Una stella in più.

di Frizzina
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Incontri al laghetto. ***
Capitolo 2: *** I ricordi di Jack. ***
Capitolo 3: *** Ciel Phantomhive. ***
Capitolo 4: *** Il rapimento. ***
Capitolo 5: *** Una svolta. ***
Capitolo 6: *** Un piano ingenoso. ***



Capitolo 1
*** Incontri al laghetto. ***


"Jack, io ho paura" disse una bambina.
"Lo so, lo so, ma ci divertiremo un mondo invece..." le rispose un ragazzo dai capelli castani.
Una partita a campana e la bambina era salva. Il ragazzo peró...
"Jack!" gridò la bambina.
Jack stava sprofondando nella gelida oscuritá del laghetto.
"Jack!" continuava a ripetere lei correndo a casa.
Non piu di cinque minuti dopo, sul lago c'era la madre ed altre persone. Piangevano.
Mary era nel bosco li accanto. Camminava piangendo e non guardava cosa aveva davanti. Una ragnatela piena di rugiada le si appiccicò alla faccia e lei vide come un flash. Si bloccó ed aprí gli occhi.
"Salve, mia padrona" disse una voce.
"P... padrona?" sussurrò tra i singhiozzi immobile.
"Mi avete invocato. Ditemi il vostro desiderio ed io lo esaudirò. Uno solo il prezzo: la vostra anima."
"Invocato... desiderio... anima? Che significa?" gridó disperata guardandosi attorno.
"Se c'é una cosa che volete, stipulate un contratto con me ed io vi aiuteró ad ottenerla, in cambio della vostra anima. Allora, accettate, Signorina?"
"Qual'é il tuo nome? Cosa sei?" domandò la bambina.
"Il mio nome é Claude Faustus. Sono un demone. Il contratto, accettate oppure no?"
"Io..."
"Il vostro desiderio?" la incalzò il demone.
La bambina rifletté un secondo.
"Fai ritornare mio fratello, Claude. In cambio ti darò la mia anima." decise Mary.
"Il contratto é stipulato, padroncina." disse Claude. Una stella a cinque punte apparve sul braccio destro della bambina. Un uomo slanciato uscí da dietro un albero e si inchinò davanti a Mary, nuovamente in lacrime.
"Padroncina..."
"Vieni Claude, al laghetto." sussurrò lei.
Mary corse al laghetto. Si voltò ma il demone non c'era.
"Claude? Dove sei?" lo chiamò.
"Qui, padroncina." le rispose scendendo da una pianta.
"Là é il lago. Mio fratello deve tornare. Vivo, come da contratto." singhiozzò lei
"Si, mia padrona" si inchinò il demone. Poi si voltò verso il lago.
"Non... vai?" chiese la bambina.
"Non ora, padroncina. C'é troppa gente. Aspettiamo qualche ora."
Mary annuí.
"Non fate cosí, riavrete vostro fratello." disse il demone inginocchiandosi davanti a lei e porgendole un fazzoletto.
La bambina non poteva sapere che il demone le stesse mentendo. Non poteva far ritornare le persone.
 
Rimasero tutto il giorno li, Claude preparò una tazza di the alla bambina ed aspettarono. La sera non c'era piu nessuno e lo strato di ghiaccio si era riformato. Claude andó sul lago e camminò un po. La luna splendeva alta quando un leggero scricchiolio attirò la sua attenzione. Si voltó di scatto. Una sagoma s'intravide sotto il ghiaccio.
"Ma cosa..." sussurrò.
La bambina era senza parole.
Un ragazzo coi capelli bianchi apparve dopo aver rotto il lastrone di ghiaccio.
Il demone era impietrito. Lui non aveva fatto niente, perché quel ragazzo stava tornando? Che lui sapesse, era l'unico demone nei dintorni... dunque Mary non poteva aver fatto contratti con altri.
Tornó da Mary non appena il ragazzo posò i piedi sulla superficie dell'acqua, ghiacciandola.
"Jack!" gridò lei felice correndogli incontro. Claude la lasciò fare.
"Jack..." ripeté saltandogli al collo ed abbracciandolo. Era gelido. Il ragazzo era confuso.
"Chi... sei?" le chiese osservandola.
Mary sgranò gli occhi.
"Sono Mary, tua sorella... ti ricordi? Giocavamo a campana qui, oggi. Sei caduto in acqua... Jack!" esclamò la bambina prendendogli il volto tra le mani.
"Padroncina, non ricorda. Inutili tentativi." spiegó Claude, ancor piu freddo di Jack stesso.
"Tu... ti avevo chiesto di farlo tornare!" gridò la bambina camminando verso di lui.
"L'accordo era di farlo tornare." disse il demone. Mary si fermò. Tornó indietro e guardò suo fratello. Si inginocchiò e si prese la testa tra le mani.
"Claude... non ricorda nulla..."singhiozzò.
"Però é qui, ed é questo che conta. Te l' ho promesso... dunque... Claude Faustus,prendi la mia anima." gli disse. Jack era confuso.
Il demone era stupito. Non aveva fatto assolutamente nulla eppure aveva cibo pronto. Claude sorrise e si avvicinó al volto della bambina. Con i denti le ferí le labbra e da li prese la sua anima. Jack aveva visto tutto e scattó.
"Cosa stai facendo?" gridò.
"Ho fatto un contratto al quale tengo fede... onestamente, incarico molto breve e un'anima non molto saporita" commentó Claude quando finí di nutrirsi.
"Buona giornata, Jack" gli sorrise portandosi via il corpo vuoto della bambina. Jack era impietrito. Cos'era quello? Cosa aveva fatto a quella bambina?

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Capitolo 2
*** I ricordi di Jack. ***


Erano passati trecento anni da quell'episodio, ed ora Jack era stato intrappolato in un crepaccio da Pitch. Per fortuna Dente da Latte gli aveva ricordato la scatoletta coi dentini. Appena ci guardó dentro, i suoi ricordi finalmente riaffiorarono e capí perché fosse stato scelto come guardiano per mano di Manny, l'Uomo della Luna. 
"Hai visto? Hai visto anche tu? Quello ero io, avevo una famiglia, avevo una sorella e le ho salvato la vita... é per questo che hai scelto me, sono un Guardiano..." era euforico e parlava all'Uomo della Luna e a Dente da Latte, che scuoteva la testina spazientita.
 Il ragazzo si adombrò.
"Quella bambina... é simile a quella che ho visto... no, é proprio lei... mia sorella... uccisa per un'anima? Ma non é stato il demone a farmi tornare..." era incredulo. Poi si arrabbiò seriamente ed iniziò a nevicare forte. Volò fuori dal crepaccio fino a Burgess. Il bosco ed il lago erano sempre gli stessi. Erano passati però tre secoli...
"Claude! Claude Faustus! Mi devi delle spiegazioni!" gridò.
Non ottenne risposta. 
Dente da Latte cercava di attirare la sua attenzione. 
"Ferma, devo trovarlo" le disse.
"E forse so a chi chiedere..." volò via.
 
Volò fino ad un castello rosa e dorato.
"Dentolina!" chiamò.
Una fata dalle piume verdi gli andò incontro.
"Jack! Che succede?" gli chiese preoccupata vedendo la sua faccia.
Lui si sedette sui gradini e raccontò la vicenda all'amica.
"Mi dispiace... posso fare qualcosa?" 
"Conosci Claude?" le chiese a bruciapelo.
"No, non lo conosco ma... posso mandare in giro le mie fate a cercarlo." disse Dentolina decisa.
"Grazie mille..." disse uscendo.
Si diresse da Nord e poi da Calmoniglio con la stessa identica scena. Fate, elfi e uova colorate avevano il compito di trovare quel demone. Sandy avrebbe cercato nei sogni dei bambini.
 
"Un altro po' di infuso?" propose un uomo con i capelli neri ad un altro.
"Grazie ma sono a posto." gli rispose.
"É veramente buono Claude. Dove lo trovi?" 
"Pitch, questa é proprietà dei demoni. Se vuoi te lo procuro. Non ti posso dire dove lo recupero."
Un cavallo di sabbia nera apparve alle spalle di Pitch. 
"Cosa? Le fate cercano chi?" gli domandò. Il cavallo saltò dietro al demone e poi si dissolse. 
"Claude, qualcuno é sulle tue tracce... ma chi?" 
"Lo scopriremo presto..." sussurrò il demone scivolando vicino alla porta.
"Se occorre, dammi una mano con i tuoi incubi. Passeró di qua una di queste notti." e cosí dicendo, uscí.
Decine e decine di incubi purosangue si radunarono attorno all'Uomo Nero.
"Voglio che voi siate d'aiuto a Claude, qualunque cosa abbia bisogno." ordinò. Un momento dopo, un fiume di sabbia nero ossidiana strisciava veloce fuori dalla porta.
 
Al palazzo di Nord.
 
"Come ho fatto a non crederle... potevo salvarla! Eppure..." si lamentava un ragazzo coi capelli bianchi. Un filo di sabbia precedette l'arrivo di un cavallo di polvere dorata dal quale scese Sandman.
"Sandy! Scoperto nulla?" gli domandò Jack.
L'altro sorrise. Sulla testa si formó la figura di un ragazzino con una benda sull'occhio destro.
"Lui conosce Claude?" esclamò. L'altro annuí. 
"Chi é? Dimmi Sandy. Devo scoprire di piu..." 
Sulla testa di Sandman si compose una scritta: Ciel Phantomhive. Londra.
"Grazie Sandy. Nord!" chiamò volando via.
"Jack! Dimmi, hai bisogno?" domandò cordiale con il suo accento russo.
"Tu che hai tutti i nomi dei giovani... conosci Ciel Phantomhive?" 
"Non ricordo... negli elenchi ci sarà di sicuro. Controlliamo" 
I due entrarono in una stanza. Era piena di libroni con le copertine di cuoio. 
Nord tirò fuori un volume con una P incisa sul dorso.
"Qui ci sono tutti i cognomi con la P. Cerchiamo Phantomhive e vediamo se c'é Ciel" gli sorrise.
"Grazie Nord" 
"Ecco, Ciel Phantomhive. Abita a Feltham." esclamò Nord. 
"Chi sto cercando vive a Londra però." sospirò il ragazzo.
"Carl, Michael, John... tutti Phantomhive ma non di Londra. A Londra non ci sono Phantomhive." disse riponendo il volume.
Jack sospirò di nuovo, rassegnato..."

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Capitolo 3
*** Ciel Phantomhive. ***


Eccomi di nuovo! Scusate per il ritardissimo, ma spero che mi perdonerete dopo questo capitolo...
 
Mentre Jack cerca di venire a capo della sua situazione, a Londra...
 
"Ahia..." si lamentò.
"Padroncino, é solo un dente. Verrà via da solo. Volete una fetta d'anguria? Non sentirete dolore quando si staccherà." gli propose un uomo dai capelli corvini.
"Si, Sebastian." 
Tornò poco dopo con un piatto pieno di cubetti di anguria. 
"A voi, padroncino" gli posò il piatto davanti. 
Lui sospirò ed inforcò un pezzo. Fece per infilarlo in bocca quando...
"CIEL!" la porta si spalancò ed entrò un ragazzo indiano.
"Principe! Fermatevi!" strillò qualcuno da dietro. 
"Ciel, andiamo a fare una cavalcata? Non vado a cavallo da tantissimo!" 
"Principe Soma! Non... padroncino, non sono riuscito a fermarlo!" si scusò un biondino.
"Fa nulla Finny... Soma, non ho tempo. Sebastian..."
Il maggiordomo s'inchinò ed andò verso i due.
"Principe Soma, vi devo chiedere di lasciare in pace il padroncino... se volete scusarmi..." disse Sebastian chiudendoli fuori dalla porta.
"Ah!" esclamò.
Un semino bianco era nel piatto assieme agli altri neri.
"S'é staccato. Era l'ultimo" disse.
Sebastian sorrise. 
"Ricordatevi di metterlo sotto al cuscino stanotte, o la fata non verrà." 
"Stupidaggini. Non esiste la fata dei denti..." rispose scocciato. 
Sebastian si voltò verso di lui. Gli occhi erano piu rossi del solito e Ciel si spaventò.
"Come esistiamo noi demoni, esiste la fata dei denti. E non é una stupidaggine." voltò le spalle ed uscí dalla porta. 
"Oh cavolo..." sussurrò posando la forchetta. Guardó il dente posato su un tovagliolo.
"Assurdo. A tredici anni non aver perso tutti i denti... eri l'ultimo eh..." disse mentre lo asciugava. 
Quella notte una fatina volò fino ad una grande villa. Un grosso cane bianco la vide e si alzò sulle zampe. Accompagnò l'altra alla porta e lei, dopo averlo ringraziato, entró. Si diresse verso la stanza e s'intrufolò sotto al cuscino, uscendone poi con un dente.
Quando lasció la casa, lesse sul cancello una scritta che la fece trasalire. Volò piu veloce che poté al palazzo di Dentolina.
"Ehi, peso piuma! Dimmi, che succe... trovato la casa? A Londra? Oh... dov'é Jack?" 
"Dentolina! Dente da Latte! Mi cercavate?" disse lui vedendole.
"Dente da Latte l'ha trovato. Ha trovato Ciel Phantomhive." annunció emozionata.
"Cosa? Dov'é? Perché non compare sui registri? Devo andare da lui. Raduna le fate, io avviso gli altri." gridò uscendo dalla finestra.
 
"So dov'é Ciel. State ancora con me?" domandò Jack agli altri guardiani, appena arrivò al palazzo di Nord.
"Certo che lo siamo!" rispose Calmoniglio.
 
Un incubo purosangue entrò di corsa in una buca sotto un letto. 
"Cos'abbiamo qui... ah! Ciel Phantomhive... c'era da aspettarsi che prima o poi ci sarebbe arrivato. Avvisa Claude!" gli ordinò Pitch. Il cavallo uscí al galoppo.
 
"Allora, lui é Ciel Phantomhive. Come mai non é nei registri?" si disse Nord davanti alla sontuosa residenza.
"Il padroncino non compare sui registri perché non crede che voi esistiate" disse qualcuno.
"Chi... chi ha parlato?" chiese Dentolina spaventata. Jack stringeva forte il bastone.
"Benvenuti alla residenza Phantomhive. In cosa posso aiutarvi?" disse cordiale un maggiordomo vestito di nero, apparentemente comparso dal nulla. 
"Sebastian?" boccheggió il ragazzo coi capelli bianchi.
"Lo conosci?" gli sibiló Calmoniglio.
"Sebastian! Ma... cosa ci fai qua?" continuava Jack.
"Il padroncino vi riceverà al piu presto" disse il maggiordomo infastidito dai Guardiani.
Lo seguirono all'interno del giardino e vennero presto raggiunti da Finnian, Mey-Rin e Bardroy. 
"Perdonate, avviso il padroncino." disse Sebastian entrando in una stanza. Poco dopo ne uscí, seguendo un ragazzino scocciato. Appena vide i cinque guardiani si bloccó. 
"Chi sono loro?" sussurró all'uomo dietro di lui. 
"I cinque guardiani. Le 'sciocchezze' " rispose Sebastian.
"Ciel Phantomhive. Lieto di conoscervi" 
"Loro sono Nord, Sandman, Dentolina, Calmoniglio e... Jack Frost." li presentò il maggiordomo.
"Preparo il the. Con permesso..." si congedò. Jack lo seguí.
 
"Sebastian, spiegami un po' questa storia. Perché sei il maggiordomo di Ciel?" gli chiese.
"Prima dimmi cosa vuoi" gli rispose versando acqua in un bollitore sul fuoco.
"Una tua vecchia conoscenza ha preso l'anima di mia sorella quando ancora ero... vivo. Lei ha fatto un contratto chiedendo di farmi tornare..." venne interrotto.
"Noi demoni possiamo far di tutto ma non possiamo far tornare la gente." 
"É proprio questo il punto! Ha preso l'anima di mia sorella non avendo rispettato il contratto." iniziò a nevicare. Sebastian si voltó.
"Chi é questa mia vecchia conoscenza?" 
"Lui é... Cl..."
"Signor Sebastiaaaaaan!" gridò qualcuno. Il bollitore fischiò piano.
La porta si aprí di colpo ed una ragazza entrò correndo. 
"Signor Sebastian, mi dispiaaaace! Ho rotto il servizio da the" era in ginocchio davanti al maggiordomo che non si era scomposto.
"Mey-Rin non ti hanno insegnato a bussare? Comunque... cos'é successo?" sospirò lui togliendo il bollitore dal fuoco.
"Ho... ho chiesto a Finny di spostare il mobiletto perché dovevo pulire il pavimento. Ho lavato e lui ha rimesso il mobile a posto. Poi é andato via... io mi sono alzata e sono scivolata sul bagnato... non volevo, mi dispiacee..." 
"Vai a pulire, fa niente per le tazze..." disse Sebastian versando l'acqua in una teiera.
"Grazie signor Sebastian!" esclamò lei saltando in piedi e correndo via.
Jack sorrise.
"Claude Faustus" disse.
Sebastian si voltò di scatto. 
"Claude?" era incredulo. L' altro annuí.
"So che é un approfittatore... ma non pensavo fino a questo punto. Cos'hai intenzione di fare?" chiese uscendo dalla cucina con il the, seguito da Jack.
"Non lo so..." rispose rassegnato. 
"Non lo so"
 
"Mi spiace... non sapevo dei tuoi genitori..." disse comprensiva Dentolina. 
"Non fa niente. É passato del tempo..." le rispose un ragazzino dai capelli blu.
"Ciel..." iniziò Jack. 
"Oh! Dobbiamo scappare!" esclamò Nord.
"D'accordo. Sebastian, accompagnali all'uscita" 
Il maggiordomo eseguí gli ordini.
"Jack... cosa dovevi dire al padroncino?" chiese a bassa voce.
"Ah... nulla... solo la storia di mia sorella..." sussurrò. 
"Jack, ma non avevi con te un ciondolo?" chiese Sebastian ad alta voce.
Jack sorrise complice e volò nella casa. 
"Ciel! Eccoti!" chiamò.
"Jack?" si stupí lui. 
"Ho bisogno del tuo aiuto" disse prima di raccontare in poche parole cos'era successo alla sorella. Poi volò via, senza lasciare il tempo di rispondere all'altro.
 
"Sebastian, qualunque cosa gli serva, aiutalo."
"Yes, my lord"
 
"Incantevoli i tuoi incubi... non c'é che dire" disse esaminandone uno.
"Grazie. Incredibile, ci conosciamo da cosí tanto e lo stesso non riusciamo ad essere naturali nei discorsi... Claude, sii piu naturale, dai!" lo esortò.
Una serie di coltelli dorati si conficcarono sul muro, seguendo la sagoma di Pitch.
"Ehm... troppo naturale" esclamò a mezza voce con un sorrisetto.
"Andate, voi. Fermate Jack e gli altri prima che arrivino qui." ordinó il demone ai cavalli che sciamarono via. Non si accorse però...
 
"Quello cos'é?" esclamò Calmoniglio dalla slitta di Nord.
Dentolina si guardó in giro ma non vide nulla. Allora i due si misero a discutere se ci fosse qualcosa o meno. Sopra la testa di Sandy uscí un punto interrogativo di sabbia dorata e Jack rise.
Poi guardó oltre i due litiganti. Quello che vide lo fece scattare. Gli altri guardiani sospesero un momento le loro attivitá per guardarlo. Lui volava velocissimo e riuscí ad afferrare la fatina prima che l'incubo purosangue la mangiasse. 
"Dente da Latte! Tutto ok? Non eri a palazzo?" esclamó il ragazzo dopo aver distrutto il cavallo di sabbia. Quando arrivó alla slitta, la fatina si precipitó da Dentolina.
"Ehi! Eri tu allora! Cosa? Gli incubi? Qui? Oh no..." si inginocchió.
"Che succede?" tuonó Nord.
"Nord... Pitch ha mandato gli incubi a fermarci! " esclamò.
"Niente panico. Abbiamo le fate, gli elfi, gli yeti e le uova! Non ci fermeranno facilmente!" disse Jack ottimista, cercando di far coraggio agli altri. 
"Ne sei cosí convinto, Frost?" ghignò qualcuno alle sue spalle, facendolo trasalire.
"Jack, attento!" gridò Dentolina.
Fu un secondo. Il ragazzo non se ne accorse nemmeno. Si sentí bloccato e poi una forte stretta gli teneva la gola. Annaspò.
"Jack!" gridarono gli altri.
"Ciao, Jack..." sussurró maligno il rapitore.

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Capitolo 4
*** Il rapimento. ***


Si svegliò dopo un paio d'ore o poco piu. Era svenuto o l'avevano drogato? Cosa succedeva?
"Ahi..." mormorò sfiorandosi la nuca. La sua mano si macchiò di rosso scuro. Sanguinava? Si tiró a sedere e si guardò attorno nell'oscurità di quel luogo. Dove l'aveva portato il demone? Oltre al buio, vedeva una forma che ricordava vagamente una coperta. C'era un forte odore di muffa. Gli occhi si stavano abituando all'oscurità e distingueva le pareti. Doveva essere notte, perché intravedeva solo un leggero chiarore proveniente da una finestra sul soffitto. Dunque c'era una finestra! Se non ci fossero state sbarre, scappare non sarebbe stato un problema. Doveva controllare. Fece per alzarsi ma ricadde al suolo. Riprovò ma accadde la stessa cosa. Si sentiva una caviglia pesante e si chinò a controllare. 
"Una catena?" esclamó stupito. 
"Ma che ci guadagna a tenermi qua?" si domandó.
Non aveva altra scelta. Doveva pensare a come fuggire da li, di sicuro non doveva restarci troppo a lungo.
Cercó il bastone a tastoni ma non lo trovò. Andó un attimo in panico.
Il cielo si stava rischiarando un po' ed avvertí una chiave ruotare in una serratura arrugginita. La porta, situata sulla destra della stanza, si aprí. Lui si mise subito sull'attenti, nervoso.
Sentí delle voci e poi vide qualcuno entrare malamente nella stanza. 
"Ehi! La prossima volta un pochino piu delicato!" gridò chi era entrato verso qualcuno all'esterno.
La luce aumentava via via.
Si voltó.
"Jack quanto tempo... benvenuto!" esclamò.
"Tu! Ma... che sta succedendo qui?" chiese spaventato.
"Non lo sai? Claude ti ha portato qua per far si che non lo disturbassi troppo... le tue tracce sono sparite! Starai qui per molto, mooooolto tempo... Ciao ciao Jack!" disse gettando un quaderno ed una matita a terra. Poi uscí.
"Grell, aspetta!" gli gridò. L'altro chiuse la porta. Jack sospirò e prese i fogli e la matita. Si mise a disegnare un lago con attorno alberi. Per un paio d'ore non fece altro che stare seduto contro il muro. Sarebbe impazzito a stare ancora là dentro bloccato cosí.
La catena che lo legava era veramente resistente e non sarebbe riuscito a spezzarla, neanche volendo.
La porta si aprí ancora. 
"Claude mi ha mandato di qua per tenerti un po' compagnia."disse lui.
"Grell! Ah... sai dov'é il mio bastone?" gli chiese.
"Certo che lo so! É appena qua fuori" lo informò. 
Jack si buttó indietro e si sdraiò.
"Cos'é?" gli chiese Grell indicando un ciondolo che era caduto. Jack si sollevò e guardò lo shinigami, prendendo in mano la bambolina di legno dipinta.
"É... il mio centro... " disse sorridendo triste. 
"Quello cos'é piuttosto?" domandò al rosso indicando una catenella con un paio di pietre biancastre. Grell sgranò gli occhi. S'irrigidí e mise le mani sulla catena. Si guardò alle spalle e poi la cacciò in una tasca. 
"Niente" sussurró teso.
 
"Rapito Jack?" ripeté piu forte il ragazzino sprofondando in una poltrona.
Sandy annuí. Sulla sua testa apparve la faccia di Claude. 
"Sebastian, vai con loro. Se avrò bisogno ti chiamerò." ordinò Ciel al maggiordomo.
Lui si inchinó e seguí i guardiani.
 
"Sutcliff, gli hai lasciato il quaderno?" domandó.
L'altro annuí e passò involontariamente la mano sulla tasca dov'era la catenella. Claude non lo notò.
"Pitch! Finalmente sei arrivato! É la dentro, vuoi fargli visita?" ridacchiò il demone.
"No. Ma lui chi é?" domandò incuriosito indicando una persona con una giacca rossa che andava avanti e indietro.
"Ah, quello... il peggiore aiutante che io abbia mai avuto... Grell Sutcliff. Uno shinigami."
"Ehi!" protestò lui. 
"Non si offende cosí una signora!" dopodiché si zitti, un po'per l'espressione minacciosa del demone, un po'perche Pitch gli tappó la bocca con una benda.
 
"Sebastian, cosa facciamo? Conosci meglio di noi quel demone..." chiese Calmoniglio.
"Bisogna innanzitutto sapere dove si trova Jack, ecco perché ho chiesto a Dentolina di mandare in giro le fate. Poi in quanti sono a tenerlo prigioniero." 
"Ma quanto tempo abbiamo?" esclamò Nord.
"Spero piu di quanto immagino" disse Sebastian. Dentolina si voltò, con uno sguardo interrogativo, e assieme impaurito, che non aveva bisogno di parole.
"Domani notte potrebbe essere tardi" 
Il silenzio calò nella sala. Si stava facendo buio. 

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Capitolo 5
*** Una svolta. ***


"Cosa..." sussurrò Jack riscuotendosi dal torpore che l'aveva assalito.
"Dente da Latte! Cosa ci fai qui?" le chiese preoccupato prendendola tra le mani e nascondendola.
La fatina gli spiegò a gesti il motivo della sua visita.
"Devi dire agli altri di non cercarmi o prenderanno anche loro. Non devono venire qui. Vai!" le sussurrò.
La fatina annuí e volò via.
La porta si aprí poco dopo. Tre persone entrarono nella stanza.
"Frost! Ci reincontriamo finalmente!" disse.
"Ehilà, Pitch! Davvero, tanto tempo eh?" esclamò il ragazzo ostentando un'allegria che non aveva.
"Claude, per quanto lo vuoi tenere qua?" domandó lo shinigami.
"Il tempo necessario." lo zittí il demone scocciato.
"Cos'avevi intenzione di fare, vendicare tua sorella? Illuso! Non puoi nulla contro di me!" disse Claude ridendo. 
"Stai qua a fargli un po di compagnia, noi andiamo via." 
L'altro andò a sedersi accanto a Jack, in silenzio, mentre Pitch chiudeva la porta a chiave. 
"Rinchiusi qua dentro chissa' per quanto..." commentò il rosso.
 
"Dov'é? Dente da Latte, hai idea dell'importanza dell'informazione?" le disse Dentolina severa. La fatina aveva giurato di non rivelare dov'era tenuto prigioniero Jack e rincaró la dose dicendo che a nessuno era permesso vederlo. Inoltre Claude si era alleato con Pitch e c'era uno strano personaggio con i capelli rossi.
"Fatina... dimmi dov'é, cosí lo andrò a recuperare..." disse Sebastian sospirando. Sandy era impaziente, Nord camminava avanti e indietro e Calmoniglio s'innervosiva sempre di piu.
"Non ce lo dirà mai... dobbiamo sperare in bene." disse la fata dei dentini alla fine.
 
"Finalmente liberi!" esclamò l'Uomo Nero.
Claude sorrise. 
"Vado a cercare qualche anima da mangiare."
"Io vado a spaventare un po di bambini. Gli altri guardiani saranno troppo presi dal rapimento di Jack, non saranno lí a proteggerli"
 
"Grell, si puo sapere perché non mi lasci andare? Ti prego... non ti chiedo tanto, solo toglimi la catena!" gli disse Jack.
"Ci provo ma... non credo sia possibile." rispose Grell saltando fuori dalla finestra.
"Dove vai?" gli gridò il ragazzo. Sospirò.
Poco dopo lo shinigami tornó dentro con una motosega in mano. Jack sorrise.
La motosega venne accesa e Grell la posò sulla catena. 
"Come pensavo. Catene direttamente dall'inferno. Non posso spezzarle, mi dispiace."
"Almeno ci hai provato... grazie lo stesso."sussurrò il ragazzo dai capelli bianchi.
Grell posò la motosega nell'altra stanza e tornò nella cella.
 
"Bella, bellissima caccia stanotte." 
"Hai ragione! Gli altri guardiani non se ne sono nemmeno accorti!" rise qualcuno.
Jack li sentiva. Sapeva che i suoi amici erano in pericolo e sapeva che lo erano anche i bambini. 
Scattò in piedi, svegliando l'altro che si era assopito.
Era l'alba.
"Che... oh. Claude! Pitch! Siete tornati!" esclamò allegro.
La porta si aprí e i due entrarono.
"Grell! Allora, fatto buona guardia?" gli chiese Claude.
Lui s'irrigidí e poggiò la mano sulla tasca con la catenella. Scoprí con orrore che era uscita. 
"Allora? Le tue anime te le sei conquistate o le hai rubate?" esclamò Jack prima che il demone s'insospettisse del gesto di Grell. Aveva rimesso via la catenella e ringrazió mentalmente il ragazzo.
"Che t'importa, Frost?" lo apostrofò Pitch, perennemente in cerca di ingraziarsi Claude.
"No. Ha tutto il diritto di farmi la domanda. Se proprio ti interessa, me le sono conquistate." 
Pitch abbassó lo sguardo.
"Si possono recuperare le anime che hai divorato?" gli chiese Jack all'improvviso.
Claude lo guardò stupito. 
"Certo! Ma solo se venissi ucciso... impossibile. Uno shinigami potrebbe tirarle fuori... Ma perché t'importa tanto? Tu non puoi fare nulla, sei qua dentro, i tuoi amici non sanno dove tu possa essere... cosa vuoi di piu?" gli rispose.
"E dove vanno le anime recuperate?" domandò ancora.
Claude e Pitch lo ignorarono nel modo piu assoluto ed uscirono dalla stanza, chiudendo la porta a chiave.
Jack si girò e vide lo shinigami voltato verso la parete. Aveva le mani appoggiate su di essa e le braccia tese.
"Grazie di averlo distratto" sussurrò.
 
Una piccola fata volava veloce nella notte. Volava verso una meta ben precisa ma non si accorse di essere seguita.
Passó attraverso una finestra e raggiunse il corpo immobile di un ragazzo. Sobbalzò.
"Ehi! Ma che ci fai qui! Dente da Latte va'via!" sussurrò agitato. 
Si udí un leggero 'oh no' di sorpresa.
Jack sollevò lo sguardo di scatto verso la finestra.
"Dentolina!" esclamò a bassa voce.
"Jack!" disse lei volando nella stanza.
Jack si alzò in volo tanto quanto gli permettesse la catena che lo teneva prigioniero. Abbracciò forte la fata.
"Dentolina, te ne devi andare. Subito" le disse serio.
"Devo tirarti fuori da qui. Dente da Latte é inutile che fai cosí, sapevo dove saresti andata e ti ho seguita! Ora..." si bloccò.
Vide una sagoma semisdraiata sul pavimento. La indicó in silenzio al ragazzo che le stava davanti. Lui fece cenno di non preoccuparsi.
Si sentí una chiave girare nella serratura.
"Fuori, via da qui!" sibilò alle due fate che uscirono dalla finestra, volando verso casa. Prima di andare, Dentolina lasciò a  Jack un sorriso triste.
Claude entrò nella stanza. Si diresse verso la sagoma che aveva visto la fata dei denti. 
"Sutcliff, sveglia. Devi andare in Galles a prendermi alcune cose." ordinò. L'altro si svegliò bruscamente.
"É cosí che fai la guardia eh?" lo riprese il demone.
Grell, con la vista leggermente appannata dal sonno non riuscí a scansarsi in tempo. Un coltello dorato gli ferí lievemente il volto. Sgranò gli occhi ed annaspò, senza dir nulla. Immobile.
"Claude! Ma che diamine fai!" esclamó Jack. Il demone si avvicinó a lui di un paio di passi fissandolo negli occhi. Lui reggeva lo sguardo. Grell gli fece cenno di smetterla subito, o le cose si sarebbero messe male. 
Claude scoppió a ridere. 
"Guarda guarda, Frost!" 
Si fece di nuovo serio. 
"Vediamo di finirla..." disse monocorde il demone, tirando fuori da chissá dove una serie di coltelli e forchette. Jack sussultò. Grell sgranò gli occhi.
"Ora è finita!" gridò Claude gettandogli contro le posate.
 
"Sta bene. Non ha perso il suo spirito e forse si é trovato un amico. Dobbiamo aspettare." informó gli altri la fata dei denti una volta tornata al palazzo di Nord.
"Scusate, il padroncino mi chiama. Devo andare..." disse Sebastian uscendo dalla finestra.
"Se n'é andato via! Pure lui! Ed ora cosa facciamo?" esclamò Calmoniglio. 
"Aspettiamo e ci occupiamo dei bambini. A quanto pare Pitch é con quello." disse Dentolina calcando l'ultima parola.
"Il tempo immaginato da Sebastian é finito..." sussurrò Nord.
 
"Fermo!" gridò lo shinigami. Successe tutto in un attimo.
Accese la motosega presa da sotto una coperta e la piazzò davanti al petto del ragazzo. I coltelli rimbalzarono contro la lama e finirono sul pavimento. 
"É cosí, eh? In combutta con lui!" gridò Pitch dalla porta. Entrò di corsa ma inciampò sulla coperta. Mentre cadeva, un bastone di legno venne catapultato fuori dal lenzuolo. Grell lo prese al volo e lo lanciò a Jack. 
Claude lanciò di nuovo i coltelli ma il ragazzo ebbe la prontezza di schivarsi, gettandosi a terra. 
"Claude!" lo chiamò lo shinigami. Il demone si voltò. Grell aveva in mano una catenella con alcune pietre bianche. Sobbalzò.
"Dove l'hai presa? É mia, ridammela!" gridò. Pitch si era rialzato. E si preparava a saltare contro il rosso che si faceva scudo con la motosega.
Jack iniziò a congelare la catena.
"Avanti..." sussurrò digrignando i denti mentre schiacciava con piu forza il bastone sugli anelli. Si spezzò e lui fu catapultato all'indietro. Finí dritto contro Pitch che gli ruzzolò addosso. Il ragazzo si rialzò.
"Grell andiamo!" gli gridò volando fuori dalla finestra.
Non poteva crederci. Era libero finalmente! Rise di piacere.
 
Nell'angolo, con la motosega accesa e la catenella in mano. Il demone e Pitch gli stavano davanti, uno con le posate e l'altro pronto a sganciargli un paio di pugni, se fossero stati necessari.
"Se n'é andato, ti ha abbandonato qua. Povero illuso!" ghignò l'Uomo Nero.
Lo shinigami strinse i denti e serrò la presa sulla motosega. Non poteva finire cosi. Aveva dato fiducia a quel ragazzo. Non lo avrebbe tradito. Lo aveva aiutato a fuggire ma ora che stava rischiando grosso, doveva sbrigarsela da solo. Il problema é che non ci sarebbe riuscito. Spense la motosega, non seppe perché. Una lacrima gli rigò la guancia. Passò sopra alla ferita che iniziò a bruciargli.
"Ma che bravo. Stai iniziando a capire eh?" disse Claude.
 
Si guardò alle spalle ma non vide nessuno. Perse un battito. Dov'era?
Senza pensarci due volte tornò alla finestra e lo vide. Aveva la motosega spenta e un'espressione rassegnata in volto. Poi vide Pitch saltare verso di lui. Un'espressione piu cattiva del solito gli dipingeva il volto. Gli assestò un colpo sul volto ed il rosso cadde. Il labbro prese a sanguinargli. L'Uomo Nero gli prese violentemente il viso tra le mani. Claude si avvicinò con un coltello e lo puntò sul colletto della camicia dello shinigami. 
"Questo é cio che succede a chi mi ostacola..." sibilò.
'É finita' pensò deglutendo a vuoto.
"Cosa credi di fargli?" gridò qualcuno. 
Claude si voltò. Pitch lo imitò. Grell aprí gli occhi. Era tornato!
"Cosa credi di fargli?" ripeté il ragazzo con il bastone puntato.
"Prendilo!" ordinó il demone all'altro che scattò in avanti. Jack saltò e si tuffò verso il demone appena prima che lanciasse un coltello addosso allo shinigami.
Sfiorò la parete e passò dietro di lui. Era quasi sdraiato sul pavimento. Lo afferró in qualche modo sotto le braccia e volò via, tenendolo stretto. 
"Fermo Frost!" gli gridò Claude lanciando un paio di forchette. Una però colpí la catenella che il rosso teneva ancora in mano. Questa si ruppe e cadde.

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Capitolo 6
*** Un piano ingenoso. ***


Ho capito come funziona l'editor di efp! Adesso vediamo se me lo ricordo per le prossime pubblicazioni... per il momento, ecco tutto! 


"Oh no..." sussurrò Grell. 
Appena prima che Pitch riuscisse ad afferrarla, questa riprese a salire ed arrivò giusto davanti al volto dello shinigami. Volava? Una fatina gli sorrise gentile e gliela porse. Lui, perplesso, la prese. La fatina volò verso il volto di Jack.
"Dente da Latte!" esclamò sorpreso.

"Come hai fatto a portare nella cella la motosega e il bastone?" domandò. 
"Eri mezzo addormentato ed io avevo gia pensato di darti una mano..." 
"Non ci seguono, vero?" 
Grell si guardó attorno. Da lassú godeva di un'ottima visuale.
"No, non ci stanno seguendo." 
Il taglio sul viso si stava cicatrizzando.
A parlare gli faceva male il labbro.
"Cosa sono quelle pietre?" la domanda gli bruciava dentro da tempo.
"Jack... ormai siamo lontani da Claude... dunque te lo posso dire." sospirò.
"Sono le anime che lui ha divorato." sussurrò poi. Jack serrò involontariamente le braccia attorno allo shinigami. Alla fine ritornò a terra. Appena Grell poggiò i piedi, il ragazzo si allontanò di un paio di passi. 
"Le anime?" 
"Si, le anime. Credo ci sia anche quella di..." indugiò.
"Di mia sorella?" disse Jack. L'altro annuí.
"Andiamo, bisogna tornare a palazzo."

Volarono fino al palazzo di Dentolina ma lo trovarono vuoto.
"Oh no... speriamo siano al polo..."

"No! Bisogna fare qualcosa! Devo almeno provarci." esclamò Nord. 
"Non capisci? Quelli prenderanno anche te!" esclamò Dentolina. 
La pallida luce del sole stava iniziando a splendere.
"State qui tutti quanti!" gridò Calmoniglio. Sebastian entrò in quel momento nella stanza, quasi sbattendo contro ai guardiani che stavano per uscire.
"Non é piu là dov'era prima." annunciò.
Dentolina s'inginocchiò, ormai privata di ogni speranza.
Ci fu un forte rumore di vetro infranto. Si voltarono verso la porta chiusa e Sebastian si portò davanti a tutti, con un paio di posate in mano. 
La porta si spalancò e qualcosa avvolto in un tessuto rosso ruzzolò all'interno.
Il demone prese la mira e si preparò a lanciare le forchette.
Gli altri guardiani si voltarono curiosi e timorosi a vedere.
Una persona entrò scavalcando la cosa rossa.
"Jack!" gridò Dentolina. Gli volò incontro e lo strinse forte. Scoppiò in lacrime. Lacrime di gioia.
"Jack!" esclamarono in coro Nord e Calmoniglio. La tensione era scomparsa. Non importa dove fosse stato, o come avesse fatto a scappare. L'unica cosa importante era che adesso fosse li, salvo. Sebastian si ricompose. 
"Bentornato Jack" gli disse. Lui sorrise e si staccó da Dentolina. Si diresse verso la cosa rossa. 
"Dai, alzati" disse porgendo una mano. Un guanto nero gliela prese e si tirò in piedi.
"Lui é Grell" disse agli altri. Il rosso li salutó e poi vide lui.
Impassibile nel vederlo, imperturbabile nel suo completo nero. 
"Sebas-chan!" esclamò correndogli incontro. Fece per saltargli al collo ma, come ogni volta,venne schivato finendo lungo e disteso a pochi passi da lui.
"Jack! Sei ferito!" esclamò la fata dei denti vedendo i capelli candidi del ragazzo macchiati di rosso. 
"Non so cosa mi abbiano fatto..." sussurrò.
"Andiamo." gli disse la fata portandolo via.

"Sebastian, avevi ragione a fidarti di lui! Sapevi che sarebbe scappato da solo?" chiese Calmoniglio.
"Ehi! Non é scappato proprio da solo..." protestò Grell, che  nel frattempo si era rialzato.
"Raccontaci come avete fatto." lo incalzò Nord.
Grell iniziò a raccontare. Si sentiva al centro dell'attenzione ma il labbro gli faceva male.

"Eccoci!" esclamò Dentolina quando tornò dagli altri. Grell ora se ne stava zitto, sdraiato sul divano con Calmoniglio vicino. Sebastian era sparito.
"Ha il labbro che sanguina, un taglio su una guancia e un occhio nero... che tipo eh?" le disse. Jack volò da lui.
"Grell, vieni di la... " gli sussurrò. Il rosso trattenne una risata e seguí il ragazzo.

"Come é possibile che siano scappati? Senza lasciare tracce!" 
Pitch rimase in silenzio. 
Claude camminava nervoso nella cella.
Aprí la porta ed uscí, seguito dall'altro.
"Claude, non é colpa tua... non sei riuscito a bloccarli... ma li riprenderai" disse Pitch.
"Appunto, non sono riuscito a bloccarli! Muoviti, andiamo dove credo si siano diretti." 
L'Uomo Nero richiamò due dei suoi incubi sui quali salirono e si lanciarono al galoppo fuori dall'edificio.

"É tornato? Bene, sapevo che non gli sarebbe servito il tuo aiuto. Credo però, piu avanti..." disse il ragazzino.
Sebastian sorrise.
"Sospetto che Claude si dirigerá verso il luogo dove ha rubato l'anima della bambina. A quel punto sarai là anche tu."
"Yes, my lord" ebbe in risposta.
La porta si spalancò.
"CIEL! Oggi per la cavalcata non hai scuse! É Domenica, dunque non hai nulla da fare! Andiamo" esclamò un ragazzo.
"Bussa prima di entrare!" lo riprese Ciel sbuffando.
"Sebastian, sella due cavalli dopo aver preparato il the. Andremo ai contorni della tenuta..." disse il ragazzino sospirando rassegnato. Sapeva che finchè non avesse acconsentito, il principe non gli avrebbe dato pace.
"Grazie Ciel!" esclamò il principe Soma uscendo, felice si aver strappato un consenso al giovane conte.

"Non é ancora finita però" disse lo shinigami una volta tornato nella grande sala. Il labbro era stato medicato. Si sedette sul divano. Jack salí sullo schienale.
I guardiani si voltarono verso di lui, interrompendo la discussione.
"Voglio dire, Claude sicuramente ci cercherà, e credo di sapere dove... sta cercando Jack e... questa. Noi dobbiamo recuperare Sebas-chan." spiegò tirando fuori una catenella con pietre biancastre.
Sandy sembró non capire mentre Nord e Calmoniglio erano incuriositi. Dentolina prese in mano una pietra della catena. Un suono che sembrava una voce si sparse nella sala. La fata lasciò immediatamente il ciondolo, scattando indietro. Jack sgranò gli occhi, come gli altri guardiani mentre Grell abbassava lo sguardo.
"Claude cerca questa catenella perché contiene... le anime che ha divorato" mormorò lasciando cadere la mano sul ginocchio.
"Quella catena... contiene le anime?" sussurrò North. Lo shinigami annuí.
"Ora... " disse il rosso "...trovate Sebas-chan"

"Ecco il lago, Pitch! Dev'essere qua da qualche parte e se non c'é ancora, arriverà" disse un demone scendendo da un cavallo di sabbia nera. 
"Aspettiamo" 
Schiena contro schiena, stettero lí, a guardarsi attorno.

"Non l'ho trovato. Alla residenza non c'é ma Ciel non ne era stupito. In giro le fate non l'hanno visto... e Dente da Latte é ancora fuori" disse la fata dei denti.
In quel momento una piccola fatina entrò dal vetro rotto della finestra.
"Eccoti! L'hai trovato?" le chiese Dentolina. La fatina scosse la testa.
"Credo di sapere dov'é andato. Venite." disse Grell alzandosi. Scese le scale fino alla slitta. Gli altri lo seguirono a bordo e Nord si mise alla guida. Quando decollarono, passò le redini al rosso, tutto elettrizzato di poter guidare qualcosa di volante.

"Quello che é?" chiese un demone guardando un puntino luminoso nel cielo.
"Non lo so... ma credo si stia dirigendo da queste parti" rispose un uomo completamente vestito di nero, la luna si rifletté nei suoi occhi dorati.
"Se fossimo soli sarebbe meglio..." disse ad un certo punto il demone. Pitch lo guardò confuso. L'altro si voltò verso un sentiero buio che attraversava il bosco.
"Mi sei d'intralcio" ringhiò.
"Dici?" domandò una voce. Una scarpa nera e lucida  venne illuminata dal chiarore della luna. Un'altra seguí la prima. Pitch sgranò gli occhi.
"Tu?" domandó incredulo.
"Claude Faustus, ti ho trovato"

"Quasi arrivati a destinazione" annunciò lo shinigami sorvolando un boschetto. 
Jack era inquieto e tirava un vento gelido. Piccolissimi cristalli di ghiaccio sferzavano il viso dei guardiani.
"Jack, per favore, calmati!" gli disse dolcemente Dentolina rabbrividendo.
"Là é dove quello ha rubato l'anima a mia sorella! Come posso calmarmi? Quel posto mi dà i nervi..."
"Se ti agiti cosí tanto per il luogo, non oso immaginare cosa farai quando vedrai la compagnia..." mormorò Grell facendo abbassare di quota la slitta.
Il ragazzo coi capelli bianchi si voltò a guardarlo. 
"Stai dicendo che... é là?" balbettò. L'altro annuí. Perse un battito.
"Oh no..." mormorò Calmoniglio.
Dentolina si portò le mani alla bocca mentre Sandy si sedeva preoccupato. Nord prese le redini e fece atterrare la slitta tra gli alberi. I guardiani e lo shinigami scesero lasciando le renne da sole. S'incamminarono sotto la luna piena che illuminava con i suoi freddi raggi la superficie del pianeta. C'era un'atmosfera surreale. L'aria appariva ora immobile e anche l'ultimo gufo aveva smesso di cantare. Le stelle splendevano alte sullo sfondo nero. Di tanto in tanto qualche fiocco di neve cadeva leggero. 
Dopo poco i sei si trovarono in una radura, dove la luce della luna riusciva a penetrare tra i rami degli alberi. Nessuno osava interrompere quel silenzio che si era congelato tra di loro. Mille domande frullavano nelle menti dei guardiani ma non sarebbero mai state dette allo shinigami che, con una motosega, guidava il compatto gruppetto attraverso la buia foresta. Si sarebbe detto la conoscesse come le sue tasche. 
Arrivati alla radura, il rosso si guardò attorno con circospezione e poi si ricongiunse agli altri cinque rimasti al centro. 
"Questo sentiero é il piu lungo di quelli che portano al lago, ma é il piu sicuro. Almeno credo... appena arriveremo, Jack sarai tu il primo ad entrare in campo. Il mio Sebas-chan -un ghigno malizioso gli si aprí sul volto,  facendo quasi scappare a Nord la voglia di ascoltare- dovrebbe essere nei paraggi. Poi..." spiegò a bassa voce il suo piano. Si assicuró che tutti avessero capito e ripresero insieme il cammino, nuovamente in silenzio.
Jack lottava contro l'impulso di chiedere a Grell cosa avrebbe fatto lui, visto che non aveva detto nulla a riguardo. 
Ora qualche nuvola copriva il firmamento ed aveva iniziato a nevicare.

'Si. É rischioso' pensò. 'Ma non possiamo fare altrimenti. O cosí o niente... non c'é molto da fare.' mentre camminava, passò una mano sulla tasca contenente delle pietre. Erano lí al sicuro. Si voltò verso Jack.
"Le pietre nella catenella contengono le anime che ha divorato. Se le stringi puoi sentire le loro voci..." s'interruppe.
"Le voci delle anime? Ecco cos'era quel rumore..." e da quel momento non furono più dette parole.


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