Io sono Mercurio

di Blubba
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Generazione ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


"La pazzia
è solo un ponte stretto
le sponde sono Ragione e Istinto"

Der Wahnsinn
ist nur eine schmale Brücke
die Ufer sind Vernunft und Trieb
[Du riechst so gut - Rammstein ]


 
Una pulsar è una stella di neutroni.
Nelle prime fasi della sua formazione ruota molto velocemente ed emette impulsi ad intervalli estremamente regolari. Questi impulsi possono essere “tradotti” in suoni udibili all'orecchio umano. Allora possiamo sentire una palpitazione regolare, come il battito di un cuore.



 
Quando venni al mondo e lo distrussi non avevo concezione della realtà o del vivere. Ero furia distruttrice e niente poteva fermarmi.
Ero materia, e fui plasmata.
L'universo mi diede un nome ed io lo accettai senza nemmeno conoscerne il significato, senza sapere cosa fosse un nome e cosa comportasse possederne uno.
Non capivo la differenza tra me stessa e la materia che mi circondava, tra il mio corpo (se corpo si poteva chiamare) e il vuoto dell' universo. Fui generata dalla materia cosmica? Non lo seppi allora e non lo so adesso. Galleggiavo nel nulla, quindi fu il nulla a generarmi, non so altro. E in questa affermazione non vi è nessuna prova o certezza.
Non potevo percepire il mio corpo che cresceva, ma a mia insaputa esso prese forma, ma quale forma? Lo avrei scoperto molto presto.






 

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Capitolo 2
*** Generazione ***


L'universo si espandeva ed io rimanevo lì, al suo centro. Inerme e assopita, non conoscevo niente, non ero niente.
Sviluppai una coscienza solo quando il mio corpo iniziò a prendere forma.
Sviluppai una massa neuronale che ben presto si trasformò in un cervello adulto, e grazie a quello potei finalmente capire. Quando sei una parte indistinta della materia i sensi (che si considerino quelli umani o quelli di altre specie) costituiscono una limitazione.
La materia percepisce totalmente sé stessa è l'insieme di cui fa parte, ma nella pratica questa 'percezione assoluta'  non è altro che un rumore bianco.
Quando fui ridotta ad un essere vivente e spedita sulla Terra, provai per l'ennesima volta l'esperienza di sottovalutarne le capacità percettive.
Sperimentare gradi di percezione così diversi l'uno dall'altro è sempre sconvolgente, ma io avevo imparato a gestire quella fase di transizione in cui mi ritrovavo ad affrontare il completo stravolgimento delle mie percezioni.
Il pianeta in sé e i terrestri non mi colpirono particolarmente, ma non fu la Terra la mia prima 'casa'.

Le colonie lunari a quel tempo erano solo un pallido abbozzo di ciò che sarebbero diventate nel giro di duecento anni (terrestri).
Non spiegherò le dinamiche relative alle mie generazioni, perché non sono capace di descriverne i processi; ma è impossibile per me non tentare nelle prossime pagine.
Il mio scopo non è quello di raccontare come sono arrivata qui.
Ho poco tempo prima del mio ritorno allo 'stato iniziale' della materia, ed è mia intenzione lasciare una traccia di ciò che è stato, perché tutto quello che ho vissuto non può passare nell'indifferenza.
Ho vissuto molteplici vite, ma nessuna di queste è mai stata documentata.
O forse io non lo ricordo più.

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