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di Seiraluna
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


Erano passati alcuni anni dalla morte di suo padre e Conaire si era ripresa del tutto. Si era stabilita nelle terre di suo padre e aveva aiutato gli abitanti dei villaggi distrutti a rimettersi in piedi. Non voleva che soffrissero mentre lei viveva in un palazzo appena ricostruito. Per due anni aveva vissuto in una casetta con la sua guardia del corpo che era anche la sua migliore amica. C’erano voluti molti mesi per ricostruire tutta la dimora che una volta apparteneva alla sua famiglia. A lei non era dispiaciuto stare a contatto con gli abitanti del villaggio dove aveva comprato la casa, ma la sua guardia del corpo diceva che non poteva continuare a vivere lì. A lei non era mai interessato il suo rango, ma sapeva che doveva amministrare le terre dal castello di suo padre. Era stata educata per essere l’erede di una famiglia potente e non poteva deludere i suoi antenati.  Ciò non le impediva di andare al villaggio e di passare tanto tempo con i bambini. A volte giocava anche nel fango con loro dopo le lunghe piogge della stagione invernale.
Quel giorno Conaire però non era nelle sue terre, ma davanti il grande tempio. Era andata lì per ringraziare il grande sacerdote dell’aiuto di qualche anno prima e per salutare un vecchio amico. Chissà come stava?
Conaire era partita da sola, lasciando le questioni amministrative alla sua guardia del corpo. Durante il viaggio tutto era andato bene e non aveva corso alcun pericolo. Arrivata davanti la prima casa, la ragazza diede al cavaliere dell’ariete una lettera del grande sacerdote. Lei aveva scritto una breve lettera al grande sacerdote per informarlo del suo arrivo e lui gli aveva risposto che era felice di accoglierla.
-Signorina dovete salire queste scale fino al tempio, vi accompagno.
-Non si disturbi, so che voi cavalieri avete molti impegni.
-Vi accompagno per la vostra sicurezza, non tutti i cavalieri d’oro sono dolci come quelli che avete conosciuto.
-Veramente io ho incontrato un solo cavaliere d’oro nella mia vita, voi siete il secondo.
-Siete anche estremamente sincera, una bella dote. Venite.
Conaire seguì il cavaliere lungo tutte le case.
-Questa è la casa del leone?
-Sì, però non è qui. Torna questa sera da una missione con Cardia e Manigoldo. Sono dovuti partire per la Spagna.
-Spero di vederlo domani per salutarlo.
Arrivati dal grande sacerdote, Shion si congedò e Conaire si inchinò davanti all’uomo che aveva davanti.
-Vi prego lady Conaire, non inginocchiatevi. Siete molto cresciuta.
-Sono passati diversi anni da quella missione. Vi ringrazio per aver inviato uno dei vostri cavalieri migliori a salvarmi. Questo dono è per voi, appartiene alla mia famiglia da decenni. Ho anche portato questo fiore di cristallo per lady Atena.
-Vi attendeva, venite con me, vi porto da lei.
Conaire incontrò Sasha-Atena e chiacchierarono per ore. Alla dea non capitava tutti i giorni di incontrare delle ragazze con cui parlare.
 
Mentre loro conversavano Regulus, Cardia e Manigoldo erano appena entrati nel salone del grande sacerdote.
-Siete tornati prima?
-Vecchio, la missione che ci hai assegnato era facile.
-Con che coraggio dici una cosa del genere, per poco non ti spaccavi la colonna vertebrale e non mi facevi finire arrosto- urlò Cardia.
-Non ti agitare o il tuo cuore si spaccherà in due.
-Manigoldo cosa hai combinato questa volta?
-Nulla, per sbaglio abbiamo mandato a fuoco due palazzi. Era inevitabile, i nemici usavano fuoco e fulmini e tutto è saltato in aria.
-E poi …
-Vecchio sei troppo sospettoso, scommetto che sai già cosa è successo.
-Ti conosco bene Manigoldo e so che hai rischiato di mandare Regulus e Cardia in infermeria per giorni.
-Per due fuochi d’artificio non sarebbero andati in infermeria.
-Facciamo i conti dopo. Regulus hai qualcosa da dire?
-Questo è il mio rapporto scritto.
-Vedo che Sisifo ti ha istruito bene negli anni, sei molto cresciuto negli ultimi mesi. Maturi velocemente.
-Il piccoletto è una vera forza- disse Manigoldo scompigliandogli i capelli.
-Non sono più un bambino.
-Hai sedici anni. Lo so, lo hai ripetuto per tutta la missione mentre gli specter ti attaccavano. Vecchio devi sapere che nessuno voleva battersi con lui perché lo ritenevano troppo debole perché sembra un marmocchio.
Il grande sacerdote disse a Regulus di continuare a parlare quando arrivarono nella sala Atena e Conaire. Regulus rimase a bocca aperta, quella era davvero la ragazzina che aveva salvato qualche anno prima? Era più bella di prima.
Manigoldo notò che il ragazzo si era imbambolato e seguì la traiettoria del suo sguardo.
-Il piccolo leoncino ha un colpo di fulmine.
Cardia notò la faccia di Regulus e diede ragione al cavaliere del cancro.
-Sei proprio carino con le gote lievemente arrossate.
-Non prendetemi in giro ogni volta che potete.
Conaire si congedò da Atena e corse a salutare Regulus.
-Per me è un piacere rivederti cavaliere del leone, sono venuta qui anche per ringraziare te.
-Vuoi dire per la missione di alcuni anni fa?
-Sì.
-Lo avevi già fatto, era abbastanza.
-Scusa le maniere di questo piccolino, non sa come ci si comporta in presenza di una signorina.
-No, Regulus non ha fatto nulla di sbagliato. Ti ricordavo proprio così, semplice e schietto.
-Anche tu hai sempre un bel carattere.
Regulus era talmente imbarazzato che le parole uscivano a stento.
-Voi siete un’amica di questo bambino?
-Sì, più o meno.
-Certo che è mia amica senza dubbi.
Conaire sorrise per l’affermazione del ragazzo.
-Io sono Manigoldo.
-Voi siete il cavaliere del cancro, l’allievo del grande sacerdote. Nella biblioteca di mio padre c’è un libro su di voi.
-Sono tanto famoso, che onore.
-Sempre modesto. Io sono Cardia, cavaliere dello scorpione.
-Ho letto anche qualcosa su voi. È un piacere conoscervi.
-Ora che vi siete presentati potete tornare alle vostre case. Regulus rimani qui.
-Va bene.
-Andrai a farti un bagno, indosserai i tuoi abiti migliori che ho fatto portare alla tua casa e porterai Conaire in giro per l’intera vallata. Bada bene a comportarti nel modo che si addice al rango della signorina.
-No, può restare se stesso, a me piace come si comporta, è molto spontaneo.
-Anche se hai il benestare di lady Conaire, non strafare.
-Sì, signore.
Regulus corse a cambiarsi, non vedeva l’ora di passare delle ore con la sua vecchia amica. Certo che era diventata proprio carina. Sisifo lo vide saltellare tutto felice verso la casa del leone e pensò che la missione doveva essere stata un successo. Forse per una volta Manigoldo non aveva combinato strani guai in altre città.
 

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


Regulus si era lavato e vestito velocemente. Non vedeva l’ora di portare in giro Conaire. Non la vedeva da anni e era molto emozionato. Le avrebbe fatto vedere ogni angolo della vallata, tranne la casa di Manigoldo, forse quello non era il posto per una ragazza delicata come Conaire.
Regulus corse al tempio e vide Conaire che lo aspettava fuori. Si era cambiata e indossava un lungo abito bianco con una fascia dorata sulla vita. Era davvero bellissima. In quegli anni era diventata più alta e più formosa ma il suo viso era sempre come lo ricordava. Quello di un’innocente fanciulla.
-Eccomi qua. Andiamo ti porto prima al villaggio e poi dove vuoi tu.
-Mi fiderò del tuo istinto Regulus. Guidami tu, mi fido.
-Perfetto.
Sisifo vide il ragazzo afferrare la mano della ragazza e trascinarla giù per la scalinata, era davvero impetuoso in tutto quello che faceva.
-Non è stata una buona idea mandarla con Regulus.
-Sono sicuro che lady Conaire non avrebbe voluto cavaliere migliore al suo fianco- disse il grande sacerdote.
Regulus trascinò Conaire fino a un fornaio e le fece assaggiare due tipi di pane della regione. Poi la trascinò in un negozio dove facevano dolci ottimi. Sembrava un bambino che doveva comprare le caramelle. Conaire si divertiva un mondo a guardarlo, assaggiava tutto come se fosse la prima volta. Era davvero buffo. Dopo tanto tempo la fanciulla si sentiva libera e spensierata.
-Regulus cosa fai quando non vieni a mangiare al villaggio?
-Mi alleno con altri cavalieri, vado a trovare i miei vecchi amici, parlo dei cavalieri di bronzo. Spesso il grande sacerdote mi manda in giro a cercare informazioni, dice che io passo inosservato in abiti civili perché sembro un ragazzino troppo innocente per essere un cavaliere. Ovviamente questa cosa non me l’ha spiegata lui ma Sisifo. Il grande sacerdote ha usato altre parole. Tu cosa fai?
-Mi occupo delle terre di mio padre, delle questioni amministrative e aiuto le persone dei villaggi vicini al castello. Siamo riusciti anche a costruire due scuole nelle zone distrutte da alcuni cavalieri di Ade. Un anno fa i territori vicino al castello erano pieni di specter che distruggevano qualunque cosa. Ora sono andati via ma ci sono molte cose da ricostruire. In pochi mesi e con molti sforzi siamo riusciti a ricostruire due scuole per i bambini.
-Insomma non ti fermi mai.
-No, mi piace essere di aiuto.
-Avevo capito dalle tue mani che non stai mai ferma.
-Cosa hanno di strano?
-Quando ti ho stretta la mano destra non era liscia.
-Sono così brutte le mia mani?
-Al contrario, sono il segno di anni di fatica per la tua gente, sei una ragazza da ammirare.
-Sei stato tu a insegnarmi a non arrendermi, ricordi?
-Non mi sono mai scordato la mia prima missione. Sisifo mi ha fatto una ramanzina quando sono tornato. Diceva che mi ero quasi spaccato le gambe pur di vincere. In effetti, ero pieno di ferite. Meno male che la tua guardia del corpo non è con te p anche lei mi sgriderebbe.
-Lei è rimasta al castello per delle questioni amministrative. Non voleva lasciarmi venire da sola, ma io ho insistito.
-Vieni ti porto a conoscere gli altri cavalieri.
Con tutta l’irruenza che aveva, Regulus prese la ragazza in braccio e la portò fino alla prima delle dodici case.
-Sei più veloce di prima.
-Mi sono allenato molto dopo la mia prima missione. Volevo diventare ancora più bravo a proteggere le persone. Da allora ho portato a termine molte missioni con successo.
-Sapevo fin dall’inizio che eri un ottimo cavaliere.
-Grazie, ma non esageriamo. Ancora oggi mi procuro un sacco di ferite durante le missioni. Un mese fa sono tornato con due ferite enormi sulle gambe.
-Mi dispiace.
-Non ti preoccupare, sono già guarite. Ecco questo ragazzo davanti la prima casa è Shion.
-Piacere di conoscerla lady Conaire.
-La conosci già?
-No, Regulus, il grande sacerdote mi ha parlato dell’arrivo di lady Conaire tre giorni fa.
-Per me è un piacere conoscervi Lord Shion.
Shion lasciò passare i ragazzi e tornò alla sua meditazione. Arrivati alla seconda casa il cavaliere del toro strinse forte i due ragazzi.
-Siete proprio carinissimi. L’amore è bellissimo alla vostra età.
Conaire divenne rossa come un peperone, lei non era la fidanzata di Regulus. Il ragazzo sembrava non aver afferrato le parole del cavaliere distratto da due allievi del toro che giocavano con i pesi. Chi alzava più chili vinceva.
-Provo anche io- disse Regulus sfuggendo alla morsa del toro.
-Benedetto ragazzo non ci si comporta così davanti una ragazza.
-Lasci stare, lui è fatto così. È da ammirare per questo carattere spontaneo e sincero.
Il toro sorrise alle parole della ragazza. Lo aveva visto per pochi giorni ma sembrava capirlo meglio di tutti. Finito di giocare Regulus trascinò Conaire verso la casa del cancro.
-Perché non passiamo per la terza casa?
-I gemelli non amano gli sconosciuti, meglio non farli innervosire.
Arrivati da Manigoldo, Regulus si guardò in giro. Sapeva che il cavaliere sarebbe comparso all’improvviso per spaventarlo con una delle sue apparizioni improvvise.
-Conaire resta dietro di me, il tipo che abita qui non ha le rotelle del cervello che funzionano bene.
-Che vuol dire?
-Non lo so, è una cosa che dice sempre Cardia. Io so solo che Manigoldo ama scherzare.
Manigoldo comparve alle spalle della ragazza con una maschera veneziana in faccia e la fece spaventare. La ragazza si nascose fra le braccia di Regulus.
-Mi scusi se l’ho spaventata lady Conaire, pensavo le facesse piacere vedere una maschera d’oro di Venezia.
-Sei sempre pronto a fare scherzi, l’hai spaventata.
-Io volevo spaventare te ma non ti sei mosso di un millimetro.
-Perdoni il mio comportamento Lord Manigoldo, non era mia intenzione mancarle di rispetto.
-Tranquilla, chiunque si sarebbe spaventato, ho scelto la maschera più brutta di proposito. Lasciate che vi offra del tè per farmi perdonare.
-No, non possiamo restare perché i tuoi intrugli fanno venire il mal di pancia.
I due ragazzi andarono oltre e arrivarono alla casa della vergine. Non c’era nessuno e proseguirono. Cardia era fuori la sua casa e stava leggendo un libro.
-Moccioso oggi sei in compagnia.
-Ciao Cardia.
-Piacere di conoscerla lord Cardia.
-Lei deve essere la fanciulla della tua prima missione, quella che pensava che tu fossi un messaggero della divinità.
-Il sorriso di Regulus è così abbagliante che sembrava avere qualcosa di magico.
-Ragazzina sei divertente. Questo marmocchio ha qualcosa di speciale, è vero. È un rompiscatole insopportabile. Quando va a giocare nella valle con i bambini del villaggio o con altri cavalieri fa un baccano tremendo.
-Anche tu fai rumore quando bevi il vino con Manigoldo.
-Shhh. Marmocchio non svelare a tutti i miei segreti. Meno male che non c’era Sisifo, mi avrebbe fatto una ramanzina sul bere.
I due ragazzi continuarono la scalata e arrivarono dal capricorno, neanche lui era in casa. Doveva essere in missione. Arrivati da Sisifo, lo trovarono a tracciare alcune mappe della zona.
-Sta lavorando, andiamo via in punta di piedi.
-Regulus non è bello passare da qui senza salutare.
-Non volevo disturbare, ho visto che eri concentrato.
-Dovresti presentarmi la tua amica.
-Lei è Conaire.
-Regulus dove hai lasciato le buone maniere, lei appartiene a una nobile casata.
-Non si preoccupi, lord Sisifo, non deve per forza chiamarmi lady. Preferisco la spontaneità.
-Come volete. Cosa avete fatto di bello?
-Regulus mi ha portata al villaggio e abbiamo assaggiato un sacco di dolci ottimi.
-Come tuo solito ti sei abbuffato di dolci.
Regulus afferrò la mano di Conaire e corse via. Sisifo stava per lanciare uno dei suoi urli o stava per iniziare un sermone.
Arrivati alla casa dell’acquario, trovarono Degel che leggeva in compagnia di una giovane ragazza.
-Regulus cosa ci fai da queste parti?
-Riporto Conaire al grande tempio.
-Piacere di conoscerla lady Conaire.
-Il piacere è tutto mio Lord Degel.
-Vi presento mia moglie, Margaret.
-Per me è un piacere conoscervi lady Margaret. Siete davvero bellissima.
-Grazie, lo siete anche voi lady Conaire. Abbi cura di lei Regulus.
-Sì, signora, sarò una brava guardia del corpo per tutto il suo soggiorno al tempio.
I due ragazzini andarono via di corsa.
-Secondo te, Regulus ha capito cosa intendevo dire?
-Non credo amore mio. Ma non puoi svelargli il futuro, piano piano il giovane cavaliere si renderà conto di tutto.
-Un po’ come te.
-Io ho capito subito quello che provavo per te.
-Solo dopo che mi hai tolto la maschera. Furbetto.
-Oggi come ti senti?
-Benissimo, non ho neanche la nausea.
-Bene. Vieni a stenderti inizia a fare fresco.
Regulus salutò velocemente Albafica e Conaire fece lo stesso. Sapeva che il cavaliere non voleva che nessuno si avvicinasse alla sua casa o a lui. Arrivati davanti al grande tempio, Conaire ringraziò Regulus per la bella giornata. Lui sorrise e poi sparì giù per la scalinata. La ragazza rientrò e si ritirò nella sua stanza. Forse il giorno dopo avrebbe passato un’altra meravigliosa giornata con il cavaliere del leone.

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Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


Mattina
Al grande tempio si erano svegliati tutti all’alba. I cavalieri d’oro erano tutti riuniti di fronte lady Atena per discutere degli specter che in quei giorni si erano visti sempre più spesso nelle vicinanze del villaggio. In più, bisognava discutere delle missioni fuori la zona del tempio che non coinvolgevano gli specter ma altri cavalieri malvagi. Il grande sacerdote aveva ricevuto notizie allarmanti dalla Francia e dalla Spagna. Aveva inviato dei cavalieri d’argento per prendere delle informazioni e erano tornati tutti feriti gravemente. Non poteva inviare tutti i cavalieri d’oro nelle due zone altrimenti avrebbe rischiato di lasciare il tempio sguarnito e gli specter ne avrebbero approfittato. Bisognava trovare un modo per inviare meno persone possibile e che compissero le missioni nel minor tempo possibile. Tutti i cavalieri servivano al tempio in quei mesi.
-Lady Atena dopo essersi consultata con me e Sisifo, ha deciso di inviare Manigoldo e Albafica in Francia. Mentre el Cid, Degel e Cardia andranno in Spagna. Laggiù sono scomparse molte persone negli ultimi due mesi. Dai rapporti di Sisifo si stimano cinquanta persone scomparse e non si conosce la causa. Partirete domani mattina all’alba. Ora potete andare. Regulus resta qui.
-Sì, signore.
Un’ancella entrò nella stanza di Conaire mentre si pettinava e le disse che il grande sacerdote l’attendeva nel salone. La ragazza si sistemò il vestito e seguì l’ancella verso il salone.
-Mi cercavate?
-Lady Conaire ho pensato che le sarebbe piaciuta una visita al tempio per conoscerne tutta la storia. Ieri vi ho mandata in giro con Regulus ma non vi ho fatto vedere le stanze antiche del tempio.
-Non si preoccupi, so che siete impegnati in questi giorni. Mi sono divertita molto ieri con Regulus, mi ha mostrato dei posti fantastici nella valle.
-Regulus ha avuto una buona istruzione qui al tempio e potrà anche farle visitare tutte le stanze più belle di questa costruzione. Conosce ogni affresco e ogni colonna nei minimi dettagli.
-Grazie per la disponibilità grande sacerdote ma non vorrei disturbare gli allenamenti del cavaliere del leone.
-Oggi non ha molto da fare e può dedicarvi un po’ di tempo. Con questo caro Regulus intendo dire che passerai l’intera giornata con lady Conaire.
-Va bene signore. Sarà un onore illustrarle la storia del tempio a Conaire come Sisifo ha fatto con me.
Il grande sacerdote sperava di non aver preso una cantonata assegnando la protezione di lady Conaire a Regulus. Non lo aveva detto chiaramente ma il cavaliere aveva capito che doveva proteggere la ragazza in caso di attacco nemico.
Regulus strinse la mano di Conaire e la portò verso la biblioteca. Lì c’era un grande quadro che le voleva mostrare.
-Qui ci sono più libri che nella biblioteca di mio padre.
-Il grande sacerdote ha raccolto libri di tutto il mondo. Qui ci conserva anche i documenti ufficiali e le mappe. Mentre quelli sul muro laggiù sono i ritratti dei vecchi cavalieri d’oro. Ci sono tutti.
-Mi mostri quello di tuo padre.
-Con piacere.
-Questo è lui con la sua armatura addosso.
-Vi somigliate un pochino.
Prima di continuare il giro del tempio Regulus voleva portare Conaire in un posto importante. La prese in braccio e iniziò a correre verso l’esterno.
-Dove andiamo?
-Vedrai, ti voglio presentare una persona.
Conaire si stringeva forte a Regulus e lui la teneva stretta per la vita, non voleva di certo farla scivolare.
-Eccoci qua. Ciao papà, voglio presentarti Conaire. Lei è la ragazza di cui ti ho parlato tempo fa. Lei mi ha insegnato tante cose.
Conaire si inginocchiò di fronte la tomba del padre del cavaliere e si presentò con molto garbo.
-Sei la prima ragazza che non mi prende per pazzo perché parlo con una lapide.
-Vedi tante ragazze?
-No, solo quelle del villaggio e loro dicono che non è possibile che mio padre mi ascolti dalla tomba.
-Io parlo spesso con mio padre. Penso che ora sia da qualche parte con la mamma e che vivano insieme fra tante luci.
-Io penso lo stesso di mio padre. Lui è sicuramente in un luogo bellissimo con la mia mamma. Magari un campo pieno di fiori e luci colorate.
Regulus e Conaire parlarono per due ore dei loro genitori. Nessuno dei due sapeva molto delle rispettive madri ma speravano che fossero con i loro papà.
 
Dal tempio qualcuno osservava i due ragazzi seduti vicino le tombe dei cavalieri.
-Cosa avete in mente per lui?
-Sisifo non ho secondi fini. Regulus deve solo fare da guardia del corpo a lady Conaire mentre resta qui. Non mi sembra impegnativo come compito.
-Mi scusi se mi permetto ma non ho mai visto uno sguardo simile negli occhi di Regulus.
-Ah ah. Sisifo il tuo allievo ha quello sguardo perché per la prima volta scopre il suo amore, capita. È giovane, lascialo vivere.
-Grande sacerdote oggi parlate come vostro fratello.
 
Regulus dopo aver parlato per ore con suo padre e Conaire portò la fanciulla a mangiare qualcosa al tempio. Poi si ricordò che quel giorno cucinavano Tenma e Yato con l’aiuto degli allievi del cavaliere del toro e decise di trascinare Conaire al villaggio. Una volta lì comprò qualche panino e poi la portò su un prato fiorito.
-Mi dispiace ma non potevamo mangiare con gli altri. Non posso rischiare che ti avvelenino con la loro cucina. Sarai abituata a piatti raffinati.
-No, per un intero anno ho mangiato quello che cucinavano al villaggio. Ci sono voluti mesi prima che il castello fosse ricostruito. E poi mangio di tutto, anche dei semplici fagioli.
-Non hai mai assaggiato la cucina di Tenma e Yato fortunatamente.
-Non può essere tanto cattiva.
-L’ultima volta io, Cardia e Manigoldo stavamo per rimanerci stecchiti per una zuppa di patate. Diciamo che nessuno di noi cavalieri cucina bene. Forse solo Shion, Doko e il cavaliere del toro ma sono sempre impegnati fra allenamenti, allievi, specter e missioni.
Dopo aver mangiato Regulus e Conaire si stesero sul prato e il cavaliere mise un fiore fra i capelli della ragazza.
-Ti dona.
-Grazie.
-Quando devi tornare al tuo castello?
-Fra pochi giorni o si preoccuperanno per me. Il grande sacerdote mi ha detto che presto qui ci saranno delle lotte fra cavalieri e specter e che non è sicuro per una ragazza.
-Ti ha informata su molte cose. Non ti preoccupare noi cavalieri saremo in grado di sconfiggere gli specter al fianco di Atena. Per il bene di tutti ci batteremo con tutte le nostre energie.
-Sei sempre lo stesso. Sei sempre pronto a batterti per il bene degli altri.
-Mi farai arrossire se parli in questo modo. Non sono poi tanto coraggioso.
-Scherzi. Quando ero al castello ho sentito di tantissime storie sul tuo conto. Hai affrontato tutte le missioni con grande coraggio e sei sempre riuscito a sconfiggere i tuoi nemici.
Regulus arrossiva per i complimenti della ragazza, non sapeva che le notizie su di lui giungessero fino alle sue terre. Non sapeva neanche di essere tanto famoso. Solo di una cosa era certo, gli faceva piacere che Conaire lo pensasse ogni tanto, anche lui spesso pensava a lei.
-Regulus posso entrare nella casa del leone?
-Certo, ti ci porto subito. Però non fare caso al disordine, non ho avuto modo di fare il bucato ultimamente.
-Se vuoi ti aiuto.
Arrivati alla casa del leone, Conaire vide tutti gli abiti da civile di Regulus sparsi per la casa. Era più disordinato di quanto pensasse. Certi vestiti erano completamente consumati e erano da buttare.
-Non hai altri cambi, questi vestiti sono strappati.
-Ho combattuto molto negli ultimi mesi e i vestiti si sono rovinati.
-Ci penserò io.
Conaire prese ago e filo e delle toppe e ricucì tutti gli abiti che si potevano rattoppare. Altri li buttò via poiché erano completamente logori.
-Se vuoi più tardi andiamo a comprare altri abiti, hai solo quattro cambi. Ho dovuto gettare almeno dieci maglie e cinque pantaloni.
-Non ho mai tempo di comprare nuove cose a causa delle missioni e dei combattimenti. Verrò volentieri con te al villaggio. Dovrai aiutarmi con le spese, non sono molto bravo a comprare i vestiti, faccio confusione persino quando mi danno la lista della spesa. Mi è capitato di comprare delle pere al posto delle mele e delle pesche al posto delle albicocche.
Conaire stava ridendo. Regulus era davvero buffo, era fortissimo ma allo stesso tempo imbranato in alcune cose.
La ragazza lo trascinò giù al villaggio e gli fece provare diversi abiti da uomo in un negozio poco costoso. Regulus era imbarazzato ogni volta che usciva dal camerino, non aveva mai provato tanti vestiti in vita sua. Di solito era Sisifo che gli portava i nuovi indumenti quando quelli vecchi erano troppo piccoli. Però doveva ammettere che con Conaire si stava divertendo un sacco.
-Ora che hai dei vestiti nuovi, non dovrai più andare in giro con i pantaloni bucati.
-I vestiti che ho comprato sono molto comodi. Non sapevo che esistessero maglioni tanto soffici.
-Sembra che tu non abbia mai fatto compre in vita tua.
-Infatti è così. Sisifo mi porta tutto quello che mi serve e io non ho bisogno di andare a fare compre. Scendo al villaggio solo quando ci sono scontri o se mi mandano a farela spesa.
-Sono felice di esserti stata di qualche aiuto.
-Mi sono divertito questa mattina, ho scoperto che anche fare compre è divertente. Fare la spesa di solito mi annoia ma con te tutto è diverso.
Conaire e Regulus tornarono al tempio dove poggiarono tutti i vestiti del cavaliere.
-Perché non hai comprato niente per te?
-Ho tanti vestiti nella mia valigia e devo spendere i soldi che mi restano per la mia gente. Non posso permettermi di sperperare delle monete per me stessa. Io ho tutto mentre nel mio paese ci sono tante persone che soffrono.
-Sempre pronta ad aiutare gli altri, sei da ammirare.
Sisifo stava osservando i due ragazzi e notava come fosse cambiato l’atteggiamento del suo allievo. Sfiorava le mani di Conaire come fosse la cosa più preziosa che aveva. Inconsapevolmente le spostava le ciocche dei capelli dal viso e le accarezzava le guance. La ragazza era lievemente rossa in viso quando il cavaliere faceva quei gesti. Non erano semplici amici e presto se ne sarebbero accorti, sperava che non fosse troppo tardi per il suo allievo. Aveva il diritto di provare quel sentimento almeno una volta prima della battaglia finale. Sapevano tutti che il loro futuro era segnato, ciò non toglieva che dovevano vivere fino alla fine.

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Capitolo 4
*** capitolo 4 ***


Regulus e Conaire stavano seduti schiena contro schiena davanti l’ingresso della casa del leone e osservavano il paesaggio. Stare insieme e in silenzio gli bastava. Non gli serviva altro che passare qualche ora insieme e si sentivano felici.
-Sai un giorno riusciremo a sconfiggere gli specter e tornerà la pace.
-Anche voi potrete vivere in pace.
-Sì, magari faremo dei pic-nic con i bambini del villaggio e tutti assaliranno Manigoldo e Cardia. Sai loro due sono i più burloni di tutto il tempio. I bambini guardano oltre la loro apparenza rude e vedono il loro lato tenero.
-Mi ero accorta di qualcosa. Lord Manigoldo sembrava voler fare il duro ma quando ha visto dei bambini sulla scala che piangevano, se li è caricati sulle spalle e li ha fatti divertire.
-Lui è fatto così. Ancora peggio Cardia. Lui non sopporta che i bambini soffrano, ogni volta che ne vede uno piangere fa di tutto per farlo ridere.
-Anche tu piaci molto ai bambini del villaggio. Ho visto come ti guardano e ho sentito le canzoni sul buon caro cucciolo di leone.
-Quelle sono imbarazzanti. Dopo tanti anni al servizio di Atena, ancora mi chiamano cucciolo di leone. Solo perché sono quello più piccolo.
-Hai messo il broncio gonfiando le guance, sei buffo.
Regulus non resistette e scoppiò a ridere, non era proprio da lui mantenere la faccia imbronciata.
-Conaire questa sera resta qui, guardiamo le stelle insieme. Oggi dovrebbe essere una notte di stelle cadenti. Potrai esprimere tutti i desideri che vuoi.
-Non posso restare, per una ragazza non è consono.
-Che vuol dire?
-Che le donzelle devono stare lontane dai maschietti quando scende la sera leoncino.
-Manigoldo cosa ci fai qui?
-Salivo dal vecchio e vi ho visti seduti qui. Sei ingenuo come sempre piccolino.
-Non mi trattare come un bambino, sono cresciuto.
-Ne hai ancora tante di cose da imparare. Sisifo ancora ti deve insegnare come si trattano le fanciulle delicate.
-Chiederò al grande sacerdote di far restare Conaire all’aperto per una notte.
Regulus strinse forte la mano della ragazza e la trascinò al tempio. Manigoldo scoppiò a ridere, quel ragazzino non sapeva proprio in che guaio andava a cacciarsi.
Arrivati al tempio, Regulus lasciò andare Conaire nella sua stanza per cambiarsi mentre lui parlava con il grande sacerdote.
Dopo un’ora Regulus bussò alla porta della camera della ragazza e le disse che il grande sacerdote aveva acconsentito a farla stare sotto le stelle con lui. Regulus doveva riportarla sana e salva al tempio prima che sorgesse il sole. Il grande sacerdote si era raccomandato con il cavaliere, non doveva restare alzato con lei per tutta la notte. Avevano anche bisogno di dormire.
Regulus e Conaire tornarono alla casa del leone e mangiarono dei panini che la ragazza aveva preparato poco prima al tempio.
-Come è il panino con il pomodoro e il formaggio?
-Ottimo. Grazie. Tu non mangi?
-Sì.
Conaire si era bloccata a fissare il cavaliere. Aveva proprio una cotta per lui, ogni volta che si fermava a guardarlo diventava rossa come un peperone. Ma non credeva proprio che quel sentimento fosse ricambiato. Regulus non pensava di certo all’amore in quei momenti mentre il cuore di lei batteva per lui in silenzio. La ragazza cercava di controllare i suoi battiti in modo che il cavaliere non pensasse che fosse matta.
-Qualcosa non va? Non hai mangiato niente.
-Non ho molta fame.
-Se stai male ti riporto al grande tempio.
-No, voglio restare qui per guardare le stelle con te.
-Meno male, pensavo che tu stessi male a causa della mia irruenza. A volte sono maldestro e non mi accorgo dei sentimenti degli altri.
-No, tu non hai fatto nulla di sbagliato. Non mi sono mai divertita tanto come in questi giorni. Grazie per questi bei momenti insieme.
-Mi sono divertito anche io in questi giorni.
Regulus strinse Conaire per la vita e fece un grande salto che li portò sul tetto della casa del leone.
-Da qui vedrai tutta la vallata molto meglio e sarai più vicina al cielo stellato.
-Che spettacolo meraviglioso. Non c’è neanche una nuvola questa sera.
Regulus non si era neanche reso conto che aveva ancora le braccia intorno la vita della ragazza. Erano così intenti a guardarsi intorno che non si accorgevano che erano vicinissimi. Tutto era perfetto in quella serata.
-Regulus esprimi un desiderio è appena passata una stella cadente.
-Fatto. Tu lo hai espresso?
-Sì. Non fare quella faccia, sai che non posso dirti cosa ho desiderato. Il mio desiderio non si realizzerebbe se ne parlo con qualcuno.
-Avevo dimenticato questa regola.
Regulus si sedette sul tetto della casa del leone e fece sedere la ragazza davanti a lui stringendola per la vita. Non voleva che scivolasse per questo la teneva stretta a sé. Se le accadeva qualcosa, il grande sacerdote lo faceva in piccoli pezzi e lo dava in pasto a qualche belva feroce. Non avrebbe permesso a niente e nessuno di farle del male. Certo che era davvero carina con quel vestito e ora che l’aveva vicina poteva sentire anche il suo profumo. Lei sapeva di pesche.
Regulus dovette muovere la testa a destra e sinistra per riprendersi. Era come ammaliato dal profumo di Conaire. Accidenti cosa andava a pensare in un momento simile.
-Sisifo cosa guardi?
-Manigoldo non dovresti riposare, domani devi partire per una missione.
-Non dovresti spiare il tuo nipotino mentre si diverte.
-Non lo spio, lo tengo sotto controllo. Regulus è ancora troppo istintivo. Questo va bene nelle missioni, con i nemico ma non con le ragazze. Potrebbe fare qualcosa di avventato.
-Tranquillo, il leoncino non salterà addosso alla dolce fanciulla. Non si è neanche accorto di avere una cotta per lei. Durante il primo amore non ti accorgi nemmeno che sei innamorato, sei ancora molto ingenuo, un dilettante. Quanto mi mancano quei tempi, l’amore, gli uccellini che cantano, le api che volano di fiore in fiore e i mille angeli che ti cantano intorno.
-Manigoldo sparisci.
-Vado via capo. Buonanotte.
 
Regulus e Conaire restarono almeno due ore a guardare le stelle. Il cavaliere insegnò alla ragazza come fare a ritrovare la strada giusta seguendo le stelle e il nome di ogni costellazione. Aveva imparato tante cose allenandosi con Sisifo.
-In poche parole lord Sisifo è stato come un padre per te?
-Io lo vedo come uno zio che mi ha allenato. Quando sono diventato cavaliere d’oro mi continuava a tenere sotto controllo. Ricordi la mia prima missione?
-Quando mi hai salvata.
-Lui è stato tutto il tempo in pensiero per me. Me lo ha detto il grande sacerdote in persona e anche lady Atena. Ancora oggi mi tratta come un bambino.
-Ti vuole bene.
-Conaire ti manca tuo padre vero?
-Sì, però ho capito che resterà sempre accanto a me. Non devo essere triste.
-Sono felice tu sia più serena.
La ragazza girò il viso verso quello del cavaliere e per sbaglio si diedero una capocciata.
-Ahi.
-Perdonami Conaire, non volevo farti male.
-Non è nulla.
-Ma hai la fronte un po’ rossa, dobbiamo passarci dell’acqua.
Regulus prese la ragazza in braccio e scese dal tetto. La portò nella casa e corse a prendere una pezza bagnata. Poi passò la pezza sulla fronte di Conaire.
-Va meglio?
-Stavo bene anche prima, non mi sono fatta male.
-Io ho la testa dura, non voglio che ti resti il segno rosso sulla fronte.
-Tranquillo, sto bene. Fra poche ore non si vedrà più niente sulla mia fronte. Grazie.
Regulus sorrise, per fortuna non le aveva fatto male. Conaire sorrise a sua volta, il sorriso del cavaliere era contagioso come la prima volta che lo aveva incontrato. Era rimasto lo stesso ragazzo di quella volta e questo le faceva piacere. Qualcosa di puro e genuino cresceva nel cuore di entrambi.
Regulus e Conaire si addormentarono sul divanetto della casa del leone dopo un’ora di chiacchere.
 
Il mattino dopo fu Sisifo a trovarli sul divanetto. Regulus era steso sul divano e Conaire aveva la testa poggiata sul suo petto e dormiva tranquilla. Regulus dormiva con la bocca semiaperta. Si era dimenticato di essere in presenza di una ragazza.
-Regulus è ora di alzarsi.
-Lasciami dormire un altro po’ maestro.
-Non puoi.
Conaire aprì gli occhi e vide Sisifo. Si rimise composta in un attimo e cercò di svegliare Regulus.
-Cosa c’è di tanto urgente da fare?
Regulus aprì gli occhi e vide Sisifo. Scattò in piedi e si mise sull’attenti.
-Era ora dormiglione. Avete dormito comodi su quel vecchio divano?
-Non è colpa di Regulus se ci siamo addormentati qui. Sono voluta rimanere a parlare e ci siamo addormentati. Mi assumo tutte le responsabilità.
-Non abbiamo fatto nulla di sbagliato Conaire. Sisifo non è qui per sgridarci. Lui spesso mi sveglia la mattina perché dormo troppo alcuni giorni. Faccio tardi guardando le stelle e non mi accorgo del passare del tempo. La mattina fatico a svegliarmi.
-Sono venuto a chiamarti per i tuoi allenamenti con i cavalieri di bronzo e d’argento.
-Corro subito. A dopo Conaire.
-A dopo Regulus.
-Sisifo scorta Conaire al tempio. Vengo a trovarti più tardi.
-Grazie- disse Conaire sorridendo.
Non vedeva l’ora di rivedere Regulus e di parlare ancora con lui. Lei e Regulus sentivano di essere ancora più vicini dopo la serata passata insieme e sapevano di doversi dire ancora tanto. Non avrebbero sprecato il tempo e sarebbero stati insieme quanto era possibile.

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