The Chronicles of Sattil – the awakening

di Milkendy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Where is Lucas? ***
Capitolo 2: *** Where are we here? A Narnia? ***



Capitolo 1
*** 1. Where is Lucas? ***


The Chronicles of Sattil – the awakening
(Le Cronache di Sattil – il risveglio)

1. Where is Lucas?

(Dov’è Lucas?)  
    
 
La famiglia Morris si stava preparando per una gita scolastica in montagna, che portava tutti i ragazzi londinesi, che avevano aderito, in un campo che sarebbe durato un mese.
«Sbrigati Mickey! Rylan è già pronto, e anche Jill» si sgolava la madre dei tre ragazzi, sulla porta, pronta per partire.
«Jill non è ancora pronta, si sta mettendo le scarpe» ribatté il figlio.
«Sono sempre più pronta di te, che stai cercando i pantaloni!» s’intromise la sorella.
«Che cazzo dici? Li sto mettendo!» ricevette in risposta.
«Mickey, le parole!» sgridò la madre, scuotendo la testa, stufa dei loro continui battibecchi.
«Al diavolo tu e le tue parole per bene, mamma»
«Dove hai lasciato il mio zaino?» intervenne Rylan, che camminava per la casa come un disperato.
«Non lo so, Rylan, dove lo hai lasciato tu prima» rispose la madre alzando gli occhi al cielo.
«Ma non c’è!»
«Allora non lo so»
«E aiutami a cercarlo!»
«Ehi, pivello, cercavi questo?» strillò con un sorriso malizioso Mickey, andando in cucina dove si trovavano gli altri, sventolando lo zaino del gemello che rischiava di cadere dal suo dito mignolo.
«Non lasciarlo cadere! Dentro c’è anche il mio cellulare!»
«Poverino» Mickey finse un’espressione triste.
Jill corse atletica fino al fratello minaccioso e gli strappò di mano lo zaino di Rylan, che la ringraziò andando a recuperarlo.
«Siamo pronti?» chiese la madre sfinita. «Avete tutto? I vostri zaini, il cellulare..?»
«Tutto» sbottò Mickey, uscendo di casa per primo e montando in macchina.
Partirono dopo aver caricato tutto nel baule.
«Mamma, perché stai facendo questa strada? Per andare al parcheggio della scuola non bisognerebbe fare quella a sinistra?» domandò Jill.
«Sì, però la madre di Annabelle mi ha chiesto se diamo un passaggio a lei e a suo cugino Vincent» rispose la madre. Annabelle era la migliore amica di Jill.                   
«Evviva!.. Ma i posti in macchina sono cinque, e se viene anche Vincent siamo in sei»
«Non ti preoccupare, basta tirare fuori i due sedili in più dietro»
«Due sedili in più?»
«Che stupida, non sa nemmeno che questa è un’auto da sette posti» disse Mickey.
«Tu stai zitto»
«E voi non ricominciate!» strillò la madre in preda a una crisi di nervi.
Da quando il marito era partito per lavoro fino in Germania, dove ci sarebbe rimasto per due mesi interi, la signora Stephanie doveva occuparsi dei tre figli tutta sola.
Ci fu silenzio fino all’arrivo di casa di Annabelle, che appena suonarono il campanello, uscì festosa con suo cugino Vincent, che conosceva bene la famiglia Morris ed era amico soprattutto dei due gemelli, nonostante avesse 16 anni e non 17 come loro.
«Anna!» urlò Jill, abbracciando l’amica appena si sedette vicino a lei, nei due posti aggiunti dietro.
Vincent si era seduto in mezzo a Mickey e Rylan, che ordinarono di accendere la musica che volevano loro a tutto volume.
«Ho portato anche i trucchi! E le salviette, non mi azzarderò a mangiare al sacco con le mani sporche» disse subito Annabelle.
Jill rise, e chiacchierarono per i seguenti dieci minuti, fino all’arrivo al parcheggio della scuola, dove sarebbe partito l’autobus da un momento all’altro.
«Forza ragazzi, salite» disse la madre, abbracciando e riempiendo di baci i tre figli, che si lamentarono disgustati, soprattutto Mickey. Prima di salire, Brina, la ragazza di quest’ultimo, corse ad abbracciarlo forte. Lei non sarebbe partita con loro, perché odiava le gite scolastiche, soprattutto in montagna.
Annabelle si girò dall’altra parte, per non vedere le loro smancerie. Era da sempre innamorata di Mickey, ma lo sapeva solo Jill.
«Mi raccomando, pensa a me» ripeteva Brina al ragazzo, che le accarezzava la schiena.
Si salutarono con un bacio mieloso durato sì e no dieci secondi, e poi salirono sull’autobus, prendendo i posti liberi verso il fondo.
Quando partirono erano più o meno le nove e trenta del mattino, dove il sole già scaldava l’inizio di quella trepidante avventura.
 
Tre ore dopo, l’autobus si fermò ai pressi di una grande casa, che stava vicino a un bosco.
«Ragazzi, ora ascoltatemi» gridò l’adulto responsabile della gita, circondato da tutti gli animatori, che avrebbero guidato i ragazzi in giochi e avventure.
Calò un silenzio interrotto da qualche bisbiglio.
«Adesso, prima di portare i vostri bagagli nell’hotel, dividetevi in gruppi da massimo cinque persone. Dopo aver fatto questo, scendete insieme al vostro gruppo e prendere la prima tenda che vi capita con il necessario per montarla. Una notte a settimana dormiremo nella tenda, nel bosco, mentre il resto dei giorni nell’hotel. Di questa settimana faremo proprio oggi di dormire in tenda, quindi montatela e poi vi dirò cos’altro fare»
Annabelle guardò Jill, che ricambiò lo sguardo titubante.
«Ragazzi, volete venire con noi? Le nostre amiche sanno già con chi stare, e altrimenti rimarremmo sole» iniziò Jill, facendosi coraggio e appoggiando pigramente la testa sul braccio di Rylan, molto più alto di lei e difficile da raggiungere in altezza.
I due gemelli si fissarono un attimo.
«Per me va bene» esclamò Vincent.
«Sì, d’accordo. Ma solo per dormire in tenda. Il resto del tempo starò con i miei amici» disse Mickey.
«Anche io» annuì Rylan, accarezzando la testa di sua sorella, che lo strinse in un abbraccio.
«Andiamo a montare questa cazzo di tenda»
Il linguaggio di Mickey non fu approvato dal responsabile della gita, Christopher, che lo ammonì con uno sguardo.
La prima tenda che trovarono fu una grigia, completamente grigia.
Rylan, il più intelligente tra i cinque, iniziò a guardare le istruzioni mentre gli animatori passavano avanti e indietro tra i ragazzi guardando come si applicavano.
«Che nerd, stai sbagliando, questo pezzo va qui» brontolò Mickey rivolgendosi al gemello.
«Non è vero, qui il nerd sei tu, lasciami fare»
L’altro se ne infischiò appoggiandosi al tronco di un albero, mettendosi a chiacchierare con Vincent.
«Anna, ci sei? E’ da mezz’ora che cerco di parlarti e tu stai sempre a fissare mio fratello»
Ancora nessuna riposta, così Jill si piantò davanti al campo visivo dell’amica.
«Ehi!» esclamò infastidita.
«Smettila di guardare Mickey»
«Ma che dici?»
«Si vede che lo stai guardando, e se ne accorgerà anche lui se non la smetti» spiegò comprensiva ad Anna.
«Uffa»
«Finito!» Rylan fece sobbalzare le due amiche.
La tenda era perfettamente montata, abbastanza grande da contenere cinque sacchi a pelo.
Anche qualcun altro gruppo aveva finito, mentre alcuni non sapevano neanche come iniziare.
Christopher si addentrò nel boschetto.
«Ragazzi, smettete un attimo di fare quello che state facendo»
I gruppi alzarono lo sguardo.
«Avete visto Lucas Merrinos?»
Si alzò un coro di “no”.
Gli animatori iniziarono a fare l’appello, ma arrivati al nome di Lucas, nessuno disse “presente”.
«Siete sicuri che sia partito con noi?» chiese Christopher.
«Certo, era seduto vicino a me!» disse un ragazzo dai capelli ricci.
«Da quando non l’hai più visto?»
«Da quanto siamo arrivati, ha detto che avrebbe montato lui la tenda, e quando io e il mio gruppo siamo scesi per vedere il nostro accampamento, non l’abbiamo più visto, così vi abbiamo avvertiti»
«Capisco.. Beh, la cosa migliore da fare è che ogni gruppo vada con un animatore a cercare Lucas»
Jill rabbrividì, il campo era già iniziato male se era scomparso un ragazzo.
«Si sarà perso, quel cretino» borbottò Mickey. «Non ho voglia di fare chilometri solo per quello sfigato che..»
«Basta, se fosse successo a te saresti contento?» domandò la sorella.
«A me non succede»
Jill tornò in fondo al gruppo da Annabelle, e iniziarono ad addentrarsi nel bosco, seguiti da Andrew, un animatore.
Per i primi venti minuti si sentirono molte voci gridare “Lucas! Dove sei?”, ma dopo un po’ si stancarono, per paura di rimetterci la voce.



Angolo autrice
Salve a tutti, eccomi qui con una nuova storia.
So che forze rischio di non continuare più l'altra (NON SUCCEDERA' MAI), ma mi è brillata un'idea in testa che avevo da parecchio e mi sono messa a scriverla. L'ho pubblicata perché non so se continuarla, mi baserò sui vostri consigli.
Come avete visto, questa storia originale è fantasy. Ma io, che sono una tipa romantica, ci aggiungo anche un po' di romanticismo.
E' ispirata a "Le cronache di Narnia", come potete dedurre dal titolo, ma vi assicuro che poi il contenuto è completamente diverso, forse noterete qualcosa che potrebbe assomigliargli, ma credo pochissimi particolari.
Spero vi piaccia, ci ho messo molto a scriverlo.
Non so quando aggiornerò, e soprattutto se aggiornerò, perché voglio essere sicura se ne vale la pena.
A presto!
Milkendy


 

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Capitolo 2
*** Where are we here? A Narnia? ***


Where are we here? A Narnia? 
(Dove siamo qui? A Narnia?)
 
Il cielo iniziava a farsi più cupo, ma di Lucas non c’era nessuna traccia.
«Ragazzi, vado a prendere una torcia all’accampamento, aspettami qui, non fate un passo» disse l’animatore con voce ferma, allontanandosi verso le tende che si trovavano al limitare del bosco, mentre loro ormai erano andati molto avanti.
«Uff, sono stanchissima, quanti chilometri avremo fatto?» biascicò Annabelle, accasciandosi contro il tronco di un albero.
«Non ne ho idea» borbottò Jill passandosi una mano sulla fronte sudata.
«Ve l’avevo detto che per colpa di quel Lucas avremmo fatto tutta questa fatica. Appena lo vedo lo picchio» grugnì Mickey calciando un sasso, che si alzò in volo e atterrò in un buca. Poco dopo si sentì un forte rumore di acqua e qualcosa che ci cadeva dentro.
I ragazzi drizzarono le orecchie.
«E’ stato il sasso che ho lanciato» disse Mickey, facendo un gesto con le mani come per dire di stare calmi.
«Sì, ma sono l’unico a sentire il rumore di acqua?» domandò Rylan.
«No, lo sento pure io» rispose Vincent, avvicinandosi alla buca in cui era caduto il sasso. «Questo buco è così profondo che non ne vedo nemmeno la fine. Ed è largo che potrebbe caderci dentro un elefante» sentenziò.
A quel punto gli altri, più curiosi che mai, si affacciarono.
Jill si sporse un po’ troppo e il piede scivolò sull’erba bagnata, così ci cadde dentro.
La prima cosa che fece fu urlare, perché quella caduta le fece prendere una botta al fondoschiena.
«Jill!» Rylan si tuffò dietro di lei, così fece Annabelle, poi Vincent e infine Mickey.
Era come uno scivolo d’acqua. A mano a mano che andavano in profondità schizzi gli bagnarono la faccia.
«Riesci a vedere cosa c’è in fondo?» gridò Rylan, che stava raggiungendo la sorella, ancora in preda a urli spaventati.
«No..» rispose con un grido affannoso. «Anzi.. sì! Vedo qualcosa!» un sorriso gli si increspò sul viso, ma subito dopo si oscurò in una faccia di chi aveva visto un tirannosauro venirgli incontro.
«Cosa? Cosa vedi, Jill?» domandò il fratello, che percepiva la sua paura.
Le troppe domande che affollavano la mente di tutti gli altri non avevano una risposta. O meglio, per adesso.
«Il mare! C’è un.. no, scusa, la riva di un mare.. non lo so, vedo una spiaggia e un mare, e non capisco dove andremo a finire.. ho paura!» l’ultimo fu veramente un grido disperato.
«Non ci succederà nulla, Jill! Tra poco arriveremo giù e saliremo di nuovo fino al bosco.. in modo così veloce che l’animatore non farà nemmeno in tempo ad arr..»
Rylan non finì la frase, perché atterrarono sulla spiaggia, la sabbia gli penetrò gli occhi, gli si infilò nel naso e nelle orecchie, rotolarono fino a non riuscire a respirare per il vortice di granelli che volteggiavano nell’aria.
L’ultimo ad arrivare fu Mickey, nel fondo della fila, che atterrò sul povero Vincent, che comunque non lo senti neanche da tanto male che si sentiva.
Annabelle trovò la forza di alzarsi e di correre verso il mare per darsi una pulita, bevve l’acqua anche se salata, ci si tuffò dentro, senza importarsi di quanto era fredda al primo tocco. La seguirono tutti gli altri, vedendo che ciò che aveva fatto lei la fece sentire meglio.
Nessuno parlava, ma si capivano con gli occhi: era successo qualcosa. Qualcosa di inquietante, a cui non potevano dare una spiegazione.
Dopo dieci minuti circa si sedettero sul bagnasciuga uno accanto all’altro, cercando di farsi asciugare dal sole che era spuntato.
«Il sole?» esclamò Jill. «Ma se prima era sera! Là, all’accampamento.. l’animatore era andato a prendere la torcia perché si stava facendo buio.. e qui spunta il sole!»
«Ma dove siamo?» domandò Mickey, come se non avesse sentito ciò che aveva detto la sorella. «Dove siamo finiti? Com’è possibile che un buco, un misero buco, così lungo, ci abbia fatto arrivare a una spiaggia? Eravamo in montagna!»
«Dai, siamo in un nuovo mondo tutto da esplorare! Sui fumetti ho letto roba simile» Vincent si alzò in piedi sorridente. «Queste cose capitano una sola volta nella vita! Siamo in un nuovo posto!»
«Chiamalo poco» sbottò Annabelle al cugino. «Ti ricordo che noi siamo andati via da casa per andare a un campo scuola. Non per visitare gli alieni»
«Quali alieni? Qui non c’è nessuno, ci siamo solo noi!»
Jill fece uno sguardo sconsolato e andò da Rylan, ad accoccolarsi nel suo abbraccio.
«Voglio tornare a casa» disse sottovoce.
Il fratello le diede un bacio sulla fronte, poi la scostò un attimo e si mise ritto in piedi. «Su, torniamo all’accampamento»
«Non è possibile»
Una voce a loro estranea li fece voltare.
Un ragazzo, coi capelli neri scompigliati e gli occhi di un azzurro chiaro, con le spalle larghe e la maglietta consunta, li guardò con una smorfia in volto perché era colpito in pieno viso dal sole.
«Lucas?» Vincent si avvicinò al ragazzo, che era stato suo compagno di classe alle elementari.
«Ciao Vince» disse poggiandogli una mano sulla spalla.
«Che vuoi dire che non si può tornare all’accampamento?» chiese Jill, in modo un po’ sprezzante.
«Cosa? Aspettate un attimo.. E’ lui Lucas? Questo sfigato che va a perdersi nei buchi?» gridò Mickey, che era stato in disparte fino a quel momento.
«Sfigato? E tu? Anche tu sei qui come me. Anche tu ci sei caduto dentro!» rispose ribellandosi Lucas.
«No. Ti sbagli. Io non ci sono caduto, io sono qui per colpa di mia sorella. Lei ci è scivolata dentro. E data la brillante idea di Rylan, ora qui dentro ci siamo tutti, mentre noi potevamo avvertire il capo gruppo, no? Ma queste teste di rapa non ci arrivano e preferiscono fare lo scivolo d’acqua»
Le teste dei presenti andavano da destra a sinistra, ora per guardare Mickey, ora per guardare Lucas.
«Potevi restare tu nel bosco, e avvertire tu il capo»
«No, perché questi non sopravvivono se non ci sono io. Guardali, che mosci. Non sarebbero capaci di picchiare una mosca»
«Adesso basta. Dobbiamo tornare lassù!» gridò Annabelle spazientita. Jill le prese una mano, che la migliore amica strinse subito. La paura si sconfiggeva, o diminuiva, anche con un semplice gesto.
«Ho detto che non si può!» urlò a sua volta Lucas, in preda a una crisi di panico. Si sedette e infilò la testa fra le gambe, iniziando un pianto che contagiò anche le due ragazze.
«Ecco, è pure frignone» si lamentò Mickey rivolgendosi a Lucas. «Di questo passo domani mattina saremo ancora qui»
«Perché?» domandò Rylan sedendosi accanto al ragazzo piangente. «Perché non si può tornare?»
Lucas alzò il capo, asciugandosi il viso diventato rossastro per il pianto. «Quando sono arrivato ho provato a risalire. Ma il portale era chiuso. Si apre solo quando deve entrare qualcuno. Sapevo che qualcun altro sarebbe dovuto arrivare. Quando mi sono catapultato qui ho incontrato un signore che vaga senza speranza da vent’anni. Ho paura che faremo la stessa fine. Quel signore mi ha detto che qui bisogna fare una cosa specifica, altrimenti non ci saremmo. Ha detto che dobbiamo parlare con un certo Wunnel, ma non ho trovato nessuno con questo nome. Ho trovato solo quel tipo, dietro quegli alberi» e indicò un mini boschetto che assomigliava ad un oasi. «Lui ha parlato con Wunnel, ma questo gli ha dato una missione così spaventosa che il signore non ha neppure provato»
«Portale? Missioni spaventose? Ma dove siamo qui? A Narnia?» chiese Mickey.
«No, peggio. Siamo a Sattil»



ANGOLO AUTRICE
Scusate il ritardo, scusate scusate scusate! Sono viva comunque! :)
Allooora, dove cominciare.. giusto!
Questo capitolo è stato un parto. Avevo le idee ma non sapevo come descrivere la scena della caduta a Sattil, ma per il resto spero vi piaccia, spero non lo troviate un po' troppo confusionario.. Fatemi sapere!
Ringrazio didylanda01, http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=723941che ha recensito e mi sostiene sempre! Vi invito a  leggere le sue storie, è una grande! <3
Alla prossima,
Milkendy☺♥

 

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