Best friend?

di _cupcake_99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il mio migliore amico ***
Capitolo 2: *** Cosa non si fa per gli amici?! ***
Capitolo 3: *** Io non ho sette vite!!!! ***
Capitolo 4: *** E' solo un sogno... ***
Capitolo 5: *** When You Say Nothing At All ***
Capitolo 6: *** Nero ***
Capitolo 7: *** Domande ***
Capitolo 8: *** E' che è lui... ***
Capitolo 9: *** Amici? Per sempre... ***
Capitolo 10: *** Sfortunatamente, a scuola... ***
Capitolo 11: *** Perché è così difficile? ***
Capitolo 12: *** Auguri ***
Capitolo 13: *** Liz ***
Capitolo 14: *** Sarò la tua rovina ***
Capitolo 15: *** Best friend? ***
Capitolo 16: *** Come ci si sente? ***
Capitolo 17: *** Ehy... ***
Capitolo 18: *** Sono innamorata di un idiota ***
Capitolo 19: *** La prima volta dopo tanto tempo ***
Capitolo 20: *** Sorpresa... ***
Capitolo 21: *** Scusa ***
Capitolo 22: *** Auditions ***
Capitolo 23: *** 23 Luglio 2010, 8:22 ***
Capitolo 24: *** Judge's House ***
Capitolo 25: *** Esibizione ***
Capitolo 26: *** Sguardi ***
Capitolo 27: *** Down ***
Capitolo 28: *** Vorrei dimenticare ***
Capitolo 29: *** L'ho fatto per te ***
Capitolo 30: *** Noi ***
Capitolo 31: *** Little things ***
Capitolo 32: *** Ti amo anch'io ***
Capitolo 33: *** Ho paura ***
Capitolo 34: *** N+J ***
Capitolo 35: *** I miss you ***
Capitolo 36: *** Una sorpresa ***
Capitolo 37: *** Parigi ***
Capitolo 38: *** Va oltre tutto questo ***
Capitolo 39: *** Non è il momento giusto ***
Capitolo 40: *** Idiota ***
Capitolo 41: *** Finiva sempre così ***
Capitolo 42: *** Senza di te ***



Capitolo 1
*** Il mio migliore amico ***


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1.IL MIO MIGLIORE AMICO

 

 

 

 

 

 

Come si inizia una storia?

 

C'era una volta...

No, è un tempo troppo lontano.

 

Tanto tempo fa...

No, anche questo è un tempo remoto.

 

La protagonista di questa storia...

No, iniziano tutte così.

 

Ehy, ciao...

Ecco, così va già meglio.

 

Ehy Niall”

Così è perfetto....

 

Ehy Niall!” dissi con un sorriso sulle labbra.

Ehy cucciola!” mi rispose la sua voce dall'altro capo del telefono. “Come va?”

Bene, ma senza di te mi annoio a morte!” gli risposi.

Aww anche io mi annoio senza di te”

Si, si certo. Come no! Tu lì ti diverti. Qui a Mullingar non c'è nessuno” risposi con un filo di tristezza nella voce.

Ma che divertirsi” mi rispose lui allungando in modo esagerato la i “Qui ci fanno lavorare. Dovremmo denunciarli di sfruttamento minorile!”

Si certo Horan. Solo perché ti fanno mangiare solo tre volte al giorno. Dico bene?”

Certo!!! Solo colazione, pranzo e cena! E tutti gli spuntini e le merende dove li mettiamo, è? Torno a casa deperito” Era quasi arrabbiato. Toglili tutto, ma mai il suo adorato cibo.

Non ci credo. Scommetto che rubi dalla mensa qualche panino per mangiartelo quando non ti vede nessuno. Vero?”

Il suo silenzio mi fece capire che avevo fatto centro.

Ti conosco troppo bene Niall” dissi.

Lui scoppiò a ridere trascinandomi con lui. La sua risata era contagiosa, forse anche troppo. A volte ci ritrovavamo a ridere per un sacco di tempo con i crampi alla pancia e le lacrime agli occhi e quando smettevamo non ci ricordavamo neanche perchè avevamo iniziato.

Però tu stai zitta. Se dici a qualcuno che rubo panini dalla mensa ti strozzo”

Non ti preoccupare irlandese ciccione. Sarò muta come un pesce” disse asciugandomi una lacrima che era scappata dalle tante risate.

A proposito di pesce...” disse urlando.

Anche se non urli ti sento. Non sono mica sorda come tua zia Mary”

Ahahahahahahahahah è solo che mi sono ricordato che dobbiamo andare a mangiare il pesce nel ristorante qui vicino e se non inizio a vestirmi arrivo in ritardo”

Sei sempre il solito” dissi. Anche se non potevo vederlo sapevo che stava sorridendo.

Ecco, ti ho messa in viva voce”

Sentivo il rumore degli appendini scontrarsi segno che stava cercando qualcosa nell'armadio.

Con voce soffocata dai vestiti disse: “Non so cosa mettermi. HELPPP”

Non ti agitare” dissi ridendo “Comunque mettiti la tua solita polo e un paio di jeans. Non è così difficile”

Lo dici solo perchè sei una ragazza”

A proposito di ragazze..” dissi lasciando la frase in sospeso.

A proposito di ragazze cosa?” chiese. Non riuscii a capire se era curioso o spaventato.

Mi hanno detto che nel tuo gruppo c'è una certa Liz e che è mooooolto carina. Mi hanno anche detto che sta uscendo con un certo irlandese biondo...”

No. Non so niente” cercò di fermarmi.

... al quale piace molto mangiare...”

Non mi viene in mente nessuno”

... si sta preparando per uscire a mangiare il pesce...”

Hai finito?” chiese tra lo scocciato e il divertito.

No.” dissi. Mi divertivo a farlo quasi arrabbiare. “... quel ragazzo ha gli occhi azzurri e si chiama Ni...”

OK, OK va bene!!! Hai vinto tu!” disse interrompendomi. “Sto uscendo con Liz”

Ahhhhhh” urlai. Sapevo che stava arrossendo. Il mio cucciolo stava crescendo...

Ok, basta. Non fare domande”

Allora com'è? E perchè non me lo hai detto subito? Quanti anni ha? Di dov'è?”chiesi curiosa.

Parlare con te è come parlare con un muro. Quale parte della frase “non fare domande” non ti è chiara?”

Ti voglio bene anche io, lo sai?”

Si, ora fai la ruffiana?”

Certo. Sempre”

Aspetta, stanno bussando” mi disse. Lo sentii allontanarsi verso la porta.

Parli anche da solo adesso?” sentii dire. “Non sto parlando da solo, parlo con Jesy”

Sapevo di chi si trattava. Greg, il fratellone di Niall.

Ciao Greg!” gridai per farmi sentire.

Ah eccola!” lo sentii ridere “Ciao bella come va?”

Male. Mi annoio a morte. Non c'è nessuno qui. Sembra un paese fantasma!”

Dai non ti preoccupare. Ancora due giorni e poi torniamo noi e vedrai che vita. Riporteremo la felicità a Mullingar” mi rispose Greg.

Si certo Greg” disse Niall “Saremo come un arcobaleno dopo la tempesta. Ora vattene”

E tu sbrigati che ti stiamo aspettando” disse Greg. Lo sentii salutarmi prima che Niall gli chiudesse la porta in faccia.

Scusa cucciola, ma ora devo proprio andare. Ci vediamo direttamente fra due giorni”

Ok mangione. Divertiti.” dissi io.

Senza di te non si può” rispose.

E poi sarei io la ruffiana?”

Ahahahah. Ciao bella”

Ciaoooo”

Dopo di che chiuse la chiamata.

Appoggiai, anzi, lanciai il telefono sul comodino e mi lasciai sprofondare nel mio morbido letto. I miei lisci capelli biondi si sparsero sul cuscino come a farmi da corona o da criniera, come diceva Niall.

Mi chimo Jesy. Ho 15 anni, 16 il quattordici di agosto. Vivo a Mullingar con la mia famiglia formata da:

Mamma, la tipica casalinga schizzata. Capelli sempre raccolti in una crocchia, grembiule sempre in vita e scopettino sempre a portata di mano.

Papà, impiegato. Lo vedo poco, ma quando c'è mi diverto. Alto capelli biondi, almeno nelle foto vecchie, ora ha i capelli brizzolati.

Poi c'è Spek, il cane ciccione. E' obeso, credo che abbia preso da Niall, visto che mangia sempre.

Poi c'è Niall. Niall è Niall. Lui è il mio vicino di casa nonché il mio migliore amico. Avevamo entrambi gli occhi azzurri e i capelli biondi. A volte ci scambiavano per fratelli, ma il legame che ci unisce è molto più forte. E' un'amicizia che non si scioglierà mai. Ci conosciamo da una vita. Tutti i ricordi che possiedo riguardano anche lui. Siamo cresciuti insieme, sempre nella stessa classe. Ci siamo sempre sostenuti nei momenti difficili. Come quando i suoi si separarono. Io fui la prima a saperlo.

Ormai qui in città ci conoscono tutti come i BF. Siamo sempre insieme. Se cerchi Niall stai sicuro di trovare anche e me e viceversa. Abbiamo combinato anche tanti casini insieme. Come quella volta in cui avevamo rotto la finestra della casa del custode. Come punizione non potemmo più vederci per un mese. Per una settimana non ebbi sue notizie, ma poi trovammo il modo per incontrarci. La sera quando tutti dormivano lui usciva dal retro della casa e si arrampicava fino alla mia finestra (come nei film) e poi stavamo insieme per qualche ora.

Diciamo che non c'è Niall senza Jesy e non c'è Jesy senza Niall.

 

Presi una foto dal comodino che ci ritraeva. Me lo ricordo bene quel giorno. Avevamo trovato una piccola grotta sulla riva del lago. Più che una vera e propria grotta era una piccola rientranza, ma da allora era diventato il nostro rifugio segreto. Quella foto l'avevamo scattata proprio lì.

Io con la mia solita faccia da cazzo e lui bellissimo come sempre. Mi piaceva tutto di lui. I suoi modi di fare, la sua dolcezza, la sua risata, i suoi occhi, i suoi capelli biondi tinti. E' perfetto. E' il mio angelo. L'unica imperfezione che puoi trovare in lui e quel dente storto che rende il suo sorriso più umano. Forse è grazie a questa imperfezione che sono sicura che è una persona normale. Se non fosse per questo sarebbe un angelo vero e proprio. Anche la sua voce è stupenda.

Mamma la sua voce...quando canta poi... mi isolo dal mondo e esistiamo solo io, lui e quel canto stupendo.

Io, invece, sono bassa, ho i capelli biondi e gli occhi azzurri. Non sono uno stecchino, ma neanche grassa ( anche se io mi vedo così). Niall mi dice sempre che sono carina, ma non ho niente di speciale. Niente che gli altri possano invidiare. Sono stonata, non sono alta, non ho un bel seno, non ho un bel niente.

Anzi una cosa da invidiare ce l'ho. Anzi due. Non mi interessa cosa pensano gli altri di me e ho il miglior amico del mondo.

Rimisi la foto al suo posto, ovvero tra le altre 1000 nostre foto.

Incrociai le mani dietro la testa sbuffando. Chiusi gli occhi.

Sono solo due giorni, Jesy. Solo due giorni” 



#Spazio Autrice
Eccomi con la mia prima storia sui 1D.
Allora, lo so non sono brava a scrivere ma spero che questa storia vi piaccia. Lasciate anche una recensione. Cosa ne pansate di questo primo capitolo? Cosa dovrei migliorare?
Mi raccomando lasciate tante recensioni per me è importante.... ♥
Baci e al prossimo capitolo ♥♥♥

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Capitolo 2
*** Cosa non si fa per gli amici?! ***


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2. Cosa non si fa per gli amici?!

 

 

 

 

 

Jesy? E' pronta la cena!”

Mia madre e la sua voce stridula. Cosa gridava a fare lo sapeva solo lei.

Quanto era faticoso lasciare il mio adorato lettino. Lo avevo scaldato e aveva preso la mia forma. Sarei rimasta sdraiata lì fino al giorno in cui Niall sarebbe tornato. Solo per lui mi sarei alzata.

Jesy?”

Arrivo, arrivo” dissi scocciata.

No, avrei lasciato il mio lettino anche per non sentire la voce stridula di mia madre gridare che la cena era pronta.

Mi sedetti e guardai il pavimento in cerca delle ciabatte che infilai. Trascinando i piedi mi spinsi fino alle scale sulle quali mi sedetti e con piccoli balzi, atterrando di sedere, scesi fino al salotto.

Jesy! Ti pare il modo di scendere le scale?” mi rimproverò mio padre. Sorrideva però. Segno che non era arrabbiato.

Sono stanca” risposi in mia difesa.

Ma se non hai fatto niente tutto il giorno” disse porgendomi la mano per aiutare ad alzarmi.

Proprio per questo. Se non faccio niente mi annoio e di conseguenza mi stanco”

Strinsi la sua mano. Con uno strattone mi tirò in piedi.

Ancora un po' ci serve la gru” disse facendo finta di essersi fatto male alla schiena a causa del mio dolce peso.

Non sarebbe male. Me la regalate al mio compleanno?” chiesi a entrambi sedendomi al tavolo.

Ridemmo insieme.

Quando torna Niall?” mi chiese mio padre ad un certo punto.

Fra due giorni” risposi “Non vedo l'ora”

Mia madre sorrise “Solo per combinare altri casini insieme?”

Noi non combiniamo casini.”

Siete dei maestri in quello” ribatté lei. Adorava Niall, a parte quando facevamo cose stupide insieme.

La nostra è un'arte” risposi ridendo. “Abbiamo studiato per arrivare a questo livello, sai?”

E hai dovuto studiare talmente tanto che non hai avuto tempo per le materie scolastiche” disse mio padre ridendo.

Esatto” risposi io indicandolo con la forchetta che avevo in mano.

A proposito di studiare...” disse mia madre.

Si?” Ero preoccupata.

Quando hai intenzione di fare tutti i compiti?”

Io?” chiesi.

No, Spek. Certo! Chi se no?” disse lei.

Li farò. Non ti preoccupare.”

Mi preoccupo invece!”

 

Dopo cena mi sedetti sul divano aspettando l'inizio del film.

Ah papi?” lo cercai con lo sguardo.

Si?” disse affacciandosi dalla porta della cucina.

Martedì, quando arriva Niall, posso andare all'aeroporto?”

Anche?”

Ti preeeeeegooooo” lo scongiurai facendo gli occhi da cucciolo.

Non lo so” disse incerto. “Tu cosa ne pensi?” chiese a mia madre.

Deve ancora fare i compiti e userà quel tempo per farli” disse lei alzando la voce per farsi sentire al di sopra dell'acqua.

Ancora con sti compiti ce l'aveva?! E che palle!!!

Mi alzai dal divano per rincorrere mio padre che stava salendo le scale.

Ti prego, ti prego, ti prego, ti prego, ti preeegoooo” mi misi in ginocchio con il labbro smonco e gli occhi da cucciolo. Feci finta di asciugarmi una lacrima...

E va bene” disse sconfitto.

SIIII” dissi urlando alzandomi in piedi.

Ma solo se inizi a fare i compiti. Adesso!” disse puntandomi un dito contro.

Volo” gli risposi dirigendomi già verso la mia camera.

Arrivata, aprii l'armadio e ne tirai fuori uno dei tanti libri che dovevo studiare. Aveva quasi la polvere. Avete presente come nei film che ci soffiano sopra per pulirli dalla polvere? Dovetti fare lo stesso, quasi.

Mi sedetti sul letto e lo aprii. “Storia” uno peggiore non potevo prenderlo... Iniziai a leggere.

Poco dopo arrivò Spek che salì sul letto e appoggiò il muso nero e bianco sulla mia pancia.

Ehi bello” dissi iniziando ad accarezzarlo. “Hai visto cosa mi tocco fare per quel ciccione del mio migliore amico?”

Lo guardai e ricambiò il mio sguardo con quegli occhioni neri.

Eeeehhhh già. Vuoi studiare tu al mio posto?” gli chiesi. Per tutta risposta chiusi gli occhi.

No è?”

Così continuai a leggere e contemporaneamente a coccolare Spek che si era addormentato. Poco dopo seguii il suo esempio e mi appisolai anche io.

 

 

DUE GIORNI DOPO... =)

 

Jesy svegliati!” disse mia madre.

Aprii un occhio che mi permise di vedere il grembiule rosso a quadretti bianchi di mia madre.

Ancora cinque minuti” risposi con la voce roca e impastata a causa del sonno, girandomi dall'altra parte.

Dopo cinque minuti...

Jesy, sono passati cinque minuti. SVEGLIA!”

Uhmm”

Fai come vuoi. Tanto sei te quella che arriverà in ritardo all'aeroporto” disse uscendo da camera mia.

Aspetta un attimo! Aeroporto? Aeroporto = Niall. No, non posso arrivare in ritardo.

Sono sveglia” gridai tirandomi seduta di colpo. La luce era talmente forte che mi costrinse a richiudere gli occhi. Piano piano ne aprii uno alla volta per abituarmi. Sorrisi al pensiero che fra poco avrei rivisto Nialler. Mi misi a posto i capelli e guardai l'ora. 10.25.

Mamma, ma non sono in ritardo! Devo andare là per le due”dissi visibilmente scocciata.

Lo so era per farti svegliare” urlò mia mamma dal piano di sotto.

Sbuffando mi sdraiai nuovamente. Appoggiai le mani sugli occhi per diminuire l'intensità della luce.

Sentii il telefono vibrare sul comodino così lo presi in mano.

Stiamo salendo sull'aereo adesso. Ci si vede fra qualche ora. xNiall”

Sorridi leggendo il messaggio. Non vedevo l'ora di abbracciarlo.

 

Erano le 12.30 e io mi salii in camera per prepararmi.

Aprii l'armadio e ne tirai fuori un paio di jeans corti e una canottiera azzurra. Mi truccai leggermente e infilai le mie converse bianche. Tutto questo senza smettere di sorridere.

Infilai il cellulare in tasca e uscii.

 

Camminavo sul marciapiede tirando dei calci a qualche sassolino qua e là. Il sole era cocente. Alzai un attimo lo sguardo con la mano posta sugli occhi per osservare il cielo. Neanche una nuvola. Solo un sole che spaccava le pietre.

Mullingar è un paesino piccolo e quando ci sono le vacanze, soprattutto a Luglio e Agosto si svuota. Io ero l'unica forma di vita, in quel momento. L'unica che camminava per strada. L'unica cogliona che non era al mare.

Mi guardavo a destra e a sinistra in cerca di qualche essere vivente. Il risultato? Una povera vecchietta seduta in giardino con un ventaglio in mano e il suo gatto in grembo. Mi sorrise e io ricambiai. Oltre a lei, il nulla!

Che tristezza, ragazzi” mormorai tra me e me.

Arrivai poco dopo alla piazza principale.

Per piazza principale si intende uno spiazzo rotondo con al centro una fontana. Tutto intorno ci sono alberi, campi, alberi e campi.

Attenzione, signore e signori!!! Una forma di vita!!! Una capra che pascola!!!Un applauso per aver trovato un essere vivente!!!

A parte questo... Gli edifici tutti intorno sono di colore beige e la bandiera irlandese sventola, o meglio dovrebbe sventolare ma visto che non c'è vento è ferma, davanti all'entrata del comune.

Io entro in un edificio lì vicino a comprare i biglietti dell'autobus che mi avrebbe portato in aeroporto.

Quando spingo la porta la campanella suona e la proprietaria alza gli occhi dal giornale che era intenta a leggere.

Ciao Sally” la saluto.

Jesy” risponde riponendo il giornale nel cassetto.

Mi serve un biglietto per andare all'aeroporto e due per tornare” dissi appoggiandomi al bancone.

Lei si girò e prese i tre biglietti.

Ecco” disse porgendomeli “Vai a prendere Niall?”

Già” le risposi porgendole i soldi.

I BF di nuovo riuniti. La città almeno si animerà un po'”

Sorrisi alle sue parole.

Ci si vede” le disse uscendo.

Salutami Niall”

Certo” le risposi poco prima che la porta si chiudesse.

Come ho detto prima, Mullingar è un paese molto piccolo. Ci conoscevamo tutti.

Attraversai la piazza per arrivare alla strada principale e sedermi alla fermata dell'autobus.

Guardai la strada. Anche qui vuoto totale.

Questa strada non attraversava il paese, ci passava di lato. Sul lato opposto dal quale mi trovavo io c'erano solo campi e qualche lago ogni tanto.

Un leggero venticello mi scosse i capelli. Chiusi gli occhi assaporando quegli attimi di freschezza. Inizia a muovere la gamba avanti e indietro ascoltando gli uccellini cinguettare. Qualche minuto dopo riaprii gli occhi per osservare il punto da cui avevo sentito provenire un rumore. Era il pullman.

Mi alzai poco prima che si fermasse davanti a me. Le porte si aprirono e subito la voce di Michael mi salutò.

Sei la prima che sale oggi” mi disse mentre mi osservava timbrare il biglietto.

Immagino” risposi sedendomi.

Dove vai?” mi chiese mentre partivamo.

All'aeroporto per prendere...”

Niall immagino”

Esatto, lui” sorrisi.

Osservavo le case farsi sempre più rare e la campagna coprire sempre di più il paesaggio. Tutto scorreva veloce intorno a me.

Arrivai in poco tempo. Michael aveva saltato tutte le fermate, visto che nessuno aspettavo e alle 13.15 ero già in aeroporto.

Allora, alle 13.15 arrivai in aeroporto, ma trovai il posto giusto dove avevamo deciso di incontrarci solo alle 13.55.

Osservai il numero sopra le porte. A15.

Finalmente” sussurrai.

Era vuoto, deserto pure l'aeroporto e per questo non avevo potuto chiedere informazioni a nessuno e mi ero persa. Diciamolo, il mio senso dell'orientamento era pari a quello della capra che avevo visto prima a Mullingar.

Mi avvicinai all'entrata, estrassi il cellulare dalla tasca e, tutta convinta, mi appoggiai alla porta.

Pochi attimi dopo questa si aprì e io feci un volo all'indietro beccandomi una sederata.

Meno male che non c'è nessuno” fu la prima cosa che pensai. Sentivo però qualcuno ridere, così girai la testa e vidi una coppia di ragazzi che mi osservavano ridendo, gli unici in tutta la struttura.

Proprio adesso questi due dovevano arrivare? Proprio adesso che sono caduta?” pensai.

Se volete prendere qualche lezione per fare figure di merda con stile, venite da me. Sono un'esperta in questo.

Si, si ridete pure. Ridete che la mamma ha fatta i gnocchi” dissi loro puntandogli il cellulare contro. Questi mi guardarono straniti e poi uscirono. Uno di loro continuava a guardarmi. Avrei voluto dirgli: “Che minchia guaddi?” ma non lo feci per mantenere un po' di dignità.

La solita cogliona te, è?” disse qualcuno dietro di me. Avrei riconosciuto quella voce tra mille, anzi no, tra un milione.

Sorridendo come un ebete mi alzai da terra e gli corsi in contro. Fece in tempo ad appoggiare la chitarra per terra prima che gli saltai addosso aggrappandomi alle sue spalle e stringendo le mie gambe intorno alla sua vita. Lui rideva e io lo stesso.

Scimmia scendi”

Mi staccai da lui solo per scendere e poi lo abbracciai nuovamente. Sarei rimasta così per sempre. Sentivo il suo profumo. Lui mi strinse forte e iniziammo a dondolare a destra e a sinistra. Quando finalmente ci staccammo si avvicinò a me. I suoi capelli mi solleticarono la pelle prima che le sue lebbra si posassero delicatamente sulla mia guancia.

Come va scimmia?” mi chiese scompigliandomi i capelli.

Ora bene” risposi.

Stavo bene, anzi no, benissimo perché c'era Niall con me.



#Spazio autrice
Allora, ho deciso di aggiornare un po' prima perchè ho visto che la storia la seguite in molti anche se le recensioni sono un po' pochine... 
Ringrazio chi ha recensito ♥
Comunque, come vi pare questo capitolo? Finalmente Niall e Jesy sono nuovamente insieme. Dal prossimo capitolo ne vedrete delle belle!!!

Baci e al prossimo capitolo ♥♥♥

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Capitolo 3
*** Io non ho sette vite!!!! ***


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3. IO NON HO SETTE VITE!!!!

 

 

Raccolse la sua chitarra da terra e poi mi guardò.

Tu devi raccontarmi un bel po' di cose, caro Niall” dissi indicandolo, riferendomi a Liz.

Si, si certo come no” disse lui porgendomi la valigia.

Si, si certo come no lo dici a tua sorella!” dissi. Poi spostai lo sguardo sulla valigia che mi stava porgendo. “E non ti aspettare che la porti io”

Tu portala e io ti racconto tutto” sorrise.

Sbuffando afferrai il manico blu scuro.

Questo è un ricatto” dissi alzando la voce per farmi sentire da lui che stava già uscendo.

A casa mia è un compromesso”

Lo raggiunsi e insieme ci incamminammo verso l'uscita.

 

Con molte difficoltà nel fare i gradini con la valigia, che tra l'altro pesava un quintale, arrivammo finalmente a Mullingar.

I suoi erano già arrivati da un pezzo, ma io non li avevo ancora visto perchè erano usciti da un'altra parte così li salutai.

Sua mamma, Maura, mi stritolò letteralmente.

Niall non la smetteva più di parlare di te in aereo. Meno male che adesso siete di nuovo insieme, così ce lo levi un po' di torno”

Grazie mamma. Sempre gentile” ringraziò il biondo dalla cucina. Sicuramente stava mangiando. Maura sorrise.

Mamma ma con chi parli?”

Greg, scese le scale. “Jesy!!!” disse aprendo le braccia invitandomi in un abbraccio. Mi avvicinai a lui e mi tuffai tra le sue braccia.

Mi pareva di avere sentito una voce fastidiosa” disse.

Simpatico” gli risposi io.

Greg, piantala” disse Niall uscendo dalla cucina con in mano una ciotola piena di gelato “Così me la consumi” protestò. “E' la mia migliore amica non la tua”

Tu invece se continui a mangiare così ti abbraccerà molto più spesso perchè sarai bello morbido” rispose Greg.

Niall gli puntò un cucchiaio pieno di gelato contro, come per avvertirlo, poi iniziò a parlare: “Stai attento che...”

Non riuscì a finire la frase che il gelato sul cucchiaino cadde a terra.

NIALL!” urlò sua madre. “Ora pulisci”

Io e suo fratello iniziammo a ridere fino alle lacrime. Era uno spasso vedere Niall con le salviette inginocchiato per terra a pulire il pavimento.

A casa mia c'è bisogno di qualcuno che faccia le pulizie” dissi ad un certo punto “Ti pago”

Per tutta risposta mi fulminò con lo sguardo e alzò il dito medio nella mia direzione. Tutto questo con un sorriso forzato. Io gli risposi con una linguaccia.

 

Quando Maura aveva constatato che il pavimento era lucido, più brillante che uno specchio, io Niall uscimmo.

Mamma mia, veramente sembra un paese fantasma!” disse guardandosi in giro. “Non c'è anima viva”

Che ti avevo detto!” dissi ridendo. Mi fermò di colpo.

Che c'è?” gli chiesi.

C'è troppo silenzio. Sono sicuro che è la quiete prima della tempesta. Stanno organizzando un attentato!” disse tutto convinto. “Ti proteggerò. Sono l'agente 007”

Lo guardai con gli occhi spalancati. Faceva sul serio???

007? Semmai 00fette di marmellata” dissi ridendo.

Iniziò a fare lo scemo, imitando gli agenti segreti. Ad ogni muro si bloccava e mi faceva segno di stare in silenzio e mi diceva che doveva controllare se ci fossero pericoli in agguato. Poi si avviava prima di me e poco dopo urlava “LIBERO” come nei film polizieschi. Che cretino.

La quarta volta di questa pagliacciata mi chiamò.

Jesy!” sussurrò.

Arrivo”

Shht” mi rimproverò per aver parlato ad alta voce. “Guarda la” disse indicando la signora col gatto che avevo visto anche io mentre andavo all'aeroporto.

E quindi?” dissi io.

Scommetto che è una spia” disse lui annuendo alle sue stesse parole.

Niall ma cosa hai bevuto oggi?” gli chiesi ridendo.

Sono in servizio. Non posso bere” disse per poi lanciarsi a terra rotolando.

Horan! Ma cosa fai?!” dissi ridendo.

Shht” mi rimproverò ancora mettendosi un dito sulle labbra. “Sta dormendo. Non svegliamola, potrebbe far esplodere una bomba.”

Continuò a rotolare lungo il marciapiede. Se ci fosse stato qualcuno mi sarei sotterrata. Non è una casa normale!!!

Arrivò fino al giardino della vecchietta poi si girò facendomi segno di avvicinarmi. Seguii le sue indicazioni divertita. Mi avvicinai a lui e quando mi fermai lui ricominciò a rotolare. Pochi giri e toccò con il piede la canna dell'acqua che si aprì. Pochi secondi e... acqua ovunque. Acqua sul prato, sugli alberi, sulla vecchietta che si svegliò di soprassalto, su Niall ancora sdraiato per terra, su di me e sul gatto della signora che spaventato dall'acqua saltò sull'albero più vicino. Corsi a chiudere la pompa. Per pochi secondi ci fu silenzio poi scoppiammo a ridere. Anche la vecchietta. Meno male che non era arrabbiata.

Niall si inginocchiò davanti alla signora con le mani a mo' di preghiera e iniziò: “Le chiedo umilmente perdono. Io non volevo, veramente sono disilato”

Si dice desolato” lo corressi io. Mi ero dovuta sedere a terra a causa delle tante risate.

E' uguale” disse lui. “E non mi interrompere” detto questo si rigirò e chiese: “Come posso fare per farmi perdonare”

La signora iniziò a ridere poi disse: “Fai scendere il mio gatto dall'albero”

Bene è facile” disse lui alzandosi da terra.

Come si chiama?” chiese indicando il povero gatto spaventato.

Bobo”

Bobo, scendi bello. Vieni dallo zio Niall”

Il gatto niente. E io ridevo come una matta.

Bobo, Bobino?” lo chiamò lui con un voce stupida.

Io iniziai ancora di più. Avevo i crampi alla pancia.

Perchè nei film funziona sempre?” chiese per poi avvicinarsi al tronco rimboccandosi le maniche della camicia.

Si arrampicò, con qualche, anzi molte difficoltà ma si arrampicò. E riuscì anche a far scendere Bobo.

Il problema adesso non era il gatto... era lui!

Ora chi mi fa scendere a me?” chiese infatti guardandomi speranzoso. Era aggrappato ad un ramo come fosse la sua unica salvezza. “Io non ho sette vite! Aiutooooooo!” iniziò a gridare.

Com'è finita? Sono dovuta andare a chiamare suo fratello che lo ha aiutato a scendere.

Ringrazia il cielo” gli disse Greg “Non mi sarei sorpreso se il ramo si fosse spezzato sotto il tuo dolce peso. Con tutto quello che mangi!”

Io iniziai a ridere e Greg si beccò un pugno sul braccio da parte del biondo.



#Spazio autrice
Holaaaaa.... Rieccomi con un nuovo capitoloz ♥♥♥
Come vi sembra? A me sembrava divertente e carino, per voi??? Grazie mille per seguire così in tante la mia storia, grazie veramente ♥♥♥ 
Lasciate una recensione... accetto anche critiche per migliorare sempre di più!!!!

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Capitolo 4
*** E' solo un sogno... ***


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4. E' solo un sogno...

 

 

 

 

Il panorama era diviso in due colori. L'azzurro del cielo interrotto a tratti dal colore bianco delle nuvole, le quali formavano disegni bizzarri. E poi il verde dei campi, interrotto solo dai colori sgargianti dei fiori estivi. Faceva caldo.

Io e Niall ci eravamo sdraiati in mezzo al campo. Lo guardavo. Aveva gli occhi chiusi e le mani intrecciate dietro la nuca. Un leggero venticello gli scompigliava i capelli biondi. Notavo ogni piccola parte del suo volto. Seguivo con lo sguardo i suoi tratti e cercavo di memorizzarli, come a farci una foto. Era bellissimo, più del solito.

Sorrise, forse perché si era accorto del mio sguardo insistente.

Perchè mi osservi?”disse aprendo i suoi occhioni azzurri. Io mi ci persi dentro. Notavo ogni piccola sfumatura. Quel colore che prima definivo solo azzurro, mi resi conto che era formato da migliaia di sfumature. Dal colore più chiaro e quello più scuro.

L'azzurro fu l'ultima cosa che vidi poi....

 

DRIIINNN, DRIIINNN

Mi rigirai tra le coperte ancora assonnata. Cercavo la causa del quel suono, quel maledetto suono che mi aveva svegliata. Tastai il comodino facendo cadere alcuni fogli, alcune foto e una bottiglietta d'acqua che rotolò a terra.

Dove cazzo è?” imprecai sottovoce. Colui che mi aveva chiamato riattaccò e il silenzio calò nuovamente nella mia stanza.

Ricercai sul comodino ancora una volta per vedere e mandare a quel paese chi aveva disturbato il mio sonno. Ma l'unica cosa che vi trovai fu il legno freddo. Guardai la sveglia sulla quale a caratteri cubitali rossi era segnata l'ora. 00.02

Il telefono ricominciò a suonare e solo allora mi ricordai che si trovava sotto le coperte.

Lo presi e guardai lo schermo illuminato.

Niall?” mormorai prima di accettare la chiamata.

Stai dormendo?” mi chiese appena messo il cellulare all'orecchio.

Prima. Se parlo mi sa che sono sveglia” dissi con la voce impastata dal sonno.“Dimmi che hai una buona ragione per chiamarmi a quest'ora della notte?” gli chiesi.

Che bella risposta” disse lui bisbigliando “Il tuo migliore amico rimane sveglio fino a mezzanotte per farti gli auguri e tu lo ringrazi così? Brava è!”

Ah ok” dissi io.

Ah ok? Ma hai capito cosa ho detto?” mi chiese.

Mormorai qualcosa di incomprensibile mentre meditavo sulle sue parole. Aspetta... Mezzanotte? Auguri?

Mi alzai quel tanto che bastava per guardare il calendario appeso sopra la testata del letto. Il tredici agosto era segnato con una x e il giorno dopo cerchiato con un faccina sorridente. Quattordici Agosto... il mio compleanno.

Ah” dissi io poco dopo “Mi hai chiamato per farmi gli auguri”

Ahhh ci sei arrivataaa” disse lui. “Il tuo cervello elabora informazioni molto lentamente a quest'ora”

Sapevo che stava sorridendo.

Scusa è che ho sonno, mi hai appena svegliata” dissi io.

Davvero? Non me ne ero reso conto!” disse lui con tono ironico.

Iniziò a blaterare. Parlava del suo gatto e di sua madre che aveva cucinato la pizza e di quanto era stronzo suo fratello. Fu interrotto dal suono di un tuono che fece vibrare le tapparelle.

Hai sentito?” mi chiese.

Si” gli risposi.

Sono gli angeli che ti vogliono fare gli auguri” disse.

Sorrisi al pensiero della cavolata che aveva sparato. In realtà un angelo che mi aveva fatto gli auguri c'era. Era lui, il mio angelo, che continuava a parlare di cose che io non stetti ad ascoltare.

Raccolsi la bottiglietta dal pavimento gelido. Osservai l'acqua muoversi dentro la plastica. Oscillava. Un po' su e un po' giù. Un vortice trasparente. Continuavo a pensare al sogno che avevo fatto. Mi era già capitato di sognare Niall, ma mai così. Era qualcosa di nuovo, di diverso.

Ti ho sognato, sai?” dissi ripensando al sogni di poco prima interrompendo i suoi discorsi.

Ah.. ci sono molte ragazze che mi sognano, non sei la prima che me lo dice”

Ah certo contaci, l'importante è essere convinti”

No dai seriamente” gli dissi “Eri diverso”

Come diverso?” mi chiese incuriosito.

Non lo so. Cioè tu non eri diverso, io ti guardavo diversamente” risposi.

Non lo so” disse concentrato.

E' solo un sogno” disse dopo pochi secondi di silenzio. “Ora vado, se no domani chi si alza più”

Ok, ciao” lo salutai.

Dai non ci pensare... era solo un sogno” disse lui chiudendo la chiamata.

Solo un sogno...” bisbigliai per convincermi. Non ero sicura. Era qualcosa di più.

Osservavo il cielo nero. Avvicinai la bottiglia all'occhio e ci osservai dentro. Vedevo solo una massa indistinta di colori. Era tutto confuso. Compresa me.

Il cielo fu squarciato da un fulmine seguito a ruota da un tuono. Pochi secondi e la pioggia iniziò a cadere. Mi era sempre piaciuta la pioggia. Quando sono triste la aspetto sempre per non piangere da sola. Il suono è rilassante, quasi una melodia.

Una folata di vento fa gonfiare le tende bianche che diventano come le vele di una nave. L'aria arriva fino a me scompigliandomi i capelli. Sento qualche goccia di pioggia cadere sul pavimento.

A fatica mi alzo dal letto per andare a chiudere la finestra. Lì resto ferma qualche secondo ad annusare l'odore di pioggia mischiato all'erba tagliata da mia padre la mattina precedente. Chiudo gli occhi e mi lascio bagnare il viso da qualche goccia, poi afferro la maniglia e chiudo la finestra. Vedo qualcuno muoversi nella casa vicina. Niall. Indossa una canotta bianca e dei pantaloni della tuta neri. I suoi capelli sono tutti scompigliati. Anche così era bellissimo.

Anche lui mi vede e sorride. Mi saluta e mentre io ricambio mi manda un bacio volante. Faccio segno di prenderlo e di metterlo in tasca. Sorrido. Abbiamo sempre fatto così, tutte le volte che entrambi eravamo alla finestra.

Tiro le tende e mi dirigo verso il letto. Quando mi sdraio mi accorgo di una cosa. Il mio cuore batte forte, più veloce del solito. Appoggio la mano sul petto e sento dei battiti irregolari.

Perchè?

Mi rannicchiai nel letto e, cullata della pioggia e dai battiti del mio cuore, mi addormentai.



#SPAZIO AUTRICE

Ciaooo ragazzeee...
Allora vi devo ringraziare per seguire così numerose la mia storia ♥
Vi avviso già che d'ora in avanti fino alla fine di Giugno ci metterò un po' di più ad aggiornare, perchè gli esami si avvicinano e devo studiare (Purtroppo) 
Anyway...
Come vi è sembrato questo capitolo??? 
Io trovo che Niall sia stato molto carino ♥ e lei alla fine??!! Cosa succederà??

Se lasciate una recensione vi regalo un biscotto =)

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Capitolo 5
*** When You Say Nothing At All ***


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5. When you say nothing at all

 

 

 

 

 

Non saprei dire se a svegliarmi fu il rumore del temporale o la lingua di Spek sulla mia guancia. Forse, decisamente, la seconda.

Che minchia fai Spek?”

Le parolacce, come avrete notato, sono una delle poche cose che non mancano mai al mio risveglio, per un motivo o per un altro.

Spinsi il muso del mio cane ciccione lontano dalla mia faccia. Diciamo che svegliarsi e ritrovarsi il muso di uno stupido cane pulcioso in faccia non era molto bello. Lui però non ne voleva sapere di scendere dal mio letto, anzi, continuava a leccarmi.

Spek smettila!” gridai. Niente. Io mi chiedo: “Solo io ho un cane così deficiente??”

Jesy, calmati” la voce di mia madre mi raggiunse. “Vuole solo augurarti buon compleanno”

Si e da quando sa del mio compleanno? Possibile che non mi lasciate mai in pace??”

Lei sbuffò poi preso Spek e lo posò sul pavimento. Si sedette sul letto e iniziò a spostarmi i capelli.

La mia bambina oggi compie 16 anni” disse con voce stupida, come quella che si usa per parlare con i bambini piccoli.

Esatto 16 anni, non 16 mesi”

Sei già così grande” disse incominciando a toccarmi la faccia. Quale parte della frasepossibile che non mi lasciate mai in pace non capisce? Parlo latino? Greco magari? No, fenicio?

Iniziai a muovere le mani per farla spostare emettendo versi strani, tipo trasformazione di non so cosa...

Me ne vado, me ne vado” disse alzandosi dal mio letto e uscendo, finalmente, dalla mia camera. “Se scendi facciamo colazione tutti assieme”

Con la velocità di un bradipo mi alzai dal letto e mi cambiai.

Che palle, piove ancora.” dissi guardando fuori. Si mi piace la pioggia, ma volevo festeggiare andando al lago a fare un bagno. Addio ai miei piani, niente bagno...

In tipo mezzora ero pronta. Scesi le scale come le scende un nonnetto di novant'anni.

La vecchiaia inizia a farsi sentire” disse mio padre dirigendosi verso di me “Auguri piccola”

Mi abbracciò. Mi piaceva abbracciarlo, era morbido. Forse a causa di quei chiletti di troppo sulla pancia.

Facemmo colazione insieme, compreso Spek che continuava a rompere le palle per mangiare anche lui un po' di bacon, poi aprii i regali o meglio dovrei dire il regalo. Era un piccolo pacchetto verde a pois rosa. Aprii la scatolina e ne estrassi un anello. Era dorato e aveva il segno della chiave di violino.

Grazie” dissi “Era quello che volevo”

Andai ad abbracciare i miei genitori. A volte erano dei rompi palle ma volevo loro un gran bene.

 

Ero in camera mia a fare i compiti, (Già, pure al mio compleanno sono costretta in questo stato...)

quando il cellulare vibrò.

Ciao cucciola. Ti va se andiamo a fare un giro al lago? Giusto per festeggiare il tuo compleanno”

Sorrisi.

Si, certo. Cinque minuti e scendo :)”

Chiusi il libro di storia e mi preparai. Jeans blu scuro e canotta grigia. Mi guardai allo specchio.

Però di grigio c'è già il cielo” pensai.

Canotta gialla. “Così va meglio”

Ricapitolando. Jeans scuri, canotta gialla, vans dello stesso colore, ombrellino rosso a portata di mano e via...

Scesi le scale di gran carriera avvisando che sarei tornata in tempo per la festicciola che aveva organizzato mia madre. Festicciola?! Si può chiamare così un incontro con ultra ottantenni?

Comunque... uscii di casa aprendo ombrello.

Ci misi pochi secondi a trovarlo. Era lì, sotto un ombrellino blu scuro, appoggiato al muretto del giardino. Quando mi vide sorrise e io lo stesso. Era una cosa automatica, sorride lui sorrido anche io.

Grazie per avermi fatto gli auguri, stanotte” lo ringraziai.

Ma ti pare?! Per me è un piacere. Lo sai che farei di tutto per te” disse abbracciandomi forte, per quanto gli permetteva l'ombrello.

Adesso andiamo se no va a finire che ci bagniamo tutti”

 

Avevamo avuto qualche difficoltà ad entrare nella nostra grotta. Si trovava lungo la riva del lago vicino a Mullingar. Prima di riuscire ad entrarci però bisognava passere sopra a delle rocce, che con la pioggia erano molto scivolose. Eravamo gli unici a sapere di quel posto, ed era quello a renderlo magico.

Avevamo appoggiato gli ombrelli vicino all'entrata, noi, invece, ci eravamo seduti sui dei cuscini che una volta avevamo portato. Passavamo lì interi pomeriggi così avevamo deciso di passarli in modo comodo oltre che divertente.

Niall lasciava sempre lì una chitarra in modo da non doverla portare avanti e indietro tutte le volte. Sapeva che adoravo quando suonava e quando cantava, così prese la chitarra e disse: “Oggi ci sarà un concerto solo per lei signorina”

Incrociai le gambe e lo guardai accordare la chitarra. Osservavo ogni suo piccolo movimento. Da come sbatteva le palpebre a come respirava.

La maglia blu scuro aderiva in modo perfetto su di lui. Tutto ciò che riguardava lui era perfetto. Punto.

Mi lanciò un rapido sguardo.

Perchè mi fissi?”

I suoi occhi azzurri mi fissavano. In confronto a suo occhi i miei non erano niente.

Abbassai lo sguardo e iniziai a giocare con l'anello a chiave di violino.

Avrei voluto dirgli che stavo contando quante volte sbatteva le palpebre, che stavo ammirando il suo modo di muovere le mani per accordare la chitarra, che avrei saputo dirgli quanto durava ogni suo respiro, ma non lo feci.

Così” fu l'unica cosa che riuscii a dire. Sorrise e io cercai di memorizzare ogni piccola parte del suo volto. Stava cambiando qualcosa tra di noi.

Ecco fatto” disse “Pronta?”

Annuii.

Iniziò a muovere le mani sulle corde.

Riconobbi subito la melodia di When You Say Nothing At All di Ronan Keating.

Adoravo quella canzone, parlava di un rapporto speciale, come quello che legava noi due.

It’s amazing how 
you can speak right to my heart 
without saying a word 
you can light up the dark 
try as I may, I can never explain 
what I hear when you don’t say a thing

 

E’ incredibile come tu riesca

quello che sento quando non dici niente”

a parlare direttamente al mio cuore

senza dire una parola

riesci ad illuminare il buio

per quanto ci provi non riuscirei mai a spiegare

Già dalle prime parole il mio cuore iniziò a battere più forte. E' l'effetto che mi fa la sua voce, è l'effetto che mi fa lui.

The smile on your face 
lets me know that you need me 
there’s a truth in your eyes 
saying you’ll never leave me 
the touch of your hand says 
you’ll catch me wherever I fall 
you say it best 
when you say nothing at all”

 

Il sorriso sul tuo volto

mi fa capire che hai bisogno di me

c’è una verità nei tuoi occhi

che dice che non mi lascerai mai

il tocco della tua mano dice

che mi prenderai ogni volta che cadrò

e lo dici ancora meglio

quando non dici una parola “

Si Niall, ho bisogno di te. Ti rialzerò ogni volta che cadrai ma ho bisogno che anche tu faccia lo stesso. Tienimi stretta e non mi lasciare. Mai.

All day long I can hear 
people talking out loud 
but when you hold me 
near you drown out the crowd 
try as they may they can never define 
what’s been said 
between your heart and mine”

 

Tutto il giorno sento

la gente parlare ad alta voce

ma quando mi stringi a te

soffochi il rumore della folla

per quanto ci provino

non riescono a capire

cosa si dicono i nostri cuori”

E' vero, loro non capiscono quello che c'è tra di noi, quello che provano i nostri cuori. Se devo essere sincera, in questo ultimo periodo, neanche io ci riesco. Non riesco più a capire quello che voglio, non capisco più quello che provo. Ti prego, aiutami a capire...
“The smile on your face 
lets me know that you need me 
there’s a truth in your eyes 
saying you’ll never leave me 
the touch of your hand says 
you’ll catch me wherever I fall 
you say it best 
when you say nothing at all”

 

Il sorriso sul tuo volto

mi fa capire che hai bisogno di me

c’è una verità nei tuoi occhi

che dice che non mi lascerai mai

il tocco della tua mano dice

che mi prenderai ogni volta che cadrò

e lo dici ancora meglio

quando non dici una parola “

 

Finì la canzone e mi guardò.

I miei occhi erano lucidi.

Sorrise. Automaticamente lo feci anche io.

Comunque non era il mio regalo” disse infilando una mano in tasca. “Questo lo è”

Mi porse una piccola scatola blu chiusa con un filo sottilissimo dorato. Tirai il filo e aprii il coperchio.

Era una collana a forma di cuore con un infinito nel centro.

E' per simboleggiare la nostra amicizia” disse “Ti piace?”

Non risposi. Solo presi la collana tra le dita e la rigirai.

Se non ti piace si può anche cambiare”

Lo guardai.

E' stupenda” dissi. Come chi me l'ha regalata avrei voluto aggiungere, ma non lo feci.

Mi aiuti a metterla?”

Certo”

Si mise dietro di me e mi spostò i capelli. Il suo respiro sulla pelle mi fece venire i brividi. Sentii l'acciaio freddo della collana toccarmi il collo. Guardai il ciondolo. E' per simboleggiare la nostra amicizia aveva detto. Forse avrei voluto che simboleggiasse qualcosa di più...

Ma cosa sto dicendo? Lui è il mio migliore amico, niente di più!”pensavo cercando di convincermi. Ma come si dice al cuor non si comanda. E io non potevo nascondere quello che provavo. Sì, avrei voluto che fosse qualcosa di più.

Lo abbracciai e lui ricambiò nel modo in cui solo lui sapeva fare. Sentivo il suo profumo e il suo respiro sui capelli. Il cuore mi batteva talmente forte che avevo paura che lo sentisse anche lui. Ma non mi interessava. Non mi sarei mai sciolta da quell'abbraccio.

Ti voglio bene Niall”

Anche io ti voglio bene Jesy.” disse “Sei la mia migliore amica”

Già. Solo la sua migliore amica...

#SPAZIO AUTRICE

Lo so, lo so, avevo detto che non avrei aggiornato per un po' di tempo però eccomi qui, e anche dopo poco....

Ieri mi è venuta in mente questa idea per il capitolo e, avendo trovato un po' di tempo, mi sono messa a scrivere e questo è il risultato....

Che ne pensate???

Sono curiosa di sapere il vostro parere perché è uno dei miei capitoli preferiti, quello che da una svolta alla storia...

Jesy capisce di essere innamorata di Niall e lui, invece la vede solo come una migliore amica...

Vedrete che dai prossimi capitoli le cose per la nostra protagonista saranno più difficili da affrontare e sentimenti sempre più difficili da nascondere...

Basta, vi ho già detto troppo, non voglio svelarvi nient'altro...

 

Un ringraziamento a tutte coloro che hanno aggiunto la storia nelle preferite/seguite/ricordate, siete fantastiche.. tutte quante...

Un Bacio e al prossimo capitolo

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Capitolo 6
*** Nero ***


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6. Nero...

 

 

 

 

 

Mi guardai allo specchio.

Sei bellissima tesoro” disse mia madre emozionata. Cosa ci trova di emozionante in un vestito lo sa solo lei.

A me non piace”

Mi girai più volte ammirando la mia immagine, schifosa, riflessa.

Ti sta benissimo” continuò lei. Non ne ero sicura. Continuavo a guardarmi. Il vestito blu elettrico mi fasciava fino a metà coscia e mi stringeva tantissimo la pancia. Delle perline argentee erano poi cucite lungo la scollatura. L'abito in sé non era brutto, ma su di me lo era.

Indossavo delle ballerine delle stesso colore delle perline. E avevo i capelli legati in una treccia a lisca di pesce che scendeva sulla mia spalla sinistra. Portavo degli orecchini pendenti con i cuori e la collana di Niall.

Dai, sei bellissima.”

Bha tanto è una stupida “festa” tra parenti.”

Non è stupida, è una cosa importante” mi rimproverò lei.

Come vuoi tu” le risposi dirigendomi in bagno per truccarmi. Misi giusto un filo di matita e del mascara. Mi guardai allo specchio e sospirai “Jesy, preparati per l'inferno degli ottantenni”

 

Aprii la porta che dava sul giardino sul retro. Sul prato c'erano due tavoli già belli e apparecchiati con tovaglie a fiori, orrende, scelte sicuramente da mia nonna. Dei festoni pendevano da un albero all'altro e mio padre era già posizionato davanti al barbecue.

Vai in sala, i nonni staranno per arrivare” disse mio papà. Fece in tempo giusto a finire la frase che il campanello suonò. Andai ad aprire.

Tesoro miooooo” disse saltandomi al collo mia nonna. Non mi sarei mai aspettata un salto così energico da un'ottantenne...

Ma come sei cresciuta” continuò lei “E sei diventata così bella”

Iniziò a pizzicarmi la guancia. Ma che forza ha!?

E il fidanzatinooo, dimmi, ce l'hai?”

Fidanzatino... non ho mica due anni!

No, nonna” dissi staccandomi dalla sua presa di ferro. Mi massaggiai la guancia. Ancora qualche secondo e me l'avrebbe staccata.

Mio nonno, invece, un uomo tranquillo, di quelli che leggono tutto il giorno, mi salutò con un bacio e poi se ne andò in giardino. Almeno lui aveva capito che non dovevano torturarmi.

Verso le otto e mezza tutto i parenti erano arrivati. C'era zia Sasha, il membro più giovane della mia famiglia nonostante i suoi 50 anni. Poi c'era zio Luke, zio Mark, zai Cecilia, i nonni e altre persone che non mi ricordavo di avere mai visto. Quelli che ti si piazzano davanti, ti osservano, ti dicono che sei cresciuta tanto e poi ti chiedono se ti ricordi di loro. Ma io non ti ho mai visto in vita mia!!!!!!!

Comunque, iniziammo la festicciola mangiando. Il barbecue di mio padre era veramente pessimo e il bello era che tutti si complimentavano per le squisitezza del suo cibo... Ma vi riprendete??

 

Sorseggiavo la coca avvolta nei miei pensieri quando un movimento catturò la mia attenzione. Sorrisi. Era Nialler affacciato alla finestra che si bracciava per farsi vedere. Lo salutai alzando la mano.

Alleluia” mimò sulle labbra. Gli feci la linguaccia. Cercò di dirmi qualcosa, ma non capii.

Cosa?” chiesi. Ripeté la stessa frase per almeno dieci volte, l'unica cosa che capii fu “Ma che stordita” alla fine.

Mi fece segno di andare da lui, così mi alzai dal tavolo e mi diressi alla siepe, il punto più vicino alla sua finestra.

Cosa c'è?” gli chiesi.

Ti stai divertendo?”

Spiritoso...”

Spiritoso...” mi se eco lui. “Jesy, ti devo dire una cosa...”

Iniziai ad immaginarmi di tutto, ma il pensiero più frequente era che mi avrebbe dichiarato il suo amore...

Jesy, io...” disse facendo una pausa che mi sembrò durare cento anni. Sentivo il cuore rimbombarmi nelle orecchie. Lui alzò lo sguardo.

Stanno iniziando a ballare” disse.

Chi?”

Fece cenno con la testa alla combriccola della terza età.

Forse è meglio che tu vada”disse sorridendomi. Era un sorriso strano, quasi triste...

E la cosa che dovevi dirmi quan...” non feci in tempo a finire che mia nonna mi prese per mano e mi tirò verso il centro del giardino per ballare.

Vedi che ce l'hai il moroso” mi disse.

No, nonna, è il mio migliore amico”...solo il mio migliore amico.

Continuai a ballare con tutti gli invitati, senza però prestare ascolto a quello che mi dicevano. Pensavo al sorriso triste di Niall e a quella cosa che doveva dirmi.

 

La festicciola più noiosa di sempre era finita già da un pezzo ma io ero ancora in giardino. Non sapevo che ore erano, sapevo solo che il cielo era nero e pieno di stelle. Ero sdraiata nell'erba con le mani intrecciate dietro la nuca.

Ascoltavo il rumore del vento negli alberi e pensavo. Si, pensavo ancora a quello. Chiusi gli occhi sospirando. Sentii qualcuno avvicinarsi, ma non li riaprii. Sapevo riconoscerlo anche dalla camminata. Il suo modo bizzarro di strisciare la scarpe lo avrei riconosciuto tra mille.

Non riesci a dormire?” mi chiese.

A quanto pare non sono l'unica”

Lo sentii sdraiarsi al mio fianco ed aprii gli occhi. I suoi capelli biondi erano tutti arruffati, ma era bellissimo anche così.

Restai a guardarlo per un po', poi quando aprì gli occhi spostai lo sguardo sul cielo stellato. Si mise a sedere di colpo sorridendo.

Cosa c'è?” gli chiesi mettendomi a sedere a mia volta. Le nostre mani si sfioravano.

Le senti?”

Cosa?” chiesi. Se intendeva le farfalle nello stomaco, eccome se le sentivo.

Le cicale” mi rispose.

Sorrisi. Certo le cicale. Fin da piccolo quello era il suo suono preferito. Quando eravamo insiem per truccarmi. Misi giusto un fo per ascoltarle e lui mi rimproverava quando facevo rumore perchè smettevano di cantare. Pochi minuti, però e ricominciavano.

Si alzò in piedi e mi porse la mano. Lo guardai con fare interrogativo.

Balliamo, come quando eravamo piccoli” mi disse.

E' vero. Me lo ero dimenticata. Quando le cicale ricominciavano a cantare noi ballavamo. Era una cosa carina...

Guardai la sua mano e l'afferrai. L'incontro mi provocò un brivido e il mio palmo divenne bollente. Mi cinse la vita sorridendo e io misi le mani sulle sue spalle. Iniziammo a dondolare.

Da bambini era una cosa carina ma adesso era strano. Il mio cuore batteva sempre più veloce ed avevo paura che lui lo sentisse.

Appoggiai la mia testa sul suo petto.

Jesy?” sussurrò.

Sì?”

Noi rimarremo per sempre amici vero?” chiese.

Certo, perchè?”

Così”

Cos'è che dovevi dirmi prima?” gli chiesi.

Niente di importante”

Lo sai che puoi dirmi tutto”

Sentivo il battito del suo cuore aumentare.

Ecco io...” iniziò “Per favore non interrompermi perchè ho tutto il discorso in mente”

Ok” sussurrai.

Ti è mai capitato di sentire qualcosa di strano dentro? Qualcosa che non ti riesci a spiegare?”

Sì... sì mi è capitato. Sta succedendo proprio ora.

Annuii sul suo petto.

Ecco. Ho sempre un pensiero fisso. Ogni cosa mi riporta a lei... Ogni volta che sento il suo nome o vedo una sua foto il cuore, non so perchè batta sempre più veloce”

Avrei voluto dirgli: “Tu sei il mio pensiero fisso, tutto mi riporta a te, ogni volta che sento il tuo nome o ti vedo il mio cuore inizia a galoppare... so cosa vuol dire” ma l'unica cosa che feci fu annuire.

E' come se il mio mondo ruotasse intorno a lei” fece una pausa.

Mi sono innamorato vero?” mi chiese.

Annuii. Se prima ero felice di stare con lui ora ero triste...

Però noi siamo solo grandi amici e non so se lei ricambia i miei sentimenti”

Sentivo il suo cuore battere sempre più forte. Ripensai alla frase che aveva detto siamo solo grandi amici...

Anche noi siamo grandi amici...” pensai

E' una ragazza fantastica. Di quelle che quando si affezionano ti danno il cuore e l'anima. Ogni volta che sono giù lei mi fa sorridere, sempre”

Anche io ti tiro sempre su di morale. Anche io ti ho sempre dato tutto” pensai. Avevo gli occhi gonfi di lacrime.

La conosco da tanto e non so se lei vuole quello che voglio io” continuò.

Anche io... aspetta...”pensai. Sorrisi.

Con lei mi trovo benissimo. Magari gli altri la vedono brutta ma per me è perfetta”

E' la stessa cosa che mi ha sempre detto a me, quindi forse...” sorrisi ancora di più. Anche il mio cuore batteva sempre di più.

Cosa dovrei fare?” mi chiese.

Diglielo” gli risposi.

E come?”

Cosa le piace fare?”

Adora quando canto”

Forse quello che pensavo era vero... forse ero proprio io...

Quindi dovrei dirglielo cantando?” mi chiese.

Annuii. Lui si staccò da me. Subito pensai che mi avrebbe cantato quella canzone, quella che avrebbe cambiato il nostro rapporto.

Grazie Jesy” disse dandomi un bacio sulla guancia. “Domani registro una canzone e le mando il video”

Il sorriso sparì dalle mie labbra.

Un.. .un... video?” chiesi.

Sì” mi rispose “Sai abita in California”

California?” chiesi. Gli occhi si stavano riempiendo sempre più di lacrime. “E' Liz vero?”

Notai le sue guance tingersi di rosso. Annuì. Mi abbracciò e poi se ne andò augurandomi la buonanotte.

Rimasi immobile per qualche secondo a guardare l'oscurità. Ero così ingenua da pensare che si fosse innamorato di me? Come avevo fatto ad essere così stupida?

Era Liz... Mi aveva detto che era simpatica, che ti da' l'anima se si affezziona. La conosce da tanto perchè sono sempre andati in vacanza nello stesso albergo e mi aveva detto che adorava quando cantava. Avrei dovuto capire che si trattava di lei e non di me.

Il mondo mi crollò addosso e io crollai con lui per terra. Vedevo sfuocato a causa delle lacrime che non volevo far uscire. Strappai una margherita lì vicino e iniziai a fare m'ama non m'ama. Strappavo i petali e li lasciavo cadere sul mio vestito.

Non m'ama.

Anche i fiori avevano ragione. Lui non mi ama e non lo farà mai, è inutile continuare a sperare...

Buttai lo stelo della margherita al mio fianco e osservai la luna. Ero riuscita a trattenere le lacrime, tutte tranne una. Questa cadde e andò a bagnare il vestito blu. Altre, illuminate della luce delle stelle e della luna, la seguirono e andarono a bagnare il vestito che si scurì. Divenne blu scuro ma a causa del buio io lo vedevo nero.

Nero come il colore che mi avvolgeva, nero come la tristezza che provavo.

 

 

 

#SPAZIO AUTRICE

Salveeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee

Allora come va?? com'è questo capitolo???

Spero che vi sia piaciuto e che vi abbia emozionato. E' molto triste, soprattutto alla fine. Forse perchè è un periodo un po' brutto anche per me quindi ho cercato di sfogarmi un po' anche qui.

 Chi come me è triste perchè non potrà andare al concerto dei 1D? Chi invece ci andrà?

Sì, sono triste anche per quello... ma non mi arrendo. Nessuno deve farlo...

Anche Jesy, non si arrenderà, vedrete.... 

Lasciate una recensione plz ♥♥♥

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Capitolo 7
*** Domande ***


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8. Domande

 

 

 

 

 

Erano passati alcuni minuti da quando Niall era uscito per chiamare Liz. Curiosa mi ero avvicinata all'entrata della grotta. Ero appoggiata con la schiena contro la roccia fresca, le gambe raccolte al petto e il mento appoggiato sulle ginocchia. Osservavo le mie ciabatte, di colore diverso, e pensavo. Anzi, più che pensare cercavo di capire quello che diceva Niall al telefono. Comprendevo solo alcune parole e, naturalmente, quelle più stupide che non mi avrebbero per niente aiutato a capire il discorso. Quando sentii che si salutavano mi spostai velocemente per non fargli capire che avevo cercato di origliare. Inizia a giocare, indifferente, con un sassolino quando entrò. Rimase per un po' a fissarmi.

Non le avevo notate” disse indicando le mia ciabatte.

Sorrisi muovendo le dita dei piedi.

Lancio la nuova moda” dissi “Le infradito diverse saranno la moda della prossima estate, vedrai”

Si sedette vicino a me. Abbassai lo sguardo disegnando con le dita strani disegni sulla mia gamba.

Che ti ha detto?” gli chiesi. Ero troppo curiosa. Volevo sapere cosa si erano detti a tutti i costi e visto che il mio piano A, ovvero origliare, non era andato a buon fine, passai al piano B, ovvero chiedere. E' forse il piano più logico e semplice.

Niente, le solite robe, che gli manco tanto, che non vede l'ora di rivedermi eccetera”

Certo biondo, sei stato al telefono quasi un quarto d'ora e ti ha detto solo che gli manchi. Che poi state insieme da una settimana neanche e prima, anche se aveva il tuo numero, neanche ti mandava un messaggio” pensai. Rimasi in silenzio. Non volevo rovinare la sua felicità.

A proposito di Liz” chiesi “Tu non mi hai ancora fatto vedere una sua foto”

Mi misi seduta sulle ginocchia aspettando che trovasse la sua foto sul cellulare. Ero proprio curiosa di vedere che fosse quella stronza che mi aveva rubato Niall.

Quando mi porse il cellulare guardai lo schermo.

E' lei?” chiesi indicando con la mano libera la ragazza.

Vedi qualcuno altro nella foto?”

Scossi la testa tornando a guardare lo schermo.

Dire che era bella era una presa per il culo. Era bellissima. Aveva i capelli castani mossi, lunghi fino all'ombelico. Io suoi occhi erano molto grandi di un marrone scurissimo, quasi nero. Era magra e alta. Indossava una canottiera gialla che metteva in risalto la sua carnagione scura.

Era un po' il contrario di me. Lei bella e io cessa. Se mi era rimasta un po' di speranza, guardando quella foto la persi. Autostima? L'ho appena vista andarsene via con le valige e gli occhiali da sole.

Come ti sembra?” mi chiese.

Non gli risposi. Alzai un sasso li vicino e lo esaminai sopra e sotto. Poi cercai nelle tasche, ma niente.

Lui mi guardava strano.

Ma cosa stai facendo?” mi chiese.

Sto cercando la mia autostima. Per caso l'hai vista?”

Dai scema...” disse ridendo e prendendomi di mano il cellulare.

Bhe, almeno lui ride” pensai.

Anche io risi con lui, ma al contrario suo, io dentro, stavo piangendo. Sono quelle lacrime che non arrivano agli occhi, ma si fermano a cuore. In quel momento capii che non potevo avere nessuna possibilità con lui. Ogni briciolo di speranza che mi era rimasta, di colpo, era sparita.

No dai” iniziai io “E' veramente bellissima”

Sorrise. Quel sorrido illuminò tutto intorno a me, illuminò il mio mondo...

Comunque” dissi io “Tornando a cose serie... Hai visto per caso la mia autostima? E' un omino bianco che ho visto andare via con due valigie e un paio di occhiali da sole”

Dai non fare così” mi rispose “Guarda che sei bellissima anche te”

Mi ha detto veramente che sono bella?” mi chiesi. Non riuscivo a credere alle mie orecchie.

In quel momento non mi importava di altro... per lui ero bella...

E' che tu ti credi brutta ma in realtà non lo sei” iniziò lui “Non hai mai amato il tuo sorriso o la tua pancia o le tue gambe”

Lo guardavo riflettendo sulle sue parole. Le stava dicendo veramente a me?

So anche che non hai mai amato la tua voce registrata. So che non sali mai sulla bilancia per paura di sapere quanto pesi. Ti stringi nei tuoi jeans perché vuoi sembrare più magra, ma non hai ancora capito che tu sei perfetta così come sei”

Fece una pausa per poi continuare.

La verità è che non ti sei mai amata metà di quanto lo faccia io. Ancora non lo hai capito. Tu sei perfetta con tutte queste piccole cose, che io adoro”

Fuori rimasi impassibile, l'unica cosa che feci fu sorridere. Dentro invece... ah, dentro si stava organizzando una festa. Nello stomaco si era riunito uno zoo che ballava e il cuore, mi sa, che stava partecipando ad una corsa olimpica. Mi iniziarono a tremare le braccia e le gambe divennero di gelatina.

Sentii le guance pizzicare. Brutto segno. Abbassai immediatamente la testa per cercare di nascondere il rossore che, però, lui notò.

Sei arrossita?” mi chiese cercano di sbirciare il mio viso.

Non è vero” gli risposi fermamente io continuando però a tenere lo sguardo fisso sui miei pantaloni.

Si invece”

Sentii la sua mano appoggiarsi alla mia guancia.

Non fare così, ti prego” pensavo. Ancora qualche secondo e sarei svenuta.

Fece scivolare due dita sotto il mio mento per poi sollevarmi il viso delicatamente.

I nostri sguardi si scontrarono.

Blu contro azzurro.

Vedi che sei rossa” mi disse dolcemente.

E' che fa caldo” dissi io “Non è mica per te, ma ti pare”

Gli presi la mano da sotto il mio mento e la intrecciai alla mia. Il contatto causò un leggero pizzicore. Mi alzai trascinandolo con me.

Dai facciamo un bagno” dissi portandolo fuori dalla grotta.

Lì c'era un albero e su di esso, un po' di tempo fa, noi ci avevamo attaccato una corda. Ci divertivamo a dondolarci su questa e poi lasciarci cadere in acqua.

Io mi lanciai per prima, forse perché non volevo più farmi vedere con le guance rosse. Presi la rincorsa e mi aggrappai alla corda. Quando sotto di me non vidi altro che il blu del lago mi lasciai cadere.

Il contatto con l'acqua inizialmente fu freddo. Tenevo gli occhi chiusi ascoltando ogni singolo rumore ovattato. Sentivo i capelli muoversi intorno al mio viso. Aprii gli occhi quando sentii qualcuno tuffarsi poco lontano da me. Niall era immerso in una nuvola di bollicene argentate e muoveva le braccia, come me, per non finire del tutto a fondo.

Con piccoli movimenti delle braccia e delle gambe risalii in superficie dove presi una boccata d'aria. Quando sentii Niall riemergere mi girai a guardarlo. La maglietta gli si era completamente appiccicata al torace lasciando intravedere i muscoli. I capelli gli erano finiti un po' sul viso e un po' erano tirati all'indietro. Era perfetto.

Forse l'idea di andare a fare un bagno per non arrossire difronte a lui non era stata una delle migliori, infatti, quando si girò a guardarmi arrossii nuovamente. Per fortuna, questa volta non disse nulla.

 

Era ormai da un po' che eravamo sdraiati sugli scogli per far asciugare i vestiti. Tenevo le braccia incrociate dietro la nuca e così anche lui.

Attraverso le palpebre chiuse riuscivo comunque a vedere i riflessi dorati del sole che stava tramontando. Il silenzio che si era formato era strano. Non c'erano mai stati silenzi imbarazzanti tra di noi, ma le cose erano cambiate...

Niall...” dissi decidendo di rompere il silenzio. Mi rispose con uno strano verso.

Le cose...” mi fermai per prendere un respiro di incoraggiamento “Le cose che mi hai detto prima... le pensi veramente?”

Girai la testa verso di lui cercando il suo sguardo che però non trovai, in quanto aveva gli occhi chiusi.

Certo” mi rispose “Non te le avrei dette se non le pensassi veramente”

Sorrisi incerta su cosa dire. Quello che mi aveva detto non tanto tempo prima erano le cose più dolci che qualcuno aveva detto su di me.

Però non lo pensa nessuno” dissi. Lui si mise a sedere guardandomi.

E' quello che pensi tu” mi disse.

Mi sedetti anche io guardando il lago.

In che senso?” chiesi.

Nel senso che ci sono molte altre persone che lo pensano. Non sono l'unico, credimi. Se solo tu prestassi più attenzione ai sentimenti delle persone te ne renderesti conto”

Fece una pausa nella quale entrambi sospirammo.

Come fai a non accorgetene?” mi chiese per poi continuare senza aspettare una mia risposta “A scuola, quando entri dalla porta tutti si girano a guardarti. Tu sei diversa dalle altre, non hai bisogno di tutti quei trucchi. Essere te stessa è abbastanza. Conosco ragazzi che sussultano tutte le volte che muovi i capelli e quando sul tuo volto compare un sorriso smettono di respirare per alcuni secondi”

Rimasi per un po' con lo sguardo fisso nel vuoto.

Ma non è vero.” dissi girandomi a guardarlo “Ci sono ragazze molto più belle di me”

Vedi” disse lui alzando una mano “Il problema è che proprio non te ne accorgi e se qualcuno te lo fa notare lo prendi come uno scherzo. Dovresti vedere con i loro occhi, solo allora capiresti perché ti vogliono così disperatamente”

Rimasi per un attimo senza parole... Continuavo a guardare il cielo come se in esso avessi potuto trovarci una risposta.

Dovresti scrivere una canzone con tutte le cavolate che hai detto” disse a bassa voce. Con la coda dell'occhio lo vidi scuotere la testa.

Ora vado” disse alzandosi. Mise le scarpe e poi si abbassò per darmi un bacio sulla guancia.

Ci si vede cucciola” lo sentii dire mentre se ne andava. Alla parola cucciola sorrisi.

Rimasi lì ancora per un po' a pensare a quello che mi aveva detto.

Perché me lo aveva detto? Forse è quello che prova anche lui... No, impossibile... Ma allora perché?”

Continuavo a farmi un milione di domande e a nessuna di queste trovai una risposta.

Quando mi alzai per tornare a casa era già tardi e il cielo iniziava a prendere le sfumature del blu.

Lungo la strada tenevo gli occhi fissi a terra calciando qualche sassolino ogni tanto. Per me era frustante non trovare una risposta a quelle domande...

Arrivata a casa aprii la porta accolta dalla voce squillante di mia mamma.

Alla buon ora” mi disse dalla cucina.

Scusa” le risposi sedendomi a tavola. Tornai normale, facendo finta che quelle parole non mi fossero mai state dette e per un po' riuscii anche a fingere. Ma poi me ne andai a letto e per quanto ero riuscita a tenere lontano tutte quelle domande, lì tornarono a tormentarmi.

Quando mi addormentai lo sognai, come tutte le notte ormai. Tutte, da quando avevo capito che per me era più di un amico...

 

 

 

 

 

#SPAZIO AUTRICE

 

Rieccomi ragazze... Ho deciso di scrivere questo capitolo per distrarmi un po' dalla tristezza che mi tormenta...

Sapere che i ragazzi sono nella tua stessa città e tu non puoi vederli è frustrante, ma adesso parliamo del capitolo...

Come vi sembra???

Io lo trovo molto carino...

Ringrazio tutte le ragazze che hanno recensito, siete fantastiche...

Ringrazio tutte quelle che leggono e basta. Siete fantastiche anche voi...

Ringrazio poi tutte coloro che hanno inserito la storia tra preferite/seguite/ricordate. Grazie, grazie mille...

Sono molto felice che alcune di voi siano così impazienti di sapere come continua ♥ Eccovi accontentate con un aggiornamento anticipato ♥

Baci e alla prossima ♥

xx Monica ♥

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Capitolo 8
*** E' che è lui... ***


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7. E' che è lui...

 

 

 

 

 

 

 

 

Il peso specifico di una sostanza è il peso di una unità di volume di tale sostanza, ovvero il rapporto costante tra il suo peso e il suo volume.

Diciamo che non ho capito un tubo, diciamo che la matematica, o qualunque cosa sia, non è il mio forte.

Se sto studiando veramente? Sì, mia madre mi ha rinchiuso in casa a fare i compiti. E' da quattro giorni che non esco. E la cosa è ancora peggiore se fuori ci sono 60° all'ombra e tu non puoi neanche andare a farti un bagno al lago.

Tornando a matematica, non ho capito per niente!

Credo di aver riletto la spiegazione almeno venti volte, ma la mia lampadina si è fusa a causa dei duemila gradi. Mi picchiettai la penna sulle tempie, come se così potessi ricominciare a pensare?! Ah, però una cosa l'ho capita di tutta questa matematica. Ogni cosa ha un peso specifico. Così mi ritrovai a chiedermi: “Chissà quanto pesa il mio cuore?”

E ho anche trovato una risposta. Bhe, non proprio una risposta, ma qualcosa che ci assomiglia.

Il mio cuore pesa, ed è sempre stato così, ma mi sono resa conto che da quando ho capito di essere innamorata pesa il doppio. No, forse di più. E' come se il mio cuore si fosse riempito, però non è del tutto felice. Già, Niall si continua a sentire con Liz. Quel video doveva aver funzionato...Me lo aveva mandato anche a me, il video, e mi aveva chiesto cosa ne pensavo. Gli risposi semplicemente che era fantastico e che lei lo avrebbe adorato.

La verità era che non avevo avuto il coraggio di vederlo. Non riuscivo a schiacciare play perché sapevo che quelle parole non erano per me. Sapevo che mi sarei messa a piangere e così, con gli occhi pieni di lacrime a uno strano dolore al petto gli avevo risposto fingendo di averlo visto.

Però non gli ho del tutto mentito, ero sicura al 100% che quel video fosse stupendo e a quanto pare non avevo torto. Ora lui e Liz non erano più semplici amici, ora stavano insieme...

E pensare che all'inizio ero contenta per loro. Ma ora non so quanto darei per essere al posto di quella ragazza.

A proposito di Niall... è da due giorni che non lo vedo. Quel bastardo non si fa sentire. Che mongoloide.

Se non si fa sentire lui, mi farò sentire io” pensai.

Dopo due ore (si due ore, lo so, non ci credo neanche io) mi alzai da quella maledetta seggiola, ritrovandomi i pantaloncini spiaccicati sulle gambe e la mia bellissima forma del culo sudata sulla sedia.

Cercai in qualche modo di far tornare i pantaloni alla loro forma naturale, ma con scarsi risultati.

Mi infilai un paio di ciabatte senza neanche guardarle e scesi per andare da Nialler.

Quando la porta si aprì mi ritrovai davanti Greg che si teneva un ghiacciolo spiaccicato sulla fronte.

Non so qui, ma a casa mia i ghiaccioli si mangiano” dissi.

Fa troppo caldo” disse spostando il ghiacciolo dietro il collo. “Comunque se cerchi il ciccione è andato al lago”

Lo ringraziai sorridendo alla parola ciccione. Poverino.

 

Il sole mi scottava le spalle mentre camminavo lungo la riva del lago. Il silenzio era totale, niente si muoveva. Non c'era un alito di vento e l'acqua era immobile, la superficie come uno specchio. Mi fermai giusto il tempo per legarmi i capelli in uno cignon, poi ricominciai a camminare. Percorsi quei metri che mi separavano dagli scogli e poi mi tolsi le ciabatte. Solo allora mi accorsi che una era viola e l'altra gialla. Le guardai.

No c'è, solo io posso andare in giro con una ciabatta diversa dall'altra” scossi la testa, che mongola.

Camminai sugli scogli bollenti che mi bruciavano i piedi. A metà strada iniziai a sentire una melodia.

I'm yours.

Era Niall e I'm yours era la sua canzone preferita.

Mentre mi avvicinavo alla grotta le note e le parole si fecero sempre più distinte. Iniziai a cantare anche io con la mia voce da capra. Sentii Niall ridere e smettere di suonare. Io però continuai a cantare, sbagliando sicuramente qualche parola, e poi con l'agilità di un castoro morto, saltai all'ombra della grotta, cadendo per terra.

I'm yooourss” finii la canzone rotolando dolorante sulla pietra.

Sempre la solita” disse lui ridendo.

Non ridere mi sono fatta male” gli risposi seguendo ancora il ritmo della canzone.

Mi misi a sedere massaggiandomi la caviglia e facendo qualche verso strano. Lui mi guardava e rideva. Dio, quant'era bello. Abbassai lo sguardo cercando di nascondere il rossore dipinto sulle mie guance.

Fece per mettere giù la chitarra ma lo fermai.

Puoi continuare a suonare anche se ci sono qua io, lo sai che mi piace”

Ma oggi ho già suonato tantissimo”

Feci una faccia da cucciolo, almeno cercai di farla, ma credo che quello che ne uscì sia stato più che altro la faccia di un moscerino spiaccicato sul parabrezza di una macchina. Lui rise, facendomi capire che la mia tesi sul moscerino era corretta.
Riprese in mano la chitarra iniziando a strimpellare qualche nota.
 Riconobbi subito la canzone. Wonderwall...

Chiusi gli occhi. Ascoltavo la sua voce e dolce suono della chitarra mischiarsi con il leggero venticello che ogni tanto mi muoveva i capelli.

Non saprei descrivere la sua voce. Forse dolce ma anche graffiante quando serve, sa interpretare tutte le emozioni e... bho non saprei. In una parola è perfetta.

Restavo li ad occhi chiusi immaginando che la canzone fosse dedicata a me... 
Quando finì riaprii gli occhi sorridendo. Restai alcuni secondi a guardarlo mentre sistemava la chitarra solo quando ebbe finito parlai.

Sei bravissimo” gli dissi tra il silenzio della grotta.

Me lo dici sempre” mi rispose sorridendo.

Non lo direi se non lo pensassi veramente”

Si alzò per andare a posare la chitarra nell'angolino riservato ad essa. Ascoltavo il rumore dei suoi passi smuovere i sassolini qua e là.

Sai” iniziai io “Secondo me dovresti partecipare a qualche programma... potresti vincere”

Si girò verso di me e mi guardò alzando un sopracciglio.

Sei seria?” mi chiese.

Mai stata più seria di così”

Si sedette di nuovo vicino a me. Il suo ginocchio sfiorava il mio, e il mio cuore batteva all'impazzata.

Ma ti pare che mi iscrivo ad un talent show?!” mi chiese.

Perché no” dissi iniziando a giocare con dei sassolini. Li mettevo in fila a formare dei disegni. Dopo alcune forme creai una X.

Potresti provare ad X Factor” gli proposi.

X Factor?” disse sospirando “Ma vi siete messi tutti d'accordo?” chiese.

Lo guardai in cerca di una risposta.

Anche Liz me lo ha detto” mi spiegò.

Ah”

Tutte le volte che sentivo quel nome mi si spezzava il cuore. Ancora di più se a pronunciarlo era lui e se, soprattutto, lo diceva sorridendo. Era felice, lo si poteva capire lontano chilometri. Tutte le volte che parlava di lei il suo sguardo si illuminava e iniziava a sorridere come un ebete. Mi è sempre piaciuto il suo sorriso, ma sapere che non ne ero io la causa mi faceva soffrire. Volevo solo che fosse felice, ma infondo, volevo essere io la sua felicità. E sapere che lui era felice con Liz faceva male, tanto male...
“Sono veramente così bravo?” mi chiese distraendomi dai miei pensieri.

Si” gli risposi annuendo.

Bha” disse iniziando a dondolarsi leggermente “Anche se ci provassi c'è gente bravissima lì, nessuno mi voterebbe”

Io si” gli risposi sorridendo.

Bhe oltre a te e a mia madre” disse toccandosi i capelli.

Anche tutti i tuoi amici ti voterebbero” iniziai “E anche Liz”

Dovetti sforzarmi per pronunciare quel nome, ma lo feci per lui, per fargli capire che in molti avrebbero contato su di lui e il giudizio della sua ragazza era fondamentale.

In effetti hai ragione” disse sottovoce. Sapevo quanto odiava avere torto. “Anche lei mi voterebbe”

Il suo cellulare vibrò. Prese il telefono e lesse il messaggio. Appena lo aprì gli si formò un sorriso da duecento denti. Non mi fu difficile capire chi fosse.

Liz?” chiesi.

Già” rispose lui “Parli del diavolo e spuntano le corna.”

Ti dispiace se la chiamo un attimo?” mi chiese sorridendo.

Avrei voluto dirgli che in realtà mi scocciava, perché avrei voluto passare un po' di tempo con lui, che avrei voluto essere io la ragazza che voleva chiamare, che mi dava fastidio sapere che quel sorriso, una volta dedicato solo a me, ora era per un'altra ragazza. Avrei voluto dirgli che odiavo il solo pensiero che lui appartenesse a qualcun altro che non fossi io. Avrei voluto gridargli in faccia tutto quello che provavo, soprattutto la tristezza degli ultimi giorni.

Come si sentirebbe lui?” continuavo a chiedermi. Avrei voluto chiederglielo ed avere una risposta. Tanto sapevo che lui mi avrebbe risposto che sarebbe solo stato felice per me.

Avrei voluto digli tutto quello che provavo, dalla prima all'ultima emozione che si trovava in me, compreso il mio amore nei suoi confronti.

Avrei voluto, ma il suo sorrido mi sciolse e scossi la testa sorridendo dicendo: “Fai pure”

E’ che è lui. E quando si tratta di lui, io non lo so che mi succede. Per quanto cerco di trattenermi, se si tratta di lui, io sono felice.


 


 

#SPAZIO AUTRICE...

Allora, come va?

Come vi sembra questo capitolo??

Secondo voi cosa succederà???

Ho bisogno dei vostri suggerimenti... quindi recensiteeeeeeeeeeeeeeeee

Mi scuso per l'inizio matematicoso (?), ma in realtà dovrei studiare e così ho unito le sue cose....

 Parlando d'altro... Chi di voi è in ansia per il grande annuncio dei ragazzi?? Io non ho la più pallida idea di cosa possa essere e sto sclerando ...

Per voi di cosa si tratta???

 Baci e alla prossima ♥

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Capitolo 9
*** Amici? Per sempre... ***


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9. Amici? Per sempre...

 

 

 

 

 

 

 

Mi aggiravo per la casa con le cuffie nelle orecchie e il telefono in mano molleggiando sulle gambe a ritmo di musica e facendo facce strane. Mia madre, seduta sul divano, mi osservava in una via di mezzo tra il divertito e il preoccupato, del tipo “Domani porto mia figlia a fare qualche esame perché ha qualcosa che non va”, va bhe, ma diciamo che c'era abituata.

Anche Spek, il cane, mi guardava stranito. Io ricambiai lo sguardo abbassandomi su di lui. Gli presi le due zampe anteriori mettendolo praticamente in piedi e iniziandole a muoverle a ritmo di musica da destra a sinistra e viceversa. Dopo qualche secondo lo lasciai andare e andai ad importunare mia mamma. Iniziai toccandole i capelli e “massaggiandole” la faccia. Sentivo che diceva qualcosa ma non capii cosa.

Quando partì il ritornello saltai sul bracciolo del divano facendola sobbalzare. Mi guardò in modo assassino minacciandomi con il telecomando e dicendo qualcosa che però non capii a causa delle cuffie, ma immagino sia tipo “Scendi dal divano o ti strozzo”. La guardai continuando a fare le mie facce mongole. Lei continuava a puntarmi il telecomando addosso così lo presi e lo usai come microfono sventolandolo da una parte all'altra durante gli acuti. Quando la canzone finì alzai il “microfono” in aria come per far capire che era finita la mia esibizione. Purtroppo, lo dico perché me ne beccai di tutte i colori, il telecomando mi sfuggii di mano andando a colpire la lampada che cadde e si ruppe. Rimasi immobile a guardare la scena mentre mormoravo un ops. Mia mamma si girò a guardarmi. Se avesse avuto il laser negli occhi, credetemi, mi avrebbe incenerito.

Mi tolsi una cuffia alla volta sorridendo in modo nervoso.

Ops” ripetei ancora. Mia madre si alzò dal divano puntandomi un dito addosso. Scesi dal bracciolo prendendo un cuscino per difendermi dalla furia della casalinga. Continuava ad avvicinarsi, come un predatore si avvicina alla preda e io, mi allontanavo sempre di più. Era inquietante.

Prese un cuscino dal divano e me lo lanciò.

Hai visto cosa hai fatto?”

Mamma respira, il dottore ha detto che non fa bene arrabbiarsi” dissi io difendendomi dal secondo cuscino lanciato.

Esci” mi disse chiudendo gli occhi e indicandomi la porta “Torna per cena, ma esci se no...”

Lasciò la frase in sospeso.

Capito...” dissi io.

Mi allungai il più lentamente possibile per poggiare il cuscino da dove lo avevo preso ma non spostai il mio sguardo da lei. Dopo di che, uscii. Fuori tirai un sospiro di sollievo. Ero viva...

Guardai la strada deserta e poi mi avviai a casa di Niall. Ad aprirmi la porta fu lui.

Ciao Jesy” mi salutò spostandosi dalla soglia per farmi entrare.

Niall” dissi “Greg” salutai suo fratello stravaccato sul divano con il solito ghiacciolo sulla testa.

Sentii Nialler chiudere la porta.

Certo ragazzi...” cominciai io “...avete proprio tanti ghiaccioli da buttar via. Li usate per farvi fresco”

Greg sorrise.

Non ti preoccupare” mi rassicurò Niall “Io li mangio”

Sia io che suo fratello ridemmo.

Non avevo dubbi ciccio” dissi tirandogli un pugno leggero sulla pancia prima di dirigermi in camere sua.

Dopo aver spalancato la porta mi lancia sul letto. La sua stanza era di un colore azzurro pallido sul soffitto e azzurro più scuro sulle pareti laterali. Il letto aveva sempre, perennemente le coperte bianche o panna. Mi sembrava di trovarmi su una nuvola in mezzo al cielo e il lampadario, di colore giallo, mi sembrava il sole. Bhe, d'altronde lui è il mio angelo biondo, quindi il paragone con il cielo era proprio giusto per lui.

Tranquilla” disse lui entrando, dopo avermi vista sdraiata sul letto“Fai come se fosse a casa tua”

Non parlarmi di casa mia” dissi “Ci devo tornare solo per cena se no mia madre mi uccide”

Che hai combinato?” mi chiese sedendosi vicino a me.

Ecco... hai presente la lampada che ho in sala?”
Dopo che lo vidi annuire andai avanti.

Ecco... e hai presenti le mie esibizioni quando ascolto le mie canzoni preferite?”

SI” rispose “Sono degli spettacoli orribile e l'ultima volta mi sono beccato un pugno nell'occhio”

Lo guardai storto.

Primo, non l'avevo fatto apposta e secondo, non ho chiesto il tuo parere sulle mie esibizioni, che per la cronaca sono degne di un premio Oscar”

Si, convinta te...”

Muto” dissi pizzicandogli la gamba.

Ahia” esclamò iniziando a massaggiare il punto in cui lo avevo pizzicato.

Stavo dicendo... prima stavo facendo uno di questi SUPER spettacoli e nell'acuto finale ho tirato il telecomando in aria e questo è andato sulla lampada che è caduta e si è rotta. Mia mamma si è incazzata e mi ha detto di tornare solo per cena” finii di raccontare con un TADAN.

Sei una danno” mi disse scompigliandomi i capelli. “Un pericolo pubblico”

Si sdraiò di fianco a me e così iniziammo a parlare.

Ieri mi ha chiamato Matt” disse “Ha detto che tornano tutti domenica”

Meno male, almeno un po' di vita”

Matt era un nostro amico. Alto capelli marroni con un ciuffo altissimo, che potrebbe partecipare al guinnes world record, occhi marroni, palestrato ed estremamente simpatico. Lui, sua sorella Emilie e tutti i nostri amici erano partiti a fine giugno e sarebbero tornati domenica, ovvero il giorno prima dell'inizio della scuola... Vi starete chiedendo: “Perchè voi non siete andati con loro?” La risposta è semplice. Niall ogni anni va in vacanza in America con i suoi e preferisce andare là visto che si è fatto un gruppo di amici che vede solo per due settimane all'anno e io... bhe io, diciamo che non sono esattamente un'alunna modello, così, a causa dei miei brutti voti, mia madre si è rifiutata di mandarmi... Bastarda...

Continuammo a parlare per un sacco di tempo sdraiati uno accanto all'altro, proprio come non succedeva da tempo, ormai.

Andiamo a prenderci un gelato?” mi chiese.

Si” dissi alzandomi con fatica dal letto.

Madonna ancora un po' la gru” disse aiutandomi a mettermi in piedi.

 

Due coni cioccolato e pistacchio”

Lo guardavo mentre ordinava i nostri gelati. Certo che era proprio bello. Nonostante lo conoscessi da tantissimi anni ogni volta che lo guardavo vedevo in lui qualcosa di nuovo che, la volta precedente, non avevo notato. Restavo ad osservarlo e cercavo di memorizzare i suoi lineamenti come se avessi dovuto scattargli una foto. Se qualcuno mi avesse chiesto di descriverlo avrei potuto passarci delle ore. Anzi, molte ore solo per descrivere ogni sfumatura dei suoi occhi. Mi risvegliai dai miei pensieri quando si girò per porgermi il cono.

Tutto suo signorina”

Presi il mio gelato ringraziandolo.

Ci andammo a sedere su una delle tante panchine che circondavano il parco. In realtà quella non era una delle tante panchine ma era la nostra panchina, quella dove ci eravamo conosciuti tanti anni fa.

Essere lì con lui mi ricordò tanto quel giorno...

 

FLASHBACK

 

Ero seduta su quella panchina ormai da diversi minuti a piangere. I riccioli dorati mi erano finiti sul viso e, a causa delle lacrime, si erano appiccicati, ma non facevo niente per spostarli. Quando lo vidi iniziare a lanciare a terra la mia bambola mi rannicchiai chiudendomi a uovo con la testa appoggiata sulle ginocchia.

Perché piangi?” mi chiese qualcuno.

Alzai lo sguardo incontrando gli occhi azzurri di un bambino. Era in piedi davanti a me. Indossava una maglia blu e dei pantaloni grigi. In testa aveva un capello rosso che lasciava intravedere i suoi capelli biondi. Aveva circa la mia età, ovvero cinque anni. Rimasi a guardarlo senza dargli una risposta.

Perché piangi?” mi chiese di nuovo, questa volta toccandomi con un dito la spalla.

Tirai su col naso guardandolo negli occhi.

Mi ha rubato la bambola” gli risposi.

Chi?” chiese.

Quello” dissi indicando il ragazzo. Continuava a lanciare Sisy (la bambola) per terra mentre rideva.

Lui è cattivo” mi disse il biondo sedendosi vicino a me. La gambe gli penzolavano a pochi centimetri dell'erba.

Come ti chiami?” chiesi tirando su col naso.

Niall” rispose sorridendo.

Che nome strano” dissi io ridendo.

Ma è carino” disse guardando a terra sorridendo. “Te?”

Jesy” dissi lasciando cadere le gambe a penzoloni.

Tu hai dei capelli strani” mi disse dopo un po'. Io lo guardai strano.

Posso toccarli?” mi chiese. Annuii. Iniziò a toccare i miei ricci ridendo.

Sono morbidi” disse lasciando cadere un boccolo che tornò al suo posto. Gli sorrisi rimanendo in silenzio.

Continuavo a guardare nella direzione del bullo. Lui continuava a ridere mentre distruggeva Sisy.

Una lacrima scappò dai miei occhi. Sentii qualcosa che l'asciugava.

Non piangere Jesy” disse Niall asciugandomi le lacrime. Io sorrisi.

Puoi sempre giocare con me” disse mostrandomi il suo trenino.

Posso veramente?” chiesi.

Lui annuì. “Certo, ora sei mia amica” disse porgendomi il giocattolo.

Giocammo insieme per tutto il pomeriggio facendo correre il trenino lungo la panchina. In quelle ore mi dimenticai di tutto il resto.

Quando giunse il tempo di tornare a casa lo salutai a malincuore.

Resteremo amici, vero?” chiesi.

Per sempre” mi rispose porgendomi il mignolo. Sorrisi intrecciando il mio al suo a muovendolo da destra a sinistra.

 

FINE DEL FLASHBACK

 

 

Perché sorridi?” mi chiese Niall.

Stavo ripensando a quando ci siamo conosciuti”

Sorrise anche lui.

Tu avevi dei capelli strani” disse.

Erano ricci non strani”

Col tempo ho capito che i capelli non erano l'unica cosa strana che c'è in te”

Ehy!”

Iniziò a ridere.

Non ridere, bastardo!”

Lui non mi ascoltò continuando a ridere.

Dovresti vedere la tua faccia!!!” mi disse.

Ah si?!”

In quel momento l'unica arma che trovai fu... il gelato!!! Con un veloce movimento gli spiaccicai il gelato in fronte. Smise subito di ridere guardandomi male.

Come hai osato?!” disse minacciandomi con il suo cono.

Ora dovresti vedere tu la tua di faccia”

Cercò di vendicarsi ma non ci riuscì. Continuammo a rincorrerci con i gelati in mano per alcuni minuti, mentre tutti quelli che passavano ci guardavano ridendo. Ormai erano abituati alle nostre follie.

Quando si arrese sdraiandosi sulla panchina esausto, improvvisai un ballettò di vittoria che lo fece ridere.

Fammi spazio” dissi ancora ridendo. Si sposto per farmi sedere per poi sdraiarsi nuovamente appoggiando la testa sulle mie gambe.

Io l'avevo detto che eri strana” disse.

Niall, guarda che ho ancora un po' di gelato” dissi facendolo sorridere.

Restammo lì per un po' parlando delle nostre cavolate mentre gli accarezzavo i capelli.

Ti voglio bene, pazza” disse dopo un po'.

Anche io” dissi a mia volta.

Era vero, gli volevo un bene dell'anima. Quella promessa che ci eravamo scambiati anni prima non l'avremmo mai infranti. Ci volevamo bene entrambi.

In quel pomeriggio mi dimenticai di tutto. La tristezza, la stanchezza... tutto. Finalmente avevamo passato una giornata come ai vecchi tempi. Solo io e lui, come migliori amici.

 

 

#SPAZIO AUTRICE

Finalmente eccomi di nuovo qua...

Scusate per il ritardo ma veramente in questo periodo sono impegnata al massimo. Poi ho anche avuto un problema con il computer, quindi perdonatemi ♥

Comunque, cosa ne pensate di questo capitolo??

Io lo trovo molto carino, dolce e anche divertente.

Il flashback come vi è sembrato??

Io lo trovo dolcissimo ♥

Fatemi sapere... accetto anche critiche per migliorare.... ♥

 

Alla fine qualcuna di voi è riuscita ad andare al concerto dei ragazzi o anche solo a vederli?

Io sono riuscita a vedere Harry e Niall davanti all'hotel lunedì...

Non voglio aggiungere altro per non farvi stare male... se volete sapere cosa è successo potete chiedermi che vi racconto.

Voglio solo dirvi di non arrendervi mai. Prima o poi tutti riusciremo a realizzare il nostro sogno ♥

 

xx Monny ♥

Baci e alla prossima ♥

 

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Capitolo 10
*** Sfortunatamente, a scuola... ***


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10. Sfortunatamente, a scuola...

 

 

Avete presente quei momenti di dormiveglia in cui ci si trova qualche secondo prima di svegliarsi? Quel posto sospeso tra il sogno e la realtà? In cui sentite i rumori veri ma li confondete con i sogni? Quello stato di tranquillità dal quale non vorreste mai svegliarvi? Tanto meno se dovete svegliarvi per andare a scuola? Ecco, io mi trovavo in quella situazione... poco prima che la sveglia mi svegliasse del tutto, poco prima che io la mandassi a quel paese...

Con la faccia spiaccicata nel cuscino e gli occhi ancora chiusi cercavo la sveglia sul comodino. Toccai di tutto: foto, la bottiglietta, orecchini, bracciali, collane, il telefono ma la sveglia NO.

Come è possibile che non riesca mai a trovarla? Il comodino non è così grande...

Riuscii a spegnerla solo dopo dieci minuti. Intanto si erano aggiunti anche mia madre che urlava di spegnere quel inferno, Spek che abbaiava perché avevo disturbato il suo sonno e mio padre che gridava contro mia madre di smetterla di gridare. Bhe, è un buon inizio...

Mi misi a sedere sul letto con le gambe incrociate e le mani a tenere i piedi scalzi. Rimasi a fissare un punto fisso per alcuni minuti ascoltando i rumori che c'erano in casa. Dal piano di sotto sentivo la televisione accesa sul tele giornale, tipico di mio padre.

Il rumore dalla macchina del caffè, passi veloci e attenti e un canticchiare leggero erano i segni che mia madre era in cucina che stava preparando la colazione.

Allungai le gambe per stiracchiarmi per poi lasciarle cadere penzolando a pochi centimetri dal pavimento. Con la poca forza che avevo mi alzai in piedi. Sentivo le piastrelle fredde sotto i miei piedi nudi mentre camminavo verso la finestra. Quando aprii la tenda mi ritrovai a fissare un Niall mezzo addormentato che fissava a sua volta il giardino.

I capelli erano arruffati e il ciuffo, di solito alto, gli ricadeva sulla fronte. Sorrisi vedendolo, era troppo tenero. Mi venne voglia di corrergli incontro e di abbracciarlo.

Provai a salutarlo ma lui non mi aveva vista.

"Jesy? Ti muovi o vuoi arrivare in ritardo anche il primo giorno di scuola?" sentii urlare mia madre dal piano di sotto.

Non le risposi però me ne andai in bagno a prepararmi. Quando tornai alla finestra Niall non c'era più.

 

Mi guardavo allo specchio vicino alla porta aspettando che il biondo mi citofonasse.

Dei jeans mi fasciavano le gambe mentre sopra indossavo una maglia bianca semplice e una felpa rossa. Come scarpe portavo le mie solite vans.

"In fondo non sono così brutta" pensai "Sì, ma in fondo in fondo..."

A interrompere i miei pensieri fu il suono del citofono.

"Arrivo!" urlai prima di prendere il mio zaino azzurro chiaro. Lo misi tenendolo su una sola spalle e poi, dopo essermi guardata per la miglionesima volta allo specchio, uscii.

Ad aspettarmi un Niall in jeans e maglia blu appoggiato al muretto. Mi avvicinai dandogli un bacio sulla guancia che lui ricambiò.

Come al solito il contatto mi provocò un leggero formicolio e uno zoo in festa nella stomaco.

"Allora" iniziò "Pronta per il primo giorno di scuola?"

"No" dissi scuotendo la testa "Avrei preferito stare a casa a dormire però..."

Ridendo mi circondò con un braccio le spalle e insieme ci incamminammo. La scuola era distante circa dieci minuti a piedi ma contando l'orario, ovvero le 7.40 del mattino, e noi mezzi addormentati ci avremmo impiegato circa un quarto d'ora.

In quei minuti parlammo del più e del meno e ogni suo minimo contatto mi provocava la pelle d'oca, cosa che a lui non sfuggì.

"Hai freddo?" mi chiese.

"Perchè?"

"Hai la pelle d'oca" rispose indicando il mio braccio.

"Si, abbastanza" mentii. "Tu no?"

"Bhe, non fa caldissimo, però neanche freddo"

Feci finta di stringermi nella felpa e lui, quando mi vide, cercò di farmi caldo muovendo la mano su è giù lungo il mio braccio, cosa che non fece altro che peggiorare la situazione. La verità non era che avevo freddo, era lui... Colpa della mia stupida, stupidissima cotta.. Anche solo vederlo mi provocava i brividi.

"Sei solo una stupida Jesy" mi dissi tra me e me. "Per lui sarai sempre e solo un'amica, niente di più. Devi mettertelo in testa. Punto."

Lo pensavo, ma non ci riuscivo proprio. Era più forte di me. Come se lui fosse una calamita e io un semplice pezzo di ferro. Non riuscivo a stargli lontana un attimo e se lui non era lì con me, bhe era nei miei pensieri. Sempre.

 

Quando arrivammo a scuola cercammo i nostri amici e dopo averli individuati nella massa andammo da loro.

Non era stato molto difficile trovarli anche perchè la scuola di Mullingar è piuttosto piccola e con piccola intendo veramente piccola. C'era solo una sezione per ogni anno e ci conoscevamo tutti.

"Ciao" salutammo in coro io e il biondo. Gli altri, che ancora non ci avevano notato, si girarono a guardarci sorridendo.

"Amore mioooo" urlò Katy salandomi letteralmente al collo. Katy era la mia migliore amica, non di certo al livello di Niall, però era la migliore. Quando si staccò la guardai.

"Certo che tu non sei cambiata di una virgola" mi disse.

"Tu invece eccome se sei cambiata" dissi.

I suoi capelli in genere rossi erano stati tinti di un marrone chiaro tendente al biondo. La sua chioma generalmente riccia e lunga era stata piastrata e tagliata appena al di sotto delle spalle. Bhe, naturalmente era bellissima... Giusto per far scappare un'altra volta la mia autostima.

Anche gli altri mi salutarono. Il primo fu Matt seguito dalla sorella Emilie. Entrambi capelli e occhi marroni. Poi fu il turno di Clary, la più "secchiona" della classe, se così si può definire. Capelli rossi sempre legati in un'elegante crocchia. Sono sempre stata innamorata dei suoi occhi verdi smeraldi incorniciati da un paio di occhiali color mattone.

Infine George. George è, come dice Niall, la mia cotta storica. Mi piace, o forse dovrei dire piaceva, dalle elementari, ma anche lui mi ha sempre vista solo come un'amica. Devo dire che in amore sono proprio sfigata!

Parlammo per qualche minuti prima del suono della companella, poi entrammo. Eravamo tutti nella stessa classe. Come ho detto prima è una scuola molto piccola.

Attraversammo il lungo corridoio fino alla nostra aula. Era esattamente come l'avevamo lasciata. Le pareti erano ancora piene di cartelloni fatti alla bell'è meglio, i pochi spiragli di muro che si vedevano erano di colore verde marcio. Giusto per invogliarci ancora di più a venire a scuola avevano dipinto i muri di un colore molto bello e allegro.

Subito andai a sedermi in ultimo fila vicino alla finestra. Pochi secondi dopo Niall mi raggiunse.

Neanche il tempo di fare due chiacchere che la professoressa Joke entrò in classe in tutto il suo "splendore". Indossava un abito verde marcio in tinta con la parete. Le scarpe erano di colore rosso e la borsetta gialla. I capelli rossi con la ricrescita erano legati in una coda fatta alla cazzo che le ricadeva sulla schiena mezza ingobbita. Gli occhiali marroni si trovavano in bilico sul suo naso adunco. Il suo cognome vuol dire scherzo. Sì, proprio uno scherzo della natura.

"Poco casino" urlò appoggiando i libri sulla cattedra. Io mi chiedo: "Come fanno queste arpie fin di prima mattina ad urlare a squarciagola?"

Prima di iniziare a parlare, o meglio urlare, consegnò ad ognuno di noi la chiave dell'armadietto. Me la infilai in tasca per non perderla come avevo fatto l'anno scorso. Sì, avevo perso la chiave dell'armadietto e visto che non ne avevano una di scorta, erano dovuti venire i pompieri ad aprirlo. Anche se avevo preso tipo un centinaio di note era stato divertente...

A metà lezione mi arrivò un bigliettino volante in testa che mi destò dai miei pensieri/sonno.

Lo aprii cercano con lo sguardo chi lo aveva lanciato. Matt mi guardava mimando sulle labbra di farlo passare agli altri.

Stasera vi va di andare a mangiare una pizza? Giusto per festeggiare l'inizio della scuola =) No, dai, è da un po' che non usciamo...

Presi la penna e scrissi un va bene.

Con una leggera gomitata attirai l'attenzione di Niall e gli porsi in bigliettino. Anche lui accettò l'invito. Cercai di chiamare Emilie, che era seduta davanti a me, ma non mi sentii così tirai un calcio, troppo forte, alla sua sedia. Lei presa alla sprovvista cacciò un urletto.

La Joke smise di scrivere alla lavagna e si girò con fare minaccioso ferso di noi.

"Mi scusi" dissi io. "Colpa mia"

"Bene" disse sedendosi alla cattedra "Iniziamo bene l'anno signorina..."

Prese una penna aprendo il registro e iniziò a scrivere.

"Mi scusi prof. non volevo, veramente" cercai di giustifacermi, ma niente. Mi guardò solo quando ebbe finito di scrivere.

"Prima nota dell'anno" disse guardandomi "Vuole battere il record dell'anno scorso?" chiese guardandomi.

"Ah ah ah divertente" sussurrai io.

"Come scusi?" mi chiese.

"Niente, niente"

"Ecco meglio così" disse girandosi e rincominciando a spiegare.

Di fianco a me Niall rideva soffocando le risate nel braccio.

"Che cazzo ridi coglione?" dissi tirandogli una gomitata che però non lo fece fermare.

"Cosa c'è?" mi chiese Emilie girandosi.

"Tieni" dissi porgendole il bigliettino.

"Cioè, hai fatto tutto sto casino per questo" disse muovendomi davanti agli occhi il piccolo pezzo di carta.

"Si, ma girati che se no mi mette un'altra nota" le dissi spingendole il gomito per farla voltare.

"Ancora ridi, tu?" chiesi a Niall guardandolo.

Lui rosso in faccia mi fissò serio per poi ricominciare a ridere.

Gli tirai un'altra gomitata, questa volta più forte.

Il resto della giornata passò lento. Non seguivo una parola di quello che diceva la prof.

Passavo metà del tempo a parlare con il biondo e il resto a guardare fuori dalla finestra. Non che si vedesse granchè, solo il giardino sul retro circondato da una siepe. Al di là di essa solo alberi e prati.

Se facevi attenzione potevi notare, tra le folte chiome verdi, un muretto grigio. Se lo seguivi per un po' arrivavi ad un ruscello. Ero solita nascondermi lì quando le cose non andavano bene e avevo voglia di stare da sola. Lì mi immergevo in un mondo tutto mio, pieno di ricordi che portavano con loro emozioni tra le quali gioia, tristezza, paura, dolore, felicità, malinconia...

A volte ricordare mi faceva stare bene, altre, invece, mi distruggeva e me ne andavo ancora più triste di quando ero arrivata...

 

 

#SPAZIO AUTRICE

Eccomi ragazze, come va?

Contro ogni mia previsione sono riuscita ad aggiornare abbastanza presto...

Già vi avviso che se non riuscirò ad aggiornare entro questa settimana continuerò appena finiti gli esami.

 

Tornando alla storia, lo so questo capitolo non è il massimo, ma vedrete che fra poco ci sarà una svolta nella storia... Secondo voi di cosa si tratta? Voglio sentire i vostri pareri

A tutte quelle che recensiscono regalo un biscotto ahahah

 

Baci e alla prossima

xx Mony

 

 

 

 

 

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Capitolo 11
*** Perché è così difficile? ***


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11. Perchè è co difficile?

 

 

 

 

 

 

Ero seduta nell'erba resa fredda dal vento della sera. Eravamo usciti tutti insieme a mangiare e ora eravamo al parco a fare i cretini. O meglio, loro facevano i cretini...

Emilie e Niall si schizzavano con l'acqua della fontanella sotto le urla di tutte che incitavano o l'uno o l'altro. Io ero seduta poco lontano da loro e pensavo... Era un periodo un po' così, ormai non riuscivo a torgliermelo dalla testa...

"Hey nana, vieni qui con noi" mi gridò Katy. Scossi la testa rimanendo seduta sul prato giocando con i fili d'erba.

Sentii dei passi avvicinarsi sempre di più.

"Che c'è che non va?" mi chiese. Alzai lo sguardo e la guardai negli occhi sorridendo.

"Niente, sto bene" le risposi. Non ero brava a mentire e lei lo sapeva bene. Continuò a guardarmi incrociando le braccia.

"Veramente, sto bene, sono solo stanca" cercai di convincerla. Mi tirò un leggero calcio sulla gamba per farmi alzare nuovamente lo sguardo.

"Vieni lì con noi, ci stiamo divertendo" disse accennando con il capo al gruppetto poco lontano.

Guardai verso di loro. Possibile che fossi cambiata così tanto in così poco tempo? Quello che avevo bisogno in quel momento era lui, ma non come amico...

Mentre li guardavo il mio sguardo venne a contatto con gli occhi azzurri di Niall. Anche quando si spostò continuai a guardarlo. Era più forte di me.

"Allora è vero.." sentii sussurrare Katy.

"Cosa?" le chiesi alzando lo sguardo.

"Andiamo" disse porgendomi la mano "Io e te dobbiamo parlare"

Fu l'unica risposta che mi diede. Con il suo aiuto mi alzai da terra e, dopo aver avvisato gli altri che ce ne andavamo, la seguii lungo la strada buia.

Le case ci scorrevano di fianco mentre camminavamo veloci nel buoi della sera.

"Mi vuoi dire dove stiamo andando o no?" le chiesi per l'ennesima volta.

Si fermò di colpo sotto la luce di un lampione.

"Devi dirglielo" mi disse fissandomi negli occhi.

"Cosa?"

Rimase alcuni secondi in silenzio. Forse conoscevo già la risposta, ma avrei voluto tanto non saperlo...

"Ti piace?" mi chiese poi.

"No" risposi secca.

"E invece si... Se no mi avresti chiesto chi, invece sai benissimo di chi sto parlando"

L'ascoltai fissandola negli occhi, ma solo per pochi secondi. Non riuscii a reggere il suo sguardo così mi concentrai sulle mie scarpe.

Lei sapeva. Ecco. Sapeva dei miei sentimenti.

"Ascoltami Jesy" disse "Da quanto tempo lo conosci? Dieci anni?"

"Undici" la corressi io.

"Ecco. In questi undici anni vi siete sempre detti tutto. E con tutto intendo tutto. Digli quello che provi. Non tenertelo dentro. Diglielo, vedrai che non ti giudicherà. E' il tuo migliore amico Jesy"

Tenevo lo sguardo incollato sul marciapiede mentre sentivo gli occhi iniziare a pungere. E' il tuo migliore amico, così aveva detto. Ed era vero. Era quello il problema, era vero.

Io avrei anche voluto dirglielo ma lui era il mio migliore amico. Cosa avrebbe pensato di me?

Mi sembra di essere in un film. Quelli in cui una è innamorata del suo migliore amico. Anche lì hanno paura di confessare le proprie emozioni per paura di rovinare un'amicizia. Ho sempre pensato: "Ma diglielo. Che cosa ti costa. Diglielo e basta"

Ho sempre pensato che nascondere ciò che si prova è da codardi, la verità è che non capisci le cose finchè non le vivi in prima persona.

Avevo una paura matta di rovinare il nostro rapporto. Quel rapporto speciale che si era creato in undici anni poteva essere rovinato con tre parole, e io avevo paura... tanta, troppa paura...

Paura che se glielo avessi detto lui non avrebbe più voluto essere mio amico perchè per me non era più lo stesso. Però allo stesso tempo avevo paura che lo venisse a scoprire da solo e che si arrabbiasse perchè non glielo avevo detto.

Dire o non dire quelle tre parole, io ti amo, avrebbe potuto cambiare tutto...

"Jesy, tesoro, ce ne siamo accorte tutte, io Emilie e Clary, è inutile tenerlo nascosto, ormai"

Una lacrima riusci a scappare e solcò il mio viso cadendo poi sul marciapiede lasciandoci una piccola chiazza più scura. A seguirla tante altre.

"Amore non piangere" cercò di consolarmi Katy stringendomi in un abbraccio che io ricambiai.

"Perchè è così difficile? Lui sta con Liz e... Perchè è così difficile?" continuavo a chiederle singhiozzando.

"Perchè l'amore è difficile. E' la cosa che ti fa stare meglio ma anche quella che ti fa soffrire di più"

Restai qualche minuto abbracciata a lei piangendo. Non mi lasciò andare fino a quando non mi calmai.

"Ma se ve ne siete accorti tutti perchè lui no? Mi risparmierebbe tutta questa fatica" chiesi cercando di aggiustare tutto il trucco che era inevitabilmente colato.

"E' che i ragazzi sono scemi, lo sai come sono fatti. Non ci arrivano con la testa" disse facendomi ridere.

"Sei molto più bella quando ridi" mi disse spostandomi i capelli dietro le orecchie.

"Facciamo così" mi disse "Domani ci parli e glielo dici. Dopo le lezioni gli dico di andare in terrazza che gli devi parlare e poi..."

Lasciò la frase in sospeso.

"Va bene?" mi chiese guardandomi e sorridendo. Per tutta risposta annuii.

 

Il vento mi scompigliò i capelli riuscendo ad entrare nella mia felpa. Mi strinsi quando sentii un brivido risalire lungo la schiena.

"Certo che per essere a inizio settembre fa proprio freddo" sussurrai.

Continuavo a massacrarmi le mani interrompendomi solo per guardare l'ora, cosa che facevo ogni minuto. Ogni secondo mi pareva lungo ore, se non di più...

Tutto quello che vedevo era un cielo grigio in netto contrasto con i campi verdi.

Quando sentii la porta aprirsi mi girai per trovarmi di fronte un Niall sorridente.

"Ehy" mi salutò per poi mettersi le mani in tasca.

"Ehy" dissi sorridendo.

"Katy mi ha detto che devi parlarmi" disse appoggiandosi alla ringhiera.

"Sì, ecco..."

Non sapevo come continuare. Dal giorno in cui avevo parlato con Katy erano passati quattro giorni. Continuavo a rimandare perchè avevo paura. Mi ero preparata un bel discorso che avevo scritto su un foglio. Peccato che il foglio era rimasto a casa e io ero entrata in pallone dopo solo un si, ecco...

Il silenzio tra di noi era imbarazzante. Guardavo dritto avanti a me ma sentivo lo sguardo insistente del biondo.

"Ti ascolto" mi disse.

"Niall, io... ehm... ecco... devo... io... tu.. cioè... noi..." cercai invano di formulare una frase di senso compiuto. Ci rinunciai sbuffando. Sentii Niall sorridere per poi cercare qualcosa nelle tasche dei pantaloni, ma non ci feci molto caso, fino a quando non mi porse un foglio ripiegato a metà.

"Che cos'è?" chiesi prendendolo in mano.

"Aprilo" mi rispose lui.

Lo aprii un po' incerta ed iniziai a leggerlo.

Abbiamo ricevuto il suo modulo di iscrizione per la partecipazione ad X-factor...

Non finii nemmeno di leggerlo che iniziai a sorridere.

"Ti sei iscritto?" gli chiesi.

"Sì" mi rispose sorridendo.

In meno di due secondi gli saltai al collo cacciando un urlo. Lui ridendo mi abbracciò. Restammo così per alcuni secondi poi fu lui a sciogliere l'abbraccio.

"Va bhe, comunque cosa dovevi dirmi?" mi chiese.

"Niente di importante" mentii.

Lo abbracciai di nuovo...

Centinaia di prove davanti allo specchio per confessargli il mio amore erano andate a farsi fottere, ma in quel momento non mi interessavo... ero solo felice per lui...

 

 

 

 

 

#SPAZIO AUTRICE

Holaaa

Ho aggiornato in tempo record... voglio una statua ahahah no dai scherzo... E' che oggi non avevo un cazzo da fare e così ho scritto un po' e ora ho aggiornato dopo solo un giorno e mezzo, vi rendete conto? Di solito ci metto anni a scrivere...

Comunque... come vi sembra questo capitolo?

Ebbene sì, la svolta nella storia non è quello che pensavate... Niall e Jesy non si sono messi insieme, anzi lei non è ancora riuscita a rivelargli i suoi sentimenti... ma Niall andrà ad X-factor.

Magari non vi sembrerà niente di così spettacolare ma vedrete che cambierà il corso della storia..

Basta vi ho detto già troppo, non voglio svelarvi niente...

Recensite in tante :)

Baci e alla prossima

xx Mony♥♫

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Capitolo 12
*** Auguri ***


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12. Auguri

 

 

 

 

 

Mi svegliai a causa del sole che filtrava attraverso le mie palpebre chiuse. Mugolai qualcosa prima di strofinarmi gli occhi con la mano. Aprendoli notai che ero ancora vestita come la sera precedente.

"Oh no" mormorai con la mia voce roca di primo mattino. Mi misi a sedere sul letto prendendo il telefono. Guardai l'ora. Bhe non era proprio primo mattino. Erano le 11.15.

Digitai il numero che ormai conoscevo a memoria e misi il cellulare all'orecchio.

La sera mi ero decisa a rimanere sveglia fino a mezzanotte per fargli gli auguri, proprio come aveva fatto lui, ma al contrario suo mi ero addormentata. Come al solito non riuscivo mai a fare ciò che avevo in mente.

Sì, era il suo compleanno, il 13 Settembre. Come avrei potuto dimenticarmene?!

Al terzo squillo rispose.

"Auguri ciccio" dissi con una vocina mongola.

"Alla buon ora" sentii dire dall'altro capo del telefono.

"Scusa, scusa, scusa" iniziai io "Volevo farti gli auguri a mezzanotte ma mi sono addormentata e mi sono svegliata adesso...Ti prego scusa"

Lo sentii ridere.

"Mi perdoni?" chiesi con un'altra vocina mongola.

"Io sono più bravo a fare le sorprese, ammettilo..."

"E' ovvio. Io non riesco mai a fare quello che ho in mente. Ma mi perdoni?"
"No"

"Come no?!" dissi alzando le mani in aria.

"Ci vuole molto di più per riconquistare la mia fiducia" disse.

"Adesso mi spieghi cosa centra la fiducia in tutta sta storia?" gli chiesi.

"Non lo so era per fare scena... Comunque, stasera usciamo con gli altri ma adesso andiamo in giro solo noi"

"Non so se posso" dissi afferrando un filo che spuntava dal mio calzino verde.

"Non era una domanda"

Sorrisi. "Se convinci mia mamma ci vengo"

"Allora ci penso io" disse convinto.

"Dove andiamo?" chiesi concentrata mentre tiravo il filo.

"Al Luna Park?" chiese speranzoso.

"NOOO" urlai io.

"Perchè no?" chiese tutto intristito.

"E'? Cosa?" chiesi "Ah, non dicevo a te. E' che ho tirato un filo della calza e si è aperta tutta" dissi muovendo le dita dei piedi che spuntavano dalla calza rotta.

"Sei sempre la solita" disse tra le risate "Comunque per il Luna Park?"

"Si, si va benissimo" gli risposi.

"Ok, allora fra un'oretta, che è il tempo che ci metterai te per prepararti, vengo lì per convincere tua mamma, ok?"
"Bravo hai capito tutto" risposi sorridendo.

"Ok" lo sentii ridere "Vado, ciaoo"

"Ciaoo" risposi per poi chiudere la telefonata.

Con la massima velocità che mi consentiva la mia stanchezza mi alzai dal letto e mi preparai. Indossai una canottiera senza spalline bianca con dei jeans a vita alta e delle all-star blu scuro. Legai i capelli in uno cignon e mi truccai leggermente.

Quando scesi mi accorsi che Niall era già giù ad aspettarmi, o meglio a convincere mia mamma.

"Ti prego, è il mio compleanno dobbiamo festeggiare" lo sentii supplicarla.

"Niall è passata una settimana dall'inizio della scuola e ha già preso delle note. La manderei se andasse bene a scuola"

Quando mi videro sulle scale portò Niall in cucina. Li sentivo bisbigliare tra loro. Chissà cosa stavano confabulando?!

Quando finalmente la porta si aprì vidi il biondo tutto sorridente e gli saltai al collo.

"Sei il migliore" gli dissi.

"Lo so"

"Modesto il ragazzo" disse mia mamma. Avrei voluto dirle: "No mamma, lui non è modesto, ha assolutamente ragione. E' il migliore, in tutto e per tutto. E' perfetto. Punto".

"Dai adesso andiamo" dissi il biondo trascinandomi fuori di casa. Appena usciti fui costretta ad indossare gli occhiali da sole. Il cielo era limpido senza neanche una nuvola a interrompere quell'infinita distesa azzurra.

Camminavamo fianco a fianco verso la fermata dell'autobus.

"Come hai fatto a convincerla?" gli chiesi. Lui mi guadò stranito.

"Mia madre intendo. Come hai fatto? Di solito quando dice una cosa è quella"

"Lo so, ma le ho detto quello che si voleva sentir dire" disse infilandosi la mani in tasca prima di sedersi ad aspettare.

"E cioè?" gli chiesi. Cos'è che voleva sentirsi dire mia madre? Non ne avevo la minima idea.

"Che ti aiuterò a studiare in modo che tu abbia voti alti, che farò in modo che tu non prenda più note a scuola e controllerò che tu faccia tutti i compiti"

Mi fermai a guardarlo. Glielo aveva detto veramente? Ok, stavo per ucciderlo...

"COSA?" chiesi urlando. "TUTTI I COMPITI?? MA TU SEI MATTO!!!"

"Solo così ti avrebbe mandata" si giustificò lui.

"SI, MA TI RENDI CONTO? TUTTI I COMPITI!!!!!!"

Urlavo mentre mi dirigevo verso di lui puntandogli un dito contro che lui afferrò abbassando.

"Lo sai che sei bellissima oggi?"

"NON CAMBIARE DISCORSO. IO TI STROZZO" gli dissi tornando a puntargli il dito contro. "ANZI NO... TI FACCIO STIRARE DALL'AUTUBUS CHE STA ARRIVANDO"

Spostai il dito dalla sua faccia divertita alla strada dove si fermò il mezzo.

"Troppo tardi" disse "Ormai si è fermato, mi farai investire la prossima volta" dissi ridendo alzandosi e salendo sul pulmann.

"Ti consiglio di stare attento, se ti trovo in macchina ti stendo io" dissi mettendomi a sedere vicino a lui.

"Anche io ti voglio bene"

Mi diede un leggero bacio sulla guancia.

"Ruffiano" borbottai spingendolo leggermente divertita.

 

Corsi verso di lui con lo zucchero filato in mano.

"Eccomi" dissi con il fiatone.

"Ah ce l'hai fatta" disse staccando una parte di ciuffi rosa e mettendoseli in bocca.

"Signorino caro, potevi anche aspettarmi" dissi sedendomi esausta dalla corsa sul muretto vicino a lui.

"No, non credo"

"Cretino" mormorai io cercano di pulirmi la bocca dallo zucchero appiccicoso.

"Ah bhe grazie" rispose imbronciando per finta la faccia. "Adesso me lo tengo io"

Lo guardai in modo strano.

"Ti tieni cosa?" chiesi. Iniziò a sventolarmi in faccia un pupazzo che riconobbi subito. Era un elefante. O meglio l'elefante. Volevo quel peluche da un sacco di tempo ma non ero mai riuscito a vincerlo.

"No" dissi con voce triste

"No, adesso è mio" disse portandolo lontano dalla mia portata.

"Ti prego" dissi allungando in modo esagerato la o e sdraiandomi su di lui per prendere il mio elefantino.

"Alzati" disse ridendo.

"Per favore" dissi allungando la e "Voglio Mister Coccolo"

"Mister Coccolo?" chiese ridendo.

"L'ho chiamato così" dissi cercando per l'ennesima volta di prenderlo però senza risultati "Per favore"

"Si ma alzati"

Con un sorriso a 2000 denti mi misi a sedere a gambe incrociate aspettando l'arrivo di Mister Coccolo.

"Tieni" disse ancora ridendo. Presi subito il peluche stringendolo al petto.

Lo ringraziai con una vocina stupida prima di abbracciarlo.

"Però è il tuo compleanno, dovrei fartelo io il regalo"

"Allora posso riprendermelo" disse cercando di afferrare l'elefante.

"Ti piacerebbe?!" dissi alzandomi e iniziando a correre. "Prima però mi devi prendere"

Lo sentivo poco lontano da me. Piano piano si avvicinava fino a quando non sentii le sua braccia stringermi da dietro e lui mormorare al mio orecchio un "Presa" che mi fece salire dei brividi su tutta la schiena.

Restammo al Luna Park ancora per un po'. Lo costrinsi a salire sulle montagne russe, delle quali aveva paura. Facemmo il giro sulla ruota panoramica, entrammo anche nella casa degli specchi. Quello non era stato divertente. Inizialmente non volevo, ma poi mi aveva convinto, peccato che mi ero persa e lui era dovuto tornare a riprendermi.

Mangiammo schifezze, parlammo e ridemmo prima di tornare a casa per andare alla sua vera festa con tutti i nostri amici.

Nel ritorno sull'autobus lo guardavo mentre messaggiava. Dal sorriso dedussi parlasse con Liz.

Ero contenta che fosse felice, dopo tutto, però una parte di me voleva che lui fosse felice con me, non con Liz ne con nessun altro. Con me e solamente con me. Ma questo era praticamente impossibile. Lui mi vedeva solo come un'amica, ormai lo avevo capito, ma non riuscivo comunque a respingere i miei sentimenti.

Sentii salire le lacrime, così mi girai verso il finestrino per non fargli vedere i miei occhi lucidi.

"Non voglio molto, ma non riesco ad avere nemmeno quel poco che voglio.” pensai. Ed era vero.

 

 

 

#SPAZIO AUTRICE

Rieccomi

Allora come va? Io ho un'ansia per gli esami che neanche vi potete immaginare...

Allora questo capitolo come vi è sembrato? Io lo trovo carino, ma niente di che... Ancora non è successo niente di BOOM ma vedrete che fra un po'... ahaha vi lascio sulle spine..

Voglio tante recensioni

Ah questo capitolo credo sia l'ultimo per un po' perchè non credo di riuscire a scrivere durante gli esami...

Spero che continuerete a seguire la storia... Baci e buone vacanze a tutte.. A proposito dove andate di bello?

 

xx Mony♥ ♫

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Capitolo 13
*** Liz ***


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13. Liz

 

 

 

 

 

Stelle. Ecco cosa vedevo mentre dondolavo pigramente sull'altalena nel giardino del ristorante.

Ormai era tardi, la festa di Niall era andata alla grande. Così aveva detto lui e così la pensavo io fino a quando non mi aveva detto quella frase. Sì, quella frase che mi aveva fatto rimanere di merda e se prima sorridevo felice, ora ero l'esatto contrario.

"Sai che Liz è venuta qui per il mio compleanno? Resta qui che te la faccio conoscere"

Ecco cosa mi aveva detto. L'aveva detto sorridendo e io, invece, il sorriso l'avevo perso.

Non mi sentivo pronta per incontrarla.

Non che avessi niente contro di lei. Se Niall era felice con lei andava bene e non volevo rovinare niente. Ma mi stava sul culo a prescindere. Solo il pensiero che era stata lei a rubarmi Niall mi innervosiva, e sì, mi stava sul culo.

"Jesy? Tutto a posto?"

Mi girai verso il punto da cui proveniva la voce.

"Katy, che ci fai qui?" chiesi alla mia migliore amica.

"Ho visto Niall e mia ha detto di Liz e che te la voleva far conoscere. Credevi che ti avrei lasciata a soffrire senza una spalla su cui piangere? Ormai mi sento coinvolta in questa storia e non ti lascio da sola"

Se sedette sull'altalena vicino alla mia.

"Allora?" mi chiese. Mi girai a guardarla. "Non mi hai risposto. Tutto a posto?"

"No" risposi semplicemente "Per niente"

"Dai ce la puoi fare. Devi solo parlarle per qualche minuto, fingere che ti piaccia e che ti stia simpatica e cercare di non mandarla a cagare"

Sorrisi "E ti sembra facile?"

"Dai..." rise lei "Almeno cerca di non mandarla a cagare."

"No" dissi demoralizzata "Era quello che volevo fare"

Ridemmo insieme "Ho un'amica mongola" disse lei ancora ridendo.

Finalmente qualcuno che mi aveva fatto tornare il sorriso.

Smettemmo di ridere quando sentimmo de passi sulla ghiaia dietro di noi. Mi girai trovandomeli davanti. Le loro mani erano intrecciate e sorridevano felici.

"Ciao" salutò gentilmente Katy. Io cercai di imitarla lasciando però trasparire un velo di acidità. E per velo intendo che se le parole potessero uccidere il mio ciao l'avrebbe fatto.

Mi beccai una gomitata da parte della mora che mi fulminò con lo sguardo. I due piccioncini, però, non sembravano essersi accorti di niente. Liz continuava a fissarmi senza aprire bocca.

"Entriamo?" chiese Niall accennando con il capo al ristorante/hostello dietro di noi.

"Ok" dissi alzandomi e seguendo la coppietta felice dentro l'edificio.

"Cerca di essere un po' più naturale" mi rimproverò Katy.

"Ma hai visto come mi guarda? Già la odio se poi mi guarda in quel modo io le sclero in faccia e.."

Liz si girò a guardarci e io smisi subito di parlare iniziando a sorridere. Un sorriso più falso di quello non si era mai visto.

Mi squadrò dal capo ai piedi e per poi voltarsi facendo un smorfia.

"L'hai vista?" dissi indicandola. Katy mi abbassò il braccio.

"Jesy.." disse.

"Mi sta sul culo. Se continua così la mando a cagare veramente!"

Presi e iniziai a camminare velocemente cercando di raggiungere il biondo e la sua ragazza stronza.

"Iniziamo bene..." sentii sussurrare Katy.

 

Avevamo parlato per circa mezzora. O meglio avevano parlato. Io mi ero limitata ad ascoltare, come mi aveva suggerito Katy. Seguendo il suo consiglio ero riuscita a non mandarla a quel paese.

Mi trovavo sulla terrazza quando Liz mi raggiunse.

Si appoggiò alla ringhiera vicino a me cercando qualcosa nella sua borsa. Estrasse un pacchetto di sigarette prendendone una. Mi guardò per poi porgermene una anche a me.

"No grazie, non fumo" rifiutai. "Vai avanti così Jesy che fingi benissimo" pesai.

Mise il pacchetto in borsa e poi, tra un tiro e l'altro, iniziò a parlarmi.

"Non parli molto" disse.

"Certo che non parlo molto, cogliona. Se parlo con te ti mando a cagare"

Come risposta la guardai e lei ricambiò il mio sguardo.

"Strano" disse "Niall ti aveva descritta come una ragazza simpatica"

"E con questo cosa vorresti dire?" le chiesi.

"Che ti credevo più divertente"

Restai a guardarla. Jesy conta fino a dieci, Jesy fallo per Niall...

"Anche più bella, se devo dire la verità" continuò con un sorrisetto sulle labbra. A quel punto non riuscii più a trattenermi.

"Senti bella" iniziai "Tu non mi conosci, non sai niente di me e non ti devi azzardare a giudicarmi. Da quanto ho capito non ci piaciamo a vicenda, quindi io non scasso i coglioni a te e tu non scassi i coglioni a me. Capito?"

Sorrise lasciando cadere a terra la sigaretta.

"Niall ci resterà malissimo quando gli dirò quello che mi hai appena detto" disse. Il modo lento e tranquillo in cui parlava mi dava sui nervi. Si mise davanti a me. Mi superava di almeno una spanna buona e fui costretta ad alzare lo sguardo.

"Senti" iniziai "Non so a che gioco stai giocando, ma tu prova a fare soffrire Niall e te la vedrai con me"

Il solo pensiero di Niall che soffriva per colpa di quella mi fece salire i brividi lungo la schiena. Non doveva farlo soffrire.

"O Jesy... Jesy cara. Ti sei innamorata da lui, non è così?"

Restai a guardarla negli occhi. La sua sembrava più un'affermazione che una domanda. Ed il mio silenzio le confermò la risposta.

"Come pensavo" continuò "Sai, mi ha parlato molto di te. Del vostro profondo legame di amicizia"

Sottolineò l'ultima parola per farmi capire, anche lei, che quello che c'era tra di noi era e sarebbe stata solo amicizia

La guardai con un misto di tristezza e rabbia allo stesso tempo.

"Ora devo andare" disse sorridendomi ancora "Ci sei vede bell'innamorata"

Entrò con quel sorriso del cazzo stampato sulle labbra.

Mi appoggiai alla ringhiera con i gomiti infilandomi le mani nei capelli.

Cazzo, Jesy calmati, calmati.

Lei non lo ama veramente, lo farà soffrire.

Lo sta solo usando.

Farà soffrire te e lui.

Mille pensieri mi inondavano la testa.

"Tutto bene?"

Mi tirai su e mi girai con un sorriso falso verso Niall.

"Si, certo. Perchè non dovrebbe?" chiesi. Sorrise anche lui. Non potevo permettere a quella stronza di rovinare quel meraviglioso sorriso.

Mi si avvicinò appoggiandosi alla ringhiera e guardando dentro.

"Io la trovo fantastica" disse guardando con occhi sognanti Liz. Lei quando si accorse di essere osservata sorrise. Sembrava il ritratto della dolcezza fatta persona, tutto il contrario di quello che era stata con me. Avrebbe dovuto vincere un premio oscar come miglior attrice. Quanto era falsa...

"A te come sembra?" mi chiese. Nei suoi occhi vedi un bagliore di felicità che non avevo mai visto prima. Lui si che era veramente innamorato di lei. Mi dispiaceva ammetterlo, ma era questa la verità.

Quel pensiero mi fece intristire più di quanto non fossi già.

"Non lo so" dissi "Non mi convince"

Mentii. Lei non solo non mi convinceva, ero sicura che non andasse bene per lui, ma non volevo ferirlo troppo.

Lo vidi diventare triste, così cercai di rimediare a quello che avevo fatto.

"Però, insomma, è la tua ragazza, deve piacere a te"

Tornò a sorridere.

"Vedrai che in questa settimana la conoscerai meglio e ti piacerà"

"Aspetta. Ha appena detto in questa settimana? Dimmi che non è vero.." pensai.

"In questa settimana?" chiesi sperando che la risposta fosse diversa da quella che mi aspettavo.

"Sì, si ferma qui una settimana" disse sorridendo ancora più di prima.

"Cazzo NO"

"Ah bene" mentii con una falso, falsissimo sorriso.

"Sarà la settimana più lunga della mia vita"

Mi girai e tornai a guardare il paesaggio buio.

"Jesy..." iniziò il biondo "... cos'hai in questo periodo? Sei strana."

Che si fosse accorto di tutto, dei miei sentimenti?

"In che senso?" chiesi timorosa.

"Non so. Sei più distante da me. Non siamo più legati come prima... è... è strano" disse tormentandosi le mani. "Come mai?" chiese guardandomi "C'è qualcosa che ho fatto? Qualcosa che non va bene? Perchè se è così io posso..."

Non lo lasciai neanche finire di parlare.

"No, non sei tu Niall" gli dissi.

"Non voglio dar fine alla nostra amicizia" disse guardandomi.

Amicizia. Lo aveva detto. Quella parola mi fece stare male, tanto, tanto male... Era quello che eravamo, ma lui doveva sapere ed ero decisa a dirgli tutto.

"Senti Niall" iniziai titubante "Ti devo dire una cosa"

"Ti ascolto" disse guardandomi.

"No, per favore, non mi interrompere che è già difficile così" dissi.

Iniziai a tormentarmi le mani per poi passare ai bracciali facendoli girare più volte intorno al polso. Dovevo dirglielo. Il mio cuore batteva fortissimo...

"Forse quello che ti sto per dire non ti piacerà" feci una pausa. "La verità è che io..."

Alzai lo sguardo e mi imbattei nei suoi occhi. Mi ero convinta a digli tutto ma se tu poi mi guardi con quegli occhi, Dio, quegli occhi ,io non riesco più a pensare.

Rimasi immobile guardandolo e cercando ogni minima sfaccettatura nel suo sguardo.

"Tu.." cercò di aiutarmi ad andare avanti.

Mi sono innamorata di te.
Non so come.
Non so perché.
L'ho semplicemente fatto

Dovevo dire solo queste semplici parole, che però, in quel momento, mi sembravano la cosa più difficile mai fatta in vita mia.

"Io... Ecco io.. Niall io mi sono..." ce l'avevo quasi fatta ma mi interruppero. Liz uscii per venire a salutare Niall prima di andare.

Non sentii quello che gli stava dicendo. Non avrei mai più trovato il coraggio per dirglielo... E quello era il mio unico pensiero...

Quando se ne andò lui tornò a guardarmi.

"Tu ti sei..." riprese la mia ultima frase.

"Dillo Jesy" pensai "Sono innamorata di te. Diglielo!"

"Mi sono incasinata tantissimo. Con la scuola e tutto il resto. Scusa se ti ho considerato poco in questo periodo, Ma ho veramente troppo casino per la testa."

"Brava, bella trovata Jesy .Bella cazzata assurda"

Sorrise.

"Sempre la solita, è?" disse abbracciandomi "Da domani ti aiuto io"

Mi diede un leggero bacio sulla testa che mi fece partire dei brividi che percorsero tutto il mio corpo.

Avrei voluto rimanere in quell'abbraccio per sempre. Ne avevo bisogno. Ma ci sciogliemmo perché è risaputo che le cose più belle sono sempre quelle che finiscono.

 

 

 

#SPAZIO AUTRICE

Ehi ciao ragazze come va? Nonostante gli esami sono riuscita ad aggiornare abbastanza presto

Questo capitolo come vi è sembrato?? Chi di voi odia Liz??

Spero di riuscire ad aggiornare il prima possibile

Un'altra domanda che vi voglio fare è: Cosa ne pensate di Don't let me go, la canzone che Harry ha registrato da solo??

Io non so cosa pensare...Cioè la canzone è bellissima però... Se devo dire la verità però non mi sembra nemmeno lui a cantarla. Lui ha la voce più roca rispetta a quella che ha in questa canzone. Inoltre ho anche letto in uno dei commenti su you tube che la canzone è stata scritta da Harry dedicata ad un amico che è morto. Sinceramente non so più cosa è vero e cosa no...Alcuni pensano che stia intraprendendo una carriera da solista. La cosa mi spaventa molto Ho paura che si possano dividere da un giorno all'altro. Ho paura che il mio sogno svanisca. Ho tanta, tanta paura. Voi cosa ne pensate??

 

Baci e alla prossima

xx Mony

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Capitolo 14
*** Sarò la tua rovina ***


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14. SARO' LA TUA ROVINA

 

 

 

 

 

 

 

 

"Ti ha detto veramente così?" chiese incredula Katy.

"Sì" le risposi "Niall ti aveva descritto come una ragazza simpatica. Ti credevo più divertente e anche più bella se devo dire la verità" dissi imitando Liz con una voce stupida e una faccia da cogliona.

Katy si mise a ridere piegandosi in due con una mano sulla pancia.

"Rifai quella faccia, ti prego" disse ancora ridendo.

"Quale? Questa?" chiese arricciando il naso e chiudendo un occhio. Lei ricominciò a ridere asciugandosi ogni tanto una lacrima.

"Come fa a dire che non sei simpatica?!" disse cercando di riprendere fiato "Sarà meglio lei.."

"Lasciamo perdere" dissi sedendomi per terra.

Pochi secondi e anche lei mi raggiunse sull'erba fresca. La osservavo mentre messaggiava con un sorriso sulle labbra.

"Con chi messaggi?" le chiesi sorridendo.

"Nessuno che ti interessa" rispose mettendo il cellulare in borsa. Nemmeno due secondi che sentii lo squillo, segno che le era arrivato un nuovo messaggio.

Continuò a scrivere per circa dieci minuti.

"Mi vuoi dire chi è, oppure no?" le chiesi di nuovo cercando di sbirciare lo schermo.

"Oppure no" rispose sorridendo come una stupida.

"Hai finito?" le chiesi quando infilò il telefono in borsa. Lei annuì.

"Alleluia!!!! Era ora. Ok, adesso mi vai a prendere un gelato?" le chiesi.

"Ma anche no. Alzi il tuo bel culetto e te lo vai a prendere.. e ne prendi uno anche per me"
"Ti piacerebbe..."

"Dai, per favoreee" disse allungando in modo esagerato la e.

"Ma lo sai che sono vecchia" dissi toccandomi la schiena e cercando di imitare una vecchietta senza denti.

"Si, si vecchissima" disse alzandosi "Solo perchè prima mi hai fatto ridere"

Le mandai un bacio che lei fece finta di scacciare con la mano.

"Stronza" le urlai mentre si incamminava verso la gelateria. Appena entrò nel negozio iniziai a rovistare nella sua borsa per cercare il cellulare. Digitai velocemente i numeri che conoscevo a memoria, per sbloccarlo e poi andai nella casella messaggi.

"JESYYYY" la sentii urlare "METTI GIU' IL MIO TELEFONO"

"Uhh, uhh Tommy con il cuoricino" dissi poco prima che mi togliesse il cellulare dalle mani.

"Lo sapevo che non dovevo lasciarti da sola" disse mettendosi il telefono in tasca.

"Adesso sono curiosa.. chi è questo Tommy cuoricino?" chiesi. "Quello di prima, di seconda o di quinta?"

"Ma i cazzi tuoi mai?!"

"Noi, mai." risposi "Dai, chi è??"

"Quello di quinta" rispose sedendosi "Ma niente di serio. Ci sentiamo solo da un paio di settimane e.."

"E ti piace" conclusi io.

"Sì" rispose coprendosi gli occhi con le mani.

"Vi ci vedo bene insieme. Vi ho già trovato il nome: Kanny!" finii disegnando un semicerchio immaginario nell'aria.

"Si, certo come no"

"Si, certo come no" la imitai "Vi metterete insieme. Io lo so"

"Cosa sei? Una veggente?" chiese ridendo mentre si sdraiava.

"Una specie" risposi tirandole un sassolino in fronte. Lei si massaggiò il punto che avevo colpito. Tutto questo senza mai smettere di sorridere.

A quanto pare, tutti erano felici. Tutti eccetto la sottoscritta...

 

 

"Che palle non c'ho voglia di tornare a piedi" dissi buttando la testa all'indietro.

"Andiamo, sfaticata"

Katy mi prese per un braccio e mi trascinò lungo la strada.

"Magari se cammini un po' più veloce riusciamo ad arrivare a casa prima che inizi a piovere" disse iniziando a camminare con passo ancora più svelto di prima.

"Io sono tappa" mi giustificai "Non ho le gambe lunghe come le tue"

Le mi guardò.

"Ma se sono alta due centimetri più di te!" esclamò.

"Dettagli, Katy... Quelli sono dettagli" dissi raggiungendola.

Un lampo squarciò il cielo e pochi secondi dopo lo seguì un tuono.

"Va bhe, ho già capito che ci bagniamo" dissi. Aumentammo ancora di più il passo. Credo che avremmo potuto vincere la gara di velocità alla Olimpiadi. A noi Bolt ci fa un baffo!

Quando arrivammo all'incrocio ci salutammo prima di imboccare strade diverse.

"Vado di qui che è più corto" dissi tra me e me girando in una piccola stradina sulla mia destra.

I mattoni grigi del muro mi scorrevano di fianco mentre camminavo velocemente verso casa. Ogni tanto mi imbattevo in qualcuno di frettoloso che usciva dal retro di un negozio.

Sembrava uno di quei vicoli dei film in cui, da un momento all'altro, ti ritrovi davanti un cadavere ed il temporale in arrivo non migliorava di certo la situazione.

Quello che vidi, però, fu molto peggio delle scene dei film.

Arrivata al muro svoltai a destra e, in lontananza, la vidi. Vi starete chiedendo: chi?

Bhe la risposta è semplice: Liz.

Già solo incontrare lei mi avrebbe fatto arrabbiare, ma quello che stava facendo era veramente imperdonabile. Era lì con un ragazzo e si stavano baciando. Più che baciandolo gli stava divorando la testa e infilando la lingua nell'intestino, ma è lo stesso..

Mi nascosi dietro il muro e rimasi a sbirciarli.

Dentro mi stava salendo un misto di rabbia, voglia di urlare e di strozzarla che nessuno si potrebbe immaginare.

"Lo sapevo" continuavo a ripetermi "Lo sapevo che lo avrebbe tradito. Quella brutta troia"

Quando si separarono il ragazzo, che non avevo mai visto prima, se ne andò e Liz si girò di colpo beccandomi nel bel mezzo della mia operazione segreta di spia.

"Jesy" dissi avvicinandosi "Che ci fai qui?"

Il suo sorrisetto non fece altro che accrescere la rabbia che già mi ribolliva dentro.

"Potrei fare la stessa domanda a te" dissi con acidità "Aggiungendo però: Che ci facevi qui CON QUELLO"

"Robby?" chiese continuando a sorridere "E' solo un amico"

"Ah, e tu di solito gli amici li tratti così?" chiesi incrociando le braccia al petto, più che altro per evitare di tirarle un bel ceffone tutto meritato.

"Non capisco" negò "Cosa intendi per gli amici li tratti così?"

"Intendo dire che a tutti i tuoi amici infila la lingua nello stomaco?"

Rimase a guardarmi per alcuni secondi prima di girarsi per vedere se ci fosse qualcun altro oltre a noi due.

"Senti" iniziò "Non so perchè hai visto tutto questo ma non avresti dovuto"

"Chissà perchè non avevo dubbi" dissi mantenendo lo sguardo fisso nei suoi occhi marroni.

"Ma lascia solo che una parole esca dalla tua bocca e io giuro che sarò la tua rovina" continuò sussurrando, senza ascoltare minimamente quello che dicevo. Si avvicinò rendendo in quel modo il nostro contrasto di altezza molto più evidente di quello che non fosse già.

"Non una parola con Niall o giuro che ti rovino" disse "Giuro che distruggerò il vostro bellissimo legame, giuro che ti farò odiare da lui, ti giuro che avrai paura di me"

La guardai negli occhi e senza il minimo timore le risposi.

"Non ho paura di te"

"Dovresti, invece" disse sorridendo e allontanandosi. "Ora devo andare. Ci si vede in giro, bella innamorata"

Se ne andò lasciandomi da sola.

"Proprio a me doveva capitare una così? Cos'ho fatto di male?" continuavo a chiedermi.

Tenevo le mani strette a pugno così forte che le nocche erano bianche. Mi risvegliai dai miei pensieri quando una goccia mi cadde sul viso.

Rilassai le mani notando i segni che le unghie avevano lasciato nella pelle. Mi tirai su il cappuccio della felpa nera ed inizia a correre verso casa.

Lacrime di frustrazione iniziarono a cadere lungo il mio viso, ma riuscii a mascherarle grazie alla pioggia.

L'amore è cieco, ma la sfiga ci vede bene.

 

 

 

 

#SPAZIO AUTRICE

Hi girls ♥♥Come va?? Io finalmente ho quasi finito gli esami.. Mercoledì ho gli orali e poi basta, finalmente :)

Passando al capitolo... Come vi sembra?? Qui si capisce ancora meglio la stronzaggine di Liz, che ne pensate??

Vi devo ringraziare perchè siete veramente in tantissime che seguite la storia e ogni volta aumentano sempre di più le recensioni Grazie mille ringrazio anche le lettrici silenziose.. siete tutte fantastiche :)

Ah, e perdonatemi se trovate degli errori, ma sono una capra in italiano :)

Basta.. ora mi dileguo

xx Mony

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Capitolo 15
*** Best friend? ***


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15. BEST FRIEND?

 

 

 

 

Camminavo nervosa avanti e indietro per la stanza, oscillando la mano destra mentre la sinistra era poggiata sul fianco. Ogni tanto mi lasciavo sfuggire un sospiro nervoso. Ero indecisa se chiamarlo o no. Cosa gli avrei detto? Cosa avrebbe pensato? Cosa sarebbe successo?

Troppe domande, troppi dubbi che non mi permettevano di prendere il cellulare e schiacciare quella maledetta cornetta verde.

Mi sedetti sul letto con la testa tra le mani. L'immagine di Liz che baciava quel tipo mi tornò alla mente.

"Deve saperlo, non posso permettere che lei lo tradisca" sussurrai. Presi il telefono già posizionato sul suo contatto.

"Però se poi lei mi rovina?"

Rimisi il telefono sul comodino.

"Oh andiamo Jesy, cosa ti potrà mai fare?"

Ripresi il telefono in mano.

"Ma ha detto che avrò paura di lei. Magari può ingaggiare un killer per uccidermi!"

Appoggiai di nuovo il cellulare sul il legno freddo del comodino.

"Un killer? Ma cosa sto dicendo?! Un po' di coraggio.. ce la posso fare"

Ripresi il cellulare in mano. Rimasi qualche secondo a fissare la sua foto.

"Deve saperlo. Punto."

Premetti la cornetta verde e titubante avvicinai il telefono all'orecchio. Ascoltavo gli squilli, che mi sembravano durare secoli. Al quarto rispose.

"Ciao bella" disse tutto allegro.

"Niall..." iniziai titubante.

"Che c'è? E' successo qualcosa?" mi chiese serio.

""No" mentii "Vieni qui ad aiutarmi con i compiti?"

Rise.

"Certo! Dammi solo dieci minuti"

"Ok" dissi poco prima di chiudere la chiamata e iniziare a parlare da sola.

"Bene. Ora devi solo dirglielo"

Mi posizionai davanti allo specchio ed iniziai a fare delle prove.

"Niall, Liz è una troia che ti sta usando"

No, troppo volgare

"Sai, Niall, ho visto Liz che si baciava con un altro"

Non mi convince

"Ehy, Liz ti sta tradendo, devi lasciarla"

No troppo diretto

"Hai presente Liz? Non è come pensi che sia.."

Con la testa che ha non ci arriverebbe

"Sai, Niall non ho le palle per dirti che Liz ti sta tradendo"

Mi lancia sul letto e poco dopo sentii la porta aprirsi. Il biondo entrò in tutto il suo splendore nella mia camera.

"Hai sentito qualcosa?" chiesi insicura.

"No, avrei dovuto?" chiese guardandomi strano. Una parte di me sperava in quella risposta, ma l'altra sperava il contrario, così mi avrebbe semplificato le cose...

"No, no" risposi mettendomi a sedere sul materasso a gambe incrociate.

"Allora" disse sedendosi sulla sedia "Cosa devi ancora fare?" chiese aprendo l'armadio,

dove sapeva che tenevo tutti i libri.

"Diciamo tutto"

Lui si girò a guardarmi.

"Cioè, tu mi stai dicendo che alle" guardò l'orologio "tre di domenica pomeriggio tu non hai ancora iniziato i compiti?"

Sorrisi annuendo con la testa.

"Sei unica" disse prendendo i libri che ci sarebbero serviti.

Lo ossorvai mentre si girava sorridendo, inconsapevole di quello che gli avei detto da lì a qualche ora.

 

 

Mi sdraiai esausta. Girai la testa verso sinistra per guardare l'orologio. Erano le sei. Dopo tre infinite ore, avevamo finito di fare tutti i compiti.

"Ce l'ho fatta" dissi alzando le braccia in aria.

"Io ce l'ho fatta" disse Niall "Ho fatto più cose di te"

Sorrisi "Ti voglio bene"

"Anche io" disse alzandosi "Ora vado"

NO! urlai nella mia testa Non se ne può andare!! Devo ancora dirgli di Liz... Devo fermarlo, ho solo bisogno di un po' di coraggio...

"Niall" lo chiamai facendolo fermare poco prima che uscisse dalla mia camera.

"Si?" chiese guardandomi.

Aspettai qualche secondo, poi presi un respiro.

"Senti, io ti devo parlare di una cosa" disse mettendomi a sedere.

Lui si girò e chiuse la porta.

"E' la stessa cosa che dovevi dirmi quando ti dissi di X-factor?" chiese. Con tutto quello che stava succedendo mi ero completamente dimenticata di X-facor.

"No, no un'altra"

Battei la mano sul materasso, lui sorrise e si sedette.

"Ti ascolto" mi disse sorridendo.

Presi un altro respiro prima di cominciare a parlare.

"L'altro giorno" iniziai "No, in realtà era ieri, comunque, stavo tornando a casa e ho preso una scorciatoia. Hai presente quella stradina dove ci nascondevamo, quando eravamo piccoli, dai nostri genitori?"

Ci pensò un attimo, poi annuì, così continuai.

"Ecco. Ho preso quella scorciatoia e lì li ho visti"

"Hai visto chi?" mi chiese.

"Liz" dissi "Che si stava baciando con uno"

Finii di parlare senza guardarlo negli occhi. Sapevo che sarebbe stato un colpo duro per lui. Insomma, venire a sapere che la tua ragazza ti tradisce non è bello, ma non mi sarei mai immaginata quella reazione da parte sua.

"Lo sapevo" disse.

"Ma come? Eri così innamorato, come facevi a sapere che ti tradiva?" chiesi sempre tenendo lo sguardo sui miei pantaloni.

"No, non quello" disse alzandosi. "Me lo aveva detto!"

Alzai lo sguardo.

"Ti aveva detto cosa?" chiesi.

"Che tu mi avresti detto così"

Socchiusi un po' gli occhi.

"Non capisco" sussurrai.

"Non fare la finta tonta" disse alzando il tono di voce "Lo so benissimo che non ti piace, me lo ha detto anche lei, ma inventarsi una cosa del genere..."

"Niall, io non ho inve..."

"Devi solo stare zitta! Perchè quando sono felice devi rovinare le cose?! Non dovresti fare così, dovresti supportarmi e invece ti inventi delle cazzate!"

Il suo tono di voce mi spaventava. Non aveva mai gridato contro di me.

"Ma io non ho inventato niente, te..."

"Non hai inventato niente? Non hai inventato niente? Ti rendi conto di quello che stai dicendo?"

"Te lo giuro, Niall, non me lo sto inventando" dissi iniziando a gesticolare. Sentivo gli occhi pungermi e iniziavo a vedere appannato.

"Non mi interessa se lo giuri, so che è una cazzata. Liz è una ragazza per bene..."

"Non è come sembra!" urlai facendolo tacere. "Ti pare che mi piace farti soffrire?! Lei non è come sembra. Veramente sei così ingenuo da cadere nel suo gioco? Ti solo usando, Niall, lei non ti ama"

Non gli avevo mai urlato contro, in realtà non avevamo mai litigato prima di allora.

Restò a guardarmi per alcuni secondi mentre io cercavo di trattenere le lacrime.

"Bugiarda" disse scuotendo la testa per poi andarsene.

"No aspetta!" gridai nel tentativo di fermarlo. "Niall!"

Mi alzi dal letto e lo rincorsi giù dalle scale.

"Niall, aspetta"

"Troppo tardi" disse senza neanche girarsi.

Gli afferrai il braccio costringendolo a guardarmi.

"Non voglio più vederti" disse.

Quelle parole mi ferirono al cuore. In quei pochi secondi rividi tutte le nostre esperienze passarmi davanti, con la consapevolezza che non ce ne sarebbero più state. Mollai la presa e rimasi a guardarlo mentre se ne andava.

"Niall" cercai di attirare la sua attenzione, ma lui fece come se non esistessi e se ne andò senza degnarmi di uno sguardo.

Rimasi a fissare la porta per alcuni secondi, poi corsi in camera e mi lancia sul letto dove scoppiai a piangere.

 

 

Feci scorrere l'acqua per un po', per farla diventare più fredda possibile, poi la presi tra le mani e mi sciacquai il viso. Il mascara mi era colato lungo le guancie, mi ricordava il trucco di halloween che facevo quando ero più piccola.

Lavai la faccia ripetute vole per essere sicura che anche la più piccola parte del trucco se ne fosse andata.

Quando mi riguardai allo specchio il nero non c'era più, ma notai il rossore degli occhi, ormai, gonfi.

Dalla camera sentii uno squillo. Mi asciugai il volto e poi andai a leggere il messaggio.

Vieni a casa mia. Niall

Rimasi a fissare lo schermo non sapendo cosa rispondere. Optai per un semplice ok. Andai in bagno per mettermi un filo di mascara, con la speranza di nascondere gli occhi rossi.

Uscii di casa senza preoccuparmi più di tanto del mio aspetto, quello era irrilevante in quel momento.

Presi un respiro e poi suonai il campanello.

Ad aprirmi fu la persona che in quel momento odiavo di più. Liz. Sorrise guardandomi e poi si scostò per farmi entrare.

"Hai pianto Jesy?" mi chiese sussurrando.

"Non rompere" le risposi con i denti stretti.

"Io ti avevo avvisata, ora sono cazzi tuoi" sorrise.

Dio, quel sorriso. Glielo avrei fatto sparire con un bel pugno.

"Te l'ho detto. Avrai paura di me" sussurrò per poi avviarsi in salotto. Strinsi le mani a pugno cercando di trattenere la mia rabbia.

"La vita sarebbe meravigliosa se la gente, la mattina, non si svegliasse con l'intento preciso di rompere le palle." dissi tra me e me.

Quando la raggiunsi in sala, la trovai accoccolata sotto il braccio di Niall. Il suo sorriso era stato sostituito da un labbro tremante e da degli occhi impauriti pieni di lacrime.

Avrebbe dovuto vincere un premio come attrice, veramente.

"Perchè mi hai fatto venire qui?" chiesi al biondo.

"Per cercare di chiarire" disse con voce fredda.

"Non ho niente da chiarire" ribattei "Ho solamente detto la verità"

I due si guardarono negli occhi e vidi Liz scuotere leggermente il capo.

"Non è vero" disse con la voce rotta dal pianto "Non ho fatto niente di quello che ha detto"

La guardai incredula. Anche Niall mi guardò.

"Sentito cosa ha detto? Non ha fatto niente" disse lui.

"E tu le credi?" chiesi indicandola "Credi veramente a quello che ti dice? Ti sta solo usando"

Lei iniziò a piangere a sighiozzi nascondendosi tra le braccia del biondo.

"Ti sembra che un persona in lacrime come lei possa mentire?" chiese alzandosi e facendomi sussultare.

"E tu credi che la tua migliore amica ti direbbe una bugia di questo tipo?" chiesi iniziando ad urlare anche io.

"Le persone cambiano" disse lasciandomi senza parole. Dietro le spalle di Niall vidi Liz sorridere soddisfatta. Spostai lo sguardo da uno all'altro senza dire niente. Lei continuava a sorridere e quello mi dava tremendamente fastidio. La guardai negli occhi e poi sussurrai "Vaffanculo".

Me ne andai senza guardarmi alla spalle con la vista che tornava ad offuscarsi a causa delle lacrime.

A volte scapperei via, lontano da tutti, da ogni cosa che potrebbe farmi male, dalle falsità delle persone e dalle prese in giro.. Scapperei via da questo mondo, e mi rifugerei in una favola, almeno là tutto va bene.. Ma purtroppo non potevo, così mi rifugiai di nuovo nella mia stanza e lì, per l'ennesima volta nello stesso giorno, piansi.

Ripensai a tutti i momenti passati insieme, da quando ci eravamo conosciuti fino a quel pomeriggio, quando mi aveva aiutato a fare i compiti.

Ah, ma una cosa l'avevo capita in tutto quel pomeriggio. La vita non è mai giusta. Se c’è una cosa che dovrebbero insegnare a scuola, è questa.

 

 

 

 

#SPAZIO AUTRICE

Hello pipol

Allora, per prima cosa mi devo scusare per questo grande ritardo. Scusatemi, scusatemi, scusatemi :) Almeno ho scritto un capitolo un po' più lungo del solito :) :) :)

A proposito del capitolo.. come vi sembra??? Che pensate di questa litigata tra Niall e Jesy?? Che pensate della stronzaggine di Liz??

Lasciate tante, anzi tantissime recensioni, plz

 

Poi, passando ai ragazzi.. Avete visto il trailer ufficiale di This is us?? Al minuto 1.30 c'è Verona, io mi sono messa ad urlare!! E poi alla fine si sente Best song ever.. già amo quella canzone Non so voi ma io sono scoppiata a piangere come una cogliona :) Sono così fiera di loro :)

Chi non vede l'ora di vedere il film e di ascoltare il nuovo singolo??? *alza la manina*

 

Baci e alla prossima

xxMony ♥♫

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Capitolo 16
*** Come ci si sente? ***


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16. COME CI SI SENTE?

 

 

 

 

 

Nuvole. Nuvole prima di un temporale. Ecco cosa sembrava aver disegnato sul cuscino bianco il mio mascara nero. Ormai avevo esaurito le lacrime, ma questo non significava che non ero triste.

Ero sdraiata nel letto da più di un ora e giuro che ci sarei rimasta per il resto di tutta la mia vita.

Tra le braccia stringevo Mister Coccolo, l'elefantino di peluche che mi aveva regalato Niall. Pensavo a quel giorno. Non era passato tanto tempo ma erano cambiate tante cose, e purtroppo in peggio. Mi ricordavo quando mi aveva rincorso e mi aveva abbracciata da dietro. Dio, quanto avrei voluto un suo abbraccio in quel momento.

Chiusi gli occhi immaginandomi nelle sua braccia. Potevo percepire il suo profumo, il suo calore e il suo respiro sulla pelle. Mi sussurrava che andava tutto bene, l'unico problema era che era tutta una mia fantasia.

Mi strinsi nelle coperte cercando di prendere sonno ma, anche lì, quei brutti pensieri mi tormentarono.

Sognai nuovamente il nostro litigio. Lui mi urlava contro e le lacrime scorrevano lungo le mie guance senza fermarsi. Poi se ne andava via con Liz, lasciandomi lì da sola, a pensare a cosa sarebbe potuto succedere se non gli avessi detto niente, se avessi fatto finta che niente fosse successo. Tutto sarebbe rimasto come prima.

Mi svegliai con il fiatone mentre sussurravo il suo nome. Gli occhi ricominciarono a pungermi e le lacrime a scendere.  Ma la cosa brutta era pensare che l'unica persona che poteva consolarmi era proprio quella per cui stavo soffrendo. Non ce l'avrei mai fatta senza di lui.

Sentii qualcuno bussare alla porta e con la voce tremante a causa del pianto risposi "Chi è?"

Mia madre aprì leggermente e sbirciò all'interno.

"Posso?" chiese. Annuii asciugandomi una lacrima. La vidi sorridere e poi, dopo aver chiuso la porta alle sue spalle, si avvicinò al mio letto dove si sedette e iniziò ad accarezzarmi.

"Maura mi ha detto che avete litigato" 

Annuii guardando altrove.

"Lo so, amore. Può essere difficile superare questi litigi, ma tu sei forte. Non voglio più vederti piangere"

Continuava ad accarezzarmi la guancia, come quando ero piccola.

"Non ce la faccio" risposi con la voce strozzata dal pianto "Non ci riesco, c'ho provato ma è più forte di me"

"No, tu sei più forte piccola" disse dandomi un bacio sulla fronte "Vuoi stare a casa oggi?" 

Scossi la testa. 

"Non ci credo, vuoi andare a scuola?! Cos'è successo?" chiese con voce sorpresa ridendo. Risi anche io. La verità era che se fossi stata a casa avrei fatto capire a tutti, compresa Liz, che stavo soffrendo, e non volevo lasciarla vincere.

"Ecco, sorridi sempre, così sei più bella" disse dandomi un'altro bacio "Ora preparati che è già tardi"

Uscì dalla mia stanza lasciandomi lì con le lacrime agli occhi ma un leggero sorriso sulle labbra. Questa è la forza dell'amore di un genitore, a volte rompono ma in fondo, sono le persone che ti vogliono più bene.

 

 

Aprii la portiera della macchina scendendo nel cortile della scuola. 

"Piccola, se non te la senti fai chiamare a casa" disse mia madre apprensiva affacciandosi al finestrino.

"Non ti preoccupare, sto bene" le risposi. I miei occhi rossi però dicevano tutto il contrario. Quando mia madre partì mi diressi verso l'entrata della scuola. Il cortile era già deserto ma vedevo Katy osservarmi dalla finestra della nostra aula. Con un cenno della mano mi salutò e io ricambiai.

Salii le scale e, con passo svelto, arrivai fino alla mia classe. Rimasi a fissare la porta blu per alcuni secondi. Sentivo la voce squillante della professoressa Smith che cercava, invano, di spiegare. Mi immaginavo le faccia annoiate di tutti i miei compagni che cercavano di ingannare il tempo. Presi un respiro di incoraggiamento poi aprii la porta. Tutti si girarono a guardarmi, nella speranza di trovare qualcosa di più divertente rispetto alla noiosissima lezione. Tutti mi guardavano, ma il mio sguardo corse a lui. Era seduto in ultima fila, come al solito. Per alcuni secondi i nostri sguardi si incontrarono, fu lui a distoglierlo per primo.

"Alla buon ora, signorina" mi accolse poco gentilmente la professoressa. 

"Ho la giustificazione" le risposi porgendole il libretto, che lei afferrò. Quando finì di leggere me lo porse dicendomi di andarmi a sedere.  Contro ogni sua immaginazione mi sedetti in prima fila.

"Cos'è successo oggi?" mi chiese sbalordita "Sei arrivata in ritardo e hai la giustifica e ti siedi in prima fila. Come mai non all'ultimo banco con il tuo amico Niall?"

Rimasi alcuni secondi in silenzio aprendo il libro alla pagina della spiegazione. Mantenendo lo sguardo basso le risposi con la stessa frase che aveva usato lui il giorno prima.

"Le persone cambiano" 

Sentii dietro di me un leggero bisbigliare. Sicuramente si stavano scambiando opinioni su quello che avevo appena detto.

"Va bene" disse la Smith "Ora torniamo alla lezione"

Non ascoltai una parola di quello che disse. I miei pensieri erano focalizzati ancora sugli avvenimenti del giorno precedente. In così poche ore erano cambiate così tante cose...

Ci sono amici che sembrano eterni. Poi puff.. spariscono senza nemmeno una spiegazione. Allora ti chiedi: "dove ho sbagliato?" 

 

 

 

#NIALL POV

 

 

Mi trovavo ne bel mezzo della lezione più noiosa di sempre. La Smith stava spiegando, ma di quello che diceva coglievo solo alcune parole. Stavo pensando a quello che era successo il pomeriggio precedente. 

Non credevo che fosse così. La credevo un'amica e invece... Mai fidarsi delle persone, ti colpiscono sempre alle spalle. Quando finalmente ero felice lei doveva rovinare tutto. Perchè?

Non avevamo mai litigato prima. Sentirla urlare contro di me mi aveva fatto stare male, ma non era colpa mia.

Quel giorno non si era nemmeno presentata a scuola.

I miei pensieri furono interrotti dal rumore scricchiolante della porta che si apriva. Tutti si girarono a guardare chi fosse, forse in cerca di qualcosa di più interessante della lezione.

 Eccola lì. Riconobbi subito la sua massa di capelli biondi. 

Appena dentro la classe cercò il mio sguardo. Nei suoi occhi c'era qualcosa di diverso. Il colore blu che adoravo era reso molto più triste dal rosso causato dal pianto. Il suo sguardo mi fece capire di quanto fosse triste e arrabbiata in quel momento. Mi dispiaceva vederla così, ma in fondo, era stata lei ad inventarsi quella grande cazzata.

Mi guardava, e potevo vedere i suoi occhi brillare pieni di quelle lacrime che ancora non aveva esaurito. 

Mi guardava e sembrava dirmi: "Guardami Niall. Guarda i miei occhi. Vedi cosa mi hai fatto? E' tutta colpa tua. Sto soffrendo per te e tu come mi ripaghi? Gridandomi addosso? E' tutta colpa tua"

Non riuscii a reggere il suo sguardo e così tornai a guardare il quaderno sul banco.

La sentii parlare con la professoressa ma non ascoltavo cosa diceva, tenevo lo sguardo incollato sul libro. Lo alzai solo quando la Smith, sbalordita, le chiese il perchè si era seduta in prima fila e non era venuta nel banco vicino a me. Lei aspettò qualche secondo prima di rispondere.

"Le persone cambiano" disse usando la frase che avevo detto a lei il pomeriggio precedente.

Subito, tutti, iniziarono a bisbigliare scambiandosi opinioni sulla frase detta da Jesy. Katy, seduta davanti a me si girò chiedendomi spiegazioni.

"Non c'è niente da spiegare" le risposi "Ha detto tutto lei. Le persone cambiano"

In quel momento, però, non sapevo chi era cambiato. Io o lei?

 

 

 

 

 

#JESY POV

 

 

Il giardino della scuola non mi era mai sembrato così triste. Ero seduta sotto ad una quercia, o almeno pensavo che fosse una quercia, aspettando che la mia amica Katy mi vedesse e venisse da me.

"Nana" disse in modo dolce facendomi girare "Hai litigato con Niall?"

Annuii triste senza parlare.

"Non sai quanto mi dispiace, cucciola. Te l'ho detto io di dirglielo e ora sei nei casini per colpa mia..." iniziò a parlare velocemente senza neanche lasciarmi il tempo di capire.

"Katy" dissi "Non abbiamo litigato per quello"

Lei mi guardò senza capire. "Allora perchè?" chiese "Pensavo che gli avessi detto dei tuoi sentimenti"

"No, no" le risposi "Magari fosse per quello"

"Allora per cosa?" chiese con un misto di curiosità e tristezza nei miei confronti.

"Liz" risposi semplicemente. La guardai mentre si sedeva vicino a me. 

"Liz?" chiese "Cos'ha fatto?"

Iniziai a raccontarle tutta la storia da quando ci eravamo salutate per tornare a casa e io ero entrata in quella stradina, fino alla fine del nostro litigio a casa sua, con la super interpretazione di Liz della vittima.

Quando finii i raccontare rimase a bocca aperta.

"Non ci credo" disse "Va che troia. E Niall crede a lei? Non ci posso credere. Non ci posso credere"

"L'hai già detto" dissi sorridendo.

"Mi dispiace Jesy. Vedrai che si risolverà tutto" 

"Lo spero" sussurrai.

"Ne sono sicura"

Ci incamminammo verso casa. Katy cercava di consolarmi facendomi ridere e per un po' ci riuscì, ma poi... poi la sfiga decise di tirarmene un'altra.

Girato l'angolo le vedemmo camminare nella nostra direzione.

"Ti prego Katy, torniamo indietro o giuro che la prendo a pugni" dissi con i denti stretti girandomi per andarmene.

"Ehy Jesy!" la sentii chiamarmi. Mi girai fingendo un sorriso.

"Andavi da qualche parte?" mi chiese.

"No, certo che no" le risposi "Però tu potresti"

"Potrei andare dove?" chiese sorridendo. 

"Ho una vasta scelta, decidi te. A cagare, a fanculo, a quel paese..."

"Jesy" sussurrò Katy prendendomi per un braccio.

"Come sei spiritosa" disse ironicamente Liz.

"Jesy, non ne vale la pena" disse Katy tirandomi indietro il braccio.

"Ascolta la tua amichetta. Non lo farei se fossi in te" disse continuando a sorridere.

Sentii Katy stringere la presa quando cercai di andare verso di lei. Liz rise. A quanto pare trovava quella scena divertente. Giuro che se non fosse stato per Katy, le avrei tirato un bel pugno.

"Come siete patetiche" disse sorridendo. Sentii Katy diminuire la presa e colsi quel momento per liberarmi.

Mi mossi velocemente verso Liz. La presi per le spalle e la spinsi indietro.

"Come ci si sente?" le urlai spingendola nuovamente "Come ci si sente a stare bene? Ad essere perfetti, a non aver paranoie, ad essere felici in maniera insopportabile"

La spinsi nuovamente facendola andare a sbattere contro il muro alle sue spalle.

"Come ci si sente ad essere amati?"

Katy, mi prese per le spalle allontanandomi da lei.

"Eh, come ci si sente?" urlai cercando di liberarmi dalla stretta della mia amica.

"Jesy, non ne vale la pena" 

Mi sussurrava questo all'orecchio mentre mi portava sempre più lontana da Liz, mentre le lacrime iniziavano a farsi spazio sul mio viso.

Mentre camminavamo per la strada tutti ci guardavano. Mi guardavano. Osservavano le mie lacrime parlando all'orecchio dell'amico, confabulando chissà cosa. 

Tutti che giudicano. Tutti che parlano. Tutti che non capiscono un cazzo.

 

 

 

 

#SPAZIO AUTRICE

Hello pipol

Farei di tutto per voi e, infatti, eccomi qui :) Sono riuscita ad aggiornare anche in vacanza. Voglio una statua :)

In realtà dovete ringraziare la mia migliore amica Lisa. Le ho fatto leggere la storia e se ne è innamorata e allora mi ha, diciamo, quasi costretta a scrivere perchè voleva sapere come continuava :) E poi mi ha prestato il suo computer per pubblicare il capitolo.

Passando al capitolo.. come vi sembra?? 

Dai ragazze, voglio tante recensioni

Non so, magari riuscirò a postare un'altro capitolo prima di andare al mare... Nel caso, come sempre, vi manderò un messaggio

Poi, visto che alcune di voi me l'hanno chiesto, su twitter mi chiamo @_Iworkinabakery

Seguitemi, tanto ricambio tutti i follower :)

Ora vi lascio... Ancora buone vacanze :)

xx Mony

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Capitolo 17
*** Ehy... ***


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17. Ehy...

 

 

 

 

"Dovresti mangiare, Jesy" mi disse Katy avvicinandomi il piatto che avevo allontanato.

"E se ti dicessi che non ho fame" mormorai allontanandolo.

"Eh no" disse alzandosi "Lo sciopero della fame no"

La osservai mentre camminava per spostarsi dietro di me. Prese la forchetta e cercò di mettermi in bocca una carota. 

"Apri quella bocca" disse tirando con le dita le mie labbra.

"Così mi fai male" cercai di dire.

"Andiamo al mare?" chiese guardandomi interrogativa lei.

"Così mi fai male" ripetei toccandomi la bocca per accertarmi che fosse ancora tutta intera.

"Scusa" disse risedendosi al suo posto "Ma devi mangiare"

"Se mangio mi lasci stare?" chiesi prendendo il piatto. La vidi annuire così iniziai a mangiare a forza le carote sotto il suo sguardo vigile.

Era passata una settimana dal litigio con Niall e Liz, ma niente sembrava tornare alla normalità. 

Loro erano una coppia sempre più affiatata. Passavano insieme tipo ventiquattro ore su ventiquattro.

Lui non mi rivolgeva più la parola e non cercava più neanche il mio sguardo. Sembrava essere felice. Buon per lui.

Katy passava sempre più tempo al mio fianco cercando di farmi tornare l'allegria di una volta.

Mia madre era preoccupata per me perchè, le uniche volte che mi vedeva, ero in lacrime.

Sì, piangevo ogni santo giorno. Speravo che Niall si rendesse conto di quello che stava subendo e tornasse da me... ma a quanto pare era convinto di essere nel giusto, e stavo iniziando a perdere la speranza.

Finii di magiare lasciando cadere la forchetta nel piatto.

"E brava la mia Jesy" disse Katy con una voce cretina scompigliandomi i capelli.

"Stai qui a dormire?" le chiesi.

"Certo" disse dirigendosi in camera mia "Ci divertiremo come ai vecchi tempi"

Vecchi tempi. Era passata solo una settimana e già li definiva vecchi tempi. Ero veramente messa così male? La risposta era semplice. Sì.

Non ero più come prima e solo una persona poteva farmi tornare così.

Niall.

 

 

 

 

#NIALL POV

 

 

Scesi le scale cercando di fare meno rumore possibile per non svegliare nessuno. A quanto pare ero l'unico che faceva attenzione, mio fratello Greg, infatti, era sdraiato sul divano con la televisione accessa senza curarsene di niente e di nessuno.

"Sei ancora sveglio?" mi chiese con una voce un po' impastata a causa del sonno.

"Ti pare che stia dormendo?"

Io certe domande non le capisco, se sono qui che cammino è ovvio che sono sveglio.

"Adesso neanche dormi" affermò squadrandomi dalla testa ai piedi "E' sempre per Jesy"

Annuii sedendomi poco delicatamente sul divando.

"Se almeno mi dici perchè avete litigato vi posso aiutare" disse. 

"Ancora con questa storia?" chiesi scocciato "Te l'ho già detto. Non è niente"

Lui mi guardò e, nonostante il buoio, potei notare quanto il suo sguardo fosse scettico.

"Certo, non è successo niente, però non vi parlate più, hai pianto come non so cosa, e adesso non dormi neanche. Però non è successo niente"

Gli tirai uno schiaffo alzandomi per tornare in camera.

"Non rompere" gli dissi mentre salivo le scale.

Non gli avevo mentito del tutto. Era vero, non era successo niente. Nessuno dei due aveva cercato di contattare l'altro, nessuno si era scusato, niente era tornato come prima. Insomma, non era successo niente, le mie giornate erano monotone senza di lei. Sì, avevo Liz e la amavo, ma Jesy... Dio, Jesy. Tra di noi c'era quel legame che.. bho, non saprei nemmeno descriverlo. E sì, mi mancava. Mi mancava troppo. Ormai era una settimana che non le parlavo.

Lei e Katy si erano fatte più amiche e ora passavano insieme tipo ventiquattro ore su ventiquattro.

Lei non mi rivolgeva più la parola e non mi guardava neanche. Sembrava felice. Buon per lei.

Liz passava sempre più tempo con me, cercando di farmi superare quel brutto periodo.

I miei erano preoccupati, perchè non mi avevano mai visto piangere così tanto. Sì, può sembrare strano per un ragazzo piangere, ma era così. Speravo che Jesy si rendesse conto dell'errore che aveva fatto e venisse a chiedermi scusa ma , a quanto pare, era convinta di essere nel giusto e stavo iniziando a perdere la speranza...

Tutti cercavano di farmi tornare il sorriso come ai vecchi tempi. Una settimana e li considerano già vecchi tempi? La verità era che sembrava essere passato un secolo, ma solo una persona poteva farmi tornare come ero prima.

Jesy.

 

 

 

#JESY POV

 

 

La luce del sole filtrava dalle tapparelle che avevo lasciato leggermente aperte. Fu quello a svegliarmi. Stranamente non la voce squillante di Katy nell'orecchio. Lei se n'era già andata. Era partita con i suoi per tutto il fine settimana. Come avrei fatto senza di lei per così tanto tempo? Chi mi avrebbe tirato su di morale?

Guardando l'orologio mi accorsi di quanto fosse tardi. Era quasi ora di pranzo. 

Ancora in pigiama scesi al piano di sotto attratta dal profumo del cibo italiano che, a quanto pare,stava preparando mia mamma. Affacciandomi in cucina la vidi tutta indaffarata a cucinare, mentre mio padre era seduto al tavolo a leggere il giornale.

"Buongiorno" li salutai con voce ancora assonnata.

"Ciao" mi salutarono entrambi. 

"Come va oggi piccola?" mi chiese mio padre. 

"Sto bene" risposi. 

"Ah meno male. Vedi che ti stai riprendendo?!" disse tutto contento. Sorrisi. Troppi sorrisi falsi in troppo poco tempo.

Qualche volta, quando dico "Sto bene", vorrei che qualcuno mi guardi negli occhi e mi dica "Dimmi la verità" ma non è mai così. Quando dici le bugie tutti ti credono, invece, quando dici la verità pensano che inventi cazzate. Io ne so qualcosa.

 

 

Ero sdraiata sul letto (wow che novità) quando mia madre entrò.

"Che c'è?" le chiesi.

"Stai ancora male, vero?" chiese sedendosi. Non risposi e questo confermò la risposta.

"Sai, dovresti provare a chiamarlo o a scrivergli. In qualche modo, cercate di chiarire" disse.

"Non voglio scrivergli" risposi secca.

"Fai come vuoi" disse alzandosi "Voglio solo che tu stai bene"

Uscì dalla mia stanza lasciandomi a riflettere su quella frase.

 

 

 

#NIALL POV

 

 

Ero steso sul letto. Liz se ne era andata da poco e io ero tornato depresso come prima.

Ero lì che guardavo il soffitto e pensavo. Diciamo che quella era la mia routine quotidiana ormai. Pensavo, pensavo e pensavo... solo quello.

Il telefono vibrò facendomi sobbalzare.

Lo presi e lessi il messagio: "Ehy... xxJesy"

 

 

 

 

 

#SPAZIO AUTRICE

ECCOMIIIIIII

Cioè ragazze ce l'ho fatta!! Vi rendete conto??!! 

Sono abbastanza fiera di questo capitolo... come avrete visto sia Niall che Jesy pensano le stesse cose ma in modo inverso.. Non so se mi sono spiegata...

A quanto pare si mancano entrambi e... Jesy ha trovato il coraggio di scrivergli!!!

Nel prossimo capitolo vedrete cosa succederà... :)

Sì, vi lascio così sulle spine.. lo so sono crudele muahaha... :)

E ora me ne vado... ah e forse riuscirò ad aggiornare di nuovo :D Dovete ringraziare la mia amica, è lei che vuole sapere come continua e così io scrivo :)

Baci e alla prossima

xx Mony

 

 

 

 

 

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Capitolo 18
*** Sono innamorata di un idiota ***


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18. Sono innamorata di un idiota...

 

 

 

 

 

 

"Due cretini. Ecco cosa siete: due cretini!" urlò Katy muovendo le braccia in aria a camminando velocemente da una parte all'altra del giardino di casa sua. Io ero seduta a terra mentre giocavo con una povera foglia che era caduta accidentalmente nelle mie grinfie.

 "Ma io mi chiedo" iniziò "Come si fa ad essere così coglioni? Me lo spieghi?"

Si fermò coprendomi la luce. La sua figura faceva ombra su di me.

"Spiegamelo, perchè veramente non ci arrivo"

"Non è che c'è tanto da spiegare..." sussurrai io "Te l'ho già detto mille volte... Sono innamorata di un'idiota "

 

 

IL GIORNO PRIMA

 

Le mani mi tremavano al punto tale che dovetti riscrivere circa dieci volte il messaggio, prima di inviarlo senza nessun errore e quello che ne uscì fu "Ehy... xxJesy".

Non chiedetemi da dove avevo trovato il coraggio di inviargli quel messaggio, perchè non lo so neanche io.

Rimasi sdraiata sul letto con il cuore che batteva in modo irregolare nella speranza di una sua risposta, la quale non tardò ad arrivare. Pochi secondi dopo, infatti, il telefono vibrò facendomi sobbalzare, non tanto per lo spavento più per la paura. Sì, avevo paura. Precisamente non sapevo nemmeno io di cosa...

Presi il telefono tra le mani tremanti e aprii il messaggio. Anche il suo era semplice allo stesso modo del mio.

"Ehy...xxNiall" 

Una semplice parola che però racchiudeva tanti, troppi sentimenti...

Pochi secondi dopo arrivò un altro messaggio.

"Come va?" 

Già, come va? Come mi sentivo? Come se qualcuno mi avesse strappato via una parte di me...

"Secondo te come dovrebbe andare?"

Gli scrissi così per capire come viveva lui quella situazione.

"Non lo so. A guardarti sembra che tu stia bene"

Rimasi a fissare quelle poche parole. Veramente sembrava che stessi bene? 

"Allora non sai guardare"

Come poteva dire che stavo bene? Aveva il coraggio di dirlo anche dopo che mi aveva vista piangere? Anche dopo che aveva visto i miei occhi rossi e gonfi? Come faceva a dire che stavo bene?

"??"

"Non sto bene, per niente..." Gli spiegai meglio quello che avevo scritto nel messaggio precedente.

"Ti sei resa conto della cazzata che hai fatto??"

Sgranai il occhi appena lessi il messaggio. Pensava ancora di avere ragione. Le cose erano due: o è deficente o è deficente.

"Ancora con questa storia? Io non ho fatto nessuna cazzata"

Non volevo litigare di nuovo con lui, ma non volevo dargli ragione. Era sempre stato ingenuo, ma non avrei mai pensato fino a questo punto. Non si rendeva conto di quello che stava subendo in quel periodo e dovevo farglielo capire, a tutti i costi.

"Non iniziare di nuovo..."

Fu quella la sua risposta.

"Ma perchè non mi credi?" 

Gli chiesi esasperata. Non potevo credere che credeva a Liz e non a me, sua amica da undici anni.

"Perchè dovrei farlo?"

"Perchè non dovresti farlo? Sono la tua migliore amica..."

Gli occhi ricominciarono a pungermi, ma non volevo piangere... Facevo solo quello negli ultimi giorni.

"Mi dispiace"

Rimasi a fissare quelle parole senza capire. Mi dispiace per cosa?

"? Di cosa?" chiesi in cerca di spiegazioni.

"Non lo sei più... "

Lessi quella frase. Non lo sei più... 

"?" gli scrissi. Sapevo già quale sarebbe stata la risposta, ma non volevo crederci.

"ERI la mia migliore amica"

Quelle parole mi colpirono al cuore. Dovetti rileggere quel messaggio un centinaio di volta prima di rispondergli. Gli occhi iniziarono a pungermi sembre di più e il respiro si fece irregolare.

"Cosa?? Se era una battuta non fa ridere..."

Cercai con questo messaggio di autoconvincermi che fosse tutto uno scherzo, ma già sapevo che non lo era.

"Sono serio... Se ti importava veramente di me mi avresti cercato prima.. avresti carcato di fare pace subito.."

Non potevo credere alle sue parole. Non poteva capire quello che avevo provato negli ultimi giorni. Pensava che fosse tutto così facile? 

"E adesso? Adesso cosa sto cercando di fare?"

Scrissi quel messaggio velocemente. Io.. io non potevo crederci... Stavo cercando di fare pace, ma non gli andava bene. Io non andavo più bene per lui...

"Adesso è troppo tardi. Ti servo solo quando faccio comodo? Non mi cerchi neanche più con lo sguardo..."

Lui non poteva sapere. Non poteva sapere dei miei sguardi. Lo guardavo di nascosto, solo quando sapevo che era distratto. Mi piaceva osservarlo, lo facevo sempre... non era come diceva lui...

“Se tu vedessi come ti guardo quando non mi guardi, ci penseresti un bel po’ sul da farsi con me.”

Con quel messaggio chiusi la conversazione. Lascia trapelare un pizzico dell'amore che provavo per lui, ma a quanto pare al posto degli occhi aveva delle fette di salame. Ormai tutti avevano capito i miei sentimenti. Tutti tranne lui. Lui non faceva altro che criticarmi, non gli andava bene niente. Io non andavo bene.

 Spensi il telefono con le lacrime agli occhi. Non piansi. Non lo feci. Avevo esaurito tutte le lacrime.

 

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"Te l'ho detto" iniziò Katy quando ebbi finito di raccontare per l'ennesima volta "Siete due cretini. Lui che non capisce un cazzo e pensa di avere ragione. Te che non gli dici cosa provi. Siete due cretini"

Mi sdraiai sospirando.

"Cosa posso farci?" sussurrai. Lei non mi rispose, semplicemente mi si sdraiò accanto.

Sapete qual è la cosa più triste di tutta questa storia?

La cosa più triste è che ci eravamo promessi che saremmo stati vicini per sempre. La cosa più triste è che, quando ce lo siamo detti, ci credevamo per davvero.
La cosa più triste è che le lacrime, i litigi, le chiacchierate che durano ore, l'allegria, le promesse, a volte non bastano.
E non è triste?
Lo è.
E' triste sapere che, certe volte, volersi bene non basta. 

 

 

 

 

#SPAZIO AUTRICE

Buongiorno pipol

Amatemi.... ho aggiornato in pochissimo tempo :) Praticamente l'altro giorno sono andata a letto alle tre e le mie amiche alle sei e mezza O.o Comunque, al pomeriggio erano stanche e così si sono messe a dormire... io, invece, mi soo messa a scrivere e... TADAN :)

Allora come vi sembra il capitolo? Molte di voi pensavano che il messaggio di Jesy potesse essere l'inizio della possibile pace tra i due. Ma ormai dovreste conoscermi.... sono crudele e ho deciso che, per adesso, non chiariranno. 

Vedrete però come si evolverà la storia :) 

Il prossimo sarà un capitolo di passagio e forse riuscirò a postarlo prima di partire per il mare. Se non riesco ci sentiremo ad Agosto. Non vi preoccupate però, cercherò in tutti i modi di pubblicarlo.

Scusatemi se sono stata lunga e noiosa...

Baci e alla prossima...

xx Mony

 

 

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Capitolo 19
*** La prima volta dopo tanto tempo ***


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19. La prima volta dopo tanto tempo

 

 

 

 

 

 

 

I mesi passavano. Sì, ne erano passati parecchi, e niente era cambiato. Tutto era esattamente come prima. Peccato che i mesi a me parevano anni. Come quando vi state annoiando e il tempo sembra non passare mai. Io mi trovavo esattamente in quella situazione.

A volte, a scuola come a casa, mi sedevo e vedevo intorno a me le persone muoversi. Io stavo lì ad osservarle, ma ero come distaccata, come se non fossi io, come se ci fossi ma allo stesso tempo non esistessi.

La situazione in cui mi trovavo è difficile da spiegare. Era come se vivessi ma allo stesso tempo no. Ogni mattina mi alzavo, mi incamminavo verso scuola, facevo finta di ascoltare la lezione e poi tornavo a casa. Ogni giorno così.

La maggior parte del tempo stavo con Katy. Con lei parlavo del più e del meno, ma soprattutto di prima del nostro litigio.

Era triste pensare a prima. Sì, prima. Erano passati alcuni mesi e io era cambiata tantissimo. In realtà no, non ero cambiata, solo che mi tenevo rinchiusa dentro, con la speranza che un certo biondo venisse a liberarmi.

Un certo biondo, quello, lui... così lo chiamavo durante le conversazioni con Katy. Lo chiamavo così perchè non riuscivo nemmeno a pronunciare il suo nome. Le uniche volte che ci avevo provato, avevo sentito un dolore all'altezza del petto e in pochi secondi tutte le immagini e i ricordi insieme si erano intrufolati nella mia mente provocandomi un prurito alla gola, quel prurito che arriva prima del pianto, o meglio, quando cerchi di non piangere. Subito dopo sentivo il cuore aumentare il battito, il respiro farsi irregolare, gli occhi iniziare a bruciare e poi, inevitabilmente, le lacrime solcare il mio volto. Tutte le volte era così, allora ci avevo rinunciato.

Avevo rinunciato a tutto ormai. E con tutto intendo tutto. Era il giorno di Natale quando presi questa decisione.

Ogni anno aspettavo con ansia il messaggio di auguri del biondo, ma quella volta non era arrivato. Ero rimasta tutto il giorno con il telefono al mio fianco. Ogni volta che lo sentivo vibrare speravo che fosse lui. Aprivo ogni messaggio con la speranza che fosse il suo. Aspettavo quel messaggio, nonostante fossi consapevole che non sarebbe mai arrivato.

La sera mia madre mi si era avvicinata sussurrandomi queste parole: "Ci speravi, non è così? E invece non è successo. Meglio abituarcisi subito alle delusioni..."

Con quelle parole avevo capito che ormai era inutile sperare. E con la speranza se ne era andato via anche l'amore. Non che non lo amassi più.. solo avevo smesso di dimostrarlo agli altri.

D'altronde, lui, l'amore lo dimostrava ad un'altra persona che ormai conoscete bene... Liz. A sentire parlare i miei amici, erano più felici che mai, la coppia più bella del secolo. Cazzate. Ecco cosa sono. Loro non capivano perchè la pensavo in quel modo, ma non provai nemmeno a spiegarglielo. Non volevo iniziare altri litigi per una stupida come lei. Meglio tenersi stretti gli amici.

E la grotta? Ve la ricordate? Sì, quella dove andavano sempre io e lui... Ecco, lì ci ero tornata. Tutti i giorni, a dire la verità. Andavo là, mi sedevo e guardavo l'acqua. La guardavo e pensavo a tutto quello che avevamo fatto lì. Sentivo come in lontananza le nostre voci ridere, gridare, cantare. A volte mi scappava un sorriso. Non uno di quelli felici, però. Era da un sacco che non facevo un sorriso del genere. No, i miei sorrisi erano tristi e nostalgici.

Una volta ero entrata nella grotta e mi ero accorta che la sua chitarra non c'era più.

L'aveva portata via, come per dire che lui non voleva più avere niente a che fare con quel posto.

Chissà se anche lui è mai andato lì a sedersi per pensare al passato? No, io credo di no. Ormai io non conto più niente per lui...

Altre volte, invece, mi nascondevo dietro alla tenda e sbirciavo la sua finestra. La maggior parte delle volte le tende erano tirate, ma non mi interessava. Restavo lì, ferma immobile fino a quando non scorgevo un movimento, anche piccolissimo, nella stanza. Volevo sapere che anche lui era lì, magari illudendomi che pensasse a me.

Le volte, invece, che la tenda era aperta, restavo a guardarlo indaffarato mentre correva da una parte all'altra della camera. Mi piaceva guardarlo di nascosto e sapere che in quel momento ero l'unica che poteva vederlo.

Nelle giornate calde, mi sedevo in giardino in silenzio. Da lì sentivo la sua voce proveniente dalle finestre aperte. Ogni volta che lo sentivo parlare dei brividi mi correvano lungo la schiena.

Una volta avevo origliato anche un discorso tra mia madre e Maura. Mia madre aveva detto che mi mancava e Maura aveva risposto con un semplice "già".

Quella parola mia aveva spaventata. Non aveva nessun significato, ma io l'avevo interpretata come "Già, io non gli manco".

Quante conversazioni e sguardi rubati!

Katy mi aveva detto di dimenticarlo. Ma come potevo? Come si può dimenticare una parte di se stessi. E' impossibile. No, forse mi sbaglio. Infondo lui ci è riuscito, a dimenticarmi intendo. A quanto pare lui ce l'ha fatta. Forse per lui non sono mai stata così importante, forse ero solo un'amica da niente, una di quelle che puoi trovare tutti i giorni e cambiare quando vuoi. Forse per lui, ma non per me. Per me era tutto. Anzi, non era, è. Sì, lui è tutto per me. Non smetterà mai di essere il mio mondo. E' come se ogni cosa ruotasse intorno a lui. E' tutto. E' ovunque. Ogni cosa mi riporta a lui o a qualcosa che abbiamo fatto insieme. Non riesco a togliermelo dalla mente. Ma forse è normale.

Forse è così che ci si sente quando si ama qualcuno.

 

 

Stringevo le coperte tra le mani come se dovessi proteggermi da qualcosa. Era buio nella stanza ma potevo riconoscere benissimo i contorni dei mobili e dei vestiti appesi dietro alla porta socchiusa. L'unica luce proveniva dal lampioni poco distante dalla mia finestra. Quella poca luce illuminava le tende bianche che, muovendosi a causa degli spifferi, sembrano quasi dei fantasmi intenti in una strana danza.

Uno spiffero mi raggiunse facendomi salire i brividi lungo la schiena e costringendomi a stringermi ancora di più nelle coperte. Le lenzuola sapevano di arancia. Annusai quel profumo ricordandomi da dove proveniva. Io e lui eravamo sdraiati sul letto a guardare un film sorseggiando aranciata. Quando si era spaventato aveva lanciato il bicchiere in aria facendolo rotolare sulle lenzuola. Mia madre aveva provato a lavarle, ma se ci facevi caso, potevi ancora sentire il profumo delle arance.

Mi rigirai dall'altra parte, cercando di scacciare via quei ricordi che mi facevano fin troppo male.

Era sempre così negli ultimi mesi. Non potevo rimanere più di dieci secondi senza che qualcosa mi riportasse a lui. E tutte le volte che la sua immagine affiorava nella mia mente uno strano dolore si faceva largo nel cuore.

Secondo Katy non potevo andare avanti così, era solo un male. Ed ero d'accordo. Ma era più forte di me.

Schiacciai la faccia nel cuscino cercando di respingere i mille altri ricordi che si sta">

Solo quando dovetti respirare alzai la testa. Il mio sguardo fu attirato dalla sveglia che, a caratteri cubitali rossi, segnava l'ora. Erano le due e dieci. Le cifre stavano lì a fissarmi come per dirmi "Hai visto che ore sono? E tu ancora non stai dormendo perchè sei tormentata dai ricordi"

Sì, certo. Come se una sveglia potesse anche solo pensare questo!

Mi misi a sedere sul letto grattandomi la testa. Appoggia lentamente i piedi sul pavimento e, cercando di fare meno rumore possibile, andai in bagno. Accesi la luce e osservai la mia immagine riflessa nello specchio. Due profonde occhiaie viola solcavano il mio volto, segno delle poche ore di sonno. La mattina seguente avrei cercato di coprirle il meglio possibile, fingendo di aver dormito tutta la notte.

Distolsi lo sguardo dallo specchio quando sentii vibrare il cellulare sul comodino. Subito mi chiesi chi potesse essere a quell'ora della notte.

Diedi un'ultima occhiata allo specchio e poi spensi la luce dirigendomi nuovamente in camera.

Presi il cellulare tra le mani mettendomi seduta sul letto con le gambe incrociate. Accendendo lo schermo guardai il messaggio e mi sorpresi quando lessi chi me lo aveva scritto. Greg.

Lo aprii incuriosita e lessi il contenuto.

"Domani fatti trovare pronta sotto casa alla sette e mezza. Sono già d'accordo con i tuoi. xxGreg"

Rilessi il messaggio per assicurarmi di aver letto bene l'orario, non si può essere certi di quello che si legge alle due di notte, e poi gli risposi. "Ok, va bene. Ma dove andiamo?"

Aspettai la risposta con il telefono appoggiato sulla coscia. Quando vibrò lo accesi velocemente e lessi.

"Non te lo posso dire nana, è una sorpresa :) Adesso dormi che domani ti devi svegliare presto"

Sorrisi leggendo la parola nana, non ero così bassa.

"Anche te ti devi svegliare presto"

La sua risposta non tardò ad arrivare.

"Se la smetti di mandarmi messaggi dormo"

Sorrisi e gli risposi subito.

"Guarda che sei te che hai iniziato. Comunque, notte"

Mi sdraiai tirando le coperte fin sotto al naso. Quando accesi il cellulare il lenzuolo si illuminò mostrando il suo colore arancione.

"Notte nana"

Sorrisi posando il cellulare sul comodino. Tutta quella faccienda mi stava incuriosendo. E poi adoravo le sorprese. Mi addormentai sorridendo. La prima volta dopo tanto tempo.

 

 

 

 

 

 

#SPAZIO AUTRICE

Eeeeeee rieccomiiii :)

Finalmente dopo due settimane sono riuscita ad aggiornare Scusate ma non sono riuscita prima. Ero al mare con solo il cellulare e un ora di internet per due settimane O.o

Comunque ora sono tornata e ho questa capitolo un po' più lungo. Come vi sembra?? E' un po' di passaggio ma io lo trovo carino :)

Spero in tante recensioni.

Aggiornerò il prima possibile

xx Mony

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Capitolo 20
*** Sorpresa... ***


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20. Sorpresa...

 

 

 

 

 

 

 

Ancora assonnata mi trascinai dalla parte opposta della stanza passando accanto alla finestra. Tanto per cambiare il cielo era di un colore grigio scuro che non prometteva niente di buono. Aprendo la finestra un'ondata di aria fredda mi investì facendomi venire la pelle d'oca. Nonostante quello, però, rimasi lì, ferma immobile, annusando l'aria primaverile. Ero curiosa di sapere dove mi avrebbe portato Greg. Non capitava spesso che facesse sorprese, ma quando le faceva era il migliore.

Mi vestii velocemente indossando un paio di jeans lunghi di colore blu scuro, una maglia bianca semplice e una felpa bordeaux con una scritta bianca al centro.

Guardandomi allo specchio non potei non notare quelle brutte occhiaie, ma ormai ci avevo fatto l'abitudine, era da mesi che andavo avanti così.

Estrassi dalla mia bustina il correttore che applicai abbondantemente sui segni viola, messi ancora più in risalto dalla mia carnagione chiara. Misi un filo di matita nera e del mascara. Infilai le mia all star bianche e misi il cellulare in tasca. Stavo per uscire quando "Le chiavi" sussurrai tornando nella mia stanza "Dove le ho messe?"

Cercai in tutte le giacche e i maglioni appesi, ma niente. Mi sedetti sul letto iniziando ad aprire i cassetti del comodino. Nel primo trovai solo vecchi fogli bianchi e matite mangiucchiate. Nel secondo delle cianfrusaglie che, a dir la verità, non avevo mai visto. E poi aprii l'ultimo.

"Eccole" dissi afferrandole e tirandole fuori. Ad uno dei portachiavi si era incastrato qualcosa. Era una collana. Presi la catenella argentata tra le dita e districai il nodo che aveva formata intorno ad una chiave, solo allora la guardai attentamente.

Appoggiai le chiavi sul materasso senza staccare lo sguardo dal ciondolo. Un cuore con all'intero un infinito.

"E' per simboleggiare la nostra amicizia"

Sentii gli occhi riempirsi di lacrime, ma non volevo farle scappare, non quella volta.

Ero lì seduta sul letto, ma la mia mente era tornata a quel giorno: il tredici agosto, il mio compleanno. Sentivo la sua voce: "Sei la mia migliore amica Jesy" così aveva detto. Mi ricordavo quanto avevo desiderato che mi dicesse che per lui ero più di un'amica, ma in quel momento volevo solo che tornasse da me. Non mi interessava come, se come amico o qualcosa di più. Volevo solo che tornasse da me. Volevo solo un sua abbraccio. Ne avevo bisogno.

Rigirai la collane tra le dita. L'argento era freddo, al contrario della mia pelle. Feci scorrere le dita lungo tutta la catenella, poi guardai il cassetto ancora aperto. Dopo che avevamo litigato mi ero tolta la collana buttandola nell'ultimo cassetto. Avevo scelto quello più lontano perchè non volevo più vederla, non volevo più soffrire, e quello era il simbolo della nostra amicizia. E visto che noi ci eravamo allontanati avevo allontanato da me anche quello che stava a simboleggiare noi.

Non mi ricordavo di averla messa lì.

Spostai lo sguardo dal cassetto alla collana e viceversa quando sentii il telefono vibrare. Era un messaggio da parte di Greg: Sono sotto casa tua. Scendi?

Risposi velocemente con un semplice "Arrivo" e poi lo rinfilai in tasca. Presi le chiavi e mi alzai da letto con la collana ancora in mano. La guardai per alcuni secondi poi la arrotolai e la misi in tasca.

Scesi le scale rendendomi conto che la casa era immersa nel silenzio più totale. Tutti i rumori che, di solito, sentivo al mio risveglio non c'erano. Niente televisione accesa, nessuna padella sul fuoco, niente macchina del caffè in funzione. Nemmeno il canticchiare frenetico di mia mamma. Era strano non sentire niente, solo il rumore dei miei passi che rimbombavano sulle piastrelle bianche. Oltre a quello niente. Presi le chiavi, che avevo precedentemente messo nella tasca della felpa, e aprii la porta, in parte curiosa e in parte spaventata, dalla sorpresa che mi attendeva.

Nel vialetto si trovava la macchina blu di Greg. Quando mi vide mi salutò con un cenno della mano io feci lo stesso. Salii nel posto vicino al suo allacciandomi la cintura. Poco dopo partimmo.

 

 

"Allora, mi vuoi dire dove andiamo?" gli chiesi per l'ennesima volta. Era da circa mezzora che eravamo in macchina e ogni minuto, circa, gli rivolgevo la stessa domanda...

"Non te lo posso dire" ... e ottenevo sempre la stessa risposta.

"Stai lì buona. Guarda fuori, dormi ma fai qualcosa" disse esasperato "Sei una pressa!"

Lo guardavo ridendo sotto i baffi. Il mio piano era quello di farlo impazzire rivolgendogli la stessa domanda, così non aveva scampo, doveva rispondere.

Stavo per iniziare a parlare ma mi fermò.

"Qualcosa che non sia stressare me, grazie" disse puntandomi l'indice contro.

"Va bene, va bene" dissi girandomi e guardando fuori dal finestrino. Un po' di tregua poteva andare bene.

Restai a guardare gli alberi verdi sfrecciarci accanto. Ogni tanto scorgevo qualche cespuglio di fiori colorati o qualche ruscello.

Ero tormentata dalla curiosità. Non avevo la più pallida idea di dove stavamo andando. Era una strada che non avevo mai fatto. Non che mi fossi spostata tanto da Mullingar, però quei posti che scorgevo guardando dal finestrino non li avevo mai visti, neanche in foto.

"Senti Greg" iniziai "Io non ce la faccio. Devi dirmi dove stiamo andando"

"Adesso ti strozzo" disse ridendo "Stai li buona. Mancano solo venti minuti"

"Venti minuti?" chiesi sgranando gli occhi "Dici poco! Come faccio a stare zitta per così tanto"

"Ce la puoi fare Jesy. Conto su di te" disse prendendomi in giro.

"Ma come sei simpatico!" sussurrai girandomi dall'altra parte e chiudendo gli occhi. Lo sentii ridere poi più niente. Mi addormentai e sognai lui. Bhe, come al solito. Anche se cercavo di dimenticarlo tornava sempre a tormentarmi nei sogni.

Sognai di vederlo affacciato ad un balcone di un palazzo. Cercai di salutarlo ma lui non mi vedeva, così entrai e iniziai a salire la scale seguendo i cartelli con il suo nome. I gradini sembravano non finire mai, e la fatica aumentava sempre di più ma quando stavo per tornare indietro lo sentii chiamarmi.

"Jesy? Jesy, sei tu?"

Mi girai a guardarlo sorridendo e salii gli ultimi gradini. Stavo per lanciarmi tra la sua braccia quando...

"SEI UN DEFICENTE!!!! DOVREBBERO RITIRARTI LA PATENTE!" urlò Greg.

Sobbalzai sul sedile sbattendo accidentalmente la testa sul finestrino.

"SI, DICO A TE. PIRLA!!!"

Aprii gli occhi e mi ritrovai davanti un Greg furioso (come avrete già capito) che gesticolava verso un signore nella macchina davanti alla nostra, il quale gli rispondeva con altri gesti e gestacci.

"Greg, piantala" dissi strofinandomi gli occhi.

"CORNUTO A ME, MA VAFFANCULO"

"PIANTALA" urlai. Finalmente si girò a guardarmi con la bocca aperta, infatti, lo avevo interroto primi che urlasse di nuovo.

"Ti ho svegliato?" chiese.

"Tu che dici?" chiese in risposta indicandomi.

"Scusa"

"Almeno quello" sussurrai mentre riappoggiavo la testa sul finestrino.

"Comunque siamo arrivati" disse girando in una via sulla nostra sinistra.

Mi misi a sedere guardandomi intorno. Era una vietta piccola, sia da una parte che dall'altra c'erano delle case con tanto di balcone ornato di fiori. Poco distante da dove si era fermato Greg c'era una palazzina di colore grigio scuro che stonava con i colori pallidi delle villette li vicino.

"Figo" dissi tornando a guardare lui "Che cos'è?"

Lui si guardò intorno. "Bhe, credo siano case"

Lo guardai in modo interrogativo "E....?"

"E, cosa?"

"Perchè siamo venuti qui?" chiesi continuando a guardarlo.

Abbassò lo sguardo sul telefono che teneva in mano.

"Mi rispondi?"

"Ti prego Jesy non ti arrabbiare..." disse alzando lo sguardo nuovamente su di me.

Che cosa voleva dire? Perchè mi sarei dovuta arrabbiare? Stavo per chiedergli spiegazioni ma mi anticipò.

"Vedi quello?" chiese indicando la palazzina grigia di fronte a noi. Annuii.

"Ecco. Niall ti aveva detto che si era iscritto ad X-factor?"

"Si certo. Ma cosa centra adesso?" feci una pausa. Lui mi guardava senza rispondere alla mia domanda, nella speranza che ci arrivassi da sola.

"Aspetta un attimo" dissi "Vuoi dire che oggi... cioè lui... lì?" terminai indicando il palazzo. Non riuscii a formulare una domanda di senso compiuto, ma lui aveva capito.

"Sì" disse "Oggi ha i provino lì dentro"

Rimasi a guardarlo per alcuni secondi senza dire niente.

"E io perchè sarei qui?" chiesi. Sapevo già la risposta, purtroppo.

"Lo sai perchè sei qui" rispose semplicemente.

"Non ci voglio venire lì dentro. Scordatelo, è fuori discussione" disse in tono deciso girandomi e guardando davanti a me.

"Andiamo Jesy" cercò di farmi cambiare idea "Ci tenevi così tanto, ci tenevate così tanto"

"Hai detto bene: ci tenevamo. E' un tempo passato" risposi continuando a guardare davanti a me.

"Jesy..."

Lo interruppi "Te l'ha chiesto lui, di portarmi qui intendo?" chiesi.

"Jesy..."

"Rispondimi"

Ci furono alcuni secondi di silenzio.

"No" rispose.

"Non te l'ha chiesto perchè non vuole che venga. Non è così difficile da capire"

"Perchè non vuoi entrarci? Tu ci tieni a lui..." iniziò.

Certo che ci tengo a lui. Lo amo. E questo vale molto di più. Ma qui il problema non sono io. Mi girai di scatto verso di lui.

"E' LUI CHE NON TIENE A ME!"

Glielo gridai in faccia, lasciando anche che le lacrime inondassero il mio viso. Ero stanca di nascondere tutto a tutti. Loro non capivano come mi sentivo.

"Non è vero." iniziò "Lui ci tiene a te"

"ALLORA SPIEGAMI PERCHE' MI HA LASCIATA DA SOLA PER COSI' TANTO. SE CI TENEVA A ME PERCHE' NON HA CERCATO DI CHIARIRE. PERCHE'?"

Mi guardava come se gli facessi pena. Come se davanti a se avesse un cucciolo bastonato, non una persona e mi dave estremamente fastidio.

"Questo non lo so. So solo che ci tiene a te" disse mentre mi asciugava le lacrime. "Adesso scendiamo da questa macchina e andiamo lì dentro così chiarite"

"Non ci voglio parlare con lui" dissi spostandomi.

"Sai anche tu che è una bugia. Non sai mentire Jesy" disse sorridendo e scendendo dalla macchina.

Non sai mentire Jesy. Chissà com'è che invece suo fratello la pensava diversamente...

Rimase fermo fuori dalla mia portiera aspettando che io scendessi e così feci.

Greg sorrise scompigliandomi i capelli che misi immediatamente a posto borbottando.

"Si vede che ho pianto?" chiesi indicando il mio volto.

"No, sei bellissima nana"

"Smettila di chiamarmi così" dissi tirando su col naso.

Quando arrivammo davanti al palazzo Greg spalancò una porta di colore rosso ed entrammo.

Ci trovavamo in una stanza dalle pareti scure del tutto spoglia. C'era solo una lampada al neon che illuminava tutto con una luce fredda.

"Tu aspetta qui" disse allontanandosi "Lo vado a chiamare"

Lo vidi andare verso un'altra porta poco lontano. Prima che l'aprisse lo chiamai.

"Greg?"

Lui si girò aspettando che dicessi qualcosa.

"Grazie"

Lo vidi sorridere e poi sparire nella stanza vicina.

 

 

#NIALL POV

 

 

"Greg" dissi guardando mio fratello entrare "Finalmente. Pensavo che non saresti venuto"

"Ma ti pare? Non mi perdo mica la tua audizione" rispose sorridendo.

"Come mai ci hai messo così tanto?" gli chiesi avvicinandomi a lui.

Non rispose.

"C'è una persona che vorrebbe vederti di là" disse indicando la porta blu alle sue spalle.

"Chi?" chiesi curioso. Lui sorrise.

"Vai di là e scoprilo. Io non te lo dico"

Lo guardai in modo strano per poi dirigermi verso la stanza che mi aveva indicato.

Mi girai a guardarlo prima di spingere la porta blu di ferro pesante. Lo vidi sorridere poi la porta si chiuse.

Mi girai a guardare la stanza in cui mi trovavo e dall'altra parte vidi qualcuno. Una ragazza. Piccolina, capelli biondi, occhi azzurri e quel viso tanto familiare.

Jesy.

"Ciao Niall" disse.

 

 

 

 

 

 

#SPAZIO AUTRICE

Hello pipol

Visto che non ho aggiornato per un bel po' di tempo ho deciso di mettermi al lavoro e scrivere, scrivere, scrivere. Ed ecco che dopo poco pubblico già un altro capitolo c:

Allora come vi sembra? Cosa pensate che succederà?

Voglio vedere cosa pensate che succederà nel prossimo capitolo. Pace o ancora litigi? Amici o di più?? Sono proprio curiosa c:

Ah e poi avete visto il banner c: Fatto da me, ancora non sono molto brava ma è carino

Le domande di qualcuno riguardo alla collana hanno trovato una risposta :) ahahahah

Poi, qualcuno mi ha consigliato di mettere una foto della nostra Jesy. Eccola, io me la sono immaginata più o meno così, che poi è la ragazza nel banner. c:

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Capitolo 21
*** Scusa ***


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21. Scusa

 

 

 

 

 

 

#NIALL POV

 

 

"Ciao Niall" disse.

"Ciao" risposi talmente piano che dubitavo che mi avesse sentito, ma sorrise.

Non riuscivo a credere che era veramente lì. Non pensavo che sarebbe venuta, ormai non ci speravo più.

Rimanemmo in silenzio per alcuni minuti. Lei guardava per terra mentre muoveva i piedi, cosa che faceva sempre quando era agitata. E io guardavo lei. Il modo in cui teneva le mani in tasca, come spostava i capelli che le cadevano sugli occhi, era tutto così familiare.

La stanza dalle pareti scure rendeva ancora più sgradevole la situazione di quanti non lo fosse già. Sembrava che il silenzio che si era creato rimbombasse dandomi, un senso di paura e imbarazzo.

"Cosa ci fai qui?" chiesi sempre sussurrando. Alzò lo sguardo da terra per guardarmi negli occhi.

Azzurro contro blu.

"Volevo parlare con te" rispose abbassando nuovamente lo sguardo. Anche io volevo farlo. Era da un sacco che volevo farlo, ma avevo paura.

"Ok" risposi.

Alzò lo sguardo e mi guardò. Io feci lo stesso restando in silenzio, aspettando che iniziasse a dire qualcosa.

 

 

 

#JESY POV

 

 

Era lì, fermo esattamente dove era entrato. Indossava un paio di jeans e la camicia a quadri rossi che gli avevo regalato io. Appena lo avevo visto il mio cuore aveva iniziato a battere più veloce e ancora non pensava a rallentare. Sentivo il battito rimbombarmi nelle orecchie, ed ero quasi sicura che, se avesse prestato attenzione, lo avrebbe sentito anche lui.

Ci guardavamo da diversi minuti ormai. Aspettavo che dicesse qualcosa e, a quanto pare, lui aspettava il contrario.

Feci un respiro profondo prendendo coraggio.

"Senti, Niall" iniziai sforzandomi di riuscire a pronunciare il suo nome. "Tutto quello che è successo..."

"E' colpa mia" disse interrompendomi a metà frase. Lo guardai incredula. In quei pochi minuti in cui Greg era andato a chiamarlo mi ero fatta diverse storie in testa. Avevo pensato a tutto, ma mai avrei creduto che si scusasse così velocemente.

"Come?" chiesi inclinando la testa verso destra.

"E' colpa mia, sono stato uno stupido" disse. Poi fece una pausa e abbassò lo sguardo "Scusa"

Rimasi in silenzio a guardarlo. Scusa. Lo aveva detto veramente?

"Forse ti starai chiedendo perchè prima ho fatto lo stronzo e adesso mi sono scusato subito" disse. Feci un leggero segno col capo. Lui sorrise.

"Ho lasciato Liz" disse semplicemente. Lo guardai non riuscendo a credere alle parole che stava pronunciando.

"Tu, cosa?" chiesi in modo da essere sicura di quello che aveva detto.

"Ho lasciato Liz" ripetè.

 

 

 

#NIALL POV

 

 

Guardai la sua faccia incredula alle mie parole. E come non potevo darle ragione? L'ultima volta che ci eravamo visti le avevo urlanto in faccia che era una bugiarda, che Liz era fantastica e le avevo detto che non era più la mia migliore amica.

"Forse dovrei spegarti meglio tutto" dissi "Tre giorni fa..."

 

#FLASHBACK

 

Stavo camminando tranquillamente mentre tornavo a casa. Il cielo iniziava a tingersi di rosa e arancio, segno che il tramonto era in arrivo. Adoravo quella parte della giornata, non saprei dire perchè, ma era così.

Mi infilai in una via laterale per riuscire ad arrivare a casa il prima possibile. Era una via stretta, da una parte e dall'altra correvano alti muri grigi. Lì si trovavano tutti i retro dei negozi e, a volte, potevi imbatterti in qualche passante frettoloso, ma in pochi conoscevano quel posto.

Quando girai l'angolo mi ritrovai davanti Liz. Non sarebbe stato un problema se fosse stata da sola, cosa che non era. Era con una ragazzo e si stavano baciando. Mi bloccai di colpo spalancando gli occhi. Non ci potevo credere.

"Liz" dissi ad alta voce catturando l'attenzione dei due.

"Niall?" disse incredula staccandosi di colpo dal ragazzo.

"In persona" risposi in tono duro.

"Che ci fai qui?" mi chiese.

"Stavo tornando a casa. Ma non è quella la domanda. Tu, che che ci fai qui? E chi è quello?" dissi arrabbiato indicando il ragazzo appaggiato al muro poco distante da lei.

"Ah, lui è Robby" disse sorridendo "E bhe credo che tu possa capire da solo quello che stavo facendo"

Rimasi scioccato dalle sue parole, dette tutte con un sorriso stampato sulle labbra. Quella persona che avevo creduto dolce, gentile e che avevo amato, era completamente diversa da quello che pensavo.

"Sapevo che prima o poi lo avresti scoperto" disse continuando a sorridere. Quanto mi dava fastidio quel sorrisetto.

"Da quanto tempo va avanti?" chiesi spostando lo sguardo da lei a lui e viceversa.

"Circa da quando la tua amichetta l'ha scoperto" disse girandosi verso Robby il quale annuii. "Pensavo che avresti iniziato a sospettare di me quando quella è venuta a dirti che ti stavo tradendo. Ma no, tu sei così ingenuo. Hai creduto a me."

"Si chiama Jesy" dissi stringendo le mani a pugno. Lei rise, irritandomi ancora di più. Cosa ci trovava di divertente in tutto quello?

"Certo. La tua cara Jesy. Le avevo detto di stare zitta. Ma lei no. E adesso? L'hai fatta soffrire. E ammettilo, è colpa tua"

Tutto quello che mi aveva detto era vero, e io non le avevo creduto.

"Troia" sussurrai "Sarebbe bene che tu mangiassi un pò di quel trucco che hai addosso, così magari, saresti bella anche dentro"

"Non puoi dire questo" disse sorridendo "Tu mi ami"

La guardai stringendo i denti.

"Prima, e solo adesso mi sono reso conto della grande cazzata che ho fatto" dissi.

"Vuol dire che tra di noi è finita?"chiese continuando a sorridere.

"Tu che dici?"

"Sai, mi mancherai molto" disse facendo dell'ironia.

Me ne andai lasciandoli lì. Li sentivo ridere alla mie spalle. Non so cosa mi trattenne dal tirargli un pugno, so solo che riuscii a non girarmi.

Tornato a casa mi chiusi in camera, presi un cuscino e lo lancia a terra gridando.

"Te lo giuro, Niall, non me lo sto inventando" disse.

"Non mi interessa se lo giuri, so che è una cazzata. Liz è una ragazza per bene..."

"Non è come sembra!" urlò "Ti pare che mi piace farti soffrire?! Lei non è come sembra. Veramente sei così ingenuo da cadere nel suo gioco? Ti sta solo usando, Niall, lei non ti ama"

"Bugiarda" sussurrai andandomene.

I ricordi del nostro litigio mi tornarono in mente.

"E tu credi che la tua migliore amica ti direbbe una bugia di questo tipo?" mi chiese iniziando ad urlare

"Le persone cambiano" dissi.

Gli occhi iniziarono a pugermi.

"Ma perchè non mi credi?" mi chiese.

"Perchè dovrei farlo?"

"Perchè non dovresti farlo? Sono la tua migliore amica..."

"ERI la mia migliore amica"

Non le avevo creduto, ero stato uno stupido. Avevo rovinato tutto.

Una lacrima scivolò lungo la mia guancia.

Era colpa mia.

 

#FINE DEL FLASHBACK

 

 

 

#JESY POV

 

 

Lo ascoltai raccontare quello che era successo.

"Quindi ti dovrei delle scuse" disse concludendo.

Rimasi in silenzio. Forse avrei dovuto dirgli qualcosa, sorridergli, oppure abbracciarlo. Ma non lo feci. Rimasi a guardarlo e lui lo stesso.

"No" sussurrai.

Mi guardò socchiudendo gli occhi.

"No, cosa?" chiese.

"Come faccio a perdonarti dopo tutto quello che mi hai fatto passare? Tu non hai idea di come mi sono sentita. Eri troppo occupato a darmi della bugiarda per accorgerti che stavo male, vero? E le giornate passate in bagno a piangere, i mesi che ho passato ad aspettarti, chi me li ridà? Ci vuole più di una parola per mettere a posto tutto questo " dissi.

"Jesy..." iniziò. Gli tremava la voce e mi parve di scorgere un qualcosa di luccicante nei suoi occhi.

"Lo so che è squallido quello che ho fatto,e ti do ragione. Purtroppo non posso tornare indietro, non posso cambiare le mie scelte, non posso evitare di fare quel che ho fatto e sentirti dire che non mi puoi perdonare mi fa male, davvero male.
Non so che cosa diavolo mi sia passato per la testa in quel momento, so solo che ora come ora mi pento come non mai. Ho sbagliato si, e anche di brutto. Ma le seconde opportunità non si rinnegano a nessuno."

Mentre parlava si torturava le mani e si toccava i capelli. Ma non mi guardava. Era come se avesse paura di farlo...

Non riuscii a rispondere, non sapevo cosa dire.

"Va bhe" disse "Allora... allora vado" Indicò la porta dietro di sè.

"Aspetta" dissi allungando una mano verso di lui. Si girò a guardarmi staccando la mano dalla maniglia.

Feci un passo, poi un'altro e un'altro ancora, indecisa. Lui allargò le braccia e io mi ci tuffai dentro. Mi strinse come se fossi la sua ancora di salvezza e io lo stesso. Mi era mancato talmente tanto...

Lo sentii tirare sul col naso e, alzando la testa, vidi che stava piangendo.

"Ehy" dissi asciugandogli le lacrime.

"Ti prego, scusami" disse. Gli risposi abbracciandolo e scoppiai a piangere anch'io.

"Jesy, non so cosa farei senza di te" disse abbracciandomi ancora più forte.

"Non faresti" sussurrai. Lo sentii ridere.

"Scema" sussurrò dandomi un leggero bacio sulla fronte.

"Mi sei mancato tanto" dissi affondando il viso nella sua maglia.

"Sapessi io" iniziò "Sai volevo fare pace un bel po' di tempo fa, però avevo paura"

"Di cosa?"

"Insomma, ti ho dato della bugiarda e tutto il resto. Perciò non sono venuto a parlarti, avevo paura della tua reazione" disse giocando con i miei capelli.

L'avrei mandato all'inferno, da qualunque parte, ma giuro che sarei andata a riprenderlo.

"Così mi hai fatto solo più male" dissi ripensando a tutti i giorni in cui avevo pianto.

"Adesso lo so, ma avevo paura. Pensavo che mi odiassi" disse.

Come faceva a pensare che lo odiavo?

"Ma adesso non ti lascio più" disse stringendomi ancora di più nel suo abbraccio.

Restammo così per una sacco di tempo, fino a quando qualcuno bussò alla porta.

"Niall, è il tuo turno" disse Greg.

 

 

 

 

 

#SPAZIO AUTRICE

Tadan!!!!!! :) Allora? Che ne pensate? Finalmente hanno fatto pace Aww non sono dolcissimi??

E del flahback? che ne pensate? Ho soddisfato le vostre aspettative?

Voglio tante recensioni c:

Aggiornerò presto...

Baci e alla prossima c:

xx Mony

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Capitolo 22
*** Auditions ***


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LEGGERE LO SPAZIO AUTRICE, E' IMPORTANTE!!!

 

 

22. Auditions

 

 

 

 

 

 

"Niall è il tuo turno" disse Greg.

Sentii il biondo irrigidirsi tra le mie braccia e mi venne da ridere.

"Cosa ridi? Non sei te quella che deve salire sul balco" disse staccandosi.

"Non ti preoccupare sei bravissimo" gli risposi seguendolo mentre si dirigeva verso la porta.

"Lo dici tu. Ora bisognerà sentire cosa ne pensano i giudici" disse. Si girò verso di me prima di uscire e mi prese la mano portandomi con lui. Appena entrammo nella stanza tutti ci guardarono per poi spostare lo sguardo sulle nostre mani strette l'una nell'altra. Greg sorrise, soddisfatto. Era merito suo se avevamo fatto pace.

"Dove devo andare?" chiese Niall titubante al fratello.

"Per di là" rispose lui indicando una scaletta. Vidi il biondi fissare il punto indicato come se avesse visto un fantasma.

"Ehy" iniziai "Sei bravissimo, non ti preoccupare"

Si girò a guardarmi e sorrise. Dio, quanto mi era mancato il suo sorriso, il suo sguardo, il suo... lui.

"Ok" dissi "Allora vado"

"Buana fortuna tesoro" disse Maura e lo stesso gli altri.

Niall guardò le nostre mani intrecciate, sciogliendole.

"In bocca al lupo" dissi sottovoce.

"Crepi" rispose avvicinandosi per darmi un leggero bacio sulla guancia, poi si allontanò salendo le scale. Quando mi girai trovai tutta la sua famiglia che mi fissava sorridendo.

"Che c'è?" chiesi allargando le braccia.

"Avete fatto pace, vedo" dissi Greg.

"Sono felice che tutto sia tornato come prima" disse Maura abbracciandomi.

"Eccolo" esclamò Bobby catturando la nostra attenzione. Stava fissando uno schermo dal quale avremmo potuto vedere l'audizione di Niall che era appena cominciata.

Davanti a lui si trovavano i giudici, ovvero Simon, Cheryl, Katy e Louis.

Appena lo vidi su quel palco davanti a loro, sorridere felice il mio cuore iniziò a battere velocissimo.

"Come ti chiami?" gli chiese Louis.

"Niall Horan" risposi sorridendo.

Non potevo non sorridere anche io, mi faceva tenerezza.

"Quanti anni hai" gli chiese.

"Sedici"

"Ok, puoi cominciare"

Partì la base e lui iniziò a cantare. Era da un sacco che non lo sentivo cantare. La sua voce mi arrivò fino al cuore che, vi giuro, perse un battito.

Tutte le volte che cantava il resto non esisteva più, solo io, lui e la sua voce. E anche quella volta fu così. Non pensavo a quello che mi stava intorno, pensavo a lui, lì su quel palco mentre cercava di realizzare il suo sogno. Speravo veramente che sarebbe riuscito a passare, così sarebbe stato felice e io con lui.

Quando la musica venne stoppata mi risvegliai dai mie pensieri.

Era il momento dal verdetto dei giudici.

Simon, il primo, rispose di SI. Subito un sorriso si formò sulle labbra di Niall e anche sulle mie, ma venne subito cancellato dal No si Cheryl.

Louis disse di SI, lasciando l'ultimo voto, quello decisivo, a Katy.

Tenevo mani strette l'una nell'altra mentre sussurravo "Ti prego..." Ero nervosa io, figuratevi lui.

"SI" disse Katy. Subito Niall cacciò un urlo che mi fece ridere e dietro di me Grege fece lo stesso.

"Non deluderci" gli disse Katy mentre il biondo se ne andava.

"Non lo farò" rispose prima di scendere dal palco.

Pochi secondi e arrivò da noi correndo e urlando come una matto. Saltò addosso a Greg che per poco non perse l'equilibrio. Non riuscii a non ridere davanti a quella scena. Andarono tutti a complimentarsi con lui e io feci lo stesso. Lui mi abbracciò stringendomi forte.

"Grazie" sussurrò.

"Perchè?" chiesi staccandomi da lui.

"Se non fosse stato per te non mi sarei mai iscritto, quindi grazie"

Sorrisi, ripensando al giorno in cui gli avevo detto di partecipare alle audizioni.

"Allora" iniziò Maura "Noi andiamo, voi cosa fate? Venite con noi o da soli più tardi?"

"Più tardi" rispose Niall senza esitare.

 

 

"Dove stiamo andando?" chiesi al biondo.

"In un posto" rispose continuando a camminare. Camminavamo ormai da mezz'ora e la stanchezza iniziava a farsi sentire.

"Ma siete tutti così nella vostra famiglia?" chiesi aumentando il passo per stargli dietro.

"Che vuoi dire?"

"Che nessuno mi dice mai dove stiamo andando. Prima Greg e adesso te"

Lo sentii ridere ma non si fermò.

"Siamo quansi arrivati" disse "Dobbiamo solo girare l'angolo"

Indicò la fine del vialetto.

"Meno male" risposi col fiatone.

Qualche metro più avanti girammo sulla via principale.

"Tadan" esclamò indicando il palazzo davanti a noi.

"Stai scherzando?!" chiesi incredula.

"No, perchè?" rispose facendo una faccia da cucciolo.

"Cioè, tu mi hai fatto fare tutta questa strada per venire da Nando's?" chiesi indicando il cartellone che indicava l'entrata.

"Avevo fame" si giustificò. Scoppiai a ridere. Come si fa ad essere così? Spiegatemelo.

"Entriamo" dissi ancora ridendo.

"Perchè ridi?" chiese mentre si dirigeva verso la porta.

"Niente"

"Adesso me lo dici" disse sedendosi all'unico tavolino libero.

"E' che sei un mangione" risposi sedendomi a mia volta davanti a lui. Subito ordinammo e poi iniziammo a parlare un po'. Nonostante fosse da tanto che non ci vedevamo non avevamo molto da dirci. Quello che avevo fatto io era: piangere, dormire (poco) e ancora piangere, e quello che aveva fatto lui con Liz, bhe diciamo che non mi interessava.

Quindi, quasi subito, calò un silenzio imbarazzante. Giocavo con la lattina dalla coca cercando di non fargli capire che ero in imbarazzo.

"Sai" iniziò catturando la mia attenzione "Pensavo a noi"

"Quando?" dissi guardandolo smettendo di giocare.

"Mentre cantavo" rispose "Pensavo a noi. Tu mi chiedevi sempre di cantare quando eravamo nella grotta. E allora pensavo a quello"

Rimasi a guardarlo sorridendo.

"Cioè" continuò "In realtà è da quando abbiamo litigato che ci penso, non solo prima. Avrei dovuto chiederi subito scusa. Anzi, avrei dovuto crederti subito"

Aveva spostato lo sguardo sul tavolo e continuava ad arrotolare la tovaglietta marrone tra le dita.

"Mi sei mancata tanto. Mi mancava poter stare con te, parlare con qualcuno quando ne avevo bisogno. Non ce la faccio proprio a stare senza di te"

Sorrisi automaticamente alle sue parole. Anche per me era così. Lo avevo sempre pensato e, in quei mesi, avevo capito che era vero. Non riuscivo a stare senza di lui.

Sentii gli occhi iniziare a pizzicarmi e una lacrima, questa volta di felicità, scese sulla mia guancia.

"Perchè piangi?" mi chiese Niall preoccupato.

"E' che sono felice" risposi asciugando un'altra lacrima.

"Piccola" sussurrò sorridendo. Si alzò e venne a sederti sulla panca vicino a me. Mi sciugò le lacrime sorridendo e poi mi abbracciò.

"Jesy.."

Affondai il viso nella sua maglia annusando il suo profumo.

"Siamo tutti strani" disse quando smisi di piangere "Tu che scoppi a piangere così e io... No, va bhe io sono normale"
"Convinto Niall" dissi ridendo.

"Cos'ho di strano?" chiese incrociando le braccia al petto.

"Sei tutto strano" risposi ridendo.

"Mi sono offeso" rispose. Si alzò e torno al suo posto prese il telefono in mano e iniziando ad ignorarmi.

Poco dopo sentii il telefono vibrare e lo presi in mano.

Sei cattiva.

"Perchè mi scrivi un messaggio se sono qua davanti?" chiesi ridendo.

Perchè mi sono offeso.

"Dai ciccione, metti giù quel telefono" dissi allungandomi sul tavolo per prendergli il cellulare.

"Ah, adesso anche ciccione? La tua gentilezza mi sorprende sempre di più" rispose facendo l'offeso, però con un sorriso sulle labbra.

"Irlandese biondo che fa impazzire il mando, smettila" dissi ridendo.

"Com'è che mi hai chiamato?" disse ridendo "E poi sono io quello strano"

"Irandese biondo che fa impazzire il mondo. E' carino" dissi giustificandomi.

"Ammetilo che ti faccio impazzire" disse sorridendo e facendomi un occhiolino venuto male. Scoppiai a ridere al punto tale che iniziò a farmi male la pancia.

In realtà quello che aveva detto era vero. Ero innamorata di lui e ancora non sapevo come dirglielo.

"Ecco a voi" disse il cameriere porgendoci i piatti. Rimasi a guardare il piatto di Niall. Era un miracolo che tutte quelle cose riuscissero a stare nello stesso piatto.

"Ti mangi utta quella roba?" chiesi indicando il suo piatto.

"Sì, perchè?" chiese con la bocca piena. Come se servisse chiederlo.

"Dovrei cambiare la frase in Irlandese mangione prima o poi diventi ciccione"

Per poco non si ingozzò con un pezzo di pollo.

"Ma piantala" disse tirandomi una patatina che mi colpì sul naso. Entrambi scoppiammo a ridere.

 

 

"Era da un sacco che non ci venivamo" disse sedendosi sulla roccia della nostra grotta.

"Te" iniziai "Io ci sono venuta tutti i giorni"

"Davvero?" chiese guardandomi.

"Davvero"

Restammo in silenzio per un po', quando mi girai a guardarlo lui mi stava osservando.

"Perchè mi guardi come se fossi un alieno?" chiesi sorridendo.

"Non hai più la mia collana" rispose sussurrando triste.

"Oh" dissi cercando nella tasca "E' qui"

Sorrise prendendola in mano.

"Posso mettertela?" chiese. Annuii.

Come quando me l'aveva regalata, si mise dietro di me e l'allacciò.

"Ecco fatto" disse "Ora è tutto come prima"

Sorrisi a quella frase. Ora è tutto come prima. Già, io e lui eravamo di nuovo migliori amici, eravamo di nuovo felici. Entrambi.

Prossimo passo: dire a Niall dei miei sentimenti. Questo si che sarebbe stato difficile.

 

 

 

 

#SPAZIO AUTRICE

Hola pipol.. Allora, che ve ne pare?

Niall ha passato, ovviamente, le audizioni di X-Factor e sono tornati nuovamente migliori amici c:

Ora inizierà l'avventura di X-factor. Nel prossimo capitolo compariranno anche gli altri ragazzi c:

Secondo voi cosa succederà??

Purtroppo, questo sarà l'ultimo capitolo per una paio di settimane perchè parto per l'Irlanda c:

 

Poi, un'altra cosa. Ho intenzione di scrivere un'altra fan fiction sempre sui ragazzi, solo che sono indecisa su due idee che ho. Prima o poi le pubblicherò entrambe però prima ne scrivo una. Vi scrivo qui entrambe le introduzioni, mi dite quele vi piace di più?? Grazie in anticipo.

Allora la prima è "Summer love" con Louis:

 

"Che cosa ci fa una bella ragazza come te in un bar squallido come questo?" disse il ragazzo porgendomi il bicchiere.

"Non sono qui per te, non farti illusioni" risposi per poi iniziare a sorseggiare il mio drink. Sorrise come se gli avessi fatto un complimento.

"Sei una tipa tosta, mi piace"

Alzai un sopracciglio guardandolo.

"Non è che domani ti va di uscire?" chiese allungandosi sul bancone e appoggiando la sua mano sulla mia.

"No" risposi sorridendo e spostando la mano da sotto la sua.

"Ti innamorerai di me" disse sorridendo. Risi.

"Che bella battuta" dissi.

"Credi di essere spiritosa?" mi chiese. Si allungò nuovamente sul bancone per arrivare ad alcuni centimetri da me "Sai, anche le altre dicevano così"

"Le altre chi?" chiesi allontanandomi da lui.

"Le mie ex" disse sorridendo "E poi si sono innamorate"

"Ma io non mi chiamo "le tue ex", sai?" gli risposi mentre mi mettevo la borsa sulla spalla.

"E come ti chiami?"

"Fatti i cazzi tuoi" risposi alzandomi in piedi.

"Sai, fatti i cazzi tuoi, stai giocando col fuoco" disse appoggiandosi con una mano al marmo e sorridendo. Lo guardai fisso negli occhi. Questa volta fui io ad allungarmi sul bancone. Arrivai a pochi centimetri dalla sua bocca, poi parlai.

"Vorrà dire che mi iscriverò ad un corso per fachiri"

Mi tirai indietro e poi me ne andai. Io con quello? Mai.

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Mentre l'altra è "The colors of my life" con Liam:

 

Faccio parte di quel genere di persone che ad ogni cosa associa un colore, a seconda dell'emozione che mi suscita.

In questo momento la mia vita non ha un colore preciso, ma se dovessi sceglierne uno che ci assomiglia, sceglierei il nero. Il vuoto, un vuoto che sembra infinito.

Mia madre dice che mi trovo semplicemente in momento difficile che fa parte della crescita, destinato a finire. Come un tunnel, dico io. E come si suol dire c'è una luce infondo ad ogni tunnel. La mia ha un nome. Liam Payne.

 

 

"Vicky non ne vale la pena" iniziò Pam "Ti stravolgerà solo la vita"

La guardai. Perchè non capiva? Perchè non capivano?

"Se è per questo, lo ha già fatto" risposi.

 

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Quando torno pubblico il nuovo capitolo e il primo della fan fiction che preferite.

Ora me ne vado c:

Baci :)

xx Mony ♥♫

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Capitolo 23
*** 23 Luglio 2010, 8:22 ***


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23. 23 Luglio 2010, 8:22

 

 

 

 

#NIALL POV

 

 

 

 

"I ragazzi tra dieci minuti per l'eliminatoria"

Ascoltai per l'ennesima volta il suono metallico dell'altoparlante annunciare le diverse categorie. Ancora dieci minuti, poi sarei salito su quel palco e avrei saputo se il mio sogno sarebbe continuato a se sarei dovuto tornare a casa e abbandonare per sempre la carriera come cantante.

"Non ti preoccupare, sei bravissimo. Vedrai che passerai, ne sono certa"

Così aveva detto Jesy, ma come faceva ad esserne sicura?

Sospirai lasciandomi cadere su una sedia rossa. Abbassai lo sguardo a terra e iniziai a tormentarmi le mani, come facevo sembre quando ero nervoso.

"Nervoso?" chiese il ragazzo vicino a me. Alzai lo sguardo trovandomi davanti ad un ragazzo con i capelli marroni e un ciuffo che gli tagliava la fronte. Aveva gli occhi esattamente dello stesso colore dei capelli.

"Non sai quanto" risposi continuando a massacrarmi le mani.

"Credimi che lo so, lo sono anche io" rispose. Notai che parlava estremamente veloce.

"Non sembra"

"Cerco di non darlo a vedere" disse sorridendo "Comunque sono Liam, piacere"

Mi porse la mano che strinsi presentandomi a mia volta.

"Sei il ragazzo che ha partecipato due volte?" chiesi. Annuì.

"Eri arrivato alla casa dei giudici" iniziai "Passerai sicuramente"

"Non è detto" rispose "Ci sono un sacco di ragazzi bravi quest'anno"

"Liam dobbiamo andare" esclamò un ragazzo dai capelli scuri poco lontano. Vedendo che l'amico non aveva intenzione di alzarsi si avvicinò a noi.

"Non voglio fare un'altra figura con i giudici" continuò posizionandosi davanti a noi. Aveva i capelli scuri tirati in alto in un ciuffo nel quale continuava a passarsi una mano per verificare che non ci fosse un capello fuori posto. Gli occhi scuri erano circondati da lunghe ciglia.

"Sei tu che sei scappato quando ci hanno chiesto di ballare, non è colpa mia" gli rispose Liam.

"Sì, ma rimane lo stesso che non voglio arrivare in ritardo"

Liam, dopo aver sbuffato, si alzò in piedi.

"Tu vieni?" mi chiese guardandomi.

"Ok" risposi alzandomi a mia volta.

Il moro mi guardò per poi porgermi la mano.

"Zayn" disse sorridendo.

"Niall" risposi. Stava per dire qualcosa ma la voce metallica dell'alto parlante ci interrompe.

"I ragazzi sono attesi sul palco"

"Eccoci alla resa dei conti" disse Liam.

 

 

Da una parte all'altra del palco si trovavano tutti i ragazzi, circa una cinquantina, tutti ansiosi e norvosi di sapere i risultati. Tutti che ci ponevamo le stesso domande: Sarò passato? O dovrò andare a casa?

Io mi trovavo circa al centro e continuavo a guardare il pavimento tormentandomi le mani, fregandomene delle telecamere che mi stavano riprendendo.

"Allora" la voce di Simon roppe il silenzio e mi fece alzare lo sguardo.

"E' stato difficile scegliere i nostri finalisti per la casa dei giudici. Devo ammettere che ci sono veramente tanti talenti quest'anno, ma noi possiamo portarne solo sei alla casa dei giudici perciò..."

Fece una pausa nella quale ci scrutò uno ad uno poi portò il microfono alla bocca e iniziò ad elencare i nomi.

Rimasi lì, fermo sperando che pronunciasse il mio nome ma ogni volta che chiamava qualcuno, questo non ero io. Intendiamoci, ero felice per tutti quei ragazzi che stavano realizzando il loro sogno, ma avrei voluto tanto farlo io.

"Ok, ragazzi. C'è un solo posto rimasto"

Aspettò solo qualche secondo, che vi giuro, però, a me parvero ore se non giorni interi. Se avesse pronunciato il mio nome tutto sarebbe cambiato, diventato migliore. Se non lo avesse fatto, bhe sarei tornato alla mia vita normale, felice di essere arrivato fino a questo punto, ma comunque con una grande delusione.

Quando proniunciò il nome, non il mio, vidi tutti i sogni infrangersi. Non sarei mai diventato un cantante, non avrei mai reso realtà quello che era solo un sogno e tale sarebbe rimasto.

"Mi dispiace ragazzi" disse Simon a noi rimasti.

Mi passai le mani nei capelli e sentii gli occhi iniziare a pungere, segno delle imminenti lacrime.

Senza dire una parola me ne andai nel backstage e mi sedetti sulla stessa sedia rossa di prima. Tenevo le mani strette nei capelli come per aggrapparmi a qualcosa senza lasciarmi sfuggire il mio sogno. Stare lì ad aspettare il tuo nome che poi non arriva è a dir poco bruttissimo...

"Niall"

Alzai lo sguardo trovandomi Liam anche lui con le lacrime agli occhi. Non c'era bisogno di parlare, ci eravamo capiti solo con uno sguardo.

Il cellulare mi vibrò nella tasca dei jeans, lo estrassi e lessi il messaggio. Era da parte di Jesy.

"Allora?"

Allora? Allora era andato tutto a puttane, nessun sogno che si avvera, niente di niente.

Composi il suo numero, che conoscevo a memoria e la chiamai. Rispose al primo squillo.

"Allora?" mi chiese entusiasta.

"Allora niente" risposi con voce prossima al pianto. "Non mi hanno preso"

Rimase in silenzio per alcuni secondi. Lei era sicura che sarei passato...

"Niall...io... cioè... mi dispiace" rispose triste.

"Non ti preoccupare" iniziai "Va bene così"

"No che non va bene, lo si capisce dalla tua voce"

Sentii una lacrima rigarmi il viso e l'asciugai in fretta.

"Ne parliamo quando arrivo a casa" risposi per poi riattacare.

Rimasi lì seduto aspettando chissà cosa, forse...

"Ragazzi venite tutti qui"

Un ragazzo alto ci chiamò e noi andammo là vicino a sentire cosa doveva dirci.

"Ho bisogno di Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Zayn Malik e Niall Horan"

Appena sentii il mio nome alzai lo sguardo incontrando quello di altri quattro ragazzi, due dei quali già conoscevo. Gli altri due erano uno riccio con gli occhi verde e l'altro con i capelli marroni che gli coprivano la fronte e gli occhi azzurri. Non sapevo che dei due fosse Harry e chi Louis.

"Seguitemi" disse facendoci segno di seguirlo.

Ci scambiammo un'occhiata per poi andargli dietro. Mentre camminavamo ci presentammo, così scoprii che il riccio era Harry e l'altro, ovviamente, Louis.

Ci fece segno di salire sul palco e noi seguimmo le sue indicazioni.

Tornammo così sul palco di X-Factor, dove alcuni minuti prima avevo visto infrangersi il mio, anzi, il nostro sogno.

Dalla parte opposta c'erano anche quattro ragazze che si trovavano lì per la nostra stessa ragione.

Io e i ragazzi ci mettemmo uno in fianco all'altro, tenendoci stretti, come far farci forza.

"Bentornati ragazzi" disse Simon. "Vi starete chiedendo perchè vi abbiamo fatto tornare qui. Pensiamo che ci sia troppo talento per buttarlo via e mandarvi a casa"

Spostai lo sguardo sugli altri e notai le loro facce confuse esattamente come me.

"Abbiamo pensato di creare dei gruppi" disse Simon. Ci guardò per un attimo, guardò le nostre espressioni confuse.

"Verrete come gruppi alla casa dei giudici" finì.

Appena terminò la frase feci un salto di felicità, lo stesso fecero gli altri. Poi ci abbracciammo. In pochissimo tempo ci avevano scartato come cantanti solisti e, subito dopo, ci avevano unito come gruppo. Il mio sogno, il nostro sogno non si era realizzato esattamente come volevamo, ma così era anche meglio.

 

"Oddio, sono troppo felice. E' una cosa fantastica" esclamò Louis passandosi le mani nei capelli.

Eravamo tornati nel backstage e dopo un altro abbraccio stavamo parlando di quello che ci era appena successo.

"Veramente" concordò Liam. "Adesso la casa dei giudici"

Annuii, forse troppo felice per dire una frase sensata.

"Ce la possiamo fare, ne sono sicuro" disse Zayn sorridente e sicuro di sè "L'importante è che non mettiamo balletti strani nell'esibizione" continuò facendoci ridere.

"Da quello che ho visto dall'esibizione di ballo siamo messi uno paggio dell'altro, quindi..." esclamò Harry.

"Parla per te" disse Louis "Io sono il miglior ballerino di Doncaster"

"Non voglio conoscere gli altri allora" esclamò il riccio facendoci ridere. Anche se conoscevo quei ragazzi da pochissimo tempo potevo già essere certo che saremmo diventati grandissimi amici.

"Vado a dare la buona notizia ai miei" disse Zayn allontanandosi con il cellulare in mano. Pochi secondi e tutti lo imitammo.

Accendendo il telefono vidi le chiamate perse da parte di Jesy. Sicuramente mi aveva chiamato per sapere se stavo bene. Così schiacciai la cornetta verde e la chiamai.

 

 

#JESY POV

 

 

Ero seduta sul divano a guardare la tele. Veramente stavo fissando lo schermo e vedevo solo le immagini correre senza capire però di cosa si trattava. Stavo pensando a Niall, a quello che mi aveva detto. Mi dispiaceva un sacco per lui... Ci teneva molto e io... lo avevo rassicurato dicendogli che lo avrebbero preso sicuramente. Ne ero certa...

Non rispondeva neanche al telefono, forse era in treno per arrivare all'aeroporto. Quando sentii il telefono vibrare sulla gamba lo presi e risposi subito senza neanche guardare chi fosse.

"Jesy..."

"Niall" risposi sorridendo. "Allora? Come va? Ti sei tirato un po' su? Almeno dalla voce sembra così"

"Jesy..." cercò di interrompermi ma non lo lasciai parlare.

"Mi dispiace così tanto, veramente... Tu sei bravissimo, ma cos'avevano? I tappi nelle orecchie? Ti meritavi di passare..."

"Jesy..."

"E poi scusa, non ci credo che c'erano così tante persone più brave di te. Sei il migliore punto"

"Jesy..."

"Adesso prendo l'aereo e vengo lì da quel Simon e gli faccio cambiare idea"

"Jesy..."

"E poi..." non finii di parlare perchè lo sentii ridere dall'altro capo del telefono.

"Perchè ridi?" chiesi.

"Perchè ti stai facendo tutta una storia tua, e ti devo dare una buona notizia" mi rispose.

"E sarebbe? Stai andando a mangiare da Nando's?" chiesi.

"No" fece una pausa "Mi hanno unito in un gruppo e andiamo alla casa dei giudici"

Rimasi in silenzio per alcuni secondi per poi sospirare.

"Vedo che ti sei ripreso. Fai anche le battute quindi, bene" dissi sorridendo.

"Non è una battuta, te lo giuro" disse.

"Si certo, Niall. Come no!?"

"Te lo giuro. Ci hanno fatto risalire sul palco e ci hanno detto che c'era troppo talento per mandarci a casa e ci hanno unito in un gruppo"

"Dai, Niall piantala"

Lo sentii ridere. Ma cosa c'ha da ridere questo?

"Jesy, piantala" disse continuando a ridere.

"Ma non è possibile" risposi, poco sicura delle mie parole.

"Se vuoi te li passo, sono qui vicino" disse. Sentii quattro voci urlare "E' vero"

Apetta, ma allora è vero...

"Ma allora non stai scherzando" dissi sorridendo come un ebete.

"Te l'ho già detto"

Mi alzai in piedi sul divano urlando.

"Che cazzo urlai Jesy? E siediti" gridò mia madre dalla cucina. Sentii il biondo ridere.

"Oddio sono strafelice, tu non puoi capire" esclamai.

"Capisco, credimi" disse "Ora però devo chiamare i miei, ci vediamo piccola"

Ci salutammo e poi chiuse la chiamata.

Ero davvero felice per lui. Il suo sogno si stava avverando e se lui era felice io lo ero con lui.

 

 

#NIALL POV

 

 

Chiusi la chiamata ridendo. Jesy non era normale...

"Era la tua ragazza?" chiese Harry.

Mi girai verso di lui.

"Chi? Jesy? No, lei è la mia migliore amica. Perchè?" risposi guardandolo.

"Così, sembrava" rispose spostandosi i ricci dalla fronte.

"No, no solo la mia migliore amica"

"Ok" rispose scrollando le spalle per poi andarsene.

Composi il numero di casa e schiacciai la cornetta verde. Ascoltavo gli squilli ripensando alla parole di Harry. Sembrava la tua ragazza...

Jesy era solo la mia migliore amica. Non provavo niente per lei... forse.

 

 

 

 

#SPAZIO AUTRICE

Eccomi qui!! Ammettetelo, vi ero mancata c:

Allora, in questo capitolo sono comparsi anche gli altri ragazzi asdfghjkl Che l'avventura ad X-factor cominci!!!

Per quanto riguarda i sentimenti di Niall per Jesy, c'è quel forse finale che... uhm. c:

Riuscirà lei a dichiararsi? Che cosa succederà?

Ogni volta mi scrivete che non aspettate altro che il capitolo in cui lei dichiara i suoi sentimenti a Niall. c: Vi farò aspettare ancora un po'... ma poi ne varrà la pena, credetemi...

Poi ho iniziato la nuova ff, quella su Liam. Vi lascio il link se volete passare:

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2100306&i=1

 

Se volete aggiungermi su fb , questo è il mio profilo (scrivetemi in una recensione come vi chiamate così vi accetto c:)

https://www.facebook.com/monica.fantone.9

 

Invece, questo è il profilo di twitter (come per fb scrivetemi come vi chiamate così ricambio c:)

https://twitter.com/_Iworkinabakery

 

Poi... visto che sono andata in Irlanda mi avete chiesto di mettere alcune foto, eccole:

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Perchè nando's spacca i culi a tutti. c:

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asdfghjk

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Questa è la casa di Niall c:

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Va bhe, poi questo è un paesaggio...

Basta, lasciate tante recensione e alla prossima c:

xx Mony

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Capitolo 24
*** Judge's House ***


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24. Judge's House

 

 

 

 

 

 

 

#NIALL POV

 

 

 

Il tronco dell'albero non si poteva definire proprio comodo, mi graffiava la schiana nonostante la maglia. Strappavo i fili d'erba cercando qualcosa con cui distrarmi e diminuire la tensione. I ragazzi erano seduti vicino a me, ma l'unico rumore che sentivo erano i nostri respiri, irregolari a dire la verità. Avevamo tutti paura che Simon ci avrebbe rispedito a casa. Sapevamo di avere del potenziale per entrare ad X-factor ma temevo che la paura avrebbe penalizzato la nostra performance. Ero terrorizzato dall'idea di ricevere un "no" perchè, anche se può sembrare un semplice parola quel "sì" o quel "no" ti potrebbe cambiare del tutto la vita.

Dopo che ci avevano uniti come band eravamo andati a casa di Harry per conoscerci un po' meglio e devo ammetere che si è subito formato un legame speciale tra di noi. Ci eravamo divertiti tantissimo e, allo stesso tempo, ci siamo anche preparati per la casa dei giudici. Eravamo sicuri di noi, sì ma a casa di Harry. Pensare che tra pochi minuti avremmo dovuto cantare davanti a Simon non mi rendeva così sicuro com'ero prima.

Sospirai appoggiando la testa al tronco. Il sole che filtrava tre le foglie mi costrinse a chiudere gli occhi.

Insomma sei bravissimo, piantala di avere così paura.

Mi aveva detto così Jesy quando l'avevo chiamata il giorno prima. Sorrisi ripensando alla sua voce e immaginando i suoi occhi e il suo sorriso. Era strano. Era da un po' che continuavo a pensare a lei: prima di addormentarmi mi chiedevo se lei già stava dormendo; al mattino, appena mi svegliavo, pensavo a lei e volevo sapere che cosa avrebbe fatto durante il giorno.

Da quando Harry mi aveva detto che sembrava la mia ragazza continuavo a pensarla. Era veramente strano perchè la conoscevo da un sacco di anni ed è sempre stata la mia migliore amica ma avevo iniziato a pensare a lei in un modo diverso da solito. Tutte le volte che pensavo a lei mi si stampava un sorriso sulle labbra e, ovviamente, i ragazzi non mancavano mai per rinfacciarmelo. La verità è che... bho, sinceramente non saprei neanche io dire qual è. Continuavo a ripertemi che era solo la mia migliore amica, ma forse...

"Ragazzi tocca a voi" ci informò il presentatore interrompendo i miei pensieri. Pensando a lei ero riuscito a tranquillizzarmi, ma alzarmi e incamminarmi verso la casa di Simon mi fece tornare alla realtà.

"Ragazzi, ce la possiamo fare" sussurrò Liam prima di aprire la porta. Qualche gradino e saremmo arrivati. Simon ci salutò e cercò di metterci a nostro agio, ma diciamo che non servì a molto, poi ci incoraggiò ad iniziare, così un ragazzo alla nostra destra cominciò a suonare la chiatarra.

Chiusi gli occhi ascoltando e distinguendo le diverse note che suonava. Avevamo scelto Torn come canzone ed ero soddifatto di come la cantavamo. Continuavo a ripetermi che eravamo bravi, che potevamo passare, che bastava impegnarsi e che saremmo stati fantastici.

Portai il microfono alla bocca ed iniziai a cantare.

 

 

 

#JESY POV

 

 

Ero seduta in cucina con il telefono apoggiato sul tavolo. Avevo sentito Niall il giorno prima e lo avevo trovato molto agitato. Lui non era mai nervoso, era il tipico ragazzo tranquillo che non si preoccupa mai di niente. Quella era una delle poche volte che lo avevo visto in ansia. Parlava veloce e si faceva domande alle quali rispondeva da solo. Sorrisi ripensandoci.

Niall è una ragazzo fanstatico e si merita al cento per cento di entrare in quel programma. Qualche giorno prima avevano fatto vedere in televisione il Bootcamp. Lo avevo guardato anche se sapevo già come finiva.

Alla fine avevano unito Niall con altri quattro ragazzi. Tra loro avevo riconosciuto Liam Payne, perchè aveva partecipato ad un'altre edizione fino alla casa dei giudici. Poi c'era Zayn Malik, il ragazzo che aveva abbandonato il palco perchè non voleva ballare. Mi stava già simpatico perchè io, al posto suo, avrei fatto la stessa cosa. Diciamo che non sono una grande ballerina. Gli altri due ragazzi si chiamavano Harry Styles e Louis Tomlinson. Avevo avuto un po' di problemi a pronunciare il suo cognome...

Appena li avevano riuniti sul palco avevo capito che erano perfetti insieme, ed ero più sicura che mai che sarebbero passati.

Poi Niall mi aveva chiamato per dirmi che il nome della band sarebbe stato One Direction, avevo chiesto spiegazioni sul perchè una direzione e lui mi ha risposto che volevano inserire la parola Direction perchè a tutti piaceva come la pronunciava il presentatore. Poi avevano optato per One Direction perchè una direzione è meglio di nessuna. E poi dice a me che sono quella strana!

Mi mordicchiavo un'unghia mentre sorseggiavo un cappuccino e ogni due secondi controllavo che non ci fossero messaggi o telefonate perse.

"Ma sei comoda?" mi chiese mio padre entrando in cucina. Abbassai lo sguardo sulle gambe incrociate tipo yoga. Mossi le dita dei piedi sorridendo.

"Non tanto a dire la verità" risposi distendendo le gambe indolenzite. Vidi mio padre sorridere e poi si sedette di fronte a me.

"Come va con Niall?" mi chiese guardandomi negli occhi. Quella domanda mi lasciò a bocca aperta. Che cosa voleva dire come va con Niall?

"In che senso?" chiese facendo l'indifferente. Presi un'altro sorso dal mio cappuccino caldo.

"Siete tornati amici, no? Adesso come va?" rispose.

"Ah, in quel senso" risposi sollevata. Non volevo che nessuno capisse cosa provavo per lui.

"Sì, va tutto bene. Mi deve chiamare quando finisce di cantare" dissi sollevando il telefono. Lo vidi annuire.

"Lui ti piace?" mi chiese tranquillamente. Il cappuccino bollente mi andò di traverso costringendomi a tossire.

"Jesy, tutto a posto?"

Sorrisi annuendo.

Ormai lo sapevano praticamente tutti, dei miei sentimenti intendo. Katy e tutte le mie amiche se ne erano accorte e probabilmente anche i miei amici. E adesso anche mio padre. Ma era così evidente? Possibile che tutti tranne lui lo avevano capito?

Quando finii di tossire guardai mio padre che continuava a guardarmi insistente.

"Perchè lo pensi?" chiesi con una voce roca che cercai subito di schiarirmi.

"Perchè quando avete litigato ci hai sofferto molto e io non ti avevo mai visto così" iniziò.

"Certo che ci ho sofferto, è il mio migliore amico" ribattei.

"Sì, certo. Ma io ho sofferto così solo quando avevo litigato con tua madre da giovani. Così pensavo che magari lo vedevi come più di un amico"

Rimasi a guardarlo per alcuni secondi, stavo per rispondere ma mi interruppe.

"Dimmi la verità" sussurrò.

Che cosa avrei dovuto dirgli? Sì, mi piace e anche molto. Oppure mentirgli con un no. Stavo ancora pensando a cosa fare ma il telefono squillò. La foto di Niall comparve sulle schermo così risposi subito alzandomi dal tavolo e dirigendomi in giardino.

Salvata dal telefono.

"Pronto" sussurrò il biondo dall'altro capo del telefono.

"Allora com'è andata?" chiesi emozionata.

"Noi abbiamo cantato bene, adesso dovrà decidere Simon" rispose con voce triste.

"Perchè sei così giù? Viva la vita" urlai ridendo, lo stesso fece lui.

"Ho un'amica mongola" disse ridendo, ma provocando a me un terribile dolore al petto. Tutte le volte che pronunciava la parola amica mi sentivo morire dentro, perchè sapevo di non poter essere di più per lui.

"Sono sicura che passerete" dissi cercando di sorridere.

"Jesy la veggente ha parlato" rispose ancora ridendo, non potevo resistere a quella risata.

"Senti ti chiamo domani per darti o la buona o la cattiva notizia" disse.

"Ok, allora a domani" risposi chiudendo per prima la chiamata.

Decisi di restare per un po' fuori in modo tale da non trovare ancora mio padre quando sarei rientrata. Così mi sedetti sull'altalena e iniziai a dondolare.

Dovevo dirgli dei mie sentimenti. Era da mesi ormai che me lo ripetevo, ma erano diventati solo un peso troppo grosso da sopportare. Lui doveva sapere.

 

 

 

NIALL POV

 

 

La notte non ero riuscito a chiudere occhio. Continuavo a pensare a quel fottuto momento che avrebbe cambiato o no tutto. Desideravo con tutto il cuore entrare ad X-factor, ma non ero sicuro che ce l'avremmo fatta.

Io e i ragazzi eravamo riuniti poco lontano dal posto in cui c'era Simon. Ancora alcuni minuti e poi sarebbe toccato a noi. Eravamo gli ultimi ma ancora non sapevamo chi era passato e chi no.

"Siamo stati bravi no?" chiese Louis insolitamente tranquillo e silenzioso.

"Sì, è venuta meglio che in prova" rispose Zayn.

"Già, avrei voluto capire che cosa ne pensava Simon ma è rimasto impassibile" dissi.

"Sì, infatti. Non sorride. E' lì immobile e non fa niente" mi diede ragione Harry.

"E' sempre stato così, anche l'atra volta" sentenziò Liam. "E fa così anche adesso"

"Mi verrà un infarto" sussurrai. "Già sto morendo"

"Vi giuro che se passimo mi iscrivo ad un corso di danza" disse Zayn facendoci ridere e distogliendoci un attimo dal pensiero di ciò che sarebbe successo poco dopo.

"Ragazzi tocca a voi" esclamò il presentatore sorridendo. Beato lui che riusciva a sorridere e non era preoccupato di niente. Lui.

Il prato su cui camminavamo era stato tagliato al contrario della siepe che ci divideva da Simon e il verdetto. Alzai lo sguardo solo quando arrivammo davanti a lui. Ci stringemmo stretti per farci forza a vicenda. Simon ci parlava, diceva che come band eravamo migliori che da soli e che avevamo un grande potenziale ma che però credeva che fossimo un po' troppo giovani per partecipare a una cosa così grande.

Ti dava conforto con una frase e poi ti distruggeva con un'altra.

"Il mio cuore mi dice di fare una cosa, la mia mente un'altra" disse "E si dice che bisogna sempre ascoltare il cuore, quindi..."

Fece una pausa. Sentivo il mio cuore battere così forte che credevo, anzi ero sicuro che anche Simon potesse sentirlo. Potevo avvertire la tensione nell'aria.

"Quindi" disse di nuovo. Alzai lo sguardo. "Siete passati"

Lo disse come se fosse una cosa semplicissima. Io e i ragazzi ci mettemmo alcuni secondi per realizzare la cosa poi iniziammo ad urlare come dei matti e saltammo addosso a Simon. Continuavo a dirmi "Non ci credo, non è possibile" e invece era tutto vero. Mi girai a guardare i ragazzi. Liam era con le mani sulla bocca fermo, immobile e anche bianco in volto. Zayn che saltava addosso a Louis e ridevano come matti. Harry piangeva e io... non so in che condizioni ero messo. Ci stringemmo in un abbraccio di gruppo. L'avventura dei One Direction era appena cominciata.

 

 

Eravamo tornati in albergo dove abbiamo fatto un po' i cretini, poi ognuno si è allontanato per dare la notizia alle famiglie. Avevo avvisato mia madre ed era contentissima ora dovevo solo chiamare Jesy. Rispose al primo squillo come sempre.

"Allora?" chiese. Sentivo già che era agitata.

"Allora..." dissi facendo la voce triste.

"Dai sprigati a dirmelo" disse fredda.

"Siamo passati" urlai. Sentii alcuni secondi di silenzio dall'altro capo del telefono, poi un urlo e l'impatto del telefono per terra.

"Merda il telefono" sussurrò riprendolo in mano. Mi misi a ridere immaginandomi la sua reazione, non potevo vederla ma me la immaginavo che saltava sul divano, era tipico di lei.

"Dio, Niall sono così felice" disse quasi piangendo.

"Sapessi io" risposi "Però devo ringraziare te. Se non avessi rotto le palle non avrei mai partecipato"

"Lo so, sono la migliore" rispose ridendo e lo stesso io.

"La migliore rompi palle del mondo" dissi continuando a ridere. Lei mi fece il verso.

"Allora mi vieni a vedere alla prima live?" chiesi speranzoso.

"Certo che vengo, c'era bisogno di chiederlo?"

"Ti voglio bene Jesy, adesso però devo andare" la salutai.

"Allora ci vediamo alla live. Ciao biondo" rispose per poi chiudere la chiamata.

Tornai dai ragazzi con il solito sorriso stampato in faccia e loro anche, mancava solo Louis. Arrivò poco dopo consegnando a Zayn dei volantini.

"Cosa sono?" chiese il moro.

"I corsi di danza, hai detto che se passavamo ti iscrivevi" esclamò Louis facendoci scoppiare a ridere.

"Oh, andiamo ragazzi" disse seccato Zayn "Stavo scherzando"

 

 

 

 

 

 

 

#SPAZIO AUTRICE

La la la la la la la la la la la eccomi qua. Vi sono mancata? Mi spiace aver aggiornato solo adesso ma ho avuto veramente pochissimo tempo.

Allora chi è emozionata per l'uscita di THIS IS US? Che bello non vedo l'ora di vederlo c:

Invece, tornando alla storia... come vi è sembrato questo capitolo? Cosa succederà nel prossimo?

Niall sta riflettendo sui suoi sentimenti per Jesy :)

Il papà di Jesy ha capito i sentimenti che la figlia prova per il nostro Nialler. Che ne pensate?

E invece, riguardo ai ragazzi? Adesso parteciperanno ad X-Factor e poi? Cosa succederà?

Lasciate tante recensioni.

xxMony ♥

 

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Capitolo 25
*** Esibizione ***


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25. Esibizione

 

 

 

 

#JESY POV

 

 

Le seggioline rosse non erano esattamente comode come me le aspettavo. Insomma, eravamo in uno studio televisivo, si presume che almeno le sedie per gli aspettatori siano comode. Ma a quanto pare mi sbagliavo. Al contrario, le sedie dei giudici erano morbide e comode, o almeno così sembravano.

Nemmeno il posto che ci era stato assegnato era dei migliori. Io e i genitori di Niall eravamo seduti vicino alle casse per la musica. Probabilmente sarei uscita da quel posto col culo quadrato e sorda, per di più.

Le esibizioni passavano veloci, e dovevo ammettere che erano tutti bravissimi, ma nessuno di loro mi fece venire la pelle d'oca, che mi venì quando il presentatore pronunciò il loro nome: One Direction.

Sentivo il cuore battere forte. Da un momento all'altro il mio biondino sarebbe salito sul quel palco e avrebbe cantato procurandomi i brividi e tutto il resto. Maura mi strinse la mano quando facero partire il video che introduceva l'esibizione. Quel gesto spontaneo mi feci sorridere e allo stesso tempo mi consolò, almeno non ero l'unica emozionata. Se ero emozionata io, chissà i ragazzi?!

 

 

#NIALL POV

 

Continuavo a saltellare sul posto. In una mano stringevo il microfono così stretto da farmi venire le nocche banche. L'altra la tenevo in tasca, anche se era scomodo saltellare con una mano così. Probabilmente sembravo un deficente, ma non mi importava.

Il cuore mi batteva a mille e non ne capivo il motivo. Insomma, avevo già cantato davanti ai giudici e anche davanti al pubblico quindi non c'era bisogno di preoccuparsi, eppure non ero mai stato più agitato di così. Forse era perchè sapevo che c'erano molte più persone che mi guardavano da casa e anche perchè loro avrebbero dovuto votare e il nostro futuro come band era nelle loro mani.

Anche gli altri ragazzi erano agitati come me. Ci trovavamo dietro allo schermo dove stavano trasmettendo il nostro video. Alla fine si sarebbe aperto e noi avremmo iniziato a cantare.

Regnava il silenzio più totale, rotto solo da qualche sbuffo e dai passi di Zayn che, nervoso, camminava avanti e indietro.

"Ce la possiamo fare. Se siamo arrivati fin qui vuol dire che siamo forti" esclamò Liam attirando l'attenzione di tutti.

"Dobbiamo solo stare calmi" concluse. Annuimmo.

"Ragazzi" esclamò il macchinista "Dieci secondi"

Ci mettemmo in fila come ci era stato spiegato. Passai il microfono dalla mano destra alla sinistra per un paio di volte fino a quando sentimmo il video stopparsi e le porte iniziare ad aprirsi.

"Diamo il massimo" esclamò Louis.

 

La luce che ci accolse sul palco era accecante. Sentivo solo le urla del pubblico e la musica che partiva.

Il cuore batteva fortissimo ma l'agitazione era sparita. Sentivo solo che dovevo dare il massimo, per i ragazzi, per continuare la nostra carriera come band, per la mia famiglia che mi aveva sempre sostenuto in tutto quello che facevo, per i miei amici che probabilmente erano tutti a casa di qualcuno sul divano a fare il tifo per me, per Jesy che non faceva parte di nessuna categoria elencata prima. Era venuta fino a Londra solo per me ed era lì nel pubblico che mi guardava sorridendo. Vicino a lei anche i miei genitori, tutti con un sorriso stampato sulle labbra. Erano fieri di me, si capiva, e io dovevo dare il massimo per loro.

Cantammo come non avevamo mai cantato prima. Nessun errore, nessuna imperfezione. Avevamo dato il massimo e, a sentire gli applausi e le urla del pubblico, eravamo piaciuti.

Anche i giudici ci fecero i complimenti. Alcuni di loro non pensavano che come band avremmo funzionato ma si erano ricreduti. Ero così felice di tutto quello, ma la più grande soddisfazione la ebbi guardando la mia famiglia. Potei giurare di aver visto mia mamma piangere e mio padre per poco non la imitava. Greg, ovviamente, doveva mantenere la sua immagine da duro, ma ero sicuro che si fosse emozionato anche lui.

E poi Jesy. Senza di lei non avrei fatto niente di tutto questo. Stava sorridendo e, anche se era lontana, vedevo che aveva gli occhi lucidi. Mi aveva sempre detto che adorava il modo in cui cantavo, ma non si era mai emozionata. Sorrisi, guardandola.

Io e i ragazzi scendemmo dal palco. Poco prima di entrare nel backstage mi girai di nuovo a guardarla. Per alcuni secondi i nostri sguardi si scontrarono e lei arrossì. No, forse non è arrossita. Forse è solo un gioco di luci, anzi è sicuramente così. Perchè dovrebbe arrossire guardando me?

 

 

#JESY POV

 

A fine esibizione avevo i brividi, la pelle d'oca, un sorriso stampato sulle labbra e gli occhi pieni di lacrime.

Avevo cantato, o meglio urlato, le parole della canzone con loro, o non oso immaginare cosa avrà pensato il signore davanti a me!

Ero così felice, così fiera del mio migliore amico. Anche i giudici si complimentarono con loro, soprattutto Louis che li definì la "prossima grande boy-band". Anche io la pensavo come lui. Sentivo che nel giro di qualche mese tutto sarebbe cambiato. Già lo vedevo sulle copertine dei giornali, in televisione, al primo posto della classifica dei cd più venduti... devo ammettere che mi faceva un po' paura.

Mentre scendevano dal palco Niall si girò a guardarmi ed io arrossii. Non so esattamente perchè. Mi aveva già guardato altre mille volte quando era sul palco. Ma c'era qualcosa di diverso in quello sguardo, era come se quella fosse la prima vera volta in cui mi guardava. Sentii dei brividi salirmi lungo la schiena, poi distolsi lo sguardo. Sperai con tutta me stessa che non si fosse accorto di niente.

Alzando lo sguardo incrocia quelle di Greg che mi stava fissando attentamente.

"Che c'è?" chiesi sussurrando.

"Niente" rispose "Mi pareva di averti vista..."

Lasciò la frase a metà a scosse la testa.

"Niente" concluse tornando a guardare il palco.

Rimasi qualche secondo a fissarlo.

Mi aveva vista arrossire? Aveva capito tutto?

I miei pensieri furono interrotti dalla voce di un uomo tutto baffi e capelli grigi.

"Potete andare nel backstage" disse a me e alla famiglia di Niall. Maura annuii sorridendo e così l'uomo ci scortò fino all'entrata dei camerini di X-factor.

 

#NIALL POV

 

Uscire vivo da un abbraccio tra me e i ragazzi a fine puntata era davvero dura. Eravamo felicissimi di come ci eravamo esibiti e le nostre urla e i salti lo davano a vedere.

Essendo stati gli ultimi ad esibirci la puntata era finita poco dopo e ora tutti i parenti dei concorrenti si facevano spazio nel backstage per incontrare i loro figli.

La prima ad abbracciarmi fu mia madre. Sentivo che sighiozzava sulla mia spalla sussurrandomi dei: "Sono così fiera di te".

Mio padre mi stritolò in un abbraccio e Greg fece altrettanto. Stavo parlando con lui, ma in realtà non lo stavo ascoltando più di tanto. Con lo sguardo cercavo lei.

"Jesy non..." cercai di chiedere ma mio fratello mi interruppe.

"Non l'hanno fatta etrare perchè non fa parte della famiglia. Ma vedrai che li riuscirà a convincere" disse ridendo. "Adesso vado. Domani mi tocca tornare in questo posto con le sedie scomode per sapere se verrete eliminati o no"
"Le sedie scomode?" chiesi ridendo.

"Sì, non hai idea di come sono dure" rispose facendo una faccia dolorante. Risi e lui lo stesso, poi uscì dalla porta sul retro salutandomi.

Anche le famiglie degli altri erano già andate via e ora eravamo rimasti solo noi.

"Bene, allora andiamo" esclamò Liam dirigendosi verso l'uscita. Noi lo seguimmo ma mi fermai di colpo quando sentii dei passi veloci dietro di me e una voce, che tanto conoscevo, chiamare il mio nome. Mi girai di scatto, giusto in tempo per prendere Jesy al volo, che si era letteralmente lanciata su di me. Risi dondolandomi con lei da una parte all'altra.

"Sei stato bravissimo" disse.

"Grazie" esclamò Louis dietro di me "Solo lui? Noi no?" chiese.

Jesy si staccò guardandolo il ragazzo negli occhi. Stava in piedi davanti a lei con le braccia incrociate al petto.

"Si... solo che... ecco io..." balbettò notevolmente in imbarazzo.

"Lascialo perdere" esclamò Liam "Fa sempre così. Gli piace mettere sotto pressione la gente"

Jesy sorrise rilassata.

"Io sono Liam" si presentò e lo stesso gl altri.

"E tu sei?" chiese Zayn.

"Jesy" esclamò lei sorridendo.

 

#JESY POV

 

Appena dissi il mio nome vidi Louis trattenere una risata. Stavo per chiedergli cosa avesse da ridere ma Harry iniziò a parlare.

"E così sei tu la famosa Jesy" esclamò. Feci una faccia strana non capendo esattamente quello che stava dicendo.

"Niall ci ha parlato molto di te" concluse.

Mi girai a fissare il biondo in cerca di spiegazioni. Aveva le guancie rosse e guardava Harry come se volesse rimproverarlo.

"A davvero?" chiesi attirando l'attenzione di Niall su di me.

"E ha anche una vostra foto come sfondo del telefono" aggiunse Louis. Il rossore di Niall aumentò facendomi sorridere. Era troppo tenero.

Tutto quello un po' mi faceva pensare. Magari iniziava a vedermi come qualcosa in più di un amica...

"Insomma, è la mia migliore amica. Non posso?" esclamò.

Come non detto. Sono solo la sua migliore amica.

 

 

#ZAYN POV

 

Camminavamo veloci verso il nostro albergo, passando per le strade meno conosciute di Londra.

Niall era rimasto in dietro con Jesy e ogni tanto li sentivo ridere. Mi passai una mano nel ciuffo, come facevo sempre, per controllare che fosse in ordine.

"Dici che si piacciono?" chiesi a Harry, che era poco più avanti di me.

"Chi?" chiese senza guardarmi.

"Niall e Jesy" risposi girandomi ad osservarli. Si tenevano per mano oscillando le braccia in modo esagerato scatenando le risate dalla ragazza. Lei continuava a guardarlo negli occhi come se fosse l'unica cosa che vedeva, l'unica cosa che esisteva veramente per lei.

"A lei di sicuro" rispose il riccio camminando di schiena per osservare la coppietta poco lontana.

"Insomma guarda come lo sta fissando. Come se esistesse solo lui. Però lui dice che è solo la sua migliore amica" concluse infilandosi le mani in tasca e girandosi nuovamente

"E gli credi?" chiesi guardandolo. Scosse la testa per sistemarsi i ricci.

"No" rispose semplicemente.

 

 

 

#SPAZIO AUTRICE

Ciaoo! Prima di tutto vorrei scusarmi per aver aggiornato dopo così tanto tempo è che ho iniziato la scuola ieri e ho avuto veramente pochissimo tempo per scrivere.

Questo capitolo non mi piace molto ma è un po' di passaggio, cioè non succede niente di che... Jesy conosce i ragazzi e basta...

Anche il prossimo sarà un po' così poi... bhe poi vedrete!

Ora me ne vado, ho già rotto abbastanza..

Recensite in tante ♥

xx Mony ♥

 

 

 

 

 

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Capitolo 26
*** Sguardi ***


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26. Sguardi

 

 

I mesi passavano, e dire che passavano velocemente era poco.

Ogni fine settimana prendevo l'aereo per andare a Londra ad assistere all'esibizione dei ragazzi. Erano bravissimi e anche simpaticissimi. Li avevo conosciuti meglio ed erano proprio dei bravi ragazzi. Avevano quella strana capacità di metterti a tua agio anche se li conoscevi da poco e poi, tra di loro, avevano legato veramente tantissimo. A vederli avresti detto che si conoscevano da una vita, ma in realtà solo da pochi mesi.

Avevo passato pochissimi tempo con Niall in quel periodo e un po' ci stavo male, anche perchè non gli avevo ancora rivelato i miei sentimenti. Non trovavo mai il momento giusto, o meglio, trovavo sempre una scusa per non dirglielo. Prima era perchè avevo paura di rovinare la nostra amicizia, poi perchè non volevo rovinargli il percorso ad X-factor ma adesso che era finito non avevo più nessuna scusa, dovevo dirglielo.

Sì, X-factor era finito. E a dir la verità ci ero rimasta malissimo quando erano arrivati terzi. Eravamo sicuri di vincere o del secondo posto, ma non il terzo. Anche perchè gli eserciti di fan che si radunavano fuori dagli studi del programma erano numerossissimi. Alla fine ci siamo illusi e basta. Inizialmente la tristezza c'è stata, ovviamente, ma poi Simon se ne è uscito con la storia del contratto discografico e tutto è tornato al proprio posto. Ai One Direction attendeva una grande carriera.

Sui giornali iniziavano ad apparire le prime foto. Era una cosa strana trovarsi il proprio migliore amico sulle riviste. Ma la cosa ancora più strana era che a volte qualcuno mi fermava e mi chiedeva una foto. Le prime volte mi sentivo spaesata e pensavo: "Queste vogliono fare la foto con me? Sono solo una ragazza semplicissima e Niall è solo il mio migliore amico" Non ci farò mai l'abitudine!

Mi fermavano raramente, solo le fan più accanite mi riconoscevano. Ma quando uscivo con Niall, si salvi chi può! Eserciti di ragazze di diverse età si fiondavano su di lui urlando cose come: "Mi fai un autografo?" "Niall ti amo" "Una foto ti prego"

Lui mi diceva sempre che era e sarebbe per sempre stato grato a tutte le directioner, ovvero tutte le fan dei ragazzi. Era grazie a loro se stavano registrando un disco e presto anche un video. Stavamo proprio parlando di questo quel giorno...

"Simon dice che per registrare il video dovremo andare in America" disse il biondo.

"In America? Che figo" risposi infilando le mani in tasca "Va beh, te ci vai tutte le estati"

"Cosa centra? Vado al mare, questa volta registrerò un video musicale e andremo su youtube, ti rendi conto?" esclamò gesticolando felice.

"Un video" sussurrai "Sei un cantante famoso"

"Certo, e devi essere onorata di essere la mia migliore amica"

Mi circondò le spalle con un braccio.

Ancora quelle due parole mi facevano stare male. Riuscirò mai a mettermi in testa che per lui non sarò mai niente di più?

"Quale onore!" scherzai sforzandomi di sorridere.

Camminammo per alcuni minuti. Il suo braccio sulle mie spalle e mille brividi che mi correvano lungo la schiena.

Osservavo per terra fissando lo sguardo sulle nostre scarpe, le sue supra bianche e le mie vans nere. Notai che i miei passi erano molti di più e molto più veloci a causa della differenza di altezza. Niall non era tanto alto ma nonostante questo in confronto a lui ero un nano, raggiungevo a male pena il metro e sesanta.

"Perchè guardi per terra e non ammiri i bellissimi posti in cui ti porto?" chiese Niall allargando un braccio sul panorama.

Il Big Ben, alla nostra sinistra, si innalzava al di sopra di tutte le case vicine. Poco più avanti un ponte attraversava il Tamigi e lì il London Eye girava lentamente, era illuminato da mille luci azzurre, segno che nel giro di poco il cielo avrebbe perso quel colore rosato per cedere il posto al blu scuro della notte.

"Niall, guarda che vengo qui da settembre ogni weekend. Sono passata qui cento volte" risposi guardandolo. Certo, era già stata lì, ma con lui era tutto diverso.

Mi fece il verso per poi girarsi a guardarmi. I suoi occhi azzurri riflettevano il colore rosato del cielo e brillavano a causa dell'acqua. Mi ci tuffai dentro e, giuro, che mi ci persi.

 

#NIALL POV

 

Sarei rimasto a fissare i suoi occhi per tutto il giorno. Li avevo guardati tante volte, ma ogni volta scoprivo una diversa sfumatura e mi ci perdevo. Non erano azzurri, erano blu. Sembravano finti, in molti lo dicevano, e se non la conoscessi da così tanto tempo avrei pensato lo stesso.

Mi ero ripromesso di non guardarla più negli occhi perchè sapevo che non sarei più riuscito a distogliere lo sguarda, ma... troppo tardi.

"Niall" urlarono due fan poco lontano. Colsi quel secondo di distrazione per distogliere lo sguardo e staccarmi da lei, giusto in tempo per prendere la ragazza che si era lanciata tra le mie braccia in lacrime.

 

#JESY POV
 

Scossi la testa e tornai a guardare per terra.

Per un secondo mi era come parso che anche lui stesse guardando i miei occhi come io guardavo i suoi. Ma no, era impossibile...

"Sai" disse una ragazza davanti a me. Alzai lo sguardo incrociando un paio di occhi marroni circondati da spessi occhiali neri. Aveva un sorriso sulle labbra e un foglio con l'autografo di Niall in mano.

"Sei fortunata ad essere la sua ragazza" continuò. La guardai sgranando gli occhi e scuotendo la testa.

"No, io non sono la sua ragazza" iniziai "Sono la sua migliore amica"

"Ah" esclamò "Sei fortunata lo stesso" sorrise e si girò per tonare dalla sua amica.

Seguendola con lo sguardo notai che Niall mi stava guardando, come se avesse sentito ciò che mi aveva detto; come se gli dispiacesse che non fossi la sua ragazza.

"Ma che dico?!" pensai "Mi sarò sbagliata".

 

 

Accavallai le gambe prendendo dentro il tavolino di plastica grigia.

"Odio gli aerei" esclamai attirando l'attenzione del biondo. "Sono così scomodi e stretti"

Scosse la testa ridendo.

"Siamo qui da dieci minuti e ti sei lamentata già un centinaio di volte" sussurrò ridendo "Si vede che prendi pochissime volte l'aereo"

"Sono tutte cose vere quelle che dico" esclamai appoggiando un gomito sul bracciolo marrone.

"Non ci hanno nemmeno offerto qualcosa da mangiare" sbuffai scocciata.

"E' un ora di viaggio, pretendi anche il pranzo?" chiese sempre ridendo.

"Ovvio" esclamai. Mi girai verso il signore seduto alla mia sinistra. "Lei non ha fame?"

Alzò pochi secondi lo sguardo per fulminarmi e poi lo riabbassò sulla rivsta che stava leggendo. Mi girai verso il biondo che stava soffocando le risate nella felpa.

"Non ridere" sussurrai tirandogli una gomitata.

"Dai fra un po' saremo a casa" esclamò quando riuscì a smettere di ridere.

"Non vedo l'ora di scendere da questo coso" esclamai cercando una posizione comoda per sedermi senza prendere a ginocchiate il mio vicino.

"Dimmi la verità"

Mi girai verso il biondo.

"Hai paura degli aerei" concluse.

Lo guardai un attimo.

"Paura?" iniziai "Non ho paura. Sono TERRORIZZATA!"

Sorrise appoggiando la mano sopra alla mia.

"Ecco perchè sei così nervosa" concluse iniziando a giocare con le mie dita "Non succederà niente, tranquilla"

Sorrisi, un po' perchè mi aveva tranquillizzata e un po' perchè il suo tocco così delicato non poteva fare altro se non crearmi un sorriso ebete sulle labbra.

Ovviamente la frase "Non succederà niente" non è mai vera, infatti...

"Siete pregati di allacciare le cinture di sicurezza, stiamo per attraversare una zona di turbolenza"

Guardai Niall terrorizzata. Appena l'aereo iniziò a traballare gli trinsi la mano. Lui sorrise tranquilissimo. Io mi chiedo, come si fa a stare così calmi in una situazione del genere?

Sciolse le nostre mani e sollevò il bracciolo che c'era tra di noi, poi mi fece appoggiare sulla sua spalla abbracciandomi e iniziando a muovere la mano su e giù lungo la mia schiena per tranquillizzarmi. Con l'altra mano prese la mia stringendola.

Ogni volta che l'aerio traballava gli convifficcavo le unghie nella pelle e lui mi tirava un pizzicotto leggero sulla spalla. Ben presto mi dimenticai della mia paura trovandomi a sorridere tranquilla tra le sua braccia.

Anche quando superammo la zona di turbolenza rimanemmo in quella posizione. Nessuno dei due disse una parola per il resto del viaggio, anche perchè, pochi minuti dopo, cullata dai sui respiri regolari, dal suo profumo e dalle sue carezze, mi addormentai.

 

 

 

#SPAZIO AUTRICE

Eccomi ragazze! Allora *si mette in ginocchio* chiedo umilmente perdono per aver pubblicato il capitolo così tardi. Lo so, ormai lo dico da un po' di volte ma veramente la scuola nuova e tutto mi sta uccidendo.

Nel capitolo non succede niente di che, però forse tra i due, uhm sta nascendo qualcosa? Voi che ne pensate? Cosa credete succederà nel prossimo capitolo?

Vogli tante recensioni mi raccomando c:

Parlando di altro.. sono uscite le date dei concerti. Se devo dire la verità ci sono rimasta male... Solo Milano? Ma dai..

Cioè io sono di Milano, ma quello che dico è che anche le ragazze del sud si meritano di andare ad un loro concerto e non tutte possono venire a Milano. Fare una tappa anche a Roma o Napoli no?

Voi che dite?

xx Mony ♥

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Capitolo 27
*** Down ***


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27. Down

 

 

 

"Sai Niall, tu mi piaci"

Alzai un sopracciglio spostando il peso da una gamba all'altra.

"Decisamente no" commentò Katy alle mie spalle.

Sospirai girandomi a guardarla.

"Ma non so come dirlo" sbuffai.

"Riprova" mi incoraggiò.

"Non sei d'aiuto se stai lì seduta sul letto" esclamai.

"Riprova" ripetè lei seccata.

Alzai gli occhi al cielo tornando a guardare la mia immagine riflessa.

"Niall io ti vedo come più di un amico e mi chiedevo se per te era lo stesso"

"Cavolo, una frase con più di cinque parole, facciamo progressi" esclamò ironica portando le mani in aria.

"Vorrei vedere te" sussurrai legando i capelli in una coda disordinata.

"Ti ricordo che io l'ho già fatto con Tommy, quindi silenzio" rispose facendomi vedere la foto che aveva come sfondo, ovvero lei e "amorino" (così lo chiamava, che cosa patetica) che si baciavano. Da una parte ero felice per loro ma dall'altra un po' ci stavo male. Perchè tutti dovevano essere felici e io no?

Aprii la bocca per formulare una nuova frase ma mia madre mi interruppe.

"Jesy c'è Niall" urlò dal piano di sotto.

Mi girai a guardare Katy, lei rideva.

"Che cazzo ridi" sussurrai tirandole un maglione addosso.

"Perchè sto ragazzo deve arrivare sempre nei momenti meno opportuni?" sussurrai camminando da una parte all'altra della stanza.

"Stai calma, andrà bene" esclamò la mia amica appoggiandomi una mano sulla spalla.

"Ti ricordo che non ho niente da dirgli" le sussurrai a pochi centimetri dal naso. Mi diede un bacio sulla guancia per poi aprire la porta e andarsene.

 

#NIALL POV

 

Salii le scale scontrandomi con Katy.

"Hey, ciao non sapevo che fossi qui" esclamai.

"Non fa niente stavo per andarmene" rispose sorridendo per poi continuare a scendere. Salii le scale fino alla camera di Jesy che ormai conoscevo bene.

"Ciao" le sussurrai.

"Ciao" rispose guardandomi come se avesse visto un fantasma.

"Cos'è quella faccia?" chiesi sorridendo e chiudendo la porta.

"Quale faccia? Io non ho una faccia" rispose. Riflettè su quello che aveva detto per alcuni secondi.

"Cioè, in realtà ce l'ho la faccia, vedi?" chiese indicandosi il volto.

"Jesy, che hai? Sembri" cercai la parola giusta "Agitata"

"No, per niente" rispose sendendosi sul letto. "Come mai sei venuto qui?"

"Dovevo parlarti" risposi sedendomi davanti a lei.

"Parlare? A me?"

"Vedi qualcun'altro?" chiesi sorridendo. Ok, Jesy era sempre strana ma non fino a questo punto. Scossi la testa cercando di non farci caso.

"Beh, sì, hai ragione" sussurrò abbassando lo sguardo. "E di cosa dovevi parlarmi?"

"Ti avevo parlato dell'album, ricordi?"

Annuì.

"Ecco" iniziai "Andremo a Londra per registrarlo e poi finito quello inizieremo un tour"

Mi guardò sorridendo.

"Niall, ma è fantastico" esclamò. Non volevo bloccare il suo entusiasmo, però dovevo dirglielo.

"C'è un problema" sussurrai. Scosse la testa guardandomi con le sopracciglia aggrottate.

"Staremo via per molti mesi e..."

"Tornerai a casa per i week end, vero?" chiese interrompendomi.

"Jesy, no" sussurrai.

"Una volta al mese?" chiese speranzosa.

"Neanche"

"Quando?" chiese con la voce ridotta ad un sussurro.

"La prima volta che tornerò qua sarà per il tour e la tappa più vicina è a Dublino a Giugno" risposi.

"Giugno?" chiese "Ma siamo ad agosto adesso, è quasi un anno"

"Lo so, Jesy, mi dispiace"

Mi gardò scuotendo la testa, forse per scacciare il pensiero che non mi avrebbe rivisto per così tanto. Gli occhi le stavano diventando lucidi e una lacrima le rigò il volto.

"Ehy, no, non piangere" le sussurrai asciugandole il viso.

"Non ce la faccio senza di te" sussurrò lasciando cadere un'altra lacrima e poi un'altra ancora.

"Vieni qui" dissi aprendo le braccia nelle quali lei si tuffò subito.

"Si che ce la fai" sussurrai passandole una mano sulla schiena per cercare di placere i singhiozzi.

"Dovresti essere felice, no? Il tuo migliore amico diventerà famoso e tutti conosceranno anche te"

La sentii ridere e sussurrare qualcosa tipo "E' proprio questo il problema"

Non sapevo a cosa si riferiva così glielo chiesi.

"Sei troppo importante per me" sussurrò tra le mie braccia. Le sue parole mi provocarono un tuffo al cuore. Anche lei era importante, non potevo neagarlo.

"Anche te sei importante"

"No, non così"

"Ti chiamerò tutti i giorni promesso" sussurrai staccandomi dall'abbraccio e dandole un piccolo bacio sulla guancia.

 

#JESY POV

 

Non poteva farlo. Non poteva andarsene via, non così, non adesso.

Avevamo passato tutto il pomeriggio sdraiati sul letto, io tra le sua braccia mentre cercava di consolarmi. Avevo smesso di piangere ma già sapevo che appena se ne sarebbe andato sarei scoppiata di nuovo.

Ero girata su un fianco a giocherellavo con il laccio bianco della sua felpa azzurra. Lui mi teneva stretta a sè passando le dita nei miei capelli. Sapevo che sarebbe stato l'ultimo pomeriggio che passavamo insieme per un bel po' di tempo e io... io dovevo dirglielo.

"Niall?"

"Mmh?"

"Ti devo dire una cosa" sussurrai sentendo il cuore che iniziava a martellarmi sempre più velocemente nel petto.

"Dimmi" sussurrò dolcemente continuando a passare le dita nei miei capelli.

"Fin da quando siamo piccoli siamo amici" iniziai. Lo sentii annuire. "Ne abbiamo passate di tutti i colori insieme. Ci sei sempre stato per me. Eri e sei ancora il mio migliore amico." feci una pausa "Mi ricordo che da piccola venivo sempre da te quando prendevo dei brutti voti a scuola"

Rise.

"Già mi ricordo, e poi dovevo dirglielo io ai tuoi genitori" sussurrò. Sorrisi.

"Oppure quando stavo male ed ero a casa ammalata e tu mi portavi sempre la focaccia quando tornavi da scuola? Te lo ricordi?"

"Certo, come potrei dimenticarlo?! Ho speso più soldi in focaccie che altro" rispose ridendo leggermente, cosa che feci anche io.

"Va beh, non sto qui ad elencare tutte le cose che abbiamo fatto insieme se no non finisco più" sussurrai per poi fare una pausa. Sentivo il cuore battere sempre più veloce, avevo quasi paura che potesse esplodere.

"Comunque" iniziai "Noi siamo sempre stati amici e mi chiedevo se lo saremo sempre. Mi chiedevo se quello che c'è tra di noi, anche qui, adesso, rimarrà sempre solo questo"

Finii di parlare sottolineando quel solo. Si bloccò con la mano tra i miei capelli e rimase in silenzio. Non lo guardai negli occhi fino a quando con un dito alzò il mio mento facendo incontrare i nostri sguardi.

"Non mi interessa se saremo distanti e se non ci vedremo per tanto tempo" sussurrò "Sarai sempre la mia migliore amica"

Il sorriso che si stava formando sulle mie labbra scomparve.

"Oh" sussurrai.

Colpita e affondata.

Quella era la mia ultima possibilità e quanto pare non aveva portato a buon fine. Sempre e solo una migliore amica; sempre e solo quello.

Lui se ne sarebbe andato e io sarei rimasta lì, consapevole che non sarei mai stata niente di più che una amica per lui.

Sentii gli occhi iniziare a pungermi, ma non piansi, non volevo più farlo.

 

MESI DOPO

 

Scesi le scale a due a due raggiungendo Katy in cucina. Mi sedetti sul tavolo controllando se ci fossere chiamate o messaggi che non avevo letto.

"Da quanto tempo è che non ti chiama?" chiese lei mordendo un wafer di cioccolato.

"Un mese e una settimana per essere precisi" risposi io "Sarà impegnato"

La sentii borbottare qualcosa, come se quello che avevo appena detto non la convincesse molto.

"Tanto lo vedrai fra una settimana al concerto" si intromise mia madre entrando nella stanza con due enormi buste della spesa in mano.

"Non vedo l'ora" sussurrai sorridendo.

"Già" iniziò Katy "Potrai rivedere i sui occhi azzurri, il suo sorriso e potrai dirgli quando lo..."

Gli tirai un wafer in testa per farla smettere di parlare.

"Che c'è?" chiese lei scocciata. Con un segno della testa indicai mi madre che stava sistemando dei bicchieri nello scaffale. Katy fece un cenno con la testa per farmi capire che aveva capito. Non volevo che mia madre venisse a conoscenza dei miei sentimenti.

"A che ora hai detto che è l'intervista?" chiese spostandosi il ciuffo dall'altra parte.

"Alle quattro" risposi guardando l'orologio e constatando che erano già le quattro e cinque. Scesi con un balzo dal tavolo e corsi sul divano accendendo la tv.

Eccolì lì. Seduti su un divanetto triminzito che sorridevano e aspettavano che il conduttore facesse loro delle domande.

"Allora ragazzi" iniziò questo "Fra una settimana avrete il vostro primo concerto in Irlanda. Siete emozionati?"

"Si come sempre" rispose il biondo "Poi ci saranno molto dei miei amici nel pubblico e so che devo dare il massimo anche per loro"

"Ecco Niall" disse il conduttore "Tu sei di Mullingar, giusto?" Annuì. "Pensi mai a com'era la tua vita prima che entrassi a far parte dei One direction?"

"Si sempre" rispose lui. "Penso a cosa starei facendo adesso, ai miei amici..."

"A proposito" lo interruppe "Tu non hai una ragazza"

"No, infatti" annuì il biondo.

"Però che ci dici dei tuoi amici? Hai un migliore amico o amica?" chiese.

Appoggiai le mani sulle ginocchia aspettando la sua risposta. Sorrisi al pensiero che avrebbe fatto il mio nome.

"In realtà no" disse lui "Non ho un migliore amico, ne amica..."

Continuò a parlare ma non ascoltai nemmeno le sue parole. Sentivo lo sguardo di Katy e anche quello di mia madre su di me. Il mondo si era fermato, anzi mi era crollato addosso. Non ero più nemmeno la sua migliore amica.

"Jesy" sussurrò Katy appoggiandomi una mano sul braccio. Mia alzai di scatto facendola sobbalzare. Con passo deciso, nonostante il continuo tremore delle gambe, mi avviai verso la porta. Sentivo la voce della mia amica e di mia madre, ma non mi fermai. Aprii la porta e inizia a correre, neanche io sapevo verso dove.

Ripensavo a quello che aveva appena detto. Non ho una migliore amica. Che cos'ero io? Che posto avevo nella sua vita?

Continuavo a correre senza sentire la stanchezza. L'unica cosa che sentivo erano le lacrime che correvano veloci sul mio viso e lo sguardo indagatore delle persone. Non mi interessava quello che gli altri pensavano, non più ormai.

Lui, era tutto per me. Per lui, invece, io non ero niente. Solo una persona usata e gettata via, come un giocattolo di cui ti sei stancato.

Rallentai il passo quando mi ritrovai in uno spazio aperto tra gli alberi. Un ruscello scorreva alla mia destra e alla mia sinistra si ergeva un piccolo muretto di pietra grigia. Conoscevo quel posto, ci ero stata molte volte, quando ero triste andavo sempre lì.

Mi sedetti sull'erba fresca appoggiando la schiena al muro.

 

Non so dove sono...

me ne sto indietro,

sono stanca di aspettare
 

Sentivo le lacrime correre veloci mentre osservavo un punto fisso al di là del ruscello. Ero stanca di tutto questo. Non facevo altro che soffrire.

 

Aspetto qua al confine

sperando di trovare quello che ho inseguito

 

Ci avevo sperato per un sacco di tempo. Ci avevo creduto veramente.

Le persone mi hanno sempre detto di inseguire il mio cuore e io l'ho fatto. Ma nessuno mi aveva detto che avrebbe fatto così male.

 

Vorrei scagliarmi contro il cielo

ma sono bloccato qui sulla terra

Quindi perchè dovrei provarci se so che sto per cadere giù?

 

Mi aveva promesso che sarebbe rimasto per sempre con me, ma le persone mentono. L'ho imparato ormai. Non ci si può fidare di nessuno, nemmeno di lui.

 

Pensavo di poter volare

allora perchè sono annegata?

Non saprò mai perchè è crollato tutto giù...

 

Non ero pronta per continuare senza di lui, non lo sarei mai stata. Mi aggrappavo ai ricordi delle giornate felice, ma mi facevano ancora più male.

 

Non sono ancora pronto per lasciare andare

e non voglio sentire il suono della perdita

di quello che non ho mai trovato.

 

"Jesy?" sentii urlare. Riconobbi subito la voce di Katy alle mie spalle.

"Ah sei qui" sussurrò sedendosi accanto a me. Non parlai, non trovavo parole per descrivere quello che provavo.

"Jesy, mi dispiace. E' stato un brutto colpo, lo so, ma non puoi..."

"Non posso cosa?" urlai senza guardarla "Non posso stare qui a piangermi addosso? Perchè se è quello sappi che ho intenzione di farlo"

Restammo in silenzio, l'unico rumore era il vento tra le foglie e l'acqua che scorreva.

"Non piangere" sussurrò asciugandomi una lacrima. "Sorridi e vai avanti"

"Non ci riesco, lo capisci?" urlai per poi abbassare la voce e girarmi a guardarla. ""Ho bisogno di un pensiero felice. Ho bisogno di addormentarmi subito, la sera senza essere invasa da mille pensieri intrisi di preoccupazione, ho bisogno di stringere le coperte e sentirmi serena, cosa che non sono stata negli ultimi mesi. Non ricordo nemmeno quando è stata l’ultima volta in cui ho gettato una moneta in una fontana e non ho desiderato nulla."

"Jesy lo so" sussurrò.

"E' stato difficile accettare di essere solo la sua miagliore amica, ma questo..."

Non riuscii a terminare la frase, la voce mi si spezzò e iniziai a singhiozzare portandomi le mani agli occhi.

Cercò di abbracciarmi ma la respinsi.

"Lasciami da sola" sussurrai. Pochi secondi e la sentii andare via.

Rimasi lì seduta per un sacco di tempo. Le guance erano umide ma le lacrime non scorrevano più su di esse. Ero solo triste, o forse delusa.

In cielo iniziava a diventare scuro, ma non ci furono stelle quella sera, solo nuvole grige che rispecchiavano il mio stato d'animo. Rimasi lì ad aspettare finchè non incominciò a piovere, poi mi alzai e camminai verso casa. Le gocce mi inzupparono i vestiti, ma almeno mascheravano le mie lacrime che avevano ripreso a scorrere.

Pensavo solo di contare di più, di essere più importante. Solo questo.

 

 

 

#SPAZIO AUTRICE

Ragazze, veramente scusatemi!! Sono impegantissima con la scuola e tutto il resto e ho avuto pochissimo tempo per il capitolo. Almeno è venuto molto lungo e anche triste.

Allora che ne dite?

Jesy capisce che sarà sempre e solo la sua migliore amica ma poi lui se ne esce dicendo che non ha migliori amici.

Adesso? Che succedrà? Voglio sentire i vostri pareri c:

Ah, ho inserito anche delle parti della canzone "Down di Jason Walker" che io amo e riflettevano i sentimenti di Jesy.

Lasciate tante recensioni.

Alla prossimo

xx Mony ♥

 

 

 

 

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Capitolo 28
*** Vorrei dimenticare ***


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28. Vorrei dimenticare

 

 

 

 

Contavo i giorni che mancavano al momento in cui ti avrei rivisto, ma poi ho smesso, perchè ho capito che per te non era lo stesso.

 

#KATY POV

 

"No, seriamente Clary, c'erano compiti di italiano?" chiesi spazientita per la terza volta.

"Te l'ho detto, c'era il commento del film che abbiamo visto l'altra volta" rispose lei spostandosi un ciuffo che era scappato dal suo chignon. Stavo per risponderle con qualche insulto per non avermi avvisata prima ma mi fermai quando la porta si spalancò ed entrò Jesy. Camminava a testa bassa con la cartella appoggiata sulla spalla sinistra. Tutti la guardavano, alcuni chiedendosi cos'avesse, altri già sapendo la risposta. I capelli biondi le ricadevano sul viso impedendomi di vederla bene in faccia, ma sapevo già che i suoi occhi erano tristi e pieni di lacrime.

Si trascinò fino al banco dietro al mio e poi si lasciò cadere a peso morto sulla sedia. Restai a guardarla in silenzio mentre prendeva astuccio e diaro.

Vedevo la tristezza nei sui occhi blu, erano come spenti. A contornarli un paio di occhiaie viola.

Spostò il ciuffo dall'altra lato appoggiandosi con il gomito sul legno bianco. Con una matita iniziò a scrivere qualcosa sul banco, ma non capii cosa.

Mi tornarono alla mente le immagine del giorno precedente. Non era mai stata una ragazza che mostrava esplicitamente i suoi sentimenti e vederla piangere così senza curarsi di quello che la gente avrebbe pensato, mi aveva fatto riflettere su due cose: quando stava soffrendo e quanto lo amava. Non avevo mai provato a perdere un amico e nemmeno la persona che amo, ma lei aveva perso entrambi, il suo dolore era doppio.

In genere era lui che l'aiutava a superare quei momenti difficile, ma quella volta era stato proprio lui la causa della sua tristezza.

"Credi che andrà lo stesso al concerto?" chiese Clary. Non risposi, continuai a guardarla. Aveva sentito, lo avevo visto nel modo in cui si era bloccata e subito dopo aveva alzato gli occhi al cielo per cercare di non piangere.

Sospirai alzandomi e avvicinandosi a lei.

"Hey" sussurrai sorridendo. Alzò lo sguardo fissando i suoi occhi tristi nei miei.

"Hey" sussurrò con la voce roca che subito si schairì con un colpo di tosse "Non ti avevo vista"

Sorrisi in modo dolce andandomi a sedere nel banco vuoto vicino al suo. In genere quello era il suo posto, ma in quel momento, era seduta sul banco di Niall.

Appoggiai i gomiti cercando di vedere cosa stesse scrivendo sul banco. Era una N, una semplice N che per lei era tutto. Continuava a ripassarla rendendola ogni volta più scura come se cercasse un segno permanente di lui nella sua vita.

"Come ti senti?" chiesi sussurrando. Si fermò e poi scarabocchio la lettera rendendola solo alcune linee confuse sotto ad altre. Lasciò cadere la matita sul banco e poi si infilò la mani nei capelli chiari.

"Come vuoi che mi senta?" chiese con la voce ridotta ad un sussurro. Le appoggiai una mano sulla spalla senza dire più niente.

Stava cercando di respirare in modo regolare ma con scarsi risultati. Quasi tutti ci stavano guardando. In momento qualunque li avrebbe guardati dicendo qualcosa come: "Cos'avete da guardare?" ma quello non era un momento qualcunque. Una parte di me sperava che, da un momento all'altro, avrebbe alzato la testa dicendo qualche parolaccia a chi ci stava osservando, ma l'altra parte di me sapeva che non lo avebbe fatto.

Si limitava a stringere le mani a pugno sui capelli biondi, come se volesse cancellare il dolore strappandoselo via.

A interrompere quel momento di tensione fu il professore di matematica che, per una volta nella vita, fui felice di vedere.

"Buongiorno ragazzi" ci salutò sorridendo, catturando l'attenzione di tutti. "Andate ai vostri posti dai"

Jesy alzò la testa passandosi una mano nei capelli. Mi alzai e mi andai a sedere al mio posto.

"Come va ragazzi?" chiese sedendosi e aprendo il registro. Nessuno rispose, ma so per certo che Jesy lo fece nella sua testa, catalogando il giorno precedente come il peggiore di sempre.

"Iniziamo con l'appello" esclamò iniziando a pronunciare i nostri nomi.

"Appels"

"Presente"

Continuammo così fino alla H.

"Horan" disse il professore. L'aria nella classe si fece subito più pesante. "Ah, giusto, lui non c'è"

Sentii Jesy alzarsi alle mie spalle.

"Prof. posso andare in bagno?" chiese dirigendosi verso la porta che spalancò senza nemmeno aspettare la risposta del professore che rimase a guardarla con la bocca leggermente spalancata.

Quando la porta sbattè violentemente si girò a guardarci.

"Ho detto qualcosa di sbagliato?" chiese.

"Niall" rispondemmo in coro. Nelle nostri voci c'era il dispiacere per la povera Jesy.

Strizzò gli occhi non capendo.

"Nell'ultima intervista ha detto di non avere una migliore amica" spiegò meglio Clary al mio fianco.

"Ah capisco" sussurrò.

"Prof. posso?" chiesi indicando la porta.

"Si, si certo vai da lei" rispose annuendo per poi continuare a fare l'appello. Mi alzai velocemente e corsi nel corridoio dirigendomi verso il bagno del nostro piano.

Aprii lentamente la porta rossa diminuendo subito il passo.

Sentivo dei singhiozzi provenire dall'unica porta chiusa. Con passo indeciso andai verso di essa.

"Jesy?" sussurrai appoggiandomi al muro.

"Che cosa vuoi?" chiese lei con la voce rotta dai singhiozzi.

"Apri?"

"No, lasciami stare" rispose secca.

"Ti prego, apri" sussurrai. Sentire i suoi singhiozzi mi fece rattristire e presto mi ritrovai le lacrime agli occhi.

Qualche minuto dopo sentii un debole clic che mi fece capire che aveva aperto la porta. Abbassai la maniglia ed entrai.

Era raggomitolata sul pavimento, le gambe strette al petto e un pezzo di carta igenica in mano con la quale si asciugava le lacrime.

Chiusi la porta alle mie spalle per poi abbassarmi vicino a lei.

"Amore" sussurrai spostandole una ciocca di capelli da davanti agli occhi.

"Io" sussurrò per poi fermarsi a causa dei troppi singhiozzi.

"Shh" sussurrai accarezzandole i capelli.

"Io voglio solo far finta che non sia successo niente" sussurrò spezzettando la carta tra le sue mani. "Voglio cercare di dimenticarlo, ma voi continuate a dirmi "Ma ci va ancora al concerto?" Niall di qui, Horan di là. Io non ce la faccio più"

La strinsi in un abbraccio che lei ricambiò.

"Io lo amo" sussurrò.

"Lo so" risposi "lo so"

"Non ce la faccio senza di lui"

"Sì che ce la fai, piccola" risposi cercando di convincerla.

"Ho bisogno di sapere che per lui sono ancora importante" sussurrò staccandosi da me

"Voglio solo che tutto torni come prima. Forse sono egoista, lui non sarebbe più un cantante di successo, ma almeno sarebbe qui " disse "Con me"

Le sorrisi debolmente asciugandole una lacrima.

"Ti voglio bene piccola" sussurrai. Alzò lo sguardo sorridendo e sussurrando un anche io.

 

#JESY POV

 

Avevo chiesto al prof. se potevo uscire da scuola, e lui, senza fare storie, mi aveva risposto di sì.

Salii i gradini e suonai al campanello di casa mia. Pochi secondi e mia madre venne ad aprire.

"Amore come stai?" chiese facendomi entrare. Mi sedetti sul divano senza rispondere, limitandomi a guardarla. Osservò i miei occhi, rossi e gonfi a causa del pianto, il mascara colato e le guance arrossate.

"E' per Niall vero?" chiese sedendosi al mio fianco. Annuii.

"Lo so piccola" sussurrò accarezzandomi i capelli. "E' brutto perdere il proprio migliore amico"

Guardavo un punto fisso davanti a me. Le sue parole continuavano a rimbombarmi nella testa e più cercavo di non pensarci più quelle si ripetevano più forte.

"Per te è qualcosa di più, vero?" chiese. Non mi sorpresi alle sue parole, sapevo che un giorno ci sarebe arrivata.

"Sì" sussurrai incerta. La vidi annuire leggermente e continuare a passare le dita tra i miei capelli.

"Hai intenzione di andare lo stesso al concerto?" chiese qualche minuto dopo.

"Sì, ci voglio andare lo stesso" risposi sicura.

"Va bene piccola" sussurrò dandomi un bacio per poi alzarsi.

Io rimasi lì, su quel divano, per quelle che parvero ore. Non avevo più lacrime dentro di me, solo un forte dolore al petto.

Pensavo al giorno dopo, il concerto. Lo avevo atteso con ansia per mesi e adesso, volevo solo che passasse e andasse via, lontano da me.

Pensavo all'effetto che mi avrebbe fatto rivederlo e sentirlo cantare.

Pensavo al momento in cui mi avrebbe rivista. Che cosa avrebbe fatto? Che cosa avrebbe detto?

Pensavo alla soddisfazione che avrei avuto nel tirargli un ceffone.

Pensavo al modo in cui sarei riuscita a non farmi vedere da lui. Già, non volevo che mi vedesse. Da quello che avevo capito ero solo un peso per lui, quindi perchè fargli sprecare tempo?!

Non volevo incontrarlo di persona, anche perchè, in quel caso, non avrei saputo cosa dire, probabilmente sarei solo scoppiata a piangere.

Dovevo andare a quel concerto, però. Dovevo vederlo e mettermi in testa, una volta per tutte, che per lui ormai non contavo più.

 

 

 

 

#SPAZIO AUTRICE

Eccomi ragazze c; Finalmente sono riuscita ad aggiornare.

Questo capitolo è un po' di passaggio però fa capire bene i sentimenti di Jesy.

Nel prossimo capitolo andrà al concerto e... secondo voi cosa succedera??

Lasciate tante recensioni c:

Baci e alla prossima c:

xx Mony ♥

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Capitolo 29
*** L'ho fatto per te ***


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29. L'ho fatto per te

 

 

 

Sospirai guardando l'orologio.

Erano passati esattamente due minuti da quando avevo controllato la volta prima. Il tempo sembrava non passare mai e io non sapevo come riempirlo.

Inizialmente avevo cercato di capire il motivo per cui sarei andata a quel concerto, ma alla fine, non trovando nessuna risposta, ci avevo rinunciato.

Muovevo la gamba su e giù in modo nervoso, sospirando di tanto in tanto.

"Jesy, andiamo?" chiese mio padre affacciandosi alla porta.

"Arrivo" risposi in un sussurro alzandomi dal letto. Mi avrebbe accompagnato lui fino a Dublino.

Presi la felpa nera leggera che avevo appoggiato sulla sedia, me la infilai controllandomi allo specchio. Pettinai con le dita le ciocche ribelli sotto lo sguardo attento di mio padre, fermandomi un attimo di troppo sul mio viso triste.

"E' tutto a posto?"

Mi girai ad osservarlo ma non risposi.

"Andiamo" esclamai superandolo.

 

Dublino non mi era mai sembrata così lontana. Continuavo a giocare con il biglietto giallo tra le mie mani non capacitandomi del fatto che nel giro di poche ore lo avrei rivisto.

La paura si impossessò di me. Paura di piangere davanti a lui, paura di capire veramente di non contare più. Sì, avevo paura. Paura che tutto quello che avevamo creato insieme potesse crollare definitivamente, solo a causa di poche parole.

La strada correva veloce e alla radio sentivo le voci emozionate di coloro che parlavano del concerto più atteso dell'anno. Io sarei stata tra quel pubblico, l'unica che non sarebbe stata felice di essere lì.

Com'è possibile rovinare un'amicizia con una sola frase? E' possibile, ve lo assicuro.

Vidi la macchina di mio padre rallentare fino a fermarsi davanti a quel posto che conoscevo bene. Ci ero venuta molte volte con Niall, ci piaceva andare ai concerti, ma quella volta lui non sarebbe stato lì con me, lui sarebbe stato su quel palco.

"Eccoci" sussurrò mio padre.

"Eccoci" ripetei aprendo la portiera.

 

"Scusa" urlai per farmi sentire dalla ragazza che ustruiva il passaggio. Questa si girò fulminandomi con lo sguardo ma sorridendo non appena capì chi ero.

"Oddio tu sei Jesy" esclamò. Io sorrisi sorpassandola e andando verso il mio posto.

L'arena era buia, illuminata da alcune luci viola e rosse provenienti dal palco. Le ragazze erano in delirio. Chi piangeva, chi tremava, chi urlava contro quelle che sollevavano i cartelloni e loro ovviamente rispondevano a tono.

Mi trovavo a poche file dal palco. Fortunatamente i posti erano numerati, altrimenti sarei dovuta andare davanti all'arena circa due settimane prima per riuscire a trovare un posto così vicino.

Le ragazze continuavano ad urlare nonostante ancora nessuno fosse sul palco. Non osai nemmeno immaginare il livello delle urla quando sarebbero saliti. Non osai nemmeno immaginare quello che avrei provato non appena lo avrei visto.

Tiravo la manica della felpa nera, cosa che facevo ogni volta che l'agitazione iniziava a farsi sentire. Mi dondolai avanti e indietro osservando le vans nere e i jeans che fasciavano le mie gambe.

"Eccoli" urlò una ragazza dietro di me facendomi alzare lo sguardo verso il palco illuminato da luci accecanti. Incrociai le braccia al petto quando un brivido mi corse lungo la schiena. Le gambe iniziarono a tremarmi e sentii gli occhi riempirsi di lacrime.

Lui era lì con il microfono in mano e cantava come se nulla fosse. Mi sorpresi quando mi resi conto di non sentire le urla delle ragazze, non sentivo niente a dir la verità. Niente che non fosse il suono della sua voce.

Ad essere del tutto sincera mi era mancato, sentire la sua voce, vedere i suoi occhi, lui. L'altra parte di me stava cercando di reprimere la voglia di salire sul palco per tirargli un bel ceffone in pieno viso.

Dentro di me un'insieme di emozione indescrivibili e contrastanti tra loro. Sentivo la voglia di stringerlo a me e anche di farlo soffrire come lui aveva fatto con me. La felicità di averlo davanti e anche la rabbia per quello che aveva fatto. Un sorriso sulle labbra e lacrime di tristezza che scorrevano lungo le guance.

Mi mancava il respiro e i battiti diventavano sempre più veloci ogni secondo che passava.

Ogni volta che veniva verso di me il mio cuore perdeva un battito. Da una parte volevo che mi vedesse, dall'altra non volevo, perchè avevo paura di poter crollare davanti a lui.

"Vi amo" urlò al pubblico.

Già, vi amo, ti amo. Quanto avrei voluto dirglielo. Quanto avrei voluto che lo dicesse a me.

Ma per lui ero niente, giusto?

Mentre lo osservavo mi domandavavo come avesse fatto a dimenticarmi così in fretta. Com'è possibile dimenticare la persona con la quale hai trascorso quasi tutta la tua vita, con la quale hai condiviso i momenti migliori?

Io non sarei mai riuscita a dimenticarlo, mai. Era una cosa contro di me. Non ci sarei mai riuscita, ma mai avrei voluto farlo.

Ripensavo a quel giorno, a quella maledetta intervista. Ancora non potevo credere che lo avesse detto veramente. Lui non lo avrebbe mai fatto. Insomma, lui era il ragazzo che mi aveva regalato il suo trenino per non farmi piangere quando avevo cinque anni. Lui, che mi aveva aiutato a superare tutti i momenti difficili. Lui, che per il mio compleanno mi aveva regalato una collana con l'infinito per ricordarmi della nostra amicizia. Ma era stato lui a dimenticarsene per primo. Come se io avessi bisogno di una collana per ricordarmi di lui?!

Sentivo le lacrime correre voloci lungo il mio viso. Cercai di asciugarle con la manica della felpa ma poi smisi. Continuare ad asciugarle non avrebbe portato via il dolore.

 

#NIALL POV

 

Le fans era davvero incredibili, come al solito. Io e i ragazzi ci divertivamo tantissimo durante i concerti, se avessi potuto scegliere sarei rimasto a cantare per tutto il giorno.

Liam annunciò quella che sarebbe stata l'ultima canzone "I want".

Cominciai a correre da una parte all'altra del palco cercando di salutare tutte le fan. Portai il microfono alla bocca per cantare il ritornello ma non riuscii a proninciare nessuno suono. Il mio cuore perse un battito per poi iniziare a correre voloce nel mio petto. Non riuscii più a sentire la musica o le urla delle fan, solo il mio cuore battere veloce.

Stavamo lì, a pohi metri di distanza, ma mi sembrava di non essere mai stato più distante da lei. Da Jesy.
I nostri sguardi si incontrarono quando alzò gli occhi verso di me. Ci guardavano tutti, ma eravamo solo io e lei e il resto del mondo non esisteva.
Io la guardavo, la guardavo dritta negli occhi e potevo benissimo vedere le lacrime correre sulle sue guance.
Sussultai quando qualcuno appoggiò una mano sulla mia spalla. Mi girai di scatto trovandomi a pochi centimetri da Zayn.

"Tutto bene?" chiese.

"Si" sussurrai rassicurandolo. Si allontanò cantando la sua parte.

Mi girai verso di lei ma non c'era più. La cercai in mezzo alla folla notando la sua piccola figura farsi spazio verso l'uscita.

Sentii le fan urlare e Zayn tirarmi un braccio per fare l'inchino che feci senza togliere lo sguardo da Jesy. Appena le luci si spensero corremmo nel backstage.

"Si può sapere che ti è preso?" chiese il moro pochi passi dietro di me.

"Devo andare" esclamai prima di iniziare a correre verso l'uscita più vicina. Sentii i ragazzi urlare qualcosa a cui non diedi retta.

Spalancai la porta uscendo all'aria ancora troppo fresca di Dublino per essere ad Agosto.

Scesi le scale di corsa per poi attraversare le strada. Mi bloccai sul marciapiede che dava sul fiume. La strada era vuota, illuminata solo da qualche lampione e dalla luce della luna.

Jesy camminava poco più avanti, vedevo la sua figura allontanarsi sempre di più da me.

"Jesy" urlai. Lei si girò guardandomi per qualche secondo, poi tornò ad osservare la strada ma questa volta iniziò a correre e io feci lo stesso.

 

#JESY POV
 

Correvo cercando di scappare da lui. Non avevo il coraggio di parlargli.

Speravo che avrebbe lasciato perdere ma lo sentivo sempre più vicino, sentivo i sui passi dietro di me.

"Jesy aspetta" disse. Le sue parole non fecero altro che farmi aumetare la velocità. Come poteva pretendere che mi fermassi dopo quello che mi aveva fatto?

"Jesy" sussurrò prendendomi il polso. Cercai di divincolarmi dalla sua stretta che però si faceva sempre più forte.

"Jesy io..."

Mi girai verso di lui tirandogli uno schiaffo. La forza che utilizzai gli fece voltare la testa.

I nostri respiri pesanti erano l'unica suono che si sentiva. Lasciò andare il mio polso portandosi la mano sulla guancia, dove lo avevo colpito poco prima.

"Perchè?" sussurrò guardandomi negli occhi.

"Perchè?" sussurrai incredula. Faceva anche finta di non sapere perchè lo avevo fatto, mi dava ancora più fastidio.

"Che cosa ho fatto?" chiese lasciando cadere il braccio lungo il fianco.

"Che cosa hai fatto?" sussurrai "Mi chiedi che cosa hai fatto?"

Mi allontanai da lui di qualche passo mentre iniziavo ad urlare.

"Che fine ho fatto io? Cosa sono per te? Rispondimi, perchè vorrei tanto saperlo" urlai gesticolando con le mani "Potevi almeno dirmelo che non sono più la tua migliore amica, avresti evitato tutto questo"

Le mie urla rimbombarono leggermente a causa del ponte lì vicino. Si portò una mano nei capelli che mosse leggermente mentre sussurrava qualcosa tra sè.

"Jesy io..."

Ancora una volta lo interruppi.

"Lo sai che c'è?" chiesi urlando "Ora mi sono rotta anche di te, se vuoi dirmi che cazzo ti prende bene, altrimenti fai quel cazzo che ti pare!"

Rimanemmo in silenzio per alcuni minuti. Osservavo le mie mani tremare, alscoltavo il mio e il suo respiro, entrambi irregolari, cercando una risposta ragionevole a tutto quello.

"L'ho fatto per te" sussurrò.

Alzai lo sguardo incredula alle sue parole.

"Ti sembro felice in questo momento" chiesi sussurrando a causa delle lacrime che scorrevano lungo il mio viso.

"Non volevo farti soffrire" sussurrò avvicinandosi. Feci subito un basso indietro.

"Beh, ci sei riuscito" esclamai allargando le braccia tremanti "Complimenti"

Mi girai allontanandomi di qualche passo. Non sarei riuscita a sopportare tutto quello un minuto di più.

"Io non riuscivo a starti lontano" esclamò. Mi fermai girandomi lentamente. Si era avvicinato.

"A me sembra che ci sei riuscito benissimo" sussurrai tra i denti per poi girarmi e andare via.

"Jesy aspetta" urlò avvicinandosi.

"No, non aspetto più" urlai girandomi "Mi hai detto di aspettarti e questo è il risultato. Non mi fido più di nessuno, ormai"

"Io non volevo"

"Ma l'hai fatto" urlai mentre camminavo veloce lontano da lui "E adesso..."

Questa volta fu lui a interrompermi.

"L'ho fatto perchè sono innamorato di te" urlò.

Mi bloccai alle sue parole. Sentivo il cuore battere velocemente, più forte di quanto avesse mai fatto prima. Strinsi le mani mentre lo sentivo avvicinarsi.

"Pensavo che se ti avessi dimenticata mi sarebbe passato" sussurrò "Ho provato a dimenticare i miei sentimenti ma non ce l'ho fatta"

Voleva dimenticarmi per dimenticare i suoi sentimenti, ma possibile che non si fosse accorto di quello che provavo io?

Mi girai a guardarlo. Mi osservava con gli occhi lucidi e ogni tanto si passava una mano nei capelli.

"Ma ogni volta che ti vedevo io..." sussurrò guardandomi negli occhi "Avrei voluto baciarti e..."

"Sei un idiota" sussurrai.

Aggrottò le sopracciglia non capendo.

"Perchè?"

Raccolsi tutte le forze che avevo. Il cuore batteva velocemente e sentivo le gambe tremare.

"Perchè non lo hai fatto" esclamai.

Rimanemmo a guardarci negli occhi. Vedevo la confusione sul suo viso, non si aspettava quella reazione da parte mia, non si era mai accorto di quello che provavo io.

"Non ti sei mai accorto di niente?" sussurrai "Di quello che provo io?"

Scosse leggermente la testa.

"Da quando?" sussurrò.

"Da Agosto" risposi "L'anno scorso, il giorno del mio compleanno"

Mi ricordavo ogni singolo momento, ogni singola emozione di quel giorno.

Abbassai lo sguardo non riuscendo più a reggere il suo.

"Jesy io..." sussurrò lasciando cadere la frase a metà.

Non lo guardavo ma sentivo il suo sguardo insistente su di me. Le lacrime ancora rigavano il mio viso.

Appoggiò delicatamente un dito sotto il mio mento sollevandolo per fare incotrare di nuovo i nostri occhi. Eravamo estremamente vicini e quando parlò sentii il suo respiro caldo sulla pelle.

"Mi dispiace" sussurrò "Per tutto. Per averti fatta soffrire, per non essermi accorto di quello che provavi. Ti capisco se mi odi..."

"Ma io non ti odio" sussurrai. Vidi comparire un leggero sorriso sulle sue labbra e, come al solito, vedendolo sorridere lo feci anche io.

Spostò lo sguardo sulle mia labbra avvicinandosi lentamente. Posi fine alla distranza che c'era tra noi appoggiando le mie labbra sulle sue, in quel bacio che avevo tanto desiderato, che entrambi avevamo desiderato.

Mi cinse la schiena con un braccio facendomi avvicinare ancora di più a lui, e io avvolsi le braccia attorno al suo collo iniziando a giocare con i suoi capelli.

Il mio corpo aderiva al suo e potevo sentire i suoi battiti veloci mentre mi accarezzava dolcemente la guancia asciugando le poche lacrime che erano rimaste.

Si allontanò da me, lasciando però la fronte appoggiata alla mia.

Osservavo i suoi occhi, sorridendo leggermente prima di alzarmi sulla punta dei piedi per lasciare un'altro piccolo bacio sulle sue labbra.

"Piccola" sussurrò stringendomi a sè in un abbraccio che racchiudeva tutti i sentimenti che provavamo l'uno per l'altra. Sorrisi quando poggiò le sue labbra sulla mia fronte.

Non ero mai stata così felice come in quel momento, ma forse felice non è la parola giusta. Mi sentivo come se lui fosse tutto quello di cui avevo bisogno. Mi sentivo completa, ecco. Lui mi completava, era l'unico che mi rendeva veramente felice, l'unico che mi faceva sentire speciale.

"Andiamo?" chiese sussurrando. Annuii contro il suo petto per poi staccarmi da lui.

 

Camminavamo lungo il vialetto che portava alla mia casa. Eravamo rimasti in silenzio per la maggior parte del viaggio, nessuno dei due sapeva cosa dire.

Arrivati alla porta ci fermammo guardandoci a vicenda senza però dire niente.

"Allora...io...ehm...ecco" sussurrò indicando la strada. Risi leggermente al suo imbarazzo.

"Ci vediamo domani?" chiesi sussurrando. Annuì sorridendo.

"Allora a domani" esclamò girandosi e facendo qualche passo verso la strada. Si fermò per poi tornare indietro e darmi un bacio che non esitai a ricambiare.

"Tua madre ci sta osservando" sussurrò a pochi centimetri dalle mie labbra guardando verso la finestra. Mi girai vedendo di sfuggita qualcuno che tirava la tenda bianca. Sorrisi.

"Fa niente" sussurrai portando le braccia dietro il suo collo e alzandomi sulle punte per continuare il bacio che avevamo interrotto.

Qualche minuto dopo mi salutò per poi dirigersi verso la sua casa. Spalancai la porta trovando mia madre seduta sul divano che mi guardava sorridendo.

"Vedo che avete fatto pace" esclamò. Sorrisi senza risponderle e mi diressi verso camera mia.

Dopo essermi cambiata mi infilai sotto il lenzuolo con un sorriso sulle labbra. Ripensai a tutto quello che era successo, a tutto quello che pensavo non sarebbe mai successo.

Il cellulare sul comodino vibrò, come pensavo il messaggio era da parte di Niall.

Buona notte cucciola mia

Sorrisi rileggendo il testo del messagio. Aveva scritto cucciola mia. Ero sua e lui era mio.

In quel momento seppi per certo che non sarei mai riuscita ad amare qualcuno che non fosse lui.

 

 

 

 

#SPAZIO AUTRICE

Eccomiii, siete felici di rivedermi??

ahahaha scusate per il ritardo, ma sono veramente impegnatissima con la scuola e il resto.

In questo capitolo c'è il momento che tanto aspettavate. Spero di non aver deluso le vostre aspettativa c:

Anyway, come vi sembra? Ci ho messo un sacco di tempo per scriverlo perchè non riuscivo a descrivere bene la situazione però alla fine sono soddisfatta.

Ok ora me ne vado.

Lasciate tante recensioni c:

xx Mony ♥

 

 

 

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Capitolo 30
*** Noi ***


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30. Noi

 

 

 

Mi svegliai con la sensazione di qualcuno che mi accarezzava i capelli. Mormorai qualcosa girandomi dall'altro lato, portando le coperte fin sopra agli occhi. Sentii qualcuno ridere e poi una voce sussurrare parole al mio orecchio.

"Cucciola"

Mi girai non appena capii chi era.

"Che ci fai qui?" sussurrai stropicciandomi gli occhi.

"Volevo vederti" sussurrò lasciando un leggero bacio sulle mie labbra.

"Ma come sei entrato?"

"Tua madre" rispose sorridendo.

"Brava mamma" sussurrai abbracciandolo. Lo sentii ridere per poi baciarmi leggermente la fronte.

Lì, tra le sue braccia, non riuscivo proprio a smettere di sorridere.

"Hai intenzione di alzarti o rimaniamo qua tutto il giorno" chiese sussurrando. Alzai lo sguardo sorridendo.

"Qui"

Rise per poi alzarsi di colpo e togliermi con un movimento secco le coperte di dosso.

"Alzati" disse ridendo.

Mormorai qualcosa di incomprensibile soffocando le parole nel cuscino. Chiusi gli occhi a causa della troppa luce proveniente dalle finestre che aveva appena aperto.

"Jesy" sussurrò ridendo "Sbrigati"

"No" mormorai "Vieni qui?" chiesi battendo la mano sul materasso morbido.

"Se vengo lì poi ti alzi?"

Mormorai qualcosa in risposta. Pochi secondi e si sdraiò di nuovo vicino a me. Mi strinsi a lui che mi abbracciò. Non avevo bisogno di altro, solo lui.

Alzai il viso dal suo petto fissando il mio sguardo nel suo.

"Che c'è?" sussurrò spostandomi i capelli da davanti agli occhi.

"Niente"

Sorrisi quando mi baciò la punta del naso per poi spostarsi sulla mia guancia e lasciare una scia di baci fino ad arrivare alle labbra. Approfondì il bacio stringendomi ancora più forte a sè. Potevo sentire i battiti del suo cuore.

Si allontanò da me lasciando però la fronte appoggiata alla mia.

"Adesso ti alzi?" chiese. Annuii sorridendo per poi alzarmi e andare verso il bagno.

Mi vestii velocemente con un paio di pantoloncini a fiori e una canotta blu, poi mi fermai a guardarmi allo specchio.

Ancora non riuscivo a capire cosa ci trovasse di speciale in me. Cosa ci trovasse di bello in me!

"Che fai?" chiese Niall appoggiandosi alla porta.

"Osservo la mia bruttezza" risposi sospirando.

"E dove sarebbe?" chiese abbracciandomi da dietro e appoggiando il mento sulla mia spalla.

"Ovunque"

"Cos'è questo momento di depressione?" chiese baciandomi leggermente la spalla scoperta.

"Sono mesi ormai che sono depressa"

"Per me" sussurrò "Sei perfetta"

Sorrisi arrossendo leggermente.

"Non è vero"

"E invece sì" sussurrò.

Rimanemmo abbracciati così per alcuni minuti. Osservai la nostra immagine riflessa nello specchio. Mi piaceva come stavo nelle sue braccia...

"Andiamo?" chiesi. Annuì stanccandosi da me.

"Andiamo amore" sussurrò. Lo seguii sorridendo.

"Amore?" chiesi. Si girò a guardarmi.

"Sì, ti da' fastidio?" chiese aggrottando le sopracciglia.

"No, è una cosa dolce" risposi sorridendo. Lui mi imitò.

"Andiamo" sentenziò prendendomi per mano e portandomi fuori.

 

"Era da un sacco di tempo che non ci venivo" esclamò Niall saltando all'interno della nostra grotta.

"Tu" risposi afferrando la mano che mi stava porgendo "Io ci vengo quasi sempre"

Con un balzo goffo atterrai a pochi centimetri da lui sbilanciandomi in avanti.

"Occhio" esclamò il biondo prendendomi prima che finissi a terra. Sorrisi arrossendo leggermente.

"Devo riportare qui le cose che avevo portato a casa" disse sedendosi. Rimasi a guardarlo mentre si osservava intorno, come se avesse nostalgia dei tempi passati. Non che fosse passato molto tempo, ma erano cambiate tante cose.

Incrociò il mio sguardo facendomi segno di sedermi accanto a lui, e così feci, appoggiando la schiena alla parete.

Appoggiai la testa sulla sua spalla. Con una braccio mi cinse la schiena e iniziò a giocare con le punte dei miei capelli, arrotolando i boccoli sulle dita.

"Posso farti una domanda?" mi chiese. Annuii girando leggermente la testa per riuscire a guardarlo negli occhi.

"Dimmi" sussurrai.

"Tu eri innamorata di me" sussurrò osservando un punto fisso "Ma amerai anche il Niall come lo descrivono i media, il Niall che va in giro per il mondo a fare concerti, Niall dei One direction...?"

Si girò a guardarmi cercando di trovare una risposta nei miei occhi. Non avevo mai pensato a lui come un grande cantante, come Niall dei one direction, lui per me era solo Niall.

"Quello che diranno i media non mi interessa" risposi "Per me sei Niall, il ragazzo biondo che mi ha sempre fatto ridere quando ero triste. Non Niall dei one direction" mi fermai solo un attimo per guardare i suoi occhi azzurri "Solo Niall"

Sorrise spostandomi una ciocca ribelle dietro l'orecchio.

"Grazie" sussurrò. Sorrisi quando intrecciò le nostre dita. Rimanemmo così per alcuni minuti mentre osservavo sorridendo le nostre mani strette l'una nell'altra.

Nonostante non lo stessi guardando sentivo il suo sguardo instistente su di me.

"Che c'è?" chiesi guardandolo. Non rispose, prese solo tra le dita la collana che quella mattina mi ero legata al collo.

"Te l'avevo data come simbolo della nostra amicizia, vero?" chiese rigirandosela tra le dita. Annuii. Fece girare la catenina finchè non trovò il gancetto e la slacciò.

"Perchè?" chiesi confusa osservandolo mentre se la rigirava tre le mani.

"Non ha più senso come segno della nostra amicizia, quindi" rispose allungandosi verso di me "Adesso è il segno di noi"

Sorrisi mentre cercava in modo goffo di allacciarmela. Quando ci riuscì lasciò cadere il ciondolo sulla mia maglietta per poi avvicinarsi ancora di più e lasciare un leggero bacio sulle labbra.

"Amore mio" sussurrò a pochi centimetri dalle mie labbra. "E' strano, sai?!"

"Cosa?"

"Chiamarti amore mio dopo dodici anni che dico che sei la mia migliore amica"

"Amore mio è più bello" sussurrai sorridendo.

"Mille volte meglio" sussurrò per poi baciarmi di nuovo. Nel bacio mi accarezzò la guancia tringendomi a sè, come se non volesse lasciarmi andare di nuovo.

Rimanemmo tutto il pomeriggio abbracciati, a raccontarci di tutte quelle cose che non ci eravamo detti negli ultimi mesi.

Stare lì tra le sue braccia era l'unica cosa di cui avevo bisogno. E lui mi abbracciava come se fosse la cosa più naturale del mondo, come se tutti gli abbracci dati in precedenza ad altre fossero stati solo esercizi per abbracciare meglio me... Non mento quando dico che tra le sue braccia ci sarei rimasta per sempre.

 

 

 

 

#SPAZIO AUTRICE

*Si mette in ginocchio*

Chiedo perdono!! Da quant'è che non aggiorno? Venti giorni? Sicuramente troppo tempo. La scuola mi sta portando via troppo troppo tempo. Ve lo giuro sto facendo del mio meglio per aggiornare il prima possibile.

Comunque, questo capitolo vi è piaciuto? Voglio sapere i vostri pareri!!

Aggiorno appena riesco, promesso ♥

xx Mony

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Capitolo 31
*** Little things ***


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31. Little things

 

 

 

 

"Allora? Come sto?" chiesi lisciando nervosamente il vestito rosso a fiori. Katy aprì gli occhi girando leggermente la testa verso destra, quel poco che le bastò per guardarmi.

"Non ci credo che ti stai facendo tutti questi problemi per uscire con Niall" esclamò passandosi la mano sugli occhi "Insomma, lui è Niall, vi conoscete da una vita"

"Cosa centra?" chiesi girandomi verso lo specchio.

"Centra" sussurrò. "E poi ti troverebbe bellissima anche con la tuta da sci"

"Ad agosto?" chiesi ridendo. Fece spallucce ridendo.

"Ti troverebbe bellissima comunque"

Sorrisi sedendomi sul letto.

"Che c'è?" chiese notando che osservavo un punto fisso.

"Niente"

"Ti stai cagando in mano, vero?" chiese mettendosi a sedere "Mi spieghi di cosa hai paura? Non ti mangia e poi lo conosci bene, no?"

Annuii.

"E allora?!" esclamò. "A che ora dovete trovarvi?"

"Alle sette" risposi guardando l'orologio e notando che mancavano pochi minuti.

"Allora vai e divertiti, in fondo è il tuo compleanno, no?"

Si alzò in piedi e corse fino all'entrata. La raggiunsi qualche secondo dopo.

"Vado" esclamò aprendo la porta "Buon compleanno ancora"

Rimasi a guardarla mentre correva lungo la via.

"Vado anch'io" esclamai guardando mia mamma stravaccata sul divano. Annuì sorridendo.

"Divertiti" esclamò poco prima che prendessi la borsa e uscissi.

Guardai verso la casa di Niall trovandolo sul marciapiede che camminava verso di me sorridendo. Era vestito leggermente pi elegante del solito, con un paio di pantaloni blu scuro e una maglietta bianca.

"Ciao cucciola" esclamò prendendomi per la vita e avvicinandomi a sè

"Hey"

"Buon compleanno" sussurrò prima di lasciarmi un leggero bacio sulle labbra.

"Grazie" risposi sorridendo e lui fece lo stesso.

"Andiamo?"

"Dove?" chiesi.

"In un posto molto carino" rispose prendendomi per mano.

 

"Ci vuole ancora molto?" chiesi per l'ennesima volta.

"Ci siamo quasi" rispose per poi guardarmi "Sei stanca?"

Scossi leggermente la testa.

"Facciamo così" sussurrò fermandosi e prendendomi in braccio a mo' di sposa.

"Mettimi giù" sussurrai ridendo "Ti viene l'ernia"

"Ma piantala" sussurrò sorridendo.

Pochi minuti ancora e arrivammo. Ci trovavamo su una collina abbastanza alta di riuscire a vedere quasi l'intera cittadina e tutt'intorno la campagna, illuminata solo a tratti da qualche strada o centro abitato.

C'erano alcuni alberi e sotto uno di essi una tovaglia circondata da tantissime candele le quali, oscillando, creavano ombre che sembravano quasi ballare.

"Tu sei pazzo" sussurrai mentre mi depositava a terra.

"Di te" sussurrò. Mi girai a guardarlo trovandolo a pochi centimentri da me. Sorrisi poco prima che lui mi baciasse.

"Adesso però mangiamo che ho fame" esclamò sedendosi sulla tovaglia.

Mi lasciai sfuggire una risata mentre mi sedevo anche io.

"Sempre il solito" esclamai tirandogli un laggero pugno sul braccio. Sorrise.

"Allora" iniziò "Ho cucinato io"

"Da quando sai cucinare?" chiese aggrottando le sopracciglia.

"Da sempre rispose"

Prese una borsa lì vicino tirandone fuori dei panini.

"Panini?" chiesi ridendo mentre ne prendevo uno in mano.

"Certo i miei panini al prosciutto sono i migliori" esclamò facendomi ridere. "E poi è il pensiero che conta"

"Va benissimo" sussurrai sorridendo. "Mi basta stare con te"

 

Avevamo finito da poco di mangiare e adesso eravamo sdraiati uno vicino all'altro mentre parlavamo. Il vento soffiava leggermente e, di tanto in tanto, spegneva qualche candela.

Mi spostai leggermente appoggiando la testa sul petto di Niall e lui iniziò a passare le dita nei miei capelli.

"Domani ti porto a Dublino, così puoi comprare tutti i regali che vuoi" sussurrò. Mi ero completamente dimenticata dei regali.

"Il mio regalo è che tu sei qui con me" risposi "Mi basta questo"

Sorrise.

"Fa niente, ti porto lo stesso"

Rimanemmo abbracciati per qualche minuto in silenzio. Mi era mancato stare con lui, mi era mancato lui.

"Oh, quasi dimenticavo" esclamò ad un certo punto mettendosi a sedere.

"Che c'è?" chiesi osservandolo mentre si alzava. Da dietro l'albero prese una chitarra, che prima non avevo notato.

Tornò a sedersi vicino a me. Lo guardai in cerca di spiegazioni.

"Io e i ragazzi stiamo scrivendo delle canzoni per il nuovo album. Volevo farti sentire una canzone che ho scritto pensando a te. Non è ancora niente di ufficiale, ma ci tengo a fartela sentire"

Lo osservai mentre accordava la chitarra sorridendo.

"Allora..." sussurrò quando ebbe finito per poi iniziare a pizzicare le corde. Erano una melodia dolce, e già si poteva intuire che sarebbe stata un canzone romantica e le candele che ci illuminavano leggermente redevano ancora di più l'atmosfera.

Teneva gli occhi bassi sulla chitarra senza mai guardarmi.

"Your hand fits in mine like it’s made just for me, but bear this in mind it was meant to be, and i’m joining up the dots with the freckles on your cheeks and it all makes sense to me"

Sorrisi abbassando lo sguardo e iniziando a tormentare il braccialetto al polso.

"I know you’ve never loved the crinkles by your eyes when you smile you’ve never loved your stomach or your thighs, the dimples in your back at the bottom of your spine, but I’ll love them endless"

Le cose che stava cantando, erano tutte cose che io odiavo di me, e lui lo sapeva. Mi aveva sempre detto che niente di quello che pansavo era vero, ma sentire tutto quello scritto in una canzone mi fece venire i brividi.

"I won’t let these little things slip out of my mouth but if I do it’s you oh, it’s you they add up to i’m in love with you and all these little things"

Sorrisi arrossendo ma mantenendo lo sguardo basso. I'm in love with you. Sono innamorato di te. Lo pensava veramente? Era quello che provava? Sentivo i brividi corrermi longo la schiena facendomi venire la pelle d'oca.

"You can’t go to bed, without a cup of tea and maybe that’s the reason that you talk in your sleep, and all those conversations are the secrets that i keep, though it makes no sense to me"

Era vero. Da piccola bevevo sempre il thè prima di andare a dormire e lui diceva sempre che era proprio per quello che a volte parlavo nel sonno. Sorrisi.

"I know you’ve never loved the sound of your voice on tape, you never want to know how much you weight, you still have to squeeze into your jeans, but you’re perfect to me"

Per lui ero perfetta. Non gli importava quello che pensavo o facevo per cercare di essere più bella, migliore. Per lui ero perfatta così com'ero. Alzai lo sguardo notando che anche lui cercava di non guardarmi.

"You’ve never loved yourself half as much as I love you,you’ll never treat yourself right darlin’but I want you to, if I let you know I’m here for you, maybe you’ll love yourself
like I love you"

Non ti sei mai amata la metà di quanto non lo faccio io, e forse è vero. Tutto quello che vedevo in me come un'imperfezione lui lo vedeva come qualcosa che mi rendeva unica, che mi rendeva me.

"I won’t let these little things slip out of my mouth, but if it’s true it’s you, it’s you, it’s you, they add up to, I’m in love with you and all your little things"

Finì di cantare ma mantenne lo sguardo fisso sullo strumento. Battè un paio di volte le nocche sul legno in modo nervoso.

"Di' qualcosa" sussurrò alzando lo sguardo e incrociando il mio.

"Non sono molto brava con le parole" sussurrai arrossendo leggermente. Abbassai subito lo sguardo incapace di sostenere il suo.

Lo sentì ridere leggermente e appoggiare la chitarra sul prato. Poi si avvicinò a me.

Poggiò la sua mano sulla mia, giocò qualche secondo con l'anello che portavo e poi le intrecciò.

"L'anno scorso" cominciò sussurrando "Ti avevo detto alcune cose e tu mi hai risposto dicendo che avrei dovuto scrivere una canzone con le cavolate avevo detto, e così ho fatto"

"So anche che non hai mai amato la tua voce registrata. So che non sali mai sulla bilancia per paura di sapere quanto pesi. Ti stringi nei tuoi jeans perché vuoi sembrare più magra, ma non hai ancora capito che tu sei perfetta così come sei. La verità è che non ti sei mai amata metà di quanto lo faccia io. Ancora non lo hai capito. Tu sei perfetta con tutte queste piccole cose, che io adoro"

"Dovresti scrivere una canzone con tutte le cavolate che hai detto"

Sorrisi ricordandomi delle mie parole.

"Sai cosa ti dico?" dissi guardandolo negli occhi. Scosse la testa. "Che non canterai questa canzone in tour, perchè è solo mia"

Rise facendo ridere anche me.

"Capito?" chiesi cercando di rimanere seria e puntadogli un dito contro.

"Certo" rispose abbassandomi il dito e avvicinandosi a me.

"E' solo mia" sussurrai a pochi centimetri dalle sue labbra prima di annullare la distanza tra noi. Si staccò quasi subito guardandomi negli occhi sorridendo in modo dolce.

"Ti amo" sussurrò.

Rimasi ferma, immobile, sorridendo, cercando di capire se aveva pronunciato veramente quelle due parole. Il cuore mi batteva forte...

Avevo immaginato quel momento molte volte e adesso era successo veramente. Non potevo descrivere quello che provavo.

"Anche io ti amo"

La mia voce uscì in un sussurrò, ma quelle parole non potevano essere più vere.

Sorrise per poi baciarmi di nuovo.

Fu un bacio dolce, impacciato, pieno di tutte quei sentimenti che entrambi provavamo e che nessuno dei due sarebbe riuscito a spiegare a parole.

 

"Sì, questa me la ricordo" dissi riferendomi alla fotografia che Niall teneva in mano.

"Certo che eri strano" sussurrai.

"Disse lei" rispose ridendo.

Eravamo sdraiati sul letto di camera sua e guardavamo alcune foto che avevo trovato nel cassetto.

"Ero più bella di te" risposi facendogli la linguaccia.

"Questo è poco ma sicuro" rispose sorridendomi. Arrossii.

"Sei tenera quando arrossisci" sussurrò al mio orecchio.

"Io sono sempre tenera" riposi facendo finta di essere arrabbiata. Rise.

"In particolar modo quando arrossisci" sussurrò abbracciandomi.

Rimanemmo così fino a che il suo telefono vibrò sul comodino. Sbuffò prendendolo e leggendo il messaggio.

"Ti va bene se domani pomeriggio vengono i ragazzi?"

Alzai le spalle.

"Va bene" risposi indifferente.

Lo osservai mentre rispondeva con un semplice e sbrigativo ok.

"E' tardi" risposi guardando l'ora "E' meglio che vada a casa"

Mi misi a sedere.

"Non fare quella faccia" risi guardandolo "Domani ci vediamo"

Si mise a sedere anche lui.

"Rimani a dormire?" chiese.

"A dormire?"

Annuì facendo una faccia da cucciolo.

"Ma non ho il pigiama" risposi squotendo leggermente la testa.

Tiro fuori da sotto il cuscino un paio di pantaloni della tuta e una maglietta da basket.

"Abbiamo questi"

"Niall, sai contare?" esclamai sorridendo "siamo in due e c’è solo un pigiama"
"Quale pezzo vuoi?" rise "pantaloni o maglietta?"

 

"Chiudi gli occhi" lo ammonii.

"Oh, andiamo hai la maglia" esclamò.

"Fa niente" risposi "Chiudili"

Rise obbedendo.

Corsi dal bagno al letto, tenendo la maglietta in giù con le mani e questa arrivò poco sotto il sedere. Mi buttai sul letto, coprendomi poi con il lenzuolo.

Mi girai a guardarlo.

Non aveva ancora aperto gli occhi, era sdraiato a pancia in su sul letto a una piazza e mezza, le braccia incrociate dietro la testa.

"Puoi aprirli adesso" sussurrai. Volevo vedere i suoi occhi e perdermi in quell'azzurro come il cielo.

Sorrise aprendoli e guardandomi.

"Spengo la luce?"

Annuii.

Si girò verso il comodino spegnendo la lampada e poi si rigirò verso di me. Sentivo il suo sguardo addosso nonostante il buio.

Mi lasciai abbracciare.

"Niall?" lo chiamai appena qualche minuto dopo.

"Mm?"

Sorrisi al suo borbottio.

"Buonanotte"

"Buonanotte cucciola"

 

 

 

#SPAZIO AUTRICE

Allora, sono riuscita ad aggiornare abbastanza in fretta.

Che ne pensate di questo capitolo? Io lo trovo dolcissimo ♥ ma voglio sapere quello che pensate voi c:

E così Niall le ha dedicato Little things sdfghjkl Nell'ottavo capitolo lui le aveva detto alcune delle cose che sono in little things e lei le aveva detto di scrivere una canzone e lui lo ha fatto sdfghjkl trovo che sia una cosa troppo tenera c;

Ringrazio NiallHugsMee che mi ha dato lo spunto per il capitolo (Grande Ireee ahah c: ♥)

Al prossimo capitolo

xxMony♥

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 32
*** Ti amo anch'io ***


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32. Ti amo anch'io...

 

 

 

 

 

Mi svegliai a causa del sole che filtrava attraverso le tende blu. Mi stropicciai gli occhi cercando di scendere dal letto ma il braccio di Niall me lo impedì. Sorrisi quando strinse ancora di più la presa facendo scontrare i nostri corpi che combaciavano perfettamente. Mi girai verso di lui sorridendo. Stava ancora dormendo, aveva le sopracciglia leggermente aggrottate, il che lo faceva sembrare un bambino. Restai qualche minuto ad osservarlo, non capacitandomi ancora di quello che eravamo diventati. Se solo due anni prima qualcuno mi avrebbe detto che sarei diventata la sua ragazza probalimente gli sarei scoppiata a ridere in faccia. Non avevo mai pensato che niente del genere sarebbe mai successo, era solo il mio migliore amico. Sorrisi guardandolo borbottare nel sonno poi mi strinsi al suo petto e, dimenticandomi presto della luce fastidiosa, mi riaddormentai.

 

 

#NIALL'S POV

 

Era da alcuni minuti ormai che ero sveglio. Aprendo gli occhi avevo trovato Jesy stretta a me, con la testa appoggiata al mio petto, e vi assicuro che non ci sarebbe stato modo migliore di svegliarsi.

Continuavo a passarle le dita tra i capelli biondi leggermente annodati mentre la osservavo dormire. Le ciglia lunghe le sfioravano appena le guancie rosee. Sulle labbra aveva un sorrisino appena accennato e mi piaceva pensare che fosse perchè era lì con me.

Quando le spostai una ciocca dietro l'orecchio si strinse ancora di più a me a causa della troppa luce. Risi leggermente e la sentii brontalare il mio nome.

"Ehy" sussurrai baciandole la fronte. Alzò il viso facendo incontrare i nostri sguardi. Si stropicciò gli occhi sorridendo e io feci lo stesso.

"Dormito bene?" chiesi.

"Si" rispose riappoggiando le testa sul mio petto "Sei comodo"

"Lo prendo come un complimento"

La sentii ridere contro il mio petto e presto mi lasciai trascinare nella risata. Quando alzò il viso la baciai ma presto si allontanò alzandosi dal letto.

"Dove vai?" chiesi alzandomi sui gomiti.

"In bagno"

"Secondo me lo fai apposta per rovinare i nostri momenti" esclamai sorridendo.

"Oh, non è colpa mia" rispose ridendo prima di chiudersi la porta alle spalle.
 

 

#JESY POV
 

Quando finii di lavarmi i denti uscii dal bagno. Niall era in piedi alla scrivania e indossava ancora solo i pantoloni del pigiama. Rimasi ferma qualche secondo di troppo sulla porta ad osservarlo e lui se ne accorse.

"Perchè mi osservi?" chiese infatti. Arrossii leggermente prima di dirigermi verso di lui.

"Non ti sto osservando" mentii.

"Certo, come no?!"

Sorrisi tirandogli un leggero pugno sul braccio. Sorrise anche lui continuando a scrivere al telefono.

"Che fai?" chiesi sedendomi sulla scrivania e sbirciando lo schermo.

"Rispondo a Louis. Ha detto che stanno a Dublino e non vengono qui"

"Ah ok"

"E quindi andiamo anche noi là, non con loro, perchè devo comprarti un regalo" esclamò appoggiando il telofono e alzando lo sguardo.

"Non mi importa del regalo" sussurrai "Veramente"

"E a me sì" rispose facendosi spazio tra le mie gambe e appoggiandomi le mani sulla vita.

"E se io non voglio un regalo?" chiesi inclinando leggermente la testa da un lato.

"Te lo compro lo stesso" sussurrò a qualche centimentro dalle mie labbra. Sorrisi poco prima che mi baciasse. Tutte le volte che mi baciava sentivo sempre il cuore aumentare il battito e le farfalle nello stomaco. Non importava quanto tempo passasse, era sempre come la prima volta.

"Niall io..." esclamò Greg spalancando la porta. Mi allontanai subito da Niall, il quale si girò verso il fratello. Sorrisi in modo nervoso cercando di abbassare la maglia più che potevo per coprirmi le gambe.

Farsi trovare da suo fratello mentre ci baciavamo con indosso solo una parte del pigiama, diciamo che non era esattamente nei miei piani.

Greg spostò lo sguardo da me a Niall con la bocca leggermente spalancata.

"Io... ehm... vado" balbettò prima di chiudersi la porta alle spalle.

Mi girai a guardare il biondo che nascondeva un ghigno.

"Ops" sussurrai.

Scoppiò a ridere. Rimasi a guardarlo senza parole. Cosa aveva da ridere adesso?

"Cosa ridi?" esclamai "Ho appena fatto una figura di merda"

Fece un respiro profondo cercando di calmarsi.

"Avresti dovuto vedere la tua faccia" esclamò prima di tornare a ridere.

"Smettila" lo sgridai cercando di non ridere, ma invano.

Mi abbracciò e io ricambiai.

"Certo che anche lui" sussurrai "Proprio adesso doveva entrare?"

Lo sentivo ancora ridere sulla mia spalla e per questo non riuscivo a smettere di sorridere.

"Forse è meglio che mi vesto" esclamai scendendo dalla scrivania e andando a recuperare il vestito sulla cesta.

"Se vuoi cambiarti vestiti passiamo prima a casa tua" esclamò infilandosi una maglia.

"Ecco forse è meglio" dissi osservando il vestito rosso tra le mie mani.

 

Suonai al campanello e aspettai qualche secondo prima che mia madre venisse ad aprire.

Entrammo sotto il suo sguardo attento che osservava le nostre mani intrecciate. Non disse niente riguardo la notte trascorsa a casa sua, e gliene fui grata.

Saliti in camera scelsi un paio di jeans scuri attillati e una canottiera bianca che mi infilai velocemente prima di truccarmi leggermente e uscire dal bagno.

Niall era seduto sul letto con una felpa tra le mani.

"La metti?" chiesi indicandola. Osservò la felpa che teneva in mano squotendo la testa.

"No, pensavo facesse freddo ma si sta bene"

"Posso metterla io?" chiesi sorridendo.

"Certo"

Mi infilai la felpa verde acqua soffermandomi qualche secondo sul profumo che aveva, come una leggera acqua di colonia e un odore che posso descrivere solo come Niall.

"Ti stanno bene i miei vestiti"

Mi abbracciò da dietro appoggiando la testa sulla mia spalla.

"E a me piace come mi stanno" esclamai alzando le braccia per far notare che buona parte della manica penzolava oltre le mie mani.

Lo sentii ridacchiare prima di darmi un bacio sulla guancia.

"Andiamo?" chiese aprendo la porta. Annuii prendendo la borsa di jeans e uscendo seguita da lui.

 

Mi teneva la mano mentre camminavamo lungo la via pedonale dei negozi. Il mio sguardo vagava sulle vetrine piene di vestiti che non mi sarei mai potuta permettere. Ero tentata ad entrare in ogni negozio, ma allo stesso tempo non volevo che Niall spendesse dei soldi per me, così decisi di abbassare lo sguardo sulla strada.

"Hai intenzione di entrare in qualche negozio o arriviamo alla fine della via e poi torniamo indietro?" mi chiese il biondo sorridendo.

Sorrisi a mia volta squotendo leggermente la testa.

"Lo sai che quei tipi ci stanno fotografando, vero?" cercai di sviare la domanda puntando l'attenzione su alcuni paparazzi che ci seguivano da fin troppo tempo per i miei gusti.

"Sì, lo so" rispose in uno sbuffo guardandosi alle spalle "Non credo riuscirò a farci l'abitudine"

"Tu e io cosa dovrei dire?" chiesi sorridendo indicandomi.

"Basta che non ci pensi"

Si spostò sul lato sinistra della via tirandomi letteralmente all'interno di un negozio dal nome strano.

Mi trascinò fino al reparto donna senza curarsi dei miei continui sbuffi.

"Non ho intenzione di comprare niente se è quello che vuoi sapere"

Lo osservai scegliere fin troppi capi.

"Lo avevo capito" rise "Ma comprerai qualcosa lo stesso"

Sorrisi alla sua testardaggine.

"Quella è orribile" eslcamai alla vista di una maglia bianca piena di paillette rosa che andavano a creare quello che doveva essere un cuore.

"Perchè?"

Sbuffai raggiungendolo.

"Dammi, faccio io" esclamai riponendo la maglia.

Gli davo le spalle ma ero sicura che stava sorridendo.

"Dovresti prendere dei vestiti" sussurrò.

"Boh, non li metto spesso"

"Beh a me piace quando li indossi" sussurrò osservandone uno verde acqua. Sentii le guance avvampare.

Mi avvicinai prendendo il vestito che stava guardando. Era molto semplice, con una sola spallina ricoperta di paillette. Sulla vita si stringeva leggermente per poi cadere liscio fino al ginocchio.

"Dovresti provarlo" esclamò.

"Va bene" cedetti "Ma solo questo"

Andai in camerino e Niall mi aspettò appena fuori.

Il vestito mi stava veramente bene. Era stretto nei punti giusti, mi calzava a pennello. Mi faceva sembrare quasi bella.

"Jesy..." piugnocolò il biondo impaziendo.

Lisciai la gonna prima di tirare la tenda e uscire.

"E' carino" esclamai uscendo e andando verso di Niall. Rimane a guardarmi senza dire niente.

"Ti piace?" chiesi mordendomi il labbro inferiore.

"Io... ehm..." balbettò non trovando parole. Sorrisi alla sua reazione. Mi sentii abbastaza sicura di me in quel momento, soprattutto dopo che le sue guancie diventarono rosa e inziò a spostare il peso da una gamba all'altra.

"Moltissimo" rispose infine.

Sorrisi, guardandomi nuovamente allo specchio.

"Prendo questo, allora" dissi.

Annuì d'accordo con me.

"Dovresti prendere anche delle scarpe" aggiunse. "Quelle ci starebbero bene"

Indicò con un cenno della testa le scarpe poco distanti da lui. Le presi tra le mani. Erano di colore beige, con un tacco abbastanza alto e un fiocco davanti.

"Costano troppo" esclamai osservando il cartellino del prezzo.

"Non fa niente, pago io" esclamò il biondo alle mie spalle.

"No, va beh" decisi rimettendo le scarpe al loro posto "Ho delle ballerine a casa che ci starebbero bene"

Entrai nel camerino prima che potesse ribattere. Mi tolsi il vestito passandoglielo da sotto la tenda, poi mi vestii velocemente.

Quando uscii vedi Niall già alla cassa con la borsa in mano. Lo raggiunsi e presi la busta al posto suo. Era più pesante di quello che pensavo.

"Sei una testa di cazzo" sussurrai osservando la scatola delle scarpe nella busta.

Rise dirigendosi verso l'uscita.

"Ti amo anch'io Jesy"

 

 

 

 

#SPAZIO AUTRICE

Eccomi, finalmente sono riuscita ad aggiornare, dopo quasi un mese.

La scuola mia sta portando via davvero molto tempo. Nella vacanze cercherò di aggiornare più spesso per farmi perdonare.

Comunque, che ne pensate di questo capitolo? Io lo trovo molto carino e anche divertente c:

Ringrazio ancora NiallHugsMee che mi ha dato lo spunto per questo capitolo e anche i prossimi c:

Lasciate tante recensioni.

xx Mony ♥

 

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Capitolo 33
*** Ho paura ***


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33. Ho paura

 

 

 

Avevamo passato un po' di tempo a discutere sul fatto delle scarpe. Io continuavo a ripetere che non avrebbe dovuto comprarmele e lui affermava invece il contrario. Alla fine avevo lasciato perdere perchè, diciamocelo, quando è convinto di una cosa fargli cambiare idea è impossibile.

"Irlanda"

Mi girai di colpo all'urlo vedendo un ragazzo con un paio di pantaloni rossi e una maglia a righe bianche e blu correrci incontro. Louis.

Niall si girò salutando il ragazzo e lo stesso feci io. Quando lo sguardo di Louis cadde sulle nostre mani intrecciate cercai di allontanami da Niall, ma me lo impedì tenendomi stretta vicino a sè. Louis sorrise notando che ero in imbarazzo ma non disse niente.

"Gli altri sono a quel ristorante laggiù" disse indicando con un cenno del capo ad un ristorante italiano poco lontano da noi.

"Vi va di unirvi?" chiese guardandomi. Annuii e Niall, ovviamente, accettò l'invito. Non avrebbe di certo rifiutato qualcosa che aveva a che fare col cibo.

Arrivati ci sedemmo al tavolo dove già c'erano gli altri.

"Ehy Jesy" mi salutò Zayn, il quale era seduto al mio fianco. Niall era seduto difronte a me.

Ordinai un piatto di pasta alla carbonara, come quasi tutti.

Parlavamo del più e del meno. Già conoscevo i ragazzi della band, ma passare qualche ora insieme mi permise di conoscerli meglio.

Louis, beh bastava guardarlo in faccia per capire che tipo era. Passò metà del pranzo a tirare patatine fritte agli altri, compresa me, e l'altra metà a cercare di far ridere il povero Liam mentre beveva. Ed Harry di certo non lo aiutava, anzi, faceva anche lui battute per farlo ridere. Liam, il ragazzo che l'ultima volta mi era parso il più calmo, si era fatto un po' corrompere dagli altri e, nonostante fosse la vittima della maggior parte degli scherzi, stava al gioco e rideva. Zayn, invece, era il più calmo. Parlai molto con lui, era di buona compagnia, gentile e sempatico.

"Saresti dovuta venire al concerto" esclamò Louis ad un certo punto "E' stato grandioso"

Niall sgranò gli occhi guardandomi.

"I...in realtà c'ero" balbettai in risposta.

Sentii lo sguardo di Zayn passare da me al biondo.

"Ah, ecco perchè eri così" esclamò riferendosi a Niall.

"Ecco perchè sei corso via alla fine" esclamò Louis guardandolo.

Niall lo guardò in imbarazzo. Sapevo che era corso via per venire da me, e il suo imbarazzo per questo mi fece sorridere.

"Beh" continuò Louis "Vedo che avete risolto tutto, prima vi tenevate per ma... AHI che ho fatto?!"

Sorrisi capendo che Niall gli aveva pestato il piede sotto il tavolo.

"Che c'è di male? Stavo solo dicendo che vi tenevate per mano" concluse.

Arrossii sorridendo mentre tutti ci guardavano.

"Io l'avevo detto fin dall'inizio" esclamò il riccio sorridendo fiero.

Guardai Niall nascondendo una risata.

"Siete carino insieme" disse Liam sorridendo.

"Grazie" sussurrai appena abbassando lo sguardo arrossendo. Sentivo lo sguardo di tutti puntato si di me e questo mi metteva in imbarazzo.

Zayn tossì guardandosi intorno.

"Qualcuno vuole delle patatine?" chiese distogliendo l'attenzione da me. Tutti si buttarono sul piatte e le ultime patatine furono presto finite.

"Grazie" sussurrai a Zayn, lui sorrise.

Qualche minuto dopo ordinammo il dolce, che era davvero molto buono.

"E' proprio bella Dublino" esclamò Liam "Peccato che fra due giorni dobbiamo partire"

Feci cadere la forchetta alle sue parole. Tutte gli scguardi si puntarono su di me e io feci un sorriso di scuse prima di riprendere la posata.

Ero stata così presa da tutta la situazione tra me e Niall che l'idea che sarebbe dovuto partire nel giro di pochi giorni non mi aveva nemmeno sfiorato la mente.

Alzai lo sguardo incrociando il suo, un po' triste e un po' colpevole. Sorrisi debolmente prima di tornare a guardare il piatto.

 

Eravamo tornati a casa ormai da un po' e, vedendo il cielo attraverso le tende leggere, potevo dire che fosse già quasi ora di cena.

Eravamo seduti sul divano e Niall cercava qualcosa di interessante da guardare. Continuava a cambiare canale, senza però trovare niente.

Mi appoggiai alla sua spalla sospirando.

"Che c'è piccola?" chiesi baciandomi la fronte.

"Niente" mentii.

Non aveva più accennato al fatto che sarebbe partito da lì a pochi giorni, e non sapevo se mi dava più fastidio quello e che si comportasse come se non sarebbe successo.

Spense la televisione e si girò verso di me in modo da riuscire a guardarmi negli occhi.

"Che c'è?" ripetè questa volta in modo più dolce. Forzai un sorriso quando mi spostò i capelli dietro all'orecchio.

"Non voglio che parti" sussurrai guardandolo con gli occhi lucidi. Sorrise leggermente.

"Per quanto io voglia restare non posso" disse prendendomi le mani nelle sue.

"Allora vengo io con te" sussurrai mordendomi il labbro per cercare di trattenere le lacrime. Sorrise.

"Non sai quanto mi piacerebbe, ma hai la scuola e, beh, ci terremo sempre in contatto"

"Lo avevi detto anche l'altra volta" sussurrai abbassando lo sguardo. Subito i ricordi di alcuni mesi prima mi tornarono in mente. Ti scriverò, ti chiamerò... non aveva fatto nessuna di queste cose nonostante me lo aveva promesso. Era partito che era il mio migliore amico ed era tornato dicendo che non aveva una migliore amica. Sapevo che lo aveva fatto solo perchè cercava di dimenticare i sentimenti che provava e che pensava io non ricambiassi, ma la paura che avrebbe fatto lo stesso non faceva altro che tormentarmi.

"Allora è questo che ti preoccupa" sospirò prima di appoggiare un dito sutto il mio mento e sollevarmi il viso in modo che i nostri sguardi si incontrassero.

"Era diverso" sussurrò.

"Ho paura che succeda di nuovo"

Mi guardò mentre lasciavo cadere una piccola lacrima.

"Ehy" sussurrò ascciugandola "Non succederà"

"Promesso?" chiesi insicura.

"Promesso" sorrise prima di lasciarmi un leggero bacio.

"Ti amo e non sarà di certo qualche chilometro a farmi cambiare idea" sussurò sulle mie labbra prima di baciarmi di nuovo. Le sue parole mi scaldarono il cuore e mi confortarono. Anche io lo amavo e quei chilomentri che ci avrebbero diviso non avrebbero cambiato le cose.

Rimasi a dormire anche quella notte, stretta a lui con la testa appoggiata al suo petto, mentre lui passava una mano tra i miei capelli e sussurrava deboli "ti amo" prima di baciarmi.

Sarei rimasta tra le sue braccia per sempre e, tutte le volte che pensavo alla sua partenza, sentivo gli occhi riempirmisi di lacrime prima che lui sussurrasse che mi amava e che sarebbe andato tutto bene.

Mi addormentai così, cullata dal suo respiro e dal suo profumo e sognai che il giorno seguente sarei partita con lui.

 

 

 

#SPAZIO AUTRICE

Eccomi, finalmente. Mi dispice non essere riuscita ad aggiornare prima.

Questo capitolo è un po' di passaggio come avrete notato, col prossimo spero di farmi perdonare.

Niall deve partire per continuare il tour... cosa ne pensate? Che succederà? Riusciranno a tenersi in contatto o finerà come l'ultima volta?

Recensite in tanti, sono curiosa di sapere cosa pensate...

xxMony

 

 

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Capitolo 34
*** N+J ***


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34. N+J

 

 

 

Niall appoggiò la valigia pesante sul letto dove ero seduta. Ero lì a gambe incrociate da un'ora mentre lo osservavo preparare i bagagli. Non ero molto di aiuto, lo so, ma mi piaceva restare lì a guardarlo mentre nessun altro lo faceva, mentre era distratto, mentre si perdeva nelle sue cento cose da fare. Lo osservavo e mi rendevo conto che qualcosa di bello, la vita, lo aveva riservato anche per me.

"Ecco fatto" esclamò chiudendo l'ultima delle tre valige e riappoggiandola per terra.

"A che ora dobbiamo andare all'aeroporto?" gli chiesi in un sussurro quando si sedette vicino a me. Osservò l'orologio che segnava appena qualche minuto dopo mezzogiorno.

"Alle quattro"

Annuii abbassando lo sguardo. Tra meno di quattro ore sarebbe partito e, per quanto cercavo di non pensarci, la mia mente tornava sempre all'ultima volta che se ne era andato.

"La mia ragazza depressa" rise abbracciandomi.

"Non sono depressa" ribattei ricambiando l'abbraccio "Solo che mi mancherai"

Sorrise, lo capii da come le sue labbra toccarono la mia pelle.

"Anche tu piccola" sussurrò al mio orecchio "Troppo"

Ci sdraiammo e iniziammo a parlare di cavolate, a ridere per delle sciocchezze. Mi sarebbe mancato tutto questo. I pomeriggi passati a far niente tra le sue braccia, solo io, lui e tante risate. Mi sarebbe mancato svegliarmi al mattino abbracciata a lui. Mi sarebbe mancata la sua mano stretta nella mia, i suoi abbracci caldi nei momenti di debolezza, i suoi baci dati così all'improvviso, senza ragione, quando meno me lo aspettavo. Mi sarebbe mancato lui, e con lui tutto quello che lo riguardava.

Restammo abbracciati a parlare fino a quando sua padre bussò alla porta avvisandoci che era ora di partire.

 

Il rumore e le persone nervose che camminavano veloci non mi rilassavano affatto. Ogni volta che l'altoparlante annunciava i voli mi si stringeva il cuore consapevole che nel giro di poco avrebbero annunciato anche il suo e sarebbe dovuto partire, lasciandomi lì, da sola.

Stringevo la mano di Niall mentre mi guidava verso la loro sala di imbarco. Davanti a noi c'era Paul, la loro guardia del corpo, che spingeva il carrello con le valigie. Mi ricordo che, quando eravamo arrivati e Paul aveva preso il carrello, avevo detto a Niall che era uno sfaticato ed entrambi si erano messi a ridere.

Arrivati alla zona d'imbarco Niall si fermò girandosi. Io, non avendo un biglietto, non potevo entrare.

"Promettimi che non inizierai a piangere" sussurrò spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

"Non posso promettertelo" sussurrai già con le lacrime agli occhi. Rise leggermente prima di abbracciarmi.

"Mi mancherai" sussurrò al mio orecchio. Nascosi il viso nell'incavo del suo collo repirando il profumo che tanto amavo.

"Anche tu" mi sorpresi di me stessa quando riuscii a dire una frase di senso compiuto.

"Tornerò presto" sussurrò "Ti scriverò tutti i giorni e appena posso ti chiamo"

"Terrò sempre il telefono acceso, allora" sussurrai "Anche di notte"

Lo sentii sorridere. Alcune piccole lacrime caddero lungo la mia guancia fino alla sua maglia blu. Non volevo piangere, sapevo che se lo avessi fatto avrei fatto del male anche a lui, che sapevo, voleva restare con me.

Mi massaggió con dolcezza la schiena prima di prendere il mio volto tra le mani e appoggiare insicuro e desideroso le sue labbra sulle mie. Ci scambiammo quel bacio, l'ultimo prima del suo ritorno.

Cosa avrei fatto senza di lui per tutto quel tempo?

"Dobbiamo andare" sussurrò Paul alle spalle del biondo.

Niall si avvicinò ancora a me lasciandomi un leggero bacio sulle labbra prima di sussurrare un debole "ti amo".

Le nostre mani furono divise da Paul che, con un sorriso dispiaciuto, prese Niall per il polso.

"Ti amo Jesy" furono le parole che mimó prima di girare l'angolo.

"Ti amo" risposi in silenzio asciugandomi le lacrime e costringendo le labbra ad aprirsi in un tirato e faticoso sorriso.

 

#NIALL POV

 

Salii sull'aereo privato sedendomi di malumore al mio posto. Sbuffai prendendo il telefono tra le mani.

Sentivo lo sguardo dei ragazzi su di me, ma non dissero o chiesero niente e per questo gli fui grato.

Mi infilai le cuffiette e feci partire la musica con la riproduzione casuale. Riconobbi subito la melodia di "When You Say Nothing At All" di Ronan Keating. Era una delle canzoni preferite di Jesy, gliela avevo cantata anche al suo compleanno l'anno prima. Sorrisi ripensandoci. Cavolo, quante cose erano cambiate.

Il mio pensiero tornò di nuovo a lei, ai suoi occhi tristi quando mi ero allontanato. Mi aveva detto esplicitamente qual era la sua paura, non voleva che commettissi lo stesso errore della volta precedente, infrangendo tutte le mie promesse e facendola soffrire. Ma non lo avrei fatto. Non sarei mai riuscito a cancellarla dalla mia vita, mai.

Appoggiai la testa al sedile, chiusi gli occhi e, facendomi cullare dalla melodia della canzone, mi addormentai.

 

 

#JESY POV

 

Ero seduta su una panchina, la nostra panchina. Le gambe incrociate e una coppetta di gelato in mano mentre osservavo tutte le persone che passeggiavano felici. C'era chi rideva, chi cercava di rincorrere i propri figli che stavano scappando verso i giochi, chi si teneva per mano e anche chi era da solo, come me.

Mi era parso di vedere Katy con il suo ragazzo. Erano seduti vicino ad un albero poco lontano e stavano parlando. Erano carini insieme, lui le teneva sempre la mano e lei aveva un sorriso stampato sulle labbra che proprio non riusciva a tirar via. Mi ricordavano un po' me e Niall, non so in cosa, forse nel modo in cui lui la faceva sorridere. Decisi di non disturbarli, almeno loro potevano essere felici.

Tenevo il gelato tra le mani rigirandolo e mangiucchiando la cialda che ci avevano appoggiato sopra. Avevano sbagliato gusto, non che in quel momento mi interessasse più di tanto. Appoggiai la coppetta completamente piena per terra prima di tornare a guardare le persone.

Quella panchina suscitava in me tanti ricordi. Era il luogo dove ci eravamo conosciuti. Non ero mai andata lì senza di lui, quella era la prima volta.

Notai un bastoncino vicino al mio piede e lo raccolsi rigirandomelo tra le mani. Toccai le estremità per capire quale fosse quella più appuntita e poi incisi sul legno le nostre iniziali "N+J". Sorrisi guardando il mio capolavoro. Quando sarebbe tornato glielo avrei fatto vedere. Pensavo al modo in cui avrebbe sorriso prima di baciarmi. Volevo che fosse lì con me, a stringermi, in quel modo non sarei stata triste.

Appena sentii il telefono vibrare nella tasca lo presi.

"Siamo appena atterrati in Scozia"

Sorrisi quando arrivò un'altro messaggio, sempre da Niall.

"Ti amo, non dimenticarlo"

Sorrisi prima di rispondere: "Ti amo anch'io"

Misi il telefono in tasca e mi incamminai verso casa. Tenevo lo sguardo basso osservando le mie vans nere.
Nonostante mi avesse appena scritto non riuscivo a essere felice. Lo so che è una cosa stupida, ma avevo paura. Già, paura. Paura di perdere la persona più importante della mia vita, la cosa migliore che mi fosse mai capitata.

Entrai in casa salutando i miei, per poi salire subito in camera e lanciarmi sul letto.

Da dove ero io potevo vedere la sua stanza. Le tende erano tirate e vedevo i poster attaccati alla parete azzurra. Potevo scorgere anche la nostra foto, quella che aveva appeso pochi giorni prima. A volte, quando entrambi eravamo in camera, mi mimava dei "Ti voglio bene cucciola" ma negli ultimi giorni si erano trasformati in "Ti amo cucciola".

Forzai un sorriso ma pochi secondi dopo il cuscino blu fu macchiato da una piccola lacrima, seguita poi da molte altre.

 

 

 

 

#SPAZIO AUTRICE

Eccomi c:

Allora come vi sembra questo capitolo? Lui è partito e lei ha paura che la farà soffrire ancora. Voi che dite? Riusciranno a tenersi in contatto o no?

Lasciate tante recensioni, sono curiosa si sapere cosa ne pensate. c:

Al prossimo capitolo

xxMony

 

 

 

 

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Capitolo 35
*** I miss you ***


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35. I miss you

 

 

 

Si stava bene nella mia stanza, le tende erano tirate a coprire il sole, io ero raggomitolata nelle coperte incurante del troppo caldo, gli occhi chiusi mentre cercavo di riaddormentarmi. Si stava bene, finchè non arrivò Katy.

"Sveglia, sveglia" urlò spalancando la porta "Il sole splende e a Mulligar inizia un nuovo giorno"

"Sono felice" sussurrai con la voce roca soffocata dal cuscino. Feci qualche verso di protesta quando tirò le tende, ma sapevo che niente l'avrebbe fermata dal tirarmi giù dal letto.

"No, le finestre no" esclamai "Sono un vampiro, chiudile, mi sciolgo alla luce"

"Si, sì, certo Jesy" rispose spalancando le finestre. Mi tirai la coperta fin sopra la testa.

"Sei allergica anche al sapone?"

"Fanculo"

"Da quand'è che non ti alzi e ti fai una doccia?" chiese.

"Fanculo" ripetei.

La sentii sbuffare e, anche se non la vedevo, sapevo benissimo che aveva le braccia conserte al petto.

"Guarda, nemmeno Speck ha il coraggio di entrare qua dentro" esclamò. Abbassai la coperta girando la testa verso la porta. Il mio stupido cane se ne stava lì seduto e mi guardava.

"E' un cane" esclami "Stupido tra l'altro" aggiunsi.

Sbuffò spostandosi il ciuffo prima di appoggiarsi entrambe le mani sui fianchi.

"No, seriamente" sussurrò sedendosi sul letto "Da quand'è che non ti alzi?"

Sbuffai facendo sbattere le mani sul materasso bianco.

"Da ieri sera quando mi sono alzata per fare pipì" esclamai sorridendo. Rise tirandomi una sberla leggere sulla fronte.

"Cretina" sussurrò.

Sorrisi per qualche secondo, era il massimo che potevo fare.

"Da quando se ne è andato" sussurrai.

Sorrise e cercai di ricambiare, ma l'unica cosa che ottenni furono gli occhi pieni di lacrime.

"Cucciola" sussurrò "Sei così da otto giorni?"

Annuii. Già otto giorni, otto giorni da quando se ne era andato... E da quando se ne era andato io ero rimasta chiusa in quella camera.

Non che non mi avesse cercato, anzi, mi mandava un messaggio tutti i giorni ma ancora non aveva trovato il tempo di chiamarmi, e la sua voce mi mancava, mi mancava proprio tanto.

Il giorno dopo che era partito mi ero svegliata aspettandomi di trovarlo al mio fianco con un braccio stretta alla mia vita, perchè nemmeno mentre dormiva mi lasciava andare tanto lontana. Mi aspettavo di sentire le sue dita scorrere tra i miei capelli annodati mentre mi sussarrava un buongiorno. Mi aspettavo di aprire gli occhi e vedere il suo sorriso prima che mi baciasse. Ma era partito.

Mi mancavano i suoi messaggi di buona notte o anche solo guardare fuori dalla finestra e vederlo nella sua stanza.

Ero rimasta lì, in camera per tutti quei giorni pensando che sarebbe cambiato qualcosa, ma cosa?

Può sembrare stupido soffrire così tanto, e forse lo è, ma è più forte di me...

"Adesso usciamo così ti distrai un po'" sussurrò Katy spostandomi una ciocca di capelli dagli occhi.

"Però prima ti vai a fare un doccia" esclamò sorridendo.

"Ohhh" esclamai buttandole un cuscino addosso. "Piantala"

 

Camminavo giusto qualche passo dietro di Katy. Sapevo che stava correndo solo per arrivare prima da Tommy, il suo ragazzo. Già, ci sarebbe stato anche lui e io avrei fatto il terzo incomodo. Mi ero rifiutata di andare anche per quello ma se Katy si fissa su qualcosa niente e nessuno riuscirà mai a farle cambiare idea, ma io ci provai lo stesso.

"Sai" allungai il passo per riuscire a camminare al suo fianco "Sono ancora in tempo per tornare a casa"

Girò la testa fulminandomi.

"Solo perchè c'è Tommy non vuol dire che devi tornare a casa e chiuderti di nuovo in quella stanza"

"Questo lo dici tu" esclamai puntandole un dito contro.
"Zitta e cammina nana"

Camminammo, o meglio corremmo, per altri minuti fino a raggiungere il centro città.

Tommy ci stava aspettando davanti ad una gelateria con le mani nelle tasche dei jeans blu scuri. Ci dava le spalle mentre fischiettava tranquillamente. Sentii Katy ridere leggermente al mio fianco e prima che potessi chiederle cosa aveva in mente, iniziò a correre e gli saltò sulle spalle facendolo quasi cadere per terra.

Li sentivo ridere mentre mi avvicinavo.

"Ah ci sei anche tu?" chiese Tommy sorridedomi mentre mi avvicinavo. Guardai Katy. Sapevo che non gli aveva detto niente dal modo nervoso in cui sorrise.

"Già, mi ha costretto a venire" esclamai infilando le mani in tasca. "Ma se do fastidio posso tornare a casa, quindi ciao"

Finii di parlare prima di girarmi per cercare di "fuggire" da Katy.

"No, no mia cara" esclamò questa afferrandomi per la coda e tirandomi indietro "Tu resti qui con noi"

Sbuffai ormai sconfitta.

Prendemmo un gelato, io cioccolato e menta. Ci sedemmo sui tavolini al di fuori della gelateria e parlammo, o meglio loro parlavano e io ascoltavo, anzi diciamo che facevo finta. Katy era diversa quando stava con Tommy, metteva da parte il suo lato scontroso e acido e diventava dolce, per quanto lo può essere Katy ovviamente.

Aveva un sorriso diverso, si notava benissimo. Diverso da quello che aveva sempre avuto, illuminava quasi tutto intorno a lei.

Non potei fare a meno di chiedermi se anche io ero così quando stavo con Niall. Così felice, così solare, gentile. Così io.

Katy mi aveva detto che quando stavo insieme a lui diventavo quasi timida. Lo avevo notato anche io. A volte arrossivo ai suoi complimenti. Era stato grazie a quello, anche, che avevo capito che mi stavo innamorando di lui. Ma non credo che la timidezza fosse l'unica cosa che cambiava in me quando stavo con lui. Mi sentivo più me stessa, non dovevo vergognarmi di niente. Un po' era sempre stato così, ma da quando stavamo insieme lo era ancora di più.

Passammo un pomeriggio piacevole e giunta l'ora di tornare a casa Katy decise di riaccompagnarmi.

"Ci vediamo domani?" chiese Tommy a Katy la quale annuì per poi girarsi a guardarmi.

"Io no" esclamai scuotendo la testa. Katy mimò un "asociale", risi alzando le spalle.

Tommy le si avvicinò e fece per baciarla ma lei si scansò guardando nella mia direzione.

"Potete anche baciarvi" esclamai "Non sto soffrendo così tanto"

Katy sorrise prima di girarsi per baciarlo.

"Aww" esclamai apposta per rovinare il loro momento. Tommy si allontanò ridendo e salutandoci. Katy si girò a fulminarmi e io scoppiai a ridere.

"Quello cos'era?" chiese.

"Il mio modo di vendicarmi per avermi costretta ad uscire" esclamai ridendo prima di incamminarmi verso casa.

 

Quella sera feci fatica ad addormentarmi. Continuavo a rigirarmi nelle coperte morbide senza però riuscire a prendere sonno. L'oscurità avvolgeva tutta la stanza e percepivo solo il contorno dei mobili. Potevo benissimo sentire la pioggia battere contro i vetri e riuscivo anche a vedere attraverso lo spiraglio dove non avevo chiuso bene le tende.

Sapevo esattamente perchè non riuscivo a dormire. Niente messaggio. Nessuno messaggio da parte sua quel giorno. Avevo aspettato fino a tardi prima di mettere la vibrazione al cellulare e coricarmi a letto, non che fosse servito a molto visto che dopo tre ore ero ancora sveglia.

Mi girai dando le spalle alla finestra. L'orologio sulla parete segnava le tre. Osservai le lancette ticchettare per qualche minuto quando le palpebre iniziarono a farsi pesanti. Stavo per chiudere gli occhi quando il telefono vivrò sul comodino, illumindando la stanza di una tenue luce.

Lo presi e non potei fare a meno di sorridere quando il suo nome comparve sullo schermo.

"Ehy piccola" sussurrò la sua voce dall'altro capo appena risposi.

"Ehy" risposi con la voce leggermente roca a causa della stanchezza.

"Stavi dormendo? Se vuoi ti richiamo domani mattina, cioè quando da te è mattina" esclamò.

"No, no" lo bloccai subito. Non mi interessava delle ore, l'importante era sentire la sua voce. "Tanto non riuscivo a dormire"

"Come mai?" chiese sussurrando.

"Non lo so" sussurrai "E' solo che... mi manchi"

"Amore anche tu mi manchi"

Sorrisi girandomi in modo da stare distesa sulla schiena.

"Dove siete?" chiesi curiosa.

"New York"

"Ti prego portami lì con te"

Rise e automaticamente lo feci anche io. La sua risata era una delle cose che amavo di più.

"Ti vengo a prendere subito" sussurrò. Potevo dire che stava sorridendo. Rimanemmo qualche secondo in silenzio.

"Sai, oggi ti ho comprato una cosa" esclamò tutto felice.

"Niall!"

"Che c'è?"

"Lo sai che non voglio che spendi soldi per me" esclamai un po' troppo ad alta voce. Lo sentii ridere.

"Lo so, ma è un pensiero" esclamò quasi ridendo "E tanto ormai l'ho già comprato"

Scossi la testa ma non potei fare a meno di sorridere. Sobbalzai al suono di un tuono.

"Piove?" chiese Niall.

"Tanto per cambiare" sussurrai.

"Qui c'è il sole e ci saranno quaranta gradi all'ombra"

"Bastardo" esclamai ridendo prima di tornare seria "Quando torni?"

"Il primo rientro è fissato per Natale" sussurrò triste.

"Natale?" sussurrai "Ma è lontano"

Parl="font-size:18px">"Lo so amore ma quando torno ti prometto che passeremo tutto il tempo insieme"

Sorrisi leggermente nonostante gli occhi iniziarono a riempirsi di lacrime. Nell'ultimo anno non avevo fatto quasi niente se non piangere.

Una lacrima scivolò lungo la mia guangia bagnandomi il collo e poi il cuscino.

"Che succede piccola?" chiese preoccupato sentendo i miei singhiozzi.

"Mi manchi"

"Anche tu piccola" sussurrò "Non piangere, ti prego"

Mi asciugai le lacrime e tirai su col naso. Dall'altro capo del telefono sentii qualcuno parlare con Niall.

"Devo andare" sussurrò.

"Va bene"

"Sorridi, per favore" sussurrò con una voce da cucciolo. Risi alla sua voce e lo sentii tirare un respiro di sollievo.

"Ti amo" sussurrai.

"Ti amo anch'io piccola" sussurrò a sua volta prima di riattaccare.

Riappoggiai il telefono sul comodino prima di riaggomitolarmi nelle coperte. La stanza a volte veniva illuminata da alcuni lampi seguiti da tuoni, ma quasi non li sentivo. Sentivo solo il battito del mio cuore mentre vedevo la pioggia sbattere sulle finestre. In quel momento mi chiesi se per caso il tempo riflettesse il mio stato d'animo, perchè doveva essere veramente così.

 

#NIALL POV
 

Chiusi la chiamata riponendo il telefono nella tasca posteriore dei jeans. Mi lanciai sul letto della camera che mi era appena stata assegnata.

Mi mancava Jesy, troppo. Nonostante l'avessi appena sentita mi mancava. Mi mancava averla vicina, poterla abbracciare e baciare ogni volta che volevo senza dover avere per forza un motivo preciso. Mi mancava passare interi pomeriggi sdraiato sul letto con lei a parlare di cavolate mentre le pettinavo i capelli ribelli con le dita. Mi mancava svegliarmi al mattino abbracciato a lei che ancora dormiva. Mia mancava passare ogni singolo momento con lei.

Avrei voluto festeggiare il mio compleanno con lei, ma gli impegni erano troppi e non potevamo disdire niente.

Sapevo che sarebbe stato difficile starle lontano, soprattutto dopo tutto quello che era successo nelle ultime settimane, ma mai avrei immaginato che lo fosse così tanto.

 

 

 

#SPAZIO AUTRICE

Ehy ragazze finalmente eccomi.

Come vi sembra questo capitolo? E' venuto abbastanza lungo, devo dire, e il prossimo lo adorerete c:

Mi sono accorta che le recensioni continuano a diminuire e non riesco a capire il perchè. Se avete consigli (anche critiche) scrivetemi una recensione o anche un messaggio privato.

Lasciate recensioni.

Baci e al prossimo capitolo

xxMony

 

 

 

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Capitolo 36
*** Una sorpresa ***


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36. Una sorpresa

 

 


 

La voce del professore di matematica faceva da sottofondo ai miei pensieri mentre scarabocchiavo sul banco.

Avevo cercato di seguire, veramente, ma i segni che scriveva alla lavagna erano per lo più sconosciuti, per non parlare di quello che diceva, perciò ci avevo rinunciato.

La mia mente vagava mentre pasticciavo sul banco vuoto vicino al mio. Il suo banco. A proposito di lui, era quasi il suo compleanno, mancavano esattamente cinque giorni. Lo avevo chiamato chiedendogli se sarebbe tornato a casa, anche se già sapevo la risposta, e infatti aveva detto che gli impegni erano troppi e il tempo a disposizione troppo poco. Non volevo però che passasse il suo compleanno da solo. E con solo intendo senza di me, ovviamente.

Mentre la matita scorreva leggera sul banco mi venne un'idea. Se Niall non poteva venire da me, potevo andare io da lui.

Estrassi il telefono dalla cartella, praticamente vuota, davanti a me e cercai il numero di Zayn.

*Stasera ti devo parlare* scrissi e inviai subito per aggiungere qualche secondo dopo *Niall non lo devo sapere*

Aspettai qualche secondo ma la risposta di Zayn non tardò ad arrivare.

*Va bene...*

Quei tre puntini ma fecero capire che non era sicuro riguardo a quello che gli avrei detto, ma in fondo, nemmeno io sapevo se avrei potuto farlo, per non parlare che avrei anche dovuto convincere i miei genitori.

 

Ero sdraiata sul divano color panna del salotto. Tenevo le mani sulla pancia mentre canticchiavo. Mio padre era seduto sullo poltrona davanti a me e mia mamma era in cucina e, dal profumo, capii che stava preparando una torta.

"Sai" iniziai "Niall non può tornare a casa per il suo compleanno"

"Mi dispiace" sussurrò mio padre senza abbassare lo sguardo dal giornale che stava leggendo.

"Hanno troppi impegni" aggiunsi.

"Stanno facendo un tour mondiale, è ovvio che sono pieni di impegni, tesoro" esclamò mia mamma usciendo dalla cucina con un mestolo tra le mani.

"Lo so" sussurrai a malapena "Mi dispiace che non può passare il compleanno con me"

"Dispiace a tutti"

Sbuffai. Le mie intenzioni, a quanto pare, non si capivano.

"Io volevo andare in Francia per qualche giorno per stare un po' con lui" esclamai mettendomi seduta.

"In Francia?" chiese mia padre finalmente abbassando il giornale e guardandomi.

"Sì, mi sembra che siano lì per questa settimana"

"Non so se è una buona idea" esclamò mia madre.

"Oh, andiamo" esclamò mio padre girandosi verso di lei "E' abbastanza grande e poi non di vedono da un bel po'"

Sorrisi. Mio padre era sempre quello che mi difendeva e insieme convicevamo sempre la mamma.

"Ecco, ascolta papà" esclamai gesticolando.

"E' una causa persa stare a parlare con voi due" esclamò indiacandoci con il mestolo di legno "Fate come volete"

Sorrisi quando mio padre mi fece l'occhiolino. Mi alzai dandogli un bacio sulla guancia prima di correre in camera mia.

Sinceramente, non mi aspettavo che avrebbe ceduto così in fretta, ma andava bene così.

Mi lanciai, nel vero senso della parola, sul letto. Avevo un sorriso stampato sulle labbra mentre guardavo lo sfondo del mio telefono. Eravamo io e lui prima che partisse e nel giro di qualche giorno lo avrei rivisto.

*Posso chiamarti adesso?* scrissi a Zayn.

*Si, ma ti chiamo io* rispose subito.

Qualche secondo e il telfono vibrò.

"Pronto" risposi sorridendo.

"Ehy. Di cosa dovevi parlarmi?" chiese subito curioso.

Sorrisi prima di rispondere.

"Allora" iniziai "Fra qualche giorno è il compleanno di Niall e io volevo fargli una sorpresa"

"Del tipo?" chiese.

"Ecco, lui mi ha detto che non può tornare a casa e quindi volevo venire io lì"

Mi morsi il labbro quando non rispose, pensavo che non sarebbe stato possibile, ma poi lo sentii ridere.

"Immaginavo fosse una cosa del genere"

Risi a mia volta. Restammo al telefono per qualche minuto, non tanto, giusto il tempo di organizzarci per bene. Mi aveva detto che sarebbero stati a Parigi, mi ricordavo giusto, mi aveva dato il nome e l'indirizzo dell'hotel, aveva anche detto che Paul sarebbe venuto a prendermi in aeroporto quando sarei arrivata.

Era stato molto carino con me, lui era sempre carino e disponibile nei confronti di tutti. A volte mi capitava di leggere brutti commenti su di lui sui social network, ma nessuno di questi era vero. Zayn era un ragazzo davvero gentile.

Lasciai il telefono sul comodino quando la chiamata terminò. Non riuscivo a fare a meno di sorridere, era più forte di me. Mi addormentai sognando quando finalmente sarei stata di nuovo tra le sue braccia.

 

Era il tredici settembre, finalmente. Tiravo la valigia per l'aeroporto con un sorriso stampato sulle labbra. Sul cartellone c'era segnati molti voli, ma trovai subito il mio. La bandiera Francese sembrava quasi sorridere mentre la guardavo. Ok, forse sto esagerando, me ero veramente felicissima al pensiero che nel giro di poche ore lo avrei finalmente rivisto.

Mi sedetti nella sala di imbarco incrociando la gambe sulla sedia grigia. E pensare che l'ultima volta che ero stata lì stavo piangendo perchè lui doveva partire e invece, in quel momento, ero la ragazza più felice del mondo.

In meno di un'ora ci imbarcarono sull'aereo. Era una delle poche volte che volavo e sopratutto senza Niall. Avevo paura dall'aereo e lui lo sapeva, per questo mi stringeva sempre tra le sue braccia dall'inizio alla fine del viaggio. Forse fu proprio pensare a lui che mi fece superare la mia paura.

Tenni la testa appoggiata al finestrino da quando decollammo fino a quando riuscii a vedere le luci di Parigi comparire tra le nuvole. Niall, sto arrivando.

 

#ZAYN POV

 

"No, io non vengo da nessuna parte" gridò Niall dall'altra parte della porta. Sbuffai. Cosa dovevo fare per convincerlo ad uscire?

"Andiamo Niall" cercai di convincerlo per la centesima volta "E' il tuo compleanno"

"Infatti e voglio essere lasciato in pace, grazie"

Mi appoggiai alla porta di spalle lasciando cadere la testa all'indietro. Era chiuso in quella stanza da quando Paul gli aveva detto che non poteva tornare a casa per il compleanno. Sapevo esattamente perchè faceva così. Jesy. Gli mancava terribilmente.

"Niall?" urlai ancora una volta. Quando non rispose la voglia di urlargli che ci sarebbe stata anche lei si impossessò di me, ma riuscii a trattenermi. Doveva essere una sorpresa.

"Ancora non vuole uscire?" chiese Louis uscendo dalla stanza di fronte a me. Rise, sicuramente per la mia espressione disperata.

Si avvicinò bussando alla porta.

"Niall" gridò a sua volta "Esci e basta"

Ci guardammo quando non rispose.

"Andiamo solo a mangiare e poi ti lasciamo in pace" esclamai "Promesso" aggiunsi.

"Lasciatemi in pace e basta"

Louis sbuffò e la sua espressione era da: "Se solo sapesse che c'è Jesy ad aspettarlo..."

"Io sfonderei la porta" esclamò Harry venendo verso di noi. Liam gli stava subito dietro.

"Buona idea" confermò Louis. Non succedeva mai nulla di buono quando quei due di mettevano d'accordo.

"Ho un'idea migliore" esclamò Liam allontanandosi per poi tornare qualche minuto dopo con una copia delle chiavi.

"Sfondare la porta era più divertente" scherzò Louis mentre aprivo la porta nel modo più silenzioso che potevo.

"Ma cosa...?" esclamò Niall appena ci vide. Subito gli fummo addosso e, senza ascoltare le sue lamentele, lo trascinammo fuori.

 

#JESY POV

 

Mi dondolai avanti e indietro sulle punte dei piedi mentre aspettavo che Paul arrivasse. Ero lì fuori da quasi mezz'ora e ancora nessuno di era fatto vedere.

Stavo controllando il cellulare, nel caso che qualcuno mi avesse chiamato o lasciato un messaggio, quando una macchina nera che era appena arrivata suonò il clacson attirando la mia attenzione. Alzai lo sguardo e vidi subito Paul che mi salutava.

Attravarsai la strada e mi sedetti in macchina mentre lui caricava la valigia nel portabagagli.

"Scusa per il ritardo" disse Paul dopo aver chiuso la portiera "Ci abbiamo messo un po' a far uscire il tuo ragazzo dall'hotel"

"Come mai?" chiesi mentre uscivamo dal parcheggio. Soffiò una risata.

"Non voleva passare un compleanno senza di te" esclamò facendomi sorridere, lui fece lo stesso prima di scoppiare a ridere.

"Adesso i ragazzi lo stanno portando in un negozio" scosse la testa "E non chiedermi cosa ci devono fare lì, credo sia solo per pardere tempo"

Risi leggemente mentre osservavo la città correre veloce fuori dal finestrino. Il cielo stava iniziando a farsi buio quando Paul accostò al marciapiede.

"Eccoci arrivati" esclamò scendendo, io lo imitai. Scaricò la mia valigia e mi condusse fino a quella che doveva essere la stanza di Niall.

"Non fare caso al casino" esclamò aprendo la porta "Il tuo ragazzo è un maiale"

Risi. In effetti l'ordine non era mai stato il suo forte.

La stanza era molto grande, più di camera mia. Appena entrati sulla sinistra c'era una porta che immaginai fosse il bagno. Subito dopo il letto matrimoniale e una scrivania davanti. C'erano vestiti sparsi su tutto il pavimento e sul divano, il quale si affacciava sulla finestra. Le tende erano aperte e si poteva benissimo vedere la tuor eiffel in lontananza.

Paul lasciò la mia valigia vicino al letto.

"Quando sei pronta io sono qui fuori" esclamò prima di chiudersi la porta alle spalle.

Aprii la mia valigia e ne estrassi il vestito verde acqua e le scarpe chiare che avevamo comprato insieme al mio compleanno. Non li avevo mai messi e quella era l'occasione perfetta per farlo.

Mi vestii velocemente prima di sistemarmi meglio il trucco. Ero indecisa se legare i capelli o lasciarli sciolti ma alla fine decisi per la seconda opzione, ricordandomi che lui amava quando li lasciavo cadere sulle spalle.

Liscia il vestito prima di prendere la borsetta e uscire.

"Sono pronta" esclamai.

 

#NIALL POV

 

"Sbrighiamoci ad andare a mangiare così poi posso tornare in hotel" esclamai appoggiando la guancia al finestrino dell'auto.

Zayn sbuffò per la ventesima volta nel giro di un'ora.

"Certo che potevi vestirti un po' meglio" esclamò Liam al mio fianco.

"E' già tanto che sono uscito" ribattei osservando la mia tuta grigia e la felpa blu. E poi non ero vestito così male.

"Si può sapere dov'è questo ristorante?" mi lamentai ancora. Volevo solo tornare nella mia camera e poterla chiamare; volevo sentire la sua voce e passare più tempo possibile con lei, anche se solo attraverso un telefono.

"Ti piacerà, stai tranquillo" esclamò Zayn.

"E quando ti piacerà!" aggiunse Harry sorridendo. Scossi la testa prima di tornare a guardare fuori.

Eravamo vicinissimi alla tour eiffel, c'erano coppiette felici che si baciavano e camminavano mano nella mano. Avrei voluto che lei fosse lì con me. Probabilmente l'avrei portata in cima alla torre e poi l'avrei baciata dicendole che l'amavo.

Sbuffai quando la macchina si fermò.

"Va bene e adesso sbrighiamoci che voglio solo tornare in albergo" esclamai.

"Sicuro?" chiese Louis sorridendo.

"Ti sembro felice di essere qui?" chiesi scocciato.

"Io pensavo di sì visto che c'è una ragazza speciale che ti sta aspettando" rispose guardando oltre di me.

Mi girai osservando il punto che stava guardando lui. Lei era lì, bellissima, davanti all'entrata del ristorante. Indossava quel bellissimo vestito che avevamo comprato insieme al suo compleanno. Subito un sorriso comparve sulle mie labbra ed ero sicuro che il cuore mi stesse battendo più veloce.

"Voi lo sapevate?" chiesi girandomi verso i ragazzi.

"Certo" esclamarono in coro per poi scoppiare a ridere. Scossi la testa prima di aprire la portiera.

"Divertiti" li sentii esclamare prima che l'auto ripartisse. Mi passai una mano tra i capelli spettinati. Lei era così bella in quel vestito e io ero in tuta, perchè non mi ero vestito meglio?

Tutti i miei pensieri scomparvero quando lei si girò verso di me. I nostri occhi si incontrarono e lei sorrise, uno di quei sorrisi che tutte le volte mi fanno innamorare di lei.

Sorrisi a mia volta quando corse verso di me e si tuffò tra le mie braccia. La trinsi forte al mio petto inspirando il suo profumo.

"Piccola" sussurrai tra i suoi capelli sorridendo.

 

 

#SPAZIO AUTRICE

Eccomi finalmente.

Allora questo capitolo come vi è sembrato? Finalmente sono di nuovo insieme e... adesso che succederà?

Sono curiosa di sapere cosa ne pensate perciò lasciate tante recensioni c:

Ah, ho anche iniziato a scrivere un'altra ff sempre sui ragazzi. Se volete leggerla cliccate sul titolo qui sotto c:

All because of love

 

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Capitolo 37
*** Parigi ***


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37. Parigi

 

 

 

L'aria fredda mi scompigliava i capelli. Avevo la palle d'oca sulle braccia che il vestito lasciava scoperte. Le luci dela torre eiffel poco lontana illuminavano il fiume sul quale si affacciava il ristorante.

Ero lì ad aspettarlo da pochi minuti ma continuavo a guardarmi intorno aspettandomi di vederlo da un momento all'altro. Fu quando mi girai verso la strada che lo vidi. I nostri sguardi si incrociarono e non potei fare a meno di sorridere. Lui fece lo stesso non appena corsi verso di lui, per quanto me lo permettavano le scarpe col tacco alto. Perchè diavolo le avevo messe?

Lui allargò le braccia e io mi ci tuffai dentro. Lo strinsi forte appoggiando la testa al suo petto. Mi era mancato.

"Piccola" sussurrò tra i miei capelli. Anche se non lo guardavo sapevo che stava sorridendo. Restammo abbracciati per alcuni secondi. Sentivo il suo cuore battere veloce, come il mio.

"Buon compleanno" sussurrai ancora tra le sue braccia. Lo sentii ridere leggermente.

"E' il regalo più bello che avresti potuto farmi" sussurrò allontanandosi leggermente da me prima di baciarmi. Ancora dopo tanto tempo sentivo le farfalle nello stomaco e il cuore iniziare a battere più veloce, ma credo sia questo che succede quando si è innamorati di qualcuno.

"Entriamo?" sussurrai qualche secondo dopo.

"Lì?" chiese facendo un cenno con la testa al ristorante alle nostre spalle.

"Sì, lì"

"Conciato così?" chiese di nuovo indicandosi. Fu solo in quel momento che mi resi conto che indossava una tuta grigia e una felpa blu. Sorrisi notando che aveva i capelli schiacciati sulla fronte come quando si svegliava al mattino.

"Sì, conciato così" affermai prendendolo per un braccio e tirandolo lungo la strada. Poteva anche sembrare che si fosse appena svegliato, ma per me era perfetto.

"Se proprio dobbiamo" concluse in uno sbuffo "Nando's non ti va?"

"Smettila" risi tirandogli una leggera comitata in pancia.

"Come vuoi" esclamò alzando le mani in segno di resa.

 

#NIALL POV
 

L'immenso lampadario di, credo, cristallo illuminava la stanza di una luce strana, tendente all'arancione. Una musica, strana musica, risuonava nell'aria e un profumo niente male fuoriusciva dalla cucina non troppo lontana dal nostro tavolo. Sul muro dietro di Jesy era appeso un quatro che ritraeva uno strano signore. Era un po' inquietante, a dire la verità.

Mi sentivo a disagio. Erano tutti così eleganti, al contrario di me e... vecchi, constatai quando l'ennesima coppia di vecchietti varcò la soglia. Sghignazzai facendo girare verso l'entrata Jesy.

"Smettila di ridere" sussurrò tirandomi addosso il tovagliolo.

"Come faccio a non ridere?" chiese a bassa voce "Insomma, cosa ti è passato per la mente quando hai prenotato questo ristorante?"

"Non l'ho prenotato io, l'ha fatto Paul" si difese sempre sussurrando.

"Glielo farò presente" esclamai cercando di camuffare una risata quando la coppia vicino a noi commentò il quadro inquietante classificandolo come di classe. Jesy mi tirò un calcio sotto la sedia che per fortuna riuscì ad evitare.

"Siete pronti per ordinare?" chiese un cameriere avvicinandosi. Indossava un completo di giacca e cravatta nero.

"Sì" rispose Jesy per poi ordinare un piatto di cui non avevo mai sentito parlare. Il cameriere prese nota senza però staccare gli occhi da lei. Quanto mai le ho comprato quel vestito! Attira troppo l'attenzione.

Con un colpo di tosse attirai la sua attenzione facendogli spostare lo sguardo dalla mia ragazza.

"Avete delle patatine fritte?" chiesi.

"Certo"

"Va bene, allora solo quello grazie" conclusi porgendogli il menù.

Spostai lo sguardo su Jesy che mi stava fulminando.

"Che c'è?" chiesi squotendo la testa.

"Patatine fritte?"

"Io le lumache non le mangio" esclamai appoggiandomi allo schienale. La osservai scuotere la testa mentre sorrideva. Un boccolo biondo le cadde sugli occhi e, prima che potesse farlo, mi avvicinai a lei e con un tocco leggero glielo spostai dietro l'orecchio. Sorrise arrossendo leggermente. Era una cosa che amavo, la sua timidezza. Era una cosa nuova, sia per me che per lei. Nessuno dei due si era mai vergognato in tutti quegli anni, ma ora è diverso. Ora è molto meglio.

 

#JESY POV
 

Quando il cameriere mi appoggiò il piatto davanti lo ringraziai spalancando gli occhi e già sentivo Niall sghignazzare. Davanti a me un'insalata contornata da viscide e disgustose lumache.

"Buone le lumache?" mi chiese ancora ridendo. Con una forchetta ne presi una per poi lasciarla ricadere sul piatto.

"La prossima volta prenoto io il ristorante" esclamò mentre versava il ketchup sul piatto.

"Posso?" chiesi allungandomi e prendendo due patatine.

"Te l'avevo detto che era meglio andare da Nando's" esclamò. Risi prima di lanciargli una delle due patatine addosso.

La coppia di anziani vicino a noi ci guardava in modo quasi schifato, ma non mi interessava. Ero con lui, sì in un ristorante strano con un quadro inquietante, ma ero con lui ed era tutto quello che contava.

 

Il cielo ormai era scuro e brillava illuminato da qualche stella, niente però a confronto con il cielo di Mullingar. Nelle grandi città le troppe luci coprono il bagliore dalla luna e delle stelle.

I miei tacchi facevano rumore mentre camminavamo lungo il fiume, la mia mano stretta nella sua.

"Ti va di salire?" chiese indicando con la mano libera la torre eiffel poco lontana.

"Ma soffro di vertigini, lo sai" sussurrai storcendo il naso all'altezza disarmante dell'edificio.

"Ci sono io piccola" sussurrò sorridendo prima di "Tu mi hai fatto mangiare in quel ristorante orrendo, me lo devi"

Iniziò a ridere e io feci lo stesso esclamando un piantala, ma alla fine sapevo che aveva ragione. Niall mi tenne la mano per tutto il tragitto fino in cima. Gli ascensori salivano velocemente e, per quanto Niall mi incoraggiasse a guardare in basso, tenevo lo sguardo fisso sulla porta chiusa e nera.

"Non sai cosa ti perdi" sussurrava di tanto in tanto, ma io non mi smuovevo dalla mia posizione.

Quando anche l'ultimo ascensore si aprì arrivammo su una terrazza. C'erano molti turisti, lo si capiva dalle macchine fotografiche e anche dalle tante lingue che sentivo riecheggiare nell'aria. L'aria mi scompigliò i capelli mentre Niall mi tirava leggermente verso il parapetto. Rimasi qualche metro di distanza mentre lui osservava giù.

"E' davvero bellissimo, piccola, dovresti vederlo" esclamò facendo una foto al panorama.

"Non vorrei vederlo, credimi" esclamai incrociando le braccia al petto, un po' per paura e un po' per ripararmi dal freddo. Si girò a guardarmi sorridendo, i capelli leggermente scossi dal vento.

"Ci sono io" sussurrò porgendomi una mano. Lo osservai senza però spostarmi dalla mia posizione. Niall si avvicinò a me poggiandomi le mani sulla vita prima di lasciarmi un leggero bacio sulla fronte.

"Non aver paura" sussurrò "Non ti lascio cadere"

Dovevo ammettere che mi stava sorprendendo con delle frasi estremamente dolci quella sera.

"Salti tu e salto io, giusto?" disse per poi sghignazzare. Frasi tenere? Scherzavo.

"Cosa centra?" chiesi ridendo a mia volta.

"Ti piace Titanic, no?" chiese e io annuii ancora non capendo cosa centrava in quel momento.

"Ecco" continuò "Allora fai finta di essere in Titanic e vai lì a guardare"

Scossi la testa.

"Non è che pensare a Titanic mi rassicura molto visto che alla fine lui muore" esclamai "Certo, se ci fosse Leonardo Di Caprio sarebbe un'altro discorso" scherzai a mia volta facendo sorridere.

"Fallo per me" sussurrò sbattendo gli occhi. Scossi la testa sorridendo.

"Va bene" esclamai "Ma solo due secondi"

Niall sorrise soddisfatto avvicinandosi di nuovo al parapetto di qualche passo prima di posizionarsi dietro di me e abbracciarmi forte mentre guardavo giù.

Le mille luci di Parigi splendevano sotto di noi. Sembrava quasi un cielo stellato nel buoio della notte.

Niall appoggiò la testa sulla mia spalla e in quel momento pensai che non ci poteva essere niente di meglio.

"Tarataaaa tarataratara" canticchiò Niall. Ci misi qualche secondo per capire che si trattava della canzone di Titanic.

"Cretino" sussurrai ridendo e tirandogli una leggera gomitata in pancia per farlo smettere. Lui rise abbracciandomi ancora più forte.

"E' meglio di Leonardo Di Caprio no?" chiese quando mi girai verso di lui.

"Adesso non esagerare" scherzai facendolo ridacchiare.

"Ti amo" sussurrò qualche secondo dopo. Quelle due semplici parole mi facevano sempre battere forte il cuore.

"Ti amo anche io" sussurrai prima di baciarlo.

 

Mi sedetti sul letto morbido della sua stanza mentre si muoveva velocemente nel tentativo di sistemare, che per lui significava buttare tutto dietro il divano in una pigna.

"C'è un po' di casino" esclamò lanciando un paio di boxer dietro il divano che dio solo sa quanti anni hanno.

"Non me ne ero accorta" esclamai ironicamente togliendomi le scarpe che mi stavano torturando i piedi. Rimasi a guardarlo ridendo per qualche minuto fino a che non si lanciò sul letto chiudendo gli occhi.

"Vado a cambiarmi" esclamai alzandomi "Posso usare la tua maglia?"

Niall aprì gli occhi guardandomi e annuendo. Presi il maglione blu che indossava quella sera e che si era tolto appena eravamo arrivati in camera. Andai in bagno e mi cambiai velocemente. Premetti il viso nel maglione in cerca del profumo che tanto amavo. Mi stava enorme, arrivava quasi fino al ginocchio, stava grande anche a lui. Quando uscii dal bagno era sdraiato sotto le coperte che gli arrivavano fino al petto. Sorrise vedendomi e abbassò le coperte per farmi entrare. Mi sdraiai accanto a lui poggiando la testa sul suo petto.

"Mi piace quando idossi i miei vestiti" sussurrò baciandomi la fronte.

"A me piace metterli" sussurrai sorridendo. Mi lasciò un'altro bacio leggero sulla fronte prima di spegnere le luci. Mi addormentai sorridendo tra le sue braccia e, vi giuro, non potevo essere più felice di così.

 

 

 

#SPAZIO AUTRICE

E finalmente dopo quasi in mese eccomi qui. Mi dispiace di avervi fatto aspettare ma ho avuto molti impegni.

Prima di tutto parliamo del capitolo che, personalmente, trovo dolcissimo e, lo so, ad alcune di voi non piaciono le cose troppo sdolcinate, ma nei prossimi succederà qualcosa, che adesso non vi dico, ma che aggiungerà un po' di "suspance" alla storia. Quindi spero continuerete a seguirla.

Come seconda cosa vorrei parlarvi di tutte, si sono tante, le fanfiction che sto scrivendo. In questo periodo ogni giorno mi viene un'idea nuova e queste sono solo poche di quelle che ho in mente. Se vi va di leggerle cliccare sui titoli. Sono la prima su Louis, la seconda su Harry e Liam e la terza è sui The vamps c:

Let me be the one

All because of love

Love can save you

Terzo, me ne vado...

xx Mony

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Capitolo 38
*** Va oltre tutto questo ***


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38. Va oltre tutto questo


 


 


 

Niall mi prese la mano mentre uscivamo dall'hotel. C'erano una decina di ragazzine appostate fuori, chissà da quanto, che appena lo videro gli corsero incontro cercando di attirare la sua attenzione. Lo vidi sorridere mentre si avvicinava a loro per fare qualche foto. Avevo sempre saputo, in fondo, che sarebbe diventato famoso, ma mai avrei immaginato in questo modo.

Il cielo coperto di nuvole grigie e il vento mi costrinsero a stringermi nella sciarpa di cotone leggero che avevo al collo. Mi maledii mentalmente per non aver preso una felpa.

"Vorrei essere al tuo posto, sai?"

Mi girai verso la ragazza dietro di me. Aveva i capelli rossi, lunghi, e portava degli occhiali neri dalle lenti spesse. Tra le mani stringeva un foglio su quale riuscii a vedere l'autografo di Niall.

"Sei fortunata ad essere la sua ragazza"

Aveva un accento strano e facevo fatica a capirla. Le sorrisi, ricordandomi di quella volta in cui, a Londra, mentre passeggiavo con lui, una ragazza mi aveva detto la stessa cosa, solo che questa volta era veramente la sua ragazza.

"Ti chiami Jesy, vero?" chiese sorridendomi.

"Sì"

"L'ho letto twitter" rise "Posso fare una foto con te?"

"Con me?" chiesi incredula. Non mi era mai capitato che qualcuno mi chiedesse una foto, ma qualcosa mi diceva che avrei dovuto farci l'abitudine.

"Sì" rispose e aspettò un mio cenno prima di avvicinarsi e scattare la foto. Sorrise ancora una volta prima di salutarmi e tornare con il gruppo di directioner.

"Che stai facendo?" mi chiese Niall. Mi girai verso di lui.

"Mi ha chiesto di fare una foto con lei" risposi "Non dovevo?"

"Puoi fare quello che vuoi, piccola"

Sorrise prima di lasciarmi un leggero bacio sulla fronte. Arrossii al suono delle risatine delle fan che ancora ci guardavano sorridendo, altre senza sorridere, ma non ci feci caso.

"Andiamo?" sussurrai in imbarazzo. Niall rise leggermente prima di appoggiare un braccio sulle mie spalle e iniziare a camminare per le strade della città.

Mi era mancato, passeggiare con lui e ridere delle minime cose. Anche se ora era famoso non era cambiato. Era rimasto un ragazzo semplice, gentile e simpatico. In poche parole il Niall di cui mi ero innamorata, e non volevo che cambiasse mai.

Osservai il riflesso della città nella Senna mentre l'attraversavamo su un ponte. Parigi era bellissima, una delle mie città preferite, e quella era la prima volta che la visitavo e farlo con lui, la testa appoggiata alla sua spalla, il suo braccio sulle mie spalle, rendeva tutto ancora più bello.

"Fa freddo" sussurrai stringendomi un po' di più a lui. Lo sentii ridere ma non rispose.

"Questo è il momento in cui dovresti passarmi la tua felpa"

"Ah c'è un copione?!" esclamò ridendo.

"Certo" risi a mia volta.

"Ma ho freddo anche io" si difese.

"Fa niente" scherzai "L'importante è che non ho freddo io"

Scosse la testa valutando le possibilità che aveva.

"Dopo te ne compro una" sussurrò baciandomi la fronte "Adesso entriamo qui a fare colazione"

Mi prese la mano sorridendo e mi condusse all'interno di un bar. Le pareti erano color pesca e c'era profumo di brioche appena sfornate. Il rumore dei cucchiaini che tintinnavano contro le tazze riempiva l'aria.

Niall camminò all'interno del locale per poi sedersi al tavolo all'angolo, io mi sedetti di fronte a lui.


 

#NIALL POV


 

Osservai Jesy mentre mescolava lo zucchero nel suo cappuccino. I boccoli biondi le incorniciavano il viso leggermente illuminato dal sole che, piano piano, si stava facendo spazio tra le nuvole. Strizzava un po' gli occhi blu a causa della luce, sistemandosi ogni tanto qualche ciuffo dietro l'orecchio.

Sorrisi quando la bustina di zucchero le cadde nella tazza e la estrasse gocciolante e piena di schiuma.

"Non ridere" sussurrò cercando di trattenere una risata.

"Stai ridendo anche te" la smascherai. Non rispose, spostò solamente lo sguardo sulla strada e cercò di coprirsi il sorriso prendendo un sorso di cappuccio.

La vidi rabbrividire leggermente. Doveva avere ancora freddo.

"Hai freddo?" le chiesi dando voce hai miei pensieri.

"Un po'" ammise poggiando la tazza sul tavolo di legno.

"Vieni qui" aprii le braccia e subito un sorriso si fece largo sul suo viso e si alzò velocemente per sedersi vicino a me. La strinsi al mio petto affondando la testa nei sui capelli mentre muovevo una mano sulla sua schiena per scaldarla. Si allontanò un attimo per sistemarsi meglio. Appoggiò la testa sul mio petto e si allungò per prendere la sua tazza dall'altro lato del tavolo.

"Dopo cosa facciamo?" chiese dopo aver bevuto una parte del suo cappuccino.

Abbassai lo sguardo per incontrare il suo e cercai di trattenere una risata.

"Che c'è?" chiese in uno sbuffò. Mi abbassai leggermente per baciarla. Sapeva di cappuccio e cannella.

"Avevi i baffi" sussurrai a pochi centimetri dalle sue labbra sorridendo.

"Dai" sbuffò tirandomi una leggera gomitata "Mi prendi sempre in giro"

Le afferrai la mano prima che potesse tirarmi un pugno leggero sul petto.

"Bellissima" sussurrai per poi baciarla.


 

Mi allacciai la felpa blu che avevo appena comprato. Alla fine Jesy si era presa la mia felpa grigia... non che mi dispiacesse, anzi, adoravo vederla con i miei vestiti addosso. Forse era per il modo in cui le maniche le erano troppo lunghe e le arrotolava sulle braccia o il modo in cui le arrivava fino alla coscia. O forse era perchè si stringeva all'interno, sorrideva e poi diceva che profumava di me e che le ricordava casa, che io ero la sua casa.

Sorrisi intrecciando le nostre mani.

"Ora dove andiamo?" chiese impaziente di visitare altri luoghi della città. Eravamo già stati in tutti i posti più importanti e, devo ammetterlo, iniziavano a farmi male le gambe, cosa che invece non sembrava preoccupare Jesy.

"Andiamo ad un parco? C'è n'è uno qui vicino" proposi. Lei annuì. Piano piano ci avviammo verso il parco più vicino.

Ero già stato a Parigi con la mia famiglia, quindi riuscivo ad orientarmi bene e tutto quello che vedevo intorno a me era familiare, ma passare una giornata con lei rendeva tutto più speciale.


 

#JESY POV


 

La testa di Niall era poggiata sulle mie cosce mentre io giocavo con i suoi capelli morbidi. Eravamo seduti sotto un albero, poco lontano dal campo di calcio da dove sentivo provenire urla e risate.

Sorrisi guardando Niall, pensavo che si fosse addormentato ma poi sentii la sua voce.

"Jesy"

"Mmm"

"Quando devi ripartire?"

Fermai la mano tra i suoi capelli per poco prima di ricominciare. Mi ero completamente dimenticata della mia imminente partenza.

"Jesy?"

"Domani sera" sussurrai.

Si sollevò, alzando la testa dalle mie gambe mentre si sedeva di fronte a me. Sorrisi nel vedere i suoi capelli disordinati prima che passasse una mano tra di essi sistemandoli.

"Di già?" chiese. Dal suo sguardo capì che non era felice della notizia.

"Si" risposi staccando un po' d'erba e arrotolandola sulle dita "Ho la scuola"

Lo sentii sbuffare leggermente prima che si appoggiasse all'albero.

"Vorrei poter restare con te..." sussurrai.

"Non puoi venite con noi in tour?"

"Mi piacerebbe" soffiai una risata al solo pensiero di quanto sarebbe stato divertente girare il mondo con loro.

"Allora vieni"

"Convinci i miei e poi ci vengo"

Gli rivolsi un debole sorriso prima che lui aprisse le braccia per me. Un senso di protezione attraversò il mio corpo quando Niall mi tirò giù con sè per farmi stendere sull'erba. Le sue labbra morbide baciarono la mia testa.

"La convincerò" esclamò facendomi sorridere.

Mi sentivo al sicuro con lui, il modo in cui mi stringeva e come voleva rendermi felice... avrebbe fatto sempre il possibile per me.

Si tirò su appoggiandosi su un gomito. Raccolse una delle ultime margherite facendola girare tra le dita qualche volta prima di passarla in modo leggero sulle pelle scoperta del mio braccio.

"Mi fai il solletico" ridacchiai. Sorrise spostandomi i capelli dietro l'orecchio prima di posizionarvi il fiore.

Rimase a guardarmi per qualche minuti sorridendo e io facevo lo stesso. Era come se io e lui fossimo le uniche persone al mondo.

"Sei bellissima" sussurrò chinandosi per lasciare un leggero bacio sulle mie labbra. Si allontanò qualche secondo facendo scontrare i nostri nasi.

"Ti amo" sussurrai.

"Ti amo"

Non ci si rende conto di quanto quelle due parole possano racchiudere tanti sentimenti, fino a che non le pronunci alla persona che ami.

E' come dire: con te mi sento al sicuro, protetta, a casa.

Tu sei la mia casa.

Quello che provo quando sono con te è qualcosa che non riesco a spiegare...

Rinuncerei a tutto per stare con te.

Cercherò in tutti i modi di renderti felice.

Forse quello che provo non si riesce ad esprimere neanche con quelle due parole. Va oltre tutto questo, oltre il volere bene a qualcuno, il voler passare tutto il tempo e la vita con lui. Quello che provo va oltre i confini del mare, del cielo... farei di tutto per lui, e la cosa bella è sapere che anche lui farebbe lo stesso

 

 

 

#SPAZIO AUTRICE

Rieccomi! Pensavate che fossi morta? E invece no, sono solo terribilmente in ritardo con l'aggiornamento. Mi dispiace di non aver aggiornato prima ma gli impegni sono stati davvero moltissimi. La prossima volta non vi farò aspettare così tanto, promesso.

Passiamo al capitolo... Come vi è sembrato? Io lo trovo molto carino, ma alla fine è la vostra opinione che conta c: Quindi fatemi sapere cosa ne pensate.

Baci e alla prossima c:

xxMony

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Capitolo 39
*** Non è il momento giusto ***


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39. Non è il momento giusto

 

 



"Hai preso tutto?"

Annuii chiudendo la valigia.

"Sicura?"

La stanza era buia, a illuminarla c'era solo la luce dalla lampada sul comodino. Il cielo fuori era già buio e non mancava tanto prima della mia partenza, ma come mio solito mi ero ridotta a preparare tutto all'ultimo minuto, forse per voler ritardare quel momento che avrei voluto tanto non arrivasse mai. Ora che ero di nuovo insieme a Niall non potevo nemmeno immaginare a come avrei fatto a lasciarlo e tornare a casa. Non riuscivo nemmeno a trovare la forza per immaginarmi il momento in cui avrei oltrepassato la zona degli imbarchi e lui non sarebbe potuto venire con me. Non volevo tornare a casa, non senza di lui.

Eppure avrei dovuto farlo.

"Si, ho tutto" sussurrai alzando la valigia dal letto per appoggiarla a terra. Rimasi a guardare il bagaglio, sperando che da un momento all'altro mia madre avrebbe chiamato dicendo una cosa tipo "Vai con lui", ma sapevo che non lo avrebbe fatto.

Niall la aveva chiamata il giorno prima, ma non era riuscito a convincerla riguardo l'idea di portarmi in tour. "Troppo complicato e poi ha la scuola" così aveva detto e anche se Niall aveva proposto dei corsi privati, lei era rimasta ferma sulla sua decisione e nessuno sarebbe riuscito a farle cambiare idea.

"Non fare così piccola" sussurrò Niall avvicinandosi e prendendomi il viso tra le mani. Tenni lo sguardo fisso nei sui occhi azzurri mentre appoggiavo le mani sui suoi fianchi.

"Ci vediamo appena mi è concesso di tornare a casa, lo sai" sussurrò prima di lasciarmi un bacio leggero sulla fronte. Non risposi, continuai solo a guardarlo negli occhi.

Si allontanò da me quando qualcuno bussò alla porta.

"Dobbiamo andare" disse prendendo la valigia al posto mio.

Paul la caricò in macchina e poi ci sedemmo sui sedili posteriori. Passai il resto del viaggio con la testa appoggiata sul suo petto mentre mi accarezzava i capelli.

Mi ricordava tanto la prima volta che avevamo preso l'aereo insieme, io avevo paura e per tranquillizzarmi aveva fatto così.

Avevo sempre avuto paura degli aerei, eppure quella volta, anche se sapevo dell'imminente volo, non era quello a spaventarmi, bensì l'idea di separarmi da lui.

 

"Devo per farza andare" sussurrai guardando la porta del mio imbarco. Niall mi abbracciò da dietro iniziando a camminare.

"Sembra che vuoi sbarazzarti di me" sussurrai girando la testa per guardarlo negli occhi.

"Quello sempre" scherzò sorridendo mentre si fermava.

Mi girai facendogli il verso, ma tornai subito seria quando vidi che aveva anche lui gli occhi pieni di lacrime.

"Dovresti andare, il volo parte fra poco" sussurrò accarezzandomi la guancia. Guardai l'ora del volo sul display, mancavano solo dieci minuti. Avevamo cercato di rimandare il più possibile quel momento, ma adesso era arrivato.

"Mi mancherai" sussurrai con la voce rotta. Rimase a guardarmi per un attimo prima di avvicinarsi e baciarmi.
Era strano come, tutte le volte, le emozioni che provavo fossero così forti. Eppure quella volta, fu un bacio triste. Le mie lacrime caddero fino alle nostre labbra rendendo il bacio ancora più triste di quanto non fosse già.

Si allontanò sussurrando: "Anche te mi mancherai piccola" prima di darmi un ultimo bacio.

"Adesso vai" sussurrò allontandosi "Ti amo"

"Ti amo" sussurrai a mia volta prima di girarmi.

Non so dove trovai la forza di camminare senza voltarmi, eppure lo feci. Mentre guardavo quello che sarebbe stato il mio aereo, vidi il riflesso di Niall nella finestra.

Osservai il modo in cui era vestito, jeans chiari e una maglia rossa. Guardai per l'ultima volta il suo viso, i capelli biondi tirati in un ciuffo alto, le sue labbra che amavo tanto quando si incurvavano in quel sorriso che, però, in quel momento non c'era e poi i suoi occhi azzurri.

Mi fermai solo un secondo prima di ricominciare a camminare verso il tunnel che portava all'aereo, ma, prima di entrarci, ne sono sicura, vidi una lacrima scorrere sul suo viso.

 

Avevo passato il viaggio con la testa appoggiata sul finestrino mentre guardavo le luci di Parigi allontarsi sempre di più da me. Lui si allontanava sempre di più da me.

E pensare che quando ero arrivata ero così felice e non vedevo l'ora di atterrare! Osservavo le luci della città e sorridevo al pensiero che nel giro di poco lo avrei rivisto... ma in quel momento era tutto diverso.

Non sentivo la paura del volo come le altre volte, mi sentivo solo vuota, incompleta senza di lui.

Quando arrivai, scesi con ancora le gambe tremanti e gli occhi gonfi e rossi. Mia madre mi aspettava fuori dagli arrivi e mi sorrise predendomi la valigia.

"Allora? Come è andata?" chiese sorridendomi. Non risposi, ero triste e anche arrabbiata con lei che non mi aveva permesso di andare in tour con Niall.

"Allora?" chiese nuovamente posizionando la valigia sui sedili posteriori. Sbiascicai un "bene" prima di chiudermi la portiera alle spalle.

La sentii salire, ma non mi voltai a guardarla. Accese l'auto e partimmo. Sentivo il suo sguardo insistente su di me.

"Si può sapere che cos'hai?"

Quello che avevo lo sapeva benissimo, ed era lei la causa del mio stato d'animo.

"Che cos'ho?" esclamai "Sai, qualcuno non mi ha fatto andare in tour con Niall"

La sentii sbuffare e sussurrare qualcosa che, però, non riuscii a comprendere.

"Senti Jesy, io ti voglio bene però..." cominciò.

"Però cosa?" urlai alzando le mani al cielo.

"Non mi parlare così" mi sgridò girandosi a guardarmi.

"Scusa" sbuffai.

"Stavo dicendo.." continuò il discorso "Ti voglio bene però sei ancora piccola per, insomma, andare in giro per il mondo da sola con il tuo ragazzo e.."

"Non sarei stata da sola, c'erano anche gli altri ragazzi e tutti i manager e le guardie"

"Non centra. Non mi piace l'idea che te ne vai in giro così e io non posso sapere dove sei e cosa fai. E poi con la scuola come la mettiamo?"

"Avrei seguito dei corsi privati" esclamai "E ti avrei sempre chiamato per dirti dov'ero"

La sentii sbuffare, alterata dal tono di voce che usavo contro di lei.

"No, alla fine non lo avresti fatto" esclamò quasi urlando. "Sei ancora troppo piccola e non sai badare a te stessa"

"Ah, è questo che pensi" esclamai "Che sono immatura?!"

La macchina rallentò nel vialetto di casa.

"Non ho detto questo, solo che non è ancora il momento giusto" ribattè fermando l'auto.

"Non è mai il momento giusto per te" urlai uscendo dalla macchina con le lacrime agli occhi. Sbattei la portiera alle mie spalle prima di correre in casa.

Sentii mio padre che mi chiamava dalla cucina ma continuai a correre salendo le scale per poi entrare in camera mia e buttarmi sul letto.

Ero li a piangere invece che con Niall solo perchè per mia madre "non era il momento giusto".

"Jesy apri un attimo" esclamò mio padre bussando alla porta.

"No lasciatemi in pace" urlai in risposta.

"Domani dobbiamo parlare"

Sentii i suoi passi allontanarsi e rimasi sdraiata a guardare fuori dalla finestra. Il cielo era ormai chiaro e mancava poco all'alba. Sorrisi ripensando a quella volta in cui io e Niall eravamo rimasti a dormire nella nostra grotta e alla fine ci eravamo addormentati solo quando ormai era già l'alba. Di solito ci ricordavamo di queste esperienze e ne ridevamo insieme, solo che in quel momento lui non c'era...

Perchè ogni cosa mi ricordava lui? Lui e la sua assenza.. perchè?

 

 

 

#SPAZIO AUTRICE

Allora, inizio col dire che se penso da quanto tempo non aggiorno mi faccio schifo da sola... saranno, quanti? Tre mesi? E' stata colpa prima dell scuola, poi di tutti i miei cantanti che sono venuti qui e poi delle vacanze, ma adesso non ho scuse.

Mi dispiace un sacco aver trascurato la storia, settimana prossima posto sicuro un capitolo se non di più e questa volta sul serio.

Comunque, spero che il capitolo vi sia piaciuto e spero di non aver perso tanti lettori con questo enorme ritardo.

Se ci siete ancora lasciate una recensione...

Ah e comunque volevo informarvi che mancano ancora un po' di capitoli e succederanno un bel po' di cose c:

Scusatemi ancora...

xx Mony

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Capitolo 40
*** Idiota ***


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40. Idiota


 

 

Mi portai una ciocca di capelli dietro l'orecchio mentre, dal mio banco, osservavo il cielo cupo. Era solo fine settembre ma faceva già freddo. Il sole era nascosto dietro una coltre di nuvole scure che sembravano imprigionare la città sotto un telo grigio.

Erano passati nove giorni da quando ero tornata da Parigi. I primi erano stati difficili, mi mancava troppo. Mi mancava tutti i giorni, ogni ora, ogni minuto, ogni secondo. Ma quel giorno mi consolavo al pensiero che lo avrei rivisto tramite skipe la sera stessa. Se solo avessi avuto un telecomando avrei mandato avanti la giornata velocemente per arrivare subito alla sera. Volevo solo che il tempo passasse il più in fretta possibile.


 

#NIALL POV


 

"Stasera usciamo"

Harry si sedette sul divano e mi guardò.

"Non ne ho voglia, andate pure senza di me" risposi tornando a guardare il cellulare.

"Non era una domanda" esclamò il riccio facendo spuntare un sorriso.

"Non posso" dissi "Devo vedermi su skipe con Jesy"

Lo sentii sbuffare, ma sapevo che non si sarebbe arreso tanto in fretta. Non era da lui.

"Torneremo in tempo" esclamò alzandosi "Hai bisogno di staccare un po' la spina. Stai diventando ossessivo"

Si girò andandosene dando fine alla discussione. Forse era vero, che stavo diventando ossessivo. Non facevo altre che pensare a Jesy, parlavo di lei, di quanto mi mancava e di quanto avrei voluto vederla prima della vacanze di Natale. Loro mi reputavano esagerato, quasi, l'unico che mi capiva era Liam intento com'era nella sua relazione a distanza con Danielle. Ma gli altri non potevano capire quello che provavo stando lontano da lei.

"Va bene, va bene" urlai a Harry facendolo fermare "Vengo"

Sorrise "Questo è il Niall che mi piace"


 


 

#JESY POV


 

"Mamma vado in camera, fra poco mi vedo su skipe con Niall" urlai salendo a due a due i gradini.

"Va bene" esclamò "Salutamelo"

Era ancora abbastanza arrabbiata con lei per il fatto che non mi aveva permesso di andare in tour con lui, ma ne avevamo parlato e, anche se non comprendevo tutte le sue motivazioni, alla fine avevamo fatto quasi completamente pace.

Aprii la porta di camera mia e la richiusi in fretta. Mi lasciai cadere sul letto. Avevo ancora i capelli bagnati per la doccia così li legai in una treccia che lasciai cadere sulla spalla. Presi il computer e lo accesi.

Mancavano ancora dieci minuti, poi finalmente avrei rivisto Niall.

Rimasi lì sdraiata, il cellulare in mano nel caso mi avesse scritto qualcosa, e aspettai.


 


 

#NIALL POV


 

Le luci colorate illuminavo la pista da ballo dove ragazze mezze nude si strusciavano contro altri ragazzi. La musica era troppo alta e l'odore di alcol aleggiava in tutto il locale.

Avevo sempre odiato questo genere di posti, per questo me ne stavo seduto al bancone del bar, mentre cercavo di non perdere di vista gli altri.

Louis era in piedi in un angolo con un bicchierino in mano mentre parlava con una ragazza. Zayn era poco lontano e stava scattando una foto con una fan. Invece Harry stava ballando.

Vidi Liam dirigersi verso di me, mentre cercava di staccarsi una biondina dal braccio. Era visibilmente irritato dal suo comportamento e non riuscii a trattenere una risata.

"Chi diavolo ha deciso di venire qui?" urlò cercando di sovrastare la musica.

"Harry, chi se no?"

Scosse la testa prima di sedersi vicino a me e ordinare due shots per entrambi. Presi il mio bicchiere tra le mani facendone girare il contenuto.

"Hai la faccia da ragazzo nostalgico" esclamò Liam facendomi sorridere.

"Non ci posso fare niente, è più forte di me" sussurrai. Non ero sicuro che mi avesse sentito.

Sollevai il bicchiere e ne bevvi il contenuto in un solo colpo. Sentii la gola bruciare, ma andava bene così. Ne ordinai un altro.


 


 

#JESY POV


 

Il cielo fuori era diventato buio. I miei erano andati a dormire da un pezzo ma io ero ancora lì. Ero lì da più di due ore.

Sbuffai guardando un'altra volta lo schermo del telefono. Non un messaggio, ne una chiamata. Era come se si fosse dimenticato di me.

Sentii le lacrime inondarmi gli occhi, ma non volevo piangere. Avevo versato troppe lacrime per lui, non volevo farlo di nuovo.

Chiusi il computer con un colpo secco e mi alzai per appoggiarlo sulla scrivania.

"Idiota" sussurrai. Forse più a me stessa che a lui. A me stessa perchè avevo finalmente creduto che sarebbe andato tutto liscio.

Mi aveva promesso che, nonostante la distanza, avrebbe funzionato e non sarebbe cambiato niente. E io, idiota, ci avevo anche creduto. Ed ero rimasta pure ad aspettarlo per due, quasi tre ore!

Idiota.

Mi sdraiai di nuovo sul letto e presi il telefono per scrivergli un messaggio.

Ciao Niall, sono Jesy, ti ricordi di me? Sai, ti ho aspettato per più di due ore davanti a quel computer ma a quanto pare ti sei dimenticato... Non sto ad aspettare i tuoi comodi.

Inviai e spesi il telefono prima di lanciarlo sul comodino. Appena chiusi gli occhi una serie di domanda mi si presentarono davanti.

Con chi è?

Perchè non è venuto su skipe?

Mi ha dimenticata?

Si sta divertendo mentre io sono qui?

Cercai di scacciarle, farle uscire dalla mia testa. Ma erano più forti di me.


 


 

#NIALL POV


 

Scoppiai a ridere insieme agli altri ragazzi, anche se non avevo capito la battuta. La musica non sembrava più tanto forte e le luci non davano nemmeno così fastidio. Sentivo solo la testa pesante e i suoni ovattati. Forse avevo bevuto un po' troppo.

Sentii il telefono vibrare nella tasca dei pantaloni. Lo presi in mano: era un messaggio.

Ciao Niall, sono Jesy, ti ricordi di me? Sai, ti ho aspettato per più di due ore davanti a quel computer ma a quanto pare ti sei dimenticato... Non sto ad aspettare i tuoi comodi.

Dovetti rileggerlo un paio di volte, poi controllai l'orario: era quasi mezzanotte e dovevamo vederci alle nove. Mi alzai di scatto dal divanetto dove ero seduto.

"Dove vai?" chiese Louis biascicando le parole.

"Jesy" risposi allontanandomi da loro. La testa mi girava perchè mi ero alzato troppo in fretta e, sì, anche per le birre di troppo.

Stavo per uscire dal locale quando sentii qualcuno tirarmi per un braccio. Mi girai trovandomi davanti la ragazza bionda che aveva infastidito prima Liam.

Sorrise e avvicinandosi di colpo. La vista annebbiata e i riflessi resi lenti dal troppo alcol non mi permisero di spostarmi in tempo e le sue labbra si scontrarono con le mie.


 


 


 

#SPAZIO AUTRICE

Eccomi, sono finalmente riuscita ad aggiornare presto. Vi avviso già che per due settimane non ci saranno capitoli nuovi perchè parto, ma quando torno pubblico subito.

Parlando del capitolo, lo so, mi odierete muahaha

Stava andando tutto troppo liscio per i miei gusti quindi...

Cosa ne pensate del comportamento di Niall? E cosa pensate succederà?

Voglio tante recensioni c:


 

xx Mony

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Capitolo 41
*** Finiva sempre così ***


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41. Finiva sempre così

 

 

 

Appoggiai la testa contro il tronco dell'albero a cui ero appoggiata. La corteccia mi graffiava le spalle scoperte. Probabilmente in un giorno come gli altri mi serei spostata o mi sarei sdraita sul prato con tanto di commento su quanto quel legno mi aveva fatto male, ma quel giorno nemmeno ci feci caso. Il dolore che provavo dentro non era niente in confronto a quello. Avrei addirittura accettato di sdraiarmi nel cespuglio di rose, se solo mi avessere promesso che in cambio sarei stata felice...

Perchè finiva sempre così?

Non me lo riuscivo a spiegare. Insomma, non avevo sbagliato niente, avevo solo riposto la mia fiducia in lui. Ma forse era quella la cosa sbagliata.

Avevo deciso di fidarmi di lui, nonostante la precendente grande delusione, e lui mi aveva deluso di nuovo. Qualche volta concedere una seconda possibilità a qualcuno, è come dargli un proiettile in più perchè con il primo non ti ha colpito. E quella volta lui aveva fatto centro e dentro di me ogni cosa cominciava a cadere a pezzi.

E alla fine, finiva sempre tutto così. Io seduta da qualche parte a rimpiangere le mie scelte e lui chissà dove a divertirsi con quella.

Sì, QUELLA.

Quella mattina avevo acceso il telefono e mi aspettavo un messaggio con una scusa plausibile, non volevo litigare di nuovo con lui. E invece l'unico messaggio che era arrivato era quello di Katy con allegata una foto. E indovinate di chi? Di Niall. Ma non solo. Niall che baciava una stupida ragazza, in uno stupido, stupidissimo locale.

Avevo quindi scoperto così la verità. Una foto, mandatami tra l'altro dalla mia migliore amica. Non un suo messaggio. Ma, in fondo, che mi aspettavo? Che mi scrivesse dopo essersela spassata con quell'altra ragazza?

A quanto pareva i suoi sentimenti non erano forti come i miei. A lui interessava solo divertirsi e visto che io in tour con lui non ci potevo andare, aveva ben deciso di sostituirmi.

Davvero, ottima scelta Niall.

Controllai per la centesima volta il telefono, nella speranza che mi avesse scritto.

Era strano il modo in cui, nonostante fossi così arrabbiata con lui, sperassi in un suo messaggio o in una chiamata. Forse perchè non riuscivo a capacitarmi ancora della cosa. Forse perchè a Parigi era sembrato tutto così normale, sembrava che gli importasse di me, anzi, ne ero pienamente convinta e speravo quindi che parlandoci avremmo chiarito tutto. Ma dentro di me sapevo che se mi avesse chiamato avremmo concluso con una litigata e non volevo nemmeno questo.

Non sapevo cosa volevo davvero... Volevo solo poter tornare indietro e trovare un modo per non innamorarmi del mio migliore amico. Sarebbe stato tutto più semplice.

Mi alzai lentamente e iniziai a camminare. La mia mente viaggiava, ma sapevo dove i miei passi mi avrebbero portata. Sarei andata al lago, alla nostra grotta. Ci andavo sempre, ogni volta che soffrivo a causa sua e ogni volta mi promettevo che non ci sarei più andata, eppure eccomi di nuovo lì.

Mi sedetti su uno scoglio e mi tolsi le scarpe, lasciando oscillare i piedi nudi a qualche centimetro dall'acqua fredda. Ero da sola. Faccia a faccia con l'acqua.

Nonostante tutto il dolore che provavo non piangevo. Non sapevo se fosse o no una cosa positiva. Poteva significare che ero diventata più forte. Oppure che avevo gettato la spugna e che non avevo più intenzione di combattere per lui.

Ma ci avevo provato, ci avevo provato a combrattere per lui. Avevo cercato di essere quello che lui aveva bisogno. Ma a quanto pare non era abbastanza...

Eppure continuavo a desiderare che lui fosse seduto accanto a me. Era incredibile, ma avrebbe potuto spezzarmi il cuore in tanti piccoli pezzi, e io li avrei raccolti e glieli avrei rimessi in mano, pronta per essere distrutta un'altra volta.

Scossi la testa. Dovevo cambiare le cose, non dovevo più permettergli di ferirmi.

 

 

#NIALL POV

 

 

Lasciai cadere il telefono sul letto con un grugnito. Ovviamente la rete si era già riempita di mie foto con quella ragazza del locale. Neanche mi ricordava il suo nome. In realtà non mi ricordavo niente se non le sue stupide labbra sulle mie.

Non volevo baciarla, era stata lei a farlo, ma chiunque avesse guardato quelle foto avrebbe detto il contrario. E in un modo o nell'altro sapevo che Jesy l'aveva vista e che probabilmente era seduta da qualche parte a piangere o a darsi della stupida per aver riposto la sua fiducia in me.

E come potevo biasimarla.

Mi ero dimenticato della chiamata su skipe e, come se non bastasse, erano pure uscite quelle foto.

Volevo chiamarla per chiarire tutto, ma non potevo sapere se mi avrebbe creduto. In realtà ne dubitavo, mi aveva perdonato fin troppe volte.

Ma alla fine era meglio così. Da sola sarebbe stata sicuramente più felice: niente più delusioni e pianti per un deficente come me. E, inoltre, si sarebbe patuta fare una vera vita, con un vero ragazzo che poteva essere vicino a lei ogni volta che ne aveva bisogno, non come me. Io avevo questa fottuta distanza a dividerci...

Volevo che fosse felice, ed era chiaro che, per quanto ci provasse, con me non lo era realtamente.

"Cazzo!" urlai lanciando un cuscino per terra per sfogare la mia rabbia. Ero arrabbiato con me, con la ragazza del bar, con il mondo...

Mi lasciai cadere di peso sul letto. La testa mi faceva male e ogni suono rimbombava facendo aumentare il dolore. Un po' per l'alcol della sera prima, un po' per la rabbia e un po' per la tristezza.

Questa volta l'avevo persa per davvero e no, non c'era niente che potevo fare per riconquistare la sua fiducia.

In qualche modo sapevo che se anche l'avessi chiamata non avremmo risolto niente. Ma alla fine mi ritrovai con il telefono all'orecchio, con una parte di me che sperava rispondesse e una che riattaccasse.

Potevo vedere la sua smorfia mentre vedeva il mio nome comparire sulla schermo del cellulare e immaginavo l'avrebbe lasciato squillare.

Invece, rispose.

 

 

 

#SPAZIO AUTRICE

Allora, cosa dire, abbiamo capito che non riesco ad aggiornare la storia in fretta. Per quanto ci provo non ci riesco...

Spero comunque che la continuerete a seguire perchè io continuerò a scriverla fino alla fine.

Ho iniziato a pubblicarla anche su wattpad, se volete seguirmi sono 5secondofoned

 

Anyway, Niall ha chiamato Jesy... Cosa succederà?

Lasciate tante recensioni c:

xx Mony

 

 

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Capitolo 42
*** Senza di te ***


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42. Senza di te

Chiedo scusa se il carattere del testo è diverso dagli altri capitoli ma non riesco a modificarlo...

NIALL'S POV

Rispose quasi subito al telefono. Il mio cuore smise di battere o forse batteva troppo veloce ma, in quel momento, l'unica cosa che riuscivo a sentire era il suo respiro dall'altro capo della linea. Potevo quasi sentire la sua tristezza e la sua rabbia, infondate, io non avevo fatto niente. Non ero stato io a baciare quella ragazza al bar, ma il contrario. Era quello che volevo farle capire.
Rimasi in silenzio per alcuni secondi. Lei fece lo stesso.
"Jesy" sussurrai.
"Cosa vuoi?"
C'era solo rabbia nella sua voce, ma la conoscevo troppo bene... quella rabbia serviva per nascondere la tristezza.
"Dobbiamo chiarire" dissi "Non è quello che sembra"
La sentii sbuffare.
"Non è quello che sembra? Sempre le stesse stronzate"
"No, Jesy mi devi stare ad ascoltare, dico davvero"
"Anche io dico davvero" fece una pausa "Dici solo stronzate"
"Non sai come sono andate le cose" cercai di chiarire "Lasciami spiegare"
"Parla"
Mi alzai dal letto sul quale ero seduto e iniziai a camminare nella stanza avanti e indietro. Lo facevo sempre quando ero nervoso. E in quel momento lo ero parecchio.  Poi iniziai a raccontare.
"I ragazzi mi hanno portato in questo locale. Io neanche ci volevo andare, ma lo sai come sono fatti. E sì, ho bevuto troppo e quella ragazza ci provava con me. Ma te lo giuro, io non l'ho baciata"
"Ci sono le foto, cazzo, non puoi dire che non l'hai baciata" esclamò alzando il tono di voce. Si stava arrabbiando, lo percepivo.
"Lei mi ha baciato ma io l'ho spinta via" dissi, difendendomi "Sai che non ti farei mai una cosa del genere"
"Se è per questo dicevi anche che non mi avresti mai fatta soffrire e questa non è la prima volta Niall. Non è la prima volta" urlò "Prima dici di amarmi e poi mi ritrovo foto di te con un'altra ragazza, vuoi che non ci stia male?"
"Lo so che ci stai male, ma non è quello che pensi. Non ti farei mai una cosa del genere, dovresti conoscermi ormai" alzai il tono di voce e inizia a gesticolare.
"Io pensavo di conoscerti, ma a quanto pare non è così!"
"Stai pensando troppe cose strane, Jesy" mi fermai passandomi le mani nei capelli. Stava davvero fraintendendo troppe cose. La situazione era peggiore di quanto pensassi.
"Io non penso proprio niente di strano" urlò " Io mi baso su quello che vedo Niall. E quelle foto parlano chiaro"
"No" cercai di restare calmo "Ti ho spiegato quello che è successo ma tu non mi credi e..."
"E come faccio a crederti? Non posso sapere cosa è successo veramen.."
"Non ti fidi di me?" la interuppi.
"Non lo so, cazzo, non so più niente" disse. Mi ferì, mi ferì veramente. La fiducia è fondamentale quando due persone sono lontane, e se lei non si fidava più di me, non saremmo riusciti ad andare avanti per molto. E quel pensiero ma faceva davvero troppo male.
Continuò: "Pensavo di conoscerti ma questo non sei tu. Fino a ieri mi dicevi di amarmi e ades.."
"Ma io ti amo Jesy"
Iniziavo a vedere sfuocato a causa delle lacrime che si stavano accumulando nei miei occhi. Non volevo piangere, ma quello che stava dicendo mi trafiggeva come una pugnale in pieno petto. Lei mi conosceva da troppo tempo per pensare cose del genere sul mio conto. Io non ero quello che stava dicendo.
"Tutti quelli che si amano infatti vanno a baciare altre persone" esclamò arrabbiata.
"Ti ho detto che non l'ho baciata, cazzo, mi vuoi capire o cosa?" urlai perdendo del tutto il controllo.
"Non ne voglio più parlare.."
"No, adesso parliamo e chiariamo tutta questa situazione" urlai gesticolando. Non poteva finire così, non potevo accettarlo.
"Non c'è niente da chiarire, lo capisci?" urlò ancora una volta "Non sono abbastanza? Va bene, fatti la tua vita, ma io non voglio più avere niente a che fare con te"
Mi bloccai in preda al panico. Non poteva chiudere con me. Senza di lei io non ero niente.
"Ma cosa stai dicendo? Jesy, non dire stronzate" sussurrai con la voce che tremava  "Non ho intenzione di farmi una vita senza di te"
"Dalle foto sembrerebbe di si"
"Ancora con ste foto?! Mi ha baciato lei, non io" chiusi gli occhi cercando di trattenere le lacrime.
"Io non posso saperlo! Sei tu che hai creato tutta questa situazione, non io!"
"Io non ho creato proprio niente" cercai di difendermi sapendo che non sarebbe servito comunque a niente.
"NO?! Sono rimasta davanti al computer per più di due ore come una cogliona ad aspettarti mentre tu eri fuori ad ubriacarti e a baciare altre ragazze. Ma no, tu non hai creato niente, giusto?! Sono io qui la cogliona, quindi vaffanculo"
La lama nel petto sembrò affondare ancora di più e il dolore aumentò.
"No aspetta" cercai di fermarla sussurrando.
"Non aspetto nessuno, perchè fino a ieri mi diceva che c'ero solo io, che amavi solo me e poi mi ritrovo in questa situazione"
"Ma non è vero, porca miseria! Io non ti ho tradita, ragiona un attimo"
"Ci ho già ragionato abbastanza, Niall" esclamò, questa volta senza urlare "Non è la prima volta che mi fai stare male. E mi avevi promesso che non avresti mai più fatta soffrire"
Sapevo che l'avevo già fatta soffrire in passato, ma questa volta era diverso...
"Io sto cercando di chiarire tutto questo, ma tu non vuoi credermi"
"Non riesco a crederti, Niall"
"Ma perchè, cazzo?" esclamai con la voce spezzata, le lacrime che ormai mi scendevano sulle guance.
"Senti, ho bisogno di un po' di tempo" disse.
"Che cosa vuoi fare, Jesy, aspetta..."
"Devi lasciarmi stare, ok?" sussurrò. Rabbia e tristezza insieme.  "Non mi parlare più"
"Addirittura"
"Si" sussurrò. Stava per piangere si sentiva.
"Perchè?" chiesi.
"Perchè mi hai fatto troppo male"
E se lei stava male, stavo male anche io... ma non aveva capito davvero cos'era successo.
"Stai fraintendendo" cercai di spiegare ancora una volta.
"Io non fraintendo proprio niente Niall" esclamò "Lasciami stare, ok?"
"No, Jesy, aspetta" cercai di fermarla prima che fosse troppo tardi. Ma era già troppo tardi...
"Jesy? Jesy? Je.. cazzo"
Aveva riattaccato.
Lanciai il telefono contro il muro e vedi lo schermo rompersi, ma quello era l'ultimo dei miei problemi. E poi, non si sarebbe mai rotto tanto quanto il mio cuore in quel momento. Potevo sentire i frantumi cadere e non ci sarebbe stato nessuno a raccoglierli, perchè se non era lei a rimettermi a posto, preferivo rimanere rotto.
Mi presi la testa tra le mani e caddi in ginocchio sul pavimento. Piansi e cercai di sfogare tutto il mio dolore, perchè non sapevo se sarei stato in grado di risolvere tutta quella situazione. Non era così che doveva finire.
Io senza di lei non ero niente...

 

JESY'S POV
 

Per chiudere quella chiamata mi ci volle tutta la forza di volontà che avevo in corpo. Non volevo chiudere con lui, ancor meno in quel modo. Ma lo dovevo fare. Lo dovevo fare per me, per avere un minimo di dignità nei miei confronti.
Dovevo darci un taglio, e quello era l'unico modo.
Lasciai cadere il telefono sul letto e mi sedetti sul bordo, la testa tra le mani. Le lacrime cadevano sul mio viso. Mi ero ripromessa di non piangere più, eppure eccomi lì, di nuovo.
Quello che mi aveva detto Niall mi aveva sconvolta... come poteva negare l'evidenza dei fatti?
Una parte di me, diceva di credergli, perchè ancora mi fidavo di lui. Ma l'altra diceva di lasciarlo andare e questa volta non per un mese o due... dovevo farlo per me stessa. Per quanto fosse difficile dovevo farlo.
Gli avevo permesso di ferirmi una seconda volta, ma non ci sarebbe stata la terza. Non poteva esserci.
Non potevo permettergli di ferirmi e poi curarmi, e poi ferirmi di nuovo. Dovevo fargli capire che se ferisci una persona questa non tornerà più com'era prima, perchè la cicatrice rimane... e lui me ne aveva già lasciate tante.
Eppure, la maggior parte di me, quella ancora innamorata di lui, mi continuava a ripetere che non potevo lasciarlo, non potevo farlo, perchè senza di lui non sarei riuscita ad andare da nessuna parte, se non a fondo. Lui era la mia ancora di salvezza.
Io senza di lui non ero niente...

 

#SPAZIO AUTRICE
Penso che sia ormai da 6 mesi che non aggiorno, e mi dispiace davvero tanto...
Non ho avuto molto tempo e, se devo essere sincera, nemmeno tanta voglio di scrivere. Però adesso mi sono tornate tante idee quindi penso (e spero) si riuscire ad aggiornare molto più spesso.
Vi avviso già che siamo quasi arrivati alla fine della storia... mancano circa 5/6 capitoli.
Spero di non aver perso tutti i lettori...
Baci e al prossimo capitolo

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