Niente è come sembra

di DalamarF16
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'avviso ***
Capitolo 2: *** catturato! ***



Capitolo 1
*** L'avviso ***


PERSONAL SPACE: Dunque eccomi qui, con la riscrittura di questa fanfiction che quando l'ho scritta era veramente una cosa, me ne rendo conto ora, veramente allucinante, però nonostante lo stile, la trama mi piaceva ancora, quindi rieccomi a riproporla...e niente, fatemi sapere che ne pensate, mi raccomando!

L'AVVISO

-Conan, sbrigati! Accidenti, mi fai fare sempre tardi!-
-Scusami, Ran, non riuscivo ad allacciare le scarpe!- rispose il ragazzino mentre si affrettava a raggiungerla con il faccino innocente lievemente sudato per via della corsa che era stato costretto a fare da casa del dottor Agasa fino a quella del detective Mouri per raggiungere l'amica in tempo per accompagnarla al palazzetto dello sport di Tokyo, dove il padre della migliore amica di Ran, Sonoko, aveva organizzato un torneo multidisciplinare nazionale per festeggiare la fine della costruzione dell'impianto sportivo, da lui sovvenzionata per la quasi totalità dei fondi necessari.
Senza ombra di dubbio, al signor Suzuki piaceva fare le cose in grande (qualità ereditata da Sonoko, tra l'altro) e alla manifestazione sarebbe seguito un gran galà nella tenuta di famiglia, dove tutti gli atleti partecipanti sarebbero stati premiati per il loro impegno che li aveva portati fin lì.
Infatti, con l'intento di trovare nuovi atleti da inserire nelle nazionali giapponesi, il padre di Sonoko aveva fatto una severa selezione negli inviti. Solo i più meritevoli erano stati invitati, e tra questi, Ran ed Heiji Hattori, rispettivamente per il karate e per il kendo.
-Potevi chiamarmi. Adesso andiamo dai!- lo incitò Ran, che, borsa sportiva alla mano, era prontissima per uscire. E infatti quasi lo fece ruzzolare giù dalle scale e lo costrinse a una corsa forsennata fino alla palestra.
“Accidenti a te, Agasa!” pensava mentre si affannava a starle dietro “Ti ho detto che avevo fretta e mi tieni ore e ore a parlare per niente!”. Inciampò, ma in qualche modo riuscì a non cadere, pur rimanendo indietro di qualche metro rispetto all'amica. “Accidenti! Se fossi nel mio corpo non avrei problemi a star dietro a Ran e invece mi tocca correre come se fossi inseguito da una mandria di cani assassini” imprecava tra sé mentre cercava di recuperare il terreno perso senza costringerla a fermarsi.
Naturlamente, Ran era Ran, e la trovò poco più avanti ferma ad aspettarlo. Gli pose la mano e insieme percorsero gli ultimi metri che li separavano dal palazzetto.
Il Detective Mouri li avrebbe raggiunti più tardi, all'inizio del torneo di karate, e così Ran e Conan si congiunsero con Sonoko e Kazuha, la (presunta) ragazza di Hattori.
-Ran! Conan! Che bello vedervi!- li salutò gioiosa la ragazza di Osaka - Venite! Tra poco sarà il turno di Heiji!-
Conan a quelle parole si guardò intorno, e non fece fatica a rintracciare il detective dalla pelle scura tra i partecipanti, anche perchè si stava esibendo in alcune mosse davanti a due o tre ragazzini delle elementari. Il mini-detective non ne capiva molto di Kendo, ma quelle che stava vedendo erano palesemente delle mosse volte a esibire la propria bravura.
“Il solito esibizionista” non potè fare a meno di pensare mentre lo guardava dal bordo della palestra.
Sonoko, Ran e Kazuha avevano subito iniziato a chiacchierare tra di loro di cose futili, e Conan si era allontanato per salutare l'amico.
Si accorse con la coda dell'occhio che qualcosa non stava filando per il verso giusto. Il padre di Sonoko era comparso con un'espressione allarmata sul volto e in mano un foglio bianco, che aveva consegnato a Ran. Incrociò lo sguardo di Heiji. La manovra non era sfuggita neppure a lui, e insieme i due si avvicinarono al gruppetto.
-Ciao, Kudo- sussurrò il più grande quando furono a portata d'orecchio
-Ciao, Hattori-
Nel frattempo la voce di Sonoko si era alzata di qualche tonalità, ma mentre suo padre appariva terrorizzato, quella della ragazza era eccitatissima. Conan aveva il netto sospetto di sapere chi avesse scritto quel biglietto.
-Dobbiamo farlo vedere a papà!-Stava dicendo Ran
-E anche a Heiji- le faceva eco Kazuha. Entrambe stavano cercando di rassicurare l'uomo, mentre nessuna faceva particolare caso ai festeggiamenti di Sonoko.
-Che emozione!- furono le prime parole che sentirono quando furono abbastastanza vicini. La ragazza saltellava felice sventolando il foglio - Forse riuscirò anche a vederlo! E se Heiji lo cattura potrò anche parlargli, e scoprire la sua vera identità! Lo farò innamorare perdutamente di me!-
-Di chi state parlando?- chiese Hattori avvicinandosi con Conan, che da parte sua aveva ormai trasformato il sospetto in una certezza. C'era solo una persona che rendeva Sonoko così eccitata e che lui ed Heiji avrebbero potuto catturare.
-E' lui Heiji! Ha mandato una lettera! Ah, lo farò innamorare!- mentre la ragazza strillava i suoi piani per far cadere il malcapitato ai suoi piedi, il detective di Osaka prese la lettera e si bloccò di fronte all'enigma scritto dal ladro, prima di mostrarlo anche all'amico. Tra i due passò unò sguardo d’intesa
-Questa volta non ci scappa, vero Kudo?-
-Certo che no. Quel ladro finirà dietro le sbarre, così la prossima volta impara a travestirsi da me e presentarsi davanti a Ran-
-Mi raccomando, Heiji, quando lo catturi, portalo da me- li interruppe di nuovo Sonoko, fortunatamente senza dar segno di aver sentito quello che i due si stavano dicendo -Devo assolutamente farlo cadere ai miei piedi!-
-Ma, Sonoko…- Ran provò a riportare l'amica alla ragione, cercando di farle capire che non c'era molto da esultare. Lei e la sua famiglia stavano per essere rapinate.
Heiji e Conan, intanto si erano isolati dal resto del gruppo. Le urla isteriche di Sonoko davano sui nervi a entrambi, senza contare che per risolvere il difficile enigma i due avevano bisogno di tutta la loro concentrazione.
Hattori guardò di nuovo verso l'eccitatissima ragazza
-Poverino, quasi, quasi mi fa pena, potrei anche decidere di non catturarlo, tu che dici, Kudo?-
-Già, altro che prigione, per il povero Kid la corte di Sonoko sarà una condanna- ribattè ridacchiando il ragazzino.
-Ora concentriamoci a decifrare quel messaggio, decideremo poi che fare di lui una volta catturato- Hattori tornò a guardare quell'enigma.
Non fu poi così difficile, una volta trovata la chiave di lettura.
Il furto sarebbe avvenuto durante la cerimonia di premiazione degli atleti, durante il galà della sera stessa.
Ovviamente, era un occasione troppo ghiotta per lasciarsela scappare, e i due si misero subito a pensare a un piano, interrompendosi solo per assistere ai combattimenti di Heiji, prima, e a quelli di Ran, più tardi.

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Capitolo 2
*** catturato! ***


PERSONAL SPACE: Rieccomi con il secondo capitolo! Innanzitutto ringrazio Shinichi e Ran Amore e _corvina_ per le loro recensioni, e ne approfitto per dire che ho aggiornato il primo capitolo con la correzione degli errori che mi sono stati fatti notare..e niente, vi lascio al secondo capitolo! Buona lettura!

CATTURATO!

Quella sera tutti erano ai loro posti. Conan ed Heiji avevano architettato un piano tutto loro, di cui non avevano voluto rivelare i dettagli a nessuno, non che qualcuno l'avesse loro chiesto, comunque.
L'ispettore Nakamori e il detective Mouri erano stra-convinti della loro (errata) interpretazione del messaggio di Kid, e nessuno aveva voluto dare il minimo credito ad Hattori quando aveva cercato di intervenire per metterli sulla retta via. Qualche tentativo l'aveva fatto anche Conan, ma il ragazzino aveva ottenuto solo di essere sollevato di peso e allontanato (lanciato) abbastanza bruscamente dal padre di Ran.
Fortunatamente Heiji aveva avuto i riflessi abbastanza pronti da prenderlo al volo, altrimenti il ragazzino sarebbe andato direttamente a sbattere contro la parete.
In conseguenza delle deduzione dell'ispettore, tutte le forze di polizia erano state dispiegate sul tetto, e i due liceali erano gli unici a interporsi tra il ladro e il prezioso gioiello.
Il ladro, evidentemente, non si aspettava di trovare due degni avversari, e per fortuna o per abilità dei due cadde nella loro trappola.
Hattori e Kudo erano riusciti a catturare il vero Kaito Kid e avevano provveduto a rinchiuderlo in una stanza priva di finestre, ammanettato e sorvegliato a vista da Conan, in modo che non potesse giocarsi la carta dei travestimenti.
La soddisfazione dei due giovani era evidente dalle loro espressioni soddisfatte, e lo sgomento degli adulti che li avevano additati come “marmocchi rompiscatole” contribuiva ad aumentarne il livello in maniera esponenziale.
Ovviamente ottennero di poter essere i primi a interrogare e rivelare la vera identità del ladro.
Lasciandosi le forze dell'ordine alle spalle, entrarono nella stanza che fungeva da cella.
-Allora, Kid- il primo a parlare fu proprio Conan, che con i ladro aveva avuto numerosi trascorsi  -Vediamo chi si nasconde sotto quel monocolo, che dici?-
Heiji si prese un attimo per studiare l'espressione del ladro, e per lui fu impossibile evitare di provare un brivido.
L'espressione di Kaito Kid era indecifrabile: nessuna paura, nessun tipo di agitazione dovuta alla consapevolezza di essere arrivato al capolinea della sua carriera di ladro imprendibile.
Gli occhi azzurri del prigioniero ricambiarono lo sguardo del detective, un lieve sorriso storto e strafottente era dipinto sul suo viso, quasi volesse dirgli che le cose non sarebbero finite in questo modo, che in qualche modo se la sarebbe cavata ancora una volta, e sarebbe riuscito a sfuggirgli.
-Kidduccio!!!! Amore mio!!!! Aspettami!!!! Vengo a trovarti!!!!!
Gli strilli eccitati di Sonoko li informarono che la voce si era ufficialmente sparsa. Tra i due detective passò uno sguardo, come se stessero per un momento considerando l'opzione di spingerlo a parlare costringendolo a una seduta di corteggiamento serrato da parte della ragazza.
Heiji non riescì a trattenere un ghigno, che per un attimo fece perdere la freddezza a Kid.
-No, ragazzi dai, non scherziamo. Va bene tutto. Ma quella pazza no- li implorò il mago in un modo che convinse i due a dare via libera alla rampolla di casa Suzuki.
-E perché no, Kid? Pensavo ti piacessero le ammiratrici- La domanda di Heiji era allo stesso tempo scherzosa e provocatoria.
- Ogni mago ama il suo pubblico- rispose saggiamente il ladro, che come al solito si riteneva in primis un prestigiatore -Ma questa è pazza-
“Mi spiace ammetterlo Kid, ma hai ragione” non potè fare a meno di pensare Conan, che da anni aveva a che fare con la ragazza, che sopportava solo in quanto migliore amica di Ran, ma si guardò bene dall'esprimere quel pensiero ad alta voce.
-Kudo?-
-Dimmi, Hattori-
-Che dici? La facciamo entrare?-
-No dai, seriamente ragazzi, non fatemi questo…no…dai….- ma le proteste del ladro vennero interrotte dall’uragano Sonoko che irruppe nella stanza e saltò letteralmente in braccio a Kid, cominciando a sbaciucchiarlo mentre il poverino tentava in tutti i modi di scansarsi e respirare, mandando mentalmente mille accidenti a Shinichi e Hattori, che insieme a Ran e Kazuha se la ridevano alla grande di fronte a quella scenetta.
L'ereditiera non riusciva a contenere la propria gioia, o meglio i propri ormoni, e fu una faticaccia per Hattori staccarla dal giovane ladro.
-Pezzi di….. questa me la pagate! E io che ti ho pure aiutato a portare giù l’aereo!-
Conan rise di gusto, prima di tornare serio. Il momento era storico, e lo sapevano bene tutti i presenti in quella stanza.
Nessuno era mai riuscito a catturare, figuriamoci smascherare, il leggendario Kaito Kid.
Il padre di Conan, Yusaku, sosteneva di conoscere la vera identità del ladro, ma si era sempre rifiutato di dire una sola parola a riguardo, e Shinichi era convinto che quelle del padre fossero solo fandonie senza senso.
I due detective tornarono seri, e il rimpicciolito distolse la mente dai ricordi per avvicinarsi al mago, che ora sembrava aver perso quel sorriso perennemente presente. A Conan parve di vedere distintamente le rotelle del suo cervello che si mettevano in moto per cercare un'ultima, disperata via d'uscita, che però non arrivò.
Con un gesto deciso, l'investigatore tornato bambino tolse cappello a cilindro e monocolo.
Si trovarono davanti un ragazzino non più grande di loro, con i capelli spettinati, gli occhi azzurri e i lineamenti molto simili a quelli di Shinichi, il che spiegava il perchè riuscisse a prendere il posto di Kudo senza l'utilizzo di maschere.
Una conclusione a cui i due erano già arrivati da tempo, ma che, ora che ci pensavano, portava a un'ovvia domanda: chi era il primo Kaito Kid?
-Tu non puoi essere il Kid di vent’anni fa- osservò Heiji, rimarcando un'ovvia verità nel tentativo di scoprire qualcosa di più a riguardo.
-Sarai anche il miglior detective dell’est, ma sei veramente scemo se pensi che siamo la stessa persona!- il ladro si permise un nuovo slancio di sarcasmo e sicurezza-
-E allora chi sei? Un imitatore? Qualcuno che vuole fama facile?-
Fu a quel punto che Kid sembrò perdere la calma. Fu solo un attimo, il tempo di un battito di ciglia, ma non sfuggì a Conan. Quando parlò, la voce del mago era sommessa, quasi sconfitta.
-Quell’uomo….era mio padre- sussurrò, mentre il suo volto si rattristava al ricordo del genitore. -Se ne è andato dieci anni fa. Probabilmente ucciso-
La rivelazione li lasciò per un attimo interdetti: di Kid non ci si poteva fidare, e questa era una certezza.
Che un criminale messo alle strette potesse vendere anche la propria madre pur di togliersi dai guai, era un dato di fatto a cui entrambi si erano trovati davanti più di una volta; eppure c'era qualcosa, nel modo in cui la sua espressione era cambiata quando Heiji l'aveva accusato di essere un imitatore in cerca di facile gloria, che stava insinuando nella mente del giovane l'idea che il loro prigioniero non stesse mentendo.
I suoi occhi incontrarono quelli di Heiji, dove potè leggere le sue stesse conclusioni. Da tempo i due avevano imparato a leggere l'uno nei pensieri dell'altro senza parlarsi, il che dava loro il vantaggio di non doversi esprimere di fronte a Kid. Conan ora non aveva più dubbi: se Hattori era dello stesso avviso, il ladro meritava almeno il beneficio del dubbio.
Questo portava a un'ulteriore interrogativo: perchè aveva detto loro che suo padre era stato ucciso? Poteva semplicemente dire loro che aveva deciso di smettere con i furti, o inventarsi chissà quale altra storia.
Era una richiesta di aiuto?
Certo, entrambi avevano un debito nei confronti del ladro (Kudo più di uno in effetti), e ora quel ragazzino sembrava soltanto un loro coetaneo, con un'intelligenza e un intuito pari alla loro, che per un qualche motivo aveva deciso di mettere al servizio del crimine e non della giustizia.

-Kudo- Con un cenno Heiji gli fece cenno di uscire, per poi seguirlo fuori dalla stanza. - Che ne pensi?- gli chiede appena furono lontani da orecchie indiscrete
-Di che?-
-Di quello che ci ha raccontato su suo padre. Credi che sia vero?-
-Beh- rispose dopo un attimo di riflessione, durante il quale una nuova idea gli venne alla mente -a meno che non si sia scontrato con l’organizzazione degli uomini in nero, e quindi sia ringiovanito di 10 anni, la cosa è piuttosto credibile, devo ammetterlo. È anche vero che l’altro Kaito è scomparso dalle scene quando questo Kid era ancora un bambino delle elementari probabilmente, quindi se avesse voluto seguire le orme del padre non avrebbe certo potuto farlo a otto anni…e poi si spiegherebbe anche perché da quando è ricomparso operi solo in Giappone, mentre Kid Senior era attivo in tutto il mondo-
Heiji annuì. Il ragionamento di Kudo non faceva una piega, doveva ammetterlo, eppure anche lui si stava chiedendo il perchè della rivelazione.
Voleva forse che indagassero sulla morte di suo padre? Che lo aiutassero a trovare gli assassini? O era tutta una tattica per muvoerli a pietà e darsela a gambe non appena avrebbero iniziato a collaborare?
Il detective di Osaka rimase in silenzio, mentre rimuginava anche su un'altra verità innegabile: Kid aveva un suo senso dell'onore. Non li aveva mai lasciati nei guai prima d'ora, a costo di esporsi in prima persona ai pericoli, e, inoltre, restituiva sempre la refurtiva.
Un altro punto a favore della sua tesi.
Uno sguardo con Kudo, ed ebbe la certezza che la pensavano allo stesso modo.
-Sentiamo cosa ha da dire- fu la proposta di Conan prima di aprire la porta e rientrare nella cella improvvisata.
Kid era riuscito a togliersi le manette in qualche modo, tuttavia pareva non aver fatto alcun tentativo di fuga.
Secondo punto a suo favore, fu costretto ad ammettere tra sé e sé Hattori, e guardando Shinichi, vide che il ragazzino, in fondo, aveva già deciso cosa avrebbe fatto. Heiji sospirò. Chi era lui per tirarsi indietro?
-Ok, Kid- Conan non era certo uno che faceva giri di parole -Chi sei?-

Per un attimo Kaito pensò di mentire, o di eludere la domanda, ma si rese subito conto che era una cosa priva di senso: l'avevano visto in faccia e sapevano di suo padre.
Anche ammettendo che fosse riuscito a scappare, quanti minuti ci avrebbero messo a scovare la notizia della morte di un prestigiatore proprio in concomitanza con la scomparsa di Kaito Kid?
All'epoca la notizia aveva fatto il giro di tutti i giornali del mondo data la fama di Toichi Kuroba come mago; inoltre, se avessero convalidato l'arresto, Nakamori l'avrebbe riconosciuto in meno di un nanosecondo.
In ogni caso, l'avrebbero scoperto.
Sospirò e disse la verità.
-Kaito Kuroba-
Seguì un interrogatorio (che presto divenne una chiacchierata a caccia di indizi) che durò un paio d'ora.
Kaito raccontò della morte del padre, di come quasi subito dopo la ricomparsa del ladro fantasma, dei malviventi si fossero subito messi in contatto con lui, intimandogli di stare lontano dai gioielli di Pandora, e di come lui, per contro, si fosse messo a caccia di qualunque gioiello, restituendo poi quelli che si rivelavano inutili al suo scopo nonostante l'enorme valore.

Kuroba. Toichi Kuroba. Kuroba. Kuroba. Kuroba...
Dove cavolo aveva già sentito quel nome?
Del racconto di Kaito, Conan aveva ascoltato ben poco.
Da quando aveva sentito quel nome, Toichi Kuroba, qualcosa era scattato nella sua testa, ma proprio non riusciva a capire cosa fosse.
Gonfiò un pallone dalla sua cintura speciale e prese a palleggiare, un gesto abitudinario che lo aiutava a pensare con più lucidità.
Alla fine, riucì a ricordare.
Il mago che aveva insegnato a sua madre l'arte del travestimento, trasformandola nella fenomenale attrice che era.
Tornò alla realtà.
Kaito stava raccontando di come fin dal giorno della morte del padre avesse sempre nutrito dei dubbi sull'incidente che ne aveva causato la morte. Ogni trucco di un mago aveva una via d'uscita sicura, in caso di grossi problemi. Le persone pronte a rompere i vetri in caso di numeri in apnea (come quello che aveva ucciso suo padre), erano davvero l'ultima spiaggia, ma tra loro e il mago c'erano almeno altre quattro vie di fuga sicure, che non avrebbero mandato in panico il pubblico, e che non avrebbero comportato l'interruzione dello spettacolo e il pagamento dei danni causati dall'acqua.
-Perchè non hai parlato allora?- gli chiese Hattori, ma la risposta arrivò da Conan, in un tono di voce che non riusciva a nascondere la frustrazione del giovane detective:
-Perchè nessuno dà retta a un bambino-
-Cosa sai su questa organizzazione?-
-Solo che cercano delle gemme, che rivolte verso la luna brillano di un particolare bagliore; secondo la leggenda possono aprire il vaso di Pandora, qualunque cosa esso sia-
-Non è un granchè come inizio...Kudo, qualche possibilità che sia la stessa organizzazione degli uomini in nero?-
Conan non rispose subito. Pensava al vaso di Pandora: secondo la mitologia, vi erano rinchiusi tutti i mali del mondo, che, una volta aperto, aveva dato vita all'umanità come tutti la conoscevano. Sempre secondo la leggenda, l'unica cosa rimasta nel vaso era la speranza, ma il mini detective dubitava che lo scopo di quegli uomini fosse quel vaso in senso lato.
Doveva trattarsi di qualcos'altro.
-Eh? No, non credo- rispose alla domanda di Hattori -Se fossero loro avrebbero già trovato il modo di ucciderlo, o di renderlo innocuo-
-Ok, quindi...da dove si comincia?-
-Un attimo. Volete indagare?-
-Non ti aspetterai mica che di fronte a un'enigma del genere restiamo qui a far nulla!-
-E io?-
-Tu ci aiuterai- Kudo ebbe la risposta pronta. Aveva deciso che, nonostante fosse un ladro, non meritava il carcere, almeno non per il momento.

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