His Proud Sons

di Ash Visconti
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I figli dell'Imperatore ***
Capitolo 2: *** Horus ***
Capitolo 3: *** Leman Russ ***
Capitolo 4: *** Ferrus Manus ***
Capitolo 5: *** Fulgrim ***
Capitolo 6: *** Vulkan ***
Capitolo 7: *** Rogal Dorn ***
Capitolo 8: *** Roboute Guilliman ***
Capitolo 9: *** Magnus il Rosso ***
Capitolo 10: *** Sanguinius ***
Capitolo 11: *** Lion El'Jonson ***
Capitolo 12: *** Perturabo ***
Capitolo 13: *** Mortarion ***
Capitolo 14: *** Lorgar ***
Capitolo 15: *** Jaghatai Khan ***
Capitolo 16: *** Konrad Curze ***
Capitolo 17: *** Angron ***
Capitolo 18: *** Corvus Corax ***
Capitolo 19: *** Alpharius ***
Capitolo 20: *** I Primarchi Perduti ***



Capitolo 1
*** I figli dell'Imperatore ***


EmperorsWisdom
L'Imperatore dell'Umanità era pronto a partire.
Avvolto nella sua splendida corazza dorata ed armato della sua fidata spada e dei potenti artigli meccanici, il più grande guerriero e psionico che fosse mai apparso tra gli uomini si apprestava a salire sulla sua astronave personale che sarebbe stata alla testa di una flotta ben più grande di astronavi.
L'obiettivo di questa poderosa armata era uno ed uno solo: riunire una volta per tutte l'umanità sparsa per la Via Lattea.
L'Imperatore si voltò, e quando alzò la spada un'ovazione possente gli giunse di risposta: migliaia di Space Marine, avvolti nelle loro robuste armature potenziate, dimostrarono il loro morale nell'idea di seguire il loro sovrano in quella campagna volta a riunire l'Umanità e liberarla da tiranni e mostri oppressori che abitavano lo spazio, per poi riappacificarla sotto un'unica bandiera.
Il pianeta Terra era stato solo l'inizio; tra le sperdute profondità del cosmo vi erano centinaia se non migliaia di altri pianeti abitati dagli uomini di cui da secoli si era perso ogni contatto.

L'Imperatore entrò nella sua astronave assieme agli Adeptus Custodes, le sue guardie personali, pensando a ciò che lo attendeva nei mesi, no, negli anni futuri: la riunificazione dell'Umanità dispersa nella Galassia era sì il suo obiettivo, ma ora se ne era aggiunto un po' a sorpresa un altro: quello di ritrovare i suoi figli dispersi, i Primarchi.

Le tecniche di manipolazione genetica erano già note da molti millenni, e l'Imperatore ne aveva fatto un primo uso per creare dei soldati migliorati geneticamente, con cui aveva conquistato tutta la Terra, ponendo fine una volta per tutte agli episodi di guerra civile ed anarchia.
Ma la cosa non finì lì: egli voleva riunire non solo i popoli della Terra ma anche quelli sparsi in tutta la Via Lattea, ma per farlo aveva bisogno di soldati ancora più eccezionali di quelli che aveva usato finora.
Così cominciò ricerche più approfondite sul codice genetico umano, in particolare su quello di individui dotati di poteri psionici. Il risultato finale di questo lavoro fu la creazione dei Primarchi, salutati come il prossimo passo dell'evoluzione umana.
Si trattava di venti superuomini geneticamente modificati ed altamente evoluti, creati usando il DNA stesso dell'Imperatore. Fisicamente sarebbero apparsi non dissimili dall'Imperatore: uomini imponenti, più grandi, forti, resistenti, e veloci e intelligente di un uomo normale. Avrebbero avuto poteri psionici notevoli, in questo frangente c'era uno più dotato dell'altro, ma nessuno avrebbe superato il loro "padre" in fatto di potenza psionica. Essi sarebbero stati i generali del suo esercito.
Ma quel giorno non erano con lui, non sarebbero stati alla testa delle legioni in partenza dalla Terra come il loro padre genetico. Come l'Umanità erano dispersi chissà dove nelle profondità dello spazio siderale.
I suoi venti Primarchi erano stati creati in laboratori genetici segreti situati sulla Luna. Ma quando erano praticamente completi, furono portati via, e le loro celle di incubazione vennero disperse per tutta la galassia. La responsabilità di questa diaspora cadeva sulle infide entità del Warp: le Forze del Caos decise ad impedire la riunificazione della Galassia da parte dell'Imperatore avevano compiuto quel gesto.
I Primarchi erano praticamente dei bambini e chissà su quale pianeta erano finiti. L'Imperatore era stato in pensiero: benché forti, erano parecchio vulnerabili da infanti; da lui avevano ricevuto la capacità di non invecchiare, ma come lui non erano immortali nel senso stretto del termine.
Sentiva che erano ancora vivi, ma doveva lasciare la Terra per trovarli, cosa che era già in programma.
Non avendo molte alternative, aveva mandato avanti i suoi piani: con il DNA recuperato dai Primarchi prima dell'incidente creò i super-soldati noti come Space Marine o Adeptus Astartes.
Furono creati venti Legioni di Astartes, ognuna di loro usava il seme genetico di un differente Primarca, per le modificazioni sul DNA dei suoi membri ed era forte di (circa) 100.000 uomini ciascuna.
Con quei soldati avrebbe riunificato la Galassia, ma aveva bisogno dei Primarchi: essi erano la punta di diamante dei suoi progetti e senza di loro non era tanto facile creare dei nuovi Space Marine per le Legioni.

Così, quando dalla sua nave ammiraglia l'Imperatore diede il commando della partenza, seppe che era giunto finalmente il momento di non solo riunire gli uomini, ma anche di ritrovare i suoi "figli", affinché si riunissero a lui e alle Legioni che avrebbero dovuto guidare.


 

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Capitolo 2
*** Horus ***


Horus Ullanor

Il primo Primarca che l’Imperatore ritrovò fu Horus chiamato anche Lupercal, benché non fosse uno dei Primarchi più anziani.
Dopo la diaspora dei figli genetici dell'Imperatore, la capsula che trasportava il piccolo Horus si fermò sul Mondo Formicaio di Cthonia, il pianeta principale di un sistema ad una breve distanza dalla Terra, e perciò raggiungibile anche con un viaggio su una nave che non con viaggi alla velocità della luce. Fu proprio questa agevole vicinanza che permise all’Imperatore di trovarlo per primo.

Horus si unì subito a suo padre e per molti anni, fu il solo figlio del comandante dell’Umanità, e durante questo periodo loro, assieme alla XVI Legione di Space Marine, conosciuta come Lupi Lunari, cominciarono la Grande Crociata e forgiarono le basi per l’espansione iniziale del futuro Imperium dell’Uomo. Entrambi combattevano insieme e salvarono la vita dell’altro in molte occasioni, e si formò una grande affinità tra loro. L’Imperatore passò molto tempo con Horus, istruendolo in tutti gli aspetti della cultura e della guerra. Fisicamente, Horus appariva alto ed eccezionalmente robusto come tutti i Primarchi, era calvo, con la faccia fiera e gli occhi neri. Scendeva in battaglia con indosso la sua armatura Terminator decorata da una pelle di lupo, ed impugnando un potente maglio potenziato noto come Spezzamondo ed indossando sulla mano sinistra l’Artiglio del Signore della guerra, un Artiglio del Fulmine accoppato ad un Requiem.
Quando l’Imperatore percepì la traccia psionica di un secondo Primarca, lasciò a Horus il pieno comando della Grande Crociata. Nonostante fosse felice del fatto che avrebbe presto incontrato uno dei suoi fratelli, Horus provò nel profondo della sua anima uno strano sentimento mai avvertito prima: la gelosia.
"Sarò sempre il figlio prediletto di mio padre" giurò a se stesso.
Chissà che avrebbe detto l'Imperatore percependo quel sentimento di Horus; ma per il sovrano dell'umanità, Horus era sempre considerato come il più prediletto dei suoi figli genetici.

L'Imperatore viaggiava per la Galassia, recuperando gli altri Primarchi dispersi, e stabilendo che il pianeta su cui erano finiti sarebbe stato la base, anche di reclutamento, della Legione a cui corrispondeva il Primarca ritrovato.
Come gli altri Primarchi furono ritrovati e riuniti alle loro Legioni di Space Marine, Horus rimase in capo a tutti loro: solo lui deteneva il comando strategico. Horus si impegnò con costanza in questo incarico, provando la sua abilità più e più volte, mentre otteneva il rispetto dell’Imperatore e l’ammirazione delle altre Legioni. I Lupi Lunari si fregiarono della gloria di essere la guardia personale del più grande Primarca, condividendo il sogno di Horus di combattere per il meglio. Essi erano sempre in prima linea nelle campagne, vantando più vittorie di ogni altra forza armata dell’Imperium. Il più delle volte la Legione interveniva sconfiggendo i centri di resistenza, e andava oltre, lasciando le altre forze a mettere in sicurezza il pianeta e fornire forze di occupazione. Come la Grande Crociata procedeva, il tempo dell’Imperatore venne sempre più frazionato, tra molti e svariati impegni. Horus fu messo spesso a comando degli aspetti tecnici e strategici della Crociata, una posizione nella quale diede prova più e più volte delle sue abilità. Guadagnò rapidamente l’approvazione delle altre Legioni di Space Marine, assieme a quella dei loro leader.

Una delle abilità che rendevano Horus un così grande comandante, oltre alle sue abilità di guerriero e stratega, fu quella di possedere l’innata capacità di comprendere la psicologia delle persone in modo da promuoverne i punti di forza o scoprirne i punti di debolezza. Questo gli diede modo di trovare molte soluzioni non militari per numerose campagne, usando le sue abilità di negoziazione e la minaccia di una armata imbattibile per portare i leader dei pianeti in un unico Imperium, senza spargimenti di sangue. Horus si assicurava sempre di seguire le usanze locali, credendo così che avrebbe diminuito se non eliminato le reazioni ostili degli avversari con cui si sarebbe dovuto confrontare di volta in volta. La sua comprensione della mente umana gli permise di trovare il meglio tra i suoi compagni Primarchi, permettendogli di scegliere di volta in volta che Legione mandare in battaglia in base alle loro abilità specifiche. Imparò in fretta che alle Furie Bianche e ai Signori della Notte appartenevano le caratteristiche e le abilità necessarie per sferrare attacchi-lampo, mentre i Magli dell’Imperatore e i Guerrieri di Ferro erano i più idonei a stare in prima linea negli assedi. Si diceva inoltre che Horus maneggiasse le legioni di Space Marine, e più tardi i soldati umani dell’Esercito Imperiale, come un importante generale avrebbe posizionato le singole squadre del suo esercito per ottenere il massimo da esse.

 

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Capitolo 3
*** Leman Russ ***


Leman russ by storykillinger
Percependo la presenza di un altro Primarca, l’Imperatore seguì la scia psichica fino ritrovare un altro dei suoi figli: Leman Russ, detto il Re Lupo o il Grande Lupo.

Leman Russ, atterrò sul lontano pianeta Fenris, un inospitale mondo formato da isole coperte di neve tutto l'anno, dove i mari gelano in inverno. Innumerevoli bestie selvagge vagano per quest terre: i grandi erbivori noti come Elk Fenrisiano e Mammuth Fenrisiano, i Kraken ed i draghi marini, che nuotano nei mari del pianeta, per non parlare dei famigerati Lupi Fenrisiani, identici nell'aspetto ai lupi della Terra, ma dalle dimensioni enormi, alti quanto un uomo adulto. Gli uomini che lo avevano colonizzato durante l’Oscura Era della Tecnologia erano regrediti all'età del ferro e ad un livello più arretrato di vita ed armamento (costituito da semplici armi bianche in ferro). Non erano uniti, ma divisi in tribù bellicose. Leman non fu ritrovato dagli uomini, ma era stato cresciuto in ambienti ostili da un branco di lupi fenrisiani che vagavano per le lande innevate. Tra di loro, in pochissimi anni era cresciuto e diventato adulto.

Venne casualmente trovato da un uomo di nome Thengir, Re dei Russ. Thengir aveva organizzato una squadra di cacciatori per liberare le sue terre dai branchi di lupi. La maggior parte dei lupi venne macellata, ed il giovane uomo venne catturato e portato da Thengir. Quest’ultimo, colpito dalle sue insolite origini lo prese sotto le sue cure, dandogli il nome di Leman dei Russ. Leman imparò rapidamente gli usi degli uomini, e molte leggende fiorirono su di lui, ad esempio su come aveva battuto cento uomini in solo tre minuti, o mangiato un intero uro. Alla morte del suo padre adottivo, la guida dei Russ passò a lui. Leman divenne un capo rispettato ed ottenne molte vittorie, spesso combattendo accanto a branchi di lupi guidati da Freki e Geri, due dei suoi fratelli-lupi scampati ai cacciatori di Thengir. Era un uomo imponente, con una lunga chioma bionda cresciuta in modo selvaggio.
In poco tempo, l’eco delle gesta del Re Lupo oltrepassò Fenris, e giunse alle orecchie dell’Imperatore. Egli si mise in viaggio per Fenris, ritenendo che quelle imprese potessero essere state compiute solo da un Primarca. Viaggiando in incognito, giunse alla corte di Leman Russ durante una festa, e qui prima di rivelarsi al figlio genetico decise di metterlo alla prova e lo sfidò a tre prove a scelta di Leman.

Leman Russ, non riconoscendo l’Imperatore a causa delle Rune di Dissimulazione, e vantandosi di essere ben più grande di qualsiasi altro uomo, accettò immediatamente. La prima prova consisteva in una gara a chi mangiava di più e la vittoria di Leman fu schiacciante in quanto divorò tre interi uri. La seconda prova invece era una gara a chi beveva di più e nessuno si stupì molto quando vinse ancora il Grande Lupo, che prosciugò le cantine reali. Irritato, l’Imperatore si chiese se quello fosse veramente uno dei suoi figli genetici. Insultò Leman, definendolo nulla di più di un rozzo ubriacone. Offeso, Leman sfidò l’Imperatore alla terza sfida: un combattimento.
Dopo un feroce duello che servì a convincere l’Imperatore che Leman Russ era senza dubbio uno dei suoi bambini scomparsi, si tolse il suo travestimento e si mostrò in tutta la sua gloria. Abbagliati dall’immensa luce emanata dall’Imperatore, tutti dovettero distogliere lo sguardo eccetto Leman. Il duello continuò e neppure con tutta la sua resistenza Leman poté superare la forza dell’Imperatore e dopo molte lunghe ore di combattimento l’Imperatore riuscì a trovare un varco nella guardia di Leman e lo colpì in pieno viso, mettendolo fuori combattimento con un colpo che avrebbe ucciso un uomo normale. Dopo che ebbe ripreso coscienza, Russ non poteva credere di aver perso e diede la colpa all’alcool, ma ammise la sconfitta e giurò fedeltà all’Imperatore.

Fu messo al comando della VI Legione degli Space Marine, il cui nome venne cambiato in Lupi Siderali. Come accade analogamente ad altri capitoli, il pianeta su cui era finito il Primarca divenne la base della Legione ed il suo centro di reclutamento, e molti guerrieri di Fenris si unirono alla VI Legione. Il Primarca e la sua Legione combatterono eroicamente durante la Grande Crociata, guadagnandosi la reputazione di guerrieri abili e impavidi, anche se un po’ indisciplinati. Il Grande Lupo scendeva in battaglia avvolto nella sua armatura potenziata, impugnando la sua spada runica, ed accompagnato spesso da Freki e Geri e da altri lupi fenrisiani che lo seguivano volentieri sui diversi campi di battaglia, mettendo le loro zanne e la loro forza al servizio della Legione.
 
 

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Capitolo 4
*** Ferrus Manus ***


Ferrus Manus sketch

Il successivo Primarca ritrovato fu Ferrus Manus, detto la Gorgone. Costui atterrò sul pianeta Medusa. La sua capsula tracciò una scia di fuoco nel cielo sempre nuvoloso, e precipitò sul pianeta con tale violenza, che si dice che le stesse montagne ne rimasero scosse e frantumate.

Medusa era un pianeta piuttosto instabile geologicamente, coi cieli coperti da nubi, mentre le montagne ghiacciate erano intervallate da vulcani e bollenti geyser, ed era spesso attraversata da costanti movimenti delle placche tettoniche che creavano e distruggevano facilmente nuove montagne e nuovi mari. Gli abitanti umani di Medusa erano divisi in bellicosi clan rivali dotati di un livello barbarico della tecnologia e dell’armamento. Erano uomini duri e fieri, forgiati dall’inospitale clima del pianeta.
Anni dopo, il Primarca era diventato un uomo adulto, fiero ed imponente dagli occhi neri come la pece e corti capelli dello stesso colore. Era riconosciuto da tutti i Medusiani come un grande guerriero, che primeggiava alto e forte tra le tribù divise in clan del mondo. Il suo nome era Ferrus Manus (che in Alto Gotico significava “Mano  di Ferro”). Non interferì mai nei conflitti tra i vari clan, credendo che quella rivalità fosse salutare a forgiare persone forti e volitive. Per questo, Ferrus Manus era universalmente accettato come membro onorario di ogni clan, e molte (spesso esagerate) leggende venivano raccontate sulle sue gesta.
Una di queste leggenda narrava della titanica battaglia tra il Primarca e Asirnoth, il Grande Verme d’Argento. Si credeva che il Verme avesse la pelle di metallo vivente, più resistente di qualsiasi armatura. Dopo molti giorni trascorsi seguendo le tracce della bestia, Ferrus scoprì che non era possibile ucciderla con le sue sole forze: ogni suo colpo non sembrava avere effetto su quell’essere. Ferrus riuscì ad uccidere la creatura, solo quando ingaggiando lo scontro a mani nude riuscì ad immergerla in un fiume di lava. I Primarchi avevano infatti una forza fisica maggiore di quella d’un semplice uomo. Ma ecco che si verificò un fatto insolito: quando Ferrus ritirò le sue mani dalla lava, scoprì che erano coperte dallo stesso metallo vivente che formava la pelle del verme.
Sembra accertato che Asirnorth fosse una creazione fatta di una lega in "metallo vivente" degli antichi alieni noti come C’Tan, una specie di guardiano posto sul pianeta per proteggere una possibile Tomba Necron o addirittura un punto di passaggio degli C’Tan. Si crede possibile che Ferrus sia stato in qualche modo avvelenato o corrotto dal processo di fusione del Verme. In ogni caso quelle strane nuove mani divennero il suo inequivocabile segno di riconoscimento.
Ferrus ritornò ai clan, insegnando tutto quello che aveva imparato nei suoi viaggi a chiunque lo volesse apprendere. Era capace di modellare strani e potenti utensili ed oggetti con il metallo, plasmandoli con le sue mani metalliche. Sotto la sua guida, i clan di Medusa divennero forti e orgogliosi.

Quando il cielo venne squarciato per la seconda volta nella storia di Medusa, i clan erano confusi, non sapendo come interpretare quel fenomeno. Senza una parola, Ferrus lasciò i clan immediatamente e viaggiò fino al punto di atterraggio di ciò che aveva provocato quel fenomeno. Trascorsero settimane senza notizie di Ferrus, ma prima che i clan decidessero cosa fare per scoprire il destino del loro eroe, il cielo fu incendiato da immani tempeste di elettricità e la terra fu scossa da terrificanti terremoti, terrorizzando chiunque. Questi eventi terminarono dopo otto giorni, dopo i quali su tutta Medusa calò un silenzio innaturale.
Il giorno dopo, Ferrus ritornò nel posto dove i clan si riunivano per i grandi convegni, scortando una figura dall’elaborata armatura d’oro dal grande carisma. I racconti su quello che fecero i due grandi uomini variano, ma tutti vertono sul tema comune di uno scontro o sfida di potenza, responsabile di quella tempesta innaturale. Qualunque cosa fosse accaduta sulle montagne, fu chiaro a tutti i convenuti che aveva creato un legame di mutuo rispetto tra Ferrus e l’Imperatore. Anche se lacerato tra il popolo di Medusa ed il grande Imperium, Ferrus finalmente accettò il comando della X Legione, che venne chiamata Mani di Ferro in riferimento alle mani metalliche del Primarca.

Durante la Grande Crociata le Mani di Ferro combatterono con valore per tutta la Galassia, spazzando chiunque si opponesse alla parola dell’Imperatore. Le reclute per la Legione provenivano da Medusa: Ferrus credeva che la sana competizione tra i clan avesse reso i membri più che capaci di adattarsi ai rigori della vita degli Space Marine. Il Primarca combatteva con un martello del tuono chiamato Spezzaforgia. Era inoltre un abile ingegnere e fabbro. La Legione ed il suo Primarca credettero fermamente nel proposito dell’Imperatore di riunire tutta l’umanità dopo l’Era dei Conflitti, convinti che il più grande pericolo per la razza umana fosse che gli uomini restassero divisi. Credevano anche che la debolezza dell’umanità dovesse essere estirpata, essendo stata per molti la causa del rifiuto delle regole e degli insegnamenti dell’Imperatore.

L’odio per la debolezza si riferiva alla debolezza in qualsiasi forma, ma fu individuato particolarmente nella debolezza della carne umana. Fu così che le Mani di Ferro videro debolezza persino nei loro stessi corpi superumani e sostituivano le parti del corpo incriminate con protesi robotiche. In questo modo, a loro parere, i loro corpi non saranno feriti, spezzati o preda delle tentazioni della carne, ispirandosi alle perfette mani ricoperte di ferro del loro Primarca.

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Capitolo 5
*** Fulgrim ***


Fulgrim Ullanor

In seguito l’Imperatore giunse sul pianeta dove era atterrato il Primarca Fulgrim, detto la Fenice fino alla guerra civile.
Il piccolo Primarca non sembrò avere molta fortuna all’inizio: Chemos, il pianeta su cui era atterrato, era un pianeta civilizzato ma completamente privo di risorse naturali. Il mondo era totalmente dipendente dal commercio per il cibo e tagliato fuori dal resto della Galassia da feroci tempeste Warp; il razionamento non bastava a prevenire la lenta morte dei suoi abitanti. Quando la capsula di Fulgrim atterrò presso il villaggio di Callax, coloro che trovarono il bambino intercedettero per la sua vita con i leader dell’insediamento, in quanto a causa del razionamento gli orfani venivano lasciati morire.

Con il nome di una divinità del pianeta, non più venerata, Fulgrim divenne ben presto una leggenda. Data la sua natura di Primarca, raggiunse in poco tempo la piena maturazione fisica e psicologica ed anche se aveva la metà dell’età dei suoi compagni di lavoro, svolgeva tutti i suoi compiti con grande facilità. Imparò rapidamente come funzionava la tecnologia che adoperava e iniziò a modificarla, incrementandone drasticamente l’efficienza. A quindici anni di età Fulgrim era divenuto uno degli Esecutivi a capo dell’insediamento. Quando scoprì il graduale deterioramento di Callax e degli altri insediamenti, Fulgrim decise che avrebbe salvato quel mondo.
Sotto il suo comando, molti ingegneri viaggiarono lontano dalla loro fortezza, riconquistando e riparando molti lontani avamposti minerari. Quando le materie prime ricominciarono ad affluire a Callax, Fulgrim diresse la costruzione di macchinari più sofisticati, che consumavano meno energia. Quando il riciclaggio giunse a un tale punto di efficienza da creare un surplus, per la prima volta in tanti anni, il Primarca portò avanti una riscoperta dell’arte e della cultura, aspetti sacrificati nella lotta per la sopravvivenza. Gli altri insediamenti si allearono con Callax e in una cinquantina d’anni Fulgrim divenne padrone di quel mondo.
Il Primarca era fisicamente un bell’uomo, pallido al limite dell’albinismo, con occhi nerissimi e fluenti capelli bianchi che gli scendevano sulle spalle. Di carattere era abbastanza vanaglorioso ed aveva una voce melodica e un modo di fare regale.

Quando l’Imperatore giunse la prima volta su Chemos, Fulgrim gli giurò immediatamente fedeltà, e fu messo a capo della III Legione. Dall’Imperatore, Fulgrim conobbe il lontano pianeta Terra, la Grande Crociata per reclamare la galassia, e le sue stesse origini.
Viaggiando alla volta della Terra per incontrare la sua nuova legione, Fulgrim seppe che un incidente aveva distrutto la maggior parte dei semi genetici designati per la sua legione, e senza il loro Primarca, rimpiazzarli era un lavoro lungo e laborioso. Fulgrim incontrò i duecento Space Marine della sua Legione, e le parole che proferì ispirarono così tanto l’Imperatore da spingerlo a chiamare la  III Legione Figli dell’Imperatore, e permise a Fulgrim ed ai suoi uomini di portare il simbolo dell’aquila con due teste, simbolo personale dell’Imperatore, sulle loro armature potenziate.
Fulgrim era ansioso di dare il suo contributo alla Grande Crociata, ma vista la relativamente piccola dimensione della sua Legione, l’Imperatore li designò sotto il comando di Horus e dei suoi Lupi Lunari. Horus e Fulgrim crebbero l’uno accanto all’altro mentre pacificavano la Frangia Orientale della Via Lattea. Successivamente, sostenuto dai suoi nuovi reclutamenti sia da Chemos che dalla Terra, Fulgrim fu presto in grado di condurre da solo una crociata, portando innumerevoli mondi alla luce dell’Imperium.

Nella Galassia era nota la fratellanza condivisa dalla Fenice per Ferrus Manus, detto la Gorgone; i due leader formarono una connessione già nel loro primo incontro avvenuto sulla Terra, nelle fucine dove la Gorgone faceva sfoggio delle sue abilità. Ognuno condivideva interessi per l'alchimia e la scienza, e nella fucina Fulgrim dichiarò di essere venuto a forgiare un'arma perfetta che avrebbe usato nella Grande Crociata. Naturalmente Ferrus non poteva lasciare tale vanto senza risposta e così, ridendo, gli chiese: "E come pensi di riuscirci con quelle mani pastose che ti ritrovi? Esse non possono essere pari alle mie mani metalliche!" Fulgrim accetto la sfida con grazia regale ed entrambi lavorarono senza sosta per settimane, a torso nudo e sudando come matti, tra il fragore del ferro lavorato.
Dopo tre mesi di lavoro, Ferrus aveva forgiato un potente martello da guerra chiamato "Spezzaforgia", mentre Fulgrim esibiva la "Lama Infuocata", una spada dalla lama d'oro. Entrambe erano di una fattura tanto straordinaria che ogni sfidante dichiarò che l'altro era più bravo di lui. Senza un'altra parola la Fenice e la Gorgone avevano sigillato la loro amicizia con il mestiere delle loro mani.
Ma c'era una cosa che differenziava i due: Fulgrim era un amante dell'arte, della musica e di altri passatempi culturali, mentre Ferrus Manus aveva avuto poco tempo per dedicarsi a queste cose, che avevano finito per non interessarlo. Quando la Fenice gli parlò delle sue attenzioni artistiche, Ferrus rispose: "Tali cose sono una perdita di tempo quando c'è una galassia da conquistare". Fulgrim rispose, con una risitina e definendo (amichevolmente) Ferrus una "terribile Gorgone", che se i Primarchi non apprezzano la bellezza allora non possono apprezzare le stelle da conquistare per il loro padre.
Da allora al primarca delle Mani di Ferro rimase sempre il nomignolo di "Gorgone".
Fulgrim vedeva la sua vita come un motivo per perfezionarsi in tutte le cose fisiche, mentali e spirituali che trasmise ai suoi soldati. La Fenice combatteva con valore usando in seguito come arma una spada ricurva chiamata Lama di Laer, recuperata durante una campagna volta allo sterminio dei Laer, una razza aliena serpentiforme che abitava il mondo di Laeran, pianeta ricoperto per lo più da oceani. Tale razza era tecnicamente avanzata, ma all'insaputa della Fenice, corrotta da Slaanesh, il Signore del Piacere.

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Capitolo 6
*** Vulkan ***


Vulkan sketch
Il prossimo Primarca riunitosi all’Imperatore fu Vulkan.
Costui, quando venne separato dal padre genetico, finì su Nocturne, un pianeta vulcanico abitato da stoici uomini di carnagione scura regrediti al medioevo. Il bimbo fu trovato da un maniscalco chiamato N’bel, che, riconoscendo in lui il loro salvatore, secondo una profezia del Culto Prometeo, religione delle genti di Nocturne, lo chiamò Vulkan.

Come tutti i Primarchi, Vulkan crebbe ad una velocità straordinaria, raggiungendo la maturità fisica e psicologica (ed un’imponenza maggiore di ogni altro uomo della città) all’età di tre anni. Era anche molto intelligente, ed in grado di migliorare notevolmente le già considerevoli abilità metallurgiche dei fabbri di Nocturne. Fisicamente era calvo ed addirittura più scuro di pelle delle genti di Nocturne.
Quando Vulkan aveva “quattro” anni, la sua città venne attaccata dai feroci alieni noti come Eldar Oscuri. La popolazione della città si nascose, come era solita fare quando i decadenti alieni arrivavano per uccidere, saccheggiare e catturare degli sventurati schiavi, ma Vulkan rifiutò di farlo. Armato solo di una coppia di martelli da fabbro, incitò la sua gente alla lotta e li guidò all’assalto, uccidendo da solo cento Eldar. Gli alieni si diedero alla fuga e non tornarono più su quel pianeta. Quando l’eco della sua vittoria li raggiunse, i capi delle sette città principali vennero a rendergli omaggio, giurando di combattere in eterno i loro nemici piuttosto che sottomettersi ancora a loro.

Felici per la loro vittoria, i cittadini indissero grandi festeggiamenti, in cui si tennero prove di abilità e resistenza. Durante le cerimonie di apertura, comparve uno straniero. La sua pelle era pallida, in confronto alla carnagione scura delle genti di Nocturne, ed anche i suoi abiti denotavano il suo essere forestiero. Mentre tutti si domandavano chi fosse e da dove venisse, costui proclamò che sarebbe stato migliore di chiunque in qualsiasi competizione, causando le risa di scherno di molti che immaginavano un suo confronto con il superuomo Vulkan. Il Primarca accettò la sfida, e lo straniero propose che lo sconfitto giurasse eterna fedeltà ed obbedienza al vincitore.
Per otto giorni, lo straniero fronteggiò Vulkan in parecchi eventi, con né uno né l’altro in grado di prevalere nemmeno di poco. Per esempio, in una gara di sollevamento pesi entrambi sollevarono un’incudine sopra la testa e la tennero in quella posizione, senza cedimento alcuno, per mezza giornata; e la gara fu dichiarata pari.
Finalmente, arrivò l’ultima prova: l’uccisione di una salamandra. Queste bestie tipiche di Nocturne, erano una sorta di draghi sputafuoco senza ali e pesanti anche parecchie tonnellate. I contendenti ebbero un giorno e mezzo per forgiarsi un’arma e andare a caccia della più grande salamandra che potessero trovare.
Vulkan lavorò tutto il giorno alle forge, senza un attimo di respiro. Quando il giorno volgeva ormai al termine, i contendenti erano pronti; Vulkan con un martello enorme, lo sconosciuto con una spada tagliente. Entrambi scalarono la vetta del Monte Deathfire, un grande vulcano che si diceva fosse dimora delle più grandi salamandre del pianeta.
Vulkan trovò per primo la sua preda, e gli fracassò la testa con un solo colpo di martello. Mentre trasportava la carcassa, il vulcano eruttò. Vulkan fu quasi sbalzato in un precipizio, ma riuscì ad afferrarsi all’orlo con una mano, tenendo testardamente con l’altra la sua preda.
Vulkan resistette molte ore, ma la sua stretta iniziava a vacillare, indebolita da otto giorni di sfide continue. Fu allora che lo straniero riapparve, trasportando una salamandra più grande della sua. Vedendo in che condizioni era il suo sfidante, lo straniero gettò all’istante la carcassa della bestia nel fiume di lava, usandola come un ponte per attraversarlo e salvare Vulkan.
Al loro ritorno, Vulkan fu dichiarato vincitore, ma egli, chiesto il silenzio della folla, si inginocchiò davanti allo straniero, dichiarando che un uomo che valutava la vita altrui più importante del proprio orgoglio era degno dei suoi servigi. Lo straniero sorrise e rivelandosi l’Imperatore dell’Umanità, stabilì che Nocturne divenisse il mondo natale della XVIII Legione, e che Vulkan ne era il Primarca e governatore del pianeta.

Fu così che Vulkan si unì con orgoglio a suo padre, prendendo il comando della sua Legione, che si chiamò Salamandre, in riferimento alle bestie di Nocturne ed alla leggendaria sfida tra il Primarca e l’Imperatore. Il Primarca scendeva in battaglia nella sua imponente armatura potenziata e brandendo Portatore dell’Alba, il suo martello da guerra e Cuore della Fornace, un’arma da fuoco simile alla Pistola al Plasma donatagli da Ferrus Manus. Lui ed i suoi Space Marine si guadagnarono la fama di guerrieri duri, fisicamente forti e saldi nei loro propositi. Adeirorno inoltre al Culto Prometeo, la religione di Nocturne che invitava alla fiducia in sé stessi ed al sacrificio per il prossimo, e solo con la meditazione e l'isolazionismo una persona può acquisire una vera comprensione di sé stessa. Fuco, fucina e Martello sono simboli ricorrenti nel Culto, e per questo le Salamandre fanno largo uso di lanciafiamme e martelli da guerra.
 

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Capitolo 7
*** Rogal Dorn ***


Rogal Dorn sketch
Il nuovo Primarca che si riunì all’Imperatore fu Rogal Dorn, detto il Vigilante, o il Pretoriano della Terra.
Come gli altri autentici capolavori di ingegneria genetica, Rogal Dorn fu rapito da poteri perniciosi dai laboratori lunari e lanciato alla deriva nel Warp, ma si riunì a suo padre  quando l’espansione dell’Imperium aveva raggiunto gli alveari di ghiaccio del mondo di Inwit.

Il pianeta Inwit era, ed è ancora, un mondo di morte e di freddo. La sua vecchia stella brilla del rosso della sua vita finale, la flebile luce rossa è priva di calore e sopisce nei secoli. In orbita attorno la sua stella morente, Inwit mostra al sole sempre la sua stessa faccia, pertanto, un lato del pianeta è illuminato dalla fioca luce del sole morente, l’altro è perennemente avvolto nel buio. Il lato buio è caratterizzato da labirintici crepacci ghiacciati, catene montuose congelate e pianure di gelo che coprono il lato oscuro del pianeta. Sotto la crosta di ghiaccio, scorrono spessi mari in cui mostruose e pallide creature affamate di sangue nuotano cieche nelle acque, cacciando ogni vibrazione che percepiscano. Il lato luminoso di Inwit offre poco più calore rispetto a quello buio. Il salino mare erode la nuda roccia della costa sotto lo sguardo impassibile di un sole rosso. Al di sopra di questa desolazione, grandi e antiche stazioni spaziali e navali guardano dall’alto il mondo avvolto nel freddo attraverso un’aurora perpetua. Create in un passato perduto, queste cittadelle sospese nel vuoto hanno guardato verso il basso da sempre.
C’è poco di valore su Inwit; i suoi mari sono sepolti o senza vita e le sue montagne sono spoglie delle ricchezze o di qualsiasi importante minerale. Vi è, tuttavia, una cosa che questo duro mondo produce e che prima dell’avvento dell’Imperatore portò la gente di Inwit a conquistare un ammasso di stelle e a mantenerlo unito durante gli anni successivi all’Era dei Conflitti: la sua gente. Anche se di indole barbara, i popolo di Inwit possedeva ancora le conoscenza per muoversi tra le stelle, seppur per brevi viaggi, e controllavano ancora una buona tecnologia, anche se rozza. I guerrieri di Inwit sono allevati a sopportare un mondo ostile e a sopravvivervi. Inwit insegna loro a non cedere e che il prezzo della debolezza è la morte, per loro e per il resto della loro famiglia. La morte si presenta in molte forme su Inwit; nelle tempeste di ghiaccio che possono congelare e uccidere un uomo in pochi secondi, alle grinfie dei predatori che vagano per le terre congelate, così come nei repentini cali di temperatura che possono penetrare velocemente anche le guarnizioni di tenuta. Questi fattori forgiano persone forti, tristi e votate alla sopravvivenza di tutto il gruppo piuttosto che del singolo individuo. Gran parte della popolazione mondiale è nomade, muovendosi tra gli alveari di ghiaccio sotterranei commerciando armi, carburante e tecnologia. Il conflitto tra i vari clan è comune e i giovani guerrieri imparano a difendersi contro i nemici del loro clan prima ancora di imparare a sopportare il tocco della morte del freddo spietato. La necessità aguzza il loro ingegno, e ogni persona sviluppa un innato senso del valore funzionale di ogni prezioso oggetto.
Molto tempo fa, prima della venuta dell’Imperatore, quando ancora i pianeti vivevano nell’isolamento forzato succeduto all’Era dei Conflitti, la gente di Inwit iniziò a creare il proprio regno tra le stelle. Su ogni mondo che conquistavano, essi ne assimilavano la tecnologia e le scoperte scientifiche, uscendone ogni volta maggiormente rafforzati. Con ogni conquista la loro cultura è cresciuta, ma Inwit restò crudo e invariato anche quando divenne il centro di un impero stellare. Gli alveari di ghiaccio e le relative controversie dei clan erano rimaste invariate e mentre le conoscenze di Inwit permettevano di costruire astronavi e di circondare la sue orbite con stazioni d’arma, i suoi governanti restarono attaccati ai vecchi costumi del posto, ai modi che avevano creato la loro forza. Così è stato, e così è ancora adesso.

Fu in questo apogeo di impero fiorente che Rogal Dorn crebbe virile, e dove governò i propri domini come imperatore. Si sa molto poco dei suoi primi anni di vita su Inwit, quello che si sa è che dal buio e dal freddo emerse un ragazzo, Rogal, nome datogli dal clan che lo aveva adottato e che salì velocemente fino a condurre la Casa di Dorn cui questa era legato. Il patriarca del clan che aveva adottato Dorn era per lui un nonno adottivo e gli insegnò molto sulla tattica, la strategia e la diplomazia. Anche dopo aver scoperto che non era sangue del suo sangue, Dorn ricordò sempre con grande affetto e stima il suo “nonno”, tenendo sempre con se un vestito di pelliccia che era appartenuto all’uomo. Rogal Dorn era alto, fiero e forte, dalla pelle abbronzata e dai corti capelli bianchi. Seppe dare uno slancio ancora maggiore ad Inwit, ordinando e addestrando i suoi eserciti, e modellando i veicoli spaziali in un modo mai visto prima.

Anni dopo la morte di suo nonno, le astronavi Imperiali della Grande Crociata finalmente raggiunsero Inwit. Quando l’Imperatore si riunì finalmente con Rogal Dorn, non ritrovò solo un figlio perduto, ma la forza di una grande società stellare già forgiata in uno strumento di guerra. Dorn incontrò il padre a bordo d’un enorme astronave costruita durante l’Oscura Era della Tecnologia chiamata “Phalanx” che egli stesso aveva scoperto in una regione di spazio attorno ad Inwit. Riconosciuto suo padre, Dorn gli donò l’enorme fortezza stellare. L’Imperatore accolse Dorn come un figlio a lungo perduto e riconsegnò la Phalanx alle cure di Dorn e decretò che sarebbe divenuta la fortezza spaziale mobile della Legione di Dorn, la VII, conosciuta come Magli Imperiali per l’efficienza del lavoro svolto già ai tempi della riunificazione della Terra che soddisfò l’Imperatore, perché egli li nominò così in quanto avevano agito con la potenza e l’efficienza d’un martello sull’incudine.

Dorn fu ferocemente fedele all’Imperatore sin dal primo momento in cui si incontrarono sul ponte della Phalanx. Egli non chiese mai nessun favore a suo padre, e in tutti gli anni successivi incarnò la ricerca umana della verità, non disse mai una bugia, anche se avrebbe aiutato la sua causa. Combatteva con il Dente della Tempesta, una colossale spada a catena e con Voce della Terra, una pistola. Dorn comandò la Legione con devozione senza pari e grande genio militare. Si diceva che egli possedesse una delle più brillanti menti militari tra i Primarchi, ordinato e disciplinato, ma sempre incline a lampi di zelo e di ispirazione. I suoi successi per l’Imperium durante la Grande Crociata furono innumerevoli, e lo stesso Signore della Guerra Horus arrivò a dire che se i suoi Lupi della Luna, maestri degli assalti, avessero attaccato una fortezza difesa dai Magli Imperiali di Rogal Dorn, il conflitto sarebbe sfociato in una situazione di stallo senza fine.
I Magli Imperiali, ottennero grandi successi già agli inizi della Grande Crociata, agendo come riserva strategica delle Forze Imperiali. Abile a dispiegarsi in modo veloce e flessibile, la Legione sferrò il colpo decisivo in molte campagne. Grande era la loro abilità soprattutto nelle guerre d’assedio. Essi e il loro indefesso Primarca si ergevano come il pilastro della totale lealtà all’Imperatore, e restarono leali anche quando sembrò che la Terra fosse rimasta sola di fronte all’oscurità in arrivo e non vacillarono nemmeno contro un nemico che sapevano essere infinitamente superiore alle loro forze.
 
 

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Capitolo 8
*** Roboute Guilliman ***


Primarch Roboute Guilliman
Fu poi il turno di Roboute Guilliman, il Primarca che avrà poi un ruolo estremamente importante nel 31° millennio. Fu lui infatti a redigere il Codex Astartes, il codice che regola la disciplina ed il funzionamento di tutti i gruppi di Space Marine, dal 31° millennio, ma questa è un'altra storia.
Dopo il ben noto incidente il Primarca comparve sul pianeta Macragge, un mondo civilizzato situato sull’orlo orientale della Galassia. Era un pianeta roccioso ma ospitale ed i suoi abitanti avevano mantenuto buona parte della tecnologia usata nell’Oscura Era della Tecnologia, ed avevano mantenuto contatti con gli umani dei sistemi vicini.

L’arrivo di Guilliman avvenne in un tempo di grandi presagi per il popolo di Macragge. Konor Guilliman, uno dei due Consoli che governavano la civiltà di Macragge, ebbe la visione di un eroico guerriero che avrebbe dissolto l’oscurità. Dopo aver guidato una spedizione sul luogo che aveva visto nella sua visione, Konor trovò un bambino dai capelli biondi, all’interno d’una capsula nella foresta.
Chiamandolo Roboute, Konor lo adottò, e fu stupefatto dalla rapidità con la quale il bimbo imparava e cresceva. Roboute entrò nell’accademia militare, dove rapidamente approfondì la sua conoscenza della storia, della scienza e della filosofia ma soprattutto divenne un maestro nell’arte della guerra; dopo soli due anni era considerato il miglior guerriero e stratega di Macragge. Unitosi all’esercito del padre, guidò una campagna nel mai prima conquistato Illyrium, regione del nord del pianeta. Dopo due mesi, aveva pacificato ed affratellato i selvaggi uomini delle tribù del nord.
Tutti i suoi soldati erano entusiasti per la rapida e brillante vittoria e Roboute seppe guadagnarsi il rispetto dei fieri guerrieri Illyriani.
Al ritorno della sua campagna vittoriosa, trovò la sua città in tumulto: durante la sua assenza, Gallan, il co-Console di suo padre aveva organizzato un colpo di stato ai danni di Konor. Gallan era un nobile di Macragge geloso del potere politico e della popolarità di Konor. Gallan era inoltre esponente di quei nobili che vedevano con astio una serie di riforme popolari che Konor aveva emanato, anche se tali riforme avevano avuto un largo successo tra il popolo, portandogli grandi benefici.
Accorgendosi dei disordini, ed informato di quanto accaduto, Roboute non perse tempo: guidando le sue truppe al Palazzo del Senato, Roboute organizzò il ripristino della legalità. Entrando nell’edificio, sconfiggendo un centinaio di soldati al soldo di Gallan, trovò il suo padre adottivo assassinato. Con l’aiuto delle truppe fedeli a lui ed al suo defunto padre adottivo, Roboute riprese il controllo della città, catturò e giustiziò Gallan e tutti i capi della rivolta, ed assunse il potere di Console.
Sotto la sua guida Macragge ed i sistemi circostanti rifiorivano e prosperavano, e pare che fu proprio questo ad attirare l’attenzione dell’Imperatore. Si dice che Roboute riconobbe all’istante il suo vero padre, offrendo la sua lealtà all’Imperium e ricevendo il comando della XIII Legione di Space Marine; gli Ultramarine.

Roboute Guilliman acquisì rapidamente le conoscenze necessarie alla guida di una Legione di Space Marine. Le sue abilità risiedevano in una grande conoscenza dell’arte della guerra, e guidò i suoi soldati di vittoria in vittoria, liberando innumerevoli mondi dall’oppressione di razze aliene e dai corrotti servi del Caos, combattendo in modo da causare danni collaterali minimi, e conquistando sia i cuori che le menti dei popoli.
Roboute Guilliman era un uomo forte e valoroso, i tratti duri del viso incorniciati da corti capelli biondi,  e combatteva con uno spadone potenziato dall’elsa a forma di ali d’aquila. Horus era solito chiedere il consiglio di Roboute come si fa abitualmente con un fratello più anziano.
Su Macragge, gli Ultramarine rimasti di guarnigione avevano dato inizio alla costruzione della Fortezza di Hera, nonché all’addestramento ed alle modifiche genetiche di nuove reclute. Essendo stati estremamente efficienti, la Legione degli Ultramarine divenne rapidamente la più numerosa delle venti Legioni di Space Marine che presero parte alla Grande Crociata.
 
 

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Capitolo 9
*** Magnus il Rosso ***


Magnus' Coven-Personal Bodyguard
Il successivo Primarca ritrovato dall’Imperatore fu Magnus il Rosso detto il Re Scarlatto o il Ciclope Rosso per il suo aspetto.
Quando i Primarchi ancora in fasce vennero scaraventati nella galassia, il bambino che sarebbe diventato noto con il nome di Magnus il Rosso atterrò sul lontano mondo di Prospero, più precisamente nella piazza della città principale: Tzica, la Città della Luce. Egli fu fortunato a non essere trucidato dagli ignoranti e superstiziosi umani che abitavano il pianeta, benché il suo aspetto fosse quello di un grottesco ciclope scarlatto. Tale aspetto era semplicemente dovuto al fatto che aveva perduto l’occhio destro in circostanze ignote, forse in seguito all’atterraggio sul pianeta. Un’altra caratteristica fisica del Primarca che saltava immediatamente all’occhio era la pelle di colore rosso e dello stesso colore erano i suoi lunghi capelli ed il suo occhio.

Prospero era un pianeta di psionici umani esiliati, ed i suoi abitanti accolsero Magnus come uno di loro. Il piccolo Primarca crebbe tra le grandi piramidi di Tzica sotto la tutela di Amon, noto stregone e psionico noto per la sua potenza e che fu il suo insegnante nelle arti psichiche. Magnus divenne un baluardo della comunità, e stabilì presto un legame psichico con quella gente, e con il tempo accrebbe e maturò il suo potere psichico tale da superare qualunque abitante di quel pianeta; forse divenne il più grande psionico mai esistito dopo l’Imperatore. Egli fu portato a credere d’essere in grado di comprendere e possedere ogni disciplina e campo del sapere, giungendo ad un livello superiore a chiunque. La sua massima prediletta era: “La Conoscenza è potere”. In un occasione guidò una campagna militare volta a liberare Prospero dai Psychneuein, terribili bestie predatori simili a grandi vespe e dai poteri psichici. Un giorno Magnus usò il suo unico occhio per scrutare nell’Immaterium, il piano d'esistenza sovrapposto al Materium e da quel momento cambiò il corso della sua vita.

L’Imperatore dell’umanità fu attratto sul pianeta Prospero proprio a causa degli impulsi psichici generati dal figlio disperso. L’incontro fra i due è ricordato come una mera formalità; il legame fra padre e figlio venne stabilito attraverso una comunicazione psichica. Magnus fu posto al comando della XV Legione degli Space Marine, la Stirpe dei Mille; il nome della Legione fu conseguente al riconoscimento a Magnus per aver donato il proprio materiale genetico per generare il primo migliaio di Marines. Fu una riunione che non avrebbe potuto aver luogo in un tempo migliore. Il seme genetico proveniente da Magnus diede origine ad una Legione che contò fra le sue fila un altissimo numero di Marine che subì una mutazione psichica, pochissimi dei quali sopravvissero alle mutazioni, i pochi che rimasero, divennero fra i più potenti psionici di tutta l’era.
Magnus e la Stirpe dei Mille combatterono degnamente, il Primarca sfruttava sia i suoi poteri psichici che la sua alabarda, facendosi notare per il suo aspetto e la sua altezza. Ma aveva i suoi problemi: all’epoca esistevano fazioni, entro l’Imperium, che provvedevano ad eliminare mutanti e psionici. Al fine di salvare la sua Legione dall’olocausto, Magnus impegnò le sue abilità intellettuali per addestrare la Stirpe dei Mille nella via dello psionico. Nel periodo della Grande Crociata, la Legione varcò la soglia della ricerca scientifica iniziando ad occuparsi di stregoneria. La Stirpe dei Mille, non si avvide neppure che Magnus aveva iniziato pratiche occulte sino a che due suoi fratelli non fecero rapporto: Mortarion, che aveva conosciuto personalmente i risvolti dell’uso della stregoneria, e Leman Russ che a seguito dei comportamenti di Magnus venne infamato.

L'Imperatore allora tenne un consiglio sul pianeta Nicea, in cui ordinò alle parti di palesare le proprie inclinazioni. Entrambe le parti paventarono una incriminazione e fu solo la creazione dei Bibliotecari negli Space Marine a far giungere ad un compromesso. La proposta venne avanzata con il proposito, e la priorità, di meglio educare gli psionici al servizio dell’umanità, al fine di evitare che la scienza arcana producesse fuorilegge fautori di una imperdonabile eresia. Tale compromesso divenne norma di legge senza la possibilità di opposizione da parte di alcuno, e l’editto di Nicea divenne una legge imperiale che rimase in vigore per sempre. Magnus non gradì il decreto, ma fu obbligato dall’Imperatore a giurare che la sua Legione avrebbe interrotto studi e/o ricerche sulle arti magiche.
In relazione a tale questione esistono tuttavia altre versioni dei fatti. Una di queste afferma che Magnus fu fondamentale per la creazione degli Space Marine Bibliotecari. Alcuni Primarchi accettarono i programmi applicandoli entro le loro Legioni, altri rifiutarono totalmente l’idea considerando la cosa come un altro modo di chiamare una stregoneria. La soluzione fu trovata quando un fidato collaboratore del sovrano dell'umanità, Malcador il Suggellatore, produsse l’Editto del Cappellano, dove un guerriero sarebbe stato incaricato della salvaguardia della propria Compagnia dall’attacco dei poteri rovinosi. Questi furono i primi Space Marine Cappellani.
 
 

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Capitolo 10
*** Sanguinius ***


Primarch Sanguinius Victorious
Il prossimo Primarca ad essere ritrovato fu Sanguinius, l’Angelo, il guerriero che fisicamente assomigliava tantissimo ad una creatura celeste.

Il piccolo bimbo-Primarca fu spinto dalle correnti del fato su uno dei sistemi più inospitali della galassia: il sistema Baal. Le informazioni sugli albori della storia baalita sono ormai ridotte a leggende e miti perduti, ma le ricerche archeologiche degli esploratori hanno portato a conoscere molte verità sul sistema Baal.
Il pianeta era interamente coperto da aridi deserti rossi; in passato era la culla di una potente ed evoluta colonia umana, che aveva per ambizioni la scienza e la cultura e non la conquista od il dominio. Inizialmente esso diventò come un paradiso per gli uomini, ma millenni prima dell’arrivo di Sanguinius, probabilmente durante l’Era della Lotta, delle sconosciute ragioni portarono allo scoppio di una guerra terribile dove furono utilizzate antiche e mortali bombe atomiche e che trasformarono la superficie del mondo in un enorme deserto di cenere, totalmente contaminato da radiazioni e letali tossine che portarono gli abitanti umani sull’orlo dell’estinzione. Eppure, incredibilmente, resistettero usando rappezzate e logore tute antiradiazione, vivendo di saccheggio e nomadismo sui resti dell’antica civiltà Baaliana.
Gli umani di Baal erano delle tribù nomadi ridotte ad un livello ferale che vivevano una vita breve e dolorosa, cercando di sopravvivere al deserto, alla mancanza di cibo e di risorse, combattendo contro mutanti e tribù di cannibali per la sopravvivenza. Il piccolo Primarca giunse su questo pianeta desolato e fu trovato dalla tribù Baalita conosciuta come Sangue.

Quelli si trovarono davanti ad una strana visione: il bambino  aveva delle piccole ali piumate sulle spalle. Non era il primo Primarca a presentare una mutazione fisica ma a cosa era dovuta? Forse a mutazioni secondarie verificatesi durante il processo di creazione. Alcuni storici imperiali hanno avanzato una rischiosa ipotesi che sostiene che, quando i Primarchi furono dispersi nella galassia, furono toccati dal Caos, e come conseguenza di ciò, alcuni furono mutati sia nel fisico che nello spirito. Sebbene sulle prime, a causa della sua mutazione, i baaliti lo volessero uccidere, ben presto la tribù riconobbe la natura angelica nella sua figura di piccolo cherubino, nudo ma intatto e salvo nel deserto radioattivo di Baal. Così la tribù lo adottò dandogli il nome di Sanguinius, l’Angelo Sanguinario.
Sanguinius, come tutti i Primarchi, crebbe ad una velocità incredibile. dopo tre settimane, era forte a sufficienza da sconfiggere a mani nude uno Scorpione di Fuoco, una creatura alta il doppio di un uomo adulto, il cui pungiglione inietta un veleno in grado di bruciare un uomo dall’interno. Un anno dopo il suo atterraggio su Baal Secundus, Sanguinius era più alto di qualsiasi altro uomo sul satellite. Il suo fisico era perfetto, nonostante la spaventosa quantità di radiazioni cui era stato esposto. Era un uomo di bell’aspetto, con lunghi capelli biondi che gli cadevano sulle spalle. Le sue ali erano diventate forti, con penne bianchissime, e gli permettevano di volare, torreggiando sui laceri abitanti di Baal come un dio sulla terra.
Sotto la sua guida la tribù Sangue prosperò poiché erano difesi dai mutanti che infestavano Baal . Il Primarca era capace di battere da solo centinaia di nemici, rivelando un innato senso tattico e strategico. In pochi anni tutte le altre tribù di sangue puro furono riunite sotto la sua guida e venne intrapresa una guerra contro le tribù di mutanti e di cannibali che si concluse con il loro sterminio e la purificazione di tutto il sistema.

Quando l’Imperatore trovò Baal nella sua ricerca dei primarchi, scese sulla superficie del pianeta per accertarsi che le tracce psichiche che aveva percepito fossero davvero di uno dei suoi figli. L’Imperatore entrò nell’anfiteatro naturale usato per le grandi occasioni conosciuto come Conclave del Sangue, e stette tra i soldati del Sangue, ascoltando con umiltà il discorso di Sanguinius. Il discorso infiammò le anime del popolo di Sanguinius, ed alla sua conclusione, egli spiccò il volo con un grido che ogni uomo riprese.
Si disse anche che Sanguinius riconobbe subito l’Imperatore per quello che era, e si inginocchiò, offrendogli i propri servigi. In questo, Sanguinius fu uno dei pochi primarchi che non sfidarono l’Imperatore, al loro primo incontro. L’Imperatore prese con sé Sanguinius ed un gruppo dei suoi migliori guerrieri e lo mise al comando degli Angeli Sanguinari, la IX Legione di Space Marine.
Gli Angeli Sanguinari si gettarono nella Grande Crociata, trovando rapidamente la loro specializzazione come truppe d’assalto, creando una rivalità con la legione dei Divoratori di Mondi, similmente votata agli assalti. Sanguinius era sempre in prima linea, avvolto in un’armatura dorata da cui uscivano le sue candide ali ed armato di una spada a due mani.
 

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Capitolo 11
*** Lion El'Jonson ***


Lion kretschmann by slaine69
Il prossimo Primarca fu Lion El’Jonson; esso era il più vecchio dei Primarchi, in quanto primo figlio genetico dell’Imperatore. La sua Legione ha l’onore di essere la prima Legione creata dall’Imperatore. Dopo il noto incidente, il primo primarca finì sul bellissimo, ma letale, pianeta Caliban.

Caliban era un mondo crudele e spietato come nessun altro nella galassia. Nelle impenetrabili foreste che coprivano il pianeta vivevano creature corrotte dal Caos, di tale ferocia che la sopravvivenza era una lotta costante, giorno per giorno. Gli abitanti umani di Caliban erano costretti a vivere in enormi fortezze e castelli, costruiti in radure strappate alle foreste del pianeta. Isolati dalla Terra dalle tempeste del Warp che spazzarono la Galassia nell’Era dei Conflitti, la civiltà di Caliban si era involuta in uno stadio feudale, con la maggior parte della popolazione guidata da una piccola élite di guerrieri.
La nobiltà di Caliban era una razza fiera e combattiva. Forgiati dalla fanciullezza a vivere e morire con la spada in mano, erano grandi guerrieri, incredibilmente coraggiosi. Combattevano con un’armatura simile nella forma, ma non nella resistenza, a quella poi usata dagli Space Marine, e le armi preferite erano la spada ed una pistola simile al Requiem. Tale oggetti erano stati il frutto di una discreta conoscenza tecnologica, a dispetto della effettiva condizione materiale della gente di Caliban, ma molte forme di tecnologia avanzata erano andate perdute e la nobiltà guerriera era solita andare in battaglia in sella a destrieri da guerra.
La vita dei nobili era una lotta costante, essi combattevano contro la moltitudine di creature del Caos che minacciava di annientare i loro piccoli insediamenti. Talvolta una creatura particolarmente spaventosa si stabiliva in un posto e lo terrorizzava, in tal caso i maggiori nobili della Comunità bandivano una cerca contro il mostro, e tutti i nobili della zona partivano a caccia della bestia. Uccidere una creatura oggetto di una cerca procurava fama ed onori al nobile tanto abile da ucciderla, ma molto spesso chi si azzardava ad affrontare tali orrori andava incontro ad una fine orribile.
Molti primarchi furono abbastanza fortunati da essere trovati dagli abitanti umani del pianeta sul quale erano atterrati, ma non fu questo il destino di Jonson, perché la sua capsula atterrò in una remota, isolata regione di Caliban a molte miglia dall’insediamento umano più vicino.
Come Jonson sopravvisse i primi anni su Caliban è un mistero, dato che Jonson non parlò mai di quei tempi. In teoria avrebbe dovuto morire già nei primi istanti trascorsi sul pianeta, ma riuscì a sopravvivere crescendo forte e robusto, fino a quando, dieci anni più tardi si imbatté in Luther, un cavaliere dell’Ordine.
L’Ordine era un'organizzazione di cavalieri conosciuto su tutto Caliban per l’onestà, la nobiltà ed il coraggio dei propri membri in battaglia. Unici tra i cavalieri di Caliban, i membri, o Fratelli, dell’Ordine erano scelti per i loro meriti, non per la loro nascita. Chiunque poteva unirsi all’Ordine, per quanto umili fossero i suoi natali. Contingenti di fratelli-cavalieri dell’Ordine viaggiavano per il pianeta, offrendo i propri servigi quando fosse necessario.

Fu durante una di queste grandi spedizioni che uno squadrone dell’Ordine si imbatté nel primarca, che ai loro occhi parve un uomo selvaggio che viveva in quelle foreste. Credendolo un mostro, i cavalieri erano pronti ad uccidere il primarca, quando uno di loro, Luther, percependo che in quella creatura c’era molto di più di quanto sembrava, fermò i suoi compagni e insieme agli altri cavalieri tornò nella propria città, portando con sé quell’uomo nato nella foresta.
Per via della sua strana comparsa e del luogo del suo ritrovamento, l’Ordine lo battezzò Lion El’Jonson, che significa "Il Leone, figlio della Foresta" nel dialetto di Caliban. Jonson si adattò facilmente ai costumi degli uomini, imparando a parlare rapidamente. Ma della sua crescita nella foresta non parlò mai.
All’interno del monastero-fortezza dell’Ordine, il primarca entrò a far parte dalla società umana di Caliban. Qui lui e Luther strinsero una grande amicizia. Sembrava che i due uomini colmassero ognuno le mancanze del carattere dell’altro. Dove Jonson era umorale e taciturno, Luther era persuasivo e carismatico. Dove Luther era impetuoso ed emotivo, Jonson era brillante stratega ed inarrestabile una volta stabilita una linea d’azione. Compresero che si completavano a vicenda, divennero una squadra imbattibile.
Negli anni seguenti Jonson e Luther scalarono i ranghi dell’Ordine. Le loro imprese divennero leggenda su Caliban, e la reputazione dell’Ordine si accrebbe di conseguenza. Il numero di giovani guerrieri desiderosi di unirsi all’Ordine crebbe sempre più, e vennero costruiti molti altri monasteri-fortezza. Crescendo le dimensioni dell’Ordine Jonson e Luther proposero una crociata contro i mostri che infestavano le foreste, per ripulire una volta per tutte il pianeta dalla loro oscena presenza. L’oratoria di Luther convinse i grandi maestri dei monasteri e molti dei nobili del pianeta ad unirsi alla crociata, ma fu la superiore capacità di Jonson di pianificare ed organizzare che permise nel corso dei seguenti dieci anni di ripulire Caliban dalle mostruose creature che lo infestavano. Un’epoca d’oro ebbe inizio per gli abitanti del pianeta.
Come riconoscimento del suo trionfo sulle creature del Caos Lion El’Jonson fu proclamato Supremo Maestro dell’Ordine e di Caliban. Anche se Luther non contestò apertamente a Jonson l’onore che aveva meritato, non sarebbe stato umano se non avesse provato una punta di gelosia. Ciò accese la prima, piccola, scintilla che avrebbe condotto allo scisma che avrebbe un giorno diviso la Legione degli Angeli Oscuri.

In quel mentre, sconosciuto a Jonson ed al popolo di Caliban, l’Imperatore stava progettando una Grande Crociata attraverso la Galassia, per riunificare l’Umanità e purificare interi sistemi stellari dall’oppressione aliena. Mano a mano che l’onda delle conquiste dell’Imperium avanzava attraverso la galassia, gli Scout Imperiali riscoprirono il perduto pianeta Caliban.
Poco dopo l’Imperatore si riunì finalmente al primarca e venne accolto con la gioia di un padre ritrovato dal figlio perduto. La prima azione dell’Imperatore fu dare a Lion El’Jonson il comando della I Legione di Space Marine, gli Angeli Oscuri.
Caliban divenne il mondo natale degli Angeli oscuri ed il grosso dell’Ordine si unì ai suoi ranghi. I cavalieri che erano abbastanza giovani da ricevere gli impianti genetici della Legione vennero trattati così, mentre quelli troppo vecchi per questo vennero trasformati chirurgicamente nelle truppe d’élite dell’Imperium. Tra i “vecchi” vi fu Luther, che divenne il secondo in comando di Jonson, come lo era sempre stato nell'Ordine.
Naturalmente, la Grande Crociata andò avanti: c’erano innumerevoli mondi umani ancora sotto l’influenza del Caos o oppressi da razze aliene. Fu così che Jonson e molti degli Angeli Oscuri restarono al seguito dell’Imperatore combattendo per la razza umana e Luther fu lasciato al comando della Legione su Caliban. Nonostante l’importanza della posizione di Luther, questa non soddisfaceva la sua ambiziosa personalità.
Lion El’Jonson e la sua legione combatterono eroicamente durante la Grande Crociata, in particolare durante l’assedio della Fortezza Cremisi, condotto assieme ai Lupi Siderali. Durante tale battaglia, Leman Russ Primarca della legione dei lupi, permise all’ira di prendere il sopravvento, e venne alle mani con il Primarca degli Angeli Oscuri. La lite ebbe inizio quando il Governatore Planetario ingiuriò personalmente Russ chiamandolo codardo. Infuriato, Leman Russ ordinò l’assalto. Lion El’Jonson voleva invece bombardare la fortezza per ottenere una rapida vittoria. Sfortunatamente per Leman Russ, gli Angeli Oscuri raggiunsero il governatore per primi e Lion El’Jonson decapitò il traditore. Rivendicando per sé questo diritto, il Re Lupo si ritenne così oltraggiato che colpì Lion alla mascella con un pugno. Questo fu l’inizio di un combattimento tra i due che andò avanti per ore. All’improvviso Leman scoppiò a ridere perché si rese conto che il loro litigio era ridicolo e futile come quelli dei bambini. El’Jonson, credendo che Leman lo stesse prendendo in giro, lo colpì ancora una volta con un tale colpo che lo lasciò privo di sensi. Quando rivenne si chiarì e così fu posta finalmente fine a questa lite, dando a Lion una soddisfazione sufficiente per un campione impegnato in un duello non mortale. Da questo si originò tra le due Legioni una ruggine ancora forte nel 41° millennio, che di solito prende la forma di un duello rituale tra due campioni, sebbene talvolta si manifesti in modo più violento.

Lion El’Jonson era un uomo imponente, con lunghissimi capelli biondi e gli occhi azzurri, e combatteva con la Spada del Leone, una poderosa lama  a due mani. Gli Angeli oscuri divennero dopo gli Ultramarine, il più vasto ordine di space marine, annoverando tra le loro file diverse migliaia di guerrieri.
Tuttavia, mano a mano che la fama di Jonson viaggiava per la galassia e i rapporti delle sue vittorie e del suo eroismo raggiungevano il mondo natale della Legione, Luther cadde preda della sua sete di gloria. Agognava quella fama e quei riconoscimenti che riteneva gli spettassero al pari di Jonson. Il suo ruolo di governatore planetario di un mondo semi dimenticato gli sembrava sempre più un insulto. Il seme della gelosia piantato in Luther quando Jonson era stato nominato maestro supremo dell’Ordine iniziava ora a crescere ed a rodergli dentro tanto più quanto il primarca diventava famoso e celebrato.
 

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Capitolo 12
*** Perturabo ***


Perturabo sketch
Fu poi il turno di Perturabo, il Signore di Ferro, ad essere ritrovato dal padre genetico.

Quando i Primarchi furono sparsi agli estremi della Galassia, Perturabo atterrò sul pianeta Olympia, un mondo umano civilizzato, sebbene la tecnologia avanzata non fosse ai livelli di altri pianeti. Gli umani erano riuniti in una serie di città-stato. Fu trovato mentre scalava le montagne su cui si ergeva la città-stato di Lochos. Le guardie, riconoscendo che quello non era un comune bambino, lo portarono al cospetto di Dammekos, il Tiranno di Lochos. Dammekos fu affascinato dal nuovo arrivato; lo portò nella sua casa e lo trattò come un membro della sua famiglia. Conoscendo il suo animo, possiamo ipotizzare che Perturabo non si fidasse assolutamente degli Olimpiani e che non mostrò mai alcun affetto per Dammekos. Il Tiranno passò molto tempo con il suo nuovo “figlio”, ma non ottenne mai anche un solo qualche genere di reazione amichevole. Perturabo sembrava privo di sentimenti e gelido come una qualsiasi macchina, e molti lo etichettavano come un bambino freddo e malvagio; ma considerando il suo trovarsi su un mondo ignoto, senza alcuna notizia della sua origine, o dei motivi che lo avevano portato là, un simile giudizio può sembrare eccessivo.
Da adulto, Perturabo approfondì gli studi sulle tecniche di assedio e di difesa da un assedio, mostrando un grande talento in tale branca di sapere. Rivelò grande talento anche nei più diversi campi della tecnologia. Il suo nome inoltre non era quello che gli diede il padre adottivo: Perturabo si autonominò così dopo aver letto un testo dimenticato risalente ad un perduto passato e che era riuscito a tradurre. Cosa significasse, non lo rivelò mai.
Perturabo fece una rapida carriera nell’esercito di Dammekos diventando un esperto e giovane comandante, dopodiché sbaragliò in una sequela di vittorie i nemici del Tiranno di Lochos. Produsse poi una gran quantità di ottime ed efficienti macchine, rivelando il suo invidiabile talento tecnologico. Tali macchine favorirono l’architettura, i metodi di produzione, fino alla medicina ed all’astronomia, ma soprattutto nella branca della tecnologia usata per scopi bellici. Lochos divenne la città-stato più forte e temuta di tutta Olympia.

L’Imperatore alla fine giunse su quel mondo; e Perturabo si sottomise a lui, deponendo il Tiranno. Dammekos passò i suoi ultimi anni cercando di riconquistare il potere perduto. Non riuscì nel suo scopo ma creò un sottobosco ribelle, che in seguito avrebbe avuto uno scopo inaspettato. Il Primarca, appena ricevuto il comando dei  Guerrieri di Ferro, la IV Legione di Space Marine, portò i suoi guerrieri in una fulminea crociata, contro il pianeta di Justice Rock e i suoi eretici Giudici Oscuri. Le truppe avanzarono, creando cittadelle fortificate nei luoghi delle loro vittorie e piccoli gruppi di guerrieri rimanevano a presidiare le strutture, sebbene Perturabo fosse restio a dividere il proprio esercito.

Il Primarca si presentava come un uomo calvo dallo sguardo gelido e combatteva con un potentissimo martello da guerra noto come “Spezzaforgia”.
Con il passare del tempo la Legione divenne nota come la migliore nell’organizzare assedi e fortificazioni. Ma in realtà i Guerrieri di Ferro erano tanto stanchi e abbrutiti dall’attesa, da apprezzare solo il sangue, che le loro armi riversavano in abbondanza nelle trincee appena scavate. Probabilmente era stato lo stesso Horus a mantenerli in quello stato, gettando i semi della futura corruzione del Primarca. Ai suoi guerrieri, Perturabo trasmise la sua notevole affinità con la tecnologia nonché la sua logica gelida e precisa, oltre alla totale assenza di sentimenti.
I suoi rapporti con gli altri fratelli genetici furono pessimi: è ufficialmente riconosciuto che Perturabo invidiasse Rogal Dorn, ed era annoiato dalla continua esaltazione delle “perfette” difese della Terra, costruite dai Magli Imperiali. Rogal Dorn, e per estensione i Magli Imperiali, erano additati come esempi di virtù per verità, onore, coraggio ed umiltà. Tuttavia, Perturabo sosteneva che Dorn ed i Magli erano arroganti e troppo orgogliosi. Ciò raggiunse un picco in un incidente tra Dorn e Perturabo, che si disputavano l’onore di sovrintendere alla costruzione del Palazzo Imperiale sulla Terra, onore vinto poi da Dorn. Questo portò ad un’aspra rivalità tra le due Legioni che sarebbe sfociata nel dichiarato odio reciproco.
Anche gli altri Primarchi evitavano Perturabo. Forse tale diffidenza era dovuta allo straordinario controllo che il Primarca aveva sulla tecnologia, controllo che i suoi fratelli potevano a malapena sognare. Lui non era un fratello; era solo il “compagno” che aveva creato la (perfetta) strategia per spazzare via le difese di Overdogg Mashogg, un Kapoguerra degli Orki così potente che nemmeno Leman Russ e Jaghatai Khan insieme erano riusciti a sconfiggere.
 

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Capitolo 13
*** Mortarion ***


Mortarion2
Il successivo Primarca ritrovato dall’Imperatore fu Mortarion, conosciuto poi come il Signore della Morte o il Principe del Decadimento, dopo il 31° millennio.
Dopo il tanto famoso incidente, Mortarion atterrò su Barbarus, un pianeta avvolto nelle nebbie tossiche. La popolazione di questo triste mondo era divisa in due gruppi: i Signori della Guerra, grandi necromanti con fantastici poteri ed i normali umani, intrappolati sul pianeta dai Signori della Guerra millenni prima e costretti a vivere nelle valli velenose, cercando di sopravvivere alla meno peggio e temendo i Signori della Guerra e le loro creazioni.

Mortarion fu preso in custodia dal più potente dei Signori della Guerra, il quale lo trovò in mezzo ai cadaveri su un campo di battaglia, piangente ed ansimante come un normale bambino, mentre di fatto doveva essere già morto, soffocato dai veleni. Lo raccolse e lo portò a casa sua, con l’intenzione di avere un figlio e un erede,  qualcosa che nemmeno i suoi poteri oscuri erano sati in grado di dargli. Lo chiamò Mortarion, bambino della morte.
Mortarion venne inizialmente tenuto in una fortezza dove anche la sua resistenza sovrumana al veleno era messa a dura prova, ma successivamente il padre adottivo lo portò in un’altra fortezza, situata sulla vetta più alta del mondo, e lì lo addestrò. Notò che aveva un grande intelletto e una gran voglia di acquisire ogni conoscenza. Gli insegnò ogni cosa sulle dottrine di battaglia, sui segreti arcani e sull’abilità degli stratagemmi. Ma nonostante questo, il Signore della Guerra si rifiutava sempre di rispondere alle ricorrenti domande di Mortarion su cosa fossero le creature nelle valli di cui i necromanti prendevano i corpi per rianimarli in deformità ambulanti.
Il Primarca, sapendo di non poter trovare delle risposte dal suo padre adottivo, fuggì dalla fortezza che gli era stata casa e prigione, uccidendo anche delle guardie per riuscire nell’intento, ed andò nelle valli di Barbarus. Lì scoprì che le creature la cui identità tanto agognava erano della sua stessa specie, perciò giurò di liberarli dall’oppressione, inorridito dal fatto che suo padre adottivo ed i suoi simili si servivano della sua vera gente come carne da macello.
Gli abitanti del primo villaggio in cui arrivò furono inizialmente riluttanti nel ricevere il suo aiuto, a causa del suo aspetto non proprio bellissimo ma gli diedero comunque una possibilità di dimostrare la sua lealtà quando l’ennesimo Signore della Guerra arrivò col suo esercito a reclamare altri cadaveri. Mortarion si inoltrò nella nebbia tossica armato di un’enorme falce e raggiunse il signore della Guerra, che, riconoscendolo, lo salutò e gli sorrise, inconsapevole della sua scelta, ma venne subito massacrato e dilaniato.

Le genti del villaggio lo accettarono senza ulteriori domande e Mortarion iniziò ad addestrarli nell’arte della guerra perché loro non avevano neanche la minima capacità. Presto anche tutti gli altri villaggi sentirono parlare di lui e si allearono con Mortarion, ricevendo anch’essi l’adeguato addestramento. Il Primarca viaggiò di villaggio in villaggio, portandoli dalla sua parte contro i Signori della Guerra. I villaggi divennero fortezze ed i contadini efficaci difensori.
Consapevole che gli umani di Barbarus non avevano la sua stessa resistenza alle nubi tossiche, reclutò i più resistenti, i migliori uomini che potesse trovare e formò piccole unità che ricevettero ulteriori addestramenti sotto la sua supervisione, mentre i fabbri e gli artigiani, costruirono per loro armi ed armature. Infine creò di sua mano grezzi respiratori antigas che permisero ai soldati di viaggiare attraverso le nebbie velenose. Mortarion e i suoi soldati si nominarono Guardia della Morte, e respinsero con facilità il successivo attacco dei Signori della Guerra. Andarono poi sui monti, massacrando le forze del nemico. Per la prima volta degli umani erano saliti nella nebbia ed erano tornati indietro per raccontarlo.
Ad ogni battaglia combattuta, continuavano a migliorare e adattare le loro armature per salire le alture e raggiungere altezze avvolte in nebbie ancora più velenose. La continua esposizione alla tossine rese i soldati di Mortarion molto resistenti, un’abilità che i futuri Marine ereditarono. Ma c’era una sola vetta dove Mortarion negava l’accesso: quella dove il suo padre adottivo aveva stabilito la sua casa. Quest’ultimo, quando Mortarion fuggì, lo maledisse avvertendolo che lo avrebbe ucciso la prossima volta che l’avrebbe rivisto. Forse era intimorito dal figlio, forse sapeva che sarebbe diventato più forte di lui…
Nonostante egli fosse uno spietato necromante, Mortarion era riluttante ad attaccare colui che lo aveva preso e addestrato. Un giorno Mortarion sentì che i villaggi non parlavano più delle sue vittorie, ma di un benevolo straniero venuto con la promessa di salvezza del popolo di Barbarus. E il Primarca si rabbuiò.
Trovò lo straniero in conferenza con gli anziani del villaggio, mentre si svolgeva un banchetto. Esso era il suo esatto opposto: se lui era pallidissimo, macilento e con gli occhi penetranti ed infossati in orbite violacee, quello era olivastro, moro e col fisico perfetto. Disse seccato che loro non avevano bisogno di un aiuto esterno. Lo straniero rispose che persino lui e la sua Guardia della Morte avrebbero avuto problemi contro il potente Signore della Guerra che lo aveva cresciuto, perciò gli offrì una sfida: se Mortarion fosse riuscito a sconfiggere il Signore della Guerra, lui se ne sarebbe andato; ma se non ci fosse riuscito avrebbe dovuto giurare fedeltà a lui e all’Imperium dell’uomo che rappresentava.
Ignorando le proteste della Guardia della Morte, Mortarion partì da solo per sconfiggere il Signore della Guerra, raggiungendo la vetta più alta. Rinforzato dall’odio che aveva accumulato in lunghissimi anni, cominciò a salire, salire e salire, ignorando le sempre più potenti tossine… Ma le nebbie si rivelarono troppo velenose e l’armatura del Primarca iniziò a corrodersi. I sensi gli mancarono, e cadde a terra ansimando e cercando aria. Vide il Signore della Guerra venire ad ucciderlo, ma l’ultima cosa che vide non fu quella, ma lo straniero che balzava in mezzo ai due e sciolse la nebbia con un gesto, mentre uccideva il Signore della Guerra con un solo fendente della sua spada.
Quando rivenne e recuperò le forze, Mortarion giurò fedeltà allo straniero, che si rivelò essere il vero padre di Mortarion, l’Imperatore dell’Umanità. L’Imperatore diede a Mortarion il comando della XIV Legione, la quale adottò velocemente il nome ed il dogma di Mortarion come Guardia della Morte. Ma nonostante tutto, l’uccisione da parte dell’Imperatore del padre adottivo sarebbe stato un rancore di lunga data contro di lui.

Mortarion portò nella XIV i suoi ideali e la sua inflessibilità, che tutti nella Legione seguirono. Il Primarca scendeva in battaglia nella sua cupa armatura, a cui si aggiungeva un cappuccio, armato di Silenzio, una falce potenziata, e Lanterna, una pistola che sparava raggi d’energia. Era stato allevato in luogo pieno di montagne; anche se capiva benissimo l’utilità dei veicoli, la prevalenza della fanteria rimase il suo marchio di fabbrica. I suoi unici amici tra i Primarchi furono Horus e Konrad Kurze, e diventò particolarmente legato al primo. Roboute Guilliman e Corax notarono la cosa e chiesero all’Imperatore a chi andava veramente la lealtà della Guardia della Morte. L’Imperatore gli ordinò di abbandonare ogni pensiero malevole: la fedeltà ad Horus significava fedeltà a lui.
 

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Capitolo 14
*** Lorgar ***


LorgarArt
Il nuovo figlio ritrovato fu Lorgar, detto anche Lorgar Aurelian.
Esso dopo la sua scomparsa dai laboratori genetici sulla Terra fu ritrovato su Colchis. Gli uomini di questo mondo erano regrediti ad uno stato feudale comandato dal fanatismo religioso. Il piccolo Lorgar fu scoperto dai Covenant, seguaci della religione predominante su quel mondo, e crebbe assieme a loro. Studiando assieme al tempio dei Covenant, Lorgar divenne rapidamente un religioso devoto, la sua abilità oratoria e il potere del suo carisma gli diedero molti seguaci. Però, mentre Lorgar cresceva in popolarità fra la gente, i membri dei Covenant cominciarono ad essere gelosi di lui.

L’adolescenza di Lorgar fu piagata da visioni di un grande guerriero in una scintillante armatura dorata che arrivava su Colchis, scortato da un ciclopico gigante in abiti blu che rimaneva alle sue spalle. Ad un certo punto, la visione raggiunse una tale intensità che Lorgar pensò che il profetico ritorno del dio di Colchis fosse ormai prossimo. Cominciò a predicare questa notizia alla gente di Colchis, causando la distruzione della guida dei Covenant sulle persone, a mano a mano che si convertivano alle sue idee. Poco importa se ci credevano davvero o no in quelle storie, fatto sta che i nemici tra i Covenant di Lorgar videro in questo l’opportunità che stavano aspettando da tanto tempo per rimuoverlo, dichiarandolo eretico.
Coloro che si avviarono per arrestare Lorgar furono però uccisi dai suoi seguaci. I Covenant si divisero quindi in due fazioni, e ne scaturì una guerra santa di enormi proporzioni, che spinse tutta la popolazione di Colchis a scegliere uno dei due schieramenti. Questa guerra durò sei anni, concludendosi quando Lorgar e i suoi sostenitori razziarono il tempio ove il Primarca si era allenato, uccidendo i monaci all’interno.
Meno di un anno dopo la vittoria della gente di Lorgar, una nave da sbarco discese dall’orbita ed atterrò presso il tempio. La nave portava nientedimeno che l’Imperatore dell'Umanità, assieme a Magnus il Rosso e due squadre tattiche della Stirpe dei Mille. Lorgar riconobbe immediatamente queste persone come quelle presenti nella sua visione, e giurò immediatamente fedeltà al suo padre e creatore.
Ogni piccola caratteristica del culto dei Covenant fu riorganizzato attraverso l’adorazione dell’Imperatore come loro salvatore, e il popolo di Colchis si unì al seguito del suo nuovo dio. Le elaborate celebrazioni e le dimostrazioni di pietà durarono mesi, anche se si pensa che l’Imperatore non le gradisse, poiché desiderava riprendere la Grande Crociata al più presto. Alla conclusione delle celebrazioni, Lorgar fu nominato comandante della XVII Legione degli Space Marine, che divenne nota col nome di Predicatori.

Lorgar condusse con grinta e costanza la sua Legione attraverso la Grande Crociata, portando i Predicatori alla ricerca e all’eliminazione di tutte le blasfemie e le eresie presenti all’interno del nuovo Imperium. Antichi testi e icone furono bruciati, e innumerevoli innocenti squartati per aver dimostrato insufficiente (o assente) zelo nella loro adorazione all’Imperatore. Conquistarono per il proprio culto vasti monumenti e grandi cattedrali che prima erano dedicati ad antichi dei, e tutto ciò fu supervisionato da un grande lavoro seguito dai più devoti cappellani dei Predicatori. Erebus, il più grande Cappellano dei Predicatori produsse un enorme lavoro sulla divinità e la rettitudine dell’Imperatore, e proclamò grandi discorsi e sermoni alle masse. Il progresso dei Predicatori fu lento, ma la dominazione degli sconfitti era completa.
Come si è intuito, i Predicatori si dimostrarono sin da subito dei guerrieri fanatici, rinomati per la propria fede e devoti all’Imperatore, sebbene a modo loro. Lorgar era un uomo calvo dagli occhi scuri che per un certo periodo ardeva di zelo. In battaglia impugnava l’Illuminarum, uno scettro-maglio e la Pistola Archeotecnica, antica arma da fuoco, risalente all’Oscura Era della Tecnologia.
L’Imperatore, tuttavia, non gradì la mancanza di progresso e tecnologia che i Predicatori andavano mostrando, e fu ancora meno contento del loro sbandierato fanatismo religioso. Uno dei principali obiettivi della Grande Crociata era liberare l’umanità dal giogo della religione, e per questo l’Imperatore rimprovero personalmente Lorgar, informandolo che i suoi compiti erano di liberare i mondi umani dalla schiavitù e dall’oppressione delle razze aliene, non di schiavizzarli nuovamente sotto un’altra tirannia. Si dice che Lorgar fu addolorato per l’ordine dell’Imperatore, e per alcuni mesi smise di parlare, vestendo solo di pochi stracci ed annullò ogni operazione militare. L’Imperatore stava quasi per ammonire l’intera Legione per la loro immobilità durante questo periodo, ma arrivò presto la notizia che i Predicatori erano tornati sul campo di battaglia, e che questa volta i mondi cadevano ancora più rapidamente nelle loro mani. Soddisfatto, l’Imperatore rivolse la sua attenzione verso altri problemi. Ma, questa volta, i pianeti non furono conquistati nel nome dell’Imperatore.
 

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Capitolo 15
*** Jaghatai Khan ***


Jaghatai Khan Scars
Il successivo Primarca ritrovato fu Jaghatai Khan.
La sua capsula atterrò su un pianeta chiamato Mundus Planus nei registri imperiali, ma Chogoris dalla popolazione locale. Si trattava di un mondo fertile con grandi pianure verdi, alte montagne bianche e oceani blu. In quei tempi, il livello tecnico degli umani di Chogoris era regredito da secoli ad un tipo medievale. All’epoca l’impero dominante era guidato da un’aristocrazia ben organizzata che aveva conquistato la maggior parte del pianeta con eserciti ben equipaggiati e disciplinati, costituiti da cavalieri corazzati e robusti blocchi di fanteria. Il loro leader era un nobile chiamato “Palatino”, che non aveva mai perso una battaglia in tutta la sua vita.
Ad Ovest dell’impero del Palatino c’era il Quartiere Vuoto, un’arida prateria con piccole risorse, e fu proprio per questo motivo che non venne mai invaso. Era la casa di tribù nomadi di bellicosi cavalieri che combattevano continuamente tra di loro per le loro lande ancestrali. Il Palatino, a volte, conduceva in quelle zone spedizioni militari per catturare schiavi o anche solo per fare delle vere proprie battute di caccia in cui la preda erano proprio i disgraziati nomadi. Ignoto è il numero di queste prede umane, morte per il mero divertimento di un pugno di persone.
 
Fu in questa zona del pianeta che atterrò il quinto Primarca. Il neonato fu trovato da Ong Khan, capo di una piccola tribù, che vide il Primarca come un dono dagli Dei. Si dice che avesse il fuoco negli occhi, il segno inconfondibile di un grande guerriero. Ong era odiato dalle altre tribù a causa della sua abilità di vedere oltre la costante guerra nelle steppe. Fu lui ad adottare e crescere il bambino, chiamandolo Jaghatai Khan.
Si dice che il momento più influente della vita del quinto Primarca fu l’uccisione del padre adottivo da parte della tribù rivale Kurayed. Jaghatai, anche se fisicamente giovanissimo, era il miglior guerriero della tribù e portò in battaglia le truppe per vendicare la morte di suo padre. Essi mossero contro la tribù Kurayed e la spazzarono via, uccidendone ogni uomo, donna o bambino in un impeto di morte. Jaghatai prese la testa del leader della tribù nemica e la montò nella sua tenda. Da quel momento giurò di porre fine alle battaglie, di unire ogni persona delle steppe e fermare i combattimenti tra fratello e fratello. Questo fu ciò che lo formò come un fiero guerriero d’onore, di lealtà e di fermezza.
Combatté centinaia di battaglie contro le altre tribù e vinse ogni volta. Ogni tribù sconfitta veniva assorbita nel Talaskar, federazione militare che faceva capo al Khan, inoltre creò un mandato di servizio militare in cui membri delle tribù si dividevano e si mischiavano con altre per poter rimuovere le differenze tribali. I suoi guerrieri erano fieri e leali verso di lui, ed egli promosse i ranghi basati sul merito e sull’abilità dei singoli.
Dieci anni dopo, come la tribù si mosse per raggiungere le sistemazioni invernali, il Primarca stava viaggiando su un lato d’una montagna con un gruppo dei suoi seguaci. Ad un tratto, una valanga li spinse giù dalla montagna e ogni uomo normale morì. Il Primarca sopravvisse, ma non riuscì a tornare sulla montagna in tempo prima che la tribù si  muovesse. E mentre cercava di raggiungerla, Jaghatai Khan fu catturato da una delle bande da caccia del Palatino, guidata da nientemeno che dal figlio di costui. Ma tutto ciò che ritorno di quella banda fu un guerriero mutilato con in mano la testa del figlio del Palatino e un biglietto in cui Jaghatai diceva in tondo e chiaro che i popoli delle steppe non sarebbero stati mai più i suoi giocattoli.
Quando andò via la neve, un Palatino infuriato riunì un’enorme armata, determinato ad andare nelle steppe e cancellare le tribù dalla faccia del pianeta. Aveva però sottovalutato la particolare abilità guerriera delle tribù e specialmente la strategia di Jaghatai, e marciò contro di loro a testa bassa con il suo esercito di guerrieri pesantemente corazzati. Nessuno di loro poteva competere con i guerrieri meno corazzati d Jaghatai, e la costante pioggia di frecce causata dagli imprendibili arcieri a cavallo fece pagare un pesante pedaggio ai solidi ranghi dei guerrieri del Palatino. Per Jaghatai fu una vittoria totale, per il Palatino una completa disfatta e si rifugiò nella sua capitale assieme ad una piccola guardia del corpo selezionata, mentre il resto della sua armata fu trucidata, fino all’ultimo uomo. Dopo la battaglia, gli anziani delle tribù si riunirono e annunciarono che Jaghatai Khan era adesso il Grande Khan di quell’intera terra.
Il Khan iniziò un lungo processo di conquista del resto del pianeta. Egli dava due scelte alle città: arrendersi o essere cancellate. La maggior parte si arrese, ma molte furono distrutte. Infine arrivarono al palazzo del Palatino, dove Jaghatai pretese la testa di costui impalata su una picca. La sua richiesta fu obbligata e il Khan abbellì la sua tenda con un nuovo trofeo.
In vent’anni il Primarca aveva conquistato il più grande impero della storia di Chogoris. In quel momento però sorse il problema di governare quell’impero, cosa che non aveva originariamente voluto. La sua gente non aveva intenzione di governare quelle nuove terre, solo di tornare a vivere nei vecchi modi. Le tribù si dispersero e tornarono ad una vita tribale ma Jaghatai comandava ancora su di loro con dalla sua parte i suoi generali.
 
Sei mesi dopo quest’ultimi eventi, l’Imperatore arrivò su Chogoris e Jaghatai Khan seppe in un solo momento che quell’uomo poteva avverare il suo sogno di riunire tutte le stelle tra di loro in un solo forte impero. Di fronte a tutti i suoi generali, si mise su un ginocchio e impegnò il suo servizio all’Imperatore. Gli fu affidato il comando della V legione di Space Marine, le Furie Bianche.
Il Khan portò nella Legione la tattica di combattimento dei cavalieri di Chogoris, cosicché la Legione si distinse per la sua specializzazione in rapidi attacchi lampo a suon di pistole e spade condotti in sella a veloci motociclette. Le Furie Bianche adottarono rapidamente anche le lunghe cicatrici d’iniziazione dei guerrieri del Talaskar, e gran parte dei soldati nativi del Khan decise di seguirlo nella Legione.
Il Grande Khan si presentava come un uomo imponente con baffi e pizzo molto lunghi di colore nero; il cranio rasato lasciava spazio ad una lunga coda nera raccolta sulla cima della testa, la faccia era segnata dalle cicatrici rituali e da un tatuaggio rosso che rappresentava una saetta stilizzata. Combatteva con una grande spada potenziata ricurva, simile a quella usata dai cavalieri delle steppe.
 

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Capitolo 16
*** Konrad Curze ***


Konrad Curze sketch
Il nuovo Primarca ritrovato fu il famigerato Konrad Curze, un’oscura figura ossessionata dalla morte e dal giudizio.
La storia della sua infanzia narra che al tempo della diaspora il suo trasporto si schiantò nel cuore di Nostramo Quintus, un pianeta privo di lumi naturali. Gli umani che abitavano le immense megalopoli di Nostramo erano una società distrofica, dove la popolazione era per lo più ridotta in miseria dall’avidità dei ricchi. Il crimine rimaneva pressoché impunito, con conseguente depressione e sovrappopolazione, che portavano ad una lunga catena di suicidi.
 
Diversamente da come avvenne per molti Primarchi, Konrad Curze non venne accolto in alcuna famiglia, ma crebbe solo e in solitudine. Secondo quanto raccontano le leggende (non esistono fatti registrati), raggiunta la maggiore età Konrad Curze divenne un sadico vigilante, che puniva i crimini con il pugno di ferro, facendo uso senza remora di ogni mezzo, in primo luogo le sevizie. Al fine di promuovere il terrore e la paura come mezzo d’ordine, diede prova di prevenzione e subordinazione ai governanti del pianeta. Fu in quel tempo che il Primarca divenne noto come il Predatore Lucifugo, abbandonando l’identità natale. Oltre alle consuete abilità da Primarca di forza, resistenza ed intelligenza superiore, il Predatore Lucifugo mostrò di possedere capacità precognitive, che gli permettevano di conoscere anticipatamente possibili eventi futuri. Si dice che avesse da tempo previsto i nefasti eventi della guerra civile; vide inoltre l’annientamento del suo mondo colpito da globi di pura oscurità, che avrebbero prodotto un’esplosione di brillanti bagliori candidi. Allorché l’Imperatore ritrovò il Predatore Lucifugo, provocò urla e sgomento nel Primarca che a fatica venne calmato dall’Imperatore che gli disse: “Konrad Curze, si acquieti il tuo animo, sono tornato e ti riporterò a casa!”
Al che il figlio rispose: “Questo non è il mio nome, padre. Io sono il Predatore Lucifugo, e so bene cosa hai disposto per me”.
In ogni caso Curze, o il Predatore Lucifugo come preferiva essere chiamato, dimostrò quale terribile mostro fosse stato posto al servizio dell’umanità. Se molti dei Primarchi erano visti come nobili guerrieri, egli era considerato tremendo e grottesco. Egli considerava sé stesso come un mostro involuto. Konrad Curze aveva la stessa stazza d’un Primarca, ma la pelle dal colore smunto, era incredibilmente pallido e con il volto scavato in cui spuntavano occhi neri e freddi come l’ossidiana, incorniciato da una cascata di capelli neri come l'inchiostro. La sua arma erano due coppie di Artigli Fulminanti chiamati Grazia e Perdono. Tale scelta di arma era relativa al suo primo omicidio: effettuato a mani nude.
 
Il Predatore Lucifugo venne messo a capo della VIII Legione degli Space Marine, rinominata in suo onore Signori della Notte; il Primarca fu catechizzato sulla dottrina degli Space Marine sotto la tutela di Fulgrim.
I Signori della Notte divennero una forza severa e priva di scrupoli, che aveva assunto lo zelo tipico dei cacciatori di streghe. Le armature erano decorate con fregi che infondevano paura agli avversari. Il timore che provocavano giunse a tal punto che giravano voci secondo cui interi sistemi stellari pagassero una “tassa straordinaria”, interrompendo ogni attività illecita e sopprimendo i neonati deformi, piuttosto che subire una purga da parte dei Signori della Notte.
Questa Legione era specializzata in veloci raid, ma soprattutto nell’instillare e incutere paura e terrore fra i nemici. Era fra loro pratica comune fare alcuni prigionieri sul pianeta bersaglio e, dopo averli torturati e seviziati, rispedirli sul pianeta affinché raccontassero la loro terribile esperienza, diffondendo il terrore fra la gente, così da conquistare più facilmente il pianeta. Il sadismo era il fine e lo scopo attorno a cui operare. Il Primarca ed il suo vice Zso Sahaal erano i maggiori esponenti e propugnatori di tale filosofia. Quando la Legione era caduta in perversi e sanguinosi eccessi allorché privi di una guida forte, si appellarono a Zso Sahaal, poiché appariva come il naturale leader in quanto portatore e detentore dei loro stessi ideali, ed inoltre perché, come detto, avevano assoluta necessità di un nuovo comandante.
I comportamenti eccessivi crebbero ignorati dai selettori della legione, che proseguirono il rifornimento dei ranghi arruolando ogni tipo di criminale proveniente da Nostramo Quintus, il che portò ad una comprensibile degenerazione in seguito all’assenza del Predatore Lucifugo. Tali atteggiamenti tornarono, e con maggiore acutezza, quando vi fu la perdita di controllo della Legione da parte del Primarca stesso allorché le sue visoni iniziarono ad essere sempre meno lucide.
Un dì, dopo aver confidato d’aver avuto una visione in cui l’Imperatore veniva ucciso da Fulgrim ed i suoi fratelli, il Predatore Lucifugo subì un severo rimprovero da parte di Rogal Dorn. Dopo quell’incontro, che finì anche in una rissa tra i due fratelli genetici, il Primarca dei Signori della Notte venne emarginato per sempre dalla comunità dei Primarchi. Fuggì dunque senza affrontare responsabilmente la situazione, raggiungendo la sua patria dove distrusse i documenti che raccoglievano le sue tetre profezie. Comunque i suoi solidali, come Zso Sahaal, affermarono che fu l’Imperatore a tradire il Konrad Curze, biasimandolo per l’eccessiva ottusità nel non aver voluto ascoltare suo figlio.
Vedendo che Nostramo era ricaduto ancora una volta nell’anarchia, Curze decise che il suo pianeta era irrecuperabile, ed ordinò alla flotta dell’VIII Legione un bombardamento orbitale su Nostramo, che distrusse completamente il pianeta con una pioggia di fuco, realizzando così la sua visione. Curze si giustificò dicendo che a causa dell’assenza della Legione, Nostramo era ricaduto nella violenza e nella criminalità. Ma poi lui ed i suoi soldati furono amareggiati nel sentire che l'Imperatore ed il Concilio di Terra li censurarono per la loro brutalità. I Signori della Notte, pensarono che l’Imperatore non capisse che le loro azioni erano pur sempre nel giusto, nonostante i mezzi; le loro azioni erano la diretta conseguenza degli ordini del sovrano per sbarazzarsi di tutti quelli che si opponevano alla riunificazione dell’Umanità. Per il Predatore Lucifugo, suo padre era diventato un’ipocrita, un uomo restio ad accettare la realtà che il suo sogno di un’umanità riunita era attuabile con tutti i mezzi necessari.
 

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Capitolo 17
*** Angron ***


Angron updated
In seguito l’Imperatore giunse sul mondo di Nuceria, dove trovò il Primarca Angron, soprannominato in seguito l’Angelo Rosso dai suoi nemici.
 
Dopo il famoso incidente, Angron atterrò con un eco roboante su una montagna ghiacciata di Nuceria, pianeta tecnologicamente avanzato guidato da un’opulenta élite, mentre il resto della popolazione viveva in condizioni di povertà. Non molto tempo dopo un mercante lo trovò in mezzo ad una scena di carneficina: il Primarca giaceva in mezzo ai cadaveri di dozzine di guerrieri dell’Arcamondo Biel-Tan. Si dice che tra gli Eldar uno dei loro Veggenti aveva previsto i massacri che Angron avrebbe fatto, perciò aveva provato futilmente ad eliminarlo quando era ancora un bambino.
Il mercante lo mise in catene e lo portò in una delle più grandi città del pianeta. Lì venne cresciuto e fortificato nelle arene tecno-gladiatorie: i ricchi di Nuceria, infatti, per distrarre il popolo dalle preoccupazioni della loro povertà organizzava sanguinosi e spettacolari combattimenti tra gladiatori potenziati cyberticamente. Da adulto Angron provò di essere un campione imbattibile e il favorito delle folle. Molte volte cercò di guidare i suoi compagni gladiatori in rivolta contro un sistema ingiusto che li mandava a morte solo per il diletto perverso delle folle, ma ogni volta fallì. Un giorno, in concomitanza con l’inizio dei giochi più grandi a cui avrebbe mai partecipato, finalmente una rivolta ebbe successo.
Angron guidò la sua armata di gladiatori ribelli (i quali avevano giurato di morire per lui e lui per loro) nelle montagne conosciute come Desh’ea dove vissero per diversi anni. Le città civilizzate inviarono svariate armate per distruggere Angron, ma esse furono tutte annientate. Nondimeno, le uscite erano sporadiche e l’armata di Angron aveva poco con cui cibarsi e ormai erano tutti esausti per le continue battaglie.

Il suo fato sembrò segnato quando ad affrontarlo arrivarono ben sette armate ben equipaggiate, ma proprio prima dell’inizio dello scontro arrivò la flotta dell’Imperatore in orbita sopra il pianeta. L’Imperatore si teletrasportò direttamente nel punto di schieramento di Angron insieme ad alcuni fidati Custodes. Gli promise il comando di una legione di superuomini fatti a sua immagine e somiglianza, potere illimitato e un’eternità per affinare l’arte della conquista. Con grande stupore dell’Imperatore, Angron rifiutò. Disse che preferiva morire tra i suoi compagni, combattendo le forze che lo opprimevano e arrivò pure ad attaccare l’Imperatore, uccidendo un Custodes in quell’atto. Riluttante, l’Imperatore tornò sulla sua nave, ma non aveva intenzione di vedere uno dei suoi preziosi Primarchi morire per una causa senza senso e senza speranza.
Perciò, un momento dopo teletrasportò Angron contro la sua volontà nell’orbita del suo pianeta, sulla nave della XII Legione, quella con cui doveva riunirsi. Quello che doveva essere un gioioso ritrovo tra padre e figlio fu un completo disastro. Angron vide i suoi compagni massacrati senza che lui fosse con loro, e si ritirò nelle sue camere personali all’interno della nave della Legione, ritenendo l’intervento dell’Imperatore come una seria rottura del suo onore marziale.
 
Nel tentativo di placare l’ira di Angron, vennero inviati svariati ufficiali della Legione, ma vennero tutti brutalmente uccisi. Dopo che ne ebbe trucidati ben sette, il Capitano Kharn dell’ottava Compagnia d’Assalto andò volontariamente ad affrontare il Primarca infuriato. Era vicino alla morte, ma l’ostinazione di Kharn a non arrendersi neanche davanti ad un nemico con cui non avrebbe potuto vincere, convinse Angron della validità della legione come onorevoli guerrieri. Risparmiato Kharn, prese senza altri indugi il comando della XII. Gli Space Marine di questa Legione furono rinomati Divoratori di Mondi per la sete di battaglie di Angron e vennero profondamente influenzati da lui, fatto amplificato di molto anche dall’utilizzo della stessa psico-chirurgia: infatti, come tutti i gladiatori del suo pianeta, Angron aveva ricevuto degli impianti neuronali che ne aumentavano di molto l’aggressività, ma lo portavano ad attacchi di furia incontrollabile. Capendo il potenziale tattico di simili impianti, ordinò ai Techmarine di duplicarli e di diffonderli in tutta la Legione. L’Imperatore gli ordinò di cessare questa pratica, ma lui continuò segretamente a farne uso.
Durante il corso della Grande Crociata, Angron e i Divoratori di Mondi conquistarono molte vittorie, sebbene alcuni criticassero le tattiche estreme e assetate di sangue dell’Angelo Rosso utilizzate per assicurarsi la distruzione dei suoi nemici. Angron ed i suoi uomini si lanciavano in battaglia spinti dalla sete di sangue. Già di per sé brutto, il Primarca era inoltre il più sanguinario dei figli dell’Imperatore e macellava i nemici con due asce a catena chiamate Smembrapadre e Smembrabimbo.
 

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Capitolo 18
*** Corvus Corax ***


Deliverance-lost-2 - Primarch Corax
Il penultimo Primarca ritrovato fu Corvus Corax.
 
Egli fu trovato dagli schiavi impiegati nella luna ricca di minerali di Lycaeus, orbitante attorno al tecnologicamente avanzato mondo di Kiavahr. Lycaeus, in quanto satellite d’un pianeta, è una roccia sterile e senza aria. Un tempo, le cupole atmosferiche ed i rifugi erano velenosi mini-mondi di desolazione industriale e di effetti dell’eccessiva attività mineraria. Gli schiavi raccolsero il bimbo, nascondendolo ai loro carcerieri e considerandolo uno di loro.
Nel giro di pochi anni, il piccolo Corax raggiunse la maturità, presentandosi come un uomo dalla pelle bianchissima, in netto contrasto con gli occhi ed i folti capelli neri come le piume di un corvo. Venne educato sia dagli esiliati che dai prigionieri di Kiavahr; le loro diverse origini gli permisero di ricevere un’educazione alla guerra urbana ed alle demolizioni consona ai bisogni di un generale e di un condottiero. Corax assimilava informazioni in quantità sorprendente, la sua forza, la sua intelligenza e la sua condotta lo rendevano uno studente veloce e vorace.
Considerato dalla gente di Lycaeus il loro salvatore, Corax cominciò a spargere il seme della ribellione che avrebbe condotto il suo popolo d’adozione alla libertà. Iniziò insegnando agli schiavi come costruire armi con le limitate risorse a loro disposizione, e gliele fece nascondere in rifugi sicuri all’interno delle miniere. Quindi organizzò ed addestrò parte degli schiavi, nominando i migliori comandanti delle loro squadre e assegnando ad ognuno di loro un particolare ruolo nel suo piano. Diede anche l’avvio ad una campagna di guerra psicologica nei confronti dei loro carcerieri, organizzando attacchi militari e rivolte che portarono le risorse ed il morale delle guardie al punto di rottura.
Quando lo ritenne opportuno, Corax ed il suo esercito colpirono. Le macchine della miniera vennero lanciate per le strade contro le postazioni della sicurezza. I sabotatori bloccarono l’erogazione di energia, le comunicazioni ed i rifornimenti alle fortificazioni del nemico. Corax e l’élite delle sue truppe assaltarono il bastione principale dei carcerieri, catturandolo nel giro di una sola notte di combattimenti.
I consigli delle Tecno-Gilde di Kiavahr rimasero scioccati dalla perdita della loro fonte primaria di risorse minerarie, e immediatamente inviarono truppe sulla luna nel tentativo di stroncare la ribellione. La guerra fu corta e brutale. Le truppe di Corax approfittarono della vantaggiosa posizione di Lycaeus alla sommità del pozzo gravitazionale di Kiavahr, per bombardare il pianeta con armi atomiche. Quando le truppe riuscirono ad atterrare sulla luna, Corax ed i suoi soldati li stavano aspettando.
Infine, Corax vinse. L’economia di Kiavahr collassò, ed il pianeta precipitò nell’anarchia con le fazioni delle Tecno-Gilde che si disputavano l’un l’altra le magre risorse del pianeta. Le celebrazioni sulla luna Lycaeus durarono quattro giorni, durante i quali gli schiavi liberati cambiarono il nome della loro luna in Deliverance (Salvazione).
L’Imperatore atterrò su Deliverance durante le celebrazioni della vittoria, per scoprire che Corax stranamente lo stava aspettando. I due parlarono per un giorno ed una notte, e Corax accettò il comando della XIX Legione di Space Marine, la Guardia del Corvo, a condizione che l’Imperatore lo aiutasse a riportare l’ordine su Kiavahr. Ciò fu fatto, le ancora divise Tecno-Gilde vennero disciolte e l’Adeptus Mechanicus prese il controllo del pianeta. Le condizioni di vita su Deliverance vennero ampiamente migliorate e la luna, insieme a Kiavahr, fu in grado di produrre abbastanza armamento e materiale da guerra, tanto da essere considerato pari a un Mondo Forgia.
 
La Grande Crociata vide Corax guidare la Guardia del Corvo in molte delle più eclatanti vittorie di quell’era gloriosa. Le sue conoscenze in fatto di operazioni coperte non vennero dimenticate, e vennero usate dalla Guardia del Corvo per causare la caduta di pianeti considerati imprendibili. In battaglia usava uno svariato numero di armi personali note con il nome collettivo di Panoplia del Signore dei Corvi fra cui spiccavano una coppia di Artigli Fulminati ed una frusta energetica.
Corax e la sua Legione combatterono agli ordini del Signore della Guerra Horus per un periodo, ma i due Primarchi non si vedevano di buon occhio, sicché Corax rimosse la sua Legione dal comando di Horus.
 

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Capitolo 19
*** Alpharius ***


Alpharius Pythian Scales
L’ultimo Primarca ritrovato fu Alpharius Omegon, noto anche come l’Idra perché tale creatura era il suo simbolo, nonché poi simbolo di tutta la sua Legione di Space Marine, la XX, meglio nota come Legione Alfa.
In realtà esso era una coppia di gemelli identici, uno chiamato Alpharius e l’altro Omegon. Di tutti i Primarchi, Alpharius è senza ombra di dubbio quello più avvolto nel mistero, anche per la sua stessa Legione. In ogni caso era un essere simile agli altri suoi fratelli Primarchi, chiuso in un’armatura che ricordava la bestia mitologica della Terra nota come Idra ed armato di un panoplia di armi di provenienza ignota, tra cui la Lancia Pallida, un’arma aliena, forse degli Eldar, che consisteva in una lancia dalla doppia lama.
Si conosce molto poco della storia del Primarca della Legione Alfa, molto meno di quanto si sappia dei suoi fratelli. Alpharius e la sua Legione erano noti per l’attenta conservazione dei propri segreti. Come detto fu l’ultimo Primarca a essere ritrovato; evento alquanto ironico, visto che il suo nome deriva dalla lettera greca alfa, la prima dell’alfabeto. Stesso discorso ironico vale per la sua Legione, pur essendo fondata per ultima. Di Alpharius non si sa su quale pianeta fosse finito durante la diaspora o cosa avesse fatto prima di riunirsi al padre genetico; si sa che fu ritrovato da Horus e mandato sulla Terra per incontrare l’Imperatore a cui giurò che i suoi uomini si sarebbero rivelati i migliori guerrieri dell’Imperatore.
Il più grande segreto di Alpharius fu suo fratello gemello Omegon, che fu posto anche lui dall’Imperatore a comando della XX, ma in segreto, e stette sempre nell’ombra, celando la sua esistenza. Non è noto se l’Imperatore ha progettato un gemello per il ventesimo ed ultimo Primarca, o se invece era inconsapevole che l’embrione si era diviso in due feti identici. In ogni caso i due gemelli erano entrambi Primarchi co-pari della Legione Alfa, anche se Alpharius era il “volto pubblico” della XX ed appariva come il più anziano. Fisicamente Alpharius Omegon si presentava come un uomo dalla pelle ramata, calvo e con occhi penetranti.
 
In seguito a una lite con il Primarca degli Ultramarine, Roboute Guilliman, Alpharius raddoppiò gli sforzi della sua Legione, cercando sfide sempre più ardue per dimostrare che suo fratello si sbagliava e che gli Ultramarine non erano migliori delle sue truppe. Alpharius sapeva di non poter competere nella quantità delle vittorie, dunque orientò le sue truppe verso la qualità.
Il bersaglio prescelto come terreno di prova fu Tesstra Prime, un mondo che da sempre si opponeva violentemente all’Imperium. Alpharius ritardò l’assalto di una settimana, dando tempo ai difensori sul pianeta di fortificarsi e prepararsi a difendere la grande capitale di quel mondo. Si stima che più di un milione di soldati fossero pronti a respingere l’invasione degli Space Marine
Al momento dell’attacco, la Legione Alfa si focalizzò su determinati punti chiave, lasciando intatte ampie porzioni delle difese nemiche. Durante il primo assalto, una serie di bombe piazzate dagli infiltratori si attivarono, isolando i punti prescelti da ogni rinforzo. I militari di Tesstra misero in atto svariate strategie, ma la Legione riuscì a contrastarle tutte. Dopo una settimana il novanta per cento dei difensori era stato falciato dalla costate pioggia di proiettili, con la perdita di appena una manciata di Space Marines.
Alpharius rimase scioccato quando la sua decisiva vittoria fu duramente criticata dai suoi fratelli, fatta eccezione per Horus. Guilliman disse che la sua campagna era stata solo “uno spreco di tempo, forze e proiettili”; quando il Primarca Ultramarine chiese ad Alpharius perché avesse ritardato l’attacco, invece di schiacciare un nemico impreparato, la risposta fu: “Perché sarebbe stato troppo facile.”
 

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Capitolo 20
*** I Primarchi Perduti ***


Con Alpharius l'Imperatore aveva infine riunito tutti i Primarchi dispersi nella Galassia dai poteri perniciosi del Caos.
Ma c'erano tutti?
No: mancavano all'appello il Primarca II ed il Primarca XI.
Che fine avessero fatto questi due, ora definiti con l'epiteto di "Primarchi Perduti" è ignoto; ovunque si cerchi, tali Primarchi e le Legioni ad essi connesse sono indicati come "cancellati dalle registrazioni imperiali".
Questa censura formale e la cancellazione dai registri ufficiali è noto come Editto di Obliterazione, chiamato anche Damnatio Memoriae, che in alto gotico significa "condanna della memoria". Questa è la politica imperiale ufficiale di distruggere deliberatamente qualsiasi ricordo, icona o altri simboli e/o monumenti appartenenti ad un individuo o ad un organizzazione, di solito dell'élite imperiale, che è stato dichiarato Traditore Scomunicato, dall'Imperatore dell'Umanità (prima che fosse in coma sul Trono d'Oro), dai Sommi Signori della Terra o dall'Inquisizione.
In un impero galattico che sottolinea la fedeltà all'Imperatore in cambio di avanzamento, consenso e salvezza spirituale per le élite, questo è forse una delle più gravi punizioni. La cancellazione completa delle Legioni II e XI è considerato dagli storici imperiali come l'editto di obliterazione di maggior successo mai realizzato nella storia imperiale.


In ogni caso la riunione dei Primarchi era compiuta, grazie al loro materiale genetico i tempi di reclutamento d'uno Space Marine erano drasticamente ridotti, e il sovrano della galassia aveva al suo comando dei generali e condottieri per condurre la Grande Crociata e riunire l'umanità dispersa per la Via Lattea.
Essi sono i Priamrchi, i suoi fieri figli, padri degli Adeptus Astrates, gli Space Marine.


From Ancient Terra the Emperor commands His Proud Sons.
From revered blood-stock these warriors are made His Proud sons.
No fear they know as Adeptus Astartes, His Proud Sons.
Humanity's foes they defend against all, His Proud Sons.
Warriors elite unbreakable spirit, Astartes!
Supreme defenders, unchallenged in battle Astartes!
Courage and Honor, Emperor and Primarch , Astartes!








Bene! Come vi è sembrata questa fic dedicata ai Primarchi? Fatemelo sapere tramite un commento, ditemi quale dei Primarchi è il vostro preferito, qual'è la storia personale che vi ha colpito di più, chi è il più bello e chi invece il più brutto.
ANGRON: Chi mi vota come il più brutto lo ammazzo!
IMPERATORE: Piantala figlio degenere!
La canzone in inglese riportata sopra s'intitola His Proud Sons, e proviene dal film Ultramarine the Movie. Qui: www.youtube.com/watch?v=QOQytZqe2SQ, potete gustarvi una rappresentazione visiva della canzone.

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