Missing Moments

di OcchidiNiall
(/viewuser.php?uid=484045)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Jack and Melany ***
Capitolo 2: *** 2. Michael and Charlie ***
Capitolo 3: *** 3. Jack and Melany ***
Capitolo 4: *** 4. Michael, Charlie and Calum. ***
Capitolo 5: *** 5. Calum and Charlie ***
Capitolo 6: *** 6. Luke, Michael, Ashton and Calum. ***
Capitolo 7: *** Goodbye Ashton and Luke. ***
Capitolo 8: *** Hospital ***
Capitolo 9: *** Charlie and Michael. ***
Capitolo 10: *** Epilogue ***



Capitolo 1
*** 1. Jack and Melany ***


Missing moments: “Il matrimonio
della mia migliore amica”.


 
1. Jack and Melany
 


“Basta guardarlo, Charlie!” continuò la mora, strattonandole il braccio con insistenza.
“Melany, so ciò che faccio. E poi non sto guardando Calum, sto guardando il suo amico”
La ragazza sospirò, capendo che alla fin fine non poteva fare granchè, visto che la sua migliore amica era la testardaggine fatta persona.
Si zittì e lasciò che il corso fluisse come l'aveva previsto Charlie, non voleva intromettersi piu' di quanto non avesse già fatto.
Fece spallucce e si alzò dal tavolo, andando a buttare il cartone del succo di frutta e la buccia di una banana nel cestino.
Salutò Charlie e si avviò a casa, visto che l'orario scolastico l'aveva terminato. Melany abitava da sola da qualche settimana ormai, i suoi genitori erano partiti per l'Irlanda per via del lavoro di Jason, suo padre. E sua madre ovviamente, per non lasciarlo solo, aveva deciso di seguirlo lasciando Melany in Australia, a Sydney.
Si strinse nella felpa bordeaux e avviò il suo lettore mp3. Stava uscendo dal cancello della scuola fin quando non le arrivò un pallone da calcio proprio davanti ai piedi. Si guardò attorno per vedere chi fosse l'idiota che stava quasi per colpirla e, quando vide un ragazzo moro, poco più alto di lei sorrise.
“Scusa, non ti avevo vista” affermò, chinandosi per prendere il pallone bianco e nero.
“Oh...è tutto ok, 'sta tranquillo” rispose sorridendogli e squadrandolo meglio. In questo momento aveva un pantaloncino che arrivava a metà ginocchio – blu – e,  una maglia – del medesimo colore – con un numero scritto in bianco. Era il numero dieci e sopra, c'era scritto il cognome di quel ragazzo “Dymitriuk”.
“Io comunque sono Jack, ora...devo tornare a giocare” disse, indicando quei ragazzi con cui stava palleggiando che lo chiamavano, “ci...vediamo in giro. Ciao”
Lei sorrise e fissò il moro andare via, mimando un “ciao” senza però farsi sentire.



“Dio...Charlie, era bellissimo!” esclamò per la miliardesima volta, rivolta verso la sua migliore amica.
“Ok, ho capito Mel! Diamine, sono dieci volte che me lo ripeti, ho capito che era bellissimo, incantevole e bla bla” rispose ridacchiando, come quasi a prenderla in giro.
“Sì, ma tu non puoi cap-” ma Charlie la bloccò, chiedendole se in casa avesse del cibo, visto il rumore incontrollabile del suo stomaco.
“Charlie...”
“Mh mh?” disse, mangiando dei biscottini al cioccolato e vaniglia che erano in frigo.
“Possibile che pensi solo al cibo?!” le chiese, levandole dalla bocca quella squisitezza che bramava da tanto.
“Sappi che...ti odio” e sorrise, prendendo un altro biscotto dalla scatola.



Il giorno dopo Melany e Charlie si avviarono prima per cercare almeno di ripassare matematica, visto che alla prima ora avevano il compito. Entrambe non eccellevano, dovevano riconoscerlo. E poi, per Melany era ancora più difficile concentrarsi, visto che non riusciva a smettere di pensare ancora al “famoso” Jack.
Si morse un labbro pensierosa, mentre Charlie parlava ancora, senza ottenere però risposta.
“Oddio, eccolo!” esclamò la ragazza, strattonando il braccio della povera Melany.
“Chi? Jack?” chiese, risvegliandosi momentaneamente dal suo “coma”.
“Oh no! Ma chi lo conosce e soprattutto, chi se lo caga!” continuò, “c'è Calum”
La mora roteò gli occhi al cielo e sorrise, capendo almeno per una volta la sua migliore amica. Entrambe si erano prese il colpo di fulmine.



“Ok, stai calma, ti prego...non fissarlo!” continuò ancora la mora, che nel frattempo stava guardando Charlie fare l'esatto opposto.
Odiava quando la sua migliore amica non le prestava attenzione, era come se in quel momento, si sentisse inutile. Sbuffò, le prese il braccio e la portò dentro l'aula, dove al momento, avevano il compito.
(S)Fortunatamente per Melany, Jack era arrivato prima di loro. Entrambi frequentavano lo stesso corso di matematica, solo che nessuno dei due si erano accorti dell'altro. E questo era più che comprensibile visto che Jack veniva spesso richiamato e mandato dal preside. In un batter di ciglia Melany arrossì vistosamente alla vista del moro. Per Melany tutto ciò era molto strano, non si era mai presa una cotta all'improvviso, anzi, di solito le ci voleva qualche settimana o, addirittura un mese.
Silenziosamente si sedette – insieme a Charlie – dietro al banco del moro. Voleva cercare di parlargli e ciò sarebbe avvenuto solo se la sua migliore amica – ora al suo fianco – avrebbe detto qualche battutina ai due avanti.
Lui adesso, era seduto insieme ad un ragazzo castano, con occhi castani e sorriso meraviglioso. In quel momento Melany fantasticò subito su loro quattro, volendo Charlie si sarebbe potuta interessare anche a quel ragazzo, insomma, alla fine Calum Thomas Hood, non era niente di che.
Sospirò sognante e si affrettò a leggere il primo esercizio – che per giunta, non sapeva fare –.
“Sai...farlo, Charlie?” le chiese cautamente, non voleva farsi scoprire dalla professoressa.
“No, ma ti pare?” disse.
Lo sguardo della mora ritornò sul foglio, fin quando non vide la sua migliore amica e il ragazzo al fianco di Jack fare “comunella”.
“Ok, se io ti dico l'esercizio numero tre, tu mi dici il numero uno?” chiese Charlie con molta spigliatezza, senza timore e senza vergogna.
A dir la verità, Melany la invidiava molto sotto quell'aspetto: poteva fare qualunque cosa – per fino la più idiota – senza alcuna timidezza. Per una volta, desiderava davvero essere simile, voleva provare cosa voleva dire “non essere timida”.
Ridacchiò per l'espressione facciale del castano e poi tornò al suo compito: non si sarebbe fatto da solo.




“Ah! Che stanchezza!” esclamò, sbadigliando.
La mora sorrise, “hai...hai visto quanto è bello?”
Charlie roteò gli occhi al cielo e sorrise maliziosamente, “oh certo, Mel. Anzi, guarda un po' chi sta arrivando?”
“Oh...cazzo” furono le sue ultime parole, facendo cadere dopo poco i libri che aveva in mano.
“Ehi, è tutto ok?” le chiese, accovacciandosi con Melany per raccogliere i libri di fisica, chimica e, filosofia.
“N-sì. Sì, è...è tutto apposto, grazie” rispose sempre più rossa e con un sorrisino in viso.
“Ah, mi sono ricordata che devo andare a prendere i cupcake in mensa, se mi finiscono sono cazzi! Ciao MELANY, ci vediamo in mensa”
La mora la salutò, maledicendola mentalmente per quel “Ciao Melany” gridato. Insomma, a lui non interessava affatto il suo nome, perchè poi, Charlie doveva complicare il tutto? Non bastava già la caduta dei libri?
“E così ti chiami Melany, mh?” domandò, porgendole l'ultimo libro.
“Sì, esatto. Ahm...”
“Sai che poi, gli allenamenti sono andati bene?” continuò sorridendo “credo che il fatto di averti incontrata mi abbia fatto giocare bene”
La mora deglutì, mordendosi il labbro inferiore senza sosta e pregando tutti i santi di non farsi rossa perchè se no, tutto il lavoro di rimanere calma, sarebbe andato a puttane.
“Non sei molto chiacchierona, eh?” riprese, “non fa niente, sono belle le ragazze timide. Andiamo a pranzare? Ho molta fame”
La ragazza annuì, seguendolo silenziosamente.
A dir la verità, tutto questo le sembrava un sogno, non riusciva a credere a ciò che le era successo. Stava parlando con la sua cotta – di appena due giorni –, wow, aveva fatto passi da gigante, pensò.
Si arrotolò un riccio intorno all'indice e provò a sorridergli senza sembrare una ritardata al primo appuntamento.
Sospirò sognante, doveva cercare di parlare di più e di abbandonare quella cavolo di timidezza. Non le avrebbe fatto bene, pensò ancora.










“Tu devi spiegarmi perchè ancora non stai studiando”
Senti, tu mi hai rotto i coglioni, sul serio. Te ne vai? Devo salutare le mie lettrici!
“No, ti perseguiterò fin quando non andrai a studiare. Se poi ti bocciano sono uccelli senza zucchero, idiota!!”
Uccelli senza zucch- ok, lasciamo stare che forse è meglio. Saluto, e poi giuro che vado a studiare.

BUONASERA!
Come state? Beh, spero bene perchè io con tutti questi compiti non me la fido piu'.
Ma vabbè, passiamo ad altro: come vi sembra il primo? Sinceramente, spero che vi piaccia, e, come ho già accennato nella fanfiction “Il matrimonio della mia migliore amica”, questi momenti saranno alterni, cioè, scriverò un po' di Jack e Melany, un po' di Charlie e Michael, un po' di Calum e Kirsten e, ovviamente, scriverò anche di Luke e Ashton, non li lascerò fuori, tranquille!
Premetto che non saranno lunghe, anzi, saranno mini OS che non supereranno i dieci capitoli. Scusatemi ma tra la scuola, l'altra fanfiction sui One Direction...beh, non ho proprio tempo.
Quindi, accontentiamoci. (Sì, mi dovrò accontentare anche io, ahah).
Ok, come giust-
“TI MUOVI?”
Ok, stavo appunto salutando!
“E dai.”
Vabbè, come sta dicendo la mia rompico- ahm...la mia meravigliosa vocina, devo andare. Ho molti compiti e se non li faccio io, non si finiranno da soli. HAHAHAH vi immaginate? HAHAH, vabbè.
Ok, fatemi sapere cosa ne pensate in una recensione, io ora scappo!


Baci, Chiara.

Ricordate, ci sono anche su twitter e facebook:
TWITTER: @tostapayne__
FACEBOOK: EyesDreamingEfp

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 2. Michael and Charlie ***


2. Michael and Charlie


Michael ora era in classe con i suoi quattro compagni, erano intenti – sopratutto lui e Ashton – a fare degli stupidi scherzi idioti verso il professore di inglese.
“Ehi Ash” esordì il ragazzo dai capelli biondi.
Il riccio si girò, ghignando e capendolo al volo “scherzo al signor Smith?”
“No, oggi no. Che ne dici di cambiarci i voti? Ho bisogno almeno di un sei, altrimenti mi bocciano anche quest'anno”
Il riccio annuì ed entrambi iniziarono a mettere in atto il loro piano.
Michael si avvicinò cauto e tranquillo al professore, dicendogli espressamente che Ashton non si sentiva bene e che, forse, era meglio se gli andava a dare un'occhiatina. Il professore, come da buon copione, si alzò dalla sedia e, una volta raggiunto il caro e “povero” Ashton si chinò, poggiandogli un palmo della mano sulla fronte.
“Mh, non sembri accaldato”, incalzò.
Michael, invece, aveva l'attenzione di tutti i suoi compagni, eccetto il secchione della classe: Jeremiah. Appena aprì il cassetto del professore il “genio”, parlò: “Prof! Prof! Clifford sta inserendo le mani nel suo registro!”
Non appena Smith si girò, Michael sbiancò in viso. Sperava davvero che non l'avrebbe mandato dal preside, anche perchè, questa era la terza volta nella settimana che gli capitava.
“Clifford...perchè?”
Ashton cercò subito di intervenire, senza alcun risultato ovviamente.
“Professore, andiamo, non crederà davvero a ciò che dice quel secch- ehm, Jeremiah! Ero venuto solo perchè volevo darle una sorpresa...sà, so che oggi è il suo compleanno e perciò volevo farle un bel regalo...”
Il professore scosse la testa, ormai afflitto.
Si rialzò in piedi e si avviò verso la cattedra, appoggiandosi poi ad essa. Michael lo guardava con aria di superiorità, anche se adesso, aveva assunto uno sguardo più...dolce, angelico.
“Clifford, il mio compleanno è stato un mese fa”
“E allora? Meglio tardi che mai, no?” ricominciò, facendo ridere la classe – compreso Ashton –.
Sospirò, “vai dal...”
“...preside, va bene signor Smith. Ok, va bene” rispose, lanciando poi un'ultima occhiata ad Ashton e aprendo la porta.




Charlie era stata cacciata dalla classe per via del suo dannato carattere. Ogni volta, era sempre la stessa cosa, non riusciva mai a contenersi, non riusciva mai a non rispondere alle provocazioni da parte dei professori. Stava diventando tutto troppo straziante. Per fortuna però che non l'aveva mandata dal preside o altrimenti...sarebbero stati davvero grossi guai. Tutti sapevano che il preside Mackanzie non era una persona dolce di sale, anzi, era molto severo.
Trascinò i piedi fino al corridoio centrale della scuola e, guardando l'orario, attese la fine dell'ora. Sbuffò, fece su e giù per il corridoio e poi si sedette a terra, sugli scalini che portavano ai laboratori.
Sospirò, guardando una figura alta e imponente rispetto a lei. A primo impatto, pensò fosse il suo Calum, ormai lo vedeva d'appertutto. Focalizzò la figura e notò che era l'amico, quello strambo che si tingeva i capelli ogni settimana, sempre di colori diversi. Ora li aveva al naturale, era praticamente un miracolo. Sinceramente, non gli era mai piaciuto, insomma, sembrava così pericoloso che...non le andava di fare amicizia con lui anche se, per conoscere Calum l'avrebbe anche sopportato.
Appena arrivato si guardarono, entrambi fissarono l'altro dall'alto verso il basso. Nessuno dei due osava parlare, era come se in quel momento stesso, dovessero battersi in una guerra all'ultimo sangue. Charlie sbuffò e voltò lo sguardo dall'altra parte, ciò le fece guadagnare un ghigno da parte del ragazzo che, ancora per qualche minuto, si prese il lusso di continuare a fissarla, contemplandola nei minimi particolari. Perchè infondo, sì, Charlie era bella. Era la bellezza fatta persona, anche se il suo carattere, alle volte, lasciava davvero desiderare. Solo che, così come affermava Melany, se riuscivi a fare breccia nel suo cuore, lei, ti avrebbe dato tutta sé stessa.




“Charlie, eccoti finalmente!” esclamò, riprendendo fiato per la corsa.
“Ehi, che hai fatto?”
“Nulla, ho solo corso per tutta la scuola, sai...ti cercavo!”
“Oh, ok” rispose indifferente, senza alcuna emozione.
“Ho fame”, riprese, facendo ridacchiare e innervosire di poco Melany che, ancora adesso, ricominciò a darle contro “possibile che pensi sempre e solo al cibo?”
Fece spallucce, mise le mani in tasca e camminò.
“Allora, com'è andata poi con il tuo Jack?”
Melany si morse il labbro e ridacchiò, “oh...bene. Solo che...devo cercare di essere meno timida”
“Lo credo bene! L'unica con cui parli è con me. Cerca di aprirti a nuove amicizie, non so...magari cerca di conoscere Calum così poi me lo presenterai ed io e lui finiremo entrambi in un letto a-”
La riccia incominciò a ridere, strozzandosi anche con la sua stessa saliva “ma che stai dicendo?”
“Oh...nulla. Sono solo le mie fantasie erotiche. Andiamo a mangiare, và”




Ed eccole di nuovo in mensa, come al solito Charlie spiava Calum e Melany, la povera Melany era lì a parlarle e a dirle di lasciarlo stare: quella sua cotta stava prendendo una brutta piega.
“E zitta, Mel! Per l'amor del cielo. In diciotto anni che ti conosco non sei cambiata di una virgola, sei sempre...rompiballe” disse, alzandosi di scatto dalla sedia per andare a posare il suo vassoio ormai vuoto ed uscire poi dall'enorme stanza.
“Oh scusa se mi preoccupo per te!” gridò in lontananza.
Charlie sbuffò e la ignorò.
Camminò fino al grande giardino che circondava la scuola e, una volta aver preso in mano il suo libro iniziò a rilassarsi davvero, concentrandosi sulla lettura.
“Ciao” esordì una figura accanto a lei, con un buffo sorriso in viso e con un quaderno in mano.
“Ti è caduto questo” continuò, sorridendole.
“Ah, grazie” rispose prendendo il quaderno nero per poi ritornare con gli occhi sul libro: non le piaceva granchè essere infastidita mentre leggeva, anzi, avrebbe fatto una pausa solo se quel “qualcuno” fosse stato il suo Calum.
“Comunque io sono Michael”, incalzò porgendole la mano destra in segno di saluto.
“Charlie” rispose distratta, senza fissarlo negli occhi e senza ricambiare il suo saluto molto cordiale.
“Senti, veniamo al dunque. Perchè quando siamo in pausa mi fissi?”
“Non posso? Sai, anche io ho gli occhi” rispose ironicamente, mettendolo a tacere.
Il ragazzo la squadrò da capo a piedi, soffermandosi sulle sue curve e sul suo viso: riconobbe subito che quella d'innanzi a lei fosse davvero una gran bella ragazza, acida, ma bella.
Sorrise ghignamente e poi riprese, “ti piace il mio amico Calum, non è vero?”
La ragazza strabuzzò gli occhi e, come se niente fosse ricominciò a parlargli nonostante il fatto che avesse appena sbandierato il suo piccolo segreto. Le sembrò davvero impossibile che in neanche cinque minuti che si conoscevano lui fosse già riuscito a leggerle gli occhi e, soprattutto il pensiero. Dovette ammetterlo: quel ragazzo le faceva paura.
“Spero tu stia scherzando” rispose Charlie, ancora scossa per quella stupida domanda.
“Oh su, non mentirmi. Conosco le ragazze, che pensi? Senti, facciamo cosi; Oggi vieni a casa mia verso le sette, te lo farò conoscere, oh e...tranquilla, non gli dirò che sei segretamente cotta di lui”
E dopo ciò concluse, scrivendole sulla mano la via di casa sua.
Charlie non lo ringraziò neanche, era rimasta spiazzata dal suo comportamento. Che diamine era successo? Aveva sognato tutte le notti che qualche suo amico si accorgesse di lei e, ora che ci era riuscita era rimasta pietrificata d'innanzi ai suoi occhi e al suo sguardo così misterioso? Scosse la testa riprendendosi. Sospirò e tornò dentro la scuola pronta per sopportare qualche altra ora di lezione.





 

Tell I am your voodoo doll, nanananana!

Ciaaao belle! Scusate se c'ho messo molto per aggiornare ma...avevo molti impegni e, soprattutto ero – sono – nervosa per un sacco di motivi...
Vabbè, passando al capitolo...cosa ne pensate? Vi piace? Spero tanto di sì. Ricordo, come sempre che, questi sono piccoli Missing Moments che non saranno più di dieci o quindici (non so più o meno ma credo che non ne farò venti, ahah).
Ok, detto ciò vi rammendo(?) che ci sono anche su twitter e Facebook:

TWITTER: @tostapayne__
FACEBOOK: EyesDreamingEfp (è una pagina, ha pochi “mi piace”, ve ne sarei grata se lasciaste un piccolo “like” per farla crescere :).)

Ok, scappo.
Baci, Chiara.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** 3. Jack and Melany ***


3. Jack and Melany


Per Melany tutto ciò era tutto nuovo, l'ultima sua relazione era durata circa tre settimane poi, purtroppo per lui, lei l'aveva lasciato dicendogli che non “sentiva” le giuste emozioni. Tipico delle ragazze.
Appena arrivò a casa di Charlie si morse un labbro, era decisa a parlarle, non le andava giù che le mettesse i piedi in faccia. Certo, era la sua migliore amica, ma a volte, esagerava, e tanto anche.
Deglutì, bussò e in un attimo, la mamma di Charlie l'aprì, dandole la vista alla sua bellissima casa.
Al centro della sala, c'era una scala – tipo quelle scale enormi che si vedevano spesso nei film –, contornata da dei passamano color avorio. Di sopra, c'erano molte stanze, tra cui due bagni, due camere da letto, due camere per gli ospiti e, come se tutto ciò non bastasse, una camera per la palestra e, una camera dove ritrovarsi con gli amici. Melany ormai conosceva a memoria casa Cooper. Il padre, Jackson Cooper era un chirurgo di fama mondiale e, ovviamente, i soldi non gli mancavano. Del resto, la casa ne era una prova sicura.
“Ciao Melany”, esordì Matilde, la madre di Charlie.
“Salve signora,” continuò, “dov'è Charlie?”
“Melany, chiamami Matilde, per favore!” esclamò tutta sorridente.
La madre della sua migliore amica era la dolcezza fatta persona, era praticamente il contrario di Charlie, infatti ogni tanto, si poneva una semplice domanda: “Da dove è uscita l'acidità di Charlie?”
Purtroppo per lei, non riusciva mai a rispondersi.
“E' in giardino, in piscina” e con ciò, conclusero il loro dialogo.
Melany sorrise, la piscina di Charlie era uno spettacolo – come del resto l'intera casa –.
“Mel!” esclamò, non appena la vide.
“Ehilà, hai già fatto i compiti?”
La ragazza storse il capo e poi fece, “che? C'erano compiti?”
Melany iniziò a ridacchiare, capendo ancora una volta che l'arrabbiatura che aveva prima era solo passeggera, non si sarebbe mai potuta arrabbiare con la sua migliore amica, quella ragazza che si era sempre fatta in quattro per aiutarla.
“Dai, facciamoli insieme. Se ti consola, anche io non ho fatto nulla”
Charlie uscì dall'acqua e si recò vicino alla riccia, prendendo del thè al limone che riponeva su di un carrellino per le bevande.



“Allora...con Jack come procede?” domandò la ragazza, sorridendo ampiamente alla mora.
“Oh...beh...” continuò, “non lo vedo da quasi due giorni...”
Charlie la fissò, abbracciandola “mi dispiace...”
“E di che, poi a me non piace neanche!” esclamò, ridendo e provocando anche la sua migliore amica.
“Oh sì, certamente! Sai...che...Michael, hai presente? Quello...strano...” continuò non appena ottenne conferma da Melany “insomma, oggi alle sette mi ha invitata a casa sua solo per incontrare Calum! Cioè, ha detto che lui a me piace, ti rendi conto? Cos'è? Una specie di mago?” disse, blaterando cose insensate ma che fecero ridacchiare di nuovo la riccia.
“Dai” disse, levandole le mani dal viso per far vedere il suo bel faccino, “dovresti esserne felice!”
“Oh sì, lo sono. Ma...non mi fido” continuò, “Mel...e se, andrà a spifferare tutto a Hood? Hai idea di che figuraccia ci farei?”
“Devi stare tranquilla, se vuoi t'accompagno” s'offrì gentilmente, come del resto era solita fare. Anzi, a dirla tutta, loro due vivevano quasi in simbiosi, insieme avevano passato i momenti più belli e, purtroppo, anche i momenti più brutti. La loro amicizia era resistita fino adesso, e ciò era meraviglioso.
“Sì Mel! Sarebbe fantastico!” gridò la ragazza, abbracciandola quasi da strozzarla.



Non appena entrambe le ragazze arrivarono a casa Clifford, Charlie divampò.
“Ok, calmati. Quella timida non ero io?” chiese Melany ironica, cercando in qualche modo, di darle coraggio.
“Sì, ma...”
“E' tutto ok” concluse, bussando e aspettando che qualcuno venisse ad aprirle.
La casa di Michael era l'inverso di quella di Charlie, lui viveva con il papà da molto tempo visto che, purtroppo, la madre era scappata qualche anno fa. Il padre invece, era costantemente in giro per il mondo, ovviamente, per lavoro. Lui aveva un gran bel rapporto, anzi, lo definiva quasi suo fratello.
“Charlie” esordì appena la vide, facendo illuminare il suo viso quasi involontariamente.
“C-ciao” iniziò, spintonando di poco Melany che – per fortuna – parlò “ciao, ehm...”
“Oh sì, scusate. Entrate pure”
Appena Charlie e Melany entrarono, sentirono subito un odore di pizza con peperoni, la preferita di Michael. Avanzarono e, più avanti, trovarono un ragazzo riccio – Ashton – e un ragazzo biondo giocare alla playstation.
“Oh Luke, questa volta ti batto!” esclamò, spintonando – scherzosamente – il suo migliore amico con la spalla sinistra.
“Non ne sarei così sicuro, Ash!” e insieme, risero come due bambini.
Melany fissò Charlie che, girando lo sguardo, trovò immediatamente gli occhi scuri di Calum. Melany in tutto quel casino si sentì sola, come se Charlie non ci fosse, perchè in un certo senso, la sua migliore amica era come caduta in catalessi.
Michael tossicchiò per attirare la loro attenzione: “Ehi, ragazzi! Queste due ragazze sono Melany e Charlie, trattatele bene, le ho conosciute un paio di giorni fa” mentì.
Calum sorrise e si avvicinò a loro, salutandole cordialmente come era sempre solito fare.
“Ciao, io sono...”
“Calum” lo anticipò Charlie, spiazzando il moro e arrossendo.
“Oh, santo cielo!” esclamò, uscendo dalla casa.
Melany si girò immediatamente cercando di prendere Charlie per un braccio, si stava comportando come una stupida bambina di cinque anni. Sospirò, voleva capirla per davvero ma sinceramente, non ci riusciva. Era da un tempo indefinito che a lei piaceva Calum, perchè ora che finalmente lui le aveva baciato le guance era corsa via? Sospirò ancora e sussurrò uno “scusa” al moro, voleva cercare di far perdonare la sua migliore amica che al momento, era di fuori a fare chissà quale cretinata.
“Ma...è successo qualcosa?” gli chiese Hood, sorridendo imbarazzato.
“Oh...no, no. Tu...ecco, tu non centri, davvero” continuò gesticolando “è che...a pranzo ha mangiato pesante e quindi...si sarà sentita poco bene, ecco tutto” e sorrise, rossa più di prima sulle gote.
“Ma Michael dov'è?” chiese ad un certo punto Ashton, facendo il suo ingresso nella conversazione.
“Sarà di sopra” rispose Luke, mettendo in bocca un pezzo di pizza.



Melany era in paranoia già da un po', Charlie si rifiutava di entrare, aveva detto di non voler fare più figuracce, già ne aveva fatta una. Era per questo che Melany cercava in tutti i modi di sviarsela ma, purtroppo per lei, non ci riusciva. Certo, non negava che si sentiva bene in quel clima, tutti e quattro – o per meglio dire, tre – i ragazzi erano molto gentili e simpatici con lei, ma...c'era qualcosa che le mancava.
“Dymitriuk dovrebbe venire a momenti” esordì il biondo.
A quel cognome la riccia si irrigidì, deglutendo.
“No dai! Sai quanto Michael odi quel tizio” continuò Calum “non...perchè per forza a casa sua, poi?”
“Perchè sì. Dobbiamo metterci d'accordo per la finale, mi dispiace. Faglielo presente a Michael” e ghignò, consapevole che avrebbe fatto andare fuori di testa il povero Clifford.
Jack e Mike erano sempre in competizione, o per definire meglio il loro rapporto, si odiavano. Esatto, quei due erano due terremoti e se venivano posti nella stessa stanza allora, sarebbe successo un casino che nessuno, poteva mai immaginare.



Melany era agitata, adesso si era riseduta comodamente sul divano verde di casa Clifford, si passava le dita nei capelli e, ovviamente, si mordeva quasi ogni cinque secondi il labbro inferiore.
“Melany, è tutto apposto?” chiese Calum, aggrottando le sopracciglia.
“Oh sì...tranquillo”
“Bene, io...vorrei andare a vedere come si sente Charlie, sai...non è più entrata” incalzò, ridacchiando.
“Certo, io sarò qui” blaterò, passandosi un dito tra un riccio.
Il campanello suonò e ovviamente, il biondo andò subito ad aprire, accogliendo Jack caldamente.
“Ciao Hem!” esclamò il moro, battendogli un cinque.
“Jack accomodati, e scusa il disordine di Ashton” esordì, raccogliendo i calzini lasciati in giro.
“Torno subito” continuò sussurrando “giuro che ti ucciderò, Fletcher”
“Melany!” esclamò il moro, abbracciandola caldamente.
La ragazza rimase pietrificata, non si sarebbe mai immaginata un'accoglienza tale da parte sua. Sospirò e si morse il labbro. Stare in quella posizione le piaceva moltissimo, dopo poco – per fortuna –
ricambiò l'abbraccio, incastrando il suo capo nell'incavo del collo di Jack. La sua altezza lasciava davvero a desiderare rispetto a quella del moro ed era per questo che Jack amava quando – quelle poche volte – veniva a contatto col suo corpo.
“Credevo non mi avresti più abbracciato” ridacchiò, scompigliando i capelli della mora.
“Oh...no” continuò arrossendo vistosamente “non...insomma, che ci fai qui?”
“Nulla, io ed Hemmings dobbiamo metterci d'accordo per la finale di calcetto, sai...vinceremo!” esclamò, emettendo un piccolo gridolìo.
“Oh, perfetto” sussurrò, sorridendogli.
“Perchè non ci vieni a vedere?” continuò, “non so, se vuoi porta anche la tua amica...ahm...Charlie, giusto?”
La riccia annuì ancora rossa in viso, “sì, lei”
Ad un tratto, come da buon copione, fece il suo ingresso in sala Michael, spintonando il moro che, alla vista del rosso lasciò una lunga occhiataccia.
“Clifford” esordì con tono piatto, senza tralasciare alcuna emozione.
“Dymitriuk” ricambiò lui, aprendo la porta principale ed uscendo dall'abitazione.
Fortunatamente Luke tossicchiò, per cercare di smorzare l'imbarazzo e la tensione che i due avevano appena creato.
“Allora...hai qualche idea?” domandò, sorridendogli.




“Ci vediamo alla partita, no?” ri-domandò Jack, mettendole un braccio attorno alla spalla.
“Oh sì, c-certo” continuò, “a che ora?”
“Otto, ma se vuoi ti passo a prendere io, così...stiamo un po' insieme prima della partita, no?”
La mora annuì sorridendo allegramente, il suo stomaco ormai era andato, millioni di elefanti la stavano attraversando. Era una bella sensazione quella che provava, dovette ammetterlo e in più, era fermamente convinta che a lei Jack, piaceva. E tanto anche.
“Allora...a domani” incalzò, baciandogli la guancia leggermente incolta dalla barba.
“A domani bambolina” e la strinse a sé, facendo battere il cuore della ragazza ancora più forte di quanto già non stesse facendo.






Ehilà belle pimpe!
Come state? E' tutto okay? Spero di sì.
Allora, come vi sembra questo capitolo? Sì, parla di Jack e Melany e ovviamente, abbiamo anche un po' di Chalum (Calum+Charlie).
Ahahah, poverina lei, è scappata non appena lui le ha detto il nome, ahahahha. Ero praticamente morta, anche se...sì insomma, l'autrice sono io e non dovrei far fare certe figure di merda ai miei protagonisti. Ma è tutto ok.
Ahahah, che altro dire? Nulla, sono troppo depressa per scrivere stati lunghi chilometri.
Scusatemi.


Sì e sapete perchè?
“Non gliene frega un cazzo, che glielo dici a fare?”
Zitta, devono sapere cosa mi affligge.
“No, non fare l'idiota. Ora chiudi questo dannato sito e studia!”
Fanculo, mi sono rotta. Io glielo dico lo stesso e tu non mi fermerai!
Muahahah. In poche parole-
“Falla breve e arriva al dunque”
Ok, fammi scrivere però.
“Ok”
Dicevo, il quindici Fedez (il mio idolo indiscusso che amo con tutto il mio corazon) è a Bari ed io...NON POSSO ANDARCI.
CAZZUS COME MI RODE.
In ogni caso, sto pregando i miei che mi ci portino, anche se è di mercoledì lavorativo...D'oh!
Vedremo come finirà nella prossima puntata de:
“La sfiga di Chiara!”, seguitemi ce ne saranno delle belle!
Ahahah, bacini bavosi.

Chiara.


Ah, dimenticavo! Questo è Jack Dymitriuk, ma voi ovviamente, potete immaginarvelo come volete. c:


(Da adolescente)




(Uomo)

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** 4. Michael, Charlie and Calum. ***



4. Michael, Calum and Charlie

 

 

Ricordate il momento in cui quasi tutti cercavano Michael? Beh, e ricordate anche quando Luke rispose che – secondo lui –, si trovava di sopra? Balle. Luke Hemmings sapeva perfettamente dov'era e, per non complicare le situazioni, non disse niente, coprendo come sempre il suo migliore amico.

Era uscito fuori per consolare Charlie, quella piccola sconosciuta che era entrata nella sua vita. Era strano ma, per qualche strano motivo sentiva il bisogno di proteggerla, di tenerla stretta a sé e, cosa più importante, voleva tenerla fuori dai guai e dalle brutte figure.

“Ehi” esordì, sedendosi accanto a lei sullo scalino.

“Ciao” continuò, allacciandosi le sue vans nere che ora erano sicuramente più importanti di quella situazione. Non voleva sembrare debole e idiota, ecco perchè si stava comportando così. Lo sapeva, Charlie sapeva che aveva fatto un'immensa figuraccia ma...infondo, cosa poteva farci? Purtroppo non si poteva tornare indietro e purtroppo, doveva affrontare la realtà.

“Non...cioè, non sei per niente imbarazzata?” chiese Michael, cingendole le spalle con il suo braccio.

“No, non lo sono” disse fredda, allontanandosi ed evitando quel piccolo contatto fisico con il ragazzo. Per chi l'aveva scambiata? Lei di certo non era una ragazza facile e ovviamente, già da come lui aveva capito, a lei interessava solo ed esclusivamente Calum. Perciò, non avevano senso questi piccoli gesti di carineria che le dedicava.

“Ah, beh! Meglio così, no?” domandò, alzandosi di scatto dallo scalino e sorridendole.

“Già...” si lasciò sfuggire, con un tono triste.

Michael le prese la mano e la fece alzare, facendola posizionare proprio difronte a lui, per squadrarla e vederla meglio. Deglutì, i suoi occhi erano la meraviglia, neanche lui riusciva a spiegare com'erano fatti. Era semplicemente bellissima, ecco tutto. In quel momento fu invidioso di Calum, quell'anima così candida ed innocente che faceva innamorare tutte le ragazze che vi si trovava avanti. Purtroppo per lui però, lui era il suo contrario, era un ragazzo duro, testardo, anche se, se si riusciva a fare breccia nel suo cuore allora, si sarebbe affezionato e ti avrebbe aiutato in tutti i modi possibili ed inimmaginabili.

Sospirò e le mise entrambe le mani sulle spalle, “allora, sentimi bene: da oggi in poi io ti aiuterò con Calum, ok?”

Charlie deglutì fortemente, e la sua faccia cambiò radicalmente: divenne color pomodoro in un batter d'occhio, cosa che fece ridacchiare il piccolo Clifford.

“Oh...io...non...a me non piace Calum” ringhiò contro, levandogli le braccia dalle sue spalle ancora una volta.

“Oh no. Così non andiamo per niente bene, Charlie!” continuò prendendola per il polso – visto che stava rientrando –.

“C-che fai?” domandò, fissando prima il suo polso e poi il ragazzo.

“Sentimi bene, se vuoi che io ti aiuti dovrai essere più carina con me, va bene?” continuò lasciandole la presa “e, ovviamente, io e te, saremo amici. Comunque, ritornando al discorso di prima, se vuoi che io ti aiuti devi prima ammettere a te stessa e a me che Calum ti piace”

La ragazza sbuffò, consapevole di ciò che stava per ammettere. Ormai cos'aveva da perdere? Nulla.

“Ok, va bene...a me...piace Calum Hood” continuò “contento?”

“Certo” ghignò il ragazzo, sorridendole.

 

 

 

 

 

 

Melany si stava preparando già da un pezzo con Charlie, entrambe sarebbero andate alla partita dei Lions, formata da due membri che loro conoscevano: Luke e Jack.

Ovviamente, ci sarebbe stato anche Calum con Michael e Ashton, dovevano supportare il loro amico. Charlie, se doveva dire la verità, era felice di poter andare con la sua migliore amica a quella partita, voleva rivedere il suo Calum, sperando però che questa volta, si sarebbe comportata più normalmente. Sospirò e si lavò i denti, portando i suoi lunghi capelli di lato, per poi farne una treccia.

“Come sto?” ripetè la mora, facendo un giro su sé stessa.

La sua migliore amica sorrise, beandosi della felicità di Melany. Era convinta che, in tutta la sua vita non l'aveva mai vista così raggiante, era davvero felice che finalmente Melany, avesse trovato il ragazzo che le faceva battere veramente il cuore. Sorrise e le annuì, fischiettandole per la sua figaggine, così come diceva Charlie. “Sei bellissima, scema” continuò avvicinandosi a lei, “appena quell'idiota ti vedrà scivolerà per terra”

La riccia sorrise divertita, per poi rispondere all'affermazione che aveva appena detto la sua amica “cosa? E perchè mai dovrebbe scivolare?”

“Oh beh, è ovvio! Per tutta la bava che caccerà vedendoti!” esclamò, sorpassandola per prendere il telefono e il suo cardigan color prugna “andiamo?”

La riccia sorrise e si avviò, seguita da Charlie.

 

 

 

 

“Sei sicuro di non voler venire?” domandò Calum, sorridendo al suo migliore amico.

“No, non ho voglia di vedere quell'ammasso di muscoli e senza cervello. O meglio, lui pensa con il p-” ma per fortuna, Calum intervenne immediatamente, tappandogli la bocca con la sua mano “Michael! E smettila, santo dio. Vieni a supportare Luke, ne sarebbe felice”

Il ragazzo dai capelli ora verdi, sbuffò e poi si alzò dal suo divano per andare a prendere gli anfibi che indossava ogni volta che usciva. Se li allacciò e fischiettò al moro, come per fargli intendere che tutto ciò l'aveva fatto solo perchè gliel'aveva chiesto Hood.

“Mi devi un favore” mimò, chiudendo la porta.

 

 

 

 

Charlie e Melany erano arrivate già da un pezzo, la partita era anche incominciata e, purtroppo per la prima, non c'era ombra di Calum. Sembrava una pazza, si girava, si guardava intorno e poi tornava con lo sguardo sui giocatori. Era sicura che se continuava così allora avrebbe perso davvero la testa.

“Andiamo, stai tranquilla!” le sussurrò la riccia, arrossendo per le varie occhiatine che le regalava Jack, “a-andrà...cioè, verrà presto”

Charlie sbuffò, roteando gli occhi al cielo, “vado a farmi un giro”

Si alzò dalla panchina in cui era scomodamente seduta e si avviò verso l'entrata del campetto. Si guardò intorno e cacciò una sigaretta dalla tasca posteriore dei suoi jeans, se l'accese e inspirò. Quando era nervosa la nicotina le serviva per rilassarsi, in un certo senso. Buttò il fumo e prese un altro tiro, inspirando con tutta la lentezza possibile. Appena vide – da lontano – tre figure piuttosto imponenti rispetto a lei, lanciò la sigaretta chissà dove, spegnendola poi con la punta del piede destro. Tossicchiò e si mise una mentina in bocca, non voleva puzzare di fumo.

“Ciao”, continuò il moro “è già iniziata la partita?”

La ragazza appena lo vide sbiancò, cercò di parlare e, fortunatamente il suo buon senso prese piede, “s-sì. Cioè, hanno già incominciato...ma, non chiedermi il punteggio perchè non ne ho la minima idea” disse, sorridendogli cordialmente.

Lui ridacchiò e la ringraziò, entrando poi dentro il cancello. Charlie sospirò felice di essere riuscita a spiccicare qualche frase di senso compiuto. Era al settimo cielo.

“Anche la principessa ha i suoi lati oscuri” le fece notare Michael, non appena Ashton fu entrato nel cancelletto dopo averla salutata.

Alzò un sopracciglio e ridacchiò, “come scusa?”

Michael si avvicinò di più a lei, fino a finire con il naso sul suo collo per poi inspirare il suo profumo, coperto però, dalla puzza della sigaretta. Non appena Charlie ebbe quel contatto, arrossì violentemente, provocando una risatina da parte del ragazzo.

“Fumi” disse subito. E a quella seconda parola, Charlie capì che quel ragazzo era davvero un indovino, insomma, aveva “indovinato” parecchie cose. Lei al contrario, sospirò, mordendosi il labbro inferiore e schiarendosi la voce “non...non fumo molto, ecco”

Lui sorrise, porgendole una sigaretta, “vuoi? Ne ho una, ma possiamo dividercela”, lei sorrise, accettando l'idea del ragazzo che ora era di fianco a lei. Accese la sigaretta e fece un tiro, per poi passargliela al suo amico.

 

 

 

 

“Sarà meglio ritornare, no?” chiese Mike, sorridendole per poi trascinarla dentro.

Lei sbuffò e, “non ci voglio tornare. Se non fosse per Calum io...non ci sarei neanche venuta!” si lamentò, lasciando la presa che aveva ora Mike su di lei.

“Fai la seria, Charlie” continuò “e a me non ci pensi? Non sei venuta anche per me?” domandò ironico, ma con un pizzico di speranza.

“No, solo per Calum” rispose altrettanto, sorridendo e prendendo – questa volta – Michael per mano.

“Andiamo, và”

 

 

 

 

 

 

 

SPAZIO AUTRICE

 

 

NON AMMAZZATEMI, CHIEDO VENIIIIAAAA.

Credo che ormai voi abbiate creato una specie di setta(?) per uccidermi, ne SONO SICURA.

Ahahah, ma bando alle ciance! Come state? Spero bene!

Ah, ho una domandina da porvi: SECONDO VOI, DEVO SCRIVERE QUALCHE MISSING MOMENTS TRA CALUM E KIRSTEN?

Cioè, io penso che non ce ne siano, infondo alla fine, tutto ciò che è successo tra loro risale a quando sono adulti e non adolescenti. Ditemi voi, farò ciò che volete(?).

Beh, detto ciò mi dileguo.

 

MI RACCOMANDO, RECENSITE. <3

 

 

BACIONI CHIARA x

 

 

 

Twitter: @tostapayne__

Instagram: Se ci siete, chiedetemi in privato il nick.

Facebook: Eyesdreamingefp

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** 5. Calum and Charlie ***


5. Calum and Charlie

 
La partita di calcio era già finita, ora tutti stavano tornando alle rispettive case. Michael aveva lasciato Charlie per qualche minuto, giusto il tempo di fumarsi una sigaretta.
"Ehi" la salutò il moro, sorridendole ampiamente.
Charlie pregò tutti i santi, sperava ancora una volta di non fare la figura dell'idiota d'innanzi al ragazzo che le faceva battere il cuore. "C-ciao..."
"Allora, ti è piaciuta la partita?" domandò, iniziando ad incamminarsi verso di lei. Charlie sbadatamente, fece un passo indietro, intimidita dalla figura imponente del ragazzo. In realtà non aveva seguito per niente la partita, aveva guardato tutto il tempo Calum, contemplandolo nei minimi particolari. Aveva notato la barbetta che gli stava crescendo attorno alla mascella, aveva notato i suoi occhi concentrati su Luke, pronto ad applaudirlo per ogni singolo goal. E Charlie, ovviamente, sorrideva, le piaceva vedere quel ragazzo così dolce e timido rallegrarsi per uno dei suoi migliori amici. Sospirò e rispose, sorridendo "sì...cioè, non l'ho seguita molto, ma..."
Calum notò il suo rossore e notò anche il suo imbarazzo, tant'è che si offrì di riaccompagnarla a casa, visto che Melany era andata via con Jack e Michael era ancora intento a fissare i due parlare. Non aveva nessuna voglia di interromperli, specie perchè sapeva che alla sua amica piaceva il suo migliore amico.
"Ti va se ti riaccompagno?" le chiese gentilmente, appoggiandole un braccio attorno alla sua spalla.
Charlie avvampò di nuovo, sorridendogli e balbettando un veloce "sì". Michael e Ashton stavano aspettando che Luke uscisse dagli spogliatoi. Anzi, in realtà volevano andare lì dentro, aprire le porte e fotografare un Hemmings nudo. Quell'idea continuava a ricomparire nella testa di Michael che, seppur stava guardando i due andare via, decise di fargli quel piccolo scherzo, visto che non voleva pensare a Charlie. Era strano come quella ragazza - conosciuta da neanche una settimana - potesse rivelarsi così misteriosa ma allo stesso tempo così acida e socievole con lui. Michael ne aveva conosciute di ragazze, ma mai così. Forse stava affrettando il tutto, probabilmente non voleva neanche confermare che lui, Michael Gordon Clifford, si stesse prendendo una cotta per Charlie Cooper.
"Andiamo, Ashton" concluse, prendendo per il braccio il riccio.



Charlie aveva le mani in tasca, mentre Calum stava parlando di quanto fosse bello suonare e cantare con una propria band. La prima lo ascoltava interessata, come se in tutto il mondo, ci fosse solo lui. "E'...davvero...insomma, wow" seppe soltanto dire, accecata dalla bellezza del ragazzo e dalla sua parlantina coinvolgente. Lui le sorrise, riabbracciandola e invitandola al loro locale, "beh, allora che ne pensi se un giorno di questi vieni e ci ascolti cantare?"
Charlie sussultò, tutti quegli improvvisi abbracci le piacevano, ma allo stesso tempo la rendevano nervosa, visto che quello era il ragazzo che le faceva battere il cuore.
"Oh...sì, mi piacerebbe" disse, ricominciando a fissarlo, questa volta però, lo guardò negli occhi, senza distogliere lo sguardo.
"Perfetto! Noi domani suoniamo, mi raccomando! Ti voglio vedere tra il pubblico" e le baciò la fronte, chiudendo gli occhi per l'impatto con la sua pelle profumata.
"Mh, emani un buon odore" sussurrò, soffiandole sugli occhi, per poi lasciarla all'entrata della sua porta.
"Oh...io...sono arrivata, ecco" fece ad un tratto la ragazza, rossa come un pomodoro.
"Ho notato" ridacchiò, "allora...ci vediamo domani, ok?"
Lei gli sorrise, annuendo appena. Certo, certo che si sarebbero rivisti. Lei non avrebbe perso quest'occasione neanche per sogno.



"Smettila Michael!" esclamò il biondo, coprendosi la parte inferiore del suo corpo, "sei un...puttano!" Michael rise, seguito immediatamente da Ashton che continuava a fare foto col suo iphone, "Luke...sei...esilarante!" esclamò il riccio, questa volta però impegnato nel fare un video. Robert però, sorrise vendicativo, prendendo i suoi pantaloni per usarli come frusta. Si avvicinò ai suoi migliori amici e, "stronzetti" disse, frustandoli col pantalone, senza però farli realmente male. Loro due sorrisero, cercando di scansarsi "ehi!", esclamò Michael "dai! Che ti prende?" Luke non rispose, si limitò solo a lanciare via il pantalone ed entrare nella doccia "guai a voi se aprite la tenda", continuò, "vi massacro" scherzò, concludendo con l'occhiolino. Ashton si scambiò un'occhiata complice con Michael, "prendiamogli i vestiti" sussurrò piano, senza farsi sentire dal biondo. Il ragazzo dai capelli verdi annuì sorridendo e, velocemente gli prese le scarpe con il pantalone, mentre Ashton, la maglia e il suo cappello rosso con cui faceva tanto il figo.
"Ora voglio proprio vedere come farà, Robert Hemmings" lo canzonò il riccio, sorridendo e facendo intravedere le fossette che tutti amavano.




Buonaseeera! Dopo tanto tempo sono tornata ad aggiornare. Contente?
Vi prego non buttatemi i pomodori, io...vi amo! Ahaha, beh, in ogni caso, spero che il capitolo vi piaccia, lo so, è un pò corto ma era per postare visto che comunque non lo facevo da tanto.
Ora io però devo scappare, come sempre vi ricordo che ci sono su twitter: @tostapayne__



Ciaaaao! Lasciate una recensione, eh!
Chiara x

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** 6. Luke, Michael, Ashton and Calum. ***


6. Luke, Ashton, Calum and Michael.

La loro amicizia era qualcosa di stupendo, non era banale, erano quattro ragazzi che si sostenevano a vicenda. Era strano ma quell'amicizia era durata da oltre sette anni. Si volevano bene come fratelli ed era questo ciò che contava.
“IO VI AMMAZZO!” sentirono gridare, il riccio e il ragazzo dai capelli verdi.
All'improvviso videro un Luke coperto dall'accappatoio, con ai piedi degli infradito che per giunta, gli andavano anche piccoli.
“Vi avverto, se cado sono cazzacci vostri!” esclamò infuritato, cercando di corrergli dietro. Quei due – Ashton e Michael – erano due terremoti fatti persona. Anzi, a dire il vero erano i più casinisti del gruppo. Amavano fare scherzi, da quello telefonico a quello di persona, Calum diceva che erano due bambini che erano come Peter Pan, ed essendo come lui, avevano un solo scopo nella vita: non crescere mai. Ma ogni volta, i due lo smentivano, dicendogli che loro avrebbero messo su una band e che ovviamente, non avrebbero fatto entrare al moro, cosa stupida, visto che sapevano perfettamente che Hood aveva una voce da mozzare il fiato.
Per fortuna però, c'erano riusciti, quel sogno di diventare famosi pian piano stava nascendo, ora avevano iniziato in un locale, ma poi sicuramente, avrebbero fatto strada, perchè erano davvero bravi. Stavano aspettando solo una persona importante che potesse lanciarli nel mondo della musica.
“Bastardi” esclamò il biondo, una volta raggiunti, “io vi ammazzo, lo giuro”
Mikey rise a crepapelle, non riusciva a trattenersi, ormai aveva le lacrime che gli uscivano dagli occhi, “d-dovevi...ved-vederti...” disse, piegandosi dalle risate.
“Oh...eccome se si vedrà!” esclamò il riccio, che portava sempre bandane, dalla più colorata alla meno.
“Ho registrato con il cellulare questo piccolo scherzo...rimarrà nella storia dei Five Seconds of Summer!” esclamò, fiero del nome dato alla sua band.
Luke ridacchiò, scuotendo poi il capo, “io...vi ammazzo, ma...vi adoro! Cazzo, vado a vestirmi e poi voglio vedere il video!”
E in quel momento i tre risero come se non ci fosse un domani, accompagnando poi Luke a vestirsi.




"Ragazzi, oggi ci sono le prove" gli ricordò Calum, il responsabile del gruppo. Meno male che c'era lui, o altrimenti dio solo sapeva cos'avrebbero combinato quei tre insieme. Certo, non era propriamente normale neanche lui, però comunque era sempre meglio degli altri tre. Ovviamente anche lui aveva le sue pecche, intendiamoci. Come ad esempio, quella volta in cui Luke lo scoprì ad autocliccarsi dei like sulle sue foto. "Non sei normale" esordì quella volta il biondo, ridendo del povero Hood.
Ma che si voleva fare alla fine? Quei quattro erano magnifici, erano quattro ragazzi che insieme formavano una band meravigliosa, piena di grinta e carica.
"Sì, ce lo ricordiamo..." incalzò Ashton, che intanto stava su Twitter.
"Quando sarò famoso avrò tutte le ragazzine ai miei piedi, ne sono sicuro" esordì ancora, sorridendo e facendo intravedere le fossette che tutti amavano.
"Oh, sogna Fletcher, sogna!" lo risvegliò Michael, abbassandogli la bandana fin sugli occhi.
Il riccio sbuffò, per poi alzarsi e andare a prepararsi.



"Concentriamoci, mi raccomando" continuò, "questa sera c'è un'ospite speciale" disse, fissando poi subito il ragazzo dai capelli verdi.
"Uhm?" si girò, facendo finta di nulla. Non voleva intromettersi tra quei due, aveva già capito tutto, Charlie sarebbe andata a vedere Calum, perciò lui doveva rimanere al suo posto. Un saluto e via, semplice, no?
Mike sospirò, sembrava, ma non lo era. Non era facile, lui moriva dalla voglia di passare un pò del tempo con lei, da solo, senza nessun disturbatore.
"Mike, sai di chi sto parlando" disse il moro, che stava sistemando la sua chitarra elettrica rosso fiammante.
"Ragazzi, la prima canzone sarà Voodoo Doll, ok?" domandò come per accettarsi, alla fine non gli importava più di tanto, avrebbe cantato quella ugualmente.
"Sì, per me va bene" rispose il biondo, sistemandosi dietro all'asta del microfono.



Charlie era lì, era con Melany e Jack, inutile dire che la poverina stava facendo la candela tra i due, ma...era ok, per Calum avrebbe sopportato lo sforzo.
"Sei bellissima" sussurrò Jack a Melany, la quale arrossì di botto, per poi accoccolarsi sul suo petto.
Charlie non ce la fece più, prima di vomitare volle accettarsi almeno di una cosa "oh per l'amor del cielo! Siete stomachevoli. Scopate e basta, santo dio" sbuffò, allontanandosi da quei due per andare da Hood, il quale ormai aveva finito di esibirsi.
Li sentì ridacchiare, ma non se ne curò, proseguì avanti, camminando e avanzando verso i quattro ragazzi.
"Ehi" esordì Michael, baciandole entrambe le guance. Gesto molto stupido, pensò. Si lamentò mentalmente, decidendo di non far ripetere più questo spiacevole disagio.
"Ciao ragazzi" continuò, "ciao...Calum" disse, meravigliandosi di quanta leggerezza usò in quella frase. "Sei venuta da sola?" domandò Luke, sorridendo e arrossendo, "no, con Melany e..."
"Jack, ho capito" sospirò, aggiustandosi il ciuffo per poi dileguarsi con un "scusate, vado un attimo in bagno"
Charlie storse il naso, le dispiaceva perchè aveva capito che un pò a Luke piaceva la sua migliore amica e perciò questo le diede un pò di malinconia, poichè sapeva che non poteva fare granchè visto che a Melany piaceva Jack.
"Ti siamo piaciuti?" domandò Michael, leggermente rosso in viso, riferendosi alla canzone cantata appena due minuti fa.
"Sì, molto..." continuò fissando Calum, "sei...cioè, siete bravissimi, sul serio!"
Hood sorrise, decidendo poi di lasciare i due da soli, ormai aveva capito anche lui cosa succedeva, a Michael Gordon Clifford piaceva Charlie Cooper, chi era lui per intromettersi? Si trascinò Fletcher, che - poverino - voleva rimanere per chiacchierare e, mantenendolo sottobraccio, dissero che avevano bisogno di un drink.
"Oh, ok" rispose Charlie, salutandolo con un cenno della mano.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Goodbye Ashton and Luke. ***


Goodbye Ashton and Luke



Dopo tre mesi...


Michael e Charlie ormai erano diventati grandi amici, condividevano tutto, dalle risate ai brutti momenti. La ragazza ormai lo riteneva una parte di sé, lo riteneva così importante tanto da esserne dipendente. Amava follemente abbracciarlo, o magari, baciargli il collo quando erano soli. Non voleva che Calum pensasse male di lei. Certo, il moro le piaceva ancora, ma c'era anche una piccola cotta per il suo migliore amico.
“Ehi ragazzi, che ne dite di mettere via per un po' i videogiochi ed uscire?” chiese Luke, alzandosi dal divano per mettersi la sua amata giacca nera.
I quattro amici erano seduti beatamente sul loro divano rosso fuoco, stavano giocando come ogni pomeriggio a Fifa, e come ogni volta, Michael era in testa.
“No ragazzi, sto vincendo” esordì il ragazzo dai capelli verdi, sorridendogli e mettendo pausa, per andare a sgranocchiare qualcosa in cucina.
“Oh, ok. Chi viene con me?” ri-domandò, guardando i tre ragazzi.
Ashton odiava far uscire da soli i suoi migliori amici, perciò, anche se non ne aveva molta voglia, decise di annuire e di andare con lui. D'altronde, con Luke si sarebbe divertito. Loro due insieme formavano una bella compagnia, ridevano e scherzavano come due eterni bambini, e per Ashton, era proprio questo il bello del loro rapporto.
“Perfetto, andiamo Ash” disse il biondo, aprendo la porta per fiondarsi fuori, “ci si vede stasera!” salutò l'altro, sorridendogli e chiudendo la porta dietro di sé.
Purtroppo però, nessuno dei due sapeva che quella sera, sarebbe stata l'ultima in cui si sarebbero visti.




Luke stava uscendo dal parcheggio, aveva le mani ben salde sul volante, stava parlando con Ashton della nuova chitarra che desiderava con tutto il cuore comprare, e, dato che si stava avvicinando Natale, Ashton sorrise, “beh...te la regalerò io, amico”
Il biondo ridacchiò, passandosi la lingua sul suo pircing, “oh dai. Non devi essere costretto” mentì, perchè in realtà lui la voleva davvero, solo che purtroppo, dato che era un enorme spendaccione, non se la poteva permettere. Era strano ma quel ragazzo aveva il cuore d'oro. Forse poteva sembrare lo stronzetto del gruppo ma in realtà era tutt'altro, un ragazzo con dei grossi sogni. Voleva crescere musicalmente, voleva lavorare con i più grandi artisti della musica, come ad esempio i One Direction, gli sarebbe piaciuto lavorare insieme a quei cinque ragazzi. Anzi, a dire il vero era un loro ammiratore, non quanto Michael, ma lo era. Alcune volte affermava per fino che quel grosso ragazzone – alias Michael – assomigliasse al biondino dei One Direction, ovvero Niall. Si comportava come lui, mangiava come se non ci fosse un domani, rideva per ogni fottutissima cosa ed era sempre allegro. E ovviamente però, a Luke questo piaceva, adorava tutti e quattro i ragazzi, senza alcuna eccezione. Certo, alcune volte gli dava fastidio il comportamento da eterno papà di Calum, ma poi ci passava su, specie perchè sapeva perfettamente che tutto ciò che diceva lo faceva per il loro bene.
“Ci fermiamo qui?” domandò Luke ad Ashton, che annuì senza troppi sforzi.
Non era molto propenso a bere quella sera, anche perchè non ne aveva tanta voglia, ma, per il suo migliore amico avrebbe fatto questo ed altro.
“Per me va bene” concluse, aprendo lo sportello della macchina e chiudendolo in un secondo momento.




“HO VINTO!” esclamò Michael, facendo qualche linguaccia provocatoria a Calum.
“Fanculo, Mikey” lo provocò il moro, chiamandolo come solo Charlie poteva.
“Ehi, non chiamarmi così. Solo una persona può farlo” disse pavoneggiandosi, e dandosi dalle arie da 'so tutto io'. Il suo rapporto con Charlie stava andando di bene in meglio, certo litigavano, ma chi non lo faceva? A Michael piaceva sempre di più quella ragazza, era riuscito ad innamorarsi in così poco tempo che sorprese anche lui. Calum sapeva della sua cotta, infatti proprio per questo continuava a spronarlo di confessargli tutto. Ovviamente però, Michael rispondeva che non era cosa, non voleva poiché si sarebbe rovinata la loro amicizia, visto che Michael pensava che lui a Charlie non piaceva. Cosa ovviamente sbagliata.
“Solo Charlie può chiamarti così, mh?” riprese, sorridendogli maliziosamente.
“Sì, ma adesso non c'entra lei. Ti ho stracciato amico!” disse, cercando di cambiare immediatamente discorso.
“Oh su, non me la dai a bere. Quella ragazza ti piace!” riprese ancora, facendo arrossire quel ragazzo così tanto innamorato.
Ma che gli passava in mente a Calum?, pensò Mike.
Lui non poteva fare così, lui doveva innamorarsi di Charlie, specie perchè loro due erano fatti per stare insieme, pensò ancora, cercando di autoconvincersi.
Sospirò, “vabbè, hai ragione Cal” concluse, sperando di chiudere lì l'argomento.




“Geremy, un altro giro!” esclamò ormai brillo il riccio, battendo le mani sul bancone e ridendo senza un motivo ben preciso.
“Ehi amico, io credo che per te questa sera basti così...” gli rispose il ragazzo, preoccupato per la salute del suo cliente, “insomma, anche il tuo amico biondino è andato, non vorrei facciate incidente...”
Ashton lo ammonì, guardandolo storto, “ehi, io ti pago. Voglio un altro boccale di birra!” continuò, “Luke, diglielo!”
“Sì, amico. Portaci quello che ti abbiamo chiesto, n-noi...” singhiozzò, “siamo apposto”
Il ragazzo sospirò, “va bene...”




Erano quasi le due del mattino, finalmente quei due avevano deciso di uscire dal locale per tornarsene a casa, avevano bevuto fin troppo. Ashton barcollava di qua e di là, ridendo e scherzando. Luke invece, blaterava cose insensate, dando dell'idiota ad un sasso.
“Che hai da guardare?” domandò verso una panchina, “già, vuoi una foto per caso?” chiese il riccio, verso Luke.
“No, lui vuole una foto”
“Ma chi?” ri-domandò il riccio, verso il biondo.
“Sto cazzo!” esclamò il biondino, ridendo e puntando il dito verso la panchina verde bottiglia.
Ashton invece, si aggiustò la bandana, sputando un po' di saliva che gli era rimasta
“Torniamo a casa, Hemmo” tossicchiò, mantenendosi lo stomaco.
Hemmings annuì, prendendosi sottobraccio al riccio, e ridendo ancora per la battuta fatta poco prima alla panchina.
Dopo poco, arrivarono finalmente alla macchina, Ashton si sedette, Luke si mise al volante, ed accese il motore.
“Si parte” disse, prima di avviarsi.




In quel momento avevano la radio accesa, stava riproducendo “Stray heart” dei Green Day, il gruppo preferito di Michael e di Ashton, dopo i Led Zeppellin ovviamente. Canticchiavano e si mantenevano la testa, entrambi sapevano che avevano esagerato quella sera, speravano solo di tornare a casa tutti interi, senza nessun graffio.
“Oh dio, sto male” sussurrò a sé stesso Ashton, mantenendosi lo stomaco per cercare di non vomitare.
“Ash, se mi vomiti in macchina” tossicchiò, “ti uccido”
Lui rise, aggrappandosi saldamente al sedile.
“Oh” tornò serio, “LUKE! STA ATTENTO A QUELLA MACCHINA!” esclamò gridando, e alzandosi di poco dal suo sedile.
Purtroppo per loro però, il biondo non fece in tempo ad evitarla, che si sentì un rumore molto forte proveniente dal davanti della loro auto.




“Calum...” sussurrò Michael, cercando di svegliarlo.
“CALUM!” esclamò, con voce un po' più forte.
Erano le tre e Michael era ancora in piedi, non riusciva a chiudere occhio quella notte. Ormai aveva svuotato il frigorifero, perciò ora poteva davvero affermare di non avere nulla da fare.
Il telefono ad un tratto squillò, facendo sobbalzare il povero Mikey. Si alzò di scatto dal divano e raggiunse il cordless, aprendo la chiamata e rispondendo, “pronto?”
“E' il signor Clifford?” chiese un uomo, con una voce abbastanza roca.
“Sì, chi parla?”
“Sono il dottor Morrison...volevo avvertirla che i suoi amici, hanno fatto un'incidente. Mi...dispiace, ma forse è meglio che voi corriate in ospedale. Ci sono poche possibilità che sopravvivino, ma...cercheremo di fare il possibile” continuò, con voce più bassa, “avverta anche i famigliari dei ragazzi” concluse, chiudendo immediatamente la chiamata.
Michael in quel momento non aveva parole adatte, era rimasto semplicemente lì, con il cellulare ancora a metà altezza, tra l'orecchio e il bacino. Voleva urlare con tutto sé stesso, voleva piangere, ma sapeva che non era il momento.
“CALUM, CAZZO SVEGLIATI!” esclamò stufo. Il moro si alzò in un battibaleno, chiedendogli immediatamente cos'aveva da gridare.
“Ashton e Luke, sono in ospedale. Hanno fatto un'incidente...forse...” si prese un momento di pausa, osservando il vuoto, “forse...non supereranno la notte”



 
Chiara's space

Ciao ragazze, come state? Spero bene.
Finalmente le vacanze natalizie sono iniziate, non ce la facevo piu'!
Spero che il capitolo vi piaccia, lasciate una recensione, mi raccomando.
Finalmente si è capito come sono morti Ashton e Luke.
Poverini...
(ripeto, NON AUGURO LA MORTE A NESSUNO DEI DUE. SONO I MIEI IDOLI. NON PENSATE COSE CHE NON DOVETE PENSARE.)

Aggiornerò presto, baci.

Chiara x

 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Hospital ***



Hospital

Michael era ormai a pezzi, come del resto anche Calum. Appena avevano ricevuto la fatidica telefonata, i due si erano precipitati all'ospedale per cercare di dare una mano. Michael e Calum erano subito entrati dentro la loro stanza, la visione dei loro due migliori amici era orribile, quasi spaventosa. Avevano graffi e ferite ovunque, quello che stava messo piu' male, pensò Mike, era Ashton. I medici avevano cercato il piu' possibile di medicarli, ma ormai per loro non c'era piu' via di fuga. Il dottore aveva detto, seppur con tono pacato, che gli sarebbero rimaste poche ore di vita e poi, quell'aggeggio che li teneva in vita si sarebbe spento, mostrando una linea verde continua.
"Ash..." mormorò Michael, in preda ad una crisi isterica, "Lukey..." aggiunse, scoppiando a piangere. Quei due erano i loro migliori amici da sempre, non erano mai riusciti a separarsi ed era buffo che ora, per uno stupido incidente, i quattro furono costretti a lasciarsi. Calum guardava i due senza alcuna emozione, era rimasto interdetto, con le mani scese lungo i fianchi. Purtroppo, non riusciva a parlare, non riusciva a consolare Michael come di solito faceva quando gli erano finite le patatine. Adesso però, c'era una situazione ben diversa, Luke e Ashton non erano cibo, e questi purtroppo per loro, non si potevano ricomprare. Calum si avvicinò stancamente a Mike, il quale lo ignorò, troppo preso a piangere ai piedi del letto di Ashton. Adorava quei due ragazzi, erano parte della sua vita e ora che il destino glieli aveva tolti, non sapeva piu' cosa fare e da chi andare per le loro quotidiane cazzate. In quel momento ripensò a tutto ciò che combinarono e a quei dolci momenti in cui si abbracciavano.
Calum d'altrocanto, non riusciva a piangere, aveva le labbra serrate e lo sguardo fisso tra i due letti, incapace di guardare cosa era accaduto ai suoi due migliori amici. Sperava che tutto questo fosse solo un sogno, lo voleva davvero tanto. Chissà, forse poi si sarebbe risvegliato con il dolce sorriso di Ashton, contornato dalle sue fossette e da quella meravigliosa barbetta incolta che era solito farsi crescere. E magari poi, avrebbe rimproverato Luke e Michael per il casino che lasciavano distrattamente in casa, lamentandosi che poi sarebbe stato l'unico a dover pulire.
Un piccolo sorriso spuntò sulle labbra carnose del moro, decise di ricordarli per ciò che realmente erano, ovvero due sognatori, due cantanti straordinari e ovviamente, due amici unici.


"Forse è meglio che chiami Charlie...", pensò Calum. Michael non accennava a muoversi dalla stanza, respirava a fatica e ovviamente le lacrime non finivano di sgogargli dagli occhi. Sospirò, guardò Calum con aria afflitta e debole e prese una sedia, dove si sedette per fissarli e contemplare meglio i due.
Calum deglutì, uscendo dalla stanza per poi prendere il cellulare tra le mani. Compose il numero della ragazza e aspettò.
-Pronto?- domandò, -chi è?-
-Charlie... so-sono... Calum. Ti prego, vieni in ospedale... è successa una cosa terribile...-
-Cosa è successo, Calum? Per l'amor del cielo, non farmi preoccupare!-
-Io... è difficile da dire al telefono... ti prego, vieni qui-.
Chiuse la chiamata e aspettò: era certo che sarebbe venuta.



Calum ritornò in stanza, con un caffè caldo tra le mani pronto per offrirlo a Michael, che intanto cercava un fazzoletto per asciugarsi gli occhi, Calum era afflitto tanto
quanto lui, cercava di non darlo a vedere, cercando di rimanere forte agli occhi del suo migliore amico. Era difficile, Michael non era mai stato così triste tanto quanto lo era ora, in questo preciso momento. Calum rammendò di quando la mamma lo abbandonò solo con il padre, non pianse, non fece scendere neanche una lacrima, rimase solo fisso a guardarla mentre andava via, mandando al diavolo suo marito e lui, suo figlio, sangue del suo sangue. E sinceramente, per il moro, non era affatto strano che lui ora piangesse, considerava loro quattro come una famiglia e perciò, tutto ciò era approvato.
"L'hai... l'hai chiamata, vero?" chiese ad un tratto Michael, girandosi verso l'amico.
Calum capì subito di chi stava parlando, i suoi occhi bramavano l'arrivo di Charlie, si vedeva che aveva solo bisogno di abbracciarla e soffocare il suo pianto ormai rotto, nell'incavo del suo collo.
"Sì, arriverà a momenti. 'Sta tranquillo" rispose tenero, sorridendolo stancamente e abbracciandolo.
"Grazie..." sussurrò.



Charlie saliva di fretta e furia le scale dell'ospedale, appena aveva ricevuto la chiamata di Calum si era subito preparata per prendere il primo autobus. Saliva di corsa, aveva una paura assurda e il fatto che il moro non le avesse rivelato nulla era ancora piu' straziante. Temeva che fosse successo qualcosa a Michael, il ragazzo che ormai le piaceva, e il ragazzo che soprattutto, era il suo migliore amico. Arrivò in cima con il fiatone, tutta questa corsa non aveva fatto altro che farla innervosire.
"Dov'è la stanza-" ma si bloccò subito, non appena vide Calum chiamarla da lontano e sbracciarsi.
"Dov'è Michael, Calum? Dov'è?!" gli ringhiò contro, prendendolo per il colletto della maglia bianca e nera.
"Stai calma, Charlie. E' in stanza..."
Perchè era in stanza, cosa era successo di così grave?, pensò.
"Portami da lui" esordì, mordendosi il labbro inferiore con fare nervoso.
Non appena Hood portò la ragazza nella camera in cui erano, a Charlie le vennero gli occhi lucidi, ciò che stava guardando era così... triste che non aveva neanche le parole per esprimere tutto ciò che stava provando. Tutto ciò che fece fu correre da Michael e abbracciarlo forte al suo petto, sussurrandogli un "è tutto okay Mikey, io ora sono qui..."
Il ragazzo incominciò a singhiozzare, bagnando tutta la maglia blu di Charlie, "scusa se ti ho fatto correre... io... io non volevo farti spaventare è che... avevo bisogno di te... e di Calum. Siete le uniche persone che mi siete rimaste... questi due idioti sono andati via... ed io... sono solo. Non voglio... io... mi mancheranno, capisci Charlie? Loro erano i miei migliori amici! Non sono completo senza loro due! Non lo sono, cazzo!!" disse singhiozzando, per poi aggiungere "se solo fossi andato con loro tutto ciò non sarebbe successo! Io mantengo bene l'alcool, e... sono un coglione! Questo incidente è stata tutta colpa mia! Dovevo... se solo..." blaterò, stringendo Charlie ancora piu' forte, tenendola stretta a lei, per sentire il suo calore e il suo odore pervaderlo. Charlie in un primo momento volle farlo sfogare, riteneva giusto che forse, aveva bisogno solo di parlare e di piangere, perchè in questi momenti era questo ciò che si faceva. Si limitò ad accarezzargli la testa, dicendogli che lei sarebbe sempre rimasta lì, con lui.
"E' tutto okay, tesoro. E' tutto... okay" poi aggiunse, "non devi pensare che è colpa tua, perchè... purtroppo è stato il destino. Evidentemente Dio li ha voluti con lui lassù. Aveva deciso di iniziare ad ascoltare buona musica. Sono sicura che... staranno bene" disse dolcemente, baciandogli il capo e girandosi per un momento a guardare Calum che non aspettò neanche un secondo per sorriderle stancamente e annuirle.
Sapeva che lui, anche se suo migliore amico, non avrebbe avuto lo stesso effetto che Charlie aveva su di lui. Lei era come un potente antidoto che riusciva sempre a calmarlo, nonostante tutto. Ecco perchè secondo lui, loro due erano una coppia perfetta. Migliori amici e perfetti fidanzati. Ma per quanto l'idea lo allettasse, ora non era il momento per pensare a questo tipo di cose, doveva solo aiutare Michael - e se stesso - a sentirsi meglio.




Chiara's pov

Come state ragazze? Tutto bene? Spero che abbiate passato buone feste! :)

Scusate se ci ho messo tanto ad aggiornare ma tra i compiti - sì, purtroppo ho iniziato - e le varie feste, sono stata impegnata.
Grazie per le recensioni dello scorso capitolo!

Ora vado, mi raccomando, RECENSITE!

BUONA BEFANA A TUTTE!
AHAHAHA, anche a me <3


Baci, a presto,
Chiara la befana.


 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Charlie and Michael. ***


ATTENZIONE: LEGGETE LO SPAZIO AUTRICE, E' MOLTO IMPORTANTE.


Charlie and Michael


 

Da quando era successo quell'incidente Charlie non riconosceva piu' il suo Mikey. Era sempre arrabbiato, sempre di cattivo umore. Era... diverso. Certo, Charlie capiva perfettamente che ciò che era successo non era una cosa bella e allegra ma, dato che era passato ormai un mese, sperava che si sarebbe perlomeno ripreso. Ora erano entrambi a casa del ragazzo, Charlie gli accarezzava i capelli color verde mela mentre lui fissava il vuoto, sospirando a volte.
"E' tutto ok?" domandò Charlie, sospirando anche lei.
"Mh" annuì, alzandosi dal divano per uscire in veranda, per prendere una boccata d'aria. Charlie non sapeva piu' cosa fare e come comportarsi, ogni volta con quel ragazzo era un casino, aveva paura di dire qualcosa di sbagliato, di passare per un'egoista, per una stronza senza cuore, e ciò lei non lo voleva. Voleva, a dire il vero, rimanere solo al suo fianco per confortarlo e dirgli che nonostante tutto, lei ci sarebbe stata per sempre.
"Mikey..." iniziò sospirando, "m-mi dispiace... tanto. Davvero, sono seria... ma devi andare avanti, loro avrebbero voluto così" disse semplicemente, mordendosi il labbro superiore talmente forte da farsi male. Il ragazzo dai capelli verdi le si avvicinò, per poi fissarla intensamente negli occhi e accennarle un sorriso uscito per chissà quale miracolo, "grazie..." le sussurrò, avanzando ancora di piu' verso di lei per poi stringerla tra le sue possenti braccia scoperte da quelle magliette extra-large che indossava.
"Ti... voglio troppo bene, stupido!" continuò, "non trattarmi mai più acidamente altrimenti non te lo perdonerò!" esclamò, aggrappandosi saldamente alle spalle di Michael per non cadere. Dio quanto lo desiderava, avrebbe voluto tanto baciarlo e sentire il sapore delle sue labbra.
Si allontanò per poco e iniziò a squadrare il viso del ragazzo, accarezzandogli la guancia delicatamente, con le labbra socchiuse. Avrebbe tanto voluto avvicinarsi di piu' e lasciargli il suo sapore ma un qualcosa glielo impediva e quel qualcosa si chiamava "amicizia", due amici non facevano tutto quello, non pensavano quello che stava pensando lei in questo momento, erano semplicemente... amici.
"Te lo prometto" confermò poi Mike, il quale le tolse la mano dalla sua guancia e le baciò la fronte, rimanendo così per qualche secondo.



 

Molti anni piu' tardi...



Charlie ormai si era fidanzata con Jack, il ragazzo che piaceva a Melany, all'inizio la ragazza aveva avuto qualche problema nel stargli vicino perchè in un certo senso, sentiva di aver tradito la sua migliore amica. Melany al contrario, non si era ribellata, era rimasta zitta a guardare la scena, a guardare come Jack premesse le sue labbra - quelle labbra che ogni volta erano di proprietà della mora - contro quelle carnose di Charlie. Ogni volta, era un terribile spettacolo.
"Ti amo tanto..." sussurrò Jack alla ragazza, la quale sorrise, senza emettere un suono. Ormai erano insieme da quasi otto mesi, entrambi erano cresciuti, erano tutti piu' maturi, piu' responsabili. Charlie aveva deciso di cercare di dimenticare Michael per rimanere fedele a Jack, l'uomo che le stava dando tutto, compreso il suo cuore. Mike e Charlie erano migliori amici, erano praticamente come colla, nessuno riusciva a separarli perchè si sapeva che alla fin fine, quei due erano destinati a compiere le piu' grandi cazzate insieme, anche se ora erano cresciuti e non erano piu' degli adolescenti.
"Che hai da fare oggi?" le chiese Jack, con quei suoi occhi color smeraldo da far invidia al mondo. E dio, al suo posto Melany si sarebbe completamente sciolta e invece però, Charlie non battè ciglio, gli rispose semplicemente di essere occupata con Michael.
"Capisco, lui prima di tutto, vero?" domandò, facendo trasparire un velo di gelosia.
Lei annuì, con fare testardo. Ne avevano già parlato, Michael sarebbe rimasto per sempre nella vita della ragazza, non avrebbe lasciato mai il suo migliore amico da solo, specie quando meno se lo meritava, loro due - si erano promessi - ci sarebbero sempre stati l'uno per l'altra.
"Jack, ne abbiamo parlato, ok?" aggiunse, "ora... vado, non voglio fare tardi" e concluse, lasciando il suo ragazzo in casa, da solo.





"Sei venuta", continuò, "ti stavo aspettando..." e non appena Michael finì, Charlie gli si buttò a peso tra le braccia, stringendolo talmente forte che quasi sentiva che lo stesse spezzando.
Lui al contrario, sembrava non provare alcun dolore, anzi, sembrava ammirare questo gesto da parte di Charlie, "piccola, sembra che non ci vediamo da una vita!" esclamò, ridacchiando.
"Forse" ammise, "sembra davvero così, mi sei mancato piu' della mia stessa aria" tentò, ma quelle parole furono come scaglie che graffiarono Michael, era così contento di aver udito tale affermazione che per poco non iniziava a ballare la danza Irlandese che per giunta, lui odiava ballare.
"Mikey, è tutto ok?" chiese, ottenendo subito una risposta da parte del ragazzo, "certo, dove andiamo?"
"Dove vuoi, se stiamo insieme non mi importa il luogo" ammise ancora, e questa fu un'altra zampata di elefante che fece saltellare di gioia il povero Clifford, il cui cuore stava battendo così velocemente da uscirgli fuori.
"Oh, va bene principessa" e risero, incuranti di tutto il resto.





 
Chiara's pov

Ok ragazze, siamo giunte quasi al termine, anzi, che dire... siamo al termine, questo è stato l'ultimo capitolo dei Missing Moments che nella storia non sono stati pubblicati. Adesso avete piu' o meno capito come si sono svolte le cose, come sono andate tra i personaggi di questa splendida storia! Mh, ora vi faccio una domanda: per l'ULTIMISSIMO MISSING MOMENTS, COSA PREFERITE?
A: Un capitolo sulla vita dei due ragazzi, (Michael e Charlie) con il bambino.
B: Scegliete voi, il migliore lo prenderò in considerazione e ne scriverò un capitolo.

Mi raccomando, fatemi sapere altrimenti chiuderò qui il tutto! :)
Un bacione grande, Chiara x

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Epilogue ***


Epilogue missing moments


 

I tre erano calmi e sereni a guardare un film sul divano, Lash era cresciuto tanto, ormai aveva più o meno dieci anni. Era bello e forte come Michael, d'altronde Charlie lo diceva sempre. Michael aveva fra le braccia suo figlio, quel bambino che ora aveva le guanciotte rossicce, segno che forse, aveva caldo.
“Mamma, io vado a giocare” disse ad un tratto, legandosi ancora per pochi attimi al bacino di Michael.

“Certo, va bene” affermò lei, sempre dolce e tranquilla. Anzi, in questi ultimi anni Charlie era cresciuta anche caratterialmente, ora era più saggia, più tranquilla e soprattutto più dolce. Forse questo era merito di Michael o forse del fatto che era diventata mamma e che quindi non poteva comportarsi più come un'adolescente. Al contrario però, Michael era rimasto lo stesso di qualche tempo fa, certo non era più maledettamente impulsivo, ma era rimasto sempre geloso della sua ormai famiglia, di Charlie, amava sempre tingersi i capelli, e per questo anche a lavoro lo chiamavano “zucca pelata”, proprio perchè i suoi colleghi erano certi che un giorno, seppur non troppo vicino, sarebbe diventato pelato.
“Vai piccolo, io e la mamma rimaniamo a guardare il film”
“Posso chiamare Ashton?” domandò il biondino. A quel nome Michael si sentì perdere un battito, come quasi se vedesse lui stesso rincarnato in Lash, perchè d'altrocanto il piccolo era identico a Michael. Aveva i suoi stessi occhi, la pelle chiara e i capelli biondicci, disordinati come il padre.
“Mikey” lo chiamò sua moglie, che intanto era presa a guardare il suo sguardo.
“Mike” lo richiamò per la seconda volta, sperando di farsi sentire.
“Ahm... sì?” continuò, “dimmi”
Lei scosse il capo, per poi annuire alla richiesta che aveva avanzato suo figlio. Nel frattempo però, mentre Lash era andato in cucina a prendere il telefono, Charlie ritornò con lo sguardo fisso su Michael, pronta a chiedergli spiegazioni “è tutto ok, vero?”
“Non molto in realtà” ammise, col passare del tempo era diventato anche piu' aperto con Charlie e ciò ovviamente, non poteva che fargli bene visto che la donna che amava era anche la sua migliore amica.
“E' per Luke e Ashton, vero?” aggiunse, “ti avevo detto di non chiamare nostro figlio “Lash”, non avrebbe fatto altro che...-”
Ma Michael la interruppe bruscamente, “Charlie, non è quello! Io amo il nome di mio, nostro figlio. E' solo che... quando ha detto 'Ashton', io... insomma, era come se al suo posto ci fossi stato io... io e Ashton ci conoscevamo da piccoli... eravamo cresciuti insieme...”
Charlie corse subito ad abbracciarlo, non voleva che piangesse, o meglio, non voleva che soffrisse ancora, perchè d'altrocanto lei odiava il fatto di vederlo anche solo triste per qualche minuto. Michael era così, si sfogava, piangeva, ma poi tornava sempre piu' forte di prima, pronto a ricordare i suoi due amici con allegria.
“Perchè Calum ha chiamato suo figlio Ashton?” continuò, “cazzo ci sono così tanti nomi!”
Charlie invece, con tutta la calma possibile, tentò di rispondergli, massaggiandogli il braccio per poi passare alla guancia, “forse perchè anche a lui mancano quei due testoni dei tuoi amici, non credi? Vi volevate un mondo di bene, e non puoi obbligarlo a non chiamare suo figlio Ashton. Mike, tu hai fatto la stessa cosa, solo che hai mischiato insieme i due nomi. Perchè lui non poteva farlo, scusami? Anche lui ha sofferto per la loro morte”
L'uomo difronte a lei, cercò di pensarci un attimo, ciò che stava dicendo sua moglie erano cose del tutto sensate e lui non era nessuno per impedire qualcosa al suo migliore amico. Ormai Calum e Kirsten si erano sposati, Michael ricordava perfettamente il loro matrimonio, era stato svolto all'aperto, in un enorme giardino. Per pochi mesi, i due avevano vissuto a New York, poiché Kirsten aveva bisogno d'aiuto con suo figlio e lì ovviamente, c'era sua sorella, così da sostenerla nel momento del bisogno. Purtroppo però, passati poi quattro mesi, Calum tornò in Australia, a Sydney, con il triste annuncio di un divorzio molto vicino. Il povero Hood era stato tradito da Kirsten, dopo aver dato alla luce Ashton era subentrato uno psicologo che, con la scusa di “aiutarla” se la portò a letto, facendole perdere completamente la testa. Il giorno dopo, Kirsten rivelò tutto al moro che sentendosi tradito e offeso, scappò di casa, portando con sé il frugoletto. In testa aveva mille pensieri e il che, era fottutamente comprensibile, visto che lui non avrebbe mai fatto una cosa del genere, semplicemente perchè l'amava così tanto da non tradirla neanche a pagamento. Appena Calum raccontò tutto questo al suo migliore amico, Michael lo abbracciò, dicendogli che lui e Charlie ci sarebbero sempre stati, nonostante i brutti momenti. Da quel giorno Calum comprò una casetta per soli uomini, visto che Kirsten non si fece piu' viva da quel giorno. Ashton crebbe senza una mamma, solo con Calum che, per fortuna, non gli fece mancare nulla.




Appena suonò il campanello il piccolo Lash andò ad aprire la porta, trovandosi difronte il suo migliore amico – Ashton – e Calum, il migliore amico di Michael.
Entrambi sorrisero, “si può?”
“Certo, su entrate!” gli accolse Charlie, sorridendogli e prendendo in braccio Lash.
“Come stai, Charlie?” aggiunse, “ti fai sempre più bella!”
La donna arrossì, per poi mettere giù il piccolo e abbracciare calorosamente il moro che ricambiò, seppur sentendo lo sguardo di Michael bruciargli addosso.
“Non te la porto via, tranquillo” scherzò, avanzando verso il rosso e abbracciandolo.
“Noi andiamo in cameretta mamma!” esclamò Lash, intimando Ashton – che nel frattempo era rimasto incantato dalla figura così dolce di suo padre e di suo “zio” – a seguirlo.
“Come stai, Cal?” chiese di getto Mike, preoccupato per il suo amico.
“Senza Kirsten, intendi?” aggiunse, “bene, grazie. Non nascondo che mi manca... a volte. Solo che poi... penso a ciò che mi ha fatto e mi riprendo, dicendomi che non mi meritava. Tutto qua. Ashton poi è come il sottoscritto, è molto tranquillo, sa dell'esistenza di Kirsten, ma fortunatamente non mi chiede dov'è o cose varie. Appena arriverà il momento glielo dirò, ora è troppo piccolo per capire” sospirò, dicendo tutto ciò velocemente e con una grande tranquillità che stupì persino Charlie.
“Calum, sei una brava persona, non meriti tutto ciò” lo confortò, accarezzandogli il braccio, “finirà tutto bene, vedrai”
Il moro le sorrise riconoscente, per poi cambiare subito discorso, non voleva né fare pietà, né deprimere i suoi amici.
“Papà, zio” chiamò il piccolo Ashton scendendo le scale.
“Cosa c'è, Ash?” chiese Calum, girandosi per prenderlo in braccio e farlo accoccolare sulle sue gambe.
“Io e Lash volevamo...” aggiunse in imbarazzo, “ecco sì, noi volevamo...”
“Ash, continuo io, sei troppo timido!” esclamò, facendo arrossire il bambino, “come vi siete conosciuti tu e zio Cal?” chiese, sedendosi sul tappeto e aspettando una loro risposta. I due si guardarono, sorridendo, “è una lunghissima storia, anche perchè poi c'entrerebbe anche tua mamma, Lash”
“Non fa niente, abbiamo tutto il tempo” rispose, prendendo per il braccino Ashton e facendolo sedere accanto a lui.
“Ok, va bene. Ve la racconteremo, ma prima però, fatemi prendere una foto...” disse, alzandosi dal divano e recandosi verso il comodino di sopra, nella sua camera da letto che condivideva con Charlie.
Sorrise appena vide loro quattro da adolescenti, “ecco, Lash questi eravamo noi, insieme agli altri vostri zii...” continuò, guardando Calum, “tutto iniziò con...”

 

Chiara's space

Omg, piango Clifford.
Sì, lo so... la frase non ha molto senso, ma che ci volete fare?! Ahahah, come staaaate? Mio dio, finalmente ho finito anche questi Missing Moments, così posso dedicarmi alle altre due fanfiction, sia quella su Ed, che su Harry Styles.
Se ovviamente, volete passare, io non mi offendo.
Ahahah, ok, che altro...? Ah nulla!
So che adesso è ancora presto per dirlo ma tornerò con una fanfiction sui 5sos e questa volta il protagonista sarà Ashton, non spoilero piu' eh!

AHHAHAH, spero di avervi incuriosite perchè non appena la pubblicherò voglio che la leggiate!
Ora scappo, bacioni Chiara x

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2839164