Kaito

di Kaito Dark
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Train, il maestro di spada ***
Capitolo 2: *** Darksoul, l'angelo nero ***
Capitolo 3: *** Lucifer, l'evocatore ***
Capitolo 4: *** L'inizio di un'amicizia? ***
Capitolo 5: *** Dark, il misterioso angelo caduto ***
Capitolo 6: *** la capitale ***
Capitolo 7: *** il sigillo della tentazione e la piuma della salvezza! ***
Capitolo 8: *** tragedia ***
Capitolo 9: *** i ricordi di Tiki Mick ***
Capitolo 10: *** partenza! ***
Capitolo 11: *** lupi, corvi e colombe! ***
Capitolo 12: *** il castello ***
Capitolo 13: *** Rabbia ***
Capitolo 14: *** Superbia ***
Capitolo 15: *** sangue e perdono ***
Capitolo 16: *** piume nere e anime bianche ***
Capitolo 17: *** Dio è il più sadico tra gli esseri ***
Capitolo 18: *** A-chan ***
Capitolo 19: *** allenamento ***
Capitolo 20: *** succede tutto nella notte di luna nuova ( prima parte) ***
Capitolo 21: *** succede tutto nella notte di luna nuova ( seconda parte) ***
Capitolo 22: *** succede tutto nella notte di luna nuova ( terza parte) ***
Capitolo 23: *** succede tutto nella notte di luna nuova ( quarta parte) ***
Capitolo 24: *** Solomon ( prima parte) ***
Capitolo 25: *** Solomon ( seconda parte) ***
Capitolo 26: *** Shinny, il pilota ***
Capitolo 27: *** modello Altair ***
Capitolo 28: *** Avalon ( prima parte) ***
Capitolo 29: *** Avalon ( seconda parte) ***
Capitolo 30: *** Avalon ( terza parte) ***
Capitolo 31: *** Avalon ( quarta parte) ***
Capitolo 32: *** Avalon ( quinta parte) ***
Capitolo 33: *** Avalon ( sesta parte) ***
Capitolo 34: *** Premio ***
Capitolo 35: *** risposte ***
Capitolo 36: *** Calderon ( Prima Parte) ***
Capitolo 37: *** Calderon ( Seconda Parte) ***
Capitolo 38: *** La sesta rondine ***
Capitolo 39: *** Jack Silver ***
Capitolo 40: *** dubbi ***
Capitolo 41: *** L'incontro ***
Capitolo 42: *** Astros ***
Capitolo 43: *** aggressione! ***
Capitolo 44: *** riuniti ***
Capitolo 45: *** miei fratelli e sorelle ***
Capitolo 46: *** 15 giorni ***
Capitolo 47: *** Train e Soru ( Prima Parte) ***
Capitolo 48: *** Train e Soru ( Seconda Parte) ***
Capitolo 49: *** Aggiornamento! ***
Capitolo 50: *** Equestrian Altair ***
Capitolo 51: *** l'infausta storia dei fratelli Hund ( versione poesia) ***
Capitolo 52: *** hitman, shinigami e rimpianti ***
Capitolo 53: *** Colloquio ***
Capitolo 54: *** angeli caduti ***
Capitolo 55: *** Duello! ***
Capitolo 56: *** riuniti ( ancora una volta) ***
Capitolo 57: *** Nel mezzo del cammin di nostra vita... ***
Capitolo 58: *** I due re ***
Capitolo 59: *** rapimento! ***
Capitolo 60: *** Ricordi del primo amore ( parte prima) ***
Capitolo 61: *** Ricordi del primo amore ( parte seconda) ***



Capitolo 1
*** Train, il maestro di spada ***


Sono ormai passati dieci lunghi anni da allora: in un villaggio ai confini del regno di Xerxes viveva un giovane che da ben 6  anni si allenava per apprendere l'arte della spada; aveva i capelli neri come il carbone ed i suoi occhi marroni mostravano uno sguardo che avrebbe fatto capire a chiunque che niente e nessuno avrebbe potuto piegarlo; il suo fisico non era massiccio ma, con il passare del tempo, il ragazzo lo aveva temprato affinché nemmeno la ferita più grave lo avrebbe fatto cedere. Quando si ritenne soddisfatto dal suo addestramento quel guerriero, che rispondeva al nome di Train, decise di partire per un viaggio alla volta del mondo per trovare colui che tempo prima gli aveva inflitto un'insanabile ferita. Dopo pochi giorni di viaggio il giovane arrivò ad un villaggio di contadini e decise di fermarcisi per riposare. Appena entrò nella locanda del villaggio, la locandiera notò la sua spada e si gettò ai suoi piedi:
“ Guerriero, ti prego, aiutaci! Per favore salvaci da questa calamità!”
“ Di cosa parli, donna?”
“ Un drago ogni settimana viene qui e devasta il nostro villaggio; ti prego, salvaci.”
“ D’accordo, vi aiuterò. Dove si trova questo drago?”
“ In una grotta non lontana da qui, a est.”.
Train corse fuori dalla locanda e si diresse verso la grotta, preparandosi ad una lunga ed estenuante battaglia; era certo che, se fosse riuscito ad uccidere il drago, avrebbe avuto la prova che quei duri anni di allenamento non erano stati vani. A proteggere l’entrata c’erano 2 goblin. Train sguainò la spada e si avvicinò di soppiatto, riuscendo a decapitare uno dei goblin prima che si accorgesse della sua presenza:
“ Ma cosa succede?! Un intruso!!!”
Il goblin rimasto attaccò Train e gli morse la spalla, causandogli un dolore acuto. Il giovane provò a colpirlo con la spada ma il mostro sguainò un pugnale e fermò il colpo, mordendogli poi il braccio e facendogli cadere l’arma. Il goblin tentò di pugnalarlo alla gola ma Train riuscì a staccarselo di dosso ed afferrando la spada lo uccise. Prese dai due cadaveri i pugnali che avevano addosso e i loro vestiti, mettendoli nel suo zaino. Il ragazzo si incamminò nella grotta. Era buia e non si vedeva quasi nulla. Ad un tratto sentì qualcosa muoversi alle sue spalle e sguainò la spada, sferrando un fendente alla cieca che, tuttavia, andò a vuoto:
“ C’è qualcuno… percepisco un respiro molto pesante…”.
Dopo qualche secondo Train udì di nuovo un rumore ma anche questa volta la sua spada andò a vuoto. La terza volta, però, la sua lama colpì qualcosa e si sentì un tonfo seguito da un ruggito enorme. In quel momento la luce filtrò da un buco che c’era nel soffitto della caverna e Train si accorse di aver tagliato una parte della coda del drago che stava cercando. La belva, infuriata, scattò indietro e sparò una fiammata verso il guerrieroi. Il ragazzo scattò di lato per evitare le fiamme ma non fu abbastanza svelto e si bruciò un braccio. Corse verso il drago e tentò di colpirlo alla gola ma la belva fermò il suo attacco e gli squarciò il petto con una zampata, facendolo crollare a terra. Train, sanguinante e ormai semi incosciente, si trascinò fino alla sua spada che, durante l’impatto con il terreno, era volata vicino al frammento di coda mozzata al drago poco prima:
“ Non… mi posso….arrendere… devo vincere…”.
In quell’istante le forze lo abbandonarono e il giovane svenne. La belva, credendolo morto, si allontanò da lui e si addormentò.
Quando Train rinvenne, si trovava in un letto e le sue ferite erano state medicate. Il ragazzo, confuso, si guardò intorno per capire dove si trovava: era in una vecchia casetta di legno e seduto a lavorare al tavolo al centro della stanza c’era un uomo anziano; ai piedi del letto c’era una bambina che guardava Train incuriosita:”
“ Cosa succede? Dove mi trovo?”.
La bambina sorrise e rispose:
“ Sei a casa di mio nonno. Ti abbiamo trovato nella grotta del drago e ti abbiamo portato qui.”
“ Nella grotta… il drago! Devo uccidere il drago!”.
Train fece per alzarsi ma la bambina lo fermò:
“ Aspetta! Non sei ancora guarito e rischi di riaprire le ferite!”.
Train fece un sorriso beffardo e strappandosi via le bende esclamò:
“ Stai tranquilla, ragazzina, le mie ferite guariscono molto in fretta.”
Davanti agli occhi increduli della bambina, le ferite di Train si chiusero come se nulla fosse. L’uomo, che stava lavorando, si rivolse al giovane e disse:
“ Sei un mezzo demone, vero?”
“ Non per scelta, vecchio.”
“ Ecco perché quella belva non ti ha divorato: i draghi odiano il sapore dei mezzo demoni”
“ Per una volta la mia maledizione è stata la mia salvezza.”.
Train si alzò in piedi e si indossò la sua armatura che si trovava ai piedi del letto:
“ Dov’è la mia spada?”.
L’uomo anziano mostrò al giovane la sua arma: era completamente ammaccata e il filo della lama ormai non era più in grado di tagliare:
“ La tua spada è ridotta in pessime condizioni e, se ora affrontassi il drago con questa, finiresti per farti ammazzare.”
“ In pratica mi serve una nuova spada.”.
La bambina esclamò:
“ Ti serve Excalibur!”
“ Come???”
“ Con una spada normale non riuscirai mai a sconfiggere quel drago. Per riuscire a sconfiggerlo, a te serve Excalibur!”.
Train si avvicinò alla bambina e le accarezzò la testa:
“ Ragazzina, sono certo che hai buone intenzioni ma Excalibur è solo una leggenda.”.
Il nonno della bambina esclamò:
“ Ti sbagli. Excalibur esiste veramente. Anche se ora la spada è divisa, i suoi poteri sono ancora grandi.”
“ Divisa? Che cosa intendi?”
“ Conosci la leggenda di re Artù?”
“ Certo, tutti la conoscono.”
“ ebbene, quando la sua morte ormai era vicina, Artù cercò un erede a cui lasciare Excalibur, la sua spada; cercò per molti anni ma senza risultati. Sul letto di morte Artù ordinò ai figli di rompere Excalibur ed essi obbedirono. La spada venne rotta in 7 sparti da cui poi vennero forgiate delle nuove spade, le 7 Excalibur.”
“ E dove si trovano ora quelle spade?”
“ La spade, dopo la loro creazione, vennero sparse per il mondo. Potrebbero essere ovunque.”
“ Bene, e come faccio a trovarne una?!”
“ Una delle Excalibur è in mio possesso.”
“ Davvero!? Dammela, presto, così andrò ad uccidere il drago!”
“ Te la cedo volentieri, se riesci ad impugnarla.”
“ Che cosa intendi?”
“ Tutte le Excalibur sono protette da un sortilegio che impedisce a tutti, tranne all’erede di Artù, di impugnarle.”.
L’uomo prese da uno degli scaffali una spada, tenendola per il fodero:
“ Avanti, prova ad estrarla”.
Appena Train sfiorò la spada, essa gli diede la scossa, costringendolo ad allontanare la mano:
“ Non sei tu l’erede di re Artù.”
“ Non importa, sconfiggerò il drago usando la mia spada.”
“ Aspetta, c’è un’altra soluzione.”
“ Quale?”.
L’uomo si avvicinò ad un altro scaffale e prese uno strano pacchetto; conteneva la parte di coda che Train aveva mozzato al drago:
“ Con questa io posso forgiarti una nuova spada infusa di una parte dei primordiali poteri di quel drago.”
“ Primordiali poteri?”
“ Quella belva ormai è vecchia e gran parte del suo potere è ormai sparito. Io posso forgiare una spada che sprigioni il potere che il drago aveva da giovane. Se saprai domare questo potere, potrai sconfiggere la belva ora che è debole.”
Dopo averci riflettuto per qualche secondo, Train esclamò:
“ Va bene, forgia per me quella spada ed io ucciderò quel drago, ma ad una condizione.”
“ E quale?”
“ Se riuscirò nell’impresa, mi darai Excalibur come premio. Non riesco ad impugnarla ma sono certo che nel mio viaggio incontrerò qualcuno che ci riuscirà.”
“ D’accordo, affare fatto.”.
Dopo qualche ora l’uomo completò la spada e la consegnò al giovane: essa brillava di una leggera luce rossa e sembrava quasi viva:
“ Ora ascoltami, ragazzo”
“ Cosa c’è, vecchio?”
“ Anche se contiene un grande potere, non è detto che la spada decida di aiutarti.”
“ Di cosa parli?”
“ Lo farà solo se riuscirai ad entrare in sintonia con lo spirito della spada. Quando succederà, la spada ti rivelerà il suo nome e sprigionerà tutto il suo potere.”
“ Non capito molto ma non importa.”.
Train prese la spada e corse verso la grotta del drago, portando con sé una torcia.
Appena superò l’entrata, il drago lo attaccò con una palla di fuoco ma Train era preparato questa volta e scansò il colpo. Sguainò la spada e corse verso la belva, tentando di colpirla con la sua nuova spada; il drago, però,  fece un balzo indietro evitando il fendente e sparando una fiammata enorme verso Train. Il giovane, tenendo ben salda l’arma, spiccò un balzo al di sopra delle fiamme e con un fendente riuscì a tagliare una delle ali del drago. La belva emise un grido di dolore e scaraventò Train contro una parete con un colpo di coda. Train scattò subito in piedi ed esclamò:
“ Ormai non ti temo più, drago! Con questa spada io ti sconfiggerò!”.
In quell’istante una crepa si formò sulla spada:
“ Ma cosa?!”.
La belva, approfittando della distrazione di Train, gli sparò una fiammata che lo ferì gravemente. Il giovane però non si arrese e iniziò a correre verso il drago. Il mostro tentò di colpirlo con la coda ma il ragazzo, spiccando un balzo, la evitò e con un fendente tagliò al drago anche l’altra ala:
“ hai visto, stupido drago, vincerò io questa battaglia!”.
Un’altra crepa si formò sulla lama:
“ Di nuovo.”.
Il drago con una delle sue zampe, riuscì a colpire Train al petto, infliggendogli delle ferite molto gravi. Train cadde in ginocchio e la spada si crepò ancora. Il giovane provò a sollevarla ma l’arma sembrava pesantissima:
“ Cosa ti succede, maledetta spada, perché non riesco più a sollevarti!”.
Il drago colpì con la sua coda il ragazzo, scaraventandolo contro una parete.
In quell’istante Train si ritrovò improvvisamente in uno strano posto: era completamente bianco e deserto. Di fronte a Train c’era una strana sfera rossa:
“ Dove mi trovo?”.
La sfera parlò:
“ Questo è il Limbo, il luogo dove i guerrieri possono comunicare con gli spiriti delle loro armi.”
“ Gli spiriti delle loro armi… aspetta, questo vuol dire che tu sei lo spirito di quella maledetta spada! Si può sapere perché non riuscivo ad impugnarti?! Ho rischiato di rimanerci secco!”
“ Non aiuterò un borioso ragazzino che vuole solo dimostrare di essere il migliore…”
“ Sta zitta, stupida arma, tu devi solo lasciarti usare!”
“ Che ragazzo stupido e ostinato!!!”
In quel momento il Limbo iniziò a tremare:
“ Tu non capisci che io non sono una semplice arma! Io respiro, io penso, io sono vivo!!! Non sono un giocattolo che un comune mezzo demone come te può usare per i suoi futili scopi!”.
Train si spaventò ma dopo qualche secondo riacquistò sicurezza e con un sorriso ed uno sguardo comprensivo disse:
“ Non ci credo, mi sono fatto fare la ramanzina da uno spirito rinchiuso in un’arma… Beh, non so quale sia il tuo nome, strana sfera rossa, ma una cosa devo ammetterla: hai fegato. Ora però sono io che voglio far comprendere una cosa a te: è vero, sono uno a cui piace vantarsi ed esultare per ogni minima cosa, ma io non combatto solo perché voglio essere il migliore; io lotto per realizzare il mio sogno: essere abbastanza forte per difendere le persone a cui tengo. Se ora io cedessi e morissi sotto i colpi di questo drago, lui continuerebbe a devastare quel villaggio e molte persone innocenti morirebbero e questo andrebbe contro tutti i miei principi! Per questo non mi arrenderò mai! Spirito, non mi aspetto che tu ora mi aiuti perché so di non meritarmelo, ma sappi questo: anche senza il tuo sostegno, io lotterò fino a quando non vincerò, anche a costo della mia stessa vita!”.
Il Limbo smise di tremare e la sfera rossa esclamò:
“ Ti ho giudicato male, ragazzo, anche tu hai fegato. Dimmi una cosa: se ti aiuto, prometti di trattarmi bene d’ora in avanti?”.
Train sorrise:
“ Certo; che persona sarei se trattassi male la mia arma, anzi, il mio amico.”.
La sfera rossa iniziò a creparsi e a rompersi come un uovo:
“ Il mio nome è…”
 
Train scattò in piedi, le sue ferite guarirono e lui sguainò di nuovo la sua spada:
“ Nutriti del mio coraggio e ardi, Ryumon!”.
La lama della spada si tinse di rosso e prese fuoco. Train scattò verso il drago e con un singolo fendente infuocato gli tagliò tutta la coda. Il Drago emise un rantolo di dolore e scattando indietro sparò una fiammata verso Train:
“ Rigai Kankei!!!” ( Rogo Infernale)
Ryumon emise una fiammata immensa che sovrastò quella del drago e lo incenerì. Train rinfoderò la spada e spense le fiamme:
“ Grazie, Ryumon.”.
Train uscì dalla grotta e dopo aver dato la notizia della morte del drago al villaggio, tornò dal vecchio signore che gli consegnò la sua Excalibur:
“ Buona fortuna, ragazzo”
“ grazie di tutto.”.
Train si lego Excalibur alla schiena e ricominciò a camminare, pensando a quali altre avventure avrebbe vissuto da quel momento.

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Capitolo 2
*** Darksoul, l'angelo nero ***


Nell’entroterra del  regno di Lavinia nel frattempo una giovane ragazzadi nome Darksoul Sakurame sfogliava tutti i libri della biblioteca centrale del regno; aveva due grossi occhi marroni che mostravano la sua bontà e determinazione e una lunga criniera corvina; sulla sua schiena si mostravano fiere due splendide ali nere identiche a quelle di un corvo. Ad un tratto la bibliotecaria, che da diverse ore la osservava, le si avvicinò:
“ Mi scusi, signorina, cosa cerca?”
“ Sto cercando informazioni su quella creatura, Pegaso; l’ho visto sorvolare la città qualche giorno fa.”
“ Vuole catturarlo?”
“ No. Quel cavallo alato è di una maestosità incredibile e il suo spirito sembra bianco come la neve appena caduta; so che è strano per un angelo delle tenebre come me parlare di purezza ma sono affascinato da quella creatura; vorrei vederla da vicino e stringerci amicizia.”.
La bibliotecaria fece un sorriso:
“ Seguimi, devo mostrarti una cosa.”.
Darksoul seguì la donna fino ad una piccola stanza isolata dall’edificio centrale. La bibliotecaria prese un libro e lo mostrò al giovane angelo. Nella prima pagina c’era la foto di una bambina con un cavallo alato vicino:
“ Che carina questa foto.”
“ Quella bambina sono io e il cavallo alato è Pegaso.”
“ Ma allora lei lo ha conosciuto di persona?!”
“ Sì. Da bambina passavo la maggior parte del mio tempo con lui, a guardarlo solcare i cieli; se davvero non vuoi fargli del male, ti dirò dove si trova ma ascolta ciò che ti dico: Pegaso è in grado di leggerti nell’anima e fuggirà se vedrà che vuoi fargli del male; sei pronta a rischiare?”
“ Sì.”
“ Spero che tu non sia troppo fiduciosa… Pegaso riposa nella prateria a nord.”
“ grazie per avermelo confidato.”.
Darksoul si diresse immediatamente verso la prateria. Appena arrivò, vide un bellissimo cavallo bianco con due ali piumate bellissime che brucava l’erba; in preda alla meraviglia, la ragazza gridò a gran voce:
“ Pegaso!”.
Il cavallo alato si spaventò e volò via:
“ Accidenti, l’ho spaventato!”.
Darksoul si alzò in volo e seguì Pegaso, arrivando vicino ad un monte altissimo. In quel punto soffiavano dei venti enormi e sia il cavallo alato che la ragazza furono costretti ad atterrare per non essere portati via dalle correnti. Pegaso iniziò immediatamente a scalare la montagna, tentando di raggiungere la cima il più velocemente possibile. Darksoul, vedendolo in difficoltà, gli si avvicinò; il destriero, inizialmente spaventato, si tranquillizzò quando vide che la giovane stava tentando di aiutarlo:
“ coraggio, dammi una zampa, ti aiuto a salire.”.
Arrivati in cima, il cavallo e la ragazza notarono un piccolo fiorellino con i petali bianchi che brillava leggermente. Pegaso si avvicinò per prendere il fiore ma un demone apparve e gli sbarrò la strada e tentò di attaccarlo: era pieno di spuntoni su tutto il corpo e la sua faccia era coperta dal teschio di un animale. Darksoul intervenne e, materializzando una falce ricoperta da un’aura molto vivida, fermò il demone. Rivolgendosi a Pegaso, esclamò:
“ Non so perché vuoi quel fiore ma ti aiuterò. Resta indietro mentre io e Raion ( la falce) sistemiamo questo mostriciattolo.”.
Pegaso obbedì e si fece indietro:
“ Pronta alla battaglia, amica mia?”
“ Certo, angelo delle tenebre.”
“ Te l’ho già detto, Raion, chiamami per nome o ricomincerò a chiamarti Leoncina di Nemea.”
“ Sì, sì, ho capito…”
“ Bene, allora ruggisci, Raion!”.
Darksoul tentò di colpire il demone con la falce ma lui fermò il colpo con uno degli spuntoni del suo corpo e tentò di colpirla con un pugno nello stomaco. Darksoul si alzò in volo di qualche metro per evitare il colpo ed esclamò:
“ Sei coriaceo… Raion, pronta?”
“ Sì!”
“ Hoko no Raion!” ( ruggito del leone)
La falce di Darksoul emise un’onda di energia che spazzò via il demone:
“ Vittoria!”.
Darksoul si avvicinò a Pegaso:
“ Ora puoi prendere tranquillamente il fiore, non c’è più pericolo.”
“ Grazie”
“ Di nulla… un momento, ma tu parli?!”
“ Sì, io so parlare la lingua degli umani.”
“ E perché non hai mai parlato prima di adesso?”
“ Perché non sapevo ancora se potermi fidare di te.”
“ Quindi ora ti fidi?”
“ Sì, mi hai dimostrato di essere una brava persona.”.
Darksoul sorrise e accarezzò il cavallo. Pegaso si avvicinò al fiore e lo colse, lasciandolo cadere ai piedi di Darksoul:
“ Questo fiore è chiamato Yakusoku e simboleggia la promessa tra due persone; sulla cima di questa montagna ne cresce uno ogni giorno e per me esso è il simbolo di una promessa.”
“ Quale?”
“ Esattamente un anno fa io ed un corvo di nome Dark, che fino ad allora avevamo viaggiato insieme, ci separammo; prima di andarsene mi disse queste parole: tra un anno esatto a partire da ora un altro corvo verrà qui per incontrarti; seguilo e un giorno ci rivedremo; questi fiore saranno il simbolo del nostro patto, cogline uno ogni giorno fino a quando non realizzerai la promessa. Da allora ogni giorno ho scalato questa montagna per cogliere uno di questi fiori ma da oggi non dovrò più farlo; Sakurame Darksoul, ti prego, permettimi di seguirti nel tuo viaggio.”
Darksoul abbracciò Pegaso, coprendolo con le sue ali corvine:
“ Per me sarà un onore averti al mio fianco.”.
Il fiore scomparve e sulla spalla di Darksoul apparve il tatuaggio di un Yakusoku:
“ Quello è il simbolo del nostro legame, toccalo ed io ti raggiungerò ovunque tu sia.”
“ Mi raggiungerai? Dove andrai ora?”
“ Io da oggi sono una tua evocazione, attenderò una tua chiamata nel luogo dove riposano tutte le evocazioni, a Leger Domain.”
“ A presto allora, Pegaso.”
“ Prima di andarmene, voglio darti questo.”
Pegaso fece apparire un braccialetto con un cristallo nero al centro:
“ Che cos’è?”
“ Dark mi diede questo braccialetto il giorno in cui ci separammo, dicendomi di darlo al corvo a cui mi sarei legato; prendilo, ora è tuo”
“ Grazie”
“ Ora vado, a presto”
“ A presto, Pegaso”.
Il cavallo alato aprì un varco dimensionale e sparì al suo interno. Darksoul indossò il braccialetto ed iniziò a scendere dalla montagna:
“ Chissà com’è questo Dark?... Tu non sei curiosa, Raion?”
“ Solo un po’…”
“ Beh, secondo Pegaso lo incontreremo prima o poi quindi non ci resta che pazientare.”
“ Darksoul, non credi che dovremmo tornare in città per ringraziare la bibliotecaria?”
“ Ci stavo pensando anche io, andiamo.”.
 
Quando arrivò in paese, Darksoul vide un gruppo di persone fuggire terrorizzate e si mise in guardia:
“ Ma cosa succede?!”.
L’angelo delle tenebre fermò uno dei paesani e chiese spiegazioni:
“ È il Dio Della Morte, è venuto per ucciderci tutti!”.
L’uomo fuggì. Darksoul guardò nella direzione da cui venivano tutti e vide avvicinarsi lentamente, reggendosi ad una falce completamente nera, un uomo piuttosto giovane con capelli e occhi scuri e con diverse ferite in tutto il corpo:
“ Vi prego… Ho bisogno… Di aiuto… Qualcuno… La salvi.”.
L’uomo crollò al suolo. Darksoul intervenne e lo soccorse, medicando le sue ferite e portandolo al sicuro in una locanda. Quando riprese conoscenza, il ragazzo si guardò intorno per capire in che luogo si trovasse:
“ Stai tranquillo, sei al sicuro; sei svenuto in mezzo alla strada; ti ho medicato ma non puoi ancora camminare.”
“ Grazie.”
“ Allora, dimmi: chi sei? Chi ti ha ridotto così?”
“ Mi chiamo Mikael Amemiya e ti prego, aiutami…”
“ Aiutarti? Per cosa?”
“ Un drago, Zephiro, ha rapito mia sorella Evangeline; ti prego, salvala.”.
In quel momento la locandiera tuonò nella discussione:
“ Ragazzo, non gli credere, quest’uomo vuole solo farti del male.”
“ Perché dice così, signora?”
“ Del Dio Della Morte non ci si può fidare; lui è solo un brutale assassino senza scrupoli!”.
Mikael, ancora molto debilitato, fece uno sforzo per mettere a fuoco il viso della locandiera:
“ Lei è la signora Yagami, vero?”
“ Sì, sono io, maledetto mostro!”
“ Capisco perché parla così… mi dispiace per ciò che ho fatto a suo figlio.”
“ Tu mi hai portato via il mio bellissimo bambino, non potrò mai perdonarti.”.
Mikael afferrò la sua falce e la porse a Darksoul:
“ Tieni, prendila e ascoltami: ho fatto molte brutte cose nella mia vita: sono diventato un mercenario senza scrupoli, ho ucciso migliaia di persone  e merito di morire per questo; se questo servirà a qualcosa, prendi questa falce e uccidimi ma ti prego, salva mia sorella.”.
Darksoul prese la falce di Mikael in mano e gliela puntò alla gola ma dopo qualche secondo la gettò ai suoi piedi:
“ Io non ti conosco, non ho il diritto di giudicarti ma se veramente tua sorella è in pericolo, io la salverò.”
“ Ti ringrazio. A Ovest c’è una pianura, Zephiro vive lì, ti prego, fa presto.”
“ Non ti preoccupare, la salverò.”
“ Aspetta… porta la mia falce con te: ha un grande potere e ti sarà utile.”
“ D’accordo; Arumeria”.
La lunga arma di Mikael scomparve nel nulla:
“ Ora vado!”
Darksoul impugnò la sua falce e spiccò il volo dirigendosi verso Ovest. In pochi minuti giunse al luogo indicatogli da Mikael. Al centro della pianura c’era un enorme dragone verde e poco distante una ragazza con dei lunghi capelli neri:
“ Devono essere loro.”.
Darksoul toccò il suo tatuaggio e Pegaso apparve al suo fianco:
“ Di cosa hai bisogno?”
“ Ascoltami Pegaso: la vedi quella ragazza laggiù?”
“ Sì.”
“ Appena ne hai l’occasione, prendila e portala via. Suo fratello la aspetta nel villaggio che si trova ad Oriente, accompagnala da lui.”
“ D’accordo.”.
Pegaso si mise in posizione:
“ Pronta Raion?”
“ Pronta!”.
Darksoul si gettò in picchiata verso il drago, tentando di distrarlo. Il drago tentò di schiacciarla a terra con una zampa ma l’angelo scansò l’attacco e lo ferì con la falce, accecandolo ad un occhio. Pegaso approfittò del momento per intervenire, portando in salvo Evangeline. Appena se ne accorse, Zephiro provò ad inseguirli:
“ Dove pensi di andare?! Hoko no Raion!”
Darksoul costrinse il drago a tornare a terra con un’onda di energia. Il drago, ripresosi dall’attacco, si alzò di nuovo in volo e con un battito delle sue ali scagliò una folata d’aria immensa contro Darksoul, scaraventandola al suolo:
“ Incredibile, l’ho colpito in pieno con il mio attacco più potente e non gli ho fatto nemmeno un graffio.”.
Il drago le si avvicinò mentre era ancora a terra:
“ Stupido ragazzina, credevi davvero di potermi battere? Io sono Zephiro, il grande dragone signore del vento, nessuno può battermi!”
“ Hoko no Raion!”.
Darksoul lanciò nuovamente il suo attacco a bruciapelo, scattando poi indietro:
“ Certo che, per essere un drago, parli davvero tanto!”.
Zephiro uscì quasi indenne dall’attacco:
“ Inutile!”.
Il drago si avventò contro Darksoul e con una zampata la scaraventò per terra, disarmandola:
“ Maledetto!”.
L’angelo delle tenebre si rialzò e volò verso la sua falce ma Zephiro gli sbarrò la strada e la scaraventò di nuovo a terra con una folata di vento:
“ Maledizione! Senza la mia falce non riuscirò mai a sconfiggerlo! Aspetta, ho ancora…!!!”
“ Arumeria!”.
La falce di Mikael apparve tra le mani di Darksoul. La ragazza scattò verso il drago e con un fendente della falce riuscì a fargli un taglio nel ventre. Zephiro spiccò il volo ed iniziò a scagliare raffiche di vento contro l’angelo, causandogli ferite piuttosto gravi e scaraventandola di nuovo a terra:
“ Accidenti! Di questo passo mi farà a brandelli! Mikael ha detto che questa falce ha grandi poteri, mi sarei dovuta far spiegare quali!”.
In quel momento Darksoul sentì una voce rimbombargli nella testa:
“ Promise… Promise!... Promise!!!”
“ Promise? Ma cosa significa?!”
“ Stai delirando, corvaccio!”.
Zephiro colpì nuovamente Darksoul con una folata di vento. La ragazza udì nuovamente quella voce ripetere senza sosta quella parola:
“ Promise, non capisco!.. Ma certo, può essere…!!!”
“ Muori, corvaccio!”.
Zephiro generò un piccolo uragano, scaraventandolo contro Darksoul. L’uragano avanzò verso la ragazza e la inghiottì:
“ è finita.”
“ Hai ragione, draghetto, è finita per te!!!”.
L’uragano si dissolse:
“ Mantieni la parola, Promise Dante!”
La falce di Mikael iniziò a pulsare:
“ Impossibile!”
“ Sai, draghetto, ho appena scoperto quali sono le abilità di questa falce e devo ammettere che sono davvero incredibili! Te ne mostro una, Promessa: Non attaccarmi usando il vento!”.
Sulla testa di Zephiro apparve un simbolo raffigurante una croce:
“ Ecco, adesso quel simbolo ti vincola ad una promessa che sarai costretto a mantenere!”
“ Ma non farmi ridere!”.
Zephiro scagliò tentò di scagliare una folata di vento contro Darksoul ma il simbolo sulla sua fronte si illuminò, uccidendolo all’istante:
“ Dimenticavo di avvertirti: per chi viola la condizione imposta, la punizione è la morte istantanea.”
Darksoul recuperò Raion e ripose entrambe le falci. In quel momento sentì di nuovo la voce che le rimbombava nella testa:
“ Ricordati la promessa che hai fatto.”
“ Sì, stai tranquillo, Dante, troverò le altre nove falci che portano il tuo nome e ripristinerò il tuo potere demoniaco.”
“ Bene; in cambio io ti lascerò usare i miei poteri… per il momento.”
“ Grazie.”
Dopo qualche minuto Pegaso tornò in volo da Darksoul:
“ Evangeline è al sicuro?”
“ Sì.”
“ E suo fratello?”
“ Si sta rimettendo; ha detto che per ringraziarti per aver salvato sua sorella, ti permette di tenere la falce.”
“ Benissimo! Hai sentito Raion? Da oggi hai un nuovo compagno.”
“ Già… anche se un demone degli inferi non è un compagno molto loquace.”
“ Sono sicura che andrete d’accordo.”.
Darksoul recuperate le forze, riprese il suo viaggio per mantenere la promessa fatta al suo nuovo amico.

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Capitolo 3
*** Lucifer, l'evocatore ***


In uno sperduto paesino del regno di Ompara un misterioso ragazzo incappucciato stava cercando un passaggio per raggiungere la capitale del regno di Xerxes. Provò a chiedere a diversi carovanieri ma nessuno accettò di aiutarlo. Rassegnatosi, il giovane si rifugiò in una locanda:
“ Vorrei una camera per stanotte”
“ Mi spiace ma siamo al completo.”
“ Ah, non importa.”.
In quel momento il ragazzo notò un bambino che piangeva e gli si avvicinò:
“ Ehi, ragazzino, non piangere su. Come ti chiami?”
“ Kyle.”
“ Allora Kyle, ti va di vedere un trucco di magia?”
“ Certo!”.
Il bambino smise di piangere:
“ Osserva.”
Il giovane avvicinò le mani:
“ Ein, zwei, drei!” ( uno due tre in tedesco)
Tra le mani del giovane apparve del fuoco:
“ Wow! Come hai fatto?!”
“ È magia, Kyle; ora raggiungi i tuoi genitori, saranno in pensiero.”
“ Sì, ciao signor mago!”.
Il bambino se ne andò:
“ Grazie dell’aiuto, Medea”
“ Di nulla.”.
Una piccola volpe uscì da sotto al mantello del giovane:
“ Ora puoi andare, riposati, ne hai bisogno.”
“ Va bene”.
Medea scomparve:
“ Ed ora che faccio? Non ho un posto in cui dormire  e non posso certo andare alla capitale a piedi.”.
In quel momento un uomo si avvicinò al giovane:
“ Ehi, ragazzo, ho sentito quello che dicevi; Se vuoi io posso scortarti fino al confine del regno di Xerxes.”
“ Davvero?! La ringrazio!”
“ Lo farò per 200 monete d’oro.”.
Il giovane si demoralizzò:
“ Non ho tutti quei soldi…”.
Dopo averlo fissato per qualche secondo, l’uomo esclamò:
“ Sono curioso, perché vuoi andare alla capitale?”
“ Sto cercando il mio maestro.”
“ Il tuo maestro?”
“ Sì; lui mi ha insegnato tutto ciò che so, è grazie a lui se sono diventato un evocatore.”
“ Sei un evocatore?! Allora ho una proposta da farti.”
“ Parla, ti ascolto.”
“ In un bosco non lontano da qui un cavaliere delle tenebre sorveglia un oggetto utile agli evocatori, la catena del controllo.”
“ Ne ho sentito parlare: è la catena che permette di domare con più facilità le creature con cui si vuole stringere un legame, giusto?”
“ Sì. Ecco la mia proposta: sconfiggi il cavaliere e prendi la catena, in cambio io ti porterò alla capitale.”
“ Affare fatto!”.
Il giovane si avviò verso l’uscita quando l’uomo gli rivolse di nuovo la parola:
“ Ah, dimenticavo, io sono Sebastian.”
“ Piacere…”
Il giovane si abbassò il cappuccio, rivelando due occhi color zaffiro che sembravano lo specchio della sua anima e dei capelli neri con un singolo ciuffo rosso che svettava sulla sua testa come una candela nella notte:
“ Io sono Lucifer Bashin.”
Finite le presentazioni il giovane evocatore corse fuori dalla locanda e si diresse verso il bosco. Arrivato all’entrata, toccò uno dei suoi tre tatuaggi e dal nulla si materializzò un lupo bianco:
“ Akai, puoi usare il tuo olfatto per rintracciare il cavaliere delle tenebre?”
“ Ci posso provare.”.
Il lupo si concentrò sul suo olfatto per cercare un odore diverso da quello della vegetazione; dopo qualche secondo Akai esclamò:
“C’è un profumo molto pungente…”
“ Che odore è?”.
Akai scattò verso la parte più interna del bosco:
“ Odore di cadaveri in putrefazione!”.
Lucifer corse dietro al lupo ed in poco tempo i due arrivarono in un punto in cui tutti gli alberi erano stati tagliati; c’era sangue ovunque e il terreno era ricoperto di scheletri e brandelli di carne semi putrefatti:
“ Che cosa sarà successo qui?”.
In quel momento si udì una voce:
“ Quelli sono i cadaveri dei folli che hanno tentato di affrontarmi.”
Un cavaliere con indosso un’armatura completamente nera ed una spada legata al fianco si avvicinò a Lucifer e alla sua evocazione:
“ Tu sei il cavaliere delle tenebre… Perché li hai uccisi?!”
“ Hanno tentato di prendere il mio tesoro, per cui li ho dovuti uccidere.”
“ Maledetto assassino…”
“ Dimmi, anche tu vuoi prendere il mio tesoro?”
“ Ero venuto qui per questo, ma ora che ho visto cos’hai fatto, ho intenzione di punirti prima.”.
Il cavaliere delle tenebre sguainò la spada e la puntò verso l’evocatore. Lucifer fece un balzo indietro:
“ Akai, attacca!”.
Il lupo fece un balzo verso il cavaliere e con un morso incrinò uno dei gambali della sua armatura:
“ Inutile, Dark Helix!”.
Il cavaliere nero  muovendo leggermente la spada generò una spirale di energia nera che scaraventò il lupo bianco a terra:
“ Akai!”.
Il lupo bianco scomparve tornando nel mondo delle evocazioni per curarsi:
“ Non mi pare che quel lupetto ti sia stato molto utile.”.
“ ha steso Akai con un solo colpo, devo stare attento…”
Lucifer toccò uno dei suoi tatuaggi e apparve un soldato fatto interamente di terracotta:
“ Sconfiggi quell’assassino!”.
Il soldato avanzò impugnando una lancia e tentò di colpire il cavaliere ma lui fermò l’attacco e gli distrusse un braccio con la spada. Il guerriero di terracotta tentò un nuovo attacco con la falce e riuscì a rompere il pettorale della sua armatura:
“ Mi hai stancato! Dark Void!”.
Il cavaliere delle tenebre conficcò la spada nel ventre del soldato di terracotta e generò un’esplosione, mandandolo in mille pezzi:
“ Maledizione!”.
Il cavaliere attaccò Lucifer ferendolo ripetutamente:
“ Mi resti solo tu, Medea!”.
La piccola Volpe apparve sotto al mantello del giovane che fece un balzo indietro:
“ Medea, come lo sconfiggiamo?!”
“ Lucifer, guarda il collo del cavaliere.”.
Il giovane evocatore obbedì e notò una collana completamente nera:
“ Ma quella collana..”
“ Sì, Lucifer, è maledetta; forse questo cavaliere non agisce di sua volontà.”
“ Dobbiamo togliergliela.”
“ E come? Ci farà a pezzi appena ci avrà a tiro.”
“ Dovremo usare quella tecnica.”
“ Ne sei sicura? L’ultima volta ho rischiato di incendiare tutto ciò che mi circondava”
“ Non mi pare che abbiamo molte altre possibilità!”.
Il Cavaliere scattò verso Lucifer e lo ferì ripetutamente con la spada:
“ Dark Helix!”.
L’evocatore venne scaraventato a terra dal colpo del suo avversario:
“ E va bene, Medea, tentiamo ma prima dimmi: come stanno gli altri?”
“ Sono al sicuro ora; le ferite di Akai non sono tanto gravi ed è quasi completamente guarito; il soldato di terracotta, invece, sta ricostruendo il suo corpo ma ci vorrà un po’.”
“ Sono felice che stiano bene; iniziamo, Medea!”
“ Sì!”.
La piccola volpe si tramutò in un una sfera di energia rossa ed entrò nel corpo di Lucifer:
“ Tecnica segreta: Kyoyu Dengen!!!”
Il corpo del giovane evocatore iniziò ad emettere calore e venne circondato dalle fiamme:
“ Ma cosa?!”
“ Hono Satsuhei!” ( scatto fiammeggiante)
Lucifer scattò ad una velocità enorme verso il cavaliere e con un pugno distrusse gran parte della sua armatura. Il cavaliere provò a colpirlo con la sua spada ma sprigionando una fiammata enorme da tutto il corpo Lucifer la fuse:
“ Maledetto! Dark Zoom!”.
Il cavaliere scattò indietro ad alta velocità ma l’evocatore si mosse più velocemente di lei e con un rapido movimento le strappò la collana. Le fiamme che circondavano Lucifer si spensero e lui cadde in ginocchio:
“ Il Kyoyu Dengen permette ad un evocatore di prendere temporaneamente in prestito i poteri di una sua evocazione; se il corpo dell’utilizzatore non è abbastanza forte da sopportare tutta quella energia, però, il fisico si debilita molto… credo di aver raggiunto il mio limite…”.
Lucifer crollò al suolo e svenne. Il cavaliere delle tenebre, liberato dalla maledizione che gli era stata imposta, si avvicinò al giovane evocatore; Medea tentò di svegliare l’amico ma senza successo. Il cavaliere si caricò il giovane sulle spalle e rivolgendosi alla volpe disse:
“ Non temere, lo porterò al sicuro.”
“ Quella voce: ma tu sei….”.
Il cavaliere recuperò da uno scrigno nascosto poco distante la catena del controllo e trasportò Lucifer fino alla locanda da cui era partito. Lì venne medicato e dopo due giorni riprese conoscenza:
“ dove sono?”.
Sebastian gli si avvicinò:
“ Sei al sicuro, questa donna ti ha portato in salvo.”.
Lucifer guardò ai piedi del suo letto e vide una ragazza con dei lunghi capelli biondi e degli occhi azzurri leggermente socchiusi:
“ Per fortuna stai bene…”
La giovane chiuse gli occhi e scomparve; l’evocatore, confuso, richiamò Medea per chiederle spiegazioni; nel farlo però, si accorse di avere un quarto tatuaggio vicino agli altri:
“ Mi spieghi cos’è successo? Chi era quella ragazza e perché ho un nuovo tatuaggio?”
“ Che tu ci creda o no, quella ragazza, che per tua informazione si chiama Ambra, è il cavaliere delle tenebre che abbiamo affrontato prima.”
“ Come?!!!!!!!!”
Lucifer rimase stupito nell’apprendere di aver affrontato una donna:
“ Ma allora questo tatuaggio….!”
“ È il suo; ha deciso che, per ringraziarti per averla liberata, ti aiuterà nel tuo viaggio.”
L’evocatore rimase senza parole:
“ Ah, Ambra ti ha lasciato questa come regalo per te.”.
Medea indicò la catena del controllo, che Ambra aveva lasciato tra le cose di Lucifer:
“ Beh, è stata molto gentile.”
Lucifer fece un sorriso e balzò in piedi; si vestì e si preparò a partire. Ad un tratto uno strano corvo entrò dalla finestra e si appoggiò sulla spalla dell’evocatore:
“ Evocatore”
“ Ma tu parli?! Devi essere un demone corvo.”
“ Esatto, io sono Raven. Ti ho osservato mentre combattevi: sei forte.”
“ Grazie.”.
La mano di Lucifer iniziò a bruciare e sul palmo apparve il tatuaggio di un corvo:
“ Da oggi viaggerò assieme a te.”
“ Mi sorprendi ma sei il benvenuto, più siamo e meglio è.”
“ Forse viaggiando insieme riscoprirò il mio passato.”
“ Il tuo passato?”
“ Purtroppo ho perso la memoria… ma un corvo umano mi ha detto che se ti seguirò ricorderò tutto e voglio fidarmi.”.
Lucifer accarezzò Raven, che si tramutò in una spada:
“ Questo è il mio potere.”
“ Puoi tramutarti in una spada, potrebbe essermi utile.”.
La spada si ritramutò in un corvo:
“ Benvenuto a bordo, Raven.”.
Il demone corvo scomparve e Lucifer finì di prepararsi:
“ Due nuovi amici in meno di un giorno, le cose mi stanno andando bene. Signor Sebastian, è pronto a partire.”
“ Sì, il carro ci aspetta fuori.”
“ Andiamo allora.”.
 

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Capitolo 4
*** L'inizio di un'amicizia? ***


“ Mi spiace ma non ne ho idea.”

“ Capisco, non importa, grazie lo stesso.”.

Train, decisosi a ricomporre l’originale Excalibur e a trovare colui che l’avrebbe potuta impugnare, si era fermato in una biblioteca per raccogliere delle informazioni; non arrivando da nessuna parte, il guerriero si accasciò su una sedia e si mise a fissare l’Excalibur ottenuta giorni prima:

“ È inutile, non scoprirò nulla in questo modo… e tu, maledetto pezzo di ferro, potresti almeno darmi una mano a trovare le tue sorelle”

In quel momento Excalibur emise un’onda d’urto che scaraventò Train a terra; Ryumon esclamò: 

“ Insultarla non servirà ad altro che a farla infuriare.”

“ Lo so ma sono stufo di portarmi dietro un spada che non posso nemmeno sfiorare con un dito.”

 

“ Ti serve aiuto, amico?”

Il guerriero voltò lo sguardo verso la persona che gli aveva parlato e vide un giovane con i capelli neri e gli occhi blu come la notte; il misterioso individuo aiutò Train a rialzarsi, dopodiché avvicinandosi al tavolo su cui era appoggiata la magica spada esclamò:

“ Ma guarda, non è da tutti possedere una delle sette Excalibur.”

“ Conosci quelle spade?!”

“ Sì e anche molto bene.”

“ Sai dove posso trovare le altre?”

“ Si dice che re Riccardo ne possedesse una, cerca nella sua tomba; la mappa per arrivarci è nello scaffale alle tue spalle.”.

Train si voltò di spalle e in pochi secondi trovò la mappa; quando si voltò di nuovo per ringraziarlo, tuttavia, il ragazzo era scomparso:

“ Che strano tipo…. Però è stato gentile”

Train recuperò la sua Excalibur e si mise in viaggio verso la tomba. Dovette camminare per diverse ore ma alla fine arrivò a destinazione. Il sepolcro si trovava in riva ad un lago per cui era in parte sprofondato nell’acqua:

“ Beh, mi bagnerò un po’ ”

“ Non mi piace l’acqua.”

“ Lo so, Ryumon, ma non abbiamo molta scelta.”.

Train si addentrò dentro il sepolcro; ad un tratto arrivò ad un bivio:

“ E ora? Destra o sinistra?”

In quell’istante Train udì una voce:

“ Destra…”

“ Cosa? Ehi, Ryumon, sei tu che hai parlato?”

“ No, credo che sia stata Excalibur.”.

Train prese la spada reggendola dal fodero:

“ Allora, ti sei decisa a parlarmi?”.

L’arma non rispose e Train ricominciò a camminare imboccando il sentiero di destra. Ad un tratto il giovane sentì dei rumori sinistri provenire dal fondo del sentiero e si fece più cauto, iniziando a camminare lungo le pareti. Alla fine del tunnel vi era uno stanzone enorme: le pareti erano di pietra e portavano i segni del tempo; al centro della stanza era situata la tomba di re Riccardo ma, seduto per terra, c’era un demone molto grande, bianca, di corporatura massiccia e simile ad una balena, che stava spolpando una carcassa:

“ E ora che faccio?! Se mi avvicino quel mostro prima mi uccide e poi mi mangia ma la tomba è proprio alle sue spalle… non ho scelta, devo affrontarlo.”.

Train sguainò Ryumon:

“ Nutriti del mio coraggio e ardi, Ryumon!”.

La lama della spada si incendiò:

“ Rigai Kankei!”.

Ryumon sprigionò una fiammata enorme, centrando in pieno il demone:

“ ce l’ho fatta!”.

La sicurezza di Train svanì di colpo quando vide il mostro spuntare fuori dalle fiamme senza nemmeno un graffio:

“ Impossibile!”

Il demone si scagliò contro il guerriero e lo scaraventò contro una parete con un pugno prima che avesse il tempo di reagire:

“ Maledizione! Ha una forza incredibile, mi deve aver rotto qualche costola”

Train si lanciò nuovamente contro il mostro e tentò di colpirlo con la sua spada ma il demone lo fermò afferrandolo per i braccio e con un colpo netto gli amputò il braccio con cui reggeva l’arma; il guerriero iniziò a gridare di dolore fino ad accasciarsi al suolo in uno stato di semi incoscienza:

“ è finita, sto per morire… mi dispiace, Excalibur, sembra che non riuscirò a riunirti con le tue sorelle…”.

Il demone divorò in un sol boccone il braccio di Train, dopodiché si avvicinò al guerriero per dargli il colpo di grazia:

“ Akai, azzannalo!”

Un lupo bianco azzannò da dietro il demone, facendolo barcollare e sbattere contro una parete. Un ragazzo corse verso Train e, dopo averlo guardato per qualche secondo, esclamò:

“ Sei ridotto male, amico, ma non preoccuparti, adesso ci pensiamo noi.”

“ Chi è? Chi mi sta parlando?… ho la vista annebbiata…”

“ Medea, puoi usare il tuo fuoco per chiudere quella ferita?”

“ Ci provo!”.

Una volpe spuntò fuori dal cappotto del ragazzo e si avvicinò a Train:

“ Questo farà un po’ male.”.

Medea generò una fiammella e, stando attento a non ustionarlo, cauterizzò la ferita del guerriero:

“ Ora stai qui buono, ci occupiamo noi del demone.”

Train in quel momento recuperò un po’ di lucidità:

“ Chi sei?”

“ Mi chiamo Lucifer e tu?”

“ Train…”

“ Bene Train, tu riposati, ci penso io a questo mostro.”

“ Non ti lascerò combattere da solo.”

Il guerriero si rialzò in piedi e impugnò nuovamente Ryumon:

“ Sei forte, amico: un secondo fa sembravi in punto di morte ed ora sembri pronto ad affrontare un esercito.”

“ Noi mezzi demoni siamo coriacei; ho perso molto sangue e sento un dolore atroce in tutto il corpo ma nulla mi impedirà di aiutare il mio salvatore.”

“ Molto lodevole; andiamo allora; Vieni in mio aiuto, Raven!”

Il demone corvo apparve sulla sua spalla:

“ Sai, quella spada spara fuoco non ti servirà a molto.”

“ Perché dici così?”

“ Quel demone è un Ningen, un demone balena; il 90% del suo corpo è composto da acqua quindi il fuoco per lui non è una minaccia.”

“ In pratica è un gavettone vivente.”

“ Esatto.”

“ Allora immagino che questa non mi serva.”

Train rinfoderò Ryumon:

“ Potresti usare la spada che porti legata sulla schiena.”

“ Non posso, non riesco ad estrarla.”

“ Dici sul serio?”

“ Già, una barriera me lo impedisce.”

“ Come farai a combattere allora?”

“ Userò questi.”

Il guerriero estrasse i due pugnali che giorni prima aveva preso ai goblin:

“ Sei un tipo pieno di risorse. Akai, puoi andare ora!”.

Il lupo bianco, che per tutto quel tempo aveva tenuto a bada il demone facendosi inseguire, scomparve. Il Ningen si voltò verso Lucifer e Train e corse verso di loro, tentando di colpire Lucifer; l’evocatore, tuttavia, scansò l’attacco:

“ Raven!”

Il corvo si tramutò in una spada con cui Lucifer squarciò il fianco del mostro; dalla sua ferita fuoriuscì dell’acqua:

“ Train, ti voglio dare un’altra informazione sui demoni acquatici: essi sono molto vulnerabili all’elemento tenebre di cui questa spada è intrisa.”.

Il demone tentò di azzannare Train mentre quest’ultimo ascoltava:

“ Irrompi, soldato di terracotta!”.

Il guerriero di ceramica apparve davanti a Train, trafiggendo il Ningen con la sua lancia:

“ Non si interrompono le persone mentre parlano.”.

Lucifer decapitò il demone con la spada, uccidendolo. Train rimase stupefatto delle abilità dell’evocatore:

“ Incredibile, non ha battuto il Ningen con qualche attacco speciale o con delle armi particolari; ne ha identificato la razza e ha sfruttato le sue debolezze per eliminarlo in pochi secondi; questo ragazzo potrebbe insegnarmi molte cose… prima però devo recuperare il secondo pezzo di Excalibur.”

Train si avvicinò alla tomba di re Riccardo e né sollevò il coperchio: dentro c’erano delle ossa e una spada perfettamente lucida e affilata; in quel momento l’Excalibur che Train portava legata sulla schiena iniziò a pulsare come se fosse viva e schizzò fuori dal fodero; la spada dentro la bara fece lo stesso e le due armi si fusero, formandone una sola che ritornò nel fodero sulla schiena del guerriero. Lucifer e Train rimasero stupefatti:

“ Le due spade si sono fuse!”

L’evocatore esclamò:

“ Quella è una delle Excalibur, vero?”

“ E tu come fai a saperlo? Ho capito, anche tu sei venuto qui per cercare una di queste spade?!”

“ No, ti sbagli; so che lo è perché me ne ha parlato il mio maestro.”

“ Allora perché sei venuto qui?”

“ In paese mi hanno detto che un folle era venuto in questo sepolcro pieno di mostri per recuperare una fantomatica spada magica; il mio maestro è solito gettarsi in folli imprese del genere quindi speravo che fosse lui.”

“ Capisco.”.

Il soldato di terracotta si avvicinò a Train tenendo in mano il braccio ancora integro che il Ningen aveva divorato:

“ Ah, grazie.”

Lucifer esclamò:

“ Potete andare ora, amici, riposatevi; ehi, Train, come farai ora con quel braccio?”

“ Non ti preoccupare, io sono un mezzo demone pieno di risorse.”.

Appena Train avvicinò il suo braccio al punto da cui si era staccato, esso si riattaccò come se nulla fosse:

“ Come diavolo hai fatto?!”

“ Il mio corpo ha abilità rigenerative piuttosto elevate.”

“ Questo ragazzo è sorprendente: che io sappia non sono molti i demoni in grado di guarire così facilmente le proprie ferite e lui è solo un mezzo demone… voglio studiarlo, potrei scoprire qualcosa di interessante.”

“ Senti, Train, ti andrebbe di venire insieme a me alla capitale?”

“ Mi spiace ma devi sapere che il mio obbiettivo attuale è recuperare tutti i pezzi di Excalibur quindi non posso.”

Lucifer fece un sorriso:

“ Allora dovrai venire comunque alla capitale, dato che il mio maestro possiede una delle spade che cerchi.”

“ Davvero?”

“ Sì.”

“ Allora verrò con te alla capitale.”

“ Bene, partiamo subito allora.”

“ Va bene.”.

I due si incamminarono verso l’uscita:

“ Lucifer, me lo faresti un favore?”

“ Quale?”

“ Mi insegneresti ciò che sai sulle varie specie di demoni?”

“ Ah, va bene, non conosco tante cose ma ti insegnerò ciò che so.”

“ Ti ringrazio.”.

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Capitolo 5
*** Dark, il misterioso angelo caduto ***


“ Quei tre stanno facendo passi da gigante… ma il preludio di quest’opera è oramai finito; è il momento che la commedia abbia inizio e che l’attore principale faccia la sua entrata in scena.”

 

 

 

Fermatasi in un villaggio al confine tra i regni di Xerxes e di Lavinia, Darksoul entrò in un una taverna per rifocillarsi. Ad un certo punto, quando ormai aveva finito di mangiare, udì degli spari provenire da fuori; incuriosita andò a vedere ciò che stava succedendo: in mezzo alla piazza del villaggio c’erano un uomo con i capelli castani e gli occhi verdi armato di pistola e un giovane con i capelli neri e gli occhi blu come la notte. Il primo esclamò:

“ Restituiscimi i miei soldi o giuro che ti faccio un buco in fronte!”

“ Quei soldi li ho vinti onestamente.”

“ Tu hai imbrogliato!”

“ Non è colpa mia se non sai giocare.”.

Il giovane si voltò di spalle ed iniziò ad allontanarsi:

“ Torna Indietro, maledetto ragazzino!”

L’uomo puntò la pistola contro il ragazzo ma, prima che potesse sparare, dal nulla apparve un demone corvo che lo atterrò:

“ Come osi, lurido umano, attaccare il maestro Dark!?”.

In quel momento il cuore di Darksoul ebbe un sussulto:

“ Dark?! Quel tipo potrebbe essere il precedente compagno di viaggio di Pegaso! Devo assolutamente parlargli!”

Il demone corvo si avvicinò all’uomo:

“ Per aver attentato alla vita del maestro, morirai!”.

Quando il demone stava per attaccare, Dark lo richiamò:

“ Basta, Yatagarasu, lascialo stare e andiamocene, sono stanco di questo villaggio.”

“ Agli ordini, maestro.”

Il corvo volò sulla spalla del giovane e scomparve:

“ Quel demone gli ha obbedito senza esitare, il suo potere deve essere immenso… ma  Pegaso ha definito Dark corvo ma sulla schiena di quel giovane non ci sono ali; forse non è lui… c’è solo un modo per scoprirlo.”

Darksoul corse verso il giovane:

“ Ehi tu, aspetta!”

Dark si voltò verso di lei e la guardò dritto negli occhi:

“ è un piacere rivederti, Pegaso”.

Il cavallo alato apparve davanti a Dark. Il giovane lo accarezzò:

“ Mi sei mancato, amico mio.”

“ Sono felice di vederla di nuovo, maestro Kaito.”

“ In un anno non sei cambiato per niente, continui ancora a darmi del lei.”

“ Scusami, Dark.”

“ Così va meglio.”

Lo accarezzò ancora e rivolse lo sguardo verso la ragazza:

“ Felice di conoscerti, Sakurame Darksoul, io sono Kaito Dark.”

“ Piacere ma come fai a sapere il mio nome?”

“ Me lo ha detto un uccellino… o forse sarebbe meglio dire che me lo ha detto un coniglio.” ( capirete presto)

“ Ah… capisco.”

“ Non ci sto capendo nulla.”

“ Andiamo in un posto più tranquillo a parlare.”.

Dark schioccò le dita e tutti e tre vennero teletrasportati in mezzo ad un deserto:

“ Come hai fatto?”

“ Magia del teletrasporto, un giochetto.”

“ Perché mi hai portata qui?”

Il giovane ricominciò ad accarezzare Pegaso:

“ L’ho fatto perché non voglio che nessun altro ascolti ciò che sto per dirti. Il tuo attuale obbiettivo è ricomporre la falce di Dante, giusto?”

“ Sì, esatto.”

“ Come diavolo fa a saperlo?!”

“ Bene, allora sappi questo: tutte le 9 parti rimaste di Dante sono protette da persone molto forti; nel tuo stato attuale non resisteresti nemmeno un minuto contro di loro.”

Darksoul sbiancò:

“ Hai due possibilità: la prima è quella di continuare per la tua strada; io ti riporterò indietro e potrai proseguire nella tua missione, andando probabilmente incontro ad un destino atroce.”

“ E l’altra possibilità?”

“ La seconda è che tu venga con me alla capitale; lì potrai diventare in poco tempo abbastanza forte da prendere tutte i pezzi della falce di Dante. La scelta è tua.”.

Darksoul rimase in silenzio per qualche secondo, dopodiché esclamò:

“ Ho deciso: scelgo la prima.”

“ Scelta interessante, posso sapere il motivo?”

“ Ho fatto una promessa a Dante: riunirò tutte le falci che portano il suo nome e gli restituirò i suoi antichi poteri; accettare il tuo aiuto sarebbe come ammettere che non sono in grado di mantenere la parola data.”.

Dark fece un sorriso:

“ Speravo che dicessi questo; mi hai dimostrato che Pegaso non ha sbagliato a scegliere te.”. 

Il giovane smise di accarezzare il cavallo alato che tornò da Darksoul:

“ Beh, direi che possiamo tornare indietro.”.

Dark schioccò di nuovo le dita ed i tre vennero riportati nella piazza del villaggio:

“ Sakurame Darksoul, sei una persona interessante, ti terrò d’occhio. Voglio che tu sappia una cosa: due delle nove falci rimaste si trovano nella capitale.”

“ Davvero?”

“ Sì”

“ Bene, ora conosco la mia prossima destinazione!”

“ Direi che è giunta l’ora per me di congedarmi.”

Dalle grandi ali nere apparvero sulla schiena del giovane Dark:

“ A presto, Darksoul”.

Dark volò via.

“ Cosa succede? Sento il mio cuore battere all’impazzata… è come se stesse per esplodere.”

 

 

 

“ Maestro Dark”

“ Cosa c’è, Yatagarasu?”

“ Pensa davvero che quella ragazza riuscirà a ricomporre la falce di Dante?”

“ Chi lo sa; la grinta non gli manca di certo.”

“ E gli altri due, l’evocatore e il mezzo demone, cosa mi dice di loro? Crede che riusciranno a portare a termine i loro obbiettivi?”

“ Solo il tempo ce lo dirà.”

“ In particolare, quel mezzo demone sembra intenzionato a portare a termine la sua vendetta ma non ha nessuna possibilità contro Asmodeus.”

“ Se quel ragazzo vuole davvero vendicarsi, dovrà essere pronto ad affrontare le ombre del suo passato e, se necessario,  a sprofondare nei più profondi meandri dell’inferno… come ho fatto io.”

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Capitolo 6
*** la capitale ***


“ Lucifer, ci siamo persi.”
“ Ti sbagli, so per certo che la Capitale è a pochi passi da qui”
“ Lo hai detto anche due ore fa…”
“ è già passato tanto tempo?!”
“ Già”
“ Questo bosco è immenso, è impossibile trovare l’uscita”.
“ Ehi, aspetta, guarda laggiù!”.
Lucifer e Train, che ormai da diverse ore stavano tentando di attraversare il bosco, provarono un grande sollievo quando videro davanti a loro le mura della capitale:
“ Finalmente siamo arrivati!”.
Entrati nella città, il duo si ritrovò circondato da edifici altissimi, da bancarelle e da negozi di ogni genere:
“ Questa città è incredibile!”.
Train si tolse lo zaino dalle spalle e prese un sacchetto pieno di monete:
“ Lucifer, so che vuoi trovare il tuo maestro al più presto ma che ne dici di fare un giro tra le bancarelle prima di iniziare la ricerca?”
“ Sono assolutamente d’accordo!”
“ Bene! Io qui ho 100 monete d’oro, tu quante ne hai?”
“ Solo trenta purtroppo”
“ 30!? Cosa ne hai fatto di tutti gli altri soldi che avevi?!”
“ Li ho spesi per comprarmi da mangiare.”
“ Beh, almeno avremo provviste per un po’.”
“ In realtà, ho già mangiato tutto.”
“ Sei un pozzo senza fondo!”.
Train tentò di strangolare l’amico ma decise di lasciare stare, ritenendolo solo uno spreco di tempo:
“ Andiamo; Con 130 monete non potremo comprare molta roba ma magari siamo fortunati e troviamo qualcosa d’interessante ed economico.”.
Train e Lucifer si divisero ed iniziarono a visitare tutte le bancarelle.
Dopo qualche ora si riunirono:
“ Non ho trovato nulla a buon prezzo e tu?”
“ Solo alcune cianfrusaglie.”.
Train indicò una bancarella isolata da tutte le altre:
“ Proviamo laggiù.”
Il banco vendeva diversi oggetti a una cifra piuttosto bassa: in particolare c’era una spada molto arrugginita e un anello nero con delle strane ali, che costavano 60 monete l’uno:
“ Questa spada è davvero in pessime condizioni, Train, dubito che potresti usarla in battaglia.”
Train noto per un singolo istante una flebile aura intorno all’arma:
“ Ho deciso, la prendo!”
“ Ed io prendo questo anello, è carino.”.
Lucifer si mise l’anello al dito e Train con i soldi rimasti comprò un fodero per la sua nuova arma:
“ Bene, direi che possiamo cercare il tuo maestro; a proposito, non mi hai ancora detto come si chiama e che aspetto ha.”
“ Il suo nome è Tiki Mick; è un uomo piuttosto alto e robusto, sembra un gigante, ha i capelli bianchi e gli occhi blu ed ha una cicatrice che gli attraversa il viso; viaggia sempre con uno strano gufo sulla spalla;”
“ Nient’altro?”.
“ È un don Giovanni, ama cacciarsi nei guai e adora il gioco d’azzardo.”
“ In breve è un pazzo.”
“ Sì.”.
In quel momento ai due si avvicinò un ragazzo dai capelli neri e gli occhi blu come la notte:
“ Scusatemi, ho per caso sentito la vostra conversazione; se cercate il maestro Mick, io so dov’è.”
Train fissò il ragazzo e con aria stupita esclamò:
“ Tu sei il ragazzo che mi ha detto dove trovare la seconda Excalibur!”
“ Sì, è un piacere rivederti.”
“ Hai detto che sai dov’è l’uomo che cerchiamo?”
“ Sì, esatto; si trova alla scuola di magia Starlight.”
“ Una scuola di magia?”
“ Sì, si trova nella zona ad est della capitale; per entrare, però, dovrete superare una piccola prova.”
“ Una prova?”
“ Sì ma sono certo che due come voi la supereranno senza problemi. Ora devo andare, alla prossima!”
Il ragazzo corse via ma Train lo chiamò di nuovo:
“ Ehi! Come ti chiami?”
“ Kaito Dark.”.
Il giovane scomparve lasciando dietro di sé alcune piume nere:
“ Train, quel ragazzo è una brava persona, vero?”
“ Sì, perché me lo chiedi?”
“ Mentre era vicino a noi, ho sentito come una forza enorme che mi soffocava e mi impediva di respirare.”
“ Ma figurati, quel tipo non sembra molto forte, te lo sarai immaginato; andiamo ora, l’accademia di magia ci aspetta.”
“ Sì”
“ Non l’ho immaginato… ne sono certo.”
Arrivati all’entrata della scuola, Train e Lucifer  si ritrovarono davanti ad un uomo alto con dei lunghi capelli castani, degli occhi marroni, un paio di orecchie leggermente a punta e degli strani orecchini sferici:
“ Benvenuti, desiderate entrare nella scuola?”
“ Sì, siamo venuti per…”
“ Seguitemi; io sono Shin e oggi sarò la vostra guida.”
L’uomo portò il guerriero e l’evocatore sul retro della scuola, in una stanza fatta interamente di pietra con delle spade e delle lance appese ovunque:
“ Bene, possiamo dare il via alla prova.”
“ Prova?”
“ Sì, dovrete sconfiggermi in un duello per poter entrare nella scuola. Allora, chi è il primo?”
Lucifer si fece avanti:
“ Inizio io.”
Train indietreggiò fino all’entrata:
“ Quali sono le regole?”
“ Nessuna regola, potete usare qualsiasi arma, magia o creatura che possedete; potete anche usare le armi appese alle pareti.”
“ Bene; Raven!”.
Appare Raven che assnse la forma di una spada:
“ Fatti sotto, Shin!”.
L’uomo indossò un paio di guanti neri di pelle:
“ Vieni, Legolas!”
Apparve un dragone che si tramutò in una katana molto lunga:
“ Allo sfidante la prima mossa.”
Lucifer si scagliò contro il suo avversario tentando di colpirlo alla spalla ma Shin fermò il colpo con la katana e scaraventò il ragazzo contro una parete con un calcio:
“ Ha una forza incredibile… Vieni, Soldato di Terracotta!”.
L’evocazione apparve e si scagliò contro Shin; l’uomo, però, pose la mano in avanti ed esclamò:
“ Zereshunaida!”
Dalla sua mano partirono delle frecce di energia che distrussero il soldato di terracotta:
“ Magia!? Devo stare attento.”
“ Akai, azzannalo!”
Apparve il lupo bianco che tentò di mordere il mago; Shin, tuttavia, riuscì a fermarlo afferrandolo appena sotto le fauci:
“ Prevedibile”
“ Ne sei sicuro!?”
Lucifer apparve alle spalle di Shin, provando a colpirlo:
“ Bidurak!”
L’uomo bloccò la spada afferrandola semplicemente con la mano:
“ Impossibile!”
“ Medea!”
La piccola volpe apparve sulla spalla di Lucifer e attaccò Shin con una palla di fuoco:
“ Barudo”
Una barriera estinse le fiamme:
“ Am…”.
Proprio quando stava per evocare Ambra, Lucifer si fermò e scattò indietro:
“ Non posso evocarla! Quella ragazza ha già passato troppe esperienze negative, non la evocherò mai per combattere.”
“ Bell’attacco, ragazzo, peccato che tu non avessi un’evocazione in più, in quel caso mi avresti sconfitto con quella combinazione; ora, però, è il mio turno di attaccare: Kyusokuna!”.
Prima ancora che Lucifer se ne accorgesse, il mago con la sua spada aveva già steso Akai e gli aveva sottratto Raven:
Non l’ho neanche visto! È rapidissimo!”.
“ Sai, ragazzo, questa tua spada è molto interessante: è leggera e molto resistente.”
“ Raven!”.
Il corvo tornò al suo aspetto originale e cercò di tornare da Lucifer:
“ Kataoni!”.
Apparve un piccolo vaso che con una strana forza imprigionò Raven al suo interno:
“ Maledetto!”
“ Stai tranquillo, il tuo amico sta bene, l’ho solo bloccato.”
“ Accidenti… mi rimane solo Medea; dovrò usare di nuovo il Kyoyu Dengen.”
In quel momento davanti a Lucifer apparve Ambra vestito con una nuova armatura da cavaliere; la ragazza tirò un pugno in testa al suo evocatore:
“ Ehi! Perché lo hai fatto?!”
“ Cosa aspettavi ad richiamarmi, idiota!? Sono stata costretta a forzare la mia stessa evocazione!” ( In breve ha usato parte della sua energia per evocarsi da sola.)
“ Non voglio che tu combatta! Sei stata costretta a lottare e ad uccidere già una volta, non ti costringerò a farlo di nuovo!”
Ambra sguainò la spada e fissando l’avversario esclamò:
“ Sono io che ho deciso di lottare al tuo fianco, non sei tu che mi hai obbligato; ora smettila di fare questi discorsi e concentrati sulla battaglia.”
Lucifer sorrise, divertito e rassegnato allo stesso tempo, e prese una delle spade appese alle pareti:
“ Allora avanti, Ambra, vinciamo questa battaglia!”
Lucifer si scagliò contro Shin, incalzandolo con la sua arma; Ambra ne approfittò per arrivargli alle spalle e tentare di colpirlo ma il mago bloccò entrambe le armi con le mani:
“ Dark Void!”.
Ambra scagliò un onda di energia nera dalla spada, ustionando la mano del mago e obbligandolo a lasciare la sua arma; con uno strattone forte Lucifer liberò anche la sua e tentò di colpire Shin al viso mentre Ambra attaccò alle gambe:
“ Barudo!”.
Una barriera fermò entrambi i loro colpi:
“ Medea!”.
La piccola volpe, che era nascosta sotto al mantello dell’evocatore, sparò una sfera di fuoco, perforando la barriera già indebolita e ustionando il petto di Shin:
“ Ambra!”
“ Dark Helix!”.
L’attacco di Ambra ferì Shin alla schiena. L’uomo scattò di lato:
“ Zereshunaida!”
Una scarica di frecce di energia si diresse verso Lucifer e le sue evocazioni:
“ Medea,  Kyoyu Dengen!”
“ Dark Zoom!”
I due guerrieri schivarono l’attacco e attaccarono Shin da entrambi i lati:
“ Dark Void!”
“ Shoidan!” ( Bomba incendiaria)
“ Barudo!”.
La barriera non resse agli attacchi e Shin venne scaraventato a terra:
“ Abbiamo vinto!”.
Lucifer annullò il Kyoyu Dengen e richiamò le sue evocazioni:
“ Grazie Ambra, Medea”
Shin si rialzò in piedi:
“ I miei complimenti, ora puoi entrare nell’accademia.”
“ Evviva!”.
L’evocatore si rivolse all’amico:
“ Train, ti aspetto dentro, sbrigati!”
“ Arriverò tra pochi minuti”
“ Ci conto!”.
Lucifer entrò nell’accademia. Shin curò le sue ferite e, rivolgendosi a Train, esclamò:
“ Pronto?”
“ Pronto!”.

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Capitolo 7
*** il sigillo della tentazione e la piuma della salvezza! ***


Train sguainò Ryumon e si scagliò contro Shin:
“ Un attacco frontale, tutto qui? Barudo!”.
La barriera del mago fermò il fendente i Train:
“ Rigai Kankei!”.
Le fiamme di Ryumon attraversarono la barriera:
“ Tojikoki!”
Sulla spada apparve un sigillo e le fiamme si estinsero:
“ Ma cosa!?”
Train scattò indietro:
“ Ho imposto un sigillo sulle fiamme di quella spada, ora non potrai usarle.”
“ Maledetto!”
“ Maledizione, in questo stato Ryumon non mi servirà a molto, dovrò usare una delle armi che ci sono sui muri ma sono certo che lui sappia come contrastare ognuna di esse senza difficoltà; e va bene, vorrà dire che per una volta combatterò come il mezzo demone che sono!”.
Train rinfoderò la spada e si scagliò contro Shin, tentando di sferrargli un pugno:
“ Crede davvero di sconfiggermi a mani nude?”
“  Shakkao!”
Il mago scaraventò contro Train delle sfere di energia ma il mezzo demone le schivò; la sua maglia, tuttavia, venne colpita di striscio, squarciandosi e rivelando un tatuaggio marchiato a fuoco raffigurante un ragno; alla vista di quel simbolo, Shin impazzì di colpo:
“ Assassino! Assassino!!! Sporco demone assassino!”.
“ Ma cosa gli succede?!”
Shin sguainò di nuovo la sua spada e si scagliò contro Train ad una velocità altissima e gli trapassò il petto prima che potesse reagire; dopodiché afferrò il giovane per il collo e lo spinse a terra, bloccandolo:
“ Maledetto demone assassino!!! Me la pagherai! Me la pagherai!”.
Shin con un secondo colpo di spada squarciò il petto di Train e, preso da un terrificante raptus, lo continuò a colpire e a colpire fino a fargli perdere conoscenza; quel giorno il pavimento si tinse di rosso
Dolore!... Un dolore atroce!... vi prego, qualcuno lo fermi!... mi fa male!... mi fa tanto male!... aiuto! Qualcuno mi aiuti!... Io... io sto morendo…”
In quel momento Train si svegliò; si trovava in un posto buio, tetro; davanti a lui c’era un enorme cancello con uno strano sigillo a tenerlo chiuso; appena oltre si intravedevano due giganteschi occhi carichi di odio che brillavano di un azzurro acceso e delle zanne acuminate:
“ Dove sono?”
“ Io posso cancellare il tuo dolore!”
“ Chi sei?”
“ Io sono la parte di te che hai dimenticato, quella che hai rinnegato! Togli il sigillo, apri il cancello ed io ti libererò dal tuo dolore.”.
In quel momento l’essere dall’altra parte del cancello scomparve e al suo posto apparve un secondo Train, identico all’originali ma con gli occhi dell’essere imprigionato:
“ Avanti, liberami… pensaci: niente più dolore… niente sofferenza… solo calma e tranquillità…”
“ Calma e tranquillità.”
“ Potrai rivedere tua madre…”
“ Mamma.”
“ Basta solo che strappi il sigillo.”
“ Devo strappare il sigillo.”.
Train, quasi ipnotizzato, si avvicinò all’enorme cancello e afferrò una delle punte del sigillo:
“ Avanti, toglilo!”.
Il giovane iniziò a tirare via il sigillo ma, un istante prima che lo staccasse, un uomo strattonò via Train, allontanandolo dal sigillo: aveva i capelli lunghi bianchi, gli occhi color ambra brillanti, indossava un’armatura scintillante da cui spuntava una singola ala piumata simile a quella di un cigno:
“ Non ceda agli inganni dei demoni, padrone”.
Il giovane si risvegliò dall’ipnosi e scattò in piedi:
“ Grazie per avermi salvato, stavo per fare una sciocchezza.”
“ Di nulla, è compito di un servo aiutare il proprio padrone.”.
L’essere oltre al cancello riapparve nella sua vera forma ed emise un ruggito terrificante tentando di sfondare le sbarre:
“ Torna a dormire, demone maligno!”
Il misterioso individuo emise una luce immensa che fece crollare il demone al suolo; Train rimase sbalordito. L’essere angelico si inchinò:
“ Mi permetta di servirla, padrone”.
Quella richiesta colpì molto il mezzo demone:
“ Perché vuoi servirmi? E poi, chi sei?”
All’uomo scesero alcune lacrime:
“ Voi siete stato il solo ad aver dimostrato fiducia in me; anche se ero vecchio e arrugginito, lei ha deciso di prendermi comunque con sé, la ringrazio.”
“ Arrugginito? Allora sei la spada che ho comprato al mercato!”
“ Sì, sono io. La ringrazio, la ringrazio, non potrò mai ringraziarla abbastanza!”.
Train esclamò:
“ Mi spiace ma non posso prenderti come servitore…”.
Il giovane porse la mano al mezzo angelo:
“… Ma ti accetto come amico.”
“ La ringrazio, maestro.”
“ Dammi del tu…”
“ D’accordo, Train”
“ A proposito, qual è il tuo nome?”
“ In passato i miei padroni mi hanno dato diversi nomi: Save The Queen, Shiro, Senryu; ora lei deve scegliere il mio nuovo nome.”
“ È il tuo nome, spetta a te deciderlo.”
“ Allora la prego, mi chiami…”.
 
In quel momento Train si rialzò completamente illeso. Shin, sbalordito, esclamò:
“ Impossibile! Come hai fatto a guarire?!”
“ Sembra che la tua spada non sia abbastanza affilata da ferirmi...”
“ Non importa, ti ucciderò di nuovo!”
Shin si scagliò furiosamente contro Train: il mezzo demone sguainò la sua spada:
“ Mostra la verità, Hikari.”.
L’arma iniziò a brillare e a Shin vennero mostrati tutti gli oscuri eventi che Train aveva vissuto; il mago crollò in ginocchio e pianse:
“ Mi dispiace… scusami… non sapevo, non immaginavo… perdonami, ti prego.”.
Train gli porse la mano e lo aiutò a rialzarsi:
“ Non preoccuparti, capisco la tua reazione, non c’è bisogno che ti scusi ancora; asciuga quelle lacrime, non si addicono ad un mago.”.
Shin prese un fazzoletto e si asciugò le lacrime:
“ Così va meglio, vero? Bene, riprendiamo la sfida.”
“ Non ce n’è bisogno, dopo ciò che hai passato, puoi entrare nella scuola; non hai bisogno di ulteriori sfide.”
Shin sciolse il sigillo imposto su Ryumon:
“ Ti ringrazio.”.
Train rinfoderò la spada ringraziandola del suo duro lavoro e corse dentro l’accademia, raggiungendo Lucifer; i due si misero subito alla ricerca del maestro Tiki Mick.

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Capitolo 8
*** tragedia ***


“ Davvero lei possiede la leggendaria Excalibur?”
“ Ma certo, mie care signore, la leggendaria spada della luce mi ha scelto come suo possessore!”
L’uomo mandò giù un altro boccale di birra:
“ Allora deve essere una persona davvero speciale!”.
Le tre ragazze che gli stavano intorno lo strinsero forte a loro:
“ Modestamente signore, io sono il grande e invincibile maestro Mick!”.
In quel momento qualcuno da dietro diede un pugno all’uomo, facendogli rovesciare la birra che stava bevendo:
“ Ehi, chi si è permesso di…!?”
Tiki Mick guardò alle sue spalle e vide Lucifer e Train:
“ Maestro, lei è incorreggibile!”.
L’evocatore diede un altro pugno al suo maestro e, con l’aiuto dell’amico, lo trascinò fuori dal bar:
“ Non ci posso credere! Gli insegnanti dell’accademia mi avevano detto che era andato in città per meditare e poi la trovo ad ubriacarsi e a rimorchiare, ma non si vergogna!?”
“ Ma io stavo meditando.”
“ Su cosa?! Su quale di quelle ragazze avesse la scollatura più grande!?”.
Lucifer diede un altro pugno in testa al maestro:
“ Va bene, va bene, ho sbagliato! Basta colpirmi però!”.
Train, vedendo la scena, rimase molto perplesso:
“ Siamo sicuri che non sia Lucifer il maestro e Tiki Mick l’allievo?”.
Il maestro Mick esclamò:
“ Parlando di cose serie, Lucifer, vedo che hai molti tatuaggi nuovi, ti sei dato da fare; quando sono partito al tuo fianco avevi solo Medea, ora hai addirittura cinque evocazioni; sono fiero di te.”
“ Grazie, maestro.”
L’uomo si rivolse a Train e fissando la spada che portava legata alla schiena esclamò:
“ Allora ragazzo, vedo che anche tu cerchi le sette Excalibur; immagino che tu abbia seguito il mio allievo per prendere quella che è in mio possesso.”
“ Sì, esatto.”
“ Beh, potrei anche dartela, tanto non riesco ad impugnarla.”
“ Davvero?! Grazie!”
“ 1000 monete d’oro.”
“ Come!?”.
Lucifer mollò l’ennesimo cazzotto al proprio maestro:
“ Dagli quella spada e falla finita!”
“ Falla finita, Lucifer!”
Train esclamò:
“ Accetto.”
“ Come?”
“ Accetto: le porterò 1000 monete d’oro e lei in cambio mi darà la spada.”
“ Ragazzo, io stavo scherzando…”
Il maestro Mick vedendo lo sguardo determinato del giovane si convinse:
“ Affare fatto, ragazzo; Lucifer, tu gli darai una mano.”
“ Va bene.”
“ Ed io nel frattempo me ne torno al bar!”.
Lucifer mollò un altro cazzotto al maestro Mick:
“ Ti aspettano all’accademia, muoviti!”
“ Sì, sì, vado!”.
Tiki Mick, rimproverato ancora dal suo allievo, si avviò verso la scuola:
“ Allora, Train, come hai intenzione di ottenere tutti quei soldi?”
“ Non lo so ancora.”
“ Ti sei gettato in questa impresa senza avere neanche un piano?”
“ Già.”
“ Questa sarà una lunga serata.”.
Train e Lucifer camminarono per la città in cerca di una soluzione per diverse ore; quando stavano per arrendersi, sulla parete di un vicolo notarono un manifesto:
 
Dober Thoug
Ricercato per pluriomicidi
Ricompensa per la cattura: 1500 monete d’oro
Riscuotere alla prigione di Serbante
 
“ Ecco la soluzione!”
“ Train, non starai pensando di provare a catturare quel tipo, vero?”.
“ È  una soluzione perfetta!”
“ Sei impazzito!? Vuoi affrontare uno spietato assassino!?”
“ Hai un’idea migliore?”
“ No, però…”
“ Allora è deciso!”
“ Ma non sappiamo nemmeno dove si nasconda!”
“ A questo si può rimediare.”.
 
Raccogliendo informazioni in tutta la città, i due giovani vennero a sapere che Dober Thoug si nascondeva in una caverna vicino alla prigione di Serbante, ad 1 ora di cammino dalla capitale. Giunti alla grotta, Lucifer e Train vennero immediatamente accerchiati da una banda di briganti armati fino ai denti:
“ Devono essere compagni di Thoug…”
“ Cosa pensi di fare, Train?”
“ Affrontarli, mi pare ovvio!”
“ D’accordo; manifestati, Raven!”.
Sguainate le spade, i due guerrieri si scagliarono contro i loro assalitori ed in poco tempo li costrinsero alla fuga:
“ Mi aspettavo che fossero più forti; è bastato che Ryumon li bruciacchiasse un po’ e sono scappati come conigli.”
“ Muoviamoci, prima finiamo e prima potrò andare a dormire.”
 
Giunti al fondo della grotta, Lucifer e Train trovarono una formosa ragazza con delle grandi ali piumate nere che trascinava, legato come un salame e svenuto, un uomo con una barba incolta e dei capelli castani leggermente sporchi di sangue:
“ Voi chi siete? Amici di questo tizio!?”
“ Noi no, tu piuttosto chi sei?”
Lucifer sussurrò:
“ Train, quello legato è il nostro bersaglio.”.
La ragazza, perplessa, rimase a fissare i due guerrieri:
“ Scusa, strana ragazza corvo…”
“ Sono un angelo nero, ignorante! Comunque mi chiamo Darksoul”
“ Scusa! Io sono Train”
“ Ed io Lucifer.”
“ Sei anche tu venuta qui per la taglia?”
“ Di che parli? C’è una taglia sulla testa di questo tipo?”
“ Sì, non lo sapevi?”
“ No; mentre mi dirigevo verso la capitale, questo criminale mi ha attaccata; l’ho affrontato ma poi è fuggito e, inseguendolo, sono finita qui.”
“ Capisco.”
“ Beh, per quanto mi riguarda, potete intascarla voi la ricompensa, a me non servono soldi per ora.”
“ Ti ringrazio.”.
Darksoul seguì Train e Lucifer alla prigione, dove i due consegnarono Thoug alla giustizia ed intascarono la ricompensa; lo spadaccino si avvicinò alla ragazza e gli porse un sacchetto:
“ Tieni, qui ci sono 500 monete d’oro.”
“ Ti ho già detto che non mi servono soldi per ora.”
“ Non importa, hai catturato tu Thoug, non noi, quindi meriti almeno una parte della ricompensa.”
“ Beh, grazie.”.
Darksoul prese le monete e le mise nel suo zaino:
“ Allora, voi cosa farete ora?”
“ Adesso torneremo alla capitale; dato che anche tu devi andare lì, possiamo andarci insieme.”
“ Certo, vengo volentieri.”
 
I tre si diressero verso la capitale ma quando arrivarono lo spettacolo che gli si parò davanti li fece rabbrividire: della città non restavano altro che le macerie:
“ Non è possibile!”
“ Maestro!!!”.
Lucifer iniziò a correre verso le macerie per cercare il suo mentore; Train e Darksoul lo seguirono:
“ Maestro! Maestro! Maestro Mick dove sei!?”
“ Lucifer…”.
Sentendo la voce del suo mentore, Lucifer avvertì Darksoul e Train e corse verso un cumulo di macerie e lo trovò: era pieno di ferite e aveva un buco nello stomaco:
“ Maestro… Cos’è successo?!”
“ Aberrath… è stato Aberrath…”
“ Il servo di Asmodeus!”.
Train scattò in un impeto di furia:
“ Ti ucciderò Asmodeus!”

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Capitolo 9
*** i ricordi di Tiki Mick ***


( Nota: in questo capitolo le parti in grassetto sono pensieri)
Ricorderò per sempre quel giorno: nevicava ormai da settimane in quel villaggio tra i monti; ero stato chiamato lì per compiere un esorcismo ma, a causa di una tormenta, ero stato costretto a fermarmi lì per diversi giorni. Quando finalmente la bufera cessò, raccolsi le mie cose e mi preparai a partire:
“ Arrivederci maestro Archer.”
“ Arrivederci a voi!”.
Mi incamminai subito per una strada di montagna poco battuta; la neve era molto alta e si gelava fuori; fu quando meno me lo aspettai, a qualche chilometro dal villaggio, che sentii una debole voce cantare:
“Da un bel boschetto a far la serenata… la luna tutta bianca s’è affacciata: sono i monti… le valli, le colline... La luna ride un poco…”.
Seguii quella voce che via via che cantava si faceva sempre più debole e finalmente, all’ombra di un albero, trovai il bambino che cantava: i suoi vestiti erano tutti stracciati e ricoperti di neve, il suo sguardo era vitreo e la sua pelle era violacea:
“ Ragazzino ma che fai qui da solo!?”.
Mi tolsi immediatamente il cappotto e glielo misi sulle spalle per scaldarlo; lui mi fece un sorriso e con un filo di voce mi disse:
“ Mamma mi ha detto… di aspettare qui… presto un signore gentile… di nome Tiki Mick mi verrà a prendere”
“ Tiki Mick, il demone mangia bambini!!!”
“ Ragazzo, come ti chiami?”
“ Lucifer… signore… e lei?”
“ I suoi genitori lo hanno abbandonato, non posso lasciarlo qui!”
“ Io mi chiamo Tiki Mick, tua madre mi ha mandato a prenderti; vieni, ti porto alla tua nuova casa.”
“ Grazie signor Mick… la mamma ne sarà felice…”.
Presi il bambino in braccio e lo coprii più che potevo:
“ Baragsha, vieni, presto!”.
Baragsha, la mia fedele compagna, apparve subito ed io le salii in groppa:
“ Corri, Baragsha, corri!”.
Grazie al suo passo veloce, giungemmo in poco tempo alla mia casa; accesi subito il camino e lasciai il bambino a scaldarsi al fuoco:
“ Grazie… signor Mick… ma adesso sto bene… non ho più freddo… ho sonno… buonanotte…”
“ Non dormire ragazzo! Resta sveglio!”
Non sapevo cosa fare così presi un vecchio pupazzo e glielo misi davanti:
“ Lucifer, guarda, un gioco!”.
Il bambino si risollevò e prese il pupazzetto, abbracciandolo e stringendolo forte:
“ Posso tenerlo, signore?”
“ Certo, Lucifer, puoi tenerlo.”
“ Grazie, signor Mick.”.
 
Da quel giorno mi presi cura di quel bambino e lo crebbi come se fosse mio figlio, anche se devo ammettere che non fu facile; ovunque andassimo, facevo in modo che tutti mi chiamassero Tiki Mick; non volevo far sapere a quel bambino la verità.
Un giorno di tre anni fa, però, fui costretto ad allontanarmi da lui; per me fu terribile separarmi da lui ma non avevo scelta; così, poco prima della mia partenza, insegnai tutto il possibile sulle evocazioni a quel bambino e feci in modo che stringesse almeno un contratto prima della mia partenza.
Ogni giorno, dopo la mia partenza, continuai a pensare a lui e a chiedermi se stesse bene. Qualche giorno fa decisi di contattarlo, volevo assolutamente vederlo e parlare con lui.
Avrei voluto parlargli ma ormai è tardi… ora sono qui, a terra, sento dolore… lui è qui davanti a me, mi sta parlando ma purtroppo non lo riesco a sentire… sembra preoccupato… vorrei parlare ma non ho più voce… sei cresciuto, Lucifer, ormai sei un uomo… ne sono felice... riuscirai a cavartela anche senza di me… vai ora, continua il tuo viaggio… non ti devi preoccupare per me… il dolore è passato… ora sto bene… ho tanto sonno… buonanotte, Lucifer… grazie…

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Capitolo 10
*** partenza! ***


Il conteggio delle vittime venne effettuato in pochi giorni: 1312 furono i morti, 42981 i feriti e 349 i dispersi. Dell’Excalibur posseduta dal maestro Mick non era rimasta traccia, molti sostennero che probabilmente qualcuno l’avesse presa durante l’assalto di Aberrath. Una settimana dopo si tennero i funerali; molti piansero, si disperarono davanti alle tombe dei loro familiari; Train e Darksoul osservarono in silenzio il ragazzo sciogliersi in lacrime davanti alla tomba del maestro Mick:
“ Non è giusto! Non è giusto! Ti avevo appena ritrovato e ti ho già perso di nuovo!”.
In quel momento si udì una voce nell’aria:
“ Come sono delicati gli essere umani, come il più fragile cristallo che si rompe al minimo urto.”
Calpestando con i suoi piedi la tomba di Tiki Mick, dal nulla apparve Dark, che con tono beffardo continuò a parlare:
“ Che cosa futile celebrare i morti: è come se un uccello con le ali spezzate piangesse per una bianca colomba che sta spiccando il volo”
Lucifer, offeso per l’affronto che l’angelo aveva fatto al suo defunto maestro, lo afferrò per il colletto della sua giacca:
“ Come osi?!”
“ Non osare toccarmi!”.
Lucifer venne scaraventato a diversi metri di distanza da una misteriosa forza:
“ A voi potrà anche importare ma io sono un corvo; io disprezzo le colombe e uccido senza nessun rimorso i deboli uccelli feriti! Voi umani condannate i corvi perché si cibano delle carcasse dei morti e venerate le bianche colombe simbolo di un dio che voi credete benevolo! Io vi dico una cosa: quel dio che tanto amata è solo il più sadico tra gli esseri!”
Train lo guardò con occhi sprezzanti d’odio e, avvicinandosi a lui, esclamò:
“ Se sei qui solo per fare casino, puoi anche andartene.”
“ Ma guarda, il giovane mezzo sangue ha qualcosa da dire; sappi questo: se io davvero fossi venuto qui per fare casino…”.
Una forte pressione spirituale schiacciò Train a terra:
“ … tu e tutti i presenti sareste già morti.”
“ Non riesco a respirare! Sto soffocando!”.
Dark annullò la sua pressione spirituale permettendo a Train di riprendersi:
“ Che cosa vuoi allora?”
“ Aiutarvi…”
“ Ed io dovrei accettare l’aiuto di una persona  tanto ottusa? No, grazie, ne faccio a meno.”
“ Strano, dopotutto per ben due volte hai già accettato che ti aiutassi.”
Un raggio di sole in quel momento illuminò il viso di Dark, permettendo a Train di riconoscerlo:
“ Tu sei il ragazzo dell’altro giorno, quello che ci ha detto dove si trovava il maestro!”
“ Dato che non lo ricordi, mi chiamo Dark.”
“ Ma l’altra volta non avevi quelle piume da corvo”
“ Tsk, che ingenuità, avevo semplicemente ritratto le mie ali”
“ In ogni caso non accetterò il tuo aiuto!”
“ Nemmeno io! Uno che non rispetta i morti non merita di essere ascoltato!”.
Dark rivolse il suo sguardo a Darksoul e disse:
“ Immagino che tu sia d’accordo con loro, dopotutto chi tace acconsente. Io non ho più nulla qui da fare, addio, poveri stolti. Ah, voglio darvi una piccola informazione prima di andarmene: Aberrath si trova a Nord, nascosto da qualche parte sul monte Perz; il vostro maestro lo ha ferito e per qualche giorno sarà debole; per arrivare da lui dovrete passare per il villaggio di Norita ma state attenti, la gente di quelle parti ama tanto la carne.”.
L’angelo nero scomparve nel nulla. Senza dire una parola, Lucifer e Train raccolsero le loro cose e si incamminarono verso nord:
“ Aspettate! Volete davvero andare ad affrontare Aberrath!?”
“ Sì, non provare a fermarci, Darksoul.”
“ Non ho intenzione di farlo, io vengo con voi!”
 

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Capitolo 11
*** lupi, corvi e colombe! ***


“ Quello laggiù deve essere il villaggio di Norita.”
“ Già.”
“ Non vi pare che ci sia qualcosa di strano?”
“ Di cosa parli?”
“ Ormai è mezzogiorno ma in questa zona è come se fosse notte.”
“ Hai ragione, è strano.”
“ Non abbiamo tempo di preoccuparcene, muoviamoci.”
“ Sì.”.
Lucifer, Train e Darksoul, dopo alcune ore di viaggio, giunsero all’entrata del villaggio di Norita: sembrava un borgo piuttosto antico, le case erano per lo più baracche semidistrutte e per strada non si vedeva nessuno; perplessa, Darksoul disse:
“ Non so voi ma a me questo posto sembra abbandonato.”
“ E aggiungerei da parecchio.”
“ Non ha importanza, dirigiamoci verso il monte Perz; se non ci sbrighiamo, Aberrath potrebbe sfuggirci.”
In quel momento Train udì qualcosa ed esclamò:
“ C’è qualcuno qui… non è uno solo, saranno almeno una ventina.”
Excalibur iniziò a pulsare forte:
“ Scappate!”.
Un branco di lupi mannari spuntarono dalle rovine della città e si scagliarono contro i tre guerrieri:
“ Sono in troppi, scappiamo!”.
Lucifer e Train iniziarono a correre verso una delle baracche più isolate e Darksoul li seguì in volo; uno dei lupi mannari, però, spiccò un balzo enorme e con un colpo dei suoi artigli ferì l’angelo ad un’ala, facendola precipitare:
“ Darksoul!!!”
In quel momento dal nulla apparve un licantropo completamente nero che afferrò l’angelo e la portò in salvo:
“ Mettetevi al riparo, io li trattengo.”.
Darksoul e i suoi compagni si rifugiarono in una delle baracche:
“ Cosa diavolo sono quelle belve?!”
“ Lupi mannari; sono umani ma di notte si tramutano in bestie feroci divoratrici di uomini.”
“ Pero uno di loro mi ha salvata.”
In quel momento nella baracca apparve il licantropo che poco prima aveva salvato Darksoul: era coperto di sangue e aveva segni di morsi ovunque; appena lo vide, Train sguainò la spada e gliela puntò alla gola; Darksoul, però, riconoscendolo, intervenne e fermò l’amico:
“ Aspetta, lui è quello che mi ha salvato.”.
Il lupo mannaro fece qualche passo indietro ed emise un verso stridulo, assumendo fattezze umane: aveva i capelli neri e la pelle piuttosto scura:
“ State tutti bene?”
“ Sì, grazie per averci salvato.”
“ Chi sei?”
“ Mi chiamo Kisuke; non sareste mai dovuti venire qui.”
“ Spiegati: chi o cosa sono quelle belve e perché ci hanno attaccato?”
“ Sono gli abitanti di questo villaggio.”
“ Cosa gli è successo?”
“ Successe tutto dieci anni fa: i miei genitori, Agni e Milena, al tempo erano i capi di questo borgo e a loro spettava giudicare tutti i crimini e prendere le decisioni; un giorno, durante una battuta di caccia, un gruppo di noi trovò un lupo ferito e, non sapendo cosa fare, lo portò dai miei genitori; proprio mentre lo curavano, però, il lupo cambiò forma e divenne un essere umano: disse di chiamarsi Kyle e di aver bevuto il sangue di un licantropo, ottenendone i poteri; mio padre decise di ospitarlo al villaggio ma alcuni non erano d’accordo: credevano che fosse pericoloso. Così una notte entrarono nella locanda e uccisero brutalmente Kyle.”
“ Ma è terribile!”
“ Ciò che non sapevamo era che Kyle era sotto la protezione di una potente strega; quando lei lo venne a sapere, lanciò una maledizione contro il nostro villaggio: donò a tutti il potere di Kyle ma fece sì che fosse sempre buio qui da noi; così tutti gli abitanti non sarebbero mai tornati umani.”
“ Che maledizione terribile!”.
Train in quel momento domandò:
“ Ma tu riesci a tornare umano, come fai?”
“ Grazie a questo.”.
Kisuke mostrò una collana con attaccata una piuma nera:
“ Questa mi permette di controllare la trasformazione.”
“ Chi te l’ha data?”
“ Un ragazzo con due enormi ali nere; è venuto qui 3 anni fa e me l’ha messa al collo e mi ha detto di tenerla sempre con me… mi ha detto il suo nome… com’era?... Kar… Bark…”
“ Per caso era Kaito Dark?”
“ Sì, ecco, si chiamava così!”
Train esclamò:
“ Allora quel tipo ha anche un lato buono.”
“ Mi ha anche detto come rompere la maledizione.”
“ Davvero?! Perché non lo hai fatto allora?”
“ Non ci riesco; mi ha detto di dare una degna sepoltura a Kyle ma non riesco a raggiungere il suo corpo.”
“ Dove si trova?”
“ Nella chiesa; i licantropi la sorvegliano continuamente ed è impossibile entrare senza essere visti.”.
Dopo averci ragionato per qualche secondo, Darksoul e Train esclamarono:
“ Bene, ti aiuteremo.”
“ Davvero!?”
“ Entreremo nella chiesa e porteremo via il corpo di Kyle, così potrai seppellirlo.”
“ A nome di tutto il villaggio vi ringrazio.”.
Lucifer si alzò in piedi e a testa bassa si diresse verso l’uscita:
“ Dove vai, Lucifer?”
“ Voi fate ciò che volete ma io ora esco e vado al monte Perz.”
“ Cosa?! Non ti importa di cosa accadrà a questa gente?!”.
Lucifer continuò a camminare senza fermarsi e, senza farsi notare dai licantropi, se ne andò; Darksoul tentò di fermarlo ma Train la bloccò:
“ Lascialo; ha bisogno di tempo per riflettere da solo.”
“ D’accordo.”
“ Noi dobbiamo sbrigarci; Darksoul, come va la tua ala? Sei in grado di volare?”
“ Temo di no; la ferita sta guarendo ma ci vorrà ancora del tempo”
“ Peccato, un paio di ali ci sarebbero state utili.”
“ Per questo non ci sono problemi.”
L’angelo invocò Pegaso:
“ Un cavallo volante! Bene, ho un piano!”
 
Train e Kisuke uscirono fuori dalla baracca e si scagliarono contro i licantropi:
“ Kirameki Joka!”
Hikari liberò un’onda di luce enorme che scaraventò alcuni dei licantropi contro una delle catapecchie, attirando l’attenzione di tutti gli altri:
“ Venite a prenderci!”.
Train e Kisuke iniziarono a correre in direzione opposta alla chiesa e i lupi mannari gli corsero dietro:
“ Darksoul, è tutto nelle tue mani!”.
L’angelo delle tenebre scattò fuori dalla baracca e corse verso la chiesa; spalancò le porte ma appena provò a mettere un piede dentro la chiesa la sua pelle si ustionò:
“ Cosa succede?!”.
Una voce esclamò:
“ Alle creature oscure come noi non è concesso di entrare nelle terre sacre.”.
Dark si materializzò davanti a Darksoul:
“ Cosa?! Devo entrare assolutamente! Devo recuperare il corpo di Kyle!”
“ Metti un piede oltre quella porta e verrai purificata a morte.”
“ Maledizione! Devo trovare un modo di entrare!”
Dark strinse Darksoul a sé e appoggiò la testa sulla sua spalla:
“ Dammi un bacio e prenderò io il corpo per te.”
 
 
Note dell’autore:
Salve lettori, voglio  ringraziarvi per aver letto la mia storia e spero che continuerete a farlo; spero che recensirete questo e gli altri capitoli ( sono ben accetti critiche, elogi o consigli… insomma, qualsiasi cosa vogliate dirmi, scrivetela). Ciao, a presto.

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Capitolo 12
*** il castello ***


Il cuore di Darksoul iniziò a battere fortissimo e la sua faccia divenne rossa come un peperone; dopo qualche secondo Dark percepì qualcosa e disse:
“ Sembra che il tempo a nostra disposizione sia scaduto.”
L’angelo delle tenebre si avviò verso l’entrata della chiesa:
“ Attento! Se entri verrai purificato a morte!”.
Dark avanzò senza badare alle parole di Darksoul ed entrò nella chiesa senza subire alcun danno:
“ Impossibile! Anche lui è un angelo delle tenebre eppure non è stato minimamente danneggiato quando è entrato! Chi è davvero questo tipo?!”
Dark prese il cadavere e uscì, consegnandolo alla ragazza:
“ Bene, risolta questa faccenda, io mi posso congedare…”.
A sorpresa l’angelo baciò Darksoul per poi sparire subito dopo:
“ Good bye my dear.”
La ragazza rimase paralizzata dalla vergogna per qualche secondo, dopodiché prese il cadavere e corse verso il cimitero:
“ Pegaso!”.
Il cavallo alato apparve:
“ Porta Train in salvo!”.
Pegaso spiccò il volo e, giunto dal mezzo demone, lo fece salire sulla sua groppa e volò via, inseguito a breve distanza dai lupi mannari.

Darksoul raggiunse Kisuke al cimitero, dove lui aveva già preparato la tomba:
“ Presto!”.
Darksoul adagiò il corpo di Kyle nella fossa e Kisuke lo seppellì:
“ Riposa in pace e perdonaci se puoi.”.
In quel momento i lupi mannari giunsero sul posto; Kisuke assistette con gioia al nuovo sorgere del sole e alla ritrasformazione dei suoi amici e familiari:
“ Mamma, papà!”.
Il giovane corse ad abbracciare i suoi genitori e, voltandosi nuovamente verso Darksoul e Train, che nel frattempo si erano riuniti, sorrise e fece un leggero inchino:
“ Vi ringrazio, davvero non so come sdebitarmi.”
“ Non ci devi nulla, ti abbiamo aiutato con piacere.”
“ Ora dobbiamo andare, Lucifer si caccerà nei guai se non lo raggiungiamo in fretta.”.
I due guerrieri corsero verso il monte Perz.

Appena giunsero alle sue pendici, notarono una grotta difesa da uno strano tipo con degli occhi rossi, i capelli bianchi con indosso un’armatura da samurai, che impugnava una vecchia katana piuttosto arrugginita; Train esclamò:
“ Quel tipo non sembra avere una bella cera.”
“ Perché è già morto.”
“ Cosa!? Uno zombie?”
“ Non proprio; è un Gaki, un essere umano che in punto di morte ha ceduto l’anima ad un demone per continuare a vivere come un semi umano.”
“ Sono forti?”
“ No, infatti mi sembra strano che a sorvegliare l’entrata ce ne sia uno solo.”
“ Beh, meglio per noi!”.
Train scattò verso il Gaki sguainando Ryumon:
“ Rigai Kankei!”.
La spada sprigionò delle fiamme enormi  da cui tuttavia il guardiano uscì indenne:
“ Cosa?!”
Il Gaki attaccò lo spadaccino con la sua katana:
“ Fatti sotto, sottospecie di zombie!”
“ Train, spostati!”.
Il guerriero si scansò di lato appena in tempo per evitare il fendente che, sprigionando un’onda di energia enorme, creò una spaccatura enorme nel terreno:
“ Appena in tempo.”
Darksoul sguainò Raion e scaraventò l’Hoko no Raion contro il Gaki, rompendo un pezzo della sua armatura:
“ Ci avrei giurato: tu non sei un normale Gaki; il colpo di Train era basato sul fuoco e non ha avuto effetto su di te dato che sei un Kyokotsu ( spirito delle persone morte affogate); il tuo corpo è pieno d’acqua.”
Il Gaki si infuriò e si scagliò contro Darksoul che, tuttavia, evitò l’attacco alzandosi in volo:
“ Train, usa Hikari contro di lui!”
“ Sì!”.
Lo spadaccino sguainò la spada, rinfoderò Ryumon, e scagliò un’onda di luce enorme contro il Kyokotsu, disintegrandolo:
“ Bene, lo abbiamo sconfitto; entriamo, forza!”.
I due guerrieri si inoltrarono e in pochi minuti giunsero in un punto della grotta molto grande; rimasero molto sorpresi nel vedere al centro della grotta un castello enorme:
“ Incredibile! C’è un castello dentro alla montagna!”
“ Deve essere quello di Aberrath.”
“ Entriamo.”.
Darksoul e Train si infiltrarono nella gigantesca costruzione; si ritrovarono in  una stanza con due porte ai lati, una scalinata che saliva ed una che scendeva:
“ Bene, Lucifer deve essere qui da qualche parte.”
“ Dividiamoci, lo troveremo più in fretta.”
“ D’accordo.”
“ Io prendo la porta di destra”
“ Io quella di sinistra.”.

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Capitolo 13
*** Rabbia ***


Train varcò la porta che aveva scelto e si trovò in mezzo ad un lungo corridoio pieno di quadri raffiguranti strani demoni tutti armati di spada:

“ Che brutti quadri… meglio se mi sbrigo ad attraversare questo corridoio.”.

In quel momento nella stanza risuonò una voce molto profonda:

“ Stai attento o finirai come quel ragazzo di prima.”.

Davanti a Train apparve una donna piuttosto formosa con i capelli e un kimono fatti di cristallo, gli occhi azzurri, la pelle bianca pallida e una katana legata al fianco:

“ Tu devi essere un amico del tipo di prima; quel ragazzo era proprio un tipo focoso e pieno di energie.”

“ Tu chi sei?! Cos’hai fatto a Lucifer!?”

“ Shirayuki Soho, cacciatrice di demoni; il tuo amico si trova nelle segrete alla fine di questo corridoio: Shirara lo ha tramortito e incatenato, non si sveglierà tanto presto.”

“ Shirara?”

“ Un tempo era anche lei una cacciatrice di demoni ma poi ha tradito l’Ordine e si è messa al servizio di Aberrath.”

“ Perché sei qui?”

“ I traditori dell’ordine devono essere puniti.”

“ Vuoi ucciderla?”

“ No, anche se è una traditrice, Shirara resta comunque una mia compagna.”

“ Quindi cosa farai?”

“ Questi non sono affari che possano riguardarti, Shujin ( condannato/ peccatore).”

“ Non osare chiamarmi in quel modo! Io non sono lo Shujin e non lo sarò mai!”

“ Un  leone potrà combattere tutta la sua vita per cambiare ma resterà sempre un leone; il destino è già scritto e non può essere mutato.”

“ Sta zitta!”.

Train, in preda ad una furia cieca, si scagliò contro Shirayuki:

“ Cristallizza, Yukihime!”

La donna sguainò la sua katana e con un solo gesto rinchiuse il mezzo demone in un blocco di ghiaccio:

“ Rimani lì a calmare i bollenti spiriti, Shujin.”.

Shirayuki abbandonò Train ed attraversò tutto il corridoio fino ad arrivare alle segrete.

 

Rinchiuso in quel blocco di ghiaccio, Train venne tormentato dalle parole di Shirayuki:

“ Shujin… non sono io! Non sono io! Non sono io!!!”.

In quel momento il corpo del mezzo demone iniziò ad emettere delle leggere scariche elettriche che mandarono in frantumi il ghiaccio:

“ Finalmente mi sono liberato, anche se non so come ho fatto. Devo andare da Lucifer!”.

Train si mise a correre verso le segrete e, appena varcò la soglia, si trovò davanti ad un baratro molto profondo:

“ Cosa ci fai qui, Shujin!?”

Guardando in alto Train notò Shirayuki combattere contro una ragazza con i capelli e gli occhi rossi, un kimono color cremisi e una katana che sprigionava delle fiamme enormi:

“ Quella deve essere Shirara; non ho il tempo di preoccuparmene, devo salvare Lucifer.”.

Train si avvicinò al bordo del baratro:

“ Lucifer, sei laggiù!?”.

Il rumore della sua voce rimbombò per tutta la stanza e dopo qualche secondo si udì la voce dell’evocatore rispondere:

“ Sì, sono qui, incatenato alla parete!”

“ Vengo a salvarti!”.

In quel momento Shirayuki venne scaraventata contro Train ed entrambi finirono contro una parete:

“ Stai bene?”

“ Non ho bisogno del tuo aiuto!”.

La donna tentò di rialzarsi ma cadde in avanti:

“ La mia caviglia!”.

Shirara si avvicinò a Shirayuki con uno sguardo beffardo:

“ Sei stata una folle a pensare di battermi; per questo tuo errore ora morirai: Akuma no Kasai! ( Incendio demoniaco)”

La katana della donna emise un getto di fuoco violaceo enorme:

“ Rigai Kankei!”

Train contrastò l’attacco di Shirara con il suo, salvando Shirayuki:

“ Non impicciarti, maledetto Shujin!”.

La donna si scagliò contro lo spadaccino che, sguainando anche Hikari, parò l’attacco:

“ Che cosa indegna che un mezzo demone, anzi uno Shujin, porti con sé la leggendaria Excalibur!”

“ Non chiamarmi Shujin!!!”.

Il corpo di Train emise una scarica elettrica che scaraventò Shirara contro una delle pareti:

“ Cos’è stato?!”.

La donna si rialzò e fece un ghigno sorridente:

“ Il sigillo si sta logorando, Aberrath ne sarà felice; presto padron Asmodeus tornerà a vivere.”

“ Sta zitta!”.

Train si scagliò contro Shirara e la travolse con il Kirameki Joka; la donna si rialzò e iniziò ad incalzarlo con la sua katana senza lasciargli il tempo di tentare un contrattacco:

“ Maledizione! Non riesco a reagire!”

“ Avanti, mezzo demone, mostrami un altro tuono! Coraggio!”

“ Sta zitta!!!”.

In quell’istante Shirayuki apparve alle spalle della donna e la trafisse con la sua spada:

“ Shunkan Reito” ( congelamento istantaneo)

Il corpo di Shirara iniziò a congelarsi fino a tramutarsi in un blocco di ghiaccio:

“ Grazie Shirayuki, mi hai salvato.”

“ Non l’ho fatto per salvarti; io volevo solo impedire ad un idiota irascibile di causare un disastro”

“ Che gentile…”

La donna prese la katana che Shirara portava al fianco:

“ Ora riporterò Zanjia ( la spada) all’Ordine e farò giudicare Shirara per i suoi crimini.”

“ Aspetta! Puoi aiutarmi a liberare Lucifer?”

“ Sei una seccatura.”.

Shirayuki creò un volatile di ghiaccio gigante:

“ Sali.”

L’uccello trasportò Train sul fondo del baratro e successivamente lo riportò in cima assieme a Lucifer:

“ Grazie Shirayuki.”

La donna se ne andò; l’evocatore esclamò:

“ Andiamo, Aberrath pagherà per ciò che ha fatto.”

“ Lucifer…”.

Train scaraventò l’amico a terra con un cazzotto:

“ Ma che ti prende?! Perché lo hai fatto?!”

“ Idiota! Non ti accorgi che il tuo desiderio di vendetta ha messo tutti noi in pericolo! Anche io voglio sconfiggere Aberrath ma non antepongo questo proposito al bene altrui! Ti sei lanciato alla cieca contro un nemico con non conosci senza preoccuparti minimamente di cosa sarebbe successo a te e a noi!”

“ Io non vi ho chiesto di seguirmi!”.

Train mollò un calcio in pieno volto all’evocatore:

“ Per dire una cosa del genere, devi essere davvero impazzito. Mi hai stancato, io me ne vado, cavatela da solo.”

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Capitolo 14
*** Superbia ***


Darksoul superò un lungo corridoio e si ritrovò in uno stanzone enorme con le pareti tappezzate di specchi; al centro, seduto su una specie di trono, c’era un giovane con dei lunghi capelli biondi e gli occhi verdi lucenti; indossava degli strani vestiti azzurri e aveva le orecchie leggermente a punta.

“ Ma guarda, e così è un’angelo delle tenebre a giungere per prima nella mia  dimora, ed io che mi aspettavo chissà che cosa.” disse il giovane continuando a fissare il suo riflesso in uno specchio che teneva in mano:

“ Non trovi che la mia bellezza sia paragonabile a quella di un dio? Guarda i miei occhi che sembrano stelle, contempla le chiome che mi circondano il volto, sono degne di Bacco e di Apollo, e le guance levigate, le labbra scarlatte, il collo d'avorio, il candore del volto soffuso di rossore; sono decisamente il più bello tra tutti gli esseri.”

“ Questo tipo è la vanità fatta persona.”

“ Tu invece, mio angelo nero, sei un orrore per gli smeraldi con cui ti osservo: i tuoi capelli sono di un nero cenere decisamente scialbo e sono pieni di doppie punte e di sporcizia; i tuoi occhi poi, quel loro disgustoso color marrone convincerebbe qualunque uomo a rinchiudersi in un convento; la tua pelle è talmente piena di segni da essere un’agonia atroce per il mio candido sguardo…”

“ Lo odio, adesso gli faccio ingoiare quello specchio assieme a tutti quelli appesi alle pareti!”

“ Per non menzionare quelle tue labbra bruciate: sembra che tu abbia mangiato del fuoco.”

Le labbra, ormai Darksoul se n’era quasi dimenticata: quelle bruciature erano apparse dopo l’incontro con quell’angelo a cui la stessa oscurità aveva concesso il nome; possibile che fosse bastato quel breve contatto tra le loro labbra per causare quelle ferite? Darksoul continuava a porsi questa domanda assieme a tante altre, ignorando completamente il giovane elfo che continuava con il suo monologo. Ad un tratto l’uomo attirò l’attenzione della ragazza alzando la voce all’improvviso:

“ …Allora?!”

“ Cosa?”

“ Il tuo nome, qual’è?”

“ Io sono Darksoul.”

“ Come immaginavo il tuo nome non è migliore del tuo aspetto ma, dopotutto, ad un’anima oscura ( In inglese Dark soul) un corpo rovinato si addice. Il mio nome, invece, Miwaku, rispecchia la mia bellezza sovrannaturale ed i miei modi raffinati.”

“ Mi hai stancato, ti farò abbassare la cresta adesso!”

Darksoul sguainò Raion e si scagliò contro l’elfo:

“ Tu oseresti rovinare la mia bellezza con quella tua lurida falce?! Insolente!”.

Miwaku si alzò dal trono e sguainò una piccola lama:

“ Pensi davvero di fermarmi con quello spadino?!”.

In quel momento l’elfo schioccò le dita e i movimenti di Darksoul si arrestarono:

“ Che cosa succede!? Non riesco a muovermi!”

“ Allora, immondo angelo, dov’è finita tutta la tua sicurezza?”

“ Maledetto!”.

Miwaku si avvicinò a Darksoul e, puntando la sua spada alla schiena della ragazza, esclamò:

“ Mi piacerebbe strapparti ad una ad una queste orribili piume da corvo che ti ritrovi; forse così saresti meno brutta.”

“ Non riesco a muovermi! Devo liberarmi prima che questo tipo mi faccia la pelle.”.

Darksoul provò con tutte le sue forze a muoversi ma non riuscì a spostarsi nemmeno di un millimetro:

“ Beh, direi che potrei iniziare dalla tua ala sinistra; vediamo come ti senti ad avere una sola ala!”.

Miwaku alzò la sua spada per colpire Darksoul ma in quell’istante un sasso colpì uno degli specchi, mandandolo in frantumi:

“ Ma cosa!? Chi è stato?!”

“ Il mio braccio, riesco a muoverlo! Ho capito!”

Darksoul concentrò tutto il suo potere dentro la sua falce:

“ Ranburu no Raion!” ( Rimbombo del leone)

La ragazza sprigionò un’onda d’urto che mandò in mille pezzi tutti gli specchi della stanza:

“ Maledetta!”

“ Ho capito il tuo inganno, Miwaku! I tuoi poteri sono legati agli specchi che ci circondano, infatti ora che li ho distrutti la paralisi è scomparsa!”

“ Maledetta!”

“ Sei mio adesso!”.

Darksoul si scagliò contro Miwaku e lo divise in due con la falce; l’elfo, tuttavia, fece un ghigno soddisfatto e scomparve, riapparendo alle sue spalle completamente illeso:

“ Ti faccio i miei complimenti, hai capito qual è il segreto della mia abilità ma vedi, la paralisi non è la mia unica risorsa; dal momento in cui sei entrata in questa stanza, infatti, sei stata sotto l’effetto di un mio potente incantesimo grazie a cui sono diventato immune ad ogni tua offensiva.”

“ Questo è impossibile!”

“ Ti sbagli; i miei specchi hanno percepito tutte le tue abilità, incluse quella della tua strana falce nera.”

“ Se ciò che dice è vero, sono in un mare di guai!”

“ Darksoul mi senti?”

“ Sì, Raion, cosa c’è?”

“ Con l’ultimo colpo ho esaurito tutta la mia energia, non sarò in grado di sprigionare i miei attacchi per un po’.”

“ Ci mancava solo questa… Riposati Raion, utilizzerò Promise.”.

“ Arumeria!”

Raion scomparve e al suo posto apparve la falce di Dante:

“ E così ti affidi alla Promise per sconfiggermi? Inutile.”

“ Lo vedremo! Promessa: non mi attaccare!”.

Non accadde nulla:

“ Come vedi il marchio di Dante non è apparso; ciò significa che posso attaccarti come e quando mi pare!”.

I frammenti degli specchi rotti si sollevarono da terra e si diressero a grande velocità verso Darksoul, ferendola gravemente su tutto il corpo; anche se a malapena, tuttavia, la ragazza riuscì a resistere e a restare in piedi:

“ Sei coriacea.”

“ Io non mi arrenderò!”

“ Cosa credi di fare in quelle condizioni?”

“ Io posso ancora combattere!”

“ Ci sono due cose che non sopporto: la bruttezza e la testardaggine, tu le possiedi entrambe!”.

Miwaku si scagliò contro Darksoul per trafiggerla con la sua lama ma in quell’istante la falce di Dante emise delle fiamme nere enormi che costrinsero l’elfo ad allontanarsi; l’angelo rimase sorpresa dell’accaduto:

“ E questo fuoco? Dante, sei stato tu a crearlo?”

“ Questo è il potere offensivo: queste fiamme nere vengono direttamente dall’Inferno, non possono essere spente da nulla di mortale. Consumano molta della mia energia quindi usale con saggezza”

“ Ti ringrazio per la fiducia, Dante!”

“ Non credere che bastino queste quattro fiammelle ad impensierirmi!”

“ Vedremo chi la spunterà, Miwaku!”.

Promise venne circondata dal fuoco nero e Darksoul si scagliò contro l’elfo, colpendolo al petto con la punta della falce:

“ Ed ora brucia all’Inferno assieme a queste fiamme!”.

Le fiamme sopraffaranno Miwaku e lo incenerirono in pochissimi secondi:

“ Hai avuto ciò che meritavi, vanitoso ed egocentrico chiacchierone.”.

Darksoul rinfoderò Promise e si incamminò nella direzione da cui era venuta continuando a fissarsi e ad accarezzarsi i capelli:

“ Forse è vero che i miei capelli sono un disastro.”

“ Per me sono perfetti così come sono.”.

Dal nulla apparve Dark:

“ Non pensare a ciò che ha detto un megalomane: i tuoi capelli, la tua pelle, le tue piume e i tuoi occhi sono belli così come sono.”.

Darksoul arrossì ma tentò di dissimulare:

“ Sono certa che lo dici a tutte le ragazze che incontri.”

“ Forse è vero, lo dico a tutte quelle che incontro…”.

L’angelo si teletrasportò a pochi centimetri dalla ragazza e poggiò di nuovo le labbra sulle sue:

“ … Ma tu sei una delle poche a cui l’ho detto con sincerità.”:

Il giovane scomparve; Darksoul divenne rossa come un peperone:

“ Le mie labbra… hanno smesso di bruciare…”.

 

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Capitolo 15
*** sangue e perdono ***


“ Non capisco perché Train si sia arrabbiato; è normale che io voglia vendicarmi e che sia disposto a tutto per farlo! Beh, non mi importa ciò che pensa! Ora che sono libero mi occuperò da solo di Aberrath!”.

Lucifer tornò nel salone centrale e pensò a quale direzione prendere:

“ Akai!”.

Il lupo apparve:

“ Usa il tuo olfatto e dimmi da che parte si trova Aberrath.”

L’animale ubbidì e dopo qualche secondo disse:

“ Dal piano superiore sento un forte odore di demone, probabilmente è lì.”

“ Bene, andiamo.”

“ Aspetta.”

“ Cosa c’è?”

“ Dal seminterrato proviene un debole odore umano ed uno molto forte di sangue; qualcuno potrebbe essere in pericolo.”

“ Non è un mio problema.”.

Akai si fermò e con un ululato richiamò Medea, Ambra, Raven e il soldato di terracotta:

“ Perché siete apparsi tutti? Non vi ho chiamato.”

“ Non abbiamo più intenzione di seguirti.”

“ Cosa?!”

“ Finora siamo rimasti al tuo fianco nonostante non fossimo d’accordo sulle tue intenzioni vendicative ma ora hai superato il limite! Abbandonare delle persone in pericolo è oltremodo spregevole!”.

In quel momento Lucifer ricordò le parole di Train ed iniziò a riflettere:

“ Possibile che io stia sbagliando?”

“ E va bene! Andiamo nel seminterrato e controlliamo se c’è qualcuno!”

“ Ora inizi a ragionare.”.

 

Giunto al piano sottostante, Lucifer si ritrovò in uno stanzone enorme; le parete erano macchiate di sangue e sul pavimento c’erano diversi cadaveri, sia di demoni che di umani, in avanzato stato di putrefazione:

“ Ehi! C’è nessuno qui!?”

In quell’istante Lucifer udì una flebile voce provenire dal fondo della stanza: incatenato alla parete c’era un giovane con i capelli bianchi e gli occhi color ambra; il suo viso era quasi completamente disidratato e sul petto aveva uno squarcio enorme:

“ Aiuto… ti prego… aiutami…”

“ Canini leggermente allungati, pelle bianca pallida e occhi ambrati, non ci sono dubbi, sei un vampiro.”

“ Ti prego, aiutami… ho tanta sete.”

“ Sei molto disidratato, è normale che tu sia assetato; non ho dell’acqua con me e comunque nel tuo caso dubito che sarebbe sufficiente; non ho scelta…”.

Lucifer evocò Raven, tramutandolo in una spada, e si avvicinò al vampiro:

“ Avanti, bevi un po’ del mio sangue, così riprenderai le forze; ti avverto, però, se provi a berne troppo o a giocarmi qualche brutto scherzo, ti decapito all’istante.”

“ Stai tranquillo… Non impazzisco per il sangue umano.”.

Il vampiro morse Lucifer ed iniziò a succhiare parte del suo sangue: la ferita che aveva sul petto si richiuse e il suo corpo si idratò nuovamente. Dopo qualche secondo il vampiro si staccò dall’evocatore e con uno strattone ruppe le catene che lo legavano alla parete:

“ Ti sei ripreso in fretta, vedo.”

“ Grazie per avermi aiutato; anche se non mi piace berlo, il sangue umano è la migliore cura per le ferite riportate dai vampiri.”

“ Sei un Han ( Un vampiro che si ciba solo di sangue animale)?”

“ Sì; dimmi, come ti chiami?”

“ Sono Lucifer.”

“ Io mi chiamo Shrade, sono il centesimo pronipote del primo vampiro, Vlad.”

“ Sei una persona importante?”

“ Purtroppo no; sono il 131esimo in linea di successione per il titolo di re dei vampiri.”

“ Servirebbe una strage perché tu salga al trono.”

“ Già.”.

Shrade si depresse:

“ Dai, tirati su; anche se non salirai al trono, ricorda che sei un membro della famiglia reale, nel tuo corpo scorre il sangue di Dracula!”.

Il vampiro si risollevò e tese la mano in avanti:

“ Ti prego, permettimi di seguirti nel tuo viaggio; è il minimo che posso fare per sdebitarmi.”.

Lucifer strinse senza esitazione la mano del ragazzo:

“ è un piacere averti a bordo, Shrade.”.

In quel momento il vampiro notò l’anello che Lucifer aveva comprato alla capitale:

“ Ma questo è il sigillo reale!”

“ Il che cosa?”

“ Il sigillo reale è il simbolo d’appartenenza alla stirpe di Vlad.”.

Shrade mostrò un anello identico a quello di Lucifer:

“ Dove lo hai preso?”

“ L’ho comprato al mercato della capitale.”

“ Potresti farmelo vedere?”

“ Va bene.”.

Lucifer consegnò l’oggetto a Shrade che lo osservò attentamente:

“ Non ci sono dubbi, questo è l’anello di Alucard.”

“ Alucard?”

“ è l’unico fratello del mio bisnonno.”

“ Aspetta, Dracula ha un fratello?!”

“ Sì.”

“ Incredibile!”

“ Chissà perché si è sbarazzato del suo anello?”

“ Potrebbe essergli successo qualcosa…”

“ Impossibile. Alucard è un vampiro regale purosangue, nemmeno un esercito di demoni potrebbe sconfiggerlo.”

“ Wow.”.

In quel momento Shrade percepì due persone avvicinarsi:

“ Sta arrivando qualcuno.”

“ Dei nemici!?”

“ No, non sembrano avere intenzioni negative; dall’odore direi che sono un angelo delle tenebre e un mezzo demone.”

Lucifer sorrise:

“ Puoi andare a riposare, Shrade, le persone che stanno arrivando sono miei amici.”

“ Come vuoi.”

Shrade scomparve nel nulla:

“ Che puzza di cadavere!”

“ Cosa ti aspettavi di trovare, Train, un prato fiorito?”

“ Spiritosa…”.

Lucifer corse verso i suoi amici:

“ Ragazzi, vorrei chiedervi scusa; ci ho riflettuto e ho capito di essermi fatto accecare dal desiderio di vendetta, dimenticando gli insegnamenti del maestro, dimenticandomi di voi e non pensando ai pericoli in cui avrei potuto far correre a voi, ad Ambra e agli altri.”

“ Finalmente… ce ne hai messo di tempo per tornare in te.”

“ Iniziavamo a non sperarci più.”

“ Significa che mi perdonate?”

“ Certo che sì.”

“ Il nostro viaggio non sarebbe lo stesso senza il nostro nanetto zuccone.”

“ Ehi!”

“ Forza, andiamo!”

“ Dove andiamo?”

“ A fare fuori Aberrath, ovviamente!”

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Capitolo 16
*** piume nere e anime bianche ***


Tornati nel salone principale, Lucifer, Darksoul e Train iniziarono a salire la scalinata che li avrebbe portati da Aberrath; i gradini non erano molti ma ogni volta che ne toccavano uno un profondo senso di angoscia li pervadeva, facendo sembrare eterna quella salita. Giunti finalmente in cima, si ritrovarono davanti ad un grosso portone con l’effige di un teschio:

“ Macabra.”

“ Se lo dice persino un’angelo delle tenebre, allora lo è davvero.”

“ Andiamo.”.

Lucifer spalancò il portone; la stanza era molto lunga ma larga appena qualche metro e piuttosto buia; attaccato alla parete opposta all’entrata si intravedeva un trono piuttosto lussuoso con pietre preziose incastonate ovunque. Improvvisamente delle fiammelle apparvero ed iniziarono a muoversi lentamente per la stanza, illuminandola debolmente:

“ Benvenuti al mio spettacolo di magia!”.

In mezzo alla stanza apparve un demone con dei capelli rossicci lunghi puntati verso l’alto, la pelle marrone rugosa ricoperta in diversi punti da ossa e teschi e con indosso dei vestiti da clown; al centro del suo ventre c’era un’enorme bocca con dei denti affilatissimi:

“ Mi presento, io sono Tangerine e a breve avrà inizio il mio spettacolo!”

“ Falla finita, buffone! Dov’è Aberrath?!”

“ Mi spiace informarvi che il mio padrone ha abbandonato da tempo il castello per ricongiungersi agli altri conti; il maestro Asmodeus sta per risorgere ed i suoi più fidi consiglieri non possono mancare; prima di andarsene, però, il padrone mi ha ordinato di eliminare gli intrusi, fatta eccezione per lo Shujin.”

Il demone indicò Train. Darksoul e Lucifer rimasero spiazzati:

“ Di cosa sta parlando?”

“ Di nulla di rilevante, non ascoltatelo.”.

Lucifer richiamò Raven:

“ L’unica cosa che ho capito è che Aberrath non è qui, quindi non c’è motivo per noi di restare qui; eliminiamo questo pagliaccio e andiamocene!”

“ Sì!”

“ Sì!”.

Tangerine iniziò a ridere:

“ Bene allora, si dia inizio allo spettacolo!”.

Il portone d’entrata si chiuse e scomparve:

“ Per iniziare mi esibirò nel numero del lancio dei coltelli!”.

Il demone materializzò dei coltelli e li tirò contro i tre guerrieri:

“ Soldato di terracotta, difendici!”.

Il guerriero di ceramica apparve e fermò le lame senza difficoltà:

“ Oh, ma guarda che bel giocattolino! Lo userò per il mio prossimo trucco; Magicoltelli!”

Le lame che il soldato aveva bloccato iniziarono a muoversi da soli e lo trapassarono, mandandolo in mille pezzi:

“ Maledetto!”.

Lucifer si scagliò contro Tangerine e con un fendente veloce lo tagliò in due:

“ Sistemato.”

“ Attento Lucifer!”.

Tangerine mollò un pugno in pieno volto all’evocatore, facendolo indietreggiare di diversi metri e barcollare:

“ Ed ecco a voi il trucco dell’uomo tagliato a metà!”.

Tangerine ricompose il suo corpo ed iniziò a ridere:

“ Questo tipo mi ha stancato!”.

Train sguainò le sue spade e si lanciò contro il demone:

“ Rigai Kankei!!!”

Lo spadaccino sprigionò il suo colpo infuocato:

“ Ed ecco a voi il mangia fuoco!!!”.

Tangerine divorò le fiamme e le scaraventò contro Darksoul:

“ Dante!”.

Il fuoco emesso da Promise neutralizzò l’attacco:

“ Bene, vediamo quale potrebbe essere il mio prossimo trucco; ho trovato: ecco a voi il giocoliere!!!”.

Tangerine materializzò un pallone gigante su cui salì sopra mentre si destreggiava con  delle sfere nere:

“ Falla finita, buffone! Kyoyu Dengen!!!”

Lucifer si circondò di fuoco con i poteri di Medea e con l’Hono Satsuhei si scagliò contro il demone:

“ Troppo lento!”.

Tangerine fece un balzo evitando l’attacco e atterrando nuovamente sul pallone:

“ Ed ecco a voi i fuochi d’artificio!!!”.

Il clown scagliò una delle sue sfere contro Lucifer, causando un’esplosione che scaraventò l’evocatore contro un muro e gli mise completamente fuori uso il braccio destro, con cui aveva tentato di difendersi:

“ Lucifer!”.

Darksoul afferrò Raion e si scagliò contro il demone:

“ Hoko no Raion!!!”

Tangerine materializzò uno strano ombrello che fermò l’attacco:

“ Impossibile!”

Il demone iniziò a ridere:

“ Che divertimento! è dalla strage di Astros che non ridevo tanto.”.

In quel momento Raven ebbe un sussulto ed iniziò a pulsare:

“ Astros… perché questo nome mi sta facendo infuriare tanto!?”

“è venuto il momento di concludere questo spettacolo e lo farò con un bel botto!”.

Il clown afferrò il pallone su cui era rimasto in equilibrio fino ad allora e lo ingrandì a dismisura:

“ Warau Pierrot! ( Risata del pagliaccio)”

Tangerine lanciò contro i tre ragazzi il pallone che toccandoli esplose, scaraventandoli contro una parete e causandogli ferite gravissime:

“ Ma guarda, respirate ancora… avete proprio la pellaccia dura; beh, non pensavo che ce ne fosse bisogno ma vi concederò un bis.”.

Tangerine materializzò un secondo pallone gigante:

“ Warau Pierrot!”

Il clown scagliò un secondo attacco che generò un’esplosione ancora più grande di quella precedente:

“ Per voi è finita!”.

Tangerine scoppio a ridere ma la sua ilarità si dissolse quando vide Lucifer, in piedi davanti ai suoi amici con la spada in mano pronto a difenderli; il braccio destro, con cui reggeva la spada, era ricoperto completamente da piume nere e i suoi occhi erano diventati di un colo ambra luminoso; anche la sua spada era mutata tramutandosi in una lunga katana nero pece:

“ E questo cos’è?!”.

Nella mente di Lucifer rimbombavano le grida emesse continuamente da Raven:

“ Attacca! Distruggilo! Non lasciargli scampo!”.

Lucifer esclamò:

“ Non so cosa mi succede o cosa siano queste piume ma sento una grande forza scorrere dentro il mio corpo.”

“ Non mi fai paura, ragazzino! Warau Pierrot!”.

Tangerine scagliò un nuovo attacco ma Lucifer rispose quasi istintivamente:

“ Karasu no Hane!”. ( Piuma del corvo)

Raven sprigionò un turbine di energia che annientò l’attacco del demone e lo colpì in pieno, distruggendogli un braccio e scaraventandolo a terra. Train e Darksoul rimasero sbalorditi da quel colpo. Dopo pochi secondi, però, le piume che ricoprivano il braccio di Lucifer scomparvero, la sua spada tornò alla sua forma normale e lui crollò al suolo svenendo. Tangerine si rialzò in piedi anche se a fatica:

“ Che potenza incredibile! Devo eliminarlo prima che ci siano altre sorprese!”

Darksoul e Train era doloranti a terra e, a causa delle ferite riportate, non riuscivano neppure ad alzarti:

“ Siamo nei guai!”

“ Se non facciamo qualcosa verremo spazzati via!”.

In quel momento una voce familiare risuonò nell’aria:

“ Ma guarda, sembra che la triade della vendetta sia nei guai…”

Dal nulla apparve Dark che con un sorriso beffardo continuò:

“ … Ma forse potrei aiutarvi.”.

Darksoul e Train furono in qualche modo sollevati di veder apparire l’angelo. Tangerine, invece, né fu molto irritato ma si calmò quasi subito:

“ Tu devi essere il corvo di cui mi ha parlato il maestro… Mi ha detto che sei molto forte, vediamo se è vero! Warau Pierrot!”.

Il clown scagliò il suo attacco contro Dark; il giovane mise le mani in tasca e pronunciò una singola parola:

“ Sho.”.

Si scatenò un vento enorme che rispedì il pallone contro Tangerine, facendogli perdere anche l’altro braccio:

“ Impossibile… il mio colpo migliore… come può un ragazzino come te aver fermato il mio colpo più potente!?”

“ Se quello era davvero il tuo attacco migliore, allora mi deludi, ma cosa potevo aspettarmi da un buffone?”

Tangerine si infuriò molto al suono di quelle parole ma riacquistò quasi subito la calma:

“ Non importa quanto tu sia forte, non vincerai mai questa battaglia… il mio maestro mi ha dato un oggetto a cui non potrai opporti!”.

Dalla bocca che Tangerine aveva sullo stomaco apparve uno specchio circolare:

“ Ti presento lo specchio del peccatore; questa potente reliquia ha un potere molto interessante: essa si nutre delle anime impure! Tu sei un angelo delle tenebre e come tale possiede un cuore nero come la pece, un ghiotto bocconcino per questa reliquia! Ora muori!”.

Il demone attivò lo specchio puntandolo verso Dark; da esso partì una luce viola enorme che attraversò il corpo del giovane:

“ Ora lo specchio diverrà tanto più nero e opaco quanto più sporca è la tua anima!”.

Tangerine iniziò a ridere a crepapelle:

“ Ti consiglierei di guardare meglio prima di ridere.”.

In quell’istante lo specchio iniziò ad incrinarsi:

“ Impossibile! Non esiste un’anima senza impurità!”.

La reliquia andò in mille pezzi. Tangerine impazzì ed iniziò ad indietreggiare:

“ Tu… tu chi sei?! Non puoi essere un normale angelo caduto!”.

Dark fece un sorriso beffardo e guardando il clown dritto negli occhi esclamò:

“ Vuoi davvero sapere chi sono? Io…”

L’angelo pronunciò qualche parola che Train e Darksoul non riuscirono a sentire ma appena le udì Tangerine si tappò le orecchie quasi a volersele staccare e si dissolse nel nulla, lasciando solo un mucchio di cenere.

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Capitolo 17
*** Dio è il più sadico tra gli esseri ***


Quando si risvegliò, Lucifer si ritrovò in una grande stanza: attaccato al muro opposto al letto su cui era disteso c’era un vecchio mobile in radica con uno specchio che sembrava piuttosto antico; vicino all’entrata c’erano quattro sedie e un tavolo di legno su cui era appoggiati un vaso con delle rose; sulla parete di fronte c’erano due grandi finestre aperte da cui filtrava la luce dell’alba che illuminava tutta la stanza; solo dopo qualche secondo Lucifer si accorse che affianco al suo letto ce n’erano altri due e sopra Train e Darksoul ancora addormentati e che in piedi davanti alle finestre c’era Dark che lo fissava:

“ Ti sei svegliato finalmente.”

“ Dove mi trovo?”.

“ Sei a casa mia, oltre il confine del regno di Xerxes.”

“ Cos’è successo a Tangerine e come siamo finiti qui?”

“ Questo puoi chiederlo direttamente ai tuoi amici.”.

In quel momento l’evocatore si accorse che Train e Darksoul si stavano svegliando:

“ Ragazzi, state bene?”

“ Sì.”

“ Un po’ ammaccato ma sto bene; tu, piuttosto, come ti senti?”

“ Dolorante ma mi riprenderò; sono confuso però: cos’è successo e come siamo arrivati qui?”

“ è stato Dark; ha sconfitto Tangerine e ci ha portato qui per medicarci.”

“ Dovevi vederlo, Lucifer, è stato incredibile!”.

L’evocatore, sorpreso dalle parole dei suoi compagni, si voltò nuovamente verso l’angelo nero:

“ Perché lo hai fatto?”

“ E chi lo sa; curiosità forse.”

“ E cosa ti incuriosisce?”

“ Ad esempio quell’ultimo colpo che hai sferrato prima di svenire… Karasu no Hane, mi pare l’avessi chiamato così, da dove l’hai tirato fuori?”

“ Non ne ho idea; improvvisamente ho sentito Raven gridarmi nelle orecchie e quell’attacco è partito.”

“ Interessante; è stata una buona decisione inviarlo da te.”

“ Già… aspetta, sei tu che hai detto a Raven di seguirmi!?”

“ Sì.”.

Lucifer abbassò lo sguardo e con tono freddo disse:

“ Dovrei ringraziarti per averlo fatto e per averci salvato ma non posso perdonarti per aver calpestato la tomba del maestro in quel modo…”

L’evocatore si alzò in piedi e si avvicinò a Dark, stringendo tra le mani il suo vestito:

“ Perché lo hai fatto?!”.

L’angelo con uno sguardo pieno di rammarico disse:

“ Perché piangere i morti non ha senso; non importa quanto preghi, quanto ti disperi o quante lacrime piangi, loro non torneranno in vita; anche per questo il vostro Dio non è altro che il più sadico tra gli esseri.”.

Dark si avviò verso la porta e, prima di uscire chiudendosela dietro, disse:

“ Raccogliete le vostre cose, andate dove volete.”.

In quel momento nella stanza scese un profondo silenzio, rotto dopo diversi minuti da Darksoul:

“ Che facciamo?”

“ Io vorrei cercare Aberrath ma temo di non essere abbastanza forte per batterlo.”

“ I miei obbiettivi sono sconfiggere Asmodeus e ritrovare le altre Excalibur.”

“ Ed io devo ancora recuperare le altre falci di Dante.”

“ Nessuno dei nostri propositi sembra facile da realizzare.”.

Dopo qualche minuto qualcuno bussò alla porta ed entrò un ragazzo con dei capelli neri che gli incorniciavano il volto, la pelle molto chiara e gli occhi rossi come dei rubini, che indossava un vestito nero da maggiordomo, una cravatta e un paio di guanti bordeaux:

“ Dark mi ha chiesto di scortarvi fino al confine; la foresta che circonda la casa è piena di belve feroci e le trombe d’aria sono frequenti quindi muovervi da soli sarebbe pericoloso per voi.”

“ Ti ringraziamo; come ti chiami?”

“ Ukyo Kurokawa. Venite, vi faccio strada.”

“ Aspetta, vorremmo parlarti di una cosa.”

“ Di cosa si tratta?”

[…]

 

Nel frattempo Dark si stava riflettendo in un’altra stanza bevendo un bicchiere di Bourbon; ad un tratto brutti ricordi occuparono la sua mente:

 

“ Portatelo via, questo non è mio figlio!!!”

 

“ Immonda creatura, ora morirai!”

 

“ Papà, hai visto, ora anche io sono come gli altri. Ora possiamo stare insieme!”

 

“ Un re che non ascolta il proprio popolo verrà spodestato prima ancora di comandare ma un regno che non ascolta il proprio re è destinato a cadere prima ancora di nascere. Addio.”.

 

“ Perché accudisci il figlio di un altro, Tiki?” “ Per lo stesso motivo per cui quel giorno tu hai salvato me: il figlio di nessuno ricerca sempre qualcuno che gli somigli a cui possa evitare il dolore provato.” “ E proprio per questo veglierò sul bambino quando tu non sarai più qui.”

 

“ Mi spiace piccolino ma colui che viene scelto da Asmodeus è destinato a vivere una vita piena di dolore e di solitudine… Io non potrò starti affianco alla luce del sole ma dall’ombra io veglierò su di te; fatti forza”

 

“ Tu per la tua famiglia sei come una bambola di porcellana; hanno paura che anche il più piccolo urto possa mandarti in mille pezzi; se un giorno conquisterai la libertà, comunque, io impedirò che tu vada in frantumi.”

“ Avevo proprio ragione… Dio è il più sadico tra gli esseri.”.

In quell’istante Dark sentì bussare alla porta:

“ Avanti.”

Ukyo entrò:

“ Cosa c’è, Ukyo?”

“ I tre ragazzi che mi hai chiesto di scortare vorrebbero parlarti.”.

“ va bene, falli entrare.”.

Il giovane aprì la porta e Train, Lucifer e Darksoul si precipitarono dentro la stanza:

“ Cosa volete ora?”

“ Per favore allenaci, vogliamo diventare più forti.”

“ Dio è davvero il più sadico tra gli esseri… ma a volte fa accadere anche cose buone.”

“ Ma sì, perché no?”.

 

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Capitolo 18
*** A-chan ***


“ Bene, prima di iniziare l’allenamento vero e proprio, voglio sottoporre ognuno di voi ad una prova per vedere le vostre capacità. Chi di voi vuole iniziare?”.

Train si fece avanti:

“ Io.”

“ Bene, Ukyo, sarai tu il suo avversario.”

“ Vuoi farmi affrontare il tuo maggiordomo? Questa prova sarà una passeggiata.”

“ Lo vedremo.”.

I 5 ragazzi si diressero in giardino; Ukyo e Train si allontanarono di qualche metro dal gruppo; lo spadaccino sguainò Ryumon e Hikari e si lanciò contro Ukyo tentando un doppio fendente dall’alto ma senza la minima difficoltà il maggiordomo lo fermò a mani nude e con un calcio al fianco scaraventò Train a terra; il guerriero balzò subito in piedi:

“ Sei forte, anzi, se devo essere sincero, quella non mi sembra la forza di un essere umano; sei un demone, vero?”.

Ukyo si allentò leggermente il nodo della cravatta:

“ Sono solo un mero maggiordomo, demone o meno non fa differenza; non importerebbe nemmeno se io fossi un traghettatore.”

“ Un traghettatore?”

“ Basta parlare! Troneggia, Yoru no Kotei!”. ( Imperatore della notte)

Nella mano di Ukyo apparve una lunga spada con la la lama scintillante e l’impugnatura violacea:

“ Il combattimento si concluderà in un istante!”.

Il maggiordomo si scagliò contro Train:

“ Non mi fai paura! Kirameki Joka!”.

L’attacco dello spadaccino esplose al massimo della sua potenza ma Ukyo lo squarciò con la sua spada come fosse burro; prima ancora di accorgersene, Train si ritrovò a terra con la lama del maggiordomo puntata alla gola:

“ Direi che ho vinto.”.

Ukyo rinfoderò la spada e aiutò Train ad alzarsi:

“ Beh, mi sono preso una batosta memorabile; direi che ti ho largamente sottovalutato.”.

In quel momento Dark si fece avanti e curò le ferite dello spadaccino:

“ Bene, ora ho una chiara idea della tua potenza; avanti il prossimo.”

 

Le prove di Lucifer e di Darksoul si conclusero in pochi minuti e, com’era prevedibile, nessuno dei due riuscì a mettere a segno un colpo contro Ukyo:

“ Bene, per oggi possiamo finirla  qui; riposatevi, domani inizierà l’allenamento vero e proprio; Ukyo, anche tu puoi andare, se avrò ancora bisogno di te ti chiamerò.”

“ Va bene.”

Il maggiordomo scomparve nel nulla; Train, Lucifer e Darksoul si trascinarono a fatica fino ai loro letti e si addormentarono quasi subito. Mentre loro riposavano, Dark entrò in una delle tante stanze della sua casa: era una biblioteca privata piena di libri di ogni genere; l’angelo si diresse senza indugiare verso un vecchio libro piuttosto rovinato, lo aprì ed iniziò a leggere:

“ … E fu dopo la sua caduta dal regno dei cieli il Portatore di Luce decise di creare un nuovo regno di cui solo lui sarebbe stato il sovrano, l’Inferno; ma un re deve avere dei sudditi quindi il Portatore di Luce generò sette creature che lo avrebbero servito e riverito: Azazel, Dante, Samael, Belzebù, Astaroth, Asmodeus e Belfagor, questi erano i loro nomi. Ho letto questo libro per ben 754 volte eppure ancora non me ne capacito: se il male e il bene sono due forze opposte allora perché possono esistere esseri che sono il frutto della loro unione? Un bambino innocente in un corpo rifiutato sia da angeli che da demoni… se questo non è sadismo…”.

Dark ripose il libro dove lo aveva preso e uscì dalla biblioteca; ad aspettarlo appena dietro la porta trovò una donna con dei lunghi capelli blu, degli occhi ambrati dotati di uno sguardo quasi felino, una pelle abbronzata ed un corpo molto formoso, con indosso una camicetta bianca piuttosto attillata, una minigonna nera che arrivava appena sopra alle ginocchia ed un mantello rosso sangue che arrivava fino alle caviglie:

“ Padrone.”

“ Astaroth, ti ho già detto di non chiamarmi padrone; è Dark il mio nome ora ed è così che ti devi rivolgere a me.”

“ Come desideri, Dark.”

“ Perché sei qui, Astaroth?”

“ Ci è giunta una comunicazione da Samael; secondo le sue informazioni Asmodeus sta tramando qualcosa a tuo danno, Dark; temo che non ti sia più fedele come un tempo.”

“ Sapevo perfettamente che la fedeltà di tuo fratello Asmodeus non è mai stata incrollabile, prima o poi questo sarebbe successo. Ci avviciniamo alla notte di luna nuova e sono certo che lui approfitterà di quel momento per attaccare.”

“ Vuoi che prepariamo una difesa intorno a questa casa?”

“ Non ce n’è bisogno, le mie guardie sono già qui.”

“ Parli di quei tre ragazzi? Non sono riusciti ad eliminare nemmeno Tangerine, come potrebbero difenderti dai generali di Asmodeus? Inoltre quel ragazzo, Train, anche lui è un loro obbiettivo!”

“ Non li sottovalutare, Astaroth, sono ancora grezzi ma hanno un gran potenziale.”

“ Come desideri, Dark, non mi opporrò alla tua decisione.”

“ Ti ringrazio, A-chan.”

“ Era da tanto che non mi chiamavi più così, Dark.”

“ Già.”

“ Permetti anche a me di chiamarti con il tuo nome.”

“ D’accordo.”

“ Grazie…”

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Capitolo 19
*** allenamento ***


Il giorno successivo, appena Train, Lucifer e Darksoul scesero nella sala da pranzo per fare colazione, trovarono Astaroth ad aspettarli davanti ad una tavola imbandita piena di ogni genere di cibo:

“ Benvenuti.”

“ E tu chi sei?”

“ Ah, è vero, non mi sono presentata.”.

La donna si alzò in piedi e si avvicinò ai tre ragazzi:

“ Il mio nome è Astaroth, sono un’amica di Dark.”

“ Piacere di conoscerti, io sono Train.”

“ Che schianto!”

“ Io sono Lucifer.”

“ Che corpo da favola!”

“ Io sono Darksoul.”

“ Chissà perché è qui? Dove sarà Dark?”

“ Purtroppo Dark si è dovuto assentare ma ha detto che potevo occuparmi io del vostro allenamento.”

“ Vediamo se il padroncino aveva ragione su questi tre.”

“ Beh, ti ringraziamo allora.”

“ Direi di iniziare con un’abbondante colazione, sedetevi e mangiate quello che volete.”

 

Finito di mangiare, Astaroth condusse i tre ragazzi nel giardino:

“ Bene, direi di iniziare con un allenamento non troppo complicato.”.

La donna legò alle gambe dei tre allievi dei pesi da 50 chili ciascuno:

“ Ukyo, potresti venire qui?”.

Dal nulla apparve il maggiordomo:

“ Potresti aiutarmi nell’allenamento?”

“ Con sommo piacere, lady Astaroth.”

“ Bene ragazzi, il vostro obbiettivo sarà semplicemente quello di mettere a segno un colpo.”

“ La fa facile lei… durante la prova di ieri non sono riuscito a fargli un graffio ed ora ho anche questi pesi che mi rallentano… ma non posso arrendermi, ci devo riuscire!”.

Train provò a correre verso Ukyo ma riuscì a malapena a muoversi con tutto quel peso; Darksoul spiegò le ali e tentò di volare ma finì per cadere a terra prima ancora di staccarsi da terra; Lucifer, dopo averci riflettuto per qualche secondo, esclamò:

“ Medea!”.

La volpe apparve sulla sua spalla:

“ Kyoyu Dengen!”.

Lucifer si circondò di fiamme che usò per darsi una spinta e compiere un balzo verso Ukyo:

“ Lo sapevo! Se uso le fiamme di Medea per aumentare la mia spinta, anche con i pesi riuscirò a muovermi agilmente. Ora non mi resta che colpire Ukyo!”.

Il maggiordomo attese che Lucifer fosse vicinissimo a lui per scansarsi di lato ed evitare l’attacco:

“ Devo riprovarci! Ma cosa!? Non riesco a fermarmi!”.

L’evocatore finì contro uno degli alberi che circondavano la casa:

“ Maledizione! Non ho pensato al fatto che essendo il mio peso aumentato, anche il mio tempo di frenata è maggiore… che botta!”.

 

Nonostante i loro ripetuti tentativi, nessuno dei tre ragazzi, durante le tre ore successive, riuscì anche solo ad avvicinarsi ad Ukyo:

“ Bene, facciamo una pausa, riposatevi pure per qualche minuto!”.

Lucifer, Darksoul e Train crollarono al suolo sfiniti:

“ Io non ce la faccio più!”

“ neanche io! Se faccio un altro passo, muoio.”.

Ukyo, seduto sotto un albero ad osservarli, rimase perplesso:

“ Non capisco cosa ci veda il padroncino in questi tre; in queste ore non hanno fatto un singolo progresso.”

“ Ti sbagli, Ukyo.”.

Astaroth si avvicinò al maggiordomo che, appena la vide, balzò in piedi:

“ Resta pure seduto e riposa, Ukyo, ne avrai bisogno.”

“ Di cosa parla, lady Astaroth?”

“ Quei ragazzi si stanno abituando ai pesi e presto saranno in grado di combattere come se non li indossassero; inoltre la loro energia spirituale sta aumentando esponenzialmente.”

“ Davvero? Non me ne sono accorto.”

“ Basta che osservi quel ragazzo, Lucifer; all’inizio riusciva ad usare il Kyoyu Dengen per un minuto al massimo prima di esaurire le sue energie; quando lo ha usato pochi minuti fa, invece, lo ha tenuto attivo per ben 6 minuti prima di crollare.”

“ Ha ragione! Non ci avevo fatto caso!”

“ Normalmente non ti saresti fatto sfuggire questi dettagli ma oggi sei da un’altra parte con la testa; sei in pensiero per il padroncino, vero?”

“ Già; lui non sembra minimamente preoccupato per le azioni di Asmodeus; ho paura che lo sottovaluti e che si metta nei guai.”

“ Gli vuoi molto bene, vero?”

“ Lui mi ha salvato quando ormai non avevo più nulla; lo difenderò fino alla morte se necessario.”.

 

“ La pausa è finita, ricominciate ad allenarvi!”.

I tre ragazzi si alzarono ancora molto provati ma pronti a riprendere:

“ Kyoyu Dengen!”.

Lucifer fece uno scatto verso Ukyo:

“ è veloce!”.

Il maggiordomo scansò l’attacco lanciandosi verso destra:

“ C’è andato vicino!”

“ Non ho ancora finito!”.

Lucifer piantò una mano sul terreno per fermarsi e spiccò un secondo balzo verso Ukyo:

“ Maledizione!”.

Il maggiordomo spiccò un balzo evitando di poco il colpo dell’evocatore ma mentre era ancora a mezz’aria Darksoul gli arrivò addosso con la falce:

“ Sei mio ora!”

“ Non devo farmi colpire!”.

Ukyo materializzò la sua spada e bloccò il l’attacco di Darksoul:

“ Ti ho incastrato!”.

In quel momento alle spalle del maggiordomo apparve Train che tentò un affondo con Ryumon; Ukyo tentò di evitare anche quel colpo ma il filo della lama gli sfiorò la guancia, facendogli un piccolo taglio:

“ Ce l’abbiamo fatta!!!”.

I tre ragazzi si tolsero i pesi e crollarono al suolo dalla stanchezza:

“ Incredibile! Sono migliorati molto in un lasso di tempo brevissimo.”

La ferita sulla guancia di Ukyo guarì e lui ed Astaroth si avvicinarono ai tre ragazzi:

“ Siete stati bravi! Vi faccio i miei complimenti.”

“ Mi avete stupito; non credevo che sareste riusciti a colpirmi.”.

Darksoul, Train e Lucifer si sforzarono di rimettersi in piedi:

“ Vi vogliamo ringraziare.”

“ è solo grazie a voi se siamo migliorati tanto.”

“ Probabilmente abbiamo fatto più progressi oggi che in tutto il resto della nostra vita.”

“ Bene, direi che per oggi l’allenamento è finito, potete andare a riposarvi.”

“ Grazie.”.

I tre ragazzi si diressero verso la loro camera ma Astaroth fermò Darksoul prima che entrasse:

“ Aspetta.”

“ C’è qualcosa che non va?”

“ No, nulla, volevo solo darti questa.”.

Astaroth materializzò una falce e la consegnò all’angelo:

“ Ma questa…”

“ è uno dei frammenti della falce di mio fratello Dante; vorrei che la tenessi tu dato che lui ti ha scelto per impugnarla.”

“ Ah, la ringrazio… aspetti, fratello?!”

“ Sì, Dante è mio fratello.”

“ Ma questo significa che tu… tu sei un demone!”

“ Non lo avevi capito?”

“ No, cioè sapevo dell’esistenza di un demone di nome Astaroth ma credevo che fosse solo una coincidenza! Insomma lei non ha l’aspetto di un demone millenario!”

“ Beh, modestamente sono una tra i demoni più belli dell’Inferno.”

“ Astaroth, non pavoneggiarti troppo o finirai per annoiarla.”.

La donna si voltò e vide che a parlare era stato Dark:

“ Ho saputo che l’allenamento di oggi è andato bene.”

Darksoul, ancora scossa per la scoperta dell’identità della donna, con voce tremolante disse:

“ Sì, la venerabile, incantevole, insuperabile maestra Astaroth e Ukyo ci hanno insegnato molto e grazie a loro siamo diventati più forti.”

“ Bene, buon per voi… Astaroth, ti affido una missione: porta questo documento a Samael e assicurati che se ne occupi immediatamente.”

“ D’accordo.”.

Astaroth prese il foglio che Dark stringeva in mano e scomparve; l’angelo passò di fianco a Darksoul e salendo le scale andò nella propria stanza; la ragazza rimase scossa:

“ Dark parlava con assoluta tranquillità ad Astaroth, un demone maggiore, una principessa dell’Inferno! Ma chi è davvero questo ragazzo!? Non so quasi nulla di lui.”.

In quel momento i due frammenti di Dante iniziarono a pulsare e si fusero in un’unica falce:

“ Wow, questo è stato un spettacolo interessante.”

In quel momento Dante comunicò il nuovo nome della sua arma alla ragazza: “ Beatrix”.

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Capitolo 20
*** succede tutto nella notte di luna nuova ( prima parte) ***


Nei dieci giorni successivi Dark allenò Darksoul, Train e Lucifer a ritmi estenuanti.

“ Sono stanco morto!”

“ Capisco che bisogna compiere dei sacrifici per diventare forti ma una corsa per i boschi con dei pesi da 100 chili ciascuno è una cosa che va oltre ogni limite!”

“ Non dobbiamo arrenderci! Sono certo che se continueremo a questi ritmi diventeremo molto più forti, vero Dark?”.

L’angelo non rispose:

“ Ognuno di loro ora dovrebbe avere una forza pari a quella di quel pagliaccio di Tangerine, speriamo che sia sufficiente.”

Dark guardò verso cielo; ormai era pomeriggio inoltrato:

“ è ora.”

“ Dark… Dark mi stai ascoltando!?”.

L’angelo si avviò verso la sua stanza:

“ Dove vai?”

“ Nella mia stanza… non dovete disturbarmi fino a domattina, qualunque cosa succede, capito?”

“ Sì”

“ Bene… ah, un ultimo avvertimento: un gruppo di demoni si sta dirigendo verso questa casa, sconfiggeteli se ne siete in grado.”

“ Cosa?!”

“ Non potevi dircelo prima?!”

“ Ci saremmo preparati se lo avessimo saputo!”

“ L’ho fatto per darvi una lezione: non potete sapere quando o come verrete attaccati da un avversario, dovete essere sempre pronti.”.

Dark si chiuse nella sua stanza prima che i tre ragazzi potessero ribattere. 

Train osservò i suoi compagni per qualche secondo, dopodiché esclamò:

“ Che cosa facciamo ora?”

“ Credo che l’unica opzione sia prepararsi alla battaglia.”

“ Non abbiamo neanche idea di che genere di demoni affronteremo.”.

Dopo aver riflettuto per per un po’ di tempo, Darksoul ebbe un’idea:

“ Non conosciamo i nostri avversari ma conosciamo il campo di battaglia!”

“ Che cosa intendi?”

“ Durante gli allenamenti abbiamo esplorato quasi tutto il bosco e abbiamo imparato a riconoscerne sia la fauna che i pericoli; se sfruttiamo questi fattori, avremo un gran vantaggio.”

“ Hai ragione!”

“ Bene, elaboriamo una strategia allora.”

 

“ Sta calando il sole; con la luna nuova sarà quasi come combattere al buio… buona fortuna.”

Darksoul sorvolava il cielo intorno alla casa per avvertire i compagni in caso di attacco; Train e Lucifer, invece, si erano disposti ai lati opposti del giardino e tenevano alta la guardia; rimasero in quelle posizioni fino a mezzanotte senza che nulla succedesse; ad un tratto, però, un grido di Darksoul mise in allarme i due guerrieri:

“ Stanno arrivando!”

L’eco di quelle parole non fece neppure in tempo a dissolversi che due demoni spuntarono fuori dal fitto bosco: uno somigliava ad un lupo mannaro ma aveva un corpo molto snello ed un pelo rossiccio e violaceo che brillava nel buio; l’altro, invece, era molto basso, simile ad un goblin ma con un colorito cremisi e in mano reggeva una strana pistola; quest’ultimo si guardò intorno e, dopo aver squadrato i due ragazzi, si rivolse al compagno:

“ Nessuno di loro è il nostro bersaglio, Yasei.”

“ Ma uno di loro è lo Shujin, Sogeki;”

“ Hai ragione; sono certo che padron Asmodeus ci ricompenserà se favoriremo il suo risveglio; lasciamo che sia Furui ad occuparsi del bersaglio, divertiamoci un po’.”

“ Io prendo l’evocatore, adoro vedere come si disperano quando le loro creature vengono fatte a pezzi”

“ Se proprio ci tieni.”.

Yasei si scagliò contro Lucifer tentando di colpirlo con i suoi lunghi artigli:

“ Eccolo che arriva!”

“ Raven!”.

Lucifer fermò la carica del demone con la sua spada:

“ Prendimi se ci riesci, lupo spelacchiato!”.

L’evocatore iniziò a correre, inseguito a breve distanza dal demone:

“ Non mi sfuggirai!”.

Train, invece, rimase immobile davanti alla porta di casa; Sogeki lo osservò ridacchiando:

“ Cos’hai da ridere?!”

“ Rido per la tua pazzia: sai perfettamente di non avere speranze contro di me eppure sei qui pronto a combattere.”

“ Attento, piccolo demone, perché la tua superbia potrebbe essere la causa della tua sconfitta, proprio com’è successo a quel pagliaccio di Tangerine.”.

Sogeki scoppiò a ridere:

“ Tangerine, non puoi paragonarmi a quel fallito; lui era un debole, compararmi a lui è come mettere a confronto un leone e una pulce!”

“ Vedremo chi la spunterà.”

 

Darksoul osservava attentamente la situazione dall’alto:

“ Vorrei partecipare alla battaglia ma è meglio che io rimanga di vedetta o rischiamo un attacco alle spalle.”

“ Ma guarda chi c’è qui, il falco ha trovato un corvo impaurito.”

L’angelo nero guardò verso l’alto e vide un demone con fattezze quasi umane: aveva delle ali rosse simili a quelle di un falco, piume sparse sulla parte inferiore delle gambe e sui polsi. Darksoul sguainò la falce di Dante e si mise in guardia:

“ Chi sei?!”

“ Furui è il mio nome, cacciare i corvi la mia passione!”

“ Che cosa vuoi?!”

“ Da te non voglio nulla, il mio obbiettivo è un grande corvo che risponde al nome di Dark.”

“ Se vuoi raggiungerlo, prima dovrai affrontare me!”

“ Speravo che lo dicessi!”.

Furui si scagliò contro Darksoul.

 

Lucifer riuscì ad arrivare alla riva di un fiume prima di essere raggiunto da Yasei:

“ Finalmente hai deciso di fermarti, pulce! Ora ti sbrano!”.

Il demone si avventò contro l’evocatore:

“ Di nuovo un attacco frontale.”

Lucifer si preparò a parare l’attacco con Raven ma all’ultimo istante Yasei si scansò di lato e con gli artigli lacerò il fianco dell’evocatore:

“ Maledizione, mi ha fregato!”

“ Soldato di Terracotta!”.

Il guerriero di ceramica apparve e tentò di colpire il demone con la sua lancia ma Yasei evitò l’attacco e fece un balzo indietro:

“ Come immaginavo, è molto veloce! Il soldato di terracotta è troppo lento per colpirlo.”

Il guerriero di ceramica scomparve:

“ Ambra! Medea!”

La ragazza apparve sguainando immediatamente la sua spada:

“ Ambra, combattiamo la velocità con la velocità!”

“ Sì”

“ Kyoyu Dengen!”

“ Fatevi sotto!!!”

Gli artigli di Yasei si allungarono molto e lui si preparò a fermare qualsiasi attacco:

“ Hono Satsuhei!”

“ Dark Zoom!”.

Ambra e Lucifer si scagliarono contro il demone alla massima velocità:

“ Inutile! Omomi Tsukino!” ( Letteralmente: appesantito)

Il peso dei due giovani aumentò esponenzialmente ed i due sprofondarono nel terreno:

“ Ma cosa succede!?”

“ Questa è la mia abilità, vi piace? L’Omomi Tsukino raddoppia il peso del bersaglio. Non importa quanto diventerete veloci, se non riuscirete nemmeno a raggiungermi non servirà a nulla!”

“ Maledetto! Non riesco a muovermi!”.

Il demone iniziò a ridacchiare e si avvicinò lentamente all’evocatore:

“ Avanti, vieni un po’ più vicino, forza, ancora un po’, vedrai che bella sorpresa ti ho preparato…”.

Yasei si fermò a meno di un metro da Lucifer:

“ Dì le tue ultime preghiere!”.

“ Taika Fokkusu!” ( Grande incendio della volpe)

Lucifer scattò improvvisamente in piedi e sferrò un montante al demone, sprigionando subito dopo una fiammata gigante:

“ Maledetto ragazzino!”

“ Shrade! Akai!”.

Le due creature apparvero e azzannarono Yasei, spingendolo a terra:

“ Mi dispiace per te ma, in confronto all’allenamento con pesi da 100 chili di Dark, trasportare due volte il mio peso non è altro che uno scherzo per me! Ambra, puoi andare per ora…”

“ Sì.”

“ Ah, dimenticavo, ottima recitazione!”.

“ Grazie!”.

Ambra scomparve nel nulla:

“ Finiamo questa battaglia, Raven!”.

Il corvo apparve tramutandosi immediatamente in una spada. Lucifer impugnò l’arma e si scagliò contro il demone tenuto ancora fermo a terra dal lupo e dal vampiro:

“ Sei finito!”

“ Non cantare vittoria tanto presto, ragazzino! Doku Fuyuri!” ( Furia velenosa).

Il corpo di Yasei emise una nube viola enorme che obbligò Shrade ed Akai a lasciarlo:

“ è veleno!”

“ Se restano qui finiranno intossicati!”

“ Ragazzi, tornate tutti a casa!”.

Tutte le evocazioni di Lucifer scomparvero. Yasei si alzò in piedi:

“ Lo ammetto, ragazzino, quell’attacco mi ha sorpreso; probabilmente se Sogeki fosse stato al mio posto sarebbe morto… ma contro di me non riuscirai a spuntarla: hai respirato parte del mio veleno che ora sta lentamente indebolendo il tuo corpo; tra cinque minuti di te non resterà che un freddo e inerme corpo morto.”

“ Non riuscirai a battermi! Non mi arrenderò!”

“ Maledizione! Mi sento bruciare! Non posso nemmeno compiere un’evocazione a causa di questa nube tossica… No, c’è qualcuno che posso richiamare! Qualcuno che non ha bisogno di respirare!”

“ Avanti, evocatore, mostrami la tua ultima carta!

“ D’accordo! Vieni, Soldato di Terracotta!”

Il guerriero di ceramica apparve:

“ E così ti giochi il tutto per tutto con questo fermacarte gigante!? Sei patetico!”

“ Ho una sola possibilità! Devo riuscire a rilasciarlo!”.

Yasei scattò verso Lucifer e, prima ancora che la sua evocazione potesse intervenire, il ragazzo venne scaraventato a terra da una ginocchiata. In quel momento, incredibilmente, Lucifer iniziò a ridere:

“ Cos’hai, evocatore? La consapevolezza di perdere ti ha fatto impazzire!?”.

L’evocatore si rimise a fatica in piedi:

“ Mi dispiace, Yasei, ma sei tu quello che ha perso!”

“ Cosa?!”

“ Voglio raccontarti un fatto interessante: appena un guerriero di terracotta viene creato, il suo nome viene sigillato assieme al suo vero potere; la tradizione vuole che loro rivelino il loro nome solo ad una persona a cui sono davvero legati.”

“ Grazie per la lezione ma non mi interessa!”

“ Dovrebbe… perché il Soldato di Terracotta mi ha appena rivelato il suo nome!”

“ Che cosa?!”

“ Rompi il sigillo che ti imprigiona, potente gigante, e fai tremare la terra con i tuoi colpi, Kohei!!!”.

In un’istante un’aura immensa venne rilasciata e si alzò un vento fortissimo che scaraventò Yasei contro un albero e lo obbligò a chiudere gli occhi; quando finalmente riuscì a riaprirli, rimasi sconvolto nel vedere di fronte a lui un gigante alto più di 15 metri fatto interamente di terracotta con indosso un’armatura soldato; Lucifer si trovava sulla sua spalla:

“ Sei incredibile, Kohei!”

“ Facciamolo a pezzi, Lucifer!”

“ Sì”.

“ No, impossibile!!! Io non posso perdere così!!!”

Il gigante schiacciò Yasei con un pugno, uccidendolo:

“ Bravo… Kohei… ottimo lavoro.”.

Il gigante riportò l’evocatore a terra e tornò alle sue dimensioni originali:

“ Ce l’abbiamo… fatta… abbiamo vinto…”.

Lucifer crollò in ginocchio:

“ Maledizione, il veleno!”.

Kohei afferrò Lucifer e lo lanciò nel fiume; il giovane sprofondò nell’acqua per riemergere dopo pochi secondi:

“ Ora sto meglio! Sono fortunato: se ieri, quando siamo venuti qui, Dark non ci avesse parlato delle proprietà curative dell’acqua di questo fiume, ora sarei morto. Kohei, non ce l’avrei mai fatta senza di te. Vai pure a riposarti, ti chiamerò se mi servirà ancora aiuto.”

“ Sì”.

Lucifer, dopo aver rimandato a casa l’amico, si incamminò verso la casa di Dark, pronto ad affrontare la prossima battaglia.

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Capitolo 21
*** succede tutto nella notte di luna nuova ( seconda parte) ***


“ Quali saranno le abilità di questo piccoletto? Non sembra molto forte fisicamente ma quella strana pistola mi preoccupa…”

“ Sembri teso; hai paura di quali poteri potrebbe avere la mia Dira? Fai bene. Ora ti mostrerò la sua abilità: Roulette della morte!”

Davanti alla pistola apparve un 4 rosso interamente fatto di energia e la pistola esplose 4 piccoli colpi energetici:

“ Sono veloci!”.

Train fece balzo di lato per evitare tre dei colpi e deviò il quarto con Ryumon:

“ Quei colpi erano veloci ma non mi sembravano molto forti:

“ Hai ragione, dopotutto è uscito una cifra bassa.”

“ Una cifra bassa? Forse ho capito: la pistola spara un numero di colpi pari il numero che compare subito prima; se è così non sarà difficile vincere!”.

“ Che ne dici, ritentiamo?!”

Davanti alla pistola apparve un 20 neri:

“ Questa volta sparerà venti colpi; non riuscirò a schivarli tutti quindi devo prepararmi ad incassarli.”

La pistola esplose un singolo una sola sfera di energia gigantesca che travolse Train, scaraventandolo contro una delle pareti della casa:

“ Maledizione! Non capisco!”

Train balzò di nuovo in piedi:

“ Ora tocca a me attaccare: Rigai Kankei!”.

Ryumon generò una fiammata enorme che si diresse verso Sogeki:

“ Barriera!”.

Il demone eresse una difesa che estinse le fiamme:

“ Mi spiace ma le mie barriere sono infrangibili.”

“ Lo vedremo!”

“ Ci mancava solo questa!”

“ Kirameki Joka!”.

Lo spadaccino trattenne il potere dell’attacco dentro Hikari e si lanciò alla cieca contro la barriera di Sogeki:

“ Sei un povero sciocco!”. 

Davanti alla pistola del demone apparve un 21 rosso e l’arma esplose ventuno colpi in rapida successione:

“ Ora!”

Train spiccò un balzo evitando i colpi e piantò la spada nella barriera frantumandola e rilasciando tutta l’energia accumulata; Sogeki venne travolto e scaraventato a terra ma si rimise subito in piedi:

“ Hai visto? Ho sfondato la tua barriera!”

“ Già, ma quanta energia hai usato per farlo? Ormai l’avrai quasi esaurita.”

Sogeki aveva ragione: per infrangere la barriera Train aveva concentrato una quantità enorme di energia spirituale dentro Hikari ed ora era senza fiato:

“ Maledizione! Devo concludere in fretta questa battaglia prima che le mie forze si esauriscano!”.

Davanti alla pistola del demone apparve un 30 nero essa esplose un colpo gigantesco; Train si gettò di lato per evitarlo ma venne colpito di striscio al braccio sinistro, riportando alcune ustione:

“ maledetto!”.

“ Il maestro ha detto che non devo ucciderti ma è meglio ridurti in fin di vita prima di portarti da lui.”

Davanti alla pistola apparve un 32 rosso ed esplosero altrettanti colpi energetici. Train provò a scansarli tutti ma venne ripetutamente colpito al petto e alle gambe:

“ Non capisco! Quel potere non ha alcun senso! Non è possibile capire in che modo attaccherà in base ai numeri! La sua Roulette della morte è inarrestabile… aspetta! Ma certo: nella roulette ci sono 72 caselle diverse divise in rosse e nere; la sua pistola si basa sullo stesso principio; se il numero che esce è rosso, la pistola sparerà un numero di colpi pari a quelli indicati; se invece il numero è nero, esploderà un singolo colpo con forza moltiplicata per il numero indicato. Ora che l’ho scoperto, forse ho una chance!”.

Davanti a Sogeki apparve un 7 rosso:

“ Ora!”.

La pistola esplose sette raggi di energia ma Train, prevedendolo, fermò tutti i colpi con le sue due spade:

“ Ora che ho scoperto come funziona la tua tecnica, riuscirò ad ammazzarti, fottuto demone!”.

Sogeki scoppiò a ridere:

“ Davvero pensi che solo perché sai come funziona, riuscirai a bloccare la mia roulette della morte?! Illuso!”.

Apparve un 33 nero e la pistola esplose un colpo gigantesco:

“ Kirameki Joka!”.

Train contrastò l’attacco con Hikari e si lanciò contro il demone:

“ Rigai Kankei!”.

Ryumon emise una fiammata gigantesca che si schiantò contro Sogeki prima che lui riuscisse a caricare un altro attacco, scaraventandolo a terra con diversi demone:

“ Ho… vinto!”.

In quell’istante Train udì una risata che gli ghiacciò il sangue nelle vene: Sogeki, nonostante tutte le ferite riportate, si rimise in piedi; la sua pistola era completamente distrutta:

“ Come diavolo fa ad essere ancora in piedi!? Non importa, senza quella pistola non sarà un pericolo.”

“ So cosa pensi: come farà il piccolo Sogeki a lottare senza la sua amata Dira? Vedi, quella pistola non è la mia unica risorsa.”

“ Che cosa?!”

Lo spadaccino sbiancò al solo pensiero di cosa sarebbe potuto succedere in quel momento:

“ Bakuhatsu Nagekakeru!” ( Esplosione fulminea)

Il terreno sotto i piedi di Train esplose, scaraventandolo a terra e danneggiandogli le gambe:

“ Ti piace la mia esplosione fulminea? Grazie ad essa posso far scoppiare il terreno che mi circonda entro un limite di 100 metri; di norma uso Dira perché l’esplosione fulminea è inutile contro coloro che possono volare ma nel tuo caso quest’abilità potrebbe esserti letale!”

Sogeki causò altre due esplosioni vicino alle braccia dello spadaccino, danneggiandogliele e facendo volare lontano le sue armi:

“ Sono talmente ferito da non riuscire quasi a muovermi!”.

“ Ed ora cosa farai senza le tue armi, caro spadaccino?!”

“ è finita… non ho più la forza per combattere…”.

Train chiuse gli occhi e si abbandonò al suo destino; dopo qualche secondo, però, udì un rumore fortissimo che gli fece spalancare gli occhi, rivolgendoli verso il cielo:

“ Il maestro sarà contento: lo Shujin presto sarà nelle sue mani.”

Train sorrise:

“ Cos’hai da sorridere tanto?”

“ Sorrido per la mia vittoria e per la mia fortuna.”

“ Di cosa parli?!”.

Lo spadaccino, raccogliendo tutte le forze che gli erano rimaste, si alzò in piedi:

“ Vedi, durante questi 10 giorni ho scoperto che il mio corpo da mezzo demone ha una grande affinità con l’elettricità; Dark mi ha consigliato di approfittarne e mi ha insegnato come controllare questo elemento; secondo lui io potrei riuscire anche a generare delle scosse elettriche ma ancora non ci sono riuscito… in compenso, però, riesco a controllarle!”

“ Peccato che qui non ci sia elettricità da controllare!”

“ Ne sei sicuro? Allora guarda il cielo!”. 

Sogeki volse il suo sguardo verso l’alto e sbiancò osservando le nuvole cariche di elettricità che lo sovrastavano:

“ No!”

“ Per te è la fine! Hageshi Raiu!” ( Tempesta Tonante)

Nella mano di Train si concentrò tutta l’energia elettrica delle nuvole e lui si scagliò contro il demone:

“ Ti fermerò!”.

Sogeki fece scoppiare il terreno tutt’intorno allo spadaccino ma lui era talmente rapido da non essere raggiunto dalle esplosione e in un lampo raggiunse il demone, trapassandolo con il suo attacco e rilasciando l’energia elettrica, polverizzandolo;

a causa dell’enorme sforzo, Train crollò al suolo e cadde in uno stato di semi incoscienza. Una figura in quel momento si avvicinò al campo di battaglia:

“ Ah, sembra che sia Yasei che Sogeki abbiano perso… non importa, quegli smidollati non valevano nulla… allora, Shujin, vediamo come te la cavi contro il potente duca Rastad.”

“ Devo alzarmi… devo continuare… a combattere…”.

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Capitolo 22
*** succede tutto nella notte di luna nuova ( terza parte) ***


Darksoul e Furui continuavano a duellare in volo, sferrandosi colpi violentissimi senza riuscire tuttavia a ferirsi; ad un certo punto si fermarono:

“ Sembra che siamo in parità.”

“ Già… i nostri poteri si equivalgono.”

“ Che ne dici di iniziare a fare sul serio allora, angelo caduto?”

“ Dopo di te, falco.”

“ D’accordo! Turbine!”.

Furui scatenò una folata di vento che scaraventò Darksoul contro il tetto della casa:

“ Bel colpo!”.

La ragazza scattò in piedi:

“ Ora però tocca a me mostrarti cosa so fare; Promessa: non usare le tue ali!”.

Sulla fronte del demone apparve il marchio di Dante e lui scese a terra:

“ Ora non puoi usare le ali quindi niente volo e niente raffiche di vento.”

“ Tutto fa supporre che tu mi abbia messo alle strette, vero?”

“ Già, ormai ti ho messo alle strette!”

“ E se ti dicessi che possiedo un’arma abbastanza forte da spazzarti via e per cui non ho bisogno delle mie ali?”

“ Che cosa?!”

“ Venite dal vostro padrone, miei fedeli servitori!”.

Il cielo si coprì di nuvole cariche di elettricità e al fianco di Furui, trasportate da dei fulmini, si materializzarono un leone, un serpente e un pipistrello:

“ Fusione cellulare: Nascita della Chimera!”.

Il demone e i tre animali vennero avvolti da un vento fortissimo e si fusero in un unica entità gigantesca: aveva il corpo di un leone, un serpente come coda, due ali da pipistrello e, fuso alla sua schiena, la parte superiore del corpo di Furui.

Darksoul venne paralizzata dalla paura di fronte alla maestosità di quella creatura:

“ Ora solca i cieli, chimera!”.

La creatura si alzò in volo, generando una folata di vento:

“ Sarà dura affrontare questa bestia ma devo farcela!”.

Darksoul raccolse tutto il suo coraggio, impugnò Beatrix e Raion e spiccò il volo, scagliandosi verso la testa della chimera:

“ Hoko no Raion!”

“ Chimera, inceneriscila!”.

La creatura sparò una fiammata enorme dalla sua bocca; le fiamme inghiottirono l’attacco di Darksoul e la travolsero, facendola schiantare nuovamente contro il tetto della casa:

“ Ha una potenza enorme!”

“ Non riuscirai a contrastare il fuoco della mia chimera!”.

La creatura spalancò le fauci sprigionando una nuova fiammata:

“ Dante, prestami il tuo potere.”

Beatrix sprigionò le fiamme infernale e Darksoul le utilizzò per contrastare l’attacco della chimera, dopodiché si scagliò contro la bestia, riuscendo a tagliarle la coda:

“ Colpita!”.

La creatura si voltò di scatto e tentò di azzannare l’angelo ma lei, non appena la chimera spalancò le fauci, le scaricò l’Hoko no Raion dritto in bocca, distruggendogli la testa e facendola crollare a terra:

“ Furui, la tua chimera non sembra poi tanto invincibile!”

“ Non credere che basti così poco per annientarla!”.

Incredibilmente la belva si rialzò e spiccò nuovamente il volo:

“ Come fa a muoversi senza la testa?! Forse è Furui il cuore di quella creatura.”.

La chimera scatenò un uragano che scaraventò Darksoul a terra:

“ Ora sparisci tra le tenebre! Lame di vento!”.

La belva sbatté le ali creando delle vere e proprie lame di aria compressa che ferirono ripetutamente l’angelo prima che potesse reagire:

“ Direi che è ora di sperimentare la tecnica che mi ha insegnato Dark.”

Darksoul si rimise in piedi, rinfoderò Raion e, tenendo stretta Beatrix, ampliò il più possibile la sua energia spirituale:

“ Che cos’hai intenzione di fare?”

“ Sakugen!” ( Fendente)

L’energia spirituale di Darksoul si trasferì alla falce che sprigionò un fendente di energia gigantesco che travolse la chimera, tagliandola a metà; la parte a cui era attaccato Furui crollò al suolo mentre l’altra scomparve nel nulla:

“ Cos’era… quell’attacco?”

“ Sakugen è la prima delle tecnica dei cinque cieli; essa concentra l’energia spirituale dell’utilizzatore e la rilascia tramite l’arma in un unico attacco.”

“ Beh, lo ammetto, è una tecnica eccezionale; per come sono ridotto, dubito di poter lottare ancora.”.

La fusione cellulare si sciolse e Furui crollò in ginocchio con un’ala spezzata:

“ Avanti, finiscimi.”.

Darksoul non accennò a muoversi:

“ Cosa ti prende?”

“ Non ho intenzione di ucciderti; nelle condizioni in cui sei, non saresti in grado di attaccarmi; è inutile infierire.”

“ Tsk, queste sono parole degne di una colomba.”

“ Alcuni corvi odiano le colombe e le disprezzano per la loro purezza ma altri, come me, le invidiano e per questo tentano di imitarle.”.

Darksoul spiccò il volo e raggiunse il lato della casa in cui aveva lasciato Train; appena arrivò, vide l’amico, steso a terra con diverse ferite ed un demone in piedi davanti a lui: la sua pelle era simile ad un’armatura completamente grigia da cui spuntavano due occhi rossi come il fuoco e dei denti aguzzi in grado di lacerare anche la più dura delle carni:

“ Train!”.

Darksoul scese in picchiata verso il demone tentando di colpirlo con la sua falce ma essa non lo scalfì nemmeno:

“ Mocciosa, come osi intrometterti!?”.

Il demone afferrò Darksoul per il collo e la scaraventò a terra:

“ Muori!”.

Il demone scagliò una sfera di energia contro l’angelo:

“ Kohei!”.

Il Soldato di Terracotta apparve davanti a Darksoul, incassando l’attacco al suo posto e andando in mille pezzi; Lucifer accorse:

“ Stai bene?”

“ Io sì ma Train sembra messo male!”

I due ragazzi, nonostante fossero molto provati, si prepararono alla battaglia; il demone scoppiò a ridere:

“ Voi due pulci credete davvero di essere all’altezza del grande duca Rastad?!”.

Lucifer evocò Medea:

“ Ho energia sufficiente per sostenere il Kyoyu Dengen per un minuto, sfruttiamolo al meglio.”

“ Sì”.

Lucifer attivò il Kyoyu Dengen e si scagliò contro il demone, seguito a breve distanza da Darksoul; i loro attacchi, tuttavia, non lo scalfirono nemmeno. L’angelo e l’evocatore scattarono indietro:

“ Sakugen!”

“ Taika Fokkusu!”.

I due attacchi travolsero Rastad:

“ Beccati questo!”

“ Tutto qui?”.

Il duca rimase completamente illeso:

“ Impossibile!”

“ Sparite!”.

Prima ancora di accorgersene, Lucifer e Darksoul vennero scaraventati a terra da due pugni fortissimi del demone:

“ Blocco spirituale!”.

I due guerrieri vennero paralizzati:

“ Non riesco a muovermi!”

“ Se solo potessi evocare Shrade o Ambra!”

“ Perite nell’oblio!”.

“ Devo fare qualcosa!”

“ Aiuto! Qualcuno ci aiuti… Dark, salvaci, ti prego!”

In quell’istante una figura si parò davanti al demone e fermò l’attacco che stava per lanciare:

“ Lascia stare i miei amici!”.

Darksoul rimase abbagliata da quella figura:

“ Bianco...”

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Capitolo 23
*** succede tutto nella notte di luna nuova ( quarta parte) ***


Davanti a Darksoul si era manifestata una figura straordinaria: capelli corvini, gli occhi agli antipodi, uno giallo oro e l’altro blu notte, un’ala nera piumata , simbolo del peccato, ed una bianca, simbolo di purezza, che emanava una luce vivida di cui solo i Serafini ( angeli nobili) sono dotati:

“ Dark?”.

La creatura si voltò verso Darksoul e, con tono rassicurante, rispose:

“ Sono io, stai tranquilla, presto sarete in salvo.”.

Dark si voltò verso Rastad e lo guardò fisso negli occhi:

“ Vattene.”.

Il demone iniziò a sghignazzare:

“ Finalmente, dopo più di mille anni, hai mostrato di nuovo il tuo volto… Solomon!”.

Al suono di quelle parole, Lucifer, Darksoul e Train ebbero un sussulto:

“ Solomon!?”

Dark sorrise:

“ Da quanto tempo qualcuno non mi chiamava in quel modo; il suo suono mi suscita brutti ricordi per cui, ti prego, chiamami con il mio nuovo nome: Kaito Dark.”

“ Non farmi ridere, Solomon! Tu hai tradito sia angeli che demoni, non meriti di portare il nome dell’oscurità!”

“ Beh, dato che ti ostini a chiamarmi in quel modo, forse è giusto che io ti affronti come Solomon.”

“ Fatti sotto!”.

Rastad scaricò contro Dark una serie di spere di energia enormi, che alzarono un polverone enorme:

“ Sistemato!”

“ Tutto qui?”.

La nuvola di polvere si diradò, mostrando un illeso e sorridente Solomon:

“ Avanti, Rastad, Asmodeus ti avrà raccontato quanto sono forte; se vuoi anche solo sperare di battermi, dovresti impegnarti di più; avanti, mostrami il tuo colpo migliore.”

“ Come vuoi! Taiho no Satsuhei!” ( colpo di cannone).

Il braccio di Rastad si tramutò in un gigantesco cannone:

“ Sembra interessante.”

“ Muori!”.

Dal braccio di Rastad esplose un raggio di energia gigantesco:

“ Carino.”.

Solomon rimase immobile e alzò una barriera che dissolse l’attacco:

“ Che cosa?!”

“ Direi che ti ho lasciato sfogare abbastanza, Rastad; direi che è il momento di concludere questa battaglia. In ginocchio!”.

Una forza incredibilmente potente obbligò il duca a mettersi in ginocchio:

“ Che cosa mi stai facendo?!”

“ Ti mostro il potere che è stato in grado di domare 72 demoni.”

“ Liberami!”

“ Astaroth.”.

La donna si materializzò:

“ prendi questo demone e portalo all’Inferno.”

“ Sì, Dark.”.

Astaroth obbedì.

 

Stava ormai iniziando ad albeggiare; Solomon si avvicinò a Darksoul, Lucifer e Train e lasciò cadere su di loro una delle sue piume bianche, guarendo completamente le loro ferite; non appena i tre ragazzi si rimisero in piedi, Dark tornò al suo solito aspetto;Darksoul fu la prima a parlare:

“ Dark, tu sei davvero…?”

“ Lo sono stato in passato ma re Solomon ormai è morto da più di un millennio; ora sono solo Dark, niente di più, niente di meno.”.

Confusa, la ragazza cercò di ottenere delle risposte:

“ Perché non ce lo hai detto prima?”

“ Non c’è nulla da dire; chi sono non vi deve interessare.”.

Lucifer, scioccato dalla scoperta, disse:

“ Solomon fu un grande evocatore che riuscì a legarsi a più di settanta demoni, è per questo che sai così tanto su di loro.”.

Train fu l’ultimo a parlare:

“ Che cosa farai ora? Dato che sappiamo il tuo segreto, ci ucciderai o ci cancellerai la memoria?!”

“ Non vi farò nulla; a differenza degli angeli, io non sono disposto ad uccidere per così poco; a differenza degli angeli, io so provare pietà e non distruggo tutto ciò che non mi piace. Vi chiedo solo di andarvene da casa mia e di non tornare; riguardo al mio segreto, fate come volete, non mi importa.”.

Dark si diresse verso la porta di casa ma Darksoul lo rincorse e, appoggiandogli una mano sulla spalla, provò a fermarlo:

“ Solomon…”

“ Sparite!”.

 

I tre ragazzi vennero teletrasportati in un istante in una foresta su un’isola lontana.

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Capitolo 24
*** Solomon ( prima parte) ***


Di norma nessuno ricorda i primi anni della propria vita; per me, invece, fu diverso, nella mia mente è impresso a fuoco ogni istante della mia esistenza, sin dal mio primo respiro… ricordo il caldo abbraccio di mia madre ed il suo sguardo, gioioso ma allo stesso tempo preoccupato per me; ricordo la levatrice che, dopo avermi fatto nascere, corse da mio padre per avvertirlo:

“ Sire, sire, suo figlio è nato!”

“ Presto, portatemi da lui.”

Mio padre entrò come un uragano nella stanza; l’immagine del volto di mio padre, il suo sguardo di gioia che si trasformò in disgusto nell’istante in cui vide le mie ali, non potrò mai scordarla; gli angeli bianchi sono venerati per la loro purezza e quelli neri sono temuti e rispettati per la loro potenza ma un mezzo sangue non è altro che un abominio, un affronto ad entrambe le razze; mio padre, accecato dall’ira, chiamò immediatamente le guardie:

“ Portatelo via, questo non è mio figlio!”.

Mia madre provò ad opporsi, a proteggermi dalle guardie ma mio padre fu irremovibile.

Mio padre ordinò che la levatrice e mia madre venissero uccise sul posto; io venni rinchiuso in una prigione nei sotterranei del castello; al popolo venne detto che io ero nato morto; morta mia madre, nessuno avrebbe mai saputo la verità. Crebbi tra quelle quattro mura; non mi hanno mai dato da mangiare, sembra che il mio corpo non ne abbia bisogno; i momenti peggiori erano quando mio padre veniva a trovarmi; lo faceva una volta l’anno; si assicurava che io fossi ancora vivo ed in buona salute e, prima di richiudere la porta della mia cella diceva sempre:

“ Quando ti deciderai a morire, maledetto abominio?”.

Nonostante tutto non riuscivo ad odiarlo; in fondo, se avesse voluto, avrebbe potuto prendere una spada e uccidermi invece che rinchiudermi; forse mi teneva in vita come simbolo dei suoi errori; più che odiarlo, cercavo di comprendere perché lo disgustassi tanto, all’epoca non ne capivo la ragione; in fondo io non avevo fatto male a nessuno:

“ Voglio solo essere normale; voglio solo uscire da qui e vivere come un bambino normale…”.

 

Quel giorno non lo dimenticherò mai: era passato da poco il mio decimo compleanno; quella mattina quando mi svegliai vidi una colomba nella mia cella; da quella piccola finestra che mi sovrastava le avevo osservate passare a centinaia ma era la prima volta che ne vedevo da vicino; questo fatto mi rese felice:

“ Che carina che sei, piccola colomba. Io mi chiamo Solomon e tu?”.

Quel colombo, dopo avermi osservato per qualche minuto, venne circondato da una luce immensa e si tramutò in un uomo: aveva dei lunghi capelli biondi, gli occhi color ambra e due grandi ali bianche che spuntavano dalla sua lunga tunica:

“ Io sono Raguel, l’arcangelo della giustizia.”

“ Arcangelo?”

“ Sono qui per decidere il tuo destino.”

“ Perché?”

“ Gli angeli sono esseri puri che sorvegliano dall’alto gli esseri di questo mondo; coloro che portano il nostro sangue, i Nephilim ( mezzi angeli), sono dei tramiti per raggiungere il cuore del genere umano ma tu sei diverso; in te scorre il nostro sangue ma anche il sangue impuro dei caduti.”

“ Diverso?”

“ Ora ascolta le mie parole, giovane Solomon, se lo desideri, posso purificare il tuo sangue, renderti un Nephilim come gli altri; potrai uscire da questa gabbia e vivere una vita normale.”

“ Davvero?”

“ Sì, dovrai solo rinunciare a quell’ala nera.”

“ Accetto.”

“ Bene; domani verrà qui un angelo per trasformarti in un Nephilim; ti lascio questo libro; racconta del paradiso, dell’inferno e delle loro origini; dovrai sapere queste cose per essere un vero simbolo di Dio.”

“ Le imparerò tutte entro domani; ti ringrazio, Raguel.”.

L’arcangelo mi sorrise e scomparve in un lampo di luce:

“ Domani finalmente sarò normale… potrò visitare questo mondo e farmi degli amici.”.

Quella notte la passai leggendo il libro che Raguel mi aveva dato: lessi della creazione del paradiso, di Dio, di Michael e Lucifero, della caduta di quest’ultimo e della creazione dell’inferno; infine lessi di due creature: Candor e Belias; essi furono le prime creazioni di Dio e ricevettero i compiti più importanti: Belias sarebbe stato il creatore dell’universo e Candor colui che un giorno lo avrebbe distrutto.

 

Il giorno dopo mi preparai a lasciare la gabbia in cui ero cresciuto; i minuti prima dell’arrivo del mio salvatore sembravano interminabile; alla fine, però, un angelo si manifestò davanti a me; assomigliava molto a Raguel ma i suoi capelli erano molto più chiari ed il suo sguardo era molto più penetrante:

“ Sei pronto?”

“ Sì; ora potrò finalmente vedere il mondo.”.

La mia felicità, tuttavia, scomparve appena l’angelo parlò di nuovo:

“ Credi davvero che ti tramuterò in un Nephilim?! Non farmi ridere, abominio! Raguel potrà anche accettare un impuro come te tra di noi ma io non ho intenzione di farlo.”

“ Che cosa?!”.

In quel momento il terrore mi pervase e le mie gambe cedettero:

“ Tu sei un abominio, un affronto per noi angeli puri! Non ti lascerò vivere neanche un istante di più!”.

Quell’angelo afferrò la sua lancia per uccidermi ma qualcosa lo fermò: un guerriero con dei lunghi capelli argentei ed un lungo abito nero indosso apparve dal nulla puntandogli una spada alla gola:

“ Cosa pensi di fare, Belias?!”

“ Non ti permetterò di ucciderlo, Uriel!”

“ Osi metterti contro gli angeli!?”

“ Non contro gli angeli, solo contro di te!”

“ Te ne pentirai un giorno… e tu, abominio, un giorno verrò a finire il lavoro!”.

Uriel scomparve e il cavaliere mi si avvicinò:

“ Stai bene?”.

Fu così che incontrai il mio primo famiglio, Belias.

 

Da allora Belias venne a trovarmi ogni giorno: mi portava qualcosa da mangiare, da leggere e mi parlava del mondo di fuori; mi propose più volte di uscire ma dopo ciò che era successo con Uriel ormai anche io iniziavo a credere che il mondo di fuori non fosse il mio posto.

 

 

Il giorno prima del mio tredicesimo compleanno Belias mi venne a fare visita con un regalo, un anello un tempo appartenuto a mia madre:

“ Ti ringrazio, Belias.”

“ Spero che questo possa tenere vivo nella tua mente il ricordo di tua madre.”

“ Mia madre… lei mi voleva bene ed è morta solo perché sono un mostro.”

“ Solomon, ti vedo pensieroso, c’è qualcosa che ti turba?”

“ No, nulla.”

“ Domani è il tuo compleanno; tuo padre verrà a trovarti, Solomon, quindi non potrò venire a trovarti.”

“ Lo so. Puoi farmi un favore?”

“ Certo, cosa ti serve?”

“ Dato che non potrò vederti domani, potresti lasciarmi la tua spada? Almeno, se l’avrò con me, sarà come se tu fossi qui.”

Anche se non molto convinto, Belias mi accontentò

“ Ti ringrazio; ora potresti lasciarmi da solo, ho sonno e vorrei dormire.”

“ Va bene.”.

 

“ Per mio padre sono un abominio, per gli angeli sono un abominio, per il mondo sono un abominio… io sono un abominio!!!”.

 

Il giorno dopo, quando venne a trovarmi, mio padre trovò qualcosa di inaspettato e di terribile a trovarlo:

“ Hai visto, papà, ora sono normale… sono un normale bambino umano.”

Durante la notte con la spada di Belias mi ero amputato a forza le ali; con le lacrime che mi solcavano il volto mi rivolsi a mio padre:

“ Mi vuoi bene ora papà? Senza ali io non sono più un abominio… sono un normale essere umano; mi vuoi bene ora?”

“ Pensi davvero che basti così poco per renderti normale; tsk sei proprio uno stupido abominio di Dio… quando ti deciderai a morire?”.

Mio padre si volse di spalle e senza degnarmi di uno sguardo lasciò la stanza; la disperazione mi pervase e le lacrime iniziarono a scendere dal mio viso come dei fiumi in piena:

“ Perché?… Perché!?… Perché!!!??? Io sono tuo figlio!!! Non sono un mostro! Fammi uscire da qui!!! Non ho fatto nulla di male!!!”.

Fu in quell’istante che Belias apparve al mio fianco; vedendo ciò che avevo fatto, distrusse la prigione in cui mi tenevano e, prendendomi in braccio, mi portò fuori; mio padre e le guardie, sentendo dei rumori provenire dalla mia cella, corsero a vedere:

“ Chi sei tu?! Cosa stai facendo?!”

“ Faccio giustizia per il figlio che hai abbandonato!”.

Con un solo movimento della mano, Belias scaraventò mio padre e le guardie a terra; sguainò la spada e la puntò alla gola del re:

“ Ti prego, risparmiami! Abbi pietà di me!”

“ Come tu ne hai avuta di tuo figlio!? No, tu ora morirai!”

“ Fermo Belias!”.

Al suono delle mie parole, il mio famiglio bloccò la sua spada:

“ Solomon, vuoi davvero aver pietà di lui dopo ciò che ha fatto?!”

“ Non è per pietà che non voglio che tu lo uccida, ma perché non voglio che tu diventi come lui.”.

Fu in quel momento che le ali che mi ero amputato tornarono ad ornare la mia schiena come se nulla fosse:

“ Padre, vattene da qui e non tornare.”.

Quello fu l’ultimo giorno in cui vidi mio padre ed il mio primo giorno come re.

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Capitolo 25
*** Solomon ( seconda parte) ***


Come nuovo re mi imposi un obbiettivo: avrei fatto in modo che umani, angeli e demoni potessero andare d’accordo all’interno del mio regno. All’inizio fu molto difficile, nessuno accettava un re con sangue demoniaco, figuriamoci far vivere dei veri e propri demoni in mezzo a loro.

 

Cambiò tutto quando avevo 20 anni; un giorno un locandiere venne a palazzo lamentandosi di un viaggiatore che, da quando era giunto alla sua locanda, non aveva fatto altro che causare problemi; inizialmente non diedi molta importanza alla cosa ma in meno di due giorni anche un fabbro e un mercante vennero a lamentarsi dello stesso viaggiatore:

“ Ho capito, interverrò al più presto.”

“ La ringraziamo, re Solomon.”.

In quegli anni ero riuscito a farmi accettare dal mio popolo e non volevo che nulla rovinasse questo rapporto; mi recai alla locanda di persona e mi feci indicare la stanza in cui alloggiava questo ragazzo tanto problematico; appena entrai, vidi un giovane intento a riparare una lunga falce con la lama spezzata: aveva dei lunghi capelli neri, due occhi che sembravano rubini e indossava degli abiti bianchi molto logori:

“ Niente! Non riesco a ripararla! Maledizione!”

“ Non si è accorto che sono entrato… deve essere preziosa per lui quella falce.”

“ Ti serve una mano con quella?”.

Il ragazzo, udendo improvvisamente la mia voce, sobbalzò:

“ Chi sei?! Cosa vuoi da me?!”.

Senza badare alle sue domande, entrai nella stanza e afferrai la falce che stava tentando di riparare:

“ Posso aggiusta…”

“ Non la toccare!”.

Prima ancora di accorgermene, venni scaraventato contro una delle pareti da un pugno di quel ragazzo; se ci ripenso, sento ancora il dolore:

“ Non osare mai più toccare la mia Sogi Haru!”

“ Bel cazzotto, shinigami.” ( per chi non lo sapesse, gli shinigami sono coloro che portano gli spiriti dei morti nell’aldilà)

“ Come fai a saperlo?!”

“ Una falce con un nome proprio, degli occhi color rubino, una forza di molto superiore al normale, era abbastanza ovvio.”

“ Chi sei e cosa vuoi da me?”

“ Io sono Solomon, sovrano di questo regno; ero venuto qui per dirti di non dar fastidio al mio popolo ma, ora che ho visto che sei in difficoltà, voglio aiutarti.”

“ E come?”

“ Prima che mi colpissi stavo cercando di dirtelo: posso aggiustare la tua falce.”

“ Questo è impossibile. Sogi Haru è stata forgiata unendo il potere della luce e dell’oscurità e solo usando quei poteri può essere riparata.”.

In quel momento mi decisi a mostrargli le ali che avevo nascosto fino a quel momento:

“ Che cosa sei tu?”

“ Chi può dirlo; sono un umano in un corpo mezzo angelico e mezzo demoniaco; decidi tu come chiamarmi. Il vantaggio è che…”

Afferrai la falce del giovane e in un istante essa tornò come nuova:

“ In me risiedono sia i poteri angelici che quelli demoniaci.”.

Lo shinigami riprese la sua arma e la osservò attentamente:

“ Incredibile, è come nuova!”

“ Questa è la prima volta che il mio sangue misto mi torna utile…”

“ Qual’è il tuo nome, shinigami?”

“ Io sono Ukyo e non sono più uno shinigami.”

“ Perché? Cos’è successo?”

“ Ho disobbedito alle regole degli shinigami salvando l’anima di un bambino che era destinata all’Inferno; per questo ho perso il mio incarico e i miei poteri si sono ridotti drasticamente; ora che Sogi Haru è stata aggiustata, dovrei pensare a cosa fare per il resto della mia vita ma non idea di cosa fare o di dove andare.”

“ Allora rimani qui e vivi nel mio regno.”

“ Cosa?! Sei forse impazzito?! Non posso vivere tra gli umani!”

“ Perché no? Non mi pare che tu abbia cattive intenzioni e, se smetterai di non dare fastidio ad altre persone, sono certo che nessuno avrà da ridire.”

“ Ti, anzi, la ringrazio, re Solomon; la prego, mi accetti come suo famiglio.”

“ Se vuoi essere un mio famiglio, per me va bene, ma non darmi del lei o mi farai sentire vecchio.”

“ D’accordo, Solomon.”.

Da quel giorno nel regno le cose cambiarono: a poco a poco la diffidenza tra demoni e umani iniziò ad affievolirsi e creature di ogni genere vennero a vivere nel mio regno; ben presto anche alcuni Nephilim e addirittura qualche angelo si unirono al mio popolo; in mezzo a tutte quella gioia incontrai anche Naima, la prima donna che io abbia mai amato, colei che sarebbe diventata la mia regina.

 

Fu proprio quando credevo che quella prosperità sarebbe durata in eterno che avvenne la catastrofe.

Un giorno come un altro, mentre camminavo per le vie della capitale, improvvisamente una gigantesca nube bianca oscurò il sole; osservandola meglio mi accorsi che quella che credevo fosse nuvola in realtà era un immenso stormo di colombe:

“ Non mi piace ciò che sta accadendo.”

Una di loro scese in picchiata arrivandomi davanti ed immediatamente riconobbi la sua energia spirituale:

“ Cosa vuoi dal mio popolo, Uriel?”

“ Vedo che il piccolo mezzosangue si ricorda di me.”.

Quella carogna assunse il suo vero aspetto e con la sua solita aria di disgusto mi parlò:

“ Ciò che voglio è semplice: far sparire te, i demoni e coloro che sotto il tuo vessillo si sono schierati dalla loro parte.”

“ Il mio popolo non ha fatto nulla di male, lascialo stare!”

“ I demoni sono il simbolo del male, devono essere eliminati!”

Prima ancora che potessi ribattere, tutte le colombe scesero in picchiata e, assumendo il loro aspetto angelico, iniziarono a mietere vittime:

“ Fermatevi!”

“ Non si fermeranno se io non glielo ordino.”

“ Maledetto Uriel, ferma l’attacco!”

“ Solo se verrai con me senza fare storie.”

“ Se rifiuto, ci saranno molte vittime sia tra gli angeli che tra il mio popolo.”

“ Accetto.”.

In un istante gli angeli si radunarono intorno a me e mi bloccarono, facendomi svenire; quando rinvenni, ero in una gabbia molto simile a quella in cui avevo vissuto i primi anni della mia vita; Uriel era davanti a me che mi fissava con disgusto:

“ Dove mi hai portato?”

“ Sei ad Anjerika, la prigione riservata ai peccatori.”

“ Che brutto posto.”

“ Abituatici perché ci passerai l’eternità.”

“ Hai deciso di non uccidermi?”

“ La morte non è abbastanza per un abominio come te.”

“ Ho passato in una gabbia 13 anni della mia vita, ormai ci sono abituato.”

“ Allora vediamo cosa ne pensi di questa notizia: mentre parliamo, i miei angeli hanno ripreso l’attacco alla tua città e stanno distruggendo tutto.”

Quella notizia mi scosse:

“ Sadica carogna, avevamo un accordo!!!”

“ Non faccio accordi con i mostri come te.”

“ Maledetto! Fammi uscire!”.

In preda alla collera iniziai a dare spallate contro le sbarre della gabbia:

“ Dimenati pure quanto vuoi, queste sbarre sono impossibili da rompere.”

“ Ti ucciderò! Ti ucciderò, Uriel, è una promessa!”.

 

Fu in quel momento che una voce rimbombò nella mia testa:

“ Sembra che tu sia messo male, Solomon.”

“ Chi sei?!”

“ Forse l’unica persona che odia Uriel più di te.”

“ Cosa vuoi da me?”

“ Darti il potere per uscire da lì”

“ E cosa vuole il boss dei demoni in cambio?”

“ Solo la testa di Uriel.”

“ Con vero piacere!”

“ Allora ecco il mio potere, Solomon, il potere di Lucifero!”

“ Ora assisti alla morte dei tuoi cari, Solomon!”

“ Ora pagherai per tutto, Uriel! Suprema falce della morte, spezza il sigillo che ti blocca e libera tutta la tua forza, manifestati in tutta la sua potenza, Jigoku no Ryoshu.” ( Signore dell’Inferno)

Tra le mie mani apparve una gigantesca falce con la lama nera il il manico fatto d’argento:

“ Ti sei spinto fino a questo punto!?”

Con un singolo colpo di quella falce, sbriciolai le sbarre della gabbia e mi aprii una via di fuga.

In un istante tornai alla capitale:

“ Fermate l’attacco!”.

A causa dei rumori della battaglia nessuno udì la mia voce:

“ Cosa devo fare?! Devo fermare questa guerra!”

“ Usa l’abilità che risiede in te dalla nascita.”

“ Di cosa parli, Lucifero?!”

“ Del potere che dalla nascita dimora dormiente dentro di te.”

“ Non capisco… non capisco! Basta lottare… Basta… Basta! Fermatevi!!!”.

Gridai quelle parole con tutta la forza che avevo in gola ed in un istante il silenzio divenne sovrano; tutti i presenti, nessuno escluso, si erano bloccati al suono della mia voce quasi come se una forza misteriosa avesse impedito loro di fare altrimenti; sia io che Uriel, che nel frattempo mi aveva raggiunto, rimanemmo sbalorditi da quella scena:

“ Angeli, ritirata!!!”.

In un istante tutti i soldati di quella carogna scomparvero nel nulla portando con se i corpi dei loro compagni caduti.

 

Il conteggio dei morti fu di 25392 demoni e 1023902 umani; tra questi ultimi era inclusa anche la mia amata Naima. Dopo che i funerali vennero celebrati, inoltre, gli uomini diedero la colpa ai demoni per l’attacco degli angeli e li costrinsero ad abbandonare il regno; posto davanti ad una scelta, decisi di seguire i demoni:

 

“ Un re che non ascolta il proprio popolo verrà spodestato prima ancora di comandare ma un regno che non ascolta il proprio re è destinato a cadere prima ancora di nascere. Addio.”.

 

Giunti in un posto sicuro, anche molti dei demoni mi abbandonarono:

“ Cosa facciamo ora, Solomon?”

“ Solomon è morto, Belias, è morto assieme al suo regno e ai suoi sforzi; d’ora in avanti chiamatemi soltanto Dark.”

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Capitolo 26
*** Shinny, il pilota ***


“ Devo stare attenta a non farmi notare; Gaspard e Manila hanno già portato l’M 61 Vulcan ( è un cannone rotativo) alla base, non mi resta che rientrare.”.

Una ragazza, durante la notte, correva tra i rottami di una discarica; aveva dei lunghi capelli castani, gli occhi verdi e indossava una tuta da meccanico piuttosto logora; in breve tempo giunse ad un hangar apparentemente abbandonato:

“ Gaspard, sei qui?”.

Un uomo anziano vestito con una tuta da lavoro aprì le porte dell’edificio e fece entrare la ragazza:

“ Allora, Shinny, hai trovato qualcos’altro di interessante?”

“ No, a parte il cannone non c’era nulla; a proposito, lo avete già montato?”

“ Sì, abbiamo appena finito.”

“ Bene, ora la mia unità Orion è pronta alla battaglia.”

“ Anche se purtroppo scarseggiano le munizioni.”

“ Già; abbiamo solo 50 colpi per il Vulcan e 10 per il Mauser BK-27 ( un cannone automatico); che mi dici della tua unità?”

“ A Dorado 1 sono rimasti solo 15 proiettili per l’NTW 20 ( un fucile di precisione.)”

“ E il Dorado 2?”

“ Ha esaurito le munizioni per tutte le sue armi, ormai può combattere solo con la lancia.”

“ Questa non ci voleva… forse dovremmo istallare una delle armi dell’Orion sul Dorado 2.”

“ Impossibile, non sono compatibili.”.

In quel momento una ragazza con dei capelli blu e gli occhi ossi si avvicinò:

“ Non importa, il mio Dorado 2 caricherà tutti i MAU ( Magical Assault Unit) come un ariete.”

“ Non ti gasare, Manila.”

“ Sì, sì, ho capito, resterò calma e concentrata.”

“ Beh, io vado a fare la manutenzione dell’Orion.”

Shinny si allontanò dai suoi compagni e corse dalla parte opposta dell’hangar; lì si ergevano maestosi tre robot: quello al centro, l’Orion, alto poco meno di cinque metri, era dipinto di bianco; la parte inferiore del suo corpo era piuttosto affusolata mentre quella superiore era più massiccia e sfoggiava due grosse protuberanze sulla schiena e due cannoni montati sulle braccia; i due laterali, invece, erano i Dorado, unità alte circa 3 metri e con un corpo massiccio dipinto di rosso. Shinny salì sull’Orion ed iniziò a lavorarci.

 

“ Gaspard, abbiamo una possibilità secondo te? Noi siamo in tre, loro un centinaio.”

“ Non lo so davvero, Manila.”

“ Ricordo ancora quel giorno: fino ad allora Cavanou, la nostra isola, era rimasta isolata dal resto del mondo; i suoi abitanti non erano in grado di usare la magia e l’agricoltura era la principale fonte di reddito. Quel giorno, però, cambiò tutto con il loro arrivo: Demius, un gangster e la sua banda, alla guida di un centinaio di MAU, sbarcarono sull’isola ed in meno di un giorno la conquistarono; noi siamo i soli che hanno rifiutato di arrenderci a loro; abbiamo recuperato le tre unità che avevamo miracolosamente abbattuto e le abbiamo riparate; all’inizio facevamo fatica a guidarle ma ora le dominiamo perfettamente; ora, anche se minima, abbiamo una speranza di sconfiggere Demius.”

Dopo aver finito la manutenzione, Shinny uscì dall’Orion e tornò dai suoi compagni:

“ Bene, l’unità funziona perfettamente.”

“ Anche le nostre.”.

In quel momento una bambina con dei lunghi capelli rossi entrò di corsa nell’hangar:

“ Signor Gaspard! Signor Gaspard!”

“ Cosa c’è, piccolina, perché sei così agitata?”

“ La banda… la banda di Demius… quasi tutti i loro robot sono stati abbattuti!”

“ Che cosa?!”

“ Sull’isola sono apparsi tre sconosciuti; i MAU li hanno attaccati ma loro ne hanno sbaragliati più di 90 prima di essere catturati!”

“ Ne sei sicura!?”

“ Sì; quei tipi stavano usando la magia! Io li ho visti, è stato incredibile!”

“ Grazie per avercelo, detto, piccolina; Shinny, Manila, è il momento, partiamo all’attacco!”

“ Sì”.

I tre piloti entrarono nelle loro unità che, imitando i movimenti dei loro manovratori, si mossero verso il rifugio di Demius; i robot del gangster si attivarono, preparandosi alla battaglia; Dorado 2 avanzò spedito con la sua lancia e, ignorando completamente gli spari degli altri MAU, caricò uno dei Dorado nemici trafiggendolo al petto e scaraventandolo contro altri due robot; le retrovie nemiche fecero ripetutamente fuoco sul Dorado 2, danneggiandolo ripetutamente; una scarica di colpi dell’Orion di Shinny, però, sbaragliò altre tre unità nemiche, aprendo un varco per raggiungere le loro retrovie; il Dorado 2 avanzò spedito verso di loro ma un MAU modello Orion gli si parò davanti per sbarragli la strada e, sguainando una katana gigantesca, gli distrusse un braccio; il Dorado 1 abbatté quell’Orion colpendolo alla testa con due colpi del suo fucile:

“ Manila, ritirati, la tua unità è messa male.”

“ No, posso ancora lottare!”.

Shinny continuò a fare fuoco sulla prima linea nemica ma ben presto esaurì i proiettili:

“ No, non ora!”.

Una scarica di proiettili diretta alle gambe abbatté la sua unità; Manila avanzò verso la retroguardia per colpirla con la lancia ma uno degli avversari con una scarica di proiettili la disarmò:

“ Maledizione!”.

Il Dorado 2 provò ad indietreggiare per raccogliere l’arma ma una scarica di colpi lo fece crollare al suolo:

“ Manila!!!”.

Gaspard fece fuoco a volontà sulla retroguardia nemica e, incredibilmente, riuscì ad abbatterla interamente riportando solo qualche danno alla corazza superficiale:

“ è finita… Shinny, Manila, state bene?”

“ Quasi tutti i circuiti del Dorado 2 sono saltati ma sto bene.”

“ Le gambe dell’Orion sono fuori uso ma anche io sto bene.”

“ Beh, ancora non posso crederci ma sembra che abbiamo vinto.”.

In quel momento un raggio laser mandò in mille pezzi il Dorado 1:

“ Gaspard!!!”.

Dal nulla apparve un’unità completamente nera, alta più di sei metri con un cannone laser al posto del braccio destro e una lancia tenuta stretta nella mano sinistra:

“ Vi faccio i miei più vivi complimenti, avete abbattuto tutte le unità della mia banda, ma la vostra ribellione finisce qui!”

“ Demius!”

“ Non ci voleva!”

“ Ha distrutto la mia unità in un istante!”

Il robot di Demius si avvicinò a Dorado 2. Shinny provò con tutte le sue forze a muoversi:

“ Forza, Orion, alzati! Alzati ammasso di ferraglia! Ti prego! Muoviti!!!”.

In quel momento sullo schermo dell’Orion apparve una scritta.

Demius puntò il suo cannone laser verso il Dorado 2:

“ Ora muori, ribelle!”

“ Rilascio del limitatore di volo!”.

Dalla schiena dell’unità di Shinny uscirono dei propulsori; l’Orion, con una spinta incredibile, spiccò il volo e si scaraventò contro l’unità di Demius, scaraventandola via; l’uomo, però si rialzò subito:

“ Maledetta! Ritardi solo la fine, il mio Draco è di molto superiore al tuo Orion!”

“ Fatti sotto allora!”.

Il Draco iniziò a fare fuoco a volontà contro l’unità di Shinny; l’unità di Shinny, però, impostò i propulsori al massimo e cominciò a girare intorno al robot nemico per schivare i colpi:

“ Il cannone laser è una delle armi più distruttive che esistono ma ha un punto debole: si surriscalda molto in fretta; se continuo ad evitare i colpi, sarà fuori uso tra un minuto al massimo.”

Come Shinny aveva previsto, presto l’arma nemica smise di funzionare:

“ Sembra che ora la battaglia non sia più così impari, vero?”

“ Pensi davvero che il cannone laser fosse la mia unica risorsa? Illusa!”.

Dalle gambe e dalle spalle del Draco fuoriuscirono dei missili che si diressero verso l’Orion; l’unità salì più in alto possibile per schivarli ma i razzi la inseguirono:

“ Cavolo, cavolo cavolo! Sgancio armi!”.

L’M61 Vulcan e il Mauser BK-27 si distaccarono dall’Orion, venendo colpiti dai missili al suo posto:

“ L’ho scampata bella; ora tocca a me attaccare!”.

L’unità di Shinny scese in picchiata afferrando la Katana appartenuta ad una delle unità Orion nemiche e si scagliò contro il Draco; tentò immediatamente un affondo ma il nemico lo bloccò con la lancia e le sferrò un pugno alla spalla destra; l’Orion riprese il volo ma in quel momento sul suo schermo apparve una scritta:

“ Carburante propulsori in esaurimento”

“ Maledizione! Devo finirlo in fretta!”.

L’unità di Shinny si scagliò nuovamente contro quella di Demius:

“ Devo mirare alla testa!”.

L’Orion tentò di colpire la testa del robot con la katana ma lui parò nuovamente con la lancia:

“ Non riuscirai a colpirmi!”

“ Lo dici tu! Manila, ora!”.

Il Dorado 2, disteso alle spalle del Draco, scagliò la sua lancia contro il robot:

“ Devo scansarmi!”

L’unità di Demius lasciò cadere la sua arma e si buttò di lato ma l’Orion afferrò al volo la lancia del Dorado 2 e trapassò la testa del Draco, esaurendo un istante dopo il carburante e crollando a terra:

“ Ce.. l’abbiamo fatta… appena in tempo.”

La gioia di Shinny si trasformò in terrore quando davanti ai suoi occhi il Draco si rimise in piedi:

“ Impossibile! Gli ho distrutto la testa, non dovrebbe più potersi muovere!”.

La voce soddisfatta di Demius risuonò nell’aria:

“ Hai ragione, un’unità normale non potrebbe più muoversi una volta distrutto il sistema di guida che si trova nella testa… ma il Draco è diverso, il suo sistema di guida si trova nel suo petto.”

“ Maledizione!”

“ Ora muori, fastidiosa ragazzina!”.

In quell’istante un fulmine precipitò sul Draco, facendolo saltare in aria:

“ Cos’è stato!?”

Dal nulla apparvero tre ragazzi: un’angelo delle tenebre con dei lunghi capelli neri, un mezzo demone con due spade in mano ed un giovane con una piccola volpe sulla spalla:

“ Train, non hai un po’ esagerato con quel fulmine?”

“ L’ho battuto no? Questo è l’importante.”

“ Hai ragione. Forza, aiutiamo i superstiti.”.

Train, Darksoul e Lucifer si avvicinarono ai Dorado 1 e 2 e all’Orion e aiutarono Shinny, Manila e Gaspard ad uscire:

“ State bene?”

“ Sì, ma voi chi siete?”

“ Io sono Darksoul.”

“ Train, piacere.”

“ Ed io sono Lucifer.”

“ Siete stati incredibili con quei robot giganteschi!”

“ Grazie ma non capisco, cos’è successo poco fa? Cos’era quel fulmine?”

“ Ah, l’ho lanciato io; ero un po’ infuriato con quel tipo quindi forse ho esagerato.”

“ L’hai lanciato tu… ma allora sapete usare la magia! Dovete essere quelli che hanno distrutto più di 90 unità di Demius”

“ Sì.”

“ Wow, è la prima volta che vedo qualcuno come voi!”

“ Vuoi dire che su quest’isola non c’è nessuno che conosce la magia?!”

“ Già, qui a Cavanou siamo tutti contadini, artigiani, mercanti o meccanici.”.

In quel momento un pensiero non poté fare a meno di attraversare la mente di Lucifer:

“ Dove diavolo siamo finiti!?”

“ Comunque vi ringrazio per averci salvato, eravamo in un bel guaio. Ah, dimenticavo di presentarmi, io sono Shinny, loro sono Gaspard e Manila.”

“ Piacere”.

In quel momento Gaspard esclamò:

“ Vorrei sdebitarmi con voi invitandovi a cena.”

“ Accettiamo con vero piacere, stiamo morendo di fame.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note dell’autore:

Questo capitolo rappresenta il primo in cui si vedono le ere mischiarsi: passiamo dai combattimenti a colpi lame a quelli a bordo di robot giganteschi; spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto e che recensirete presto; grazie e alla prossima

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Capitolo 27
*** modello Altair ***


 

Finito di cenare, Darksoul, Lucifer e Train vennero ospitati a casa di Shinny per la notte:

“ Se avete bisogno di me, sono nella stanza accanto.”

“ Grazie.”.

 

 

“ Forza, sbrighiamoci, deve essere tutto pronto prima di domattina!”

“ Sì; Shinny avrà una bella sorpresa.”.

Gaspard, Manila e molte altre persone si misero a lavorare nell’hangar. L’indomani mattina, non appena si svegliarono, Darksoul, Train, Lucifer e Shinny vennero condotti da Gaspard nell’hangar; nel momento in cui entrarono, la loro attenzione venne attratta da un MAU alto più di 7 metri completamente bianco che stava venendo completato:

“ Vi presento la nostra ultima creazione, l’unità Altair: è dotata di una corazza spessa 15 centimetri molto resistente, due Gryazev-Shipunov GSh-6-23 ( mitragliatrici Gatling), due cannoni Vulcan da 60 millimetri incorporati nelle spalle, due scompartimenti nei fianchi in cui sono inserite due granate accecanti e due esplosive, uno nella schiena contenente una katana in titanio puro; i suoi propulsori permettono di volare ad una velocità pari a quella dell’Orion; l’Altair è un vero e proprio arsenale vivente.”

Gli occhi di Shinny si illuminarono:

“ Meraviglioso, semplicemente meraviglioso! Quando avete avuto il tempo di costruirlo?”

“ Tutti si sono impegnati per montarlo usando i pezzi recuperati dalle unità di Demius, così siamo riusciti a costruirlo in una sola notte.”

“ Wow! Stupefacente!”.

Gaspard si avvicinò a Shinny e con un tono quasi paterno disse:

“ Con questo potrai realizzare il tuo sogno, Shinny.”

“ Di cosa parli?”

“ A bordo dell’Altair potrai viaggiare per il mondo senza correre nessun pericolo.”

“ Non posso lasciarvi proprio ora, Gaspard, dobbiamo ricostruire l’isola.”

“ Noi potremo farlo anche senza di te; questa è la tua unica occasione di realizzare il tuo sogno; da quando i tuoi genitori sono morti, io mi sono preso cura di te e ti ho allevata come se fossi mia figlia; so che il tuo sogno è quello di vedere cosa può offrire questo mondo.”

Gaspard si inchinò davanti ai tre giovani che avevano osservato in silenzio la scena:

“ Vi prego, portate Shinny con voi nel vostro viaggio. So che, se vi seguirà, potrà imparare molte cose.”.

Spiazzati dalla richiesta, Lucifer, Train e Darksoul non sapevano cosa rispondere; alla fine fu quest’ultima a prendere la parola:

“ Va bene, se anche lei vuole, può venire con noi.”

“ Shinny, tu che ne pensi?”.

Dopo qualche secondo di riflessione, la ragazza prese una decisione:

“ Gaspard, tu mi hai accudita fin da bambino e te ne sono grata; per questo vorrei restare ad aiutarti ma hai ragione, viaggiare è sempre stato il mio sogno, e ora ho l’occasione per realizzarlo; viaggerò per il mondo e, quando lo avrò visto tutto, tornerò qui e vi racconterò delle sue bellezze.”.

 

Dopo aver salutato tutti i suoi amici e aver preparato lo zaino, Shinny si sentì pronta a partire; Gaspard le si avvicinò un’ultima volta e le consegnò una scatoletta metallica con un pulsante rosso e un piccolo schermo:

“ Cos’è?”

“ Da quello che sono riuscito a capire, è un raccoglitore dimensionale.”

“ A cosa serve?”

“ Osserva.”.

Gaspard premette il pulsante e l’Altair assieme a tutte le munizioni extra delle sue armi vennero assorbite dalla scatoletta:

“ Cos’è successo?!”

“ Questo raccoglitore ti permetterà di trasportare l’Altair, le munizioni e qualsiasi altro oggetto tu voglia; per espellere un oggetto, ti basterà selezionarlo attraverso lo schermo e premere di nuovo il pulsante.”

“ Ho capito; ti ringrazio, Gaspard, mi sarà molto utile.”

“ Buona fortuna, Shinny.”

“ Grazie, Gaspard.”

“ E buona fortuna anche a voi; prendetevi cura della mia piccolina.”

“ Ci può contare, signor Gaspard.”

“ A breve partirà un traghetto per Doldar, una città portuale ai confini del regno di Ompara; se vi sbrigate, riuscirete a prenderlo.”

“ Muoviamoci allora.”

“ Sì”.

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Capitolo 28
*** Avalon ( prima parte) ***


Giunti nel porto di Doldar, i quattro ragazzi iniziarono a riflettere sulla loro prossima mossa; dopo qualche minuto, Darksoul disse la sua:

“ Secondo me dovremmo tornare da Dark.”

“ Ci ha spediti a due stati di distanza dalla sua casa, mi pare abbastanza esplicito come messaggio.”

“ Train ha ragione, mi pare ovvio che non ci vuole più vedere.”

A quel punto Shinny, incuriosita, pose la fatidica domanda:

“ Chi è questo Dark?”.

I tre ragazzi raccontarono alla nuova amica tutti gli avvenimenti dell’ultimo mese, evitando tuttavia di rivelarle la sua vera identità:

“ Wow, sembra un tipo formidabile ma con una personalità non proprio socievole.”

“ Già.”

“ Vorrei tanto conoscerlo.”.

In quel momento Excalibur iniziò a brillare e i quattro ragazzi vennero teletrasportati in un salone enorme con arazzi appesi alle pareti di pietra ed un lungo tappeto rosso che dal portone d’entrata conduceva ad un sontuoso trono; su di esso era seduta una donna con dei lunghi capelli neri raccolti in una treccia, degli occhi rossi penetranti e con indosso un sontuoso abito tipico delle nobildonne:

“ Dove siamo?”

“ Cos’è successo?”

“ Benvenuti.”.

Darksoul, Lucifer, Shinny e Train si voltarono di scatto verso la donna che aveva pronunciato quelle parole:

“ Chi sei?”

“ Io sono Nimue, signora di questo castello; per rispondere alle vostre domande, siete ad Avalon e sono io che vi ho portati qui.”

“ Avalon?!”

“ La dimora originale di Excalibur?!”

“ Il luogo dove re Artù e Merlino furono seppelliti dopo la loro morte.”.

“ Quattro pedoni di audace valore dal re caduto son stati già scelti ma tre sono ancora persi nella nebbia in attesa di essere trovati; saranno costoro capaci di trasformarsi nei pezzi di cui il re caduto ha bisogno per affrontare l’angelo che muove la scacchiera di questa guerra al ritmo di un valzer?”

“ Vi ho portati qui per proporvi una sfida.”

“ Una sfida?”

“ Se la supererete, ad ognuno di voi darò un premio adeguato.”.

I quattro ragazzi rifletterono per qualche secondo sulla proposta di Nimue; Darksoul fu la prima a dare la sua risposta:

“ Beh, è un po’ improvvisa come cosa ma accetto.

“ Anche io; non ho nulla da perdere tanto.”

“ Sono d’accordo.”

“ Che stiamo aspettando?!”.

Nimue si alzò in piedi e si avviò verso una porta che si trovava vicino al trono:

“ Seguitemi.”.

La donna condusse i giovani in un’arena interna al castello:

“ è in quest’arena che affronterete la vostra sfida. Esmeralda, vieni qui per favore.”

Da una porta spuntò una donna con i capelli rossi, gli occhi ambra e un vestito da sacerdotessa completamente nero:

“ Lady Nimue, i preparativi per la sfida sono stati completati.”

“ Bene, fai entrare la prima guerriera allora.”

“ Sì”.

Esmeralda uscì dalla stessa porta da cui era entrata e tornò dopo poco assieme ad una ragazza con dei lunghi capelli castani, due occhi violetti e un vestito da sacerdotessa dello stesso colore:

“ Piacere, io sono Flora.”

“ Piacere nostro.”.

Nimue si avvicinò alla ragazza e disse:

“ La sfida è la seguente: ci sono otto sacerdotesse guerriere nel castello, dovrete solo batterle tutte una dopo l’altra; potete decidere liberamente in che ordine combattere ma uno sfidante non può abbandonare l’arena finché non viene sconfitto.”

“ Quindi è uno scontro quattro contro otto, sarà tosta come sfida.”

“ Ce la possiamo fare, forza, iniziamo!”.

Flora scese nell’arena e attese che i quattro giovani decidessero chi sarebbe andato per primo:

“ L’arena non è molto grande, quindi la mia unità Altair di Shinny sarà limitata nei movimenti.”

“ Già, è meglio se vai per ultima; quella ragazzina non sembra molto forte fisicamente, quindi forse punta tutto sulla velocità.”

“ Allora tu, Lucifer, sei il più adatto; con il Kyoyu Dengen sei sicuramente il più veloce tra di noi.”

“ Bene, allora vado.”

“ Buona fortuna.”.

Lucifer scese nell’arena e si preparò alla battaglia:

“ Medea, Raven.”.

Le due creature apparvero sulle spalle dell’evocatore:

“ Tenetevi pronti entrambi, non sappiamo cosa ci aspetta.”

“ Sì.”.

Flora sguainò una katana piuttosto corta:

“ A te la prima mossa, evocatore.”

“ Vuole che sia io ad attaccare per primo, bene, l’accontenterò.”.

Raven si tramutò in una spada e Lucifer si scagliò contro Flora tentando un affondo:

“ Inganna, Aki no Kiri.”. ( Nebbia d’autunno)

La katana brillò per un istante per poi tornare come prima; Flora venne trafitta in pieno petto:

“ Sistemata!”.

La ragazza scomparve nel nulla e riapparve alle spalle di Lucifer, ferendolo alla schiena con la spada; l’evocatore si voltò verso di lei e notò che la ferita che le aveva inflitto era scomparsa:

“ Cos’è successo?!”

Lucifer si lanciò nuovamente contro la sua avversaria e tentò una serie di fendenti velocissimi ma Flora li evitò tutti e scomparve di nuovo, riapparendo alle spalle dell’evocatore, ferendolo di nuovo:

“ Di nuovo… Ma come fa?!”

“ Muori, evocatore.”.

Il corpo di Lucifer venne trapassato da quattro spade:

“ Ma cosa?!”.

L’evocatore crollò al suolo e perse conoscenza; Train corse nell’arena:

“ Lucifer!!!”.

Il mezzo demone afferrò l’amico e lo portò via:

“ Esmeralda, curalo.”

“ Sì!”.

La donna si avvicinò a Lucifer e appoggiò una mano alla sua fronte:

“ Disperdi.”.

Le ferite di Lucifer scomparvero:

“ Ora sta bene, presto riprenderà conoscenza.”

“ Grazie.”

“ Le mosse di quella donna erano strane: Lucifer l’ha colpita ma ora la ferita è scomparsa e la tunica di Flora è pulita; inoltre la tecnica che Esmeralda ha usato su Lucifer non serve a curare le ferite ma a cancellare gli effetti di particolari attacchi.”

“ Darksoul, forse ho capito qualcosa, combatterò io ora!”

“ D’accordo!”.

Train entrò nell’arena e sguainò Hikari:

“ Fatti sotto, Flora!”.

La ragazza si lanciò contro il mezzo demone provando di colpirlo alla spalla ma lui bloccò l’arma con la sua spada; la sacerdotessa scomparve, apparendo alle spalle di Train e tentando un nuovo attacco; lo spadaccino, però, prevedendolo, bloccò il fendente sguainando Ryumon:

“ Lo sapevo: il potere della tua spada è quella di creare delle illusioni talmente reali da sembrare vere; un attimo fa non ti sei scomparsa, era solo un inganno, esattamente come quando Lucifer ha creduto di essere trapassando da quelle spade; peccato che quel potere con me non funzionerà; una delle abilità di Hikari è quelle di mostrare la verità tra le illusioni; allora, Flora, hai altri assi nella manica oltre a questi trucchi?!”.

Train si voltò di scatto verso la ragazza e tentò di assestarle un fendente in pieno petto con Hikari; la ragazza fermò l’attacco con la sua spada ma il mezzo demone la colpì alla spalla con Ryumon:

“ Rigai Kankei!”.

Ryumon sprigionò una fiammata enorme che scaraventò Flora contro una parete, facendole perdere conoscenza:

“ Sistemata!”.

Esmeralda scese nell’arena e curò Flora da tutte le ferite riportate, dopodiché uscì dalla stanza e tornò con un’altra sacerdotessa: aveva gli occhi marroni, i capelli corti verdi e un abito dello stesso colore:

“ Io sono Emilia, piacere di conoscervi.”.

La ragazza scese nell’arena e sguainò una spada lunga e piuttosto sottile:

“ Diamo inizio a questa battaglia.”.

Train si mise in guardia e attese che fosse Emilia a sferrare il primo attacco:

“ Deliziaci con la tua voce, Kashu no Sukurima.” ( Cantante urlatore).

Sulla spada della ragazza apparvero sette piccoli fori e lei si scaraventò contro Train; il mezzo demone farò il colpo con Ryumon ma la spada e tutto il suo braccio iniziarono a vibrare:

“ Cosa succede?!”.

Lo spadaccino tentò un attacco con Hikari ma Emilia lo fermò con la sua lama, facendo vibrare anche quella spada:

“ Che cosa stai facendo?!”

“ Urla, Kashu no Sukurima!”.

L’arma di Emilia emise un’onda sonora fortissima che mandò in frantumi quelle di Train:

“ Ryumon! Hikari!”.

La ragazza puntò la sua spada alla gola del mezzo demone:

“ Arrenditi, senza armi non puoi sconfiggermi e quella spada sulla tua schiena non ti permette nemmeno di sfiorarla.”

“ Ha ragione, non posso nemmeno usare i miei poteri dato che sono al chiuso.”

In quel momento Darksoul entrò nell’arena e disse:

“ Basta, ci ritiriamo.”

“ Che cosa stai dicendo, Darksoul?!”.

La ragazza si rivolse verso Nimue e continuò:

“ Nelle nostre attuali condizioni non siamo in grado di affrontare né Emilia né le altre sei sacerdotesse, ma ho una proposta da farle.”

“ Sentiamola, sono curiosa.”

“ Concedici tra dieci giorni di ritentare la sfida e stia sicura che la supereremo.”

“ Interessante… ve lo concedo.”

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Capitolo 29
*** Avalon ( seconda parte) ***


“ Fammi capire, tu hai deciso di tua iniziativa di farci ritirare tutti perché supponevi che saremmo stati tutti sconfitti? Sei impazzita?!”

“ No; basta pensarci: le onde sonore emesse da quella spada possono frantumare in un istante qualsiasi arma; né io né te né Shinny possiamo combattere a quel livello senza usare armi; Lucifer è l’unico di noi capace di battersi a mani nude ed era già stato battuto, direi che il risultato della sfida sarebbe stato scontato.”

“ E cosa facciamo ora?! Ryumon e Hikari non saranno riparate prima di otto giorni e non possiamo abbandonare Avalon, come pensi di affrontare la sfida che ci aspetta?”

“ Siamo in uno dei luoghi in cui la magia regna sovrana, ci inventeremo qualcosa.”

“ Spero che tu abbia ragione.”

“ Siamo rovinati.”.

In quel momento i quattro ragazzi notarono Flora avvicinarsi:

“ Lady Nimue mi ha chiesto di farvi fare un giro per Avalon; vi prego di seguirmi.”.

 

Flora condusse i quattro ragazzi ad un tempio; era molto grande e le pareti erano completamente bianche, davano un senso di serenità a chi visitava quella costruzione; al centro della stanza c’erano due sarcofagi: su uno di essi erano raffigurati una spada ed una corona, sull’altro, invece, un libro. Sul lato opposto all’entrata c’era un portone con raffigurato il sole e la stessa spada che c’era su uno dei sarcofagi:

“ Questa è la tomba di Artù e Merlino; lady Nimue mi ha detto di riferire all’evocatore e allo spadaccino di fermarsi qui se vogliono diventare più forti.”.

I ragazzi rimasero sorpresi da quell’affermazione ma la loro reazione fu immediata:

“ Va bene, noi rimaniamo qui, voi proseguite pure.”

“ A dopo ragazze.”.

Lucifer e Train rimasero nel tempio per diverse ore, osservando le tombe e quell’immenso portone che sembrava impossibile da aprire; ad un tratto Train notò una scritta in una lingua misteriosa incisa sul portone:

“ Lucifer, vieni un po’ a vedere.”

“ Cosa c’è?”.

L’evocatore si avvicinò ed osservò la scritta per qualche secondo:

“ Quando il successore di Artù sguainerà la sua spada per fendere il male, lo spirito del sole accorrerà in suo aiuto ed Excalibur tornerà a vivere.”

“ Riesci a leggerla!?”

“ Sì, non ho mai visto questo tipo di scrittura ma per qualche ragione la capisco; comunque questa frase non ha il minimo senso.”

“ Già, ho capito solo che dietro a questo portone c’è una delle sette Excalibur e che non potrò prenderla finché non avrò trovato chi può impugnarla.”

“ Beh, allora dovremo tornare qui in futuro. Per ora troviamo un posto in cui allenarci.”.

In quell’istante dalle tombe di Artù e Merlino partirono due onde di energia che, investendo i ragazzi, li teletrasportò in due luoghi sperduti di Avalon: Train venne spedito sul monte Banion mentre Lucifer all’interno delle buie grotte di Kurai:

“ Per coloro che perseverano per raggiungere un obbiettivo, Avalon tenderà sempre una mano in aiuto.”.

 

Flora nel frattempo aveva portato Darksoul e Shinny davanti ad una fontana da cui usciva dell’acqua di un colore rosato molto chiaro:

“ Wow, questo posto è uno spettacolo!”

“ Questa è la fontana del miraggio; qui i guerrieri possono migliorare le loro capacità bevendo l’acqua della confronto interiore; lady Nimue suggerisce all’angelo delle tenebre di allenarsi qui.”

“ Bene, sono pronta.”.

Darksoul si avvicinò alla fontana; in quel momento una fitta nebbia la avvolse e dall’acqua fuoriuscì una copia esatta dell’angelo:

“ Chi sei?!”

“ Mi presento, io sono Andromeda, spirito di questa fonte.”

“ Perché sei identica a me?”

“ Per difendere l’acqua del confronto interiore; se vorrai berla, dovrai prima battermi nella mia attuale forma.”

“ Ecco da dove viene il nome di quell’acqua… per berla dovrò battere me stessa!”

“ Bene, sono pronta!”.

 

Flora e Shinny tornarono al castello da cui erano partiti:

“ Allora, io dove mi allenerò?”

“ Lady Nimue non ha dato indicazioni riguardo a questo; qui ad Avalon i MAU di cui ci avete parlato non esistono quindi non abbiamo idea di come aiutarti.”

“ Ah, capisco… potresti farmi uscire da Avalon per un po’?”

“ Mi spiace ma lady Nimue lo ha vietato; ora devo andare, abbi cura di te, pilota.”.

Flora rientrò nel castello, lasciando Shinny sola con i suoi pensieri:

“ E ora che faccio? Qui ad Avalon non c’è nulla che io possa usare per potenziare l’Altair; e poi non saprei nemmeno da dove iniziare, non ho ancora mai usato l’Altair in battaglia.”

“  Non hai bisogno di nulla per allenarti.”.

Quella voce riportò Shinny alla realtà:

“ Chi parla?!”

“ Io.”.

Dal nulla apparve un ragazzo con i capelli neri e gli occhi blu come la notte:

“ Che cosa intendevi dire?”

“ Non esiste un manuale su come diventare più forte, sei tu che devi capire come fare; solo tu conosci le tue potenzialità e le tue debolezze.”

“ Ma come posso migliorare le abilità dell’Altair senza nessuno su cui testarle?”

“ A questo si può rimediare. Vieni, Shever.”.

Dal nulla apparve un essere umanoide gigantesco:

“ Ti presento Shever; lui appartiene ad una particolare razza di giganti che diventa più forte quanto più lo è il suo avversario; è perfetto come compagno per il tuo allenamento.”

“ Ti ringrazio molto.”

“ Di nulla; io me ne vado; Shever, ci vediamo tra dieci giorni.”

“ D’accordo.”.

Il ragazzo spiccò il volo ed iniziò ad allontanarsi:

“ Aspetta, non mi hai detto il tuo nome!”

“ Mi chiamo Dark, a presto!”.

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Capitolo 30
*** Avalon ( terza parte) ***


I dieci giorni trascorsero in un lampo e finalmente giunse il momento della rivincita per i quattro ragazzi.

All’alba si ritrovarono davanti all’entrata dell’arena; si sentivano pronti alla battaglia ed erano determinati a vincere; Flora era in attesa del suo avversario; anche lei sembrava essere diventata più forte rispetto a dieci giorni prima. Train sguainò Hikari ma, prima che potesse entrare nell’arena, venne bloccato da Lucifer:

“ Andrò io per primo, ho un conto da sistemare.”

“ Ma sei impazzito? Ho già sconfitto una volta la prima sacerdotessa e di certo posso farlo ancora senza problemi.”

“ Lo so bene ma non mi importa.”.

Darksoul e Shinny intervennero:

“ Train, lasciamo andare prima lui.”

“ Già, se ci tiene tanto…”

“ E va bene!”.

Lucifer si precipitò nell’arena e si preparò alla battaglia:

“ Medea!”.

Davanti all’evocatore apparve una volpe con due code; Flora, osservando l’animale, commentò:

“ Sembra che la tua creatura sia cambiata: è più grande e ora ha una coda in più.”

“ Non è solo il suo aspetto ad essere cambiato e presto lo scoprirai.”

“ Prima però dovrai riuscire a distinguere l’illusione dalla realtà; inganna Aki no Kiri!”.

La spada di Flora brillò per un istante e dal nulla apparvero quattro copie della ragazza:

“ Fatti sotto, evocatore!”.

Lucifer fece un leggero sorriso ed esclamò:

“ Non distogliere lo sguardo nemmeno un istante…”.

L’evocatore scattò ad una velocità altissima e in un secondo arrivò alle spalle di Flora, ignorando le sue illusioni:

“ … o non mi vedrai arrivare!”.

Con un calcio al fianco il giovane scaraventò la sacerdotessa contro una parete:

“ Attacca, Medea!”.

La volpe generò una sfera di fuoco gigantesca e la scaraventò contro la ragazza ancora intontita per la botta, ustionandola gravemente e facendole perdere conoscenza:

“ Ho vinto!”.

Esmeralda intervenne in un istante e guarì le ferite della ragazza con un incantesimo, portandola poi fuori dall’arena; Nimue convocò Emilia, che immediatamente sguainò la spada ed entrò nel campo da battaglia, pronta a sconfiggere chiunque le si sarebbe parato davanti:

“ Pronto a perdere, evocatore?!”

“ Non meriti nemmeno una risposta; contro di te la velocità non serve quindi prima di iniziare…”.

Dal corpo di Lucifer fuoriuscì una sfera di energia azzurra che si tramutò in un grosso lupo bianco; vedendolo, i presenti rimasero stupiti:

“ Ma quello è Akai! Significa che contro Flora ha usato il Kyoyu Dengen con lui, ma quando l’ha attivato?!”.

Sentendo quella domanda, Lucifer decise di darvi una risposta:

“ L’ho attivato ben 6 ore fa.”

“ Che cosa?!”

“ Mi sono allenato dentro le grotte di Kurai in questi 10 giorni; là dentro il sole non filtra quindi non ci si può affidare alla vista per combattere; usando il Kyoyu Dengen con Akai, però, tutti i miei sensi sono diventati molto più acuti e la mia velocità è aumentata, permettendomi di muovermi senza difficoltà anche dentro quelle grotte; grazie al continuo allenamento, il periodo di tempo per cui posso usare questa tecnica è aumentato molto.”

“ Molto interessante.”

“ Medea, tocca a noi ora.”

“ Sì”

“ Kyoyu Dengen!”.

La volpe scomparve e Lucifer venne circondato di fiamme:

“ Vediamo chi la spunta, sacerdotessa!”.

Lucifer si lanciò a grande velocità contro Emilia, tentando di colpirla a distanza ravvicinata con le sue fiamme ma la ragazza, muovendo leggermente la sua spada, estinse le fiamme:

“ Cosa?!”.

La sacerdotessa, con un fendente di spada, ferì l’evocatore al petto, scaraventandolo poi a terra con un calcio; il ragazzo, anche se ferito, si rimise immediatamente in piedi:

“ Cos’è? Il fuoco si è spento un attimo prima di raggiungerla… Non importa, proviamo con questo!”

“ Taika Fokkusu!”.

Lucifer esplose una fiammata gigantesca da entrambe le mani contro la sua avversaria:

“ Inutile!”.

Emilia, oscillando nuovamente la sua spada, soppresse le fiamme prima che la toccassero:

“ Non è possibile!”

“ Sai, dovresti studiare un po’ di fisica, così sapresti che sfruttando le onde sonore a bassa frequenza è possibile estinguere il fuoco; sei forte, lo ammetto, ma è inutile se non riesci a colpirmi.”.

Lucifer, comprendendo la situazione, annullò il Kyoyu Dengen e rimandò Medea nel mondo delle evocazioni:

“ Analizziamo la situazione: le onde sonore di quella spada possono estinguere il fuoco e rompere le armi come ha fatto contro Train quindi non posso contare su Medea, su Kohei, su Ambra e su Raven; l’udito di Akai e Shrade è molto sviluppato quindi risentirebbero molto degli attacchi di Emilia. Mi pare che mi resti una sola scelta…”

“ Ti faccio i miei complimenti, Emilia, sei un avversario formidabile; non avrei voluto giocarmi questa carta così presto ma non mi pare di aver scelta: vieni in mio soccorso, Eques!”

Dal nulla si materializzò un cavallo nero come la pece con una criniera grigia ed un corno argenteo in mezzo alla fronte:

“ E tu speri di sconfiggermi con quel cavallo?”

“ Aspetta a parlare; pronto Eques?”

“ Pronto!”.

La voce di Eques risuonò impetuosa nella stanza:

“ Allora andiamo!”.

Il cavallo scomparve nel nulla e Lucifer si lanciò contro la sacerdotessa a mani nude:

“ Sei davvero cocciuto!”.

Emilia di preparò a sprigionare un’onda sonora fortissima ma qualcosa la bloccò:

“ Ma cosa!?”

La sua ombra si staccò da terra ed acquistò consistenza, legandole braccia e gambe ed impedendole di muoversi; Lucifer si fermò:

“ Bene, ha funzionato…”

“ Che cosa mi hai fatto!?”

“ Non chiederlo a me, domandalo ad Eques.”. 

Il cavallo uscì improvvisamente dall’ombra della ragazza:

“ Eques ha un potere particolare: può controllare a suo piacimento le ombre. Grazie a quest’abilità è riuscito a sopravvivere nella grotta di Kurai per diversi anni nonostante le sue capacità offensive non siano molto elevate. Beh, direi che è ora di concludere questa battaglia.”.

Dopo averlo evocato, Lucifer puntò Raven alla gola della ragazza:

“ Arrenditi, non puoi più fare nulla.”

“ Già, hai ragione, hai vinto tu.”.

Eques liberò Emilia dalla presa della sua ombra e la sacerdotessa uscì dall’arena; Esmeralda le si avvicinò per controllare le sue condizioni:

“ Stai bene?”

“ Sì, non ho riportato ferite gravi, sono solo un po’ indolenzita.”

“ Meglio così; potresti andare a chiamare Chika per favore?”

“ D’accordo, vado subito.”.

 

Dopo qualche minuto dall’entrata principale spuntò una donna di circa 20 anni con dei lunghi capelli rossi e gli occhi marroni; la ragazza, senza dire una parola, si precipitò nell’arena impugnando uno spadone gigantesco:

“ Io sono Chika, muoviamoci a finire questa battaglia, ho altro da fare!”.

Tutti i presenti, sentendo quelle parole, vennero attraversati dallo stesso pensiero:

“ Che caratterino…”

Lucifer impugnò saldamente Raven e, nonostante avesse bruciato gran parte delle sue energie nelle battaglia precedente, si tenne pronto a fare tutto il possibile per vincere:

“ Divora, Boshoku!”.

Lo spadone di Chika si ricoprì di una strana pelle verde:

“ Quale sarà il potere di quello spadone?”

“ Eques, attacchiamo!”

“ Sì”.

Il cavallo, usando nuovamente le sue abilità, provò a legare Chika con la sua stessa ombra; la ragazza, tuttavia, spiccò un balzo altissimo prima di essere afferrata e si lanciò contro Lucifer; l’evocatore fermò l’attacco usando Raven ed indietreggiò con un balzo:

“ Eques, riprova con la tua abilità!”

“ Sì”.

Lucifer si lanciò contro Chika per trattenerla mentre Eques tentava di bloccarla ma la ragazza parò il suo attacco e generò un’esplosione di energia, scaraventando l’evocatore contro il cavallo; il giovane si rialzò anche se a fatica:

“ Raven, Eques, potete andare per ora.”.

Le due evocazioni scomparvero e al loro posto apparve Medea:

“ Proviamo con il Kyoyu Dengen.”

“ Ne sei sicuro? Le tue energie ormai sono quasi esaurite, potresti non sopportare uno sforzo simile.”

“ Un solo attacco… lanceremo un unico grande attacco risolutivo.”

“ D’accordo.”.

Attivato il Kyoyu Dengen, Lucifer concentrò tutta l’energia che gli era rimasta e la scaricò in un singolo attacco:

“ Taika Fokkusu!”.

La gigantesca fiammata sprigionata dall’evocatore si diresse verso Chika a grande velocità:

“ Non aspettavo altro! Avanti, divorala Boshoku!”.

la pelle che ricopriva lo spadone di Chika iniziò a muoversi ed in un istante tutte le fiamme vennero assorbite dall’arma:

“ Non è possibile!”

“ Questo è il mio potere della mia Boshoku: può risucchiare energia da qualsiasi cosa tocchi, persone, attacchi, oggetti. Ora paga per il tuo errore, evocatore!”.

Utilizzando l’energia accumulata, lo spadone di Chika rilasciò una gigantesca onda di energia:

“ Sono troppo stanco, non riuscirò a schivarlo…”.

Un istante prima che Lucifer venisse colpito, Train si gettò nell’arena e, afferrando l’amico, lo portò in salvo:

“ Ehi, tu, mezzo demone! Perché ti sei intromesso?! La battaglia non era ancora finita!”

“ Sì invece; Lucifer ha perso conoscenza prima che il tuo attacco lo raggiungesse. Ora però preparati, raccogli tutte le energie che hai in corpo, sacerdotessa, perché ti serviranno per affrontarmi.”

“ Fatti sotto.”

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Capitolo 31
*** Avalon ( quarta parte) ***


Train sguainò Hikari e Ryumon e si lanciò contro Chika a grande velocità, incalzandola con colpi precisi e veloci; la ragazza, tuttavia, per niente intimorita, bloccò ogni colpo con il suo spadone:

“ Non lo capisci che è inutile attaccarmi in questo modo?! Più le tue spade colpiscono la mia Boshoku, più energia essa gli sottrae!”

“ E allora dì alla tua spada che presto farà indigestione!”

“ Ryumon, Hikari, vi prego di scusarmi ma, affinché la mia strategia funzioni, devo continuare ad attaccare!”

Train continuò a colpire la spada di Chika senza mai fermarsi, consumando quasi completamente l’energia delle sue armi:

“ Train, non resistiamo più!”

“ Se continui così andremo in mille pezzi!”

“ Ancora pochi secondi!”.

“ Non mi batterai, mezzo demone!”.

Chika caricò il colpo energetico che aveva lanciato contro Lucifer ma, un istante prima di rilasciarlo, Train si gettò di lato e colpì Boshoku con entrambe le spade, spingendola via e deviando l’attacco, dopodiché fece un balzo all’indietro:

“ Aspettavo proprio quel colpo, sacerdotessa!”

“ Di cosa parli?!”

“ Me ne sono accorto quando hai provato ad usare quell’onda di energia contro Lucifer: mentre caricavi quell’attacco, l’abilità di assorbimento di Boshoku si è interrotta e tutta l’energia accumulata si è concentrata sulla punta.”

“ E allora?”

“ In quell’istante la resistenza agli urti della tua spada è scesa a zero e questo ha permesso…”.

Sulla lama di Boshoku si formò una crepa:

“ … Ad un singolo attacco di romperla.”.

La spada si sbriciolò tra le mani di Chika:

“ Impossibile!”

“ Hai riposto troppa fiducia nella capacità di assorbimento della tua arma e questo errore lo hai pagato con la sconfitta. Non importa quanto un’arma è potente, non si può combattere basandosi solo sulle sue abilità; l’ho capito dopo essere stato battuto dieci giorni fa.”.

Chika raccolse tutti i frammenti della sua spada e si diresse verso l’uscita sospirando:

“ I miei complimenti, mezzo demone, hai vinto; resta in guardia, però, perché Lorelai ti darà filo da torcere.”

“ Riuscirò a spuntarla anche se, a causa tua, non potrò usare le mie armi.”

“ Che cosa intendi?”

“ Con tutti i colpi che ho sferrato contro di te, le mie spade sono sul punto di rompersi di nuovo, non potrò usarle contro questa Lorelai.”

“ Tsk, allora perderai di certo; uno spadaccino che non può usare le proprie armi è come un corridore con le gambe rotte, inutile.”

“ Allora stai a guardare.”

 

Nell’arena calò il silenzio quando la quarta sacerdotessa fece il suo ingresso: aveva dei capelli neri piuttosto corti e degli occhi color lapislazzuli; vestita completamente di nero, indossava un paio di pantaloni ed una giacca lunga chiusa sul petto che gli arrivava fin sotto alle ginocchia; intorno al collo portava una lunga sciarpa bianca con dipinto un numero rosso, il 39. Legata al fianco portava una lunga katana completamente neri che brillava di una luce sinistra:

“ La sua energia è spaventosamente grande; se tutte e cinque le sacerdotesse rimaste sono come lei, siamo rovinati.”.

Train, rinfoderate le spade, si preparò ad affrontare una dura battaglia:

“ In questi giorni ho messo a punto solo 3 tecniche, spero che siano sufficienti.”

La silenziosa guerriera dopo qualche minuto spezzò la calma che si era venuta a creare pronunciando solo poche parole:

“ Tu perderai.”.

Lorelai scomparve nel nulla, riapparendo alle spalle del mezzo demone e squarciandogli la schiena con la sua spada:

“ Sei lento.”.

Train cadde in avanti ma, poggiando una mano a terra e dandosi una spinta riuscì a restare in piedi:

“ Sei velocissima, sacerdotessa guerriera, i miei complimenti.”

“ Basta parlare.”

“ Voglio solo darti un consiglio prima di combattere seriamente.”

“ E quale sarebbe?”

“ Attenta al tuono! Hageshi Raiu!”.

Nel palmo della mano destra del mezzo demone apparve una gigantesca quantità di elettricità che lui, voltandosi di scatto e colpendola allo stomaco, scaricò in un istante contro la ragazza, scaraventandola contro una parete:

“ In questi giorni mi sono allenato sul monte Banion: una tempesta di fulmine è perennemente ferma sopra quella maledetta montagna, come se fosse un parafulmine gigantesca, ma immagino che tu già lo sappia vivendo qui. Si può dire che io abbia imparato dal cielo come creare dei veri e propri fulmini.”

“ Interessante…”.

Lorelai si rimise in piedi nonostante la grande ferita che le si era formata nello stomaco:

“ Sai, dovresti arrenderti, quella ferita mi pare grave.”

“ Questi graffietti non sono nulla per me… osserva com’è un vero attacco ora! Svegliati, Kasokudo!” ( Accelerazione).

Prima ancora che il mezzo demone potesse accorgersene, Lorelai gli amputò un braccio con la sua spada; Train emise un grido di dolore immenso e per qualche istante fu sul punto di svenire per la sofferenza:

“ Non l’ho nemmeno vista arrivare! La tecnica che ho usato contro di lei sembra non aver sortito effetto… devo provare qualcos’altro!”

Che ne dici di cambiare scenario, sacerdotessa?! Seguimi se ci riesci!”.

Train si lanciò verso l’uscita dell’arena, sbalordendo tutti i presenti; Lorelai, rivolgendosi alla regina Nimue, domandò:

“ Regina, è permesso abbandonare l’arena?”

“ Concesso, la sfida si fa interessante.”.

Lorelai si lanciò all’inseguimento del suo avversario; appena uscita dal castello, tuttavia, venne colpita in pieno da un fulmine:

“ Rakurai!” ( Fulmine)

Un secondo colpo la investì prima che se ne potesse accorgere; Train, che si era nascosto vicino all’entrata, dopo aver sferrato quei due attacchi si rimise a correre:

“ Maledetto mezzo demone! Mi hai stancato!”.

In un istante Lorelai raggiunse il guerriero, squarciandogli nuovamente la schiena e spingendolo contro un albero con un calcio:

“ Non è scappando che mi batterai! In guardia, forza!”

“ Non ho scelta, devo ricorrere alla mia ultima tecnica.”

“ Rakurai!”.

Train, senza nemmeno rialzarsi, tentò di colpire Lorelai con un fulmine ma lei era pronta e lo evitò:

“ Mi spiace, mi hai mancato.”

“ Ti sbagli, il mio attacco ha centrato il bersaglio.”

In quell’istante si udì un forte rumore provenire dal cielo: il fulmine di Train colpendo le nuvole che c’erano in cielo, le aveva caricate elettricamente, generando un temporale artificiale:

“ Cosa pensi di fare?!”

“ Il temporale è in iniziato, ora la bestia del tuono può fare il suo ingresso in scena.”.

Train si rimise in piedi e con un balzo raggiunse la cima dell’albero sotto cui si trovava; tutta l’elettricità raccoltasi in cielo iniziò a riunirsi in un unico punto:

“ Non mi fai paura! Riuscirò a scansarlo!”

“ Puoi essere rapidità quanto vuoi ma neppure tu può battere la luce in velocità…Kaminari no Kemono” ( Bestia del tuono).

Le nuvole si squarciarono e una gigantesca scarica elettrica, sotto gli occhi attoniti di coloro che osservavano, travolse sia Lorelai che Train, generando un’esplosione gigantesca.

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Capitolo 32
*** Avalon ( quinta parte) ***


Darksoul e Shinny, in compagnia di Nimue, Esmeralda e di un Lucifer ancora incosciente, stavano osservando la devastazione causata dall’attacco dell’amico, domandandosi se Train stesse bene; proprio quando, sopraffatte dalla preoccupazione, stavano per lanciarsi verso il campo di battaglia per cercarlo, da un cumulo di macerie fuoriuscì un braccio quasi completamente ustionato:

“ Train!”.

Il ragazzo si tirò a fatica fuori dalle materie e, trascinandosi dietro una Lorelai priva di sensi e gravemente ferita, si avvicinò all’entrata del castello; Esmeralda gli corse incontro:

“ Aspetta, ti curo subito!”

“ Io sto bene, non sono ferito gravemente; cura questa ragazza; quando ho lanciato l’attacco, è stata tanto folle da scagliarcisi contro a viso aperto.”

“ Lorelai è fatta così, non sa mai quando arrendersi.”

“ Me ne sono accorto.”

“ Comunque quell’attacco era davvero formidabile.”

“ Grazie ma penso che quella fosse solo un terzo della potenza che può davvero sprigionare e sono stato colpito anche io.”

“ Lo perfezionerai con il tempo.”

“ Lo spero…”.

Shinny e Darksoul corsero verso l’amico:

“ Train stai bene?”

“ Sono tutto un dolore, credo di non poter affrontare un’altra lotta.”

“ Non importa, hai già fatto abbastanza, riposati per ora.”

“ Sì, vi osserverò lottare.”.

Darksoul, dopo aver constatato nuovamente tutti i danni creati da Train, commentò:

“ Certo che ne hai fatti di danni, come faremo a rimettere tutto a posto?”.

A quel punto Nimue decise finalmente di raggiungere l’angelo delle tenebre e i suoi compagni:

“ State tranquilli, a questo ci penserà il re caduto che vi sta osservando da quando siete arrivati.”

“ Il re caduto?”

“ Ecco, osservate.”.

Di botto tutta la devastazione che si era venuta a creare scomparve nel nulla e ogni cosa tornò a com’era prima:

“ Avanti, Solomon, mostrati ai nostri ospiti.”.

In quel momento si alzò un vento fortissimo e come un lampo improvviso Dark fece la sua comparsa, lasciando sbigottiti Darksoul, Train e Shinny:

“ Nimue, tu parli troppo; ti avevo detto di non voler essere visto da loro.”

“ Ma come, tu che sei sempre così teatrale volevi rimanere nell’ombra?”.

In quel momento alle spalle di Nimue arrivò una donna con gli occhi azzurri e i capelli bianchi che indossava una lunga tunica bianco argento:

“ Lady Nimue, mi ha mandato a chiamare?”

“ Sì, Demetra, è il tuo turno di lottare.”

“ Questo vuol dire che Lorelai è stata sconfitta!”

“ Già.”

“ Bene, sono pronta a combattere!”.

Darksoul e Shinny, osservate silenziosamente da Dark, decisero chi avrebbe combattuto contro la giovane Demetra:

“ Andrò io, Darksoul.”

“ Ne sei sicura?”

“ Sì; quella ragazza non sembra molto forte fisicamente, con l’Altair riuscirò sicuramente a sconfiggerla.”

“ Tu che ne pensi, Dark?”.

Senza dire una parola, Solomon volò in cima al castello e, silenzioso, attese l’inizio dello scontro:

“ Sai Shinny, penso che ce l’abbia con noi.”

“ Non credo; sai, è lui che mi ha dato dei consigli per allenarmi.”

“ Non posso ancora dirle di averlo già incontrato anni fa.”

Darksoul si aprì in un sorriso:

“ Capisco… beh, allora vorrà solo stare per conto suo; avanti, preparati.”

“ Sì”.

Shinny, usando il raccoglitore, materializzò l’Altair e vi salì a bordo:

“ Sono pronta!”.

Mentre gli altri si facevano indietro, Demetra un gigantesco scudo:

“ Difendi la tua dama, Joo no Yosai!” ( fortezza della regina)

Lo scudo scomparve nel nulla:

“ Fatti avanti, strano affare meccanico!”.

Shinny osservò per qualche istante la sacerdotessa aspettando una sua mossa ma lei rimase completamente immobile:

“ Se non attacchi tu, lo farò io!”

“ Spero che l’altra sacerdotessa possa guarirla dai colpi di proiettili.”

Il modello Altair puntò una delle sue mitragliatrici Gatling verso Demetra e aprì il fuoco; il proiettili, tuttavia, si schiantarono contro un barriera apparsa dal nulla per difendere la sacerdotessa, venendo respinti:

“ Cosa?! Non importa, sfonderò in poco tempo quella debole barriera!”.

Shinny azionò i cannoni ed iniziò a sparare contro la difesa di Demetra; i colpi, però, incredibilmente, non incrinarono neppure la barriera:

“ Maledizione! Possibile che non riesca ad infrangerla!?”

Demetra, osservando l’Altair, fece un sorriso quasi divertito e, con lo sguardo tipico di chi gode nel veder soffrire la gente, esclamò:

“ Cosa succede, pilota, c’è qualche problema? Sembra che le tue armi non riescano neppure a scalfire la mia debole barriera; sento la paura che ti corrode, il terrore di non potermi ferire, di non potermi sconfiggere, di fallire e di essere di nuovo abbandonata da tutti; beh, piccola ragazzina spaventata…”.

In quell’istante i capelli e gli occhi di Demetra divennero rossi come il sangue:

“ … Ora permetti a questo messaggero di morte di mostrarti com’è un vero attacco! Nutriti del sangue delle mie vittime, Koshaku chiniue!” ( Duca sanguinario).

La barriera si dissolse nel nulla; dalla schiena di Demetra fuoriuscirono delle enormi ali meccaniche rose e tra le sue mani apparve una lunga falce; in preda al panico, Shinny fece fuoco con tutto il suo armamentario:

“ Povera piccola sciocca!”.

In un istante tutti i proiettili sparati dall’Altair vennero polverizzati da un’onda d’urto gigantesca generata dalle ali di Demetra; le mitragliatrici e i cannoni dell’Altai distrutti in mille pezzi da una velocissima serie di lame di energia create dalla falce della sacerdotessa:

“ No, non è possibile!”

“ Cosa c’è, la piccola ragazzina ha paura ora che il suo giocattolino non può più sparare?… Ora imparerai cos’è il vero terrore!”.

“ Non devo darmi per vinta!”

L’Altair sguainò la sua spada e, grazie ai propulsori, spiccò il volo:

“ Pensi di sfuggirmi volando via, illusa!”.

Demetra spiccò il volo e si lanciò verso Shinny; la ragazza provò a colpirla con la sua spada ma la sacerdotessa la distrusse come se niente fosse con la sua falce:

“ Ora sei disarmata, cosa vuoi fare, piccola ragazzina spaventata?”

“ Io continuerò a combattere!”

“ I deboli non possono combattere… i tuoi amici sono forti, possono combattere; tu, invece, senza il tuo giocattolino non sai fare niente; sei solo una debole ragazzina indifesa; a quelli come te resta solo una cosa da fare in battaglia: cadere nel baratro della morte…”.

Con un singolo movimento della sua falce, distrusse i propulsori dell’Altair, facendolo precipitare a terra; Darksoul e Train osservarono la scena inorriditi dal carattere di Demetra; Shinny, ferita ad una gamba a causa dell’impatto, si trascinò fuori dall’Altair; la sacerdotessa le si avvicinò lentamente con un sorriso sadico stampato in volto:

“ Avanti, ragazzina, mostrami che non sei una debole! Attaccami! Forza, fa qualcosa!”.

Demetra puntò la sua falce verso la gola della pilota:

“ Ora muori, insetto!”.

In quell’istante successe qualcosa di imprevedibile: Shinny balzò in piedi e bloccò l’arma della sacerdotessa come se niente fosse:

“ Che scocciatura che sei, sorellina… ti cacci sempre in guai che poi tocca a me risolvere…”

“ Cosa succede?! Non riesco a muovermi!”

“ Ah già, tu, sacerdotessa, non ne sai niente di me… voglio fare la brava ragazza per una volta e presentarmi: io sono la sorella maggiore di Shinny, puoi chiamarmi Mary…”

“ Mary???”

“ Questo è il mio nome… anche se preferisco il soprannome che mi è stato dato… Bloody Mary…”.

In quell’istante le ali metalliche di Demetra e la sua falce, mosse da una strana forza, si accartocciarono fino a diventare un cumulo di rottami; completamente in preda al panico, la sacerdotessa provò a liberarsi dalla stretta della ragazza, che ora le teneva stretto il collo con la mano destra mentre con la sinistra raccoglieva un pezzo di metallo appuntito da terra:

“ Che cos’hai fatto?!”

“ Magnetismo, ti piace? Questo è il potere con cui sono nata; è utile quando si affrontano persone come te che combattono usando delle armi metalliche.”

“ Lasciami andare!”

“ Forse lo farò o forse no… sta a me scegliere ora… cosa potrei farti per ringraziarti del trattamento che hai riservato alla mia cara sorellina? Ho trovato: vediamo come il tuo sangue tinge il terreno di rosso!”.

Proprio quando Mary stava per trafiggere Demetra al petto, Dark apparve alle sue spalle fermandole il braccio:

“ Ora basta, Mary.”.

Appena lo vide, la ragazza mollò la presa con cui stava stringendo Demetra, che si dileguò velocemente:

“ Mi hai interrotto proprio come allora sul più bello, Dark.”

“ Direi che hai già spaventato abbastanza quella ragazza.”

“ Sei davvero magnanimo, Dark, è per questo che mi piaci.”

“ Ancora con questa storia? Ho talmente tanti anni che potrei essere il bisnonno del bisnonno di tuo nonno.”

“ Ma dimostri solo 20 anni. Inoltre sei tu che hai detto che ho dei begli occhi.”

“ Non ricordo di averlo mai detto.”

“ Gliel’ho detto 9 anni fa e se lo ricorda ancora…”

“ Metti a posto il casino che hai fatto.”

“ Va bene, dato che insisti lo farò.”.

Mary, utilizzando il suo magnetismo, ricompose l’Altair e tutte le sue armi, dopodiché tornò a parlare con Dark:

“ Fatto; Shinny si infurierà con me per essere uscita fuori, spero alme che mi ringrazi per aver riparato questo robot gigantesco.”

“ Non si arrabbierà con te, sarà troppo impegnata a spiegare cos’è appena successo a quei tre che ci stanno fissando con aria stupefatta.”

“ Meglio così… ora però quell’angioletto è nei guai: Shinny è troppo stanca per guidare di nuovo l’Altair, quindi lei dovrà affrontare da sola le altre tre sacerdotesse…”

“ Lei è forte, potrebbe farcela.”.

Dark si voltò a guardare Darksoul, che a sua volta lo stava fissando pensierosa; notandolo, Mary lo rimproverò:

“ Ehi! Quello sguardo lo puoi rivolgere solo a me e a nessun altra!”

“ Non ricominciare; mi raccomando, non parlare di ciò che sai…”

“ Lo so, lo so, non ti preoccupare; tu hai troppi segreti, Kaito Dark.”

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Capitolo 33
*** Avalon ( sesta parte) ***


Darksoul, Train e Lucifer, che nel frattempo aveva ripreso conoscenza, stavano osservando sconcertati la scena; quando Mary si avvicinò loro, il mezzo demone fu il primo a parlare:

“ Shinny, stai bene?”

“Mia sorella sta bene, diciamo che sta dormendo.”

“ Tua sorella? Sei sicura di stare bene, parli in maniera strana.”

“ è noioso doverlo spiegare ma non mi pare di aver scelta: io sono Mary, la sorella di Shinny.”

“ La sorella?”

“ Sì; purtroppo quando eravamo ancora bambine, io e Shinny avemmo un incidente ed io ci rimasi secca… da allora mia sorella ha sviluppato una personalità multipla…”

“ E sei tu?”

“ Sei sveglio, tappetto.”.

Lucifer si infuriò per quel commento ma cercò di rimanere calmo ponendo un’altra domanda:

“ E come…?”

“ A dopo le spiegazioni; angelo con un seno esagerato, mi pare che tu abbia ancora una questione in sospeso; muoviti.”.

Darksoul arrossì come un peperone per quel nomignolo ma comprese che la ragazza aveva ragione e volò verso il campo di battaglia:

“ Bene, detto questo, io mi congedo… Addio.”

“ Aspetta!”.

Prima che Train e Lucifer potessero dire una qualsiasi cosa, Mary cadde addormentata:

“ Questa ragazza… non la sopporto.”

“ Neanche io… però ha ragione, sei basso.”

“ Non è affatto vero!”.

 

“ Esmeralda, dov’è Sawako?”

“ Sta arrivando.”.

In quell’istante una voce soave risuonò nell’aria:

“ Fai scendere la candida neve, Fubuki.” ( bufera di neve).

Dal nulla apparve una ragazza con gli occhi argentei, i capelli lunghi celesti ed un kimono cerimoniale bianco con disegnati dei fiocchi di neve; in mano stringeva uno stocco con la lama fatta interamente di ghiaccio:

“ Sawako, sei arrivati finalmente.”

“ Sì, Lady Nimue, sono pronta a combattere.”

“ Bene, conto su di te.”.

Sawako si posizionò di fronte a Darksoul:

“ A te la prima mossa, angelo caduto.”

“ Molto gentile.”.

Darksoul sguainò Raion e spiccò il volo, scendendo poi subito in picchiata sulla sua avversaria, incalzandola con la falce; Sawako bloccò ogni attacco con la sua spada e tentò un affondo, schivato senza problemi dall’angelo:

“ Hoko no Raion!”

“ Hisame!” ( tormenta glaciale)

L’attacco di Darksoul si scontrò contro una gigantesca sfera di ghiaccio generata da Fubuki; i due attacchi si dissolsero nel nulla:

“ Non ho ancora finito! Nadare!” ( Valanga)

Lo stocco di Sawako emise una quantità enorme di neve che, simulando una vera e propria valanga, si lanciò verso l’angelo:

“ Ranburu no Raion!”.

La falce di Darksoul emise un’onda d’urto gigantesca che la protesse dall’attacco di Sawako; constatata la potenza della sua avversaria, la sacerdotessa esclamò:

“ Sembra che sia un pareggio; la nostra forza si equivale.”

“ Già… ma sai, in battaglia non è solo la pura potenza a determinare il vincitore.”

“ Ricordo come se fosse ieri il primo giorno di allenamento con Dark…”

 

[ FLASH BACK]

 

“ Non ci siamo, siete lenti!”

“ Non siamo noi che siamo lenti, sei tu che sei troppo veloce!”

“ Ti sbagli, Train.”

“ Cosa dici, Darksoul?!”

“ Ha ragione lui, siamo troppo lenti; lo dimostra il fatto che contro Tangerine non siamo riusciti a mandare a segno nemmeno un colpo.”

“ Già, è vero.”

“ Dobbiamo continuare ad allenarci, diventare più veloci e forti, così nessuno potrà sconfiggerci!”

“ Questo è lo spirito, Darksoul.”

 

“ Dark, perché ci stai aiutando?”

“ Il motivo non ha importanza.”

“ Vuoi tenere segreto anche questo… sei un tipo troppo misterioso.”

“ Allora ho una proposta da farti.”

“ Ti ascolto.”

“ Se entro un anno riuscirai a colpirmi almeno una volta, risponderò ad una tua domanda…”

“ Davvero!?”

“ … Ma, in caso contrario…”.

Dark afferrò il polso di Darksoul e la trascinò a sé, stringendole il fianco con l’altro braccio:

“ … mi prendo tutto di te!”.

 

[ FINE FLASHBACK]

 

“ Da allora non ho fatto altro che allenarmi continuamente per aumentare la velocità dei miei attacchi… è vero, io e questa sacerdotessa ci equivaliamo in quanto a potenza, ma se parliamo di velocità la storia è completamente diversa!”

“ Raion, proviamoci!”

“ Sì.”

“ Ecco il frutto del mio allenamento! Hoko no Raion!”.

Darksoul trattenne l’energia dell’attacco all’interno della sua arma:

“ Ecco la seconda tecnica dei cinque cieli: Movimento in leggerezza…”.

In una frazione di secondo, l’angelo si spostò alle spalle di Sawako:

“ Ma cosa!?”

“ Raion kotei no tsume” ( Artigli del leone imperatore).

Sul ventre di Sawako si aprirono tre grandi squarci, come se fossero stato causati dall’assalto di una bestia feroce:

“ Ma… quando mi ha… colpito…?”.

La sacerdotessa si accasciò a terra; osservando la ferita che aveva causato, Darksoul, con tono scocciato, commentò:

“ Non è ancora abbastanza veloce per riuscire a colpirlo… devo allenarmi ancora.”.

Nimue fece cenno ad Esmeralda di andare a curare Sawako e lei ubbidì immediatamente:

“ Avanti, chi è la mia prossima avversaria?!”.

Esmeralda, una volta guarita la compagna, materializzò dal nulla due katane affilatissime:

“ Eccomi, sono io.”

“ Tu, Esmeralda? Pensavo che tu fossi solo una guaritrice.”

“ Basta parlare, Darksoul, che siano le nostre armi a farlo per noi! Tagliate con precisione, Mesukira.” ( Bisturi assassini).

Le due armi di Esmeralda iniziarono a pulsare quasi come se fossero vive e lei assunse uno sguardo fiero, pronta a combattere fino alla morte. La donna si lanciò immediatamente contro Darksoul, incalzandola con le sue spade:

“ La sua forza è incredibile! Ogni colpo che sferra fa vibrare Raion, devo contrattaccare!”

“ Hoko no Raion!”.

Esmeralda incassò il colpo, procurandosi una brutta ferita alla spalla:

“ Colpita!”

“ Inutile”.

La ferita guarì in un istante:

“ Dimentichi che sono io che ho curato i tuoi amici dopo le loro battaglie ad Avalon… impegnati di più se vuoi sconfiggermi!”

“ Come vuoi! Movimento in leggerezza…”.

Darksoul si mosse a grande velocità verso Esmeralda ma, un momento prima di colpirla, la sacerdotessa la colpì alla spalla destra con una delle sue spade:

“ Mi spiace ma non riuscirai a battermi con le tecniche dei cinque cieli; so come contrastarle.”

“ Allora dovrò iniziare a combattere meglio di come sto facendo ora. Arumeria.”.

Darksoul materializzò la falce di Dante, rinfoderando Raion:

“ Divampate, fiamme dell’inferno!”.

Le fiamme nere si manifestarono circondando l’angelo quasi a formare uno scudo:

“ Usare le fiamme come scudo non ti servirà: Bisturi parassitario!”.

Dalla ferita di Darksoul si generò una piccola esplosione che la scaraventò a terra, arrecandole gravi danni al braccio:

“ Cos’è stato?!”

“ L’abilità delle mie spade; ad ogni colpo sferrato, un frammento di esse si stacca, rimanendo all’interno della ferita ed esplodendo ad un mio cenno.”

“ Che abilità spaventosa!”

“ Sono nei guai; è come se ogni suo colpo andato a segno valesse per due! Devo tenerla lontana.”.

Darksoul balzò in piedi e generò una fiammata gigantesca, scagliandola contro la sacerdotessa; la donna si lanciò di lato, evitando l’attacco e si avventò contro l’angelo. Darksoul bloccò a fatica i suoi attacchi e spiccò il volo:

“ In aria dovrei essere al sicuro dai suoi attacchi.”

“ Non esserne sicura!”.

Darksoul, con suo grande stupore, vide Esmeralda raggiungerla con un balzo e colpirla ad un’ala:

“ Bisturi Parassitario!”.

L’esplosione generata, ruppe l’ala dell’angelo, facendola precipitare a terra:

“ Non mi devo arrendere!”.

Darksoul si rimise in piedi ed estrasse nuovamente Raion:

“ Per combattere due armi, ne userò altrettante!”

“ Inutile! Se non troverai un modo per fermare le mie esplosioni, non mi batterai mai!”

“ A questo ho trovato una soluzione! Promessa: non usare più l’abilità delle tue armi contro di me!”.

Il marchio di Dante apparve sopra la testa di Esmeralda che, accortasene, si complimentò con la ragazza:

“ Brava, bell’idea! Ma non mi servono le abilità speciali per batterti!”.

Esmeralda si lanciò contro la ragazza, incalzandola con le sue spade; Darksoul si difese egregiamente, limitando al minimo le ferite subite:

“ Mi sto difendendo bene ma devo attaccare o non vincerò mai!”.

Le fiamme nere scaturirono dalla falce di Dante, circondando le due guerriere:

“ Hoko no Raion!”.

Per scansare l’attacco di Darksoul, Esmeralda si lanciò di lato:

“ Fiamme infernali, divampate!”.

Il fuoco nero divampò, travolgendo la sacerdotessa e scaraventandola a terra:

“ Ce… l’ho fatta?”

“ Non sono ancora sconfitta…”.

Anche se gravemente ferita dall’attacco di Darksoul, Esmeralda si rimise in piedi, rinfoderando le sue spade:

“ Prova a fermare questo, angelo nero! Tecnica delle cinque terre, Sessaku Botoke!” ( Taglio di Buddha).

La sacerdotessa sguainò contemporaneamente le sue katane, generando un’onda di energia enorme che si diresse a grande velocità verso Darksoul:

“ Devo contrattaccare! Sakugen!”.

Concentrando una quantità enorme di energia nella falce di Dante, l’angelo generò un fendente di energia gigantesco; quando i due attacchi si scontrarono, esplosero, creando una voragine colossale:

“ Con quel colpo ho esaurito le energie… sono proprio invecchiata… complimenti, Darksoul.”.

Esmeralda crollò al suolo, perdendo conoscenza:

“ Ho vinto… ma sono al limite, non so come affronterò l’ultima battaglia.”.

Sawako, che nel frattempo aveva ripreso conoscenza, corse a soccorrere la compagna:

“ Lady Nimue, con il vostro permesso, porto Esmeralda da una guaritrice.”

“ Vai pure, Sawako.”.

La ragazza si caricò la compagna in spalla e corse via. Darksoul, anche se ormai quasi esausta, raccolse tutte le energie che le erano rimaste e pose a Nimue la fatidica domanda:

“ Dov’è l’ultima sacerdotessa?”

“ Eccomi, sono qui.”

“ Voi, lady Nimue, siete voi la mia ultima avversaria?”

“ Già. In guardia, Darksoul!”.

Nimue sguainò una spada a doppio taglio:

“ Prima di iniziare, voglio informarti di una cosa, la mia spada possiede un’abilità molto particolare: più combatto, più mi rende forte; sconfiggimi in fretta o sarai nei guai.”

La notizia sconvolse Darksoul che, tuttavia, fece di tutto per rimanere concentrata:

“ Devo concludere questa battagliai più in fretta possibile!”

“ Hoko no Raion!”.

L’attacco scagliato dall’angelo si diresse a grande velocità verso la regina di Avalon:

“ Era da tanto che non sentivo il brivido di una vera battaglia… Sakugen!”.

La spada di Nimue neutralizzò il colpo di Darksoul con un fendente di energia di media grandezza:

“ Tutto qui, angelo nero? Avanti, mostrami cosa sei in grado di fare con un demone maggiore al tuo fianco!”.

In quell’istante Beatrix iniziò a pulsare; anche se incuriosita da quei battiti, Darksoul cercò di rimanere concentrata e rinfoderò Raion:

“ I colpi di Raion non sono efficaci contro di lei.”

Le fiamme di Dante circondarono la falce:

“ Non aspetterò un tuo attacco, Darksoul!”.

In un istante Nimue arrivò alle spalle dell’angelo, squarciandole l’ala sana; sopportando il dolore, Darksoul si voltò di scatto e tentò di colpire Nimue con la sua falce; la donna, tuttavia, si abbassò appena in tempo, evitando l’attacco e le trafisse il fianco:

“ Maledizione! Sono al limite!”

Darksoul sprigionò una grande quantità di fiamme nere che circondarono le due guerriere, dopodiché iniziò a sferrare attacchi con tutta l’energia che le era rimasta:

“ Mi spiace ma io non cadrò nello stesso trucco che hai usato con Esmeralda! Tecnica dei cinque cieli, Hariken!” ( Uragano).

La regina di Avalon iniziò a muovere in circolo la sua spada a grandissima velocità, generando una corrente d’aria che aprì un varco tra le fiamme, permettendole di uscire da quella trappola infuocato:

“ Ed ora tocca a me attaccare! Saku…”.

In quell’istante Darksoul si lanciò contro la lama della sacerdotessa, facendosi trafiggere allo stomaco:

“ Ma cosa?! Sei forse impazzita!?”

“ No… ho capito che… per batterti bisogna correre dei rischi…”.

Darksoul afferrò la spada di Nimue trattenendola nel suo corpo:

“ Dì addio alla tua arma!”.

Con un colpo secco della sua falce, l’angelo riuscì a spaccare in due la spada, estraendo poi la parte che aveva in corpo. Nimue, scioccata da quel gesto, scattò indietro:

“ Ed ora chiudiamo questa battaglia, Nimue!”.

Darksoul, ormai allo strenuo delle forze, concentrò le sue ultime forze nella sua falce:

“ Sakugen…”

“ è finita… complimenti, Darksoul, hai vinto.”

Il fendente di energia che scaturì da Beatrix, si diresse a gran velocità verso Nimue; un istante prima di colpirla, tuttavia, cambiò direzione, procurandole solo un taglio sul volto; vedendo lo sguardo determinato di Darksoul, ormai a terra in ginocchio, comprese:

“ Non mi hai colpito di proposito…”

“ è inutile… uccidere un avversario… che non può difendersi…”.

Finito di parlare, Darksoul perse conoscenza, crollando al suolo.

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Capitolo 34
*** Premio ***


Nimue corse a soccorrere Darksoul:

“ Maledizione, si sta dissanguando!”

“ Lucifer, Train, presto, andate a chiamare Esmeralda!”

“ Andiamo subito!”.

Dark volò in picchiata verso la ragazza ferita:

“ Quanto sei cocciuta, ragazzina, ridurti in questo stato per vincere una semplice sfida!”

“ Esmeralda non farà in tempo”

“ Nimue, va a prendere qualcosa per trasportare Darksoul!”

“ Sì!”.

L’angelo spalancò la bocca di Darksoul e le fece mordere il suo braccio:

“ Avanti, bevi il mio sangue se vuoi sopravvivere!”.

Anche se leggera, Dark udì una leggera pressione sulla sua carne e vide del sangue sgorgare:

“ Bene, sta reagendo!”.

L’angelo afferrò con i denti una manica del suo abito e la strappò fino ad ottenerne delle lunghe strisce simili a delle garze, che legò attorno alle ferite della ragazza per arrestare l’emorragia. Dopo qualche secondo Esmeralda giunse sul posto, curando quasi istantaneamente le ferite di Darksoul; osservando la facilità con cui la sacerdotessa aveva risolto la situazione, Dark pensò a quanto beffardo fosse il destino:

“ Io sono proprio un guerriero solitario… usando la magia, posso sbaragliare un esercito senza neanche impegnarmi eppure, per quanto ci provi, non riesco ad usare la magia curativa su nessuno al di fuori di me stesso; sono fortunato a possedere un sangue del genere, in grado di tenere in vita un moribondo sia che esso sia angelo, demone o umano.”

Quando vide arrivare anche Nimue e gli altri, l’angelo dispiegò le sue grandi ali bianche e nere e spiccò il volo:

“ Io me ne vado; date un messaggio da parte mia alla bella addormentata: ditele che la prossima volta che si ridurrà così senza una buona ragione, la lascerò morire. Bye Bye.”.

Prima che potesse sparire nel nulla, Train afferrò Dark per una gamba:

“ Aspetta; dopo tutto ciò che abbiamo passato, meritiamo delle risposte; basta segreti.”

“ Mi spiace, il tempo della verità non è ancora giunto…”.

In un istante il re caduto scomparve dalla scena:

Nonostante stesse fingendo di dormire, Mary aveva percepito tutto ciò che era successo:

“ Stai andando dagli altri, vero Dark? Penso che sia la scelta giusta… il tuo comportamento, però, è sbagliato: la tua vita ormai è composta solo da una lunga catena di segreti; cosa succederà quando questa si romperà? Cosa farai allora? Penso che Dark ormai abbia dimenticato ciò che Solomon probabilmente sapeva.”

 

Dopo poche ore, Darksoul rinvenne e, convocata assieme ai suoi compagni da Nimue, si prepararono a ricevere il premio che era stato loro promesso dalla regina:

“ Bene, ci siete tutti mi pare…”

“ Aspetti, Lady Nimue, Dark non è ancora arrivato.”.

Al sentire quell’affermazione, Train reagì bruscamente:

“ Lui non verrà!”

“ Come sarebbe a dire non verrà?!”

“ Se n’è andato senza dare spiegazioni, come suo solito.”.

Nimue a quel punto pronunciò una domanda che lasciò spiazzati tutti i presenti:

“ è giunto il momento di consegnarvi il vostro premio… perciò vi chiedo: che cosa vorreste? Chiedetemi qualsiasi cosa ed io ve la concederò”.

Quella domanda creò un enorme dubbio nelle menti dei presenti: ognuno di loro aveva iniziato il proprio viaggio per ragioni diverse ma quelle ora erano ancora al primo posto?

 

 

“ Sono quasi arrivato… certo che quel ragazzo si è nascosto in luogo proprio isolato… ma, dopotutto, ha sempre voluto essere libero dai confini della città…”.

Il re caduto atterrò davanti ad una vecchia casetta in pietra in mezzo alle montagne:

“ Non percepisco la sua presenza dentro questa baracca quindi immagino che sia…”

“ Entierro!” ( Sepoltura in spagnolo).

Un giovane si lanciò contro Dark tentando di colpirlo ma il re caduto lo fermo con una sola mano, indietreggiando solo di qualche centimetro:

“ Mi hai spostato di ben trentadue millimetri… bene, la velocità e la potenza dei tuoi colpi stanno aumentando.”

“ Te l’ho già detto, corvaccio della malora, non importa cosa dirai, non verrò con te! Ora vattene!”

“ Me ne vado, tranquillo, sono solo venuto a controllare i tuoi miglioramenti… il momento in cui il secondo alfiere dovrà entrare in scena non è ancora arrivato. Continua ad allenarti, Soru.”.

Dopo aver pronunciato quelle parole il re caduto se ne andò così com’era arrivato:

“ Quel ragazzo è cocciuto come un mulo ma è forte… non si è nemmeno accorto di avermi rotto la mano.”

 

 

“ è terribile cos’è successo.”

“ Già, sembra che fosse ubriaca e che sia finito fuori strada.”

“ Dicono sia morta sul colpo.”

“ E il bambino? Cosa gli è successo?”

“ è vivo ma i danni che ha riportato al braccio sono gravi.”

“ Cosa ne sarà ora di lui?”

“ Non ha parenti, probabilmente sarà affidato ad un orfanotrofio.”

 

“ Mamma, dove sei? Mamma! Mamma!”

“ La tua mamma è in un posto migliore, Soru.”

“ Quando torna?”

“ Purtroppo per ora non può tornare ma mi ha chiesto di dirti che sta bene e che ti pensa sempre.”

“ Chi sei?”

“ Sono un angelo.”

“ Davvero?”

“ Certo.”

“ Mi fai vedere le ali?”

“ Gli angeli non mostrano le proprie piume a tutti ma con te voglio fare un patto: se prometti di restituirmi il favore, non solo ti mostrerò le mie ali ma ti regalerò anche una mia piuma.”

“ Evviva!”

 

 

Il re caduto volò fino ad una gigantesca e tetra villa:

“ Era tanto che non venivi qui, Solomon.”

“ Un anno o dieci, che differenza fa per te, Kite?”

“ In effetti nessuna; io ho l’eternità ad aspettarmi; quello che non vedeva l’ora di vederti era quel pazzo del Jolly.”

In quell’istante una carta da gioco volò verso Dark, facendogli un taglio sulla guancia e piantandosi nella parete alle sue spalle:

“ Allora, Jolly, come va l’addestramento?”

“ Non sono affari tuoi. Quanto hai intenzione di sborsare per quell’incarico, corvo.”

“ Stai iniziando a parlare proprio come un mercenario.”

“ Mi stai annoiando… dimmi chi è l’obbiettivo, così posso andarmene da qui e dirti addio una volta per tutte.”

“ Ogni cosa a suo tempo.”

“ Mi stai facendo perdere un mucchio di soldi con questa attesa.”.

Kite estrasse un foglio dalla tasca e lo consegnò a Jolly:

“ Tieni, un incarico veloce veloce che puoi svolgere ora.”

“ Bene, chi è il bersaglio?”

“ Un nobile di Xerxes; sta causando problemi.”

“ Bene, sarà facile.”.

Jolly uscì di corsa dalla villa e scomparve nella nebbia:

“ Bene, ora possiamo parlare, Dark. Avevi detto che saresti venuto qui solo dopo dieci anni; ne sono passati soltanto sei.”

“ Le mie previsioni erano sbagliate; non abbiamo più molto tempo.”

“ Jolly non è ancora pronto.”

“ Lo so; neanche gli altri lo sono ma, se siamo fortunati, ci resta un anno al massimo.”

“ Tsk, quel colombo sta davvero iniziando a stufarmi.”

“ E chi lo guida sembra non averci preso in simpatia…”

“ Ma, dopotutto…”

“ … Dio è il più sadico tra gli esseri.” ( questa frase è detta da entrambi.)

“ Beh, dato che non ci resta molto tempo, dovremo semplicemente aumentare l’intensità degli allenamenti; appena torna, sottoporrò Jolly ad un allenamento speciale; dopotutto, se non riuscissi a fare nemmeno questo, non meriterei di essere il consigliere del re e sua prima torre.”

“ Conto su di te.”

“ Come farai con quei quattro pedoni? Non dovresti dire loro la verità?”

“ Qualcuno sta già provvedendo a dir loro ciò che devono sapere.”

“ Fammi indovinare: Lady Nimue?”

“ Chi meglio di lei?”

“ Forse dovrei far loro una visita e vedere i loro miglioramenti.”

“ Attento a non farti uccidere.”

“ Spiritoso…”.

 

 

 

“ Maledetto… ti diverti ad umiliarmi? Dio, sei una sadica carogna!”

“ Ma guarda, allora non sono il solo a pensarlo.”

“ Chi diavolo sei? Cosa vuoi da me?”

“ Chi sono non ha importanza. Riguardo a cosa voglio, per ora nulla, magari tra mille, forse duemila anni…. Per ora voglio solo raccontarti una storia.”

“ Grazie ma non sono in vena.”

“ Neanche se riguardasse Patricia?”

“ Come ti devo chiamare, cantastorie?”

“ Dark, Kaito Dark.”

“ Io sono Kite S. Tain; ti concedo dieci minuti del mio tempo.”

 

 

 

“ Non è giusto! Lo hanno ucciso ed il vero colpevole l’ha passata liscia!”

“ Se non ti fidi della legge, perché non diventi tu la giustizia?”

“ Di che parli?”

“ Diventa un Hitman, porta la giustizia dove la legge non può arrivare. Seguimi e potrai punire chi pecca come te.”

“ Quando iniziamo?”

 

 

 

“ Bene, aspetto una vostra risposta.”

“ Sono partito per trovare Asmodeus; potrei chiederle dove si trova o anche dove sono le Excalibur rimaste però… dopo tutto ciò che è successo…”

“ Ho intrapreso il mio viaggio per cercare il maestro Mick, poi per vendicarlo… dovrei chiedere come poter uccidere Aberrath… anche se…”

“ Volevo visitare il mondo ma ora…”

“ Ho cambiato vita per essere libera… ma, ora che lo sono, i dubbi su ciò che devo fare sono soltanto aumentati; lui mi ha salvato la vita, voglio aiutarlo…”.

Dopo qualche secondo, nell’aria risuonarono le voci dei quattro ragazzi pronunciare la medesima risposta:

“ Vogliamo delle risposte.”

“ Bene, le avrete.”

“ Come tuo solito, caro Solomon, hai scelto le persone giuste.”

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Capitolo 35
*** risposte ***


“ Quella che sto per raccontarvi è una storia avvenuta molto tempo prima che voi nasceste, poco dopo la cacciata di Lucifero e degli altri angeli decaduti dal paradiso.”

“ Così indietro!?”

“ Sì… voi sapete cosa successe dopo che il diavolo venne esiliato?”

“ Certo, generò l'Inferno ed i demoni maggiori, Azazel, Dante, Astaroth, Belzebù, Samael, Asmodeus e Belfagor, che a loro volta poi generarono gli altri demoni.”

“ Questa è la storia riportata sui libri ma la verità è un po’ diversa; in realtà quelli che ora sono chiamati demoni maggiori un tempo erano angeli.”

“ Che cosa!?”

“ Nella lotta tra Lucifero e l’arcangelo Michele essi si schierarono con il futuro re dei demoni, subendo la sua stessa sorte.”

“ è incredibile!”

“ Questo, tuttavia, è solo l’inizio della storia.”

“ Ti prego, continua.”

“ Dopo la creazione dell’Inferno, l’eterna battaglia tra angeli e demoni ebbe inizi: i primi purificavano le anime, i secondi le tentavano. In cuor suo, tuttavia, Michele sperava ancora che un giorno Lucifero e gli altri demoni si sarebbero pentiti dei loro peccati e sarebbero tornati sui loro passi. Affinché ciò accadesse, egli sfruttò gran parte dei suoi poteri per inviare sulla Terra un bambino che avrebbe potuto comunicare sia con gli angeli che con i demoni e portare la pace tra loro.”

“ Davvero!?”

“ Michele riteneva che il fratello decaduto meritasse una nuova occasione… ma non tutti gli angeli erano d’accordo con lui; tra gli arcangeli, in particolare, scoppiò una disputa: mentre Gabriele e Raffaele si schierarono dalla parte di Michele, Uriel, Remiel e Zerachiel, che fino ad allora si erano occupati delle punizioni divine, credevano che il bambino avrebbe potuto essere una minaccia perché, se si fosse alleato con i demoni, avrebbe potuto aprire i cancelli del paradiso e permettere loro di sferrare un nuovo attacco.”.

Stupefatta dalle parole di Nimue, Darksoul pose immediatamente una domanda:

“ E Raguel, l’arcangelo della giustizia, da che parte si schierò!?”

“ Gli altri arcangeli attesero per diversi giorni che lui esprimesse il proprio parere; Raguel, tuttavia, non fu in grado di prendere una decisione e si astenne dal votare.”

“ Fu un pareggio quindi. Cosa successe dopo?”

“ Non potendo prendere una decisione definitiva, i sette arcangeli attesero che fosse Dio a mostrargli la via giusta; trascorsero gli anni ma il Divino non proferì parola; Michele, Raffaele e Gabriele, fiduciosi che Dio avrebbe dato presto un comando, decisero di attendere ulteriormente; Raguel, invece, abbandonò il paradiso ed iniziò a perlustrare il mondo per trovare questo bambino speciale; nessuno seppe quale fosse il suo obbiettivo ma, quando tornò, sostenne che quel pargolo non era più nel mondo dei mortali.

“ Era scomparso!? Ma non è possibile!”

“Uriel, Zerachiel e Remiel, credendo che l’arcangelo stesse mentendo, perlustrarono a loro volta il mondo ma poterono solo constatare che il compagno aveva detto la verità; fu allora che Dio parlò.”

“ E cosa disse?”

“ Le sue parole furono arcane ma furono in grado di scuotere la calma dei sette arcangeli: il figlio dei due mondi è venuto alla luce; otto rondini dal terreno si desteranno per proteggerlo;Angeli e demoni dovranno accorrere quando costui mostrerà con fierezza la sua presenza; sarà allora che il giudizio delle colombe sarà stabilito! Sciocchi i mortali che oseranno sfidarlo perché la sua furia li condurrà alla morte! Sciocche le colombe che sporcheranno le loro ali!”

“ Ma è incomprensibile!”

“ Già…”

“ E cosa successe dopo?”

“ Gli animi sembrarono calmarsi dopo quelle parole ma era solo un’illusione…”

“ Cosa intendi dire?”

“ Uriel, Remiel e Zerachiel, credendo che le parole riguardanti il giudizio delle colombe si riferisse ad una condanna a morte per coloro che si erano opposti alla nascita del bambino, impazzirono ed iniziarono a cercarlo in ogni luogo per toglierlo di mezzo prima che fosse tardi.”

“ E lo trovarono?”

“ No, tutt’ora non sanno dove si trova.”

“ E cosa hanno fatto gli altri arcangeli?”

“ Raguel da allora è scomparso senza lasciare traccia… Gli altri tre, invece, attesero con impazienza che il bambino si rivelasse e aspettano ancora oggi.”

“ Questa storia è semplicemente incredibile!”

“ Già.”

“ Bisogna dire, però, che le parole di Dio sono impossibili di capire.”

A quel punto Nimue parlò di nuovo:

“ In realtà con il tempo alcuni famosi profeti come Nostradamus sono riusciti a decifrarne una parte.”

“ Davvero!? Cos’hanno scoperto?! Diccelo ti prego!”

“ Sembra che le otto rondini di cui si parla possano essere otto persone destinate ad aiutare questo prescelto una volta che si sarà rivelato.”.

A quel punto Train commentò:

“ Quindi là fuori ci sono otto persone che aspettano solo il ritorno di questo bambino prodigio.”

“ Là fuori… e qui dentro.”.

Quell’affermazione lasciò sconcertati tutti i presenti:

“ Aspetta, vuoi dire che noi saremmo quattro di quelle rondini!?”

“ Esattamente.”

“ Ma questo è impossibile!”

“ Già! Quelle persone dovrebbero essere dei guerrieri invincibili!”

“ Non ci sono dubbi sul fatto che voi lo siate.”

“ Come fai a dirlo?”

“ Perché la prima rondine, dopo 3000 anni di attesa, ha finalmente trovato in voi i suoi compagni.”

“ La prima rondine? Aspetta, intendi Dark!?”

“ Vuoi dire che lui in questi ultimi 3000 anni ha aspettato noi!?”

“ Già… Ha atteso pazientemente che i suoi compagni si rivelassero.”.

Rimasti scioccati dalla notizia, i quattro ragazzi raccolsero in fretta e furia le loro cose:

“ Lady Nimue, dove si trovano gli altri tre prescelti e dov’è andato Dark?!”

“ Uno dei prescelti si trova da qualche parte tra i monti nell’entroterra del regno di Lavinia e Dark probabilmente è con lui.”

“ Partiamo subito! Se il nostro destino è riunirci, non facciamoci aspettare!”.

Senza nemmeno attendere un secondo di più, i quattro ragazzi si gettarono nel portale che Nimue aveva appena aperto per loro e, sbucati al confine del regno di Lavinia, si diressero verso i monti.

“ Quei quattro sono dei bei tipi… appena hanno saputo qual’è la loro missione hanno accettato senza indugiare e sono partiti subito.”

“ Assomigliano molto a com’eri tu da giovane, Nimue.”

“ Alla fine hai deciso di non mostrarti a loro, Raguel.”

“ La prima rondine mi ha chiesto un favore e non mi sono sentito di rifiutare.”

“ Lui odia gli angeli ma con te sembra diverso.”

“ Già, anche se non lo merito… quando ho percepito in lui un potere speciale e ho capito che lui era la prima rondine, ho provato a salvarlo dal suo destino portandolo in paradiso… ma Uriel è arrivato prima di me… lo voleva uccidere ad ogni costo… ha visto nei suoi occhi il pericolo che avrebbe potuto scatenare.”

“ Il re caduto, la prima rondine, sembra che Solomon abbia oltrepassato una lunga serie di ostacoli.”

“ Già… attendere per 3000 anni non sapendo nemmeno quando l’attesa finirà… non tutti ne sarebbero in grado.”

“ E, proprio per la pazienza che ha dimostrato, anche io gli ho concesso un favore.”

“ Hai nascosto per lui gli ultimi versi della profezia che il Signore ha rivelato a noi arcangeli.”

Prima che il giudizio arrivi, una rondine si tramuterà in un avvoltoio; una rondine non vedrà mai più l’alba e della sua carcassa le acque faran banchetto. Questi versi sono terribili.”

“ Presagio di sventura.”

“ Da accapponare la pelle.”.

Note dell'autore: La storia riprenderà il prima possibile; abbiate un po' di pazienza.... causa: problemi a scuola

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Capitolo 36
*** Calderon ( Prima Parte) ***


Dopo due giorni di cammino, Darksoul, Shinny, Lucifer e Train giunsero a Calderon, capitale del regno di Lavinia:

“ Bene, siamo arrivati.”

“ Certo che fa caldo qui.”

“ Il regno di Lavinia è caratterizzato da una grande quantità di vulcani quindi è normale che sia così.”

“ Tu vieni da qui, vero, Darksoul?”

“ Sì ma preferirei non parlare di questa specie di forno gigante; entriamo in città, facciamo rifornimento di viveri e andiamocene il prima possibile; ci sono quattro vulcani qui vicino: Miru, Saru e Koru sono ancora fortemente attivi mentre Seiya è spento ormai da mezzo secolo; il tipo che cerchiamo dev’essere per forza essere su quest’ultimo, nascosto da qualche parte.”

“ Bene, muoviamoci, ho fame.”.

I quattro ragazzi entrarono nella capitale e si diressero immediatamente verso un mercato; quando ebbero quasi finito di rifornirsi, però, un plotone di guardia armate fino ai denti li attaccò, ammanettando Lucifer, Train e Shinny:

“ Ehi, ma che fate!?”

“ Lucifer Bashin, Train Netrus, Shinny Hideyoshi, siete in arresto per il rapimento della principessa Fuyuko Shirowashi!”

“ Ci dev’essere un errore!”.

Darksoul provò a sguainare la sua falce ma una delle guardie la fermò, facendole annusare una strana polvere che la fece svenire:

“ Darksoul!”.

Lucifer provò ad evocare Medea ma le manette gli diedero una scossa elettrica:

“ Non fate resistenza o le manette vi fulmineranno.”

Train, approfittando del momento, sfruttò il suo controllo sull’elettricità per liberarsi; appena Shinny se ne accorse, esclamò:

“ Sono in troppi, fuggi Train!”

“ Tornerò a prendervi!”.

Lo spadaccino fuggì più velocemente che poteva, rintanandosi in uno dei vicoli della città. Shinny e Lucifer vennero sbattuti in galera:

“ Ehi, liberateci! Siamo innocenti! Non sappiamo nemmeno chi sia questa Fuyuko!!!”.

Lucifer diede un calcio alle sbarre ma le manette gli diedero un’altra scossa elettrica; Shinny si sedette a riflettere:

“ Ma che fai?! In una situazione del genere ti metti ti metti a sedere!?”

“ Non è più inutile di quello che stai facendo tu… dimenarti non servirà ad altro che a farti subire un’altra scossa.”

“ E allora cosa facciamo?”

“ Riflettiamo su ciò che è accaduto: Noi siamo stati arrestati e sbattuti in galera per aver rapito questa Fuyuko Shirowashi, giusto?”

“ Sì, esatto.”

“ Ma di noi quattro solo io, te e Train siamo stati arrestati, anche se lui è riuscito a fuggire.”

“ E allora?”

“ Non ci arrivi? Significa che Darksoul è stata scambiata per questa Fuyuko!”

 

Quando Darksoul riprese conoscenza si ritrovò in una gigantesca stanza da letto con quadri alle pareti, un letto a baldacchino, una scrivania e diversi libri che occupavano tre scaffali; dalla parte opposta c’era una gigantesca vetrata che mostrava dall’alto la capitale:

“ Maledizione! Devo andarmene da qui!”.

La ragazza si lanciò contro la vetrata tentando di sfondarla ma senza successo:

“ E va bene, non ho scelta!”.

Darksoul provò ad estrarre le sue falci ma si accorse di non averle con sé:

“ Devono avermele portate via.”.

Dopo qualche secondo la porta della stanza si aprì ed entrò un uomo anziano con i capelli grigi, un paio di occhiali ed un vestito da maggiordomo:

“ Signorina Fuyuko, sono felice di rivederla.”

“ Simon, vorrei poter dire lo stesso.”

“ Non dica così; i suoi genitori erano molto in pensiero per lei.”

“ I miei genitori vorrebbero che io fossi una semplice bambola e che me ne stessi buona buona qui a farmi controllare come un burattino.”

“ Loro le vogliono bene, vogliono proteggerla.”

“ Io non ho più bisogno di protezione; mi hanno rinchiuso in questo castello per 17 anni… non ci passerò un secondo di più.”

“ Di questo dovrà parlarne con il re, mia signora; ora è meglio se si cambi, è stato organizzato un banchetto per il suo ritorno.”

“ Dì ai miei genitori che Fuyuko potrà anche obbedirgli ma Darksoul non ha nulla a che spartire con loro.”

“ Come desidera, principessa.”.

Il maggiordomo uscì dalla stanza chiudendo la porta:

“ Devo uscire da qui in qualche modo!”.

 

“ Cosa faccio ora?! Lucifer e Shinny sono in galera e Darksoul è sparita!”.

Train, indossati un cappuccio ed una maschera per non farsi riconoscere, si diresse verso le prigioni per liberare i suoi amici; l’edificio, tuttavia, era sorvegliato da una decina di guardie armate fino ai denti:

“ Una decina di soldati non sono un problema ma ho il sospetto che, se attaccassi, questo luogo si riempirebbe di guerrieri prima di poter anche solo trovare quei due. L’evasione è quindi esclusa. Li hanno arrestati per aver rapito una certa principessa Fuyuko; ho visto le guardie che portavano Darksoul a palazzo quindi potrebbero averla scambiata per lei ed aver frainteso; c’è qualcosa di strano, però, quale guardia non riconoscerebbe la propria sovrana? Ora che ci penso, anche se ci conosciamo ormai da tanto tempo, io non so quasi nulla di lei; se in realtà Darksoul fosse veramente la principessa Fuyuko, questo spiegherebbe tutto. Devo parlare con lei!”.

Train, attraversando i vicoli meno frequentati della città, arrivò fino all’entrata del palazzo reale:

“ Niente da fare, anche il castello è troppo sorvegliato; devo organizzare un piano.”.

In quell’istante Train percepì qualcosa e si guardò intorno, non trovando tuttavia nulla:

“ Avrei giurato di essere osservato.”.

Tornato in città per organizzare un nuovo piano, Train udì una voce di corridoio che lo lasciò di sasso:

“ Hai sentito? La principessa Fuyuko sia stata ritrovata.”

“ Già, sembra che tre criminali l’avessero rapita.”

“ Beh, ora che è tornata, sposerà il conte Alexander com’era stato deciso prima della sua scomparsa.”.

Scioccato dalla notizia, Train si concentrò con tutte le sue forze per trovare una soluzione:

“ Il tempo stringe! Devo sbrigarmi a trovare una soluzione!”

 

Dopo qualche minuto tre guardie entrarono nella stanza di Darksoul e la scortarono contro la sua volontà nella sala del trono; lì, seduti su due troni, c’erano i genitori dell’angelo: un uomo piuttosto grosso con una folta barba e una donna minuta con dei lunghi capelli castani. Appena quest’ultima vide la figlia, balzò in piedi e corse ad abbracciarla. La ragazza rispose in maniera fredda all’abbraccio, sforzandosi di nascondere la gioia che, nonostante tutto, provava:

“ Figlia mia, finalmente sei di nuovo a casa!”

“ Non mi fermerò, madre; liberate subito i miei amici e lasciateci ripartire.”.

La donna si staccò dalla figlia, guardandola con aria preoccupata; il re, rimasto in silenzio fino a quel momento, prese finalmente la parola:

“ Tu non andrai da nessuna parte! Non capisci cos’hai fatto scappando!? Ci hai fatti preoccupare! Hai allarmato il regno e quasi rovinato i rapporti con il conte Alexander!”

“ Io so solo che scappando da questo castello, che per me è stato come una gabbia per tutta la mia vita, ho riconquistato la mia libertà!”

“ Tu non partirai e sposerai il conte Alexander, fine della discussione!”

“ Sei un cocciuto, borioso ed egoista!”.

Darksoul spiegò le ali e tentò di volare via ma le guardie la acciuffarono immediatamente, riportandola nella sua stanza:

“ Dorma, principessa, domani dovrà alzarsi presto per il matrimonio.”.

Chiusa a chiave la porta, le guardie alate si misero a fare la guardia per assicurarsi che Fuyuko non uscisse e che nessun altro entrasse.

“ Maledizione! Fatemi uscire da qui!”

 

Imprigionata in quella stanza, il pomeriggio sembrava non voler passare per Fuyuko ma, alla fine, giunse la notte e lei poté dormire. 

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Capitolo 37
*** Calderon ( Seconda Parte) ***


Nel mezzo della notte Darksoul venne svegliata da un rumore proveniente dalla finestra della sua stanza; spalancati gli occhi, la ragazza vide Dark, sospeso in aria che la fissava:

“ Che ci fai qui?!”

“ Recuperò la rondine che si è persa… di nuovo.”.

L’angelo appoggiò la sua mano alla finestra ed i vetri andarono in mille pezzi:

“ Bene, ora puoi fuggire se vuoi.”.

Fuyuko scattò in piedi e si catapultò all’esterno:

“ Grazie, non ce la facevo più! Dobbiamo liberare Lucifer e Shinny, trovare Train e andarcene il prima possibile!”

“ Per me non ci sono problemi… ma è davvero questo che vuoi?”

“ Cosa?!”

“ Se scappi ora, non cambierà nulla, sarà come se tu non fossi mai tornata… ma i tuoi genitori resteranno in pensiero per te, si dispereranno non sapendo dove sei. Noi che ti stiamo aiutando diventeremo dei ricercati e non potremo fare altro che scappare in continuazione come codardi… ma in fondo non è proprio questo ciò che stai facendo ora? Stai scappando dai tuoi problemi invece di affrontarli… Comunque, è la tua vita, non la mia e non mi importa cosa farai… se diventerò un criminale e qualcuno mi attaccherà, mi difenderò…”

“ Ha ragione! Sto sbagliando tutto! Sin da bambina i miei genitori mi hanno protetta da ogni sorta di pericolo, non accorgendosi che così mi impedivano di vivere la mia vita… se ora scappo, significherà che non sono cambiata, che sono ancora una piccola bambina spaventata dai propri guai! No! Le cose devono cambiare! Dimostrerò ai miei genitori che posso farcela, che possono lasciarmi andare senza paura. In fondo glielo devo… loro sono la mia famiglia.”.

“ Beh, io vado a cercare quell’eterno disperso di Train…”

“ Aspetta!”.

Darksoul afferrò la gamba di Dark per trattenerlo:

“ Hai ragione, sto sbagliando! Aiutami! Voglio far capire ai miei genitori che posso cavarmela!”

“ Bene, ora possiamo pensare ad un piano…”.

 

Il mattino seguente il re stava aspettando l’arrivo del conte Alexander per celebrare il matrimonio della figlia; la madre della ragazza, invece, si recò nella stanza di Fuyuko per svegliarla; appena bussò alla porta, l’angelo uscì dalla stanza con indosso i suoi abiti da battaglia:

“ Figlia mia, che stai facendo? Cambiati, il conte arriverà tra poco.”

“ Mamma, ti ringrazio per esserti presa cura di me; tu e papà mi avete cresciuto ed insegnato tante cose… ed è anche per questo che devo fare questo.”.

Darksoul si diresse verso la sala del trono, seguita dalla madre preoccupata, e si avvicinò al trono:

“ Fuyuko, cosa fai qui?! Vai a prepararti!”.

Preso un respiro profondo, l’angelo sguainò la sua falce:

“ Re Vorg Shirowashi, io, principessa Fuyuko Shirowashi, la sfido formalmente a duello!”

“ Cosa?! Non essere ridicola!”

“ Sono seria. Se vincerò, papà, dovrai lasciarmi ripartire assieme ai miei amici; se perdo… acconsentirò al matrimonio senza fare storie.”

“ Finiscila! Non accetterò mai!”

“ Non hai scelta… se ti rifiuti, appena avrò l’occasione, fuggirò di nuovo, anche se dovessi tentare mille volte.”

“ Insolente!”

“ Se vuoi fermarmi, hai una sola possibilità ed è battermi in un duello.”.

Il re balzò in piedi e dispiegò le sue ali:

“ Non mi lasci scelta allora… figlia mia, dovrò farti un po’ male ma almeno chiuderemo la questione.”

“ Aspettate!”.

La madre di Fuyuko afferrò la figlia per il braccio:

“ Siete impazziti!? Vi odiate a tal punto da volervi scontrare!?”

“ Ti sbagli, mamma, è proprio perché vi voglio bene che devo affrontare questa lotta; voi mi avete cresciuto, mi avete insegnato a vivere proprio come una rondine insegna al suo piccolo a volare ed ora io devo mostrarvi che i vostri sforzi non sono stati vani… vi mostrerò che posso spiccare il volo adesso!”.

Sentendo quelle parole cariche di decisione, la regina lasciò andare la figlia:

“ Sei proprio cresciuta, figlia mia… hai ragione, ormai sei pronta a librarti in cielo da sola… e con le tue grandi ali raggiungerai persino le colombe in paradiso.”

 

Raggiunto l’immenso giardino del palazzo, il re si tolse la corona, i gioielli e tutto ciò che avrebbe potuto appesantirlo, lasciandoli cadere al suolo:

“ Le regole di questo duello sono semplici: è concesso l’uso di una sola arma ma non vi sono limitazioni per quanto riguarda la magia; il combattimento finisce con la resa di uno dei due contendenti.”

“ Vedo che hai studiato, Fuyuko.”

“ Arumeria!”.

Tra le mani di Darksoul apparve la falce di Dante:

“ Arumeria!”.

Il re manifestò un enorme spadone rosso:

“ Iniziamo!”.

Fuyuko scattò verso il padre tentando di colpirlo al fianco ma lui parò con la sua arma e puntò una mano verso la figlia:

“ Ryudon!”.

Spiccando in un istante il volo, Darksoul evitò la sfera di fuoco scagliata dal padre:

“ Se tu usi la magia, ti risponderò con la stessa moneta! Zereshunaida!”.

Dalla mano sinistra della ragazza fuoriuscirono delle frecce di energia:

“ Barudo!”.

La barriera eretta dal padre distrusse l’attacco della ragazza:
“ Dovrai impegnarti di più se vuoi vincere!”

“ Sakugen!”

Il fendente di energia scagliato tramite la falce squarciò la difesa del re:

“ Sei mio! Kokyu!”

Una sfera di energia bianca partì dalla mano di Darksoul:

“ Non esserne sicura!”.

Vorg fece un balzo indietro e si protesse con lo spadone; dopodiché spiccò il volo lanciandosi verso la figlia:

“ Tenmetsu!”

Lo spadone del re venne circondato da delle potenti lingue di fuoco:

“ Divampate, fiamme dell’Inferno!”.

Beatrix venne avvolta dal fuoco nero e i due angeli fecero scontrare le loro armi che vennero sbalzate via appena avvenne l’impatto, conficcandosi nel terreno:

“ Niente più armi… vuoi arrenderti?”

“ Certo che no! Sho!”.

Una folata di vento spinse via il re:

“ Non ti basterà questo per vincere, Fuyuko!”

“ Hakkoriankan!”.

Una pioggia di paletti di energia cadde verso il re:

“ Barudo!”.

La barriera protesse nuovamente l’uomo:

“ Chiudiamo questa battaglia, Fuyuko!”

In quell’istante Darksoul ebbe una strana sensazione e scattò verso l’alto:

 “Ryunoiki!”

Concentrando tutta la sua energia nel suo braccio destro, il re generò una gigantesca fiammata, sparandola verso la figlia; la ragazza, nonostante fosse molto lontana, venne travolta dall’attacco, riportando diverse ferite e crollando al suolo:

“ è finita, Fuyuko, arrenditi.”

“ Di cosa… parli? Io… posso ancora… combattere!”.

La ragazza si rimise in piedi:

“ Non so usare molti incantesimi quindi non posso competere con mio padre usando solo la magia… devo cambiare strategia… Prima che mi attaccasse, anche se non sapevo cosa avrebbe fatto, ho avuto il presentimento di dovermi allontanare; se non lo avessi fatto, avrei perso. Devo capire come ho fatto…. posso vincere, ne sono certa!”

 

Dark e Astaroth, che osservavano da lontano la battaglia, non si lasciò sfuggire la scena:

“ Sembra che la rondine veritiera stia iniziando ad aprire le sue ali.”

“ Già… il suo potenziale era bloccato dal senso di sconforto che provava per essere scappata; ora che lo ha superato e che ha deciso di affrontare con sincerità la sua famiglia, quel potenziale sta esplodendo in un solo colpo, rivelando l’abilità innata della rondine veritiera.”

“ Di cosa si tratta?”

“ Continua a guardare, A-chan, e lo capirai da sola.”.

 

Il re ricominciò a tempestare Fuyuko di attacchi ma, incredibilmente, l’angelo li evitò tutti:

“ Li vedo! Riesco a percepire i suoi attacchi prima ancora che li lanci!”

“ Non riesco a colpirla!”

“ Ryuno…”

“ Non questa volta!”.

Darksoul scattò alle spalle del padre usando il Movimento in leggerezza:

“ Che cosa?!”

“ Ryudon!”.

La sfera di fuoco scagliata da Darksoul ustionò la schiena del padre:

“ Bel colpo… ma non mi arrendo!”.

Vorg tentò di sferrare un pugno alla figlia ma lei lo percepì in anticipo e lo evitò, scaraventando il padre a terra con una spazzata:

“ Ho vinto… ammettilo, papà.”.

 

“ La sua abilità è la precognizione!”

“ Ci sei arrivata… anche se l’ha usata inconsciamente, guardando nel futuro ha visto quali sarebbero stati gli attacchi del padre e ha capito come schivarli.”

“ Però non sembra molto evoluta come abilità.”

“ Già; per ora dovrebbe essere in grado di vedere nel futuro solo di qualche secondo e probabilmente non riesce a controllare questo potere volontariamente.”

 

Il re rimase in silenzio per qualche secondo, dopodiché si decise a parlare:

“ Fin da quando eri bambina, ho promesso di difenderti a qualsiasi costo; non mi importava di perdere il regno, i soldi o tutto il resto, l’importante per me era che noi tre restassimo insieme e che tu potessi crescere protetta da ogni pericolo… ma, prima che me ne accorgessi, mi hai superato… sei cresciuta, figlia mia ed io ho sbagliato a non accettarlo; hai vinto, viaggia per il mondo se lo desideri.”

“ Ti ringrazio, papà.”

“ Tu sei d’accordo, Natsumi?”

“ Sì, tesoro; ormai la nostra figliola è cresciuta.”

“ Grazie, mamma; vi voglio bene.”

“ Anche noi, Fuyuko.”.

Mentre si rialzava, il re concluse il suo discorso:

“ Figlia mia, anche se ora partirai, ricordati che avrai sempre una casa ed una famiglia qui ad aspettarti.”

“ Vi ringrazio.”

“ Caro, non dimentichi qualcosa?”

“ Ah, giusto!”.

Il re corse dalle guardie e ordinò loro di far scarcerare Lucifer e Shinny; appena uscirono di prigione, i due ragazzi, mentre si dirigevano a palazzo, incontrarono Train:

“ Oh, siete usciti per fortuna.”

“ Non grazie a te.”

“ Scusatemi.”

“ Non è che potessi fare molto da solo.”

 

Appena Fuyuko vide i suoi amici, corse ad abbracciarli. La regina si avvicinò loro:

“ Vi porgo le mie scuse per il trattamento che vi abbiamo riservato.”

“ Non si preoccupi”

“ Già, capiamo perfettamente.”

“ Non c’è bisogno che si scusi.”

“ Insisto, permetteteci almeno di offrirvi il pranzo.”

“ Beh, se proprio insiste…”.

 

 

Il banchetto trascorse serenamente, con la regina che continuava a scusarsi e a raccontare aneddoti di quando la figlia era piccola e con il re che si faceva raccontare dal gruppo gli eventi accaduto negli ultimi mesi. 

 

Dopo qualche ora, il gruppo era pronto a partire:

“ Prenditi cura di te, figlia mia.”

“ Lo farò, mamma.”

“ Tieni, Fuyuko, questa è per te, ti sarà utile.”.

Il re porse una lunga falce alla figlia; essa si fuse con Beatrix, generando una nuova falce: Karun

“ Wow!”

“ Doveva essere un altro pezzo di Dante.”

“ Sono sempre più vicino a completarla!”.

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Capitolo 38
*** La sesta rondine ***


“ Si può sapere per quanto dovremo camminare ancora!?”

“ Come faccio a saperlo, Lucifer!? Questo monte è immenso e non ho idea di dove posso nascondersi il tipo che stiamo cercando.”

“ Che caldo che fa…”

“ Ancora qualche minuto e diverrò un pollo arrosto.”

“ Shinny, Train, resistete, sono certa che tra non molto arriveremo a destinazione.”.

I quattro ragazzi stavano perlustrando il monte ormai da diverse ore ma con scarsi risultati; ad un tratto, però, Darksoul si fermò:

“ C’è qualcuno qui.”

I giovani si guardarono intorno ma non videro nessuno:

“ Sei sicura? Noi non vediamo niente.”

“ Si sta avvicinando.”

Dopo pochi secondi dal sentiero che il gruppo aveva appena percorso arrivò un ragazzo con dei capelli castani cortissimi, degli occhi azzurri ed un fisico scolpito; indossava solo un paio di pantaloncini che gli arrivavano poco sotto le ginocchia e le sue braccia erano completamente fasciate; sulla spalla destra portava dei ciocchi di legno legati con un filo di ferro; appena lo vide, Train non poté fare a meno di esclamare:

“ Come fa a portare quel peso senza crollare dal caldo.

Sentendo quel commento, lo sconosciuto si fermò e rispose:

“ Basta abituarcisi. Voi chi siete? Non vengono molti visitatori qui.”

“ Io sono Train, loro sono Lucifer, Darksoul e Shinny; probabilmente non avrà molto senso per te ma stiamo cercando la sesta rondine.”.

Appena sentì quella frase, lo sconosciuto ricominciò a camminare:

“ Io sono Soru, se mi state cercando, dovete essere amici di Dark.”

“ Vuol dire che sei tu la sesta rondine!? Finalmente ti abbiamo trovato!”

“ Evviva! Ora possiamo abbandonare questo forno!”

“ Mi spiace ma, come ho già detto a Dark, non posso andarmene da qui.”

“ Cosa?!”

“ è inutile provarci, non riuscirete a convincerlo.”.

Dal nulla apparve il re caduto:

“ Dark!”

“ Ce ne avete messo di tempo per arrivare qui.”

“ Non avendo idea di dove andare, è già tanto se siamo arrivati.”

“ Lasciamo perdere; allora Soru, immagino che tu non abbia cambiato idea.”

“ Non me ne andrò da qui finché non avrò portato a termine il mio obbiettivo.”

“ Sei testardo… va bene, aspetterò.”.

A quel punto Darksoul lo corresse:

“ Lo aspetteremo! Anche noi non ce ne andremo fino a quando lui non verrà con noi.”.

 

Il gruppo, ormai giunto di fronte alla casa di Soru, notò che davanti all’abitazione c’erano dei tronchi di legno, un sacco da boxe, diversi pesi ed attrezzi e, a qualche metro di distanza, un ring da pugilato; vedendo tutto quel materiale, Train domandò:

“ Soru, sei un pugile?”

“ Sì.”

“ Wow! E sei forte?”

“ In confronto al mio maestro sono solo un bambino spaventato.”

“ Il tuo maestro? E dov’è? Io non lo vedo.”

“ Lui… è passato a miglior vita qualche mese fa.”.

Soru si allontanò dal gruppo senza dire una parola, sparendo nel bosco. Darksoul diede un pugno in testa allo spadaccino:

“ Hai il tatto di uno schiacciasassi.”

“ Come facevo a saperlo!?”

In quel momento dalla casa in pietra uscì un’anziana signora, piuttosto bassa con dei lunghi capelli grigi che indossava una tunica verde e camminava usando un bastone molto alto:

“ Dark, sei tornato di nuovo; vedo che questa volta hai portato degli amici.”

“ Ne è passato di tempo, Fumiko.”

“ Chi è questa nonnina, Dark?”.

La donna colpì Train in testa col bastone per il commento:

“ Nonnina a chi!? Io sono Fumiko Silver e negli ultimi 10 anni mi sono presa cura di Soru assieme a mio figlio Jack, recentemente deceduto.”

“ Questo vuol dire che suo figlio era Jack Silver!? Il due volte campione del mondo dei pesi piuma!!!”.

Sentendo l’emozione che c’era nelle parole dell’amico, Lucifer esclamò:

“ Ma era davvero così famoso questo Jack?”

“ Famosissimo! Ha combattuto 49 incontri, di cui 49 vittorie, 35 per KO.”

“ Wow! Un record strabiliante!”

“ Già.”.

Darksoul placò l’animo dei due ragazzi sgridandoli:

“ Ragazzi, abbiate un po’ di contegno, state parlando di un morto.”

“ Scusa.”.

Fumiko, sentendo i commenti dell’evocatore e dello spadaccino, sorrise:

“ Non vi preoccupate, a mio figlio piacerebbe sentirvi parlare di lui così… è sempre stato un tipo socievole ma si vantava troppo per i miei gusti. Ora venite, siete miei ospiti per la notte.”

“ La ringraziamo, signora.”.

 

Soru, nel frattempo, aveva raggiunto la cima del vulcano; davanti alla caldera del vulcano, ormai diventata un lago artificiale, c’era una lapide con inciso il nome del maestro del ragazzo:

“ Manca poco, maestro. Tra cinque giorni disputerò il match contro Ryuhei Sakakibara; se vincerò, saprò di essere diventato forte e potrò mantenere la promessa fatta a te e a Solomon; probabilmente non potrò venire a trovarti per un bel po’ di tempo ma non temere, non dimenticherò i tuoi insegnamenti: mi allenerò ogni giorno, lotterò sempre lealmente e senza imbrogliare; ah, non ti preoccupare per tua madre, sono riuscito a convincerla a trasferirsi in città dopo che me ne sarò andato, così non sarà sola. Mi manchi, maestro…”

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Capitolo 39
*** Jack Silver ***


Sin da bambino, nonostante il mio fisico minuto, la mia forza fisica era strabiliante; la mia città era tranquilla e pacifica, uno di quei posti dove tutti vorrebbero vivere; per me, invece, era come una gabbia: sentivo di avere una bestia dentro di me che non aspettava altro che ruggire; fu quando scoprii la boxe che capii che la mia furia poteva scatenarsi all’interno di un ring; così, all’età di 18 anni iniziai la mia carriera come pugile professionista. Grazie alla mia grande potenza fisica mi feci subito un nome in quel mondo; i giornali mi diedero un soprannome che si impresse a fuoco nella mia anima: la bestia implacabile dell’est. Non importava chi fosse il mio avversario o quanto fosse forte, le mie zanne lo avrebbero dilaniato. Non mi bastava però: volevo di più, volevo una sfida che accendesse la mia furia e la portasse al suo massimo, un avversario tanto forte da farmi superare i miei limiti!

 

Fu nel pomeriggio dei miei 21 anni che arrivò la proposta che cambiò la mia vita: il campione del mondo di allora, Pedro Martinez, aveva sentito parlare di me e voleva sfidarmi; non ci potevo credere, finalmente la sfida che aspettavo era arrivata! 

Pedro era forte ma si può dire che fossimo agli antipodi: la sua forza non risiedeva nella potenza ma nella velocità e nella tecnica; la lotta contro di lui fu ardua e mi spinse al limite estremo. 

Quando il quindicesimo round terminò, non potevo crederci: per la prima volta qualcuno era ancora in piedi dopo avermi affrontato; secondo i giudici ero io il vincitore ma non mi importava della cintura di campione: tutto ciò che volevo era continuare a combattere contro di lui; così nei due anni successivi io e Pedro ci affrontammo altre 2 volte ed entrambe le volte vinsi ai punti. 

La nostra rivalità terminò quando avevo 25 anni: raggiunti ormai i 30 anni, dopo un’ultima sfida, Pedro si ritirò. Mi sentivo vuoto, non sapevo ancora cosa mi stava per riservare il fato. Fu proprio nell’ospedale in cui mi ricoverarono dopo quell’ultima sfida, infatti, che ascoltai una conversazione interessante provenire dalla stanza accanto alla mia: 

“ Mi stai dicendo che non potrò più fare boxe!?”

“ Mi spiace, Blake, ma nel pugilato professionistico le protesi meccaniche non sono permesse.”

“ Ma perché!? Questo braccio meccanico funziona come uno vero in tutto e per tutto!”

“ Lo so bene ma non sarebbe leale!”

“ Maledizione!!!”.

A parlare era Saito Blake, il campione dei pesi leggeri statunitense; a causa di un incidente aveva perso un braccio e glielo avevano sostituito con una protesi. Fu in quel momento che capii: molte persone negli sporti sono esclusi perché dotati di protesi meccaniche o perché sono demoni, mezzo demoni o per altre ragioni ingiuste; credevo che tutti avessero il diritto di salire sul ring almeno una volta nella loro vita e ciò si sarebbe potuto realizzare solo se qualcuno avesse dato un esempio di come in questo modo le cose sarebbero migliorate. Scattai in piedi e corsi nella stanza di Blake:

“ Blake, vorresti continuare a boxare?”

“ Più di qualsiasi cosa al mondo!”

“ Allora accetta la mia sfida.”.

 

I giornali di quel periodo parlavano solo del nostro match. Anche se inizialmente contraria, la commissione amministrativa alla fine acconsentì ed il 20 maggio io e Blake ci affrontammo; era forte, la lotta si protrasse fino al quattordicesimo round quando riuscii a mandarlo KO.

 

Dopo quell’incontro la commissione decise di aprire il pugilato a tutti senza eccezioni. Il prezzo che dovetti pagare, tuttavia, fu molto grande: dopo circa un mese dall’incontro iniziai a sentire dolore alla mano destra; i medici dissero che a seguito dello sforzo eccessivo a cui li avevo sottoposti durante il match, i legamenti della mia mano destra si erano lacerati irrimediabilmente; secondo loro, non sarei mai più riuscito ad usarla per combattere. Fui costretto a ritirarmi. Mi sembrò di impazzire:

“ Non ce la faccio! Non ne posso più! Devo combattere! Non importa contro chi! Non importa se non potrò usare il destro! Lotterò usando solo il sinistro se necessario!”.

 

Dopo quasi un anno la bestia che risiedeva dentro di me si era ormai sopita. Avevo trovato un lavoro e conducevo una vita normale. Fu quando meno me lo aspettai, il giorno del mio ventiseiesimo compleanno, che alla mia porta bussò lui: Pedro Martinez.
“ Pedro, è tanto che non ci vediamo! Cosa ti porta qui?”

“ Volevo incontrarti, volevo vedere cosa stava facendo il mio vecchio rivale.”

“ Non siamo più rivali, Pedro, ormai non posso più boxare.”

“ E se ti dicessi che potrei farti salire di nuovo sul ring?”.

Fu in quel momento che la bestia dentro di me tornò a ruggire più forte che mai: volevo combattere più di quanto avessi mai voluto. 

 

Pedro mi insegnò il suo stile da Out-fighter, composto prevalentemente da Jab sinistri e scatti molto rapidi. Fu così che nel marzo dei miei ventisette anni feci uno spettacolare ritorno sul ring: vinsi il mio primo incontro per KO tecnico alla nona ripresa, senza essere raggiunto neanche una volta dal mio avversario. Non mi ero mai sentito così bene.

Scalai in fretta la classifica nazionale e, dopo aver vinto il titolo, rivolsi di nuovo il mio sguardo al mondo. 

 

Nel settembre dei miei 30 anni riconquistai il titolo contro Simon Kayer con una vittoria ai punti. In quell’incontro diedi il massimo e la bestia che mi abitava si placò; dopo poco mi ritirai.

Mia madre in quel periodo non stava bene, così andai a vivere da lei in montagna per sostenerla. 

 

Trascorsi quindici anni su quel monte lavorando come manovale. Pedro venne a trovarmi diverse volte presentandomi anche il suo nuovo pupillo: un quindicenne di nome Butch Samford; era uguale a lui sotto ogni punto di vista.

“ Allora, Jack, come te la passi?”

“ Non mi posso lamentare. Vedo che anche tu non te la passi male; il tuo allievo è tale e quale a te, farà strada.”

“ Già… peccato che non avrà mai un rivale forte come te…”

“ Chi può saperlo, potrei sempre decidere di allenare anche io un nuovo campione.”

“ Se mai lo farai, dirò a Butch di non strapazzarlo troppo quando si affronteranno.”

“ Spiritoso.”

 

Da quel giorno non potei fare a meno di pensare alla possibilità di allenare qualcuno. Fu quando un angelo nero mi si presentò davanti assieme ad un bambino che mi convinsi:

“ Chi sei?”

“ Io sono Dark; ho saputo che sei in cerca di un allievo.”

“ E tu pensi di poterlo diventare?”

“ Non io ma questo bambino.”

“ Ma quelle braccia???”

“ Già, porta ancora i segni del suo passato. Lui è destinato a grandi cose, ti prego di allenarlo; fai di lui il migliore dei pugili.”

“ Perché dovrei accettare?”.

Fu a quel punto che il bambino, che fino ad allora era rimasto in silenzio, mi rivolse la parola con fare possente:

“ Perché ho una bestia dentro di me che aspetta solo di ruggire!”.

Quelle parole colpirono la mia anima come un tuono:

“ Accetto.”

“ Bene; a presto Soru, Jack.”.

Come era arrivato, Dark scomparve.

 

Nei dodici anni seguenti allenai Soru ad un ritmo estenuante; raggiunti i 18 anni, divenne un pugile professionista; il suo match d’esordio sembrò tale e quale al mio e si concluse con una sua vittoria per KO alla seconda ripresa.

Subito dopo quel match, Pedro venne a trovarci assieme al suo pupillo  e ci propose una sfida. Soru era entusiasta e pronto alla lotta; prima di affrontare Soru, però, Butch doveva affrontare un altro avversario, il campione regionale Sakakibara Ryuhei, un mezzo demone. 

 

Io e Soru osservammo esterrefatti il match tra Ryuhei e Butch e l’esito ci sconvolse: Ryuhei vinse per KO alla prima ripresa. Ciò che mi fece infuriare, però, fu ciò che disse subito durante la conferenza che seguì l’incontro:

“ Ci dica, signor Ryuhei, come si è sentito a battere il suo sfidante; conoscendo la fama di Pedro Martinez, il maestro del suo avversario, ci aspettavamo che l’incontro durasse più a lungo.”

“ Questa vittoria non mi ha dato nessuna soddisfazione; questo Butch o come si chiama è stato come un sassolino davanti al mio cammino per il titolo mondiale ma, dopotutto, dato che il suo maestro non era altro che uno scarto del passato, non mi ha sorpreso più di tanto constatare la sua debolezza.”

“ Le sue sono parole pesanti!”

“ Tsk, mi permetta di dire una cosa: quelle che voi considerate le glorie del passato, come Pedro Martinez o Simon Kayer, non sono altro che vecchi bacucchi. Se ai loro tempi avessero affrontato uno come me, non sarebbero durati venti secondi! Dei deboli umani non potranno mai sconfiggermi!”

“ E che mi dice del due volte campione del mondo Jack Silver?”

“ Ah, la bestia implacabile dell’est dice? Io lo definirei piuttosto il cagnolino spaventato dell’est! Devo ringraziarlo, però, perché se lui non avesse fatto aprire le strade della boxe per tutti senza eccezioni, io non potrei essere qui ora!”.

Quelle parole infiammarono d’ira il mio spirito e la bestia, che per 27 anni era scomparsa, tornò a ruggire di nuovo:

“ Soru non è abbastanza forte per combattere contro quella carogna… mi resta una sola scelta.”

Corsi da mia madre e le raccontai tutto:

“ Sei sicuro di ciò che fai?”

“ Sì, mamma, devo farlo.”

“ Stai gettando la tua vita alle ortiche così!”

“ Lo so bene ma non ho scelta.”

“ Sono tua madre… dovrei provare a fermarti ma ti conosco bene, so che non ci riuscirei…”

“ Ti prego ora, leggimi la mano e dimmi quanto tempo mi rimane.”.

Mia madre, da sempre una potente guaritrice, mi osservò a lungo la mano:
“ 30 anni, non un giorno di più.”

“ Sono appena sufficienti.”

“ Te lo chiedo ancora, figlio mio, sei sicuro di voler usare lo Shinsei” ( Neogenesi)

“ Sì, sono pronto.”

“ Allora vai a salutare Soru prima; quel ragazzino ti vuole bene come ad un padre, merita di sapere la verità!”

“ Vado allora.”.

Andai da Soru per dirgli la verità, per spiegargli che il suo maestro era un folle che stava per buttare la sua vita per i suoi ideali… per dirgli di non piangere dopo che io non ci sarò più e di continuare ad allenarsi… per assicurargli che un giorno diverrà un grande pugile… per dirgli che è stato un onore allenarlo e che mi mancherà… ma quando arrivai da lui, guardando con quanta dedizione si allenava, mi mancò la forza e l’unica frase che uscì dalla mia bocca fu di rimprovero:

“ Te lo ripeto, tieni più vicine le braccia nella guardia e accompagna i colpi con tutto il corpo o avranno poca potenza; te l’avrò ripetuto mille volte!”

“ Sì, maestro!”

“ Bene! Ora devo andare in città; non so tra quanto tornerò, quindi non battere la fiacca in mia assenza o ti riempio di botte quando torno.”

“ Va bene.”.

 

Presi i miei guantoni ed i miei pantaloncini dal baule in cui li tenevo e per l’ultima volta osservai la mia casa… attraversai il boschetto che portava alla città e mi diressi allo stadio; entrai nello spogliatoio ed indossai per l’ultima volta i miei vecchi guantoni da boxe:

“ Shinsei”.

 

 

 

Il maestro ormai era partito da più di un’ora, pensai che ormai doveva aver raggiunto la città. Ad un tratto sentii dei passi alle mie spalle, li riconobbi subito:

“ Salve, Fumiko.”

“ Sembri tranquillo, strano, mi aspettavo che avresti tentato di fermare mio figlio in ogni modo.”

“ Perché avrei dovuto? Sta solo andando in città per un po’.”

“ Ma allora non ti ha detto niente!?”
“ Di cosa parla?!”

“ Vieni con me, dobbiamo fare presto!”.

Io e la signora Fumiko corremmo il più velocemente possibile verso la città; durante il tragitto venni a sapere tutta la verità: il maestro Silver, furioso con Ryuhei, aveva fissato un incontro di boxe contro di lui e, per essere pronto, avrebbe fatto ricorso allo Shinsei, una tecnica pericolosissima che ringiovanisce il corpo dell’utilizzatore, diminuendo tuttavia la sua aspettativa di vita:

“ Mio figlio sta barattando tutta la sua vita per poter affrontare questa sfida con il suo corpo da ventisettenne!”

“ Maledizione! Non importa se vincerà o no, il maestro non lascerà vivo quel ring!”

 

In un lampo arrivammo allo stadio; rimasi stupefatto di fronte a quello spettacolo:

“ Signori e signore, ciò che sta accadendo è incredibile! Siamo al quattordicesimo round e il campione, Sakakibara Ryuhei non è ancora riuscito a mandare a segno neanche un colpo! La belva dell’est lo sta lentamente massacrando con i suoi velocissimi Jab! Ed ecco il gong! Il quattordicesimo round è finito!”.

Rimasi sbalordito dalla potenza del mio maestro; io e la signora Fumiko corremmo da lui:

“ Maestro, fermati!”

“ Soru, che ci fai qui?!”

“ Non lo immagini, disgraziato di un figlio! Il tuo allievo è preoccupato per te!”

“ Ormai non posso più tornare indietro, Soru; resta a guardare, tra poco assisterai all’ultima vittoria della bestia implacabile dell’est!”.

Il gong del quindicesimo round risuonò nella mia mente come un tuono: sapevo che era sbagliato ma decisi di restare a guardare il mio maestro, la persona che per tanti anni avevo ammirato, combattere la sua ultima battaglia. Era incredibile, sembrava che nulla potesse toccarlo. Ad un tratto, però, successe qualcosa di imprevisto:

“ Cosa succede, Ryuhei? Ti vantavi di potermi battere, no? Allora? Sto aspettando!”

“ Ti faccio vedere io!”.

Ryuhei si lanciò contro il mio maestro con un Jab velocissimo che, tuttavia, non andò a segno:

“ Mancato!”

“ Sei mio!”.

Violando le regole, Ryuhei colpì il maestro dietro la nuca:
“ Maestro!!!”.

Quella fu la prima volta… la prima volta che vidi il volto del mio maestro dipingersi di dolore. Quell’attacco distrusse completamente la velocità delle sue gambe; gli arbitri ritennero che quel colpo fosse stato accidentale e non intervennero; mancava un minuto alla fine del match… e quei sessanta secondi a me sembrarono l’Inferno: Ryuhei spinse con un diretto il maestro all’angolo ed iniziò a colpirlo con una serie di colpi terrificanti; dopo poco il volto del mio maestro, ormai inerme, era diventato una maschera di sangue. Quando la campanella suonò, pensai che fosse finita ma mi sbagliavo: Ryuhei, in preda all’ira, continuò a colpire e a colpire finché gli arbitri non intervennero. Appena lui si staccò dal palo, il maestro crollò al suolo; corsi sul ring per aiutarlo ma i suoi occhi ormai si erano chiusi per sempre.

“ Ha avuto quel che si meritava: i vecchi dovrebbero stare in un ospizio, non sul ring!” 

Una profonda ira iniziò a circolare nel mio corpo, una bestia implacabile ruggiva talmente forte da scuotere le fondamenta stesse del mio essere; mi rimisi in piedi e, trattenendo a stento l’ira, mi avvicinai a quella carogna di Ryuhei:

“ E tu cosa vuoi, mammoletta?!”

“ Sakakibara Ryuhei, io ti sfido!”

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Capitolo 40
*** dubbi ***


Il mattino dopo, quando Shinny e Darksoul si svegliarono, notarono che i loro amici non erano nei loro giacigli. Appena guardarono fuori dalla finestra, però, notarono Soru e Train in piedi sopra il ring fuori casa e Dark seduto sotto un castagno che li osservava; Lucifer, invece, era in piedi su un ramo dell’albero e stava gridando qualcosa allo spadaccino:

“ Andiamo a vedere cosa succede.”.

Le due, incuriosite dalla situazione, raggiunsero velocemente Dark e Lucifer, chiedendo cosa stesse accadendo:

“ Ben svegliate.”

“ Soru ci ha chiesto di aiutarlo ad allenarsi… sembra che a breve affronterà un incontro di boxe molto duro; Train si è offerto di aiutarlo a riscaldarsi con uno sparring.” ( simulazione di un vero incontro di pugilato)

“ Train conosce la boxe?”

“ No ma ha insistito per aiutarlo.”

“ è la solita testa calda che non ragiona.”

“ Ti rammento che anche tu ti sei offerto di partecipare.”

“ Questo è irrilevante!”.

Dopo qualche secondo Dark esclamò:

“ Stanno iniziando.”.

 

“ Per ora allenerò solo il sinistro, non vorrei farti troppo male.”

“ Grazie per la preoccupazione ma ti servirà più di un debole jab per stendermi.”.

A quella provocazione, Soru fece un sorriso e togliendosi le bende che coprivano il suo braccio sinistro, esclamò:

“ Lo vedremo.”.

Train rimase stupefatto nel vedere cosa si nascondeva sotto quelle fasciature: al posto del braccio sinistro, Soru aveva una protesi meccanica fatta interamente d’acciaio:

“ Cos’è quella protesi?!”

“ Un ricordo del passato… vedi, quando ero bambino, un demone mi ha attaccato…”

Lo sguardo di Soru in quel momento divenne molto intimidatorio e con uno scatto lui azzerò la distanza che lo separava da Train:

“ … E le mie braccia sono state il prezzo che ho dovuto pagare per la sua morte!”.

Con un Jab potentissimo, il pugile scaraventò il suo avversario contro le corde. Train, rimessosi in posizione, si accorse che un segno evidente era rimasto nel punto in cui era stato colpito:

“ Ha una forza bestiale! Se questa è la potenza di un semplice jab sinistro, come sarà il suo gancio destro?! Voglio scoprirlo!”

Train serrò la guardia ed esclamò:

“ Bel colpo, ma non ti basteranno dei semplici jab per stendermi… avanti, mostrami la potenza di quell’altro braccio.”.

Soru a quel punto si convinse e strappò le bende che coprivano il suo destro: il suo braccio era piuttosto muscoloso ma non sembrava avere delle doti particolari; a colpire, invece, era la gigantesca cicatrice che occupava tutta la spalla; lo spadaccino avrebbe voluto fare delle domande su quel segno ma il suo istinto lo fece desistere:

“ Colpisci quando vuoi.”

“ Bene, arrivo!”.

Soru si lanciò contro Train a testa bassa:

“ Il suo destro è più lento del colpo di prima, lo posso bloccare!”.

Train posizionò entrambe le braccia davanti al suo petto e scattò verso Soru per sferrare un contrattacco. Un’istante prima del loro scontro, però, Dark intervenne bloccando i loro pugni con le mani. Di fronte a quel gesto, mentre Soru rimase calmo, Train esplose di rabbia:

“ Perché ci hai fermato!?”

“ Perché mi servi ancora vivo, cocciuto di un mezzo demone.”.

Solo in quel momento Train si accorse che la mano con cui l’angelo aveva bloccato Soru era diventata molto gonfia e lo strato superficiale della pelle si era lacerato, causando una leggera fuoriuscita di sangue:

“ La sua mano… è rotta! Se quel colpo mi avesse colpito, le mie ossa si sarebbero sbriciolate!”

La rabbia di Train si tramutò all’istante in stupore e in gratitudine. Soru si tolse i guantoni e scese dal ring:

“ Per oggi ho finito con lo sparring. Vado a correre.”.

 

Darksoul, Lucifer e Shinny, stupiti da ciò a cui avevano assistito, corsero da Train per vedere come stava; lo spadaccino, ancora sconcertato, si rivolse a Solomon con tono serio:

“ Dark, vorrei porti una domanda e vorrei che tu mi rispondessi sinceramente.”

“ Domandare è lecito… avanti, parla, forse ti risponderò.”

“ Il mio obbiettivo è sconfiggere Asmodeus, un demone, e per farlo mi sono allenato per tutta la mia vita, imparando a sfruttare la mia parte demoniaca e a duellare con la spada; dopo aver battuto Lorelai, credevo di essere pronto, di poter affrontare quel demone in qualsiasi momento; ora che ho visto la forza di Soru, ora che ho capito cosa sarebbe successo se tu non fossi intervenuto, però, i dubbi stanno annebbiando la  mia mente: i miei sforzi stanno dando davvero i loro frutti? Quanto sono diventato forte e quanto dovrò ancora allenarmi per poter affrontare Asmodeus ad armi pari? La domanda che voglio farti quindi è: sarò mai in grado di combattere contro Asmodeus e avere qualche possibilità di vincere? Quanto è grande il divario tra me e lui?”.

Sentendo quelle parole, Dark fece un sospiro e, poggiata una mano sul petto del ragazzo, esclamò:

“ Risponderò alla tua domanda ma tu dopo non dovrai farmene altre.”

“ D’accordo.”.

In un istante Dark e Train svanirono. Dopo pochi secondi i due si ritrovarono sul fondo di una miniera, di fronte ad un gigantesco ammasso roccioso celeste:

“ Dove siamo?”

“ Queste sono le miniere di Virgo.”

“ Cosa ci facciamo qui?”

“ Testeremo la tua forza. Quello che vedi è uno dei più grandi ammassi di Aurelite, un materiale praticamente indistruttibile. Avanti, prova a romperlo.”

“ Va bene, ci provo.”.

Train sguainò Hikari e concentrò al suo interno tutte le energie di cui disponeva:

“ Kirameki Joka!”.

La lama sprigionò un’onda di energia esplosiva che, colpendo la roccia generò un foro largo poco più di un metro:

“ Non riesci a sferrarne uno migliore?”

“ No, questo è il mio massimo.”

“ Allora osserva adesso.”.

Solomon si avvicinò all’Aurelite e, appoggiata una mano sulla roccia, sprigionò un fascio di energia che generò un foro di circa due metri.

“ Questo è il livello di potenza di Soru.”

“ Dovrò impegnarmi per raggiungerlo, è grandi quasi il doppio.”

“ Ora osserva.”.

Sprigionando un’onda di energia enorme, Solomon sbriciolò tutto l’ammasso roccioso:

“ E questo è il livello di forza di Asmodeus.”.

Il volto di Train divenne pallido e le sue gambe cedettero:

“ Non ce la farò… non riuscirò mai a sconfiggerlo.”.

Mentre osservava lo spadaccino, Dark non poté fare a meno di comprendere ciò che provava; una delle sue ali riassunse il suo colore bianco puro e da essa l’angelo staccò una piuma, sussurrando qualche parola in un linguaggio incomprensibile e lasciandola cadere sulla schiena del mezzo demone senza che lui se ne accorgesse:

“ Ora sai come stanno le cose; hai davanti a te due strade: puoi arrenderti, tornare a casa per vivere una vita felice, sposarti e avere dei figli oppure puoi continuare sulla strada che hai percorso fino ad ora, allenandoti e superando i tuoi limiti.”

“ Cosa devo fare?… Il divario di potenza mi sembra impossibile da chiudere… cosa faccio?”

“ La scelta spetta a te… per ora torniamo dagli altri.”

“ Sì… va bene.”

“ Ah, un ultima cosa prima di tornare indietro: non importa cos’accadrà, finché sarò in vita, tu e Asmodeus non vi affronterete mai.”.

Quelle parole colpirono come un proiettile lo spadaccino ma, prima che lui potesse dire qualcosa, Dark lo aveva già riportato indietro:

“ Rifletti su ciò che ti ho detto.”.

Lucifer, Darksoul e Shinny corsero dall’amico:

“ Allora, Train, cosa ti ha detto?”

“ Mi ha detto… nulla… non mi ha detto niente di importante.”

 

 

“ Allora Soru, come ti senti?”

“ Sto ruggendo al pensiero di iniziare.”

“ Sembri pronto a vincere questo match.”

“ No… sono pronto a fare giustizia.”

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Capitolo 41
*** L'incontro ***


Note dell’autore:

Per chi non conoscesse la boxe:

Jab/Diretto = pugno sferrato in linea retta

Swing = Un gancio molto largo

Corkscrew = un pugno sferrato aggiungendo una rotazione di spalla e gomito

Flicker Jab = un jab che colpisce quasi come una frusta: il braccio parte con il palmo della mano rivolto verso il petto e spinge verso l’esterno ( come una sberla in breve…). Combinando i movimenti di spalla, gomito e polso, questo colpo è molto versatile

 

Durante i dieci giorni successivi Soru si allenò fino alla strenuo per essere pronto al match contro Ryuhei Sakakibara. Quando il momento giunse, Soru pronunciò solo poche parole prima di salire sul ring:

“ Lo annienterò!”.

 

 

“ Signori e signore, benvenuti! Preparatevi perché questa sera assisterete ad uno scontro mozzafiato! Il campione regionale, Sakakibara Ryuhei, affronterà niente meno che Soru Morales!!! Ricorderete tutti lo sfortunato incidente avvenuto al maestro di quest’ultimo; vedremo se l’allievo riuscirà dove il maestro ha fallito!”

 

L’intero stadio era schierato dalla parte del campione; solo Fumiko, Dark, Train, Lucifer, Darksoul e Shinny osservavano il ring sperando che Soru vincesse; al pugile, tuttavia, sembrò non importare: salì sul ring tra i fischi della folla e assistette impassibile all’entrata del campione.

I due pugili si avvicinarono al centro del ring per ascoltare le raccomandazioni dell’arbitro; in quel frangente Ryuhei pronunciò alcune parole che fecero ruggire la belva che si nascondeva dentro il suo avversario:

“ Presto andrai a far compagnia al tuo maestro.”

I due pugili tornarono ai loro angoli e si misero in posizione. Appena il gong suonò, Soru si scagliò a testa bassa contro Ryuhei; quest’ultimo tentò di fermarlo con un veloce jab ma il giovane si abbassò, evitandolo, e sferrò un potente gancio destro al petto del pugile, facendolo piegare di dolore:

“ Ti mostrerò tutta la mia rabbia!”.

Ryuhei scattò indietro e si lanciò subito all’attacco tentando un diretto sinistro che si schiantò contro la guardia di Soru, seguito subito da un gancio destro che gli colpì la spalla. Il ragazzo incassò i due attacchi e cominciò una raffica di jab sinistri che colpirono ripetutamente le braccia di Ryuhei; ad un certo punto il campione regionale aprì la propria guardia per sferrare un gancio ma Soru ne approfittò per assestargli un velocissimo jab sinistro al volto; Ryuhei rimase leggermente intontito da quel colpo ma con un gancio al corpo riuscì ad interrompere l’assalto dello sfidante, bombardandolo poi con una raffica di diretti sia destri che sinistri. In quel momento suonò la fine del primo round: i due pugili tornarono all’angolo ed il round si concluse con Ryuhei in vantaggio ai punti. 

Fumiko, che fine a quel momento era rimasta all’angolo di Soru ad osservare, rivolgendosi al suo pupillo, esclamò:

“ Quel tipo è forte ed i suoi pugni sono molto pesanti ma la sua guardia è debole, indeboliscilo con delle continue raffiche di jab!”

“ Sì!”.

 

Quando suonò la campana, Ryuhei si precipitò verso suo avversario in una frazione di secondo, chiudendolo all’angolo ed iniziando a bombardarlo con dei ganci fortissimi al corpo alternati a dei montanti altrettanto potenti:

“ Devo uscire dall’angolo o finirò massacrato!”.

Grazie ad un fortuito jab al volto Soru riuscì ad allontanarsi dall’angolo. Ryuhei ricompose la sua guardia e si avvicinò allo sfidante cercando di approfittare del danno che gli aveva inflitto: tentò un diretto sinistro ma non riuscì a penetrare la guardia del suo avversario; quando provò uno swing, Soru lo travolse con una scarica di jab a cui seguì un violento gancio al volto; il campione barcollò per un istante ma si rimise subito in posizione e, lanciandosi a testa bassa verso il suo avversario, sferrò un diretto destro, a cui Soru rispose con un jab identico, iniziando uno scambio di colpi che si concluse solo al suono della campana. Soru tornò all’angolo, consapevole di aver vinto il round:

“ Lo stai battendo, Soru, ma devi rimanere concentrato! Lo hai danneggiato gravemente, colpiscilo con dei ganci al corpo, così gli toglierai il fiato!”

“ Va bene!”

“ Ora ti mostrerò il vero potere del mio braccio destro… del braccio che quel giorno ho strappato all’assassino di mia madre!”.

 

Al suono del gong Soru e Ryuhei scattarono uno verso l’altro e si colpirono a vicenda  con un jab sinistro, arretrando subito dopo:

“ Sono pronto, è il momento di fare sul serio! Verrai seppellito dai miei colpi!”.

Soru si lanciò contro Ryuhei sferrando una raffica di jab sinistri sulla sua guardia; appena il campione la allentò per tentare una contromossa, lo sfidante gli spinse via il braccio sinistro con un nuovo jab:

“ Assaggia questo!”.

Il pugile sferrò un corkscrew contro Ryuhei in corrispondenza del suo cuore; in quell’istante il campione si paralizzò e Soru lo colpì al volto con uno swing sinistro, scaraventandolo a terra. L’arbitro mandò il pugile al suo angolo ed iniziò il conteggio:

“ 1…2…3…”

“ Incredibile! Soru Morales ha mandato al tappeto il campione!”

“ L’Entierro è un gancio destro roteante che, colpendo l’avversario al petto, gli scuote il cuore, facendogli perdere un battito; per chi lo subisce, è come se il tempo si fermasse… se lo avessi colpito in pieno, questo incontro sarebbe finito… ma quel maledetto è avanzato prima di essere colpito, limitando i danni. Questo incontro non è ancora finito.”.

Quando ormai il conteggio era arrivato a 7, Ryuhei si rimise in piedi:

“ Boxe!”.

Soru si lanciò contro il suo avversario nel tentativo di approfittare del suo vantaggio; sferrò un gancio destro al volto seguito da un sinistro al fegato; Ryuhei barcollò ma rimase in piedi, facendo partire una disperata raffica di diretti sia destri che sinistri:

“ Non mi fermerai!”.

Soru si lanciò a testa bassa verso Ryuhei e, giunto a pochi centimetri dal suo petto, si preparò a sferrargli un montante; un istante prima di attaccare, però, venne colpito da un violento sinistro alla guancia sinistra che lo spinse di lato, sbilanciandolo:

“ Cosa mi ha colpito?! Non importa, devo riprovarci!”

Soru superò di nuovo la scarica di jab di Ryuhei ma, un attimo prima di attaccare, venne nuovamente colpito. Il campione ne approfittò per colpirlo con un violento gancio destro, scaraventandolo a terra. L’arbitro intervenne immediatamente, iniziando il conteggio.

 

“ Cosa mi ha colpito?… fa tanto male…”

In quel momento Soru udì una voce provenire dal suo angolo:

“ Alzati, Soru!”.

Udendo la voce di Fumiko, il pugile si rimise in piedi. In quell’istante suonò il gong che pose fine al terzo round.

“ Non capisco cosa mi abbia colpito quando ero così vicino a lui.”

“ Recupera ora, ci penserai dopo. Avete subito entrambi un atterramento, dovreste essere pari con i punti ora.”

“ Non mi importa dei punti… concluderò questo incontro entro il quinto round!”.

 

Quando suonò il gong, Soru si precipitò al centro del ring ma, prima di poter sferrare un attacco, venne spiazzato dalla posizione assunta da Ryuhei: aveva il braccio destro perpendicolare al suolo con il pugno attaccato alla spalla mentre il sinistro era parallelo al suolo vicino alla vita:

“ Ha cambiato posa!? Quella posizione… ora capisco: prima mi ha colpito con un flicker jab improvvisato… i prossimi, però… saranno molto più forti e precisi… devo stare attento.”.

Ryuhei partì sferrando una serie di flicker jab. Lo sfidante fu costretto a chiudersi in difesa per non essere travolto:

“ Sono troppo veloci!”.

Il campione continuò ad incalzare Soru con i suoi attacchi; prima che se ne potesse rendere conto, il giovane si ritrovò attaccato alle corde:

“ Maledizione!”.

Improvvisamente Soru, sopportando i colpi, si attaccò al petto di Ryuhei:

“ Non importa se dovrò incassare qualche pugno, non ho altra scelta!”.

Lo sfidante assestò un gancio sinistro ed io due pugili iniziarono un violento scambio di colpi. Ad un tratto Ryuhei mandò a segno un montante, stordendo il suo avversario; Soru barcollò e il campione lo mandò al tappeto con un gancio destro a piena potenza.

L’arbitro iniziò immediatamente il conteggio. Fumiko digrignando i denti esclamò:

“ Ha messo tutto il peso del suo corpo in quel colpo, è finita…”

“ Ti sbagli, Fumiko, non è finita.”

“ Dark!?”.

L’angelo delle tenebre si avvicinò alla donna osservando il ring:

“ Che cosa intendi?”

“ Guarda e capirai… comprenderai il potere che ha permesso ad un ragazzo di soli 9 anni di strappare un braccio ad un demone.”.

Quando l’arbitro ormai aveva raggiunto il 9, Soru si rimise in piedi: i suoi occhi erano completamente rossi e il suo sguardo era fisso su Ryuhei:

“ Ecco l’abilità di Soru, la furia della bestia!”

“ Boxe!”.

Ryuhei lanciò nuovamente una raffica di flicker jab ma lo sfidante, quasi come se non li sentisse, si scagliò contro di lui, colpendo la sua guardia con un diretto sinistro che gli spostò entrambe le braccia; Ryuhei rimase spiazzato:

“ Cos’è tutta questa potenza!?”

Soru assestò un gancio destro al volto del campione, scaraventandolo contro le corde. Prima che potesse continuare l’attacco, però, il gong suonò. Gli occhi dello sfidante tornarono normali e lui si diresse verso il suo angolo barcollando leggermente. Anche il campione, reggendosi all’angolo, fece lo stesso:

“ Soru, stai bene?!”

“ Sì… ma cos’è successo?”

“ Vuoi dire che non te ne sei reso conto?!”

“ No… l’ultima cosa che ricordo è il montante di Ryuhei… il resto è tutto confuso.”

“ Non capisco…”

“ Sembra che nemmeno tu lo sapessi, Fumiko.”

“ Di cosa parli, Dark?!”

“ La furia della bestia… un’abilità innata che solo Soru possiede e che gli permette di superare i suoi stessi limiti.”

“ Non capisco.”

“ Il corpo umano si pone inconsciamente dei limiti che gli impediscono di sfruttare il cento per cento della sua forza e gli permette di preservare la propria integrità. La furia della bestia dissolve questi limiti.”.

In quel momento il gong suonò di nuovo. Soru si rialzò:

“ Ancora non capisco l’abilità di cui parli ma sembra che io debba ritenermi fortunato ad averla, perché è grazie a lei che sono arrivato al quinto round.”.

Ryuhei e Soru, entrambi molto provati, si lanciarono verso il centro del ring e cercarono di colpirsi con dei diretti che, tuttavia, non andarono a segno:

“ Se mi allontano ora, verrò travolto dai flicker jab!”.

Lo sfidante si attaccò al campione colpendolo con un gancio sinistro al fianco, incassandone a sua volta uno:

“ Devo resistere!”.

Sopportando il dolore, i due pugili continuarono a colpirsi con dei potenti ganci:

“ Mi hai stancato, pivello!”

Dopo qualche secondo Ryuhei, approfittando di un momento di distrazione dell’arbitro, sferrò una testata a Soru, stordendolo e scattando subito indietro. Il giovane pugile rimase immobile per qualche secondo e il campione ne approfittò per colpirlo con una scarica di Flicker Jab.

 

“ Fa male… fa tanto male… mi ha dato una testata… una scorrettezza che davvero non dovrebbe appartenere ad un campione… questi colpi fanno male… ma il pensiero che una feccia del genere abbia disonorato la boxe tanto amata dal mio maestro è cento volte più doloroso!”.

Soru si rimise in guardia e, senza badare ai colpi del suo avversario, scattò in avanti; Ryuhei si chiuse in difese ma con un sinistro incrociato lo sfidante gli spinse via il braccio scoprendogli la parte sinistra del petto:

“ Preparati perché questo colpo… contiene tutta la mia collera!”.

Con tutto il peso del suo corpo, Soru schiantò un Corkscrew contro il petto di Ryuhei, in corrispondenza del cuore. Uno schizzo di sangue partì dalla bocca del campione e lui crollò al suolo privo di sensi. 

L’arbitro corse a vedere come stava ed alzò subito le braccia senza contare:

“ L’incontro è finito! Dopo una lotta estenuante, lo sfidante ha trionfato!!!”.

La folla emise un boato e Soru alzò il braccio destro in segno di vittoria, appoggiandosi subito dopo alle corde:

“ Ce l’ho fatta…”.

Mentre i paramedici accorrevano per valutare le condizioni di Ryuhei, Fumiko e Dark si avvicinarono velocemente al vincitore:

“ Ce l’hai fatta! Lo hai battuto!”

“ Sì… ce l’ho fatta…”

“ Mio figlio sarebbe fiero di te!”

“ Lo spero.”.

 

Dark osservò Ryuhei per qualche istante:

“ Ne sono certo… il suo cuore…”

“ Gliel’ho fermato, vero?”

“ Sì…”.

I paramedici si allarmarono e misero Ryuhei su una barella per portarlo di corsa all’ospedale:

“ Aspettate!”.

Soru si avvicinò barcollando al corpo di Ryuhei:

“ Non abbiamo tempo da perdere!”

“ Lo so bene… spostatevi… posso salvarlo…”.

Anche se scettici, i paramedici assecondarono il pugile e poggiarono la barella a terra. Soru concentrò tutte le energie che gli erano rimaste nel suo braccio destro e sferrò un nuovo colpo al petto di Ryuhei. Un paramedico si avvicinò al pugile per sentire se il suo cuore batteva:

“ Il battito è debole ma è costante, presto portiamolo in ospedale!”.

 

Mentre scendeva dal ring sostenuto da Dark, Soru osservava i paramedici correre via con la barella:

“ Sei sicuro di aver fatto la cosa giusta?”

“ Sì… se non lo avessi salvato, avrei disonorato io stesso lo sport che il mio maestro tanto amava…”

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Capitolo 42
*** Astros ***


Il mattino seguente, prima ancora che il sole sorgesse, tutti erano già in piedi; Shinny, Darksoul, Train e Lucifer si aspettavano che Dark avrebbe detto loro la prossima destinazione ma del giovane non vi era traccia:

“ Come suo solito, è sparito senza darci spiegazioni.”

“ In realtà un indizio ce lo ha lasciato…”

“ Di che parli, Train?”.

Il mezzo demone mostrò ai suoi compagni un foglietto con un appunto scritto a mano:

 

Chiedete a Soru di Maitea.

 

“ Beh, è un messaggio molto semplice.”.

In quel momento la porta d’ingresso si aprì e Soru e Fumiko entrarono in casa trasportando alcuni ciocchi di legno:

“ Ah, siete già in piedi; aspettate, vi preparo la colazione.”

“ Non ce n’é bisogno, grazie signora Fumiko, siamo a posto così; Soru, tu, piuttosto, hai bisogno di aiuto per prepararti a partire?”

“ No, grazie, sarò pronto in un lampo.”.

Il giovane appoggiò i rami che aveva raccolto affianco all’entrata e si diresse verso la sua stanza per preparare le sue cose; la voce di Darksoul, però, lo bloccò:

“ Chi è Maitea?”.

Quella domanda gelò l’atmosfera nella stanza: lo sguardo di Fumiko si fece triste mentre quello di Soru si riempì di rassegnazione e di rabbia; il ragazzo si voltò verso il gruppo di giovani e, sedendosi su uno degli sgabelli che c’erano nella stanza, disse:

“ Immagino che sia stato Dark a dirvi di lei.”

“ In realtà ci ha solo lasciato un biglietto con scritto di chiederti di lei.”

“ Allora sarà meglio cominciare con raccontarvi di 100 anni fa.”

“ Di cosa parli?”

“ Quello che sto per raccontarvi è una diretta conseguenza del mito del figlio dei due mondi che ci vede tutti come protagonisti: circa un secolo fa esisteva una città, Astros, interamente popolata da studiosi interessati a quella leggenda e alle sue possibili conseguenze.”

“ Dei veri e propri fanatici…”

“ Sì, si può dire così…”

“ Vai avanti, che cosa successe?”

“ La città prosperò e la quantità di informazioni raccolte divenne gigantesca. Ben presto, però, quella conoscenza avrebbe segnato la fine di Astros: un gruppo di demoni un giorno si presentò alle porte della città, ordinando la distruzione di tutti gli appunti: a loro parere il figlio dei due mondi non doveva essere trovato; posti di fronte ad un rifiuto, i demoni decisero di attaccare e la battaglia di Astros ebbe inizio. Il capitano Oswald Crown e le guardie difesero la biblioteca che conteneva tutta la conoscenza della città fino alla morte; sembra, però, che quando ormai era rimasto solo a lottare, Oswald sia misteriosamente scomparso.”

“ In che senso scomparso?!”

“ Dicono che, quando stava per essere ucciso, il suo corpo si sia tramutato in cenere.”

“ Questo è impossibile!”

“ Lascialo finire di raccontare, Train; vai avanti, Soru, per favore.”

“ Beh, non c’è più molto da raccontare: Astros venne data alle fiamme e i suoi abitanti sterminati.”

“ Ma è terrificante!”

“ Sembra, però, che una bambina, Aracelia, sia sparita portando con sé un manoscritto che conteneva informazioni importanti. Da allora i demoni le diedero la caccia.”

“ Povera bambina… e questo cos’ha a che fare con Maitea?”

“ Maitea era la figlia che Aracelia, nata ben 40 anni dopo quella tragedia… lei era mia madre.”

“ Cosa?! Tua madre!?”

“ Già, io sono l’ultimo figlio di Astros. Mia nonna è morta poco dopo aver dato alla luce mia madre; da quel giorno fu lei ad essere braccata.”

“ Vuoi dire che i demoni diedero la caccia anche a tua madre!?”

“ Già… e quando avevo 9 anni, uno di loro ci trovò. Stavamo attraversando un passo di montagna in auto quando ci attaccò. In un istante la nostra auto volò giù per la scarpata…”.

Mentre raccontava, Soru teneva serrati i pugni ed il suo sguardo era carico di collera:

“ Mia madre morì sul colpo ed io persi il braccio destro.”

“ Ma il tuo braccio destro…”

“ … è lì, al suo posto.”

“ Vi sbagliate, questo arto non è mio…”.

In quel momento il braccio destro di Soru cambiò aspetto, diventando completamente nero, con degli artigli al posto delle unghie e alcune scaglie simili a cristalli disposte sulle nocche:

“ … è del demone che quel giorno ci attaccò.”

“ Ma cosa!?”

“ Questo è impossibile!”

“ Non so cosa successe dopo lo schianto ma quando tornai cosciente, questo braccio era attaccato alla mia spalla e il corpo morto dell’assassino di mia madre era davanti a me.”

“ Questo significa…”

“ … Che lo hai sconfitto!”

“ Ma avevi solo 9 anni, come diavolo ci sei riuscito!?”

“ Questo non te lo so dire… tutto ciò che so è che quando i paramedici arrivarono, il braccio del demone si era definitivamente attaccato a me, assumendo un aspetto apparentemente umano, mentre le ossa del mio sinistro erano ridotte in polvere.”

“ Incredibile!”

“ Quindi è per questo che hai una protesi al braccio sinistro.”

“ Sì, esatto; il resto della mia storia potete immaginarla: Dark mi trovò e mi portò dal maestro Silver, che mi allenò.”.

In quell’istante Lucifer, tenendo lo sguardo basso e barcollando leggermente, si avviò verso l’uscita:

“ Dove vai, Lucifer?”

“ Io vi aspetto fuori; quando siete pronti a partire, raggiungetemi.”

“ Ah… d’accordo…”.

 

L’evocatore uscì dalla casa e camminò fino ad allontanarsi di un centinaio di metri dall’abitazione; a quel punto alzò al cielo i suoi occhi divenuti ambrati e con un un filo di voce sussurrò:

“ Karasu no Hane!”.

In un istante tutti gli alberi che lo circondavano nel raggio di 10 metri vennero spazzati via; i suoi occhi tornarono normali e, raccolta una pigna da terra, sotterrò diversi pinoli nel terreno che aveva appena distrutto:

“ Perdonatemi per il mio scatto d’ira, alberi che popolate questo bosco; spero che con le nuove nascite possiate perdonarmi.”.

Finito di piantare i semi, il giovane evocatore tornò alla casa della signora Fumiko ad aspettare i suoi amici.

 

“ Ti auguro buon viaggio, Soru.”

“ Grazie per tutto, Fumiko. Un giorno spero di potermi sdebitare”

“ Torna sano e salvo e il tuo debito sarà saldato.”

“ Puoi contarci, venderò cara la pelle!”.

 

Terminati i saluti, Darksoul, Train, Shinny, Lucifer e Soru ripresero il loro viaggio.

 

 

 

 

“ Sembra che le abilità dell’evocatore stiano maturando in fretta… questa volta Raven non era neppure presente.”

“ Già; il legame con le sue creature si sta rafforzando e questo sta risvegliando l’abilità latente di Lucifer.”

“ Direi che è giunto il momento di dare una svegliata anche alla ragazza, non ti pare?”

“ Va bene ma agisci con cautela e soprattutto non farti prendere la mano, Kite”

“ Stai tranquillo, la strapazzerò solo un po’.”.

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Capitolo 43
*** aggressione! ***


Seguendo un consiglio di Soru, il gruppo partì alla volta di Nauros, una città portuale dove probabilmente avrebbero potuto raccogliere informazioni riguardo l’ubicazione delle due rondini mancanti; per raggiungere il borgo era necessario passare per uno stretto passo roccioso, il cui attraversamento avrebbe richiesto due giorni di viaggio:

“ Dobbiamo camminare ancora molto?”

“ Con questa andatura, servirà ancora un giorno per arrivare a Nauros.”

“ Cosa?! Così tanto!? Io sono stanco morto!”

“ Non ti lamentare, Lucifer.”

“ Per te è facile dirlo, Darksoul, hai le ali per volare! Io, invece, non mi sento più i piedi. Non potremmo viaggiare tutti su quel trabiccolo volante di Shinny?”

“ Come ti abbiamo già detto quattrocento volte, l’Altair ha una riserva energetica che si esaurisce in soli 30 minuti, terminati i quali, ne sono necessari altrettanti per ricaricarsi; se qualcuno ci attaccasse durante questo lasso di tempo, Shinny sarebbe indifesa.”

“ Uffa! Uffa! Uffa!!!”.

A quel punto Soru lanciò il suo zaino su una roccia:

“ Basta, per stanotte ci fermiamo qui.”

“ Non dirmi che anche tu sei stanco di camminare, Soru?”

“ No ma se sento un altro lamento di Lucifer, non rispondo delle mie azioni.”

“ Bene, come volete, fermiamoci.”.

Montato l’accampamento, i cinque ragazzi si rifugiarono nelle loro tende e poco tempo si addormentarono.

 

“ Hanno deciso di accamparsi al centro di un gigantesco corridoio roccioso… tsk, sarebbe troppo facile abbatterli tutti da qui… ma voglio dare loro una chance.”.

 

Improvvisamente nel cuore della notte Darksoul spalancò gli occhi, svegliata da un frammento di visione trasmessole dal suo potere:

“ Dobbiamo andarcene!”.

L’angelo iniziò a scuotere Shinny fino a svegliarla:

“ Che succede, Darksoul?”

“ Prepara l’Altair, dobbiamo andare via da qui il più in fretta possibile!”

“ Perché, che sta succedendo?!”

“ Non lo so di preciso ma ho un brutto presentimento!”.

Anche se poco convinta, Shinny si alzò in piedi e, utilizzando il raccoglitore dimensionale, in un istante fece apparire l’Altair, salendoci a bordo. Darksoul svegliò bruscamente gli altri suoi compagni e li avvertì del pericolo imminente. Raccolte in fretta e furia le loro cose, la ragazza, Lucifer e Train salirono sulle spalle del robot e si prepararono a partire:

“ Soru, che stai facendo?! Sbrigati, dobbiamo andarcene!”

“ Io non vengo. Se quello che dici è vero e una minaccia si sta avvicinando, preferisco affrontarla piuttosto che scappare.”.

Lanciandosi uno sguardo di intesa, i tre ragazzi saltarono giù dall’Altair e affiancarono il loro amico sguainando le loro armi:

“ Hai ragione.”

“ In effetti sarebbe da codardi scappare di fronte al pericolo.”.

Shinny si posizionò a qualche metro di distanza dai suoi compagni e attivò le armi:

“ Tutti i sistemi sono operativi, L’Altair è pronto alla battaglia!”.

In quel momento uno strano uomo con una folta capigliatura nera, degli occhi ambrati che indossava un lungo impermeabile nero arrivò dalla strada che i giovani avevano percorso il giorno prima:

“ Ma guarda, vi siete accorti di me prima che arrivassi, che strano…”

“ Chi sei?”

“ … beh, questa sì che è una bella domanda… diciamo che potete chiamarmi Humpnie Humbert…” ( secondo alcune leggende era una bambola animata che non si fermava mai.)

“ Che cosa vuoi da noi?”.

In quel momento il misterioso individuo schioccò le dita e dal terreno spuntarono tra giganteschi golem di pietra:

“ Da voi cinque non voglio nulla… l’unica che mi interessa è la ragazza dentro il robot! Attaccate!”.

I tre mostri rocciosi si lanciarono contro l’Altair, spingendolo a diversi metri di distanza:

“ Shinny!!!”

“ Non preoccupatevi per me, posso affrontarli da sola; occupatevi di quel tipo!”

“ Va bene!”.

Humpnie Humbert estrasse una pistola e con tono beffardo esclamò:

“ Allora, chi è il primo?”.

Lucifer invocò Akai eseguendo immediatamente il Kyoyu Dengen e lanciandosi contro il misterioso individuo:

“ Un attacco frontale, che fantasia…”.

L’uomo sparo due colpi con la sua pistola; grazie alla sua velocità, tuttavia, l’evocatore li scansò entrambi, arrivando a pochi passi dal suo avversario:

“ Mancato!”

“ Tu credi?”.

In quel momento le due pallottole sparate un istante prima trapassarono le gambe di Lucifer, facendolo crollare a terra ed emettere un grido di dolore acutissimo:

“ Bene, per un po’ non mi darai problemi.”.

Train, che era a pochi passi da lui, non riusciva a credere a ciò che aveva appena visto:

“ Impossibile! Dopo che Lucifer li aveva schivati, quei proiettili hanno cambiato direzione e lo hanno colpito… nessuna arma dovrebbe essere in grado di fare una cosa del genere…”

“ Allora, chi è il prossimo?”

“ Rigai Kankei!!!”.

Una pioggia di fuoco si lanciò contro Humpnie Humbert:

“ Fuoco? Interessante…”.

L’uomo spiccò un balzo enorme, evitando le fiamme e, arrivato abbastanza in alto, puntò la sua pistola contro Train; un istante prima di fare fuoco, tuttavia, il suo corpo venne diviso a metà dalla falce di Darksoul, arrivata di soppiatto alle sue spalle:

“ Sistemato!”

“ Tu credi?”.

 

 

Uno dei golem si lanciò verso l’Altair tentando di colpirlo ma Shinny lo sistemò facendogli saltare la testa con un colpo del cannone Vulcan:

“ Fuori uno!”.

Gli altri due mostri afferrarono improvvisamente le braccia dell’Altair nel tentativo di strappargliele:

“ Come siete fastidiosi!”.

Attivando i propulsori, il robot spiccò il volo sollevando i due golem e, indebolendo la loro presa con alcuni colpi di mitragliatrice, li scaraventò contro una parete; dopodiché estrasse una granata esplosiva e gliela tirò contro, facendoli saltare in aria:

“ Eliminati… è stato facile…”.

Shinny atterrò per risparmiare carburante e si preparò a tornare dai suoi compagni; improvvisamente, però, i resti dei tre golem si sollevarono da terra e si avvicinarono gli uni agli altri, aggregandosi in un nuovo essere: un enorme drago di pietra:

“ Oh oh”.

 

Sotto gli occhi attoniti dei presenti, il corpo di Humpnie Humbert si ricompose come se nulla fosse successo:

“ Allora, dove eravamo rimasti?”

“ Impossibile!”.

Soru e Train si lanciarono verso il loro avversario tentando di colpirlo contemporaneamente ai lati:

“ Siete noiosi!”.

Humpnie Humbert estrasse una seconda pistola e sparò ad entrambi i ragazzi, colpendoli alle spalle; i due crollarono a terra come dei sacchi di patate:

“ Non riesco a muovermi!”

“ Quelli con cui vi ho colpito sono proiettili paralizzanti, per un po’ di tempo non sarete in grado neanche di camminare.”.

Darksoul, compreso il pericolo che correva, indietreggiò di qualche metro:

“ Non capisco come abbia fatto a sopravvivere all’attacco di prima… il problema più grande però sono quelle pistole… ha sparato proiettili diversi rispetto a quelli con cui ha steso Lucifer eppure non l’ho visto cambiarli… devo trovare una soluzione per bloccarlo!”

“ Eques!”.

Improvvisamente dal terreno spuntarono dei tentacoli d’ombra che bloccarono Humpnie Humbert:

“ Lucifer!”.

L’evocatore apparve in groppa alla sua evocazione:

“ Colpiscilo ora, Darksoul!”

“ D’accordo! Sakugen!”.

Il fendente di energia scagliato dall’angelo delle tenebre travolse il misterioso avversario, distruggendogli completamente la parte inferiore del suo corpo, gran parte del torace e il braccio destro.

 

 

“ Quel mostro di roccia sarà anche grande ma con tutto quel peso non potrà certo volare!”.

Attivando nuovamente i propulsori, l’Altair spiccò il volo, alzandosi di una decina di metri dal suolo:

“ Ed ora fuoco!”.

Azionando le mitragliatrici e i cannoni di cui disponeva, Shinny scaricò una pioggia di fuoco contro il dragone di roccia, generando un polverone enorme:

“ Polverizzato!”.

Quando la nube di polvere si diradò, incredibilmente, la bestia di pietra risultò essere pressoché indenne, lasciando completamente sbigottita la proprietaria dell’Altair:

“ Questo non può essere vero! Devo restare calma e pensare ad un piano; quassù sono al sicuro quindi ho tutto il tempo di elaborare una strategia.”.

In quel momento il dragone emise un ruggito e, sbattendo le sue enormi ali di pietra, spiccò il volo, dirigendosi verso Shinny:

“ Che cosa?! Impossibile!”

“ Devo abbatterlo prima che mi raggiunga!”.

Continuando a salire di quota, Shinny scaricò contro il mostro di roccia tutte le munizioni che le erano rimaste; la creatura, tuttavia, non ne risentì minimamente:

“ Maledizione, maledizione!”

“ Carburante propulsori rimasto: 5%.”

“ Ci mancava solo questa!”

“ Mi è rimasta solo una granata esplosiva, spero che funzioni!”

Estratta la bomba, Shinny si lanciò contro il drago, evitando il suo attacco e tirandogliela in mezzo alle ali. L’esplosione che ne scaturì provocò una voragine nella schiena del mostro, facendolo schiantare al suolo. Esaurito il carburante, anche Shinny fu costretta ad atterrare, estraendo immediatamente la katana dell’Altair:

“ L’ho danneggiato con l’ultimo attacco ma ho esaurito le opzioni: quest’arma è tutto ciò che mi rimane.”

Il drago di roccia, privato delle sue ali, si rimise in piedi e si scagliò contro il robot di Shinny; la ragazza tentò di colpirlo con la katana ma la lama non era abbastanza dura e non riuscì a perforare la pietra; l’Altair venne scaraventato contro una parete:

“ Maledizione!”

“ Sembra che tu sia messa male, sorella…”

“Marie, ora non ho il tempo di parlare con te.”

“ Se mi facessi uscire, potrei battere questo esserino in un batter d’occhio.”

“ Lo so ma voglio farcela da sola; da quando mi sono unita a questo gruppo, non sono riuscita a fare nulla. Persino ad Avalon mi è servito il tuo aiuto per vincere; almeno per questa volta voglio farcela con le mie sole forze!”

“ Ma che tono autoritario, sei cresciuta, sorella, e sono perfettamente d’accordo con te.”

“ Allora, per favore, potresti lasciarmi concentrare ora?”

“ Certo; ah, solo un’ultima cosa: ieri notte, mentre dormivi, Dark è venuto per darti un messaggio; non volendo svegliarti, l’ho preso io al tuo posto.”

“ Ah sì? E cosa diceva questo messaggio?”.

L’Altair si lanciò nuovamente contro il drago di roccia, tentando ripetutamente di ferirlo con la spada ma senza risultato:

“ Diceva: quando sarai nei guai, pensa a cosa vorresti più di ogni altra cosa in questo momento.”

“ E cosa diavolo significa!?”

“ Non lo so.”

Shinny tentò nuovamente di colpire il suo nemico ma la sua corazza era troppo resistente:

“ Allora, sorella, cosa vorresti ora più di ogni altra cosa?”

“ Vorrei una maledetta spada in grado di abbattere questo bestione!”.

In quel momento sulla schermata di controllo del robot apparve una scritta:

“ Upgrade in corso”.

In quel momento la katana dell’Altair iniziò a brillare e si tramutò in una grossa spada bianca con un cristallo azzurro al centro della lama e un altro attaccato all’estremità del manico:

“ Ma cosa!?”

“ Upgrade completato, Durandal equipaggiata.”

“ Non capisco cosa succede ma questa spada potrebbe fare al caso mio!”.

Con la sua nuova arma, l’Altair si lanciò contro il drago di pietra e, con un singolo fendente, lo divise in due, distruggendolo:

“ Wow, che potenza la tua nuova arma, sorella!”

“ Già, è formidabile!”.

 

 

“ Il tuo è stato un bel colpo, angelo nero, ma mi spiace dirti che con me non è servito a nulla.”.

Violando qualsiasi logica, il corpo di Humpnie Humbert si ricompose in un istante fino a tornare come nuovo:

“ Direi che possiamo ricominciare.”.

In quel momento Shinny giunse in aiuto ai suoi amici, posizionandosi tra loro e il misterioso Humbert:

“ Che tempismo, mancavi solo tu, ragazzina; bella la tua nuova spada, chissà per quanto resisterà con me.”.

“ Basta così per oggi!”.

In quell’istante alle spalle dell’individuo misterioso apparve il re caduto, ansioso di parlare con i presenti:

“ Dark!”

“ Finalmente!”

“ Sei arrivato al momento giusto!”

“ Aiutaci a sistemare questo tipo!”.

In quel momento, rivolgendosi con tono serio al nuovo arrivato, Humnie Humbert chiese:

“ Posso smetterla con questa recita, Solomon?”

“ Sì, direi che per ora può bastare.”

“ Recita? Di che diavolo state parlando?”

“ Dark, tu conosci questo tipo?”

“ Certo? Ve lo presento, lui è Kite S. Tain, la settima rondine.”

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Capitolo 44
*** riuniti ***


“ Venite, ci siamo quasi.”

“ Si può sapere dove ci stai portando?! E cos’era quella recita, come la chiamate voi?!”

“ Chiudete il becco e seguiteci!”

“ Va bene, va bene; come sei scorbutico, novellino.”.

In quel momento Dark esclamò:

“ Porta rispetto, Train, Kite è molto più vecchio di te.”

“ Ah sì? E quanti anni ha, 30?”

“ Ne ho 950.”

“ Come!?”

“ Ti stupisci così tanto? Eppure tra i tuoi compagni hai un mezzo angelo di 3031 anni.”

“ In effetti…”.

A quel punto Darksoul domandò:

“ Come sei sopravvissuto durante la battaglia? Ti abbiamo tagliato a metà e abbiamo polverizzato parte del tuo corpo eppure ora non hai nemmeno un graffio.”

“ Semplice, io sono immortale.”

“ Cosa sei tu???”

“ Basta parlare, siamo arrivati.”.

Fu in quel momento che i sette ragazzi videro davanti a loro un gigantesco maniero diroccato:

“ Ecco, è lì che ci aspetta.”

“ Aspettate, chi ci sta aspettando?”

“ L’ultima rondine.”

“ Davvero?!”

“ Forza, andiamo a conoscerla!”

“ Aspet…”.

Lucifer, Shinny, Soru, Train e Darksoul, esaltati all’idea, corsero dentro il maniero senza ascoltare le parole di Kite; appena aprirono il portone, però, una carta da gioco colpì ognuno di loro ad una guancia:

“ Chi siete? Cosa ci fate qui?!”.

In quel momento un ragazzo con dei capelli biondi, gli occhi azzurri che indossava un  paio di jeans e una maglia neri, una mantellina rosso sangue ed una cintura con pugnali di diverse forme intorno alla vita apparve davanti a loro:

“ Immagino che sia tu l’ottava rondine; piacere, io sono Darksoul.”

“ Questo non risponde alle mie domande: cosa ci fate qui?”

“ Basta, Jolly, loro sono amici.”.

Kite entrò tranquillamente dal portone d’ingresso accompagnato da Dark e si avvicinò all’ottava rondine che, vedendolo, ritrasse le armi:

“ Sei tornato finalmente… sei in ritardo. Allora, chi sono questi tipi?”

“ Come stava tentando di dirti la ragazza alata, sono le cinque rondini che mancavano all’appello.”

“ Davvero? Non mi sembrano tanto forti…”.

A quel punto Train scattò verso Jolly e lo afferrò per la mantellina:

“ Si può sapere che diavolo ti credi di essere!? Ci attacchi senza motivo, ci minacci e poi ci insulti pure! E tu, specie di pistolero, ci devi una spiegazione: cos’era quella farsa!?”.

In quel momento il mezzo demone si voltò verso Dark, rimasto di fronte al portone, e, continuando, disse:

“ Mi rivolgo anche a te; sono stanco di tutti questi segreti, manipolazioni, recite, trucchi e quant’altro! Voglio una spiegazione ora!”.

Allora Dark fece un sorriso e si espresse:

“ D’accordo, immagino che le spiegazioni siano d’obbligo; prima, però, sono necessarie delle presentazioni quindi uno alla volta ora diremo il nostro nome e qualche informazione personale.”.

A quel punto Train lasciò andare Jolly e con aria scocciata disse:

“ Se dopo questa buffonata ci darai delle risposte, allora va bene; io sono Train Kastle, ho 18 anni e sono un mezzo demone da quando ne avevo 12; non ci sono cose che mi piacciono particolarmente ma odio i bugiardi; riguardo ai miei obbiettivi, per ora ne ho 3 ma uno di essi ha la priorità: Asmodeus, io lo troverò e lo ucciderò.”.

A quell’affermazione Jolly non poté trattenersi da ridere:

“ Cosa ci trovi da ridere?”

“ Sai, dire che vuoi uccidere Asmodeus di fronte a chi lo ha domato, non mi sembra molto furbo.”

“ Ma di che parli?!”

“ Come, non lo sai? Sei proprio ignorante allora; se tu avessi letto un qualunque libro di storia antica sapresti che tra i 72 demoni che Solomon riuscì a domare era compreso il demone distruttore, Asmodeus.”.

Quella notizia sconvolse tutti i presenti; a Train tornarono in mente le parole che Dark gli aveva detto nelle miniere di Virgo e, visibilmente stravolto, si rivolse all’angelo:

“ A che gioco stai giocando, Dark?! Ci hai allenato per battere i demoni di Asmodeus ed ora scopriamo che sei tu il loro padrone?! Da che parte stai?!”.

Il re caduto ascoltò senza battere ciglio lo sfogo rabbioso del mezzo demone e alla fine disse:

“ La presentazione di Train è finita, avanti il prossimo.”

“ Non mi ignorare, Dark!”

“ Non lo sto facendo… quando toccherà a me parlare, risponderò a tutte le vostre domande; fino ad allora, ti prego di fare silenzio ed ascoltare ciò che gli altri hanno da dire. Lo stesso chiedo a tutti voi; Lucifer, tocca a te.”.

Allora l’evocatore, anche se titubante, procedette con la sua presentazione:

“ Io sono Lucifer Bashin, ho 18 anni e sono un evocatore. Vediamo… mi piacciono gli animali e non sopporto le metropoli; di scopi veri e propri non ne ho ma da quello che ho capito, dobbiamo cercare il figlio dei due mondi.”

“ Jolly, è il tuo turno.”

“ Che scocciatura… Il mio nome è Edward D. Hund ma preferisco essere chiamato Jolly; ho 23 anni e sono un hitman.”

Allora Shinny domandò:

“ Cos’è un hitman?”

“ Sono un assassino che arriva dove la polizia non può.”

“ Oh… capisco.”.

La scoperta della professione di Jolly gelò l’atmosfera della stanza:

“ Kite, sei tu il prossimo.”

“ Sono Kite S. Tain, ho 950 anni; non mi piace nulla in particolare ma c’è qualcosa che odio: il Dio che governa questo mondo. Riguardo ai miei scopi, per ora sono d’accordo con l’evocatore.”

“ Il mio nome è Fuyuko ma tutti mi chiamano Darksoul; ho 19 anni, mi piace la libertà e non ci sono cose che odio; i miei scopi sono riunire i pezzi della falce di Dante e trovare il figlio dei due mondi.”

“ Io sono Soru Morales, ho 20 anni e sono un pugile; mi piace affrontare avversari forti e odio perdere; dato che sono qui, immagino che il mio obbiettivo sia ovvio.”

“ Immagino di essere la prossima: sono Shinny, ho 17 anni; mi piacciono le macchine. In quanto ai miei obbiettivi, sono uguali ai vostri.”.

A quel punto Train esclamò:

“ Ora devi rispondere alle nostre domande, Dark.”

“ Manca ancora qualcuno, vero, Mary.”.

In quel momento la sorella di Shinny prese il sopravvento:

“ Che noia… mi chiamo Mary, ho 18 anni anche se immagino di dover precisare di averli da 6 anni; per ragione che ora sarebbero troppo lunghe da spiegare, mi ritrovo a  coabitare il corpo di mia sorella. Non ho preferenze in nessun campo e non sono nelle condizioni di avere degli obbiettivi.”

“ Ora abbiamo davvero finito.”

“ Già, immagino di non poter più rimandare; sarebbe troppo lungo spiegare tutto quindi preferisco mostrarvelo.”.

In quell’istante Dark schioccò le dita e per tutti i presenti il tempo sembrò fermarsi.

 

 

Le otto rondini si ritrovarono improvvisamente in una gigantesca struttura che, dall’aspetto, sembrava molto antica: vi erano porte e scale ovunque, anche sul pavimento e sul soffitto. Ogni entrata sembrava uguale all’altra e le scalinate non sembravano avere un verso; c’erano dei ponti che galleggiavano in quel luogo in cui nemmeno la gravità faceva da padrona:

“ Dove siamo?”

“ Benvenuti… nella mia mente.”.

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Capitolo 45
*** miei fratelli e sorelle ***


“ Questo è impossibile! Noi saremmo nella tua mente, ma non farmi ridere!”

“ Sai, Train, se tu conoscessi la magia, sapresti che questo è tutt’altro che impossibile.”

“ Mary!”.

In quell’istante i presenti si accorsero che, affianco a Shinny, si era materializzata sua sorella in carne ed ossa; le due sorelle si riabbracciarono dopo tanto tempo, domandandosi come ciò fosse possibile:

“ Questo mondo non è altro che una proiezione della mia mente; ho trasportato qui la coscienza di ognuno di voi, inclusa ovviamente la sua. In ogni caso ora non abbiamo il tempo di discuterne; per quelli di voi che vogliono avere delle risposte, vi prego di seguirmi.”.

Anche se incerte, le rondini seguirono il re caduto verso l’ignoto; camminarono a lungo salendo e scendendo scalinate che dopo un po’ iniziarono a sembrargli indistinguibili le une dalle altre. Improvvisamente, però, Solomon si bloccò di fronte ad una porta:

“ Ecco, è questo il primo.”

“ Cosa c’è qui?”

“ Una parte di ciò che voglio mostrarvi… una parte dei ricordi di quando ero ancora chiamato Solomon.”.

In quel momento ognuno dei presenti avrebbe voluto dire qualcosa ma nessuno ne ebbe il coraggio: lo sguardo di Dark, che fino ad allora era stato sempre sormontato da un sorriso beffardo, ora si rivelava serio e pieno di rammarico per qualche ragione. Per questo motivo, senza dire nemmeno una parola, una alla volta varcarono tutte le porte dei ricordi del re caduto, scoprendo alcuni brandelli del suo passato:

 

Era l’estate dei miei 21 anni quando decisi di intraprendere un viaggio; mi diressi verso nord e ben presto giunsi al confine dei territori dominati dai demoni. Appena superai quel limite, un abitante degl’inferi mi bloccò il passo:

“ Non voglio farti del male; cedi il passo.”

“ Gli angeli non sono ammessi in questo posto.”

“ Io non sono un angelo.”

“ La tua ala destra dice il contrario.”

“ E la mia ala sinistra avvalora le mie parole.”

“ Arrogante, non sai con chi parli?!”

“ Sei Aberrath, secondo generale di Asmodeus.”

“ Che cosa vuoi?”

“ Parlare con Asmodeus e con il suo popolo.”

“ Il maestro non ha tempo da sprecare, vattene.”

“ Se non vuoi assecondarmi, non mi resta che trovare la strada per conto mio.”

“ Fermo! Te lo ripeto, non puoi passare!”.

Fu a quel punto che estrassi la mia arma:

“ Pensi di battermi con una spada?”

“ No; se non puoi portarmi da Asmodeus come ospite, allora portamici come prigioniero.”.

Gettai la mia lama ai suoi piedi e ritrassi le ali; anche se incerto sul da farsi, Aberrath mi ascoltò e, dopo avermi incatenato, mi trascinò fino al palazzo di Asmodeus; quest’ultimo, quando mi vide, ordinò a tutti i demoni di uscire dalla stanza:

“ Allora, hai intenzione di fingere ancora per molto di essere incatenato?”

“ Immaginavo che un demone maggiore se ne sarebbe accorto.”.

In un istante le catene che mi imprigionavano si ruppero in mille pezzi ed io potei spiegare nuovamente le mie ali:

“ Allora, mezzosangue, hai fatto tutto questa commedia solo per parlarmi? Cos’avrai di così importante da dirmi?”

“ Il mio nome è Solomon, terzo re di Israele, nel mio corpo scorre il sangue di un angelo e anche di un demone ma io oggi sono davanti a te come semplice uomo: ho intenzione di costruire un regno dove tutti potranno vivere in pace ed in armonia, un regno dove non vi sarà distinzione tra umani, angeli o demoni, un regno dove le dispute si risolveranno senza ricorrere alla violenza; per realizzare ciò, tuttavia, ho bisogno del tuo aiuto.”.

Fu a quel punto che Asmodeus, fissandomi, scoppiò a ridere:

“ Questa sì che è bella, ragazzino, quello di cui parli è un regno delle favole! Angeli e demoni non potranno mai andare d’accordo e per noi gli umani sono solo prede di cui cibarci!  Perché dovrei aiutarti?”.

Per qualche secondo rimase in silenzio, dopodiché afferrai la mia ala bianca e mi strappai una piuma:

“ Si dice che le piume degli angeli simboleggino la loro linfa vitale e che quando tutte sono cadute, l’angelo esali il suo ultimo respiro… ad ogni cittadino, che sia esso angelo, demone o uomo, io donerò una mia piuma come simbolo del mio impegno. Nel mio regno tutti saranno bene accetti ed io difenderò ognuno di loro con la mia stessa vita perché ognuno di loro custodirà parte della mia vita.”

Fu allora che lo sguardo di Asmodeus cambiò completamente e perse tutto il suo disprezzo:

“ Il tuo è un bel sogno, Solomon, re di Israele, ma gli uomini ci temono e gli angeli ci detestano.”

“ Gli uomini identificano i demoni come coloro che si oppongono a Dio e hanno così rinunciato alla perfezione da lui offerta e vedono gli angeli come i vessilli della luce che li salverà; io, tuttavia, ritengo che non sia così: nel sangue dei progenitori dei demoni scorre la stessa linfa degli angeli che erano un tempo; per questo io dico che voi non siete l’oscurità da cui dobbiamo difenderci ma fratelli a cui dobbiamo porgere la mano; noi siamo tutti figli di uno stesso cielo e in nessuno di noi, che sia angelo o demoni, dimora la perfezione, essa non è cosa di questo mondo. Seguitemi e potrete riabbracciare ciò che avete lasciato in paradiso all’inizio dei tempi; e se la luce del paradiso non vi vorrà, allora seguitemi e sarò io la vostra luce!”.

Fu in quell’istante che la luce del mio cuore si manifestò agli occhi di Asmodeus; lui si alzò in piedi e, avvicinatosi a me, si inginocchiò:

“ Solomon, re di Israele, comanda ed io ti seguirò.”.

 

Dopo aver convinto Asmodeus, anche gli altri demoni accettarono di parlarmi e si convinsero a seguirmi nella mia causa. Il mondo migliore che io desideravo creare stava iniziando a prendere forma; demoni e umani iniziarono ad andare d’accordo e a convivere e, come promesso, una mia piuma risplendeva per proteggere ognuno di loro.

 

“ Le schiere demoniache ti stanno seguendo.”

“ Non chiamarle più così, Belias; loro non sono demoni, sono fratelli e figli del mio popolo. Riesco a vederlo, riesco a scorgere in lontananza il mio sogno.”

“ Come hai intenzione di convincere gli angeli?”

“ Li invocherò come tutti fanno, pregando.”.

E rispettai le mie parole: mi recai in Chiesa quella notte ed iniziai a pregare:

“ A tutti gli angeli che sono in cielo, chiedo a voi di ascoltare le mie parole.”.

In quell’istante una luce fortissima mi accecò per qualche secondo e davanti ai miei occhi si materializzò una figura a me familiare: l’arcangelo della giustizia, Raguel:

“ Ci rincontriamo, Solomon, re d’Israele.”

“ è un onore per me rincontrarti, araldo di giustizia; qui davanti a te mi presento non come re d’Israele ma come vessillo del mio popolo e come angelo io chiedo a te e agli altri angeli, di unirvi a noi in questo simbolo di pace e fratellanza.”

“ Una fratellanza di angeli e demoni… allora devi essere tu colui che il Signore ci ha annunciato.”

“ Di cosa parli?”

Fu allora che Raguel mi raccontò delle vicende accadute nel passato e della profezia che annunciava l’arrivo di un figlio dei due mondi:

“ E sarei io costui?”

“ Non vi sono dubbi.”

“ Ti prego, non dirlo a nessuno.”

“ Perché non dovrei? Se tutti lo sapessero, anche chi ti si oppone si schiererebbe al tuo fianco.”

“ Proprio per questo; un vero mondo di pace non può nascere solo perché si crede in una leggenda, è necessario credere fermamente negli ideali che esso rappresenta; gli uomini decideranno liberamente cosa fare e la loro scelta sarà da me rispettata. Lo stesso vale per Uriel; lui crede in ciò che fa ed io non ho intenzione di obbligarlo a cambiare; per lui non porto rancore e pregherò affinché comprenda i miei obbiettivi.”

Fu allora che anche il sommo Raguel si inchinò al mio cospetto:

“ Io giuro di proteggerti per tutto il resto della mia vita… perché anche io desidero la pace di cui parli.”

“ Allora Raguel, arcangelo della giustizia, da oggi in poi tu e il tuo popolo siete miei fratelli.”

 

 

L’emozione provata dalle rondini di fronte a quelle immagini era paragonabile solo al loro orrore di fronte alla strage compiuta da Uriel. 

 

“ Il mio sogno si è infranto… Il mio popolo si è diviso e il mio amore frantumato.”

“ Cosa farai ora, Dark?”

“ Adempirò al mio destino.”

“ Vuoi realizzare la leggenda?”

“ Sì, troverò le otto rondini.”

“ E dopo?”

“ Impedirò che un’altra tragedia si verifichi anche a costo di farmi odiare da quella sadica carogna!”.

 

Altre immagine scorsero davanti ai loro occhi ed ognuno di loro rivide il suo primo incontro con Dark. 

 

“ Perché accudisci il figlio di un altro, Tiki?”

“ Per lo stesso motivo per cui quel giorno tu hai salvato me: il figlio di nessuno ricerca sempre qualcuno che gli somigli a cui possa evitare il dolore provato.”

“ E proprio per questo veglierò sul bambino quando tu non sarai più qui.”

 

“ Mi spiace piccolino ma colui che viene scelto da Asmodeus è destinato a vivere una vita piena di dolore e di solitudine… Io non potrò starti affianco alla luce del sole ma dall’ombra io veglierò su di te; fatti forza”

 

“ Tu per la tua famiglia sei come una bambola di porcellana; hanno paura che anche il più piccolo urto possa mandarti in mille pezzi; se un giorno conquisterai la libertà, comunque, io impedirò che tu vada in frantumi.”

 

 

“ Mamma, dove sei? Mamma! Mamma!”

“ La tua mamma è in un posto migliore, Soru.”

“ Quando torna?”

“ Purtroppo per ora non può tornare ma mi ha chiesto di dirti che sta bene e che ti pensa sempre.”

“ Chi sei?”

“ Sono un angelo.”

“ Davvero?”

“ Certo.”

“ Mi fai vedere le ali?”

“ Gli angeli non mostrano le proprie piume a tutti ma con te voglio fare un patto: se prometti di restituirmi il favore, non solo ti mostrerò le mie ali ma ti regalerò anche una mia piuma.”

“ Evviva!”

 

“ Maledetto… ti diverti ad umiliarmi? Dio, sei una sadica carogna!”

“ Ma guarda, allora non sono il solo a pensarlo.”

“ Chi diavolo sei? Cosa vuoi da me?”

“ Chi sono non ha importanza. Riguardo a cosa voglio, per ora nulla, magari tra mille, forse duemila anni…. Per ora voglio solo raccontarti una storia.”

“ Grazie ma non sono in vena.”

“ Neanche se riguardasse Patricia?”

“ Come ti devo chiamare, cantastorie?”

“ Dark, Kaito Dark.”

“ Io sono Kite S. Tain; ti concedo dieci minuti del mio tempo.”

[…]

“ La fedeltà che prima riponevo in Dio, ora la ripongo in te.”

 

 

 

“ Non è giusto! Lo hanno ucciso ed il vero colpevole l’ha passata liscia!”

“ Se non ti fidi della legge, perché non diventi tu la giustizia?”

“ Di che parli?”

“ Diventa un Hitman, porta la giustizia dove la legge non può arrivare. Seguimi e potrai punire pecca come te.”

“ Quando iniziamo?”

 

“ Io e mia sorella saremmo due di queste rondini?”

“ Esatto, Mary.”

“ Ti stai sbagliando; mia sorella è ancora piccola ed io sono l’unica che può prendersi cura di lei.”

[…]

“ Se stanno così le cose, allora va bene, ti seguirò; in quanto a mia sorella, se sarà necessario, gliene parlerò a tempo debito.”

“ D’accordo.”

 

Chiusasi anche l’ultima porta, Dark osservò le facce sconcertate dei presenti ed esclamò:

“ Questo era ciò che volevo mostrarvi; so che non risponde a tutte le vostre domande ma non c’è altro qui per voi. Non ho idea del perché Asmodeus si stia comportando così ma ho intenzione di scoprirlo. So che siete sconcertati da ciò che avete visto, soprattutto ora che sapete chi sono. Se volete andarvene e dimenticarvi di tutta questa vicenda, siete liberi di farlo, io non vi fermerò.”.

 

Fu in quel momento che le otto rondini si inchinarono ai piedi del figlio dei due mondi e in coro pronunciarono quelle fatidiche parole:

“ Solomon, re d’Israele, comandaci e noi ti seguiremo.”

“ Allora Kite, Fuyuko, Lucifer, Train, Soru, Edward, Shinny Mary, voi da oggi sarete miei fratelli e sorelle.”

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Capitolo 46
*** 15 giorni ***


“ Ora che sappiamo la verità, siamo pronti a combattere.”

“ Affronteremo qualsiasi battaglia.”

“ Aiuteremo anche io e Mary.”

“ Qual’è il nostro obbiettivo?”.

Solomon estrasse una mappa dalla sua tasca e disse:

“ Per ora non affronterete nessuna battaglia; siete ancora troppo deboli.”

“ Cosa?!”

“ Per questo ora ci separeremo.”

“ Ma come, dopo tutta la fatica fatta per riunirci, ora vuoi che ci separiamo di nuovo?!”

“ Mi sono reso conto che proprio il fatto di esserci riuniti ha rallentato il vostro progresso: supportarsi a vicenda rende più forte un gruppo ma allo stesso tempo da la sensazione ai suoi componenti che, anche se non migliorano, tutto andrà bene perché i loro compagni saranno sempre lì ad aiutarli.”

“ Capisco cosa intendi ma, se ora ci dividiamo, rischiamo di essere attaccati dai demoni di Asmodeus o dagli angeli di Uriel.”

“ proprio questo modo di pensare dovete cambiare: non dovete avere paura di essere attaccati ma non aspettare altro per dimostrare la vostra superiorità. Inoltre, dovete ricordare che una parte della mia vita è dentro di voi…”

In quell’istante sul braccio di ognuna delle rondini brillò una piuma bianca:

“ … e finché mi avrete al vostro fianco, non vi sarà nemico che potrà sconfiggervi!”

“ Hai ragione!”

“ Siamo pronti!”

“ 15 giorni, ci rivedremo qui tra 15 giorni esatti.”

“ D’accordo!”.

Fu allora che i nove guerrieri presero strade diverse.

 

 

 

“ Dove potrei andare? Non conosco questa zona e sicuramente a piedi non arriverò lontano anche camminando per una settimana intera…”.

In quel momento Lucifer percepì qualcosa, come una voce che lo chiamava:

“ Medea!”.

La creatura apparve al fianco del suo padrone:

“ Mi hai chiamato?”

“ Sì… senti anche tu questa voce?”

“ Io non sento nulla.”

“ Vieni, seguimi!”.

Guidato da quella voce, l’evocatore giunse all’ingresso di un bosco:

“ Non capisco… sento delle voci che mi chiamano ma qui non c’è nessuno.”

“ Sono gli alberi che ti hanno condotto qui, straniero.”.

Allora una creatura sbucò fuori dalla selva: era molto alto, aveva la pelle olivastra, i capelli biondi lunghissimi, le orecchie a punta e due occhi ambrati che brillavano illuminati dal sole; il suo corpo era coperto solo da una leggera tunica logora:

“ Chi sei?”

“ Io sono Malchior, figlio e guardiano di questo bosco.”

“ Sei un elfo della natura.”

“ Sì, come te.”

“ Mi spiace contraddirti ma io sono umano al cento per cento.”

“ Solo gli elfi possono percepire le voce della natura.”

“ Ti ripeto che ti sbagli; guardami, non somiglio per niente ad un elfo.”

“ In effetti sei un po’ basso ma non ci sono dubbi; probabilmente sei elfo solo a metà, tua madre doveva essere un’umana.”

“ Questo è assurdo.”.

In quel momento Medea afferrò una delle maniche del vestito di Lucifer con i denti per attirare la sua attenzione:

“ Cosa c’è, Medea?”

“ Probabilmente questo tipo ha ragione.”

“ Ti ci metti anche tu?”

“ Come ti spieghi altrimenti ciò che hai fatto poco prima di lasciare la casa di Soru?”

“ Beh, però potrebbe essere che…”.

Dopo qualche indugio, Lucifer si abbandonò ad un sospiro:

“ Wow, che sorpresa, non me lo aspettavo proprio.”.

Confuso, l’evocatore rimase disteso sull’erba a pensare per ore, osservato a breve distanza da Medea e da Malchior.

 

 

 

“ Allora, la mappa che Dark ci ha mostrato segnalava due villaggi a qualche chilometro di distanza ed uno dovrebbe trovarsi da queste parti… eccolo là!”.

Train iniziò a correre verso il borgo che, dopo tanto camminare, era finalmente riuscito a raggiungere:

“ Sembra un posto interessante. Magari trovo qualcosa di buono al mercato.”.

Raggiunto l’emporio della città, il giovane iniziò ad osservare tutte le armi esposte:

“ Non sembra esserci nulla di particolare.”.

Deluso, il mezzo demone fece per uscire dal locale ma la sua attenzione venne attirata  da un’arma seminascosta dal bancone del commerciante:

“ Mi scusi, potrebbe mostrarmi quella spada?”

“ Gliela mostro volentieri ma dubito che lei sia interessato.”

“ Perché dice così?”

“ Osservi.”.

L’uomo provò ad estrarre la lama dal fodero ma, per qualche strana ragione, non vi riuscì:

“ Visto? Sembra incredibile ma, per quante volte uno ci provi, non si riesce ad estrarla.”.

“ Com’è possibile? Un’altra spada, oltre ad Excalibur, che non può essere estratta? Che anch’essa abbia qualcosa di speciale?”.

Fu allora che una voce ruppe la concentrazione di Train:

“ Lo spirito di quest’arma non vuole più lottare, quest’arma è inutile.”.

Solo in quel momento il mezzo demone si accorse di avere qualcuno al suo fianco:

una ragazza con una folta capigliatura bionda e due zaffiri negli occhi; l’armatura che indossava rivelava solo un accenno della forma del suo corpo ma le conferiva un aspetto fiero e audace:

“ Tu… tu chi sei?”

“ Io sono Iris, piacere di conoscerti.”.

 

 

“ Dark la fa facile, cosa diavolo dovrei fare in questi 15 giorni in un posto che nemmeno conosco? beh, tanto vale allenarsi un po’ con la falce; Arumeria!”.

In un istante la falce di Dante apparve tra le mani di Darksoul:

“ Bene, Karun, vediamo come affinare le nostre abilità.”

Fu allora che improvvisamente l’arma iniziò a pulsare e la voce del demone che vi risiedeva dentro risuonò nella mente della giovane:

“ Si sta avvicinando!”

“ Di chi parli?”

“ Un frammento della mia anima si avvicina a grande velocità!”

“ Cosa mi puoi dire del suo possessore?”

“ Forte, è dannatamente forte…”

“ Bene, così la sfida sarà più interessante.”

 

 

Shinny, assillata continuamente dalla sorella, si diresse verso un villaggio ad ovest per mangiare qualcosa:

“ Muoviti, Shinny, ho fame!”

“ Calmati, tra poco saremo arrivati.”

“ Perché non usi l’Altair? Così arriveremmo più in fretta!”

“ Non ho intenzione di sfruttare un robot da combattimento solo per assecondare il tuo, anzi il mio, stomaco.”

“ Uffa, sei troppo seria.”

“ E pensare che da piccola eri tu quella che mi rimproverava sempre.”

“ Certo, sparivi sempre e dovevo venirti a cercare ogni volta.”

“ Scusami.”.

La ragazza si voltò verso la stradina che aveva appena percorso e vide un giovane dai capelli marroni cortissimi con  indosso una tuta da meccanico:

“ Dimmi, ti serve qualcosa?”

“ Quello che hai legato alla vita è un raccoglitore dimensionale?”

“ Sì, come hai fatto ad indovinare?”

“ I miei genitori gestiscono una officina per veicoli militari quindi me ne intendo abbastanza; ah, dimenticavo, io sono Maxuel; se non sono indiscreto, posso sapere cosa contiene?”
“ Che facciamo, glielo mostriamo?”

“ Fa come vuoi, il robot è tuo.”

Con un po’ di incertezza, Shinny attivò il raccoglitore, svuotandolo di tutto ciò che conteneva:

“ Wow, questo sì che è un robot da battaglia! Non riconosco il modello però.”

“ Questo perché non esiste un altro uguale: l’Altair è un robot costruito appositamente per me sfruttando le parti migliori dei modelli Orion, del Dorado e del Draco.”

A quel punto il giovane fece una faccia strana e Shinny, incuriosita, domandò:

“ C’è qualcosa che non va?”

“ No, è solo che è una delusione scoprire che siano quei tre i modelli che avete usato.”

“ Perché dici questo?”

“ Beh, sia l’Orion, che il Dorado che il Draco sono MAU di prima generazione ed hanno dei difetti comuni che, nei modelli della generazione successiva sono stati eliminati.”

“ Ah sì? Quali sarebbero questi difetti?”

“ Beh, per iniziare la portata massima del generatore è piuttosto limitata infatti i robot di prima generazione hanno un’autonomia di soli 30 minuti in genere; inoltre non dispongono di alcuna difesa nei confronti di armi che non siano a proiettili; infine, la cosa più preoccupante è la pesantezza dei materiali con cui sono costruiti, che li rende lenti e poco maneggevoli se paragonati a modelli quali il Guren, il Tekkai o il Milarose. Per questo ritengo che, per quanto unico nel suo genere, il tuo MAU non possa competere con quelli di seconda generazione.”

“ Ti sbagli.”

“ Come?”

“ Ho detto che ti sbagli; sono certa che con il mio Altair potrei sconfiggere le unità di seconda generazione!”

“ Questo è impossibile.”

“ Ti sbagli!”

“ E va bene, dato che sei così cocciuta, permettimi di dartene una dimostrazione.”.

Fu allora che Maxuel estrasse da una delle sue tasche un raccoglitore identico a quello di Shinny e, attivandolo, materializzò un MAU bianco alto circa 7 metri con due ali metalliche che gli spuntavano dalla schiena; la sua corazza era completamente liscia:

“ Questo è il Tekkai, un robot che io uso per autodifesa durante i miei viaggi; che ne dici di una sfida: battimi e ammetterò che il tuo Altair è superiore.”

“ Accetto.”

 

 

“ Dark dice che dobbiamo diventare più forti ma cosa potrò mai apprendere in questi 15 giorni in un posto sperduto che non ho imparato in tutti questi anni sotto la guida di un maestro?”.

Tormentato da dubbi, Soru stava attraversando una pianura quando improvvisamente sentì una voce chiamarlo:

“ Ehi, pugile!”

Il ragazzo si voltò verso il suo interlocutore e vide un demone con sembianze quasi umane ma con una pelle azzurra e due occhi di fuoco:

“ Chi sei?”

“ Io sono Murmur, conte dell’Inferno attualmente al servizio di Solomon, ex re d’Israele.”

“ Ti ha mandato Dark per sorvegliarmi?”

“ Non proprio; in realtà vuole che io e te ci battiamo perché sostiene che ci sia qualcosa che devi imparare.”

“ E cosa sarebbe?”

“ Purtroppo questo non mi è stato detto ma ritengo che per te sarà impossibile battermi senza scoprirlo quindi non ci resta che lottare.”

“ Questo lo vedremo.”

 

 

Dopo aver camminato a lungo Jolly giunse ad una sorgente:

“ Non so cosa vogliano fare quegli altri ma io non ho intenzione di vagare alla cieca per i prossimi 15 giorni cercando qualcosa da fare; questo è un bel posto, me ne starò qui a riflettere e ad elaborare una strategia; tanto Kite mi ha già dato fiale a sufficienza, non dovrò nemmeno tornare al castello per rifornirmi.”

“ batti la fiacca, eh pelandrone.”.

In quel momento Ukyo si materializzò di fronte ad un sorpreso Edward:

“ Chi sei?”

“ Mi chiamo Ukyo e per i prossimi 15 giorni sarò la tua scorta.”

“ No, grazie, non mi serve una scorta; se qualcuno provasse ad attaccarmi, farebbe una brutta fine ancora prima di accorgersene.”

“ Ah, davvero? Allora perché non mostri ad un vero Shinigami cos’è in grado di fare un aspirante assassino.”

“ Shinigami? Ho sempre sognato di vederne uno… anche se ammetto che mi aspettavo qualcosa di meglio di un giovane vestito da maggiordomo.”

“ Ah, ma tu non sai quanto possono essere diabolici i maggiordomi.”.

In quell’istante gli occhi di Ukyo brillarono di un rosso acceso e il suo desiderio di morte si risvegliò dal suo profondo sonno.

 

 

“ Dark, sei sicuro che quei due staranno bene?”

“ Sì, ho dato istruzioni precise a Murmur quindi Soru non corre pericoli.”

“ In realtà era per Jolly che mi preoccupavo; sai, con il suo carattere non vorrei che facesse irritare troppo Ukyo.”

“ In effetti, l’ultima volta che quello shinigami ha perso la pazienza, il malcapitato di turno non ha fatto proprio una bella fine.”

“ Mai visto tanto sangue tutto assieme.”

“ Cambiando discorso, non dovresti andare anche tu ad allenarti?”

“ Lo farei volentieri se non sapessi che, appena me ne sarò andato, tu tenterai una pazzia.”

“ è inutile che provi a fermarmi, Kite, andrò a parlare con Asmodeus e scoprirò cosa succede.”

“ Non voglio fermarti, infatti, ma accompagnarti; anche io ritengo ci sia qualcosa di strano: se davvero avesse voluto eliminarti, il giorno dell’assalto alla tua casa avrebbe potuto attaccarti di persona per avere una probabilità maggiore di eliminarti ma non lo ha fatto; questo significa che il suo obbiettivo non è ucciderti.”

“ Lo credo anche io.”

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Capitolo 47
*** Train e Soru ( Prima Parte) ***


Train fissò per qualche secondo la ragazza, domandandosi chi fosse e come avesse fatto ad arrivare così vicino a lui senza che né lui né il commerciante la notassero, dopodiché esclamò:

“ Ti sbagli: se lo spirito di questa spada ha una tale forza di volontà da impedire a chiunque, per quanto forte, di impugnarla, allora non è inutile.”

“ Quello che si sbaglia sei tu: a cosa può servire un’arma che non puoi estrarre?”

“ Se quest’arma non vuole essere estratta, significa che ancora non ha trovato colui che merita di possederla.”.

Quella frase colpì molto la ragazza che, dopo aver fissato il mezzo demone per qualche istante, si rivolse al commerciante porgendogli dei soldi:

“ Tenga, prendiamo quest’arma.”

“ Contenti voi.”.

Allora Train, domandandosi quali fossero le intenzioni della donna, prese con sé la spada appena acquistata e la seguì all’esterno del villaggio:

“ Cosa vuoi fare?”

“ Prima di tutto vorrei sapere il tuo nome, straniero.”

“ Mi chiamo Train.”

“ Bene Train, io e te ora ci affronteremo in un duello di spada.”

“ Come?! Ma sei impazzita?!”

“ Aspetta, fammi finire: in battaglia potrai usare solo quella spada; se riuscirai a sconfiggermi, ti darò ragione e ammetterò l’utilità di quell’arma.”

“ Mi dispiace ma non sono interessato; ho un viaggio da continuare e non ho tempo da perdere; piuttosto quanto ti devo per la spada?”

“ Hai paura allora, eh?!”

“ Per nulla ma non ti conosco e non ho motivi per battermi con te.”

“ In guardia!!!”.

In un’istante Iris sguainò la sua spada lanciandosi contro Train; frapponendo la sua nuova arma all’ultimo istante, Train si protesse:

“ Sei testarda, mi piace.”

Fu allora che Iris sorrise:

“ Hai ragione, sono ostinata… ma tu sei un tipo interessante: tra gli sterminatori di demoni sono piuttosto famosa, eppure non mi era mai capitato di vedere un mezzo demone in grado di nascondere così bene la sua presenza.”

“ Sei una sterminatrice?”

“ Non si nota dal mio aspetto?”

Solo in quel momento Train notò il simbolo degli sterminatore sull’armatura della ragazza:

“ Avrei dovuto farci caso prima…”

“ Non mi lascerai andare via se prima non ti affronto in questa sfida, vero?”

“ Indovinato.”

“ Sbrighiamoci allora!”.

Iris scattò indietro per poi farsi nuovamente avanti con un affondo, schivato prontamente dal mezzo demone, seguito subito da un secondo colpo che gli sfiorò la guancia; Train provò a sguainare la spada ma senza successo:

“ Allora, la ritieni ancora così utile ora?!”

“ Certo.”

“ Anche se mi piacerebbe sapere il motivo per cui non vuole essere estratta.”

“ Troppo sangue è stato versato!”

“ Sei tu! Lo spirito della spada!”

“ Ho mietuto già troppe vite, non voglio più combattere!”.

Fu allora che Train si fermò e si legò l’arma al fianco:

“ Cosa stai facendo?”

“  Sembra che quest’arma abbia avuto un po’ di brutte esperienze, non voglio obbligarla a lottare. Allora, continuiamo?”

“ Certo; allora, quale altra arma userai?”

“ Nessuna.”

“ Audace… o forse molto stupido!”.

Iris iniziò ad incalzare il mezzo demone con diversi fendenti che, anche se di striscio, andarono più volte a segno:

“ Non mi batterai senza usare un’arma.”

“ Le regole non mi permettono di usare Ryumon o Hikari e non voglio rischiare di ucciderti con un fulmine.”

“ Non ti preoccupare per me; sono una sterminatrice, ne ho corsi di rischi; allora, iniziamo a fare sul serio?!”

“ Come vuoi tu! Rakurai!”.

Dalla mano di Train partì un fulmine che si diresse a grande velocità verso Iris:

“ Dissolvilo, Zanjia!”

La katana di Iris emise una potente fiammata che dissipò l’attacco nemico:

“ Ma quella spada è quella dell’altra sterminatrice: Shirara.”

“ Dopo che lei è stata giudicata, quest’arma è entrata in mio possesso.”

“ Interessante… posso immaginare allora quale sarà la tua prossima mossa.”

“ Akuma No Kasai!”

Una fiammata violacea scaturì dalla spada della sterminatrice, dirigendosi verso il mezzo demone:

“ Come immaginavo, anche se sembra più forte di quello di Shirara.”

“ Rakurai!”.

Train tentò di contrastare la fiammata con un fulmine ma le fiamme lo divorarono, amplificando il loro potere:

“ Come!?”.

Train venne travolto dalla fiammata di Iris, venendo scaraventato a terra:

“ Piaciuto lo scherzetto? Le fiamme viola sono in grado di divorare ogni fonte di energia per amplificarsi.”

“ Era meglio saperlo prima.”

“ Sono messo male… non voglio infrangere le regole e i miei fulmini risulteranno inefficaci se quella spada può mangiarseli. Allora, spada senza nome, ti decidi a raccontarmi la tua storia o preferisci che io vengo strapazzato ancora un po’?”.

Fu allora che per Train il tempo sembrò fermarsi ed il suo spirito si ritrovò improvvisamente nel Limbo; di fronte a lui si materializzò un giovane con dei lunghi capelli rossicci raccolti in una coda ed un kimono da samurai color cremisi; le sue vesti erano sporche di sangue e la e due gocce rosse rigavano il suo viso:

“ Perché ti ostini a combattere? Già troppe morti ci sono state in questo mondo!”.

Osservando lo spirito parlare a quel modo, Train non poté trattenersi dal porgli quella fatidica richiesta:

“ Narrami la tua storia.”

 

 

Soru assunse la sua solita posizione da guardia destra e scattò in avanti verso il suo avversario. Murmur rimase immobile, attendendo l’ultimo istante per spostarsi e fargli lo sgambetto, facendolo cadere a terra:

“ Mi stai prendendo in giro?! Combatti seriamente, Murmur o come diavolo ti chiami!”.

Soru balzò di nuovo in piedi e tentò di sferrare un jab sinistro al petto del demone, prontamente schivato, seguito da un gancio destro al fegato che, anche se solo di striscio, andò a segno:

“ Non sei poi questo gran ché, conte demoniaco; quei colpi erano facili da schivare.”

“ Non cantare vittoria, pugile cinghiale.”

“ Cinghiale!!!???”

“ Già, sembri proprio un cinghiale inferocito: carichi a testa bassa senza pensarci due volte.”.

Murmur tirò fuori da una delle tasche del cappotto che indossava un accendino ed un pacchetto di sigarette, accendendosene una:

“ Ti pare il momento di metterti a fumare!?”

“ Posso permettermelo… sei talmente prevedibile che sono certo non riusciresti nemmeno a togliermi questa sigaretta dalla bocca.”

“ Davvero? Vediamo se riesci a rispettare questa predizione!”.

Soru si lanciò nuovamente contro il demone, tentando un montante seguito da un uno due, che, tuttavia, andarono a colpire solo l’aria:

“ Ed eccolo il cinghialotto che torna alla carica. Direi che è il momento di fare sul serio e di mostrarti cosa so fare.”.

Murmur sferrò un calcio al petto di Soru che, nonostante la guardia alta, volò nuovamente per terra; il pugile scattò subito in piedi, lanciandosi contro il demone:

“ Passiamo alle maniere forti!”.

Con un violentissimo jab sinistro Soru spinse via il braccio di Murmur che proteggeva il lato sinistro del petto:

“ Ora!”

“ Entierro!!!”.

Con tutta la sua furia, il giovane schiantò un Corkscrew destro contro il petto del demone:

“ Sistemato!”.

Murmur rimase immobile e Soru, sicuro di aver vinto, avvicinò la mano sinistra alla bocca del demone per prendergli la sigaretta:

“ Come vedi la tua predizione si è rivelata sbaglia…”.

In quell’istante Murmur bloccò il polso sinistro di Soru, afferrando poi il pugile per il collo e sollevandolo da terra:

“ Mi spiace caro mio ma non tutti i demoni hanno un cuore che batte dentro la cassa toracica… il mio cuore è in un posto ben diverso quindi il tuo famoso Entierro non ha avuto effetto. Allora, direi che è il momento che tu risponda a qualche domandina… vediamo… cosa potrei chiederti: di chi è quel braccio destro?”

“ Di un demone che ha attaccato me e mia madre anni fa”

“ Cosa succede?! La mia bocca ha parlato da sola!”

“ Questa era abbastanza facile; proviamo con qualcosa di più complicato: qual’è l’obbiettivo ultimo di Solomon?”

“ Non lo so, non ce lo ha voluto svelare.”

“ Ah, interessante; così nemmeno voi rondini ne sapete niente; sembra che dovrò chiedere a Kite se voglio avere delle risposte. Un’ultima domanda: perché un pugile non potrà mai vincere un vero combattimento fuori dal ring?”

“ Io… non lo so.”

“ Ma come, non lo hai ancora capito? Mi deludi, cinghialotto…”. 

Murmur lasciò il collo di Soru che, dopo aver ripreso fiato, gli rivolse la parola con tono dubbioso:

“ Cosa mi hai fatto?”

“ Nulla di pericoloso se è questo che pensi; il mio potere obbliga gli umani a rispondere alle mie domande; piuttosto, dato che non hai ancora imparato la lezione, direi di passare ai metodi bruschi.”.

Murmur si rimise in posizione e dalla sua schiena spuntò una coda simile a quella di uno scorpione:

“ Avanti, in piedi, si ricomincia!”.

Soru si rimise in guardia ma, prima di poter attaccare, uno strano tessuto appiccicoso simile al filo di un ragno sputato dalla coda di Murmur gli attaccò il braccio destro al fianco:

“ Allora, cinghialotto, come combatterai senza usare il tuo forzuto destro?”.

“ Devo restare calmo e concentrato; il maestro mi ha insegnato cosa fare in caso il mio destro fosse fuori uso.”.

Senza la minima esitazione, Soru cambiò la sua posizione in una guardia mancina, lanciandosi poi all’attacco con una raffica di diretti sinistri:

“ Sei un tipo pieno di risorse ma questi blandi sinistri non ti serviranno a molto contro di me.”

“ forse non singolarmente ma a poco a poco ti demoliranno.”

“ Parole grosse… ma la tua sicurezza sta per svanire!”.

Un altro tessuto appiccicoso bloccò anche il sinistro del pugile al suo fianco:

“ Ed ora, cosa farai, cinghialotto?”

“ Pensi di avermi sconfitto, razza di sbruffone!? Invece ti sbagli, posso ancora…”.

Solo in quel momento Soru si rese conto della sua situazione: con le braccia bloccate le sue doti di pugile erano inutili e per lui non vi era altro modo di combattere:

“ Sono… sconfitto.”.

Preso dalla disperazione di fronte alla cruda realtà, il giovane si lasciò cadere in ginocchio, osservando con sguardo vitreo colui che lo aveva battuto.

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Capitolo 48
*** Train e Soru ( Seconda Parte) ***


“ Fui forgiato da un uomo malvagio che mi concesse il suo stesso nome pur di darmi abbastanza potere da battere il suo rivale; il mio creatore e il suo rivale duellarono per giorni e alla fine il sangue di entrambi dipinse il terreno; quella fu la prima volta in cui io venni usato per togliere la vita a qualcuno e sperai ardentemente che fosse l’ultima. Col passare degli anni, però, il mio desiderio risultò vano: uomini malvagi, bramosi di potere, assassini, ladri, mentecatti, costoro furono quelli che riuscirono ad impugnarmi. Fu così che fui costretto a mietere altre vittime. Sono stanco di tutto questo! Non voglio più uccidere nessuno e, se per farlo dovrò rinchiudermi dentro il mio fodero ed essere gettato via a causa della mia inutilità, per me va bene! Io sono Muramasa è giuro che nessuna vita sarà più strappata dalla mia lama!”.

Colpito da quelle parole, Train si alzò in piedi ed esclamò:

“ Sciocco.”

“ Come?!”

“ Sei solo uno sciocco; essere inutile, venire gettato via… ma ti senti!? Tu comprendi l’importanza della vita e questo è un bene ma non hai capito una cosa importante.”

“ E quale sarebbe?”.

In quel momento Train poggiò le nocche della mano sinistra sul petto di Muramasa e con tono solenne disse:

“ Il fatto che anche tu sei un essere vivente!”

“ Ti sbagli! Io sono solo un’arma!”

“ Hai dei sentimenti, questo fa di te una creatura vivente; proprio per questo motivo non devi rinunciare neppure alla tua di vita!”

Titubante, Muramasa cercò di controbattere:

“ Io non voglio più uccidere nessuno.”

“ E non dovrai farlo; io sono un vero spadaccino e proprio sul mio onore di spadaccino ti prometto che, se ti fiderai di me….. combatteremo insieme unicamente per proteggere e mai per uccidere!”.

Fu allora che gli occhi di Muramasa, fino ad allora rimasti pieni di lacrime di sangue, si spalancarono mostrando tutta la loro bellezza e smisero di lacrimare:

“ Un grande cuore si annida nel tuo petto, ragazzo; la mia lama ti seguirà ed io ti farò dono della mia conoscenza.”

“ Conoscenza?”

 

Iris si mise in posizione per sferrare un altro attacco e, osservando Train ormai immobile da diversi secondi, sentenziò:

“ Ti consiglio di muoverti o con il prossimo attacco ti spazzerò via!”.

Fu allora che lo spadaccino si alzò in piedi sussurrando alcune parole:

“ Grazie, Muramasa. Sai, non mi sono mai trovato a mio agio né le tecniche del cielo né quelle della terra, credevo che non sarei mai migliorato nell’uso della spada.”.

Lo sguardo del mezzo demone divenne improvvisamente serio e, poggiando la sua mano sul manico della katana, la sguainò:

“ Scusami, Iris, mi ci è voluto più tempo del previsto per stringere amicizia con questa spada.”

“ Ma guarda, e così sei riuscito ad estrarla… avanti allora, mostrami cosa sai fare!”.

Train, reggendola con entrambe le mani, portò la katana vicino al suo fianco sinistro tenendola quasi perpendicolare al suolo:

“ Primo Bushido: Vuoto!”.

Nell’istante in cui Train mosse la sua spada ad Iris sembrò di essere travolta da un colpo di cannone al ventre e la sua armatura andò in pezzi:

“ La tua armatura non doveva essere molto resistente se è crollata dopo un solo attacco.”

“ Mi ha colpito… il vento… è questo il potere di quella spada: controlla il vento, vero?”

“ Ti sbagli; non ho risvegliato il potere di Muramasa per batterti, ho solo sfruttato la conoscenza che mi ha trasmesso.”

“ Ti ha insegnato qualcosa?”

“ Il Bushido, l’antica arte dei samurai.”

“ Cos’era la tecnica di prima?”

“ Il primo Bushido, Vuoto: un rapido movimento di lama che comprime l’aria circostante generando una raffica di lame di vento.”

“ Questo è semplicemente straordinario! Insegnamelo!”

“ Mi spiace ma non posso: non sono un maestro ed in ogni caso non ho il tempo di insegnarti le poche cose che so.”

“ Allora verrò con te; così io imparerò ciò che voglio e tu otterrai un valido aiuto in battaglia.”

“ Non hai qualche missione da portare a termine?”

“ Se miglioro, potrò essere di maggiore utilità.”

“ Sempre la risposta pronta, mi piace.”.

 

 

Soru osservava Murmur con uno sguardo pieno di disperazione, ricercando nei suoi occhi una risposta ai suoi dubbi:

“ Che cosa faccio ora?”.

Il demone fissò con fare scocciato il pugile immobile e, spegnendo la sua sigaretta e gettandola a terra, esclamò:

“ Solo tu puoi trovare la risposta a questa domanda; sei stato messo al tappeto, Soru, ora sta a te decidere se alzarti e combattere ancora o rimanere a terra; ti do quattordici giorni; trova la tua risposta entro allora o al prossimo duello non mi tratterrò.”.

Allora il demone si voltò di spalle e se ne andò; solo in quel momento le ragnatele che tenevano Soru bloccato si dissolsero:

“ Una risposta… come posso trovarla in così poco tempo?”

 

Soru rimase a ragionare seduto nella stessa posizione fino al tramonto; solo quando ormai il suo corpo stava per lasciarsi cadere tra le braccia di Morfeo, un’illuminazione lo folgorò:

“ La boxe è il mio stile… la boxe… boxe… aspetta, forse un modo c’è!”.

Il pugile balzò in piedi, correndo verso un vecchio albero secco che si ergeva al centro della radura:

“ Quella che ho trovato potrebbe essere la soluzione giusta ma, per realizzarla in questo breve lasso di tempo, un allenamento normale non sarebbe sufficiente; no, se voglio farcela, dovrò addestrarmi ad un ritmo estenuante!”.

Soru estrasse da una tasca delle bende e le avvolse attorno ai suoi piedi, coprendosi fino alle ginocchia; dopodiché iniziò a sferrare calci contro l’albero che gli si parava davanti e continuò finché non fu mattina:

“ Non basta, mi serve più potenza!”.

Legatisi due grandi rocce alle gambe, il giovane iniziò a trascinarli per aumentare la forza delle sue gambe; quando ormai fu mezzogiorno, il giovane crollò al suolo:

“ Come immaginavo: l’allenamento è quello giusto ma il mio corpo non può reggere questo ritmo. Non mi devo arrendere!”.

Divorate alcune delle sue scorte in un lampo, il giovane ricominciò il suo allenamento lanciandosi in una corsa in mezzo ai boschi, scansando o saltando ogni ostacolo che gli si parasse davanti:

“ Più veloce!”

Soru accelerò improvvisamente la sua corsa e, giunto di fronte ad un masso, lo colpì con la sua gamba destra con tutta la forza che aveva; appena avvenne il contatto, un terrificante grido di dolore venne emesso dal pugile che, accasciatosi a terra per il dolore, si accorse del sangue che colava dalla roccia e delle condizioni in cui era ridotta la sua gamba:

“ Deve essere rotta… però un po’ ne sono felice: il dolore, i muscoli che pulsano per l’eccessivo sforzo, mi ero dimenticato queste sensazioni; queste braccia, che ho allenato in tutti questi anni, non sono mie e, per quanto le usi, non potranno mai sostituire i miei arti originali; il mio sinistro è di ferro e non percepisce il dolore mentre il mio destro appartiene ad un demone e non prova la stanchezza che può è riservata solo ad un corpo umano.”

 

I giorni trascorsero in fretta per Soru e il giorno della rivincita con Murmur finalmente arrivò:

“ Non sembri messo bene, ti reggi a malapena in piedi.”

“ Tu non ti preoccupare; mettiti in guardia.”

“ Come vuoi, la pelle è tua.”.

Murmur assunse una posa molto simile a quella che Soru aveva usato nel loro scontro precedente, posizionando la punta della coda di poco al di sopra della testa:

“ Hai deciso di imitarmi?”

“ Forse, i pugili sono interessanti.”.

Soru portò avanti il braccio sinistro, indietro il destro ed iniziò a saltellare con un ritmo costante:

“ Non usi la tua solita posa, cinghialotto? Interessante; se non ti dispiace io mi fumo una…”.

Murmur fece per prendere una sigaretta ma uno swing destro lo colpì in pieno volto, facendolo indietreggiare di più di un metro; toccandosi il punto in cui era stato colpito, notò del sangue e, divertito, commentò:

“ I tuoi pugni sono migliorati.”

“ Non ti distrarre o non ti accorgerai neanche di aver perso.”.

Compreso il reale pericolo che correva, Murmur riassunse la sua posa da battaglia, scagliandosi all’attacco: Provò a sferrare un sinistro ma qualcosa lo colpì allo stomaco prima di riuscire ad andare a segno, facendolo indietreggiare:

“ Cos’era quello?!”

“ Vieni a scoprirlo.”.

Murmur si fece nuovamente avanti tentando un destro ma Soru parò il colpo con il suo sinistro e provò un Corkscrew con l’altro braccio; il demone gli afferrò il braccio ma in quell’istante venne colpito al fianco destro, venendo spinto di lato:

“ Capisco… erano dei calci quelli che mi hanno colpito…”

“ Ci sei arrivato… Kickboxing, questa è la mia nuova arma.”

“ Interessante, davvero furba come scelta… anche se presenta un difetto…”

“ E quale sarebbe?”

“ Il fatto che due gambe umano non potranno mai ferirmi!”.

Murmur scattò in avanti tentando scagliando il suo destro; Soru si preparò a reagire:

“ Ora parerà di sinistro e sferrerà un attacco dal lato destro.”.

In quell’istante un violentissimo sinistro colpì il demone al volto, tramortendolo; il pugile ne approfittò sferrandogli un durissimo swing destro al viso che lo scaraventò a terra:

“ Sai, Murmur, anche noi cinghiali abbiamo un cervello; so perfettamente che i miei calci non ti potranno ferire… ma sono abbastanza per distrarti. Quello che ti ha colpito era un Counter punch incrociato ( significa colpo di destro in risposta ad un sinistro e viceversa).”.

Non riuscendo a capire, il demone domandò:

“ Il mio sinistro è partito prima del tuo, come puoi avermi colpito!?”

“ Semplice: il mio sinistro è leggero ed io sono più veloce di te.”

“ Impossibile! Un umano non potrà mai essere più rapido di me!”.

Murmur, ancora intontito, balzò in piedi e sparò con la coda una sostanza appiccicosa simile ad una ragnatela contro Soru; il ragazzo inaspettatamente rimase immobile, lasciandosi colpire; le sue braccia, proprio come nello scontro precedente, si incollarono ai suoi fianchi:

“ Ed ora come hai intenzione di affrontarmi, cinghialotto? Le tue braccia sono bloccate ed i tuoi calci non potranno mai farmi male.”

“ Avrei potuto evitare di essere bloccato… ma se lo avessi fatto, sarebbe stata la dimostrazione che, senza queste braccia, io non sarei in grado di fare nulla! Dark ha detto che dentro di me c’è un potere nascosto, una bestia! è il momento di tirarla fuori!”.

Gli occhi di Soru si tinsero di rosso e il giovane si scagliò contro Murmur:

“ Illuso!”.

Il demone provò a sparare una raffica di ragnatele ma il pugile le scansò tutte, arrivando di fronte a lui:

“ Non mi fermerai!”

Fu allora che un violentissimo calcio attraversò le difese del demone, colpendogli il fianco sinistro; per lui sembrò come se una parte del suo corpo fosse appena esplosa:

“ Allora è questa… la potenza di cui parlavi, Dark… la potenza delle rondini… quando dispiegano le loro ali.”.

Murmur barcollò fino a cadere in ginocchio:

“ Quando arriverà il prossimo colpo… per me sarà la fine…”

Fu in quel momento che successe qualcosa di imprevedibile: Soru crollò al suolo:

“ Ma cosa?!”.

Murmur si trascinò per vedere le condizioni del ragazzo e, osservando il suo corpo, rimase sconvolto:

“ Le sue gambe sono completamente rotte! In queste condizioni non sarebbe stato in grado neppure di camminare! Si è spinto a tal punto per migliorare…”

“ Sei proprio un cinghialotto impulsivo e testardo… con la violenza di quel calcio, le ossa della tua gamba destra devono essersi ridotte in briciole…”

“ Ma ti ho battuto, no?”

“ Scemo! Ora non potrai neanche camminare per dei mesi!”

“ Non dire sciocchezze, per domani sarò come nuovo.”.

Murmur toccò con un dito la gamba del pugile, che emise un grido di dolore:

“ Ci sono più probabilità che tu domani sia morto.”

“ Perché lo hai fatto?!”

“ Per divertirmi…”

“ E ti diverti a fare del male agli altri?!”

“ No, mi diverto a punire gli stupidi… ora andiamo.”.

Il demone si caricò Soru sulle spalle, cercando di non caricare sulla parte sinistra del corpo:

“ Dove cavolo mi stai portando?”

“ Al maniero… non ho abilità curative quindi dovremo chiedere a qualcun altro.”

“ Posso camminare da solo.”

“ Come, sulle mani? Stai calmo e lasciati trasportare.”

 

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Capitolo 49
*** Aggiornamento! ***


Shinny salì a bordo dell’Altair, preparandosi alla dura battaglia che l’aspettava: il Tekkai di Maxuel sembrava forte e sicuramente le avrebbe dato del filo da torcere.

“ Hai una strategia?”

“ Non conosco le capacità del suo MAU quindi per ora mi limiterò ad osservare sparando solo qualche colpo d’avvertimento.”

“ Quindi ti limiterai a sparare con le mitragliatrici e a vedere cosa succede?”

“ Esattamente.”.

Maxuel attivò il suo MAU e, utilizzando nuovamente il raccoglitore dimensionale, materializzò un fucile tra le mani del robot:

“ Ma guarda, allora quella scatoletta si può usare anche così… si vede che non ne sai molto, Shinny; tu ti limitavi a far apparire ciò che ti serviva e obbligavi Train e Lucifer ad aiutarti per montarlo.”

“ Sta zitta, Mary!”

“ Siamo di cattivo umore, eh?”.

Il Tekkai fece un passo avanti e puntò il suo fucile contro l’Altair, aprendo il fuoco; il robot di Shinny, tuttavia, evitò i proiettili e sparò una scarica di colpi con le mitragliatrici, non riuscendo tuttavia ad intaccare l’armatura del Tekkai:

“ Mi dispiace, Shinny, ma la difesa è la specialità del mio robot!”

“ Cambiamo strategia allora! Sgancio Mitragliatrici!”.

Le armi attaccate alle braccia dell’Altair si sganciarono e il robot afferrò una delle sue granate:

“ Cosa vuoi fare?”

“ Ricordi il trucco con il drago di pietra?”

“ Secondo me non funzionerà.”

“ Si accettano suggerimenti.”

“ Fai fuoco a volontà con i cannoni.”

“ Troviamo un compromesso.”.

Shinny iniziò a fare fuoco con gli M61 Vulcan e ad avanzare; il Tekkai gettò a terra il suo fucile e si lanciò a sua volta contro l’Altair senza badare ai colpi di fucile; quando ormai gli era a pochi metri di distanza, tentò di sferrargli un pugno:

“ Ora!”.

Shinny scansò l’attacco, lanciando la granata contro il bacino del Tekkai; esplodendo, il granata sbilanciò il MAU di Maxuel e l’Altair ne approfittò scaricandogli contro tutti i colpi di cannone che gli erano rimasti, generando una gigantesca nube di fumo:

“ Ce l’ho fatta?”.

Shinny e Mary furono incredule quando la nube di fumo si diradò e il Tekkai si rivelò illeso e protetto da una barriera di energia:

“ Ma cosa?!”

“ Cosa diavolo è quella?!”

“ Ti presento l’arma di difesa suprema del Tekkai: lo scudo energetico denominato Aegis. Non importa quanto le tue armi siano potenti, nessun laser, proiettile o altra arma sarà in grado di colpirmi finché l’Aegis sarà attivo.”.

In quel momento i due cannoni Vulcan dell’Altair si staccarono:

“ Aegis, che nome buffo… se non sbaglio l’Egida ( in latino: aegis) era lo scudo della dea Atena; ora mi chiedo: sarà lo scudo di una dea o la spada di un angelo a trionfare!?” ( Nota: Durlindana o Durandal era la spada di Orlando; si dice che gli fosse stata donata da Carlo Magno che a sua volta l’aveva ricevuta in dono da un angelo).

“ Ehi, ma la tua voce… è diversa!”

“ Mary, perché ti sei intromessa!? Questa è la mia battaglia!”

“ Zitta sorella! è da tanto tempo che non provo una sensazione del genere! Voglio combattere, a qualsiasi costo!”

Mary sguainò Durandal e si lanciò contro la barriera del Tekkai, tentando di trapassarla con la lama:

“ Non funzionerà!”

“ Lo vedremo!!!”.

Quando la spada e la barriera si scontrarono, iniziarono a volare scintille: l’Aegis inizialmente riuscì a bloccare l’assalto ma la Durandal dopo pochi secondi riuscì a creare un foro nella barriera e ad avanzare di qualche centimetro:

“ Sei mio ora!!!”.

In quell’istante, però, dal braccio sinistro del tekkai fuoriuscì un cannone che sparò un raggio laser, mandando in pezzi l’Altair:

“ Ma cosa!?”

“ Siamo… sconfitte.”.

 

Maxuel corse a tirare fuori Shinny dalle macerie, constatando con gioia che la ragazza non aveva riportato nessuna ferita:

“ Accidenti, mi hai surclassato.”

“ Io te l’avevo detto che non avresti avuto possibilità… ma ammetto che l’ultimo attacco mi ha sorpreso: tra tutte le armi dei MAU, solo la lancia del Guren era riuscita a scalfire l’Aegis; quella spada, mi pare che tu l’abbia chiamata Durandal, di cos’è fatta? Chi l’ha costruita?”

“ Beh, è una lunga storia, meglio lasciar stare.”

“ Dubito che mi crederebbe.”

“ Anche se potente, però, credo che quell’arma possa dare di più.”

“ Cosa intendi?”

“ Non so bene come spiegarlo: è solo una sensazione ma credo che la Durandal ora sia paragonabile ad un bruco: pronta a mutare e a trasformarsi in una bellissima farfalla.”

“ Ah, capisco.”

“ Più o meno.”

“ E lo stesso vale per l’Altair; è vero, è arretrato secondo i parametri dei MAU di seconda generazione ma non ha paragoni con quelli di prima generazione; per questo io ho una proposta da farti: permettimi di aiutarti, di aggiornare l’Altair e di renderlo un robot inarrestabile.”.

Quella proposta rese molto felice Shinny che, senza pensarci, esclamò:

“ Accetto!”

“ Bene, sono certo che insieme riusciremo a rendere l’Altair superiore persino al leggendario Diridalus!”.

Fu allora che un sorriso volto a velare uno sguardo malinconico apparve sul viso della ragazza.

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Capitolo 50
*** Equestrian Altair ***


Maxuel portò Shinny nell’officina del padre; appena vide la costruzione, Mary ebbe un sussulto:

“ Cos’hai, Mary?”

“ Nulla… non era nulla.”.

Immediatamente davanti ai due ragazzi si parò il padre di lui: era un uomo robusto, con pochi capelli, una tuta da lavoro sporca di grasso ed un paio di vecchi occhiali:

“ Maxuel, sei stato via tanto; chi è questa ragazza?”

“ Lei è Shinny, papà, ed ha bisogno del nostro aiuto.”

“ Aiuto? Per cosa.”

“ Mostraglielo.”.

Fu allora che Shinny attivò il suo raccoglitore dimensionale facendo apparire ciò che restava dell’Altair:

“ Vorrei il suo aiuto per riparare e migliorare il mio Altair.”

“ Ah sì? E quanto saresti disposta a pagare?”

“ Non ho soldi con me purtroppo.”

“ Io non lavoro gratis, signorina.”

“ Avanti, papà! Ha bisogno di aiuto!”

“ Ho detto di no!”

“ Lascia parlare me, Shinny.”.

Fu proprio quando l’uomo si voltò di spalle per tornare al lavoro che Mary manifestò la sua presenza:

“ Allora, vecchio, hai già rinunciato al tuo sogno? Non vuoi ripetere il miracolo del Diridalus?!”.

La voce della ragazza paralizzò l’uomo che, voltandosi di scatto, la fissò dritta negli occhi:

“ Quello sguardo… non è possibile…. Mary???”

“ Ce ne hai messo di tempo, vecchio.”

“ Credevo che tu fossi…”

“ Morta? Beh, il mio corpo lo è; ora, però, non ho il tempo di spiegarti; ho 14 giorni per mettere a nuovo questo ammasso di lamiere, tu hai due scelte: aiutarmi e dar vita ad un nuovo miracolo o stare lì a guardare me crearne uno da sola!”

L’uomo rimase di stucco e, dopo qualche secondo di riflessione, esclamò:

“ Ti aiuterò ma solo per questa volta.”

“ Questo è lo spirito.”.

Maxuel e suo padre condussero Shinny in un altro hangar; lì, ammassati a terra o appesi alle pareti, decine di MAU stavano prendendo polvere:

“ Che posto è questo?”

“ Ti presento il luogo dove nascono e muoiono i MAU: a me piace chiamarlo l’Eden.”.

Osservandosi intorno con maggiore attenzione la ragazza si accorse che i robot erano ordinati secondo un determinato criterio: appesi alle pareti tramite dei fili di metalli vi erano nuovi esemplari di MAU, disposti con ordine nell’ala sud dell’hangar vi erano i prototipi; infine, nell’ala nord, sparsi ovunque c’erano vecchi robot danneggiati e prototipi scartati:

“ Bene, signorina, viaggia pure in tutto questo hangar e scegli tutti i pezzi che preferisci; se hai bisogno di consigli o altro, chiedi pure.”

“ La ringrazio.”.

Shinny iniziò a vagare osservando ad un ad uno tutti i robot appesi: riconobbe un Orion ed un Tekkai; si fermò ad osservare due robot di cui non riconosceva il modello ed ipotizzò che fossero il Guren ed il Milarose; del primo la colpirono gli equipaggiamenti installati nelle braccia mentre nel secondo elogiò il sistema di volo. Pensò che sarebbe stato perfetto se avesse potuto installare quei componenti e il sistema difensivo Aegis sul nuovo Altair; prese un foglietto e si segnò i componenti sopracitati, dopodiché continuò la sua esplorazione. Ad un certo punto la sua attenzione venne attratta da un prototipo: assomigliava al cannone al plasma del Draco ma era di dimensioni ridotte e possedeva alcuni componenti extra di cui non comprendeva l’utilità. Quando Maxuel la notò, si avvicinò esclamando:

“ Vedo che hai buon occhio: ti presento il Sagitto, il nuovo cannone al plasma che sarà installato sui MAU di terza generazione; a differenza del precedente modello, che occupava interamente un braccio del suo utilizzatore, questo si può facilmente equipaggiare sul polso ed ha una precisione chirurgica; abbiamo inoltre sistemato il problema del surriscaldamento installando un sistema di raffreddamento.”

“ Wow, è perfetto!”.

Shinny porse il foglietto che aveva scritto a Maxuel che, dopo averlo letto, esclamò:

“ Tutti componenti di prim’ordine… tu continua pure ad esplorare, io e mio padre intanto li recuperiamo.”.

La ragazza seguì il consiglio del giovane e continuò a vagare in mezzo ai prototipi; uno colpì nuovamente la sua attenzione: sembrava un lanciarazzi multiplo con 16 cannoni ma da nessuna parte Shinny riuscì a vedere dei missili; questa volta fu il padre di Maxuel ad avvicinarsi:

“ Quello lascialo perdere, è solo un ammasso di lamiere destinato alla distruzione.”

“ Che cos’è?”

“ Il cannone Hydra è un’arma d’assalto a proiettili laser ad altissima frequenza di tiro, o meglio dovrebbe esserlo.”

“ Cos’ha che non va?”

“ Nulla, il cannone in sé è perfetto ma richiede un quantitativo di energia talmente elevato che nessun robot sarebbe in grado di usarlo per più di un minuto.”

“ Capisco…”

“ Shinny, ragiona un po’ su ciò che ha appena detto; non ti viene in mente nulla?”

“ So cosa intendi, Mary, ma non sono sicura di riuscirci.”

“ Beh, provaci, cos’hai da perdere?”

“ Hai ragione!”

“ E se le dicessi che posso procurarle un motore in grado di produrre sufficiente energia, lei me li lascerebbe prendere?”

“ Certo, perché no?”

“ Allora mi porti il suo miglior motore.”

“ Non capisco cosa vuoi farci ma ti asseconderò.”.

L’uomo e suo figlio assecondarono Shinny, curiosi di scoprire le sue intenzioni:

“ Maxuel, tieni pronto il rilevatore di energia, sono curioso di vedere cosa vuole fare.”

“ Il suo sguardo… è lo stesso che il pilota del Diridalus aveva quel giorno.”

Shinny appoggiò la sua mano sul motore e si concentrò e dopo pochi istanti esclamò:

“ Upgrade!”.

In quel momento il motore iniziò a brillare e mutò drasticamente il suo aspetto, riducendo inoltre le sue dimensioni.

“ Che razza di stregoneria è questa?! Maxuel, cosa indica il rilevatore.”.

Il figlio, incredulo, rivolgendosi al padre disse:
“ Un motore perpetuo… è riuscita a creare un motore perpetuo!”

“ Un motore perpetuo… un nuovo miracolo, forse persino più grande, oggi si è verificato!”.

“ Ce l’ho fatta!”.

Shinny iniziò ad esultare davanti al suo risultato; Maxuel e suo padre corsero da lei e l’uomo esclamò:

“ Coraggio, che aspettiamo?Abbiamo un lavoro da finire!”

 

Dopo più di una settimana di lavoro, il nuovo Altair fu completato: la sua corazza, anche se esteticamente simile a quella del suo predecessore, era molto più leggera e resistente; il motore perpetuo gli garantì una durata di azione illimitata; 2 cannoni Hydra furono installati sulle sue spalle mentre il suo braccio sinistro venne equipaggiato con il Sagitto; La Durandal venne inserita orizzontalmente appena sotto la testa del robot, in modo da non dare problemi ai propulsori adibiti al volo, propulsori che permettevano di viaggiare ad una velocità massima di 200 km/h; il sistema difensivo Aegis venne reso operativo ed ulteriormente potenziato in modo da proteggere anche dai colpi al plasma; all’interno di ogni dito del nuovo MAU venne inserita una piccola carica esplosiva che poteva essere rilasciata all’evenienza; al suo pilota venne fornita una tuta protettiva che, inoltre, aumentò la sua sincronia con il mezzo; dotato di tutte queste qualità, il nuovo Altair, rinominato Equestrian Altair, era   pronto a qualsiasi sfida.

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Capitolo 51
*** l'infausta storia dei fratelli Hund ( versione poesia) ***


( Nota: questo flashback l’ho voluto scrivere con uno stile un po’ diverso, in parte perché la storia narrata è ispirata ad una canzone; se non vi piace, preferite lo riscriva normalmente o volete sapere quale sia la canzone, scrivetemelo in una recensione o in un messaggio e provvederò a ripubblicare il capitolo scrivendolo come al solito; buona lettura.).

 

 

 

A chi mi chiederà chi sono, io narrerò la mia storia, la storia degli infausti fratelli Hund; in vero fummo gemelli e nel piccolo regno di Prominence nascemmo; per un’antica tradizione mio fratello divenne principe ed io da lui fui separato. Mi venne insegnata l’arte del servire e del proteggere e per anni non vidi chi mio sangue condividere doveva;

 

A chi mi chiederà chi sono, io narrerò la mia storia, la storia degli infausti fratelli Hund; per un’antica tradizione mio fratello divenne re ed io fui suo servo. Per legge regale ai servi non è concesso parlare al loro padrone, anche se esso è fratello oltre che signore.

 

A chi mi chiederà chi sono, io narrerò la mia storia, la storia degli infausti fratelli Hund; un giorno in vero per ordine regale al paese vicino, il regno di un certo Xerxes, mi recai ed una ragazza incontrai; era bella assai ed il suo sorriso mi ammaliò e come nulla di lei mi innamorai; ma il mio re in vero aveva un ordine, che per un torto fatto, la ragazza doveva morire ed io obbedii; il mio signore con me si complimentò ma in cuor mio io non capivo perché dalle mie guance lacrime di dolore e non di gioia continuassero a scendere.

 

A chi mi chiederà chi sono, io narrerò la mia storia, la storia degli infausti fratelli Hund; le richieste del mio signore col tempo crebbero assai e dopo poco compresi che di mio fratello in lui non vi era più nulla ormai; a stragi e torture io partecipai perché un servo la parola no al suo re non può dir giammai.

 

A chi mi chiederà chi sono, io narrerò la mia storia, la storia degli infausti fratelli Hund; una notte di tempesta mi feci coraggio e nella camera del mio signore andai; ad un assassinio per giustizia pensai ma in vero di farlo non ebbi la forza infine, perché dell’uccidere un fratello il mio cuor non era affine.

 

A chi mi chiederà chi sono, io narrerò la mia storia, la storia degli infausti fratelli Hund; molto presto il regno giunse al termine e con esso ai nostri ruoli venne data una fine; il popolo in ribellione ci attaccò e il coro delle loro urla dalle nostre orecchie neanche per un secondo si staccò: che il re si faccia avanti, questo chiedevano e ordinavano.

 

A chi mi chiederà chi sono, io narrerò la mia storia, la storia degli infausti fratelli Hund; e le parole che ti dissi allora, caro fratello, io giammai le potrò dimenticare, poiché furono le prime e le ultime che alle tue orecchie io potei pronunciare:

 

“ Ti dono i miei vestiti, caro fratello;

indossali subito e va via da qui;

andrà tutto bene,

dopotutto siamo gemelli

ed io sarò qui quando 

arriveranno;

non sapranno che sei andato via

perché noi siamo uguali.”.

 

A chi mi chiederà chi sono, io narrerò la mia storia, la storia degli infausti fratelli Hund; e fu così che divenni da servo signore, anche se alla mia fine ormai mancavano poche ore; venni condotto al patibolo e ammetto che contai ogni passo che c’era tra me ed il mio trapasso; non vennero chieste le mie ultime parole ma, quando scorsi in lontananza il fratello che avevo protetto da ogni male, pensai che sarebbero sicuramente state:

 

“ Ti voglio bene.”

 

A chi mi chiederà chi sono, io dirò che la mia storia, la storia degli infausti fratelli Hund è ormai finita; è giunta l’ora che io, Alphonse Hund, sperando con la mia storia di avervi lasciati di sasso, mi sieda tra il pubblico ed a mio fratello Edward ceda il passo; spererò alla fin di poter applaudir con un gran fracasso.

 

 

 

 

 

Note dell’autore: so di non avere un futuro come poeta XD Voglio ringraziare tutti quelli che continuano a seguirmi ( sperando di essere all’altezza delle loro aspettative) e sapere se vi piace la mia storia; dato lo scarso numero di recensioni, non riesco a capire se sto scrivendo una bella storia o meno……

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Capitolo 52
*** hitman, shinigami e rimpianti ***


“ Allora, assassino, mi mostrerai cosa sai fare o mi lascerai prendere la tua anima senza difenderti?”

“ Sarei tentato di scegliere la seconda opzione, sai, l’aldilà mi ha sempre attirato, ma credo che propenderò per la prima; ho fatto molte cose sbagliate e voglio ripulirmi la coscienza prima di incontrare il tristo mietitore.”.

Jolly estrasse due pugnali dalla sua cintura, tenendoli alla rovescia:

“ Fatti sotto, shinigami!”

“ Alle mie vittime lascio scegliere il modo in cui vogliono morire per cui decidi: Spada o falce?”

“ Ho sempre sognato di vedere la falce di uno shinigami.”

“ Benissimo! Traghetta le anime all’aldilà, Undertaker!”.

Tra le mani di Ukyo apparve una lunga falce argentata con la lama ricurva ed il manico composto da ossa di demoni:

“ Wow, bell’arma.”

“ Ti consiglio di stare attento: è affilata e fa un gran male!”.

Ukyo si lanciò a gran velocità contro Edward, sferrandogli un colpo con la sua arma; Jolly tentò di proteggersi con i pugnali ma essi si frantumarono come fossero di vetro; riuscendo a reagire prontamente, il giovane scattò indietro, riuscendo ad evitare l’attacco:

“ Sei rapido, assassino.”

“ La velocità è necessaria se si vuole fare il mio mestiere.”

“ In compenso vedo che i tuoi pugnali non sono all’altezza: è bastato un colpo per mandarli in frantumi.”

“ Non ti preoccupare, ho molte altre armi oltre i pugnali; Arumeria!”.

Tra le mani di Jolly apparirono due Desert Eagle con cui iniziò a fare fuoco; Ukyo iniziò a roteare a grande velocità la sua arma, deviando i proiettili; Edward scattò di lato e continuò a sparare; uno dei proiettili forò la giacca di Ukyo che, indispettito, decise di smettere di difendersi; iniziò a correre verso Jolly incurante dei proiettili che lo colpivano di striscio e tentò un fendente alla gola; un’istante prima di essere colpito, però, l’assassino lanciò le pistole in aria e scattò in avanti abbassandosi; estrasse un pugnale e tentò un affondo al petto; Ukyo tenne ben saldi i piedi a terra ed piegò la schiena all’indietro per evitare l’attacco, dopodiché, senza cambiare posizione, affondò la sua falce nella spalla destro del giovane; sopportando il dolore, Edward piantò il suo pugnale nella pancia dello shinigami, afferrando poi una delle pistole che stava ricadendo e sparandogli nell’occhio sinistro; Ukyo crollò al suolo e Jolly si tolse la lama dalla spalla, indietreggiando subito dopo:

“ Sistemato.”.

Dopo pochi secondi, sorprendendo l’assassino, Ukyo si rimise in piedi, estraendosi il pugnale dallo stomaco:

“ Kite ha ragione: sei pigro e dai tutto per scontato; devo ammettere, però, che sei forte… o forse sono io che sono fuori allenamento.”

“ Parole audaci per uno che ha un proiettili nel cervello.”

“ Ah, giusto, dimenticavo.”.

Ukyo si conficcò due dita nel foro del proiettile e tirò fuori il proiettile; la sua ferita guarì quasi immediatamente ed il suo occhio sinistro tornò a vedere:

“ Così va meglio.”

“ Capisco, non riuscirò ad abbatterti con delle normali armi umane; immagino che dovrò iniziare a fare sul serio.”

“ Proprio di questo stavo parlando: sei pigro, infatti non ti impegni mai seriamente in una battaglia finché non sei con le spalle al muro.”

“ Ma stai zitto, maggiordomo.”

“ Te l’ho già detto: non sottovalutare i maggiordomi, non sai quanto possono essere diabolici.”

“ Basta parlare.”.

Lasciate cadere le sue pistole e pronunciato nuovamente l’incantesimo, Jolly impugnò un lungo pugnale con la lama nera attraversata da una sottile linea ondulata rossa:

“ Sarebbe quella la tua arma segreta? Mi domando quale grande potere possa esserci dentro quello spadino.”.

Jolly iniziò a ruotare tra le mani la sua arma e con voce pacata disse:

“ Prima di iniziare, permettimi di porti una domanda.”

“ Chiedi pure.”

“ Qual’è il requisito più importante per un assassino?”

“ Domanda interessante… io credo che l’essere veloce e silenzioso siano entrambi importanti.”

“ La tua è una risposta intelligente…”.

In quell’istante Jolly scomparve riapparendo alle spalle dello shinigami:

“ … ma sbagliata!”.

L’assassino tentò un affondo alla gola ma Ukyo si abbassò appena in tempo e con un veloce fendente tagliò il suo avversario in due:
“ Eliminato.”

In quell’istante, però, il corpo di Jolly prese fuoco, dissolvendosi e riapparendo tutto intero a pochi metri di distanza:

“ Il requisito fondamentale per un assassino è quello di saper cogliere di sorpresa il proprio bersaglio.”

“ Era un’illusione?!”

“ Bingo, risposta esatta, maggiordomo; la mia cara Shinkiro ( miraggio) è in grado di creare delle potenti illusioni intrappolando chiunque la fissi.”

“ Maledizione…”

“ Non riuscirai più a capire se chi ti attacca è un’illusione o una realtà.”.

Ukyo cercò di restare calmo e di analizzare la situazione ma Jolly non gliene diede il tempo: si scagliò contro di lui tentando un affondo ma lo shinigami lo fermò con la falce; in quell’istante, però, una lama gli trapassò la spalla:

“ Fregato di nuovo!”.

Ukyo si voltò per colpire il suo assalitore ma era sparito di nuovo:

“ Maledetto!”.

In quel momento notò una pioggia di pugnali cadergli addosso dall’alto e si gettò di lato, venendo tuttavia nuovamente colpito da un fendente di Jolly:

“ Devo riflettere… ci sarà un modo per distinguere illusione e realtà: un’ombra, un rumore…. aspetta, un rumore! Quei pugnali non hanno fatto rumore cadendo a terra; questo significa che le illusioni sono solo visive!”.

Ukyo chiuse gli occhi concentrando al massimo il suo udito:

“ Dove sei? Vieni fuori, coraggio… un rumore!”.

Lo shinigami spalancò gli occhi sferrando un colpo sopra la sua testa e colpendo il ventre dell’assassino; con uno scatto repentino afferrò la spada del suo avversario, piantandola nel terreno:

“ Presa!”

“ Maledetto, hai svelato il mio inganno!”

“ Questa spada è utile ma chiunque ragionando comprenderebbe un trucco del genere. Dato che sei un umano, direi che la battaglia è finita: quelle ferite sono gravi e se non ti curi morirai dissanguato.”

“ Tu non ti preoccupare, continuiamo pure; ho ancora un trucchetto da mostrarti.”

“ Immagino tu ti riferisca alla tua abilità innata.”

“ Indovinato, maggiordomo, parlo proprio di quella.”

Jolly afferrò uno dei suoi pugnale ed esclamò:

“ Non importa quanto io sia ferito, finché avrò la mia abilità innata…”

L’assassino si conficcò il pugnale nella mano:

“ … il dissanguamento non sarà mai un problema.”.

In quell’istante il sangue smise di fuoriuscire dal corpo del giovane fatta eccezione per la sua mano, da cui invece né uscì un ingente quantitativo; tutto quel liquido divenne solido e si tramutò in una spada:

“ Puoi controllare il tuo stesso sangue, interessante.”

“ Già… utile, vero? Soprattutto perché anche addosso a te c’è del mio sangue!”. 

In quel momento il petto, la guancia e la gamba sinistra di Ukyo vennero trapassate da alcune gocce di sangue che, cadute addosso allo shinigami durante lo scontro, erano diventate solide e taglienti come lame; il maggiordomo barcollò per qualche istante prima di tornare stabile:

“ Bel colpo, assassino, un’arma davvero ingegnosa.”

“ Mi sto divertendo a combattere con te.”

“ Anche io, soprattutto perché, ora che so che per quante ferite ti infligga tu non ti arrenderai, posso sfogarmi liberamente!”.

 

Il duello tra i due guerrieri andò avanti per tutto il giorno, terminando solo quando Jolly esaurì le forze:

“ Come fai ad essere ancora così pieno di energie?! Io sono stremato!”

“ Semplicemente perché sono più forte di te.”

“ Ma se abbiamo mandato a segno lo stesso numero di colpi!”

“ Ma io mi sono curato dopo ogni tuo attacco, quindi, a differenza tua, non ho fatto fatica a tenere il ritmo dell’incontro.”

“ Ammetto, però, che, se anche lui fosse uno shinigami, non saprei dire chi di noi vincerebbe.”

“ A proposito, è meglio che io ti curi quelle ferite.”

“ Non c’è fretta, tanto non mi sto dissanguando.”

“ Ma il dolore lo senti ed i tessuti intorno alle ferite stanno iniziando a necrotizzare.”

“ Cosa vorrebbe dire?”

“ In breve, che ti stai decomponendo.”

“ Come!?”

“ Stai calmo, ti curo subito.”.

In poco più di dieci minuti, Ukyo riuscì a guarire tutte le ferite del giovane Edward:

“ Così dovrebbe andare; il tuo organismo sostituirà le cellule morte in qualche ora; riposati ora, io vado a procurarci del cibo da mangiare.”.

Lo shinigami si incamminò verso il boschetto che c’era lì vicino, venendo tuttavia richiamato dalla voce di Edward:

“ Ukyo!”

“ Che vuoi?”

“ Domani vincerò io!”

“ Sogna pure, bamboccio.”

 

Mentre osservava quello fautore di morte allontanarsi, Jolly non poté fare a meno di notare quanto assomigliasse al suo povero fratello:

“ Ho commesso troppi errori nella mia vita e qualcun altro al mio posto ne ha pagato le conseguenze; è diventato re il gemello sbagliato e quello giusto con la morte ha pagato; si dice che chi diventa assassino lo fa perché non può scagliarsi contro chi veramente vorrebbe; ebbene per me, Edward D. Hund, quel bersaglio sono io stesso; sarebbe la cosa giusta uccidermi ma in questo modo renderei vano il sacrificio compiuto da mio fratello per cui io vagherò su questa terra per redimere la mia coscienza eliminando tutti coloro che, come me, badano solo a loro stessi senza mai pensare agli altri.”

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Capitolo 53
*** Colloquio ***


“ Non mi è mai importato davvero di chi fossero i miei genitori; il maestro Mick mi ha cresciuto e non ho mai sentito il bisogno di cercarli; io sono e sarò sempre solo Lucifer, umano o elfo non ha importanza.”

L’evocatore balzò in piedi e, avvicinandosi a Malchior, esclamò:

“ Da quel che ho letto nei libri, gli elfi possono comunicare con la natura ed entrare in sintonia con ogni sorta di creatura; ti prego, insegnami a farlo.”

“ Sono felice di aiutare un mio simile, ti aiuterò con piacere; vieni con me.”

“ Sì, vieni, Medea.”.

Seguendo l’elfo, Lucifer e Medea giunsero di fronte ad un gigantesco melo:

“ Cosa siamo venuti a fare qui?”

“ Osserva.”.

Malchior prese una mela dall’albero:

“ Grazie per questo frutto che mi offri, possente albero.”.

Estratti due semi dalla mela, l’elfo né piantò uno nel terreno, dopodiché esclamò:

“ Natura che ci circonda, ti prego, fai a noi questo dono e dai la forza a questo seme di germogliare.”.

Fu allora che dal terreno spuntò una piantina che in un attimo si trasformò in un grosso albero ricco di nuovi frutti; Lucifer e Medea rimasero estasiati da quello spettacolo; Malchior si avvicinò all’evocatore e, porgendogli il seme rimasto, disse:

“ Avanti, provaci.”

“ Come?”

“ Devi imparare a comunicare con la natura: svuota la mente ed accettala come parte di te; solo così lei ti ascolterà.”.

Anche se non comprendeva molto bene cosa l’elfo intendesse, Lucifer prese il seme e, dopo aver scavato una piccola buca, ce lo gettò dentro, ricoprendolo con della terra:

“ Natura benevola, io ti chiedo di far germogliare questo seme con la tua grande potenza!”.

Non successe nulla:

“ Dove ho sbagliato?”

“ La natura non risponde alle tue parole ma al tuo cuore.”

“ Non riesco a capire.”

“ Continua a provare, prima o poi ci riuscirai.”

Senza dire altro, Malchior si allontanò verso la direzione da cui era arrivato; Lucifer, non facendoci neppure caso, continuò a provare:

“ Natura, natura, fammi questo dono, fai germogliare questo seme.”.

Come nel precedente tentativo, non accadde nulla:

“ Riproviamo!”

 

Lucifer rimase seduto davanti a quel seme per più di tre ore, continuando a provare e riprovare senza, tuttavia, arrivare a niente:

“ Ci rinuncio! Si vede che non ho ereditato i poteri da elfo!”.

Fu allora che Medea esclamò:

“ Tu lo hai già fatto; prima di lasciare casa di Soru, tu hai comunicato alla natura il tuo dispiacere e sono certa che lei ti abbia ascoltato.”

“ Ma come posso sincronizzare il mio cuore con quello di qualcun altro?”

“ Lo hai già fatto tante volte; tu sei un evocatore ed io, come Akai, Ambra e gli altri, sono divenuta parte di te quando ci siamo legati. Fallo ancora, apri alla natura il tuo cuore come lo hai aperto a noi!”.

Sentendo quelle parole, Lucifer riacquistò fiducia in se stesso:

“ Grazie, Medea.”

“ Di nulla.”

L’evocatore appoggiò le mani sul terreno davanti a sé e chiuse gli occhi:

“ La natura è parte di me ed io sono parte di lei, un solo corpo, un solo spirito, una sola entità.”

Lucifer spalancò i suoi occhi che in un lampo divennero color ambra lucente:

“ Natura madre, io ti convoco in mia aiuto, concedi a me, tuo devoto figlio, la tua grande benevolenza; fai germogliare questo seme affinché i frutti che nasceranno possano saziare i tuoi figli!”.

Fu allora che la terra iniziò a tremare e dal terreno fuoriuscì un gigantesco melo che crebbe fino quasi a raggiungere il cielo:

“ Io… ce l’ho fatta… ce l’ho fatta!!!”.

Malchior, che da lontano osservava la scena, non poté fare a meno di rallegrarsi di quella scena:

“ Avevo ragione, quel ragazzo è pieno di talento; aveva solo bisogno della spinta giusta per sbocciare.”

 

 

 

“ Quanto manca?”

“ Siamo arrivati, quella laggiù è la sua dimora.”

“ Abbiamo visite.”.

Solomon e Kite, che stavano sorvolando il castello in cui dimorava Asmodeus, vennero accerchiati in un istante da uno stormo di arpie e di demoni volanti:

“ Immagino che questo non sia il comitato d’accoglienza.”

“ Dipende cosa intendi con accoglienza…”

“ Spiritoso; tu assicurati di non farmi cadere, a sistemarli ci penso.”

 

Fu allora che uno dei demoni parlò:

“ Lord Asmodeus ha ordinato di condurre solamente il maestro Solomon al suo cospetto; l’intruso dovrà aspettare fuori.”

“ Col cavolo che me ne sto qui buono buono ad attendere!”

“ Kite è il mio fedele servitore, verrà con me all’interno.”

“ La vostra richiesta non può essere assecondata, maestro Solomon.”

“ Neanche se fosse Lucifero in persona a chiederlo?”.

A quella domanda, tutti i demoni si paralizzarono:

“ La nostra presenza è stata richiesta da Lucifero in persona; osereste disobbedire ad un suo ordine, forse?”

“ Come possiamo sapere che è la verità?”

“ Se volete posso portarlo qui per darvi la conferma, ma sapete, è di cattivo umore in questi giorni, non vorrei che si arrabbiasse.”

Senza esitare, tutto il battaglione aereo lasciò passare i due guerrieri millenari, che in un lampo furono all’interno della reggia:

“ Sei bravo a bluffare.”

“ In duemila anni se ne imparano di cose.”.

 

Giunti alla sala del trono, Alexander e Kite si ritrovarono davanti i 4 generali di Asmodeus, appoggiati ognuno ad una delle pareti della stanza; al centro era posizionato il trono e sopra di esso sedeva il padrone del castello, il grande Asmodeus; il suo aspetto era molto diverso da quello che Kite aveva visto nei ricordi di Dark: il suo corpo demoniaco, che prima somigliava a quello di un giovane uomo con occhi felini e lunghi capelli rossi che scendevano lungo la schiena ostacolati solo dalle sue grandi corna, ora era deperito, quasi scheletrico; la sua pelle era pallida come se non avesse mai visto la luce del sole; i suoi occhi, tuttavia, non avevano perso il loro ardore e, come simbolo del suo potere, incutevano terrore e rispetto a chiunque li incontrassi con lo sguardo. Di fronte a quell’essere, persino Kite provò la paura della morte. Solomon, invece, abituatosi a quegli occhi scarlatti, dopo qualche secondo si decise a parlare:

“ Ti vedo deperito, Asmodeus, deve mancare davvero poco al giorno del rituale.”.

Al suono di quelle parole, i 4 generali fulminarono il re caduto con lo sguardo; sembrò che da un momento all’altro una violenta battaglia si sarebbe scatenata; in quel momento, però, il signore del castello prese la parola:

“ Lasciateci soli.”.

I 4 demoni obbedirono senza esitazione e lasciarono la stanza:

“ Vai anche tu, Kite.”

“ D’accordo; credo che mi divertirò per un po’ con quei 4 là fuori.”.

Rimasti soli, Solomon e Asmodeus si decisero ad arrivare al punto:

“ Cosa ti porta qui, maestro?”

“ Come se tu non lo sapessi: hai provato ad assassinare le rondini. Hai una spiegazione o devo considerarlo un atto di tradimento?”

“ La mia fedeltà a te non è in discussione ed il mio operato presto te ne darà una dimostrazione.”.

In quel momento Asmodeus iniziò a tossire sempre più forte:

“ Stai ritardando troppo il rituale, scegli uno degli Shujin e portalo a termine o morirai!”

“ Non posso ancora fare ciò che mi chiedi; il rituale richiede tempo ed io non posso assentarmi dai miei doveri proprio ora che il pericolo è così vicino…”

“ In questo modo andrai incontro a morte certa!”

“ E sia! Se la morte è il prezzo da pagare per proteggerti, la accetterò senza indugio!”

“ Basta indugiare, Asmodeus, quali sono le motivazioni del tuo operato?!”

“ Non posso dirtele ancora; non finché le sabbie della clessidra non riprenderanno a scorrere.”.

Fu a quelle parole che Solomon comprese qualcosa:

“ Asmodeus, io non comprendo le tue azioni e le tue spiegazioni non sono soddisfacenti; non posso fare a meno di avvertirti: se attaccherai ancora le rondini, sarò io quello che dovrai affrontare.”

“ Se per proteggerti dovrò diventare tuo nemico, così sia.”

“ Addio Asmodeus; non temere, la mia ira non è su di te.”.

 

Abbandonato il castello del demone, Dark e Kite tornarono al luogo dove dieci giorni dopo avrebbero dovuto incontrare le altre rondini. Poco dopo il loro arrivo, tuttavia, una figura si palesò al loro cospetto: aveva dei corti capelli grigi, una barba leggera, due grosse ali nere da corvo ed una lunga tunica color ferro addosso:

“ Solomon, re di Israele.”

“ Cosa ci fai qui, Ezechiele, messaggero dei caduti?”

“ Ho un messaggio dal re e dalla regina; richiedono immediatamente la tua presenza.”

“ Dì pure loro che sono di cattivo umore e che, quando avrò voglia di incontrarli, glielo farò sapere.”

“ Sono costretto ad insistere, Solomon, riguarda una delle tue rondini, Fuyuko.”.

A quelle parole, Dark si aprì in un sorriso beffardo:

“ Fammi strada, Ezechiele, mi divertirò un po’ con i tuoi signori, magari mi passerà il malumore.”.

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Capitolo 54
*** angeli caduti ***


“ Ehi! Fatemi uscire da qui!”

“ Fai silenzio, prigioniera! Il re e la regina hanno ordinato che tu rimanga qui fino alla fine del loro colloquio con Solomon.”

“ Dark?!”

“ Non resterò in questa specie di galera un istante di più! Kokyu!”

Darksoul scagliò una sfera di energia bianca contro le sbarre della sua cella ma esse non si scalfirono neppure e, al contrario, la colpirono con una scarica elettrica che la spinse a terra:

“ Inutile, le sbarre e le pareti della tua cella sono protette da potenti incantesimi che bloccheranno ogni tuo tentativo di fuga.”

“ Maledizione!”.

 

 

Condotto da Ezechiele, Dark giunse ben presto alla dimora dei sovrani dei caduti; appena varcò la soglia della sala del trono, una voce femminile lo accolse:

“ Finalmente sei arrivato, mezzo sangue.”

“ Parole audaci dette da colei che peccò per prima, Eva.”

Fu allora che un’altra voce, quella di un uomo, parlò ferocemente:

“ Porta rispetto ed inchinati di fronte alla regina degli angeli neri.”

“ In vero non è lei la regina e tu, Adamo, dovresti saperlo meglio di chiunque.”.

Fu allora che le due figure decisero di mostrarsi: Adamo era un uomo barbuto con i capelli castani ed una pelle leggermente abbronzata; Eva, invece, aveva dei lunghi capelli biondi ed un colorito bianco come una perla; due corone scintillavano sulle loro teste:

“ Finalmente mostrate le vostre facce, primi peccatori.”

“ Come osi mancarci di rispetto, Solomon!?”

“ Come osate voi rapire un membro del mio popolo!”

“ I caduti hanno deciso di restare neutrali in questa guerra tra te e Uriel e Fuyuko, come angelo nero, rispetterà questa decisione.”

“ I caduti hanno deciso, quanta falsità! Siete voi due ad aver tanto paura di affrontare gli angeli da nascondervi dietro tali menzogne!”

“ Hai superato ogni limite, Solomon! Guardie, arrestatelo!”.

In un istante la sala si riempì di angeli neri armati fino ai denti:

“ Fatevi sotto!”.

I caduti si lanciarono contro Dark tentando di affondare le loro lame; l’angelo, tuttavia, eresse una barriera che respinse tutti i loro colpi:

“ Perite all’Inferno! Ryudon!”.

Dalle mani di Solomon fuoriuscirono due fiammate enormi che scaraventarono tutti gli angeli neri, devastando i loro corpi con profonde ustioni; di fronte a quella manifestazione di forza, Adamo ed Eva rimasero scossi:

“ è più forte del previsto.”

“ Dopotutto ha domato persino Lucifero.”

“ Belial, vieni, è il tuo turno!”.

In un istante un possente angelo con gigantesche ali nere macchiate di sangue ed una grossa falce in mano varcò l’entrata:

“ Mi avete chiamato, lord Adamo?”

“ Sconfiggi Solomon!”.

Appena vide quella figura, lo sguardo beffardo di Dark divenne estremamente serio:

“ Quella è la falce di Dante!”

“ Per la precisione sono 9 parti del demone.”

“ Quel sangue…”

“ Ah, appartiene alla ragazza che impugnava gli ultimi tre frammenti che ho recuperato.”

“ Fuyuko!”

La calma glaciale di Solomon si incenerì lasciando dietro di sé solo rabbia:

“ Non avresti dovuto toccarla! Me la pagherai!!!”.

Il castello iniziò a tremare e tra le mani del re caduto apparve una grande falce argentata con la lama nera; al solo veder quell’arma, Adamo ed Eva sbiancarono:

“ Muori, Belial!”.

Dark si scagliò contro l’angelo nero, iniziando ad incalzarlo con la sua falce; a fatica Belial riuscì a fermare quei fendenti, il cui solo spostamento d’aria gli lacerava la carne. Ogni volta che provava ad indietreggiare per sfruttare i poteri di Dante, Solomon aumentava la sua velocità e l’intensità dei suoi colpi, non dandogli tregua.

Dopo pochi minuti, Belial non riuscì più a reggere il ritmo e la sua arma gli volò via dalle mani:

“ Ora muori!!!”.

Un’istante prima che la lama di Dark colpisse Belial, un proiettile gli sfiorò la guancia e colpì la sua falce, deviandone la traiettoria; il re caduto si voltò verso l’entrata e vide Kite con in mano una pistola fumante:

“ Perché mi hai fermato, Kite?!”

L’uomo, tenendo stretta tra i denti una sigaretta, esclamò:

“ La rabbia ti acceca, Solomon; non è il caso di inimicarsi un altro popolo.”

“ Ma Fuyuko…!”

“ Calmati e concentrati; non percepisci la sua presenza nei sotterranei?”.

Solo in quel momento Dark si accorse dell’aura di Darksoul proveniente da sotto i suoi piedi:

“ Come posso non essermene accorto?!”

“ Inoltre, non c’è bisogno di fare tanta confusione per liberarla; ho portato qui colei che fa al caso nostro.”.

Fu allora che attraversò il portone una donna con un giovanile aspetto, due grandi occhi color nocciola, dei lunghi e fluenti capelli neri e grandi ali oscure; indossava una lunga veste bianca di lino ed un grosso smeraldo splendeva legato al suo collo; la sua sola apparizione, fece cessare le ostilità; gli angeli caduti si inginocchiarono, Solomon ritrasse la sua arma e si inchinò anch’egli al cospetto di tale presenza in segno di rispetto; solo Adamo ed Eva restarono in piedi, impietriti tuttavia da questa sorprendente apparizione; la donna si voltò verso il suo popolo e, osservando le loro bruciature, non poté fare a meno di rammaricarsene:

“ Cotanto dolore non si addice a coloro che già tanto ne hanno provato.”.

Bastò un gesto della sua mano e tutte le ferite guarirono, gli odi si dissiparono e ciò che era stato distrutto si riparò; solo quando tutto fu nuovamente in ordine la donna posò il suo sguardo su Solomon e pronunciò parole cariche di sconforto:

“ Solomon, re d’Israele, il mio popolo ti deve delle scuse per il suo operato; provvederò immediatamente a far liberare la prigioniera.”

“ Ti ringrazio, lady Lilith, regina degli angeli neri.”

“ Non hai bisogno di inchinarti, Solomon; ciò non si addice all’araldo di Lucifero.”.

Udite quelle parole, Dark si rimise in piedi, rivolgendo il suo sguardo ad Adamo ed Eva; Lilith si avvicinò loro per parlare ma Adamo la anticipò:

“ Dopo tutti questi secoli osi ancora mostrare la tua lurida faccia di fronte a noi!? Tu saresti dovuta essere la regina, invece hai abbandonato il tuo popolo!”.

Eva proseguì:

“ Non hai più il diritto di comandare! Lo hai perso quando hai deciso di viaggiare invece di restare qui con noi!”.

Fu allora che Lilith si voltò di spalle per rivolgere nuovamente la parola al re d’Israele:

“ Fai sparire le mura del castello, sarà il popolo a decidere cosa fare.”.

Senza la minima esitazione, Solomon schioccò le dita e tutti i mattoni che componevano il castello si sollevarono da terra, svanendo subito dopo; tutti rimasero meravigliati di fronte a quello spettacolo: migliaia di angeli neri si erano radunati intorno alle mura ormai svanite del castello:

“ Ma cosa?!”

“ Ogni angelo nero oggi mi ha seguito in questo luogo; tutto il nostro popolo è qui e può ascoltare le mie parole.”.

Lilith materializzò un lungo scettro e tracciò nel terreno una grossa linea che divideva lei da tutti gli altri:

“ Miei fratelli e sorelle, ognuno di voi conosce la situazione attuale: una violenta guerra sta per scoppiare e voi siete portati a prendere una scelta: tutti coloro che ritengono giusto combattere al fianco di Solomon e di Lucifero nella guerra contro Uriel mi raggiungano da questa parte della riga.”.

Fu allora che tutti i caduti presero la loro decisione: i primi ad attraversare la linea furono i genitori di Fuyuko; poi toccò agli abitanti di Calderon; alla fine tutti i caduti si schierarono al fianco di Lilith che, osservando Adamo ed Eva, rimasti gli unici ad opporsi, esclamò:

“ Quando me ne andai, lo feci perché non mi ritenni adatta a governare un popolo tanto grande ma promisi che, se fosse stato necessario, sarei tornata per aiutare i miei fratelli; Adamo, Eva, oggi non sono io che vi chiedo di cambiare, è il vostro popolo a farlo.”.

Fu allora che anche Adamo ed Eva attraversarono la linea e si inchinarono di fronte a Lilith; Eva si tolse la corona e la adagiò sul capo della sua signora:

“ Questa spetta a te.”.

Lilith sorrise e alzò il suo scettro:

“ Mio popolo, tornate alle vostre case, riposate, state vicini ai vostri familiari ma siate pronti: presto la chiamata alle armi arriverà.”.

In un attimo l’enorme folla creatasi si disperdette e la regina scese nei sotterranei, liberando Darksoul dalla sua prigionia:

“ Sei libera, Fuyuko.”.

L’angelo nero uscì dalla sua cella, ringraziando Lilith ed inchinandosi al suo cospetto:

“ Alzati, non devi essere così formale con me.”.

Ascoltandola, Darksoul si rimise in piedi e le due tornarono in superficie; Fuyuko si meravigliò di vedere lì Dark e Kite ma comprese subito il motivo della loro presenza; notò subito dopo la falce di Dante, stretta tra le mani di Belial, e, con aria di sfida, esclamò:

“ Ehi, tu! Voglio la rivincita! Non me ne andrò senza quella falce.”.

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Capitolo 55
*** Duello! ***


Lilith, osservando della giovane Fuyuko, sorrise pensando che aveva un carattere molto simile al suo:

“ Sono d’accordo, affrontatevi in una bella rivincita: chi vincerà, otterrà la falce di Dante come premio; Fuyuko, ti rendi conto però che questo significa che dovrai scontrarti contro la tua vecchia arma?”

“ Ne sono consapevole ma non mi tirerò indietro.”

“ Belial, tu sei pronto a combattere?”

“ Sono pronto, vostra maestà.”

“ Allora direi che possiamo procedere alla battaglia; Solomon, ti dispiacerebbe creare un campo da battaglia adatto, per favore?”

“ Non approfittarti troppo della mia disponibilità, Lilith, il mio rispetto per te ha dei limiti.”.

Dark schioccò le dita ed in un istante tutti i blocchi di pietra che prima componevano il castello si disposero a diversi metri di altezza, creando una immensa arena; Darksoul e Belial raggiunsero in un attimo la costruzione, seguiti a breve distanza dagli altri:

“ Che la battaglia abbia inizio!”.

Darksoul sguainò Raion e decise di fare la prima mossa:

“ Zereshunaida!”.

Un pioggia di frecce di energia si diresse verso Belial a grande velocità; l’angelo nero spiccò il volo scattando di lato per evitarle ma si ritrovò immediatamente davanti Fuyuko, che gli sferrò un colpo di falce contro la spalla destra:

“ Era una trappola!”.

Belial prontamente frappose la falce di Dante, evitando di essere ferito:

“ Pensi di poter battermi battere con quel giocattolino!?”

“ No, spero che ti distragga abbastanza!”.

Fu allora che Pegaso si manifestò alle spalle di Belial e, con un solo battito delle sue possenti ali, generò una folata d’aria che travolse l’angelo nero, scaraventandolo a terra:

“ Hoko no Raion!”.

Una potente onda di energia scaturì dalla falce di Darksoul dirigendosi verso l’angelo ancora a terra; un attimo prima che il colpo andasse a segno, tuttavia, Belial scattò in piedi afferrando la falce:

“ Sakugen!”.

L’attacco lanciato dall’angelo neutralizzò quello della rondine, continuando poi la sua corsa verso Darksoul:

“ Ha fatto in tempo a reagire ma il suo colpo si è indebolito dopo il primo impatto.”

“ Barudo!”.

Una barriera si eresse a difesa di Fuyuko, disperdendo l’attacco nemico:

“ Non mi batterai, Fuyuko!”.

Dalla falce di Dante scaturirono delle gigantesche fiamme che circondarono Belial generando una difesa apparentemente impenetrabile:

“ La quantità di fiamme che può richiamare è decisamente maggiore di prima, si vede che Dante ha riacquistato quasi tutto il suo potere; non mi lascerò intimorire, sferrerò un colpo che spazzerà via quella difesa!”.

Un istante prima che Fuyuko potesse agire, Belial attivò un’altra abilità della sua falce:

“ Promessa: non usare la magia!”.

Il simbolo di Dante apparve sulla fronte di Darksoul, obbligandola a rinunciare all’utilizzo dei suoi incantesimi:

“ Maledizione! Mi ha fregato; non mi resta che attaccare e sperare di andare a segno!”.

“ Pegaso, tu resta indietro per ora.”

“ Sì.”.

Darksoul spiegò le ali lanciandosi contro le fiamme:

“ Ranburu no Raion!”.

L’attacco scatenato da Fuyuko riuscì ad aprirle un piccolo varco tra le fiamme che, tuttavia, si richiuse prima che lei riuscisse ad attraversarlo:

“ Sei mia! Fiammata sterminatrice demoniaca!”.

Un gigantesco ammasso di fuoco si lanciò contro Darksoul che, nonostante la sua grande velocità, non riuscì a scansarlo in tempo:

“ Ranburu no Raion!”.

L’attacco di Belial travolse la rondine, scaraventandola a terra:

“ Ho vinto!”

“ Non… ancora…”.

Con grande fatica Darksoul si rimise in piedi afferrando con tutta la forza che aveva Raion.

“ Capisco… quell’attacco che hai sferrato all’ultimo istante ha deviato la traiettoria del mio colpo, impedendogli di andare completamente a segno…”

Pegaso, vedendo la sua compagna in difficoltà, si mise al suo fianco per sorreggerla:

“ Darksoul, hai fatto abbastanza, non hai più la forza di combattere.”

“ Non mi arrendo… Pegaso, ho un piano ma ho bisogno del tuo aiuto.”

“ Tu sei la mia padrona, comanda ed io obbedirò.”

“ Bene… devi scatenare una folata di vento gigantesca e lanciarla contro Belial quando te lo dirò.”

“ D’accordo.”.

Darksoul si allontanò di qualche metro dal cavallo alato e si concentrò per raccogliere le poche energie rimaste:

“ Il mio fisico è al limite ma devo resistere!”.

Pegaso allargò le sue ali fino alla loro massimo estensione e con frasi solenni richiamò a sé il potere di cui aveva bisogno:

“ Grandi spiriti dei venti ho bisogno del vostro aiuto per concludere la battaglia che infuria; prestatemi il vostro potere: Boreas, Zephyrus, Argestes, Notos, Apeliotes, Eurus; che il vostro soffio possa spazzare via tutti i miei nemici!” ( I nomi appena citati sono quelli dei 6 venti secondo Omero.).

Fu allora che il vento iniziò ad aumentare di intensità e a concentrarsi intorno a Pegaso; Darksoul rimase stupefatto di ciò che la sua evocazione era in grado di fare; compreso il pericolo, Belial eresse una potente protezione usando tutte le fiamme che era in grado di richiamare. 

“ Ora, Pegaso!”.

Tutto il vento che si era raccolto si scagliò contro Belial, travolgendo la sua difesa e dissipandola; l’angelo, tuttavia, rimase pressoché illeso:

“ Ha funzionato! Ora non mi resta che…!”.

Proprio quando il caduto si stava preparando al contrattacco, la falce di Darksoul gli tranciò di netto il braccio sinistro:

“ Piaciuti i miei artigli del leone imperatore?”

“ Maledetta!”

“ Così imparerai che la falce di Dante…”

Darksoul afferrò l’arma del nemico e gliela puntò alla gola:

“ … Appartiene solo a me.”.

Fu allora che Lilith e Solomon interruppero la battaglia:

“ Direi che può bastare così.”

“ Sono d’accordo, non voglio che il sangue del mio popolo venga versato inutilmente.”

“ Darksoul ha ampiamente dimostrato la sua superiorità…”

Dark lanciò uno sguardo a Pegaso e continuò:
“ … Con un piccolo aiuto.”.

Fuyuko rinfoderò le sue armi ed esclamò:

“ Direi che l’averti strappato un braccio ripaga la batosta che mi hai dato prima.”.

Lilith, osservando il viso sofferente di Belial, afferrò il suo arto amputato ed avvicinandosi esclamò:

“ Meglio sanare questa brutta ferita, così non ci saranno più rancori tra voi.”.

Non appena la regina toccò il corpo malandato dell’angelo caduto, ogni sua ferita scomparve ed il braccio tornò al suo posto; vedendo questo gesto, Solomon non poté fare a meno di commentare:

“ I tuoi poteri curativi non sono diminuiti con gli anni.”

“ Sono più forti che mai.”.

Fu allora che, accendendosi una nuova sigaretta, Kite esclamò:

“ Direi che possiamo andarcene; se partiamo ora, arriveremo in tempo all’incontro con gli altri.”

“ Allora direi di sbrigarci.”

“ Vi auguro buon viaggio; noi ci prepareremo e, quando ci chiamerete, saremo pronti alla battaglia.”.

Solomon, Fuyuko e Kite si misero in viaggio verso il punto di incontro che avevano prestabilito ormai diversi giorni prima.

 

Arrivarono a destinazione con qualche ore di anticipo; mentre Kite e Darksoul si riposavano dal lungo viaggio, Dark, temendo che qualcuno potesse averli seguiti, iniziò a sorvolare la zona, stando attento a non farsi sfuggire nemmeno il minimo accenno di pericolo.

 

“ Kite, posso farti una domanda?”

“ Già me ne stai facendo una.”

“ Quando eravamo al castello della regina Lilith, l’aura che improvvisamente ho sentito espandersi a dismisura di chi era?”

“ Era di Solomon.”

“ Davvero? Doveva essere proprio arrabbiato; cos’ha scatenato quella reazione?”

“ Io in quel momento non ero ancora arrivato quindi non posso dirlo con certezza ma credo che lui temesse che ti avessero fatto del male.”.

A quelle parole il cuore di Fuyuko ebbe un sussulto ma immediatamente la ragazza tentò di dare una spiegazione puramente logica a ciò che era accaduto:

“ Capisco; temendo che senza una rondine la profezia non si sarebbe potuta compiere, deve essersi davvero arrabbiato.”

“ Tu non capisci niente.”

“ Cosa intendi?”

“ Solomon ci ha aspettati per secoli; ha immaginato quale potesse essere il nostro carattere, il nostro aspetto; quando finalmente uno ad uno abbiamo iniziato ad apparire, ha vegliato su di noi attendendo con impazienza che arrivasse il momento in cui lo avremmo incontrato; ci ha visti crescere e si è affezionato ad ognuno di noi in maniera diversa; sarebbe pronto ad iniziare una guerra per noi.”

Quelle parole fecero comprendere a Darksoul un lato di Dark che non aveva mai visto ma di cui avrebbe voluto apprendere sempre di più.

“ Anche se ciò che ho detto è vero, credo anche i sentimenti che questi due angeli provano l’uno per l’altro stiano crescendo sempre di più, anche se forse non se ne rendono conto; già, probabilmente Dark neppure ricorda che cosa sia l’amore…”

 

 

 

Nel frattempo, al castello di Asmodeus, il grande demone stava avendo un colloquio con un bambino: aveva due zaffiri come occhi e fili d’oro come capelli; il suo sguardo era quello di chi, nonostante la giovane età, aveva già visto ciò che il mondo può offrire:

“ Allora, Abuelo, cosa ne pensi del maestro?”

“ è un tipo molto determinato che proteggerebbe le persone a cui tiene con tutte le sue forze.”

“ Già, ed è proprio questo che mi preoccupa… per proteggere quegli otto, il maestro potrebbe incorrere nella morte.”

“ Sciocchi i mortali che oseranno sfidarlo perché la sua furia li condurrà alla morte. Non è per la sua di vita che devi temere ma per quella d’altra entità.”

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Capitolo 56
*** riuniti ( ancora una volta) ***


“ Ormai dovrebbero essere qui a minuti.”

“ Solomon avrebbe dovuto specificare anche l’ora dell’incontro.”

“ Beh, il quindicesimo giorno scadrà tra soli 30 minuti quindi a breve saranno tutti qui.”.

I primi ad arrivare furono Jolly ed Ukyo; appena percepì la loro presenza, Solomon tornò al maniero per accoglierli: i due erano ridotti male, si sorreggevano a vicenda ed erano pieni di lividi e di ferite:

“ Vedo che non ci siete andati leggeri con gli allenamenti.”

“ Ci siamo lasciati un po’ prendere la mano.”

“ Allora, chi ha vinto?”.

Edward sorrise e rispose:

“ Ci ho impiegato due settimane ma finalmente sono riuscito a batterlo!”

“ Bene, significa che sei migliorato. Ukyo, puoi restituirmi la falce che ti ho prestato.”.

A quelle parole, Edward scattò:

“ Prestato? Aspetta, vuoi dire che quella non era la tua arma!?”

“ Certo che no; se avessi usato su di te la vera Undertaker, saresti morto prima ancora di accorgertene.”

“ Non è giusto! Avanti, tirala fuori e duelliamo!”.

Jolly tentò di staccarsi da Ukyo per estrarre un pugnale ma crollò al suolo; Solomon allora esclamò:

“ Non ti scaldare; mi servi vivo.”

Fu allora che si sentì una voce parlare:

“ Lui non è il solo ad aver esagerato.”.

In quel momento nel maniero entrò Murmur, trasportando Soru sulle spalle:

“ Guarda in che condizioni si è ridotto le gambe questo cinghialotto.”

“ E smettila di darmi del cinghiale!”

“ Stai calmo e fatti curare, altrimenti dovrai davvero imparare a camminare sulle mani.”.

Murmur adagiò Soru vicino a Jolly. Solomon, incredulo di fronte alle condizioni delle due rondini, massaggiandosi le tempie, commentò:

“ Solo due testoni come voi possono ridursi in questo stato. Astaroth, vieni, ho bisogno del tuo aiuto.”.

Fu allora che, come un richiamo, le parole di Dark fecero apparire la donna; appena la videro, Ukyo e Murmur, nonostante le ferite, si inginocchiarono in segno di rispetto:

“ Lady Astaroth, è un onore per noi vederla.”

“ Rimandiamo a dopo le formalità, ora devo occuparmi di questi due.”.

La donna curò senza troppi problemi ma, quando toccò a Soru essere curato, si soffermò sulla sua gamba e, rivolgendosi a Murmur, domandò:

“ è questa la gamba con cui ti ha colpito, vero?”

“ Sì; ha attivato la sua abilità innata ed improvvisamente ha sferrato un calcio che mi ha fatto collassare.”

“ Capisco; giovanotto, non devi più usare le tue gambe mentre la tua abilità è attiva.”

“ Perché non dovrei farlo?”

“ Le ossa della tua gamba, i tessuti e persino lo strato superficiale della pelle sono gravemente danneggiati; posso guarirti per questa volta ma, se succederà di nuovo, il danno sarà permanente.”

Quella notizia getto un velo di tristezza su Soru che, costretto a rassegnarsi, concluse:

“ D’accordo, lo terrò a mente.”.

Fu allora che si sentì un boato e l’Equestrian Altair atterrò davanti alla villa:

“ Ehi, ragazzi, come va?! Vi piace il mio nuovo giocattolino!?”

“ Wow, questa sì che è un’arma di distruzione.”.

Di fronte alla magnificenza di quel robot, si venne a creare un profondo silenzio, rotto solo dopo pochi minuti da un nuovo burrascoso arrivo:

“ Maledizione, ti vuoi fermare, maledetto centauro!!!”.

Un enorme creatura mezzo uomo e mezzo toro sbucò fuori dalla boscaglia: era ricoperto da una lucente armatura ed indossava un elmo che gli copriva interamente il volto; un grosso scudo ed uno spadone brillavano legati alla sua schiena. L’enorme belva si fermò affianco dell’Altair, lasciando scendere le due rondini mancanti:

“ Non salirò mai più su questa bestia!”

“ Ma dai, è stato divertente. Salve ragazzi, come va?”

Appena li vide, Shinny si sorprese:

“ E questo bestione chi sarebbe?”.

Lucifer rispose con sguardo fiero:

“ Questo è Dullahan, un abitante del bosco; quando gli ho raccontato delle nostra situazione, ha deciso di aiutarci, così l’ho portato con me. Puoi andare ora, amico, a presto.”.

In un istante la belva scomparve ed il suo marchio, impresso sulla spalla di Lucifer, smise di brillare; avvicinandosi agli ultimi arrivati, Solomon esclamò:
“ Vedo che Lucifer non è il solo ad aver fatto nuove amicizie; percepisco due nuove aure addosso a te, Train.”

“ Non ti si può nascondere niente, eh? Una delle due è di Muramasa, la mia nuova spada; l’altra invece è di una cocciuta ragazza piagnucolona che non ha smesso di lamentarsi finché non l’ho portata qui.”.

Fu allora che un simbolo a forma di katana brillò sul polso del mezzo demone; Iris apparve dal nulla e con un pugno scaraventò Train a terra:

“ Chi sarebbe la cocciuta piagnucolona, futuro cadavere?!”

“ Come stavo tentando di dire, lei è Iris e da oggi viaggerà con noi se siete d’accordo.”.

Dopo essersi adeguatamente presentata ed aver ottenuto il consenso collettivo di tutti, la sterminatrice tornò nel mondo delle evocazioni:

“ Vedo che ti sei scelto un bel peperino di ragazza, vero, Train?”

“ Sta zitto, tappo di un elfo!”.

A quelle parole, i presenti scattarono:

“ Lucifer, sei davvero un elfo?!”

“ Beh, lo sono a metà.”.

Fu allora che Mary esclamò:

“ Sei l’elfo più basso che abbia mai visto.”

“ Che colpa ne ho io se non ho ereditato la loro altezza!”

“ Però anche come umano sei basso.”

“ Zitto, Train, oppure ti ammazzo.”

“ Tanto non la spunti.”

“ Vuoi batterti?!”

“ Quando vuoi!”.

I tatuaggi dei due ragazzi brillarono nuovamente ed Iris ed Ambra apparvero, stendendo i rispettivi evocatori con un pugno:

“ Smettetela di fare tutto questo casino!”

“ Già, la nuova arrivata ha ragione!”.

Quando Iris ed Ambra si guardarono, si sorrisero reciprocamente e non poterono fare a meno di pensare che le loro situazioni fossero identiche.

 

Dopo qualche minuto, Astaroth terminò di guarire dalle loro ferite tutti coloro che ne avevano bisogno:

“ Bene, direi che così dovreste essere a posto.”

“ La ringraziamo, Lady Astaroth.”

“ Astaroth, Ukyo, Murmur, vi ringrazio per il vostro aiuto; ora potete tornare a casa; noi ci incammineremo verso i cancelli; fate in modo che ci sia qualcuno ad aspettarci quando arriveremo.”

“ D’accordo, Solomon; farò in modo che Azazel sia lì ad aspettarvi al vostro arrivo.”

“ Credo che Samael sia più adatto; se tardassimo anche solo un po’, Azazel inizierebbe a dare di matto.”

“ Come desideri.”.

I tre demoni scomparvero in un lampo; non avendo compreso gran parte della discussione, Shinny si rivolse sottovoce a Darksoul:

“ Fuyuko, ma chi sono questi Azazel e Samael?”

“ Lo hai già dimenticato? Sono due dei sette demoni maggiori.”.

“ Allora, Dark, qual’è la prossima meta?”

“ Ci dirigeremo verso sud; arriveremo a destinazione in 10 giorni camminando.”

“ Non ci sarà bisogno di camminare; con il mio nuovo MAU, posso portarvi tutti quanti.”

“ Bene, in questo modo impiegheremo un quarto del tempo.”

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Capitolo 57
*** Nel mezzo del cammin di nostra vita... ***


Utilizzando il suo nuovo MAU, Shinny trasportò tutti i suoi compagni verso una destinazione ignota, seguendo solo le indicazioni che, man man che avanzavano, Solomon le forniva. Dopo due interi giorni di viaggio, Dark fece segno alla ragazza di fermarsi: erano arrivati.

Le otto rondini iniziarono ad osservare il paesaggio che li circondava: c’era un lago la cui acqua, anche se priva di impurità, era tanto scura da impedire la vista del fondale; tutt’intorno era boscaglia ma era una strana vegetazione: a chiunque la osservasse, pareva che il peso dei propri peccati diventasse insostenibile; angosciata da questa sensazione, Fuyuko si rivolse a Solomon e con tono scosso domandò:

“ Dove siamo, Dark?”

Allora per risponderle, il figlio dei due mondi pronunciò quelle parole che ad un grande poeta questo stesso paesaggio aveva ispirato:

“Nel mezzo del cammin di nostra vita
   mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita.

Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
esta selva selvaggia e aspra e forte
che nel pensier rinova la paura!”

 

A quelle parole, che a tutti i presenti, chi più chi meno, erano note, l’angoscia si fece ancora più pressante. Senza dire altro, il re caduto iniziò ad addentrarsi in quella boscaglia; le otto rondini, tentando di fronteggiare la paura che le attanagliava, lo seguirono; nell’aria aleggiava tuttavia il triste presentimento che nessuno di loro sarebbe più potuto uscire da quell’infausto luogo. Il più spaventato era Lucifer che sentiva le voci degli alberi, ripetere a gran voce: “Lasciate questo posto infame, fuggite; la vostra ora non è giunta.”.

Più si inoltravano in quella selva, più l’angoscia diventava grande. Solomon camminava a piè veloce e più volte a coloro che lo seguivano sembrò sparire all’orizzonte per poi riapparire improvvisamente. Ad un tratto le rondini si fermarono; il loro respiro era talmente soffocato da dover fare uno sforzo immenso per ogni filo d’aria:

“ Solomon… torniamo indietro, ti prego!”.

Il re caduto non li ascoltò e, come incantato da una melodia muta, continuò a camminare; i viaggiatori si voltarono ma non riuscirono a capire da che parte fossero arrivati; a loro non rimase scelta se non affidarsi alla loro guida i continuare a camminare. Ad un tratto un monte si parò di fronte a loro e alle stanche rondini sembrò che esso fosse apparso dal nulla. Ai piedi di quell’altura vi era un grosso portone in pietra con una scritta millenaria; Solomon piantò i piedi a terra di fronte a quell’entrata e lesse quell’incisione con voce solenne:

“Per me si va ne la città dolente,
per me si va ne l'etterno dolore,
per me si va tra la perduta gente.

Giustizia mosse il mio alto fattore;
fecemi la divina podestate,
la somma sapïenza e ’l primo amore.
Dinanzi a me non fuor cose create
se non etterne, e io etterna duro.
Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate”

 

Appena finì di leggere, il portone si aprì ed una figura apparve: era un uomo biondo con una capigliatura leggermente arruffata; il suo occhio destro brillava di un verde smeraldo, mentre il sinistro era coperto da una benda; dalle sue tempie spuntavano due corna che, assieme alle sue orecchie, potevano vagamente ricordare quelle di una capra di montagna; indosso portava solo una giacca verde aperta, che somigliava molto a quella di un generale, ed un paio di pantaloni dello stesso colore strappati in corrispondenza delle ginocchia; appena quest’essere intravide gli occhi di Solomon, immediatamente fece un leggero inchino e parlò:

“ Benvenuto, maestro Solomon.”

“ è un piacere rivederti, Samael. Ti prego, ristora i miei compagni dalle loro fatiche, affinché essi possano continuare il viaggio senza soffrire di cotanta pena.”

“ Come desidera.”

“ Lui è Samael; fate come vi dice e andrà tutto bene.”.

Anche se inquiete, le rondini assecondarono il volere della loro guida; il demone maggiore si avvicinò ad ognuno di loro e gli consegnò un anello:

“ Finché l’indosserete, potrete viaggiare qui dentro senza problemi e non risentirete dell’influsso di questo posto. Non dovete toglierveli per nessuna ragione. Venite ora, vi faccio strada.”.

I viaggiatori indossarono quei gioielli ed in un attimo la loro angoscia scomparve:

“ Incredibile.”

“ Mi sento quasi come rinato.”.

Liberatesi da ciò che le opprimeva, le rondini ripresero il cammino, seguendo a passo svelto il re caduto ed il demone che lo affiancava. Dopo poco giunsero alla riva di grosso fiume, le cui acque erano sporche e maleodoranti; sulle sue rive vi erano anime nere, tristi, in attesa dell’arrivo del traghettatore; le rondini fecero per chiedere qualcosa su di esse ma un avvertimento di Solomon:

“ Sta arrivando il nostro passaggio.”.

 Fu allora che una grossa imbarcazione arrivò costeggiando la riva e trasportando anime in attesa della pena; a guidarla con un remo vi era un vecchio barbuto con lo sguardo truce che, appena vide i suoi futuri passeggeri, fermò l’imbarcazione:

“Guai a voi, anime prave!

Non isperate mai veder lo cielo:

i’ vegno per menarvi a l’altra riva

ne le tenebre etterne, in caldo e ’n gelo.

E voi che se’ costì, anime vive,

pàrtitevi da cotesti che son morti”.

 

Il re caduto, ritenendo superflue le parole di quel traghettatore, che nel mentre stava facendo salire le altre anime, sbeffeggiandolo esclamò:

“Caron, non ti crucciare:

vuolsi così colà dove si puote
ciò che si vuole, e più non dimandare.”

Infuriato per quella presa in giro, Caronte fece per ripartire ma si bloccò nuovamente:

“ Già una volta da vivo hai varcato questo fiume ed io, in vero, non posso impedirti di farlo ancora; un giorno, però, spero di poterti traghettare assieme a queste anime in pena.”.

Il traghettatore avvicinò ulteriormente la barca alla riva e fece salire anche coloro la cui ora non era giunta ancora; Darksoul, commentando l’accaduto, disse:

“ Sembra che Caronte non ti abbia in simpatia, Solomon.”

“ Lui non è cattivo, è solo un vecchio brontolone.”

Samael allora diede un avvertimento alla ragazza:

“ Angelo nero, voglio avvertirti di una cosa: tutti i demoni dell’Inferno provano un profondo rispetto per il maestro; alcuni potrebbero irritarsi se gli parlerai con tono troppo amichevole.”

“ Ah, d’accordo.”

“ Non starà un po’ esagerando?”.

 

Superato Caronte, i viaggiatori si ritrovarono su un sentiero di pietra; ad un certo punto notarono una stradina che si distaccava dal sentiero e conduceva ad una strana costruzione in pietra:

“ Che posto è quello?”.

Prima che Solomon potesse rispondere, fu Samael a farlo:

“ Quella è la dimora di coloro che non vennero battezzati, il Limbo. Lontano da quel luogo stiamo andando; non abbandonate il sentiero per nessuna ragione.”.

Così dicendo il demone condusse le rondini nel primo cerchio, di fronte a Minosse, il giudice infernale. Appena la bestia li vide, fece per parlare, nel tentativo di fermare coloro la cui ora non era giunta ma, vedendo il viso beffardo di Solomon, si ritrasse, limitandosi a chiedere:

“ In quale luogo siete diretti, voi che vi siete addentrati in questo infausto luogo?”

“ Alla città di Dite, Minosse, è lì che siamo diretti.”

“ E sia allora.”.

Il giudice infernale arricciò la sua coda ed in un lampo trasportò i viaggiatori a Dite; vedendosi circondata da bancarelle, case e persino bambini che giocavano, Darksoul si sorprese:

“ Possibile che questa sia davvero la Dite di cui si parla nella letteratura?”.

A quella domanda fu Samael a rispondere:

“ Dite è la città dove i demoni nascono e vivono; alcuni si scaldano un po’ troppo a volte… credo che siano dovute a questo quelle descrizioni così brutali.”.

Solomon si guardò intorno:

“ Potete fare un giro se volete; vi aspetto alle mura. Samael, tu raduna gli altri e raggiungimi lì.”

“ Come desidera, maestro.”.

Fu così che le due guide lasciarono il gruppo, partendo per direzioni opposte. Le rondini, ritrovatesi sole, iniziarono a guardarsi attorno:

“ Voi cosa volete fare?”

“ Siamo all’Inferno, cerchiamo di evitare di cacciarci nei guai.”

In quel momento una voce richiamò le rondini:

“ Ragazzi, siete già arrivati?!”.

Guardando il loro interlocutore, le rondini riconobbero Ukyo:

“ Ciao Ukyo.”

“ Allora ragazzi, cosa ci fate qui? Dov’è il maestro?”

“ Solomon è già andato avanti; ci ha detto che potevamo esplorare un po’ la città ma non sappiamo dove andare.”

“ Beh, posso aiutarvi; cosa vorreste visitare?”.

Darksoul e Shinny furono le prime a parlare:

“ Io avrei fame.”

“ Anche io.”

“ C’è una locanda laggiù, andate pure. Il cibo umano a noi non serve per nutrirci ma ha un buon sapore e per questo molti lo mangiano comunque; sono certo che potranno darvi del buon cibo.”

“ Grazie.”.

Le due ragazze si dileguarono; Kite allora disse:

“ Beate loro che pensano solo a mangiare. Ukyo, sai dov’è il fabbro Metin? L’arma che gli ho ordinato dovrebbe essere pronta ormai.”

“ Sta alla bottega, come al solito.”.

Fu allora che Edward commentò:

“ Ma come, vecchio, allora tu sei già stato qui.”

“ Sì, circa mezzo secolo fa.”

“ Non potevi darci tu le indicazioni allora?”

“ Ti sembra che io abbia scritto addosso guida turistica? Muoviti piuttosto, verrai con me a prendere l’ordine.”

“ Vengo anche io, sono curioso di vedere che genere di armi hanno.”

“ Fai un po’ come vuoi, Train.”

Rimasti soli Soru e Lucifer pensarono a cosa poter fare; ad un tratto, però, un demone corvo atterrò sulla spalla di Ukyo:

“ Yatagarasu, che succede?”

“ Lady Astaroth richiede la tua presenza.”

“ Bene, dille che arriverò il prima possibile.”

Il corvo volò via:

“ Ragazzi, scusatemi ma devo andare.”

“ A presto.”.

Ukyo corse via, scomparendo all’orizzonte:

“ Siamo al punto di partenza.”

“ Cosa vuoi fare? Io non ho nulla che mi interessi vedere o comprare.”

“ Stessa cosa vale per me. Raggiungiamo Solomon?”

“ Sì, è meglio.”.

 

 

Entrate alla locanda, le due ragazze si avvicinarono al bancone; il cameriere era un vecchio demone con la testa da caprone; cercando di non fissarlo, le due ragazze ordinarono da mangiare. Mentre attendevano di essere servite, notarono al bancone un altro demone dall’aspetto piuttosto giovanile che beveva del vino: aveva dei lunghi capelli argentei e due sfere di ghiaccio come occhi; la sua pelle era bianca e liscia come il velluto; due corna da toro nere spuntavano dalla parte frontale del suo cranio; indossava una lunga giacca rosso sangue aperta sul davanti; sotto aveva una camicia nera ed un paio di pantaloni del medesimo colore; una croce rovesciata era legata al suo collo tramite una catenina d’argento. Attirata dal suo aspetto, Shinny si avvicinò a lui:

“ Salve.”.

In quell’istante tutti i demoni dentro il locale si bloccarono. Le due ragazze, notando quella reazione, ritennero di aver fatto qualcosa di sbagliato. Fu proprio quando stavano per andarsene nel tentativo di evitare ulteriori problemi, che il demone le richiamò con una domanda:

“ è insolito vedere un umana o un angelo nero qui; come mai vi siete addentrate nella città di Dite?”

“ Ah, siamo venuti qui guidati da Solomon.”.

Un’occhiataccia venne lanciata dal demone dietro il bancone alla ragazza:

“ Volevo dire, dal grande maestro Solomon.”

“ A quanto pare Samael non stava esagerando.”.

Sentendo Darksoul chiamare Dark in quel modo, il demone dagli occhi di ghiaccio trattenne a stento una risatina e, con un sorriso rassicurante, esclamò:

“ Allora, forse è meglio che non facciate aspettare ulteriormente il maestro Solomon; venite, vi accompagno.”.

Tranquillizzate dallo sguardo del demone, le ragazze uscirono dal locale assieme a lui:

“ Ti ringraziamo; dev’essere un disturbo per te farci da guida.”

“ Nessun disturbo.”

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Capitolo 58
*** I due re ***


“ Allora, signorine, posso sapere i vostri nomi?”

“ Io sono Darksoul.”

“ Io Shinny.”.

Il demone allora, con fare provocatorio, disse:

“ Per me è un piacere conoscervi, Fuyuko, Shinny e Mary.”.

Le due ragazze si bloccarono:

“ Come fai a sapere il mio nome vero?!”

“ E che Mary è qui?!”

“ Perché io conosco ogni essere che abita questo mondo.”

“ Allora perché ci hai fatto quella domanda?”

“ Si possono intuire molte cose sulle persone in base al loro tono di voce e alle parole che usano; tu, Fuyuko, ad esempio, sei una persona grintosa che si espone volentieri al pericolo se necessario e che di rado si trattiene dal dire ciò che pensa di fronte anche a chi gli è superiore. Tu, Shinny, invece, nelle discussioni tendi sempre a parlare poco e con tono pacato; lo fai per paura di offendere gli altri con le tue parole e così farli allontanare; tua sorella Mary, invece, è una testa calda, priva di qualsiasi contegno e sfacciata con chiunque indiscriminatamente ma ha un grande desiderio di proteggerti.”.

Fu allora che la sorella di Shinny prese la parola:

“ Complimenti, hai azzeccato tutto; sentiamo allora, grande investigatore, qual’è il tuo nome?”

“ Io ho molti nomi e tutti con significato diversi.”

“ Sei un tipo misterioso, mi piace; allora ti pongo un’altra domanda: cos’hai fatto al tuo braccio sinistro? Anche se la tua giacca lo nasconde, non lo hai più.”

“ L’ho prestato a qualcuno.”

“ Voi demoni prestate braccia così a cuor leggero?”

“ Solo a chi riteniamo degno.”

“ Beh, spero per te che tu non fossi mancino allora.”

“ In realtà lo ero, ma anche con la destra non me la cavo male.”

“ In ogni caso non avresti speranze contro di noi; siamo le invincibili rondini che porteranno la pace guidate dal figlio dei due mondi; nessuno può batterci!”.

Darksoul diede una leggera gomitata alla ragazza nel tentativo di farla contenere ma senza risultato; il demone scoppiò a ridere e, con un sorriso beffardo, disse:

“ Sì, mi sa che hai ragione; un normale demone come me non avrebbe speranze contro due rondini scelte dal fato come voi.”

“ Esatto.”.

 

Camminando a passo spedito e guidato dal demone dagli occhi di ghiaccio, presto Shinny e Darksoul giunsero alle mura che segnavano il confine della città di Dite; lì, appoggiato alle mura, vi era Solomon; intorno a lui erano radunate le altre rondini assieme ad altre sei figure; di queste, le due ragazze riconobbero Astaroth e Samael e si domandarono chi fossero gli altri. Non appena i sei demoni notarono le ragazze ed il loro accompagnatore avvicinarsi, si inginocchiarono in segno di rispetto; perplessa, Mary si rivolse a Darksoul ponendole quel quesito:

“ Perché si stanno inchinando?”.

Il demone che le aveva scortate allora esclamò con voce intimidatoria e poco rassicurante:

“ Si stanno inchinando di fronte a me, loro unico signore e padrone.”

Mary allora, con tono scocciato, commentò:

“ Signore e padrone? Non esagerare; due di loro sono demoni maggiori, chi mai potrai essere tu?”.

Fu allora che quei globi di ghiaccio che occupavano gli occhi del demone si infuocarono e due immense ali nere apparvero sulla sua schiena. Solo allora Solomon prese la parola:

“ Sei in ritardo, Lucifero.”.

A quelle parole le due ragazze sbiancarono e, ricordando le parole che Mary aveva rivolto al signore dei demoni poco prima, iniziarono a tremare:

“ Adesso ci ammazza.”

“ Non usciremo vive da qui.”.

“ Scusa per il ritardo, Solomon; ho incontrato queste due belle signorine alla locanda e non ho saputo resistere al desiderio di passare un po’ di tempo con loro.”

Notando le due ragazze visibilmente scosse, Solomon tentò di tranquillizzarle:

“ Potete calmarvi; Lucifero non alzerebbe un dito su di voi, non oserebbe; infatti sa perfettamente che, se lo facesse, non esiterei un attimo a frantumare il suo braccio e a fare strage della sua carne.”.

Lucifero allora ghignò:

“ Non ne avresti il coraggio; quel braccio che tu usi come arma è la fulcro della tua forza, privartene sarebbe da pazzi.”

“ Questo era vero millenni fa; ora sono molto più forte e posso farne anche a meno se necessario.”

“ Allora perché non me lo restituisci, se per te è tanto inutile?”

“ Quale padrone libererebbe il suo cane dal guinzaglio sapendo che potrebbe morderlo?”

“ Ottima risposta; dubito che riuscirò a raggirarti con le mie parole.”

“ Non hai bisogno di farlo; non appena il mio compito sarà concluso, ti renderò ciò che mi hai prestato.”

 “ Ricordati queste parole quando giungerà il momento; assaggiato il potere, è difficile rinunciarvi.”

“ Mary, Darksoul, venite qui.”.

Le due ragazze si sbrigarono a raggiungere il re caduto; quando ormai gli fu affianco, Darksoul posò il suo sguardo su uno dei sette demoni: aveva una folta capigliatura bianca con una frangia che copriva leggermente i due zaffiri che aveva per occhi; la sua pelle era di un rosa piuttosto scuro e su una guancia si mostrava fiera una cicatrice a forma di X; dalle sue tempie spuntavano due corna identiche a quelle di un antilope; indosso portava solo un giaccone di pelle nero ed un paio di pantaloni piuttosto rovinati del medesimo colore; ciò che colpì l’attenzione di Darksoul fu l’assenza del suo arto destro:

“ Dante? Sei tu, vero?”

“ Vedo che mi riconosci anche se ti parlo di persona, mio araldo.”

“ La tua aura è difficile da confondere.”.

Lucifero e Solomon si misero alla testa del gruppo:

“ Avanti, Lucifero, portaci al castello.”

“ Non dimentichi le buone maniere? Sono pur sempre il re di tutti i demoni.”

Questa volta fu il figlio dei due mondi a ghignare

“ Come desideri: ti prego, apri questo portone e scortaci alla tua dimora, grande Lucifero, stella del mattino e luce dell’aurora; ah, scusami, dimenticavo che tu non sei più in grado di vedere quella luce di cui eri simbolo.”

“ Irrispettoso fino alla fine; somigli ad un demone, anzi, a me, ogni giorno di più.”.

Fu così che Lucifero spalancò le ali e trasportando tutti al suo maestoso castello.

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Capitolo 59
*** rapimento! ***


I demoni maggiori e le rondini entrarono nel maniero; il padrone di casa fece loro strada fino ad uno stanzone gigantesco quasi completamente al buio, con 7 sedie ognuna adornata con pietre preziose:una era ricoperta di diamanti, una di zaffiro, una di rubini, una di ametiste, una di smeraldi, una di topazi ed una di lapislazzuli; un immenso trono si ergeva al centro della stanza: era interamente fatto di puro oro puro ed adornato con gemme di ogni tipo; una gigantesca ala di pipistrello interamente fatta di diamanti neri era attaccata all’estremità sinistra. Ad uno ad uno tutti i demoni maggiori occuparono le sedie e, solo quando essi si furono sistemati, Lucifero andò a sedersi sul suo trono; tutti notarono che la sedia decorata con le ametiste era l’unica ancora vuota; immediatamente Lucifero esclamò con tono sarcastico nel tentativo di smorzare la tensione:

“ Che scortesia da parte di Asmodeus non venire; beh, non ci si può fare niente, non ha mai amato le riunioni burocratiche.”.

Il demone lanciò un’occhiata d’intesa a Solomon che, spalleggiandolo, continuò:

“ Magari è solo in ritardo, la puntualità non è il suo forte.”.

I demoni maggiori, che prima si erano intristiti, sorrisero di gusto a sentire i due re parlare così tranquillamente. Ravvivata la situazione, Lucifero tornò serio ed iniziò:

“ Allora, Solomon, perché ci hai convocato?”

“ Volevo sapere cos’avevate deciso riguardo la guerra.”

Fu allora che uno dei demoni parlò con entusiasmo:

“ Una guerra contro gli angeli, siamo pronti!”.

Lucifero, tuttavia, lo rimproverò:

“ Calmati, Azazel; la brama di sangue ti condurrà a morte un giorno.”

Il demone maggiore che tanto bramava la battaglia era un uomo dalla folta criniera nera; i suoi occhi violacei brillavano nella luce soffusa ed esprimevano il suo desiderio di combattere; sulle sua testa erano mostrate con orgoglio due corna da montone; indossava una vecchia armatura grigia ammaccata con le spalline, le ginocchiere ed i pettorali a forma di teschio.

“Prima di prendere una decisione definitiva, voglio sapere una cosa, Solomon: quante delle tue rondini sono disposte a combattere con tutte le loro forze? Dopotutto, Uriel e gli altri arcangeli non hanno ancora fatto alcun torto al loro popolo e forse la possibilità che questa eventualità si realizzi non è abbastanza. Voglio essere certo che tra loro non vi sia nessuno che ritenga sbagliato allearsi con noi demoni e affrontare a viso aperto gli angeli, soprattutto ora che sanno che uno dei demoni maggiori è loro nemico.”.

Quelle parole, dette a cuor leggero dal re dei demoni, colpirono gli animi delle otto rondini; solo Kite scacciò immediatamente ogni suo dubbio, consapevole di essere nel giusto; gli altri, invece, si ritrovarono improvvisamente tormentati da quell’infausto dubbio; una domanda che per troppo tempo avevano evitato di porsi, ora li tartassava: era davvero possibile fidarsi dei demoni e, soprattutto, di Solomon? In fondo, ciò che sapevano di lui, i ricordi che gli erano stati mostrati, tutto poteva essere una finzione, dopotutto i demoni erano sempre stati famosi per la loro capacità di ingannare; lanciarsi contro gli angeli, gli esseri che da sempre erano il vessillo del bene; improvvisamente quella prospettiva parve loro assurda.

Percependo la loro insicurezza, il re di Israele commentò:

“ Dopo tanto tempo, la vostra fiducia in me è ancora così fallace? Beh, spero che, se non potete fidarvi di un demone, potrete riporre la vostra fiducia in un angelo.”

“ Di cosa parli?”

“ L’arcangelo della giustizia, Raguel, è pronto a giurare che ciò che dico è vero. In questo momento si trova ad Avalon in attesa che io lo convochi.”.

Fu allora che una voce tenebrosa lo interruppe:

“ Temo, caro maestro, che non potranno seguirti da quella colomba; almeno non una di essi.”.

In quel momento Darksoul, Lucifer, Shinny, Soru, Edward e Train crollarono a terra tramortiti da un colpo alla testa; fu allora che l’unico demone maggiore che mancava all’appello, il potente Asmodeus, apparve seduto al suo posto; subito dopo i suoi generali, accompagnati da un quinto sconosciuto incappucciato, si materializzarono alle spalle delle rondini. La loro apparizione non sembrò turbare gli altri demoni che, quasi non badandoci, rimasero seduti ai loro posti; l’unico a parlare fu Lucifero:

“ Finalmente sei arrivato, Asmodeus, pensavamo che non saresti più arrivato.”

“ Le chiedo venia, maestà, ma non sono qui per trattenermi; il mio rispetto per il mio maestro ed il mio signore è senza confini ma neppure a loro io posso rivelare le mie intenzioni per cui ora io ed i miei serventi ci congediamo; porteremo con noi colui che porta il mio marchio se non vi spiace.”.

A quelle parole Kite estrasse la pistola, puntandola contro il demone; quando stava per sparare, però, Solomon si mise in mezzo:

“ Togliti, Dark, così faccio fuori questo traditore!”

“ Fermati, rischi di colpire gli altri.”

“ La mia mira è infallibile, spostati!”

“ Non discutere, Kite, rinfodera la pistola!”.

Il demone maggiore allora si congedò assieme ad i suoi seguaci portando Train con sé. 

Né Solomon, né tantomeno gli altri demoni sembrarono turbati dall’accaduto; solo Kite sembrò amareggiato:

“ Sei disposto a tanto pur di non uccidere quel maledetto…”

“ Asmodeus fa parte del mio popolo, non permetterò a nessuno di ucciderlo.”

“ E Train allora? Non ne fa forse parte anche lui?”

“ Certo.”

“ Allora perché lo hai lasciato andare?”

“ Perché… No, è inutile dirtelo, probabilmente non capiresti.”.

Fu allora che Lucifer, che nel frattempo aveva ripreso conoscenza e capito dalle parole che Kite e Solomon si erano scambiati, si lanciò contro il re caduto, attaccandolo alla parete:

“ Perché non hai fatto nulla per salvarlo! Contiamo davvero così poco per te! Forse Lucifero ha colto nel segno: non dovremmo fidarci di te! Ora dimmi come uscire da qui, andrò a salvare Train da solo se necessario!”

“ Torna a dormire, Lucifer.”.

Con un pugno nello stomaco, Dark fece crollare l’evocatore tra le sue braccia:

“ Proprio perché io tengo a voi, non posso lasciarti andare, la morte ti attenderebbe al varco. Resta qui, riposa e aspetta il mio ritorno.”.

Adagiato Lucifer a terra, Solomon si diresse verso l’uscita ma, prima di uscire, si rivolse un ultima volta ai demoni:

“ Per le leggi che regolano sia angeli che demoni, voi non potete dichiarare guerra ad un membro della vostra stirpe… per questo vi chiedo un solo favore…”.

 

 

Quando le rondini ripresero conoscenza, riconobbero immediatamente il luogo in cui si trovavano: la reggia di Avalon; di fronte a loro, seduti su due comode poltrone, lady Nimue e Kite stavano discutendo dell’accaduto; appena lucido, Lucifer travolse quest’ultimo con i suoi dubbi:

“ Perché non ha fatto nulla?! Perché?”.

Kite fissò con i suoi grandi occhi gli altri giovani che lo incitarono a parlare; una voce soave, tuttavia, lo precedette:

“ Credo che alle vostre domande sarei in grado di rispondere se me lo permetterete.”.

A parlare era stato un giovane seduto sul cornicione del balcone intento ad osservare le sacerdotesse allenarsi in giardino: avevano fili d’oro che gli incorniciavano il volto, due pozzi di luce per occhi ed il sorriso del suo candido volto sembrava in grado di calmare qualsiasi essere; il suo vestiario, composto da una camicia, un paio di pantaloni ed un cappotto completamente bianchi, e la croce di legno che portava al collo contribuivano a donargli un’aura di cui solo un serafino poteva essere dotato:

“ Io sono Raguel, arcangelo della giustizia.”.

Quella casta presenza sembrò dissipare la rabbia provata dai presenti e generò una sensazione di quiete nell’aria; Lucifer, ormai incerto persino sul come porre la domanda, infine si decise a parlare:

“ Il motivo Dark non ha fermato Asmodeus, ti prego, dimmelo.”

“ Solomon si sente in colpa.”

“ Per cosa?”

“ Perché è colpa sua se Asmodeus è costretto a morire e rinascere ogni mille anni.”

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Capitolo 60
*** Ricordi del primo amore ( parte prima) ***


Quando ancora il mio nome non era simbolo di oscurità, molte voci riguardo una donna giunsero alle mie orecchie: c’era chi parlava di lei come di una regina tanto bella che persino Venere ne sarebbe stata gelosa, chi diceva che tutti gli uomini venissero stregati dalla sua grazia e dalla sua eleganza; voci del genere circolavano persino tra i demoni. Un giorno ebbi la possibilità di osservare di persona se queste voci fossero vere:

“ Così la regina Leena ti ha invitato alla sua reggia?”

“ Già ma non ho intenzione di andarci, Astaroth.”

“ Ma come, non sei ansioso di incontrare questa dea in terra?”

“ Io non guardo certo la bellezza in una donna, e poi ho problemi più importanti di cui occuparmi.”

“ Ma anche le interazioni con gli esseri umani sono importanti e questa è una buona occasione per acquisire popolarità al di fuori del tuo regno.”

“ Odio quando hai ragione.”

“ Allora mi odi spesso.”

“ Superbia degna di un demone, per questo mi accompagnerai.”

“ Agli umani non stanno simpatici i demoni come me.”

“ Lo hai detto tu, no? Le interazioni sono importanti e permettono di acquisire popolarità.”

“ L’arte dell’inganno è difficile da apprendere; sei tu un bravo allievo o Belzebù è un bravo insegnante?”

“ Forse entrambi.”.

Con Astaroth al mio fianco, mi misi in viaggio ed in pochi giorni giunsi ai confini del regno di Leena; lì, alcune guardie mi fermarono:

“ Lei dev’essere re Solomon.”

“ Sì, sono io; perché ostacolate il nostro cammino? Il palazzo è ancora molto distante.”

“ La regina ha ordinato che, in segno di pace, voi lasciate a noi le vostre armi.”.

Quella richiesta mi offese ma feci finta di niente e, con un sorriso, consegnai le mie armi e ordinai ad Astaroth di fare lo stesso.

Arrivammo quella stessa sera a palazzo; le guardie ci accolsero con diffidenza ed esitarono a farci passare:

“ Chiedo perdono, lord Solomon, ma la vostra scorta deve rimanere fuori, sono ordini della regina.”

“ Questa donna è la mia dama di compagnia, non mi separerò da lei.”

“ Siamo costretti ad insistere, lord Solomon.”.

Cercando di mantenere la calma, rivolsi il mio sguardo ad Astaroth che, comprendendo la mia indignazione ma non volendo causare problemi, disse:

“ Io attenderò fuori; entra pure, Solomon.”.

Anche se contrariato, varcai la soglia e mi ritrovai immerso nel lusso più sfrenato: le pareti, i pavimenti ed ogni mobile della sala erano placcati in oro; nobili proveniente da ogni parte del regno discutevano tra loro del più e del meno, indossando tanti di quei gioielli che ci avrebbero potuto comprare un paese vendendoli; rimasi esterrefatto di fronte a quella vista; presto notai una stranezza: tra tutti i nobili che si  erano radunati, non vi era neppure una donna; feci qualche passo in avanti ed immediatamente gli occhi di tutti si posarono su di me, o, per meglio dire, sulle mie ali. Negli occhi di ognuno di quei nobili notai paura e disgusto nei miei confronti ma cercai di non badarci. Mi irritai notando che ognuno di loro aveva con sé un arma. Era ovvio che io avevo dovuto rinunciare alla mia solo perché non umano. Dopo pochi secondi gli uomini tornarono a parlare tra loro ed io ricominciai a guardarmi intorno. Una serva mi si avvicinò: aveva una pelle chiarissima, due occhi vispi color nocciola ed una lunga chioma marrone; indossava una toga bianca logora e tra le mani stringeva una caraffa di vino ed un vassoio con dei bicchieri d’oro; domandai a me stesso come facesse una così esile figura a reggere in equilibrio tutto quel peso senza far cadere nulla:

“ Desidera del vino, signore?”

“ No, grazie. Dimmi piuttosto, come ti chiami?”

“ Io sono Naima, signore; se ha qualche desiderio, domandi pure a me ed io l’accontenterò. La regina sarebbe scontenta se uno dei suoi ospiti non si sentisse a suo agio.”.

Prima che potessi dire altro, qualcuno chiese del vino a gran voce e Naima corse ad accontentarlo. Stavo per avanzare quando improvvisamente sentii lo stesso uomo gridare e mi voltai nella sua direzione:

“ Ma cos’è questa porcheria che mi hai versato!? La chiami vino questa brodaglia!?”.

In uno slancio d’ira, l’uomo lanciò la coppa da cui aveva appena bevuto, che ancora conteneva del liquido, contro la serva che perse l’equilibrio, cadendo a terra e facendo volare per aria il vassoio e la caraffa; coprendo la mia bocca con le ali, pronunciai un incantesimo cercando di non farmi notare:

“ Manifestat ordinem ordinate.”.

Tutto il vino, i bicchieri e la caraffa si fermarono a mezz’aria, riposandosi con delicatezza sul vassoio. Meravigliati di ciò che era appena accaduto, i commensali applaudirono, credendo che fosse stata Naima ad agire; solo lei, non capendo cos’era accaduto, si voltò nella mia direzione. Incrociai per un istante il suo sguardo, dopodiché ricominciai a camminare, continuando a domandarmi cosa ci facessero tutti quegli uomini in quel posto e perché la regina si facesse tanto attendere. Ad un tratto, però, eccola apparire da una delle entrate vicine al trono: la regina aveva una pelle piuttosto abbronzata, due occhi verde acqua ed una capigliatura nera piuttosto corta ma che le metteva in risalto i lineamenti del viso; indossava un abito e dei gioielli che in futuro avrei ricordato solo durante il mio incontro con Cleopatra: una lunga tunica nera che seguiva leggiadra le curve del suo corpo, una cintura, una collana e dei bracciali in oro temprato con diverse incisioni sopra ed in testa una corona d’oro massiccio con pietre preziose che avrebbero fatto invidia a chiunque. Tutti gli sguardi si rivolsero verso di lei; non vi era uomo in quella sala che non ammirasse esterrefatto la sua bellezza. La regina si sedette sul suo trono, adornato anch’esso con molta eleganza, e ad uno ad uno gli uomini di corte si avvicinarono per parlarle. Io rimasi in disparte, attendendo il momento in cui finalmente avrei saputo il motivo per cui ero stato invitato ad un sì tanto futile veglione. In un attimo mi ritrovai perso nei miei pensieri ed il tempo trascorse senza che io me ne accorgessi. 

 

A richiamarmi all’attenzione fu il suono di diversi strumenti musicali, suonati divinamente da alcuni schiavi; delle ballerine entrarono da ogni parte iniziando a danzare per allietare i presenti; annoiato, osservai la posizione del sole da una delle aperture che permettevano alla luce di entrare e, constatando che il giorno ormai era quasi terminato e stufo di tutto quell’inutile sfarzo, presi la via dell’uscita. Quando ormai avevo raggiunto il portone, però, una voce femminile mi richiamò, obbligandomi a voltarmi:

“ Va già via, re Solomon?”

“ Non ho motivi per trattenermi ulteriormente: il viaggio del ritorno è lungo ed io ho delle faccende da sbrigare.”.

Mi rivolsi alla regina Leena pronunciando quelle parole e lei, stampandosi un sorriso sul volto, disse:

“ Prima di andare, almeno mi conceda un ballo.”.

Per nulla invogliato ad assecondarla ma ricordando le parole di Astaroth, mi dipinsi sul viso il più falso dei sorrisi e mi avvicinai a lei; i musicisti iniziarono a suonare una musica più adatta ad un ballo di coppia, i nobili presero ognuno una donna per mano ed io li imitai, stringendo a me la regina e dando inizio alle danze:

“ Lei balla di divinamente, re Solomon.”

“ Anche lei è molto brava, regina.”

“ Sa, era da tanto che volevo incontrarla; lei è famoso per aver domato i più temuti demoni di questo mondo. Si vede che ha in sé lo spirito di un vero angelo.”

Quelle parole mi spiazzarono: domato? Era davvero questa l’impressione che gli estranei avevano delle mie azioni? Che mare di sciocchezze:

“ Si sbaglia, io non ho domato proprio nessuno; sono solo diventato loro amico. Alcuni di loro sono molto simpatici.”.

Sentendo le mie parole, la regina si mise a ridere:

“ Loro amico, caro Solomon, lei ha un profondo senso dell’umorismo.”.

Quel commento mi irritò al punto da farmi quasi esplodere. La musica finì ed io mi staccai dalla mia compagna di ballo:

“ E con questo le danze si sono concluse; la ringrazio per l’invito, regina, ma è meglio che io ora me ne vada.”

“ Aspetti, c’è ancora un evento speciale a cui gradirei non mancasse.”.

Raccogliendo tutta la pazienza che mi era rimasta, accettai di rimanere.

 

Dopo pochi minuti suonò una tromba militare che mise in allarme tutti i presenti. La regina, tuttavia, tranquillizzò tutti i presenti:

“ Scusatemi per lo spavento, so che questa tromba va usata solo in guerra ma la notizia che ho da darvi è più importante persino di una vittoria militare: ho deciso, dopo tanti anni, di prendere marito.”.

Quella notizia creò una grande agitazione nei presenti, tutti ansiosi di scoprire chi fosse il fortunato:

“ Non voglio farvi attendere oltre, ora vi rivelerò il nome del mio sposo.”.

Assolutamente disinteressato, feci per andarmene quando la donna esclamò:

“ Il re Solomon.”.

All’istante mi paralizzai, sconcertato e pronto ad esplodere di collera; i presenti mi lanciarono degli sguardi d’invidia ed alcuni di essi si prepararono persino ad attaccarmi; la regina, non badandoci, continuò:

“ Sono certo che accetterà con piacere la mia proposta quindi, per festeggiare, ho preparato qualcosa di particolare.”.

Dall’entrata situata dietro il trono uscirono dieci demoni, incatenati e scortati da guardie armate con lance benedette:

“ Per celebrare il matrimonio tra me e colui che è riuscito a domare i più grandi demoni del mondo, questi dieci mostri saranno uccisi!”.

Fu allora che la mia collera esplose: un vento altissimo si alzò e tutte le guardie vennero scaraventate a terra; le catene che imprigionavano i demoni si sbriciolarono; Leena, spaventata, mi gridò contro:

“ Re Solomon, che sta facendo!?”.

Il vento si placò in un istante ed i demoni, ancora deboli, si rifugiarono dietro di me; per la prima volta feci un espressione che in futuro mi avrebbe caratterizzato: un ghigno compiaciuto con uno sguardo di sufficienza nei confronti dei presenti:

“ Quanta superbia e boria vi è nel tuo regno, mia cara Leena. Paura di ciò che non si conosce, odio per chi è diverso! Volevo farvi capire che demoni sono come gli uomini: essi provano rabbia, gioia, amarezza, orgoglio, felicità forse persino più di voi… soprattutto quando ripensano alla terra natia che non potranno mai raggiungere.”.

Una lacrima mi rigò il volto ma mi sforzai di continuare con quello sguardo derisorio:

“Ho accettato mio malgrado di venire qui, di privarmi di armi e di accompagnatori e di sopportare gli sguardi di disprezzo, sperando di riuscire a trovare sostegni per la mia causa; quanto mi sbagliavo… come potrebbe questo regno comprendere le mie parole se la sua regina è una così superba e stupida creatura!? Una donna tanto menzognera ed ingannevole che persino il suo stesso aspetto è una bugia! Questa è l’ultima gentilezza, l’ultimo regalo che riceverai da me, Leena: ti donerò la verità! Dopotutto, come hai detto tu, sono un angelo; è nella nostra natura dire sempre solo la verità.”.

Schioccai le dita e tutto sembrò cambiare; il velo d’illusioni che si era creato venne tolto e la verità venne svelata: le pareti ed il pavimento, che prima erano placcate in oro, si rivelarono essere di comunissima pietra; il bicchieri divennero di terracotta e il loro contenuto, creduto essere vino, si rivelò essere comunissima acqua. Ciò che sorprese più di tutto i presenti fu il reale aspetto della regina che, sciolta l’illusione da lei stessa creata, sembrò invecchiare di più di vent’anni: i suoi capelli si ingrigirono, la sua pelle perfetta si riempì di rughe ed i suoi gioielli scomparvero; con un ghigno soddisfatto dipinto sul viso, osservai le condizioni in cui vessava il palazzo e, posato il mio sguardo sulla regina, ghignai con gusto:

“ Ma guarda, sembra che questo posto stia cadendo a pezzi… e tu assieme a lui. Fammi indovinare: in gioventù hai speso tanto denaro per soddisfare i tuo capricci che ora non ti rimane più nulla? Ormai sei regina solo perché nessun umano può opporsi alla tua magia; speravi di sistemarti sposando con l’inganno qualche bel riccastro ma dubito che, visto il tuo vero aspetto, qualcuno di questi uomini voglia ancora prenderti in moglie. Beh, io sono stanco, me ne vado; il viaggio è lungo e qui c’è puzza di marcio.”.

Dopo aver parlato con sì tanta audacia, mi incamminai con Astaroth al mio fianco ed i dieci demoni al mio seguito per tornare al regno a cui appartenevamo. Un solo dubbio attanagliava ancora la mia mente: che nel petto di quella serva, Naima, che brillava di sublime bellezza, non avevo percepito il battito di un cuore.

 

 

 

“ Mi ha fatto chiamare, regina?”

“ Sì, Naima; ho un incarico per te: quel maledetto, Solomon, lo voglio morto!”

“ Sarà fatto, mia signora…”

“ E ricorda: se fallirai, sarà il tuo cuore ad essere stritolato al posto del suo.”.

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Capitolo 61
*** Ricordi del primo amore ( parte seconda) ***


Quando tornai nel mio regno, trovai tutto il mio popolo ad attendermi, impazienti di sapere cos’era successo; quando narrai loro l’accaduto, i loro occhi sembrarono riempirsi di rabbia ed alcuni pensarono persino di andare a vendicare i torti subiti dai compagni ma io li dissuasi; dopo aver assegnato una casa ai dieci nuovi abitanti del mio regno, mi rifugiai nelle mie stanze e mi distesi sul mio letto; mi sentii improvvisamente debole, stanco e la testa iniziò a farmi male. Belias accorse immediatamente e, appoggiandomi una mano sulla fronte, riuscì a placare il mio dolore:

“ Hai usato troppa magia in questi giorni, Solomon. Il tuo corpo è ancora troppo giovane e fragile per sopportare tutto il potere di cui disponi. Devi cercare di controllarti e di sfruttarne il minor quantitativo possibile.”

“ Va bene, farò attenzione, ma ora non ho il tempo di riposare.”.

Provai ad alzarmi in piedi ma immediatamente caddi, venendo prontamente sostenuto da Belias:

“ Calmati e riprendi le forze.”.

 

Quando mi svegliai, ero ancora nelle mie stanze, Belias era scomparso. Mi alzai ed andai nella sala del trono; lì, seduto per terra con la schiena appoggiata al trono, Belias stava riprendendo le forze:

“ Perché stai lì per terra, Belias?”

“ Solo il sovrano può sedersi sul trono e non volevo allontanarmi troppo.”

“ Non sarei re se non fosse per te, lasciare che tu ti sieda lì è il minimo che possa fare.”.

Una guardia dopo pochi secondi entrò nel castello:

“ Mio signore, una donna alle porte del castello vi chiede udienza.”

“ Il sole non è ancora sorto, chi può essere così ansioso di incontrarmi da venire così presto?”

“ Credo sia una serva, dice di chiamarsi Naima.”.

Stupito, ordinai di farla entrare immediatamente e quando la vidi corsi subito verso di lei: era in uno stato terribile: le sue vesti, che già erano di poco valore, ora erano sporche di terra e strappate in diversi punti ed i suoi capelli erano tutti arruffati; il suo braccio sinistro, inoltre, presentava una profonda ferita che evidentemente la donna aveva provato a medicare senza risultati:

“ Cosa ti è successo?!”

“ Io… io…”.

Naima crollò a terra davanti ai miei occhi ed immediatamente la sostenni:

“ Belias, intervieni, presto!”

Prima ancora che potessi finire di pronunciare quella frase, il mio famiglio ci aveva già raggiunti ed aveva appoggiato la sua mano sul braccio di Naima; solo quando vidi la ferita richiudersi potei tirare un sospiro di sollievo:

“ Starà bene?”

“ Sì, ma ha perso molto sangue.”

“ Portala in una delle stanze del palazzo e assicurati che si riprenda; manderò qualcuno per portarle dei vestiti puliti.”

“ Sì, mio signore.”.

 

Convocai immediatamente Rakshasa, una mia fedele seguace appartenente alla stirpe di Belfagor:

“ Mi ha convocato, sire?”

“ Sì; abbiamo un ospite nel palazzo, una donna; portale dei vestiti e, quando si sveglierà, aiutala a farsi un bagno.”

“ Sì, mio signore.”.

 

Non passò molto prima che Naima riprendesse conoscenza; all’epoca non conoscevo il motivo ma, appena vide Rakshasa, iniziò a tremare; incapace anch’egli di avvicinarsi senza spaventarla, Belias venne ad avvisarmi:

“ Capisco… lasciatela sola per ora, andrò io a parlarle.”

“ Va bene.”.

 

Quando arrivai nella stanza, Naima si nascose immediatamente sotto le coperte del letto in cui stava riposando; probabilmente pensava che fossi un demone:

“ Non devi avere paura, non voglio farti del male.”.

Riconoscendo la mia voce, Naima si tranquillizzò:

“ Come ti senti?”

“ Meglio, grazie.”

“ Non devi ringraziare me ma Belias, è lui che ti ha guarito.”

“ Chi è Belias?”

“ L’uomo con i capelli argentei che era qui.”

“ Oh, quel…”

“ Tu hai paura dei demoni, vero?”

“ Già.”

“ Però anche io sono uno di loro, eppure non ti faccio paura.”

“ Tu non hai l’aspetto di un demone; sembri più un angelo.”.

Sentendo quelle parole, per qualche ragione arrossii:

“ Che cosa ti è successo? Come ti sei ferita?”

“  La regina Leena ha cacciato tutti i nobili e persino i servi dopo ciò che hai fatto. Non sapevo dove andare e così ho vagato in cerca di un riparo ma sono stata attaccata da alcune bestie. Quella ferita me l’hanno fatta loro.”

“ Capisco, immagino tu te la sia vista brutta a causa mia; mi dispiace.”

“ Non devi preoccuparti; erano anni che pregavo affinché qualcuno smascherasse la regina.”.

Fu allora che un sentimento a me sconosciuto mi fece parlare

“ Rimani qui.”

“ Come?”

“ Rimani qui, vivi nel mio palazzo; non hai un posto dove andare, giusto? Allora resta qui… con me.”

“ Perché così improvvisamente?”

“ Non lo so… sento come una forza misteriosa che mi dice di non lasciarti andare via, di tenerti vicino a me e non abbandonarti mai.”.

Quando pronunciai quelle parole, il viso di Naima si tinse di rosso, anche se immediatamente non ne compresi il motivo; allora ancora non sapevo cosa fosse l’amore:

“ Resterò qui… almeno per ora.”.

Quelle parole generarono in me una profonda felicità e non potei fare a meno di sorridere.

 

Ero stranamente inquieto: quella sera avrei cenato con Naima; perché la sua presenza mi turbava tanto? A quel tempo ancora non lo capivo. Il mio cuore continuava a battere forte, sempre più forte man mano che il momento della cena si avvicinava. Questo non sfuggì agli occhi attenti di Belias che, canzonandomi, con tono sarcastico esclamò:

“ Sembrate più calmo del solito stasera, sire.”

“ Sta zitto, Belias!”

“ Quell’umana è riuscita a sconvolgervi a tal punto in così poco tempo?”

“ Questo non è affatto vero!”.

Belias non sembrò per nulla convinto e, dopotutto, non lo ero nemmeno io; nel tentativo di tranquillizzarmi, il mio famiglio mi appoggiò una mano sulla spalla:

“ Cercate di calmarvi, sire; avete già affrontato mille difficoltà e le avete vinte tutte; non sarà certo una cena a sconfiggervi.”.

Ascoltando le sue parole, cercai di calmarmi e mi recai nella sala dei banchetti: la lunga tavolata era imbandita di ogni leccornia e sei grosse sedie erano già state posizionate; il pensiero che io e Naima non saremmo stati soli mi rassicurò ma mi domandai chi fossero gli altri ospiti: Astaroth insisteva sempre che invitare dei nobili a palazzo per un banchetto fosse un ottimo modo per stringere delle alleanze e per questo ogni sera invitava qualcuno informandomi solo pochi minuti prima; probabilmente Astaroth mi aveva già avvisato ma io, troppo agitato, non l’avevo nemmeno sentita. Rassegnandomi a passare una serata tra battutine squallide sulle mie ali e qualche futile discussione su chi fosse più ricco, chi più benevole coi servi e chi avesse più soldati nel suo esercito, ormai la noia aveva preso il posto del nervosismo. 

Mi sedetti su una delle sedie a lato ma immediatamente venni rimproverato da Belias, che mi aveva seguito senza che mi ne accorgessi:

“ Al re spetta sempre la sedia del comando, quella a capotavola.”

“ Il castello è mio, dubito che questo cambierà se mi siedo da un’altra parte.”

“ Sire, sono le tradizioni.”.

Mi alzai scocciato e mi sedetti a capotavola; nonostante fossi il re di una nazione e colui che era destinato a salvare il mondo, ancora ero costretto a sottostare alle convenzioni sociali:

“ Immagino che tu starai alla mia destra.”

“ Quest’oggi né io né lady Astaroth prenderemo parte alla cena.”

“ Cosa?”

“ Il sovrano degl’inferi, Lucifero, ha richiamato tutti i demoni per discutere di qualcosa ed io devo parlare con Candor.”

“ Capisco, sarò solo stanotte allora…”

“ Non scordatevi della vostra ospite, sire; lei potrebbe tenervi compagnia stanotte.”

“ Spiritoso; avanti, dimmi, chi sono gli scocciatori di stasera?”

“Oggi verranno a cena la regina di Saba, Macheda, e il re di Tiro, Hiram I; saranno accompagnati dai loro primogeniti, Menelik e Beleazarus.”

“ Non li conosco, che tipi sono?”

“ La regina Macheda è una donna piuttosto saggia e spera che insieme potrete creare un regno dove sia unicamente la conoscenza a dominare su tutti.”

“ Interessante.”

“ Re Hiram I invece è un sovrano piuttosto attaccato alle tradizioni ma è molto magnanimo con i suoi sudditi.”

“ Beh, almeno questo banchetto non sarà noioso come tutti gli altri.”

“ La prego di fare attenzione, sire; ricordi che stanotte ci sarà la luna nuova e che i vostri poteri…”

“ Lo so bene, Belias; conosco meglio di tutti il mio corpo.”.

Quella sera fu la sera della mia massima debolezza: nessuno a palazzo a proteggermi, ospiti sconosciuti a cena ed i miei poteri angelici e demoniaci pressoché svaniti per effetto del novilunio… fu in quella fatidica notte che io persi tutto… fu in quella notte che la vita di Solomon si spense…

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