A new Phoebe

di Insicura
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 2 ***


UNA SETTIMANA DOPO… Jackson ormai era partito da una settimana, non ci eravamo più sentiti, forse era meglio così, non ci siamo nemmeno fatti gli auguri di Natale, stavamo entrambi cercando di dimenticarci l'uno dell'altra. Natale passò e mancavano due giorni a Capodanno e io, mio padre, mio fratello, zio Elliot, zia Kate e Ava, partimmo per Aspen, sinceramente in questo momento non mi interessava più restare a Seattle per festeggiare Capodanno. Arrivati ad Aspen Ava mi obbligò ad andare a sciare con lei, mio padre mi disse di andare, così andammo con Luke. Non mi ha mai fatto impazzire sciare, anzi mi faceva anche abbastanza paura, ma Ava ci teneva così mi misi gli scii e andai a prendere la seggiovia, Luke salì con Ava ma io non riuscì a salire con loro quindi salì dopo con un altro ragazzo, che mi fissò finchè non arrivammo in cima. Ava e Luke mi aspettarono e poi scendemmo tutti insieme, ad un certo punto caddi, Luke mi vide e si preoccupò, ma gli feci segno di non preoccuparsi e di proseguire, così fece. Mentre cercavo di rialzarmi si avvicinò a me il ragazzo della seggiovia e mi diede una mano, poi disse: " Piacere Jason" io gli risposi un po' imbarazzata : " Phoebe". Finimmo insieme la pista e in fondo lui mi chiese di andare a prendere una cioccolata calda con lui, l'idea di cadere di nuovo con gli scii non mi attirava poi così tanto quindi decisi di andare con il ragazzo sconosciuto. Arrivati al bar Jason iniziò a parlare: " Allora Phoebe da dove vieni?" " Seattle tu?" "Anche io, quanti anni hai?" " Sedici tu?" "Diciotto". Continuammo a parlare e notai che era veramente carino, intelligente ed avevamo molte cose in comune, ad un certo punto Luke mi vide e mi fece segno che dovevamo andare allora dissi: " Devo andare, ciao" lui mi scrisse il suo numero di telefono sulla mano e mi disse " Per Capodanno organizzo una festa, vieni e porta chi vuoi, per informazioni sul posto e tutto chiamami a questo numero… Ci tengo." Tornammo a casa e trovammo mio padre e gli zii ad aspettarci per la cena: "Divertite ragazze?" chiese zio Elliot " Moltissimo, Phoebe ha anche incontrato un ragazzo!" rispose Ava ridendo. Vidi gli occhi di mio padre illuminarsi di rabbia mista a stupore, anche con Jackson ci era voluto tempo affinché capisse che era un bravo ragazzo e non un malfamato che vive in mezzo alla strada; sapevo che mi avrebbe chiesto il prima possibile di questo ragazzo, questa volta però non lo avrei sopportato, ero ancora triste per la storia di Jackson non mi servivano anche le ramanzine di mio padre per aggravare la situazione. Fortunatamente la sera trascorse e mio padre nemmeno in quei pochi istanti in cui eravamo soli mi chiese di questo ragazzo misterioso, forse aveva capito che Jackson aleggiava ancora nell'aria. Il giorno dopo, il 30 dicembre, la giornata trascorse normalmente, anzi era stata molto noiosa fino ad allora, Ava aveva tentato di trascinarmi di nuovo alle piste da scii ma ero già dolorante abbastanza a causa delle cadute del giorno prima, non me ne servivano altre. Allora decise di guardare un film che io ho sempre odiato, oziai su Facebook scorrendo la home cercando di non farmi scoprire da mio padre, non ha mai voluto che utilizzassimo i social network, diceva che utilizzandoli saremmo diventati facili prede dei giornalisti, ma nella mia scuola tutti avevano un account non potevo essere io l'unica a non averne uno. Ad un certo punto vidi una foto di Jackson con una ragazza, sembravano molto intimi, lei gli sfiorava la guancia con la mano mentre lui le faceva quel sorriso che prima sfoderava solo a me, iniziai ad agitarmi sul divano, non riuscivo a stare ferma, l'unica cosa che volevo fare era urlare, urlare dalla rabbia, dal dolore, dall'invidia, allora urlai e mio padre accorse verso di me, mi prese il telefono e mi abbracciò, ma non volevo il suo abbraccio io volevo solo sentire Jackson vicino oppure trovare un modo per non volerlo più vicino. Mio padre non si arrabbiò per Facebook, mi disse di cancellare l'account e mi fece un lungo discorso su come i social network siano dannosi soprattutto per la figlia di Christian Grey. Dopo la predica di mio padre andai in camera mia e Ava mi seguì, mi distesi sul letto e iniziai a cancellare tutte le foto che ritraevano me e Jackson, le cancellai tutte senza nessuna distinzione, ad un certo punto vidi la foto della mia mano con la scritta del numero di Jason, almeno quella foto mi tirò un po' su di morale. Ava continuava a blaterare dicendo che non si può trascorrere il Capodanno a giocare a tombola con i propri genitori, che si devono prendere delle decisioni e bisogna iniziare a vivere la vita da adolescenti che tutti desiderano. Allora le dissi." Che ne dici se chiamo Jason e gli chiedo della festa che organizza, mi aveva chiesto di andarci e di portare chi voglio!" lei si mise a sorridere, sembrava la persona più felice del mondo, ma poi si rabbuiò e disse "C'è un piccolo problema o meglio due: mio padre, Elliot Grey e tuo padre, Christian Grey" allora replicai " Ci parlo io stasera a cena, vedrai… Intanto chiamo Jason e gli chiedo meglio di questa festa". Chiamai Jason e lui sembrava entusiasta di questo mio interessamento nei suoi confronti, mi disse della festa e del fatto che sarebbe stato un Capodanno indimenticabile. A cena accennai alla festa e mio padre inizialmente disse NO in maniera definitiva, ma poi utilizzando tutti i miei trucchetti da figlia che è in grado di ottenere tutto ciò che vuole, acconsentì a farci andare a patto che potesse venire anche Teddy e che fossimo a casa per l'una. Avevo proprio bisogno di una festa, avevo bisogno di svuotare la mente e dimenticare tutto e tutti.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Mancavano pochi minuti al suono della campanella che avrebbe decretato la fine di quell'inferno, l'ora di fisica sarebbe finita e le vacanze di Natale sarebbero iniziate, la professoressa cercava invano di assegnarci i compiti ma nessuno le dava ascolto, dopo quegli ultimi attimi interminabili la campanella suonò e finalmente la libertà cominciò. Mi misi a rimettere i miei libri nello zaino, indossai il giubbotto e uscì dalla classe, appena fuori dalla porta trovai il mio sorriso, la mia spalla su cui piangere e il mio sostegno: Jackson. Jackson mi prese per mano e ci dirigemmo all'uscita della scuola dove incontrammo mia cugina Ava e altri amici, tornai a casa dopo essere andata a mangiare con gli altri, sapevo già cosa mi aspettava. Aprì la porta di ingresso, non feci in tempo a togliermi la giacca che mio padre arrivò e disse: " Phoebe, dove sei stata?" con tono severo, io risposi: " Sono andata a pranzare con Ava, Jackson e gli altri". Sapevo che Jackson gli piaceva, era bravo a scuola, intelligente, rispettoso e di buona famiglia, mio padre mi guardo, inizialmente con gli occhi arrabbiati, io feci il sorriso che lo addolciva ed infine mi si avvicinò e mi diede una bacio sulla fronte. Stranamente non si arrabbiò per niente, mi disse solo che le prossime volte Luke, la mia guardia del corpo, mi avrebbe dovuto accompagnare.

 

 

 Christian Grey questa volta non era stato inflessibile come le altre, forse con l'età si stava addolcendo. Io e mio padre abbiamo un rapporto  buono tutto sommato, dopo la morte di mia madre, avevo appena nove anni, si è rafforzato, abbiamo sofferto entrambi moltissimo per la sua morte e ci siamo aiutati a vicenda, ci siamo supportati moltissimo; mio fratello Teddy invece aveva reagito in maniera completamente diversa, quando mamma morì lui aveva dodici anni e si allontanò moltissimo da papà, loro prima della morte di mamma erano sempre andati d'accordo, avevano un buon rapporto come io e mamma. Teddy aveva reagito in maniera così estrema che nostro padre lo portò anche da una psicologo, il Dr.Flynn, che aiutò molto Teddy, infatti dopo sei mesi di terapia con lui si può dire che tutto tornò come prima, anche se mamma non c'era più.

 

 

Dopo aver parlato con mio padre andai in camera mia a prepararmi per la serata: avrei cenato con mio fratello Teddy, che era appena tornato da Harvard per la pausa invernale, e mio padre e dopo al cinema con Jackson.

MI feci una doccia e mi misi un paio di jeans a vita alta, una maglione largo e corto e i miei Dr. Martens bassi, quanto amavo quelle scarpe. Per cena Gail preparò i piatti preferiti di Teddy. Prima di andare a cenare abbracciai mio fratello, ci volevamo molto bene anche se lo avevamo realizzato solo quando lui si trasferì a Cambridge, ci sentivamo su Facetime e su Skype, Teddy era una persona di cui non avrei potuto fare a meno. A cena parlammo di come si trovava Teddy ad Harvard e di come gli erano andati gli esami, mio padre pretendeva sempre moltissimo da noi in fatto di istruzione, era una delle cose su cui non transigeva. Dopo che finimmo di parlare di Teddy mio padre esordì dicendo: " Allora siete pronti a fare le valigie per Aspen?" io lo guardai con uno sguardo truce, io non volevo affatto andare ad Aspen,volevo trascorrere le mie vacanze a Seattle con Jackson, mio padre avendo già intuito i miei pensieri disse irremovibile: " Ci andremo e trascorreremo lì il Capodanno dopo aver pranzato a casa dei nonni per Natale" non replicai sapendo che se avessi detto qualcosa di sbagliato mi sarei potuta giocare l'uscita al cinema con Jackson, allora mi alzai ed andai a prepararmi.

Un quarto d'ora dopo ero in macchina con Jackson che aveva uno sguardo triste, non era da lui, ma non indagai. Al cinema guardammo un film horror sceglievamo sempre quel genere di film così lui poteva abbracciarmi e farmi sentire al sicuro, questa volta Jackson mi abbracciò ma non mi sentii al sicuro.

Prima di riportami a casa Jackson mi portò nel NOSTRO posto, un ex museo dove ora le pareti erano piene di graffiti e di dediche tra innamorati, mi fermò e disse: " Mio padre ha aperto una nuova azienda a New York e ha deciso che ci dobbiamo trasferire tutti lì" non riuscì a credere a cosa mi aveva appena detto così me lo feci ripetere più volte finchè non scoppiai a piangere, lui mi abbracciò, ma lo sentivo già lontano. Cercai di chiedergli di non seguire suo padre, lui mi disse che ci aveva provato in tutti i modi ma lui non aveva sentito ragione. Sia io sia Jackson sapevamo che non eravamo i tipi da una relazione a distanza quindi decidemmo con lacrime e tanto dolore che la cosa migliore sarebbe stata lasciarsi e magari al college ci saremmo rivisti e ci saremmo innamorati di nuovo. Dopo un'ora passata abbracciati decisi che era meglio se Jackson se ne fosse andato, lui fece così e mi lasciò nel posto che prima era nostro ma che ormai non era più di nessuno.

Tornai a casa con Luke che aveva assistito a tutta la scena, entrai in casa piangendo, probabilmente mio padre sapeva già tutto e cercò di abbracciarmi dicendomi che sarebbe andato tutto bene, in realtà tutto stava andando malissimo, evitai il suo abbraccio e mi chiusi in camera mia cercando di dimenticare che Jackson il giorno dopo sarebbe partito.

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