Drink, drank, drunk

di Gnarly
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Mai dire no a Scott McCall ***
Capitolo 2: *** Sexy Night ***



Capitolo 1
*** Mai dire no a Scott McCall ***


 
 
Mai dire "no" a Scott McCall

 
Gli occhi del ragazzo cominciarono a pizzicare per via della luce del sole che, a mattina inoltrata, batteva contro le finestre del loft.
– Mfuhm – fu la frase che Derek sentì pronunciare da qualcuno accanto al lui, nel letto del loft.
Un momento, un loft? Fu l’unica cosa che in quel momento il lupo mannaro riuscì a pensare.
– Cora, ti ho chiesto che ore sono – riprese a parlare il ragazzo.
Cora? Per quale motivo questo idiota sogna mia sorella?
Il momento traumatico post-risveglio era passato, così riuscì a dare un’identità alla persona con cui condivideva il letto quella mattina: Isaac Lahey.
Esatto, quell’Isaac che con molta probabilità nutriva dei sentimenti di odio nei suoi confronti per averlo trasformato e trascinato in quel mondo pieno di terrore e morte, quell’Isaac pessimista e sarcastico che toglie qualsiasi residuo di speranza rimasto nel branco e… perché diavolo stava parlando come Stiles?
– Isaac, posso farti una domanda? – Derek tentò di chiedere spiegazioni riguardanti la situazione appena creatasi, per quanto potesse essere spiegata, ma un pugno lo colpì al fianco involontariamente e lui rotolò fuori dalle coperte battendo la testa contro il pavimento.
Il letto cigolò rumorosamente mentre una testa bionda e riccioluta dalle coperte.
– Ti ho buttato giù dal letto? Io? – domandò Isaac, mentre Derek chiese al cielo il motivo di tale punizione.
– Un momento, perché sei a casa mia? –
– È quello che stavo per chiederti anche io –
Un forte mal di testa attaccò il biondo che, per attutire il dolore, posizionò entrambe le mani sulle tempie e spinse più forte che potè.
Derek fece per domandare il motivo per cui Isaac si stesse schiacciando il cervello, ma non fu sicuro di voler sentire la risposta, così abbandonò l’intento.
Stava per uscire dalla stanza quando Isaac iniziò a parlare – Ieri sera cosa abbiamo fatto? Ricordo solo che stavamo a casa di Lydia, poi ho il vuoto più totale. –
Derek stava per rispondere di saperne quanto lui, quando una dolorosa consapevolezza gli balenò nella mente: strozzalupo. Evidentemente disse questa parola a voce alta, pur non volendo, perché Isaac gli chiese come faceva ad essere sicuro di essere stato avvelenato.
– Scott voleva saltare gli allenamenti, oggi. Me lo ha detto ieri pomeriggio, durante la pausa. È il compleanno di Allison ed aveva intenzione di organizzarle una festa a sorpresa, ma io gli dissi che non poteva permettersi di saltare nemmeno un solo allenamento. –
– E lui se ne è andato incazzato – concluse Isaac che, guardando l’espressione contrariata di Derek, si corresse – infuriato, se ne è andato infuriato. –
In un primo momento entrambi i ragazzi pensarono di organizzare un complotto contro Scott per fargliela pagare – Derek propose di aumentare l’intensità degli allenamenti, mentre Isaac disse che, forse, per Scott sarebbe stata più dolorosa un’astinenza da Allison –, e stavano per mettere in atto il loro piano di vendetta, quando un rumore sordo li fece girare verso la porta.
Si sentirono imprecazioni e maledizioni nei confronti di un certo Darth Vader (1), che rivelarono l’identità della persona appena entrata in casa Lahey.
Il viso di Stiles sbucò dalla porta, lasciando trasparire il rossore sulle guance che indicava una corsa appena conclusa.
Il castano iniziò a parlare, con la voce più preoccupata che Derek gli avesse mai sentito usare: – Ah, siete qui. Pensavo che foste andati a prendere Scott per torturalo.
 
 
(1) Darth Vader, per chi non lo sapesse, è l’antagonista di Star Wars








Note dell'autrice: sono tornata a rovinarvi la vita con un'altra storiella tutta per voi, contenti? *sorridono ed annuiscono*
Come avrete potuto capire dall'introduzione, questa è una storia che partecipa al contest Ultimate Character Meme Challenge.
È una challenge in cui bisogna scrivere una lista di 15 personaggi per fandom, per poi leggere le combinazioni e situazioni che capitano.
Oh, a proposito di liste, ora vi scrivo i personaggi su cui ho scelto di scrivere^^
1. Scott MacCall
2. Stiles Stilinski
3. Kira Yukimura
4. Liam Dunbar
5. Peter Hale
6. Lydia Martin
7. Allison Argent
8. Isaac Lahey
9. Malia Hale
10. Derek Hale
11. Jackson Whittemore
12. Danny Mahealani
13. Sceriffo Stilinski
14. Melissa McCall
15. Bobby Finstock
Questa prima Raccolta si basa sull'ubriachezza (lo ammetto, ho dovuto cercare questa parola per essere sicura della sua esistenza), ed ho pensato che mi potrei divertire partecipando a questa determinata categoria.
Ditemi che vi siete divertiti anche voi leggendo questa breve os, vi prego.
Oks, suppongo sia arrivato il momento dei saluti. Ergo (adoro questa parola, fa così persona colta, non trovate?), vi saluto.
Un bacio,
Gnarly

 
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Capitolo 2
*** Sexy Night ***


Sexy Night
 
Le luci del locale erano talmente forti che Melissa fu costretta a coprirsi gli occhi con la mano libera.
Portò alla bocca il bicchierino di whisky e rivolse lo sguardo verso il palcoscenico, luogo in cui, a breve, si sarebbe dovuto svolgere lo spettacolo di spogliarello maschile.
A dire la verità, Melissa avrebbe voluto trovarsi in qualsiasi altro luogo che il Sexy Night, lo strip club il cui ingresso era permesso solo alle donne, ma Lauren aveva insistito così tanto che lei fu costretta ad accettare.
La sua collega aveva puntato sulla carta della pietà: “Dai, Mel! Sono anni che non entro in quel locale: il matrimonio è una bella seccatura.”
Melissa rise di cuore dopo aver ascoltato questa frase e, pur di veder felice la propria amica, accettò l’invito che le fu proposto.
Era da più di un’ora e mezza che le due amiche erano entrate nello strip club, ma degli spogliarellisti non si ne era vista nemmeno l’ombra.
Stava per perdere la speranza e trascinare Lauren fuori da quel posto, quando la stanza si fece improvvisamente buia ed una voce roca iniziò a parlare.
«Donne, volete vedere il Diavolo fatto persona? Il ragazzo più sexy del vostro sogno più erotico? Eccolo qui, pronto per essere mangiato… con gli occhi!»
Non appena l’uomo terminò l’introduzione un ragazzo slanciato, dal fisico scolpito, entrò in scena con un completo elegante.
Io quel vestito lo indosserei ad un matrimonio, non ad uno spogliarello, pensò divertita Melissa.
«Hai completamente ragione» disse l’amica ridendo, probabilmente già brilla.
Ops, l’ho detto ad alta voce.
Il ragazzo moro – Melissa riuscì a vedere il colore dei capelli grazie alle luci che, girando per tutta la sala piena di tavoli e di giovani ragazze, si fermarono per un breve momento sul viso dello spogliarellista – aveva il volto coperto da una maschera dorata, che all’estremità si apriva in due parti, quasi a formare un paio d’ali.
L’infermiera sentì la propria amica dire qualcosa tipo “Questo sì che è un ragazzo fatto coi fiocchi” e scoppiò a ridere.
Il ragazzo – Melissa pensò che non potesse avere più di venticinque anni – scosse le braccia, per poi allungare le mani verso la camicia e sbottonarla.
Per qualche strana legge della fisica, lo spogliarellista riuscì a togliersi l’indumento senza  strappare la cravatta e, coperto solo dai pantaloni – sono di seta, quelli? – e da una striscia cremisi larga più o meno cinque centimetri, avanzò verso il pubblico formato solamente da ventenni.
Melissa, per un attivo, si sentì fuori posto in un locale pullulante di adolescenti, ma scacciò il pensiero soffermando lo sguardo sul ragazzo che, nel frattempo, si tolse anche i pantaloni.
Per qualche ambigua ragione, Melissa pensava che qualsiasi spogliarellista avesse l’obbligo di indossare ridicole mutande, magari che lasciavano scoperto la parte posteriore del corpo. Invece quel ragazzo indossava dei normali slip, dello stesso colore della cravatta, che si collegavano con dei fili presenti sulla maschera, sempre color cremisi.
Melissa si trattenne dal ridere, vedendo che il ragazzo aveva ancora le scarpe.
Andiamo, è ridicolo!
Stava per chiedere un drink al barista, quando il ragazzo si diresse verso di lei che, intuendo le intenzioni dello spogliarellista, trattenne il fiato.
Quante probabilità c’erano che il ragazzo scegliesse proprio lei per… cos’era che facevano, arrivati dalle vittime? Ci si mettevano a ballare sopra?
Il moro non ci mise molto per giungere alla sedia di Melissa, che intanto aveva bevuto l’ennesimo bicchierino di whisky per avere una scusa che giustifichi il rossore sulle sue guance, ed arrivato lì l’infermiera giurò di aver visto il viso del ragazzo – almeno quello che lei riusciva a vedere – contrarsi in un’espressione di stupore.
Questo però non fermò il ragazzo che, incitato dalle grida delle ragazze intorno a lui, iniziò a muoversi sinuosamente intorno alla figura di Melissa. Iniziò girandole intorno, per poi farla alzare in modo da avere la sedia libera.
Il muscoli delle spalle si muovevano a scatti, come se fossero comandati da una macchina, e il tatuaggio posizionato tra le scapole del ragazzo risaltò all’occhio di Melissa.
Aveva già visto quel simbolo, ma non ricordava cosa fosse.
Una serie di immagini attraversò la mente della donna, mentre cercava di sforzarsi per capire dove avesse già visto quel tatuaggio.
Una triskele. Quel simbolo, la triskele, raffigurava il legame indissolubile Alpha, Beta ed Omega, glie lo aveva mostrato Scott mentre le spiegava tutta la storia dei lupi mannari.
Non riuscì a completare il ragionamento, senza dubbio logico, perché il ragazzo con i capelli corvini si girò e posizionò il proprio viso di fronte a quello di Melissa, per poi togliersi la maschera.
Derek Hale.
Se l’avesse detto a Scott avrebbe preso in giro a vita Derek, e lei di certo non voleva rimanere senza un figlio, per quanto stupido potesse essere.




Note dell'autrice: Hola, gente!
Come avrete sicuramente capito, non aggiornerò questa Raccolta ogni settimana, ma quando
avrò un'idea abbastanza carina per poter scrivere una nuova One shot.
Questa, per esempio, mi fa veramente schifo non mi è piaciuta più di tanto. Non sono riuscita ad inserire qualche frase divertente e sinceramente avrei voluto descrivere meglio la scena in cui Derek si "diverte" con Melissa, ma questo è ciò che sono riuscita a fare, quindi... vi attaccate
– decidete voi dove eheheh.
Credo di sapere il motivo per cui io abbia scritto questo capitolo in un modo così... così. Ho appena finito la seconda stagione di TVD e sono sconvolta: troppe morti in due soli episodi. E voi vi starete chiedendo: cosa c'entra questo con la storia? Ebbene, ve lo dirò immediatamente! Quando sono triste le storie che escono fuori non sono mai divertenti, o quantomeno sensate, bensì prive di ogni filo logico e a dir poco deludenti.
Ma basta deprimervi con i miei feelings oramai distrutti – si possono distruggere, vero? –, adesso me ne vado a mangiare e... hasta luego!

Un bacio,
Gnarly
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