrita anche perché non brucio. Cosa sta accadendo?

Sono sorpresa. Cerco di capire come sia possibile ciò. Come sia possibile tutto questo. Chiudo gli occhi cercando un po’ di concentrazione, quando li riapro mi ritrovo nuovamente davanti le porte della Dream ‘s Room. Come è possibile?

Un attimo. Quella sono io. Io e Jadeite. Usagi e tutti gli altri. non li vedo bene ma so che sono loro. Riconosco le loro aure. Questo è quello che accaduto prima che io entrassi nella stanza dell’addestramento. Ed io… io sono uno spirito impalpabile, gli altri non mi vedono ma io posso benissimo sentire i loro discorsi, ma i loro volti restano sfocati come se vederli fosse troppo doloroso.

Tu sei la figlia di Marte. Non hai bisogno di nessuno. Vali molto più di loro.

Io non capisco. Da dove proviene questa voce? A chi appartiene. La sento rimbombare nella mia testa ma non capisco da dove arrivi.

Delle voci attirano la mia attenzione ed io senza capire come mi ritrovo vicina alle mie amiche. Ma io non ho mosso un passo, è come se il vento mi abbia trasportato con sé ed adesso sono qui, accanto a loro che non possono vedermi o sentirmi.

- Rei è entrata. Sono così strane. Lei ed Usagi intendo. Litigano dalla mattina alla sera ma sono unite. Io credo che, in fondo, Rei sia una strega. È capace di farti sentire in colpa anche per qualcosa che tu non hai commesso.

Questa voce, io so a chi appartiene. Minako. Mi volto verso di lei e la vedo parlare con Makoto. Finalmente i volti delle mie amiche sono riconoscibili e la nebbia che prima nascondeva i loro visi si è diradata, ma le sue parole sono così dolorose alle mie orecchie. Non può davvero pensare qualcosa di simile. Io… non sono una strega.

- Sai anche io credo che sia dotata di qualche potere di preveggenza. È una miko certo, ma deve avere qualche potere nascosto. È la prima a percepire la presenza del nemico quando sta per attaccare. Sembra quasi che sia direttamente in contatto con Caos. Se non la conoscessi la temerei.

Makoto. Anche tu? Non può essere. È tutto falso. Io… no. Non posso crederci. È solo la prova a cui sono sottoposta. Nulla di ciò che stanno dicendo è vero. È solo una bugia.

Mi volto verso le porte della Dream ‘s Room e vedo la mia immagine sparire in un lampo di luce. Le labbra di Usagi si piegano in un’espressione di fastidio mentre avanza verso Minako e Makoto.

- Siete due sciocche. La prossima volta urlate più forte. C’è mancato poco che Rei vi sentisse. Ma da dove vi saltano in testa certe assurdità. Rei è molto potente, forse tra le Inner è la più potente. Noi abbiamo bisogno del suo potere.

Non ci credo. Anche tu Usagi vuoi sfruttare le mie capacità divinatorie per questa guerra. Anche tu credi che io sia strana. Perché?

Loro non possono pensare davvero questo di me. Io per loro sono un’amica, una cara amica. Il nostro legame va al di là di quello che esiste tra guerriere, noi siamo sorelle.

- Ne sei sicura? Credi davvero, che per loro, tu conti qualcosa?

Mi volto verso la mia destra ed ecco che la vedo, la proprietaria della voce che fino adesso è stata nella mia testa. Una donna dai lunghi capelli color ebano ed occhi più scuri dell’abisso. Sulle sue spalle fanno mostra di sé delle ali nere come la notte. La veste che indossa però è rossa come il fuoco ed arriva sino ai suoi piedi nudi e nivei come il resto della carnagione. Le braccia sono decorate da bracciali che hanno le sembianze di serpenti ed in testa porta una corona di millefoglie e tanaceto. Il rosa ed il bianco dei fiori stona con il rosso della veste ed il nero dei capelli ma, non per questo, rende l’immagine della donna che ho davanti meno misteriosa e potente.

- Chi sei?

Resto ferma nella mia posizione in attesa. L’aura di questa donna è potente ma maligna. Incute terrore ed ansia.

- Chi sono? La tua guida. In questo percorso attraverso il tuo inconscio io sarò colei che ti indicherà la strada. Non ha importanza il mio nome. Sappi solo che di me ti puoi fidare.

La sua voce è calda e bassa. Potrei anche fidarmi se non fosse per l’aura negativa che avverto standole accanto. Continuo a restare guardinga mentre con calma cammina tra le mie amiche. Le sue labbra si piegano in smorfie di disprezzo appena si avvicina a loro. Solo adesso mi sono accorta che il tempo è come se si fosse fermato. Tutto deve essere iniziato con il suo arrivo qui. Accanto a me.

I commenti di Minako e Makoto sono stati sostenuti anche da Usagi. Se ripenso a quelle parole non posso che sentirmi vuota e sola. Ma non mi farò vincere dai miei sentimenti. Io… devo avere fiducia in loro. Devo credere nella nostra amicizia, e se si trattasse davvero della mia prova? Cosa devo fare? Cedere o continuare ad andare avanti? Una lacrima scende furtiva e scivola lenta sulla mia guancia. Subito è asciugata dal dorso della mia mano, il mio orgoglio è tale da non potersi piegare neanche davanti ad una delusione simile.

Stringo i pugni e mi volto verso la mia guida. Devo andare sino in fondo altrimenti non mi darò pace.

- Portami altrove. Ho visto abbastanza.

- Come tu desideri mia cara.

Ed ecco ancora quella sensazione di stretta allo stomaco. Uno strappo che dura il tempo del battito delle ciglia. Un attimo prima sono all’esterno della Dream ‘s Room, l’attimo dopo mi ritrovo in una pianura.

Mi guardo attorno e mi sembra un paesaggio familiare. Resto ferma. Sospesa tra i miei ricordi. Poi è un lampo e tutto diviene più chiaro. Questo è il Silver Millennium. Questa è la collina in cui io e Jadeite ci siamo scambiati la nostra promessa di amore eterno. Passeggio per questa distesa e quasi dimentico di essere eterea. Chiudo gli occhi e lascio che la magia di questo luogo mi avvolga. Un passo e poi un altro. Ed eccoci. Io e Jadeite. Mille anni fa. I nostri volti sono chiari, nessuna nebbia a nasconderli e poi, come potrei non riconoscere i suoi occhi azzurri? Mi avvicino per sentire ancora quel dialogo. L’ultimo prima della battaglia. L’unica volta in cui Jadeite ha avuto il coraggio di esprimere apertamente i proprio sentimenti.

- Come mai hai deciso per questo incontro notturno?

Ascolto ogni parola con occhi chiusi. La scena si ripete nella mia mente. Quasi posso percepire il calore della mano di Jadeite quando, mille anni fa, sfiorò la mia guancia. Ed ancora, come allora, quella lacrima silenziosa e furtiva che scivola e si ferma tra le mie labbra. Il sapore amaro delle lacrime è sostituito da quello dolce dell’amore. Riapro gli occhi proprio nel momento in cui le labbra di Jadeite si posano su quelle della me stessa di mille anni fa. Le sensazioni di quel bacio sono ancora vivide nella mia mente. La scossa avvertita. Il batticuore. Le gambe che tremano. Rivivo tutto. Anche il freddo a causa di quella separazione. Poi la voce di Jadeite mi riporta alla pianura.

- Sarà una battaglia dura e difficile. Non so quanto dovrò restare lontano da te ma ti giuro che farò di tutto per tornare da te. Ti chiedo solo di aspettarmi. Puoi farlo?

Ed ecco la me stessa di mille anni fa stringere il mio, il nostro, Jadeite e bagnare la sua spalla con le mie lacrime.

Osservo i due ma la voce della mia Guida mi riporta al presente. Le sensazioni di allora svaniscono come la neve al sole primaverile.

- Struggente. Davvero doloroso. Solo Jadeite si è accorto della tua fragilità. Le tue amiche al contrario, erano troppo prese dalla loro sofferenza per accorgersi della tua. Mi sbaglio forse?

“ Tornerà. Vero Usagi?”

“ Sì Jadeite. Altrimenti andrò personalmente a prenderla. Puoi starne certo. ”

Usagi e Jadeite. Sono le loro voci. Le riconoscerei tra mille. Cosa è questo dolore lancinante alla testa. È come se il cervello mi stesse andando a fuoco. Fa male. Troppo male. Io non riesco a sopportarlo.

Mi piego sulle ginocchia e porto le mani tra i capelli. Il dolore è troppo intenso. Cosa sta accadendo?

***** *****

Porto le mani tra i capelli e mi piego in due a causa del dolore, troppo intenso perché sia sopportato. Sento le tempie pulsare velocemente ed il turbamento si fa largo dentro me. Cosa sta accadendo a Rei?

Jadeite al mio fianco mi aiuta a rialzarmi e subito mi chiede cosa accade. Scuoto il capo mestamente senza trovare una risposta. Non so cosa stia affrontando Rei ma so che è un dolore dell’anima e non fisico. Il mio corpo non è ricoperto da nessuna ferita.

- Rei non abbandonare la fiducia. Ci siamo noi qui ad aspettarti.

Chiudo gli occhi e cerco di concentrarmi. Devo capire cosa sta accadendo all’interno della Dream ‘s Room, non posso permettere che accada qualcosa ad una delle mie guerriere. Loro sono la mia famiglia.

***** *****

- Rilassati Rei altrimenti sarà più doloroso. Sei pronta a vedere qualcosa che non avevi mai visto?

Annuisco anche se sono ancora piegata in due dal dolore. Inspiro profondamente e con uno sforzo incredibile mi alzo pronta a vedere ciò che la mia guida ha in serbo per me.

Ricorda che quello che vedono i tuoi occhi non è ciò che vede il tuo cuore. Abbi fiducia in coloro che ami.

Ancora? Stavolta è una voce diversa. È più dolce ed anche la sensazione che la sua aura è meno bellicosa. Cerco di rilassarmi ma è inutile. Il dolore alla testa aumenta a dismisura. Chiudo gli occhi cercando di non pensare. Chiudo la mia mente. Chiudo il mio cuore. Ancora il senso di strappo allo stomaco e poi quando riapro gli occhi mi ritrovo in un salone che non ho mai visto.

Le pareti in pietra bianca sono ricoperte da armi di ogni foggia. Il camino scoppietta allegramente ed è l’unica fonte di luce che offre alla stanza. Un grosso tavolo rettangolare è posto al centro della stanza e cinque sedie lo circondano. Una di queste è posta a capotavola. Più che una sedia è un vero e proprio trono decorato in oro e velluto rosso. I piedi della sedia sembrano le zampe di un leone mentre i braccioli sono adornati di semplice seta, anch’essa rossa. Rossa sangue. Le altre sedie sono semplici e di mogano o ciliegio. Non riesco a distinguere. Altro arredamento della stanza sono i divani e le poltrone, di pelle scura, che circondano il camino donando alla stanza un senso di confusione.

La porta improvvisamente si apre ed entrano quattro uomini che riconosco da subito. I generali. Tra questi spicca la figura di Jadeite. Anche i loro volti non sono nascosti dalla nebbia. Credo di iniziare a capire come muovermi in questi viaggi ed ecco perché gli ambienti diventano sempre più nitidi, come avviene per i volti di coloro che incontro.

Seguo i movimenti degli uomini ed alla fine li vedo prendere posto attorno al camino. Ridono e scherzano come se stessero festeggiando qualcosa, ma non capisco cosa.

- Ascolta e capirai.

Mi volto verso la mia Guida che ha parlato come se avesse letto i miei pensieri. Mi avvicino maggiormente e senza rendermene conto prendo posto sul bracciolo della poltrona su cui siede Jadeite.

- Dimmi un po’ caro il mio Jade, come è andata con la tua principessa di Marte?

A parlare è stato Kunzite. Si rivolge a Jadeite utilizzando il nomignolo che generalmente usano per prenderlo in giro. Sorrido interiormente pensando a quanto sono uniti, contemporaneamente però, mi rendo conto che, fino a pochi minuti prima, anch’io credevo nelle mie amiche ma adesso non è più così. Adesso ho capito, loro fingono. Mi credono una minaccia ed il loro affetto è dovuto solo al timore che nutrono verso di me.

- Kunzite piantala. Lo sai che non ti racconterò nulla.

La risposta di Jadeite non si fa attendere. È sempre stato riservato e silenzioso. Un po’ come me. Nei nostri silenzi riusciamo a parlare con semplicità. Ci basta scambiarci un’occhiata per capire cosa va e cosa non va. Credo che sia questa la magia del nostro amore. Capirsi senza l’uso della parola, solo ascoltando il cuore dell’altro.

- Il nostro Jade non vuole parlare. Lascialo stare amico mio. Si vede che la sua principessa deve averlo addestrato a dovere: nessuna confidenza a nessuno. Ho indovinato?

La voce di Nephrite è più alta di quella di Kunzite che intanto ridacchia con il generale moro. Osservo il viso di Jadeite e noto che continua a sorridere come se nulla fosse. Come se non gli importasse del giudizio degli altri generali.

- Perché non imparate a farvi i fatti vostri? Ognuno di noi ha il suo daffare con la propria principessa. Tu Kunzite devi badare alla vanità della tua Venus altrimenti ti lascerà sul lastrico per il suo amore smisurato per le cose belle. Tu Nephrite devi fare attenzione alla forza della tua Jupiter o tra i due tu sarai la donzella e lei l’uomo forzuto. Io devo prestare attenzione al cervello di Mercury altrimenti mi farà passare per un idiota. Mentre tu Jadeite… devi prestare attenzione al caratterino della tua Mars altrimenti ti piegherà al suo volere come se fossi un ramoscello.

Tutti ridono alla battuta di Zoicite come se nulla fosse. Intanto, il mio cuore va a pezzi. Perché Jadeite non dice nulla? Perché ride con gli altri come se fosse d’accordo con quanto detto da Zoicite? Davvero agli occhi di tutti sono così dominatrice?

Prova a leggere dentro il tuo cuore. Prova a fidarti delle persone. Non avere paura. Figlia di Marte non lasciare che il timore prenda il sopravvento. Fidati di coloro che ti amano. Non scappare ancora una volta. Fermati e guarda fino in fondo. Sii degna dei tuoi genitori.

Questa voce è gentile e serena. A chi appartiene? Chi può essere tanto sereno? Cosa può dare tanta sicurezza a chi mi ha parlato in questa maniera? Io sono confusa. Ciò in cui credevo, ciò che amavo, coloro di cui mi fidavo mi hanno mentito. Mi temono. Io… sono totalmente sola.

Mars tuo padre e tua madre non vogliono vederti in terra. Sii più forte delle apparenze. Fidati del tuo cuore.

Guardo i generali ridere e scherzare. Sembrano tanto uniti, tanto amici. Li invidio. Anche io vorrei avere amici simili.

- Andiamo mia cara. È arrivato il momento di scegliere da che parte stare. Se tra coloro che ti hanno mentito o prestare fedeltà a Caos che nella sua immensità ti ha aperto finalmente gli occhi.

La mia Guida mi esorta ad andare. Mi soffermo ancora un po’ ad osservare i quattro generali. Imprimo per l’ultima volta i loro volti sereni. Di certo, da qui a poco, in quello che per loro è il presente, scenderanno in campo contro Nemesi e perderanno la vita. Fisso gli occhi di Jadeite e sembra che possa annegare in questo azzurro. Come vorrei che fossero sempre così sereni. La voce di Kunzite, però, mi fa tornare in questo salone.

- Sapete qual è la verità? Io adoro la vanità di Venus. Mi sono innamorato della sua bellezza. Una bellezza che non è solo fisica. Una bellezza che fa splende la sua anima. È una creatura unica. Riesce a farmi sorridere, cosa che sa fare solo lei. Per lei mi ridurrei volentieri sul lastrico. Non credo che ci sia nulla di male in questo. Sarei disposto ad essere povero e a dover mendicare ma farei di tutto pur di renderla felice. Farei di tutto per far brillare ogni giorno il sorriso sul suo viso.

Il mio cuore batte a mille per via di questa dichiarazione d’amore che arriva da Kunzite, generale integerrimo ma che davanti gli occhi azzurri di Minako diviene docile come un agnellino.

- Oddio. Chi sei tu? Cosa ne hai fatto del mio amico Kunzite? Mai mi sarei immaginato di sentirti pronunciare parole tanto dolci. Dolci come la mia Jupiter. Lei è forte. Forse tra le Senshi è la più forte, ma anche la più fragile. Il suo animo è delicato come il petalo di un giglio. Ed anche se a voi può sembrare la più forzuta vi assicuro che non è così. Nulla di ciò che vedete è vero. Jupiter è fragile e dolce. Lei è come una madre pronta a proteggere il proprio figlio a costo della vita. Potete chiederlo al suo popolo se non mi credete. E vi avviso, se qualcuno di voi osasse parlare ancora una volta di lei in questa maniera, vi giuro sul mio onore che la pagherà cara. La mia Jupiter non si tocca.

Osservo il fervore nelle parole di Nephrite. La forza con cui ha attaccato Zoicite perché erano dirette a lui quelle parole. Ne sono certa.

- Nephrite puoi stare tranquillo. So perfettamente quanto possa essere dolce Jupiter. Non credere che io abbia parlato così di lei per offenderla, né ho voluto offendere le altre guerriere. Secondo te, potrei mai parlare male di Mercury? È vero, è intelligente. Acuta. Attenta. Con lei posso parlare di tutto quello che riguarda il sapere ma Mercury è molto di più di un libro da consultare. Mercury è il mio porto sicuro. È l’unica certezza che ho. I nostri caratteri ci impediscono di essere aperti come lo siete voi, ma non per questo ci amiamo di meno.

Anche Zoicite ha parlato. È il tuo turno Jadeite. Perché non parli? Non senti il bisogno anche tu di dire cosa ami di me? Ma tu, mi ami?

- E tu Jade? Perché non dici nulla? Ci siamo resi tutti ridicoli dichiarando cosa amiamo più delle nostre donne, manchi solo tu. Non credere che potrai uscire da qui senza una dichiarazione vera e propria.

Kunzite stuzzica Jadeite attendendo una risposta. Una risposta che anch’io aspetto con il cuore in mano e con la paura di scoprire cosa mai possa pensare di me il mio unico amore.

- Non credo che amare possa rendere ridicoli. Io amo Mars. Amo il suo carattere così fiero e forte perché è contrapposto al mio mite e tranquillo. È lei a darmi la forza per andare avanti in questa battaglia. È il pensiero di tornare e trovare il suo sorriso pronto ad accogliermi a farmi andare avanti. Amore carnale. Amore sfrenato. Amore vizioso. Amaro peccato. (2) Mars è tutto questo. È la famiglia che non ho mai avuto. È il mio mondo. Il mio universo, la difenderò a costo della vita. Morirei pur di non arrecarle dolore. Lei è troppo preziosa perché resti al mio fianco e, non c’è giorno in cui non mi chieda cosa ho fatto per meritare il suo amore. Io non lo so. Non posso saperlo, ma ogni giorno mi impegno per essere degno del suo amore.

Le parole di Jadeite mi hanno lasciata sorpresa. Non credevo che il suo amore fosse tale. Osservo il suo volto ed allungo la mano per sfiorare la sua guancia ma sono eterea. Non posso. Una lacrima scivola silenziosa. Ma stavolta piango di felicità.

- Adesso seguimi e non temere. Non accadrà nulla.

Alla mia sinistra compare, dal nulla, la figura di una donna. Una giovane e bellissima donna. I lunghi capelli castani cadono in morbidi boccoli sulle spalle nude. Gli occhi color del miele risplendono di una calda luce e le gote rosate regalano al suo viso di porcellana un alone di magia. La veste, di seta bianca, ricade morbida sulle gambe lasciate nude. Il capo è adorno da una corona di ulivo e dalle spalle spiccano delle ali bianche come la neve. La forza che sprigiona è pari, se non superiore, a quella dell’altra donna che ho alla mia destra, ma è come se il calore emanato dalla sua aura riuscisse a placare il tormento della mia anima.

- E tu? Cosa ci fai qui? Come osi venire fino a qui? Non dovresti stare al seguito di…

- Adesso basta così. Non aggiungere parola sempre che tu non voglia che la nostra ospite sappia chi siamo.

Le due parlano come se io non fossi presente. Le loro voci sono talmente differenti. Talmente opposte. La nuova venuta mi porge la sua mano ed io, leggermente titubante, la prendo. Ancora lo strappo allo stomaco e poi torniamo nuovamente davanti la porta della Dream ‘s Room.

- Perché mi hai riportata qui? Andiamo via. Non voglio sentire oltre.

- Sii coraggiosa. Non fermarti alle apparenze. Ascolta prima di giudicare.

Osservo la donna che ha parlato. Fidarmi? Mi sono sempre fidata di loro, forse è vero. Non devo fermarmi alle apparenze. Forse esiste una spiegazione a tutto ciò che ho visto e sentito. Forse è davvero la prova cui sono sottoposta. Ma la paura di scoprire che sono solo mie illusioni mi spinge a non fidarmi. A tremare, a temere la verità, però… però dentro di me una vocina flebile mi invita a non arrendermi. A prendere il coraggio a due mani ed affrontare ciò che mi aspetta ed io non mi tiro indietro. Ho sempre affrontato la vita a viso aperto, non posso piegarmi adesso. No. Devo andare sino in fondo.

- E sia. Voglio ascoltare il seguito del discorso.

Con un inchino la donna si sposta e mi permette di raggiungere le altre Senshi. Makoto, Minako ed Usagi stanno parlando. Usagi ha appena finito di rimproverare le altre due e sposta i suoi occhi verso le porte chiuse della Dream ‘s Room. Makoto è la prima a parlare come se attendesse qualcosa. Come se volesse vedermi spuntare fuori da un momento all’altro.

- Usagi non credere che per noi Rei non sia importante. È una sorella. Abbiamo lottato sempre una fianco all’altra. Abbiamo pianto e riso assieme. Sono seriamente preoccupata per lei. So cosa vuol dire essere da sole ed è una sensazione orribile. Spero solo che Rei sia forte abbastanza da non cedere.

Le parole di Makoto sono come un toccasana per la mia anima ferita. Forse è vero. Forse sono stata io a giungere a conclusioni affrettate.

- Tu e Rei litigate dalla mattina alla sera ma siamo coscienti dal profondo affetto che vi lega. Che ci lega. Siamo sorelle, tu stessa lo hai detto. Non puoi dimenticare questo particolare. È normale essere preoccupate. È vero, lei tra le Inner probabilmente è la più forte grazie anche alle sue capacità divinatorie ed è per questo che siamo preoccupate. E se Caos, per questo motivo, volesse Rei? Sarebbe capace di tutto pur di vincere questa guerra ed io non voglio lottare contro di lei. È stato difficile contro Makoto ed Amy, figuriamoci contro Rei. No. Non potrei.

Minako. Non credevo che si preoccupasse per me sino a questo punto. Ho sempre visto in lei la ragazza allegra, pronta a sdrammatizzare, non mi ero certa resa conto che il suo timore potesse essere talmente profondo.

- Sono stata una sciocca. Mi sono fermata alle apparenze dimenticando che loro sono le mie amiche. Le migliori del mondo. Potranno mai perdonarmi?

Parlo senza neanche rendermene conto. Ero così preda della paura da non essere lucida e logica. Ho sbagliato a credere in quelle parole, a fermarmi solo ad esse.

- State tranquille. Rei è un tipo tosto. Dubito che Caos possa riuscire a farla cadere in qualcuno dei suoi trucchetti. In lei è troppo radicato il senso dell’onore e del rispetto per piegarsi al Signore del Nulla. Ho fiducia in Rei e voi dovrete fare lo stesso… e se non dovesse tornare… andrò personalmente a prenderla.

Le parole di Usagi mi rendono felice ma allo stesso tempo mi fanno comprendere sino a dove si è spinta la mia stupidità. Ho davvero creduto che per le mie amiche io valessi poco? Ho davvero permesso al dubbio di insinuarsi nella mia mente? Sono stata così facilmente manovrabile? Mi volto verso la donna che per prima è stata mia Guida e la fisso direttamente negli occhi neri come la pece.

- Chi sei? Perché mi hai fatto vedere quelle scene?

Sento dentro di me il potere crescere a dismisura. È qualcosa che non mi era mai capitato prima. Sento come se il sacro fuoco scorresse nelle mie vene. È come se le fiamme stessero bruciando dentro di me donandomi nuova forza.

- Chi sono? Vuoi davvero sapere chi sono?

Attendo trepidamente il nome della mia avversaria. Mi dimentico dell’altra donna che ho accanto. Il suo potere è superiore anche al mio ma so che non è necessario temerla. So per certo che non è lei il nemico.

- Bene. Che tu sappia stupida ragazzina. Io sono Eris.(3)

Eris. Il suo nome non mi è nuovo. Ma non capisco a cosa possa ricondurmi. Poi si volta verso l’altra donna e riprende a parlare con voce maligna.

- E dimmi Nike, tu non dici nulla alla ragazza? Come mai la Divina ha mandato te?

La Divina? Di chi stanno parlando? A chi si riferiscono? Io non capisco.

- Eris sai bene che incapperai nelle ire del tuo signore solo per aver tentato di prenderti gioco di sua figlia. Hai dimenticato ciò che accadde ad Alirrozio figlio di Poseidone? (4)

Non capisco più nulla. Cosa sta accadendo? Io… sono terribilmente confusa. Non riesco a seguire i discorsi di queste due donne. Queste due divinità. Perché adesso non ho più dubbi, si tratta di due dee.

- Ares? Ares non è più il mio signore. Non lo è mai stato. Ti ricordo che io sono la Discordia. È lui ad aver bisogno di me. Senza di me la guerra non ha inizio.

Ora ricordo. Eris è la dea della Discordia. Accompagna il Dio della guerra nelle sue lotte. Perché non ho ricordato prima. Ed ho anche capito chi è la seconda donna. Il suo animo forte e la sua bellezza non possono ingannarmi. So chi ho accanto e sono certa di non sbagliare.

- Io credo che per te sia inutile continuare a parlare con Nike, la vittoria alata. Adesso sono io la tua avversaria. Mars power, make up.

E’ un attimo. Le fiamme mi avvolgono senza bruciarmi. Il mio corpo reagisce al fuoco e sento la forza aumentare ancora. Aumenta a dismisura tanto che temo di non riuscire a controllare tutta questa potenza. Dei cerchi di fuoco danzano attorno a me ed io cerco di attingere più potere possibile da loro. È come se mi stessero nutrendo con la loro energia. È come se… come se io stessi rinascendo da queste fiamme.

Nel corso della mia trasformazione, Eris cerca di colpirmi ma è bloccata dal pronto intervento di Deimos e Phobos. Quando sono arrivati? Possibile che mi abbiano accompagnato nel mio viaggio ed io non mi sia mai accorta di loro?

I due corvi attaccano la donna che arresta i suoi colpi, poi, planano lentamente ai miei piedi acquistando sembianze umane e si mettono davanti a me, come a difendermi. Osservo i due guerrieri, identici nei tratti fisionomici, che sovrastano la mia figura. Le tuniche, che ricordano abiti risalenti all’età classica, sono di colore diverso, una rossa e l’altra porpora. I colori del terrore e della paura. Osservo i due uomini e stento a credere che sino a pochi secondi prima erano due corvi, eppure dovevo immaginarlo, loro per me non sono mai stati dei semplici uccelli. Sono sempre stati al mio fianco da che ho qualche ricordo. Il nonno mi ha sempre raccontato che, al tempio, sono arrivati con me. Siamo cresciuti insieme. Li ho sempre sentiti un po’ come dei fratelli più grandi pronti a difendermi ed adesso… sono qui pronti a proteggermi. No. Non possono farlo. Questa è la mia guerra.

- Phobos, Deimos fermatevi. Questa non è la vostra guerra. Lasciate lottare la principessa di Marte. La figlia di Ares, il dio della guerra.

Solo adesso realizzo davvero chi sono. Solo dopo aver sentito il fuoco di Marte dentro di me. Essere parte di me.

Avanzo con passo deciso tra i due e mi piazzo pronta a scagliare i miei colpi. Non ho paura di lottare. Sono la personificazione della guerra. Nelle mie vene scorre sangue divino e non sarà certamente Eris a piegare il mio orgoglio.

- Avete sentito cosa vi ha chiesto?

Nike ha parlato con voce solenne. Deimos e Phobos mi osservano e poi il primo parla con tono fermo e sicuro. La sua voce è acuta, quasi ululante. Suscita terrore ma i suoi occhi scuri non mi ingannano. In essi leggo un profondo rispetto verso la donna che ha parlato.

- Come puoi abbandonarla? La tua signora è al corrente di ciò? Sa che vuoi lasciare sua figlia a lottare contro la più viscida delle serpi? La più crudele tra le divinità?

Ascolto le sue parole ma non riesco a capire cosa voglia dire. “La tua signora…” a chi si riferisce? Nike ha sempre accompagnato…

- Esatto Mars. Atena, la dea della giustizia o se meglio preferisci la dea della guerra ragionata (5). Tua madre. Tu mia cara incarni la guerriera perfetta. Dotata della forza e della saggezza. Incarni gli ideali nobili della guerra e non solo, la forza e l’astuzia.

Ascolto le parole di Nike affascinata ed ora capisco. Ho sempre temuto questo mio carattere agguerrito ed ho sempre tentato di placarlo. Ero sicura che i tentativi di calmarmi fossero forzati ma in realtà non è mai stato così. Fa parte di me essere così agguerrita ma anche riflessiva. Incarno il meglio dei miei genitori.

- Io credo che sia pronta a lottare. Sia sufficientemente forte per affrontare Eris da sola. Nel caso in cui le cose si metteranno male noi entreremo in azione fratello.

Phobos ha parlato. La sua voce è lenta e strascicata, ma pronta ad esplodere in tutto il suo vigore. Resto ferma. Cerco di concentrarmi ed estraniarmi da tutto ciò. Eris è rimasta ferma come se aspetta il momento ideale per attaccare.

“No mia cara. Non aspetto il momento ideale. Voglio solo farti vedere sino a che punto sono vili coloro che fingono di volerti bene. Si fanno da parte, ma non per permetterti di dimostrare il tuo valore. No. Sono vigliacchi. Tremano come foglie al vento. Hanno paura di lottare e così lasciano a te questa incombenza. Come la tua Principessa. Manda voi guerriere qui. Ma lei che fa? Nulla. Resta al sicuro fuori dalla porta dalla quale sei entrata.”

***** *****

Cosa accade? Porto le mani al seno. Stringo forte la mia veste proprio là dove batte il cuore. Resto ferma con il capo chino. Non riesco a muovere un muscolo. Jadeite, al mio fianco, non percepisce nessun cambiamento in me, ma io sto soffrendo. È come se una mano si stesse chiudendo a pugno attorno al mio cuore. È come se lo stesse stritolando. Apro la bocca in cerca di ossigeno. Non riesco a parlare. A muovere un muscolo. Sento il mio corpo abbandonarmi. Cosa sta accadendo a Rei? Non capisco più nulla. Chiudo gli occhi e mi lascio cadere all’indietro con la mano stretta all’altezza del cuore. L’aria accarezza il mio volto mentre le mie spalle si avvicinano al terreno.

Un colpo secco. Un botto. È il mio corpo che sussulta per un attimo. Rei cosa ti sta accadendo? Mi manca l’aria. Sento le voci attorno a me. Sento qualcuno che mi solleva per le spalle ma non è Mamoru. No. Non è lui. Riconoscerei il suo potere ma questo non appartiene a lui. È diverso. Antico. Misterioso. Eterno.

- Serenity guardami. Apri gli occhi.

Non riesco. Non ho le energie necessarie per compiere questo sforzo ma devo farlo. Per Rei che è lì dentro, sola contro se stessa. Contro le sue paure. Le sue angosce. Lentamente ci provo. Sollevo le palpebre ma sono tremendamente pesanti. Ricadono nuovamente. È tutto buio. Non sento più nulla. Sono debole. La stretta al cuore è svanita o sono io ad essere talmente debole da non avvertirla più?

- Serenity non mollare. Apri gli occhi. Non puoi abbandonare le tue guerriere.

No. Non posso ma non ho la forza per lottare. Mi sento vuota. Rei. Rei sta perdendo fiducia. Io… devo fare in modo di raggiungerla. Devo riuscire a toccare il suo cuore. Coraggio Usagi. Estraniati da tutto questo. Sei sola con Rei. Non cedere. Non cedere al dolore.

Rei… Rei ti prego. Ascoltami. Non cedere. Non cedere amica. Non arrenderti. Lotta, lotta per te stessa e per il tuo orgoglio. Lotta guerriera di Marte altrimenti è la volta buona che ti distruggo con le mie stesse mani. Non puoi cedere. Non tu che sei la più battagliera. Non tu che hai il fuoco dentro di te. Non vuoi farlo per me, benissimo. Fallo per Jadeite. Quel ragazzo ti ama. È disposto a tutto per te. Reagisci guerriera di Marte. Reagisci. Fallo per la nostra amicizia. Non abbandonarmi. Ho bisogno di te. Della mia amica.

- Serenity non cercare di metterti in contatto con la guerriera di Marte. Risparmia le tue energie. Apri gli occhi. Guardami.

- Padre… come potete chiedermi di… rinunciare a Rei. Sapete che è impossibile...

Lentamente apro gli occhi e sorrido verso Chronos che ha un’espressione preoccupata. Allora è proprio vero che ci tiene a me. Lentamente mi mette a sedere mentre con una manica della sua veste asciuga un rivolo di sangue che è fuoriuscito dalle mie labbra.

Osservo il bordo lindo della veste macchiarsi di nero. È la maledizione. In questo periodo ho abusato delle mie energie, dovevo aspettarmelo. Prima o poi la maledizione sarebbe tornata prepotente a riscuotere il suo tributo.

Hai rinunciato a Mamoru. Hai rinunciato all’amore. Così facendo, hai rinunciato anche alla Pietra di Luna.”

Èos. Le sue parole arrivano dritte al mio cuore o, forse, è solo la mia immaginazione. Non so. Cerco di alzarmi e ci riesco. Osservo i volti di tutti, sono carichi di apprensione e preoccupazione. Mi sposto ad osservare Luna che stritola tra le mani un fazzoletto e mi osserva con gli occhi pieni di lacrime. Amica mia. Senza rendermene conto cerco gli occhi di Mamoru. Incrocio il suo sguardo ma dura un attimo. Poi ricordo la nostra ultima lite e subito mi concentro su Chronos che mi sostiene stringendo con forza il mio braccio.

- Sto bene. È tutto passato.

- Hai abusato per troppo tempo dei tuoi poteri. Lascia che io conduca nuovamente qui la tua guerriera e poi la finirai con questa assurdità della Dream ‘s Room. È in pericolo la tua vita.

Osservo gli occhi di mio padre e posso leggervi tutto il suo timore. Per la prima volta mi appare come un uomo e non come un dio. Poso la mia mano sulla sua ed amplifico il mio potere nella speranza di tranquillizzarlo. Perché non voglio preoccuparlo, non voglio pesare anche su di lui, e poi… non voglio pensare a Mamoru. Non adesso che Rei sta lottando da sola contro le sue paure.

- Serenity ti prego… per una volta in vita tua, dai ascolto a tuo padre.

Mi alzo sulle punte e bacio la sua guancia ispida. Gli sorrido e scuoto il capo.

- Non posso abbandonare le mie guerriere, e poi non puoi riportare indietro Rei. Ho fatto apportare una piccola modifica alla Dream ‘s Room. Rei uscirà solo nel momento in cui avrà raggiunto il suo scopo. Quindi puoi metterti comodo ed aspettare. Se vuoi puoi starmi vicino ed aiutarmi. Il tuo sostegno mi dà coraggio e forza. Vuoi papà?

Scuote la testa contrito ed alla fine con un sonoro sospiro carico di sconforto risponde alla mia domanda.

- Come potrei dirti di no bambina mia?

Serena poggio il capo sulla sua spalla. Stringo la sua mano e cerco di ritrovare lo stesso conforto che ricevevo da bambina. Per la prima volta, dopo tanto tempo, torno ad essere bambina con lui, il mio papà.

Ritorno davanti alla Dream ‘s Room tenendo stretta la mano di mio padre nella mia, cerco nuovamente un contatto con Rei. So che è rischioso, ma non posso lasciarla combattere da sola. Lei ha bisogno di me ed io necessito di lei, della mia amica. Non posso fare diversamente.

Chiudo gli occhi continuando a cercare la sua aura ma inizialmente ho qualche difficoltà. La stanchezza e la debolezza mi impediscono di concentrarmi ma alla fine, dopo un paio di tentativi, ho raggiunto il mio scopo: l’ho localizzata. Finalmente le mie labbra si schiudono in un sorriso. Adesso è tutto chiaro. So chi è entrato con lei e non dovrei stupirmene, in fondo sono stati i suoi angeli da sempre.

- Usagi, perché sorridi in questo modo?

Jadeite mi guarda agitato. Ha notato un cambio di espressione sul mio volto ma non volevo allarmarlo.

- Jadeite… Rei è al sicuro. Phobos e Deimos sono con lei. La proteggono loro. Rilassati anzi, rilassiamoci.

Il volto del generale prima si irrigidisce ma poi si rilassa e lascia che le sue labbra si incurvino in su per sorridere leggermente. Per il momento Rei è al sicuro. Ma solo per il momento…

***** *****

- Eris, mi credi davvero così stupida? Non posso cadere due volte nello stesso trucco. Ormai ho capito come agisci ma mi spiace. Adesso sono pronta per lottare. Non temo nulla. Fatti sotto.

Osservo il volto della donna deformarsi a causa della rabbia. Urla in modo inquietante e per un attimo le mie gambe tremano. Faccio un passo indietro e lotto con il senso di impotenza che si sta impossessando di me. Eris mi arriva addosso come una furia.

Mi scanso di lato appena prima di essere raggiunta. Piego sulle gambe portando avanti il ginocchio destro così da scattare in avanti o lateralmente, secondo le necessità. Data la furia con cui attacca Eris non posso fare molto, solo parere i suoi colpi. Cerco di parare tutto ma le forze iniziano a vacillare. È come se qualcosa stesse risucchiando la mia energia, ma non capisco cosa. Inizio a vacillare mentre asciugo col dorso della mano un rivolo di sangue che scende dalla tempia destra. Questo attimo di distrazione risulta essermi fatale.

Eris riesce a superare le mie difese e, prima con una sfera di energia e poi con una potente ginocchiata allo stomaco, mi butta malamente a terra. Mi rialzo con tantissima difficoltà. Sono stremata. Non riesco a tenermi in piedi e la mano sinistra è sull’addome proprio dove sono stata colpita per ben due volte, ma avverto solo fastidio, nessun dolore.

Phobos e Deimos fanno un passo avanti pronti a scattare ma, un cenno del mio capo ed un braccio proteso di Nike, fa comprendere loro che non voglio alcun aiuto. È la mia battaglia e devo vincere da sola. Le energie continuano a fluire via, lente lasciano il mio corpo. Non capisco cosa stia accadendo. È come se qualcosa stesse risucchiando la mia forza.

Chiudo gli occhi e cerco dentro di me la concentrazione necessaria per scagliare il mio colpo. Eris continua ad attaccarmi con le sue sfere di energia. Ogni volta che mi colpisce il mio corpo sussulta a causa del fastidio. Il dolore è per Usagi. Non posso perdere tempo. Lei sta soffrendo parecchio ed io mi indebolisco ad ogni attacco portato a segno da Eris.

Una sfera più potente delle altre mi scaglia lontana. Cado pesantemente sulla schiena e striscio lungo il terreno accidentato. Sento la mia schiena sanguinare ed il dolore iniziale è sostituito dall’ormai consueto senso di fastidio. Non posso continuare così. Il sangue continua a fuoriuscire dalla ferita che ho alla tempia. Annebbia la mia vista e mi costringe a chiudere gli occhi, ma non posso. Non posso abbassare ancora la mia guardia, sarebbe la fine per me e per Usagi.

“Rei, lotta. Non pensare a me!”

Usagi. È lei ne sono certa. Amica mia stai soffrendo terribilmente. Appena questa guerra sarà finita dovrò evitare di prenderti in giro per un bel po’ di tempo. Eris continua ad attaccarmi incessantemente. Cosa posso fare?

- Principessa di Marte non mi sembri un’avversaria così ostica. È stato al quanto facile buttarti al tappeto, sarà ancora più facile ucciderti e portare la tua testa ad Ares.

A stento mi sorreggo sui gomiti. Sono ancora in terra e cerco di retrocedere strisciando e la cosa mi irrita. Io sono sempre stata una che ha lottato a testa alta ma adesso il pensiero di Usagi in un certo senso mi frena.

- Preferirei tenerla attaccata al collo la mia testa. Magari potremmo mandare la tua di testa ad Ares, tu che ne dici?

Eris si infuria ancora e mi scaglia contro un’altra sfera di energia, l’ennesima. Sono sbalzata lontana a causa del contraccolpo e batto pesantemente il capo in terra. Il mio diadema finisce in terra e il rubino sfavilla proprio sotto i miei occhi. No. non posso cedere. Io sono figlia della guerra e non posso certo farmi piegare da un’esaltata. Sorrido impercettibilmente e mi rimetto in piedi rimettendo il diadema al suo posto e con esso il mio rubino.

- Sai Eris… solo adesso mi rendo conto dell’ambivalenza della tua essenza. Sei la Discordia, ma rappresenti anche la competizione (6), quella che spinge i mortali a portarsi oltre i limiti, ed io voglio andare oltre i miei limiti. Fire soul bird! (7)

Il colpo sorprende Eris che non si aspettava una reazione da parte mia, non adesso che in pratica ero a terra. Riesco a rialzarmi ancor prima che Eris riesca a capire cosa le è accaduto e, cercando dentro di me la forza necessaria, mi appresto a scagliare un altro colpo.

- Burning mandala!

Compiendo un giro su me stessa riesco a concentrare il mio potere in una serie di cerchi concentrici che poi lancio a velocità contro Eris. I colpi la raggiungono in pieno ed io esulto interiormente per questa vittoria. Rilasso i muscoli e tiro un sospiro di sollievo. La sua aura negativa si sta spegnendo. Con passo deciso avanzo verso la mia avversaria e attendo che la nube di fumo si diradi. Mi volto verso Deimos e Phobos e sorrido, ma stranamente non ricevo risposta. Poi è un attimo. Una mano gelida afferra la mia gola e la stringe sollevandomi da terra. Degli artigli taglienti graffiano la mia gola e sento i graffi bruciare. Chiudo gli occhi e sento mancare l’aria.

***** *****

Stringo la mano di Chronos e frattanto mi concentro su Rei, sola con le sue paure. Accanto a lei Deimos e Phobos possono, in ogni caso, fare ben poco. È Rei a dover vincere e lo deve fare da sola. Avverto che la sicurezza avuta fino adesso inizia a vacillare. Rei para quel che può ma contemporaneamente sento che si indebolisce. Non so come mai, ma sento che il suo avversario sta cercando di aggiogare il suo volere, la sua forza.

Chiudo gli occhi cercando di capire cosa può portare via la forza alla mia amica. È difficile da capire. Sono debole, e non riesco a fare uso dei miei poteri in modo corretto ma so che sono vicina alla fonte di questo potere oscuro.

- Eris…

Mi volto verso mio padre e lo fisso sconvolta. Se ciò che ha detto corrisponde al vero, Rei si trova ad affrontare un nemico temibile e capisco a cosa è dovuto questo calo di energie. Ma non posso cedere, non posso perdere la fiducia nelle sue capacità.

- Eris è un’avversaria pericolosa ma Rei riuscirà a batterla, ne sono certa.

- Spero che sia così… lo spero davvero!

Sto per ribattere quando mi blocco. Porto entrambe le mani all’addome e cado in terra battendo duramente le ginocchia sul pavimento lastricato. Cadendo mi mordo la lingua e presto il sapore metallico del sangue riempie la mia bocca. Tossisco cercando di non sforzare troppo gli addominali. Il bruciore è troppo intenso e non riesco a rimettermi in piedi. Chronos mi sorregge e mi aiuta ma a stare eretta. Fatico ma riesco a stare ferma in una posizione.

Stringo il braccio di Chronos quando sento che i colpi si susseguono ad un ritmo incontrollato. Sento dolore in tutto il corpo, non c’è un muscolo che non mi faccia male. Il sangue percorre lento la mia guancia destra, scende dalla mia tempia e scorre lungo il mio viso. Lo asciugo con il dorso della mano e lo osservo. È rosso come il fuoco, come Rei.

La stessa Rei che, in questo momento, si limita a difendersi solo per paura di essere attaccata e colpita. Sa che in tal caso sarei io a soffrire e non lei. Stupida! Non si rende conto che limitandosi a difendere diventa una facile preda? Ci vuole così poco per capire che sta facendo il gioco di Eris.

Un urlo improvviso fuoriesce dalle mie labbra. Il dolore è così intenso da costringermi a cercare conforto tra le braccia di mio padre. Le gambe non mi reggono e sto per cadere se non fosse per Chronos. Mi sostiene mentre io nascondo la mia testa tra le sue braccia, così da nascondere i miei singhiozzi. La schiena brucia e fa male. È come se qualcosa l’avesse graffiata in profondità. Cerco di non singhiozzare ma è più forte di me. Il dolore non mi dà tregua.

- Cosa succede? Usagi cosa sta accadendo? È Rei?

Mi sposto verso Jadeite cercando di rassicurarlo ma le mie lacrime devono averlo messo ulteriormente in agitazione. Stringo la veste di Chronos e cerco di avere la forza per rispondere. È un misero tentativo dato che non riesco ad articolare suono. Stringo ancora la sua tunica quando una nuova fitta mi coglie impreparata. Un’altra lacrima scivola lungo la mia guancia.

- Adesso basta Serenity. Richiama la tua guerriera. Non puoi sottometterti ad una tortura simile. Perché? Perché lo hai fatto?

Chiudo gli occhi. La voce di mio padre è amplificata dato che ho l’orecchio poggiato al suo torace. Sento il suo cuore andare veloce come se stesse correndo. Le lacrime bagnano ancora i miei occhi mentre cerco la forza per rispondere. Sollevo la testa e cerco i suoi occhi. Tento di sorridere ma con scarsi risultati. Alla fine parlo con un tono di voce roco.

- Non posso… riportare Rei in dietro… ti ho già spiegato che ho… modificato la Dream ‘s Room. Fidati papà… ti prego… ho bisogno del tuo aiuto…

Poggio nuovamente la testa sul suo torace ed inspiro profondamente cercando di trovare un po’ di sollievo. Mio padre bacia delicatamente i miei capelli e poi amplifica il suo potere cercando di porre sollievo alle mie ferite, cosa che mi fa stare un po’ meglio.

Rei, lotta. Non pensare a me!

Amica mia reagisci. Non ti arrendere. Cerca la forza dentro di te. Pensa a Jadeite. Pensa al tuo amore. Forse così riuscirai a reagire a questo attacco.

Altri colpi arrivano violenti ed io volta per volta stringo il braccio di Chronos. Adesso siamo seduti in terra ed il dio del tempo mi sta cullando come se fossi una bambina.

“Mamoru…”

Lo vorrei qui ma non posso cercarlo. Non posso chiedergli di starmi accanto, non dopo oggi. Ho deciso e so di aver fatto la cosa giusta… lo devo tenere lontano.

Non ho più lacrime e lentamente le forze stanno tornando. Rei sta attaccando. Il suo potere sta raggiungendo livelli superiori. Cresce ogni momento che passa. Una nuova ferita si è aperta sulla mia fronte ed altro sangue scende da essa ma non mi interessa. Rei sta reagendo ed è questo che conta. Sento il suo potere e non posso che esserne felice.

Cerco Jadeite e lo trovo accanto a noi. In ginocchio che ci osserva. Gli sorrido cercando di rassicurarlo con gli occhi. Sta reagendo. Rei sta attaccando.

I suoi attacchi vanno a segno. Eris deve essere rimasta stupita da ciò, spero solo che Rei non abbassi la guardia altrimenti sarebbe difficile riuscire a resistere a nuovi attacchi della Discordia.

Improvvisamente porto le mani alla gola come se qualcuno la stesse stringendo. Ho difficoltà a respirare. Mi fanno male i polmoni e gli occhi mi lacrimano. Cosa sta accadendo? Rei cosa succede?

- Il po… Mam…

***** *****

No! non può finire così. Io sono battagliera e non sarà Eris a battermi. Con la poca forza rimastami, alzo le braccia e stringo i polsi di Eris. Cerco di liberarmi, ma è inutile. È troppo più forte di me, non mi resta che utilizzare il mio potere. Mi concentro anche se diventa sempre più difficile. La mia mente inizia a risentire di questa ipossia prolungata. A mala pena apro un occhio cercando di vedere davanti a me. Il viso soddisfatto di Eris è la sola cosa che mi è concessa vedere e… sono costretta a richiudere gli occhi. Non riesco a tenerli aperti ancora. Non ci riesco. Mantenendo gli occhi chiusi uso al massimo il mio potere.

- Fire soul!

Dalle mie mani partono lingue di fuoco che presto avvolgono le braccia della Dea che sembra non risentire del calore delle fiamme. Non devo cedere. Aumento la mia concentrazione e con essa l’intensità delle fiamme. Una fiammata improvvisa ci avvolge e solo per un secondo Eris allenta la sua stretta. Ne approfitto. Facendo forza sull’ultimo barlume di lucidità conficco le mie unghie nelle sue braccia e le do un calcio all’addome.

La presa si allenta. Finalmente sono libera. Con uno scatto mi porto ad una distanza di sicurezza e tossisco cercando di incamerare più aria possibile.

- Come stai?

- Ti senti bene?

Phobos e Deimos sono preoccupati ma faccio loro un cenno per far comprendere che è tutto a posto. Eris ringhia in mia direzione. Ok! L’ho fatta arrabbiare. Meglio. Abbasserà la guardia ed io potrò concentrarmi su quel piccolo particolare che prima non ho notato.

- Dea della Discordia ho solo una domanda da porti prima di dare il via all’ultimo scontro!

Cerco di prendere tempo per recuperare le forze. So perfettamente che il prossimo sarà l’ultimo scontro e non posso permettermi di sbagliare. Devo stare attenta e pazientare ancora un po’. Poi, potrò attaccare utilizzando a pieno le mie energie.

- Parla stupida ragazzina. Questa risposta sarà l’ultimo desiderio di un condannato a morte.

Vorrei spiegarle che l’unica a morire sarà lei ma evito. Devo prendere tempo e trovare una domanda da porle per perdere tempo. Manca poco, sento che il potere sta tornando in me. È strano ma è come se appena ho focalizzato quel particolare la mia energia sia fuoriuscita da quella sfera per tornare a me.

- Perché sono comparsa al tempio Hikawa appena entrata qui dentro?

Forse è una domanda stupida ma devo conquistare tempo. Devo riposarmi e caricare il colpo. Non posso sbagliare, non questa volta. È l’unica occasione che mi è concessa.

- Non sono stata io a scegliere dove far iniziare il tuo percorso. Sei stata tu. Il tuo inconscio. Io ho modificato solo la tua percezione dell’ambiente. Il tempio in cui hai vissuto ti infondeva coraggio e forza, io ho cambiato tutto rendendo le fiamme fredde, gelide. Estranee. Questo ti ha sconvolta a tal punto da facilitarmi il resto. Ho giocato sulla tua debolezza e ti ho fatto vedere ciò che volevo… dimmi, adesso sei pronta per morire?

No! Veramente vorrei vivere per un altro paio di secoli! Non sono certa di ciò che sto per fare ma ho solo questa possibilità. Non posso sprecarla.

- Eris mi scoccia ripetermi. Non sarà la mia testa a volare ma la tua. Salutami Caos.

È un attimo. Mi concentro e lo vedo. Un arco. Davanti a me. Apro gli occhi e lo afferro con la mano destra. Sento il fuoco di Efesto scorrere nelle mie vene. È la lava dell’Etna (8) quella che sento ribollire dentro di me. Non posso sbagliare. È il fuoco della sua dimora. Grazie.

- Mars! Flame sniper!

Tiro l’arco che ho davanti e scocco la freccia di fuoco. Questa vola diritta verso Eris che si prepara a respingerla. Con l’arco ancora teso mi volto rapida di trenta gradi verso la mia destra e sono pronta ad attaccare ancora. Davanti a me ho le figure di Phobos, Deimos e Nike ma non sono loro il mio bersaglio. Il braccio è teso. Sento le urla di Eris. Ha capito a cosa punto. Una sfera di energia arriva veloce verso di me. Io sono più veloce di lei. Scocco la freccia.

- Flame ‘s whirlwind!(9)

Un’altra freccia di fuoco parte veloce. Molto più della precedente. Appena lascia l’arco si trasforma in un turbine di fuoco che lascia cenere al suo passaggio. È come se si trattasse di un tornado di fuoco.

La sfera di energia di Eris mi sta per colpire ma io non ho più forze per reagire. Sono crollata. A sorreggermi il mio arco che non si piega solo perché è divino. Chiudo gli occhi ed attendo. Ecco.

Il mio tornado di fuoco è andato a segno. Colpisce il suo obiettivo. La mela cade in terra distruggendosi in mille piccoli pezzi. Un urlo disumano. Eris svanisce e con essa la sua sfera di energia. Sono distrutta. Non riesco a sorreggermi oltre. Cado in terra priva di forza ma con la consapevolezza di aver vinto.

***** *****

Finalmente è finita. Rei ha vinto. Ha colpito Eris nel suo punto debole. La sua mela. Era questa che sottraeva le energie alla guerriera di Marte. Rilasso i muscoli mentre le porte della Dream ‘s Room si aprono e materializzano il corpo di Rei, privo di sensi, tra le mie braccia. È un attimo. Subito dopo anch’io perdo i sensi. Un ultimo sguardo e poi è tutto buio.

(1)Fusuma: sono le porte scorrevoli decorate tipiche della casa tradizionale giapponese. Si tratta di pannelli di legno e carta, leggeri, e decorati nella parte "a vista". Tali porte scorrono su delle "canalette" in alto ed in basso (non hanno insomma rotaie o ganci di sostegno, una struttura essenziale e semplice). Vengono spostati utilizzando le apposite prese, che spesso sono degli oggetti di grande bellezza.

(2) Tratto dalla raccolta di drabble Elementi. Capitolo IV.

(3) Eris è la Dea della Discordia. Il mito più popolare che riguarda la sua figura riguarda il pomo d’oro che, in un certo qual modo, fu la causa dell’inizio della guerra di Troia (e poi data la fuga di Enea della fondazione di Roma). Il mito narra che Eris non fu invitata alle nozze di Peleo e Teti (genitori di Achille) ma ciò nonostante la dea si recò al banchetto organizzato da Zeus. Qui la dea lanciò tra Era, Atena e Afrodite un pomo d’oro con la scritta “alla più bella” (in greco antico kallisth ). Le tre divinità si contesero il pomo chiedendo a Zeus di scegliere a chi toccasse il frutto. Il padre degli dei non sapendo a chi consegnarla (secondo me anche per vigliaccheria n.d.a.) stabilì che fosse Paride, principe di Troia e l’uomo più bello, a scegliere per lui. Le dee furono accompagnate da Ermes al cospetto del giovane. Ognuna gli promise una ricompensa in cambio della mela:

Era gli promise di renderlo l’uomo più ricco e potente dell’intero universo (“il suo nome sarebbe riecheggiato sino alle stelle”);

Atena gli promise il sapere eterno così da poter cambiare gli eventi a suo piacere e con essi, la possibilità di modificare le leggi della natura;

Afrodite gli promise l’amore della donna più bella, Elena moglie di Menelao.

Il giovane principe scelse l’ultimo dono e con l’aiuto della dea rapì Elena e da qui ebbe inizio la guerra di Troia.

(4) Il mito narra che Alirrozio - figlio di Poseidone ed Eurite - fu ucciso da Ares perché tentò di abusare di Alcippe figlia del dio della guerra.

(5) Questa è una piccola licenza che mi prendo. Atena, che io sappia, è una dea vergine. Infatti, ho cercato e spulciato ovunque ma non ho trovato di suoi amori con uomini o dei. Si racconta, in ogni caso, di un tentativo di stupro ad opera di Zeus (o di Efesto) ma la dea riuscì a sfuggire. Lo sperma del re degli dei (o dello stesso Efesto) colpì il terreno (o la gamba della dea che si pulì con uno straccio di lana che buttò in terra) e da qui si generò Erittonio che fu adottato da Atena. La dea affidò il bambino, che al posto delle gambe aveva una coda di serpente, a tre sorelle – Erse, Pandroso e Agraulo – intimando loro di non aprire la cesta. Spinta dalla curiosità Agraulo aprì la cesta e la vista del bambino fece impazzire le tre sorelle che si uccisero gettandosi da una scogliera. Un’altra versione del mito narra che, mentre Atena andava a prendere una montagna per usarla per costruire l’Acropoli, un corvo avvertì la dea della disubbidienza delle tre sorelle; Atena infuriata, fece cadere la montagna e le donne si spaventarono a tal punto da uccidersi buttandosi dalla scogliera. La collera della dea non risparmiò neanche il corvo a cui cambiò il colore delle penne e le fece divenire tutte nere. Erittonio successivamente divenne il primo re di Atene.

(6) Secondo Esiodo, Eris oltre una natura violenta presenta un’altra natura che, in un certo qual modo può essere di aiuto ai mortali: quando si presenta nella forma della competizione, la dea è di stimolo agli uomini, spingendoli a superare i loro limiti e permettendo loro di conseguire risultati che la loro innata pigrizia renderebbe altrimenti irraggiungibili.

(7) Il Fire soul bird è l’attacco che Sailor Mars utilizza nella prima metà della seconda serie, l’“Uccello di fuoco!” Mentre il Fire Soul è il colpo che utilizza nella prima serie (Per intenderci il famoso “Fuoco, azione!”). Il colpo Burning mandala è tradotto da noi con il nome di “Cerchi di fuoco saettanti, azione!”

(8) Il dio Efesto era conosciuto come il dio del Fuoco e dato che Rei è la signora del fuoco è giusto fare cenno anche a lui. Quando parlo della lava dell’Etna lo faccio per due motivi: un po’ per campanilismo dato per la mia Sicilia e la mia Catania e poi anche perché il mito colloca la dimora di Efesto proprio all’interno dell’Etna, da noi chiamata Montagna o Muncibeddu.

(9) Flame ‘s whirlwind è di mia invenzione. Se per caso dovesse essere scritto in maniera errata non perdete tempo e correggetemi. Al liceo ho studiato solo francese e quel po’ di inglese che conosco – davvero una miseria – è merito mio, sono autodidatta.

*∫*∫*∫*∫*∫

Salve gente. Eccomi tornata. Scusate per l’enorme ritardo ma non è dipeso da me.

Il mio account è stato bloccato per tutto questo tempo, 22 giorni, a causa di alcune incomprensioni sorte riguardo la mia fic su Candy Candy. Questa è stata una storia lunga che mi ha demoralizzata parecchio e che mi ha portato a prendere una decisione importante: concluse le fic che ho in corso mi prenderò un lungo periodo di riposo. Ma questa non è la sede per queste riflessioni quindi bando alle ciance. Ancora dovrete sopportarmi per un bel po’!

Passando a questo capitolo cosa dirvi! È stato difficile scriverlo e mi ha lasciato con dei dubbi. Senza dubbio è il più lungo che abbia mai scritto – non solo per questa fic ma in generale – ma dividerlo non era il caso (siamo a 408 pagine di Word ed ancora sono entrate solo due tre guerriere e manca la battaglia finale ed un piccolo epilogo che non guasta, in totale 12, al massimo 13 capitoli alla fine). Se lo avessi fatto avrei spezzato il ritmo narrativo e avrai modificato lo schema prefissato. Tornado ai fatti svoltisi in queste 25 pagine di word, non credo di aver reso giustizia a Rei e chiedo scusa a tutte le persone che apprezzano questo personaggio. Rei è complessa ed io non sono riuscita a centrare il suo personaggio. Per quel che riguarda la sua famiglia… la decisione di darle dei natali così nobili risiede nel fatto che Marte-Ares è il dio della guerra, ma la guerra violenta e sanguinaria e francamente non mi andava di darle solo un genitore così guerrafondaio e da qui l’idea di Atena che rappresenta la guerra ragionata o se volete quella giusta (anche se non esistono guerre giuste, le guerre sono tutte sbagliate, ma questa è mia opinione personale.)! Perché non ho scelto Venere-Afrodite che è l’amante ufficiale di Ares? Per una questione di rapporti di parentela: Rei e Minako sarebbero state sorelle. Ciò non avrebbe cambiato nulla alla trama di base ma non mi inquadrava e poi ripeto, avevo intenzione di dare una connotazione positiva al carattere di Rei che altrimenti sarebbe stata vista solo come la guerriera figlia del dio Marte.

Altra cosa importante è la spaccatura tra Mamoru ed Usagi. Ho cercato di rendere bene tale momento lasciando Mamoru al suo posto nel momento in cui Usagi soffre a causa della maledizione, ma per non lasciare troppo scoperta la nostra Principessa ho deciso di affidarla al padre così nel frattempo di recuperare parte del rapporto padre-figlia. Sono riuscita nel mio intento? A voi dirlo!

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto ed adesso passiamo ai ringraziamenti dove inserirò anche quelli relativi alla raccolta di drabble Elementi che è stata conclusa con successo. 105 recensioni sono tante non so come ringraziarvi!

RINGRAZIAMENTI:

- BUNNY 1987: grazie per i complimenti. La tensione del capitolo scorso è stata dura da descrivere ma sono felice di aver trasmesso parte di ciò che volevo. Spero che anche questo capitolo sia di tuo gradimento.

- KILLKENNY: sono felice di vedere che alcuni tratti del carattere di Usagi restano IC, temevo di aver stravolto eccessivamente il suo personaggio. Per quel che riguarda il tuo alter ego… preparati. Ho in mente qualcosa di esplosivo!

- ROMANTICGIRL: emozionare è ciò che provo a fare ogni volta che scrivo ed è per questo che mi prendo tanto tempo tra un aggiornamento e l’altro. Temo che se scrivessi di getto non riuscirei ad ottenere risultati soddisfacenti quindi meglio aspettare che leggere qualcosa di deludente, non lo credi anche tu? Ringraziamenti relativi alla raccolta Elementi: non importa se tu abbia recensito o meno la drabble (non nego però che le recensioni non siano piacevoli!) relativa ad Usagi, l’importante è che tu abbia apprezzato tutto il lavoro. Sono felice che il mio lavoro continui a piacerti. Un bacio e grazie di cuore!

- AINECHAN: mi spiace averti fatto aspettare tanto per questo capitolo, ma come hai potuto capire non è stata colpa mia. Il capitolo era scritto a metà già i primi di settembre, poi il 15 settembre hanno bloccato il mio account ed ho proceduto a rilento nella stesura del capitolo, ma era già pronto per il 17 sperando che le cose non andassero per le lunghe, ed invece… che dire! Pazienza! Per quel che riguarda il capitolo scorso la proposta di matrimonio è stata scritta in un momento di pura follia, il mio ragazzo per scherzare – purtroppo – mi aveva proposto di sposarci alla stessa maniera, la mia risposta è stata opposta a quella di Usagi solo che lui – il simpaticone come lo chiamo io – si è scordato di dirmi che stava scherzando, quindi le mie nozze restano fissate per… il 2015 o giù di lì! A parte questo ho già in mente il finale e spero che piaccia a tutti! Spero…

- PRINCESSANGEL: ciao! Mi spiace non aver commentato ma come hai capito sono stata tagliata fuori dai giochi. Che posso dire per la storia? Sono felice che il mio modo di scrivere ti piaccia ma stai tranquilla, anche tu sei migliorata molto negli ultimi tempi e scrivendo si diventa sempre più bravi, però, spero che anche le idee siano di tuo gradimento. Cosa ne pensi della famiglia di Rei? Ares è suo padre, Atena sua madre, Phobos e Deimos suoi fratelli… oddio è una famiglia particolare! Ringraziamenti relativi alla raccolta Elementi: grazie per avermi sostenuta anche in questa prova. Per me era importante riuscire nel mio intento. Utilizzare 100 parole per descrivere un personaggio. Io che sono logorroica e la lunghezza dei miei capitoli ne è la dimostrazione. Per la scelta di chiudere con Chibiusa… sai che sei stata tu a farmi notare che chiudendo con lei lascio aperta una porta per il futuro? Per me è stata una coincidenza, ma tu hai ottimo fiuto! Complimenti!

- NEPTUNE_87: ciao! Prima di tutto spero di essere riuscita a completare la mia mail, dove commento il capitolo della tua fic, prima della pubblicazione di questo capitolo altrimenti preparati! Adesso passiamo alla mia di fic! Sai che sono un po’ sadica. Mi piace mettere il dolce e l’amaro. Un po’ come la vita non si può essere sempre felici e non si può essere sempre tristi ed io nelle mie fic tento di rimane il più realistica possibile. Certo, esagero e faccio penare ai nostri due eroi le pene dell’Inferno ma forza! Sapete che sono buona, di solito… Rei è entrata e questo capitolo mi ha lasciata soddisfatta a metà. La parte iniziale è stata interessante, alla fine credo di aver avuto fretta di concludere. Non saprei. C’è qualcosa che stona! Cosa sarà mai? Tu sai dirlo? Aiutami ti prego! Non ci dormo più la notte. Ho letto e riletto il capitolo senza trovare risposta! Come hai potuto vedere Mamoru ed Usagi continuano a restare separati, ma quanto durerà questa situazione? E chi può dirlo. Io vado a giornate! Ringraziamenti relativi alla raccolta Elementi: che dire! Hai avuto la forza di seguirmi anche in questa impresa e sei stata sempre presente. Tu sei sempre presente ogni volta che scrivo qualcosa, grazie per il sostegno, grazie davvero! Ho costruito questa fic basandomi sul parallelismo madre-figlia anche perché altrimenti non sapevo da dove cominciare e spero di averti fatto apprezzare un pelino di più la principessa del XXXesimo secolo! Che io scriva male è possibilissimo non temere, anzi tutte queste aspettative mi mettono l’ansia addosso ed ogni volta mi chiedo: e se dovessi deludere “i miei lettori”? Tu mia cara migliori in fretta tanto è vero che i capitoli della tua ultima fic sono meravigliosi e ricchi di particolari significati, ma sta tranquilla! Ti ho scritto tutto per benino nella mail. Le critiche fanno sempre bene, vorrei solo che tutti capissero il tuo concetto! Adesso ti saluto mia cara un bacio enorme!

- HATORI: ti chiedo scusa se ti ho fatto aspettare tanto ma, come hai potuto leggere, il mio account è stato bloccato sino adesso. Spero che il capitolo scorso ti sia piaciuto anche se è finito così male. Per quel che riguarda questo capitolo cosa mi sai dire? Ti è piaciuto come ho trattato il personaggio di Rei? Mamoru… per il momento è arrabbiato con Usagi tanto che non corre da lei al momento del bisogno, ma è da capire non credi? È sempre stato il primo a piegarsi quando hanno avuto qualche discussione non può essere sempre lui quello dotato di buon senso! Per adesso Nemesi resta nell’ombra anche se i primi effetti causati da questa separazione si sono fatti notare… speriamo bene per il seguito. Un bacio e grazie per il sostegno! P. S. aggiorna presto le tue fic che sto morendo dalla curiosità!

- KIRBY: grazie mille per i complimenti e per il continuo sostegno, mi spiace solo essere tanto in ritardo. Cosa posso dirti! Anche io sono stata un po’ dispiaciuta per la piega presa dalla storia, il mio cervello non mi informa di ciò che ha in programma e così anche per me ogni capitolo è una sorpresa! Ma stavolta ho già in mente il finale ed il mio cervellino non potrà dirmi di no! Sono soddisfatta della spiegazione data riguardo la presenza di Caos, volevo sottolineare il legame stretto e viscerale che si è venuto a creare tra Caos e Nemesi e spero tanto di esserci riuscita. La paura di Rei come hai potuto notare è il giudizio degli altri ed ho approfittato della figura di Eris, la discordia, per evidenziarlo, spero solo di esserci riuscita. A dire il vero alcuni dialoghi mi sembrano eccessivi ma non sono riuscita a migliorarli, vedremo più in là di revisionare tutta la storia! Per quel che riguarda Chronos hai visto che, sotto sotto, ma molto sotto, anche lui è un papà che si preoccupa per la sua bambina. È corso a sorreggerla nel momento del malore mentre Mamoru… è un poco arrabbiato con una bionda di nostra conoscenza! Vedremo cosa accadrà. Ringraziamenti relativi alla raccolta Elementi: come già ho detto altrove (leggi il ringraziamento a Neptune_87) il parallelismo è nato come base per questa fic, anche perché, altrimenti, non sarei riuscita a trovare altro spunto da utilizzare. Chibiusa è un personaggio un po’ scomodo per me, probabilmente a causa del pessimo doppiaggio italiano che l’ha resa una bambina antipatica e viziata, un po’ troppo saccente e troppo ironica nei confronti di quella che è sua madre! Ho scritto di lei cercando di farmela piacere e sono felice di esserci riuscita. Adesso mi piace la mia Chibiusa, ne sono convinta e questo capita raramente. Non ho scritto una fic dedicata ad Helios per un motivo di fondo. Del suo personaggio so poco e scrivere di lui e Chibiusa sarebbe stato troppo scontato! Forse ti ho delusa un po’, ma meglio una piccola delusione che una grossa batosta! Ti saluto e ti invito, se hai tempo, a leggere l’altra mia fanfic ambientata nel mondo di Harry Potter dove il pairing principale è Hermione/Draco, mi piacerebbe sapere cosa ne pensi! Un bacio e a presto!

- REMEMBER: prima di tutto ben venuta tra le lettrice, secondo grazie per i complimenti relativi alla mia regione. Mi inorgogliscono come se fossero fatti a me stessa. Passando alla fic sono felice di coinvolgerti con questa storia. Posso immaginare che leggere capitoli così lunghi possa risultare pesante e difficile ma non posso farci nulla. Preferisco essere precisa e mettere tutto, anche la più insignificante delle emozioni piuttosto che essere rapida e superficiale. Spero che l’addestramento di Rei ti sia piaciuto e che non ti abbia deluso e mi auguro di leggere presto un altro tuo commento. Chiedo anche a te scusa per il ritardo di pubblicazione ma come ormai ho ripetuto milioni e milioni di volte ho avuto l’account bloccato, perdonami!

- FEFERICA: ciao! Mamoru ed Usagi se le sono dette di tutti i colori e stavolta il nostro Principe è rimasto al suo posto senza intervenire in aiuto della sua bella, poco cavalleresco ma non me la sento di accusarlo. Non è facile dimenticare le parole di Usagi, hanno creato una crepa che forse non si potrà sanare. Aspetteremo per giudicare. Sei troppo gentile riguardo i complimenti, non credo di meritarli tutto, ma li accetto volentieri! Ringraziamenti relativi alla raccolta Elementi: quando mi dite che ho azzeccato nel parallelismo ne sono felice anche perché altrimenti non avrei saputo come sviluppare questa drabble. Cosa posso dirti generalmente sono modesta ma stavolta non ci riesco: tramite la drabble sono riuscita ad apprezzare Chibiusa, spero di aver trasmesso lo stesso sentimento positivo anche a te! Adesso ti saluto alla prossima! Un bacio…

- GIROVAGHI: ben tornata! Era da un po’ che non ti sentivo! Sono felice di vedere che il capitolo ti è piaciuto. Effettivamente nel XXXIVesimo capitolo ho messo insieme diverse situazioni e tutte sono state affrontate diversamente e non si sono concluse… riprenderò nei prossimi capitoli ciò che si deve ancora chiarire. Riguardo ai veri poteri di Mamoru… vedremo. Ho qualche idea ma nulla di certo. È difficile creare qualcosa di sconvolgente quando ho dato ad Usagi poteri così immensi, ma non mi do per vinta! Per quel che riguarda questo XXXVesimo capitolo invece la guerra fredda tra il Principe e la Principessa continua, chi cederà per primo? Lo scopriremo insieme anche perché io non ne ho idea. Spero di non averti delusa un abbraccio ed a presto!

- LUCIADOM: ciao! Se non ho aggiornato presto è perché il mio account è stato bloccato e questa è la ragione per cui non ho commentato la tua longfic (ho evitato di leggerla anche perché preferisco commentare e leggere e non prima leggere e dopo commentare, nel fare il commento rischierei di non essere precisa)! Ti ringrazio per aver lasciato una recensione qua e là nel corso della tua lettura e sono felice di constatare che la mia storia ti piaccia. Mi spiace per gli equivoci che si sono venuti a creare spero solo che siano superati – però ti assicuro, puoi dirmi di tutto tranne che sono cinica – ti chiedo scusa se sono entrata nella tua sfera personale, ma avevo fatto la premessa che non era mia intenzione. Spero che le nostre divergenze si siano appianate e mi auguro di poter leggere presto un tuo commento riguardo alla mia fic. Un bacio ed un abbraccio alla prossima!

Vorrei ringraziare anche il resto delle persone che hanno commentato la mia raccolta di drabble ed in ordine alfabetico:

- CHIARUCCIAPUCCIA;

- CHICHILINA;

- DINNY;

- GENESIS;

- KAORU;

- MARYUSA;

- PEORTH;

- SERENITY_88;

- STREGA_MOGANA (ma dove sei finita? Tutto bene?);

- SUIKOTSU.

A questi ringraziamenti aggiungo anche coloro che hanno commentato anche questa fanfic, sempre in ordine alfabetico:

- FEFERICA;

- KIRBY;

- NEPTUNE_87;

- PRINCESSANGEL;

- ROMANTICGIRL.

Ed infine coloro che hanno inserito la raccolta di drabble, Elementi, tra i preferiti:

- FEFERICA;

- KAORU;

- KIRBY;

- LAURELIN;

- MARYUSA;

- PEORTH;

- PRINCESS OF DARKNESS;

- SUIKOTSU:

Adesso che ho finito con i commenti posso fare la mia domanda… per caso la storia sta perdendo di interesse? Ho notato un calo nelle letture e nei commenti degli ultimi due capitoli. Forse è una coincidenza con le vacanze estive o forse dipende da me. Fatemi sapere mi raccomando.

Per quel che riguarda il prossimo capitolo attendetelo tra un mese a partire da oggi, quindi il prossimo capitolo sarà pubblicato il 7 novembre! Un bacio e scusate ancora il ritardo, non è dipeso da me ma dall’amministrazione. A presto!

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Capitolo 36
*** Capitolo XXXVI ***


Nuova pagina 1
Capitolo XXXVI

- Ho detto di no.

- Riflettici. Non devi pensare solo a te stessa.

- Proprio perché non sto pensando solo a me stessa che non voglio.

- Sei testarda. Ragiona!

- Che vuoi farci. Sarà una caratteristica di famiglia essere testardi. Non voglio tornare ancora sull’argomento. Ho detto di no.

- Serenity stai commettendo una sciocchezza.

- Io? E quelli del consiglio? Hai forse dimenticato che tutto questo è anche causa loro? E tu, in parte, sei loro complice!

- Hai ragione, ma tu adesso hai la possibilità di scegliere.

- Io ho già scelto. Non voglio più vedere Mamoru.

- Sciocca ragazzina. Ascolta i consigli di chi è più anziano di te e conosce meglio la vita.

- Papà… non voglio più parlarne. Alla fine di questa battaglia io farò ritorno, con te, nella Dimensione Spazio-Temporale… senza Mamoru.

- Stai commettendo l’errore più grosso della tua vita.

- Fammi capire… fino a pochi giorni fa eri tu quello che mi diceva di stare lontana da lui ed adesso… mi stai buttando tra le sue braccia. Per caso ho perso qualche puntata per strada? C’è qualcosa di cui non sono a conoscenza?

- Sai tutto alla perfezione. Non ti sto nascondendo nulla. Voglio solo la tua felicità.

- La mia felicità è sapere che coloro che amo sono sani e salvi. Anche se lontani da me.

- Morirai di dolore.

- Ci sarai tu.

- Non sarò sufficiente.

- Sei la mia famiglia. Sei ciò di cui ho bisogno.

- Sono la tua famiglia, ma non l’uomo che ami.

- Papà… in tutta questa tua voglia di farmi riappacificare con il Principe terrestre, quanto influisce il fatto che, l’ultima volta, io non sia riuscita a controllare la Pietra di Luna?

- Serenity è anche questo, ma non solo. Ho commesso diversi errori e vorrei rimediare. Uno di questi è l’aver tentato di tenerti separata da Endymion. Sei la mia bambina e nessuno può capire quanto sia difficile per me, dirti che il tuo posto è accanto ad un uomo che non sono io… ma la tua felicità è più importante di tutto.

- Papà ascoltami. Lo sappiamo entrambi… è inutile girarci attorno e fare finta di nulla. Non è detto che io sopravviva alla fine di questa guerra per questo motivo voglio godermi gli attimi di pace che mi sono concessi. Smettiamola di discutere. Io voglio passare con te i pochi momenti di felicità. Dimentica tutto. Per favore.

- Cosa devo fare con te?

- Starmi accanto e volermi bene, nonostante le mie scelte. Puoi farlo?

- Come vuoi bambina mia.

E dopo che le labbra di mio padre hanno sfiorato la mia fronte in un dolce e delicato bacio, lasciamo le mie stanze dove ho riposato per tutta la notte e parte di questa mattinata e ci dirigiamo verso i giardini del palazzo. Il sole è alto nel cielo ed il palazzo è totalmente silenzioso. Camminiamo tranquilli, io tenendo la mia mano sul braccio di mio padre. Lui, con la mano libera, stringe la mia con fare protettivo.

- Sai che stanotte il principe Endymion è rimasto a vegliare, per tutto il tempo in cui sei rimasta incosciente, il tuo sonno?

- Papà ti avevo chiesto di chiudere il discorso.

- Io ti sto solo informando dei fatti. Forse dovresti ringraziarlo. Non credi?

Sospiro. Quando ci si mette Chronos sa essere davvero insistente. Lo preferisco molto di più quando deve rivestire il ruolo di Dio del Tempo.

- Papà… vuoi per caso rubare il posto allo zio Eros?

- No, questo mai. Solo che come tuo genitore, il mio ruolo di educatore, mi impone di ricordarti quali sono i tuoi doveri. Uno di questi è andare dal principe Endymion e ringraziarlo per esserti rimasto accanto durante il tuo sonno.

Scuoto il capo sconsolata. Se non fosse che la presenza di Caos sempre più insistente, potrei trovare il tutto molto divertente. Continuiamo a camminare silenziosi per i corridoi del palazzo. La luce del sole entra dalle ampie finestre e disegna, sul pavimento in marmo bianco, le nostre ombre. I nostri passi riecheggiano nel silenzio che sembra permeare questo palazzo. Mi chiedo dove siano finiti gli inservienti del palazzo. Io e mio padre siamo in silenzio. Io osservo il corridoio ripensando all’ultima battaglia sostenuta nella Dream ‘s Room. Più che altro ripenso alle parole che ho sentito poco prima di perdere totalmente i sensi.

Goditi i tuoi ultimi giorni di vita. Alla fine di questa battaglia moriremo entrambi solo che io avrò instaurato il mio regno del terrore mentre tu… vedrai morire, uno ad uno, tutti coloro che ami. ”

- Serenity tutto bene?

- Sì papà. Niente di che. Stavo pensando alla Terra. Come spiegheremo la nostra assenza così prolungata?

Chronos sospira tranquillo e guarda avanti un punto imprecisato. Osservo il suo profilo e noto come non sia cambiato in questi ultimi mille anni. Ricordo quando, ancora bambina, mi prendeva tra le braccia e mi faceva volteggiare. Quelli erano giorni felici e sereni.

- Ho fatto in modo che il tempo sulla Terra subisca un piccolo rallentamento.

Osservo mio padre e posso leggere sul suo viso un’espressione al quanto tesa.

- Papà… quanto piccolo?

- Un giorno su Illusion corrisponde ad un minuto sulla Terra.

Osservo stranita mio padre. Come può aver fatto questo? Ad Illusion il tempo scorre come sulla Terra anche perché, un tempo ne era la capitale. Per meglio dire, Illusion era la capitale del Golden Kingdom, che a sua volta, racchiudeva tutto ciò che oggi è identificato come pianeta Terra.

- E le alte sfere? Cosa hanno detto quando hai proposto questo “piccolo rallentamento”?

Sorride divertito mio padre. Beato lui che trova la cosa divertente. Io non riesco a vederci nulla di esilarante in tutta questa situazione.

- Sei tale e quale a tua madre. Non ti basta mai quello che ti dico. Vuoi sapere sempre tutto.

Stringo il braccio di mio padre e gli sorrido dolcemente. Sa che non poteva farmi complimento più gradito.

Mentre camminiamo siamo già fuori dalle mura del palazzo. Il sole illumina il mio viso e lo riscalda dolcemente. Il terriccio sotto i nostri piedi scricchiola ad ogni passo ed io mi fermo ad ascoltare i suoni della natura. Il vento che accarezza le foglie. L’acqua che gorgheggia creando una leggere armonia. Il cinguettare degli uccelli posati sui rami degli alberi che si trovano in questo parco. L’aria pervasa dal profumo della primavera. Il profumo della vita.

La voce di Chronos interrompe questo stato di contemplazione. Arriva calma e pacata alle mie orecchie e, presto, si mescola al resto della natura.

- Hai anche il suo sorriso e questo, non può che rendermi orgoglioso di essere tuo padre. Per quel che riguarda il consiglio non ha trovato nulla da ridire sulla mia proposta. Ti ricordo che, in questa battaglia, sono coinvolte anche le loro figlie. Non credo che abbiano intenzione di sottovalutare, ancora una volta, il potere di Caos. Mille anni fa ciò costò la vita delle loro predilette. Adesso vedrai che saranno molto più inclini ad ascoltare le tue richieste.

Continuiamo a camminare fino a quando non ci fermiamo sotto un gazebo in ferro battuto. Il tetto è in legno e le travi poggiano su pilastri finemente lavorati. Ci sediamo al suo interno e restiamo in silenzio, solo per poco.

- A cosa pensi Serenity?

Guardo mio padre e gli sorrido ancora. Stringo con maggiore forza la sua mano e poi guardo il parco che, rigoglioso, sembra essersi improvvisamente ammutolito per ascoltare la mia risposta.

- Che stavolta andrà tutto diversamente. Lotterò e sconfiggerò Caos. Il consiglio non ha nulla da temere. Non permetterò alle mie amiche di correre alcun rischio. Puoi riferire Loro questo mio messaggio?

Mio padre a sua volta stringe la mia mano. I suoi occhi improvvisamente si sono oscurati. Cerco di tranquillizzarlo e per questo lascio che un po’ del mio potere arrivi alla sua anima.

- Serenity… hai dimenticato che sono un dio? Mi accorgo delle emanazioni del tuo potere. Conserva le energie. Hai ancora molte guerriere su cui vegliare. Adesso io devo andare. Mi aspettano. Tu sta serena e mi raccomando… rifletti su ciò che ti ho detto.

Mi alzo sulla punta dei piedi ed abbraccio mio padre. Bacio la sua guancia e torno nuovamente alla posizione di partenza. In un lampo di luce, con un sorriso sulle labbra, Chronos fa ritorno alla Dimensione Spazio-Temporale, mentre io resto qui, sotto questo gazebo, godendo della dolcezza della primavera.

Il ricordo di ciò che è accaduto in questo stesso parco, nei miei incubi peggiori, torna prepotente nella mia mente. Ripenso al freddo provato ed alle mani di Caos a stringere il mio corpo. Risento le urla che affollavano la mia mente ed il mio cuore inizia a battere veloce. Involontariamente mi abbraccio ed inizio a sfregare le mani sulle braccia, come in cerca di calore. Chiudo gli occhi e cerco di trovare la calma.

Uno scricchiolio alle mie spalle, come di un ramo spezzato, mi fa scattare come una molla. Mi volto velocemente, pronta a qualsiasi evenienza tranne a questa: Mamoru. Qui, fermo davanti a me.

È un attimo. Solo un attimo. Si volta e torna indietro non appena i nostri sguardi si incrociano e questo è sufficiente per aprire, in me, nuove ferite.

- Mamoru aspetta!

Non so neanche io perché, ma la mia bocca è stata più rapida della mia mente… o forse è stato il mio cuore? Non lo so. L’unica certezza è che Mamoru si è fermato e mi dà le spalle. Sembra combattuto sul da farsi, se girarsi o proseguire il suo cammino. Alla fine, dopo quello che io interpreto come un sospiro, si volta lentamente. I suoi occhi freddi sono la prima cosa che mi colpiscono. A seguire noto l’espressione tesa del suo volto. Anche il suo ovale, adesso, sembra meno armonioso, più affilato.

Ed adesso? Ora che lo hai chiamato cosa vuoi fare? Cosa puoi dire?

La voce della mia coscienza arriva forte e decisa al mio cervello. È vero. Adesso che io ti ho fermato cosa posso dirti?

- Volevo ringraziarti per stanotte. Mio padre mi ha detto che sei rimasto con lui a vegliare il mio sonno.

Ancora una volta le mie labbra – ma ne siamo sicure? – sono state più veloci della mia mente. Ho trovato una giusta motivazione per il mio gesto. Adesso Mamoru puoi andare.

E come se avesse sentito le mie parole, si volta e torna sui suoi passi. Io stringo i pugni e mi mordo il labbro. Sento il sapore ferroso del sangue in bocca. Chiudo gli occhi per cacciare indietro le lacrime. Resto ferma. Ferma per non far rompere ancora di più il mio cuore già in mille pezzi.

- Io… nulla. Vai!

Mamoru si ferma e si volta lentamente. Ha sentito la mia voce anche se è stata solo un sussurro. I suoi occhi sono ancora freddi. Arrabbiati. La sua voce è ancora peggio.

- Sono stanco. Maledettamente stanco dei tuoi atteggiamenti. Cosa credi? Che io non abbia un cuore o dei sentimenti? Cosa Usagi? Dimmi, cosa credi perché io non riesco più a capirti.

Mentre parla avanza sempre con maggiore rabbia. Io resto ferma nel mio posto, impietrita, da tutta la collera che percepisco nel suo animo. I pugni ancora stretti. Il sangue ancora in bocca. Non mi muovo di un centimetro neanche quando Mamoru si trova ad un soffio da me.

- Sto cercando di proteggerti.

Le parole escono come un soffio dalle mie labbra e neanche io riesco a capacitarmi di dove abbia trovato la forza per rispondere.

Le mani di Mamoru mi afferrano per le braccia ed iniziano a scuotermi con forza. Ad ogni oscillazione ho come l’impressione che un pezzo di anima lasci il mio corpo.

- Non voglio essere protetto da te. Lo capisci questo? Mi ascolti quando parlo? Io sono perfettamente in grado di proteggermi da Caos.

E queste parole sembrano risvegliarmi dal torpore in cui ero precipitata. Improvvisamente, è come se mi fossi risvegliata da un lungo e pesante sonno. È come se mi fosse stato tolto un velo dagli occhi. In poche parole, riesco a riacquistare tutta la forza che credevo di aver perso.

- Io devo proteggerti. Non sei in grado di difenderti da Caos. Forse da Nemesi, ma da Caos ti assicuro, neanche io posso difendermi. Fino a che sarai così sicuro di poterlo battere sarai una facile preda per lui.

La stretta alle mie spalle svanisce. Mamoru abbassa le mani e mi guarda ferito. Sostengo il suo sguardo anche se la voglia di scappare è tanta. Resto ferma, in attesa di altre urla, di altra rabbia. Ma non arriva nulla se non la sua voce rassegnata.

- Ti stai infilando nella tana del lupo da sola. Ti stai isolando da tutti. Da me. Dalle tue guerriere. Da Luna ed Artemis. Perché? Perché non ti fidi più di nessuno? Ti credi così invincibile? Sei davvero sicura che la Pietra di Luna sia così potente da sconfiggere Caos?

- Mamoru… la Pietra di Luna trae la sua forza dall’amore che nutro per voi tutti e se proprio vuoi saperlo… sì, sono sicura che il vostro amore mi permetterà di vincere Caos.

Faccio un passo. Poi un altro. Oltrepasso Mamoru, ma sono bloccata. La sua mano si chiude attorno al mio polso in una presa che non è per nulla dolorosa. La sua voce arriva triste, ma leggera come un petalo di rosa.

- Perché devi affrontare tutto questo da sola?

Chino il capo e rispondo.

- Hai dimenticato? Se mille anni fa io non fossi stata così vigliacca a quest’ora staremmo conducendo una vita totalmente diversa. È il minimo che io possa fare. Affrontare personalmente Caos e preservare te e gli altri da inutili pericoli.

La stretta di Mamoru aumenta e con uno scatto mi fa arrivare al suo torace. Il suo profumo è virile, come sempre. Il suo cuore batte più veloce del normale. È nervoso, come me. Le sue mani, adesso, stringono entrambi i miei polsi e la sua voce arriva nitida alle mie orecchie.

- Ascoltami bene perché non te lo ripeterò più. Nessuno ti incolpa per ciò che è accaduto in passato. Eri diversa. Eri cresciuta senza conoscere dolore e sofferenza. Ti ho messo in mano una spada senza sapere che così facendo ti facevo carico di un peso enorme. Tu non eri nata per combattere… non sei capace neanche adesso.

Alzo la testa di scatto e fisso Mamoru con rabbia. Non sono capace di lottare? Ha forse dimenticato quello che abbiamo passato fino adesso?

- Non guardarmi così. Tu lotti solo per riscattarti. Non lo fai per me, per le altre. No. Lo fai solo per la tua coscienza. Per ripulirtela. È troppo pesante il senso di colpa e cerchi di alleggerirlo facendo la martire. Ma ti sbagli.

- Ti ho detto già una volta che non mi diverte recitare la parte della principessa guerriera. Sono costretta a farlo. Devo proteggervi.

La risata amara di Mamoru ferisce le mie orecchie. Chiudo gli occhi cercando di non sentire ma è inutile. Il suo dolore arriva dritto al mio cuore. Cerco di liberarmi della sua presa ma è inutile. Mamoru mi schiaccia ancora di più al suo torace. Adesso, con il palmo delle mani aperto sul suo torace, posso percepire il calore del suo corpo. Calore che supera questa tunica blu che indossa.

- A me sembra il contrario. Sembra quasi che ti piaccia sentirti compatita. Consolata. Ammirata. Dimmi Usagi, lotti per essere o per apparire? Lotti perché credi in ciò che fai, oppure per accrescere il tuo ego?

Il rumore di uno schiaffo riempie il silenzio di questo parco. Osservo Mamoru con rabbia. Mi fa male sentirlo parlare in questa maniera.

- Che ne sai tu? Cosa puoi saperne? Nulla. Non sai cosa vuol dire vivere con il senso di colpa…

- Usagi basta! Io so cosa vuol dire vivere con il senso di colpa. Ho vissuto amando mio padre mentre Helios no. Quando il Gold Kingdom è stato attaccato io non c’ero ed il mio popolo, per questo, è stato sterminato. I miei generali, i miei amici, i miei fratelli sono morti. E poi… non sono riuscito a proteggerti. Credi ancora che io non sappia cosa è il senso di colpa? Lo credi ancora? Basta Usagi. Non nascondere la testa sotto la sabbia.

Chino il capo sconfitta. Ma non posso. Mi spiace Mamoru ma non posso.

- Non hai visto morire la persona che ami.

- Invece sì… stai morendo. Ti stai consumando lentamente e non vuoi il mio aiuto. Cosa ti ho fatto per meritare una punizione simile? Cosa ho fatto? Dimmelo Usagi. Dimmi cosa ho fatto.

Le lacrime di Mamoru bagnano le mie mani ancora strette tra le sue. Non riesco a guardarlo negli occhi, soprattutto perché sono io la causa di così tanto dolore. Resto ferma ed in silenzio. Ascolto solo il suo cuore ed il suo pianto silenzioso.

- Guardami Usagi.

Con uno sforzo immane sollevo il capo ed incrocio le sue iridi scure.

- Stai morendo e non vuoi essere aiutata. Se vuoi proteggermi allora fammi morire prima di te perché altrimenti io impazzisco. Ti prego. Io ho bisogno di te. Sei la mia roccia.

- Mamoru io…

- Sposami.

Chiudo gli occhi e cerco dentro di me la forza per rispondere. La forza per rivelare questa verità che tanto pesa, sia a me che a lui.

- Non so se sopravvivrò alla fine di questa guerra.

- Moriremo insieme.

Le mie mani sono poggiate sul viso rigato di lacrime di Mamoru.

- Non voglio che tu muoia.

- Ed io non voglia che sia tu a morire.

Osservo ancora Mamoru ed il suo viso che, adesso, sembra essersi addolcito. Disegno il contorno delle sue labbra con il mio indice.

- Dovrò lasciare questa dimensione.

- Ti seguirò.

Con un sorriso triste sulle labbra faccio di no con la testa.

- Non puoi. Lo sai pure tu.

- Allora ti aspetterò sulla Terra.

Poggio la mia fronte sul suo torace e chiudo gli occhi. Perché è tutto così maledettamente difficile?

- Non è possibile neanche questo.

- Troveremo una soluzione. Ma tu sposami.

Stringo con forza Mamoru. Non voglio perderlo.

- Perché? Perché vuoi sposarmi?

- Perché è la cosa più naturale di questo mondo. Perché voglio che sia tu la madre dei miei figli. Perché è così che è stato deciso dai nostri cuori. Perché senza di te io non sono nulla.

- Sei pazzo.

La stretta di Mamoru diviene ancora più salda. Chiudo gli occhi e mi beo di questa pace e di questa forza. Ma ben presto le parole di Caos mi tornano in mente.

Goditi i tuoi ultimi giorni di vita. Alla fine di questa battaglia periremo entrambi solo che io avrò instaurato il mio regno del terrore mentre tu… vedrai morire, uno ad uno, tutti coloro che ami.”

- Cosa significa?

Mamoru interrompe il nostro abbraccio e mi fissa preoccupato.

- Mamoru cosa? Non capisco.

Mi afferra nuovamente per le spalle e fissa i miei occhi nei suoi.

- Ho sentito una frase. Goditi i tuoi ultimi giorni di vita. Cosa significa?

Chiudo gli occhi e cerco di trovare le parole adatte per spiegare a Mamoru che quello che ha percepito è stato un messaggio di Caos.

- Solo questa?

Mamoru fa di no con la testa.

- Che vuoi che ti dica? È un messaggio di Caos. Ha uno strano modo di corteggiarmi.

È smarrito. Lo capisco dal suo cercare oltre le miei spalle una risposta. Riporto la sua attenzione sulla mia persona. Stringo le sue mani nelle mie. Poi sorrido serena.

- Non preoccuparti. Ti prego. Non ne vale la pena.

- Come faccio a non preoccuparmi?

È difficile per Mamoru convivere con questi pensieri. Io ci sto facendo l’abitudine. Ormai le intrusioni di Caos non mi preoccupano più. Ho imparato a superarle, l’unica preoccupazione riguarda i miei amici e Mamoru. Non voglio che loro siano coinvolti. Devo riuscire a tenerli lontani da questa guerra, ecco perché sto cercando di potenziare i poteri delle mie Senshi. Loro saranno concentrate ed unite contro Killkenny e so per certo che i generali di Mamoru resteranno accanto alle loro amate, l’unico problema resta Mamoru. Come farò a tenerlo lontano da me e Caos?

La risata cristallina di Mamoru arriva alle mie orecchie e mi scuote da questi pensieri così cupi. Lo guardo perplessa in cerca di una spiegazione che, sfortunatamente, tarda ad arrivare. Cerco di attirare la sua attenzione e la risposta che ottengo non è per nulla soddisfacente.

- Pensavo!

- Illuminami!

Inizio ad innervosirmi, specie quando ho la nette sensazione di essere presa in giro. Mi stacco da Mamoru e porto le mani sotto al seno, chiaro segno della mia irritazione.

- Le nostre personalità in questi mille anni sono cambiate tantissimo. Ai tempi del Silver Millennium non ricordo mai un nostro litigio. Adesso invece…

E scoppia nuovamente a ridere. Lo uccido personalmente così da evitarmi la pena di doverlo tenere alla larga durante lo scontro con Caos? Sarebbe una soluzione a diversi problemi! La mia lingua però, ancora una volta, è più veloce della mia mente e risponde. Stavolta, però, ha fatto un ottimo lavoro!

- Che vuoi che ti dica Principe. Mille anni fa ero molto più ingenua e credevo che certi tuoi atteggiamenti da superuomo fossero legittimi. Adesso, finalmente, ho aperto gli occhi.

- Oppure semplicemente hai imparato a camminare con le tue gambe.

Perché deve essere così maledettamente saggio? Perché deve trovare sempre la risposta giusta? Lo guardo cercando di mantenere ancora il mio cipiglio arrabbiato.

- Usagi non arrabbiarti. Sto solo cercando di farti un complimento. Adesso hai il carattere di una leader. Sei pronta a batterti per le tue idee e sei disposta a farti carico di colpa che non hai pur di mantenere fede ai tuoi valori. Sei cresciuta. Sei una regina.

Mamoru mi guarda orgoglioso ed io non posso che sorridere alle sue parole. Non poteva dirmi nulla di più bello. Quando sto per parlare però lui mi precede.

- Questo però va contro a quello che io vedo in te. La mia dolce Principessa. La ragazza fragile che si nasconde dietro a questa maschera di forza e fierezza. Nascondi le tue paure ed i tuoi timori. Cerchi di dare a tutti la forza di andare avanti. E a te? Chi ci pensa a te? A volte il tuo voler proteggere tutto e tutti potrebbe essere scambiato per egocentrismo. Come voglia di primeggiare. Usagi per essere una Regina giusta ed amata è necessario sapersi fidare degli altri. Permettere a coloro che ti vogliono bene di decidere liberamente come hai fatto per la Dream ‘s Room.

Chino il capo per nascondere il mio turbamento. Osservo le nostre mani vicine che si sfiorano ma non si toccano ed allora capisco. Io sono come queste mani. Sono vicine ma non si toccano.

Io ho permesso a Mamoru di avvicinarsi. Gli ho concesso di conoscere il mio dolore. Gli ho fatto capire come mi sono sentita. Ma non gli ho mai dato l’opportunità di aiutarmi. L’ho sempre messo davanti alle mie scelte.

Riguardo il nostro passato.

Riguardo la nostra relazione.

Riguardo il come agire contro Caos.

Riguardo tutto e tutti.

Mamoru si è sempre limitato ad accettare ciò che io ho deciso. Non gli ho mai dato l’opportunità di esprimere il suo parere e quando ha tentato di farlo sono fuggita via. Mi sono allontanata da lui.

- Quanto male ti ho fatto?

La mia voce esce in un bisbiglio. Non riesco ad incrociare i suoi occhi. Mi vergogno troppo per riuscire a sostenere il suo sguardo.

- Tanto Usagi. Ma l’importante è saper ricominciare.

Dopo queste parole, cariche di amarezza, non riesco a restare oltre, oltrepasso Mamoru ed inizio a correre. Gli occhi pieni di lacrime. Il cuore ormai definitivamente distrutto. Ho fatto davvero così tanto male a chi mi sta vicino? A chi mi vuole bene? A chi amo?

Riesco a compiere solo pochi metri. Riesco ad uscire dal gazebo, ma la presa di Mamoru mi blocca. Fa aderire la mia schiena al suo torace. Avvicina le sue labbra al mio orecchio e poi con voce dolce, ma ferma e decisa, inizia a parlare.

- No, Usako. Non è fuggendo che riuscirai a risolvere i problemi. Non scappare. Non lasciarmi ancora una volta da solo con il mio dolore.

Dopo queste parole i singhiozzi che fino adesso ho cercato di trattenere, hanno libero sfogo. Il mio torace si alza e si abbassa velocemente. È sconquassato da questo pianto disperato che non vuole finire. Da questo pianto che sta trascinando via tutto il mio dolore.

- Ti amo. Credevo che così facendo… speravo di essere… volevo evitarti… non credevo… Mi spiace. Perdonami amore mio… non volevo. Io…

E mentre ripeto come una mantra queste parole, Mamoru accarezza delicatamente il mio capo cercando di farmi calmare. Non dice nulla. Si limita solo ad ascoltare questo sfogo privo di valore. Lo sfogo di una ragazzina convinta di essere una grande regina, ma che in realtà non è altro che una bambina che ha giocato a fare il condottiero.

Bene gente, con due giorni di ritardo, con un capitolo più breve del solito, ecco qui il XXXVIesimo capitolo.

Per gli amanti del lieto fine spero che questo rappacificamento tra Mamoru ed Usagi vi lasci soddisfatti. Francamente, inizialmente avevo deciso di far proseguire questa lite per altri tre o quattro capitoli, ma poi mi sono detta che non era giusto. Non era giusto nei confronti di chi come Usagi e Mamoru si ama tanto, ma soprattutto non era giusto nei confronti di voi lettori che per molto tempo vi ritroverete senza aggiornamenti. Proprio così!

Ho deciso di interrompere la stesura della fic a tempo indeterminato. La decisione è ponderata e definitiva. Sono diversi i motivi che mi hanno portato a prendere una decisione così drastica per certi punti di vista.

Fondamentalmente il fatto è che non sento più la fic come mia. È come se avessi perso l’entusiasmo iniziale. Quando mi metto davanti al pc con la pagina vuota di Word mi chiedo cosa devo scrivere. E da qui, quasi certamente, i tempi dilazionati di aggiornamento.

E poi c’è dell’altro. Come si fa a leggere qualcosa che annoia lo stesso autore che l’ha scritta? Questa è stata la seconda motivazione. Ormai questa fic mi sta annoiando. Infatti, come avete potuto notare, in questo capitolo ho cercato di cambiare registro. Rendere le scene più leggere e meno pensanti. Aggiungere i dialoghi – la prima parte sembra uno scambio di battute tra due attori di teatro e non un racconto – a discapito delle descrizioni. Spero solo di non aver combinato un disastro.

E poi c’è da dire che in questo periodo l’università mi sta prendendo totalmente lasciando ben poco spazio al resto. Ho il tempo contato ed oltre a questa fic ci sono altre fic che attendono una conclusione. Molti di voi si chiederanno perché io abbia deciso di sospendere proprio questa fic e non le altre che sono più recenti! Forse perché sono stanca proprio di questa fic mentre le altre sono progetti che mi stanno coinvolgendo in prima persona e per motivi diversi.

Davvero non so spiegarvi il perché proprio la fic a cui sono più legata è quella che mi sta creando parecchie noie, ma se ho deciso di fermarmi è anche per rispettare voi lettori che avete seguito in tanti. Non voglio propinarvi capitoli noiosi e scialbi. Se scrivo voglio essere al 100%.

Quando tornerò? Non so! Forse tra 10 giorni, oppure un mese, un anno. Davvero non so quando finirò questa fic. Può darsi che ogni tanto troviate un aggiornamento, oppure una volta concluse tutte le altre fic mi dedicherò nuovamente a questa. Ragazzi, il fatto è che non so darvi una data.

Vi chiedo di pazientare. Vi prometto, però, che la fic avrà una conclusione. Non sono il tipo che lascia le cose a metà.

Adesso vi saluto, mi spiace non ho il tempo di ringraziarvi singolarmente. Un bacio enorme a tutti, a presto… spero.

Grazie a:

Killkenny; Kaninchen; bunny 1987; Hatori; romanticgirl; Ainechan; jaj984; Usagi_84; genesis; luciadom; Kirby; dinny.

Spero di potervi risentire presto!

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