Disgelo

di Seiraluna
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** capitolo 24 ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


Villaggio vicino il Grande Tempio
Degel camminava per le strade del villaggio a fare compre. Sisifo gli aveva ordinato di prendersi un giorno di riposo, l’unica mansione che aveva era comprare qualcosa per la cena. Degel aveva comprato tutti gli ingredienti per la zuppa e ora non restava che tornare indietro. Facendo la strada di prima, il cavaliere d’oro notò una piccola libreria in un vicoletto. Se non fosse stato per la strana insegna, non avrebbe notato quel negozio. Incuriosito da un libro in vetrina decise di entrare. Dentro il negozio scoprì un mondo fantastico. Era pieno di libri antichi su leggende e non solo. Poi c’erano anche libri più moderni di vari autori.
-Buongiorno signore, posso esserle utile?
Quando Degel vide la commessa restò folgorato, era una ragazza bellissima, semplice e un po’ timida sentita la voce tremante.
-Sono entrato a dare un’occhiata.
-Fate pure.
-Dirigete il negozio da sola?
-Sì, i miei genitori non vivono qui, sono di un altro villaggio. Mi sono trasferita qui perché volevo aprire una libreria e qui ho trovato la mia occasione. Ho comprato questo locale e lo ho risistemato per farlo diventare una libreria accogliente.
-Ci siete riuscita benissimo.
-Grazie signore.
-Puoi chiamarmi Degel.
-Oh no, ancora loro.
Degel si girò verso la porta e vide entrare tre loschi individui, sembravano dei briganti.
-Dacci quello che ci devi signorina o bruceremo i tuoi libri.
-Io non devo pagarvi niente, siete dei ladri.
-Vuoi che ci prendiamo i soldi da soli come la scorsa settimana, lo facciamo subito. Apri la cassa.
-No, oggi ho guadagnato poco e quei soldi devo spedirli ai miei genitori. Andate via.
-Se non paghi la nostra tassa non possiamo andare via. O preferisci pagare ballando per noi?
-Io non ballo molto bene.
-Basterà che tu muova un po’ i fianchi.
Uno degli uomini aprì la cassa per prendere i soldi e ci trovò solo cinque monete.
-Non ci facciamo niente con queste capo.
-Prendetela, legatela e frustatela, così impara a nascondere i soldi.
-Io non ho nascosto niente, non ho guadagnato molto oggi.
Degel bloccò il passaggio al brigante che voleva afferrare la ragazza mettendosi davanti a lei.
-Non intromettetevi signore, non voglio che vi facciate male a causa mia.
-Non mi faranno niente, non possono neanche pensare di potermi sfiorare.
-Uomini prendete anche lui e dategli doppie frustate.
Neanche il tempo di fare un passo che i tre briganti erano congelati.
-Non vi daranno più fastidio.
-Grazie signor Degel. Come posso sdebitarmi?
-Mi diresti il tuo nome?
-Che sciocca, non mi sono presentata. Io sono Margaret.
-Hai un bellissimo nome, ti si addice.
La ragazza sorrise e poi vide andare via il suo salvatore che si trascinava dietro i briganti. Doveva consegnarli alle guardie delle prigioni. Doveva essere di certo un cavaliere del tempio per essere tanto forte. La ragazza ricordò che nel suo negozio c’erano dei libri sui cavalieri e andò a cercarli, era certo di aver già visto quel ragazzo. Infatti, in un libro trovò l’immagine del signor Degel, c’era scritto che era il cavaliere d’oro dell’acquario. Ora capiva perché era tanto forte e sicuro, un vero cavaliere.
 
Il giorno dopo Degel si ripresentò alla libreria per trovare qualche nuovo libro da leggere visto che il giorno prima era stato interrotto dai briganti.
-Buoniorno signor Degel.
-Buongiorno signorina Margaret, è un piacere vedervi. Sono venuto a comprare qualche libro.
-Prendetevi tutto il tempo che vi occorre, se volete potete anche sedervi a leggere qualcosa su uno di quei tavolini. Chi vuole leggere nella libreria ha diritto anche al caffè o al tè e ai biscotti. Sono fatti in casa.
-Un servizio eccellente.
Degel si perse fra gli scaffali per due ore. All’improvviso nel negozio entrò uno strano ragazzo che urlava.
-Non serve urlare Cardia, sono qui dietro.
-Sempre a leggere, non ti stanchi mai?
-No, ho una passione per i libri. Cosa vuoi Cardia?
-Dovevi essere al tempio due ore fa.
-No, ti sbagli, oggi non ho altro lavoro da sbrigare al tempio, ho finito tutto prima delle dieci di questa mattina.
-Cosa? Hai già preparato i rapporti, la strategia d’attacco e la merenda.
-Le prime due cose le ho concluse presto, per quanto riguarda la merenda, tu e Manigoldo avete le mani e potete prepararvela da soli.
-Sei crudele Degel, sai bene che se cucina Manigoldo mi ammazza.
-Signore scusi se mi intrometto, se volete vi offro qualche biscotto per fare merenda.
Cardia si girò verso la commessa e vide due occhi marroni e dei capelli ben legati in una treccia che cadeva su una spalla. La ragazza che aveva davanti era magra e di media altezza e era davvero carina.
-Sei davvero un dritto Degel, ecco perché avevi tanta fretta di venire qui.
Degel stese Cardia con un pugno e si avvicinò alla commessa.
-Le sconsiglio di far entrare tipi loschi come lui nel suo negozio, usa un linguaggio barbaro e non conosce quali siano le buone maniere.
-In poche parole, lui è un vostro amico.
-Si può dire così.
Margaret impacchettò dei biscotti al cioccolato per Cardia. Poi si avvicinò al cavaliere e gli mise due pacchetti fra le mani.
-Vi ho messo i biscotti in due confezioni diverse, potete portarli anche al vostro amico che non sa cucinare. Spero vi piacciono.
-Sei un angelo signorina Margaret, corro al tempio. Ci vediamo dopo Degel.
-Scusate le sue maniere.
-Siete divertenti insieme.
Degel penso che la ragazza avesse un sorriso stupendo, era incantato. Lei non era la classica bellezza bionda con gli occhi azzurri che era abituato a vedere. Margaret aveva gli occhi marroni, i capelli erano lunghi e marroni e sembravano più chiari ogni volta che erano illuminati dalla luce del sole. Era magra e di media altezza. Indossava un vestito azzurro molto semplice e un fiocco alla fine della treccia. Non riusciva a distogliere lo sguardo dalla sua figura, aveva un viso talmente dolce. Si vedeva che era timida, a volte la sua voce tremava quando parlava con i clienti.
-Prendo questi.
-Sono dieci monete.
-Un prezzo strano per quindici libri.
-Ci sono gli sconti in questo periodo, non avete visto i cartelli in tutti i negozi?
-Non ci faccio caso, ho molti impegni.
-Voi siete un cavaliere d’oro vero?
-Sì, lo hai capito guardandomi, straordinario.
-No, ho visto la vostra immagine in un libro. Non sono capace di capire se una persona è forte o meno, io non ho capacità straordinarie come le vostre. Sono una semplice ragazza che gestisce un negozio di libri. Al villaggio mi chiamano bibliotecaria o topo di biblioteca.
-Buffo Cardia e Manigoldo mi definiscono nello stesso modo quando indosso gli occhiali e mi vedono con un libro in mano. Anche tu ami i libri?
-Sì, fin da piccola. Alcune persone pensavano che io fossi strana perché passavo ore a leggere.
La ragazza era malinconica ricordando quegli episodi del suo passato e Degel lo notò subito.
-Io penso che leggere sia una cosa meravigliosa, non ti lasciare turbare dal giudizio degli altri.
-Grazie.
I due parlarono per ore nella libreria, scoprirono anche che gli piacevano gli stessi libri.
-Voi avete il potere di manipolare il ghiaccio?
-Sì, hai letto anche questo?
-No, avete congelato quei briganti e ho pensato che dovete saper usare bene il ghiaccio. Scusi se le faccio domande banali e scontate.
-Non ho mai pensato una cosa simile. Posso chiederti quando sei nata?
-Sono nata l’11 maggio, perché volete saperlo?
-Volevo capire come mai sei tanto timida e dolce. Volevo anche sapere quando dovrò venire qui a farti gli auguri, dopo tutto siamo diventati amici.
-Avete ragione.
 
All’ora di chiusura Degel tornò al tempio con la promessa di andarla a trovare di nuovo a inizio settimana.
Quando il cavaliere arrivò al tempio trovò Cardia e Manigoldo che lo attendevano vicino la sua casa.
-Perché mi fissate?
-Cardia mi ha detto della tua amica. Sei un vero rubacuori Degel.
-Lei è un’amica, non la mia fidanzata. Noi cavalieri non abbiamo tempo per quel genere di cose, dovreste saperlo.
-Degel sai bene che quando l’amore arriva, non puoi resistere. Alla libreria sembravi molto coinvolto dalla fanciulla.
-Sono andato lì per comprare quindici libri, nulla di più. Cambiando discorso, cosa ci fate qui?
-Dobbiamo partire tutti e tre per una missione, il vecchio dice che si tratta di restare fuori per circa due settimane. Quindi prendi la tua roba e partiamo.
-Arrivo subito.
I tre partirono in missione verso la Francia. Dovevano controllare la situazione in un castello nella valle della Loira. Lì il grande sacerdote aveva degli amici che lo avevano avvertito di un grave pericolo. Sicuramente Cardia, Manigoldo e Degel avrebbero risolto la situazione.

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


Degel, Cardia e Manigoldo erano arrivati alla valle della Loira e avevano subito trovato un luogo dove dormire. Non era difficile con Degel, visto che tutte le ragazze gli offrivano un alloggio appena lo guardavano in viso.
-Non mi pare giusto che tutte corteggino te.
-Manigoldo non siamo qui per un viaggio di piacere, non fare caso alle ragazze che ci circondano. Alloggeremo in quel palazzo laggiù, siamo ospiti di un amico del grande sacerdote.
-Il vecchio ha pensato a tutto.
-Da questa lettera è stato lui ad accorgersi degli strani movimenti nei dintorni del castello. Dice che sono sparite molte persone negli ultimi due mesi e lui crede che sia dovuto tutto all’arrivo di un nuovo nobile. Lo definisce il conte mistero. Ogni persona che entra nel suo castello esce diversa, alcuni nobili che vi sono entrati sono scomparsi nel nulla senza lasciare notizie alle loro famiglie.
-Degel c’era scritto tutto quello nella lettera? Io e Cardia non avevamo letto nulla del genere.
-No, il grande sacerdote è sceso fino all’undicesima casa per parlarmi mentre preparavo la mia roba. Mi ha riferito che voi non lo avete ascoltato molto mentre vi spiegava il suo piano e che dovevo tenervi sotto controllo durante la missione.
-Quel vecchio non si fida mai quando vado in missione.
-Dipenderà dal fatto che crei sempre guai in giro per l’Europa. Albafica mi ha raccontato del casino a Venezia e di quello a Londra.
-Solo piccoli incidenti, non potevo non fare casino con quei tipacci in giro. Siete troppo severi con me.
Cardia stava osservando il castello di quello che doveva essere il loro nemico. C’era una strana aura intorno a quel posto.
-Hai visto qualcosa Cardia?
-Per noi è una fortuna che il castello dove alloggeremo, è vicino a quello del presunto nemico. Potremo tenere sotto controllo la situazione. Guarda quel gruppo di nobildonne fuori dal castello, non ti sembrano come svuotate?
-Sembrano felici in apparenza, ma hanno un’aria strana. L’amico del grande sacerdote aveva ragione, lì dentro succede qualcosa di pericoloso- disse Degel serio come sempre.
Era d’accordo con Cardia, stare nel castello di fianco a quello del nemico era un vantaggio. Ma poteva diventare anche pericoloso per chi li ospitava. Dovevano stare attenti a non far notare la loro presenza, cosa non semplice con Manigoldo che fermava ogni ragazza che incontrava.
I tre andarono a presentarsi al nobile amico del grande sacerdote che gli mostrò subito le loro stanza. Poi si fecero raccontare tutto quello che era accaduto in quei due mesi.
-Voi avete mai incontrato il nobile che abita in quel castello?
-Certo Lord Degel, da etichetta sono obbligato a invitarlo a ogni festa che faccio nel mio castello. Il proprietario di quel castello si chiama Rafael e è molto bello e ricco. Da quando è arrivato nella valle della Loira ha corteggiato moltissime nobildonne e sono tutte cadute ai suoi piedi, gli hanno persino regalato le loro terre. Più passa il tempo e più quel ragazzo accresce il suo potere. Ora si è messo a corteggiare anche le ragazze del villaggio qui vicino, anche loro subiscono il suo fascino.
-Possibile che questo tipo non abbia punti deboli?
-Lord Manigoldo non avrei spedito quella lettera al mio vecchio amico, se avessi scoperto la sua debolezza. So solo che una volta è andato al villaggio per ingaggiare delle cameriere per una festa e un bambino si è trovato davanti la sua carrozza. Il piccolo stava raccogliendo il suo giocattolo in mezzo la strada e la carrozza arrivò a tutta velocità, il cocchiere frenò bruscamente e il nobile Rafael chiese il motivo. Quando il nobile scese dalla carrozza vide un bambino in mezzo la strada, lo guardò con odio.
-Quindi voi pensate che non sopporti i bambini?- domandò Cardia furioso.
-Ogni volta che c’è una festa al castello è vietato ai nobili portare i loro bambini. Credo che odi gli schiamazzi e le urla dei più piccoli.
-Può essere anche che non voglia che loro dicano qualcosa ai loro genitori. Alcuni bambini sono in grado di vedere oltre le apparenze esterne- disse Manigoldo.
Degel concordò con l’amico, il nobile temeva che occhi innocenti potessero smascherarlo.
-La storia non è finita vero nobile Miros?
-Hai ragione Lord Degel. Sceso dalla carrozzo il nobile Rafael era furioso perché il cocchiere aveva frenato. Si avvicinò al bambino e gli disse che era inutile in quel mondo. Tutte le persone del villaggio non osavano intervenire, ammaliate dalla bellezza di quel ragazzo, anche io ero presente, ma non sono riuscito a fare niente. Ero appena arrivato e un ragazzo mi aveva detto cosa era successo. Però fui in grado di vedere come andò a finire.
Cardia strinse i pugni, temeva che la storia andasse a finire molto male. Non si sarebbe riuscito a trattenere se la conclusione era quella che temeva. Di sicuro sarebbe corso dal nemico e lo avrebbe fatto a pezzi.
Degel dovette afferrarlo per un braccio per farlo restare seduto.
-Stai calmo e ascolta la fine della storia, non giungere a conclusioni affrettate, ascolta sempre fino alla fine.
-Parli sempre come un libro stampato, non so come fai a rimanere tanto calmo.
In realtà, Degel voleva fare a pezzi il nemico, ma non era il momento giusto, bisognava seguire gli ordini del grande sacerdote che gli aveva spiegato tutto nei minimi dettagli. Lo aveva mandato lì per tenere a bada quelle due teste caldo, non poteva essere di certo lui a dare il cattivo esempio.
Il nobile Miros continuò la storia.
-Il nobile Rafael afferrò il bambino per la maglietta strappata e li disse parole sprezzanti, odiose, come sei un piccolo straccione tutto sporco, nessuno ti vorrà mai bene. Il bambino aveva solo qualche strappo sulla maglietta ma il viso e le manine erano pulite. Poverino doveva avere tre o quattro anni, doveva essere terrorizzato dal nobile Rafael, il suo sguardo era pieno di ombre. Sembrava che il bambino riuscisse a vedere il vero io del ragazzo. Il nobile mise a terra il bambino e stava per colpirlo con un pugnale quando una fanciulla intervenne in suo soccorso. Si mise tra il bambino e il nobile e venne graffiata al braccio destro. Non so come mai, ma quella ragazza era immune dal fascino esercitato da Rafael. Gli gridò contro che non era giusto prendersela con un bambino innocente. Il nobile rimase affascinato da tanto coraggio e dalla bellezza della ragazza, quindi decise di invitarla al suo castello. Lei si rifiutò prese il bambino e lo riportò alla sua mamma.
-La ragazza deve averlo fatto arrabbiare?- disse Manigoldo.
-Esatto. Nella notte dello stesso giorno la ragazza fu costretta a fuggire, non so come abbia fatto a sapere che era in pericolo. Quando le guardie del nobile Rafael arrivarono a casa della ragazza, non trovarono nessuno. Per un’intera settimana i suoi uomini si aggirarono per il villaggio e le vicinanze in cerca della ragazza che aveva osato affrontarlo e rifiutare il suo invito. Non l’hanno mai trovata dalle voci che ho sentito in giro. Per fortuna, mi hanno riferito che la sua famiglia vive in un altro paese, molto lontano da qui.
-Nessuno conosce il nome della ragazza?
-No, gli abitanti del villaggio non lo sapevano e il nobile Rafael li ha interrogati più volte. Gli hanno riferito che si era trasferita lì da un mese e che ancora non aveva fatto amicizia con nessuno. Era l’insegnante della scuola elementare del villaggio, i bambini l’adoravano, ancora oggi chiedono di lei. Loro non hanno detto una parola al nobile, non hanno paura di affrontarlo.
-Non ha toccato i bambini vero?
-No, non li ha più interrogati dopo la prima volta, non vuole averli intorno.
Degel ora aveva un quadro più chiaro della situazione. Dovevano trovare un modo per avvicinarsi al nobile senza farlo insospettire e scoprire i suoi piani.
-Quando ci sarà la prossima festa?
-Domani sera Lord Degel, non vorrete andare in quel castello?
-Abbiamo il dovere di scoprire se ci sono cavalieri oscuri in quel luogo e se è così dobbiamo fermarli. La valle tornerà quella di una volta signore.
-Il mio vecchio amico aveva ragione, siete tre ragazzi molto coraggiosi e affidabili.
-Il vecchio ha detto queste cose su di noi, si deve essere rammollito o intenerito, non so cosa scegliere fra i due termini.
I tre indossarono qualcosa di comodo e poi si misero a riposare, il giorno dopo li attendeva una missione delicata e alquanto pericolosa.

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Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


Mattina presto
Manigoldo e Cardia avevano interrogato molte persone al villaggio, senza farsi notare troppo, e avevano capito che i sospetti del grande sacerdote erano fondati. Da quelle parti una forza molto potente stava causando gravi danni.
Tornati al castello, andarono subito nella stanza di Degel per parlare tranquilli.
-Cosa avete scoperto al villaggio?
-Io ho parlato con alcune ragazze e sembravano tutte invaghite del nobile del castello qui a fianco. Non davano neanche retta a quel che dicevo, elogiavano il nobile Rafael e basta. Ho potuto fare solo poche domande.
-Cosa ti hanno detto?
-Dicevano che quando sono andate al castello, era pieno di nobildonne che veneravano il nobile Rafael e poi si sono inginocchiate anche loro. Quando sono state riaccompagnate al castello si sentivano la testa svuotata, come se qualcuno gli avesse rubato i pensieri, le energie e i sentimenti.
-Quindi dobbiamo stare attenti a non lasciarci incantare da questo nobile.
-Infatti, io ho parlato con dei ragazzi e mi hanno detto che loro amano il nobile Rafael. Quindi non incanta solo le donne. Però mi hanno anche riferito che nel villaggio venti uomini sono stati portati via dalle guardie del nobile in due mesi, poi non sono più tornati. Cosa ne pensi?
-Li ha sicuramente uccisi perché gli servono energie.
-Allora dobbiamo assolutamente dargli una lezione, che cattivone- disse Manigoldo.
-Dobbiamo restare uniti durante il ballo di questa sera e niente colpi di testa.
-Come vuoi Degel, ci copriremo le spalle a vicenda- disse Cardia.
I tre cacciarono dai loro bagagli i loro abiti migliori per fargli prendere aria. Dovevano farsi notare dal nobile e scoprire il più possibile sul suo conto. Prima di agire dovevano accertarsi che il colpevole fosse proprio il nobile e capire anche se si trattava di uno specter. In quel caso, avrebbero dovuto essere ancora più cauti.
 
Alle otto di sera i tre cavalieri erano pronti per andare al ballo. Furono presentati al castello del nobile Rafael come ospiti del suo vicino. Il padrone della festa notò subito la presenza dei tre giovani, erano davvero affascinanti. Persino le nobildonne che aveva ammaliato con il suo fascino li avevano notati. Tutte volevano conoscerli e ciò significava che quei ragazzi avevano tanto fascino quanto lui, questo non era bello, lui adorava stare al centro dell’attenzione. Doveva conoscerli e capire da dove venivano, poi sarebbero caduti in suo potere.
-Buonasera miei cari ospiti. Non vi ho mai visti da queste parti?
-Siamo arrivati ieri. Siamo venuti a trovare un nostro amico.
-Bene, quanto tempo resterete?
-Due settimane.
Degel rispondeva con un tono pacato e gentile e riusciva a non farsi affascinare dal nobile Rafael. Mentre Cardia e Manigoldo ascoltavano la loro conversazione e si guardavano in giro. Notarono subito che le donne erano come in trance. All’inizio sembravano essere rimaste a guardarli, ma ora qualcosa le aveva come ipnotizzate. Non facevano che guardare il nobile Rafael, non era normale.
-Restate alla festa quanto volete e sentitevi liberi di fare ciò che volete. Più tardi farò anche una partita a carte nelle mie stanze, è una cosa privata ma voi siete invitati. Non posso di certo lasciarvi in balia di questi nobili noiosi e frivoli.
Rafael si allontanò verso un gruppetto di donne e le spinse verso una stanza davanti il salone. Si chiusero lì dentro per circa cinque minuti.
-Dobbiamo intervenire?
-Non avere fretta Cardia, non abbiamo nessuna prova contro di lui, a parte gli sguardi di queste persone. E poi guarda, ci sono due uomini che sorvegliano la sala. Sono sicuramente dei cavalieri dall’aura che emanano.
-Non devono essere svegli se si fanno scoprire facilmente.
-Non li sottovalutare Manigoldo. Secondo me quei cavalieri hanno attivato il cosmo per prendere in trappola qualcuno. Temo che il nobile Rafael si sia accorto che siamo immuni al suo fascino.
-Degel, il vecchio ti ha fatto venire con noi per tenerci a bada ma non possiamo restare per sempre a guardare quello che fa i suoi comodi.
-Manigoldo guarda, i nobili vanno tutti fuori e salgono sulle loro carrozze- disse Cardia.
I tre rimasero soli nel grande salone e furono circondati da dieci cavalieri in armatura nera.
-Benvenuti nella dimora del nostro padrone, cavalieri d’oro di Atena.
-Ci hanno scoperto Degel, che ne dici se indossiamo le armature.
-Ora possiamo Manigoldo, non serve fare gli spiritosi.
Rafael uscì dalla stanza seguito dalle cinque nobildonne che prima si era portato dietro e fece un applauso ai cavalieri di Atena.
-Siete stati bravi ad arrivare fino a me, ma la vostra forza non servirà contro i miei cavalieri. Dovete sapere che li ho cresciuti e allenati personalmente, sono molto forti e astuti.
-Non ci spaventano.
-Tu parli troppo Manigoldo, cavaliere d’oro del cancro. Credo che quando ti avrò fra le mie mani la tua energia farà triplicare le mie forze. Cardia aiuterà le mie ossa a tornare forti come un tempo e Degel mi renderà ancora più bello e intelligente.
-Cosa hai detto? Pensi di poterci distruggere facilmente?
-Manigoldo fare lo spaccone con me, non ti servirà a molto. Devi sapere che non mi spavento di nulla.
Degel intuì che era il momento di interrompere lo sproloquio fra i due e di sferrare un attacco all’orgoglio dell’avversario.
-Da fonti certe, so che sei stato rifiutato da una bellissima ragazza del villaggio.
-Tu come osi dire una cosa del genere? Quella ragazza non mi ha per niente rifiutato, sono stato io a non volerla perché non era per niente carina.
-Mi hanno raccontato un’altra versione. Devi esserti sentito male quando ti ha rifiutato, un affronto alla tua bellezza.
Cardia e Manigoldo pensarono che Degel era impazzito, stava provocando il nemico, non era da lui una mossa del genere.
-Taci, non sai niente.
Le cinque nobildonne dietro Rafael svennero e caddero a terra.
-Degel deve aver risucchiato le loro energie, sento a malapena il loro cuore.
-Dobbiamo battere in fretta i cavalieri che ci circondano e soccorrere quelle donne.
-Finalmente ti riconosco Degel, si passa all’azione- disse Manigoldo sorridendo.
Due cavalieri con l’armatura si buttarono su Cardia e altri due su Manigoldo. Mentre su ordine di Rafael gli altri quattro si scagliarono su Degel. Mentre altri due restavano a guardia di Rafael.
-Non uccideteli, li voglio vivi.
-Accidenti, sei un vigliacco- urlò Manigoldo.
-Sono tutti su Degel, quel pazzo deve temerlo parecchio se gli ha dato un ordine simile.
-Caro Cardia, io non temo quel moccioso, odio il suo fascino, non posso sopportare che le donne durante la festa guardavano lui e non me.
I cavalieri di Rafael erano forti e ogni volta che li colpivano si rialzavano. Dovevano prendere energie dal loro capo visto che sembravano non sentire per niente la fatica.
-Degel hai qualcosa in mente?
-Manigoldo non lasciarti distrarre dalle parole del capo o finirai nella sua rete.
-Ho capito Degel. Quindi prendono tutti energie da lui, presto resterà a secco e dovrà ricaricarsi. Ci devono essere delle persone prigioniere nei sotterranei del castello. Degel sei veramente intelligente, hai capito tutto guardandolo negli occhi.
Cardia e Manigoldo avevano sconfitto un avversario a testa mentre Degel ne aveva sconfitti due.
-Mi complimento per le vostre prime vittorie, ma quelli erano solo i miei cavalieri più deboli. Ora dovrete affrontare i generali del mio esercito, i miei cavalieri più forti. Minus occupati di Manigoldo, Maxius vai contro Cardia. Filos, Remil sconfiggete Degel. Li voglio tutti e tre vivi. Lotus, Darius restate al mio fianco.
-Sì, padrone.
I cavalieri dalle armature oscure si scagliarono contro le loro prede con le loro tecniche migliori. Tutti e tre i cavalieri d’oro erano stati colpiti in più punti.
-Avete visto che non potete competere.
-Non ci arrenderemo- disse Manigoldo sorridendo.
-Figurati se ci lasciamo abbattere da qualche pugno.
Cardia e Manigoldo continuavano a scherzare nonostante le ferite, per fortuna non erano gravi. Il salone si era trasformato in un vero e proprio campo di battaglia.
Degel era stato sbattuto al muro dai due cavalieri e aveva risposto con i suoi colpi più forti.
-Vi vedo stanchi cavalieri di Atena.
Il nobile Rafael indossò la sua armatura e andò davanti ai tre cavalieri d’oro.
-Forse è ora di prendere le vostre energie.
-Non ci provare.
Un muro di piante si frappose fra i cavalieri d’oro e Rafael. Dal nulla comparve un cavaliere donna che aiutò i cavalieri d’oro a uscire dal castello, dopo aver distratto i loro avversari.
-Mi dispiace se ho interferito nei vostri scontri, ma non potevo permettere che quel nobile diventasse ancora più forte.
-Lì c’erano delle donne- urlò Cardia.
-Le ho portate in salvo mentre Rafael era distratto e gli ho dato una medicina segreta che mi ha consigliato la mia maestra.
Una volta lontani dal castello i tre cavalieri d’oro guardarono meglio la ragazza e videro che era molto giovane nonostante avesse una maschera sul viso. Era snella, aveva tutte le curve nei punti giusti e aveva i capelli lunghi e marroni. Cardia e Manigoldo le si avvicinarono e si presentarono.
-Piacere di conoscerti, chi sei?
-Tu devi essere Manigoldo del cancro, mentre il tuo amico è Cardia dello scorpione. Io sono un cavaliere inviato qui dalla mia maestra, mi ha chiesto di aiutarvi in nome dell’amicizia che la lega alla vostra dea Atena.
-Sei stata tu a far apparire quel muro di piante?
-Sì, è una tecnica segreta che mi hanno insegnato al mio villaggio. Tu sei lord Degel, cavaliere d’oro dell’acquario, ho sentito molto parlare di te.
A Degel sembrava di aver già incontrato quella ragazza ma non ricordava in quale luogo.
-Perché ci hai interrotto?
-Non volevo che vi prendessero le energie, Rafael diventerebbe invincibile. Vi chiedo scusa ma ho solo seguito gli ordini. Mi hanno detto di aiutarvi a fuggire e poi darvi una mano ad elaborare un nuovo piano per sconfiggere quel folle.
-Accettiamo il tuo aiuto.
-Degel sei strano, di solito non ti fidi facilmente degli sconosciuti.
-Manigoldo è stata mandata qui da un’amica di Sasha Atena, possiamo fidarci. Tu cosa ne pensi Cardia?
-Io mi fido, potrei vedere il tuo viso?
-No, al mio villaggio i cavalieri sono obbligati a portare una maschera sul viso. Mi dispiace ma dovrete fidarvi di me nonostante la maschera.
-Cardia scherzava, conosce gli obblighi di una donna quando diventa cavaliere. Sa anche che non dovrebbe guardare le curve delle belle ragazze- disse Degel.
-Devi sapere che Degel è un vero maestrino bacchettone, non fa che strillarci.
-Un cavaliere ligio ai suoi doveri, è un piacere incontrarti. Spero di imparare molto da te. Spero di imparare qualcosa anche da voi due.
-Non fatevi insegnare le prese in giro, loro due sono soliti scherzare parecchio.
Manigoldo e Cardia guardarono storto Degel, ma lui non fece una piega. Poi tornarono tutti al castello dove avevano lasciato la loro roba. Chiesero anche al padrone di ospitare la loro amica, il nobile accettò volentieri. La ragazza passò la nottata a curare i cavalieri con un unguento segreto del suo villaggio.
-Brucia un po’ all’inizio, ma guarirete in fretta.
-Grazie di tutto.
-Di niente Lord Degel.
La ragazza si accorse di aver parlato troppo e si ritirò nella sua stanza.
-Se non sto attenta, potrebbero scoprire chi sono e voi mi avete ordinato di stare attenta. Quel cavaliere mi fa uno strano effetto dalla prima volta che l’ho incontrato.
-Mia cara veglierò su di te, ma stai attenta alla potenza del nobile Rafael e fai in modo che non succeda niente ai cavalieri di Atena. È tuo dovere farli tornare a casa salvi, anche a costo della vita.
-Sì, mia maestra.
Dopo aver parlato con la sua maestra, la ragazza si mise a riposare. Intanto nell’altra stanza i cavalieri d’oro parlavano di quello che era successo.
-Pensi che possiamo fidarci sul serio di lei, Degel?
-Sì, Cardia, non mi sembra pericolosa. Deve averla inviata qui lady Atena. Però mi ricorda qualcuno.
-Forse l’hai già incontrata in altre missioni.
-No, non mi sembra.
I tre si misero a riposare, l’indomani avrebbero dovuto lavorare parecchio per trovare una buona strategia per sconfiggere il nemico.

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Capitolo 4
*** capitolo 4 ***


Verso le sei di mattina Degel sentì che qualcuno si infilava in camera sua di nascosto. Si alzò lentamente dal letto e prese l’incursore alla sprovvista.
-Chi sei?
-Sono una cameriera del castello, il mio padrone vuole parlare con voi e i vostri amici.
Degel aveva notato il pugnale dietro la schiena della ragazza ma non aveva detto niente. Qualcuno le doveva aver ordinato di ucciderlo nel sonno. Il cavaliere andò a svegliare gli amici, ma li trovò fuori la sua stanza con dei pugnali in mano.
-Questa mattina una ragazza di circa venti anni ha tentato di infilarmi questo nel petto. Ho dovuto farla addormentare perché si agitava.
-Lo stesso vale per me. Queste persone devono aver subito l’influsso di Rafael.
-Lo so Cardia, deve essere stato l’amico del grande sacerdote a ordinargli di ucciderci, è manipolato da Rafael già da ieri notte. Ci ha fatti entrare nel castello solo per poterci uccidere questa mattina presto e poi donare i nostri corpi a quel pazzo. Deve aver pensato che al suo padrone facesse piacere avere i nostri corpi, ma Rafael ci vuole vivi. Quindi chi manipola se non gli ordina qualcosa di specifico, è spinto a compiere le azioni più brutali per lui. Lo ammirano a tal punto, che vogliono fargli dono di qualcosa di prezioso. Andiamo a controllare come sta la ragazza.
I tre corsero nella stanza della ragazza e la trovarono vuota. Per terra c’erano quattro coltelli molto affilati. Qualcuno doveva aver tentato di uccidere anche lei.
-Dobbiamo trovarla?
-Non vi preoccupate Lord Degel, sono qui. Ero solo andata nelle cucine a controllare la colazione. Hanno messo del veleno nelle vostre porzioni. Un cucchiaio di zuppa e sareste morti fra atroci sofferenze.
-Grazie. Ho scordato di chiederti il tuo nome ieri, puoi dircelo.
-Non mi è permesso, mi dispiace.
-Non fa niente, ti chiamerò Iris. Per te va bene?
-Certo.
Cardia e Manigoldo osservavano l’approccio di Degel con la ragazza, era piuttosto chiacchierone con lei. Le aveva addirittura dato un nome finto.
-Manigoldo smetti di pensare a quel che faccio. Le ho dato un nome per avvertirla in caso di pericolo. Se dovesse avere un nemico alle spalle come faccio a chiamarla se non conosco il suo nome. Non posso gridare: ehi tu attenta. Non sarebbe per niente da galateo.
Cardia e Manigoldo si buttarono per terra per le risate, Degel aveva fatto una battuta.
-Amico oggi sei uno spasso. Ah ah.
-Manigoldo ha ragione, non sei mai stato più spassoso.
-Basta blaterare, usciamo da questo castello e cerchiamo un luogo sicuro dove elaborare un piano d’azione.
-Non possiamo uscire da quella parte, è pieno di uomini arrabbiati con noi. Passiamo dall’uscita nella torre nord.
-Va bene Iris. Come hai capito che c’erano degli uomini all’ingresso?- domandò Manigoldo.
-Me lo ha detto la terra.
-Sei strana ragazzina.
-Me lo dicono spesso Lord Manigoldo.
 
I quattro cavalieri si rifugiarono in una capanna fuori il villaggio, nessuno sembrava averli seguiti.
Degel aveva in mente un piano ma doveva sapere più cose sul nobile Rafael, era molto potente e non andava sottovalutato.
-Conosci bene quel nobile?
-No, lord Degel. Però posso riferirvi quello che ho scoperto curiosando in giro. So che ha bisogno di prendere energie dalle persone almeno una volta a settimana, anche se a lui piace esagerare. Da quello che ho scoperto, sono morte circa cinquanta persone del villaggio negli ultimi quattro mesi. Tutto coincide con l’arrivo del nobile Rafael.
-Ditemi una cosa, avete mai sentito parlare di una ragazza che lo ha rifiutato e poi è scappata?
-Sì, non posso dire nulla.
-Non puoi dire nulla perché quella ragazza sei tu. Hai paura che io vada al villaggio e mi faccia descrivere il tuo viso dai bambini, maestra?
-No, non ho paura che scopriate la mia identità. Però non chiedetemi di dirvi chi sono, non posso. Se i bambini vi dicessero come sono fatta, non sarebbe una violazione. Ma sono sicura che voi non andrete in giro a fare domande su di me.
-Questo è vero per me Iris. Manigoldo e Cardia sono diversi, loro sono due bambini curiosi. Mentre noi parlavamo, loro sono corsi fuori a chiedere della maestra misteriosa.
-Non me ne ero accorta, sono dei cavalieri velocissimi.
-Siete stupita, non avete mai avuto a che fare con altri cavalieri?
-Ho sempre lavorato solo con delle donne e affrontato molti specter e anche cavalieri di Marte e Apollo. A volte danno fastidio alle persone dei villaggi intorno al mio luogo di nascita. Ma non mi sono mai addestrata con dei cavalieri uomini e non ho amici maschi.
-Avrai visto cose orribili se hai dovuto affrontare degli specter?
-Villaggi, bruciati, persone morte e bambini che piangevano. Ho visto anche alcune delle mie amiche sacerdotesse morire a causa degli specter, non hanno avuto pietà, loro non gli avevano fatto niente. Allora io ero troppo debole per intervenire, mi hanno trascinata via a forza per salvarmi.
Degel percepì la sofferenza della ragazza, non poteva vedere il suo viso ma stava sicuramente piangendo.
-Scusa per questo momento triste, di solito non parlo con nessuno di queste cose.
-Allora era destino che tu dovessi  incontrare noi. Ora sai che puoi contare su tre amici.
-Grazie, sono sicura che siete degli ottimi amici. Si vede da come vi supportate l’uno con l’altro.
Manigoldo e Cardia tornarono alla capanna con molte informazioni.
-Il nobile Rafael è furioso perché siamo fuggiti da quello che raccontavano al villaggio. Si è chiuso nelle sue stanze dall’ora di pranzo e nessuno lo ha più visto. Ecco qualcosa da mangiare per tutti.
-Dove hai preso questa roba Manigoldo?
-Tranquillo Degel, non ho rubato, ha offerto tutto Cardia.
-Dice il vero. Penso che i rimproveri di Albafica gli abbiano fatto levare il vizio di rubare. Ho scoperto che al castello c’è un’entrata segreta nel fossato.
-Grazie Cardia.
-Per me è stato semplice ispezionare ogni centimetro del castello, le guardie di quel pazzo dormivano tutte.
Iris pensò a quello che le aveva detto la maestra.
-Forse dormivano perché Rafael gli ha rubato le energie, quando si arrabbia tende a esagerare e ruba anche ai suoi alleati.
Degel stava cercando un modo per batterlo senza correre il rischio di farsi rubare le energie. Non poteva mandare Manigoldo e Cardia allo sbaraglio, rischiavano di essere catturati se indeboliti dal folle. Non poteva neanche sperare di prende Rafael di sorpresa, visto che era sempre circondato dai generali.
-Lord Degel mandate me avanti.
-No, potrebbero catturarti i suoi generali. Se ti preleva le energie, potrebbe ucciderti per vendicarsi. Escludo questa possibilità.
-Non mi prenderà le energie quando scoprirà chi sono.
-Volete mettere a rischio la vostra vita per permetterci di sconfiggere i suoi generali, ora ho capito- disse Manigoldo.
-Voi lo distraete in un’ala del castello mentre noi togliamo di mezzo i suoi scagnozzi. Piano ben studiato ragazzina- disse Cardia.
-Loro sono d’accordo, quindi la maggioranza vince.
-Vi rendete conto che quando vedrà che siete un cavaliere tanto forte e bello, vorrà ancora di più le vostre energie. Non posso permettere che un alleato venga ucciso durante una nostra missione. E poi dovreste anche mostrargli il viso per convincerlo ad allontanarsi dalle sue guardie del corpo.
-Posso rompere la regola in caso ci sia bisogno del mio aiuto. Io voglio salvare il villaggio e farò tutto quello che posso per raggiungere questo scopo.
Degel pensò che era veramente cocciuta. Non voleva sentire ragioni. Però il suo piano era ottimo, non poteva che accettare.
-Bene. Questa sera attaccheremo il castello, ora riposate, non sarà facile.
Degel uscì dalla capanna e andò a sedersi fuori. Intanto i suoi amici si erano messi a dormire, avevano bisogno di riguadagnare qualche ora di sonno.
Iris uscì dalla capanna e raggiunse Degel.
-Io non volevo farti arrabbiare, ma è mio dovere aiutarvi.
-Ti capisco. Però non potevo non fare obiezioni, sei un’alleata e se ti succede qualcosa lady Atena sarà triste.
-No, non è stata lei a inviarmi qui, non sa nemmeno che vi aiuto. Sono stata mandata dalla mia maestra che è un’amica della dea Atena. Qualche giorno fa mi ha riferito che eravate in pericolo e io sono venuta in Francia.
Degel iniziava a credere che quella ragazza fosse il braccio destro di qualche persona molto importante.
-Non indossi i soliti abiti da sacerdotessa cavaliere.
-Porto un semplice vestito azzurro con una cintura in acciaio e una maschera perché sono questi gli abiti che mi ha donato la maestra. Dice che non ho bisogno di molto per combattere al meglio.
-Quando Rafael ti ha graffiato con il suo pugnale qualche mese fa, ti ha fatto molto male?
-No, solo un graffio. Mi resterà una piccola cicatrice. Il bambino che ho salvato tremava per la paura. Quel folle è capace di prendersela anche con bambini innocenti, è insopportabile.
-Come hai fatto a resistere al suo fascino? Sembra che sulle donne abbia un effetto più forte.
-Allenamento. La mia maestra sapeva della comparsa di Rafael e mi ha allenato per questo momento. Diceva che un giorno dei cavalieri avrebbero avuto bisogno del mio aiuto, però sarebbero stati così forti che io sarei stata solo un supporto, una sorta di bastone di sostegno. Si riferiva di certo a voi tre.
-Non mi sembra che tu sia stata solo un supporto, piuttosto un grande aiuto.
La ragazza fissò Degel, era come incantata dalla sua figura. Stava subendo il fascino di un ragazzo e non le era mai capitato. Non solo, le piaceva anche come ragionava. Era la prima volta che poteva lavorare a contatto con dei ragazzi, a parte quando doveva affrontare gli specter,ma quelli erano nemici. Degel aveva qualcosa che la spingeva ad avvicinarsi a lui.
-Vi ho trovati finalmente.
Davanti a Iris e Degel c’era uno dei generali del nobile Rafael, pronto a sferrare il suo attacco. Il nemico lanciò due sfere infuocate che stavano per finire dritte sui due cavalieri, ma qualcuno le bloccò con grande abilità.
-Se non sbaglio tu eri il mio avversario, accendino ambulante.
-Cardia di Scorpio non ti intromettere, voglio uccidere questi due.
-Eri il mio avversario quindi dovrai combattere con me. Hai paura?
-Non farmi ridere, ti sconfiggerò in due minuti.
Lo scontro durò a lungo, il generale nemico non si aspettava tanta resistenza da Cardia. Non riusciva neanche a ferirlo gravemente. In una notte aveva riguadagnato tutte le energie perse per affrontare gli altri nemici, doveva stare attento. Neanche il tempo di pensare a una strategia che Cardia lo aveva sconfitto con la sua tecnica migliore.
-Puoi ringraziarmi più tardi con un gelato Degel, ho una fame da lupi.
-Grazie lord Cardia.
-Non serve che tu mi ringrazi bellissima Iris.
-Come puoi dire che sono bella se non vedi il mio viso?
-Lo capisco dalla tua purezza. Torno a dormire.
-Cardia ha tenuto tutto il tempo l’armatura addosso come me e Manigoldo perché sapeva dell’arrivo di un nemico.
-Siete davvero forti, non mi ero accorta che si avvicinava qualcuno. Ho ancora tanto da imparare.
-Hai altre doti. Di certo io, Manigoldo e Cardia non siamo in grado di far spuntare dal pavimento un muro di piante e non riusciamo a sentire quello che dice la terra.
Alla ragazza scappò una risata, Degel sembrava tanto serio e all’improvviso gli scappavano delle battute. Cardia e Manigoldo lo avevano sentito da dentro la capanna e stavano ridendo.
-Non si accorge neanche che fa delle battute, è troppo spassoso.
-Cardia non dirlo ad alta voce o viene qui e ci congela entrambi. Però hai ragione è uno spasso poterlo prendere in giro, non è una cosa che capita tutti i giorni.
Degel prese i suoi occhiali e si mise a leggere.
-Amate leggere, vero?
-Sì, ho una passione per i libri.
-Anche a me piace leggere. Dove vivevo prima c’era una grande biblioteca e ci andavo quasi tutti i giorni dopo gli allenamenti. Purtroppo fu bruciata dai cavalieri di Ade.
-Se volete, vi presto uno dei miei romanzi.
-Non posso distrarmi, devo restare concentrata ad ascoltare cosa succede laggiù. Quando il nobile Rafael saprà della sconfitta del suo generale manderà da noi gli altri cavalieri.
-Noi saremo pronti ad affrontarli- disse Manigoldo uscendo dalla capanna.
Cardia lo seguì, si misero a fare qualche esercizio per sgranchirsi gli arti.
 
Al castello
-Nobile Rafael, uno dei suoi generali è stato ucciso.
-Non è una perdita grave, era solo una pedina. Voglio che mi portiate Degel e la ragazza cavaliere il prima possibile, hanno un cosmo assai potente. Li adoro e li odio allo stesso tempo, potrei farli diventare i miei schiavi personali. Oppure potrei usare le loro energie per diventare invincibile. Quella ragazza ha strane capacità mai viste in un cavaliere, mi attira, sapete da dove viene?
-No, non l’abbiamo mai vista. Nessuno nei dintorni sa chi sia.
-Un cavaliere di Atena misterioso, o forse non è un suo cavaliere. Chi l’ha mandata ad aiutare quei tre? Devo scoprire tutto sul suo conto.
 
Alla capanna
Degel continuava a leggere, mentre Manigoldo e Cardia giocavano a carte. Iris stava di guardia, al castello si era attivato un cosmo molto forte. Un altro generale si era messo sulle loro tracce.
-Mi hai battuto di nuovo, non è che bari Manigoldo?
-No, non lo farei mai Cardia, non ne sono capace. Ora mi devi cinque monete.
-Finirò i soldi di questo passo.
 
Un cavaliere di Rafael comparve davanti i quattro cavalieri e li scaraventò sul muro di rocce dietro la capanna.
-Ahi che botta. Non puoi venire qui e disturbare la nostra partita, stavo vincendo.
-Non ti agitare Cardia, mi occupo io di lui, era il mio avversario al castello.
Mentre Manigoldo combatteva contro un nemico, davanti agli altri tre comparve uno dei generali più forti.
-Degel, mocciosa avete l’onore di essere ricevuti dal nobile Rafael, accettate l’invito?
-Non possiamo accettare un invito tanto sgarbato, non include i nostri amici- disse Degel.
-Come osi definire un invito del mio padrone sgarbato, lui è stato gentile a invitarvi nel suo castello dopo che lo avete quasi distrutto. Voi due verrete con me o dovrò usare le maniere forti. Ragazzina il nobile Rafael desidera conoscerti meglio.
Degel si mise davanti Iris in posizione di attacco, era pronto ad affrontare il nemico.
-Hai deciso di combattere, grosso sbaglio Degel dell’acquario. Il mio potere è il fuoco e scioglierà tutto il tuo ghiaccio, anche quello che hai nel tuo cuore.
Il generale nemico si scagliò su Degel che schivò con grande abilità i suoi colpi. Era veloce ma non quanto lui. Degel era abituato ad allenarsi con Cardia, Manigoldo, Sisifo e Regulus e la velocità era fondamentale negli esercizi con loro.
Il generale nemico iniziava a perdere la pazienza perché riusciva a colpire Degel solo di striscio, doveva portarlo subito al suo padrone o lo avrebbe ucciso.
-Onda d’urto solare.
Degel mise un muro di ghiaccio davanti a lui per parare il colpo ma si frantumò, dovette deviare il colpo con l’aiuto di Cardia.
-Questo qui è forte. Lascia che me ne occupi io mentre tu vai al castello con lei. Dovete trovare il punto debole del pazzo, io e Manigoldo vi raggiungiamo presto.
-Grazie Cardia, stai attento ai suoi attacchi laterali.
-Mi sono accorto di tutto, grazie amico mio. Ora dovrà vedersela con il più coraggioso dei cavalieri di Atena.
Degel diede una botta sulla spalla di Cardia e poi corse verso il castello con Iris, era ora di agire.
 
Arrivati al castello i due cavalieri furono accolti dal nobile Rafael in persona.
-Siate i benvenuti nella mia dimora, vi aspettavo. Non vedo l’ora di divertirmi con voi due, siete delle prede eccellenti.
Rafael sbatté al muro i due cavalieri e li incatenò con delle corde durissime. I due non riuscivano a muoversi, qualcosa li teneva bloccati oltre alle corde.
-Quando siete entrati qui ho spruzzato in giro la polvere di questo fiore, ha la capacità di annebbiare i vostri sensi. Vi riprenderete solo fra un’ora, intanto io potrò esaminare le vostre capacità guardandovi. Sapete, ho il dono di capire quante energie ha una persona solo guardandola in viso. Quindi preparati a perdere la maschera ragazzina, sono curioso di vedere come sei fatta. Dal tuo corpo evinco che sei uno schianto.
A Iris venne un brivido negativo, odiava che i nemici la guardassero con occhi bramosi. Degel provava a liberarsi ma era indebolito dalla polvere che aveva respirato, come aveva potuto non accorgersi del trucco. Aveva anche avvertito il disagio della ragazza.
-Ti toglierò da questa situazione, non ti farà del male.
-Questa volta è stata colpa mia, dovevo accorgermi della polvere. Mi dispiace lord Degel.
-Non ti biasimare, neanche io mi sono accorto di niente.
Prima che Rafael si avvicinasse ai due, piombarono nella sala Manigoldo e Cardia che videro i loro amici attaccati al muro.
-Non sono in una posizione comoda.
-Manigoldo non pensare a noi ma i nemici dietro di voi.
-Questa volta il pazzo ci manda contro quattro cavalieri insieme, sono commosso- disse Cardia.
-Occupatevi di loro, mentre io esamino le mie prede.
Una pianta gigante sbucò dal pavimento e bloccò il passaggio di Rafael. Intanto Degel si era liberato dalle corde durissime e ora stava spezzando quelle della ragazza.
-Grazie al ghiaccio sono riuscito a neutralizzare l’effetto che la polvere aveva su di me. I miei sensi stanno tornando normali.
-Io non riesco a usare le mie capacità molto bene, sono un peso per tutti voi. Lasciami qui e vai ad aiutare i tuoi amici.
-Non ti lascio nelle mani di quel folle. Non puoi muoverti o reagire, ti preleverebbe tutte le energie, non posso permetterlo.
-Sta arrivando, la mia pianta si sta seccando e sgretolando.
Degel prese in braccio la ragazza e corse verso la stanza di fronte il salone. Doveva pensare a una strategia per sconfiggere il nobile. Non poteva contare sui suoi amici, stavano affrontando i generali e erano spossati dalle troppe battaglie.
-Lord Degel bevete la medicina che ho nella tasca destra. Ogni veleno o polvere del nemico non avrà alcun effetto su di voi con quella medicina.
-Grazie.
Degel ingoiò metà del contenuto della boccetta e poi offrì l’altra metà alla ragazza.
-Se annienta ogni effetto di polveri e veleni, serve anche a te.
-No, quella parte è per lord Manigoldo e lord Cardia.
-Loro non subiscono gli effetti di quella roba, sono ancora in piedi e combattono. Diciamo che hanno avuto un allenamento durissimo con Albafica negli ultimi mesi e sono stati preparati a questa battaglia.
-Non posso bere la medicina, non ce la faccio.
La ragazza stava per svenire, Degel la sentiva indebolirsi secondo dopo secondo.
-Quella polvere ha strani effetti su di te, stai diventando sempre più fredda.
-Sento molto freddo e non mi sento più le gambe.
-Accidenti stai subendo tutti gli effetti collaterali di quella roba. Mi dispiace, ma devo levarti la maschera.
Il cavaliere d’oro sbarrò la porta con una grande quantità di ghiaccio, doveva assicurarsi di restare solo per alcuni minuti.
Degel levò la maschera alla ragazza e vide chi era veramente, era splendida e ne era affascinato. Accidenti, non era il momento di pensare a quelle cose.
Degel si mise in bocca l’altra metà dell’antidoto e poi baciò la ragazza. Pian piano, la ragazza riprendeva i sensi e il suo colorito tornava normale.
-Cosa è successo?
-Ti ho dato l’antidoto e ti sei ripresa. Ho fatto appena in tempo, non sapevo che quella polvere ti indebolisse tanto.
-Neanche io.
La ragazza vide la sua maschera per terra e capì che il cavaliere l’aveva scoperta. Lo guardò negli occhi e non vide rabbia, non ce l’aveva con lei.
-Mi dispiace, non potevo dirti chi ero veramente, è vietato.
-Non ce l’ho con te, so che non potevi parlare della tua identità. Margaret sono stato sciocco a non capire che eri un cavaliere quando ti ho incontrata la prima volta alla libreria.
-Ho cercato di azzerare il mio cosmo al massimo. Ora andiamo ad aiutare gli altri, dobbiamo sconfiggere quel folle.
-Ferma, cosa ti hanno ordinato?
-Non posso riferirti certe cose della mia missione.
-Non morirai per il nostro bene, non lascerò che quel pazzo ti faccia male.
Il viso di Margaret si riempì di lacrime, nessuno le aveva mai detto cose tanto belle. Lei era sempre stata solo una pedina che salvava gli altri a costo della vita, si era sempre salvata grazie alle sue abilità, ma nessuno le aveva mai detto di non rischiare. A maggior ragione, ora era invogliata a proteggere i suoi amici.
-Grazie per l’apprensione Degel, ma è mio dovere proteggervi tutti.
-Se tu proteggi noi, chi protegge te?
-Nessuno, io sono stata inviata qui per aiutarvi e porterò a termine la mia missione.
Degel strinse Margaret fra le sue braccia possenti. La ragazza cercava di divincolarsi ma non ci riusciva, era troppo forte.
-Non mi sono permesse certe cose. Ti voglio bene ma non posso disobbedire, per favore lasciami.
-Non ti lascio andare perché ti amo.
La ragazza sgranò gli occhi, lui ricambiava i suoi sentimenti, non poteva crederci. Si era innamorata e non riusciva a divincolarsi dall’abbraccio. L’amore la rendeva debole davanti l’uomo che le piaceva.
-Se tu proteggi noi, io terrò al sicuro te. Non sarai più sola.
Degel baciò Margaret sulla bocca per farle sentire quanto l’amava. Era il suo primo e vero bacio, la ragazza sentiva il suo cosmo al massimo.

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Capitolo 5
*** capitolo 5 ***


Degel teneva stretta Margaret e non voleva lasciarla, temeva di perderla. Però era ora di entrare in azione, non poteva lasciare Cardia e Manigoldo a combattere da soli. Dovevano assolutamente sconfiggere il nobile Rafael e proteggere gli abitanti di tutta la valle.
Si staccarono e la ragazza si rimise la maschera.
-Non dirò a nessuno che sei veramente.
-Grazie Degel, te ne sarò grata per sempre.
Il nobile Rafael sfondò il muro di ghiaccio e andò verso i due cavalieri.
-Avete preso tempo per elaborare un piano per battermi, ma non vi servirà a niente.
-Uragano infernale.
Margaret e Degel furono sbalzati in aria dal colpo di Rafael, sembrava che la sua forza fosse raddoppiata.
-L’energia degli abitanti del villaggio mi ha ricaricato.
-Sei un folle, rubi la loro essenza vitale solo per restare bello, forte e giovane. Perché vuoi vivere tanto? Non ha senso vivere per sempre e nel modo in cui lo fai tu. Sei senza cuore e non fai che causare danni a tutti.
Le parole della ragazza lasciarono Degel spiazzato, era proprio straordinaria, non temeva di dire quello che pensava e di difendere le persone. Come per i cavalieri di Atena, anche per lei la vita aveva un senso se aveva una fine. Lui non avrebbe permesso, però, che il nobile le togliesse la sua giovane vita tanto presto, lei aveva ancora tanti anni avanti a sé.
-Non mi importa quello che dici stupida ragazza. Voglio la vostra forza bellezza e la vostra forza e le otterrò presto. Ah ah ah. Polvere immobilizzante.
-Mi dispiace ma non ha più effetto su di noi- disse Degel gelido.
-Non è la mia unica arma.
Rafael si scagliò contro Degel che schivò i suoi pugni e gli bloccò le gambe con il ghiaccio. Purtroppo il nemico si liberò facilmente.
-Vai a controllare come stanno Manigoldo e Cardia, avranno bisogno di cure.
-Corro. Stai attento.
-Mi occupo io di lui, puoi fidarti.
Margaret corse dagli altri, mentre Degel tentava di colpire il nemico.
-Manigoldo stai bene?
-Che visione celestiale, sono già morto?
Margaret dovette colpire il cavaliere con uno schiaffo per farlo riprendere.
-Sei vivo lord Manigoldo, hai solo qualche ferita, ora vi medico.
-Stavo meglio prima dello schiaffo, eri avvolta in una luce e mi tenevi stretto fra le tue braccia.
Margaret mollò il braccio di Manigoldo che stava piuttosto bene e corse da Cardia.
-Lord Cardia stai bene?
-Ciao bellissima principessa, siamo nel tuo castello fra le nuvole vero?
La ragazza dovette schiaffeggiare anche Cardia che si riprese subito.
-Stavo sognando una principessa, ma sei qui veramente.
-Meno male avete delle ferita poco serie. Degel era preoccupato.
Manigoldo e Cardia si misero seduti e videro che erano riusciti a sconfiggere tutti i generali, questa volta era stata difficile, si sentivano a pezzi.
-Sei stata un vero angelo a soccorrerci.
-Mi ha mandata qui Degel, vuole occuparsi da solo di quel tipo.
-Non cambia mai. Siccome è il comandante della missione, si sente in dovere di proteggerci- disse Cardia.
Margaret passava il suo unguento speciale sulle ferite dei due cavalieri e gli metteva delle bende sui graffi più profondi.
-Sai che sei davvero bella vista da vicino.
La ragazza prese un’erba medica dalla tasca e la passò su una delle ferite di Manigoldo. Il ragazzo strillò per quanto bruciava.
-Oh scusa, non mi ero accorta che la ferita fosse tanto profonda.
-Non fa niente, posso resistere a tutto se sei tu a curarmi.
Cardia e Manigoldo non si smentivano mai, per fortuna non sapevano le vera identità della ragazza.
Dopo quindici minuti Rafael uscì dalla stanza di fronte il salone e gettò il corpo di Degel verso i suoi amici.
-Noooooooo.
Dopo aver strillato, la ragazza corse da Degel e vide che era molto debole. Non doveva lasciarlo solo, non doveva ascoltarlo.
-Non piangere, sto bene. Devo solo rialzarmi e batterlo.
-Sai che sto piangendo anche se porto la maschera.
-Come potrei non capire quando soffri, sai quanto ti voglio bene.
Degel le stava sussurrando quelle parole per non farla agitare, sapeva che non doveva dirle che era debole o sarebbe stata capace di affrontare il nemico al suo posto. Non voleva che si sacrificasse a causa della sua debolezza. Doveva assolutamente trovare la forza per battere Rafael e salvarla.
Rafael si avvicinava a Degel per risucchiargli le energie. Margaret eresse un muro di piante per bloccare il suo passaggio, me lo distrusse in pochi secondi. Doveva affrontarlo. La ragazza si alzò e si mise davanti Degel.
-Allora vuoi essere tu la prima a darmi le tue energie e a morire. Ti accontento. Pugni infernali.
La ragazza evitò gran parte dei colpi del nobile ma poi venne colpita al fianco. Non si arrese, si rialzò e usò uno dei suoi colpi.
-Cascata di terra.
-I tuoi colpi sono inutili ragazzina.
-Non credo, sono riuscita a graffiarti.
-Come hai osato? Non mi sono accorto di niente, quando mi hai ferito sulle braccia. Io ti uccido, ti distruggo.
Il nobile si scagliò sulla ragazza con tutte le sue forze e la ferì alla gambra. Lei lo colpì di nuovo sulle braccia ma poi si ritrovò a terra. Il nemico la prese per il collo e l’alzò in aria. Cardia e Manigoldo non riuscivano a muovere un muscolo a causa degli scontri precedenti e Degel era ancora a terra.
-Nessuno può più aiutarti. Fammi vedere chi sei veramente.
Rafael sfilò la maschera a Margaret e vide che era la ragazza che mesi prima lo aveva sfidato.
-Tu sei un cavaliere, ecco perché hai resistito al mio fascino. Un cavaliere non può non salvare i più deboli. Strano che io non mi sia accorto del tuo cosmo. Sarà un vero piacere assorbire la tua energia giorno dopo giorno. Ti terrò in vita per mesi e ti userò come burattino personale. Voglio assaporare ogni centimetro della tua pelle e sentire come tremi quando ti tocco.
La ragazza cercava di liberarsi dalla presa ma era troppo forte. Stava perdendo tutte le forze. La stretta sul suo collo era troppo forte.
Degel vide lo sguardo del nemico e capì cosa voleva fare alla ragazza. Non lo avrebbe mai permesso, lei non doveva toccarla. Lei così dolce e gentile, non meritava un trattamento simile. Non gli avrebbe permesso di toccare la ragazza che amava.
-Cardia perché hai quello sguardo?
-La ragazza cavaliere è la stessa della libreria.
-Quella che ti ha dato anche i biscotti per me?
-Sì, Degel si sta arrabbiando. Senti come aumenta il suo cosmo.
Degel si alzò in piedi e scaraventò Rafael dall’altra parte del salone. Margaret cadde fra le braccia del cavaliere e ne fu felice.
-Grazie.
-Non potevo permettere che ti sfiorasse con quelle mani insanguinate.
-Senti chi parla. Un cavaliere di Atena che mi fa la predica. Ti sarai macchiato di delitti nella tua vita.
-Stiamo parlando di te, non di me. Non mi sentirò in colpa a causa delle tue parole.
-Voi due vi conoscete e tu gelido cavaliere dell’acquario provi qualcosa per lei. Ah ah. Ho scoperto una cosa interessante. Un cavaliere di Atena che prova amore per una ragazza. Il grande sacerdote non sarà contento che ti interessi a un cavaliere estraneo al vostro gruppo.
-Il vecchio non entra mai nelle vicende personali- disse Manigoldo.
-Voi due ancora ce la fate a parlare, non è possibile.
-Scherzi, i tuoi generali non erano poi così forti se li abbiamo battuti in due.
Rafael si scagliò su Degel che si alzò in piedi e gli bloccò gambe e braccia.
-Non riesco a rompere il tuo ghiaccio, impossibile, prima ce la facevo.
-Questo ghiaccio non si può rompere perché viene direttamente dalle parti più oscure di questo mondo. È  il ghiaccio delle persone che hai ucciso e che ora si vendicano. Sarai distrutto e soffrirai a causa di quello che hai fatto.
-Non può succedere proprio a me.
-Non dovevi giocare con tante vite umane e non dovevi incontrarmi sulla tua strada. Io non perdono chi tocca le persone che amo.
-Non potrai mai vivere con lei perché Ade presto verrà a reclamare le vostre anime cavalieri di Atena. Non potrai mai stare con lei perché lei deve obbedire agli ordini della sua maestra. Solo ora capisco da dove vieni ragazzina e sei vincolata a seguire gli ordini per sempre. Ah ah.
Rafael venne congelato completamente e poi il ghiaccio si spaccò in mille pezzi, così come il suo corpo.
Degel tornò da Margaret e la prese fra le sue braccia.
-Come stai?
-Grazie a te bene. Tu sei ferito.
-Nulla di grave.
-Nella mia tasca c’è un unguento, usalo per le tue ferite.
-Non devi sforzarti a parlare, riposa.
La ragazza chiuse gli occhi, era un po’ stanca e aveva bisogno di dormire. Ora era al sicuro fra le braccia del suo cavaliere, nessuno avrebbe turbato il suo sonno.
Cardia guardò Degel e capì che si era innamorato. Per la prima volta vedeva Degel in modo diverso, non sembrava più il ragazzo dal cuore ghiacciato. Stringeva la ragazza con amore e le sussurrava parole dolci.
All’improvviso nel salone entrò un turbine di petali di fiori e foglie.
-Dove è finita la mia guerriera?
Cardia e Manigoldo rimasero a bocca aperta quando videro quella donna con il vestito bianco, i lunghi capelli scuri come la terra e gli occhi verdi come le foglie in primavera. Aveva in mano uno scettro con sopra una grande orchidea. Quella che avevano davanti era di certo una dea.
-Cavalieri di Atena sono felice di vedervi salvi. Sapete dove è finita la mia guerriera. Oh eccola là, fra le braccia del cavaliere dell’acquario. Figliolo sei pieno di ferite, fasciati tutto per favore. Odio la vista del sangue, mi basta sentire quello sulla superficie della terra.
-Voi siete la maestra di Margaret?
-Certo, chi pensavi che fossi, Venere? Non mi sembra di essere bella come lei. Margaret è la mia guerriera migliore, l’ho allevata fin da piccola e lei mi protegge da ogni pericolo. Cavaliere ti sei innamorato di lei, lo sento. Mi dispiace ma devo portarla via.
Degel non interferì con la dea e mise Margaret sul letto di fiori che aveva preparato per trasportarla.
-Mi dispiace che tu non possa dirle addio, ma lei non si sveglierà prima di domani. Addio cavalieri. Lord Degel, lei non tornerà alla libreria, i suoi libri da oggi appartengono a te. Sono sicura che lei vorrebbe così. Non cercarla, non la troveresti neanche usando tutti i tuoi poteri. Se lei dovesse venire da te, dimenticherebbe di essere un cavaliere e si scorderebbe anche di te e degli altri. Non credo che saresti disposto a stare con una ragazzina senza memoria. Addio.
La dea sparì in un turbine floreale con Margaret e Degel cadde a terra svenuto. Nella mano stringeva ancora l’unguento della ragazza.
Cardia e Manigoldo andarono verso di lui e gli fasciarono le ferite.
 
Un mese dopo
Tornati al Grande Tempio i tre cavalieri avevano fatto rapporto a lady Atena e al grande sacerdote. Erano rimasti sorpresi dell’intromissione di un’altra dea, ma avevano compreso le sue ragioni, volevano solo aiutarli.
Da quando era tornato Degel si era fatto vedere poco in giro. Manigoldo e Cardia non avevano detto niente al grande sacerdote del suo amore per la guerriera e neppure Degel ne aveva fatto parola. Stava sempre nella sua casa a leggere i libri che aveva preso dalla libreria che prima apparteneva a Margaret. Un giorno mentre spulciava fra gli scaffali trovò un diario. Lo aprì e iniziò a leggere.
-Oggi ho incontrato un ragazzo bellissimo, ho scoperto che adora leggere. Lo avevo già visto al villaggio e passeggiava in giro per le strade. Sembrava fare la guardia a tutti gli abitanti, mi ha ricordato quando pattugliavo l’entrata del grande albero nel giardino della mia dea. Si chiama Degel e ha uno sguardo dolcissimo. In giro si diceva che era gelido, ma io non ci credo.
-Sei una ragazza che vede oltre le apparenze Margaret. Sai che mi manchi, ma non potrò più vedere il tuo sorriso.
Degel continuò a leggere il diario.
-Degel ha un amico buffissimo che si chiama Cardia, insieme fanno ridere. Si punzecchiano a vicenda, sembra vincere Degel. Forse perché è molto furbo e è portato per fare lo stratega. Cardia mi sembra più bambino. Credo di essermi presa una cotta per Degel, ma so che se gli dicessi che mi piace mi riderebbe in faccia. Un bel ragazzo come lui con un maschiaccio come me. E poi se scoprisse chi sono, sicuramente non vorrebbe stare con me. A me non è permesso amare un ragazzo, devo solo compiere le mie missioni. Eppure ogni volta che lo vedo soffro, vorrei tanto passare almeno qualche ora felice con lui, come una ragazza normale.
Il diario si fermava a quella frase.
Cardia bussò alla casa di Degel ma non rispose. Erano giorni che tentava di parlare con lui, ma niente.
-Sei preoccupato per lui?
-Manigoldo vuoi farmi prendere un infarto, ho il cuore debole.
-Ho saputo che Degel esce solo per il pattugliamento e per discutere le missioni con Sisifo e il grande sacerdote. Per tirargli su il morale, dovremmo andare a cercare la ragazza.
-Sei impazzito, sai che perderebbe la memoria portandola qui. Degel ci trasformerebbe in due cubetti di ghiaccio per un’azione simile.
 
Dopo due mesi
Qualcuno bussò alla casa dell’acquario ma il cavaliere non aprì la porta.
-Forse è in missione.
Degel udì una voce femminile e corse ad aprire.
-Allora sei in casa cavaliere d’oro dell’acquario.
-Come puoi essere qui?
-So che non è facile farti restare a bocca aperta ma adesso ci sono riuscita. La mia maestra mi ha dato un permesso di quattro giorni perché l’ho protetta da un attacco di specter. Dice che ho bisogno di riposo e mi ha mandata qui. Come vedi ho dovuto pagare pegno per venire da te.
-Sei bellissima anche con i capelli fino alle spalle.
-Grazie. Potevo venire a trovarti solo se tagliavo i capelli, la mia maestra dice che è una sorta di punizione. Non poteva lasciarmi andare facilmente in poche parole. Lei è fatta così.
-Entra pure.
-Hai portato tutti i libri qui e li hai sistemati sui tuoi scaffali. È un posto magnifico.
-Questi a destra sono i libri che vengono dalla tua libreria, quelli a sinistra sono tutti miei.
-Sei un vero lettore. Sai che ti donano gli occhiali.
-Ho scordato di levarli mentre aprivo.
Degel poggiò gli occhiali su uno scaffale e strinse Margaret fra le sue braccia. Poi la baciò sulle labbra.
-Passerò ogni ora del giorno con te, non ci sono missioni in agenda.
-Per questo sei vestito in abiti civili?
-Quando sono qui e leggo, non indosso mai l’armatura. Anche tu sei in abiti civili.
-Ho dovuto indossare questi per non essere attaccata. Alcuni cavalieri di bronzo non volevano lasciarmi passare davanti le scalinate. Poi è arrivato un tipo altissimo e che incuteva paura e mi hanno lasciata andare.
-Deve trattarsi del cavaliere del Toro.
Degel baciò di nuovo Margaret e la spinse fino alla sua camera. Poi passò a baciarle le spalle e il collo.
-Hai una pelle morbidissima e profumi di pesche.
La ragazza sentiva il cuore batterle forte e non riusciva più a staccare le mani dal corpo del cavaliere.
-Degel, io non ho mai fatto nulla del genere. Tu sei il mio primo ragazzo.
-Tranquilla non ti farò male.
All’improvviso Cardia e Manigoldo entrarono nella casa dell’acquario con la forza e non trovarono Degel sulla sua solita poltrona a leggere.
-Strano di solito si mette lì seduto a leggere una pila di libri quando ha tempo libero.
-Cerchiamo in camera sua, forse dorme.
-Come ti viene in mente Manigoldo, lui non è pigro come noi.
Cardia aprì la porta della camera e lanciò un urlo.
-Ahhhhhhhhhhh.
-Cardia calmati, mi hai quasi spaccato un timpano.
Degel nascose Margaret dietro le sue spalle perché aveva le spalline del vestito abbassate. Non voleva che nessuno vedesse la sua pelle nuda.
-Lei come è arrivata qui?
-Dalla scalinata e passando dalle vostre case.
-Io non mi sono accorto di niente.
-Ho azzerato il mio cosmo e mi sono messa un mantello. Non volevano lasciarmi passare perché mi hanno scambiata per una civile. Poi ho spiegato a un signore alto che venivo a trovare il cavaliere dell’acquario e mi ha dato il permesso di salire la scalinata.
Cardia corse ad abbracciare Margaret ma Degel gli congelò le gambe.
-Cosa combini? Si gela.
-Non ti avvicinare.
-Io volevo solo salutarla.
La ragazza si rimise in ordine il vestito e andò ad abbracciare Cardia e Manigoldo.
-Mi siete mancati anche voi.
I due cavalieri la strinsero insieme. Era una ragazza straordinaria, erano felici di rivederla.
-Come hai fatto a non perdere la memoria?
-La mia maestra vi ha detto della punizione nel caso in cui si lascia il suo fianco. Lei mi ha dato un permesso di quattro giorni perché in questi mesi mi sono affaticata molto contro gli specter. Dice che ho bisogno di riposare, distrarmi e passare del tempo con la persona che amo.
-Capisco. Non vorrai passare quattro giorni in questo frigo con quel musone?
-Certo Cardia.
-Mi spezzi il cuore ragazza, io volevo farti visitare l’intera valle e Manigoldo voleva farti visitare i migliori locali del villaggio.
Manigoldo scansò Cardia appena in tempo poiché Degel lo stava per congelare.
-Ti conviene tacere, il nostro amico sta diventando freddino.
-Va bene, andiamo via. Passa a salutarci prima di andare via.
-Penso che ci vedremo prima, forse possiamo cenare insieme uno di questi giorni.
-Io credo che qualcuno ti terrà rinchiusa qui per molte ore.
Cardia e Manigoldo corsero via dopo l’ultima frase, sapevano di rischiare il congelamento.
-Non sono cambiati per niente.
-Sono fatti così. Hai freddo?
-No, sto bene.
-Se non sei a tuo agio in casa mia, posso portarti da un’altra parte.
-Voglio stare dove piace a te, dovunque stai tu io sto bene.
Degel strinse di nuovo la ragazza e riprese a baciarla sul collo.
-Perché ridi?
-Sono felice perché posso passare qualche ora con te.
-Se continui a parlare in questo modo, perderò la testa e non ti lascerò più andare.
-So che non lo faresti mai. Per te viene primo il dovere di cavaliere e poi i sentimenti. A me sta bene, ti posso capire.
Degel era veramente folle d’amore per lei, la stese sul suo letto e le abbassò la parte superiore del vestito. Il suo seno era davvero abbondante. La baciò sul petto e poi scese a passare la lingua sulle gambe. Alla ragazza sfuggirono alcuni gemiti. A Degel piaceva sentirla mentre la toccava su tutto il corpo, la sua voce era come melodia.
Degel era a petto nudo e lei era rimasta solo con l’intimo di sotto. Erano pronti a unirsi ma qualcosa bloccò il loro bel momento.
-Avverto un cosmo molto forte. C’è un pericolo.
-Lo sento anche io, è uno specter o forse due. Non sono solo sicari, devono essere abbastanza forti.
Margaret si rivestì e Degel indossò la sua armatura.
-Questa volta io non posso aiutarti, mi è vietato interferire.
-Non fa niente, non voglio che tu corra rischi, non ti avrei mai chiesto di venire con me. Resta nella mia casa e non scendere a valle, è troppo pericoloso.
-Non potrei neanche se volessi, non ho con me la mia armatura.
-Saresti capace di combattere senza maschera per il bene degli altri, ormai ti conosco bene- disse Degel dandole una carezza sulla guancia.
Il cavaliere la baciò sulle labbra e poi corse a valle per aiutare i suoi amici.
 
Degel era arrivato davanti l’arena degli allenamenti e c’erano Manigoldo e Cardia che assistevano al combattimento fra uno specter contro Yato e Tenma.
-I due pivelli non vogliono che interveniamo. Sono molto orgogliosi.
-Qui c’è solo uno specter, io ho sentito due cosmi distinti.
-Anche noi, infatti Sisifo, Doko e Shion pattugliano la zona. Non hanno ancora trovato nessuno.
Degel guardava lo scontro davanti a sé e ogni tanto si girava verso la sua casa.
-Sei distratto Degel e non è da te- disse Sisifo.
-Non sono per niente distratto. Avete trovato qualcosa?
-No, il secondo specter è capace di celare la sua presenza.
Il cavaliere del Toro si avvicinò ai suoi amici e videro che aveva in braccio due giovani cavalieri.
-Sono stati attaccati da un secondo specter, li ha presi alle spalle, guardate le ferite. Non hanno avuto neanche il tempo di difendersi.
Il cavaliere andò verso il cimitero per seppellire quei due ragazzi.
-Siete troppo deboli per me e il mio amico cavalieri.
Yato tirò un pugno in pieno viso allo specter.
-Siete solo buoni ad attaccare alle spalle, non vi  perdonerò mai.
Mentre Tenma e Yato si occupavano del primo specter, i cavalieri d’oro cercavano di localizzare il secondo, doveva pagare per l’atto vile commesso.
A Sisifo venne un dubbio.
-Ci stanno distraendo qui a valle per salire fino al tempio. Le case sono tutte vuote a causa dello stato d’allarme. Anche il cavaliere della Vergine e el Cid sono fuori le loro case, sono a rapporto dal grande sacerdote. Accidenti, dovevo prevedere una mossa del genere. Nessuno fermerà l’avanzata dello specter verso Atena con le case vuote.
Degel si mosse istintivamente verso la sua cosa, saliva la scalinata senza mai voltarsi indietro.
-Cosa gli prende? Non vorrà correre a fermare lo specter senza una strategia?
Cardia pensò a allo sguardo di Degel e capì che temeva che lo specter fosse arrivato a lei.
-Manigoldo raggiungiamo Degel prima che congeli l’intera valle, temo che lei sia in pericolo.
-Di cosa parlate?
-Non possiamo spiegarti niente Sisifo, tieni sotto controllo i marmocchi mentre noi aiutiamo Degel.
Degel arrivò nella sua casa e trovò lo specter che teneva Margaret schiacciata al muro. Le aveva bloccato braccia e gambe con delle catene nere.
-Allora Degel dell’acquario, ti porti il divertimento in casa? La mocciosa ha anche fatto resistenza. Non sapevo fosse permesso alle sacerdotesse di Atena intrattenersi con i cavalieri.
-Lasciala subito, lei non è una sacerdotessa di Atena. Non è implicata nel nostro conflitto.
-Pur di proteggerla sei pronto a mentire anche davanti la tua dea.
-Non sta mentendo, io non sono una sacerdotessa di Atena.
-Siete due folli se pensate che io creda che sei una semplice ragazzina umana senza alcuna abilità. Ti sei difesa troppo bene dai miei attacchi, nessuna mocciosa ha mai schivato i miei colpi. Ho dovuto bloccarti con le catene oscure del baratro per farti stare ferma. Sei una ragazzina impertinente, hai osato anche colpirmi al braccio.
-Questa è la casa dell’acquario detto io le regole. Libera la ragazza o per te è la fine.
-Non ti conviene minacciarmi. Con quelle catene potrei strapparle l’anima in qualsiasi momento. Ade adorerà l’anima di questa verginella.
Degel congelò l’intera casa facendo attenzione a non colpire il punto dove si trovava Margaret. Il nemico si accorse che il ghiaccio lo stava per colpire e si spostò velocemente. Era inutile, ormai il ghiaccio lo aveva preso di mira, non sarebbe potuto scappare.
Degel usò due dei suoi colpi più forti e sconfisse lo specter. Poi corse a liberare la ragazza. Spaccò le catene a pugni e la prese fra le sue braccia.
-Ti ha lascito i segni su polsi e caviglie.
-Sono solo dei graffi. Grazie per avermi salvata. Non mi sono accorta delle catene e mi sono lasciata imprigionare. Se tu non fossi arrivato, ora la mia anima sarebbe nelle mani di Ade.
-Non accadrà mai, devi vivere.
-Degel sei freddissimo.
-La mia tecnica, ho esagerato. È meglio uscire dalla mia casa, fra poche ore tornerà tutto normale e potremo rientrare.
Degel e Margaret trovarono fuori la casa Cardia e Manigoldo che videro il corpo dello specter a terra.
-Atena è salva, lui non salirà mai al tempio.
-Sei mitico Degel. Ma qui si gela, scendiamo a valle o moriremo congelati. Sorellina sei ferita.
-Sto bene Cardia.
Degel lo guardò storto per come l’aveva chiamata.
-Per fortuna non ha il tuo sangue o saremo diventati parenti.
Degel aveva fatto un’altra battuta, Manigoldo e Cardia si erano dovuti sedere sugli scalini a ridere. Avevano le lacrime agli occhi per le risate.
-Siete davvero amici, è bello poter vedere un rapporto come il vostro.
-Non sei abituata a stare in mezzo agli altri, vero?
-Io sono una guerriera e non stringo mai legami. Sono una sorta di guardiana per la mia maestra e non vedo mai nessuno, tranne i nemici. Ogni rapporto con il mondo esterno è proibito. Stare con te è qualcosa di straordinario, non pensavo che mi avrebbe permesso di rivederti.
-Dovrò ringraziare la tua maestra per questa concessione.
Degel notò che lo scontro a valle era finito e andò a riferire a Sisifo che aveva battuto il secondo specter. Intanto Margaret chiacchierava con i due amici. Poi vide arrivare due cavalieri di bronzo pieni di ferite, erano davvero conciati male.
-Ehi ragazzi posso darvi un unguento da spalmare sulle ferite. Vedete, con questo vasetto ogni ferita sparirà in pochi giorni. Potrei anche medicarvi questi brutti tagli profondi.
-Volentieri signorina- risposero in coro Tenma e Yato.
-Mocciosi vi dispiace se assistiamo?
-Sì, non sei mai simpatico con noi, caro Manigoldo- urlò Yato.
-Io resto lo stesso pivellino.
La ragazza fece sedere i due giovani su un prato e corse a prendere erbe mediche, fasce e due vasetti del suo speciale unguento.
-Ho tutto il necessario per le medicazioni qui nella mia borsa. Prima vi medico le ferite più profonde. Questo infuso di erbe brucia un pochino, quindi stringete i denti signor Tenma. Vale lo stesso per voi signor Yato.
-Hai sentito Tenma ci chiama signori, che onore.
Manigoldo e Cardia stavano ridendo tantissimo alle spalle dei mocciosi, erano super imbarazzati mentre la ragazza li medicava.
-Dovreste vedere le vostre facce piccolini, siete tutti rossi.
-Taci Manigoldo, chiunque sarebbe in imbarazzo se una ragazza lo medicasse con tanta cura.
-No, caro Yato. Io non divento rosso quando un’ancella mi fascia le ferite. E poi non divento rosso davanti Margaret, potrei rischiare il congelamento.
Yato e Tenma non capirono il senso dell’ultima frase.
-Cosa vuoi dire Manigoldo?
-Capirete presto.
Sisifo, Degel e Shion salirono verso il gruppetto di ragazzi e videro che i due cavalieri di bronzo venivano medicati.
-Grazie per l’aiuto signorina, potevo anche occuparmi io della questione.
-Lord Shion non è un problema per me, sono abituata a curare i feriti. Questi due ragazzi meritano le migliori cure, visto che hanno affrontato uno specter molto forte. Quello che avete affrontato è un cavaliere che ha distrutto ben tre villaggi nel nord della Grecia.
-Siete informata signorina, siete una volontaria?
-No, signor Yato. Io sono una guerriera.
Yato, Tenma e Sisifo rimasero senza parole. Una ragazza tanto graziosa era un cavaliere. Non avevano avvertito alcun cosmo provenire da lei.
Degel notò che i due ragazzi erano rossi come peperoni, erano davvero immaturi. Cardia e Manigoldo guardarono l’amico in faccia e notarono che non staccava mai gli occhi dei mocciosi. Li teneva sotto controllo ogni minimo secondo. Ora era diventato anche geloso. Troppo divertente.

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Capitolo 6
*** capitolo 6 ***


Degel attendeva che Margaret finisse di medicare Tenma e Yato. I due cavalieri avevano riportato qualche ferita nello scontro con uno specter. La ragazza si era offerta di medicarli perché sapeva che il suo unguento aveva proprietà curative speciali. Era un preparato della sua maestra e lei sapeva usare bene le erbe mediche e i fiori per farne delle ottime medicine. Ogni ferita che veniva cosparsa da quella crema guariva in pochi giorni, tranne quelle gravissime. La maestra della ragazza, le aveva sempre detto che le ferite gravi non potevano guarire con il suo unguento. La dea non aveva mai sviluppato un medicinale tanto potente per non andare contro le altre divinità. Sapeva che non poteva interferire in alcune battaglie, curando i cavalieri di una parte piuttosto che di un’altra, soprattutto se stavano per morire. Interveniva in casi estremi solo se si trattava delle sue protette o di persone innocenti.
Degel guardava con quanta cura Margaret medicasse i due cavalieri, era davvero portata per quel genere di cose. Non capiva perché dovesse combattere visto che era una fanciulla tanto dolce e delicata. Ma lui non era nessuno per contraddire le sue decisioni e quelle della sua dea. Dopo tutto anche lui aveva deciso di diventare più forte per proteggere le persone e indossare l’armatura d’oro gli permetteva di assolvere ai suoi compiti. Sapeva anche che lei non poteva scegliere di lasciare il suo ruolo da cavaliere perché doveva proteggere la sua dea, come lui combatteva per Atena.
-Yato dovresti tenere il braccio fermo almeno per due giorni.
-Non posso signorina Margaret.
-Perché? Se chiedi al tuo maestra, sono sicura che ti darà un giorno di permesso.
-In questo momento io e Tenma ci alleniamo con Doko. Se gli chiedessimo di farci riposare qualche giorno, potrebbe raddoppiare gli esercizi durante gli allenamenti.
-Bene, parlerò io con questo Doko. La tua ferita sul braccio potrebbe riaprirsi se non lo tieni fermo almeno due giorni. Dove lo trovo?
-No, meglio che ci parliamo noi- disse Tenma.
-Bene, se non vi ascolta ditemelo che faccio due conti con lui.
-Non si preoccupi signorina, lo convinceremo da soli.
-Tenma tieni la mano destra a riposo per un intero giorno, mi raccomando.
Tenma e Yato sbiancarono quando videro Doko di fianco a Shion, ora dovevano chiedergli di dargli due giorni di riposo.
-Dalle facce di questi cavalieri capisco che voi siete Lord Doko.
-Piacere di conoscervi signorina. Ho saputo che vi siete battuti bene ragazzi. Vi concedo due giorni di riposo visto le vostre ferite.
Yato e Tenma si guardarono e pensarono che non era da Doko lasciarli a riposo per qualche giorno. Anche Manigoldo e Cardia pensarono che era strano, Doko aveva il pugno di ferro quando si trattava di allenamenti.
-Hai qualcosa in mente Doko?
-Ti sbagli Shion, non ho secondi fini. È solo che non volevo essere preso a calci dall’amica di Degel, mi sembra pericolosa.
-Hai ragione, Cardia mi ha detto che è un cavaliere come noi. Ormai lo sapranno tutti i cavalieri che lei non è una civile.
La ragazza salutò i cavalieri e si avviò con Degel verso il villaggio. Aveva deciso di farle visitare tutti i luoghi più belli lì intorno. Intanto gli altri cavalieri si chiedevano che rapporto ci fosse fra i due, soprattutto Tenma e Yato. Cardia e Manigoldo sapevano che Degel amava la ragazza ma non osavano parlare. Era giusto che i due avessero un po’ di pace.
Arrivati al villaggio Degel e Margaret furono circondati dai bambini.
-Signorina, lei è un’amica del signor Degel?
-Certo, volevi dirgli qualcosa?
-Grazie per aver protetto la mia casa l’altro giorno.
Il bambino sorrise a Degel e Margaret gli scompigliò un po’ i capelli.
-Sei davvero dolce piccolo.
Un altro bambino si avvicinò a Degel e gli tirò il mantello. Aveva appena tre anni e guardava curioso l’armatura del cavaliere.
-Guarda come è carino. È curioso di sapere perché porti questa armatura.
Il bambino corse vicino alla ragazza e si strinse alla sua gamba.
-Sei solo piccolo?
Il bambino indicò una grande casa lungo la via principale e Margaret lo accompagnò laggiù seguita da Degel che intanto pattugliava la zona. Non voleva avere altre sorprese, era meglio accertarsi che non ci fossero altri specter.
-Tu vivi in questo orfanotrofio?
Il bambino fece sì con la testa e si strinse di nuovo alla gamba della ragazza. Allora lei lo prese in braccio e lo coccolò un pochino.
-A quanto pare si è affezionato a te non appena ti ha vista.
-Gli piaci anche tu visto come ti tirava il mantello.
-Deve avermi visto più volte girare per queste strade con Cardia o con Manigoldo. Pattugliamo spesso questa zona.
-Piccolino vuoi bene a questo bravo ragazzo davanti a noi.
Il bambino rispose con un sorriso.
-Il sorriso dei bambini non mente mai, tu gli sei simpatico grande eroe.
-Per la prima volta mi sento in imbarazzo. Tu mi lasci sembra a bocca aperta- disse Degel appoggiando una mano su una guancia della ragazza.
Lei gli sorrise e poi entrò dentro l’orfanotrofio con il bambino. Il cavaliere la seguì e notò che dietro di lui c’erano altri dieci bambini.
-Sono curiosi di sapere perché entri nel loro orfanotrofio?
-Forse seguono te.
-Non provarci Degel, sono incuriositi dal cavaliere dall’armatura d’oro, non dalla ragazza normale.
La direttrice dell’orfanotrofio sentì che i bambini urlavano nel salone e uscì dal suo ufficio.
-Quante volte vi ho detto che non si urla nel salone?
-Scusi, è colpa nostra se sono tanto agitati.
La donna, che aveva circa 55 anni, squadrò Margaret dalla testa ai piedi e concluse che doveva essere un’altra ragazzina del villaggio in cerca di lavoro. Non aveva visto che davanti la porta c’era Degel.
-Non posso assumere nessuno in questo orfanotrofio, siamo a corto di fondi. Vattene ragazzina.
Degel aveva assistito alla scena e intervenne.
-Non siamo qui in cerca di lavoro.
-Voi siete un cavaliere del tempio. Questa ragazzina è con voi?
-Sì, siamo entrati per riaccompagnare i bambini. Volevo accertarmi che entrassero in casa, inizia a calare la sera e è pericoloso stare fuori da soli. Non vengono mai accompagnati quando escono?
-Sono l’unica che si occupa di loro, a parte la donna delle pulizie e la cuoca. Non abbiamo più soldi nelle casse dell’orfanotrofio.
-Sarò lieta di offrirvi dei soldi. Ho anche dei vestiti della taglia di questi angioletti nel mio bagaglio. Adoro cucire, ma l’unica cosa che mi riesce sono i vestiti da bambino.
-Grazie per l’offerta signorina.
Degel notò che la donna aveva subito cambiato tono sentendo parlare di soldi. Davvero patetico, era lei a spendere tutto per sé stessa, invece di occuparsi dei bambini.
-Torneremo domani con i vestiti. Li faccia mangiare bene questa sera, ecco i soldi per della buona carne- disse Degel gelido.
La donna si impaurì guardandolo negli occhi. L’aveva minacciata solo con gli occhi, doveva stare attenta se non voleva scatenare l’ira del cavaliere.
Margaret e Degel uscirono dall’orfanotrofio e tornarono al grande tempio.
-Non hai detto una parola per tutto il tragitto.
-Odio chi maltratta i bambini. Se lo sapesse Cardia andrebbe in quel posto e prenderebbe a schiaffi la direttrice.
-Ho visto come vivono, ma non puoi addossarti tutte le responsabilità. Ho pensato di portargli dei vestiti così avrò l’occasione di parlare con la direttrice e convincerla a migliorare le condizioni dell’orfanotrofio.
-Scusa la rabbia, non volevo farmi vedere così arrabbiato proprio da te.
-Io voglio conoscere ogni lato del tuo carattere. Se vuoi, puoi sfogarti con me.
Degel trascinò Margaret all’undicesima casa e si chiuse con lei nella sua stanza.
-Visto che è sera, non ci disturberà più nessuno.
-Degel cosa fai?
-Ho una voglia irrefrenabile di baciarti.
La ragazza si lasciò sovrastare dal cavaliere che la stese sul letto e la baciò sulle labbra. Era il loro momento magico e nessuno lo avrebbe interrotto quella volta. Chiunque si fosse azzardato a entrare della la casa, sarebbe rimasto congelato.
Degel baciava Margaret su tutto il corpo. Le aveva già sfilato il vestito e lui si era tolto armatura e maglia.
-Hai un corpo magnifico.
-Non dire bugie, sono piena di graffi e cicatrici.
-Allora tu non dovresti guardare la mia schiena.
-Tu sei bellissimo.
Lei era seduta sul letto solo con la parte bassa dell’intimo mentre Degel si toglieva i pantaloni. Il ragazzo stava per sedersi dietro di lei per baciarle la schiena ma lei si coprì con un lenzuolo.
-Non guardarmi la schiena, non ti piacerei più.
-Non scherzare, ti amo e se hai qualche graffio non mi importa.
Degel guardò la schiena della ragazza e vide due grandi cicatrici. Margaret vide che il ragazzo non parlava e non la toccava e scattò in piedi.
-Hai visto, ora ti disgusto. Sono una stupida, mi sono innamorata e ora ne sconto la pena. La mia maestra mi aveva detto che avrei sofferto.
Degel strinse da dietro Margaret e la baciò sulla guancia.
-Non mi sono bloccato a causa delle cicatrici. Ero così arrabbiato che stavo perdendo il controllo. Se ti avessi toccata in quel momento, ti avrei fatta diventare una statua di ghiaccio. Il mio maestro mi ha sempre detto di dominare le emozioni o sarebbe stato un guaio per me. Sapere che qualcuno ti ha fatto male, mi fa arrabbiare.
-Degel, grazie.
La ragazza si girò e nascose il viso sul petto del ragazzo.
-Se sapessi chi ti ha fatto quelle cicatrici, andrei a dargli una lezioni.
-Non puoi, è stato uno dei consiglieri di Ade. Era un giorno di primavera, io mi ero recata in un villaggio a nord della Grecia per ordine della mia maestra. Lei voleva che le portassi del pane fresco come piace a lei, dice che io lo brucio troppo. Sapevo che in quel villaggio facevano del pane ottimo. All’improvviso è arrivato il consigliere di Ade e ha distrutto tutto il villaggio. Causò moltissimi morti. Io ero vicino a una scuola e avevo eretto una barriera per salvare dei bambini. Lui mi ha trovata e catturata, per fortuna i bambini sono riusciti a scappare. Mi ha frustata due volte e poi è stato bloccato dalla mia maestra che si è lamentata con Ade in persona. Poi lei mi ha riportata a casa e curata.
Degel era furioso, prendersela con una ragazza innocente e solo per puro divertimento.
-Vorrei proteggerti da ogni pericolo.
-Sono grande e devo cavarmela da sola.
Degel baciò Margaret sulla bocca e la fece smettere di tremare.
-I tuoi baci hanno un effetto calmante su di me.
-Tremavi a causa del racconto. Avere quel bruto davanti non deve essere stato facile.
-Se non fosse intervenuta la mia maestra, non ti avrei mai incontrato.
Degel ribaciò la ragazza e la stese sul letto. Poi si sistemò di fianco a lei e iniziò a toccarla sulle gambe. La ragazza tratteneva i gemiti perché si vergognava ma Degel adorava quei sussurri. Stava letteralmente perdendo la testa. Dopo averla messa a suo agio, il cavaliere le sfilò le mutandine e si insinuò fra le sue gambe.
Margaret e Degel fecero l’amore per la prima volta e fu bellissimo. La ragazza sentì solo un po’ di dolore all’inizio, poi era come pervasa da una sensazione di calore e freddo messi insieme. I due si addormentarono esausti e abbracciati dopo aver fatto l’amore una seconda volta.

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Capitolo 7
*** capitolo 7 ***


Mattina presto
Degel era sveglio e guardava la ragazza fra le sue braccia. Era davvero bellissima, quasi non gli sembrava reale che fosse lì con lui. Tutto era stato perfetto la notte prima. Forse l’aveva stancata un po’ baciandola continuamente per tutta la nottata, ma non poteva fare a meno di quei contatti. Amava tantissimo quella dolcissima guerriera.
-Buongiorno!
-Da quanto tempo sei sveglio e mi fissi?
-Circa un’ora. Non posso fare a meno di guardare il tuo bellissimo e dolcissimo viso. Però mi mancava specchiarmi nei tuoi occhi.
-Sei romantico questa mattina.
-Devi sapere che mi fai un effetto strano.
La ragazza starnutì e Degel la strinse più forte.
-Stare nella mia casa non ti fa bene, qui fa molto freddo.
-Fra le tue braccia sto benissimo.
-Sei stanca?
-No, mi sento solo un pochino strana. Deve essere perché non avevo mai fatto nulla del genere. Le mie gambe sono deboli questa mattina.
-Normalissimo, era la tua prima volta. Posso portarti in braccio se non ce la fai.
-Non scherzare, se ti vedessero gli altri cavalieri, ti prenderebbero in giro.
-Ti riferisci a Manigoldo e Cardia, non ci faccio mai caso. Cosa vuoi fare oggi?
-Oggi pomeriggio porterò i vestitini ai bambini dell’orfanotrofio ma questa mattina sono tutta tua. Tu sei libero?
-Sì, non ho missioni in programma e non ci sono specter nei paraggi.
Degel si alzò dal letto e Margaret rimase a fissarlo. Aveva un fisico stupendo, i pettorali sembravano essere staiti scolpiti da un artista e il suo viso era stupendo. Era completamente incantata da lui.
-Ti piaccio così tanto che non riesci a staccare gli occhi da me anche se sono nudo.
-Non ti burlare di me Degel.
-Non ti sto punzecchiando. Se tu ti alzassi ora, anche io non potrei fare a meno di guardarti. Hai un corpo stupendo, mi è piaciuto tantissimo poterti accarezzare ovunque. Stasera non ti farò dormire fino all’alba.
Margaret divenne completamente rossa. Degel era davvero impertinente in quel momento, ma lo adorava con tutti i suoi pregi e i suoi difetti.
La ragazza si alzò e cacciò un abito pulito dal suo zaino.
-Posso utilizzare la tua vasca?
-Certo. Ti scaldo l’acqua sul fuoco.
La ragazza si fece un bagno e poi si vestì in fretta. Trovò Degel che leggeva un libro, seduto sulla sua poltrona. Era bello anche con gli occhiali, sembrava un vero intellettuale.
Margaret si avvicinò piano al ragazzo per sedersi accanto a lui, ma lui l’afferrò per i fianchi e la fece sedere sulle sue gambe.
-Mi piace tenerti vicina, fra pochi giorni non potrò più toccarti.
-Lo so. Se penso che non ti vedrò mai più, mi viene da piangere.
-Non farlo amore mio o non riuscirò più a separarmi da te.
Il ragazzo avvicinò il viso di lei al suo e le diede un bacio sulle labbra.
-Quando sarò triste, penserò sempre ai tuoi baci e ai tuoi abbracci. Mi fai sentire sempre meglio, mi mancherai tantissimo.
-Penserò a te e a noi due stesi nel mio letto quando mi sentirò solo. Sei la mia anima gemella e non ti dimenticherò mai.
Margaret si accorse che Degel nascondeva qualcosa. Non voleva turbare l’atmosfera che si era creata fra loro e non gli chiese nulla. Avevano poco tempo per stare insieme e non voleva passarlo a litigare con lui. Se lui aveva dei segreti, aveva dei buoni motivi per nasconderli.
-Cosa pensi?
-Sto bene qui con te- disse la ragazza poggiando la testa sul petto del cavaliere.
Lui le baciò la fronte e la strinse forte.
-Siete dolcissimi in quella posizione.
-Cardia non mi è sembrato di sentir bussare.
-Sono entrato a fare colazione perché in casa mia non c’era niente e non mi sono accorto che eravate già svegli. Poi vi ho sentiti e sono uscito dalla cucina. Cosa avete fatto di bello?
Margaret nascose il viso sul petto di Degel per l’imbarazzo, non osava dire cosa era successo la notte prima al cavaliere. A Cardia scappò un sorriso, dalla reazione della ragazza aveva capito tutto.
-Sei un vero bricconcello caro Degel.
-Cardia smetti di parlare a sproposito, non vedi che la metti in imbarazzo.
-Comunque sono venuto qui anche perché ti cercava Sisifo.
-Sapevo che eri venuto a chiamarmi. Margaret torno presto, aspettami qui. Andiamo Cardia, devi andare al mercato a ricomprare tutto il cibo che hai preso dalla mia dispensa a spese mie.
-Non mi tirare così forte per il mantello, ci sono le scale.
I due cavalieri scesero la scalinata del grande tempio e si diressero verso Sisifo. Intanto Margaret si adagiò sulla poltrona del suo amato, si sentiva ancora il suo profumo.
 
Degel era davanti a Sisifo e aspettava che parlasse.
-Conosci bene quella ragazza, ci si può fidare?
-Sicuro.
-Non guardarmi con quello sguardo gelido, queste domande vengono dal grande sacerdote. Non vuole spie vicino a lady Atena.
-Lei ha salvato tre dei suoi cavalieri, non può essere una spia di Ade.
-Io non ho parlato di Ade. Il grande sacerdote teme incursioni da altre divinità.
-Può fidarsi ciecamente di lei.
-Parli da cavaliere o da ragazzo innamorato?
-Entrambi, ma so quali sono i miei doveri e non li trascuro mai. Se ti dico fidati, non continuare a parlare e rispetta quello che ti dico.
-Bene. Riferirò al grande sacerdote che la ragazza è sicura.
Un gruppo di ancelle circondò Degel e Sisifo. Erano molto interessate alle loro missioni e ai loro racconti, amavano le storie di eroi. Alcune di loro adoravano anche farsi notare dai cavalieri.
Margaret uscì dalla casa dell’acquario e vide un gruppo di ragazze che circondava Degel e un altro cavaliere. Alcune di loro erano troppo vicine al suo amato e non le piaceva per niente. Dovette stringere i pugni per non scendere verso di loro e staccare quelle ochette da lui. Era davvero una stupida, ora iniziava a essere anche cattiva nei confronti delle ancelle. Era più forte di lei, lo voleva tutto per lei, nessuna doveva toccarlo. Degel la notò da lontano e vide la sua espressione triste. Poi vide che una lacrima le rigava il viso.
La ragazza non si era neanche resa conto di piangere, si sentiva patetica, vuota, priva di ogni cosa. Lei sarebbe dovuta andare via e lui sarebbe rimasto lì circondato da bellissime ancelle. Lei non poteva impedirgli di avere una vita con un’altra ragazza, anche lui doveva essere felice.
Degel si congedò da Sisifo e raggiunse la sua amata, ignorando tutte le ancelle.
-Perché piangi?- domandò spingendola in casa per parlare in pace.
-Sono spregevole, ho pensato male di quelle povere ragazze.
Lui la strinse e la baciò sulle labbra.
-Non sei cattiva, è normale che dia fastidio vedere quelle ragazze al mio fianco.
-Non è giusto fare pensieri tanto brutti.
-Sciocca, è normalissimo provare un po’ di gelosia quando si ama. Io sarei geloso se ti vedessi parlare con tanta confidenza con un altro cavaliere. Intendiamoci, puoi parlare con chi vuoi, non congelo Manigoldo e Cardia se gli parli.
-Ho capito cosa volevi dire. Grazie per le tue parole. Io mi sento lo stesso una sciocca, sono pessima.
-Non dire certe cose di te, sei fantastica.
La ragazza si strinse ancora più forte al cavaliere che la baciò prima sulle guance e poi sulla bocca.
-Io ti voglio bene così come sei, non dimenticarlo mai. Grazie a te, credo che il mio cuore non sia più duro come un tempo.
-Non ho mai creduto alle dicerie che giravano sul tuo conto al villaggio in quei pochi giorni che sono stata qui. Il tuo cuore non è mai stato di ghiaccio o non saresti mai stato capace di scherzare e parlare in un certo modo con i tuoi amici. Ti ho osservato a lungo e ho notato che sei un amico leale con Cardia, anche premuroso spesso.
-Ti sei accorta del suo problema cardiaco.
-Non potevo non notarlo, sono abituata a vedere ogni genere di malato. Ti comporti bene anche con Manigoldo, nonostante sia molto egocentrico.
-Sono due buoni amici, sembrano spietati ma in realtà sono due ragazzi teneri di cuore. Cardia spesso gioca con i bambini quando salgono al tempio, mentre Manigoldo si occupa di Tenma e altri cavalieri di bronzo a modo suo.
-Siete davvero singolari. Tutti diversi ma uniti in nome della giustizia. Sono felice di essermi innamorata di te.
Degel guardò la ragazza negli occhi e sorrise. Non c’era fanciulla più bella di lei per i suoi occhi.
All’improvviso Margaret si accasciò a terra tenendosi la testa con le mani.
-Cosa succede?
-Ahi, sento un dolore lancinante in testa, fa malissimo.
Degel vide che la sua amata era diventata pallida e aveva le lacrime agli occhi per il dolore alla testa.
-Non capisco cosa succede, sto così male solo quando qualcuno attacca la mia maestra. Non è possibile perché è al sicuro nel suo giardino segreto, lì nessuno può entrare, è un territorio sacro. Devo andare a controllare.
-Non puoi nelle tue condizioni.
-Devo farlo, come cavaliere è mio dovere proteggere la maestra.
-Ti accompagno.
-Non puoi entrare nel rifugio della mia maestra, è vietato.
-Non mi importa, rischierò la punizione, non ti lascio andare da sola.
Degel aveva già l’armatura addosso e era pronto a partire subito. Disse alla ragazza di aspettarlo nella sua casa e corse ad avvertire Sisifo e il grande sacerdote. Arrivato al tempio, incontrò lady Atena che acconsentì subito a farlo partire. Aveva un debito nei confronti della maestra di Margaret e era ora di ripagarlo.
Degel corse verso la sua casa ma non trovò Margaret. La vide alla fine della grande scalinata che si reggeva in piedi a malapena.
-Ti avevo detto di aspettarmi.
-Il mal di testa è più forte, devo arrivare in fretta da lei, per colpa della mia assenza è in pericolo. Non dovevo andare via.
-Non devi prenderti colpe non tue, è la cosa più sbagliata che potresti fare.
Degel prese la ragazza in braccio e si fece indicare la direzione per arrivare al rifugio segreto.
-Dopo questo affronto la maestra non mi permetterà più di vederti. Ho disobbedito a un suo ordine dicendoti dove si trova il suo rifugio.
-Se vorrà punirti, le dirò che la colpa mia. La tua punizione diventerà la mia, non permetterò che ti diano colpe che non sono tue. Quando ti passa il mal di testa?
-Solo quando sono a difesa della maestra. Questo mal di testa è una sorta di campanello di allarme che mi avverte di attacchi imminenti. La maestra dice che è un dono che ho dalla nascita. Però mi succede solo quando è lei a essere in pericolo, con altri non è mai capitato.
-Forse perché sei legata a lei, dopo tutto ti ha cresciuta.
-Gira a destra e entra nel bosco. Mi dispiace se sono pesante.
-Sei una piuma, il mio maestra mi faceva portare blocchi di ghiaccio per allenarmi, sono capace di sollevare di tutto e senza stancarmi.
-Un’altra fitta alla testa.
-Non riesco a vederti in queste condizioni.
-Siamo quasi arrivati, entra in quel buco laggiù, sotto la grande quercia.
La dea vide davanti a sé Degel, cavaliere dell’acquario, e la sua guerriera.
-Perché lo hai portato qui? Non sono ammessi estranei in questo posto.
La terra tuonò a causa delle parole della dea, aveva una forza immensa.
-Mi dispiace maestra, ero troppo debole per raggiungervi da solo. Non ci ha seguiti nessuno, ve lo assicuro. Fidatevi di lui.
-Per questa volta non lo sbatto fuori, ma io e te fare i conti più tardi.
-Non la punisca. Era preoccupata per voi e io mi sono offerto di accompagnarla.
-Non ti intromettere cavaliere o dovrò farti male.
-Mettimi giù Degel, la testa va meglio, posso stare in piedi da sola.
Il cavaliere la mise a terra e lei si posizionò davanti a lui come per fargli da scudo.
-Lui mi ha aiutata a raggiungervi, non lo toccate. Ho di nuovo la sensazione che qualcuno vi voglia attaccare.
-Sei corsa qui perché avevi mal di testa. Quindi qualcuno mira a me. Nessuno osa minacciarmi e la passa liscia. Qualsiasi nemico voglia affrontarmi, sono pronta a fronteggiarlo.
-Sono corsa qui per proteggervi.
-Sei una ragazza degna di stima ma negli ultimi tempi sei alquanto distratta da questo giovane cavaliere di Atena. Perché dovrei farti restare con me? Non sei più la stessa di prima, non sei più la ragazza che pensava solo a raccogliere fiori per me e a leggere poesie. Da quando hai incontrato questo cavaliere hai altri pensieri per la testa.
La dea continuava a girare intorno ai due ragazzi e li studiava attentamente.
-Ti sei fatta levare persino la maschera perché desideravi che ti riconoscesse.
-Si sbaglia, le ho tolto la maschera perché non stava bene.
-TACIIIIIIIIIIIII.
Degel venne sbalzato in aria da un turbine di foglie potentissimo. Per fortuna riuscì a atterrare in piedi.
-Maestra non fargli male.
-Lo ami così tanto mia cara, ti sto perdendo. Hai anche rinunciato ai tuoi bellissimi capelli lunghi per lui.
-Quelli ricresceranno maestra. Ora basta parlare di queste cose, devo portarvi al sicuro.
-Non devi preoccuparti per me, sai che sono molto forte.
-Dovete ascoltarmi, non voglio che qualcuno vi ferisca.
La donna si avvicinò a Margaret e le accarezzò una guancia.
-Sei sempre stata protettiva e dolcissima con me. Sono felice di averti trovata prima dei cattivi. Quel giorno hai rischiato di essere uccisa con i tuoi genitori. Un mio cervo ti ha portata nel bosco dopo che tua madre era corsa fuori il villaggio per salvarti. Purtroppo fu trafitta da una lancia. Il mio cervo ti ha salvata appena in tempo e ti ha lasciata davanti il mio vecchio rifugio.
-Non mi ha mai detto tutti questi particolari, perché me ne parla ora?
-Devi andare via con lui prima che arrivi lui.
-Non l’abbandonerò mai, non potete chiedermi di lasciarla sola. Mi sono accorta che avete mandato via tutte le sacerdotesse.
-Qui erano in pericolo. Ora si sono mischiate ai civili e vivranno felici come persone normali. Ho cancellato la loro memoria, non si ricorderanno mai di me.
Degel temeva che facesse lo stesso con Margaret. Non poteva permetterlo, si sarebbe scordata anche di lui e del loro amore.
-Cavaliere non temere, non cancellerò i ricordi della mia migliore guerriera. Voglio che lei sia felice. Devi portarla via prima che arrivi il nemico o la perderai per sempre. Decidi cosa fare?
-Io non vi lascio sola.
-Io me la caverò da sola. Se tu mi difendi, morirai in pochi minuti. Lui è spietato con i cavalieri, si diverte a vederli soffrire. Ce l’ha con me perché ho salvato molti civili grazie a te. Non ci penserebbe due volte a farti fuori per farmi soffrire. Io non voglio vedere altro sangue. Ho perso troppe guerriere in questi anni, non voglio più vedere le persone a cui tengo morire. Non avrai più mal di testa una volta uscita da qui ma presto dovrai affrontare una grande perdita nella tua vita. Vai con lui e passa momenti felici. Ogni momento va vissuto al massimo, ricordalo mia dolcissima guerriera.
La dea abbracciò la ragazza e le regalò una collana con un ciondolo a forma di iris.
-Con questo non ti scorderai mai di me e del bene che ti ho voluto, sei libera da ogni dovere nei miei confronti. Tu me l’hai strappata e ora dovrai prenderti cura di lei.
-Non le farò mancare niente.
-Prendi le tue cose mentre io faccio due conti con questo cavaliere. Tranquilla, non gli farò male.
Margaret prese uno zaino e iniziò a raccogliere i suoi vestiti e le cose che aveva raccolto negli anni. Prese anche la sua maschera e il vestito da cavaliere.
 
Intanto la dea parlava con Degel
-Quando arriveranno gli specter in massa, dovrai proteggere il villaggio e la tua dea. Lei resterà sola per sempre.
-So che ho dei doveri e che dovrò combattere a costo della vita. Perché la lasciate andare, se sapete che soffrirà in futuro?
-Devo farlo perché lei potrebbe morire oggi a causa mia. Per proteggermi sarebbe capace di gettarsi su di me come scudo. Non accadrà mai, perché lei verrà con te. Amala fino alla fine.
-Per sempre.
-Andate, sento che il nemico si avvicina. A me non succederà niente perché lui teme la mia ira.
Margaret salutò la sua maestra e andò via con Degel. Il ragazzo la prese in braccio e corse velocemente verso il grande tempio. La dea le aveva sussurrato di allontanarla il prima possibile da quel rifugio, stava per scatenarsi un terremoto potentissimo nella foresta, tutto sarebbe stato inghiottito.
La ragazza si girò verso la foresta una volta fuori e la vide sparire inghiottita nella terra.
-Lei starà bene, ha solo cambiato rifugio per non farsi trovare e tenerti al sicuro. Nessuno saprà che eri una sua guerriera.
-Ora non ho più una casa o un luogo dove tornare.
-La tua casa da oggi in poi sono io, potrai restare con me quanto vuoi.
La ragazza si strinse forte alle spalle del cavaliere e si lasciò cullare dalle sue possenti braccia. Ora era lui l’unica persona che le era rimasta. Purtroppo la ragazza non sapeva ancora che presto avrebbe sofferto di nuovo.

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Capitolo 8
*** capitolo 8 ***


Degel e Margaret erano appena rientrati al grande tempio e si erano recati al cospetto di Atena. La dea li aveva ascoltati e aveva acconsentito a far rimanere la ragazza presso il tempio. Le aveva anche fatto preparare una stanza.
Cardia e Manigoldo guardarono Degel e pensarono che la ragazza avrebbe passato pochissimo tempo in quella stanza e molto tempo fra le braccia del loro amico. Quella ragazza lo rendeva felice e loro non potevano che esserne contenti. Ora si sarebbe trasferita vicino a loro e avrebbero dovuto trattarla come una sorellina. Se ci pensavano meglio, potevano anche punzecchiare meglio Degel, con lei che lo teneva a bada non rischiavano di diventare iceberg.
Degel scortò la ragazza fino la sua stanza e l’aiutò a sistemare la sua roba.
-Puoi venire all’undicesima casa quando vuoi. Avrei voluto farti vivere lì …
La ragazza gli tappò la bocca con la mano.
-Hai dei compiti cavaliere dell’acquario, non ti porterò via tempo dai tuoi doveri. Starò bene qui e verrò a trovarti spesso.
-Salirò al tempio più spesso ora che ci sei tu. Credo che lady Atena penserà che sono impazzito. Forse sì, sono pazzo di te. Cardia, Manigoldo so che siete dietro la porta, non è cortese spiare nella stanza di una ragazza.
-Noi siamo venuti a dare un regalo di benvenuto alla nostra sorellina.
Manigoldo posò sulle mani della ragazza un libro e della carta da lettere insieme a l’inchiostro e a una penna.
-Sappiamo che ti piace leggere e scrivere e abbiamo pensato di portarti quelle cose. Il romanzo lo abbiamo comprato ieri, non abbiamo preso niente dalla tua libreria ghiacciolino.
-Non chiamarmi in quel modo Manigoldo.
-Grazie, siete stati molto gentili- disse Margaret stringendoli entrambi.
I due guardarono Degel e capirono che potevano ricambiare l’abbraccio senza rischiare il congelamento.
-Per ringraziarvi potrei preparare la cena.
-Riposa sorellina, prepariamo noi la cena. Sappiamo che sei stata poco bene.
Cardia sgranò gli occhi. Margaret capì che quella reazione era dovuta al fatto che la cucina del cavaliere del cancro non era buona.
-Mi sento benissimo. Se Degel mi permetti di usare la sua cucina, posso prepararvi qualcosa di delizioso. Non sono bravissima a cucinare ma alcune ricette mi riescono benino.
-Stasera siamo ospiti nella casa dell’acquario e finalmente si mangia qualcosa di commestibile- urlò Cardia.
-Vuoi forse insinuare che non so cucinare- disse Manigoldo.
-La tua cucina è pessima.
Cardia scappò via mentre Manigoldo lo inseguiva.
-Perdonali, sono due bambini.
-Ti dispiace se li ho invitati a cena?
-Per niente. Farai amicizia con tutti con il tempo. Devi solo stare attenta a non entrare mai nella casa dei gemelli. Il cavaliere è un tipo pericoloso e poco socievole. Come l’hai superata la prima volta? Avevo scordato di chiedertelo.
-Un cavaliere con i capelli lunghi e che emanava una strana luce mistica mi ha scortata.
-Dici sul serio?
-Sì, era un cavaliere che non parlava molto ma si è offerto di farmi da scorta fino alla fine della casa dei gemelli. Ha detto le stesse cose che mi hai appena riferito del cavaliere dei gemelli.
-Hai incontrato anche il cavaliere della Vergine e gli sei piaciuta subito. Sei una vera forza della natura.
La ragazza finì di sistemare le sue cose mentre Degel si rilassava un pochino seduto sulla sedia della camera.
-Scusa Degel, è normale che un bambino dorma nel mio letto?
-Perdonalo, lui è Regulus, il cavaliere del Leone. Si addormenta sempre dove capita quando torna da una missione.
-Un cavaliere molto giovane, sembra un cucciolo di leone addormentato. Lasciamolo dormire e portiamo questi abiti all’orfanotrofio.
-Sei sicura di non voler riposare? Hai appena perso la tua maestra.
-So che è salva e questo mi basta. Quei bambini hanno bisogno di questa roba e voglio portargliela.
-Ti accompagno.
Quando i bambini videro i due davanti la porta gli corsero incontro e gli saltarono addosso.
-Io pensavo di incutere timore con l’armatura addosso.
-Gli sei simpatico, sono bambini e vedono oltre le apparenze. Questi bambini adorano anche lord Manigoldo a quanto pare. Guarda c’è un suo disegno appeso al muro.
Degel aveva le guance gonfie perché stava trattenendo una risata, il suo amico era buffissimo in quel disegno. I bambini erano davvero coraggiosi se non li spaventava neanche Manigoldo con quella faccia da schiaffi. Dopo aver parlato con la direttrice e messo le cose in chiaro Margaret passò circa due ore con i bambini. Intanto Degel girava per il villaggio per controllare la situazione.
Verso sera Margaret corse a comprare qualcosa e poi andò all’undicesima casa a preparare la cena. Questa volta era riuscita a passare tutte le case perché lady Atena le aveva dato un permesso che le consentiva il passaggio.
Alle otto e trenta Cardia e Manigoldo erano davanti l’undicesima casa e dietro di loro c’era Degel.
-Tu non eri in casa?
-No, ho finito adesso il pattugliamento al villaggio. Entrate.
-Non è che hai piazzato qualche trappola di ghiaccio per spaventarci e restare solo con lei?
-Cardia non metterei mai trappole con lei in casa, è pericoloso.
-Dovresti dirlo al cavaliere dei gemelli, ogni volta che passiamo da casa sua rischiamo le penne.
Cardia esagerava sempre, ma non aveva tutti i torti, con il cavaliere dei gemelli non si poteva mai essere sicuri.
Appena entrarono in casa i tre cavalieri sentirono che Margaret parlava con qualcuno nella cucina.
-Hai invitato qualcun altro?
-Io non ero al tempio. Margaret deve aver esteso l’invito a qualcun altro.
I ragazzi si affacciarono in cucina e videro Regulus vestito in abiti civili che aiutava la ragazza ad apparecchiare.
-Sei bravo nelle faccende di casa.
-Non molto, Sisifo dice sempre che sono un pasticcione e che mangio troppo con le mani. L’ho fatto addirittura davanti il grande sacerdote, non potevo mangiare il pollo con coltello e forchetta.
Manigoldo ripensò alla scena di qualche mese prima. Al suo maestro era preso un colpo quando aveva visto Regulus mangiare il pollo con le mani davanti lady Atena. Scena esilarante.
-Siete arrivati. Andate a lavarvi le mani e accomodatevi.
-Le mie sono già pulite.
-Non mentire Cardia, hai della polvere bianca sul palmo della mano destra.
I tre andarono insieme nel bagno e si lavarono le mani a turno.
-Hai fatto diventare quella dolcissima ragazza dispotica come te e Shion, è ingiusto.
Degel mise la saponetta in bocca a Cardia e se ne andò in cucina.
-Credo proprio che stasera mi divertirò a punzecchiare il signor ghiacciolino- disse Manigoldo con un sorrisino perfido.
Una volta a tavola, Margaret servì un antipasto di pesce.
-Regulus è stato gentilissimo, per festeggiare il mio arrivo mi ha portato una cassetta di pesce misto che conteneva anche polpi e calamari. Ho potuto preparare uno splendido antipasto.
Manigoldo e Cardia si tuffarono sui manicaretti senza pensarci due volte. Regulus lo fece in modo più moderato mentre Degel mangiò con molta eleganza. Sembrava un nobile europeo.
-Dove avete lasciato le buone maniere?
-Non è una cena con il vecchio.
Degel lanciò un coltello vicino la mani di Manigoldo e il ragazzo recepì il messaggio.
-Diventi glaciale e letale quanto non ti si ascolta, fai paura.
Dopo l’antipasto, la ragazza servì un primo di spaghetti con salmone.
-C’è altra pasta?
-Certo Cardia.
Degel dovette chiudere la bocca a Cardia per non farlo parlare mentre masticava. Quella sera si erano sicuro messi d’accordo per fargli perdere la pazienza.
Come secondo c’era una grigliata mista di pesce, tutta preparata da Regulus.
-Questo piatto non era in programma, Regulus lo ha voluto preparare per voi.
Cardia e Manigoldo sbiancarono. Ricordavano che l’ultima volta in missione Regulus aveva cucinato il pesce in modo stranissimo e non era mangiabile.
-Ragazzi ho preso lezioni da Doko, ora preparo un pesce squisito. Doko chiama questo piatto la grigliata dei cinque picchi. Ci sono cinque diversi tipi di pesce in ogni piatto.
-Non so se fidarmi di una ricetta di Doko, conoscendolo sarà piena di sale e non fa bene al mio cuore malato.
-Su Cardia apri la boccuccia allo zio Manigoldo.
-Sei impazzito, vuoi usarmi come cavia. Assaggia prima tu.
Poi i due cavalieri videro che gli altri tre mangiavano tranquillamente. Decisero di assaggiare e il pesce era piuttosto gustoso.
-Dovresti imparare a cucinare da Doko caro Manigoldo.
-Non ci penso neanche a passare mezza giornata con lui nella sua casa, mi farebbe uscire pazzo.
-Sei già pazzo.
-Cosa hai detto Degel?
-Sei sempre stato pazzo, non puoi negarlo. Basta vedere come torturi il povero Tenma o gli altri cavalieri di bronzo.
Quella sera si divertirono un mondo insieme. Dopo la cena tutti tornarono nelle loro case mentre Degel e Margaret si mettevano a leggere nella stanza del ragazzo.
-Sono contenta di aver incontrato un altro dei tuoi amici.
-Regulus era felice questa sera, lui lo è sempre. Quel sorriso dalla faccia non gli si scolla mai. Nessuno capisce come faccia. Parlando di altro, tu come ti senti dopo oggi?
-Ho capito che la mia maestra non ha più bisogno di me e che voleva proteggermi, quindi non posso biasimarla se mi ha mandata via. Ha anche accettato che sto con te e non potevo desiderare di più. Ti ha rimproverato mentre preparavo i bagagli?
-No, mi ha solo detto di trattarti bene o sarebbe venuta a prendermi a calci.
Degel non poteva parlare di tutto il discorso avvenuto con la dea o la ragazza si sarebbe preoccupata per lui. Non doveva assolutamente sapere che presto lui sarebbe andato via per sempre.
-Qualcosa ti preoccupa?
-No, pensavo solo che non posso stare lontano da te.
Degel strinse forte la ragazza e la fece stendere sopra di lui. Era ora di dormire per entrambi, era stata una giornata piena di emozioni e avevano bisogno di riposo.
Il cavaliere d’oro quella notte sognò che la ragazza veniva trafitta da una spada nera impugnata da Ade in persona che rideva. Era divertito perché aveva ucciso la guardiana di una sua rivale, era tanto che aspettava quel momento. Estrasse la spada dal corpo della ragazza e l’alzò in aria tenendola per un braccio. Poi la scaraventò a terra in maniera violenta e la guardò soffrire. Non le diede il colpo di grazia perché voleva che morisse lentamente, rideva e rideva.
Degel si svegliò tutto sudato, ciò che non gli capitava mai e guardò se Margaret era ancora accanto a lui. Era nel suo letto e dormiva tranquilla. Il cavaliere si alzò e andò a darsi una rinfrescata. Poi si cambiò e si distese di nuovo nel letto. La ragazza continuava a dormire tranquilla e sussurrava il suo nome nel sonno. Era dolcissima. Degel la strinse per la vita e richiuse gli occhi.
Il mattino dopo
Non trovando la ragazza, il cavaliere corse nella cucina e la vide preparare i biscotti.
-Ho pensato di fare qualcosa di utile per tutti visto che devo rimanere qui. Preparare i biscotti mi sembrava una buona idea.
-Vuoi regalarli agli altri cavalieri?
-Sì, per ringraziarli per la loro gentilezza. Pensi che il cavaliere della vergine mi riceverà nella sua casa?
-Non ti preoccupare, apprezzerà il gesto.
-Bene, perché gli ho fatto i biscotti al ginseng, mi aveva detto che li adorava da bambino.
-Sai più cose di lui che noi cavalieri messi insieme. Evita la casa dei gemelli.
-Me lo ha detto anche Manigoldo.
Dopo aver fatto colazione insieme a Degel, la ragazza partì dalla prima casa per consegnare i pacchetti con i biscotti di vari gusti. La ragazza diede un pacchetto a Shion e passò oltre. Intanto Degel si allenava con Sisifo nell’arena.
-Ecco signore, questi biscotti sono per voi e i vostri allievi, ecco perché li ho messi in pacco tanto grande.
-I miei allievi apprezzeranno il gesto. Dovranno sgobbare per avere questo premio. Ti accompagno oltre la casa dei gemelli cara, non vorrei che qualcuno si fosse alzato con la luna storta.
Arrivata da Manigoldo, il toro lasciò sola la ragazza e si diresse verso l’arena. Il cavaliere del cancro accolse Margaret con un abbraccio.
-Questi biscotti al cioccolato sono per te.
-Ottimi, si senti dal profumo. Grazie sorellina, questi addolciranno la mia giornata visto che devo andare dal vecchio.
-A proposito potresti dargli questi biscotti al tè verde e questi ai lamponi?
-Come vuoi. Il vecchio ha gusti strani.
La ragazza andò da Regulus, dal cavaliere della vergine e da Cardia e gli lasciò i loro pacchetti.
Poi arrivò davanti la casa di Doko, ma non trovò nessuno. Lasciò il pacco fuori la porta. Sapeva che anche Sisifo non c’era quindi scendendo, prima di iniziare tutti i giri, aveva lasciato i biscotti all’ingresso della sua casa. Arrivata davanti la casa del capricorno bussò ma non rispose nessuno.
-Sono entrata, scusate vi ho portato dei biscotti, ve li lascio su questo tavolo.
-Grazie signorina Margaret.
-Voi siete il cavaliere del capricorno, piacere di conoscerla.
Il cavaliere indicò l’uscita alla ragazza e lei corse via. Era un tipo davvero strano.
Superata la casa del suo amato Degel, la ragazza si avvicinò alla casa dei pesci ma fu bloccata da un cavaliere.
-Scusi non volevo entrare nel vostro territorio.
-Non avvicinarti mai a questa casa, è piena di veleno.
-Ok, siete lord Albafica?
-Sì.
-Vi ho portato questi biscotti fatti in casa.
-Grazie, ora allontanati da me, se dovessi svenire a causa del mio veleno, Degel potrebbe farmi pezzi.
-Me ne vado subito. A presto signor Albafica.
La ragazza scese fino all’arena e vide Degel che si allenava con Sisifo. Indossavano entrambi l’armatura e davano il meglio di loro nello scontro. Avevano due cosmi potentissimi. Poi vide altri cavalieri che guardavano l’allenamento dagli spalti, dovevano essere cavalieri di bronzo, di fianco a loro c’era il cavaliere del Toro.
-Sorellina non ti annoi a vedere questo scontro?
-No, sono molto bravi. Manigoldo non dovresti allenarti anche tu?
-Oggi mi sono sentito le ramanzine del vecchio e non mi va di allenarmi con i miei amici, dovrei usare tutte le energie con loro. Non mi va di fare sul serio oggi.
-Sei triste per qualche motivo?
-No, mi capita di pensare al passato a volte e mi perdo nei miei ricordi. In questi giorni non ho voglia di fare cose troppo serie perché sono molto distratto. Però potrei portarti a fare un tour nei luoghi che non hai ancora visitato.
La ragazza sorrise per la proposta. Manigoldo poteva anche essere triste ma non cambiava mai.
-Non dovresti chiederle di uscire, Degel potrebbe ingelosirsi.
-Cardia sempre a spiare. Non voglio uscire con lei, solo andare a fare un tour. So che Degel è pericoloso, non lo sfiderei mai.
-Voi siete sempre così gli uni con gli altri?
-Spesso. Vedi Manigoldo teme il potere di Doko, Degel e Shion. Devi sapere che sono pericolosi quando si arrabbiano, quindi meglio stare attenti. Anche a me non piacerebbe doverli affrontare. Infatti, io e Manigoldo non ci alleniamo mai con loro e neanche con Sisifo.
-Mi sembrate molto forti anche voi.
-Lo siamo, ma loro hanno strane capacità. Ti sarai accorta che a volte sembra che Degel legga nel pensiero.
-Mi state prendendo in giro di nuovo.
-Non scherzo. Guarda come prevede le mosse di Sisifo. Lo stesso fa Shion, ogni volta che si allena con el Cid sembra anticipare le sue mosse.
Dopo la fine dello scontro tra Degel e Sisifo, i cavalieri di bronzo scesero nell’arena e iniziarono ad allenarsi come gli aveva detto il cavaliere del Toro.
 
Degel andò a togliere l’armatura e la ripose nell’undicesima casa. Poi si fece un bagno veloce e si vestì in fretta. Aveva intenzione di passare l’intero pomeriggio con lei. La raggiunse vicino l’arena e vide che parlava con Manigoldo e Cardia. La stavano di nuoco infastidendo, sicuramente la interrogavano sul loro rapporto.
-Voi non dovreste essere alle vostre case?
-No, non ci sono pericoli, possiamo andare in giro a divertirci.
-Manigoldo non fai altro che divertirti da due giorni, il grande sacerdote ti ha rimproverato per questo ieri.
-Il vecchio mi sgrida perché mi vuole proteggere o perché vuole provocarmi, non so quale sia l’ipotesi più plausibile.
Degel e Margaret si congedarono e si diressero verso un prato di fiori vicino il tempi. Non c’era nessuno e potevano parlare in pace.
-Perché hai voluto che rimanessi al tempio, potrei essere una distrazione per te?
-Non sei un peso né una distrazione, sei la persona più importante della mia vita.
La ragazza si appoggiò al petto del ragazzo e si lasciò stringere. Poco più dietro, nascosti da un masso enorme c’erano quattro cavalieri.
-Imparate dal maestro le tecniche del corteggiamento.
-Manigoldo, in realtà, tu ci hai portato a spiare una coppia, quindi non sei il maestro. Per logica dovremmo prendere esempio da Degel per riuscire a conquistare una ragazza.
-Taci moccioso dell’unicorno o ti spenno. Io sono un grande dongiovanni.
Cardia, Tenma e Yato dovettero tapparsi la bocca con le mani per non farsi sentire ridere. Manigoldo era pieno di sé quando si trattava di certi temi.
-Degel non ti senti osservato?
-So che qualcuno ci spia da dietro una roccia e farà meglio a andare via.
-Lo avete sentito, io e Tenma ce ne andiamo.
-Degel bleffava, non può sapere che siamo tutti e quattro qui dietro, non fate i fifoni.
-Noi non vogliamo diventare cubetti di ghiaccio.
-Neanche io e Cardia, staremo attenti ai suoi gesti.
 
Degel baciò la ragazza sulla bocca e la strinse più forte. Come aveva detto la dea, gli restava poco tempo e voleva passare più tempo possibile con la sua amata. Voleva dargli dei ricordi di loro insieme indimenticabili. Sperava che custodisse i ricordi insieme nel suo cuore e che andasse avanti con la sua vita, era giusto che si costruisse un futuro con qualcun altro una volta morto. Anche se vederla con un altro dall’aldilà non gli avrebbe fatto piacere.
-Se io dovessi morire, devi andare avanti.
-Non fare questi discorsi, non voglio restare sola dopo aver perso la maestra. Se perdessi anche te, mi si spezzerebbe il cuore per il dolore.
-Sei forte, vivrai felice anche se io venissi ucciso.
La ragazza si alzò in piedi di scatto e guardò Degel dritto negli occhi. Aveva le lacrime agli occhi e non riusciva a parlare. Aveva capito che il cavaliere faceva quel discorso perché doveva affrontare degli specter molto forti. La ragazza capì che Degel avrebbe compiuto i suoi doveri fino alla fine. Era fiera di lui, ma ora che sapeva che lo avrebbe perso, si sentiva a pezzi. Degel si alzò e la strinse forte a sé per farla sfogare. Lei batteva i pugni sul petto del ragazzo e continuava a piangere.
Si calmò solo dopo quindici minuti. Intanto Cardia e Manigoldo avevano trascinato via Tenma e Yato, quella situazione si era fatta delicata e era il momento di lasciarli soli e tranquilli. Avevano molto di cui parlare.

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Capitolo 9
*** capitolo 9 ***


Nel campo di fiori vicino al grande tempio
Degel e Margaret erano seduti sul prato uno di fianco all’altra. Fra i due era calato il silenzio da alcuni minuti. La ragazza poggiò la testa sulla spalla del ragazzo e lui le mise il braccio intorno la vita. Voleva tenerla più vicina possibile.
-La mia maestra ti ha avvertito del pericolo che corri vero?
-Sì, ha voluto parlare con me per dirmi cosa avrebbe comportato portarti via con me.
-Voleva dirti che portarmi con te, significava anche volermi lasciare un giorno.
-Lei voleva solo avvertirmi che sarei stato costretto a lasciarti sola, anche se non vorrei.
-Il dovere di un cavaliere è proteggere le persone accanto a lui e la dea per cui si combatte. Conosco bene quali sono i doveri di un cavaliere.
-Non essere triste, abbiamo ancora molto tempo da passare insieme.
-Non sai quando arriveranno gli specter. Mi dici che abbiamo tanto tempo, solo perché vuoi tranquillizzarmi, non funziona questa tattica.
-Voglio lasciarti dei bei ricordi, non vederti triste perché sei preoccupata per me.
I due ragazzi videro che nel prato adiacente erano appena arrivati dei bambini del villaggio. Spesso andavano lì perché si divertivano a giocare con il cavaliere del toro e con Cardia. Oggi erano soli a giocare nel prato visto che i due cavalieri d’oro erano occupati.
-Non li trovi carini, si divertono semplicemente correndo per il prato.
-Sono gli stessi bambini che giocano sempre con Cardia. Lui si diverte a farsi mettere ko da loro. Sembra duro ma è tenerissimo.
-Lo avevo notato. Un gruppo di cinque bambini che sconfigge un cavaliere d’oro fa ridere.
-Penso che Cardia ogni volta che gioca con loro abbia proprio l’intento di far ridere gli altri. Non ha avuto una vita facile e ora vuole fare del suo meglio per vivere felice e compiendo il suo dovere.
-Anche tu vivi facendo sempre il massimo, sei un cavaliere fortissimo e una persona molto altruista.
Il cavaliere guardò la ragazza negli occhi molto intensamente e questo la fece quasi sciogliere. Quello sguardo sembrava leggerle dentro.
All’improvviso il cielo si oscurò e Degel avvertì due cosmi differenti andare verso quella parte. Richiamò la sua armatura e la indossò in pochi secondi.
-Stanno arrivando due specter e puntano dritti qui.
-Non puoi affrontarli da solo, ti aiuto.
-No, non voglio che ti facciano male. Presto arriverà qualcuno ad aiutarmi, anche gli altri avranno avvertito delle presenze malvagie.
Davanti a Degel comparve uno specter alquanto disgustoso. Dalla sua armatura usciva una melma appiccicosa e non si capiva di cosa si trattasse. Degel mise Margaret dietro di lui, non voleva coinvolgerla nello scontro.
-Aspettami al tempio, tornerò presto, non sarà lui lo specter a separarci di questo sono sicuro. Non è così che andrò nell’aldilà.
-Non ti fare male.
La ragazza si stava allontanando dal prato quando vide che davanti ai cinque bambini nell’altro campo di fiori era apparso un altro specter. Infatti, Degel aveva percepito due forze. Il cavaliere era occupato nello scontro e non poteva pensare all’altro nemico. Il secondo specter si scagliò sui bambini ma la ragazza parò il suo colpo.
-Tu chi sei? Non sapevo che Atena si servisse di ragazza normali per salvare le persone innocenti.
-Non toccherai questi bambini. Correte a casa.
-Sì, signorina.
Lo specter provò a colpire i bambini ma la ragazza gli tirò un calcio allo stomaco.
-Sei una mocciosa molesta e i tuoi colpi sono troppo forti per essere normali. Devi essere un cavaliere addestrato, sarà un piacere ucciderti e poi occuparmi dei bambini.
-Non ti lascerò raggiungerli.
Lo specter si lanciò sulla ragazza che evitò tutti i suoi colpi.
-Dovrò usare le maniere forti signorina. Preparati perché non sarà piacevole.
Un bambino cadde a terra mentre correva e lo specter si lanciò su di lui evitando la ragazza.
-Non ti permetterò di ferirlo.
Margaret si lanciò sul bambino per proteggerlo e lo specter la colpì con la sua frusta infernale. Il nemico era un maestro con le armi e adorava torturare le sue vittime con l’uso della frusta.
Colpì Margaret dritta sulla schiena. Degel sentì l’urlo della ragazza e la vide a terra mentre faceva da scudo a un bambino molto piccolo. In un attimo il ragazzo congelò il nemico che aveva davanti e l’intero prato intorno. La temperatura si abbassò vertiginosamente e il ghiaccio si espanse fino alla scalinata del grande tempio. Degel andò davanti al suo nemico e bloccò la frusta che stava per colpire di nuovo la sua amata.
-Non è possibile che tu abbia già sconfitto il mio alleato.
Lo specter si girò dall’altra parte e vide che il suo compagno era stato congelato e fatto in mille pezzi. La reputazione di Degel era vera, era davvero spietato come appariva con i nemici.
-Tieni così tanto a questa mocciosa da fermare la mia frusta infernale con le mani. Ti brucerai cavaliere.
-Tu ti congelerai se non ti allontani subito da qui.
Degel sembrava diverso, era più gelido del solito e il suo viso non faceva trapelare emozioni. Lo specter lo attaccò ma fu inutile, il cavaliere gli congelò gambe e braccia, era furioso.
La battaglia durò circa quindici minuti fra pugni e colpi di frusta.
Dopo aver sconfitto lo specter, Degel corse dalla ragazza che teneva il bambino stretto fra le sue braccia.
Cardia e Manigoldo corsero verso i due e videro che Margaret aveva una ferita sulla schiena. Ecco perché c’era ghiaccio fino alla scalinata. Degel doveva aver perso la calma e congelato tutto. Aveva anche sconfitto due specter in poco tempo, cosa non semlìplice.
-Per favore, Cardia riporta il bambino al villaggio. Ho già controllato, non ha ferite.
-Solo perché la signorina mi ha salvato. Grazie.
-Di niente piccolo. Vai a casa e dimentica questa brutta storia.
Margaret tratteneva le lacrime per non farsi vedere piangere dagli altri. Manigoldo e Cardia andarono al villaggio, mentre Degel prendeva in braccio la ragazza e la portava all’undicesima casa.
-Ti sei fatta male a causa mia, mi dispiace.
-Smettila di prenderti le colpe di tutti, ho deciso io di proteggere il bambino. Quel colpo avrebbe potuto ucciderlo per quanto era piccolo. Ahhh.
-Ti fa molto male?
-Sono una bambina a piangere per un graffio.
Degel aveva visto la ferita e non si trattava per niente di un graffio, doveva medicarla subito.
Arrivato alla scalinata del grande tempio, Degel incontrò il cavaliere dei gemelli.
-Dovresti controllare il tuo potere cavaliere dell’acquario, hai rischiato di congelare anche le dodici case.
-Taci, non sarei mai arrivato a tanto.
-Perdere la calma per una ragazzina non è da te. Lasciala al villaggio e torna te stesso o potresti pentirti un giorno.
-Non sono solito accettare provocazioni, ma oggi sono già arrabbiato quindi levati o sarò costretto a colpirti.
-Il grande sacerdote ti vuole vedere subito, quindi lascia la ragazzina alla tua casa e vai da lui. La sua ferita non è grave, può aspettare.
Degel proseguì la salita e vide che Margaret stava sanguinando. Aveva il suo sangue su una mano.
-Resisti, ora ti medico.
-Grazie.
Arrivato all’undicesima casa, Degel disinfettò la ferita della ragazza, la pulì per bene, le applicò un unguento e le applicò delle bende.
-Vai al tempio, io sto bene.
-Riposa, torno presto. Devo solo fare rapporto.
-Grazie di tutto.
La ragazza si addormentò velocemente, la ferita l’aveva indebolita parecchio.
Degel corse al cospetto del grande sacerdote e gli spiegò tutto. Lui lo mandò di pattugli per il villaggio per tutta la notte, era una sorta di punizione. Sapeva che Degel aveva agito bene, ma non poteva lasciar correre, aveva sbagliato perdendo il controllo sul ghiaccio. Se il grande sacerdote fosse stato troppo tenero con lui, alcuni cavalieri avrebbero avuto da ridire.
-Anche tu di pattuglia Degel.
-Manigoldo cosa ci fai qui?
-Il vecchio mi ha mandato qui di notte perché ho parlato in tua difesa. Il cavaliere dei gemelli ha detto che avevo bisogno di una bella punizione e Sisifo era d’accordo.
-Non dovevi parlare per me, so cavarmela da solo.
-So bene come sei fatto. Sei sempre stato gelido con tutti ma in fondo hai un cuore tenero. Ami quella ragazza e rischieresti la vita per lei. Mi viene da ridere se ci penso, hai rischiato di congelare tutto perché qualcuno l’ha ferita. Io avrei spaccato tutto al tuo posto.
Manigoldo era d’accordo con il suo amico, aveva avuto tutte le ragioni per congelare quei luoghi. Veder soffrire le persone che si amano non era facile.
-Cardia tiene sotto controllo Margaret mentre noi siamo qui. Mi ha riferito che non voleva lasciarla sola in un momento difficile.
 
Il mattino dopo Manigoldo e Degel tornarono dal pattugliamento alle otto del mattino. Trovarono Cardia davanti l’undicesima casa, era sconvolto.
-Ho dovuto chiamare Shion, la ferita della sorellina era più grave di quanto pensassi. Si è lamentata per tutta la notte, per fortuna Shion era nelle vicinanze, io non sapevo cosa fare.
Degel non si era accorto che la cosa fosse tanto grave, pensava di averla medicata al meglio. Corse in casa e trovò Shion accanto al letto.
-Ha perso molto sangue ma ora sta bene. La frusta doveva essere intrisa di un veleno potente.
-Non è possibile, io l’ho toccata e non mi è successo niente.
-Devi averla toccata dopo aver attivato il tuo ghiaccio, le tue mani erano gelate e il veleno non è penetrato. Lei non ha queste capacità e ha un corpo molto delicato rispetto ai nostri. Non è più in pericolo di vita ma deve riposare.
-Grazie Shion.
-Si è lamentata e ti chiamava nel sonno, per fortuna non eri qui, è stata una scena straziante. Questa ragazza deve averne passate tante durante la sua vita.
Degel si sedette accanto a lei e le accarezzò il viso mentre dormiva.
-Sei bellissima, voglio rivedere il tuo sorriso quindi svegliati presto.
Degel passò tutta la mattina accanto a lei, leggeva qualche libro e vegliava su di lei. Non vedeva l’ora di rivedere i suoi occhi e di poterla stringere fra le sue braccia.
-Sono ore che è chiuso lì dentro con lei.
-Cardia ci vuole tempo per riprendersi dal veleno, lei non è resistente come noi. Sarà anche un cavaliere ma ha avuto un tipo diverso di addestramento. Deve essere cresciuta fra fiori e alberi e la sua maestra non l’avrà preparata ai veleni. Forse sa curare gli effetti di un veleno ma non combattere il suo potere nel suo corpo.
-Manigoldo non sapevo fossi tanto acuto.
-Non sei per niente spiritoso Cardia.
 
Nella casa
Margaret aprì gli occhi e la prima cosa che vide fu il viso del suo cavaliere.
-Ciao.
-Finalmente sei sveglia, mi hai fatto preoccupare.
-Mi dispiace, non pensavo che la frusta fosse avvelenata. Ho sentito che Shion lo spiegava a Cardia questa notte. Per un secondo sono riuscita a capire qualcosa.
-Conoscendo la tua testardaggine, ti saresti messa davanti al bambino anche sapendo del veleno.
La ragazza si mise seduta e toccò il volto del cavaliere.
-Non mi piace vederti triste o farti preoccupare.
Lui le prese la mano e le baciò il palmo.
-A me non piace vederti stesa sul letto e urlare per il dolore. Mi piace averti stretta fra le mie braccia e non tanto sofferente. Ti amo troppo per perderti tanto presto.
La ragazza si gettò sul ragazzo con grande sforzo e lo baciò con molta passione.
-Non vado da nessuna parte.
-Non devi fare movimenti bruschi o Shion mi sculaccerà, ci ha messo ore per medicarti.
-Lo ringrazierò non appena mi rimetto in piedi.
I due ragazzi passarono anche il pomeriggio chiusi nell’undicesima casa, fra abbracci, baci e coccole. Ora tutto era tornato tranquillo e potevano godersi i loro momenti felici.

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Capitolo 10
*** capitolo 10 ***


All’undicesima  casa
Erano passati due giorni dall’ultimo attacco degli specter e tutto sembrava tranquillo intorno al grande tempio.
Margaret dormiva tranquilla quella mattina e Degel non la svegliò, doveva recuperare le forze e stare a riposo. La sua ferita non era ancora guarita del tutto e non doveva sforzarsi.
Degel uscì con Cardia per una missione in un villaggio a pochi chilometri di distanza. Erano stati avvistati diversi specter che minacciavano i civili e lady Atena aveva chiesto ai due cavalieri di intervenire.
Verso le undici di mattina, Margaret si svegliò e trovò un biglietto sul comodino.
-Ho preferito lasciarti dormire, questa notte ti sei agitata molto a causa del dolore alla schiena. Io devo partire per una missione a pochi chilometri di distanza, non so quando tornerò di preciso ma ho chiesto a Shion di verificare la condizione della tua ferita. Arriverà all’undicesima casa verso sera. Apri solo ai cavalieri d’oro e riposa.
La ragazza poggiò il biglietto sul mobiletto e si alzò dal letto per andare a bere. La schiena non le faceva male come prima e sentiva che il suo corpo non era più indolenzito. Doveva ricominciare a muoversi, si era stufata di stare ferma nel letto. Lì al tempio ci doveva essere qualcosa che poteva fare.
-Sorellina non dovresti alzarti dal letto.
Margaret vide Manigoldo seduto su una sedia e si sorprese, non si era accorta della sua presenza. Se non ricominciava ad allenarsi, si sarebbe arrugginita come un vecchio cancello.
-Non ti ho sentito neppure entrare.
-Logico, sei ancora debole a causa della ferita. Il veleno sulla frusta era potente. Sei stata forte a resistere tutto quel tempo sul campo di battaglia, non hai perso i sensi fino al nostro arrivo.
-Manigoldo ti alleneresti con me?
-No, se dovessi allenarmi con te nelle tue condizioni, Degel mi congelerebbe molto lentamente. Non vuole che ti sforzi.
-Sono inutile qui. Voi combattete lì fuori mentre io sto qui dentro senza fare niente.
-Nelle tue condizioni non puoi muoverti, è sconsigliato. Resisti un altro pochino e poi potrai riprendere gli allenamenti con il tuo bello. Forse non proprio con lui, non combatterebbe mai con te, neppure per allenarsi.
Margaret salutò Manigoldo e se ne tornò a letto a leggere.
 
Verso sera Shion arrivò all’undicesima casa e controllò le condizioni della giovane. Constatò che la ferita stava guarendo bene, dovette solo applicare un unguento e le bende pulite.
-Fra una settimana sarai in grado di muoverti come prima. Resisti, so che è difficile per te stare ferma senza fare niente.
-Ce la posso fare. Grazie di tutto Lord Shion.
Dopo che il cavaliere fu andato via, Margaret si rimise a leggere fino a tardi. Di certo quella notte Degel non sarebbe tornato.
 
Al villaggio a pochi chilometri dal grande tempio
Degel e Cardia erano arrivati al villaggio nel pomeriggio e avevano trovato solo donne. Gli uomini sembravano spariti nel nulla. Ogni volta che domandavano a una delle donne dove si trovavano gli altri, loro si chiudevano in casa.
Verso le sei di sera, un gruppo di quattro ragazze con delle maschere sul volto si avvicinò ai due cavalieri.
-Cavalieri di Atena cosa vi porta nel nostro territorio?
-Ci hanno comunicato che il villaggio era stato attaccato dagli specter.
-Li abbiamo cacciati. Come potete vedere, abbiamo delle armi e siamo delle brave sacerdotesse. Abbiamo il dovere di proteggere le donne del nostro villaggio da ogni nemico.
-Ci dovrebbero essere anche degli uomini qui, molte donne avevano degli anelli, quindi sono sposate.
-Gli uomini si sono tutti sacrificati per salvare le mogli dagli specter, qui ci sono solo vedove.
Degel aveva una brutta sensazione, qualcosa in quel villaggio non quadrava. Le risposte della prima sacerdotessa erano troppo evasive, era come se cercasse di cacciarli o magari ingannarli.
-Potete restare a dormire a casa nostra, è quella grande in fondo alla strada principale.
La prima sacerdotessa si avvicinò a Degel e si tolse la maschera. Lo guardò negli occhi e gli sfiorò i muscoli sulle braccia.
-Sei forte come si dice visto questi muscoli. Vieni a casa nostra, sarò lieta di darti molto piacere.
-Ragazza ti conviene non toccarlo, a lui non piace chi si prende troppa confidenza.
-Cardia le mie tre amiche saranno liete di occuparsi di te, come vedi hanno dei bei visi.
Anche le altre sacerdotesse avevano tolto le maschere. Erano bella ma Cardia non faceva caso a loro. La sua espressione facciale era neutra, non gli interessava corteggiare quelle donne.
-Mi dispiace, siamo in servizio, niente piacere.
-Cardia sappiamo che ti piacciono le belle ragazze- disse una seconda sacerdotessa.
-Quando sono in missione non voglio distrazioni. Andiamo via Degel.
-Vi prego lord Degel restate per me, cioè volevo dire per il bene del villaggio. Fra qualche ora gli specter potrebbero tornare e non ce la facciamo ad affrontarli tutti. Poche ore fa, a malapena ce la siamo cavata.
-Resteremo solo per questa notte. Cardia accampiamoci in quella piazza.
-Non possiamo permettervi di dormire in mezzo la strada.
-Non intendo venire in quella villa- disse Degel con lo sguardo più freddo che aveva.
Non gli piacevano le donne troppo invadenti e non gli piaceva stare in quel posto.
Dopo aver mangiato qualcosa con Cardia, Degel iniziò a parlargli dei suoi sospetti. Qualche forza oscura era in azione in quel luogo, dovevano cercare di scoprire cosa era successo veramente.
-Qualcuno deve aver mandato un falso messaggio di aiuto al tempio, tutto per attirarci qui.
-Cosa pensi che vogliano dai cavalieri di Atena?
-Non lo so. Quelle sacerdotesse erano strane. Non ho mai visto una donna combattente togliersi la maschera tanto facilmente.
-Ho pensato la stessa cosa. Sarebbe stato meglio venire con la sorellina.
-Non può ancora muoversi, sarebbe stata in pericolo.
-Cosa ti turba cavaliere di Atena?- domandò la prima sacerdotessa del villaggio.
-Non dovreste spiare le conversazioni altrui.
-Scusate, è stato più forte di me. Ho sentito che la vostra sorellina sta male, mi dispiace.
Cardia scoppiò a ridere, quella tipa non aveva capito niente di Degel.
-In questo villaggio ci sono delle erbe mediche per ogni malattia. La vostra sorellina cosa ha di preciso?
-Non sono affari vostri.
Degel non voleva dire a quelle donne di Margaret, non dovevano impicciarsi della sua vita privata.
-Come mai parlate tanto sacerdotessa?
-Sono una chiacchierona di natura.
-Voi non servite Atena, chi proteggete oltre alle donne del villaggio?
-La nostra padrona è la moglie di Zeus. Lei comanda noi obbediamo. A volte ci ha chiesto anche di servire Venere, aveva bisogno di noi per missioni urgenti.
Degel iniziava a capire tutto. Un villaggio di sole donne, sacerdotesse unite da un legame forte e la loro intraprendenza con i nuovi arrivati non era da meno. Dovevano essere state allenate a cacciare gli uomini per sedurli. Li usavano e poi li mandavano lontano dal villaggio.
-Cosa ci guadagnate seducendo gli uomini che arrivano al villaggio?
-Degel non dire sciocchezze, noi non siamo così intraprendenti.
-Primo non chiamarmi solo per nome, per te sono Lord Degel. Secondo, avete l’aria sospetta. Appena siamo arrivati, siete uscite allo scoperto e ci tenete sotto controllo da quel momento. Vi sembra normale?
-Sei intelligente come si racconta in giro e io amo gli uomini come te.
-Io apprezzo le donne più dolci.
La sacerdotessa ordinò alle altre tre di attaccare Degel e Cardia e di legarli. Dovevano assolutamente imprigionarli e portarli alla loro villa.
 
All’undicesima casa
Margaret avvertì una sensazione strana, era come se qualcuno a lei caro fosse in pericolo. Indossò la sua veste da guerriera e la maschera e scappò di nascosto dal grande tempio. Doveva accertarsi che non fosse successo niente a Degel.
Aveva capito dove era andato il suo amato e lo avrebbe raggiunto in un’ora se andava alla massima velocità. La schiena non le faceva male e poteva sforzarla.
 
Cardia e Degel non volevano combattere contro delle donne ma dovevano farlo o li avrebbero catturati.
-Sono più forti di quanto pensassi.
-Cardia non lasciarti affascinare, usano degli strani aromi per imbambolare gli uomini.
-Me ne sono accorto nobile Degel, grazie per l’avvertimento. Per queste donne sei una preda succulenta, dovresti andare via.
-Non ci penso nemmeno a lasciarti da solo, anche tu sei un obiettivo.
-Il loro capo vuole te, si vede dagli attacchi che ti lancia.
-Mi dispiace per lei, ma non è il mio tipo.
Il combattimento durava da un’ora e non si giungeva a una soluzione. Degel e Cardia cercavano solo di evitare i colpi, non avevano intenzione di ferire quelle sacerdotesse. Non erano specter e non avevano ricevuto ordini precisi di attaccarle dal grande tempio. In più, non era da loro attaccare delle donne. Ma la situazione si complicava, le sacerdotesse iniziavano a aumentare gli aromi e i colpi contro i cavalieri.
-Se continuano così, saremo costretti a colpirle. Non possiamo lasciarle agire liberamente.
-Lo so Degel, ma non è mai stato il mio forte colpire delle donne.
Degel si girò e vide Margaret, non doveva essere lì. Corse da lei e gli chiese spiegazioni.
-Cosa ci fai qui? Dovresti essere a riposo.
-Avevo una brutta sensazione e visto le cose qui, il mio intuito non sbagliava. Perché vi limitate a schivare i colpi?
-Io e Cardia di solito evitiamo di combattere con le donne. Abbiamo sempre affrontato cavalieri uomini. Qualche volta mi è capitato di dover imprigionare delle sacerdotesse ma c’era una ragione. Qui io e Cardia non abbiamo ancora scoperto cosa è successo.
-Loro ci hanno provato con voi, quindi vi vogliono conquistare per portarvi dalla loro parte.
-Come lo hai capito?- domandò Cardia.
-Il simbolo che hanno sulla cintura è lo stemma di Giunone e le sue sacerdotesse usano trovare alleati con la seduzione. Le ho già viste in azione in passato, le ho anche combattute.
-Sei arrivata giusto in tempo sorellina, grazie.
-Non devi combattere con quella ferita, lascia fare a noi.
-Degel sono perfettamente guarita, non preoccuparti.
La prima sacerdotessa vide come il cavaliere dell’acquario si comportava con la nuova arrivata e si infuriò, voleva allontanarla da lui. Attaccò i due di sorpresa, che prontamente schivarono i colpi.
-Vedo che non ti lasci ammaliare da noi ma lei ha potere su di te. Sacerdotessa di Atena non capisco come tu abbia fatto a conquistarlo, ma lui resterà con noi e ci proteggerà dagli specter.
-Io non sono una sacerdotessa, sono un cavaliere. Non faccio parte dei cavalieri di Atena e non provare più a dire che lui rimarrà con te.
Margaret si scagliò sulla rivale e la colpì alle braccia con due colpi. L’altra provò ad attaccarla ma Margaret schivò tutti i colpi.
-Lui non si tocca, non te lo cederò mai.
-Smettila piccolina, non sarai mai alla sua altezza.
La prima sacerdotessa provò ad attaccare la ragazza con un colpo alla schiena poiché aveva capito che aveva una ferita, ma Degel le bloccò le braccia.
-Non ci provare, è un comportamento da vigliacchi.
La donna si impaurì vedendo lo sguardo e ordinò alle sue compagne di ritirarsi, era ora di tornare alle loro terre. Quel villaggio non le interessava più.
Degel andò verso Margaret e la strinse forte.
-Per fortuna c’eri tu.
-Non sei più arrabbiato perché sono corsa qui?
-No, basta che tu stia bene.
-Scusate qui ci sono anche io.
La ragazza si tolse la maschera e sorrise a Cardia. Erano tutti stanchi ma dovevano tornare al tempio a fare rapporto. Quella volta i due cavalieri d’oro dovevano proprio ringraziare Margaret, senza il suo intervento le sacerdotesse li avrebbero di certo catturati per sfinimento. Degel decise di fare una piccola deviazione prima di tornare al tempio e mandò Cardia avanti. Doveva mostrare delle cose alla sua splendida ragazza.

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Capitolo 11
*** capitolo 11 ***


A pochi chilometri dal grande tempio
Mentre Cardia tornava a fare rapporti al grande sacerdote, Degel conduceva Margaret in un luogo segreto.
I due ragazzi arrivarono davanti un piccolo lago circondato da tantissimi iris. Era un luogo magnifico e era nascosto da una fitta vegetazione e da un complesso di rocce.
-Questo luogo è bellissimo, come sapevi della sua esistenza?
-Il mio maestro una volta mi ha lasciato solo da queste parti per testare il mio coraggio. Ero un bambino molto piccolo e delle belve feroci mi hanno inseguito. Ho trovato rifugio vicino a questo lago e precisamente in quella grotta sulla parete rocciosa. Ho passato interi giorni qui, bevevo l’acqua del lago e mi cibavo di radici e qualche volta sono riuscito a pescare. Anche se non ci sono moltissimi pesci.
-Deve essere stato difficile.
-Ho passato giorni peggiori fra i ghiacci della Siberia. Il mio maestro si muoveva da una parte all’altra del mondo e spesso spariva per giorni. Diceva che tutto serviva a farmi crescere.
-Una cosa del genere la diceva anche la mia maestra.
I due si sedettero davanti al lago e Degel baciò la ragazza sulla bocca.
-Non sapevo che stare lontano da te solo un giorno mi avrebbe fatto sentire la tua mancanza. Sto diventando troppo sdolcinato.
-Sei sempre lo stesso, ti sembra solo che ci sia stato un cambiamento perché ora non sei più solo.
-Sono un ragazzo fortunato ad averti incontrata. Questi sono i giorni migliori della mia vita.
Degel diede un altro bacio alla ragazza e poi si stese sul prato poggiando la testa sulle gambe della ragazza.
-Profumi di pesca.
-Me lo ripeti sempre.
-Il tuo profumo è così buono che potrei saltarti addosso e assaporare ogni centimetro della tua pelle.
La ragazza divenne rossa come un peperone e dovette distogliere lo sguardo. Degel la faceva agitare come non mai quando parlava in quel modo.
-Dobbiamo tornare al grande tempio o ci daranno per dispersi.
-No, restiamo ancora, Cardia sa cosa dire al grande sacerdote, è un maestro nell’arte delle scuse.
Degel si mise seduto e avvicinò a sé la ragazza facendola sedere sulle sue gambe. Iniziò a baciarle il collo e le spalle facendo attenzione a non toccarle la ferita sulla schiena.
-Degel non si può qui, qualcuno potrebbe vederci.
-Non viene mai nessuno qui, tranquilla.
Il ragazzo si tolse l’armatura e anche la maglia. Margaret rimase senza fiato quando vide quei muscoli scolpiti, vederlo nudo le faceva sempre uno strano effetto.
-Diventi sempre rossa quando mi vedi a petto nudo e i tuoi occhi non si staccano mai dalla mia figura. Mi piace l’effetto che ti faccio.
Degel abbassò il vestito da cavaliere della ragazza e le stuzzicò il seno per qualche minuto. Prima usò le mani e poi ne leccò le punte, la ragazza non riuscì a trattenere dei gemiti. Però qualcosa disturbò il momento romantico.
Un uomo uscì dal lago e Degel nascose Margaret dietro la sua schiena. Non era di certo una persona qualunque.
-Cavaliere di Atena non dovresti trovarti da queste parti. Non sapevo che la tua dea ti lasciasse tante libertà.
-Non so chi siate ma ho tutto il diritto di fare quello che voglio quando sono libero dai miei doveri.
-Degel mi avevano detto che sei gelido con gli sconosciuti, sei un ghiacciolo. Eppure mi sembrava che poco fa stessi sorridendo. Il piacere di toccare quella ragazza ti rende tanto felice?
-Non sono affari che ti riguardano. Sei solo un entità e non puoi attaccarci, non hai un corpo.
-Lo hai capito. Sono una divinità e non mi sono ancora impossessato del mio contenitore, per ora mi sto ricaricando nell’oceano Indiano. Ho bisogno di molte energie per le prossime battaglie che arriveranno in futuro.
-Non mi interessa la tua storia, cosa ci fai qui?
-Ero annoiato e sono venuto a farmi un giro fra gli esseri umani. Questo lago è un portale e non pensavo di trovare qualcuno in questo posto. Signorina siete molto bella, spero di potervi corteggiare dopo la morte di questo cavaliere. Le donne umane mi intrigano, soprattutto quelle focose come te. In genere, quando miro a una ragazza si dimentica presto del suo vecchio amore.
La ragazza si infuriò, per chi l’aveva presa. Stava per scattare in piedi ma Degel la trattenne dietro la sua schiena.
-Non rivolgerti a lei in questo modo.
-Voleva essere una minaccia, sai che non puoi farmi niente. Non riusciresti neanche a sfiorarmi.
Degel si girò verso la ragazza e la baciò sulla bocca, era un bacio molto passionale. La ragazza dovette poggiarsi al petto del cavaliere per non cadere stesa sul prato, le tremava ogni parte del corpo. Era scossa da sensazioni fortissime e non riusciva a staccarsi da lui.
La divinità si irritò non poco guardandoli, quella tra loro non era solo passione ma vero amore. Queste cose lo indebolivano. Non sopportava di vedere due persone che si amavano tanto.
-Siete disgustosi, me ne vado. Ma tornerò a trovarti bellezza.
-Non ci provare, lei è solo mia e non permetto a nessuno di spaventarla o disturbarla. Cercati una sposa non occupata con altri.
-Un cavaliere che mi minaccia, la cosa mi intriga non poco. Grazie per il divertimento.
La divinità andò via in fretta, lasciando i due alquanto perplessi.
-Si è arreso troppo facilmente.
-No, ti sbagli. Si è arreso perché non poteva sopportare la vista di due persone che sia amano. Ti ho baciata perché ne avevo voglia e perché uno come lui diventa più debole quando vede gioia, felicità e amore. Una volta il mio maestro mi spiegò che alcune divinità fanno i capricci e sono portate a invidiare gli esseri umani per i sentimenti che provano. Di conseguenza questa le indebolisca.
-Degel sei un genio.
-Questo modo di dire te l’hanno passato Manigoldo e Cardia.
Degel strinse i pugni e strinse forte la ragazza.
-Non sopporto quando qualcun altro ti guarda, soprattutto quando sei senza veli. Quel tipo ti ha osservata mentre ti baciavo, non lo sopporto.
-Non credo che mi abbia vista, mi coprivi con il tuo corpo.
-Mi ha dato fastidio anche essere osservato, quando sto con te e ti bacio non voglio che qualcuno ci spii. È una cosa riprovevole.
-Calmati, stiamo bene, è questo l’importante. Grazie per avermi protetta.
-Avevi ragione dovevamo tornare al tempio, ti ho fatto correre dei rischi.
-Smettila di parlare a vanvera e baciala, abbracciala, possiedila.
Degel vide la divinità di nuovo sulla riva del lago.
-Non eri andato via?
-Mi diverte vedere certe scene calde. Ricordo quando corteggiavo delle ancelle al tempio costruito in mio onore.
Degel e Margaret si erano alzati e si erano incamminati verso il tempio senza dare peso alle parole della divinità. Rimase scioccato dal loro coraggio, erano dei folli a sfidarlo o non avevano paura della morte.
-Si sarà arrabbiato, quindi andiamo via velocemente.
Degel prese in braccio la ragazza e iniziò a correre verso il grande tempio. Non voleva assolutamente che fosse ferita di nuovo.
-Ti amo tanto Degel.
-Ti amo anche io. Ma non distrarmi con quel viso dolce o potrei fermarmi e fare l’amore con te in mezzo a questa foresta.
 
Arrivati al grande tempio Degel andò a fare rapporto dal grande sacerdote mentre Margaret preparava qualcosa da mangiare.
Dopo quaranta minuti Degel era tornato con una faccia molto scura.
-Cosa è successo?
-Il cavaliere dei gemelli ha chiesto al grande sacerdote una cosa orribile.
-Sei furioso, deve essere qualcosa di grave.
Degel non riusciva a parlare, era talmente arrabbiato che avrebbe congelato l’intera zona. Riuscì a controllarsi solo perché c’era la ragazza al suo fianco.
-Dimmi cosa è successo?
-Quel bastardo ha chiesto al grande sacerdote di esiliarti dal tempio. Dice che sono troppo distratto da te e non adempio ai miei doveri. Questo è stato un colpo basso.
-Cosa ha deciso?
-Ha detto che doveva riflettere. Domani pomeriggio mi darà un risposta.
-Cosa fai?
-Non voglio crearti problemi, è giusto che io vada via da qui. Andrò a prendere le mie cose al tempio e poi andrò da qualche parte. Troverò un lavoro e cercherò di vivere al meglio. So già che non riuscirò a dimenticarti quindi starò sola, sei troppo importante per me.
-Non ti lascio andare. Saresti sola e non mi va che tu corra dei rischi. Se qualcuno ti riconoscesse potrebbe farti del male. Parlo soprattutto degli specter.
-Non posso restare qui, sono di peso. Se la prenderanno con te se non mi lasci partire. Io non voglio vederti triste perché costretto a lasciare il tuo ruolo da cavaliere.
-Non mi toglieranno mai l’armatura. Lady Atena conosce il mio valore e sa che non ho fatto nulla di sbagliato.
-I tuoi amici potrebbero allontanarsi da te a causa della mia presenza e delle parole del cavaliere dei gemelli.
-Conosci Manigoldo e Cardia, ti sembrano i tipi che danno retta alle chiacchiere?
-No, ma gli altri?
-Non mi preoccupo per niente di cosa pensano perché li conosco. Forse Sisifo mi urlerà più spesso contro, ma sopporterei di tutto pur di stare con te.
La ragazza baciò il cavaliere sulla bocca e lo costrinse a indietreggiare fino alla camera da letto.
-Non sei mai stata così audace.
-Non riesco più a resistere.
-Mi hai tolto le parole di bocca.
Degel la spogliò completamente e poi si tolse i suoi vestiti. Il desiderio tra i due era così forte che si buttarono subito sul letto e iniziarono a baciarsi e a toccarsi.
La ragazza gemeva sotto i tocchi gentili e allo stesso tempo forti del cavaliere, sapeva sempre come farla sentire estasiata. La passione era talmente forte che fecero l’amore per tre volte. Stanchi si addormentarono uno accanto all’altra.

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Capitolo 12
*** capitolo 12 ***


Mattina, ore sette
Degel e Margaret erano stesi nel letto e il ragazzo la coccolava. Era di buon umore quel giorno e non avrebbe permesso a nessuno di guastargli la giornata. Nessuno lo avrebbe separato dalla sua amata, a parte la morte. Ma era presto per andare contro gli specter più forti, poteva ancora passare molto tempo con Margaret.
-Mi piace restare a letto con te.
-Mi stai coccolando da trenta minuti, adoro stare fra le tue braccia. Non voglio essere costretta ad andare via.
-Nessuno ti strapperà via da me. Un altro cavaliere non può dirmi come devo passare il tempo o chi devo o non devo vedere.
-Sono un peso da quando sono qui.
Degel poggiò la sua fronte su quella di lei e le sussurrò qualcosa.
-Mi hai salvato già due volte e hai dimostrato il tuo valore, non sei un peso e non lo sarai mai. Ti amo.
-Se i tuoi occhi sono così vicini mi ci perdo dentro. Mi fai uno strano effetto quando ti guardo.
-Lo so, sei troppo carina.
Degel si mise a baciare la ragazza su tutto il collo mentre una mano le accarezzava le gambe.
-Fai sempre questa faccia quando ti accarezzo, mi fai perdere la testa.
-Sono felice di essere l’unica a farti questo effetto.
All’improvviso qualcuno entrò nella camera e Degel coprì Margare con la coperta. Erano completamente nudi e non voleva che qualcuno la vedesse in quel modo.
-Sei impazzito, entri nell’undicesima casa senza il mio permesso?
-Sono libero di fare quello che voglio.
-Non puoi entrare nelle mie stanze private senza permesso, sparisci.
-Non mi fai paura e non riusciresti a congelarmi. Lei deve andare via o sarò costretto a cacciarla io stesso. Ti assicuro che non sarò gentile.
-Il grande sacerdote non mi ha detto niente e non obbedisco a te.
-Dovrai farlo o la puttanella ti porterà sulla cattiva strada. Quando sei con lei ti distrai dai tuoi doveri.
Degel si alzò dal letto coprendosi con un lenzuolo e sbatté al muro il cavaliere dei gemelli.
-Chiedile scusa.
-Ti fa infuriare sentirla definire in quel modo. Non le chiederò scusa, lei può essere definita solo in quel modo.
Margaret esci per favore.
-No, Degel fermati, non congelarlo. Questo cavaliere è come posseduto da qualcosa o qualcuno. Deve essere la tecnica di qualche specter, quello che dice non viene da lui ma dall’entità che lo possiede.
-Non mi sono accorto di niente.
-Non potevi, questo tipo di tecniche non si rintraccia. Solo la mia maestra conosce l’antica tecnica della lettura dell’anima. Io posso usarla poco perché implica uno spreco di energie immenso. Però mi sembrava che il cavaliere avesse uno sguardo strano rispetto all’ultima volta che l’ho visto e ho usato la tecnica segreta.
Degel congelò una parte del corpo del cavaliere e si vestì in fretta. Poi indossò la sua armatura e trascinò il cavaliere dei gemelli dal cavaliere della vergine, lui sapeva di certo come far uscire l’entità.
Il cavaliere della vergine disse a Degel di lasciare nella sua casa l’altro cavaliere, avrebbe pensato a tutto lui.
Degel tornò all’undicesima casa e trovò Margaret a ancora stesa nel letto. Si sedette acconto a lei dopo essersi levato l’armatura e le fece poggiare la testa sulle sue gambe.
-Sei pallida.
-Rintracciare entità in dei corpi non è facile, è troppo faticoso, la mia maestra non voleva che usassi questa tecnica. Però ora sto meglio. Mi basta averti vicino per ricaricarmi.
-Ancora una volta hai risolto la situazione.
-Non potevo permettere che ti arrabbiassi a causa mia e contro un amico. Quelle parole non erano sue. Qualcuno cerca di disseminare zizzania fra i cavalieri d’oro, probabilmente è un piano di Ade o di Pandora. Potrebbe anche trattarsi di un gioco dei due gemelli al servizio di Ade.
-Sicuramente è come dici tu. Ho sentito Shion che diceva che il cavaliere dei gemelli ha cercato la lite con Doko. Non riuscivano a capire cosa gli succedesse. Di solito lui sta da solo e non si impiccia delle vite degli altri.
Degel passò l’intera mattinata con la ragazza, voleva tenerla sotto controllo, non voleva vederla soffrire ancora.
Nel pomeriggio i due si recarono al villaggio dove c’era il festival delle rose.
-Hanno addobbato tutto benissimo, è pieno di rose rosse.
-Questa è per te.
-Grazie Degel.
La ragazza sorrise al cavaliere e poi gli chiese di andare verso il mercatino. La strada principale era piena di bancarelle.
-Guarda Degel, su questo stand ci sono tantissimi libri.
Margaret comprò due libri perché sapeva che non c’erano nella libreria del cavaliere.
-Questi sono per te, il mio regalo.
-Per cosa?
-Per avermi protetta oggi, ieri e l’altro ieri. Forse due libri sono poco come premio per un eroe.
Degel sorrise, lei era davvero straordinari.
Manigoldo e Cardia erano al villaggio in abiti civili e videro Degel con la ragazza.
-Non ho mai visto Degel con quel sorriso.
-Cardia ti sembra così strano che sorrida, anche io lo farei in compagnia di una ragazza.
-Sei sempre il solito.
 
Degel portò Margaret a una bancarella di dolci e le offrì una ciambella. La ragazza la divise in due e diede una metà al cavaliere. Era un vero appuntamento da normali civili.
-Non li trovi carini.
-Cardia sei un po’ troppo romantico.
-Senti chi parla, quello che non perde un secondo per regalare rose alle ragazze del villaggio.
-Lo faccio solo perché a questo festival si usa fare regali alle donne.
-Lo fai perché sei un pazzo donnaiolo.
 
Degel girò ogni angolo del villaggio con la ragazza. Si divertivano tantissimo insieme.
Poi la ragazza vide che c’erano un uomo e una donna con la maschera che li osservavano da lontano.
-Chi sono quelli?
-Il fratello gemello del grande sacerdote e la sua allieva.
-Perché ci osservano da qualche minuto?
-Devono essere interessati a qualcosa al villaggio per essere usciti dal Jamir o li ha chiamati il grande sacerdote. Non so nulla in più su di loro. Ti sembra che ci guardino?
-Forse era solo un’impressione.
Degel e Margaret verso le sei di sera salvano al grande tempio. All’improvviso il fratello del grande sacerdote si fermò davanti a loro sorridendo.
-Siete una bella coppia. Tu sei la nuova arrivata, mio fratello mi ha parlato di te.
-Piacere di conoscerla signore.
-Prenditi cura di lei cavaliere, presto arriveranno giorni difficili.
Degel capì che il giorno della sua battaglia finale era vicino e che doveva passare più tempo possibile con lei, senza trascurare i suoi doveri.
Margaret guardò il viso di Degel e comprese anche lei che non era rimasto molto tempo. Si rattristò e non poté trattenere le lacrime.
Degel la trascinò fino all’undicesima casa e una volta dentro le asciugò le lacrime. Odiava vederla in quello stato.
-So che non ti piace quando piango.
-Sciocca, è colpa mia se versi queste lacrime, ecco perché non mi piace. Mi sento colpevole per questa cosa.
-Non devi.
Margaret si lasciò stringere forte dal cavaliere che la trascinò sul letto dove si stesero insieme. Degel lasciò che la ragazza si poggiasse sul suo petto e intanto le faceva lievi carezze sulla testa e dietro la schiena.
-Sono preoccupate per te.
-Non ho paura di morire. L’unica cosa che potrebbe turbarmi è vederti morire, non voglio che ti succeda niente. Quando inizierà la battaglia devi andare in luogo sicuro. Ti darò l’indirizzo di una villa, sarà tua quando io sarò morto.
-Non voglio le tue proprietà.
-Ascoltami, ho comprato quella casa quando aveva quattordici anni. Con tutti i soldi guadagnati in giro per il mondo tra missioni e lavori vari, ho potuto fare varie spese. Quella villa è super ammobiliata e vicino c’è un villaggio. Saranno dieci minuti a piedi.
-Smetti di parlare come se fosse ora di dirci addio, non voglio più ascoltare.
-Mi dispiace, ma dovevo dirti tutto. Non voglio che tu viva all’aria aperta, devi stare al sicuro in una bella casa. Non resterai qui vero?
-Non te ne andrai presto, non parlare più di queste cose.
-Sei tanto carina, forse troppo per me. Io non voglio vederti piangere ma non potevo non dirti quelle cose.
-Grazie amore mio.
 
Un mese dopo
Degel e Margaret avevano passato un mese difficile. Si erano visti per tre o quattro giorni e poi il cavaliere era sparito per una missione. Era tornato da qualche ora e era sparito di nuovo per andare a fare rapporto al grande sacerdote.
Mentre Degel era in missione, Margaret aveva passato molti giorni a cucire abiti per l’orfanotrofio, aveva lavorato a maglia una sciarpa per Degel e pulito l’intera casa. Spesso si era anche recata al villaggio per comprare frutta e verdura. Poi lady Atena l’aveva fatta chiamare spesso per poter conversare con lei. Le aveva fatto molte domande sulla sua maestra ma lei non aveva potuto rispondere. Aveva promesso di non raccontare a nessuno, tranne che a Degel, la sua vita nel giardino segreto.
 
Tornato alla casa Degel si tolse l’armatura e si infilò nella doccia. Dopo essere uscito dal bagno andò in cucina a mangiare. Non si accorse neanche che la ragazza era in casa e dormiva sulla poltrona, pensava fosse uscita a fare spese. Poi la vide sulla sua poltrona con un libro sulle gambe, era bellissima. Gli era mancata talmente tanto che sembrava un miraggio poterla avere vicino.
La ragazza aprì gli occhi e lo vide.
-Finalmente sei tornato.
-Mi sei mancata tantissimo.
Degel prese in braccio la ragazza e la baciò con molta passione.
-Sei bellissima.
-Dove sei andato tutto questo tempo?
-La missione è stata più difficile di quanto pensassi. Ora potrò stare con te per alcuni giorni. Non ci sono altre missioni nei prossimi mesi.
Degel portò Margaret sul letto e la spogliò, voleva fare l’amore con lei con tutta la forza che aveva. Voleva possedere quel corpo, toccarlo e baciarlo. Poterla accarezzare era bellissimo. Dopo tanti giorni era di nuovo fra le sue braccia.
Prima di perdere il controllo, la ragazza prese un pacco dal comodino e lo diede al cavaliere.
-Un regalo per me?
-Te lo meriti dopo tanta fatica.
Il ragazzo vide che era una sciarpa verde scuro, era davvero bella.
-Grazie.
-Ci ho messo due settimane per finirla.
-L’hai fatta a mano?
-Certo. Me la cavo con i ferri da maglia e con ago e filo.
-Sei piena di risorse.
I due passarono il resto della giornata nel letto fra chiacchiere e coccole.
Notte, ore undici
-Forse ho esagerato, ti senti bene?
-Benissimo.
-Sei troppo carina per resisterti. Abbiamo fatto l’amore per quattro volte e ti ho portata fino al limite. Eppure non sei ancora stanza.
-Farei qualsiasi cosa con te. Amo stare nel letto con te e lasciarmi coccolare.
I due si addormentarono uno tra le braccia dell’altra e si lasciarono cullare dalla melodia dei battiti dei loro cuori.

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Capitolo 13
*** capitolo 13 ***


Degel era all’undicesima casa e stava combattendo contro uno specter che si era infiltrato al tempio usando la sua tecnica dell’invisibilità. Gli specter possedevano strane tecniche e i cavalieri di Atena non le conoscevano tutte. Neppure il grande sacerdote conosceva molte di quelle tecniche. Ade doveva aver scelto gli specter in modo meticoloso e doveva averli sottoposti a torture durissime pur di farli diventare fortissimi.
-Io sono Achille, specter di alto livello. Sono venuto qui per eliminarti Degel, cavaliere dal cuore di ghiaccio. Mi hanno detto che sei fortissimo e sono venuto qui per sfidarti.
-Devi essere molto forte per essere arrivato qui senza essere visto.
-Per me è un piacere ricevere complimenti da te.
-Non voleva essere un elogio, piuttosto una constatazione.
Degel e lo specter iniziarono a combattere. Lo scontro andava per le lunghe e entrambi avevano un braccio ferito. Lo specter decise di giocare il suo jolly. Non aveva più voglia di giocare pulito. Il gemello, divinità della morte, gli aveva insegnato che in battaglia non si doveva avere pietà per nessuno.
-Guarda un po’ cosa ho sotto questo mantello.
Lo specter scoprì il telo da terra e mostrò al cavaliere cosa c’era sotto. Degel sgranò gli occhi quando vide la ragazza.
-Cosa le hai fatto?
-Tranquillo, non congelare tutto, è solo svenuta. Le ho dovuto dare un pugno allo stomaco per catturarla, non voleva venire con me. Questo è successo circa trenta minuti fa, l’ho trovato in un prato che raccoglieva fiori. Era così allegra che mi dava la nausea. Quando mi sono avvicinato a lei, si è messa subito sulla difensiva. Non sapevo che una ragazzina potesse combattere con tanta forza.
-Devi averla distratta con qualche trucco per batterla.
-Non è stato difficile farla svenire. La cosa complicata è stata tenerla ferma, i miei amici non riuscivano a reggerla per le braccia per quanto si agitava. Una vera seccatura.
Margaret si svegliò e vide che era legata. Poi vide Degel e il suo avversario che si studiavano. Erano pieni di graffi e sanguinavano entrambi da un braccio. Doveva sciogliere le corde che le legavano le caviglie e correre da Degel.
-Lasciala andare o sarò costretto a farti male e soffrirai.
-Il grande Degel è furioso, che paura.
Lo specter alzò la ragazza in aria tenendola per le braccia. Lei aveva un viso sofferente ma non piangeva. Non voleva mostrarsi debole davanti quello specter. Non voleva fargli capire che aveva paura.
-Mettila subito giù.
-Il ghiaccio non sta congelando la casa quindi non sei abbastanza arrabbiato per distruggermi. Sei solo un debole.
-Vigliacco, lui è un grande cavaliere d’oro e non devi sottovalutarlo.
-Ah ah. Ancora hai la forza di parlare, sei solo un moscerino. Non conti per lui, appena morirai si divertirà con altre ragazze e tu non potrai farci niente.
Degel vide che la ragazza fronteggiava il nemico difendendolo senza alcun timore. Era una ragazza coraggiosa, tenace e forte.
-Combatti da cavaliere e non mettere in mezzo altre persone.
-Io sono un cavaliere che usa l’astuzia Degel, non mi piace perdere. Mi trovo costretto a infliggerti una punizione, penso che tu sia stato troppo arrogante con me.
Lo specter fece mettere in ginocchio la ragazza e le storse un braccio. Lei urlò tantissimo, sembrava che l’osso si fosse rotto.
Degel vide una lacrima sul suo volte e si scagliò contro il nemico ma a metà strada dovette fermarsi. Quel bastardo usava Margaret come scudo.
-Mi dispiace se mi sono fatta catturare, sono stata solo un peso per te.
-Non dire certe cose, io non le penso. Questo specter pagherà per il male che ti ha provocato.
-Osi parlare con tanta insolenza solo perché non mi conosci bene. Io ho ucciso persino i miei alleati perché erano cattivi con me e mi guardavano dall’alto verso il basso.
-Sei un vigliacco, attacchi i tuoi nemici e poi ti fai aiutare dai tuoi scagnozzi per paura di perdere. Degel non perderà mai contro di te perché lui ha un animo nobile, riuscirà a trovare il modo per fermarti.
-Parli troppo mocciosa. Come fai a sopportare le sue chiacchiere?
-Non parlarle in quel modo.
-Ah ah. Ho trovato il tuo punto debole grande Degel. Sei un iceberg ma quando si tratta di questa ragazza perdi ogni controllo. Chissà cosa accadrebbe se qualcuno la portasse lontano e si divertisse con il suo bel corpo.
Degel congelò un braccio del nemico.
-Wow, sei proprio arrabbiato. Mi sto divertendo tantissimo. Però ora basta giocare.
Degel capì l’intenzioni dello specter e corse verso di lui ma era troppo tardi. Aveva trafitto il petto della ragazza con una spada nera, doveva venire dal regno di Ade.
-Non odiarmi Degel se ti lascio prima. Ti amo.
Il cavaliere vide gli occhi di Margaret chiudersi per sempre e il suo corpo cadere a terra senza vita.  L’aveva persa perché non aveva saputo proteggerla.
Degel si svegliò di colpo e si accertò subito che la ragazza stesse bene. Per fortuna era lì accanto a lui e dormiva tranquilla. Era stato solo un incubo, era stato terribile, non voleva più vedere quella scena. Vederla morire davanti ai suoi occhi era stato atroce.
Erano le tre di notte, dovette alzarsi per cambiarsi . Si infilò il pantalone di un pigiama pulito e si rimise a letto. Non aveva mai sudato tanto, quel sogno lo aveva scombussolato. Strinse forte Margaret, il suo calore, il suo respiro e il suo profumo lo facevano rilassare. Lei era tutto per lui, doveva assolutamente vivere.
Sentendo la stretta del cavaliere, la ragazza si svegliò e vide che lui non dormiva.
-Non hai sonno?
-Scusa se ti ho svegliato.
-Non scusarti, sto comoda fra le tue braccia. È successo qualcosa?
-Niente, torna a dormire.
-Degel sei più pallido del solito, non è che hai un calo di zuccheri? Hai mangiato abbastanza durante la missione? Ti sei stancato troppo?
Il cavaliere scoppiò a ridere, nessuno aveva mai avuto tante attenzioni per lui.
-Sei molto agitata solo per me, non resisto.
-Ho detto qualcosa di buffo?
-Mi è bastato sentire quelle domande per capire quanto ci tieni a me, vuoi che io sia sereno e stia bene. Sei davvero una ragazza strana.
-Non capisco se voleva essere un complimento o una battuta sarcastica?
-Sei proprio carina.
-Ahi.
-Cosa c’è?
-La schiena ogni tanto mi brucia. Deve essere l’effetto delle erbe mediche che mi ha dato lord Shion.
-Ti ha detto fino a quando devi mettere l’unguento sulla schiena e bere l’intruglio puzzolente.
-Mi dispiace se la casa puzza di erbe mediche. Shion ha detto che devo prendere tutto per un’altra settimana.
-Non è che mentre facevamo l’amore ti faceva male la schiena? Questa notte ho esagerato un po’.
-Non sentivo dolore perché tu mi tocchi sempre con molta dolcezza. Sei sempre molto attento a non toccare la ferita. Sei molto gentile.
-Adoro fare l’amore con te ma non voglio che tu ti senta a disagio.
-Quando sto fra le tue braccia non sono mai a disagio. Mi piace stare stretta a te e … non posso dire una cosa del genere.
-Sei tutta rossa. Volevi dire che ti piace essere baciata da me su tutto il corpo.
-Degel non dovevi dirlo.
-Non nascondere il viso contro il mio petto, non serve, so che sei tutta rossa.
Degel e Margaret parlarono per alcuni minuti e poi si addormentarono.
Si alzarono verso le sette e andarono al mercato a comprare della frutta fresca e del pane per i giorni seguenti.
-Nei prossimi giorni non allontanarti mai da me.
-Degel lo hai detto con un tono tanto serio, sai qualcosa che non mi dici?
-No, voglio solo che tu non corra rischi. Potrebbero esserci degli specter nei paraggi. Alcuni di loro sono molto pericolosi e sleali.
-Sei molto preoccupato, non ti ho mai visto con un’espressione simile.
-Non pensare alla mia faccia, guarda laggiù ci sono le ciambelle che ti piacciono tanto.
La ragazza intuì che il cavaliere aveva voluto cambiare discorso, qualcosa lo preoccupava. Se non voleva dirgli niente c’era un buona ragione, era meglio non scocciarlo troppo.
I due comprarono tantissime cose, Degel era carico di buste mentre tornavano al tempio.
-Lasciami portare qualcosa?
-Non se ne parla. Sono buste pesanti.
-Voglio preparare una torta di mele per i tuoi amici, so che l’adorano.
-I due bambini grandicelli vanno matti per la torta di mele. Ne mangerebbero una a testa se potessero.
-Allora ne farò due.
-Sei troppo dolce, quei due si stabiliranno a casa mia se li vizi troppo.
-Devo ringraziarli per tutto quello che hanno fatto per me.
Degel posò le busta alla sua casa e poi corse al tempio. Doveva parlare con Sisifo di acune strategie. Intanto Margaret si dedicava alla cucina.

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Capitolo 14
*** capitolo 14 ***


Margaret stava preparando le torte per i suoi amici mentre Degel parlava con Sisifo. Erano ore che era a colloquio con lui, doveva essere successo qualcosa per trattenerlo tanto.

Pronte le torte, Margaret le portò ai due cavalieri d’oro. Trovò Manigoldo e Cardia vicino l’arena e gli diede le torte.

-Sorellina non dovevi disturbarti. Come mai il musone non è con te?

-Degel è stato convocato da Sisifo. Ne sai qualcosa Manigoldo?

-No, non mi dicono molto. Sono loro due che prendono tutte le decisioni strategiche quindi staranno discutendo di piani d’azione.

-Capisco. Non vi sembra che Degel sia strano oggi?

-No, lui è sempre musone e serissimo.

-Manigoldo se ti avesse sentito, ora avresti il corpo congelato.

-Mentre voi mangiate, io vado al campo di fiori. Voglio raccogliere qualche fiore da mettere sul tavolo della cucina. In questo periodo nel prato dietro l’arena crescono degli splendidi iris.

-A dopo sorellina- dissero in coro i due cavalieri.

 

Dopo trenta minuti Degel scese all’arena e vide i suoi amici che si ingozzavano di torta di mele.

-Margaret deve essere passata di qui. Sarà meglio che la raggiunga a casa.

-Non è lì, è andata al campo di fiori.

-Cosa?

Degel sorpassò i due amici e corse dietro l’arena. Il suo sogno non si doveva realizzare. Arrivato al campo di fiori non la vedeva da nessuna parte. Si avvicinò di più e notò un corpo steso sul prato, il suo viso divenne più pallido di come era. Corse verso il corpo e vide la ragazza che fissava il cielo.

-Hai finito la riunione?

-Sì, per fortuna non ti hanno fatto niente.

-Di cosa parli?

-Niente, non badare ai miei vaneggiamenti.

-Sei strano da questa notte, non puoi parlarmi di quello che ti turba?

-Non voglio farlo, non mi va di darti altre preoccupazioni.

La ragazza si alzò in piedi e strinse forte la mano di Degel.

-Quando vuoi sfogarti io ci sono. Ora torniamo al tempio, sembra che questo prato ti renda inquieto.

Degel bloccò la ragazza e la strinse forte a sé.

-Qui ti hanno catturata e ti hanno portata all’undicesima casa.

-Non capisco di cosa parli, io sono qui con te.

-Parlavo del mio sogno. Questa notte ho sognato che ti avevano rapita qui e legata molto stretta. Poi lo specter che ti aveva presa, ti ha portata all’undicesima casa e lì ti ha fatto male rompendoti il braccio.

-Ho capito la fine del sogno, non parlarne più, non voglio che tu sia triste. Era solo un incubo, come vedi sono fra le tue braccia. Sarà difficile scollarmi da te.

Degel e Margaret tornarono all’undicesima casa dove lessero qualche ora. Più che altro Degel punzecchiava la ragazza mentre leggeva, non voleva stare lontano da lei neanche un secondo.

-Se continui a farmi il solletico sui fianchi non riesco a leggere. Oggi sei piuttosto strano.

-Voglio solo passare ogni minuto con te finché posso. Domani dovrò andare di nuovo al tempio, Sisifo vuole parlare degli spostamenti degli specter. Ci metterò molte ore. Quindi oggi voglio stare con te il più possibile.

Degel strappò il libro dalle mani della ragazza e la fece sedere sulle sue gambe. Poi la baciò sulla bocca insinuando la sua lingua fra le labbra di lei. Margaret era senza fiato, quel bacio era più passionale degli altri. Sembrava come se Degel avesse paura di perderla da un momento all’altro.

-Degel, io non vado da nessuna parte.

-Quel sogno mi ha stravolto, non voglio che ti accada nulla del genere.

-Non mi accadrà niente con te al mio fianco.

All’improvviso si sentì un’esplosione fortissima venire dall’arena.

-Cosa è stato?

-Qualcuno è penetrato nell’arena e sta combattendo con i cavalieri di bronzo che si stavano allenando lì.

-Laggiù c’erano dei bambini del villaggio oggi, erano andati a trovare il cavaliere del toro.

Margaret si alzò di scatto e corse a indossare il vestito da cavaliere e la maschera.

-No, non puoi venire.

-Io penserò ai bambini, tu salva i cavalieri. Se è uno specter gli allievi del toro, non riusciranno a batterlo, sono troppo giovani.

-Vieni, ma stati molto attenta.

Arrivati all’arena, i due videro Cardia e Manigoldo che combattevano contro due specter. Margaret corse ad aiutare dei giovani cavalieri feriti mentre Degel spostava dei massi. Aveva sentito gridare, qualcuno doveva essere rimasto sepolto sotto le rocce dopo l’esplosione.

Le ferite dei cavalieri non erano gravi, Margaret le bendò e poi corse ad aiutare Degel.

-Credo che ci siano due bambini qui sotto. Non posso ghiacciare la roccia e poi romperla, i detriti potrebbero colpire i piccoli.

-Proverò a far crescere una pianta che sposterò questo masso, poi dovremmo riuscire a spostare gli altri con le sole mani.

-Buona idea.

Margaret poggiò le mani per terra e un albero gigantesco spuntò tra le rocce, spostando di qualche metro il masso che imprigionava i bambini.

-Venite fuori piccoli.

-Grazie signorina.

-Di niente.

Margaret controllò che stessero bene e poi li fece accompagnare al villaggio da due cavalieri di bronzo. Due massi lanciati in aria dagli specter che combattevano contro Cardia e Manigoldo stavano per cadere sulla ragazza. Degel le si parò davanti e li congelò per poi distruggerli in migliaia di pezzi.

-Grazie, non li avevo visti.

-Eri occupata a curare questi cavalieri. Penso io alla sicurezza, tranquilla.

C’era un rapporto di fiducia reciproca fra i due, avevano un legame indissolubile e si fidavano l’uno dell’altra.

Terminata la battaglia di Cardia e Manigoldo, Degel li aiutò a rimettersi in piedi. Avevano ferite su tutto il corpo.

-Questa volta gli specter sono stati più sleali del solito.

-Cardia pensa a rimetterti in piedi e chiudi la bocca.

-Degel non essere così freddo.

Margaret raggiunse i tre cavalieri e gli aiutò a tornare al tempio. Avevano bisogno di cure.

-Grazie sorellina.

-Grazie a voi per aver salvato quei ragazzi.

-Solita routine. Devi portare quella maschera ogni volta che vai a combattere?

-Certo Manigoldo, ogni cavaliere donna porta una maschera.

-Che spreco.

-Taci Manigoldo. Non può mostrare il suo volto al nemico, è la regola.

-Tu non vuoi che mostri il viso perché sei geloso. Temi che qualche specter la rapisca e la porti da Ade a causa della sua bellezza.

Margaret mise una mela in bocca a Manigoldo che non parlò più.

Dopo aver lasciato i due amici alle cure di Shion, Margaret e Degel tornarono all’undicesima casa. La ragazza si tolse la maschera e si sedette sul letto.

-Meno male che hai trovato quei bambini.

-Senza il tuo aiuto non sarei riuscito a togliere quei massi.

-Sei uno stratega, avresti trovato un modo.

Degel si tolse l’armatura e prese in braccio la ragazza.

-Cosa fai?

-Ti porto in bagno, hai le gambe piene di polvere e degli schizzi di sangue sulle braccia.

-Non potevo non sporcarmi.

Degel riempì la vasca di acqua calda e ci entrò con Margaret dopo averla spogliata.

-Stai comoda?

-Sì, Degel non capisco perché mi coccoli tanto?

-Ti amo, ti basta come risposta?

-So che mi vuoi bene, ma non ti starai sforzando a fare certe cose.

-Per niente. Mi viene naturale abbracciarti e baciarti.

-Accidenti averti fra le braccia mi fa subito venire voglia di farti mia.

-Puoi farmi quello che vuoi.

-Principessa non ti conviene dire certe cose davanti al lupo cattivo, potresti pentirtene più tardi.

Degel fece sedere la ragazza su di lui e la penetrò. La ragazza lanciò un gemito molto forte, quella posizione le dava uno strano effetto.

-Fa male?

-Degel se continui così non riuscirò a trattenere i gemiti.

-Accidenti, se fai quella faccia non riesco a fermarmi.

Degel continuò a muoversi e Margaret dovette aggrapparsi forte alle sue spalle. Degel era davvero passionale quel giorno.

Il cavaliere uscì dalla vasca e poi avvolse la ragazza in un asciugamano.

-Andiamo nella camera, lì potrai scaldarti.

I due ragazzi si vestirono e se ne andarono a mangiare qualcosa in cucina. Avevano molta fame dopo quella giornata.

-Grazie mille Degel, questa carne alla brace è ottima.

-La mia specialità. Quando ero piccolo dovevo procurarmi da solo il cibo e dovevo cucinare la carne sul fuoco. Pensa che all’inizio non facevo che mangiare radici e frutta ogni tanto. Non riuscivo mai a prendere niente.

-Deve essere stata dura.

-Anche tu non hai mai conosciuto i tuoi genitori, puoi capirmi.

-Io avevo la maestra, lei non mi ha fatto mai mancare niente. Anche se era contro l’uccisione degli animali, ogni tanto mi procurava della carne che comprava in alcuni villaggi. Non la toccava mai.

-Sei felice qui con me?

-Certo, hai dubbi?

-No, sembravi avere nostalgia del tuo passato con la tua maestra.

-A volte penso a lei ma sono felice qui con te.

Degel pensò a quello che era successo negli ultimi mesi, si era innamorato e ne aveva passate di avventure con la sua amata. Però non aveva pensato a una cosa, aveva fatto l’amore con lei molte volte senza pensare alle conseguenze. Se fosse rimasta incinta, avrebbe dovuta lasciarla sola con un bambino.

-A cosa pensi?

-Ho esagerato negli ultimi tempi.

-Ti senti stanco a causa delle missioni e degli allenamenti?

-No, ho esagerato con te. Molte volte perdo il controllo quando ti tocco.

-Anche io mi scaldo molto quando mi lascio trasportare da te, è una cosa brutta? Mi dispiace.

-No, hai frainteso. La colpa è mia. Quando facciamo l’amore non penso mai alle conseguenze. Non hai la nausea vero?

-No, non mi è mai successo in questi mesi. Degel pensi che si incinta?

-Era una supposizione, negli ultimi tempi abbiamo fatto l’amore anche tre volte a notte e ti sono venuto dentro.

-Io mi sento bene. Ti darebbe fastidio se restassi incinta?

-No, ma non vorrei lasciarti sola con un bambino, è faticoso allevarlo senza nessuno.

-Stai di nuovo pensando alle parole della maestra, non voglio più sentire che non ci sarai più fra poco.

Margaret corse in camera e ci si chiuse dentro. Non sopportava di doverlo perdere. Degel la lasciò piangere da sola, aveva bisogno di qualche minuto per sfogarsi. Non poteva starle sempre addosso. Odiava vederla in quello stato.

Dopo trenta minuti il cavaliere entrò nella camera e vide la ragazza stesa sul letto. Non si muoveva, sembrava dormire. Si sedette al suo fianco e vide che aveva gli occhi chiusi. Si era stancata troppo e aveva pianto a dirotto. La sua principessa soffriva e lui non poteva fare niente per impedirlo. Vederlo morire l’avrebbe straziata e lui non poteva farci niente.

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Capitolo 15
*** capitolo 15 ***


Margaret si svegliò in piena notte, non si era neanche accorta di essersi addormentata. Come una sciocca era corsa in camera a piangere e aveva fatto preoccupare Degel. Lo vide steso al suo fianco che dormiva tranquillo. Quella notte non era fra le sue braccia perché si era arrabbiata e messa a piangere come una stupida, non c’era alcun motivo di fare quelle scene. Non poteva chiedere a Degel di rinunciare al suo incarico, era un cavaliere fiero, coraggioso e molto forte, sapeva bene quali erano i suoi doveri. Lei veniva al secondo posto e non doveva mettersi fra lui e la protezione di lady Atena. Lo capiva benissimo, anche lei in passato aveva rischiato la vita contro alcuni specter per salvare la maestra.
-Sei già sveglia?
-Perdonami per prima.
-So che ti senti triste, non devi chiedermi scusa.
Degel la strinse forte e la baciò sulla bocca. Non poteva fare a meno di tenerla stretta, l’aveva fatta soffrire e ora doveva rimediare.
-Non ti sentirai in colpa a causa del mio pianto?
-Voglio solo tenerti stretta a me per l’intera notte.
-Non è colpa tua se ho pianto, sono io la sciocca. Non incolparti per favore.
-Shhh. Come cavaliere sarebbe egoistico non prendermi le mie colpe.
-Io non sono una tua missione, non puoi cacciare la scusa del cavaliere.
-Sei la ragazza che amo più al mondo e come cavaliere è mio dovere proteggerti e cancellare ogni sofferenza dalla tua mente.
-Degel non voglio che qualcuno mi cancelli la memoria quando la guerra non Ade terminerà, voglio ricordare i momenti insieme.
-Nessuno cancellerà i tuoi ricordi. Farò in modo che tu sia lontana da qui quando inizieranno gli scontri finali. Non voglio vedere che soffri mentre esalo l’ultimo respiro, ho bisogno di ricordarti sorridente.
-Quindi non potrò restarti accanto fino alla fine.
-Troppo pericolo principessa. Quando inizieranno gli scontri finali, ci saranno moltissimi specter in giro e non voglio che ti prendano di mira.
-Io potrei aiutarvi, forse non morirai.
-Potresti morire tu e questo non lo permetterò mai. Devi vivere e essere felice.
La ragazza tirò piccoli pugni sul petto del ragazzo, non voleva capire che per essere felice e continuare a sorridere doveva averlo accanto. Non voleva restare sola.
Degel la calmò e si addormentarono abbracciati.
 
Il giorno dopo
Degel si alzò alle sette e andò alla riunione con Sisifo. Lasciò dormire la ragazza visto che per chiacchierare avevano fatto tardi. Prima di recarsi alla riunione mese delle trappole di ghiaccio in casa, non si sarebbero attivate con la ragazza ma solo con i nemici. Nessuno doveva avvicinarsi a lei, quella mattina c’era una strana aria intorno al tempio.
 
Degel era davanti a Sisifo che guardava la mappa della vallata.
-Ieri Doko ha avvistato dei nemici a nord del villaggio, li ha fermati prima che arrivassero alle prime case.
-Si sono divisi in gruppi per attaccare da più parti e distrarci.
-L’ho pensato anche io ma perché puntano tutti direttamente al villaggio. Avrebbero più probabilità attaccando anche il tempio. Al contrario, si concentrano tutti su un solo obiettivo.
-Quelli che attaccano verso il villaggio sono tutti specter di basso livello. Gli altri si staranno organizzando per attaccare noi. Presto ci ritroveremo addosso tutti i migliori cavalieri di Ade. Non sarà facile evitare spargimenti di sangue.
-Albafica dice che è pronto a fermarli ponendo un giardino di rose davanti la scalinata.
-Lui è sempre pronto a tutto. Ha in mente di bloccarli tutti con il suo veleno. Sarebbe un sacrificio.
-Sai come è fatto, pensa sempre ai suoi amici e al bene del villaggio. Lei andrà via?
-Margaret presto si trasferirà in una delle mie proprietà. Lì sarà al sicuro.
-Sei sicuro della tua scelta? Con i suoi poteri potrebbe aiutarci molto.
-Non se ne parla, è troppo pericoloso. Non ha la forza di un cavaliere d’oro, non voglio che venga ferita gravemente.
-Capisco la tua opposizione ma sei lei accettasse la collaborazione, non potresti opporti.
-Non accadrà, lei deve andare via. Non provate a convincerla a restare approfittando del suo carattere buono.
-Non le chiederò niente, non è una cosa di cui devo occuparmi. Sai che Manigoldo aiuterà il grande sacerdote con il suo piano?
-Ne ho sentito parlare. Quel pazzo ha deciso di spianare la strada al suo maestro. Non cambierà mai, è il solito presuntuoso. È convinto di poter colpire la divinità della more e credo che mi abbia attaccato il suo ottimismo. Penso che ce la farà, gli assesterà un pugno e lo farà arrabbiare.
-Hai molta fiducia in Manigoldo. Non ricordavo che il vostro legame fosse tanto forte.
-A furia di andare in missione con lui sono arrivato a sopportarlo.
Degel e Sisifo discussero dei piani d’azione per tre ore poi il cavaliere dell’acquario andò a parlare con il grande sacerdote. L’uomo gli parlò di quello che avevano scoperto le sue spie e che presto avrebbe avuto inizio la vera battaglia.
Degel tornò all’undicesima casa alle due del pomeriggio dove trovò Cardia e Manigoldo che mangiavano delle polpette.
-Avete di nuovo rubato il cibo dalla mia scorta?
-No, è stata Margaret a sfamarci.
-Manigoldo non parlare con la bocca piena- disse la ragazza pulendogli il viso con un fazzoletto di stoffa.
-Degel si sono fermati qui perché non avevano nulla da mangiare.
-Non è una novità. Devo dire che oggi sono contento di vederli qui. Vedere lei che vi pulisce il viso con i tovaglioli è piuttosto esilarante. Sembrate due bambini.
-Non vogliamo sporcarci, gli spaghetti erano pieni di salsa e questi sono gli ultimi vestiti puliti che ci sono rimasti. Margaret è tanto gentile a metterci i fazzoletti sul petto per non farci macchiare i vestiti.
Questa volta era Degel a ridere, sembravano due bambini piccoli.
-Non vi preoccupate, ho lavato i vostri vestiti e li ho stesi al sole.
Degel guardò i due amici storto. L’avevano forse presa per una domestica.
-Non ci congelare, si è offerta lei di lavare i nostri vestiti.
-Questo è vero Degel. Tutto tranne i boxer e i calzini. Quella roba non la tocco.
-Quelle cose possono lavarle anche da soli, sono grandicelli. Basta viziarli tanto, fra poco dormiranno qui se gli diamo ancora cibo. Mai dare troppa confidenza a due tipacci come loro.
Degel portò Margaret in camera mentre i due amici finivano di mangiare in cucina.
-Perché mi hai trascinata qui? Devo mettere in ordine la cucina, sembra che ci sia passato un uragano.
Degel si impossessò delle labbra della ragazza.
-Avevo voglia di baciarti.
La ragazza non riusciva a parlare, il cavaliere le aveva tolto il respiro. Era stato talmente irruente che la ragazza aveva dovuto aggrapparsi letteralmente a lui per non cadere.
-Mi piace farti questo effetto.
-Degel è successo qualcosa alla riunione?
-No, abbiamo solo parlato di strategia. Ti ho travolta perché oggi ho tanta voglia di stare con te.
Margaret sorrise e si lasciò stringere dal cavaliere, come poteva stare lontano da quel bellissimo fusto.
-Sarà meglio tornare in cucina o quei due inizieranno a farsi i film- disse Degel.
Uscendo dalla camera i fidanzatini trovarono Cardia e Manigoldo davanti la camera.
-Degel certe cose dovresti farle di sera.
-Manigoldo smetti di punzecchiarlo, ricordati che siamo nel suo territorio e potrebbe congelarci in un secondo.
-Ascolta quello che dice Cardia.
-Andiamo fuori a discutere della coppietta, scommetto che questa sera Degel si addormenterà per la stanchezza.
-Cardia perderai, perché questa sera Degel si darà da fare.
I due uscirono dall’undicesima casa di corsa.
-Scusali, sono fatti così.
-Sono divertenti.
-Non perdere mai questo sorriso, sei bellissima.
-Grazie.
Qualcuno bussò alla porta e Margaret andò ad aprire.
-Manigoldo hai dimenticato qualcosa?
Il cavaliere del cancro afferrò la ragazza per un braccio e la scaraventò in modo brusco contro una parete.
-Sei impazzito. Perché l’hai sbattuta al muro? Prima non portavi l’armatura, cosa ti prende?
-Devo eliminare gli ostacoli.
Degel indossò la sua armatura di nuovo e si scaraventò su Manigoldo. Erano fuori la casa e si tiravano pugni a vicenda. Margaret si rialzò e andò fuori per separarli.
-Non ti avvicinare, Manigoldo deve essere posseduto come hanno fatto con il cavaliere dei gemelli.
-Dobbiamo trovare Cardia, era con lui, forse è ferito.
-Attenta al tuo fianco.
La ragazza schivò il colpo di Cardia.
-Anche lui deve essere posseduto, i suoi occhi sembrano come vuoti.
-Non ti fare colpire, le tecniche di Cardia sono pericolose.
-Degel, è troppo veloce per me, non so quanto resisto. Farò del mio meglio.
Degel lanciò in aria un segnale luminoso per avvertire gli altri cavalieri presenti al tempio. Non poteva sconfiggere da solo due cavalieri d’oro e poi non voleva fargli male, erano suoi amici.
Il cavaliere indietreggiò verso Margaret e la nascose dietro la sua schiena, doveva prendere tempo. Non poteva usare i suoi colpi migliori contro i suoi amici. Doveva anche individuare lo specter che li controllava, non poteva essere lontano.
-Non guardare mai Manigoldo dritto negli occhi, non voglio che ti trasporti in un incubo.
-Degel attento a Cardia.
Margaret imprigionò i due cavalieri in dei rampicanti robusti che aveva fatto uscire dal terreno.
-Non li terrò per molto tempo, sono molto forti.
Cardia si liberò per primo e si gettò su Degel. Mentre Manigoldo afferrò Margaret per un polso.
-Manigoldo mi stai facendo male. Ahhhh.
-Manigoldo lasciala.
Degel congelò il pavimento e scivolò verso Manigoldo tirandogli un calcio sulle gambe.
-Scendi le scalinate e vai verso un’altra casa, devi trovare qualcuno.
-Corro.
Cardia le sbarrò la strada e Manigoldo l’afferrò per i capelli.
-Accidenti, siete terribili quando non siete voi stessi.
Degel colpì Manigoldo alla spalla facendo attenzione a non fargli troppo male. Prese la ragazza in braccio e si allontanò da loro qualche metro.
-Come ti senti?
-Non mi ha fatto male. Ho paura per loro, se non li liberiamo presto non so quali effetti avrà su di loro la possessione.
-Farò di tutto per scovare lo specter che li controlla.
Il cavaliere della vergine arrivò davanti l’undicesima casa e fece svenire i due cavalieri.
-Di loro mi occupo io, trova il nemico Dege. A valle già stanno cercando Shion e Doko. Tocca a te controllare questa zona.
-Grazie.
Degel disse alla ragazza di chiudersi in casa mentre il cavaliere della vergine afferrò i due simpaticoni per una gamba e li portò fino alla sua casa.
Dopo trenta minuti di ricerca Degel tornò all’undicesima casa.
-Trovato?
-No, deve essere scappato. Questo tipo non è il primo specter che controlla le persone. Ne avevamo già sconfitto uno. Sono tipi che preferiscono agire nell’ombra perché non combattono bene nel corpo a corpo. Tu come stai?
-Bene.
-Ti ha scaraventata al muro con molta forza.
-Non mi sono fatta male, non ti preoccupare. Ho solo sbattuto un po’ la schiena, nulla di serio.
-Non sono neanche in grado di proteggerti qui.
-Non dire certe cose, sei stato fortissimo. Potevi reagire e scaraventarli contro qualcosa facendo loro male. Hai trovato il modo migliore per non ferirli.
-Tu pensi sorellina, io ho un gran mal di testa.
-Anche io. Sembra che qualcuno ci abbia trascinato lungo la scalinata per i piedi.
-Sapete che il cavaliere della vergine non usa mezzi termini.
-Sapevo che il mal di testa era opera sua, sempre delicato come suo solito.
Margaret corse ad abbracciare i cavalieri, per fortuna erano guariti.
-Sorellina ci dispiace per l’attacco.
-So che non eravate voi. Sono felice che voi siate salvi, non mi piace vedervi litigare.
Cardia e Manigoldo la strinsero forte senza badare all’espressione di Degel. Era stata molto premurosa a preoccuparsi per loro.
Dopo qualche minuto i due amici tornarono alle loro case mentre Degel controllava la schiena e il polso della ragazza.
-Per fortuna non ti sei fatta male.
Degel la strinse forte e la baciò sulla bocca. Non voleva assolutamente perderla. Doveva trovare quello specter prima che combinasse altri guai. Proprio quella notte, i due innamorati ricevettero una visita, ma erano pronti ad affrontare il nemico.
-Sapevo che saresti venuto qui. Volevi forse possedere anche me?
-Come hai fatto a capire la mia mossa?
-Semplice, sei prevedibile.
Lo specter provò a possedere il cavaliere dell’acquario ma senza successo.
-Il mio potere non funziona.
-Ho bloccato la tua capacità come mi ha insegnato la mia maestra. Non ti permetterò di entrare nella mente di Degel.
-Maledetta mocciosa, pensavo di essermi liberato di te.
Lo specter provò a colpire Margaret ma venne bloccato da un rampicante e dal braccio di Degel.
-Non provarci, lei non si tocca.
Degel sconfisse facilmente il nemico. Come aveva capito non era forte nel corpo a corpo e non aveva grandi tecniche di attacco.
Ora che anche quello specter era sconfitto potevano dormire tranquillamente. I due innamorati si cambiarono e si stesero sul letto. Chiacchierarono per qualche minuto e poi crollarono esausti.

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Capitolo 16
*** capitolo 16 ***


Cinque del mattino
Degel era steso sul letto e guardava Margaret dormire. Era così tranquilla e serena, avrebbe voluto vederla sempre in quel modo.
La ragazza iniziò a lamentarsi nel sonno e il cavaliere decise di svegliarla.
-Hai fatto un brutto sogno?
-All’inizio era tutto bello e poi l’atmosfera e il paesaggio sono cambiati. C’erano dei bambini stesi in prato che poi sono stati catturati da alcuni specter. Ade era dietro i suoi cavalieri e con un dito ha ucciso tantissimi abitanti del villaggio.
Degel strinse forte la ragazza, stava versando molte lacrime. Aveva visto molte scene atroci nella sua vita, ma la crudeltà di Ade era ben peggiore.
-Non permetterò agli specter di fare del male a innocenti.
-Io non voglio che ti faccia male. Sei pronto a sacrificarti, però nessuno pensa al tuo bene. Lasciami restare con te, posso aiutarti a difendere il villaggio.
-No, non sopporterei di vederti soffrire. Non permetterò a nessuno specter di toccarti. Alcuni di loro sono crudeli e fortissimi e non voglio che ti trovino qui.
Margaret si strinse più forte al cavaliere, aveva tanta paura. Neanche quando combatteva aveva mai avuto tanta paura. Era più volte stata sbattuta a destra e sinistra, le avevano stretto la gola con le mani, le avevano causato lividi, ma la paura di perdere Degel era più forte di tutto.
-Non piangere, nessun nemico ti toccherà in futuro.
-Non ho paura dei nemici. Io temo di vederti morire.
-Sei davvero strana. Vuoi rimanere con me a rischio della tua vita. Un’altra ragazza al tuo posto sarebbe scappata. Nessuno ha mai detto certe parole per me.
Degel baciò la ragazza sulla bocca e si mise sopra di lei, aveva voglia di fare l’amore con lei.
-Non riesco a resistere ai tuoi occhi e alle tue labbra.
-Sono tutta tua.
I due ragazzi coglievano ogni istante per stare insieme, non riuscivano a staccarsi quando iniziavano a baciarsi. Si amavano profondamente. Nessuno avrebbe potuto spezzare quel legame.
Verso le sette i due si fecero un bagno e poi si vestirono.
-Cosa devi fare oggi?
-Vado a fare rapporto dal grande sacerdote e poi devo allenarmi con Cardia e Manigoldo.
-Io andrò a fare spese al villaggio. Voglio prepararti una cena ottima questa sera.
-Starò fuori tutto il giorno quindi ti lascio la casa libera.
-Ne approfitterò anche per pulire.
-Non stancarti troppo.
Degel uscì dalla casa e si recò al grande tempio. Aveva una giornata piena. La ragazza prese dei soldi e si recò al villaggio, doveva comprare molti ingrediente per la sua cena con il cavaliere. Voleva anche prendere un abito nuovo per colpire Degel. Sperava solo che non costasse troppo. Infine, sarebbe passata al prato per prendere qualche fiore. La casa sembrava un po’ tetra senza colori. A Degel non dispiaceva vedere qualche fiore in un vaso sul tavolo.
Arrivata al mercato del villaggio, Margaret comprò delle mele, verdure miste, carote, e spezie varie. Poi andò a comprare della carne, Degel aveva bisogno di molte energie in quei giorni. Comprò le uova e altri piccoli ingredienti e si incamminò verso il tempio. Visto che ci aveva messo poco tempo, faceva in tempo a impastare uova e farina e a preparare della pasta fresca. Degel sarebbe rimasto meravigliato quella sera.
Arrivata al prato dietro l’arena la ragazza sentì le urla di Manigoldo. Si stava sicuramente allenando con Cardia e Degel, come suo solito faceva il pagliaccio. Doveva fargli male la gola la sera per quanto urlava. La ragazza poggiò le buste e il cestino per terra e si mise a comporre un bel mazzo di fiori. Non era il suo forte ma ci provava. A un certo punto le sembrò di vedere la sua maestra a qualche metro di distanza.
-Maestra siete voi? Devo averla sognata a occhi aperti, dopo tutto sono nel suo elemento. Potete sentirmi attraverso la terra e attraverso questi fiori, ne sono sicura. Sono felice che mi abbiate permesso di vivere con Degel, lo amo con tutte le mie forze.
Qualche lacrima della ragazza cadde su un fiore.
-Presto lo perderò e resterò sola di nuovo. Lui mi mancherà, so già che soffrirò tantissimo.
Degel era uscito un attimo dall’arena per schiarirsi le idee. Manigoldo e Cardia da qualche minuto facevano i bambini. Era anche normale distrarsi un po’, visto che si allenavano da almeno tre ore. Vide Margaret seduta sul prato, sembrava che parlasse con qualcuno. Sicuramente cercava di trasmettere un messaggio alla sua maestra, una volta gli aveva detto che riuscivano a comunicare attraverso la terra. Però da quando lei si era allontanata dalla maestra, non aveva più ricevuto risposte da ella. Sembrava sparita per sempre dalla sua vita. Poi Degel vide la ragazza alzarsi e andare verso il tempio. Era piena di buste e pacchetti, chissà cosa stava combinando. Avrebbe voluto correre da lei, ma doveva pensare agli allenamenti. Era davvero difficile stare lontani anche per poco tempo. Doveva abituarsi a quella situazione, presto sarebbe stato lontano per sempre.
Margaret arrivò all’undicesima casa e si mise a preparare l’impasto per la pasta. Stava uscendo piuttosto bene, almeno credeva. Non era abituata a fare certi piatti. Cosa combinava, probabilmente Degel avrebbe detestato quei piatti. Doveva continuare con il suo progetto, il cavaliere non era un tipo scorbutico e pretenzioso, avrebbe apprezzato il suo sforzo.
Dopo aver preparato la pasta, la ragazza si mise a preparare gli spiedini di carne con le verdure. Poi qualcuno bussò alla porta. Margaret andò ad aprire e si trovò davanti il cavaliere d’oro dei gemelli. Le venne un brivido guardandolo in faccia.
-Degel è uscito.
-Cercavo te. Come ti sei accorta che non ero me stesso? Mi serve quella tecnica.
-Non posso rivelarvi la tecnica, è un segreto della mia maestra.
-Mi dirai come imparare la tecnica o dovrò costringerti.
-Mai, non mi faccio minacciare. Vada via o sarò costretta a chiamare qualcuno.
-Non ti sentirà nessuno se ti blocco la voce con un colpetto alla gola. Conosco diverse forme di tortura tra cui il blocco della voce. So quali parti del corpo umano toccare per far soffrire le persone.
-Non mi spaventate per niente.
-Pensi che Degel correrà qui a salvarti. Ti sbagli, è troppo impegnato, sa che viene prima il suo dovere di cavaliere. Oggi lady Atena è all’arena con tutti i cavalieri d’oro e di bronzo, non c’è nessuno nei paraggi. Sono appena tornato da una missione e nessuno sa che sono qui.
-Non disturberò Degel perché voi andrete via da solo.
Margare chiuse la porta a chiave e lasciò fuori il cavaliere. Non ne poteva più di gente presuntuosa che la minacciava. Non bastavano gli specter, ora ci si metteva anche un cavaliere del tempio.
Margaret stava continuando a cucinare, per fortuna il cavaliere dei gemelli si era arreso. Qualche minuto dopo la porta dell’ingresso esplose. Margaret corse fuori dalla casa dal passaggio segreto che le aveva indicato Degel e iniziò a correre giù per le scalinate. Doveva raggiungere l’arena, solo lì sarebbe stata al sicuro. Non era all’altezza di combattere contro quel cavaliere d’oro.
Quando pensava di averlo seminato, se lo trovò davanti a metà strada.
-Degel ti ha istruita bene sui passaggi segreti del grande tempio. Questi trucchi non funzionano con me. Parlami della tecnica per scovare gli specter nei corpi altrui.
-Vi ho detto che non mi è permesso. Come voi non potete rivelare le tecniche che vi ha insegnato il vostro maestro a chiunque, io non posso farlo con voi.
-Mi stai stancando. Quella tecnica mi serve per scovare i nemici che si nascondono fra noi.
-Quella tecnica non può essere usata sempre, ha degli effetti collaterali su chi la usa se ne abusa. Smettete di chiedermi informazioni.
La ragazza si allontanò dal cavaliere di qualche metro dandogli le spalle. Lui la raggiunse e se la caricò su una spalla.
-Mettetemi giù o vi tiro un pugno.
-Ti farai male visto che la mia armatura è molto dura.
-Io mirerò alla faccia o in basso. Troverò un punto dove farti male se non mi lasci. Non sopporto di essere toccata.
-Però non ti danno fastidio le coccole di Degel, deve essere molto bravo a letto per accontentarti di lui.
Margaret si liberò e tirò uno schiaffo sulla guancia destra del cavaliere.
-Puoi offendermi, torturarmi, strapparmi un arto, ma non ti permetto di offendere Degel.
-Sei una vera ribelle mocciosa, è ora che qualcuno ti insegni qual è il tuo posto.
Il cavaliere dei gemelli stava per tirare un pugno alla ragazza quando venne bloccato da un mano.
-Non provare a toccarla.
-Ecco il cavaliere che viene in aiuto della sua donzella. Ti deve piacere proprio tanto farlo con lei se ti spingi a tanto pur di difenderla.
-Impara prima cosa significa amare e proteggere le persone a cui vuoi bene e poi giudica.
Degel sollevò in aria il cavaliere e lo scaraventò ai piedi della grande scalinata.
-Ti faccio vedere io chi comanda moscerino.
-Non ti alzare o saremo costretti a legarti.
-Cardia, Manigoldo siete sempre fra i piedi. Non vi sopporto.
-Lascia stare la nostra sorellina o saremo costretti a legarti come un salame e a testa in giù.
-Sono stanco di sentire le vostre lagne, me ne vado.
Degel si congedò dagli amici e portò Margare all’undicesima casa.
-Non dovresti sfidare un cavaliere in quel modo.
-Non mi è piaciuto il modo in cui ti etichettava.
-Smetti di batterti per me, non mi offendo per le parole di un cavaliere. Conosco bene quel cavaliere d’oro, tratta tutti con disprezzo. Non si capisce perché non sia mai d’accordo con nessuno. Eppure la possessione dallo specter è finita, dovrebbe essere meno acido.
-Vuoi dire che è sempre stato un po’ tetro?
-Sì, anche prima della possessione era strano. Capitano volte in cui esagera. Ha persino fatto a pugni con Manigoldo a causa di un litigio su una missione andata bene per un soffio. Ti ha fatto male?
-No, ha solo rotto la porta e ha provato a trascinarmi da qualche parte.
-Ti ha toccata?
-Mi ha caricata come un sacco di patate sulle sue spalle. Poi ha detto quelle brutte parole su di te e io non ci ho visto più. Perdonami, ti causo molti guai.
-Non è colpa tua, è sempre stato un tantino prepotente con i nuovi e i vecchi arrivati. Cosa voleva?
-Il segreto della tecnica per capire se una persona è manipolata da uno specter. Temeva che qualche specter si fosse infiltrato al tempio.
-Quel folle sospetta di te, ecco perché è venuto fino a qui. Voleva solo metterti alla prova. Teme che tu sia una spia di Ade.
-Ho fatto qualcosa di strano per fargli credere una cosa simile?
-No, lui è fatto a modo suo. Dove ti ha toccata?
-Non mi ha toccata a parte quando mi ha caricata sulla sua spalla.
-Non mi piace quando qualcuno si prende certe confidenze.
Margaret scoppiò a ridere. Degel era geloso, non ci poteva credere. Non riusciva a smettere, era troppo divertente.
-Cosa ridi?
-Sei geloso.
-Non lo sono. Non voglio che qualcuno ti tocchi a parte me.
-Cardia e Manigoldo mi abbracciano a volte e non fai quella faccia scocciata e imbronciata.
I due risero insieme per interi minuti. Poi il cavaliere tornò all’arena mentre Margaret si rimetteva a cucinare per la grande serata. Tanto il cavaliere dei gemelli aveva capito che non doveva avvicinarsi a lei poiché rischiava di essere picchiato da tre cavalieri d’oro molto motivati.

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Capitolo 17
*** capitolo 17 ***


Degel era tornato all’arena dove i cavalieri di bronzo si stavano allenando contro Cardia e Manigoldo. Era stato il grande sacerdote a voler far allenare quel gruppo di ragazzi con i due cavalieri d’oro, voleva metterli alla prova. La battaglia finale si avvicinava e tutti dovevano essere pronti a difendere lady Atena e gli abitanti del villaggio dagli specter. Yato e Tenma non facevano che attaccare Manigoldo singolarmente e ciò li rendeva vulnerabili.
-Mocciosi dovete fare un attacco combinato o non mi colpirete mai.
-Non ci sottovalutare brutta faccia da mollusco.
-Fatti avanti Yato e poi vediamo chi avrà la brutta faccia dopo il combattimento.
Degel si avvicinò a Sisifo e agli altri e si sedette sugli spalti.
-Qualcosa ti turba?
-Non ero stato informato del ritorno del cavaliere dei gemelli. Digli che deve stare al suo posto.
-Ne ha combinata un’altra delle sue, lui è fatto così, lascia perdere.
-No, la prossima volta che si avvicina a lei, lo prenderò a calci. Neanche tu potrai fermarmi Sisifo.
-Non dirmi che ha fatto qualcosa a Margaret?
-Ha tentato di rapirla, voleva scoprire la sua tecnica segreta. Io so che era una scusa. Lui teme che Margaret sia una spia di Ade. Quando sono arrivati Yato e Tenma ha cercato di cacciare anche loro dal tempio perché pensava fossero specter travestiti. Non ha neanche pensato, parte a mille con le sue sparate.
-Più tardi gli parlerò, lo farò ragionare.
Degel si concentrò sullo scontro davanti a lui e notò che Manigoldo e Cardia non stavano facendo per niente sul serio. Gli altri cavalieri a malapena li attaccavano perché sapevano che avrebbero perso. Solo Yato e Tenma continuavano ad accanirsi contro Manigoldo. Avevano una bella forza di volontà.
 
Verso le sette Degel tornò all’undicesima casa e corse subito a levarsi l’armatura. Si fece un bagno veloce e poi indossò i suoi abiti da civile.
Andò in cucina e trovò Margaret che armeggiava con il fuoco per finire di cucinare qualcosa.
-Bentornato!
-Grazie. C’è un ottimo profumo per tutta la casa.
-Ho pensato di farti una sorpresa. Spero che ti piaccia quello che ho preparato.
-Ti devi essere impegnata molto dal profumo che sento. Hai persino steso la pasta a mano.
-Come lo hai capito? Ho lavato tutto, ho levato ogni granello di farina dal tavolo.
-La forma della pasta non è la solita.
-Vuoi dire che è uscita male?
-Il contrario, l’hai stesa bene e le hai dato una forma particolare, è una cosa molto difficile da fare.
-Allora mangiamo, così mi dirai se anche il sapore è buono.
-Prima devo darti una cosa.
Il cavaliere afferrò la ragazza per la vita e la strinse forte dandole un bacio sulle labbra.
-Grazie di tutto. Ti amo tantissimo.
-Degel vuoi farmi piangere.
I due si misero a tavola e mangiarono tutta la pasta, poi passarono agli spiedini. Degel non lasciò niente nei piatti.
-Avevi proprio fame.
-Gli allenamenti ultimamente sono durissimi.
-Ti sei anche divertito vedendo Manigoldo che punzecchiava Tenma e Yato. Ho sentito delle ancelle che ne parlavano.
-Manigoldo non cambia mai.
Dopo aver mangiato il dolce, Degel decise di dare il suo regalo a Margaret.
-Questo è per te.
-Non dovevi farmi un regalo.
-Te lo meriti.
La ragazza aprì il regalo e trovò un fiore di cristallo. Era fatto di ghiaccio ma sembrava un diamante.
-Quel ghiaccio non si scioglie mai, è il simbolo dell’amore che provo per te. Guarda, se metti il cristallo di ghiaccio alla luce si vedono sfumature di vari colori.
-Bellissimo, grazie. Ma io non ho niente da darti. Tu mi hai fatto un bellissimo regalo e con le tue mani.
-Mi basti tu, non serve che tu mi dia altro.
Degel e Margaret parlarono per due ore nella sala e poi andarono a letto dove si scambiarono tantissime tenerezze.
 
Il mattino dopo
Degel si svegliò presto e andò a fare il suo giro di pattuglia. Intanto Margaret riordinava tutta la casa e spolverava gli scaffali dei libri. Era tutto così tranquillo quel giorno.
-Degel come è andata la serata con la sorellina?
-Manigoldo stranon che tu sia già sveglio.
-Non cercare di cambiare discorso.
-Non ti darò nessun particolare. Piuttosto non trovi che oggi ci sia troppa tranquillità.
-Hai ragione, non si sentono neanche gli uccellini che cantano questa mattina. Tutto tace. Andrò a controllare giù al villaggio.
-Io controllerò qui intorno, non vorrei che qualche specter colpisse i cavalieri d bronzo.
Degel e Manigoldo cercarono ovunque ma non c’era traccia dei nemici.
Tornati al tempio i due cavalieri andarono a parlare con Sisifo. Anche lui aveva notato che c’era troppo silenzio quel giorno.
Verso mezzogiorno Degel tornò all’undicesima casa e trovò Margare stesa per terra. La prese in braccio e la portò nel letto.
-Cosa succede?
-Per fortuna sei sveglia.
-Devo essere caduta a terra a causa del capogiro. Ho sentito un forte fischio e poi sono caduta a terra. Sembrava che qualcuno mi stesse chiamando.
-Forse era un messaggio della  tua maestra.
-Probabile. Ho avuto il capogiro dopo aver toccato l’iris nel vaso sul tavolo. Lei comunica attraverso ogni tipo di pianta, anche se è in un vaso. Forse voleva dirmi qualcosa, io non ho capito il suo messaggio. Sembrava come un urlo.
-Tranquilla, riposa qualche minuto, rilassati. Non devi sforzarti.
Il ragazzo passò un bicchiere d’acqua alla ragazza e poi la fece stendere sul letto. Era molto pallida.
-Non sono mai qui quando hai bisogno.
-Non ti biasimare, io sto bene. Ogni tanto capita un momento di debolezza, ora sto meglio. Grazie.
-Ragazza non sei conciata bene se non riesci a capire i miei messaggi. Questo ragazzaccio ti ha proprio scombussolata.
-Maestra.
-Siete arrivata qui senza essere vista.
-Basta passare da sotto terra, i cavalieri non controllano mai il movimento della terra. Ragazza mia sei davvero debole oggi. Questo vuol dire che hai avuto un presagio di morte. Non sei svenuta a causa mia ma perché hai visto qualcuno morire. Sono venuta qui per dirti che tu sei la causa della morte degli abitanti del tuo villaggio.
La ragazza sbiancò a causa dell’affermazione, i suoi genitori e gli altri abitanti del villaggio dove era nata, erano morti a causa sua.
-Cosa le viene in mente? Quando sono morti i suoi, era solo una bambina piccola.
-Mi avete frainteso. Intendevo dire che a causa della tua capacità speciale tutti le divinità cercarono di impossessarsi del tuo potere. Volevano usarti come veggente. Il villaggio era sotto la mia protezione e nessuna divinità osava attaccarlo fino a quando non arrivarono gli specter. Ade gli ordinò di rapirti, lui sapeva bene dove era la bambina destinata a leggere nel futuro delle persone. Il tuo potere si sarebbe risvegliato solo con un grande cambiamento nella tua vita. Ade pensò che per risvegliarlo doveva uccidere le persone a te care. Si sbagliava e non aveva calcolato l’amore che tua madre aveva per te. Lei è riuscita a portarti fino alla mia foresta.
La ragazza scoppiò a piangere, tutti quei morti per causa sua, era orribile. Degel la strinse forte, non pensava minimamente di scaricarle tutto le colpe addosso.
-Ade aveva sbagliato. Il tuo potere ha iniziato a risvegliarsi solo ora. Sei un bersaglio maggiora ora. Le immagini che vedi nella tua testa non sono ancora chiare ma presto imparerai a controllare il potere.
-Perché il suo potere si risveglia ora?
-A causa tua bel cavaliere. Lo stravolgimento che doveva accadere è il suo amore per te. All’improvviso Margaret ha cambiato vita, passa molto tempo con te, combatte, cucina. È stato un cambiamento radicale rispetto a quando stava con me nel rifugio. Lei non ha mai provato le emozioni che ha per te, quelle hanno risvegliato il suo potere. Il desiderio di proteggerti le ha iniziato a far vedere il futuro.
-Probabilmente quando sei svenuta hai visto le immagini della battaglia finale.
-Non ricordo nulla di quello che mi è apparso nella testa, era tutto scuro e pieno di chiazze rosse.
-Cavaliere non permettere che lei cada nelle mani di altri. Promettimi che la proteggerai. Se finisse nelle mani di Ade, passerebbe le pene dell’inferno. Quel folle sarebbe capace di torturarla pur di avere delle risposte da lei. O peggio sarebbe capace di fare del male a altre persone per avere da lei delle visioni. Sai che Margaret non sopporta vedere soffrire gli altri.
-La proteggerò a costo della vita.
-Resta il problema che tu presto morirai.
-Non lo dica- urlò la ragazza stringendosi a Degel.
-Sono qui, non ti agitare amore mio. Andrà a vivere in un luogo sicuro, nessuno la troverà lì.
-Ne sembri sicuro.
-Una volta sconfitto Ade, nessuno la cercherà più, si dimenticheranno di lei.
-Potrei anche fidarmi delle tue parole, mi sembri convinto. Tu ti fidi delle sue parole?
-Ciecamente.
-Ora che ho capito che mi posso fidare della tua parola e che vi ho raccontato tutto, posso andare.
-Rimanga ancora un pochino.
-Non posso, potrei ritrovarmi tutti i cavalieri d’oro addosso.
-Grazie per avermi detto tutto maestra.
-Di niente. Sei una ragazza straordinaria, ricordalo sempre. Non ti lasciare abbattere nei momenti più brutti.
-Posso farvi una domanda?
-Certo, anche se ho già capito cosa vuoi chiedermi.
-Perché non avete usato il suo potere per i vostri scopi?
-Non mi interessa impadronirmi della terra o distruggere le altre divinità. Io salvo le persone, al massimo mi sbarazzo dei nemici. Ora sembrerò strana ai tuoi occhi di cavaliere.
La divinità andò via e Degel si occupò di Margaret. Doveva tranquillizzarla e fare in modo che non si sentisse più colpevole. Sapeva che lo avrebbe ascoltato.
-So che sei triste, ma non devi assolutamente colpevolizzarti.
-Grazie Degel, se non ci fossi stato tu forse sarei ridotta come un vegetale ora.
-Ci sarò fino a quando non arriverà la battaglia finale. Hai paura di vedere qualcosa che ti faccia soffrire vero?
-Più di tutto temo di vedere la tua morte, non sopporterei di guardare senza poter fare niente.
-Se vedrai come morirò, non dovrai dirmi niente e non dovrai intervenire nello scontro. Io non voglio assolutamente usare il tuo potere o sarei uguale a Ade.
-Non sei malvagio, non potresti mai essere come lui.
Degel passò tutto il pomeriggio con Margaret, le illustrò come arrivare alla sua villa e doveva teneva tutti i suoi risparmi di una vita. Poi si addormentarono entrambi sul letto. Le rivelazioni del giorno erano state pesanti. Ora dovevano stare attenti a non rivelare il loro segreto a nessuno.

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Capitolo 18
*** capitolo 18 ***


Margaret durante la notte ebbe un incubo molto strano. Sembrava tutto reale per essere solo un sogno. Si svegliò alle sei del mattino e dovette andare in bagno per calmarsi. Non voleva farsi sentire piangere da Degel. Per fortuna, dormiva profondamente e non l’aveva sentita lamentarsi nel sonno. Si immerse nell’acqua calda della vasca e fece un respiro profondo. Si sentiva molto stanca, eppure le pareva di aver dormito abbastanza.
Non vedendo la ragazza stesa accanto a lui Degel si recò in bagno e la vide nella vasca.
-Sei mattiniera. Qualcosa non va?
-Credi di aver visto delle immagini del futuro nel mio sogno.
-Vuoi parlarmene?
-Sì, devo dirlo a qualcuno o impazzirò.
-Hai pianto, hai tutti gli occhi rossi.
-La visione è stata orribile. Manigoldo era davanti a uno dei gemelli al servizio di Ade e era pieno di ferite, per terra c’era il suo sangue. Da un’altra parte c’era il fratello del grande sacerdote che affrontava l’altro gemello. Però era gravemente ferito, sputava sangue.
Degel aiutò la ragazza a uscire dalla vasca e la coprì con un asciugamano.
-Senti freddo?
-No, sto bene. Pensi che il sogno fosse una visione?
-Ne sono certo. Il grande sacerdote ha ideato un piano per colpire una delle divinità gemelle e Manigoldo lo dovrà aiutare.
Degel dovette sorreggere Margaret per non farla cadere a terra in lacrime. Ora era certa che anche Manigoldo sarebbe morto.
-Non riuscirò più a guardarlo come prima, ho visto la sua morte, è stato orribile.
-Il suo piano è di aiutare il suo maestro, sa che corre un grande rischio.
-Fa il suo dovere di cavaliere. Lo so. Non sopporto questa cosa, devo guardare tutte quelle immagini e non posso dire niente.
-Se qualcuno scoprisse che il tuo dono si è risvegliato saresti in pericolo. In questo tempio ci sono troppi occhi e orecchie. Una spia potrebbe essere in ascolto e andare a riferire tutto a Ade. Io non posso permetterlo, se ti perdessi ne uscirei distrutto. Non mi perdonerei mai il fatto di aver permesso il tuo rapimento.
-Nessuno mi porterà lontano da te, non parlerò del segreto. Sarei l’unico a sapere quello …
Degel tappò la bocca della ragazza con una mano perché avvertì la presenza di qualcuno.
-C’è una persona davanti la porta.
Il ragazzo lasciò la ragazza sola in camera che si vestiva e andò a vedere chi li disturbava di mattina presto.
-Hai avvertito la mia presenza Degel, sei sempre un ottimo cavaliere.
-Lady Atena cosa ci fate fuori da tempio, è pericoloso uscire da soli.
-Non preoccuparti per me. Vorrei parlare con Margaret.
-Entrate pure, vado a chiamarla.
Degel andò da Margaret e l’avvertì della presenza della dea. La ragazza corse nella sala e si inchinò davanti alla dea.
-Rialzati, non c’è bisogno di tutte queste formalità. Volevo vederti per sapere come stavi, non torni mai alla tua stanza al tempio.
-Mi dispiace.
-Non scusarti, capisco che tu voglia stare con Degel. So che avete capito che la grande battaglia si avvicina e so che la tua maestra è venuta qui ieri.
-Voleva parlarmi di una cosa importante.
-Non voglio sapere di cosa avete parlato, voi avete i vostri segreti. Degel ti stai prendendo cura di lei? Non è che la fai piangere?
-Faccio del mio meglio.
-Lady Atena, Degel è fantastico e resta un ottimo cavaliere nonostante si occupi anche di una palla alla piede come me.
-Margaret non sono qui per sgridare Degel. Sei davvero dolce a difenderlo, il vostro amore è davvero profondo. Ora devo andare o il grande sacerdote mi farà cercare in ogni casa.
Lady Atena salutò i due cavalieri e ritornò al tempio.
-Penso che sia venuta ad accertarsi delle tue condizioni.
-Ne sono sicura. Deve sapere qualcosa del mio dono e voleva accertarsi se si era risvegliato. Non vuole usarlo ma tenerlo sotto controllo.
-Non vuole che tu cada nelle mani degli specter, il tuo potere sarebbe troppo forte nelle mani di Ade. Oggi devo andare con Sisifo a cercare una base degli specter. Il grande sacerdote ha detto che hanno fissato una base vicino al tempio, bisogna trovarla al più presto. Te la senti di restare da sola?
-Sì,starò qui tutto il tempo.
-Bene. Sai che questo vestito azzurro ti dona.
-Grazie.
Degel indossò la sua armatura e poi salutò la ragazza con un bacio sulle labbra.
-Torno presto.
-Stai attento.
-Non preoccuparti, tornerò da te. Non è ancora arrivata la mia ora. Ti amo.
-Ti amo anche io.
 
Verso le due del pomeriggio Margaret sentì bussare alla porta e corse ad aprire.
-Ora vieni con noi ragazzina, il grande Ade ti aspetta.
La ragazza chiuse la porta e corse verso il passaggio segreto. Doveva cercare di andare lontano, se lo specter la prendeva erano guai. Dal suo cosmo capiva che era molto forte. Doveva essere uno dei generali di Ade. Degel non era al tempio e doveva assolutamente cavarsela da sola, non poteva neanche farlo avvicinare a Atena o al villaggio. Uscita dal passaggio segreto, la ragazza corse verso l’arena, forse i cavalieri d’oro erano lì. Mentre scendeva la scalinata non aveva incontrato nessuno di loro e era strano che nessuno si fosse accorto dello specter, il suo cosmo era molto forte. Non era possibile che tutti i cavalieri fossero fuori la vallata del tempio. La ragazza si fermò per riprendere un attimo fiato. Si ritrovò lo specter davanti agli occhi.
-Vieni con me con le buone o sarò costretto a trascinarti da Ade a modo mio. Mi prenderò una sgridata dal capo ma non mi interessa.
-Non verrò mai con te.
-Allora preparati a soffrire.
La ragazza provò a superare lo specter ma lui l’afferrò per un braccio. Lei si liberò legandolo con un rampicante, ma lui si liberò facilmente.
-I tuoi trucchi da cavaliere non funzionano con me. Qui non c’è nessuno che pensa alla povera ragazzina orfana. L’unico che ti ama veramente è fuori la vallata a cercare un accampamento fantasma.
-Avete messo in giro false informazioni e avete attirato Sisifo e Degel fuori il tempio. Non c’è nessun accampamento di specter qui vicino.
-Gli specter partiranno presto in massa dal palazzo di Ade e arriveranno qui per distruggere questo posto e tutti i cavalieri che ci vivono.
-I cavalieri si batteranno per far trionfare la giustizia e voi scomparirete.
-Mi sono stancato di chiacchierare mocciosa, è ora di andare dal mio padrone.
La ragazza schivò i colpi dello specter, doveva prendere tempo. Degel contava su di lei, credeva in lei, non doveva permettere che Ade la sfruttasse per i suoi scopi malvagi.
-Prendi tempo per far arrivare i cavalieri. Purtroppo per te sono impegnati con altri specter vicino l’arena. Viene prima la salvezza di Atena e poi la vita di un’inutile ragazzina. Puoi piangere se vuoi, non ti salverà nessuno. Ah ah.
Margaret cercava di pensare a un piano ma non riusciva a trovare una via di fuga. Doveva resistere e non lasciarsi portare via. Doveva farlo per il bene di tutti.
-Non mi arrenderò davanti a uno specter.
 
Degel e Sisifo si erano accorti dell’inganno e stavano correndo verso il grande tempio. Intanto gli altri cavalieri d’oro stavano affrontando degli specter davanti l’arena degli allenamenti. Erano numerosi ma non molto forti. Il loro capo si stava occupando del rapimento di Margaret.
-Vieni con me o sarò costretto a prendermela con qualche persona del villaggio.
-Non ti avvicinerai ai civili.
Delle piante uscirono dal terreno e imprigionarono lo specter.
-Questa volta sono più resistenti. È inutile, non puoi bloccarmi per più di venti secondi o massimo quaranta. Ti farò stancare e poi ti porterò lontano. Qui nessuno ti vuole a causa della tua maledizione.
-Non è una cosa brutta, smetti di parlare con tanta superficialità. Qui ci sono i miei amici, tu non sai nulla di me.
Lo specter lanciò un attacco sulla ragazza, che schivò il colpo. Era pronta a resistere per ore se era necessario.
-Non mi catturerai.
-Allora non mi resta che prendermela con qualche bambino o qualche donna del villaggio.
-Vigliacco, sei un debole se te la prendi con i civili.
-Mocciosa mi hai fatto infuriare.
Lo specter tirò uno schiaffo fortissimo alla ragazza e le fece sanguinare il labbro.
-Se ti rovino un po’ il visino, il tuo amato non riuscirà più a guardarti in faccia. Potrei anche spaccarti qualche osso. Sei magra, le ossa non sono molto resistenti e non sei abbastanza resistente. Mi supplicherei di smettere di torturarti e mi pregherai di portarti da Ade.
-Mai.
Lo specter afferrò la ragazza per la vita e la scaraventò bruscamente sulle scale. Poi le afferrò una caviglia e la trascinò per qualche metro lungo la scalinata. La ragazza provò a liberarsi e a usare il suo potere ma non riuscì a fare niente. Lo specter si bloccò di colpo e la guardò dritto negli occhi. Era lo sguardo di un pazzo, non si sarebbe fermato neanche se le avesse spaccato tutte le ossa. Voleva portarla da Ade e lo avrebbe fatto con qualsiasi mezzo. Però prima voleva che piegasse la testa davanti alla sua superiorità. Non si sarebbe mai inchinata a uno specter o davanti a Ade.
Degel arrivò davanti la scalinata e vide lo specter che trascinava la ragazza. Il nemico non si era accorto di lui perché si stava divertendo a torturare Margaret. Degel corse verso il nemico e gli fece mollare la presa sulla ragazza. Poi guardò verso di lei e controllò che non avesse ferite gravi. Si inginocchiò accanto a lei e le diede una carezza sulla guancia. Si strappò anche una parte del mantello per togliere il sangue dall’angolo della bocca della ragazza.
-Quel bruto ti ha fatto davvero male.
-Non sono conciata malissimo. Me la sono cavata, hai visto. Non sono poi così inutile.
-Non lo sei mai stata. Guarda cosa ti ha fatto al viso.
-Devo essere orribile, non guardarmi.
-Sei bellissima come sempre.
-Smettila di farle complimenti, appena troverai una donna più bella la lascerai. Consegnamela e ti lascerò vivere.
-Primo lei è mia, non la porti da nessuna parte. Secondo odio i nemici che mi danno ordini. Sei solo un vigliacco a prendertela con una ragazza che non ti ha fatto niente.
-Lei è solo uno strumento che serve al mio padrone.
-Bastardo. Lei non è un oggetto, non ti permetterò di farle del male.
Margaret si alzò in piedi e si allontanò dai due cavalieri, Degel stava congelando tutto. Aveva perso la pazienza e stava per dare fondo a gran parte delle sue energie. Sarebbe stato uno scontro da titani.
 Dopo due ore di combattimento, Degel riuscì a battere lo specter e tornò da Margaret. Lei lo portò all’undicesima casa e gli medicò ogni singola ferita. Lui fece lo stesso con lei. Invece di andare a curarsi, era rimasta ad aspettare la fine dello scontro, pronta a intervenire nel caso lui fosse stato in pericolo.
-Tutto è finito. Non sono arrivato in tempo e guarda cosa ti ha fatto. Ti fa male vicino alla bocca.
-No, è solo un graffio. Sento un po’ di dolore alla schiena e alle gambe. Mi ha trascinata per molti minuti. Sono riuscita a tenere la testa alta per non sbatterla ma la schiena ne ha risentito. Però sto bene, tu sei conciato peggio.
-Sai che sono disposto a farmi spaccare tutte le ossa per te. Quel vigliacco ti voleva portare lontano e farti soffrire nelle mani di Ade. Non lo avrei mai permesso.
Degel strinse Margaret facendo attenzione a non toccarla nei punti in cui era ferita.
-Mi daresti un bacio.
-Non c’è bisogno di chiederlo, ti bacio volentieri.
Un’altra minaccia era stata sventata al grande tempio e la battaglia finale si avvicinava. Presto i due innamorati avrebbero dovuto dirsi addio.

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Capitolo 19
*** capitolo 19 ***


Era passato un mese dall’ultimo attacco di uno specter. Degel aveva avuto molti impegni con Sisifo, Manigoldo e Cardia e aveva passato poco tempo con Margaret. La ragazza passava la maggior parte delle ore della giornata al tempio in compagnia di lady Atena, lì era al sicuro, nessuno minacciava di rapirla. Quando lady Atena era occupata, passava le giornate all’undicesima casa, cuciva e cucinava per tutti. Quando Degel tornava a casa trovava sempre il tavolo pieno di cose buone. Margaret regalava metà di quella roba a Manigoldo e Cardia e poi mangiava con Degel. Lui non le parlava quasi mai di quello che aveva discusso con Sisifo o il grande sacerdote e lei non faceva domande. Sapeva che non doveva immischiarsi nelle faccende dei cavalieri d’oro. Nell’ultimo mese lei e Degel avevano avuto pochissimo tempo di parlare di loro o di altre cose. Il cavaliere tornava a casa solo per mangiare e dormire e poi spariva di nuovo. Altri giorni non tornava proprio.
Margaret era preoccupata ma non voleva distogliere il cavaliere dai suoi doveri. Ogni volta che tornava a casa lo accoglieva con un sorriso e lui ricambiava. Sembrava non essersi accorto che qualcosa la turbava, era anche normale visto tutti gli impegni che aveva.
Degel era appena tornato per cena, il tempo di cambiarsi e era seduto a tavola.
-Devi uscire di nuovo?
-Sì, questa sera io e Cardia siamo di guardia vicino al villaggio. Sisifo e Shion hanno visto strani movimenti di specter a nord del villaggio. Passeremo tutta la notte in piedi.
-Vuoi che ti prepari qualcosa da mangiare da portarti. Faccio anche qualcosa per Cardia.
-Non serve, mangerò abbastanza ora, così dopo non mi verrà fame. Mentre sono al villaggio non posso distrarmi a banchettare con Cardia, i nemici potrebbero approfittarne.
-Mi dispiace, non ci avevo pensato. Mangia quello che vuoi, ti lascio in pace.
La ragazza corse nella camera e si sedette sul letto. Aveva appena fatto in tempo a non far vedere le sue lacrime a Degel. Era davvero uno stupida, doveva smetterla di preoccuparsi e di essere triste. Era più forte di lei, temeva di perderlo da un momento all’altro. Per un mese si erano scambiati a malapena una carezza, lui non la baciava da tantissimo tempo. Ma lei sapeva che venivano sempre prima i suoi doveri di cavaliere. Lo aveva sempre saputo. Più la battaglia finale si avvicinava più lui si allontanava. Sembrava che la stesse preparando alla vita che avrebbe dovuto sopportare in futuro.
Degel si alzò dalla sedia dopo aver finito di mangiare e andò verso la sua camera. Trovò la ragazza distesa sul letto con la faccia schiacciata sul cuscino.
Il cavaliere si sedette accanto a lei e la fece mettere seduta, voleva guardarla in faccia.
-Perché piangi?
-Sono una sciocca, non fare caso a me.
-Come potrei non badare a quello che succede alla persona che amo? Non posso far finta di niente. Mi dispiace, nell’ultimo mese ti ho trascurata.
-Non devi scusarti, so che hai molti impegni.
Degel asciugò le lacrime della ragazza e la strinse forte.
-So che è colpa mia se stai piangendo, lasciati stringere e non scusarmi. Ti ho trascurata e non posso essere giustificato.
-Degel non dire queste cose.
Il cavaliere baciò la ragazza sulle labbra. Il bacio durò interi minuti, le voleva far capire quanto le era mancato quel contatto.
-Le tue labbra mi mancavano.
-Degel non dovevi andare con Cardia?
-Ho ancora qualche minuto per te. Non mi piace lasciarti con questo viso triste. Voglio rivedere il tuo bellissimo sorriso.
La ragazza si lasciò stringere forte dal cavaliere, stare fra le sue braccia la rassicurava sempre.
-Stai attento mentre sei di pattuglia.
-Torno presto da te.
Il cavaliere baciò ancora una volta la ragazza e poi uscì dalla casa, doveva raggiungere subito il villaggio.
 
Il mattino dopo
Margaret si era svegliata presto quella mattina e aveva preparato dei biscotti per Degel. Il cavaliere rientrò a casa verso le sette e trovò la ragazza in cucina che lo aspettava.
-Non mi avrai aspettato sveglia?
-No, ho dormito molte ore. Ti ho preparato questi, devi mangiare bene per iniziare la giornata al meglio.
-Sei fantastica. Sai che Cardia è qui fuori vero?
-Sì, meno male che ne ho preparato in più.
A sorpresa Degel e Margaret videro entrare in casa Cardia e Manigoldo.
-Ora esagerate. Non vi ho invitati tutti qui.
-Su amico, siamo stati tutta la notte in piedi e abbiamo bisogno di energie.
Degel pensò che erano davvero due bambini. Appena sentivano profumo di biscotti correvano a tavola. Non sarebbero cambiati mai.
-Qui c’è un’altra teglia di biscotti.
-Come sapevi che io e Cardia saremmo venuti qui?
-Vi conosco da mesi e ho imparato a prevedere le vostre mosse.
-Non sapevo di essere così prevedibile, lo terrò a mente- disse Manigoldo.
-Muovetevi a mangiare dobbiamo andare al tempio.
-Degel non essere tanto scorbutico.
Senza dire una parola Degel si chiuse nella sua camera mentre i suoi amici finivano tutti i biscotti. Margaret pensò che aveva un’aria strana. Quella notte doveva aver avvertito qualcosa e non voleva far preoccupare gli altri. Sicuramente se ne erano accorti anche Cardia e Manigoldo ma non erano tipi da mettere facce serie, loro usavano scherzare per mascherare le preoccupazioni.
-Tranquilla sorellina, lui è fatto così, vedrai che questa sera sarà più tranquillo.
-Io vado a fare una passeggiata mentre finite la colazione.
La ragazza uscì dalla casa e corse verso il villaggio, doveva stare un po’ sola e riflettere. Doveva pensare bene cosa fare prima della grande battaglia. Doveva restare o andare via come le aveva detto Degel? Era molto confusa. Desiderava restare fino alla fine con il ragazzo che amava ma lui lo avrebbe impedito. Sarebbe stato capace di trascinarla via prima della battaglia e rinchiuderla lontana dal tempio pur di vederla al sicuro. Questa volta non sapeva proprio quale strada scegliere.
 
All’undicesima casa
-Dove è andata Margaret?
-Credo sia uscita per pensare. Amico devi averla davvero confusa con i tuoi discorsi. Cosa le hai detto per renderla tanto triste?
-Non sono affari tuoi Manigoldo.
-Le hai detto di andare via dal tempio prima della grande battaglia.
-Cardia non ti ci mettere anche tu. Voi fareste lo stesso al posto mio.
-Hai ragione. Però lei non è una ragazza normale da proteggere, sa combattere e può scegliere cosa fare.
-Se restasse uccisa non me lo perdonerei. Non può affrontare gli specter, sapete che quelli che arriveranno sono fortissimi.
-Non credo che lei deciderà di andare via.
-Dovrà farlo a causa delle ultime scoperte.
-Sbaglio o sai qualcosa che noi due ignoriamo?
-Non posso dirvi niente ma so che lei mi ascolterà e andrà via da qui. Lo farà perché sa che in futuro potrà aiutare tantissima gente.
 
Margaret vagava per il villaggio in cerca di risposte. Sapeva bene cosa doveva fare, ma non voleva ammetterlo perché significa lasciare solo Degel. Eppure lui gli aveva spiegato che non ce l’avrebbe avuta con lei per questa scelta. Era lui stesso che voleva che fuggisse prima della battaglia finale. Lì non poteva stare, anche perché rischiava di essere rapita da Ade in persona e non poteva lavorare per lui, sarebbe stata la fine per il tempio e i cavalieri.  Non poteva assolutamente permettere che il suo potere cadesse nelle mani di Ade, alla fine aveva ragione Degel. Basta con i dubbi e con i ripensamenti, era ora di ascoltare quello che diceva il suo bel cavaliere.
Margaret si mise a correre verso il tempio quando vide un bambino seduto sul primo scalino che portava alle dodici case dei cavalieri d’oro. Era impossibile ignorarlo, piangeva tantissimo e aveva una ferita sul ginocchio.
-Piccolo ti sei fatto male?
-Quei cavalieri cattivi mi hanno fatto la bua perché volevo giocare con loro.
-Io non vedo nessuno qui intorno. Dove sono le persone che ti hanno fatto male?
-Sono andate dentro l’arena ad allenarsi con un uomo gigante.
-Non può essere, gli allievi del cavaliere del toro non se la prenderebbero mai con un bambino, devi esserti sbagliato. Comunque hai bisogno di cure. Ti va di venire con me al ruscello? Bagniamo queste bende e ti medico la ferita sul ginocchio. Nella mia borsa porto sempre bende e erbe mediche per sicurezza.
-Grazie.
Margaret prese il bambino in braccio e lo portò al ruscello vicino al grande tempio.
-Sei un bambino del villaggio? Se vuoi poi ti riporto dai tuoi genitori?
-Io non ho la mamma e il papà.
-Vieni dall’orfanotrofio. Quando sono venuta lì non ti ho mai visto.
-Sono arrivato da cinque giorni, non viene a trovarci mai nessuno e la direttrice è molto severa.
-Ecco fatto la ferita è disinfettata e fasciata. Non toccarla, mi raccomando.
-Sembri una mamma signorina.
-Grazie. Quanti anni hai?
-Tre.
-Perché vieni al tempio?
-Ho voglia di giocare con gli altri bimbi dell’orfanotrofio che vengono qui ma mi lasciano sempre indietro.
-Poverino. Se vuoi gioco io con te?
-Magari.
Margaret vide passare Tenma,Yato e l’allieva del fratello del grande sacerdote e li salutò con la mano. Quando il bambino vide i due cavalieri si nascose dietro la schiena della ragazza.
-Quella ragazza è ogni giorno più bella.
Yato venne colpito da un calcio nel fondoschiena da parte dall’amica.
-Che combini?
-Porta rispetto. Quella ragazza resta pur sempre un cavaliere.
-Non sarai mica gelosa perché le ho fatto un complimento.
-Non so come fai a pensare certe scemenze. Andiamo o faremo tardi, Manigoldo e Cardia ci attendono davanti il tempio.
-Tenma perché sei tanto silenzioso, non è da te.
-Quel bambino mi ricorda qualcuno.
-Lo hai visto a malapena. Non vedi che si è nascosto.
-Ti dico che quei capelli e quegli occhi assomigliano a qualcuno che conosco, ma non mi viene in mente.
-Piantala di dire sciocchezze e cammina veloce. Quello sarà un bambino dell’orfanotrofio.
I ragazzi raggiunsero Cardia e Manigoldo davanti il tempio e videro che c’era anche Degel. I due cavalieri d’oro si stavano ancora abbuffando di biscotti.
-Non provate a chiedere dei biscotti perché non ve li meritate.
-Crudele come sempre Manigoldo- disse Yato.
-Oggi vi allenerete con noi per ordine del grande sacerdote. Gli altri sono tutti occupati. Andiamo all’arena- disse Cardia.
-Perché non facciamo venire anche Margaret era vicino al ruscello di fianco la scalinata. Credo che stesse curando la ferita di un bambino dell’orfanotrofio- disse Yato.
-Sarà una splendida mamma- disse Manigoldo.
-Vuoi dire che Degel diventerà papà?- domandò Yato.
Degel lo congelò con lo sguardo.
-Ragazzo impara a non parlare a sproposito, rischi di finire in Siberia. Margaret non è incinta o Degel lo saprebbe. Non ha neanche la pancia.
Margaret li vide andare verso l’arena e li salutò.
-Vedi piccolo, quelli sono tre dei cavalieri d’oro, vogliamo andare a salutarli.
-No.
-Non avere paura, loro sono buoni. Sono davvero simpatici.
-Quel bambino non fa che nascondersi ogni volta che ci vede- disse Tenma.
-Forse è timido con gli sconosciuti.
-Allora perché si è avvicinato a Margaret.
-Lei ci sa fare con i mocciosi, ha adottato anche me e Cardia- disse Manigoldo sorridendo.
 
Margaret provò a convincere il bambino ad avvicinarsi ma non voleva. Sembrava spaventato da qualcosa.
-Ti assicuro che non sono cattive persone.
-Voglio restare qui.
-Va bene. Hai proprio dei bei capelli biondi piccolino.
-Grazie. Mi fanno sempre i complimenti dove vivo, persino la direttrice.
I cavalieri si dirigevano verso l’arena con i tre pivelli. Prima di non vedere più Margaret e il bambino, Degel, Cardia e Manigoldo avvertirono qualcosa di strano.
-Questa atmosfera non è normale.
-Fa venire i brividi- disse Cardia.
-Diciamo che sembra che qui stia arrivando qualcuno di molto potente.
I tre erano preoccupati, si stava per scatenare qualcosa nelle vicinanze ma non sapere cosa li rendeva nervosi. I tre pivelli non si erano resi conto di niente perché quel cosmo maligno era molto debole. Loro riuscivano a sentirlo solo perché erano allenati a percepire ogni cosa.
-Cosa vuoi fare piccolino?
-Voglio andare via da qui, voglio tornare a casa mia.
-Va bene, ti accompagno all’orfanotrofio.
Il bambino si mise in piedi e con la manina diede una pacca dietro la schiena della ragazza.
-Ahi.
-Ti ho fatto male signorina?
-No, solo una vecchia ferita.
Margaret notò che il bambino non aveva chiesto scusa e non si era spaventato dopo il suo sussulto. I bambini di solito trasmettevano emozioni in episodi del genere, al contrario, la faccia di quel fanciullo era fredda, impassibile. La ragazza si allontanò da lui.
-Tu non sei un bambino.
-Signorina mi spaventate, perché parlate in modo tanto brutto?
-Non puoi ingannarmi. La tua espressione non è cambiata alla vista del tuo sangue, non hai pianto quando ti ho disinfettato la ferita e non hai mosso un muscolo facciale dopo che io ho urlato a causa della pacca dietro la schiena. Nessun bambino ha un tale autocontrollo.
I capelli del bambino divennero neri e lunghi e il suo corpo si trasformò completamente.
-Dovevo saperlo che non si può ingannare una ragazza che ha vissuto con una divinità. Sei una preda ricercata ma ora ti ho trovata e non mi scappi.
-Pensi che mi spaventerò davanti a te. So che mi vuoi viva.
-Sei una ragazzina coraggiosa, nessuno mi parla mai con questo tono. O meglio quelli che incontro di solito si inginocchiano al mio cospetto. Dimmi cosa hai visto nel mio futuro?
-Io non riesco a vedere niente. Il mio potere non funziona a comando.
-Peccato. Dovrò uccidere qualcuno per avere risposte. Io ti offro ricchezze e città se vieni con me. Tutti ti adoreranno e si prostreranno ai tuoi piedi.
-Non verrò mai con te e non mi interessano le tue offerte. Non toccherai nessuno per portarmi via o io …
-Lo so, saresti capace di sacrificarti per salvare le persone. Sei così coraggiosa che se io minacciassi qualcuno saresti capace di buttarti in quel burrone per salvarlo. Ti conosco bene, dopo tutto sono una divinità.
Cardia e Manigoldo si misero davanti a Margaret mentre Degel la nascondeva dietro la sua schiena.
-Non ci piace chi si presenta senza invito.
-Siete patetici, sapete che non potete competere con me e vi mettete in mezzo per una mocciosa che non fa parte del vostro gruppo.
-Ti sbagli, lei è come una famiglia per noi- disse Manigoldo.
-Portala via Degel.
-No, non vado via senza di voi. Non devi fargli male.
-Sono stanco delle vostre chiacchiere. Tornerò per te ragazzina e nessuno di loro sarà più in questo mondo. Ah ah.
Ade scomparve nel nulla e Margaret svenne fra le braccia di Degel. Era stremata visto il confronto. Era riuscita a salvare i suoi amici e ne era felice, ma fronteggiare Ade non era stato facile. Le gambe le avevano tremato quando aveva visto comparire davanti a lei i cavalieri d’oro, temeva per la loro vita. Per fortuna tutto era finito bene.
-Andate ad allenarvi con Tenma e gli altri, io penso a lei.
-Deve essere stanca dopo aver affrontato quel presuntuoso.
-Grazie Manigoldo.
-Per lei sarei disposto a fronteggiare chiunque.
-Lo stesso vale per me. Un’amica così si trova una volta nella vita.
-Grazie Cardia.
Degel strinse forte fra le sue braccia la ragazza e si diresse verso l’undicesima casa. Ora doveva pensare a lei. Assicurarsi che non le avesse fatto nulla di irreparabile era fondamentale. Anche una sola parola di Ade poteva averla resa insicura e lui non voleva quello per lei.

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Capitolo 20
*** capitolo 20 ***


Degel aveva riportato Margaret all’undicesima casa dopo l’incontro con Ade. Per lei doveva essere stata dura affrontare la divinità. Non lo aveva combattuto in un corpo a corpo ma anche tenergli testa era dura. Per fortuna la divinità non li aveva voluti affrontare o ne sarebbero usciti sconfitti. Erano forti ma non potevano competere con il signore dell’oltretomba.
Degel adagiò Margaret sul letto e le mise una benda sulla testa. Era molto calda, doveva avere la febbre. Era anche il caso di cambiarla. Il cavaliere afferrò dei vestiti puliti e li poggiò sul letto. Poi prese dell’acqua calda e con una spugna spazzò via ogni goccia di sudore dal corpo della ragazza. Sembrava che la febbre la facesse delirare tanto da sudare.
-Non capisco come abbia fatto a ridurti così in pochi minuti.
-Degel.
-Sono qui.
La ragazza aprì gli occhi e vide il cavaliere al suo fianco, era bello sapere che c’era sempre per lei.
-Tranquilla, sei al sicuro.
 
Due giorni dopo
Margaret si era ripresa del tutto e aveva ricominciato le sue normali attività. Per due interi giorni Degel aveva vegliato notte e giorno sul suo riposo. Usciva solo per andare da Sisifo e restava fuori massimo due ore. Era stato molto premuroso, eppure non era da lui fare certe cose.
-Degel sei tornato prima anche oggi.
-Mi andava di passare un po’ di tempo con te.
Degel trascinò Margaret nella camera e iniziò a baciarla su tutto il corpo. La ragazza si lasciò andare e fecero l’amore per tutto il pomeriggio.
Verso sera Degel uscì per il pattugliamento lasciando dormire la ragazza. L’aveva stancata molto quel pomeriggio, forse aveva anche esagerato. La voglia di tenerla stretta e baciarla era talmente tanta che avrebbe voluto restare con lei anche quella notte.
 
Una settimana dopo
Margaret e Degel avevano organizzato un pic-nic con i bambini dell’orfanotrofio, Manigoldo e Cardia. Al gruppo si erano uniti anche gli allievi del toro, Tenma,Yato e l’allieva del fratello del grande sacerdote. Erano tutti seduti sul grande prato fiorito di fianco la grande scalinata. I bambini si stavano divertendo un mondo a punzecchiare Cardia che li rincorreva. Lo stavano facendo sudare molto visto che gli saltavano addosso per essere presi sulle sue spalle.
Manigoldo stava ridendo come un pazzo. Degel pensò di chiedere ai bambini di fargli un piacere. Cinque bambini si buttarono addosso a Manigoldo mentre era steso sul prato e faceva un pisolino.
-Mocciosi se vi prendo vi sculaccio.
-Non ci prendi perché sei lento mister tartaruga.
-Impertinenti, chi vi insegna certe cose?
-Lord Degel.
I bambini erano sincere e avevano risposto subito alla domanda.
Manigoldo si buttò su Degel per coglierlo di sorpresa ma il ragazzo si scansò prontamente.
-Manigoldo non ti buttare sulla tovaglia o rovinerai tutti i manicaretti preparati da Margaret.
-Io volevo colpire te ma sei più furbo di una volpe.
-Oggi sei un semplice civile, comportati come tale.
-Questa me la paghi. Forza bambini tutti a giocare con zio Cardia.
Manigoldo si mise due bambini sulle spalle e raggiunse Cardia a qualche metro di distanza.
Tutto era perfetto quel giorno.
-Cardia si diverte un mondo con i bambini.
-Lui è fatto così. Appena un bambino gli fa gli occhi dolci, lui non può fare a meno di giocare insieme a lui. Non sopporta le faccine tristi dei bambini.
-Lo trovo un lato del suo carattere molto bello.
-Pensa che quando era più giovane si prendeva molte confidenze anche con lady Sasha.
-Non fatico a crederlo.
Degel strinse la mano della ragazza e poi ne baciò il dorso.
-Sei bellissima.
-Grazie.
Due bambini stavano fissando la coppia e Degel se ne accorse.
-Vi serve qualcosa piccoli?
-Siete sposati?
-No, piccoli. Lui è il mio fidanzato.
-Bello.
I bambini si misero a ballare intorno a Degel e Margaret e gli buttavano addosso petali di fiori.
-Sembrate due sposini- gridarono in coro i bambini.
-Grazie piccoli.
 
Mangiarono tutti insieme e verso sera riportarono i  bambini all’orfanotrofio. La direttrice era arrabbiata perché era tardi ma Manigoldo la mise subito a tacere. Quei bambini avevano diritto di divertirsi ogni tanto.
Degel e Margaret si ritirarono subito all’undicesima casa e passarono tutta la serata a leggere.
 
Una settimana dopo
Degel aveva chiesto a Margaret di sposarlo e lo avevano fatto davanti a lady Atena e con tutti i cavalieri d’oro come testimoni. Erano uniti per sempre e nessuno avrebbe spezzato quel legame neanche dopo la morte.
Erano sposati da due giorni e per loro non era cambiato nulla nella vita di tutti  i giorni. Le promesse che si erano scambiati erano le testimonianze che lei apparteneva a lui e lui apparteneva a lei. Nessuno poteva toccarla a parte Degel.
-Dopo la cerimonia siamo rimasti soli per poche ore visto che sono dovuto andare con Cardia in un villaggio vicino. Mi dispiace.
-Non scusarti. Quando ti ho sposato sapevo dei tuoi doveri. Non mi pesa se esci in missione. Sai bene che sono stata sola spessissimo in passato.
-Lo so, ma non volevo trascurarti proprio dopo il nostro matrimonio. Ma sembra che gli specter si siano moltiplicati all’improvviso.
-Ho visto Sisifo e Shion che discutevano e ho capito che era successo qualcosa. Tutto il tempio sembra in allarme.
-Sì, ma non è ancora ora di schierarsi davanti al castello di Ade. Il grande sacerdote dice di voler prima intervenire di persona. Però non è ancora il momento.
-Questo vuol dire che la visione di Manigoldo davanti a quella divinità si realizzerà presto.
-Hai visto altro vero?
-Sì, sapevo di non potertelo nascondere. Ho visto Cardia a terra, non si muoveva. Era tutto pieno di sangue e c’erano anche altri cavalieri. Erano tutti a terra e non respiravano.
Degel si avvicinò alla ragazza e la strinse forte.
-Non pensare più a quelle cose.
-Non ci riesco. Vedo il futuro ma non posso impedire che certi episodi accadano. A cosa serve questa mia dote?
-Non puoi andare in giro a dire a tutti cosa accadrà, ti prenderebbero di mira e ti userebbero per fini malvagi.
-Questo lo so, ma non aiutare voi mi fa sentire inutile.
Degel le sfiorò una guancia, vederla in quello stato non era bello. Sapeva che lei voleva solo aiutarli ma non poteva perché il loro destino era segnato.
Quella notte Margaret si sentì poco bene e Degel dovette portarla da Shion. Era l’unico al tempio con nozioni mediche avanzate.
-Degel sono le tre del mattino,cosa ti porta alla prima casa?
-Per favore Shion, Margaret non si sente bene, ha vomitato due volte questa notte.
-Portala dentro, non ci ascolterà nessuno.
Shion fece stendere la ragazza su un letto comodo e cercò di capire cosa poteva averla colpita. Non c’erano dubbi, sapeva cosa succedeva lì.
-Cosa le è successo? Non è che le hanno fatto mangiare qualcosa di avvelenato?
-Calmati Degel. Non ti ho mai visto in questo stato, non sembri neanche tu. Devi sapere che da oggi Margaret dovrà stare attenta a non prendere botte e non potrà combattere per almeno sette mesi.
-Cosa vuoi dire?
-Degel, Shion vuole solo dirti che presto diventerai papà.
Il cavaliere corse ad abbracciare la ragazza, era emozionato e non pensava per niente a quello che sarebbe successo nei mesi seguenti. L’idea di diventare papà lo rendeva felice.
-Sarai una splendida mamma.
-Grazie. Tu sarai un ottimo papà.
In quel momento Degel pensò che non avrebbe fatto in tempo a vedere suo figlio o sua figlia nascere. Corse fuori e tirò un pugno contro una colonna. Doveva lasciarla sola con un bambino. Sapeva che aveva esagerato nei giorni passati, come un pivello non aveva pensato alle conseguenze. Margaret lo raggiunse e gli poggiò una mano sulla spalla.
-Non ti preoccupare, proteggerò sempre il nostro bambino.
-Non avrai pensato che dubitavo di te come mamma.
-Sei scappato via, pensavo che non mi ritenessi all’altezza di crescerlo da sola.
-Tu sarai fantastica. L’unico rimpianto è che non potrò vedere il piccolo neanche una volta.
-Non è detto, può darsi che nasca prima della battaglia finale e che tu non muoia.
-Sei sempre positiva amore mio, ma sai che non è possibile che io continui a vivere. Non è il mio destino.
-Resta il fatto che Shion dice che sono già al secondo mese. Forse la battaglia finale ci sarà fra un anno e tu potrai tenere in braccio il piccolo.
Degel baciò la ragazza sulla guancia e l’avvolse nel suo mantello.
-Ti riporto a casa o qui prenderai freddo. Aspettami un attimo qui, ho scordato di chiedere una cosa a Shion.
-Va bene.
Degel si avvicinò al cavaliere dell’ariete che notò che il pavimento era congelato.
-Durante e dopo la battaglia voglio che lei sia al sicuro. Prometti di andare a trovarla ogni tanto.
-Degel come sai che io resterò in vita?
-A te posso dirlo. Margaret ha visto che sedevi sul trono del grande sacerdote.
-Allora è vero che possiede un dono speciale. Cercherò di tenerla al sicuro.
-Grazie.
Degel prese la ragazza in braccio e la riportò all’undicesima casa.
-Cosa hai detto a Shion? Sembravi turbato.
-Nulla.
-Degel ho sognato che dicevi a Shion di controllarmi ogni tanto.
-Così non vale.
-Scherzavo, però dalla tua reazione ho capito che gli hai detto di vegliare su di me. Non puoi delegare certi compiti al futuro grande sacerdote, avrà molto da fare dopo la grande battaglia.
-Shion non si tira mai indietro.
I due ragazzi si misero a dormire nel loro letto. Almeno per quella notte, la ragazza non ebbe incubi.
 
Il giorno dopo
Degel era uscito all’alba per i suoi soliti giri di pattuglia mentre Margaret dormiva tranquilla. Verso le dieci si alzò e si fece un bel bagno caldo.
All’ora di pranzo ricevette la visita di Manigoldo che le aveva portato del pane caldo.
-Passavo per il villaggio e ho pensato di portarti due focacce con la verdura e del pane appena sfornato.
-Grazie per il pensiero. Devo dirti una cosa.
-Spara sorella. Quel cattivone di Degel ti ha fatta arrabbiare? Raccontami tutto che poi lo punisco.
-No, lui mi rende felice.
-Con quella faccia.
Manigoldo si girò intorno per vedere che l’amico non comparisse all’improvviso. Non c’era per fortuna.
-Volevo dirti che presto avrò un bambino.
Manigoldo spalancò la mascella fino al terreno in un primo momento ma poi si congratulò con la ragazza.
-Sarò zio, che bellezza. Ci sarà un piccolo Degel junior in giro per il tempio ma che carino. Speriamo che non prenda il caratteraccio dal padre.
Cardia entrò nella casa e strinse forte la ragazza.
-Mi renderai zio di un piccolo Degel, ne sono felice. Potrò punzecchiare quel ghiacciolo da ora in avanti. Manigoldo dobbiamo andare ad avvertire anche gli altri zii.
-Hai ragione Cardia. Devo andare anche dal bisnonno. Il vecchio deve sapere che avrà un nipotino. Cardia vai ad avvertire il nonno mentre io vado dal vecchio.
-Nonno? Cosa intendete con nonno?
-Manigoldo intendeva Sisifo. Sai a volte è come un padre. Quindi ora si trasformerà in un nonno.
La ragazza scoppiò a ridere per l’affermazione assurda.
-Frenate l’entusiasmo voi due. Non voglio che appendiate i manifesti per tutto il tempio.
-Sei cattivo Degel. Però il vecchio lo deve sapere. Essere bisnonno lo renderà orgoglioso.
-Se lo chiamerai in quel modo ti farà a pezzi.
Manigoldo e Cardia andarono in giro a dare la lieta novella mentre Degel si coccolava la moglie.
-Hai avuto dolori oggi?
-Per niente. Sai che tra poco la casa sarà invasa dai cavalieri d’oro vero?
-Sì, i due zii spioni pianteranno le tende qui per tenerti sotto controllo e io li dovrò cacciarli a calci.
Quelli si preannunciavano giorni divertente al grande tempio. Manigoldo e Cardia si sarebbero divertiti un sacco in vista della futura nascita. Mentre Degel iniziava a occuparsi dei preparativi per la partenza della ragazza. Presto avrebbe lascito il tempio verso la sua villa, lì sarebbe stata al sicuro da ogni pericolo.

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Capitolo 21
*** capitolo 21 ***


Erano passati due mesi da quando Shion aveva detto a Degel che Margaret era incinta. Il pancione della ragazza iniziava a notarsi visto che era al quarto mese. Lei lo nascondeva con vestiti larghi quando andava al villaggio, non sopportava gli sguardi e le chiacchiere della gente. Tutti si chiedevano cosa facesse una ragazza normale al tempio, non era né un’ancella né una sacerdotessa, non indossava una maschera. Alcuni dicevano addirittura che era una strega chiamata al tempio dal grande sacerdote. Degel aveva iniziato ad accompagnarla al villaggio sentite le ultime voci. Non voleva che la ragazza si sentisse a disagio e sapeva che se era presente lui la gente non parlava. Sembravano avere paura di lui ogni volta che li guardava. In effetti, giravano delle voci anche sul suo conto. La gente diceva che era glaciale e non provava alcun sentimento. Al contrario, lui era dolce e premuroso, le persone vedevano solo il suo lato esteriore e si soffermavano a quello. Eppure lui si batteva per loro e senza volere niente in cambio. Degel gli aveva detto più volte che a loro cavalieri non importava cosa diceva la gente, per loro era importante tenere al sicuro gli abitanti del villaggio e basta. Gli aveva anche spiegato che Manigoldo era mal visto a causa delle sue scorribande ma alla fine era un tenerone.
Era pomeriggio e Degel era rientrato dagli allenamenti. Trovò Margaret seduta sulla poltrona che dormiva. Appena la ragazza avvertì la sua presenza aprì gli occhi.
-Buongiorno!
-Che ore sono?
-Sono le quattro del pomeriggio. Hai riposato bene?
-Mi sono addormentata leggendo una favola al bambino o alla bambina. Non so proprio capire se sia maschio o femmina.
-Quello non può farlo neanche Shion. Strano che tu non abbia visioni sul piccolo.
-Non ho mai visioni su di me o le cose che mi riguardano. Forse questo potere serve solo per gli altri, è normale. Quando si ha un dono lo si deve usare per fare del bene agli altri.
-Sei davvero fantastica.
Margaret si alzò dalla poltrona e corse in camera a prendere un regalo.
-Questo l’ho preso oggi al mercatino del villaggio.
-Un libro antico. Grazie.
Degel strinse forte la ragazza facendo attenzione al pancino. Ancora non era molto grande ma cresceva.
-Hai pensato a qualche nome?
-Preferisco che sia tu a scegliere il nome, non sono portato per certe cose.
-Dovrai aiutarmi, io non so proprio come chiamare nostro figlio o nostra figlia. Ho anche cercato dei nomi in alcuni libri ma preferirei sceglierli con te.
-Va bene. Non so dirti di no quando mi guardi con quegli occhi dolci.
Degel si tolse l’armatura si fece un bagno veloce e poi si sedette sul letto di fianco alla ragazza. Le fece poggiare la testa sulle sue gambe e la coccolò per molti minuti.
-Non dobbiamo sceglierlo subito il nome, c’è tempo.
-Dici così perché non sai quando inizierà la battaglia. Se iniziasse domani, io mi ritroverei sola.
-Amore mio c’è ancora tempo, tranquilla. Sai che non devi agitarti.
Degel coccolò la moglie per tutto il pomeriggio e la sera. Finalmente avevano un po’ di tempo per stare insieme da soli.
 
Un mese dopo
Margaret da qualche giorno si svegliava sempre presto a causa della nausea mattutina. Degel non c’era mai visto i giri di pattugliamento e le missioni. Tornava tardi la sera e usciva all’alba.
Quel pomeriggio rientrando all’undicesima casa Degel trovò Margaret in bagno.
-Sei pallida.
-Oggi mi sento più stanca del solito. Devo solo mangiare qualcosa, ho saltato il pranzo perché non riuscivo ad alzarmi dal letto.
Degel prese in braccio la moglie e la portò in cucina, poi le preparò una zuppa calda.
-Mangia tutto, ti fa bene.
-Grazie. Sei veramente premuroso.
-Dovevi dirmi che stavi male.
-Shion è venuto a portarmi quel rimedio naturale. Dice che devo prenderlo dopo ogni pasto perché mi fa bene. Dice che mi ridarà un po’ di energie.
-Domani lo ringrazierò.
Finito di mangiare la ragazza si andò a sedere sulla poltrona nella sala e prese un libro da leggere. Degel uscì di nuovo visto che doveva andare dal grande sacerdote. Voleva il rapporto della situazione, dovevano tracciare un piano per la battaglia finale e mettere insieme le informazioni sugli specter.
 
Qualche mese dopo
Margaret era al nono mese e a giorni avrebbe partorito. Degel non era stato mai in casa negli ultimi mesi a causa dei movimenti degli specter. Aveva combattuto numerosi specter e li aveva battuti insieme a Cardia, Manigoldo, Shion e Doko. Mentre gli altri cavalieri difendevano il grande tempio, loro quattro andavano in giro in cerca delle basi degli specter e della roccaforte di Ade.
Sera, ore nove
Margaret era seduta sul letto quando sentì una fitta alla pancia, era arrivato il momento del parto e Degel non era lì. Non riusciva a muoversi, doveva chiedere aiuto. Urlava ma non la sentiva nessuno.
-Calmo piccolo, ora arriva qualcuno. Non puoi nascere così, non c’è nessuno che mi aiuti. Degel dove sei? Ho paura che il piccolo stia male.
Degel entrò in casa e vide la moglie a terra davanti la porta della camera.
-Finalmente sei arrivato.
-Stai per partorire.
Il cavaliere la stese sul letto e poi corse a chiamare qualcuno. Per fortuna al tempio c’era una guaritrice che aveva esperienze nei parti. Il grande sacerdote la faceva andare al tempio per controllare le ferite di tutti i cavalieri. Shion era bravo ma non poteva occuparsi di tutti i feriti.
-Dove è la ragazza che deve partorire?
-Nella stanza accanto.
-Ragazzo fai scaldare dell’acqua e prendi delle coperte. Mi serve anche un asciugamano o magari due.
La guaritrice si occupò della ragazza e il parto andò liscio.
-Lord Degel vostro figlio, un bel maschietto che pesa abbastanza.
Margaret sorrise vedendo l’espressione del cavaliere, sorrideva. La donna gli passò il bambino dopo averlo lavato e lo cacciò fuori dalla stanza.
-Ora devo occuparmi di vostra moglie, voi pensate al piccolo. Tenetelo bene, è molto delicato.
La guaritrice si occupò di Margaret e poi andò via. Il cavaliere rientrò nella stanza da letto e trovò la moglie che lo aspettava seduta.
-Il piccolo è bellissimo, ti assomiglia tantissimo.
-Grazie, ma penso che sia bello come la mamma.
-Ha i tuoi occhi e i tuoi capelli Degel, non imbrogliare. È bello proprio come il papà.
Sentirsi chiamare papà fece uno strano effetto a Degel. Era proprio felice.
-Amore dovresti riposare.
-Non sono stanca.
Il cavaliere mise il bambino fra le braccia della ragazza e vide il piccolo che agitava le manine e sorrideva.
-Ti ha riconosciuta. Allora è questo il legame fra madre e figlio di cui tanto parlano.
-Il bambino è felice perché ha qui i suoi genitori.
All’improvviso Cardia e Manigoldo entrarono nell’undicesima casa con due bottiglie in mano.
-Si può festeggiare con un brindisi.
-Non iniziate a bere vino davanti al bambino, siete due ubriaconi.
-Guarda Cardia, il frugoletto assomiglia tutto alla mamma. Che tipetto carino.
-Vuoi tenerlo in braccio Manigoldo?
-No, non sono portato per certe cose.
-Degel mi ha detto che tieni spesso i bambini in braccio quando vai al villaggio.
-Non sono così piccoli e fragili.
Cardia, al contrario, prese subito il bambino in braccio e gli fece le peggio faccette.
-Non spaventarlo con la tua brutta faccia.
-La tua è una brutta faccia Manigoldo, io sono bellissimo. Vedi anche il bambino è d’accordo mi sorride.
Cardia rimise il bimbo fra le braccia della madre molto delicatamente.
-Hai ragione Manigoldo, il piccolo è bello come la mamma. Speriamo non prenda il caratteraccio del padre.
-Ragazzi, il piccolo è bello come il papà, guardate i capelli e gli occhi.
-Degel non è bello come il frugoletto.
-Andate fuori ragazzi. Il bambino deve mangiare e Margaret ha bisogno di restare sola.
I due cavalieri uscirono dalla casa e corsero ad avvertire gli altri del lieto evento.
-Ti lascio sola con lui e ti vado a preparare qualcosa da mangiare.
-Va bene.
Margare fece allattare il piccolo mentre Degel preparava una zuppa calda. In cinque minuti, Degel si ritrovò la casa piena di cavalieri d’oro.
-Scommetto che quelle due pettegole hanno sparso la notizia per tutto il tempio e si sono dati alla latitanza.
-Esatto- disse Regulus sinceramente.
Finito di dare da mangiare al piccolo, Margaret ricevette le visite dei cavalieri. Il toro regalò al piccolo un cavallino a dondolo.
-Lo so che è ancora piccolo per usarlo ma avrei piacere che lo avesse lui.
-Grazie, è un pensiero gentile. Lo hai fatto tu vero?
-Sì, sei perspicace.
-Mi hanno detto che lavori il legno in modo impeccabile.
Regulus regalò al piccolo dei giocattoli che aveva comprato al mercato mesi prima.
-Non dovevi comprare tutti questi giocattoli, è troppo.
-Mi fa piacere che lui possa avere queste cose, fa parte della nostra famiglia.
Margaret stava per commuoversi per le parole del cavaliere del leone. Era davvero fortunata ad avere degli amici come i cavalieri d’oro.
Doko donò al piccolo un mantello caldo fatto con i migliori tessuti dell’oriente.
-Questo gli servirà quando sarà più grande.
-Grazie, sono tutti regali splendidi.
-Aspettate di vedere i nostri.
Manigoldo diede alla ragazza due tutine pesanti con ricamate sopra la sua faccia e la faccia di Cardia.
-Con queste si ricorderà sempre dei suoi zii preferiti.
-Non penserai che faccia mettere questi vestiti al bambino.
-Sono tanto carini. Sono stati ricamati dalle migliori sarte del villaggio.
-Dietro ogni tuta c’è scritto forza Manigoldo e Cardia, gli zii più belli e forti del mondo.
-Tutte cose vere.
-Siete un tantino esagerati.
Degel ringraziò tutti e li accompagnò all’uscita. Iniziava a farsi veramente tardi e Margaret doveva riposare. La guaritrice aveva detto che aveva bisogno di almeno otto ore di sonno. Degel la fece stendere e le disse di non preoccuparsi, si sarebbe occupato di tutto lui, lei doveva solo riposare e riprendere tutte le forze.

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Capitolo 22
*** capitolo 22 ***


Il giorno dopo il parto
Margaret si alzò presto quella mattina per far mangiare il bambino. Con sua grande sorpresa trovò Degel in cucina.
-Non dovevi andare agli allenamenti o al villaggio?
-No, oggi sono libero. Sono tutto per te e il piccolo.
-Dobbiamo trovare un nome per lui, non possiamo continuare a chiamarlo piccolo o pargoletto.
-Ho pensato a tanti nomi ma non li trovo adatti a questo splendido bimbo.
-Io ho pensato a due nomi, Gabriel e Degel.
-Vorresti dargli il mio nome?
-Perche no? Questo bimbo è bello e forte come il suo papà. Solo che quando inizierà a correre per casa dovrò aggiungere junior.
-Mi piacerebbe tanto vedere i suoi primi passi.
-Degel mi dispiace. Non dovevo parlare di queste cose.
-No, fai bene. Voglio sapere tutto quello che hai in mente. Visto che non ci sarò, voglio sapere cosa farai in futuro, i tuoi progetti, come hai in mente di educare il nostro piccolo angelo e tutto quello che vi riguarda.
Degel vide che la ragazza teneva il bimbo ben saldo e lo guardava sorridendo. Ma nei suoi occhi c’era un velo di tristezza, qualcosa la faceva stare male. Degel sapeva che lei non voleva perderlo. Il pensiero che lui sarebbe morto non la faceva stare tranquilla.
-Amore mio devi essere felice quando io non ci sarò più. Pensa al nostro bambino e vivi felice, devi ricostruirti una vita altrove. Se potessi ti farei cancellare la memoria ma con il tuo dono non funzionerebbe.
-Non devi assolutamente farmi cancellare la memoria, io voglio ricordarmi bene di te e dei momenti passati insieme.
-Sei proprio incredibile. Spero che questo angioletto abbia preso metà della tua forza e del tuo coraggio. Piccolo che ne dici se ti chiamiamo Gabriel Degel.
Il bambino fece un sorriso verso il padre e agitò le manine.
-Sembra che gli piaccia.
-Gabriel adori tanto il tuo papà. Ogni volta che lo vedi fai questi sorrisini. Sei adorabile. Vuoi tenerlo un po’ in braccio?
-No, non voglio farlo piangere, guarda come sta comodo fra le braccia della mamma. Sono quasi geloso.
-So che scherzi.
Degel diede un bacio sulle labbra della moglie e una carezza alla guancia del piccolo.
-Zio Manigoldo è qui con un sacco di giochi divertenti.
-Non se ne parla. È troppo piccolo per giocare con quelle cose, dove hai la testa?
-Sai che sei adorabile quando sei preoccupato dolce Degel.
Il cavaliere prese l’amico di peso e lo portò fuori la casa.
-Vedi di non rientrare se non vuoi essere congelato.
-Sei crudele- disse Manigoldo sorridendo.
Il cavaliere del cancro salì al tempio dal grande sacerdote mentre Margaret e Degel guardavano il bambino. Non si stancavano mai di fissare l’angioletto.
-Degel potresti prenderlo un attimo in braccio?
-Certo.
La ragazza si sedette sulla poltrona e iniziò a toccarsi la fronte.
-Ti senti male?
-Ho un gran mal di testa, credo sia in arrivo una visione.
Margaret chiuse gli occhi e vide tutto buio intorno a lei, scorgeva solo una luce in fondo a un tunnel. Poi vide una lastra di ghiaccio immensa, sembrava un mare ghiacciato. Vide anche un tritone e un uomo che sembrava emanare una luce divina. Doveva essere Poseidone.
La ragazza si ridestò dalla visione e vide Degel davanti a lei molto preoccupato.
-Saresti capace di congelare un’immensa massa d’acqua?
-Non l’ho mai fatto. Mi allenavo a congelare delle onde ma erano molto piccole. Hai avuto una visione su di me?
-Non ne sono sicura. C’era una lastra di ghiaccio immensa, un tritone e…
Degel mise una mano sulla bocca della moglie e le diede un bacio sulla fronte.
-Non dire più niente. Io non devo avere privilegi rispetto agli altri. Non è giusto.
Degel aveva capito subito che quella visione riguardava la sua fine e non voleva turbare la ragazza. Ora era tempo di pensare al piccolo Gabriel Degel. Voleva passare più tempo possibile con i suoi tesori e sperava che la sua prossima missione fosse lontana. Sentiva che sarebbe stata l’ultima.
Degel mise il bambino nella culla e poi coccolò un po’ la sua bellissima moglie. Aveva bisogno di abbracci e baci in quel momento. Avere quelle visioni la rendeva sempre triste.
-Mi dispiace non poter fare niente.
-Margaret sei una ragazza straordinaria, fai sempre il massimo e non devi colpevolizzarti.
-Io non voglio vederti morire, non sopporto più queste visioni atroci. Ho visto Cardia e Manigoldo in una pozza di sangue. Cosa altro vedrò dopo?
-Non fare così, sai che se ti è stato dato questo dono c’è un motivo.
-Allora perché non posso aiutarvi?
-Rischieresti la tua vita per aiutare noi e non posso permetterlo. Devi vivere. Sono sicuro che in futuro farai del bene a molte persone.
-Sai sempre cosa dire, grazie. Ti amo.
-Sarò sempre il tuo sostegno. Anche in futuro veglierò su di te e sul piccolo.
-Ora non farmi piangere o rischio di allagarti l’intera casa.
Degel avvertì una presenza fuori la porta e disse a Margaret di andare a chiudersi in camera con il bambino. La ragazza corse in camera e si mise vicino la culla.
Degel aprì la porta e si trovò davanti Pandora.
-Cosa ci fate qui?
-Sono venuta a proporti uno scambio. Il sommo Ade mi ha inviata qui di persona perché ci tiene a questo patto, dice che io sono in grado di convincere le persone.
-Io sono un cavaliere di Atena e non mi lascio ammaliare dalle parole del nemico.
-Ascolta prima di rifiutare. Il sommo Ade dice che se gli consegni la fanciulla che vede tutto, non ti lascerà morire. Lui ha il potere di farti restare in vita. Sai bene che dovrai sacrificarti per il bene di alcune persone e della tua dea. Dovrai lasciare il tuo pargoletto tutto solo. Non vorrai lasciarlo senza un padre che gli insegni le cose da maschietto e che lo aiuti con i compiti.
-Se Ade voleva fare appello al mio lato paterno, ha sbagliato tattica. Mio figlio resterà con sua madre, non sarà mai solo. Sarà amato e crescerà bene.
-Il sommo Ade si aspettava questa risposta e mi ha detto che aggiunge nel pacchetto del patto che tuo figlio non sarà braccato dalle altre divinità. È probabile che abbia ereditato il dono dalla madre e che da adulto lo sviluppi. Forse qualche divinità vorrà portarlo via e allevarlo per i propri scopi.
-La mia risposta è no. Dici a Ade che lei non si tocca. Se qualche specter le si avvicina lo riduco in mille pezzi.
-Degel accetta o soffrirai quando morirai.
-La mia risposta è sempre no. Riferisci a Ade che nessuno dei suoi cavalieri si deve azzardare a fare del male alla mia famiglia.
-Ade vuole quella fanciulla e la prenderà di sicuro. Te la strapperà dalle braccia e soffrirai vedendola nelle mani del mio padrone. Lui la torturerà pur di ricevere delle visioni importanti. La distruggerà mentalmente e fisicamente e lei cederà al potere del padrone. Dopo il trattamento giurerà di obbedire al sommo Ade per sempre se non morirà prima a causa delle ferite che le infliggeranno.
-Non minacciare mia moglie, lei non si tocca. Chi ci ha provato è finito molto male. Potrei anche spaccare la faccia a Ade se la prendesse.
-Lo riusciresti mai a sfiorarlo. Figurarci toccarlo sul viso. Sei troppo debole per affrontarlo in un faccia a faccia. Consegnami la ragazza e sarai salvo. Potresti anche vivere fino al matrimonio del tuo piccolo o vedere i tuoi nipotini.
-Non vi darò mai Margaret. Il tuo padrone deve capire che lei non è un oggetto che può usare a suo piacimento per i suoi sporchi progetti sulla terra. Lei è una ragazza dolce, sincera e gentile, Ade non riuscirebbe mai a farla lavorare per lui.
-Sai che lei non parlerà neanche sotto tortura. Quindi devo riferire al sommo Ade di cambiare approccio con la ragazza. Magari la vizierà per qualche mese e lei si abituerà al lusso, non rimpiangerà questa vita. Le donne a volte vogliono solo le cose più belle.
-State lontani da lei, è l’ultimo avvertimento.
-Sei uno stupido, preferisci morire che sacrificare una sciocca ragazzina.
-Vai via prima che ti congeli, qui non sei la benvenuta. Ormai il grande sacerdote saprà che sei qui e gli altri cavalieri sono schierati sulla scalinata.
-Non mi cattureranno, altrimenti potrebbero far arrabbiare il sommo Ade e la guerra inizierebbe subito. Ma voi non siete ancora pronti.
Pandora andò via e una carrozza apparve davanti la soglia della casa. Poi scomparve nel nulla. Degel corse da Margaret e vide che era vicino alla culla che sorvegliava il piccolo. Aveva sentito tutto e era fiera del suo bellissimo marito.
-Potevi consegnarmi e avresti vissuto felice con il piccolo.
-Non lo farò mai amore mio. Sei tutto quello che possiedo, non permetterò a nessuno di farti soffrire. Se quel pazzo ti catturasse, soffriresti tantissimo. Nessuno può torturarti, nessuno può dirti quello che devi o non devi fare.
Degel strinse forte la moglie, stava piangendo per le belle parole del marito. Era felicissima che lui l’avesse protetta. In quei mesi insieme l’aveva sempre difesa con tutte le sue forze senza alcun timore. Erano una vera e propria famiglia ora. Lui non poteva fare a meno di lei e viceversa.
-Non avrai pensato che ti avrei consegnata a quel bastardo?
-No, so che mi ami e mi difenderesti a costo della vita. Ma se ti troverai di fronte Ade e mi rapirà, devi lasciarmi andare senza fare storie. Pensa al bambino.
-Il bambino non può restare senza la mamma. Io non permetterò mai che tu finisca nelle mani di quel pazzo, sarebbe capace di farti passare le peggiori pene dell’inferno pur di piegarti. Non voglio che ti feriscano.
Margaret si lasciò cullare dalle braccia del cavaliere, si sentiva meglio quando stava con lui. Ogni pena svaniva.
 
Il giorno dopo
Degel si alzò presto e trovò fuori la porta una lettera. Era una lettera su un foglio nero, scritta con il sangue. Era di certo opera di Ade. Non era indirizzata a lui ma a Margaret. Degel portò la lettera in camera e la fece vedere alla moglie.
-Non l’ho aperta ma immagino cosa ti abbia scritto. Non è riuscito a piegare me e ora prova a ricattarti.
-Nella lettera c’è scritto che se non mi reco entro domani sera al castello di Ade, lui verrà qui e ucciderà il bambino e anche te. Non posso permetterlo.
La ragazza si alzò in piedi e si vestì in fretta. Poi si diresse verso la porta. Degel la bloccò subito imprigionandola fra le sue braccia.
-Non ti lascio andare da nessuna parte, è ora che tu parta per il rifugio con il bambino. Laggiù non vi troverà nessuno, nemmeno Ade.
-Non parto. Se non mi reco al castello, verrà a cercare te. Non voglio che ti faccia del male.
-Guardami amore mio, calmati.
Degel fissò intensamente la ragazza e lei smise di agitarsi. Lui sapeva sempre come rassicurarla, calmarla e proteggerla.
-Mai permetterò che qualcuno ti usi come uno strumento. Oggi andiamo al rifugio.
-Mi accompagni?
-Certo, non posso lasciarvi partire da soli, ci sono troppi specter in giro.
Degel aiutò la moglie a preparare i bagagli. Prima di partire, Margaret passò a salutare tutti i cavalieri d’oro, il grande sacerdote, lady Atena e i bambini dell’orfanotrofio.
-Sorellina mi mancherai tantissimo. Ora mi toccherà sopportare il musone. Chissà come sarà di malumore visto che sei lontana.
-Manigoldo prenditi cura di te e non strafare.
-Io devo sempre strafare per fare colpo sulle donzelle.
-Cardia non esagerare nel combattimento o Degel dovrà tenerti calmo.
-Non preoccuparti sorellina. Non fare brutti pensieri perché io e Manigoldo ci prenderemo cura del bibliotecario.
-Così la fai preoccupare di più Cardia.
Degel prese il figlio in braccio e si mise un bagaglio sulla schiena. Era uno zaino pesante e non voleva che la moglie si stancasse. Si misero in marcia verso la casa segreta di Degel. Lì nessuno avrebbe trovato il bambino e Margaret, neanche le divinità più potenti. Degel aveva posto fuori la casa una barriera potentissima creata con l’aiuto di lady Atena. La dea aveva voluto regalare al ragazzo quella barriera come dono di nozze e per ringraziarlo dei sacrifici fatti per lei. Gli aveva anche riferito che la barriera sarebbe rimasta dopo la sua morte. Margaret e il bambino potevano entrare e uscire tranquillamente dalla casa ma i nemici venivano bloccati. Mentre camminavano Degel disse tutto alla moglie che capì perché voleva che vivessero proprio in quel luogo.
-Il bambino dorme tranquillo fra le tue braccia.
-Deve essersi abituato anche a me.
-Quando mi chiederà del suo papà, gli racconterò che è un grande eroe e che è fortissimo.
-Sei veramente affascinata da me.
-Non lo avevi ancora capito.
I due ragazzi si misero a ridere. Era incredibile il loro rapporto. Ancora poche ore e sarebbero arrivati alla nuova dimora.

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Capitolo 23
*** capitolo 23 ***


Degel e Margaret con il piccolo Gabriel in braccio continuavano a camminare verso la casa segreta del cavaliere. Si erano dovuti fermare per far mangiare il piccolo e cambiarlo. Ci avevano messo quaranta minuti e ora dovevano sbrigarsi ad arrivare al rifugio. Degel temeva di essere seguito da qualcuno perché sentiva dei rumori strani nella foresta.
-Hai sentito anche tu quei rumori vero? Le piante qui intorno si lamentano.
-Ci sono dei rumori strani per essere naturali. Nessun animale potrebbe produrre suoni del genere.
-Non riesco a capire chi ci segue. Deve essere un esperto perché tenta di non farsi rintracciare saltando di albero in albero. Se toccasse il suolo potrei capire se è un cavaliere nemico o amico. Sa anche nascondere bene il suo cosmo.
-Non ti preoccupare, siete al sicuro con me. Vi proteggerò da qualsiasi nemico ci si pari davanti.
Margaret si bloccò e chiuse gli occhi, stava per avere una visione. Quando riaprì gli occhi dietro di lei c’era Degel che la sosteneva con il suo corpo.
-Per fortuna non sono caduta a terra questa volta, avevo il bambino in braccio.
-Sono qui per sostenerti.
-Grazie.
-Non fare quella faccia preoccupata, guarda il piccolo dorme tranquillo. Cosa hai visto?
-Un cavaliere con un’armatura nera ci attaccherà, ho visto che voleva colpire il bambino. Non gli permetterò mai di sfiorare il piccolo, lo proteggerò a costo della vita.
-Non vi accadrà niente. Nasconditi nell’incavo di quel grande albero, io cerco il nemico e lo fermo.
-Non correre rischi inutili.
-Tranquilla, starò bene. Resta con il bambino e non farti vedere.
-Troppo tardi Degel dell’acquario, sono già qui. Sono venuto per eliminarvi e portare la fanciulla dal sommo Ade. Sono uno degli specter più forti del regno del mio padrone e non riuscirai  a battermi.
-Vuoi fare del male a mio figlio, pensi che te lo permetterò? Sei un folle.
-Ti importa più di quel marmocchio che della tua stessa vita, sei tu il pazzo.
-Loro sono la mia famiglia, non permetto a nessuno di fargli del male.        
Lo specter si scagliò verso Margaret che si mise di schiena per fare da scudo al bambino. Il nemico dovette bloccarsi, il sommo Ade aveva detto che la ragazza doveva essere portata da lui senza un graffio.
-A quanto pare non puoi toccare mia moglie con le tue armi o con le tue tecniche.
-Non toccherai mai mio figlio, se sarà necessario gli farò da scudo con il mio corpo.
-Accidenti a te stupida mocciosa. Vuoi sacrificarti quel bambino. Preferisci rischiare la vita che lavorare per il sommo Ade, sei strana come diceva Pandora oltre a essere scema.
Degel attivò il suo cosmo e colpì il nemico.
-Come hai fatto a colpirmi al braccio? Non ti ho visto arrivare.
-Non osare mai più offenderla.
-Voi due siete pazzi. Siete innamorati fino a tal punto. Questo amore vi consumerà se non vi uccidono prima. E poi ragazzina dovresti sapere che presto il tuo bello morirà, ah ah.
-Non sono affari tuoi specter.
-Che caratterino! Ragazza invece di tirare fuori questa forza contro di me, usala per il sommo Ade. Lui può darti tutto quello che desideri se hai qualche visione per la sua vittoria.
-Mai.
-Sono stanco di ascoltare i vostri capricci. Eliminerò prima il cavaliere e poi strapperò dalle tue braccia il piccolo. Inizia a dirgli addio.
Degel colpì di nuovo il nemico che non riusciva a capire come facesse. Non lo vedeva neanche arrivare.
-Separare un figlio da una madre è un atto crudele.
-Non dire stupidaggini. Non ho mai visto mia madre e sono cresciuto bello e forte.
-Sei dalla parte sbagliata, combatti per il signore degli inferi.
-Taci mocciosa.
Degel e lo specter iniziarono a lottare. Il cavaliere d’oro voleva spaccare la faccia al nemico. Aveva osato insultare sua moglie e ora avrebbe pagato.
Margaret iniziò a correre con il bambino verso un luogo appartato. Lo scontro era duro e Degel le aveva fatto cenno di fuggire il più lontano possibile, lui l’avrebbe ritrovata in qualche modo.
Il bambino iniziò a piangere e la ragazza dovette fermarsi.
-Gabriel Degel devi stare calmo, potrebbero esserci altri nemici qui intorno e non siamo ancora vicini alla casa di papà. Su piccolo mio, calmati.
La ragazza controllò se il piccolo doveva essere cambiato. Era tutto in ordine. Forse aveva di nuovo fame. Niente. Non capiva cosa succedeva.
-Piccolo mio hai paura? Tranquillo la mamma è qui con te. Sono pronta a sacrificarmi per te pur di vederti in salvo.
Margaret diede un bacio sulla fronte del bambino che si calmò subito.
-Bravo piccolino, sei adorabile.
Il piccolo sorrise alla sua mamma.
-Ora dobbiamo ripartire, tu resta calmo amore della mamma.
Margaret continuò a camminare nella foresta con in braccio il bambino. Ogni tanto toccava il terreno con una mano per capire come andava lo scontro di Degel. Era molto preoccupata per lui.
-Dovresti pensare a te stessa fanciulla non al tuo amato- disse Pandora.
-Cosa ci fai tu qui?
-Sono venuta a prenderti.
-Non verrò mai con te.
-Devi venire per forza o farò a pezzi Degel e il marmocchio che hai in braccio.
-Non te lo permetterò mai.
Margaret iniziò a correre per mettere al sicuro il bambino. Trovò l’incavo di un albero e sentì che Degel era vicino. Doveva aver battuto lo specter.
-Piccolo mio devi restare qui, il tuo papà sarà qui fra pochi minuti. A presto tesoro mio.
Margaret pianse qualche secondo osservando il suo dolce bambino e poi si allontanò dall’albero, era sicura che Degel lo avrebbe trovato subito. Lei doveva allontanare il nemico o meglio Pandora da suo figlio.
 
Dieci minuti dopo Degel trovò suo figlio avvolto in una coperta. Stava benissimo, quando lo prese in braccio gli sorrise.
-Tua madre non ti lascerebbe mai da solo se non fosse necessario. Non sento il suo cosmo qui intorno.
 
Margaret correva veloce ma era inseguita da due specter e da Pandora. Era stanca e non trovava un luogo dove poter stare al sicuro.
-Se mi prendono per me è la fine. Non rivedrò più Degel e Gabriel.
 
Degel correva con il piccolo in braccio seguendo le tracce degli specter e di Pandora. Stavano di certo inseguendo sua moglie.
-Non ti preoccupare piccolo non gli permetterò di portarci via la mamma.
Degel notò che c’era del sangue sul terreno. Forse l’avevano ferita. Quei bastardi non si fermavano davanti a nulla pur di ottenere qualcosa.
Arrivato davanti una grande quercia Degel vide alle sue radici una ragazza stesa a terra con una freccia conficcata nella schiena. Corse verso di lei e girò il corpo. Era la sua Margaret, l’avevano colpita alle spalle, da vigliacchi. Degel le sentì il polso e non c’era battito. La sua bellissima sposa era morta.
Degel se la caricò sulle spalle e si girò per tornare al grande tempio. Lì avrebbe dato degna sepoltura a Margaret. Non capiva perché l’avessero uccisa, aveva capito che Ade la voleva via, aveva forse cambiato idea. Stava ribollendo per la rabbia, ucciderla era stato da vili.
Dopo qualche ora di viaggio, Degel era tornato al tempio. Aveva lasciato il bambino alle cure della guaritrice che era ancora lì e poi aveva portato sua moglie al cimitero dei cavalieri. Aveva ottenuto il consenso di seppellirla lì dal grande sacerdote.
Cardia e Manigoldo erano appena rientrati dal villaggio e videro Degel a terra vicino a un corpo. Pensavano fosse morto un altro cavaliere di Atena e si avvicinarono per aiutare Degel a seppellirlo e a onorarlo. Quando videro il corpo di Margaret steso sul suolo senza vita sbiancarono.
-Cosa è successo?- domandò Cardia con le lacrime agli occhi.
-Gli specter di Pandora l’hanno uccisa senza pietà. Una freccia nella schiena da vigliacchi. Non si sarà accorta neanche che arrivava se l’hanno scagliata da lontano. Quei maledetti le hanno tolto la vita perché non è andata da Ade.
Manigoldo vide negli occhi di Degel furia, non lo aveva mai visto in quello stato. Era una cosa terribile. Se avesse trovato Pandora prima degli altri l’avrebbe ridotta in mille pezzi a mani nude.
-Mi dispiace Degel, ora a chi affiderai il bambino?
-So cosa avrebbe voluto per lui.
-Parli di Margaret, avevate parlato di questa cosa?
-No, la conosco bene e so che cosa vuole per il piccolo. Sa che io presto partirò per la mia ultima missione. Sa anche che non tornerò più e lascerebbe a una sola persona il bambino.
Degel parlava di lei al presente, non voleva ancora seppellirla, non era pronto.
-Degel vuoi che vada a chiamare il grande sacerdote per la cerimonia.
-No, ho già parlato con lui e gli ho chiesto se potevo fare tutto da solo. A lei non piacevano le cose sfarzose. Preferiva fare tutto in famiglia. Restate pure, le farà sicuramente piacere.
I due cavalieri si inginocchiarono dietro Degel e rimasero tutto il tempo con lui. Dovevano supportarlo in quel momento.
-Grazie ragazzi.
Dopo dieci minuti arrivarono Tenma e Yato che rimasero scioccati quando videro la ragazza a terra. Aveva la pelle più bianca del solito e gli occhi chiusi. Non era possibile, perché avevano ucciso una fanciulla tanto gentile e dolce.
Decisero di inginocchiarsi anche loro dietro Degel. Dovevano a Margaret un sacco di favori.
Doko e il cavaliere dei gemelli stavano passando di lì per caso. Avevano saputo la notizia da Shion.
-Finalmente quel peso si è levata dai piedi.
Doko scaraventò in aria il cavaliere dei gemelli che andò a sbattere contro una colonna.
-Non ti azzardare mai più. In questo momento c’è qualcuno che soffre. Vedi di non farmi perdere la pazienza.
Il cavaliere dei gemelli scomparve nel nulla mentre Doko continuò a salire verso il tempio.
-Cara ragazza dormi tranquilla per l’eternità, sei stata una dolcissima amica per tutti noi.
Degel mise Margaret in una buca piena di fiori che aveva appena colto. Lei voleva essere seppellita in modo semplice, odiava lo sfarzo. Poi iniziò a ricoprirla di terra. Ogni palata di terra sul suo bellissimo corpo era una fitta al cuore per Degel. Aveva permesso che la uccidessero e non se lo sarebbe mai perdonato. Lei avrebbe dovuto vivere felice con il loro bambino, al contrario, era morta per salvarlo. Doveva farlo lui e si era fatto ingannare da Pandora con un semplice specter presuntuoso. Finito di riempire la tomba, Degel tornò da suo figlio che lo aspettava e lo portò subito all’undicesima casa. La guaritrice gli spiegò che tipo di latte doveva dargli ora che la madre era morta e Degel chiese a Cardia di andare a comprarlo. Il cavaliere andò al villaggio di corsa e comprò una scorta di latte per un anno.
-Grazie mille Cardia.
-Sono a vostra disposizione. Hai capito angioletto? Sei proprio carino.
-Speriamo che non pianga, non sono bravo come Margaret a calmarlo. So anche che tutti i bambini piangono però io non sono capace a fare certe cose.
Cardia andò via e Degel si mise a scaldare il latte per il piccolo. Doveva abituarsi a fare il padre single e crescere al meglio il piccolo finché poteva.
-So che sentirai la mancanza della mamma, anche io. Spero che tu ti trovi bene con me. Per favore sopportami.
Il bambino sorrideva in braccio al papà. Di certo aveva preso quel sorriso e il suo lato dolcissimo dalla mamma.

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Capitolo 24
*** capitolo 24 ***


Due giorni dopo la morte di Margaret
Degel era all’undicesima casa con il piccolo Gabriel e lo stava facendo mangiare.
-Vedo che ti piace questo latte piccolino. Hai bevuto l’intero biberon.
-Come te la cavi con lui?- domandò Cardia.
-Non sono molto bravo a cambiargli il pannolino ma me la cavo. Cosa ci fai qui?
-Sono venuto a trovarti e a portarti altri pannolini di stoffa. Lady Atena ha detto che li ha trovati nello sgabuzzino del tempio. Ha detto che non devi lavarli, lo ha già fatto lei.
-Più tardi andrò a ringraziarla del dono.
-Salve ragazzi. Ho portato della frutta per te caro Degel.
-Manigoldo non dovevi essere al villaggio con Shion?
-No, oggi è il turno di Doko e Shion. Come sei carino Degel junior, guarda che occhioni grandi che hai  e che guance paffute e morbide.
-Manigoldo perché sei qui?
-Sono solo passato a trovarvi. Il mio nipotino di certo voleva vedermi.
-Non lo spaventare con la tua faccia.
All’improvviso la terra iniziò a tremare e Degel mise il bambino in braccio a Manigoldo.
-Che combini?
-Tieni il piccolo stretto in braccio e non farlo piangere, sta arrivando lei.
Dal terreno comparve la maestra di Margaret che si scagliò prendendolo per la casacca.
-Come hai potuto lasciarla morire? Voi due non vi mettete in mezzo, è una faccenda fra me e lui.
-Non sono riuscito ad arrivare in tempo, mi dispiace.
-Vedo che soffri. Sono furiosa. Pensavo che fosse al sicuro e vengo a sapere da Ade in persona che è morta. Sai cosa succederà ora? Quel folle potrebbe prendere l’anima della tua amata in ostaggio e non lasciarle varcare il portale dei cieli che le spetta di diritto.
-Non oserà arrivare a tanto.
-Potrebbe farlo se vuole usare ancora il suo potere. Basterebbe mettere l’anima di Margaret nel corpo di un’altra ragazza. L’anima della mia prediletta annienterebbe  quella della ragazza.
-Margaret non vorrebbe mai una cosa del genere.
-Lo so. Sono venuta qui per avvertirti. Ade non deve prendere la sua anima, userebbe il suo potere per scopi malvagi. Margaret non ricorderebbe niente nel corpo di un’altra ragazza almeno per tre giorni. In quei pochi giorni Ade potrebbe costringerla ad avere tantissime visioni con i suoi metodi persuasivi.
-Passati i tre giorni lei si sentirebbe orribile per essere stata messa nel corpo di una ragazza innocente. Non voglio che soffra.
-Non preoccupatevi, nessuno ruberà l’anima della nostra amica. Domani io e il grande sacerdote andiamo a trovare i due gemelli al servizio di Ade e Morte non prenderà Margaret.
-Tu sei venuto qui per dire addio a Gabriel.
-Non volevo dirti niente ma lo hai capito. Non volevo andare via senza aver visto il mio caro nipotino un’ultima volta.
-Se domani il grande sacerdote entrerà in azione, anche io e Cardia dobbiamo prepararci allo scontro. Devo provvedere a portare il bambino al sicuro.
-Ti fidi di me Degel dell’acquario?
-Margaret si fidava ciecamente di voi quindi parlate.
-Io mi prenderò cura del bambino finché non finirà la battaglia. Poi lo affiderò alla persona a cui stavi pensando.
-Va bene. Quella persona già sa che dovrà prendersi cura del piccolo Gabriel. Ve lo affido.
Degel preparò i vestitini, i giochi e il latte del piccolo e li diede alla dea.
-Quasi dimenticavo. Margaret voleva che il piccolo avesse la sua collana per ricordarsi dei suoi genitori.
-Che cara. Aveva preparato un ciondolo a forma di casa con dentro la tua foto con lei. Sapeva che poteva succederle qualcosa da un momento all’altro.
Degel baciò suo figlio sulla fronte e lo strinse forte.
-Addio piccolo mio, veglierò sempre su di te. Ricordati che tuo padre e tua madre ti volevano tanto bene.
La dea scomparve nel nulla con il bambino e Degel andò a indossare l’armatura d’oro. Era triste perché avrebbe voluto un futuro migliore per la sua amata, non meritava di morire in quel modo atroce.
 
Degel e Cardia morirono qualche giorno dopo compiendo una missione molto difficile per Atena. Alla fine al grande tempio rimase solo Shion che divenne il grande sacerdote mentre Doko si ritirò per moltissimi anni allenando nuovi cavalieri.
 
Dieci anni dopo
-Zio Shion perché non mi lasci andare al villaggio da solo sono abbastanza grande.
-Devi andarci con almeno due cavalieri di bronzo, non voglio che ti succeda qualcosa. In questo periodo ci sono molti briganti da queste parti perché al villaggio è periodo di festa. I briganti sanno che le casse sono piene e ne approfittano per prendere d’assalto le bancarelle. Ci sono stati degli scontri in piazza con dei feriti. Non voglio che tu venga coinvolto.
-Hai promesso a mio padre che mi avresti tenuto al sicuro. Lo so zio Shion. Ho solo dieci anni e sono piccolo per andare in giro da solo. La mamma cosa avrebbe detto?
-Purtroppo come ti dico sempre, non posso parlare di tua madre perché non la conoscevo bene. Devi aspettare che la maestra venga a trovarti per sapere qualcosa di lei.
-La maestra non passa mai perché è sempre impegnata. L’ultima volta l’ho vista due anni fa e mi ha raccontato solo di quando sono nato e di come la mamma mi ha protetto. Poi è scappata perché ha iniziato a piangere. Non ha voluto raccontarmi come sia morta mamma.
-Avrà le sue buone ragioni.
-Zio Shion, pensi che la mamma e il papà siano insieme ora?
-Ne sono sicuro. Ora torna alla biblioteca e fai tutti i compiti.
-Va bene. Resterò lì fino a sera, ho trovato dei libri interessanti da leggere. Ho scoperto che papà li ha letti in due giorni. Annotava tutti i libri che leggeva su un registro. L’ho trovato ieri nel suo vecchio comodino.
-Hai frugato fra le vecchie cose di tuo padre, vai alla scoperta di qualcosa?
-Voglio solo sapere più cose di mio padre e di mia madre. Però non c’era niente della mamma all’undicesima casa tranne dei libri che lei aveva affidato a papà.
-Per avere dieci anni sei molto sveglio piccolo. Tuo padre sarebbe fiero di te. Hai iniziato a leggere e scrivere a cinque anni, a sei facevi già calcoli molto difficili e a sette hai addirittura battuto due cavalieri di bronzo.
-Mi hai insegnato tutte quelle tecniche e le ho messe in pratica.
-Ripensandoci non dovevo insegnarti quelle tecniche a solo sei anni e non dovevo farti entrare all’arena dei combattimenti. Tuo padre mi avrebbe strozzato.
-No, zio, sei il grande sacerdote. Non avrebbe potuto colpirti neanche se avesse voluto.
-Sottovaluti la tenacia e la mente di tuo padre ragazzo. Avrebbe trovato un modo per congelarmi senza che io me ne accorgessi. Mentre la mamma ti avrebbe legato con qualche rampicante. Mi mancano eppure non li ho mai conosciuti.
-Proprio perché non li ricordi ti mancano tanto. Ora corri a fare i compiti.
-Zio scommetto che papà e mamma in futuro si rivedranno e passeranno tantissimo tempo insieme.
-Ne sembri sicuro.
-Vedrai che ho ragione.
La vita trascorreva tranquilla al grande tempio e il piccolo Degel junior cresceva bene. A dieci anni aveva già ottenuto la sua prima armatura. Tutti i cavalieri di bronzo lo chiamavano il cavaliere del ghiaccio. Infatti la vallata era piena di sculture di cristallo che il bambino si divertiva a creare per onorare i cavalieri caduti durante la grande guerra. Più Shion gli parlava di loro più lui creava. Aveva ereditato i poteri del padre e era molto forte. Shion affermava che sarebbe diventato un bravissimo cavaliere.
 
Più di trecento anni dopo
Un ragazzo girava per le vie di una moderna Atene in cerca di un lavoro. Si fermò davanti una libreria e vide un cartello con scritto cercasi aiutante. Entrò e non trovò nessuno dietro il bancone. Non potevano aver lasciato il negozio aperto senza nessuno, rischiavano di essere derubati. Il ragazzo si avventurò fra gli scaffali e trovò sopra una scala abbastanza alta una ragazza che metteva in ordine dei libri.
-Scusi, cercavo il proprietario.
La ragazza sussultò vedendo il giovane. Mise male il piede e rischio di cadere a terra. Prontamente il ragazzo la prese fra le sue braccia e la salvò da una brutta caduta.
-Mi scusi.
-Scusi lei, devo averla spaventata.
-No, sono solo un po’ sorpresa. Di solito mi accorgo quando entra gente in negozio. Mi scusi. Si è fatto male?
-No, siete leggerissima. State bene?
-Sì, grazie. Ho visto il cartello qui fuori e cercavo il proprietario.
-Sono io la proprietaria. Questo negozio apparteneva a mio nonno che me lo ha lasciato in eredità.
-Ecco il mio curriculum.
-Avete lavorato già in una libreria a quanto vedo. Avete un buon curriculum. Vi assumo. Mi serve assolutamente un aiuto, ci sono tantissime cose da fare in negozio. Dovrete stare dietro la cassa, mettere in ordine i libri, consigliare i clienti e sistemare il magazzino che si trova dietro quella porta laggiù. Alle pulizie penso sempre io.
-Posso aiutarvi se volete?
-Non serve.
Il ragazzo era incantato da quella fanciulla. Sembrava che l’avesse già incontrata da qualche parte.
-Quasi dimenticavo. Puoi vestirti come vuoi per venire a lavorare, basta che tu metta questo cartellino identificativo sulla maglia.
-Grazie. Per caso ci siamo già incontrati da qualche parte?
-Buffo, pensavo la stessa cosa. Non mi sembra, mi sarei ricordata di voi.
-Dammi del tu o mi sentirò vecchio.
-Va bene. Ho anche scordato le buone maniere. Mi presento, sono Margaret.
-Piacere di conoscerti. Io sono Degel.
I due ragazzi iniziarono a lavorare insieme e dopo due mesi Degel decise di provare a corteggiarla. Quella ragazza lo incantava come mai aveva fatto nessuna. Degel riempiva Margaret di attenzioni e la ragazza scoprì che aveva una vera e propria cotta per lui. I due si fidanzarono dopo qualche mese. Degel le aveva dato un anello durante una gita all’acropoli di Atene. Margaret aveva pianto per l’emozione, mai nessuno era stato così dolce con lei. Era un sogno. Insieme sarebbero stati felici per tutta la vita. Un anno dopo i due ragazzi avevano trovato un appartamento abbastanza grande per entrambi e ci si erano trasferiti. Era stato un anno pieno di sorprese e emozioni e i due erano inseparabili. Era come se dopo secoli si ricontrassero per vivere la vita che non avevano potuto passare insieme. Era proprio il loro caso. Il cavaliere d’oro e la dolce Margaret si erano incontrati dopo migliaia di anni e ora potevano vivere per sempre insieme.

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