Un bellissimo giorno

di Seiraluna
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


Villaggio vicino il Grande tempio
Una ragazza correva verso il Grande tempio con un mantello in mano. Aveva intenzione di restituire quel capo di abbigliamento al suo proprietario ma sapeva che sarebbe stato difficile. Di solito i civili non erano ammessi al grande tempo se non per incontrare il grande sacerdote o chiedere aiuto. Si temeva che qualcuno si infiltrasse come civile e attentasse alla vita di Atena. Quindi non potevano permettere l’accesso a ogni sconosciuto che si presentava lì. Lei non doveva fare nulla di simile. Di solito andava al grande Tempio a portare dei fiori al grande sacerdote, ma quel giorno non aveva ricevuto richieste, quindi non doveva andare. Se aveva deciso di farlo, era solo per incontrare quel ragazzo.
Ai piedi di una grande scalinata la ragazza si fermò e vide un uomo che si allenava con altri due ragazzi. Indossavano tutti un’armatura d’oro e notarono subito la sua presenza.
-Cosa ci fai qui ragazzina?- domandò Sisifo con una voce poco credibile.
Il cavaliere non riusciva mai a essere troppo severo con i ragazzi giovani come la fanciulla che aveva davanti. Aveva circa sedici o diciassette anni o forse qualche anno in più, non era certo.
-Sisifo non sei credibile se parli in quel modo, non riesci neanche a spaventarla.
-Signor Sisifo dovrei riportare questo mantello a una persona. L’ho lavato e asciugato con la massima cura e ora devo restituirlo, non posso di certo tenerlo.
-A chi devi riportarlo? Quello è di certo un mantello di un cavaliere d’oro.
-Cardia sei troppo curioso, impara a farti gli affari tuoi.
-Tu sei troppo serio Degel. Non mi stai ascoltando, ti sei rimesso a leggere.
-Signorina non potete accedere al tempio, date il mantello a un domestico del grande sacerdote o a un cavaliere d’argento e sarà riportato al proprietario.
-Va bene. Dove trovo qualcuno a cui darlo?
-Sono qui Agasha.
I tre cavalieri d’oro si girarono e notarono la presenza di un loro amico.
-Pensavo fossi andato in missione con Manigoldo?
-Siamo tornati da un’ora e abbiamo fatto rapporto al grande sacerdote, comandante Sisifo. La missione che ci avete assegnato è andata bene.
-Manigoldo ha combinato qualche casino?
-No, è stato più bravo del solito con i nemici. Signorina poggi il mantello sulla roccia vicino a Sisifo e si allontani.
La ragazza fece come gli aveva detto il cavaliere dei pesci. Scese qualche scalino e poi rimase a fissare il cavaliere d’oro che afferrava il mantello e se lo metteva sulle spalle. Mai si sarebbe sognata di poterlo incontrare di persona per ringraziarlo. La ragazza tirò fuori dalla tasca una rosa bianca e la poggiò su una roccia, sapeva bene che il cavaliere dei Pesci non voleva che nessuno si avvicinasse al suo corpo.
-So bene che non è bella come quelle che coltivate nel giardino fuori il grande tempio però volevo ringraziarvi per l’altro giorno.
Il cavaliere dei Pesci si avvicinò alla roccia e prese la rosa bianca. Poi se l’appuntò sul petto.
-Conserverò questo fiore con cura. Ora vai o Sisifo potrebbe sgridarti di nuovo.
-Grazie signore.
La ragazza andò via contentissima, saltellava per le gli scalini scendendo verso il villaggio.
 
Intanto da una delle case dei cavalieri, un ragazzo aveva assistito alla scena. Era rimasto impressionato dall’atteggiamento del cavaliere dei Pesci. Lui conosceva il vero carattere dell’amico, nonostante non facesse avvicinare nessuno, ciò che non sapeva era l’affetto che provava per qualcuno.
 
Alla scalinata
-Cosa hai fatto per quella ragazza per farti regalare un fiore? A me non fanno mai regali tanto graziosi.
-Cardia ti ho già detto che non è bene mettere il naso nelle faccende altrui.
-Degel non dirmi che non sei curioso neanche un po’. Voglio sapere cosa si nasconde dietro questo cavaliere dal cuore d’oro.
Il cavaliere dei Pesci salutò gli altri e si diresse verso la sua casa. Non rispose alle domande di Cardia, facendo finta di non averlo sentito. Non gli piaceva parlare delle sue faccende personali.
-Cosa succede qui?
-Ciao Shion. Tu devi sapere qualcosa su quella ragazza che ha riportato il mantello a Albafica?
-Lei è Agasha, si occupa di un negozio di fiori insieme a suo padre, giù al villaggio. L’ho vista più volte portare i fiori al grande sacerdote, è una brava ragazza. Cardia perché volevi saperlo?
-Sembra che avesse il mantello del nostro amico.
-Non ci trovo nulla di strano.
-Shion ti sembra normale che Albafica dia una sua cosa a qualcuno. Neanche noi possiamo avvicinarci a lui perché si arrabbia.
-Cardia dai retta a Degel, fatti gli affari tuoi o Albafica potrebbe lanciarti dei pugnali dietro.
I quattro cavalieri tornarono alle loro case mentre qualcuno si presentava al cospetto del grande sacerdote.
-Regulus ho sentito che volevi parlare con Atena.
-Sì, ho visto una scena curiosa oggi e vorrei fare qualcosa per aiutare un amico, almeno per una volta.
-Parla pure, sono qui Regulus, cavaliere del leone.
Regulus si inginocchiò quando vide Atena. Proprio in quel momento arrivarono nella sala anche Shion, Cardia, Sisifo e Degel.
-Cosa succede qui? Regulus non sarai di nuovo uscito dal tempio per andare in cerca di farfalle?- domandò Cardia ridendo.
-No, sono venuto a chiede un favore. Per favore, non si potrebbe fare qualcosa per rendere il sangue di Albafica non velenoso, almeno per un giorno.
I cavalieri rimasero a bocca aperta per quella richiesta.
-Se mi chiedi una cosa del genere, devi aver visto qualcosa che ti ha fatto emozionare a tal punto da aiutare il tuo amico. Vorrei tanto poter fare qualcosa ma non conosco alcun rimedio per lui. Nessuno può toccarlo perché lui ha deciso di vivere così per il bene di tutti. Per salvare le persone e proteggere me ha deciso di diventare il cavaliere dei Pesci e senza timore. So che spesso si sente solo, ma voi gli siete sempre vicini, nonostante lui vi cacci.
Il grande sacerdote si avvicinò a Atena e le disse qualcosa nell’orecchio.
-Dite davvero?
-Sì.
-Regulus il tuo desiderio sarà esaudito grazie al grande sacerdote. Conosce una medicina che neutralizza il sangue velenoso per 24 ore. Ora non resta che convocare qui Albafica e chiedergli se accetta di bere la medicina.
-Non lo farà mai- disse Sisifo.
-Mi trovo d’accordo con il comandante. Non abbandonerà il suo ruolo di cavaliere neanche per un giorno, dice sempre che ha il dovere di proteggere il Grande tempio dai nemici- disse Shion.
-Accetterà perché sarà la dea Atena a ordinargli di bere la medicina.
-Il grande sacerdote ha ragione. Non sono solita fare richieste del genere, ma per una volte voglio vedere Albafica felice. Fatelo venire qui e prendete la medicina.
-Sì, lady Atena.
 
Albafica si presentò davanti Atena e il grande sacerdote gli diede un’ampolla con un liquido dentro.
-Devi bere quella medicina.
-Lady Atena non capisco.
-Per un giorno sarai libero di toccare tutto, anche le persone. Quella medicina blocca il veleno per un intero giorno. Togli l’armatura e vai fuori dal tempio per un giorno, puoi fare quello che vuoi.
-Non posso, il mio dovere è proteggere l’ingresso del grande tempio.
-Non ci saranno attacchi secondo i rapporti di Sisifo, stai tranquillo- disse il grande sacerdote.
-Anche gli altri cavalieri sono d’accordo con la decisione di Atena- disse Sisifo.
-Va bene.
Albafica si tolse l’armatura e si mise qualcosa di comodo. Dopo averlo visto bere il liquido, Sisifo gli si avvicinò e lo toccò sulla spalla.
-Visto non è successo nulla, puoi andare dove vuoi. Divertiti.
Manigoldo aveva saputo la notizia da Shion e si era recato da Atena in abiti civile.
-Yo, andiamo a bere qualcosa caro Albafica.
-Non posso, devo fare una cosa importante.
Albafica uscì dal grande tempio e si diresse verso il villaggio.
-No, non pensare che mi faccia sfuggire l’occasione di divertirmi un po’.
Sisifo vide la faccia di Manigoldo e capì che aveva intenzione di seguire Albafica.
-Mi sembri Cardia, sei troppo curioso.
-Infatti Cardia mi aspetta qui fuori per seguire Albafica al villaggio.
Sisifo non si sorprendeva per niente, erano sempre i soliti.
-Sisifo ha tentato di fermarmi ma sono pronto all’azione.
-Io ti seguo Manigoldo.
-Cosa combinate con quelle facce sorridenti? Avete in mente una marachella?
-Regulus vuoi venire con noi a fare una passeggiata in città?
-Certo, lì ci sono tante cose da fare. Potrò anche comprare dal fornaio il pane preferito di Sisifo.
-Non hai capito niente Regulus, andiamo lì per fare una cosa più importante.
-Se è importante vi aiuterò.
-Non è bello coinvolgere Regulus nei vostri giochetti.
-Degel vieni anche tu visto che sei vestito tanto bene.
-Non posso mi aspetta un libro. A più tardi.
I tre corsero dietro Albafica e lo videro andare verso un negozio di fiori.
-Scusate voi siete il proprietario?
-Sì, volevate qualcosa?
-Cerco vostra figlia, dovevo dirle una cosa importante.
-Oh voi siete un amico di Agasha.
Il signore non aveva riconosciuto Albafica senza armatura e lo trattava come una persona qualunque.
-Deve essere andata al grande prato fuori il villaggio per raccogliere dei fiori per il negozio. In questa stagione è pieno di iris e altre varietà di fiori. Agasta adora passare delle ore lì.
-Capisco. Arrivederci signore.
L’uomo aveva notato una rosa bianca sul petto del ragazzo, strano sembrava come quella che la figlia aveva preso dal negozio.
-Cosa ci è andato a fare in un negozio di fiori?
-A cercare qualcuno, non è ovvio Manigoldo.
-Cardia non trattarmi come uno scemo o ti stendo.
-Provaci.
-Ragazzi, Albafica va fuori il villaggio.
I tre stavano attenti a non farsi scoprire, anche se Regulus non capiva i motivi dell’inseguimento.
 
Albafica si avvicinò a una ragazza seduta sul prato fuori il villaggio.
-Ciao Agasha.
-Lord Albafica, cosa ci fate qui? No, scusate, non devo impicciarmi delle vostre faccende personali.
Agasha era imbarazzata per la gaffe che aveva appena fatto e anche perché lord Albafica era veramente affascinante senza armatura. Le piaceva anche bei soliti panni, però era curiosa perché non lo aveva mai visto in quel modo.
-Non ti preoccupare. Sono qui per parlare con te.
Albafica si sedette di fianco alla ragazza e le baciò la mano.
-Voi mi avete toccata.
-Oggi posso fare quello che voglio perché ho bevuto una medicina che rende il mio sangue migliore. In poche parole, non sono velenoso e posso stare a contatto con le persone.
-Sono felice per voi. Potrete andare in giro a divertirvi con i vostri amici.
-Ho deciso di passare l’intera giornata con te. Sono sole le dieci di mattina e abbiamo ancora molte ore.
-Non dovete perdere tempo con una ragazzina come me, avrete cose più divertenti e importanti da fare.
-No, l’unica cosa che voglio fare è stare un po’ di tempo di tempo con te. Posso?
-Certo.
Albafica aiutò Agasha a raccogliere dei fiori e poi tornarono al negozio del padre di lei. La ragazza mise i fiori in alcuni vasi e poi chiese al padre di poter andare in giro con il suo amico.
-Vai pure cara.
-Padre, farò tardi per una volta.
-Non ti preoccupare, il tuo amico mi sembra un tipo affidabile, andate e divertitevi.
I due uscirono dal negozio e per la ragazza fu naturale prendere per mano Lord Albafica. Il ragazzo non aveva mai potuto sentire quel calore, era contento di essere andato da lei. Tenerla per mano era qualcosa di stupendo.
-Ho visto che avete ancora la mia rosa.
-La terrò sempre nella mia casa, è un ricordo prezioso.
La ragazza gli sorrise e poi lo trascinò in un localino dove facevano dei pasticcini ottimi.
-Devi assaggiare questi dolcetti.
La ragazza prese dei dolci al cioccolato e li mise davanti al cavaliere che si era seduto a un tavolo.
-Prendi anche un po’ di succo alla mela.
-Grazie. Sono spaesato perché non ho mai fatto queste cose.
-Pensate solo a divertirvi e se volete fare qualcosa di particolare ditelo. Strano, da qualche minuto mi sento osservata.
-Potrebbe essere un nemico ma non percepisco alcun cosmo negativo.
-Forse è stata solo una sensazione. Da quando sono uscita dal negozio con voi la gente del villaggio mi fissa.
-Me ne sono accorto.
-La vostra bellezza lascia a bocca aperta tutti.
Albafica notò tre strani tizi seduti tre tavoli dopo di loro e riconobbe subito Manigoldo, anche se era incappucciato.
-Avete visto qualcuno che conoscete?
-Sì, venite con me. I pasticcini erano ottimi. Grazie.
-Di niente.
Una volta fuori dal negozio Albafica prese Agasha in braccio e si allontanò di corsa dal centro del villaggio. Voleva stare da solo con lei e neanche i suoi amici dovevano trovarlo. Doveva dirle assolutamente quello che provava prima che fosse troppo tardi.

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


Albafica, cavaliere dei pesci correva per le strade del villaggio. Agasha fra le sue braccia si sentiva felice e protetta. Mai aveva potuto sfiorarlo e ora stava addirittura stretta fra le sue possenti braccia. Nonostante non avesse l’armatura e avesse perso il suo sangue velenoso restava fortissimo. Quello che non capiva, era perché scappava. Doveva averlo infastidito qualcosa.
Albafica si fermò dietro il muro di una casa molto vecchia e abbandonata. Poi mise a terra la ragazza.
-Come mai avete corso tanto?
-C’erano tre tizi sospetti che mi fissavano.
-I nemici vi cercano, dovete tornare al grande tempio, qui da solo siete in pericolo, presto.
-No, non sono in pericolo. Tranquilla, se avessi visto dei nemici ti avrei subito allontanata da me per non farti correre dei pericoli.
-Grazie Lord Albafica. Volete fare qualcosa di speciale?
-Agasha ti sembrerà strano ma tu mi piaci. Sono un tipo che dice le cose chiaramente e non potevo nasconderti quello che provo. Dovevo dirtelo subito, prima che qualcuno ci interrompesse. Fra qualche ora non potrò più toccare la tua pelle delicata e il tuo bel viso e soffrirò per questo motivo.
-Lord Albafica scusate le mie parole ma anche voi mi piacete. Ogni volta che vi vedo passeggiare di pattuglia al villaggio, resto incantata a guardarvi.
-Agasha sei bellissima, non sono abituato a dire certe cose, ma tu mi fai questo effetto. Grazie per aver accettato il mio invito.
La ragazza sorrise al cavaliere e lo abbracciò forte. Lui la strinse per la vita. Era così dolce e tenera, desiderava proteggerla da ogni pericolo e lo avrebbe fatto. Nessun cavaliere di Ade le avrebbe fatto male.
-Vuoi passare ancora del tempo con me?
-Accetto volentieri Lord Albafica. Sa che ci sono dei ragazzi che guardano da questa parte dietro quei cespugli laggiù. Li ho visti dal buco sul muro.
-Sono di spalle ma ho sentito che qualcuno mi spiava e so bene di chi si tratta. Vieni con me.
Senza farsi vedere o sentire Albafica arrivò alle spalle dei suoi amici.
-Mi pedinate?
-Quando ti sei mosso da lì? Lasciamo stare il tuo maestro deve averti insegnato qualche strana mossa- disse Cardia.
-Non ci presenti la tua amica?
-Manigoldo, Cardia, Regulus, lei è Agasha.
-Ora ricordo, tu sei la ragazza che ha riportato il mantello a Albafica. Piacere di conoscerti , io sono Cardia, cavaliere d’oro dello scorpione.
-Vi ho visto più volte al grande tempio in compagnia di Lord Degel, il piacere è mio.
-Io sono Regulus, cavaliere del leone. Sei una ragazza davvero simpatica.
-Se Regulus te lo dice è vero, ha un sesto senso per certe cose- disse Albafica.
-Piacere di conoscerla Lord Regulus.
-Non chiamarmi così, non sono vecchio come loro.
-Infine, questo è Manigoldo, cavaliere d’oro del cancro. Non avvicinarti troppo o ti corteggerà. Non ci provare.
-Sei molto protettivo Albafica.
-Piacere di conoscerla Lord Manigoldo. Voi non siete il signore che tre giorni fa ho visto uscire dalla taverna e fare a pugni con due cavalieri d’argento.
-Sì, avevano offeso Doko e Shion e avevo il dovere di difenderli. Non giudicarmi come un teppista.
-Non mi avete dato un’impressione da cattivo ragazzo. Conosco quei due cavalieri d’argento che avete affrontato, vengono spesso al villaggio a fare danni. Alcune persone hanno anche portato un rapporto su di loro al grande sacerdote.
-Ecco perché quel vecchio mi ha spedito alla taverna con la scusa di offrirmi da bere. Voleva solo che io dessi una lezione a quei due. Quando vedo il vecchio mi devo ricordare di fargli i miei complimenti per le sue tattiche. Cambiando discorso, Agasha cosa ci trovi in questo tipo?
-Lord Albafica è sempre gentile e coraggioso.
-Quindi per fare colpo su una ragazza dovrei darle il mio mantello per ripararla dal freddo o dalla pioggia. Sei un vero birbante Albafica, non sapevo che sapessi corteggiare tanto bene le ragazze.
Agasha era tutta rossa, quei cavalieri avevano capito subito che Lord Albafica teneva tantissimo a lei. Dopo tutto erano stati riusciti a diventare cavalieri d’oro, vedevano oltre ogni barriera.
-Manigoldo non parlare a vanvera, non vedi che imbarazzi la gentile ospite di Albafica- disse Shion che era appena apparso dietro i cavalieri.
-Se sei qui in abiti civili, vuol dire che c’è anche  lui.
-Shion mi ha invitato a prendere un caffè e ho accettato. Sapevo che c’era un secondo fine, lui non esce mai dal grande tempio, salvo emergenze e missioni. Sisifo ti ha ordinato di venire a controllare Cardia e Manigoldo.
-Esatto Doko, temeva che combinassero dei casini con la loro irruenza.
-Sisifo è sempre troppo apprensivo. Un momento, se ci siete voi c’è anche lui- disse Cardia.
-Ciao Cardia, non hai fatto casini con il tuo amico di scorribande, vero?
-No, caro Degel e il cuore sta benissimo. Si può sapere perché ve lo siete portato dietro, ora mi riempirà di rimproveri.
Agasha guardò Albafica perplessa, non sapeva cosa stava succedendo lì, era pieno di cavalieri d’oro e lei si sentiva fuori posto. Erano lì per Albafica, per il suo giorno da ragazzo normale e lei non aveva il diritto di portargli via il loro amico.
Albafica, a sua volta, guardò Agasha negli occhi e capì i suoi dubbi. La ragazza temeva di essere di troppo.
-Agasha voglio restare con te, loro non sono qui per portarmi via, si stanno solo divertendo. Gli piace scherzare- disse il cavaliere dei pesci nell’orecchio della ragazza.
-Signorina mi dispiace se questi tre ragazzini hanno disturbato il vostro incontro con Albafica.
-Non ci hanno disturbati, stavamo solo passeggiando. Sono anche buffi.
-Sentito Shion, la ragazza ci trova simpatici.
-Manigoldo non cercare di depistarmi, so che stavate seguendo Albafica. Sisifo ha capito subito cosa volevate fare.
-Non capita tutti i  giorni di vedere Albafica con una ragazza. Pensavo fosse timido, ma è un gran rubacuori.
-Manigoldo mi hai seguito per vedere cosa facevo. Non ti smentisci mai.
-Ero curioso di vedere cosa volevi fare potendoti avvicinare alle persone. Ora sono ancora più curioso.
Albafica sorrise e Manigoldo capì che era più un sorriso da minaccia che da amico. Ora poteva anche tirargli un pugno, toccarlo non era un problema. Manigoldo si era scordato di quel particolare.
Agasha sorprese tutti per un istante prima era pensierosa e l’istante dopo stava parlando con Shion e Doko come se li conoscesse da anni.
-Voi siete il signore che gioca sempre con i bambini e i cavalieri di bronzo fuori dal grande tempio.
-La ragazzina dei fiori che ha regalato un iris alla bambina che piangeva. Le hai fatto tornare il sorriso.
-Posso chiederti una cosa Albafica?
-Certo Manigoldo.
-Come mai Doko le parla con tanta confidenza, sembra che si conoscano da anni.
-Sai come è fatto, gli piace fare amicizia con tutti.
-Inizio a capire cosa ti piace di lei. Sei un vero furbetto Albafica- disse Manigoldo dandogli una gomitata sul fianco in segno di amicizia.
-Invece voi siete il signore che scende sempre al villaggio a controllare la situazione. Tutte le ragazze vi seguono quando venite qui. Dicono che siete bellissimo e fortissimo.
Cardia e Manigoldo scoppiarono a ridere. Shion era per la prima volta sapeva cosa dire. Era davvero buffo.
-Conosci anche Degel?
-Sì, l’ho visto dal grande sacerdote e mi ha dato un libro sui fiori. Diceva che è importante leggere nella vita. Trovo che sia un tipo molto riflessivo e allo stesso tempo troppo serio. Però so che la prima impressione non conta, forse lord Degel è molto divertente ma nasconde questo lato del suo carattere.
Cardia e Manigoldo erano stesi per terra e ridevano. Quella ragazzina aveva disarmato a parole due grandi cavalieri d’oro. Non ricordavano quando si erano divertiti tanto e tutti insieme. Cardia vide sorridere anche Degel.
-Ora io e Agasha andiamo via, voi non ci seguite o dovrò arrabbiarmi sul serio.
-Uffa il divertimento è già finito.
Albafica strinse la mano di Agasha e si incamminarono verso un parco fuori il villaggio. Manigoldo e Cardia tentarono di seguirli ma Shion e Degel li bloccarono. Degel afferrò Cardia per un orecchio e si incamminò verso il grande tempio, mentre Shion si caricò Manigoldo su una spalla. Non volevano saperne di tornare indietro e avevano dovuto usare le maniere forti. Intanto Doko e Regulus tornavano al tempio dietro di loro e ridevano. Quei due erano proprio dei bambini.
 
Agasha e Albafica erano arrivati nel parco e si erano seduti su una panchina.
-Qui ci sono dei bellissimi fiori.
-Anche a lei piacciono i fiori lord Albafica?
-Sì, ma non mi avvicino mai a luoghi del genere. Ho le mie rose e quelle mi bastano.
-Perché passate il tempo con me ora che siete un ragazzo normale?
-Agasha mi piaci molto ma so che non c’è futuro per noi.
Gli occhi della ragazza si riempirono di lacrime, sapeva bene che non avrebbe più potuto toccare il ragazzo che le piaceva.
-Non riesco a trattenere le lacrime, io vorrei passare più tempo con voi. Sono una stupida a parlare così, so che avete dei doveri, ma voi mi piacete tanto.  
Albafica strinse Agasha a sé, non voleva vederla piangere.
-Mi dispiace, sto rovinando la vostra giornata.
-Non è vero Agasha, mi rendi felice. Queste lacrime sul tuo viso sono per me, sono io che ti faccio piangere e sono io a dover chiedere scusa.
Agasha si asciugò le lacrime e sorrise al ragazzo.
-Venite con me al ruscello, sentirete come è fresca l’acqua e chiacchiereremo seduti sul prato fiorito.
Albafica la seguì senza fare storie. Si sentiva un ragazzo rinato in quel momento, avrebbe fatto qualunque cosa con lei.
-Toglietevi le scarpe e bagnate i piedi, vi sentirete bene.
-Se lo dici tu ci credo.
Albafica stava per togliere le scarpe quando avvertì un cosmo malvagio, andava da quella parte e lui non aveva la sua abilità. Poteva combattere solo in un corpo a corpo e usando il suo cosmo. Niente tecnica segreta, nessun colpo con le rose.
-Agasha corri via.
La ragazza vide l’espressione seria di lord Albafica e si diresse verso il villaggio, ma qualcuno le sbarrò la strada.
-No, no, no, ragazzina non vai da nessuna parte.
Albafica vide un cavaliere di Ade davanti a Agasha e corse verso di lei. Il cavaliere afferrò la ragazza per il collo e la alzò in aria. Poi la sbalzò a qualche metro di distanza. Per fortuna, lord Albafica la prese al volo e la strinse fra le sue braccia.
-Agasha mi senti? Come ti senti?
-Lord Albafica, mi dispiace, sono solo un peso.
-Non parlare in questo modo, sei importante per me.
-Sto bene, non vi preoccupate. Mi avete salvata prendendomi prima che sbattessi al suolo.
-Nessuno ti farà male, te lo prometto.
-Che scenetta romantica. Il grande cavaliere dei pesci che si mischia con una ragazzina normale, una semplice mocciosa del villaggio. Pensavo che uno bello come te mirasse più in alto.
-Come hai osato toccarla? Lei non è implicata nel nostro conflitto.
-Se voi soffrite, noi siamo felici. A quanto pare quella ragazza è la tua fidanzata e se te la strappo via, tu soffrirai tantissimo. Ah ah ah. Non vedo l’ora di raccontare al mio comandante quanto ho fatto soffrire il cavaliere dei pesci. Il grande Ade mi darà un premio quando gli porterò l’anima di quella ragazza.
Albafica si infuriò e richiamò la sua armatura. I cavalieri percepirono il suo cosmo e corsero verso il parco fuori il villaggio.
-Ho saputo che oggi non puoi usare le tue tecniche segrete, come farai a sconfiggermi?
-Non ti permetterò di toccarla. Aspettami vicino questo albero, mi occupo di lui e torno.
-No, non voglio che tu ti faccia male, non hai le tue tecniche.
-Non sono diventato cavaliere d’oro solo per il mio sangue velenoso, ho degli assi nella manica.
La ragazza sorrise sentendo quelle parole uscire dalla bocca del cavaliere. Sembrava che avesse preso in prestito il vocabolario di Lord Manigoldo.
Albafica si scagliò sul cavaliere e gli diede dei pugni a ripetizione. Non servì a molto, il cavaliere di Ade si proteggeva bene. Doveva trovare alla svelta il suo punto debole.
-Mi sono stancato di giocare moscerino. Death tecnic dello squalo.
Albafica venne colpito in pieno dalla tecnica e cadde a terra. Si rialzò subito e andò contro il cavaliere di Ade. Doveva reagire e non lasciarsi sbattere a destra e a sinistra.
-I tuoi colpi sono troppo deboli. Senza il tuo veleno non sei niente.
Il cavaliere Shark scaraventò Albafica vicino a Agasha.
-Lord Albafica siete pieno di ferite, mi dispiace è colpa mia ancora una volta.
-No, tu sei la mia forza. So di volerti proteggere, è per questo che mi rialzo e combatto.
Agasha si rimise in piedi e aiutò Albafica a fare lo stesso.
-Non vi lascerò solo.
-Ti stai sporcando di sangue a causa della mia debolezza. Non sono poi così forte come cavaliere.
-Vi sbagliate, tutti al villaggio vi ammirano per quello che fate. Pensate anche ai vostri amici, dalle parole di Lord Manigoldo capisco che vi ritengono molto coraggioso e forte, un valido alleato.
-Sei sorprendente, vorrei tenerti con me per sempre.
-Se voi lo desiderate, io resterò al vostro fianco.
-Mai, non ti chiederò mai di restare con me, non desidero vederti morire a causa del mio veleno. Devi vivere e essere felice.
Shion, Degel, Regulus, Doko, Manigoldo e Cardia arrivarono al parco e videro Albafica pieno di ferite. Non erano gravi per un ragazzo come lui, ma l’avversario non intendeva smettere di colpirlo. Poi videro Albafica che indicava a Agasha delle rocce. Voleva che si riparasse, stava per usare qualche strana tecnica.
-Non provare a intervenire Manigoldo.
-Shion, Albafica è in pericolo, non può usare le sue tecniche.
-Non puoi andare laggiù e salvarlo, vuole farcela da solo. Desidera con tutto sé stesso proteggere quella ragazza.
-Shion non starai dicendo sul serio, dovrai stare fermo a guardare mentre si fa massacrare.
-Ripensa a quando sei andato in missione con Sisifo e Doko, non hai voluto che intervenissero nel tuo scontro nonostante tu fossi gravemente ferito.
-Ancora una volta hai ragione.
-Cardia stai fermo anche tu o ti congelo le gambe.
-Sempre troppo serio Degel.
Il cavaliere di Ade si rese conto che la forza di Albafica aumentava di minuti in minuto. Doveva far la finita alla svelta o rischiava di rimetterci le penne. Scagliò un colpo contro le rocce dove era nascosta Agasha che esplosero in mille pezzi. La ragazza venne sbalzata via dall’esplosione e finì vicino al ruscello. Era svenuta a causa dell’esplosione e aveva una ferita sulla gamba destra.
-Ti avevo detto di non farle male e ora osi addirittura scagliarle contro il tuo colpo più forte. Preparati a raggiungere i tuoi amici specter negli inferi.
Albafica colpì il cavaliere con un colpo segreto. Il suo maestro gli aveva sempre detto di non usare mai quel colpo, tranne per proteggere la persona a cui teneva di più.
Il cavaliere Shark era stato sconfitto. Albafica corse verso Agasha e vide che era ancora svenuta.
-Perdonami sei ferita a causa mia.
Il cavaliere prese un pezzo di stoffa dal suo mantello e lo usò per fasciare la gamba della ragazzo dopo aver disinfettato la ferita con delle erbe mediche.
Shion e gli altri lo raggiunsero per aiutarlo. Il cavaliere dell’ariete gli fece togliere l’armatura e gli medicò le ferite. Dopo aver fasciato braccia e gambe, controllò la ferita della ragazza.
-Shion non avrà problemi vero?
-Non ti preoccupare Albafica, è solo svenuta. Deve essere stato più lo shock nel vederti in pericolo che il colpo dello specter a causare lo svenimento.
-Grazie per essere venuti ragazzi. Non credevo che sarei riuscito a fermare quello specter.
-Noi ci fidiamo delle tue capacità, sappiamo quanto vali- disse Doko.
-Strano, Agasha ha detto che voi pensavate proprio questo di me, della mia forza.
-Ora cosa farai?
-Manigoldo resteresti qualche minuto con lei, torno subito.
-Certo.
Gli altri tornarono al tempio con Albafica mentre Manigoldo faceva compagnia alla ragazza. Dopo dieci minuti Agasha si svegliò e vide che davanti a lei c’era il cavaliere del cancro.
-Non mi dica che …
-No, tranquilla, lui sta benissimo. È andato al tempio a cercare qualcosa. Ti ha difeso con tutte le sue forze e ancora ha molte energie. È incredibile.
-Lui è stato ferito a causa mia e sono solo rimasta a guardare, sono una vigliacca.
Qualcuno strinse la ragazza da dietro e le poggiò una rosa rossa fra le mani.
-Sei una ragazza coraggiosa, non sei scappata dopo che ti aveva messo le mani intorno al collo e mi hai aiutato a rialzarmi. Non rivolgere mai contro di te parole tanto crudeli.
-Lord Albafica.
La ragazza si girò e si lasciò stringere dal cavaliere.
-Io vado via, sono di troppo. Anche se vorrei vedere come va a finire.
-Grazie Lord Manigoldo, siete stato molto gentile.
-Ragazzina non farmi diventare sdolcinato o verrà anche a me voglia di stringerti.
Albafica guardò storto l’amico che corse via. Quello sguardo era alquanto pericoloso. Era meglio non avvicinarsi a quella ragazza a più di un metro.
-Ehi Manigoldo vieni qui.
-Cardia cosa ci fai nascosto dietro queste rocce?
-Osservo come va a finire la storia.
-Se Albafica ti vede questa volta ti stende. Resto anche io.
-Vedo che curioso anche tu. Ho portato anche da mangiare.
 
Albafica teneva Agasha stretta fra le sue braccia. Poi la baciò sulla fronte e le diede una carezza sulla guancia.
-Mi mancherà poter toccare le tue guance che si imporporano di rosso quando le sfioro.
-Io vorrei che questo momento non finisse mai.
-Anche io, ma sono un cavaliere d’oro e ho dei doveri. Questa è la vita che ho scelto.
-Siete un cavaliere straordinario.
Albafica la osservò bene per imprimerla nella sua mente, presto non l’avrebbe più vista. Sapeva che un giorno avrebbe lasciato quel mondo, avrebbe dovuto proteggere il villaggio a costo della vita. Lo avrebbe fatto per lei e per gli altri, non aveva paura.
-Agasha quando arriveranno gli specter vi proteggerò a qualunque costo.
-Volete dire che rischiereste la vita per il villaggio?
-Sì. Ma ora non pensarci, voglio parlare di altro.
Agasha poggiò una mano sulla guancia del cavaliere che sgranò gli occhi. Quel tocco era così gentile e dolce, lo faceva sentire amato.
-Ti amo Agasha.
Il cuore della ragazza rischiò di uscire dal petto. Lui l’amava nonostante fosse una semplicissima ragazza del villaggio. Un ragazzo tanto bello amava una come lei.
-Sei semplice e spontaneo e amo queste tue caratteristiche.
-Lord Albafica anche io …
Prima che la ragazza finisse la frase, Albafica poggiò le sue labbra sulle sue.
 
Cardia e Manigoldo sputarono la zuppa vedendo quella scena.
-Wow. Chi si aspettava che Albafica fosse tanto audace. Quando lo racconto a Degel ci scrive un romanzo.
-Quando lo dirò al vecchio non mi crederà.
-Quando lo dirò a Sisifo mi prenderà a calci perché vi ho seguiti di nuovo.
-Regulus da quanto tempo sei qui?
-Cinque minuti. Non ti sembra strano che quei due si bacino?
-Sono venuto qui per vedere cosa combinavate, non voglio impicciarmi degli affari di Albafica. Mi diverte di più vedere le vostre reazioni.
-Brutto monello, vieni qui così ti strizzo le guance- disse Cardia.
 
Albafica continuava a baciare Agasha sulla bocca. Non intendeva staccarsi da lei, aveva solo poche ore per quei contatti.
-Agasha mi piace baciarti.
-Non avevo mai baciato nessuno, sono felice di aver dato a voi il primo bacio.
-Ora ti darò anche il secondo, il terzo, il quarto e così via.
Il cavaliere si impossessò di nuovo delle labbra della ragazza mentre Manigoldo copriva gli occhi a Regulus.
-Non sono scene che si addicono ai bambini.
-Io non sono più un bambino.
-Ah sì, allora perché le sacerdotesse urlano sempre dove è finito il dolce e piccolo Regulus?
-Non so. Loro vengono a trovarmi e mi portano la frutta. Poi giochiamo a campana, scacchi e nascondino. Alle sacerdotesse piace anche rincorrere le farfalle più rare. L’altro giorno ne ho vista una rossa con delle sfumature scure.
-Vedi che sei ancora un bambino.
-Voi due mi prendete sempre in giro.
Alle spalle dei ragazzi arrivò Doko che diede a tutti e tre una botta sulla testa.
-Mocciosi dovreste essere al tempio. Oh guarda, Albafica bacia una ragazza.
Doko sgranò gli occhi vedendo la scena.
-AH AH. Ci sei rimasto anche tu.
-Silenzio Manigoldo, non riesco a sentire cosa dice quel pivello di Albafica.
-Voi quattro non vi vergognate a spiare una coppia felice?- domandò Degel.
Mettendosi gli occhiali vide Albafica baciare Agasha e ne rimase felicemente sorpreso, un po’ scioccato, me era felice perché finalmente aveva qualche ora di serenità.
-Prima ci fate la ramanzina e poi vi sedete a mangiare con noi. Siete davvero strani- disse Cardia.
 
Albafica mise i piedi nel ruscello, era una sensazione fantastica. Continuava a tenere Agasha in braccio, non voleva staccarsi da lei.
-Vi stancherete se mi tenete sempre in braccio, anche da seduto.
-Sono forte, non sono un tipo che si stanca facilmente. Una volta il grande sacerdote mi ha fatto scendere e salire le scale del tempio cento volte.
-Perché?
-Colpa di Manigoldo, aveva fatto una marachella in missione.
-Lui non è stato punito?
-Sì, è stato costretto a lavare i panni dei cavalieri d’oro per tre mesi. È quasi svenuto sentendo prendendo in mano i calzini del cavaliere d’oro del Toro.
Agasha scoppiò a ridere, aveva immaginato la scena.
-Avete ragione, meglio le scale di corsa. Voi mi fate ridere.
-Per oggi dammi del tu o mi sentirò vecchio.
-Va bene Albafica.
-Così va meglio.
Il cavaliere prese una margherita dal prato e la mise fra i capelli della ragazza.
-Oggi mi stai viziando, mi riempi di bellissimi fiori.
-So che è poco.
-No, questi doni che mi hai dato, sono bellissimi. Li conserverò per sempre. La tua rosa non appassirò mai.
-Le mie rose durano moltissimo.
-Sono bellissime come te- disse la ragazza.
Albafica baciò di nuovo Agasha, era più forte di lui, non riusciva a lasciare quelle stupende labbra.
-Piangerò quando dovrò staccarmi da te, ne sono certa. Il ricordo di queste ore resterà sempre nel mio cuore. Ahi.
-Che succede?
-Mi fa male la gamba. Brucia.
-Deve essere l’unguento preparato con le erbe mediche. Se brucia fa effetto. Riesci a sopportare il dolore?
-Sì, non preoccuparti.
Albafica e Agasha restarono in quel modo per ore. Poi scese la sera, ancora poche ore e avrebbero dovuto separarsi per sempre. Niente più baci o abbracci, solo sguardi dolci e saluti silenziosi e tristi.

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Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


Agasha e Albafica erano ancora seduti sul prato nel parco fuori il villaggio. Era scesa la sera e loro non accennavano a muoversi. Poi la ragazza sentì un brivido di freddo e il cavaliere se ne accorse.
-Inizia a fare freddo e sono già le otto. Presto dovrò lasciarti.
-No, restiamo ancora. Non mi importa se prendo un raffreddore o la febbre, voglio stare con te ancora un pochino.
Albafica sorrise per quelle parole, Agasha era così dolce, desiderava passare più tempo possibile con lui e era quello che voleva anche lui.
-Voglio passare la serata con te ma non ti farò prendere freddo.
Albafica prese Agasha in braccio e la portò al Grande tempio.
I cavalieri li seguirono senza farsi vedere. Volevano vedere cosa aveva in mente Albafica.
Arrivato davanti la scalinata del tempio, Albafica si diede dello stupido. Dove la voleva portare, non poteva di certo farla entrare nella sua casa, era piena di rose velenose. Neanche lui poteva entrarci fino alla mezzanotte.
-Non dovevo portarti qui, non puoi entrare nella mia casa e io l’avevo dimenticato. La normalità mi fa un effetto strano. Stare con te mi fa un effetto strano. Credo che quando non potrò più toccarti, mi sentirò molto triste. Penserò a te continuamente e quando ti vedrò al villaggio, mi verrà voglia di stringerti.
-Permettimi di venire al tempio a trovarti, resterò lontana dalla tua casa. Voglio solo vederti.
-Non puoi, dovresti salire le scale del tempio e attraversare le case. Rischi di incontrare cavalieri d’oro molto burberi, sono miei amici ma a volte sono invadenti. Alcuni di loro sono anche molto severi.
-Mi dispiace se ti ho fatto una richiesta tanto egoista, non succederà più.
-Agasha non è da egoisti chiedere di potermi vedere, ma io non voglio farti correre rischi. Se mi avvicino e tu svieni, vorrà dire che ho rischiato di avvelenarti. Se respiri un po’ del mio veleno potresti anche delirare per giorni e poi …
Agasha mise una mano sulla bocca di Albafica in modo che non finisse la frase.
-Non mi avvicinerò alla vostra casa e mi limiterò a guardarvi da lontano.
Albafica strinse la mano che lei gli aveva messo sulla bocca e ne baciò il dorso.
-Sei davvero carina, non vuoi che io dica cose tristi. Sei troppo per me. Ricordati di darmi del tu, hai ripreso a  parlarmi in modo formale.
-Strano, avendoci visti insieme le persone avranno detto il contrario. Sicuramente penseranno che un cavaliere come te deve passare del tempo con persone del suo rango.
-Io sto bene con te. Ora il problema è che non so dove portarti per tenerti al caldo. Io vivo sempre nella mia casa, non conosco altri posti dove andare.
 
Intanto gli altri cavalieri seguivano la coppia di nascosto.
-Scusate non dovremmo aiutare Albafica a trovare un posto dove riposare, lui non può tornare alla dodicesima casa.
-Regulus non possiamo uscire fuori dal nascondiglio e dire a Albafica dove andare, scoprirebbe che lo abbiamo spiato tutto il tempo.
-Manigoldo non possiamo lasciarlo al freddo con quella ragazza, hanno bisogno di un posto caldo e confortevole per dirsi addio- disse Regulus con la faccia più dolce che sapeva fare.
-Sisifo ha ragione, quando vuoi ottenere qualcosa sei tremendo- disse Cardia.
 
All’improvviso dietro Agasha e Albafica comparve il cavaliere del Toro che li strinse fra le sue braccia.
-Guarda che carini, che coppietta dolce.
-Ci stai stritolando.
-Oh scusate.
Il cavaliere mise a terra i due ragazzi e sorrise.
-Ho saputo che oggi hai passato una giornata da ragazzo normale, ti sei divertito?
-Sì, grazie. Come mai sei qui?
-Ho saputo che cerchi un luogo caldo. Non puoi usare una casa degli altri cavalieri, ma puoi portare la tua amica alla casetta che i cavalieri di bronzo usano quando restano ad allenarsi fino a tardi e sono troppo stanchi. Vi ci porto.
I due ragazzi seguirono il cavaliere.
-Il tuo amico è molto gentile.
-Lui è fatto così. Pensa che passa ore e ore a giocare con i bambini del villaggio. Ha anche finanziato la costruzione di un bellissimo teatro per i bambini. Ogni giorno lì si esibiscono i migliori artisti della nazione, tutti spettacoli per i più giovani.
-Ne avevo sentito parlare.
-Eccoci qua. Dentro ci dovrebbe essere una scorta di cibo e di acqua, se i cavalieri di bronzo non hanno finito tutto.  La legna per il fuoco è in quel ripostiglio di fianco la casetta.
-Guarda che c’è qualcuno dentro, non possiamo stare qui.
-Ci penso io.
Il cavaliere del toro si avvicinò alla porta della casetta e bussò forte.
-Chi è che disturba di sera, abbiamo appena finito gli allenamenti. Siete voi, cosa cercate?
Il cavaliere del Toro entrò nella casetta rimise in ordine in cinque minuti, lucidò tutto in modo perfetto e accese il fuoco. Poi prese Tenma e Yato di peso e li portò fuori.
-Cosa combina? Siamo stanchissimi, Doko ci ha riempiti di esercizi oggi e poi è sparito nel nulla, dicendo che aveva delle cose urgenti da sbrigare.
-Dovete fare un allenamento di resistenza di notte. Ora vi porto al luogo dell’allenamento.
-Siete un despota, non è giusto- urlò Yato.
 
Agasha e Albafica rimasero sconcertati per la scena.
-Per colpa nostra, porterà quei ragazzi ad allenarsi?
-No, aveva già deciso di portarli a fare un allenamento extra, deve averlo chiesto anche a Doko. Non è da lui fare cose impulsive, era tutto programmato.
Albafica e Agasha entrarono nella casetta e trovarono il fuoco acceso e delle cose da mangiare sul tavolo. Era tutto pulito e il letto era sistemato con del coperte pulite.
Cardia e Manigoldo si affacciarono alla finestra e videro Albafica che accendeva delle candele sul tavolo.
-Non lo trovi romantico? Deve aver preso l’idea delle candele dalla nostra ultima missione.
-Manigoldo avete mangiato a lume di candela durante la missione?
-Certo che no Cardia, cosa vai a pensare. Siamo entrati in una villa di ricconi e c’erano delle coppie che cenavano a lume di candela, deve aver pensato che piace a tutte le ragazze.
-Voi fate cose strane durante le missioni, ecco perché il grande sacerdote ti punisce sempre.
-Il vecchio esagera sempre.
 
Albafica aveva affettato del formaggio e dei pomodorini e li aveva dati a Agasha.
-Non è molto ma con il pane dovrebbe andare bene.
-Va bene così. Questo formaggio è ottimo.
-Shion e Degel hanno gusti abbastanza raffinati e quando vanno al mercato comprano le cose migliori.
-Non sapevo che i cavalieri facessero la spesa?
-No, solo Shion, Degel e il cavaliere del Toro. Mai mandare Cardia e Manigoldo al mercato, comprerebbero solo dolci.
Agasha rise, non riusciva a non pensare all’idea di quei due con le buste in mano. Albafica si sedette davanti il caminetto dopo aver steso una coperta per terra e poi invitò Agasha a sedersi accanto a lui. La ragazza lo seguì volentieri e poggiò la testa sulla spalla del cavaliere.
-Ora non prenderai freddo.
-Se stare con te voleva dire stare al gelo, sarei restata fuori. Non mi importa dove sei, ti resterò accanto fino all’ultimo secondo.
-Devi andare via prima della mezzanotte.
-Lo so.
-Mi aspetterai fuori e io ti riporterò a casa stando a qualche metro da te.
-Grazie.
Agasha era triste, presto avrebbe dovuto separarsi dal suo amore, non vi voleva pensare ma era più forte di lei.
 
Fuori
-Ragazzi state esagerando con la storia delle spie, è ora di tornare alle vostre case- disse il cavaliere del toro.
-Così non ci fai vedere il finale- disse Cardia.
-Meglio non vedere il finale. Sarebbe straziante vedere una ragazza allontanarsi dalla persona che ama. Ricordate il viso sorridente di Albafica, non il momento in cui dovrà dire addio alla ragazza che ama.
Il cavaliere del Toro si caricò tutti gli spioni sulle spalle, inclusi Doko e Degel, e li riportò alle loro case.
 
Dentro la casetta
Albafica stava baciando Agasha sulle labbra e era felice. Stare con lei lo faceva sentire vivo, voleva tenerla al suo fianco ma era troppo rischioso.  L’avrebbe osservata da lontano e protetta da ogni pericolo.
-Albafica penserai a questo giorno?
-Sempre, è stato il giorno più bello della mi vita. Passarlo con te è stato meraviglioso. Se non ti avessi trovata, avrei passato la giornata a passeggiare per il villaggio senza nulla da fare.
-Mi hai trovata per fortuna.
Albafica sollevò Agasha e la fece sedere sulle sue gambe con la faccia rivolta verso di lui.
-Agasha metti le braccia intorno al mio collo.
-Ve bene.
-Non ti muovere da questa posizione, ti tengo stretta.
Albafica chiuse gli occhi a Agasha e preparò uno spettacolo per lei. Quando la ragazza riaprì gli occhi vide che la stanza era piena di stelle.
-Posso mostrarti ogni costellazione e ogni pianeta. È come se fossimo nel cielo stellato.
-Qui è meraviglioso.
Agasha baciò Albafica sulle labbra per ringraziarlo, ma non fu il solito bacio. La ragazza dovette stringersi forte alle spalle del ragazzo per non scivolare, il bacio era più passionale dei precedenti e le annebbiava ogni senso.
-Piaciuta la sorpresa?
-Tanto. Poter guardare le stelle con te è bellissimo, pensavo che non avrei mai potuto fare queste cose con te. Invece, tu hai realizzato il mio sogno.
Albafica rimase sorpreso, lei sognava di passare le ore con lui. Nessuno poteva desiderare una cosa del genere, sapendo che aveva il sangue velenoso. Eppure lei voleva restargli accanto, gli aveva anche detto che era disposta a rischiare la vita se lui gli avesse permesso di andare a trovarlo. A maggior ragione l’avrebbe tenuta lontana. Era la persona alla quale teneva di più e non avrebbe permesso al suo veleno di ucciderla. Nessuno l’avrebbe ferita, nessuno l’avrebbe toccata, nessuno l’avrebbe fatta piangere. Proteggerla era diventato per lui fondamentale, per questo era pronto a sacrificarsi contro qualunque specter gli sarebbe apparso davanti.
-Se io non fossi un cavaliere ti avrei sposata.
-Me?
-Sì, perché quella faccia sorpresa?
-Perché sembri un aristocratico e sei molto bello, non pensi alle voci che si sarebbero sparse per il villaggio sposando me.
-Non mi sarebbe importato niente. Non sono un tipo che ascolta le voci, visto quante me ne dicono visto che sono alquanto letale.
-Sei la persona più gentile che io abbia mai incontrato, non ti ho mai ritenuto letale. Mi hai riparata dalla pioggia con il tuo mantello e mi hai regalato due rose rosse, come potrei non pensare che sei dolcissimo.
-Agasha se fossimo sposati potremmo vivere felici e fare le cose che fanno gli innamorati.
-Lo so, ma sono felice anche in questo modo, so che non si possono fare certe cose. Bisogna seguire le regole.
Albafica strinse i denti, non poteva farla sua perché non era giusto. Lei aveva tutta una vita davanti e in futuro sarebbe stata felice sposando un ragazzo che l’amava. La cosa non gli piaceva perché lei sarebbe stata fra le braccia di un altro, ma voleva vederla felice. Non poteva certo restare sola per sempre, non voleva che passasse quello che aveva vissuto lui. Stare soli non era per niente bello.
Alle nove qualcuno bussò alla porta della casetta.
Albafica coprì Agasha con il suo mantello per farla stare al caldo e si alzò per andare ad aprire. La ragazza sentiva il profumo e il calore del cavaliere attraverso quel mantello. Stava provando delle sensazioni indiscrevibili.
-Sisifo cosa ci fai qui?
-Il grande sacerdote vuole parlarti subito.
-Arrivo subito, il tempo di salutare Agasha.
Per Albafica era tempo di dire addio alla sua amata. Quando Agasha lo vide andare verso di lei, capì che era arrivato il momento di separarsi, eppure mancavano ancora tre ore. Sapeva di non poterlo avere tutto per sé per l’intera giornata, non era cortese.
-No, aspetta Albafica. Il grande sacerdote ha detto che deve venire anche lei.
-Vieni Agasha, dobbiamo salire al Grande tempio.
-Va bene.
Si avviarono verso il grande tempio passando di casa in casa. Quando arrivarono alla casa dei gemelli, Agasha fu pervasa da brividi freddi. Quella casa le faceva paura.
-Cosa succede Agasha?
-Questa casa mi fa paura. C’è una strana atmosfera qui dentro.
Agasha si portò le mani sulla bocca, aveva parlato a sproposito, lì ci viveva un amico di Albafica.
-Non devi preoccuparti, a volte i più giovani hanno dei sensi sviluppati e vedono ciò che neanche i cavalieri d’oro vedono- disse Sisifo.
Lei guardò Albafica che gli sorrise, confermando quello che diceva Sisifo. L’avvicinò a sé e continuarono la salita al tempio. Albafica non si staccava mai da lei, non voleva che sentisse ancora quelle sensazioni negative.
Arrivati alla casa della vergine, il cavaliere d’oro bloccò il loro cammino.
-Sisifo portare una civile al grande tempio di sera può essere pericoloso.
-Questo è un ordine del grande sacerdote e ci ha detto di passare per le case. Perché ci blocchi?
-Volevo scoprire se il cuore di questa fanciulla è sincero con Albafica, non vorrei che facesse soffrire il nostro amico.
Albafica stava per tirare un pugno al cavaliere della vergine, ma Agasha lo trattenne per il braccio. La guardò e si calmò subito.
Andarono oltre e salirono fino alla casa del capricorno. Lì el Cid si allenava.
-Altre seccature Sisifo?
-No, il grande sacerdote vuole solo vedere Albafica e questa ragazza.
-Capisco. Il tuo tempo sta per scadere amico, spero tu abbia capito quali sono i tuoi veri doveri.
-Non preoccuparti Cid, so cosa devo fare, non tradirò il tempio o tutti voi.
-Sei sempre affidabile Albafica, forse è per questo che non mi sei antipatico.
Arrivati all’ultima casa Albafica prese Agasha in braccio e le coprì il viso con un fazzoletto.
-L’aria qui intorno è irrespirabile, passeremo da quel sentiero di fianco alla casa per arrivare al tempio. È accidentato quindi attento a non farla cadere.
-Non permetterei mai una cosa del genere.
Arrivati al tempio, Albafica tolse il fazzoletto dal viso della ragazza e la portò al cospetto del grande sacerdote.
-Siamo qui.
-Bene Albafica. Buonasera Agasha.
-Buonasera grande sacerdote.
-Albafica se vuoi restare ancora con lei puoi farlo ma ricorda di non oltrepassare certi limiti.
-So cosa non posso fare. Ma voi non mi avete convocato per ricordarmi queste cose.
-Sempre molto arguto mio caro cavaliere dei Pesci. Se vuoi puoi celebrare la cerimonia con lei?
-Quale cerimonia?
-Albafica sei fortissimo, sveglio ma a volte sei anche ingenuo. Volevo dire che puoi sposare Agasha e stringere un legame più forte con lei.
-Mai. Sarebbe costretta a una vita piena di sofferenze.
-Ragazzo mio se ti ama veramente, sarà pronta a sacrificarsi per te e a soffrire quanto hai fatto tu. Non credi?
-Non permetterò mai che sia vincolata a me.
-Sai bene che il vincolo si spezzerà presto.
Albafica sapeva che il grande sacerdote aveva ragione, presto sarebbe morto e Agasha sarebbe stata libera da ogni promessa matrimoniale, ma non poteva farlo. Lei non poteva legarsi a lui, un uomo più velenoso di un serpente, letale quanto un colpo di spada al cuore.
-Tu cosa ne pensi Agasha?
-Io vorrei sposare Lord Albafica, ma non lo farò perché lui non vuole.
-In realtà lui vuole ma ha paura di farti soffrire.
-Non le dica tutto, non voglio che pianga ancora.
Albafica prese in disparte Agasha e parlarono per cinque minuti. Poi il cavaliere dei pesci si avvicinò al grande sacerdote e accettò la sua proposta.
Due ancelle trascinarono via Agasha e la vestirono con un abito bianco e lungo. Mentre Albafica dovette indossare la sua armatura.
-Ho saputo che ti sposi e ti ho portato un regalo.
-Manigoldo come hai saputo di questo fatto?
-Cardia ha spiato la conversazione fra Sisifo e il vecchio e mi ha raccontato tutto. Sisifo era preoccupato per la tua reazione.
I due andarono davanti al grande sacerdote che aveva un libro in mano.
-Manigoldo visto che sei qui farai da testimone a Albafica.
-Vecchio sapevi che ero qui e hai programmato questo ruolo per me. Per questa volta non faccio storie, sono felice per Albafica.
-Esci fuori anche tu Cardia.
-Mi avete scoperto subito. Non vi sembra che ci sia un problema, la ragazza non ha un testimone.
-La presenza di Atena basterà per lei.
Dietro di loro comparve Atena che indossava un abito scuro. Cardia le si avvicinò e notò il suo vestito diverso dal solito.
-Sembro tanto strana vestita così?
-No, è che di solito vestite di bianco.
-Oggi la protagonista è Agasha, non posso indossare il bianco. Sono felice per te Albafica.
-Grazie lady Atena.
Agasha uscì da dietro le tende e Albafica sorrise, era bellissima con quel vestito bianco e lungo. In mano aveva un bouquet di rose rosse molto semplice e bello come lei. Manigoldo e Cardia restarono a bocca aperta alla vista della ragazza. Albafica allungò le braccia e gli serrò le mascelle.
-Chiudete la bocca o ci entreranno le mosche dentro- disse il cavaliere dei Pesci.
Agasha si avvicinò al cavaliere e il grande sacerdote iniziò a parlare. Fu una cerimonia molto breve ma furono dei momenti magici per i due sposi. Tutti i cavalieri d’oro erano presenti e tutti erano felici per Albafica.
-Puoi baciare la sposa Albafica.
Il ragazzo baciò la sposa e partì un applauso che si sentì fino a valle. I cavalieri di bronzo furono svegliati dalle strilla che provenivano dal tempio, non credevano alle loro orecchie. I cavalieri d’oro non avevano mai fatto tanto baccano in vita loro.

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Capitolo 4
*** capitolo 4 ***


Albafica e Agasha erano al Grande Tempio e si erano appena scambiati le promesse di matrimonio. Albafica aveva pronunciato delle parole dolcissime, tanto che Atena si era commossa. Anche Agasha aveva detto delle frasi bellissime e i cavalieri erano contenti che una ragazza fosse riuscita a capire tanto a fondo il loro amico. Alla fine della cerimonia Albafica baciò Agasha per cinque interi minuti, non sembrava intenzionato a staccarsi da lei. Manigoldo dovette tirargli il mantello per farlo ridestare dal suo mondo perfetto.
-Complimenti amico mio, oggi ti sei fatto incastrare.
-Cardia tieni a freno la lingua, non puoi parlare con quel linguaggio a una cerimonia.
-Sei sempre troppo serio Degel.
-Grazie per essere venuti ragazzi, mi ha fatto piacere avervi accanto a me in questo giorno. Fra poche ore mi dovrò allontanare di nuovo da voi e tutto tornerà come prima. Ma state pur certi che non scorderò quello che avete fatto per me in queste splendide ore. Nonostante mi abbiate rincorso e spiato, sono stato benissimo.
Albafica sorrise verso Agasha e lei ricambiò appuntandogli una rosa rossa sul petto, la stessa che qualche giorno prima lui gli aveva donato. Era ancora bellissima e stava benissimo sopra la sua armatura.
-Albafica, Agasha sono contenta per voi, ma fra poco dovrete separarvi. La cosa mi rende triste, vorrei fare qualcosa per darvi più tempo, ma non è in mio potere.
-Vi ringrazio per il pensiero Lady Atena- disse Agasha inchinandosi al suo cospetto.
-Non serve tanta formalità, ora sei parte della famiglia del Grande Tempio, sei la benvenuta. Ti faccio un regalo, quando vorrai venire a trovare Albafica, potrai venire in questo luogo e io vi permetterò di vedervi. So cosa stai pensando Albafica, ma farò in modo che il tuo veleno non la raggiunga. Troverò un modo per farvi stare almeno nella stessa stanza.
-Grazie Lady Atena.
-Vi meritate un po’ di felicità.
Atena si ritirò nelle sue stanze e lo stesso fece il grande sacerdote. Intanto Shion e il cavaliere del toro si congratulavano con Albafica, mentre Regulus chiacchierava con Agasha.
-Sei fortunato ad aver trovato una sposa tanto graziosa.
-Lo so, lei ha saputo capire quello che provo e mi ha scelto nonostante per me venga prima il mio dovere da cavaliere. Cavaliere del Toro posso chiederti come si fa a sopportare la perdita di qualcuno che ami? Io non ho mai avuto nessuno e non so come farò ad allontanarmi da lei? So che potrò vederla, ma lei soffrirà lontana da me.
-Albafica è una ragazza forte, saprà come reagire. Ciò che devi ricordare è che sarai sempre nel suo cuore. Guardala come è felice e imprimi quel viso gioioso nella tua mente. Devi ricordarla in questo modo. Devi pensare alle ore felici passate insieme, agli scherzi di Manigoldo e Cardia, all’ingenuità di Regulus, alle lacrime e ai sorrisi di Agasha. Però non ti scordare di pensare alle mie tattiche, alle preoccupazioni di Sisifo, alle ramanzine di Shion e ai trucchi di Doko.
-Grazie cavaliere del Toro.
-Di niente, vedi queste parole come un piccolo dono di nozze.
-Un dono perfetto visto che durerà per l’eternità. Sapete perché il cavaliere dei Gemelli non è qui?
-Lui non si fa vedere spesso, non so dove sia?
-Sono dietro di te Shion.
Quando il cavaliere vide Agasha si sorprese, non si aspettava di vedere una civile lì di sera. Non gli piaceva avere estranei in giro per il tempio, soprattutto se c’era un conflitto in corso.
Albafica notò subito come il cavaliere fissava Agasha e si mise davanti al cavaliere per bloccargli la visuale verso la ragazza.
-Lei è con me, non devi temere che sia una spia.
-Nessuno ti ha chiesto niente cavaliere d’oro dei Pesci, non mi importa quello che fai nelle tue ore libere. Però non tollero che la ragazzina distragga gli altri cavalieri dai loro doveri.
-Smettila di parlare in quel modo e ad alta voce o ti sentirà- disse Cardia.
-Vuoi impedirmi di parlare tu?
-Io e lui insieme ti tapperemo la bocca se non smetti di parlare a vanvera in un giorno tanto bello- disse Manigoldo.
-Essere il preferito del grande sacerdote non ti salverà sempre. Bada bene a come parli.
Albafica ignorò il cavaliere dei gemelli e raggiunse Agasha, a lui potevano benissimo pensare Manigoldo, Cardia, Degel e Shion. Ma se si azzardava a rivolgere di nuovo certi sguardi a Agasha, gli avrebbe tirato volentieri un pugno.
-Tutto bene?
-A lui non sono mai piaciuti gli estranei. Si comportava così anche quando arrivò Regulus al grande tempio. Non ti preoccupare, non ci darà problemi, andiamo prima che io non possa più abbracciarti.
-Dove andiamo?
-Torniamo alla capanna sotto le scalinate del tempio.
-Non vorrai scherzare, vuoi far dormire tua moglie lì?
-Manigoldo sai bene che non posso portarla alla dodicesima casa.
-Io non dicevo di portarla a casa tua, ti ho preparato una sorpresa con Cardia.
-Non la farò mai entrare in casa tua, dove all’improvviso compaiono dei teschi.
-Senti chi parla, mister rose rosse. Il mio arredamento è un tantino eccentrico ma almeno non ci sono fiori in giro.
-Agasha adora i fiori.
-Mi arrendo Albafica, con te è inutile parlare. Comunque non ti volevo cedere la mia casa. Io e Cardia abbiamo preparato una stanza isolata tutta per voi. Scherzo, lo abbiamo fatto fare agli allievi del Toro, si dice che abbiano più senso estetico di noi. Shion mi ha impedito di metterci dei teschi.
Albafica aveva tappato le orecchie di Agasha, non voleva farle sentire quei discorsi. I teschi e il sangue non dovevano entrare nella sua vita.
Il cavaliere del Toro scortò Agasha e Albafica a una stanza isolata del Grande tempio e li lasciò soli. Aveva anche messo una barriera protettiva in modo che nessuno li disturbasse. Infatti, Manigoldo e Cardia andarono a sbattere contro il muro invisibile.
-Chi ha avuto la brillante idea di piazzare qui questo coso?
-Manigoldo, Cardia tornate alle vostre case, è un ordine.
-Sì, signor Sisifo.
 
Agasha si era seduta sul grande letto nella stanza  e ci aveva trovato un cuore disegnato con dei petali di rosa.
-Hanno pensato ai fiori, alle candele e anche al riscaldamento.
-Peccato che non potrò restare qui per tutta la notte. La barriera di Shion a mezzanotte svanirà e io dovrò tornare alla dodicesima casa. Ho chiesto a un’ancella di lasciarti dormire fino a tardi per farti riposare. Poi potrai tornare a casa-
-Potrò vederti ancora?
-Ci incontreremo di nuovo, tranquilla. Io ti osserverò sempre e veglierò su di te. Nessuno specter farà del male a te o agli abitanti del villaggio.
Albafica non disse alla sposa che presto l’avrebbe lasciata per compiere il suo dovere. Come cavaliere d’oro dei Pesci suo dovere era sorvegliare l’ingresso che porta al tempio, cioè il prato di rose velenose. Presto sarebbe arrivato un esercito di specter comandato da un capitano molto forte e sarebbe toccato a lui affrontare il nemico. Se morire significava proteggere Agasha, si sarebbe sacrificato volentieri.
-Non voglio pensare alla guerra, per favore.
-Hai ragione Agasha. Essendo un cavaliere d’oro non faccio che parlare dei miei doveri, sono abituato così. Parla di quello che vuoi, ti ascolto.
Albafica si sedette di fianco alla ragazza e iniziarono a parlare del loro incontro. Agasha raccontò al cavaliere che all’inizio le era sembrato un tantino freddo, ma aveva capito che nascondeva qualcosa e che era triste.
-Non ti sei lasciata ingannare dal mio aspetto esteriore, è la prima volta che accade.
Albafica baciò Agasha sulla bocca e la strinse forte a sé, non voleva lasciarla neanche un secondo. Restavano poche ore e le avrebbe detto addio. Non l’avrebbe più toccata e non avrebbe più sentito il suo calore e il sapore delle sue labbra. Niente più abbracci o baci sulla guancia. Mai si sarebbe avvicinato troppo al suo corpo con il rischio di vederla cadere a terra a causa del suo veleno. Lei doveva vivere e essere felice e per questo avrebbe sconfitto ogni specter che gli sarebbe apparso davanti.
Albafica continuò a baciarla sulla bocca e poi scese verso il collo. La ragazza ebbe un tremore sentendo le labbra del ragazzo sulla sua pelle, era una strana sensazione ma le piaceva.
Mentre i due ragazzi si baciavano, un ago penetrò dalla finestra e colpì il braccio della ragazza. Albafica non si era accorto di niente perché inebriato dalla bellezza della moglie. Fu lei a ridestarlo.
-Albafica ho sonno all’improvviso, ma non voglio dormire. Non so cosa mi succeda.
-Agasha, Agasha.
-Non voglio dormire- disse la ragazza con le lacrime agli occhi.
Albafica controllò il corpo della moglie e trovò l’ago sul braccio. Lo prese con un fazzoletto e lo poggiò su un comodino. La ragazza non riusciva a restare sveglia, non poteva non avendo la forza di un cavaliere.
-Per favore, non odiarmi Albafica. Avrei voluto restare sveglia e passare le ultime ore con te ma ho tanto sonno.
-Agasha non è colpa tua, non piangere.
Odiava vederla tanto triste e sofferente, desiderava restare con lui per quella sera e le avevano strappato quel sogno. La ragazza si addormentò in pochi minuti fra le braccia del cavaliere che le diede un bacio sulle labbra e poi corse fuori. Rincorse chi aveva lanciato il sonnifero e lo prese subito.
-Sei troppo lento cavaliere di bronzo. Ti ho dato un vantaggio di dieci minuti e non hai saputo dileguarti.
-Mi perdoni cavaliere d’oro dei Pesci, ho solo eseguito gli ordini.
-Chi ti ha ordinato di lanciare l’ago? Ti conviene rispondere.
-Non posso.
Albafica portò il cavaliere alla prigione e gli ordinò di parlare.
-Fra poche ore sarò di nuovo in grado di maneggiare le mie rose, non vorrei essere costretto a farti confessare con quelle.
Albafica non faceva mai quelle cose ai suoi alleati, ma era veramente arrabbiato. Nessuno osava toccare Agasha e la passava liscia.
-Perché tu che sei dalla parte di Atena, lanci un ago a una ragazza indifesa?
-Mi ha ordinato di farlo un cavaliere d’oro.
-Chi?
Dopo cinque minuti Albafica andò nella sala del grande sacerdote per cercare la sua preda. Lì c’erano ancora il cavaliere d’oro del Toro, Shion, Manigoldo, Sisifo, Cardia, Degel e Regulus. Stavano tutti chiacchierando di alcune missioni mentre Sisifo discuteva con el Cid e il cavaliere dei Gemelli.
Tutti videro Albafica entrare nel salone con ancora l’armatura d’oro addosso, era molto arrabbiato. Quel genere di espressione ce l’aveva solo quando osavano offenderlo come cavaliere. Aveva anche attivato il suo cosmo.
-Cosa succede Albafica?
-Allontanati Sisifo, è una questione fra me e lui.
-Non hai la minima possibilità di battermi senza le tue rose velenose.
-Cosa hai combinato?
-Non sono affari tuoi Sisifo- disse il cavaliere dei Gemelli ridendo.
-Ti avevo avvertito che lei non si tocca.
-Ti sei innamorato della persona sbagliata e nel momento sbagliato. Lei non vale il tuo tempo, ora dormirà fino alle due o le tre del mattino e tu dovrai starle lontano. Peccato, niente festeggiamenti del matrimonio. Torna a essere il cavaliere di un tempo Albafica dei Pesci, non ti serve una ragazza che ti rammollisca.
-Lei è l’unica che mi abbia mai capito veramente, cosa ne può sapere di queste cose uno che non ha mai amato in vita sua.
 
Intanto nella stanza dove dormiva Agasha era entrata una persona amica.
-Povera ragazza, ti avevo detto che avresti passato del tempo con lui fino a mezzanotte ma non ti ho protetta bene. Svegliati, non è ancora ora di dormire. Questa mia luce purificatrice annienterà ogni sonnifero nel tuo corpo.
Agasha si svegliò in fretta e vide solo una luce davanti a sé, poi tutto tornò normale.
-Dove sono? Ah già, ero qui con Albafica.
Agasha capì che non era ancora mezzanotte e corse a cercare il suo cavaliere. Tornò nella sala e vide Albafica che teneva sospeso in aria un cavaliere d’oro che rideva. Quella risata le faceva venire i brividi.
Agasha corse verso Albafica e gli toccò la mano con la sua. Quando il ragazzo la vide si sorprese come anche il cavaliere dei gemelli. Non poteva già essere sveglia.
-Agasha.
-Sono qui con te, mi dispiace se ti ho fatto preoccupare.
Albafica mise a terra il suo avversario e strinse Agasha. Era bello poterla abbracciare ancora per qualche minuto.
Senza dire niente il cavaliere dei Pesci portò Agasha nella stanza dove erano prima e la sistemò dolcemente sul letto.
-Agasha temevo di non poterti più baciare.
-Sono ancora qui fino a mezzanotte. Qualcuno mi ha svegliata con una luce che emanava un calore immenso. Ho provato una sensazione indescrivibile.
Albafica aveva capito chi li aveva aiutati, l’indomani sarebbe andato al suo cospetto e le avrebbe detto grazie.
-Albafica possiamo stare insieme ancora un po’, cosa facciamo?
-Io ti bacio.
Il ragazzo stese Agasha sul letto e poi si poggiò al suo fianco. Iniziò a baciarla sulla bocca e poi scese fino al collo. La ragazza aveva una pelle morbida e profumava di rose. La sua Agasha era talmente belle che gli toglieva il fiato. La coccolò per tutto il tempo e lei ne fu felice, lo amava talmente tanto che non poteva fare a meno di quei contatti. Passarono due ore bellissime insieme, senza mai staccarsi l’uno dall’altra.
A mezzanotte Albafica lasciò la ragazza sola e tornò alla dodicesima casa. Lei piangeva, ma questa volta lui non poteva asciugarle quelle lacrime che le rigavano il viso.
-Ricordati che ti amerò per sempre.
-Anche io Albafica. Ti porterò un fiore ogni giorno pur di vederti e lo lascerò in fondo la scalinata. Ti ricorderai di prenderli?
-Non venire sempre o ti stancherai. Non ti preoccupare, mi ricorderò di prendere tutti i fiori che lascerai per me.
Albafica sparì e la ragazza pianse per molti minuti.
Tornato alla dodicesima casa il cavaliere sentì che il suo sangue era di nuovo velenoso e disse addio agli abbracci e ai baci con la ragazza.
 
Il mattino dopo Agasha si rimise il suo solito vestito e tornò al villaggio. Non prima di ricevere un messaggio e una rosa rossa da Atena.
-Questi te li ha lasciati Albafica.
-Grazie Lady Atena. Le sue rose sono preziose per me.
-Ti ha scritto anche una lettera e potrai salutarlo, ti attende qui fuori. Poi verrai scortata al villaggio da Manigoldo e Cardia.
-Grazie.
-Torna quando vuoi, sei la benvenuta. Mi dispiace per l’episodio verificatosi ieri notte.
-Non dovete scusarvi, anzi sono io a ringraziarvi. Mi avete svegliate, ve ne sarò grata per sempre.
-Come lo avete capito? Pensavo di aver camuffato bene la mia presenza.
-Albafica me lo ha sussurrato nell’orecchio ieri notte e mi ha riferito che vi è grato per ciò che avete fatto.
Agasha si inchinò davanti a Atena e poi corse fuori per salutare Albafica. Quando il cavaliere la vide uscire dal tempio le fece segno di non correre verso di lui e di fermarsi dove era. Poi gli sussurrò un ti amo e le sorrise. Lei fece lo stesso.
Dopo due minuti arrivarono Manigoldo e Cardia.
-Non ti preoccupare amico, la scorteremo sana e salva fino al villaggio.
-Grazie.
Agasha guardò un’ultima volta verso Albafica e poi scese le scalinate del tempio.
Tornata al villaggio la ragazza salutò i suoi nuovi amici e rientrò in casa a salutare il padre. Il genitore l’accolse a braccia aperte. La ragazza si mise subito a lavoro, quel giorno doveva comporre molti mazzi di fiori per la festa del villaggio.
 
Quaranta giorni dopo
Albafica osservava Agasha da lontano, stava salendo gli scalini del tempio con due mazzi di fiori in mano. Era bellissima. Poi notò che la ragazza si era fermata per riposare, aveva il fiatone. Non aveva mai notato che fare le scale fosse così faticoso per lei. Doveva informarsi sulla sua salute, temeva che la ragazza si fosse ammalata.
-Manigoldo devo chiederti un favore?
Il cavaliere del cancro saltò in aria quando vide Albafica alle porte della sua casa.
-Mi hai interrotto mentre mangiavo gli spaghetti che Cardia mi ha portato dal villaggio. Cosa volevi? Non è da te chiedere favori.
-Sai come sta Agasha. L’ho vista salire a portare dei fiori al grande sacerdote e era affaticata.
-Il vecchio ancora decora la sala con i fiori, pessimo gusto. Io so che la ragazza sta bene. Cardia l’ha vista questa mattina e mi ha detto che sta benissimo. La ragazza ha ricamato questo fazzoletto per te.
-Non è che il fazzoletto era in un pacchetto e voi lo avete aperto?
-No, per sbaglio Cardia è scivolato e la carta da regalo che conteneva il pacco si è strappata.
-Ringrazia che io non possa toccarti o ora saresti a terra.
Albafica tornò alla dodicesima casa, felice di aver ricevuto buone notizie su Agasha.
 
Dopo tre anni
Gli specter erano spariti da qualche anno grazie ai cavalieri d’oro. Shion era diventato grande sacerdote, Doko era sopravvissuto e ora regnava la pace.
-Mammina possiamo a portare questi fiori ai signori sepolti vicino al tempio.
-Certo piccolo mio.
Agasha e suo figlio si recavano spesso al cimitero del Grande Tempio dove solevano fermarsi più minuti vicino alla tomba del cavaliere d’oro dei Pesci.
-Mammina sai che al signore sepolto qui piacciono le rose che gli abbiamo portato.
-Lui adorava le rose rosse piccolo mio.  Come lo sapevi?
-Me lo ha appena detto lui. Porta una bella armatura tutta d’oro e ha gli occhi e i capelli chiari, proprio come i miei.
Agasha capì che suo figlio riusciva a vedere Albafica, era una cosa meravigliosa. Agasha salutò Albafica con la mano anche se non poteva vederlo.
-Mamma non è da quella parte, è qui davanti a me.
-Grazie per avermelo detto, piccolo mio.
-Vedo che il piccolo Azul cresce bene.
-Siete voi grande sacerdote- disse Agasha inchinandosi.
-Non serve tanta formalità.
-Ciao vecchio.
-Azul non rivolgerti in questo modo a Lord Shion.
-Il signore alla mia destra mi ha detto che il grande sacerdote si chiama vecchio.
-Shion sorrise come non faceva da tempo. Sapeva bene che il piccolo aveva capacità straordinarie. Di certo quella frase l’aveva sentita da qualche suo vecchio amico.
Agasha e il bambino salutarono il grande sacerdote e le tombe dei cavalieri e si incamminarono verso il villaggio. Prima di scendere l’ultimo scalino Agasha sentì una carezza sulla guancia, come se lui l’avesse raggiunta.
-Grazie di tutto mia amata Agasha, veglierò per sempre su nostro figlio e su di te.
fine

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