~ The Muffins ~

di MardyBum__
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** One ***
Capitolo 2: *** Two ***
Capitolo 3: *** Three ***
Capitolo 4: *** Four ***
Capitolo 5: *** Five ***
Capitolo 6: *** Six ***
Capitolo 7: *** Seven ***
Capitolo 8: *** Eight ***
Capitolo 9: *** Nine ***
Capitolo 10: *** Ten ***
Capitolo 11: *** Eleven ***
Capitolo 12: *** Twelve ***
Capitolo 13: *** Thirteen ***
Capitolo 14: *** Fourteen ***
Capitolo 15: *** Fifteen ***
Capitolo 16: *** AVVISO ***



Capitolo 1
*** One ***


E rieccomi qui con una nuova storia! Ripeto, con questa FF non voglio assolutamente offendere i Tokio Hotel in nessun modo e bla bla bla. Spero vi piaccia e mi raccomando recensiteee!!! Bises
 

 LE  

 

One.

28 Aprile 1996

Lavinia si avviò a scuola a piedi come sempre, nonostante avesse solo 6 anni, per di più appena compiuti a scuola era sempre andata da sola visto che era a due passi da casa sua.

- Auguri Nia!!!- le urlarono in coro le sue amiche del cuore Nicla, Camilla e Beatrice. Si erano conosciute appena iniziata la scuola e dal primo giorno erano state inseparabili e si erano date dei soprannomi: Lavinia (Nia), Nicla ( Icla), Camilla ( Milla Camomilla) e Beatrice ( Bea o Ice).

- Grazie grazie grazie grazie!!!- rispose Lavinia entusiasta.

- Ci sarete oggi pomeriggio alla mia festa vero??- domandò Nia.

- Certo certo Niaaa potremmo non esserci?!- rispose Camilla.

- Bimbe mie, vi voglio bene. E dobbiamo prometterci una cosa...per nessuna ragione al mondo ci divideremo- disse seria Nicla.

- Lo giuriamo!- dissero in coro tutte e quattro mettendosi la mano sul petto.

28 Aprile 7 anni dopo...

- Lavinia Anastasia Griffiths ( il suo cognome era dato dal padre inglese), se non ti alzi nel giro di 10 secondi puoi anche dire addio al tuo regalo di compleanno- urlò sua madre dal piano di sotto. Lavinia odiava quando la chiamava con il suo nome per intero "Lavinia Anastasia", perchè poi avevano dovuto affibiarle il nome della sua bis bis nonna non l'aveva mai capito. Ma non se lo fece ripetere due volte, si alzò barcollante dal letto e si diede delle sberle per prendere coscienza.

- Nia oggi compi ben 13 anni tanti auguri!- si disse da sola prima di iniziare a scendere le scale. Una volta raggiunta la cucina e dopo gli auguri dei suoi genitori di sua sorella e suo fratello era arrivato il tanto atteso momento dei regali. I suoi le avevevano comprato le Nike che tanto desiderava. Sua sorella un set composto da tutti i vari cosmetici, trucchi ecc...dato che Nia amava sperimentare i suoi make up sulle persone ed infine il regalo del suo fratellone Adrian.

- Piccola svampita vieni con me ti do il mio regalo- le disse il ragazzo.

- Yeeeeeee dai dai muoviti!!!- le urlò dietro mentre si dirigevano verso il salotto.

- Tanti auguri pazzoide- le disse porgendole il regalo. Incuriosita iniziò a scartarlo e rimase a bocca aperta quando vide cosa le aveva tegalato Adrian. Un basso, il più bel basso che avesse mai visto in vita sua. Era bianco e nero e sopra c'era scritto con un pennarello indelebile nero: Tanti auguri piccola svampita. Ti voglio bene, Adrian."

- Benjiiii!!!!- urlò la ragazzina saltando in braccio al fratello tempestandolo di baci su tutto il viso, lo chiamava così perchè il fratello adorava il cartone Holly e Benji.

- Ok ho afferrato il concetto! Ti piace il mio regalo adesso basta mi soffochi!- disse divertito Adrian.

- Sai che dovrai imparare a suonarlo vero?! Ne sei consapevole vero?!- domandò lei sorridendo.

- Si mi assumo tutte le responsabilità, so di essermi messo nella merda da solo ma ti imparerò io promesso!- le rispose lui abbracciandola.

- Devo andare dalle ragazze devo dirglieloooo...sai cosa significa?!!! Che possiamo finalmente mettere su una band..la nostra band! Scappo torno per paranzo ciaooooo!- disse catapultandosi fuori di casa. Qualche minuto dopo erano tutte lì nel parco dove avevano passato tantissimi momenti insieme.

- Bimbe mie non sapete cosa mi ha regalato mio fratello!- disse in preda all'emozione Nia.

- Ah...Adrian...!- sospirò Camilla con gli occhi a cuoricino. E h si aveva una bella cotta per il fratello di Lavinia. Ma come darle torto lui era davvero un bel ragazzo, alto 1.85, capelli castani mossi e portati un pò lunghi, occhi verdi magnetici e fisico mozzafiato. Camilla era fermamente convinta che lei e Adrian un giorno si sarebbero messi insieme, in fondo aveva solo 4 anni in più di lei ed era certa che non appena fosse diventata un pò più grande avrebbe coronato il suo sogno.

- Cosa ti ha regalato?!- domandò incuriosita Beatrice.

- Un basso, un basso! Vi rendete conto?! - urlò emozionata Nia.

- Aahhhhhhhhhhhhahahah!!!- urlarono in coro le sue amiche.

- Questo vuol dire che...?!- disse Nicla.

- Esatto...che in questo preciso istante ovvero le 11.38 del mattino del giorno 28 Aprile 2003...noi siamo ufficialmente una band!- urlò Lavinia con gli occhi lucidi dalla gioia.

Da quel giorno il sogno delle quattro amiche ebbe inizio...stavano finalmente realizzando il loro sogno di sfondare nel campo musicale. E ce l'avrebbero fatta, eccome se ce l'avrebbero fatta.

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Capitolo 2
*** Two ***


Ecco a voi il secondo capitolo! Spero apprezziate anche questo e mi raccomado...continuatre a recensire, che siano critiche o apprezzamenti :)
Mi piacerebbe molto sapere cosa ne pensate della storia!  Baci.

LE

Two.

- Dobbiamo pensare ad un nome per la nostra band...sono mesi che l'abbiamo formata e ancora ne troviamo uno...- affermò Nicla mentre sfogliava una rivista di musica.

- Già, ma non credevo fosse così complicato trovarne uno!- le rispose Lavinia mentre sfornava i suoi muffins. Poi li poggiò sul tavolo e ad un tratto ebbe un'illuminazione.

- Ci sono!- esclamo con un sorriso soddisfatto.

- In teoria dovremmo trovare un nome che rispecchi noi stesse, o qualcosa che ci piace...insomma qualcosa che abbia a che fare con noi...e quale nome migliore di " The muffins?! "- domandò sempre con la stessa espressione.

- Sai che ti dico?! Che è geniale! Noi quattro ci andiamo matte e poi è un nome insolito. A me piace!- affermò Camilla.

- Anche a noi!- esclamarono Nicla e Beatrice.

Da oggi siamo la nuova girl band The muffins. E giuriamo di impegnarci fino in fondo per fare sì che il nostro sogno di diventare una band di successo si realizzi, giusto Bimbe mie?!- domandò Beatrice mettendosi in pieadi ad una sedia.

- Puoi giurarci cocca!- risposero le altre tre.

7 anni dopo...

Erano passati 7 anni dal giorno in cui formarono la loro band e dopo tutto questo erano più unite che mai e avevano coronato il loro sogno. Si erano trasferite in Inghilterra, a Brighton per l'esattezza da 2 anni ormai, Lavinia essendo inglese da parte di padre aveva una casa lì dove andava sempre l'estate e così le avevano dato una bella ripulita e vi avevano alloggiato.
Ma la cosa più importante era che da 2 anni il loro gruppo era diventato famosissimo in tutta l'Inghilterra e loro non riuscivano ancora a crederci.
Ormai erano giovani ventenni e nel corso di quei 7 anni erano cambiate parecchio, ma solo dal punto di vista fisico ed estetico. Appena arrivate lì a Brighton non avevano avuto nessun problema ad ambientarsi Lavinia sapeva perfettamente l'inglese, dato che era la sua seconda lingua e visto che dopo essersi trasferite non aveva più detto una parola in italiano le sue amiche furono costrette ad adeguarsi e lo impararono anche loro.
Avevano già inciso due album di cui l'ultimo "Muffin's invasion" era già in vetta alle classifiche dell'intero Regno Unito e questo non poteva fare altro che gratificarle. Erano gli anni più fantastici che loro avessero mai potuto vivere, certo era anche stancante ma quando salivano sul palco e sentivano le urla dei loro fans e li sentivano cantare con loro, beh...questo le ripagava di tutto il duro lavoro che avevano fatto, comunque sia non si erano ancora abituate del tutto alla loro nuova vita e, cosa che giornalisti, fans e molti altri apprezzavano molto era il fatto che, non si erano montate la testa, erano ragazze con i piedi per terra.

- Ice stasera quali sonoi nostri programmi?!- domandò una Camilla indaffarata a cercare il suo cellulare nella borsa.

- Fammi controllare- rispose Beatrice prendendo il suo palmare dalla tasca della felpa.

- Stasera siamo ad una festa privata in quel locale che ha appena aperto...il Juices, mi pare si chiami così...- rispose la ragazza dubbiosa.

- Si si è quello il nome...ho sentito dire in giro che è molto bello e abbastanza grande.- Continuò Lavinia.

- Sapete cosa ho letto su internet?- Domandò all'improvviso Nicla.

- No dicci...-le rispose Beatrice mentre controllava i vari impegni sul suo palmare.

- Ho letto che ci saranno anche i Tokio Hotel...sono a Londra per il loro nuovo tour e sono stati invitati anche loro...non è fantastico?!- Disse entusiasta.

- Oh si...sto saltando dalla gioia guarda- rispose sarcastica Lavinia.

- Quanto sei acida certe volte Nia!- esclamò Camilla dandole un pugno sul braccio.

- Dai ma sto scherzando! Sono curiosa di conoscerli devono essere simpatici...- continuò Lavinia.

- Ehi mi fermo un attimo al bar ho voglia di un caffè torno subito- disse Nicla accostando il loro adorato furgoncino della Volkswagen.

- Prendilo anche a me, il solito grazie!- esclamò Lavinia porgendo i soldi all'amica.

- Arrivo subito- rispose Nicla avviandosi verso il bar.

Camilla era piuttosto pensierosa e Lavinia sapeva anche perchè.

- Milla Camomilla stasera vedrà il suo amato Georg, il gorilla piastratooo!- urlò nell'orecchio dell'amica.

- Non è un gorilla! E anche se è piastrato è ugualmente stupendo....stasera devo conoscerlo assolutamente- rispose con aria sognante.

- Si si...in bocca al lupo!- le disse Nia sarcastica.

- Ecco il tuo caffe lungo macchiato con doppia panna e cacao, piuttosto bollente anche quindi sbrigati a prenderlo sennò lo faccio cadere a terra!- esclamò Nicla porgendo all'amica il caffè.

- Non osare mollarlo...vieni qui mio bel caffettino, vieni dalla mamma!- disse Lavinia prendendo in mano il bicchiere contenente il liquido.

- Bene adesso che si fa?- Domandò Nicla mettendo in moto.

- Io direi di andare a comprare qualcosa per stasera...vi va?- domandò Beatrice speranzosa in un sì da parte delle sue amiche.

- Si dai...andiamo- rispose Camilla e prima che Lavinia potesse rispondere Nicla era già partita verso il loro negozio preferito.

- No ma tranquille non chiedete il mio parere eh! Non sia mai!- esclamò Nia mettendo il broncio.

- Oh taci pazzoide che non sei altro, sei la prima a voler fare shopping la tua risposta era alquanto relativa!- le rispose Nicla ridendo.

- Bella considerazione che avete di me, ve ne pentirete quando vi mollerò e dovrete cercare un'altra bassista!- disse lei facendo una linguaccia. Arrivarono a destinazione dopo qualche minuto.

- Ok ognuno pensa per sè, non ci perdiamo in pareri ecc ecc sennò non ci spicciamo più. Fra un'ora ci ritroviamo alla cassa- disse Beatrice guardando l'orologio.

- Ice cream ( Lavinia si era presa il vizio di chiamarla così ultimamente), è shopping non una caccia al tesoro o una gara! Comunque si, dobbiamo sbrigarci non abbiamo molto tempo.- Disse Nia prima di dileguarsi fra gli scaffali.

Dopo 60 minuti precisi di orologio erano alla cassa per pagare e subito dopo si diressero verso casa, le attendeva una serata interessante.

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Capitolo 3
*** Three ***


Hy everyone! Questo non è un vero è proprio capitolo, ma piuttosto una scheda dei personaggi, chiamiamola così ^^ Spero di darvi un'idea abbastanza chiara delle protagoniste...ho deciso di non cercare delle loro foto, mi piace l'idea che ognuno di voi possa immaginarle come vuole :) spero apprezziate! Baci.

LE

Three

Beatrice

Beatrice, per gli amici " Ice " e per Lavinia " Ice cream " (non si sa perchè) è la più grande del gruppo, anche se solamente di alcuni mesi. Alta 1.68 per 54 kg di peso è una ragazza molto organizzata e precisa alle volte troppo diventando addirittura pignola, non sopporta il disordine. E' la vocalist del gruppo e ha studiato canto sin dall'età di 6 anni. Ma è anche una ragazza molto dolce e ahimè troppo ingenua e questo le sue amiche glielo rimproverano spesso perchè per via della sua ingenuità molte persone si prendono gioco di lei, ma quando serve tira fuori le unghie e lotta con tutte le sue forze per ottenere ciò che vuole. Riscuote molto successo con i ragazzi data la sua bella presenza. Il suo viso piccolino contornato da lunghi capelli castani e lisci e i suoi occhi blu intenso ipnotizzano chiunque li guardi. Ben messa anche fisicamente vanta le tette più grandi del gruppo XD. Se non ci fosse lei a ricordare i vari appuntamenti della band le altre sarebbero perse. Menomale che con lei ha sempre il suo palmare! :)

Lavinia

Lavinia è la bassista del gruppo. Ha iniziato a suonare il basso all'età di 13 anni con l'aiuto del fratello Adrian come vi ho detto nel primo capitolo. E' la più alta del gruppo, all'incirca 1.73 con un fisico invidiabile e le curve al posto giusto. Ascolta tutti i generi musicali ma la sua band prediletta sono gli Oasis e ha un debole per il frontman dei Kooks. Ha tre piercing: un septum che tiene quasi sempre nascosto, sulla lingua e all'ombelico. Sull'avambraccio sinistro ha tatuata un'ancora con le iniziali dei suoi familiari mentre dietro la schiena ha un grosso acchiappasogni che la occupa quasi interamente. Ha occhi da cerbiatto che alla luce del sole assumono riflessi quasi dorati. Ha i capelli lunghi fino a metà schiena scuri e mossi. E' molto dolce ed altruista, ritardataria cronica e disorganizzata al massimo, fa sempre tutto all'ultimo momento, se c'è una cosa che odia è chi fa rumore mentre mangia e beve, porta ovunque vada il suo Milo, un cucciolo di jack russel che adora. E' schietta (forse fin troppo), spontanea e stronza (solo quando serve). E' molto molto lunatica e casinista. Senza di lei le ragazze non si divertirebbero così tanto.

Nicla

Nicla è la chitarrista del gruppo. " Icla " per gli amici è una ragazza molto riflessiva e tranquilla. Una con la testa sulle spalle. La sua infanzia non è stata molto felice, suo padre ha abbandonato lei e la sua famiglia quando aveva 4 anni ma, fortunatamente ha trovato Beatrice, Lavinia e Camilla e grazie a loro era riuscita a dimenticare. Fisicamente è come Beatrice tranne per il seno più piccolo e la statura più bassa di qualche cm. Ha occhi di ghiaccio leggermente a mandorla e capelli castani lunghi fino alle spalle lisci, non li ha mai in disordine. I suoi gruppi preferiti sono i Foo Fighters e Nickelback. E' vegetariana e ambientalista e costringe le sue amiche a mangiare sano dato che non è riuscita a convincerle a diventare vegetariane e, se le becca a buttare qualcosa per terra o fuori dal finestrino non perde tempo a fare loro una ramanzina sul buco dell'ozono ecc...insomma un tipino a parte! :)

Camilla

Ed infine c'è Camilla ( Milla Camomilla ) per le sue amiche, è la più piccolina del gruppo anche fisicamente. Sembra una bambolina, una cascata di lunghi boccoli biondi le incornicia il piccolo viso, occhi colore del cielo e labbra carnose. Non si direbbe ma è la metallara del gruppo, adora i Metallica, Iron Maiden, Slipknot ecc...ed è la batterista del gruppo. Quando suona è una vera e propria forza della natura e ha una forza pazzesca nonostante sia minuta. Si innamora facilmente...fin troppo facilmente e a 13 anni aveva una cotta per Adrian, il fratello di Lavinia. Ammette di non esserne più infatuata ma sue amiche hanno i loro dubbi! Molto simpatica e alla mano, adora conoscere nuove persone e stare in compagnia. Il suo unico tatuaggio è un minuscolo cuoricino tatuato sullo zigomo destro, non ha un vero e proprio significato ma è semplicemente uno sfizio che è voluta togliersi. Dietro l'aspetto angelico si nasconde ben altro...se le si fa un torto diventa molto vendicativa, meglio non farla arrabbiare! ;)
 

Ed eccoci qua! Presentazioni finite! Fatemi sapere cosa ne pensate delle protagoniste e se la mia descrizione vi ha soddisfatte!
Ari baci ;)

LE

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Capitolo 4
*** Four ***


Ecco qui anche il capitolo numero 5! Fatemi sapere cosa ne pensate ;) Buona lettura!

Baci, LE

Four

- Porca miseria Niclaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa muoviti! - urlò isterica Beatrice dal salotto. Odiava arrivare in ritardo.

- Ice calmati però anche tu! Guarda che è una festa non devi mica andare a scuola! - sbuffò Lavinia stravaccandosi sul divano.

- Senti Nia, sull'invito c'è scritto che la festa inizia alle 22.30? Bene, noi dobbiamo stare lì almeno dieci miuti prima, sai che odio arrivare in ritardo! - sbraitò Beatrice nervosa.

- Devo ripeterlo? E' solo una festa RILASSATI! L'orario è solo un optional! Non arriverà nessuno prima delle 23.00 fidati..- la rassicurò la bassista.

- Se...per te è tutto un optional SOPRATTUTTO l'orario! E poi...fidarmi di te?! Sarebbe stupido tanto quanto un bambino che accetta le caramelle da uno sconosciuto! - rispose nervosa la vocalist.

- Ok, farò finta di non aver sentito...è il nervosismo che parla! - ribattè Nia facendole una linguaccia.

- Ci sono ci sono! Eccomi possiamo andare! - disse all'improvviso Nicla comparendo per le scale.

- Sia ringraziato il cielo! Nemmeno dovessi andare ad un matrimonio, si può sapere perchè ci hai messo tanto?! - domandò irritata Beatrice.

- Eddai Iceee, sei sempre la solita! Non ritrovavo le scarpe, ma ora sono pronta possiamo andare! - le rispose Nicla con un sorriso al quale la vocalist non potè resistere e lo ricambiò.

Erano tutte pronte. Beatrice aveva i capelli sciolti che ricadevano morbidi sulle spalle, indossava una longuette nera un top a mò di corsetto con le spalline a righe bianco e nero, più accessori abbinati, borsa e tacchi neri, non era truccata pesantemente aveva solo un pò di matita e dell'ombretto scuro che si sfumava man mano diventando sempre più chiaro.

- Sembri una carcerata con quella maglia! - disse divertita Camilla.

- Ah ah ah, dovrei ridere?!- le rispose sarcastica Ice.

Camilla invece indossava un abito azzurro pastello a palloncino senza spalline, molto romantico, ma, ovviamente non poteva rinunciare al suo giacchino nero in pelle, con le maniche a tre quarti, che arrivava appena sotto il seno. Aveva i capelli legati in una treccia laterale e un ciuffo che le ricadeva accuratamente sul viso. niente borsa nè gioielli per lei, tutto quello che le occorreva ossia solamente il cellulare, poteva benissimo tenerlo in tasca. I suoi piedi erano incorniciati da un paio di anfibi neri. Beh, era o non era la metallara del gruppo?! ;)

Ma passiamo a Nicla che si era agghindata per benino. Indossava un tubino aderentissimo e molto corto color porpora, tacchi da 12 cm neri e borsa dello stesso colore. I capelli legati in un raffinato chignon e aveva solamente del rimmel che marcava di più le ciglia, le sue amiche glielo dicevano sempre che senza tutta quella matita i suoi occhi erano molto più belli, le labbra a cuoricino contornate da del leggero lipgloss trasparente.

Ed infine Lavinia. Era la più "sobria" diciamo, aveva optato per una camicia a quadri bianca, blu e celeste, di qualche taglia più grande infatti la portava sbottonata e con le maniche più volte piegate su sè stesse, Sotto la camicia aveva una semplice canotta bianca e, a fasciare le sue gambe lunghe e affusolate c'erano dei leggings-jeans chiari. Ai piedi, delle semplici ballerine blu, come la borsa extra large. Aveva i capelli piastrati e, tocco finale un basco francese blu anch'esso. I suoi occhi erano contornati da una leggera linea di eye liner sulle palpebre superiori e tanto mascara e, le labbra come la sua amica erano rese lucide da un semplice lipgloss trasparente.

- Ehilà boscaiola! Tagliato tanti alberi oggi?!- domandò divertita Beatrice.

- Se non stai zitta ti taglio la testa! Ti lamenti tanto per il ritardo e poi perdi tempo a fare delle stupide battutine!- le rispose irritata.

- Dolce come uno yogurt scaduto eh?!- rispose Ice sarcastica.

- Ma guarda un pò, chissà a chi somiglio!- ribattè la bassista uscendo fuori.

- Circa 15 minuti dopo erano al Juices, il locale dove si sarebbe tenuta la festa.

- Però, ci sono un bel pò di invitati! Meno male che era una festa privata!- esclamò Nicla.

- E di che ti lamenti?! Più siamo meglio è! - ribattè entusiasta Camilla. Le quattro ragazze entrarono nel locale e si agguantarono il tavolino migliore del locale.

- OH MIO DIO - disse Lavinia scandendo le parole. La sua bocca minacciava di spalancarsi tanto da cadere a terra.

- Nia ti senti bene?!- domandò preoccupata Beatrice.

- c'è Luke! Luke dei Kooks...Luke Pritchard!!! - disse emettendo un urlo stridulo che, per fortuna non si sentì data la musica alta che c'era nel locale.

- Ahhhhh, il tuo bel principino ingleseeee - disse Camilla prendendola in giro.

- Guardatelo...è così...così...OH MERDA, sta camminando verso il nostro tavolino. - Disse Lavinia rischiando di svenire.

- Beh...vi lasciamo soli solettiii - risposero in coro le tre amiche buttandosi fra la folla.

- Non va bene che una bella ragazza come te se ne stia tutta sola - disse all'improvviso il bel cantante accomodandosi sul divanetto accanto a Lavinia. Che, piuttosto imbarazzata e agitata rispose cercando di essere il più disinvolta possibile.

- Oh beh...so badare a me stessa -

- Non ne dubito - rispose il ragazzo guardandola negli occhi.

Sai chi sono?- continuò lui.

- Certo che lo so, sei Luke Pritchard - affermò la ragazza con un sorrisetto malizioso.

- E tu? Sai chi sono? - continuò lei.

- Sì che lo so, sei Lavinia Anastasia Griffiths - disse il ragazzo con lo stesso sorriso.

- No no no, niente Anastasia, lo odio, chiamami solo Lavinia, anzi Nia - gli disse sorridendo. I due restarono seduti sul divanetto a chiacchierare per molto tempo, ma andiamo a vedere cosa stanno combinando le altre...:)

- Ma tu li vedi da qualche parte?!- domandò Camilla guardandosi intorno insistentemente.

- Oddio eccoli! Stanno entrando!- esclamò Nicla in preda all'entusiasmo.

I quattro ragazzi si fecero strada fra le persone e si imbatterono nelle tre ragazze...Bill si soffermò a guardare Beatrice era come ipnotizzato dai suoi occhi e lo stesso fu per Georg che era completamente catturato da Camilla che gli accennò un sorriso imbarazzata. Nel frattempo Luke aveva raggiunto i suoi amici e Lavinia era rimasta seduta a bere il suo rum e coca tranquilla.

- Scusa mi sa che hai sbagliato tavolo, questo è il nostro - esclamò scocciato Tom Kaulitz.

- Oh! Scusami...io e le mie amiche ci siamo sedute e non ci ha detto nessuno che era già prenotato...mi sposto subito - rispose gentilmente Lavinia iniziando a raccogliere le borse delle amiche.

- Ma no lascia stare! Ci stiamo tutti i divanetti sono grandi, anzi mi scuso per mio fratello, è da oggi che è nervoso e non si sa il perchè - esclamò Bill prima che Nia se ne andasse.

- Beh grazie mille.- Rispose lei imbarazzata,

- Che sciocco non mi sono nemmeno presen...- il moro non finì di parlare che Nia lo precedette.

- Sei Bill Kaulitz! Ho letto su internet che tu e il tuo gruppo sareste venuti a questa festa...ero molto curiosa di conoscervi! Io sono Lavinia, Lavinia Anastasia Griffiths. Per gli amici semplicemente Nia quindi chiamatemi pure così- esclamò la ragazza con un enorme sorriso. I ragazzi a sua volta si presentarono tranne Tom, che non la degnò di uno sguardo.

- Beh, vado a cercare le mie amiche così ve le presento - disse imbarazzata, e si dileguò fra la folla.

- Sei sempre il solito cretino! Mi spieghi che diavolo hai?!- berciò il vocalist.

- Niente, non rompere Bill.- Lo zittì acido il chitarrista.

- Io non rompo, ma vedi di essere più gentile con quella ragazza e le sue amiche, o per lo meno sforzati di esserlo.- Concluse serio il cantante.

- Meno male vi ho trovate! Venite al tavolino ci sono i Tokio Hotel voglio presentarveli! - disse trascinandosi dietro le amcihe prima che potessero rispondere.

- Ragazzi! Loro sono Beatrice, Nicla e Camilla!- esclamò Lavinia.

- Hey! - dissero in coro i ragazzi entusiasti tranne Tom. Si sitemarono sul divanetto e iniziarono a chiacchierare del più e del meno.

- Un momento! - urlò all'improvviso Bill.

- Voi siete le Muffin's?!?!?! - domandò tutto agitato.

- In persona!- esclamarono le ragazze.

- Oddio!!! Ioo vi adoro! Non posso crederci!!- Bill iniziò a urlare emozionato provocando le risate generali degli altri, tranne ovviamente quelle di suo fratello che aveva la testa da tutt'altra parte.

Chissà perchè...

PS. RECENSITEEEE!!! :) :) L'ho scritto troppo grande?! XD
Baci

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Capitolo 5
*** Five ***


E rieccomi di nuovo qui dopo giorni e giorni di assenza con un nuovo capitolo! Chiedo umilmente PERDONO! Ma ero fuggita per una vacanzina ^^ e con la scuola davvero mi sono ritrovata incasinatissima e non ho avuto tempo per dedicarmi alla mia storia. Allora andiamo in ordine, per prima cosa volevo ringraziare di cuore KarateGirl93, giulia483 e Principessa Kaulitz sono davvero contentissima che la storia vi sia piaciuta così tanto e, prometto di scrivere capitoli più lunghi :).
E dopo i ringraziamenti, ecco a voi il capitolo numero 5! Buona lettura e...continuate a recensire! Lo so sono logorroica a ripeterlo ogni volta XD, ma se mi fate sapere cosa ne pensate e questo vale sia per complimenti, critiche costruttive e consigli, mi sento ancora più motivata a scrivere la storia! Spero vi piaccia anche questo capitolo! Baci.

LE

Five.

- Ho così tante cose da chidervi! - esclamò Bill che aveva l'espressione di un bambino a cui avevano appena regalato il suo giocattolo preferito.

- Nia, ho letto su internet che tempo fa stavi per investire un vecchietto mentre andavi in bici, è vero?! E sai davvero fare i muffin o è una bugia?! E tu Nicla davvero il tuo colore preferito è il blu?! Perchè è anche il colore preferito e...- Il vocalist era un fiume in piena di domande e non accennava a smettere.

- Ehi ehi, tregua! Rispondiamo a una domanda per volta - esclamò Beatrice tentando di ristabilire l'ordine fra i ragazzi.

- Allora Bill...quello che hai letto è vero, davvero la settimana scorsa ho quasi fatto fuori un vecchietto...beh, ero distratta a guardare altrove...- rispose la bassista un pò imbarazzata.

- Già, come sempre dopotutto!- la prese in giro la cantante.

- Dio, ma che cazzo hai?! E' da oggi che non ti si può parlare! Comunque Bill...tornando a noi...i muffin li so fare...e se vuoi te li preparo così mi dici cosa ne pensi...e sì è vero anche che il colore preferito di Nicla è il blu!- rispose soddisfatta Nia.

- Oddio e me lo chiedi?! Certo che li voglio i tuoi muffin! -

- Bene, te li farò assaggiare! - rispose divertitia Lavinia.

- Il gatto ti si è mangiato la lingua?!- domandò all'improvviso Nia a Tom.

- Anche se fosse?!? Non sono cazzi tuoi.- Rispose acido.

- Oh no...la lingua ce l'hai eccome!- sussurrò per non farsi sentire.

- Scusalo! E' intrattabile da oggi!- disse Bill cercando di scusarsi.

- Tom, ti dispiacerebbe venire con me?! Per favore?!- domandò il vocalist al gemello strattonandolo per un braccio. Dopo essersi allontanati abbastanza dal tavolino iniziarono a discutere.

- Si può sapere che cazzo ti prende?!- berciò Bill fuori di sè.

- Ancora Bill?! Ho detto che non devi rompere. - Rispose secco suo fratello.

- E no caro mio, adesso me lo dici, sono ben due volte che tratti di merda quella povera ragazza.
E se permetti non voglio fare figure di merda per colpa tua e non voglio dover giustificare di continuo il tuo comportamento quindi, o mi dici che cosa hai fatto o sennò puoi anche tornartene in hotel, non voglio che rovini la festa a me Gustav e Georg - gli urlò tutto d'un fiato Bill che era alquanto irritato.
Tom ci pensò sù un paio di secondi poi si decise a rispondere.

- Ok te lo dico, ma deve rimanere fra noi questa cosa ok?!- rispose arreso il chitarrista. Bill fece cenno di sì con la testa.

- Bene, hai presente Roxana? La ragazza con cui sono andato a letto il mese scorso?!- chiese Tom al fratello.

- Vai al letto con una ragazza diversa ogni sera, io non ricordo la faccia di quella di ieri e pretendi che mi ricordi addirittura quella di una tizia del mese scorso?!- rispose il fratello sarcastico.

- Dai...quella tettona con i capelli rossi che ha rubato di nascosto il tuo smalto nero per souvenir. Ti ricordi adesso?!- domandò speranzoso al cantante che all'improvviso ridusse i suoi occhi a due minuscole fessuro e fece a pezzettini il fazzoletto di carta che aveva tra le mani.

- Oh sì, sì che me la ricordo quella...quella ladra! Ha rubato il mio smalto preferito. Di Chanel per di più! Giuro che se la rincotro quelle tette gliele taglio con l'affettatrice! - urlò furioso il cantante. Tom si lasciò scappare un sorriso.

- Si quella lì, mi ha chiamato questa mattina...dice che ha un ritardo di un paio di giorni e ho paura che sia...beh che sia incinta. - Disse velocemente Tom.

-. Cosa?! Stai scherzando vero?!!! Io non lo voglio un nipote da quella stronza! Mi ruberà tutti gli smalti e le mie preziose matite *__* No, no e no! Devi fare qualcosa Tom, e subito anche!- lo rimproverò Bill.

- E che posso fare Bill?! Purtroppo devo aspettare e basta. Sono nervoso per questo motivo mi capisci ora?!- esclamò il chitarrista.

- Beh, si ti capisco...ma non vuol dire che perchè tu sei nervoso debba prendertela con chiunque ti rivolga la parola! Nia ci è rimasta molto male anche se ha cercato di rimanere indifferente. E' il caso che ti scusi con lei.- Disse serio Bill.

- Già...- iniziò Tom

- Hai ragione e poi, non è male! Stasera ci ptremmo divertire!- Concluse malizioso il chitarrista.

- Sai...non credo proprio, ha già trovato qualcuno con cui passare il tempo!- rispose Bill divertito indicando Lavinia che stava flirtando con Luke.

- Ehi, io sono Tom Kaulitz. Nessuno mi resiste! - esclamò il chitarrista tutt'altro che modesto.

- Ahah...sisi, ne riparliamo a fine serata! - rispose Bill divertito.

- Beh torniamo al tavolino - disse Tom incamminandosi verso gli amici.

- Pardon, io e mio fratello stavamo chiarendo una cosa - si scusò il vocalist.

- Beh, come sta andando il vostro tour?! - domandò all'improvviso Bea. Le ragazze con grande sorpresa notarono che fu Tom a prendere la parola, insomma non lo avevano ancora visto parlare "serenamente".

- Alla grandissima! Non eravamo mai stati in Inghilterra e ci siamo stupiti moltissimo vedendo che anche qui abbiamo moltissime fan! Londra è una città stupenda...è particolare, magica oserei dire! Ci troviamo davvero bene, io personalmente sono molto contento del fatto che resteremo qui per altre settimane.- Disse il chitarrista.

- Ma parlatemi un pò di voi, prima ero un pò fra le nuvole non ho capito molto di voi, o meglio so perfettamente chi siete e di che gruppo fate parte, ma non ho afferrato, le "curiosità" su di voi - continuò lui.

- Beh che dire...siamo qui da circa due anni, ci siamo trasferite dall' Italia, dall' Abruzzo più precisamente..abbiamo sempre sognato di mettere su una band e, quando finalmente Lavinia ha ricevuto il suo primo basso, che tra l'altro è quello con cui suona sempre ai concerti, non abbiamo perso tempo ed ora eccoci qui! Siamo molto contente di riscuotere molto successo..insomma i ragazzi e le ragazze ci apprezzano per la nostra musica, questo per noi è grandioso! - Rispose Nicla.

- A proposito della vostra bassista, che mi dite di lei?! - domandò incuriosito Tom.

- Lavinia?! Oh, lei è fantastica davvero. E' imprevedibile, molto lunatica....cambia idea da un secondo all'altro, ha una marea di difetti, in primis è una ritardataria cronica ed è disordinatissima, disorganizzata, alle volte diventa molto scontrosa e quando è nervosa non si sa mai come prenderla...e potrei elencarti altri mille difetti, ma ha anche altrettanti pregi, è estremamente altruista e buona, è la ragazza più dolce che potessi mai incontrare, anche se, per chi non la conosce bene non è affatto così! Bisogna conoscerla per capire com'è, ma una cosa è certa, ti fa morire dal ridere, fa figure di merda in continuazione ed è una casinista nata, è l'anima del gruppo in poche parole! - Concluse Camilla sorridente.

- Sapete, credo che debba scusarmi con lei...- disse pensieroso il chitarrista.

- Già ma...visto come l'hai trattata prima sta attento, non ti ha risposto male solo per non fare brutta figura davanti agli altri...può diventare molto stronza, buona fortuna! ;) - lo informò Bea.

- Gia, grazie! Dopo questa tua affermazione mi sento molto sollevato sai?! - ribattè sarcastico il chitarrista. Lentamente si avvicino al bancone dove era seduta la ragazza e attaccò bottone.

- Sai, credo di doverti delle scuse...- iniziò lui.

- Non mi devi proprio un bel niente, non voglio niente da te, tantomeno le tue scuse.- Rispose lei fredda mentre sorseggiava il suo drink.

- Cavoli...nervosetta eh?! - la punzecchiò lui.

- Se c'è uno nervoso quello sei tu, mi hai aggredito inutilmente prima, non penso proprio di essere io quella nervosa.-

- Beh, se fossi stato ancora nervoso ora non sarei qui a scusarmi con te. - Le fece notare lui.

- Ripeto, non ho bisogno delle tue scuse ok?! E se proprio ci tieni a farmele ok, va bene accetto! Ora per favore evapora.- Lo liquidò lei.

- Ma sai che ti dico?! Vaffanculo! Non solo sono venuto a scusarmi per come mi sono comportato questo è il tuo ringraziamento, beh complimenti.- La rimproverò il chitrrista.

- Uno, non usare questo tono di voce con me. Due, non le ho chieste io le tue scuse. Tre, non te lo ripeto un'altra volta quindi vedi di ascoltare bene, va via, non ti voglio tra i piedi non è giornata.- Concluse lei, e se ne andò via lasciando Tom lì come un salame.

Bella faccia tosta che aveva quel ragazzo, trattarla male e poi pretendere le sue scuse così, come se niente fosse.
Non conosceva Nia, le scuse gliele avrebbe fatte sudare, e poi ora aveva di meglio da fare che ascoltare Tom.
Avanzava verso l'uscita del locale e ad ogni passo aumentava la sua agitazione, nessuno aveva mai scoperto nulla, se l'era sempre cavata con delle scuse, ma quel tizio con cui doveva incontrarsi avrebbe potuto sputtanarla in qualsiasi momento se non avesse fatto quello che voleva lui.
Una semplicissima foto poteva rovinarle la reputazione, ma cosa più importante, avrebbe messo in seria difficoltà il gruppo. E che foto avrebbe potuto creare tutto questo trambusto vi chiederete voi?
Un pezzo di carta che ritraeva la bassista mezza nuda, seduta per terra e china su un tavolino a sniffare coca. Si, Nia era entrata in un brutto giro ma non se ne era ancora resa conto, non aveva fatto insospettire nessuno ed ora, per guadagnarsi la sua dose da quel tizio invece di pagare era costretta a prostituirsi per lui.
Una lacrima minacciava di uscire ma la trattenne, fra meno di 10 minuti la coca avrebbe alleviato quel peso che si portava dentro da tempo.

Lo so, non è lunghissimo come capitolo e vi avevo promesso di scriverne di più ricchi, I'm sorry! Perdonatemiii! Ditemi cosa ne pensateee :)

Baci

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Capitolo 6
*** Six ***


Eccovi il 6 capitolo! Volevo ringraziare anche una mia nuova lettrice, Annalisa_ Sono contentissima che la mia storia ti abbia appassionato :* Recensite in tante :)

LE

Six.

Avanzava verso la porta, ma era più agitata del solito.

Si guardava in giro sospetta, non voleva che le sue amiche la vedessero andare via, al momento non aveva in mente proprio nessuna scusa con cui liquidarle.

- Ehi Nì, dove scappi? - Troppo tardi, Camilla l'aveva beccata.

- Ehi Milla, beh...sto andando con..Luke! Si con lui, ha detto che vuole fare un giro - disse non troppo convinta.

- Woooow! Beh, sono contenta per te! Ce l'hai in pugno! Fa la brava mi raccomando! - le disse strizzandole l'occhio per poi sparire fra la folla.

L'aveva scampata anche stavolta, ma non poteva nasconderlo ancora per molto, erano già cinque mesi che mentiva alle sue migliori amiche, ma non poteva dirlo, si trovava fra l'incudine e il martello, non c'era via d'uscita.

La casa era abbastanza vicina dal locale, sia avviò velocemente a piedi, lui non voleva che fosse in ritardo, lui quando si trattava di soddisfare i suoi sporchi desideri esigeva precisione, e Nia l'avrebbe pagata se avesse ritardato anche solo un secondo.

Ma la fortuna quella sera non era dalla sua parte, no quella sera doveva prendersi anche una dannata storta al piede, e ci mise parecchi minuti prima che riuscisse a tenersi dritta.

Minuti che per lei erano oro, minuti che erano passati troppo velocemente e ora, appena avrebbe varcato la soglia di quella porta le avrebbero fatto passare un brutto momento.

C'era, era arrivata, suonò il campanello e dopo un rumore di passi la porta si aprì e un ragazzo della stessa età di Nia, biondo, occhi azzurri, fisico atletico e con un bel viso le si parò davanti. Aveva un'aria angelica, ma si sa, l'apparenza inganna e quel ragazzo era tutt'altro che un angelo.

- Chris, scusa davvero mi sono presa una storta mentre camminavo, mi sono fatta male - si giustificò subito lei.

- Non chiamarmi Chris, puttana. Il mio nome è Christopher, quante volte devo ancora dirtelo?

E quante volte devo ancora dirti che odio che tu arrivi in ritardo? - sibilò a denti stretti avvicinandosi pericolosamente a lei.

Non le diede il tempo di rispondere, la strattonò dai capelli violentemente e la trascinò in casa.

La lacrima che prima aveva trattenuto, senza che se ne accorgesse le rigò il viso.

Velocemente si asciugò. Non voleva farsi vedere da lui in quel modo.

- E così, ti sei presa una storta eh? Povera piccola Nia! - la sbeffeggiò lui mentre si accendeva una sigaretta.

- Proprio così, ho messò il piede in una buca, davvero non era mia intenzione arrivare tardi - si giustificò lei.

La sua voce tremava, gli occhi erano pieni di paura,perchè sapeva cosa l'avrebbe aspettata ora.

E infatti una frazione di secondi dopo un ceffone andò a posarsi sulla sua guancia rosea, talmente forte che il suo rumore echeggiò nel silenzio della casa.

Non reagì, si limitò a passarsi una mano sulla pelle che pulsava di dolore.

- Fa male eh? Così imparerai ad arrivare in tempo troia. - E gliene diede un altro sulla guancia opposta.

- Chris, cazzo sono solamente cinque fottutissimi minuti di ritardo! - Urlò lei.

- Non chiamarmi Chirs, troia! - ribattè lui sbattendo la ragazza al muro e iniziando a sferragli dei colpi allo stomaco.

Se c'era una cosa di cui Nia era carente era la forza fisica, non riuscì nemmeno minimamente a difendersi e dovette prendersi uno dopo l'altro quei pugni nello stomaco che la stavano uccidendo.

Non riusciva più a respirare e aveva inziato a sputare sangue.

Quando il ragazzo vide il liquido rosso cadere sul parquet si decise a smettere.

- Va a pulirti e poi va in camera.- Disse secco.

Non se lo fece ripetere oltre, come un cane spaventato con la coda tra le gambe, la ragazza sparì al piano di sopra.

Si stava sciacquando il viso, si fermò un attimo a osservarsi allo specchio.

Ma chi era quella ragazza?

Non la Nia di sempre, era un'altra persona.

Come era potuta arrivare a quel punto?

Non lo sapeva nemmeno lei.

Una cosa era certa, se le sue amiche l'avessero scoperto sarebbe stato un casino.

Le avrebbe deluse e lei non voleva. Chiuse il rubinetto dell'acqua e si diresse verso la camera da letto dove il ragazzo la stava aspettando.

Non le diede nemmeno il tempo di avvicinarsi al letto che le si buttò addosso con violenza e iniziò a baciarla con foga.

Lei era completamene immobile, impassibile.

Era tutto meccanico, aveva imparato i passaggi a memoria.

Il ragazzo la privò di tutti i suoi vestiti e continuò a baciarla con forza, il suo respiro era irregolare, anche il respiro di Nia iniziava ad essere affannato, se voleva la sua dose doveva guadagnarsela, doveva fingere come sempre che le piacesse andare a letto con lui.

Cristopher entrò in lei con un'indelicatezza unica tant'è che la ragazza urlo davvero, ma dal dolore.

Man mano che le spinte aumentavano fingeva un orgasmo e in più, doveva subirsi gli insulti che fra un gemito e l'altro, quel ragazzo le rivolgeva.

Stava rovinando la sua vita, altre lacrime minacciarono di uscire.

Si faceva schifo, si stava odiando, si stava distruggendo e tutto per cosa? Una fottutissima dose di coca.

Doveva smettere, ma era impossibile, era dipendente.

Avrebbe potuto solamente con l'aiuto dei medici e questo significava informare le sue amiche e non poteva farlo, nel modo più assoluto.

Il ragazzo si accasciò su un lato stremato, allungò la mano verso il piccolo comodino affianco al letto e burrò addosso a Nia una bustina trasparente contenente quella polverina bianca.

La afferrò saldamente e automaticamente si fiondo sul tavolino che c'era al centro della stanza, dispose la polvere su di esso e accuratamente con la sua carta di credito la dispose in file precise. Una volta fnito, sniffò tutto d'un colpo.

La prima, la seconda e la terza fila, poi fine.

Le sembrava di aver dimenticato tutti i suoi problemi per qualche istante, ma quella sensazione durò ben poco, riaprì gli occhi ed era tutto come prima.

Si alzò barcollante, prese la sua roba, si rivestì ed uscì da quella lurida casa.

Prese un piccolo specchietto da dentro la borsa, e si guardò, aveva ancora il naso sporco di bianco.

Continuò ad osservarsi in quel piccolo pezzetto di vetro.

Pianse ancora. Non si riconosceva più, si faceva schifo.

Il riflesso di quegli occhi in quello specchio era diverso, non era più spensierato e felice, no.

Aveva lasciato spazio ad un'aria malinconica e abbattuta che, sul suo viso dolce sfigurava proprio.

Lo stomaco riprese a farle male, troppo, si allontanò velocemente dalla casa e iniziò a correre.

Correva e la vista le si annebbiava a causa delle lacrime che occupavano i suoi occhi, si accasciò su un marciapiede e prese a piangere, forte.

Nessuno poteva sentirla la strada era deserta, lo stomaco era dolorante, ricominciò a sputare sangue, respirava a fatica.

Sentì avvicinarsi dei passi.

Alzò lo sguardo e pianse ancora di più quando mise a fuoco l'immagine che aveva davanti a lui.

Adrian, suo fratello, era lì.

Si sentì sollevare dal marciapiede, udì lo sportello della macchina aprirsi e poi niente, il buio più totale.

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Capitolo 7
*** Seven ***


Hey girls! Eccovi qui anche il capitolo numero 7. L'ispirazione questi giorni si sta facendo sentire :D Allora faccio qualche ringraziamento ad Annalisa_ che continua a seguire la storia, grazie cara ;) e un ringraziamento anche ad una nuova lettrice *____* Simbiosi. Bene, godetevi anche questo capitolo e recensiteee! :*

LE

Seven.

Il viaggio verso l'ospedale fu lungo, nonostante Adrian avesse costantemente il piede sull'acceleratore. Non era molto vicino.

- Nia, mi senti? - domandò alla sorella che giaceva sul sedile posteriore.

- Siamo quasi arrivati resisiti - continuò lui agitato.

La sfortuna volle che proprio in quel momento il semaforo doveva diventare rosso.

Esitò un attimo, era agitato, andava di fretta, ma non poteva permettere di aggravare ancora di più la situazione facendo qualche incidente stradale.

Cercò di "tenere sveglia" la sorella parlandogli, continuava a ripetergli di non abbandonarla, ogni tanto la guardava dallo specchietto ma ogni volta che la osservava era un colpo al cuore, è brutto da dire, ma sembrava davvero morta.

Le lacrime si fecero spazio sul volto del ragazzo. Finalmente la scritta "HOSPITAL" si impossessò della strada, Adrian tirò un sospiro di sollievo e si diresse verso il parcheggio.

Scese dall'auto prese in braccio la sorella e correndo si diresse verso l'entrata, era tutto silenzioso, c'erano delle infermiere che di tanto in tanto passavano qua e là.

- Per favore aiutatemi! - Urlò il ragazzo in lacrime.

Subito le infermiere caricarono la ragazza su una barella, l'aspetto di Nia non era dei migliori, aveva la bocca coperta di sangue e la maglia era colpetamente sporca di quel liquido rosso.

- Come è successo?- domandò un'infermiera mentre correva insieme alle sue college spingendo la barella.

- Non lo so, l'ho trovata su un marciapiede già ridotta in questo stato, vi prego fate qualcosa è mia sorella! - Supplicò il ragazzo in lacrime, mentre seguiva velocemente le infermiere.

Arrivarono davanti ad una porta. Una di loro si voltò verso Adrian e lo rassicurò.

- Faremo il possibile, sta tranquillo, ora però deve rimanere qui. - Disse abbandonando il ragazzo nella sala d'aspetto e scomparendo dietro quella porta.

Non sapeva se chiamare Bea e le altre, se avvertire i suoi genitori.

In quel momento non sapeva nulla, sapeva solo che voleva che sua sorella stesse bene. Nient'altro.

Immerso fra i suoi pensieri non si accorse della dottoressa che era uscita dalla sala e si era parata di fronte a lui.

- Eri tu con la ragazza? - domandò.

- Eh?..Ah, sisi ero io con lei, come sta?- Domandò pulendosi le lacrime sul viso.

- Fortunatamente è fuori pericolo. Ha una leggera ferita sulla testa, forse l'impatto col marciapide ma nulla di grave, le abbiamo messo dei punti. Ha delle contusioni sullo stomaco...presumiamo sia stata picchiata - disse la donna seria.

- Come picchiata?! - domandò incredulo il ragazzo.

- Si, purtroppo. Ma l'eccesso di sangue è avvenuto a causa di un' ulcera - continuò lei.

- Un'ulcera, ma come..come è possibile, si spieghi meglio non la seguo. - Ribattè lui.

- Beh l'ulcera oltre ai violenti colpi è stata causata da un'altro fattore - Spiegò lei.

- E quale sarebbe? - Chiese il ragazzo.

- Non ci girerò intorno. Sua sorella si droga. -

Non voleva credere a ciò che aveva detto il medico.

- Come, si..droga, che vuol dire si droga?!! - Domandò agitandosi.

- Presumo non lo sapesse, abbiamo analizzato il sangue e si sono presentate delle tracce di cocaina. Lei davvero non sapeva che sua sorella facesse uso di queste sostanze? - Domandò di nuovo il medico.

Adrian fece cenno di no con la testa.

- Posso vederla? - domandò.

- Si, ma non la faccia affaticare ha bisogno di riposo.- Detto questo sparì nel corridoio.

Si avvicinò alla porta, spinse la maniglia ed entrò. Lei era lì, distesa sul letto, pallida, coperta di tubi e tubicini.

Gli faceva male vederla in quel modo, piano si avvicinò e si sedette su una sedia accanto al letto e le prese una mano. La strinse forte e una lacrima gli rigò il viso.

- Perchè? - fu l'unican cosa che riuscì a dire. Perchè la sua Nia stava facendo tutto questo? Voleva maledettamente saperlo.

Si sentì lievemente stringere la mano. Alzò gli occhi, Nia si stava svegliando.

- Ehi Nia, piccola..sono qui - le sussurrò Adrian.

Ci mise un pò prima di mettere a fuoco l'immagine che aveva davanti agli occhi, le pareti bianche, tutti quei macchinari. Non capiva minimamente dove fosse.

- Adrian, che è successo...dove sono? - Domandò confusa e con un filo di voce.

- Sei in ospedale, hai avuto un piccolo incidente, ma ora stai bene tranquilla - la rassicurò lui.

Nia sorrise lievemente, si stava ricordando cosa era successo qualche ora prima.

- Nia, dobbiamo parlare...il medico mi ha detto una cosa..- disse lui vago.

- Cosa...cosa ti ha detto? - Domandò preoccupata.

- Nia, perchè non me l'hai detto? Perchè lo fai perche?! - Iniziò a domandarle.

- Ma cosa, non capisco..cosa dovevo dirti? - Rispose lei confusa.

- Nia, tu ti droghi. Perchè? - Disse arreso e deluso.

Perchè mi drogo? Come faccio a dirtelo, non lo so nemmeno io.

Sono entrata in quel fottutissimo giro, e non ricordo nemmeno come.

So solo che è diventata una dipendenza, una cosa della quale non posso fare a meno.

E vuoi sapere perchè non te l'ho detto?

E' ovvio, non volevo deluderti e darti un dispiacere.

Ma ora eccomi qui, allungata su un fottutissimo letto di ospedale.

Eccomi qui gente, da gran testa di cazzo quale sono mi sono fregata con le mie stesse mani.

Ho deluso tutti.

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Capitolo 8
*** Eight ***


Ecco qui anche il capitolo 8! Ci ho messo un pò ma alla fine ce l'ho fatta! Ringrazio tutte voi che seguite e recensite la storia, ma anche le "lettrici silenziose" :P
Continuate a farmi sapere che ne pensate!

Un bacio, LE


Eight.


Lavinia rimase qualche secondo con lo sguardo verso un punto impreciso della stanza. Aveva empre pensato di poter nascondere questo segreto.
Ma come dice il proverbio " i nodi tornano sempre al pettine ", e sapeva che prima o poi tutta la verità sarebbe venuta a galla.
Non sapeva cosa dire, sapeva che non c'erano scuse per quello che stava facendo.

- Sto aspettando una tua risposta - la voce di Adrian la fece tornare alla realtà. Non era però comprensiva come qualche istante prima, era fredda, e questo non aiutava di certo Nia.

Ancora istanti di silenzio, pensava e ripensava a come potesse spiegargli la situazione in cui si era andata a ficcare ma non ci riusciva, o meglio non aveva il coraggio di farlo.

- Da quanto va avanti questa storia? - di nuovo la voce fredda del fratello la fece sussultare.

Non apriva bocca, le stavano passando avanti le scene di qualche ora prima, Christopher che la picchiava e che poi abusava di lei. Non era nemmeno la prima volta che le prendeva da lui.

Da quanto? Adrian, vuoi sapere da quanto mi faccio di cocaina?!
Da sei mesi, sono sei fottutissimi mesi che mi drogo, e come se non bastasse mi devo prostituire perchè se non lo faccio non mi tocca la dose.
E sono sei mesi che quel pezzo di merda di Christopher mi picchia, per motivi futili, che poi se andiamo a vedere non sono nemmeno dei motivi.
E vuoi anche sapere perchè lo faccio?! Cazzo non lo so perchè!
So solo che una sera ho avuto la brillante idea di provare, ed è stato proprio Chris a convincermi, da stupida ho ceduto.
Perchè me lo stava chiedendo lui di provare, e a me lui piaceva, eccome se piaceva.
E mi sembrava tutto così nuovo ed eccitante. Si ero affascinata da quella situazione. E così ho provato, e mi è piaciuto.
Ho iniziato a frequentare le persone sbagliate, tra cui Chris, ero quasi innamorata di lui fin quando non mi picchiò per la prima volta.
Lì iniziai a spaventarmi e a capire che mi ero ficcata in un gran casino. Ma Adrian, qui si tratta di droga non di una cosa qualsiasi e da questi giri non si esce fecilmente.
E io avevo bisogno della mia dose ogni sera, ho provato una volta a non farne uso ed è stata la nottata più brutta della mia vita.
Crisi d'astinenza, sai di cosa parlo?! Senti una lama che ti si conficca nello stomaco, ti senti morire, e solo la droga può "salvarti"da quel dolore.
Vuoi sapere se le altre lo sanno? No, non lo sanno, ho fatto e sto facendo tutto di nascosto perchè non voglio deludervi, e mi sento un verme.
Mi sento un verme ogni sera quando vado da Christopher per guadagnare la mia dose, ed ogni sera mi dico " cazzo Nia, metti un punto a questa storia, smettila. "
Ma non ci riesco mai, e sai perchè?
Perchè non c'è via d'uscita.


Questo era qullo a cui Lavinia stava pensando, era quello che avrebbe voluto dire a suo fratello che la stava guardando con aria interrogativa.
Quello che avrebbe voluto dire alle sue amiche. Già, avrebbe voluto dirle loro queste parole, ma non neaveva il coraggio.

- Nia, per favore rispondimi - stavolta la voce del fratello aveva un accento di dolcezza, e questo tranquillizzò la ragazza che, tuttavia non disse nulla. Ma alzò lo sguardo colpevole verso il fratello, e lo guardò, sperando che lui potesse capirla. Lo scambio di sguardi fu interrotto dalla dottoressa che entrò nella stanza.

- Deve andare via, dobbiamo farle dei controlli mi spiace. - affermò tranquillamente la donna, che si chiuse la porta alle spalle.

- Nia, non potrai tenerlo nascosto ancora per molto - conosceva troppo bene la sorella, sapeva che non aveva avuto il coraggio di confessare quello che stava facendo. Detto questo si alzò dalla sedia, posò una dolce carezza sulla guancia della sorella e uscì dalla stanza.

- Non c'è via d'uscita - soffiò in un flebile sussurro e, prima che le lacrime si facessero spazio sul suo viso, tirò indietro il capo per trattenerle.

***


Per le sue amiche invece la serata era andata più che bene, infatti Bea era impegnata in un discorso riguardante prodotti per capelli con Bill e Camilla e Georg discutevano animatamente su quale fosse il miglior album degli Slipknot.
Tom?! Beh lui avrebbe preferito che ci fosse stata anche Lavinia, voleva conoscerla meglio ed ora si ritrovava da solo sul divanetto a guardare la gente che ballava, non c'era nemmeno Gustav a tenerlgli compagnia, e vi starete domandando il perchè. Il motivo era semplice, il biondino aveva fatto colpo e stava flirtando con una bella biondina al bar già da una buona mezz'oretta.

- Balliamo ti va?! - domandò Georg a Camilla che senza nemmenio rispondergli lo prese per mano e si buttarono in pista seguiti da Bea e Bill.

Bella serata devo dire, proprio bella. Srimolante oserei dire. Pensò fra sè il chitarrista che si alzò e uscì dal locale per fumarsi una sigaretta.

La accese, aspirò profondamente e iniziò ad osservare il paesaggio. Il locale si affacciava sulla spiaggia e quell'atmosfera notturna...con le luci e quel vento leggero lo rendevano ancora più bello.
Ma ad un tratto fu colpito dalla scena che si stava svolgendo a qualche metro da lui.
Il tizio con cui stava flirtando Lavinia, era avvinghiato ad una famosa top-model inglese.
Involontariamente sul suo viso spuntò un sorrisetto compiaciuto. Ora aveva la certezza di avere campo libero con la bassista, e questo non gli dispiaceva affatto.
Certo per Nia sarebbe stato un pò meno piacevole dato che il suo " principe inglese " se la stava spassando con un'altra.
Si ritrovò a pensare dove potesse essere Nia, dato che aveva detto alle sue amiche che era con quel tizio. Poi ricollegò un pò le cose, lui era con un'altra e lei non era con lui, dinque aveva mentito.
Si torturò il cervello a pensare dove si potesse essere cacciata, per un momento pensò potesse essere in pericolo, pensava le fosse successo qualcosa.

- Ma che vado a pensare anch'io...non le sarà successo nulla - pensò ad alta voce.

Beh, quello che aveva passato Nia qualche ora prima non si poteva considerare esattamente "nulla" , ma lui non poteva saperlo.

***


Due medici stavano esaminando la ragazza, le avevano prelevato del sangue per farle degli esami e ora le stavano misurando la pressione.

- Bene, la pressione è apposto. - Affermò con un lieve il medico.

- So che lei è la componente di un famsoso gruppo qui in Inghilterra...- continuò lui.

- La prego, non dica nulla, la scongiuro, le darò i soldi che vuole ma per favore non dica niente ai giornalisti, succederebbe un gran casino. La prego.- Disse preoccupata.

- Non si preoccupi, segreto prfessionale, ma dovrebbe farsi aiutare, ci sono molto centri per la disintossicazione. Non è una cosa di cui vergognarsi, ci sono molti ragazzi e ragazze nella sua stessa situazione, e molti di loro sono riusciti ad uscire da questo tunnel.- Affermò più serio il medico.

La ragazza si limitò ad annuire. Però non poteva rimanere lì a lungo, anzi non poteva rimanerci affatto. Se sarebbe rimasta in ospedale le amiche si sarebbero chieste dove fosse. E se Adrian avrebbe detto a Bea e le altre il segreto di Nia? No, non lo avrebbe mai fatto, lui sapeva mantenere i segreti, di lui poteva fidarsi. Comunque non poteva rimanere lì a lungo. Doveva andarsene.

- Quanto dovrò rimanere qui? - domandò poi.

- Ora sta bene, teoricamente potrebbe andare anche subito, ma se preferisce può passare la notte qui, se si sente ancora debole - rispose cordiale l'uomo.

- No grazie, credo proprio che andrò..- disse la ragazza alzandosì dal letto, molto lentamente. La testa le faceva male.

- Grazie mille dottore, arrivederci..terrò a mente il suo consiglio - disse con un lieve sorriso Nia, e si avviò verso l'uscita dell'ospedale.

Chiamò un taxi per farsi riportare al locale, e sperò con tutto il suo cuore che il taxista non la riconobbe...per tutto il viaggio rimase in silenzio.
Finalmente arrivò al locale, lasciò i soldi all'autista e scese dal veicolo. Prese lo specchietto dalla borsa e si diede una veloce occhiata, era tutt'altro che presentabile.
Il labbro inferiore era spaccato, il trucco completamente rovinato, e la sua espressione completamente distrutta. Cercò almeno di rimediare al suo colorito pallido con un pò di fondotinta e diede un'aggiustata all'eyeliner sbavato. Il fatto è che presa com'era a revisionare il trucco non vide il chitarrista che le si era parato davanti e la stava osservando spaventato alla vista della sua maglia completamente sporca di sangue. Alzò gli occhi dallo specchietto compiaciuta di quello che era riuscita a fare ma si bloccò quando vide la figura del ragazzo davanti a lei, immboile.

- Che ti è successo?! - domandò preoccupato e avvicinandosi a lei, che però indietreggiò.

- Nulla, davvero - e agitata e spaventata più che mai, scappò via lasciando Tom impalato davanti la porta del locale.

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Capitolo 9
*** Nine ***


Ehi ehi! Ringrazio davvero di cuore KarateGirl93 e MartyKey (nuova lettrice *_* sono contentissima che la mia storia ti sia piaciuta, spero continuerai a seguirla ^-^ ) Non ci ho messo molto a postare il capitolo 9! Spero sia di vostro gradimento anche questo anche se non è un granchè...beh che dire, continuate a recensire!

Baci, LE

Nine.


Nia corri, scappa, non può prenderti. Non può scoprire il tuo segreto. Scappa lontano.

- Sono davvero una stupida, lasciarmi addosso questa maglia, che cretina che sono - pensava la ragazza mentre correva veloce senza nemmeno guardare dove andasse. L'unica cosa che doveva fare era correre e non farsi prendere da Tom.

Corri Nia, corri più forte, più forte, ti sta raggiungendo.

Correva e lo stomaco iniziava a farle male a causa dei colpi che aveva subito, ma strinse i denti e cercò di andare ancora più forte ma Tom fu più veloce di lei e la trattenne per un braccio, bloccandola di colpo e facendola voltare verso di lui.
Eccoli lì, da soli, faccia a faccia, sulla spiaggia che qualche istante prima il chitarrista si era ritrovato ad osservare rapito.
La luna illuminava il viso sconvolto della ragazza e quello interrogativo del ragazzo.

- Non devo mica violentarti sai?! - Disse con un tocco di sarcasmo Tom.

Nia si sistemò i capelli in disordine, lo fissò e soffiò fredda - Che vuoi da me? -.

- Sapere perchè stai scappando - ribattè lui.

Lei si voltò per andarsene, senza nemmeno rispondergli ma la bloccò di nuovo per un braccio, e stavolta i visi dei due furono più vicini di prima.

- Non sono affari tuoi - rispose fredda Lavinia, e si levò la mano del ragazzo stretta intorno al suo polso.

- Non mi interessa se lo sono oppure no, mi sono fatto quasi 1 km di corsa per inseguire te che scappavi senza motivo, adesso mi spieghi - disse deciso Tom.

- Ma chi sei, chi ti conosce? Non sai niente di me e pretendi che venga a raccontarmi i fatti miei! Non hai capito proprio niente, ciao.- Rispose lei ancora più fredda e si voltò per andarsene.

La verità era che avrebbe parlato anche con lui, voleva sfogarsi con qualcuno, buttare fuori tutta la frustrazione che aveva accumulato in tutti quei mesi ma non poteva, provava vergogna per se stessa, per quello che stava facendo. Ed era consapevole che, non parlandone con nessuno stava peggiorando solo le cose.

- Tu, stai scappando, da cosa non lo so, ma sappi che scappando non risolverai niente - la voce del ragazzo pur se da lontano le arrivò dritta alle orecchie. Probabilmente presa in contropiede dalle parole del chitarrista, perchè era la verità si diresse a passo svelto verso di lui e lo assalì a parole.

- Ma che cazzo ne sai tu?! Che ne sai se sto scappando e da cosa?! Non sai un cazzo di me, non lo sai che cosa sto passando, non puoi nemmeno lontanamente immaginarlo e adesso che fai?! Vieni qui a dirmi quello che sto facendo?! Devi solo stare zitto, perchè non sai niente. Sta zitto. - Urlò con tutta la rabbia che aveva dentro, poi di nuovo lo stomaco riprese a farle male. Cercò di sopportare ma era troppo forte. Si accasciò a terra e si circondò la vita con le braccia, quasi volesse sorreggerla.

- Che hai!? - domandò lui preoccupato inginocchiandosi verso di lei.

Non rispose, cercò di respirare lentamente per alleviare quel dolore ma niente, faceva talmente male che iniziò a piangere.

- Nia, che hai?! - insistette lui.

Nia...l'aveva chiamata col suo soprannome, come faceva a saperlo?! In quel momento non le importava, ma le fece piacere sentirsi chiamare in quel modo.

- No no, niente tranquillo...è da prima che ogni tanto mi vengono delle fitte fortissime allo stomaco...non so perchè, ma comunque è già passato non preoccuparti.- Disse alzandosi da terra.

- Senti, ti va di bere qualcosa...che ne so, un the? Visto che ti fa male lo stomaco, vedrai che ti fa bene..- propose lui con un leggero sorriso.

Nia si ritrovò per qualche istante a fissare il viso di Tom, era incredibilmente perfetto...come poteva un ragazzo dall'aspetto così apparentemente dolce..nascondere un maniaco del sesso?! Chissò però..forse dolce lo era davvero quel ragazzo...

- Si, mi va..- rispose timidamente lei, e si avviarono verso la caffetteria più vicina.

- Sai, penso che è il caso che ti abbottoni quella camicia, non vorrai mica fare scandalo con quella canottiera sporca di sangue?! - osservò lui prima di entrare nel bar.

- Già, sono proprio una sbadata...- disse lei battendosi una mano sulla fronte.

Entrarono, era piuttosto carino come posto, e tranquillo soprattutto. Le pareti dipinte di un lilla pastello infondevano a Nia una strana serenità...la rilassavano, si sedettero ad un tavolino piuttosto appartato e furono subito raggiunti dal cameriere.

- Cosa prendete? - domandò cortese.

- Per me un the caldo, senza latte.- Disse la ragazza osservandosi le unghie curate.

- Per lei invece? - domandò il ragazzo rivolgendosi a Tom.

- Per me una cioccolata calda, grazie.- rispose il chitarrista.

Aspettarono che il cameriere si allontanasse e iniziarono a chiacchierare.

- Senti - esortò improvvisamente il moro, - non so cosa tu abbia fatto, ma sappi che con me puoi parlare, di tutto, sono un ottimo ascoltatore -.

- Si...ne terrò conto, grazie...- rispose lei cercando di sviare il discorso su qualche altro argomento.

- Beh, il "dio del sesso" stasera non è in dolce compagnia?! - domandò lei sarcastica.

Prima che Tom potesse rispondere arrivò il cameriere con i loro ordini.

- Beh no, sai avrei voluto conoscere meglio una ragazza ma lei è "scappata via" - rispose lui malizioso.

Nia sorrise, sapeva a chi si stava riferendo.

- Però so che non sei stato molto gentile con lei...- disse mentre sorseggiava il suo the.

- Già...volevo scusarmi ma lei a quanto pare non ha voluto sentirmi - rispose un pò abbattuto.

- Adesso vorrebbe sentirti però, ne sarebbe felice.. - ribattè lei sorridendo.

- Allora, scusami per come ti ho trattato prima ...- disse Tom abbassando lo sguardo.

- Scuse accettate...- rispose lei. Tom sentendo quelle parole alzò gli occhi e la guardò dritto nei suoi, la guardava così profondamente che sembrava volesse leggerle l'anima. Poi le sorrise, ma con uno di quei sorrisi che tolgono il fiato.

Non sorridermi così, non guardarmi con quegli occhi ti prego.
Per favore, fa che non mi stia innamorando.

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Capitolo 10
*** Ten ***



Hey! Devo ammettere che a me personalmente il 9 capitolo non è piaciuto granchè ma ringrazio di cuore MartyKey e macoth93 per aver recensito :) Comunque eccovi il decimo capitolo, spero gradiate e di ricevere qualche recensione!

Baci baci, LE

Ten.


- Perchè mi guardi così? - domandò il ragazzo.

- Beh, hai un bellissimo sorriso...non te lo ha mai detto nessuno?! - ribattè lei rossa come un pomodoro.

- A dire la verità, quando le ragazze escono con me non notano il sorriso, mi suona insolito come complimento. - Rispose lui mentre col cucchiaino  girava la sua cioccolata con la speranza che si raffreddasse.

Silenzio. Nessuno diceva più niente, era un discorso fatto di sguardi, e che sguardi.

- Tom, tu ti sei mai cacciato in un gran casino? - Domandò lei a bruciapelo.

- Da quando sono nato mi sono sempre cacciato in grandi casini. - Rispose sorridendo, forse perchè si trovò a ripensare a quello che aveva combinato da bambino.

- Intendo, quando finisci in qualcosa molto più grande di te, qualcosa che all'inizio ti intrigava totalmente ma col tempo ha finito solamente per spaventarti e non sai più come uscirne...- disse lei con lo sguardo basso.

- Beh....se rompere l'intero servizio di piatti di porcellana di mia madre e poi nascondere tutti i pezzi rotti sotto il letto si più considerare una di queste direi di si, altrimenti credo di no...- ribattè lui divertito.

Non ricevette risposta, solo uno sbuffo da parte della ragazza.

- Ehi, te l'ho detto, se c'è qualcosa che non va puoi parlarmene.- La rassicurò lui.

- No no, niente chiedevo solamente...-rispose lei con la speranza che Tom non avesse insistito.

- Tom, scusami ma sono stanca vorrei andare a casa...- disse lei alzandosi.

- Ti accompagno..- ribattè lui.

- Ma no, non c'è bisogno che ti scomodi, vado da sola..- disse lei cortesemente.

- Guarda che non era una domanda, ma un'affermazione...- rispose lui ancora con quel " maledetto " sorriso.

Insieme andarono a pagare e si avviarono a piedi verso la casa della ragazza. Camminavano per strada silenziosi, imbarazzati, non sapevano cosa dire in quel moment non c'erano parole. Nia pensava a come poteva riuscire a sbarazzarsi di quel casino, e Tom pensava a quanto la ragazza la stesse interessando, e non solo fisicamente.

Dopo 10 minuti di silenzi e sguardi Nia arrivò a destinazione.

- Beh, io sono arrivata...- disse lei in un soffio.

- Già...- rispose lui a voce bassa.

- Grazie per la compagnia Tom, davvero, mi ha fatto molto piacere.- Ribattè lei d'un fiato.

- Quando vuoi...io ci sono, te l'ho detto. - Disse lui.

Ancora un attimo di silenzio ed esitazione, poi un abbraccio, un lungo abbraccio dalla quale i due sembravano non voler porre fine.

***


Quella notte Nia rischiò che le sue amiche vedessero le contusioni che aveva sullo stomaco. Lei e la sua dannata abitudine di andare in giro per casa in mutande.
Pensò e ripensò a cosa poteva fare, magari parlare con Tom era davvero una buona idea, insomma dopotutto le era sembrato un ragazzo comprensivo.
Ma cosa avrebbe potuto pensare di lei quando avrebbe scoperto che era tossicodipendente? No era fuori discussione.
C'era suo fratello Adrian, alla fine lui era l'unico ad esserne al corrente, ma non era riuscita a dirgli nemmeno mezza parola. Così, sommersa fra mille pensieri crollò nel sonno più profondo.

Il mattino, anzi, il pomeriggio dopo, Nia fu svegliata dal chiasso che le sue amiche stavano facendo al piano di sotto, ma non ci fece caso più di tanto così rimase beata e al caldo sotto le coperte. Poi sentì delle voci maschili, non erano da sole. Si infilò i pantofoloni di willy il coyote e scese di sotto barcollando e ancora acciecata dal sonno.

- Ma si può sapere cos'è tutto questo casino?! - Berciò lei a voce alta dal corridoio, varcò la soglia della cucina e in quel preciso istante si maledì di non essersi vestita prima, si perchè c'erano i Tokio Hotel e quindi c'era anche Tom, che di fatti la stava osservando divertito.

- Ehi piccola! - esclamò Bea mandndole un bacio con la mano.

- Me lo potevate dire che c'erano ospiti! - disse lei con un tono di voce fra l'incazzato e l'imbarazzato.

- Oh, ma eri così carina mentre dormivi non abbiamo voluto svegliarti.- Rispose Bea facendole gli occhioni dolci.

Nia le fece segno di lasciar perdere con la mano e si diresse verso la credenza per recuperare una tazza, tutto come se i ragazzi non ci fossero, l'unica cosa che la imbarazzava era Tom. Si sedette al tavolo e si riempi la tazza di coco pops e vi versò il latte, li mescolò per bene e iniziò a mangiarli.

- A che ora dobbiamo essere al Cubes stasera? - disse lei mentre mangiava.

- Dobbiamo esibirci alle 10:00 - le disse Bea osservando il palmare.

Nia sospirò. - Ho capito, dobbiamo essere lì almeno per le nove e mezza -

- Vedo che inizi a capire! - la prese in giro lei.

La risposta fu un bel dito medio alzato in faccia alla cantante, che rise di gusto.

- Stasera ci saremo sicurissimamente! Non vedo l'ora di ascoltarvi! - esclamò Bill con gli occhi a cuoricino.

- Però - continuò lui - adesso dobbiamo proprio scappare anche perchè ho l'appuntamento dal parrucchiere e dall'estetista! Ci vediamo stasera! - urlò felice uscendo dalla cucina fra le risate generali dei suoi amici e delle ragazze.

Una volta che i quattro uscirono dalla casa, Nicla, Camilla e Bea iniziarono a guardare Nia con un sorriso strano.

- Ho la faccia sporca per caso?! - scherzò la bassista.

- Oh, no...casomai la coscienza sporca! Perchè non ci hai detto di essere uscita con Tom?!!- urlarono in coro, buttando in seguito una rivista che aveva come copertina Nia e Tom che si abbracciavano davanti casa.

Si paralizzò a quella vista, ora ci sarebbero stati gossip su gossip, sarebbero stato pedinato sia Tom che lei, e questo non andava bene, perchè se avessero scoperto qualche suo movimento strano sarebbe finita nei guai.

- Beh, adesso lo sapete..e poi siamo solo andati in un bar a bere qualcosa, niente di più - si giustificò lei vaga.

- Si si, faremo finta di crederci - scherzarono le altre tre.

Il pomeriggio passò veloce, tra una partita a GTA e l'altra, si fece sera e le ragazze si prepararono per la serata, con Bea a dirigerle alle 21:27 erano al Cubes e iniziarono a preparare gli strumenti.

Non era mai stata così ansiosa, di solito prima di un'esibizione era sempre molto rilassata ma stavolta no, l'agitazione cresceva minuto per minuto, man mano che il locale si riempiva di gente.

Era ora, dovevano suonare, Nicla iniziò a pizzicare le corde della sua chitarra, poi si aggiunse Camilla con la batteria e infine Lavinia, con il suo basso.
Batteva a terra il piede per tenere il ritmo e ondeggiava con la testa, quella canzone le era sempre piaciuta, e particolarmente in questo periodo incasinato per lei. La voce melodiosa di Bea si aggiunse agli strumenti.

" How would you feel?
How would you feel to be in a situation you don't like?
How would you feel?
How would you feel if you can't tell anything to anyone? How?
How would you feel trapped in a nightmare?
There is no way out, and then run, run away.
You just run away, even if it isn't the right thing."
How would you feel to be alone?
How? How would you feel?


Finirono di suonare il primo pezzo, adesso l'agitazione era scomparsa, era l'adrenalina a crescere, canzone dopo canzone. La presenza di Tom la stimolava in qualche modo.
L'esibizione terminò con gli applausi e le urla del pubblico. Tom che le sorrideva, era la fine del mondo. Si guardarono per interminabili secondi, ma le basto spostare lo sguardo appena dietro di lui e il sangue le si ghiacciò. Christopher era lì, in fondo alla sala, e la guardava con quel ghigno sul viso che a lei faceva paura.
Cosa poteva fare adesso? Decise di uscire dal locale senza farsi vedere nè da lui nè da altre persone, veloce passò fra le persone che erano ammassate nel locale, finalmente trovò la porta e uscì, si rilassò un attimo ma non la sentì richiudersi, udì dei passi lenti dietro di lei. Si sentì svenire.

- Ciao tesoro - disse Christopher mettendosi davanti a lei.

- Sai - continuò lui, - Ho visto una foto che non mi è piaciuta molto oggi, ti ritraeva abbracciata a quel ragazzino con le trecce che è dentro.-

Iniziò ad avvicinarsi pericolosamente a lei che iniziò ad indietreggiare, quando inciampò a degli scalini e cadde a terra, al centro dello spiazzale davanti il locale.

- Io sono molto geloso, tu sei la mia puttanella preferita, e l'idea di vederti fra le braccia di un altro mi fa impazzire. - Disse guardando divertito Nia che non rispondeva.

- Non mi piace come ti stai comportando, e per questo devi essere punita, così imparerai che è meglio non farmi incazzare.- Berciò ancora più freddo.

- No Chris ti prego - La ragazza lo supplicò con le lacrime agli occhi, ma lui non la ascoltò.

- Mi chiamo Christopher puttana! Quante volte dovrò ancora ripetertelo! - Le urlò rabbioso, e inizio a picchiarla, prima sferrò una serie di calci nello stomaco di Lavinia, sempre più forti, lei non reagiva non ne aveva la forza.

La prese per la maglietta e la fece alzare, era il turno dei pugni adesso, altri violento colpi si andarono a posare sui lividi di quelli che le aveva dato la sera prima. Silenziosa inziò a piangere. Cadde a terra debolissima e tornò a prenderla a calci insultandola. Nel frattempo un pò di persone si erano accalcate intorno ai due a guardare, alcuni uscivano dal locale, ma nessuno faceva niente, stavano lì a guardare e qualcuno filmava anche col cellulare.

Finalmente finì di picchiarla e in quel momento uscirono fuori le sue amiche e i ragazzi.
Urlando si fiondarono sulla ragazza per soccorrerla. Nello stesso momento Christopher prese dalla tasca dei suoi jeans una bustina contenete la  sua dose , quella di Nia.

- Tieni, stasera non c'è nemmeno bisogno di scoparti, puttana. - Sibilò acido, e gliela butto addosso.

Lei giaceva lì, incapace di alzarsi ma perfettamente cosciente. Le lacrime le scendevano veloci sul viso, vedeva le sue amiche, i ragazzi e tutti gli altri  intorno a lei che la guardavano sconcertati.

L'avevano scoperta.

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Capitolo 11
*** Eleven ***


Ehi! Ho appena finito di scrivere l'undicesimo capitolo e ve lo posto fresco fresco! Ringrazio di cuore MartyKey, Annalisa_ , macoth93  e  fefy97 per aver recensito. Un bacione e ditemi cosa ne pensate di questo capitolo :*

Godetevelo, LE

Eleven.


Già, l'avevano proprio scoperta. Adesso aveva tutti gli occhi puntati su di lei. Ma non erano quelli degli sconosciuti a metterla a disagio no, erano quelli delle sue amiche, dispiaciute ovviamente.
Cosa poteva fare ora? Non poteva certo restare distesa a terra a fissarle, si alzò seppur dolorante e cercò di parlare, ma non appena aprì bocca iniziò a sputare sangue.
Nessuno sapeva cosa fare, era una situazione  talmente " strana " e complicata, che sembrava non ci fossero davvero parole.

Le ragazze si avvicinarono a Nia che si era accasciata di nuovo a terra.
Bea le tirò sù il viso con un dito e la guardo negli occhi che, inizialmente tenne chiusi per il forte dolore che stava provando, poi li aprì e li osservò, non avevano più la luce che avevano un tempo, non erano più gli stessi occhi vispi di Nia, erano occhi spenti, morti.
Sul volto della cantante si fecero spazio delle lacrime, tutto avvenne nel più religioso silenzio.
La bassista abbassò lo sguardo a terra, si vergognava proprio tanto.

- Piccola...- la chiamò Camilla abbracciandola.

Non una parola, solo altre lacrime, tante lacrime.

- Si risolverà tutto, vedrai - la rassicurò di nuovo.

- No! - sbottò Nia all'improvviso facendo  sobbalzare tutti i presenti.

- Non si sistemerà proprio un cazzo! Sono sei mesi che vado avanti e non si è ancora risolto nulla! Io sono drogata, non ne uscirò più, sono una stupida, vi ho solamente preso in giro e mentito!
Mi vergogno da morire! - continuò urlando e scappando via in lacrime.

Doveva andarsene, non poteva rimanere lì, non per ora almeno. Veloce si diresse a casa e di fretta prese un borsone mettendoci dentro il necessario, prese Milo e le chiavi del furgoncino e via, verso non si sa quale meta.

Camminava per le strade di Brighton pensando ad un posto dove andare, doveva cercarsi una nuova casa, iniziare una doppia vita.

Il viaggio fortunatamente non fu molto lungo, dopo un'ora circa era arrivata a Londra, per il momento doveva passare la notte in Hotel, l'indomani avrebbe pensato a cosa fare.

***


Erano le 11 del mattino quando Lavinia si svegliò infastidita dalla suoneria del suo cellulare. Svogliatamente allungò il braccio verso il comodino tastandolo, per ritrovare l'apparecchio elettronico e, dopo vari tentativi lo afferrò e osservò il suo schermo notando un  numero che non aveva salvato, non sapeva se rispondere fosse una buona idea ma era troppo curiosa così, premette il tasto verde.

- Pronto? - domandò assonnata.

- Giuro che se ti vedo di nuovo con quello lo ammazzo. - Sibilò una voce fredda dall'altro lato del telefono.

Nia fece per rispondere ma non ne ebbe il tempo che il tizio misterioso agganciò. Era spaventata, adesso anche Tom era in pericolo? Lui che non c'entrava proprio nulla con quella storia? Doveva essere per forza uno scherzo. Il telefono le vibrò di nuovo, stavolta era un messaggio.

" Saprò ogni tua mossa, al primo passo falso sei fuori."


Agitata, sì era agitata e spaventata, chi poteva essere? L'unica persona che le veniva in mente era Christopher.

Si alzò dal letto e andò ad affacciarsi alla finestra per vedere che tempo ci fosse. Il clima a Londra era molto diverso da quello di Brighton. Scostò le tende e rimase sconvolta da ciò che vide. Ammassi di giornalisti accampati sotto l'hotel, questo voleva dire solo una cosa. La notizia aveva già raggiunto i mass media, doveva uscire dall'hotel. Si vestì coprendosi come meglio poteva, pagò velocemente alla reception e non appena mise piede fuori dalla porta fu assalita dai giornalisti che scattavano foto incessantemente e domandavano continuamente la stessa cosa.

" E' vero che fa uso di sostanze stupefacenti?"

" L'hanno davvero picchiata?"

"Ha una sotoria con il chitarrista dei Tokio Hotel?"

"Chi le ha scattato quella foto mentre stava sniffando?"


Quando sentì l'ultima domanda le si bloccò il respiro, quello stronzo di Christopher l'aveva consegnata agli squali, l'aveva messa a nudo. Per sicurezza andò in un edicola a comprare una qualsiasi rivista ed era proprio vero, su tutte le prime pagine di tutti i giornali c'erano quegli scatti che quel bastardo le aveva fatto, voleva morire in quel momento.  Aveva maledettamente bisogno di qualcuno che la aiutasse. E forse quella mattina la fortuna era dalla sua parte perchè mentre si incamminava nel parcheggio per recuperare il furgone si scontrò con Tom.

- Finalmente ti ho trovata - disse sollevato.

- Tom, tu non devi stare con me. - Le rispose lei preoccupata ricordandosi della chiamata e del messaggio che aveva ricevuto poco prima.

Andarono nel furgone e ripresero a parlare.

- Perchè, cosa dici? Io devo aiutarti! - Ribattè lui confuso.

- Non Tom, ho ricevuto un messaggio ed una chiamata da non so chi, e mi ha detto che se ti avrebbe visto con me ti avrebbe fatto fuori, Tom per favore tu non c'entri niente con questa storia non voglio che tu stia in pericolo per colpa mia.- Disse disperata tutto d'un fiato.

- Non dirlo nemmeno per scherzo, io starò con te e ti aiuterò, però voglio che mi spieghi questa storia perchè non ci sto capendo più nulla..- le disse tranquillo. La ragazza annuì e iniziò a parlare.

- E' iniziato tutto 6 mesi fa, io e le altre eravamo ad una festa dopo una nostra esibizione. Tutto procedeva a gonfie vele finoa quando vidi Christopher, il tizio che mi ha picchiato, e persi la testa per lui, dopo un pò che restammo a parlare mi portò nel bagno insieme a dei suoi amici  e a delle sue amiche e lì mi offrì la coca per la prima volta.
Esitai un attimo ma poi presa com'ero da lui e dalla situazione che mi intrigava troppo cedetti.
Da lì iniziò l'incubo, all'inizio pensavo non fosse grave, iniziai a spaventarmi quando Chris mi picchio per la prima volta, ogni sera per guadagnarmi la dose dovevo praticamente prostituirmi per lui altrimenti niente coca, una volta ho provato a non usarla  ma fu la notte peggiore della mia vita. Non sono riuscita a smettere, ed ora eccomi qui.-  Disse a testa bassa.

- Ma perchè non lo hai mai detto a nessuno? Sono sicuro che chiunque ti avrebbe aiutato. Le tue amiche ti avrebbero sicuramente aiutato.- Disse lui serio ma con un tono di voce rassicurante.

- Perchè non volevo deludere nessuno, mi vergognavo da morire per quello che stavo facendo, mi facevo schifo e mi faccio schifo tutt'ora, ed ero sicura che tutti mi avrebbero voltato le spalle.- rispose in lacrime.

- Hai sbagliato a pensarla così, ora ci sono io e ti aiuterò ad uscirne Nia, te lo prometto.- Le disse lui accogliendola in un profondo abbraccio.

Un'altra vibrazione proveniente dal cellulare della ragazza.

- E' lui.- Disse terrorizzata.

- Vedi cos'ha scritto. - La incoraggiò Tom.

" Vedo che non vuoi capire, il tuo amichetto ha le ore contate"


- Tom per favore, va via, sei in pericolo.- Le disse spaventatissima.

- Non se ne parla, tu adesso vieni con me.- Rispose serio.

- E dove? - Domandò confusa.

- In Germania.-

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Capitolo 12
*** Twelve ***


Da quanto tempo eh?! L'ispirazione in questi giorni si è fatta sentire pochino pochino. Sono un pò dispiaciuta per non avere ricevuto nemmeno una recensione nel capitolo precedente, spero che questo vi piaccia e lo recensiate....non è mai troppo tardi per recensire anche l'altro però! :P

Bacioni, LE


Twelve.


In Germania con lui?! Cioè, andare a stare nella terra dei wurstel e della birra insieme al chitarrista dei Tokio Hotel?
No, doveva aver capito male sicuramente, era umanamente impossibile che Tom si stesse assumendo una tale responsabilità rischiando di finire nei casini per lei. Non poteva essere, eppure era proprio quello che il ragazzo le aveva comunicato pochi secondi prima. E ora cosa avrebbe fatto? Avrebbe dovuto accettare oppure no?! Dopo la raffica interiore di domande tornò alla realtà.

- Ma come in Germania? - domandò confusa.

- Si in Germania, qui non siamo al sicuro.- Rispose serio lui.

- Ma le ragazze? E Bill, Georg e Gustav?! E il vostro tour?! Devi essere impazzito! - Continuò lei ancora più incredula.

- No, non sono impazzito anzi, ho le idee chiarissime, il tour qui è finito, volevamo rimanere per rilassarci un pò, ma non c'è problema, adesso torniamo a casa prendiamo le nostre cose e ce ne andiamo.- Disse Tom mentre metteva in moto il furgone.

Ok, ora ne aveva la conferma, fra non molto sarebbe partita con Tom per la Germania. Certo che quando quel ragazzo si fissava era impossibile dissuaderlo.

- Sei sicuro che funzionerà? A me non convince molto questa tua idea, e poi scusa dove andremo a stare?!- Domandò a raffica Lavinia.

- Beh non è tanto complicato, o andiamo nella mia casa ad Amburgo oppure a casa con i miei a Loitsche, scegli tu.- Rispose Tom restando con gli occhi incollati sulla strada.

Nia si limitò ad accennare un sì con la testa.

- Mi vergogno da morire, cosa penseranno di me ora?- Continuò lei malinconica. Nel frattempo era scattato il rosso nel semaforo e il furgone si fermò.

- Se i tuoi fans sono persone intelligenti e davvero tengono a te, non ti giudicheranno, lo so le persone stupide che ti punteranno il dito contro ci saranno e sai una cosa?! 
Sono quelle a cui non devi proprio dare retta, i giornalisti ti massacreranno, gonfieranno la notizia ancora di più, ti sputtaneranno e ti staranno addosso come degli avvoltoi, ma tu devi fregartene, perchè i pareri che devono importarti sono quelli dei tuoi amici, dei tuoi familiari e dei tuoi fans, e basta. - Rispose deciso Tom, voltandosi verso la ragazza lancindole un sorriso rassicurante.

- Grazie Tom, davvero.- Disse imbarazzata lei.

 Non riusciva a credere a quanto Tom stesse facendo per lei, insomma non la consceva nemmeno da tanto tempo e già si stava prendendo così tanta cura di lei, che doveva ammetterlo si stava affezionando sempre di più al ragazzo e in cuor suo sperava che fosse lo stesso per Tom.
Riusciva a farla sentire protetta, sentiva che con lui accanto sarebbe riuscita ad uscire da quel tunnel, anzi ne era convinta. Il furgone ripartì continuando il viaggio verso casa.
Ora l'unica cosa da fare era dirlo alle sue amiche, non aveva la minima idea di come avessero potuto prenderla, ma sperava davvero con tutto il cuore che l'avrebbero capita e sostenuta.

***

La situazione a casa delle ragazze non era delle migliori, Bea, Camilla e Nicla erano preoccupate su dove si fosse cacciata la loro amica, ancora sottoshock per quello che era successo continuavano a domandarsi il perchè. Quello che era accaduto la sera prima le aveva completamente destabilizzate, ovviamente non ce l'avevano con Nia nella maniera più assoluta, solo che non riuscivano a spiegarsi perchè lei non si fosse mai confidata con loro, dopotutto erano le sue migliori amiche, coloro che l'avevano sempre sostenuta ed aiutata in tutte le situazioni possibili immaginabili.
Ecco l'unica cosa per cui erano dispiaciute era questa.

- Ma perchè ha fatto questo? Io davvero non riesco a capire.- Si domandò Camilla.

- Non capisco perchè abbia iniziato a frequentare quella gente, non capisco come abbia fatto ad entrare in quel giro! - continuò lei.

- Già, e la cosa peggiore è che no ci siamo mai accorte di nulla! Non so davvero come abbiamo potuto non renderci conto di una cosa simile.
Lei stava male e noi, che siamo le sue migliori amiche e la conosciamo come le nostre tasche non ci siamo rese conto che stava attraversando un periodo così - Proseguì Bea.

- E quello stronzo l'ha anche picchiata! Ma dico l'avete visto?! Come si fa a picchiare Nia, come cazzo si fa a picchiare una ragazza?! Io non lo concepisco...avete visto con quanta leggerezza lo faceva?! Sembrava stesse prendendo a calci un sasso, giuro che se lo vedo di nuovo lo ammazzo con le mie mani! - Urlò incazzatissima Nicla.

Prese dal discorso non si accorsero della porta che si stava aprendo, e quando si ritrovarono Nia davanti regnò il silenzio più totale nella stanza.
Ora Nia era lì, davanti a loro, con la sua espressione da cucciolo smarrito, un cucciolo che ha bisogno di qualcuno che la protegga, che non la abbandoni.
Le ragazze non si mossero non proferirono parola, la osservavano e basta, avevano così tante cose da dirle ma in quel momento sembrava che le loro lingue si fossero attorcigliate incapaci di emettere anche il suono più banale. Non ci furono parole, ma il gesto più sincero che possa esistere al mondo, un abbraccio, uno di quelli lunghi, calorosi e rassicuranti soprattutto.
Quell'abbraccio racchiudeva tutto ciò che volevano dirle, e questo bastava.

- Ragazze mi dispiace, mi dispiace di avervi tenuto tutto nascosto, di avervi mentito, non ve lo meritavate, è che è successo tutto così velocemente, io mi stavo innamorando di Chris è per questo che ho provato, perchè volevo che lui mi tenesse con sè, volevo stare con lui, e poi quella situazione all'inizio mi eccitava così tanto, era tutto così nuovo e diverso, ma mi è sfuggito tutto di mano, poi Chris ha iniziato a picchiarmi e ad abusare di me e io non avevo il coraggio di ribellarmi perchè avevo bisogno della droga e non vi ho mai detto nulla perchè non volevo incasinare il  gruppo, non volevo deludervi, non mi merito il vostro perdono non me lo merito, sono stata una cretina! - Urlò in lacrime la bassista.

Ora per Bea, Nicla e Camilla era tutto più chiaro. Ma non potevano credere che Nia avesse pensato che le avrebbe deluse, lei non le aveva mai deluse, lei non le avrebbe mai e poi mai deluse.
Non le risposero ma continuarono ad abbracciarla, segno che l'avevano perdonata ovviamente. La bassista si asciugò i lacrimoni e riprese fiato per riprendere a parlare.

- Ragazze, è da stamattina che ricevo messaggi e chiamate anonime di minaccia, e non solo verso di me ma anche verso Tom...mi sto davvero preoccupando, soprattutto per lui, non voglio che gli succeda qualcosa per colpa mia...- Disse.

- Come?! Nia devi andare dalla polizia e denunciare! Fatevi mettere delle guardie del corpo, fate qualsiasi cosa ma devete farvi proteggere! - Le urlò Nicla già in preda al panico, tipico di lei.

- Icla, non ce n'è bisogno...non denuncerò nulla...Tom mi ha proposto di andare a stare con lui in Germania...credo che sia meglio che io sparisca per un pò...- Continuò Nia.

- Cosa?! - Domandarono in coro le sue amiche.

- E dove andrai?! - Proseguirono.

- Verrà a stare da me, o ad Amburgo nella casa mia e di Bill oppure dai miei genitori a Loitsche, l'aiuterò io, me ne prenderò cura, non la lascierò un solo istante da sola tranquille..- le rassicurò Tom.

- No! Noi vogliamo venire con te, non ti abbandoniamo, siamo sempre state insieme non ti lasciamo, non se ne parla.- Affermò prontamente Bea.

- Ragazze lo so che è difficile per voi però...credetemi è meglio che vada da sola con lui, non vogliamo destare troppo sospetto e comunque cercheremo di stare via il meno possibile...fidatemi di me ve ne prego...- rispose lei tranquilla ma allo stesso tempo mortificata.

- Nia, ma noi volevami venire con te, starti vicino...-dissero abbattute le sue amiche.

- Lo so, però non voglio mettere in pericolo anche voi, è l'ultima cosa che voglio...vi prometto che tornerò presto, e soprattutto tornerò la Nia di prima...lo giuro...- disse infine lei abbracciando le amiche.

E dopo i saluti e qualche altra lacrima, via in camera a preparare le valigie con tutti i suoi vestiti, effetti personali, cd, e non dimentichiamoci dei suoi amatissimi bassi e del suo piccolo Milo.

- Beh...ci vediamo a presto allora..- disse un pò giù di corda la Nia alle sue amiche.

- Cia piccola...ci mancherai..- risposero loro abbracciandola forte.

La stessa scena si ripetè successivamente dai ragazzi ma stavolta con Tom come protagonista. Una volta fatti tutti i saluti e le varie raccomandazioni iniziò il viaggio verso la Germania.

- Ma non ci riconosceranno sull'aereo?!- Domandò dubbiosa Nia mentre caricava sul furgone le sue vligie.

- No no tranquilla, useremo il nostro jet...non sospetteranno nulla tranquilla! - La rassicurò il ragazzo.

Una mezz'oretta dopo erano già sull'aereo diretti verso la Germania, il viaggio non fu estremamente lungo ma la ragazza non riuscì a restare sveglia così si abbandonò fra le braccia di Morfeo e, si svegliò quando erano già arrivati a destinazione.

- Beh...adesso tocca a te, dove vuoi andare a stare?!- Le domandò incuriosito Tom.

- Beh non saprei....non voglio infastidire i tuoi e non vorrei creargli dei problemi con quello che sto passando...- Iniziò lei.

- Ma come ti salta in testa un'idea simile?! Non gli creeresti nessun problema...però se la metti così vorrà dire che andremo ad Amburgo a casa mia...va bene?! - Concluse Tom.

Lei gli rispose con un sorriso.

E ci fu un istante, "quell'istante" in cui i loro sguardi si incontrarono e si persero l'uno nell'altro...ed è in quella manciata di minuti che Nia capì che adesso era solo Tom quello di cui aveva bisogno, in tutti i sensi. Lo voleva perchè sapeva che l'avrebbe aiutata fino alla fine, lo voleva perchè ogni minuto che passava si stava affezionando sempre di più, lo voleva perchè forse se ne stava innamorando.

E Tom, desiderava anche lui Nia in quel modo?



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Capitolo 13
*** Thirteen ***


Thirteen


- Perfetto allora! Prendo la macchina e andiamo subito ad Amburgo.  – Esclamò il chitarrista entusiasta.

Nia si trovava un po’ spaesata, nemmeno il giorno prima era nella sua amata Brighton e in meno di un batter d’occhio  era nella fredda Germania.

- Si, direi che è una buona idea. – Disse lei anche se non troppo convinta.

Non se lo fece ripetere due volte, prese per mano la ragazza e la condusse alla sua macchina, la sua adorata Cadillac nera.

- Piccolina mia, quanto mi sei mancata – iniziò a dire il ragazzo lisciando i lussuosi sedili in pelle della sua auta e baciando addirittura lo sterzo.

- Come dici?! Oh, ma certo che non ho guidato nessun’altra auto, lo sai che amo solo te! – Continuò lui.

Nia osservava divertita la scena che le si poneva davanti agli occhi, forse non era poi tanto vero che quel ragazzo non era in grado di amare, certo anche se la “fortunata” a ricevere così tante attenzioni da parte del chitarrista era una macchina! Dopo le “effusioni amorose” tra Tom e la sua auto, finalmente si misero in viaggio verso Amburgo.

- Pensi che per stare qui debba, non so…tingermi i capelli o fare altro per non farmi riconoscere? – Domandò la ragazza sperando in lei che il chitarrista le avrebbe detto di no dato che non voleva cambiare il colore dei suoi capelli che le piaceva tanto.

- Francamente non penso ce ne sia bisogno, qui non sei molto conosciuta e comunque sia cercheremo di essere il più discreti possibile quindi tranquilla.- La rassicurò lui.

Nia tirò un respiro di sollievo, si sistemò più comoda sul sedile, appoggiò la testa al vetro e prese a guardare fuori dal finestrino.
Amava osservare il paesaggio quando viaggiava, la rilassava tantissimo e la faceva pensare. Ad un tratto i suoi pensieri si fermarono tutti su suo fratello, Adrian.
Lui non sapeva nulla di quello che era successo al locale, che quel mostro di Chris l’aveva picchiata, che ora si trovava in Germania con Tom, si erano visti per l’ultima volta in ospedale e non era stato un incontro molto allegro.

Lui le mancava, le mancava da morire, era sempre stato il suo punto di riferimento sin da piccola, lui l’aveva sempre protetta, aveva sempre fatto di tutto per renderla felice e lei l’aveva ripagato con la più grande delusione che possa esistere. Ora non sapeva dove lui fosse, né cosa stesse facendo, sapeva solo che l’unica cosa di cui aveva bisogno era un abbraccio del suo fratellone. I suoi pensieri poi si soffermarono sulla sua famiglia, i suoi genitori, chissà se erano venuti a conoscenza del segreto di Nia, in cuor suo sperava di no, ma sapeva anche che se sarebbe riuscita ad uscire da quel tunnel avrebbe comunque dovuto dir loro tutta la verità, non voleva avere pesi sulla coscienza ma soprattutto non voleva deludere anche loro mentendogli. Continuava a rimuginare su tutto quello che le era successo quando senza nemmeno rendersene conto si addormentò.

***

- Nia corri, va via!! - Continuava ad urlarle Adrian che cercava di torgliersi di dosso Chris che lo minacciava con una pistola.

Lei rimaneva lì, immobile davanti al fratello e al ragazzo che le aveva rovinato la vita, impotente.

- Cazzo Nia, scappa vattene! - Continuava ad urlarle Adrian, ma lei non si muoveva era pietrificata, non aveva espressione sul volto, l’unica cosa che aveva di “vivo” erano le lacrime che lente glielo rigavano, il suo viso abbattuto e pallido, decisamente diverso da quello di sempre.

- Christopher, per favore lascialo in pace, lui non c’entra niente! Prendi me al posto suo! - Urlò lei ad un tratto.

- Ahahaha! Troppo facile piccola, se ammazzo lui, uccido anche te, lui morirà per aver detto alla polizia dov’era il nascondiglio dove io e Mike nascondavamo la droga, e tu cara, morirai con lui, ma di dolore, credo che non riuscirai a vivere un giorno di più senza il tuo adorato fratellino, o sbaglio?! - Sputò acido il ragazzo con il suo ghigno diabolico sul volto.

La ragazza chiuse gli occhi e strinse i pugni, le lacrime ora scendevano più veloci, vedeva la sua vita scorrerle davanti agli occhi, tutti i momenti che aveva trascorso con le sue amiche, i suoi primi amori, i bei momenti passati con il suo Adrian. No, non poteva permettere che per un suo fottutissimo errore dovesse morire suo fratello, piuttosto sarebbe morta lei. Prese un respiro profondo, approfittò di un attimo di distrazione di Christopher e gli si buttò addosso.

- Va via Adrian, scappa! - Gli urlava lei mentre tantava con tutta la forza che aveva di trattenere le braccia di Chris cercando di prendergli la pistola.

Adrian non sapeva che fare, non poteva abbandonarla, la su Nia, proprio non poteva.

- Va via Adrian, cazzo! - Gli urlò lei con tutta la disperazione che aveva in corpo. Finalmente riuscì a rubare la pistola a Chris e gliela puntò contro, a quella vista Adrian fece come le aveva detto la sorella.

- Cosa vorresti fare eh?! Spararmi?! Coraggio fallo. - La sfidò Christopher con la sua solita arroganza.

Lavinia non aveva il coraggio di sparagli, per quanto lo odiasse non ci riusciva proprio.

- Cos’è, non ce la fai?! Sei troppo debole per uccidere la persona che ti ha rovinato la vita? Che ti ha privato della tua felicità, che ti ha usato, ha abusato di te, ti ha picchiato?! Sei solo una puttana, una puttana perdente. - Sibilò il ragazzo ancora più arrogante.

La rabbia stava prendendo possesso del suo corpo, mise il dito sul grilletto stava per premerlo quando un colpo la fece sobbalzare. 
Si voltò e, non l’avesse mai visto, Adrian era caduto a terra ferito. Iniziò a correre il più veloce possibile verso di lui disperata, lo raggiunse e si inginocchio di fianco a lui. Prese delicatamente la testa del fratello e la tirò verso di lei.

- Adrian, per favore non lasciarmi, ti prego.- Disse esausta e in lacrime.

- E’ tutta colpa mia, ti hanno sparato per colpa mia, dovevo esserci io al tuo posto, non abbandonarmi ti prego . - Continuò lei.

-  Shhh, non dirlo nemmeno per scherzo, non è colpa tua, tu non hai colpa di niente si vede che questo era il mio destino - disse lui sfinito.

Iniziò a piovere, il cielo era scuro, come l’anima di Nia, un’anima ormai piena di dolore, tristezza e rabbia, tanta rabbia.

- No, no Adrian resistim ti prego non chiudere gli occhi rimani sveglio ti prego! - Iniziò a urlare lei nel panico più totale.

- Lo so che ce la farai, anche senza di me, sei forte l’ho sempre detto io - disse Adrian con voce sempre più bassa e affaticata.

- Ti voglio bene piccola…- disse infine il ragazzo in un soffio. Poi chiuse gli occhi, per sempre.

- Adrian? - Lo chiamò Nia.

- Adrian svegliati è arrivata l’ambulanza - insistette lei agitata.

- Adrian, ci sono i medici, si prenderanno cura di te vedrai! - Ormai stava delirando.

La pioggia batteva forte, era tagliente. Lei non riusciva a credere che il suo Adrian fosse andato via per sempre, lo abbracciò per l’ultima volta, come non aveva mai fatto.

***

- Nia?! Ehi Nia, siamo arrivati! - La chiamò Tom nel tentativo di svegliarla.

- Adrian, no! Non andartene per favore ho bisogno di te! - Disse improvvisamente svegliandosi. Era solo un brutto sogno, e non appena se ne rese conto tirò un respiro di sollievo.

- Ehi, ma che ti è successo, sei sudata e stai piangendo, sei pallida, non ti senti bene?! - Domandò Tom preoccupato aiutandola a scendere dall’auto.

- No, è che ho avuto un incubo, ma ora sto bene, davvero.- Cercò di rassicurarlo lei.

- Coraggio entriamo in casa, ti preparo qualcosa di caldo e ti riposi, domani penseremo a tutto il resto.- Disse il chitarrista dolcemente stringendo fra le braccia la ragazza.

Fortunatamente c’era Tom con Nia, e si stava prendendo cura di lei, come un papà fa con la sua bambina, o per meglio dire come Adrian aveva sempre fatto con lei, forse era anche per questo motivo che si stava affezionando così tanto a Tom, perché le infondeva la stessa sicurezza che riusciva a trasmetterle il fratello.
Loro speravano di essere finalmente al sicuro ma era presto per cantare vittoria, lì in fondo alla strada che precedeva l’abitazione del ragazzo c’era un uomo ad osservarli, l’uomo che aveva tormentato Nia con quelle minacce.

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Capitolo 14
*** Fourteen ***


Dopo più di un anno, ecco il capitolo successivo, cavolo ce ne ho messo di tempo per partorirlo XD Chiedo umilmente scusa per questo brusco abbandono non so cosa mi sia successo onestamente ma meglio tardi che mai! ;) Buona lettura e continuate a recensireeeee :* LE

Fourteen.


Tom aiutò Nia a scendere dalla macchina, era ancora molto debole, le disse di andare avanti senza di  lui, di proseguire lungo il vialetto che le era di fronte e così fece. Si trovò davanti una palazzina di 10 piani molto bella e dal design moderno, le piaceva davvero tanto. La voce del ragazzo la fece tornare sulla terra.
- Senti lo so che sei debole però proprio non ce la faccio a portare tutte le valige da solo! - Disse il chitarrista mentre cercava di recuperare le borse che gli scivolavano dalle mani in continuazione.
- Tranquillo, non sto poi così male! Dammi qua- rispose lei sorridendo e prendendone alcune.
Entrarono insieme nella palazzina e presero l'ascensore.
- A che piano è il tuo appartamento? - Chiese lei guardandosi intorno.
- All'ultimo, c'è anche la terrazza..cosa vuoi di più dalla vita?!- Rispose lui facendo l'occhiolino.
- Onestamente non vorrei trovarmi nella situazione di merda in cui sono ora, non per quanto riguarda te ma per tutto quello che ho fatto..- disse lei senza guardarlo negli occhi.
- Senti non posso dirti che capisco cosa provi perchè non lo so, quello che ti posso dire è che per quanto sia brutta la situazione ora, non potrà andare avanti per molto...come si dice nel film Il corvo " NON PUO' PIOVERE PER SEMPRE "..quindi tranquilla, andrà tutto bene vedrai.- Rispose il ragazzo dandole una carezza e sorridendole.
Arrivati al piano dell'appartamento Tom aprì la porta e Nia rimase a bocca aperta dalla bellezza di quella casa...la cosa più spettacolare era la mega vetrata della sala, c'era una vista a dir poco spettacolare, la ragazza rimase senza fiato.
-Tom sono senza parole! E' una casa davvero stupenda...- disse lei ancora incredula.
- E non è tutto.. devi vedere ancora la parte migliore, dai vieni.- Rispose lui trascinandola per le scale.
- Ecco, questo è il posto che preferisco - disse lui entusiasta portandola sulla terrazza.
- E hai ragione Tom...è assolutamente strepitosa, guarda che vista! E c'è anche il dondolo! Io mi trasferisco qui sopra!- Disse lei ridendo.
- Ci passo molto tempo, è un posto tranquillo mi aiuta a riflettere e vengo sempre a suonarci...puoi venire qui quando vuoi, questa ora è anche casa tua.- Rispose lui abbracciandola.
- Grazie per tutto quello che stai facendo.- Riuscì a dire solo questo Nia, non aveva altre parole per esprimere la sua gratitudine. Tom non le rispose, la strinse a sè ancora più forte facendo sentire la ragazza in paradiso.


***

- Chissà se sono già arrivati e sopratutto come sta Nia..- disse Beatrice torturandosi le dita delle mani.
- Non ne ho idea ma qualcosa mi dice che stare un pò lontana da qui le farà bene - continuò Nicla.
- Uffa già mi manca! - Disse Camilla piagnucolando.
Nia mancava a tutte loro, la casa senza di lei sembrava vuota dopotutto era lei l'anima del gruppo, ma le altre non riuscivano ancora a capacitarsi di quello che era successo ma sopratutto non si davano pace all'idea di non essersi mai accorte di niente prima e di non aver potuto aiutare in tempo la loro amica, questo le faceva davvero sentire inutili perchè le amiche capiscono sempre quello che non va in una di loro, quali sono i poroblemi e loro stavolta non ci erano riuscite.
Nel frattempo la casa delle ragazze era completamente circondata dai paparazzi che, pur di avere qualche notizia riguardo l abassista si erano accampati lì anche per la notte.
- Sembrano degli avvoltoi, giuro che se non se ne vanno sono capace di sparare a tutti quanti!- Sbraitò Nicla.
Mentre pensavano furono riportate alla realtà dal suono del campanello, Camilla andò ad aprire, era Adrian.
- Adrian! Entra subito prima che quei pazzi ti mettano le mani addosso - disse preoccupata Camilla accompagnandolo.
Il ragazzo raggiunse le altre che erano in cucina a sorseggiare un the, aveva palesemente un'aria molto preoccupata, anche perchè non vedeva la sorella da quando l'aveva portata in ospedale.
- Ragazze io ho bisogno di sapere perchè..- iniziò a dire il ragazzo.
- Perchè lo ha fatto, perchè non mi ha mai detto niente io l'avrei aiutata, è mia sorella, la amo più della mia stessa vita e lei non si è fidata di me, non mi ha detto niente la odio, la odio cazzo!- Continuò iniziando a piangere istericamente.
- Non è vero Adrian, tu non la odi! Sei solo scosso come tutte noi, anche noi non sappiamo perchè non ci ha mai detto nulla, e ci sentiamo ancora più in colpa per non avere intuito niente, ma non dire che la odi, non dirlo più nemmeno per scherzo.- Gli disse Beatrice con voce ferma tenendogli il viso fra le mani e guardandolo fisso negli occhi.
Adrian crollò in un pianto disperato continuando a parlare.
- Mi sento una merda, una persona inutile.- Disse infine.
A sentire queste parole tutte si strinsero intorno al ragazzo abbracciandolo, e non riuscendo a trattenere le lacrime.

 

***

- Chris? Sono io, Peter.-
- Ehi amico, allora dov'è lei?-
- La troietta è con quel deficente di chitarrista nel suo appartamento.-
- Tienila d'occhio Peter, sai cosa fare conto su di te.-
- Non preoccuparti bello, non le rimane molto ancora.-


- Ehi Tom! Vado a fare una doccia ok?! - Urlò Nia dal piano di sopra.
- Fai pure! Io ordino la cena, ti va bene una pizza?!- Rispose lui sempre urlando.
- Si va benissimo! Prendila come la prendi tu, una pizza vale l'altra!- Ribattè lei per poi chiudersi in bagno.
Aprì l'acqua calda e nel frattempo che arrivava alla giusta temperatura si sfilò i vestiti e si guardò allo specchio, non era più lei, quegli occhi spenti e stanchi, l'espressione del volto non era più quella di una volta, pensò ai suoi genitori, sua sorella e le sue amiche ma sopratutto a suo fratello, non lo aveva nemmeno avvertito di dove fosse andata, voleva stare via e guarire, voleva che  la rivedesse come era una volta, ma quando sarebbe successo?!. Riemerse dai suoi pensieri ed entrò nella doccia cercandosi di rilassare il più possibile, l'acqua le scorreva addosso e per un po' sembrava si portasse via tutti i brutti pensieri, fosse stato per lei, pur di non soffrire più sarebbe stata lì sotto per sempre. Nel frattempo il suo telefono iniziò a squillare, uno squillo, poi due, tre, quattro, poi ancora un messaggio.
Nia uscì dalla doccia vide lo schermo del cellulare illuminato e andò a controllare.
Era suo fratello, l'aveva cercata. Aprì il messaggio:

Nia, so che ora non vorrai parlare con nessuno però
ti prego, ho bisogno di sapere come stai, dove sei e cosa hai intenzione di fare.
Non so se dire tutto a mamma e papà, Lea sa già tutto, ti prego fatti sentire
non farmi stare in pena, sappi che mi sento molto in colpa e non ce l'ho con te
voglio solo aiutarti. Ti voglio bene.


Ed eccole di nuovo quelle cazzo di lacrime, ripresero a scendere copiosamente sul volto della ragazza.
-Ma perchè si sente in colpa? Lui non ha fatto niente non deve stare così.- Ppensava la ragazza.
Non ci pensò due volte, premette il tasto rispondi e iniziò a scrivere:

Adrian spero che tu possa capirmi se sono andata via per un po'.
Io sto bene almeno per ora, sono in Germania ad Amburgo insieme a Tom
che si è offerto di aiutarmi e starmi vicino. Vorrei tanto che tu fossi qui ma è meglio
che per adesso io stia da sola. A mamma e papà non dire niente, voglio farlo io quando sarò pronta.
 Ti prometto che quando tornerò sarò la vecchia Nia, quella di sempre,
 è una promessa. Ti voglio bene.


Ma subito dopo un altro messaggio, stavolta però non era di Adrian, ma un messaggio anonimo:

Non sai a cosa stai andando incontro, stai giocando col fuoco
sappi che non ti conviene.


- Chi sei, chi cazzo sei?! - Urlò disperata Nia scaraventando il telefono per terra.
Si accasciò sul pavimento e riprese a piangere. Perchè i problemi la inseguivano? Non era al sicuro neanche lì.

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Capitolo 15
*** Fifteen ***


Fifteen.

Il telefono giaceva lì in una angolo del bagno, di fronte ad esso Nia si reggeva la testa fra le mani in preda all'ansia e al panico.
Non riusciva a credere che anche lì non fosse al sicuro, ma più che per lei era per Tom che era preoccupata, l'idea che qualcuno avesse potuto fargli del male, a causa sua per giunta, la mandava fuori di sè.
Si alzò svogliatamente dal pavimento e si guardò nel grande specchio che sovrastava il lavandino, si odiava da morire. Si sentiva un essere inutile, capace solo di creare delusione. Si sciacquò il viso con dell'acqua fredda come per lavare via dal suo volto quell'espressione di tristezza e malinconia che vi sostava ormai da troppo tempo, fu in quel preciso istante che decise che era giunto il momento di riprendere in mano la sua vita.
Non poteva continuare a vivere con quel senso di colpa e di angoscia, non poteva in primis per lei e poi per le sue amiche, la sua famiglia, specialmente per suo fratello, che era il suo unico pensiero in quel momento. Dio solo sa cosa avrebbe dato per poter tornare indietro, a quando conobbe Chris e mandarlo a quel paese. Riemerse da quei pensieri e uscì dal bagno per andarsi a vestire.
- Cazzo! Non ho uno straccio di vestito e ora? - Pensò mentre continuava a frugare nella borsa.
- Tom! - Urlò, ma non ricevette risposta.
- Toooooooooom! - Continuò, ecco che da dietro la porta spuntò il ragazzo.
- Ma che ti urli? Non sono mica sordo! - Si lamentò lui.
- Scusami..ma non mi sono portata nemmeno un vestito non è che mi potresti prestare qualcosa? Una tuta, un pigiama..almeno per stasera - lo pregò lei.
- Certo nessun problema, vado a prenderti qualcosa - replicò lui gentile. 
Si stese sul letto mentre lo aspettava e osservò la stanza, era molto bella, ben arredata e molto luminosa e il letto era dannatamente comodo.
- Ecco qua tieni - La voce di Tom la fece tornare sulla terra.
- Dovrai accontentari di una mia maglia.. che ti farà da vestito - scherzò lui.
- Se vuoi domani posso accompagnarti a comprare qualcosa, ti va?-
- Certo che mi va....senti ma..fra quanto si mangia? Ho una fame assurda!- si lamentò Nia.
- Tranquilla dovrebbero portare la pizza a minuti.. ti aspetto in salotto - 
Si risedette sul letto, ma stavolta i suoi pensieri si soffermarono su Tom, già su quel ragazzo che le era stato talmente antipatico inizialmente ora stava pian piano facendosi posto nel suo cuore e il pensiero che di lì ad una data ancora incerta gli avrebbe vissuto anccanto un po' dentro la scaldava.
Il suono del campanello la fece trornare alla realtà - devono essere le pizze - pensò dirigendosi verso il salotto ma non appena vi mise piede avvertì una strana sensazione non appena vide il fattorino..aveva un'aria familiare ed era convinta di averlo già visto da qualche parte...inoltre lui si soffermò ad osservarla fin troppo e il suo sguardo non era del tutto rassicurante.
- Ecco a te - disse Tom porgendo i soldi al ragazzo per poi accompagnarlo alla porta, prima di uscire quel tizio si voltò l'ennesima volta verso Nia che a sua volta lo fissò come per registrare il suo viso.
- Ehi ch ti prende? Sembra che tu abbia appena visto un fantasma - scherzò lui.
- Ma no che dici...è solo che quel ragazzo ha un'aria familiare..sono sicura di averlo già visto...vabbè ora non voglio pensarci..ho talmente tanta fame che mi mangerei anche te - scherzò lei facendo una linguaccia.
Erano seduti uno di fronte all'altro e stavano parlando tranquillamente del più e del meno, Nia lo guardava con occhi sognanti, era davvero perfetto..nel suo modo di parlare, nelle espressioni e nel gesticolare.
D'un tratto sentì qualcosa vibrare sul tavolo, era il suo cellulare, il suo cuore perse un battito fin quando vide chi era stato ad inviarlo. Era  sua sorella Lea, tirò un respiro di sollievo. 

 
"Ehi piccola, ho parlato con Adrian e mi ha detto cosa è successo
ti prego non avercela con lui, è molto preoccupato, come me del resto.
A mamma e papà non ho detto nulla ma non so fino a quando
riuscirò a tenerglielo nascosto, su Internet la notizia si sta diffondendo velocemente.
Beh io farò il possibile però per favore fatti sentire, mi manchi
e sono tanto in pensiero per te. Un bacio la tua sorellona."

Gli occhi le si inumidirono, cercò di non far cadere quelle dannate lacrime ma non ci riuscì.
- Ehi che hai? - le chiese preoccupato.
Lei non rispose, gli passò il cellulare e gli fece leggere il contenuto del messaggio.
- Come pensi reagiranno i tuoi?-
- Male, credo. Ed è più che comprensibile, quale figlia farebbe una cosa del genere ai suoi genitori..- continuò lei mentre le lacrime non cessavano a scendere.
- Sono sicuro che comprenderanno, magari potranno metterci del tempo ma capiranno..e comunque io ti aiuterò, contatterò il medico più bravo e ti faremo rinascere te lo prometto.-
La ragazza non rispose, si limitò a sorridere e ad annuire con un cenno del capo, poi decise di fargli leggere il messaggio intimidatorio che poco prima le era arrivato. Porgendogli il telefono glielo mostrò. -Ora capisci perchè ho ancora più paura? Non voglio che ci vada tu di mezzo, non c'entri nulla con questa storia non è giusto che tu ti esponga così tanto e poi tu e gli altri avete il tour e..- il chitarrista non la fece finire di parlare e la bloccò - ti ho detto che ti aiuterò ed è una promessa, per quanto riguarda questi messaggi farò in modo che le nostre vite siano ulteriormente al sicuro, domani chiamerò la polizia e farò trasferire delle guardie del corpo nell'appartmento qui accanto, per il tour non devi preoccuparti c'è ancora tempo - la rassicurò lui.
Rimase senza parole, quel ragazzo era tremendamente testardo ma allo stesso tempo altruista e..lo adorava.
-Ti va una sigaretta?- 
Nia annuì seguendolo sul terrazzo. Si appoggiò alla ringhiera contemplando il panorama, il sole stava tramontando e quella luce rossastra che si rifletteva sulla città le dava un senso di pace.
- E' molto bello qui, sai non ero mai stata in Germania..non sapevo prorpio come immaginarmela.- Disse lei.
- Beh ora ci sei, te la farò conoscere - rispose lui congendole il collo sol suo braccio e tirandola verso di sè. Le si bloccò il respiro, non se lo aspettava ma rispose al gesto abbracciandolo a sua volta mentre continuava a fumare.
- Non ti facevo così premuroso SexGott - gli disse.
- Sai...fa un po' parte di questo mestiere dovresti saperlo...ti dipingono addosso un'immagine e tu per forze di causa maggiore sei quasi costretto a rispecchiarla..certo è vero che il sesso mi piace, ma quale ragazzo lo disdegna? Poi chi mi conosce sa come sono veramente e per me è questo che conta...sono sicuro che prima o poi l'anima gemella la troverò anch'io, dev'essere lì fuori da qualche parte..- rispose lui.
- E sarà fortunata credimi - ribattè lei dolcemente.
- Torniamo dentro, l'aria inizia a diventare fresca..che ne dici di vedere un film? Scegli tu - le propose rientrando in casa.
- Ci sto, ma non so se ti conviene -
- L'importante è che non sia uno di quei film smielati e strappalacrime - continuò lui.
- Ma no...avevo pensato a "Le pagine della nostra vita" non lo vedo da tanto!- Esclamò lei con gli occhi dolci.
- Oh mio Dio...mi sembri Bill....vabbè farò uno sforzo! - 
- Grazie! - Esclamò lei schioccandogli un bacio sulla guancia che lo lasciò piacevolmente colpito.

 
"Perchè non mi hai scritto? Perchè? Non era finita per me...
ti ho aspettato sette anni e ora è troppo tardi."

" Ti ho scritto 365 lettere, ti ho scritto tutti i giorni per un anno."

"Tu mi hai scritto?"

"Si..non era finita per me... e non è finita neanche ora."

- Questo è decisamente uno dei miei film preferiti...mi fa piangere sempre dannazione!- Esclamò asciugandosi gli occhi umidi.
Lo schermo della tv era diventato scuto per via dei titoli di coda e Nia era caduta in un sonno profondo.
Tom la prese in braccio e la portò in camera, la sistemò sotto le coperte e le diede un bacio sulla fronte.
L'osservò per qualche secondo e poi si accoccolò accanto a lei, era così indifesa, non voleva lasciarla sola neanche mentre dormiva, la abbracciò e si addormentò con lei.

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Capitolo 16
*** AVVISO ***


AVVISO


Salve a tutte ragazze! Voglio premettere che mi sto odiando profondamente per questa cosa ma ahimè, al momento non riesco a continuare la storia. I motivi sono molteplici, ma i più grandi sono sicuramente un blocco di fantasia e l'università. Non ho intenzione di cancellarla perchè ci sono particolarmente affezionata, infatti qualora questo blocco si "sbloccasse" (scusate il gioco di parole) riprenderò subito  a scrivere la storia. Detto questo, volevo ringraziare davvero di cuore e scusarmi altrettanto con tutte le persone che stavano seguendo questa storia ovvero: MartyKey, ValentinaZu, alessia96, Chiaretta_Vampiretta, Der_leztze_tag, kira key, luchia nanami, miki483, _MINA_, _Shikas_Shadow_, hiris, Silence Shadow, Vanexia93, _RoBeRtInA96_, cris94, Fiore xx, sancez, Rob_483, Bibiens ( che mi ha addirittura inserito fra i suoi autori preferiti GRAZIE DI CUORE ), asy99, AllysonTH, Angie99, EhMaco, fefy97, Simbiosi, Aliensl, Giada Bk.
Molte di voi magari si saranno anche dimenticate della storia ( lo capisco), però ci tenevo davvero a ringraziarvi tutte quante e spero che quando il cricetino nel mio cervello ricomincerà a correre sulla sua ruota voi sarete ancora curiose di seguirla. UN BACIO GRANDE A TUTTE!


Valentina.

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