Piccole cose di Melitot Proud Eye (/viewuser.php?uid=1469)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dillo ancora ***
Capitolo 2: *** L'amore al tempo delle dinastie ***
Capitolo 3: *** Fai-da-te ***
Capitolo 4: *** Spericolato (e con gioia) ***
Capitolo 5: *** Meditazioni sulla tv (e sulla preziosa routine dell'amore) ***
Capitolo 6: *** Non passate da quella porta ***
Capitolo 7: *** Trivia ***
Capitolo 8: *** Fatti non foste per viver come bruti... ***
Capitolo 9: *** Luce del Fensalir ***
Capitolo 1 *** Dillo ancora ***
Note: inizio una nuova
raccolta di drabble e flashfic, tutte dedicate a Thor e Loki :D
Sarà un contenitore per cose che non rientrano nelle mie
storie più lunghe o fill per prompt vari.
La prima flash
è dedicata alla Giornata
Internazionale dei Fanworks di OTW (appena in tempo) ed
è puro, inadulterato fluff.
Disclaimer:
no, non ho diritti sulla Marvel o sui suoi personaggi. Pregate non
succeda mai XD
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Dillo ancora
«Loki...»
«...»
«Loki.»
«Hnn.»
«Loki.»
Un fruscio di coperte.
Una spalla si abbassa e il profilo di Loki si staglia contro la fioca
luce della finestra. Ha gli occhi chiusi.
«Che c'è?»
«Dimmelo ancora.»
Un mugolio. «Sto
dormendo, Thor.»
Thor lo gira
completamente sulla schiena. «Ora non
più» fa, con un sorriso.
Strofina il naso sulla
sua guancia, sfrega il viso contro il suo collo, respirando il suo
odore mentre si lascia dietro bruciature da barba.
«Avanti, dillo ancora.
Voglio sentirlo...»
«L'ho detto un'ora fa.»
«Quattro ore fa.
Dai, dimmelo.»
«Nnn.»
«Ho aspettato così
tanto.»
«Forse avrei dovuto
farti aspettare di più» brontola Loki,
protendendosi intanto per
incontrare i suoi baci.
«Per favore?»
Con uno sbuffo, Loki
scalcia via le coperte e lo spinge indietro, giù, premendolo
sul
letto col corpo nudo e caldo. Le sue mani carezzano il petto di Thor,
poi circondano il suo viso.
«Ti amo» dice, piano,
chinandosi per baciarlo. «Ti amerò per
sempre.»
La guerra è finita.
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Capitolo 2 *** L'amore al tempo delle dinastie ***
Nota: flash
nata a novembre 2012 (!!), quando Presso
fuochi di campo compiva i primi passi e non si era ancora
evoluta. L'avevo pubblicata sul mio lj per la Staffetta in Piscina
indetto da Piscina di Prompt, e l'avevo lasciata lì pensando
di inserirla in una storia. Poi è arrivata Doveri e ha
sballato tutto, quindi ora può entrare a far parte di questa
raccolta :)
Non penso di
dovervi dire cosa scopiazza il titolo, ma se aveste qualche
dubbio: è Marquez, autore che peraltro non mi piace. Yes,
coherence.
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L'amore
al tempo delle dinastie
Poi
una mattina si sveglia e il suo corpo ha un equilibrio diverso.
Risprofonda nei guanciali, in preda a una vertigine, e fissa il
baldacchino finché la sua magia non smette di ronzare. Non
saprebbe
spiegare come, ma lo sa subito. È... è–
aspetta un figlio.
Avranno
un figlio.
E
per
i Nove, Loki avrebbe riso in faccia ai profeti, ma questo cambia
tutto.
«Ne
sei sempre convinto?» chiede, mentre Thor gli tocca la pancia
in
tutti i modi possibili e immaginabili, ipnotizzato.
«Se
non sono convinto di questo, non sarò mai convinto di
niente» è la
risposta, pronunciata contro il suo ventre.
Mani
calde e ruvide sulla sua schiena, per tenerlo vicino.
«Sei
ancora in tempo, sai.»
«In
tempo per cosa?» fa Thor, sconcertato, alzando la testa.
«Ripudiarti
e disconoscerli?»
Loki
risponde con voce abbastanza ferma, e ne è orgoglioso.
«Sì. Tre
quarti del consiglio lo accetterebbero senza discutere. E anche il
popolo. Il futuro re di Asgard, mezzo Jötun? Troverai prima
chi lo
vorrà mezzo pentapalmo.»
Thor
vede subito attraverso la finzione e la sua perplessità muta
in
collera. «Il re di Asgard è mezzo
Jötun» dice fra i
denti, stringendogli i fianchi. «O l'hai dimenticato? Mia
nonna era
Bestla, figlia di Bolthorn, sorella di Mìmir. Sei stato tu a
dirmelo.»
«Sì,
ma–»
«Ma
cosa? Ma non era deforme? Non era un'orfana
che
meritava di essere
esposta? Perché se è questo che stavi per dire,
che le Norne mi
aiutino, Loki, io–» s'interrompe, respiro affannoso.
Loki
distoglie gli occhi. Thor lo scuote con gentilezza, ancora
inginocchiato davanti a lui.
«Perché devi sempre pensare il peggio
di te stesso? Dopo tutto quello che hai fatto, dopo le
difficoltà
che abbiamo superato grazie alla tua costanza... Io non
capisco.»
Loki
si lascia abbracciare e pensa che, di sicuro, i suoi figli non
cresceranno sentendosi trascurati. O incompresi.
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Quando si dice stralcio
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Capitolo 3 *** Fai-da-te ***
Note: fill
per un prompt del meme "vita da sposati" da tumblr (qui
il post originale). Una scematina all'insegna della
domesticità e della vita ordinaria... quanto
può esserla per quei due ;)
Grazie
per tutti i bei commenti! Non temete, pian piano risponderò
a tutti.
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*Chi
aggiusta le tubature (o chiama l'idraulico)*
Fai-da-te
«Non
sarebbe meglio chiamare un
esperto?»
È quello che domanda
Loki ogni volta che salta qualche tubatura dell'impianto idraulico.
Succede sia nel loro appartamento di Midgard sia nella villa privata
di Asgard, e ovviamente ha tutto a vedere con le
intemperanze
elettriche di Thor e niente con le sue sperimentazioni di seiðr.
Ogni volta gli rispondono
un grugnito e il clangore di un tubo divelto. Thor si accovaccia
sotto un lavandino, o vicino a un termosifone, o in un altro pertugio
e sbullona raddrizza divelle. Con la sua mole è un'impresa
non da
poco. I muscoli della sua schiena e delle sue braccia si gonfiano,
mentre i pantaloni comodi che indossa scendono fino a mostrare
metà
del suo culo fantastico.
A volte Loki si chiede
perché non programmino tutto a incantesimi, come nel
Válaskjálf;
come la gente civile. Ma deve ammettere che vale la pena sopportare
qualche disagio se questo è il panorama.
«Pensi che ne avrai
ancora per molto?» s'informa.
Thor sogghigna al di
sopra di una spalla.
«Oh, ho appena
cominciato.»
Si diverte come un
bambino. Loki ha sempre pensato che un martello fosse più
adatto a
un carpentiere che a un soldato, ma non avrebbe creduto di vedersi
dare ragione così. Le battute e il sarcasmo interiori si
mescolano a
una buona dose di esasperazione.
«Beh, fammi sapere se
vuoi un idraulico vero. Sai, qualcuno capace di
fare questo
lavoro, una volta tanto.»
Thor grugnisce di nuovo,
nascosto dal mobile del lavabo. «Sciocchezze.
Verrà come nuovo.»
Emerge giusto in tempo
per cogliere Loki sull'uscio, ed è sudato, scarmigliato e
invitante.
«Doccia insieme, quando
ho finito?»
«Dipenderà da quanto
sei sporco.»
«Hmm, ti piace quando
sono sporco...»
Loki gli tira un rotolo
di carta igienica in testa.
Thor ride, poi impugna
Mjölnir e torna sotto, iniziando a saldare con un fulmine in
miniatura. Che razza di principe(i) si ritrova Asgard.
Scuotendo la testa, Loki
se ne va a leggere un libro nella pace del salotto.
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Capitolo 4 *** Spericolato (e con gioia) ***
Note: sempre per il
marriage!meme da tumblr, OTP
- chi guida quando vanno da qualche parte. Post originale sul
mio tumblr :)
Spero vi
piaccia anche questo! E scusate se sono una lumaca a rispondere a tutti
i vostri meravigliosi commenti... la vita quotidiana mi frulla da
mattina a sera ._.
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Spericolato (e con
gioia)
Non usano mezzi di
trasporto umani molto spesso, anche se sono ampiamente migliorati
dopo che Stark è entrato in contatto con la "tecnologia"
asgardiana.
Non è questione di
snobbismo, come piace credere ad alcuni; solo di praticità.
La
maggior parte delle volte i loro piedi, Mjölnir e il seiðr
di Loki sono modi più veloci per raggiungere
l'obiettivo, sia
che sia un'area di emergenza o un centro commerciale.
Poi, se usano un
trasporto umano, solitamente lo fanno da passeggeri. Quando gli
Avengers si mobilitano, se Loki ha voglia di unirsi a loro, salgono
entrambi a bordo di un velivolo SHIELD o di un veicolo terrestre
guidato da persone addestrate ed efficienti. Così possono
trascorrere il tragitto scambiandosi informazioni e costruendo una
strategia coi loro («Tuoi–»)
fratelli d'arme. E' sensato e
conveniente, visto che devono pur risparmiare le forze. Anche se Thor
preferirebbe avere più controllo sulla situazione.
E' abituato ad avere il
controllo. Gli piace, dopo tutte le lezioni di vita che ha ricevuto,
eccetto quando–
Eccetto quando il suo
consorte si mette al volante.
A volte è richiesto
dalle circostanze, altre vogliono solo andare da qualche parte con
mezzi diversi. A Loki si accende quella luce negli occhi e Thor sa
che lo aspettano bei momenti (e qualche spavento).
Infatti, per quanto suo
fratello abbia ripudiato ciò che era nelle ore
più oscure della sua
vita, almeno questo rimane: è ancora un pilota selvaggio.
Sembra che
controllare una nave Chitauri non possa esser scordato.
E' qualcosa che parla
alla tempesta interiore di Thor. Nulla risveglia i suoi istinti
combattivi e il suo desiderio quanto Loki che corre attraverso
città
e deserti a rotta di collo, con lui come inerme, volontario
passeggero. Suo non-fratello ha fatto del guidare le scintillanti
auto di Stark una forma d'arte, tutta muscolo e cervello (e anche
magia, grazie alle Norne). E questo dopo una vita passata a
disprezzare tutte le barbare cavalcature che Asgard poteva offrire,
Mjölnir inclusa. Sarebbe divertente, se Thor non fosse
impegnato ad
aggrapparsi al telaio della macchina con un bel po' della sua
potenza.
«Mi fai addormentare
quando guidi» dice Loki, sogghignando, e pialla il pedale
dell'acceleratore.
E' raro che Thor riesca a
mettere mano al volante. Non si lamenta, però: a volte
è bello
vivere soltanto per il brivido.
Pilotare un aereo con
Loki è anche meglio, perché lui è nato
gazza con cuore di rapace.
In questo, Thor del Tuono gli sta accanto. E' selvaggio e
primordiale.
Proprio come il sesso che
fanno quando atterrano.
Thor si sazia gli occhi
sulla visione di Loki sdraiato su un cofano, su un'ala, e Loki lo
tira vicino con mani unghiute.
«Che stai aspettando?»
Thor non glielo dirà, ma
questi momenti rendono la loro vita domestica ancora più
preziosa, e
anche un po' sconcertante.
Non avrebbe mai additato
nessuno di loro due come persone a cui piacciono le coccole,
soprattutto farle l'uno all'altro.
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Capitolo 5 *** Meditazioni sulla tv (e sulla preziosa routine dell'amore) ***
Note: scritto per
il marriage!meme di tumblr, prompt "chi si addormenta davanti alla tv"
:)
Scusate
per il silenzio, sono state settimane incasinate e credo che
continueranno ancora per un po'! Comunque lavoro sempre alle storie in
corso, non temete - prima o poi gli aggiornamenti arrivano.
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Meditazioni
sulla tv (e sulla preziosa routine dell'amore)
A Loki la
televisione
piace.
Non
esiste niente del
genere negli altri otto regni – possono esserci proiezioni di
immagine e suono a distanza, resi possibili dalla magia, ma sono
paragonabili più alle telefonate e alle... videochiamate che
alla
tv. Non credeva gli sarebbe interessata. Però vivere
più o meno a
contatto con Stark e i suoi giocattoli mirabolanti ha di questi
effetti. Uno parte sciovinisticamente prevenuto e, dopo qualche ora,
sa usare cose che prima non avrebbe neanche immaginato.
Ci
sono molti programmi
spazzatura, d'accordo. Riprova della generale mediocrità
umana (ma
se fondasse lui un canale le cose cambierebbero, oh, potrebbe
iniziare con storia e costume asgardiani, la moda, la grande
biblioteca di sua madre, le–)
Quelli
interessanti per
chi apprezza gli stimoli cerebrali non mancano, tuttavia. Le sere in
cui è libero e troppo stanco per qualche capriola nel letto,
Loki
accende lo schermo, si siede sul divano col plaid verde sulle gambe e
fa zapping finché non trova il canale giusto. La
ripetitività dei
gesti lo rilassa. La passività fisica della visione lo aiuta
a
concentrarsi come faceva il silenzio della biblioteca di Asgard
quand'era studente.
Può
riflettere su quello
che ha fatto, o deve fare, tirare le somme della giornata.
E
adesso non è più
solo. Thor lo raggiunge dopo qualche minuto, fresco di doccia. Un
bacio, un braccio intorno alle spalle o alla vita (se non decide di
sdraiarsi con la testa sulle sue cosce) e la serata può
iniziare.
Loki sorride tra sé e conta.
Entro
mezzora Thor è
addormentato. Per chi vive di movimento e rumore la televisione
è
soporifera, senza film d'azione lui si spegne come una lampadina.
Loki
abbassa il volume e
guarda finire il programma. Poi sintonizza su una radio di classici
–
assolutamente non romantici – e non si muove dal divano.
Stretto a
Thor, il suo respiro o il battito del suo cuore sotto l'orecchio,
chiude gli occhi per vivere la pace del loro rifugio.
Perché
pensava che il
destino più felice fosse essere sovrano di un regno?
Felicità è
esser padroni di una casa dove c'è l'amore.
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Capitolo 6 *** Non passate da quella porta ***
Nota: una scematina
che fa parte del 'verse di una long Thunderfrost ambientata soprattutto a New
York, cui lavoro più o meno da quando ho iniziato la serie Presso
fuochi di campo e troni di re incoronati (anche
più lentamente, s'intende, lol). Non ha scusanti tranne la
cattiveria ricorrente di Loki ;) e anche la mia. Povero Thor.
E
povero Tony.
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Non passate da
quella
porta
Tony
sta scendendo le
scale della torre per sgranchirsi le gambe, donut glassato in bocca,
quando al pianerottolo del quarantesimo sente scossoni, urla e
risate.
L'istinto
gli dice di
tagliare la corda, ma non fa in tempo. Le risate si avvicinano,
isteriche, accompagnate da quella che sembra una carica di
rinoceronti. Poi la porta sul pianerottolo si spalanca.
Loki
ne salta fuori come
una gazzella. Ha la sua tipica luce di cattiveria negli occhi.
«Non
distruggetemi la
torre!» implora Tony.
«Non
preoccuparti,
Stark» sghignazza Loki. «Thor non potrà
far molto con quel
martellino.»
In
fondo alle scale,
mentre fa la curva, si gira.
«O
forse dovrei dire
lombrichino!»
Thor
fracassa la porta
contro il muro, vestito di un solo asciugamani.
«LOKII!»
Tony
lo sa che non deve
passare per il piano abitato da quei due. Lo sa. Ma
ci casca
sempre.
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Capitolo 7 *** Trivia ***
Nota:
rieccomi dopo lungo procrastinaggio e poi caldo tropicale. Cosina piccola, ma non ho dimenticato la
serie Presso fuochi di campo e altre cose da terminare - ci
arriverò, prometto!
Prima
che leggiate, posso soltanto aggiungere... perdonatemi XD; non so come
mi sia uscita (probabilmente è colpa di Loki), ma spero vi
faccia ridere e non vi schifi troppo!
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Trivia
«Lo
sapevi che la bocca è uno dei
posti più sporchi del corpo?» chiede Loki dalla
sua rivista,
accavallando le gambe. «E che può contenere oltre
seicento tipi di
parassiti?»
«No.»
«Sapevi
che solo l'ano è più
sudicio?»
«...No.»
«E
che la placca può favorire
infezioni?»
«No...»
«Del
resto, se ci pensi, lo sputo
puzza. Quando ristagna troppo a lungo si sente. Sai, forse non
dovremmo più fare sesso orale, né baciarci,
soprattutto appena
svegli – pensa a tutte le patine brulicanti che ci siamo
spalmati
addosso negli anni.»
Thor
smette di lucidare Mjolnir e lo
guarda con aria torva. «Stai cercando di farmi vomitare,
Loki?»
Lui
sorride da un'orecchio all'altro.
«E
tu, quando vieni nel mio letto incrostato di sabbia fango e
sudore?»
---
Povero Thor....
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Capitolo 8 *** Fatti non foste per viver come bruti... ***
Note: scena
tagliata dalla serie Presso
fuochi di campo e troni di re incoronati, la quale
è poi cambiata così tanto che non so nemmeno dove
avrei potuto inserire la scena in questione. Forse dopo l'ex- Doveri
(Presso
troni di re incoronati).
In
ogni caso, Loki è sempre Loki e non
risparmia gli insulti a Gerd, oh che strano.
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Fatti non foste per viver come
bruti...
Loki lo ama, il suo consorte. Lo negherebbe nel pericolo e sotto
tortura, nelle difficili situazioni d'intrigo, perché
l'utile, sensata nozione della menzogna strategica non l'ha
abbandonato. Ma non sarebbe vivo nel modo che conta di più
(no, non quello fisico) senza Thor. Per lui farebbe qualsiasi cosa. Nei
recessi privati della sua mente, sa che darebbe anche la vita per lui.
A volte però, e neanche troppo di rado, vorrebbe legarlo per
bene e chiuderlo in un armadio. Dopo aver fatto a pugni con lui.
«Sei un imbecille.»
«Sì.»
«Un bovaro e un cafone.»
«Sì...»
«Tante premure, e poi? Non capisci niente. Della corte, di
me, di quello che devo fare e soprattutto che voglio
fare. E dire che sei re da un pezzo. Credi che mi diverta a
intrattenere quei cretini dei tuoi cortigiani? O non aspetti altro che
trovarmi gonfio come una giumenta?» Si avvicina a Thor che,
almeno ora, sa come comportarsi: star fermo e zitto.
«Ricordi, almeno, che gli Jötnar hanno
difficoltà a concepire e che crescere qui ad Asgard potrebbe
aver alterato il mio bioritmo?»
Un sospiro. «Sì, Loki.»
«Pensi che non sia un argomento delicato?»
«No.»
«O privato?»
«Certo che n–»
«Eppure eccoti lì, come un idiota,
ad approfondire il discorso con l'ambasciatore invece di sviare! Pensi
che le altre corti non parlino? Quella vacca
della regina di Álfheim non ha fatto che ridacchiare tutto
il tempo, durante l'ultima visita diplomatica, quando le ho chiesto del
figlio. Risate e frecciatine. Lo sai quanto mi sono sentito
umiliato?»
«No, ma credo che me lo spiegherai.»
Loki stringe le palpebre e dilata le nari. «Non osare non
prendermi sul serio–»
«Non lo farei mai» risponde Thor, catturando a
mezz'aria il suo polso. «Ma sono esausto. Abbiamo avuto tutti
e due una lunga giornata. Non potremmo parlarne domani?»
Loki lo fissa, certo di aver sentito male. Poi si libera con uno
strattone e apre bruscamente le braccia.
«D'accordo! Dormici pure sopra» esclama.
«In anticamera!»
Torvo, Thor evita di ribattere; ma esce con un'imprecazione.
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Capitolo 9 *** Luce del Fensalir ***
Note: altro
fluff zuccheroso a gogo! Dalla WIP ambientata a New York (che sto
scrivendo da coughannicough),
una scena cancellata in favore di un'altra. Come potete vedere, non mi
smentisco in fatto di tematiche XD
Lo
so che conterebbe come spoiler... ma chi dice che riuscirete mai a
leggere la storia in questione??
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Luce del
Fensalir
Rimangono sul letto,
nudi
e vicini, riprendendo fiato. Dopo un po' Thor, guancia poggiata nella
fossetta all'apice della coscia di Loki, carezza il suo ventre. La
sua mano è grande e ruvida, callosa come sempre.
«Dove
vuoi partorire?
Qui o ad Asgard?»
Loki
ci ha già
riflettuto, anche perché c'è poco da riflettere.
«Qui.
È più sicuro:
non so che effetti potrebbe avere sul bambino un viaggio per le vie
segrete.»
Thor
annuisce, disegnando
cerchi intorno al suo ombelico. «E' quello che pensavo. Le ho
usate
due volte in passato, e...»
Lascia
cadere il
discorso. Troppi ricordi amari, cui vogliono pensare il meno
possibile, pur senza dimenticare.
Mentre
la luce ambrata
della sera balugina di pulviscolo, respirano la pace e l'amore in
silenzio. Loki si sente protetto e, per la prima volta dopo tanto
tempo, completamente felice.
La
mano di Thor si ferma,
aprendosi a stella sulla sua pancia. La pelle, lì,
è ogni giorno
più azzurra. Presto una forma Aesir non gli sarà
più possibile.
«Sai
già cosa sarà?»
chiede.
«No»
risponde Loki,
fermando le sue dita con un palmo. «Ma se vuoi,
posso–»
«No,
non importa.»
Un'occhiata complice. «Lasciamo che ci sorprenda... basta che
sia
sano.»
E
lo è, Loki se n'è
accertato. Sorride, ambiguo.
«Potrebbe
anche essere
ermafrodito, se prende da me.»
Thor
inarca le
sopracciglia. «È possibile?»
«Credo
di sì.» Loki
alza la mano e gliela passa fra i capelli color grano, sciogliendo le
ultime treccine.
Thor
sorride come un sole
e lo bacia con un pizzicore di barba; poi resta lì, in
ascolto di un
cuore ancora troppo piccolo per essere udito senza immaginazione.
«Sei
bellissimo»
mormora. «Lo sei sempre stato, ma ora c'è...
qualcosa di più.»
«Chissà
che cosa»
scherza Loki, cuore che batte le ali nella gabbia del petto.
Una
risata. «Anche.
Ma è iniziato prima, quando siamo tornati qui. Hai
conosciuto
persone, scoperto cose... superato la prima prova. E ora hai»
lo
scruta dal basso, concentrato «hai una luce diversa. La
luce–del
Fensalir.»
Loki
inspira lentamente.
Sarà sempre vinto dall'intensità di Thor, ma
esser paragonato alle
sale dorate del palazzo di sua madre, profumate di frutta, gioia ed
eterno rinnovamento... è qualcosa che non sapeva di
desiderare
ancora di più.
«Grazie»
dice, a
fatica.
«Grazie
a te di essere
qui.»
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