Stuck In Love

di Pumpkin97
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. ***



Capitolo 1.

Rabbrividisco mentre prendo la sciarpa di lana dalla borsa e me l’avvolgo accuratamente intorno al collo, formando una barriera tra la mia gola e il freddo.
Nonostante sia solamente inizio ottobre l'aria londinese e' così fredda da farmi ricoprire la pelle di brividi anche se indosso il mio capottino autunnale.
Affretto il passo, togliendomi una ciocca di capelli dal viso e cerco lo Starbucks più vicino alla fermata della metro Covent Garden.
Sotterro le mani nelle tasche del cappotto giocando distrattamente con un filo scucito mentre osservo Londra che si sveglia;
Nonostante sia una ragazza terribilmente pigra, ci sono dei giorni in cui amo svegliarmi presto solo per andare a prendere la colazione per me e per la mia coinquilina e fare una passeggiata all'aria aperta.
Ho sempre adorato camminare per le grandi città la mattina presto e guardare le persone che si affrettano a prendere la metro o gli autobus alle sei del mattino per andare a lavorare.
E' una di quelle cose che io e mia mamma facevamo sempre; ogni sabato mattina mentre papà, mia sorella Zoey e il mio fratellino Tom dormivano, noi ci svegliavamo sempre per andare in qualche bar di Milano a prendere cappuccino e brioches al resto della famiglia.
Mi manca davvero tanto Milano. Forse anche troppo per una città che ormai non ha più niente da offrirmi.
 A volte, quando la lontananza si fa sentire più del dovuto vado su google maps solo per vedere casa mia sul satellite, e ogni volta poi mi ritrovo in una sorta di depressione dalla quale solo la mia pazza amica, nonchè coinquilina ,Isabelle, riesce a farmi uscire.
Distratta dai miei pensieri vado a sbattere contro un signore in giacca e cravatta che mi fulmina letteralmente con lo sguardo.
"Scusi" sussurro. L'uomo sbuffa sonoramente senza neanche rispondermi riprendendo a camminare.
Scrollo le spalle seguendo l'esempio dell'uomo. Sfortunatamente le zone vicino al centro e alle metro sono sempre le più affollate, specialmente nell'ora di punta.
Anche se odio profondamente la gente che di prima mattina ti spintona da una parte all'altra non posso fare a meno di amare tutto questo caos.
In un certo senso mi tranquillizza sapere che nonostante tutte le disgrazie che ti possono capitare, il mondo continua a non fermarsi.
Le persone non si fermano.
Sono sempre in movimento sempre pronte ad andare avanti. Perchè la verità è che nessuno ti aspetta e che in questo mondo ce la devi fare conto solo sulle tue forze. Devi raccogliere i cocci e raccimolare tutto il coraggio che hai per andare avanti cercare di vivere la tua vita il più serenamente possibile.
Almeno questo è quello che ho fatto io.
Scuoto la testa quando vedo l'insegna del bar dall'altra parte della strada e quando nessuna macchina passa attraverso facendo una piccola corsetta.
Entro nel bar cercando di scacciare il mio momento di profonda filosofia e mi stampo il mio miglior sorriso in faccia mentre saluto la ragazza che sta dietro il bancone. Ordino un cappuccino con latte di soia per me e un frappuccino con caramello per Isabelle e dei muffin al cioccolato per entrambe.
Mi chiedo seriamente come diavolo faccia a buttare giù un frappucino alle sette del mattino ma preferisco lasciar perdere.
Isabelle è un caso quasi perso.
La ragazza, Katy, mi passa i miei bicchieri e una busta con dentro il cibo.
Pago e ringrazio uscendo dal bar che si sta lentamente affollando.
Anche le strade ora sono molto, ma molto più cariche di persone rispetto a prima.
Metto la busta nella borsa e mi stringo i bicchieri di cartone al petto, pregando in tutte le lingue che conosco che nessuno mi spintoni, o più semplicemente di mantenere stabile il mio già precario equilibrio.
Almeno finchè non varco il portone d'ingresso di casa.
Dopo mezz'ora finalmente arrivo a Covent Garden; cammino ancora per qualche minuto prima di vedere un grazioso palazzo di tre piani dai mattoni rossi e gli infissi delle finestre colorati di blu elettrico.
Infilo la mano libera in tasca e una volta aperto il portone inizio a farmi le scale a piedi.
Perchè ovviamente questo palazzo è troppo 'artistico' per avere un fottuto ascensore.
E Isabelle doveva ovviamente abitare all'ultimo piano.
Dopo aver quasi sputato un polmone, entro finalmente in casa. Poggio i miei acquisti sul tavolo e mi dirigo in camera di Iz.
Entro tranquillamente, infischiandomene se faccio rumore o meno, tanto ho imparato in questi mesi che quando dorme nessun rumore riesce a svegliarla, e spalanco le finestre facendo entrare la pallida luce del sole.
Tipico di Londra.
"Isabelle, muoviti dai, sono quasi le otto e mezza" urlo.
Aspetto qualche secondo e quando non ricevo risposta alzo gli occhi al cielo e mi dirigo verso il comodino vicino al letto a due piazze.
Trovo il suo ipod sotterrato dalla quantità industriale di reggiseni e top e dopo aver storto la bocca per i suoi generi musicali metto una delle sue canzoni preferite.
Collego l'aggeggio alle casse e 'Happily' dei One Direction invade la stanza.
"Ti odio" .
Il suo è solo un suono smorzato dal cuscino ma per me è abbastanza per farmi ridere.
"Non è vero non potresti mai. Anche perchè in cucina c'è la tua colazione" sorrido quando la vedo mettersi seduta, portando i lunghi capelli neri da un lato.
"Tu sei consapevole di avermi svegliata alle otto e quaranta di sabato mattina vero?" I suoi occhi azzurro ghiaccio sono socchiusi come quelli di un gatto e il suo profondo accento inglese è ancora più marcato di prima mattina.
Annuisco con un sorriso ed apro la porta per parlare quando lei mi precede.
"Ma, mi hai svegliata con i miei idoli, quindi posso anche perdonarti" dice ributtandosi sul letto.
Mi stendo anche io vicino a lei ed entrambe ci mettiamo a guardare il soffitto rosso.
La stanza di Iz è parecchio eccentrica; le pareti sono rosso fuoco, e appena entri dalla porta c'è un enorme letto a due piazze dove ci sono due comodini all'estremità delle due sponde.
Sulla parete di destra c'è la finestra ed accanto a quella un enorme armadio.
Dal lato opposto della stanza invece c'è la scrivania stracolma di libri della sua prestigiosa facoltà di medicina.
I genitori di Isabelle sono delle persone davvero ricche. Sono avvocati ma da quel poco che ho capito lavorano per dei pezzi grossi.
Persone dello spettacolo, credo.
Comunque non hanno mai dato davvero importanza a loro figlia, che è cresciuta con le sue tate e i suoi zii.
E Iz, come ogni ragazza della nostra età ha passato la sua fase da ribelle, anzi forse è meglio dire che lo è ancora.
Così, appena diplomata le hanno comprato questo appartamento lasciandola in pace, con l'unica premessa di seguire dopo l'estate l'università.
Ad Isabelle non ha dato fastidio. Infondo da quello che mi ha detto è sempre andata abbastanza bene a scuola e le piace studiare.
Quindi più che altro usa i suoi come carta di credito vivente.
Ed ad entrambi sembra andar bene così.
Per quanto riguarda me, Murphy Adams, appena ho preso il diploma al liceo linguistico di Milano, ho fatto le mie valigie, e sono saltata sul primo aereo per Londra con in mano l'annuncio di Isabelle.
"Murph".
"Mhm"
Isabelle si alza dal letto e apre il cassetto del comodino prendendo una busta azzurra piene di scritte infantili, fatte con il pennarello e dei glitter.
Mi alzo anche io quando me la passa e ridacchio leggermente sentendo la carta ancora un po' umida nei punti dove ha scritto con il glitter liquido.
"Per Murphy" leggo ad alta voce.
"Che cosa sarebbe?" chiedo non capendo.
Isabelle mi guarda con un mega sorriso prima di scrollare le spalle.
"Solo il tuo regalo di compleanno" Ahia. Un dolore al petto mi impedisce per un secondo di respirare ma ingoio il nodo che ho in gola e le sorrido leggermente.
"Iz, grazie ma il mio comp.." Mi mette una mano sulla bocca e se è possibile  il suo sorriso si fa ancora più grande.
"Lo so, lo so, il tuo compleanno è a Maggio e noi siamo solo a Ottobre. Tuttavia questo" dice indicando la busta che ho in mano " questo non ci sarebbe stato a Maggio. Quindi aprilo e dimmi cosa ne pensi" conclude il suo discorso mentre lega i lunghi capelli in una spessa treccia.
Annuisco mentre mi affretto ad aprire la busta.
Uno dei miei difetti più grandi è la mia curiosità.
"No!" dico con tono sorpreso tirando fuori dalla busta due cartoncini gialli.
"Si!" trilla Iz.
In meno di dieci secondi mi butto su di lei stringendola forte mentre entrambe ridiamo come due sceme.
"Oddio ma come diamine hai fatto?! Il concerto è tra due giorni e i posti erano esauriti da giugno!"
Lei ride di gusto buttando indietro la testa.
"Questo Murphy, è il vantaggio di avere dei genitori che praticamente si puliscono il culo con cento sterline."
Scuoto la testa mentre le lancio un'occhiataccia per quello che ha detto su i suoi genitori. Sarà anche vero ma non è comunque carino.
"E non è finita qua. Oltre al fatto che abbiamo dei posti riservati vicino al palco, e ciò vuol dire avere una perfetta visione di Ed Sheeran, ho pensato che ti avrebbe fatto piacere avere uno di questi" dice lanciandomi dei cartellini.
"Isabelle Lee tu non mi appena buttato addosso un pass per incontrare Ed vero? Vero Iz?"
"Mhm potrei averlo fatto. Si decisamente" dice con noncuranza controllandosi lo smalto nero.
“Oh mio Dio! Andremo al concerto del mio cantante preferito! Grazie Iz, davvero, non so come ringraziarti!" praticamente le sto urlando nell'orecchio, ma so che a lei non importa.
Lo so perchè sento le sue braccia che si stringono sempre di più intorno alla mia vita.
"Ti voglio bene Murph. Vorrei fare di tutto per farti stare meglio, e se questo ti rende almeno un po' più felice lo rifarei all'infinito." la sua voce è leggermente spezzata ma so che non sta piangendo.
Io invece mi asciugo una lacrima solitaria e faccio un piccolo sorriso mentre mi stacco dal nostro abbraccio.
"Lo fai ogni santo giorno. E fa un male cane, e a volte non riesco neanche a respirare dal dolore ma tu non mi lasci Iz. Mi hai accolta in casa tua senza neanche conoscermi e anche se sono passati solo cinque mesi mi hai fatto capire che persona speciale tu sia e te ne sarò eternamente grata" dico mentre mi mordo il labbro e mi passo una mano fra i capelli castani.
"Fantastico. Anche io ti adoro e anche io mi adorerei ma ora sto davvero morendo di fame." dice mentre mi sorpassa per andare in cucina.
Mi prendo un secondo per riordinare il casino che ho in testa.
Raccolgo i pass e i biglietti e li rimetto nella busta.
Isabelle è realmente l'unica persona che mi è rimasta ed oltre a Emma e Morgana è l'unica persona che conosco qui a Londra.
Cerco nella borsa di Iz fino a trovare il suo pacchetto di sigarette e l'accendino.
Ne sfilo una e me l'accendo mentre apro la finestra. Quando ero in Italia non fumavo mai; non perchè non mi piacesse, ma perchè mia mamma era assolutamente contraria. Diceva che era un modo figo per uccidersi.
In qualche modo aveva ragione, ma ora non credo che importi davvero.
Sento i muscoli allentarsi mentre rilascio la nicotina e osservo dalla finestra gli artisti di strada.
Amo letteralmente questo posto, amo il cielo cupo e la gente che ci vive; Dio Santo gli inglesi sono così liberi.
A loro non importa di vedere per strada una ragazza con i capelli verde fluo piena di piercing e tatuaggi.
Loro se ne fregano e continuano a andare avanti per la loro strada.
In Italia invece verresti immediatamente giudicata come una poco di buono o una persona poco raccomandabile, e tutto questo solo perchè hai deciso di distinguerti dalla massa di perfettini e bambole di porcellana.
Londra è libera.
Mia mamma me lo diceva sempre. Lei era nata qua ma poi aveva conosciuto mio papà e lo aveva seguito in Italia abbandonato la sua città natale. Io non lo avrei mai fatto.
Ma a quanto pare per amore si fa di tutto.
Finisco la sigaretta e la lascio nel portacenere sul comodino di Iz.
Prendo la busta dimenticata sul letto e sorrido come un'idiota prima di mettermela in tasca e raggiungere Isabelle in cucina.

***
Cazzo.
Cazzo, cazzo,cazzo.
Infilo il cappotto e afferro la mia borsa a tracolla buttandoci dentro il telefono e il portafoglio. Infilo le scarpe alla velocità della luce e prendo l'abbonamento della metro dal mobile vicino all'ingresso.
Urlo un mezzo saluto a Isabelle e mi precipito giù per le scale.
Corro fino ad arrivare alla metro e quando vedo il treno mi ci butto praticamente dentro un secondo prima che le porte si chiudano.
Cerco di riprendere un minimo di fiato e controllo l'ora; le quattro e quaranta.
Cazzo.
Non posso arrivare ancora in ritardo al lavoro. Diamine io e la puntualità viaggiamo praticamente in due direzioni opposte.
Aspetto tre fermate e quando leggo 'Green Park' faccio un profondo sospiro stringendomi la borsa al petto e posizionandomi per prima davanti alle porte.
Non aspetto neanche che si aprano del tutto che schizzo fuori, fregandomene delle occhiatacce e degli insulti delle persone che sto accidentalmente spingendo.
Sforzo i miei piedi ancora per qualche minuto e rilascio un respiro profondo quando vedo l'insegna di Starbucks.
Lavoro in questo bar praticamente da luglio. Infondo mi servono soldi e dal momento che non ho intenzione di andare all'università non posso assolutamente permettermi di perdere questo lavoro.
Non conto di fare la cameriera per tutta la vita, non che abbia qualcosa contro di loro, anzi. Solo che non è quello che vorrei fare.
Mi piacerebbe fare l'organizzatrice di eventi e magari in un futuro lontano potrei fare uno di quei corsi appositi per poi aprire un'attività.
Ma prima di tutto devo cercare di risparmiare tutti i soldi possibili.
 Per ora ho i risparmi che i miei genitori mi avevano lasciato per l'università ma li sto tenendo via per pagare la mia parte di affitto.
Anche se Isabelle non mi fa mai pesare i miei pagamenti in ritardo non è comunque corretto da parte mia.
Rabbrividisco un po' per l'aria fredda e apro la porta sul retro del piccolo bar. Poggio il cappotto e la borsa e mi metto un orribile grembiule verde.
"Hei Morgana" saluto mentre la raggiungo alla cassa. A quanto pare ci siamo solo noi due e un ragazzino che sta leggendo un libro seduto al tavolo vicino alla finestra.
"Cinque e dieci. Stai facendo progressi Murphy" ride mentre le alzo il dito medio.
Però sto facendo davvero progressi.
Arriccio il naso nel vedere il rossetto rosso fuoco di Morgana così come i suoi lunghi capelli rossi che ora sono legati in una crocchia disordinata.
Morgana è una ragazza carina; è alta con un fisico magro ma formoso e degli occhi verde acqua, che trucca sempre pesantemente.
Una volte anche io mi truccavo. Ora non mi importa più.
"E' stato così piatto tutta la mattinata?" domando mentre mi appoggio al bancone.
Oggi è letteralmente deserto.
"Credo di si. Ho incontrato Emma prima che finisse il suo turno e mi ha detto che voleva uscire e pregare la gente di prendere almeno un caffè. Si stava annoiando a morte".
Fantastico. Davvero fantastico.
"Morgana, quante ore mancano alla fine del turno?"
"Sei fottutissime ore"
"E quanto abbiamo fatto?" Controlla l'orologio che ha al polso prima di sorridermi.
"Direi circa, dieci minuti" Rido quando la vedo puntarsi due dita alla tempia e far finta di spararsi.
Le prime due ore passano con Morgana che mi parla di Mark, il suo attuale ragazzo e io che annuisco in momenti precisi così da far finta di star ascoltando.
"Murph ti dispiace se vado un momento al tabaccaio qua vicino a prendere le sigarette?"
"No tranquilla vai pure, tanto qua non c'è nessuno. Anzi tanto che ci sei prendi un pacchetto anche per me"
Morgana mi guarda un momento spaesata prima di annuire. In effetti credo che lei non mi abbia mai vista fumare e sono quasi sicura che questo sia il mio primo pacchetto.
"Marlboro anche per te?" annuisco non conoscendo altre marche.
Le passo i soldi e la vedo uscire dal bar con ancora addosso quell'orrendo grembiule verde.
Sorrido al nulla e tiro fuori il mio Iphone dalla tasca dei pantaloni.
Non faccio nemmeno in tempo a leggere un messaggio di Emma che la porta si apre di nuovo.
"Sei già qua Morg?" chiedo senza alzare lo sguardo.
"No. Non sono Morg, però vorrei un caffè espresso doppio e una bottiglia di acqua naturale temperatura ambiente"
Alzo lo sguardo di scatto rimettendo il cellulare in tasca.
Ma Gesù Santo! Doveva arrivare gente proprio ora?.
"Oh mi scusi, pensavo che fosse un'altra persona. Il suo ordine arriva subito"
prendo la bottiglietta d'acqua dall'apposito scompartimento e mi metto a preparare il caffè. Mentre aspetto che il liquido scenda nel bicchiere di cartone mi prendo qualche secondo per osservare la persona che ha richiesto l'ordine, o meglio le persone.
Davanti a me c'è una ragazza con indosso una di quelle tute aderenti per la corsa. I capelli biondi sono perfettamente raccolti in una coda ordinata e persino la frangetta sembra immacolata.
Si toglie gli occhiali da sole portandolo sulla sua testa lasciando vedere gli occhi azzurri.
Non so perchè ma ho la sensazione di averla già vista.
Accanto a lei invece c'è un ragazzo alto. Ma davvero molto alto.
I capelli ricci sono tirati su da una strana bandana ha gli occhiali da sole, dei pantaloncini bianchi da box e una maglietta nera bagnata di sudore.
Lui sembra che abbia corso. Lei sembra appena uscita da un parrucchiere.
Sento il ragazzo sbuffare quando nota che lo sto guardando.
Distolgo subito lo sguardo mentre sento le guance andare a fuoco.
Porca puttana.
Mi affretto a sigillare il bicchiere e metterlo vicino alla bottiglia dell'acqua.
"Sono 5£" dico mantenendo la voce ferma anche se mi sento in fiamme.
La bionda mi da i soldi e io le do lo scontrino.
"Grazie e buona giornata"
La vedo che mi fa un cenno con la testa e segue il ragazzo che invece è già fuori dal bar.
In quello stesso momento rientra Morgana con in mano i due pacchetti di sigarette mentre continua ad alternare lo sguardo tra me e l'entrata del bar ormai vuota.
Sembra buffa.
"Cosa c'è?" chiedo mentre mi lancia il mio pacchetto.
"Cosa c'è? Come cosa c'è Murph?! Hai appena servito Taylor Swift! Porca merda!".
uhm si ora si spiega l'aria famigliare.
"Oh tutto qua?" cioè è una brava cantante, alcuni suoi pezzi sono davvero forti anche se sono molto adolescenziali, ma se c'è una cosa che odio è dare di matto davanti a cantanti o attori.
Alla fine sono esattamente come noi tranne per il fatto che sono miliardari.
Morgana spalanca i suoi occhi verdi contornati di nero mentre scoppia in una risatina isterica.
Scuoto la testa e serro le labbra per non ridere della sua faccia mentre mi siedo su uno sgabello e mi connetto a tumblr isolandomi dal mondo esterno.

 

 


N/A:
Hello Everybody! Sono Andrea!
Premettendo che faccio davvero schifo nelle introduzioni, nei fotomontaggi e nelle presentazioni, ma mi piacerebbe davvero se voi deste una chance a questa storia.
Sono consapevole del fatto che magari all’inizio potrebbe sembrare noiosa, ma se almeno un po’ vi ha incuriosito potreste lasciarmi un commento?
Mi piacerebbe davvero tanto.
Anche perché se la storia vi dovesse piacere sarei più contenta e motivata nell’andare avanti :)
Se invece dovesse fare schifo ( spero di no. *Incrocia le dita*) sarebbe stata in ogni caso un’esperienza utile e costruttiva!
Quindi grazie a tutte quelle che voteranno, recensiranno, ma anche solo leggeranno questa storia. <3
P.s scusate eventuali errori nel coniugare i verbi ma ho appena finito tre ore di fila di madrelingua inglese!
P.p.s Nel caso questa storia piacesse, qualcuno sa fare copertine e fotomontaggi decenti? I miei mi fanno piangere!
Se volete potete trovare questa storia anche su Wattpad ( non so bene come funziona l'ho appena postata)
E se voleto potete seguire il mio profilo Twitter ( ho appena fatto anche questo xD) dove metterò le anticipazioni della storia.
Grazie a tutti xx

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


capitolo 2

Capitolo 2.

"Dio ancora non ci posso credere che hai incontrato Taylor Swift! Hai un tale culo!".

Questa sarà tipo la ventesima volta che Isabelle mi ripete questa dannatissima frase mentre salta sul mio letto. Maledetta me che mi oggi a colazione me lo sono fatta scappare di bocca.

"Iz non l'ho neanche riconosciuta quindi non vale come incontro okay?" Sospira mentre scende dal letto e affonda la testa nel mio armadio esattamente come sto facendo io.

"Sai che sei l'unica che non riconosce Taylor Swift vero?" Dio Santo! Giuro che se ripete ancora una volta il suo nome la prendo a padellate in faccia.

Mi allontano dall'armadio e mi butto sul letto ormai sfatto da Isabelle. Controllo l'orologio e sospiro per quella che oggi sarà la milionesima volta.

Isabelle si volta e mi guarda con comprensione mentre tira fuori dal mio armadio un paio di jeans skinny chiari che non ricordavo di avere e una maglietta bianca a maniche corte con delle stampe nere.

"Come diavolo fai ad entrare in questi pantaloni?!"

mi lancia i vestiti che prendo al volo. Faccio spallucce mentre mi tolgo la tuta che ho indosso per infilarmi i jeans. A volte capita che anche a me di sorprendermi della mia magrezza. Non è una cosa di cui vado fiera; mi sono sempre piaciute le ragazze con qualcosa in più addosso invece che solo ossa.

Mi piacerebbe davvero avere un fisico più simile a quello della mia amica; Isabelle è quel tipo di ragazza che tutti si girano a guardare.

Ha tutte le forme al posto giusto. Magari non entra in una 38, ma alla fine le modelle scheletriche non sono così belle, e sono convinta che un giorno troverà un ragazzo che apprezzerà sia il suo corpo che la sua mente brillante.

"Lo sai che dopo la morte dei miei ho iniziato a perdere peso." Chiudo gli occhi un secondo per impedire al dolore di sopraffarmi. Infilo velocemente la maglietta e mi guardo un secondo allo specchio giusto per vedere se mi stanno male e poi mi allontano subito. Il mio corpo non mi è mai piaciuto e dopo giugno ho iniziato lentamente a dimagrire finchè mia zia non ha deciso di portarmi da uno psicologo per metabolizzare il tutto. Non che ci sia molto da metabolizzare.

Un ubriacone che andava in contromano ha preso in pieno la macchina dei miei genitori che stavano tornando a casa con il mio fratellino.

Mamma e papà sono morti sul colpo.

Tommy è morto quattro ore dopo in ospedale, mentre era in terapia intensiva.

Quindi non c'è proprio niente da capire.

"Murph, scusa io..davvero non volevo" guardo Iz davanti a me che si sta torturando un labbro. Le sorrido e scuoto la testa. Non è colpa sua se ogni dannata cosa mi ricorda loro.

"Va tutto bene Izzy, con il tempo andrà sempre meglio, e poi ho appena preso due chili grazie alla tua cucina." mi sorride mentre infila i vestiti che aveva già portato da camera sua.

"Lo so, sono la migliore in cucina" ride mentre si infila una canotta nera e una gonna blu a vita alta che scende morbida fino ai piedi. Si mette le Dr. Martens nere e scioglie i capelli dalla treccia.

"Oh si sei davvero la migliore nell'alzare il la cornetta e chiamare la pizzeria dietro l'angolo" smette improvvisamente di ridere, si acciglia mentre prende un cuscino dalla sedia e me lo tira addosso prendendomi in pieno.

"Almeno io penso a ordinare! Se fosse per te saremmo già morte di fame! Sul serio Murphy sei una frana in cucina, nessuno è peggio di te!" inizia a ridere come una matta per le sue parole e io la seguo a ruota.

Stare con Isabelle mi fa star bene; mi fa sempre pensare a così tante cose che a volte mi dimentico del dolore e per qualche minuto posso fare finta di essere felice. Per qualche minuto posso essere una ragazza di diciotto anni che ride con la sua migliore amica, e non una ragazza depressa che piange quando pensa alla sua famiglia ormai distrutta.

Isabelle è un po' come l'alcol. Solo che non fa male e non ha un effetto prolungato. Mi fa dimenticare solo per qualche secondo. E poi il dolore torna; torna più forte di prima ma ne vale la pena per sentirmi almeno un po' libera.

Vado in bagno e prendo un elastico per capelli. Li lego in una coda alta e metto un po' di lucido per labbra, giusto per non sembrare totalmente depressa.

Mentre esco guardo l'orologio appeso in cucina: le cinque e venti.

Fantastico, siamo in perfetto orario per andare al concerto. Dopo mesi di totale apatia per tutto ciò che mi circondava oggi riesco finalmente a sentire quel formicolio nelle ossa e il cuore che pompa velocemente.

Finalmente dopo mesi mi sento un po' più viva e amo questa cosa. Amo avere finalmente voglia di fare davvero qualcosa, perchè mi va di farlo e non perchè sono costretta. Anche se è una cosa piccola e idiota come andare al concerto del mio cantante preferito.

Mentre aspetto che Iz si trucchi, infilo un paio di vans nere, metto il cappotto e prendo la borsa a tracolla marrone, controllando di avere dentro le chiavi di casa e il telefono.

"Isabelle! Dai che sennò facciamo tardi!" la sento sbuffare dal bagno e poco dopo mi raggiunge con già la giacca e la borsa addosso.

"Okay ci sono, ci sono! Possiamo andare a vedere Ed!" sorrido come una scema per il nostro entusiasmo e dopo che mi ha presa a braccetto usciamo definitivamente da casa.


***

"Quanto manca?"

"Circa un'ora, Murphy" Sto letteralmente impazzendo. Sono consapevole del fatto che sembro una bambina di otto anni, ma stiamo aspettando da circa due ore.

So che è colpa mia, siamo partite da casa con circa tre ore di anticipo, quando avendo i biglietti con i posti riservati potevamo tranquillamente arrivare anche dieci minuti prima dell'inizio del concerto, ma ero letteralmente terrorizzata dall'idea di arrivare tardi come al mio solito.

Poteva esserci traffico, oppure un incidente stradale, e io mi sarei persa il mio concerto.

Credo che sia solo per questo che Isabelle non ha obbiettato quando le ho detto l'ora in cui volevo uscire di casa. Altrimenti mi avrebbe già mandato a fanculo un paio di volte.

Spesso mi chiedo come faccia a sopportarmi se a volte nemmeno io ci riesco.

In ogni caso per la prima mezz'ora io e Iz ci siamo messe ad osservare il palco e la perfetta visuale, poi siamo andate in brodo di giuggiole per le sedie con scritto 'riservate' così come tutte quelle della nostra fila.

E poi ovviamente l'eccitazione ha lasciato piano piano posto alla noia più totale. Almeno per me. Isabelle ha tirato fuori il suo libro di medicina già da un po' e sembra davvero concentrata.

"Murph, ti dispiace smetterla con quel piede? Mi rendi nervosa" Sbarro leggermente gli occhi accorgendomi che sto veramente sbattendo ritmicamente il piede a terra.

Lo fermo subito.

"Iz vado a prendere una bottiglia d'acqua, vuoi qualcosa?" mi alzo e afferro la borsa con dentro i soldi.

"Eh? Uhm no, no grazie comunque" si rimette a studiare e sospiro rassegnata. Io e la scuola non siamo mai andate molto d'accordo, e spesso mi chiedo se Isabelle studi medicina perchè le piace davvero o solo perchè i suoi genitori l'hanno costretta a scegliere una facoltà prestigiosa.

Vado nel bar dell'arena e prendo una bottiglietta mi fanno pagare un occhio della testa. Ne prendo un sorso e la metto nella borsa.

Faccio per tornare indietro quando nella tracolla trovo un astuccino di carta ancora intonso.

Le sigarette che mi ha comprato Morgana. Non so perchè ma me ne viene subito voglia, così ne sfilo una ed esco dall'arena, con il biglietto nella tasca posteriore dei pantaloni, e rovisto ovunque alla ricerca dell'accendino.

Che ovviamente non ho. Perchè io compro le sigarette ma non l'accendino. Logico.

Tengo nervosamente la sigaretta tra le mani e cerco con lo sguardo qualcuno che come me voglia fumare.

Anche se c'è buio, trovo con lo sguardo due ragazzi poco distanti da me che rilasciano nicotina dal naso.

Okay Murphy ci puoi riuscire. Combatti la timidezza e chiedi l'accendino.

"Ehm..uhm" i ragazzi si girano guardandomi in modo strano e alzando leggermente gli occhi al cielo come se sapessero già cosa voglio chiedergli.

"Si?" guardo il ragazzo che ha parlato. Rimango un attimo rapita dalla sua voce calda e dai suoi occhi castani. I capelli sono alzati a con il gel a formare una specie di piccola cresta. Anche se fa davvero fresco indossa solo una maglia bianca con su disegnati dei fumetti, e posso vedere che il suo braccio destro è quasi pieno di tatuaggi. Nonostante tutto però sembra davvero un tipo a posto.

Vuoi un autografo o una foto?” la domanda che mi pone l’altro ragazzo invece mi spiazza molto. Perché mai dovrei volere un loro autografo? Cioè si credono così fighi da andare in giro a fare foto con la gente solo perché hanno una bella faccia?

Li guardo mentre mi acciglio un secondo. Anche loro mi osservano, attendendo una mia risposta.

Hei ragazzina, ci sei? Tutto a posto?” Il secondo ragazzo, quello a maniche lunghe e con gli occhi chiari, anche se non riesco a dire con esattezza il colore per il buio, mi passa una mano davanti al viso come per risvegliarmi.

Murphy” dico semplicemente. Bene, ora mi prenderanno anche come un’idiota.

Cosa?” il ragazzo dagli occhi chiari accenna un sorriso, mentre il tatuato continua a fumare.

Mi chiamo Murphy, non ragazzina, e no. Non voglio il vostro stupido autografo, voglio solo un accendino. Ho dimenticato il mio.” Dico mentre sollevo la sigaretta e la metto bene in mostra così che capiscano che non ho intenzione di fare una stupida foto con loro.

Il ragazzo a maniche lunghe scoppia in una risata acuta e contagiosa, mentre il tatuato mi sorride mentre fruga nella tasca dei pantaloni.

Tieni” mi lancia l’accendino che prendo al volo. Metto la sigaretta davanti al fuoco e aspiro, per poi rilanciare l’oggetto al proprietario. “Grazie.” Restiamo tutti in silenzio mentre ognuno aspira la propria sigaretta perso nei propri pensieri.

Non so perché ma i ragazzi davanti a me mi ricordano qualcuno. Ma è come se ogni volta che arrivo alla soluzione quella mi scivola tra le mani.

Scrollo le spalle con noncuranza, tanto non li vedrò mai più. Finisco la sigaretta e la butto nel posacenere vicino al bidone dell’immondizia, e vedo con la coda dell’occhio i due ragazzi fare lo stesso.

Beh ciao, e grazie per l’accendino.” Saluto i due ragazzi e rientro senza sentire la loro risposta.

Corro e dopo che mi hanno fermato nuovamente per ricontrollarmi il biglietto, ritrovo Isabelle seduta al suo posto con a fianco una specie di uomo, se così si può definire, con una felpa nera e un auricolare nell’orecchio destro.

Il povero uomo sembra scoppiare in quella sediolina. Sorrido prima di sedermi accanto alla mia amica che ha già messo il libro nella sua borsa e sembra essere profondamente a disagio vicino a quell’uomo.

Ma dove cazzo eri finita? Questo qua” sussurra mentre indica l’uomo affianco a lei “ non ha fatto altro che fissarmi per tutto il tempo. E fidati che sono stati i dieci minuti più lunghi della mia vita” rido per le sue parole e mi sciolgo i capelli che mi cadono lisci sulle spalle.

Sai Iz, credo fortemente che sia un bodyguards” Isabelle spalanca gli occhi.

Tu dici?” annuisco picchiettando l’indice contro l’orecchio per indicargli l’apparecchio che porta l’uomo.

E a chi fa la guardia?”

Cosa ne so io? Però Izzy non dovresti stupirti. Cioè siamo in una specie di zona vip e non voglio neanche immaginare quanti soldi tu abbia speso” Lei fa spallucce, come se non le importasse davvero del prezzo.

Pss. Pss” Isabelle inizia a dare leggere gomitate all’uomo che si gira a fissarla con aria esasperata.

Iz..” mi zittisce alzando una mano davanti alla mia faccia mentre continua a fare domande al tizio.

Incrocio le braccia sotto al seno e la fulmino con lo sguardo anche se non mi può vedere. Odio con tutta me stessa essere zittita dalla gente.

Chi cerchi di proteggere?” Isabelle sembra una bambina mentre aspetta la risposta dall’uomo che sembra non voler parlare.

Guarda che tanto riuscirò a scoprirlo anche da sola!” Fa per alzarsi ma in quel momento le luci si spengono e le urla escono dalle bocche dei fan e Izzy è costretta a sedersi, non prima però di avermi tirato una gomitata e avermi indicato cinque ragazzi che stanno prendendo posto vicino al bodyguards. Cerca di aprire la bocca ma in quel momento sale sul palco Ed Sheeran che fa scappare della urla sia a me che a Isabelle.

E quando inizia a cantare posso dire di aver appena realizzato un sogno.

So open your eyes and see,

The way our horizons meet,

And all of the lights will leave,

Into the night with me.”




I'm back!

Innanzitutto volevo ringraziarvi per le bellissime recensioni che mi avete lasciato :)

Essendo la mia prima storia, per me quattro recensioni sono tantissime! Non sapete quanto mi avete fatto felice :)

So che i primi capitoli saranno un po' lenti, ma vi prometto che tra poco arriverà il bello!

Spero che il capitolo vi piaccia!

Lasciatemi una recensione se vi va.

Un bacione Andrea xx

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