Ali bianche e ali nere

di Giulia_Dragon
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: La prova di Michele ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: Preghiere ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: Rosalie ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: Il bacio ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5: Il gusto amaro della vendetta e il cuore di luce ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6: Un aiuto sospirato ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7: A bordo della Neederland ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8: L'Angelo e il Re Blu ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9: Le rive d'Oriente ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10: La morte è vicina ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11: Pensieri di un arcangelo ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12: Occhi rossi ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13: Vampiro contro angelo ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14: Ghiaccio ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15: Gli Homra ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16: Il suono di un flauto ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17: Mikoto ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18: Spiriti ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19: Braccato ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20: Fuoco angelico ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21: Medaglioni ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22: Notti insonni ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23: Diego e lo spirito inquieto ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24: Fantasmi del passato ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25: In viaggio ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26: Infera ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27: Roma ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28: Il ragno inizia a tessere la sua tela ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29: Libri antichi e trappole ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30: Una guida...misteriosa ***
Capitolo 31: *** Capitolo 31: La città delle tenebre ***
Capitolo 32: *** Capitolo 32: Figlia di arcangelo ***
Capitolo 33: *** Capitolo 33: Intrusi! ***
Capitolo 34: *** Capitolo 34: Nel frattempo in cielo ***
Capitolo 35: *** Capitolo 35: Nelle segrete ***
Capitolo 36: *** Capitolo 36: Libertà ***
Capitolo 37: *** Capitolo 37: Sento il tuo cuore battere ***
Capitolo 38: *** Capitolo 38: Sentimenti confusi ***
Capitolo 39: *** Capitolo 39: Ricatti ***
Capitolo 40: *** Capitolo 40: La bloody rose ***
Capitolo 41: *** Capitolo 41: Piani per una rivolta ***
Capitolo 42: *** Capitolo 42: Ribellione ***
Capitolo 43: *** Capitolo 43: Maestri d'improvvisazione ***
Capitolo 44: *** Capitolo 44: Una nuova alba per Infera ***
Capitolo 45: *** Capitolo 45: Puro vs Caduto ***
Capitolo 46: *** Capitolo 46: Chiara, l'angelo della vita ***
Capitolo 47: *** Capitolo 47: Kiba e Chiara ***
Capitolo 48: *** Capitolo 48: Anime in subbuglio ***
Capitolo 49: *** Capitolo 49: Un cuore che sanguina ***
Capitolo 50: *** Capitolo 50: Rabbia ***
Capitolo 51: *** Capitolo 51: Uriel vs Eclipse ***
Capitolo 52: *** Capitolo 52: Comprensioni ***
Capitolo 53: *** Capitolo 53: Ali screziate d'argento ***
Capitolo 54: *** Capitolo 54: Sogni ***
Capitolo 55: *** Capitolo 55: Domande ***
Capitolo 56: *** Capitolo 56: Amore? ***
Capitolo 57: *** Capitolo 57: Chiara vs Uriel ***
Capitolo 58: *** Capitolo 58: Libri ***
Capitolo 59: *** Capitolo 59: Preludio ***
Capitolo 60: *** Capitolo 60: Le origini di Alice ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1: La prova di Michele ***


Eclipse alzò la testa mentre la pioggia iniziava a scendere e a bagnargli i vestiti. Si nascose sotto una tettoia malconcia mentre la pioggia scendeva sempre più forte. Il temporale stava per scaricare tutta la sua furia sulla terra. Eclipse si strinse nella felpa blu cielo che portava, solo per tentare di proteggersi dal freddo. Chi l'avesse visto in quel momento si sarebbe sicuramente stupito di vederlo lì. Cosa ci faceva un giovane angelo come lui nel quartiere più malfamato di Milano? Eppure quello era il suo posto. Pensò amaramente Eclipse. Il posto per un assassino come lui, per uno che aveva rinunciato alle sue ali bianche che le aveva fatte diventare nere. Lui non era più un angelo ma non era nemmeno un demone: era a metà. -Forse hai ancora una possibilità per redimerti Axel- disse una voce di uomo alle sue spalle -Ezechiele? Michele ti ha mandato per uccidermi?- fu la risposta del ragazzo che continuava a dare le spalle al nuovo venuto. -No Axel, mi manda a dirti che è disposto a darti un altra possibilità- Ezechiele pareva convinto Con la coda dell' occhio Eclipse riusciva a scorgere la sagoma dell'angelo dalle ali bianche dietro di lui. Ezechiele continuava a chiamarlo con il suo vecchio nome Axel. -Cosa vuole che faccia Michele?- Ezechiele fissò la schiena del ragazzo e poi affermò -Per redimerti dovrai trovare qualcuno che. ti ami per quello che sei e per questa persona dovrai rinunciare a tutto allora riavrai indietro quello che hai perso- con queste parole l'angelo scomparve -Aspetta Ezechiele!- cercò di fermarlo Eclipse. Guardò la pioggia e decise. Se l'Arcangelo Michele lo stava mettendo alla prova ebbene lui l'avrebbe superata!

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Capitolo 2
*** Capitolo 2: Preghiere ***


Capitolo 2

La pioggia scendeva implacabile lavava via
il dolore, il male e i sensi di colpa. O almeno
così aveva sempre pensato Eclipse. Mentre
osservava le gocce di pioggia che iniziavano
a scemare il giovane angelo cominciava a
pensare seriamente alle parole per niente
rassicuranti di Ezechiele. Se davvero adesso
era un osservato speciale dalle alte sfere del
cielo allora doveva stare attento a cosa faceva.
Perchè Michele lo osservava? Ormai lui non
era più angelo, aveva ucciso... un vampiro, ma
aveva comunque ucciso. Aveva infangato la
purezza degli angeli e quindi se ne era andato.
Aveva lasciato Roma per andare ora a Milano.
Ma adesso non aveva più speranze. Decise di
uscire da lì. Doveva lasciare San Babila in fretta.
Non era un bel posto e anche se non aveva dove
andare sapeva che lì non poteva restare.
Quel quartiere non era abitato solo da umani per
niente raccomandabili, ma anche da demoni,
vampiri e licantropi. Quindi se davvero c'erano
creature delle tenebre allora lui non poteva
restare. Uscì correndo velocemente verso la
fine della via, mentre sentiva che qualcuno
lo stava guardando. Da quando Ezechiele lo
aveva avvisato della prova non si era più
sentito solo.
Stai tranquillo Axel disse una voce di donna
che lui conosceva bene che gli era mancata.
La voce della sua gemella Luce. Lei si che
era l'angelo più puro che avesse mai conosciuto
Luce! Dove sei?
Sono dove dovrei essere fratellino, con me
c'è Amy, non sentirti più colpa Axel tu
non c'entri con quello che è successo a me
e Amy
fu la risposta della voce soave di Luce
Io sono un reietto sorellina non sono più
ciò che ero. Io per vendetta ho rinunciato
all'essere un angelo, non lo sono più.

Eclipse abbassò di colpo lo sguardo fissando
l'asfalto nero di quella via dalla quale
il ragazzo era riuscito ad uscire. Davanti a lui
svettava il Duomo. Bellissimo. Sapeva di non
poter entrare. O forse si. Prese fiato ed entrò.
Si fermò a poca distanza dall'altare s'inginocchiò,
con le lacrime agli occhi. Avrebbe voluto chiedere
perdono, avrebbe voluto pregare, ma non ci riusciva.
Riusciva solo a piangere di fronte al crocifisso.
Di fronte al Creatore.
So che sei sconvolto e so che volevi solo proteggerci
disse poi la voce di Luce.
Sorellina mi mancate. Tantissimo e poi Ezechiele
mi ha detto della prova.
Eclipse scosse la testa mentre
alzava lo sguardo per incrociare quello sofferente del
crocifisso. Cosa penserà lui di me?
Aspetta il tuo ritorno come tutti noi fu la risposta della
ragazza. Il giovane a quel punto si alzò e decise di uscire.
Fece un profondo inchino verso l'altare e disse una piccola
preghiera alla Madonna chiedendogli solo di aiutarlo.
Si ritrovò di nuovo in piazza e si rimise a camminare, ma
andò a sbattere contro qualcuno che camminava dalla
direzione opposta.
-Ehi stai attento- disse una voce di ragazza
-Mi dispiace io non ti avevo vista- affermò l'angelo aiutandola
ad alzarsi.
Di fronte a lui c'era una ragazza dai capelli scuri e gli occhi cremisi.
-Mi chiamo Rosalie-
-Io Eclipse-

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3: Rosalie ***


Capitolo 3

Rosalie fissava il ragazzo di fronte a lei con un
ciglio di curiosità sul volto. Era sicura di non
averlo mai visto a scuola o comunque in città.
Era una giovane di diciassette anni capelli biondi
con alcune ciocche più scure e gli occhi cremisi.
Le sembrava che il ragazzo avesse qualcosa che
lo rendeva misterioso e diverso da tutti quelli
che aveva incontrato prima.
-Scusami ancora, avevo la testa da un'altra
parte- disse il giovane con voce musicale.
-Non fa niente, non preoccuparti...Eclipse
giusto?- domandò Rosalie senza riuscire
a staccare gli occhi da quelli color cobalto
dell'angelo. -Si- fu la risposta di lui le
fece segno di saluto e fece per andarsene.
-Aspetta!- lo fermò la ragazza. Non sapeva
perchè aveva sentito il bisogno di richiamarlo
indietro. Ma sentiva che doveva saperne di
più su di lui. -Mmh?- l'angelo si voltò appena
abbastanza per vederla con la coda dell'occhio.
-Hai dove andare?- fu la domanda di Rosalie
Eclipse si voltò, preso di sorpresa. Cosa poteva
risponderle? Se le rispondeva di si, avrebbe mentito,
ma se diceva di no...Alla fine decise di dire la
verità.
-No, sono arrivato qui da poco e non ho dove andare-
disse quelle  parole senza prendere fiato.
Rosalie gli si avvicinò mettendo un braccio sotto quello
del ragazzo affermando -Allora vieni a casa mia-
L'angelo annuì, incapace di ribellarsi, anche se
non riusciva a capire come fosse possibile che una ragazza
appena conosciuta potesse fidarsi di lui.
Lui l'angelo caduto, lui un assassino, ma forse solo
un ragazzo che vuole solo una seconda possibilità.
****
L'Arcangelo Michele osservava i movimenti di Eclipse
con muto assenso. Quel ragazzo poteva anche non
essere più un angelo puro, ma aveva un grande coraggio
e una grande voglia di ricominciare.
Eclipse, o meglio Axel, come lo avevano chiamato i suoi
genitori quando era nato, non era un semplice angelo.
Aveva un grande potere e una grande forza. Le sue
ali erano ora del colore di quelle dei demoni, ma non
era ancora un demone e non lo sarebbe diventato mai.
Michele sorrise ammicante e decise che era il momento
di lasciare che il tempo facesse il suo corso.
***
Rosalie condusse Eclipse fino ad una casa vicino al duomo.
Il posto più vicino alla casa del Creatore. Eclipse sorrise
mentre Rosalie entrava in casa. Non c'era nessuno.
-Vieni accomodati- affermò la ragazza invitandolo ad entrare.
Eclipse si chiuse la porta alle spalle mentre si sentiva
il rumore di un tuono in lontananza. Il giovane angelo non
riusciva a capire come fosse possibile che nel giro di nemmeno
mezz'ora si potesse riformare un nuovo temporale.
-Vivi sola?- fu la domanda del giovane
-Si, i miei genitori sono morti da poco- fu la risposta di lei
mentre abbassava lo sguardo.
-Scusami- si pentì immediatamente di aver parlato Eclipse
mentre la sua ospite lo conduceva nelle camere da letto.
-Ecco puoi stare qui- sorrise Rosalie mostrandogli una stanza.
-Grazie- sorrise Eclipse  

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4: Il bacio ***


Capitolo 4

La notte scese in fretta su Milano ed Eclipse
guardava fuori dalla finestra della stanza che
Rosalie gli aveva assegnato. Pensieri, paure
e ricordi si mescolavano nel cuore del giovane
angelo. La solitudine della notte era il momento
peggiore della giornata, perchè i ricordi riaffioravano
di continuo. Il ragazzo scosse la testa e decise di
alzarsi dal letto. La stanza era piccola, arredata
semplicemente, un letto, un comodino con abajour,
una scrivania con sedia e una libreria. Eclipse alzò la
testa verso la finestra che era situata sul tetto della
stanza. Si sdraiò sul letto togliendosi la maglia.
Come un uccellino che al mattin vola e canta
pieno di allegria, il tuo spirito come il vento
andrà, le ali avrà...
le parole di una delle
canzoni che gli cantava Luce da piccolo gli
salirono alle labbra e non si accorse di aver
iniziato a canticchiarlo. Scosse la testa.
Si alzò e si diresse nella stanza di Rosalie.
Non perchè ne avesse un motivo, solo aveva
la sensazione che lei non stesse bene.
Infatti la ragazza si stava agitando nel sonno.
Il giovane la fissò un attimo e si sedette sul
letto poco lontano dalle gambe di lei.
Rosalie si girò agitata stringendo i pugni.
-Rosalie! Rosalie! Svegliati! è solo un sogno-
sussurrò Eclipse. La giovane si svegliò con
gli occhi sbarrati e il sudore che colava dalla
fronte. Si accorse di stringere la mano di Eclipse.
-Cosa ci fai qui?- domandò la ragazza guardandolo
con aria un po' contrariata.
-Ho sentito che ti agitavi e sono venuto a vedere
come stavi- affermò l'angelo alzandosi e lasciando
la mano di lei.
-Aspetta- lo fermò Rosalie poi continuò -Resta-
Lui si avvicinò di nuovo fissandola con i suoi
occhi color cobalto. Rosalie si sentì inchiodata.
Cosa nascondeva quel ragazzo? Chi era davvero?
Probabilmente non lo avrebbe scoperto mai.
Il giovane si sedette sul letto e il suo viso era
a pochi centimetri da quello di Rosalie. La
ragazza ebbe l'occasione di osservare meglio
quel volto. I lineamenti erano un po' ruvidi
come quelli delle statue, ma addolciti dalla
giovane età, le labbra sottili sembravano
non ospitare un sorriso da molto tempo.
Gli occhi erano la parte più interessante.
Limpidi, profondi, ma anche con una
strana ombra che ne offuscava la purezza.
Era in quel blu cabalto che Rosalie rischiava
di perdersi. Anche se ancora non capiva con
che coraggio lei avesse potuto invitare un
ragazzo appena conosciuto a dormire sotto
il suo stesso tetto. Forse perchè si sentiva
terribilmente attratta da lui. L'angelo la
prese di sorpresa baciandola. Lei si ritrovò
tra le braccia del giovane senza nemmeno
accorgersene. Sentiva il respiro di lui
sulla pelle. Il tocco delle sue labbra era delicato
e un po' forte. Si staccò da lei lasciandola
senza parole.
-Mi dispiace, non ho resistito- si scusò lui.
Come gli era venuto in mente di baciare
una ragazza nubile? Era un angelo! Non
doveva...non poteva. Eppure aveva sentito
il bisogno di baciarla. Sapeva che presto
Michele lo avrebbe richiamato per la condotta,
se non addirittura gli avrebbe tolto il diritto
di ascendere al cielo una volta morto.
Forse se lo sarebbe meritato. Aveva appena
profanato le labbra di una ragazza. Un umana.
Rosalie lo guardava senza capire il perchè
di quel bacio, anche se voleva che lui rimanesse.
Il ragazzo si alzò uscendo velocemente dalla
stanza. La sua parte angelica aveva avuto la
meglio.

****
Seneca sorrise maligno. Il vampiro sapeva che
Axel lo stava cercando. Quell'angelo aspettava
solo di vendicarsi per la morte delle sue adorate
sorelline. Il suo sorriso si allargò ancora di
più. Se l'angelo lo avesse ucciso, le sue ali sarebbero
diventate ancora più nere di quello che già non
fossero. Ed era quello che Seneca volevo.


 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5: Il gusto amaro della vendetta e il cuore di luce ***


Capitolo 5: Il gusto amaro della vendetta e il cuore di luce

Vampiri. Eclipse ne sentiva l'odore e l'aura.
Il ragazzo scattò velocemente fuori dall'appartamento
in cui viveva da qualche mese con Rosalie.
Iniziò a correre con tutta la velocità che gli permettevano
le sue gambe. Non si accorse che Rosalie lo stava
seguendo.
Eclipse si diresse a passo sicuro verso San Babila, sapeva
per certo che Seneca era lì e molto probabilmente non
era solo. I suoi sensi appannati di angelo lo stavano
avvertendo della presenza di demoni e altre creature
della notte, ma ad Eclipse non importava.
Il vecchio bar era situato poco lontano dal centro
del quartiere. Il ragazzo sentì un brivido lungo
la schiena. L'odore del sangue gli stuzziacava
l'olfatto e lo irritava. Sfondò la porta con un
poderoso calcio.
-Seneca! Dove sei maledetto?- urlò Eclipse con
tutto l'odio che aveva in corpo. Non ricevette
risposta. Sgusciando come un gatto Rosalie
si nascose dietro ad un divano rotto. Vedeva
la schiena di Eclipse contrarsi nervoso.
-Benvenuto nella mia dimora Axel- disse
una voce di uomo. Il ragazzo ebbe un fremito
di rabbia riconoscendola. Dal fondo della
sala comparve un uomo dai capelli neri
come il petrolio, occhi rossi come il sangue,
pelle diafana. Vestiva uno smoking nero.
-Dannato!- rugg in quel momento il giovane
angelo mentre fulminava l'assassino della
sua famiglia. -Insomma è così che si accoglie
qualcuno che non vedi da tempo?- domandò
sadico il vampiro sorridendo.
-Sappi che non mi sei mancato per niente.-
sibilò Eclipse tra i denti.
-So già perchè sei qui  Axel, vuoi vendetta vero?
Beh perchè non mi uccidi sono solo-
-Non è vero, sento che non sei l'unica saguisuga
qui!- affermò l'angelo. Avvertiva altre due
presenze. Una era... Rosalie!
Il ragazzo urlò -Rosalie! Vattene da qui è pericoloso!-
La giovane sbucò dal suo nascondiglio e fece per
scappare, ma un altro vampiro comparve dal nulla.
-Ciao Kurai, ti unisci alla festa?- domandò Seneca.
L'altro non rispose si limitò a immobilizzare la ragazza.
Eclipse cercò di evocare il fuoco angelico per colpire
Kurai, ma Seneca lo atterrò alle spalle.
-Hai visto morire la tua famiglia, vedrai morire anche
la ragazza!- gli sussurrò all'orecchio il vampiro.
Il giovane angelo tentò di divincolarsi.
Kurai accostò le labbra al collo di Rosalie, mordendola.
Il corpo della giovane si contrasse di colpo. Gli occhi
da viola divennero rossi, mentre Eclipse lanciava un
urlo di dolore. -D'ora in avanti tu sarai la mia Esca,
non avrai altra ragione di vita se non servirmi, ucciderai
a comando.- sfiorò il viso della giovane che non si mosse
di una virgola. I suoi occhi erano freddi e distaccati, mentre
una strana luce dorata le usciva dal petto e scompariva
nel nulla. -Sarai un'assassina e il tuo nome sarà Alice-
con quelle parole il vampiro scomparve portandosi
dietro Alice. Eclipse sentì la rabbia montargli dentro.
Si libererò di Seneca facendolo sbattere contro il muro.
Si alzò in piedi fissando il suo nemico. Gli occhi bruciavano
nell'oscurità della stanza, la mandibola era contratta e
lasciava scoperti i denti bianchi, una strana luce argentea
incoriniciò i suoi capelli mentre alle sue spalle si allargano
due ombre. Due ombre nere screziate di bianco. Due ali.
Seneca rise notando il cambiamento radicale del giovane.
Quella ragazza doveva essere molto importante per lui.
Eclipse spiccò il volo e colpì Seneca in pieno volto.
Il vampiro indietreggiò colpito da tanta forza. Non
ebbe il tempo di contraccare che il giovane evocò
una fiammata altissima che ridusse il vampiro in
un cumulo di cenere. Eclipse cadde in ginocchio.
Si guardò le mani, non erano sporche di sangue
ma sentiva come se lo fossero. Le ali si ritirarono
in fretta, mentre fredde lacrime gli scendevano
lungo il viso contratto dal nervoso e dal pentimento.
-Pietà mio Signore! Pietà!- urlò Eclipse nella sua
preghiera disperata. Piangeva.
Di colpo si alzò. Non era piangendo che avrebbe
risolto le cose. Doveva ritrovare Rosalie o meglio
Alice. Doveva spezzare le sue catene e forse sarebbe
riuscito a liberarsi delle proprie. La vendetta aveva
un sapore amaro.

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6: Un aiuto sospirato ***


Capitolo 6: Un aiuto sospirato

Un vento leggero si sollevò su Milano accogliendo
il nuovo giorno. Eclipse era in piedi sul tetto del
Castello Sforzesco e fissava il panorama della città
che stava per svegliarsi. Kurai, e con lui Alice, parevano
scomparsi nel nulla. I primi raggi del sole iniziarono
a fare il loro ingresso sul panorama del mondo.
Il giovane angelo non riusciva a capire come avesse
potuto essere così stupido. Rosalie l'aveva seguito
e lui non se ne era nemmeno accorto.
-Cerchi la ragazza vero?- domandò una voce di
ragazzo. Eclipse si voltò di colpo. A poca distanza
da lui c'era un angelo più o meno della sua età.
Alto, capelli biondissimi e occhi azzurri. Vestiva
un paio di jeans e una felpa rossa della Rams 23.
-Si Diego, cerco la ragazza. Cosa ci fa un angelo
puro come te con uno come me?- chiese il giovane
fissando il suo interlocutore.
-Mi manda l'Arcangelo Michele, se vuoi ritrovare
la ragazza non è in Italia che devi cercare- rispose
Diego.
-Dove devo andare allora?
-Tokyo. è lì che Kurai ha portato Alice. Si è già
macchiata di molti omicidi, se vuoi salvarla è
lì che devi andare- affermò Diego sparendo.
Eclipse non parlò mentre l'altro scompariva.
Ora aveva un punto dove cominciare. Anche
se non sapeva come arrivarci, a Tokyo.
Volando solo con le ali, non ci sarebbe
mai riuscito. In quel momento gli venne
un idea. Non poco lontano da dove si trovava
lui viveva un marinaio insieme al figlio, forse
lui avrebbe potuto aiutarlo.
Saltò giù dal tetto e corse velocemente verso
la casa dell'uomo. Doveva agire in fretta.

****
Konradin guardò fuori dalla finestra notando
un ragazzo che correva verso casa sua.
Una strana sensazione s'impossessò del ragazzo.
Quello che stava arrivando non era un umano,
ma nemmeno un demone, o un vampiro.
Era a metà tra un angelo e un demone: un
caduto. Rientrò in casa chiamando a gran
voce suo padre Hans.
-Papà sta arrivando un angelo- disse il giovane.
-Un angelo? Cosa vuoi dire?- domandò l'uomo.
Konradin non fece in tempo a rispondere che
bussarono alla porta.
Hans andò ad aprire e si trovò davanti Eclipse.
L'uomo strabuzzò gli occhi. Quel giovane lui
l'aveva già visto.
-A-Axel?- Hans era sbiancato, come se avesse
visto un fantasma. Eclipse non capiva, ma
si sforzò di ricordare il volto di quell'uomo
che gli pareva famigliare.
-Non mi riconosci? Sono io Hans, ero amico
di tuo padre Harry- disse l'uomo. In un
secondo Eclipse lo riconobbe.
Hans era un uomo con i capelli castani e
gli occhi chiari, mentre il figlio Konradin
era più chiaro del padre per quanto riguarda
i capelli e gli occhi grigi.
-Vieni dentro dobbiamo parlare- invitò l'uomo.
Eclipse raccontò ai suoi ospiti il motivo della
sua venuta.
-Vuoi un passaggio per arrivare a Tokyo, bene
si può fare- disse Hans dopo che ebbe ascoltato
il racconto del giovane.
-Grazie Hans, ma non ho soldi per pagare-
-Tranquillo. Konradin! Vai a Venezia e prepara
la nave. Io e te Axel prepareremo tutto da qui-
ordinò svelto Hans. -A Venezia ci arriveremo
tramite un passaggio segreto che da qui porta
al porto-
Eclipse sorrise. "Tokyo sto arrivando!"

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7: A bordo della Neederland ***


Capitolo 7: A bordo della Neederland

Sbucarono a Venezia giusto due ore dopo che
Eclipse si era presentato davanti ad Hans e
Konradin. La città laguanre era già in pieno
fermento, e per il giovane angelo non fu difficile
vedere il grande galeone dei due uomini: la
Neederland. Era un galeone immenso. Con tre
alberi da cui pendevano vele bianche. Sull'albero
maestro svettava la bandiera olandese, vessillo
del paese da cui i due venivano. Quando Hans
arrivò insieme al ragazzo sul ponte principale
della nave i marianai lavoravano senza sosta
affinchè si potesse partire il prima possibile.
Ai due si avvicinarono Konradin insieme
ad altri due ragazzi sui diciotto, biondi con
gli occhi grigi.
-Allora come siamo messi?- domandò Hans
ai tre
-Tutto pronto capitano!- rispose uno dei due
ragazzi.
-Bene! Spiegare le vele! Su le ancore! rotta
verso est! A Tokyo!- ordinò a quel punto
Hans correndo verso il timone.
-Annika! Occupati del nostro ospite!- affermò
a quel punto il capitano ad una ragazza che
si avvicinava. Annika era una giovane dai
capelli rossi e gli occhi verdi vestiva una
giubba blu con pantaloni dello stesso colore.
-Vieni, ti porto nella tua cabina- disse la ragazza
portandolo sottocoperta. Gli indicò una cabina
con sulla porta il simbolo di una spada e una
freccia incrociata: il simbolo dell'equipaggio.
Il ragazzo aprì la porta e si trovò dentro ad
una stanza piccola e raccolta. Un oblò gli
lasciava vedere il mare.
-Tra poco si parte- disse la ragazza con un
sorriso dolce. Eclipse ricambiava il sorriso
mentre un ordine secco di Hans annunciava
la partenza. La Neederland tremò. Eclipse
si aggrappò al letto evitando di cadere.
In cinque minuti le vele si ritirarono lasciando
spazio ad eliche, l'ancora venne alzata e si
sollevò sul pelo dell'acqua.
-Si parte!- esultò Annika mentre usciva dalla
cabina, lasciando Eclipse da solo con i suoi
pensieri. "Alice sto arrivando! Non ti lascerò
in mano ad un vampiro!" fu quello il pensiero
del ragazzo mentre si sdraiava sul letto.
Chiuse gli occhi un attimo, e senza nemmeno
accorgersi scivolò in un sonno profondo.

****
Diego alzò lo sguardo schermandosi gli occhi
con la mano. Aveva una missione e l'avrebbe
portata a termine. Non era stato Michele ad
affidargliela, se l'era affidata da solo.
Voleva sconfiggere Axel. Il suo rivale di sempre.
L'angelo camminava lungo una delle strade di
una Tokyo assolata.
-Ehi tu cerchi qualcuno?- domandò un ragazzo.
Il giovane si voltò incontrando gli occhi del suo
interlocutore.
-Si cerco il Re blu- rispose Diego con gli occhi
febbrili.
-Allora hai trovato la persona giusta. Io sono
uno dei suoi sottoposti- affermò il ragazzo con
un ghigno sul volto.
-Bene allora portami da lui- ordinò Diego
-Seguimi- gli fece segno l'altro.

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8: L'Angelo e il Re Blu ***


 Capitolo 9: L'Angelo e il Re Blu

Saruhiko condusse Diego fino al quartier generale
del Re blu. L'angelo si guardava intorno sospettoso.
Forse non era una buona idea allearsi con i blu
per disfarsi di Axel. Scosse il capo, ormai aveva
preso una decisione e non si sarebbe tirato indietro.
-Ora dimmi come mai vuoi entrare a far parte del
Clan?- domandò Saruhiko guardando il suo interlocutore
con la coda dell'occhio. Il giovane angelo si passò
una mano tra i capelli, umidi di sudore e rispose
-Voglio sconfiggere un mio rivale che so per certo
si alleerà con Mikoto- un sorriso ironico si dipinse
sulle labbra sottili di Diego notando che il suo compagno
di viaggio si era irrigidito.
-Come fai a sapere che si alleerà proprio con lui?-
fu la domanda dell'altro rigido.
-Ho avuto una visione e le visioni degli angeli non
vanno sottovalutate- fu la risposta gelida di Diego.
Saruhiko scosse le spalle. Forse quell'angelo meritava
davvero di entrare nel clan. Entrarono nel quartier
generale con gli occhi di tutti i suoi membri.
Uno di loro si avvicinò e indicando Diego affermò
-Perchè hai portato qui un estraeno?-
Saruhiko sorrise freddo per poi rispondere
-Vuole parlare con Reishi-sama-
Gli altri si irrigidirono sentendo il nome del
re blu, mentre lasciavano passare i due ragazzi.
Diego sentì brividi freddi lungo la schiena. Se
fosse successo qualcosa la sua sola forza non sarebbe
bastata.
-Sei nervoso?- fu la domanda del ragazzo di fronte
a lui. Diego fece segno di no con la testa, ma in realtà
stava sudando freddo. Ecco una delle tante cose che
il ragazzo invidiava ad Axel. La sua forza e la sua
capacità di mascherare alla perfezione i sentimenti
e le sue paure. Per quanto Diego fosse ben voluto
dalle alte cariche della gerarchia angelica, era
pur sempre Axel quello che l'Arcangelo Michele
avrebbe voluto come suo sottoposto. Michele
lo avrebbe voluto far diventare arcangelo ancora
prima che avesse compiuto i vent'anni. Ma
Axel aveva rifiutato quel ruolo dopo la morte dei
genitori. La loro scomparsa era stata voluta proprio
da Diego che sperava di riuscire ad ottenere il titolo
di arcangelo prima del suo acerrimo rivale.
Non ci era ancora riuscito, ma era solo questione di
tempo. Sorrise gelido mentre il suo accompagnatore
gli annunciava che il Re blu lo riceveva.
Davanti agli occhi azzurrissimi di Diego si trovava
un ragazzo dai capelli blu e gli occhi dello stesso
colore nascosti da occhiali. Vestiva un uniforme blu.
-Reishi -sama, lui è Diego- presentò Saruhiko indicando
il giovane dietro di lui.
Diego chinò leggermente il capo alzandolo subito dopo
facendo in modo che i loro sguardi si incrociassero.
-Saruhiko, puoi andare ora! Voglio parlare da solo con
lui- ordinò Reishi Munakata mentre l'altro ragazzo usciva.
-Allora tu vuoi entrare a far parte del clan vero?- fu la
domanda del re inchiodando l'angelo con lo sguardo.
Diego sostenne gli occhi di Reishi senza batter ciglio
rispose -Si-
L'altro lo squadrò dalla testa ai piedi. Quello di fronte
a lui non era sicuramente un umano. Aveva qualcosa
di strano. Sentiva una strana aura attorno a quel ragazzo.
-Tu non sei umano! Cosa ti spinge a chiedermi di entrare?-
scattò Reishi.
-Vedo che quello che i miei informatori mi hanno detto
è vero! Sei molto perpiscace. Comunque si hai indovinato,
non sono un umano- fu la risposta fredda di Diego, mentre
le sue labbra s'increspavano in un leggero sorriso.
-Allora cosa sei?
-Sono un angelo e voglio unirmi al clan per un motivo!
Voglio la sconfitta di un mio rivale che so per certo si unirà
agli Homra-
Al nome del clan rivale Reishi si irrigidì. Gli veniva in mente
solo una persona! Mikoto! Il re rosso.
Però quel Diego poteva essergli davvero utile. Un angelo non
era creatura semplice da trovare.
-Sei dei nostri allora- sorrise gelido Reishi mentre sul collo
di Diego compariva il marchio del Clan.
"A noi due Axel!"


 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9: Le rive d'Oriente ***


Capitolo 9: Le rive d'Oriente

Un tremendo scossone svegliò Eclipse.
Il ragazzo aveva fatto sogni strani che
però non riusciva a ricordare. Era sicuro
centrassero Alice e Diego. Si alzò dal letto
stiracchiandosi. Non ricordava l'ultima volta
che aveva dormito così profondamente.
Era ancora intontito, ma si riscosse in fretta.
-Siamo arrivati Eclipse- annunciò Konrandin
entrando in quel momento.
-Grazie Kor, devo tutto a tuo padre e al suo
equipaggio- ringraziò subito il giovane angelo.
-Tranquillo, per noi è stato un piacere averti
a bordo- sorrise l'olandese mentre Eclipse
usciva dalla cabina e tornava sul ponte.
Salutò e ringraziò tutto l'equipaggio per il
viaggio scusandosi di non poter pagare il
loro servigio. Tutti scoppiarono a ridere
tranquillizzandolo. Eclipse lasciò la
Neederland pochi minuti dopo. Oltre
il porto si vedevano i grattacieli di Tokyo.
Di sicuro Alice era lì. Si mise a correre
velocmente verso la città senza accorgersi
che qualcuno lo stava guardando.

****
Alice roteò la falce azzurra colpendo l'uomo
che aveva di fronte che si accasciò a terra
in una pozza di sangue. La ragazza sorrise
gelida. Un nuovo obbiettivo era stato eliminato.
Comparve di nuovo in cima ad un grattacielo.
Con quell'ultima morte i suoi omicidi salivano
a quarantesette. Scosse la testa, non doveva
pensarci o non sarebbe riuscita ad andare avanti.
Kurai le comparve di fianco.
-Cosa vuoi?- domandò gelida lei.
-Come cosa voglio! Lo sai benissimo- fu la risposta
del vampiro che bloccò la ragazza e iniziò ha succhiarle
il sangue dal collo. Lei si dimenò fino a riuscire a liberarsi.
-Sei contento ora mi lasci stare?- chiese lei sempre
più infuriata di dover sempre dare del sangue con quel
maledetto.
-Si e sappi che ti è stato affidato un altro obiettivo da
uccidere: un certo Eclipse- annunciò fiero Kurai
Alice fissò per un attimo la città sotto di lei.
Eclipse...quel nome le pareva famigliare.
Allontanò quei pensieri con un deciso gesto del
braccio. Se quelli erano gli ordini li avrebbe
eseguiti.

****
Diego scattò in piedi. Sentiva la presenza di un
altro angelo. Non puro. "Axel!" fu il suo primo
pensiero. L'unico caduto in circolazione era sempre
e solo lui. Strinse i pugni.
Non poteva lasciare il quartier generale dei blu senza
il permesso di Reishi. Il re blu non aveva voluto mandarlo
in missione insieme a Suhiko. L'angelo non capiva.
Che cosa aveva in mente Reishi? Aspettava che Axel
venisse allo scoperto? Tutto era possibile, visto che
il giovane non riusciva a capire cosa volesse fare il
re.

 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10: La morte è vicina ***


Capitolo 10: La morte è vicina

Eclipse sbucò in un quartiere di Tokyo poco
frequentato. I negozi erano perlopiù chiusi
e le poche persone li presenti parevano non
fare caso alla sua presenza. Vana speranza
di trovare Alice. Il ragazzo iniziava a perdere
le speranze e cominciava a pensare che Diego
gli avesse detto una bugia. Non si fidava di
lui. Probabilmente doveva aver avuto una
visione che riguardava Eclipse e voleva
depistarlo. In quel momento avvertì una
presenza alle sue spalle. Si voltò di scatto
trovandosi di fronte due occhi cremisi.
I suoi occhi. Di fronte a lui c'era una ragazza
dagli occhi rossi e i capelli biondi con in mano
una falce azzurra. Era lei. Era Alice!
Alla fine dunque era uscita allo scoperto.
Si preparò a combattere. Era sicuro che non
fosse una visita di cortesia, doveva esserci
qualcos'altro sotto. Tirò fuori le ampie ali
nere. Era pronto. Anche se stava soffrendo
da morire.

****
Alice osservava il ragazzo di fronte a lei.
Era sicura di averlo già visto... appunto, ma
dove?
Stranamente non riusciva a muoversi da dove
si trovava. Di solito saltava al collo delle sue
vittime pensarci e la uccideva. Ma quel ragazzo
non era una vittima qualunque era qualcos'altro.
Sentiva dentro che non poteva e non voleva uccidere.
Quegli occhi color cobalto e quelle ali nere...enormi
che facevano quasi sfigurare il corpo esile del giovane.
-Devo uccidere un certo Eclipse!- affermò lei con
sguardo forzatamente gelido.
-Allora ce l'hai di fronte! IO sono Eclipse!- fu la risposta
del ragazzo. Era freddo e concentrato.
Alice sentì una strana sensazione quando sentì il suono
muiscale e quasi dolce della voce di lui. Quella voce che
aveva già sentito. Solo in quel momento riuscì a muoversi
e ad avvicinarsi al giovane che non si spostò di una virgola.
Le ali nere fremettero, ma non si mosse. Il viso di Alice
era a pochi centimetri dal collo di Eclipse. La falce azzurra
era immobile in mano alla ragazza. L'angelo era teso.
La morte era davvero così vicina? E la signora con la falce
aveva il volto di Alice!
La falce però non si mosse anzi cadde a terra con un suono
metallico. Le labbra di lei si posarono sul collo del ragazzo.
Un bacio che non era riuscita a trattenere. Così come non
era riuscita ad ucciderlo. Non poteva perchè si era ricordata
che lui le era stato vicino, l'aveva baciata e si era scusato.
Aveva combattuto contro un vampiro e aveva vinto.
La ragazza lo strinse a sè, senza riuscire a staccare le labbra
da lui. Il sapore della pelle del ragazzo era strano. Sapeva
di salsedine, di viaggi e di voglia di rividerla.
-Alice- si limitò a dire il ragazzo. La giovane si allontanò
appena e lo fissò.
-Ti ho cercata ovunque sai?- sorrise l'angelo.
-Lo immaginavo- rispose lei accarezzandogli il viso.
Eclipse ritirò le ali e un sorriso sincero gli illuminava
il volto.
-E adesso?- domandò Alice
-Devo sconfiggere Kurai- fu la risposta di lui.

****
Un ragazzo molto più grande di Alice ed Eclipse
guardava i due giovani dall'alto di un grattacelo.
I suoi occhi seguivano ogni movimento dei due
giovani, ma soprattutto non si staccavano da
Eclipse. Erano passati tanti anni dall'ultima
volta che l'aveva visto. Era solo un neonato.
Com'era cresciuto. Sorrise appena.
"Un giorno ci ricongiungeremo fratellino"

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11: Pensieri di un arcangelo ***


Capitolo 11: Pensieri di un arcangelo

Michele scosse la testa notando il comportamento
strano di Axel. Perchè quel ragazzo si stava comportando
così? Cosa sperava di ottenere?
Doveva combattere contro un vampiro se voleva salvare
la ragazza. E lui era un caduto non poteva sperare
di riuscire a vincere contro di lui. All'arcangelo gli
tornò in mente Gabriel. Un tempo quel giovane era
uno degli angeli più potenti del cielo, ma per una
qualche ragione aveva deciso di rinunciare a tutto
diventando un caduto, come lo era Axel in quel
momento. Nonostante tutto il giovane caduto
poteva ancora salvarsi e tornare ad essere puro,
anche se questo gli sarebbe costato molto. Troppo
forse per un ragazzo come lui.
Michele scosse le spalle mentre le grandi ali rosse
da serfino fremevano come se fossero impazienti
di andare. Ma l'arcangelo sapeva che non era ancora
giunto il momento per lui di scendere in campo.
Doveva essere paziente. In cinque minuti ricordò
un viso. Un viso di donna con i capelli biondi e
gli occhi chiari che sorrideva e insieme a lei c'erano
due bambini. Scosse la testa scacciando quei ricordi.
Non poteva ammettere, nemmeno di fronte a se stesso
di essere andato contro ad una delle più importanti
leggi del cielo. Ovvero, angeli e umani non dovrebbero
socializzare.
-Ezechiele!- l'angelo gli comparve di fronte.
-Ditemi Eccellenza!- affermò l'altro con sguardo basso.
-Va da Axel! Ho bisogno che lo segui che ti assicuri che
non faccia pazzie!- ordinò l'arcangelo risoluto
-Ma Eccellenza Axel non vuole voi lo sapete!- ribattè
Ezechiele facendo fremere le ali candide
-So cosa ha detto il ragazzo però tu devi andare comunque-
Michele era irremovibile ed Ezechiele sapeva che non
sarebbe riuscito a fargli cambiare idea. Chinò la testa
e scomparve lasciando Michele solo con i suoi pensieri.
****
Eclipse e Alice si torvarono a girare per Tokyo come
dei fuggitivi. L'angelo sentiva di non essere solo.
Sentiva almeno altre tre presenze. Una era Diego,
ma le altre due chi potevano essere?
Sentiva anche l'aura di un vampiro e non ebbe
bisogno di chiedere chi fosse ad Alice perchè lo
sapeva già. Era Kurai! Solo che non aveva ancora
deciso di uscire allo scoperto. Guardò per un attimo
la ragazza di fianco a lui. Avrebbe spezzato le sue
catene! A interrompere il filo di quelle riflessioni
ci pensò Ezechiele comparendo dietro ai due ragazzi
e fermando Eclipse da dietro.
-Cosa vuoi?- sibilò tra i denti il giovane caduto
-Michele mi ha mandato a sorvegliarti Axel-
fu la risposta dell'altro.
-Puoi tornartene in cielo! Ti avevo detto di lasciarmi
in pace!- si liberò dalla stretta di Ezechiele e raggiunse
Alice. Il suo destino era legato a quello della ragazza
e nessuno nemmeno Michele avrebbe deciso per lui

 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12: Occhi rossi ***


Capitolo 12: Occhi rossi

Kurai rise comparendo a poca distanza
da Alice ed Eclipse. Il vampiro guardò
per un attimo Alice e poi il ragazzo di
fianco a lei. Ecco l'angelo caduto! Colui
che aveva sconfitto quel fallito di Seneca.
La ragazza notò subito la sua presenza
-Cosa c'è adesso?- domandò seccata.
Kurai non fece in tempo a rispondere
perchè Eclipse la fece allontanare dalla
portata del vampiro. L'altro rise di
gusto ma poi tornò serio
-Non ti conviene sfidarmi angioletto-
Eclipse sentiva la voglia di tirare fuori
le ali e di affrontare Kurai. Non sapeva
se si fosse salvato, ma doveva tentare.
Tuttavia una parte di lui gli diceva
di aspettare.
-Alice dammi un po di sangue!- ordinò
a quel punto Kurai. Il vampiro evitò
l'angelo e si affrettò ad avvicianrsi ad
Alice che si scansò.
-Ehi ti ricordo che senza di me tu non
vivi- disse ironico il vampiro
-Ti odio- Alice lo fulminò con lo sgardo
e lo colpì sulla testa, facendo scappare
un sorriso ad Eclipse.
Il vampiro sorrise ma riuscì comunque
a succhiare del sangue dalla ragazza.
Eclipse si sentiva impotente. Alice
si dimenava tra le braccia di Kurai
che non sembrava avere un minimo
di pietà. Alice si afflosciò a terra.
Sembrava morta.
-Cosa le hai fatto?- ruggì l'angelo
-Se la vuoi salvare devi diventare
un vampiro. Le Esche non hanno
altra ragione di vita se non servire
il loro padrone- sorrise sadico Kurai,
sapendo cosa volesse dire per Eclipse
una scelta del genere. Il ragazzo era
combattuto tra il salvare Alice e
il rinunciare a se stesso. Amore per
gli altri contro amore per se stesso.
Alzò gli occhi serio. Non c'era bisogno
di pensarci.
-E sia!-
Kurai gli si avvicinò e affondò i canini
nel collo del giovane.
Fu una sensazione strana, bruciante.
Gli spuntarono i canini, mentre gli
occhi diventavano quasi rossi.
Kurai sorrise e scomparve. Il ragazzo
si avvicinò ad Alice mordendole il collo.
La giovane aprì gli occhi.
-Tu cosa hai fatto?- domandò lei portantosi
le mani al volto.
-L'ho fatto per te- fu la risposta dell'ex angelo.
per poi continuare -Non tornerò più un angelo
dalle ali bianche-
-è tutta colpa mia! Per salvarmi hai rinunciato
a te stesso- lo guardò senza capire come potesse
un angelo rinunciare a tutto per un'ex esca e killer.
-Vuoi del sangue?- gli chiese lei con sguardo gelido.
Quel poco che restava dell'angelo sentì come se
avesse ricevuto una pugnalata al cielo.
-Ti ho perso dunque?- domandò Eclipse.
-No non mi hai perso, ora sono la tua Esca, puoi
bere il sangue solo da me-

*****
Il ragazzo tirò un calcio ad un ramo.
Cosa stava facendo quello stupido di
Axel?
Davvero quel ragazzino amava così
tanto la giovane? Beh così non sembrava.
Il ragazzo sentiva la presenza di due
angeli puri. Uno era Ezechiele, ne era
sicuro. L'altro non lo conosceva, doveva
essere un coetaneo di Eclipse.
Scosse le spalle seccato. Non voleva
che Alice corresse rischi. Eppure Eclipse
aveva rinunciato a tutto. Alla sua vita.

****
Diego si affacciò dalla balaustra del
quartier generale dei blu. Sentiva che
i caduti erano due in città. Se uno era
Axel, chi era l'altro? L'angelo tirò
fuori le ali e volò via. Aveva bisogno
di prendere aria. Sorvolò il punto in
cui c'erano Axel e una ragazza.
Doveva essere Alice. Ma Axel era diverso.
Cosa aveva fatto?

 

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Capitolo 13
*** Capitolo 13: Vampiro contro angelo ***


Capitolo 13: Vampiro contro angelo

Eclipse si sentiva strano. Come se una
parte di lui stesse cercando di riemenrgere.
Non era la sua parte di angelo, ma il vampiro
che se fosse uscita allora per Alice sarebbero
stati guai. Il ragazzo si allontanò dalla giovane
forse per proteggerla. Eppura una voce per niente
rassicurante continuava a sussurragli all'orecchio
di rinnegare la parte angelica. Tuttavia la volontà
del ragazzo era ben lontana dal cedere.
L'angelo non si sarebbe arreso. Non in quel momento.
-Ehi stai bene?- chiese Alice guardandolo con
preoccupazione.
Eclipse non rispose. Le saltò al collo affondando
i canini nel collo della ragazza. Lei cercò di liberarsi.
Il vampiro voleva uccidere Alice, ma l'angelo era
intenzionato a salvarla.
Eclipse riuscì a staccarsi da Alice che svenne.
-Non puoi rinnegarmi! Se lo fai lei morirà!- affermò
la voce di Kurai, perchè proprio di lui si trattava.
Davanti agli occhi del giovane angelo comparve
una sua copia, identica a lui, solo per gli occhi
rossi si differenziavano dal blu cobalto del ragazzo.
Eclipse cercò in sè quel che restava dell'angelo
e riuscì ad evocare una fiamma color del sole
che scacciò il vampiro. Kurai però non se ne
era andato. Anzi gli comparve davanti più forte
di prima, ma non era solo. Al suo fianco c'era
Alice. Indossava un lungo abito bianco. I suoi
occhi erano freddi. Era un bambola in quel momento
fredda e priva di qualsiasi emozione o sentimento.
-Cosa le hai fatto?- ruggì Eclipse tirando fuori le
ali tornate bianche, forse per miracolo.
Ma Eclipse non ebbe il tempo di meravigliarsene
perchè Kurai gli rispose -Proprio nulla, ora
è una bellezza eterna. Un'eterna Alice. E di
questo devo ringraziare proprio Michele.
Quell'angelo è proprio in gamba- il vampiro
accarezzò un braccio di Alice che non si mosse.
Al nome di Michele Eclipse sperò con tutto
sè stesso di aver capito male. Ma non era
così perchè l'arcangelo comparve proprio
di fianco a Kurai
-Arcangelo Michele! Ma perchè?- chiese
Eclipse senza capire.
L'arcangelo evitò lo sguardo del ragazzo
-Perchè afferma che Alice è un ostacolo
al tuo ritorno in cielo- affermò Kurai
con un sorriso sarcastico
-Da voi non me lo sarei mai aspettato mio
signore! Sapevate benissimo che sarei tornato.-
-E-Eclipse- la voce di Alice interruppe il dialogo
tra i due.
-Alice! Michele voi potete fare qualcosa! Liberate
Alice e tornerò in cielo una volta morto e non
sarò solo- la supplica di Eclipse non fu inascoltata
ma l'arcangelo non fece in tempo ad intervenire che
Kurai l'aveva già assorbito. Sulle spalle del vampiro
comparvero le ali rosse dell'arcangelo
-MICHELE!- Eclipse non riusciva a capire.
Solo allora l'angelo notò che gli occhi di Alice erano
tornati viola.
-No, non voglio rimanere sola!- affermò la ragazza
coprendosi il viso con le mani.
-Alice tu non sei sola-
-Uhm tu chi sei?- domandò Alice alzando lo sguardo
verso di lui
-Sono Eclipse! Guardami, ti ricordi di me?-
-E-Eclipse- corse verso di lui cercando rifugio tra
le sue braccia
-Non lasciarmi sola. Gli angeli sono le tenebre
non la luce- disse disperata lei
-Fidati di me, non ti chiedo di fidarti della mia
razza solo di me. Non posso sconfiggere Kurai
senza di te-
-Ma io sono un umana non ho più poteri-
obiettò lei.
Eclipse fissò Kurai per un attimo. Non era imbattibile
anche se poteva contare sulla forza di Michele.

 

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Capitolo 14
*** Capitolo 14: Ghiaccio ***


Capitolo 14: Ghiaccio

Le ali rosse di Michele fremettero, mentre
Kurai cercava di controllarlo. Alice si
stringeva sempre più ad Eclipse che
cercava di capire come poter sconfiggere
il vampiro ora più forte che mai.
-Come possiamo sconfiggerlo?- domandò
la giovane. Eclipse non lo sapeva. Però
gli tornò in mente le parole che gli aveva
detto Ezechiele tempo prima.
"Un cuore puro può sconfiggere le tenebre"
In quel momento a Eclipse venne in mente
un idea. Era vero che Alice non aveva
poteri, ma forse il loro amore poteva riuscire
a fare qualcosa. L'angelo baciò le labbra
della ragazza prendendola di sorpresa.
Fu dolce, ma anche forte. Troppo forse
per un'umana, infatti Alice si afflosciò
tra le braccia del ragazzo.
Kurai scoppiò in una risata sadica.
-Gli umani non possono sopportare
i poteri degli angeli- affermò poi Kurai.
Eclipse si concentrò creando una fiammata
che colpì il vampiro. Le ali da arcangelo di
Michele fremettero liberandolo.
L'arcangelo si affiancò al ragazzo con gli
occhi fissi su Alice. Quella ragazza gli
ricordava qualcuno che molto tempo
prima aveva amato e che non era riuscito
a salvare. Era ancora arrabbiato con se
stesso. -Cosa pensi di fare ora angioletto?-
domandò il vampiro con tono di scherno.
-Ucciderti!- fu la risposta secca dell'angelo.
-Allora fallo- lo provocò l'altro.
Eclipse non se lo fece ripetere. Il fuoco
angelico fluì all'interno del corpo del giovane
e una fiamma dorata uscì dalle mani
unite del ragazzo colpendo in pieno il
vampiro che si contorse dal dolore e scomparendo
tra le fiamme. Alice gemette ed Eclipse
si accorse che il ghiaccio aveva iniziato a ricoprirla.
-Alice!- urlò il giovane inginocchiandosi di fianco
a lei e sostenendola con le braccia.
-Il ghiaccio...ho freddo- gemette lei. Eclipse non
sapeva cosa fare, Michele intervenne dicendo
-Il ghiaccio è dovuto alla morte di Kurai-
Eclipse fulminò l'arcangelo con lo sguardo
mentre stringeva la mano della ragazza portandosela
al petto.
-Ec-Eclipse io...- la voce le moriva in gola mentre
l'angelo si chinava per fare in modo che i loro
visi fossero vicini. Alice lo baciò, forse era un
addio. Mentre lacrime calde di disperazione
scendevano lungo il viso del giovane angelo.
Non poteva perderla! Aveva lottato così tanto
per salvarla e ora stava morendo tra le sue
braccia. Niente avrebbe potuto salvarla.
Solo un miracolo. Miracolo che lui non poteva
fare. La stretta della mano di Alice si sciolse
scivolando fuori da quella di Eclipse.
L 'angelo piangeva mentre il ghiaccio continuava
a ricoprire Alice. Un ghiaccio maledetto, che
nemmeno il fuoco di un angelo poteva
sciogliere. Le loro labbra si staccarono,mentre
le ali bianche di Eclipse fremevano. Non certo
per farlo volare via. Il ragazzo abbassò lo sguardo.
Senza accorgersi che qualcosa stava succedendo.
Il ghiaccio iniziava a ritirarsi. Alice aprì leggermente
gli occhi. Fissò il viso di Eclipse rigato di lacrime.
Gli accarezzò il viso, quel tanto che bastò al giovane
per accorgersi che un miracolo era davvero successo
-Alice tu sei...-
-Viva, si- sorrise lei
-Io non...-cercò di dire qualcosa il giovane senza riuscirci
perchè la ragazza gli mise un diti sulle labbra e disse
-Ssh non dire niente, non è necessario- cercò ancora
le labbra di lui trovandole. Dolci, forti. Il loro amore
era sopravvissuto. Di nuovo

 

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Capitolo 15
*** Capitolo 15: Gli Homra ***


Capitolo 15: Gli Homra

Eclipse aiutò Alice ad alzarsi.
Il cielo sopra Tokyo annunciava pioggia,
ma Eclipse non sarebbe scappato. Ancora
non riusciva a capire come fosse possibile
che Alice fosse salva. La cosa gli faceva
piacere, molto piacere. Altri dubbi
affollavano la mente del ragazzo: ad
esempio le sue ali tornate bianche mentre
il suo corpo era controllato da un vampiro.
Di una cosa Eclipse era sicuro: non era
un caso che si fosse realizzato un miracolo.
Alice gli stringeva la mano e lo guardò intesamente
quasi volesse leggergli il pensiero.
-Sembri assorto, che cos'hai?- gli chiese poi Alice
-Niente tranquilla- rispose lui sorridendo.
-Allora vieni ti faccio conoscere delle persone-
fu la risposta di lei mentre lo conduceva al
parco dove due ragazzi uno biondo e uno moro
stavano parlando. Alice si avvicinò con un gran
sorriso sul volto mentre Eclipse li osservava.
Il moro sorrise di rimando e l'abbracciò
-Alice ciao- fu il saluto cordiale del moro.
Mentre il biondo che indossava un giubotto
di pelle nera guardava la ragazza che faceva
segno ad Eclipse di avvicinarsi.
-Io sono Eclipse-
-Kuroh un amico di Alice molto piacere-
si presentò il ragazzo con un inchino
A quel punto il biondo abbracciò Alice.
-Izumo! Eclipse lui è mio fratello Izumo-
Il biondo si staccò da Alice e lo osservò
sorridendo
- Io sono Izumo Kusangi, il fratello maggiore
di Alice-
La ragazza si strinse al fratello e affermò
-Il mio adorato fratellone-
-Eh eh sorellina non sapevo che avessi
il ragazzo, è così raro vederti bazzicare
da queste parti...- disse Izumo con una
nota di risata nella voce
-Beccata, ci offri da bere?- fu la domanda
di Alice mentre Eclipse tratteneva a stento
un sorriso. Lui quel clima famigliare l'aveva
vissuto davvero poco e i suoi ricordi erano
molto sfuocati. Kuroh gli diede una pacca
sulla spalla e coppiò in una sonora risata
imitato dall'angelo. Era bello e a lui mancava
una famiglia.
Gli occhi da cucciola di Alice fecero sospirare
il biondo che condusse tutto il gruppo al suo
bar offrendo a tutti un drink alcolico.
Eclipse era un po' restio ad accettare, ma
vedendo Alice sgolarsi il drink tutto d'un
fiato allora si disse che non poteva essere
da meno.
-Oggi offre la casa...solo perchè sei la mia
sorellina- affermò poi Izumo.
Alice sorrise mentre il suo sguardo correva
ad Eclipse che aveva finito di bere.
-Non pensavo che gli angeli potessero
bere- la giovane sorrise maliziosa, mentre
il ragazzo arrossiva. Naturalmente gli altri
due giovani lo osservarono con evidente
curiosità
-Dovevi proprio dirlo?- fu la domanda di
Eclipse. Non perchè fosse offeso.
-Si sono un angelo o meglio un caduto-
disse il ragazzo anticipando la domanda
degli altri due.
-Hai fatto un bell'acchiappo sorellina, gli
angeli non s'incontrano tutti i giornoi-
sorrise poi Izumo mettendo di nuovo
Eclipse a suo agio.

 

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Capitolo 16
*** Capitolo 16: Il suono di un flauto ***


Capitolo 16: Il suono di un flauto

Diego camminava lungo le vie di Tokyo,
mentre il sole stava già tramontando
claciando alcuni sassolini. Quando
aveva intravisto Axel gli era sembrato
che fosse diverso e non solo perchè fosse
diventato un vampiro. No, dentro quel
ragazzo sicuramente c'era qualcosa in
più. Axel non era solo Axel, era anche
qualcun'altro. L'angelo scosse la testa
cercando di scacciare quei pensieri.
Ricordava benissimo quando si erano
conosciuti. Erano amici prima che
il ragazzo capisse che era Axel che l'arcangelo
Michele al suo fianco e non lui.
Da lì era iniziata una rivalità che era
destinata a durare per molto tempo.
Tirò fuori le ali volando fino ad uno
degli alberi più alti del parco.
Tirò fuori da una tasca un piccolo flauto
d'argento e lo accostò alle labbra iniziando
a suonare una melodia tanto dolce, quanto
malinconica. Non esistevano spartiti per
quelle melodie. Gliele ispiravano il vento
e lui suonava ad occhi chiusi lasciando che
le note uscissero da quel piccolo strumento
un dono di sua madre. Era tanto tempo
che non vedeva la sua famiglia. Quando
sei il capitano delle guardie del cielo non
puoi permetterti il lusso di vedere i tuoi
genitori molto spesso. In un certo senso
Diego invidiava Axel.
L'invidia era un sentimento tipicamente
umano e lui non avrebbe dovuto provarlo.
Le dita agili di Diego scivolavano delicate
sul flauto senza accorgersi che c'era qualcuno
che ascoltava.
Un angelo di nome Sofia osservava Diego
sorridendo. Sofia era la madre di Axel.
Quella melodia era ispirata, pura e
sembrava che anche il freddo Diego
non fosse poi così freddo. Si avvicinò
silenziosa al ragazzo sfiorandogli appena
il collo e poi scomparve.
Diego aprì di scatto gli occhi.
Qualcuno l'aveva accarezzato? Ma chi?

 

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Capitolo 17
*** Capitolo 17: Mikoto ***


Capitolo 17: Mikoto

Non passò molto tempo che un
ragazzo dai capelli color del fuoco
entrò nel bar. Appena lo vide
Izumo disse -Alice non te
l'avevo detto prima, ma Mikoto
è tornato-
Eclipse si girò curioso, mentre
una voce di ragazzo lo metteva
in guardia. Il ragazzo sapeva
benissimo chi fosse quel ragazzo
era il suo alter ego: l'angelo Axel.
-Ciao- salutò il rosso con uno
sguardo freddo negli occhi
d'ambra.
-Eclipse lui è Mikoto il re rosso so..-
Alice non fa in tempo a finire la
frase che il ragazzo l'abbraccia
da dietro sorridendo freddo
-Solo Mikoto
Solo allora lo sguardo del
re si posa su Eclipse. Il caduto
lo osserva senza dire una parola
mentre Axel sente che c'è qualcosa
che non va. Ovviamente Eclipse lo
ignora.
-Uhm e tu chi sei?- chiese il giovane re
-Un nuovo amico, il mio ehm...ragazzo-
fu la risposta di Alice
-Ah- fu il commento di Mikoto mentre
accendeva una sigaretta respirandone
il fumo scuro.
Eclipse sorrise appena, mentre la
sensazione che ci fosse un altro
angelo puro nelle vicinanze lo assaliva
-Eh Mikoto spostati!-
Il rosso sbuffa un po di fumo dalle
narici ridacchiando gelido, lei
arrosisce fino all'attaccatura dei
capelli. Il cuore di Eclipse accelera
i battiti. Gelosia? Forse...
-Ma adesso bisogna pensare al futuro.-
Mikoto la osservò senza capire.
-Che ne dici se Eclipse diventassa
un membro degli Homra?- domandò
Alice. Eclipse sobbalzò per la sorpresa.
Lui, membro degli Homra?
Alice guarda Mikoto che si avvicina
ad Eclipse e gli tende la mano guardandolo
gelido ma tranquillo.
-Stringila solo se sei sicuro- lo ammonì
il re rosso.
Eclipse non ci pensò due volte e afferò
la mano del ragazzo. Una fiammata
colpisce il  braccio di Eclipse diffondendosi
in tutto il corpo, è un calore piacevole che
non brucia. Sul polso gli compare il
simbolo di una fiamma.
Alice lo abbracciò -Amore sei uno di noi
adesso- Eclipse sorrise-


 

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Capitolo 18
*** Capitolo 18: Spiriti ***


Capitolo 18: Spiriti

Come sempre Eclipse era uscito
da solo. Adesso faceva parte
dell'Homra e non avrebbe
dovuto, ma il ragazzo aveva
il brutto vizio di volersi ritagliare
un po' di solitudine.
Sospirò pensando a quanto
tempo era passato da quando
aveva lasciato Milano. Aveva
la netta sensazione di aver
dimenticato qualcosa di
importante, qualcosa che
riguadava il suo passato.
Una bambina sui sette anni
chiedeva la carità a lato
della strada, con il volto
sporco di fuliggine.
Il ragazzo le passò di
fianco lanciando nel
cappello della piccola
venti euro sorridendo
verso la piccola che lo
guardò come se avesse
visto un miraggio.
-Eclipse- lo chiamò
indietro la bambina.
Il giovane angelo si
bloccò a mezzo passo.
Si voltò verso la bambina
e osservandola meglio.
Aveva due grandi occhi
turchesi e i capelli neri
vestiva di stracci. Eclipse
ridusse gli occhi a due
fessure cercando di
capire chi fosse. Poi
ebbe un flash.
-Rosamunde?- chiese
Eclipse senza capire.
-Ma tu non eri?-
-Si, venivi molto spesso
alla mia tomba a Milano-
sorrise la bambina avvicinandosi
e posando la manina scarna
sulla giancia del ragazzo.
-Cosa ci fai qui?- chiese il
giovane
-Sono un'anima, non mi
ha mandato Michele, ma
qualcuno molto più in alto
di lui- sorrise la bambina
Eclipse comprese senza
che la bambina dicesse
nessuna parola in più.
-Verrò con te, ma sarai
l'unico che mi potrà vedere-
disse Rosamunde arramicandosi
sulle spalle del ragazzo.
Eclipse annuì e proseguì per
la sua strada, verso il bar
di Izumo.
In quel momento vide
due divise blu non molto
lontano da dove si trovavano
loro. Tirò fuori le ali nere
e volò sopra un albero.
-Sei sicuro che passerà
di qui?- chiese uno.
Eclipse digrignò i denti
riconoscendo il secondo:
Diego.
-Certo passa sempre di
qui. Se lo uccidiamo
magari costringiamo
Mikoto a combattere-
stava dicendo Diego.
Eh no! Non avrebbero toccato
il suo Re con un dito! Eclipse
si sollevò dal ramo e volò
via stando attento a non
farsi vedere. Non sarebbe
diventato un esca. Nessuno
lo avrebbe usato! Tanto meno
i suoi nemici.

 

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Capitolo 19
*** Capitolo 19: Braccato ***


Capitolo 19: Braccato

Come lupi che fiutano la
preda Saruhiko e Diego
gli erano alle calcagna.
Eclipse volava veloce
ed evitava i colpi del
suo degno avversario.
Stranamente però l'angelo
non lo inseguiva
dal cielo come stava
facendo lui. Ad Eclipse
questo puzzava di
trappola.
-Stai attento! I blu
a ore dodici!- lo avvertì
Rosamunde.
Eclipse si accorse solo
in quel momento di
essere in zona della
base dei blu.
Virò a destra avvitandosi
in aria tornando
indietro.
Diego digrignò i denti.
Accidenti era andato
vicinissimo all'eliminare
Axel e il suo alter ego
in un colpo solo.
Il giovane tirò fuori le
ali e seguì Eclipse in cielo.
-Diego ci segue!- Axel
gli comparve di fianco
con le grandi ali bianche
che battevano veloci per
stare dietro ad Eclipse.
-Maledizione!- ruggì il
giovane caduto spremendo
ancora di più sulle sue
ali color del petrolio.
-Accidenti! Eclipse è davvero
un volatore straordinario!-
sibilò tra i denti Diego.
Faticava a stargli dietro
anche perchè evitava
gli ostacoli all'ultimo.
Si concentrò e lanciò una
fiammata dorata che Eclipse
evitò, ma che ferì appena
Axel. L'altro si voltò adirato
verso l'avversario rispondendo
all'attacco con la stessa moneta.
Diego si trovò così a dover
evitare il colpo di Axel.
Digrignò i denti notando che
li aveva persi di vista.
Eclipse aveva approfittato
di quella momentanea battaglia
per separarsi da Axel.
Diego ora non sapeva chi
inseguire. "Prima Axel, poi
Eclipse" decise Diego gettandosi
all'inseguimento del suo rivale.

 

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Capitolo 20
*** Capitolo 20: Fuoco angelico ***


Capitolo 20: Fuoco angelico

Diego atterrò poco lontano
dal parco cercando con gli
occhi Axel. L'altro angelo
a differenza di Eclipse
aveva i capelli biondissimi
e gli occhi color acquamarine.
Axel era diverso dal
suo alter ego, molto
meno istintivo, più
riflessivo. -Dove sei?-
sibilò Diego cercando
il suo acerrimo rivale.
Axel era proprio dietro
di lui, con le ali aperte
pronto a combattere.
-Proprio alle tue spalle-
rispose l'altro costringendo
Diego a girarsi.
L'angelo rise fissando
il suo rivale.
-Hai ancora tempo per
arrenderti- lo stuzzicò
Diego -Fa pure-
-Quanti altri moriranno
in questa guerra?- chiese
Diego. -Solo UNO!- rispose
Axel gettandosi su Diego.
L'altro evitò il colpo
mentre una fiammata
blu partiva dalla mano
tesa di Diego.
Axel creò uno scudo
dorato che riflesse
l'attacco del suo
avversario rispedendolo
al mittente.
Diego spiccò il
volo evitando di essere
colpito. Axel attaccò
a sua volta con una
fiamma dorata che
prese di sorpresa
Diego colpendolo
in pieno. Diego si
trovò a terra con una
scottatura sul fianco.
Ancora una volta toccò
a Diego attaccare.
Si gettò su Axel atterrandolo.
Axel si liberò di Diego
mentre altre fiamme
si scontravano.
Blu contro Oro.
Ma come ci si poteva
aspettare da due angeli
potenti come loro il duello
si concluse in parità.
Diego spiccò il volo senza
dire una parola.

 

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Capitolo 21
*** Capitolo 21: Medaglioni ***


Capitolo 21: Medaglioni

Diego volava cercando Eclipse.
Il caduto si era nascosto bene
e l'angelo puro non riuscì a
trovarlo. Adirato e offeso
Diego tornò da Reishi con
delle brutte notizie per lui.
Non era riuscito a sconfiggere
Axel ed Eclipse gli era scappato
da sotto il naso.
Strinse i pugni teso mentre
tornava indietro.

****
Alice camminava per le vie
di Tokyo cercando Eclipse.
Era uscito da un'ora e ancora
non era tornato.
Uno strano istinto la portò
fino al bosco fuori città.
Eclipse sbucò  dal bosco,
vicino a lui c'era una bambina.
Non sembrava viva, appariva
un po' evanescente quasi
fosse uno spirito.
-Eclipse!-
-Alice- l'angelo caduto abbracciò
la ragazza, mentre Rosamunde
soffocava una risatina con
la mano bianchissima.
-Dove sei stato?- chiese
la giovane
-A fare un giro e...ho
trovato Rosamunde-
rispose il ragazzo omettendo
la verità, almeno in
parte.
-Rosamunde?- Alice
fissava l'angelo senza
capire. Eclipse indicò
lo spiritello di fianco
a lui che si avvicinò
facendo un inchino
rispettoso.
-Piacere di conoscervi
Alice, il mio nome è
Rosamunde. Ero uno
degli spiriti custodi
del cimitero di Milano-
si presentò la piccola.
-Ciao- sorrise la giovane.
-Però vorrei sapere
perchè sei qui Ros- chiese
Axel comparendo in
quel momento.
Lo spiritello sorrise appena
e fece segno ai tre di
seguirla.
 Li portò davanti ad una
tomba apparentemente
nuova.
-Qui giace un cuore puro?-
lesse Axel.
Rosamunde annuì e attraversò
il marmo della tomba uscendo
poco dopo con tre medaglioni.
Due erano a forma di ali una
bianca e una nera. Il terzo
erano due ali bianchissime.
Rosamunde prese il terzo
e lo allocciò al collo di Alice
-Tienilo al collo, non toglierlo
mai servirà a proteggerti in
caso venissi attaccata da
demoni- Rosamunde sorrise,
mentre Alice non capiva il
perchè.
Gli altri due lo spiritello
li allacciò al collo dei due
angeli.
-Axel questa è Ala Bianca
dell'Alba, simbolo di luce.
Destinata a te. Se avrai
bisogno di aiuto ti basterà
dire il nome del medaglione
e chi porta l'altro monile
ti sentirà- spiegò Rosamunde.
Poi si rivolse ad Eclipse
allacciandogli al collo l'altro.
-Eclipse questa è Ala Nera del
Tramonto, simbolo del momento
di stallo tra giorno e notte.
Potrai vedere di notte e sentire
se Alice o Axel abbiano bisogno
di te. Questi medaglioni vi saranno
molto utili- affermò la piccola
lasciando i tre ragazzi perplessi.

 

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Capitolo 22
*** Capitolo 22: Notti insonni ***


Capitolo 22: Notti insonni

Alice dormiva tranquilla di
fianco a lei Eclipse aveva
gli occhi puntati a soffitto.
Non aveva osato chiudere
gli occhi. Era distrutto,ma
aveva paura di dormire.
Troppi fantasmi tornavano
a tormantarlo quando il
sole tramontava.
Axel non c'era, era di sotto,
al bar. Come tutti gli angeli
puri anche Axel non aveva
bisogno di dormire, ma
Eclipse era un caduto.
Quindi che aveva bisogno
di dormire come gli umani.
Eppure nemmeno con tutta
la sua forza il sonno ebbe
la meglio e crollò.
Il caduto iniziò ad agitarsi.
Sudure gli imperlava la fronte,
stringeva le lenzuola.
Alice si svegliò di colpo. Guardò
l'angelo che si agitava, le dava
le spalle. Eclipse dormiva a dorso
nudo e la ragazza gli sfiorò la
schiena e il giovane si svegliò.
-Ehi tutto a posto?- chiese Alice
con un sorriso luminoso.
-Si, solo i miei fantasmi- rispose
Eclipse girandosi verso di lei
con gli occhi ancora sbarrati
dalla tensione.
Alice gli sfiorò il viso sentendo
che ancora tremava. Non le
aveva mai detto cosa o chi
fossero i fantasmi che lo
tormentavano, diceva
che non era niente di importante.
Alice avrebbe voluto
saperlo, ma era inutile
sapere qualcosa su Eclipse
se lui non voleva parlarne.
-Calmati- Alice lo abbracciò e
sembrava che vicino a lei il
cuore del giovane sembrava
calmarsi.

 

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Capitolo 23
*** Capitolo 23: Diego e lo spirito inquieto ***


Capitolo 23: Diego e lo spirito inquieto

Quella notte Diego fu svegliato
da lamenti. Come se qualcuno
stesse piangendo disperato,
l'angelo pensò di stare ancora
dormendo. Cercò di rimettersi
a letto, ma fu perfettamente
inutile, perchè i lamenti non
smisero. Il ragazzo si alzò
e uscì dalla base dei blu.
Stranamente Tokyo non
aveva luci, solo un buio
denso che si poteva
tagliare con un coltello.
Diego comprese che
non poteva essere solamente
un buio normale.
-Spiriti- affermò Diego
-Giovane angelo- una
voce disperata di donna
lo stava chiamando
-Chi sei?- chiese Diego
sulla difensiva.
-Qualcuno che ti conosce
molto bene Diego- rispose
la donna la cui voce ora
sembrava di aver già sentito.
Il giovane parve sorpreso
e davanti a lui comparve
una figura di donna.
Vestiva di bianco, i capelli
biondi erano lasciati sciolti
lungo le spalle, la pelle era
bianchissima.
-Madre?!- il ragazzo pereva
ancora sorpreso.
-Si Diego e sono qui per
una ragione. Gli spiriti
soffrono e solo tu, Axel,
Eclipse e Alice potete liberarli-
affermò Anna con gli occhi
che brillavano.
-Io? Collaborare con quei tre?-
chiese scandalizzato Diego
-Si Diego non puoi ignorarli-
Il giovane angelo annuì.
Forse era ora di vedere Axel
non come un rivale ma come
alleato.
-Qual è la prima tappa?- chiese
il ragazzo
-A Roma-
-Allora domani lo sapranno
anche loro-

 

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Capitolo 24
*** Capitolo 24: Fantasmi del passato ***


Capitolo 24: Fantasmi del passato

Eclipse si svegliò per l'ennesima
volta. Era stanco dopo dieci notti
insonni. Stranamente però anche
Alice pareva inquieta al suo fianco.
Eclipse la circondò con un braccio
per farle sentire la sua presenza.
La giovane si svegliò con gli occhi
sbarrati. Respirava affannosamente.
-Alice- la voce di Eclipse la fece
sobbalzare, si voltò verso di lui
appoggiando la testa al petto di
lui sentendone il calore.
-Stai bene?- domandò lui
-Ho sognato di camminare
in una cripta, c'erano donne
e bambini che tentavano di
afferrarmi, piagevano, chiamavano
il mio nome, mi supplicavano
di librarli- raccontò la ragazza
ancora scossa dai brividi.
-Non so chi siano Alice, so
solo che è il sogno che mi
tormenta da molto tempo-
affermò poi Eclipse accarezzandole
le spalle, mentre lei sospirava.
-Cosa significa Ecli?-
Il ragazzo scosse il capo. Non
aveva una risposta. Ma avrebbe
voluto averla.
Volse lo sguardo verso la finestra.
Non c'erano stelle quella notte,
solo buio. Tenebre.
Eclipse odiava il buio, anche se
lui era un caduto. Quindi che
aveva perso lo stato di grazia
degli angeli puri.
Alice notò lo sguardo serio
del giovane e sorrise appena.
-Eclipse? Cosa pensi di fare ora?-
domandò ancora la ragazza.
-Dobbiamo scoprire cosa
vuol dire questo sogno Alice
e credo di sapere dove andare-
-Dove?
-Roma, Alice è lì che dobbiamo
andare-

 

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Capitolo 25
*** Capitolo 25: In viaggio ***


Capitolo 25: In viaggio

Mikoto guardò Axel e poi
affermò -Sei sicuro?-
-Assolutamente, dobbiamo
partire se restiamo qui
i demoni ci troveranno
e nessuno di noi rimarrà
vivo- rispose l'angelo
puro con gli occhi che
brillavano. Mikoto
annuì mentre Eclipse
e Alice li raggiungevano.
-So che non posso
impedrivi di andare,
solo vedete di tornare
tutti e tre- affermò il
re rosso fissando Alice
negli occhi. A quello
sguardo di ambra Alice
si sentì avvampare e
abbassò gli occhi.
-Andiamo?- chiese
Axel, mentre gli altri
due correvano a salutare
Yata e Izumo. Quest'ultimo
raccomandò ad Eclipse di
stare attento ad Alice.
Dopo poco i due ragazzi
raggiunsero Axel e recuperati
i bagagli scomparvero.

****
Diego aspettava i suoi tre compagni
di viaggio vicino all'aereoporto di
Tokyo. Eclipse aveva proposto di
tornare in Europa con la Neederland,
ma Diego aveva fatto presente che
Konradin e la sua ciurma avevano
fatto vela verso Ovest molto tempo
prima e quindi non potevano utilizzare
quella nave velocissima. Eclipse aveva
annuito anche se non vedeva perchè
dovevano usare un normale aereo
per tornare nel Vecchio Continente.
I pensieri di Diego vennero interrotti
da una luce azzurra e lì davanti comparvero
Eclipse, Alice e purtroppo anche Axel.
-Finalmente, pensavo che non veniste-
affermò ridendo appena. Axel sbuffò
mentre Eclipse alzava gli occhi senza
rispondere.
-Ho i biglietti, dobbiamo andare tra
poco chiameranno il volo- affermò
Diego consegnando i biglietti e entrando
in aereoporto seguito dagli altri.

****
Alice guardava fuori dal finestrino
Tokyo che si allontanava e con lei
Mikoto, Izumo, Yata e quello che
era stata la sua vita fino a quel momento.
Sospirò. Non era mai stata
a Roma, mentre Axel ed Eclipse
ci erano crescuiti.
-Tutto a posto Alice?- chiese Eclipse
con un sorriso sincero.
-Si tranquillo- rispose la giovane.
Eclipse la guardò un attimo mentre
lei tornava a fissare il panorama
oltre il finestrino che cambiava.
L'aereo si sollevò nel cielo e
Eclipse comprese che la loro
avventura era appena cominciata.

 

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Capitolo 26
*** Capitolo 26: Infera ***


Capitolo 26: Infera

La notte avvolgeva Roma e tutti
i suoi monumenti. I lampioni
iniziavano a spegnersi e tutti
gli abitanti erano chiusi in
casa. Soltanto una strana
figura camminava lungo
una via poco frequentata
e buia. Era una ragazza
dai capelli rossi e gli
occhi verdi vestita con
un abito nero che le
lasciava scoperta la
schienada cui spuntavano
due ali nere.
Non erano ali come
quelle di Eclipse, ma
molto più nere e
molto più corrotte.
Ali di demone.
Perchè questo era
la ragazza, una demone.
La giovane si trovò
in fretta di fronte
al Collosseo. Entrò
nell'antico stadio
e imboccò uno dei
tanti corridoi sotterranei
resi ormai inagibili
per i mortali. La ragazza
continuò a passo sicuro.
fino a trovarsi di fronte
ad un muro. Lei lo
sfiorò e il muro ruotò
su cardini nascosti.
La demone entrò
velcemente, mentre
il muro si chiudeva.
Oltre c'era una specie
di città. Ma le case
erano spoglie e le
strade deserte.
 Solo sporadicamente
si vedevano donne
e bambini che chiedevano
la carità. Quelle donne
e quei bambini non erano
demoni, ma angeli caduti.
La ragazza rise di gusto
vedendo quella scena.
Infatti non c'erano
uomini ad Infera, ma
solo donne e bambini.
Gli unici uomini erano
i demoni che governavano
la città. Infatti da dove
era lei si vedeva un castello
separato dalla città da una
barriera di rose nere.
La luce che proveniva dalla
superficie era sfumata e di
una strana tonalità rossa.
La ragazza camminò velocemente
lungo le vie lastricate di Infera
mentre le mendicanti si ritraevano
nelle zone più buie dei vicoli.
La demone entrò nel castello
accolta immediatamente da
alcune dame di palazzo.
La ragazza diede ordine
di prepararle un bagno,
mentre pensava che qualcuno
stava tornando a Roma.
Quattro angeli potenti
 e che nelle vene avevano
sangue di arcangelo.

 

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Capitolo 27
*** Capitolo 27: Roma ***


Capitolo 27: Roma

L'aereo stava atterrando a
Roma Fiumicino ed Eclipse
svegliò Alice e Diego che
dormivano. Alice sembrava
un po scocciata, ma si calmò
subito quando vide il panorama
dal finestrino. Era diverso da
Tokyo. La grande cupola di
San Pietro svettava sopra i tetti
della città, più il là il Colosseo
e i palazzi del potere: Palazzo
Madama, Palazzo di Montecitorio
e il Palazzo del Quirinale.
Per Axel ed Eclipse era un ritorno
alle origini. Per Diego e Alice
era la prima volta a Roma.
I quattro ragazzi uscirono
dall'aeroporto e quando si
trovarono sotto il sole cocente
d'Italia si pose il primo problema:
dove andare a dormire?
-Possiamo andare a casa nostra.
Non l'abbiamo venduta quando
siamo andati a Milano- rispose
Axel indicando il collega Eclipse
che annuì serio.
La casa dove avevano vissuto
Axel ed Eclipse non era lontana
dal Colosseo e i due angeli condussero
Alice e Diego fino a casa loro.
Sia la ragazza che Diego si
guardavano intorno capendo
come mai si affermava che
per vedere Roma non bastava
un giorno.
-Beh ci siamo dimenticati
di drivi: Benvenuti nella
Città Eterna- sorrise poi
Eclipse mentre Alice lo
abbracciava.
Nessuno di loro si accorse
che c'era qualcuno che
li osservavano.

****
Michele pareva un anima
in pena. Era in piedi sopra
un edificio a poca distanza
da dove erano Alice, Diego,
Axel ed Eclipse.
L'arcangelo guardava la figlia.
Non poteva pretendere di
poter intervenire nella sua
vita, ma sentiva che presto
avrebbe dovuto dirle la verità
sulle sue origini e questo
gli riportava alla mente ferite
mai guarite. Strinse i pugni.
Se Gabriele e Raffaele non
gli avessero impedito di
andare da Anna, probabilmente
lei sarebbe stata ancora viva
e Alice forse non sarebbe mai
arrivata ad odiarlo. Scosse la
testa l'arcangelo pensando che
nonostante tutto la strada sua
e di sua figlia si sarebbero presto
incrociate.

****
Kiba sorrise. Michele era inquieto
il che non poteva essere un bene.
Però suo fratello era tornato. Forse
c'era ancora una speranza di liberare
gli angeli prigionieri ad Infera.
Le grandi ali nere del caduto fremettero
appena, mentre continuava a fissare
Eclipse stupendosi di quanto tempo
fosse passato dall'ultima volta che
l'aveva visto. Ora lui e Axel erano
uno l'alter ego dell'altro, ma era
Eclipse suo fratello. Giovane,
forse troppo per compiere una
missione così pericolosa.
Tuttavia il suo fratellino non
era solo, con lui c'erano Axel,
Alice e Diego. Ma naturalmente
e di questo Kiba ne era sicuro,
anche lui presto si sarebbe unito
a loro quattro, poichè solo lui
poteva condurli lungo le vie
di Infera, non certo Michele.

 

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Capitolo 28
*** Capitolo 28: Il ragno inizia a tessere la sua tela ***


Capitolo 28: Il ragno inizia a tessere la sua tela

Aswer camminava nervoso
lungo la grande sala del
trono di Infera. Sull'alto
trono con uno schienale
alto sette metri e riccamente
decorato era seduta
la ragazza che la sera prima
era in giro per le vie di Roma.
Lei era Elisa, la demone
più potente di Infera e regina
della città. Aswer era un ragazzo
di diciassette anni dai capelli
neri e gli occhi cremisi. Vestiva
abiti sfarzosi, ma pareva nervoso.
-Cosa ti preocupa?- chiese la
ragazza giocherellando con un
piccolo pugnale.
-E me lo chiedi? Quattro angeli
sono arrivati e probabilmente
sono quelli che sanciranno la
nostra fine, senza dimenticare
quell'ex angelo della vita che
è tornato-rispose seri Aswer
senza fermare il suo andirivieni.
Elisa di drizzò contro lo schienale
del trono. Davvero quell'angelo
era tornato? Perchè?
-Forse posso dare una risposta
alle vostre domande mia regina-
disse una voce strascicata.
Dal punto più buio della sala
uscì un anziano demone dalle
spesse ali nere e gli occhi cerchiati
di rosso.
-Dimmi Zaer- concesse lei.
-L'angelo è tornato perchè
tra quei quattro angeli c'è suo
fratello minore- rispose il demone
con un sorriso sadico.
-Ero convinta che il bambino
fosse morto- affermò Elisa
-Invece no, il nifrim sopravvisse
e Michele lo mandò qui a Roma
dove crebbe finchè Seneca non
uccise le sue sorelle- raccontò
Zaer.
-Quindi Gabriel è tornato per
il fratello. Allora credo che questo
angelo caduto sia una pedina
piuttosto impotante in questo
gioco- affermò Elisa con un
sorriso appena accennato.
-Cosa hai in mente Elisa?-
chiese Aswer
-Non te lo dico Aswer
non ho ancora deciso,
ma il fratellino di Gabriel
sarà la chiave per toglierlo
di mezzo. Per sempre e non
solo lui- così dicendo la giovane
scoppiò in una sadica risata.

 

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Capitolo 29
*** Capitolo 29: Libri antichi e trappole ***


Capitolo 29: Libri antichi e trappole

Eclipse, Diego e Alice erano usciti per
le vie di Roma mentre Axel era rimasto
a casa. Aveva troppi pensieri per la testa.
Lui era a conoscenza dei segreti dell'oscuro
passato di Eclipse. Lui sapeva che il suo
coraggioso alter ego aveva un fratello
maggiore, ma, sotto solenne giuremento
prestato davanti a tutti gli arcangeli,
non poteva dire nulla ed era sicuro che
anche il fratello di Eclipse fosse a conoscenza
di cose che al giovane caduto non
erano state rivelate.
-Dove sei ora Kiba? - domandò tra sè
e sè l'angelo puro sapendo che nessuno
gli avrebbe risposto.

****
Eclipse e gli altri stavano facendo un
giro per il centro dove erano
piazzato alcune bancarella. Finchè il giovane
caduto si fermò davanti ad un
banco che vendeva antichi libri.
Nè Diego nè Alice se ne accorsero, ma
il ragazzo non li richiamò indietro.
Era attirato da uno strano libro.
Era piccolo, dalla copertina azzurra
dall'aria antica. Sulla copertina
campeggiava solo una parola
che però lo lasciò turbato:
Angeli. Lo prese in mano
sfogliando alcune pagine.
Un segnalibro di finissima
seta color del fuoco decorato
con motivi geometrici segnava
l'inizio della seconda parte.
-Posso aiutarti ragazzo?- chiese
un'anziana signora dall'altra
parte della bancarella. Eclipse
sobbalzò. Non si era accorto
della presenza della donna.
A dire la verità non l'aveva
nemmeno vista.
-Vorrei prendere questo-
rispose lui.
-Certo-
-Quanto viene?-
-Niente, prendilo pure- rispose
la donna sorridendo.
-Grazie allora...-non riuscì a finire
la frase che la donna non c'era
più. Eclipse non comprese.
Era confuso, ma forse presto
avrebbe capito.

*****
Diego guardava Alice e si ritrovò
a pensare che fosse davvero carina.
Ma non doveva pensarci, lei era
fidanzata con Eclipse. Eppure si
sentiva irrimediatemente attratto
da lei. Sebbene non fosse un angelo
e le regole lo proibissero.
-Ehi cosa c'è?- chiese Alice. Doveva
aver sentito lo sguardo del ragazzo
su di sè.
-Ehm nulla- si limitò a rispondere
l'angelo distogliendo in fretta lo sguardo.
Solo allora i ragazzi si accorsero che
Eclipse non c'era.
-Dov'è Ecli?- domandò la giovane.
Diego però s'irrigidì. -Che succede?-
L'angelo tirò fuori le ali mentre gli
umani intorno a loro non parevano
accorgersi di niente.
Sette demoni dalle ali nere furono
addosso subito ad entrambi.
Diego scattò verso di loro mentre
Alice faceva comparire la sua falce
azzurra. Diego si difendeva come
una tigre esattamente come Alice.
Finchè non comparvero altri demoni.
Troppi per essere sconfitti da due.
In un attimo si ritrovarono in catene.
Quando Eclipse arrivò di Alice e di
Diego non c'era più traccia.

 

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Capitolo 30
*** Capitolo 30: Una guida...misteriosa ***


Capitolo 30: Una guida...misteriosa

Eclipse era furioso. Le grandi ali nere
fremevano. I demoni! Come aveva
potuto dimenticarlo! Era uno stupido.
-Ecli!- la voce di Axel gli arrivò alle
orecchie da lontano.
La sua controparte comparve al
fianco di Eclipse.
-Cosa è successo qui?- chiese Axel
-Demoni Ax! Hanno preso Alice
e Diego- rispose l'altro.
-Ma non eri con loro?
-No!- rispose seccato lui stringendo
i pugni.
-Io so dove sono- affermò una voce
che Eclipse era convinto di aver
già sentito. Si voltarono verso un
ragazzo più grande di loro, con
capelli e occhi chiari.
Indossava un paio di pantaloni
scuri, una maglia rossa e un giubbotto
nero.
-Chi sei?- chiese Eclipse fissando
l'altro.
Kiba non rispose si limitò a
ricambiare lo sguardo. Avrebbe
voluto dire la verità al suo fratellino,
ma non era quello il momento giusto.
-Sono Kiba, Alice mi conosce bene-
fu la risposta di Kiba.
Gabriel! fu quello il primo pensiero
di Axel. Ecco che il fratello di Eclipse,
il precedente angelo della vita, faceva
la sua comparsa.
-Sai indicarci la via più diretta per la
base dei demoni?- chiese poi Eclipse.
-Sarò io a guidarvi fin lì.- affermò Kiba
con un tono che non ammetteva repliche.
I due angeli annuirono e seguirono la
loro misteriosa guida fino al Colosseo,
la porta per Infera, il regno dei demoni.

*****
Diego si risvegliò dopo poco. Aveva freddo.
Si trovava in una cella buia e umida. I vestiti
erano strappati e le ali ferite. Era solo in quella
cella. Dov'era Alice? Cosa le era successo?
E soprattutto: dove si trovavano?
-Sei ad Infera, angelo- rispose qualcuno
a poca distanza da lui.
-Infera?- Diego era sorpreso. Ricordava
quel nome, per averlo sentito da Michele
tempo prima. -Dov'è la ragazza che era
con me?- chiese poi Diego stringendo
i pugni.
-La Nifrim vuoi dire. Lei è stata portata
al castello, la regina Elisa voleva vederla.
A quanto pare nelle sue vene scorre sangue
nobile- sorrise lo strano essere senza farsi
vedere, lasciando Diego con le sue preoccupazioni.

 

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Capitolo 31
*** Capitolo 31: La città delle tenebre ***


Capitolo 31: La città di tenebre

Kiba condusse Axel ed Eclipse
dentro le rovine del Colosseo.
I due ragazzi alle sue spalle
parlottavano fitto fitto tra
loro, probabilmente stavano
meditando sulla prossima
mossa. Camminarono lungo
lo stesso corridoio percorso
da Elisa qualche giorno prima,
ma a differenza sua Kiba svoltò
a sinistra trovandosi di fronte
ad una botola.
-Dove conduce?- chiese Axel
aggrottando la fronte.
-Dove nessun angelo puro
vorrebbe mai entrare- rispose
Kiba con un ghigno fissando
l'alter ego del fratello.
Axel non disse niente si
limitò a fulminare sia
Kiba che Eclipse al
quale era sfuggito un
sorrisetto ironico.
Il ragazzo aprì la
botola e scivolò dentro
seguito da Eclipse e
da Axel che atterrò
goffo sulla pancia
a pochi centimetri da
Eclipse che rise di
gusto.
-Aspetta che mi alzo
e poi vedi che succede
Ecli!- ruggì l'angelo puro
tirandosi in piedi con un
gemito di dolore.
Kiba si lasciò sfuggire un
sorisetto per poi fare segno
ai compagni di seguirlo.
Le caverne sotto il Colosseo
si diramavano un sacco di
gallerie contorte che formavano
un intricato labirinto dal quale
era quasi impossibile uscire.
Sbucarono a poca distanza dal
centro della città. Al centro della
piazza c'era una fontana da cui
non doveva scorrere acqua da
molto tempo. Su un piedistallo
in mezzo alla fontana c'era un
angelo. -Cos'è questo posto?-
chiese Eclipse.
-Infera, la città delle tenebre-
rispose grave Kiba incrociando
gli occhi del fratello. Rimase
sorpreso nel leggere negli occhi
del ragazzino non solo curiosità,
coraggio, ma anche un po di ingenuità.
Forse dovuta alla giovanissima età.
Se solo sapessi chi sono pensò Kiba.
-Demoni!- affermò Axel, mentre si
nascondeva dietro ad una casa seguito
dagli altri due.
Due demoni armati di lance stavano
passando proprio in quel momento
e tenevano prigioniera....
-Alice!- affermò Eclipse. E fece
per muoversi, ma Kiba lo fermò.
-Fermo se ti fai vedere la uccideranno
più in fretta- Eclipse annuì.
-Dobbiamo raggiungere il castello.
è lì che di sicuro tengono Diego ed
è lì che stanno portando Alice- spiegò
Kiba. -Come ci arriviamo da qui?-
domandò Axel mentre si sporgeva
dal muro della casa.
-Ehi- qualcuno stava cercando di
attirare la loro attenzione. Dal buio
emerse la figura di una donna.
Magra, dagli abiti logori. Gli occhi
neri e i capelli corvini, il viso pallido
e sporco. Afferrò il polso di Eclipse
attirandolo verso di sè.
-Chi sei?- chiese Kiba cercando
di liberare Eclipse.
-Mi chiamo Cecilia e vi posso
condurre al castello. L'unica
cosa che vi chiedo è di liberare
Avram- affermò la donna
-Avram?- chiese Eclipse
-L'antico nome di Infera
era Avram. Questa era la
città più bella del mondo
prima che  i demoni ci
conquistassero- rispose
la donna mentre fece
segno a tutti tecere e
di seguirla.
-Ci sono due modi per
raggiungere il castello
e questa è quella più
sicura- spiegò Cecilia.
Eclipse pensò che forse
era in arrivo una battaglia
che avrebbe chiamato in
causa molte forze.

 

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Capitolo 32
*** Capitolo 32: Figlia di arcangelo ***


Capitolo 32: Figlia di arcangelo

Alice si ritrovò rinchiusa in una
stanza del terzo piano del palazzo
con tre guardie che sorvegliavano
la porta. La ragazza si chiedeva
dove fosse Diego e soprattutto
dove fossero Eclipse e Axel.
La giovane non capiva perchè
l'avessero condotta al castello
e invece non l'avessero rinchiusa
nelle segrete.
In quel momento sentì delle
voci provenienti da dietro la
porta. Porbabilmente le guardie
stavano discutendo tra di loro.
Alice si avvicinò alla porta appoggiando
l'orecchio alla superfice di legno
e si mise in ascolto. I demoni
parlavano un italiano tendente
al romanesco, ma questo non
impedì alla ragazza di comprendere
cosa stessero dicendo.
-Ma voi sapete perchè ci hanno
ordinato di portarla qui?-
domandò il primo.
-La regina non ha dato spiegazioni,
io l'avrei portata nelle segrete e
poi ci avrei pensato io- aveva
risposto il secondo con una
punta di malizia nella voce.
-Quanto sei stupito Gasea.
Non avrai davvero pensato
che ti avrei permesso di
approfittare di lei senza
che prima lo facessi io- affermò
il terzo che probabilmente
doveva essere un graduato.
-Capitano sei sempre il solito-
affermò poi una voce femminile.
Alice si staccò dalla porta tornando
al centro della stanza.
In quel momento nella stanza entrò
una ragazza un po più grande di
lei. Capelli rossi, occhi neri, una
corona d'oro sulla fronte. Doveva
essere la regina.
-Benvenuta ad Infera Alice- sorrise
la ragazza. Alice sentì un che di
derisorio nella voce e strinse
i pugni affermando -Chi sei? Cosa
vuoi?-
-Io? Nulla solo parlarti- rispose
Elisa.
-A davvero? Io non sono disposta
ad ascoltarti- affermò Alice senza
battere ciglio.
-Beh potrei dirti di chi è la colpa
della morte di tua madre piccola
Nifrim- disse la regina sorridendo
gelida.
-Nifrim?!- Alice aveva già sentito
quella parola dalle labbra di Axel.
Significava metà umano e metà
angelo. Axel aveva spiegato che
i rapporti tra angeli e umani erano
proibiti, tuttavia alcuni angeli avevano
disubbito dando alla luce i Nifrim.
-Ah la piccola non sa nulla delle
sue origini? Tu sei la figlia di un
umana, ma anche di un angelo.
E non un angelo qualunque, ma
nient'altro che l'Arcangelo Michele.
Il più potente degli angeli- rise la
regina dei demoni. Ad Alice sembrò
che il mondo le fosse crollato il mondo
addosso. Michele? Il tanto odiato
arcangelo era suo padre? Era stato
lui ad aver permesso la morte della
madre? A quanto pare si.

 

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Capitolo 33
*** Capitolo 33: Intrusi! ***


Capitolo 33: Intrusi!

Kiba si spostò dalla colonna
dietro la quale si era nascosto.
Alle sue spalle c'erano Eclipse
e Axel. Con Eclipse che aveva
uno sguardo teso e concentrato.
-Le segrete sono di là- affermò
il ragazzo indicando il corridoio.
-Axel vai a cercare Diego, io ed
Eclipse pensiamo ad Alice- dichiarò
Kiba, mentre l'angelo sbuffava facendo
comparire le ali bianche.
-Sta attento Ax! Se non con chi mi azzuffo!-
sorrise Eclipse mentre Axel si guardava
intorno e si spostava.
-Sai dov'è Alice?- chiese Eclipse
al suo compagno.
-Si, di sicuro l'hanno portata
in una delle stanze del terzo piano-
rispose Kiba concentrato. Eclipse
annuì, mentre Kiba correva veloce
dall'altra parte del corridoio.
 In quel momento Eclipse notò due
guardie arrivare verso di lui.
Decise di tirare fuori le ali e
a sollevarsi in volo. Era a poca
distanza dal soffitto e le guardie
gli passarono sotto senza accorgersi
di lui. Kiba sorrise appena mentre
il fratello lo raggiungeva in volo.
-Seguimi- l'altro iniziò a correre
lungo il corridoio seguito da Eclipse.
-Intrusi!- urlò una guardia sbucando
da una stanza laterale.
-NO!- ruggì Kiba digrignando i denti.
Cinque guardie si diressero verso di
loro con le ali spiegate e le lance
in pugno. Kiba fece apparire le
ali. Eclipse rimase sorpreso nel
vederle. Non erano nere come le
sue, ma bianche con qualche piume
argento.
-Kiba!- sibilò uno dei demoni.
L'altro fece uno strano sorrisetto
e si gettò su di lui.
Eclipse si girò verso altri due
che tentavano di colpirlo.
Il fuoco angelico del caduto
non era forte come quello dei
puri, ma abbastanza per far
indietreggiare gli aggressori.
Nel frattempo Kiba lottava contro
il capitano delle guardie
-Così hai ritrovato il tuo fratellino
Gabriel!- ruggì il demone con
un sorriso terribile.
Kiba sperò che Eclipse non l'avesse
sentito.
-Si e non permetterò a nessuno di
portarmelo via!- rispose Kiba scaraventando
il demone contro una parete.
Eclipse fece cadere tre guardie, ma
altre stavano arrivando. Erano troppi
per loro.
-Sai cosa significa se lui scoprirà chi
sei?- chiese il demone mentre Kiba
rispondeva ai suoi attacchi.
Non poteva sapere quale potesse
essere la reazione di Eclipse poteva
solo sperare che non reagisse male.

 

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Capitolo 34
*** Capitolo 34: Nel frattempo in cielo ***


Capitolo 34: Nel frattempo in cielo

Uriel scaraventò un pugno sul
grande tavolo della sua stanza
nel castello delle ali. Non era
possibile! Quel buono a nulla
di Gabriel era riuscito a ritrovare
Nikolas. L'arcangelo dei segreti,
il più potente dei Sette era furioso.
Sperava di aver scoraggiato Gabriel
nel cercare di ritrovare Nikolas o meglio
Eclipse. Invece quello stolto
l'aveva cercato, ma l'aveva anche
trovato. Non poteva permettere
che Eclipse scoprisse la verità
su Gabriel, non poteva permettere
che i due fratelli si riunissero.
Uriel non aveva paura di cosa
potessero fare quei due buoni
a nulla dei suoi due figli. Li
aveva generati lui e lui poteva
ucciderli. Non gli importava
nulla di loro. Però doveva
ammettere che stavano
combattendo molto bene
per essere un caduto e
un ex angelo della vita.
Cosa ti spinge a voler
proteggerlo Gabriel?
si chiese l'arcangelo con
un sorriso quasi sadico.
Non lo capiva e mai
l'avrebbe capito.
Perchè Gabriel non aveva
bisogno del fratello per
combattere eppure si
ostinava a volerlo
proteggere. Uriel pensò
che sarebbe arrivato
il momento in cui
nessuno dei due
si sarebbe più rialzato.



 

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Capitolo 35
*** Capitolo 35: Nelle segrete ***


Capitolo 35: Nelle segrete

Axel si appiattì contro un muro.
Era sceso nelle segrete evitando
molte guardie aveva recuperato
una lancia demoniaca e non temeva
di uasrla. Doveva trovare Diego.
Uscì dal suo nascondiglio e
corse lungo il corridoio pieno
di celle vuote, poche guardie.
Si nascose di nuovo evitando
un nuovo drappello di guardie
dirette al terzo piano dove infuriava
una battaglia tra guardie e
due angeli. Probabilmente
Eclipse e Kiba. Axel mandò un
pensiero al suo alter ego sperando
che si salvasse. Axel notò un altra
guardia che, da sola si dirigeva
verso la fine del corridoio dove
un collega lo aspettava per cambiare
il turno. Probabilmente Diego era
là. Axel si sollevò in volo mentre
una delle due guardie si allontanava.
Axel atterrò alle spalle del sorvegliante.
Il demone se ne accorse, ma non ebbe
il tempo di reagire che il giovane angelo
lo colpì alla nuca facendolo svenire.
Axel notò che al fianco gli pendevano
un mazzo di chiavi. Il giovane le prese
sorridendo.
Si avvicinò alle sbarre e guardò dentro.
Rannicchiato in fondo alla cella c'era
una figura, probabilmente un giovane
uomo.
-Diego!- lo chiamò Axel
-Axel! Ma cosa ci fai qui?- gli domandò
il suo rivale mentre si alzava e si avvicinava.
-Come cosa ci faccio? Ti libero- rispose l'altro
mostrando le chiavi. Diego sorrise sorpreso,
mentre Axel apriva la cella facendo uscire
il ragazzo.
Diego era un po stanco, ma appena fu libero
guardò Axel e sorrise. Non il suo solito sorriso
sarcastico, ma, per una volta, sincero.
-Dobbiamo trovare Alice e in fretta anche-
affermò poi Diego tirando fuori le ali e
volando verso il terzo piano seguito da
Axel.

****
Eclipse allontanò un'altro demone con
un calcio. Aveva una ferita sul sopracciglio
destro e qualche taglio sulle braccia. Kiba
lo raggiunse e osservò le ferite del fratello
con sguardo preoccupato. Anche Kiba aveva
qualche ferita, ma non gravi come quelle
di Eclipse. Per voi è finita Gabriel affermò
una voce nella testa di Kiba. Il giovane
digrignò i denti sapendo benissimo di
chi fosse quella voce. Era quella di Uriel.
Ti sbagli di grosso! Sopravviveremo!  disse
fiero Kiba.

 

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Capitolo 36
*** Capitolo 36: Libertà ***


Capitolo 36: Libetà

Alice si sdraiò a pancia in giù
contro la porta per vedere il comportamento
delle guardie che Elisa aveva posto
a fare da sentinella. La ragazza
si alzò visibilmente furiosa.
Sentiva dei strani rumori
provenienti dal corridoio e
la irritava non sapeva cosa
volesse dire.
Sentiva il parlottare concitato
delle guardie, mentre tentava
di formulare un piano per fuggire.
In quel momento sentì un rumore
come una parete che si spostava.
La giovane Nifrim fece comparire
la falce azzurra puntandola contro
l'intruso. O meglio l'intrusa, poichè
si trattava di una ragazzina sui dodici
anni. Aveva i capelli neri e gli occhi
verdi. Vestiva un paio di jeans blu
logori e una maglietta bianca.
I sensi di angelo a metà di Alice
le suggerivano che non era un
demone, doveva essere una
caduta come Eclipse.
-Chi sei?- le chiese Alice
con tono freddo
-Calmatevi Alice, sono
Lucilla, sono venuta a liberarvi.
I vostri amici hanno bisogno
di voi- affermò la ragazzina
senza osare guardarla negli
occhi.
-Come faccio a sapere che
non stai mentendo?- domandò
Alice senza dare segni di emozione.
Solo allora Lucilla notò la straordinaria
somiglianza di Alice con il padre Michele.
Lo stesso sguardo di ghiaccio, lo stesso
coraggio. Con la madre Anna, Alice aveva
in comune gli occhi e una parte del
carattere.
-Io non mento mai- rispose Lucilla.
Alice la studiò ancora per un po
per poi affermare -Va bene, mi
fido. Vedi di non farmene pentire-
-Non ve ne pentirete milady-
dichiarò Lucilla facendo segno
alla ragazza di seguirla.
Si infilarono nella galleria che
si chiuse dopo che anche Alice
fu entrata.
-Cosa è successo ai miei compagni?-
domandò Alice pensando immediatamente
ad Eclipse. Chissà se stava bene.
-Erano venuti a salvarvi, ma le
guardie hanno scoperto il vostro ragazzo
e lord Gabriel- rispose Lucilla mentre la
conduceva lungo la galleria che portava
alla piazza della fontana.
-Sai come stanno?- domandò Alice
-No milady mi dispiace- rispose la
ragazzina.

****
I quattro ragazzi erano riusciti ad
arrivare nel cortile interno della
reggia. Le guardie stringevano la
morsa. Eclipse aveva ferite gravi
e la febbre iniziava a salire, tuttavia
il ragazzo tentava di non darlo a vedere.
Kiba però lo notò. Suo fratello stava
male. Axel e Diego crearono due
fiammate che mieterono un certo
numero di demoni. Kiba lanciò un
fulmine che ne mietè altri.
In quel momento si sentì una
specie di fischio e le guardie
si ritirarono lasciando i ragazzi
esausti e sorpresi.
-Che cosa?- Axel non capiva.
Kiba scosse il capo senza rispondere.
In quel momento si sentì un
tonfo. -KIBA!AXEL!- era Diego.
A terra c'era Eclipse.
Kiba si avvicinò al fratello e
allontanò con un cenno il giovane.
Prese in braccio il fratello e
affermò -Dobbiamo uscire
di qui! Seguitemi-
Kiba condusse Diego e Axel
vicino ad un muro che ad un
calcio dell'angelo ruotò su
cardini nascosti mostrando
un corridoio illuminato da
alcune torce. Entrò velocemente
seguito dai ragazzi.
Si ritrovarono nella via dove
poco prima si erano separati
da Cecilia. Infatti la donna era
ancora lì. Appena vide Eclipse
in braccio a Kiba chiese subito
cosa fosse successo.
Kiba affermò che ci sarebbe
stato il tempo per raccontare
tutto e Cecilia spiegò che Alice
era al sicuro a casa sua.
La donna li condusse lungo
le vie di Infera evitando molte
guardie.
Arrivarono ad una casa semplice
con solo nove stanze. Lucilla
accolse la madre e i ragazzi
facendo mettere Eclipse in una
stanza. Alice sbucò dalla cucina
e abbracciò sia Axel che Diego.
-Kiba!- affermò la giovane riconoscendo
l'amico e quasi lo soffocò.
-Dov'è Ecli?- domandò poi Alice.
Lucilla la portò nella stanza dove
la madre stava cambiando le
bende sulla fronte bollente del
ragazzo.
-Ecli!- Alice corse verso il letto
sedendosi a poca distanza dalle
gambe di lui.
Cecilia li lasciò soli affermando
che la febbre stava scendendo
ma Eclipse era ancora incosciente.
Alice lo osservava chiedendosi
cosa gli fosse successo

 

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Capitolo 37
*** Capitolo 37: Sento il tuo cuore battere ***


Capitolo 37: Sento il tuo cuore battere

Eclipse aprì gli occhi. Si sentiva debolissimo
e aveva gli occhi pesanti. Cercò di mettere
a fuoco e la prima cosa che vide fu Alice.
-Alice?- chiese il ragazzo
-Ecli!- Alice lo abbracciò sorridendo.
Eclipse sorrise a sua volta staccandosi.
-Cosa ti è successo?- domandò la ragazza
fissando i suoi occhi chiari in quelli cobalto
di lui. -Le mie ferite erano abbastanza gravi
e mi hanno fatto salire la febbre- spiegò Eclipse
mentre si guardava le braccia miracolosamente
guarite.
-Non pensavo che!- il giovane caduto troncò
la frase a metà.
Alice avvicinò il viso a quello del ragazzo
-Non credevi nemmeno di essere un angelo- affermò
lei baciandolo.
Eclipse rispose a quel bacio senza pensare. Non
era mai razionale quando c'era Alice così
vicina. L'angelo la strinse forte e la ragazza
si ritrovò con la testa appoggiata al petto del
ragazzo sentendone il cuore. Batteva. Batteva
all'impazzata. Forse era ancora in tensione.
Non lo chiese ad Eclipse si limitò ad ascoltare.
Pensava allo sguardo di Diego e alle parole
di Elisa. Possibile che suo padre fosse davvero
Michele? Forse.
Eclipse le accarezzò i capelli.
-Sembri pensierosa cos'hai?- domandò il
ragazzo. Alice scosse la testa, ma comprese
che lui aveva già capito qualcosa.
-Elisa mi ha detto che mio padre è Michele-
rispose lei affondando il viso nel petto
del giovane. Eclipse rimase un po
stupito, ma non  dette peso alle
parole della ragazza. Non sapeva
cosa dire, senza risvegliare antiche
ferite che la giovane non voleva
ricordare.
Alice alzò lo sguardo incrociando
quello del giovane.
-Non m'importa di chi tu sia figlia,
io ti amo per quel che sei- rispose
l'angelo baciandola. Alice sorrise
mentre le labbra del ragazzo scendevano
lungo il collo. Alice socchiuse gli occhi
mentre il giovane si staccava.
-Sei uno dei pochi che la pensa così-
affermò Alice con una punta di
rabbia nei confronti del padre
della voce.
Alice riappoggiò la testa al petto
del giovane.
-Cosa fai?- chiese lui
-Ssh- affermò la ragazza appoggiando
il dito sulle labbra del giovane per poi
baciarlo.
-Sento il tuo cuore battere-

 

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Capitolo 38
*** Capitolo 38: Sentimenti confusi ***


Capitolo 38: Sentimenti confusi

Lasciato Eclipse alle cure di Cecilia
Alice andò in salotto da Diego.
Kiba era con Lucilla in cucina, la
ragazzina gli stava spiegando cosa
era successo ad Infera durante
la sua assenza. Axel era con
il suo alter ego.
Alice si sedette di fianco al
giovane angelo che aveva
in mano una mappa della
città. Diego si voltò verso
Alice. I suoi occhi chiarissimi
sembravano di ghiaccio, ma
Alice riuscì a vedere oltre
quell'apparente tempesta
di neve. -Perchè mi hai
difesa da quei demoni?-
domandò la ragazza.
Diego si era presentato
come un bastardo e
aveva avuto modo
di dimostrarlo eppure
l'aveva difesa. Non
che lei ne avesse bisogno
però le era sembrato
strano.
-Non c'è una risposta-
rispose il ragazzo con un
sorisetto odioso. Alice
lo fulminò con lo sguardo.
Ecco, Diego aveva tirato
fuori il suo lato bastardo.
La ragazza non disse niente,
ma lo guardò malissimo.
Diego tentò di mascherare
il fatto che ci fosse rimasto
male per quello sguardo,
ma la ragazza notò questo
e si concesse un sorriso.
Diego la sorprese baciandola.
La giovane lo spinse via
irritata. Come osava?
Diego sorrise.
-Io sto con Eclipse!- affermò
la ragazza, mentre sentiva che
era arrossita.
-Lo so- rispose lui senza
sembrare turbato.
Alice era confusa. Sentiva
di essere innamorata di
Eclipse, ma Diego...
Diego non le era indifferente.
Eclipse era meno bastardo,
ma più fragile.
Diego era forte, sembrava
un bastardo, ma non lo
era. Unica nota dolente
per Diego era il fatto
che fosse un angelo puro.
Ma davvero Diego era
disposto a macchiare
le sue ali? Alice aveva
qualche dubbio

 

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Capitolo 39
*** Capitolo 39: Ricatti ***


Capitolo 39: Ricatti

Uriel scaraventò un pugnale
contro la porta che Michele
evitò di un soffio.
-Perchè mi hai chiamato?-
chiese Michele irritato.
-Metti in riga tua figlia!- fu la
risposta dell'altro.
Michele strinse i pugni furioso.
Come osava Uriel dirgli una
cosa del genere? Non
poteva andare da Alice
perchè lo riteneva responsabile
della morte di Anna, sua madre.
Al pensiero di Anna, Michele
sentì come se avesse ricevuto
una pugnalata al cuore.
L'immagine del corpo della
donna senza vita era ancora
ben impressa nella mente
dell'arcangelo.
-Non ho intenzione di
intromettermi nella vita
di mia figlia Uriel- affermò
poi Michele fecendo per
uscire.
-Sarà bene che inizi ad
intrometterti se non vuoi
che faccia la fine di Anna-
a quelle parole Michele
si bloccò -Come fai a
sapere di Anna?- chiese
Michele
-Credi che non sapessi
il nome della tua donna
Michele?- domandò Uriel
con un sorriso che fece
rabbrividire l'arcangelo
-Guai a te se la sfiori!-
ruggì poi Michele.
-Tranquillo per il momento
non è tua figlia il mio bersaglio
ma qualcun'altro-
Michele pensò di sapere
chi fosse il bersaglio di
Uriel. Il suo figlio maggiore
Gabriel. Anche quel ragazzo
come suo fratello aveva una
scure che pendeva sulla sua
testa. Michele scosse la
testa uscendo dalla stanza,
pensando ad Anna e ad Alice.
Pensando a come sarebbero
potute andare le cose se avesse
potuto salvare la sua donna.

 

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Capitolo 40
*** Capitolo 40: La bloody rose ***


Capitolo 40: La bloody rose

Nonostante le avvertenze di
Cecilia Eclipse si alzò dal letto
dopo un giorno e mezzo di
convalescenza. Il ragazzo
raggiunse Kiba in cucina.
Era intento a lucidare una
pistola rossa. -Ti sei rimesso?-
chiese l'altro senza staccare lo
sguardo dal suo lavoro.
-Si- fu la risposta di Eclipse
mentre osservava curioso
la pistola. Di armi nella sua
vita ne aveva viste tante ma
nessuna come quella. Kiba
lo notò e sorrise dicendo
-Non ne hai mai viste di
questo tipo vero?-
-In effetti no. Di pistole
ne ho viste tante ma nessuna
così- affermò il giovane caduto
-Questa è la bloody rose, una
pistola speciale i suoi proiettili
contengono sangue di demone,
ma all'occorrenza si può inserire
quello di angelo- spiegò Kiba.
Eclipse rabbrividì. Il sangue
di demone era nocivo per
gli angeli esattamente come
quello degli angeli per i
demoni.
-Cosa faremo adesso?-
-Dobbiamo scacciare i
demoni da Infera, far
tornare questa città
ai suoi abitanti, gli
angeli caduti- dichiarò
Kiba fissando il fratello
negli occhi. Una cosa
notò il giovane. Eclipse
gli somigliava molto
nel carattere, ma poco
nel fisico. Forse dovuto
anche alla giovane età.
-Questa gente sono tutti
angeli caduti?- domandò
Eclipse. Kiba annuì.
-Come possiamo sconfiggere
i demoni sono fortissimi-
-Tranquillo Ecli, ci serve
solo un piano ben congeniato.
Stanotte dobbiamo riunire
gli abitanti, ci servono combattenti
validi e le ex guardie di palazzo
possono darci una mano- affermò
Kiba
-Come pensi di avvertirli?-
Kiba non rispose, ma gli fece
segno di star tranquillo.
-Avvisa Diego e gli altri,
stasera avremo ospiti- affermò
Cecilia entrando in cucina.

 

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Capitolo 41
*** Capitolo 41: Piani per una rivolta ***


Capitolo 41: Piani per una rivolta

Quella sera le strade sembravano
deserte come al solito, in realtà
non era esattamente così. Gli
angeli caduti, ammantati di
nero o avvolti nelle antiche
uniformi delle guardie di palazzo
scivolavano veloci nelle vie
più buie della città sfidando
i presidi delle guardie e il
rischio di essere imprigionati
nelle segrete del palazzo.
Con le ali tagliate o torturati.
Ma questo agli angeli non
importava, rivolevano la loro
città ed erano disposti a tutto.
In meno di due ore la casa di
Cecilia e Lucilla era piena di
angeli che si salutavano come
se fossero anni che non si
vedevano. Molti conoscevano
già Kiba e sciamarono intorno
ai nuovi arrivati curiosi.
Quello che stupì molti fu la
somiglianza di Eclipse con
Kiba. Quando anche gli ultimi
furono arrivati Lucilla diede
inizio alla riunione.
-Molti già mi conoscono- esordì
Kiba
-Certo- rispose una ragazza
-Ebbene so cosa è successo in questi
anni sono tornato per darvi una mano-
riprese il ragazzo.
-Per prima cosa dobbiamo capire come
entrare- affermò un giovane con l'uniforme
delle guardie. Eclipse era seduto in un angolo
della stanza e fissava Kiba con sguardo concentrato.
-Molti di noi hanno provato ad entrare nel
castello, ma molti non sono mai tornati- affermò
Cecilia.
-Ogni nemico ha un punto debole anche i demoni-
intervenne a quel punto Diego.
-Appunto ragazzo peccato che nessuno sia
in grado di trovarlo- affermò un'altro ragazzo,
tale Paride. -Quindi siamo al punto di partenza?-
chiese a quel punto uno delle guardie più
anziane.
Kiba fissò i quattordici membri dell'assemblea
uno per uno e il suo sguardo pareva leggere
nell'anima di tutti i presenti.
-No, la speranza c'è sempre. Ma siete disposti
a mettere in campo tutto quello che avete,
e a rischiare la vita per questa causa?- domandò
a quel punto Kiba
-Si, lord Gabriel!- affermarono tutti come un
sol uomo.
-Bene. Dobbiamo trovare un modo per entrare-
affermò a quel punto Paride con un ghigno
che non piaque per niente a Diego.
-Se mi posso permettere- intervenne a quel
punto Eclipse -Ragazzo parla!- affermò una
voce dalla folla.
-Quando siamo arrivati ho notato una falla
nella muraglia di rose nere che proteggono
l'esterno del castello- dichiarò Eclipse con
gli occhi cobalto che brillavano di determinazione.
-Quindi?
-Alcuni di noi attireranno le guardie in città, dovranno
attirarli lontano dal castello in modo che se per un
caso dovessero capire il piano non potrebbero
chiamare rinforzi. A quel punto un altro gruppo
entrerà nel castello usando il passaggio nel roseto
mentre un'altro gruppo entrerà dai passaggi
che dalla città portano dentro il cortile interno
del castello, dovremmo muoverci velocemente
e senza destare troppo rumore. Dobbiamo arrivare
alla sala del trono e imprigionare la regina
Elisa, solo così potremmo avere la certezza
che il nemico sia sconfitto- concluse Eclipse.
Un'applauso scrosciante accolse le parole del
giovane caduto, mentre Kiba lo guardava
con orgoglio. Il piano era pronto bisognava
solo metterlo in atto.

 

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Capitolo 42
*** Capitolo 42: Ribellione ***


Capitolo 42: Ribellione

Armati fino ai denti, determinati
e pronti a tutto gli angeli di Infera
erano pronti a riprendersi la loro
città.
Kiba aveva caricato la bloody rose
con il suo sangue, mentre Eclipse
aveva recuperato due lance e
ne aveva lasciata una a Diego.
Alice aveva fatto comparire la
sua falce azzurra. Axel brandiva
una lunga spada. Erano loro
cinque il gruppo prescelto
per cercare di entrare nel
castello. Un gruppo di angeli,
tra cui Lucilla e Cecilia erano
pronti a far scattare la trappola.
Come previsto le guardie uscirono
dal castello per la solita ronda, ma
subito notarono che c'era troppo
movimento in città. Trenta ragazzi
tra i diciassette e i vent'anni, tutte
ex guardie di palazzo, dall'uniforme
bianche e oro, armati di archi, frecce
lancie, pistole e spade. Molti avevano
baveri sul volto e le ali nere spiegate.
Le guardie diedero la carica, mentre
i ragazzi arretravano lungo le vie
della città. Eclipse si sporse oltre
la colonna dietro la quale si era
nascosto e fece segno ai compagni
di seguirlo.
Nel frattempo Cecilia e Lucilla, insieme
ad altri quindici angeli percorrevano
le gallerie che portavano all'interno
del palazzo. Quando sbucarono entrarono
in armeria prendendo in ostaggio la guardia.
Eclipse riuscì ad eludere la sorveglianza
delle sentinelle sulle mura interne, mentre
Diego e Alice riuscivano ad oltrepassare
il roseto e ad entrare nel cortile interno.
Stavano per uscire allo scoperto, quando
notarono che alcune sentinelle stavano
venendo verso di loro. I due ragazzi si
nascosero e quando le guardie passarono
di fronte al loro nascondiglio i due giovani
li afferrarono. Gli tolsero le uniformi,
legarono le guardie e indossarono le
uniformi. -Pronto?- chiese Alice
-Pronto!- affermò sicuro Diego.
Si inoltrarono nei corridoi del castello
cercando il meccanismo per aprire
la grata che dava accesso al castello.
Fu Diego a trovarlo, ma venne visto
da una guardia che diede l'allarme.
-Siamo nei guai!- affermò tra i denti
Diego. Alice non rispose. Roteò la
falce e del demone non rimase
altro che cenere. Ma ormai il
danno era fatto. Ora dovevano
solo improvvisare.

 

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Capitolo 43
*** Capitolo 43: Maestri d'improvvisazione ***


Capitolo 43: Maestri d'improvvisazione

La campana d'allarme fece rieccheggiare
il suo grido in tutto il palazzo. Diego si
sporse oltre una delle colonne. Presto
si sarebbero trovati con le guardie addosso.
-Cosa facciamo?- chiese l'angelo girandosi
verso la ragazza che sorrise.
-E lo chiedi, li uccidiamo- rispose la giovane.
Diego rabbrividì, ma ignorò la sensazione.
Alice uscì dal loro nascondiglio e si trovò di
fronte quasi trenta guardie. Roteò la falce
pronta a combattere. Due le furono addosso.
Alice non si scompose mentre muoveva la
falce uccidendo i demoni, Diego ne vide uno
che stava per dare l'allarme e usò il fuoco
angelico per metterlo a tacere e questa
volta per sempre. Uscì allo scoperto
roteando la lancia. I demoni però
sembravano crescere come funghi,
per quanti ne abbattessero se comparivano
altri.
-Se continuiamo così non arriveremo mai
da Elisa- affermò Diego allontanando altri
due demoni.
-Lascia fare a me- dichiarò Alice facendosi
largo tra i demoni con abili colpi di lance
seguita da Diego. Il giovane aveva fatto
comparire le ali bianche e un po' sporche
di sangue. I due ragazzi riuscirono ad
evitare altri drappelli di guardie perchè
nel frattempo Kiba, Eclipse e Axel erano
riusciti ad entrare nel primo piano.
Deigo fu un po contento di saperlo, perchè
se le guardie erano impegnate a seguire
i loro compagni avrebbero lasciato in pace
loro. Il giovane e Alice correvano lungo
i corridoi del palazzo dove la corte scappava
via spaventata. Diego sentiva la presenza
di angeli caduti, probabilmente rinchiusi
nelle segrete. Il loro dolore gli scuoteva
l'animo e lo faceva sentire male.
-Ecco la sala del trono!- affermò Alice
sfondando la porta con un calcio.
Elisa era seduta sul trono come se
non si fosse accorta di quello che
succedeva intorno a lei. Ma quello
che stupì Diego fu una ragazza rinchiusa
in una gabbia color sangue.
Capelli d'oro, occhi blu e un abito viola
che le fasciava il corpo. Chi era?
Questo Diego non lo sapeva.
Elisa sorrise nel vederli. I suoi occhi
erano rossi e le ali erano nere screziate
di rosso. La corona di rubini era sulla
testa della ragazza e mandava terribili
lampi neri. -Vi stavo aspettando- rise la
regina. I due ragazzi non aprirono bocca.
Le grandi porte della sala si chiusero con
boato enorme. -Da questa stanza non
uscirete più! Questo palazzo sarà la
vostra tomba- rise Elisa con i lineamenti
deformati dalla follia. Lanciò un lampo
nero che i due ragazzi schivarono in
un attimo. Elisa si voltò verso Diego
e tentò di colpirlo. Lui spiccò il volo
evitando il colpo. Alice scattò verso
la regina recidendole l'ala. Elisa
urlò di dolore e tentò di colpire la
ragazza che evitò il colpo. Questa volta
Diego scagliò la lancia contro Elisa che
la spezzò. A quel punto Alice saltò al
collo della donna uccidendola con
un solo colpo di falce. Il corpo
di Elisa si ridusse in cenere.
Era finita. La gabbia della ragazza
si frantumò. Una strana luce
si insinuò nel castello. Sulle
colonne fiorirono rose di
mille colori, mentre la muraglia
di rose nere scomparvero.
La fontana della piazza centrale
fece di nuovo sgorgare acqua,
un acqua pura. La battaglia
era finita. Era ora di festeggiare.

 

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Capitolo 44
*** Capitolo 44: Una nuova alba per Infera ***


Capitolo 44: Una nuova alba per Infera

La ragazza si avvicinò a Diego e Alice
e fece capire che non parlava. Con
gesti abili la giovane disse di chiamarsi
Stella e che Elisa l'aveva catturata
perchè poteva vedere il futuro.
Diego le chiese se sapeva dove
fossero i loro compagni e la
ragazza lo guardò e gli parlò
con la mente
Non sono lontani, Eclipse
ti vuole parlare

Diego annuì. Sapeva che
prima o poi avrebbe dovuto
affrontare Eclipse. Guardò
per un attimo Alice che
ricambiò lo sguardo.
Si erano ritrovati vicini
tante volte e la ragazza
aveva capito che ad attirarla
verso Diego non era semplice
passione, non era solo attrazione
fisica, ma qualcosa di più.
Era affezionata ad Eclipse, ma
si stava rendendo conto che
quello che la legava ad Eclipse
era un sentimento d'affetto
e non d'amore vero.
In quel momento entrarono
nella sala Cecilia, con la figlia
Lucilla e i supersisti del loro
gruppo. Di trenta guerrieri
ne erano rimasti soltanto
otto.
Con loro c'erano anche Eclipse,
Kiba e Axel. Tutti coperti di sangue,
ma nè Diego nè Alice riuscirono
a capire se fossero feriti.
Stella si avvicinò a Lucilla e Cecilia
inchinandosi. Alice e Diego non
compresero subito finchè
dalla folla non si levò un grido
-Festeggiamo la libertà ritrovata
e il ritorno della regina Cecilia!-
Urla di vittoria si levarono dalla
folla. I nomi di Diego, Alice,
Axel, Eclipse e Kiba venivano
scanditi dalla gente. Kiba sorrise
appena e chiese a Cecilia di poter
tornare in superficie insieme
ai suoi compagni. Alla donna
dispiaque che i ragazzi fossero
già in partenza, ma Kiba spiegò
che non potevano restare ancora
a lungo ad Infera, di nuovo ribattezzata
Avram, per non destare sospetti.
 Cecilia sorrise e fece aprire un portale.
I ragazzi se ne andarono tra gli applausi
degli angeli di Avram.
Mentre attraversavano il portale Diego
pensò che l'ora di affrontare Eclipse
si stava avvicinando.

 

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Capitolo 45
*** Capitolo 45: Puro vs Caduto ***


Capitolo 45: Puro vs Caduto

Il portale si chiuse e i ragazzi si
ritrovarono di fronte al Colosseo
come se niente fosse successo,
o quasi. Kiba si congedò in fretta
scomparendo tra le vie della città.
Eclipse alzò la testa verso il cielo
pensando che era ora di affrontare
Diego. Tirò fuori le ali nere e spiccò
il volo senza dire una parola. Diego
questo lo notò e lo seguì. Non sapeva
dove andasse Eclipse, sapeva solo
che era una sfida per lui. Le parole
di Axel e Alice gli arrivarono alle
orecchie come sussurri.
Eclipse volava veloce e dietro
di lui notò le ali bianche di
Diego. Il caduto sorrise appena
mentre virava uscendo dalla
città e atterrando sulle rive
del Tevere.
-Perchè vuoi combattere Eclipse?-
chiese Diego con un mezzo sorriso.
-Perchè e me lo chiedi?- fu la risposta
di Eclipse con gli occhi che brillavano
di rabbia.
-Pensavo che non t'importasse- lo
stuzzicò Diego mentre il giovane
caduto gli lanciava addosso una
fiammata altissima. Diego evitò il
colpo. Eclipse non stava ragionando.
Erano i sentimenti che guidavano
le sue azioni. L'angelo puro invece
scattò verso l'avversario e lo colpì
al petto con un calcio. Il respiro di
Eclipse si mozzò di colpo, ma il giovane
caduto rispose con un pugno che
Diego bloccò. Eclispe fissò Diego con
aria ostile, amava Alice, ma forse lei
no. Eppure non poteva fare a meno
di essere furioso con Diego.
Sfogati Eclipse  pensò Diego mentre
parava i colpi dell'avversario uno
dopo l'altro. A quel punto l'angelo
puro tirò un calcio al caduto che
cadde a terra esausto. Eclipse provò
ad alzarsi, ma le forze gli mancavano.
-Lei ama te vero?- chiese Eclipse mentre
cercava di immagazzinare più aria possibile.
-Temo per te di si- rispose Diego.
Eclipse socchiuse gli occhi. Forse era
stato egoista, uno stupido egoista. Ecco
cos'era!

 

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Capitolo 46
*** Capitolo 46: Chiara, l'angelo della vita ***


Capitolo 46: Chiara, l'angelo della vita

Kiba guardava Diego ed Eclipse che combattevano
e poi il fratello che crollava a terra esausto.
Dovette distogliere lo sguardo perchè sentiva
una presenza per niente gradita alle sua spalle.
-A quanto pare l'hai trovato Gabriel!- affermò
una voce maschile con una punta di rabbia
 nella voce.
-Lo so che avresti preferito che non lo
trovassi, ma per tua sfortuna ci sono
riuscito- rispose Kiba con un sorriso
sarcastico. Ormai l'aveva capito
l'uomo alle sue spalle era suo
padre l'arcangelo Uriel.
-Ti avevo ordinato di stargli
lontano- ruggì ancora Uriel
mentre il sorriso di Kiba si
allargava ancora di più
-Ma io non ti ho mai ascoltato!-
dichiarò il ragazzo evitando
per un soffio un fulmine
lanciato dal padre.
-Maledetto! Tuo fratello non
saprà mai chi sei!- ancora
una volta Kiba evitò il
colpo caricando la bloody
rose. Tirò indietro il grilletto
sparando. Uriel comprese che
quei proiettili contenevano
sangue di demone e in fretta
lo scansò. Si rese conto di
aver sottovalutato il figlio
maggiore. Con la coda
dell'occhio intravide anche
Eclipse e Diego vicino al
Tevere. Nikolas fu il pensiero
di Uriel. I suoi figli erano
vicini, troppo. Kiba comprese
cosa voleva fare il padre e
in fretta sparò un'altro colpo.
Uriel lo evitò e si gettò su
di lui con la spada snudata.
Kiba calcolò male il tempo
e la spada dell'arcangelo gli
ferì la spalla facendola
snaguinare. A quel punto
Kiba tirò fuori uno stiletto,
un coltello piccolo ma letale,
e lo impiantò nella spalla
dell'aracangelo che urlò di
dolore. In quel momento
sopraggiunsero di corsa
Eclipse e Diego con le
ali spiegate. Uriel fissò
Eclipse con un ghigno
terribile e scomparve.
-Kiba stai bene?- chiese
Eclipse preoccupato
-Si tranquillo- affermò il
giovane mentre la ferita
guariva da sola.
-Kiba- una voce di ragazza
chiamava il giovane.
Di fronte a loro comparve
una ragazza dai lunghi
capelli bianchi ondulati,
gli occhi azzurri vestita
con un lungo abito bianco.
Ma quello che stupì Eclipse
furono le ali: erano bianche
e argento.
-Chiara, cosa ci fai qui?- domandò
Kiba senza ottenere risposta dalla
giovane che guardava Eclipse con
sguardo ostile.
-Cosa ci fai qui caduto?- chiese la
ragazza ad Eclipse con voce ostile.
-Non sono tenuto a risponderti!-
affermò a sua volta il giovane caduto.
Chiara parve indignata, ma non disse
niente limitandosi a scomparire.
-è meglio se tornate a casa, Axel e Alice
vi stanno cercando- affermò Kiba.
Diego annuì mentre spariva. Eclipse
guardò per un attimo Kiba per poi
scomparire.

 

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Capitolo 47
*** Capitolo 47: Kiba e Chiara ***


Capitolo 47: Kiba e Chiara

La sera scese in fretta e Kiba
era seduto sul tetto di una casa
vicino a quella di Axel ed Eclipse.
Sia Diego che Eclipse erano tornati
e Axel e Alice gliene avevano dette
di tutti i colori perchè se ne erano
andati senza dire niente. Fu Diego
a spiegarne il motivo, il che aveva
mandato su tutte le furie Alice.
Perchè i ragazzi non glielo
avevano detto? Ovviamente anche
il giovane puro si era spiegato.
Eclipse poteva essere forte
con i nemici, ma non era
così forte per quanto riguardava
i sentimenti. Poteva essere
considerato un debole se
non lo si conosceva.
Kiba scosse la testa mentre
finiva di lucidare la bloody
rose. -Quel caduto proprio
non lo sopporto!- affermò
Chiara comparendo al suo
fianco. Kiba ghignò appena.
Mentre Chiara si metteva
una ciocca dietro un orecchio
e sbuffava indignata.
-Come si permette insomma
non sa nemmeno chi sono-
-Appunto per questo fa così-
affermò Kiba ridendo sotto
i baffi
-Smettila Kiba!- ruggì Chiara
sempre più indignata. Forse
per il comportamento di
Eclipse e non per le risatine
di Kiba.
-Sai chi è?- domandò a quel
punto la ragazza notando
che Kiba non staccava gli
occhi da Eclipse.
-Io lo conosco molto bene,
ma lui no- rispose il giovane
sospirando. Cosa avrebbe
dato per poter evitare al
fratello di scoprire la verità
in quel modo.
Chiara annuì, anche se non
capiva perchè Kiba volesse
a tutti i costi dire la verità
al giovane Eclipse. Quanto
voleva bene Kiba al fratello?
Tanto forse.
Questo lei non poteva capirlo.
Non aveva famiglia lei. Scosse
la testa scandalizzata da quei
pensieri. Come poteva pensare
una cosa simile? Lei era l'angelo
della vita, non provava sentimenti.

 

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Capitolo 48
*** Capitolo 48: Anime in subbuglio ***


Capitolo 48: Anime in subbuglio

Michele camminava teso lungo i
corridoi del castello delle ali.
Non sopportava il modo di fare
di Uriel, ma non poteva nemmeno
disubbidirgli. Alzò la testa pensando
che se avesse chiesto...No! Non
poteva erano affari degli angeli
Lui doveva essere tenuto fuori
anche se probabilmente già
sapeva tutto.  -Non dovresti
pensarci- affermò una voce
femminile a poca distanza
da lui. Michele sorrise appena
per poi affermare -Perchè mi
leggi nel pensiero adesso?-
Al suo fianco comparve una
ragazza sui vent'anni dai
capelli castani e gli occhi
grigi. Era Anna la madre di
Alice.
-No  non ti leggo nel pensiero
però sei peggio di un anima
del Purgatorio, è da quando
sei tornato dall'udienza con
Uriel che sembri pensieroso
e teso- affermò Anna con un
sorriso luminoso.
-Beh è proprio Uriel il problema-
dichiarò Michele
-Cioè?-domandò Anna pensando
immediatamente alla figlia.
-Non so cosa abbia in mente so
solo che centrano i suoi figli
e la nostra- rispose Michele
stringendo i pugni.
-Tu non puoi fare nulla?-
Michele non rispose mentre
Anna gli sfiorava il viso cercando
di capire cosa stesse pensando
l'arcangelo.
-Non posso intromettermi nella
vita di Alice-
-No, ma puoi impedire che Uriel
le faccia del male-
-è vero ma prima dovrei superare
il suo odio verso di me- affermò
Michele. Anna lo abbracciò.
Michele sorrise. Forse c'era
ancora una soluzione.

 

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Capitolo 49
*** Capitolo 49: Un cuore che sanguina ***


Capitolo 49: Un cuore che sanguina

Eclipse stava torturando ancora
le dita delle mani con in mente
un solo pensiero: come dire
ad Alice che aveva capito
che a lei piaceva Diego e
che quindi era disposto a
fare un passo indietro.
Si sentiva male a dover
lasciare Alice perchè l'amava
ancora, ma sapeva che
non poteva farla soffrire
costringendola a restare
con lui. La ragazza però
doveva essersi accorta
del combattimento interiore
che stava dilaniando il giovane
angelo. Anche Diego aveva
compreso. Sapeva quanto
Eclipse amasse Alice e
sapeva quanto dolore
stava provando in quel
momento. Il giovane era
seduto sul letto e guardava
la notte di Roma farsi sempre
più scura. Si alzò deciso a
parlare con Alice, sapeva
che doveva stare attento
a quello che avrebbe detto.
Alice stava parlando con
Diego, ma appena lo vide
arrivare con quello strano
sguardo fece segno a Diego
che voleva restare sola con
Eclipse. Il ragazzo uscì
lasciandoli soli.
-Alice- iniziò a dire l'angelo
ma la voce gli morì in gola.
-Siediti- lo invitò Alice.
Eclipse si sedette al suo
fianco e deglutì.
-Alice non possiamo
continuare così. Non
posso continuare a
farti star male- disse
Eclipse.
-Che vuoi dire?- chiese
Alice sgranando gli occhi
di zaffiro.
-Che non possiamo continuare
a stare insieme, perchè so che
ami Diego- affermò Eclipse
mentre sentiva che il cuore
si stava spezzando. Nonostante
cercasse di mascherarlo stava
davvero male.
-Mi stai lasciando?-
-Si-
Alice lo fulminò con lo
sguardo e uscì furiosa
lasciandolo solo. Eclipse
si chiuse in camera non
voleva farsi vedere piangere,
mentre vedeva Diego correre
dietro ad Alice.


Angolo autrice: Ecco un nuovo
capitolo:) non ho mai scritto scene
così quindi spero mi perdonerete
se non è venuta molto bene:)
ringrazio tutti coloro che leggono
e recensiscono:) un abbraccio
Giulia_Dragon:)

 

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Capitolo 50
*** Capitolo 50: Rabbia ***


Capitolo 50: Rabbia

Diego seguì Alice fuori dalla
casa. La ragazza era furiosa
e c'era da capirla, Eclipse
l'aveva lasciata senza un
motivo. O meglio il motivo
c'era ed era lui: Diego.
Eppure nonostante il gesto
di Eclipse, l'angelo non riusciva
a gioirne. Ma in quel momento
la sua mente era focalizzata
su Alice e per chiarire con Eclipse
ci sarebbe stato il tempo.
La giovane si sedette sotto
un grande salice piangente
e iniziò a strappare nervosa
i fili d'erba.
-Stupido! Idiota! Sei un dannato
Ecli!- urlò la ragazza in preda
alla rabbia.
-Beh non prendertela con l'erba,
non c'entra niente con il fatto
che Eclipse ti ha lasciata- esordì
Diego comparendo poco distante
da lei.
-Ti diverti eh?- domandò lei con
gli occhi che fiammeggiavano
di rabbia. Diego si sentì perforato
da quello sguardo.
Il giovane si sedette al suo fianco
guardandola con i suoi occhi di
cielo. -Cosa c'è?- domandò ancora
Alice. Diego non rispose si limitò
a stringerla a sè senza pensare
alla sua reazione che arrivò
puntuale. La ragazza le tirò
un pugno che lo fece allontanare
di colpo.
-Ehi guarda che io non sono Ecli!-
affermò Diego, mentre notava che
la ragazza tentava di trattenere
le lacrime.
Diego aveva deciso che avrebbe
lasciato sfogare Alice. Era
inutile intervenire perchè
lei avrebbe reagito.

****
Uriel era furioso, come ormai
gli capitava spesso e la colpa
era dei suoi figli ingrati.
Il maggiore era difficile da controllare
e il minore era ancora più
forte. Dal canto suo Michele
gioiva. I ragazzi avevano imparato
a combattere da soli senza bisogno
di loro il che significava che per
loro, gli arcangeli, il tempo di intromettersi
nelle vite dei mortali era finito.
Anche se si trattava dei loro figli

 

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Capitolo 51
*** Capitolo 51: Uriel vs Eclipse ***


Capitolo 51: Eclipse vs Uriel

Eclipse era uscito dalla
villa con le lacrime agli
occhi   e la   sensazione di   
aver ferito Alice che difficilmente
 l'avrebbe perdonato. Il giovane                              
 si era   laciato Roma alle 
 spalle e ora era
 in aperta campagna.
Camminava calciando i
sassolini sulla strada
sterrata con gli occhi
puntati a terra. Calciò
un sassolino un po
più forte e si sentì un
suono metallico.
Eclipse alzò lo sguardo
e corse dove era caduto
il sasso. Il ragazzo strappò
i fili d'erba lì intorno
scoprendo una lunga
spada dalla lama dorata
con due ali sul pomo
dell'elsa. Eclipse la
prese in mano, nonostante
fosse molto lunga era
straordinariamente
leggera. La ruggine
aveva coperto la lama
il ragazzo passò la
mano sulla spada
scoprendo che al
suo tocco la ruggine
scompariva e anche
la patina dorata.
Il giovane angelo
rimase sconcertato quando
vide brillare sotto i suoi
occhi una lama di
zaffiro stellato. Un
materiale usato solo
dagli angeli. Eclipse
si alzò tenendo stretta
la spada e iniziò a esplorare
quel punto e vi trovò
i resti di una città, una
città che doveva essere
caduta in seguito ad una
battaglia disperata.
-Ma cosa è successo qui?-
domandò Eclipse
In quel momento sentì
un movimento alle sue
spalle. Non era Axel, nemmeno
Diego. Eclipse si voltò
con la spada in mano.
Davanti a lui c'era Uriel:
l'arcangelo Uriel.
In mano reggeva una
spada molto più corta
di quella che brandiva
Eclipse.
-Uriel!- ruggì Eclipse.
L'arcangelo non disse
niente si gettò su di lui.
Il ragazzo parò il colpo
e saltò evitando gli affondi
dell'arcangelo. Il giovane
scattò verso il suo avversario
brandendo l'arma e costringendo
Uriel ad indietreggiare.
I colpi di Eclipse erano
istintivi come chi non ha
un vero addestramento
alle spalle.
-Pensi di riuscire a battermi
così semplicemente ragazzino?-
ruggì Uriel assestando un
calcio allo stomaco del ragazzo.
Eclipse barcollò digrigando i
denti. Uriel tentò ancora di
fargli lo sgambetto e il giovane
decise di puntare sul gioco
di gambe.
Ancora un nuovo colpo di
Uriel fece sprizzare scintille
alle due spade. Eclipse girò
su sè stesso disarmando Uriel.
Ma l'arcangelo lo sorprese estrando
un pugnale conficcandoglielo
nella gamba. Il ragazzo urlò
di dolore accasciandosi  a terra.
Perse la presa sulla spada.
-è finita Nikolas, saluta la vita-
affermò Uriel ridendo.
-Come?-
La lama di Uriel era a due
centimetri dal petto di Eclipse
-KIAAA!- l'urlo di Kiba seguito
da un colpo di pistola costrinse
Uriel a scansarsi. Eclipse estrasse
il pugnale dalla gamba mentre
Kiba si parava tra lui e Uriel
-Gabriel! Questi non sono
affari tuoi!- ruggì l'arcangelo.
"Gabriel?" Eclipse aveva già
sentito quel nome. Forse in
sogno o forse nei suoi ricordi.
-Lascialo stare!- affermò Kiba
puntando la bloody rose contro
l'arcangelo. Uriel ringhiò qualcosa
e scomparva.
Eclipse si fece sfuggire un gemito
di dolore.
-Eclipse!- Kiba corse verso di
lui. Il giovane gli passò una
mano sulla ferita guarendola.
-Grazie- sorrise Eclipse.
-Torniamo a Roma-

 

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Capitolo 52
*** Capitolo 52: Comprensioni ***


Capitolo 52: Comprensioni

Diego guardava fuori dalla
finestra. Le prime stelle
della sera iniziavano a
punteggiare il firmamento.
Devi ucciderla Diego! era
stato questo l'ordine di
Uriel. Uccidere Alice
la figlia di Michele.
Pensava che sarebbe
stato facile ucciderla,
invece no. Si stava
rendendo sempre
più conto che non
poteva far del male
ad Alice. Quel poco
tempo in cui le era
stato vicino si era
reso conto di provare
qualcosa per lei.
Si stava rendendo
conto che l'amava,
che non desiderava
altro che lei.
Lui, angelo puro,
si era innamorato
di una Nifrim. In
effetti non gli importava
nulla di chi fosse
lei. L'angelo tirò
fuori le ali e volò
fino alla stanza
di Alice. La ragazza
era seduta sul letto
e si stava spazzolando
i capelli. La giovane
si sentiva osservata
e alzò lo sguardo
incrociando gli
occhi azzurri di
Diego.
-Cosa vuoi?- domandò
seria lei. Diego le
fece segno di farlo
entrare. Alice aprì
la finestra e l'angelo
atterrò a poca distanza
da lei.
-Solo vederti- rispose
il ragazzo. Gli angeli
non mentono di solito,
ma in  quel momento
era necessario.
-Beh mi hai vista-
affermò la ragazza
con tono freddo.
Diego la bloccò e
la baciò sulle labbra.
La ragazza tentò subito
di liberarsi dalla stretta
del giovane, ma alla
fine ricambiò quel
bacio senza quasi
capire il perchè.
-Perchè?- fu la
domanda della
giovane mentre
sentiva il ragazzo
staccarsi.
Quella era una
domanda semplice,
ma Diego sapeva che
non c'era risposta.
-Mi piaci Alice-
decise alla fine di
dire Diego.
Alice lo guardò un
attimo per poi
affermare
-Anche a me-
L'angelo la guardò
stupito mentre lei
lo baciava sulle labbra.
Le grandi ali bianche
del ragazzo fremettero
leggermente.
-Non le sopporto,
sono troppo candide-
disse la ragazza con una
smorfia. Diego fece sparire
le ali.
-Così va meglio- sorrise Alice
abbracciandolo. Da quando
Eclipse l'aveva lasciata
Alice non aveva parlato
più con nessuno eppure
aveva sentito sempre di
più un sentimento forte
per Diego. Cosa significava
il calore che sentiva tutte
le volte che lui le era vicino,
anche quando stava con
Eclipse.


 

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Capitolo 53
*** Capitolo 53: Ali screziate d'argento ***


Capitolo 53: Ali screziate d'argento

La notte era ormai alta ed Eclipse
non era ancora tornato. Axel iniziava
a essere preoccupato e non solo
lui. Kiba non aveva detto se
sapeva o meno dove fosse
il ragazzo anche se aveva
intimato all'angelo di restare
dov'era. Axel non era molto
contento, ma aveva eseguito
senza però nascondere
la sua preoccupazione.

****
Eclipse era seduto sulle rive
del Tevere e guardava la luce
delle stelle che si riflettevano
sulla superfice agitata dell'acqua.
Pensava ad Alice, ma al
volto della ragazza si sovrapponeva
un'altro volto. Quello
di un'altro angelo: Chiara.
Il giovane caduto scosse
la testa cercando di scacciare
quel viso. Prese un libro dalla
tasca e si mise a leggere.
Chiara era perfetta, bellissima,
ma fredda. Lui, impuro, caduto,
guerriero. Sorrise appena.
-Da quando i cani dell'inferno
 leggono?- domandò la voce
di Chiara alle sue spalle.
Il giovane si voltò e incontrò
gli occhi grigi della principessa.
-Se cerchi Axel non è
qui- affermò Eclipse senza
staccare gli occhi dal
libro. Chiara si avvicinò
facendo sparire il libro
e costringendo il ragazzo
a guardarla negli occhi.
-No si da il caso che
cercavo proprio te-
affermò Chiara 
sbuffando.
-Bene e cosa volete
di grazia?- chiese
Eclipse fissandola.
La ragazza si avvicinò
fermandosi a pochi
centimetri da lui
senza rispondere.
Le ali della giovane
fremettero e solo
allora Eclipse
vide qualcosa
di strano sulle
ali di Chiara.
Non erano bianche
come quelli dei
puri, nemmeno
nere come quelle
dei caduti erano
bianche screziate
d'argento e spandevano
uno strano profumo
nell'aria. Quello
che Eclipse aveva
sentito alcune volte.
Il ragazzo non ci
pensò su due volte
e la baciò sulle
labbra. La principessa
si staccò fulminandolo
con lo sguardo. Due
fulmini partirono
dalle mani della
ragazza che Eclipse
schivò subito.
 

 

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Capitolo 54
*** Capitolo 54: Sogni ***


Capitolo 54: Sogni

Kiba guardava Eclipse
che dormiva. Il ragazzo
era tornato alla villa
con uno strano sorriso
sul volto e stanco morto.
Aveva incassato la
ramanzina di Axel
e si era chiuso nella
sua stanza ed era
crollato sul letto
cedendo al sonno.
Kiba sorrise girandosi
tra le mani la bloody
rose, la sua pistola.
Uriel non avrebbe
gradito nè il fatto
che loro due presto
si sarebbero riuniti
nè che Chiara e Eclipse
si siano incontrati.
Pensando all'angelo
della vita a Kiba scappò
una risatina. Già sapeva
cosa aveva fatto il
suo fratellino e immaginava
la reazione di Chiara.
La ragazza era fredda come
il ghiaccio o forse così
voleva far credere.
Si girò di nuovo verso
il fratello che sembrava
inquieto. Stringeva
le lenzuola bianche
e la fronte si stava
imperlando di sudore.
Kiba aprì  la finestra
e si sedette vicino al
giovane. Cosa stava
sognando di così
angosciante da
far aumentare il respiro
dell'angelo.
-Ecli- tentò di svegliarlo
Kiba, ma il giovane
non sembrava riuscirci.

****
Tenebre, nient'altro che
tenebre. Fredde. Intorno
a lui non c'era altro. Eclipse
rabbridì iniziando a camminare
senza sapere dove andare.
-C'è nessuno?- urlò l'angelo.
Nessuna risposta solo un
silenzio opprimente.
-Nikolas- una voce di donna
lo stava chiamando.
Una voce che ricordava
di aver già sentito.
-Chi sei? Dove sei?-
chiese il ragazzo mentre
un freddo opprimente
gli scendeva nell'anima.
Una luce squarciò le
ombre e una figura di
donna. Aveva gli occhi
e i capelli uguali a quelli
di Eclipse due grandi
ali bianche erano spiegate
sulle spalle. La donna
si avvicinò al giovane
mentre sentiva il freddo
che fino a quel momento
gli aveva attanagliato l'anima
disciogliersi.
-Tu sei?- non riuscì a finire
la frase che la donna si
era avvicinata e gli aveva
accarezzato il viso
-Sono tua madre Nikolas-
sorrise dolce la donna.
-Cosa ci fai qui?-
-Volevo avvisarti del pericolo
di Uriel, vuole uccidere te
e Kiba-
-Ma perchè?
-Questo lo dovrai scoprire
tu bambino mio. Svegliati
ora- sorrise la donna.
Eclipse si svegliò trovandosi
Kiba vicino. I due non
dissero nulla si guardarono
solo negli occhi

 

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Capitolo 55
*** Capitolo 55: Domande ***


Capitolo 55: Domande

Diego camminava avanti
e indietro per la sua stanza.
Alice era seduta sul letto
e lo guardava senza capire
cosa avesse il suo angelo.
-Si può sapere cos'hai?-
chiese a quel punto la
ragazza.
-Uriel tornerà Alice,
e nessuno di noi
si salverà- rispose
Diego. La ragazza
si alzò dal letto
e si fermò a pochi
centimetri da lui.
-Non avrai paura
per caso?- domandò
lei con un sorriso
malizioso.
-No! Per niente-
rispose Diego con
gli occhi che brillavano
di determinazione.
Alice gli baciò le
labbra mentre lui
ricambiava con passione.
-Combatteremo e
niente ci fermerà-
rispose Alice con un
sorriso.
Diego annuì. Non
temeva gli arcangeli.
Non più.

****
Chiara si sentiva strana.
Da quando Eclipse l'aveva
baciata, aveva sentito
uno strano calore dentro
di lei e il suo cuore gelido
stava cominciando a sciogliersi.
Era inconcepibile! Lui
era un caduto! Eppure
non gli era molto importato
chi fosse lei. L'aveva biaciata
con una dolcezza che mai
aveva provato. Cosa volesse
fare il giovane caduto Chiara
non lo sapeva, ma sperava
di scoprirlo.

 

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Capitolo 56
*** Capitolo 56: Amore? ***


Capitolo 56: Amore?

Chiara comparve
davanti ad Eclipse
facendolo sobbalzare.
-Cosa ci fai qui
principessa?- domandò
il ragazzo con sguardo
truce. Chiara non rispose
ma si limitò a
dire -Volevo parlare
con te-
Eclipse la fissò
aspettandosi un
fulmine o qualcosa
di simile, invece
non arrivò nulla.
-Dimmi allora-
-Perchè?- chiese
l'angelo della vita
avvicinandosi al
ragazzo.
-Perchè cosa?-
Eclipse non capiva.
-Perchè mi hai baciata?
Sai cosa sono io?- continuò
la ragazza senza staccare
gli occhi da quelli cobalto
del giovane caduto.
-So che sei la vergine
vestale, e che devi
restare illibata, ma
non sono riuscito
a resistere- affermò
il caduto sincero.
Gli piaceva Chiara
anzi forse era qualcosa
di più della semplice
attrazione fisica.
Lei era bellissima,
ma fredda.
Anche Chiara sentiva
qualcosa per Eclipse
e non era solo il
disgusto per il fatto
che lui era un caduto.
A separarli c'erano
pochissimi centimetri.
A quel punto Chiara
azzerò la distanza tra
le loro labbra.
Sentiva che doveva
farlo, uno strano istinto
si era impossessato di
lei supplicandola di
avvicinarsi al ragazzo.
Fu un bacio dolce e
un po passionale ricambiato
dal ragazzo.
Chiara si staccò e lo
guardò aspettando la
sua reazione.
-Tu mi hai...- la voce
di Eclipse gli morì in gola.
Chiara annuì.

 

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Capitolo 57
*** Capitolo 57: Chiara vs Uriel ***


Capitolo 57: Chiara vs Uriel

Uriel camminava avanti e
indietro per il salone principale
del palazzo delle ali.
Era furioso con Chiara, non
era ancora tornata e questo
non gli piaceva proprio.
Che c'entrasse qualcosa
quel disgraziato di
suo figlio Nikolas?
No, impossibile, Nikolas
non sarebbe mai riuscito
ad attirare l'attenzione
di Chiara. E poi se
Nikolas si fosse messo
in mezzo tutti i suoi
piani sarebbero andati
in fumo. Lui voleva i
poteri di Chiara e li
avrebbe ottenuti con
le buone o con le cattive.
A suo figlio non conveniva
mettersi in mezzo, se
non voleva morire.
L'angelo della vita
non poteva stare con
un caduto.
Uriel sorrise malizioso,
Nikolas era solo un
insetto e come tale
l'avrebbe schiacciato.

****
Chiara comparve nel
giardino del palazzo
delle ali. Non sapeva
cosa stava accadendo
dentro di lei. Lui era
solo un cane degli
inferi, per lei non
era niente. Almeno
sperava che fosse
così.
-Dov'eri?-domandò
Uriel con gli occhi
che fiammeggiavano
di rabbia.
-Non sono affari tuoi-
rispose tagliente la
ragazza.
Uriel sembrò ancora
più arrabbiato di prima.
Afferrò la spada e si
gettò su di lei che
evitò il colpo con
innata grazia.
Chiara attaccò a
sua volta costringendo
l'arcangelo ad
indietreggiare.
Uriel provò di nuovo
un affondo che
lacerò la stoffa dell'abito
della giovane che
sbuffò.
Colpì ancora l'arcangelo
che, ferito fu costretto
ad andarsene ancora
più furioso di prima.
Chiara sbuffò chiudendosi
in camera. Aveva bisogno
di pensare


 

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Capitolo 58
*** Capitolo 58: Libri ***


Capitolo 58: Libri

Chiara era sdraiata sul
letto. Si era cambiata
e aveva guarito le sue
ferite. Uriel la trattava
ancora un suo oggetto.
A quel pensiero la
ragazza fece una smorfia
di disgusto. Il sole
stava tramontando e
presto sarebbero spuntate
le stelle.  Si mise su un
fianco e cercò di addormentarsi
senza riuscirci.
Il cuore le batteva
forte in petto e il
pensiero di quei
due occhi color
cobalto tornava
prepotentemente
alla sua mente.
Con un forte movimento
del braccio riuscì
a scacciarlo.
Lui non era niente
per lei e mai lo
sarebbe stato.
Non era niente,
era un dannato,
un maledetto,
un cane. A quel
pensiero l'angelo
della vita rise.
Ora non voleva
pensare a niente
nè a Eclipse nè
ad Uriel. Si
addormentò
quando le
stelle erano ormai
alte.

****
Eclipse era immerso
in una faticosa lettura.
Voleva scoprire alcune
cose sugli arcangeli
e sugli angeli della
vita. Aveva un dubbio
su Uriel, aveva notato
che al suo collo pendeva
un medaglione simile
al suo Ala Nera del Tramonto.
Soltanto i membri della
sua famiglia possedevano
medaglioni di quel tipo.
Ma allora chi era in realtà
Uriel?

 

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Capitolo 59
*** Capitolo 59: Preludio ***


Capitolo 59: Preludio

-Sei sicura che sia stato lui?
Diego pareva dubbioso.
Alice gli aveva appena finito
di spiegare come era morta
sua madre e la sua convinzione
che la causa della sua scomparsa
fosse opera di Michele.
-Ne sono certa Diego- aveva
risposto la ragazza.
Si erano separati da Axel
ed Eclipse che erano
rimasti a Roma ad indagare
su Uriel, mentre loro due
erano andati a Firenze.
Ad Axel l'idea della
separazione non era
piaciuta, perchè separati
erano più vulnerabili.
Diego e Alice però
non avevano voluto
sentire ragioni ed
erano partiti.
Erano in una
camera d'albergo vicino
a piazza della Signoria
e stavano decidendo
come muoversi.
Diego era seduto su una
sedia vicino alla finestra
mentre Alice camminava
avanti e indietro per la
stanza, passandosi le
mani tra i capelli biondi.
-Vendicarti di tuo padre
non riporterà in vita
tua madre Ali- aveva
scosso la testa Diego,
mentre lei lo fulminava
con lo sguardo.
-Da che parte stai tu?-
gli chiese lei furiosa
-Dalla tua- rispose
l'angelo serio.
-Dobbiamo salire
in cielo ma come?-
-Io lo so-
Alice si avvicinò a
Diego fissandolo.
Aveva dimenticato
che entrambi erano
angeli e potevano
salire in cielo e Diego,
visto il suo passato
come capitano delle
guardie celesti, doveva
conoscere bene tutti
i passaggi che dalla
terra portavano in
paradiso.
-E dove sono?
-Uno è qui a Santa
Maria del Fiore-
rispose il ragazzo
serio. Anche lui
odiava Michele
ma qualcosa in
lui gli suggeriva
che l'arcangelo
avesse molto da
dire riguardo alla
morte della donna
che aveva dato alla
luce Alice.
-Andiamo allora-
affermò lei uscendo
dalla stanza seguita
da Diego.
L'aria invernale
sferzava Piazza
della Signoria con
le sue statue di
marmo e la mole
di Palazzo Vecchio
metteva soggezione
a chiunque anche
ad un angelo.
Diego la condusse
fino al Duomo di
Firenze. Una chiesa
enorme e bellissima,
un vero capolavoro.
-Dov'è il portale?- chiese
Alice cercando di staccare
gli occhi dall'imponente
cupola che sovrastava
la chiesa.
-Qui- affermò Diego
tirandola verso il
battiserio romanico
da cui si vedevano
le due porte di bronzo
dette le Porte del Paradiso.
Diego si avvicinò ad una
delle due e la aprì.
Immediatamente una
luce abbagliante li avvolse
e si ritrovarono in paradiso.
Alice pensò che era ora
di vendicarsi.

****
Uriel rise. La figlia di Michele
era arrivata e presto per l'arcangelo
sarebbe stata la fine. Lui avrebbe
aspettato che la ragazza l'uccidesse
per poi dirle la verità che l'avrebbe
distrutta. Michele era innocente
non era stato lui a uccidere Anabella,
la madre di Alice, ma era stato
proprio lui Uriel a farlo.
Presto tutti i suoi piani si sarebbero
concretizzati.

 

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Capitolo 60
*** Capitolo 60: Le origini di Alice ***


Capitolo 60: Le origini di Alice

Alice e Diego salivano veloci
sulla scala a chiocciola che
portava alla Torre delle
Tempeste la più alta delle
quattro torri del Palazzo delle
Ali. Diego sapeva per certo
che Michele era lassù.
Alice stringeva la sua fedele
falce azzurra e aspettava
trepidante di compiere
la sua vendetta.
Si trovarono davanti
ad una porta d'oro
con il simbolo di un
sole e di una luna
incrociate.
-è qui- disse Diego
mentre Alice annuiva
spalancando la porta.

****
Michele sentì la porta
alle sue spalle aprirsi
con un boato. Sapeva
che era sua figlia, sapeva
perchè era venuta.
Non voleva combattere
voleva dirle la verità,
ma era certo che non
l'avrebbe ascoltato.
Alice si avvicinò al
padre con la falce
pronta a colpire.
Alzò la falce e
provò a colpirlo
ma la spada di
Michele.
-Alice, aspetta-
cercò di parlare
Michele
-Zitto non voglio
darti retta- ruggì
la ragazza con
gli occhi accesi
di rabbia. Voleva
solo la vendetta.
Voleva veder morire
Michele, anche se
una parte di lei
non  era molto
convinta di volerlo
fare. L'arcangelo
allontanò la figlia
con un calcio.
Si fermò a guardarla
un attimo mentre
si alzava da terra
ancora più arrabbiata
di prima.
è identica a sua madre
pensò Michele mentre
si preparava a ricevere
l'ennesimo colpo.
Alice scattò di nuovo
verso il padre e le
loro armi cozzarono
ancora sprizzando
scintille.
Michele calcolò male
un movimento e Alice
gli ferì un braccio.
L'arcangelo represse
un urlo di dolore mentre
la ragazza gli feriva
una gamba, impedendo
al padre di guarirsi le
ferite.
Michele si accasciò a
terra.
Alice voleva dargli
il colpo di grazia
ma qualcosa fermò
la sua mano. Non
poteva ucciderlo
anche se lo avrebbe
tanto voluto.
-Beh non lo uccidi?
Era quello che volevi
no, Alice?- domandò
una voce che la giovane
non aveva mai sentito,
ma che Michele e Diego
conoscevano bene.
-U-Uriel! Sapevo che
centravi tu in tutto questo-
affermò Michele dolorante.
Di fronte ai tre comparve
l'arcangelo Uriel con un
ghigno terribile sul volto.
Alice si voltò verso di lui
con la falce pronta all'uso.
-Vuoi sapere chi ha ucciso
tua madre, beh non è
stato Michele. Sono stato
io- affermò lapidario Uriel
lasciandosi andare ad una
risata malefica.
-Tu!- ruggì Alice. Ora capiva
molte cose. Il velo di nebbia
che copriva la verità nella
sua mente si squarciò in
quel momento. L'uomo che
aveva ucciso sua madre Anabella
detta Anna, non era Michele,
ma Uriel.
L'arcangelo voleva che lei
uccidesse Michele così
che lui non potesse dire
nulla.
A quel punto sulla schiena
di Alice comparvero un
paio di ali rosse come
quelle degli arcangeli.
-No non è possibile-
ruggì Uriel mentre
tentava di colpire Alice
che schivava il colpo
e lo feriva. Michele
tentò di alzarsi senza
riuscirci. Uriel e Alice
si scambiarono colpi
sempre più forti con
ferite da ambo le
parti. Alla fine Uriel
fu costretto a scomparire
con una sconfitta bruciante
in petto.
Le ali di Alice tornarono
nere, mentre la ragazza si
voltava verso Michele che
nel frattempo si era alzato
e aveva curato le ferite.
L'arcangelo si avvicinò
-Non pensavo che l'avrei
detto piccione però sono
contenta di non averti
ammazzato- disse la ragazza.
-E io che tu non l'abbia
fatto- affermò l'arcangelo.
-Tornerà vero Michele?-
domandò Diego.
-Si Diego, tornerà e ancora
più potente di prima-
rispose Michele.
Alice annuì mentre
guardava Diego che
annuiva.
-Dobbiamo andare-
disse la ragazza.
Diego annuì mentre
si congedavano da Michele.
La prima battaglia
contro Uriel era finita,
ma nuove battaglie
attendono gli angeli e
i loro amici.

 

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