Can't kiss her goodbye — but I promise to try

di meiousetsuna
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Promise to try ***
Capitolo 2: *** Will she see me cry (When I stumble and fall?) ***
Capitolo 3: *** I fought to be so strong, I guess you knew ***



Capitolo 1
*** Promise to try ***


Documento senza titolo

Can't kiss her goodbye — but I promise to try
   Damon, Stefan

Scrivere non è mai stata la mia passione, Stefan.
Troppa verità tutta insieme, più di quella che lascio trasparire dai miei occhi, dai segnali del viso, dalle parole dette al vento capriccioso.
Le lettere restano ferme per sempre, incorruttibili testimoni delle emozioni che sono passate dal piano del pensiero a quello della concretezza.
A te sono sempre piaciute, com’è ovvio. Non c’è nulla in cui sembriamo uguali e forse per questo, in realtà, siamo la stessa persona, non una copia sbiadita uno dell’altro.
Hai scritto sulle pagine di un diario per centocinquant’anni, pazientemente, fermando il tempo sulla carta, per poi gettare tutto nel camino quando il peso dei ricordi sembrava raddoppiato dalla loro forma tangibile.
Quando l’hai fatto, non hai perso nulla, non è cambiato nulla.
Il dolore non è diventato cenere, l’amore non è andato in fumo, la colpa non si è accartocciata e sbriciolata, il rimpianto non ha lasciato di sé solo odore di bruciato.
La verità è che nulla scompare; quel che è stato può perdersi momentaneamente nella memoria, ma è scritto nell’unico libro che conta, quello della nostra storia.
Quando nostra madre è morta, eri disperato, perché non sapevi come dovevi comportarti.
Ti era permesso soffrire come volevi, come la tua età richiedeva? Piangere, gridare, accettare la paura —  per poi affrontarla?
Sì, con me potevi, non sono mai stato simile a nostro padre; ma eri troppo preoccupato di sbagliare, di fare qualcosa che avesse delle ripercussioni, è il tuo carattere da quando ne ho memoria.
Io ero un uomo in confronto a te. Un ragazzo, per l’esattezza.
Per la mamma, ancora un bambino.
Non mi dispiaceva, mi faceva sentire amato senza confini e regole, sottrazioni e mancanze.
Con lei sparivano il permesso di giocare, di ridere, di sognare, di commettere un errore.
Volevo, non sai con quanta forza, fare un bel discorso, dare un addio a nostra madre che fosse almeno lontanamente degno, ma la verità era che non ci riuscivo.
Quello che avrei detto mi avrebbe lasciato troppo allo scoperto, sarebbe stato il mio elogio, la canzone del mio cuore per lei.
Non potevo offenderla con una bugia e sono rimasto zitto.
Non solo quella volta, Stefan. È talmente più facile tacere, negare, mostrare solo la maschera che vogliamo.
Non ho versato una lacrima, sono stato all’altezza della situazione.
Ma quando siamo tornati a casa, mi hai ferito più di quanto tu abbia mai fatto come adulto in tutti i nostri lunghissimi anni.
Hai sgranato i tuoi occhi di bambino su di me, senza trattenere la delusione che ti avevo fatto provare.
Forse è quel giorno che ho smesso di essere un esempio, in cui la fiducia assoluta che nutrivi per me ha iniziato a sgretolarsi, come un bellissimo castello che non è altro che fragile sabbia e acqua volatile?
Il suo destino è cedere, granello dopo granello.
Ma ora sarò capace di sistemare tutto, fratellino.
Te lo devo, voglio farlo.
Un altro pezzetto delle nostre vite tornerà a posto, per non perdersi mai più.



N.d.A Ho pianto troppo, oggi, credo che non finirà qui! Per la cronaca, non mi soffermo sul particolare della cravatta, perché l’ho previsto più di due anni fa nella storia: Head or Tail

Meglio Damon troppo grande, che un attore indegno, non credete? Io l’ho preferito!

Madonna - Promise to try

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Capitolo 2
*** Will she see me cry (When I stumble and fall?) ***


Documento senza titolo

Will she see me cry (When I stumble and fall?)

Damon, Caroline

Le promesse dei grandi sono false, Caroline l’ha capito presto.
Perfino quelle di sua madre, che la ama; è proprio la loro natura, sono inaffidabili.
Sanno quanto è tremenda la paura di cadere, ricordano cosa vuol dire fidarsi ciecamente, crollare e trovarsi a terra, per poterne sorridere?
Liz l’aveva risollevata quando aveva perso l’equilibrio imparando ad andare in bicicletta.
Ora è grande e l’unica persona che sembra comprenderla è Damon, il suo ex-nemico. Ex-amante violento? Forzato compagno di avventure, soccorritore, amico per obbligo?
Non può definirlo, né le interessa.
Quello per cui vorrebbe trovare un giusto appellativo, è Stefan.
Fidanzato, futuro partner di letto, anima affine, come dovrebbe presentarlo? Soprattutto, lui cosa crede di essere?
Ha sempre sostenuto che le spettasse una persona così, che ammira, quasi perfetta ai suoi occhi; che l’aveva subito affascinata, in quello che ormai sembra un passato lontanissimo.
Tre anni prima (una vita fa), era una studentessa come tante (una ragazzina insicura e viziata) che credeva all’amore da favola (convinta che l’avrebbe risarcita della mancanza del padre) che un bel giorno (l’inizio del percorso che l’avrebbe portata a morire soffocata a diciotto anni) incontrò due sconosciuti (vampiri, mostri delle tenebre).
Elena aveva attratto il nuovo studente misterioso, mentre lei aveva prontamente ripiegato sul fratello cattivo.
Ora tutto è cambiato, il destino non sbaglia mai; erano state loro a cercare di forzarlo diversamente.
Seduta sul banco della chiesa, nel suo abito nero inappuntabile, ha ascoltato parole che non credeva potessero uscire da quelle labbra.
C’è Damon sul pulpito, che parla di sua madre. Sua potrebbe avere diverse interpretazioni, ma non è così; non ha ceduto al dolore personale, quel ragazzo che tanto ha odiato.
Quello che dice è un balsamo per il suo cuore, è così pieno d’affetto per Liz, di autentica compassione e apprezzamento per lei.
Perché serve una perdita per fare posto a sentimenti buoni, che restavano relegati come un fagotto ingombrante in uno sgabuzzino?
Negli occhi Damon brillano lacrime sincere, trattenute. Forse è davvero l’adulto della situazione, come ha fastidiosamente ripetuto in più occasioni.
Potrebbe stare cercando di chiederle scusa, senza formalità, con un gesto che abbia importanza, com’è il suo stile?
Quasi si alzerebbe per ringraziarlo e lasciarsi fare una tenera carezza sul viso.
In fondo, se tutto andrà bene, sarà una specie di cognato. Dio, solo un giorno prima avrebbe rabbrividito al solo pensiero, ora le sembra quasi naturale.
L’ultimo saluto di sua madre morente le è giunto dalla voce di Damon, che ha raccolto quelle parole preziose per consegnargliele intatte, anzi, amplificate dall’emozione che vibra nel suo tono appena insicuro.
Forse l’ultimo regalo di Liz, non è stata la casa che le ha intestato; o le foto di famiglia, dove loro due, malgrado i vent’anni che le separavano, sono così simili — trecce biondissime e un sorriso disarmante — da sembrare la stessa bambina con abiti di foggia diversa.
È stata l’occasione di capire chi è davvero quel ragazzo triste lunatico e scontroso. Sul quale, ora Caroline lo sa, potrà contare sempre.


N.d.A :oggi sto troppo male, ho difeso Caroline! Non miglioro… c’è qualcuno? Condivisioni? ^-^




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Capitolo 3
*** I fought to be so strong, I guess you knew ***


Documento senza titolo

I fought to be so strong, I guess you knew

Per LittleRedbird e Gloria Bennett, with love

Damon, Bonnie

‘Non posso essere così sfortunata’ è l’unico pensiero coerente che si affaccia nella mente di Bonnie.
L’ha capito subito, che qualcosa non andava per il verso giusto.
L’eclissi la scherniva dal cielo, seducente e avvolgente come un amante tenebroso.
Aveva sofferto e pianto, desiderato di morire: no, provato a morire, qualcosa di cui ora si vergogna con tutta se stessa.
Doveva mantenersi forte, il messaggio era chiaro.
Ma come metterlo in pratica quando la peggior tortura ti attende ogni maledetto giorno della tua vita futura?
Sola, in una replica di mondo vuota e desolata, soprattutto ora che non c’è lui.
Bonnie sente una fitta alla bocca dello stomaco, quando tenta di definire quella sensazione: ma è una ragazza sincera.
È la mancanza che provi quando perdi una persona alla quale vuoi bene.
Non lo ammetterebbe mai, per prima cosa per lealtà verso Elena; perché è ancora legata a Jeremy, anche se quando l’ha visto apparire per fermarla è stata più grata che felice perché poteva ritrovare il suo vero amore.
È un altro che occupa fin troppo posto nella sua mente, da tempo.
Da quando ha deciso, incredibilmente, di salvare lui invece di usare l’Ascendente per sé, restando con un pazzo omicida, ferita gravemente, spingendo verso l’unica via di uscita l’ultimo per cui avrebbe speso una parola buona.
Un vampiro che l’avrebbe uccisa volentieri, che lei ha cercato di bruciare vivo; che ha lasciato senza battere ciglio tra le mani sanguinarie di Rebekah, dissanguato e squartato crudelmente.
Se ne è accorta, molte notti nelle quali fingevano di dormire, ognuno preso a rincorrere i suoi tormenti.
Lui non soffriva la mancanza di sonno essendo un vampiro, eppure, da gentiluomo, fingeva di aver bisogno di riposare ritirandosi nella sua stanza, per lasciarla tranquilla.
Bonnie si spogliava lentamente, un poco più del necessario; indossato il pigiama si sdraiava tra le lenzuola, tentando di rilassarsi con la musica, ma non serviva a nulla.
Sapeva che Damon poteva sentirla respirare, come se non ci fossero mura tra loro, che passava la notte a sorvegliarla, perciò restava sveglio.
Cosa avrebbe fatto se una sera la porta si fosse schiusa, rivelando la sagoma del ragazzo?
Avrebbe gridato per cacciarlo, si sarebbe vendicata il giorno successivo?
O avrebbe chiuso gli occhi, per non essere partecipe e colpevole, si sarebbe sciolta in un fremito elettrizzante se le mani fresche e sottili di Damon avessero indugiato sulla sua pelle calda e vellutata?
Di cosa sapeva un suo bacio?
Di un piacere proibito e voluttuoso, sicuramente.
Bonnie scuote via quei pensieri morbosi, come i fiocchi di neve che oscurano il cielo. Neve a Maggio.
Anche quel mondo sta collassando, non avrà un’altra occasione.
Tornerà, adesso.
E sa chi andrà a salutare per primo.
Gli farà una sorpresa, forse gli lascerà un indizio. Quegli orrendi pancakes che la nauseavano, finché non si è abituata a cominciare ogni mattina col loro profumo.
Poi gli correrà incontro e non conta cosa capirà.
Vuole abbracciarlo e tenerlo stretto, perché sono amici. Al resto, penserà poi.


N.d.A =la quasi Bamon; credo che la 6x15 abbia cambiato la mia vita! Baci!





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