Il super eroe della porta accanto - Gli esordi

di LuxKatoUlisse
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nuova città, nuova vita ***
Capitolo 2: *** Uno strano videomessaggio dal passato ***
Capitolo 3: *** Ciò che non ti uccide, ti fortifica ***



Capitolo 1
*** Nuova città, nuova vita ***


Capitolo 1 
Nuova città, nuova vita

 

31 agosto 2014 - Roma

La vera fortuna che una persona possa ricevere non è quella di vincere un concorso, o un biglietto della lotteria ma bensì quella di riuscire a trovare un lavoro ben reditizio ed è la stessa fortuna che capitò a un italiano, di origini napoletane, residente a Roma dall'età di 12 anni e trasferito negli Stati Uniti per motivi lavorativi.
Il suo nome? Carlo Bolognesi, classe 1989, laureato a pieni voti alla facoltà di ingegneria nel 2011 e possessore di un master informatico dal 2013.
Trovare in Italia un lavoro corrispondente alle sue competenze non fu affatto facile ma un gruppo di americani della SACO (software advanced original computer) si interessò a un suo progetto di software pubblicato in un video su YouTube.
Stesso Bill Gates pensò di usare quel software per potenziare Microsoft e la futura nuova generazione dei computer Windows; perciò, il grande plurimiliardario dei computer incaricò quelli della SACO ad assumere il ragazzo nella loro azienda, residente a Greenwood, una piccola metropoli nei pressi di Chicago.


6 settembre 2014 - Aereoporto di Greenwood

Quella mattina di inizio settembre, Carlo atterò all'aereoporto di Greenwood con grande entusiasmo, felice di conoscere gli Stati Uniti d'America, i suoi abitanti e la loro cultura.
Dopo aver preso la sua valigia nel ritiro bagagli, il ragazzo chiamò un taxi e cominciò a comunicare con il primo americano in inglese:

- Buon giorno, mi scusi... - parlò inglese con accento italiano - ... sono diretto verso Rinaldo street. 
- Lei è italiano? - gli chiese il tassista con un tono apparentemente sospettoso. 
- ... Ehm... si, perchè?
- E ti pareva!
- Cosa???
- No, niente, una cosa mia.

Durante il viaggio, il tassista fece alcune domande a Carlo per conoscerlo meglio e quando seppe dei suoi prodigi, si scusò dicendogli: 

- Mi devi scusare per prima ragazzo ma, come ben sai, la storia dei pregiudizi sugli italiani è un incubo per noi.
Io non sono razzista ed è per questo che ti ho posto le domande per conoscerti meglio. 
- Si figuri... - rispose il ragazzo con il tono di voce rassegnato - Ormai ci ho fatto l'abitudine.
- E così hai un master in informatica, nevvero? E hai anche creato un software innovativo per i computer?
Di questo passo, diventerai il nuovo Bill Gates del 21° secolo. 
- Sono un novizio per il momento! - precisò Carlo - Mi hanno chiamato solo perché hanno trovato interessante un mio tutorial su YouTube. 


- Cos'è che ti ha spinto ad entrare in questo mondo? 
- In un convegno informatico del 2012 incontrai una delle grandi insegnanti italiane (famosa anche qui in America), di nome Monica Murero.
- Monica Murero???
- Esatto, proprio lei!
- Milanese di origine e insegnante di computer e delle nuove tecnologie?
- Esatto, proprio lei in persona. La conosce?
- L'ho sentita nominare da mio figlio; lui è un youtuber come te, ragazzo.
- Capisco. 
- He he he, voi giovani mi fate un gran paura... sempre tutti di corsa e per di più siete battezzati tecnologicamente. 

Fermatosi a un semaforo rosso, il tassista porse la mano al ragazzo, dicendogli poi: 
- Mi chiamo Ted, Ted Watson.
- Piacere, sono Carlo Bolognesi ma per gli amici "Karl".
- Che bel nome che hai, Karl.

Allo scattare del verde, il taxi ripartì verso la periferia della metropoli, percorsa da strade immerse nel verde, con le casette a tetti a spioventi e con un odore di freschezza nell'aria.
Carlo domandò al tassista: 
- Una curiosità: 
perché quella via si chiama "Rinaldo street"?
- Precisamente, qual'è il tuo indirizzo? - gli chiese Ted
- Rinaldo street numero 20.
- Caspita, hai affittato proprio quella casa.
- Quale casa?
- La casa che un tempo apparteneva a una famiglia di 7 persone: la famiglia Rinaldo.
Uno di loro, Bruno, salvò il mondo da un probabile impatto di un meteorite.
Morì nel 2005 e da allora quella via è nominata con il suo nome.
- Wooh... mi sembra di averlo sentito nominare quando avevo 16 anni all'epoca.
- Come l'hai affittata? Costa quasi un milione e mezzo di $
- Quelli della SACO mi hanno dato dei soldi per farmi venire qui e sono stati proprio loro ad affidarmi quella casa.
- Ah, ora è tutto chiaro!

 

Rinaldo street

Una volta arrivati a destinazione, Carlo pagò il tassista e questo, prima di andarsene, gli disse:
- Bella la casa, vero?
- Molto spaziosa, vero. - commentò Carlo con ammirazione verso l'edificio.
- Attento ai fantasmi.
- Cosa???
- Scherzo, ti prendo in giro, ragazzo. Stammi bene... e salutami l'Italia!!!

Dopo che il tassista se ne andò, Carlo prese il suo nuovo mazzo di chiavi, aprì la porta e subito avvertì all'interno della casa una strana atmosfera silenziosa, notando poi i mobili, il divano e alcuni oggetti avvolti da un telo di plastica bianco.
Aprendo le finestre, riattivando la corrente elettrica e posando la sua valigia in una camera da letto prescelta, il ragazzo decise di dare una riordinatina alla casa.
Dopo aver tolto il telo bianco dai mobili, vide alcuni piccoli quadri di fotografie, raffiguranti un ragazzo ventenne pelato con un bel sorriso.
In un'altra cornice, invece, Carlo vide l'ex proprietario della casa quando era bambino, in compagnia con la sua famiglia: 
erano tutti di bell'aspetto con un sorriso formidabile.
L'attenzione del ragazzo, però, si concentrò su una ragazza nella foto dai capelli bianchi con colpi di sole blu, con gli occhiali tondeggianti, un bel visino e gli occhi azzurri; egli si domandò chi fosse ella.

Improvvisamente il campanello della porta bussò e Carlo vide all'entrata una ragazza della sua stessa età, bionda, occhi verdi, capelli lunghi e avvolti a coda di cavallo, corporatura da modella, camicetta estiva bianca, dei Jeans e dei sandali con il tacco.
La ragazza, tenendo per le mani una torta al cacao e al latte, avvolta da un contenitore di plastica, gli disse:

- Ciao, mi chiamo Giusy Smith, sono la tua nuova vicina di casa.
- Ciao Giusy, piacere di conoscerti. Mi chiamo Carlo. - rispose arrossito lui.
- Carlo? Sei italiano per caso?
- E... si, è un problema?
- No, per cairtà, anzi... Io adoro l'Italia.
- Ah, bene.
- Sono stata a Milano, a Roma, a Napoli, a Torino, a Palermo e ho visitato anche Firenze, una città romantica.
- He he he, mi fa piacere.
- E dimmi, Carlo... Sai di chi apparteneva prima questa casa?
- Lo so, a un certo Bruno Rinaldo che ha salvato il mondo 9 anni fa... Hey, aspetta ma anche lui era italiano?
- No ma i suoi nonni si. Lui è nato proprio qui, a Greenwood.
- Interessante!
- Sei venuto qui da solo?
- Ebbene si; i miei sono rimasti in Italia, a Roma. 
- E non ti senti solo qui?
- Sono venuto qui solo per lavoro. Ho un master in informatica e fra un'ora comincio il mio primo giorno di lavoro alla SACO.
- Woooooooooooooooh, alla SACO??? - esultò incredula la ragazza.
- Quelli della SACO hanno visto un mio tutorial su YouTube di un mio software innovativo dei computer.
Sono sicuri che con me potrebbero fare grandi affari in futuro.
- Sono contenta per te. - replicò Giusy con gli occhi che le brillavano dall'emozione.

Con imbarazzo, Carlo puntò sulla torta della ragazza, chiedendole:
È per me la torta?
- Si! - rispose felice Giusy - Si chiama "la foresta nera", un dolce buonissimo di cacao e latte, fatta con le mie mani.
- Grazie!

Dopo aver preso la torta, il ragazzo salutò la vicina, dicendole:
- Io ora mi vado a preparare per il mio primo giorno di lavoro. Ritornerò verso le 15:00.
- Ok. - rispose Giusy.
- Vado a mettere in frigo la torta. Ti va di mangiarla insieme a me stasera?
- Ma certo! - esultò la giovane - Verso a che ora?
- Facciamo per le 20:00? Posso invitarti a cena e dopo ci mangeremo la torta.
- Ottimo, perfetto!
- Allora a stasera Giusy e grazie per il benvenuto.
- Di niente Carlo, figurati. Buon lavoro.
- Grazie.

Come inizio non fu male; il ragazzo ebbe una bella accoglienza.

 


Copyright di Bruno Rinaldo (alias LuxKatoUlisse).

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Capitolo 2
*** Uno strano videomessaggio dal passato ***


Capitolo 2
Uno strano videomessaggio dal passato


 
Per risparmiare i soldi dei mezzi pubblici, Carlo tirò dalla sua valigia i suoi rollerblade e, mantenendo per una mano la sua 24 ore, corse a grande velocità verso il centro della metropoli; Giusy fissò il ragazzo dal lontano con ammirazione.

Mentre il giovane attraversò Greenwood, la metropoli si mostrò a lui grande, imponente e viva, notando poi un gran numero di passanti e di veicoli su entrambe le corsie. 

La maggior parte degli edifici erano alti 120 piani, contenevano innumerevoli negozi e in ogni piazza sfoggiava una o più statue, come quella di Edgar Square, con al centro la statua di un cavallo leggendario, di nome "red lightning" il quale, durante la guerra di seccessione, fu di aiuto a molti soldati che combattevano per l'indipendenza americana.
Consultando la mappa satellitare installata nel suo iphone, Carlo trovò subito la sede della SACO, un imponente edificio alro 130 piani, attraversato tutto intorno da un piccolo parco.
Una volta varcata la soglia, Carlo ebbe la sensazione di trovarsi in un'epoca futura, data anche da una particolare atmosfera di progresso scientifico e tecnologico, accompagnata poi da un senso di ottimismo verso il futuro.
Mentre il giovane si stava dirigendo verso l'ufficio del suo nuovo datore di lavoro, notò nei laboratori alcuni ingegnerei sperimentare dei nuovi prototipi di smartphone e computer: 
una donna ingegnere, avente degli occhiali speciali collegati a un portatile, spostò la freccia del mouse con il solo movimento dei suoi occhi.

Carlo sentì dal lontano alcuni dipendenti canticchiare una canzone di incoraggiamento mentre lavoravano:
- Se alla SACO vuoi restare,
devi prima faticare!
Siamo grandi e anche forti, 
battiamo sempre la MAROTTI!!! - canticchiarono in stile militare.

Colloquio con il capo

Alla sala d'attesa non c'era nessuno; il ragazzo aveva l'appuntamento con il suo datore verso le 10:00 e dato che l'ora X cominciò da pochi secondi, entrò nello studio e strinse la mano al suo nuovo capo:
non tanto pelato, alto 1,90 m e avente un naso a forma di patata, occhi marroni, una giacca nera abbinata al colore dei pantaloni e delle scarpe lucide di cuoio. 
Carlo sentì un odore particolare provenire dal suo capo, il tipico profumo di classe usato dai datori di lavoro.

- Si sieda, prego! - gli ordinò gentilmente il capo.

Il giovane, intimorito ed emozionato a tempo stesso, notò la scritta sulla targa della scrivania del suo capo che recitava: 
"Dott. Walter Strauss MC Donalds".
Sfogliando il dossier del suo nuovo dipendente, l'uomo gli disse:

- Carlo Bolognesi... nato a Napoli il 4 settembre del 1989, trasferito a Roma il 4 agosto del 2001 e ora residente qui a Greenwood per lavorare da noi alla SACO, nevvero?
- Ehm... si! ... Esatto! - rispose un po' intimorito il ragazzo.
- Lei ha frequentato la facoltà di ingegneria civile e industriale alla Sapienza, laureandosi con voti 110/110 nel 2011 e ha poi eseguito un master di informatica all'istituto CEFI di Roma, uscendone a pieni voti.
- Precisamente, dindirindina! - replicò con entusiasmo Carlo. 
- Cosa??? - urlò con stupore il capo. 
- Mi scusi! - disse mortificato il ragazzo, mettendosi una mano davanti alla bocca.
- I miei dipendenti l'hanno contattata per via di un suo tutorial caricato su YouTube, un video che ha ricevuto in un solo giorno tante visualizzazioni, tanto da attirare addirittura l'attenzione del plurimiliardario Bill Gates.
Uhm... devo dedurre di avere davanti a me la mia gallina dalle uova d'oro... 

Dopo una breve riflessione, durata per la precisione 5 secondi e 60 primi, il capo si alzò dalla sua poltrona e strinse forte la mano al ragazzo, dicendogli poi:

- Benvenuto a bordo, figliolo! Sei assunto!!!
- Grazie mille, signore! - rispose felice Carlo. 
- Il tuo primo giorno di lavoro comincia proprio oggi!
La tua postazione è il settore 8, sesto piano, lato ovest dell'edificio, interno 15 dell'ufficio. 
- Ottimo. Mi farò onore, signore. 
- Alle 12:15 finisce il tuo primo turno, mensa alle 13:00 in punto, secondo turno dalle 14:15 alle 15:00, d'accordo?
- Si, signore!!!
- Bene ragazzo. Sviluppa quel tuo software per noi e domani lo metteremo in pratica.
- D'accordo!

 

Problema con i suoi colleghi

Detto fatto, per il ragazzo restava solo salire fino al sesto piano e dirigersi verso il suo nuovo ufficio, pulito e sistemato con i computer fissi alla portata di mano.
Carlo trovò lì tutto quello che gli serviva per creare il suo software ma prima di mettersi a lavoro, tre suoi nuovi colleghi entrarono nel suo ufficio e si presentarono, dicendogli:

- Mi chiamo Stephen Rose, di Detroit. - disse costui, alto 1,82 m e avente i capelli corti e biondi, tratti somatici di un tedesco, occhi azzurri, carnagione chiara, giacca da lavoro e una cravatta verde.
- Io sono Dexter Mons, di Colorado - si presentò il secondo uomo, nero, alto 1,85 m e avente i capelli ricci e neri, occhi marroni, corporatura robusta, giacca nera e cravatta grigia. 
- E io, invece, sono Dennis Mitchell, di Los Angeles. - si presentò il terzo uomo, alto 1,84 e avente i capelli neri, ricci e lunghi fino alle spalle, pelle olivastra, corporatura atletica, giacca nera e cravatta rossa.
- Piacere di conoscervi, ragazzi. - rispose Carlo, porgendo loro la mano - Mi chiamo Carlo Bolognesi, di Roma. -
- Sei italiano? - gli domandò sorridendo Stephen. 
- Si, perché? 

Dopo aver riso tanto insieme ai suoi amici, Stephen domandò a Carlo:

- Ahhh, e hai fatto tutta questa strada solo per lavorare qui da noi?
- ... Ehm... - rispose imbarazzato il ragazzo - Quelli della SACO mi hanno chiamato qui per via di un mio tutorial di un mio innovativo software dei computer caricato su YouTube, tanto da attirare l'attenzione di Bill Gates e ora sono qui per ricreare questo software per poi donarlo all'azienda.

I suoi colleghi, rimasti a bocca aperta, non riuscirono a credere alle sue parole.

- Un software dei computer? - gli domandò sbalordito Dennis.
- Magari sarà un software dei videogiochi. - intervenne Dexter. 
- Il mio è un software che, secondo Bill Gates, migliorerà Windows 10, che uscirà verso la fine del 2015. - replicò Carlo. 

Ancora una volta, i suoi colleghi rimasero pietrificati dalla notizia del ragazzo ma poi, guardandosi fra loro, risero di nuovo come delle iene. 

- Che c***zaro che sei, oddio!!! Ha ha ha. -
- Hey! - li chiamò Carlo con tono furioso e autorevole - Io qui sono venuto per fare sul serio; rifarò questo software e poi lo metterò in pratica per la SACO!
Ora gradirei che voi tre ve ne andaste... subito via da qui!

Dopo essere rimasti ancora una volta senza parole, i tre se ne andarono, lasciando il ragazzo a produrre il software. 

 

Ritorno a casa

Dopo una giornata stressante di lavoro, Carlo tornò a casa verso le 15:40, si spogliò, si rimise i suoi vestiti preferiti e poi esplorò con calma la nuova casa, scrutando tra vecchie fotografie e quadri. 

- Che famiglia interessante. - disse Carlo guardando la foto - Da quello che sentì 9 anni fa, lui perse a soli 3 anni sua sorella maggiore in una sparatoria in banca, sua cugina scappò via di casa, perse la madre a 9 anni, perse il padre nel 2002 e infine lo zio nello stesso anno.
Infine egli rivide sua cugina nel 2004, diventata misteriosamente malvagia, la quale poi morì il 24 settembre di quell'anno e alla fine lui morì il 15 giugno del 2005 per salvare tutti noi... Perse la vita a soli 24 anni.
Che famiglia sfortunata!

Improvvisamente il ragazzo vide un piccolo oggetto luccicare in una scatola, lo prese e realizzò che era un chip di qualche marchingegno. 

- Sembra un chip dei computer. - dedusse il giovane.

Nella stanza dove un tempo risiedeva il proprietario, Carlo vide un vecchio computer fisso con il sistema operativo Windows XP, lo smontò, vide il giusto posto dove c'era il chip, lo mise lì, richiuse l'apparecchio, accese il computer ma immediatamente il giovane si accorse di una cosa fondamentale, dicendosi sbalordito: 

- Hey, aspetta, ma quello era l'hard disk di questo computer!!! ... Vedo molte cartelle posizionate qui sul desktop. 

Il ragazzo lesse il titolo di una di quelle cartelle:

- Progetto Saurus... Dovrebbe contenere dei file importanti! -

Aprendo la cartella, Carlo trovò una serie di documenti doc inerenti all'argomento, li aprì d'uno a uno e lesse molte informazioni top secret su armi sofisticate, basi sotterranee e marchingegni fuori dal comune. 

- Buon Dio, Bruno non sarà stato mica un terrorista!!! - si preoccupò il ragazzo.

 

La registrazione di Bruno

Infine, Carlo cliccò su un video e lì apparve proprio Bruno, seduto esattamente dove c'era il ragazzo; il video risalì alla sera del 14 giugno 2005. 

- Eccomi qua! 
Se stai visualizzando questo video, probabilmente non ci sarò più ma prima che tu giunga a conclusioni affrettate, voglio dirti che non sono un terrorista!
- ODDIO, la stessa cosa che ho appena pensato io!!! - urlò sbalordito Carlo. 
- Brevemente voglio dirti tutto di me e che cosa sta succedendo qui. - continuò Bruno nel video - Il mio nome è Bruno Rinaldo, nato qui a Greenwood il 26 marzo del 1981 e probabilmente domani perderò la vita per via di una minaccia che potrà porre definitivamente fine alla specie umana. 
Di professione, insegno astronomia all'accademia aereospaziale di Greenwood, dopo un breve periodo di insegnamento a un liceo scientifico di New York, conduco una vita abbastanza ordinaria anche se in passato ho vissuto esperienze fuori dal comune.
Uno scienziato, un mio carissimo amico, inventò una macchina del tempo diversi anni fa e la prima volta salvai il mondo riparando una distorsione spazio temporale.
- UNA MACCHINA DEL TEMPO??? - si domandò incredulo Carlo.
- Nel marzo scorso, ... - continuò Bruno - ... il mio amico mi portò fino all'anno 2105 e lì affrontai un mostro, un rettiliano con l'esattezza. 
Dopo aver sventato parte dei suoi piani, io ritornai qui, nel 2005 ma ora quel mostro è arrivato in quest'epoca e scaglierà dalla sua astronave un meteorite. 

Improvvisamente Bruno si mostrò abbattuto, triste e amareggiato, continuando poi a dire: 

- Al momento solo io e il mio amico sappiamo di questa minaccia... La mia ragazza... non sa ancora nulla. Non sa che forse... domani io non ci sarò più. - disse versando qualche lacrima - Non è giusto, lei non se lo merita!...
Forse raggiungerò nell'aldilà la mia famiglia... almeno questo mi sarebbe di conforto ma... il mio pensiero va sempre alla mia ragazza.
Le chiedo perdono ... per la sofferenza che forse subirà domani... Le chiedo perdono ... per la mia probabile scomparsa.

Carlo non pianse ma si commosse dentro per la sofferenza che provava il ragazzo nel video.

- Se non ce la dovessi fare... - continuò Bruno - ... allora toccherà a te sconfiggere quel rettiliano, chiunque tu sia.
- Già! - disse Carlo - ... Ma se il mostro lo hai distrutto e noi siamo salvi... Cosa dovrei fare a questo punto?
- Nella cantina sotterranea di questa casa c'è un passaggio dietro alla vecchia libreria. Quel passaggio ti condurrà poi a un laboratorio segreto; è lì che dispongo l'arma più letale della Terra. 
- COSA???
È tutto! Passo e chiudo!
- No, aspetta, non te ne andare!!!

La registrazione del video terminò e Carlo, ancora più confuso di prima, si domandò:

- Caspita e adesso che faccio?



Copyright di Bruno Rinaldo (alias LuxKatoUlisse).

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Capitolo 3
*** Ciò che non ti uccide, ti fortifica ***


Capitolo 3
Ciò che non ti uccide, ti fortifica


 


Carlo non riuscì a credere a ciò che gli era appena capitato:
un'arma segreta nascosta nella sua nuova casa? L'ultima registrazione di Bruno? Ma soprattutto, perché la SACO gli aveva affidato proprio quella casa?

È tutto così assurdo! - disse fra se e se - Ok, dove sono, in una candid camera? Su scherzi a parte?

Girando per tutta la camera, il ragazzo non solo cercò di comprendere la situazione ma anche di decidere il da farsi.

- Ok! - disse sospirando - Siamo ancora vivi, non c'è nessun pericolo... ma io nella cantina ci vado lo stesso!

 

Il laboratorio segreto

Senza esitare, il giovane prese una torcia dalla sua valigia, scese per le scale fino alla cantinona e poi, vedendo in fondo la libreria, la spostò verso destra, vide un corridoio cupo davanti a se, lo percorse con prudenza e alla fine, accendendo un interruttore della luce, egli realizzò di trovarsi in un laboratorio circolare.

Tale laboratorio era costituito da diversi mega computer fissi che, insieme, svolgevano lavori complessi di calcolo e di funzione degli strumenti nella sala, e infine grosse provette di vetro contenevano al loro interno delle cellule d'animali immerse in un liquido verde smeraldo. 
Carlo notò anche alcune armature meccaniche da combattimento esposte all'interno dei contenitori di vetro, a seguire anche delle armi non convenzionali, in fase sperimentale;
tali armi sembravano provenire dal futuro.

- Chi ha commissionato la costruzione di tutto questo? - si domandò sbalordito il giovane, guardandosi intorno.

 

La ricomparsa di Bruno

Senza accorgersene, il ragazzo spinse un bottone di una tastiera di un computer e improvvisamente gli apparve al centro della sala un ologramma tridimensionale della sagoma del corpo di Bruno Rinaldo;
Carlo gridò dallo spavento.

- Benvenuto nel mio laboratorio, chiunque tu sia! - disse Bruno.
- Oddio... Che storia è questa??? - urlò meravigliato il ragazzo.
- Ti spiego brevemente cosa sta succedendo qui:
tutto quello che vedi proviene dal futuro, ovvero dall'anno 2105. 
Abbiamo esportato da lì tutto il giusto armamento possibile per salvare il mondo, dato che sapevo già del mio futuro destino dopo aver letto proprio lì il mio necrologio.  
Prima della mia partenza verso il futuro, questa sala era una seconda cantinona, dove io e la mia famiglia depositavamo vecchie poltrone, sedie e tavoli. 
Io e il mio amico scienziato abbiamo esportato dal futuro ogni componente meccanico ed elettronico, e da allora questo laboratorio è diventato una base operativa.
Da qui noi controlliamo tutto, dalla nostra città al mondo intero, usando il sistema satellitare; controlliamo anche il nostro sistema solare. 
- Ok ma dov'è quella che tu chiami "l'arma più potente della Terra"?
- Deduco... - continuò l'ologramma di Bruno - ... che tu sia venuto a conoscenza di questo laboratorio grazie al mio probabile ultimo video nel mio computer, vero?
- ... Dove vuoi arrivare, amico?
- Ebbene che tu sappia che io so in anticipo di sconfiggere quel Rettiliano.
- Cosa??? Ma se nel video mi hai detto che non sapevi di farcela?
- Sempre secondo il mio necrologio, io domani salverò il mondo e annienterò quel Rettiliano ma mi sacrificherò la vita.
Non lo so chi sei, se sei uomo o donna, non so nemmeno da quale anno mi stai guardando ma l'unica cosa certa che ho appreso nel futuro è che il mondo correrà un grosso rischio entro il 2015.
- Cosa??? Praticamente l'anno prossimo!
- Ci saranno diverse guerre quell'anno, sia da parte della Russia e sia da parte di un gruppo estremista islamico, dopo di che...
- Dopo di che? ...
- ... subentrerà dal nulla un altro pericolo, non calcolato da nessuno.
Il pericolo verrà di nuovo dallo spazio e si mischierà indisturbato tra gli esseri umani.
- Di che pericolo parli?
- Non hai scelta! 
Il mio amico scienziato, il quale è informato sugli eventi futuri, mi ha detto che anni dopo la mia morte, la mia casa verrà affittata da una persona della mia età, giovane e in gamba.
Sarà proprio quella persona che potrà ereditare un potere straordinario, nato dalla fusione di meccanica sofisticata e ingegneria genetica ma c'è un problema.
- Un problema?
- Quella persona dovrà affrontare prima una prova molto pericolosa; per superarla, dovrebbe possedere un DNA idoneo a un tipo di brodo chimico.
Vedi quell'armatura alla mia sinistra? Le sue potenzialità si basano proprio su quel brodo:
appena la tocchi, esso bagnerà prima le tue mani e poi avvolgerà tutto il tuo corpo.
Se alla prima drastica modifica del tuo DNA sei ancora vivo, allora sei tu il prescelto... il guerrero che ci salverà tutti.
In caso contrario, morirai avvelenato. 

Carlo rimase ancora una volta senza parole:
quelle di Bruno sembravano minatorie.

- Ti chiedo scusa... - disse Bruno - ... ma questi sono provvedimenti prudenti presi dal mio amico scienziato, in caso tu fossi, invece, un mal intenzionato.
Ti saluto... devo andare!
Buona fortuna!

 

Il potere diabolico dell'armatura

L'ologramma del ragazzo scomparì, lasciando Carlo incredulo e disorientato. 

- Cosa devo fare? - si domandò spaventato il ragazzo - Io sono l'unico che ha affittato questa casa dopo la sua morte ma... e se non fossi io quell'eroe?
Dopo tutto sono stati quelli della SACO a darmela con il loro aiuto economico.
Potrei pensare che qualcuno di loro abbia scoperto questo laboratorio e mi abbia fatto affittare questa casa con lo scopo di... togliermi di mezzo per prendersi poi tutto il merito della mia invenzione!
Vorrebbero farmi fuori senza sporcarsi le mani... sarebbe un omicidio perfetto!

Improvvisamente, dall'esitazione il ragazzo passò alla persuasione nel toccare l'armatura, convinto di essere lui il prescelto.

- Ma certo... - disse fra se e se - ...Un tipo giovane e in gamba... sono descrizioni che mi corrispondono!
Non sono un mal intenzionato, perciò posso provare a ereditare questi poteri... 

A passo lento, il ragazzo si avvicinò man mano all'armatura con il cuore che gli batteva a mille; il timore di morire era alto ma qualcosa nella sua mente gli disse che era destinato ad avere quei poteri. 
L'armatura, quasi simile nell'aspetto a quella di Iron man, era percorsa da liquidi di un brodo chimico e quando finalmente Carlo la toccò con le sue mani, queste vennero bagnate e improvvisamente il giovane non riuscì a muovere le dita.
Le mani sembravano attaccate all'armatura e man mano il liquido, come se fosse un'entità cosciente, avvolse prima le mani, poi le braccia fino ad estendersi per tutto il corpo.
Il giovane avvertì un senso di soffocamento, specialmente nel momento in cui il liquido gli entrò nel corpo entrando dalla sua bocca.
Il cuore gli batteva all'impazzata, i suoi respiri diventavano sempre più deboli, l'adrenalina nel suo corpo aumentò vertiginosamente e infine, all'improvviso, il ragazzo divenne quasi cieco.
Agitato e spaventato, Carlo riuscì a staccarsi dall'armatura ma questa, illuminandosi, scagliò violentemente al ragazzo un grosso raggio bianco elettromagnetico di fotoni ad altissima intensità luminosa.

 

Oblio oscuro

Improvvisamente tutto si fece buio per Carlo;
nessun tipo di suono avvertì, nessun tipo di superficie riuscì a toccare, nessun tipo di gusto venne percepito dalla sua lingua e nessun tipo di odore venne intercettato dal suo olfatto. 
Nonostante la perdita dei 5 sensi, stranamente il ragazzo si accorse di possedere ancora i suoi ricordi e di percepirsi ancora come essere vivente.
In quel momento egli pensò di essere morto e che presto avrebbe intravisto una luce dal lontano che lo avrebbe condotto nell'aldilà, anche se non era tanto credente.
Non vedendo ancora nulla dopo qualche minuto, il ragazzo si spaventò (o, per meglio dire, pensò di spaventarsi attraverso la sua coscienza ancora attiva).
Piano, piano la sua coscienza gli divenne certa e il ragazzo, privo dei 5 sensi, pensò a tante cose:
si domandò se fosse morto, oppure fosse ancora vivo ma ferito gravemente.
Improvvisamente il giovane vide un violento e breve flash di luce che gli attraversò accanto ai suoi occhi, domandandosi poi cosa fosse.
Un altro flash gli attraversò la coda del suo occhio sinistro e dopo di che, lentamente, Carlo percepì delle piccole voci incomprensibili e a basso volume ma man mano tale volume aumentò sempre di più e il ragazzo cominciò a vedere due volti sfocati dall'oscurità, volti che lentamente cominciavano a definirsi meglio. 

- Dottore, il paziente sta prendendo conoscenza! - disse una voce femminile che risuonava ad eco nelle sue orecchie. 
- Ottimo! - disse il medico - Il farmaco sta funzionando allora. 

 

Ospedale

Carlo riacquistò anche l'uso del tatto, del gusto e dell'olfatto e quando la sua vista gli ritornò completamente, egli realizzò di trovarsi su un letto d'ospedale, vedendo davanti a se due medici e alla sua destra la sua vicina Giusy Smith.

- Cosa ... ho avuto... dottore? - domandò debilitato il ragazzo al medico.
- Lei è stato vittima di un malore molto aggressivo, accompagnato da un parziale blocco respiratorio e da un aumento della pressione sanguigna, causandole in seguito la perdita momentanea dei 5 sensi.
L'abbiamo rianimata con un farmaco particolare, in grado di attenuare la crisi respiratoria. 
All'inizio avevamo pensato che lei abbia ingerito qualche sostanza velenosa ma nulla è apparso dalle sue analisi. 
Lei è stato in coma vegetativo solo per un giorno.
- Coma vegetativo? - gli domandò 
- Esatto!
- Carlo... - intervenne Giusy - Ho sentito una specie di esplosione provenire dalla tua casa e quando sono uscita fuori, ti ho visto barcollare fuori all'entrata fino a vederti cadere in avanti.
Sembravi uno zombie, completamente privo di sensi.
- La mia nuova casa è esplosa?
- No, tranquillo. 
Appena ti ho preso, ho chiuso a chiavi la tua casa e poi ho chiamato l'ambulanza.
- Hai fatto bene! Ti ringrazio Giusy.
- Di nulla, figurati. - rispose la ragazza contenta e sollevata.

Carlo si pose in quel momento altre domande riguardo alla faccenda:

- Forse non sono io il prescelto... - si domandò in mente sua il ragazzo - ... ma sarei dovuto morire all'istante; perché sono ancora vivo?

Muovendosi le dita delle mani e guardandole, il giovane si domandò ancora:

- ... E se invece il mio DNA è stato modificato?... Ho perso momentaneamente i 5 sensi ma è come se io avessi avuto una specie di sospensione e riavvio del sistema nervoso, per via di qualche aggiornamento speciale.

Vedendosi intorno, Carlo volle raccogliere qualche indizio particolare ma tutto sembrò essere al suo posto. 

- Eppure mi sento come prima... - si disse costui - ... Sono sopravvissuto ma non me lo so spiegare. 
Che cos'è questa storia? 



Copyright di Bruno Rinaldo (alias LuxKatoUlisse).

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