Nata Babbana

di Leo Magnus Weasley
(/viewuser.php?uid=749191)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Era una strega. Sul serio, una vera strega di quelle con la bacchetta magica e il mantello. Lo aveva scoperto da poco ma già si credeva invincibile. Sua sorella invece aveva già studiato tutti i libri che il giorno prima erano andate a comprare a Diagon Alley. La lettera che avevano ricevuto spiegava tutti i metodi per arrivare in quel posto meraviglioso.  Per prima cosa aveva deciso di comprare la sua bacchetta. Mentre Hermione e la mamma erano andate al Ghirigoro a prendere i libri di testo, lei si era diretta da Olivander. Adorava la sua bacchetta: corniolo, crine di Unicorno, 10 pollici e 34, rigida.
Il primo settembre si erano dirette alla stazione di King’s Cross dove avevano osservato una donna circondata da figli con i capelli rossi che spiegava ad un bambino con gli occhiali tondi come fare ad arrivare al Binario 9 e 34. Avevano aspettato che tutta la comitiva sparisse per poi fare lo stesso anche loro. Una volta sul treno lei e sua sorella si erano trovate uno scompartimento tutto per loro, e mentre Hermione si cambiava in gran fretta lei aiutava un ragazzino di nome Neville a trovare il suo rospo.
 
 

4 ANNI DOPO

 
 
-George, non è divertente!-
-Per te non sarà divertente, Brooke, io me la sto spassando!-
I due ragazzi erano seduti sul letto di lui che aveva appena strappato di mano alla mora una lettera.
-Voglio scoprire chi è il tuo ammiratore segreto!- George si alzò in fretta e iniziò ad aprire la busta.
-Idiota di un Weasley! Ridammela, non è mia è di Hermione!- Brooke gli saltò addosso facendolo cadere sul letto di Fred –Se scopre che l’hai letta mi ucciderà! Ridammela, dai!-
-Ok ok…tanto ormai non è più interessante. Se fosse stata tua l’avrei letta però- aggiunse con un sorriso enorme –Devo sapere chi è quel pazzo a cui piaci-
-George sei uno scemo!- la ragazza si alzò e si sistemò la divisa –Forza, la tua ora buca è quasi finita ormai, dovrai tornare a lezione.-
-Rinfrescami la memoria – disse il rosso andando verso la porta del dormitorio –Com’è che tu non sei a lezione?-
-Io sto male.- Brooke esibì un sorriso a trentadue denti –Non è colpa mia se ho aiutato te e Fred a creare le Pasticche Vomitose. Comunque non mi perdo nulla, a parte la Umbridge che ci fa leggere quello stramaledetto libro.-
I due raggiunsero la Sala Comune e qui vi trovarono Fred avvinghiato ad una ragazza Corvonero.
-Fred se devi attorcigliarti a quella povera fanciulla come la Piovra Gigante è meglio se ti trovi una stanza- disse George schifato. Il gemello lo ignorò bellamente e continuò a darci dentro.
Brooke rise divertita mentre prendeva la sua borsa –Sarà meglio che vada in Infermeria a far finta di star male.-
George la salutò e anche Fred cercò di alzare una mano in segno di saluto ma non ci riuscì impegnato com’era.
 
 
Dopo aver finto di star male davanti a Madama Chips, Brooke andò a cena. Mentre camminava per i corridoi del Castello ripensò a quei quattro anni a Hogwarts. Fin da subito era diventata la migliore amica dei gemelli Weasley. Con loro ci si divertiva un mondo e lei poteva esprimersi liberamente. Insieme avevano creato un sacco di scherzi ed erano finiti un migliaio di volte nei guai. Avrebbe voluto che anche il rapporto con Hermione fosse così, ma purtroppo anche se gemelle avevano un carattere agli antipodi. Andavano molto d’accordo però ed era felice che avesse trovato due amici fantastici quali Harry e Ron.
Una volta raggiunti i gemelli alla tavola di Grifondoro porse la lettera a Hermione –Tieni, questa è arrivata mentre eri a lezione.-
Sua sorella arrossì lievemente –Ah si grazie…non l’hai letta, vero?-
-Ma per piacere! Ti sembro il tipo di persona che legge la posta altrui?-
-In realtà sì- ammise Hermione sorridendo.
-In effetti potrei aver talvolta aperto qualche lettera ma con te non lo farei mai.-
Ron, che non aveva perso una sillaba del discorso, lasciò cadere la sua coscia di pollo nel piatto e chiese sospettoso –Chi ti ha inviato quella lettera?-
-N-ne-nessuno Ron- Hermione si fece più rossa di prima.
-Ronald, Ronald lo sai che non è bello essere invidiosi! Dopo ti scriverò una lettera anche io così ne avrai una tutta tua. Mi raccomando, conservala sotto il cuscino, ci metterò tutto il mio amore nello scriverla.- George rise alla battuta del suo gemello –Se vuoi te ne scrivo una anch’io, Ronnie.-
-Smettetela voi due!- Ron, la cui carnagione era diventata color dei suoi capelli, riprese a mangiare imbronciato. Hermione invece sorrise visibilmente più tranquilla.
-Ti va se ne parliamo dopo?- le sussurrò Brooke all’orecchio. L’altra annuì mettendo la lettera in una tasca del mantello.
 
 
Quella sera, dopo aver fatto i compiti, Brooke si accoccolò nel letto di Hermione.
-Allora?-
-E’ Vik- disse piano la sua gemella.
-Questo lo immaginavo. Cosa ti ha scritto?-
-Che gli manco e che gli piacerebbe se durante le vacanze di Natale andassi a trovarlo.-
-E tu cosa ne pensi?-
-Penso che non posso andare. Mamma e papà non me lo permetterebbero mai e poi…-
-E poi a te non va granché di andare, giusto?-
Hermione rimase in silenzio.
-Herm senti, se non ti va diglielo. Se non ti piace più non puoi continuare ad illuderlo, no?-
-Non è così semplice B…a me Viktor piace, sul serio, ma non so in che modo mi piaccia. Non capisco se lo voglio considerare solo un amico oppure qualcosa di più…non so cosa fare!-
-Stai tranquilla. Per il momento l’unica cosa che puoi fare è quella di dirgli quello che hai appena detto a me. Se ti vuole bene, e credimi te ne vuole molto, lo capirà e ti lascerà lo spazio e il tempo che ti servono per schiarirti le idee.- Brooke abbracciò la gemella –Sembriamo due koala così, Herm-
L’altra rise e si accoccolò tra le sue braccia –Gemella Koala dormi con me?-
-Oh assolutamente!-
 
 
Il giorno successivo Hermione la costrinse a non saltare nemmeno una lezione. “Quest’anno abbiamo i G.U.F.O. B! I G.U.F.O.!” le ripeteva di continuo. A Brooke non importava gran che degli esami e la lasciava parlare, sapendo che strillava così solo perché era nervosa. L’unica cosa che la teneva su in quei giorni era il Quidditch. I gemelli l’avevano costretta a salire su una scopa quando era al secondo anno per insegnarle “la grande arte del Quidditch” come l’avevano chiamata loro. Da quella volta aveva scoperto di essere molto brava a volare, era veloce e scattante. Sapeva deviare i Bolidi con agilità e non aveva paura a lanciarsi contro un avversario per prendergli la Pluffa. Da quel momento era diventata Cacciatrice. Se c’era bisogno di usare il gioco sporco lo usava, era brava a non farsi scoprire da Madama Bumb e Lee Jordan le teneva sempre il gioco con la telecronaca.
Poco prima dell’allenamento si diresse nel Dormitorio dei gemelli, aprì la porta senza bussare e si gettò sul letto di George. Dopo essersi messa comoda si guardò in giro e notò che non c’era nessuno.
-Weasley!- chiamò ad alta voce.
Nessuna voce rispose al suo richiamo. Spazientita si alzò e si mise a curiosare in giro. Ovviamente il letto di Fred era quello più disordinato della stanza. Le lenzuola erano tutte attorcigliate tra loro, i vestiti sparsi un po’ ovunque e le tende del baldacchino che pendevano tutte da un lato. Quello di George invece era ben tenuto. Il letto era rifatto alla perfezione, i vestiti tutti ripiegati all’interno del baule. Anche se Fred e George si somigliavano moltissimo, sia di aspetto sia di carattere, avevano due stili di vita completamente diversi. Uno era un tornado umano, dove passava lui c’era il casino, l’altro era la quiete dopo la tempesta, in questo caso raffigurata da suo fratello.
Si aprì la porta all’improvviso e Brooke si girò spaventata.
-Che diavolo ci fai qui?- chiesero in coro i gemelli.
-Io…io vi stavo aspettando ovviamente!- disse in fretta la ragazza.
-Di un po’, non sarai mica venuta qui a farci qualche scherzetto, vero?- George la guardò con sospetto.
-Figuriamoci!- disse risoluta quella –Io che provo a fare uno scherzo ai re degli scherzi in persona? Non mi sognerei mai!-
-Peccato che, se noi siamo i re, tu sei la regina B, siamo stati degli sciocchi ad insegnarti tutti i nostri trucchi!- disse Fred in un finto tono melodrammatico.
Brooke scoppiò a ridere –Muovetevi invece di fare i deficienti. Siamo già in ritardo per l’allenamento.-
Mentre i due amici si cambiavano, lei uscì dalla loro stanza e si diresse in Sala Comune dove l’aspettavano sia Ron che Harry.
-Allora? Arrivano?- chiese il moro spazientito. In quei giorni era sempre più arrabbiato e nervoso. Aveva già perso un sacco di allenamenti per colpa della Umbridge, a cui piaceva dare punizioni a chi diceva qualunque cosa contraria ai suoi pensieri. O meglio, contraria ai pensieri del Ministro. Quella vecchia rospa era la persona più falsa e adulatrice che avesse mai incontrato. Le dispiaceva un sacco per Harry, Dio solo poteva immaginare cosa fosse realmente accaduto nel Labirinto l’anno precedente e cosa avesse provato il ragazzo alla vista della rinascita di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato e alla morte di Cedric Diggory. Una sola cosa però poteva fare per lui, poteva solo credergli, e lei ci credeva.
-Si, si stanno cambiando arrivano fra poco.- gli sorrise.
Dopo pochi minuti arrivarono i due gemelli e insieme si diressero verso il Campo di Quidditch. C’era un ottimo tempo per allenarsi, il cielo era limpido e non c’era vento.
Anche se il meteo era stato perfetto, Brooke non aveva mai faticato tanto. Alla fine non vedeva l’ora di andare a farsi una doccia e sotterrarsi sotto le sue coperte. Immersa nei suoi pensieri non notò che una ragazza Serpeverde dell’ultimo anno stava aspettando fuori dagli spogliatoi.
Dopo aver aspettato George, Fred se l’era svignata via in fretta per andare dalla sua “amica” Corvonero, la mora si diresse verso il castello. Appena giunsero all’aria aperta, però, la Serpeverde si getto tra le braccia di George e iniziò a baciarlo. Il ragazzo, dapprima sorpreso, ricambiò il bacio, o meglio, lo approfondì.
Brooke rimase a fissarli per un momento, sorpresa, poi iniziò a correre, avendo solo voglia di Hermione.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


CAPITOLO 2
 
Correndo per i corridoi, diretta al dormitorio di Grifondoro, Brooke si calmò. Non sapeva per quale assurdo motivo avesse lasciato solo George con quella ragazza. Perché non lo aveva aspettato? Ovviamente avrebbe fatto la parte della terza incomodo ma se fosse stato al suo posto il gemello Weasley non si sarebbe lasciato sfuggire quell’occasione per prenderla in giro. Carpe diem, quello era il motto di Fred e George, cogli l’attimo.
Ormai tranquilla disse la parola d’ordine alla Signora Grassa ed entrò nella Sala Comune. Trovò Hermione seduta a leggere sulla sua poltrona preferita davanti al fuoco. –Com’è andato l’allenamento?- le chiese senza alzare gli occhi dal libro, mentre le si stava sedendo accanto.
-Benissimo direi, stancante ma il tempo era eccezionale e…- il suo tono scese di qualche ottava.
-E…?- Hermione chiuse il libro.
-E poi nulla, sai Ron e Harry hanno continuato a parlare delle varie strategie e ne hanno proposte alcune ad Angelina.- sorrise, cercando di essere convincente.
-Non me la racconti giusta…- ban! Ecco che la sua finta sicurezza era stata smascherata da sua sorella.
-Ti va se me ne parli dopo?- aggiunse quindi Hermione, notando l’espressione sconfitta della gemella. Brooke annuì e, dopo averla salutata, si diresse nel loro dormitorio.
Appena si chiuse la porta alle spalle si gettò sul letto morbido. Rimase distesa per un po’ poi si alzò e iniziò a svestirsi per poi dirigersi nel bagno. Le ci voleva proprio una bella doccia calda.
 
 
George arrivò in Sala Comune quella sera tardi. Era abbastanza scioccato dagli ultimi eventi ma anche soddisfatto.
Da quando erano arrivati ad Hogwarts lui e Fred erano stati etichettati come “I Re degli Scherzi”. Sapevano fare di tutto e cavarsela (la maggior parte delle volte almeno), erano i secondi in classifica come record di punizioni ottenute (Gazza li aveva sgridati più volte a riguardo senza mai lasciarsi sfuggire i nomi dei primi), poi dal quarto anno erano considerati anche come “I Due Grifondoro più Sexy della Scuola”. Da quel momento un sacco di ragazze li fermavano per i corridoi chiedendo autografi e fotografie. All’inizio era stato divertente ma col passare del tempo la cosa aveva iniziato a dare fastidio. Erano comunque fieri dei loro titoli, che portavano ancora con onore ora, al loro settimo ed ultimo anno ad Hogwarts.
Varcato la soglia della Sala Comune trovò Hermione intenta a leggere un libro. “Che cosa insolita” pensò con ironia il ragazzo.
-Hermione sai se Fred è già tornato?-
La ragazza alzò gli occhi dal suo volume e lo guardò per un momento prima di rispondere –No, io non ho visto ancora nessun Weasley tornare dall’allenamento oggi.-
-Brooke?-
-B è a farsi una doccia immagino- la ragazza era tornata a concentrarsi sul suo libro.
-Non ho mai visto due gemelle più diverse di voi.- disse sospirando George iniziando a salire le scale che portavano al dormitorio maschile.
Hermione fece finta di non sentire e il ragazzo continuò a salire.
 
 
Il giorno successivo passò in fretta, ormai era quasi un mese che la Umbridge era diventata Inquisitore Supremo di Hogwarts e non era mai esistita un’insegnante più odiata in tutta la storia della scuola. Nemmeno Piton la superava, il che era una cosa fuori dall’ordinario perché mentre l’insegnante di pozioni aveva riscosso l’avversione di tutte le Case tranne Serpeverde, la Rospa era odiata da tutti, ma proprio tutti.
D’altra parte lei aveva una preferenza per qualcuno in particolare, e quel qualcuno era Harry Potter. Nella mente della professoressa il Ragazzo Sopravvissuto era l’elemento da eliminare, l’unico che animava ancora quelle insulse idee che dichiaravano Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato ancora vivo e tornato all’attacco. Per questo ogni parola, ogni respiro, ogni battito di ciglia di quel moccioso doveva essere troncato sul nascere, ed esisteva per questa ragione la sua penna speciale. Adorava sentire i denti stridere l’uno sull’altro nell’intento di trattenere il gemito di dolore provocato dall’incisione di quelle magnifiche parole, non devo dire bugie, sulle mani del ragazzo. Adora il sangue che pian piano scendeva lungo la penna e che si depositava ordinatamente sul foglio a formare quelle magnifiche parole, non devo dire bugie.
Se lei adorava tutto questo, Harry Potter lo odiava, come odiava lei d’altronde. Era forse la ventesima volta quel primo mese di scuola che era finito in punizione con la Umbridge, ma ancora non aveva detto nulla ad Hermione e a Ron. Sapeva che i suoi migliori amici avrebbero dovuto conoscere ciò che succedeva durante queste punizioni ma si innervosiva ogni qual volta li vedeva così tranquilli e sorridenti, come se non stesse succedendo nulla di strano, nulla di così preoccupante. Strofinandosi il dorso della mano dolorante, non si accorse di una ragazza che stava salendo le scale opposte alle sue e non riuscì ad evitarla in tempo o di nascondersi la mano.
-Harry! Com’è andata la punizione?-
Sospirò di sollievo. Non era Hermione per fortuna, era Brooke. Se fosse stata la sua gemella avrebbe notato subito il taglio con il suo occhio attento ai dettagli.
-Hei, aspetta…che hai fatto alla mano?- la sua voce era preoccupata.
“Come non detto” pensò amaramente Harry.
-Nulla nulla Brooke. Erbologia…- cercò di infilare la mano nel mantello ma la ragazza la prese prima che potesse fare alcunché.
-Sei un pessimo bugiardo. Innanzitutto oggi non abbiamo avuto Erbologia e poi mi pare chiaro che questo non sia nulla, ti pare?-
Lo aveva scoperto. Harry Potter stette zitto.
-E’ la Rospa, vero? Quella bastarda! Ma perché non hai detto niente a nessuno?- gli lasciò andare la mano e lo guardò in ansia. Si somigliavano molto lei e Hermione. Entrambe avrebbero fatto di tutto per aiutare gli amici, entrambe davano anima e corpo in quello che facevano.
-Brooke, non sono affari tuoi.- rispose lapidario Harry.
-Harry Potter per piacere non tirarla tanto a lungo con me! Non sono Ron e Hermione che rispettano i tuoi tempi perché sono i tuoi migliori amici. Io sono Brooke e non aspetterò a lungo tue spiegazioni. Se non mi dirai qual cosa entro tre secondi vado dritta da mia sorella e spiffero tutto.- disse la ragazza infastidita.
Per tutta risposta il moro le porse restio la mano e le fece vedere con attenzione la frase incisa sul palmo.
-La Umbridge mi fa scrivere ogni santissima volta questa frase su un foglio con una sua penna speciale. Quella penna usa come inchiostro il mio sangue.- concluse in un sussurro. Brooke rimase spiazzata ma non si scompose. Lo abbracciò stretto, invece, e gli fece cenno di seguirlo nel bagno al secondo piano, quello di Mirtilla.
-Cosa ci facciamo qui?- chiese incuriosito Harry.
-Io, Fred e George lavoriamo in questo bagno alle varie pozioni per produrre le Pasticche Vomitose, le Mou Mollelingua e tutte le altre caramelle deliziose. Per far sì che i sintomi spariscano utilizziamo una pozione speciale, di cui non ti posso rivelare il nome per il segreto professionale, sai. Comunque credo che, se ne bevi un po’, dovrebbe farti scomparire il dolore e rimarginare un po’ la ferita. Non ti assicuro nulla però.- spiegò la ragazza porgendogli un flaconcino viola.
Harry la guardò stupefatto. Non sapeva cosa dirle se non –Grazie.- sussurrò alla fine prendendo la boccetta e bevendone il contenuto in un sorso.
-E di che? E’ a questo che servono gli amici, ad aiutarsi. Promettimi che lo dirai al più presto a quei due però. Hermione sicuramente troverà un metodo più efficace per alleviarti il dolore e farti guarire, per quanto possibile.- gli sorrise e insieme s’incamminarono verso la Sala Comune.
 
 
Quella sera, mentre Brooke tentava di addormentarsi, le tende del suo letto a baldacchino si aprirono e Hermione s’infilò sotto le coperte vicino a lei.
-Hei.- la salutò con uno sbadiglio la padrona del letto voltandosi dalla parte della nuova venuta.
-Ciao.- rispose quella in un sussurro.
-Hermione, spero che ci sia un motivo per cui sei venuta a destarmi dal mio importantissimo sonno, per di più gelata come sei.-
-Alla fine ieri non mi hai detto che cosa è successo ad Allenamento.- spiegò in fretta la sua gemella, per poi aggiungere –E volevo dirti una cosa…più che altro proporti l’idea, ecco.-
-Prima dimmi l’idea e poi io vedrò di dirti che cosa è accaduto ieri.-
-Così non vale, inizia tu!- replicò impassibile Hermione. Dopo un po’, intimorita dallo sguardo della sorella e non avendo voglia di litigare, Brooke le spiegò quello che era accaduto tra la Serpeverde e George.
-Quindi stanno assieme!?- domandò sorpresa Hermione.
-Non lo so Herm.- ammise Brooke sottovoce.
-Chiediglielo! Siete o no migliori amici?-
-Non parlo di queste cose con Fred e George io!- la ragazza era stupefatta.
-Vabbè ma parlerete di qualche cosa no? Oltre alle solite stupidaggini s’intende.-
Brooke non rispose. In effetti non parlava quasi mai di problemi seri con i gemelli anche perché fino a quel momento non ne avevano avuti. Le loro discussioni riguardavano soprattutto scherzi, si punzecchiavano l’un l’altro e complottavano piani “maligni” per le feste organizzate dagli studenti. Non parlavano mai di amore o cose simili.
-B non ti morde mica se glielo chiedi.- Hermione l’accarezzò. Brooke sorrise e disse- Ci proverò. Tu, invece, che volevi dirmi?-
-Ecco io volevo proporti un’idea che mi frulla in mente da un bel po’.- spiegò pratica la Grifondoro –La Umbridge è una testa di Troll e non ci spiegherà mai per bene Difesa Contro Le Arti Oscure, per cui pensavo…di trovare un altro insegnante che sia competente.- concluse guardandola in cerca di approvazione.
Brooke sorrise raggiante –Hermione sei un genio! A chi pensavi? Conosci qualcuno che vive a Hogsmead che sa insegnare? C’è Lupin? Io conosco tutti i passaggi segreti conta pure su di me!-
-In realtà io pensavo a Harry…- confessò imbarazzata per poi continuare –E’ sopravvissuto a Voldemort per ben due volte, quattro contando il primo e il secondo anno, e l’anno scorso ha duellato con lui! Con tutti i Mangiamorte attorno! Lui sarebbe il migliore, lui ha vissuto quelle cose Brooke, cose che noi non possiamo minimamente immaginare.- disse tutto in un fiato.
Brooke ci pensò su. Harry era un ragazzo di quindici anni dopotutto, ma Hermione aveva ragione. Lui sapeva e lei dal canto suo si fidava.
-Ci sto.- disse semplicemente e Hermione, dopo averla abbracciata, tornò nel suo letto pensando a come avrebbe reagito Harry alla notizia.
 
 
Una settimana dopo Brooke attendeva impaziente la prima visita dell’anno ad Hogsmead. Lei e i gemelli dovevano assolutamente andare da Zonko a rifornirsi di scherzi da cui prendere spunto per Tiri Vispi Weasley.
Scese le scale per andare in Sala Grande a pranzare quando due Weasley “selvatici” la presero di peso per le braccia e la portarono dietro un angolo, nascosti dagli sguardi altrui. Brooke si divincolò, tirando uno schiaffo a Fred e un calcio a George che la mollarono di scatto per massaggiarsi le parti doloranti.
-Per le mutande di Merlino, che diavolo credevate di fare?- urlò infastidita la ragazza.
-B calmati, noi siamo venuti a riferirti una notizia top secret.- spiegò alterato George, per poi continuare –Tu invece, perché ci hai trattato così?-
-Per l’appunto, stavo per farti la stessa domanda.- soggiunse Fred accigliato.
-Mmm…non so…forse perché siete sbucati all’improvviso da dietro e mi avete praticamente trascinata qua senza dirmi nulla?-
I due gemelli si guardarono imbarazzati –In effetti potresti quasi avere ragione.- disse sbrigativo George.
-Comunque passiamo alle cose serie!- Fred cambiò in fretta argomento –Abbiamo appena incontrato Hermione che ci ha detto di andare alla testa di Porco durante la prossima gita a Hogsmead, per parlare di qualcosa che centra con la Difesa Contro le Arti Oscure, mi sembra di aver capito.-
-Sì, e ci ha detto di dirtelo e di non farlo sapere a nessun altro.- concluse George guardandola.
Brooke li osservò per un attimo pensando tra sé e sé. Hermione aveva deciso di proporre l’idea a Harry. Sorrise e si rivolse ai gemelli –Perfetto! Sabato andremo da Zonko e poi subito alla Testa di Porco!-
-A questo proposito…- Fred si mise una mano tra i capelli con lo sguardo fisso sul suolo –Io avevo promesso a Erica che ci saremo visti dopo che io sarei tornato da Zonko, ma…adesso c’è questa cosa della riunione e quindi la dovrò vedere mentre voi siete al negozio di scherzi…-
-Chi è Erica?- chiese curiosa Brooke.
-E’ quella ragazza Corvonero che si fa al momento.- le spiegò George ridendo.
-Io non me la faccio. Mi piace stare con lei tutto qua.- Fred guardò infastidito il gemello.
-Comunque ok. Tu vai con questa Erica noi penseremo agli scherzi.- la ragazza gli sorrise.
-Lei sì che è simpatica, mica come te, George!-
-Ah ah quanto fai ridere.- disse ironico quello.
-Se avete finito di punzecchiarvi io avrei fame, quindi mi accompagnereste a pranzo?-
In risposta i gemelli le si affiancarono e la presero sotto braccio, uno da una parte e l’altro dall’altra.
 
 
Quel sabato Brooke aspettò George all’ingresso. Aveva indossato un cappotto rosso scarlatto e un cappello di lana nera che risaltava sul colore della sua pelle. Aveva preso in fretta una borsa verniciata, anch’essa nera, e ci aveva infilato dentro galeoni, guanti, bacchetta e tutto il necessario per una visita ad Hogsmead.
-Eccomi, scusa il ritardo.- George le si avvicinò sorridendo.
-Mmm non so se ti perdonerò.- gli disse lei incamminandosi.
-Ma come? Io sono il tuo fratellone preferito!-
La ragazza si accigliò. Fratellone? –Non stringiamo legami di parentela affrettati, per piacere.- disse ridendo.
La discussione continuò fino a che non giunsero davanti a Zonko. Dopo essersi fatti un cenno d’intesa entrarono comprando il ben di Dio. Brooke aveva subito adocchiato una cerbottana che sparava palline di carta in grado di fare il solletico al malcapitato che veniva colpito. George invece aveva subito visto delle pergamene che facevano scomparire quello che ci si scriveva sopra.
Dopo aver speso la maggior parte dei loro averi, i due decisero di andare da Mielandia.
Mentre sceglievano i loro dolci preferiti (Brooke adorava le Gelatine Tutti i Gusti +1),
la ragazza affrontò l’argomento di cui avrebbe voluto parlare da una settimana –Allora…come va con quella Serpeverde?-
George si bloccò e la guardò, sorpreso –Quale?-
-Quella che ti ha assalito alla fine dell’allenamento.-
-Ah…Helen…-
-Be’…io non frequento le Serpi non so come si chiami quella tipa.- disse in fretta Brooke, rigirandosi tra le mani un pacchetto di Cioccorane.
-Mah…non è successo nulla a dire il vero.-
-Pensavo ti avesse fatto piacere che ti fosse saltata addosso. Sembravi molto coinvolto.-
-Be’…se ti assalisse un bel ragazzo, metti pure quel Malfoy, e ti baciasse tu che faresti?-replicò George infastidito.
-Gli tirerei uno schiaffo, a dire il vero.- sputò gelida Brooke.
-Non capisco perché ti interessi tanto quello che faccio e quello che non faccio. Soprattutto, da quanto t’intrometti nelle mie cose?-
-Da quando sono tua amica! Merlino, è una Serpeverde, fa parte del nemico!-
-Del nemico? Sono studenti anche loro Brooke! E se Helen vorrà baciarmi ancora la lascerò fare.-
Brooke rimase zitta per un po’ poi sussurrò –Sarà meglio andare alla Testa di Porco, la riunione inizia fra poco.-
George la guardò e poi uscì, senza aspettarla. Dopo un po’ anche lei si mosse. Non doveva andare così, pensò tristemente. Doveva essere solo semplice curiosità la sua, non avrebbe dovuto infastidirsi.
Giunta al vicolo in cui si trovava la locanda decise che avrebbe chiesto scusa a George.
Entrò, aprendo pian piano la porta, che fece tintinnare un campanello. Il posto era decisamente fuori mano. Non doveva essere pulito da secoli, uno strato di polvere alto più di un centimetro ricopriva tutti i tavoli e il pavimento. Il legno di alcune sedie era marcio e la vernice che una volta le ricopriva era scrostata, quasi invisibile ormai.
Si guardò intorno alla ricerca di volti familiari e trovò Hermione che le faceva dei segni. Si avvicinò alla sorella che le offrì una Burrobirra e si sedette accanto a lei.
Non ascoltò una parola del discorso iniziato tra Hermione e Ron che si battibeccavano sul fatto che essere Prefetti comportasse il rispetto delle regole e non il comprare Whisky Incendiario illegalmente. Alla fine la porta del pub si aprì cigolando e una piccola folla si fece largo nell’angusto locale. Molti Grifondoro, Tassorosso e Corvonero di cui conosceva a malapena il nome ordinarono delle Burrobirre al barista, che era rimasto a bocca aperta alla vista di così tanti clienti, per poi prendere posto davanti a Harry Potter. Gli ultimi ad arrivare furono Fred e George. Il primo le sorrise, raggiante, il secondo fece finta di non vederla. Brooke decise di non farci troppo caso e iniziò ad ascoltare Hermione che si era alzata in piedi per spiegare brevemente il perché di questa riunione. Poco dopo prese la parola Harry. Si era subito capito che la maggior parte delle persone presenti erano venute in quel pub solo perché avevano sperato di sentire un resoconto completo di quello che era accaduto nel labirinto del Torneo Tre Maghi il precedente giugno.
Dopo un inizio un po’ imbarazzato, la riunione procedette bene tanto che alla fine si decise di cercare una stanza in cui avrebbero potuto imparare seriamente Difesa Contro Le Arti Oscure. Hermione fece firmare ad ognuno dei presenti una pergamena incantata, poi tutto il gruppo scemò e Brooke s’incamminò da sola verso il Castello.
 
ANGOLO AUTRICE
Salve a tutti :) questa è la mia prima fic su Harry Potter e spero che per il momento non vi faccia schifo per lo meno. Ho sempre voluto scriverne una perchè da Harry è cominciato il mio amore per i libri e mi sembra giusto essergli debitrice, in qualche modo.
Vorrei sapere che ne pensate, accetto anche critiche, sbizzarritevi, perchè vorrei capire se sbaglio da qualche parte e come potrei migliorare.
Bene direi che questo è tutto per adesso

Fatto il Misfatto
**Leo Magnus Weasley

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Quel lunedì mattina Brooke aveva sentito subito che c’era qualcosa che non sarebbe andato bene in quella giornata.
Dopo essersi messa la divisa ed essere scesa in Sala Comune prima degli altri Grifondoro, esaminò poco interessata la bacheca posta accanto all’ingresso della Signora Grassa. Per poco non si strozzò con la sua stessa saliva. Un cartello era stato posto accanto ai soliti annunci di vario genere come vendite di scope di seconda mano, elenco dei libri usati e la lista (che si allungava sempre di più in quei giorni) di tutti gli oggetti che Gazza aveva catalogato come “Proibiti”.
 
PER ORDINE DELL’INQUISITORE SUPREMO DI HOGWARTS
 
Tutte le organizzazioni, società, squadre, gruppi, circoli di studenti sono sciolti a partire da questo momento.
Per organizzazione, società, squadra, gruppo o circolo si intende l’incontro regolare di tre o più studenti.
L’autorizzazione alla ricostituzione può essere richiesta all’Inquisitore Supremo (professoressa Umbridge).
Nessuna organizzazione, società, squadra, gruppo o circolo può esistere senza previa conoscenza e approvazione dell’Inquisitore Supremo.
Qualsiasi studente che costituisca, o appartenga, a un’organizzazione, società, squadra, gruppo o circolo che non siano stati approvati dall’Inquisitore Supremo sarà espulso.
 
Quanto sopra ai sensi del Decreto Didattico Numero Ventiquattro.
Firmato: Dolores Jane Umbridge, Inquisitore Supremo.
 
Rimase ferma a guardare per un po’ con gli occhi sbarrati, incapace di credere a ciò che aveva appena letto. La Umbridge non poteva sapere…come avrebbe potuto venirne a conoscenza? Velocemente corse verso il suo Dormitorio urlando e chiamando sua sorella. Entrò nella sua stanza e scosse Hermione che con la voce impastata dal sonno le chiese –B…che vuoi?-
-Herm non sai cosa è successo! Il Decreto Didattico Numero Ventiquattro è uscito e…non possono più esistere gruppi o squadre o comunque nessuno studente si potrà più riunire assieme ad altri senza che la Umbridge non lo consenta!-
Subito Hermione si alzò e la guardò –Cosa?! No…non è possibile…come…?- incapace di aggiungere altro di sensato, si vestì in fretta e corse a controllare di persona, seguita da Brooke.
In Sala Comune, nel frattempo, si era riunita una discreta folla che commentava animatamente il nuovo decreto. Tra questi spiccavano le teste di molti fratelli Weasley, tra cui Ron che si avvicinò in fretta a Brooke dicendole –Il Quidditch! Non abbiamo più una squadra di Quidditch!- La ragazza lo guardò confusa, per poi guardarlo sconcertata –Ma...! No…non può…non si può eliminare il Quidditch!-
-Brooke si parla anche di squadre e…- il rosso fu interrotto da Hermione –Possibile che vi interessi più il Quidditch che il gruppo di Difesa Contro le Arti Oscure?!-
I due la guardarono confusi e offesi –Certo che ci interessa il gruppo ma…insomma è il Quidditch!- cominciò Ron, seccato. Per tutta risposta la ragazza lo superò per andare incontro a Harry che aveva appena letto l’annuncio.
Brooke guardò Ron con un misto di scuse per sua sorella e divertimento, poi si girò e andò vicino a Fred.
-Hei.- la salutò l’amico con un sorriso.
-Hei.- rispose lei preoccupata –Hai per caso visto il tuo gemello?-
-Quello brutto che non ha preso nulla da me?- chiese Fred ridendo.
-Proprio lui.- Brooke non poté fare a meno di ridere con lui.
-Credo sia appena uscito. Secondo me lo troverai vicino alle cucine comunque, mi sembrava un po’ giù e di solito va sempre lì quando vuole rimanere solo.-
-Grazie Fred.- la ragazza, dopo aver preso la sua borsa, uscì dalla Sala Comune e si diresse dove le aveva detto l’amico.
Non ci mise molto a trovare George. Era seduto con le ginocchia al petto in un angolo riparato del corridoio. Si avvicinò a lui con cautela, come per paura che la attaccasse. Il ragazzo non disse nulla e lei gli si sedette accanto, timorosa.
Passarono i minuti e George guardava sempre dritto davanti a sé. Brooke lo guardò, preoccupata. Perché era in questo stato?
-Potresti smetterla di guardarmi? Mi urta il tuo sguardo penoso fisso sul mio viso.-
La ragazza sobbalzò, sorpresa di sentire la sua voce –Ehm…scusa…solo che…volevo parlarti…- concluse in un sussurro.
-Di che cosa?- chiese lui, lapidario.
-Di quello che è successo…quello che è successo sabato…ho sbagliato lo so. Non so perché mi sia comportata così, tu hai il diritto di fare quello che vuoi, con chi vuoi. Se vuoi stare con una Serpeverde io non sono nessuno per impedirtelo. Scusami…- fissò il suolo. Il ragazzo non rispose e lei impresse nella sua mente ogni dettaglio del pavimento, in attesa di una qualche parola da parte di George. Miseriaccia…si era comportata veramente da ragazzina infantile e gelosa.
-Okay, ti perdono.- George la guardò, cercando di sorridere –In fondo la mia migliore amica deve avere una seconda possibilità sempre, no?-
Brooke fissò il suo sguardo in quello di lui e sorrise con gli occhi –Grazie.-
Il ragazzo fece poi una cosa che non aveva mai fatto da quando si erano conosciuti. Pian piano si avvicinò a lei e l’abbracciò stretta, il volto che combaciava perfettamente con l’incavo della sua spalla. Brooke, sorpresa, ci mise un po’ a ricambiare e non riuscì a trattenere un lieve rossore sulle sue guance.
-Alla fine sei stata anche carina ad incazzarti così con me.- disse ridendo il ragazzo tenendola sempre stretta a sé.
-Ah be’…grazie.- rispose lei cercando di trattenere le risate.
Il ragazzo la lasciò andare e la guardò sempre sorridendo –Sai, ieri per distrarmi ho completato l’incantesimo per le Merendine Marinare. Ora fanno realmente vomitare senza…effetti secondari di vario genere e natura.-
-Davvero? O Dio ma è fantastico! Come hai fatto?-
-Be’ ho solo ricalibrato gli ingredienti in effetti. La magia funzionava già, mancava solo un pizzico di Essenza di Purvincolo per rimarginare gli effetti indesiderati.- spiegò pratico George.
-Perfetto quindi ‘sta sera potremmo già iniziare a venderle!-
-B tu si che mi capisci alla perfezione! Ora però devo incontrarmi con Fred per andare a lezione, ci vediamo sta sera il Sala Comune.- fece per alzarsi quando Brooke lo prese per la manica –Come? Non vieni a pranzo?-
-No ho…ho delle cose da fare…- in fretta si chinò e le diede un bacio veloce sulla guancia, poi se ne andò sparendo alla fine del corridoio.
Brooke guardava la parete. George l’aveva completamente sorpresa. Oltre ad averla abbracciata l’aveva persino baciata. Non era mai accaduto prima, non con lui. Fred era molto più espansivo di suo fratello e non perdeva occasione di stringerla a sé come un simpatico orsacchiotto, lei ci rideva su, in fondo era come un fratello maggiore per lei. Con George però non era la stessa cosa; erano molto più distaccati anche se si volevano molto bene.
Si alzò piano ed andò a lezione di Storia della Magia.
 
 
Angelina l’aveva avvertita che quella sera non ci sarebbe stato nessun allenamento di Quidditch. La Rospa aveva comunicato che voleva del tempo per pensarci, anche se sapeva per certo che a Serpeverde il permesso di ricostituire la squadra lo aveva concesso in un attimo. Infuriata e nervosa, si era completamente dimenticata che quella sera avrebbe dovuto iniziare a distribuire i nuovi prodotti di Tiri Vispi Weasley.
Qualcuno bussò alla porta del suo Dormitorio.
-Avanti.- disse pigramente.
Una ragazzina del primo anno le andò vicino timidamente e prese un profondo respiro prima di parlare –Brooke…ti vogliono in Sala Comune.-
La ragazza la guardò curiosa –Oh…chi mi vuole?-
-I gemelli Weasley.- gli occhi le si illuminarono quando pronunciò quelle tre parole.
-Grazie mille, digli che arriverò tra qualche minuto.-
Appena la ragazzina corse fuori dal dormitorio, Brooke si alzò e si sistemò la divisa guardandosi allo specchio. Qualche secondo più tardi era tra quasi tutti i compagni della sua Casa che ammiravano a bocca aperta le dimostrazioni sue e dei suoi amici mentre mangiavano le Pasticche Vomitose.
Hermione li fissava da un angolo, spazientita. Brooke la guardava di tanto in tanto, sorridendole colpevole e cercando in qualche modo di scusarsi con lo sguardo. Inutile. In fondo sapeva come fosse sua sorella e ormai ci aveva fatto l’abitudine.
 
Passeggiava sulle sponde del Lago Nero, il vento tra i capelli, la gonna della divisa frastagliata da pieghe nella corrente. Guardava la piovra gigante nuotare e muovere i suoi tentacoli tra le acque, lentamente, senza fretta. Il cielo sopra di lei era scuro, ma non capiva se per via delle nuvole o perché fosse notte.
Una mano l’afferrò da dietro, facendola sussultare. Si girò lentamente e guardò il nuovo arrivato. Era alto, magro e la guardava. Non capiva chi fosse, sapeva di conoscerlo, ma non riusciva a metterlo a fuoco.
-Brooke…- sussurrò dolcemente.
Lei rimase zitta, in attesa di un altro suo commento. Il ragazzo le sorrise e si avvicinò piano a lei. Tuttavia la ragazza non si mosse, come spaesata rimase a fissarlo, aspettando quello che sarebbe accaduto, quello che la persona davanti a lei avrebbe fatto. Lo sconosciuto si avvicinò ancora di più, le sue labbra che sfioravano quelle di lei, il respiro che prendeva il suo tempo.
Brooke non ebbe tempo di creare un pensiero razionale mentre lui la baciava.
Aveva capito chi fosse lui.
 -Brooke…Brooke!- Hermione la riscosse dal sogno. Merlino era così bello…
-Mh?- mugugnò in risposta girandosi dalla parte opposta a quella della sorella.
-Ci hanno scoperto!- si sedette accanto a lei.
-Ah si? Tu e Ron stavate limonando dietro una poltrona e Harry vi ha beccato?-
Hermione le tirò un pugno e sussurrò spazientita –La vuoi piantare di dire queste scemenze? Tra me e Ron non c’è nulla e non accadrà mai nulla.- sottolineò “mai” con la voce –Smettila di inventarti certe cose!-
-Si, si… tra un paio di anni o giù di lì sarà un immenso piacere dirti “io te lo avevo detto”- si girò e la guardò, assonnata –Comunque cosa vuoi?-
-Abbiamo parlato con…Tartufo e ci ha detto che è una bella idea quella del gruppo per Difesa Contro Le Arti Oscure-
-Be’ è una buona cosa, no?-
-No perché…nessuno di noi lo aveva avvertito. Mundungus si trovava alla Testa di Porco quando ne parlavamo e lo ha detto all’Ordine…questo spiega come la Umbridge abbia fatto a scoprire che stavamo formando un gruppo…-
Brooke si sedette di scatto –Vuoi dire che nel locale c’era lei o una sua spia e che hanno ascoltato tutto quanto?-
-A quanto pare è successo proprio così…-
Rimasero in silenzio per un po’ poi Hermione sobbalzò.
-E’ successa anche un’altra cosa! Mentre stavamo parlando con Tartufo la mano della Rospa è comparsa nel fuoco…-
Brooke strabuzzò gli occhi –Cosa?!-
-Tartufo era sparito un attimo prima…come se avesse visto che stava per succedere qualcosa di strano…-
-Herm…sai vero che c’è solo una spiegazione per tutto ciò? La Umbridge legge la posta di Harry, ti ricordi Edvige? Aveva un’ala rotta come se qualcuno l’avesse presa bruscamente contro la sua volontà…-
Sua sorella la guardò spaventata e cosciente. Sapeva che aveva ragione, non c’erano altre spiegazioni. Erano davvero in grossi guai.
 
 
In tutto questo disastro c’era però una notizia positiva: la Umbridge aveva concesso a Grifondoro di ripristinare la squadra di Quidditch.
Angelina aveva insistito affinché quella sera stessa tutti si presentassero nel campo per un allenamento. A chi importava della pioggia? A chi importava del vento gelido che ti sferzava la faccia e ti congelava le ossa? Importava a tutti, a parte al Capitano. Così, quella sera, ogni Cacciatore, Battitore, Portiere, Cercatore della squadra di Grifondoro dovette presentarsi negli spogliatoi e poi ognuno di loro, obbligato da Angelina, salì contro voglia sulla scopa. Inutile dire che appena messo un piede all’aperto si ritrovarono fradici. I vestiti, resi pesanti dall’acqua, risultavano scomodi per giocare, la bassa visibilità non faceva che aumentare la difficoltà del gioco, Fred e George stentavano a vedere i Bolidi, Harry si era arreso nel cercare il Boccino e osservava da un punto imprecisato gli altri, per quanto potesse vederli. Alla fine Angelina dovette cedere al mal tempo e mandò tutti negli spogliatoi.
Brooke aspettò Fred e George all’uscita. Quei due sapevano fare la doccia più lentamente di chiunque altra ragazza di sua conoscenza, pensò infastidita, battendo il piede a terra in un gesto di impazienza.
-Scusaci per il ritardo.- Fred e George arrivarono salutandola.
-Mh…non so se sarò in grado di perdonarvi.- ribatté lei incamminandosi verso il castello, coperta da una mantellina.
-Dai B! Sai che i nostri capelli hanno bisogno di particolari trattamenti per risultare così meravigliosi!- scherzò Fred.
-Si certo…io però devo ancora finire il mio tema per Pozioni, devo farmi aiutare da Herm in Aritmanzia e devo anche prepararle una tisana, visto come sarà nervosa.-
-Brooke ti preoccupi troppo, e poi chi ti ha obbligato a fare Aritmanzia?-
-Sai George, forse l’ho scelta perché mi piaceva come materia?-
-Mah…tra tante materie dovevi proprio scegliere quella più complicata?-
Arrivarono davanti al ritratto della Signora Grassa ed entrarono.
-A proposito B!- esclamò Fred d’un tratto.
-Si?- la ragazza si sedette accanto a sua sorella e prese un foglio di pergamena dalla borsa.
-Tassorosso ha organizzato una festa per questo fine settimana. Ci andiamo?-
La Grifondoro guardò la gemella che non la degnò di uno sguardo.
-Okay, ora però devo studiare. Ci vediamo domani.-
Prese penna e calamaio e iniziò a scrivere il titolo del tema per Piton. Fred le arrivò da dietro e l’abbracciò –Buona notte secchiona.-
-Buona notte- rispose sorridendogli.
George le passò accanto arruffandole i capelli –A domani B.-
Brooke si concentrò sui compiti, odiava immensamente Piton per averle assegnato quel compito assurdo.
 
 
Il giorno dopo, mentre ancora assonnata, faceva colazione in Sala Grande, con la testa appoggiata sulla sua mano, Harry le si sedette accanto e con aria furtiva si guardò in giro prima di parlarle –Puoi aiutarmi a fare una cosa?-
Brooke lo guardò per un po’, cercando di connettere il cervello e tradurre ciò che le era stato detto, poi con la voce impastata rispose –E’ una cosa illegale?-
Harry indugiò un po’ –Be’…non ne sono sicuro…-
-Okay ci sto.- la ragazza finì il suo caffè in un sorso.
-Ci stai? Ma non ti ho nemmeno detto che cosa sia!-
-Se non sei sicuro che sia legale la cosa mi piace.- gli sorrise.
-Va…va bene. A volte dimentico quanto tu e tua sorella siate diverse…ci vediamo questa sera alle 18 nel corridoio del settimo piano, okay?-
-Perfetto!- Brooke si zittì quando Ron e Hermione si sedettero accanto a loro bisticciando. Dio, non vedeva loro che si mettessero assieme quei due, i loro continui litigi stavano iniziando a darle fastidio.
Si alzò e prese la borsa –Amici ci vediamo a lezione.- Dopo averli salutati si diresse verso il bagno di Mirtilla Malcontenta. Aveva bisogno di stare un po’ da sola a riflettere, e a ripensare a quel sogno.
Si sedette in un cubicolo e portò le gambe al petto. Merlino, era stato così intenso, così vero! Sentiva ancora il calore delle labbra di lui sulle sue, la loro morbidezza. Si ricordava che nel sogno aveva capito chi fosse il meraviglioso ragazzo ma ora, in pieno giorno, non riusciva a richiamare alla memoria quel particolare. Chi era lui?
Perché quando ci ripensava sentiva un calore che dal ventre si propagava in tutto il suo corpo?
 
 
Quella sera alle 18 precise si fece trovare davanti nel corridoio del settimo piano. Harry era già li ad aspettarla e appena la vide le venne incontro –Pronta?-
-Se sapessi per cosa sono pronta…- rise.
-Credo di aver trovato il posto giusto per allenarci in Difesa Contro Le Arti Oscure!-
-Per le mutande di Merlino! Favoloso!-
-Esatto, solo che devo capire se sia veramente segreto e affidabile. Prima di tutto: hai mai sentito parlare della Stanza delle Necessità?- le chiese con un’espressione seria.
-Sinceramente no…-
Il ragazzo si illuminò –Ottimo allora sono sicuro che sia segreta abbastanza, se tu non la conosci nemmeno Fred e George la conosceranno, e loro sono quelli che conoscono quasi tutti i segreti di Hogwarts.- si avvicinò ad una parete di fronte all’arazzo di Barnaba il Babbeo e andò tre volte su e giù, mormorando qualcosa di incomprensibile. Dopo essersi fermato la parete iniziò a cambiare, pian piano vi comparì una porta che al tocco di Harry si aprì silenziosamente. Brooke rimase ferma a guardare. Quello era il posto perfetto per un gruppo clandestino, sorrise e fece un cenno d’intesa al ragazzo: la Umbridge poteva andare a farsi fottere.
 
 
Salve! Mi dispiace per l’incredibile ritardo ma questi ultimi mesi sono stata sommersa dagli impegni e dallo studio, spero che l’attesa sia valsa a qualcosa però.
Passiamo al capitolo. Come avrete notato la storia si intreccia un sacco con quella vera, gli avvenimenti principali e alcuni di quelli meno importanti sono esattamente quelli che ha scritto J. K. Rowling.
Io però adoro un sacco i gemelli Weasley (non so si sia visto ahaha) e quindi volevo scrivere un racconto in cui loro due fossero un po’ dei protagonisti.
Volevo chiedervi: come vi sembra?
Inoltre per chi mi aveva chiesto una descrizione di Brooke rispondo che l’avrà nel prossimo capitolo (non vi anticipo ne perché ne quando di preciso).
Grazie mille a tutti coloro che hanno letto la mia storia, che hanno lasciato anche se un pur piccolo commento e a chi la segue aggiungendola nelle preferite, seguite e ricordate.
Spero di aggiornare presto.
 
___Leo Magnus Weasley

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Brooke sorrideva impaziente verso l’entrata della Stanza delle Necessità. Harry aveva deciso che quella sera ci sarebbe stata la prima lezione di Difesa Contro Le Arti Oscure e lei si era presentata nel corridoio del settimo piano puntualissima, assieme a Fred e George. Con il passare dei minuti arrivarono tutti gli altri componenti di quel gruppo clandestino: Neville, Ginny, Dean, Lavanda, Calì, Katie Bell, Alicia Spinnet, Angelina e i fratelli Canon per Grifondoro, Padma, Cho Chang e la sua amica, Luna Lovegood, Antony Goldstein, Micheal Corner, Terry Steevel per Corvonero e Ernie Macmillan, Justin Finch-Fletchley, Hannah Abbott, Zacharias Smith e Susan Bones per Tassorosso.
Harry aspettò tutti prima di aprire le porte: la stanza era immensa, il soffitto era come quello di una cattedrale, altissimo e con mille guglie, le pareti erano circondate da librerie zeppe di libri contro le arti oscure e sul pavimento erano posizionati dei cuscini. Tutti si sedettero e Harry prese la parola –Allora…questo è il posto che ho trovato per allenarci, spero che vi piaccia, avevo pensato che…- Hermione stava alzando la mano, come al suo solito, -Si?-
-Pensavo che dovremmo dare un nome a questo gruppo, uno che non suggerisca cosa facciamo realmente e che sia facile da, come dire…criptare?- tutti la guardarono.
-Si insomma…dobbiamo pur nasconderci, no?- si difese lei.
-Si potrebbe pensare a…Esercitazioni Segrete? In breve ES.- propose Cho.
-ES vanno bene ma come iniziali di Esercito di Silente vanno meglio.- disse Ginny sorridendo.
Votarono e alla maggioranza piacque Esercito di Silente così Hermione si alzò e appese ad una parete l’elenco di tutti i presenti aggiungendoci il loro nuovo nome.
Dopodiché iniziò la loro prima lezione: Harry aveva deciso di ripartire dagli incantesimi elementari e in poco tempo tutta la stanza si riempì di voci che gridavano “Expelliarmus”.
Brooke era finita in coppia con Hermione. Entrambe non avevano problemi con quell’incantesimo ma molti loro compagni facevano fatica solamente a pronunciare la formula correttamente.
Alla fine Harry si complimentò con tutti loro: in due ore erano riusciti ad ottenere dei progressi notevoli per essere la prima lezione.
Brooke stava per uscire dalla stanza quando George la prese a braccetto –Allora Granger, la festa di Tassorosso è questo sabato alle 21 nella loro Sala Comune.-
-Esattamente come facciamo ad entrare?-
-Semplice: ognuno degli invitati deve presentarsi alle 20.30 davanti alla Sala Grande, qui un Tassorosso gli farà un incantesimo per il quale non capirà più dove sta andando e verrà portato nella Sala Comune dove gli sarà tolto l’incanto.-
-Ottimo.-
-B devi vestirti elegante.- disse serio George.
-Come scusa?- la ragazza lo guardò sorpresa.
-Sai come sono fatti i Tassorosso: alle feste ci si deve vestire bene anche se sarà come una normale festa babbana alla fine.-
Brooke sbuffò –Devo proprio?-
-Se vuoi venire sì.- detto questo il ragazzo si allontanò sorridendo.
Guardando sconsolata il soffitto, la grifondoro si diresse verso la sua Sala Comune dove si lasciò cadere pesantemente su una delle poltrone accanto al fuoco.
-B?- Hermione le si avvicinò.
-Mh?- mugugnò lei in risposta osservando la legna che bruciava.
-Vuoi davvero infrangere le regole?- chiese la sua gemella preoccupata.
-Herm guarda che in questo momento tutti stiamo infrangendo le regole, anche tu.- Brooke sospirò leggermente infastidita.
-Lo so ma…andare ad una festa in un’altra Sala Comune…-
-Per tutti i gargoyle Hermione! Non è mica una festa Serpeverde!- ora le stava dando veramente fastidio. Se fosse stato per sua sorella lei non avrebbe mai dovuto frequentare Fred e George, non avrebbe mai dovuto essere così “spericolata”, non avrebbe mai dovuto essere così poco interessata ad andare bene a scuola e non avrebbe mai dovuto andare a feste “illegali”.
-Senti Hermione, io non sono te e…- ma la ragazza la interruppe.
-Okay era solo per chiederti se hai veramente voglia di un vestito elegante.-
Brooke la guardò fisso per un paio di minuti. Non c’era dubbio la strega più brillante della sua età era completamente ammattita.
-Hem…- si schiarì la voce –Ti senti bene per caso?- le mise una mano sulla fronte per controllare la febbre.
-B smettila!- le prese la mano e la spostò dalla fronte –Sono seria. Insomma tu non hai abiti eleganti ma la mamma me ne ha regalato uno al compleanno, io l’ho portato qui quindi, se ti va…-
-Grazie Hermione!- le gettò le braccia al collo per abbracciarla.
 
Il giorno della festa era arrivato. Brooke se ne stava tranquillamente a leggere una rivista trovata per caso in Sala Comune quando un tornado umano di nome Hermione Granger le si parò davanti togliendole il settimanale dalle mani e guardandola con un cipiglio per nulla amichevole.
-Cos’è? Il ciclo è arrivato in anticipo?- domandò ironica Brooke.
-Ah ah- rise falsamente sua sorella –Tu dovresti prepararti! La festa è fra solo cinque ore!-
-Fra solo cinque ore- le fece il verso la ragazza.
-Per Merlino muoviti!- la trascinò con sé verso il loro dormitorio.
Quelle cinque ore servirono tutte. Per prima cosa Hermione le fece fare un trattamento estetico completo, ceretta, pulizia del viso, manicure e pedicure, poi la mandò a farsi un bagno con degli oli profumati.
-Hermione, da quant’è che sei così esperta in bellezza?- le domandò Brooke dal bagno mentre usciva dalla vasca.
-Mi sono informata per il tuo bene. Conoscendoti non avresti fatto nulla per essere quanto meno presentabile per una festa, così sono andata a chiedere consiglio a Calì e a Lavanda.- deglutì schifata –Mi devi una scatola di Cioccorane.-
-Scordatelo io non ti ho mai chiesto nulla del genere.- le rispose lei uscendo dal bagno avvolta in un accappatoio.
-Ah è così eh? Bene allora arrangiati.- disse Hermione ridendo mentre faceva finta di andarsene.
-No no! Ho bisogno di te.- la richiamò in un tono falsamente melodrammatico Brooke.
Continuarono questo finto teatrino ancora per qualche minuto, il tempo necessario per far indossare a Brooke l’intimo scelto dalla sua gemella. Poi Hermione andò verso il suo baule e vi tirò fuori l’abito. Questo era lungo fin sopra le ginocchia, le spalline erano larghe e cadevano sulla schiena lasciandola scoperta fino alla vita dove era poggiato un fiocco. Era bianco con il fiocco rosso scuro e dalle spalline “cadevano” dei fiori anch’essi rossi, prima in quantità e poi sempre meno fino a raggiungere la metà della gonna che poi restava bianca.
Brooke rimase con il fiato sospeso –E’ bellissimo Herm! Sei sicura di volermelo prestare?-
-Certo! Io non sono tipo da feste per cui…-le sorrise e le porse l’abito.
Brooke lo indossò e si voltò verso lo specchio. Sua sorella la raggiunse e le fece indossare delle scarpe col tacco, pure loro rosso scuro. Poi la fece sedere e le sistemò i capelli e la truccò.
-Sei bellissima B.- Hermione le sorrideva.
Era strano, pensò lei, che anche se uguali, due gocce d’acqua, ora risultassero così diverse. I capelli crespi erano stati domati ed ora le incorniciavano perfettamente il viso che era illuminato grazie al trucco, gli zigomi erano stati messi in risalto e pure gli occhi, con un filo di ombretto bianco e rosso, sembravano più luminosi ed espressivi. Le curve del corpo, messe in evidenza dall’abito, ora la facevano sembrare più grande e anche le donavano un incredibile sicurezza di sé come se solo ora si rendesse conto di quanto somigliasse ad una donna e non più ad una ragazzina.
-E’ tardi B!- Hermione la prese per un braccio e l’allontanò dallo specchio –Tieni questa.- le mise in mano una pochette e la spinse fuori dal Dormitorio –Mi raccomando, vedi di non cacciarti nei guai.- le disse alla fine con uno sguardo serio.
-Mi conosci Herm, io non mi caccio mai nei guai.- le strizzò l’occhio e scese le scale, diretta in Sala Comune.
 
George la stava aspettando da un po’. Non si era resa conto di quanto tardi fosse.
-Scusa scusa scusa!- gli si avvicinò e chinò il capo.
-Caspita Brooke mai una volta che…!- il ragazzo si girò dalla sua parte e rimase a guardarla, non riuscendo a dire nulla.
-Scusami ma non mi ero resa conto che fossero già le 20.30! Ma…- notò la sua espressione –Ti senti bene?-
-Chi? Io? Si sto alla grande ma siamo in ritardo!- si riscosse e si diresse verso il passaggio della Signora Grassa.
-George aspettami!- disse Brooke raggiungendolo sulle scale. Il ragazzo sorrise impercettibilmente sentendola arrivare.
-Che fine ha fatto l’altro pel di carota comunque?- chiese la ragazza, una volta giunta al suo fianco.
-Fred è andato con la Corvonero non so dove per una specie di “pre-festa”.- spiegò in tono malizioso George. Brooke ridacchiò –Ma sei sicuro che prima o poi ci raggiungeranno?-
-Non lo so, io di sicuro non li vado a cercare, non vorrei trovarmi davanti uno spettacolo, come dire…a luci rosse.-
Iniziarono a ridere e a immaginare Fred che se la spassava in un’aula vuota fino a quando non giunsero in Sala Grande.
Vennero accolti da due Tassorosso che coprirono i loro occhi con una benda gialla, poi Brooke sentì sussurrare una specie d’incantesimo e iniziò a sentirsi stordita, faceva fatica a fare solo un passo, così si dovette appoggiare sulle spalle del Tassorosso che l’accompagnava. Poi, d’un tratto, quella strana sensazione svanì e lei si ritrovò in un giardino.
-Furbi.- sentì dietro di se la voce di George –Hanno lanciato un incantesimo per far cambiare la stanza.-
-Ma Silente ne deve essere sicuramente a conoscenza.- cominciò lei.
-Be’…credo che lascerà correre finché qualcuno di noi non si farà male.-
-Speriamo non accada.- ribadì lei.
 
La serata iniziò bene, Brooke andò subito sulla pista da ballo, il ritmo la incalzava a muoversi e lei proprio non riusciva a fermarsi. Ad un tratto George le si avvicinò e le chiese –Hai sete?- solo in quel momento lei si rese conto di quanto la sua gola fosse realmente secca. Si diressero così al bancone del chiosco che i Tassorosso avevano allestito in mezzo al “giardino”.
-Un’Acquaviola grazie.- ordinò Brooke.
-Nulla di più forte? Sul serio Brooke, mi deludi.- la stuzzicò il rosso accanto a lei.
-Amico, se tu sei qui per ubriacarti fai pure, io non ho intenzione di strisciare fino al gabinetto per vomitare.- detto questo prese il bicchiere che il ragazzo dietro al banco le stava porgendo e si diresse verso un tavolino vicino a dei salici.
-Siamo nervosetti?- George la raggiunse con un bicchiere di Whisky Incendiario in mano.
-No è solo che mi danno fastidio quelli che vanno alle feste solo per ubriacarsi, alla fine io mi diverto pur anche da sobria, no?- guardò il contenuto del suo bicchiere e riprese –Non ti sto accusando di essere uno di quelli comunque, so che non lo sei ti conosco.-
George sorrise e bevve un sorso di Whisky –E io so che tu sei una persona completamente fuori di testa ma che sa essere seria e giudiziosa. Strano, è come se fossi a metà tra me e Hermione.-
Brooke rise –Già hai ragione. Ma…mi faresti assaggiare?- disse indicando innocentemente il bicchiere di George.
-Io non vado alle feste per bere- la rimbeccò lui –Che voltafaccia! Sei un’approfittatrice B.- detto questo, rise e le porse il bicchiere.
-Ho detto che non voglio ubriacarmi mica che non voglio assaggiare!- rispose lei alzando gli occhi al cielo con un’espressione angelica sul volto. Poi prese il bicchiere e bevve un sorso. Sentì subito la gola in fiamme e le vennero le lacrime agli occhi –Non capisco come tu faccia a bere questa roba!-
-Ma sentila! Sei tu che hai voluto assaggiare!- disse ridendo George.
In quel momento fece la sua comparsa alla festa Draco Malfoy, il Re delle Serpi.
Con aria snob percorse tutta la strada che separava l’ingresso dal chiosco e ordinò un Whisky Incendiario doppio.
-Ecco, per esempio lui non lo sopporto.- riprese Brooke guardando nella direzione del Serpeverde.
-Malfoy dici? E’ quello che da fastidio a Harry vero?- chiese George girandosi anche lui a osservare il biondo che sorseggiava tranquillamente il suo Whisky ridacchiando sommessamente con la Parkinson.
-Lui da fastidio al mondo, non solo a Harry.-
Draco la sentì e si girò –Come dici, Granger?-
-Furetto non sei il centro del mondo.- rispose lei con noncuranza.
-Forse nono sono al centro del tuo mondo, nata Babbana.- soffiò lui di rimando.
Brooke si alzò di scatto e prese la bacchetta ma Malfoy continuò –Quella puttana di tua madre non si vergogna ad aver avuto non una, ma due figlie così? Ah no, giusto, anche lei è una Babbana, come tutta la tua famiglia.-
La ragazza non ci pensò due volte e gridò –Rictusempra!- colpendo Malfoy in pieno petto –La puttana sarà tua madre, anzi tuo padre visto come corre dietro a Voldemort.-
L’aria all’interno del giardino si gelò. Brooke, con le lacrime agli occhi, si girò e corse via, verso il bagno di Mirtilla Malcontenta.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3029377