A new love - The lion and the lamb

di Kikyo90
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 31 ***
Capitolo 32: *** Capitolo 32 ***
Capitolo 33: *** Capitolo 33 ***
Capitolo 34: *** Capitolo 34 ***
Capitolo 35: *** Capitolo 35 ***
Capitolo 36: *** Capitolo 36 ***
Capitolo 37: *** Capitolo 37 ***
Capitolo 38: *** Capitolo 38 ***
Capitolo 39: *** Capitolo 39 ***
Capitolo 40: *** Capitolo 40 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


 A NEW LOVE – THE LION AND THE LAMB

-Mamma, accidenti, spiegami perché!
-Perché Luke é stato trasferito lì; santo cielo, smettila di lamentarti!
Amber non ne poteva più di tutta quella situazione e la colpa era sempre di Luke e del suo stupido lavoro.
Luke era il secondo marito di sua madre, Eleanor, e faceva il poliziotto. A causa sua, avevano sempre dovuto traslocare, dato che veniva sempre trasferito.
Amber, aveva sempre cercato di capire ma questa volta era troppo.
-Mamma, ma non c'é un'altra città? Una qualsiasi?
-Amber, basta. Non sembri una ragazza di sedici anni, sul serio. I bambini fanno meno capricci di te...
La ragazza sbuffò rassegnata, tanto sapeva che non c'era speranza. Salì le scale che la portavano nella sua cameretta e si distese sul letto, cominciando a prepararsi psicologicamente all'idea che di li a due settimane si sarebbe trasferita a Forks.
“Perché Forks? Perché hanno mandato lì Luke?”
Anche se faceva del suo meglio per farsi piacere quell'uomo, proprio non riusciva a  rassegnarsi nel  vedere un altro uomo accanto a sua madre.
Suo padre Jack era morto quando lei aveva otto anni, in un incidente che coinvolse l'aereo da lui pilotato. Lei e la madre avevano passato un periodo davvero brutto, ma dopo un paio di anni Eleanor incontrò Luke e se ne innamorò.
“E adesso sono condannata ad andare a vivere in una città dove la nebbia regna sovrana e dove il sole si vede il giorno di poi dell'anno di mai!”
TOC TOC
-Chi é?
-Sono mamma, posso entrare?
Amber affondò la testa nel cuscino dopo aver sussurrato un debole “avanti”.
Eleanor si avvicinò e si sedette sul letto ad osservare la figlia.
-Senti, tesoro, so che non vuoi lasciare i tuoi amici ma non possiamo farci nulla. Mi capisci, vero?
-Si, mamma. Ma... Forks?
La donna sospirò.
-Credimi, l'idea di andare lì non piace neppure a me, ma non c'é altra soluzione.
-Lo so... e comunque, io non ho amici. Dovresti saperlo...
-Magari lì riuscirai a trovare qualche amichetta, eh?
-E non dire “amichetta”, non più sette anni!
-Lo so, credimi. Ma adesso cambiamo discorso: non vuoi scendere di sotto ad aprire i tuoi regali?
Amber restò a bocca aperta: quali regali?
-Scusa, ma non capisco.
-Non dirmi che hai dimenticato il tuo compleanno!
Compleanno... lo aveva completamente scordato, dati i recenti avvenimenti.
-Cosa mi hai regalato di bello?
-Curiosona, scendi e lo scoprirai!
Madre e figlia scesero ridendo al piano di sotto, in cucina, dove Luke le aspettava munito di macchina fotografica pronto ad immortalare il momento del “taglio della torta”.
Amber soffocò un mugugno di disappunto: odiava le foto. A dire il vero, odiava tutto ciò che la metteva in mostra.
-Dai, forza, prima cominciamo e prima finiamo...
Eleanor e Luke risero del suo tono afflitto e cominciarono a scattare le fotografie che sarebbero finite nell'album di famiglia.
-E adesso, i regali!
La madre gliene porse due: uno si rivelò essere un vestito fucsia aderente che arrivava poco sotto il ginocchio e l'altro era un diario che sembrava molto antico.
-Grazie mamma, sono bellissimi. Davvero...
-Ehi,- disse Luke -aspetta a commuoverti, c'é ancora il mio regalo. Lo vuoi?
-Certo!
L'uomo le porse un pacchettino che conteneva una videocamera dell'ultimo modello.
-Luke, non dovevi... é bellissima...
-L'ho fatto con piacere...
La serata trascorse felice, tra una chiacchiera e l'altra e il discorso di poche ore prima era già stato dimenticato.
Quando fu ora di andare a dormire, Amber prese il suo nuovo diario per scrivere della sua giornata ma si accorse che era già tutto scritto.
Questo stuzzicò la sua curiosità e la sua passione per gli oggetti antichi (e quel diario lo era di sicuro, si vedeva dalle condizioni), portandola così a cominciare a leggerlo.
“Avevo diciassette anni quando arrivai a Forks e conobbi il mio leone... era incredibilmente bello e fiero e non avevo occhi che per lui.”
Amber avrebbe tanto voluto continuare a leggere, ma il sonno le appesantì prepotentemente le palpebre facendola sprofondare in un calmo sogno senza sogni.


Allora, magari da questo primo capitolo non si capisce molto ma prometto che dai prossimi sarò più chiara. Intanto, spero di ricevere dei commenti e aggiungo che se non riceverò un numero decente di commenti, non aggiornerò la fic ^__^.
Intanto ringrazio moltissimo:

-lambretta                                          -eiby
-nicky                                                 - daygum
-KaDe
-Hachiko_chan                          per avere commentato le mie fic! Non sapete quanto questo
-Lalayasha                                 mi renda felice. Grazie ancora!
-makiolina
-bunny1987
-mily_chan
-mary cry
-elyxyz
-Nancy95
-supersara
-mikamey
-ryanforever
-Aryuna
-MewKimiko
-Any Ikisy
-yuri5
-Aini
-giuggy21
-Kagome19
-kirarachan
-Steffa
-celina
-jessy je
-callistas
-demetra85
-emily ff
-Dreaming
-arwen23
-nicky
-Lalayasha
-egypta
-mily_chan
- aquizziana
- Nancy95
- Nayma85
- eiby
- Riza28
- supersara
-Kirachan95
-MewKimiko
-eiby
- Pandora84
-Thangel
-La sognatrice
-ANOKIRA86
-eddy
- Aini
- aquizziana
- kaggy95
- KanaChan
-LoLa_164
- mikamey
- pinkpanter_86
- reidina
- shikadance
-sonny
-Reika Sohma

per aver messo le mie storie tra i preferiti e, infine:

-Aini
- mikamey
- Nancy95
- sunsunset
-supersara

per avermi inserita tra gli autori preferiti, é un onore!

Vi interessa l'idea di un contest di San Valentino che abbia come soggetto Twilight? Si? Allora non dovete fare altro che cliccare sul link sottostante per leggere il bando.
Mi raccomando, iscrivetevi!!! Sarebbe un onore per me sapere che la cosa vi interessa ^__^

http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=8090010

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Prima di tutto, ringrazio  chi l'ha già inserita nei preferiti (me felice ^^) e anche solo chi l'ha letta.
Poi, un grazie particolare a:

Ayame91: Grazie dei complimenti, fa piacere sapere che c'é qualcuno che pensa che scrivo bene. Quanto alla somiglianza di Amber e Bella é voluta, capirai nei prossimi capitoli. Cercherò di diminuirla un po' seguendo il tuo consiglio. Spero che continuerai a seguire la mia fic ^__^

_Niki_ : Grazie, sono contenta  che la mia storia ti piaccia e spero che continuerai a seguire anche i prossimi capitoli ^__^

cassandra 287: Grazie, sono felice che la storia ti piaccia (me sempre più felice^ ^)

 

Durante la notte, Amber fece un sogno stranissimo: sognò di vagare in un bosco, impaurita e senza una meta. Sentiva dei rumori tra gli alberi, e la cosa non le piaceva.
All'improvviso, una creatura sconosciuta stava per aggredirla ma fu salvata da... non avrebbe saputo dire neanche lei cosa fosse l'altra creatura.
Quando si svegliò, del sogno ricordava poco e niente perché c'era un'altra cosa che le interessava: leggere qualche altra pagina di quel diario.
Si alzò dal letto e si diresse in bagno per fare una doccia, dopodiché scese in cucina per fare colazione.
-'Giorno a tutti...
-Ciao cara, ti sei svegliata presto. Come mai? Oggi é domenica...
-Beh, non riuscivo più a dormire e poi volevo leggere qualche altra pagina di quel diario.
-Ti piace?
-L'ho appena iniziato. Dove l'hai preso? Sembra molto antico...
-Beh, lo é. L'ho trovato in soffitta e sapevo della tua passione per i vecchi oggetti...
-Hai fatto bene, mamma, tranquilla. Dopotutto, io amo le cose antiche...
-E del mio regalo che ne dici?
-É bellissimo, Luke. Alla nostra prossima gita in montagna la userò di certo.
Luke sorrise e si alzò per uscire.
Per quel giorno aveva organizzato una battuta di caccia con degli amici, aspetto che Amber non condivideva. Luke, dopo aver baciato Eleanor, uscì e Amber non resistette alla tentazione di provocarlo.
-Ah, Luke?
-Si?
-Buona caccia, eh eh.
L'uomo fece una linguaccia e si diresse alla sua auto. Eleanor si alzò da tavola per lavare i piatti usati per la colazione.
Quanto ad Amber, filò di nuovo in camera sua; moriva di curiosità e voleva proseguire a leggere quello strano diario.
“Allora, dov'ero arrivata? Ah, si, ero qui. - All'inizio, non si accorgeva di me e io soffrivo tantissimo. Da parte mia, era sicuramente amore dato che non avevo mai provato nulla di simile per nessuno. Quel leone, così strano e maestoso era diventato la mia ossessione e sapevo che prima o poi mi avrebbe notata. Doveva farlo, o io sarei morta di dispiacere.”
-Amber, vieni di sotto.
-Uffa, mamma, cosa c'é?
-Devi aiutarmi con le pulizie, forza. Scendi!
-Uffi, arrivo...
Se c'era una cosa che Amber odiava, era fare le pulizie in casa ed era secondo solo all'odio che provava quando doveva cucinare. Sua madre amava farlo da sempre e aveva cercato di trasmetterle quella passione, ma fu inutile. Così, rassegnata, si alzò dal letto per dirigersi al piano di sotto.
“Di questo passo non riuscirò mai a leggere quel diario...”
Scese le scale con passo strascicato, ben lungi dall'essere felice di dover fare le pulizie.
-Eccomi, mamma. Cosa devo fare?
-Non guardarmi come se stessi andando al patibolo, su! Comunque, ti ho riservato la parte migliore: la soffitta.
-E perché sarebbe la parte migliore?
-Perché lì é pieno di vecchi oggetti, oltre a quel diario che ti ho dato. Non sei contenta?
-Certo, certo...
Amber si diresse alla scala di legno che portava nella vecchia soffitta. Le piaceva l'idea di tutte quelle antichità, a demoralizzarla era l'idea di dover anche pulire.
Spinse la porta, che si aprì con uno scricchiolio alquanto sinistro e si guardò in giro.
“Povera me, é enorme... non finirò mai!”
Mentre si disperava, fu attirata da un baule che si trovava poco lontano da lei.
“Caspita, ma é bellissimo. Chissà cosa c'é dentro...”
Il baule era finemente decorato con ricami in oro che raffiguravano delle piccole roselline e la grossa serratura, anche essa in oro, raffigurava un leone rampante.
“Per fortuna la serratura é aperta...”
Amber aprì il pesante coperchio e quello che vide nel baule la lasciò senza fiato.


Allora, come vi sembra questo piccolo capitolino? Spero vi piaccia e cercherò di aggiornare i prossimi al più presto. Baci,
Kikyo90

Ah, naturalmente vi invito a commentare in tanti se volete vedere aggiornata la fic ^__^

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


“Ma... sono bellissimi... uao...”
Amber, nel baule, aveva trovato dei vestiti che sembravano eleganti quanto antichi. Ne prese in mano uno, che era lungo e blu scuro.
Il tessuto sembrava seta da quanto era fine e delicato.
“Quasi quasi, me lo provo...”
La ragazza, totalmente dimentica delle pulizie, si spogliò e si infilò quel meraviglioso vestito che, scoprì, le calzava a pennello.
L'abito, le arrivava fino alle caviglie e dal lato destro aveva uno spacco che partiva da metà coscia mentre la scollatura sul davanti era molto generosa, ma senza essere volgare. Rimase ad ammirarsi fino a perdere la cognizione del tempo, finché la madre non la raggiunse.
-Lo sapevo... ma non dovevi fare le pulizie?
-Eh? Ah, sei tu mamma...
-E chi vuoi che sia, il fantasma formaggino? Comunque immaginavo che non avresti fatto le pulizie, ma che ti saresti persa con tutti questi oggetti.
-Eh, che ci vuoi fare?
-Niente, purtroppo. Dai, levati quel vestito che puliamo insieme...
Amber, a malincuore, si spogliò e si rimise i vecchi abiti memorizzando la sua immagine di ragazza elegante.
-Mamma, vero che non li butti via quegli abiti?- e assunse una faccia da cucciolo che sperava potesse convincere Eleanor a tenere quelle meraviglie.
-No, tranquilla. Terremo anche il baule, contenta?
-E me lo chiedi?! Certo!
-Bene, adesso prendi in mano questa scopa e sbrigati.
-Ma veramente volevo vedere cos'altro c'era dentro al...
-Prima il dovere e poi il piacere, signorina. Forza, prima cominci e prima finisci...
-Si, signora...
Amber cominciò a spazzare per bene, conscia che se non avesse assolto il suo compito la mammina non l'avrebbe lasciata in pace.
-Su, non fare quella faccia da martire!
-Odio fare le pulizie...- bofonchiò la ragazza, imbronciata.
Eleanor rise.
-Va bene, per stavolta puoi andare. Finirò io, ma non farci l'abitudine, ok?
-Ok, grazie mammina!
Amber si precipitò in camera sua a cercare il misterioso diario, ma non lo trovò. Sconforto e delusione si impossessavano di lei, mentre pensava a dove potesse essere finito.
“Eppure lo avevo lasciato qui sul letto, dove diavolo é andato a finire? Porca miseria...”
La ragazza rivoltò la stanza ma, dell'oggetto della sua ricerca, non c'era nessuna traccia.
“Uffa, di questo passo non riuscirò mai a finire di leggerlo...”
Intanto, era arrivata l'ora di pranzo e dovette scendere al piano di sotto dove trovò un Luke piuttosto giù di giri.
-Preso niente?
-Ah ah, spiritosa. Ma che simpatica, davvero...
-E dire che ti avevo persino augurato una buona caccia, eh eh.
-Su, non prenderlo in giro, cara. Non é educato...
Mangiarono insieme e, dopo aver finito, ad Amber toccò di lavare i piatti.
-Mamma, sai mica dov'é finito il diario?
-Lo hai già perso? Figlia mia, che cosa ne posso sapere io di dove metti le tue cose?
Lei asciugò i piatti e si ridiresse in camera sua ma, non trovando niente per l'ennesima volta, decise di andare in soffitta ad ispezionare il misterioso baule.
Salì le scale di legno e aprì la porta, trovando alla sua destra il baule interessato. Si avvicinò per aprirlo, ma si accorse che il coperchio era già aperto.
“Strano, credevo di averlo chiuso, stamattina...”
Guardò all'interno e ciò che vide la lasciò nuovamente senza parole: il suo prezioso diario era dentro il baule, in mezzo ai tanti vestiti eleganti.
“E questo come diavolo é finito qui dentro? Boh...”
Lo prese e, dopo aver chiuso il baule, uscì dalla soffitta per andare a rifugiarsi nella sua stanza e leggere finalmente quelle pagine, sperando anche di non essere interrotta.
Entrò in camera e si sedette sul letto.
“Oggi é stata una giornata memorabile: il mio leone mi ha parlato. Strano ma vero, a scuola oggi mi ha rivolto la parola. Credevo che mi odiasse, ma adesso sono troppo felice del fatto che si sia accorto di me. Giuro che amo quel ragazzo, così strano e affascinante e continuo a dire che prima o poi anche lui dovrà amarmi.”
All'improvviso, Amber sentì le palpebre pesanti e non riuscì ad opporsi al sonno che l'aveva assalita.
Quando si svegliò, il diario era nuovamente sparito.

 


Ringrazio moltissimo le 7 persone che hanno messo la storia tra i preferiti e chi ha commentato, sperando che continuiate a seguirmi. ^__^

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Sulle prime, la ragazza non se ne rese conto, ma quando se ne accorse non riuscì a capacitarsi di come fosse potuto succedere.
“Dannazione, dov'é finito adesso quel coso? Non avrà certo messo le gambe per scappare via da solo, no?”
Stavolta, invece di buttare all'aria la stanza, andò direttamente in soffitta e lo trovò nuovamente nel baule.
“Qualcuno ce lo avrà pur messo, qui, no? Solo, mi domando chi dei due si sarà preso la briga di entrare in camera mia mentre dormivo e di prenderlo per metterlo qui...”
Amber scese al piano di sotto per chiedere spiegazioni, ma non trovò nessuno. Vide invece, sul tavolo della cucina, un biglietto col quale la madre le comunicava che erano andati a cercare una buona ditta di traslochi. Questo le fece emettere un poco signorile grugnito: si era già dimenticata dell'imminente trasferimento e ricordarlo non la rallegrò.
Perdipiù, erano anche iniziate le vacanze natalizie e la ragazza non aveva niente (neppure la scuola) che la distraesse.
“Non é vero, qualcosa ce l'ho... e adesso sono sola...”
Si girò verso il tavolo, dove aveva lasciato il diario, ma era sparito di nuovo.
“Ma che cavolo... questo coso sta cominciando a farmi impazzire e non credo che i miei poveri nervi sopporteranno un'altra sparizione!”
Andò per l'ennesima volta in soffitta, guardò nel solito baule e... non era nemmeno lì.
“Come? E adesso dove si é cacciato? Dovrò dire alla mamma di regalarmi delle cose più normali...”    
Stava per guardare sotto i vestiti, per vedere se c'era, quando suonò il telefono. Scese per rispondere.
-Pronto, chi é?
-Tesoro, sono la mamma.
-Cosa c'é?
-Io e Luke siamo imbottigliati nel traffico e arriveremo in ritardo, ti spiace cominciare a preparare qualcosa per cena?
-Sai bene che non so cucinare, non voglio avvelenarvi...
-Non essere melodrammatica, prepara qualcosa di semplice come una frittata o il sugo per la pastasciutta.
-Chiamamele “cose semplici”! Ci proverò, ma io ti ho avvisata, eh?
-Certo, certo... Cosa stavi facendo?
-Io? Stavo combattendo con quel diario che mi hai regalato.
-Ah si? E perché?
-Non ridere, ma é la terza volta che mi sparisce da sotto il naso e che lo ritrovo sempre in quel baule. É assurdo, lo so...
-In effetti... magari é solo la tua immaginazione... ah, ti saluto che stiamo entrando in galleria. Ciao!
-Ciao...
Amber posò la cornetta del telefono e quando guardò alla sua destra, per poco non le venne un colpo. L'oggetto incriminato era lì vicino a lei e a questo punto, credette davvero di stare impazzendo.
“Ok, il diario é qui vicino al telefono, lo vedo. Sono cosciente, nel pieno delle mie facoltà mentali e non sono pazza. Vado a preparare qualcosa per cena e poi torno qui a prenderlo, e leggerlo...”
Si spostò dal corridoio alla cucina e decise di tentare la sorte.
“Che Dio me la mandi buona, non voglio avvelenare la mia famiglia...”
Optò per una frittata con le patate ma, quando tentò di rigirarla per cuocerla dal secondo lato, ottenne solo di rovesciarla nel lavandino procurandosi una buona scottatura sulla mano.
“Al diavolo la frittata! Accidenti a me e a quando ho deciso di prepararla...”
Andò a sciacquarsi la mano, infuriata, e quando il dolore fu passato decise di lasciar perdere la cena per dedicarsi al diario che... era sparito di nuovo!
“Accidentaccio! Un'altra sola sparizione e mi vedrò costretta a farmi ricoverare alla neuro! Bene, torniamo in soffitta... scommetto tutto quello che ho che quel coso é nel baule... lo spero, altrimenti comincerò a dare di matto...”
Amber aprì la cassapanca e, non vedendo l'oggetto in questione, tolse gli abiti uno ad uno. Il diario mobile era sotto tutto quanto.
Lo prese, ma notò che c'era qualcosa di strano.
Diede qualche colpetto col pugno, e il suono che sentì la insospettì ancora di più.
“Ok, adesso ti poso a terra, ma non osare sparire di nuovo o... non so neppure io cosa ti farò. Ecco, sto già impazzendo, lo sapevo...”
Con un altro leggero colpo di mano, Amber ebbe la conferma dei suoi sospetti: il baule aveva un doppio fondo.

 

Allora, visto come sono brava? Addirittura due capitoli in un giorno solo, spero solo sia abbastanza accettabile e che vi piaccia... ^__^

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


“Caspita... un doppio fondo...”
Non fece in tempo a guardare cosa si celava al di sotto, che Eleanor e Luke la chiamarono dal piano inferiore per segnalare che erano tornati.
-Arrivo!
Scese le scale di corsa e vide che i suoi due genitori avevano comprato del cibo pronto da scaldare in due minuti. Eleanor rispose alla muta domanda della figlia.
-Non so perché, ma avevo il presentimento che sarebbe stato meglio comprare qualcosa e così é stato, vero?
-Ma io ci ho provato, ho tentato di fare la frittata ma mi é caduta nel lavandino e mi sono scottata e...
-Si, ho capito. Lascia stare, l'importante é che tu ci abbia almeno provato... evidentemente non hai preso da me la passione per la cucina...
-Evidentemente no...
Amber apparecchiò la tavola e Eleanor mise a scaldare la pasta in padella.
-Allora, Amber, cos'hai fatto?- chiese Luke, notando l'espressione stravolta della ragazza.
-Oh, niente di particolare a parte l'aver combattuto tutto il pomeriggio con quel diario che continuava a sparire. Giuro che se adesso non lo trovo in camera mia...
-Ha per caso messo le zampe?
-Non lo so. So solo che ogni dannata volta che lo appoggiavo da qualsiasi parte, lo ritrovavo sempre nel baule su in soffitta e adesso...
-Cara, non ti sembra di esagerare?
-No, mamma. Stavo dicendo, che poco fa ho scoperto un doppio fondo in quel baule...
-Davvero? E cosa c'é dentro?
-Non ho fatto in tempo a vedere, siete subito arrivati voi. Dopo andrò a darci un'occhiata...
Mangiarono in silenzio e, stavolta, si offrì Luke di lavare i piatti così che le due donne potessero andare a svelare i misteri della casa.
Infatti, madre e figlia, si diressero al piano di sopra in camera della ragazza per prendere il diario e per poco Amber non ebbe una crisi isterica.
-Mamma, é sparito di nuovo... io lo avevo appoggiato sul letto, lo giuro...
-Ma...
-No, niente ma. Adesso saliamo in soffitta e ti faccio vedere che quel maledetto diario é nel baule. Se non é lì dentro, chiamerò io stessa il reparto di neurologia...
Infatti, l'oggetto incriminato se ne stava sul fondo della cassapanca e la ragazza lo guardò con occhi assassini.
-Visto, mamma, che ti avevo detto?
-Ma sicuramente ce lo avrai lasciato tu...
-No, mamma. Non cercare di farmi diventare matta più del necessario, va bene?
-Va bene...
Madre e figlia tolsero il doppio fondo del baule e videro che di sotto c'erano delle lettere, tantissime lettere.
Amber le guardò desiderando di poterle leggere, ma per prima cosa avrebbe finito di leggere quel diario malefico che sembrava sparire ogni minuto.
-Mamma, ma a chi sono appartenute tutte queste cose?
-Non lo so, davvero. Senti, io scendo da Luke, tu pensi di essere in grado di non impazzire?
-Finché questo diario resterà al suo posto senza muoversi, allora si.
Eleanor sospirò rassegnata, convinta che la figlia fosse stressata e che avesse bisogno di un po' di relax.
-Ah, mamma, senti. Avete trovato la ditta di traslochi?
-Si, tra un paio di giorni cominceremo ad impacchettare le cose. Sei contenta?
-Eh, non immagini quanto...
Amber si sedette vicino al baule, pronta a leggere un'altra pagina di quell'oggetto misterioso.
“L'amore é cieco, e anche se lui mi dice che sarebbe meglio che gli stessi lontana, io non intendo farlo. Sono diventata terribilmente, irrimediabilmente, dipendente da lui e dai suoi strani modi di fare. Devo dire che é un ragazzo molto strano: un giorno é gentile con me, un altro giorno é scontroso e mi dice di stargli lontano. Io non lo capisco...”
-Amber, a letto, forza. É ora di dormire...
-Ma sono in vacanza!
-Non importa, sono le dieci ed esigo che tu vada a dormire e non discutere!
-Arrivo, arrivo...
La ragazza scese al piano di sotto, si lavò i denti e a malavoglia si infilò nel letto, dopo aver poggiato il diario sul suo comodino.
“Se domattina non ti trovo lì, giuro che mi metto a strillare...”
Si addormentò poco dopo, ma la pace durò poco perché uno strano sogno si fece largo nella sua testa.
Era sempre nel bosco, e camminava sempre senza meta, ma stavolta al posto delle creature della prima volta vide una ragazza che le somigliava molto e che le si avvicinava sempre di più.
-Chi sei?
-Non aver paura di me, io non ti voglio fare male. Voglio ritrovare il mio amore, e solo tu puoi aiutarmi...
-Io? E come?
-Ecco, puoi farlo solo...
Un suono indistinto fece sparire la ragazza del sogno, lasciando in Amber una strana sensazione di disagio.


A quanto pare, oggi il tempo abbonda. Addirittura 3 capitoli ^__^ , spero di farvi contenti e che anche questo capitolo sia accettabile. Commentate in tanti, mi raccomando...

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


“Dannazione... la sveglia...”
La ragazza si alzò a malavoglia dal letto e, dopo essersi trascinata in bagno a lavarsi i denti, scese di sotto per la colazione.
Eleanor e Luke erano usciti e Amber dovette mangiare da sola.
“Poco male, magari riuscirò a sbrogliare un po' il mistero del baule e del diario... a proposito! Chissà se é ancora dove l'ho lasciato... forse ha ragione mamma, sto impazzendo...”
I due erano andati a lavorare e la ragazza decise che, onde evitare inutili incidenti, sarebbe andata a comprare qualcosa di pronto da scaldare.
“Ma per questo c'é ancora tempo, ora ho di meglio da fare...”
Lavò la tazza della colazione e si fiondò in camera sua, sperando che il diario non fosse sparito.
“Miracolo, é ancora sul comodino! Evviva, non sono pazza...”
Lo prese e iniziò a leggere da dove aveva lasciato.
“Oggi é successa una cosa strana e inaspettata: Edward mi ha salvata da un sicuro incidente mortale, dato che il furgoncino di Tyler stava per schiacciarmi. La cosa strana é che né io, né lui lo abbiamo visto avvicinarsi. Si, lo so che é accaduto tutto troppo in fretta ma sono sicura di aver visto Edward fermare il furgone con la mano e lasciarvi anche un'impronta... non posso parlare con nessuno o mi prenderebbero per pazza, inoltre gli ho giurato che avrei tenuto la bocca chiusa.          
Abbiamo anche litigato, e mi dispiace. Gli ho chiesto di spiegarmi la situazione, ma ha detto che non mi deve dire niente... - ehi, quante stranezze, qui dentro. Fammi vedere un po' se per caso...”
Amber scorse le pagine in cerca di qualche traccia, qualsiasi cosa che le facesse capire a chi fosse appartenuta quell'agenda. Guardò all'inizio, alla fine e dappertutto ma non trovò alcuna informazione, perciò lo posò sul letto, rassegnata.
“Oh, oh, é tardi. Sarà meglio che vada a comprare qualcosa da riscaldare, o mia madre appena arriva sbrana me...”
Si tolse il pigiama e si infilò una tuta lilla e delle scarpe da ginnastica, in fondo doveva solo andare al supermercato. Anche se, a dirla tutta, le sarebbe piaciuto tantissimo poter indossare uno di quei bellissimi vestiti contenuti nel baule di sopra...
“Allora, i soldi li ho presi... si, sono pronta per uscire.”
Dopo aver chiuso la porta, si diresse al supermercato e stava quasi per arrivare... se non fosse che si accorse appena in tempo di un furgoncino blu scuro che correva a tutta birra verso di lei.
Non fece in tempo a realizzare nulla, seppe solo che dopo un certo lasso di tempo poté riprendere a respirare perché era ancora viva.
Questo, lo doveva ad un ragazzo che aveva visto la scena e che l'aveva prontamente spinta via dalla traiettoria del mezzo.
-G-grazie, s-se n-n-non fosse stato per te, adesso...
-Shh, non parlare. Adesso chiamo un ambulanza, così che ti possano portare all'ospedale, eh?
-Ma non ne ho bisogno...
-Credimi, é meglio...
Intanto era arrivata la polizia e, naturalmente, anche Luke.
-Santo cielo, Amber! Stai bene?
-Si, sto bene. Grazie a lui che mi ha spinta via in tempo...
Indicò il ragazzo di fianco a lei con un gesto della mano, e gli rivolse ancora un ennesimo ringraziamento.
-Beh, ragazzo, non so come ringraziarti per averla salvata. Io...
-Non é niente, signore. Ho visto che era in difficoltà, e in quel momento non ho pensato molto a cosa fare...
-Comunque sia, te ne sono grato.
-Di niente... ora devo andare, ma vorrei passare a trovarla in ospedale. Posso?
-Certo, ragazzo. Certo che puoi...
-Bene, ci vediamo dopo, allora.
Se ne andò e, mentre gli altri poliziotti erano occupati ad analizzare il sangue del guidatore che sicuramente aveva bevuto, Luke si occupò di accompagnare Amber nell'ambulanza.
-Luke, ti prego solo di una cosa: non dirlo alla mamma. In fondo, sono salva e non voglio che le venga un colpo. Me lo prometti?
-Ma cosa le racconto? Dovrò pur dirle che sei finita in ospedale, no?
-Uff, hai ragione. Ma cerca di farlo con tatto, per favore...
L'uomo sorrise. Sapeva com'era fatta sua moglie, e sapeva che nulla le avrebbe risparmiato una bella crisi isterica, non appena avesse saputo...
***

-Tesoro mio, dimmi che non é vero!
-Mamma, calmati. Sto bene, davvero...
-Guardati, povera figliola...
Amber tentava di dirle che stava davvero bene, soprattutto grazie a quel misterioso ragazzo che l'aveva salvata, ma Eleanor non la lasciava parlare.
-Perché eri uscita, cara?
-Volevo prendere qualcosa per pranzo, ma ascoltami...
Un leggero bussare alla porta li distrasse tutti quanti. Si voltarono e videro che era il ragazzo di quella mattina che era venuto a trovare Amber.
-Ciao, come stai?
-Bene, grazie.
-Figliola, lui chi é?
-Se tu mi avessi lasciata parlare, prima, avresti sentito che sono salva grazie a lui che mi ha spinta via dalla traiettoria del furgone appena in tempo.
Gli occhi della donna, si riempirono di lacrime mentre andava ad abbracciare il giovane sommergendolo di ringraziamenti.
-Signora, davvero, non é niente...
Luke staccò la moglie portandola fuori dalla stanza a fare un giro.
-Su, lasciamoli soli un attimo. Magari vorranno parlare...
Per un attimo, il silenzio regnò sovrano nella camera, finché lei non lo ruppe.
-Ci presentiamo? Io mi chiamo Amber Swan, e tu?
-Io no, eh eh!
La ragazza rise della battuta di lui, convinta che volesse alleggerirle l'umore.
-Posso riformulare la domanda? Come ti chiami?
-Piacere, sono Patrick Monroes.
Porse la mano alla ragazza, la quale sentì la mano di lui stranamente... fredda.
-Ehi, ma sei gelato!
-É la mia temperatura normale, bella. Oh, adesso devo andare...
-Aspetta! Ci rivedremo? Voglio dire, tornerai a trovarmi?
-Se vuoi, si.
-Allora aspetta...
Amber prese un fogliettino sul quale scrisse il suo indirizzo e lo porse al ragazzo che, dopo averle assicurato che sarebbe tornato, la salutò.
Non appena lui uscì, tornarono i suoi genitori accompagnati da un medico che le disse che non aveva riportato danni e che poteva uscire.
***
-Scusa, mamma, ma sono distrutta. Posso andare di sopra?
-Ma non hai fame? Lo so che l'ora di pranzo é passata da un po', ma...
-No, tranquilla.
-Bene, allora vai pure cara.
Amber salì in camera sua per riposarsi e sdraiarsi sul suo comodo letto, quando al di sopra di questo vide qualcosa di strano: il diario era aperto.
“Che strano, credevo di averlo lasciato chiuso...”
Lo prese e vide che era aperto sull'ultima pagina, dove c'era scritto: appartenuto a Bella Swan.

 

Allora, voglio ringraziare tantissimo le 12 persone che hanno messo la mia fic nei preferiti e chi ha commentato ^__^ , sono felice che vi piaccia.
Spero di riuscire ad aggiornare il più
presto possibile e per adesso vi lascio a quest'altro capitoletto.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Erano passati quattro giorni dall'incidente e Amber era sempre più unita al suo salvatore. Uscivano spesso insieme, con l'approvazione dei genitori di lei.
Patrick era sorprendente, ma c'era qualcosa che preoccupava la ragazza: l'imminente trasferimento a Forks.
Non ne aveva ancora parlato con nessuno, ma contava di farlo presto e sperava che i suoi genitori la capissero.
Dopo aver finito i compiti, scese in cucina dove c'era sua madre intenta a spadellare.
-Ehm, mamma? Posso parlarti?
-Si, cara. Cosa c'é?
-Ecco... pensavo... dobbiamo proprio trasferirci a Forks?
Eleanor sospirò.
-Amber, ne abbiamo già parlato milioni di volte. Si, dobbiamo andarci. Ricordi che Luke é stato trasferito lì?
-Ma io non potrei restare qui da zia Mirta?
-No, assolutamente. Dove andiamo noi, vieni anche tu.
-Ma...
-Amber, cosa ti prende? Tu non sopporti zia Mirta, come mai tutto d'un tratto vuoi rimanere qui?
La donna guardò la figlia in faccia e capì.
-É per Lui, vero?
La ragazza annuì e uscì dalla cucina borbottando un -tanto non capiresti-.
“Ho appena trovato il ragazzo della mia vita e devo lasciarlo per trasferirmi in quella cavolo di città... roba da matti!”
Si, definirlo il ragazzo della sua vita era esagerato ma Amber ormai sapeva di essersene innamorata.
“Lo sapevo, non mi capisce e tanto meno riuscirebbe a farlo Luke...”
Andò in camera sua e, stranamente, il diario era al suo posto dove lei lo aveva lasciato. Decise di consolarsi leggendone un paio di pagine.
“Oggi Edward mi ha invitata a mangiare al suo tavolo... o meglio, io ho mangiato. Lui non ha preso niente, come sempre del resto. Ora che ci penso, non l'ho mai visto mangiare né bere nulla ed é davvero strano... inoltre, continua a parlare in modo strano dicendo che dobbiamo stare lontani ma che é stanco di provare ad evitarmi. Non capisco i discorsi che fa, anche perché sono catturata dai suoi splendidi occhi che mi ipnotizzano ogni volta che li guardo...”
TOC TOC
-Avanti...
La porta si aprì ed entrò Eleanor.
-Tesoro, non é detto che se ci trasferiamo tu non lo vedrai più. Vi potete sempre mantenere in contatto, no?
-Si, certo... come no? Mamma, le amicizie a distanza non funzionano mai, hai presente? Se io me ne vado, arriverà il momento che non ci sentiremo né ci vedremo più...
-Secondo me esageri...
Suonò il telefono ed Eleanor si precipitò a rispondere.
-Amber, é per te! Scendi...
La ragazza non se lo fece ripetere due volte, tanto sapeva chi era...
-Pronto, Patrick?
-Si, sono io. Come lo sapevi?
-Che ci vuoi fare, sarò mezza sensitiva.
-Certo... senti, ho chiamato per sapere se stasera ti andava di andare al cinema. Ti vengo a prendere dopo cena, va bene?
-Io... si, ok.
-Chiedi prima il permesso, però.
-Oh, saranno sicuramente d'accordo...
-Si, ma tu chiedi lo stesso, ok? Ci vediamo dopo...
Il ragazzo riattaccò e Amber andò subito a parlare con la madre, anche se sapeva già la risposta.
-Mamma, era Patrick che mi chiedeva di andare al cinema. Posso?
-Sicuro, cara. Passata la malinconia?
-Non proprio...
Amber fece per andare di sopra, ma la donna la bloccò prima che potesse muovere più di tre passi.
-Vedi di non andare ad imboscarti subito in camera, che tra poco é pronto...
La ragazza fece un cenno di assenso e andò in bagno a lavarsi le mani. Intanto, era tornato anche Luke che si era dimostrato d'accordo e ben disposto all'idea di Ambre e Patrica che uscivano insieme.
Dopo aver finito di mangiare, si fiondò in camera ed era nell'indecisione più totale: non sapeva cosa mettere.
Dopo che ebbe provato tutti gli abiti presenti nell'armadio, optò per un vestito nero corto e aderente che sperava piacesse al ragazzo. Quindi, prese la sua trousse e si truccò in modo leggero ma che le dava un'aria molto diversa dal solito. Si spruzzò anche un po' di profumo alla rosa, per essere perfetta.
Mentre chiudeva la porta della camera, sentì suonare alla porta.
“Ecco, né lui... mamma mia se sono agitata...”
Non era la prima volta che uscivano insieme, ma adesso che si era resa conto di amarlo era tutta un'altra cosa.
Il solo vederlo nel suo salotto, coi pantaloni e la camicia nera che fasciavano il suo fisico alla perfezione e con i capelli rossicci tenuti alzati dal gel... beh, solo quello le procurava delle palpitazioni non di poco conto.
Quando la sentì scendere, si voltò e rimase senza fiato.
-Ambre, sei... davvero... uau...
La ragazza arrossì.
-Sono felice che ti piaccia...
-Allora, -cominciò Elea nor- non fate tardi, d'accordo?
-Non si preoccupi, signora. La riporto a casa presto, come sempre.
I due ragazzi salutarono Eleanor e Luke, dopodiché uscirono.
Mentre camminavano verso la macchina, Amber cercava qualcosa da dire per spezzare il silenzio che si era creato tra di loro. Avrebbe voluto dirgli del suo imminente trasloco, ma non credeva fosse ancora il caso...
-Ehi, come siamo silenziose stasera.
-Eh? Si, scusa.. stavo solo pensando ad una cosa...
“Prima o poi dovrò dirglielo, no?”
-Cosa?
-Una cosa che devo dirti...
-Cos'é?
-Te lo dirò dopo, va bene?
Patrick annuì e si accomodarono in macchina per andare al cinema a vedere un film wester. Non che Amber amasse molto il genere, ma voleva vedere qualcosa di diverso dai soliti film romantici strappalacrime.
***
-Patrick, ora che ci penso, tu sai tutto di me ma io non so nulla di te.
-Beh, non c'é molto da sapere su di me. Sono venuto a trovare i miei zii e... ehi, attenta!
Il ragazzo afferrò Amber appena in tempo, prima che cadesse per terra a causa di un giramento di testa.
-Allora, tutto a posto?
-S-si, grazie... ogni tanto capita, non ti preoccupare...
Lui sciolse il goffo abbraccio col quale l'aveva circondata, ma non lasciò la presa sulla sua mano e la condusse così fino alla macchina.
-Non c'é bisogno che mi apri la portiera, sto bene...
-Ma sei capace a stare un attimo buona?!- disse con un finto tono da rimprovero.
-Va bene...
Durante il tragitto, ogni tanto le lanciava delle occhiate come se temesse un altro capogiro o chissà cos'altro.
-Eccoci qua, sono le undici in punto e tu sei a casa, come promesso.
Amber fece per scendere dall'auto, ma ci ripensò.
-Senti, Patrick... devo dirti una cosa. Sappi solo che ho provato con tutte le mie forze ad evitarlo, ma non ho potuto fare nulla.
-Cosa sarà mai?
Lei tirò un profondo respiro, prima di parlare.
-Ecco, io... fra meno di dieci giorni mi devo... trasferire.
-Dove?
-A Forks...
Patrick sorrise.
-Ci vedremo lo stesso, non ti preoccupare. La nostra amicizia non finirà certo per questo, no?
Amber sospirò sconsolata. Amicizia... e cos'altro poteva essere?
-Certo... ci vediamo, ciao.
Fece per scendere dalla macchina, ma qualcosa la bloccò. Si girò e vide che era lui che le aveva afferrato un polso per farla voltare verso di sé. Le prese il viso tra le mani e, molto delicatamente, si avvicinò a lei per baciarla.
Fu un bacio breve, ma molto dolce che lasciò Amber senza fiato e con gli occhi sgranati per la sorpresa.
-Questo, é un altro motivo per il quale ci rivedremo. Ne sei convinta, ora?
-S-si... beh, ciao...
Scese dall'auto e si diresse verso casa. Tutte le luci erano spente, segno che Luke e sua mamma stavano già dormendo. Così, prese la sua chiave e aprì la porta senza farsi sentire, richiudendola subito dopo.
Si tolse la giacca, la appese e si fiondò nella sua camera e precisamente nel suo bel lettuccio caldo. Aveva parecchie cose a cui pensare...
“Caspita... mi ha baciata... é stato bellissimo e io non vedo l'ora di rivederlo...”
Amber si addormentò con questi pensieri felici in testa, sognando due stani ragazzi che non aveva mai visto.
“-E così il leone si innamorò dell'agnello, eh?
-Che agnello stupido...
-Che leone pazzo e masochista
!”
I due ragazzi si trovavano in una radura...

 

Eh eh, eccomi qui. Vi starete sicuramente chiedendo che ruolo ha questo strano ragazzo nella vita di Amber, vero? E cosa c'entrerà mai Bella in tutto questo? Lo scoprirete nei prossimi capitoli e, mi raccomando, commentate commentate e commentate!!!!!!!!!!!!!!!

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Una sola cosa udì Amber prima di svegliarsi: una voce che le diceva diceva di leggere il diario fino in fondo.
Chi mai potevano essere quei due ragazzi nella radura? E perché mai li aveva sognati proprio mentre dicevano quella frase? Certo, la cosa era veramente strana ma non avrebbe passato la giornata a pensare a quello... i suoi ricordi erano ancora vividi sul bacio che si erano scambiati lei e Patrick la sera prima.
“Forse gli piaccio, allora...”
Scese le scale fischiettando, per arrivare in cucina a fare colazione.
-Ciao Amber, sei allegra oggi?
-Oh, non più di tanto... “altroché se lo sono...”
Eleanor, dotata del sesto senso che hanno tutte le mamme, capì quello che la figlia voleva nascondere.
-Oggi ho preso un giorno di riposo per cominciare ad impacchettare le cose e prepararci al trasloco.
-Ma manca ancora così tanto...
-Non direi, mancano solo tre giorni e non é il caso di perdere altro tempo. Giusto?
Certo, quell'idea non la entusiasmava affatto... specialmente perché avrebbe dovuto lasciare Patrick e aveva paura che prima o poi avrebbe trovato un'altra.
Amber non avrebbe nemmeno potuto svignarsela, dato che doveva aiutare la madre in assenza di Luke.
-Perché non hanno dato le ferie a lui? Almeno non ci sarei io qui... d'altronde mi deprimo soltanto...
-Si, anche io sono felice che tu mi stia dando una mano, sai?- rispose sarcasticamente Eleanor alla frase della figlia.
Le due donne avevano deciso di cominciare ad impacchettare gli oggetti a cominciare dalla soffitta, dove c'era il misterioso baule.
-Mamma, come sarà la nuova casa?
-Beh, io ho visto solo le foto ma Luke dice che é molto spaziosa...
-Sai, pensavo che se la mia cameretta sarà abbastanza grande il baule potremmo metterlo lì dentro.
-Si, non é una cattiva idea. Poi vedremo... a proposito, hai poi scoperto a chi appartenevano le lettere?
-No, quelle no. Ma ho scoperto la proprietaria del diario, guarda...
La ragazza indicò alla madre l'ultima pagina, ma la donna non vide niente.
-Cosa dovrei guardare?
Amber squadrò la pagina, ma non vide più alcuna traccia della scritta che aveva letto giorni prima.
-Giuro che qui c'era scritto che il diario é appartenuto a Bella Swan, chiunque sia... io non sto impazzendo...
Eleanor rimurginò un attimo.
-Sarà sicuramente un'antenata, dato il cognome. Avrai letto il suo nome da qualche altra parte, cara...
Amber rinunciò del tutto a trovare una spiegazione a tutti quei misteri e si rimise ad impacchettare quello che era ancora rimasto.
Arrivò l'ora di pranzo ed Eleanor, per evitare incidenti disastrosi, disse che sarebbe andata lei a preparare da mangiare mentre Amber sarebbe rimasta in soffitta.
-E vedi di finire il lavoro, senza metterti a fare altro o quel baule te lo sequestro, chiaro?
-Uffa, si mamma...
Non che fosse rimasto molto da fare, ma ci mise più del necessario perché non era propriamente concentrata sul suo compito. Lei pensava a Patrick, al fatto che non voleva lasciarlo per andare a Forks e che doveva muoversi.
“Beh, qualcosa da fare ci sarebbe...” arrossì al solo pensiero, ma si disse che avrebbe portato la sua decisione fino in fondo.
In fondo, ora loro stavano insieme a tutti gli effetti... sì, era deciso e nel pomeriggio gli avrebbe parlato.
Scese in cucina per il pranzo, ma non facendo attenzione si scottò la lingua con la minestra, suscitando le risate di Eleanor e Luke che era appena trovato dal lavoro.
-Si si, ridete... sto bene, grazie, non preoccupatevi per me...
Finì in fretta e posò il suo piatto nel lavandino, andando di sopra a prepararsi per l'avvenimento che si presentava.
“Allora, se voglio farlo davvero, devo essere convincente...”
Dopo che ebbe deciso cosa mettere, si dedicò ancora al diario che ormai assorbiva quasi tutto il suo tempo libero.
“Allora, ero arrivata... ah si, qui- Oggi sono stata alla riserva di La Push, l'unico bel posto di Forks... anche se la ragione principale per cui resto qui é il mio Edward. Ho conosciuto anche un altro ragazzo, Jacob Black... beh, a dire il vero lo conoscevo già ma non lo ricordavo bene poiché ero troppo piccola l'ultima volta che l'ho visto. Avrei voluto che alla riserva venisse anche Edward, ma un ragazzo del gruppo ha detto che i Cullen non hanno il permesso di entrare nella riserva.
Così, ho chiesto a Jacob se sapeva il perché e lui mi ha raccontato una leggenda che parlava di...- dannazione, una macchia d'inchiostro!”
Per colpa di quel piccolo imprevisto, Amber non poté proseguire con la lettura e sapere di cosa parlava la leggenda. Decise allora di far scorrere le pagine per leggere il prossimo avvenimento, quando suonò il telefono.
Sua madre e Luke erano impegnati nell'imballaggio delle altre cose, perciò scese lei a rispondere.
-Pronto, chi é?
-Amber... sono io.
Il cuore della ragazza sobbalzò.
-P-patrick, ciao. Come... come va?
-Io bene, e tu?
-Bene...
-Senti, sei libera? Vorrei parlarti...
Il suo cuore, ormai era arrivato in gola.
-Si, sono libera. A-anche io volevo parlarti...
-Bene, allora ci vediamo tra poco al solito posto, ok?
-Aspetta, preferirei che ci vedessimo a casa tua. Ti... va?
Il ragazzo aggrottò le sopracciglia ma assentì, salutando la ragazza per rivederla poco dopo.
Posò la cornetta, con un'agitazione che ormai era palpabile. Che anche lui volesse vederla per lo stesso motivo? No, ne dubitava... lui non avrebbe mai fatto una proposta simile...
Si impose di non arrossire e di portare a termine la sua decisione; perciò, ritornò in camera sua e si preparò con cura.
Scelse un completino intimo di pizzo nero che metteva in risalto le sue morbide forme e, sopra, mise un vestito beige che le arrivava fino alle caviglie ma che era perfettamente attillato.
Si spruzzò un po' di profumo e, dopo un ultimo sguardo allo specchio, decise che poteva essere pronta ad uscire.
-Mamma, Luke, io esco. Torno tra poco, va bene?
-Si, ma non fare tardi!
-Va bene, Luke. Ciao!
Uscì di corsa per recarsi a casa di Patrick. Quando arrivò, era trafelata.
-Grazie per essere venuta.
-Perché non avrei dovuto?
-Temevo che ti fossi arrabbiata per il bacio dell'altra volta, sei scesa talmente in fretta dall'auto che...
-No, non mi sono arrabbiata. Ero solo... confusa, ma mi é... piaciuto molto...
-Vieni in salotto a vedere la TV?
-Si...
Amber cercava un modo adatto per introdurre il suo argomento, ma non lo trovava.
-Ti vedo pensierosa, cosa c'é?
-Ecco... di certo saprai che io tra tre giorni me ne devo andare, vero?
-Si, ma ne avevamo già parlato, no?
-Si, ma io parlavo di un'altra cosa che...
Amber sbuffò per mascherare l'imbarazzo che minacciava di assalirla da un momento all'altro.
-Amber, su, parla...
La ragazza si avvicinò a lui e, delicatamente, lo baciò. Patrick era sorpreso, ma rispose al bacio che si faceva via via sempre più passionale.
Si staccarono quando i polmoni reclamarono ossigeno.
-A cosa devo... questo? Non che non mi piaccia, ma...
Lei lo zittì con un altro bacio e stavolta accompagnò il bacio con delle leggere carezze sulle spalle, per finire ad intrecciare le mani nei suoi capelli.
Patrick capì qual era l'intenzione della sua ragazza e la scansò da sé.
-Perché, Patrick? Non mi vuoi?
-Amber, si che ti voglio ma non voglio che tu faccia qualcosa di cui poi ti pentirai.
-Ma non me ne pentirò, io... voglio davvero.
-Si, ma solo perché devi traslocare. Non ci perderemo di vista, tranquilla. Ti fidi di me?
-Si, ma le relazioni a distanza non funzionano mai...
-E chi ha detto che sarà a distanza?
Amber era ancora un po' delusa, ma riuscì a sorridere lo stesso. Lui aveva ragione, per quello avevano ancora tempo e non era necessario farlo subito...
Il resto del pomeriggio, lo passarono a guardare la TV, abbracciati sul grande divano e scambiandosi qualche bacio di tanto in tanto...

 

 


Allora, dico in anticipo che l'ultimo pezzo non sarà un gran che, ma non sono un'esperta nel descrivere quel tipo di scene.
Perciò, se é proprio disastrosa, accetto qualsiasi consiglio per migliorarla.
Grazie mille e... commenti, please!!!!!!!!!!!!!!

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Grazie di cuore alle persone che stanno seguendo la fic, la cosa mi fa molto piacere ^__^

 

Era arrivato. Il giorno del trasloco era tragicamente arrivato e Amber era più depressa che mai.
-Patrick... ci rivedremo?
-Certo, non dubitarne. Inoltre, non ti libererai di me così facilmente, sai?
-Lo spero...
Si scambiarono un ultimo bacio, prima che Amber salisse sulla macchina guidata da Luke e partisse alla volta di Forks.
Arrivarono in città verso l'ora di pranzo e cominciarono a sistemarsi nella nuova casa.
-Caspita... é davvero spaziosa...
-Allora, cara, ti piace?
-La casa é bella, é la città a non piacermi.
Eleanor scosse la testa, rassegnata, mentre continuava a sistemare quella che sarebbe diventata la cucina. La ragazza si diresse al piano di sopra per ispezionarlo, in cerca della sua futura cameretta.
-Mamma, posso scegliere la mia camera?
-Si, certo!
Dopo aver guardato le cinque stanze, ne scelse una che le sembrava facesse al caso suo e ci entrò.  Era vuota, naturalmente, ma qualcosa che non avrebbe saputo descrivere, la spinse ad entrare.
“Beh, non é grandissima ma mi piace. E riuscirò a metterci anche il baule...”
-Amber, vieni giù ad aiutare Luke che io devo andare a sbrigare una commissione...
-Arrivo...
Scese le scale e arrivò in cucina, dove era già tutto montato.
-Di cosa hai bisogno, Luke?
-Che mi tieni la scala in salotto, devo dare una mano di bianco.
-Ok, andiamo...
Un improvviso pensiero colpì la mente di Amber. Non aveva più pensato a quello, ma prima o poi avrebbe dovuto chiedere qualcosa...
-Luke?
-Si?
-Tu sai dov'é la scuola?
-Si, é poco distante da qui.
-Abbastanza vicina per andarci a piedi?
-No, non credo...
-Allora come...
-Vedrai...
L'uomo abbozzò un sorriso e riprese ad imbiancare la parete, che finì poco dopo. La ragazza si chiedeva dove fosse finita la madre, ormai era un'ora che era uscita. Luke le disse di non preoccuparsi e che sarebbe tornata di li a poco. Sembrava anche sapere dove fosse andata, quasi i due stessero nascondendo qualcosa...
Siccome l'uomo non aveva più bisogno di aiuto, Amber decise di rifugiarsi di sopra per un po', nella sua nuova camera per leggere finalmente un'altra pagina di diario.
“Finalmente... e speriamo non ci siano altre macchie di inchiostro...- L'ho scoperto, ho scoperto il segreto di Edward... ecco svelato il mistero di tutti i suoi avvertimenti, il suo dirmi di stargli lontana... ed ecco il perché non lo avevo mai visto mangiare... ma, nonostante tutto, a me non importa e cerco di farglielo capire toccandogli una mano. Lui però, la ritrae dicendomi che non devo provare cose simili... Edward, come farti capire che non mi importa se tu sei un vampiro?”
Prima di proseguire, Amber focalizzò lo sguardo un attimo su quella parola: vampiro.
Credeva che quella fosse la storia della vita di Bella, ma ora cominciava a dubitarne e a credere che fosse solo una brava scrittrice.
“Però, anche se é una storia inventata, é appassionante...”
-Amber, é arrivata la mamma. Vieni giù...
La ragazza scese e, quello che vide, la lasciò senza fiato.
Un motorino rosso era parcheggiato davanti a casa e sembrava che aspettasse solo lei.
-Mamma, io... é bellissimo, grazie.
-Di niente, figlia mia. Almeno, con questo, non dovrai andare a scuola a piedi.
Per la prima volta da quando erano arrivati a Forks, lei era veramente felice. Poco dopo, arrivò l'ultimo camion con i rimanenti oggetti, tra cui il baule di Amber.
-Mamma, Luke, possiamo sistemarlo in camera mia?
I due annuirono e lo portarono di sopra, mettendolo ai piedi del letto. Ora che era tutto pronto, Amber poté telefonare a Patrick.
-Che strano... non risponde...
Dopo parecchi squilli a vuoto, decise di lasciare perdere ma si rifiutò di pensare che lui fosse con un'altra. Avrebbe provato più tardi a telefonare, era sicura che avrebbe risposto...
Ritornò in camera sua, dove il diario che lei aveva appoggiato sul letto era di nuovo aperto sull'ultima pagina su cui si leggeva: appartenuto a Bella Swan.

 


Sono stata cattiva a far separare Amber e Patrick, ma non tutto é perduto e si vedrà nei prossimi capitoli. Cosa mai nasconderà quel diario e perché Eleanor non ha visto il nome di Bella che c'era scritto nell'ultima pagina?  Continuate a seguire la fic e capirete, eh eh ^__^

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


“Non é possibile... e dire che mia madre mi crede pazza...”
Decise di scendere per mostrarle la scritta ma, quando gliela fece vedere, Eleanor affermò che non riusciva a leggere niente.
-Come no, mamma? L'ho appena letto io...
-Si... sarai sicuramente stanca, come tutti noi. Vai a riposarti, eh?
Amber optò invece per una passeggiata fuori... voleva scoprire se esisteva davvero un luogo chiamato “La Push”. Aveva la sensazione che la chiave di tutti i misteri si trovasse lì...
La passeggiata non durò molto, poiché non conosceva la città e aveva paura di perdersi, cosa che la spinse a tornare subito a casa.
Si sedette sui gradini, pronta a leggere qualche altra pagina, ma... il diario era sparito di nuovo.
“E che cavolo! Lo avevo messo in borsa, dannazione, dove diavolo si é cacciato? Uffa, ora non ho voglia di corrergli dietro...”
Entrò in casa e andò in sala, dove c'erano anche Eleanor e Luke.
-Mamma, tu sai se qui esiste un posto che si chiama La Push?
-No, non mi pare... Luke, tu ne sai qualcosa?
-Si che esiste, é una riserva dove prima abitavano degli indiani. Adesso é disabitata da tempo, o almeno credo... perché?
-Oh, niente di particolare... ho letto il nome da qualche parte e mi aveva incuriosita, tutto qui... é quasi ora di cena, volete che prepari qualcosa?
I due si guardarono allarmati ed Eleanor si alzò in fretta, dicendo che non era necessario e che ci avrebbe pensato lei.
-Allora io vado a sistemare i libri nello zaino...
Gemette al solo pensiero: l'indomani sarebbe iniziata la scuola, e lei non conosceva nessuno. Era certa che sarebbe stata al centro dell'attenzione e la cosa non le piaceva affatto.
Siccome non sapeva che lezioni avrebbe avuto, mise nello zaino un paio di libri a caso e qualche quaderno. Dopodiché, aprì il baule e vide che il diario era lì dentro.
“Come cavolo sei finito qui, eh? Eri nella mia borsa, sono sicura di avertici messo prima di uscire... ehi, ma che cavolo faccio? Adesso ci parlo pure? Sto diventando scema, meglio che mi concentri sulla lettura...- Oggi, io e il mio Edward siamo stati in una radura. Era un posto bellissimo, anche più di La Push... Ed ha promesso di mostrarmi una cosa: l'effetto che il sole ha sulla sua pelle ed io non vedevo l'ora. Ma, la cosa che mi ha elettrizzata di più, é stata la sua dichiarazione.                                
-Così il leone si innamorò dell'agnello.
-Che agnello stupido.
-Che leone pazzo e masochista.
Anche se lui é il leone ed io sono l'agnello, non mi importa niente. Lasciarlo, sarebbe uguale al porre fine alla mia vita.- ehi, ma io questa frase la conosco... dove cavolo l'ho sentita? Boh, prima o poi lo ricorderò...”
Amber scese per cenare e, onde evitare un esaurimento nervoso, depose lei stessa il diario nel baule.
Dopo aver mangiato, riprovò a telefonare al suo ragazzo ma non rispose lui. Era la voce di una donna, e sembrava giovane.
Attaccò senza nemmeno parlare, rifiutandosi ancora di credere che lui l'avesse dimenticata subito. In fondo, se voleva solo usarla, avrebbe approfittato dell'occasione quando gli si era offerta nel salotto di casa sua. Invece, era stato tanto gentiluomo da rifiutarla e dirle che ci sarebbero state altre occasioni per farlo.
E allora chi era quella donna? Se lo chiese e richiese, non riuscendo ad addormentarsi per l'agitazione. Beh, quella era dovuta anche al pensiero di dover affrontare la scuola il giorno dopo, ma cercò di rilassarsi se non voleva passare tutta la giornata nello stato di vegetale addormentato.
Quando alla fine riuscì a prendere sonno, l'immagine della solita ragazza le apparve. Come al solito, non riusciva a vederne il volto o almeno, non completamente.
-Ti prego, aiutami... il diario, leggi il diario... e le lettere...
Dette queste poche parole senza senso, l'immagine sparì e poco dopo Amber si svegliò.
Erano le sette, ma doveva prepararsi per andare a scuola. I suoi genitori erano già usciti, così fece colazione da sola. Mangiò una tazza di cereali col latte ed uscì di casa alle sette e mezza.
Appena uscì di casa, vide che il vialetto era imbiancato da una coltre di neve che doveva essere caduta durante la notte.
Decise lo stesso di prendere il motorino, sarebbe stata prudente...
La scuola non fu difficile da trovare e Amber arrivò in anticipo. Scese dalla moto, con l'intenzione di andare in segreteria per informarsi sui suoi corsi ma appena mise piede per terra, scivolò e batté il sedere sul cemento.
“Oh, fantastico... neanche sono arrivata e già faccio una figuraccia delle mie...”
Tentò di rialzarsi, ma ricadde ancora e così per le tre volte che provò ad alzarsi.
Mentre era ancora a terra, sentì un ragazzo che si avvicinava.
-Posso aiutarti?
-Si, grazie...
Ma, non appena Amber alzò gli occhi su di lui, rimase senza parole.
-Tu...

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Amber non credeva ai propri occhi. Il ragazzo che gentilmente la stava aiutando a rialzarsi, altri non era che Patrick. Subito, però, la sorpresa fu rimpiazzata dalla rabbia. Una rabbia sorda che minacciava di esplodere da un momento all'altro e che solo al suo eccezionale autocontrollo, fu in grado di soffocare. Tuttavia, non riuscì a mascherare del tutto la stizza.
-Grazie... soprattutto per non avermi detto che abitavi qui a Forks, di non avermi chiamata e di avermi fatto stare in pena pensando che potevi già essere con un altra. Grazie!
-Calmati, Amber... dopo ti spiego tutto, d'accordo?
-Calmarmi un corno...
A passo svelto, si diresse nella scuola per cercare la segreteria, lasciando il ragazzo a parlare da solo. Era troppo arrabbiata per ascoltarlo.
“Come ha osato farmi una cosa del genere? E io che mi disperavo per averlo perso e per la lontananza, mentre lui se la rideva. Doveva dirmelo che abita qui a Forks, che diamine...”
La segretaria, la signorina Miller, fu molto gentile e le indicò i corsi da seguire e le relative classi. Alle prime due ore, aveva biologia e ci si diresse in fretta per non arrivare in ritardo.
Appena entrò in classe, tutti gli sguardi furono puntati su di lei e, come se non bastasse, il professore la costrinse a presentarsi davanti a tutti. Balbettò qualche parola, dopodiché andò a sedersi ma scoprì troppo tardi che l'unico posto disponibile era quello accanto a Patrick.
Si sedette, badando bene di non guardarlo per non parlargli. Doveva capire che l'aveva fatta arrabbiare per davvero...
Lui non tentò di parlare, ma quando finì la lezione bloccò la ragazza che stava per uscire.
-Aspetta, per favore.
-Perché dovrei?
-Ti prego, scusami. Volevo farti una sorpresa, per questo non te l'ho detto.
-L'altro giorno ho telefonato a casa tua, ma ha risposto una donna. Hai idea di come mi sia sentita,  a dovermi crogiolare nel dubbio che fosse la tua nuova ragazza? Ho pensato che mi avessi solo voluta usare...
-Se avessi davvero solo voluto usarti, avrei accettato la tua offerta. Ti ricordi, no?
Amber arrossì e annuì.
-Allora, sono perdonato?
-Forse...
-Vieni, ti accompagno alla lezione di ginnastica.
La ragazza grugnì. Odiava quella materia, soprattutto perché lei era un pericolo pubblico. Una volta, nella sua vecchia scuola, aveva colpito il naso di una sua compagna con un pallone da basket mandandola in infermeria.
Quel giorno Amber fu al sicuro perché non aveva la tuta e il resto del necessario per fare ginnastica, così restò a guardare.
Il suono della campanella dell'intervallo fu un sollievo per tutti quanti.
Appena uscì dalla palestra, trovò Patrick ad aspettarla. Aveva un sorriso beffardo sulla faccia ma... anche dannatamente attraente...
-Allora, mi hai perdonato?
-Per oggi accontentati di essere messo in forse, caro...
Lui rise del suo tono offeso, mentre si avviavano insieme alla lezione di spagnolo. Lì, però, l'unico posto libero era quello accanto ad una ragazza e Amber ci si sedette.
-Ciao, io sono Miriam Back. Piacere!
-Piacere, io sono Amber Swan.
-Facevi spagnolo nella tua vecchia scuola?
-Si, un po'... qui com'é? Voglio dire, l'insegnante é brava?
-Abbastanza, si. Quella di prima era una sclerata che non sapeva niente della sua stessa materia, per fortuna é cambiata.
-Già.
Le due ragazze dovettero smettere di parlare, perché era entrata la professoressa che aveva richiamato la classe all'ordine.
Quell'insegnante era veramente in gamba e molto brava ad insegnare, e la lezione passò talmente in fretta che nessuno se ne accorse.
-Beh, é ora di andare a casa. Ci vediamo domani, ciao Amber.
-Ciao...
Uscirono dalla classe, e la ragazza trovò come al solito Patrick che la aspettava appoggiato alla porta.
-Ehilà, ciao.
-Ciao...- ormai, anche se faceva l'offesa, aveva deciso di perdonarlo.
-Vieni?
-Dove?
-Ti faccio conoscere il mio gruppo, ti va?
-Va bene...
Si diressero verso un gruppo di quattro persone: due maschi e due femmine. I ragazzi erano molto belli, ma anche le ragazze non erano da meno.
-Ragazzi, vi presento la mia ragazza. Lei é Amber Swan.
-Ciao Amber..
-Piacere di conoscervi.
-Allora, quello alla tua sinistra é Jasper; a fianco a lui c'é Alice; poi c'é Emmett e lei é Rosalie.
-Rose, per gli amici.

 

 

 


Allora, vi ho incuriositi? Quei quattro saranno forse i Cullen? Se si, cosa c'entrano con Patrick? E con Amber? Leggere per sapere...

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


-Ok, Rose.
-Ehi, vieni a fare un giro con noi?- chiese Emmett, guadagnandosi un'occhiata strana da parte di Rosalie e Jasper.
-No, grazie. Devo tornare a casa, ma ci vediamo domani.
-Allora, ciao.
-Ciao ragazzi...
Patrick la accompagnò alla moto, preoccupato che la ragazza potesse scivolare di nuovo.
-Sono capace di camminare, tranquillo.
-Si, certo...
Amber sorvolò sul tono sarcastico che aveva usato.
-Senti, cosa sai di La Push?
-Eh? Perché?
-Così, curiosità. Ho saputo che é una riserva che una volta era abitata dagli indiani, e mi piacerebbe andare a vederla.
Il ragazzo impallidì.
-No, assolutamente. É una pessima idea, credimi.
-Perché?
-Perché si, credimi. Prometti che non ci andrai, va bene?
-Si, lo prometto, ma...
-Forza, torna a casa o i tuoi genitori si preoccuperanno. A domani...
La congedò per tornare dai suoi amici, che stranamente sembravano impauriti e agitati. Rimase ad osservarli e notò che confabulavano, mentre Patrick cercava di tranquillizzarli.
Smise di fissarli per mettersi il casco e partì alla volta di casa sua. Arrivò appena in tempo per il pranzo.
Parcheggiò il veicolo e fece per aprire la porta di casa, ma scoprì che era chiusa.
“Ah, fantastico! Sono pure rimasta chiusa fuori, ma che bellezza... o magari, sotto lo zerbino... bingo!”
Per fortuna, lì sotto c'era la chiave che sicuramente le aveva lasciato sua madre. Aprì ed entrò, affamata e impaziente di sedersi a tavola.
Posò lo zaino e andò in cucina, dove trovò il tavolo apparecchiato con un piatto sopra.
Mangiò e mise in ordine, dopodiché salì in camera sua e prese il diario dal baule.
“É accaduta una cosa bellissima: Edward ha passato la notte qui da me. Si, é entrato dalla finestra e per farmi addormentare ha cantato una fantastica ninna nanna. Inoltre, mi ha portata a conoscere tutta la sua famiglia. Devo dire che sono rimasta piacevolmente sorpresa dal fatto di essere stata approvata, anche se non da tutti. Dopotutto, io sono umana mentre loro sono tutti vampiri... e forse é per questo che Emmett e Rosalie sono tanto arrabbiati... ma io non ci posso fare niente, sono innamorata di Edward, del mio leone. Niente mi dissuaderà, e prima o poi sarò sua per l'eternità.”
Amber posò il diario sul comodino, e si alzò per fare i compiti di biologia. Prese il libro e andò a sedersi alla scrivania che... aveva assolutamente qualcosa che non quadrava.
Su tutta la superficie, c'era scritto: Bella Swan/Edward Cullen love for ever.
“Che questa sia stata la scrivania della mia antenata? Anche se Edward é esistito, non credo certo che sia stato un vampiro... che scemenza, i vampiri non esistono!”
Andò in bagno e prese uno straccio, ma quando tornò vide che la scrivania era perfettamente pulita.
“Ok, non bastava il diario con le zampe, ci voleva anche la scrivania auto-pulente?”
Si sedette senza pensare ad altro, altrimenti sapeva che non sarebbe riuscita a finire i compiti di biologia...
Si era addormentata, ma si svegliò all'improvviso al suono del campanello.
“Chi potrà mai essere? Mamma e Luke saranno ancora al lavoro...”
Scese, ma non aprì: preferì guardare prima dallo spioncino.
-Chi é?
-Sono il postino.
-Può lasciare la posta nella cassetta, grazie.
-Va bene...
Solo dopo che vide l'uomo allontanarsi, Amber uscì a ritirare le lettere, tra cui una la colpì molto.
La busta che la conteneva era rosa ed emanava un gradevole profumo di fiori. La aprì e dentro c'era scritta una sola frase: credi a quel che leggi e ritroverai l'amore eterno.
“Ma che cavolo... boh!”
Appallottolò la lettera e la buttò nel cestino.
Erano ormai le sei e i suoi genitori sarebbero tornati da un momento all'altro, perciò andò in cucina ad apparecchiare la tavola.
Eleanor e Luke arrivarono poco dopo.
-Allora, com'é andato il primo giorno di scuola?
-Bene, non indovinerai mai chi ho incontrato.
-Chi?
-Patrick. Ho scoperto che vive qui a Forks, ci crederesti?
-Beh, allora é tutto risolto. Potrete stare insieme e non siete distanti, contenta?
-Certo...


****

-Allora, come ha saputo di La Push?
-Non lo so, cavolo, non lo so.
-Non ci deve andare, tu sai tutta la storia. Jacob non la deve vedere, d'accordo?
-Si.
-E non deve sapere nemmeno di noi, ok?
-Certo.
-Questo é indispensabile perché la profezia possa avverarsi.
-Già, la profezia di Bella...

 

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Era domenica e Amber aveva appuntamento con Patrick, che le aveva promesso una sorpresa per il loro anniversario.
“Chissà cosa sarà mai...”
A dire il vero, non era propriamente un anniversario dato che erano tre mesi che stavano insieme ma a lei faceva piacere festeggiare.
Si vestì con cura e scese, pronta per uscire.
-Ah, mamma? A che ora vuoi che torni a casa?
-Che ore sono?
-Sono le sette.
-Uhm... facciamo a mezzanotte, ma non più tardi. D'accordo?
-Si, grazie!
Così, felice come una pasqua, uscì di casa per andare dal suo lui.

***
-Il tempo stringe, dannazione!
-Calmati, Emmett. Ce la faremo, vedrai...
-L'essenziale é che lei non incontri quel cane, altrimenti é finita. Le farà ricordare tutto prima del tempo e noi non potremo farci nulla.
-Emmett, calmati. Patrick sa cosa fare perché si avveri la profezia, vero?
-Certo, Rose. Adesso, però, é meglio che andiate. Arriverà da un momento all'altro e...
-Ok, ma non dimenticare quello che ho detto...
-Si...
***

TOC TOC
Il ragazzo andò ad aprire la porta e si trovò davanti Amber, con un vestito rosa elegantissimo che le stringeva il seno e il busto e che si allargava a partire dai fianchi.
-Uao, dove hai trovato quel vestito?
-Oh, in un vecchio baule. Mi fai entrare?
-Certo, accomodati.
La ragazza entrò e lui la condusse in salotto, dove aveva spento le luci. Ma non per questo era buio, no. Il tavolo era pieno di candele che davano al luogo un'atmosfera molto romantica e sul pavimento vi erano una miriade di petali di rose.
-Beh, ti piace?
Amber si girò verso di lui, con gli occhi lucidi.
-Se non riesci ad immaginare la risposta, significa che non mi conosci affatto. Certo che mi piace! É fantastico, é...
Il ragazzo la zittì con un bacio.
-Non vuoi vedere il tuo regalo?
-Solo se prima posso darti il mio.
-Va bene.
Lei prese la borsa e ne tirò fuori un pacchetto. Il ragazzo, una volta scartato, vide che era un portafoto con un ritratto che ritraeva loro due pochi giorni dopo essersi conosciuti.
-Allora?
-É bellissimo, grazie. Adesso, però, c'é il mio.
Patrick si diresse al tavolino e prese un pacco che conteneva un peluche a forma di cuore su cui c'era scritto: sei tutta la mia vita, adesso.
Ad Amber piacque molto e, per ringraziarlo, lo baciò. All'inizio, si trattava di un bacio molto dolce, ma si fece via via sempre più passionale.
La lingua di Patrick premeva sulle labbra della ragazza che l'accolse con gioia. Quando si staccarono, le guance di lei erano lievemente arrossate.
-Amber, sei... sicura?
-Si, sono sicurissima. Io... ti amo...
-Anche io ti amo.
Ripresero a baciarsi, e stavolta erano entrambi consci che non sarebbero più riusciti a fermarsi.         Patrick scese sul suo collo, mentre lei gli accarezzava la schiena cercando di togliergli la camicia.
Con molta delicatezza, senza fretta, lui le tolse il vestito facendola rimanere in biancheria intima. Dopodiché, Amber gli diede una mano a liberarsi di camicia e pantaloni. Rimase un attimo a guardarlo, stupita di quanto la sua bellezza potesse sconvolgerla.
Le mani di Patrick presero a vagare sul corpo caldo di lei, quindi scese a baciarle le labbra, il collo fino ad arrivare all'incavo dei seni. Amber gemette di piacere quando sentì le mani di lui che le sfilavano l'indumento e massaggiavano i seni. Dopo quella che parve un'eternità, il ragazzo le sfilò le coulotte, avendola così nuda davanti a lui.
-Sei... uao, non ho parole per descriverti...
Lei, imbarazzatissima, cercò di distogliere lo sguardo dal viso di Patrick, ma il ragazzo non glielo permise.
-Ehi, guardami. Non devi vergognarti, sei bellissima...
E riprese a baciarla, mentre con una mano la accarezzava lentamente per non spaventarla. Poi, per un attimo, si staccò e Amber pensò che avesse cambiato idea. Ma, quando alzò lo sguardo, si accorse che aveva smesso di baciarla solo per andare a togliersi i boxer.
Quando tornò su di lei, cercò un cenno di assenso e le aprì delicatamente le gambe. Quando entrò in lei, la vide contrarre la faccia per il dolore.
-S-scusami...-faticava anche a mantenere il controllo della voce, dato il grado di eccitazione.
-N-no, continua. É inevitabile che faccia male...
Patrick annuì e cominciò a muoversi lentamente, dentro di lei sentendo l'eccitazione impossessarsi sempre più di lui. Ben presto, la stanza, fu riempita soltanto dai loro gemiti di piacere finché non raggiunsero l'apice del piacere insieme.
Per un po', rimasero abbracciati, in silenzio a pensare a quello che era appena accaduto.
-Sei pentita?
-No, assolutamente. Sono felice, ma ora é meglio che vada a casa.
Amber sciolse l'abbraccio e si alzò per rivestirsi, dopodiché uscì salutando il suo ragazzo per tornare a casa sua. Era mezzanotte meno un quarto, perciò era anche in anticipo.
Quando arrivò, aprì con la sua chiave e andò direttamente in camera sua, felice come mai era stata nella vita.
La notte, sognò di nuovo i due ragazzi nella radura, ma stavolta con la strana sensazione di aver vissuto lei stessa quella situazione.

 

Bene, come vi sembra questo capitolo? Spero che sia all'altezza degli altri e... commentate!!!!!!!!

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Quando il giorno dopo si svegliò, Amber era ancora elettrizzata per quello che era successo fino a poche ore prima e la sua euforia non fu offuscata nemmeno dallo strano sogno che aveva fatto.
“Che strano, quei due mi sembra di conoscerli... addirittura mi sembra di aver vissuto io stessa quella situazione. E quella frase, del leone che si innamora dell'agnello, mi é così familiare... come se l'avessi sentita da poco...”
Come al solito, quando scese per fare colazione, non trovò nessuno dato che i suoi genitori erano andati a lavorare. Così, mangiò da sola e uscì, diretta al suo motorino senza accorgersi di una macchina grigio-metallizzata parcheggiata nel vialetto.
Quando la vide, ci si avvicinò e scoprì che alla guida c'era Patrick.
-Ciao, Amber...
-Ciao...
Per un attimo, restò appoggiata alla macchina senza sapere bene cosa fare.
-Vuoi un passaggio?
-Si, grazie.
Salì in auto, con un imbarazzo che non si sapeva spiegare. La sera prima avevano fatto l'amore e per lei era stata la cosa più bella in assoluto, e si augurava che anche per lui lo fosse stato.
-A cosa pensi?
-Ecco, io... a ieri sera.
-Non ti é piaciuto?
-Si, certo che mi é piaciuto. Solo, mi chiedevo se anche per te fosse stato...
Arrossì e abbassò lo sguardo, incapace di continuare e di finire la frase.
-Ascolta, non farti venire inutili dubbi. É stato magnifico, tu sei stata magnifica.
-Davvero?
-Si, e per dimostrartelo, oggi pomeriggio ti porto a fare una gita in un posto stupendo, che conosco solo io.
-A La Push?
Lo sguardo di Patrick si rabbuiò.
-No, ti ho già detto che io in quel posto non ci metto piede e gradirei che non lo facessi neanche tu.
-Allora dove?
-Sorpresa!
Arrivati a scuola, scesero dall'auto e si prepararono per andare a lezione. Amber, ormai, si era guadagnata la reputazione di “strana” perché stava sempre coi Cullen e Patrick. Nessuno le parlava più, nemmeno quella ragazza che aveva conosciuto il primo giorno, Miriam. Lei non si spiegava perché la gente ce l'avesse tanto con loro, erano delle così brave persone... anche se, in effetti, un po' strani erano. Quando sedevano a tavola tutti insieme, gli unici a toccare cibo erano Amber e Patrick, mentre gli altri non mangiavano nulla.
“Ma non é questo il motivo per non parlargli, e che diamine!”-pensò la ragazza durante spagnolo.
“Ora che ci penso, alcune loro caratteristiche sono uguali a quelle descritte nel diario di Bella. Lei, parlava così di Edward ma lui era un vampiro... sicuramente sarà una storia inventata, i Cullen non possono essere vampiri... non esistono nemmeno!”
La giornata passò in fretta, con gran sollievo di tutti. Patrick la riaccompagnò a casa e si dettero appuntamento per il pomeriggio.
Quando entrò e si sedette a tavola per mangiare, le si avvicinò Luke.
-Amber, possiamo parlarti?
-Si, certo. Cos'é successo?
L'uomo guardò Eleanor, che nel frattempo era entrata in cucina, con occhi incerti.
-Allora, cos'é capitato?
-Tesoro,- cominciò la madre- non é successo niente di grave. Solo... il nonno si é sentito poco bene, e Luke ed io andiamo a trovarlo. Però, dovremo stare via per un po' e volevamo sapere se te la senti di rimanere a casa da sola.
Amber ci mise un attimo ad assorbire la notizia.
-Ma... sta bene?
-Si, é in ospedale, ma sta bene. Allora?
-Quando dovreste partire?
-Domani mattina. Dovremmo stare via per... non so... una settimana, circa.
-Va bene, partite. Sono in grado di badare alla casa...
-Sicura?
-Si, certo. Prometto che non cercherò di cucinare, così quando tornerete la troverete tutta intera, ok?
Eleanor sorrise, contenta per quanto potesse essere in quel momento.
Una volta finito di mangiare, Amber telefonò a Patrick.
-Ascolta, dovrei parlarti.
-Non puoi farlo oggi pomeriggio?
-No, é proprio di questo. Non posso venire con te, i miei genitori partono domani e devo aiutarli a prepararsi per il viaggio. É un problema?
-No, tranquilla. Possiamo fare un altro giorno, anche domani.
-Va bene, e... grazie.
-Di nulla, ciao..
E attaccò.
***
-Cosa? Ha rimandato?
-Si, ma c'é ancora tempo, no?
-Ascolta, é vero che non deve ricordare prima del tempo, ma non deve neanche farlo in ritardo o sarà la fine.
-Ce la faremo, vedrai Emmett...
***

Il giorno dopo...


-Ci vediamo tra qualche giorno, va bene?
-Si, mamma. Salutami il nonno, ok?
-Lo farò.
-Ciao, Luke..
-Ciao...
“Ecco che sono partiti... speriamo stia bene...”
Chiuse la porta e andò a finire la sua colazione. Dopodiché, fece per salire di sopra a vestirsi, ma sentì suonare alla porta.
“Chissà cos'hanno dimenticato...”
-Si, cos'avete...
Le parole le morirono in gola. Patrick era lì davanti a lei, che ammirava la sua sottana aderente che arrivava appena a metà coscia.
-Buongiorno, amore. Ma che bella sottana...
Amber era arrossita fino alla punta dei capelli, ma lo fece entrare ugualmente.
-Non fare il buffone...
-Non sto facendo il buffone, dico solo la verità.
Salirono insieme in camera della ragazza, cosicché lei potesse lavarsi e vestirsi.
-Stai lì, d'accordo?-ordinò Amber al ragazzo, mentre lei entrava in bagno per farsi una doccia.
Quando fu sotto il getto caldo dell'acqua, riuscì finalmente a rilassarsi e, quando uscì per prendere l'accappatoio, trovò Patrick davanti a lei che la guardava.
-Non ti avevo forse detto di aspettarmi di là?
Ormai, la pelle di lei aveva assunto la stessa colorazione di un pomodoro.
-Andiamo, non é la prima volta che ti vedo così...
-No, certo, ma io mi vergogno lo stesso, perciò...-gli fece cenno di tornare in camera e lui, a malincuore, ubbidì.
“Che faccia tosta...”-ma non poté negare a se stessa che gli sguardi ammirati che le aveva lanciato le avevano fatto più che piacere. Quindi, si vestì e lo raggiunse.
-Andiamo, o faremo tardi.
-Si, certo..
-Aspetta...
La ragazza spostò gli occhi sul comodino, intenzionata a prendere il diario, ma non lo trovò. Poco ci mancò che si mettesse ad urlare.
-Maledetto diario con le zampe...
-Cosa?
-Oh, niente. Sto leggendo il diario di una mia antenata, ma continua a sparire... non so che razza di oggetti possedesse questa Bella Swan...
Al nome di Bella, il ragazzo sussultò, ma stette ben attento a non darlo a vedere.
-Scommetto che é qui dentro...
Si avvicinò al baule e lo aprì, ma il diario non c'era. La ragazza non si perse d'animo e cominciò a spostare i vestiti.
-Ehm, non faremo tardi?
-Solo un attimo, devo trovarlo...
-Magari lo avrai messo da qualche altra parte...
-No, sono sicura che é finito qui.. eccolo!
All'interno del diario, però, c'era una busta.
-E questa come diavolo c'é finita qui?
La prese e la aprì, per scoprire che conteneva una foto.
-Oh, ma...
Patrick, all'esclamazione di sorpresa della sua ragazza, si avvicinò a guardare la fotografia.
-Guarda, Patrick... siamo noi due.

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


La foto era molto vecchia, e questo si vedeva senza dubbio. Ma, la cosa che più incuriosiva Amber, era che la ragazza era totalmente uguale a lei, tanto da sembrare sua sorella gemella. Anche il ragazzo, era uguale a Patrick.
Amber guardò sul retro della foto per cercare i nomi, e li trovò. Edward Cullen e Bella Swan. Perché erano così somiglianti a Patrick e lei?
-Chissà se lui é parente dei Cullen...
-Non credo... la foto é troppo vecchia...
-Sarà qualche antenato, come lo é Bella per me. Devo capire qualcosa di più...
-Andiamo, su, o faremo tardi.
Amber lo guardò. Di sicuro lui sapeva qualcosa, ma non avrebbe saputo dire esattamente cosa.  Ma, prima o poi, lo avrebbe scoperto...
I due ragazzi andarono insieme a scuola e, nel pomeriggio riuscirono finalmente a fare la gita che avevano programmato.
-Allora, dove mi stai portando?-chiese Amber a Patrick, concentrato sulla guida.
-Sorpresa, te l'ho già detto.
Dopo un tempo interminabile che passarono a camminare, arrivarono in una piccola radura.
-Oh, ma...
Il ragazzo la guardò, confuso, senza immaginare che a lei quel piccolo spiazzo verde era più che familiare.
-Allora, ti piace?
-Si, davvero...
Andarono a sedersi sotto un albero ma, quando la schiena di Amber toccò il duro tronco, andò in uno stato di trance temporanea.
Vide i due ragazzi che aveva sognato nelle ultime notti, ma stavolta li vide davvero, compresi i loro volti e si accorse che erano gli stessi della fotografia.
-
Così il leone si innamorò dell'agnello..
-Che agnello stupido.
-Che leone pazzo e masochista.
Nella visione, si sentì come protagonista... come se fosse stata al posto della ragazza, di Bella Swan..
All'improvviso, non seppe cosa fosse accaduto esattamente ma il ragazzo si alzò da dove si trovava e, mentre sembrava che la guardasse in faccia, disse: tu sei Bella Swan.
A quel punto, Amber si svegliò dalla trance e alzò lo sguardo, trovando un Patrick piuttosto preoccupato.
-Amore, cosa ti é successo?
-Ho visto... no, lascia stare.
-Dai, dimmelo, su...
Amber scosse la testa. Da quando sua madre le aveva regalato quel diario, la sua vita aveva assunto una piega piuttosto strana. E, di sicuro, Patrick sapeva cosa le stava succedendo...
-No, non é niente. Godiamoci la giornata, dai...
Si vedeva che era turbata e lui non si arrese, pretendendo che che gli raccontasse cosa aveva visto.
-Mi prenderai per pazza, lo so..
-No, non lo farò. E ora, parla.
Amber sospirò.
-Va bene. Ho visto... i due ragazzi della foto, qui in questa radura e seduti esattamente nel punto dove siamo noi adesso. Hanno detto delle frasi strane e, ad un certo punto, il ragazzo si é alzato e sembrava che mi guardasse in faccia. Ha detto: tu sei Bella Swan.
Patrick sembrava agitato.
-E... che genere di frasi hanno detto?
-Hanno detto qualcosa a proposito di un leone masochista che si é innamorato di un agnello e, ti sembrerà assurdo, ma nel diario della mia antenata lei ha sempre descritto così il suo Edward, come un leone. Naturalmente i vampiri non esistono, ma...
Lui non la ascoltava, preso com'era dai suoi pensieri.
-Cos'hai provato durante la visione?
-Una cosa stranissima, all'inizio mi sembrava di essere veramente al posto di Bella ma quando lui si é alzato... é stato come se mi fossi divisa in due e lui avesse parlato alla metà reale, cioé a me... Dio, che confusione!
-Quindi, ti sei sentita come protagonista?-mentre lo sentì, fingeva indifferenza.
-Si... Patrick, tu... ne sai qualcosa?
-Io? Assolutamente no, non vedo come potrei...
“Non me la conta giusta... sa sicuramente più di quello che dice, e in più c'é quello strano atteggiamento che assume ogni volta che gli parlo di La Push. La faccenda comincia a puzzare, e anche quei suoi strani amici, per quanto gentili che siano, hanno qualcosa che non mi convince...”    Ben presto, il pomeriggio lasciò lo spazio alla sera e i due ragazzi dovettero rincasare e tornarono alla macchina di lui.
-Sei silenziosa, c'é qualcosa che non va?
-No, tranquillo. É stata una bellissima gita, davvero... “ma prima o poi scoprirò cosa mi nascondi, caro”.
Arrivarono a casa di Amber, e lei lo invitò ad entrare.
-No, grazie. Devo tornare a casa...
-Non vuoi entrare nemmeno un attimo?- e assunse una faccia da cucciolo, la quale fece ridere il ragazzo.
-E va bene, ma solo un minuto.
Appena fu dentro, lei lo baciò molto appassionatamente. Quando lui si decise a rispondere, la ragazza si staccò e andò al piano di sopra.
-Aspettami, caro...
Patrick si sedette su una sedia della cucina, mentre la osservava e si perdeva nella sua sensuale camminata.
Amber, una volta in camera sua, si spogliò e appese il reggiseno alla maniglia della porta, dalla parte di fuori. Si mise un accappatoio e lo chiamò.
-Patrick?
-Si, cosa c'é?
-Mi raggiungeresti di sopra, per favore?
-Arrivo...
Svelta, Amber si diresse in bagno e si mise sotto la doccia. Il ragazzo, quando vide il reggiseno appeso alla maniglia della porta, venne pervaso da una scarica elettrica di eccitazione.
Aprì piano, ma lei non era in camera.
-Amore, dove sei?
-Sono sotto la doccia, perché non mi raggiungi?
Patrick, non se lo fece ripetere due volte e si spogliò per andare dalla sua ragazza.
Quella, fu una notte tutt'altro che tranquilla.

Beh, come vi sembra che stia proseguendo la storia? Spero che vi piaccia e che commentiate in tanti ^__^

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Il giorno dopo, quando fu ora di andare a scuola, Amber si alzò con un tremendo capogiro.
-Vuoi che rimanga con te?
-No, vai pure. Magari più tardi starò meglio, mi basta un po' di riposo...
-In effetti, stanotte, non abbiamo dormito molto...
-Sul serio, vai pure a scuola. Tra poco starò meglio...
-Va bene, ci vediamo oggi pomeriggio.
Dopo un bacio a fior di labbra, Patrick uscì, lasciando la ragazza sola nella sua casa.
“Ok, via libera. Ora o mai più...”
Si alzò dal letto e scelse dei vestiti comodi. Scese, chiuse la porta e andò al suo motorino.
Aveva deciso di fingersi malata per aver la giornata libera e poter andare a La Push. Doveva scoprire se quel luogo era davvero così pericoloso come lo dipingevano.
“Io non ci credo... da come ne parlava la mia antenata, era un posto bellissimo e, inoltre, devo scoprire cosa mi stanno nascondendo Patrick e i Cullen.”
Amber non aveva idea di dove fosse quel luogo, ma ci arrivò un'ora dopo, grazie alle indicazioni di alcuni passanti.
Quando vide la spiaggia e il mare, così calmo e limpido, fu pervasa da uno stato incredibile di pace. Avanzò fino a sedersi sulla sabbia. Visto che aveva tutta la giornata a disposizione, decise di prendere il diario e proseguire con la lettura.
“Da quando ho scoperto la lettera con la foto, non é più sparito... che strano...-Edward, il mio vampiro, mi aveva abbandonata ma é tornato da me e mi ha chiesto di sposarlo. Non che io impazzisca di gioia, ma ho accettato perché é l'unica condizione che ha posto per potermi trasformare. Diventerò una vampira come lui e passeremo insieme tutta l'eternità.
Però, c'é una cosa che volevo fare finché sono umana, ma lui mi ha rifiutata. Ha detto che potrebbe farmi male e, quando ho risposto che avevo fiducia in lui, lui ha rilanciato dicendo che dopo sposati ci avremmo provato. Io non mi arrenderò, voglio essere sua prima di diventare una neonata assetata di sangue...”
Amber si alzò, decisa a passeggiare un po' in quel luogo paradisiaco. Guardò l'ora per assicurarsi di avere tempo e si accorse che era trascorso solo un quarto d'ora.
“Questa Bella Swan doveva essere una scrittrice formidabile... che fantasia, parlare di vampiri! Certo, all'inizio sembrava parlasse di sé stessa ma poi si discosta troppo dalla realtà... eppure, devo scoprire se quel Edward Cullen é un parente dei Cullen... ah, Patrick, cosa mi nascondi? Quando gli ho chiesto se sapeva qualcosa su Edward e sugli altri Cullen, ha avuto una reazione simile a quella avuta quando gli ho detto di voler vedere La Push...”

***

-Allora, com'é andata?
-Benissimo, Alice. Davvero bene.
-E lei dov'é adesso?
-Non stava molto bene, così é rimasta a casa.
Patrick, notando che Jasper rimaneva perplesso, gli chiese cosa stava pensando.
-Sei sicuro che stesse davvero male? Voglio dire, potrebbe averne approfittato per andare alla riserva...
Il ragazzo impallidì.
-No... non credo. Comunque, per sicurezza, passerò a trovarla dopo la scuola per accertarmene.
-Ma lei ha cominciato a ricordare? Il solstizio si avvicina e...
-Si, ma solo qualcosina.
-Bene, non deve ricordare tutto in anticipo ma non deve nemmeno ricordare in ritardo. Soprattutto, deve ricordare da sola, senza aiuti esterni...
-Lo so, Rose, lo so...
***

Amber, si sedette di nuovo sulla sabbia, persa nei suoi pensieri. All'improvviso, sentì qualcuno sedersi accanto a lei. Si voltò e vide un ragazzo che, a occhio e croce, doveva essere altissimo e dai capelli lunghi e neri, con la pelle scura e tipica degli indiani.
-Chi sei?
Il ragazzo la guardò.
-Piacere, io sono Jacob Black.
Sgranò gli occhi, dopo che l'ebbe guardata meglio.
-Ma tu... tu sei...

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


-Io sono...?
-Tu sei Bella! Ma come... come... come?
-Calmati, Jacob. Io non sono Bella, sono solo una sua discendente. Lo so che sono straordinariamente somigliante ma non sono lei. E poi, scusa, ma tu come fai a conoscere la mia antenata? Sono passati secoli e tu non sembri così vecchio.
-Ehm, é una lunga storia. Se non sei Bella, chi sei?
-Mi chiamo Amber Swan, piacere.
-Come mai sei venuta qui a La Push?
-Il mio ragazzo e i suoi amici hanno detto che é un luogo pericoloso, e volevo verificare se era la verità. Ma, a dirla tutta, mi sembra tutt'altro che pericoloso...
-Chi sono i tuoi amici?
-I Cullen, li conosci?
Jacob impallidì e cominciò a sudare freddo.
-Il tuo ragazzo é uno di loro?
-No, sono solo amici. Quando ho parlato loro di questo posto, mi hanno fatto giurare che non mi ci sarei mai avvicinata. Tanto lo so che nascondono qualcosa...
-Puoi giurarci...-disse il ragazzo sotto voce.
-Cosa?
-Eh? Niente, niente...
I due rimasero a lungo seduti sulla spiaggia, finché Amber non si accorse che era tardi e che doveva rincasare, se non voleva insospettire Patrick.
-Mi dispiace, ma devo andare. Il mio ragazzo verrà a trovarmi oggi pomeriggio e...
-Vuoi farti trovare a casa, vero?
-Si. Non voglio che capisca che ho capito che mi nasconde qualcosa.
-Ma tornerai? Ti rivedrò?
-Certo, Jacob. Contaci!
Amber salì in sella al suo motorino e partì. In quel posto, erano tutti strani, anche quel Jacob.
“Io non capisco... parlava come se conoscesse Bella, come se non la vedesse da secoli e adesso finalmente gli sia comparsa davanti. Ma io non sono lei...”
Arrivò a casa sua, parcheggiò il mezzo ed entrò. Appena in tempo, perché dopo qualche minuto sentì suonare il campanello.
-Arrivo!
Aprì la porta ed era Patrick.
-Ciao, vedo che ora stai meglio...
-Ciao, amore. Te lo avevo detto che mi bastava un po' di riposo, no?
-E sei stata sempre in casa?
-Certo, dove vuoi che sia andata?
-Non sei stata a La Push?
-No, come diavolo ti viene in mente?
“Fiuuu, sono tornata appena in tempo, cavolo!”
Il ragazzo sospirò di sollievo ed entrò in casa.
-Scusami, davvero.
-Non é niente, Patrick.
I due ragazzi passarono  il pomeriggio facendo i compiti e, quando arrivò l'ora di cena, lui dovette andare via.
-Non rimani con me?
-Vorrei... ma é meglio di no. Cosa faremmo se i tuoi genitori rincasassero all'improvviso? Credo che cancellerebbero in un baleno la benevolenza che hanno per me.
-Già, credo tu abbia ragione. Non penso che sarebbero molto felici di trovarti nel mio letto...
E, con un bacio a fior di labbra, si salutarono.
Amber era molto stanca e salì in camera sua, a prepararsi per dormire. Si mise il pigiama e, dopo aver preso il diario, si sdraiò sotto le coperte.
“Ok, l'abbiamo scampata bella. L'abbiamo detto a Charlie, ce l'abbiamo fatta. All'inizio, credevo volesse sparare a Edward, ma poi ha iniziato a ridere dicendo che con Renée non ne avrebbe fatto parola. Ha detto <è tutta tua!>, che traditore! Sarà ancora più difficile, perché lei mi farà una scenata, credendo che sto facendo i suoi stessi errori... ma non può capire, nessuno può farlo. Prima ci sposiamo, prima mi può trasformare e prima smetterò di invecchiare...”
Amber si addormentò ma, poco dopo, si svegliò di soprassalto convinta di essere osservata. Si alzò dal letto per controllare la finestra, ma era chiusa. Allora, scese per controllare la porta, ma anche essa era ben chiusa a chiave.
Tornò a letto con uno strano senso di disagio, ma riuscì ugualmente a riaddormentarsi.
Il mattino dopo, stava preparandosi la colazione quando squillò a sorpresa il telefono. Amber andò a rispondere e scoprì che era sua madre.
-Mamma, come state? E il nonno?
-Stiamo tutti bene, tranquilla. Ho chiamato per avere tue notizie, come stai?
-Oh, io bene, non preoccuparti. La casa é ancora intera...
-Uhm, siamo sicuri? Non hai provato a cucinare o ad organizzare party clandestini?
-Ebbene, si. Mi hai beccata.. no, scherzi a parte, é tutto posto. Quando tornate?
-Eh, sarà una cosa lunga. Dobbiamo sbrigare un sacco di cose, prima di sei giorni non penso che ce la faremo. Tu pensi di resistere?
-Si, certo. Luke dov'é?
-É rimasto col nonno, stanno giocando a carte. Il nonno vince sempre e Luke non sa perdere, sapessi che spasso vederli...
-Immagino... beh, adesso é meglio che vada o farò tardi a scuola. Ciao!
-Ciao...
Appena posò la cornetta, sentì bussare alla porta e immaginò che fosse Patrick.
-Arrivo...
Quando andò ad aprire, non si trovò davanti il suo ragazzo, bensì Jacob Black.
-Ehilà...
-E tu come hai fatto a sapere dove abito?
-Ecco... somigliavi così tanto a Bella che ho immaginato abitassi nella sua stessa casa e... bingo!
-Ti ho già detto che sei strano? Parli come se conoscessi la mia antenata, ma non può essere possibile...
-Ehm... infatti. Me ne ha parlato mio... mio... nonno, si. Me l'ha descritta talmente bene che mi sembra di conoscerla da sempre.
“Questo tipo non me la conta giusta, come tutti gli altri. Qui, sento puzza di bruciato...”
-Ehi, sento puzza di bruciato, Amber..
-Ma come...
La ragazza non se ne rese conto subito, ma quando si accorse si precipitò dentro a spegnere il pentolino col latte.
-Accidenti, sono una frana...
Amber prese la pentola e la mise nel lavandino, con l'intenzione di lavarla quando sarebbe tornata a casa. Così, uscì di nuovo.
-Qualcosa mi dice che non sei molto brava, in cucina.
-Ma no, da cosa lo avresti intuito?
Mentre scherzavano come vecchi amici, arrivò a casa di Amber una macchina che lei conosceva bene. Era quella del suo ragazzo.
Ciò che la sorprese, fu l'occhiata che Patrick lanciò a Jacob. Era uno sguardo pieno d'odio, come se si conoscessero da anni. Ma, la cosa che irritò irrimediabilmente Patrick, fu il notare come Jacob guardava la sua ragazza...
Era uno sguardo adorante, come se non potesse starle lontano...

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


“Ma lui é... no, non é possibile. Sarà una coincidenza...”
-Beh, ciao. Io... devo andare. Ci vediamo in giro, eh?
“Prima di quanto pensi... ora che ti ho trovata, non posso lasciarti di nuovo. Non adesso che c'é questo che ci unisce...”
Jacob si dileguò, sotto lo sguardo furioso di Patrick.
-Cosa ci faceva lui qui? Come lo hai incontrato?
-Calmati, su. Ieri sono andata in farmacia a comprare le aspirine e per poco non lo investivo col motorino. Per scusarmi, l'ho invitato in un bar a bere una cioccolata e oggi era passato a vedere se stavo bene. Solo in amicizia, davvero.
Il ragazzo parve calmarsi, all'apparenza.
-Va bene, forza sbrigati o faremo tardi a scuola.
I due, durante il tragitto, non parlarono; erano attenti alle reazioni dell'altro.
Per evitare ginnastica, finse un altro capogiro e andò a rifugiarsi in infermeria.

***
-Che cosa?
-Calma, Emmett...
-Calma? Rose, come posso calmarmi? Patrick ha appena detto che quel cane ha avuto l'imprinting con Amber. Ti rendi conto?
-Lo so, ma vedrai che andrà tutto bene. Vero Alice?
-Lo spero, perché con Jacob di mezzo non riesco a vedere una beneamata mazza.

***

Quando finì la giornata, Patrick e Amber si trovarono come al solito fuori dalla scuola, vicino alla macchina di lui.
-Allora, passato l'attacco di gelosia?
-Ma io non sono geloso...
-No? Guarda che non me la dai a bere..
-É solo che quel tipo non mi piace, lo conosco e... non é raccomandabile, ecco.
“Come non é raccomandabile La Push, certo. Vorrei tanto scoprire cosa mi nascondi, amore. Jacob mi sembra un ragazzo per bene, e non credo sia pericoloso.”
-A cosa pensi?-chiese lui mentre scendevano dall'auto, davanti a casa di lei.
-A te e a come sei adorabile quando fai il geloso.
Patrick sorvolò ed entrarono insieme. Appena furono nell'ingresso, sentirono squillare il telefono.
-Si, pronto?
-Amber, sono Luke.
-Ciao, come va?
-Bene... senti, dovevamo tornare stasera ma, c'é uno sciopero degli aerei. Questo ritarderà di parecchio, anche di qualche giorno. Te la senti di rimanere ancora sola?
-Si, tranquillo. D'altronde, cos'altro potrei fare?
-Chiama qualche amica, no?
-Stai tranquillo, ho detto. Me la saprò cavare...
-Ok, ciao allora.
-Ciao...
Amber attaccò la cornetta sbuffando di disappunto.
-Cosa c'é?
-Ritarderanno a tornare... senti, non é che ti andrebbe di restare qui con me?
-Non so se sia il caso...
-Dai, su!
-Meglio di no, credimi...
-Come vuoi... ciao, allora. Io salgo a farmi una doccia...
E, mentre andava di sopra, si spogliava gradualmente fino a rimanere in biancheria.
-Sei una strega...
***
-Jake, sei sicuro che sia lei?
-Si, ne sono certo. Seth, sta accadendo davvero.. ti dico che c'era anche lui.. e penso che mi abbia riconosciuto.
-Tsk, tutto questo casino per lei... secondo me non ne vale assolutamente la pena.
-Leah, stai zitta che é meglio. Tu non capisci niente...
La ragazza ruggì, dato che a lei Bella non era mai andata tanto a genio. Anzi, l'aveva sempre odiata...
-Leah, col tempo non sei cambiata, eh? Non hai ancora capito che Jake la ama?
“La ama, certo... ma se crede che avrà Bella, non sa ancora a cosa andrà incontro...”

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


-Forza, dormigliona, svegliati...
-Perché non ci prendiamo un giorno solo per noi?
-E saltare la scuola?-si finse indignato, ma intanto stava seriamente pensando alla proposta.
“Meglio approfittarne, il solstizio si avvicina e se lei non ricorda... il diario che le ho fatto capitare in casa l'ha aiutata, e anche le lettere con la foto. Ma se io...”
Amber andò a farsi una doccia, mentre Patrick si adoperava per mettere in atto un piano che gli sarebbe stato molto utile. Quando la ragazza uscì dal bagno, trovò il ragazzo che la contemplava col sorriso sulle labbra.
Le si avvicinò lentamente e la baciò, tanto teneramente da farle girare la testa. La lingua di lui, accarezzò il labbro inferiore di lei che si separò da quello superiore per lasciarla entrare ad esplorare la lingua di lei.
Quando si staccarono, avevano entrambi uno sguardo malizioso.
-Uhm, é meglio che ti vesti o finiremo per non uscire mai più di qua.
Quando ambedue furono pronti, lui fermò la ragazza che stava per uscire dalla stanza.
-E il diario della tua antenata, non lo prendi?
-Già, é vero! Grazie, lo stavo dimenticando...
Si girò verso il comodino e un urlo spazientito le uscì dalla bocca.
-Io non so che cosa gli faccio... dannato diario... appena lo trovo me lo mangio..
Patrick soffocò una risata nel vedere la sua ragazza tanto spazientita nel cercare quell'oggetto di cui non immaginava nemmeno l'importanza.
-Eccolo, di nuovo nel baule. Oh, ma...
Un'altra lettera si trovava in mezzo alle pagine dell'agenda. Quando Amber la prese in mano, ricadde nello stesso stato di trance che l'aveva colpita nella radura.
-Alice, sei sicura?
-Bella, tra poco meno di mezz'ora arriveranno i Volturi. Tu devi fuggire, devi andartene con Edward.
-Alice, Aro capirà...
-No, Edward. Non capirà. Conosci Aro meglio di me, e sai benissimo che sta arrivando qui per eliminare Bella. Se non ti decidi a trasformarla, é la fine.
Di nuovo, Edward sembrò guardarla e le disse: Bella, devi ricordare. Il solstizio si avvicina e se non ricorderai, la tua profezia non si compirà..
Stavolta, Amber ebbe la prontezza di riuscire a parlargli.
-Ma tu somigli a Patrick! Sei forse lui?
-Io non sono lui... é lui che é me.
Dopo questa frase, si risvegliò dalla trance. Cosa voleva dire? Cosa c'entrava Patrick con Edward Cullen? E perché sentiva che tutte quelle cose le aveva già vissute?
“Starà ricordando? L'importante é che che la sera del solstizio, ricordi la cosa più importante...”
-Amber, tutto bene?
-Si... dai, andiamo. “Chissà perché, ma ho la strana sensazione che Jacob saprebbe spiegarmi cosa succede...”
-Allora, dove andiamo?
-Alla nostra radura, ti va?
-Si, certo!
Patrick mise in moto la macchina, mentre Amber cercava di nuovo la trance per poter parlare col ragazzo della visione. Altrimenti, avrebbe cercato di parlare con Jake.
Intanto, il ragazzo indiano si era recato da lei, ma aveva scoperto che non era in casa.
“Quel farabutto sta cercando di farla ricordare gradualmente, fino al solstizio, quando dovrà ricordare il particolare più importante. Io ho un'idea migliore...”
***
-Rosalie, credi che Patrick ce la farà?
-Speriamo, almeno finalmente sarà felice. Anche se, dopo il solstizio, ci sarà la parte più dura da affrontare...
-Hai ragione. I Volturi saranno al corrente del momento in cui Amber ricorderà, e allora verranno a farci una visitina...
***
I due ragazzi, intanto, si godevano la pace e il sole nella loro radura. Patrick era sdraiato sull'erba, con un filo di questa tra i denti e gli occhi chiusi, mentre Amber era appoggiata con la schiena allo stesso tronco della volta prima. Cercava un'altra visione, che però non arrivava.
-Patrick...
-Eh?
-No, niente... “Qualcosa mi dice che é meglio se non glielo chiedo...”
-Cosa c'é? Sai che puoi dirmi tutto, vero?
-No, sul serio. Non é niente..
Il ragazzo le si avvicinò e posò il capo sul suo seno. Lei gli accarezzava i capelli con le mani.
-Amber, non immagini quanto io ti ami.
-Si che lo immagino, é esattamente quello che provo io. Anche io ti amo tantissimo, Patrick...
Si baciarono e, quando si staccarono, rimasero abbracciati fino all'ora di tornare a casa.
***
-Allora, l'hai trovata, Jake?
-No, non era in casa. Di sicuro é uscita con lui, che diamine!
Jacob sbuffò. Lui voleva Bella e l'avrebbe avuta, a qualsiasi costo. Specialmente ora che aveva avuto l'imprinting con lei, una seconda possibilità...
“Bella, la mia Bella... ti avrò, staremo insieme. Non ne dubitare...”
TOC TOC
-Avanti..
-Jacob, sono Leah. Posso entrare?
-Si, certo...
La ragazza entrò e si sedette sul letto, accanto a lui.
-Tu sei sempre intenzionato ad averla, vero?
-Certo, é naturale!
-Allora, é il caso che tu sappia anche il resto della profezia...
***
Patrick e Amber, dopo cena, guardarono la TV e la ragazza si addormentò sul divano. Così, lui dovette portarla a letto in braccio.
Dopo averla messa sotto le coperte, si spogliò e si sistemò accanto a lei, abbracciandola.
-Patrick... La Push... Jacob... cosa mi nascondi, Patrick? E La Push... ci voglio tornare...
Il ragazzo ci mise un attimo a capire che la ragazza parlava nel sonno, ma non diede peso a quello che sentì.
“Dopotutto, sta solo sognando, no?”
Il mattino dopo, quando si alzarono, Patrick annunciò ad Amber che doveva andare a sbrigare alcune cose.
“Il solstizio é sempre più vicino, siamo a buon punto. Devo solo preparare quello che le farà ricordare completamente...”
-Non resti con me?
-Tornerò, non temere. Adesso, però, devo andare.
Si salutarono con un bacio e ad Amber toccò fare la doccia da sola.
Quando finì, si vestì e scese a fare colazione coi suoi soliti cereali.
Non fece in tempo a prendere nemmeno la tazza che un frenetico bussare alla porta la distrasse.
Aprì e scoprì che era Jacob.
-Bel.. ehm, Amber, ti va di venire a fare un giro con me?
-Uhm... “perché no? Tanto Patrick é uscito...”va bene, andiamo.
Amber chiuse la porta, facendosi dirigere dal ragazzo in un luogo che non conosceva.
-Dove mi porti?
-In un posto fantastico... ecco, siamo arrivati.
Era un prato, vicinissimo a casa ma di cui la ragazza non conosceva l'esistenza. Jacob, era piuttosto irrequieto e la cosa non sfuggì ad Amber.
-Jake, perché mi hai portata qui?
-Vedrai...
La faccia di lei si fece paonazza quando notò che lui aveva iniziato a spogliarsi.
-Ehi, ma cosa fai?
-Vedrai... ricorda, Bella, ricorda...
Jacob si trasformò in un enorme lupo dal manto rossiccio, sotto gli occhi esterrefatti di lei. Non aveva paura, questo no. Ma solo perché aveva ricordato.
“Ho capito... adesso ricordo tutto...”


Allora, vi piace come sta procedendo? Cosa pensate che abbia ricordato Amber? Per saperlo, leggete e... commentate!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


-Jake... mio Dio, cos'hai fatto?
-Bella, tu dovevi ricordare. Non potevo lasciarti di nuovo, non adesso che ho avuto l'imprinting...
-Jake, ti rendi conto del disastro che hai combinato? Io dovevo ricordare da sola e, secondo la mia profezia, non prima del solstizio. Adesso... niente andrà come doveva andare, accidenti!
Amber ha ricordato tutto: lei é Bella, la stessa Bella che é stata uccisa dai Volturi col suo amato Edward. Prima di morire, però, ha fatto una profezia: i due innamorati, che lontani non potevano stare, si sarebbero ritrovati parecchio tempo dopo.
Sarebbero rinati come umani, ma in qualche modo si sarebbero ritrovati e amati. Patrick, ovvero Edward, doveva sapere tutto prima di lei per aiutarla a ricordare alcune cose.
Jacob aveva fatto la mossa sbagliata, poiché Amber avrebbe dovuto ricordare di essere Bella nella notte del solstizio e non prima. Avendo messo mano alla memoria, Jake aveva compromesso la buona riuscita del piano.
-Si può sapere perché lo hai fatto?
-Te l'ho detto, per non perderti di nuovo.
-Idiota d'un lupo! Tu... non sai il resto della profezia, dannazione!
-Invece si...

***FLASCHBACK***

-Quale resto della profezia?
-Se tu le farai ricordare prima del tempo chi é in realtà, finirà male per tutti noi. I Volturi arriveranno con largo anticipo e ci uccideranno senza pietà.
-I... Volturi?
-Già, loro. Secondo quanto ha detto Bella prima di morire, dovrebbero arrivare quaranta giorni dopo il solstizio e se rivelerai ad Amber chi é in realtà i Volturi arriveranno una sola settimana dopo il solstizio. Avremo poco tempo per prepararci a combattere, perciò ti prego di riflettere su quello che fai..

***FINE FLASCHBACK***

-Se sapevi tutto, perché l'hai fatto? Si può sapere?
-Mi rifiuto di lasciarti di nuovo in mano a lui. Se tu mi avessi scelto, tanto tempo fa, ora non saresti in questa situazione. Avresti avuto una vita felice e...
-Stupido! Non hai mai capito che la mia idea di felicità coincide con il poter stare sempre con Edward? O non hai mai voluto capirlo?
Bella, in piena disperazione, non si accorse di una macchina che li raggiungeva nel prato dove si trovavano. Era una Volvo grigia dalla quale scesero sette persone, tra cui naturalmente anche Patrick.
-Patrick, é la fine... io ricordo tutto.
-Calmati amore, e chiamami Edward. Finalmente possiamo tornare ad essere quelli che eravamo una volta...
-Ma non hai capito? Jacob si é trasformato davanti a me e io ho ricordato tutto prima del solstizio. Adesso abbiamo appena una settimana di tempo per...
-Bella-Carlisle, che finalmente era uscito allo scoperto, aveva parlato con la sua voce sicura.- niente é perduto. Lo so che Jacob si é trasformato davanti a te, ma tecnicamente non ti ha detto nulla a voce. Quindi, tu hai ricordato da sola...
-Ma il solstizio é domani!
-No, ti prego lasciami finire. Il solstizio é oggi, poiché questo é stato l'anno a cui manca un giorno e precisamente al mese di marzo.
Edward, si avvicinò guardingo a Jacob.
-Mi dispiace, cane. Ti é andata male, eh?
Il ragazzo ringhiò e si girò, dileguandosi nella foresta.
Adesso che tutto era tornato alla normalità, o quasi, tutti i membri della famiglia Cullen vollero abbracciare Bella.
-Ehi, piano. Me la sciupate, così...
Salirono tutti quanti in auto per andare a casa Cullen e mettere a punto un piano.
-Bella, adesso cosa farai con Eleanor e Luke?
-Saranno sempre i miei genitori e per loro sarò sempre Amber, l'imbranata della cucina. Ma, voglio che tu mi prometta una cosa, Edward.
-Che cosa?
-Che dopo la fine di tutto questo delirio, mi trasformerai. Allora?
-Prima mi devi sposare, però.
La ragazza mugugnò. Quella era l'ultima cosa avrebbe mai fatto, in circostanze normali però...
-E va bene... credo che quei poverini rischieranno l'aneurisma...-aggiunse, rivolta ai suoi “genitori”.
-Ma no, io gli piaccio. O meglio, Patrick gli piace e se loro saranno sempre all'oscuro di tutto...
-Certo. Vedo che le tue idee non sono cambiate col tempo...
Edward esplose in una grossa e sonora risata, come non faceva più da molto tempo e diede una leggera pacca sulla spalla di lei. Prima che Bella ricordasse tutto, lui era solo Patrick, un semplice umano mentre ora era tornato Edward il vampiro e doveva fare attenzione alle mosse che faceva.
Con le loro risate felici, cercavano di mascherare la preoccupazione per l'imminente arrivo dei Volturi. Avevano appena quaranta giorni di tempo...

 

Beh, che ve ne pare? Siete sorpresi? Spero di si e spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto.   Spero che sia scritto con chiarezza e che gli avvenimenti siano descritti bene.
Detto questo, vi lascio ai commenti!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!


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Farai felice milioni di scrittori.

(Chiunque voglia aderire al messaggio, può copia-incollarlo dove meglio crede)

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


-Bella, scusami se ti ho fatta impazzire con quel diario ma era necessario. Tu dovevi trovare le lettere e non ti decidevi a guardare nel doppio fondo e...
-Edward, calmati. Lo so che era necessario, non devi preoccuparti. Solo...
Lo sguardo di lei si fece triste.
-Cosa c'é?
-Mi dispiace di aver perso Jacob, ancora una volta.
Il vampiro ringhiò.
-Quel cane deve ringraziare il cielo se é ancora vivo! Se non fosse per il piccolo particolare di marzo senza un giorno, avrebbe mandato all'aria tutto quanto.
I due ragazzi si trovavano nella stanza di Edward, sdraiati sul divano posto al centro della stanza.
-Certo che anche tu hai rischiato grosso, eh? Voglio dire, andare a La Push quando avevo detto che era pericoloso...
-Lo so, é che non capivo cosa mi nascondessi e mi sentivo strana per la visione di noi due nella radura... e, oh!
Bella arrossì, ricordando cosa avevano fatto e cosa aveva fatto lei.
-Cosa c'é?
-Io? Niente, assolutamente niente!
-Bella, avanti, su! Mi sembra di tornare indietro a quando volevo che mi rivelassi le tue assurde teorie!
La ragazza nascose la testa sul suo petto, sussurrando un altro deciso “no”.
-Tanto lo hai capito...
Edward sorrise. Certo che aveva capito a cosa pensasse la sua ragazza, alla loro prima notte insieme e alla doccia... ora si sentiva terribilmente in imbarazzo, così lui provò a cambiare argomento.
-Sarà meglio che andiamo giù da Carlisle. Dobbiamo prepararci per l'arrivo dei Volturi...
-Prima però, credo sia meglio che io vada a casa. Eleanor e Luke dovrebbero arrivare oggi e non sanno niente; per loro dobbiamo continuare ad essere Amber e Patrick.
-Va bene, allora ti accompagno.
I due ragazzi uscirono, diretti a casa di lei per vedere se i suoi genitori erano arrivati, cosa che fu confermata dalla presenza della loro macchina sul vialetto di casa.
-Ok, sono già qui. Mi raccomando, usiamo i nostri vecchi nomi...
Bella posò una mano sulla maniglia, e prima di entrare fece un respiro profondo.
-Ehi, siete arrivati finalmente!
-Amber, tesoro! E ci sei anche tu, Patrick, ciao!
-Ho saputo che il nonno di Bel... Amber é stato male. Va meglio adesso?
-Oh si, grazie per l'interessamento.
Il bussare alla porta interruppe la conversazione.
-Chi sarà adesso?
Bella si irrigidì. Temeva fosse di nuovo Jacob... mentre era persa nei suoi pensieri, sentì la voce compiaciuta dei suoi genitori.
-Oh, sei una sorella di Patrick? Entra, entra pure...
-Grazie mille... ciao Amber, mi chiedevo se ti andasse di fare un pigiama party con me e Rosalie.
-Sei molto gentile, ma...
Bella guardò dubbiosa verso i due adulti vicino a lei, non sapendo quello che avrebbero detto. Dopotutto, era Edward quello capace di leggere nel pensiero...
-Oh, vai pure! Sono così felice che tu abbia trovato degli amici...
-Signora, però é giusto che vi avverta che i nostri pigiama party durano almeno quattro giorni. Sono venuta qui apposta per vedere se eravate d'accordo..
Eleanor guardò la ragazza che le stava davanti, coi capelli neri corti e il viso simile a quello di un folletto. Guardando il suo viso, non poté fare a meno di acconsentire augurando alla figlia buon divertimento.
-Ehi Edward, -chiese Bella una volta in macchina-hai rimesso in moto il tuo dono di leggere nel pensiero?
Il vampiro la guardò, facendole il sorriso sghembo che sapeva farla impazzire.
-Si, naturale.
-E allora? A cosa pensavano?
-Uhm... -finse di pensare-non so se sia etico e morale mettere a nudo i pensieri delle altre persone...
-Oh, dai! Piantala e dimmelo, per favore.
-Va bene, ragazza impaziente. Sono contenti che tu abbia degli amici, e si fidano di me pensando che non ti toccherò perché gli sembro un bravo ragazzo. Inoltre, non immaginano nulla nemmeno della doccia...
Bella arrossì al ricordo, ma non poté fare a meno di sorridere al ricordo.
I quattro giorni che si aprivano davanti a loro si preannunciavano dei giorni molto duri...

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


-Alice, l'idea del pigiama party é stata geniale.
-Almeno così potremo allenarci e prepararci a dovere per l'arrivo dei Volturi. Non abbiamo tempo da perdere, io li ho visti e Aro...
Alice tacque. Aro e le sue guardie volevano tornare ad uccidere ancora Edward e Bella perché non accettavano il fatto che un'umana fosse a conoscenza del loro segreto. O moriva o diventava una di loro...
-Edward, forse sarebbe meglio che tu mi trasformassi. Non sarei d'intralcio e potrei aiutarvi nella battaglia...
-Bella, ammesso che io accetti ed é molto difficile, ci sono degli aspetti che non hai considerato. Per prima cosa, pensa ai tuoi genitori. Vuoi che succeda come con Renée e Charlie? Loro sono stati uccisi da un neonato, ricordi? Inoltre, sai già che i neonati non riescono a fare altro che seguire l'istinto per i primi tempi. Concordi con me nel dire che se sei troppo impegnata a cercare di non uccidere i tuoi familiari e amici non ci potrai aiutare nella battaglia?
-Si, hai ragione. Non ci avevo pensato...
-Te l'ho detto: la trasformazione avverrà solo a quella condizione.
Bella gemette. Di li a poco avrebbe compiuto diciotto anni, e avrebbe potuto sposare il suo amore. Ma cosa avrebbe pensato tutta la gente di Forks? Di sicuro ad una gravidanza improvvisa...
Ad interrompere il suo fiumi di pensieri, fu Alice che annunciava l'arrivo a casa Cullen.
Carlisle era già dentro, impegnato a cercare contatti che potessero aiutarli nel combattimento, ammesso che ci fosse stato. Già; i Volturi non volevano che gli umani conoscessero il loro segreto perché se volevano restare indisturbati, dovevano restare il più nascosti possibile.
Bella non voleva rivivere una seconda volta quello che era successo secoli prima, non voleva perdere ancora il suo Edward...
-Edward, per cominciare potremmo chiamare il clan di Denali. Cosa ne dici?
-Dico che va bene, Carlisle. Sono sempre stati dalla nostra parte, d'altronde...
Bella, da dove si trovava si irrigidì. Chiamare il clan di Denali significava per il suo amato rivedere Tanya, la vampira che gli aveva fatto il filo quando ancora lei non era nata...
Edward, da dove si trovava, percepì il suo motivo di perplessità e soffocò una risatina.
-Cara, é meglio che tu vada a riposare. Hai un'aria molto stanca, dico davvero.
Bella guardò Esme, sorridendo amabilmente. Quanto doveva aver sofferto quella donna quando era in vita...
-Grazie, Esme, ma vorrei aiutarvi se posso...
-Niente da fare. Adesso tu vai di sopra e ti sdrai, più tardi ci aiuterai se vuoi. Edward, accompagnala in camera, su.
Il giovane vampiro lasciò la sua postazione accanto a Carlisle e la prese per mano per scortarla in camera sua. Al contatto, il cuore della ragazza cominciò a scoppiettare iperattivo.
-Eppure, quando eri ancora Amber non eri così timida- le fece notare lui, sogghignando.-Devo dire che é stato molto piacevole fare la doccia insieme...
Bella arrossì ancora di più al ricordo di quanto era stata disinibita.
-Basta, mi metti in imbarazzo... e poi non ero propriamente io, quella.
-Ma a me sei piaciuta lo stesso.. sai, -aggiunse diventando serio- fin da quando ti ho conosciuta ho sognato di poter vivere quel momento con te, ma sapevo anche che non era possibile. Avrei rischiato troppo. Io sapevo che finché tu non avessi ricordato tutto, io sarei rimasto umano perciò ne ho approfittato, godendomi quel momento. Hai capito perché non devi sentirti in imbarazzo?
Bella annuì. Erano arrivati davanti alla porta della stanza di Edward ed entrarono.
Quello che stupì la ragazza, fu il vedere al centro della camera un enorme letto.
-Come mai é lì?
-Beh, Alice ha visto che saresti arrivata e Esme ci ha ceduto il letto che era in camera sua.
-Oh, ma non era necessario... “adesso mi sento anche in colpa...”
-Non é stato un disturbo, non preoccuparti. Ricordi? Noi vampiri non dormiamo mai.
“Già, ma il letto non serve solo per dormire...”
Bella cancellò subito quel pensiero e si andò a sedere sul grande e morbido letto.
Edward fece per andarsene, ma lei lo fermò.
-Non resti qui con me?
-Vorrei, ma devo tornare ad aiutare Carlisle nella ricerca di qualcuno che ci possa aiutare e... o, al diavolo!
Il ragazzo andò a sedersi accanto a lei, abbracciandola teneramente e lasciando piccoli baci sul suo collo.
Bella si girò e, involontariamente, le loro labbra si incontrarono. Prima che il bacio si potesse approfondire, però, Edward si staccò di scatto alzandosi dal letto.
-É... meglio che vada...
-Ma Edward...
-Bella, ascolta. Non siamo più Amber e Patrick e non possiamo permetterci di rischiare. Non c'é motivo di preoccupazioni, comunque. Avremo o non avremo per noi tutta l'eternità?
La ragazza annuì, rassegnata al fatto che per avere di nuovo il suo amore avrebbe dovuto aspettare fino a dopo il matrimonio.
Dopo che il vampiro fu uscito dalla stanza, si accorse che effettivamente era stanca e provò a riposare ma non riuscì a prendere sonno. Così, si alzò e andò alla finestra che dava sul giardino.
I Cullen era tutti nel bel mezzo di un'ipotetica battaglia, quando da lontano scorsero arrivare un gruppo di sconosciuti.

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


-E quelli chi sono?
-Calmati Jasper. Data l'assenza delle mie visioni, ho una mezza idea su chi potrebbe essere...
Infatti, le supposizioni di Alice si rivelarono esatte. Erano i licantropi, con a capo del gruppo Sam.
Erano venuti in forma umana, per chiarire subito che venivano in pace. Ciò non tolse che i vampiri si mettessero in posizione di difesa. Fu Carlisle ad intervenire.
-Ragazzi, sentiamo cosa hanno da dirci. Sono in pace, altrimenti sarebbero venuti in forma animale, vi pare?
Rosalie entrò dentro, troppo disgustata dall'odore che quegli esseri emanavano. Stava andando in cucina per uno “snack” e per le scale vide Bella che stava scendendo.
-Ti sei riposata?
-Si, grazie. Ho notato che sono arrivate delle persone ma non li ho riconosciuti ed ero scesa a vedere chi era.
-Oh, sono solo quei cani. Stanno offrendo il loro aiuto per la vicenda, come se non potessimo farcela anche senza di loro...
Bella sorrise.
-Sono contenta che tu abbia smesso di odiarmi, Rosalie.
-Rose.-la corresse lei- Io non ti ho mai veramente odiata. Ero solo un po' irritata del fatto che tu fossi umana e che volessi buttare via la tua vita per diventare una vampira. Ma dopo ho capito che lo facevi per amore e ti capisco. Neanche io potrei vivere senza il mio Emmett...
Le due ragazze uscirono di casa a braccetto, come due sorelle o due vecchie e ottime amiche.
-Sam, é un piacere rivederti.
-Bella, ti trovo in forma. Siamo venuti ad offrire il nostro aiuto in caso di battaglia, ci accettate come alleati?
La ragazza fece scorrere lo sguardo sul gruppo, notando che c'erano tutti tranne Jacob. Questo la fece intristire, minando il suo umore che fino a poco prima si poteva dire radioso.
-Lui non c'é, non accetta tutto questo. É sparito e non ne sappiamo più nulla da un po', mi dispiace. Allora?
-Si, certo che vi accettiamo come alleati.
Rosalie grugnì, ma anche se non era disposta ad ammetterlo sapeva che avevano bisogno di tutto l'aiuto possibile.
Continuarono con gli allenamenti tutto il pomeriggio, mentre Carlisle e Sam mettevano a punto un piano che potesse aiutarli. Quando venne l'ora di cena, i licantropi se ne andarono dicendo che sarebbero tornati dopo per finire di sistemare gli ultimi dettagli.
-Edward, non sarà il caso che porti Bella fuori a mangiare?
-Si, forse é meglio.
-Ma non é necessario! Non dovete preoccuparvi...
-Bella,-sorrise Carlisle- ti ricordo che noi siamo sprovvisti di cibo per umani. Quindi, dacci retta e fatti portare fuori a cena.
-Ma potrei sempre preparare qualcosa dopo aver comprato il necessario...
Edward eruppe in una fragorosa risata.
-Non dimentichiamo che in questo secolo tu sei ancora Amber, il pericolo dei fornelli.
-Già, hai ragione. Forse é meglio andare...
***
-Sai cosa mi ricorda questo posto, Edward?
-No, cosa?
Bella sorrise, pensando ai vecchi tempi.
-Ricordo quel giorno a Port Angeles, dopo che mi salvasti da quei quattro malviventi. L'ambiente é così simile che mi aspetto che sbuchi da un momento all'altro la stessa cameriera smorfiosa. Scommetto che quella la ricordi, eh?
-In effetti, quella si. Ma più che lei, ricordo i suoi pensieri...
I due ragazzi risero spensierati, mentre una cameriera portava a Bella la sua ordinazione.
***
-Speriamo che tutto vada per il meglio.. se questa volta dovesse di nuovo finire male, non avremo più possibilità per...
-Jazz, smettila col pessimismo. Le mie visioni sono sempre state... oh!
Alice entrò in trance e quando ne uscì, la sua faccia terrorizzata la diceva lunga.
-Jasper, si stanno muovendo. Stanno venendo qui...

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Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


-Chi? Alice, chi sta arrivando?
-I Volturi... sono qui. Qualcuno deve averli avvertiti e arriveranno prima del tempo...
-Quanto abbiamo?
-Credo al massimo tre giorni.
In quel momento entrarono in casa Edward e Bella e quando videro le espressioni afflitte degli altri Cullen, il sorriso si gelò loro sulle labbra.
-Ragazzi, cosa é successo?
Alice tremava ancora, dopo la visione avuta. Specialmente per il soggetto della visione...
-Aro e i Volturi stanno arrivando...
Edward impallidì ancora di più.
-Sei sicura?
Alice annuì. Dovevano sbrigarsi e intensificare gli allenamenti se volevano avere qualche possibilità. Vero era che, probabilmente, non si sarebbe giunti ad una battaglia ma dovevano essere pronti per qualsiasi evenienza.
Intanto, sentirono bussare alla porta e scoprirono che erano arrivati i vampiri del clan di Denali. Carlisle andò ad aprire per riceverli.
-Tanya, sono contento che siate venuti. Alice ha appena avuto una visione e abbiamo meno tempo del previsto.
-Quanto?
-Tre giorni.
Tanya si morse il labbro: il tempo era troppo poco. Poi, il suo sguardo si posò su Bella.
-Ehi, ciao! Come va?
-Bene, tu?
-Oh, io sto bene. Come ti devo chiamare, Amber o Bella?
-Chiamami Bella, col mio vecchio nome é sicuramente meglio.
La vampira rise per poi girarsi e rivolgere un sorriso radioso a Edward. Tanya era naturalmente bellissima e questo non fece che accrescere la frustrazione di Bella.
“Mi sento profondamente inutile, qui. Se Edward accettasse di trasformarmi, potrei aiutarli ma lui non lo farà mai. Ha ragione, non vorrei essere responsabile della morte dei miei genitori, non di nuovo...”
Crogiolandosi nei suoi tristi pensieri, salì al piano di sopra riflettendo su chi potesse aver avvertito i Volturi. Chi poteva essersi preso una briga del genere?
Il suo pensiero saettò su Jacob. Dopotutto, lui era in collera con lei e non tollerava di essere stato rifiutato per la seconda volta. Però, lui odiava i vampiri e non si sarebbe mai addentrato nel loro territorio.
Si buttò sul grosso letto e, senza rendersene conto, si addormentò. Poco dopo, sentì due braccia fredde cingergli la vita.
-Buongiorno dormigliona.
-Direi piuttosto buonanotte. Fuori é quasi buio...
-Bella, non hai fame?
-No, tranquillo. Tu...?
-Ancora no.
-Sul serio, da quanto tempo non vai a caccia?
Edward fece il suo sorriso sghembo.
-Hai paura di me?
-No, che dici! É che mi preoccupo per te, ecco tutto.
Il vampiro rise ancora più forte.
-TU ti preoccupi per ME? Bella, non ce n'é bisogno.
La ragazza lo strinse a se. Aveva voglia di sentirlo vicino, ma aveva paura che lui potesse ritrarsi. A sorpresa, non solo Edward rispose all'abbraccio ma la baciò delicatamente.
Lei, totalmente presa da lui, faticò a mantenere la concentrazione e a ricordarsi che doveva rimanere ferma.
Quando si staccarono, il ragazzo la guardò desiderando di poterla avere per tutta l'eternità.
-Sarà meglio mettersi a dormire, o domani non riuscirai ad alzarti.
-Prima vado a fare una doccia. Vieni... con me?
Lui strinse i pugni per trattenersi. Non si rendeva conto di quanto gli costasse il doversi trattenere?
-Spero tu stia scherzando..
-No. Ascolta, non lo dicevo per quello. So che adesso sarebbe più pericoloso, ma pensavo che era un modo come un altro per stare insieme. E non fare quell'espressione da moralista, ti prego. Dopotutto lo abbiamo già fatto, no?
-Va bene.. e poi tu non hai idea di quanto mi costi il dovermi trattenere.
Bella sorrise compiaciuta. Ogni volta che lui le faceva dei complimenti, si chiedeva come fosse possibile che lei piacesse ad una creatura così perfetta.
Quando finirono la doccia, si misero a letto e Bella si addormentò quasi subito, mentre Edward pensava che restavano appena due giorni...

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Capitolo 25
*** Capitolo 25 ***


-Edward, secondo te chi ha avvertito i Volturi?
-Non lo so, Bella. Proprio non lo so... e il bello é che Alice non ha visto niente...
“Non sarà che per caso... no, non ci credo... lui non lo avrebbe mai fatto...”
-Io vorrei solo che ci lasciassero in pace a vivere la nostra vita. Non vedo perché debbano intromettersi sempre..
-Bella, i Volturi sono dei guardiani e come tali devono salvaguardare il segreto. Se tutti gli umani venissero a conoscenza della nostra esistenza, sarebbe la fine. Credo che il motivo che li spinga fin qui sia il volersi accertare che verrai trasformata, un giorno. Secondo loro, se sei umano o vieni trasformato o vieni ucciso.
Bella sospirò. Certo, voleva diventare immortale e voleva anche che fosse Edward a morderla ma aveva deciso di aspettare fino a dopo le nozze. Sapeva quanto per lui fosse difficile come situazione e non voleva precipitare le cose più del necessario.
Si alzarono dal letto dove avevano dormito e Bella gli diede un'aggiustata.
-Posso essere umana per un minuto?
-Certo, cara...
La ragazza andò in bagno per lavarsi e pettinarsi, dopodiché uscì dalla camera per scendere nel grande salotto della casa.
-Hai riposato bene?
-Certo, Rose. Grazie...
-Cosa farai con i tuoi attuali genitori?
-Niente. Per loro resterò sempre Amber e Edward resterà sempre Patrick. Non gli diremo nulla, o saranno in pericolo. I Volturi li ucciderebbero sicuramente..
-Già. Vieni con me, Bella? Vorrei parlarti...
-Si, certo.
Le due ragazze si allontanarono verso il giardino. Rosalie sembrava tesa e Bella, che se ne era accorta, non sapeva spiegarsi il perché. Si fermarono sotto un grosso albero di noce e si sedettero sul prato.
-Volevo, innanzitutto, scusarmi per il trattamento poco gentile che ti ho sempre riservato.
-Non devi...
-Ti prego, lasciami parlare. Voglio spiegarti il perché di tanta rabbia nel sapere che volevi essere trasformata. Ti ho detto che ti avevo capita dopo aver saputo che lo facevi per amore, ma in realtà non era vero. Io... non puoi immaginare come sia difficile parlarne, ma gli incubi mi perseguitano e se non parlo con te che sei quasi mia sorella, con chi parlo?
-Vero. Prosegui pure, Rose.
-Io... avevo diciassette anni quando fui trasformata. Non ho mai accettato il mio destino, perché la mia vita umana mi é stata strappata brutalmente in uno squallido vicolo. All'epoca, io non avevo l'abitudine di uscire da sola e di solito venivo sempre scortata quando andavo dalla mia amica o da altre parti.
Quella sera, i miei genitori non c'erano e fu la mia amica Angie a venire da me. Quando dovette tornare a casa, decisi di accompagnarla. Non avevo pensato che potesse esserci un destino così crudele ad aspettarmi... ero già sulla strada di casa quando sentì alle mie spalle dei rumori. Accelerai il passo, ma una mano si posò lo stesso sulla mia spalla. Mi girai e vidi un gruppo di quattro ragazzi con uno sguardo da brivido. Due di loro mi strattonarono per le braccia e mi trascinarono in un vicolo, mentre gli altri li incitavano con fischi e risatine. Mi sbatterono contro il muro e cominciarono ad infilare le loro schifose mani sotto i vestiti, che poco a poco mi sfilarono. Quando ebbero finito, non erano ancora contenti. Iniziarono a picchiarmi, lasciandomi in fin di vita sull'asfalto freddo di quella strada.
Non ricordo quando Carlisle mi trovò; ricordo solo l'immenso dolore dovuto alla trasformazione e l'amarezza di quando ho capito cosa ero diventata e che la vita mi era stata strappata. Ora, il mio grande desiderio di maternità non si sarebbe mai avverato...
Bella rimase col fiato sospeso per tutta la durata del discorso. Ora si che capiva il suo punto di vista e il suo disappunto nel sapere che lei voleva essere trasformata.
-Rose.. non immaginavo che avessi avuto un passato così tragico. Adesso capisco tutto... io, però, non ho alternative. Tu hai detto che non potresti mai vivere senza Emmett, e io non potrei mai stare senza Edward. Mi dispiace...
-Non devi dispiacerti. Volevo parlarne con qualcuno, dato che prima di adesso l'unico a conoscere tutta la storia é proprio mio marito. Grazie per avermi ascoltata, Bella.
-Figurati! Dopotutto, stiamo per diventare sorelle o no?
-É proprio vero..
Le due ragazze rimasero ancora un po' in giardino a chiacchierare finché non fu ora di pranzo.
I Cullen avevano fatto scorta di cibo per umani, dato che si erano aggiunti anche i licantropi e loro avevano bisogno di mangiare.
Quando Bella si offrì di cucinare qualcosa, Edward la allontanò di corsa mentre Esme si metteva ai fornelli.
In attesa, la ragazza andò a svegliare i lupi che ronfavano sul divano. Seth, il più giovane, mormorò qualcosa di incoerente per poi tornare a dormire. Siccome non c'era modo di svegliarli, ci pensò Edward: andò a riempire una bacinella di acqua gelata e la buttò addosso ai ragazzi addormentati.
-Ehi, che cavolo...-Sam saltò su in un baleno, seguito a ruota da Seth e dagli altri.
-Siamo stati costretti. L'ora di pranzo é arrivata e voi non vi svegliavate...-anche se sembravano delle scuse, il nostro vampiro non aveva affatto l'aria dispiaciuta.
I vampiri, a turno andarono a caccia mentre Bella e i ragazzi mangiavano. Edward, se pur restio a lasciare sola la sua ragazza, dovette andare lo stesso per non essere dominato dalla sete.
-Ehi, Seth, avete più avuto notizie di Jacob?
-No, mi dispiace. Leah gli é persino corsa dietro per fermarlo, ma non ha voluto sentire ragioni.
-In che direzione si é allontanato?
-Credo nord, perché?
-Niente, niente... “verso nord? Ma allora...”

 

Allora, vi é piaciuto questo capitolo? Mi raccomando, ditemi se la storia diventa monotona o noiosa ^__^
Aspetto i vostri commentucci!!!!!!!!!!!!!!!!!

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Capitolo 26
*** Capitolo 26 ***


Si stavano preparando a cenare, quando Alice ebbe una strana visione che la lasciò senza fiato per la sorpresa.
-Amore, cos'hai visto?
-Io.. ho visto Jacob che tornava qui con i Volturi. Ma non tutti: c'erano solo Aro, Marcus, Caius e Felix. La cosa strana é che io sia riuscita a vederlo...
Già, di solito le doti precognitive di Alice si annullavano quando si trattava di vedere i licantropi, mentre adesso...
-Edward... cosa faremo?
-Naturalmente cercheremo di difenderci e se necessario attaccheremo anche. Tu non devi preoccuparti, va bene?
Bella annuì, ma si sentiva in colpa. Dopotutto, venivano per uccidere lei perché lei era quella che sapeva troppo. Edward aveva acconsentito a trasformarla, ma lei doveva aspettare di compiere diciotto anni e mancava ancora così tanto...
***

Intanto, Jacob era nella tana dei Volturi, a Volterra e parlava col capo.
-Aro, lei ha ricordato. Non voglio che lui se la prenda un'altra volta, piuttosto vi do una mano ad ucciderla...
Il vampiro lo guardò come se stesse scherzando. Inoltre, quel lupo non lo convinceva fino in fondo...
-Dimmi, ragazzo, sei sicuro di essere un licantropo?
-Certo! Perché questa domanda?
-Ecco, vedi, tu non hai il solito odore tipico dei lupi. Anzi, il tuo odore somiglia al nostro, a quello dei vampiri...
Il ragazzo impallidì, dopodiché fece una faccia disgustata che la diceva lunga.
-I vostri nasi saranno confusi... allora, vi interessa la cosa? In fondo, anche voi non volete che un'umana conosca il vostro segreto e io sono disposto a darvi una mano.
Aro gli fece cenno con la mano di aspettare, dopodiché si voltò per consultarsi con Caius, Marcus e Felix. A quanto pareva, nessuno si fidava di quel licantropo con l'odore da vampiro...
Quando la consulta si sciolse, Aro diede il suo consenso e disse a Jacob che si sarebbero incontrati al confine di Forks.
Quando il ragazzo se ne andò, fu Felix ad esprimere la sua perplessità.
-Aro, sei sicuro che ci possiamo fidare? Lo sai meglio di me che non dovremmo ucciderci tra noi, se proprio non é indispensabile.
-Felix, fidati. So quello che faccio. Noi, intanto andremo a controllare la situazione e poi decideremo il da farsi.
Da dietro le spalle di Aro, si levò un mormorio preoccupato.
***

Bella e i Cullen avevano già mangiato e ora la ragazza si trovava in camera insieme ad Edward, mentre gli altri mettevano a punto qualche piano. Lei era contenta che il vampiro le fosse vicino, dato che la presenza di Tanya la metteva a disagio.
Malgrado le rassicurazioni del ragazzo, Bella non riusciva a stare tranquilla. Se solo non avesse saputo che un tempo aveva fatto il filo ad Edward...
Intanto, al piano di sotto...
-Carlisle, quanto tempo abbiamo?
-Un giorno. Lo so, é pochissimo ma sono convinto che ce la possiamo fare. Tanya, voi siete abbastanza allenati nel combattere?
-Si. Se ci sarà bisogno, ce la sapremo cavare.
-Bene. Esme, se ci sarà un combattimento voglio che tu stia in casa al sicuro, d'accordo?
-Ma caro...
-No Esme. In caso di battaglia, sarò più tranquillo sapendoti al sicuro.
-Come vuoi... “Sarò al tuo fianco, che tu voglia o no...”

 

Quale sarà il mistero che ruota intorno a Jacob? Perché i Volturi non si fidano? Eh eh, leggere per scoprire ^__-

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Capitolo 27
*** Capitolo 27 ***


-Oh no!
-Alice, stanno...
-Si, Jazz. Stanno arrivando...
-Verranno qui a casa?
-No, si fermeranno ai confini con Jacob, dopodiché andranno alla radura dove abbiamo giocato a baseball qualche secolo fa.
I vampiri di casa Cullen si prepararono per uscire, compresa Bella.
-Bella... io credo che tu debba rimanere qui.
-No, Edward. Non se ne parla nemmeno. Vuoi forse farmi morire d'ansia?
Il bel vampiro rise. Era tipico della ragazza preoccuparsi per lui quando non ce n'era assolutamente bisogno. Per rassicurarla, si avvicinò e la baciò dolcemente.
-Non ti devi preoccupare per me, capito? Ma adesso, c'é una cosa che vorrei chiederti ufficialmente...
Mentre lui si inginocchiava, Bella pregò con tutto il cuore che non fosse quello che lei temeva.
-Isabella Swan, vuoi sposarmi?
La ragazza arrossì fino alla punta dei capelli, soffocando un gemito di protesta. Perché diavolo non poteva trasformarla e basta?
-Si.
-Non ho sentito...
Bella sbuffò.
-Edward Anthony Masen Cullen, accetto di sposarti. Contento?
-Altroché!
Il vampiro si alzò in piedi per baciarla di nuovo.
-Sei sempre convinta di voler venire con tutti noi?
-Si, al cento per cento. Non vi sarò utile, ma almeno vedrò cosa succede senza morire per l'ansia che succeda qualcosa a uno di voi. Sai che non me lo perdonerei mai...
I due uscirono e raggiunsero gli altri in macchina, e Rosalie mise in moto alla volta della famosa radura.
Durante il viaggio non parlava nessuno. Temevano che potesse finire come l'ultima volta, con l'uccisione di Edward e Bella. Stavolta, la ragazza non avrebbe neanche potuto fare un'altra profezia, perciò non potevano permettersi errori di nessun genere.
Quando arrivarono, dopo poco furono raggiunti dai Volturi, ma senza Jacob.
-Alice, non avevi detto di aver visto anche quel cane?
-Si, Emmett. Infatti non capisco... ha sconvolto totalmente le mie visioni...
In verità, c'era un motivo preciso per cui Jacob non aveva voluto essere presente.
Quando furono un gruppo di fronte all'altro, Aro fece cenno agli altri di fermarsi e avanzò da solo.
-Edward, ci si rivede, eh?
Il vampiro ringhiò.
-Calma ragazzo. Siamo qui solo per parlare...
-Già, come l'ultima volta, vero?
-Carlisle, Carlisle, amico mio. Lo sai benissimo che quella volta siamo stati costretti ad agire in quel modo. Tuo figlio si ostinava a non voler trasformare la sua amata e noi non possiamo permettere che una semplice umana conosca il nostro segreto. Mi capisci?
-Comunque sia, Aro, il tuo modo di agire mi é sembrato un po' esagerato. Se adesso non siete qui per combatterci, cosa siete venuti a fare?
-Come ho detto prima a tuo figlio, siamo qui per parlare. Allora, avete deciso cosa sarà della ragazza?
Edward fece un respiro profondo e parlò.
-Aro, la trasformerò. Ma dovrete avere un altro po' di pazienza...
-Come? Ma non é possibile! Aro, non glielo permetterai mica, vero?
-Caius, stai zitto per favore. Cosa vuoi dire con “un altro po' di pazienza”?
-Voglio dire che la trasformerò solo dopo che ci saremo sposati.
I Volturi dietro Aro ringhiarono per il disappunto.
-Oh, é senza dubbio molto ammirevole da parte tua. Ma non credo che tu sia nella posizione adatta per dettare condizioni. Non credi?
La voce di Aro si manteneva morbida e zuccherina, tuttavia si poteva cominciare a scorgere i primi segni di impazienza dai suoi occhi rossi come tizzoni ardenti. Gli altri, dietro di lui, si misero in posizione di attacco mentre i Cullen e il clan di Denali si preparavano a difendersi.
Bella, durante tutto questo rimase in macchina su ordine di Edward. Aveva ceduto, portandola con sé a patto che non uscisse dall'automobile fino a nuovo segnale.
I Volturi si accorsero di questo piccolo particolare, guardando ammiccanti verso il punto in cui si trovava la ragazza. Rosalie capì quale era l'oggetto delle loro attenzioni e ruggì.
-Non pensateci nemmeno. Lasciatela in pace, capito?
-Oh, adesso la bionda la difende, allora. Cosa é successo nel frattempo?
-Non vi riguarda, luridi ficcanaso. Tornate da dove siete venuti e portatevi appresso anche quel cane rognoso!
Aro aggrottò per un attimo le sopracciglia, dopodiché fece un sorriso sornione che la diceva lunga.
-Ah, tu vuoi dire Jacob. A quanto pare non andate molto d'accordo...
Edward ringhiò.
-É stato lui ad avvertirvi, vero? Quell'idiota é venuto a cercarvi... come potremmo andare d'accordo quando anche prima ci sopportavamo tutti a fatica?
La faccia di Aro, come quella dei suoi seguaci, si mutò in un sorriso sardonico.
-Non ti sei accorto di niente, vero?
Fu Carlisle a parlare.
-Cosa intendi dire, Aro?
-Semplice, amico. Quel lupo, non ha odore di lupo. Non so se mi spiego... comunque, cambiando discorso, cosa farete con la ragazza? Vi siete finalmente decisi o mi costringete nuovamente ad ucciderla?
-Aro, Edward te lo ha già detto. Bella compirà diciotto anni tra qualche mese, dopodiché si sposeranno e potrà essere trasformata.
Il vampiro sembrò pensarci, perché si allontanò per parlare con le sue guardie.
-Aro, sono stanco. Voglio combattere!
-Marcus, stai calmo. Credo che stavolta dovremmo accettare la loro condizione...
-Ma non puoi pensarlo sul serio!
-Caius, anche se oggi decidiamo di non ucciderli, probabilmente non vivranno a lungo. Se capisci cosa intendo...
Felix aveva già compreso da tempo quello che il suo capo voleva dire e, a quell'affermazione, sghignazzò sadicamente.
Dopo aver preso la loro decisione, i Volturi tornarono dai Cullen.
-Dopo un'attenta discussione, abbiamo deciso di accettare la vostra condizione. Questo, solo se verrà veramente trasformata dopo il matrimonio...
Edward lo guardò di sottecchi. Non si fidava di Aro, ma non poteva nemmeno leggergli nel pensiero: la sua mente era impenetrabile in quel momento.
-Carlisle, per noi é giunta l'ora di tornare a casa. Ci scusiamo per il trambusto causato e speriamo di potervi risentire, un giorno. Ragazzi, andiamo!
E, sotto lo sguardo attonito di tutto il gruppo di vampiri, i Volturi si diressero verso il bosco per sparire nella folta vegetazione. Forse, adesso per un po' sarebbero stati in pace...

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Capitolo 28
*** Capitolo 28 ***


Passarono sei mesi da quando i Volturi fecero visita ai Cullen. Intanto, era giunto il diciottesimo compleanno di Bella, o meglio di Amber. Infatti, la ragazza non doveva dimenticare che per chiunque altro che non fossero i Cullen lei doveva continuare ad essere Amber Swan.
Lei aveva festeggiato i suoi diciotto anni pochi giorni prima, e quello stesso giorno Edward le aveva chiesto di sposarlo, ufficialmente davanti ai suoi genitori.
Inutile dire che furono entusiasti, anche se Eleanor non mancò di mostrare un certo scetticismo.
***FLASCHBACK***

-Cara, Amber, sei sicura di volerlo davvero? Voglio dire, mi sembri troppo giovane per impegnarti in un matrimonio.
-Mamma, sono sicura al cento per cento. Amo Ed... Patrick e voglio sposarlo, e non credo che cambierò idea. Approvate?
-Certo che si! É che non sono pronta a diventare suocera o nonna, in fondo tu sei ancora la mia bambina!
Delle lacrime furtive le rigavano le guance e madre e figlia si abbracciarono.

***FINE FLASCHBACK***
Adesso, Bella era in camera da letto che si faceva vestire e acconciare i capelli da Alice e Rosalie. Eleanor era impegnata nel resto dei preparativi insieme ad Esme, mentre Luke organizzava il resto con Carlisle.
-Bella, sarai stupenda.
-L'importante é che io piaccia ad Edward.
Al nome del fratello, Alice si illuminò di uno sguardo che a Bella non piacque per niente.
-A proposito del mio caro fratellino, adesso ti darò qualche consiglio utile per farlo impazzire. Prima di tutto ci vuole la biancheria giusta, mi capisci vero?
Bella annuì, rossa come un pomodoro. Rosalie la guardò sorridendo.
-Avanti, non dirmi che voi non avete mai...
-Beh, non adesso. Voglio dire, quando eravamo ancora Patrick e Amber...
La ragazza non riuscì a continuare, conscia di come lo aveva sedotto. Le due vampire sghignazzarono divertite.
-Avanti,-la esortò Rose-dimmi come lo hai sedotto. La faccenda mi incuriosisce...
Bella biascicò qualcosa, imbarazzata, riguardante la doccia.
-Lo avete fatto sotto la doccia? Cavoli, Bella, non ti facevo così intraprendente!
-Alice! Io... non ricordavo niente. Di certo, se avessi avuto la piena facoltà di me stessa non lo avrei fatto e nemmeno lui. Ha ancora troppa paura...
Alice non si fece scoraggiare. Sapeva cosa fare per ammorbidire suo fratello... altrimenti a cosa sarebbero servite le sue visioni?
-Bella, cognatina mia...
“Oh oh, questo tono non mi piace...”-cosa c'é Alice?
-Devo chiederti di stare lontana dalle tue valige. Ci penserò io a rifarti tutto il guardaroba, eh?
-Va bene... “mi conviene iniziare a tremare, qui...”
Dovettero interrompere la conversazione, poiché Eleanor era arrivata nella camera della sposa.
-Tesoro, sei uno splendore con quell'abito. Patrick é già di sotto che ti aspetta, non vorrai farlo attendere troppo?
-No, mamma. Due minuti e... oh no!
-Cosa?
-Ho dimenticato di indossare qualcosa di prestato, e adesso?
-Accidenti! Aspetta che vado di sotto a vedere se trovo qualcosa...
Appena uscì dalla stanza, Rosalie le lanciò una giarrettiera rosa che imbarazzava solo a guardarla. La vampira bionda gliela sistemò sotto la gonna, un secondo prima che la madre della ragazza entrasse nella stanza.
-Mi dispiace, non ho trovato nulla...
-Non si preoccupi, Eleanor. Le ho dato una cosa io...
-Oh, Rose, sei un angelo!
Eleanor uscì di corsa dalla stanza e si diresse velocemente al piano di sotto, mentre le ragazze finivano di truccare Bella.
-Naturalmente, Bella, Edward dovrà sfilarti la giarrettiera dopo la cerimonia. La tradizione vuole che te la tolga coi denti...
Inutile dire che la ragazza diventò color porpora, al pensiero che il suo futuro marito le sollevasse la gonna davanti a tutta quella gente. Rosalie, che si accorse della sua reazione, prese a ridacchiare come soleva fare Emmett quando secoli fa si accorgeva che Bella era in imbarazzo.
-Ok, sei pronta per scendere?
-No, ma fa lo stesso. Andiamo...
La ragazza si alzò dalla sedia sulla quale era seduta, un po' traballante sulle gambe. Le due vampire, nonché sue damigelle, la presero a braccetto per accompagnarla in giardino dove il reverendo e gli invitati aspettavano ansiosi.
Quando arrivò sull'uscio aperto, dove Luke la prese sotto braccio, restò senza fiato. Edward era semplicemente bellissimo nel suo smoking nero, che l'aspettava sotto il gazebo insieme al reverendo Harris.
“Ok, un passo alla volta... piano piano...”
In verità, lottava contro sé stessa per non buttare via il bouquet e correre verso di lui per scappare insieme. Adesso che ci pensava, lei non aveva idea della destinazione della loro luna di miele...
Quando arrivarono davanti all'altare, Luke le posò un lieve bacio sulla fronte e la lasciò nelle mani del suo futuro marito. Naturalmente, si sposarono coi loro nomi del presente.
-Io Patrick, prendo te Amber come mia sposa e prometto di onorarti e di rispettarti. In ricchezza e in povertà, in salute e in malattia finché morte non ci separi.
-Io Amber, prendo te Patrick come mio sposo e prometto di amarti e di esserti fedele sempre, in ricchezza e in povertà, in salute e in malattia finché morte non ci separi.
Al “puoi baciare la sposa”, Edward si chinò su Bella e la baciò dolcemente. Si staccò dopo un attimo, timoroso di poter perdere il controllo.
Dopo che terminò la cerimonia, sia gli invitati che gli sposi si diressero in salotto per il taglio della torta, che mangiò anche Edward.
In seguito, venne il momento di togliere la giarrettiera e quello era il momento che Bella temeva di più. Infatti, arrossì a dismisura quando il ragazzo le sollevò la gonna fino alla coscia per sfilarle leggermente l'indumento coi denti e dopo il lancio del bouquet iniziarono finalmente le danze.
-Allora, signora Cullen, come va?
-Benissimo, direi. Dovrò solo abituarmi al mio nuovo nome...
-Ti piace?-le chiese chinandosi per sfiorarle un orecchio col labbro.
-Molto...
Qualcuno picchiettò sulla spalla del vampiro. Era Luke che chiedeva un ballo con la sposa.
-Amber, oggi sei davvero stupenda. La casa sembrerà talmente vuota senza di te...
-Su, non vado mica via per sempre. E poi, vi chiamerò...
Sicuramente, non poteva promettere più di quello. Dopo il viaggio di nozze, finalmente sarebbe diventata immortale e avrebbe potuto stare per sempre col suo amato Edward. La trasformazione l'avrebbe resa troppo pericolosa per almeno un anno e lei non voleva rischiare di uccidere i suoi genitori. Non aveva ancora dimenticato ciò che era successo a Charlie e Renée...
Quando la musica cambiò, Luke cedette il posto a Edward che venne interrotto da Emmett.
-Fratello, non vorrai tenere la sposa tutta per te? Non voglio perdermi quest'ultima occasione per farla arrossire...-l'ultimo pezzo lo disse ridendo a tutto spiano, causando l'imbarazzo di sua cognata.
-Allora Bella, sei felice?
-Certo Emmett, non si vede?
-Si, certo. Allora, come passerete il viaggio di nozze?
-Emmett! Questo... non é argomento che...
-... mi riguardi, vero? Tranquilla, volevo solo stuzzicarti un po'. Adesso vado da Rose, o rischio che il mio caro fratellino mi stacchi la testa...
Detto questo, si allontanò per cedere nuovamente il posto a Edward.
-Allora, si é comportato bene il mio fratellino?
-Come se tu non lo sapessi!
-Già, hai ragione... vieni, ora é il momento di affrontare la minacciosa pioggia di riso.
Quando uscirono di casa, gli invitati rispettarono l'antica tradizione finché i due sposi non riuscirono ad infilarsi in macchina e partire per la luna di miele.
Chissà se sarebbero riusciti a godersela...

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Capitolo 29
*** Capitolo 29 ***


-Edward, vuoi dirmi dove mi stai portando?
-No, tesoro. Sorpresa...
Erano ore che viaggiavano in barca, dopo essere scesi dall'aereo. Per quanto ne sapeva Bella, stavano andando verso il nulla...
-Mi devi dare qualche risposta...
-Uhm... si, no, perché due non fa tre...
La ragazza sbuffò e si addormentò, stufa di aspettare una risposta sensata. Venne svegliata poco dopo, quando giunsero su un'isoletta con pochissimi abitanti.
-É questa la meta del viaggio di nozze?
-Assolutamente no. Questa é solo una tappa, devo cercare una persona...
-Chi?
-Vedrai...
Edward parcheggiò la barca, la assicurò al molo e aiutò sua moglie a scendere.
-Sembra che il tuo senso dell'equilibrio sia migliore di qualche secolo fa...
-Menomale! Non sai che frustrazione inciampare ovunque.
Arrivarono poco dopo davanti ad una casetta modesta ma molto bella. Edward si avvicinò e bussò piano, finché venne ad aprire un omino basso e magro, vestito di nero.
Il ragazzo gli parlò in perfetto portoghese, dopodiché lo seguì facendo cenno alla ragazza di fare lo stesso.
-Edward, dove stiamo andando?
-Vedrai...
Si fermarono davanti ad una chiesetta, piccola e un po' diroccata ma circondata da alberi di ogni genere. Sembrava un luogo quasi fiabesco.
-Coraggio, Bella. Entra, senza timore.
Lei lo fece e scoprì che l'interno della chiesa era ancora più bello di come appariva all'esterno.
-Ma é magnifico, qui. Solo mi domando perché tu mi ci abbia portata...
Il vampiro le sorrise, girandosi per indicarle il prete che preparava tutto il necessario.
-Bella, adesso diventerai mia moglie a tutti gli effetti.
-Ma lo sono già!
-No, cara. Adesso ci sposeremo con i nostri veri nomi, non con Amber e Patrick. Noi, adesso saremo solo Bella ed Edward. Sei d'accordo?
Lei non ebbe la forza di rispondere tanto era commossa.
Questa fu una cerimonia molto semplice e soprattutto intima. Erano solo loro due e l'anziano prete nella chiesetta e, questo, per un po' cancellò l'avversità di Bella per le cerimonie.
Uscirono dalla cappella e stavolta non dovettero affrontare nessuna pioggia di riso, con gran sollievo di entrambi. Tornarono nuovamente alla barca, con Edward alla guida.
-Allora, dove andiamo?
-Te l'ho detto che é una sorpresa. Pazienta ancora un attimo, eh?
-Uffa, va bene...
Non mancò molto all'arrivo su un'altra isoletta, ma stavolta completamente deserta tranne che per una grande casa che si intravedeva fin da lontano.
-Ma dove siamo?
-Bella, ti do il benvenuto sull'isola Esme.
-Isola Esme?
-Già... é stato un regalo di Carlisle per Esme, tanti anni fa e adesso hanno deciso di prestarcela...
-Però! Venti secoli di carriera medica si fanno sentire, eh?
Il vampiro rise mentre prendeva le valige, portandole in casa in un baleno per poi tornare in un lampo da lei e prenderla dolcemente in braccio. Bella, dal canto suo, rabbrividì benché non facesse freddo e sentì aumentare paurosamente i battiti del suo cuore.
-Non dovresti aspettare ad essere davanti alla soglia di casa?
-Ormai dovresti sapere che sono pignolo, no?
-Già, assolutamente vero...
Davanti alla porta, Edward non fece alcuna fatica ad aprirla anche tenendo sua moglie con un solo braccio. Entrarono e la posò sul divano.
-In teoria avresti dovuto portarmi in camera da letto, sai?
-Si, Bella. Lo so. Ma io...
-Cosa c'é?
-Ecco... niente, vado fuori a fare un bagno.
Bella rimase per un attimo a fissare il punto in cui Edward era sparito, sorpresa della sua improvvisa espressione spaventata. O forse, sapeva cosa lui stesse pensando...
Decise di lasciargli un attimo libero, dirigendosi in camera da letto dove era sicura di trovare le sue valige. Salì le scale e aprì una porta sulla destra sontuosamente decorata, trovando quello che cercava appoggiato accanto al letto.
Si avvicinò per aprire la valigia e cercare dei vestiti puliti da indossare dopo la doccia e quello che vide la lasciò di stucco. Si era completamente scordata di Alice e di quando aveva detto che avrebbe pensato lei al guardaroba, così ora si trovava con succinti vestiti non suoi e con un mucchio di lingerie moolto striminzita.
“Oddio, e adesso come faccio? Appena torno a Forks le farò un bel discorsetto... ehi, ma...”
In mezzo alla biancheria, trovò un biglietto che scoprì essere di Rosalie.
“Ehilà, adesso siamo sorelle per davvero! Non infuriarti, ma ho aiutato Alice con la scelta della lingerie. Dovrai in qualche modo far cedere quel testardo di mio fratello, no? Se vuoi un consiglio, indossa quello nero di pizzo con le roselline di velluto... io ne ho uno uguale e, se Edward assomiglia solo un pochino ad Emmett, vedrai che impazzirà letteralmente. Adesso ti saluto e ti auguro una felice luna di miele.
Ciao,
Rose”
Bella cercò nella valigia e trovò il completino indicato da Rosalie. Era sicuramente il più striminzito in mezzo a tutti gli altri.
“Non avrò mai il coraggio di indossare una cosa simile, che cavolo...”
Lo posò sul letto e andò in bagno a farsi una doccia. L'acqua era fresca e in mezzo a quel caldo infernale era la cosa ideale. Quando finì, ritornò in camera avvolta dal suo asciugamano verde e pensò che non era il caso di aspettare ancora; quindi, decise di raggiungere Edward in spiaggia.
“Cosa mi metto, adesso? Se indossassi quel completo che mi ha regalato Rose, penserebbe che voglio saltargli addosso, il che é anche vero... ma lui ha paura e non mi asseconderà mai. E poi, sarebbe infinitamente stupido indossare della biancheria intima per andare a nuotare. Perciò, ci vado così...”
Uscì dalla casa avvolta nel grande asciugamano, dirigendosi verso la spiaggia dove trovò i vestiti di Edward posati poco lontani dalla riva. Alzò gli occhi e lo vide immerso nell'acqua fino alla vita, col viso rivolto verso la grande luna piena.
All'improvviso, sentendosi sicura di sé stessa, lasciò scivolare delicatamente l'asciugamano che l'avvolgeva accanto ai vestiti di suo marito per poi andare a raggiungerlo in acqua.
-Edward...-gli si avvicinò e gli strinse dolcemente una mano.
-Bella, temevo non arrivassi più. Ti stavo aspettando, sai?
Aspettò una risposta che non arrivava, poiché la ragazza si era incantata a guardare la parte visibile del corpo di lui.
-Bella, respira, coraggio..
Lei alzò lo sguardo verso il viso del vampiro e arrossì nel vedere che sogghignava divertito.
-Cosa c'é?
-Ho notato un certo sbalordimento da parte tua. Allora non mi sei così indifferente, eh?
Bella lo guardò sbigottita.
-Come diavolo puoi pensare che io ti sia indifferente? Se lo fossi stata, non ti avrei sposato e ora non sarei qui in acqua insieme a te. Non credi?
-Si, lo so. É che mi diverte tantissimo provocarti...-l'ultimo pezzo lo disse ad un centimetro di distanza dalle labbra di lei, che si dischiusero leggermente, ansiose di essere baciate.
-Edward...
-Bella, io ho paura. Sul serio...
-Io no. Per favore, non farti problemi. Io mi fido di te, e questo dovrebbe bastare per farti passare tutte quelle paure.
-Non dovresti riporre in me tutta quella fiducia. Non sai se la merito o no.
-Sono sicura che la meriti e che non mi farai alcun male. E poi, lo abbiamo già fatto, no?
-Si, ma allora io ero ancora umano. Potevamo farlo finché tu non avessi ricordato tutto, ma ora dobbiamo stare attenti. Con questo non voglio dire che non lo faremo, ma solo che se ti farò male dovrai fermarmi. Non avere paura di ferirmi, perché sarebbe peggio se io domani scoprissi che ho ferito te. Me lo prometti?
-Si, te lo prometto..
Bella non voleva costringere Edward a farlo, ma anche lui sembrava volerlo, così gli si avvicinò lentamente per baciarlo. All'inizio, lui si irrigidì ma poi si lasciò andare e premette la sua lingua fredda contro le labbra della ragazza, leccandole nel frattempo il labbro inferiore.
Bella schiuse la bocca quel tanto che bastava per fare entrare la lingua di suo marito, che adesso le sfiorava gentilmente il palato mentre faceva scorrere lentamente una mano dalla spalla fino al fianco.
La ragazza allacciò le sue braccia attorno alle spalle muscolose di lui, che la prese in braccio per portarla sul bagnasciuga e distenderla sul grosso asciugamano con cui poco prima era avvolta.
Si staccò un attimo per osservarla, mentre il suo respiro affannoso le faceva muovere il seno in maniera molto sensuale ed eccitante.
-Cos'hai? In fondo, lo abbiamo già fatto, no?
-Ma é la prima volta che lo facciamo come Edward e Bella...-rispose con la voce affannata.
Il vampiro tornò a baciarla, ma stavolta lei non aveva intenzione di restare ferma. Sapeva che non doveva rischiare, perciò ci andò piano. Gli si mise a cavalcioni, facendo strusciare i loro bacini e chinandosi sul suo petto per lasciare una scia di baci infuocati che lo fecero gemere.
-Ti piace?
-Bella, se il mio cuore battesse ancora credo che adesso avrei un attacco cardiaco.. mi stai facendo morire...
Soddisfatta, continuò con la sua tortura fino ad arrivare all'ombelico che leccò sensualmente con la lingua. A questo punto, Edward non resistette più e ribaltò nuovamente le posizioni fino a sovrastarla completamente. Si chinò su di lei, mordicchiando un suo capezzolo e torturando l'altro con la mano, dopodiché tornò sul suo viso e le baciò ancora le labbra.
Bella schiuse automaticamente le gambe, e lui esitò un attimo, accarezzandola solo con la mano. Poi, dopo un attimo si decise ed entrò in lei con un unico movimento fluido che gli fece metaforicamente andare il sangue al cervello.
Siccome non era la prima volta per Bella, non provò nessun dolore e cominciò subito a muoversi insieme a lui a ritmo della danza più antica del mondo.
Edward portò le gambe di lei a circondargli la vita, intensificando le spinte per quanto possibile.
Quando raggiunsero l'apice del piacere, il vampiro si tolse subito di dosso dalla moglie per paura di schiacciarla col suo peso.
Quella notte, le temperature erano altissime e Bella poté addormentarsi fuori tra le braccia di Edward mentre uno strano sogno di cui non poteva sospettare l'importanza si insinuava nella sua mente...

Ho dimenticato di dire che ho rivisitato un pezzo di BD, quindi se dovesse capitarvi di riconoscere qualcosa, é normale.

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Capitolo 30
*** Capitolo 30 ***


ATTENZIONE: Anche in questo capitolo ho ripreso una parte di BD, ma non l'ho copiata. É solo un po' rivisitata da parte mia. Mi sembrava leale avvertire, grazie a chi leggerà.


Quando Bella si svegliò, si accorse di essere in un grande letto matrimoniale. Si stiracchiò prima di girarsi e vedere la faccia sorridente di suo marito.
-Buongiorno... hai dormito bene?
-Una meraviglia. Vorrei poterti chiedere lo stesso, ma so che tu non dormi mai...
-Noi vampiri non ne abbiamo bisogno.
-Presto non ne avrò più bisogno nemmeno io. Vero?
-Si, e ci dovremo anche sbrigare. Io non vorrei toglierti la vita in questo modo, ma non voglio che i Volturi ti facciano del male. Perciò...
La ragazza annuì. Di sicuro non l'avrebbero lasciata vivere se fosse rimasta umana, ma d'altronde lei non voleva nemmeno rimanerlo...
-Quando sarà?
-Dopo la luna di miele. Non vuoi certo passarla a letto, no?
Lo sguardo di lei si illuminò di una luce maliziosa.
-Non a contorcermi di dolore, ma per altri motivi...
Edward sorrise, e si avvicinò a baciarla. Stavolta, però, si stacco subito.
-Meglio che vada a prepararti qualcosa da mangiare, é ora di colazione per gli umani.
Bella rise. Ormai, quella frase che con cui le faceva presenti le sue debolezze, la diceva ogni volta per non subire più lo scherzetto che lei gli aveva fatto secoli prima facendogli credere di essere spaventata.
Edward scese al piano di sotto, mentre Bella si vestiva sorridendo al ricordo della sera prima. A guastare la sua allegria, un ricordo vago del sogno della notte prima.
Ricordava poco, ma quel tanto che bastava per darle da pensare. Arrivò in cucina seguendo l'odore invitante delle frittelle dolci che Edward mise sul tavolo dopo averle inondate di sciroppo d'acero.
-Uhm, mi vuoi tutta ciccia e brufoli?
-Cambierebbe qualcosa?-rispose lui guardandola beffardo.
-Cosa vorresti dire, che sono grassa?
-No, tesoro. Solo che dovresti approfittarne finché sei umana, dato che da vampira non le potrai più mangiare.
Bella rabbrividì. Quello della sete era l'unico aspetto dell'imminente trasformazione che la spaventava, ma iniziò subito a mangiare per non fare leggere a Edward la sua espressione.
-Caspita, ma sono buonissime! Non é che nell'altra vita eri un cuoco?
-No, ero un semplice adolescente. Tu, piuttosto, cosa mi nascondi?
-Eh? Non capisco cosa vuoi dire...
-Bella, sono morto ma non sono stupido. La tua espressione non mi piace, cosa ti turba?
La ragazza si morse un labbro. Era il caso di dirglielo? In fondo era solo un sogno...
-Ma nulla... solo un sogno...
-Raccontamelo, dai.
Lei ispirò prima di parlare.
-Ecco, nulla di preoccupante. Solo... ho sognato che Jacob...
Si interruppe nel sentire suo marito ringhiare al nome del rivale.
-Cosa faceva quel cane?
-Ecco, ho sognato che avrebbe portato via nostro figlio. Voglio dire, nel mio sogno io avevo appena partorito un bambino e Jacob me lo strappava dalle braccia dicendo che quella creatura non meritava di vivere in quanto mezza umana e mezza vampira.
Edward si alzò da dove era seduto per abbracciare Bella, che aveva appena finito di mangiare e si stava alzando per lavare il piatto.
-Non devi pensarci, capito? Quel cane non si avvicinerà a te mai più, inoltre credo non sia possibile che tu possa avere un figlio mio. Sono morto, ricordi?
-Si che lo ricordo, ma... oh!
Bella, era caduta in un'altra trance, che le fece avere una visione dopo tanto tempo.
Vide un bambino bellissimo, dagli occhi azzurri piangere di disperazione tra le braccia di una donna dai capelli biondi che si preparava ad ucciderlo.
Quando si riscosse, le gambe non la reggevano e dovette aggrapparsi ad Edward con tutte le sue forze per non cadere.
-Amore, cosa c'é?
-Un'altra visione... stavolta ho visto una donna bionda che cercava di uccidere nostro figlio. Edward, sii sincero per favore: c'é qualcos'altro che devo ricordare?
-Che io sappia no. Ormai, é da quando hai smesso di essere Amber che non hai più visioni e questo mi preoccupa...
-Beh, per adesso non voglio pensarci. La giornata é splendida e voglio uscire ad esplorare un po' di quest'isola, ti va?
Il vampiro assentì e la condusse fuori, dove le fece mettere un boccaglio e una maschera da sub per partire alla scoperta della barriera corallina. Lui, naturalmente non ne aveva bisogno.
Uscirono dal mare solo quando la ragazza fu troppo esausta per continuare a nuotare, e anche affamata.
-Hai fame?
-Si, un po'. A proposito, da quanto non vai a caccia?
-Non ce n'é ancora bisogno-si lamentò lui.
-Edward, guardami. Nemmeno io sono stupida, e so che hai assolutamente bisogno di andare a caccia. Non voglio che tu stia male, e aggiungo che se non vai non mangerò nemmeno io.
Il vampiro la guardò negli occhi e scorse il suo sguardo risoluto che lo persuase ad ascoltare sua moglie.
Bella si diresse verso casa per prepararsi qualcosa da mangiare, dato che moriva di fame. Quella nuotata l'aveva sfiancata e non se l'aspettava.
Aprì il frigo e tirò fuori dei pomodori che avrebbe fatto in insalata. Faceva così caldo che aveva voglia di qualcosa di fresco in assenza di Edward...
Li mangiò con molto gusto, scoprendosi più affamata di quanto si aspettasse. Quando finì, lavò il piatto e andò in salotto per guardare un film.
Prima che finissero i titoli di presentazione, la ragazza sprofondò nel sonno e a farle compagnia tornò la donna bionda.


Allora, é un bel capitolo? Ho inserito altre visioni e questa strana donna bionda, e chiarirò tutto nei prossimi capitoli.
Bacioni,
Kikyo90

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Capitolo 31
*** Capitolo 31 ***


-Chi sei?
-Sono il tuo incubo peggiore... me la pagherai per quello che mi hai fatto...
-Ma io non ti ho fatto niente. Nemmeno ti conosco!
-Questo lo dici tu, stupida umana. Il tuo prezioso figliolo, verrà con me...

Ad un certo punto, la donna bionda sparì per lasciare spazio all'apparizione di Jacob che la guardava con occhi malefici mentre teneva in braccio il suo splendido bambino.
Quell'immagine la svegliò di soprassalto, e quando alzò la testa dal divano vide che c'era Edward a guardarla.
-Ciao... da quanto tempo sei li?
-Giusto in tempo per ammirarti. Stavi per caso facendo un incubo?
-Si... ancora quella donna bionda e poi di nuovo Jacob che si portava via il bambino e... oh no!
Bella venne scossa da un conato di vomito e dovette scappare in bagno con una mano premuta sulla bocca, in preda ad un attacco violento.
-Bella...
-Tutto a posto...-gracchiò la ragazza quando si fu ripresa e sciacquata la bocca.-non preoccuparti. Non sarà nulla...
-Tesoro, anche se sono un vampiro maschio e sono morto capisco cosa vuol dire quando una donna ha le voglie e vomita subito dopo.
-Ma Edward... quali voglie?
Il marito la portò in cucina e le indicò con il gesto della mano il piano di cottura, pieno di ogni cosa di genere alimentare.
-Ero convinta di aver ordinato tutto. Davvero ho fatto fuori tutta quella roba?
-A quanto pare... ma c'é un solo modo per sapere se sei incinta.
-Già...
La ragazza andò in camera da letto per cercare qualcosa nella sua valigia. Mentre sollevava i vestiti, pensava se Alice avesse visto qualcosa.
-Edward, nell'eventualità che io sia... beh, non dovremmo sentire Alice? Magari lei vede o ha visto qualcosa.
-Vedremo...
Intanto, Bella aveva trovato un test di gravidanza che però non aveva messo lei in valigia. Uno sguardo a Edward le bastò per capire che sicuramente Alice sapeva qualcosa.
La ragazza fece il test e scoprì di essere incinta, ma era troppo presto. Non era passato molto tempo dal matrimonio e da quando lo avevano fatto... ma era passato abbastanza tempo da quando lei aveva ricordato e prima lo avevano fatto, mentre erano Amber e Patrick.
-Senti, Edward... il bambino potrebbe essere stato concepito mentre eri ancora umano, no?
-Forse, ma non credo. Sono passati sei mesi e più, troppi.
-Già. So anche io che il corpo di una donna non ci mette più di due mesi a registrare una gravidanza, in una situazione normale. Volevo solo convincermi che andrà tutto bene e che anche il bambino...
Edward abbracciò la moglie che adesso era scoppiata in lacrime, al pensiero che potesse succedere qualcosa al figlio che portava in grembo. Proprio adesso che i Volturi si erano decisi a lasciarli in pace, arrivava qualcos'altro a turbare la loro pace.
-Come faremo con la trasformazione?
-Adesso telefono a Carlisle per chiedere informazioni. Sicuramente dovremo rientrare in modo che possa visitarti e poi lui deciderà il da farsi. Se non ti trasformerò in fretta, i Volturi torneranno a farci visita e non posso permetterlo.
Bella annuì e mentre lui telefonava a Carlisle, lei cominciò a preparare la sua valigia anche se erano rimasti così pochi giorni che non aveva avuto molto bisogno di disfarla. Più che altro, avevano passato molto tempo in camera da letto...
-Pronto?
-Rose, sono Edward. Posso parlare con Carlisle?
-Si, certo. Te lo chiamo subito, ma cosa é successo?
-Te lo spiego dopo, passamelo per favore.
La vampira lo fece, poiché aveva notato nella voce del fratello una nota di urgenza.
-Edward, cosa succede?
-Carlisle, Bella é incinta. Adesso, non sappiamo se il bambino sia stato concepito mentre ero ancora umano o adesso in luna di miele. Cosa possiamo fare?
-Prima di tutto, mantenere la calma. Comunque, é meglio che partiate e torniate a casa in modo che io la possa visitare per vedere se corre pericoli. Stavo preparando le apparecchiature dato che Alice aveva visto che sarebbe accaduto...
-Per caso ha visto anche se Bella é in pericolo?
-No, purtroppo. La sua vista é offuscata come quando cerca di vedere i licantropi, anche se l'ultima volta non aveva avuto problemi con Jacob... ma qualunque cosa sia ce la caveremo. Basta che tu la riporti qui, d'accordo?
-Si, ci vediamo.
Attaccò la cornetta e si diresse in camera da letto per vedere come stava Bella. Era seduta sul letto, con un'espressione assorta e una mano premuta sul ventre. Si vedeva lontano un miglio che voleva quel bambino, ma non avrebbe permesso che lei morisse solo per darlo alla luce. Non ora che aveva trovato la sua anima gemella...
Il vampiro le si avvicinò e le si sedette accanto, prendendo la mano che teneva sulla pancia e premendosela sul viso per poi abbracciarla.
-Andrà tutto bene, amore.
-Cosa ti ha detto Carlisle?
-Che dobbiamo tornare a casa. Lui é molto allarmato anche se cerca di non darlo a vedere, perché teme che il feto sia un pericolo per la tua salute e vuole visitarti. Ha detto anche che Alice aveva visto...
I due uscirono di casa, diretti alla barca che li aveva condotti fin lì, sull'isola paradisiaca che aveva dato luogo ad un nuovo incubo.

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Capitolo 32
*** Capitolo 32 ***


Il viaggio sembrò durare molto più del precedente, ma era una cosa dovuta all'ansia. Cosa sarebbe successo al bambino che lei portava in grembo? Non voleva separarsene, anche a costo della sua stessa vita ma Edward non lo avrebbe permesso.
Le faceva male pensare che lui non considerava l'idea di avere un figlio come un evento eccezionale e bellissimo, ma sapeva che era solo preoccupato per lei e per la sua vita. Dopotutto, dovevano anche sbrigarsi con la trasformazione e il bambino rallentava le cose.
-Edward... non mi importa.
-Cosa?
-Il fatto che il bambino ritardi la mia trasformazione. Te l'ho già detto che voglio tenerlo, vero?
-Si, e io ti ho detto anche che non voglio perderti. Perciò, prima di fare progetti aspettiamo il verdetto di Carlisle.
Bella annuì mentre scendevano dall'aereo e andavano in contro ad Emmett, che era andato a prenderli all'aeroporto.
-Ehi, come state?
-Bene, grazie. Sei venuto solo?
-Si, Carlisle e gli altri stanno preparando le attrezzature giuste per visitare Bella. Hanno detto che per un po' é meglio che non vi vedano in giro, altrimenti dovrete fornire ad Eleanor e Luke spiegazioni che non potete dare.
Bella rabbrividì al ricordo di come Charlie e Renée erano stati rapiti dopo essere venuti a parte del segreto e infine uccisi. Non avrebbe assolutamente permesso che accadesse di nuovo.
Salirono tutti quanti sulla jeep di Emmett e arrivarono a casa Cullen in un attimo. A quanto pare, la velocità era un vizio di famiglia...
Appena entrarono, Bella fu travolta dal tornado Alice che si precipitò ad abbracciarla.
-Ehi, siete tornati! Come stai sorellina?
-Meglio di quanto potessi aspettarmi, dato quello che é successo.
Alice si morse il labbro, pensierosa. Lei aveva visto, ma non abbastanza da sapere a cosa avrebbe portato la gravidanza di Bella.
-Mi dispiace tanto...
-E di cosa?
-Di non averti potuta avvertire in tempo. Mi sento in colpa, adesso tu rischi e...
-Alice, non preoccuparti. Non devi sentirti in colpa, io non ce l'ho affatto con te e nemmeno Edward.
-Va bene. Però cercherò lo stesso di vedere come si evolverà la situazione, stai tranquilla.
-Io lo sono, Alice. Non sono agitata e anche se ti sembrerà strano, non ho nemmeno paura. L'unica cosa che mi importa adesso é di salvare il figlio mio e di Edward.
In quel momento, Carlisle fece il suo ingresso in salotto e chiamò la ragazza per visitarla. Per quanto ne sapeva, la situazione era urgente e non c'era tempo da perdere.
La condusse al piano di sopra, dove doveva esserci il suo studio che era stato sostituito con le varie attrezzature mediche. La fece distendere sul lettino per farle un'ecografia, ma la macchina non riusciva a visualizzare completamente il feto.
-Carlisle, cosa succede?
-Non lo so proprio... adesso preleverò un campione di sangue per analizzarlo, così potremo regolarci su cosa fare...
Preparò la siringa apposita e, dopo averla medicata, ripose il sangue in una provetta che avrebbe successivamente analizzato.
-Posso alzarmi?
-Si, vai pure. Devi cercare di fare meno sforzi possibile, d'accordo?
-Si.
Mentre lei stava per uscire, Carlisle la chiamò facendola girare.
-Bella?
-Si?
-Vi salveremo entrambi, vedrai.
Bella annuì e uscì dalla porta per andare in camera di Edward, dove ormai dormiva permanentemente. Inoltre, ora erano anche sposati.
Quando entrò, vide un letto pieno di fiori e sul cuscino dalla sua parte vide qualcosa di tremendamente imbarazzante. Era un completino rosso a dir poco indecente, e lei aveva anche una vaga idea di come fosse finito lì.
“Rose... ma le sembra forse questo il momento di scherzare?”
Si sedette sul letto e stava per sdraiarsi, quando sentì bussare alla porta.
-Si, chi é?
-Sono Emmett, posso entrare?
-Emmett? Si, certo...
Il muscoloso vampiro entrò nella stanza e si andò a sedere vicino alla ragazza.
-Com'é andata la visita?
-Bene, credo. Carlisle ha detto che ci salverà entrambi... lo spero, perché io voglio questo bambino...
Le lacrime minacciavano di uscire da un momento all'altro e, senza pensarci, poggiò la testa sulla spalla di Emmett per cercare un po' di conforto. Quando si rese conto di quello che aveva fatto, arrossì e si imbarazzò ancora di più quando si accorse che lui l'aveva abbracciata.
-Scusa, sono depressa e...
Il vampiro non sembrava voler mollare la presa su di lei, anzi. Portò le mani a carezzarle lentamente il viso, per poi avvicinarla a sé per baciarla.

 

Prima di tutto... BUON NATALE A TUTTI QUANTI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Cosa ve ne pare di questo capitoletto? Spero vi piaccia e che commentiate in tanti!!!!!!!!!

So che il finale di questo capitolo vi potrà sembrare strano, ma non temete: alla fine spiegherò tutto e svelerò il mistero...

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Capitolo 33
*** Capitolo 33 ***


Bella rimase pietrificata mentre Emmett, resosi conto di quello che aveva fatto, si staccò di colpo balbettando una scusa dopo l'altra.
-S-scusa, non so cosa mi sia preso... me ne vado..
Uscì dalla camera lasciando una Bella ancora più perplessa.
“Cosa diavolo gli sarà preso? Mi ha baciata e... adesso come lo dico ad Edward? E a Rose? Accidenti...”
La vampira bionda aveva appena smesso di odiarla e se avesse saputo quello che suo marito aveva fatto avrebbe creduto che Bella stessa lo aveva stuzzicato. Per Edward, non c'erano problemi; infatti lui lo avrebbe sicuramente letto nel pensiero del fratello...
Poco dopo, Edward entrò nella camera per vedere come stava la moglie e non sembrava essere arrabbiato. Possibile che non avesse sentito il pensiero di Emmett? O piuttosto, era lui ad essere bravo a nasconderlo?
La cosa sicura, era che Emmett era sembrato un momento deciso e sicuro di sé mentre subito dopo il bacio si era imbarazzato talmente da sembrare un'altra persona... quanto a lei, era rimasta talmente sorpresa da non riuscire a muoversi per ritrarsi. Ora come ora, non avrebbe nemmeno saputo dire le sensazioni provate...
Il vampiro abbracciò sua moglie Bella e quando anche lei gli cinse le spalle, ebbe l'ennesima visione.
Era sempre la solita donna bionda, di cui non riconosceva il viso che avanzava minacciosa verso di lei, con i denti scoperti e un ringhio appena uscito dalla gola. Quella donna era una vampira e lei avrebbe giurato di averla già vista...
-Bella, stai bene?
-Un'altra visione... ancora quella bionda. Sono sicura che é una vampira, l'ho vista mostrare i denti... ho la sensazione di dover ricordare qualcos'altro ma non so cosa, accidenti!
-Andiamo da Carlisle... la cosa non mi piace per niente...
Il medico era nel suo studio, impegnato ad analizzare il sangue di Bella perciò i due dovettero scendere al piano di sotto, in salotto dove trovarono tutti gli altri.
Alice era seduta sul divano, tranquillamente abbracciata a Jasper mentre Rosalie stava smaltandosi le unghie. Esme era seduta sulla poltrona intenta a ricamare e Emmett stava guardando la TV solo che, quando si accorse della presenza della sua cognata umana si dileguò accampando la scusa della caccia.
-Em, ma cosa ti é preso?
-Niente, Rose... solo che ho bisogno di evadere...
Per tutto il tempo, Bella aveva evitato di guardarlo e si era accomodata accanto a Rosalie mentre Edward tornava di sopra per parlare con suo padre.
-Allora, Bella come va?
-Non bene. Continuo ad avere delle visioni e non capisco perché... che voi sappiate devo ricordare qualcos'altro?
Scossero tutti la testa in segno di diniego.
-Cosa vedi?
-Un sacco di cose Alice...  vedo Jacob che vuole portare via mio figlio, ma vedo anche una donna bionda che credo di conoscere e anche lei vuole portarmi via il bambino. Non ci capisco più niente...
-Cara, e se queste visioni non fossero fatte per ricordare qualcosa ma per avvertirci tutti quanti di un pericolo imminente?
-Non so, Esme, può darsi. D'altronde, le visioni di Alice sono andate in tilt se é riuscita a vedere Jake...
Quella era una cosa che nessuno capiva. Di norma, Alice non vedeva i licantropi ma aveva visto Jacob andare dai Volturi. Adesso, non riusciva a vedere la donna bionda che poteva essere vista da Bella... questo era terribilmente frustrante ma non potevano farci nulla.
Intanto, Edward era tornato e aveva notizie da parte di Carlisle. Per fortuna, buone notizie...
Erano tutti felici che la ragazza non corresse inutili rischi e si abbracciarono, ma quando Bella e Alice si sfiorarono le loro facce si tinsero di orrore. Stavano avendo entrambe la stessa visione...
Quando uscirono dallo stato di trance, Bella tremava.
-Tesoro, cosa avete visto?
-Alice, cosa...-Jasper si era precipitato ad abbracciare sua moglie.
-Ci attaccheranno... neonati...
-Capeggiati da una vampira bionda. Edward, é quella che ho visto fin dalla luna di miele; quella che voleva portarci via il nostro bambino insieme a Jacob...
Del suo ex migliore amico, non aveva avuto più notizie e la cosa la preoccupava. Non solo perché non sapeva dove fosse, ma anche perché temeva potesse veramente essere coinvolto in tutto questo. I suoi compagni lo avevano bandito dal branco e, dopo il quasi attacco dei Volturi erano tornati nella loro riserva di La Push. Adesso, non sapevano se fosse il caso di richiamare loro e i Denali per chiedere aiuto...
-Alice, quanto tempo abbiamo?
-Non lo so con precisione. Abbiamo solo visto i neonati avvicinarsi e in testa la vampira bionda... Bella, ti sembrerà strano ma anche io credo di aver già visto quella tizia...
Non avendo tempo da perdere, decisero che la cosa migliore fosse quella di cominciare ad allenare Bella, dato che non correva pericoli.
-Emmett, torni giusto in tempo. Saremo attaccati tra non si sa quanto tempo e dobbiamo allenare Bella.. tu che sei il più forte tra noi, le insegnerai quello che sai, va bene?
I due si guardarono, avendo entrambi la certezza che quell'addestramento sarebbe stato molto lungo...


Allora, il mistero si infittisce. Chi mai sarà questa fantomatica vampira bionda? E cosa c'entra Jake in tutto questo? Eh eh, chi leggerà lo saprà... ^__^

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Capitolo 34
*** Capitolo 34 ***


_Niki_: Lo so che ancora non é saltato fuori il motivo del bacio di Emmett a Bella, ma non temere: più avanti svelerò tutto l'arcano. ^__^


Emmett e Bella erano in giardino, da soli e quasi pronti all'allenamento. La ragazza era imbarazzata, e il vampiro non sapeva da che parte guardare. Solo, lei si chiedeva come Edward non avesse letto la mente di suo fratello...
-Bella, prima di tutto voglio scusarmi ancora. Non so cosa mi sia preso per baciarti, ma...
-Non preoccuparti... allora, cominciamo?
Avrebbero anche iniziato ad allenarsi, se Edward non si fosse precipitato come un lampo su suo fratello afferrandolo per la gola con una mano, inchiodando Emmett ad un albero.
-Cosa avresti fatto tu?
-Ehm, Edward... ascoltami prima di staccarmi il collo, d'accordo?
-E sia. Ti concedo un minuto per spiegarmi perché diavolo  avresti baciato mia moglie... sei stato bravo a nascondere il tuo pensiero, eh?
Il vampiro mollò la presa su suo fratello, che iniziò a parlare dopo essersi massaggiato la gola. Certo, doveva anche aspettarsi una simile reazione...
La ragazza se ne stava in silenzio, sentendosi tremendamente in colpa nei confronti di suo marito.
-Edward, io ero entrato nella vostra stanza per chiedere a Bella notizie della visita fattale da Carlisle. Lei era seduta sul letto, affranta all'idea di poter perdere vostro figlio e io senza pensarci l'ho abbracciata per confortarla... non so nemmeno io come sia successo, ma mi sono sentito sopraffare da una forza incontrollabile e mi sono trovato a baciarla.
Edward ringhiò di disappunto.
-Non ti aspetti che ti creda, vero? E tu, Bella, perché glielo hai lasciato fare, eh?
-Io... non me lo aspettavo.. mi ha stupita e... comunque, si é staccato subito dopo chiedendo mille scuse.
-Davvero?
-Fratello, per me c'é solo Rose. Prima che mi interrompessi, stavo dicendo che dopo averla baciata ho sentito quella forza abbandonarmi e mi sono reso conto di quello che avevo combinato. Poi, é come ha detto Bella: mi sono staccato subito, le ho chiesto scusa e me ne sono andato.
Edward parve rifletterci sopra, prima di fare un qualche cenno con cui mostrare il suo perdono per Emmett.
-D'accordo, ma che non succeda più...
Bella sorrise a suo marito, lieta che avesse deciso di perdonare lei ed Emmett e si liberò finalmente della tensione che si era impossessata di lei, cominciando l'allenamento con l'assistenza di Edward.
-Bella, non devi abbassare la guardia. Se lo fai, per te é finita e i neonati ti attaccheranno...
-Io continuo a dire che lei non dovrebbe combattere. Che possibilità potrebbe avere lei come umana contro dei vampiri neonati?
-Hai ragione. Ma Carlisle ha detto che non ci sono altre soluzioni e potremmo essere attaccati da un momento all'altro. Abbiamo bisogno di tutto l'aiuto possibile...
Edward si prese la testa tra le mani, frustrato. L'ultima cosa che voleva era quella di esporre sua moglie a inutili rischi. Ma forse...
Mentre gli altri due lo guardavano attoniti, lui si fiondò di corsa in casa, avendo avuto un'improvvisa idea che poteva salvare tutti, Bella compresa.
-Carlisle... sei davvero convinto che Bella debba combattere? Da umana?
-Non sappiamo quando ci attaccheranno, e quando lo faranno lei sarà la prima persona che cercheranno. In quel caso, dovrà essere ben preparata...
-Ma non potremmo trasformarla? Hai detto che il bambino cresce molto lentamente, perciò magari...
-Non sappiamo come reagirebbe, e sappiamo bene entrambi che tua moglie non vuole che vostro figlio non corra rischi. Se vuoi posso farle nuove analisi, ma sarebbe comunque rischioso.
-Perché?
-Pensa se i neonati arrivassero in piena trasformazione, cosa accadrebbe?
-Tu intanto falle quelle analisi. Non intendo lasciarla combattere in forma umana...
Edward tornò fuori, ringhiando quasi quando vide Bella con la schiena contro un albero ed Emmett appiccicato a lei.
-Fratellino, stavo solo mostrandole una mossa vincente...
-Non ce ne sarà bisogno, forse...
-Tesoro, cosa vuoi dire?
Edward le disse che Carlisle le avrebbe fatto delle nuove analisi, per vedere se era possibile trasformarla mentre era ancora incinta. In questo caso, non avrebbero avuto problemi e sarebbero stati tranquilli sul parto di Bella. Non sapevano come il feto si sarebbe comportato, in quanto figlio di un vampiro e Edward voleva che sua moglie fosse al sicuro anche da questo lato.
-Amore, ma non sappiamo quando ci attaccheranno.
-Lo so, ma tu non combatterai in forma umana. Non te lo permetto...
Si abbracciarono, mentre rientravano in casa trovando Carlisle pronto a prelevarle un altro campione di sangue.
-Se questo bambino non correrà rischi, potremmo anche decidere di trasformarti.
-Sarà Edward a farlo?
-Si, lo farà lui.
Bella sorrise, contenta che a renderla immortale fosse il suo unico ed eterno amore. Si sedettero sul divano, quando Alice annunciò un'altra visione.
-La neve...

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Capitolo 35
*** Capitolo 35 ***


-Cosa vuoi dire?
-Quando arriveranno... ci sarà la neve. Quindi, possiamo dire che arriveranno tra non meno di un mese.
Carlisle era appena tornato in salotto.
-Bella, ho terminato di analizzare il tuo sangue. Secondo i risultati, la tua trasformazione non nuocerebbe in nessun modo al bambino perciò...
La ragazza annuì, ma poi si fece pensierosa. Non voleva dimenticare i suoi attuali genitori e non avrebbe potuto certo incontrarli nella veste di vampira neonata.
-Io.. voglio andare a trovare Eleanor e Luke. Prima di diventare troppo pericolosa per loro, li voglio rivedere.
Edward la capì e si offrì di accompagnarla. Avrebbero pensato durante il tragitto a cosa raccontare loro per tenerli lontani dai guai...
Quando arrivarono alla casa che prima era di Bella, la ragazza fece un profondo sospiro prima di parlare. Naturalmente, per loro due dovevano rimanere Amber e Patrick.
Fu Eleanor ad aprire che, una volta vista la figlia, fece un gridolino di gioia prima di abbracciarla e di tirarla in casa e trascinarla in salotto da Luke.
-Guarda chi é tornato, tesoro..
-Amber, Patrick! Quando siete tornati dal viaggio di nozze?
-Solo ieri. Saremmo venuti a trovarvi, ma Amber era troppo stanca per il viaggio.. voi come state?
-Oh, noi benissimo. Vi fermate a cena?
-Grazie per l'invito, ma oggi non possiamo. Magari un giorno possiamo organizzare una cena riunendo le due famiglie, cosa ve ne pare?
-A me sembra una buona idea, Patrick. Tu, Amber, come stai?
-Sto benissimo, mamma. Sono tutta intera, segno che non ho ancora tentato di cucinare qualcosa.
Eleanor e Luke risero. Si ricordavano fin troppo bene i casini che la figlia era capace di combinare se si metteva ai fornelli, mentre Bella pensava che sembrava passata un'eternità da quando si era bruciata cercando di fare una semplice frittata...
-Bene, si sta facendo tardi. Eleanor, Luke, mi ha fatto molto piacere rivedervi.
-Anche a noi, Patrick. Magari verremo a trovarvi in questi giorni, va bene?
Edward nascose la sua preoccupazione inventando una scusa al momento.
-A dire il vero, nei prossimi giorni non saremo qui a Forks.
-A no? Dove andrete?
-Bel... ehm, Amber ed io ci iscriveremo ad un college lontano da qui. Non so se lo conoscete, il “Paramount College”. Dicono che sia uno dei migliori...
-Si, io lo conosco. Il figlio di uno dei ragazzi alla centrale lo ha scelto proprio per questo motivo... beh, ragazzi, congratulazioni.
I due uscirono dalla casa dei genitori di lei per tornare alla villa dei Cullen, dove dovevano mettere a punto un altro piano di difesa.
-Edward, mi trasformerai?
-Si, Bella. Non abbiamo altra soluzione...
Entrarono in casa, dove Alice li stava aspettando per condurli nello studio medico di Carlisle.
-Bella, sei pronta?
-Non tanto, Alice ma fa lo stesso. Ho sempre voluto essere trasformata e adesso ne ho finalmente l'occasione.
Il medico li accolse nella stanza che aveva appositamente preparato per Bella, dove c'era un morbido e grande letto che sarebbe servito alla ragazza durante i suoi tre giorni di incoscienza.
L'uomo fece distendere la nuora su questo e diede a Edward il via libera all'azione.
-Bella... ti farà male.
-Lo immagino, ma non importa. Procedi...
Edward la baciò leggermente le labbra, per poi scendere sul suo collo e baciare anche quello. Ad un certo punto, morse dove si trovava la giugulare di sua moglie succhiando il dolce sangue di lei che lo aveva sempre attratto come una droga.
Riuscì a fermarsi in tempo, prima di prosciugarla del tutto, per vederla contorcersi dal dolore inarcando la schiena e gridando a squarciagola.
-Bella, tesoro! Sono qui...
-Edward, adesso non può sentirti. Soffrirà, ma é inevitabile come hai sofferto tu ed io prima di te... adesso dobbiamo solo lasciarla stare per tre giorni e poi pensare alle misure cautelari da prendere quando si sveglierà. Dopotutto, sarà sempre una neonata...
Edward annuì, incapace però di mollare la mano di lei e desiderando di poter alleviare le sue sofferenze prendendosi un po' del suo dolore...


Vi piace questo capitolo? Fatemi sapere se per la trasformazione preferite un POV di Bella o se preferite che continui così ^__^

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Capitolo 36
*** Capitolo 36 ***


***BELLA POV***

Dolore. Tremendo dolore. É solo questo che riesco a sentire in questo momento.
Il mio corpo sta andando a fuoco e non riesco a trovare nessun modo per spegnerlo. Non sento niente, tranne la mano di Edward che stringe la mia in questo momento di agonia. Inarco la schiena, pregando con tutto il cuore che il mio bambino si possa davvero salvare come ha detto Carlisle. Questo é il mio unico desiderio...
Non so quanto tempo sono rimasta priva di coscienza, ma all'improvviso sento scemare ogni dolore e mi accorgo di non stare respirando. Stranamente, il mio corpo non ne ha bisogno...

***FINE BELLA POV***

-Carlisle, vieni presto!
-Cosa c'é?
-Si é svegliata...
Non solo il medico, ma tutti si avvicinarono con molta cautela alla nuova vampira che si era appena svegliata.
La ragazza si alzò dal letto con uno scatto fulmineo e stranamente senza cadere o inciampare.
-Bella... come ti senti?
-Io sto benissimo, Carlisle. Perché siete tutti così guardinghi?
L'uomo la guardò accigliato. Gli sembrava che la ragazza fosse abbastanza sotto controllo ma non era il caso di fidarsi troppo.
-Bella, tu sei una neonata adesso...
-Si, lo so. E allora? Piuttosto, non potresti visitarmi per vedere come sta mio figlio?
Il medico la condusse dove teneva le apparecchiature giuste e la fece sdraiare per farle un'ecografia, che mostrò il feto in piena salute. Il bambino cresceva molto lentamente, perciò ci sarebbero voluti sicuramente più dei tradizionali nove mesi.
-Tuo figlio sta benissimo, é molto forte. Però, devo raccomandare una cosa a te e ad Edward: finché non nascerà, dovreste fare a meno di... beh, hai capito, no?
La neo-vampira annuì, sconsolata per il fatto di non poter avere suo marito per non si sa quanti mesi e sorpresa che riuscisse a controllarsi così bene. Dopotutto, era una neonata ed era noto che i neo vampiri erano assetati e pericolosi nel primo anno di vita.
Ora che ci pensava, si sentiva ardere la gola e la sete minacciava di sopraffarla.
-Edward...
-Si, lo so. Dobbiamo andare a caccia, vero?
-Si. La gola mi brucia per la sete e di sicuro ha fame anche il bambino...

***
-Aro, é stata trasformata.
-Si, lo so. L'ho sentito già tre giorni fa, non abbiamo più motivo di andare da loro.
-Ma come? Hai già dimenticato che é incinta?
-Jacob, sinceramente non me ne può importare di meno; sapevo della gravidanza di lei, ma quel bambino é stato legalmente concepito mentre Bella era umana. Perciò, non é faccenda che riguardi noi Volturi... ragazzo, il tuo odore mi é familiare...
Jacob impallidì per la seconda volta, prima di rispondere.
-É l'odore dei licantropi...
-No. Te l'ho già detto che odori come un vampiro, e prima o poi ricorderò anche dove l'ho sentito... a meno che non me lo voglia dire tu...
-I-io non ho nulla da dirti...
Il ragazzo-lupo scappò in direzione della foresta, stranamente senza trasformarsi.
“Quel tipo non me la racconta giusta... non puzza di lupo, e questo non é normale. Neanche il fatto che non si sia presentato dai Cullen sette mesi fa mi piace troppo... che l'abbia fatto per evitare di farsi riconoscere da quei vampiri?”

***
-Edward, dove mi porterai a cacciare?
-In un luogo molto distante da qui, dove saremo sicuri di non trovare umani nei paraggi. Non possiamo rischiare che tu perda il controllo...
-Ma io mi sento benissimo...
-Ma se sentissi l'odore del sangue umano sarebbe molto difficile per te decidere di non attaccarli. Credimi...
La vampira annuì, contenta che finalmente Edward esaudisse uno dei suoi sogni da umana: portarla a caccia con lui. Tuttavia, mentre lo guardava per capire i movimenti giusti da compiere, fu lieta che lui non l'avesse mai portata con sé.
-Adesso ti capisco... probabilmente, se tu mi avessi portata prima con te sarei scappata a gambe levate per la paura.
-Lo so... tu non eri coraggiosa, eri solo molto testarda e volevi farmi credere che nulla ti spaventasse. Piuttosto, non avevi sete?
Bella si voltò verso il branco di alci che si era dileguato dopo l'attacco di Edward e lo raggiunse, rincorrendo e agguantando il più grosso dissanguandolo dopo un istante.
Quando ebbe finito, scoprì di essere un mezzo disastro col vestito sbrindellato e la faccia tutta sporca di sangue.
-Sei un impiastro,-la prese in giro lui- non riesci nemmeno a cacciare in modo decente...
-Ha parlato il vampiro con un secolo di esperienza!
Bella si avvicinò a Eduard, abbracciandolo e protendendosi verso di lui per baciarlo. Il vampiro sembrò cedere, ma poi si ritrasse all'improvviso.
-Cosa c'é?
-Carlisle ha detto che dobbiamo evitare i contatti di questo tipo... perciò, é meglio stare a cuccia.
Pur ritenendola una cosa esagerata, Bella si limitò a tenere suo marito per mano mentre tornavano a casa.

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Capitolo 37
*** Capitolo 37 ***


-Bene,-disse Carlisle appena i due piccioncini tornarono a casa-adesso possiamo cominciare ad allenarti sul serio. Emmett ti mostrerà tutte le mosse vincenti per sconfiggere quei neonati, mentre io chiamerò di nuovo il clan di Denali per aiutarci. Spero non si stufino, a forza di falsi allarmi...
Emmett e Bella si diressero in giardino, seguiti a ruota da Edward che non intendeva lasciarli soli.
-Andiamo, fratellino... non voglio certo mangiarmi tua moglie!
-Io resto comunque, per precauzione...
La vampira rise, stupita della gelosia che Edward provava per lei senza alcun motivo. Più tardi glielo avrebbe fatto notare...
-Allora, Bella-disse Emmett mettendosi in posizione d'attacco-anche se hai in te tutta la forza di un vampiro neonato devi imparare le regole basilari del combattimento. Io adesso ti attaccherò e tu dovrai provare a schivarmi...
Il vampiro le balzò addosso, ma lei lo schivò con una velocità ed una prontezza che nessuno si aspettava, mandando Emmett a sbattere contro l'albero dietro di lei. Ciò, provocò la risata divertita di Edward.
-A quanto pare stai perdendo colpi, eh?
-Tsk, é solo fortuna! La fortuna del principiante... riproviamo, ma stavolta dovrai cercare di fermarmi, ok?
-Va bene. Procedi pure...
Come prima, Emmett tentò di balzare addosso a Bella ma lei lo fermò prontamente correndo velocemente dietro di lui per intrappolargli le braccia dietro la schiena.
-Ehi, sorellina, sembra che tu sia nata per essere una vampira combattiva, sai?
-Mi sto impegnando al massimo per poter sconfiggere quei neonati... e se servirà anche Jake.
Bella si rabbuiò. Anche se ormai non sentiva più quell'enorme bisogno di lui che sentiva da umana, Jacob restava sempre il suo migliore amico e l'idea di doverlo combattere non la rallegrava affatto.
Edward si avvicinò per confortarla; benché non approvasse l'attaccamento di sua moglie per quel lupo, non riusciva a non starle vicino quando ne aveva bisogno.
Quando terminarono l'allenamento, rientrarono in casa per un'altra visita medica. Ormai, Carlisle gliene faceva due al giorno per accertarsi della salute del piccolo.

***
-Aro, dove vai?
-Sto andando dai Cullen, Marcus..
-Da solo?
-Si, e non dovete seguirmi. Non ci vado per combattere, ma per avvertirli del pericolo.
-Intendi dire...
-Esatto, proprio lui. Metterà a repentaglio la sicurezza di tutti quanti, e questo non posso permetterlo. D'altronde, l'odore che ha non mi piace affatto.
***
I Denali erano appena arrivati dai Cullen, e Tanya sembrava non vedere l'ora di buttare le braccia al collo di Edward che sciolse immediatamente l'abbraccio, conscio della gelosia di Bella.
-Allora, nuovi pericoli in vista?
-Si, purtroppo. Altrimenti non vi avremmo mai disturbati. Stiamo per essere attaccati da un esercito di neonati il cui capo potrebbe essere una vampira bionda e assetata di vendetta.
-Perché vorrebbe vendicarsi di voi?
-Non lo sappiamo. É Bella che fin da umana ha avuto visioni di lei che vuole portarle via suo figlio e l'altro giorno, con Alice, l'ha vista arrivare a capo di un esercito di vampiri. Ci aiuterete?
-Si, certo, Carlisle.
Stavano preparandosi per mettere a punto un piano di attacco e di difesa, quando udirono qualcuno suonare alla loro porta. Andò Carlisle ad aprire, e la persona che si trovò davanti lo lasciò di stucco.
-Aro, a cosa devo la tua visita?
-Sono venuto in pace, amico. Come noterai, sono solo e ciò vuol dire che non ho intenzione di combattere. Voglio solo parlarvi di un pericolo imminente che sta minacciando tutti noi... di certo ne sarete a conoscenza.
-Parli dell'esercito di neonati che arriverà tra circa un mese?
Aro annuì, mentre l'altro lo faceva entrare. La presenza del Volturo  suscitò non poche facce stupite e qualcuno si alzò anche pronto a fronteggiarlo, prima che Carlisle dicesse che lui era dalla loro parte.
-Io non ci credo. Aro, sputa il rospo e dicci cosa vuoi..
-Calmati, Tanya. Io conosco la persona che sarà a capo dell'esercito e vi garantisco che non sarà facile da sconfiggere.
-E come mai ci aiuteresti?
-Perché quella persona vuole mettere a repentaglio la segretezza di tutti noi, perciò siamo tutti sulla stessa barca. Credevo volesse uccidere solo voi e invece...
-Allora chi é?-chiese Tanya con curiosità, non abbandonando però la sua diffidenza verso Aro.
-Pazienta, ragazza. Lo scoprirete tutti a tempo debito...

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Capitolo 38
*** Capitolo 38 ***


Il tempo passava e i nostri amici vampiri erano sempre più tesi, nell'attesa che i neonati attaccassero capeggiati da una donna sconosciuta. Ancora Aro non si era deciso a dire niente sull'identità della ragazza, ma solo che aveva a che fare con Jacob.
-Cosa vuoi dire?
-Che quel lupo non puzza di lupo, semplice. Vi siete chiesti come mai non si é fatto vivo quando siamo venuti mesi fa, prima della tua trasformazione?
-Si, e ricordo che lo abbiamo chiesto anche a voi. Tu sai qualcosa?
-Beh, prima era solo un sospetto ma adesso ne sono certo. Lui non si é fatto vedere da voi per non essere riconosciuto subito, o meglio riconosciuta.
Edward aggrottò le sopracciglia.
-Cosa intendi, Aro?
-Voglio dire che in battaglia dovremo stare tutti molto attenti, ma specialmente tu e la tua Bella. Evidentemente, mentre cercava di farmi credere che volevate creare un bambino immortale, lui (o lei) si é dimenticato che io posso leggere nel pensiero e ho visto che voleva uccidere prima tutti voi Cullen e poi voleva attaccare tutti gli altri vampiri.
-Ma cosa vuol dire “lui o lei”? O é Jacob o non é Jacob...
-Pazientate, amici. Quando sarà ora saprete...
Bella si portò istintivamente una mano sul ventre, come a proteggere il suo bambino. No, non avrebbe mai permesso a nessuno di toccarlo e avrebbe ucciso chiunque avesse tentato di fargli del male.
Alice stava dirigendosi verso di loro ma si bloccò in mezzo alla stanza, con un'espressione di autentica paura. Jasper le fu accanto in un attimo.
-Alice, tesoro... cosa c'é?
-L-loro stanno arrivando. Hanno deciso di anticipare la loro “visita” e stanno arrivando con l'intenzione di eliminarci tutti quanti. Bella non é ancora allenata...
-Dove si fermeranno?
-La donna li condurrà nella radura dove abbiamo giocato a baseball, e se non andremo noi verranno loro...
La vampira cadde a terra, in ginocchio. I presenti si guardarono tutti in faccia; chi era certo di farcela e chi era convinto che quella era l'ultima volta che vedeva i suoi cari.
-Bella, sei pronta a combattere?
-Mai come adesso. Andiamo, voglio sconfiggere Jacob o chiunque sia per il bene di nostro figlio...
-Potrebbe anche essere femmina.
-No, io sono sicura che é un maschio bellissimo come suo padre.
I due si baciarono, a lungo e con passione finché Jasper non li distrasse con un intento ben più urgente.
-Ehm, ragazzi? Non vorrei disturbarvi ma staremmo andando a combattere. Non vi sembra che quello possa aspettare?
Sorrisero entrambi prima di alzarsi dal divano per seguire fuori Jasper e gli altri.
Arrivarono alla radura in un attimo, dato che non avevano dovuto prendere la macchina, ma nello spiazzo non videro nessuno. Carlisle chiese ad Alice se fosse sicura di quello che aveva visto e lei rispose che lo era al cento per cento. Aro sogghignava; forse aveva capito il trucco usato dal loro avversario e per chissà quale motivo non intendeva spiegarlo agli altri.
Dopo un po' che stavano aspettando, senza alcun risultato, decisero tutti di tornare a casa quando dal profondo della foresta spuntò un'orda di vampiri neonati che cominciò ad attaccare tutti quanti.
Bella, stranamente se la cavava a meraviglia contro i suoi nemici e non si accorse, come del resto nessuno degli altri, che Edward era scomparso.
Quando i neonati furono uccisi tutti quanti e i Cullen stavano per cantare vittoria, Aro gli disse di non lasciarsi andare a troppa euforia e di guardarsi meglio intorno.
-Non notate nulla di strano?
Bella se ne accorse per prima.
-Edward... dov'é?
-Combattendo contro quei neonati,-rispose Aro-nessuno di voi si é accorto che non c'erano né il vostro Jacob né la donna bionda. Sapete quanto l'amico Edward odi il lupo e questo ne ha approfittato per attirarlo lontano da voi.
-Vado a cercarlo!-disse Bella, colpita dall'improvvisa paura che potesse accadere qualcosa di brutto a suo marito.
-Non ce n'é bisogno. Stanno arrivando...
I Cullen erano tutti fermi nella radura, e rimasero a dir poco stupiti nel vedere le due persone che si stavano avvicinando a loro. A spaventarli, c'era il fatto che si videro arrivare di fronte due Edward.
Aro, sembrava l'unico calmo in quella situazione da paura.
Bella voleva toccarlo, ma ritrasse il braccio non sapendo quale fosse il vero Edward.
-Edward...
Una voce che sembrava provenire dall'alto parlò all'improvviso.
-Alla fine ci ritroviamo, eh maledetti Cullen? Questa é la vostra fine, é giunta la vostra ora e finalmente si compirà la mia vendetta. Vi do una chance per riconoscere il vero Edward, anche se so che non ce la farete... mi piace sapere che vi illuderete per poi morire per mano mia!
Nessuno riusciva ad identificare quella voce, né potevano sentire l'odore della persona che aveva assunto le sembianze del vampiro. Anche Aro, adesso non avrebbe più potuto fare nulla.
I Cullen si riunirono per decidere chi di loro avrebbe dovuto riconoscere il vero Edward. Si offrì di farlo Bella.
-Sei sicura di farcela?
-Si, Carlisle. Nessuno meglio di me può riconoscerlo, siamo legati da qualcosa di indistruttibile e se morisse lui morirei anche io.
La neo-vampira si diresse verso i due identici e si arrestò poco distante da loro.
-Allora, vuoi tentare la sorte? Vorresti riconoscere il tuo maritino?
-Bella, sono io quello vero. Ascoltami!
-No, non dargli retta! Scegli me, sono io quello vero!
Bella scosse la testa. Così non poteva andare, ci voleva un'altra soluzione.
-Io so come distinguere il vero Edward. Chi di voi é il mio vero marito, deve avvicinarsi e darmi un bacio.
Aggrottarono tutti quanti le sopracciglia, non capendo cosa la ragazza volesse fare con quello. Non sembrava la scelta giusta per sconfiggere un nemico...
Mentre tutti gli altri restavano in trepidante attesa, uno dei due Edward si avvicinò a Bella e la baciò con passione. Quando si staccarono, la faccia di lei era vittoriosa come non mai.
-Ora lo so... so chi é il vero Edward!

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Capitolo 39
*** Capitolo 39 ***


-Certo che lo hai capito, sono io!
-No, tu non sei mio marito. Tu sei l'impostore, Jacob!
-Ma cosa dici? Io sono il tuo adorato vampiro...
Intanto, gli altri si erano avvicinati a Bella per circondare il misterioso avversario.
-No, butta giù la maschera. E dimmi anche cosa hai fatto di Jake, mostro!
-A quanto pare sei stata brava, pivella. Mi hai smascherata... ma non credo che potrai rivedere presto il tuo amato lupo, a meno che non ti faccia uccidere senza fare resistenza.
-Te lo sogni! Mostrati per chi sei in realtà!
-E sia, anche se questo non vi faciliterà certo le cose...
Una luce scaturì dal falso Edward e quando si diradò, Bella poté vedere la donna bionda che tanto aveva affollato i suoi incubi.
-Victoria! Come hai fatto a...
-Ah ah! Ci si rivede, insulsa umana. O dovrei forse dire insulsa vampira? Non crederai di potermi mai battere, anche nel tuo nuovo stato?
Bella digrignò i denti. Vide le facce stupite degli altri Cullen e quella di Aro, perfettamente composta come al solito.
-Tu! Tu lo sapevi! Perché diamine non ce lo hai detto, eh?
-Calmati.-le disse Edward che si era appena avvicinato a lei-Non ha potuto farlo, altrimenti Victoria avrebbe scoperto tutto e saremmo stati ancora più vulnerabili. Sono contento che tu abbia capito subito chi era quello vero...
Bella lo abbracciò di slancio e se avesse potuto piangere di gioia, lo avrebbe sicuramente fatto.
-Ma che scenetta stucchevole! Devo forse dedurre che vi siete rammolliti tutti quanti?
Bella guardò Victoria con occhi dardeggianti.
-Tu! Come diavolo hai fatto a tornare in vita? Ho visto coi miei occhi che ti decapitavano e bruciavano i tuoi resti. Mi vuoi dire come fai ad essere qui?
-Visto che tra poco morirai, perché no? I tuoi amichetti erano effettivamente riusciti a sconfiggermi, ma non del tutto. Hanno commesso una terribile dimenticanza: hanno dimenticato di bruciare un pezzo del mio corpo ed io sono rinata, più forte di prima. Ora posso finalmente vendicare la morte del mio James...
Victoria si mosse per attaccare Bella, ma non si era accorta che Aro le era arrivato alle spalle e l'aveva bloccata.
-Aro... tu hai sempre saputo chi ero, non é così?
-Già. Hai forse dimenticato che io leggo nel pensiero? Dicci, cosa ne hai fatto del cane?
Victoria rise sadicamente. I suoi occhi erano totalmente folli.
-Non lo saprete certo da me...
-Sta pensando a... quando lo ha ucciso!
Bella rimase pietrificata. Si girò verso Edward con la paura stampata in faccia.
-Ne sei sicuro? Non ci credo...
-Stava pensando a quello, ma potrebbe essere un trucco.
-Il vostro lupacchiotto é nell'aldilà, insieme ai cari genitori di Bella...
Se prima la ragazza era stata spaventata, ora era assolutamente terrorizzata. Non era possibile, Luke ed Eleanor... morti?
Scoprì i denti, ringhiando.
-Mostro, dimmi dove sono!
-A cosa serve? Tanto ormai é tardi...-e ricominciò a ridere, sempre più sadicamente.
Bella sentì crescere la furia dentro di sé e non resistette alla tentazione di attaccarla. Fu così che, mentre Aro la teneva ferma, la ragazza decapitò Victoria per poi bruciarne tutti i resti. Adesso, però, come avrebbe fatto a trovare il suo amico e i suoi genitori?


Beh, che ve ne pare del colpo di scena? Lo so che questo capitolo é corto, ma scriverò di più nel prossimo. Qualcuno immaginava che Victoria fosse tornata? Ci sono altri misteri che svelerò più avanti, per adesso vi lascio ai commenti che spero siano tantissimi ^__^

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Capitolo 40
*** Capitolo 40 ***


-Bella... non dovevi ucciderla. Adesso come facciamo a trovare i tuoi genitori e quello stupido cane?
La vampira scosse la testa. Prima di pensare a quello, aveva alcune cose da chiedere e che voleva sapere.
-Carlisle, come ha fatto a tornare?
-Credo sia come ha detto lei. Quando Edward l'ha uccisa, ha dimenticato di bruciare un pezzo del suo corpo e lei é potuta rinascere. Nella nuova vita, ha cambiato aspetto (anche se non del tutto) e ha acquisito nuovi poteri come mutare forma e possedere corpi altrui. Il suo piano iniziale era quello di metterci gli uni contro gli altri in modo che ci uccidessimo e siccome non ha funzionato é passata all'attacco diretto. Prima, ha attirato Edward lontano da noi mostrandosi a lui come Jacob sapendo che così si sarebbe infuriato e lo avrebbe raggiunto.
Il fatto che dopo la rinascita abbia cambiato aspetto, spiega anche il perché Bella e Alice non l'avessero riconosciuta subito.
A quanto pareva, il povero Jake non era mai stato dai Volturi e questo spiegava perché Alice riuscisse a vederlo nelle sue premonizioni. Ora, dovevano liberare tutti quanti... Bella non voleva rivivere la morte dei suoi genitori come era accaduto con Charlie e Renée, tanti secoli prima.
All'epoca del primo rapimento, le vittime erano state nascoste dai Volturi nel loro covo ma ora non sapevano dove cercare.
-Aro, potrebbero essere nello stesso posto della prima volta?
-No, lo escludo. Victoria deve averli nascosti bene, in modo che nessuno riuscisse a trovarli e salvarli. Non li ha uccisi, voleva che morissero tra atroci sofferenze, tutti insieme...
Dovevano organizzare un piano di ricerca, perciò fecero per andare a casa quando Bella sentì un gran calcio provenire da dentro il suo ventre. Il bambino stava scalciando come un matto, come se volesse dire qualcosa...
-Quando arriveremo a casa ti farò un'altra vista. Fino ad adesso la crescita é stata lentissima e tecnicamente sarebbe troppo presto per sentire i calci quando non si intravede nemmeno la forma della pancia.
-Ma non c'é tempo! Dobbiamo trovare...
-Aspetteranno. Bella, tu farai quella visita; non mi va che rischi la vita.
-Edward, dimentichi un piccolo particolare: sono immortale, come te, perciò non rischio nulla.
-Comunque sia, farai quella visita.
A volte, la preoccupazione ossessiva di Edward la stufava ma se poi pensava che lo faceva solo per salvare lei e il bambino, non poteva fare a meno di sciogliersi in un largo sorriso.
Perciò, quando arrivarono a casa Cullen, Bella dovette sdraiarsi sul solito lettino medico di Carlisle che si apprestò a visitarla. Con l'ecografia, scoprì che il feto era cresciuto molto in fretta nell'ultimo periodo.
-Bella, quando é stato concepito questo bambino?
-Non ricordo. Per quanto ne so, potremmo averlo concepito mentre Edward era ancora umano, mentre eravamo Amber e Patrick ma é passato troppo tempo da allora. Lui suppone che lo abbiamo concepito sull'isola in viaggio di nozze, ma se così fosse il mio corpo ha registrato la gravidanza troppo presto. Non ci capisco più nulla...
-Stai tranquilla. Ho una teoria, al riguardo e se é come credo, non mancherà neanche troppo tempo al parto.
Secondo Carlisle, il bambino era stato concepito quando Edward era tornato vampiro e questo non poteva che modificare la gravidanza. In una situazione normale, al sesto mese cresce la pancia ma nell'ambito che li riguardava, il ventre della ragazza sarebbe rimasto piatto per tutta la durata della gravidanza.
Bella era incinta di sei mesi e, secondo il medico, la crescita del feto era stata lenta finché sua madre era rimasta umana mentre adesso cresceva ad alta velocità.
-Tempo un'altro mese e potresti anche partorire, Bella. Credo che tu debba rimanere un po' a riposo...
-Non se ne parla! Io devo trovare i miei genitori e Jacob, prima che sia veramente troppo tardi.
-E sia, andiamo...
Carlisle scosse la testa, rassegnato alla testardaggine di sua nuora, e scesero al piano di sotto dove gli altri avevano una teoria su dove poter cominciare le ricerche.
-Può darsi che Victoria abbia li abbia nascosti in posti che per lei significavano qualcosa. Ve ne viene in mente qualcuno?
-La radura dove ci siamo incontrati per la prima volta può andare bene, Aro?
-No, ci siamo già stati e non c'era nessuna traccia. Qualche altro posto?
-La scuola di danza dove abbiamo ucciso James, potrebbe essere?
-Si, é possibile. Chi andrà a controllare?
Edward si fece avanti.
-Ci andremo io e Bella. Intanto, qualcuno deve andare ad avvertire i licantropi che il loro... compagno é in pericolo. Magari ci aiuteranno anche loro...
Si offrì di farlo Alice, ma quando stava per uscire di casa fu bloccata da Aro.
-Ferma, tu non puoi entrare nel loro territorio. Ci andrò io...
Alice si morse il labbro. Già, aveva dimenticato il patto che secoli prima avevano stipulato con i Quileute e che gli impediva l'ingresso nella loro riserva.
Mentre Aro andava dai lupi, Edward e Bella partirono alla volta della scuola di danza e siccome era sera, poterono uscire senza prendere la macchina. Arrivarono a destinazione in un lampo, cominciando subito le ricerche dei tre dispersi, ma senza risultati.
-Speriamo che Sam riammetta Jake nel branco...
-Per quel che mi importa...
-Edward, dai...
-Sai che quel cane non l'ho mai sopportato. Quello che ho fatto, l'ho fatto solo per te.
Perlustrarono tutto l'ambiente, in cerca persino di botole nel pavimento ma non trovarono nulla.
-Bella, volevo chiederti una cosa. Quando hai dovuto riconoscermi, come hai fatto a capire che io non ero io?
-Victoria non poteva sapere della tua paura, che non ti saresti avvicinato a baciarmi per il bambino che porto in grembo e...
Quando lo nominò, la creatura dentro la ragazza si mosse velocemente emettendo anche dei deboli suoni che udirono entrambi i genitori.
-Ma cosa..
-Shh!
Edward aveva zittito sua moglie e si era avvicinato alla pancia per poggiarvi sopra un orecchio e quando rialzò la testa, aveva negli occhi un'espressione trionfante.
-Amore, posso sentire i pensieri del bambino. Lui sa dove sono Luke, Eleanor e il cane; ha percepito i pensieri che Victoria voleva tenere nascosti.
Dire che la ragazza era contenta, era un eufemismo.
-Dove sono?
-Il bambino dice che sono nella radura del baseball... ci torniamo?
-E me lo chiedi? Forza, corriamo!
I due vampiri corsero alla radura, in cerca di un qualsiasi anfratto dove poter trovare le tre persone che stavano cercando. Purtroppo, anche lì fu vano ogni tentativo di ricerca.
-Edward, sei sicuro che siano qui?
-Non vedo dove altro potrebbe averli nascosti.. a meno che...
“Quei segni per terra, sul campo...”
Il vampiro prese sua moglie per mano, trascinandola verso casa per parlare con Carlisle, che era appena tornato dopo aver cercato anche lui i tre dispersi.
-Carlisle, forse li abbiamo trovati.
-Dove sono?
-Nello spiazzo del baseball, almeno credo.
-Ma,-disse Aro-ci siamo già stati. Non c'era nulla..
-Ho visto dei segni per terra, sul campo. Credo siano dei simboli che si attivano con qualche segnale...
Carlisle si illuminò.
-Dovrebbero poi rivelare il luogo dove sono rinchiusi, vero?
-Si.
Si recarono tutti quanti sul luogo, certi di poter individuare il segnale e poter finalmente liberare i tre. Il problema era quello che avrebbe detto Bella ai suoi genitori per spiegarsi, una volta che avessero visto come era diventata. Era diversa, più aggraziata e la voce era molto più melodiosa.. lei non voleva trasformarli e magari avrebbe chiesto ad Aro di fare una piccola eccezione.
Esme aveva un'idea su quale potesse essere il famigerato segnale.
-Credo che debba essere ricreata la stessa situazione di quando incontrammo Victoria, James e Laurent. Dovete fare una partita a baseball, deve essere tutto come quel giorno e alla fine del gioco credo che si rivelerà il luogo che cerchiamo.
Gli altri erano piuttosto scettici, ma fecero come aveva detto la donna, dato che non vedevano altre soluzioni. Naturalmente, dovevano stare attenti poiché in cielo non c'era una nuvola e non potevano esserci tuoni.
Nel bel mezzo della partita, un improvviso tremore li fece fermare. Veniva dal terreno sotto di loro, e durò per quasi dieci minuti; alla fine, comparve una botola che si aprì mostrando l'entrata buia e la lunga rampa di scale.
Bella si precipitò verso quella, ma fu fermata da Edward che riteneva si dovesse proseguire con cautela. Scesero insieme la lunga scalinata e, alla fine, trovarono tre persone svenute sul pavimento umido. Se lei avesse potuto piangere, lo avrebbe fatto per la felicità di averli ritrovati. Finalmente l'angoscia era finita...
Edward si caricò in spalla Eleanor e Luke, lasciando a Bella il compito di svegliare Jacob e riportarlo a casa sua, dal suo branco.
-Jake?
Il lupo non accennava a muoversi.
-Avanti, svegliati, Jake!
Bella sorrise all'idea che aveva appena avuto.
-Jacob, se non ti svegli dovrò farti fare la respirazione da Rosalie...
Mentre la vampira inorridiva, il ragazzo saltò su dicendo che non voleva infettarsi per colpa della bionda.
-Jake, tu torna da Sam... io devo andare.
Sparì in un lampo, diretta a casa sua dove trovò Edward nella stanza di Eleanor e Luke, loro due in pigiama e coricati nel letto.
-Perché?
-Quando si sveglieranno, crederanno di aver sognato.

***UN MESE DOPO***

-Bella, come vuoi chiamare i tuoi bambini?
-Esmenor e Carlisluke...
La ragazza aveva partorito due bellissimi gemelli, frutto dell'amore che univa lei ed Edward da ormai molti secoli. Per fortuna era una vampira e per riprendersi aveva impiegato solo un giorno, giusto in tempo per ricevere i suoi genitori.
Carlisle si era sbagliato solo su una cosa: il tempo della gravidanza era stato come quella umana. In questo modo, Eleanor e Luke non sospettarono nulla. Del rapimento, per fortuna non ricordavano nulla e credevano di aver sognato.
Si erano commossi tutti quanti quando Bella comunicò i nomi che aveva dato ai suoi bambini, per onorare i suoi genitori e i suoi suoceri.
Quella sera era stata organizzata una cena, per unire le famiglie Cullen e Swan; stavolta per sempre.


Allora, eccoci alla fine della mia storia. Spero che questo capitolo sia all'altezza del resto della fic e che vi piaccia.
Adesso, voglio ringraziare:

cassandra 287/Ayame91/_ Niki_ /Tokiotwilighters/_ sefiri_/Lavinne/Horit/sa chan/ fria

che mi hanno supportata con le loro recensioni. Grazie mille ragazze!! ^__^
Per Ayame91: spero che continuerai presto la tua fic “Hurt and love”, non vedo l'ora di sapere come va a finire tra Jake e Linda!!!!!!!!!!

Inoltre, voglio ringraziare anche:

- AlessandraMalfoy- alice brendon cullen - Ayame91- cesarina89- Dark_lady88 - debblovers -Debby_DG- deisy87- evol- Femke- Fiorellina94- flavia93- GinevraMalfoy90- hitomi
- Honey Evans- Horit- iF Leila- Lavinne- lupacchiotta_mannara- maecla- masychan- Mir
- NeSsIeCuLlEn- Noemi91- privi93- Ren_91- sa chan - Sk8erWithLove- Snow Fox - susy88
- Tokiotwilighters - violae- _Niki_

che sono le 33 persone che hanno messo la mia fic tra i preferiti. Grazie, non sapete quanto questo mi faccia piacere (me molto onorata ^///^).
Sapere che la mia storia vi é piaciuta mi fa sentire molto bene. Grazie mille ragazze!!!!!!!!!!

Adesso vi lascio ai commenti e... alla prossima fic!!!!!!!!!!!                                                    Mi raccomando, commentate in tanti: voglio sapere se la fine della storia vi é piaciuta ^__^

Intanto, ne approfitto e faccio gli auguri di buon anno a tutti!!!!!!!!!

Vi interessa l'idea di un contest di San Valentino che abbia come soggetto Twilight? Si? Allora non dovete fare altro che cliccare sul link sottostante per leggere il bando.
Mi raccomando, iscrivetevi!!! Sarebbe un onore per me sapere che la cosa vi interessa ^__^

http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=8090010

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