You are my wing

di Mizuazu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Se è destino... ***
Capitolo 2: *** Pegno d'amicizia ***
Capitolo 3: *** Legame dell'anima ***



Capitolo 1
*** Se è destino... ***


Là,‭ ‬nelle Terre sospese nel cielo,‭ ‬dove i campi scorrono a perdita d'occhio,‭ ‬i boschi dalle mille specie crescono rigogliose e gli animali vivono in armonia,‭ ‬vi sono loro.
Creature meravigliose,‭ ‬dal corpo umano e con splendide ali dai colori pastello.
Vivono in pace,‭ ‬senza preoccupazioni alcune.
Le creature come loro nascevano dall‭’‬Albero della Vita:‭ ‬un'imponente pianta dalle foglie sempre verdi e dai rossi frutti grandi e succosi avveniva la nascita.‭ ‬Un nuovo arrivato si presentava al mondo così,‭ ‬lacerando il frutto.
Ed è qui che ha inizio tutto.‭ 


Era un giorno speciale,‭ ‬il vento soffiava docile trasportando l'odore della vaniglia più dolce e c'era una piccola folla vicino l'Albero della Vita:‭ ‬non capitavano mai‭ ‬dei nascituri simultanei,‭ ‬ciò significava che un legame molto forte si sarebbe instaurato tra i due neonati,‭ ‬stava a loro una volta cresciuti dare un nome al loro sentimento.
Il primo ad essere estratto dal frutto fu un piccolo neonato dai radi capelli magenta e occhi rossi che si aprirono al mondo riempiendosi all'istante di grosse lacrime argentate al suo primo respiro di vita,‭ ‬le piccole ali,‭ ‬grandi poco meno di una mano‭ ‬di donna‭ ‬adulta,‭ ‬erano color panna.
Tutto sembrava andar bene fino all'uscita della seconda creatura,‭ ‬che fece levare piccoli urli terrorizzati.

Apparentemente il nascituro sembrava normale:‭ ‬molto più tranquillo rispetto al primo,‭ ‬non aveva levato nemmeno un lamento,‭ ‬un piccolo ciuffo di capelli neri a far capolino dalla sua testa e una volta aperti,‭ ‬i suoi occhi mostrarono un'incredibile sfumatura verde acqua.
Sarebbe stato un incanto per gli occhi se non fosse stato per le sue ali.
Leggermente più grandi rispetto a quelle dell'altro e ben più robuste,‭ ‬erano però nere come la pece,‭ ‬della gradazione più scura che si fosse mai vista su quelle terre.

Per quelle creature alate possedere tale colore di ali era simbolo di sventura e malvagità.
Le donne,‭ ‬incaricate di seguire i nascituri nei loro primi attimi di vita,‭ ‬non seppero che fare.‭ ‬Decisero quindi di chiamare la loro guida,‭ ‬il‭ ‬capo della loro tribù,‭ ‬ad intervenire personalmente.

L'uomo si mostrò in tutta la sua imponenza:‭ ‬la lunga chioma bionda acconciata con tante sottili trecce unite tra loro,‭ ‬gli occhi dal colore‭ ‬indefinito:‭ ‬sembrava infatti passasse dal‭ ‬rosso cupo all'azzurro pastello.‭ ‬Le grandi e robuste ali‭ ‬dorate,‭ ‬si piegarono una volta atterrato davanti all'Albero della‭ ‬Vita.

-‭ ‬Questi bambini cresceranno separati.-‭ ‬dichiarò con voce solenne.
-‭ ‬Ma,‭ ‬se il destino permetterà loro di rincontrarsi,‭ ‬niente li dovrà separare...‭ ‬perchè essi saranno allora uniti inequivocabilmente da un legame inscindibile...-‭ ‬terminò,‭ ‬prendendo in braccio il bambino moro che lo fissò per un attimo incuriosito,‭ ‬per poi rivolgergli un sorriso sdentato tentando di afferrargli una delle trecce della sua capigliatura.
L'uomo sorrise appena.
-‭ ‬Che le avversità non pieghino mai il tuo sorriso...‭ ‬Sousuke.-


Erano passati alcuni inverni da quell'evento e un bambino dai capelli magenta si aggirava‭ ‬sulle sue piccole gambe in giro per una collina,‭ ‬le sue ali sfarfallavano per quanto il loro proprietario fosse agitato.
Molti lo prendevano in giro perchè,‭ ‬nonostante le sue sette primavere,‭ ‬le sue ali non erano abbastanza grandi per sorreggere il suo peso,‭ ‬ma questo a lui non importava.
Un giorno sarebbero cresciute grandi e forti e avrebbe partecipato alle gare di volo,‭ ‬facendola in barba a tutti.
Scivolò per un attimo sull'erba fresca sbattendo le ginocchia,‭ ‬sollevò lo sguardo notando‭ ‬che‭ ‬aveva ancora un po‭' ‬di salita prima‭ ‬di‭ ‬arrivare alla sua meta.
Gli avevano vietato milioni di volte di andare per quelle colline,‭ ‬ma i suoi amici gli avevano detto che lì cresceva il più bell'albero di ciliegio mai visto nelle loro terre e lui era così curioso che non aveva potuto proprio resistere dal trasgredire alle regole.‭ 
Tra l'altro,‭ ‬si chiese un attimo il bambino,‭ ‬perchè il divieto valesse soltanto per lui dato che gli altri ci andavano spesso in quelle zone.


Perso nei suoi pensieri,‭ ‬non si rese conto di essere arrivato a destinazione:‭ ‬l'albero si stagliava alto e rigoglioso,‭ ‬la folta chioma rosa faceva una grande ombra sotto di se e tantissimi petali cadevano gentilmente sul terreno,‭ ‬creando un morbido giaciglio per chiunque volesse schiacciare un pisolino.
Il bambino sbadigliò al solo pensiero,‭ ‬avvicinandosi meravigliato.
Si stese per un attimo,‭ ‬assaporando il profumo rilassante che trasmettevano i fiori quando una voce fanciullesca lo ridestò.
-‭ ‬Quello lì è il mio posto per dormire.‭ ‬Trovati un albero tuo dove riposare.-
Il rosso voltò lo sguardo verso la voce che severa l'aveva ripreso e si ritrovò davanti‭ ‬il paio d'ali più bello che avesse mai visto:‭ ‬grandi quanto il braccio del loro proprietario e forti abbastanza non solo per‭ ‬sostenere lui ma probabilmente per portare anche grossi carichi,‭ ‬ma la cosa più stupefacente di tutte era il colore.‭ 
Nere,‭ ‬come le notti senza luna e stelle.
Il bambino moro,‭ ‬non sembrò‭ ‬troppo infastidito dal bambino davanti a lui che lo fissava,‭ ‬anzi lo provocò‭ 
-‭ ‬Che c'è,‭ ‬vuoi anche toccarle‭?‬-
Al bimbo dai capelli rossi si illuminarono gli occhi a quella frase e alzandosi di scatto,‭ ‬toccò quelle soffici piume,‭ ‬che gli portarono alle narici il profumo del legno caldo colpito dal sole.
Il bambino moro,‭ ‬che non si aspettava di essere preso sul serio,‭ ‬fece uno scatto indietro
-‭ ‬Che stai facendo‭?!‬-
-‭ ‬Hai detto tu che potevo toccarle...-‭ ‬fece l'altro mostrando un viso intristito,‭ ‬gli occhi già umidi di lacrime da versare.
-‭ ‬Ok,‭ ‬ok non fare così‭! ‬Puoi toccarle di nuovo,‭ ‬se vuoi...-‭ ‬e spiegò una sua ala in modo che la punta arrivasse a portata di mano dell'altro.
Il rosso tirò su con il naso un attimo e poi accarezzò lentamente l'ala che gli veniva offerta,‭ ‬con un sorriso tutto denti.
-‭ ‬Hai davvero dei denti strani...-‭ ‬commentò il moro alla loro vista:‭ ‬risultavano decisamente appuntiti come quella degli animali‭ ‬pericolosi che,‭ ‬aveva letto nei libri,‭ ‬popolavano i mari.
-‭ ‬Anche la mia nutrice lo dice...spera che crescendo questi spariscano per far posto a denti normali...‭ ‬ma a me piacciono‭!‬-‭ ‬rispose l'altro mormorando complice,‭ ‬allargando il suo sorriso a dismisura.
-‭ ‬Sai,‭ ‬anche a me‭ ‬piacciono.‭ ‬Sono particolari‭!‬-‭ ‬sorrise un po‭' ‬il moro,‭ ‬i suoi occhi verde acqua scintillarono di energia.‭ 
Quel bambino gli stava simpatico.
-‭ ‬Come le tue ali‭! ‬Sono bellissime‭! ‬Scommetto che quando ti alzi in volo sembri una maestosa creatura della notte‭!‬-‭ ‬esclamò il rosso avvicinandosi festante verso l'altro,‭ ‬allargando le sue braccia a dismisura,‭ ‬quasi volesse imitare l'apertura alare dell'altro che però,‭ ‬fece un passo indietro,‭ ‬un pensiero ad adombrare il suo volto.
-‭ ‬No,‭ ‬io...‭ ‬io non volo.‭ ‬Gli altri hanno paura quando lo faccio‭…‬ dicono che sembro una delle ombre oscure che le loro nutrici raccontano nei loro canti.-
-‭ ‬Ma che peccato‭! ‬Sai,‭ ‬le mie ali sono ancora poco sviluppate e perciò tutti mi prendono in giro volandomi intorno...‭ ‬ma se fossi tu a volare,‭ ‬ne sarei felicissimo‭!‬-‭ 
Gli occhi verde acqua scintillarono,‭ ‬un'idea prendeva velocemente forma nella sua mente e così,‭ ‬senza chiedere alcun permesso,‭ ‬afferrò il rosso per le ascelle issandosi in volo.
Il bimbo urlò spaventato,‭ ‬chiudendo i suoi occhi rossi per la paura e aggrappandosi al collo esile del moro.
Sentiva sui suoi piccoli piedi l'aria fresca.
-‭ ‬Non fare il fifone ed apri gli occhi‭!‬-
-‭ ‬Non sono‭ ‬un‭ ‬fifone‭!‬-‭ ‬esclamò aprendo gli occhi per fulminare il moro con lo sguardo.
Gli si mozzò il fiato in gola per lo spettacolo che gli si mostrò dinanzi.
Un piccolo boschetto di fiori di ciliegio,‭ ‬si trovava sotto di loro,‭ ‬piccoli‭ ‬uccelli‭ ‬li accerchiarono incuriositi e il sole baciava i loro visi fanciulleschi felici come non mai.‭ ‬All'orizzonte le cascate a strapiombo creavano una moltitudine di arcobaleni multicolore.

Lì,‭ ‬fra le braccia l'uno dell'altro,‭ ‬tutto sembrò perfetto.

-‭ ‬Che dici,‭ ‬ti va d'inoltrarci nel bosco‭?‬-‭ ‬chiese dopo un po‭' ‬il moro,‭ ‬vedendo lo sguardo dell'altro puntare in quella direzione.‭ ‬Il rosso parve ridestarsi a quella proposta,‭ ‬e scuotendo affermativamente la testa,‭ ‬indicò un punto imprecisato del bosco.
Il bimbo si divertì molto ad arrivare a destinazione facendo varie piroette e manovre spericolate,‭ ‬soprattutto al sentire gli urletti spaventati del suo compagno di volo,‭ ‬ma alla fine planarono lentamente fra gli alberi,‭ ‬scoprendo che un piccolo fiume l'attraversava dividendo in due parti.
Il rosso puntò i piedi verso l'acqua,‭ ‬per poterla sfiorare,‭ ‬facendo‭ ‬però‭ ‬perdere l'equilibrio all'altro e finendo inesorabilmente nell'acqua gelida.
I due uscirono‭ ‬dall'acqua tossendo leggermente e si andarono a distendere in una zolla d'erba,‭ ‬colpita un forte raggio di sole,‭ ‬per tentare di asciugarsi.‭ 
Si fissarono un attimo:‭ ‬bagnati fradici,‭ ‬le tuniche bianche aderenti alle‭ ‬loro pelli,‭ ‬i capelli scarmigliati e le facce più sconvolte mai viste.
Si guardarono negli occhi e scoppiarono a ridere‭ ‬fragorosamente.
-‭ ‬Grazie mille‭! ‬A parte con le nutrici non avevo mai volato‭! ‬E soprattutto con loro non avevo mai fatto tutte quelle acrobazie...-‭ ‬finì mormorando il rosso,‭ ‬giocando con alcuni fili d'erba.‭ ‬Si sentiva un po‭' ‬in imbarazzo a confessare quelle‭ ‬cose‭ ‬ad un bambino sconosciuto,‭ ‬ma sentiva nel suo cuore che di lui si poteva fidare.
-‭ ‬Nessuno mi aveva mai detto che le mie ali fossero belle.‭ ‬Direi che siamo pari‭!‬-‭ ‬confessò‭ ‬l'altro con un breve sorriso.‭ ‬Il rosso allora gli porse la mano,‭ ‬gioviale e proclamò:
-‭ ‬Io sono Rin‭!‬-
L'altro lo fissò con tanto d'occhi,‭ ‬per poi ridacchiare porgendogli il pugno.
-‭ ‬Sousuke.‭ ‬E direi che ora siamo amici,‭ ‬no‭?‬-
Rin fece il suo sorriso tutto denti,‭ ‬battendo il pugno con lui.‭ 
-‭ ‬Amici.-






*Palla di fumo*
Ehm, eccomi di nuovo qui!
Ritorno alla carica con una storia che avevo scritto da tempo(almeno il primo capitolo), quindi quale occasione migliore se non per la SouRin week? (e soprattutto per il compleanno del mio Rin-chan-san!)
Ma tornando a noi, ecco la mia prima long!(e spero sia la prima di una lunga serie) sono un po' emozionata perchè ci tengo molto a questa storia ç___ç devo ammettere che sono stata ispirata da un disegno( che magari posterò alla fine della storia perchè è veramente magnifica *^*) che mi ha lasciata senza fiato! 
Ma quanto sono patati Rin e Sousuke come angioletti? *^* io boh un giorno magari ci farò un disegno in merito.(oppure se qualcuno di voi me lo chiede, potrei essere ben disposta per farli per il prossimo capitolo u.u)
Pooooi che dire? Ah si, ringrazio sempre Mitsuki no Kaze per avermi betato la storia u.u
E ringrazio anche voi, miei lettori silenziosi (ma ringrazio ancora di più chi vorrà lasciare un segno del suo passaggio *porge biscotti a forma di cuori*).
Bene, penso di aver detto tutto(non è vero ma vabbè---) ci vediamo allora al prossimo capitolo(chissà quando, non sono molto brava, nell'essere puntuale. Quindi spronatemi su!)
-MizuAzu

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Capitolo 2
*** Pegno d'amicizia ***


Il tempo fu clemente con Sousuke.

Il moro, dopo dieci primavere era cresciuto in altezza: le sue spalle si erano allargate e irrobustite per reggere  le maestose e lucide ali nere che, in apertura superavano in larghezza il proprietario di due spanne.
Le usava comunque poco, dato che preferiva non muoversi troppo dalla sua abitazione: una grotta nascosta ai piedi della collina con l'albero di ciliegio in cima in cui, si erano incontrati la prima volta lui e il rosso.
Solo quando c'era Rin, faceva finta di non fare altro che volare tra le varie tribù del territorio.
Sousuke aveva fin da subito capito che Rin era all'oscuro della sua condizione di «reietto» e non voleva distruggere l'idea idilliaca che aveva l'amico su di lui.
Fu grazie al rosso se lui non si era rinchiuso in un mondo di solitudine e di rancore verso gli abitanti delle altre tribù. Loro, con le loro ali candide che lo evitavano, lo additavano da lontano e non capivano cosa fosse la sofferenza!
-Sousuke!-
Il moro riscosse dai suoi rancorosi pensieri, sentendosi chiamare.
All'inizio non vide nessuno arrampicarsi su per il colle, ma alzando lo sguardo verso il cielo terso, notò una macchia rossastra avvicinarsi velocemente verso di lui.
In un turbinio di piume panna e capelli rossi fece la sua comparsa Rin: anche lui era cresciuto in altezza ma nonostante questo, rimaneva sempre più basso del moro di qualche centimetro. Sousuke rimase a fissare con sollievo le ali dell'amico finalmente formate a dovere: si erano notevolmente sviluppate, rispetto a quando era un bambino. Non solo ora riusciva a reggere il suo peso e quindi a volare autonomamente, ma spesso e volentieri dava una mano agli anziani della sua tribù a trasportare carichi pesanti in giro. Le sue ali, aperte superavano in larghezza il rosso ma messe a confronto con quelle di Sousuke risultavano molto più piccole.
- Ehi Sous'ke! guarda cosa ho qua!- disse il rosso atterrando finalmente a terra con un sorriso tutto denti: purtroppo per la nutrice di Rin, i suoi denti continuavano a essere ben appuntiti. 
Alzò in fine un ciondolo dalla gemma di vetro dorata. La collana dei vincitori alla gara aerea della sua tribù.
Il moro sorrise apertamente vedendo la collana e avvicinandosi all'altro, passò una mano tra i suoi capelli spettinandoli ancora di più.
- Ben fatto Rin! Sapevo che ce l'avresti fatta!- esclamò, ridendo alla vista del rosso che tentava di scostarsi dal suo gesto per camuffare il leggero rossore che gli colorava le guance.
- Però avrei preferito che tu ci fossi venuto comunque! Avresti potuto partecipare e nemmeno io sarei riuscito a batterti. Sei il più veloce di tutta la tribù!- ribattè piccato il rosso. 
Sapeva che la sua vittoria era in parte truccata, non aveva mai visto nessuno in vita sua, volare meglio del moro! una tale grazia e forza che avrebbe lasciato di stucco tutti, partecipanti e non.
- Sai benissimo perchè non sono venuto. Ho questo dolore alla spalla che non mi vuole proprio lasciare, soprattutto ora che c'è il cambio di stagione.- mentì Sousuke.
Era abituato ormai alle richieste di Rin di andare nel suo villaggio.
La spalla era una piccola bugia che era disposto a pagare per il bene della loro amicizia.
Aveva una paura folle nello scoprire come avrebbe reagito l'altro, nell'apprendere il significato delle sue ali nere. 
Probabilmente, si sarebbe allontanato per sempre.
Il solo pensare ad una eventualità del genere gli causò una forte fitta al petto, che gli fece storcere la bocca in una smorfia amara.
Rin a quella espressione, smise di brontolare, preoccupato che gli fosse venuta davvero una nuova fitta.
- Oh, scusa! Sai che me lo scordo sempre di questo tuo problema...adesso come stai? Ti vedo sofferente...-
Gli si avvicinò piano, toccandogli la spalla che lui credeva «buona» e gli sorrise calorosamente.
- Credo comunque che questa sia tua...- continuò facendogli passare al collo il cordoncino della collana.
- Ma questa è tua! L'hai vinta tu; è da quando ci conosciamo che non fai altro che dire che un giorno avresti sbaragliato tutti nel volo. E ora che ne hai la prova la vuoi dare a me?Sei stupido o cosa?!- sbottò Sousuke afferrando le mani che erano intente a mettergli la collana, bloccandole nel gesto.
- Stupido sarai tu! Non vedi che sto cercando di darti il mio pegno d'amicizia?!- esclamò Rin stringendo con forza il cordoncino.
Sousuke si tese e si abbassò per avere il viso alla stessa altezza dell'altro.
- Pegno d'amicizia?- mormorò stupito il moro. Lui non aveva altri amici oltre Rin, cosa mai poteva significare quel gesto?
- Si esatto! Ti do l'oggetto più importante per me, per dimostrarti quanto tu sei prezioso per me! Sei il mio migliore amico!- 
Lo disse così, senza tante cerimonie e il cuore di Sousuke si arrestò un attimo dall'emozione, per poi galoppare veloce nel petto come un cavallo imbizzarrito.
Mai nessuno si era affermato suo migliore amico.
Fece quindi un gesto molto poco consono per il suo carattere: fissò intensamente Rin negli occhi, leggendovi la sua confusione e poi lo abbracciò.
Stretto da togliere il respiro.

Rin rimase sbalordito da un gesto tanto raro da parte del suo amico. 
Di solito, a parte una pacca sulle spalle e una scrollata di capelli non otteneva altro.
Stavolta comprese di averlo reso davvero felice con quelle semplici parole e travolto dal suo stesso sentimento lo strinse a sè con altrettanta forza.

- Se senti il bisogno di piangere puoi farlo, prometto di non dirlo a nessuno.- bisbigliò il rosso, strofinando appena il naso fra l'osso sporgente delle clavicole.
Sousuke a sentire quella frase inspirò forte per contenere l'indignazione improvvisa scaturita da quell'essere incredibile che era il suo migliore amico.
- Scemo! Ricordati chi è il piagnone tra noi due...e poi non avresti a chi altri dire che piango.-
rispose piantando una manata amichevole sulla sua nuca.
- Se ti decidessi a scendere a fondo valle con me e a conoscere gli altri del villaggio, avrei a chi dirlo!- borbottò Rin, poi sembrò pensare una cosa importante e sporse le sue mani a palmo aperto verso di lui.
- Che fai?- chiese il moro vedendo l'insistenza dell'altro, che sorrideva sornione.
- Sou.Su.Ke- cantilenò il rosso facendo versi buffi con la faccia - Non ho ancora ricevuto il tuo pegno d'amicizia! Dammi qualcosa d'importante per te!-

Il moro non si aspettava certo una frase del genere! Ci pensò un attimo, vagliando nella sua mente tutte le cose in suo possesso, dopo un po' arrossì appena, voltando il viso per nasconderlo all'altro: decisamente non poteva certo dire a Rin che per lui, la cosa più importante era il ragazzo stesso!.
Decise quindi di proporre l'unica cosa sensata che gli venne in mente.
- Sai bene che non possiedo nulla che valga quanto questa collana. In cambio, chiedimi cosa vuoi e ti accontenterò.-
Il rosso parve quasi deluso dalla risposta del moro, curioso di scoprire cosa fosse importante per l'altro, ma alla sua proposta scattò sull'attenti chiedendo, l'unica cosa che veramente volesse dal ragazzo.
- Perfetto! Allora preparati, si va alla Tribù!- urlò, issandosi in volo e sfrecciando in tondo a Sousuke - Dai! Chi arriva ultimo deve bere succo di limone per una settimana!- 
Ma Sousuke rimase fermo, non accennando a muovere neanche una piuma.
Era combattuto.
Voleva far felice il suo amico, ma non voleva andare con lui.
- Sai che non posso...la spalla_- non fece in tempo a finire la frase che una forte raffica d'aria, provocata dallo sbattere furioso delle ali di Rin, lo fece sbilanciare, ritrovandosi seduto a terra, con il volto rosso di collera dell'altro a pochi passi di distanza che lo scrutava.
- Basta con queste scuse Sousuke! Se c'è un motivo per cui non vuoi venire alla tribù con me perchè non me lo dici? Perchè non mi fai capire?!-
- Non è una scusa... Io non posso venire.- ribattè perentorio il moro senza guardarlo in volto.
Avevano litigato altre volte. 
Sousuke non si sarebbe lasciato scoraggiare dall' ira del rosso.
- Credevo fossimo amici...-
Il moro sobbalzò ed alzò immediatamente lo sguardo ritrovando il volto di Rin sfigurato da una smorfia, gli occhi rossi carichi di delusione, come mai Sousuke li aveva visti.
- Pensavo ci dicessimo tutto, senza nasconderci nulla. A quanto pare la cosa non era reciproca...- detto questo si issò nuovamente in volo, rifiutandosi di guardarlo in faccia mentre con voce sommessa lo informò
- Io vado alla tribù. Se vuoi vedermi, sai dove cercarmi.- e se ne andò.
Sousuke venne attraversato da un brivido di panico.
Rin faceva sul serio, non l'aveva mai visto così scuro in volto.
Comprese che ci fosse un'unica soluzione.

Iniziò con il preparare una bisaccia con tutto l'occorrente per il «viaggio»:
Una borraccia d'acqua del fiume, un saccoccio con frutta e bacche e mise addosso la migliore toga che possedesse, quella verde scuro, che gli lasciava scoperte le scapole per facilitare il volo.
 Era ora di andare alla Tribù di Rin.
Il volo fu abbastanza breve, in fondo se la tribù fosse stata più lontana il piccolo Rin dei tempi passati non sarebbe mai riuscito a raggiungerlo.

Era quasi arrivato al confine.
Già intravedeva le piccole costruzioni in legno e foglie; sembrava che la tribù fosse il punto di collegamento tra la pianura e la foresta: man mano che ci si allontanava, le case più rudimentali lasciavano posto a abitazioni più complesse e dall'aspetto più colorato .
L'intenzione di Sousuke era quella di sorvolare tutta la tribù, nella speranza d'incontrare l'amico, prima di atterrare definitivamente.
I suoi piani furono però infranti dalla visione di un gruppo di ragazzi su per giù della sua età, infastidire una giovane donna.
Non erano affari suoi, ma il suo cuore lo spinse ad atterrare e ad ascoltare la conversazione prima di decidere cosa fare.

- Allora, quando ti deciderai a tagliare questi capelli in modo più consono?- disse uno dei ragazzi. Avevano tutti delle ali grigie screziate di bianco e non sembravano spiccare d'intelligenza,dato che al sentire quella frase, tutti si misero a ridere sguaiatamente.
- B-beh... a me piacciono così...- rispose la giovane con voce incrinata.
- Oh andiamo Aiichirou! Sembri una femmina con quei capelli! Non vorrai attirare attenzioni particolari da parte di altri uomini no?- sorrise ferino il capo di quella banda di bulli.

Solo allora Sousuke comprese il motivo di quell'accerchiamento.
La giovane donna non era altro che un giovane uomo.

In effetti, pensò il moro, era facile scambiare il ragazzino per una donna: era di costituzione minuta, la pelle chiara con delle chiazze rosse ad imporporare le guance, accentuate dall'imbarazzo della situazione, i grandi occhi azzurri come il cielo estivo incorniciate da lunghe ciglia color marmo, un piccolo neo sotto l'occhio sinistro. I capelli, dalla frangia retta lungo tutta la fronte, lunghi fino a metà schiena scalati ma dalle punte rette, di un grigio perla lucente che sfioravano delicatamente le piccole ma robuste ali dal delicato color azzurro pastello. Una veste bianca perlacea che gli arrivava alle caviglie, impreziosita da una trama in fili argentati. 
 Anche la voce era molto alta e delicata per essere un maschio.
Efebico, così l'avrebbe etichettato Sousuke se la situazione fosse stata diversa.
Ma quello non era il tempo per le riflessioni.
Era tempo di agire.

- Ehi! Fatela finita. Non vedete che lo state mettendo in imbarazzo?- decise di dire, scendendo dall'albero su cui si era nascosto fino ad ora.
Tutti si voltarono nella sua direzione, curiosi di scoprire chi li avesse interrotti, e alla vista di quelle ali nere sbiancarono.
Il capo di quel gruppo, l'unico ad avere il volto coperto da piccolissime efelidi e capelli di un castano chiaro, però si riprese subito e con una spavalderia, che solo gli sciocchi avevano,prese parola.
- Oh Aiichirou, ma guarda chi abbiamo qui! Tu sei il famoso mostriciattolo amico di Rin! Qual cattivo vento ti porta qui?- si volse un attimo verso uno dei ragazzi -Tu, Nuovo! Tieni d'occhio il nostro gioiellino che tra poco torniamo da lui...- disse indicando il ragazzo dai capelli grigi.

Sousuke nel frattempo era livido di rabbia. Non avrebbe  permesso a nessuno di chiamarlo mostro, nè ora nè mai.
- Mostro a chi? Vergognati tu piuttosto, a prendertela con chi è più debole di te...-
Il capo ebbe uno scatto d'ira, ma si trattenne, preferendo attaccarlo verbalmente.
- Io? Io non sto facendo nulla! Diglielo Aiichirou!- parlò a voce alta, verso il ragazzo che tremò leggermente per il tono usato dall'altro.
- Ehm...veramente io...-
Sousuke si voltò a guardarlo truce.
- Non provare a mentire! Sii forte e ribellati!-
Aiichirou tremò più forte e si astenne in un religioso silenzio.
- Senti, senti. Il mostriciattolo qui si mette a dare sentenze! Cos'è? Rin si è scordato di attaccarti con la corda all'albero?- un boato di risa partì dal gruppo a quella battuta, che però fu smorzata subito dallo sguardo penetrante del ragazzo dagli occhi verdi.
Mise un sorriso sgembo e commentò:
- E voi? Non vi ho mai visto all'albero di ciliegio... forse a voi tiene ancora legati?-
la reazione fu immediata.
Tutto il gruppo insorse contro il moro intonando improperi nei suoi confronti.
- PRENDETELO!-

- Ai scappa, ora che sono tutti distratti!- mormorò il ragazzo che era a guardia del grigio, avvicinandosi per farsi sentire solo da lui.
- M-Momotaro?! Allora sei davvero tu!- singhiozzò Ai al suo indirizzo.
Non vedeva il suo compagno di giochi da anni; i suoi capelli color carota, gli occhi dorati da gatto e le belle ali color paglierino erano inconfondibili. E ora che aveva scoperto facesse parte alla banda di ragazzi che gli davano il tormento, si sentiva deluso.
- Si sono io, ma non farti l'idea sbagliata! Avevo sentito che ultimamente delle persone ti davano fastidio, allora mi sono unito a loro per proteggerti dall'interno...- confessò il rosso arrossendo un po' sulle guance.
- E ora và, appena avranno finito con quello là ritorneranno alla carica con te!-
Ad Ai vennero gli occhi lucidi.
- Ma lui è un amico speciale per Rin! Non posso lasciare che se la prendano con lui per colpa mia!- disse in preda al panico, sentendo delle voci concitate venire dalla parte del manipolo di persone.
- Allora và a chiamare Rin! A lui daranno ascolto! E' il più forte del villaggio...- propose allora Momo, agitato quanto lui dalla situazione.
- E tu?- strillò allora afferrando l'amico per la veste gialla.
- Io andrò a chiamare il capo villaggio! Ho un brutto presentimento...- 

 

Sousuke non era scappato.
Preferiva affrontare quel branco di idioti che passare per codardo. 
Peccato non evesse calcolato il fattore numerico.
Si ritrovò in breve tempo accerchiato e le braccia bloccate dietro la schiena, in modo tale da impedire la sua apertura alare.
- Ora che sei fermo non fai più lo sbruffone eh? Mostro?- cantilenò il castano dei bulli facendo avanti e indietro di fronte a lui.
- Se tu fossi così forte come vuoi far credere perchè non mi lasci libero? Discutiamocela noi due da soli!- esclamò Sousuke cercando di liberarsi le braccia con forti strattoni.
Il capo non si fece abbindolare dalla proposta, puntando lo sguardo sul collo del moro.
- Ma cosa abbiamo qui? Che mi prenda un colpo se non è la collana di Rin questa!- esclamò, afferrando il laccio di cuoio e strappandola con forza dal collo del moro.
- No! Ridammela è mia!- urlò furioso Sousuke.

Aiichirou volava più in fretta che poteva.
Anche lui come il suo amico avvertiva un brivido freddo scorrergli tra le scapole, come se stesse per accadere qualcosa di terribile.
Volò per tutta la periferia della tribù in cerchi concentrici sempre più ristretti.
Di Rin, neanche l'ombra.

- Veramente appartiene al più veloce della nostra tribù!- ribattè il ragazzo fissando il pendaglio da vicino - E fino a prova contraria non sei tu!- sorrise trionfante per poi far roteare la collana sulla sua mano.
- Infatti Rin me l'ha regalata!- sbottò Sousuke provando ad agitare le sue ali senza successo.
- E per quale motivo te l'avrebbe data?- chiese interessato il capo fermandosi davanti al moro.
- Non sono affari tuoi!- borbottò Sousuke riluttante.
- Bene! Allora non deve essere poi così importante per te- esclamò il capo puntandogli addosso la collana - Non ti dispiacerà se la distruggo no? Dì addio al bel ciondolino- cantilenò il capo poggiando il pendaglio sul suolo verdeggiante alzando un piede sopra di esso.
- Fermo! E' un pegno d'amicizia!- si lasciò sfuggire il moro.

Il giovane dai capelli grigi cominciò a volare senza un senso preciso, il panico cresceva sempre di più all'idea di cosa stesse accadendo all'amico di Rin.
Ai sapeva dell'esistenza di Sousuke e delle sue ali particolari, grazie ai racconti fantastici del rosso.
Non aveva mai detto nulla a Rin, nè l'aveva mai giudicato, perchè lo vedeva tornare sempre felice dall'albero di ciliegio...
Aiichirou si fermò un attimo a mezz'aria e si diede dello stupido per non averci pensato prima.
C'era un posto in cui Rin si rifugiava sempre, prima di conoscere il moro.
L'Albero della Vita.

Il ragazzo si fermò giusto in tempo dal distruggere irreparabilmente l'oggetto.
Un sorriso denigratorio a solcargli il volto.
- Pegno d'amicizia? Per te? Scommetto che l'hai rubata...-  insinuò il ragazzo avvicinando il viso a quello del moro - La feccia come te dovrebbe essere abbattuta alla nascita...-
A Sousuke mancò per un attimo il fiato a tale frase, poi scosse il capo e fissò freddamente il ragazzo negli occhi.
- Se credi di potermi abbattere con queste misere frasi ti sbagli di grosso...non sono mica stupido come te e i tuoi scagnozzi!- 
Detto questo diede un colpo di testa al viso del capo, che si accasciò per terra.
Dal naso, che premeva con mani tremanti, un fiotto di sangue sgorgava e in aria si levarono i suoi lamenti.
Gli altri agirono in fretta di conseguenza, colpendo Sousuke nello stomaco, facendolo piegare su se stesso, togliendogli il fiato.
I ragazzi presero a dargli calci nei fianchi, ma fu il capo stesso a fermarli.
- Fermi,fermi! Sto bene...- disse asciugandosi il naso con il dorso della mano - Mi chiedo feccia, se tu abbia ricambiato la generosità di Rin in qualche modo...- continuò afferrando i capelli di Sousuke e tirandoli verso l'alto, per avere i visi di nuovo vicini.
- Scommetto di no...- sorrise malvagio - Ma non preoccuparti... ho un'idea a cui non potrai dire di no.-

Ai finalmente arrivò a destinazione; il cuore in gola e lo sguardo che saettava da un posto all'altro in cerca di segnali della presenza di Rin.
Lo trovò seduto a gambe incrociate di fronte ad uno dei grandi frutti, lo punzecchiava leggermente con il dito e aveva un' espressione imbronciata in viso.
- R-Rin, Rin!- chiamò a gran voce il grigio, non volendo perdere tempo.
Il rosso si voltò di scatto preoccupato, non avendo mai sentito Ai gridare. Doveva essere qualcosa d'importante.
E non aveva idea di quanto.
Dopo aver sentito la descrizione che corrispondeva con Sousuke, si alzò in piedi, già in ansia e pronto a spiccare il volo.
Si fece dare le informazioni base: dove si trovassero e quanti fossero, e poi volò in soccorso del suo amico.

Trovarono un paio di corde e dopo non poche fatiche riuscirono a bloccare Sousuke braccia e gambe, mettendolo a carponi e spiegando le sue ali.
Sousuke cercava di strattonare le corde nel tentativo di spezzarle ma in vano.
Sentiva tutto il corpo in tensione, le risate dei suoi assalitori e i loro bisbigli concitati, non sapeva cosa gli avrebbe riservato il trattamento del castano.
Era in trappola.

Rin volava come se possedesse due paia di ali.
Il cuore gli batteva velocissimo,Aiichirou, non sapeva nemmeno se lo stesse seguendo.
Sousuke era il suo unico pensiero al momento, se gli fosse successo qualcosa non se lo sarebbe mai perdonato.
Volò fino a quando non intravide una macchia scura in mezzo alla distesa erbosa, accasciata a terra.
E allora atterrò, corse, corse più forte che mai, la vista già sfocata per colpa delle lacrime che avevano allagato i suoi occhi.
S'illuse che per colpa delle lacrime, avesse visto male cosa gli si presentava davanti.

Fu la cosa più dolorosa provata nella sua vita.
Se perdere Rin l'avrebbe distrutto psicologicamente, questo era l'unico modo per distruggerlo fisicamente.
Lo avevano privato di se stesso, della sua appartenenza a qualcosa, anche se da reietto.
Dopo che gli altri si erano ritenuti soddisfatti dell'operato, l'avevano lasciato lì, non sapeva nemmeno a far che.
sentiva le orecchie fischiare, la gola graffiante, per le urla che aveva sfogato, nel vano tentativo di fermarli, il corpo tremava incontrollato.
I suoi occhi bruciavano, vedeva tutto sfocato. Erano lacrime?
Non capiva nemmeno in che posizione si trovasse. Era ancora carponi o si era accasciato?
Rin.
Rin non doveva saperlo.
Doveva allontanarsi, in fretta, prima di essere visto.
Si sentiva così pesante...

- Sousuke!- 
Le altre parole morirono in gola alla vista del suo amico.
Si era sforzato, ci aveva sperato con tutto il suo cuore, che quello fosse solo un brutto sogno.
Il moro era accasciato a terra, in una posizione raggomitolata su se stesso, come a proteggersi da una figura invisibile.
I singhiozzi prodotti dal moro che prima squarciavano l'aria, si erano interrotti bruscamente al sentire la sua voce.
Avanzò piano, cercando di non incutere timore nel suo amico, nonostante lui stesso non riusciva contenere il tremito del suo corpo.
- Ehi...ora ci sono io...-
Vide il moro dargli velocemente le spalle del tutto, nascondendo il viso alla sua presenza.
Ma evidenziando lo scempio che gli era stato fatto:
Un'ala era senza dubbio rotta, vista la piega innaturale che aveva assunto, molte piume erano state strappate con forza, e circondavano il ragazzo in una macabra cornice.
Ma la cosa più orribile era accaduta alla sua ala sinistra.
Era stata strappata dal corpo e poggiata alla destra del moro, a cui rimaneva solo un moncherino sanguinante.
- Oh, cielo!- singhiozzò Rin avvicinandosi a grosse falcate al moro.
Sousuke al sentire la prensenza di Rin sempre più vicina a sé, urlò con quanto fiato aveva in corpo.
- NON AVVICINARTI!-

Il rosso si arrestò improvvisamente, sconvolta dalla disperazione che era trapelata da quell'unico urlo.
L'aveva perso.
Aveva capito che la colpa era sua. Sousuke non sarebbe mai andato nella sua tribù se lui non se ne fosse andato.
E ora lo odiava.
Le lacrime ormai erano una distesa d'acqua sul suo viso, cadde in ginocchio, incapace di fare altro se non piangere tutto il suo dolore per aver abbandonato la persona più importante della sua vita e averla persa per sempre.

Non capì quanto tempo passò in quella posizione fissando le spalle di Sousuke, inerme, quando le piccole mani di Ai lo scossero dalle spalle, cercando di riportarlo alla realtà.
Una realtà che faceva male.
- Rin, Rin mi senti? Ora portiamo il tuo amico da un Curatore va bene?- gli disse il piccolo, cercando una qualche reazione da parte del rosso.
Nel frattempo il Capovillaggio stava dando soccorso al moro che esausto dagli eventi era svenuto. 
L'uomo fissò con sguardo attento l'ala sinistra di Sousuke, valutandone il danno.
Quella ferita, lui non sarebbe stato in grado di curarla.
Non sarebbe stato più in grado di volare.
Prese il moro tra le sue braccia, voltandosi poi verso i tre giovani davanti a sé.
- Momotarou, tu verrai con me. Ho bisogno di una mano per portare Sousuke fino al Curatore. Tu Aiichirou...occupati di Rin.-
Detto questo prese il volo, con solo una certezza nella sua testa.
Quel giorno due persone, erano cambiate per sempre.
Nulla sarebbe stato come prima.










*Rotola piagnucoalnte nello schermo*

Ehm, salve! 
E' da un po' che non ci si vede eh? *si ripara dai pomodori*
Lo so, lo so! Sono una persona orribile per aver interrotto questa mini long ç__ç
Si, questa, ora posso dirlo (così mi sento meno in colpa), è una mini long di tre capitoli.
Quindi il prossimo sarà anche l'ultimo.
(Per fortuna)
Voglio un po' spiegare il motivo per cui ho tardato così tanto nell'aggiornare.
Questo capitolo mi angoscia.
No non sto scherzando! 3\4 di capitolo è stato scritto mesi fa!(tipo poco dopo la pubblicazine del primo, quindi fatevi il conto :'D)
Ma la scena dell'ala strappata mi ha messo così tanta ansia che non sapevo materialmente come andare avanti >_<
Datemi anche voi un parere sul capitolo, ci tengo molto perchè io stessa non mi sento soddisfatta...
Prometto però di aggiornare l'ultimo capitolo al più presto, così da non lasciare incompleta la storia ancora per molto!

Ora passiamo ai ringraziamenti:
- Ringrazio Martina e Selene per aver letto il capitolo in pvt e per avermi dato i vostri pareri al riguardo <3
- Ringrazio Ikki e  Phebe Junivers per aver messo la storia tra le seguite <3
- Grazie anche a SophieOfSymphonia : Mi ha fatto tanto piacere ricevere la tua recensione! Mi piace l'idea che una persona in vacanza possa trovare rilassante leggere qualcosa di mio ç__ç spero anche questo capitolo ti possa piacere <3
- Un grazie speciale a KriElysia : grazie per avermi aggiunto alle storie da ricordare e soprattutto per il commento che mi hai lasciato; se non fosse per te non mi sarei rimboccata le maniche a forza per terminare il capitolo! Spero che il continuo possa piacerti e aspetto un tuo parere a proposito! 

Per concludere:
Grazie, scusatemi per l'attesa e a presto (presto davvero!)

MizuAzu

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Capitolo 3
*** Legame dell'anima ***


Da quel terribile giorno un paio d'inverni erano passati.
Ma per due persone particolari, ne valsero il doppio.

Rin sembrava l'ombra di se stesso: una volta allegro e spensierato, ora sembrava solo un involucro vuoto che respirava. I suoi occhi, sempre splendenti erano una landa desolata, tutto di lui trasudava trascuratezza e inerzia della propria vita.
Si sentiva in colpa, anzi, era stata solo colpa sua.
Questi erano i pensieri che affollavano la sua mente, quando il sonno tardava ad arrivare e il giovane, ormai più vicino ad essere un uomo, rifletteva ad occhi chiusi di quanto la sua vita fosse cambiata.
Non era più andato all'albero di ciliegio.
Non aveva più visto Sousuke...
Un singhiozzo lo scosse nel profondo, mentre calde lacrime gli solcavano il viso, come quasi ogni notte quando il suo pensiero correva al suo amico.
Si chiese come stesse, se l'ala rotta si fosse ripresa o no, ma forse era meglio così. 
Lui aveva costretto Sousuke a venire nella Tribù, con il suo comportamente infantile: nel peggiore dei modi aveva scoperto la vera ragione del perchè il moro si rifiutasse così categoricamente d'incontrare altri, oltre lui.
Rin si sentì ancora più in colpa per l'accaduto quando lo venne a sapere; quanta solitudine aveva accumulato, e chissà quante volte il suo amico aveva sofferto senza che lui ne fosse messo al corrente?.
Mentre le sue lacrime si asciugavano sul viso, tirando leggermente sugli zigomi, si chiese del perché Sousuke, perché non gli avesse raccontato prima di quella superstizione. Lui non avrebbe certo smesso di essere suo amico per questo! Lui avrebbe capito e_
E avrebbe costretto Sousuke di andare alla Tribù per convincerlo di avere ragione.
Un grosso sospiro fu la fine delle sue elucubrazioni. Ormai era tardi per i se e per i ma.
Sousuke era lontano, chissà dove, lontano da lui.
Si strinse la mano petto, riflettendo che il cuore non gli aveva mai fatto così male, prima di perdere Sousuke.

Quel giorno il sole pallido del mattino era coperto da uno strato spesso di nuvole, l'inverno era agli inizi e quel giorno aveva regalato alla Tribù e alla zona circostante, una piccola nevicata.
Rin era seduto vicino all'Albero della Nascita, che in quel periodo andava in letargo per proteggere i piccoli frutti con dei gusci legnosi, e fissò con sguardo nostalgico la collina dove si ergeva l'albero di ciliegio ora senza foglie e fiori ad adornarlo.
Quell'albero rispecchiava l'animo di Rin: secco, quasi senza vita e quasi senza scopo alcuno.
Era così assorto nei suoi pensieri da non accorgersi di essersi totalmente ricoperto di neve e di star battendo leggermente i denti per il freddo.
All'improvviso una pesante coperta in pelliccia d'animale lo ricoprì, infondendogli un po' di calore.
- Morirai dal freddo, se non rientri subito in casa.- sussurrò dolce il Capovillaggio che nonostante le sue parole si sedette di fianco al rosso osservando anche lui il paesaggio circostante.
Rin sembrò quasi non sentire le parole dell'altro uomo e si strinse meglio la coperta addosso.
- Non va bene chiudersi in questo modo Rin. La gente intorno a te si preoccupa e così anche io.- continuò poggiandogli una mano sul capo in una piccola carezza.
Il rosso invece sembrò non gradire tale gesto che sussultando appena si allontanò di un passo dal Capo. Quest'ultimo sospiro triste e tentò l'ultima carta in suo possesso.
- Se Sousuke sapesse come sei ridotto, secondo te come reagirebbe?- 
Rin sussultò con più decisione all'accenno del moro, i suoi occhi si velarono di lacrime a malapena trattenute.
- Sarebbe felice. Merito il dolore che porto dentro di me, è colpa mia se è stato ferito!- terminò urlando, il fiatone come se avesse corso mille miglia e il viso sconvolto in una maschera di profondo dolore.
- Sai benissimo che non è così. Lui non ti da colpa di ciò che è accaduto, i veri colpevoli sono stati puniti secondo le nostre leggi. Lasciati il passato alle spalle e vedrai che il mondo ti apparirà migliore.- 
- Bugiardo. Quei vigliacchi meritavano di aver tolte le ali per ciò che hanno fatto! Ma ovviamente è dell'uomo dalle ali nere di cui stiamo parlando. L' essere imprigionati per il resto dei loro giorni, non darà a Sousuke la sua ala!- era di nuovo scoppiato a piangere, con l'uomo più anziano che lo abbracciava dolcemente sussurrandogli parole di conforto.
- Capovillaggio, io sto male! La mia vita senza di lui mi pare così vuota... ma come posso anche solo vederlo da lontano se non posso ridargli la sua ala?!- sussurrò sul petto dell'uomo il rosso con chiara angoscia nella voce.
L'uomo più grande stette in silenzio per un po', indeciso se rivelare o no cosa pensava dei sentimenti che il rosso provava per il compagno moro, ma alla fine decise di dire solo ciò per cui si era avventurato nel freddo di quella giornata.
- Rin, io non posso spiegarti il motivo per cui soffri per Sousuke. Quello dovrai capirlo tu insieme a lui.. se invece vuoi delle risposte sull'ala di Sousuke, la risposta potrei averla davanti i miei occhi.-
Il giovane uomo alzò i suoi occhi lucidi carichi di speranza e brillanti come l'aurora boreale.
- C'è davvero un modo?!- chiese piano avendo paura di svegliarsi da un sogno bellissimo.
- Mi chiedo come tu stesso non ci abbia fatto caso, Rin hai notato di che colore sono le tue ali?- chiese l'uomo fissando alle spalle del giovane uomo.
Rin sgranò gli occhi non comprendendo che importanza potesse avere con l'ala del suo amico; ammise a se stesso di non aver più avuto cura delle sue ali o di averle usate in generale per volare, troppo il senso di colpa, sentendosi quasi ingrato di possedere tale dono. Così fu con sgomento che una volta spiegate le sue ali e osservatele, comprese cosa il Capovillaggio volesse dirgli.
Le sue ali, che erano sempre state color panna, ora brillavano alla debole luce del sole, dorate. Dorate come solo i Capivillaggio li avevano.
Sbattè piano gli occhi non credendo a ciò che stava vedendo.
- M, Ma io, come può essere?- balbettò incerto facendo muovere piano le sue ali che persero un paio di piume a quel movimento, divenuto inusuale da un bel po' di tempo.
- Non importa come questo sia possibile. Hai le ali dorate e questo fa di te il futuro Capovillaggio. Io stesso da oggi in poi t'insegnerò tutto ciò che so per poter guidare la nostra Tribù nel migliore dei modi.-
- Aspetta! E tutto questo come ha a che fare con Sousuke?!- chiese afferrando il Capovillaggio per le spalle.
- Ecco, questo è abbastanza complicato. Chi ha le ali dorate dispone di particolari doti: una guarigione più svelta, una vita più longeva e una discreta forza sopra la media.- iniziò il Capo fissandolo attentamente negli occhi - Uno di questi doni viene chiamato '' Legame dell'anima'' che permette di legare una persona a sè: la tua buona salute sarà la sua.- si fermò un attimo per leggere l'espressione del rosso che sembrava iniziare a capire. - Comprenderai dunque, che questo dono è unico e irripetibile. Scegli accuratamente a chi donarlo.-
Rin a quel punto si alzò leggermente in volo e sorrise dopo anni al Capovillaggio.
- Non c'è nulla di più importante di Sousuke, per me! Grazie Capovillaggio.- e partì al volo diretto verso la meta.
All'uomo non restò altro che fissare il punto dove il rosso era scomparso - Buona fortuna, ragazzi.-

Sousuke stava poggiato al grande albero di ciliegio come aveva sempre fatto nella sua vita.
Se vita la si poteva chiamare la situazione attuale.
Fissò l'orizzonte azzurrino che gli si stagliava di fronte e sorrise piano al pensiero del piccolo uomo alato, Aiichirou.
Da quando era accaduta quella cosa, il ragazzo per cercare di espiare la colpa, che secondo il moro non aveva, lo veniva a trovare tutti i giorni costringendolo a nutrirsi il minimo per sopravvivere. Gli teneva compagnia nelle giornate più fredde, portandogli coperte per riscaldarsi e soprattutto nel periodo di degenza lo aveva accudito e cambiato le fasce, nonostante gli avesse urlato più e più volte di andarsene via.
Il piccolo ragazzo con la sua determinazione nata dall'esperienza e il suo perenne sorriso in volto si era intromesso nella sua vita e si era occupato un piccolo posticino, nel suo cuore.
Ma nemmeno il piccolo Aiichirou poteva aiutarlo quando la notte scendeva e il sonno prendeva il sopravvento: aveva incubi terribili, dove delle mani lo inseguivano o peggio, quando quelle stesse mani prendevano Rin e gli strappavano le ali come se fossero fatte di carta.
Quando nei suoi incubi appariva Rin, il mattino dopo era sempre sfinito e non voleva parlare con nessuno.
Non si era fatto più vedere da quel giorno.
Sousuke non aveva mai chiesto di Rin ad Aiichirou, perchè il parlarne avrebbe riaperto una ferita nel suo cuore. Il giovane stesso non aveva mai nominato il rosso, sapendo quanto fosse difficile per entrambi la situazione.
Il moro sapeva benissimo perchè era stato abbandonato dal rosso; aveva scoperto delle sue ali nere e il fatto che gliene avessero tolta una lo doveva aver reso ai suoi occhi ancora più rivolante.
Sapeva fin dall'inizio che sarebbe finita in quel modo, la sua vita era una sciagura continua e un giorno anche Aiichirou l'avrebbe lasciato solo, permettendogli finalmente di morire in pace.
Era una di quelle giornate in cui il suo umore non era dei più felici.
Aiichirou era andato a preparare il pranzo per quel giorno, quindi era solo e allo sbaraglio con i suoi pensieri tristi.
Si alzò piano, stiracchiando gli arti intorpiditi dal freddo e scosse la sua ala per togliere la neve che si era poggiata sopra; il moncherino alla spalla dell'altra ala, ormai cicatrizzata, si mosse appena in un movimento involontario, facendo percepire al moro la stranezza di quel gesto.
Aveva provato alcune volte, all'insaputa del grigio, a volare. Ma a parte un lieve librare e ad un planare goffo non aveva ottenuto di più.
Strinse forte gli occhi per celare al mondo la sofferenza e la frustrazione che provata e che sentiva tutt'ora, vibrare nel cuore. 
Se solo avesse avuto Rin con se, forse tutto sarebbe apparso più facile.
Se avesse permesso a se stesso di essere egoista, sarebbe andato alla Tribù e avrebbe preso Rin tra le sue braccia, si sarebbe beato del suo calore e del suo profumo d'acqua salmastra, quell'odore particolare che lui aveva trasformato nella sua aria per vivere e ora ne era stato privato.
Aprì piano gli occhi fissando il cielo, sperando di vedere il buffo Aiichirou trasportare traballante il pranzo, invece visse un dejavù:
Una macchia indistinta si avvicinava dalla Tribù, non era il giovane ragazzo dai capelli grigi, i colori erano troppo accesi per essere lui. 
Il cuore iniziò a battere forte quando iniziò a scorgere una capigliatura rossastra, quante persone dai capelli rossi c'erano alla Tribù?

Sousuke non volle credere a ciò che vide, si voltò dando le spalle alla collina  focalizzando lo sguardo sulla corteccia dell'albero.
Improvvisamente una leggera folata d'aria gli portò al naso un leggero profumo d'acqua salmastra e respirò a pieni polmoni, sapendo di essere perduto.
Il leggero ansito che sentì, convinse il moro a voltarsi appena puntando i suoi occhi verdi al ragazzo, ormai uomo, davanti a sé: era molto più magro di come se lo ricordava e i capelli erano un po' più lunghi. Sotto i suoi occhi rossi delle pesanti occhiaie facevano capire quanto poco dormisse.
Ma Sousuke si ritrovò lo stesso a pensare che non l'aveva mai visto così bello come quel giorno.

Anche Rin nel frattempo si prese un momento per osservare il suo amico: l'ala mancante era un grosso cambiamento nella sua figura, la postura era cambiata per bilanciare l'assenza dell'ala e Rin vide nel fisico del moro una pesante malnutrizione.
Prese un grosso respiro tremulo, pensando a cosa dire al suo amico dopo tutto quel tempo; dopo le incomprensioni, i segreti e i dolori che si erano inflitti da soli. 
C'era solo una cosa che poteva dire.
- Perchè?- disse piano, avanzando di un passo con sguardo lucido - Perchè non mi hai detto nulla?- Rin si fermò, ormai le lacrime scendevano piano sul suo viso - Perchè non mi hai dato la possibilità di capirti?!- urlò strizzando gli occhi, ormai la vista appannata dal pianto.
All'improvviso il buio calò sul suo viso e un calore si propagò intorno a lui, l'odore della foresta gli sfiorò dolcemente il naso, stuzzicandolo e facendolo associare al profumo di Sousuke, che in quel momento lo stava abbracciando con tutto l'affetto che possedeva, così forte che Rin se ne sentì per un attimo soffocare, poi prese un respiro profondo e continuò a piangere in forti singhiozzi stringendo a sé quel grande uomo che era Sousuke.
Il moro dopo un po' di minuti e dopo essersi asciugato discretamente le lacrime fece alzare il volto al rosso.
- Sapevo, che se mi avessi visto in questo stato avresti pianto. Altrimenti sarei venuto da te.-
Rin in quel momento comprese, comprese appieno le parole del Capovillaggio, capì il sentimento che albergava il suo cuore e quella semplice frase gli aveva fatto capire di essere pienamente ricambiato.
Il bacio che nacque tra di loro fu quasi naturale, leggero come ali di farfalla ma carico dei loro sentimenti che venivano alla luce e si fondevano in un unico grande sentimento.
L'amore.
Per loro ormai nulla aveva importanza, solo lo stare lì a sussurrarsi parole segrete e incomprensibili, a stringersi l'uno all' altro, per non lasciarsi più.
E intanto il miracolo era in atto.
Un forte vento iniziò a soffiare intorno a loro e foglie danzanti giocavano a sfiorarli in dolci carezze.
Una luce soffusa apparve nella schiena di Sousuke, che sentiva un lieve formicolio al moncherino dell'ala mancante. 
Il freddo sentì invece Rin alla sua spalla sinistra, che lo convinse a staccarsi dalle labra del moro per fissarlo con occhi sgranati.
- Sousuke! La tua ala...-
Il moro senza volerlo spiegò la sua ala e la vide: Trasparente come un vetro pregiato era l'ala sinistra di Sousuke, dove prima non c'era nulla ora quell'ala brillava di vita propria in completo contrasto all'altra nera.
Sousuke non ricordava più come respirare, non riusciva ad esprimere lo sgomento e la felicità di quel momento. Non sapeva come nè perché, ma aveva di nuovo la sua ala, un'ala nuova e bellissima e nel suo cuore sentiva che Rin ne era in qualche modo coivolto.
Si voltò con un caldo sorriso in volto verso il rosso che però si trasformò in fretta, vedendo Rin piangere di sofferenza; lo afferrò per le spalle appena in tempo per vederselo crollare addosso.
Fu così che Sousuke se ne accorse: le ali di Rin una volda di un candido color panna, ora erano una dorata...e l'altra nera.
Com'era successo? Gli era parso di vedere entrambi le ali chiare ma quell'ala...
- E' il legame dell'anima.-
Il moro si voltò con sguardo truce a fissare l'uomo che era appena arrivato, Aiichirou dietro l'uomo dai capelli bianchi con gli occhi visibilmente lucidi. Probabilmente aveva visto quello che era successo tra i due.
Il Capovillaggio fece un passo in avanti verso i due uomini ma un'ala trasparente lo fermò ricoprendo i due amanti.
- Non ti avvicinerai di un passo a Rin, se prima non spieghi cosa intendevi dire!- 
L'uomo non parve troppo impressionato dalle parole del giovane uomo e scostando l'ala e ignorando le minacce del moro, toccò piano la fronte del rosso.
- Se la caverà. Il legame ha funzionato, credo che nemmeno Rin immaginasse una ritorsione di questo genere del legame. Per fortuna a parte il colore dell'ala non sembra sia successo nulla di grave.-
Sousuke non ebbe il tempo di reagire in alcun modo che l'uomo lo fissò nei suoi occhi dorati.
- Ti è stato concesso un grande onore. Tu forse non lo sai ma tieni tra le braccia il futuro Capovillaggio. Prenditene cura come se si trattasse di te stesso.- poi volse il suo sguardo sul corpo denutrito di Sousuke - Magari un po' meglio.-
Il moro fissò determinato l'uomo di fronte a sé. - Lui è la cosa più preziosa per me. Se lui me lo permetterà io sarò il suo scudo e la sua spada, un appoggio e un consigliere. Sarò il suo tutto, come lui lo è per me.-
Il Capovillaggio lo guardò con un sorriso indulgente poggiando al suo collo la collana che anni fa aveva perduto; il pegno d'amicizia di Rin.
- E sia. Non permetterò a nessuno di separare ciò che il destino ha deciso di unire.-
Sousuke si sentì tirare dal collo e un paio di labbra congiungersi alle sue in un dolce bacio.
- Lo devo considerare un si?- chiese Sousuke in un soffio sorridendo appena.
Un altro bacio fu la risposta eloquente del rosso che sancì la loro unione e il loro inizio di un periodo difficile.
Ma insieme.

Altri anni passarono da quel giorno, la Tribù crebbe sotto le ali protettrici del Capovillaggio Rin e del suo compagno Sousuke.
Era una giornata di primavera e i frutti dell'Albero della Vita era grossi e pronti a donare nuove creature al mondo.
Sousuke e Rin passeggiavano vicino ad esso, le loro ali chiuse che sfioravano leggermente il prato verde. Il rosso ogni tanto pizzicava dolcemente i grossi frutti, quando il moro non lo guardava.
Sousuke, aveva notato Rin, si prendeva grande cura dell'Albero della Vita. Ogni nascituro era come se fosse suo figlio e lo sguardo che donava ai genitori quando gli consegnava il bambino era d'orgoglio, come se li avesse cresciuti lui.
Rin si chiese se Sousuke desiderasse essere padre, e l'immagine del suo uomo con un bambino suo, loro, gli riempì il cuore di gioia e commozione.
- Ehi Rin, tutto bene?- chiese apprensivo Sousuke toccando leggermente la guancia del rosso con le nocche della mano.
- Ma io senza di te cosa sarei?- chiese con il magone Rin. 
Il moro in quegli anni gli era sempre stato vicino, adempiendo alle promesse che lui stesso aveva pronunciato quel giorno di tanto tempo fa.
Sousuke sorrise lentamente afferrando il volto del rosso e accostandolo al suo.
- Dovrei fartela io, questa domanda. Tu mi hai donato tutto: gioia, spensieratezza e un posto che posso chiamare casa. Il tuo dono.- disse spiegando l'ala trasparente - E' qualcosa di prezioso e non ti ringrazierò mai abbastanza. Ma se anche il miracolo non fosse avvenuto, se mi avessero tolto tutte e due le mie ali, non sarebbe importato.- continuò mordendo dispettoso il naso di Rin che sussultò appena - Perchè, Rin, sei tu le mie ali.-
Il rosso si sciolse a quelle parole e abbraccindolo stretto, gli mormorò parole d'amore.
- Voglio avere dei figli con te, voglio creare una famiglia felice, la più felice del mondo.-
Sousuke lo strinse con forza sorridendo gioioso.
- E l'avremo Rin. Ora è il nostro momento, di essere felici.-


* Palla di fumo*

Inizio con il chiedervi scusa.
Scusa a tutti i lettori anonimi, a chi recensisce e a chi mi ha messo la storia tra i preferiti ecc...
Scusatemi.
Sono una donna dalle facili promesse e davvero avevo l'intenzione seria di pubblicare questa mini Long in tempi mooolto più brevi!
Ma io con questa storia ho avuto alti e bassi incredibili, perchè la odio e la amo.
Sperò però che nonostante l'attesa, quest'ultimo capitolo vi faccia scappare un piccolo sorriso;
Di derisione( perchè non è stato betato da nessuno e sarà pieno di errori, che ci terrei mi faceste notare)
Di felicità (perché ehi, la storia è finita)
Di tristezza ( vedi sopra)
Non importa, e davvero ci terrei ad avere un vostro commento spassionato su ciò che è stato questo piccolo progetto.
Tornerò in futuro con altre AU, ma stavolta saranno già complete e scritte in precedenza, proprio per non deludere più nessuno.
Me stessa in primis.
E niente, grazie per avermi seguito in questa avventura, speriamo di risentirci con una nuova storia :)
<3
- Mizuazu

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