After all... I love you

di tatachan
(/viewuser.php?uid=620454)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Stupid kiss ***
Capitolo 2: *** Testa o croce? ***



Capitolo 1
*** Stupid kiss ***


«Vado a stare per un po’ a casa mia» aveva decretato Ueda esattamente 5 minuti dopo aver messo piede nell’appartamento che lui e Nakamaru condividevano da ormai diversi anni.
«E… quando lo avresti deciso??» rispose Nakamaru, sconcertato.
«Dunque… esattamente nel momento in cui ho capito che avevi deciso di farti baciare in bocca da Kame durante il concerto» ribattè Ueda stranamente calmo.
«Mi prendi in giro? Sei fuori di testa?!» replicò Nakamaru, arrabbiatissimo. Ma cosa saltava in mente al quel deficiente del suo ragazzo? Una scenata di gelosia così non se la sarebbe mai aspettata!
Ueda era intento a infilare qualcosa nello zaino e lo stava letteralmente ignorando, Nakamaru era talmente nervoso che sentiva le lacrime appannargli lo sguardo.
«Tu sai benissimo che io non ho deciso niente, ma, diamine, tu credi davvero che sia stato premeditato? Per la miseria, ma cosa ti dice il cervello? Secondo te io avrei progettato con Kamenashi una scena del genere? Ma sul serio, serve che io ti ricordi che quello gode nel sentire le fan impazzite? Io non c’entro proprio un bel niente!!!» continuò Nakamaru disperato.
Ueda non rispondeva, ormai aveva preso la sua decisione, e non sarebbe tornato indietro. Si mise lo zaino in spalla, e uscì dalla porta senza voltarsi (forse non sarebbe andato via se avesse visto il volto del suo ragazzo…).
Ueda si recò a casa di Kamenashi, bussò con un certo impeto alla porta. Quando Kamenashi andò ad aprire, si ritrovò di fronte lo sguardo infuocato di Ueda.
«Ueda, che succede?» iniziò Kamenashi ma non fece in tempo a finire la frase, perché Ueda sferrò un pugno contro la porta, sfiorando pericolosamente il volto dell’amico.
«Kame, io ti voglio bene, ma… avvicinati ancora al mio ragazzo, e ti spezzo le ossa» sussurrò Ueda. Kamenashi restò di sasso. Ueda si girò, entrò in macchina e se ne andò, lasciando Kamenashi impietrito davanti alla porta.
“Cazzo… stavolta ho combinato un danno!” si disse il più giovane dei Kat-Tun.
In realtà Kamenashi avrebbe volentieri baciato Taguchi durante il concerto, ma forse non si sarebbe fermato ad un semplice bacio con quello spilungone… e poi, infondo, era anche un tantino geloso del fatto che Ueda passasse tanto tempo con Taguchi, quando invece lui non aveva il coraggio di chiedergli di uscire.
Ma, come diceva sempre Nakamaru, mai fare arrabbiare Ueda.
 
Dopo una settimana di pausa post-concerto, giunse il giorno del rientro a lavoro. Nakamaru era impaziente di rivedere Ueda, era convinto che dopo una settimana l’offesa fosse stata superata.
Povero illuso, Maru!
Ueda non si degnò nemmeno di salutarlo. Fece in modo e maniera di non interagire con lui durante tutto il giorno, fino a quando Nakamaru decise che non ci stava ad essere trattato così. Nonostante ogni giorno, da quando Ueda se n’era andato, lui gli avesse scritto un messaggio, senza mai ricevere risposta, nonostante gli avesse ricordato ogni giorno quanto lo amava, non era servito a niente.
Nakamaru era stufo di quel comportamento, perciò decise di smettere di fare l’accondiscendente: se Ueda voleva la guerra, lo avrebbe accontentato (vai Maru, siamo con te!!!).
«Ne~ Kame… torniamo a casa insieme?» chiese Nakamaru a Kamenashi, cercando di mandargli dei segnali per fargli capire che voleva che lui stesse al gioco.
Kamenashi, da parte sua, ricordava molto bene l’avvertimento di Ueda ma, ehi, lo sappiamo tutti com’è fatto Kame: l’amicizia prima di tutto, e lui aveva capito benissimo che Nakamaru aveva bisogno di una mano, quindi stette al gioco.
Anche il fesso di Taguchi si era accorto dello sguardo assassino che aveva per un attimo attraversato gli occhi di Ueda, quindi pensò bene di fare finta di niente, tenendo incollati gli occhi allo schermo del cellulare.
Nakamaru e Kamenashi si alzarono e fecero per andare via, ma Kame ad un tratto si fermò esclamando:
«Accidenti ho dimenticato la borsa nell’altra stanza! Taguchi accompagnami a prenderla!» e afferrò Taguchi per la giacca, trascinandolo con sé fuori dalla stanza. Nakamaru e Ueda erano rimasti soli.
“Bella mossa, Kame… vuoi davvero vedere il sangue scorrere oggi?” chiese mentalmente Nakamaru.
«Che fai… non corri dal tuo innamorato?» la voce tagliente di Ueda ruppe il silenzio nella stanza.
“Almeno mi ha parlato!” Nakamaru dentro di sé ringraziò Kamenashi per quella mossa strategica: forse non tutto era perduto.
Nakamaru corse verso Ueda, che stava stravaccato sul divanetto, e gli saltò addosso, finendo a cavalcioni su di lui.
«Eccoti accontentato!» rise Nakamaru, avvicinandosi sempre di più al volto di Ueda, che era rimasto spiazzato dalla reazione di Nakamaru, e lievemente imbarazzato.
«Apri bene le orecchie stupido geloso che non sei altro: ti amo, e questo, caro mio, non cambierà mai, perché tu sei insostituibile. Mi hai fatto un male cane andandotene e lasciandomi da solo per un’intera settimana» al pronunciare quelle ultime parole il sorrisetto che Nakamaru aveva in volto si trasformò in un’espressione triste e ferita.
Solo in quel momento Ueda si rese conto di quanto fosse stato stronzo.
Alzò una mano, accarezzando lievemente la guancia del suo ragazzo.
«Yuichi… perdonami, sono uno stronzo. Per un attimo ho avuto paura che…» Ueda si bloccò.
«Che… cosa? Dimmelo!» incalzò Nakamaru.
«Che quel bacio ti fosse piaciuto! Maledizione non riesco nemmeno a dirlo! È un pensiero che mi ha torturato in continuazione dal concerto!» sbuffò Ueda.
«Tu sei l’essere più idiota di questo mondo! Più idiota anche di Taguchi! Ma che vai a pensare?» iniziò Nakamaru.
«Lo so, mi dispiace, ma ero terrorizzato da questa idea e…» Ueda fu bruscamente interrotto dalle labbra di Nakamaru, che si poggiarono sulle sue. Finalmente poteva risentire quel sapore: accidenti quanto gli era mancato!
Dopo quell’attimo infinito, Nakamaru si allontanò un po’ e si specchiò negli occhi dell’altro:
«Ma tu credevi davvero che una persona che non sei tu mi potesse fare felice?» disse.
Ueda fu talmente colpito da quelle parole che gli scappò una lacrimuccia…
«Ti amo!» sorrise nuovamente Nakamaru sulle sue labbra.
«Torniamo a casa nostra…!» propose Ueda.
Varcata la soglia di casa, Ueda e Nakamaru si fiondarono nella loro camera, i vestiti erano stati gettati a terra disordinatamente, il bisogno di sentirsi con ogni fibra del corpo era vitale per i due.
Fecero l’amore per tutta la notte, fino a quando non crollarono addormentati, con i volti finalmente felici.
 
Ma… che ne è stato di Kamenashi e Taguchi??? xD

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Testa o croce? ***


«Accidenti ho dimenticato la borsa nell’altra stanza! Taguchi accompagnami a prenderla!» e afferrò Taguchi per la giacca, trascinandolo con sé fuori dalla stanza.
«Kame…sei diventato scemo? La borsa ce l’hai proprio lì, sulla tua spalla!» disse Taguchi una volta entrati nella stanzetta adiacente quella in cui gli altri due Kat-tun erano rimasti soli.
«Taguchi… se qui c’è uno scemo, quello sei tu…» lo prese in giro la tartaruga.
Ci volle qualche minuto perché a Junnosuke si accendesse la lampadina.
«Aaaaaah… era una scusa per farli restare soli!!!» disse infine il più alto.
«Complimenti per la perspicacia!» rise ancora Kamenashi.
Improvvisamente Taguchi iniziò un discorso che Kamenashi non si aspettava di sentire, non da lui, che era una frana quando si trattava di argomenti “profondi”.
«Certo che quei due sono proprio fortunati, non trovi?»
«Che vuoi dire?» chiese la tartaruga stupita.
«Beh, sono innamorati, e anche se si mettono a litigare, poi fanno sempre pace. Stavo pensando che deve essere davvero fantastico avere un legame del genere… Insomma, pensaci: trovare una persona che ti fa battere il cuore e a cui tu fai battere il cuore, una persona che ti ama, che vuole stare con te, conoscendo i tuoi difetti. Non è una cosa che capita a tutti…».
Kamenashi era senza parole, avrebbe voluto avere il coraggio di dichiararsi, di dirgli che il suo cuore stava battendo all’impazzata per lui e lui solo, poteva sentirlo rimbombargli nel petto in quel momento, ma… cosa sarebbe successo se quei sentimenti non fossero stati ricambiati? No, quella possibilità lo spaventava troppo. Ma comunque non avrebbe rinunciato a passare del tempo insieme a Taguchi, in fondo erano amici, quindi che male c’era?
«Ehi, stasera ti va di venire a cena da me? I miei sono andati a trovare mia sorella, e io sono a casa solo soletto…» iniziò Kame, quasi balbettando a causa dell’imbarazzo.
“Ma che cavolo mi devo imbarazzare? Che cosa c’è di strano, siamo amici, e non è la prima volta che mangiamo insieme, ma perché devo essere così nervoso? Sembro un liceale alle prime armi!” predicava mentalmente Kamenashi.
«Sì, ok!!!» rispose Taguchi, che era ritornato il ragazzo sorridente di sempre, dopo quell’attimo di serietà.
“Menomale che non si è accorto di niente! È così ingenuo! Ma lo amo anche per questo…” si disse la tartaruga.
Comprarono cibo da asporto e affittarono un film, giusto per passare la serata (Kamenashi aveva in mente altri modi più piacevoli per passare il tempo, ma erano e dovevano restare solo sue fantasie…).
Mangiarono chiacchierando allegramente, poi si sedettero sul divano per vedere il film: in realtà Kamenashi a tutto stava pensando in quel momento tranne che a Sadako e alla videocassetta maledetta, mentre Taguchi era terrorizzato e stringeva spasmodicamente il cuscino, coprendosi il viso con le mani per non vedere le scene più paurose.
Finito il film, Kamenashi, spinto dalla situazione favorevole e irripetibile, trovò il coraggio per proporre a Taguchi di restare a dormire da lui: consapevole del fatto che non si sarebbe mai dichiarato (ti piacerebbe eh, Kame…?!) pensò che almeno avrebbe cercato di passare il più tempo possibile con la persona che gli faceva battere il cuore.
«Ti va di… restare a dormire qui? Sai com’è… in due è sempre meglio, no?! Potrebbero venire i ladri, o potrebbe uscire la bambina dallo schermo della tv…!» stava arrancando parecchio il povero Kame.
«Smettila di spaventarmi con quel film! Ho ancora le mani che tremano! Ma come fai a vedere quelle cose?!» si lamentò un Taguchi terrorizzato.
Kame si mise a ridere.
«Comunque, se proprio ci tieni, ok, mi fermo qui per stanotte…ma prima… facciamo un gioco, ti va?» improvvisamente Taguchi si fece intraprendente, quasi cambiò sguardo, e Kame avvertì come la sensazione di un pericolo imminente.
«Che tipo di gioco?» chiese timorosa la tartaruga.
«È facilissimo!!! Vedi questa moneta?» Taguchi si avvicinò a Kamenashi mostrandogli l’oggetto di metallo che aveva in mano,
«Questo lato è testa, quest’altro invece è croce. Tu devi scegliere testa o croce, poi io lancerò la moneta: vince chi indovina!» concluse Taguchi.
«Tutto qui?» chiese scettico Kamenashi.
«Non esattamente… chi viene sconfitto dovrà affrontare una penitenza, che sarà decisa dal vincitore…» rispose Taguchi.
Kamenashi non era molto convinto, sembrava quasi che Taguchi avesse in mente qualcosa, ma alla fine accettò: in fondo si trattava di Taguchi, che pericoli potevano nascondersi dietro quello stupido giochino?
«Io scelgo croce» disse Kamenashi.
«Molto bene, quindi per me è testa… sei pronto?»
«Vai!»
Taguchi lanciò la moneta. Uscì testa (non se lo aspettava nessuno…!).
«Ho vinto io!!!» sorrise Taguchi vittorioso.
«Accidenti!»
«Benissimo, allora per penitenza…dovrai dirmi il nome della persona che ti piace!» disse Taguchi, tornando per un momento serio, proprio come qualche ora prima.
«Cosa? Ma che razza di penitenza sarebbe?? Avanti Taguchi, puoi fare di meglio… ci sono tante penitenze molto più cattive di questa…» Kame non sapeva come uscire da quella situazione che stava diventando sempre più pericolosa.
«Mi spiace, Kame. Devi rispondere, non ti puoi rifiutare, sono le regole, e non provare a dire bugie, me ne accorgerei!» lo minacciò Taguchi.
“Accorgersi? Come potrebbe accorgersi se dico una bugia?” questo dubbio colse la tartaruga, che però non ebbe tempo per approfondirlo, ma, inspiegabilmente, sentiva che era vero, che Taguchi avrebbe davvero capito se avesse detto una bugia.
«Perché ci tieni tanto a saperlo?» cercò di prendere tempo Kamenashi.
«Spiacente, non puoi obiettare, domandare o cambiare discorso, devi solo dirmi sinceramente il nome della persona che ti piace» continuò Taguchi.
Kamenashi capì che non c’era modo per uscire da quella situazione, Taguchi era determinato a conoscere la verità e non avrebbe mollato.
«E va bene… se è quello che vuoi ti accontenterò…» non voleva dirlo, non aveva il coraggio, ma le regole erano quelle, e non poteva tirarsi indietro. Prese un respiro profondo e…
«Il nome della persona che mi piace è…Taguchi… Taguchi Junnosuke…» lo disse con un filo di voce, con le labbra tremanti, il capo chino a fissare un punto indefinito del pavimento, un punto che divenne sempre più appannato perché una piccola lacrima stava cadendo dai suoi occhi, che racchiudeva in sé tutte le paure di Kame, i dubbi… “Ecco, è la fine, ho rovinato tutto, l’amicizia, il lavoro, adesso lui avrà ribrezzo di me…” pensava la piccola tartaruga.
Improvvisamente si sentì abbracciare dalle braccia forti di Taguchi, che lo strinse a sé al punto che poteva sentire il suo profumo invadergli la mente.
Kamenashi spalancò gli occhi, incredulo.
«Finalmente l’hai ammesso!!!» disse Taguchi, sfoggiando uno dei sorrisi più belli e regalandolo a Kame, ancora incredulo.
Poi Taguchi, senza sciogliere l’abbraccio, avvicinò il viso all’orecchio di Kame:
«Ti svelerò un piccolo segreto… la persona che mi fa battere il cuore si chiama Kamenashi Kazuya» sussurrò.
«Dici sul serio?» domandò Kame, scostandosi un po’ per vedere il volto di Taguchi. Questo annuì, poi avvicinò le sue labbra a quelle dell’altro in un dolcissimo bacio, che spazzò via tutti i dubbi e le paure di Kamenashi.
E di certo la tartaruga non si accontentò di un casto bacio! Infatti iniziò a togliere i vestiti a Taguchi, e poi si spogliò, per dare il via alle danze…
Non si sprecò nemmeno a raggiungere la camera da letto, aveva atteso troppo a lungo quel momento: accadde lì, sul divano del salotto, un amplesso lungo, magico, una fusione di corpi e anime, un toccarsi di pelle, lingue, mani, un avvinghiarsi come se ne andasse della loro stessa vita. Quando Taguchi entrò in lui, Kame si sentì davvero completo, come se non avesse atteso altri che lui nella sua vita. La stanza era piena dei loro sospiri, dei loro gemiti, del loro odore.
Il mattino seguente, al risveglio, Kame si ritrovò ancora stretto al corpo di Taguchi, che stava aprendo gli occhi in quel momento.
«Buongiorno!» biascicò Taguchi ancora mezza addormentato.
«Buongiorno!» replicò Kame, stringendosi ancora di più a lui.
Rimasero per un momento così, in silenzio, ognuno ripensava alla sera precedente, quando ad un tratto…
«Ehi!!! Ma tu… tu ieri sera hai detto “finalmente”! Tu!! Lo sapevi!!!» esclamò Kamenashi sorpreso e un po’ imbronciato.
«Complimenti per la perspicacia!» gli rifece il verso Taguchi, ridendo.
«Brutto imbroglione, mi hai fregato! Ma come hai fatto? Da quando lo sapevi?» chiese Kamenashi.
«Kame… guarda che ci vedo anche io, e ho notato gli sguardi che mi lanci da un po’ di tempo a questa parte, sai? E poi ieri, per invitarmi da te, ti stavi incartando, addirittura hai iniziato a balbettare! Era palese!» si gonfiò orgoglioso Taguchi.
«Maledetto, quello stupido giochino di “testa o croce”!!! Era tutto un trucco! Questa me la paghi!» disse Kame, fingendo di mettere il broncio e lanciando un cuscino in faccia a Taguchi.
«Ahahah! Gomen Kame… ma se non fosse stato per quello stupido giochino tu non lo avresti mai ammesso, e noi non avremmo fatto quello che… abbiamo fatto» concluse Taguchi con una punta di malizia.
«Sì, in effetti… ne è valsa la pena…! A proposito, pensavo di riprendere il discorso che stavamo facendo ieri sera…» disse Kame, avvicinandosi sensualmente al suo neo – ragazzo e mettendosi a cavalcioni su di lui.
«Pensavo la stessa cosa, guarda un po’…» rispose Taguchi, sollevandosi per baciarlo sulle labbra.
Che dire… per fortuna quel giorno non avevano impegni lavorativi!!! xD
 
Fine

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3023771