Ti odio, ti amo, ti...

di Layla
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1)L'ego di Mike Fuentes versus Jenna Mcdougall. ***
Capitolo 2: *** 2)Inaspettati cambi di idea ***



Capitolo 1
*** 1)L'ego di Mike Fuentes versus Jenna Mcdougall. ***


1)L'ego di Mike Fuentes versus Jenna Mcdougall.


La prima volta che l’ho visto ho pensato che avesse un ego enorme.
Nessuno sembrava superare l’ego di Mike Fuentes, non avevo nessuno con tale sorrisino irriverente e circondato da una perenne nube di fumo.
Mi dà fastidio il fumo, non sono una di quelle naturiste che svengono all’idea che si possa fumare, ma nemmeno avere sempre una sigaretta tra le labbra mi piace.
E lui ce l’ha sempre o almeno da quando ricordi io, Jenna Mcdougall.
Le nostre due band dovevano fare un tour insieme, ecco perché dovevamo conoscerci un paio di giorni prima di partire.
Lui era stato il primo ad entrare nella stanza con indosso una canottiera che gli stava larga e non copriva tutti i suoi tatuaggi, un cappellino portato indietro e una nube di fumo.
“Ciao, bambolina.”
Mi aveva salutato indolente.
Non mi piace la gente che dà questi soprannomi al primo incontro, io non lo conoscevo nemmeno e non volevo essere la bambola di nessuno, tantomeno la sua.
“Mi chiamo Jenna Mcdougall.”
L’avevo corretto un po’ fredda.
“Io sono Mike Fuentes.”
“Piacere di conoscerti. Dove sono gli altri?”
Volevo chiedergli se se li era mangiati il suo ego, ma non mi sembrava il massimo iniziare un rapporto con una band con una battuta acida.
“Siamo qui.”
Una voce meno roca e strascicata mi aveva risposto e avevo notato gli altri tre ragazzi nella stanza: quello che aveva parlato aveva dei capelli lunghi fino alle spalle di un caldo castano ed era il più basso, poi c’era un ragazzo con dei tunnel alle orecchie, un cappellino, dei capelli lunghetti rasati da un lato e poi un ragazzo robusto con i capelli neri e irti.
Quest’ultimo si era mosso fluidamente e mi aveva stretta in un abbraccio spacca costole e poi mi aveva rivolto un sorriso abbagliante.
“Io sono Jaime Preciado, il bassista e mi piace abbracciare le persone.”
“Piacere, io sono Jenna, la cantate.
Loro sono Jake, Whackaio, Matt e Cam.”
Avevo indicato i miei compagni di band e lui era subito andato da loro ad abbracciarli e a farli ridere.
“Io sono Vic Fuentes, piacere di conoscervi.”
Mi aveva teso un mano sorridendo.
“Sei parente di questo qui?”
Avevo indicato la pertica accanto a me con un movimento  trascurato del pollice, lui aveva riso.
“È il mio fratellino.”
“Non vi somigliate per nulla, per fortuna.”
Vic aveva riso di nuovo e poi aveva indicato l’ultimo ragazzo rimasto.
“Lui si chiama Tony Perry, detto Turtle, non parla molto. Ama le tartarughe, Star Wars e sa risolvere un cubo di Rubik, è il nostro chitarrista.”
Tony mi aveva stretto la mano.
“Spero andremo d’accordo.”
“Oh, se non mi chiamerai bambolina andremo d’accordo.”
Anche lui aveva riso.
“Sì, lo so che sembra solo un grande coglione, ma una volta conosciuto scoprirai che ha davvero un grande cuore.”
“Pensavo che avesse solo una cosa di grande.”
“Cosa, tesoro?”
“L’ego. Mi domando come facciano altri esseri umani a respirare quando ci sei tu nella stanza, voglio dire dovrebbero essere tutti schiacciati dalla tua ingombrante presenza.”
“Hai le unghie, mi piace.
Ragazzi, messicano per tutti, va bene?”
Avevano annuito tutti e avevamo cenato insieme.
A quella cena ho stretto amicizia soprattutto con Vic, Tony e Jaime, tanto che ho accettato senza problemi di suonare con loro alcune delle loro canzoni.
È gente simpatica.
“Jen!”
L’urlo di Cam mi riporta alla realtà, chiudendo bruscamente il cassetto dei ricordi.
“Ci sono le prove.”
Io grugnisco.
“Qual è il problema?”
“Mike Fuentes e quella ridicola sgualdrina che si porta dietro, con le sue risate rovina tutto e mi fa perdere la concentrazione. Vorrei tirarle il microfono in testa.”
Cam scuote la testa.
“Tu e Mike non siete ancora diventati amici?”
“Ma lo vedi come fa?
Bambolina, piccola, tesoro di qui e di là, nonostante gli abbia detto che preferisco essere chiamata solo Jenna. E poi flirta sempre, anche quando c’è la sua ragazza, non ha ritegno.”
“Io ci ho parlato un paio di volte, mi sembra un ragazzo simpatico.”
“È perché sei un ragazzo! Voi queste cose non le capite!”
“Forse, ma secondo me dovresti dargli una seconda possibilità.”
Io scuoto la testa profondamente irritata, nemmeno la mia band è dalla mia parte!
Sbuffando scendo dal mio bunk e seguo Cam giù dal bus e poi fino all’arena, fuori fa caldo e c’è un bel sole. Un tempo ottimo per suonare. Arrivati al palco scopro che gli altri hanno già sistemato i loro strumenti e che sono io l’unica a non essersi preparata. Tanto per cambiare poi c’è un figura alta che ci osserva da dietro le quinte.
Mike Fuentes da solo.
“Dov’è la tua oca ammaestrata?”
“Mi ha lasciato.”
Risponde cupo.
“Meglio, così non disturberà più le prove.”
Poi mi avvio per salire sul palco, ma la sua mano scatta attorno al mio polso e mi costringe a girarmi.
“Io non ti sto simpatico, vero?”
“No, direi di no.”
“Ti farò cambiare idea.”
“Cos’è? Una minaccia?”
“Vedila come vuoi, ma cambierai idea, te lo assicuro.”
Detto questo mi lascia andare e io finalmente salgo sul palco di malumore.
“Cosa voleva Mike da te?”
“Dirmi che cosa l’ha lasciato e che mi farà cambiare idea sul suo conto. Siamo passati alle minacce adesso.”
Gli altri non dicono niente e io inizio a cantare, sentendo a tratti uno sguardo scuro che mi perfora la schiena, segno che la pertica è ancora dove l’ho lasciata.
Mi irrita parecchio come si comporta, se vorrà che io cambi idea si dovrà impegnare molto, una volta che una persona mi ha seccato difficilmente cambio parere.
“Ottime prove.”
Mi sussurra quando finalmente finiamo.
“Grazie, adesso tocca voi.”
“Non resti a sentirci suonare?”
“Prima voglio farmi una doccia.”
“Ricordati della promessa.”
Io sbuffo seccata e me ne torno al tour bus, voglio farmi davvero una doccia, ho sudato parecchio su quel palco. Perché diavolo si è fissato su di me quando potrebbe avere tutte le groupies che vuole?
Mistero.
Mi faccio una doccia e poi rimango incerta nella zona relax, raggiungere i ragazzi che stanno guardando le prove dei Pierce The Veil o vedermi qualcosa in tv da sola?
L’idea mi tenta parecchio, almeno non darei ragione a Mike. Decido di uscire alla fine e noto il batterista correre verso il tour bus della sua band.
“Dove stai andando?”
Gli urlo sorpresa.
“Vic non si è presentato alle prove.”
Mi risponde angosciato, senza capirci molto lo seguo ed entro nel loro bus, completamente deserto.
“Magari è solo a fare un giro, qui non c’è nessuno.”
“Silenzio, Jenna!”
Mi risponde con una voce aspra che non gli ho mai sentito, poi apre la porta del bagno e io vedo Vic con in mano una lametta e con del sangue che cola da un braccio.
“Avresti detto che non l’avresti più fatto!”
Esclama arrabbiato e strappa la lametta dalle mani di Vic per buttarla da un finestrino, io rimango paralizzata, mentre lui – borbottando – pulisce il sangue e disinfetta il taglio.
“Potresti passarmi una benda, per favore? Sono nell’ultimo ripiano di quell’armadietto.”
“Oh, sì, certo!”
Scuotendomi dal mio torpore cerco una benda e gliela passo, lui lega il braccio del fratello.
“Gradirei che tu non dica a nessuno di quello che è successo qui.”
“Va bene, Mike.”
Non so cosa fare, se andarmene o dire qualcosa a Vic.
“Mi dispiace.”
Sussurro alla fine.
Me ne vado dopo un’occhiata che mi lancia Mike: vuole risolvere da solo le cose con suo fratello.

 

La sera dopo il concerto io e Cam decidiamo di andare a bere qualcosa. Whackaio è sparito con Jake e Matt, sospetto alla ricerca di qualche groupie.
Non ho raccontato a nessuno di quello che è successo sul pullman dei Pierce The Veil  e ora mi pesa sulla coscienza. Non mi sarei mai aspettata che Vic avesse di questi problemi, come tutti ho letto le sue dichiarazioni in cui aveva avuto problemi di autolesionismo e di come fosse guarito per amore di suo fratello. Pensavo, ecco, che fosse una cosa che riguardasse il suo passato e non il suo presente.
Prendiamo una delle macchine che sono a disposizione dei gruppi e ci dirigiamo verso il centro della città. Cam sceglie a caso un bar e parcheggia la macchina al primo spazio libero e poi scendiamo.
“Fortuna che abbiamo entrambi superato i ventun anni così possiamo bere in pace.”
“Dimenticavo che siamo in California e che c’è questa legge.”
“Hai la testa tra le nuvole ultimamente.”
“Ho le mie cose!”
Gli dico scherzosamente, anche se mi fido di Cam non voglio venire meno alla promessa fatta a Mike.Deve essere Vic a decidere se e quando dire a tutti dei suoi problemi.
Il bar è molto piccolo e noi ci sediamo al bancone, ci beviamo una birra parlando del Warped Tour e di come ci stiamo divertendo. Al secondo boccale noto che l’attenzione del mio amico è calamitata da qualcosa oltre le mie spalle, con cautela lancio un’occhiata di sbieco e vedo una ragazza mora che non gli toglie gli occhi di dosso.
“Per te sarebbe un problema se ti lasciassi sola, Jen?”
“No, nessun problema. Vai, che non ti toglie gli occhi di dosso.”
Cam si alza e la raggiunge sedendosi sullo sgabello vicino a lei, dopo un po’ se ne vanno e lui mi fa un cenno di saluto che ricambio.
Bene, cerchiamo di non rendere noiosa questa serata.
Dieci minuti dopo un ragazzo dagli spettinati capelli scuri si siede vicino a me.
“Ciao, lo sai che sei molto carina?”
“E tu lo sai che sei molto ubriaco?”
Lui mi rivolge un sorriso storto e mi appoggia una mano sulla spalla.
“Come ti chiami?”
“Alice, Alice nel paese delle merdaviglie.”
“Me lo daresti un bacio, Alice?”
“No.”
Mi alzo e me ne vado in bagno, sperando che al mio ritorno il seccatore se ne sia andato e che io possa continuare la mia serata di relax in pace.
Sto chiusa nel box un po’, poi esco e con mia grande sorpresa me lo ritrovo lì. Faccio per urlare, ma lui mi mette una mano sulla bocca e con l’altra mi attira a sé. Io mi ribello più che posso, lui toglie la mano dalla mia bocca, ma tutto quello che mi esce è un suono strozzato, dato che lui ne approfitta per mettermi la lingua in bocca.
Mi contorco come un’anguilla, ma lui è decisamente più grande e pesante di me. Non voglio rassegnarmi al peggio, ma questa volta sembra inevitabile. All’improvviso non me lo sento più addosso e apro gli occhi, si sta rotolando per terra con le mani sul naso da cui esce del sangue e accanto a lui c’è Mike.
“Tutto bene?”
“Potrei stare meglio. Grazie, comunque.”
“Niente di che, non mi piace la gente che si approfitta delle ragazze!”
Lancia un’occhiata di puro disprezzo al ragazzo che geme piano. Io lo scavalco e raggiungo Fuentes e poi usciamo dal bar, mi guardo intorno alla ricerca della macchina e mi rendo conto con sgomento che non c’è, che probabilmente deve averla presa Cam quando è uscito con la mora.
“Mike.”
Lo chiamo piuttosto riluttante.
“Ho bisogno di un passaggio, Cam si è preso la macchina con cui siamo venuti, non è che potresti portarmi al concerto?”
Lui annuisce piano, entriamo in macchina e tra di noi cala subito un silenzio imbarazzato.
“E così sei venuta con Cam, come mai non c’era quando sono arrivato?”
“Ha adocchiato una ragazza e lei aveva adocchiato lui, così se ne sono andati via insieme.”
“È stato davvero poco carino a lasciarti lì da sola, è pericoloso.”
Non discuto sulla seconda affermazione perché, purtroppo, si è rivelata vera, ma sulla prima sì.
“Gli ho detto che non mi dava nessun fastidio, di solito sono abituata a cavarmela da sola.”
“Non ne dubito, ma dovresti portarti dietro dello spray al peperoncino. Di solito funziona con tipi come quello che ho appena steso.”
“Ho lasciato il mio sul tour bus, non pensavo mi sarebbe servito.”
Rimango un attimo in silenzio.
“Come sta Vic?”
“Bene, mi sono fatto consegnare tutte le sue lamette e lui ha giurato che non sarebbe successo mai più, che è stata solo una ricaduta.”
“Spero tu non sia stato troppo duro con lui.”
“Non lo sono stato, ma non è bello né facile vedere il proprio fratello farsi così male e non poterlo aiutare. Pensavo che i giorni delle lamette fossero passati, invece no, sono ancora qui e vorrei sapere perché. C’è qualcosa che non mi ha detto.”
Commenta pensieroso.
Chissà cos’è? Cosa lo turba a un punto tale da indurlo a tagliarsi?
Per il resto del viaggio non parliamo, arriviamo al Warped Tour e lui mi accompagna al mio bus, inutile dire che Whack, Matt e Jake hanno spiato il tutto dalla finestra.
“Come mai eri in compagnia di Mike?
Pensavo lo detestassi!”
“È una lunga storia e io ho bisogno di dormire. Ve la racconterò domani.”
Entro nella zona notte mi faccio una doccia e mi metto a letto. I miei sogni sono turbati d mani viscide che mi toccano.
Ugh.
Al mio risveglio sono tutti in cucina, Cam si alza immediatamente in piedi.
“Jen, mi dispiace di averti lasciata sola in quel bar, non avrei mai immaginato che succedesse una cosa del genere. Mi perdoni?”
Io annuisco, lui è palesemente sollevato. Credo anche che abbia fatto due chiacchiere con Mike Fuentes.
“Si può sapere cosa è successo?”
Ci chiede Whackaio, un filino esasperato.
Succintamente racconto loro il tutto, parte in giro di insulti a Cam mentre io bevo il mio the per colazione. Finito, decido di farmi l’ultimo giro al Warped Tour, visto che domani partiamo per la prossima data.
Sto camminando poco lontano dal pullman dei Pierce the Veil quando sento due voci parlare: una è di Jaime, l’altra è di Vic.
“Si può sapere cosa ti è preso ieri? Pensavo avessi smesso!”
“Sì, ma poi ho visto loro e…”
“Loro chi?”
Chiede Jaime senza capire.
“Jenna e Mike.”
“Ma non stanno insieme.”
“Non ancora.”
Borbotta cupo.
“E qual è il problema, Vic?”
“Il problema, Jaime, è che lei piace anche a me e per l’ennesima volta sono stato friend zonato per via di mio fratello.”
I miei occhi minacciano di uscire dalle orbite. Io che piaccio a Vic?
Io che piaccio a Mike?
“Coma fai a essersene così sicuro? Sono come cane e gatto.”
“Fidati, so riconoscere quando a mio fratello piace sul serio una ragazza e Jenna gli piace e io sono fottuto.”
Io rimango senza parole.
Piaccio a tutti e due i fratelli Fuentes.
Adesso cosa devo fare?

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Capitolo 2
*** 2)Inaspettati cambi di idea ***


2)Inaspettati cambi di idea

 
Giusto per essere sinceri due ragazzi non si erano mai interessati contemporaneamente a me, tanto meno due fratelli. Sono sempre stata la ragazza con solo una storia o la confidente dei miei amici maschi, visto che per loro ero una specie di fratellino. Non indossavo gonne, ma jeans, mi truccavo il minimo necessario, ascoltavo punk e facevo skate.
Ecco, perché adesso non so cosa fare.
Mike è pur sempre una testa di cazzo, ma quando si tratta del fratello cambia personalità e diventa dolce e protettivo. Un lato di lui che non posso non apprezzare. Se sapesse che è lui la causa involontaria del dolore del fratello  smetterebbe di flirtare e Dio solo sa diventerebbe.
Muto, forse.
Amorfo, anche.
In quanto a Vic lo apprezzo moltissimo come persona, amo il suo carattere e come si comporta con gli altri, ma non riesco a vederlo come più di un amico.
La cosa irritante è che non posso dire la stessa cosa di mister ho-un-ego-che-va-da-qui-al-prossimo-pianeta-abitabile. Oh no!
Senza volerlo, facendomi incazzare più del dovuto, mi è entrato dentro, come un cazzo di virus.
Non so cosa fare, lui dal canto suo continua a fare il figo con me per convincermi che è davvero figo e va preso in considerazione.
“Jenna?”
“Sì, Jake?”
“Cosa vuoi fare con Mike? Ci sta sempre attaccato al culo.
E poi non so se ti sei accorta delle occhiate che ti lancia Vic?”
“Ho notato entrambi i comportamenti dei fratelli Fuentes e non so cosa fare.”
Lui mi guarda con gli occhi spalancati.
“Cazzo, ho perso i dieci dollari della scommessa!”
Io mi alzo a sedere meglio, dall’alto del mio bunk.
“Prego?”
“Cioè, niente, eh! Non ti incazzare!”
“Dipende, sputa il risposto, Jake.”
“Beh, io e i ragazzi abbiamo scommesso su te e i fratelli Fuentes, su chi alla fine avrebbe avuto il cuore della gelida principessa di ghiaccio.”
“Taglia o la principessa ti tirerà la sua tiara come Xena.”
“Beh, loro hanno detto Mike, io Vic. Mi sbagliavo.”
Io alzo un sopracciglio, non mi pare di aver detto che stanotte io abbia intenzione di scaldare il letto di Mike Fuentes.
“Beh, se ti fosse interessato Vic non avresti detto boh. Dovresti parlargli per me.”
Detto questo se ne va, lasciandomi a guardare le punte di miei piedi, le unghie sono dipinte di un bel rosso cieliegia. Complimenti per la scelta, Jen!
No, così non va. Devo pensare al problema, non alla mia abilità a mettere smalti sulle unghie dei piedi. Pensare al problema significa affrontarlo e affrontarlo significa parlare a Vic e dirgli che, purtroppo, lui non è più di un amico.
È un amico fantastico, quello a cui dici tutto sapendo che non lo dirà in giro, ma solo un amico, ma ho paura di perderlo.
Ho paura che non mi parli più o – peggio ancora – faccia qualcosa di peggio, ma continuare a ingannarlo non è peggio?
Non lo sto propriamente ingannando perché non siamo insieme e non gli ho fatto capire di avere queste intenzioni, ma forse dovrei parlargli sul serio.
Non molto contenta salto giù dal mio bunk e trovo i ragazzi nella zona relax.
“Ehi, non è divertente scommettere sulla mia vita sentimentale.”
“Invece lo è. Dove vai di bello?”
“A parlare con Vic.”
Rispondo scontenta.
“Hai paura di perderlo?”
“Sì.”
“Io sono sicuro che capirà la tua decisione.”
Cam sorride mentre me lo dici e io sorrido di rimando, poi esco dal mio bus e vado a quello dei Pierce The Veil. Busso e la faccia sorridente di Jaime fa capolino.
“Ciao, Jenny! Che bello vederti! Dai, sali!”
Invidio il costante buonumore di Jaime, per me è come se fosse un maestro spirituale, non l’ho mai visto perdere la calma.
Entro nel bus e nella zona relax ci sono solo i fratelli Fuentes, Vic sta rasando la testa di Mike da un lato, io mi siedo sul divano.
“Vuoi da bere?”
“Sì, grazie Jaime. Un the al limone andrà bene. Freddo, eh!”
Lui ride.
“Non te l’avrei preparato caldo, faccio schifo.”
Sparisce in cucina e rientra poco dopo con la mia lattina e della birra per lui.
“Allora, come mai qui?”
“Volevo parlare con Vic, ma vedo che è impegnato quindi aspetterò.”
Lui mi lancia un lungo sguardo, io abbasso la voce.
“Per caso ho sentito Vic e te parlare, sono qui per chiarire le cose, anche se questo significa spezzare il cuore di Vic. Non vorrei farlo, ci tengo a lui, ma non posso fare diversamente, capisci?
Non voglio che si illuda che tra noi possa esserci qualcosa di più forte dell’amicizia.”
Lui rimane in silenzio, poi sempre in tono basso replica.
“Fai bene, meglio la dura realtà che una pietosa bugia. Ci penserò io ad aiutarlo a superare questo momento, tu non preoccuparti, non smetterà di essere tuo amico.”
Finito di rasare il fratello Vic si avvicina a noi.
“Cosa avete da confabulare voi due?”
“Stiamo tramando la tua morte. Una volta morto ci uniremo al gruppo di Jenna e diventeremo la più grande band di tutti i tempi.”
“Divertente, davvero, Jaime.”
“Sono venuta perché vorrei parlati.”
Inizio un po’precipitosamente io, lui annuisce.
“Va bene, facciamoci un giro.”
Mentre scendo dal pullman sento lo sguardo di Mike bruciarmi sulla schiena.
Vic trova un posto abbastanza isolato in un prato vicino alla zona del Warped tour.
“Allora, dimmi pure.”
“Ecco, io per caso ho sentito tu e Jaime parlare del fatto che ti piaccio.”
Immediatamente una cappa di imbarazzo cade su di noi.
“Ah.”
“Mi dispiace di averlo sentito così, giuro!”
“Dispiace anche a me, ma ormai è fatta. Adesso sai tutto, immagino tu sia qui per darmi una risposta.”
“Sì, ecco. Tu sei una persona fantastica, hai un carattere che adoro. Sei una persona preziosa nella mia vita, ti voglio molto bene, ma… ecco, sei solo un amico. Un amico meraviglioso, ma solo un amico. Vorrei poter ricambiare i tuoi sentimenti, perché sarebbe bellissimo, ma non posso.
Non voglio illudere nessuno, ecco.”
Alzo finalmente il volto e ogni traccia di felicità è sparita dal volto di Vic.
“Mi dispiace.”
Sussurro con le lacrime che minacciano di scendere.
“Non c’è nulla di cui scusarsi.  Tu non mi ami e hai preferito essere sincera subito invece di giocare con i miei sentimenti, è una cosa che apprezzo molto.
Sì, adesso fa male, ma passerà.
Avrebbe fatto più male se avessi finto, adesso cosa farai?
Cederai alla corte di Mike?”
“Non lo so. Non è che sia proprio il mio tipo e poi non mi sembra il caso di parlarne con te, adesso. È un filo imbarazzante.”
Lui mi scompiglia i capelli verde scuro.
“Hai ragione, torniamo ai nostri pullman.”
Camminiamo fino al Warped Tour, poi alziamo le mani in segno di saluto e le nostre strade si separano.
Ho bisogno di stare un po’ da sola anche io, che non mi sento granché bene.
Che mi domando se ho fatto al cosa giusta.
Che quasi quasi rimpiango quello che ho appena detto a Vic.
Che.

 
Vengo risvegliata da una mano brusca.
Apro gli occhi di scatto e mi ritrovo davanti al volto di Mike Fuentes, istintivamente mi nascondo sotto le coperte.
“Cosa c’è?”
Gli chiedo leggermente spaventata.
“Cosa è successo tra te e Vic?”
“Beh, ecco gli ho detto che per me lui non era più di un amico. Ho pensato che fosse la cosa giusta, invece di prenderlo per il culo. Ho sbagliato?”
“Diciamo che in linea di massima il tuo ragionamento fila, ma lui sta di merda.”
“Ah, mi dispiace. Non volevo che finisse così, ma non potevo essere la sua ragazza.”
“No, direi di no.
Adesso vado, scusa per lo spavento.”
Se ne va, sento la porta del pullman chiudersi.
“L’avete sentito tutti: si è scusato.”
“Cosa c’è di strano, Jen?”
“Non pensavo l’avrebbe mai fatto.”
Gli altri ridacchiano.
“Jen, hai un’opinione un po’ sfalsata di Mike, non è solo il pallone gonfiato che credi.”
“Uhm, se lo dite voi mi sa che devo iniziare a crederci.”
Sbuffando scendo dal mio bunk e mangio qualcosa, manca ancora più di un’ora alla cena e poi allo show, ma sono nervosa. Di solito non lo sono mai, ma oggi mi sento scombussolata, deve essere per quello che è successo prima con Vic.
Non è facile rifiutare le persone,  per quanto mi riguarda mi fa sentire colpevole per aver distrutto un po’ i loro sogni.
Passerà, mi dico, passerà e tra qualche tempo mi dirò che ho preso la decisione giusta, dolorosa ma giusta.
All’ora di cena mangio pochissimo e salgo sul palco un pochino nervosa, ma bastano due battute scambiate con il pubblico per mettermi del mio solito umore. Amo la musica, amo quello che faccio e amo i fan che me lo permettono.
Dove sarei senza tutte quelle ragazze e quei ragazzi che mi sostengono?
Ancora in Australia a tentare di farmi notare insieme ai miei amici, ecco perché sono gli sono così grata.
Dopo la nostra ultima canzone il sipario si chiude, i nostri strumenti vengono smontati dai nostri tecnici per far posto alla strumentazione dei Pierce The Veil. A me è detto di rimanere nelle vicinanze del palco per la mia entrata in “Hold On till may.”
In effetti mi metto in un angolino e li guardo entrare in scena, ovviamente Mike non può esimersi dalla solita lunga occhiata. Gli altri sembrano carichi e di buon umore, persino Vic.
Non si nota che ha appena ricevuto una bella batosta, durante il concerto è impeccabile, un vero professionista.
Quando invece chiama me per “Hold on till may” la mia voce trema quando canto, lui se ne accorge e ferma un attimo la canzone.
“Ehi, lo sappiamo che è un onore essere sul palco con quattro bestie sexy come noi, ma, ehi! Non avere paura di noi, Jenna!”
Io rido e la mia tensione se ne va.
Finiamo di cantare la canzone in modo perfetto, poi io me ne vado e raggiungo il mio pullman.
Doccia, aspettami!
Raggiungo il cubicolo del bagno e mi faccio una lunga doccia, poi sdraio su un divano della zona realax.
“Non attaccarti troppo a quel divano, siamo invitati alla festa dei Pierce The Veil.”
“Ma Whack! Io ci sto da dio qui!”
Lui scuote la testa, una mezzoretta dopo sono tutti pronti per uscire.
“Davvero non vuoi venire?”
“No, salto. Divertitevi!”
Usciti loro mi avvolgo in una coperta e finisco per addormentarmi, cotta dall’adrenalina.
Mi sveglio non so quanto tempo dopo con l’impressione che qualcuno mi guardi. Apro un occhio e mi trovo davanti il batterista dei Pierce The Veil.
“Spiare la gente mentre dorme è una delle tue strane abitudini?”
“No, è l’unico momento in cui si può guardarti senza subire un torrente di battute sarcastiche.”
“Ah ah ah.
Come sta Vic?”
“Tira avanti. Cos’è? Hai cambiato idea?”
“No, sono solo preoccupata per un mio amico. Non avrei voluto farlo soffrire.”
“È per questo che non sei venuta alla festa?”
“Anche.”
Lui mi tende una mano.
“Forza, Jenna! Alzati, andiamo alla festa!”
“Ma io stavo dormendo!”
“Dormirai dopo!”
Sbuffando spazientita dalla sua insistenza, metto un paio di scarpe e lo seguo fuori dal pullman per arrivare a quello della sua band. Credo di essere l’unica sobria lì dentro perché sento solo voci alterate dall’alcool e un lieve odore di marijuana.
Non si fanno mancare niente, penso sarcasticamente.
Accetto il bicchiere di birra dalle mani di Tony e mi siedo sul divano a berla in pace. Inutile dire che la mia pace dura giusto il tempo di un bicchiere, immediatamente Mike si siede accanto a me.
“Ehi, ti va di venire sul tetto?”
“A far che?”
“Ho della roba buona da condividere, ma qui sono tutti troppo fatti o ubriachi.”
“Giusto, traviamo la vergine.”
Lui ride.
“Tu non sei vergine in questa roba, Mcdougall, te lo reggo in faccia.”
Io rido.
“Va bene.”
Facendoci largo tra la calca riusciamo in qualche modo a raggiungere il tetto, io mi siedo e mi guardo attorno: è pieno di luci e schiamazzi.
La gente è proprio felice di essere qui e in nessun altro luogo.
“Quando vuoi favorire è pronta, principessa!”
“Chiamami Jenna!”
Esclamo mentre prendo la canna dalle sue mani.
Faccio un primo tiro e devo convenire che è roba, non si tratta male il signorino.
“Buona, Mike.”
"Io per me voglio solo il meglio." 
Mi guarda allusivo, io alzo gli occhi al cielo.
Dopo un bel po’ di tiro mi sento leggera come una piuma e non faccio altro che ridere come una scema a qualsiasi cosa Mike mi dica. A un certo punto gattono persino verso di lui e tento di baciarlo.
“No, Jenna. Devi essere sobria quando farai una cosa del genere.”
Io sbuffo, poi mi viene una sonnolenza assurda e mi addormento.

 

Il risveglio della mattina dopo è uno schifo.
La mia testa minaccia di scoppiare da un momento all’altro e non ricordo più nulla di quello che è successo sul tetto del bus dei Pierce The Veil, né come sono arrivata nel mio bunk.
Scendo grugnendo e poi frugo i cassetti del bagno alla ricerca di qualcosa per il mio mal di testa, in cucina poi trovo il resto della band.
“Buongiorno, come ci sono arrivata qui?”
“Non con le tue gambe. In braccio a Mike Fuentes.”
Io impallidisco, e se avessi fatto qualcosa con lui?
Ingollo a velocità supersonica la mia tazza di cereali e qualcosa per il mal di testa e poi corro fuori dal mio bus diretta verso quello dei Pierce The Veil.
Busso come una forsennata e un assonnato Jaime mi apre.
“Devo vedere Mike. Subito.”
Lui non discute del mio bizzarro ordine e poco dopo fa la sua comparsa Michael con due occhialoni che gli coprono mezza faccia.
“Cosa c’è, Jenna?”
“Devo parlarti.”
Lo trascino allo stesso posto in cui io e Vic abbiamo parlato, lui sembra stanco e sofferente.
“Cosa c’è?”
“Ieri sera mi hai portato a casa fatta, abbiamo fatto qualcosa?”
Gli chiedo con una nota di panico nella voce.
“No, anche se ieri sera eri piuttosto affettuosa.
“Che vuoi dire?”
“Hai tentato di baciarmi, Mcdougall!”
Io mi metto le mani davanti agli occhi.
“Che c’è? Ti faccio così schifo?”
“Non lo so. So solo che è una cosa che mi destabilizza. Insomma, ti odio, ti bersaglio sempre di frecciatine e battutine e poi basta una canna per farmi decidere di baciarti.
È… strano.”
“No, che non lo è. Si sono semplicemente abbassati i tuoi freni inibitori e il gesto di ieri sera dice chiaramente che non ti sono indifferente.”
Io rimango in silenzio.
“Che cazzo facciamo, adesso?”
“Per prima cosa, togliti le mani dalla faccia.”
E io lo faccio, in due falcate supera la distanza tra di noi, mi prende il volto e mi bacia piano.
Quando si stacca lo guardo meravigliata.
“Non mi hai respinto."
Si avvicina di nuovo e mi bacia ancora, questa volta la sua lingua chiede il permesso di entrare e io non glielo nego, mi lascio baciare e poi partecipo attivamente.
“Non mi stai respingendo, Mcdougall. Non è che hai cambiato idea?”
“Forse, Fuentes, forse.
Ma come la prenderà Vic?”
“Vic lo sa già, si è già accorto di tutto e mi ha fatto promettere di non farti soffrire.”
“E tu cosa hai detto? Perché se non hai intenzione di mantenere la promessa abbiamo un problema, Fuentes.”
Lui sbuffa.
“Certo che gli ho detto che manterrò la promessa, non ho intenzione di farti soffrire.”
“Questo significa niente groupie.”
“Lo so, accetto il sacrificio. Adesso stiamo insieme o no?”
“Fammici pensare, dimmi qualcosa che mi convinca a essere la tua ragazza.”
Gli dico con il chiaro intento di provocarlo un po’, lui ghigna e mi bacia di nuovo.
“Convincente?”
“Abbastanza. Ma sappi che se non manterrai la promessa ti punirò.”
“Come? Mi sculaccerai?”
“Oh, se fossi in te non userei quel tono malizioso, ho intenzione di farti restare un mese senza erba se mi farai soffrire.”
Lui impallidisce vistosamente.
“Va bene.”
“E così adesso stiamo insieme.”
“Sì.”
“E possiamo allontanarci mano nella mano.”
Lui mi tende la sua, io la accetto: è calda e callosa per via del suo continuo maneggiare le bacchette.
“Bella mano.”
“Anche la tua non scherza.”
Chiacchierando e sorridendo ci avviamo verso il Warped Tour.
Non è poi così male, Mike.
Sì, penso che mi divertirò stando con lui, di sicuro il mio tour prenderà una piega diversa.
Ma sapete una cosa?
Non me ne importa nulla, in questo momento sto troppo bene per pensare.
I’m gonna hold your hand so thigh i’m gonna break my wrist.
Canticchio.
Sì, calza a pennello.
Non mollerò questa mano tanto facilmente ora.
Che pace che c’è ora in me stessa.

Angolo di Layla

Ringrazio _LucyInTheSky_ e Anais 6277 per le recensioni, spero che il finale vi piaccia.

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