Il Bacio delle stelle

di Marty Evans
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il Dottore Stropicciato ***
Capitolo 2: *** Cinque minuti ***
Capitolo 3: *** L'undicesimo Dottore ***
Capitolo 4: *** Vieni con me Amelia ***
Capitolo 5: *** Rivelazioni sconcertanti e crisi isteriche ***
Capitolo 6: *** L'astronave UK ***
Capitolo 7: *** L'ultimo della sua specie ***
Capitolo 8: *** L'arma segreta ***
Capitolo 9: *** La vittoria dei Dalek ***
Capitolo 10: *** River Song ***
Capitolo 11: *** Amy e L'angelo Piangente ***
Capitolo 12: *** Il Labirinto dei Morti ***
Capitolo 13: *** Conto alla rovescia ***
Capitolo 14: *** La Crepa ***
Capitolo 15: *** La scelta di Amy ***
Capitolo 16: *** Ricordi, sogni e scherzi ***
Capitolo 17: *** Verità svelate ***
Capitolo 18: *** Venezia ***
Capitolo 19: *** Lilia e Clara Rosetti ***
Capitolo 20: *** Tragiche conseguenze ***
Capitolo 21: *** Strane coordinate e incontri bizzarri ***



Capitolo 1
*** Il Dottore Stropicciato ***


Capitolo 1
Il Dottore Stropicciato

NDA So che voi che conoscete Dw penserete che non sia una rivisitazione del undicesima ora e che sia uguale alla puntata di Doctor Who ma datele una possibilita vi prego
Baci Marty Evans Per chi non conosce Doctor Who farò una breve introduzione: il protagonista di questa serie è il Dottore. Un enigmatico e brillante Signore del tempo cioè un alieno con aspetto umano. Il Dottore è un viaggiatore del tempo. Egli esplora l'Universo a bordo del TARDIS,(Tempo E Relativa Dimensione nello Spazio) Il TARDIS è una macchina del tempo e un astronave che viaggia nello spazio e nel tempo attraverso il vortice del tempo .L'aspetto esterno del TARDIS è quello di una cabina blu della polizia inglese. Il Dottore è quasi sempre accompagnato da una “compagna” terreste insieme affrontano nemici e salvano intere civiltà. Il Dottore è l’ultimo Signore del Tempo e l’unico sopravissuto alla Guerra del tempo che si scatenò tra i Signori del Tempo e i Dalek i loro nemici. Usa la sua conoscenza della scienza, delle tecnologie e della storia per affrontare i problemi che gli si presentano davanti. Non gli è permesso, intervenire nel caso si tratti di un «punto fisso nel tempo e nello spazio» che non può essere mutato. Il Dottore ha bisogno di rigenerarsi cioé muore e si rigenera in un altro corpo cambiando aspetto. Io parlerò della sua Undicesima reincarnazione Spero di aver detto tutto. Qui sotto ci sono l’immagini dei personaggi principali di questo capitolo a ogni capitolo metterò nuove immagini
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L'undicesimo Dottore e Amelia



Era una fredda notte di inizio primavera. Tutti nel villaggio di Leadworth, in Inghilterra, dormivano tranquilli nei loro letti. O forse no, c’era ancora qualcuno sveglio, in quel paesino sperduto. Era una bambina di sette anni, abitava in una grande casa piena di stanze e corridoi. Questa bambina non riusciva a prendere sonno. Continuava a girarsi e rigirarsi nel lettino della sua cameretta senza riuscire a prendere sonno. Il motivo? Sentiva le voci. Le voci che provenivano dalla crepa nel muro di fianco al suo letto. La bambina era terrorizzata. Aveva provato a dire alla zia della crepa, ma, la zia,l’aveva liquidata con un alzata di spalle e le aveva detto:«Non dire assurdità le crepe nei muri non parlano! É una semplice crepa cara, non vedi? Non c’è niente di cui avere paura» Amelia, così si chiamava la bambina, però, continuava a sentire le voci e aveva sempre più paura. Così decise di chiedere a Babbo Natale di mandarle in aiuto qualcuno. Ed è qui che lasciamo la piccola Amelia: nella sua cameretta mentre prega Babbo Natale di mandarle qualcuno. Ci spostiamo verso le coste sciabordanti della Scozia, ci soffermiamo su una in particolare la scogliera di Yesnaby. Era tardi,e il mare era in tempesta. Ma la donna sul bordo della scogliera non sembrava curarsene. Anzi, più il vento gelido e salmastro le sferzava le guance, più lei aspettava con il viso rivolto al cielo. Poteva sembrare un comportamento strano, ma la donna ci era abituata. Veniva li, ogni anno, lo stesso giorno, nella speranza di vederli. Erano passati ormai 16 anni dal loro ultimo incontro. Eppure, lei non smetteva di sperare. Non smetteva di sperare di rivederli. Certo i loro corpi originali si stavano decomponendo, ma, i loro spiriti erano ancora in vita. Grazie a un suo incantesimo. Si, perché la donna sulla scogliera era una strega. Una sferzata di aria gelida la costrinse a stringersi ancora di più nel pesante mantello nero. Un’altra raffica le buttò indietro il cappuccio del mantello, scompigliandole i ricci rossi. Ma lei continuò a guardare il cielo. A sperare. Poi ad un tratto il suo volto si illuminò. La bocca si aprì in un sorriso, gli occhi verde tornalina le lacrimarono per la commozione. Finalmente dopo 16 anni gli avrebbe rivisti. Avrebbe rivisto i suoi migliori amici. In altri corpi, certo,ma pur sempre loro. Levò lo sguardo nel cielo nero in cerca di quell’oggetto che era sicura di aver scorto con la coda dell’occhio. Eccolo! Finalmente! Era giunto il momento che i suoi amici si rivedessero. Guardò l’oggetto era proprio uguale a come lo ricordava, blu di un blu intenso. Blu TARDIS. L’oggetto che aveva visto era una cabina blu della polizia inglese. Quella cabina blu volante, stava andando alla deriva nel cielo. Minacciava di schiantarsi. Ma lei sapeva che si sarebbe schiantata in Inghilterra. Conosceva tutta la storia. Perché gli aveva già incontrati. Al epoca lei aveva 21 anni l’ultima volta che gli aveva visti. Sorrise soddisfatta. Aveva fatto una promessa e l’avveva mantenuta. Prima di voltarsi per smaterializzarsi e tornare al Paiolo Magico. Si calò il cappuccio sul viso e mormorò:
«Buona fortuna J. O come ti chiamano adesso Dottore. Buona fortuna anche a te sorella mia ne avrai bisogno.». Poi sparì con un pop.
Ora ci spostiamo verso la cabina che stava precipitando. C’era un uomo al interno. Era un uomo molto vecchio e speciale. Appena tornato in un nuovo corpo. Questa rigenerazione però sarebbe stata diversa dalle altre. Perché uno spirito venne attirato verso il corpo del uomo dall’energia residua del TARDIS. Il povero spirito si vide costretto ad entrare dentro il corpo del uomo. L’uomo che era appena riuscito a risalire sulla cabina prima di essere spiaccicato contro il Big Bang di Londra, si era appena ripreso. Rimase scioccato dall’intrusione dello spirito. Ma, non ci fece più caso perché cadde fino alla Biblioteca e alla piscina. ( il TARDIS ha infinite stanze). La cabina blu intanto si schiantava in un giardino. Ma non era un giardino qualsiasi. Si trovava in un paesino sperduto di nome Leadworth, ed era il giardino della piccola Amelia. Vi ricordate la bambina che sentiva le voci? Ecco proprio lei. L’avevamo lasciata mentre chiedeva a babbo Natale di mandare qualcuno ad aiutarla ricordate? Bene. La piccola Amelia stava appunto chiedendo a Babbo Natale di aiutarla. Ad un certo punto, sentì uno schianto e qualcosa di rotto. Spaventata corse alla finestra e vide la cabina. Sulla cabina lampeggiava la scritta “Police Box”. Pensando che fosse un poliziotto venuto ad aiutarla scese in giardino. Man mano che si avvicinava alla cabina, aveva come un senso di Dejà-vu e di familiarità. Come se l’avesse già vista da qualche parte. La cabina era blu ed era caduta a terra su un fianco. In quel momento le porte della cabina si aprirono e ne uscì l’uomo che c’era al interno . Lo stesso che aveva rischiato di spiacicarsi sul Big Bang ricordate? Amelia rimase stupita. Sapeva di conoscerlo ma non l’aveva mai visto prima eppure... Poi l’uomo parlò:«Ho fame» disse soltanto. La bambina lo guardò stupita. E mentre lo guardava continuava a ripetersi io lo conosco! E Aanche la Cabina! Io l’ho già visto! Ma non riusciva a ricordare dove. «Il cibo è tutto ciò a cui riesco a pensare. Posso avere una mela? Credo di avere le voglie. Non ho mai avuto le voglie prima d’ora.» Disse lo sconosciuto che sembrava familiare ad Amelia.
«Stai Bene?» chiese Amelia. Quello strambo sconosciuto- familiare, non sembrava starci molto con la testa.
«Sono solo caduto. Fino alla biblioteca» Amelia lo guardò sempre più stupita.
«Ma sei bagnato» disse Amelia notando che lo sconosciuto era fradicio.
«Ero in piscina, e prima che tu me lo chieda, si c’era anche la biblioteca» Amelia era a dir poco sconvolta. Come era possibile che conoscesse quell’uomo? Non l’aveva mai visto prima. Come era possibile che una biblioteca e una piscina si trovassero nella stessa stanza? Ma la piccola Amelia (che era una bambina molto fantasiosa) decise che le andava bene così. Decise che una piscina e una biblioteca potevano stare in una cabina. Decise di pensare alle cose importanti. La crepa nella parete della sua cameretta per dirne una.
«Sei venuto per la crepa nella parete della mia stanza?» chiese la bambina sollevata. Ma lo sconosciuto la deluse chiedendo:«Quale crepa?» Saltando giù dalla cabina,
lo sconosciuto cadde rovinosamente a terra.
La bambina l’osservò perplessa e preoccupata «Ti senti bene Signore?»
«Si sto bene è tutto norm..» tossicchiò. Dalla sua bocca uscì una specie di polverina dorata. Amelia vide che questa specie di polverina era un po’ tutt’intorno al uomo. «Chi sei?» chiese un po’ spaventata Amelia. «Ancora non lo so. Sto cambiando.» Amelia lo guardò ancora più confusa.
Poi lui cambiò discorso. «La crepa nella tua cameretta ti spaventa?» . Amelia annui. «Ti aiuterò. Io sono il Dottore. Ci sono 2 regole da rispettare con me:1 non fare domande stupide.2 Non ti allontanare.» Poi il Dottore andò deciso verso un albero, ci sbatté contro e cadde «Tutto bene?» chiese per la centesima volta la piccola Amelia.
Il Dottore le disse «é normale. Poi migliorerà». Entrarono in casa di Amelia. La casa era terribilmente silenziosa alle undici di sera.
Il Dottore, la seguì in cucina, si fece offrire una mela. Peccato che non gli piacessero più le mele.
Dopo circa un ora (dopo aver buttato un vasetto di yogurt del bacon, dei fagioli e rotto qualche piatto del servizio della zia di Amelia) Amelia e il Dottore riuscirono (finalmente) a trovare qualcosa che piacesse a quest’ultimo. (pesce fritto e crema)
Dopo aver finito di mangiare, il Dottore chiese
«Come ti chiami?»
«Amelia Pond»
«Oh è un bel nome, Amelia Pond. Sembra un nome magico, un nome delle favole. » Quest’ultimo commento fece sentire Amelia importante.
«Siamo in Scozia Amelia?» Amelia trovò strana quella domanda. Lei era scozzese ma si era trasferita in Inghilterra. Come faceva il Dottore a saperlo?
«No. Siamo in Inghilterra. Purtroppo per noi» rispose triste la bambina.
«I tuoi genitori?» chiese di punto in bianco lo sconosciuto.
«Io non ho genitori. Ho solo una zia.» disse con aria di rimprovero la bimba.
«Allora tua zia dov’è?» chiese lo sconosciuto.
«E' uscita»
«Ti ha lasciata qui da sola?»
«Io non ho paura.» ribatté con orgoglio Amelia.
«Certo che no. Non hai paura di niente. Una cabina cade dal cielo, un tizio ne esce,mangia del pesce con la crema e tu sei seduta li tranquilla.»
Amelia, dopo cena, lo portò al piano di sopra a vedere la crepa.
Nella sua cameretta Amelia trovò una mela e disse:«Io odiavo le mele. Mamma ci disegnava le faccine» continuò guardando la mela disegnata.
«Carina la tua mamma. Allora me la tengo»disse il Dottore prendendo il frutto dalle mani della binba e mettendoselo in tasca.
Dopo aver fatto ciò il Dottore cercò di capire dov’era la crepa.
«Il muro è solido. La crepa non l’attraversa» Prese una specie di bacchetta dalla tasca e la passò vicino al muro. L’aggeggio fece uno strano rumore ed emise una luce blu.
«Sai cos’è la crepa Amelia?»
«Che cos’è?» chiese Amelia spaventata.
«é una crepa. Ma, ti dirò una cosa strana se non ci fosse più questo muro la crepa rimarrebbe. Perché la crepa non è nella parete»
«E allora dov’è?» chiese la bambina curiosa.
«Ovunque. Questa è una lacerazione nel tessuto del’universo. Due parti di spazio e tempo che non dovevano toccarsi premono l’una contro l’altra. Proprio nel muro della tua stanza. A volte tu puoi sentire... »
«Una voce.» lo interrompe Amelia
Il Dottore si accostò alla parete. Ed effettivamente sentì una voce. Basa, robotica, non umana.
«Il Prigioniero Zero è fuggito
«Il Prigioniero Zero è fuggito...?» chiese il Dottore.
«Il Prigioniero Zero è fuggito. L’ho sentito. Cosa significa?» disse la bambina terrorizzata
«Significa» rispose l’uomo «che dall’altra parte c’è una prigione e hanno perso una prigioniero. Dobbiamo aprire la crepa. Se l’apriamo da entrambi i lati le forze s’invertiranno e si richiuderà da sola. Oppure..»
«Cosa?» chiese Amelia interrompendolo di nuovo. Il Dottore cambiò discorso.«Sai che gli adulti tendono a dirti che andrà tutto bene. Ma tu non gli credi e sai che andrà male?» Amelia annui.
«Andrà tutto bene Amelia». Il Dottore la prese per mano. Anche per lui lei era molto famigliare. Sentiva di avere un legame con Amelia. Un legame profondo. Un legame che andava oltre ogni spazio e tempo. L’avrebbe protetta. Avrebbe protetto Amelia ad ogni costo.
Poi punto il Cacciavite Sonico (l’aggeggio che aveva usato prima per scandagliare il muro) verso la parete e l’aprì.
«Salve» disse il Dottore.
Un enorme occhio li guardava e ripeteva il prigioniero zero è fuggito. Poi la crepa si richiuse.
Amelia che si era nascosta dietro il Dottore chiese «Cos’era quella cosa? Il Prigioniero Zero?»
«Non penso. Penso invece sia la guardia del Prigioniero Zero. Comunque mi ha mandato un messaggio» Così dicendo tirò fuori una specie di carta d’identità con la copertina blu. Dentro notò con sconcerto Amelia non c’era niente. Al’improvviso comparvero le parole:il prigioniero Zero è fuggito. «Il prigioniero Zero è fuggito » lesse il Dottore.« Si ma perché dirlo a noi a meno che...»
«A meno che cosa?» chiese la bambina
«A meno che la guardia non pensi che sia fuggito qui Ma come può averlo fatto? No! Sarebbe qui! L’avremmo sentito» Il Dottore prese Amelia per un braccio e corse fino alle scale che portavano al piano di sotto «E' difficile. Ancora non riesco a ragionare bene. Ma c’è qualcosa.. Qualcosa mi sfugge!» disse con rabbia il Dottore . Venne interrotto da una specie di campana proveniente dal’esterno
«Oh no!No!No!» esclamò frustato correndo giù per le scale. La piccola Amelia lo seguiva a ruota cercando di capire cos’avesse l’uomo. Il Dottore si precipitò giù per le scale, spalancò la porta e si precipitò in giardino.«Devo tornare là» indicò la cabina «é instabile i motori andranno a fuoco se non la riparo!» le spiegò.
La bambina era perplessa.«Ma è solo una cabina!» protestò
«Non è solo una cabina. E' una macchina del tempo!» disse lui issandosi sulla cabina.«Davvero? E' una vera macchina del tempo?» chiese Amelia stupefatta.
«Non lo sarà ancora per molto se non la stabilizzo. Un salto di 5 minuti nel futuro dovrebbe bastare»
«Posso venire con te?» chiese Amelia speranzosa.
«Non è ancora pronta. Ma lo sarà tra 5 minuti! Dammi 5 minuti Amelia torno subito.»
«Tutti dicono sempre che torneranno. Ma non tornano mai» disse Amelia triste. I suoi genitori erano spariti e le avevano detto che sarebbero tornati. Ma non l’avevano mai fatto.
«Io ti sembro uno che non torna? Fidati di me. Sono il Dottore. E ti prometto Amelia che tornerò» replicò il Dottore.
«Cinque minuti» ripeté, prima di lasciarsi cadere di nuovo all’interno della cabina gridando «Geronimo!» Si sentii uno splasc! E poi uno strano suono fece sparire la cabina. Il vento che la cabina aveva alzato scompiglio i capelli di Amelia. La bimba corse in casa. Preparò la valigia. Mise il cappotto. Si sedette in giardino sulla valigia. E aspettò, aspettò e aspettò.



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Capitolo 2
*** Cinque minuti ***


Capitolo 2

Cinque minuti

Image and video hosting by TinyPic Chi conosce Doctor Who sa già chi è questa ragazza mentre gli altri lo scopriranno

 

Il giardino in cui  c’era la grande casa piena di stanze e corridoi dove abitava la piccola Amelia Pond era deserto e soleggiato, quando il TARDIS atterrò di nuovo li. Il Dottore spalancò le porte del TARDIS.  Non notò che era pieno  giorno.  Raggiunse la porta della casa di Amelia. L’aprì con il cacciavite sonico, gridando come un ossesso:              «Amelia! Amelia! Ho capito cos’era! Ho capito cosa mi sfuggiva! Devi uscire da li!»  Corse su per le scale continuando a gridare:«Amelia! Amelia! Stai bene? Ci sei?»

Cercò di aprire la porta della camera di Amelia con il cacciavite sonico. Non riuscendoci continuò a gridare:«Il Prigioniero Zero è qui! Il prigioniero zero è qui! Mi senti Amelia? Il Prigioniero Zero è qui!»

Ma, proprio in quel momento, un’ombra lo colpì alle spalle

 con un colpo di mazza da cricket in testa.

Il dottore si svegliò e quasi sbatté la testa contro il muro. Aprì gli occhi e appena  si rese conto di dove si trovava si guardò intorno. Sentii una voce di donna dire:«Uomo bianco, sulla ventina, è colpevole di effrazione, inviate i rinforzi  è immobilizzato.»  Si voltò verso la voce. La prima cosa che vide furono due lunghe gambe coperte da collant  trasparenti, risalendo con lo sguardo vide una gonna nera con cintura e fondina per la pistola. Il suo guardo si spostò più su la donna portava un giubbotto anti proiettile nero sopra a una camicia bianca e a  una cravatta a scacchi bianchi e neri. Il viso era pallido, aveva labbra rosse e stupendi smeraldi verdi al posto degli occhi. Portava i  capelli corti e aveva un berretto della polizia britannica in testa. Il Dottore  ci mise un attimo a capire che quello di cui la ragazza stava parlando alla radiolina era lui.

«Ohi!Tu sta fermo!» gli intimò la ragazza- poliziotta.

Quando il Dottore riuscì a parlare (non solo perché aveva preso una mazza in testa ma anche perché era ipnotizzato dalla ragazza che gli stava di fronte)Disse:«Ehm.. Una mazza da cricket ma..» Fu interrotto dalla Ragazza- bellissima- poliziotta che gli disse in tono accusatorio:« Sei colpevole di effrazione»

Il Dottore provò  ad alzarsi ma si trovò legato al termosifone da manette. Ecco cosa intendeva la Ragazza- poliziotta quando aveva parlato alla radio .pensò lui. E poi disse ad alta voce « Sono tutto nuovo. Un colpo in testa era quello che mi serviva per..» Fu di nuovo interrotto dalla poliziotta che indispettita gli disse:« Vuoi chiudere la bocca! Stanno arrivando i rinforzi»

« Sei una poliziotta?» chiese lui anche se aveva già notato la divisa. Lei lo ignorò e disse con tono di sufficienza:

«Sei colpevole di effrazione. Questo l’hai capito?»

«Ma tu che ci fai qui? Dov’è Amelia?» chiese lui preoccupato. La casa era deserta. Non c’era traccia della piccola Amelia. E ora  trovava una poliziotta in casa sua. Una bellissima poliziotta si corresse mentalmente. Però era preoccupato . Qualcosa non andava. Non pensava di essere stato via tanto. Qualche ora al massimo. Ma dov’era finita la piccola Amelia nel frattempo? L’aveva presa il prigioniero Zero? Quel pensiero portò con sé una paura soverchiante.  Amelia non poteva essere stata presa. Cercò di convincersi. I suoi angoscianti pensieri furono interrotti dalla poliziotta che chiese:«Amelia Pond?»

«Si Amelia. La ragazzina scozzese dov’è? Le avevo detto 5 minuti. I motori si stavano consumando. Ma, ora sono qui. Le è successo qualcosa?» chiese il Dottore ansioso e preoccupato.

« Amelia Pond non abita più qui da tempo» gli disse fredda la poliziotta. Il Dottore spalancò la bocca incredulo. Come era possibile ? Le avevo detto 5 minuti glielo avevo promesso! E il Dottore  manteneva sempre le sue promesse! Così si costrinse a chiedere:« Da quanto?»

«6 mesi» rispose la poliziotta con lo stesso tono freddo di prima.

«No, No,No, non posso essere in ritardo! Le avevo detto 5 minuti. Una promessa.» disse beffardo e testardo lui. Cercando di convincersi che non era vero. Quel agente sta mentendo. Amelia è qui e sta bene. Non erano passati sei mesi  ma sei ore.. La ragazza, intanto, si voltò e gli diede le spalle. Il Dottore notò che non aveva i capelli corti,ma  erano legati in un ordinato chignon sulla nuca. I capelli erano rosso scuro..Lei intanto si era allontanata da lui di alcuni passi. Appena la vide  allontanarsi il Dottore gli urlò

«Che cos’è successo?! Che cos’è successo ad Amelia Pond?!»

Lei lo ignorò. Prese la radio e disse:«Sergente sbrigatevi questo tizio sa qualcosa su Amelia Pond» il Dottore si agitò inquieto e impotente . Immobilizzato com’era al termosifone.

 Che cos’è successo ad Amelia? E perché la poliziotta ha detto che io so qualcosa su Amelia Pond? Io non so niente! É scomparsa? Ma dove?  Queste ed altre domande gli affollavano la mente. Mentre la ragazza parlava alla radio.  E poi la notò la stanza. Dietro la ragazza c’era una stanza! Ecco dove si nascondeva il Prigioniero zero! Batté le palpebre e la  porta della stanza scomparve. Vide solo una parete.

Il Dottore si era finalmente calmato. E aveva iniziato a ragionare

«Devo parlare con chiunque viva in questa casa!» esclamò

«Io vivo qui» Rispose piatta la poliziotta.  Era tornata vicino a lui e stava in piedi con le mani sui fianchi.

«Ma tu sei un agente!» esclamò lui. Da quando la polizia viveva in casa di persone scomparse? Si chiese guardandola negli occhi.

«Si è qui che vivo. Hai qualcosa da ridire?!» gli gridò contro lei. Al improvviso lui spalancò gli occhi e senza sbattere le ciglia disse:« Quante stanze ci sono?»

«Scusa che dici?» chiese perplessa l’agente.

«Quante stanze ci sono su questo piano.? Contale per me.»

«Perché?» chiese lei stupita. Lui continuò a guardarla ma rispose con tono rivelatore.

« Perché questo ti cambierà la vita» Lei continuò a guardarlo stupita. Poi però disse fredda«5. Una, due, tre, quattro, cinque» disse contandole come lui le aveva chiesto. Questa volta fu il Dottore a essere gelido«6» disse solo.

«Sei?» chiese la poliziotta stupita.

«Guarda» le ordinò lui perentorio.

«Guardo dove?» chiese lei sempre più stupita

« Dove non vuoi mai guardare. Guarda nella coda dell’occhio. Guarda dietro di te.»Lei obbedii e vide che l’uomo non mentiva. C’erano davvero sei stanze su quel piano. Viveva in quella casa da un sacco di tempo e non ci aveva mai fatto caso.« Non..non è possibile! Come può essere possibile?» si chiese lei. Il Dottore si buttò in una delle sue arringhe scientifiche per dimostrare quanto fosse intelligente. ( si è un po’arrogante e presuntuoso. Ma che ci volete fare? Non può mica essere perfetto no?) «C’è un filtro di percezione davanti alla porta. L’avevo già percepito. Dovevo vederlo.»

«Ma.. è una stanza intera! Una stanza che non avevo mai visto!» esclamò lei. Il Dottore non le badò è continuò con l’ arringa. «Il filtro di percezione t’impedisce di notarla. Qualcosa è venuto qui tempo fa per nascondersi. E tu devi togliermi subito le manette!»  finii l’arringa con un ordine. Lei non l’ascoltava più. Con voce monocorde disse:

«Non ho la chiave l’ho persa». Intanto spinta dalla curiosità si avvicinò alla stanza.

«Come hai fatto a perderla?! Eh.. Sta lontana da quella porta!» l’avvertii subito lui. La poliziotta lo ignorò e toccò la maniglia.

«Non toccare quella porta!Ascoltami non aprire quella porta! » esclamò lui preoccupato. stupidi umani così curiosi e stupidi!

«Perché la gente non mi ascolta? Ho per caso la faccia di uno da non ascoltare!?» si lamentò lui ancora legato.

«Ma dov’è il mio cacciavite?» disse guardando le tasche dei pantaloni e della camicia a righe. Poi disse ala poliziotta che era entrata dentro la stanza.

«Quello d’argento con la punta blu dov’è finito?»

«Qui non c’è niente!» gli disse lei

«Ti ha impedito di vedere la stanza! Cosa ti fa pensare che la vedresti ora? Ti prego! Esci da li!» Le gridò lui di rimando frustrato. La poliziotta intanto aveva individuato il cacciavite.

 Era ai suoi piedi.

«Punta blu ed argento?»

«Il mio cacciavite si. Sarà rotolato sotto la porta»

D’improvviso il cacciavite comparve su l’unico mobile che c’era in quella stanza il tavolo « Si è poi magari, sarà saltato sul tavolo!» esclamò lei stupita. Il Dottore era sempre più ansioso. Quella cosa aveva già preso Amelia. Ne era quasi certo. Cosa lei impediva di prendere anche l’agente dai capelli rossi?

«Esci da li!» Ordinò di nuovo lui spazientito. Lei si allungò a prendere il cacciavite  sonico. Lo prese in mano. Notò che era ricoperto da una strana patina bianca.

Lui continuava a gridare:

« Esci! Esci Da li! Devi uscire mi senti?!» Disse lui tentando di liberare le braccia.

Lei intanto, nella stanza, sentii qualcosa alle spalle. Come se un serpente le fosse dietro . Si sentii invadere dalla paura.

«Qui non c’è niente ma..» disse incerta lei.

«Con la coda dell’occhio» le suggerì lui. Lei guardò come le aveva ordinato di fare il Dottore.Lo vide. Un enorme Serpente robotico.

« Che cos’è?» chiese spaventata la ragazza

«Non fargli capire che l’hai visto! O ti Ucciderà!» esclamò lui impotente.

Troppo tardi lei aveva guardato dritto negli occhi del serpente.

Lei urlò.

«Esci da li!» ripeté per l’ennesima volta lui.

 Lei corse fuori dalla stanza e si richiuse la porta alle spalle. Porse il cacciavite al Dottore che glielo strappò di mano senza troppi complimenti. Il Dottore lo puntò verso la porta e la chiuse a chiave. Poi lo usò per liberarsi i polsi. Ma il cacciavite non voleva saperne di funzionare.

«Ma la porta lo fermerà?» chiese ingenuamente l’agente.

«Oh si! É un multiforma interdimensionale che viene dallo spazio! Hanno tutti il terrore del legno!» disse sarcastico lui.

Il Dottore era ancora impegnassimo a cercare di liberarsi delle manette. Per cui non prestò attenzione ai contorni  della porta della stanza che si erano illuminati. Ma la poliziotta si.  Chiese preoccupata

« Cosa fa?»  il Dottore alzò lo sguardo.

«Non lo so. Forse si sta trasformando. Corri! Stanno arrivando i rinforzi starò bene.» disse lui calmo.

«Non pensarci nemmeno» disse lei con il panico nella voce. Lui alzò di nuovo il suo sguardo verde su di lei.

« Guarda che ti ho sentita alla radio. Gli hai chiamati» disse lui ancora più frustrato .

« Fingevo! È una radio finta!» disse sarcastica lei.

«Sei una poliziotta!» obiettò lui. Cosa voleva dire che era una radio finta?

«Consegno telegrammi baciati!» disse lei togliendosi il capello. I suoi capelli rosso scuro si liberarono sulle spalle.  Lei lo guardò arrogante con i suoi occhi di smeraldo. Lui la guardò sconvolto e scioccato. Si era fatto fregare da una ragazzina! Lui! Il Dottore! In circolazione già da prima che lei fosse neanche un grumo di cellule! Proprio allora si sentii un tonfo. La porta della stanza venne buttata giù. Ne uscì un uomo con un cane La finta poliziotta guardò l’uomo e il cane sbigottita.«Ma è solo..» provò a dire.

« No non lo è. Guarda le loro facce» la interruppe il Dottore freddo,calmo e geniale come sempre. Lei le guardò. Spalancando ancora di più gli occhi per la paura. L’uomo abbaiava e sulla faccia aveva l’espressione feroce del cane. Il cane aveva l’espressione calma e minacciosa del uomo.

«Che.. non capisco.. Che cos’è?» chiese la finta agente  chinandosi verso il Dottore.

«Una creatura. Una creatura che si nasconde in due. Furbo il vecchio multiforma. Anche se un po’ sbrigativo. Ti sei confuso con le voci vero?» commentò poi il Dottore come se parlasse del tempo. Poi la sua mente da signore del tempo tornò a concentrarsi sui problemi scientifici.

«Ma, la vera domanda è: da  dove hai preso il personaggio? Ti serve un collegamento psichico per farlo.»

L’uomo con il cane gli ringhio contro. La falsa agente sobbalzò. Lui invece disse tranquillo

«Noi siamo al sicuro e sai perché? Perché lei ha chiamato i rinforzi» disse indicando la falsa agente. Lei intanto si era messa di fianco a lui e aveva balbettato

«Non ho chiamato i rinforzi»

«Lo so era solo una strategia per salvarci la vita.» bisbiglio adirato e poi  a voce alta aggiunse

« D’accordo,Okay niente rinforzi.  Ed  ecco perché siamo al sicuro: non siamo una minaccia. Ma se avessimo dei rinforzi.. allora si che lo saremmo» disse lui tentando di sembrare credibile. «Prigioniero Zero se non lascerai immediatamente la residenza umana, la residenza umana verrà incenerita» disse una voce metilica che il dottore aveva già sentito nella stanza della piccola Amelia.

«Che cos’è ?» chiese la falsa poliziotta

«Sarebbero i rinforzi. Okay ratifico: abbiamo dei rinforzi ed ecco perché siamo certamente al sicuro. Al sicuro tranne.. da beh.. dall’incenerimento.» Poi prese il cacciavite sonico e cercò di farlo funzionare «Dai non puoi fare così! Non ora!» Lo puntò per l’ultima volta sulle manette e finalmente fu libero. Diede un unico ordine alla poliziotta:«Corri!» Lei non se lo fece ripetere due volte e si lanciò seguita dal’uomo giù per le scale e fuori. Mentre il Dottore cercava di chiudere la porta con il cacciavite sonico chiese: «Telegrammi baciati?! Hai detto di essere una poliziotta!»  si sentiva ancora offeso nel profondo per quel brutto scherzo.

«Si e allora? Sei entrato a casa mia o eri la cameriera francese? Che sta succedendo? Dimmelo! » replicò la rossa altrettanto furiosa. Correndo dietro al uomo, che, finito di chiudere la porta di casa, era corso verso la cabina.

« Un carcerato alieno si nasconde nella tua stanza con un cane. E ti stanno per incenerire la casa! Altre domande?» Disse frustrato lui. Non riusciva ad aprire la cabina.

«Si!» rispose lei ancora più furiosa.

« Anch’io!» rispose arrogante lui, mentre armeggiava con la chiave.  Ad un certo punto, il Dottore si mise a gridare mettendosi le mani nei capelli per la frustrazione.

«Oh no! No! No! Non fare così! Si sta ricostruendo! Non ci fa entrare!» Proprio in quel momento l’uomo con il cane, alias prigioniero zero si affacciò alla finestra. La rossa lo prese per un bracciò e gli disse di andare.

« Aspetta!Ho distrutto quel capanno l’ultima volta che sono stato qui»  

« Ce ne sarà uno nuovo! Andiamo!» replicò lei inviperita strattonandolo.

«Si Ma questo è vecchio di almeno 10 anni... No 12 anni! Sono 12 anni! Perché mi hai detto sei mesi?»

«Sta arrivando!» lo avvertii lei

«Non sono sei mesi sono 12 anni! Per quale motivo hai detto sei mesi?» perché mi aveva mentito? Perché?

«Dobbiamo andare!» disse lei sbrigativa ed evasiva

«Ha importanza! É molto importante! Per quale motivo hai detto sei mesi?»

«E tu perché hai detto 5 minuti!?» sbottò lei. Per un istante stettero a fissarsi negli occhi ricordando. Specchiandosi l’una nello sguardo verde dell’altro.

«Andiamo!» gridò lei strattonandolo

«Cosa?» chiese lui interogativo

«Andiamo!» urlò lei esasperata . Riuscendo a farlo muovere. Lo trascinò fuori dal giardino e in strada

« Tu sei Amelia!» gridò lui felice. L’avevo ritrovata. Avevo ritrovato la mia piccola Amelia! Ma non riusciva a capacitarsi, a capire, che la donna che gli stava correndo davanti era Amelia. Ora aveva19  anni ed era il 2008. Ma lei era li. La sua dolce Amelia. «Sei in ritardo!» lo aggredii lei.

«Amelia Pond!Sei una ragazzina!»

«Io Sono Amelia! E tu sei in ritardo! » disse furiosa Amelia

«Che cos’è successo?» chiese lui che sembrava non capire.

«Ah dodici anni!» sbottò lei ridendo amaramente

«Cos’è successo ? Mi hai colpito con una mazza»

«Ah Dodici anni!» gli disse parlandogli sopra. Lui fece altrettanto «Una mazza da cricket!»

« Dodici anni e quattro psichiatri»

« Quattro?» come potevano pensare di fare un analisi su Amelia sulla mia Amelia.

«Li mordevo di continuo» disse lei mettendo un broncio delizioso

«Perché?» chiese lui interessato

«Per loro non esistevi!» disse lei imbronciata.

 Non ci poteva ancora credere! Amelia era li. Ed era diventata una bellissima ragazza! Si chiese come aveva fatto a non notare il colore dei capelli, la forma e il colore degli occhi. Ma, in fondo non gli importava. Amelia era li. con lui Niente aveva più importanza. Non notarono la figura ammantata nascosta dietro una siepe. Indossava un pesante mantello nero e sorrideva: «Litigate come sempre voi due! Non cambierete mai! Tu James  povero Jamie sei un ingenuo! Pensavi di essere arrivato puntuale? Beh ti sbagliavi! A pensarci bene la puntualità non è mai stata il tuo forte! E Lily, oh sorella mia! Tu lo stai ancora aspettando! Non avete la minima idea di cosa vi aspetta! No non ne avete la minima idea.» poi scomparve con un pop

 Intanto loro stavano ancora correndo per le vie del paesino dove abitava Amelia quando sentirono di nuovo la voce metallica:«Il prigioniero zero lascerà la residenza umana altrimenti la residenza umana verrà incenerita. ». Si  bloccarono e entrambi osservando la piazza centrale. Ogni  apparecchio elettronico ripeteva la stessa litania. Amelia non capiva:

« Dottore che succede?»

POV Dottore

Andai verso una casa scavalcai lo steccato.  In casa c’era una vecchietta che tentava di  cambiare canale ma anche la televisione ripeteva le stesse cose. Entrammo in casa e dissi affabile «Salve! Stiamo conducendo uno speciale sulle trasmissioni televisive della zona e sui crimini»

«Stavo proprio per chiamare! É su ogni canale! Ciao Amy cara!Sei una poliziotta ora?» Disse ad Amelia che sorrise. Presi il telecomando e cercai di cambiare canale ma niente solo, la solita litania. Intanto  la vecchietta continuò

«Credevo facessi l’infermiera. O addirittura la suora!»

«Doppio lavoro» commentò Amelia imbarazzata. Si beccò una severa occhiata da me. Che cosa? Lei! Lei! Non poteva la mia dolce Amelia! E poi quel Amy  come faceva a ridurre un nome magico come Amelia in uno tanto banale come Amy?!

«Amy chi è il tuo amico?»  chiese la vecchietta

«Amy? Chi è Amy? Tu sei Amelia!»

«Già ora sono Amy»

« Amelia Pond! Quello era un bellissimo nome!»

« Un nome magico» disse lei sorridendo dolcemente. E lui non potei fare a meno di sciogliermi alla vista di quel sorriso

 Proprio allora la vecchietta disse «Io la conosco! Lo già vista da qualche parte»

«Non Io. Impossibile! Faccia nuova! E il lavoro dei telegrammi?» chiesi ad Amelia – Amy. Lei sembrò imbarazzata.

« beh.. Vado alle feste e bacio le persone. Travestita É divertente!» Lei faceva che cosa? La mia Amelia. La mia piccola Amelia. Baciava.. no non potevo pensarci ero divorato dalla gelosia

«Eri solo una bambina 5 minuti fa!» dissi indispettito

«Sei peggio di mia zia!» esclamò Amy indignata

«Sono il Dottore! Sono peggio di qualunque zia!» dissi adirato. Come osava? Non sapevo perché ma mi sembrava che Amy mi  appartenesse in qualche modo. Era come se sapessi di avere un legame con lei. Un legame speciale. Fu per me  come un tradimento quello che  lei  stava facendo. Un tradimento nei miei confronti. Non  sapevo come mai ma mi sentivo tradito nel profondo

 Tornai a concentrarmi sul Prigioniero Zero avrei pensato dopo alla mia anima tradita. Provai a cambiare lingua,  . niente sempre la stessa litania era ovunque. Poi ebbi un colpo di genio

« Allora. Calcolando che  un pianeta di queste dimensioni. Due poli. Un nucleo fuso.. si  ci Siamo! Servirebbe una fissione al 40% . Però dovranno prima accendere i motori. Supponiamo un astronave di medie dimensioni.. ci vorranno.. 20 munti Cosa ne pensate? Si 20 minuti. Abbiamo 20 minuti.»

«20 minuti per cosa?» chiese Amy  proprio allora, un ragazzo  (era entrato prima ma il Dottore era talmente preso dal suo ragionamento che non l’aveva neanche notato.) Ma quando sentii dire al ragazzo  «Lei è il dottore»  Mi bloccai . come diavolo faceva a sapere chi ero?  La vecchietta sorrise

« Ma certo!  E il dottore Il dottore Stropicciato! Il Dottore Stropicciato  è lui  mi ricordo di tutti i pupazzetti che facevi quando eri piccola.» disse rivolta a Amy

«Pupazzetti?» chiesi indignato

«Sta zitto!»  La ignorai anche se le rivolsi un occhiata da facciamo i conti dopo noi due. Mi sedetti sul divano e cercai per l’ennesima volta di cambiare canale

POV Amy

   Il Dottore si sedette sul divano. Questo mi provoco un senso di Dejà –vu . Come se l’avessi già visto in quella posizione migliaia di volte

«20 minuti per cosa?» chiesi di nuovo ignorando il senso di famigliarità. Lui iniziò a parlare dalle basi come al solito

« La residenza umana. Non parla della tua casa ma del pianeta, da qualche...parte c’è una nave spaziale pronta ad incenerirlo. Abbiamo 20 minuti prima della fine del mondo.»

Il dottore corse fuori dalla casa e mi chiese

« Dove mi trovo? Cos’è questo posto?»

« Leadworth ed è tutta qui»

«C’è un aeroporto?» chiese speranzoso

«No»

« Una centrale nucleare»

«No»

«Neanche una piccola?» chiese speranzoso

«No!» m’indignai

« Città vicine?»

« Gloster mezz’ora di auto.»

« non ce l’abbiamo un auto?»

«No» dissi desolata

«Beh Perfetto! Fantastico! Magnifico! Ho soltanto 20 munti per salvare il mondo! Ed ho soltanto un ufficio postale! Ed è chiuso.»

 Al’improvviso il sole si oscurò e chiesi

«Perché fa buio? Cosa succede al sole?» Poi il sole diventò una palla di fuoco vicinissima.

« Niente.. Lo vedi attraverso un campo di forza. Hanno sigillato  l’atmosfera e si preparano a far bollire il pianeta»

Tutta la gente del paese stava ammirando lo spettacolo e filmava con i telefonini .

POV Dottore

«Oh ed ecco che arrivano! La razza umana! Si avvicina la fine e loro che fanno? Filmano con il Videofonino!» dissi sprezzante e con assoluto disgusto

«Tutto questo non è vero! É solo una presa in giro!»

«Perché dovrei farlo?»

«Dicevi di avere una macchina del tempo»

«E tu mi hai creduto»

«Avevo sette anni! Ora sono grande!» si lamentò lei

«Ferma! Zitta! Mi è Sfuggito! Ma certo! »

Dissi correndo dietro a un infermiere.

Mi interessava un infermiere perche  stava fotografando l’uomo e il cane. Prima di correre via dissi:

« Ho 20 minuti! Ce la posso fare! 20 minuti e il mondo finirà! Corri dai tuoi cari e salutali oppure aiutami!»

«No» mi disse Amy.

«No Cosa?» gli chiesi 

«Ho detto no!»

E Proprio allora Mi ricordai di Amy e delle parole molto simili che mi aveva rivolto centinaia di volte. Certo aveva un altro nome. Un altro sopranome che finiva con la y . ma era sempre la stessa fisicamente e mentalmente. Era sempre la stessa!  Era sempre mia  moglie! Era sempre il mio piccolo giglio

FLASHBACK

Ci trovavamo in un  castello.  Amy indossava una divisa scolastica nera. Aveva 16 anni e non si chiamava Amy ne Amelia. Si chiamava Lilian ed era la ragazza  di cui ero perdutamente innamorato. La domanda era molto diversa da quella che gli avevo  posto a lidwhort in Inghilterra ma la risposta era la stessa.

«Vuoi uscire con me?» avevo chiesto sperando in un acconsentimento

«No»

«Che cosa?»  avevo chiesto stupito e indignato

«Ho detto no!» poi mi aveva preso per la cravatta e mi aveva schiantato

Fine flashback 

 Ma quelli non erano i miei ricordi.  Non erano  della mia lunga vita. Non conoscevo quel castello. Non ero mai   stato innamorato di Amy o   qualunque nome avesse al epoca.  Al’imprevisto  rammentai lo spirito! Quello che si era infilato dentro di me durante la rigenerazione. Quelli erano  i suoi  ricordi non i miei.

Lo so”. Disse lo spirito

 “ed è per questo che ti chiedo  di abbandonarti e acchetare i sentimenti che ti ho trasmesso. C’è ancora del umanità in te. Non sprecarla ti prego! Lei è la mia unica ragione di vita ho dato la vita per lei! Proteggila ti scongiuro!

Mi  sono già innamorato una volta e non voglio che per il mio egoismo..  

 “muoia” concluse lo spirito

Non voglio che succeda di nuovo io...

“Rose lo so e mi dispiace. Ma  ti scongiuro aiutala! Ti aiuterò  e guiderò! Portala con te! Ti prego sei la sua unica speranza!  Non preoccuparti la conosco! Lei è la stessa di un tempo! Vedrai  che non potrai fare ameno di amarla!E conosco anche te! Nel tuo futuro e nel mio passato  ci incontreremmo. É destino la ami  è scritto, non puoi ignorare il tuo amore che si chiami Amelia Pond o con un altro nome tu l’amerai sempre”   

  Vieni dal mio futuro?  va bene non voglio la tua risposta ma ti aiuterò 

Fui travolto dalle sue emozioni e mi resi conto  che Amelia  a distanza di 33 anni  stava facendo la stessa cosa. Che aveva fatto la sua sosia nel passato. Certo non mi avrebbe schiantato con una bacchetta  per un uscita ad Hogsmeade. Ma  quello che stava facendo era malto simile.  Mi aveva spinto contro una macchina .aveva preso le chiavi al guidatore e aveva chiuso la mia cravatta nella portiera

  «Ma sei fuori!?» urlai. Ero tornato al presente. lontano dalla mia mente malata dagli spiriti con manie di salvataggio.  Ero tornato  ai 20 minuti che mi  restavano da vivere

« Chi sei?»

« Sai chi sono»

«no, davvero chi sei?»

«Guarda il cielo 20 munti, fine del mondo»

«Allora devi parlare in fretta» Ora si che la riconoscevo. Grintosa come sempre! Tornai a guardare il cielo e a ricordarmi che non avrei più potuto stare con lei  ne mantenere la promessa fatta allo spirito. Maledizione!. Perché  tra 20 minuti saremmo morti davvero e per sempre questa volta. Seguii il consigliò di Amy, quindi, parlai in fretta. Sapevo come farle capire chi ero. Estrassi dalla tasca la mela che Amelia mi aveva dato.

«Prendi. Sono io. Sono il Dottore. Sono un viaggiatore nel tempo lo capisci? Quello che ti dissi 12 anni fa è vero. Io sono reale! Tutto quello che sta succedendo è reale!  Se non mi lasci andare subito quello che conosci finirà»

«Io non ti credo» “Oddio  in questa incarnazione ha anche conservato la testardaggine ! Accidenti!”

 sta zitto spirito cosi non mi aiuti! Le presi le mani come aveva fatto un migliaio di volte  lo spirito che abitava in me in passato. Anche se lei non lo ricordava

«Ti prego. Devi credermi! Credimi per 20 miserabili minuti!  Guarda la mela è fresca come il giorno in cui me l’hai data e sai che è la stessa.»Ci guardammo negli occhi. Ci fissammo e la implorai.

«Amy Credimi per 20 minuti ti chiedo solo questo»

«Che pensi di fare?» chiese Amy. Tenace , forte, orgogliosa. Come era stata un tempo l’altra lei Lilian. La mia Lilian. lei mi aprii e liberai la cravatta dicendo

«Stoppiamo l’infermiere!» poi corsi fino a raggiungerlo. gli presi il telefono di mano e chiesi

« il sole sta scomparendo e tu che fai? Fotografi uomo e cane perché» Amy arrivò poco dopo.

«Amy?» chiese stupito il ragazzo a cui avevo appena preso il telefono

«Ciao» rispose lei

«Lui è Rory.. un amico» si affrettò a dire

«In realtà sarei il suo ragazzo» puntualizzo lui.” Che cosa? La mia Lilian un ragazzo? Che non sia io? Ma eravamo tutti andati fuori di testa? Non esisteva più la fedeltà a questo mondo?” taci spirito “ anche tu sei geloso” Si è vero ! ma anche  se condividiamo il corpo non significa che farò quello che vuoi!

«Una specie di ragazzo» lo corresse lei

“Quella sottospecie di Mocciosus senza unto  nei capelli vestito da infermiere vuole sottrarmi Amy? La reincarnazione di mia moglie ? La mia Amy! Colei  che era stata mia moglie quando ancora  ero umano?” Piantala spirito

 Senza  nascondere il profondo odio e il  disprezzo  che provavo per lui Chiesi

«Uomo e cane perché»

«Oh Mio Dio! É lui!» esclamò  Piton rinato dalle ceneri per tormentarmi.

«Rispondi alla sua domanda ti prego!» gli disse Amy

« Si., però è lui vero? Il Dottore! Il dottore stropicciato!»

«Si è tornato!»

« Ma era solo un gioco! Mi facevi vestire come lui da piccolo.» Non ce la facevo più a sopportare quel insulso umano e avevo 19 minuti per salvare il mondo. Lo afferrai per il bavero e lo sollevai urlando

«Uomo e cane! Perché rispondi»

«perché non può essere.. in ospedale.. in coma..» ripetemmo al unisono. Per una volta nella vita  Tory Dory o come diavolo si chiamava mi era stato  utile! Wow! Sorprendente! Chi l’avrebbe mai detto?

«Lo sapevo! Si traveste capite? Perciò ha bisogno di un legame psichico con una mente viva ma dormiente » Proprio allora il cane del’uomo con il cane abbaiò richiamando la mia attenzione . Mi avvicinai a lui con le mani nelle tasche dei pantaloni. «Prigioniero Zero» dovevo solo aspettare i suoi  carcerieri sarebbero arrivati. E infatti sentii la nave spaziale che si avvicinava. Estrassi il mio cacciavite sonico dalla tasca e continuai imperterrito «Quella nave sta perlustrando il pianeta alla ricerca di tecnologia non terrestre.  E non c’è niente, e dico niente di meno terrestre di un bel cacciavite sonico!» così dicendo alzai il cacciavite al  cielo e feci esplodere una cabina telefonica, spaccai i vetri di due lampioni, feci andare a sbattere una vecchietta su un triciclo contro un palo e infine accesi tutti gli anti furti delle auto creando un baccano infernale.

« Io credo che  qualcuno se ne accorgerà. Non credi?» domandai soddisfatto.  Ma proprio allora il mio cacciavite si ruppe e la nave si allontanò.

«Ora cosa facciamo?» chiese Amelia spaventata.

«Beh si nasconde sotto forma umana. Dobbiamo portarlo allo scoperto. Niente TARDIS,niente cacciavite e17 minuti. Andiamo,pensa, Dottore pensa!»

« Così quella cosa si è nascosta in casa mai per 12 anni» disse Amy interrompendo il flusso delle mie parole e pensieri.

«I multiforma vivono millenni per lui è stato solo un pipstop»

«Quando sei tornato sono tornati anche loro. Nello stesso istante.»

« Cercando lui hanno seguito me. Mi hanno visto. Ho aperto la crepa.  Sono in ritardo soltanto perché lo sono anch’io. Dammi il tuo telefono» dissi protendendo una mano verso Rory  o come lo cimava lo spirito Piton reincarnato.

«Telefono! Ora! Dammelo!» ordinai. Lui me lo porse. Consultai  il telefonino. Le foto ritraevano diverse persone. 

«Questi sono i pazienti in coma?»lui annui

Non deve avere molto cervello” commentò lo spirito

«No, sono i pazienti del multiforma. 8 coma. 8 trasformazioni per il prigioniero zero» spiegai con un tono di superiorità

«Ma ha un cane. C’è un cane in coma?» obbiettò Amy.

Però intelligente la ragazza!

“ te l’ho detto che ne valeva la pena no?”

« Se il paziente ha un cane. Allora, anche il prigioniero zero ha un cane» spiegai

Poi ebbi un altro colpo di genio

«Portatile! Come si chiama il tuo amico? Non lui quello bello» chiesi a Amy. Ignorando le proteste di Rory Tory o come diavolo si chiamava.

«Jeff» mi rispose subito lei.

« Mi ricordo che aveva una grossa borsa, grossa borsa, grosso portatile! Mi serve il portatile di Jeff. Amy vai al ospedale, fai uscire tutti da quel reparto, evacua tutto il piano chiamami quando  hai fatto» detto ciò corsi via.

 Corsi alla casa di Jeff. Amy ce l’avrebbe fatta. Era intelligente ed era un ottima attrice

“ certo che ce la farà è la reincarnazione di mia moglie cavolo!”

 scusa ma non stai dipingendo tua moglie un po’ troppo...

Calmati era solo una costatazione

 Corsi in camera di Jeff e gli presi il portatile di mano .

«no aspetta!» protestò lui

«Mio dio Jeff trovati una ragazza» gli dissi prima di cercare quello che mi interessava. Proprio allora, entrò la vecchietta che mi aveva riconosciuto grazie ai “pupazzetti” di Amelia.

«Cosa fate?» chiese

« Il sole si è offuscato. Perciò da qualche parte ci sarà un interessante video conferenza in atto. Tutti gli esperti del mondo nel panico. E di cosa hanno bisogno? Di me naturalmente!» dissi avendo criptato il sito che cercavo aggiunsi:« Ed eccoli tutti i grandi capi: NASA Banca Jordel, il Centro Spaziale di Tokyo..»

« Non puoi inserirti così tra di loro» disse Jeff stupito.

« Ah no? » ero riuscito ad accedere

«So che dovreste oscurarmi ma prima che lo facciate date un occhiata» Digitai sulla tastiera Poi continuasi a battere velocemente e a parlare

« Il teorema di Fermat, la prova, quella vera, mai vista prima. Povero Fermat ucciso in un duello prima che potesse annotarsela. Colpa mia, stavo dormendo. Oh ecco un classico! Perché gli elettroni hanno una massa. È uno dei miei preferiti.. il viaggio super luce con due diagrammi è una barzelletta. Guardate i vostri schermi. Chiunque io sia, modestamente sono un genio. Mi servirà tutto l’aiuto possibile. Ragazzi prestate attenzione.» Presi il cellulare di Rory o Tory e programmai quello che mi serviva.

«Signore, che sta facendo?» chiese il rappresentante della NASA

« Non mi chiami signore! Mi fa sentire vecchio! Sto scrivendo un virus per computer. Molto piccolo, super veloce e molto vivo. Ma tenetelo per voi. Perché lo sto scrivendo su un telefono? Non importa lo scoprirete. Okay , lo sto inoltrando a tutti i vostri computer. Chiedete a tutti i vostri collaboratori d’inoltrarlo ovunque E-mail,SMS, Facebook, Twitter,le parabole.. qualunque cosa »

«cosa fa questo virus?»

«é un ordine di resetto tutto qua. Azzera i contatori, accede alla rete Wi-Fi e azzera tutto ciò che trova. Tutto ciò che a un cip verrà azzerato  nello stesso momento.  Ma, perché dovreste fidarvi?Potrei mentire. Ve lo dirà il mio uomo migliore. Jeff, sei tu il migliore.»

« Che cosa?» chiese stupito

«Ascolta Jeff . Tra 10minuti sarai una leggenda. Ognuno si quello schermo ti offrira qualunque cosa tu vorrai. Ma prima, devi dimostrare di essere magnifico Devi fare in modo di farli lavorare. Ci siamo, Jeff, qui e ora, è oggi che volerai. Oggi tu salverai il mondo.»

«Perché io?» quante domande questi umani!

Prima di andarmene alzai le spalle e dissi

«La stanza è la tua»

POV Amy Ospedale di

Ero irrequieta. Rory era sparito e non si poteva accedere al reparto comatosi. « é successo qualcosa. Non si passa» disse ad un certo punto la voce di Rory dietro di me. Certo che è proprio patetico a volte

«Questo l’ho capito Ma cos’è successo»

«Ah, io non lo so. Nessuno lo sa» balbettò lui. Mi voltai irritata avevamo ancora 10 minuti. Il dottore saprebbe cosa fare lui sa sempre tutto lo chiamo

 Presi il cellulare dalla tasca e composi il numero di Rory. Il dottore rispose al primo squillo «Dottore siamo al ospedale ma non ci fanno passare..»

«Guarda uno specchio» disse. Guardai nello specchio. Sembravo proprio un agente di polizia. Perché non ci ho pensato prima?

«Stai arrivando?»

«Si»

«Bene ci servirà un auto»

«Non ti preoccupare ho requisito il camion dei pompieri» rispose lui. Mi finsi una poliziotta e il primario mi fece passare. Il Dottore aveva ragione ero davvero un ottima attrice. In mezzo al corridoio c’era una donna con dei bambini.

«Agente, c’era un uomo con un cane e credo che la dottoressa sia morta» estrassi il cellulare e lo chiamai

«Sei entrata?»

«Si,ma il Prigioniero Zero..»

«Devi uscire da li»

E poi mi accorsi che  la donna che stava davanti a noi era il prigioniero zero. Me ne accorsi Perché era la bambina a parlare e non la madre. E Parlava con voce adulta. Si accorse di aver sbagliato e si preparò per attaccare. quando mi accorsi di avere ancora il telefonino con la comunicazione con il Dottore ancora aperta. Ma in quel momento lui non poteva fare niente. Era lontano. Dovevo agire da sola. Presi Rory per un braccio e lo trascinai dentro il reparto.

«Amy!Amy! che  succede?» mi urlò il Dottore al telefono.

Sbarrai la porta anche se sapevo che sarebbe entrato lo stesso.

«Amy Parlami!» Mi urlò dal telefono il Dottore.

«Siamo chiusi nel reparto.»

«A quale finestra?»

«Come scusa?» chiesi. Ma li sembrava il momento di fare delle domande così sceme?

«A quale finestra?» ripeté lui. E capii che non stava scherzando.

«Ah l’ultima in fondo a destra» risposi. lui riagganciò.

E poi il Prigioniero Zero entrò nella stanza.

«Oh Cara!Piccola Amelia Pond! Ti ho vista crescere sai? 12 anni e non ti sei mai accorta di me. La piccola Amelia Pond, che aspettava il ritorno del suo Dottore Magico! Ma non questa volta Amelia.» Il tono del Prigioniero Zero era canzonatorio. Voleva prendermi in giro. Voleva ferirmi.. ma non gliel’avrei permesso. Mi arrivò un SMS  dal Dottore c’era scritto solo Abbassati.  Mi abbassai e una pioggia di vetri infranti invase la stanza. Poi vidi il Dottore. Era li, e mi avrebbe salvata. Il mio Dottore magico. Era tornato. Lui saltò giù dalla finestra che aveva appena scavalcato.  

« Sono in ritardo? No, mancano ancora tre minuti. C’è ancora tempo» disse guardando l’orologio del reparto

«Tempo per cosa Signore del tempo?» domandò  beffardo il prigioniero Zero. Io Dottore sorrise. Ma invece di ucciderlo  disse:

«Togliti il travestimento. Non muore nessuno» era mellifluo e calmo. Era il Dottore.

«Ti sbagli. Questa volta mi uccideranno» disse il Prigioniero Zero

« Sei venuto qui aprendo una crepa nello spazio tempo. Fallo di nuovo e vattene» il Prigioniero ero rise.

«Non ho aperto io la crepa»

«Qualcuno l’ha fatto però» disse il Dottore con un velato stato d’accusa.

«La crepa è nel tessuto del universo non sai da dove sono venuti? Ammettilo tu non lo sai vero?» chiese beffardamente il Prigioniero zero. E poi continuò con la voce delle bambine della donna.

«Il Dottore nel TARDIS non lo sa. Non lo sa» lo canzonò

 Il Dottore rimase impassibile e in silenzio. Anche quando il Prigioniero Zero fece una profezia

«l’universo è pieno di crepe, la Pandorica si aprirà e il silenzio calerà» Lo guardai in attesa. Passarono 2 secondi. Due lunghissimi secondi. Poi lui esclamò

«E ci siamo! Guarda là» disse il Dottore indicando l’orologio del reparto. Lo notai anch’io. Al posto delle cifre c’erano tanti zeri.

«Si lo so è solo un orologio. Ma, in una stanza la mia squadra lavora e sai cosa fanno?  Spargono la parola. In tutto il mondo,rapidamente. E sai quall’è questa aprola? É Zero. Se io stessi monitorando tutta la Tera dalla mia nave lasù lo prenderei come un indizio. E Se avessi un intera flotta da guerra intorno al pianeta sarei in grado di rintracciare un semplice virus per computer diciamo in.. 30 secondi?» chiee il Dottore estrasse il cellulare di Rory lo fece vedere al prigioniero zero e continuò

«La fonte, a proposito è proprio qui» indicò il cellulare che teneva in mano Si vide una luce bianca. Il Dottore esclamò:

«Oh ci hanno appena trovati!»

« Ma i miei carcerieri sono limitato. Finché ho questo aspetto non possono trovarmi. Hanno tracciato un telefono non me.»  il Dottore non fu minimamente scalfito da questa rivelazione , anzi sorrise e continuò

« Qui viene il Bello! Voglio dire la mia parte preferita. Tu, lo sai di che cos’è pieno questo telefono? No? Nemmeno un Idea? Bene, ti rispondo io: e pieno di tue foto di tutte le forme che hai imparato ad assumere. Oh e dimenticavo.. le sto inviando più o meno adesso! E il risultato finale è: Ne TARDIS ne Cacciavite e 2 minuti in anticipo Chi é il migliore?» chiese aspettandosi  una risposta come tu.  Ma non avvenne Il Prigioniero Zeri restò impassibile e gli disse

«Assumerò una nuova forma»

«Oh sai che non puoi. Ci vogliono mesi per creare quel genere di collegamento mentale»

«Io avuto anni»

Poi sentii il terreno cedere e divenne tutto nero.

POV Dottore

Sentii un tonfo era Amy. Era svenuta. Oh no! Ricordai le parole dello spirito.. Devi proteggerla. Avevo  fallito anche in quello ero un buono a nella. M’inginocchiai vicino a lei. Le presi il volto tra le mani e supplicai.« Amy non Dormire! Resisti ti prego!» Ma il prigioniero zero si era già trasformato.

Vidi un giovane di 24 anni con dei pantaloni da schifo. Logori e laceri. Una camicia azzurra spiegazzata e  una cravatta  disordinata

«Che scifo chi dovrebbe essere?» chiesi a Tory  che era vicino  a me

«Tu»

« Assomiglio a quello?Io?» Mi alzai. E andai versi il Me- Prigioniero Zero.

«Non è Così» disse una vocina di bimba e  una riproduzione di  Amelia da bambina. Venne fuori. Dietro al me stesso Prigionieri Zero.

«Povera Amy Pond!  Che aspetta il ritorno del suo Dottore Magico dal futuro per salvarla. Sei stato una delusione mi spiace» continuò l’Amelia Prigioniero Zero. Mi voleva solo impressionare. Voleva giocare con i miei sentimenti. Con l’amore che iniziavo a provare Per Amy Pond. Ma non gliel’avrei  permesso. L’avrei salvata. Non l’avrei lasciata morire come Rose. No, non l’avrei più lasciato accadere. L’avrei salvata . il prigioniero Zero si sbagliava. Non sarei stato una delusione per Amy perché l’avrei salvata. M’inginocchiai e le presi di nuovo il viso tra le mani.  Avevo capito il suo trucco. Amy proiettava me  nella stanza perché mi sentiva così le parlai.

«Amy, non pensarmi. Ascolta. Ricordi la stanza che non potevo vedere? Ricordi? Ho cercato di fermarti ma ci sei entrata. Sei entrata? Sogna quello che hai visto»  Immediatamente, il Prigioniero Zero, prese le sue vere sembianze e fu immobilizzato e catturato

Ma prima di andarsene mi disse:

«Il Silenzio Dottore. Il Silenzio Calerà» Poi fu preso e portato via

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Capitolo 3
*** L'undicesimo Dottore ***


Capitolo 3

L’undicesimo Dottore

Image and video hosting by TinyPic NDA Ciao a tutti eccomi  con il terzo capitolo! Ringrazio Joasteroide42 e samuela  Ringrazio la mia amica Bigmouth per il sostegno . i 35 lettori del capitolo precedemte e i 65 di quello ancora prima Ringrazio samuela per averla messa nelle ricordate. Ringrazio Joasteroide42 per averla messa nelle segiute. insieme a cosmopolitan per la stessa ragione.

 Leggete e recensite

Baci Marty Wvans

 

 

 

Nel reparto comatosi del piccolo ospedale di Leadworth, in Inghilterra, tutto era tornato alla normalità. Il sole era di nuovo lontano dalla terra e gli uccellini cinguettavano allegri. Sembrava che non fosse mai successo niente. Leadworth era tornato il solito paesino sperduto di sempre. Nel reparto comatosi, Rory Williams( anche detto tory o Mocciosus da un certo Dottore e da un certo Spirito di nostra conoscenza) era inginocchiato accanto a una ragazza vestita da poliziotta. Con lunghi capelli rosso scuro che si stava lentamente risvegliando. Rory aveva la testa voltata verso l’uomo che stava appoggiato a una delle finestre del reparto. Chi è secondo voi? Ma è lui!il Dottore naturalmente!Sta appoggiato a una delle finestre e sta cercando di capire con quale nuovo look deve cambiare abiti. Un problema molto pressante. ( lo so gli abiti dovrebbero essere l’ultimo dei suoi pensieri ma lui è fatto così) Pio prende il telefonino di Rorye digita un numero. Mentre questo blaterava cosse senza senso che vi risparmierò. La bella Amy  intanto si sta risvegliando, Appena si sveglia. Lo stupidissimo Rry  gli dice «Amy  stai bene sei qui con noi?»

Pov Dottore

“Certo che è con noi cretino. Visto che si è appena svegliata ma quanto sei caduta in basso Lilian?” taci spirito devo finire di salvare il mondo e poi devo cambiarmi d’abito. A proposito  secondo te  va meglio il trench e la giacca di tweed? Cravatta o senza? “ ma ti sembra questo il momento per pensare a rifarti il guardaroba! Comunque niente più trench e cravatte chiaro?  Io odio le cravatte!” intanto Rory tory o come diavolo si chiamava stava dicendo ad Amy

«é finita. Ce l’ha fatta!Il Dottore ce l’ha fatta!». Amy era ancora un po’ stordita. Io intanto  accostai il telefonino a l’orecchio e dissi a loro due «Non è così» senza voltarmi a guardare quell’insulso individuo che qualcuno osava definire intelligente.«co -  co- cosa stai fa-fa- facendo?» chiese Rory nel panico. Patetico

«Rintraccio il segnale»dissi senza scompormi.

« Ah e.. scusa in anticipo» dissi volevo tanto dirgli. Perché ti ruberò la ragazza e tu ti metterai con qualche umana  al tuo stesso livello d’intelligenza . invece dissi

«Per la bolletta» Lui alzò gli occhi al cielo ma non gli badai. Finalmente riuscii a rintracciare  il segnale del astronave e dissi adirato:«Non ho detto che potevate andare. Articolo 77 del Proclama Ombra,Questo è un pianeta pienamente sviluppato, di livello 5 riconosciuto! E voi stavate per bruciarlo?cosa? Pensavate che nessuno osservasse?Fate presto. Tornate qui, adesso!» esclamai serio. Mi voltai verso Rory che di certo non era un essere umano di livello 5 riconosciuto. Ma a parte lui, tutti gli altri potevano anzi dovevano essere salvati Gli lancia il telefonino e dissi con noncuranza e un pochino di arroganza a Rory: «D’accordo, ora ce l’ho fatta»  Poi camminai verso le porte del reparto . Amy era dietro di me. Rory invece stava borbottando qualcosa del tipo

«Li ha appena riportati?Ha appena salvato il mondo dagli alieni. E adesso gli richiama per riportarli di nuovo qui!» Spalancai le porte del reparto . come se fossi il padrone del mondo. In quel momento, lo ero una voce femminile dietro di me chiese «Dove stai andando?» Amy. Le risposi senza fermarmi.«Sul tetto del’ ospedale»Poi vidi il cartello che recitava”abiti dei pazienti” e ebbi un idea. Al diavolo il pianeta! Avevo bisogno di un nuovo look! Entrai. Presi qualche camicia  delle cravatte  cercando qualcosa che mi andasse a genio.

«Che stai facendo? Che c’è qua?» mi chiese Amy sconcertata e perplessa. Me lo stava chiedendo anche lo spirito.

«Sto salvando il mondo.. mi serve una camicia decente!» esclamai. Mentre cercavo qualcosa di mio gradimento  Una camicia bianca una righe, buttai tutto quello che non piaceva dietro di me sempre continuando a camminare.  

«Basta con lo stropicciato Adesso è ora dello show!» dissi lanciando una camicia sulla testa di Rory.«Hai appena richiamato gli Alieni sulla Terra?Veri Alieni? Alieni immortali?Alieni della morte?»disse Rory frustrato e arrabbiato. Non me ne fregava niente se lui era arrabbiato. Avevo bisogno di un nuovo look. Niente era più importante di questo. Inizia a sbottonarmi la camicia senza degnare Rory, ne di una risposta ne di uno sguardo.

POV Amy

 Ero stata ipnotizzata e usata da un alieno pazzo per fuggire. E il mio salvatore era il mio amico immaginario! Incredibile ! Ora stava andando sul tetto. Camminando impetito come se fosse il padrone del mondo. Mi tornò in mente. Un ragazzo il ragazzo dei miei sogni. Fin da bambina  sognavo questo ragazzo. Aveva i capelli neri come quelli del Dottore. Ma tutti scarmigliati. Adorava i suoi capelli quel ragazzo. Nei niei sogni ci passava sempre le mani. Il ragazzo dei sogni inoltre aveva anche degli occhi nocciola bellissimiin incorniciati da occhiali. Era miope. Crescendo avevo immaginato  che quel ragazzo, che sognavo quasi tutte le notti. Venisse da me.  Anche il ragazzo dei miei sogni camminava impettito e arrogante  per i corridoi di un grande castello. Come faceva il Dottore in quel momento entrambi si arrogavano il diritto di essere i padroni del mondo. Il Dottore era entrato nel guardaroba del ospedale e aveva iniziato ad arraffare vestiti. Non avevo capito le sue intenzioni, finché non si era fermato( dandoci le spalle) e aveva fatto cadere la camicia azzurra ai suoi piedi. Non aveva mica intenzione di cambiarsi li?! Ma lui pareva proprio intenzionato a cambiarsi d’abito, li, in quel momento. In più ci si mise anche Rory, che con voce patetica disse;

«E-e ti stai togliendo i vestiti adesso?» che razza di domanda!  Certo che si stava togliendo i vestiti! Rory  era cieco?! E poi si girò verso di me terrorizzato: «Amy! Si sta to- togliendo i vestiti»balbettò lui.

«Girati, se ti mette in imbarazzo» intervenne il Dottore  che stava cercando di scegliere fra una camicia color crema e una bianca.  

«E stai rubando vestiti adesso?Quei vestiti appartengono a persone lo sai?»

«Oh Rory! “rubare” che brutta parola. Io non sto rubando. Sto solo prendendo in prestito» Precisò lui mentre cercava d’infilarsi un gilet. Rory si girò molto pudicamente. Mentre io non mi mossi, Era come se non m’imbarazzasse. Io conoscevo già qurl uomo. Lo sapevo. Certo non l’avevo mai visto cambiarsi ma lo conoscevo. Perciò rimasi immobile

«Amy non hai intenzione di girarti?» mi chiese Rory stupito

«No» risposi secca.

Pov Dottore

Dopo essermi cambiato. Dovevo ancora scegliere la cravatta in realtà. Arrivammo sul tetto dove l’astronave ci aspettava.

«é stata una cattiva idea vero? Andavano via giusto?» chiese Amy dubbiosa. Oh Pond andiamo fidati di me!

«Andare via è buono. Non tornare più èmeglio» le risposi. prima di gridare:«Coraggio!Il Dottore vi riceverà ora!» immediatamente il grande occhio che avevo visto nella stanza ( attraverso la crepa) di Amelia Pond 12 anni prima, mi scrutava penetrante e si era portato alla mia altezza. L’occhio mi scansionò. Poi disse «Tu, non sei di questo mondo»

«No però ci ho lavorato tanto, non saprei tu cosa ne pensi? Meglio la cravatta a righe blu e quella a tinta unita rossa?» risposi calmo.. lui non mi diede retta e mi chiese« Questo mondo è importante?»

«Importante? 6 miliardi di persone vivono qii. Questo è importante. Ecco una domanda migliore:Questo mondo è una minaccia per voi? Coraggio, monitorate il pianeta. Questo mondo è una minaccia?» L’enorme occhio proiettò un immagine in 3D della Terra e guardando le attività del pianeta mi rispose«No»

«Gli abitanti di questo pianeta sono colpevoli di qualche crimine secondo le  vostre leggi» l’occhio mi rispose negativamente

«D’accordo. Ancora una. Una sola:Questo mondo è protetto? Perché non siete i primi a venire qui. Oh ce ne sono stati così tanti!» dissi mentre proiettava l’immagine dei Dalek, dei Sontharan e di tutti gli altri  nemici che avevo affrontato nel corso della mia lunga vita da signore del tempo.

«E quello che vi dovete chiedere è:cos’è successo a loro?» l’occhio proiettò tutte le miei 10 precedenti rincarnazioni precedenti. Le 10 persone diverse che ero stato. Ero stato vecchio, adulto, ragazzo, giovane . E gli avevo sempre fermati. Avevo sempre fermato quelli che volevano distruggere la Terra. Senza mai chiedere nulla in cambio

Ora, lo stavo rifacendo. Nella mia undicesima reincarnazione. Stavo di nuovo salvando la Terra.

«Salve, sono l’undicesimo Dottore. In pratica scappate.» immediatamente, l’occhio di ritirò e l’astronave  si allontanò Amy sorrise. Gioiosa. Quel sorriso mi fece sentire importante per lei. Stavo per dirle quanto l’adorassi. Quando, mi senti scottare la tasca interna della giacca. Sul mio palmo giaceva una chiave. La chiave del TARDIS. Corsi via. Fino al giardino di Amelia. Dove era parcheggiata la cabina blu.

«Vediamo cos’hai per me questa volta» dissi girando la chiave. Rima si incantato appena aprii le porte del TARDIS

«Oh ma guardati ! Quanto sei sexy» dissi alla mia cabina. Gli uomini amano le loro macchine e le trattano come fidanzate. Lo spirito che era dentro di me faceva così con la sua scopa. Io trattavo così la mia cabina.  Avevo una sala comandi tutta nuova. Un TARDIS nuovo. Dovevo provarlo! Così Partii.

POV Amy

 Ero sul tetto del ospedale e chiesi al Dottore

«é finita vero?»  ma non ottenni alcuna risposta. Lui era sparito. Puff. Come per magia. Mi affacciai  al parapetto del tetto e guardai giù lo vidi correre verso casa mia. Gli corsii dietro. Ma quando arrivai  era troppo tardi. Lui stava già partendo  e la cabina stava già svanendo.. Non riuscì a contenere la delusione. Se n’era andato. Senza neanche salutarmi. Chiusi gli occhi. Mentre il vento che faceva svanire la cabina mi scompigliava i capelli.

«»«»

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Capitolo 4
*** Vieni con me Amelia ***


 

Capitolo 4

Vieni con me Amelia

 Ciao a Tutti! Eccomi di nuovo qui con Amy  e il Dottore! Visto che alcuni mi chiamano il Dottore come lo spirito. devo chiarire un punto: Lo spirito e il Dottore non sono la stessa persona. condividono il corpo e sono molto simili carraterialmente ma sono due persone diverse! Devo ringraziare samuela, Joasteroide42 e Bigmouth per le recensioni!

Buona lettura

Baci Marty Evans

 

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Quella notte nel paesino di Leadworth in Inghilterra,( Un posto di 100 anime, ormai noto ai miei lettori) tutti stavano dormendo. Anche la dolce e bellissima rossa  che in questa vita rispondeva al nome di Amelia Pond  Stava sognando tranquilla nel suo letto. Stava sognando di avere ancora 7 anni, di essere in giardino, seduta  su una valigia, il sole che le stuzzicava la pelle mentre aspettava il suo Dottore Stropicciato. Il suo amico immaginario venuto dallo spazio e mai dimenticato. Quando ad un tratto sentì il suono della cabina del Dottore.  Quella specie di “uahh” che caratterizzava l’arrivo e la scomparsa di quella cabina blu. Una cabina magica per Amelia  Pond. Il suono che aveva udito era un suono magico, per lei rappresentava tutto.

Un suono che simboleggiava il suo ritorno. Il ritorno del suo dottore Stropicciato. Ma quel rumore che lei pensava  non avrebbe mai più sentito sembrava così reale. La speranza ebbe la meglio sul dubbio e Amy corse alla finestra. Come quella notte di 14 anni prima, quando la cabina blu era caduta nel suo giardino. Scostò le tende con gesto deciso e sorrise. La cabina blu era li. Non aveva sognato. Lui era li. Lui era tornato a prenderla. Ancora in ciabatte e camicia da notte corse fuori dalla stanza. Spalancò la porta di casa e corse fuori. Si fermò un attimo sul portico. Non ci poteva ancora credere era li.

POV Amy

 Ero andata a dormire come tutte le sere, anche se quella sera era diversa dalle altre. Mi ero ritrovata a sognare che lui tornasse. Ed eccolo qui. nel giardino di casa mia con la sua cabina blu volante. I miei pensieri furono interrotti proprio da lui. L’oggetto indiscusso dei miei sogni di bambina e ragazza. ( oltre al ragazzo moro con gli occhiali s’intende)  

«Scusa se sono scappato prima» disse con tono di scusa. Non l’ avevo ancora notato. Era poggiato a una delle porte della cabina ed era in penombra.

«Un TARDIS nuovo di zecca. Molto eccitante» mi  spiegò. Gli corsi incontro. Me ne fregai di essere in camicia da notte. Lui era li. Era reale.«Ho fatto un salto fino alla Luna per rodarlo. Ora è pronto per i grossi viaggi» disse battendo ua mano sulla cabina.

«Sei tu!Sei tornato!» esclamai ancora incredula. Non era possibile! Era li, davanti a me, sorridente. Come se niente fosse successo. Era nel mio giardino. Era tornato  

«Certo che sono io. Torno sempre. Tornerò sempre da te Amy. Qualcosa non va?» Quella frase era talmente dolce che stentavo a credere che l’avesse pronunciata per me. Era tornato. Notai che portava gli stessi vestiti che aveva rubato al ospedale.

«Hai tenuto i vestiti?» chiesi stupita.

«Ho appena salvato il mondo. L’intero pianeta per la milionesima volta gratis. Si,sparami! Mi sono tenuto i vestiti!» esclamò lui indignato. Constatai con sgomento che si era tenuto quel orribile papillon. Che faceva dannatamente damerino inglese del ottocento. Gli mancavano solo il cappello a cilindro e il bastone da passeggio. Ha dei gusti orribili in fatto di moda.

«Compreso il cravattino» dissi scioccata indicando l’orribile farfallino rosso che portava. Il suo nuovo look era abbastanza semplice: pantaloni neri,mocassini neri,una camicia bianca, sopra una giacca di tweed beige e per finire l’orribile papillon rosso. Lui assunse un aria orgogliosa e mi disse toccandosi il cravattino (come se fosse la più sacra e preziosa  delle sue reliquie) «Si,mi piace. Mi da classe»  beh se quello ti da classe allora non capisci niente di moda.

Poi formulai la domanda a cui aspettavo una risposta da almeno 14 anni. La domanda a cui avevo paura di dare una risposta:

«Tu vieni da un altro pianeta?» Ero incerta su come avrei reagito se mi avesse risposto di si. Ma non m’importava. Volevo sapere. Per me lui era ancora uno sconosciuto e volevo conoscerlo.

«Si» mi disse lui come se la risposta fosse ovvia.

«Okay» riuscii solo a dire. Ero stupita. Avevo un amico immaginario, che possedeva un cabina blu volante  e veniva da un altro pianeta!Wow! Incredibile! Io conoscevo una persona così! Iniziavo a voler bene a quel uomo un po’ pazzo che appariva sempre in ritardo. Fu proprio lui a riportarmi alla realtà. Era un po’ indignato siccome non lo stavo ascoltando . (E lui odia che gli altri non li prestino attenzione. Ma allora ero troppo giovane, lo conoscevo da troppo poco tempo per sapere cosa lo irritasse o cosa no)

«Allora cosa ne pensi?» chiese

«Di cosa?» chiesi cadendo dalle nuvole dei miei pensieri.

«Gli altri pianeti li vuoi vedere?» chiese un po’ indignato dal fatto che non lo stessi ascoltando. (E lui odia quando la gente non lo ascolta e fa di testa sua. Infatti, ce l’ha sempre con me perché sono di carattere testardo, combattivo , non mi lascio spaventare da niente e da nessuno.) Comunque tornando a noi. Non capivo di cosa stesse parlando.

«Che vuol dire questo?» chiesi. Speravo, anzi agognavo che mi chiedesse di scappare con lui. Li, quella notte in quel giardino. Mi facesse montare su quella cabina. E mi facesse sentire almeno per una volta, per un ultima volta,libera e felice. Ma non osavo sperare tanto. L’indomani avrei dovuto fare un passo decisivo. Avrei dovuto essere felice. Domani  doveva essere il giorno più bello della mia vita. Ma, ora che lo avevo rivisto. Sapevo che non era quello il mio destino. Il mio destino non era li, a Leadworth, con due bambini, un cane e un marito che mi baciava quando tornava a casa la sera. Il mio destino era li, con l’uomo che avevo davanti, su una cabina blu volante a esplorare l’universo. Quello era quello che sognavo.  Non una vita normale   Ma una vita avventurosa con lui.«Vuol dire.. beh.. Vuol dire.. Vieni con me» sembrava più un ordine che una richiesta.

«Dove?» chiesi ancora stupita. Quel uomo era straordinario

«Ovunque, Tu, voglia» disse sorridendo.

«Quello che è successo.. L’ospedale, le navi, il Prigioniero Zero..» non riuscii a terminare la frase perché mi anticipò e m’interruppe.

«Oh non ti preoccupare. Era solo l’inizio» disse lui.

«Già,ma quelle cose.. incredibili. Tutta quella storia..» m’interruppi e lo presi per il cravattino urlandogli «é successo 2 anni fa!» Lui aprii la bocca incredulo ed esclamò

«Uh!Oh OPS!»

«Già»

«E così fanno..» cercò di dire mortificato lui.

«14 anni» lo interruppi io arrabbiata. Era di nuovo in ritardo.

«14 anni dal pesce con la crema. Amy Pond, una bambina che ha aspettato abbastanza» lo ignorai. E guardai la cabina sembrava così piccola.

«Quand’ero piccola dicesti che c’erano una biblioteca e una piscina. E che la piscina era nella biblioteca»

«Si,non so bene dove sia,rispunterà fuori. Allora vieni?» sembrava un ordine, e io odiavo le persone arroganti che mi davano ordini. Così risposi secca:«No»

«Volevi venire 14 anni fa» constatò lui.

«Sono diventata grande!» dissi con tono di superiorità. Avevo 21 anni non 7 cavolo! Mi vedeva ancora come  la piccola Amelia Pond, la ragazzina scozzese che sentiva le voci nel muro della sua stanza. Ma io ero cresciuta. Ero una donna e glielo avrei dimostrato. Odiavo essere considerata una bambina. Sopratutto da lui. Volevo che mi considerasse un adulta forte e combattiva. Non una bambina da difendere accidenti!

«Rimedierò a questo» mi disse lui schioccando le dita. Immediatamente le porte della cabina si aprirono  come per magia verso l’interno da cui usciva una calda luce gialla. Quel luogo sapeva di casa, affetto e amore. Lui mi sorrise. Mentre  il mio viso si apriva in un sorriso stupefatto. Lui mi fece l’occhiolino. E io non potei non sfogare tutta quella meraviglia in un «Ah!» di stupore. Entrai curiosa. Lui entrò subito dietro di me  e richiuse la porta alle spalle. Non ho parole per descrivere il TARDIS. é magnifico. Era è gigantesco. È una cabina più grande al interno. POV Dottore

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 Ero felice di  averla stupita. Dell’ espressione rapita e incredula che aveva sul viso mentre osservava la mia cabina. Quella che per 905 anni era stata la mia casa. Non ero stato così felice di mostrare la mia cabina a qualcuno da quando Rose.. beh da quando era successo. Finalmente sentivo di poter ricominciare. Con Amy. Quella ragazza, quella bellissima ragazza. Quella ragazza umana dai lunghi capelli rosso scuro e dagli incredibili occhi color smeraldo. Che allo spirito ricordava tanto sua moglie per me poteva essere un’altra possibilità . e non soltanto perché lo spirito voleva che io la proteggessi. Ma anche perché mi stavo affezionando a lei. Mi stavo innamorando di lei. Anche se non me ne rendevo ancora conto. Con il Passare del tempo Amy Pond sarebbe diventata la mia ragione di vita. Lei mi stava ridando la voglia di vivere. Lei sarebbe  stata il cuore pulsante del TARDIS. Senza di lei per me non esiste alcuna vita. Amy mi è indispensabile come l’aria per respirare. Amy  è diventata tutto per me. Ma allora lo ignoravo.

Mi posizionai di fronte a lei .«Allora,vuoi dire qualcosa, qualche commento interessante. Già sentito»

«Assurdo» fu la sua risposta incredula. Attraversai il breve spazio che mi separava  dalla cabina di comando. Salii i tre gradini che mi separavano dalla console mentre Amy rimaneva li basita e incredula.

«Sono in pigiama» constatatò stupita.

«Oh non ti preoccupare. Ho un sacco di vestiti qui e forse anche una piscina» dissi guardando verso l’alto e perdendomi nella mia nuova cabina.

«Allora, tutto lo spazio e il tempo. Tutto quello che è accaduto e che accadrà. Da dove vuoi iniziare?» chiesi sapendo che sarebbe venuta con me

«Tu sei così sicuro che io verrò» disse attraversando lo spazio che la separava dalla console.

«Si lo sono» risposi con una puntina di arroganza nella voce.

«Perché?» mi chiese incuriosita e irritata. Adoro quando si arrabbia

«Perché sei una ragazza scozzese in Inghilterra. Credimi, so cosa si prova» dissi e un ondata di nostalgia mi travolse. Nonostante tutti gli anni passati in giro per l’universo Galifry mi mancava terribilmente. Mi mancavano gli alberi argentei e i due soli che lo riscaldavano e la mia casa. il palazzo dei Signori del Tempo i miei amici e la mia famiglia. Purtroppo però non sarei mai potuto tornare. Era tutto perduto. Erano tutti morti . Per colpa mia. Il mio pianeta non esisteva più da molti  secoli ormai. Era la colpa più grave di cui mi ero macchiato. La colpa per cui provavo più rimorso. Avevo condannato il mio pianeta e la mia razza a morte. Non avevo più nessuno. A parte uno spirito che si divertiva a infestare i miei pensieri nella mia attuale rigenerazione. Ero un traditore e meritavo di essere solo. 

«Davvero?» mi chiese interrompendo i miei ricordi. Picchiettai su un orologio girai una manovella e poi puntai l’indice su di lei.

«Tutti gli anni vissuti qui, tutta la tua vita.. ma conservi la grinta. Si, verrai»  feci suonare un campanello. Mentre osservava incuriosita gli strumenti che aveva davanti. Sbucò da dietro il catalizzatore.

«Puoi riportarmi per domani?» mi chiese preoccupata

«È una macchina del tempo. Ti riporto quando vuoi. Che c’è domani? » chiesi curioso e un po’ preoccupato.

«Niente. Solo delle cose»

«Bene allora, di ritorno, in tempo, per delle cose» la schernii

Proprio in quel momento spuntò un cacciavite sonico nuovo.

«Oh uno nuovo!Perfetto» esclamai contento provandolo. Questa volta emetteva una luce verde. Come gli occhi di Amy

”ti stai innamorando”

no

“si!”

no!

”si invece”

Piantala spirito o giuro che ti ammazzo

“il problema, mio caro Dottore è che sono già morto!” disse scoppiando a ridere. 

Spinsi le leve nere avanti e indietro. Impostai le coordinate sullo scanner,

«Perché io?» mi chiese Amy dubbiosa  al‘ improvviso

«Perché no?» risposi divertito dalla sua irritazione

«Dico sul serio. Perché mi stai chiedendo di scappare con te nel bel mezzo della notte? É una domanda lecita. Perché io?»

«Non lo so. Mi diverte. Devo avere una ragione?»

«Tutti hanno un motivo» disse decisa lei

«Io ti sembro tutti?» chiesi divertito

«Si» ribatté testarda  e orgogliosa lei. Adoro questo lato del suo carattere. da guerriera da vera scozzese qual’è.

 Riflettei sulla risposta alla sua domanda. Riflettei sulla risposta migliore da darle. Non potevo ancora dirle di Rose. Non sarebbe stato giusto nei confronti di Amy. Non potevo dirle che volevo amare di nuovo qualcuno. Che volevo che qualcuno mi aiutasse a dimenticare Rose. Sarei stato egoista. E non volevo esserlo. Non più. Volevo guadagnarmi la fiducia e l’amore di Amy. Così optai per una mezza verità. Era il meglio che potessi offrirle in quel momento. La risposta che avrebbe accettato con più facilità Avrei rivelato  tutta la storia a tempo debito

«é un po’ che giro da solo. è una mia scelta. Ho iniziato a parlare con me stesso. Ho il mal d’orecchie»

ti faccio venire il mal d’orecchie per caso? Guarda che potrei offendermi!”

se non la pianti  me lo farai venire sul serio il mal d’orecchie

«Ti senti solo? é così? Tutto qui?» chiese lei sospettosa

«Tutto qui. Promesso» assicurai anche se non era vero.

«Okay» rispose lei convinta. Ci mettemmo uno accanto al altra  al parapetto della sala comandi

«Sei d’accordo? Perché questo posto..a volte ti fa sentire un pochino..Ecco.. Si insomma..»  non riuscivo a trovare le parole. In verità volevo sapere se la faceva sentire un estranea.  Come Rose le prime volte che viaggiava con me nella mia nona incarnazione ( Ero orribile allora)

«No, sto bene. É solo che.. Qui c’è un mondo intero come dicevi. Pensavo..Iniziavo a pensare..Pensavo che fossi solo un pazzo con una cabina» la interruppi

«C’è una cosa che dovresti sapere di me. Perché è importante. Un giorno la tua vita potrebbe dipenderne.. Io sono assolutamente, totalmente, un pazzo con una cabina» Lei mi guardò stranita e vedendo la sua espressione scoppiai a ridere. Lei rise con me. Poi  mi avvicinai alla leva di comando e dissi «Ah Ah Si! Addio Leadworth. Buongiorno a tutto il resto»  Lei al mio fianco rise mentre il TARDIS iniziava a fare il suo tipico rumore. Libera e felice e io con lei. Lei scoppiò a ridere e io la seguii spensierato. Come non mi sentivo da anni. Mentre la cabina svaniva dal giardino di Amelia Pond sentivo che potevo di nuovo vivere.

 

Image and video hosting by TinyPic Mentre il TARDIS se ne va portando con se la felicità del Dottore . Entriamo nella stanza di Amelia “Amy”Pond. La ragazza che a quanto pare  ha conquistato il cuore del nostro Dottore e del nostro spirito. Per ragioni diverse certo ma l’ha fatto. Tra i pupazzetti del Dottore di quando era piccola , i libri e lo zaino. Colpisce l’armadio. Su una gruccia c’è un abito bianco. Un abito da sposa. Amelia Jessica “Amy”Pond l’indomani mattina avrebbe dovuto sposarsi.

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Capitolo 5
*** Rivelazioni sconcertanti e crisi isteriche ***


 


NDA Ciao a tutti Eccomi con il bacio delle stelle! Sono sicura che questo capitolo piacerà a tutti sia ai fan di DW  che a quelli di HP! Spero vi piaccia  Vorrei ringraziare Joasteroide42 e samuela per le splendide recensioni! Vorrei dedicare  questo caspitolo a una mia amica cha a compiuto gli anni!  Ringrazio i 46 visitatori del capitolo precendente 

Buona lettura

Baci Marty Evans

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Erano partiti Amy e il Dottore. Finalmente insieme. Loro ancora non lo sapevano ma non si sarebbero separati mai più.  Amy era intenta a guardare gli strumenti del  TARDIS.

POV Dottore

«Perché porti il farfallino?» mi chiese Amy di punto in bianco

«E tu perché porti quel ciondolo?» chiesi indicando il cuore d’argento che Amy aveva al collo. Era un ciondolo strano. Mi aveva subito incuriosito. Fin dalla prima volta che lo avevo visto, quando Amy aveva sette anni. Image and video hosting by TinyPic Era molto semplice la catenella era d’oro bianco. Al centro c’era un cuore d’argento. Era bellissimo. Sembrava uno di quei cuori  che si aprivano e che contenevano   le foto delle persone care. Avevo visto molti portare ciondoli simili ma quello  era in assoluto il più bello che avessi mai visto.

«è un regalo. Ce l’ho fin dalla nascita. E ci sono molto legata. Per me è un ciondolo importantissimo. Non me lo sono mai tolto. Non so nemmeno perché ti sto dicendo queste cose. Sai è la prima volta che parlo a qualcuno del mio ciondolo.» disse lei imbarazzata portandosi automaticamente una mano  al collo e nascondendolo.

«Chi è che te lo ha regalato? Un parente?» chiesi curioso

«No questa è la cosa strana. Mia zia mi ha raccontato  che il  giorno della mia nascita una ragazza appena ventenne ha bussato alla porta della stanza dove c’era mia madre e ha chiesto “Lei è la madre di Amelia Pond?” mia madre ha annuito allora la donna  si è avvicinata  e le ha dato questo. Dicendole che dovevo indossarlo sempre. Mi da sicurezza.»

«Perché?» chiesi

«Non lo so. é come se fosse una parte di me,  non sono mai riuscita a capire cosa ci sia al interno. Non si apre»

«Si dovrebbe aprire?»

«In teoria si ma non ci sono mai riuscita»

 Mi avvicinai a lei e chiesi

«Posso vederlo?» lei annui. Allungai una mano verso il ciondolo. lo presi delicatamente tra pollice e indice e notai che dentro c’era qualcosa. Lasciai ricadere il ciondolo sulla sua pelle così bianca e delicata. Mi spostai dietro di lei. le posai le mani sulle spalle. Era tesa come una corda di violino. Attraverso il tessuto della leggera camicia da notte potevo sentire i muscoli tendersi. Istintivamente iniziai a massaggiarle delicatamente le spalle. Lei iniziò a rilassarsi piano piano. Le chiesi

«Posso?» lei annui. Scostai delicatamente i lisci capelli color sangue fino a scoprire il suo bianco collo. In mezzo a quella pelle purissima spiccava la catenina del ciondolo. Presi tra le mani la chiusura della catenina. Stavo per slacciarle il ciondolo quando una luce accecante e bianchissima proveniente dal ciondolo stesso mi costrinse ad allontanarmi.

POV Amy

Quando mi si era avvicinato e mi aveva chiesto di poter vedere il ciondolo non avevo opposto alcuna resistenza. Non  avevo mostrato quel ciondolo a nessuno nemmeno a Rory . Era una cosa mia, privata, a cui nessuno  aveva accesso. E invece a quell’uomo, che per me era ancora uno sconosciuto,  la mostravo. Un uomo che  avevo incontrato due volte nella mia vita. Un uomo  che rispecchiava tutto quello che odiavo e amavo.  Era in ritardo, ligio alle regole, (alle sue regole per la precisione) eccentrico, egocentrico, arrogante e sarcastico Non mi aveva detto niente di se . Mi aveva detto solo di chiamarsi dottore. Che razza di nome è Dottore? Possedeva una cabina della polizia e sosteneva di poter andare nello spazio. Okay devo aggiungere che era anche fuori di testa. Ma lo adoravo.  E gli  avevo permesso  di  portarmi con lui. Li avevo permesso di portarmi con se la notte prima del mio matrimonio. Il punto è questo: non avevo alcuna intenzione  di sposarmi. Me ne ero resa conto solo quando lui era riapparso. Io mi ero accorta di non amare l’uomo che stavo per sposare. Perciò avevo deciso di andare con lui. Quando mi aveva chiesto del ciondolo gli ne avevo parlato. Poi mi si era avvicinato. Mi aveva posato le mani sulle spalle e mi ero irrigidita. Il fatto che mi stesse così vicino era .. piacevole. Avvampai e fui felice di essere di spalle.  Mi massaggiò delicatamente le spalle . Mi parve che mi massaggiasse le spalle per un eternità. Fui colta di sorpresa quando mi chiese se poteva sfilare la catenina. Riuscii solo ad annuire troppo ipnotizzata dal suo tocco per poter anche solo ricordare come mi chiamavo. E non aveva fatto nulla. Mi aveva solamente immobilizzata e fatta cadere tra le sue braccia grazie a un minimo tocco. Sentii le sue mani che scostavano delicate i capelli. Scoprirono il collo. Sentii le sue mani sulla catenina e poi le sentii staccarsi di colpo.  Come se la mia pelle scottasse. Mi portai una mano al collo sorpresa. La mia catenina era bollente. Staccai la mano subito. Mi girai sorpresa verso il Dottore e quello che vidi mi gelò il sangue nelle vene. Nella sala comandi del TARDIS c’era un altro uomo. Avrà avuto 20-21 anni al massimo. Portava Jeans neri e un pullover rosso. Fisico muscoloso ma snello il genere di fisico che ha chi è uno sportivo Il viso era pallidissimo. I capelli neri e scompigliati, Occhi color cioccolato e infine degli  occhiali da vista. Ma quello che mi sconvolse di più fu il fatto che ci potevo guardare attraverso. Era un fantasma. Il primo impulso fu quello di mettermi a correre. Lui mi vide e sul suo viso passò un espressione di gioia immensa. Mi sembrava familiare come se l’avessi già visto. Il fantasma si mise a gridare «Mi Vede! Lei mi vede!» e improvvisò  un balletto stile Waka Waka. (Per farvi  capire quant’era idiota.)  Capii che non c’era nulla da temere da un fantasma con problemi di personalità multipla. Non potei non scoppiare a ridergli in faccia. Era troppo buffo! Il Dottore, invece, era rimasto muto ed era caduto a terra dopo aver staccato le mani dalla mia catenina.

« Chi sei? Sei.. sei un fantasma?» gli chiesi non appena ebbi finito di ridere

«Ma come non mi riconosci? Lily sono io!» disse esasperato il fantasma

«Lily? Devi aver sbagliato persona. Io sono Amy. Amelia Pond. per gli amici “Amy” e tu ce l’hai un nome fantasma?» chiesi incuriosita

« Spirito se non ti dispiace è più di classe!» ribatte lui sdegnoso. Con un aria da aristocratico. Considerai che non doveva  essere morto da molto visti i vestiti.  Doveva essere morto negli anni 80 90 non prima ne dopo.

«Non fare l’arrogante con me! Non mi piacciono le persone arroganti! Ce l’hai un nome  si o no?!» chiesi arrabbiata. Ma anche con un senso di deja-vu come se gli avessi detto quelle stesse parole un milione di volte. Ma era impossibile! Anche se mi sentivo come se lo conoscessi da una vita.

«Mi  spiace tesoro. Credo che tu non sia ancora pronta a conoscere il mio nome. Per ora chiamami Spirito» ignorai quel “Tesoro”. Odiavo le persone che mi chiamavano con vezzeggiativi anche se non li conoscevo.  Gli dissi «Va bene spirito.» Lui sparì dopo avermi sorriso ancora una volta.

POV Dottore

  Avevo lasciato il collo di Amy.  Subito dopo aver visto quella luce accecante un “incanto a protezione maxima” lo definì lo Spirito. Io mi fidai . Dopotutto era lui il mago non io. Mi ero ritrovato le mani ustionate. Ma grazie al processi di rigenerazione tornarono nuove.

Come mai  Amy a quel ciondolo? Perché ha un incantesimo sopra? Chi è la donna che gliela dato?

“Non ho risposte a questo Dottore”

E riguardo al tuo nome? Io posso conoscerlo no?

 “Proprio a te importa dei nomi Doctor Who? Il Dottor Chi o Il Dottore Senza Nome  É così che ti chiamano quando non sanno come definirti vero? Chi sei  nessuno lo sa. Dici di chiamarti Dottore. Ma non dici mai a nessuno il tuo vero nome. Il tuo nome è sepolto nelle stelle più antiche. Nessuno lo ricorda. Quei pochi che lo ricordano non lo pronunciano mai. Proprio tu mi parli di nomi”

Ma io ho un nome umano. Quando devo restare a contatto con molte persone. Mi faccio chiamare John Smith.

“Se andassi in Italia ti faresti chiamare Mario Rossi. Perché sono il nome e il cognomi più comuni. Così nessuno può risalire a te. Correggimi se sbaglio.”

Ma tu sai chi sono. Non negarlo!  Conosci il mio nome! Quello che giace tra le rovine di Gallifrey. Quello che resterà per sempre bloccato nel “Momento” che io stesso ho creato. Quello stesso nome di cui tu parli . lo conosci molto bene e sai anche da cosa sto fuggendo da più di 900 anni. Ti ho rivelato i miei segreti. Credo sia d’obbligo ricambiare il favore. Non trovi?

 “Vuoi sapere il mio nome? Un tempo, nella mia vita umana, ero James. Cosi mi chiamavo una volta James Potter. L’ultima persona che ha pronunciato il mio nome  quand’ero vivo è in questa stanza. Si chiamava Lily Evans in Potter. Un tempo era mia moglie. Ma forse tu la conosci con il nome che porta adesso: Amy Pond. Dico bene?”

Come? Lei.. Lei.. Allora non scherzavi!

“Certo che no. Io sono il Re delle battute. Ma non scherzo mai  su Lily.”

Hai detto che  ti chiami James Potter. Ti ho già sentito nominare da qualche parte. Un momento... ma certo! Harry Potter! I libri! Il padre di Harry Potter! Un attimo.. sei uscito da un libro della Rowling?! Oh no! Dimentica tutto quello che ha scritto quella donna babbana! Si, il mondo descritto nei suoi libri esiste ma non proprio come lo descrive lei.”

 Ero sempre stato un fan accanito della Rowling . Avevo anche letto l’ottavo libro! Il fiale mi commuove sempre! Era incredibile! Quello spirito mi stava dicendo che  il mondo creato dalla Rowling era vero!

E allora illuminami!

 James stava per iniziare a raccontare quando.. Amy ( di cui mi ero quasi dimenticato) non esclamò                                                   « Perché c’è scritto “cabina della polizia”?»

 Io e James ci voltammo verso di lei stupiti. Che diavolo centrava il mio TARDIS con James Potter? Poi capii che la nostra conversazione si era tenuta nella mia mente e che James  era “ rientrato” nel mio corpo. Comunque non capivo il senso di quella domanda                                                      «Scusa, come?» riuscii a chiedere ad Amy che se ne stava appoggiata alla console del TARDIS. Aveva una strana espressione in volto

 Ehm James.. cos’ha? Lui stette in silenzio per un po’. Poi mi disse  “ Io mi dileguo”

Perché?

“Perché quando mia moglie era così calma e faceva domande un po’ idiote voleva dire che  stava per avere una crisi isterica. Me ne vado! Non ho  voglia di sentire una crisi isterica in pieno stile Lily Evans ne ho già subite abbastanza  nella mia altra vita!”

 E me lo dici solo ora!? Spirito opportunista e codardo!         

Non udii la replica di James per ché Amy si mise a farfugliare«Ho detto: Fuori, c’è scritto “cabina della polizia”. Perché hai etichettato una macchina del tempo “cabina della polizia”? Perché non “macchina del tempo”? È troppo ovvio? I poliziotti girano nelle cabine? E tu sei un poliziotto? No, guarda che vestiti! A dirla tutta… guarda che capelli! Non ti guardi mai allo  specchio? Penso che se lo facessi penseresti “Bleah,  i miei capelli sono troppo corti e il mio mento! Oh, porto un farfallino, sparatemi!” Sto farfugliando ?»          

E James non ritenne necessario farmi sapere dov’era.. Probabilmente era andato da qualche parte nel mio inconscio. Mi aveva lasciato solo con Amy che minacciava di avere un attacco isterico da un momento al altro!  Non ero mai stato bravo in quelle cose! Bell’amico! Quella notte imparai una dura lezione: mai fidarsi di un fantasma.(Spirito! N.D. James) specie se si chiama James Potter e in vita è stato il leader dei Mandrini.

«Un pochino, sì.»

«Beh, la domanda resta» mi fece notare Amy  girando intorno alla console per  trovarsi di fronte a me.

«La prima?» chiesi perplesso. Nessuno  mi aveva mai fatto quella domanda. O forse qualcuno c’era stato. Rose o Martha. Non ricordavo chi delle due e non m’importava.

«Dottore!  Non si risponde a una domanda con un altra domanda! Comunque, si, la prima» disse lei un po’ isterica.  «Beh non è davvero una cabina della polizia.» dissi con ovvietà                                                                                          «Giusto. È una cabina telefonica. C’è una luce sopra, devi cambiare la lampadina?» disse sempre più istericamente.

 L’afferrai per le spalle e provai a farla ragionare.

«Amy! Calmati ora. Respira!» Lei iniziò a respirare con più calma. Ma improvvisamente si bloccò e disse (questa volta con una voce molto  isterica)                                                    «… Perché non riesco a respirare? l’aria non esce! La cabiba è di legno! Hai una macchina del tempo di legno… Ti senti stupido? Scusa, sono tornata a farfugliare e minacciare una crisi isterica.»

Oddio! Meno male che sene rende conto! JAMES AIUTOO! Ti scongiuro aiutami! Non sono bravo a calmare una donna isterica!

Nessuna risposta. Ero solo. Pensai che calmarla. E rispondere a l’unica domanda sensata che mi avesse fatto fosse il minimo che potessi fare  per tranquillizzarla.             «Amy Calmati! Va tutto bene La cabina della polizia è un camuffamento. È mascherata da cabina telefonica della polizia del 1963. Ogni volta che il TARDIS si materializza in un posto nuovo, nel primo nanosecondo dell’atterraggio analizza il circondario, calcola una mappa dodecadimensionale di tutto quanto nel raggio di mille miglia e determina che guscio esterno si mimetizzerebbe meglio con l’ambiente! É così si è maschera da cabina telefonica della polizia del 1963.»

 Lei sembrò tornare normale e mi chiese interessata

 «Oh perché?» la guardai perplesso.

Certo che è strana Amelia Lilian Pond Evans! Un attimo prima sembra stare  per avere un attacco di isteria e l’attimo dopo è tranquilla e impassibile e ti ascolta senza batter ciglio.

“É lo so. Che donna mia moglie eh? Davvero bellissima e affascinante ma terrificante a volte! Sai quanti dei suoi micidiali schiaffi hanno deturpato il mio bellissimo viso!”

Dove diavolo eri finito?! Perché mi hai lasciato qui da solo!  Mi sembra che lei sia la reincarnazione di tua moglie non della mia! Perché mi devo sorbire la sua isteria?

“Perché ora sarà tua moglie. E poi sono questi i vantaggi di ospitare nel proprio corpo un dio della bellezza come me!!

Vantaggi? Dove diavolo li vedi i vantaggi?

“Beh diciamo che se non violo la vostra privacy potreste conoscervi meglio”

Che cosa? Tu sei pazzo! Mi sta guardando male! Meglio che risponda alla sua domanda prima di dover fronteggiare un altra crisi.

 POV Amy

 Il Dottore mi aveva salvato da un attacco isterico in piena regola! Wow! Avevo quasi avuto una crisi isterica perché stavo male al pensiero di fare un torto a Rory. Volevo molto bene a Rory e anche se non lo amavo quanto mi  sembrava di iniziare ad amare il Dottore. O quanto ero certa di  amare lo spirito. Ero sicura di averlo conosciuto e amato Solo che non ricordavo quando.  E Questo era frustante! Mi sentivo in colpa con Rory mi sembrava di tradirlo stando, di notte, sola, in una cabina che non era una cabina con quei due. Insomma lo avevo abbandonato prima delle nozze. E  Rory pur  essendo un po’stupido era una persona buona. Non meritava che gli mentissi perché lui mi amava con tutto se stesso. Ero convinta di ricambiare una volta. In quel momento non  ne ero così sicura. Comunque avevo chiesto al Dottore come mai  la sua cabina fosse sempre blu e degli anni 60 .e lui non mi aveva ancora risposto.

 Finalmente come riscosso dai suoi pensieri mi disse «Probabilmente è dovuto a un piccolo guasto, a dire il vero, ho sempre voluto controllare.»                                                  «Ma è una cabina della polizia tutte le volte che si materializza in un posto?» chiesi curiosa.

Lui annui.                                                                                    «Da quanto tempo lo fa?»

« Oh non molto» rispose lui vago. E capii che non mi avrebbe dato altre spiegazioni. Non quel giorno almeno.        «È una richiesta di aiuto inespressa?» chiesi cambiando argomento

«Cosa?» chiesi lui stupito e terrorizzato. Probabilmente aveva paura che avessi una crisi isterica su scala universale.

« Il farfallino» dissi indicando l’orribile papillon rosso che si ostinava a portare con tanto orgoglio. Che gusti eccentrici ha sempre anuro quel uomo!

«Naah! I farfallini sono figh!»  se trova quel coso figo è da ricovero. Image and video hosting by TinyPic

«Così sei un alieno, eh?» chiesi tanto per cambiare argomento. In realtà non riuscivo ad immaginarlo come un alieno. Era troppo.. troppo umano                                             «Sì. Dal tuo punto di vista. Dal mio, sei tu l’aliena… e anche  da quello di molta gente,  che conosco a dire il vero.»         «Che genere di alieno?» chiesi curoisa. Non riuscivo a immaginarmi lui  tutto verde con gli occhi da rettile. La sua risposta mi sorprese                                                                    «Oh, uno buono, decisamente uno di quelli buoni.»           Non era quello che intendevo  così riformulai la domanda:

«Quindi sei come un… calamaro spaziale o qualcosa del genere? Sei come una minuscola lumaca in un costume da umano? Per quello cammini così?»

« Cosa c’è che non va nella mia magnifica camminata? » protestò indignato lui. Certo che sei proprio presuntuoso  Lui mi sorprese: mi prese le mani e se le portò al volto tenendole premute contro le sue guance. E mi disse              «Amy... questo sono io! Questo è il mio vero aspetto!» «Beh, va bene allora!» lo sfidai e li diedi uno schiaffo su una guancia. Lui mi guardò stupito e esclamò risentito «AHIA!!! Oh mio Dio che male! Ma sei impazzita!?»

«Va bene, credo di aver finito»  Scoppiai a ridere vedendo la sua espressione. Era così buffo! Lui fece partire una leva. Si girò verso di me, mi guardò penetrante «Ah Amy Pond...abbiamo appena cominciato»  Gli sorrisi. Non mi sarei mai abituata alle sue risposte enigmatiche. Mi sorrise e corse alle porte della cabina.

«Perché sai cosa c’è qua fuori?» mi disse mentre correva verso le porte. Io mi fermai sugli scalini che portavano alla console allibita. Quell’uomo non avrebbe mai smesso di stupirmi! Poi saltai i tre gradini e lo raggiunsi «Cosa?» chiesi piena di aspettativa. Lui dava le spalle alle porte della cabina edera di fronte a me. Teneva le due maniglie della cabina con le mani.

«Assolutamente tutto» mi rispose enigmatico. Aprì le porte della cabina e si sposto per fermi vedere. Quello che vidi era Incredibile! Feci un passo avanti timorosa di infrangere quella magia «Noti qualcosa di strano?» disse la voce del Dottore alle mie spalle... mi girai verso di lui incredula.

«Siamo nello spazio» dissi ancora più incredula, allora era vero quello che mi aveva detto!

«Si. Siamo nello spazio.» mi disse lui.

«Non può essere.» Ero impazzita! Si ero decisamente impazzita! Il mio respiro accelerò stavo per avere un altra crisi isterica!

«Invece si» disse lui convinto. Non lo guardavo più in faccia. Mi girai a fissare la nebulosa che avevo davanti. Poi mi rigirai e gli dissi cocciutamente;

«È come, come, come,un effetto speciale!» Si doveva essere un effetto speciale. Molto reale. Ma un effetto speciale.

 Si doveva essere così

«Davvero? » mi chiese lui sorridendo radioso

«È cosi, vero? é un effetto speciale! Non è reale.» mi dissi per convincermi. Poi lui mi sorprese di nuovo dicendomi

«Esci fuori»

«Cosa?»  chiesi stupita

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«Esci fuori»  mi disse spingendomi fuori dalla cabina e ridendo. Mi resi conto di galleggiare. Ero nello spazio! Era vero! Stavo fluttuando! Incredibile

 

 E qui lasciamo i nostri eroi  mentre si godono una piacevole gita nello spazio

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Capitolo 6
*** L'astronave UK ***


L’astronave UK

NDA  ringrzio Joasteroide,samuela eDani per ler ecensioni. Ringrazio i 37 visitatori del c capitolo precedente  chiedo a  qualcuna di queste persone di recensire per favore mi piacerebbe aver delle opinioni sulla storia da altre persone.

Ora vi lascio al capitolo ho inserito alla fine un ricordo di James spero vi piaccia.!

Per favore lasciate qualche recensione!

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POV Amy

Mi chiamo Amy Pond. Al età di 7 anni avevo un amico immaginario. Ieri era il giorno prima del mio matrimonio, e il mio amico immaginario è tornato. Sono così felice che l’abbia fatto! E non sono più tanto sicura di volermi sposare

«Dai ora torna indietro Pond» mi disse  il Dottore ridendo. Io stavo fluttuando vicino al TARDIS.  Era bellissimo  stare  a fluttuare tra le stelle in quel blu infinito le stelle in quel blu infiniti mentre il Dottore mi guardava e rideva. Image and video hosting by TinyPic Sarei rimasta a fluttuare per un eternità ma lui aveva altri piani. Appena tornai vicino al  TARDIS, lui mi afferrò prontamente e mi depose sul pavimento della cabina.   Mi tenne un braccio intorno  alla vita per sorreggermi. Mi aggrappai a lui per riprendere l’equilibrio e riabituarmi al peso della forza di gravità.

«Ora mi credi?» disse lui radioso. Lo trovai bellissimo in quel momento. Image and video hosting by TinyPic con Volevo stare li con lui  una mano appoggiata a una sua spalla a guardare l'infinito blu che si estendeva davanti a noi. Lui teneva ancora un braccio intorno alla mia vita e la sua mano sinistra era intrecciata alla mia. Era così bello stare li. Così perfetto e giusto. Mi resi conto che Rory non avrebbe mai potuto regalarmi qualcosa del genere. Lui invece poteva farlo. Poteva darmi la vita che desideravo. Rory non riusciva  a farmi dimenticare il mio nome solo accarezzandomi i capelli. Bilanciai tutte le cose che uno e l’altro  avrebbero potuto darmi e mi resi conto che non c’era paragone. Mi resi conto che il Dottore stava aspettando una risposta

«Okay,Siamo nello spazio. la tua cabina è una nave spaziale. É assurdo.»

«Allora Pond che ne dici di andare a fare il tuo primo viaggio nello spazio?» mi chiese entusiasta

«Viaggio nello spazio? Ma siamo già nello spazio!»

«Si Ma tu hai mai visto un astronave? Una vera astronave?»  mi sussurrò al orecchio. Aveva una voce calda e seducente. Si scostò da me, tenendomi però in quella specie di abbraccio. I nostri visi erano vicini, il mio respirò accelerò , il mio corpo cercò di arrivargli più vicino. Mi stava per baciare ne ero sicura. La sua bocca era vicina. Una tentazione, impossibile da ignorare  Stavo per rispondergli e colmare la sottile distanza che ci separava. Quando improvvisamente  una voce maschile esclamò «Io no». Era di nuovo il fantasma. Immediatamente ci staccammo.  Mi sentivo come quando a nove anni ero stata colta a rubare la marmellata. Mi sentivo piena di vergogna. Come se stessi facendo qualcosa di male. Forse lo spirito mi ricordava Rory. O almeno era quello che pensavo. Anche se fisicamente  non si assomigliavano per niente.  Rory era biondo con i capelli tagliati a spazzola. Lo spirito invece aveva capelli neri come l'ebano che non avevano il senso del compiuto. Visto che i suddetti sparavano in tutte le direzioni.. Rory  era mingherlino e non molto alto. Lo spirito mi superava di 10 cm abbondanti. Rory aveva occhi azzurri e acquosi . Lo spirito incredibili occhi nocciola. Eppure mi sentii come se  gli stessi tradendo entrambi. Era una sensazione strana. Cavolo io quel fantasma non lo conosco! O almeno così credevo. Non posso aver davvero paragonato Rory e lo spirito!Sono totalmente diversi. Lo spirito è bello e sveglio. Rory è anonimo. Non c'è paragone spirito 10 Rory Williams 0 pensando a questo mi girai verso lo spirito. Lo  guardai negli occhi. Erano occhi bellissimi, di un caldo nocciola,confortanti dolci, pieni di amore, compassione e onore. Ebbi un altro dejà -vu mi sembrava di aver sempre visto quegli  occhi. E poi lo vidi . Fu un  lampo lo spirito  come doveva essere stato da vivo. Mi guardava  e mi tendeva la mano. Non durò neanche un secondo  ma mi sentii male e improvvisamente triste per lui. Mi ero quasi scordata del Dottore che ora si trova vicino allo scanner della sala comandi  e stava fissando intensamente lo  spirito. Sembrava stessero parlando. Anche se non riuscivo a capire  come alla fine  il Dottore esclamò «Andiamo allora!» Fece partire la leva dei comandi   ma invece di smaterializzarci   ci spostammo   sopra a una città. Sotto di noi infatti c’era una città  piena di grattacieli

«Dove siamo?»    chiese lo spirito   al Dottore

POV  Dottore

 Grazie per averci fermati James  se non fossi intervenuto tu non so cosa sarebbe successo! Per tutti i Signori di Galifrey ! Sembrò un adolescente impazzito in preda dagli ormoni! Diavolo la stavo per baciare! Per baciare capisci?  Mi dispiace non volevo James davvero!

 Lui rise.

“Dottore io vengo dal tuo futuro! Credimi voi due starete insieme! Che io  o tu lo vogliamo starete insieme e vi amerete. Credimi Dottore so quello che dico.”

Aspetta non stai scherzando

“no”

Perciò vuol dire che succederà di nuovo. E che la prossima volta tu potresti decidere  di non intervenire

“Esatto”

 D’accordo devo ancora metabolizzare questa cosa. Dopo mi racconterai di te!

“Okay  ti racconterò un pezzo della mia storia. Ma Amy  non deve sapere niente fino a nuovo  ordine.

 Perché?

“Tutto a tempo debito Dottore. Tutto a tempo debito”

Non è giusto!

Non ti piace quando è qualcun altro a dettaere le regole vero Dottore?

 Ma perché Amy non..

 Non posso aiutarti. Forse più avanti allora cosa c’è qui sotto?

 Un astronave

 Wow! Me ne hai sempre parlato  ma non ne ho mai vista una dal vivo. Sono emozionato

 Per quanto tutto possa essere vivo si la vedrai da vicino. Anzi ci camminerai sopra. O sarebbe meglio dire fluttuerai?.

 Spiritoso! Dai sono impaziente di conoscere i segreti del universo!

 «Andiamo allora!» esclamai

Poi James chiese «Dove siamo?»   

 Amy lo guardò un momento e poi sbottò

«Scusami  ma tu infesti il TARDIS?»  

James e io  la guardammo come se fosse impazzita e poi scoppiammo a ridere come due matti.

« Io non infesto il TARDIS. Io faccio  compagnia a voi due!»  disse James ridendo.

 Quando mi fui calmato risposi alla domanda di James:

«XXIX secolo le eruzioni solari arrostiscono la Terra. L’umanità fa i bagagli e si trasferisce  altrove sperando che la situazione migliori»  stavo dicendo

«Dottore!» esclamò Amy  che era  ancora vicino alle porte del TARDIS. La ignorai e continuai  la mia lezione di storia.

«Intere nazioni, che migrano verso le stelle!»

«Dottore!»  mi chiamò ancora lei.

«Non è magnifico?» chiesi a James

«DOTTORE!» mi urlò Amy. Interruppi  quello che stavo facendo  e corsi dove si trovava. C’era già James che però non poteva fare niente per aiutarla.  Amy  infatti stava per cadere e si teneva alla cabina con le mani.  Le porsi la mano e lei l’afferrò. Le feci toccare di  nuovo terra  e insieme tornammo alla sala  comandi. Io mi rimisi a spiegare:

«L’astronave UK sono il regno d’Inghilterra e Irlanda del nord  per intero..La nave spaziale UK è la Gran Bretagna ma di metallo non è solo una nave spaziale è un intero paese dove si vive alla ricerca di una nuova casa tra le stelle»

 Anch’io sto cercando una nuova casa dove essere felice. Poi mi ricordai  della cosa importantissima che Amy doveva sapere.

«Amy, ascoltami bene. Noi siamo solo degli osservatori. È l’unica regola che seguo nei miei viaggi. Non mi  lascio mai sconvolgere nelle vicende di altri pianeti.»

certo come no. E io sono babbo natale”

  E va bene un po’ mi faccio coinvolgere e adesso piantala James.

“ volevo solo fare una battuta”

Beh non era divertente

“Quanto sei noioso!”

Quanto rompi!Ma capisci l’italiano? Ti ho detto di non rompere! E di piantarla di dire stupidaggini!

“Mi spiace sono inglese. Non ho mai studiato l’italiano”

 Alzai gli occhi al cielo esasperato.

L’autrice scrive in italiano idiota. Perciò tu capisci l’italiano visto che lo stai parlando

“Davvero? Non me n’ero mai accorto”

Taci James, taci per favore. Per la mia sanità mentale ti prego di farlo.

Poi corsi fuori senza aspettare Amy. Seguito da un James Potter  decisamente troppo entusiasta.

POV Amy

Riflettei sulla regola che mi aveva dato il Dottore:

«E’ come in un documentario giusto? Se ci fosse un cucciolo ferito ad esempio non potremmo aiutarlo. Perché dovremmo continuare le riprese. Dev’essere molto difficile. Non so se ce la faccio. Per te non è difficile essere cosi è  distaccato?» chiesi alla stanza vuota. Il Dottore era sparito. Lo spirito anche. Poi sullo schermo che mostrava l’esterno comparve il Dottore che mi salutava. Lo guardai a bocca aperta.  Lui mi fece cenno di uscire. Io corsi fuori. Quando aprii una delle porte del TARDIS mi trovai in quella che sembrava un enorme strada piena di gente. Girai su me stessa incantata e  meravigliata.

«Sono nel futuro,centinaia e centinaia di anni nel futuro!»   esclamai. Guardai il Dottore che sorrideva e lo spirito che si guardava intorno altrettanto meravigliato. Poi un pensiero cupo mi colpii.«Adesso sarei morta da secoli!» esclamai scioccata.

«Oh tesoro, che pensieri allegri!»  mi disse il Dottore  tra il sarcastico e il divertito. La faccia dello spirito si contrasse in una smorfia. Sembrava molto offeso. Incrociò le braccia sul petto come un bambino capriccioso.«Era una offesa?» chiese indignato. Il Dottore alzò gli occhi al cielo e non disse nulla.  

Mi mise un braccio intorno alle spalle e fece cenno allo spirito di seguirci.

«Piantala di fare l’offeso James! Dai guardate che posto! Non è strano?»

«Aspetta chi è James? E io non vedo niente di strano»

«Ah niente. Nessuno sai avevo un anatra una volta che si chiamava James. Ma a parte questo. Usa gli occhi! Guarda tutto! Cosa c’è di strano?» 

La sua spiegazione idiota  non mi piacque.  Ma rimasi sorpresa da un tizio che mi passo vicino in bicicletta. Così esclamai «Le biciclette. Sono insolite. Dopotutto è una nave spaziale»                                 

«Un po’ come te» mi disse lui. Mi guardai. Oh non poteva essere!

«Oh mio .. Dio! Sono.. sono  in camicia da notte!» Urlai scandalizzata

 Il Dottore e lo spirito risero di gusto

«Ah certo che sei un po’ imbranata se non te ne sei resa conto subito tesoro!» disse lo spirito ridendo

«Sfotti? E non chiamarmi Tesoro!» sbottai

«Certo che no tesoro!» disse lui fluttuando via.

«Piantatela voi due! Guardatevi in torno e concentratevi. Su una nave spaziale si vive col minimi indispensabile: Biciclette, lampioni a manovella.. Ma guardate i segreti e le ombre, vite dominate dalla paura, una società piegata su se stessa, sull’orlo del collasso. Uno stato di polizia.. scusatemi» Poi si avvicinò  a uno dei tavolini di un caffè, prese un bicchiere e lo mise per terra.  Io, lo spirito e i due a cui aveva preso il bicchiere lo guardammo sconcertati. Poi si accovacciò e aspettò due minuti. Lo riprese in mano e lo posò sul tavolino.

«Controllo tutta l’acqua in questa zona. É scappato un pesce» sussurrò ai due tizi con fare cospiratorio.

Io e lo spirito lo seguimmo sbalorditi.

«Perché hai fatto questa cosa assolutamente idiota?» chiesi ancora stupita

«Non lo so. La mia mente, a volte non le sto dietro»  mi disse enigmatico.

«Dov’ero rimasto? Ah si, il terrore lo vedete?»

 Indicò una bambina che piangeva.

«Una bambina che piange a allora?»  chiesi. Image and video hosting by TinyPic Quando ci sedemmo su una panchina a poca distanza dalla ragazzina

«Piange in silenzio il che significa  che non può dire che cos’ha. Centinai di persone le passano davanti e non le chiedono cos’ha. Il che significa che lo sanno già. Ed è qualcosa di cui non si parla. Segreto. Non l’aiutano quindi qualcosa di cui hanno paura.. Ombre. Di qualsiasi s cosa si tratti non si vede. Il che significa, che è ovunque. Stato di polizia.»

«Dov’è andata?»

«Livello 113, edificio54. Si chiama Milly Tanner.»

 Il Dottore  prese dalla tasca interna della sua giacca di tweed un tesserino  e me lo porse. Poi continuò

«Questo le è caduto dalla tasca quando “accidentalmente” l’ho urtata.»

«Ci ha provato 4 volte!» disse lo spirito ridendo.

 Il Dottore lo ignorò e continuò

«Chiedile anche dei pupazzi nelle vetrine.»  disse indicando le vetrine che erano dappertutto con dentro i pupazzi.

«Sono solo dei pupazzi» Anche se ormai sapevo che con lui niente era come sembrava.

«Sono puliti. Tutto il resto è sudicio. Ma non le vetrine. Chiedi a Milly perché tutti hanno paura dei pupazzi nelle vetrine?»

«No, aspetta! Come faccio? No sono nemmeno vestita!  E comunque perché non può andarci lui.» indicai lo spirito che stava beatamente sonnecchiando sulla panchina.

«é un fantasma Amy. Milly potrebbe spaventarsi o non vederlo.»

«Che cosa? Vuoi dire che se lo volessi potrei non vedere questo rompiscatole arrogante?  Splendido! Come faccio?»

«Mi dispiace, matu continuerai a vedere Jam.. volevo dire lo spirito non ci sono soluzioni. Comunque devi scegliere o questo o Leadworth»

«E va bene! E voi intanto che fate?»  dissi ai due uomini. Anche se uno era morto. Perciò forse non contava

POV Dottore

scavalcai e saltai lo schienale della panchina  e risposi

«Mi tengo fuori dai guai. Più o meno» Stavo per andarsene con lo spirito. Ma Amy mi richiamò

«Quindi è cosi che funziona  Dottore? Non interferisci nelle faccende di altre persona o pianeti a meno che un bambino pianga?»

«Esatto»

 Me ne andai e senza farlo apposta mi immersi in un ricordo di James

31 luglio 1980

Il pianto di un bambino saturò la stanza. La madre stremata dal parto sorrise mentre le porgevano il frutto di tanta fatica. Lo prese tra le braccia e sorrise mentre il bimbo arpionava in una manina una delle sue lunghe ciocche . Si sentii un tonfo e una porta sbattere. Un ragazzo di vent’anni fece capolino oltre l’ ingresso della camera. Perlustrò la stanza febbrilmente con lo sguardo. Poi il suo volto s’illuminò appena scorse la donna nel letto con in braccio il figlioletto appena nato.  Lui si fermò incantato sulla soglia. I capelli scompigliati che sparavano in tutte le direzioni.  Un sorriso sul volto stanco per essere stato a camminare avanti e indietro per il corridoio per 8 otto dannate ore. A nulla erano servite le rassicurazioni di Felpato e Lunastorta. Ogni volta  che la sentiva urlare per lui era uno strazio. Lui aveva continuato a camminare per il corridoio per le 8 ore di travaglio della moglie.. e ora era li, in piedi e guardava la persona che amava di più in assoluto. Amava sua moglie più della sua stessa vita e sapeva che avrebbe amato così anche il frutto del loro amore. Con una piccola esitazione si avvicinò al letto bianco dove la moglie cullava il piccolo.«Lily»  chiamò l’uomo, Lei voltò la testa verso di lui e gli sorrise. Lui avrebbe pagato oro pur di vederla sorridere così sempre. Lily Potter in quel momento era raggiante. Lui si accostò al letto, abbracciò la sua adorata Lily e le depose un dolce bacio sui capelli rosso scuro.

Un vagito  interruppe la sua contemplazione dell’amore della sua vita. James Potter volse  gli occhi a suo figlio.

«Vieni da Papà» disse prendendolo delicatamente in braccio e cullandolo. Si vedeva già che il bambino aveva i capelli  neri come i sui.   Era uguale a lui.  Proprio in quel momento il bambino aprii lentamente gli occhi. James lo guardò meravigliato. Aveva gli occhi  di Lily. Due verdi smeraldi sorridevano da un visino uguale al suo.  Alzò gli occhi e incontrò gli occhi della  rossa che stremata ma felice lo guardava.

 James non si era mai sentito più completo e felice. Non gli importava dalla guerra che fuori da quella stanza infuriava senza sosta. Non gli importava  della profezia che la  Cooman aveva fatto su suo figlio. Non gli importava se Voldemort  l’avrebbe ucciso. In quel momento  James Charlus Potter era l’uomo più felice del mondo  e niente e nessuno avrebbe potuto portargli via quella felicità.

«Benvenuto Harry James Potter. Benvenuto nella nostra vita. Ti giuro, figlio mio, che staremo sempre insieme.»

 Purtroppo  James non sapeva  che quella promessa sarebbe stata vana.

                             

 

 

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Capitolo 7
*** L'ultimo della sua specie ***


 

 

Capitolo 7

L’ultimo della sua specie

 NDA Ringrazio Danie Joasteroide per le bellissime recensioni!

Buona lettura

 

Pov Amy

 Seguii la ragazzina  fino a un corridoio sempre tenendo le distanze. Ad un certo punto la bambina si voltò e mi disse «So che mi stai seguendo»

Però!Perspicace la bimba! Ma perché diavolo il Dottore e lo spirito non fanno da baby-sitter a questa tizia? Devo farlo io? E che cavolo sono nel 2800 e devo fare la baby-sitter a  una bambina petulante per colpa di un uomo mezzo pazzo con una cabina e di un fantasma saccente! E domani mi devo pure sposare con quel’idiota del mio amico d’infanzia!

«Ti è caduto questo» dissi dandole il tesserino.

«Certo. Il tuo amico continuava a urtarmi!» disse seccata la ragazzina. Non la sopportavo. La bimba si fermò.  C’era un tendone in mezzo alla strada  e dei sigilli tutt’intorno.

«Dobbiamo tornare indietro» mi disse. La guardai dubbiosa, vedevo solo dei divieti ma nient’ altro.

«C’è una buca» mi disse la bambina con aria saccente

«Una buca?» chiesi perplessa. Non riuscivo a capirla.

«Sei stupida? C’è una buca in mezzo alla strada . Dobbiamo tornare indietro.»

 Ruppi uno dei sigilli che impediva il passaggio ed entrai.

«Che cosa stai facendo?»  Mi chiese allarmata la bambina.

«Oh non badare a me. Scusa ma non so proprio  resistere davanti  a un divieto.» le dissi scavalcando  la catena che avevo appena infranto. Lei mi guardò terrorizzata. Arrivai fino alla porta del tendone. Questa era chiusa con un chiavistello. Lo presi tra le mani. Frugai nelle tasche  della camicia da notte e presi un fermaglio per capelli. Con quello mi misi al opera per scassinare il lucchetto.

Finalmente la cosa si fa interessante! Voglio sapere cosa c’è li dentro.

«Sembri scozzese.» mi disse di punto in bianco la ragazzina. «Sono scozzese. Hai qualcosa in contrario? La Scozia ci sarà da qualche parte no?» chiesi stizzita. Una cosa  che non sopportavo era che gli altri avessero pregiudizi sugli scozzesi. Io adoravo la scozia! Ed ero scozzese.

«No. Hanno voluto una loro nave»

«Hanno fatto bene» dissi ancora più stizzita

«Come sei arrivata qui?» chiese la bimba

« Sono di passaggio, con un ragazzo» pensai  che era meglio non parlare del fantasma saccente e arrogante che mi chiamava tesoro. Lo odiavo perché sembrava sapere tutto di me. Mentre io non sapevo nulla di lui. Non sapevo nemmeno il suo nome! Eppure mi sembrava di averci passato un intera vita assieme! Assurdo! Stavo impazzendo!

«Il tuo ragazzo?» mi chiese curiosa.  Il tuo ragazzo?  Quelle parole mi rimbombarono in testa. Ci riflettei. Il Dottore era un bel uomo, l’avevo costato ma non era .. ecco.. non sapevo  cosa pensare. E poi non sapevo neanche se lui ricambiava i sentimenti che provavo per lui.. Decisi di rispondere con la verità «Lui.. lui .. non è il mio ragazzo. In realtà mi devo sposare domani mattina.»

Con un uomo che so di non amare  mi dissi ma non lo aggiunsi.

 Finalmente il chiavistello si aprii.  

Scostai il tendone e mi intrufolai al interno. Era tutto buio. Trovai una torcia e la accesi. Quello che vidi mi spaventò. C’era un enorme radice in mezzo alla strada. Anche se non capivo bene se fosse veramente un radice, siccome era buio pesto.

Corsi fuori il più  velocemente possibile. Mi ritrovai davanti a cinque uomini incappucciati. Uno di loro mi mostrò l’anello che portava  da cui uscii del  fumo. Fu l’ultima cosa che vidi prima di cadere a terra.

 

 

POV Dottore

 Andai nella sala motori. Controllai tutti i valori erano nulli. Scansionai la zona col cacciavite sonico nulla.

«Non è possibile!» dissi  ad alta voce frustrato.

«Cosa Dottore?»  James era accanto a me e mi guardava come se fossi pazzo.

«I Valori James! Non è normale!». Mi chinai sul bicchiere d’acqua che  avevo poggiato sul pavimento. L’acqua era immobile.  Non era possibile! Non su una nave così grande! Sentii dei passi  e vidi davanti a me due paia di stivali di pelle. Mentre mi rialzavo la vidi, era una donna, indossava un vestito color porpora  e aveva boccoli neri  e lunghi sulle spalle. Non riuscivo a vederle il viso era nascosto da una maschera. Guardai James, anche lui non sapeva spiegarsi  la comparsa di quella donna.

«La verità in un bicchiere d’acqua. Non sono in molti a vederla. Ma tu si, vero Dottore?»

«Mi conosci?» chiesi stupito. Io non l’avevo mai incontrata.

 Lei ignorò la mia domanda  e mi ordinò:

«Abbassa la voce! Sono dappertutto! Dimmi cosa vedi nel bicchiere!» Io odiavo gli ordini. Odiavo le persone che mi davano ordini se non ero io a darli.

«Chi ti dice che ci vedo qualcosa?» chiesi tenendomi sulla difensiva. Non mi piaceva quella donna, era troppo enigmatica.  Non mi sono mai piaciute le persone enigmatiche. (tranne me stesso naturalmente)

«Non perdiamo tempo. Nella piazza hai messo un bicchiere d’acqua sul pavimento, l’hai  guardato  e sei venuto nella sala motori. Perché?»  mi chiese di nuovo lei.

«Niente vibrazioni su un ponte di una nave così grande? L’acqua si muoverebbe. Quindi..Ho voluto dare un occhiata»

 Non mi piaceva quella donna ma era  intelligente .

Aprii il motore  principale,  indicai alla donna i tubi al interno.

«Non ha senso! Questi tubi non sono collegati! Questa nave non potrebbe viaggiare! Non ha un motore! Non potrebbe volare! Com’è possibile!?»

 La donna mascherata mi disse «Non lo so. La tua amica è al sicuro. Questo ti porterà da lei» Mi consegnò una ricetrasmittente che emanava un segnale.

 Cosa vuol dire che  la mia amica è al sicuro? Quale amica? Si riferisce a Amy? Cosa le è successo ? Chi è questa donna? Mi posso fidare di lei?

  Se vuoi vado a vedere se Amy sta bene

 Va bene James Vai! Mi farai sentire più tranquillo se la troverai e mi dirai che sta bene.

La donna mascherata si voltò e fece per andarsene  la fermai

«Chi sei? Come faccio a ritrovarti?»

«Sono Liz la decima e sarò io a ritrovarti»  mi disse prima di avviarsi lungo il corridoio da dove era spuntata.

 

POV Amy

 Mi ritrovai seduta su una poltrona. La prima cosa che vidi fu un pupazzo al interno di una vetrina. Mi trovavo in una stanza con uno schermo e davanti a me c’erano due pulsanti. Dimentica e Protesta

« Benvenuta nella  cabina di votazione  Il Regno Unito  riconosce il diritto di sapere a tutti i cittadini. Avrà inizio un filmato  sulla storia a del astronave UK»  disse una voce robotica da un auto parlante.

«Stiamo guardando i suoi dati sul nostro resisto  elettorale.»

 Mi sedetti sulla poltrona e guardai o schermo. La voce robotica disse

«Nome: in questa vita Amelia Jessica Pond.» Guardai lo schermo stupita

«Età 1306 anni»  

Apparve un signore in giacca e cravatta sullo schermo e iniziò a parlare

«Sei qui,perché vuoi sapere la verità su questa astronave. Io sto parlando con te perché sei autorizzata a sapere. Quando questa presentazione sarà finita dovrai scegliere. Sceglierai se protestare o dimenticare.»

 Non ricordo cosa vidi perché fu talmente orribile che schiacciai dimentica.

Vidi che c’era un filmato da vedere. Ero io quella nel filmato premetti il pulsante play. Vidi me stessa.

« Se guardo questo video avrò già dimenticato tutto. Ma devo avvertirti lo stesso. Questonon è un gioco, è tutto vero. Porta il Dottore via di qui! Non permettergli d’indagare! Riportalo al TARDIS» proprio in quel momento comparve lui, Il Dottore accompagnato dallo spirito.

«Amy.. cosa hai fatto?»

« Io non lo so»

«Ti hanno cancellato 20 minuti di memoria Qualunque cosa tu abbia visto hai scelto di dimenticare.»

«Ma perché lo avrei scelto? So solo che era orribile e che..»

 Ero confusa molto confusa

«Tutti scelgono di dimenticare . Io non posso ancora votare ma si sceglie ogni 5 anni» era stata la ragazzina a parlare,

Milly, quella a cui avevo fatto da baby-sitter.

Era sulla porta, il Dottore  s’inginocchio alla sua altezza

«Ogni 5 anni ogni cittadino di questa astronave sceglie di dimenticare ciò che ha imparato. Questa si chiama democrazia» gli disse.

« Come fai a non saperlo? Se scozzese?» chiese la bimba al dottore

« Sono molto peggio. Per me il film non lo mandano nemmeno in onda!» disse alzandosi di nuovo in piedi.

«Per me lo hanno fatto» obbiettai.

«Amy il computer non mi riconosce come umano»

«Ma sembri umano!» protestai

«No. Tu sembri un Signore del Tempo. Esistiamo da prima. Da molto tempo prima che la razza umana si cerase»

«Quindi ci sono altri Signori del Tempo in giro per l’universo?»

«No. C’erano ma ci sono solo io ora. Brutta storia,cose orribili, mi piacerebbe dimenticare tutto te lo giuro Amy. Ti dirò di più promesso.Mi piacerebbe dimenticare ma non posso, non voglio, perché è questo è quello che faccio ogni ora ogni giorno. Reggiti forte. Facciamo cadere il governo!»

 Poi schiaccio il pulsante protesta. La porta venne chiusa. Milly mandata fuori dalla stanza e si aprii una botola nel pavimento. Poi caddi con il “Geronimo!” del Dottore nelle orecchie e un urlo in gola.

Atterrai su qualcosa di viscido e puzzolente.

Il Dottore era già in piedi. Coperto di una sostanza disgustosa. E scansionava già la zona con il suo cacciavite sonico.

«Blaeh ! Ma dove siamo!?» chiesi mentre mi toglievo quella che sembrava  una buccia di banana dal viso.

«Direi nel cuore della nave»

«é un discarica!Ed è disgustoso!»  dissi alzandomi disgustata

«Si,ma guarda il lato positivo sono solo rifiuti di cibo!» mi disse il Dottore. Come se quello potesse confortarmi.

 E poi vidi lo spirito lindo e pulito ci stava guardando sorridendo. M’infuriai, lui non era ricoperto di quella sostanza viscida!  Era lindo e pulito.

«Ehi tu! Come mai sei pulito!» esclamai indignata

Lui rise. Una risata arrogante e strafottente

«Primo: Sono morto. Secondo: Sono talmente bello che nessuno avrebbe usato ricoprimi di spazzatura Tesoro!»

«Talmente bello ma ti senti quando parli!? Chi ti credi di essere!?» avevo trovato qualcuno contro cui sfogare la mia  rabbia.

« Ma Me modestamente! iIl Re dei belli!» disse lo spirito passandosi una mano tra i capelli corvini. Quel gesto mi provocò uno strano senso di Dejà vu.  Proprio in quel momento il Dottore intervenne irritato.

«Basta! La volete smettere voi due!Piantatela di beccarvi come marito e moglie!»

«Ma noi siam..» poi lo spirito si tappo la bocca come se avesse capito di aver detto troppo

«Volevo dire: ma noi siamo fatti a posta per beccarci a vicenda è un fatto genetico» disse lo spirito

Il Dottore rise. Mi accorsi che la cosa su cui eravamo era molle. Lui prese un bel respiro mi prese per le  spalle e mi disse.«é una lingua. Siamo su una lingua»

 Com’è naturale ebbi una crisi isterica

«Una lingua!? Siamo in una bocca! Questo posto è una bocca! Ah Come facciamo a uscire!» gridai disperata

« Guarda il lato positivo  è spaziosa!» mi disse il Dottore

 Lo spirito rise di gusto vedendo lo sconcerto sul mio viso.

«Sta zitto tu! Sei morto! E’ facile per te parlare!»

 Il Dottore intanto si guardava intorno affascinato. ( lo so dovrebbe pensare a salvarsi la pelle  ma lui è fatto così)

POV Dotore

«Questa bocca è.. gigantesca!  Se questa è la bocca vorrei veder e lo stomaco! Non adesso però» dissi vedendo che una sostanza che doveva essere saliva si stava riversando nella bocca.  Presi il cacciavite e cominciai a cercare l’ingresso e a ragionare.

«Okay, si nutre attraverso dei tubi di alimentazione. Perciò l’ingresso naturale è fuori servizio purtroppo.

 Dissi guardando la  fila di denti che ci sbarrava il passaggio.

 Amy  si mosse troppo in fretta e diede inizio al processo di digestione

«Oh no! Ha cominciato!» gridai

«Che cosa Dottore?» chiese lei

«A deglutire!» Amy urlò. Feci vibrare i cagnoricettori con il cacciavite cercando di indurre la  creatura a vomitare.

«Che cosa stai facendo Dottore» mi chiese James cercando di non andare al indietro.

« Faccio vibrare i cagnoriceettori» spiegai

«Cagno che?»chiesero Amy  e James al unisono.

«Il pulsante di espulsione!»

«Come fa  una bocca ad avere un pulsante  di espulsione?» chiese  Amy. Finalmente parve capire.

 La bocca ci vomito  fuori mentre io gridavo il mio famoso: «Geronimo!»

 POV Amy

. Mi  ritrovai su un pavimento coperta di vomito. Il Dottore era già in piedi lo spirito era lindo e pulito e mi fissava   Vidi una porta il Dottore ci stava già riflettendo

«Guarda Amy : una porta, un interruttore con scritto dimentica. Non ti ricorda qualcosa?  Qui abbiamo la carota. Qui c’è il bastone.» disse indicando i pupazzi nelle vetrine

 Poi rivolto ai due pupazzi disse

«Questo con me non funziona. C’è una bestia nel cuore di questa nave. Quelli  che protestano vengono mandati nella sua gola. Io non me ne vado e non dimentico . Cosa avete intenzione di fare? Farmi la linguaccia.» I due pupazzi si alzarono e avanzarono verso di noi. Ma prima che potessero colpirci una donna coi capelli neri e un vestito rosso  sparò ai due pupazzi.

 Dopo averli lasciati a terra. Si rivolse a me e mi disse

«Devi essere Amy io sono Liz la decima»

«Come ci hai trovati?» chiese il Dottore

«Vi ho puntato addosso il mio aggeggio e vi ho trovati. Bella mossa quel del vomito.»

«Hai votato. Hai scelto di dimenticare» disse il Dottore a Liz in tono accusatorio. Notai che lui e  questa “Liz” Si conoscevano e provai un moto di gelosia verso quella donna.

«no, mai votato. Mai dimenticato. Tecnicamente non sono inglese» rispose Liz

«Allora chi  sei? Come fai a conoscermi?» le chiese il Dottore

«é molto difficile non notarti. Sei straniero, misterioso,enigmatico, ti comporti come se avessi un intelligenza superiore porti capelli da idiota. Sono cresciuta con queste storie.. Io e tutta la mia famiglia» Dicendo ciò  imboccammo un lungo corridoio

«Il Dottore. Compagno di bevuto di Enrico XII, the e biscotti con Elisabetta II, Vittoria era un po’ indecisa su dite, ti ha nominato Lord del TARDIS e ti ha esiliato nello stesso giorno.» disse ero incredula  quella non poteva essere la regina!

«Liz la decima. Elisabetta X»

«Si sono io.»

 

*****

 La a regina  ci fece pulire e cambiare. Dopo una bella doccia mi sentii  meglio. Legai  i capelli in uno chignon sulla nuca.

 Io e il Dottore ci mettemmo a parlare con Liz

«Da dieci anni indago su quello che il mio governo trama»

«A che età sei salita sul trono?» chiesi curiosa

«40 »  la guardai non dimostrava di avere 50 anni.   Ci spiegò che  le avevano rallentato il metabolismo.

«La maschera che indossi, è perfettamente  scolpita sulla tua faccia» disse il  Dottore

«Si e allora?» chiese lei. Neanche io capivo dove volesse andare a parare il Dottore con quella costatazione

«Allora tutto» rispose lui enigmatico

 In quel  momento entrarono delle guardie e senza tanti complimenti preserò noi e Liaz e ci portarono alla torre di Londra.

 Ci condussero  giù per scale tortuose fino ad arrivare  a una torre salimmo le scale. Ci trovammo in un ampia stanza piena  di strani macchinari.

POV  Dottore

“Dove siamo Dottore?”

Nel punto più basso del’astronave. Siamo nella stanza delle torture della torre di Londra

“Che cosa?”

 Zitto James devo capire come tirarci fuori dai guai

“Oh mio dio ma ci sono anche dei bambini qui!  Cosa ci fanno dei bambini qui? Non li tortureranno spero!”

 Non credo

«Cosa ci fanno dei bambini qui?» chiesi a un uomo anziano di nome Poto mi rispose.

«I cittadini che protestano vengono dati in pasto alla bestia. Per qualche motivo non mangia i bambini.. Voi siete i primi adulti che risparmia dovete essere fortunati»

«Oh si certo! Fortunati! Siamo nella stanza delle Torture  della torre di Londra! Siamo proprio fortunati. Ma questa non è una stanza delle torture, oppure lo è, oppure non lo è. Dipende dai punti di vista! » dissi sarcastico Mi avvicinai a una ringhiera e guardai giù.  C’era un enorme cervello al centro e gli si dava una scossa elettrica

« Come ho detto dipende  dai punti di vista.  Questa cosa può essere due cose: Quello manda avanti  l’astronave o un gigante che state  torturando per mandare avanti l’astronave. Quest’ astronave non potrebbe volare,niente vibrazioni sul ponte. Questa creatura, questa povera creatura intrappolata e terrorizzata. Non vi sta infestando, non vi sta affatto invadendo. Questa creatura è quello che avete al posto del motore!Questo posto è dove la torturate per farla muovere!»

Dissi infuriato. Gli umani erano feccia! La maggior parte delle persone in quella stanza a parte Amy e James erano feccia! Come potevano torturare una così bella e brillante creatura! Non m’importava di essere crudele  dovevo fargli sentire il lamento che sentivo nelle orecchie

« Vi faccio sentire una cosa. Di solito è al limite del udito. Questo è il suono che non volevate sentire!» dissi  azionando su una delle radici che Amy aveva visto  sulla strada il mio cacciavite sonico.  Subito un urlò di dolore straziante saturò la stanza.

«Fermalo! Liberate la creatura!» ordinò Liz.

Smisi di far funzionare il cacciavite sonico e gli dissi

«Guarda la tua maschera a più di duecento anni. Però è perfettamente scolpita sulla tua faccia. Tu non  sei  sul trono da dieci  anni ma da molto di più Non hai anni ma ne hai  quasi 300. Ogni volta, alla fine dei 10 anni di regno arrivi qui» Indicai uno schermo con due  pulsanti Dimentica e abdica.

 Il video si mise in moto. Comparve la faccia di Liz che diceva «Se sto guardando questo. Sono arrivata alla Torre di Londra. La creatura su cui sei si chiama balena astrale. Le balene astrali.  C’erano milioni di Balene astrali vivevano nelle profondi dello spazio Per quanto ne sappiamo questa è l’ultima delle balene astrali. L’ultima della sua specie  e quello che le abbiamo fatto mi spezza il cuore. Ma la Terrea stava bruciando, i nostri bambini piangevano  e faceva sempre più caldo. Poi arrivò , come un miracolo, l’ultima delle balene astrali, la catturammo  ci costruimmo sopra la nostra astronave e  andammo verso la salvezza. Se vuoi che il nostro viaggio continui premi il pulsante dimentica. Se premerai l’altro pulsante La balena sarà liberata e la nostra nave si disintegrerà.»

POV Amy

« Io ho votato per questo? Perché l’avrei fatto?»

«Perché sapevi che se fossimo rimasti qui mi sarei trovato davanti a una scelta. L’umanità o l’alieno . Volevi risparmi questo. Hai sbagliato. Non prenderti mai più la libertà di fare una cosa simile!»  mi gridò. Lo guardai sconvolta. Non lo riconoscevo più . non era più gentile ma spietato e crudele.

«Non ricordo neanche di averlo fatto!» protestai sul orlo delle lacrime

«Lo hai fatto è questo che conta» disse lui gelido e cinico

«Mi dispiace» dissi mortificata e sul orlo delle lacrime

«Oh non m’interessa. Quando avrò finito, tornerai a casa» rispose lui ancora più gelido

« Perché?! Perché ho commesso un errore?! Un Errore!Non ricordo neanche di averlo fatto!  Maledizione Dottore» dissi arrabbiata sempre minacciando le lacrime . Mi girai verso lo spirito . lui stava fissando il Dottore . L’espressione di dolore e di compassione sul suo volto mi spezzarono ma furono le parole gelide del dottore a farmi sentire più male.

«Si hai ragione. Dopotutto sei solo un umana!»

 Il Dottore intanto si era  avvicinato e stavo dando scariche sempre più potenti al macchinario che si occupava di torturare la balena

«cosa stai facendo?» chiese Liz

«La cosa più orribile che abbia mai fatto. Darò una scossa potentissima al cervello della balena astrale questo dovrebbe ridurla a un vegetale. Ma far continuare a  viaggiare la nave.»

«Ma non sarà come ucciderla?» chiesi disperata

«3 opzioni Amelia:opzione 1 lascio che l’agonia della balena astrale continui per altre centinaia di migliaia di anni. Opzione 2 uccido tutti gli abitanti di questa nave ma salvo la balena astrarle. Opzione 3uccido una creatura bellissima e innocente nel modo meno doloroso possibile. Dopodiché non potrò chiamarmi il Dottore»

«dev’esserci un altro modo..» provò  dire Liz

«Nessuno parli con me oggi. NESSUN UMANO DEVE RIVOLGERMI LA PAROLA!PER NESSUNA RAGIONE!» urlò esasperato e arrabbiato

Guardai lo spirito che era impietrito e sconvolto quanto me. Mi andai a sedere e stetti a guardare mentre il Dottore faceva quello che doveva fare. Guardai  Milly che si era avvicinata a una parte della balena e l’accarezzava e allora ricordai

Guarda con gli occhi osserva tutto mi aveva detto il Dottore.

I nostri bambini piangevano ma certo anche quando siamo arrivati noi qui  Milly piangeva è per questo che il Dottore ha iniziato a  indagare . Non mangia i bambini aveva detto Poto.   I bambini per i signori del tempo sono sacri mi aveva detto il Dottore.  i bambini piangevano poi arrivò  è l’ultima della sua specie. Sono rimasto solo io   mi aveva detto il Dottore  ricordai le mie stesse parole é così che funziona dottore tu interferisci mai nelle questioni di altre persone o pianetri a meno che un bambino pianga esatto  ma certo i bambini! Per il Dottore le persone più importanti sono i bambini perché sono il futuro  di una specie e anche per l’ultima delle balene astrali è così per questo è venuto ad aiutarli.   Feci un cenno allo spirito che si avvicinò. Era l’unico che poteva aiutarmi. Misi da parte e il mio orgoglio

 E gli dissi  la mia teoria. Ci mettemmo d’accordo. Io avrei convinto la regina a premere abdica lui avrebbe fermato il Dottore.

«Dottore! Fermati Dottore! Qualunque cosa tu sua  facendo fermati!» disse lo spirito

 Io presi la mano della regina e la premetti su abdica.

«Amy no,no!» ci fu un esplosione ma nient’altro

«Amy, cosa hai fatto?»  mi chiese il Dottore

«Proprio niente»

«Abbiamo aumentato la velocità» constato Poto

«Lo credo bene è  servito a qualcosa smettere di torturare il pilota! » disse lo spirito sorridendomi con aria complice

«La balena astrale non è arrivata per miracolo. E’ arrivata perché i vostri bambini piangevano Non serviva intrappolarla,o torturarla, lo avete fatto inutilmente è arrivata soltanto perché i vostri bambini piangevano  Se lei fosse molto vecchia, molto gentile e molto sola. Se la sua specie fosse estinta. Senza un futuro cos’è che la spaventerebbe?.

Mi voltai verso il Dottore e gli sorrisi continuando»

«L’ultima rimasta della sua specie,non riuscirebbe a vedere dei bambini che piangono..»

Le ultime parole le dissi guardandolo negli occhi. In quegli occhi verde scuro così simili ai miei eppure cosi diversi . Non m’importò se mi aveva ferita e insultato. Io lo amavo e  malgrado la crudeltà che aveva  avuto non potevo non amarlo

*****

Pov Dottore

  Era uno stronzo . i lo ero. Non meritavo James e le sue bautte, non meritavo la sua compagnia non meritavo Amy ero crudele e spietato  e questo non mi piaceva. Stavo Male al pensiero  di quanto avevo fatto stare male Amy e James.  Ma quando mi aveva parlato Amy  avevo letto perdono e amore nei suoi smeraldi.

Io non li meritavo.  A Distrarmi fu proprio lei si fermò di fianco a me

«E’ straordinaria non è vero, la Balena Astrale. Tutto quel dolore, la sofferenza e la solitudine l’hanno resa gentile. Non sapevo come avrebbe reagito. Ma mi ha ricordato qualcuno ,molto vecchio, solo  gentile l’ultimo della sua specie chi ti viene in mente?»

Oh Amelia ecco per ché la amavo- Era dolce egentile. L’abbracciai d’impulso la strinsi a me   Image and video hosting by TinyPic sprofondando nei suoi capelli rossi come il fuoco e nel suo profumo di gigli e more

«Perdonami Amy» le sussurrai al orecchio

«L’ho già fatto»

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******

POV Amy

«Allora andiamo domani è un gran giorno!»  esclamò

 Nono!No! Ti prego! Fa che non sappia che mi devo sposare domani!

«Scusa cosa?» chiesi allarmata

«Abbiamo un a macchina del tempo quelli piccoli li salto » disse lui . Sospirai di sollievo. Ma dovevo dirglielo

«Tu sei mai fuggito da qualcosa perché avevi paura o.. non eri pronto o.. non volevi o perché potevi?»

«Una volta. Ma è stato molto tempo fa» mi rispose ambiguo

« E.. cosa succose?»

«Un giorno..» mi disse.

«C’è una cosa che non ti ho detto e..   Aspetta è un telefono?» dissi sentendo che dal interno del TARDIS giungeva lo squillo di un telefono. Il Dottore aprii la cabina dentro c’era già lo spirito che  ci stava aspettando

«Era ora che arrivaste! Questo Teletono  non fa altro che squillare! Odio la tecnologia babbana!»

«Ti dispiace» mi disse il Dottore indicandomi  il telefono con un cenno mentre metteva  in funzione il TARDIS

«Pronto?» chiesi

«Sono il primo ministro signorina  devo parlare cpon il Dottore!»  disse la voce di un  uomo burbero

«Scusi chi?» chiesi stupita

«Sono il primo  ministro! Se stupida ragazza?»

«Dice di essere il Primo ministrò»

«Quale Primo ministro?» mi chiese il Dottore

«Quale Primo ministro?» chiesi al uomo

«Quello inglese!» mi disse l’uomo

«Quello inglese» riferì  al Dottore

«Quale ministro inglese?» mi chiese lui

«Quale ministro inglese?» ripetei

«Wiston Churchill» O mio dio sto parlando con Wiston  Churchill

«Wiston Cherchill» dissi con un filo di voce

 Il Dottore mi prese il telefono e disse

«Wiston Carissimo!  Come stai?»

 Lui disse si un paio di volte e poi disse

«Non si preoccupi primo ministro stiamo arrivando!»

 

POV James

 Mentre partivamo  verso il 1946 e nascevamo l’astronave UK trasportata dalla Balena Astrale. Mi  ritrovai a pensare che io e Lily avevamo salvato il Dottore da un crimine e  dei sensi di colpa che non si sarebbe mai perdonato ma voglio raccontarvi della volta in cui fu Lui  a salvarmi la vita. Si perché il Dottore mi salvò. Non dovrei dirvelo  visto che è  nel suo  futuro deve ancora avvenire . Ma lo farò

15 Maggio 1977

 Ero al mio settimo anno alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts  e quel giorno era particolarmente bello così uscii a fare una passeggiata.  Nessuno mi accompagnava nessuno. Non c’erano Sirius , Remus, Peter o Lily Ero talmente assorto nei miei pensieri che non mi accorsi delle persone che mi avevano seguito. C’erano Mocciosus , Avery, Mulciber . Su  i loro volti c’erano ghigni malvagi.

«Expeliarmus » Gridarono. Prima che potessi fare qualsiasi cosa la mia  bacchetta non c’era più

«Impedimenta!» mi gridò Mulciber.

Mi trovai per terra senza poter alzarmi  . Ma non era ancora finita «Ora non fai più l’arrogante vero Potter?» mi disse Mocciosus pensavo si sarebbero limitati ad umiliarmi invece  Piton e i suoi amichetti avevano dei piani diversi

«Crucio!»  gridò Piton ridendo.  Poi la maledizione della tortura mi colpii ebbi u n dolore  odioso e mi contorsi  sul prato urlando. L’avada Kedavra non è così terribile non provi dolore, muori semplicemente. La cruciatus invece ti fa contorcere dal dolore e la peggiore delle maledizioni senza perdono  e credetemi io  le ho subite tutte e tre e la più brutta è la cruciatus. Posso solo immaginare che dolore  sia stato per Frank e Alice  essere torturati con la cruciatus  da quella pazza sadica di Bellatrix.   

«Crucio!» gridò ancora  sapevo che lo faceva perché era gelo so di me e sopratutto del fatto che io avevo Lily. Quando lo gridò per la seconda volta il dolore divenne mille volte più grande e fu proprio allora che avvenne.  Fu Allora che arrivo. Forse era stato attratto dalle mie urla non lo so ma arrivò . Arrivò con il suo farfallino e la sua giacca di Tweed . Appena lo videro i tre scapparono ma lui mi rimase accanto

«James è finita . Stai bene?» lo guardai grato.

«io non lo so ma grazie per averli fermati Dottore. Mi hai salvato la vita »

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Capitolo 8
*** L'arma segreta ***


 

Capitolo 8

NDA ciao a tutti eccomi con un nuov capitolo!  Purtroppo qui non ci saranno ricordi di James  ma nel prossimo capitolo ne metterò almeno due!

 ringrazio chi mi recensisce   Specialmente Dani e Joasteroide42

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L’arma segreta

 Siamo arrivati nella  Londra del 1945. In piena seconda guerra mondiale. li TARDIS si stava materializzando in un bunker sotterraneo. Il Dottore uscii dalla porta del TARDIS seguito da  James e da Amy.

  Pov Amy

 Non ci credo! Sono sotto Londra  nel bunker di Churchill! Sono emozionata!  Mi è sempre piaciuta storia!

«Amy, Spirito  questo è Wiston Churchill!» disse il Dottore  sorridendo.  Andando verso un uomo grasso, basso,pelato, sulla cinquantina .  Wiston Churchill teneva in bocca un sigaro  da cui soffio il tabacco per poi metterlo in tasca e esclamare «Dottore! É lei!» e andargli a stringere la mano. Poi gli fece un cenno con le dita. Il Dottore rise come se trovasse la cosa divertente.«Ah tutte le volte! Mi spiacce!»

 Disse sorridendo e prendendo in giro Churchill.

« Cosa vuole?» chiesi stranita

«Vuole la chiave del TARDIS» mi rispose sorridendo lui.

«Pensi a tutte le cose che potrei fare con la sua macchina Dottore!» Per tutta risposta lui si voltò, chiuse la porta del TARDIS e tornò verso di noi dicendo «Allora Wiston per quale motivo mi ha chiamato?»

«Venga Dottore!» disse Churcill facendoci cenno di seguirlo.

Ebbi un improvvisa illuminazione di dove ci trovavamo. Era impossibile e bellissimo ero nella storia e la stavo vivendo!

«Siamo nelle Stanze della guerra non è vero Dottore?»

«Già il Ministero della Guerra proprio sotto Londra.» Rispose lui sorridendomi.

«Scusatemi ma di che cosa state parlando?» chiese lo spirito passandosi una mano tra i capelli. Lo guardai incredula.

«Come?Sei inglese e non sai che cos’era il Ministero della guerra?» chiesi incredula. Lui scosse la testa.

«No, non ho mai seguito molto le lezioni di storia della magia. Il professor Ruff è noiosissimo!E Pii è storia babbana! Comunque se vuoi sapere  cosa facevo per lo più dormivo, ti contemplavo, lanciavo aereoplanini incantati, mi  passavo bigliettini con B, progettavo le mosse per la prossima partita di Quiddich, giocavo a gobbiglie con Sirius e Peter. Tu e Rem eravate gli unici che seguivano  le lezioni. Però se vuoi ti dico  cosa ho imparato. Ho imparato che al sole i tuoi capelli hanno riflessi dorati che  adoravi i gigli bianchi sul banco, che al sole  i tuoi occhi hanno pagliuzze dorate, che ti rosicchiavi le unghie quando  eri nervosa e che Sirius è un coglione. E questa cosa è  conclamata e assodata!»

 Capii la metà delle cose che  aveva detto ma scoppiai a ridere.  Quel fantasma  era davvero strano!  Cioè diavolo, ma che razza di materie studiava ? Storia della magia? E poi quella parola che ripeteva in continuazioni babbani. Aveva un suono famigliare. Come se sapessi cosa volesse dire ma non riuscissi  a afferrarne il  significato . Quando stavo vicino a lui  era come se capissi delle cose che erano dentro di me.  E poi chi era B? cos’ era il Quiddich? Chi Erano Sirius Remus e Peter?  Mi sembrava di conoscere quei nomi eppure  mi sfuggivano! A interrompere i miei pensieri fu Wiston Churchill

« E’ in ritardo Dottore! Questo lo sa?! Lo chiamata più di un mese fa!» disse Churchill scocciato.

«Davvero? Ehm scusi!E’ un TARDIS  modello 40! E’ancora in fase di rodaggio!» si giustificò mortificato lui.

Interessante, quindi non lo fa solo con me!

«Viene Dottore!»   ordinò Churchill

«Perché?»chiese curioso. Era sinceramente interessato a quello che gli stava dicendo Churchill e anche io e lo spirito   che continuava a guardarsi in giro meravigliato

«Perché voglio mostrarle una cosa» disse Churchill soffiando  nel suo sigaro. Churchill diede un colpetto alla spalla del Dottore . Lui si girò a guardarmi stranito io risi e gli sorrisi rassicurante.  Mi girai verso lo spirito che era rimasto incantato davanti a una macchina da scrivere . Sembrava che non ne avesse mai vista una.  Quella costatazione mi fece sorridere.

«Ehi spirito!  Ti vuoi muovere o  vuoi stare a fissare quella macchina tutto il giorno?!»

« ma..ma .. quella macchina scrive! E senza magia!»  sembrava talmente stupito da farmi scoppiare a ridere.

«Ma dove vivi in un romanzo della Rowling? Certo che  scrive cretino!» lo rimbeccai lui mi guardò  di sott’occhi e poi ghignò malizioso: «Sai Amy quella gonna ti davvero molto. Anche se è un po’ lunga per u miei gusti»

Guardai la mia gonna grigia che mi arrivava a metà coscia e gli stivali di pelle e mi resi conto che effettivamente la gonna  e  le mie lunghe gambe lasciavano ben poco al immaginazione.

«Tu! Fantasma pervertito mi hai guardato sotto la gonna!» lo accusai arrabbiata. Oltre ad essere arrogante e saccente era anche un idiota, borioso, stupido e pervertito!

Lui rise  sarcastico e malizioso . mentre io lo insultavo

« Idiota!  Pervertito! Stronzo!  Ma come ti permetti eh?»

 Intanto stavo seguendo il Dottore .  Churchill   ci fece  salire su un  ascensore e continuò imperterrito a parlare.

Io naturalmente continua voa guardare il fantasma in cagnesco questa me l’avrebbe pagata!

« Dobbiamo fare una scelta Dottore, siamo soli. Quindi, ricorrerò a qualsiasi mezzo qualsiasi pur di  impedire  l’avanzata nazista!» disse Churchill concitato

« E con questo?»  chiese il Dottore. Aveva una leggera ruga sulla fronte e  stava guardando lo spirito in malo modo!

 Churchill fece fermare l’ascensore.  Eravamo sul tetto  del Ministero della guerra sua una piattaforma sopra elevata c’era  un uomo in camice Bianco che Churchill presentò come Edmund Brosswell

 Suonò un allarme. Lo ricordavo era quello che indicava l’attacco dei tedeschi. Alzai lo sguardo, sopra Londra c’erano  molti aerei che si combattevano l’un l’altro.

« Dottore questa è..»  non trovavo le parole era incredibile

«La storia»  concluse per me.

 Il tizio in camice bianco diede l’ordine di fare fuoco.  Lampi di luce  verde  e blu tempestarono il cielo. Ero perplessa non ricordavo armi del genere  nella seconda guerra mondiale.

« Che cos’era?» chiesi al Dottore.»

Pov Dottore

 Lampi di luce verde e blu ne avevo visti a migliaia di simili.

Non può essere! Che cosa ci fanno qui?  Non possono essere qui? come è possibile?

 “Lo dicesti anche l’ultima volta Dottore quando si Alearono con Voldemort.”

Che cosa si sono alleati con Voldemort?

Si purtroppo. Hanno mietuto molte vittime

« Non può essere umano! Quello sembrava.. mi faccia vedere che cos’era» ordinai salendo la scaletta che  portava alla piattaforma.

«vieni avanti!» ordinò il tizio in camice bianco a qualcosa dietro di me. Mi  girai  ed era dietro di me un Dalek.

« La nostra nuova arma segreta!» disse Wiston entusiasta.

La creatura che odiavo di più in tutto l’universo.

Che diavolo ci fanno qui Dottore?”

 Vogliono distruggere la razza umana! Ecco che ci fanno qui  James!  Questo è il loro unico scopo.  Sono le creature che odio di più  sono malvagi James non hanno coscienza non hanno compassione non hanno unanità loro ucidonoe basta.

“Come Voldemort?!”

Peggio tu  immagina  i figli  di Voldemort , immagina la sua razza  la razza ideale per  Voldemort senza compassione ne sentimenti. quelli sono i Dalek.

« Che ci  fate voi qui?» chiesi al Dalek

 Lui mi rispose « Io sono il vostro soldato»  non capivo. Il mio soldato? Stava scherzando?

«Cosa?» chiesi stupito

Lui  ripeté   « Io sono il vostro soldato»

« Falla finita!  Smettila subito!  Voi sapete bene chi sono!»  dissi infuriato

«La sua identità è sconosciuta» mi rispose il Dalek.

«Forse posso chiarirle ogni dubbio . Questo è uno dei miei fanti di ferro»  mi disse l’uomo in camice bianco

« i suoi cosa?» chiesi incredulo.

 I Dalek erano tornati e io dovevo fermarli.

 

***

« Mi ascolti Wiston quelli sono Dalek! Si chiamano Dalek!»

 Stavo discutendo con Wiston da ormai tre ore  ma non mi credeva.

« sono i fanti di ferro di Brosswell. Guardi, prove sul campo, statistiche gli ha inventati lui! » ribatté testardo Wiston.

« Gli ha inventati?! Oh no! No! No!» dissi prorompendo in una fragorosa rissata amara.

«Si quel uomo è un genio!»

«Non li ha inventati lui sono alieni» dissi  cercando di essere  serio. Ero mortalmente serio.

«Alieni?» ripeté Wiston in tono canzonatorio.

« Sono decisamente ostili»

«per l’appunto e mi faranno vincere la guerra »

ribatté lui testardo

***

« Perché non mi ascolta? Che mi ha chiamato a fare se poi non mi ascolta» mi lamentai

«Un mese fa, quando le telefonai, avevo i miei dubbi. I fanti erano troppo belli per essere veri»

«Esatto gli distrugga,li elimini li stermini»  non c’era pietà nel mio tono di voce. Io gli odiavo erano le creature che disprezzavo  di più nel universo. Io e loro ci combattevamo da secoli e gli avevo sempre sconfitti. Inoltre  io avevo un vecchio conto in sospeso con loro. La mia razza era caduta anche per colpa loro. Certo  eravamo diventati superficiali e arroganti   ma anche loro avevano contribuito alla distruzione del mio popolo.  Ricordavo  le case in fiamme, le donne in lacrime, i bambini uccisi. I nostri bambini le urla, la disperazione questa era stata la famigerata guerra del tempo. . una guerra inutile. Una guerra per la supremazia di una delle due razze sul universo.  Una guerra che ci aveva portati ad ammazzarci l’un l’altro.Una guerra ch e non aveva risparmiato nessuno.

« ma immagini cosa potrei fare con 100 di loro  con 100!» mi disse Wiston concitato

«Oh si che me lo immagino» dissi criptico.

«Dottore mi servono sono la nostra speranza!»

« Mi ascolti Wiston, i Dalek non hanno coscienza, non provano pietà ne compassione. I Dalek sono i miei nemici più antichi. Non può fidarsi di loro»  dissi in tono pacato ma convincente

«Se Hitler invadesse l’inferno io terrei con piacere un discorso in favore del diavolo!»

«Ma sta resistendo tutti sanno che sta resistendo!» lui annui e poi si allontanò

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«Dottore! Ti ho cercato dappertutto !»  mi disse Amy dietro di me

« Amy dimmi che aspetto ha l’odio?»

«L’odio?» chiese sconcertata

«Ha l’aspetto di un Dalek  e ho intenzione di provarlo!»

  Proprio in quel  arrivò in Dalek a chiedermi se volevo una tazza di the.

«Smettila! Cosa ci fate qui? Cosa volete davvero?» chiesi infuriato

«Il nostro scopo è vincere la guerra»

«Quale guerra questa contro i razzisti? O la vostra guerra quella contro il resto del universo e ogni forma di vita che non sia Dalek?»

«Io non capisco Io son il vostro soldato» mi rispose

«Okay Soldato: Difenditi!» dissi prendendo una vanga e colpendolo

«Forza dai! Contrattacca! Vorresti farlo no?» dissi sarcastico ignorando Wiston e il professore

 Il Dalek non si muoveva ero sempre più frustrato

«Cosa spetti? Tu mi odi! Vuoi uccidermi! Beh datti da fare! Uccidimi!»  dissi colpendolo

Lu continuava a ripetermi di essere il mio soldato

« Tu sei il mio nemico! E io sono il tuo!Voi siete tutto ciò che disprezzo le creature peggiori di tutto il creato. Vi sconfitti molte volte, Io vi ho sconfitti sempre! Ho salvato l’intera realtà da voi! Io sono il Dottore e voi siete i Dalek!»

  Conclusi  con Rabbia il Dalek disse solo una  parola Coretto . Poi sparii

NDA Ciao volevo solo dire a quelli che non conoscesserò la serie che quello nella seconda foto è un Dalek

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Capitolo 9
*** La vittoria dei Dalek ***


Capitolo 9

La vittoria dei Dalek

NDA Ciao a tutti scusate per il ritardo! Ora sono qui! Che dirre buona lettura e mi farebbero piacere i vostri commenti!

Baci Marty Evans

POV Dottore

il Dalek disse solo una  parola “Coretto” . poi sparii un altro  Dalek invece disse «riesaminare dichiarazione: ’io sono il Dottore e voi siete i Dalek’ »

«Dichiarazione? Quale dichiarazione?!» chiesi sempre più in ansia e frustrato.

Il Dalek disse solo «Trasmissione dichiarazione in corso» Ero sempre più frustrato che diavolo vuole dire.

«Trasmissione di cosa? Dove?» non feci in tempo a finire la frase  che il Dalek aveva già proclamato

«Dichiarazione accettata» .

Il Dalek avanzò verso di noi. Automaticamente spinsi Amy dietro di me. In modo da proteggerla.

«State tutti indietro!» urlai.  Le sentinelle privarono attirate dal baccano. Il Dalek puntò il suo occhio su  loro. Il laser che ne scaturii uccise i due uomini. Amy  si aggrappò alla mia mano spaventata, per poi togliere la sua mano dalla mia e mormorare «Scusa Dottore»

Brosswell si mise in mezzo .

«Fermatevi! Fermatevi!  Voi siete i  miei fanti di ferro!» gridò il Professore disperato.

«No, noi siamo i Dalek» rispose il Dalek

«Si ma vi ho creato Io!»  disse il Prof

«No, noi abbiamo creato te!» rispose il Dalek e con il laser che aveva ucciso i due uomini bruciò la mano sinistra di Brosswell. Poi sparì come l’altro prima di lui.

«Cos’è successo Dottore?» chiese Amy.

«Volevo capire cosa volessero qual’era il loro piano. Ero io il loro piano.»

Poi corsi al TARDIS senza badare al «Ehi!» di protesta di Amy.

Amy mi seguì.

«Dichiarazione accentata. Così hanno detto. La mia dichiarazione!» esclamai frustrato e arrabbiato mentre armeggiavo con la chiave del TARDIS.

Diavolo come ho fatto a essere così stupido! Stupido! Stupido Dottore! James!  Spiegami come ho fatto a farmelo sfuggire!

“Forse è perché sei vecchio! Andiamo hai più di novecento anni non puoi essere molto in forma!

Non sei divertente morto che cammina!

Io non cammino fluttuo capito vecchietto

«Non buttarti giù avevi ragione!» esclamò  Amy  dietro di me cercando di consolarmi. Questo suo gesto mi sembrò molto dolce. Lei mi guardò e prosegui piena di entusiasmo:

«Allora? Cosa stiamo aspettando gli inseguiamo?»

«Si è quello che farò. Ma è troppo pericoloso. Tu resti qui!» le ordinai. Lei sbuffò  sonoramente e mi guardò corrucciata.

«Aspetta Dottore! Fammi capire: Io dovrei restare qui, da sola, durante il blitz di Londra?!»

«Sei al sicuro credimi. E comunque  non sarai sola ci sarà lo Spirito con te. Winston te l’affido. Fa in modo che non le capiti nulla  o dovrai fare i conti con me personalmente. Spirito se ci sono problemi non esitare a chiamarmi!»

Detto ciò  aprii la porta del TARDIS, entrai e partii.

 POV Amy

Io lo Spirito e Churchill restammo a guardare  il TARDIS che svaniva. Ero preoccupata il mio Dottore mi aveva lasciata per andare ad affrontare alieni che volevano ucciderlo.. Ero preoccupata per lui, per il mio Dottore Stropicciato, per il mio Dottore sempre li a sistemarsi quel orribile cravattino che si ostinava a considerare “figo”

 Un sorriso si formò  sulle mie labbra mentre pensavo a lui. Al mio eccentrico e buffo Dottore. Un po’ pazzo ma intelligentissimo.

Torna da me Dottore pensai prima di seguire Churchill e lo spirito.

***

Dopo circa due ore passate nel ufficio di Churchill a farmi problemi su problemi e immaginandomi il  Dottore ferito e sanguinante. A volte la mia mente creava persino orribili immagini con il suo corpo senza vita.. ero nervosa non facevo altro che girare e camminare avanti e indietro  come un animale in gabbia morsa dalla preoccupazione.

Anche lo Spirito era nel mio stesso stato anzi aggrottava le sopraciglia e imprecava sottovoce  tenendosi la testa tra le mani.  Probabilmente stava pensando al Dottore.  A interrompere  i miei pensieri tetri fu una donna che lavorava  per Churchill dicendo

«Primo ministro! Il capitano ha rilevato u n oggetto non  identificato sopra Londra!» Il mio sguardo si illuminò. Winston si rivolse a me «Che cosa ne pensata Signora Pond?Il Dottore è nei guai e ora noi sappiamo dove si trova!» esclamò Churchill gioviale. Sorrisi anch’io

«Si perché sarà su quella astronave. Proprio al centro dal azione» dissi eccitata. Lo spirito mi guardò male

«Cosa c’è?» gli chiesi

«Lui non lo vorrebbe. Vuole che tu stia fuori dai guai Vuole che tu sia al sicuro e anch’io. Perciò togliti dalla testa l’idea di raggiungerlo! Perché io te lo impedirò a qualunque costo!Non m’importa se ti arrabbierai o ti offenderai io ti proteggerò sempre. È una promessa che ho fatto  trentatré anni fa  e che non ho alcuna intenzione di non mantenere!»

 Lo guardai  con aria di sfida. Anche se avevo mille domande. Una promessa ? Di cosa sta parlando?

«E cosa vorresti fare per fermarmi sentiamo» dissi incrociando le braccia sotto il seno e appoggiandomi  alla scrivania di Churchill.

Lo Spirito rise.

«Oh Amy, sei ancora così inesperta e cosi delicata. Non ti rendi conto dei rischi che corri. Sei ancora una ragazzina, dolce, buona ma inesperta Amelia.»

«Una ragazzina?! Quindi è così che mi consideri una ragazzina! Ma se abbiamo la stessa età! Ho 21 anni non dieci! Spirito noi siamo praticamente coetanei non venirmi a fare la morale!»

«Ti sbagli Amelia Pond sono morto da molto prima che tu nascessi.  Sei nata nel 1989 non è vero Amelia? Io invece sono nato nel 1960. Sono morto nel 1981 alla tua stessa età  nella tua epoca il 2010 ho 50 anni. Allora chi dei due può fare la morale al altro?» disse lui asciutto fulminandomi con i suoi bellissimi e profondissimi occhi nocciola

Rimasi a bocca aperta.  Troppo scioccata per  parlare.

Alla fine riuscii a balbettare un  debole «Mi dispiace tanto. Io.. io non  ne avevo idea. Se.. se.. non sono indiscreta come.. come.. sei morto?»

 Lui mi sorrise amaramente. Il suo sorriso era tirato e colmo di tristezza e giuro di aver visto  minuscoli cristalli di ghiaccio nei suoi occhi. Come lacrime.  Mi fece una tenerezza immane . Fui presa dal  impulso  infrenabile  di abbracciarlo. Non sapevo perché ma dovevo farlo. Così gli avvolsi le braccia  intorno al collo e poggia la testa sulla sua spalla. È strano abbracciare un fantasma. È  come abbracciare qualcuno ma non farlo perché tu senti la consistenza  del corpo che stai abbracciando ma se apri gli occhi sembra che tu stia abbracciando l’aria. inoltre il suo corpo era gelido come quello dei morti. Ma non m’importava.

 

POV James

Quando Amy mi abbracciò  fui investito da un profumo di gigli e more. Il profumo che avevo tanto amato. Il profumo della persona che purtroppo non si ricordava di me. Il suo profumo, così inebriante così seducente. Il profumo della mia Lily, del mio piccolo dolce giglio bianco  con i capelli rossi. Di Lily  la donna della mia vita,l’amore della mia vita, l’amore della mia esistenza. Avrei vegliato su di lei reincarnazione dopo reincarnazione,.  Certo  mi sarei reincarnato anch’’io  ma per ora mi volevo accontentare di sorvegliarla. C’era un altra ragione per cui non mi volevo reincarnare. La memoria. Avrei perso tutti i ricordi della mia vita   precedente e questo non doveva accadere

Uno di noi doveva ricordare anche per l’altro.

 E quel uno ero io.

Avrei custodito i miei ricordi fino al momento in cui Amy non fosse stata in grado di  condividerli con me.

POV Dottore

 Avevo capito la posizione del astronave dei Dalek. Impostai le ordinate e  mi materializzai con il TARDIS a bordo  del astronave. Uscii dalla cabina e esclamai

«Allora questa tazza di the?».

I Dalek mi videro e iniziarono a gridare

«E’ il Dottore! Sterminare! Sterminare!»

«Ah!Ah! io non lo farei se fossi in voi!  Auto distruzione del TARDIS la mia nave esplode e voi con lei» dissi sorridendo e mostrando un  pulsante. Un Dalek cercò di scansionare il pulsante  che in realtà era un biscotto. Ma se avessero scoperto che era un biscotto il mio bluff sarebbe andato  in fumo e sarei morto.  Perciò dissi al Dalek che  voleva scansionare il biscotto «Niente scansioni! Niente di niente ! Se lo scansionante distruggerò tutti noi!» minacciai.

Il Dalek si ritirò

«Questa nave è malconcia.  Direi che è agli sgoccioli, come voi. L’ultima volta  che ci siamo visti facevate persino pena. Eravate  quasi distrutti quasi finiti»

«Una nave è sopravissuta»  mi disse uno dei Dalek.

 Continuai a camminare avanti e indietro.

«E così siete tornati indietro nel tempo. Agonizzanti finiti» dissi disgustato

«Abbiamo seguito una traccia. Uno dei dispositivi progenitore» mi disse il Dalek

«Progenitore?Di che si tratta? Sentiamo» chiesi sarcastico.

«Il Progenitore è il nostro passato e il nostro futuro» esclamò il Dalek in risposta

 Battei le mani

«Oh Complimenti! Complimenti è profondo! Molto profondo per un Dalek. Cosa significa?»

«Questo dispositivo contiene DNA  Dalek puro»

«Okay capito. Ma c’è ancora una cosa che non ha senso : se avete il progenitore  perché creare Brosswell?»

Poi ebbi un illuminazione. Risi

«Ho capito! Oh Oh ho capito! Questa si che è bella! Il progenitore non vi ha riconosciuti vero?  Vi ha etichettati come impuri! Il DNA non è  stato riconosciuto come Dalek!»  dissi prendendoli in giro

«Abbiamo trovato una soluzione.»

«Se se la mia dichiarazione. Avete pensato che il Progenitore  avrebbe riconosciuto il più grande nemico dei Dalek. E avrebbe accettato che vi  riconoscessi!»

«Ritirati immediatamente Dottore o la città brucerà» disse uno dei Dalek

 Risi  «Chi pensate di prendere in giro? Non ce la farete mai a distruggere Londra la neve è un rottame.»

«Allora osserva gli umani distruggersi a vicenda.»

 Immediatamente   Andai al finestrino dalla nave e vidi che Londra era stata illuminata a giorno. I tedeschi  sarebbero arrivati e..  la storia sarebbe cambiata radicalmente.

 E poi c’era Amy.  L’avevo lasciata li da sola. Se fosse morta non me lo sarei mai perdonato.  Per un attimo ebbi la terribile immagine mentale del suo corpo dilagnato dalle bombe  i suoi capelli rossi sparsi a terra senza vita. Oh Amy  non permetterò che tu muoia

«spegnete subito le luci di Lontra o vi giuro che farò esplodere questa nave!»  dissi addirato.

«Vattene ora Dottore. Ritorna sulla Terra» disse uno dei Dalek.

«Oh quindi sarebbe questa la  vostra grande vittoria andarvene?» gli scherni

«Estinguersi non è nei nostri piani Dottore. Torneremo nel nostro tempo e ricominceremo dal principio.»

«No! No! Non ve lo permetterò! Non vi lascerò scappare! non stavolta!»  un suono  mi distrasse  uno dei portelli si aprii  e ne uscirono  cinque Dalek  i più potenti che avessi mai visto

«Ammira Dottore! Il progenitore ha creato  un tipo di Dalek più forte. Ammira la resurrezione della razza Dalek»

 Guardai tutto sconvolto. Le mie peggiori paure si stavano avverando. Se i  Dalek avverserò  trovato altri dispositivi Progenitore presto il mondo sarebbe stato  conquistato da loro e tutte le altre razze sarebbero morte.

Non l’avrei permesso

POV Amy

  Mi staccai dallo spirito e lo guardai negli occhi.

«Allora come sei morto?» chiesi curiosa.

« Un giorno..» disse sorridendomi enigmatico

«Stare con il Dottore ti fa male. Stai divertendo enigmatico  e misterioso proprio come lui» dissi con disappunto.

 Lui rise

«e questo lato di me  è tremendamente sexy e affascinante non è vero Amelia?» disse lui con un ghigno malizioso sul volto. Risi

«Sei un pervertito! E non chiamarmi Amelia» dissi ancora ridacchiando.

Churchill intanto si stava disperando. Siccome le luci si erano acese e presto saremmo tutti morti. Dovevamo fare qualcosa. Subito.  Ebbi un illuminazione. Brosswell Lui poteva aiutarci.  Era stato creato dai Dalek poteva sapere come aiutarci..

 Così usci dalla stanza seguita dallo spirito e da Churchill.

 Mi diressi verso il Professore

«Ci serve il suo aiuto» dissi senza tanti preamboli.

«Ma queste creature mi  hanno detto di avermi creato. Io ricordo delle cose: la grande guerra, la fame , la disaerazione. Che cosa sono io?»

«Ascolti, io la capisco. Davvero ma lassù c’è una nave spaziale che inquina Londra come un albero di natale. Migliaia di persone moriranno se non la abbattiamo. Lei è l’unico che può aiutarci ad abbatterla. Lei è tecnologia aliena. Lei è intelligente quanto i Dalek. Per cui inizi a pensare. Per esempio i razzi. Avete dei razzi? Perché avete parlato di bolle gravitazionali e voli ipersonici, un missile..» dissi sperando di convincerlo. Churchill mi interruppe furente

«Non ci servono i fuochi d’artificio signorina Pond!  Ci serve una strategia d’attacco efficace! Ci servono dei missili oppure dite che è possibile mandare qualcosa lassù?»

«In linea teorica si»  rispose il Professore.

«Bene professore pensi in grande!» disse Churchill prima di andarsene

POV Dottore

 Appena usciti i nuovi Dalek annientarono quelli che gli avevano  creati. Orribile pensai  Come si poteva uccidere un componente della propria razza solo perché  lui era inferiore?

«però! E cosa fate a quelli che sbagliano?» commentai disgustato. Uno dei nuovi Dalek  era colo r rosa avanzò verso di me.

«Tu sei il Dottore devi essere annientato!»

Gli mostrai  il biscotto con aria di sfida.

«non metterti contro di me, Tesoro Caro » dissi

 «noi siamo il prototipo di una nuova razza Dalek . scienziato,stratega, trone, eterno supremo..»

lo interruppi

«Si si che saresti tu suppongo complimenti ! Bel rosa. Mi sentirei molto alla moda con  un Look come il tuo  molto supremo. La domanda ora è: Che facciamo?  O disattivate  il vostro congegno o  attivo l’autodistruzione del TARDIS. Facendo saltare in aria il vostro prototipo!»

 «I sensori non rilevano  nessun dispositivo. L’autodistruzione del TARDIS non esiste »

 Mi ficcai in bocca il biscottino e a bocca piena dissi

«Okay è un biscottino al burro. Ma si era parlato di un the!»

I Dalek furono distratti da un allarme che lampeggiava e che diceva che oggetti non identificati  si stavano avvicinando.

«Danny Boy a Dottore. Danny Boy a Dottore mi riceve?»

Non ci credevo Wiston aveva fatto volare  qualcuno nello spazio per aiutarmi!

«Forte e chiaro Danny Boy ti ricevo.. c’è un grosso disco su sul fianco della nave fallo saltare.»

Intanto i Dalek cercarono di uccidermi. Schivai i loro laser e arrivai al TARDIS sano e salvo. Si sentirono  dei  boati e degli spari. Poi capii  che il disco a cui dovevano mirare i soldati per distruggere la nave  era protetto dai Dalek.  Così presi una radiolina dalla console e dissi «Dottore a Danny Boy. Posso interrompere le difese dei Dalek e infrangere la barriera che protegge il disco per un po’»

Chiusi l a comunicazione. Riuscii ad abbassare  gli scudi e i sistemi di difesa dei Dalek e questo permise  a Danny Boy  di  far esplodere il disco e di conseguenza danneggiare l’impulso con il quale i Dalek  controllavano la rete elettrica di Londra.

«Dottore a Danny Boy  distruggi la nave passo»

«Okay»

IL Dalek rosa apparve sullo schermo  del TARDIS

«Dottore annullate l’attacco»

Risi

«Cosa? E permettervi di scappare nel futuro? Come no. Questa è la fine per voi. Un finale grandioso»

«Annulla l’attacco o noi distruggeremo la Terra.»

«Non sono stupido. È la vostra ultima carta? »

«Brosswell è una bomba»

«Stai bleffando. L’inganno è qualcosa d’innato in voi. Non avete un osso che sia sincero. Beh non avete ossa nel vostro corpo.»

«Annulla il tuo attacco o noi faremmo saltare Brosswell» disse prima di chiudere il collegamento.

«Oh no!  Questa è la mia grande occasione. Gli ultimi Dalek! Posso liberare l’universo da voi una volta per tutte. Se vi lasciassi andare diventereste più forti che mai. Una nuova razza di Dalek.»

«Allora scegli.  Distruggere i Dalek o salvare la Terra. Scegli Dottore. » disse il Dalek Dissi a Danny Boy di ritirarsi .

Poi tornai  sulla Terra da Amy e James.

 Corsi verso il professore e gli diedi un pugno che lo atterro

«Dottore?» chiese Amy

«Non c’è tempo! Brosswell lei è una bomba Dalek molto potente.. se lei esplode la Terra sarà trascinata in un altra dimensione!» Con il cacciavite sonico aprii la finta pelle che lo ricopriva.

«Beh?» chiese Amy spaventa

«Non lo so. Non ho mai visto nulla del genere  prima.»

«Lo hanno collegato a una bomba Dottore?» chiese James

«No James! Lui è una bomba! BOOM! Esploderà!»

«Ma non c’è un filo blu da tagliare no? C’è sempre un filo blu da tagliare! Un filo blu o uno rosso!» disse Amy

«Hai visto troppi film Amelia non sei d’aiuto»

« Ma ci ha detto di ricordare delle cose.» disse Winston

Ma certo i ricordi! I ricordi potevano aiutarci

«Mi racconti la sua vita Brosswell! Ni dimostri di essere umano.»

« I miei genitori gestivano  l’ufficio postale vicino ai  frassini.   Erano delle brave persone  poi  morirono di scarlattina.»

«Come l’ha fatta sentire?»

«Male Dottore. Molto male.»

«Bene. lo ricordi, i frassini vicino al ufficio postale, la perdita dei suoi genitori, la guerra!  Lo ricordi Edmund! Perché lei è umano! Non è come  i Dalek»

«Fa male Dottore!» urlò Brosswell

«Bene  vuol dire che lei è umano. E carne e sangue. Non possono esplodere questa bomba ci creda!» urlai.  Niente  lui stava diventando  di un rosso vivo sarebbe esploso presto.

Amy si accostò a me. Dal  suo sguardo capii che voleva provare lei.

«Ehi Professore!  Lei è mai stato innamorato? Fa male non è vero? Ma è un dolore dolce»

 Ma che diavolo aveva Amy le sembrava il momento di parlare di amore.

«Io non dovrei parlare di lei.» disse  il professore che stava lentamente tornando a un colorito normale.

«Come si chiama?» chiesi

«Dora» rispose il prof

«Dora! È un bellissimo nome!» esclamai

«Ci racconti com’era Edmund» disse Amy dolcemente.

«Aveva un bel sorriso e i suoi occhi erano blu talmente blu da sembrare viola.» disse il prof. Era tornato normale. Non ci sarebbe stata nessuna  esplosione. Ce l’avevamo fatta! Grazie a Amy Pond ce l’avevamo fatta!     

«Benvenuto nella razza umana»

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 Baciai Amy sulla fronte. Quella donna era straordinaria.  Ricordai che era l’amore che lei aveva dato a suo figlio che aveva permesso a Harry di sopravvivere.

 L’amore era l’arma più potente.

« Bene  fermiamo i Dalek»

«Aspetti dottore i Dalek sono spariti. Sonpo scappatinel futuro. Hanno vinto.»

«Oh no! No! Loro sapevano che avrei scelto la Terra. I Dalek mi hanno battuto. Hanno vinto»

«Ma tu hai salvato la terra!  Non è poi così tremendo!» disse Amy. Le sorrisi. Dopotutto andava bene così

 

Pov Amy

«Eccomi qui!  Sono andato a distruggere  la tecnologia aliena di Brosswell» Churchill si mise le mani in testa mentre il Dottore . Lo guardai e gli sorrisi . Mi resi conto che senza di lui non avrei potuto vivere. Mi era indispensabile  come l’aria per respirare.. mi serviva e non soltanto perché  era buono ma anche perché lo amavo.

«Ma Dottore! Con quella roba avrei vinto i  ventiquattro ore!» disse indignato Churchill

«Lo so,  Man non funziona così Winston sarà dura»

«Resti con noi Dottore. Ci aiuti a vincere! Il mondo ha bisogno di lei!»

«Il mondo non ha bisogno di me. Il mondo ha bisogno di lei Wiston»

«é stato un piacere allora Dottore  rivederla e mi ha fatto piacere incontrarla signorina Pond.»

«Anche me signore» risposi  lo abbracciai

E appena fece per andarsene lo richiamai

«Ehi Churchill! La chiave del TARDIS quella che ha appena rubato al Dottore» dissi protendendo la mano

«Oh Dottore! È astuta quasi quanto me!» disse dandomi la chiave che diedi al Dottore.

 Andammo nel ufficio di Brosswell

«La stavo aspettando Dottore. Deve disattivarmi vero?

«Sul serio? Ah si giusto e tornerò qui tra ... diciamo 10 minuti a..»

«Perché non facciamo quindici Dottore?» chiesi

«Si farò così tornerò tra quindici misuri  e sarà come se lei non fosse neanche stato attivato.»

«15 minuti?» ci domando l’uomo .

«Si appena Pond e io ci saremo occupati della cosa di cui dobbiamo occuparci..»

«Esatto» dissi  confermando le sue parole

«Molto bene Dottore aspetterò qui e mi preparerò»

« Tecnologia Dalek ma un po’ lento a comprendere» sussurrai al Dottore. Lui annui.

«Per quella cosa che dobbiamo fare ci vorrà una mezzora. Vero Dottore?» chiesi.

«Quindi non scappi e non provi  a cercare  i frassini , l’ufficio  postale i frassini o  quella ragazza. Dora. Si possono fare un sacco di cose in mezz’ora.»

«Andiamo Pond»

Poi mi prese la mano e mi condusse  verso  il TARDIS. Intrecciò le dita alle mie e lo guardai. Mi specchiai nei suoi occhi del verde più scuro che abbia mai visto.

« Hai dei nemici»

«Tutti hanno dei nemici» mi rispose lui appoggiandosi al TARDIS io mi appoggiai al altro lato e continuai a tenere la mia mano intrecciata ala sua.

«La mia è la donna davanti al super market  con il jack rassell impazzito. Tu invece hai proprio dei nemici. Pensavo che fare gli scemi viaggiando nel tempo e mettendo  a posto  le cose fosse divertente invece è pericoloso. »

Lui mi guardò preoccupato come se temesse che lo abbandonassi.  . abbandonò la presa della mia mano.

«Si .. è un problema?»

gli sorrisi «Sono ancora qui Dottore» e non ti lascerò mai. Pensai ma non lo dissi.

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 Lui entrò nel TARDIS e io lo segui.

 Non sapevo ancora che quella promessa non detta l’avrei mantenuta sempre e fino alla fine dei miei giorni.

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Capitolo 10
*** River Song ***


Capitolo 10

River Song

NDA Ciao a tutti! Vorrei ringrazziare Joasteroide, Dani, dub01,samuela e shalycohen per lerecensioni. inoltre sono arrivata al decimo capitolo e a River . chi conosce Doctor Who e ha visto le puntate della sesta e settima stagione sa chi è gli altri beh lo scoprirete. Inoltre sono tristissima perché ieri ho visto la 7x05 e non mi piace il destino che haavuto un personaggio

inoltre qualcuni di voi mi aveva chiesto di dare più spazio a James. ed eccomi qui! Vi ho accontentati!

va beh ora la smetto

Baci Marty Evans

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POV Dottore

Siamo appena partiti dal bunker di Churchill. Amy era andata a dormire e James era sparito. Ero appoggiato a una delle ringhiere del TARDIS e da li osservavo la sala comandi e l’entrata sotto di me.. Ad un certo punto senatii uno sbuffo di aria fredda.

«Ciao James» dissi senza voltarmi. Percepivo che era arrabbiato anche voltato. La sua ira riempiva la stanza. Ed era infuriato con me. .

«Guardami» non era una richiesta era un ordine. Io odiavo gli ordini e le persone che mi davano ordini. Ma James era arrabbiato. e potevo anche intuire il motivo. Così mi voltai lentamente verso di lui.. Una volta che l’ebbi di fronte. Lo guardai con la massima calma che potevo avere e aspettai sistemandomi il farfallino.

«lo fai sempre» disse James e capii che voleva girare intorno al vero argomento che bolliva in pentola. Io non avevo nulla in contrario a parlare al una di notte su una nave spaziale avevo tutta l’eternità così lo assecondai.

«Cosa?» chiesi oltre a prendere tempo non capivo di cosa stesse parlando.

«Quello stupido farfallino che ti ostini a portare con tanto orgoglio. Te lo sistemi sempre quando sei nervoso.»

Non ci avevo mai fatto molto caso. . ma aveva ragione. Poi mi accorsi che aveva anche insultato il mio farfallino. E i farfallini non si devono insultare sono forti.

«Potter non insultare i farfallini! I farfallini sono fighi!»

Lui scoppiò a ridere

«Sei sempre il solito vecchio pazzo con una cabina Dottore! Non cambierai mai!» disse divertito. Ma intuì che stava ancora temporeggiando

«Se non fossi un vecchio pazzo con una cabina non potrei più chiamarmi il Dottore! Comunque va al punto James ho sonno!» sbuffai un po’irritato.

«Dritto al punto come sempre eh? Mi ricordi molto Sirius da questo punto di vista. Anche lui non sopportava che temporeggiassi mi diceva sempre “Prongs smettila di girarci intorno e dimmi quel cacchio che devi” Ah Paddy quanto mi manchi!» io sbadigliai. James non mi stava annoiando. Ma ero veramente stanco .

(si. Come no! N.D. Autrice.)

(Ehi guarda che salvare il mondo è impegnativo! N.D.Dottore)

(certo, certo,stancante. E ora vai avanti con la storia N.D.A)

( ah questa è schiavista! Non sono una macchina io eh! Sono u Signore del Tempo Rispettato e temuto non mi puoi trattare così!N.D. Dottore)

( Io ti tratto come mi pare e piace Zitto e lavora N.d A)

(Non ti preoccupare questa è pazza. Malgrado sia innamorata di un figo come me) N.D.James.)

(Già solo per il fatto che si sia innamorata di te è pazza N.d.A.)

(Potter cosa hai detto!? N.d.A.)

* James con espressione innocente * (Io? niente mia signora N.D. James)

(Potter guarda che posso farti fare una brutta fine N.d.A. )

(Tanto sono già morto N.D.James.)

Si ma potrei far sopravvivere Lily e farla spossare con Mocciosus.., che ne dici? N.d.A.)

( no ti supplico! Mocciosus e Lily no! Farò tutto quello che vuoi! N.D. .James

(Bene aborra continua la storia che non ho tutto il giorno!)

«Vai al punto James» dissi spazientito.

«Amy» disse

«Cosa centra Amy?» chiesi sempre più stupito.

« Mi hai chiesto di arrivare al punto. Eccolo qui: Amy»

Ora capivo. Voleva parlare di Amy.

«Cosa succede?» chiesi.

«L’hai baciata» lo guardai stupito.

«Io cosa?» chiesi stupito

«L’hai baciata sulla fronte.» mi acusò

«Si e allora?» chiesi non capendo dove volesse andarea parlare

«E allora? Dice lui. Quella è mia moglie!» disse furente.

« Sei geloso di me e Amy vero? Beh non sono io quello con cui stava a Leadworth»

«si sta innamorando di te!» era un accusa

«Sciocchezze!» dissi convinto.

«Ma tu non vedi come ti guarda! il suo sguardo sembra adorante! Lei si è innamorata di te! E tu di lei!»

«Io non sono inna...»

«Non negarlo! Me ne sono accorto sai? Mi accorgo di come la fissi a volte. Sembra che tu abbia appena trovato il paradiso eppure io lo sapevo»

«Cosa intendi con lo sapevo?» chiesi interrogativo

«Quando vi conobbi a Hogwarts nel vostro futuro. Voi stavate già insieme. perciò questo discorso è inutile. Ma voglio che tu sappia che io la amo. La amo più della mia stessa vita. Darei tutto per proteggerla. Darei tutto. M

«me ne rendo conto. Mi dispiace James. Mi dispiace per ciò che ti è successo. Ma vorrei che nonostante Amelia i nostri rapporti restinino li stessi. Perché ti voglio bene. è da tanto tempo che non ho un amico James. Troppo tempo.»

«D’accordo ma non pensare di avere vita facile per quanto riguarda Amy Dottore dovrà scegliere lei io ormai non sono che un ombra. Sono parte del tuo corpo ormai perciò non dovrei essere geloso perché siamo la stessa persona. Insomma abitiamo nello stesso corpo. Ma lo sono. Ogni volta che vi guardate o sfiorate non riesco a pensare ad altro» mi disse si sentiva anche un po’ in colpa per la sua gelosia Dio era così umano!

«è solo umano James. La tua gelosia è un sentimento umano tu mi stai facendo scoprire sentimenti ed emozioni che non ho mai provato.»

James rise

«Cosa c’è di divertente?»

«Il fatto che tu non sia mai stato geloso»

«non ho detto questo»

James sospirò e si voltò verso la ringhiera e mi chiese

«Sei mai stato innamorato veramente? E non parlo delle mille compagne di viaggio che hai avuto. Ne delle donne che hai sedotto.Parlo di amore vero» sicuramente James pensava che non gli avrei risposto. Invece io mi appoggiai alla ringhiera e guardai il mio TARDIS dal alto. Poi mi decisi a parlare

« Si mi sono innamorato una volta. Ma è stato molte vite fa»

«Rose?» mi chiese lui

«Si Rose, la mia dolce Rose. Una persona buona e dolce ed è morta per colpa mia. Ma non accadrà la stessa cosa a Amy. Te lo giuro James. Farò qualsiasi cosa perché non accada» dissi mentre una valanga di ricordi mi sommergeva. Per fortuna James mi disse «Ti credo . e scusami se ti ho giudicato.» poi mi diressi lentamente verso camera mia.

Ma quella notte non dormii. Troppo attanagliato dai ricordi.

***

Quella mattina quando Amy si svegliò e arrivò alla sala comandi io e James quasi ci prendemmo un infarto.. Indossava una maglia rossa a maniche lunghe degli shorts neri dei collant e delle scarpe da ginnastica.

«Buongiorno!» esclamò lei

«Scusa ma tu hai intenzione di uscire così?» chiese James che penso stesse per morire di nuovo dallo shock. Amy alzò gli occhi al cielo.

«Si perché cosa c’è che non va?» chiese con semplicità.

«Cosa c’è che non va? Sei vestita in modo ehm provocante»

«E con questo cosa vorresti insinuare Spirito? Sei peggio di mia zia!» esclamò Amy piccata

«Non paragonarmi a una vecchia inacidita!» saltò su James.

«Sei un idiota te l’ha mai detto nessuno?!» disse Amy portandosi di fronte a James e sfidandolo con lo sguardo.

Io intanto stavo inserendo delle coordinate per partire.

«Si c’è stato qualcuno in passato. Ma poi ha cambiato idea. Io gli ho fatto cambiare idea» disse James. E capii che stava parlando della Amy del passato Lily Evans.

«e sentiamo come hai fatto a far cambiare idea a quella persona?» chiese Amy con tono di sfida.

«Mas con il mio irresistibile fascino naturalmente Pond!» disse James orgoglioso mostrando un sorriso a trentadue denti.

«Sei un idiota arrogante!» ribatté Amy

«e tu una stronza seccante!»

«Deficente!»

«saccente»

«vanesio»

«acida»

«imbecille»

«BASTA!!»

Loro mi guardarono sconcertati

«Quando avete finito di fare i bambini chiamatemi! Siete irritanti!» dissi

«Okay scusa hai ragione! La piantiamo! Non è vero Spirito? Allora dove andiamo?»

«In un museo» risposi sorridendo

Ci materializzammo in una delle sale del Archivio Delirium

Appena uscii dal TARDIS io e James ci mietemmo a studiare le molte teche dov’erano esposti gli oggetti.

«possiamo andare su un pianeta ora? Una mega astronave, il bunker di Churchill... ora voglio vedere un pianeta!»

Sembrava una bambina capricciosa. Ed era buffissima con un espressione corrucciata in volto.

«Amy, questo non è solo un vecchio asteroide. È l’archivio Delirium l’ultima dimora dei monaci senza testa e il più grande museo che sia mai esistito»

«Hai una macchina del tempo che te ne fai dei musei?»

Non gli risposi perché il mio sguardo fu attratto da una scatola su cui c’erano dei graffiti. Ma non erano semplici graffiti. Da quanto non vedevo quella scrittura! Erano passati secoli dal ultima volta. Quella era la mia lingua. Quei segni erano in galifreyano

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«Fantastico! Una vecchia scatola!» disse Amy annoiata.

James invece mi guardava interessato visto che aveva capito cos’erano i graffiti.

«viene da un vecchio incrociatore strlainer. È una scatola base»

«Cos’è una scatola base?» mi chiese Amy

« è come la scatola nera di un aereo. Ma questa può volare. Se al astronave succede qualcosa. La scatola base torna alla base con tutti i dati di volo» spiegai

«Affascinante . Cosa centra con noi?»

«Le scritte sono in galifreyano antico. La lingua perduta dei Signori del Tempo» questa volta Amy mi ascoltava interessata

«Ci sono stati giorni, in un epoca lontana, in cui queste parole potevano incenerire le stelle,dare origine a imperi e rovesciare gli dei»

«Che cosa c’è scritto?» chiese Amy affascinata

«Ciao Dolcezza»

Poi con il cacciavite sonico aprii la teca, presi la scatola e scattai verso il TARDIS Amy e James dietro di me. Mentre l’allarme scattava

«Abbiamo appena rubato una scatola in un museo!» esclamò James quando entrammo nel TARDIS

«è eccitante non l’avevo mai fatto prima!» continuò

«E in illegale!» gli fece notare Amy

«Sempre perfettina fino al midollo eh Evans?»

«Scusa come mi hai chiamata?» chiese Amy

James si accorse del errore.

«scusa è che tu mi ricordi qualcuno.»

«guardiamo il video di sicurezza.»disis per evitare che Jaes si ficase in un guaio più grosso di lui e per evitare le domande di Amy

12.000 anni prima

Un uomo con un frac e due uomini armati alle spalle si avvicinò a un terzo uomo anche lui armato ma con un espressione ebete sul viso. Le labbra del uomo erano macchiate di rossetto. L’uomo in frac si avvicinò al tizio e disse

«rossetto allucinogeno. Lei è qui.»

Intanto in un altro corridoio una donna bionda con un abito da sera blu notte delle scarpe dal tacco a spillo,e degli occhiali da sole avanzava sicura verso un portello. Lo aprì con una pistola laser e vi entrò. Qui si mise davanti alla scatola base del incrociatore e con la pistola laser incise i graffiti in galfireyano. Sapeva che l’unico modo per fuggire di li era il Dottor una volta uscita dalla stanza si abbassò gli occhiali per far capire a lui chi era.

POV Amy

Il Dottore aveva messo la scatola accanto al suo scanner. E ci stava armeggiando.

Finalmente si riuscii a vedere qualcosa una donna ( la stessa di prima)

«La festa è finita Dottoressa Song» disse un uomo in frac. Davanti a lui stavano due militari con i fucili puntati verso la donna.

La donna che era di spalle si girò verso l’uomo in frac

«Scusa Alistar , ma dovevo proprio vedere cosa c’era nel tuo cavò . voi non sapete cosa c’è. Nessuno di voi, allora ascoltatemi bene questa astronave non arriverà a destinazione.»

L’ uomo in frac Alistair disse ai due soldati al suo servizio

«Aspettate che scappi. Non deve sembrare un esecuzione.»

La donna guardò uno strano braccialetto che aveva al polso e disse una serie di numeri che non capii.

Ma il Dottore si perché inizio ad armeggiare con i pulsanti della console

«Cosa ha detto?» chiese lo spirito.

«Sono coordinate» lui mise in funzione il TARDIS.

Intanto la donna nel video aveva fatto esplodere il portello e si era lanciata nel vuoto. Nello stesso momento il Dottore fermò il TARDIS e spalancò la porta tendendo una mano verso l’esterno.

La donna del video il cadde letteralmente sopra.

Provocandomi un intensa fitta di gelosia allo stomaco.

Chi è quella donna? E perché l Dottore sembra conoscerla?

«River..» riuscì a dire lui

«Dottore, segui quella nave spaziale.» ordinò River.

Si misero alla giuda del TARDIS la donna da una parte lui dall’altra.

«Sfruttano la curvatura li stiamo perdendo!» gridò la donna. Io ero sempre più gelosa e nervosa. Quella donna sapeva pilotare il TARDIS.

Lui tirò una delle leve del TARDIS lo spirito non lo vedevo da nessuna parte probabilmente era nel corpo del Dottore.

«Usa li stabilizzatori» gli ordinò lei

«il TARDIS non ha stabilizzatori!» disse lui offeso

«Certo che ce li ha! I pulsanti blu davanti a te!»

«Quelli non servono a niente sono solo... blu!»

«Sono gli stabilizzatori blu!» disse lei premendoli.

IL TARDIS smise di muoversi di colpo andando molto lentamente.

«già. Ma adesso è una noia però!» si lamentò lui che di certo si stava indignando perché quella donna sapeva molte più cose di lui sul TARDIS. Così decisi di metterlo sulle spine gli arrivai alle spalle e gli sussurrai.

«Perché lei sa pilotare il TARDIS?» chiesi. Lui sembrò ferito da quella constatazione.

«Pilotare! E tu questo lo chiami pilotare!»

Intanto River stava facendo cose che non riuscivo a capire.

Capii solo l’ultima frase.

«Ho parcheggiato proprio accanto al astronave.»

Il Dottore io e lo spirito ( che aveva deciso finalmente di degnarci della sua regale presenza) la guardammo sbalorditi

«Come parcheggiato? Non siamo atterrati!» s’indignò il Dottore.

«Ti sbagli noi siamo appena atterrati» gli disse River senza mezzi termini.

«ma non ha fatto rumore!»s’indignarono lo spirito e il Dottore

«Non farebbe mai questo rumore se tu non lasciassi i freni inseriti» Li rimproverò River puntando un dito contro il Dottore.

«E’ vero. Ma è un rumore che adoro!» esclamò lui.

«Pond, spirito con me, diamo un occhiata» disse lui dirigendosi verso le porte del TARDIS

«No!aspetta verifica ambientale!» disse River ammonendolo

Lui non sembrò farci caso e ribatté sarcastico

«Oh certo bisogna verificare!»

Poi aprì una delle porte del TARDIS . mise la testa fuori e disse.

« Il tempo è bello! Siamo sul Alfava Metraxi il settimo pianeta del sistema Dundra, atmosfera ricca di ossigeno,niente tossine giorno di undici ore e.. foese pioverà in serata»! Disse lui divertito.

Io ridacchiai.

Lo spirito invece chiese

«Come mai sai pilotare il TARDIS?»

River sorrise.

«Ho avuto l’insegnante migliore»

Il Dittere fece una faccia compiaciuta. «Beh.. si.. modestamente..» disse arrogantemente lui.

Lei lo interruppe «Peccato che tu quel giorno avessi da fare!»

Lui si fece più cupo in volto e bofonchiò solo un “ah” a mezza voce.

«Allora come mai sono atterrati qui?» si chiese River anfanando verso le porte del TARDIS.

«Non hai controllato la scatola base si sono schiantati» disse lui. Aprendole la porta e richiudendola dietro River. Era chiaro che non voleva averci nulla a che fare.

Ero parecchio irritata.

«Spiega!» sbottai arrabbiata

Il Dottore tornò verso la console e iniziò a tirare le leve per partire.

«Chi è quella?! E come mai ti conosce?! E come ha fatto a organizzare tutto!?» sbraitai. Mentre lo spirito diceva qualcosa al Dottore. riuscii a cogliere solo le parole

«Amy... Irritata... te l’avevo detto»

Lui ignorò lo Spirito e continuando a premere i pulsanti e lavorare con lo scanner mi rispose

«é ima lunga storia e ne conosco solo una parte. filiamocela»

«Perché stiamo scappando?» chiese lo Spirito

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«Perché è il futuro. Il mio futuro da quanto ho capito»

«Non si sfugge al futuro» gli feci notare io.

«Posso evitarlo se voglio. Il Tempo non è il mio padrone!» replicò lui scostante e arrabbiato.

«Scusa Dottore ma li fuori c’è un pianeta?» chiesi curiosa

«Certo che c’è un pianeta!» sbraitò lui adirato.

«Mi avevi promesso un pianeta!» constatai. Poi feci la mia migliore espressione da cucciolo e chiesi

«Cinque minuti?» lui mi guardò poi sospirò e si arrese

«e va bene cinque minuti!»

Mi misi a saltellare sul posto e corsi verso le porte del TARDIS

POV dottore

«Cinque minuti ma non uno di più e apri bene le orecchie non mi farò coinvolgere in nessuna pazzia da quella donna!» dissi mentre Amy correva fuori. Rimanemmo solo io e James

Chi è Dottore? quella Donna intendo.

È questo il bello James. Non lo so.

Come non lo sai!

Tu vieni dal mio futuro come lei. Ti ho mai parlato di lei?

No non ricordo nessuna River Song. L’unica persona di cui tu e Amy avete parlato è stata una certa Melody.

Melody? Chi è questa Melody?

Spoiler Dottore! Non posso dirti nient’altro

Tu sai molto più di quello che vuoi dirmi non è vero James Potter?

E tu sei molto più curioso di quello che mi aspettavo

Lui sorrise misteriosamente e poi seguii Amy fuori dal TARDIS.

Eravamo atterrati su della roccia un altopiano roccioso. River era intenta a fissare la nave schiantata.

«Cosa l’ha fatta schiantare?»

«Il portello è stato sigillato subito dopo che tu l’hai fatto esplodere i motori sono andati fuori fase nessun sopravissuto..» spiegai

Amy dietro di me mi disse

«Non vuoi nemmeno presentarci?» era alquanto indispetita.

«Amy Pond, spirito professoressa River Song»

«oh diventerò una professoressa!» disse lei compiaciuta.

Ero irritato.

«Guarda che non faccio il taxista. Non verrò a prenderti ogni volta che avrai voglia di lanciarti da una nave spaziale!»

La sua risposta mi irritò ancor di più

«Sapessi quanto ti sbagli Dottore!» ribatté melliflua lei.

Poi cambiò argomento

«C’è una cosa nella stiva di quella nave che non potrà mai morire » disse enigmatica.

Poi si girò prese un radiolina e iniziò a dire come se stesse parlando al telefono

«si sono io»

Pausa

«si sono sul luogo del impatto. Localizzate tramite il mio segnale»

Poi mi chiese di sonicizzarla per potenziare il segnale.

Di mala voglia estrassi il cacciavite sonico e glielo puntai addosso. Mentre un irritantissima Amy commentava

« Dottore l’hai sonicizzata»

La ignorai meglio non far infuriare anche James.

POV Amy

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River estrasse dalla borsa un libro blu.

«Cos’è quel libro?» chiesi interessata

«Stanne alla larga» mi ammonii il Dottore

«Okay ma cos’è?» chiesi incuriosita

« Il suo diario. In cui c’è il so passato. Il mio futuro. Continuiamo ad incontrarci nel tempo sbagliato»

Proprio allora degli uomini vestiti da militari arrivarono sul pianeta.

Il capo deigli uomini armati esordii

«Dottoressa Song,mi aveva promesso un esercito. Invece qui vedo solo una ragazza , un tizio idiota con un cravattino e un fantasma» disse l’uomo sprezzante

«No le avevo promesso l’equivalente di un esercito. le presento il Dottore»

«Il tizio idiota con il cravattino che ti deve salvare la vita in caso di necessità» disse il Dottore. Mimando un saluto militare

«Sono mortificato signore. Padre Ottaviano Signore 20 Chierici al mio comando. La dottoressa Song ci sta aiutando in questa operazione sottocopertura. La Dottoressa le ha spiegato con cosa abbiamo a che fare? »

«Dottore tu sai qualcosa sul argomento angeli piangenti»

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Capitolo 11
*** Amy e L'angelo Piangente ***


NDA Ciao! Scusate per l'enorme ritardo è un po' piccolo come capitolo ma non ho potutto fare altro! Ringrazio Joasteroide, Dani,Dub01, Samuela, Shalycoen e in particolare vorrei ringraziare Experensing per aver recensito tutti i capitoli precedenti e per avermi detto di averla " Stregata" ! Grazie questo capitolo è per te!e inoltre dedico il capitolo anche alla mia beta Dub01 che mi da sempre idee geniali!

Grazia e tutti!

Baci Marty Evabns

Capitolo 11

Amy e L’angelo Piangente

Pov Amy

Padre Ottaviano ci condusse dentro un tempio che avevano strutturato come base. Padre Ottaviano era in testa seguiva il Dottore, lo spirito e poi io.. Il Dottore mi aveva detto di restare nel TARDIS finche non avesse mandato lo Spirito a chiamarmi . Ma io non ho mai seguito molto le regole. Così li avevo seguiti.

«Per quello che abbiamo constato l’Angelo è ancora al intano della nave. La nostra missione è entrare e neutralizzarlo. Secondo questa mappa dietro questa parete c’è una fila di catacombe che porta direttamente al tempio dove la nave si è schiantata.. Possiamo far saltare la parete, passare per la camera principale e risalire fino..» stava spiegando Padre Ottaviano. Il Dottore lo interruppe sollevò la testa sorridendo in modo idiota

«Molto Bene!» esclamò.

«Scusi Signore?» chiese padre Ottaviano

«Catacombe. Perciò sono buie. Senza luce. Fantastico.» disse lui in tono sarcastico.

«Le chiamano Labirinto dei Morti» replicò il vescovo.

«é meglio se vi fermate. È un consiglio Vescovo»

Padre Ottaviano fu chiamato da un altro chierico e si dileguò. Il Dottore intanto stava analizzando una valigetta su un tavolo. Non mi stava prestando attenzione. Anzi non sembrava avermi notato. Così mi sedetti sul tavolo acanto a lui e sospirai. Lui si girò verso di me sorpreso e arrabbiato

«Amelia Pond, quale parte di, aspetta nel TARDIS finché non manderò lo Spirito a chiamarti non ti è chiara?!»

«Oggi sei proprio un brontolone lo sai?» dissi con tono infantile. Lo Spirito ridacchiava di gusto mentre il Dottore era calmo troppo calmo.Il genere di calma simile alla quiete prima della tempesta Ed era serio incredibilmente serio.

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«Amy, un Angelo Piangente è la più mortale, malvagia e potente creatura che l’evoluzione abbia mai prodotto. Ce n’è uno intrappolato in quella nave. Io devo infilarmi li dentro con un cacciavite e una torcia e, ammesso che sopraviva abbastanza a lungo alle radiazioni e che l’intera nave non esploda in faccia, devo fare qualcosa d’intelligente che non mi è ancora venuto in mente. Questa è la mia giornata Amelia. Capito tutto? Ci sono domande?» Mi disse al quanto sarcasticamente lui. Sapevo di farlo imbestialire ancora di più ma dovevo sapere. Così feci la domanda che più mi premeva

«River Song è tua moglie?». Chiesi sperando ardentemente in una risposta negativa. Sentii lo Spirito ridere come un metto e il Dottore che sospirava pesantemente .

«Si. Hai ragione.. oggi sono davvero un brontolone.» Quando aveva detto si le mie speranze stavano andando in pezzi. Le mie speranze di stare un giorno con lui si sgretolarono in tanti piccoli frammenti No! Non può essere! Lui non può veramente stare con quella specie di arpia bionda che da ordini come un bulldog. Poi però il mio cuore era stato ricucito quando aveva detto che era un brontolone e avevo capito che mi aveva risposto negativamente. Proprio allora la voce da bulldog di River quando sbraitava ordini ci raggiunse

«DOTTORE!!» urlò. Lui levò gli occhi al cielo e borbottò qualcosa che assomigliava a un “ Vi prego signori di Galifrey salvatemi” in tono esasperato. Poi mise giù la testa con aria abbattuta e mi fece cenno di seguirlo. Raggiungemmo River che stava urlando (di nuovo) a Padre Ottaviano di raggiungerci. Arrivammo in una sala dove c’era uno schermo su cui veniva proiettata l’immagine di un angelo di pietra in bianco e nero.

«Dottore cosa ne pensi? L’ho preso dal cavò della Bisanzio. Sono quattro secondi» gli disse River fissando lo schermo.

«é un angelo si copre il volto con le mani» sentenziò il Dottore. Lo Spirito continuava a fissare lo schermo con il volto preoccupato. Non capivo cosa avvesserò tutti. Era solo una statua. River mi guardò sconcertata quando lo dissi ad alta voce «è una statua quando la guardi» mi spiegò River

«Dov’è stato trovato?» chiese il Dottore

«in alcune rovine alla fine del secolo scorso. È rimasta in mani private fin ora ma sempre dormiente» rispose River

«C’è differenza tra dormiente e paziente» sbottò il Dottore

«Che vuol dire “è una statua solo quando la guardi”?» chiesi non capendo il significato delle parole di River ne delle ultime battute della discussione tra lei e il Dottore. Lo Spirito non era intervenuto e se ne stava il più lontano possibile da River, stringeva i pugni e la guardava con odio. Anche se non ne capivo il motivo.. decisi che gliel’avrei chiesto dopo.

«Gli angeli piangenti si muovono solo se non visti. secondo la leggenda» mi disse River.

«Ma quale leggenda! È un blocco quantistico! Se visti da una creatura vivente... gli angeli smettono di esistere sono solo. Pietra! Diventano di pietra finché tu non gli volti le spalle» disse il dottore con il suo tono da so-tutto-io un po’ arrogante e gesticolando nervosamente.

Il Dottore era nervoso questa era una novità e mi faceva paura questa novità perché non sapevo come parlargli.

«gli scudi di protezione si saranno rotti nel impatto per cui la nave sarà piena di radiazioni, tempeste gravitazionali.. roba mortale per quasi tutti gli esseri viventi»

«Anche per un Angelo?» chiese il vescovo

«Nutrimento per un angelo più resterà li più diventerà forte. Chi ha costruito il tempio?»

«Gli Applan. Quando si sono esistenti il pianeta è stato terra formato. Ci sono 6 miliardi di coloni umani qui e» disse River

«Uh ma voi siete peggio dei conigli. Vi espandete ovunque! Non finirò mai di salvarvi!» disse il Dottore sarcastico

Tutti si divisero: i Chierici andarono a pepare gli esplosivi e il Dottore e River stavano consultando un libro mentre il mio stomaco si contorceva dalla gelosia e volevo ucciderla.. Mi ritrovai da sola con lo Spirito che di solito era sempre con il Dottore ma non voleva avvicinarsi a River. Perciò suppongo io fossi l’unica con cui volesse parlare.

«Allora cosa pensi degli angeli?» chiesi tanto per parlare

«Beh Amelia li ho già incontrati e gli Angeli piangenti sono sempre terribili sopratutto perché un minuto prima sono statue e quando ti volti sono vicine a te e ti uccidono» disse in tono piatto

«Ed è quello che è successo a te? È così che sei morto?» chiesi

Lui rise «Hai mai sentito parlare di “tatto” Amy. No comunque non sono morto così. Non sono stato riportato indietro da un angelo. Ma è successo a una mia cara amica. Durante una battaglia stavamo vincendo . L’ordine contro i Mangiamorte . quando al’improvviso sono comparsi loro, gli Angeli Piangenti. Sembravano innocui, solo statue. Ma io Lily Sirius e Remus vi avevamo incontrati e sapevamo cos’erano. Ma gli altri no. Così una di loro fu tanto ingenua da voltarsi e l’angelo dietro di lei l’ha afferrata e l'ha portata indietro. Allora non sapevamo che si erano alleati con Voldemort hanno seminato terrore e morte durante la fine degli anni 70. Credimi Amelia ho visto gli angeli al loro peggio. Questo non è niente, niente al confronto di quello che ho visto » il racconto dello spirito era molto crudo senza fronzoli. Era un racconto puro e semplice ma volevo saperne di più

«Quando hai pronunciato quei nomi Sirius e Remus mi sono venuti in mente due volti. Come se li conoscessi. Puoi dirmi chi sono? E Lily... tu mi hai chiamata Lily la prima volta che ci siamo visti. E poi mi hai detto che ti ricordo una persona che conoscevi. Chi è Lily? Cosa centra con me ?»

POV James

Oddio mi ero andato a arrampicare sugli specchi da solo!

Potevo parlare dei malandrini,di Padfoot* Moony* e di Wrontail * ma di Lily? Come potevo parlarle di lei stessa senza rivelarle la verità. Non potevo farci niente ma dovevo aspettare lei doveva ricordare da sola. Questa era la cosa più snervante ma per lei sarei stato disposto a tutto. Certo non avevo contato il Dottore ma dovevo prevederlo. Okay in questa incarnazione io e lei non saremmo stati insieme ma va bene così io la amo e la aspetterò con qualunque nome avrà in futuro io l’amerò. Ora veniva la parte più difficile risponderle.

«Amy..ecco..Remus, Sirius e Peter erano i mie migliori amici. Insieme formavamo un gruppo chiamato i Malandrini. Eravamo i ragazzi più casinisti della scuola. Ma eravamo anche molto diversi.. Io ero il classico ragazzo arrogante che giocava nella squadra di Quiddich acclamato ed osannato con mille ragazze intorno combina guai. Adoravo infrangere le regole e fare scherzi specie a Mocciosus . C’era Sirius il mio migliore amico bello e affascinante accerchiato da mille ragazze arrogante come me si divertiva a combinare scherzi. C’era Remus studioso timido e riservato gentile e disponibile con tutti, e poi c’era Peter il ragazzo un po’ timido e grassottello che ci aiutava negli scherzi ma che era anche uno di noi dolce e insicuro il povero Peter. Ma non lo perdonerò mai per quello che a fatto! Io sarei morto per lui! Comunque passando a Lily.. lei era beh.. la ragazza, la donna che amavo. Tu in un certo senso me la ricordi nient’altro»

Era una bugia bella e buona ma non potevo farci niente se non mentire. Gli avrei detto tutto a tempo debito. Ma per ora lei doveva rimanere nel ignoranza più totale. Quando avremmo incontrato colei che sapeva tutto avrei potuto raccontarle tutto ma non prima.

«Perché odi River?» mi chiese lei dopo aver sentito la mia risposta. Non potevo dirle la verità neanche su questo. E in questo non ero vincolato da niente ma faceva parte del suo futuro e di quello del Dottore. Non potevo dirle cosa sarebbe successo il 22 Aprile 2012 sul lago Silenzio dello Iuta.

Che dolore le avrebbe causato quella disgrazia, quel omicidio! Come poteva farlo? Lo avevo visto con i miei occhi! Quand’ero ancora vivo! Povera Amy! Non sapeva ancora quanto avrebbe sofferto!

«Io non odio River solo non mi piace!» Nn era vero. Era l’ennesima bugia. Io la odiavo. Io odiavo quella donna per quello che aveva fatto! Ma non potevo dire nulla a nessuno su questo. Era un segreto. il mio segreto.

POV Amy

Dopo aver sentito le parole dello spirito mi misi a guardare lo schermo su cui c’era l’angelo e notai che non erano quattro secondi ma di più.

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«Amy non farlo! Amelia per favore! Non farlo!» mi gridò lo spirito ma io mi ero già avvicinata allo schermo e avevo già preso a fissare lo schermo. Poi ero andata verso il telecomando avevo mandato indietro la registrazione e l’angelo era sempre di fianco poi si era spostato davanti a me.

Non badai agli «Amy! Amelia!» che mi gridava lo spirito.

L’angelo era voltato verso di me ora e sorrideva perfido dallo schermo.. istintivamente andai verso la porta di metallo e tentai di aprirla. Niente. Moi voltai verso lo spirito che aveva un espressione terrorizzata negli occhi nocciola!

«Spirito! Fa qualcosa!» chiesi nel panico

«Cosa?!» mi chiese lui adirato

«Hai detto di averli già incontrati! Saprai come fremerli!»

«No che non lo so!» mi urlò lui.

«Allora chiama il Dottore!» gli urlai

«Non posso!» mi disse lui.

«Come non puoi? Sei un fantasma! Passa attraverso la porta!»

«Non posso passare attraverso la porta è di metallo!»

«E allora chiamalo con il pensiero! So che puoi farlo! So che vi parlate nella mente!Chiamalo no!?» urlai

Lui chiuse gli occhi e si concentrò.

«Non riesco!È concentrato su qualcosa che mi impedisce di entrare!»

«Okay allora lo chiamo io! Dottore!»

Pov Dottore

Questo libro è inutile! Non c’è niente! Pensai mentre leggevo il libro che River mi aveva dato sugli angeli.

«Questo libro non ci mostra la loro immagine»

«Aspetta c’era un brano dove parlava delle immagini» disse lei. Lo trovai e lessi

«”l’immagine di un angelo diventa essa stressa un angelo!»

Oh no! Amy! Perché James non mi hai avvertito?!

Oh finalmente!ci ho provato a contarti ma tu non mi lasciavi entrare nella tua testa.

Lo so scusa

Scusa??? Io e Amy stiamo per morire e tu mi dici solo scusa!?

Tecnicamente solo Amy sta per morire tu sei già morto!

Beh e allora maledizione sbrigati è nella stanza!

Cosa??????!!!!!!!!!!!!!

L’angelo è nella stanza!

Scattai verso la porta cercai di aprirla era chiusa dal interno. Provai ad aprirla con il codice d’accesso niente

«Amy non sbattere le palpebre Continua a fissarlo! Non può muoversi se lo guardi! Hai capito? Quello è un angelo! L’immagine di un angelo è essa stessa un angelo» dissi armeggiando con il cacciavite sonico per staccare la corrente

«Che stai facendo?» mi chiese River

« Stacco la corrente! Se si manifesta attraverso lo schermo bisogna spegnerlo! C’è un blocco di sistema maledizione!»

«Non c’è un blocco!» mi gridò >River

«Adesso c’è! Amy! Lo schermo!»

«Cosa?» mi urlò lei

« riesci a spegnere lo schermo!»

«Ci ho provato!» mi urlò di nuovo

«Continua a provare ma guarda l’angelo. Non sbattere le palpebre!Ogni volta che si muove è più veloce! Non sbattere le ciglia »

«Ci sto provando! Ma tu hai mai provato a non sbattere le ciglia!» mi gridò lei

«Bene non smettere!»

«Secondo te cosa sto facendo?» mi chiese lei furiosa

PoV Amy

Okay ora devo cavarmela da sola. Il fantasma è un buono a nulla e devo farcela da sola. Feci come mi aveva detto il dottore presi a tentoni il telecomando. Quando l’ebbi in mano lo puntai verso lo schermo. Mi accorsi che c’era un disturbo sul nastro così puntai il telecomando sul Disturbo e misi in pausa li. Siccome non c’era un immagine del angelo sul disturbo. Lo schermo si spense e l’angelo sparii. Proprio in quel momento lo spirito esclamò

«Finalmente! Sei arrivato!» mi girai. Il Dottore era sulla soglia. La giacca di tweed spiegazzata i capelli neri talmente in disordine da assomigliare alla chioma ribelle dello spirito. Appena mi vide il suo volto si aprì in un bellissimo sorriso. Gli occhi li si illuminarono.

«Amy! Mi dispiace tanto! Dovevo essere più previdente. Dovevo rispondere subito allo spirito! Oh mio dio scusami! Ho avuro tanta paura di essere arrivato troppo tardi! Mio dio!! Ho avuto così paura che ti avesse riportata indietro!»

Poi il Dottore mi abbracciò. Affondai nelle sue braccia. Mi sentivo protetta e al sicuro. Appoggia il viso sulla sua spalla e chiusi gli occhi. Lui era tornato a salvarmi. Lo avrebbe sempre fatto. Lui accostò il viso al mio orecchio e mi sussurrò «Amy Pond ho avuto così paura di perderti!» detto ciò mi strinse più forte a se. Io mi spostai e appoggiai la testa sul suo petto.

«L’angelo.. Dottore..io..è sparito!» dissi con il viso premuto contro la sua camicia bianca a righe rosse.

«Lo so come hai fatto?» mi chiese interessano. Mentre io ascoltavo la sua voce pacata con la testa ancora appoggiata al suo petto.

«i ho visto che sul nastro c’era l’imagine di un angelo ma c’era anche una specie di disturbo sul nastro così ho fermato la registrazione li.» Spiegai. Lui rise tanto che potei sentire il suo petto vibrare per la risata e la sua gola tremare.

«Oh Amelia Pond sei molto.. molto brillante!» mi disse baciandomi sulla fronte. Qualcuno alle nostre spalle si schiarì la gola. Era River che stava guardando in cagnesco lo spirito che ricambiava lo sguardo con altrettanto odio. Mi girai verso di loro con aria interrogativa

«Che cosa voleva l’angelo?» chiese River

«Osservarci. Studiarci è venuto in avan scoperta non è più dormiente »

Si sentii un esplosione Il Dottore si staccò da me si diresse verso la porta

«Dottore!Abbiamo fatto saltare la parete!»

Il Dottore si girò verso di noi e disse soltanto:

«Okay ora si comincia» Poi seguii il vescovo

Io mi presi un po’ di tempo. L’occhio destro mi prudeva.

River uscì. Lo Spirito era già uscito dalla stanza con il Dottore. River si diresse verso la porta e poi si voltò verso di me «Vieni?» mi chiese

«Si un attimo!» le dissi. Mi portai una mano al occhio

«Che strano ho qualcosa nel’occhio» mi dissi prima di uscire e raggiungere gli altri

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Capitolo 12
*** Il Labirinto dei Morti ***


Capitolo 12

Il Labirinto dei Morti

NDA Allora so che vorreste uccidermi perché è più di un mese che non aggiorno... ma sono stata impegnata! perciò per farmi perdonare il capitolo è più lungo del solito! Spero vi piaccia e che non faccia così schifo. inoltre (questo lo dico sopratutto perchi segue la serie) c'è un personaggio di un altra stagione che appare. L'idea per far arrivare questo personaggio nella fic me l'ha data la mia beta Dubhe01 che nonostante segua la serie da poco con la sua idea geniale è stata fantastica! Grazie non so cosa farei senza di te! Comunque vorrei ringraziare:experiencing per le sue fantastiche recensioni. _Dani_ che devo ringraziare perché anche non capendo tutto ( perdonami se non riesco a spiegare tutto) mi segue sempre. dubhe01 ti ho già ringraziata prima ma non posso fare meno di dirti quanto adori le tue idee, le tue storie e te. sopratutto perché mi sopporti! shalycohen adoro le tue recensioni grazie e sono felice che la storia ti piaccia e ti avviso riguardo a River io sono molto... molto imprevedibile! e infine un ringraziamento e una scusa umilissima vanno a te Joasteroide42

primo perché ho recensito solo ora la tua fic e poi perché mi sopporti! Bene ragazzi ora vi lascio al capitolo!

Ci vediamo Sotto ho un altra cosa da dire a fondo pagina!

POV Dottore

Ci calammo tramite una scala a pioli nelle catacombe. Io fui l’ultimo a scendere e a saltare agilmente (sono una persona molto modesta) sul pavimento di pietra. Estrassi la torcia elettrica che avevo preso in prestito dal vescovo e poi chiesi al sopracitato vescovo:

«Avete un globo gravitazionale?». Allora devo spiegarvi cos’è giusto? se ci tieni alla vita si N.D. Autrice) va bene un globo gravitazionale è un palla bianca che se lanciata in aria fa luce. Sono le moderne lampadine. E sono orgoglioso di poter dire che... (DOTTORE! Basta! Ai lettori non importa niente delle tue stupide lezioni sui globi gravitazionali N.D. James)

Ma sono un povero Signore del Tempo! Devo guadagnarmi da vivere in qualche modo.

Non m’interessa se fai la fame! Vai avanti! N. d A)

Va bene . il Vescovo mi passò un globo.

«Dove siamo?» chiese Amy.

«In un mausoleo degli Aphlan. Noto anche, come Labirinto dei Morti» le spiegò River.

«Sì. Ma, che cos’è?» chiese Amy.

«Beh per una creatura vivente di pietra... » le risposi,

Lanciando in aria il globo a illuminare tutto il mausoleo. Era un vero e proprio labirinto pieno di statue di pietra.

«... è il nascondiglio perfetto.» conclusi.

«Ci rende le cose un po’ più complicate,Un angelo di pietra, che si nasconde tra statue di pietra. Molto più difficile di quanto sperassi» concluse il vescovo illuminando le statue intorno a noi con la sua torcia.

«Un ago in un pagliaio» li fece eco River.

«Un ago che sembra paglia, un pagliaio pieno di morte, Un ago di paglia, in un pagliaio di morte, con statue. No, era meglio la tua!» Dissi a River.

«Controllate ogni minimo dettaglio in questo posto. Eseguite un’ispezione visiva. Sapete cosa cercare. Una domanda: come si combatte?» disse il vescovo rivolto ai suoi chierici e rivolgendo l’ultima domanda a me.

«Lo troviamo. e speriamo!» dissi solo.

Intanto iniziammo a muoverci. M’infilai nella prima fila di catacombe.

POV James

Il Dottore si avviò a destra seguito da Amy. Stavo per seguirli, quando mi accorsi che c'era una conversazione molto più interessante in atto. Così mi fermai. Erano Me... River (perdonatemi non voglio rovinarvi la sorpresa) e il vescovo. Stavano parlando sottovoce. Il vescovo aveva afferrato River per un braccio e le parlava concitato.

«Lui ancora non lo sa vero? Chi e che cosa sei?» le chiese. Oh non era esatto. Il Dottore lo sapeva. Una parte di lui lo sapeva. Ne era pienamente consapevole. Era pienamente consapevole dei rischi che comportava stare vicino a quella donna. Quella parte ero io. Facevo parte del suo corpo no? Sapevo chi era in realtà e sapevo cosa aveva o avrebbe fatto tra due anni e la odiavo per questo. Non solo perché avrebbe fatto soffrire Amy. Ma perché avrebbe ucciso un innocente e quel innocente era uno dei miei migliori amici.

«è ancora presto nella sua linea temporale» gli rispose lei.

«Beh assicurati che non lo capisca o non ci aiuterà più.».

«Tranquillo non voglio ritornare in prigione» gli rispose River. Il Vescovo la guardò male e poi prosegui. Ora toccava a me farmi una bella chiacchieratina con River Song.

«River Song! Molto ingegnoso come sopranome. Uno non scoprirebbe mai chi sei in realtà se non sapesse la tua storia, il tuo vero nome e leggere il linguaggio del popolo della foresta» dissi.

La vidi sobbalzare e voltarsi verso di me.

«James! Mi hai spaventata!» mi disse

«Beh che dire anch’io sono felice di vederti Mel.. Oh scusa! Ora ti fai chiamare River Vero?» dissi sorridendo e usando apposta il soprannome che avevo sentito usare da sua madre in un futuro non molto lontano.

«Non chiamarmi così! Non osare pronunciare il mio nome!»

«perche non posso pronunciare il tuo nome?è la vergogna che parla forse?» dissi freddo schernendola.

«Senti, non so come tu faccia a sapere chi sono. Ma è presto nella linea temporale del Dottore e anche nella tua. Tu non dovresti sapermi riconoscere. Sono cambiata moltissimo dall’ultima volta che mi hai vista. Non eri che un ragazzo di vent’anni e io ero ancora una bambina impaurita. Probabilmente non ti ricordi nemmeno di quella notte. Ma io si. Mi hai aiutata. Senza sapere chi ero. Fu a New York, nel 1980, tu mi salvasti da quella rigenerazione e mi aiutasti senza mai chiedere nulla in cambio.»

«Non so di cosa tu stia parlando. Ti sbagli non ci siamo mai visti prima. E per quanto riguarda le linee temporali non è troppo presto nella mia. Sono un fantasma ricordi? Ho già vissuto la mia vita. Ma ripensandoci, è vero , hai ragione, ci siamo già visti in un momento della nostra vita solo che tu non sapevi che io c’ero. Perché io ero li, quel giorno al lago. Ero ancora vivo e ti ho visto. So cosa hai fatto! E sapendo anche chi sei, non so come tu faccia a guardarlo negli occhi senza provare un briciolo di vergogna.»

Lei tremò.

«Sono stata costretta a farlo! Non volevo! Devi credermi James! Ogni volta che parla, ogni volta che mi guarda, vorrei morire. Mi sento più in colpa di quanto tu possa immaginare!» disse lei con le lacrime agli occhi .

«Ah ma davvero? Non ti credo. Non credo a nessuna delle parole che escono dalla tua bocca!» dissi in tono duro. Non mi sarei fatto plagiare dal suo pentimento. Mentre rivedevo immagini orribili. Mi passò per la mente il viso di Amy con gli occhi rossi dal pianto. Potevo risentire i suoi singhiozzi disperati e le sue urla piene di dolore. Potevo rivedere la vita che lasciava il corpo del mio migliore amico. E tutto per colpa di quella donna.

Non l’avrei mai perdonata per aver fatto soffrire così la mia Lily. Sì, sapevo che non era proprio Lily. Era una sua reincarnazione per cui non era del tutto uguale a lei.

Anzi, non si somigliavano per niente caratterialmente. Però, nonostante questo, io amavo Amelia Pond per il semplice fatto che per me lei rappresentava la mia Lily . Rappresentava il fatto che quel verme di Voldemort non aveva annientato completamente nessuno di noi due Ed era così . Ora, Lily, aveva un’altra vita. Una vita in cui non si ricordava di me. Ma, in cui era felice. E, sapere che la sua felicità sarebbe stata guastata da quella donna mi riempiva di rabbia. Non amavo Amy soltanto perché era la reincarnazione di Lily ma anche perché l’avevo vista a Hogwarts così dolce gentile, responsabile, simpatica, altruista, premurosa, malandrina, trasgressiva, provocante, Arrogante, acida, scorbutica, arrabbiata, disperata e triste la avevo vista in mille modi diversi ed era sempre bellissima. Per questo l’amavo e la amerò sempre. Faccio male? Non lo so. Ma una cosa la so e la sapevo anche allora non avrei permesso che nessuno le facesse del male. Probabilmente penserete che io sia un povero sciocco innamorato della reincarnazione della moglie e geloso della persona con cui divide il corpo. Ma non è così. Ora non sono più geloso perché so che lui in questa vita può renderla felice. Ed è quello che ho sempre voluto per Lily la sua felicità nient’altro. Per questo detestavo la donna che avevo davanti.

La donna che le aveva portato via l’unica cosa che amava quanto nella sua altra vita aveva amato me.

«Sai mi ricordi molto mia sorella. Queste sono le stesse parole che mi disse lei»

«Si ho conosciuto tua sorella quand’era bambina. Ma non è stata lei a raccontarmi la tua storia sono state due donne molto molto strane.» dissi andando con la mente al mio primo incontro con le due donne misteriose

Londra 7 settembre 1980

Stavo camminando per Londra. Ero in pattuglia per l’Ordine della Fenice. Ero in un vicolo stretto. Dovevo ancora controllare un paio di strade poi avrei potuto smaterializzarmi a Godric’s Hollow, dove Lily e Harry mi aspettavano. Sorrisi al idea di tornare dalla mia famiglia. Stavo per uscire dal vicolo, quando due mani incredibilmente forti mi bendarono gli occhi. Mentre un altro paio di mani mi legava i polsi. . Dopo l’iniziale sorpresa iniziai a divincolarmi e tentai di prendere la mia bacchetta nella tasca dei jeans. Ma prima che potessi fare anche un solo incantesimo, la persona che mi teneva le mani sugli occhi ritirò le mani, estrasse una bacchetta e gridò «expeliarmus». La mia bacchetta volò via. La voce era femminile e musicale. Era una strega. Anche se non potevo esserne sicuro perché non riuscivo a vederla in viso. Il viso, infatti, era coperto da un cappuccio blu scuro. Non somigliava ai mantelli dei Mangiamorte e non indossava nemmeno una delle loro maschere.

«Andiamo» disse la ragazza alla persona che mi teneva i polsi. Quando me li lasciò, mi accorsi di avere i polsi legati dietro la schiena e che la persona che me li acveva legati li teneva legati a una robusta fune che aveva in mano. In modo che non potessi liberarmi. Quello che mi teneva i polsi si chinò a raccogliere la mia bacchetta. Come l’altra ragazza indossava il pesante mantello blu scuro e non scorsi granché. Ma mi accorsi che aveva una corporatura esile e la mano che si chinò a prendere la mia bacchetta era elegante e affusolata. Tipicamente femminile. Due ragazze. Ero riuscito a farmi mettere nel sacco da due ragazze! E da quanto avevo capito (non potevo esserne sicuro siccome la seconda ragazza poteva aver nascosto la bacchetta. Ma allora perché legarmi a mano e non con un incantesimo?)era pure babbana! Ragionai su questa ipotesi. La seconda ragazza non poteva essere una Mangiamorte se era babbana e nemmeno la prima. I Mangiamorte non avrebbero mai lavorato con i Babbani! Ma allora chi erano quelle due? E che cosa volevano da me? Non erano membri dell’Ordine. Li conoscevo tutti da anni ormai. No! Non lo erano. Spie di Voldemort? Poteva darsi. Ma a che scopo rapirmi? Conoscevo già la risposta naturalmente: mio figlio. Ma non avevano la stoffa delle spie. A quest’ora mi avvierebbero già lanciato un legilimens o un cruciatus per sapere cosa sapevo. Mentre le seguivo, avevo la strana sensazione che non mi avrebbero fatto del male. Passammo in un altro vicolo e poi in un altro e in un altro ancora. Arrivammo davanti a una vecchia casa in stile vittoriano. Entrammo.

«Signore» disse un omino che sembrava una patata con un frac alle due ragazze. Era un Sontharan. Un alieno. Lo sapevo perché l’avevo studiato al mio settimo anno con il miglior insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure che io abbia mai avuto.

«Strax» lo salutò la prima ragazza togliendosi il mantello di velluto blu. Allora lo notai. Quel mantello non era di un blu qualsiasi era Blu TARDIS. Quello mi fece subito pensare a un eccentrico uomo con uno stupido farfallino e una giacca di tweed. Quel pensiero portò con sé anche la consapevolezza che non l’avrei più rivisto. Ma come poteva essere collegato a lui tutto questo? Quell’uomo non esisteva più. Quando la ragazza che stava davanti a me si slacciò la spilla che chiudeva il mantello e lo appese all’appendiabiti restai spiazzato. I capelli erano raccolti in una severa ed elegante crocchia rossa scura. Anche se alcune onde rosse erano sfuggite alla crocchia ed erano stati messi elegantemente dietro le orecchie. Pensai subito a Lily erano i suoi capelli quelli. C’era una sola persona che aveva la stessa incredibile tonalità di rosso. Era la reincarnazione di Lily, Amelia Pond. Perciò all’inizio pensai fosse Amy, ma poi mi ricordai che Amelia aveva i capelli lisci come quelli di Lily e non ondulati. Ma ne ebbi la conferma quando si voltò verso di me e la vidi in viso. Fiammeggianti occhi verdi, del verde cangiante più intenso che avessi mai visto mi fissavano interessati. Non erano occhi che si dimenticano facilmente... Non pensavo avrei più visto quegli occhi.

«Strax dov’è Madame Vastra?» chiese la seconda ragazza

«è uscita, e Jenny è con lei» rispose il Sontharan corrucciato. Eppure i Sontharan non avevano emozioni! Ed erano come i Dalek alieni egoisti e malvagi! Come potevano quelle due ragazze trattarlo come un amico?!

«Bene. Vieni James» mi disse con voce dolce la ragazza dai capelli rossi, porgendomi la mano guantata. Notai che indossava un abito d’epoca. Era un vestito blu semplice ma con un’ampia gonna che spazzava il pavimento quando si muoveva. Sembrava che fosse cresciuta indossando quegli abiti dal bustino stretto e dalla gonna talmente ampia da poter inciampare. Mi voltai per guardare dietro di me. La ragazza che mi aveva legato i polsi si stava togliendo il mantello. Anche il suo era blu TARDIS. Anche lei indossava un abito in stile vittoriano ma il suo era rosso fuoco e metteva in risalto i capelli castano scuro quasi nero e gli occhi color cioccolata quasi neri.. Anche i suoi capelli castani erano legati in una rigida crocchia e indossava addirittura un cappello con una piuma come si usava a quel epoca. Sembrava fossero appena tornate da una festa in stile vittoriano. E poi ci arrivai guardando il braccialetto al polso della prima ragazza. Un Manipolatore Vortex, un modo molto rapido per una o due persone per viaggiare nel il Tempo. Viaggiatrici del tempo? Ma perché nel 1980? Perché in piena Guerra Magica? Perché mi hanno rapito?

«Oh giusto! I Polsi!» disse la ragazza con i capelli rossi e gli occhi verdi. La ragazza dai capelli neri sbuffò e disse al altra «Mi dispiace avergli fatto del male e avergli legato i polsi. So quanto tieni a lui. Ma non ci avrebbe mai seguite senza questa piccola precauzione e con la bacchetta Gill»

«Lo so Clara» le rispose l’altra. La ragazza dai capelli castani, Clara, estrasse da sotto la gonna del vestito, un pugnale, con gesto rapido e micidiale taglio le corde che mi legavano i polsi. Una volta liberi, mossi i polsi felice di potermeli sgranchire. «Vieni James» ripeté le ragazza dai capelli rossi.

«Ma chi siete? Che cosa volete? Perché mi avete rapito? Cos’è questo posto? Siete Viaggiatrici del Tempo? E perché tu somigli tanto a... » iniziai a chiedere. Ma la ragazza dai capelli rossi, Gill, m’interruppe con un cenno brusco e autoritario della mano e dicendomi:

«Dacci tempo James Potter e ti spiegheremo tutto.». Poi inclinò la testa leggermente a sinistra facendo tintinnare gli orecchini d’argento che portava. Ricordandomi in modo molto doloroso il Dottore. Lui e quella ragazza avevano lo stesso modo un po’ buffo di inclinare la testa.

«O almeno, ti spiegherò ciò che posso dirti. Questo non è il nostro primo incontro James Potter e non sarà nemmeno l’ultimo. Io e la mia amica facciamo parte del tuo futuro»

«Cosa? Ma è la prima volta che vi vedo e mi avete praticamente rapito!» protestai

«E cosa dovevamo fare? Spedirti un invito? Non saresti mai venuto! Avresti pensato che fosse una trappola di Voldemort!» sbottò la ragazza mora, Clara squadrandomi con un po’ di rabbia negli occhi nocciola.

«Beh, Clara non ha tutti i torti. Era l’unico modo per farti venite qua. È il tuo primo incontro con noi nella tua linea temporale. Ma non nelle nostre. Noi ti abbiamo già incontrato. Ora seguimi» Disse Gill.

Finalmente curioso e perplesso da quelle due strane ragazze le seguì. Quel posto era una casa vittoriana in tutto e per tutto. I mobili e tutto il resto risalivano a quel epoca. Ci accomodammo in un salottino. C’era un divano rosso di raso, vicino un tavolino con tazze di the e tartine. Notai che c’era una libreria con molti libri tra cui titoli in lingue sconosciute e altri libri che invece avevo trovato a Hogwarts.

Le ragazze si accomodarono una alla ma sinistra e l’altra alla mia destra. Poiché il silenzio si protraeva e avevo mille domande per la testa, fui io a romperlo.

«Chi siete?», domandai con un po’ di paura. Con mia sorpresa fu Clara a parlare. Non mi guardava più con astio. Per la prima volta da quando ero entrato in quella casa mi sorrise. «Certo che sei impaziente per essere uno che è destinato a vedere la reincarnazione di sua moglie tra le braccia di un altro! Ah e dimenticavo che aspetterai la suddetta incarnazione per più di duemila anni! »

«Clara!» la rimproverò l’altra.

«Scusa hai ragione! Niente Spoiler! Comunque, il mio nome è Clara Oswin Oswald e ho viaggiato con il Dottore. E sì, per i tuoi standard sono solo una babbana nessuno di speciale. Lei invece è la mia migliore amica Gilian Times. È una viaggiatrice del Tempo oltre che una strega» disse Clara.

«Oh sono convinto che se hai viaggiato con lui devi essere per forza speciale. Quell’uomo non sceglie... sceglieva persone comuni come suoi compagni. Ci dev’essere per forza una ragione se ti ha portato con sé e tu devi essere molto speciale Clara. Anche se la tua amica assomiglia a una persona che ho conosciuto tempo fa. Chi sei? Chi sei veramente Gilian Times? È uno pseudonimo vero? Non è il tuo vero nome. È qualcos’altro e anche tu hai viaggiato con il Dottore?» le chiesi. Gilian sorrise.

«Perché parli al passato? Chi ti dice che sia morto? Quell’uomo è sempre sfuggito alla Morte in un modo o nel altro. E noi veniamo dal suo e dal tuo futuro perciò lui non è morto. Oh posso dire di si ho viaggiato con il Dottore. Posso dirti di conoscere il Dottore meglio di chiunque altro non quanto sua moglie ma ci vado vicina. E tu sei perspicace Potter! Hai ragione però io non sono chi dico di essere. E Gilian Times è uno pseudonimo del mio vero nome. Ma non ti posso dire chi sono è ancora troppo presto. Lo scoprirai insieme al Dottore e ad Amelia Pond, il Giorno in cui la battaglia per il Dottore sembrerà vana. Nel momento in cui, tutto vi sembrerà perduto, allora, scoprirai chi sono... ed ecco il motivo del perché sei qui il Dottore» mi spiegò Gilian.

«il Dottore? Ma il Dottore è..» la voce mi si spezzò.

«Sei così sicuro che sia morto? Come dice Gilian quell’uomo è famoso per il fatto di “correre lontano dalla morte” e lei non l’ha mai raggiunto» mi ripose Clara.

«Come? Ma ero al suo funerale!Ho visto il suo corpo bruciare! Gli ho dato fuoco io stesso! E voi non c’eravate!» dissi. Erano donne difficili da dimenticare. Se le avessi viste lì, non me ne sarei dimenticato.

«Ti sbagli eravamo anche noi li. Non abbiamo ricevuto gli inviti come voi. Ma eravamo nascoste» spiegò Clara.

E allora ricordai di aver visto in controluce su una roccia una ragazza dai capelli rossi, una ragazza dai capelli neri e una figura spettrale al suo fianco.

«Ma allora.. io vi ho scorte in controluce. E c’era anche... Io ero con voi!» il fantasma in controluce con loro ero io.

«Esatto. Sono cambiate un sacco di cose dopo Trenzalore e per quanto riguarda te e me come ti ho già detto questo non è il nostro primo incontro. » disse Gilian.

« Trenzalore? Che cos’è?» chiesi non avendo mai sentito questo nome. Accora non sapevo che quella sarebbe stata la prima di una serie infinita di persone che avrebbe, menzionarono quel luogo maledetto Trenzalore.

«Mi dispiace James spoiler! Però posso dirti che cos’è successo veramente al Dottore..» mi disse Gilian

«Voglio sapere» dissi a Gilian.

«Allora ti racconterò una storia molto lunga. Iniziò tutto con una bambina...»

E così mi raccontò tutto.

Tornai al presente. River mi stava dicendo infuriata

uando tirò via la spilla sempre blu che lo teneva legato fibalmente potei vedere il viso della ragazza.«Una versione! Che non corrisponde ala verità! Molte persone mi odiano!»

«Beh io sono tra queste»

«Mi odi Jamie?» mi chiese lei

«Non chiamarmi Jamie! Le uniche due persone che possono farlo non sono qui! Una non si ricorda di me, l’altra non so nemmeno se sia ancora viva!Ti ho sempre odiata» risposi secco.

Lei sembrò ferita dalle mie parole.

«Questo non è vero. Ci sarà un tempo in cui mi vorrai bene. Che tu ci creda o no ci sarà un tempo in cui tu sarai la mia famiglia.»

«Io non ti voglio bene! Non so di cosa tu stia parlando!»

«Come per il Dottore è ancora presto nella tua linea temporale. Sei ancora molto confuso James» disse voltandosi e incamminandosi per il corridoio

POV Amy

Mi dovetti fermare un attimo. L’occhio continuava a prudermi.

«Tutto a posto?» mi chiese una voce femminile facendomi sobbalzare. River era dietro di me.

«SI tutto bene. Allora che cos’è un labirinto dei morti?»

«Non è così spaventoso. È solo un labirinto con dei morti sepolti nelle pareti. Okay è spaventoso»

Poi mi tocco il braccio destro e prese uno strumento dalla tasca della tuta militare continuò.

«Dammi il braccio. Non farà male»

Appena quell’arnese mi ebbe punto il braccio, sentii una fitta lancinante al braccio. «Ahi!» protestai

«D’accordo ho mentito! È un virostabilizzatore. Stabilizza il tuo metabolismo contro ogni cosa. Radiazioni, campi magnetici ... tutto! Ti servirà quando saremmo a bordo di quella nave» mi spiegò

«Beh... allora lui com’è?» chiesi a River mentre camminavamo. Anche se non era sua moglie. Lei lo conosceva nel futuro. La prima regola viaggiando con il Dottore è: il Dottore mente. Perciò non ero così sicura delle mie parole.

«Il Dottore? Beh... il Dottore è il Dottore» mi rispose enigmaticamente lei.

«Ah questo è davvero... illuminante!» esclamai sarcastica.

Sentimmo alcuni spari e tornammo indietro. Un giovane chierico aveva sparato al vuoto.

Il vescovo lo stava rimproverando. Il Dottore lo interruppe e chiese al ragazzo.

«Come ti chiami?»

Il ragazzo rispose «Bob Signore»

«Hai un bel nome! Mi piace il nome Bob!» disse il Dottore come se fosse la cosa più importante del mondo.

«Sei spaventato vero?» chiese il Dottore

Bob annui

«Bene la paura tiene allerta. Chi non è spaventato oggi è uno stupido»

Io, Il Dottore, River, lo Spirito e il vescovo proseguirono. Le caverne erano buie umide e gocciolava acqua dai muri.

«Non c’è pericolo che la grotta ci crolli in testa? C’è una nave qui sopra!» chiesi spezzando il silenzio. River mi spiegò «Gli Aphlan erano costruttori formidabili perciò no».

«Sapete una volta cenai con il loro capo architetto... due teste sono meglio di una.» disse il Dottore con un tono vagamente ebete di quando iniziava a divagare. (Amelia io non sono Ebete n. D Dottore)

«Vuoi dire che gli hai aiutati» dissi.

«No!no! Voglio proprio dire che avevano due teste! Erano molto simpatici gli Aphlan. Una volta andremmo a trovarli» disse il Dottore divagando .

«Credevo che fossero tutti morti» dissi non ricordandomi che viaggiando nel tempo non c’erano problemi di questo genere.

«Anche Virginia Woolf se per questo. Ma io gioco nella sua squadra di Bowling. Gli Aphlan sono sempre così carini, brillanti... beh è il bello di avere due teste. Hai sempre compagnia con una testa in più» stava dicendo il Dottore quando lo Spirito lo bloccò. E si fermò in mezzo alla galleria.

«Aspettate un attimo» Lo spirito prese la torcia al Dottore (si posso sollevare3 gli oggetti, anche se sono un fantasma N.D.James.) e la puntò intorno a noi

«Se siamo in un tempio Aphlan, e se Tu hai detto che gli Aphlan avevano due teste ... Come mai le statue ne hanno solo una chiese lo Spirito.

Il Dottore e River lo guardarono e dissero un “Oh” all’unisono.

«Come abbiamo fatto a non accorgercene?» disse River.

Il Dottore continuava a voltare la torcia da sinistra a destra e viceversa. Da una statua al altra.

«Forse c’è un filtro di percezione. O forse siamo fessi e lo Spirito è un genio! Ma ne dubito»

«Ehi!» disse lo Spirito un po’ offeso.

«Mi dispiace vescovo ho commesso un errore. Ora siamo tutti in pericolo»

«Non capisco quale errore?» chiese il vescovo perplesso.

«Gli Aphlan» risposero lo spirito e River in coro. Io e il vescovo ancora non capivamo.

«Gli Aphlan avevano due teste. Le statue ne hanno solo una. Andate tutti laggiù» disse il Dottore indicandoci uno spazio con la mano. Ci radunammo in una specie di cavità più grande delle altre.

«Non fate domande! Non parlate!» ci ordinò. Noi ci riunimmo tutti in quel piccolo anfratto. Il Dottore s’inginocchiò davanti a noi dandoci le spalle. Puntò la torcia sulla statua che avevamo davanti:

«Adesso spegnete tutti le torce» ordinò.

«Signore?» chiese il vescovo.

«Fatelo» Ordinò lui con voce dolce e autoritaria al tempo stesso. Ognuno di noi spense la propria torcia.

«Bene ora spegnerò anche questa per un momento...» disse il Dottore. La sua torcia era ancora accesa e puntava ancora su una delle statue.

«Ne sei sicuro?» chiese River.

«No..» le rispose il Dottore prima di spegnere la torcia. Quando la riaccese la statue si erano mosse.

«Oddio! Si sono mosse!» esclamai teorizzata. Il Dottore puntava la torcia su ogni statua.

«Sono Angeli. Tutte le statue!»

«Ma.. Non può essere!» disse River che era accanto a me.

Il Dottore la ignorò.

«Chierici continuate a fissarle.» ordinò e uscì dalla caverna, dove eravamo ed io lo seguii.

«Amy ascoltami bene: Ogni singola statua che vedi in questo labirinto è un Angelo Piangente. Ci stanno inseguendo.»

«C’era uno solo Angelo sulla nave! Non possono essere così tante» disse River alle nostre spalle.

«Forse erano qui da prima.» dissi difendendo il Dottore.

«Amy Pond .. Tu sei un genio! Che cosa successe agli Aphlan? Come morirono?» disse di nuovo il Dottore.

«Nessuno lo sa» disse River.

«Noi si. Sono stati gli Angeli» ribatté il Dottore.

«Non hanno l’aspetto di angeli. E sono lenti, tu dici che sono veloci. A quest’ora ci avrebbero già preso!» protestai.

«Stanno morendo e perdono la loro forma. Muoiono di fame da secoli» mi rispose il Dottore con una delle sue lezioni.

«Perdono l’immagine» dissi cercando di seguirlo.

«Ma certo! Amelia Pond! Non mi stancherò mai di ripeterlo sei un genio! L’immagine è la loro forza! E per avere forza gli serve Energia!» Mi baciò sulla fronte prima di cominciare a saltellare sul posto come un ragazzino in preda ad un euforia .

«Dottore?» chiedemmo in coro io lo spirito non capendo.

«Ma certo! La fuoriuscita delle radiazioni! Il motore fuori fase! Lo schianto della Bisanzio non è stato un incidente! Era una missione di soccorso per gli Angeli! Siamo in mezzo a un esercito e si sta risvegliando!» gridò il Dottore.

POV Dottore

«Bob, Angelo, Christian.. rispondete! Qualcuno di voi risponda!» gridò il vescovo nella radiolina che aveva estratto dalla tuta.

«Sono Bob Signore. Scusi Signore!» rispose Bob.

«Bob Angelo e Cristiano sono con te? Tutte le statue sono attive! Ripeto tutte le statue sono attive!» disse il vescovo.

«le statue gli hanno uccisi. Sto venendo da voi» rispose Bob. Strappai di mano la radiolina al vescovo senza badare alle sue proteste.

«Sono io il Dottore, dove sei?» chiesi alla radiolina.

«Sto venendo da voi signore. Seguo il segnale» rispose Bob.

«Bene, la paura ti tiene allerta. Che cos’ha fatto l’angelo ai tuoi amici?» gli chiesi

«Gli ha spezzato il collo signore» mi rispose Bob

« Che strano di solito gli angeli non uccidono così ti dislocano nel tempo a meno che non gli servano i corpi..» riflettei.

«Potremmo andarli a cercare...» disse il vescovo.

«Non sia Idiota! Gli angeli non ti lasciano vivo! Bene, Bob continua a correre! Ma dimmi come hai fatto a scappare?»

«Non sono fuggito signore l’Angelo ha ucciso anche me» Ci guardammo tutti preoccupati.

Che cosa voleva dire con “ L’Angelo ha ucciso anche me” dottore?”

Non lo so James. Ma ho come la sensazione che mi serva un piano. Ma prima devo chiarire i miei dubbi.

«In che senso l’Angelo ti ha ucciso?» chiesi.

«Mi ha spezzato il colo. Non è stato indolore come pensavo. Ma è stato veloce è già qualcosa..» spiegò Bob

«é un fantasma come me?» chiese James.

«Non credo, tu sei un fantasma perché c’è stato un errore. Sei un’anomalia in qualche modo. Il fatto che condividiamo lo stesso corpo anche questo è un errore»

«Perciò non un è un fantasma?» chiese Amy perplessa.

«No per essere come lo Spirito bisogna sacrificarsi per un’altra persona e poi essere sottoposto a un incantesimo da una strega e l’incantesimo deve andare male.» spiegai. Presi la radiolina e dissi a Bob

«Se sei morto... come faccio a parlare con te?».

«Non sta parlando con me. L’Angelo non ha voce. Ha rimosso la mia corteccia cerebrale, rianimato una parte della mia coscienza per comunicare con voi. Scusate la confusione.» disse la voce del Angelo-Bob

«Quindi.. quando dici che stai venendo da noi..» dissi.

«é l’Angelo che sta arrivando Signore» completò l’Angelo-Bob.

«Non si torna indietro! Correte forza!» dissi agli altri.

«Usciremo dal relitto» suggerì il vescovo. River iniziò a correre, Amy si fermò mi guardò.

«Dottore?» la sua voce suonava impaurita e preoccupata. Non ci feci caso. Invece avrei dovuto.

«Non ti preoccupare! Tu Vai! » le dissi. Poi mentre correva via, dissi al vescovo

«Mi dispiace di averle dato dell’idiota ma, non poteva salvarli» gli dissi con il tono più chiaro e comprensibile.

«Lo so, e quando lei ripartirà con la sua piccola cabina blu, lo riferirò alle lor famiglie.» disse di Correre dietro a River e Amy. Ripresi la radiolina

«Angelo-Bob? Con quale Angelo parlo? Quello della nave?» chiesi.

«con quello della nave gli altri angeli si stanno ancora svegliando. E riprendendo» mi rispose.

«Ah, quindi l’ Angelo non è nel relitto? Grazie!» dissi prima di chiudere la comunicazione e corre con James dietro a gli altri

“ Dottore? Amy ha qualcosa che non va! è strana!”

Strana? Come strana?

“È più.. come dire spenta! Non l’hai notato?”

Veramente ero molto più occupato a tirarci fuori di qui e a salvarci la vita per preoccuparmi della salute di Amelia.

“Beh io no! E sta male!”

Beh allora quando raggiungeremo gli altri, gli chiederò cos’ha!

Proprio in quel momento passammo vicino ad Amy che se ne stava immobile in mezzo al sentiero.

«Corri!» le urlai. Lei non si mosse

«Non posso!» mi rispose,

Tornai rapidamente vicino a lei. Eravamo così vicini da poterla sfiorare con il mio viso. Le toccai il viso con una mano era freddo. E la sua fronte era sudata.

«Perché no?» le chiesi tenendo il suo viso tra le mani.

«La mano! Guarda la mia mano!La mia mano è di pietra!» guardai la sua mano che però era normalissima pelle pallida e totalmente umana. Le puntai sul viso la mia torcia.

«Hai guardato l’Angelo negli occhi vero?»

«Non riuscivo a trattenermi!Ci ho provato»

«non te ne faccio una colpa. Ma l’Angelo ti sta confondendo. La tua mano non è di pietra.»

«Lo è! Guardala!» disse lei ostinatamente.

«é nella tua mente te lo giuro! Puoi muovere la mano e fuggire.»

«Non posso! Ci ho provato ok? é di pietra!»

«Gli Angeli stanno per arrivare ormai. Spegneranno questa luce e io non potrò più fare niente per aiutarti e fermarli! Quindi muovi la mano!» le ordinai

«Non posso!» mi disse ostinatamente

«Allora moriremo» conclusi mentre le nostre torce continuavano a tremolare sempre di più.

«No, tu non morirai!» mi disse Amy

«Sono vicini! Dottore sbrigati!» mi avvisò James che era andato a controllare la grotta da cui eravamo usciti.

«Devi andare! Sai che devi! Non hai ancora conosciuto River! Non hai ancora aiutato lo Spirito! Fanno parte del tuo Futuro! Non puoi morire» mi disse

«Non funziona così. Il Tempo può essere riscritto!»

Gli angeli erano vicini. Si vedevano chiaramente ormai in lontananza.

«Fissali. Continua a fissarli! Non smettere!»

«Corri!» mi urlò lei

«Senti, non ti lascio qui da sola!» protestai.

« Non voglio che muori per me! Dottore sembro così egoista?» mi chiese Amy .

«Puoi muovere la mano» le dissi

«Dottore!» mi chiamò James con urgenza.

«è Bloccata» mi rispose secca Amy.

«Non è vero! Non è bloccata!» dissi

«Devi andare! Quelle persone moriranno senza di te! Se resti con me, sarà come se le avessi uccise!» mi disse Amy sempre continuando a fissare gli angeli. Avevo voglia di farla voltare verso di me e stringerla forte. Era così coraggiosa la mia Amy. Così intrepida, con un cuore così grande, non mi ero ancora reso conto di essermi innamorato di lei.

«Amy Pond, tu sei magnifica e mi dispiace davvero molto...» fui interrotto da lei che con il panico nella voce mi disse

«Lo capisco. Devi lasciarmi»

«Oh no!Non ti lascerò mai! Ora scusami!» dissi prima di morderle la mano. Lei emise un gridolino e un Ahi di sorpresa.

«Hai visto niente pietra! Ora Corri!» esclami.

«Ahi! Mi hai morso! Spirito mi ha morso!» piagnucolò Amy.

«Sì e sei viva!» dissi puntando la torcia verso gli angeli.

«Mi hai lasciato il segno! Guarda la mia mano!» protestò

«Si e sei ancora viva! L’avevo già detto?» chiesi

«Per la miseria! Ma che cos’hai? Delle protesi aliene?»

«Sei viva dirò soltanto questo!» le dissi. Poi corremmo verso la Bisanzio dove si trovavano gli altri. Ci arrivammo grazie a James che era andato ad avvertite gli altri ed era tornato da noi a tempo di record (eh lo so sono il miglior fantasma del mondo! Sono veloce, figo, altruista bellissimo... Nd.James) e mi aveva detto dove andare. Era una caverna ampia e sul soffitto si vedeva la Bisanzio. Distava da noi nove metri.

«La mia torcia continua a tremolare» sentii dire a un chierico.

«Sono gli Angeli. Stanno arrivando e stanno assorbendo tutta l’energia» spiegai

«In questo modo non riusciremo a vederli» disse il vescovo

«Non possiamo stare qui» costatai

«Suggerimenti?» mi chiese River.

«Gli angeli stanno avanzando da tutti i lati e non abbiamo l’attrezzatura per risalire fino alla Bisanzio.» disse il vescovo.

«Non c’è modo di salire o di uscire. Non per farti pressione ma di solito questo è il momento in cui ti viene l’idea brillante»

«C’è sempre una via d’uscita» mormorai. La luce iniziò a tremolare sempre di più.

«Dev’esserci» dissi ancora.

«il Dottore? C’è il Dottore?» chiese la voce del’Angelo-Bob. Estrassi la radiolina dalla tasca e la portai alle labbra.

«Salve Angelo-Bob, Qual è il tuo problema? » chiesi

«La vostra energia non durerà a lungo. Gli Angeli vi raggiungeranno presto. Mi dispiace Signore.» mi disse l’Angelo-Bob

«Perché mi stai dicendo questo?» gli chiesi.

«Gli Angeli volevano farle sapere una cosa prima della fine».

«e Sarebbe?» chiesi

«Sono morto avendo paura. Lei ha detto che la paura mi avrebbe salvato ma sono morto con dolore e da solo. Mi fidavo ma quando serviva lei, mi ha deluso, mi dispiace Signore, gli Angeli ci tenevano a farglielo sapere.» disse L’angelo- Bob

«Benissimo» risposi freddamente poi continuai.

«Gli Angeli hanno commesso il secondo sbaglio, perché questa non gliela perdono. Mi dispiace che tu sia morto Bob ma giuro che a loro dispiacerà ancora di più»

«Lei è in trappola Signore e sta per morire» costatò L’Angelo-Bob.

«Ah si! Sono in trappola! Però a proposito di questa trappola avete fatto un errore. Madornale. Un gigantesco, enorme, errore» mi voltai verso James

«Ti fidi di me?» gli chiesi

«Assolutamente e totalmente» mi rispose lui.

«Ti fidi di me?» Chiesi ad Amy

«si» mi rispose

Mi girai verso River

«Ti fidi di me?»

«Eccome» disse lei

«e voi vi fidate?» chiesi ai chierici e al vescovo.

«Signore altri due in arrivo!» disse un chierico.

«Ci fidiamo di lei» mi rispose il vescovo.

«Allora mi dia la sua pistola» ordinai al vescovo. Lui si tolse l’arma dalla fondina interna e me la porse. La presi

«Sto per fare qualcosa di molto stupido e pericoloso. Quando lo faccio... saltate» dissi mimando anche il gesto del salto.

«Saltiamo dove?» chiese il vescovo

«Più in alto possibile. Insomma un po’ di fede vescovo! Al mio segnale.»

«Che segnale?» mi chiese il vescovo.

«Ve ne accorgerete» dissi. Tolsi la sicura alla pistola e la puntai in alto verso la Bisanzio.

«Signore lei ha parlato di un errore che avremmo fatto...» disse in quel momento l’Angelo-Bob dalla radiolina.

«Oh si, un errore veramente enorme. Non sapevate che c’è una cosa che non dovreste mai cercare di mettere in trappola? Se siete furbi, se ci tenete alla vostra esistenza, se avete progetti per il futuro, c’è una cosa che non dovreste mai e poi mai mettere in trappola.» dissi

«Che cosa sarebbe Signore?» mi chiese l’Angelo-Bob.

«Me!» esclamai prima di sparare e saltare verso la Bisanzio


<p style=NDA Ciao! Allora piaciuto il capitolo!? si lo so vi ho infilato anche Clara qui! è una Clara post Trenzalore. lo so che è una rivisitazione della quinta stagione ma non ho resistito! La adoro! Spero mi diciate se non fa troppo schifo il capitolo!

Baci Marty Evans

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Capitolo 13
*** Conto alla rovescia ***


Capitolo 13

Conto alla rovescia

Angolo Autrice

Okay eccomi qui ciao a tutit!

Mi dispiace! So di essere in ritardo ma quest'anno la scuola non mi da tregua! Vorrei ringraziare i 104 lettori del capitolo precedentee  vorrei ringraziare i miei recensori! Ringrazio  shalycohen per le sue recensioni fantastichee perché anche lei è un fan di Straxi! Ringrazio _Dani_che mi segue sempre!  Ringrazio experiencing che trova sempre un po di tempo per scrivermi recensioni fantastiche! Joasteroide42  che  anche se non segue la serie tv sembra gradire la storia e infine per ulttima ma non meno importante  la mia breta dubhe01 perché mi ascolta e ascolta le mie pazzie  sul Dottore!  8sipurtropo  ti ascolta. N.D.Doctor
Zitto tu!  questo è il MIO angolo! rispetta la mia privacy!
Ci vediamo sotto 

Dal capitolo precedente

«Sto per fare qualcosa di molto stupido e pericoloso. Quando lo faccio... saltate più in alto possibile. Al mio segnale.,,»

«Che segnale?» mi chiese il vescovo.

«Ve ne accorgerete» dissi. Tolsi la sicura alla pistola e la puntai in alto verso la Bisanzio.

«c’è una cosa che non dovreste mai e poi mai mettere in trappola...Me!.» esclamai prima di sparare e saltare verso la Bisanzio.

 

Capitolo 13

Conto alla rovescia

 

POV James

Avevamo saltato. Era stato un lungo salto..

Ci ritrovammo sulla parte superiore della Bisanzio.

«Ehi Amy? Stai bene?»le chiesi. Era molto pallida. Quando, le porsi la mano per aiutarla ad alzarsi, e lei me la prese, notai che era gelata. Io sono un fantasma. Sono morto e so che la mia pelle è gelida. Per cui quando tocco qualcuno sento la sua temperatura corporea. Amelia Pond era gelata. Non era naturale, la temperatura di un corpo umano  non deve andare al di sotto dei 35 gradi.  Questa cosa mi preoccupava e anche il suo comportamento. Era con noi ma era come se la sua mente fosse molto distante. Il Dottore non poteva aiutarmi. Stava già cercando di tirarci fuori di li vivi. Non gli servivano altre preoccupazioni. Sopratutto se riguardavano Amy. Lo avrebbero solo preoccupato di più e si sarebbe distratto dalla sua missione. Portarci via da quel pianeta sani e salvi. No, decisamente non gli serviva anche Amy come preoccupazione. E poi potevo farcela no? Dopotutto avevo conosciuto sia la Amy del futuro che la donna che era stata in passato. Sapevo che da qualche parte nella sua anima c’era Lily. Me l’ero cavata con Lily Evans che strepitava in preda alle doglie nel bel  mezzo di casa e urlava “ Potter!toglimi questa cosa!Non ce la faccio più! Ed è tutta colpa tua! Sei tu che mi hai messo incinta! Perciò deficiente, idiota, arrogante... Potter portami al San Mungo e per Merlino   dì ai Medimaghi di far nascere questo maledetto bambino!”Dopo aver affrontato una Lily isterica  che stava entrando in travaglio potevo affrontare di tutto!

«Si sto bene. Non ti preoccupare sono solo... strana. Non lo so forse ho preso l’influenza!» mi disse.

Non potei non scoppiarle a ridere in faccia

«L’influenza? A duemila anni luce dalla Terra? A tremila anni di distanza dalla tua epoca? Su un pianeta deserto?! Ti rendi conto della comicità della cosa?» dissi continuando a ridere come un matto.

«Ehi sono seria Potter! Potrei aver preso l’influenza!» smisi di ridere e spalancai la bocca. Davvero mi aveva chiamato Potter? Davvero mi aveva chiamato con il mio cognome?

Non me l’ero sognato? C’era ancora una parte di lei  che si ricordava chi era stata?

«Scusa cos’hai detto?» chiesi. Lei mi guardò perplessa.

«Ho detto che sono seria e che potrei aver preso l’influenza»

«No, è per come mi hai chiamato» spiegai

«Intendi Potter? Non so perché l’ho detto. È importante?» mi chiese confusa. Cercai di nascondere la delusione.

«No, no niente. Suppongo non sia importante. Sicura di stare bene?» chiesi ancora. Amy si era rimessa in piedi ma barcollava. Dovetti metterle un braccio intorno alle spalle per evitare che cadesse. Lei annui. La lasciai  ma poi le rimisi un braccio intorno alle spalle perché quasi cadde.

«Cos’è successo?» mi chiese indicando la superficie su cui eravamo.

«Abbiamo saltato»le risposi

«Te l’ho già detto una volta: stare con il Dottore ti fa male. Sei enigmatico anche più dei lui! Lui è il re degli enigmatici!» mi disse lei scuotendo i bei capelli rossi che si agitarono come fiamme. Sorrisi

«Saltato dove?» mi chiese Amy.

«Guardate in alto!» ordinò il Dottore.

Lei alzò lo sguardo e continuò a non capire

«Dottore non capisco! Dove siamo?» gli chiese Amy.

«Spostati!» le ordinò lui.

 Il Dottore si chinò e scansionò il pavimento  con il cacciavite sonico. Poi soddisfatto del risultato. Si voltò verso un Amy sconcertata, la guardò negli occhi dal basso, fece per prenderle una mano, ma poi ci ripensò. La mano che stava per afferrarla ricadde molle lungo il fianco. Poi il Dottore  si girò verso di me e mi guardò negli occhi. Quegl’ incredibili occhi verde scuro, intensi, cangianti, innaturali, si fissarono nei miei. Di colpo, mi venne in mente chissà perché, la ragazza con i capelli rossi e gli occhi verdi Gilian Times.  Lei e il Dottore avevano gli stessi, incredibili, occhi; della stessa, identica, unica, incredibile, sfumatura di verde. Erano occhi che non si possono dimenticare. Erano verde scuro ma non erano spenti. Erano brillanti e essendo cangianti a seconda di come li guardavi gli occhi del Dottore potevano essere di quell'assurda tonalità di verde, di un blu intenso, di un banale castano o color ambra. Erano occhi magnetici i suoi. Di nuovo il mio pensiero tornò a quella strana viaggiatrice del tempo, con i capelli  rosso sangue come quelli di Amelia e quelli della mia Lily e gli occhi incredibili del Dottore. Poteva essere che.. no! Certo che no!  Ma cosa andavo a pensare!

 Intanto, il Dottore mi stava chiedendo qualcosa con lo sguardo.. Ma perché non poteva dirmelo mentalmente?  Doveva aver finalmente trovato ciò che cercava sul mio viso perché distolse il suo incredibile sguardo dal mio e tornò a guardare Amy. Mi ricordava Sirius quando guardava Bianca. Avevano lo stesso sguardo adorante e vagamente idiota. (Perché tu invece, quando guardavi la Evans non avevi lo sguardo idiota vero?N:D.Sirius)(Io sono il grande, il magnifico, il bellissimo, il malandrino e il figo James Potter. Io non guardo le ragazze con uno sguardo da imbecille!Sono troppo importante e superiore per fare cose del genere!N.D.James)  In quel momento, su quel essere senza nome, con il peso di mille galassie sulle spalle e conoscenze infinite, vidi solo adorazione totale e assoluta verso Amy. Amore. Se mai quel uomo aveva  provato prima di allora dei sentimenti così profondi  li trasmetteva con quello sguardo verso di lei.  Per quanto lui non lo ammettesse era innamorato di Amy. Voleva proteggerla dalla vita che conduceva ma voleva anche averla vicina e questo l’avevo compreso già da tempo.

Ma non me n’ero mai reso conto. Sono uno stupido lo so.

Poi lui si alzò in piedi e le mise un braccio intorno alle spalle.

«Amy rifletti:Quando l’astronave si è schiantata i motori erano acesi quindi cos’altro era acceso?»

«L’impostazione per la gravità?» chiese lei.

 Il viso del Dottore si illuminò «Esatto!»

«Si chiama gravità artificiale è come la forza di gravità solo che questa è artificiale. Un salto e siamo finti sopra l’astronave. Ho sparato  al Globo Gravitazionale per darci maggior spinta!» disse il Dottore nella sua modalità da enciclopedia.

 Il Dottore puntò il cacciavite sonico verso un portello della nave. Stava lavorando per aprirlo.

«Dottore! Ora le statue assomigliano molto più a degli Angeli!» disse il vescovo.

Il Dottore rimase concentrato sul portello e rispose.

«Per forza! Assorbono energia dalle radiazioni. Ciò gli consente di rigenerarsi. Entro un‘ora saranno un esercito»

Le luci cominciarono a tremolare. Il Dottore aveva aperto il portello con il cacciavite.

«Stanno spegnendole luci! Continuate a fissare gli Angeli Entriamo nel astronave!» ordinò lui. Uno alla volta ci calammo.

«Presumo che anche gli Angeli possano entrare» disse il vescovo.

« Si signore. Bene, senza luci siamo finiti! Correte!» ci ordinò il Dottore.

Io, Amy,e M... River. Scusate! Dimentico che non dovete ancora sapere chi è! Non sono mia stato bravo a non rivelare gli spoiler!

«Questo posto è una trappola mortale!» protestò il vescovo. Mentre correvamo verso il prossimo  portello che non si poteva aprire.

«No, è una bomba a orologeria. E beh si, è anche una trappola mortale essendo un vicolo cieco. Niente panico! Basto io! Che cosa c’è qui dietro?»  disse il Dottore per spezzare la tensione.

 Ma intuivo che non sapeva cosa fare, il che era preoccupante. A volte è una figata poter guardare nella mente di un Signore del Tempo! Altre invece preferiresti non sapere cosa pensano le loro menti folli e geniali! Quella era una delle volte in cui non volevo essere collegato al Dottore e non volevo essere in grado di leggerne la mente.

 «Il secondo ponte di lancio» gli rispose River.

«Beh in pratica siamo finiti in una specie di camino giusto? Che succede se la gravità svanisce?» chiese Amy terrorizzata.

«Ci ho già pensato!» la rassicurò il Dottore

«E?»  volle sapere lei con il panico nella voce.

«Precipiteremo e saremo tutti morti. Beh a parte James.. Ma questa è un altra storia! Visto? Ci ho pensato!» disse con finta allegria il Dottore.

«I protocolli di sicurezza sono ancora attivi disattivarli è impossibile» continuò guardando River

«Quanto impossibile?» chiese River.

«2 minuti» rispose con il suo tono da sapientone il Dottore

Intanto il portello che avevamo usato per entrare era stato aperto e gli Angeli erano penetrati al interno del astronave.

«Dottore il portello è stato aperto! Gli Angeli stanno arrivando!» disse  il vescovo.

 L’energia elettrica stava andandosene rapidamente. Se fossimo rimasti li saremmo tutti morti. Beh tutti tranne me. Lo ammetto, a volte essere un fantasma concede dei piccoli vantaggi come quello di non poter morire due volte!

«Dottore le luci!» esclamò Amy.

 Le luci si spensero. Gli angeli erano davanti a noi. La luce tornò.

«Chierici continuate a guardarli!» Ordinò il vescovo indicando gli Angeli

«Si fissatele. Ma non negli occhi dovunque ma non negli occhi» disse il Dottore mentre lavorava su un circuito elettrico, con il cacciavite sonico.

«Ho isolato il circuito elettrico. Non possono assorbire energia»disse il Dottore

«Beh è un bel passo avanti!» commentai.

«Si è un buon passo avanti. Almeno per ora» disse serio lui.

«Per ora? Che significa per ora?» Gli chiese Amy

  «Beh Amy c’è un solo modo per andarcene da qui.  Aprire questo portello.  Per farlo bisogna convogliare tutta l’energia sul panello di controllo della porta»

 Il piano del Dottore era troppo bello e facile per essere vero!

«Perché ho la netta sensazione che sia troppo facile e bello per essere vero? E come mia ho l’impressione che ci sia un grosso Ma Dottore?» gli chiesi

«Sei brillante per essere morto sai?» mi rispose lui

«Ehi! Non serve  che lo ribadisci!»

«Scusa a volte dimentico che sei un fantasma permaloso!»

«Fantasma permaloso? Fantasma permaloso a chi?» chiesi indignato.

«Basta! Stiamo per morire, e voi due cosa fate? Vi mettete a fare la gara su chi ha più testosterone? Siete incredibili!» ci rimproverò Amy.

«Ma è lui che ha cominciato!» protestai indicando il tizio con il cravattino rosso che corrispondeva al nome di Dottore.

«Non m’importa chi ha cominciato Spirito! Finitela!» disse Amelia Pond con tutta la sua autorità. Con le mani sui fianchi e l’aria truce somigliava terribilmente alla McGranitt quando metteva in punizione me e Sirius per una delle nostre  malandrinate. Io e il Dottore ci scambiammo uno sguardo terrorizzato e deglutimmo. Amy  sorrise «E Bravi i miei ragazzi!» esclamò

«I tuoi ragazzi?!» chiedemmo in coro io e il Dottore scandalizzati. Ci scambiammo un altro sguardo d’intesa

“ James?è normale che faccia così?”

Mo! Non lo so  sono terrorizzato!

“Anch’io! Neppure i Dalek fanno più paura di una donna!”

Specialmente se si chiama Amelia Pond

“Esatto!”

«Come diceva lo Spirito c’è un Grosso Ma: Convogliare tutta l’energia nel acceso al portello toglierà energia anche al illuminazione. Significa restare senza luci»

«Per quanto?» chiese il vescovo.

«Per una frazione di secondo, forse, o di più, un bel po’di più» disse il Dottore accarezzandosi il mento con aria pensierosa.

«Ha molto dubbi» disse il vescovo.

«Si è un ipotesi. Non mi piace fondare le mie teorie sulle ipotesi. Siamo attaccati da statue su un astronave. Non è proprio da manuale!» rispose secco il Dottore

«Dottore, ti ricordo che abbiamo perso le torce. Saremmo nel oscurità totale!» obiettò Amy. Lui la guardò negli occhi e strillò

«Non c’è un altra soluzione! Vescovo!» disse poi a padre Ottaviano. Lui si rivolse a M.. River! Scusate ancora!

«Dottoressa, ho perso dei bravi uomini oggi. Lei si fida di quest’uomo?» le chiese

«Io mi fido ciecamente» rispose River!

«Non è una specie di pazzoide quindi?» le chiese

«Io mi fido ciecamente» ripeté River.

 Il Dottore si voltò e tornò a cercare di aprire il portello. Con Amy non toglieva gli occhi di dosso al Dottore perciò fui l’unico a sentire il vescovo e River

«Credo alle sue parole, perché secondo me lei è l’unica persona che riesce a gestirlo. Ma solo perché lui ancora non sa chi è lei. Se perderò altri uomini sarò io stesso a dirglielo.  Mi ha capito?» la minacciò

Lei annoi. Appena il vescovo si diresse verso il Dottore io scivolai al fianco di River e le sussurrai al orecchio n modo che solo lei potesse sentire.

«Allora Dottoressa Song, come  mai ti fidi di me? Anch’io potrei dire al Dottore chi sei.. Mels» poi mi allontanai

«Perché  tu rispetti il tempo James. Sei leale. Non tutti lo sono» mi rispose lei.

«Se potessi glielo direi ora, chi sei e cosa hai fatto!»

«Lo vedi la tua morale e la tua lealtà ti bloccano»

«La morale? Conosci almeno il significato di questa parola, visto che tu non ne hai Figlia del TARDIS?»

«Vedo che mi conosci bene Padre del Bambino Che è Sopravvissuto. Voglio solo che tu ricordi una cosa James Potter, quando tu sarai al lago, da fantasma, quando avrai saputo la verità dopo l’ora più buia del Dottore, ascolta il mio dialogo con lui. Fallo per favore. Sono stata costretta. Era un Punto fisso nel Tempo.* Non potevo evitarlo. E inoltre  mi hanno costretta» (NDA Per quelli che seguono la storia senza mai aver visto la serie un punto fisso a fixed point in inglese è un evento già previsto nel tempo e nello spazio. Quel evento non può essere modificato nemmeno da un viaggiatore del tempo come il Dottore. Se viene modificato porta a paradossi e a collassi della realtà.)

«Dottore le copriamo le spalle! Fuoco mirato finché le luci non si riaccendono. Non possiamo sprecare proiettili» disse il vescovo. Io e River smettemmo di parlare. Ma prima di voltarmi  le dissi « Lo farò. Te lo prometto. Quando sarò li ascolterò» Ritornai da Amy e dal Dottore.

Il Dottore era al quadro generale pronto a disattivare tutto. Amy invece era al portello. Il Dottore le disse

«Amy,appena va via la luce, la serratura per aprire il portello si sgancerà. Fà quattro giri in senso orario»

«10» disse Amy.

«No!No!Quattro. Gira quattro volte per aprire il portello!» la rimproverò lui.

«Si, quattro ho capito!» disse lei.

 Il Dottore puntò il cacciavite sonico sul panello della porta.

«Sono pronto!» disse al vescovo

«Va bene, al mio segnale... 3,2,1.. fuoco!» le luci si spensero.

 Il corridoio fu illuminato solo dai proiettili dei chierici.

Il portello si aprii. Corremmo tutti dentro. Il Dottore fu l’ultimo ad arrivare. C’era una altro corridoio . I chierici si divisero in due lati in modo da farci passare. Io, Amy e il Dottore arrivammo davanti al portello del ponte. Il Dottore lo aprì con il cacciavite sonico. Fece entrare tutti. Prima di entrare io e Amy gridammo «Dottore Presto!»  dopo altri interminabili secondi finalmente il Dottore entrò nella stanza

Era una sala come  quelle di pilotaggio. C’era una console e delle poltrone imbottite con rotelle al posto delle gambe della sedia. Il resto della parete era spoglio. Il Dottore si diresse la console. Io e Amy lo seguimmo. Padre Ottaviano intanto  aveva magnetizzato la porta. Cioè l’aveva chiusa ermeticamente.

Amy incuriosita chiese al Vescovo.:«Cosa sta facendo?»

«Ho magnetizzato  la porta nulla ora nulla girerà quella maniglia» disse il vescovo.

 Aveva appena finito di dire queste parole quando  la maniglia iniziò a girare. Il vescovo imprecò e guardo il portello incredulo.

«Ha Capito vedo! Però c’è un piccolo vantaggio ci hai fatto guadagnare tempo. Io sono bravo con il tempo!» disse il Dottore al vescovo sorridendo.

 Il vescovo andò a sigillare e magnetizzare anche le altre due porte.

«Dottore quante tempo abbiamo?» chiese il vescovo.

«Abbiamo cinque minuti al massimo»

«9» disse Amy.

«Cinque» la rimbecco il dottore.

«Cinque! Si certo! Non ti scaldare!» sbuffò Amy

«Perché hai detto nove Amelia?» chiese il Dottore

«Non  l’ho detto!» ribatté lei piccata.

«Ci serve una via d’uscita!» intervenne River.

«Non esiste una via d’uscita, moriremo» disse il vescovo criptico.

«C’è sempre una via d’uscita» disse il Dottore.

«Ragionate:questa è un astronave intergalattica impiega anni ad arrivare su un pianeta. Quindi, cosa gli serve?» chiese il Dottore.

«Oh ma certo! Sei un genio!» disse River illuminandosi.

Io e Amy ci scambiammo un occhiata e poi cercammo il Dottore xon lo sguardo.

 «Certo cosa? Che cosa gli serviva?» chiedemmo io e Amy.

«Possiamo entrarci?» chiese il vescovo. Che a quanto pare aveva capito.

«Beh è un unità sigillata ma in qualche modo dovremmo farcela..» disse il Dottore dirigendosi dalla parte opposta della sala.

Poggiò le mani sulla parete e cominciò a ragionare ad alta voce.

«Tutta la parete dovrebbe scivolare.. oh! Delle Morse! Allentate le morse» ordinò. I chierici allentarono i cavi e le morse . Il Dottore gli aiutò con il cacciavite sonico.  la parete scivolò verso l’alto lentamente.

«Scusa Dottore, non è che potresti spiegare anche  a noi, comuni mortali la tua idea geniale?» chiesi sarcastico.

«Avevano bisogno di respirare» mi spiegò M.. River.

Quando la parete si spostò completamente vidi ... una foresta!

«Una fabbrica d’ossigeno» ci spiegò River

«Ma quella è una foresta!» esclamammo io ed Amy a bocca aperta.

«Si una fabbrica d’ossigeno» ripeté River.

 Che diavolo ci fa una foresta su una nave spaziale? pensai

«Se siamo fortunati sarà una via di fuga!» esclamò il Dottore euforico.

«8» disse solo Amy. Io e il Dottore ci guardammo.

«Scusa cos’hai detto?» chiesi a Amy

«Niente» mi rispose lei

 

POV Dottore

«Scansionate l’area. Non abbiamo tempo da perdere!» ordinai. Il vescovo. Entrò nella foresta e andò a scansionare l’area.

 «Com’è possibile? Alberi su una nave spaziale?» mi chiese meravigliata Amy.

«Oh sono più che alberi! Sono molto meglio!» esclamai  entrando nella foresta. Mi fermai vicino a un albero e sollevai una foglia sotto c’erano cavi e sensori.

«Oh sono sicuro che ti piacerà da morire Amelia! Sono alberi bionici! In altre parole alberi uniti alla tecnologia! I rami sono dei sensori, dei cavi collegati al motore della nave e la foresta, assorbe la luce delle stelle e la trasforma in aria. E piove! C’è n microclima! Una foresta ,in bottiglia, su una nave spaziale. Ti ho finalmente stupita Amelia Pond?» le chiesi dopo la spiegazione.

 Lei mi regalò un bellissimo sorriso pieno di meraviglia poi disse

«7»  disse sorridendo.

«Scusa come?» mi chiese poi.

«Hai detto sette» le dissi guardando James preoccupato.

«No! Non l’ho detto!» mi disse lei.

«Si che l’hai detto! Proprio ora!» le disse James.

 A interromperci arrivò il vescovo portando buone notizie e dicendoci

«Dottore! C’è una via d’uscita dal altra parte della foresta sul ponte di comando»

«Bene è li che dobbiamo andare!»

 Proprio in quel momento dalla radiolina che avevo in tasca uscii la voce del Angelo-Bob

«Dottore? Dottore, mi scusi» mi sedetti su una delle poltrone e parlai con il tono più calmo che possedevo.

«Ah! Che piacere Angelo-Bob. Come va la vita? Ops scusa! Pessimo.. argomento!» dissi sarcasticamente.

«Gli Angeli si chiedono cosa sperate di ottenere» disse in tono piatto l’Angelo–Bob

«Ottenere? Noi non vogliamo niente!è carino qui: ci sono console, poltrone comode, una foresta .. A voi come vanno le cose?» chiesi proseguendo con il mio tono calmo e sarcastico

«Gli Angeli banchettano Signore» mi rispose l’Angelo-Bob in tono piatto.

«Presto avremmo abbastanza energia per consumare questa nave, questo mondo, le stelle e i mondi più lontani» continuò impassibile l’Angelo-Bob

«Già... Noi abbiamo delle poltrone comode. Te l’ho già detto?» chiesi continuando con il solito tono

«A noi non servono poltrone comode» mi staccai dalla radiolina e sussurrai a Amy e James

«Gli ho fatto dire poltrone comode». Loro sorrisero. Almeno finché Amy non disse «6»

Mi alzai di scatto dalla poltrona e mi misi in piedi a lcentro della sala.

«Okay Bob!Basta con le chicchere!Adesso, dimmi: Cosa avete fatto a Amy?»

«Ha qualcosa nell'occhio» mi disse enigmatico l’Angelo-Bob

«Cos’ha nel occhio?»  chiesi cercando di mascherare l’ansia e la preoccupazione. Dovevo essere calmo e freddo.

«Noi» mi rispose l’angelo-Bob

Amy mi si avvicinò terrorizzata

«Dottore? Di che sta parlando? Io sto... 5.Voglio dire.. 5....Bene .. Sto bene»

«Tu stai contando» disse River impassibile.

«Sto contando?» chiese interrogativa e spaventata Amy.

«é un conto alla rovescia. Sei partita da 10 un paio di minuti fa.» le dissi cercando di non far vedere quanto ero preoccupato.

«Perché?» mi chiese Amy terrorizzata ancora di più

 Potei solo risponderle con la verità. L’avrebbe spaventata ancora di più ma non avevo scelta. «Non lo so» risposi.

«Un conto alla rovescia per cosa?» insistette lei

«Non. Lo. So.» scandii bene le parole.

«Ve la prenderemo. Ci prenderemo tutti voi. Inizieremo da lei, perché è la persona a cui tieni di più. Perché per Amelia Pond, la Ragazza Che Ha Aspettato saresti disposto a fare  di tutto .Poi ci prenderemo il tuo simpatico fantasmino che conosce il futuro e si diverte a mentire anche alla persona che ama di più.... »

James lo interruppe

«Mi spiace Amico. Io non sono in vendita Sono Off Limits per voi Angioletti e non ci tengo proprio a farmi un viaggetto nel Vortice del Tempo con voi»

«Comunque sia, domineremo il Tempo e lo Spazio» disse  imperterrito l’Angelo-Bob ignorando il commento di James.

«Eh! Questa è la vita Bob! Ops scusa ancora!C’è potenza su questa nave. Ma non ce n’è poi molta.»

«Con tutto il rispetto Signore, c’è più potenza su questa nave di quanta immaginiate.» mi disse l’Angelo-Bob

 Sentimmo un suono orribile è assordante. poi  dalla radiolina  l’Angelo-Bob ci spiegò

«é difficile trovare le parole per farvelo comprendere. Ma diciamo che gli angeli stanno ridendo»

«Ridendo? E perché mai starebbero ridendo?» chiesi sarcastico.

«Perché non l’avete ancora notato. Il Dottore nel TARDIS non lo sa.»

 E fu allora che ricordai. Qualcun'altro me ne aveva parlato.

FLASCHBACK

 Mi trovavo nel reparto comatosi del ospedale di Leadworth il paesino dove abitava Amy.  C’era il prigioniero Zero che mi dicevaIl Dottore nel TARDIS non lo sa. L’universo è pieno di crepe. La pandorica si aprirà. Il Silenzio calerà»

FINE FLASCHBACK

 Subito non me n’ero  preoccupato. Ma  aveva tuta l’aria di essere una profezia. E se c’è una cosa, in tutto l’universo che detesto sono le profezie. Sopratutto quelle che mi riguardano

Me ne resi conto solo in quel momento. C’era una crepa dal altra parte della stanza. Dove eravamo entrati c’era una crepa come quella che avevo visto a casa di Amelia  quand'era bambina. Corsi verso la crepa seguito da Amy e James.

«Dottore!Quella crepa! Ce n’era una così nella mia cameretta quand’ero piccola ricordi?»

«Certo» le risposi

FLASCBACK

 C’eravamo Io e Amy quando lei aveva sette anni in piedi davanti  al muro della sua cameretta.

«Il muro è solido. La crepa non l’attraversa se non ci fosse più questo muro la crepa rimarrebbe. Perché la crepa non è nella parete  La crepa è ... Ovunque. Questa è una lacerazione nel tessuto  dell'universo. Due parti di spazio e tempo che non dovrebbero toccarsi mai premono l’una contro l’altra nel muro della tua stanza.»

FINE FLASCBACK

«Dottore usciamo da qui!» intervenne il vescovo.

«Concordo» disse River.

«Okay» approvai . mi protesi verso la crepa con il cacciavite sonico in meno.

«Dottore che stai facendo?» mi chiese River.

«Controllo una cosa» le risposi.

«Non cene andiamo senza di te!» mi gridarono River e Amy.

«Oh si che lo farete! James portale via!» ordinai.

«Tu te la caverai?» mi chiese lui preoccupato.

«Non lo faccio sempre?» gli risposi sorridendo.

Lui rise e prese River e Amy e le portò via a di li.

Mi riconcentrai sulla crepa. Toccai l’energia che scaturiva dalla crepa con il cacciavite e cercai di scansionarla.

«Cosa sei?» chiesi alla crepa. Estrassi il cacciavite. Non mi piaceva  il risultato della scansione, per niente.

«Oh non mi piace, una cosa davvero molto brutta.» mormorai.

 Proprio in quel momento senti un rumore. Erano gli Angeli, erano entrati. «Non.Battere.Ciglio» mi dissi. Cercando di  guardarli tutti ed avanzare verso la foresta. Ero quasi arrivato al uscita quando gridai terrorizzato. Un Angelo mi aveva afferrato. Stavo per morire.

Angolino del Autrice!

Prima di accusarmi e lanciarmi tutto ciò che avete a disposizione. vi chiedo di portare pazienza ancora un po'! Lasciatemi dire che so che il capitolo non è un granché  ma il prossimo  che pubblico domani sarà più lungo e molto più ricco di sorprese. E per quanto riguarda il Dottore...  Bwh il Dottore è il Dottore!

Beh modestamente..N.D.Doctor

zitto questo il MIO angolo capito!? il MIOì!

comunque recensite per favore!

 Il prossimo capitolo arriva domani1

Baci Marty Evans

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Capitolo 14
*** La Crepa ***



Capitolo 14

NDA  Scusate! Scusate l'epico Ritardo! Tutta colpa del mio computer (che è ancora dal tecnico) e della scuola in particolare  di filosofia! Salve Whovians e Potteriani comunque  a meno di una settimana dal  bellissimo cinquantenario Eccomi con il nuovo capitolo!Ricordo a tutti che sabato 23 Novembre in contempioranrea con la BBC rai 4(canale 21 del digitale terestre) trasmetterà  alle 21.10 precise LO SPECALE DEL CINQUANTENARIO DI DOCTOR WHO!  ragazzi non sto più nella pelle! *l'autrice tossichia per riprendere un po' di contegno*ehm non mi ucciderete vero? Sono solo una Whovian un pochino (un po'? N.D.Lettori) esaltata! Perciò mi sono data da fare e nonostante abbia fatto 8 ore di scuola (di cui 2di Fisica e non parlo di Ed Fisica)  non potevo lasciarvi senza capirolo prima del cinquantenario!

Coumque graziea a dubhe01 Cosa farei senza di tee le tue recensioni? Ringrazio shalycohen Grazie per le tue recensioni fantastiche e unfine HelenaLestrange grazie di aver eecensito cara!

AVVISO IMPORTANTE DA LEGGERE PRIMA DI LEGGERE IL CAPITOLO!! ci sarà un piccolo spoiler per chi non ha visto l'episodio prequel  del cinquanttenario " the night of the Doctor"  ma non vi preoccupate ecco qui il link direttamente da Doctor.Who.it

The Night of the Doctor” (e sottotitoli)

Credo sia tuto! Allons-y! 8si  mi sono fatta influenzare anche da Ten e poi vivo in una regione bilingue!(
Buona lettura
Ci vediamo Sotto

La Crepa

POV Dottore

Chiusi gli occhi sapendo che  l’Angelo mi avrebbe dislocato nel tempo e sarei morto. L’ultimo Signore del Tempo moriva così, su una astronave sperduta, in un pianeta lontano da Galifrey anni luce. Galifrey è stato distrutto ed è caduto. Ricordai a me stesso. Io l’ho distrutto .Il mio  popolo è caduto a causa mia. Non esiste più. La mia famiglia è stata sterminata da Rasilion. Ognuno dei miei figli è stato ucciso  o torturato dai Dalek o da Rasilion non importa da chi dei due. Non ha importanza per  il semplice fatto  che io ero  anzi sono un traditore.. 

Cercavo di pensare a loro il meno possibile ma  ogni volta che stavo per morire  loro  ritornavano come fantasmi, insieme a  Rose, Martha, Donna  e al mio senso di colpa per aver cambiato e messo così in pericolo le loro vite. Mia moglie e i miei figli erano morti per colpa mia. Rose era stata imprigionata in un universo parallelo per colpa  mia. Martha  aveva quasi perso la sua famiglia per colpa mia.  Ero stato costretto a cancellare  la memoria di Donna Nobble perché  se avesse ricordato  sarebbe impazzita a causa delle cose che aveva appreso viaggiando con me.  

Cercai di scacciare quei ricordi ma una vocina fastidiosa mi disse Per poi non elencare tutti quelli che sono morti per te e tutte le azioni che hai compiuto nel  tuo nome  in nome del Dottore.  Diedi ragione alla vocina Azioni deplorevoli, amorali, di cui mi vergogno. Ho fatto molte cose, cose orribili, odiose,ho ucciso,  ho fatto uccidere,ho torturato, ho manipolato, ho condannato a morte il mio popolo.  Sono diventato un guerriero. Sono diventato una macchina da guerra per fermare il mio popolo e i Dalek . è vero mi sono fatto convincere dalla sorellanza di Kam . M sono stato io rinnegando la mia promessa, a bere l’elisir che mi ha trasformato in un mostro. Mi ha convinto una delle Sorelle di Kam ma io ho accettato di porre fine a quel massacro. Morte chiama Morte e Sangue chiama altro Sangue-  le mie mani sono sporche del sangue di un sacco di innicenti.Da molti popoli vengo considerato un dio. La verità è che in me non c’è niente di divino. Al massimo posso essere considerato un distruttore  di mondi non un dio. E' vero ho salvato l'Universo molte volte. Vengo chiamato “il salvatore di Mondi”                                                                                                                                                                                                                      Non mi merito quel titolo. Ho paura del mio lato più oscuro. Tutto ciò che sono diventato, tutto ciò che sono, è questo:un vecchio. Un vecchio che corre il più velocemente possibile per il tempo e per lo spazio. Un vecchio che ha paura della  morte. Un vecchio terrorizzato dalla morte che ha rubato una cabina in rottamazione ed è scappato. Sono un codardo che si nasconde nel ombra tormentato dai sensi di colpa. Un vecchio che ha paura di girarsi indietro e vedere i suoi errori. Un vecchio che corre, scappa, fugge,e non si ferma  mai per l'eternità. Un vecchio che fugge da quello che ha visto quando aveva sette anni. Sto ancora fuggendo. Non mi fermerò mai. Ho 907 anni , e guardatemi. Sono diventato abominevole, una  persona  che si rifugia nel dolore degli altri per sfuggire al proprio.  Che  fugge dal proprio passato perché ha troppa paura ed è terrorizzato dai  i suoi segreti.  Un a persona che ha paura del suo passato e di quello che è stato. Una persona che ha paura dei suoi fantasmi. Ecco chi sono. La  cosa di cui ho più paura non sono i Dalek non sono i Sintharan.  Non è nessuno  delle vreature che  ho combattuto. Quello di cui ho più paura è me stesso.

 Aspettai la morte o la dislocazione ma niente. Mi guardai intorno.  «Perché non sono morto?» chiesi ad alta voce.

Gli Angeli stavano guardando la crepa, non mi prestavano più attenzione.

«Bene, ma non così bene. Insomma, è quella? E' la potenza che vi ha attirati qui? Non potete nutrirvene quella è pura energia temporale! Quello è il fuoco alla fine del universo! Non potete nutrirvene» dissi liberando le braccia dalla giacca che era tenuta da un Angelo. Ero finalmente libero!

«E vi dico anche un altra cosa: mai lasciarmi parlare!» dissi  dando un ultimo strattone alla giacca e saltando nella foresta.

POV James

Ero sempre più preoccupato. Camminavamo da mezz’ora e il Dottore non si vedeva ancora da nessuna parte. Nonostante fosse un insopportabile, eccentrico, genio pazzo, con una cabina. Io, fin dal nostro primo incontro, lo avevo sempre ammirato . Era una persona buona e dolce, con dei valori, e una morale. E nonostante le azioni deplorevoli che aveva compiuto  e la scia di morte che si portava dietro era una persona a cui tu non potevi che voler bene. Inoltre  il fardello di colpe che si portava dietro quel’uomo era infinito. La maggior parte  delle volte  non erano nemmeno colpe di cui  fosse responsabile. Si sentiva in colpa per tutto quello capitato  alle sue precedenti  compagne di viaggio. Specialmente si sentiva in colpa per una persona Rose. Rose Tyler. Non sapevo nulla di quella ragazza. Il Dottore non ne parlava mai. Le uniche informazioni che avevo erano quelle che lui mi aveva dato. Una ragazza umana che era morta. Non chiedetemi come, perché  lui non  ne ha mai voluto  parlare. Non so nient’altro su questa ragazza a parte che lui l’ha amata con tutto se stesso e che l’ha persa .So che è per questo che ha paura di esporsi con Amy.  Il Dottore ha paura di amare di nuovo, ha paura di dimenticare la sua Rose.  Anche se non penso la potrà mai dimenticare. Se uno ama così intensamente una persona non potrà mai dimenticare la persona amata.  Io lo sapevo bene.  Tutta via non pensavo che Amy fosse un ripiego. Avevo come l’impressione che Rose ed Amy fossero una l’opposto del altra.

Comunque oltre a lui avevo anche paura per Amy. Infatti più camminavamo più lei sembrava indebolirsi. Ad un certo punto si immobilizzò e si lasciò cadere sul primo masso che vide. Mi avvicinai. Le posai le mani sulle spalle e mi inginocchiai alla sua altezza. La guardai in quegli smeraldi verdi. Era la prima volta da 30 anni che guardavo quella donna negli occhi. L’avevo sempre evitato. Prima  non ne avevo  mai  avuto il coraggio. Il Dottore aveva i suoi demoni ma anch’io avevo i miei. Se solo avessi tenuto Voldemort  impegnato qualche minuto in più forse lei si chiamerebbe ancora Lilian Rose Evans  in Potter e forse avrebbe cresciuto nostro figlio. Ricordavo quelli stessi occhi verdi che mi avevano incantato la prima volta che gli avevo visti sul espresso per Hogwarts.Ricordavo quella bambina di 11 anni che  mi aveva sorriso  timidamente. Era li che mi ero preso una cotta per lei. Era li che mi ero innamorato di lei.Ricordai quegli occhi la sera del 31 Ottobre 1981 quando artigliò la mia camicia e con gli occhi pieni di lacrime mi chiese di non andare ad affrontare Voldemort. Mi aveva chiesto di morire insieme. Io le avevo detto di scappare pensando di salvarla. Invece lei era li, in quella foresta, in un altro corpo, non si ricordava di me e l’uomo in cui riponeva le sue  speranze quasi certamente era morto.

«Amy dimmi cos’hai? Ti prego!» supplicai.

«4» disse flebilmente.

«Uno scanner medico presto!» ordinò River.

«Non ci possiamo fermare qui!» disse il vescovo.

«Non me ne frega niente! Amy non è nelle condizioni di muoversi!» gridai al vescovo.

«Non prendo ordini da un fantasma!» scattò il vescovo.

«State calmi! Aspetteremo il Dottore» disse River pacata.

«Ma Dottoressa...! Dobbiamo mettere in sicurezza il relitto. È la nostra missione!» protestò il vescovo.

«Padre Ottaviano, quando il Dottore è con noi, la sua unica missione è mantenerlo in vita in modo che possa riportarci tutti indietro. Le assicuro che non sarà facile. Ora, se è morto laggiù non melo perdonerò mai. Se invece è vivo, non perdonerò mai lui. Sei proprio dietro di me, non è vero Dottore?»

Il Dottore saltò nella radura sorridendo.

«Vescovo gli Angeli sono nella foresta»avvertii prima di dirigersi verso me e Amy.

«Come diavolo hai fatto a scappare?» chiedemmo io e River.

«Gli ho detto che la crepa era la fine del universo» disse divertito

«E che cos’era?» chiese flebilmente Amy.

«La fine del Universo. Ora, vediamo cosa c’è che n

The Night of the Doctor” (e sottotitoli)

on va» disse prendendo lo scanner medico dalle mani di River.

Gli scanner medici rilevano i segni di vita di una persona.

«Cosa c’è che non va in me?» chiese  Amy. Era così spaventata che la rassicurai dicendole «Stai bene non ti preoccupare. Non c'è niente che non vada in te»

«Tutto. Stai morendo» le disse tagliente il Dottore

«Dottore!» lo rimproverammo io e River.

«Si avete  ragione! Se le mentiamo si sentirà subito meglio! Continuate così! Ottimo!Amy,Amy,Amy?Cosa avrà Amelia? C’è qualcosa nel suo occhio. Cosa sarà?»

«Dottore?» lo chiamò Amy con la voce tremante.

«Sono occupato» riprese sarcastico.

«Ho paura!» gli disse Amy Flebilmente

«Ci credo stai morendo. Zitta» continuò lui sarcastico.

Capii che stava pensando a come risolvere il problema.

Così posai una nano sulla spalla di Amy e le dissi

«Andrà tutto bene»

Intanto il Dottore aveva iniziato a ragionare.

«Cos’è successo? Ha guardato un Angelo negli occhi. Lo ha fatto per troppo tempo. Ha visto un Angelo uscire dallo schermo. Lo ha fissato negli occhi.. e e..»

«L’immagine di un Angelo è un Angelo» disse Amy flebilmente .

«Un immagine umana vivente in una mente umana vivente. Per guardarli li dobbiamo fissare senza battere  ciglio ed è esattamente quello che vogliono.Perché se noi li fissiamo loro possono entrarci dentro.  Gliocchi sono la porta del anima.. quindi...Ha un Angelo nella sua mente!» disse il Dottore portandosi una mano alla bocca scioccato dalla sua stessa rivelazione.

«3» disse Amy

« Dottore sta arrivando! Lo sento. Sto per morire!»

«Zitta sto pensando. Dunque,il conto alla rovescia,che cosa vuol dire?» si chiese. Prese il comunicatore che aveva usato per parlare con  l’Angelo-Bob.

«Bob perché la fanno contare?»

«Per spaventarla Signore» rispose L’Angelo-Bob.

«Okay, ma a che scopo?» chiese

«Per divertimento Signore» rispose mellifluo l'Angelo-Bob.

 Il Dottore, a quelle parole, buttò in un impeto di rabbia il comunicatore a terra .

«Cosa mi sta succedendo?Spiegamelo ti prego!» lo implorò Amy. Lui si chinò verso di lei

«Beh vedi. Al interno dei centri visivi del tuo cervello, c’è un Angelo. È come se ci fosse uno schermo. Uno schermo virtuale nella tua mente, e l’Angelo ne stesse uscendo... per spegnerti» fini con voce piatta. Si inginocchiò ccanto a lei e le prese una mano nelle sue.

«E allora, cosa posso fare?»

«Se fosse uno schermo vero staccheremmo la spina.»

«E allora fa in fretta» gli gridai

«Non possiamo tramortirla l’Angelo prenderebbe il sopravvento. Dobbiamo spegnere i centri visivi del cervello, dobbiamo staccare la spina, prendere l’Angelo per fame»

«Dottore le restano pochi secondi!» ci disse River guardando lo scanner.

«Come affameresti i polmoni?» mi chiese il Dottore

«Ti sembra una domanda da porre!? Sta per morire! Avevi promesso che l‘avresti protetta!Non ricordavo che la parola data per te contasse così poco!» dissi sconsolato, arrabbiato, deluso e con uno sguardo d'accusa.

«Ti prego rispondi!»mi implorò lui.

«Smetterei di respirare, se avessi ancora dei polmoni» dissi sbuffando e non capendo di che cosa stesse parlando. A volte, il Dottore somigliava a Socrate, ti poneva domande assurde per poi farti arrivare alla conclusione giusta. Anche se, conoscendolo, poteva benissimo, lui stesso aver suggerito a Socrate il  suo metodo socratico.(NdA scusatemi se paragono il Dottore a Socrate ma ho studiato così tanta filosofia che mi esce dalle orecchie)

«Esatto Potter! Amy, chiudi gli occhi!» le ordinò.

«No! Non voglio!» piagnucolò lei terrorizzata.

«Bene. Perché non sei tu. È l’Angelo nella tua mente che parla. Ha paura. Chiudi gli occhi, forza!» le disse con dolcezza il Dottore. Appena chiuse gli occhi River esclamò

«Si è stabilizzata!». Guardai lo scanner medico era vero  le linee che prima erano rosse ora erano verdi.

«Ce l’hai fatta! Ce l’hai fatta!» gridammo io e River. Improvvisai pure un balletto idiota talmente ero felice.

L’aveva salvata! L’avrebbe salvata sempre! Perché avevo dubitato del Dottore? Lui non deludeva mai nessuno!

 I chierici ci avvertirono gli Angeli ci stavano circondando.

«é debole,è pericoloso spostarla.» ci disse River indicando Amy.

«Dottore, posso aprire gli occhi adesso?» gli chiese Amy.

Lui mise il viso alla sua altezza, la guardò in viso mentre una mano andò ad accarezzarle dolcemente i capelli rossi.

«Amy,ascoltami, se tieni gli occhi aperti per più un secondo, morirai di certo. L’Angelo è ancora dentro di te. Noi, l’abbiamo, solo... diciamo.. messo in pausa. Hai finito il conto alla rovescia. Non puoi aprire gli occhi» le disse dolcemente con voce calma e tranquillizzante. Cercando  di non farle vedere quanto fosse spaventato per lei.

«Dottore, mi scusi, ma qui siamo troppo allo scoperto. Dobbiamo muoverci» intervenne il vescovo.

«Siamo allo scoperto ovunque. Amy non può muoversi. E comunque, non è questo il piano» disse lui. Sapevo che era un genio e che ci avrebbe salvati. Ne ero certo.

«Perché? C’è un piano?» chiedemmo io e River al unisono.

«Non lo so!Sto ancora parlando. Bene, padre,lei e i suoi chierici resterete qui a proteggere Amy! Se le accadrà qualcosa.. riterrò ognuno di voi personalmente responsabile due volte!» minacciò il Dottore.. Poi continuò con il suo tono da sto-elaborando-un-piano-grandioso.

«River,James,noi tre andiamo a cercare il ponte di comando che si trova..» si umettò l’indice con le labbra e poi riprese puntando il dito davanti a sé.

«..A 400 metri di là. Stabilizziamo il relitto, fermiamo gli Angeli e curiamo Amy» prosegui sempre con il tono-il-mio-piano-è-grandioso.

«Come?»  chiedemmo io e River. Era un paino troppo bello per essere vero.

«Farò una cosa» disse enigmatico.

«Che cosa?» chiesi

«Non lo so James! Ci sto pensando!Un po’ di rispetto! Muoviamoci» disse  scocciato il Dottore.

«Dottore vengo con voi. I miei chierici baderanno alla signorina Pond, sono i miei uomini migliori. Sacrificherebbero la vita per proteggerla» disse il vescovo.

«Lei non mi serve» disse senza mezzi termini il Dottore.

«Non m’interessa. Dove va la dottoressa vado anch’io»  disse il vescovo.

Non resistetti. Volli fare la battutina pungente. Lo so non dovevo. Ma io sono James Potter. Sono il leader dei malandrini, non posso farmi sfuggire una battuta quando c’è ne una da fare!

«Siete fidanzati per caso?» chiesi

«Si, in un certo senso si.» mi disse il vescovo.

«Dottore? Per favore, posso venire?» gli chiese Amy. Non le piaceva restare da sola con i chierici. Fui tentato di rimanere con lei ma decisi che il Dottore aveva bisogno di me.

«Ci rallenterebbe signorina Pond» disse il vescovo senza mezzi termini. Il Dottore lo guardò male. Il suo sguardo era uno sguardo del tipo:Non-Osare.Ferirla-O-Farai-I-Conti-Con-Me.

«Resta qui. Non potrei proteggerti in movimento. Tornerò appena possibile.» disse lui rassicurandola.

«Lo dici sempre» disse Amy sconsolata.

«E infatti torno sempre. Tornerò sempre da te. Te l'ho detto la notte in cui siamo partiti. Amy a dopo!» disse  dandole un buffetto sulla testa.

«Buona fortuna e non lasciate che la ragazza apra gli occhi. Continuate a sorvegliare la foresta» disse ai chierici  che erano intorno alla radura.

«River mi servirà il tuo computer!» esclamò mentre  io e River lo seguivamo e ci inoltravamo  sempre di più nella foresta.

 

 

POV Amy

Buio. Ciò che vedevo era sempre più buio. Il Dottore era stato chiaro: se avessi aperto gli occhi sarei morta. Ma alla consapevolezza di dover tenere gli occhi chiusi si aggiungevano mille dubbi. Il Dottore aveva detto che L'angelo che era dentro di me era stato messo in pausa. Ma e se non fosse stato messo in pausa? E se mi avesse uccisa anche con gli occhi chiusi. Aprii  al massimo le orecchie pronta a cogliere qualsiasi suono. Tamburellai le mani sulle calze. Attraverso le calze sentivo la pelle tendersi.   Ero tesa. Poi ci un fruscio e delle mani calde e affusolate mi impedirono di battere le dita me le fermarono. Le sentii morbide con alcuni calli molto leggeri.  Erano mani gentili umane.  Stavo per chiedere  chi era. Quando sentii la voce, la sua voce. La voce del Dottore  dolce come  il miele

«Amy, devi fidarti di me non è mai stato così importante!»

«Ma, tu  non mi dici sempre la verità» ribattei.

«Se lo facessi non dovrei chiederti di fidarti di me no?» disse lui divertito. Avrei tanto voluto aprire gli occhi per vederlo in viso.

«Dottore.. la crepa.. come può essere qui?»

«Non lo so ancor,a ma ci sto lavorando» mi disse  facendomi

alzare la testa con un dito. Eravamo vicini sentivo il suo respiro caldo sul  viso mentre parlava. É confortante. Pensai

«Senti, ascolta, ricordi cosa ti ho detto  quando avevi 7 anni?» mi chiese.  Perché era importante?Stavo per morire! Perché  mi faceva quella domanda?

«No, che cosa?» chiesi un po’ curiosa e stranita.

«No, no, non è questo il Punto.» disse lui frustrato.

«Devi riuscire a ricordare» disse improvvisamente.

Poi prima che me ne rendessi conto posò le sue labbra sulle mie.  Fu un bacio velocissimo, a stampo.  Prima che potessi fare qualunque cosa infatti, le sue labbra si spostarono sulla mia fronte. Mi baciò delicatamente la fronte prima di allontanarsi da me. Prima di farlo mormorò qualcosa che non compresi.

«Ricordare cosa? Dottore?» chiesi ma lui era svanito. Non riuscivo a capire lo scopo di quel enigmatica conversazione.

 POV Dottore

 Io, River e James avevamo lasciato Amy nelle mani dei chierici.  La cosa non mi piaceva per nulla.

 Stavo consultando il computer di River a cui avevo trasmesso i dati presi dalla crepa del muro dal mio cacciavite.

«Che cosa stai facendo?» mi chiese James.

«Ho inserito i dati della crepa che ho preso con il cacciavite» spiegai.

«Ad Amy, tu hai detto di aver detto agli Angeli che la crepa è la fine dl universo. Ma una crepa non può essere la fine del universo! è impossibile!»

«James Potter, sei un mago, un fantasma, viaggi nel tempo e nello spazio con un Signore del Tempo, su una cabina blu e hai ancora in mente un concetto di impossibile! Voi umani siete incredibili!» commentai. Poi continuai

«Ricordalo James, perché è la terza regola su cui baso i miei viaggi:non esiste l’impossibile esistono solo infinite possibilità» dissi serio. Poi spiegai a lui e River la mia teoria.

«Non so se sia possibile o impossibile. Ma, io la vedo così: ci sarà una grande esplosione, un giorno, da qualche parte nello spazio e nel tempo. Questa esplosione, creerà delle crepe in ogni momento della storia passato e futuro».

James mi guardò poi guardò River e un ghigno sornione e malandrino apparve sul suo volto incorporeo.

«Come mai tu e il vescovo siete fidanzati?» chiese con finta innocenza  e con molta malizia James.  Intuì che nonostante mi volesse dire qualcosa si stava trattenendo per non dirla.

«Noi non siamo fidanzati fantasma. La Dottoressa Song  è affidata alla mia personale custodia. Ne sono legalmente responsabile. L’ho fatta uscire dalla prigione di massima sicurezza di Stormcage. Tanto per mettere le cose in chiaro Fantasma» disse avviandosi. James lo seguì io invece ero divorato dalla curiosità di sapere di più su River Song.

«Così eri a Stormcage?» chiesi divorato dalla curiosità.

Il Carcere di massima sicurezza di Stormcage era il carcere peggiore in tutto l’universo. Li venivano  e vengono tuttora rinchiusi gli individui che si sono macchiati di Crimini Contro l’Universo. Insomma a Stormcage c’era la peggior feccia di tutto il creato.  River Song, chiunque fosse,  doveva aver fatto  qualcosa di grosso per finire li. E James sapeva il motivo e il crimine che River aveva perpetrato. Ecco perché aveva fatto quella domanda  voleva che il vescovo dicesse la verità davanti a me. Ma Perché?

Mi distrasse il bip proveniente dal computer di River. Mi segnalava che erano arrivati i dati di origine della crepa

«Che cos’è?» mi chiese.«Sono i dati di origine della crepa nella parete della nave. Quando si è formata» spiegai

« E per chi non sa leggere il Codice fondamentale del Universo?» mi chiese River.

 Solo I Signori del Tempo sanno leggere il codice fondamentale del Universo. Per voi umani. dobbiamo tradurlo. Era venuta una data: 26/06/2010.

«Al epoca di Amy» le dissi stupefatto. Io e Amy eravamo partiti il 25/06/2010. Non poteva essere un caso.

POV Amy

Mi stavo annoiando. Sapete non poter vedere nulla e stare seduti annoia a morte.

«Cosa succede?Nulla di nuovo?» chiesi ai chierici

«Gli Angeli continuano a avanzare» mi disse il chierico a cui il vescovo aveva affidato il comando.

Anche se non potevo vedere  capii che la luce si era uscura.

«Che c’è? Cosa succede?» chiesi con il panico nella voce.

Il Dottore mi aveva lasciata. Lo spirito mi aveva lasciata, ero sola. Tutti e due mi avevano lasciata nelle mani di perfetti sconosciuti! Mai fidarsi degli Uomini. Era una dura lezione che avevo imparato tempo fa. Ora a “Mai Fidarsi degli Uomini” dovevo aggiungere anche:”Mai Fidarsi degli Uomini anche se sono  morti o alieni sono sempre Uomini”

«Gli alberi» mi rispose il chierico.

«Che cosa succede agli alberi? Ditemelo! Non posso vedere nulla!» gridai.

«Gli alberi, signorina Pond  gli Angeli stanno spegnendo gli alberi. Gli alberi danno illuminazione. Presto saremo senza luce» mi spiego il chierico.

 

POV Dottore

 Eravamo ormai al ponte  di comando principale. Con mi a sorpresa eravamo riusciti ad arriderci incolumi. Questa era decisamente una buona notizia.

«Ci siamo, provo  a vedere se riusciamo ad entrare!» esclamò il vescovo.

«Si sbrighi il tempo sta per scadere!» disse River. Le rivolsi un occhiataccia.

«Che cosa hai detto? Il tempo sta per scadere. Hai detto questo Io riuscirò a salvarla! Salverò tutti!» dissi irritato

«No, cioè io non volevo dire..» provò a dirmi lei.

«So cosa volevi dire, Taci» le ordinai brusco.

Poi una delle mie idee geniali mi colpii. Perché non ci avevo pensato prima. (non ti sembra di essere un po’ presuntuoso? E poi dicono a me! Tu mi batti!Nd.James)

(Taci James!Taci! Nessuno ti ha chiesto nulla e comunque sto parlando io!Nd.Dottore)

(Zitti voi due! E andate avanti con la storia!O vi crucio!* Marty fulmina il Dottore e James con sguardo omicida e punta alla gola dei due la bacchetta rubata a Bellatrix Black*)

(Ehi come hai fatto a prendere la bacchetta a Bellatrix? Nd.James)

(Lo vuoi davvero sapere Jamie?NdAutrice con sguardo folle)

(ehm.. io..no.. per questa volta passo. N.dJames terrorizzato)

(Bravo tesoro! Hai capito tutto della vita! N.dAutrice

(Veramente sono morto Nd.James con cautela)

(dettagli dettagli N.dAutrice) 

(Non dovremmo continuare…? N.dDottore anche lui con cautela)

(giusto, giusto, Dotty Hai ragione!N.dAutrice)

(Non chiamarmi in quel modo! è umiliante! Mi fa sembrare uno dei sette nani di Biancaneve!NdDottore indignato)

(Io ti chiamo come mi pare. Sono io il capo qui! N.dAutrice con il suo sguardo letale che è peggio di quello di un dalek)

(signor si signora!*Il Dottore terrorizzato fa il saluto militare e si rimette al lavoro*)

Comunque.. dov’ero rimasto… ah si! La mia idea geniale.  Dicevo mi era venuta un idea geniale.

 «E se fosse così?» chiesi più a me steso che a River e James.

«E se fosse così cosa?» chiesero loro in coro. Avevo notato che erano stranamente in sintonia quei due. Anche se non si sopportavano.

«Se il tempo potesse veramente finire?»

POV Amy

 Sentii il chierico che ordinava di puntare le armi contro Gli Angeli che stavano avanzando. Ad un certo puntò  sentii una luce intensa fui tentata di aprire gli occhi. Ma le parole del Dottore  nella mia testa me lo impedirono.” Amy, se aprirai gli occhi anche solo per un secondo morirai di certo!”

«Che cos’è?! Non è la nave che va a fuoco vero?!» chiese un chierico terrorizzato.

«Non può essere, sarebbero intervenuti i compressori» duss eun chierico al altro. Poi rivolgendosi a quello a ciu il vescovo aveva affidato il comando disse

«Marco, gli Angeli sono spariti!»

«Gli Angeli!? Sene sono andati?!» chiesi stupefatta.

«C’è ancora movimento ma si allontana da noi. Stanno scappando»  mi rispose il capo, Marco.

«Scappando da cosa?» chiesi allarmata.  Cosa poteva fare paura  a degli esseri come gli angeli Piangenti?

«Christian,Philip, andate a dare un occhiata..» Ordinò Marco. Sentii i due chierici muoversi.

«Cosa succede? Dove state andando?!» gridai. Nessuno si prese la briga di rispondermi. Mi sentivo più sola che mai

 

POV James

Il Dottore stette immobile per una frazione di secondo. Poi come agitato da fili invisibili, cominciò a parlare a raffica.

«Crepe nel Tempo. Il Tempo sta per scadere. Ma non può essere! A che serve un stagno per le anatre se non ci sono le anatre? E avrebbe dovuto ricordarsi dei Dalek! Invece sembrava che non sapesse nulla su di loro. Eppure come può essere connesso a lei tutto questo?  È solo una ragazza!D’accordo è probabilmente la reincarnazione della strega più potente di tutti i tempi ma.. Non può essere!Non capisco! Odio non capire mi fa sentire idiota!»  

Sapevo che quando parlava così velocemente o aveva avuto un intuizione geniale oppure non riusciva a capire qualcosa. Poi proseguì sempre a macchinetta:«Okay,il Tempo può  modificarsi. Il Tempo può cambiare. Il Tempo può essere riscritto. Ah!Oh!» esclamò trionfante infine. Qualsiasi cosa fosse l’enigma su Amy  a cui stava lavorando aveva risolto il mistero.

Il vescovo aveva trovato un paesaggio per il ponte e River ci era già entrata. Io stavo aspettando quel ritardatario cosmico del proprietario del mio attuale corpo in parole povere il Dottore. Il suddetto Signore del Tempo era nella sua modalità “Stiamo per morire ma faccio lo stesso  ragionamenti idioti enon pertinenti.”

Il Dottore continuò a macchinetta. Ignorò i miei richiami verbali e mentali.

«Sta già succedendo! Ma certo! Che stupido! Come ho fatto a non accorgermene!Stupido, vecchio Dottore!»

«Dottore non è il momento di rivalutare la tua generosa autostima dobbiamo muoverci!» gridai. Ma lui non sembrò sentirmi perso nei suoi ragionamenti.

«Ma certo! Il Cyber King! Un Cyborg enorme nella Londra Vittoriana e nessuno se n’è accorto! Nessuno se l’è mai ricordato!L’esplosione, da qualche parte nello spazio e nel tempo è già iniziata! Capisci James? Lo capisci? Capisci questo cosa significa?»

«Dottore! Dobbiamo sbrigarci! Gli Angeli saranno wui a momenti» disse il vescovo.

«Lasci perdere gli Angeli! Qui c’è qualcosa di peggio!» esclamò lui. Io e il Dottore eravamo di spalle rispetto  al vescovo. Sentimmo un rumore e ci voltammo. Il vescovo era stato preso da un Angelo.

«Mi permetto di dissentire» disse in un rantolo il Vescovo. L’angelo lo aveva efferato alla gola e sapevamo che  se avessimo distolto lo sguardo l’avrebbe preso.

 «Lascialo!» ordinò il Dottore al Angelo. Ma entrambi sapevamo che non poteva.

«Non può lasciarmi Signore. Non finché lei e James lo starete guardando»

Sapevo come funzionava. Il vescovo non mi stava molto simpatico ma era un essere umano.

«Se smettiamo di guardarlo la ucciderà» dissi.  Era un affermazione. Ne ero certo.

«Mi ucciderà comunque. Mi lasci qui. Sapete come funziona» mi disse in un rantolo il vescovo.

«Non può liberarsi?» chiese il Dottore.

«No è troppo stretto. Andate!» ci ordinò.

«Se la lascio è morto» disse il Dottore

«Si è vero. Ma, prima che vada: deve fidarsi di James Potter. Ho fatto male a giudicarti James Potter sei in gamba» rantolò.

«Come fai a sapere il mio nome?»  chiesi.

«Quando ho presso la dottoressa in custodia, ho raccolto informazioni sulla sua famiglia e le persone a lei vicine  fra cui ci sei tu. James Potter, innocente, morto per salvare tua moglie tuo figlio sei in gamba.»

Poi disse al Dottore «Ascolti: non si fidi di lei, di River Song, non sa ancora chi è lei. Crede di conoscerla ma non sa nulla di lei. Dottore lei non sa ancora chi o cosa sia.»

«Beh me lo dica» lo incitò il Dottore.

«non posso, ma James.. lui sa tutto. Un giorno le dirà tutto Vada ora» disse guardandomi.

«mi dica solo perché era a Stormcage» ordinò il Dottore.

«Ha ucciso un uomo, un brav’uomo, un eroe per molte persone, un salvatore» disse il vescovo

«Chi?» chiese il Dottore.

«è meglio che non lo sappia Signore» gli disse

«Chi?Chi ha ucciso?»

«Gli angeli stanno arrivando. Vada!»

«è pronto?» chiese il Dottore.

Il vescovo riuscii a fare un cenno con il capo. 

Io e Il dottore lo fissammo ancora per un po’. Poi distogliemmo lo sguardo. Ci infilammo nel cunicolo che portava al ponte e lo chiudemmo. Li ci aspettava River.

«Finalmente!Qui c’è un teletrasporto. Se lo aggiusto possiamo trasferire gli altri qui. Dov’è Ottaviano?» chiese infine notando che il vescovo non c’era.

«Ottaviano è morto e anche il teletrasporto. Mi serve il comunicatore» disse il Dottore piatto.

POV Amy

«Descrivetemi la luce» ordinai a Marco e al suo compare.

«è come un muro bianco. Una barriera, sembra instabile. Mi fa sentire a disagio. Mi sembra sbagliata» mi disse Maro

«Può aver spaventato gli Angeli?» chiesi.

«Non lo so» mi rispose Marco.

Mi girai verso di lui e ordinai:«Dimmi dov’è la luce»

«Ma, Signora lei non può aprire gli occhi!Il Dottore ha detto che..» iniziò marco.

«So cosa ha detto. Non posso aprire gli cocchi per più di un secondo. Mi è rimasto ancora un po’ di tempo» gli dissi

«Signora non credo che..» tentò di nuovo Marco.

«Devo vederla!» esclamai cn un tono che non ammetteva repliche. Mi girai di nuovo davanti ame.

«è la direzione giusta? Devo essere veloce» chiesi a marco

«Si signora.»

Aprii gli occhi e la vidi. Un intensa luce bianca era uguale alla luce che emanava  la crepa nel muro della mia cameretta.

«Ha la stessa forma e la stessa intensità della crepa sul mio muro. Mi sta seguendo. Come è possibile che mi segua?» chiesi terrorizzata. Non badai a Marco che mi diceva di chiudere gli occhi. Dovette lui stesso chiudermeli ero troppo scioccata per fare qualsiasi cosa.

 «Marco vuoi che dia un occhiata?» chiese ul suo compare.

«Si vai» gli disse Marco.

 Al improvviso mi ricordai degli altri due chierici che aveva mandato Christian e Philip che non erano tornati.

«Un attimo, ma gli altri due?» chiesi preoccupata.

«Quali altri due?» mi chiese Marco stupito.

«Quelli che hai mandato prima» dissi con ovvietà.

«Non ho mandato nessuno prima» mi rispose Marco. Anche se non potevo vederlo in viso capii dal suo tono che mi considerava pazza.

«Si, Christian e Philip» ribattei

«Scusa, Christian e chi?» mi chiese incredulo.

«I due chierici che hai mandato prima di mandare Pedro» gli dissi ricordandomi che il suo compare si chiamava Pedro.

«Te lo giuro non conosco nessun Christian e  nessun Philip»

Mi disse lui «No. Hai mandato Christian e Philip prima di mandare Pedro. C’erano due chierici, Christian e Philip  e ora non gli ricordi com’è possibile?é successo qualcosa. Non so cosa. Tu non lo ricordi nemmeno.»

«Pedro?» mi chiese Marco interrogativo.

«Si, prima di aver mandato Pedro» affermai.

«Chi è Pedro?» mi chiese Marco Confuso.

«Non riesco a capire. Pedrp era qui un attimo fa e adsso non lo ricordi nemmeno!» dissi terrorizzata.

«Non c’è mai stato nessun Pedro. Siamo sempre stati in due!» mi disse Marco.

«No, eravamo in cinque! Come hai fatto a dimenticartene?!» urlai infuriata.

«Ascolti, ora, vada a dare un occhiata da vicino a quella luce, o qualunque cosa sia» mi disse Marco.

 Lo  supplicai«No! Ti prego!Non puoi! Non devi farlo!»

«Questo è un comunicatore di riserva. Staremo in contatto per tutto il tempo» mi  disse lui facendomi toccare un comunicatore.

«Non potrai,Perché, se ti avvicini alla luce ti accadrà quello che è accaduto a tutti» gli dissi supplichevole

«Non c’era nessun altro» mi disse lui.

«non ci sarai tu se te ne vai ora!» gli gridai.

«Due minuti, promesso»

 Ma perché tutti  mi facevano promesse del genere? Che cosa avevo?! Una calamita per quelle promesse per caso?

Lui si alzò e se ne andò  come avevano fatto gli altri tre.

Lasciai passare un po’ poi chiamai Marco con il comunicatore «Pronto?Ci sei? Stai bene?» chiesi. Per un momento non ricevetti risposta. Poi finalmente la voce di Marco disse «Sto bene. Sono piuttosto vicino» mi disse

«Allora torna indietro!Torna subito indietro!» esclamai

Lui mi ignorò e continuò:«è molto strano guardarla sembra proprio…» poi la comunicazione saltò. Poi nel panico chiesi «Sembra  proprio cosa? Mi senti? Pronto? Pronto? Ti prego dì che sei li! Pronto? Pronto?» continuai nel panico. Non ricevetti risposta. Ero sola e abbandonata di nuovo

 

 

 

POV Dottore

 Avevo chiesto un comunicatore a River per comunicare con i chierici in modo  da portare Amy da me.

Avuto il comunicatore sentii la voce di Amy nel panico.

 Per prendere conferma che fosse lei chiesi

«Amy?Amy, Amy sei tu?»

«Ah! Dottore!» esclamò lei sollevata. Pronunciò il mio nome come se le avessi appena salvato la vita.

«Amy dove sei? I chierici sono con te?» chiesi preoccupato.

«Sono spariti!C’era una luce. Ci sono entrati dentro. Nn si ricordavano più l’uno del altro»

Oh no! È peggio di quanto pensassi!

 Impostai il monitor e grazie al comunicatore di Amy la localizzai. Il monitor mostrava Amy dove l’avevo lascitae vicino a lei c’era l’energia temporale della crepa. Presto l’avrebbe  raggiunta. Doveva spostarsi da li.

«Che cos’è quella luce? Che cosa le farà?» chiese James preoccupato.

«Tempo che finisce» risposi.

Poi ripresi a parlare con Amy:

«Amy, mi dispiace, ho sbagliato. Non avrei mai dovuto lasciarti li» le dissi.

«Cosa faccio ora?» chiese con il panico nella voce.

«Vieni da noi., al ponte di comando principale, dal altra parte della foresta» le dissi.

«Non ce la farà mai! Non può aprire gli occhi ricordi?!» gridò James.

«Che  cosa proponi James! Su avanti dimmelo!» gli gridai in risposta.

Anche Amy era della stessa opinione.

«Non ci vedo! Non posso aprire gli occhi!» mi disse

«Girati sul posto» le ordinai

«Cosa?» Chiese incredula.

«Girati sul posto. Fallo, ora!» dissi un tono brusco.

«Quando il comunicatore suonerò come il mio cacciavite sarai nella direzione giusta. Segui il suono»  continuai in tono meno brusco. Lei si alzò e iniziò a muoversi lentamente.  Mentre io impostavo il suono del mio cacciavite al comunicatore in modo che Amy lo seguisse.

«Devi muoverti immediatamente da quella crepa sta fuoriuscendo Energia Temporale e tu devi restarci sempre davanti» la ammonii.

«Ma gli Angeli sono dappertutto!» protestò lei impaurita.

«lo so, mi dispiace, ma gli Angeli possono soltanto ucciderti»le dissi in tono pacato.

«Cosa fa l’Energia Temporale?» mi chiese nel panico.

Non le risposi ma la incitai a continuare.

«Non fermarti! Continua a muoverti!» ordinai brusco.

«Dimmelo! Dimmelo!» mi supplicò lei.

«Se l’Energia Temporale ti cattura, sarà come se non fossi mai nata. Cancellerò ogni momento della tua esistenza. Tu non sarai mai vissuta! Mai! Ogni momento della tua esistenza sarà cancellato dalla storia!» le dissi.

«Così la spaventi!» protestò James.

«Voleva la verità beh l’ha avuta. Scusami e che ho paura di perderla!» dissi un po’ più calmo.

«Ora, tieni gli occhi chiusi e continua a muoverti» le dissi cercando di rimanere calmo. Era così difficile! Non potevo perdere anche lei!

Sentimmo un rumore come di sassi che cadono e rimbalzano sul metallo.

«Che cos’è?» chiese River.

«Sono gli Angeli che fuggono. Volevano nutrirsi di energia Temporale, ora è lei a nutrirsi di loro» le dissi.

Tornai a rivolgermi a Amy.

«Amy sto inviando un software al tuo comunicatore. Farà un bip se c’è un ostacolo davanti a te. Devi muoverti finché il bip non si ferma. Perché,Amy,ascolta è importante: la foresta è piena di Angeli. Devi camminare come se vedessi» le dissi.

«Ma, cosa significa?» mi chiese perplessa.

«Tu cammina e basta» le dissi.

«Cosa succederà al Energia Temporale?» chiese River. Interrompendo i miei pensieri su Amy.

Mi girai verso di lei che stava ancora cercando di aggiustare il teletrasporto.

James era sparito. Ma in quel momento non mi importava.

«Continuerà a nutrirsi» le spiegai.

«E come la fermiamo?» mi chiese ancora River.

«Un complicato evento spazio-temporale dovrebbe fermarla per un po’»  le spiegai. Ma evidentemente non comprese.

Mi chiese Infatti:«Come cosa?»

«COME ME!ADESO TI è CHIARO!» urlai

«Vuoi sacrificarti? Non puoi farlo! Sono un evento spazio-temporale complesso anch’io! Manda me!» mi chiese.

POV Amy

Sentii un bip allarmante.

«Che cos’è?» chiesi al Dottore

«Un allarme. Amy mi dispiace ma sei circondata dagli Angeli.» Oh mio dio!  Oh mio dio!pensai.

«Cosa faccio?» chiesi nel panico

« Continua a muoverti! Cammina cose vedessi! So che puoi farcela!. Gli Angeli fuggono non gliene frega nulla di te! Ora vai!» rimasi immobile.

«Non ti stai muovendo! Penseranno che puoi vederli vai!» mi ordinò. Avanzai piano piano.  Scavalcai un dosso,. Respiravo affannosamente avevo il cuore in gola. Inciampai e caddi. Il comunicatore mi cadde di mano. Non riuscivo a trovarlo.

«Dottore? Mi è caduto il comunicatore! Non lo trovo. Dottore! Dottore Aiutami!». Nessuna risposta. Sapevo che gli angeli mi avrebbero presa. Proprio allora sentii una fredda mano afferrarmi. Mi ridiede seranza.

POV James

Amy non ce l’avrebbe mai fatta. Lo sapevo. Lo sapevo io come lo sapeva River. Le speranze del Dottore erano nulle! Non che non avessi fiducia in lei. Ma aveva bisogno di un aiuto. il Dottore era talmente immerso nel  dire a Amy cosa doveva fare che non si accorse nemmeno della mia essenza. Mi infilai nel cunicolo da cui eravamo entrati e mi ritrovai nella foresta. Dovevo salvare Amy. Sapevo che i fantasmi potevano volare ma non sapevo come fare.  Sapevo fluttuare nello spazio per muovermi ma non sapevo librarmi in aria. Beh era giunto il momento di provare. Per lei, anche se non era la mia Lily, perché dentro di sé aveva la mia Lily avrei imparato a volare.  Provai. Ma non riuscivo a staccare il mio peso incorporeo. Riprovai altre cinque o dieci volte prima di riuscire a volare. Fu come abbandonare il mio corpo per la seconda volta.  L’unica differenza era che non sentivo nemmeno il mio corpo incorporeo. Mi sembrava di essere  aria..grazie a questo riuscii a  trovare Amy. Era caduta a terra e non trovava il comunicatore era nel panico. Le fui  accanto. Non potevo farla volare via con me  ma potevo indicarle la strada. Le afferrai la mano.

«Amy sono io. Lo spirito, sono qui ti aiuteròa venire da noi. Ti indicherò io la strada.» l’aiutai ad alzarsi e le presi la mano. Fummo avvolti da una luce bianchissima. Non era l’energia temporale era un teletrasporto. River lo aveva aggiustato e ci aveva tele trasportati al ponte di comando. Eravamo salvi.

Angolo autrice!

*L'autrice esce in attesa dei pomodori*  So che fa molto schifo!  Vi piaciuto il salvattaggio di James e la parte sul passato del Dottore! ? poi voglio avertirvi  siccome ho riscoperto  la coppia rose/ten e mi sono riinamorata di loro due  ho deciso che compariranno tutte e due in questa Ff a un certo punto.  non basta spoiler! il quindici lo posto entro il cinquantenario Parola di Whovian

Baci Marty Evans

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Capitolo 15
*** La scelta di Amy ***


Capitolo 15

The  Amy's choice

NDA Ciao!  Vi sono Mancata?  no immagino di no!  Comunque so che il capitolo doveva essere per il 23  Novembre ma  ho avuto un po' di problemi come per esempio la scuola! Comunque dopo il bellissimo cinquantenario vi  lascio  questo nuovo capitolo. E' il capitolo  che da inizio  alla vera e propria storia.  E' il capitolo con cui inizio ad allontanarmi dal canon e dalla quinta stagione "tradizionale". é il capitolo  in cui inizio a creare la  "mia"  quinta stagione! è un capitolo  molto importante così come lo sarà anche  il 16! Ma  vi annuncio che non aggiornerò per qualche settimana perché devo andare avanti con l'altria mia fan fic: Lily Evans and the Forbbiden Concil, che  ho lasciato un po' da parte per un piccolo "blocco di creatività" . Ma ora che so come concludere il terzo anno .. beh  posso riprenderla in mano.  ma tornerò prima dello speciale e della fine del mio Undicesimo. Ora passiamo ai ringraziamenti . Grazie a shalycohen e alle sue recensioni. Grazie di darmi sempre sostegno e spero ti  piaccia il capitolo. Grazie a HelenaLestrange  che è sempre bravissima a scrivere  e adoro  le sue storie  inoltre ha la pazienza di recensirmi quindi.. 
Dedico il capitolo a una persona speciale. Spero  lo leggerai perché è per te

Ci vediamo sotto!


POV Dottore

 Quando avevo visto il teletrasporto riportare Amy  tra le braccia di James mi ero sentito arrabbiato e sollevato allo stesso tempo. Ero arrabbiato perché lui l’aveva salvata senza dirmi niente. Sono io  che salvo la gente è il mio compito!Non quello di un fantasma!

Non sarai un pochino geloso?

IO NON SONO GELOSO JAMES LEVATELO DA QUEL CERVELLO A FORMA DI DALEK!

Oh hai appena cercato di insultarmi sei  gelosissimo!

Non è vero!

Sei verde di gelosia Ammettilo!

No! Io non..

Sei gelosissimo : il Dottore è geloso! Sembra quasi comico.

Smettila non sono geloso!

Oh davvero? e allora perché poco fa mi hai guardato male?

 Ah Smettila! Ho cose più importanti da fare!

D’accordo ero anche un po’ (un pochino geloso) ma sono solo dettagli! James la sorresse. Quando mi avvicinai e dissi a James. «Grazie» gli dissi solo. Lui fece un cenno col capo.

 Poi abbracciai Amy. Lo feci d’impulso senza pensarci. La presi tra  le braccia  e la tenni stretta al mio petto.

«Mi dispiace così tanto Amy!» le  sussurrai. Mentre le accarezzavo i capelli  dolcemente. Lei appoggiò la testa sul mio petto e sospirò.

«Sono quasi morta lo sai vero?» mi disse il viso premuto contro la mia camicia.  Affondai il viso nei suoi capelli ramati e sussurrai contro di essi, inspirando a pieni polmoni il suo profumo di gigli e more.

«Mi dispiace Amy. Non avrei mai dovuto lasciarti li.» .

Fummo distratti  dal rumore di un allarme.  Mi staccai da Amy prima di dirle:«Non aprire gli occhi! Continua a tenerli chiusi» . Le baciai la  fronte e poi andai verso il centro del ponte di comando.

«Che cosa sta succedendo?» chiese River.

«Sono gli Angeli, stanno prosciugando l’energia della nave» spiegai del tutto calmo. Sapevo come tirarci fuori di li.

La parete che ci proteggeva si sollevò e  dietro di essa, vidi una schiera di Angeli Piangenti. Quello al centro era l’Angelo della nave, l’Angelo-Bob.

«Angelo-Bob suppongo. Finalmente ci incontriamo» dissi  con finta cortesia.

«Il Campo Temporale si avvicina. Distruggerà la nostra realtà» proclamò l’Angelo-Bob. Aveva ragione lo sapevo anch’io. Tuttavia non mi sarei sacrificato  per lui, né per gli altri Angeli.

«Così state fuggendo come topi. Che cosa posso fare per voi?» dissi in tono sarcastico.

«Non è divertente Dottore. Perché lei ora morirà. La crepa è una frattura nel Tempo. Gli Angeli hanno calcolato che, se lei  vi si getterà dentro; Questa si chiuderà e loro saranno salvi».  continuò l’Angelo-Bob.

«Sé,sé, sé potrei farlo. Ma perché dovrei? Non certo per voi.» dissi con il solito tono tagliente.

«Anche i suoi amici sarebbero in salvo»  constatò l’Angelo-Bob. Era un valido motivo aveva ragione. Ma.. cavolo! Mi ero appena rigenerato non avevo voglia di morire di nuovo!

«Beh potrei farlo..» stavo dicendo. River mi interruppe.

«Getta me! Te l’ho detto prima. Ho viaggiato nel Tempo. Sono un evento spazio temporale complicato!» mi disse lei.

Scoppiai a ridere amaramente.«Oh River Song! Tu osi paragonarti a me!? Tu osi paragonarti a un Signore del Tempo che ha visto tutto l’universo? Gli Angeli sono più complicati di te e io più di tutti loro. Quindi, aggrappati» le dissi.  Se noi fossimo risaliti dal relitto arrampicandoci l’energia spazio-temporale avrebbe  disintegrato gli Angeli e loro non sarebbero mai vissuti. Mentre se tutti noi fossimo rimasti aggrappati al relitto saremmo ritornati alla  partenza. cioè dove era atterrato il TARDIS

«Non te lo permetterò mai Dottore!!» mi gridò River.

«No, dico sul serio aggrappati» le ordinai.

«Tu non morirai qui!» mi urlò ancora lei.

«Ma siete sordi per caso? James rientra nel mio corpo. River,Amy voi vi dovete aggrappare» ordinai.

«Gli Angeli vogliono che lei si sacrifichi.. Adesso» disse perentorio l’Angelo - Bob.

«Il fatto è, Bob,che gli Angeli stanno prosciugando tutta l’energia di questa nave. E vuoi sapere un altra cosa? Credo che abbiano dimenticatodove si trovino, o che abbiano dimenticato la gravità della situazione. O per dirla in parole povere: Angeli Buona  notte e Allons-y! »  dissi prima di aggrapparmi alla nave imitato da Amy e River. La crepa risucchiò gli angeli e si richiuse non toccò noi.

 

***

POV Amy

Eravamo tornati dove il TARDIS era atterrato. Io ero dolorante mi faceva  male tutto. E di chi era la colpa?   Ma del Dottore naturalmente! Era lui che  ci aveva fatti arrampicare fuori dalla nave!

«Ho i lividi dappertutto!» mi lamentai.

«Anch’io» mi disse il Dottore di fronte a me. Il cielo era terso e c’era una leggera brezza che gli scompigliava i capelli. Aveva una aria da bambino spensierato. Ma se lo guardavi negli occhi in quegli occhi verdi. Ti  accorgevi di quanto fossero stanchi e vecchi quegl’occhi. Occhi vecchi e saggi in un volto da  ragazzo.  Nonostante tutti gli anni che aveva, mi ero innamorata di lui. Mi ero innamorata  di lui quando era tornato per me e lo avevo riconosciuto legato al mio termosifone.  Dovetti restare incantata a guardarlo per qualche secondo buono, perché lui inarcò un sopraciglio interrogativo. Decisi che dovevo continuare la discussione:

«Tu non hai dovuto arrampicarti ad occhi chiusi!» protestai.

«Neanche tu!» mi rimbeccò lui.

«Te l’ho detto! Gli Angeli sono precipitati nel Energia Temporale! L’Angelo nella tua mente non è mai esistito» mi spiegò lui.

«Allora perché mi ricordo tutto quello che è successo? I chierici non si ricordavano l’uno del altro» constatai.

Lui sospirò:«Vedi, Amy, tu ora sei una viaggiatrice del tempo e questo comporta certi vantaggi. Questo cambia il tuo modo di vedere l’universo. Bello non è vero?» disse poi con quel suo tono da bambino che amavo tanto.

Sorrisi. Sentii il mio sorriso raggiungere gli occhi. Fui ripagata dal suo sorriso ancora più ampio. Risi era così buffo. Poi mi ricordai della crepa. E il mio sorriso svanii.

«E la crepa? La crepa è sparita?» chiesi seria.

«Si, ma l’esplosione che l’ha generata è ancora in pieno corso, da qualche parte nel tempo». disse allontanandosi a grandi passi.

 Accanto a me comparve lo Spirito. Stava sorridendo come un ebete. E canticchiava qualcosa sottovoce. Non sapevo come si chiamava, ma tutte le volte che sentivo la sua presenza, quella parola: Potter. mi passava in mente. Ma poi la parola svaniva  come se fosse un ricordo sbiadito dal tempo. Lui si mise al mio fianco. Si passò  distrattamente una mano nei capelli che una volta dovevano essere stati corvini. Erano capelli ribelli in cui si divertiva a mettere le mani. Ricordai che sognavo un ragazzo da piccola che era molto simile allo spirito. Non ricordavo  il nome del ragazzo,  ma poteva essere lui?

«Ehi!» mi disse lui sorridendomi.

«Ciao» risposi un po’ imbarazzata. 

Dovevo ringraziarlo per avermi  salvata, ma non sapevo come.  Lui mi aveva salvato la vita! Meritava almeno un grazie.

«Come va?» mi chiese lui.

«Sono sopravissuta a delle statue di pietra e sono tuta un livido, ma a parte questo sto bene» gli risposi.

Lo spirito rise come un matto . Mi girai verso di lui e  gli dissi:«Grazie». Dovevo averlo sussurrato perché, lui mi chiese:

«Scusa come?» 

«Grazie Potter» dissi a voce più alta. Vidi lo stupore sul suo volto. Non  sapevo nemmeno io perché l’ avevo chiamato Potter. Quel cognome era uscito così senza pensarci. Poi mi voltai verso di lui e ripresi: «Grazie per avermi salvata nella Bisanzio. Se non fosse per te sarei morta. Ti devo la vita Spirito Arrogante!» dissi, prima di alzarmi in punta di piedi e scompigliarli i capelli con una mano. Quando, la mia mano toccò la sua chioma ribelle, sentii quei capelli a prima vista duri, morbidi come seta sotto le dita.  E ricordai per un attimo la consistenza che avevano quei capelli sotto le mie dita. Come se gli avessi già scompigliati altre  volte. Sconvolta da quelle sensazioni, gli diedi un  rapido bacio sulla guancia e mi ritrassi. Dovevo fare chiarezza nella mia mente. Così  ripresi la mia contemplazione  del Dottore. Anche se quello non aiutava per niente. Sopratutto perché sapevo che, presto o tardi, avrei dovuto prendere una decisione. Quella scelta molto probabilmente avrebbe  cambiato la mia vita, per sempre.

E ancora non sapevo quanto.    

POV Dottore

Mi diressi verso River. Notai che Amy e James stavano parlando. Ero contento per loro. Si sarebbero chiariti un poco. Mi portai al fianco di quella strana  donna bionda

«Cosa farai ora?» le chiesi curioso.

«La nave-Prigione di Stormcage è in orbita.  Sarò teletrasportata di nuovo nella mia cella. Potrebbero anche darmi la grazia » mi rispose River con noncuranza.

Rimasi in silenzio per alcuni istanti. Poi mi decisi a fare la domanda che volevo farle da tempo.  Chi aveva ucciso? Volevo sapere  questo. Non sapevo che quel omicidio  mi riguardava molto più da vicino di quanto credessi.

«Ottaviano mi ha detto che hai ucciso un uomo» iniziai con un affermazione.

«Si è vero» mi rispose River con tono grave.

«Un brav’uomo» affermai di nuovo.

 River sospirò pesantemente e poi mi disse.«Si un brav’uomo. Il migliore che abbia  mai conosciuto»

«Chi?» chiesi  mal celando la mia morbosa curiosità.

 River rise. E il suo sorriso raggiunse gli occhi.

«Oh Dottore! Questa è una storia lunga. Non si può raccontare, bisogna viverla. Niente spoiler. A eccezione di questo:  mi rivedrai abbastanza presto, quando  si aprirà la Pandorica»

 Questa volta fui io a ridere.  La pandorica! Una sciocca leggenda per spaventare i bambini di Galifrey!! Poi mi chinai e le sussurrai al orecchio: «Quella è una favola»

 River scoppiò di nuovo a ridere e mi disse:

«Oh Dottore! Non lo siamo tutti forse?» mi chiese sorridendo. poi mi guardò sorridendo enigmatica, e disse ancora:

«Ci vedremmo li» mi disse lei  sempre sorridendo.

«Non vedo l’ora»  risposi.

«Lo ricordo molto bene» mi disse lei. A quella frase risi. Quella donna era davvero incredibile.

«River» disse James con un cenno della testa.

«James » lo salutò altrettanto formalmente lei.

Anche Amy si era avvicinata, River la salutò e poi ci disse.«Credo che  quello sia il mio passaggio. Devo andare» disse indicando una nave in orbita.

«Posso fidarmi di te, River Song?» le chiesi.

«Se vuoi. Ma dove sarebbe il divertimento?» disse divertita. E ridendo scomparve.

Mi fermai a osservare il punto in cui era sparita River, pensando che non conoscevo quella donna. L’avevo incontrata una sola volta. E lei era morta. Era morta per salvare anche me. Non  mi aveva detto nient’’altro a parte il suo nome e quella parola: spoiler. Il Tempo può essere rescritto posso salvarla dalla prigione. Posso salvare anche quel uomo. Pensavo che Amy e James  fossero già nel TARDIS Non mi accorsi che, invece, Amy e James erano rimasti al mio fianco. Perciò sobbalzai quando sentii la voce di amy chiedere:

«A cosa pensi?» 

«Penso che è il tempo può essere riscritto» replicai, prima di entrare nel TARDIS.

 

POV Amy

Ero seduta su una delle poltroncine vicino alla sala comandi e guardavo il Dottore piroettare intorno alla consolle, e in cuor mio  sapevo che dovevo fare una scelta. non potevo più rimandare. 

Ero giunta a una conclusione: dovevo dirgli  del mio matrimonio con Rory. E dovevo fare una scelta quella notte stessa. Una vita normale con Rory? O una vita, rischiosa e mortale  ma piena di soddisfazioni con il Dottore?

 Non  sapevo veramente cosa fare. Conoscevo Rory da quando eravamo bambini, ed era sempre stato il mio miglior amico  e ero fidanzata con lui da quando avevo 18 anni. Mentre il Dottore invece era, il mio amico immaginario di quando avevo sette anni, incredibile, bellissimo, straordinario.. insomma era un sogno. Un sogno da cui  non volevo svegliarmi mai. In quel momento seppi quale sarebbe stata la  mia scelta nel mio inconscio.

«Voglio andare a casa» dissi  al Dottore. Lui abbassò la testa e disse solo «Okay». Mi alzai dalla poltroncina e mi avvicinai a lui. Il Dottore continuò ad armeggiare  con la consolle senza degnarmi di uno sguardo. Mi accostai a lui e li presi la mano.  Lo guardai in quegli occhi verdi vecchi di millenni.

«No, non hai capito! Voglio.. devo... voglio mostrarti una cosa. Tu scappi dal tuo futuro sto scappando anch’io e voglio mostrarti da cosa». dissi. Lui  fece un lungo sosspiro, sembrava sollevato, mise in funzione i comandi. In un battibaleno il TARDIS si materializzò  a casa mia, in camera mia per l’esattezza. Gli mostrai il vestito appeso a una gruccia nel armadio. Lui aprì la bocca stupito. Eravamo seduti uno accanto al altra sul letto. Lo spirito aveva detto  che sarebbe andato a cercare di fare “un piccolo scherzetto” a  un certo  Mocciosus  alla sua festa di addio al celibato. Io non sapevo ancora che stava parlando di Rory  ma l’avrei  scoperto in seguito.

«Cavolo»  fu il commento del Dottore.  Sbaglio o sembra deluso? Mi chiese una vocina che mi dava forza per andare avanti . Forse avevo ancora speranza.

«Ê la notte della partenza» dissi stupita guardando la data sulla mia sveglia.

«Siamo stati via cinque minuti» mi disse il Dottore.

 Presi  la custodia con l’anello di fidanzamento di Rory che era sul  mio comodino. La aprii e lo mostrai al Dottore.

«Mi dovrei  sposare domani mattina» gli dissi.

 Di tutte le  reazioni che mi sarei aspettata il Dottore mi sorprese. La sua faccia era sconvolta

«Che cosa?!» gridò «E tu non mi hai detto nulla! Hai anche lasciato il tuo anello qui! Sei partita con me e non mi hai detto nulla!» mi disse.

«Io.. mi dispiace! E solo che tu sei sparito e poi sei tornato e io non ero sicura di volermi sposare ..e...» cercai di dire.

«E perciò tu la notte prima del tuo matrimonio, salti sulla prima cabina blu  che vedi e vieni con me Amelia? Mi hai mentito!» disse lui arrabbiato. Era geloso forse? Speravo proprio di si.

«Allora,  Dottore, voglio dirti che ho preso una decisione. Non mi voglio sposare. Voglio bene a Rory ma non lo amo come merita. E poi viaggiando con te e lo Spirito.. vedendo quei posti.. mi ha fatto riflettere. E ci sono delle cose connesse allo Spirito che non riesco a spiegarmi. Perciò voglio fare una scelta. E ci ho riflettuto molto. Ho scelto cosa voglio. Capisci cosa voglio dire?»

«Beh anch’io rifletto a volte, anzi molte volte.» disse lui in tono vago.

«Intendo su cosa voglio. O , meglio su chi, voglio. Mi capisci vero?» dissi con tono malizioso .

Lui mi guardò perplesso:«Si.. cioè no» mi disse non capendo. Mio dio anche se aveva 900 anni e qualcosa era un idiota sulle cose più basilari!

«Parlo di chi, voglio davvero» gli dissi.

 Il Dottore era ancora più confuso.«Oh si!... No ancora non capisco» mi disse lui confuso.

«Dottore, te lo spiego in un modo molto semplice, che persino tu puoi capire» poi mi sporsi e feci quello che volevo fare da quando era tornato in casa mia due anni prima. Poggiai le mie labbra sulle sue. Lui si ritrasse e  si alzò di scatto dal letto.

 Lo seguii «Amy ti devi sposare domani mattina!» mi disse  come se quello fosse un motivo valido.

«Dottore tu non hai capito! Io non sposerò  comunque Rory. Annullerò il matrimonio perché non lo amo come lui ama me.»gli dissi.

«Ho 907 anni suonati Amelia! Ti rendi conto  di cosa significa?» mi disse..

«Sei un po’ più grande di me e allora? Un sacco di persone in un sacco di coppie  lo sono» replicai.

«No! No! Amelia guardami! Non invecchio! Cambio solo! Tu invecchi e io no! Tra noi non potrebbe mai funzionare!»

«Che cosa ne sai? Proviamoci Dottore.  Proviamoci insieme.» proposi sfidandolo con lo sguardo.

«No tu sei umana! Sei Amy» provò  a dire suppongo più per convincere se steso che me.

Ma quando lo baciai di nuovo non oppose resistenza. Anzi ricambiò il bacio . Il che mi rese euforica. Le sue labbra sulle  mie erano morbide e dolci. Avevano uno strano sapore. Non mi ricordo mai di cosa sanno ma sono così dolci! Le mie mani scivolarono intorno al suo collo per attirarlo più vicino. Le sue mani, invece, erano sulla  mia schiena. Sarei rimasta li per ore. Avevo finalmente quello che  volevo e non mene sarei mai stancata. Continuammo a baciarci. In quel momento non mi importava se dovevamo annullare un matrimonio, scoprire il mio passato, combattere alieni, salvare l’universo o altro. C’eravamo solo  noi. Il Dottore ed Amy Pond. E lo saremo stati per sempre.

Lui interruppe  l’ennesimo bacio per scostarsi da me quel tanto che bastava a poter parlare

«Domani mattina! Tu hai detto che avresti dovuto sposarti domani mattina!» esclamò come se fosse la cosa più strana del mondo.

«Dottore, che cosa centra questo?» dissi provando a baciarlo di nuovo. Poi lo guardai preoccupata. Aveva le labbra gonfie e rosse come le mie .Stava ansimando. Il suo respiro era corto e veloce. I suoi occhi cangianti erano eccitati. Ma, presto, il suo desiderio svanii per lasciare posto al solito entusiasmo da bambino. La sua espressione cambiò ancora. Questa volta, mi guardava preoccupato.

«Ho fatto qualcosa di sbagliato?» chiesi. Lui mi stava guardando con  un espressione strana. Come se mi avesse vista per la prima volta. «No. non c’era nulla di sbagliato. Sei bellissima. Ma ora capisco. Sei solo tu. Capisci?» mi chiese. Ora si, che ero preoccupata!

«Cos’ho che non va? » chiesi.

«No, no, non centra con il bacio!Sei tu! Solo tu! Ogni singola cosa riguarda te!Amy Pond, pazza, insopportabile Amy Pond. Non so perché. Non ne ho idea. Ma, sembra possibile che la cosa più importante nella storia del universo, in questo memento sia che io ti porti di nuovo con me» mi disse. Aprii la porta del TARDIS e mi fece entrare.«Entra» mi ordinò.

«Ma e lo Spirito? Non dobbiamo aspettarlo?» chiesi.

«Ci troverà lui entra.»disse. Entrai nel TARDIS e partimmo.

POV Dottore

Okay sono un incosciente. Ma io.. che cosa mi sta prendendo. Mi  sento  come se avessi mille  diavolo di  Dalek nello stomaco  che si divertono a colpirmi! Non mi succede da quando ho incontrato Rose.  Un attimo che diavolo sta cercando di fare Amelia? Mi sono alzato dal suo letto  e sto cercando di allontanarmi da lei. Ho baciato molte donne. Ma lei è Amy. Lei è la reincarnazione  della moglie di James! Non posso perdere James!

«Amy ti devi sposare domani mattina!» dissi cercando di farla ragionare.

«Dottore tu non hai capito! Io non sposerò  comunque Rory. Annullerò il matrimonio perché non lo amo come lui ama me.»replicò lei.

 Oh mio dio quindi.. no Dottore non pensarci nemmeno! Non puoi perdere James

Provai a giocare la carta della mia età.

«Ho 907 anni suonati Amelia! Ti rendi conto  di cosa significa?» dissi cercando di convincerla.

«Sei un po’ più grande di me e allora? Un sacco di persone, in un sacco di coppie  lo sono» replicò testarda.

«No! No! Amelia guardami! Non invecchio! Cambio solo. Tu invecchi e io no! Tra noi non potrebbe mai funzionare!»esclamai cercando di dissuadere  sia me stesso che lei da quello che sarebbe potuto succedere.

«Che cosa ne sai? Che cosa ne sai di come potrebbe essere?Proviamoci Dottore.  Proviamoci insieme.»mi propose sfidandomi con lo sguardo. La proposta era allettante ma..

«No tu sei umana! Sei Amy!» Cercai di dire

E poi accade, lei mi baciò.  Fui tentato di ritrarmi. Ma a cosa poteva servire ormai? Così, quando  sentii le sue labbra sulle mie, sprofondai e mi arresi.  Ricambiai il bacio. Baciare Amy era come baciare una stella. Era  come camminare nel fuoco senza scottarti. Perché lei era il fuoco. Con il suo carattere ribelle e i suoi capelli di fuoco . Lei era il fuoco e con il fuoco bisogna stare attenti a non scottarsi. Continuammo a baciarci per un numero infinito di volte. Pervasi da quel senso di libertà e euforia per essere l’uno tra le braccia del altra. In seguito, me ne sarei vergognato, ma in quel momento lasciai che Amy mi facesse  dimenticare Rose per un breve momento. Quando avevamo bisogno d’ossigeno ci staccavamo , ci guardavamo negli occhi, ci specchiavamo negli occhi verdi di ognuno di noi e riprendevamo a baciarci. Come in una danza. Cancellai ogni pensiero eccetto le mie braccia intorno alla vita di Amy e le sue labbra sulle mie..L’unico problema era una frase che aveva detto Amy. «Mi dovrei  sposare domani mattina». Quella frase continuava a rimbombarmi in testa. E capii l’esplosione che   avrebbe formato la crepa era al epoca di Amy. Così ansimando  e di mala voglia  mi staccai da lei.

«Domani mattina. Tu hai detto che avresti dovuto sposarti domani mattina!» esclamai.

«Dottore che cosa centra questo?» disse lei provando a baciarmi di nuovo.

«Ho fatto qualcosa di sbagliato?» chiese.

«No. non c’era nulla di sbagliato. Sei solo tu. Capisci?»chiesi. lei mi guardò perplessa . Perchè spiegai

« Sei tu! Solo tu! Ogni singola cosa riguarda te!Amy Pond, pazza, insopportabile Amy Pond. Non so perché. Non ne ho idea. Ma, sembra possibile, che la cosa più importante nella storia del universo, in questo momento sia che io ti porti di nuovo con me»  dissi. Aprii la porta del TARDIS e le feci cenno d’entrare.«Entra» ordinai.

 Dopodiché entrai anch’io e mi diressi alla consolle . iniziai a  muovere i comandi .

«Ma e lo Spirito? Non dobbiamo aspettarlo?» chiese Amy che mi aveva raggiunto  alla consolle .

«Infatti andiamo a prenderlo»dissi. Lei mi guardò con i suoi occhioni verdi e mi chiese

«So che sei preoccupato Ragedy Man*. Che cosa succede?»

Smisi di armeggiare con i  comandi  e la guardai. Poi sospirai: «Amelia Pond sei più misteriosa di quanto credessi. Sei collegata al esplosione. è questo che mi preoccupa.. Bene allora andiamo a recuperare  lo Spirito!» esclamai infine partendo.

E sperando che James non scoprisse mai quello che era successo tra me e Amy

Non sapevo ancora che la sua reazione quando l’avrebbe scoperto , sarebbe stata alquanto.. inaspettata.

Image and video hosting by TinyPic Angolino del Autrice
Salve! Salve ! Eccomi qui!  Allora che ne dite? Vi piace?  Fa schifo?  mi state odiando?  Ci ho messo 15  capitoli per il primo bacio  ma state tranquilli  ce ne saranno  molti altri molto presto. Da qui in poi come ho già detto sopra inzia la vera e propria rivisitazione della 5 stagione.  ci saranno nuovi personaggi.. Clara.. Rose... nuovi nemici.. no!  Non devo anticiparvi altro! Vi lascio con la sorpresa.   Veniamo al capitolo. so che  a descrivere il Bacio ho fatto schifo. solo che non sono molto bravaa descrivere i baci!  Ora vi  lascio con alcune domandine: Come  prenderà  Rory la notizia del suo non matrimonio? Che cosa avrà combinato James  al povero Rory alla sua festa di addio  al celibato?  E Amy riuscirà a comunicare al  ormai ex- fidanzato la sua scelta?
Nota:  ho messo l'asterisco a Ragedy Man non  a caso. Ora  spiego sopratutto ai non Wowian Amy chiama  il Dottore con un sopranome  "Ragedy Man",  che, in Italino, abbiamo tradotto  come "Uomo Stropicciato". A me piace molto  più l'originale "Ragedy Man"  o "Doctor Ragedy " in italiano "Dottore Stropicciato" perciò ho deciso di usare  i sopranomi originali. Così come farò  con i sopranomi dei Malandrini Per James,  ad esempio, come sopranome manterò l'originale "Prongs" invece di "Ramoso" per Sirrius  il sopranome rimarrà "Padfoot " poi abbrevato in "Pad" o "Paddy" .Per Remus il sopranome rimarrà"Moony" invece di "Lunastorta". E per il viscido traditore Minus il sopranome rimarrà "Wrontail" invece di "Codaliscia". volevo parlarvi dei sopranomi per dei semplici chiarimenti.  
Poi  ho detto che il capitolo è dedicato a una persona speciale no? Beh lei  è la mia Best  Friend Online . Questo è dedicato a te dub01 che sopporti me, i miei scleri, le  mie idee folli, e le mie recension altrettanto folli.  Perché tu risolvi sempre tutti i miei blocchi  dello scrittore e perché leggi  le mie fanfiction "scleri" che non pubblicherò mai. Ti ringrazio e visto  che ami il Dottore quanto me e  che te l'ho fatto scoprire io.. beh è per te.  e grazie di tutto quello che  fai ogni giorno  anche se abiti dal altra parte del Italia!
Okay ora  saluto tutti!
inoltre ringrazio  le 10 persone che  hanno messo la storia  tra le seguite!  Grazie e faccio un piccolo appello ai lettori silenziosi.. Per favore mi farebbe piacere sapere che cosa ne pensate della storia! sarebbe veramente importante!
Comunque  spero vi sia piaciuto.
 a presto  
Baci Marty Evans
 

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Capitolo 16
*** Ricordi, sogni e scherzi ***


Capitolo 16
Ricordi, Sogni e Scherzi

NDA Ciao! E Buon anno in ritardo! Funalmente  agiorno! Avete visto lo speciale? Io si e ho pianto! Non riesco a credere che sia morto. Eleventh morto. il mio Dottore preferito morto. Dio mio è morto. Quando  ho letto a  Agosto che Matt Smith se ne sarebbe andato  da Doctor Who pensavo a uno scherzo. Non ci potevo credere.  E invece no! Se n'è andato e in modo molto tragico. in confronto The Angels Take Manhattan e Domesday non mi hanno fatto  piangere come  quest'ultimo speciale. Il mio Eleventh... Non posso credere  che  non lo vedrò più sistemarsi   il cravattino e dire "The Bowties are cool!"  in altre parole  . sono ancora in luttto e non mi sono ancora ripresa!  Vorrei ascrivere tante altre cose ma non credo  di riuscire. devo dirvi però che il capitolo  è stato un po' un parto perché  non riuscivo a scrivere il POV di Eleven  siccome  me lo immaginavon e mi deprimevo. ma finalmente ce l'ho fatta! Perciò scusatemi se il POV dell Dottore non sarà dei migliori.  inoltre  ho segnato alcune parole con l'asterisco. e prima delle mie  note in fondo  c'è la spiegazione su queste parole sia per i non Whovian  che per i non potteriani.  ah si  visto che  sono depressa Per Elevnrth  prila  di  ogni capitolo ci sarà una piccola frase  del Dottore o di un suo compagno di viaggio.  La frase  di oggi  è quella dello speciale che mi ha fatta sciogliere.  I ribngraziamenti li faccio alla fine e devo chiedervi ancora una cosa  in fondo.vi lascio al capitolo

«Raggedy Man.... Goodnight»

(Amy al Dottore in "The Time Of The Doctor")


POV James

 Mi stavo divertendo da pazzi. Era la cosa più divertente che avevo fatto negli ultimi 30 anni. Davvero. E poi fare uno scherzo a quella specie di Mocciosus era qualcosa  di insolito e di eccitante. Ma iniziamo dal inizio altrimenti non capirete niente. Allora siccome volevo lasciare i due piccioncini (Ehi noi abbiamo dei nomi Nd Doctor e Amy in coro) va bene va bene  Amy e il Dottore in pace visto che sapevo,  o meglio intuivo, quel che sarebbe successo. Non è poi  difficile visto che fino a prova contraria sono in grado di leggere  nella mente di quel magnanimo Signore del Tempo. Quindi seppi che lui e Amy si erano baciati nel momento esatto in cui successe. Volete sapere cosa ho provato? Sollievo gioia e rabbia. Insieme.   Sollievo perché finalmente quei due si erano baciati e senza il mio aiuto. Pensavo non l’avrebbero mai fatto. Gioia perché conoscevo meglio di chiunque altro Amy e il Dottore. Gli avevo già incontrati e sapevo  a cosa erano destinati.  Ero felice per loro. E rabbia perché io non avrei mai più potuto avere  un opportunità simile. Rabbia perché non avrei mai più avuto la possibilità di riavere indietro Lily. Si, perché sapevo che, se anche si fosse ricordata di me, lei aveva qualcun altro nel suo cuore. Sarei stato per lei un caro amico ma niente più di questo. Un ricordo  felice di una vita passata. E sapevo che con quel bacio non si poteva più tornare indietro. Lei e il Dottore avevano preso una  strada.  Non potevano ignorarla. Stavano compiendo una scelta che avrebbe cambiato radicalmente le loro vite. Una scelta che avrebbe  cambiato il corso del universo. Una scelta che  avrebbe portato con sé Amore e Morte. Dolore e Felicità. Ma era questa, la vita accanto al Dottore. La vita con lui ti regalava le più grandi meraviglie e le più grandi perdite. Queste erano le prerogative per una vita con al fianco il Dottore. Gioie e sacrifici andavano di pari passo. Ma, sto divagando. Dicevo per distrarmi  e non aver sotto gli occhi quello che stava accadendo in camera di Amelia decisi di divertirmi un po’ con il suo ormai ex fidanzato. Vale a dire Piton 2 alla riscossa.  Ero andato a trovarlo, era insieme ai suoi insulsi amichetti in un bar a Gloster. Okay, si, lo so, non avrei dovuto farlo ma mi annoiavo! Per prima cosa: decisi di far passare Rory per uno un po’ brillo. Feci in modo di mostrarmi solo a lui e a lui solo.

«Guardate là» disse infatti Rory ai suoi amici. Io naturalmente sparii subito.  Per riapparire appena  quelli si voltavano  nella direzione  in cui poco prime ero io. Era divertente vedere le facce degli amici di Rory e sentirlo giurare e spergiurare che non era ubriaco! Mancava solo un po’ di magia per ravvivare la situazione. Mi concentrai, sulla torta  alla panna montata che era sul tavolo accanto agli amici di Rory. E che aveva la scritta “felice matrimonio” al cioccolato. Pensai che  Remus certamente avrebbe detto che era uno spreco rovesciare quel cioccolato.  Sorrisi. Se c’era una cosa che potevo affermare con certezza del buon  Remus Lupin, era che, per il cioccolato aveva un vero e proprio amore. Avrebbe protetto  il  cioccolato con tutte le sue forze. Chissà come se la passava il vecchio Moony*. E poi la consapevolezza fu come una stilettata al cuore ricordai. Quello era il primo scherzo che facevo senza di loro. La prima  malandrinata senza i miei amici. Fu come se il mio cuore si rompesse.  Ma il mio cuore non era già morto 30 anni fa? Allora perché sentivo un dolore lancinante nel petto? Il divertimento svanii dal mio viso mentre guardavo gli amici  di quel idiota burlarsi di lui. E un altra coltellata mi colpii.  Lui almeno ce gli ha ancora degli amici. Mi disse una vocina malevola.  Si ma tu hai il Dottore. Mi rincuorò un altra. il Dottore? Pensai. Lui che non ricorda nemmeno di avermi conosciuto, perché nella sua linea temporale non è ancora avvenuto il nostro incontro. Lui?

Chi altri hai James a parte lui? Mi disse la vocina malevola. Nessuno risposi. Ed era vero. Per la seconda  volta in vita mia mi sentii solo. Sentii freddo sulle guance.  Mi portai una mano  al viso e catturai un piccolo cristallo di ghiaccio  simile a una lacrima. No, quella era una lacrima. Una lacrima di ghiaccio. Una delle poche cose che riuscivo ancora a fare era piangere. Un altra lacrima gelata raggiunse la prima . le scacciai con un gesto rabbioso della mano. Io ero James Charlus Potter. James Charlus Potter non piangeva. Mai.   Ero un Potter .  Piangere è uguale ad essere  deboli. No, non avrei pianto. E poi se avessi pianto acqua salata sarebbe stato ancora, ancora,  gradito. Ma quelle speudo lacrime di ghiaccio non facevano altro che ricordarmi  che ero morto. Chissà se Padfoot* e B* erano riusciti ad  allevare Harry.  Di certo con loro al fianco non avrebbe sentito la mancanza mia  e di Lily. Pensai  che se avessi fatto quello scherzo con i malandrini   Padfoot  mi avrebbe di certo incitato e poi avrebbe riso insieme a me  con quella sua risata simile a un latrato. E senza nemmeno accorgermene,  come in uno strano senso di dejà-vu, in cui Sirius mi incitava  con un vai James! Peter ridacchiava. Mossi la mia bacchetta  con un movimento fluido del polso e pronunciai il primo incantesimo che avevo imparato a  Hogwarts «Wingardium Leviosa!» dissi puntando la bacchetta sulla torta. La torta si alzò lentamente dal piatto e seguì la direzione che la mia bacchetta indicava. Appena abbassai la mia bacchetta la torta riprese il senso di gravità e  si schiantò sulla testa bionda di Rory Williams .

Ancora  in quella specie di trance sentii, Sir  e Wrontail* ridere  come  se fossero accanto a me.  E sentii Remus borbottare I soliti idioti” . Ma mancava qualcuno.  ne ero certo. Un immagine  prese forma nella mia mente. Una ragazza dai lunghi e ribelli boccoli rossi e dagli incredibili occhi verde tornalina. Bianca. Mi sembrava di sentirla dire un secco “ Remus ha Ragione! Come potete essere così idioti!” Ma c’era ancora qualcuno che stavo dimenticando. Come avevo potuto dimenticare lei, dopo tutto quello che aveva fatto? Era come se la mia mente  l’avesse rimossa. O per meglio dire, era come se la mia mente avesse messo un velo su tutti i momenti che riguardavano la vita della mia migliore  amica. La sua famiglia, le cose che aveva fatto. Era  come se dopo la mia morte il suo ricordo fosse andato perduto. Ma finalmente  avevo ritrovato il ricordo di Clara Stark*. Clara. Come diavolo avevo fatto a  dimenticarmene!?. Era una persona così dolce e gentile e aveva fatto così tanto per  noi malandrini. Inoltre era mia amica d’infanzia! Cavolo ci avevo giocato a nascondino e mi ero completamente dimenticato della sua esistenza! Inoltre,  Clara, aveva sempre fatto parte dei Malandrini. Era stata una delle migliori amiche di Lily e non l’aveva mai giudicata per il suo stato di sangue.  Pur essendo alta 1.57 era forte e combattiva. Ed era coraggiosa oltre ogni immaginazione.. Si era battuta contro i Serpeverde per difendere Lily . Si era battuta contro il razzismo  magico andando contro le convenzioni  sociali, che imponevano, che una Purosangue* come lei  non potesse essere amica di Sanguesporco* e Mezzosangue* . Per questo come  me e  Sirius si era guadagnata il sopranome di  “Traditrice del suo sangue”*  Ma Clara aveva fatto molto di più, si era quasi fatta uccidere per difendere una sua amica da Piton e la sua banda di neo Mangiamorte. Era stata lei ad avere l’idea  di organizzare una  “resistenza” al interno di Hogwarts non appena si era resa conto che la guerra Magica stava  imperversando anche a Hogwarts. Era stata lei  a convincerci ad entrare nel Ordine. Come avevo potuto dimenticarmi quel suo sorriso furbetto? Quegli occhi color caramello e quei capelli lisci castano scuro?  E poi me ne resi conto. Io l’avevo rivista. Lei era a Londra con l’altra ragazza dai capelli rossi. Lei e la ragazza dai capelli scuri, in abito vittoriano erano identiche. Avevano la stessa  voce. Ma questo non era possibile! Insomma  come potevano essere la stessa persona, se la mia Clara era scomparsa nel 1978?!  Stavo appunto rimuginando su questo, quando sentii il rumore che preannunciava l’arrivo del TARDIS.

(contemporaneamente sul TARDIS)

POV Dottore

  Io e Amelia   eravamo appena partiti. Stavamo cercando James . da quanto avevo visto era in un piccolo bar a Gloster. Il problema era che il TARDIS non voleva atterrare. Non ne capivo il  motivo.  Perché anche la mia dolce  Sexy  non voleva atterrare?  Mossi qualche  leva  ma Sexy era molto restia. Non si mosse.

 «Andiamo Tesoro! Non puoi fare così! Cosa c’è che non va?» chiesi preoccupato alla mia TARDIS  I pilastri di cristallo   al interno della consolle continuavano  a muoversi. Ma  la mia TARDIS proprio non voleva  farlo.

«Eddai   Vecchia  Ragazza non puoi farmi questo !» protestai

«Scusa  con  chi stai parlando?»  chiese Amy. Non mi ero accorto che  fosse li. La voce proveniva   dal alto. Alzai gli occhi. Amy apparve in tutto il suo splendore. Era appoggiata  al corrimano delle scale e mi guardava.

Incrociai i suoi  occhi verdi e  abbassai  lo sguardo. Tornai al mio lavoro. Non avevamo più parlato da quando  eravamo  tornati sul TARDIS .

«Con lei»  le risposi. Girai una manopola.  Sentii i rumori dei tacchi degli stivali di Amy  sulle scale.

«Lei chi?» mi chiese Amy.

«Lei!» dissi in modo spazientito . Feci un gesto ampio indicando tutta la stanza.  I tacchi degli stivali ticchettarono  sul pavimento di vetro, poi si fermarono.

« Mi stai dicendo che prima parlavi con la tua cabina?»

Amy mi guardò stranita.  La guardai  di rimando e alzai  le spalle con noncuranza come a dire  “Che c’è di strano?”

«Ti rendi conto che stai parlando  con una Cabina?» mi chiese incredula.

«Ehi non offenderla!»  le dissi offeso. Amelia rise e mi scompigliò i capelli. Aprii la  bocca stupito. Nessuno mi scompigliava i capelli.  Nessuno si prendeva questa libertà. Però era strano e piacevole.

Le sue mani nei capelli erano inaspettate quanto lo era stato il bacio di mezz’ora prima.  Era qualcosa di nuovo per me.  Non pensavo di essere così disperato da.. beh  cercare ancora l’amore. Dopo il disastro con Rose, dopo  averle causato tanto dolore, averla ferita e abbandonata . Avevo dovuto farlo. Non per mia volontà ovviamente. Io l’amavo. L’amavo molto. Avevo bruciato una stella  solo per poterle parlare e dirle addio.  Ma mi era stata portata via ugualmente. Allora non  credevo di poter sopravvivere al dolore di averla persa.   Ma, invece,  ero sopravissuto e avevo vissuto nel suo ricordo,fino ad ora. Non potevo dimenticare Rose, l’avevo giurato quel giorno alla Bad Wolf Bay. Quando mi aveva detto addio per avere una vita felice con lui. Perché  anche se lui era me fisicamente al epoca della mia decima rigenerazione. Lui non era me.  Lui non la meritava avevo pensato. Avrei tanto voluto gridare, quel giorno, che lui  era stato creato in battaglia e non la meritava. Avrei voluto essere egoista e riprendermi Rose, portarla con me. Ma non potevo farlo.  Non potevo scegliere per lei. Così, invece, le avevo detto che poteva avere una vita con la mia Metacrisi umana. Avevo lasciato  che un altro, con la mia voce e il mio viso le dicesse “Ti Amo” al posto mio. “Ti amo”, due parole, cinque lettere,  che non ero mai riuscito a dire alla mia Rose. Semplicemente perche non ne avevo avuto  il tempo ne il coraggio.  E sapere, che lei, ora stava vivendo una vita umana e felice con la mia metacrisi umana mi faceva male. Perché anche se mi assomigliava non era me. Non c’ero io con Rose nel universo  parallelo. C’era un altro con lei. Un altro me , ma non io.  Lui aveva  la mia stessa voce nella mia decima  rigenerazione e lo stesso corpo di quella rigenerazione ma  non era me. Questa era la parte peggiore. Non volevo soffrire un altra volta per amore. Non volevo far soffrire l’altra persona. Ma allora perché non respingo  Amelia? Perché mi sono  lasciato allettare da quello che mi ha proposto? So che quello che mi ha proposto Amelia  è una pazzia.  Provare a stare con lei. Provare a stare con un essere umano. Un umano, così caldo, dolce, comprensivo, fragile e debole rispetto ad altre razze del universo. Eppure gli umani mi hanno sempre entusiasmato e affascinato. Li trovo incredibili. Ecco perché mi circondo di umani.  Ma una relazione.. è diverso! Ci avevo già provato una volta con Rose. L’esperimento era andato  nel peggiori dei modi.  L’avevo perduta. La mia Rose era stata intrappolata in un universo parallelo e non l’avrei  mai più rivista. Perciò  sono arrivato alla conclusione che, una  relazione  tra un essere umano e un  Time Lord*  sia destinata a fallire ancora prima di  cominciare. Lo so  mi state reputando un  vigliacco. Io mi reputo un vigliacco e uno sfruttatore. Perché sfruttatore? Semplice. Mi sto approfittando di Amy.  La sto illudendo.  Avrei dovuto convincerla a sposarsi invece di cedere. Io provo... non so cosa provo per lei. Ma una cosa la so. Io amo ancora Rose Tyler, la amerò sempre.  Ora capite. Mi sto approfittando di lei. Odio farlo. Perché? Non perché sono buono o sciocchezze del genere!  Beh anche per quello.  Ma la vera ragione è... perché  la risposta a questa domanda è questa: una parte di me, una piccola , microscopica,  parte di  me ,prova qualcosa per lei. Ho provato amore per lei fin dalla prima volta in cui l’avevo vista da bambina. No, così sembro un pedofilo. Ora vi spiego. Amelia Pond è stata la prima faccia che il mio nuovo viso ha visto dopo la rigenerazione. Perciò  tra noi si è creato un legame una sorta di affetto immediato.  Ma c’è anche  qualcos’altro. C’è attrazione e un altro sentimento che non so  definire. Al inizio pensavo che  fosse un sentimento di James. Siccome ora oltre a i pensieri e al corpo condividevamo anche i ricordi  e le emozioni. Ma ora che lui non era nei paraggi mi ero accorto  che quel sentimento misterioso. Quello strano miscuglio di ammirazione per  Amy senso di protezione verso di lei e dolore al pensiero di starla illudendo e gelosia. Si  quando mi ha detto che si sarebbe dovuta sposare mi ero ingelosito. Ero rimasto alquanto spiazzato. E poi la gelosia mi aveva roso. Okay  forse la parte che provava qualcosa per Amy Pond è più grande di quanto pensassi.  Fui richiamato da Amy alla realtà. 

«Ohi! Raggedy Man!  Mi stai ascoltando!? A che cosa stai pensando?» Mi resi conto di essermi perso parte del discorso di Amy. E di colpo, ritornai  al presente . Lontano anni luce dal fantasma di una donna dai capelli  biondi  che alleggiava ormai stabilmente nel mio inconscio.  E di cui non volevo dimenticarmi. Ritornai alla consolle del TARDIS vicino a me,  al pavimento di vetro sotto di me,  e da Amy. Guardai la donna che mi stava davanti. Un sopraciglio rosso inarcato  chi mi guardava preoccupata e curiosa allo stesso tempo.

«Eh? Cosa? Scusa ero distratto!» balbettai. Cercai di riprendere il controllo di me stesso  e mi sistemai il cravattino. Amy rise divertita facendo dondolare la testa. Guardai incantato i suoi capelli rosso sangue e andare avanti e indietro.. Prima di perdermi nella contemplazione dei capelli di Amy cercai di riprender e il mio autocontrollo. Ma non era facile.  Visto che  il viso di lei stava a pochi centimetri dal  mio viso.  Le sue labbra erano a pochi centimetri dalle mie e questo non aiutava per nulla. Visto che quella parte di me aveva l’irrazionale impulso di baciare di nuovo quelle labbra morbide. I suoi grandi occhioni smeraldini mi fissavano indagatori.  Prima che le cose precipitassero di nuovo chiesi:  «Cosa stavi dicendo?».

Lei sorrise divertita e si appoggiò alla consolle. Sembrava in perfetto equilibrio sui tacchi molto alti degli stivali.  Incrociò le caviglie, incrociò le braccia sotto il seno e mi guardò. Sbuffò spazientita e mi rispose con una puntina di impazienza  nella voce

«Ti ho chiesto dove andiamo e dov’è lo Spirito. E poi perché tu conosci il suo nome? E perché non  me lo dici?» mi chiese.

«Beh stiamo andando a Gloster, E no, non ti posso dire chi è il fantasma dovrai scoprirlo tu» le dissi

«Va bene ma.. che legame avete voi due? Come fate  a leggervi nel pensiero?  é normale per un Signore del Tempo viaggiare con un fantasma?» mi chiese ancora curiosa.

« Il legame tra me e J.. il Fantasma è un po’ complicato da spiegare. Ma, quando avremmo più tempo , te lo spiegherò. Promesso.  Riusciamo a comunicare col pensiero grazie al nostro legame. E per quanto riguarda l’ultima domanda: Beh.. ecco.. no. È insolito  che un fantasma viaggi con un Signore del Tempo . è la prima  volta  che lo vedo accadere in 907 anni.» le spiegai. Poi le presi la mano. Non so perché. Lei rimase sorpresa ma me la strinse.  La guardai e lei mi sorrise. .  Lasciai la sua mano e  ritornai a concentrarmi su Sexy. Finalmente si decise a  muoversi e atterrammo.

«Vado io a cercarlo» disse Amy.

«Certo» risposi.  Poi, non so come mai, come se il mio corpo non rispondesse più ai miei comandi, mi sfilai la giacca e gliela posai sulle spalle. Lei mi sorrise.

«Così fuori non ti congelerai.» le dissi

«Dottore siamo a giugno!» disse lei divertita.

«Beh si ma sono le una di notte. Fidati Amy» sentii dire alla mia voce. Lei sorrise e si accostò al mio orecchio. Sentii il suo respirò solleticarmi la pelle prima che  mi sussurrasse  «Grazie». Poi  si allontanò e mi sorrise. Mi scoccò un bacio sulla guancia prima di dirigersi saltellando verso la  porta del TARDIS. Somigliava a una bambina.

POV  James

Così non accorgendomi di essere ritornato visibile passai attraverso il muro del locale. Sbucai in una stradina buia e aspettai. Pochi secondi dopo, una cabina della polizia  inglese del blu più intenso che avessi mai visto si materializzò davanti a me.  Qualche secondo dopo, le porte si aprirono e Amy apparve davanti a me.  Si era cambiata. Mi chiesi perché. Comunque indossava una  mini gonna  di jeans, una maglietta blu a maniche lunghe, i collant,  stivali beige da  cowboy  e cosa stranissima sulle spalle aveva la giacca di tweed  del Dottore. . La luce che proveniva dal TARDIS  rischiarava lo stretto vicolo e sembrava giocare con i suoi capelli  facendone apparire il rosso più scuro  o più chiaro a seconda della luce. Era bellissima e somigliava così tanto a Lily, che ogni volta il mio  cuore  mi faceva male. No, lei era Lily.  non le assomigliava caratterialmente ma era una sua reincarnazione. Era lei. fui interrotto proprio da lei.

«Ehi spirito  Che fai li impalato a fissarmi? Muoviti! Stiamo aspettando te!» mi disse alzando gli occhi al cielo e battendo il tacco dello stivale sul asfalto del vicolo  per far capire quant’era  spazientita. Stavo per entrare nel TARDIS quando un rumore di passi e un balbettato «Amy che ci fai qui?» ci distrasse. Vidi Amy sbiancare. Mi  girai lentamente  e lo vidi. Rory Williams era in piedi e ci guardava. Spostava lo sguardo da me a Amy a dietro di noi torcendosi le mani. Sarebbe potuto essere divertente visto che i capelli biondi  erano ricoperti di panna montata così come  gli abiti. Ma non lo era, per niente. Soprattutto  perché arrivò il Dottore . Dopo alcuni minuti di silenzio, infatti, il Signore del Tempo si era affacciato  e aveva chiesto «Amy  hai trovato..? » le parole gli erano rimaste chiuse in gola  appena aveva scorto Rory. Ed era arrossito, aveva spalancato la bocca e aveva balbettato frasi sconnesse. Rory ci guardò stralunato. Poi si girò di nuovo verso Amy e chiese «Amy cosa succede?»

Amy guardò me  poi il Dottore.. Poi  si schiarii la gola.

«Rory.. io..». Fece un profondo respiro e afferrò il povero Dottore per un braccio  trascinandolo vicino a sé. Il poveretto oltre ad avere la faccia dello stesso rosso dei capelli di Amy continuava ad aprire e chiudere la bocca imbarazzato. Continuava a guardarmi e a chiedermi  di salvarlo con lo sguardo.  Ma io ero talmente incredulo e in stato di shock, per il fatto che Rory Williams era li, che non riuscivo a muovermi.

  Mi voltai di nuovo verso Amy,  che aveva preso il Dottore per mano (penso senza nemmeno rendersene conto) e che  guardava il suo ex fidanzato.

«Rory Williams , io non ti posso sposare. Il nostro matrimonio è annullato mi dispiace » disse cercando di controllare li tono di voce. Se il Dottore  somigliava ai capelli di Amy . Rory somigliava a un cadavere. Guardò Amy come  in preda da una strana trance e chiese «Co.. co.. come non ci sposiamo?ma..ma.. è tutto pronto.. e tu.. tu mi ami!».

Amy scosse la testa cercando di  non guardare Rory.

«Io.. Ci sono delle cose che non capisco. E poi non sono ancora pronta. E..e   non ti merito. Tu mi ami con tutto il cuore io invece.. non so più  neanche se quello che credevo di provare per te fosse amore mi dispiace Rory ».  Amy lasciò la mano del Dottore e corse nel TARDIS.

POV Amy

Corsi nel TARDIS senza guardare in faccia nessuno. Non era quello che volevo.  Non era quello che volevo dire. Ero stata troppo dura  lo sapevo . ma le parole erano uscite e io non potevo farci nulla. Avevo tirato vicino a me il Dottore. Come se lui centrasse qualcosa con il fatto che  mi ero  resa  conto di non provare che semplice affetto per lui.  Calde lacrime iniziarono a cadere. Perché stavo piangendo? Non lo sapevo neanche io.  Corsi fuori dalla sala comandi . Corsi nei labirintici corridoi di quella nave. Corsi finché i polmoni non mi scoppiarono e le lacrime non mi annebbiarono definitivamente la vista. Esausta mi fermai davanti a una porta. Era in legno.  strano. Ma la cosa più strana era che a lettere  dorate c’era scritto AMELIA POND. Incuriosita girai la maniglia e mi trovai in una grande stanza. A sinistra c’era un armadio. a destra una finestra da cui si poteva ammirare l’universo e al centro un grande letto con le coperte blu. Improvvisamente vinta da una strana stanchezza mi tolsi gli stivali e mi addormentai  stringendo la giacca del Dottore, respirando il suo strano odore e piangendo su quel letto  dalle coperte blu.  L’ultimo pensiero fu: Ho fatto la mia  scelta. Sono pentita? No . Mai. Dissi a me stessa prima di cadere nelle braccia di Morfeo E sognai

 

Era come se stessi guardando un film. Mi trovavo  in una cucina. Indossavo  un grembiule e stavo lavando alcuni piatti. Dalla stanza accanto provenivano dei risolini infantili. Mi toglievo il grembiule e mi appoggiavo allo stipite della porta a guardare. Li vicino c’era una stanza. Era un semplice salotto. Sul cassettone c’erano delle foto. Nella maggior parte c’era una ragazza che mi assomigliava.   Era insieme a delle persone che mi sembravano  familiari.  In una  foto scorsi anche il Dottore.  E poi capii la ragazza nelle foto ero io. In quello strano film la mia  attenzione fu rivolta  e catturata dal uomo e dal bambino in mezzo alla stanza. L’uomo (che sapevo con certezza essere mio marito) stava muovendo un bastoncino( che sapevo essere una  bacchetta con cui si facevano incantesimi.)  il bambino  sulle sue ginocchia rideva divertito e cercava di prendere gli anelli di fumo  che uscivano  dalla punta della bacchetta.

«Potter  non hai  ancora messo a letto Harry! Sono le dieci!»  sentii la mia voce dire con finta aria di rimprovero. Lo strano fatto era che mi sentivo parlare eppure non ero io.

«Andiamo Lillina  non esagerare e poi oggi è Halloween insomma  lascia che Harry si goda questo giorno!»

Dice mio marito  senza scomporsi.  Un pizzico di rabbia salii dentro di me. James sa che lo odio, odio essere chiamata Lillina o Lilliuccia . Odio i nomignoli  stupidissimi che mi affibbia solo per  farmi inviperire. Perché mio marito non può semplicemente chiamarmi Lily  o Lils ?  Un attimo.. perché sto  parlando al presente? E perché mi ricordo che lui è mio  marito e si chiama James? E Perché lo sto pensando?

«James Charlus Potter non chiamarmi così! » sbottò la mia voce. L’uomo ha un aspetto  molto famigliare. L’ho già visto nella mia vita  non solo in questi sogni che faccio fin da bambina . Anche se non riesco a  ricordarmi dove l’ho visto.

 James si  alzò, posò Harry sul divano e mi si avvicinò. Attraversò ala stanza velocemente, mi prese per la vita e mi faceva voltare verso di lui. «Perché se no che farai?» chiese con un sorriso sornione sussurrando a un centimetro dalle mie labbra. Poi mi baciò.   La me del film o del sogno da prima ricambiò il bacio e avvolse le braccia  intorno al suo collo.  Poi sentendo un risolino da parte di Harry lo spinse via.

«James non davanti a Harry!»  sento la mia voce gridare scandalizzata.

«Perché no Evans? Che  c’è di male?» chiese James con finta innocenza.  Alzai gli occhi al cielo e  mi diressi verso  quello che nel sogno era mio figlio. Appena mi vide Harry aprì le braccia e disse un infantile«Mama»  Sorrisi e lo preso in braccio.  Harry appoggiò la testolina sulla mia spalla.  Lo cullai canticchiando una canzoncina  che avevo inventato. James mi abbracciò  da dietro. Appoggiai la tesa al suo petto. Poi d’improvviso la porta principale veniva aperta di scatto. Facevamo un salto spaventati .Il momento idilliaco si spezzava e c’era posto  solo per la disperazione  e la paura. accadeva tutto così in fretta . James mi diceva di scappare, io artigliavo la sua camicia sperando di farlo ragionare e di farlo scappare con me. Lui si chinava, dava un bacio a Harry e mi diceva di andare.   Correvo, correvo e  correvo  su per le scale nel tentativo di  raggiungere  la  mia  camera da letto scappare  dalla finestra visto che non potevamo smaterializzarci. E poi sentivo due parole. Due parole maledette «Avada Kedavra!» da una voce crudele . Mi giravo di scatto  e vedevo James cadere. Dalle scale con un Harry terrorizzato in braccio  lo vedevo cadere. Vedevo il lampo di luce verde colpire James e l’unica cosa che riuscivo a fare era urlare.

«NO!» e l’altra era «James!» mentre le lacrime  iniziavano a cadere.

 

Mi svegliai urlando quel nome e piangendo.  Mi trovavo di nuovo sul  letto blu del TARDIS,  al sicuro. Stringevo al petto la giacca del Dottore in cui mi ero avvolta. La porta in legno della stanza fu spalancata, facendomi sobbalzare. Il Dottore in pigiama e tutto trafelato accorse preoccupato.

«Amy che succede?» mi chiese.

Non gli badai perché vidi che  accanto a lui c’era il ragazzo che sognavo fin da bambina.

Accanto a lui c’era... James.

 To be continued   

Clara Stark = Non è ancora apparsa nella mia fanfiction  sui malandrini ma è un OC  inventato da me. Il nome Clara non è messo a caso  ma non vi svelerò altro su di lei.  Dirò solo che era amica di James  e di Lily ah si il cognome Stark non è preso a caso ma è un omaggio alla   casata nobile degli Stark creata da George R R Martin  nelle sue  Cronache del Ghiaccio e del Fuoco.

Purosangue =  in inglese Pureblood   categoria  di maghi creata dalla Rowling. Sono i maghi che provengono da antiche famiglie di sangue magico che si sposavano tra loro per mantenere il sangue magico “Puro”. Al epoca di James negli anni 70  ci si stava preparando alla  Prima Guerra Magica  contro Voldemort. Il razzismo verso chi non aveva sangue “puro” era molto radicato. Esempi di Famiglie  Purosangue  sono i Malfoy, i Nott , gli Zabini , i Lestrange,  i Black i Weasley  e  anche gli stessi Potter  prima che James si sposasse con Lily.  Alcuni personaggi di Harry Potter  purosangue sono Draco Malfoy  Albus Silente, Sirius Black e  James Potter. Voglio sottolineare  una cosa per chi non sa molto su Harry Potter  James pur esendo purosangue  non credeva  alle idee sulla purezza del sangue.

Sanguesporco =  Mudblood in inglese non viene detto nei libri e nei film in iraliano.  viene  rimpiazzato da mezzosangue  in italiano. Noi non abbiamo  tradotto la differenza fra questi due stati di sangue che secondo me è  importante sottolineare.  Sanguesporco è l’insulto usato dai purosangue per chiamare i Nati Babbani ossia  quei maghi o streghe  che sono nati da Genitori normali che  non avevano sangue  magico e quindi non degni secondo i purosangue  di studiare l a magia. I Nati Babbani o Sangue sporco  sono  ad esempio l’amica di Harry Hermione Granger e  la stessa madre di Harry  Lily Evans  Potter.

Mezzosangue = infine questi sono i maghi nati da un mago o una strega nato babbano e un purosangue o tra un babbano e  un mago o una strega. Lo stesso Harry è un mezzosangue insieme a Severus Piton e Lord Voldemort.

Traditore/Traditrice del tuo sangue= è un sopranome viene affibbiato negli anni 70 e negli 90  ai maghi e le streghe purosangue che non fanno differenze  tra loro e Nati Babbani e mezzosangue.  E perciò  affibiato a James e Sirius  che pur essendo purosangue reputano Voldemort un folle.

Time Lord =  è il nome in originale della specie del Dottore  Signore del Tempo questo come i sopranomi dei Malandrini  verrà usato in lingua originale ma solo a volte.


Angolo  Autrice
Innanzituto voglio ringraziare tutti quelli che leggono questa storia . Vorrei ringraziare  
dubhe01   grazie  per quello che fai per me e per il regalo di natale. Grazie  a HelenaLestrange  ti ringrazio per le fantastiche recensioni. Grazie a wendy_candy sono felice la storia ti piaccia e spero continui a piacerti. A experiencing questo cpitolo è dedicato a te perchéè trovi sempre un po' di tempo per recensirmi! e infine shalycohen  grazie per il fatto di seguirmi sempre anche se la scuola ti tiene impegnata!
Poi  Allora Amy inizia a ricordare qualcosa e James si è ricordao di una sua amica che sembrava aver dimenticato ma come  mai?  lo scoprirete. il Dottore, magari ho esagerato con lui.  ma secondo  me Ten  si è sentito un po' così in the Journei's End  poi magari ho interpretato male dite mi se  ho totalmente fatto fiasco  con il suo POV. Poi vi è piaciuto il flaschback di Amy?. E Come vi è sembrata la scena con Rory? Tra l'altro   Rory non lo vedremo più fino alla fine della storia.
 Volevo chiedervi una cosa  mi servirebbe un Bennerper la storia. qualcuno di voi saprebbe farne uno? io ci ho provato ma faccio schifo!
spero vi piaccia il capitolo
Comunque spero di aggiornare presto
Baci
Marty Evans

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Capitolo 17
*** Verità svelate ***


Capitolo 17
Verità svelate

NDA Ciao  scusate per il ritardo! Spero il capitolo  vi piaccia e ho voluto  aggiornare oggi perchè, oggi il Bacio delle Stelle compie 1 anno. Evviva! Okay no basta.Aavrei dovuto  aggiornare giovedi o venerdi ma c'era una cosa che adoro: il patinaggio Artiastico  a Sotchi. anche se Pluscenco (perdonartemi se non lo scrivo giusto ma non so il russo)  si è ritirato.  Soni un appasionata di pattinaggio e ho adorato lui  mi è dispiaciuto  che si sia  ritirato. lo so  a voi non importa  ma volevo solo dirvi che è colpa del paattinaggio se  non ho aggiornato prima.

 Ci vediamo sotto! Baci

 Marty Evans 

«Amelia!»

«Who is Amelia?»

«The first face  this  face saw.»

(Eleven a Clara Oswald in The Time of the Doctor)

 

POV  Amy

«Amy che succede?» mi chiese il Dottore. Non gli badai, perché vidi che  accanto a lui c’era il ragazzo che sognavo fin da bambina. Accanto a lui c’era... James.

Guardai quello, che un tempo era stato mio marito incredula.

Come potevo averlo dimenticato? Dimenticare James!  Diavolo,lui e la sua aria malandrina, la sua voce e la sua risata. Era stato una parte importante del mio passato. Una parte fondamentale della ragazza che iniziavo a ricordare di essere stata un tempo.  Un capitolo importantissimo e vitale della mia vita. E l’avevo rimosso completamente.

«James..» sussurrai nel silenzio della stanza, rotto soltanto dal ronzio del TARDIS. Infatti ,dopo le parole del Dottore, era calato un pesante silenzio.  Quando pronunciai quel bellissimo nome, la mia voce somigliava a vetro incrinato. Avevo paura che lui potesse sgretolarsi davanti a me. James mi guardava stupito. Anche se era traslucido e fluttuava era sempre lui. Riconoscevo i capelli  corvini, perennemente scompigliati, il fisico magro e atletico, il viso allungato, la fronte ampia, le sopraciglia folte, i suoi occhi color caramello, gli occhiali tondi sulla punta del naso, senza i quali, ricordai sorridendo, non vedeva nulla, il naso dritto e un po’ troppo lungo, le fossette sulle guance, le labbra  carnose che avevo baciato tante volte, il mento    leggermente allungato, le mani affusolate con cui suonava il pianoforte, questo era James Potter.

«Lily..» il mio nome, pronunciò il mio nome. Non mi chiamò Amy, non  mi chiamò Amelia, ma Lily, proprio come la prima volta che lo avevo visto sul TARDIS.  Le lacrime, lacrime di gioia, iniziarono a sgorgare e depositarsi sulle guance. Avevo voglia di correre, saltare, ballare dalla gioia. In quel istante c’eravamo solo io e James. Non importava se era un fantasma, saremmo sempre stati Lily e James, James e Lily. Mi alzai dal letto e corsi verso James. Lo abbracciai. Sentii le sue braccia avvolgermi, braccia gelide senza calore che mi avvolgevano. Il calore era sparito dal suo corpo, ma lui era li. Le sue braccia, mi avvolsero la vita e appoggiai la testa al suo petto. Respirai il suo buonissimo profumo: menta e acqua di colonia. Quando, dopo quella che mi sembrava un eternità, ci  staccammo  stavamo sorridendo entrambi.     

«Mi ricordo di te! Mi ricordo di te Jaimie!» esclamai.

«Jaimie da quanto non mi sentivo chiamare così!»  disse lui ridendo. Mi voltai verso il Dottore, era immobile e ci guardava. Mi ero completamente dimenticata della sua presenza.

«Almeno non dovrò  più inventarmi scuse per aver detto il tuo nome James!» esclamò. Pensai che fosse triste, ma invece, pareva raggiante, addirittura sorrideva.

«Quindi.. come funziona questa cosa? Ha recuperato tutta la memoria?» chiese James al Dottore speranzoso.

 Memoria? Ma di che cosa stavano parlando?

«Non lo so, dovremmo chiederlo a lei» disse il Dottore.

«Tu lo sapevi?!» gridai  al Dottore. Ero arrabbiata. Se lui lo sapeva, perché non mi aveva detto nulla?

«Amy.. io..» provò a spiegarmi il Dottore. Andai di scatto verso di lui e lo presi per il cravattino. Lo guardai negli occhi e la mia rabbia crebbe. Il Dottore mi guardava supplicante. Ma a me non importava. Mi aveva mentito. Tutti e due mi avevano mentito.

«Tu lo sapevi e non me l’hai mai detto? Sapevi chi ero e non mi hai detto niente!? Non avevi il diritto di farlo!» gli urlai  contro. Penso di essergli sembrata un isterica.

 Mentre cercava di balbettare parole di senso compiuto.  

«Amelia lascialo spiegare! Non è come pensi!» disse James. Mi girai verso di lui. La gioia di averlo ritrovato era scemata, e aveva lasciato il posto alla furia.  Ero infuriata. Mi avevano mentito,tutti e due. Io mi fidavo di loro e mi avevano mentito!

«E allora com’è? Come mai tu sapevi chi ero e non mi ha detto niente? Perché mi hai nascosto una cosa del genere!» urlai al Dottore.

«L’ho costretto io. Gli ho detto che sarebbe stato  meglio per te non sapere subito tutto»  mi disse James.

 Altri dubbi  affilarono la mia  mente, altre domande arrivarono.

«E quindi ha fatto questo perché l’hai chiesto tu?»

 James annui.

«Quindi mi ha portato con sé perché l’hai chiesto tu?»

«Al inizio si ma poi ..» iniziò il Dottore

Lo intruppi  furente. Tutte le belle parole, tutti i discorsi e anche il bacio erano tutte  falsità.  Lui non provava niente per me. Come potevo essere stata così stupida? Gli avevo creduto. Avevo creduto al mio cuore, alle sue parole e a quel bacio. E mi ero illusa. Lui aveva fatto tutto questo per solidarietà maschile verso James. Non provava nulla per me. Nulla. Credevo fosse cambiato qualcosa dopo quel bacio ma evidentemente no. Ero la solita ragazzina che credeva nelle favole. Dentro ero rimasta Amelia Pond, la ragazzina scozzese  che viveva in Inghilterra, che abitava in una grande casa con un giardino poco curato e un amico immaginario.

Mi rivolsi a quello stesso amico, che poi tanto amico non era, non per me almeno, non più, non riuscivo più a vederlo solo come il mio Doctor Raggedy, il mio amico immaginario di quand’ero bambina. Per me, lui ora era un ragazzo, un giovane molto carino, un bel giovane uomo se vogliamo essere sinceri. Ed era così brillante, intelligente e affascinante, che sì, avevo finito per innamorarmene. Ma a quanto pareva lui non ricambiava i miei  sentimenti. E non era di certo più immaginario, ma era reale, concreto e se ne stava teso, in piedi, davanti a me.  

«Al inizio sì, ma poi cosa Dottore? Poi hai continuato ad illudermi e ad approfittarti della mia ingenuità e dei miei sentimenti. Sono stata stupida, sono stata  stupida a credere  che tu provassi qualcosa per me! Che stupida che sono! Stupida, ingenua, Amelia Pond! Sono solo questo per te, non è vero? Una ragazzina da illudere e da buttare via quando hai finito!» gridai. Il Dottore era ammutolito.  Mi guardava ad occhi sgranati e a bocca aperta. Senti le lacrime  salirmi  agli occhi. Non volevo piangere, non di fronte a loro  comunque. Così mi voltai, ma mi trovai di fronte James.

«Lils ti prego! Non hai capito nulla! Il Dottore non ha fatto quello che credi!» mi disse James cercando di calmarmi.

«Lasciami in pace, James! Anche tu mi hai mentito!» gridai  superandolo. Andai  alla porta, la aprii e mi sentii prendere con fermezza, ma dolcemente il polso. Mi voltai di scatto e trovai gli occhi cangianti del Dottore, che in quel momento, erano di un azzurro molto scuro. Quegli occhi  blu mi fissavano imploranti.

«Amelia ti prego! Ti scongiuro lasciami spiegare!» mi stava implorando. Penso di non aver mai più sentito implorare quel uomo. Lui è il Dottore. Lui non implora, mai. Lui è  un dio. Gli dei non implorano. Lui è un eroe e gli eroi  non implorano. Eppure, quel uomo senza nome, in quella stanza sul TARDIS, in un punto non ben definito dello spazio-tempo, stava implorando me. Me, che ero solo una ragazza impaurita e infuriata.  Quell’uomo, che aveva visto più cose di chiunque altro, stava implorando me. Ma non mi sarei lasciata piegare, mi avevano mentito.

«Lasciami! Non toccarmi!». Esclamai strappando il polso alla sua stretta. Poi, mi resi conto che, se c’era qualcuno che doveva andarsene, quelli erano loro.

«Fuori» dissi a James e al Dottore. Loro mi guardarono sbalorditi: «Come scusa?», chiese  James. Indicai la porta infuriata. James non sembrò capire, perché mi guardò tra lo sbalordito e il confuso mentre il Dottore, che evidentemente aveva qualche neurone in più  rispetto  a James, si dirigeva  a passi misurati verso la porta. Lui uscii, imboccò uno dei corridoi del TARDIS, sparendo dal mio campo visivo.  Probabilmente sarebbe andato a cambiarsi e poi sarebbe andato  alla  sala comandi. Tornai a guardare James, che se ne stava ancora immobile al centro della mia  stanza, con aria truce. Lui mi guardò  stupito formando una piccola “o” con le labbra e non capendo. 

«Quale parte di ‘Fuori di qui’ non ti è chiara Potter?!», urlai.

«Ma.. Ma.. Ma.. Io..» balbettò lui. Misi le mani sui fianchi e lo guardai con il mio miglior sguardo omicida. Lui indietreggiò e alzò le mani in segno di resa. Appena James se ne fu andato, chiusi la porta, mi appoggia contro il legno e mi lasciai scivolare a terra. Mi abbrancai le ginocchia e mi abbandonai al pianto, di nuovo. Stava diventando una fastidiosa abitudine piangere. Avevo pianto ore prima, quando avevo lasciato Rory e non sapevo nemmeno perché. Forse era perché mi faceva pena. Avevo pianto pochi minuti prima per James e ora stavo piangendo perché mi avevano mentito. Dopo un tempo non ben definito, credo due ore, ma non  ne sono sicura, in cui mi ero disperata e avevo pianto tutte le mie lacrime, avevo sentito un delicato bussare alla porta.  

«Non voglio parlare ne vedere nessuno!» dissi tirando su col naso e lasciandomi sfuggire un singhiozzo soffocato. Sentii un corpo appoggiarsi alla porta e lasciarsi scivolare a terra, proprio come avevo fatto io due ore prima. Non sapevo se fosse James o  se fosse il Dottore e non m’importava. Erano due bugiardi. La persona al di là della porta sospirò pesantemente.

«Se non vuoi parlarmi, ne vedermi, allora ascoltami e basta. Ti prego Amelia, ascolta solo quello che ho da dire. Poi potrai decidere. Ti riporterò a Leadworth se lo desidererai, o in qualunque altro posto tu vorrai. Te ne potrai andare quando vorrai, io non ti fermerò. Ti prometto che non cercherò di convincerti a restare Amy. Ma per favore, per favore, ascoltami per cinque minuti. Ti prego Amelia!» disse  con voce  supplichevole e dolce  il Dottore. Poi deglutì e rimase in silenzio, in attesa. Lui non era un tipo che aspettava me n’ero accorta. Eppure quel giorno, il Dottore, che correva e non si fermava mai, si fermò. Si fermò e aspettò me. Rimase in attesa dal altra parte della porta, seduto immobile, mentre il silenzio si protraeva rotto soltanto dai miei singhiozzi. Pensai che se ne sarebbe andato, se non gli avessi risposto, ma i minuti passavano e lui non si muoveva. Aspettava una risposta, capii e non si sarebbe mosso finché non gliel’avessi data. Lo ammirai per questo. Decisi di concedergli una possibilità e annui. Mi resi conto che lui non poteva vedermi. Così deglutì. «Sì, ti ascolterò per cinque minuti ma non uno di più» dissi odiando il tremolio nelle mia voce.

POV James

Ero la persona più felice del mondo. Finalmente Amy si era ricordata di me. Mi dispiaceva molto però che avesse frainteso tutto. Il fatto era che avevo fatto solamente quello che  quand’ero vivo il mio me fantasma mi aveva detto di fare. Non volevo  combinare nulla  di male, solo fare ciò che ritenevo giusto. E invece avevo appena complicato tutto tra Amy e il Dottore. E io che volevo solo  che lei e il Dottore  fossero felici! Interruppi  i miei pensieri il  Dottore stava rimuginando su Amy. Mi dispiaceva molto per lui. Poverino, dopo tutto quello che  si era preso, dopo tutto quello che aveva passato no se lo meritava.  Ma i  pensieri del Dottore stavano vertendo su qualcun altro. Era una donna di 39, 40 anni. Era perso nei suoi ricordi.  Ma la donna, quella donna, aveva qualcosa di famigliare. Ma  dove diavolo l’avevo  vista?  Non  me la ricordavo eppure come per la mia amica Clara , ero sicuro di averla incontrata. Ero sicuro di averle parlato ma dove? Quando? Era come se  alcuni dei miei ricordi fossero stati cancellati.  Ma come era possibile? E se mi erano stati tolti e cancellati... perché lo avevano  fatto e chi sopratutto l’aveva fatto?

POV Dottore

 Uscii dalla stanza di Amy. Dopo la sua sfuriata in cui mi aveva urlato di tutto. E naturalmente aveva frainteso tutto. Io non  avrei mai potuto sfruttarla. Insomma, il mio inconscio  si era aggrappato a lei per cercare di dimentica Rose. Forse l’aveva sfruttata in quel senso, ma mai in altri modi. Per me lei era troppo importante. Così, senza dire una parola, ero uscito, mi ero cambiato ed ero andato nella sala comandi.  Mi ero seduto sul pavimento di vetro ed ero  rimasto li, a gambe incrociate a pensare. Quasi certamente Amy mi avrebbe chiesto di riportarla a casa. E cosa avrei fatto una volta che se ne fosse andata? Stavo riponendo le mie  speranze in lei e lei se ne sarebbe andata quasi certamente. Ma meritava una spiegazione. Volevo che se ne andasse dopo aver capito. Mi presi la testa tra le mani. Non avevo mai avuto una compagna di viaggio più incredibile e strana di Amelia Pond. Persino Rose non era così. Amelia era impulsiva, impavida, coraggiosa, malandrina, civettuola, divertente, dolce,otteneva sempre ciò che voleva, era determinata, scaltra e testarda.  Amelia era la persona più testarda che avessi mai conosciuto dopo Donna.  Un lacrima  solcò la mia guancia, mentre ripensavo e ricordavo Donna Nobble.  Se c’era una  persona, oltre a Rose, che era stata fondamentale  per me, quella  era “La Donna Che Si Perdeva Sempre Tutto” Donna Nobble. Lei non era stata solo una compagna di viaggio, era diventata la mia migliore amica. La testardissima e impavida Donna Nobble, che era buona con tutti e che mi salvava dal mio lato oscuro. Purtroppo, avevo dovuto farle dimentica tutto, altrimenti sarebbe impazzita. Mi mancava tantissimo. Lei, i nostri battibecchi, il suo urlarmi contro istericamente e la sua testardaggine. E poi lei sapeva cosa fare. Lei sapeva sempre cosa fare.

Ricordavo, quando, per salvarmi la vita, siccome avevo bevuto del the con il cianuro, mi aveva scioccato. E cosa aveva fatto lei per scioccarmi tanto? La cosa più scioccante del mondo. Mi aveva baciato. Più tardi, nel TARDIS, le avevo chiesto perché e lei mi aveva detto “Ti serviva uno shock, mi hai chiesto uno shock no? L’hai avuto mio caro. A proposito baci da schifo”. Io avevo riso. Solo lei poteva dirmi una cosa del genere dopo avermi salvato la vita.  Oppure la volta in cui, a Pompei, mi aveva convinto e supplicato di salvare la famiglia romana che ci aveva aspettato. Riflettei su quello che mi avrebbe detto se fosse stata li. Beh, si sarebbe seduta vicino a me, io le avrei detto il problema e lei mi avrebbe detto qualcosa del tipo “vai a parlarle idiota”. Naturalmente prima mi avrebbe insultato. Invece arrivò James a sedersi vicino a me strappandomi ai miei pensieri. Si sedette di fronte a me, a gambe incrociate, sul pavimento del TARDIS. Alzai gli occhi su di lui e sprofondai nei suoi color nocciola. Avrei preferito mille volte,  gli occhi verdi di Donna che mi scrutavano penetranti, ma mi potevo accontentare.

«Ho percepito i tuoi pensieri. Ho avvertito la tua tristezza e la tua disperazione. A proposito, chi è la donna con i capelli rossi? No, perché al inizio pensavi a Amy ma poi hai iniziato  a pensare a questa tizia, chi è?» mi chiese.

«Si chiama Donna. Era la mia migliore amica, ma ormai l’ho persa. Pensavo a che consiglio mi avrebbe dato con Amy.Ti sarebbe piaciuta Donna, era simpatica.»

«Aspetta. Donna? Donna Nobble? Quella Donna? Ma io l’ho conosciuta! È vero! Avrei dovuto accorgermene quando ho guardato nella tua testa!» si lasciò sfuggire  James. Ora si che ero curioso! Cosa intendeva dire?

«Cosa vuol dire che l’hai incontrata!? Com’è possibile?» chiesi un po’ sorpreso.

«Oh! Ho appena combinato un casino! Scusa!Dimentica quello che ho detto! Mi sono sbagliato! Non l’ho mai vista in vita mia! Te lo giuro  Dottore!» cercò di giustificarsi.

«James Charlus Potter, fai schifo a mentire! Quindi dimmi, anzi, ti ordino di dirmi, quello che sai su Donna Nobble!»

«Mi spiace Dottore, farò anche schifo a mentire ma mantengo gli spoiler o cerco di farlo. Questo  è spoiler!»

«Sei peggio di River! Dico sul serio» dissi ridendo.

«Non osare paragonarmi a quella archeologa con i capelli sparati!»  gridò James divertito. Risi ancora.

«Per tutti i signori di Gallifrey! Anche a te non vanno  a genio gli archeologi!? Allora sono in buona compagnia!»

James  rise e mi disse «Non sarebbe il caso di seguire lo speudo consiglio di Donna? Non è ora, che tu vada a parlare con Amy?» chiese. Mi alzai da terra e guardai James di sott’occhi.

«Quando torno però, tu mi dirai tutto su Donna Nobble chiaro?» Lui mi sorrise e scosse la testa.  Sapevo che non mi avrebbe detto nulla su Donna, ma mi avviai comunque  verso i corridoi del TARDIS, fino alla stanza di Amelia.

«Non voglio parlare ne vedere nessuno!» mi disse lei quando bussai.

 Io mi appoggiai alla porta e mi lasciai scivolare a terra

«Se non vuoi parlarmi, ne vedermi, allora ascoltami e basta. Ti prego Amelia, ascolta solo quello che ho da dire. Poi potrai decidere. Ti riporterò a Leadworth se lo desidererai, o in qualunque altro posto tu vorrai. Te ne potrai andare quando vorrai, io non ti fermerò. Ti prometto che non cercherò di convincerti a restare Amy. Ma per favore, per favore, ascoltami per cinque minuti. Ti prego Amelia!»

Lei rimase in silenzio per molti minuti. Io rimasi li, immobile ad aspettare.  Alla fine lei sospirò e con voce tremante disse:

«Sì, ti ascolterò per cinque minuti ma non uno di più». Sorrisi anche se lei non poteva vedermi.

«Amy voglio che tu sappia  che è bello passare il tempo con te. Sei divertente, dolce, forte e sei così scozzese. Beh mi piace passare il mio tempo con te e...» lei m’interruppe, con il suo accento scozzese mi disse infuriata:

«Quindi io sono solo un passatempo? Sono solo una specie di giocatolo da lasciare quando hai finito?» Okay, si, non era esattamente la reazione in cui speravo. Il dover spiegare ad  Amy la verità era già difficile. In più, lei stessa era ancora infuriata e pensai che non mi avrebbe ascoltato. Accento e provenienza scozzese, testa dura  temperamento acceso e capelli rossi un concentrato di rabbia pura.  E questo era  solo un piccolo grammo di quanto Amy si potesse infuriare. Calmare  Amelia Pond quando è infuriata è un impresa  titanica. Datemi una flotta di Dalek, piuttosto!

«No… No! Nonononono, non è… così. Io non sono così!». Dissi cercando di calmarla imbarazzato.

«E allora come sei?» mi chiese Amelia tagliente.

«Sono solo..  Sono.. un povero, pazzo,  con una cabina.  Sono  solo il Dottore e ho bisogno di compagnia per non cedere al  mio lato più oscuro. Ho bisogno  di te, per contrastare la solitudine. Non mi approfitterei mai di te, Amelia! Non lo farei mai! Tu non sei il mio divertimento personale, te lo giuro! Tu sei molto giovane rispetto a me ma io..»  continuai prendendo fiato  Amy m’interruppe di nuovo. Odiavo essere interrotto ma lei poteva farlo. Le avrei sempre lasciato fare ciò che voleva con me. Avrebbe sempre ottenuto ciò che voleva da me.

«è inutile  che cerchi di convincermi. Stai sprecando il tuo tempo Dottore. Sei  solo uno dei tanti che crede che io sia una   sciocca ragazzina!» mi disse lei ostinatamente.

«No, Io sono il Dottore. Non credo affatto che tu sia una sciocca ragazzina, Amelia!»

«E allora, se non sono un giocatolo, ne una sciocca ragazzina, cosa sono per te? Perché sei tornato?»

«Io... beh.. tu... sei la prima faccia  che la mia faccia ha visto. Appena mi sono rigenerato ti ho visto e tra noi si è creato un legame.  Che tu lo creda, o no, sei importante per me. Lo sei sempre stata Amelia, e lo sarai sempre.» le dissi appoggiando  la guancia contro il legno della porta.

«Quindi mi hai portata con te,solo perché mi hai vista quando avevo sette anni. E poi  l’hai fatto per James  che ti ha chiesto di portarmi con te.  Quindi avevo ragione! È per James  che sono qui solo per lui!» mi disse lei infuriata

«No! Lasciami spiegare Amelia! Non è per questo che sei qui.» cercai di calmarla.

«E allora perché sono qui?» mi chiese lei pungente con quel suo  delizioso accento scozzese.

«Non è per James, cioè, al inizio era anche per James, ma ora.. ora tu... sei così intelligente, brillante,  bella  e scozzese che io non riesco a smettere di stare in tua compagnia. Sei.. stai diventando... come una droga per me. Oh no..Io non.. non volevo dire che .. insomma non è in senso  negativo. Voglio dirti che sei indispensabile per me. Vuoi sapere perché?» chiesi.

«Certo che voglio sapere perché sono indispensabile per te!»

«Hai presente le anatre Amy?» le chiesi.

«Le anatre?! Che diavolo centrano le anatre Raggedy Man!?» mi chiese lei scioccata e stupita.

«Beh le anatre, mi sono sempre piaciute le trovo affascinanti sai? Quando gli anatroccoli nascono, si attaccano alla prima cosa che vedono credendola la loro madre. L’anatroccolo segue istintivamente la prima cosa che vede. Tra la prima cosa che vede e l’anatroccolo  si crea un legame  molto forte. Si crea un fenomeno che si chiama Imprinting.. Tra noi non è successa una cosa del genere. Ma tu, tu, Amelia Pond, tu, sei la prima persona che io ho visto, che questo mio  nuovo corpo ha visto. È il corpo più giovane che io abbia  mai avuto, sai Amy? Comunque,  tu sei il mio punto di riferimento, sei indispensabile per me, come lo era stata.. oh lascia perdere! Ormai è passato. Comunque volevi sapere perché sei qui?  Beh perché sì! Perché sei speciale Pond, perché mi affascini e perché non riesco più a vederlo» le dissi cercando di essere chiaro e parlando a raffica.

«Vedere cosa?» mi chiese lei incuriosita e un pochino più calma.

« Ho 907 anni. Dopo un po’… non riesci più a vederlo!» le spiegai.

«Vedere cosa Dottore?» Questa volta la sua voce era spazientita.

«Tutto! Guardo una stella ed è solo una grossa palla di gas che brucia. So com’è iniziata e so come finirà e probabilmente c’ero in entrambe le occasioni. Dopo un po’, tutto è solo più, della roba! È questo il problema, fai diventare tutto lo spazio e il tempo il tuo cortile e cosa ottieni? Un cortile. Ma tu, tu lo vedi. Vedi lo splendore nel universo E quando tu lo vedi, lo vedo anch’io.»  le spiegai.

«E quindi queste sono le ragioni per cui mi hai preso con te?» mi chiese delusa e incredula lei.

 «Ci sono  state ragioni peggiori» mi lasciai sfuggire incautamente. Amy tornò subito al attacco. Il piccolo  vantaggio che avevo guadagnato era svanito.

«Lo sapevo! Significa che non sono la prima, quindi? Altri hanno viaggiato con te! Quanti?» chiese stizzita. E potei sentire un ombra di gelosia  nella sua voce.

« Sì, certo. Un sacco di persone!.» sbottai.

« E di tutte queste persone, quante  erano ragazze?» Chiese con disappunto lei.  Immaginai  l’espressione corrucciata  che in quel momento Amy doveva avere e trattenni una risata.

«Ohh… qualcuna, immagino» dissi vago sorridendo.

«“Qualcuna?”» chiese lei con un chiaro sentore  di gelosia nella voce.

«Difficile a dirsi. È una zona grigia.» dissi vago cercando di  trattenermi da ridere.

«Meno di metà, più di metà…?» chiese ancora lei con quella voce. Adoravo e adoro Amelia  quando è gelosa. È impagabile e divertentissima davvero!

« Probabilmente… leggermente… qualcosina di più?»  dissi questa volta un po’ imbarazzato.

«Quindi.. io sono soltanto .. una delle tante?» chiese ancora con lo stesso tono di voce.

« No, no, non volevo dire..  Tu sei importante per me Amelia. Sei fondamentale per questa mia nuova rigenerazione come posso fartelo capire!?» dissi frustrato.

«Dimostramelo» mi sfidò Amy.

«Cosa?» chiesi non capendo.

« Dimostrami che  non sono una delle tante. Dimostrami che sono indispensabile per te, che sono importante per te come mi hai detto. Dimostrami che quelle che mi hai detto finora non sono solo belle parole.  Dimostrami che sono fondamentale per te e  io potrei decidere di darti una seconda possibilità Dottore. Ma devi dimostrarmelo.» mi disse determinata.

Ci pensai. Come potevo dimostrare a Amy quello che provavo? Come potevo farla restare al mio fianco?   Dovevo trovare  una soluzione. A me serviva quella donna come dimostraglielo? Sorrisi . Forse avevo un idea.

«Ora come ora non so come fare Amy. Ho un idea geniale però. Ma, dovrai fidarti di me. Puoi farlo Amelia Pond?»

«Si penso di poterlo fare» mi disse lei dopo qualche minuto.

«Bene allora. Vieni con me!»esclamai felice. Lei aprii la porta e mi seguii fino alla consolle. Mi diressi subito verso i comandi.

«Dove andiamo?» chiese James curioso.

«Oh non lo so.  Ci sarebbero un paio di posti dove vorrei portare Amy: l’antica Roma, l’esposizione universale di Parigi,  la reggia di Versailles, Atlantide, New York, il primo cinematografo, il Mulain Rouge.. Non lo so. Sono indeciso» Restai fermò immobile qualche secondo e poi esclamai

«Ho trovato! Ti piacerà Amy! Lo adorerai!»

« Fammi capire.. tutti i posti che hai nominato, o quasi tutti,  sono posti  romantici. Tu mi vuoi portare da qualche parte.  Mi stai indirettamente chiedendo un appuntamento Raggedy Man?» disse Amy che si era spostatsa dietro di me.

«Beh suppongo che possiamo considerarlo un appuntamento o qualcosa di simile.» le dissi

Lei mi sorrise raggiante.« Beh allora suppongo  che dovrei accettare questo fantomatico ‘appuntamento’ con te Dottore!» Disse divertita.

«Ma, ricorda Raggedy Man acceterò a due condizioni» mi disse lei determinata.

«Ti ascolto» le dissi facendole  cenno di proseguire.

«Primo: voglio andare in un posto romantico. Secondo: voglio che non ci siano avventure, guai, alieni e mondi da salvare chiaro?  Terzo: voglio che questo ‘appuntamento’ sia  speciale. Quarto voglio che sia una cosa solo tra me e te.»

 Annui avrei cercato di accontentarla.

«Scusa..ehm  Amy le condizioni non erano due? E  poi io chi sono? Non vorrete mica lasciarmi qui sul TARDIS mentre voi due piccioncini  vi divertite vero?»chiese  James  un po’ irritato. Stavo per aprire bocca. Forse la mia idea  aveva ferito James.Ero pronto a rimediare.  Ma Amelia  mi precedette. «Vedi Potter, il fatto che io voglia  stare un po’ tranquilla e godermi il mio appuntamento comporta che tu non faccia assolutamente nulla e non interferisca mai mi hai capito? »  disse molto acidamente Amy

«Beh Evans,  non  ho alcuna intenzione di restarmene buono e bravo qui a non fare nulla» ribatté James con lo stesso tono acido. Prima  che scoppiasse la Seconda Guerra del Tempo grazie ai loro battibecchi e che il mio amato TARDIS si trasformasse in  un campo di battaglia li fermai

«Certo che potrai venire con noi James!» gli dissi. Amelia a quelle parole mi trapassò con uno sguardo in tralice che mi fece molta paura. «ma dovrai promettere che non interferirai» dissi  guardando Amy terrorizzato.

«Lo prometto»  mi disse lui sorridendo.

Azionai la leva che ci avrebbe fatti partire e parti per il mio’appuntamento’  con Amy Pond . Avevo deciso l’avrei  portata a Venezia.

Image and video hosting by TinyPic Angolino del Autrice

Ciiao ! si so che  sto tardando. si so che il capitolo è corto ma è un capitolo transitivo che mi serviva per introdurre il prossimo capitolo che è liberamente tratto da Vampire of Venice.  Liberamente perché  intendo che è proprio liberamente tratto  dal episodio 5x06  siccome sucederano tante cose inattese. Poi  ho voluto parlare di Donna Nobble  perché la adoro e beh diciamo che.. no non dirò niente arrangiatevi niente spoiler!  Poi  anche James non ha una memoria perfetta  gli hanno cencellato alcuni ricordi su determinate persone.chissà perché vi dico  solo che centra con un vecchio nemico del Dottore..

 so inoltre che James  non ha avuto lo spazio che meritava. ma,  vi prometto che  nel prossimo capitolo parlerà quasi esclusivamente lui quindi.. mi farò perdonare poi  voglio ringraziare: i lettori silenziosi e  Dub01 . sai che ti adoro vero? experiencing grazie del tuo tempoe delle tue recensioni fantastiche. shalycohen  ti ringrazio per essere sempre così entusiasta dei miei capitoli. Grazie a Wendy Candy pe ril suo tempo Grazie  ad HelenaLestrange  e non ti preoccupare per  il ritardo! 

Arriverò presto con il nuovo capitolo! 

Baci

Marty Evans

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Capitolo 18
*** Venezia ***


 

 

 

 

Capitolo 18
Venezia

NDA  Salve Whovians e Potteriani! Allora ragazzi scusatemi per il ritardo! Il capitolo doveva già essere pronto nelle vacanze di carnevale e lo era credetemi!  è solo che  non  ho avvuto tempo di rivederlo. Perciò sono riuscita a sistemarlo solo ora che la scuola mi ha dato un po' di tregua. Voglio avvertirvi, qui il Dottore non parlerà molto  il capitolo sarà più incentrato su James. Spero che questo  non vi dispiaccia. Prima di lasciarivi alla citazione  vorrei dirvi che  non farò la rivisitazione di Amy's Choice. Perché lei ha già scelto, in un certo senso. Ma non vi preoccupate da qui inzieranno le vere avventure!e inizieranno i veri e propri cambiamenti radiclai. Vi avverto sono più sadica di Moffatt! vi Ricordo che devo rompervi le scatole anche sotto

«Poor Amy. He always leaves you, doesn't he? Alone in the dark. Never apologizes.»

«He doesn't have to.»
«That's good. Because he never will. And now he's left you with me.»

«Who are you and what do you want? The Doctor knows you, but he's not telling me who you are. And he always does. Takes him awhile sometimes but he tells me. So you're something different.»
«Oh, is that who you think you are? The one he trusts?»

«Actually, yes.»
 «The only girl in the Universe to whom the Doctor tells everything.»

«Yes.»
«So what's his name?»

(Amy and the Dream  Lord in the Amy’s Choice)

 

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POV James

Il TARDIS atterrò con un rumore sordo. Il Dottore lascio andare una delle leve e corse alle porte del TARDIS, stava per spalancarle quando si accorse di me.                              

«Ehm James .. senza offesa, ma ... siamo nel XV. La gente è leggermente superstiziosa. E tu ... beh ecco... sei morto... quindi...» cercò di dire imbarazzato gesticolando. Sorrisi. Com’era goffo! Io non lo ricordavo così!                           

Per me, il Dottore era... beh ... un genio, una persona al di sopra di tutto e tutti. Qualcuno saggio e degno di stima. Divertente ma disciplinato. Una persona che sapeva parlare. Non qualcuno di goffo e che inciampava nelle parole. Non che non lo stimassi ancora, ma quando lo avevo conosciuto a Hogwarts, era più... provato. Era molto più stanco, specialmente quando facevo il sesto anno. E poi capii, il Dottore che conoscevo io era molto più vecchio di quello che avevo di fronte.                                                          

  «Non c’è problema. Non sei il primo corpo in cui mi insidio. Sei solo il primo che mantiene il controllo.»                      

Amy nel frattempo era sbucata da uno dei corridoi del TARDIS, si era acconciata i capelli, che ora scendevano in morbide e delicate, onde rosso scuro sulla schiena, aveva indossato, sopra la maglia blu, una giacca di pelle nera e aveva annodato una sciarpa rossa intorno al collo.  Amy  si trovava  in un punto  poco lontano dalla  consolle.  Siccome  io e il Dottore eravamo sulle scale, potevamo vedere il corridoio  principale da cui Amy stava arrivando. Amy si  avvicinò a noi e chiese:                                                                      

«Quindi sei stato in altri corpi prima di quello del Dottore?»          

«Certo Lily! Siamo morti nel 1981.Tu ti sei reincarnata, e sei nata 8 anni dopo. Io no. Io ho seguito Harry, l’ho cercato, l’ho trovato ad Hogwarts nel 1991, l’ho visto a scuola, l’ho fatto fino al 1993, quando ho deciso di cercarti. Per stare vicino a Harry, ho dovuto “impossessarmi”per un po’ di alcuni corpi. È stato grazie a me se Hagrid l’ha trovato. E a Hogwarts.. sono stato io a “suggerire” a Hermione Granger di prendere in prestito il libro di Nicolas Flamel. Sono stato io a “suggerire”a Albus Percival Wulfrick Brian Silente, che ho soprannominato zio Al , ma voi non ditelo a nessuno, di regalare il mio mantello a Harry per natale. Sono stato io a impossessarmi del corpo di Piton , che scifo a proposito, e a “suggerire” al tuo caro amico Severus, di seguire Raptor. Sono stato io, a “suggerire”, a Hermione, attraverso un innocente ragazzina del quinto anno, che il mostro nella camera dei segreti era un Basilisco.» dissi tutto d’un fiato.   Il Dottore sgranò gli occhi.                                                    

«No! Tu non puoi dirmi questo. Mi hai appena distrutto un mito! Hermione Ganger non può aver scoperto tutto grazie a te! È il mio personaggio preferito» disse il Dottore con aria sconvolta. Sapevo che aveva letto i libri della Rowling su mio figlio e ne era un fan. Gli avevo detto che quei libri non erano attendibili, non molto almeno. Visto che, Rita Skeeter (si proprio lei) aveva venduto la storia a J K Rowling. Cosa, che andava contro lo statuto di Segretezza.* (i maghi devono rispettare questa legge lo statuto di segretezza e non rvelare ai babbani il loro mondo.) Ma, a parte questo, Rita Skeetter gonfiava le storie e si inventava cose non vere. Perciò non era attendibile. Mi ricordo che quando ero a scuola, lei aveva fondato il giornalino di Hogwarts . (Avete mai sentito un nome più stupido per un giornale?!) Comunque, dicevo, quel giornale che veniva letto dalle ragazzine dal primo al quarto anno e dalle oche, (sospetto anche da Lily ma voi non diteglielo o mi ucciderebbe, di nuovo), mi aveva portato grossi guai. Una volta Rita mi aveva costretto (letteralmente), a fare un intervista, perché ero il capitano della squadra di Quiddich di Grifondoro. Rita aveva scritto con la sua penna verde che: “Il beneamato capitano James Charlus Potter ha un appassionata storia d’amore con Lauren Lestrange” . Allora; punto primo: la Lestrange mi odiava e disprezzava e io odiavo e disprezzavo lei. Punto secondo lei era una Serpeverde spocchiosa e mezza Mangiamorte. Punto terzo: ero fidanzato con Lily da tre mesi. Tre motivi sufficienti per far capire che quella era un’emerita cavolata. Eppure ricordo ancora la mia Lily venire verso di me, schiaffeggiarmi infuriata e urlandomi parole che non starò qui a ripetere. Quando, dopo una settimana, (una settimana, una fottutissima settimana gente!) accettò che le chiarissi che io non avevo nessun altra a parte lei e che non volevo nessun’altra oltre a lei. Mi aveva detto che delle amiche (non credo che nessuna delle amiche di Lily l’avrebbe mai letto. Bianca si sentiva tropo superiore per farlo. Clara era troppo presa dai libri e dal suo ragazzo per prestare attenzione ad altro. Gilian era troppo solitaria e dolce per interessarsi agli affari degli altri. Alice passava tutto il suo tempo con Frank. E Emmeline e Marlene erano troppo intelligenti per leggere quelle sciocchezze) le avevano detto del articolo. Non era stato facile convincere Lily ma ce l ‘avevo fatta. Da quel momento avevo odiato Rita Skeeter. E avevo odiato che avesse venduto la storia di mio figlio, a una babbana per giunta! Perciò fu per quello che risposi secco:« Certo che sono stato io idiota! Come pensi che una dodicenne possa sapere queste cose? È solo Rita che ha gonfiato la storia. Non discuto che Hermione Granger sia la miglior strega che Hogwarts abbia mai avuto dopo Lily, Gilian e Clara. Ma persino loro a dodici anni non avrebbero saputo queste cose!»                                            

 «No, aspettate un attimo.. stiamo parlando dei libri di Harry Potter.. di quei libri..?» chiese Amy incredula. Era arrivata vicino al punto dove stavamo noi. Mi voltai verso di lei esterrefatto. «Tu hai letto quei libri?!»                                    

 «Certo che gli ho letti. Ho anche visto alcuni dei film! Sono cresciuta con quei libri!» esclamò lei.                                     

«Oh mio dio! Cosa mi tocca sentire! Sembra quasi comico! Tu sei la reincarnazione di uno di quei personaggi e nemmeno te ne rendevi conto. Bene, Lils, voglio darti una notizia: quei libri non sono attendibili» dissi secco.              

«Aspetta ma quindi.. tutti i miei sogni, tutte le avventure che ho sognato.. i luoghi,.. è tutto vero..!» esclamò Amy.         

«Cosa ti ricordi?» chiese curioso il Dottore.                          

«Non lo so. È tutto così vago! Ho iniziato a sognare la notte del nostro primo incontro. I sogni sono diventati sogni ricorrenti. Sognavo Hogwarts, sognavo James, sognavo anche te Dottore. Tu eri a Hogwarts in alcuni di questi sogni. Mi ricordo che .. Merlino c’ero io! Eravamo Tu, io James e una donna dai capelli rossi ed eri..» la interruppi. Stava parlando del futuro. Ed era meglio non anticipare niente.«Erano ricordi di coseche devono ancora accadere Amelia»          

«Quindi tutti i miei sogni, esclusi naturalmente quelli in cui il Dottore tornava a prendermi,erano veri..» disse ancora incredula.                                                                               

«Tutto quello che hai sentito o che hai sognato o quasi tutto Amelia. Tutto è vero. tutte le storie che hai sentito, le leggende, su qualunque cosa sono tutte storie vere.»        

  «Questa frase chi te l’ha detta James?» mi chiese il Dottore. Sorrisi sapevo dove l’aveva sentita.                                          

«Non sei l’unico a conoscere i Cacciatori mio caro Dottore» Lui aprii la bocca stupito. e mi guardò sorpreso.                  

  «Tu... come? Dove?» chiese spaesato strabuzzando gli occhi.                                                                                             

   «Si li ho conosciuti a mio malgrado. Visto che lei» e indicai Amy «..era amica di Herondale». Amy scoppiò a ridere guardandomi maliziosa e capii che lei ricordava quello a cui mi stavo riferendo..                                                          

M’indignai, si ricordava di quel damerino americano, biondo naturale, insopportabile e arrogante e non si ricordava quasi per nulla di me! Mi voltai verso il Dottore che passava lo sguardo da me a Amelia confuso.                                              

«Ha un nome » ghignò perfida Amy. Voleva girare il coltello nella piaga. Non sopportavo il fatto che di lui si ricordasse e di me no fino a questa notte.                                

 «Jonathan Christopher Herondale* e com’è che ti ricordavi di lui e non di me?» sputai quel nome fuori e sentii il resto della frase suonare un po’ burbero.                                         

Amy sorrideva raggiante come se fosse la cosa più divertente del mondo.                                                       

«Non dimentico un bel ragazzo quando lo vedo Potter!» esclamò ridendo. La guardai in cagnesco.                              

  «Sta insinuando che non sono bello Evans? Guarda che davanti a te hai il fighissimo, bellissimo, intelligentissimo. Grandissimo, James Charlus Potter soprannominato anche il Magnifico!» dissi con finta modestia. Sentii un suono a metà tra un colpo di tosse e una risata. Mi votai, il Dottore era piegato sulle ginocchia e cercava di non cadere e di non ridere. Alla fine mi scoppiò a ridere in faccia                        

«Non sarai un pochino geloso James?». Disse Amy anche lei ridendo. Scrollai le spalle. Odiavo che quei due si prendessero gioco di me!                                                           

«Io? geloso del biondino?Ti piacerebbe! Ma come mai te lo ricordi?» chiesi piccato.

POV Amy                                                                          

  Ritornai seria e dissi spostandomi una ciocca di capelli rossi dal viso preoccupata.                                                                 

«Non lo so. Insomma quando mi sono ricordata chi ero sapevo esattamente chi era Jace. E mi ricordo tutto di Harry. Ma tu e gli altri, i miei anni e i miei amici a Hogwarts quella è la zona grigia e nebulosa non ricordo altro. Ma anche di Jace e Harry non ho ricordi nitidi ho solo degli spezzoni di momenti»                                                                                        

   « si ma non è solo questo Amy. È molto di più. Sembra che tu ti sia persa degli episodi importanti successi negli ultimi anni a Londra.» disse il Dottore in tono grave . Mi voltai verso di lui. Cosa voleva dire? Che cosa mi ero persa?

Il Dottore si mise di fronte a me e mi prese le mani nelle sue.     «No! Dottore! Non mi sono persa niente! e poi sono cresciuta a Leadworth. Come faccio a sapere cosa succede a Londra?» chiesi nel panico aggrappandomi con una mano alla sua giacca di tweed per non cadere e non cedere al panico. Mi stava spaventando.                                          

«Va bene, allora, Pond, Dicembre 2005, avevi 16 anni no? Ricordi cosa successe ai manichini nel centro di Londra?»                                 «Non facevo le spese di natale a Londra quell’anno Dottore! Comunque cosa successe?» chiesi sulla difensiva.                    

«I manichini iniziarono ad attaccare le persone. Ne parlavano tutti i telegiornali Amy. Va bene vuoi un altra prova? Marzo 2006 che cosa successe?»                                   

  Lo guardai confusa.                                                               

  «Gli Sleethen cercarono di invadere la Terra Amy. Il natale 2006 una nave Sycorax ha cercato di invadere la Terra» Ero sconvolta. Avrei dovuto ricordarmi di queste cose. Perché non ci riuscivo?                                                                            

«Dammi un altra data ti prego Dottore! Mi stai spaventando!» lo implorai.                                                        

 «2006 quando arrivò da un universo parallelo un esercito di Cyberman.la battaglia di Canary Warf robot in ogni casa, Dicembre 2007 vigilia di natale un’astronave gigante che si vede da ogni angolo della Terra tentò di invaderci. Prosciugai il Tamigi per fermarli

«Dicembre 2008 un’astronave di nome TITANIC stava per schiantarsi sulla Terra.»                    

«Beh magari non si è schiantata sopra Londra»tentai di difendermi..                                                                               

 «Si è quasi schiantata su Backingam Palace Amy! E non ti ricordi che i londinesi se ne erano andati?»                       

     Scossi la testa facendogli cenno di continuare.                  .

«L’ospedale sparito nel 2008 e poi riapparso. E ci sono i Dalek . Tu non ti ricordavi dei Dalek! Non gli avevi mai visti prima!»                               

«è così. Perché? avrei dovuto?»

Il Dottore esasperato si mise le mani nei capelli e mi guardò come se fossi il più grande mistero che avesse mai visto.                                          «Avresti dovuto ricordarti dei Dalek invece Amy. Hanno invaso il tuo mondo. C’erano dei pianeti nel cielo. Non è per spaventarti Amy» disse l’ultima frase prendendo il mio volto tra le mani. Mi specchiai nei suoi occhi che in quel momento erano blu e mi guardavano preoccupati                            

«Dottore? Perché non mi ricordo queste cose? Cosa c’è che non va in me?» chiesi spaventata. La paura iniziava a mischiarsi al panico.                                                            

 Perché non ricordavo queste cose? Avrei dovuto eppure.. perché la mia memoria non funzionava? Il Dottore stava cercando di calmarmi. Mi resi conto di essere in mezzo al TARDIS immobile e che delle lacrime stavano scendendo.

Le scacciai con rabbia. Odiavo piangere. Il Dottore mi si avvicinò lentamente. Abbassai lo sguardo sotto di me c’era il pavimento di vetro del TARDIS. Era molto vicino.

Mi resi conto di essere inginocchio. Wow non me n’ero nemmeno accorta. Fantastico! Benissimo! La giornata non poteva iniziare in modo migliore! Pensai sarcasticamente.                    

  Il Dottore s’inginocchio chinandosi sui talloni di fronte a me. mi Sorrise. Mi prese di nuovo una mano tra le sue. Poi tra le braccia. Senti le sue braccia avvolgermi e le sue mani scivolare delicate sulla mia vita. Poi sentii il suo fiato caldo nell’orecchio e mi sussurrò                                                    

«Amy calmati. Sono qui. non ti preoccupare. Io e James ti aiuteremo. Vedrai che capiremo cosa ti è successo.» disse poi. James annuì                                                               

Appoggiai la testa sul suo petto e sentii il doppio battito dei suoi cuori. Era la prima volta che ascoltavo attentamente quel suono. E capii che quel suono era li per ricordarmi che il Dottore non era umano. Per ricordarmi che era un Signore del Tempo immortale in confronto a me. Io sarei stata solo un nanosecondo del suo tempo. Ma il suo doppio battito cardiaco era anche rassicurante.                                            

Volevo restare li tra le sue braccia, al sicuro per l’eternità. Lui però sciolse subito l’abbraccio e si rimise inginocchio vicino a me.

Il Dottore si scostò poi con mia grande sorpresa. mi scostò i boccoli spostandoli dietro le orecchie. Sentivo la punta delle sue dita delicate tra i capelli mentre me li riavviava dietro le orecchie. Chiusi gli occhi concentrandomi solo sul tocco delle sue dita nei miei capelli pensai che magari mi avrebbe baciata di nuovo li. In quel momento                                        

  Poi così come quel gesto era iniziato finii . le sue mani lasciarono i miei capelli e io riaprii gli occhi di scatto. .

Il Dottore stava sorridendo. Mi rivolse un sorriso dolce. Si alzò in piedi con scioltezza e mi tese la mano,. Io osservai la mano lunga e affusolata che mi offriva e poi la presi. Mi aiutò ad alzarmi. . mi guardò ancora per un attimo poi si voltò.                                                                                         

«Ora Amy pensiamo solo al nostro ‘appuntamento’. Vedrai ti piacerà. Dico sul serio!» esclamò dirigendosi finalmente alle porte del TARDIS. Io mi avvicinai alle porte del TARDIS. James era già rientrato nel corpo del Dottore e eravamo solo io e lui.                                                       

 «Pronta?» mi chiese lui.  

                                                         

Annuii con convinzione.                                                                      

Lui mi prese la mano destra l’avvicinò alle labbra e la baciò poi sorridendomi e non lasciando la mia mano aprii le porte del TARDIS . Apri le braccia e fece alcuni passi al esterno esclamano:«Venezia la Serenissima!».                                              

Lo seguii. Ci trovavamo in una specie di piazza dove passavano dozzine di persone. C’era gente con le capre. Contadine con il grano, ragazze con i fiori. C’era di tutto e sotto si vedeva la laguna. L’aria di lago era profumata e inspirai a pieni polmoni mentre il vento Mi scompigliava i capelli.. Lui era raggiante. Si buttò subito nelle spiegazioni storiche come al solito.                                                         

«Venezia è una città bellissima. È stata fondata intorno alla fine del Impero Romano d’Occidente alla fine del V Secolo. A seguito delle invasioni barbariche in particolare quella degli Unni. Era solo un insediamento di profughi, ma , produsse molta arte e letteratura. Divenne una delle città più importanti al mondo. Ricca di commercio e dia arte. O è piaciuta a molte persone davvero» iniziò a spiegare. Sbuffai non sarebbe mai cambiato.                                                  

Guardò l’orologio d’oro che portava al polso.                            

«Hm .. 1580. Amy siamo nel 1580» annunciò.                        

Poi prendendomi per mano mi condisse verso le porte della città. Un uomo ci sbarrò la strada. Era vestito come uno di quei tizi che avevo visto nei quadri del cinquecento. «Documenti prego» chiese l’uomo. Guardai il Dottore nel panico. Lui tirò fuori la sua carta con la copertina blu. La mostrò al l’uomo e chiese. «Scusi perché i Documenti?».          

«Ispezione medica per l’epidemia di peste.                               

«Ma siamo nel 1580 Messere la peste è scoppiata nel 1846 e non posso esserci ancora grandi epidemie qui a Venezia!»ribatté il Dottore.                                                         

Sbuffai e guardai il Dottore in cagnesco.                                

  «OH ma che bel appuntamento Io , te e la Peste! Davvero romantico!» decisamente la giornata stava peggiorando.            

  «No Signore solo all’ interno della città siamo guariti. Grazie alla nobildonna che ci protegge :la signora Rosanna Calvierri. Lei ha detto che fuori dalle mura ci sono montagne di cadaveri e..» il Dottore gli fece un cenno sbrigativo e mi fece varcare la soglia.                                           Il Dottore aveva ancora quel cipiglio preoccupato. Io ero corsa avanti. Stupita dalla vista di quei vicoli e di quella gente di un’altra epoca. D’accordo ero già stata nel 1944 .

ma ero stata piena Seconda Guerra Mondiale. Insomma questa era la prima volta che potevo godermi un viaggio con il Dottore in santa pace. Non c’erano alieni, angeli, non c’era un mondo da salvare. Eravamo semplicemente io e lui a Venezia! Era fantastico. Mi resi conto che lui non era dietro di me. Era a qualche metro da me e stava rimuginando su qualcosa. Appena mi vide cercò di sorridere mentre tornavo verso di lui. Gli presi le mani tra le mie e lo guardai negli occhi «Ti prego Dottore non fare così! Voglio che sia il nostro appuntamento. Diavolo so che c’è qualcosa che ti preoccupa, ma guardati intorno , siamo in Italia nel XV secolo! Ti prego, me lo hai promesso!» implorai   Image and video hosting by TinyPic                         

Lui cercò di sorridere, mi prese la mano sinistra., intrecciò le dita e mi sorrise.                  

«D’accordo. Vieni con me voglio mostrarti una cosa.». Poi iniziò a correre tenendomi la mano. Io cercavo di stargli dietro e di non inciampare sui tacchi degli stivali col tacco alto. Perché mi ero messa quelli stramaledetti stivali poi’? Lui intanto mi trascinò con sé.                                          

Arrivammo in una piccola piazza su cui c’era una balconata da cui si vedeva il Canal Grande.                                                           

Io mi appoggiai alla ringhiera del balcone e guardai il Dottore. Aveva i capelli scompigliati per la corsa e il ciuffo ribelle gli cadeva sulla fronte . Poi lui iniziò a parlare             «Quello là è il ..» ma non lo ascoltavo più. lo ascoltavo perché mi piaceva la sua voce . Mi concentrai solo sul suono della sua voce e sulle sue labbra. Labbra che stavano parlando di.. dio solo sa cosa. Lo studiai più attentamente . le labbra sottili, il mento pronunciato, Certo non era l’uomo più bello che avessi mai visto ma era speciale. Era unico. Posai lo sguardo più in basso, sulle sue mani dalle lunghe dita affusolate che gesticolavano nell’aria. Per poi tornare ad ammirare le sue labbra. Non riuscivo a distogliere lo sguardo. Quelle morbide labbra che avevo baciato già due volte. Beh nella foresta era stato lui a baciarmi e non sapevo nemmeno se dovevo considerarlo un bacio.

Si era comportato in modo così strano quella volta. Era stato come se.. Uno sciocco di dita interruppe i miei pensieri. Lui era piuttosto scocciato e mi stava schioccando le dita davanti al viso.                                                                               

  «Amelia.. mi stai ascoltando?» chiese seccato.                     

 «Ehm.. si. Dicevi?» chiesi cercando di apparire il più attenta possibile.                                                                                   

 Lui sospirò sconsolato.                                                           

«Non mi mentire. So quando menti Amelia» disse con il tono che usa un adulto con un bambino.                                 

«Non chiamarmi Amelia. Non sono più una bambina!» sbottai

irritata. Lui alzò le mani in segno di pace.               

 «Okay, okay calma» disse chinando il capo.                         

Mi avvicinai a lui e lui a me. Inclinai il viso verso di lui. Lui si chinò verso di me ci specchiammo ognuno negli occhi verdi del altro. Lui mi aveva preso il viso tra le mani. Sentivo l’acqua del canal Grande in basso sciabordare, il sole era caldo, non c’erano nuvole, non c’erano mostri e alieni, ero a Venezia nel 1580 con il Dottore. Era tutto perfetto. Assolutamente perfetto. Chiusi gli occhi aspettando il bacio che non arrivò mai. Perché qualcuno alle nostre spalle esclamò felice: «Finalmente vi ho trovato!» James. Ma perché? Perché non poteva succedere come nei film romantici in cui nessuno interrompeva il tanto atteso bacio!? Ma perché James deve arrivare sempre nelle situazioni meno opportune? ! Perché?! Era tutto così perfetto! Maledizione a James e alle improvvise e inappropriate apparizioni. D’accordo, si , lo avevo amato, si c’era ancora quella parte di me che lo amava.. non è che volessi ferirlo di proposito solo che ricominciare . Anche se il mio passato mi affascinava.. era come una calamita. Volevo approfondirlo studiarlo. ma al tempo stesso allontanarmene. Per tornare a Venezia. Beh io e il Dottore c’eravamo smistati e guardavamo James.Stavo guardando James con aria ssasina.

Lui mi guardò non capendo..

POV James

 Okay forse voi non avete capito come sono arrivato da Amy e dal Dottore. Bene ve lo spiego e vi spiegherò anche  qualcos’altro su come faccio ad “infilarmi” nel corpo del Dottore. Quando  eravamo nel TARDIS mi ero infilato nel corpo del Dottore. Farlo, è strano, è come infilarsi una maglia o come infilarsi in un tubo particolarmente stretto.  Ma ci sono alcune differenze quando sono nel corpo del Dottore  posso sentire le cose. Gli odori, i suoni, il tatto, quando sono in forma incorporea li posso sentire ma solo attraverso un velo, mentre quando ero nel suo corpo, era come  ritornare vivo e sentire tutte quelle cose che normalmente sentivo  ovattate Così ero rimasto nel suo corpo finché non eravamo entrati in città,  poi incuriosito  ero andato a  esplorare Venezia.

 Quando mi ero accorto che erano spariti, beh avevo girato  per un bel po’ per poi trovarli sul punto di baciarsi.

Li interruppi  proprio mentre lui si chinava su di lei e lei chiudeva gli occhi. Non avrei dovuto interromperl ima, quando li vedevo insieme, a volte,  una bruciante gelosia mi assaliva. Non ragionavo più. La gelosia di vedere lui al posto mio, e lei che lo lasciava fare..  era insopportabile. Non avrei dovuto.  Io non potevo dare più niente a Lily. Il Dottore poteva. Io ero solo un ombra che  abitava il suo corpo. E questo mi distruggeva. Questo mi distruggeva davvero.

Una parte di me, la miglior parte di me  era felice per loro. L’altra non lo era. L’altra aveva solo rabbia, delusione, vendetta e gelosia da offrire, non solo a loro ma, a tutto l’universo . Amy mi guardò male.  Aprì la bocca scommetto per urlarmi contro  qualche  sproloquio, quando sentimmo delle grida. C’era un gondoliere dall’altra parte del canale,  l’uomo continuava ad urlare un nome di  donna. E poi all’improvviso fu spinto nella  laguna. L’uomo iniziò a nuotare. Ad un certo però si bloccò e cominciò ad annaspare e ad andare sempre più giù, finché tra le urla   l’acqua  non lo inghiottì.

 «Ma che cos’è successo?» chiese Amy al Dottore. Lui però era sparito.. così  nel nulla!  Senza neanche smaterializzarsi. Era incredibile, quanto quel Signore del Tempo potesse essere silenzioso.  Amy alzò gli occhi  esasperata e sbottò:

«Oh lo odio quando fa così!».  Feci un respiro profondo e sbottai «Anch’io odio quando fa così quel maledetto! Diavolo! Perché deve sempre sparire nei momenti meno opportuni?!» 

***

Visto che non sapevamo dove potesse essere  il Dottore decidemmo di fare una passeggiata. Era la prima volta che  rimanevo solo con lei, da quando eravamo usciti dalla Bisanzio. Camminavamo per quei vicoli di secoli prima e cercavamo di orientarci. Il vento scompigliava  la sciarpa e i capelli di Amy facendoli  muovere  delicatamente.

Quanto avrei dato perché anche i miei capelli potessero scompigliarsi così.

«Mi dispiace James» fu lei  a parlare per prima. Parlava con un forte accento scozzese.  Aveva la stessa voce che aveva avuto in passato, solo  con accento differente. Se Amelia Pond parlava con quel forte accento scozzese, che la faceva sentire  tanto orgogliosa di appartenere  alla Scozia, Lilian Evans  aveva un accento più delicato, un  accento londinese.

«Per cosa Amy?» chiesi. lei si fermò di botto e mi costrinse a fermarmi. Si voltò verso di me.

«Ti prego non lo fare. Non chiamarmi Amy o Amelia. Perché è vero, ora mi chiamo così. Ma il mio mondo è crollato esattamente ieri sera, dal mio punto di vista, quando ti ho riconosciuto. Tutte le mie certezze stanno crollando. Ho paura che la  mia vita e i miei ricordi siano solo menzogne e illusioni. Quindi, per favore, per favore James, chiamami Lily. Ti prego. Ormai non so più nemmeno se la vita di Amelia Pond  è reale. Sono così confusa! E mi dispiace di starti ferendo soffrire. Mi dispiace  di voler stare con il Dottore. Ma io, non lo so, sono .. provo.. lui è la mia ancora,  capisci? So che soffri quando ci vedi insieme e mi dispiace. Tu non lo meriti Jaimie» la guardai negli occhi, in quei pozzi verdi color dello smeraldo,  erano velati di lacrime represse. Amelia era nel panico e aveva paura. La presi per le spalle e la guardai in quegl’occhi verdi a cui non avrei mai potuto  negare nulla.

«Lils ascoltami bene. A me non importa se tu ti chiami Amelia, Lilian, Josephine, o con qualunque  altro nome. A me importa solo di te perché ti amo, ti amerò sempre. A me  non importa se i tuoi ricordi non sono perfetti, se mi stai dimenticando e ami un pazzo, millenario, con una cabina e due cuori. Perché tu, Lily,  qualsiasi nome tu abbia, in qualsiasi epoca tu viva, sarai sempre speciale. Sarai  sempre tu. Sarai sempre fantastica e non devi sentirti confusa. Devi ricordare questo: Tu hai me e  hai il Dottore. Noi non ti lasceremo Lily, mai. Te lo prometto.» stavo per baciarla sulla fronte quando un urlo ci interruppe. Io e Amy  iniziammo a correre verso la fonte del rumore. C’era  una ragazza sulla strada, che stava cercando di liberarsi  di un uomo. L’uomo era alto il doppio di lei e aveva il viso  affondato nel suo collo. La ragazza era piccola, alta poco meno  di un metro e cinquantanove, portava un ricco abito di seta color arancio, aveva la pelle pallida,  gli occhi grandi e  castani che  imploravano il nostro aiuto terrorizzati, labbra piccole e aperte in un grido. I capelli erano  color castano molto scuro, quasi nero, legati in un acconciatura alta. Non sapevo com’era possibile. Ma aveva un aspetto famigliare. Mi gettai sul  giovane uomo. Appena mi  vide  l’uomo scoprii  i canini. Vampiro pensai sono  anni che  non vedo un vampiro. Prima che potessi  fare qualunque  cosa il vampiro scappò e Amy lo rincorse, ovviamente.

«Amy aspetta!» dissi mentre Amy scompariva dietro l’angolo. Stavo per seguirla quando sentii una voce femminile vicina  a me dire: «Clara! Clara! Oh mio dio Clara! Stai bene?» ecco come  mai mi sembrava famigliare. Era Clara. Ma.. ma.. questo era impossibile!  Come faceva ad essere li? Mi girai. sul collo di Clara c’era del sangue e la ragazza che le stava accanto, era l’altra ragazza, quella che  avevo già visto con lei nel 1980.  Portava anche lei un lungo vestito azzurro cielo che faceva risaltare le lunghe onde rosse che le arrivavano alla vita.. Era più alta di come la ricordavo. Ma era lei Gilian Times.. Non potevo sbagliare, erano loro due. Ma che cosa  ci facevano li?

«Scusate messere, ci  conosciamo per caso?»  mi chiese la rossa. Lei  si stava rivolgendo a me, a un fantasma, senza urlare terrorizzata. Puntò i suoi bellissimi ochci verde scuro su di me. Io non sapevo cosa rispondere perciò restai li a fissarle  a bocca aperta, come un pesce lesso.

«Io..no.. non credo» replicai.

La rossa che pareva non conoscermi, disse

«La ringrazio comunque per aver salvato mia cugina, da qualunque cosa l’abbia  aggredita. Nel caso volesse unirsi a noi per una conversazione, sarebbe il benvenuto. Siamo in fondo alla via»

«State parlando  con un fantasma  signora, lo sapete?»

«Spesso i morti sono più comprensivi dei vivi.»  mi rispose lei enigmatica. E per la seconda volt a non potei  non cogliere la sottile somiglianza tra lei e il Dottore.

 La rossa mise un braccio intorno alla vita di Clara e  l’aiutò a staccarsi dal muro e a camminare. Clara doveva essere ancora in stato di shock, anch’io lo ero.  Come potevo averle incontrate di nuovo?  E come facevano loro a non sapere chi ero? Non capivo più nulla.. le due donne misteriose si allontanarono. Stavo ancora pensando a loro, quando, la voce di Amy mi riportò alla realtà.

«James!»

«James ho seguito il vampiro e lui si è tuffato in acqua.» disse Amy animante per la corsa con  i riccioli  sparati da tutte le parti.

 «L’acqua era ferma o in movimento?»

«Perché me lo chiedi?» mi chiese lei. Possibile che  non si ricordasse di Bianca? Era la sua migliore amica.

«Perché un vampiro non può attraversare l’acqua in movimento» spiegai. Lei aprii la bocca stupita.

«Era in movimento. È l’acqua del Canal Grande. È sempre in movimento»

«Questo non è impossibile»

(Contemporaneamente in un palazzo di Venezia)

POV Dottore

Questa storia della  protettrice di Venezia e della peste che  nel 1580 non c’era già più in Italia mi puzzava. E poi   avevamo visto un uomo, presumibilmente veneziano affogare. Una  misteriosa signora, morti sospette, epidemie di peste inesistenti.. decisamente quello era il genere di cose che amavo. Come potevo  resistere quando i guai mi chiamavano?  Io ero il Dottore  dopotutto.

 Io adoravo correre incontro al pericolo era il mio mestiere. Così, senza perdere tempo, corsi verso il  primo ponte che trovai e mi precipitai dall’altra parte della città.  Arrivai al palazzo che era esattamente davanti a dove io, Amy e James  eravamo arrivati. Guardai verso la  balconata sperando di vedere affacciata una stupenda chioma  rosso sangue e due scintillanti occhi verde  smeraldo, vicino a dei capelli color ebano  spettinati, degli occhi color caramello incorniciati da occhiali tondi, ma ne Amelia ne James erano li.

 Passai dal cancello secondario. Era chiuso a chiave naturalmente, così  tirai fuori il mio fido cacciavite sonico,  sonicizzai  la serratura ed entrai. Dopo un corridoio deserto con alcune statua in marmo, arrivai a una porta di legno. Sonicizzai di nuovo la serratura e scesi le scale saltellando come un bambino. Saltai gli ultimi due gradini e mi ritrovai in un ampia sala in penombra. Era piena di candelabri, era di forma circolare,spoglia, tranne per unno specchio rotondo  con la cornice d’oro. Mi  avvicinai allo specchio. L’unico  rumore udibile erano i tacchi dei miei stivali sul pavimento di pietra. Mi specchiai e quello che vidi fu il mio nuovo  volto. Pallido, giovane, un viso allungato, mento pronunciato , lungo naso aquilino, occhi stretti, verde scuro,  doppie sopracciglia, il ciuffo di capelli bruni che  mi ricadeva sulla fronte. Mi sistemai il cravattino blu. Quel corpo mi piaceva, Oh si , decisamente, quel corpo era fantastico.  Fu quello che pensai guardandomi compiaciuto.

«Ciao Bellezza» dissi al mio riflesso che mi rispose con un sorriso smagliante.

Un coro di voci mi fece sussultare «Chi siete Signore?» mi girai. Cinque ragazze, pallidissime, quasi cadaveriche, erano in semicerchio intorno a me. Indossavano tutte una camicia da notte e tutte mi guardavano con un ghigno che non prometteva niente di buono. Mi girai di nuovo verso lo specchio, il loro riflesso non c’era.  Poi mi girai di nuovo verso le cinque  ragazze inquietanti e poi di nuovo verso lo specchio stupito. Lo feci di nuovo. Niente, le cinque ragazze sembravano evanescenti.

L’eccitazione iniziò a prendermi.

«Ma..ma.. Come riuscite a farlo?» chiesi curioso ed eccitato, indicando  lo specchio.

«Io.. mi piace! Siete come Hudini. Solo che, beh, voi siete cinque ragazze inquietanti e lui era.. O.. O meglio sarà più basso ahah!» esclamai. Unii le mani vicino a l’addome eccitato.

«Ve lo chiediamo di nuovo signore, chi siete voi?» chiese il coro di voci.

«Perché non date un’occhiata a questo?» chiesi tagliente facendo vedere la  mia carta psichica.

Loro continuarono a fissarmi imperterrite. Voltai la carta e vidi che sopra c’era la tessera della biblioteca.

Alzai gli occhi al cielo «Oh, la tessera della biblioteca! Perché sbaglio sempre tasca?  Ci sono troppe tasche!»

 Iniziai a ragionare. Le guardai di nuovo.

«Pallide, ragazze pallide,  inquietanti, che non possono farsi vedere.. non sopportano la luce del sole. Penso a quello che credo  di pensare? Ah! Ma.. la città.. Perché avete chiuso la città?» chiesi poi guardando di nuovo  nello specchio.. Vampiri a Venezia! Era meglio di qualsiasi appuntamento romantico! Il coro di voci delle vampire riprese a parlare:

«Andatevene signore, o saremo costrette a chiamare l’assistente. è meglio per voi.» dissero con il loro tono piatto e inespressivo. Scoprirono i canini, io corsi verso l’uscita. Prima di uscire schioccai le dita e ordinai:

«Ditemi qual è il vostro piano». Loro non risposero.

«Un giorno o l’altro funzionerà!» dissi a me stesso.

 Camminai all’indietro per le scale mentre loro mi inseguivano.

«Sentite, mi piacerebbe restare.  Questa situazione.. mi eccita davvero.. ma devo scappare.» dissi correndo verso i raggi solari. Una volta al sicuro,  chiusi la porta e mi appoggiai ad essa per riprendere fiato. Poi feci la strada a ritroso, chiudendo attentamente il cancello dietro di me.

Tornai alla balconata di corsa, impaziente di  dirlo a Amy e James. Praticamente io e Amy finimmo l’uno tra le braccia dell’altra e ci ritrovammo a parlare all’unisono.

«Dottore! Abbiamo appena  visto un vampiro!»

«Amy, James ho appena incontrato dei vampiri!» dicemmo in contemporanea io e Amy, eccitati come due bambini davanti  ai regali, la mattina di natale.

«Ma chi é? Dove l’avete visto? Io sono appena stato dove in teoria dovrebbero vivere!» chiesi e dissi tutto d’un fiato.

«Per strada. Ha aggredito una ragazza e.. » disse Amy in contemporanea

«E ragazze inquietanti e tutto il resto! Vampiri..» dissi eccitato

«..A Venezia!» fini lei per me.  Iniziamo a saltellare in quella specie di abbraccio gongolando.

«Ma dove diavolo eri finito  Dottore? Un vampiro ha aggredito una ragazza!» sbottò James.

«Lo so Amy me l’ha  appena detto. Sono stato dove vivono, la misteriosa scuola  Calvierri.» dissi mentre l’eccitazione scemava.

«Dobbiamo trovare il modo di rientrare li dentro.» dissi

«Si, ma come?» chiese Amy

«Io un modo ce l’avrei. Una ragazza  mi ha invitato a bere un the» disse James tranquillamente.

To be continued

Image and video hosting by TinyPic size="+3">Angolo Autrice
 Come sapete a me piace incasinare le cose e  ho già iniziato a farlo.  nel prossimo cappitolo Eleven incontrerà Clara e Gilian  per la prima volta e beh.. ne succederanno delle belle! spero di avervi incuriosito  davvero.
se vi state chiedendo se il Jonathan Herondale di cui parla  Amyè Jace di Shadowhunters la risposta è si  proprio lui ma sulla facenda Dottore/shadowhunters /Lily e James ci tornerò!
Ringrazio  
Run_ per  la recensione, shalycohen grazie perché apprezzi la storia e  su  Donna mantengo gli spoiler.. però una cosa vela voglio dirvela. lo stesso mancano  4 capitoli alla comparsa di Rose nella storia . comunque tornando ai ringraziementi grazie  a  wendy_candy per le tue recensioni  entusiaste. grazie a HelenaLestrange   per  i tuoi pareri e a experiencing per le sue osservazioni brillanti e per  il suo tempo. dedico  il capito alla mia migliore amica Dub01 (capito? l'ho dedicato a te cara! )e vi lascio con il fiato sospeso  fino al prossimo capitolo!
 volevo solo chiedervi se vi piace lo spazio dato a James visto che ho pensato di star trascurando James Potter  mi è smebrato giusto mettere gli eventi dal suo punto di  vista.
Baci

Marty Evans

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Capitolo 19
*** Lilia e Clara Rosetti ***


Capitolo 19

Lilia e Clara Rosetti.

NDA   Ciao a tutti perdonatemi  il ritardo ma ora ci sono. Eccomi qui allora inanzitutto  il capitolo non mi piace molto ma comuque spero sia decente. Inoltre vi avverto che questa fic sarà mooolto lunga e complicata perciò preparatevi.  Molti di voi mi hanno detto che   non conoscono Shadowhunters  beh  ho deciso che a ogni capitolo nel mio angolino autrice vi dirò qualcosa su Shadowhunters  visto che ho deciso che alcuni personaggi compariranno.  questa volta non metto una citazione ma voglio ringraziare Dubhe  per il fantastico Bener  ci  vediano sotto!
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POV Doctor 11

«Dobbiamo trovare il modo di rientrare lì dentro.» dissi.

«Sì, ma come?» chiese Amy

«Io un modo ce l’avrei. Una ragazza mi ha invitato a bere un the» disse James tranquillamente.

Amy ed io lo guardammo ad occhi sgranati.

«Perché mi state guardando così?»

«James  scusami ma con tutto il rispetto.. ehm tu sei morto. Quindi,come diavolo fa questa ragazza ad averti invitato a bere un the senza correre via urlando?» chiesi.

James mi lanciò un’occhiataccia. «Non serve che tu lo ribadisca Dottore. So di essere morto okay? Piantala di dirlo in continuazione»  mi disse acidamente. Guardandomi male incrociò le braccia sul petto. «James...» iniziai.  Sentivo le sue sensazioni, che non mi piacevano per niente. C’era gelosia nei suoi occhi. «So cosa vuoi dire» disse piatto. Mi schiarii la gola mentre lo stomaco mi si contorceva per la tensione.

«James  possiamo parlare?» chiesi.  

«Io vado allora.» fece per dire Amy. La afferrai per un braccio, trattenendola accanto a noi.

«Non c’è ne bisogno Lily io e il Dottore parleremo in un modo un po’ speciale.» disse James  senza scomporsi e  distogliendo lo sguardo quando l’avevo toccata.

 Finalmente James mi fece entrare nella sua mente. Il nostro legame psichico ci consente di entrare ognuno nella mente dell’altro. Per entrare nella mente di James, mi basta chiudere gli occhi e concentrarmi su di lui. È come aprire una porta di una stanza traboccante di oggetti. Solo che al posto degli oggetti, ci sono le sue emozioni e i suoi ricordi che, mi si riversano dentro come un fiume in piena sommergendomi, facendomi provare emozioni, sensazioni umane, che non provavo da quando mi ero nascosto per sfuggire alla Famiglia e per non farmi trovare avevo riscritto il  mio DNA. Ero diventato umano, solo per un po’. Ma era stato...  non lo so. Era stato qualcosa d’indescrivibile. Tutta quella rabbia, quella generosità tutta quella sofferenza, sono tutte emozioni così umane! Quando m’immergo in James.. beh ecco.. le esploro tutte. È molto bello il nostro legame, ma anche molto confuso, come qualcosa che deve ancora definirsi. Somiglia un po’, al legame che avevo con Donna, anche se, non fino a quel punto, è molto diverso. 

James stai bene?

Sì, tranquillo, sto bene. Sono solo...ah lascia perdere!

È per Amy vero?

No, no non è per lei. È solo che.. sono inquieto...

Perché?

Spoiler Dottore!

Eh dai Jaimie sto solo cercando di aiutarti!

Non chiamarmi Jaimie! Non ti permettere mai più di fare una cosa del genere!

 Ma Amy ti chiama...

 Appunto, Amelia, non tu, chiaro?

Ma perché..?

Perché odio quel sopranome. Lo detesto. Permetto ad Amelia di chiamarmi così solo perché lei è Lily.  Inoltre lei Clara e Bianca erano le uniche a potermi chiamare così. Tutte e tre sostenevano che era un sopranome dolce, puah!

Anch’io lo trovo dolce James.

Lo odio e solo le ragazze lo trovavano dolce. Tu hai qualche problema d’identità, vero Dottore?

 Eh? Ma che dici? Io? Chi sono Bianca e Clara?

  Amiche. Bianca non so che fine abbia fatto. Clara è morta, è riapparsa a Londra due anni dopo la sua “morte”e adesso è qui a Venezia.

Sei sicuro che sia la stessa ragazza? Questo è impossibile!

 Sì, e ha qualcosa a che fare con te Dottore.

 Con me?

Oh spoiler! E poi tutto ha sempre a che fare con te! Ora andiamo, voglio capire che cos’è successo alla ragazza di prima.

Che ragazza? Come..?

 Ma James era già uscito dalla mia mente.

 Mi ritrovai di nuovo nel mondo reale, vicino alla balconata, con Amy a sorreggermi.  Amy, mi aveva messo un braccio intorno alla mia vita per tenermi in piedi. La testa mi girava leggermente, come ogni volta che James entrava nella mia mente. Mi appoggiai a lei per non cadere.

«Dottore stai bene? Sei pallidissimo» mi chiese Amy.

«Si, si, tranquilla. È tutto normale. Non preoccuparti»

Dissi mentre il mondo continuava a girare. Malfermo sulle gambe inciampai e caddi. Il mondo era tutto sottosopra. Vedevo Amy molto sfocata e sentivo la sua voce ovattata e confusa. Sentivo il suo splendido accento scozzese a kilometri di distanza, come se fosse molto lontana da me. In realtà, vedevo anche se piuttosto distorto e sfocato il viso di Amelia a pochi centimetri dal mio. Poi tutto si fece nero, senza suono e caddi nell’oblio.

Non so per quanto rimasi incosciente, so solo che a un certo punto il mondo riprese a essere pieno di suoni e colori. Sentii delle mani sul mio petto. Capelli che mi solleticavano il collo e Amy che gridava il mio nome da qualche parte. «Dottore!».

«Ommiodio James! Oddio è... che cosa gli è successo?» la voce di Amy era nel panico.

«è solo svenuto Amelia. Sta bene. A parte il colpo in testa che si è preso, sta bene. Non preoccuparti»

«Ma come mia è svenuto? Gli alieni non hanno cali di pressione. Ha due cuori, non più svenire!» stava dicendo lei infuriata.

«Energia psichica residua.  Succede a volte quando resto troppo nella sua mente. L’energia che usiamo per comunicare è troppa e quando interrompo il contatto lui ha un leggero capogiro» spiegò James pratico.

«Leggero capogiro?! Leggero capogiro?! Questo sarebbe un leggero capogiro? Mi è svenuto tra le braccia praticamente!» disse Amelia arrabbiata. Finalmente ricucì ad aprire gli occhi e riacquistai la vista.  Ero sdraiato su un pavimento di pietra e Amelia mi stava di fianco, era china sul mio petto. James invece era tranquillamente appoggiato alla parete di fronte.

 «Ohi! Che cosa mi è successo...?» chiesi sollevandomi un poco. La Terra aveva ripreso a ruotare normalmente e i colori, la loro forma. Non feci nemmeno in tempo a finire la domanda perché Amelia mi saltò addosso, letteralmente, stringendomi in un abbraccio soffocante.

«A.. Ame... Amelia.. Amelia Pond... mi stai soffocando!» riuscì a dire ansimando.

 Lei allentò un po’ la stretta e spostò la testa indietro per guardarmi negli occhi. Penso non  si rendesse nemmeno conto  che  le sue mani dalle mie spalle erano passate ad accarezzarmi il viso. Era talmente agitata! Continuava a riavviarmi i capelli e passarmi le mani sulle guance, come se avesse paura che potessi svanire da un momento all’altro.

«Stai bene! Stai bene!» esclamò abbracciandomi di nuovo e baciandomi le guance.

Le fermai le mani, prendendole nelle mie e portandomele al petto. In modo che sentisse i miei cuori battere regolarmente. Poi le allontanai il viso dal mio volto guardandola negli occhi.

«Sto bene Pond sono solo.. Ahi! Che botta!» dissi portandomi la mano libera alla tesa e tastandomi il  bernoccolo che avevo in testa.

Mettendomi in piedi, ancora un po’ barcollante mi appoggiai al muro.

 «Ora andiamo a trova...» cercai di dire mentre Amy, che nel frattempo si era alzata, avanzò verso di me, mi guardò negli occhi per due interminabili secondi e poi mi baciò. Ero talmente sorpreso che ci misi un attimo per reagire al bacio.    Automaticamente cinsi la vita di Amelia mentre le sue mani si persero nei miei capelli scompigliandoli. Lei intrecciò le dita nei miei capelli mentre io cercavo di capire come diavolo ci fossi finito a baciare quella ragazza. Il bacio era stato meno passionale della prima volta.  Amy mi aveva sfiorato le labbra con un bacio delicato senza approfondirlo. Era stato un semplice contatto di labbra. In quel bacio mi stava cercando di trasmettere tutta la sua preoccupazione e la sua paura per me. Quando ci scostammo, la lasciai e chiesi

«Perché?» lei mi sorrise.

«Non te lo aspettavi vero?» chiese divertita.

«Che cosa significa quello che è appena successo Amelia?»

«Cosa intendi?» mi chiese.

 «Perché mi hai baciato?» chiesi, lei mi guardò sorpresa.

«Perché avevo paura di perderti» mi disse con le lacrime agli occhi.

«Avevo paura di perderti, adesso che ti ho ritrovato. Ti ho aspettato per quattordici anni, e per i primi sette anni dopo la tua partenza sono stata considerata pazza. Quella notte, quando siamo tornati dalla Bisanzio, mi hai chiesto perché non ti avevo detto di stare per sposarmi. Perché non avevo un’altra scelta Dottore. Credevo che, non saresti tornato da me. Avevo paura che, se avessi saputo che dovevo sposarmi, mi avresti respinta. Non ho sposato Rory perché lui era la seconda scelta, la persona che avrei scelto se tu non fossi stato reale! Ti ho baciato perché ero preoccupata per te proprio come hai fatto tu nella Bisanzio».

Quelle parole mi colpirono come coltelli.

Sulla Bisanzio? Un bacio? Ma di che cosa sta parlando? E quanto le ho fatto male sparendo per anni? Quanto in profondità l’ho ferita non tornando quella notte nel 1996 a prenderla?  E poi capii, era diventata fredda e sarcastica. Fingeva di non provare emozioni perché, non credeva più nelle persone, non si fidava più delle persone per colpa mia. La  figura di James che si allontanava mi riscosse dai miei pensieri.

 «Andiamo» dissi seguendo James e prendendo Amy per mano. Ignorando la stretta allo stomaco che avevo per il senso di colpa e per il nervosismo seguii James.

La passeggiata fu breve svoltammo in un vicolo e James   bussò. La porta a due battenti venne aperta e una testa fece capolino. La ragazza non aveva più di diciassette anni. Era abbastanza alta 1,80, più o meno, un record per l’epoca. Era anche abbastanza magra. La scrutai da capo a piedi. Aveva i capelli rosso scuro, dello stessa tonalità di quelli di Amy, cosa che trovai strana. Gli incredibili capelli sanguigni  erano legati in una crocchia alta sulla nuca, due ciocche erano  rimaste  dietro le orecchie una per ogni orecchio, erano sottili onde rosso carminio. La fronte era ampia, il viso era leggermente allungato e spigoloso, il naso dritto, gli zigomi alti, le labbra  piene e rosse, il volto molto pallido,  il collo sottile, le spalle esili e slanciate, le mani affusolate, ma la cosa che mi colpii furono gli occhi; grandi, curiosi, contornati da lunghe ciglia nere, sottili sopraciglia rosso scuro. Il colore degli occhi era la vera cosa incredibile però, erano identici per colore ai miei. Il vestito era azzurro di satin a giudicare dal materiale. Le mani affusolate erano inguantate in sottili guanti bianchi  che arrivavano fino all’avambraccio. Il vestito invece aveva un corpetto stretto, tanto che mi chiesi come facesse a respirare. Il corpetto, decorato di pietre, arrivava fino alla vita sottile, dove si apriva in una lunga gonna azzurra con la sottogonna blu scuro. Lei mi scrutò incuriosita. Io invece notai che assomigliava ad Amelia e questo mi inquietò non poco. Vide James e si aprì in un sorriso:«Sono felice di rivedervi» disse  la ragazza  con un fiorentino perfetto. Dall’accento  leggermente  inglese. Un momento.. l’accento era Inglese, gallese o scozzese? Chi poteva dirlo? Parlava fiorentino,   eppure qualcosa  mi faceva supporre che venisse dal Regno Unito. James le sorrise felice di poter parlare con qualcuno che non scappasse urlando non appena lo vedeva oltre a -un idiota con un cravattino e  l’acida  reincarnazione di mia moglie- per citare i suoi pensieri. James ritenne opportuno finalmente, presentarci.

«Io sono James  Potter e questi sono i miei compagni di viaggio; la signorina Amelia Pond e il Dottore.»

Lei ci sorrise cordiale.

Raccogliendo le gonne, la ragazza si scostò dall’uscio per farci entrare. Poi mi sorrise, sentì Amelia dietro di me irrigidirsi.

«Voi siete un dottore?»

«No, io sono il Dottore. Mi chiamo così e..»

 «Oh voi siete proprio quello che ci serve. Seguitemi!»

  La ragazza salì le scale facendoci cenno di seguirla. Io la guardai ancora più stupito. Quella ragazza era bellissima, ma non era  quello ad attirarmi verso di lei come una calamita. Emanava un‘aria strana, potente, nascosta. Aveva un segreto certamente, forse non se ne rendeva nemmeno conto. Arrivammo al terzo piano del palazzo, la ragazza girò la  maniglia della doppia porta a sinistra ed entrò.

«Clara ti ho trovato un dottore» esclamò la rossa entrando.

«No, io...  non sono un vero proprio.. cioè sono il Dottore ma..» le parole mi si fermarono in gola. Sul divano era sdraiata una ragazza, anche lei più o meno della stessa età della prima, anche se più minuta, volse gli occhi verso di me. Annegai nei suoi grandi occhi castani.

«Potete fare qualcosa?» mi chiese la rossa che non si era ancora presentata.  Mi avvicinai e mi chinai verso la ragazza sul divano, scostandole delicatamente i lisci capelli castani  dal collo. Due forellini appena visibili, come punture, si notavano sul collo candido.

 «Oh, questo non è niente! Ringraziate che, chi vi ha aggredita, non abbia continuato a nutrirsi o avreste perso la vita. Avete perso un po’ di liquidi, nulla di grave. Bevete acqua e rimanete sdraiata» le consigliai.

«Vi ringrazio del vostro parere dottor...» disse  la ragazza dai capelli rossi. Era rimasta immobile sulla porta e osservava me e Amy cercando di capire suppongo, che genere di legame ci fosse tra noi, e come mai le somigliassimo. 

Mi alzai in piedi e sorrisi.

«Niente dottor, il Dottore, solo il Dottore.»

«Beh Io voglio il suo nome. Non mi accontenterò di un semplice il Dottore, straniero»

«Ma io mi chiamo così!» protestai.

«Voi non potete chiamarvi il Dottore. È assurdo. Pretendo di sapere chi siete!» disse lei  con aria di sfida.

«E se io non volessi dirvelo? Dopotutto  neanche io so chi siete voi» ribattei in tono di sfida.

«Voi non ve ne andrete finché non mi direte chi diavolo siete!»  disse ostinata la rossa, appoggiandosi allo stipite della porta e incrociando le braccia sotto il seno. 

Vedendola così non potei fare a meno di pensare ad Amelia, e a quanto quelle due si assimilassero.

«Ve l’ho detto sono il Dottore! E cosa potreste fare per  fermarmi se volessi andarmene?» chiesi con un sorrisetto compiaciuto. Lei ignorò la mia provocazione e continuò

«Il Dottore e poi? Voi non potete chiamarvi il Dottore o io sono la regina Elisabetta!»

«Davvero?» chiesi schernendola.

«No!Vi sembra che stia facendo dello spirito?!»

Oh quanto mi piaceva far infuriare quella ragazza! Sorrisi, mi piaceva la sua ostinazione. 

«Smith» dissi alla fine usando il mio nome falso.

«Cosa?»  mi chiese perplessa lei.

«Se vi fa sentire meglio, potete chiamarmi John Smith. E voi  non mi sembrate esattamente veneziana comunque»

La sua spudoratezza non era normale per il galateo dell’epoca. Questa ragazza così sfrontata mi piaceva, ma mi spaventava anche. Una parte di me voleva sapere tutto di lei e dell’altra ragazza castana. L’altra parte ne aveva paura, voleva scappare a gambe levate, voleva prendere Amy per mano, correre giù per le scale fino al TARDIS e ripartire lasciandosi tutto alle spalle. Ma non potevo farlo, non ora che i vampiri  rapivano e aggredivano persone innocenti. Ma dove diavolo erano i Cacciatori* quando servivano?

«Io Signor Smith mi chiamo Lilia Rosetti e questa» disse indicando il divano e la ragazza castana che vi era sdraiata.  «è mia cugina Clara. Siamo fiorentine e voi invece avete tutta l’aria di essere inglese» si presento.

Lilia. Lilia, Lilia, Lilia. Mi ricorda qualcosa. .mi è famigliare ma..  Fiorentine? Interessante. Pensai

«Che cosa fanno due nobili fiorentine qui a Venezia?»

«Che cosa fa un’inglese qui a Venezia?» ribatté lei.

«Credo sia la stessa cosa che porta voi qui signorina Rosetti»

«Cosa le fa credere  che la ragione per cui siamo qui sia la stessa Signor Smith?» mi chiese indignata.

«Siete troppo sveglia e troppo impudente per essere qui per caso»

«E voi vi prendete un po’ troppe  libertà» mi disse acidamente Lilia.

«Lil basta!» intervenne una voce, a parlare era stata la ragazza castana sul divano.

«Potresti anche dire perché siamo qui Lil. Mi, sembrano abbastanza affidabili» continuò la ragazza mora, girandosi su un fianco, puntellandosi su un gomito e puntando i suoi grandi occhi castani in quelli verde scuro cangianti dell’altra.

Lilia sembrò abbastanza restia alla proposta della sua amica. Ma alla fine sospirò e ci fece cenno di accomodarci.  Il salotto dov’era stata adagiata Clara era grande, arioso, con ampie finestre sul Canal Grande.  Accanto al divano, c’era un tavolino basso e due poltrone. Mentre Amy si accomodava insieme a Lilia che  guardava con aria critica l’abbigliamento un po’ troppo osé di Amy per l’epoca.  James si stabilì dietro la poltrona  di Amy, mentre Lilia  si sedeva con compostezza e con un gran fruscio di gonne nell’altra poltrona.  Restava un posto sul divano.

«Voi non vi sedete?» mi chiese Clara guardandomi da sopra il bracciolo  del divano.

Per tutta risposta mi avviai verso le finestre e mi misi a camminare avanti e indietro davanti ad esse.

«Lilia e Clara Rosetti, due nobildonne trasferitesi a Venezia, molto più impudenti di quanto  consenta la buona educazione. Siete venute qui per qualcosa di più grande di un semplice svago non è vero Signorina  Lilia?» chiesi girandomi verso di lei.  Teneva le mani in grembo e mi guardava fisso negli occhi senza paura, un sopraciglio rosso inarcato, il busto leggermente in avanti per potermi ascoltare meglio. Mi avvicinai a lei e mi chinai verso il suo viso. Lei non sembrava spaventata, anzi mi guardava  con quell’altezzosa aria di sfida che avevo capito, la caratterizzava.  Mi portai a due centimetri dal suo viso, invadendo deliberatamente il suo spazio personale. Lei infatti, si spostò indietro sulla sedia e a disagio, cercò di distogliere lo sguardo dal  mio.

 «Mi sbaglio?» . Lei deglutì, ovviamente in imbarazzo per la  mia vicinanza.

«No, non vi sbagliate. Qui succedono delle cose strane»

 Mi allontanai da lei, la vidi riprendere un po’ di contegno e  tornare a respirare normalmente.

«Ad esempio?» chiesi.

«Succedono cose strane. Rosanna  Calvierri  è apparsa  all’improvviso e si è eletta protutrice di Venezia qualche mese fa, durante una nostra vacanza. Ha aperto una scuola per sole donne e le ragazze.. beh.. hanno cominciato a sparire. Così abbiamo deciso di restare.» disse Clara.

«Dobbiamo scoprire di più su questa scuola. A cosa gli servono le ragazze? E la città?» mi chiesi accarezzandomi il mento, continuando a guardare fuori.

«Non lo sappiamo signore. Ma, ci siamo procurate una  mappa.» mi voltai verso il divano. 

Clara era in piedi e si stava dirigendo verso il mobile al’estremità opposta del salotto. Si chinò, aprì un’anta del mobile e tirò fuori un foglio di pergamena.

 Lo portò al basso tavolino del salotto e vidi che era una  mappa di Venezia. Sotto la dimora dei Calvierri si vedeva un tunnel.

«La scuola è impenetrabile, ma passando da un tunnel sotterraneo posiamo accedervi. L’unico  inconveniente è che  per passare all’interno qualcuno deve aprire la botola.» spiegò ancora Clara indicando con l’indice i punti interessati.

POV Amy

Guardai  il Dottore dalla mia posizione sulla poltrona, guardai Clara, James e Lilia.  E poi un’idea mi folgorò. Se ci fosse stato qualcuno all’interno, qualcuno che sapeva quando saremmo entrati e fosse andato ad aprire la botola..

Allora..

«Dottore!» esclamai compiaciuta di me stessa. Lui si voltò verso di me. Incrociai lo sguardo di James che mi guardava severo e preoccupato. Mi strinsi nelle spalle, non capivo che cosa avessero tutti e due.

«Cosa c’è che non va?» chiesi.

«Tu non lo farai Lils» mi disse James risoluto.

«James ha ragione, Amy  Scordatelo. Abbiamo  capito che  vuoi intrufolarti nella scuola e aprirci la botola. James ed io non siamo stupidi».

«Grazie per avermi incluso nel siamo Dottore. Mi fai sentire importante!» scherzò James.

«Ma..» provai a protestare.

«No!» dissero all’unisono.

«Potrei accompagnarla io, diremo di essere sorelle.  Dopotutto  ci somigliamo» intervenne Lilia.

«Lil è troppo pericoloso! Non puoi, il Dottore e James hanno ragione! Ripensateci» disse Clara preoccupata guardando l’amica.

«Quale alternativa abbiamo?»

«Amelia no! È fuori discussione! Non possiamo fare così»

«Avete un paino migliore?» chiesi ai miei ragazzi che sbuffarono rassegnati.

«Oh e va bene, ma state attente» ci ammonii  il Dottore.

***

Il Dottore James e Clara  ci accompagnarono fino al palazzo.

Lilia salì i gradini, stavo per seguirla, quando sentii una mano fredda afferrarmi per il polso. Mi voltai, di fronte a me James mi guardava preoccupato.

«Questa è una pazzia Lily e tu lo sai bene»  mi disse in tono grave. Lo guardai in quei profondissimi occhi nocciola.

Verde contro nocciola, occhi negli occhi. Mi sembrava che il tempo si fosse fermato per permetterci di parlare.

«James io...» mi bloccai. Non sapevo come continuare.

«Non preoccuparti Lily, so cosa mi vuoi dire e so che vuoi dimostrarci di sapertela cavare da sola, ma tesoro,  ascoltami, tu non devi dimostrare niente a nessuno ok?»

Sapevo che era la verità, ma ribattei.

«Io non ho bisogno della vostra protezione James. Tu e il Dottore dovete capire che posso anche non essere salvata»

«E c’è bisogno di farlo in questo modo?»

Io annuii, gli voltai le spalle e mi dieresi su per le scale.    

Dopodiché io e Lilia avevamo chiesto udienza. Ad coglierci avevamo trovato un uomo che ci aveva condotte in una grande sala con un trono al centro e, come quella descritta dal Dottore, era spoglia.

Vi si trovavano però, quattro persone: un ragazzo dai capelli castani accanto al trono, due uomini di cui non vedevo il viso e sul trono era seduta una donna. Doveva essere lei la signora Calvierri. Era snella, con i capelli portati sciolti in morbide onde nere, un viso ovale e occhi gelidi.

Lilia ed io c’inchinammo inquiete. Iniziavo a pentirmi di essermi ficcata in quel guaio. Mi schiarii la gola e iniziai la mia commedia.

POV James

  Come puoi averglielo lasciato fare?! Ti è dato di volta il cervello Dottore?!

Non avevo altra scelta! Anche se gliel’avessi impedito Amy, lo avrebbe fatto lo steso.

Oh certo!  Perché lei non sta cercando d’impressionarti sai? 

Ma lei non...

«James che diavolo stai facendo?!» mi urlò il Dottore questa volta, non più mentalmente, quando mi vide fluttuare verso il palazzo dei Calvierri.

«Faccio quello che dovresti fare tu! La seguo» dissi senza voltarmi a guardarlo.

«Ma cos..? Non puoi andare dietro ad Amelia!James Potter rientra nel mio corpo, immediatamente!» mi ordinò.

Lo ignorai  e continuai a fluttuare.

«James Charlus  Potter torna  subito qui!» mi urlò. Entrai nel palazzo ignorandolo, lasciandomi un Dottore parecchio arrabbiato alle spalle.

Ora dovevo solo trovare Lily e Lilia. Mi bloccai colpito da una strana idea. Lila deriva dal latino Lilium esattamente come Lilian. Erano praticamente identiche, Lilia aveva gli occhi del Dottore e..

Scacciai quei pensieri. In quel momento dovevo solo trovare  quelle due, era questa la cosa importante.

 Come in risposta a quell’ultimo pensiero sentii l’inconfondibile accento scozzese di Amy.

«Siamo orfane, i nostri genitori sono morti e non abbiamo altro posto dove andare. Io e mia sorella le saremmo  grate se ci acetisse»  disse  Amy.  Nella sua voce non c’era un’inflessione, non  c’era una virgola fuori posto, niente indicava il sordo terrore che le avevo visto in viso mentre parlavamo sulle scale. Era un’ottima attrice non c’era dubbio. Seguendo la voce arrivai nella sala dov’erano state portate. Mi accorsi, con terrore,  che accanto al trono c’era l’uomo che aveva aggredito Clara. E guardava  la mia Lily in modo talmente velenoso che dovetti serrare i pugni contro i fianchi e mordermi il labbro per non urlargli di non guardarla in quel modo. La donna sul trono sorrise falsa e disse con un tono mellifluo: «E non saremo lieti di accogliere due povere orfane.». Un uomo che era rimasto in ombra fino a quel momento guidò Amy e Lilia per una lunga scalinata di marmo. Poi passarono per alcuni corridoi tutti uguali, fino ad arrivare a un dormitorio che somigliava a quello maschile di Hogwarts. Era una stanza circolare con cinque letti e un soffitto di legno. A differenza dei dormitori di Hogwarts però, i letti non erano a baldacchino,le coperte non erano di broccato rosso, le finestre erano coperte da spesse tende che non facevano entrare i raggi solari del tardo pomeriggio. La stanza era illuminata da candele bianche che mandavano inquietanti bagliori sulle pareti. Non somigliava per niente agli accoglienti dormitori nella torre di Grifondoro a Hogwarts. Mi guardai intorno, non c’era nessuno oltre a me, Lilia e Lils. L’uomo che le aveva accompagnate li, se n’era andato dopo aver porto alle ragazze due tuniche bianche. Era quella l’occasione per uscire allo scoperto.

«Ciao come va?» chiesi tornando visibile. Lilia e Lils fecero un salto indietro spaventate. 

«James! Mi hai spaventata a morte! Sei un idiota Potter lo sai?!» mi disse Amy guardandomi ancora leggermente scossa.

«Allora qual è il piano tesoro?» chiesi sapendo di farla infuriare. Lei abbassò la voce, ma anche sussurrando, si poteva sentire che era molto arrabbiata.

«James Potter che diavolo ci fai tu qui?! E non chiamarmi  Tesoro!»  Io sorrisi, con il sorriso più arrogante che potei. Il sorriso che pensavo la irritasse di più. Adoravo vederla arrabbiata, aera ancora più bella.  Sì, lo so, sono una persona masochista. Ma sono James Potter dopotutto.

«Togliti quel sorrisetto irritante dalla faccia Potter! Chi ti ha mandato qui? Il Dottore?  Vi ho detto di lasciarmi fare!» gridò sussurrando irritata.

«Beh non mi sembra così male avere James con noi ci potrebbe aiutare a orientarci in questo labirinto che chiamano scuola» disse Lilia.

«Ti ringrazio per aver preso le mie difese con la deliziosa Amelia Pond!» dissi scoccando un’occhiata ad Amy che mi guardava irritata.

«Quando voi due avrete finito di flirtare,avremmo un piano da elaborare, sapete?» dissi Amy.

Sorrisi sornione, mi stavo divertendo un mondo.

«Gelosa Pond?» dissi beffardo.

«Ti piacerebbe Potter!» mi gridò lei.

***

POV Amy

Il piano era semplice. Lilia ed io saremmo andate nel cortile a mezzanotte e avremmo aperto la botola. James  ci avrebbe aiutate. Così alle 11.30, io e Lilia eravamo scese con quella tunica bianca addosso e due lampade ad olio per i corridoi bui e umidi.  Mi tornò in mente, come in un flashback bizzarro, la volta in cui, quando nella mia vita precedente a dodici anni James ed io eravamo sgattaiolati fuori dalla Torre di Grifondoro e dal castello di Hogwarts, per aiutare la mia migliore amica. Scendemmo cercando di non fare rumore. Una volta arrivate nell’ampio cortile circolare, posai la lampada sul bordo del pozzo insieme a quella di Lilia.  Prendemmo ognuna l’estremità della grata di ferro e tirammo.  Dopo quella che mi sembrò un eternità finalmente la grata scivolò di lato e la botola fu aperta. 

«Amy veloce! Ho sentito qualcuno» sussurro concitata Lilia correndo sotto i portici che davano sul cortile, nascondendosi dietro a un pilastro. Raccolsi la gonna per correre verso l’arco, quando sentii dei passi dietro di me, mi voltai spaventata e urlai con tutto il fiato che avevo in gola, in un grido disperato: «James!»

To be continued


 Piccolo Angolino Autrice

 Ciao! Piaciuto il capitolo? lo so fa schifo vi darò presto  il seguito promesso e sarà migliore di questo. e Clara avrà un un ruolo un po' più attivo.   Comunque per ora i POV sono solo di James, Amy e il Dottore ma presto se ne aggiungeranno  altri .  spero di aver rivisitato bene la puntata. Vi sono piaciute Gilian/Lilia e Clara?
Riguardo ai personaggi nel benner i primi due in salto da sinistra sono spoiler. perciò dovrete aspettare per sapere chi sono. Gli altri invece penso sappiate tutti chi sono. il primo vicino alla ragazza misteriosa è John Smith. (il dottore umano per intenderci) Nella riga sotto abbiamo James Potter (Anche se non mi soddisfa granché Andrew Girldried non ce n'erano altri malgrado io e Dubhe abbiamo passato un po' di tempo a pensarci) Vicino abbiamo Eleven (naturalmnte al centro visto che tuto ruota attorno a lui. e poi abbiamo la nostra cara Amelia/Lilian. E nella riga sotto ovviamente la carissima Rose Tyler (che non vedo l'ora d'introdurre ho già il capitolo pronto) Ten ( si non potevo non far tornare Ten mi manca troppo!) e Donna Nobble (si anche lei mi manca ma riguardo a lei non dico nulla. Ancora una cosa devo dirvi le prime cose su Shadowhunters. Visto  che  non tutti sanno  qualcosa su Shadowhunters ho deciso di  spiegarvelo. Ma siccome le informazioni sono tantissime  ad ogni capitolo  dirò qualcosa su questo argomento  in modo che voi arriviate preparati ai capitoli che  riguardano i personaggi di Shadowhunters. innanzitutto  L’universo  di Shadowhunters è stato scritto ed ideato da Cassandra Clare.  In questo universo  sono  ambientate  le seguenti serie della  Clare The mortal Instumenrts e The infernal Devicces. (più la serie Spin-of The Magnus Bane Cronicolsma che non ci riguarda. e il sequel di the mortal Instuments ancora in fase di scrittura)  La prima è The Mortal Instuments series (serie degli Strumenti Mortali)  da cui  hanno anche tratto un film

The mortal instumers è ambientata nel 2007 e narra le vicende di  una ragazza  di nome Clary  Fray la serie è composta da  6 libri e ambientata a New York anche se negli ultimi libri  l’ambientazione è un po’ cambiata.(qui di seguito troverete l’elenco dei libri con il titolo in inglese e in italiano)

1 The Mortal Instumers - City of  Bones  in italiano Shadowhunters  Città di Ossa

2 The Mortal Instruments - City of Ashes Shadowhunters- Città di Cenere

3  The Mortal Instruments -City of Glass Shadowhunters  Città di Vetro

4 The Mortal Instruments -City of Fallen Angels Shadowhunters – Città degli Angeli Caduti

5 The Mortal Instruments -City of Lost Souls Shadowhunters –Città delle Anime Perdute

6 The Mortal Instruments -City of Heavenly Fire Shadowhunters – Città del Fuoco Celeste (in uscita in inglese il 27 maggio 2014 da noi a luglio non vedo l’ora!)

Ma quella che interessa a noi caro lettore è la  seconda serie . The infernal Devices la trilogia prequel di The Mortal Instuments . Ambientata nella Londra Vittoriana  (si io amo la Londra Vittoriana e la Clare malgrado l’adattamento sovrannaturale l’ha resa  benissimo) e narra le vicende  degli antenati dei protagonisti  di The Mortal Instuments (qui di seguito i titoli dei libri in inglese e in italiano )   

1 The Infernal Devices - Clockwork Angel  in italiano Shadowhunters le Origini – L’angelo

2 The Infernal Devices- Clookwork Prince  in italiano  Shadowhunters le Origini- Il Principe

3The Infernal Devices – Clookwork Princess in Italiano Shadowhunters le Origini – La Principessa

  Ora che vi ho illustrato quali sono le due  serie  iniziamo dalle basi.  Che cos’è uno Shadowhunter? (Shadowhunter o Shadowhunters al plurale si scrive tutto attaccato) Gli Shadowhunters sono Cacciatori di Demoni  Hanno sangue angelico nelle vene (anche se la Clare non specifica quanto ne hanno) questo sangue gli consente forza e velocità sorprendenti. infatti si possono chiamare anche  Nephlim o Cacciatori grazie al fatto che hanno questo sangue particolare. Difendono il mondo dalle orde di demoni che tentano di invaderlo giungendo da altre dimensioni.  vi spiegherò  altro  nel prossimo capitolo. Cosa centra il Dottore con loro?   Lo scoprirete

e ora ringrazio  wendy_candy per le sue recensioni  fantastiche 

Run_ per  il fatto di  farmi così tanti complimenti che non merito.

dubhe01 sei la migliore amica del mondo e grazie per il benner. 

shalycohen sono felice  di tirarti  su di morale 

HelenaLestrange  ti ringrazio perché recensisci sempre 

e dedico il capitolo a expercerting e Dubhe  a expercerting per il suo tempo  a dubhe  perchè è la migliore.

spero  di avervi incuriosito recensite

Baci 

Marty Evans

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Capitolo 20
*** Tragiche conseguenze ***


Capitolo 20
Tristi conseguenze

NDA Salve, a tutti scusate per il ritardo questo capitolo è dedicato  ed è il regalo di compleanno per Dubhe  e io ci tengo  che tu lo abbia mia cara . Questo è per te. Come preannunciato nelle scorse note ecco il banner.    Sarò in montagna fino a domenica e la prossima settimana avrete il capitolo 21.Qui ho il pc ma non ho internet , e mi dedicherò ai capitoli  credo sia tutto buona lettura Whovians e Potteriani.  La citazione  per la prima volta non è tratta da DW ma  calza  ha pennello  ed è tratta dal’ultimo capitolo della saga di Mortal Instruments dal libro City of Havently Fire (Shadowhunter città del Fuoco celeste  in italianto) di Cassandra Clare.  
Ci vediamo sotto come sempre e  come già preannunciato continuano le mie "lezioni "su Shadowhunters! Ah si ancora una cosa  nel  testo troverete dei numerini tra parentesi quelli corrispondono a una nota alla  fine del testo. Image and video hosting by TinyPic

«La fine non è che l’inizio»
(Cassandra Clare City of Havently Fire sottotitolo di copertina)

 

 POV Doctor 11

  All’ora prestabilita  mi alzai dalla sedia dove poche ore prima mi ero lasciato cadere preoccupatissimo  per Amy e James.  Sopratutto perché James non mi aveva più contattato.
Mi alzai e chiesi alla  mia accompagnatrice.«Siete pronta Signorina Rosetti?»
Clara mi sorrise e annui. Si era ripresa molto bene dall’attacco di quella mattina. Era ancora un po’ pallida, ma stava bene.  Aveva  indossato un abito dalla gonna un po’ meno  ampia per muoversi più agilmente.    
Uscimmo senza far rumore, ci inoltrammo nell’oscurità di Venezia.  Sgattaiolammo  tra le vie e vicoletti con come unica compagnia i nostri passi sul selciato.

«Credete che loro stiano bene? Intendo Lilia, la signorina Pond e il Signor Potter» mi chiese Clara.
Abbassai lo sguardo per guardarla in quegl’occhi  nocciola scuro.  Sul suo viso giovane quasi da  ragazzina, talmente era minuta, vidi un espressione preoccupata .

«Penso che stiano bene. Conosco James e quel fantasma non permetterebbe a nessuno di far del male a nessuna delle due»

Sapevo che  se c’era James con Amy  non le sarebbe accaduto nulla. Visto che una volta, pochi giorni prima James mi aveva detto: «La amo più della mia stessa vita, darei tutto per proteggerla. Morirei altre 100 volte se servisse»  Non avevo dubbi su questo, ma ero comunque preoccupato. Immerso in questi pensieri, non mi accorsi che eravamo arrivati sul Canal Grande dove erano allineate le gondole.  Clara, si tenne le gonne con la mano sinistra mentre con la destra afferrò il bordo della gondola e saltò dentro. Io la segui. La gondola era stretta ma stringendosi un po’ si poteva stare comodi. Presi il remo e iniziamo la nostra esplorazione alla ricerca del tunnel sotterraneo. Dopo un quarto d’ora lo trovammo. Guadai verso l’acqua bassa, dove la barca si arenò. Saltai giù  sbattendo  gli stivali sulla pietra, offrii la mano a Clara, lei l’accetto. Appena ebbe toccato terra con un fruscio di gonne, le voltai le spalle, presi una torcia che accesi per farci strada nel buio pesto della galleria.  Camminammo cercando di far il meno rumore possibile. Mentre io cercavo disperatamente, di mettermi in contatto con quell’idiota di fantasma che purtroppo per me, era entrato nel mio corpo. Ci arrampicammo su per una stretta scala, in cime alla quale si trovava la botola. Spostai con fatica la botola pesante già aperta da Amy e Lilia, feci passare per prima Clara perché più piccola.  Dopodiché, m’issai anch’io, aiutato da due paia di mani femminili. Il cortile  in cui mi trovai era circolare e buio.  Guardai chi mi aveva aiutato a salir: a sinistra c’era Clara e a destra Amy. No, non era Amy, era Lilia. Amy non aveva gli occhi così scuri.

«Dov’è Amy?» chiesi.  Lilia mi guardò scuotendo la testa.  Fu una voce maschile a intervenire
«La Calmieri l’ha presa. Non ho potuto fare nulla.» disse James  Charlus Potter uscendo dall’ombra. Era ancora più spettrale e pallido alla luce della luna. Non mi ero mai reso conto che James emanava una fioca luminosità al buio. E quella inoltre, fu la prima volta, in cui pensai seriamente di strangolarlo.  In seguito mi sarei pentito di questi miei pensieri. In quel momento però, volevo solo ucciderlo. Fu la prima volta che provai l’ardente desiderio di uccidere qualcuno, già morto.
«Cosa significa”l’ha presa?” Come sarebbe a dire? Tu non eri quello che le sarebbe sempre stato al fianco?  Quello che ha accusato me di non saperla proteggere?!» dissi con furia repressa. Ero davvero arrabbiato, come non mi capitava da tempo. 
«Certo è colpa mia, ovvio! Ma chi è il genio che le ha dato il permesso di compiere questa follia? Io? Se non fosse per te, non ci troveremo qui!»  gridò anche James adirato.

«Ah ma davvero?! È colpa mia? Se tu ...»
 
«Basta! Smettetela tutti e due!Atteniamoci al piano, salviamo Amy e poi scappiamo.» disse Clara in tono deciso, scoccando a me e James un occhiata in tralice che fu in grado di ammutolirmi all’istante.  
 «Clara ha ragione, prima troviamo Amy, prima la smetterete di litigare come bambini per le sue attenzioni!» Intervenne Lilia, spostandosi i capelli dalla fronte.  Poi Lilia si voltò, con quel vestito  bianco sembrava un fantasma, uno di quelli tristi e sconsolati che si vedono nei film. Prese una lanterna dal gancio e fece per accenderla con un fiammifero preso da una tasca del grembiule che portava sopra la tunica della scuola. Tirai fuori dalla giacca la mia di lanterna, molto più abbagliante e appariscente.  Era una lunga lampada portatile, ed era anche ecologica si caricava a energia solare!

«Meglio vero?» chiesi a nessuno in particolare. James sbuffò e alzò gli occhi al cielo in un gesto di esasperazione.
«Il tuo ego non ha limiti, non è vero Dottore?» chiese sarcastico.
«Perché me lo chiedi? Non ho detto nulla» dissi, mentre guidato da Lilia e James mi inoltravo nel palazzo dei Calvierri. Al buio non si vedeva nulla, anche se doveva essere molto bello al’interno. Ma non eravamo  certo, li per una gita turistica! Dovevo trovare Amy, ero così preoccupato per lei!  Era tutta colpa mia. Ero stato io ad aiutarla a entrare lì- James aveva ragione.È colpa mia, se le capita qualcosa, io ...  dobbiamo trovarla.

 
POV Amy

 Fui trascinata dall'uomo che nella sala del trono, era a fianco alla Calvierri, nei sotterranei e poi in una piccola stanzetta, claustrofobica, con  solo una porta che fu richiusa  immediatamente alle mie spalle. La stanza era senza finestre e somigliava  un buncker. L’unico mobilio presente era una sedia in legno con  delle cinghie. Quel posto dava i brividi, ma quello che mi fece impietrire fu il fatto che Rosanna Calvierri e suo figlio stessero sogghignando scoprendo i canini. Dovevo fuggire da lì, ma come avrei potuto fare?
Impaurita, mi dimenai nelle braccia dell’uomo cercando di liberarmi poi nella mia mente spaventata, si fece strada un ricordo, di una vita che avevo perduto, e che tentavo di ricordare. Un ricordo che mi avrebbe aiutata ad uscire da li e a combattere  nelle molte battaglie che avrei affrontato.
Fu come la prima volta a Godric’s Hollow quando avevo visto morire James . sapevo che quella al centro della palestra ero io ma era come se mi vedessi dall’esterno.

***

 Istituto di New York Luglio 1974

 Io, cioè Lily, era al centro della sala di addestramento e guardavo con particolare rabbia, il ragazzo di fronte a lei. Il ragazzo se ne stava in piedi, con le braccia incrociate e sorrideva. Lily si era appena rialzata a fatica, e con i muscoli doloranti  per l’ennesimo colpo rucevuto. Ero anzi lei era arrabbiata perché non era ancora riuscita a colpire il ragazzo.

«Forza Lily! So che puoi farcela!» disse  il ragazzo . Devo ammettere che nel ricordo era bellissimo. Era alto, snello e muscoloso allo stesso tempo,  aveva il genere di corporatura che ha un combattente. Il viso era bello, dai lineamenti sottili, gli zigomi alti, le labbra piene, gli occhi erano grandi e dorati, proprio come i capelli biondi che gli scendevano sulle spalle, ondulati e creavano un piacevole  contrasto con la sua pelle abbronzata.

«Basta! Jace non ce la faccio! Non posso! Sono solo una strega, non una Nephilim!(1)» protestò debolmente Lily.  Ora ricordavo chi era, era Jace Herondale, quel nome mi era già risuonato nella mente, ma non l’avevo ricollegato a un volto, solo alla gelosia di James.

«Forza, da capo!» disse Jace impassibile.

Lily senza speranza, si rimise in posizione con la gamba destra tesa in avanti, i pugni serrati.  Era pronta a scattare.

E poi partii velocemente verso Jace. Jace per nulla sorpreso, parò il calcio che lei gli aveva dato, o forse è meglio dire che lei aveva tentato di dargli. Con una rapida mossa, fu dietro di lei e le avvolse le braccia intorno alla vita in una morsa micidiale.

«Troppo lenta» le sussurrò in un orecchio, ma io lo senti chiaramente come se avesse parlato ad  alta voce, come se fossi ancora   la Lily quattordicenne che si stava allenando per diventare più  forte.

Poi continuò la sua lezione: «Se vieni placcata da  dietro, ricorda Lils, tira un calcio al tuo avversario. Di solito le persone non se lo aspettano. Ricorda da un calcio negli stinchi con tutta la forza che hai in corpo»

***

Sbattei le palpebre e mi ritrovai nella stanzetta, l’uomo mi stava ancora trascinando verso la sedia. Non so se ne sono ancora capace Jace. Sono passati tanti annida quando mi hai addestrata  e inoltre, fino a cinque secondi fa, non sapevo neanche di saper combattere o di essere stata addestrata da te! Pensai sconfortata. Come in risposta  ai miei pensieri, mi ricordai di quello che mi aveva detto Jace  a proposito del combattimento. Risentii la voce di Jace nella mia testa:

«Combattere, è come nuotare o sciare, una volta che impari una nuova tecnica di combattimento quella entra a far parte di te. Tu magari te ne potrai dimenticare ma la tua anima, no.»
Feci scattare la testa al indietro e colpii l’uomo che ,o teneva al mento, lui  sorpreso allentò  la presa, tanto da permettermi  di usare le sue braccia come leva.  Mi tirai su quel tanto che bastava per prendere lo slancio e tirai un calcio alla Calvierri come mi aveva detto Jace.
 Lei lo schivò e ordinò: «Immobilizzatela!» immediatamente quattro ragazze mi furono addosso e mi legarono a forza alla sedia. Lottai per non essere legata,  gridai e graffiai, sono fiera di poter affermare di aver  graffiato il braccio a sangue  a un paio di ragazze.

«Una ragazza con la carta psichica cosa ci fa qui? Da dove vieni?» chiese  minacciosa Rosanna, mentre continuavo a dimenarmi. Legata alla sedia non potei far altro che farmi prendere  di nuovo  dal panico. L’adrenalina e l’eccitazione provate grazie  alla riscoperta di un altro pezzo di me,  erano svaniti, lasciandomi spaventata e insicura.«Chi ti accompagna? Chi sei? Che cosa ci fai nella mia scuola? Arrivi dalla crepa?» disse sempre più adirata la vampira. Morsi una guardia che tentava di scostarmi i capelli dal collo e continuai a dimenarmi. . L’uomo allentò la presa ma subito un altro mi fece piegare  il collo mettendomi l’altra mano sulla bocca. La morsi forte sentendo il sapore del sangue sulle labbra l’uomo tolse la mano dalla mia bocca strillando mentre la Calvierri mi si avvicinava per poi, con un scattò fulmineo affondarmi i canini nel collo. Mentre  lo faceva, io urlavo, una parola:  «Dottore!»

 
POV Doctor 11

Il cortile portava a uno stretto corridoio in pietra e alla fine di questo si svoltava a destra ci si trovava in un’altra sala circolare contro ogni parete c’erano delle casse. Andai verso la prima che vidi e la spalancai, il puzzo della morte e di un corpo in decomposizione invase la stanza. Nella cassa, che in realtà era una bara, giaceva una mummia. Sì, una vera e propria mummia, privata di tutti i liquidi. Mi ricordò Clara quasi completamente disidratata stesa sul divano, e quasi priva di conoscenza. Mi ricordai di cosa mi aveva detto Amy sull’uomo che aveva morso Clara, e sul fatto che si fosse lanciato in acqua.  

«Che cosa sono?» chiese Clara, anche se pensò l’avesse già capito.
«Cadaveri, femminili, disidratarti completamente di ogni liquido e sepolti qui» spiegai.
«Allora dovresti dire dissanguati. I vampiri bevono sangue no?» obiettò Lilia.
«Quelli non sono vampiri. Conosco bene i figli della notte (2) e non disidratano le vittime, il dissanguato, inoltre questo non è il loro modo di agire. Come ha fatto notare Lilia.» disse James in tono piatto, fluttuando a pochi centimetri dalla  bara.  
«Wow James ti sai muovere! Conosci un po’ di gente del mondo invisibile (3) eh? Comunque, hai ragione, non sono vampiri. Ma se non sono vampiri, la domanda è: cosa sono?» Chiesi .
«Sì, conosco qualcuno» rispose James con noncuranza.
«Voi due siete incredibili! Un attimo prima litigate per Amy come bambini e l’attimo dopo scherzate come due amici! Che bizzarro rapporto avete!» esclamò Clara guardandoci.
«Possiamo ritornare alla ragazza morta?» chiese Lilia pragmatica, indicando alla bara su cui ero ancora chino.
«Certo» risposi e ripresi un moto di nausea guardando quella mummia. 
«Perché sono morte? Sono le ragazze della scuola?» chiese Clara
«Io credo... credo che...  ci sia una specie di trattamento e che non tutte sopravvivano» dissi lentamente cercando le parole.

Richiusi la bara e mi diressi verso la porta. Mi bloccai a metà strada. A sbarrarmi la strada c’erano le cinque ragazze inquietanti dello specchio, che avanzavano verso di noi.
Feci saettare lo sguardo per la sala cercando una via d’uscita. La trovai, era alla parte opposta.

«Ehm... James, ragazze credo che dovremmo correre.».
Dopodiché partii a razzo verso la parte opposta seguito d James, Lilia e Clara.

POV Amy
Quando Rosanna mi morse  sentii un dolore lancinante al collo che diminuì solo quando si scostò da me, lasciandomi spossata e dolorante.
«Ora ti spiego come funziona ragazzina! Noi beviamo da te fino a prosciugarti. Dopodiché, ti diamo il nostro sangue, e poco per volta la tua umanità svanisce,  lasciando un guscio vuoto al suo posto e trasformandoti  in  una creatura come noi.»  disse con  calma  Rosanna.
«Oppure muori» disse  ghignando perfido suo figlio, per poi scoppiare in una risata che mi mise i brividi..
«Ma se sopravvivo?» chiesi decisa  a non mostrare quanto in realtà fossi teorizzata.
«Allora ci saranno 10.000 mariti in acqua ad aspettarti» disse sorridendo la Calvierri.
«Mi spiace, ma si da il caso che io abbia annullato il mio matrimonio, e che non abbia alcuna voglia di  sposarmi per il momento!» esclamai mollandole un calcio  sul fianco. , come  avevo appena scoperto, non me la cavavo per niente  male nel corpo a corpo.   Questa volta la presi in pieno e lei iniziò a cambiare, diventò un pesce gigantesco e ributtante, dai colori verdastri e con le  zampe come quelle dei ragni, Poi  ritornò di nuovo la bella donna che avevo davanti e poi nuovamente il pesce.  Proprio in quel momento si sentii un baccano infernale dal piano di sopra. La Calvierri e il figlio se ne andarono irritati mentre io mi dimenavo cercando di liberarmi dalle corde che mi legavano i polsi alla sedia.

 POV James
Dopo la corsa a perdifiato in cui  scappavamo da quelle strane ragazze.(Tecnicamente, io flutto, ma questi sono dettagli). Trovammo riparo in un corridoio pieno di arazzi e armature che  mi ricordava vagamente Hogwarts. La differenza era che i nostri passi risuonavano chiari come  acqua. Ci avrebbero trovato in fretta, sopracuto perché non sapevamo neanche dov’era Amy. In sostanza, c’eravamo persi in  quel labirinto di stanze e corridoi che chiamavano palazzo. Se solo avessi potuto  avere un’altra  Mappa del Malandrino,(4) avrei potuto trovare subito  Amy e ce ne saremo andati senza rischiare di essere uccisi. Ma ovviamente, per crearla io e i ragazzi ci avevamo messo anni. E provarne a farne un altra  di un palazzo che non conoscevo, con persone al suo interno che non  conoscevo, era un ‘impresa titanica e irrealizzabile. Il Dottore si voltò verso di me e mi disse:
«Va’ da lei. Trovala James,  e riportela qui, sana e salva. Fallo per  entrambi»

Lo guardai per un attimo, e poi sentii la voce di Amy che urlava.  Non capii nemmeno ciò che aveva urlato ma mi precipitai verso la fonte della  voce; i sotterranei del palazzo.
Trovai Amy in una stanzetta spoglia e circolare. Era legata a una sedia e si dimenava. I capelli rossi le erano ricaduti davanti agli occhi.

«Lils» la chiamai piano, pacatamente, cercando  di tranquillizzarla.
«James?!» chiese lei con voce poco convinta.
«Si, proprio io, James Charlus Potter in persona.» dissi  arrivandole davanti e estraendo la bacchetta dalla tasca posteriore dei pantaloni, la puntai sulle corde e pronunciai: «Diffindo!» le corde si sciolsero immediatamente.   Amy  cadde in avanti,riuscii ad afferrarla prima che  cadesse.  La sua testa rossa cadde sulla mia spalla sinistra e solo quando sentii qualcosa di bagnato cadere a terra attraversando il mio corpo capii che stava piangendo.
 Le lacrime scendevano silenziose, mentre le davo piccoli buffetti sulla schiena cercando di confortarla. Mi resi conto che sul collo aveva due segni, due puntine di spillo, l’avevano morsa! Perciò chiesi esitante «Stai bene? Ti hanno.. morsa?»
Lei annui asciugandosi gli occhi per poi affondare il viso nell’incavo tra il mio collo e la mia spalla..
«Oh Jaimie» mormorò.  Non  potei fare altro che stringerla più forte a me. Per qualche secondo dimenticai tutto. Dov’eravamo, con chi, cosa dovevamo fare. Esisteva solo Lily tra le mia braccia.  Quando mi lasciò andare, ritornai bruscamente alla realtà, la presi per mano e le ordinai di correre. Iniziammo una fuga disperata per i corridoi, imboccammo una serie di corridoi e di scale e  ala fine della penultima rampa, troviamo gli altri.
«L’ho trovata!» esclamai.  Il Dottore  appena ci vide, abbracciò brevemente Amy. Ma  fu richiamato  dalla voce di Lilia che disse in tono deciso: «Non abbiamo tempo per i convenevoli! Muovetevi!»
Non me lo feci ripetere due volt,e e la seguii, imitato dagli altri. Il Dottore intanto con la sua  “lampada” con gli ultravioletti e con  il cacciavite sonico distraeva le ragazze.
Dopo tanta fatica riuscimmo  a scendere verso il tunnel sotterraneo. Mentre scendevamo Amy ci aggiornava su ciò che aveva scoperto.
«Non sono vampiri, gli ho visti! Sono alieni!» esclamò poi scoppiando a ridere.
«Visto che avevo ragione.  I Potter hanno sempre ragione!anche se dicono che il cielo è viola e fatto di porcospini! (5)»

«Questa è una frase troppo arrogante persino per te!» mi punzecchiò Amy. Sorrisi, quella frase non era mia, ma era un di una  persona che avevo conosciuto quand’ero  ancora umano,durante uno dei miei viaggi con  l’Amy , il Dottore e il me del futuro .
(Vi piacerebbe sapere di chi sta parlando James vero ? Ma io non vi dico niente perché sono malvagia! Muahahah! Tu Dubhe l’hai capito no? E visto che  questo capitolo è il tuo regalo di compleanno ho pensato che  avresti apprezzato la citazione del tuo adorato. Per tutti gli altri SPOILER! Nda)

«Beh, lo confesso questa frase non è mia, ma di un tuo caro amico ed è l’unico Herondale che mi sia mai piaciuto. O forse dovrei dire .. che mi piacerà visto che non lo abbiamo ancora incontrato?»
Amy mi guardò perplessa e confusa mentre ci affrettavamo a raggiungere gli altri. Il Dottore ci guardò sorridendo quando varcammo  l’ennesimo corridoio e finalmente li raggiungemmo. Il Dottore chiudeva la fila e teneva  le ragazze lontano con la sua lampada portatile.
Arrivammo  alla porta, eravamo quasi al’uscita .   Passai davanti a Lilia e Clara per aprirla. Estrassi la bacchetta dai pantaloni, e come già fatto in precedenza la puntai questa volta davanti alla porta  e pronunciai  «Alohomora!». Il chiavistello venne aperto con uno scatto. Passò prima  Amy, seguita da me, Clara e.. mi bloccai  sulle scale quando senti un urlo.  Mi girai   spaventato e potei solo vedere Lilia Rosetti che cadeva tra le braccia del Dottore e Clara gridava un «NO!!!» disperato.

 POV Doctor 11

 Accadde  tutto troppo  velocemente per potermene anche solo rendermene conto.  il figlio della Calvierri con la spada in pugno ,pronto a colpire, Lilia che con una strana luce negli occhi verdi  si parava davanti a me, tentando di farmi scudo con il  proprio corpo.  Io troppo scioccato per muovermi. La lama lucente  della spada che senza pietà lacerava il vestito della ragazza e poi le trapassava il corpo  con un rapido scatto del polso del suo proprietario . il giovane si riprese  la spada e scappò nel palazzo.  E allora lo vidi, un flotto di sangue  scarlatto che zampillava dal petto della diciassettenne  che tenevo   tra le braccia.  La macchia scarlatta le macchiava il vestito candido e si allargava. 
No!  Pensai. Non un altra persona morta per me!. 
Poi la vidi afflosciarsi come un fiore appassito e morente  tra le mia braccia. Caddi in ginocchio  tentando di  sorreggerla, mentre il sangue continuava ascorrere riversandosi sui mie pantaloni e sulle scale.
«Signor Smith..»  rantolò lei
«Si? » chiesi. Lei mi afferrò  il polso con la mano destra e su di essa  vidi  il disegno nero di un occhio aperto. Lo riconobbi e la guardai in cerca di altre Rune(6). Ma non ce n’erano.  Come era possibile? Come poteva avere quel marchio sul braccio se non era una Cacciatrice? Ma non c’era tempo per le domande, la sua stretta sul mio polso era salda e mi accostai al suo viso per sentire  cosa stava dicendo
«Signor  Smith... Dottore.. ascoltate... per favore.. correte... correte e non voltatevi mai indietro! Ricordatevi solo... ricordatevi.. di noi!»  rantolò sputando sangue. Poi la sua mano allentò la stretta sul mio polso e ricadde inerme.
Anche se non sapevo chi era, e se era effettivamente una Nephilim, recitai comunque le parole di addio degli Shadowhunter: 
«Ave atque vale Lilium(7)» dissi chiudendole gli occhi verdi. Mentre moriva era come se il resto del mondo se ne fosse andato lasciandomi solo con un altra vittima da aggiungere alle persone che erano morte a causa mia.
Mi passarono davanti agli occhi mille volti diversi ma solo su alcuni la mia mente si soffermo. Ricordai Jack Herckness  che si faceva sparare da un Dalek, River  nella biblioteca, Jenny, la faccia di Boe, Astrid Pett, Harriett Jones, il Maestro  che alla fine si era sacrificato per me, Ottaviano, e poi un altra immagine, un altro volto, quello di un ragazzino  dagli occhi neri, a mandorla disperati,   setosi capelli neri che sarebbero diventati color argento, il ragazzino legato a una sedia, i cadaveri dei suoi genitori legati alle sedie, li accanto, il ragazzino è l’unico superstite in mezzo a quel caos. Ricordavo di averlo preso in braccio, di aver scoperto da cosa la sua vita sarebbe dipesa e di non aver fatto nulla per cercare di salvarlo da una morte lenta, agonizzante e certa. Cercavo di pensare il meno possibile a lui mi ricordava troppo la mia figlia più piccola Meteora.  E così come per Meteora non ero riuscito, anzi non avevo  volutosalvarlo.  Inevitabilmente mi ritrovai davanti agli occhi quel visino da bimba che moi sorrideva prima di correre via  tra l’erba  di Galligrey. Mi tornò in mente  Spica, i capelli biondi  sporchi, i vestiti rossi  lacerati e gli occhi verdi pieni di lacrime e  infine la ragazza che tenevo ancora tra le braccia.  Ritornai al presente  quando vidi Clara inginocchiata accanto a me  che  piangeva. Alzai lo sguardo  Amy e James mi guardavano  sconvolti.

***

Mi sedetti sul trono di Rosanna in attesa che tornasse.
Non dovetti aspettare molto,visto cge qualche minuti dopo sentii i suoi stivali  sul pavimento  di pietra.

«Siete molto lontana da Saturnine, Sorella delle Acque.» le dissi  mellifluo accavallando le gambe e stendendo la schiena. Quel trono era davvero  comodo.
«Fatemi indovinare, il proprietario della carta psichica. Siete un profugo dunque?»  mi  chiese.  Scrollai  le spalle  non ero certo li per parlare di me.
«Usate un filtro di percezione su chi vi guarda, non modifica il vostro aspetto,ma modici  la percezione della vostra immagine , da parte di chi vi guarda. Ma, se qualcuno vi vede per la prima volta in uno specchio, il cervello  non sa colme colmare   questi spazi e li lascia vuoti. Quindi niente riflesso. Perché  riusciamo a vedervi i canini?» chiesi interessato.
«L’istinto si mette allerta e mette in allarme il subconscio che avverte il cervello della minaccia.»
«Da dove venite?» chiese.
«Gallifrey»  risposi controvoglia.
«Dovreste essere in un museo, o in un mausoleo.»
 «Perché siete qui?»
«Siamo fuggiti dal Silenzio, e voi invece?» fu la sua enigmatica risposta.
«Un appuntamento ma questi non siano affari vostri. Il Silenzio?» chiesi ricordandomi  le parole del prigioniero Zero “Il Silenzio Dottore, Il Silenzio Calerà.
«C’erano delle crepe, alcune minuscole, altre molto grandi, attraverso abbiamo visto mondi e persone. Attraverso altre solo il Silenzio, e la fine di tutto. Siamo andati verso l’oceano,la crepa si è richiusa dietro di noi. Saturnine era perduto.»  provai un immediata  fitta di compassione  per Rosanna. Subito soffocata  dalla prepotente immagine di Lilia ferita a morte tr ale mie braccia.«E la Terra sarà Saturnnine due?» chiesi criptico
«Potete aiutarmi! Costruire con me una nuova società!» esclamò lei sorridendomi entusiasta.
«Mi spiace non dopo che avete ucciso Lilia davanti ai miei occhi e non permetterò che la Terra sia sterminata da voi!» esclamai con rabbia.
«Avete ragione, non potete aiutarmi.»

Lei mi si avvicinò tanto da poter quasi toccarmi la fronte che la sua 
«Io piegherò i cieli per salvare la mia razza, mentre voi filosofeggiate!»  esclamò con aria di sfida  
«Vedremo. Tutto questo finirò oggi. Distruggerò la casa dei Calvierri pietra dopo pietra» risposi andandomene

Mi voltai un ultima volta verso di lei.
«E sapete perché?  Lilla oggi è morta, tra le mie braccia per colpa di vostro figlio e aveva solo diciassette anni!»

***

POV James

Eravamo seduti nel salotto di Clara e Lilia anche se l’atmosfera era cupa e pesante.  Clara giaceva  rannicchiata sul divano, gli occhi grandi e marroni erano diventati rossi dal pianto. E se ne stava muta nel suo dolore.  Il Dottore tornato dal’udienza con la Calvierri, stava sonicizzando il collo di Amy per vedere se stesse bene
Amy stava bene,  ma continuavo a rivedere l’immagine del  corpo morente di Lilia  Rosetti tra le braccia del Dottore.  Sapevo a chi aveva pensato il Dottore. Io  invece avevo pensato a Lily, e  non a quella che avevo davanti, ma a mia moglie a Godric’s Hollow, quella che teneva nostro figlio tra le bracca e che aveva il sorriso più bello del mondo.   E vista la somiglianza incredibile con Lilia fu facile immaginare come doveva essere stato  il cadavere di mia moglie riverso  sul pavimento in camera nostra.
Io non avevo visto Lily morta, ma potevo immaginarlo ricordando il corpo di Lilia.
Dopo la sua morte,eravamo andati con la gondola fino al limitare della  costa e l’avevamo  bruciata su una pira, dopodiché il Dottore era andato a parlare con la Calvuerri.
Tornai al presente quando il Dottore si sedette  e iniziò a ragionare prendendosi la testa tra le  mani.

«Pensa! Forza cervello pensa! Pensa!»  continuò a ripetere finché non iniziò uno dei suoi ragionamenti rapidi che se non fossi stato collegato a lui non avrei  mai capito.
«Il loro pianeta è morto, sono fuggiti attraverso la crepa fin qui. Poi isolano la città e iniziano a trasformare le persone in creature come loro, per creare un  nuovo  patrimonio genetico. Ma poi’  vengono dal mare! Non possono sopravvivere sulla terraferma a meno che...  a meno che..  non rendano l’ambiente abitabile. Ma questo vuol dire che.. ha detto “ Piegherò i cieli per salvare la mia razza”.  Ma cosa significa? Ci sono, sommergerà Venezia! La ripopolerà con le ragazze della scuola»
«Ma non può farlo! Insomma, ha solo le ragazze!» intervenne Clara dal divano
«Ha ragione Clara!  Servono anche pesci di sesso  maschile, fa parte della genetica» dissi.
«Ma i maschi ci sono!  Sono nel canale!  Ha detto , ci sono 10.000  mariti che ti aspettano in acqua»
«Ma certo! Amy sei un genio! Solo i figli maschi sono sopravvissuti al viaggio. E così ci sono 10.00  figli che aspettano che la madre gli fabbrichi qualche fidanzata compatibile. Bleah che schifo!»

Proprio  in quel momento le vetrate  del salotto andarono  in  frantumi e pioverò le ragazze pesce.   Il Dottore e Amy corsero verso le scale. Aiutai Clara ad alzarsi e seguimmo il Dottore già per le scale  e poi fuori.  Capii che per seminarle avremmo dovuto far molto di più che correr.
«Devo fare una cosa, voi andate!»  dissi agli altri, che continuarono a correre.
«Pesciolini sono Qui!» esclami  mentre continuavo a fluttuare. Sapevo cosa fare, dove condurli, il cantiere navale poteva essere  un buon modo per farle fuori. Un bel BOOM!

 Così arrivai fino al porto di Venezia, sempre seguito da quei pesci.  Li guidai fino al magazzino dove, a giudicare dal odore, tenevano la polvere da sparo. Mi feci seguire al’interno del magazzino. Il posto era ampio e l’edificio quadrato e diviso in cinque file .I sacchi con la polvere  erano impilati ordinatamente sugli scaffali.  Non cc’erano  finestre e il posto  sarebbe esploso in un attimo.  Alzai la brachetta e con uno scatto del polso, puntando la bacchetta sul sacco a me più vicino pronunciai: «Incendio  Subito il sacco prese fuoco  e poi il sacco vicino a lui e poi un terzo e un quarto. In un paio d’istanti mi trovai in un inferno  di fiamme e grida. il fuoco non mi toccò mentre fluttuavo verso il cielo e andavo in cerca del Dottore.

 POV Amy

 James era sparito e con lui le ragazze pesce.  Eravamo al sicuro. Sospirai di sollievo, appoggiandomi al muro di un palazzo per riprendere fiato. Accanto a me Clara respirava affannosamente, la gonna del vestito le vorticava  intorno.  Il Dottore sospirò  anche lui ansante, Avevo paura, per James,  insomma, si, era un fantasma, ma questo non toglieva che il sarebbe potuto succedere qualcosa di grave. Stare con le mani in mano e non sapere  dove poteva essersi cacciato quel odioso arrogante di un Potter era snervante!
Quando all’improvviso una voce familiare e arrogante esclamò «So di tenervi sulle spine.»  James era a pochi metri da noi sorridente e incolume. Praticamente gli gettai le braccia al collo dal sollievo di saperlo beh .. vivo.

«Dovrei sparire più spesso» sussurrò al mio orecchio. A quelle parole mi staccai da lui, la preoccupazione era diventata furia.
«Tu!» gridai. «James Potter stupido, borioso, arrogante, idiota! Hai idea di quanto mi hai fatta preoccupare,  e dannare mentre scappavo e pensavo a cosa ti stava succedendo?!» gridai mollandoli uno schiaffo. Naturalmente la sberla non lo colpì e sembrò che stessi schiaffeggiando il vuoto.
«Tu.. ti sei preoccupata per me?! » chiese James stupefatto.
«Certo che mi sono preoccupata per te idiota! Cosa pensavi?  Che non m’importasse di te? Che ti considerassi inutile?  Beh non è così!  Tu sei un idiota James Potter, un vero cretino!»  continuai imperterrita . Stavo per riprendere  il mio sproloquio quando  un lampo squarciò il cielo.  Alzai  gli occhi  sul cielo  il cielo stava  bollendo.
 «Che cosa sta succedendo?» chiesi preoccupata guardando il cielo.
«Rosanna sta dando inizio ala fine  del suo piano. Dobbiamo andare»

***

 Trovare la sala del trono non fu difficile e inoltre era  la sala principale. Era ampia, luminosa e spoglia se non fosse  stato per il trono dorato al suo  centro.  Il Dottore  avanzò deciso, cacciavite sonico in mano, e lo aprii. Lo scansionò e il risultato della scansione non dovette piacergli particolarmente perché cercò di districarsi tra i fili e i cavi del trono.
«É troppo tardi» disse una  voce melliflua alle nostre spalle, mentre la tempesta si scatenava.
Mi voltai pronta a cantarne quattro a quella  diabolica donna pesce 
«E anche per la vostra Amica lo è» disse. E prima che potessi muovermi, aveva raggiunto Clara e le aveva affondato i denti nel collo.
«No!» urlai slanciandomi in avanti e tentando di  strappare quella cosa dal collo di Clara. Purtroppo ero disarmata, ma provai comunque dovevo tentare. Il Dottore  intanto cercava di  puntare il cacciavite verso Rosanna, ma questo pareva non avere  alcun effetto su di lei.
James ebbe più fortuna, dicendo: «Ma a cosa serve prendersela con Clara se verrete fermata. Le ragazze sono morte. Le ho uccise io . Sono stato bravino eh?» disse arrogantemente  sorridendo amabile alla Calvierri.  Lei staccò le labbra dal collo di  Clara e gridò: «Menti? Tu menti!»
«Mi dispiace cara, io dico sempre la verità» rispose James  mentre la Calvierri  disperata lo guardava.
«Ti prego aiutami a salvare la città Rosanna!» la implorò il Dottore
Lei si avviò alla finestra aperta sulla città e disse: « La vostra amica  è morta, ma cercate di salvare la città.  Era chiedere troppo? una sola città per un intera specie.»
«Te l’ho detto.  Non  puoi tornare indietro e cambiare il Tempo, credimi io lo so. Ti disperi, ma vivi
«Credo che la vostra coscienza possa sopportare il genocidio di un’altra razza. Ricordati di noi» poi si sbilanciò e si lasciò cadere nel vuoto.
Io mi inginocchiai vicino al corpo di Clara che giaceva a terra bianca come gesso
«Clara!»  chiamai.
Lei aprii gli occhi e mi guardò supplicante. «Devo, io devo parlare con il Dottore! Ti prego!»
Il Dottore si accostò a noi, e solo allora lei parlò:
«Corri, Corri, sapientone e ricorda, ricordati di noi!» Poi la testa ricadde inerme sul pavimento e il Dottore con un espressione di dolore sul viso, le chiuse gli occhi
«Mi dispiace tanto Clara.  Fermerò tutto questo, anche per te e Lilia, perché il vostro sacrificio non sia  stato vano.» disse con trasporto.
Poi, di scatto si alzò e indosso la  sua maschera che nascondeva le emozioni, quella  che usava per combattere il dolore, la razionalità e la scienza.
«Ma certo!  Il trono è il centro di controllo! La Calvierri prima di morire, però, a cambiato il programma. Strappate ogni circuito del trono, colpitelo con qualsiasi cosa! Amy, James, non m’importa cosa farete , ma spegnete il trono.! Io andrò a fermare il generatore.  Le nubi vengono alimentate da un generatore collegato al trono devo disattivarlo!»
Il Dottore corse via, mentre io mi ricordavo un altra lezione di Jace.

«La prima cosa che uno Shadowhunter impara Lily, e anche se tu non lo sei, ti potrà tornare utile è : qualsiasi cosa  può essere un arma»
Così, seguendo quel suggerimento,  presi un candelabro e iniziai a colpire il trono imitata da James.

 

POV Doctor 11

Non c’era tempo da perdere, il generatore era la guglia del palazzo, avrei dovuto arrampicarmi,  sarebbe stata una lunga scalata. Presi una corda, riuscii non so come, a lanciarla al’altezza giusta e inizia a inerpicarmi. La pietra del palazzo era dura e fredda, umida e bagnata per la pioggia, e molto scivolosa.  Un paio di volte rischiai di cadere. Non so come, quindi,  arrivai in cima, Mi  issai sul pennone e con non poche difficoltà  disattivai il generatore e il cielo tornò normale.

***

Il fumo saliva dalla pira, in morbide nuvole di  fumo che si andavano a disperdere nel sole del tardo pomeriggio.  Era la seconda pira che accendevo quel giorno, e di nuovo  per una ragazza innocente, una ragazza che si era trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato proprio come  la mia piccola Meteora. Meteora, cercavo di non pensarci mai, a quei dolci occhi turchesi, ma a volte il dolore era più forte di qualsiasi altra  cosa,
Voltai le spalle alla pira  che ancora ardeva sulla dolce erba della laguna,e tornai con Amy e James al TARDIS. Apri la porta e Amy prima di entrare  mi disse «Oggi ho visto la morte di due persone e ho visto quanto devastante dolore ti procura, quanto in realtà tu sia emotivo,  quanto  tu stia male . Sappi Dottore, che qualsiasi  colpa tu ti senta, qualsiasi tipo di demoni  tu abbia nel tuo passato ne puoi parlare, con me e con James, noi siamo qui quando sarai pronto. A parlarne»
Io la guardai sorpreso, come poteva  Amy leggermi così in profondità?

James prima di seguirla  mi chiese «Chi era?»
Lo guardai interrogativo. James sospirò appoggiandosi  alle porte del TARDIS e guardandomi sospettoso e preoccupato.
«La bambina.  Mentre vedevi bruciare le  pire di Lilia e Clara, oggi pensavi a una ragazzina dai capelli biondi e dagli occhi verdi. Se non sono indiscreto, chi era?»
Deglutì era all’incirca dalla caduta della Cittadella, da quando avevi visto i corpi della mia famiglia bruciare sulle delle pire uguali  a quella  che ancora ardeva li vicino,  che non pronunciavo più quel nome e le parole che stavo per pronunciare 
«Lei.. lei si chiamava Meteoraphoris , Meteora, per brevità. I Signori del Tempo hanno nomi  molto lunghi che poi abbreviavano. Così lei per noi era semplicemente Meteora. Brillava  come brillano le meteore che le davano il nome. Aveva..» la voce mi si spezzò  ma trattenni un singulto e trattenni le lacrime. Non ne parlavo da tanto, tanto tempo. Era possibile  nascondere qualcosa, cercare di relegare i ricordi in fondo ai cuori, e poi sentire riaffiorare  tutto quel dolore quando  se ne parlava per la prima volta dopo anni e decenni?
«Aveva solo quattro anni quando venne uccisa. Era solo una  neonata! Eppure  Rassilon non la risparmiò,. Non la risparmiò perché lei..lei era mia figlia.  Era  la  figlia del Traditore del Dottore e come tale meritava di essere uccisa.  Il suo corpo non fu mai trovato ne quello di  mia moglie. Ma accesi una pira anche per loro, quando bruciai i corpi dei mie figli. Ora ogni  volta che accendo una pira funebre, loro mi tornano in mente.» dissi prima di entrare nel TARDIS  seguito da James.

«Bene partiamo che ne dite della  luna? Una volta ci sono andato è stato bellissimo!» dissi  recuperando il mio autocontrollo e seppellendo  nuovamente Meteora e mia moglie negli abissi più profondi dei miei cuori. Non ero ancora pronta ad affrontarle.
Avviai  il TARDIS e partimmo.
Quando  le porte si spalancarono  e una foglietto di pergamena piovve al centro della sala controllo.

Aprii il foglietto . in una calligrafia raffinata c’ era scritto.
Se come spero, questo biglietto è giunta al Dottore e al mio caro amico James Potter, vi chiedo di venire seguendo le seguenti coordinate temporali da me. Ho qualcosa per voi.
Venite da me  il 15 marzo 2010  Philadelphia, stato di Philadelphia, USA al seguente indirizzo allegato
 Sperando che il mio messaggio vi sia  arrivato. Specialmente a te Jaimie  vi saluto
Sempre vostra  
B

To be continued

 

1 ) Come già detto in precedenza,  Nephilim è un sinonimo di Cacciatori e di Shadowhunters e nel mio angolo autrice ne saprete di più. Perciò quando vi capiterà  di trovare questa parola al posto di Cacciatore o Shadowhunter  sappiate che è la stessa cosa.

2) Figli della notte è il nome con cui gli Shadowhunter, e in questo caso James, indicano i Vampiri che insieme alle altre creature magiche vengono chiamate dai Cacciatori  Nascosti.

 3)Il Mondo invisibile, è il mondo invisibile agli umani in cui vivono le creature sovrannaturali

4)  La Mappa del Malandrino è una mappa del castello di Hogwarts creata da James e dai suoi amici. è un mappa incantata che mostra tutti gli abitanti del castello.

5) Citazione tratta da Clookwork Angel di Cassandra Claree la dice un personaggio che adorerete  e conoscerete tra un po’.

6) Rune, gli Shadowhunters si tatuano dei Marchi, chiamati “Rune” e hanno poteri magici, sulla pelle con una speciale bacchetta detta stilo. Infatti gli  Shadowhunter  sono ricoperti d  cicatrici dovute alle rune. La runa sul dorso della mano di Lilia è una runa di divinazione vi spiegherò  la sua funzionalità più avanti, insieme ai vari poteri delle rune.

7) Ave Atque Vale  citazione di Catullo, scritta  (come dice la Clare nella saga) per i cacciatori.  Si dice a un nephilm, quando questi muore chiudendogli gli occhi. Significa salute e addio. Lilium l’ha aggiunto il Dottore e vuol dire giglio.

 

Piccolo Angolo  Autrice

Salve, salvino,  eccomi . vi  è piaciuto  il capitolo? Come vi sembrano Lilia e Clara? Amy e i suoi ricordi che cosa ne pensate e della rivelazioni del Dottore? Che cosa ne pensate del suo  passato?   Ditemelo nelle recensioni per favore.
Volevo dirvi che dal prossimo capitolo il mio metodo di scrittura cambierà. Ora mi spiego, ci saranno diverse Storyline di diversi personaggi di Doctor Who, . fin ora i protagonisti e i POV erano su Eleven  Amy e James,  ma dal prossimo capitolo  il capitolo sarà incentrato su un altro personaggio,  un personaggio importante delle scorse stagioni non vi dico chi.   Il capitolo dopo ritorneranno  Amy, James e il Dottore. E il prossimo sarà  su un altro personaggio.
Volevo dirvi ancora alcune cose su shadowhunters vi ho già detto  che uno Shadowhunter  è un cacciatore di demoni no? Bene ma cos’altro fa uno shadowhunter ?  Gli Shadowhunter oltre a proteggere il mondo dai demoni  devono mediare tra le creature sovrannaturali e sono stati mandati (in COHF cioé città del fuoco celeste un cacciatore dice addirittura che hanno un mandato divino.) dall’angelo Raziel. (su questa nomina ci torneremo)  mille anni fa per proteggere  gli umani (i mondani)  dal male (senza però farsi ami vedere un po’ come il Dottore).  I due compiti principali per gli Shadowhunters quindi;sono: vigilare sulle creature sovrannaturali che  popolano  il nostro mondo,  (licantropi, vampiri, fate, streghe,etc )  e combattere i demoni. Per assolvere questi due compiti al meglio,  l’Angelo Raziel, donò ai Nephil  tre cose: 1 Gli Strumenti Mortali, (The Mortal Instrumnts) che consentono di sapere la verità, evocare gli angeli e aumentare le fila di Shadowhunters, (ma sugli Strumenti ci torneremo saranno molto importanti) 2 la terra di Idris, patria degli Shadowhunters 3 il Libro di Raziel (noto più comunemente come “Libro Grigio”) in cui ci sono tutte le Rune di cui uno Shadowhunter può aver bisogno. (sulle Rune ci tornerò, sono fondamentali per capire i Nephilim). queste tre cose sono state concesse dall’Angelo Raziel, al primo Nephilim, Jonathan Shadowhunter (da cui i cacciatori traggono il nome)
Ancora una cosa,  il potere,  nella società Shadowhunters,  viene tenuto  da antiche famiglie di cacciatori, anche se ci sono delle istituzioni precise che vedremo più in là. Tutti i cognomi  delle antiche  famiglie  sono cognomi compositi. Le famiglie di cui sentirete parlare in questa storia sono:  Gli Herondale, I Branwell,  i Morgenstern , i Carstairs e i Lightwood. Come vedete  sono tutti cognomi composti come lo stesso Shadowhunters.(Shadow “ombra” e “Hunter” cacciatore”)  Prendiamo  Carstairs per esempio (nome a caso eh Dubhe. Ti giuro la scelta è stata del tutto casuale) è formato da Car ” Carrozza“ e Stairs ”scala.”  Anche  Morgenstern è un cognome composto e significa “Stella del Mattino”. Ok ora la smetto volevo solo dirvi che ringrazio ancora Steam Doctor,  Dubhe01 e  Wendy Candy per  le recensioni

Ah si ancora una cosa, ho qualche  spoiler del prossimo capitolo.

«Oh ma perché devo ripetere sempre tutto!?  Corri! Alons-y Frannie!»
[....]
«Brillante! tu sei brillante!»
[...]

«Dove mi trovo? Cos'è questo posto?»
«Siamo a Londra, mio caro Dottore»
 «Londra? Questa non è Londra!»
«Si invece, questa è la quindicesima Londra su questo pianeta»

Ora vi saluto
Baci
Marty Evans

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Capitolo 21
*** Strane coordinate e incontri bizzarri ***


Capitolo 21
Strane coordinate e incontri bizzarri

NDA Salve? c'è ancora qualcuno che segue questa storia?  se si, sappiate che sono viva e se volete linciarmi ed uccidermi ne avete tutto il diritto. mi dispiace di aver tardato ben cinque mesi, ma la scuola mi ha ucciso. Se c'è ancora qualcuno che mi segue per favore mi dia il suo parere.  Solo per sapere se la storia vi piace e questo mio modo, come avevo già preannunciato qualche mese fa di cambiare storyline ad ogni capitolo e di unirle non è troppo confuso. Questo è il mio primo esperimento  di questo genere. infatti non ci saranno Amelia Pond Eleven e James Potter in questo capitolo ma Ten! Che amo e che mi mancava troppo pe rnon inserirlo. Perciò si è un esperimento, ma mi piacerebbe mi diceste se questa alternanza  di storie (nel prosimo capitolo tornerà il nostro trio non temete)  vi piace. Vi lascio alla citazione e al capitolo, Ci vediamo sotto.

 

«C’è una verità universale che dobbiamo affrontare: che  lo vogliamo o no, tutto quanto arriva a una fine. E malgrado aspettasi con ansia questo momento, non ho mai amato gli epiloghi. L’ultimo giorno d’estate, l’ultimo capitolo di un bel libro, allontanarsi da un caro amico, ma la fine è inevitabile. Arriva l’autunno, chiudi il libro, dici addio. Oggi è uno di questi giorni per noi. Oggi diciamo addio a tutto quello che ci è famigliare, a tutto quello a cui eravamo abituati, andiamo avanti. Nonostante questo ci faccia male, è ora di voltare pagina. Malgrado ciò, ci sono persone che fanno talmente parte della nostra vita, che saranno presenti, ovunque andremo. Sono il nostro punto di riferimento, la nostra stella polare. Sono... quelle piccole voci dentro il nostro cuore, che rimarranno con noi.. per sempre.»

[Alexis Castle IV ep 23]

 
Londra Novembre 2009

POV Doctor 10

Quella sera, a Londra, la pioggia cadeva fitta e copiosa, ma non volevo rimanere in quella casa un minuto di più, non avrei potuto sopportarlo. Non volevo scoppiare a piangere lì Perché era quello che ero tentato di fare, mi veniva da piangere; per Donna, per averle rovinato la vita, per averle preso i ricordi delle nostre avventure, per non averle potuto restituire tutto, per non aver potuto mostrarle tutto ciò che volevo fare vedere.
L’avevo portata insieme a Willfred nella sua stanza. E poi ero rimasto li, a fissarla dormire, la mia povera Donna Nobble.
Dormiva con le mani giunte sullo stomaco, i lisci capelli rossi sul cuscino, il viso disteso in un‘espressione pacifica. Sapevo che appena si fosse svegliata non avrebbe serbato più alcun ricordo di me. E sapere che ero stato io stesso a cancellarle la memoria, mi riempiva di dolore. Perché? Mi chiesi per l’ennesima volta. Perché rovino tutto quello che tocco?  Prima Rose, poi Martha, e ora Donna. Perché sono riuscito a rovinare la vita a tutti? Fu questo che pensai rimanendo in piedi di fronte al letto di Donna.
 Poi con gli occhi lucidi diedi le spalle al letto, e mi chiusi la porta alle spalle. Mi accomodai su una poltrona nel soggiorno di casa Nobble, davanti a me c’erano Willfred e sua figlia Sylvia.
«Ha ospitato la mia mente nella sua, ma era la mente di un Signore del Tempo, tutta quella conoscenza la stava uccidendo.» spiegai.
«Ma starà meglio adesso?» chiese Willfred guardandomi preoccupato.
«Ho cancellato i suoi ricordi totalmente. Ogni traccia, di me, del TARDIS, di qualunque cosa fatta insieme, di qualunque viaggio, è sparita.» dissi tristemente.
«Ma...quelle magnifiche cose che ha fatto...» iniziò a dire Willfred
«Lo so,»  dissi con voce piatta. «ma, quella versione di Donna è morta.» dissi sopratutto per convincere me stesso.
Mi sporsi in avanti sulla poltrona, guardando le persone di fronte a me e giungendo le mani in grembo.
«Perché se dovesse  ricordare, anche per un solo istante, lei ne morirebbe. Non gliene dovete parlare. Non dovete menzionare me in nessun modo, per il resto della sua vita.» avevo detto. Quelle parole mi ferivano mentre le pronunciavo. Non farmi ricordare da lei, in nessun modo, ricordarla da solo... era insopportabile, ma per salvarle la vita avrei fatto questo ed altro.
«Ma tutti non fanno che parlare di questo! Non parlano che di come abbiamo attraversato lo spazio!» disse indignata Sylvia Nobble.
«Sarà solo un racconto, uno di quelli in cui Donna Nobble si perde sempre tutto.» dissi ricondannandomi, della Donna che si perdeva sempre tutto e che si sarebbe persa anche me alla fine.
 «Ma stava meglio insieme a lei!» protestò Willfred sull’orlo delle lacrime.
«Non dire così!» lo rimproverò sua figlia.
«No, è la verità!» ribatté il vecchio Will.
«Voglio solo che sappiate, che ci sono tanti mondi li fuori, sicuri nel cielo, sopratutto grazie a lei. Ci sono persone, che vivono nella luce... e che cantano canzoni di Donna Nobble, a centinaia di migliaia di ani luce da qui... non la dimenticheranno mai. Ma lei non potrà mai ricordarli.» dissi con la voce incrinata e rotta dall’emozione e dal dolore.
«E per un momento, per uno splendido momento ... è stata la donna più importante dell’Universo.» dissi con voce ancora più rotta minacciando il pianto.
«Lo è ancora. Lei è mia figlia.» disse con orgoglio Sylvia Nobble.
«Allora forse dovrebbe dirglielo un po’ più spesso» ribattei un po’ più acido di quanto in realtà volessi essere.
Poi l’avevo vista, Donna Nobble era arrivata strillando dalla sua stanza.  «Cosa ci faccio sul letto vestita come una ragazzina?! Perché nessuno mi ha detto niente?!». Un sorriso triste m’incurvò le labbra, non l’avrei mai più sentita urlarmi contro inviperita, ne chiacchierare su qualsiasi argomento, riempiendo i silenzi con chiacchiere senza senso. Povera Donna! Non sarebbe mai più stata la stessa, le avevo rovinato la vita.  E non sapevo come rimediare. Non resistetti alla tentazione e le parlai.
«Salve io sono John Smith» mi presentai. Lei mi guardò un attimo, gli occhi verdi erano spenti e non si fermano su di me che per un minuto. Mi resi conto che sì, lei mi aveva dimenticato.

Era quello che volevi no? Mi disse una vocina irritante nella mente. Poi il suo sguardo passò oltre, come se non mi vedesse.

Mi strinse la mano che le porgevo con sbadataggine, per poi concentrasi di nuovo sul suo cellulare.
«Il Signor Smith sta andando via» disse con freddezza sua madre.
«Ah» disse con noncuranza per poi continuare: «Vinny è impazzita! Mi ha mandato 33 messaggi! Sostiene di aver visto pianeti! Pianeti, sé! Che cosa mi sono persa sta’volta?» chiese poi, portandosi il telefono all’orecchio e andando verso la cucina.
Ma certo, mi dissi non ero niente di speciale per lei ora.  Era solo un uomo normale. Non più il suo amico, non più il suo compagno di avventure, non più il Signore del Tempo ma John Smith un normale umano. Mi alzai dal divano con fatica, come se di colpo sentissi il peso dei miei 903 anni, d’età.  Costrinsi le gambe a muoversi, ad andare verso la cucina, e a chinarsi per salutarla, un’ultima volta, solo per un ultimo addio.
«Allora io vado» dissi a Donna, lei non mi guardò nemmeno.
 Mi rispose solo cin un «Ah si! Salve!». Disse per poi riprendere a ciarlare con il telefonino incastrato tra l’orecchio e la spalla.
 Mi voltai e a passi lenti percorsi il piccolo appartamento dei Nobble a Chiswick. Aprii la porta d’ingresso e iniziai a incamminarmi sotto la pioggia battente.
«Dottore aspetti!» mi richiamò Willfred Mott, il nonno di Donna. Io mi voltai verso quel vecchio così pieno di vita e di curiosità, lentamente.
Indicai la pioggia. «Disturbo atmosferico! Ma passerà! Tutto passa.» conclusi tristemente.
«Ti saluto Willfred!» dissi in tono cortese voltandomi e iniziando a camminare verso il TARDIS.
«Dottore, che cosa ne sarà di lei? Chi le resta? Voglio dire... tutti quei suoi amici... » mi chiese Willfred angosciato.
«Loro hanno tutti qualcun’altro. Ma va bene così. Io sto bene.» risposi con una calma e una tranquillità che non so da dove venissero.
«Penserò io a lei, Dottore» mi rispose Willfred.
«Non dovrai mai rivelarle niente.» lo avvertii pensando che si stesse riferendo a Donna.
«No, no, no! Ma tutte le sere, Dottore, quando farà buio, e usciranno le stelle, guarderò il cielo anche per Donna. Io guarderò il cielo e penserò a lei.» disse Willfred solennemente.
«Grazie» risposi commosso. Mi avviai verso il TARDIS.

Mi voltai ancora una volta verso quella villetta a schiera, con il prato all’inglese ben curato, simile a tutte le altre, dalla parte opposta della strada. Una casa banale, ordinaria, in un quartiere banale e ordinario di Londra, ma dove abitava la persona più speciale dell’universo.  A volte in un mondo ordinario capitavano persone straordinarie. Pensai, mentre la pioggia mi colpiva il viso e mi annebbiava la vista. Rientrai nel TARDIS, la consolle era silenziosa, mi aspettava anche lei muta nel suo dolore. Avviai il TARDIS e mi smaterializzai, andai via da quella strada ordinaria, in quel quartiere londinese, forse per non tornarvi mai più.  Gettai la giacca in un angolo, rimasi in piedi, a fissare il TARDIS con la camicia fradicia, per poi prendermi la testa tra le mani e iniziare a piangere. 

Ed ecco come finisce sempre alla fine. Eccoci qui di nuovo. Pensai guardando il TARDIS. Tu ed  io vecchia mia, di nuovo soli.  Resto sempre solo alla fine. I miei amici hanno tutti qualcuno. Sarah Jane Smith ha suo figlio, Jack Harkness, il buon capitano, ha il Torchwood e la sua squadra.  Mickey  Smith ha la sua vita. Martha Jones ha la sua famiglia. Rose ha me e la sua famiglia.  Io avevo Donna ma... ora.. io le ho cancellato i ricordi perciò.. 
Sono di nuovo solo. Solo, vecchio e stanco Dottore. Era in questi momenti che pensavo che non l’avrei mai fatta, che i Time Lords vivevano troppo a lungo.  E poi tutt’a un tratto il TARDIS, si avviò da solo e iniziò a ruotare.

«Ma che cosa..?»  chiesi, aggrappandomi ai comandi. I comandi erano impazziti, stavo andando alla deriva, e malgrado cercassi freneticamente di sbloccarli, non ci riuscivo. Fui sbalzato indietro, caddi, battei la testa e rimasi privo di sensi.
Quando ripresi conoscenza il TARDIS, si era fermato e sullo schermo erano comparse strane coordinate. Coordinate mai viste prima. Mosso dalla curiosità, feci un’analisi del circondario. L’atmosfera era simile a quella terrestre e l’anno era il 2750, a giudicare dalla data sul cronografo. Ero atterrato su in pianeta sconosciuto simile alla terra. Il TARDIS mi aveva portato lì per un motivo. Quale però? 

***

Uscii e aprii le porte del TARDIS, mi trovavo in un vicolo, di una città L’asfalto era sporco e il TARDIS era nascosto tra due palazzi di mattoni fatiscenti. Usci sulla strada principale. C’era un lungo viale, che però era deserto.  C’erano sol alcune persone che pattugliavano la strada. L’unico altro essere umano che camminava per la via, oltre ai poliziotti, era una ragazza. Aveva sì e no diciannove forse vent’anni. Era piuttosto minuta. Camminava in fretta, come se temesse di essere seguita. La guardai dall’altra parte della strada.  Era alta più o meno 1.57, aveva la pelle pallida, chiarissima.  Gli occhi sembravano scuri e i capelli erano mossi e lunghi fino a meta schiena. Camminava spedita, e i tacchi dei suoi stivali ticchettavano nel silenzio della via. Aveva qualcosa di famigliare quella ragazza, qualcosa di strano, qualcosa che mi ricordava alcune persone cui non pensavo da qualche tempo.

 

***

 Francis Harper raccolse la sacca negli spogliatoi della palestra, se la mise in spalla, salutò le sue compagne di allenamento e uscii nell’aria gelida di novembre.  Era umido quel giorno e grigio come tutti i giorni che aveva trascorso li, da quando era arrivata a Londra quattro  anni prima.  Non che le mancasse il Galles, per niente.  Okay, si forse il paesaggio gallese era più bello di quello londinese, ma a parte quelle distese di pascoli verdi cosa c’era per  lei in quella casa a 20 km da Cardiff? Niente, assolutamente niente. Sua sorella era emigrata in Germania e ora lavorava in una fabbrica a Berlino. Dal canto suo, Francis andava a trovare i suoi genitori tutte le volte che poteva, quando gli impegni al college glielo permettevano, ma non pensava a tornare.  Era a Londra ormai, non sarebbe tornata indietro per nulla al mondo. Nonostante tutte le sue difficoltà, a Londra si stava laureando, aveva scoperto uno sport in cui era brava: la Scherma, aveva delle buone amiche e con tutta probabilità anche un lavoro non appena si fosse laureata in Letteratura Inglese. Raggiunse l’auto stringendosi nel cappotto. Aprì la sua piccola ma confortevole BMW scassata.  Sapeva che secoli prima quelle auto erano auto sportive. Ora invece, le BMW erano solo delle auto. Solo le classi sociali meno abbienti possedevano ancora l’auto, tutti gli altri volevano con speciali aerei chiamati Zeppelin, che però non assomigliavano per niente a quelli del XX secolo. Erano dei Jet che però non inquinavano, visto che l’umanità aveva finalmente capito  che i pianeti si surriscaldavano,e esistevano cose come l’effetto serra, anche se quella era una colonia umana ed erano su una nuova Terra. Francis si chiese per l’ennesima volta, se la vera Terra somigliasse almeno un po’ al pianeta dov’era nata. Apri la portiera e s’infilò nell’abitacolo, mise la borsa sul sedile del passeggero e quella da palestra sul sedile posteriore. Stava per infilare la chiave e accendere la macchina quando la suoneria del suo tablet interruppe i suoi propositi. La suoneria era una vecchia canzone della Terra Originale di cui non sapeva il titolo, ma che le piaceva.  Cercò freneticamente in borsa il piccolo tablet, che aveva preso da un paio di secoli il posto del cellulare, poi se lo portò all’orecchio.
«Pronto?» chiese, anche se aveva riconosciuto dall’ologramma della persona sul tablet che si trattava di Martine, una delle sue più care amiche. Udii la voce squillante dall’altro capo della linea.
«Ciao,  scusa se ti disturbo, Francis, ma purtroppo non possiamo andare al cinema. Aye lo so che c’eravamo messe d’accordo, ma ne avrò per un po’ in ufficio, stato di emergenza»
Martine Hastings l’aveva conosciuta appena arrivata a Londra, in un caffè e da allora avevano costruito una splendida amicizia. La ragazza aveva quattro anni più di Francis e aveva frequentato la sua stessa facoltà. Solo che quand’era uscita un anno prima, il Sistema aveva deciso di spedirla al centro controllo di Londra. Il Sistema era quello che alla fine dei percorsi di studio decideva in quale ambito eri più utile alla società e non potevi protestare o discutere sulla decisione, quelli che lo facevano.... beh sparivano. Anche se Francis proprio non riusciva a capire come una persona come la sua amica potesse essere finita li, con la sua creatività.
 Sperava con tutto il cuore di non avere la stessa sorte.
«Che tipo di emergenza?» chiese.
La persona dall’altra  parte della linea produsse un tipico «Mmph» scozzese, che diceva e ribadiva  ancora il suo patriottismo ossessivo. Staccò un attimo il viso dal ricevitore a quanto pareva per urlare alla sua odiosa collega di lavoro Vaiolet, qualcosa che assomigliava a un: «Fatti, gli affari tuoi strega!» in gaelico in modo che questa non potesse capire. La conoscenza del gaelico scozzese di Francis era notevolmente migliorata nei quattro anni trascorsi insieme a Martine. Francis, conosceva solo il gaelico gallese, quando era arrivata a Londra. Però, grazie all’ossessivo  attaccamento di Martine alle sue origini scozzesi aveva iniziato non solo a capire il gaelico scozzese, ma ora era persino in grado di sostenere una conversazione in gaelico, con un po’ di difficoltà certo, ma ci riusciva. Finalmente la sua amica riprese a parlarle.
«Scusa, non la sopporto più. Dicevi?» chiese.
«Qual è l’emergenza che ci impedisce di vederci?».
«Oh aye! L’emergenza è una cabina»
«Una cabina?! Che cosa? Scherzi?»
«No, non scherzo ionmhainn*.  E Aye sono seria. Hai presente quelle cabine telefoniche che si vedono sui libri di storia a scuola?»  Francis  non riusciva a capire dove volesse andare a parare con quel discorso.
«Sì, ma cosa centra con l’emergenza?»
«Che cosa penseresti se ti dicessi che l’emergenza è una cabina telefonica blu della polizia inglese, e che risale a otto secoli fa?».
« Penserei che è un pezzo da museo allora, e dovete consegnarla al British. E poi le cabine telefoniche non erano rosse?».
« Si erano rosse ma, non è questa la cosa più strana; da quella cabina è uscito un uomo Francis! Non scherzo!»
«Un uomo?» chiese la ragazza curiosa.
«Aye dobbiamo  controllare che sia umano»
 Da quando l’umanità aveva iniziato a esplorare lo spazio e a colonizzarlo, le Nazioni avevano cooperato insieme affinché tutte le razze vivessero in pace. Nonostante ciò i cosiddetti “alieni” erano percepiti come qualcosa di diverso. Per farla breve, la pace che regnava tra gli umani e le altre creature era più una pace cartaginese* che altro. Gli alieni erano considerati una minaccia dalla maggior parte della gente, sopratutto quelli che somigliavano agli umani.
 Francis sospirò, se dovevano cercare, verificare chi fosse quel tizio e registrarlo ci avrebbero messo tutta la notte. Perciò addio film. «Va bene, domani, però ci vediamo al Caffè.».
«The e cornetti?»
«The e cornetti» rispose Francis riagganciando. Mise in moto e guido per i 45 km che la separavano dal suo confortevole appartamento. Non vedeva l’ora di ordinare una pizza al ristorante italiano, stendersi sul divano e leggere un bel libro. Una volta arrivata parcheggiò la macchina, riprese le borse e si avviò tranquillamente verso il condominio, dove abitava cercando di evitare i sorveglianti. Si rese conto di doversi sbrigare a entrare se non voleva trovare guai. Il coprifuoco era già scattato. Accelerò il passo non abbastanza da far vedere che stava per mettersi a correre ma neanche l’andatura calma con cui era scesa dall’auto.  Non voleva guai. Passò davanti ai Sorveglianti brandendo il tesserino che attestava chi fosse e che abitava là e poi percorse a grandi falcate il marciapiede. Una volta oltrepassati i sorveglianti, l’unico rumore che sentii furono i propri passi sull’asfalto. Man mano che avanzava si rese conto che qualcuno la stava seguendo. No, non la stavano seguendo i passi che si avvicinavano, stavano correndo. Qualcuno stava fuggendo da qualcosa.
 Francis si voltò lentamente e fu allora che lo vide, un uomo stava correndo verso di lei. Aveva un abbigliamento bizzarro, era alto almeno 30 cm più di lei, aveva capelli castani, arruffati, occhi castani, era magrissimo e indossava un completo  blu, un trench marrone che arrivava fino alle caviglie, e ai piedi calzava scarpe da ginnastica.  La ragazza lo trovò strano ma nulla di più.
«Ti ho raggiunta» disse l’uomo ansimando e fermandosi proprio davanti a lei.
«Scusi ... ci conosciamo?» chiese lei un po’ stupita.
L’uomo sorrise.
«No, ma m’incuriosisci»
«T’incuriosisco?» chiese lei, anche se lui le sembrava famigliare.
Lui annui
 Proprio in quel momento sentimmo dei passi.
«Come ti chiami?» chiese l’uomo sbrigativo.

«Francis... Francis Harper» rispose lei guardandosi alle spalle. Non voglio guai, non voglio guai   vi prego no!

«Francis.. mi ricorda qualcosa, ma cosa?! Comunque, non importa! Francis non mi piace e poi è troppo lungo! Piff mi farà perdere un sacco di tempo!»

Certo come se Francis fosse un nome lungo! Pensò lei scocciata mentre i passi si avvicinavano e lei desiderava solo andare a casa.

«Che cosa ne dici di Frannie?» disse l’uomo interrompendo il frenetico guardarsi in giro della  ragazza. Lei riportò lo sguardo su di lui e sbottò
«E’ ridicolo! E poi ha sette lettere, come Francis! Lo sapresti se sapessi contare stupido!»

«E’vero. Ha sette lettere, ma mi piace di più! Comunque io sono il Dottore» rispose l’uomo.

«Dottore? Dottore chi? Che razza di nome è ‘Dottore’?» chiese Francis sempre più confusa

«Il mio» replicò con tranquillità il Dottore.

«E’ ridicolo! Tutta questa situazione è ridicola! Devo andare a casa e...»  lo sproloquio di Frannie fu interrotto dal Dottore  che  si era accorto dei suoi inseguitori.

«Corri!» ordinò alla sua interlocutrice

«Cosa?!» chiese lei indignata

«Oh ma perché devo ripetere sempre tutto!? Corri! Alons-y Frannie!»
Le prese la mano e iniziò a correre. Francis fu trascinata in una corsa a perdifiato alla cieca. Dopo qualche minuto ansimò un «Aspetta» costringendolo a fermarsi.

«Se» ansimò «se  dobbiamo nasconderci, conosco un posto. Ma.. per favore, non corriamo alla cieca per mezza Londra.»

Era stupido, ma sapeva che nel suo appartamento non gli avrebbero trovati. Fu lei questa volta a prenderlo per mano e trascinarlo verso il suo condominio.  Corsero su per le scale, per poi fermarsi al terzo piano. Aprii il suo appartamento e lo fece entrare. Chiuse a doppia mandata e poi si appoggiò ansimante alla porta.

«Bene Dottore.  Qui non dovrebbero seguirci. Chi sei? Cosa ci fai qui? Chi ti segue? Che cosa vuoi da me’?» disse la ragazza tutto d’un fiato. Il Dottore intanto si guardava intorno. Interessato.  Erano in un ingresso ordinato con un appendiabiti dove appendere, i capotti e un cestino per gli ombrelli. Il pavimento era con delle semplici piastrelle color crema. Dall’ingresso si poteva vedere una piccola cucina, la porta semichiusa che dava su un salotto. E dall’ingresso partiva un corridoio che doveva condurre al bagno e alla camera da letto.  Era un piccolo appartamento, alla periferia di Londra.  Aspettate aveva detto Londra?  Sì, aveva detto Londra. Per conferma il Signore del Tempo si voltò verso la ragazza, che però era sparita. Mentre parlava e poneva quella raffica di domande a una velocità impressionante, si era diretta la cucina. Francis, infatti, si era diretta in cucina per preparare un po’ di sano tea che potesse calmarle i nervi. Aveva portato in casa sua uno sconosciuto! Uno sconosciuto per di più ricercato!

Alla faccia del tenersi fuori dai guai complimenti Francis.
 Il Dottore arrivò nella piccola cucina poco dopo, la ragazza stava seduta al tavolo con una tazza di tea in mano. Alzò lo sguardo quando lui entrò.
«Chi è lei?» chiese di nuovo Francis.
«Il Dottore, te l'ho detto»
«Va bene Dottore. Come sei arrivato qui?»
«Con la mia nave, ma dov'è esattamente qui?» chiese sedendosi di fronte a lei.
«Siamo a Londra, Inghilterra.»
«Londra? Sei sicura? Questa non è Londra» disse guardandola perplesso.
«Questa è la dodicesima Londra su questo pianeta».
«La dodicesima Londra su quale pianeta?» chiese curioso.
«Ma dove vivi?  Questa è la ventiquattresima Terra» rispose lei stupita
«Ventiquattresima Terra? In che anno siamo?»
«Siamo nel 2754 a Londra numero 12. Hai detto di essere arrivato su una nave. Sei un alieno?»
«Sì, come hai fatto a capirlo?»
 Lei lo guardo storto, poi chiese dubbiosa, e un po' spaventata dalla  risposta che lui avrebbe potuto fornirle
«Per caso sei arrivato con una cabina?»
«Si, il mio TARDIS lo stavo cercando, quando hanno iniziato a inseguirmi. Sai dov'è?»
«Il tuo che?»
«La mia nave, quella con cui sono arrivato qui»
La cabina telefonica di Martine!  Ora si che era nei guai! Lei aveva trovato l'uomo della cabina, l'alieno, quello che stavano cercando per registrarlo e per espellerlo se  non fosse stato umano.
Nonostante le nazioni unite avessero stipulato un trattato con le altre razze aliene, due secoli prima, essi erano ancora emarginati dagli umani e dovevano essere registrati per poi essere espulsi dal pianeta perché rappresentavano una “Minaccia” o almeno questo era quello che dicevano. In verità guardando quell'uomo Francis non riusciva a vederlo come un alieno pericoloso, sembrava un uomo molto alto, e di bell’aspetto ma nulla di più. Sì, forse parlava in modo complicato e veloce ma non sembrava né pericoloso, né minaccioso.
E fu in quel momento con questa certezza che la vita di Francis Harper cambiò per sempre. È strano come la vita di una persona possa cambiare con una piccola, innocua, decisione.
E la vita di quella ragazza cambiò nel momento in cui decise di aiutare il Dottore.
«Ti stanno cercando perché sei un estrameo. Ti stanno cercando perché pensano che tu sia laieno» disse la ragazza, per poi spiegargli.
«Se ti trovano e ti prendono ti registreranno, devi andartene, subito!» lo disse in tono grave.
«Di chi stai parlando?» chiese lui sporgendosi sul tavolo.
«Della procedura. La Convenzione delle Nazioni. Circa due secoli fa, le Nazioni Unite hanno stipulato un trattato di pace con le altre razze aliene, In sostanza, il documento prevede che gli alieni stiano lontani dai pianeti umani. Se dissobbediscono, questi sono presi e registrati»
«Registrati? Che cosa intendi per registrati?» chiese lui preoccupato.
«Non so che cosa voglia  dire registrati, ma so che dopo vengono mandati via.»
 Lui la guardò determinato con una strana luce negli occhi.
«Beh io da qui non me ne vedo, non senza il mio TARDIS» disse ostinatamente scrutandomi con quegli occhi castani.
«Dove sono portati gli alieni e gli oggetti di loro proprietà?»
 Lei ci pensò su un attimo poi si rese conto che Martine le aveva detto che gli oggetti alieni erano portati in un centro con una strana sigla.
«Mi sembra che vengano portati al TORCHWOOD» gli occhi del Dottore si spalancarono. «Andiamo» disse con entusiasmo afferrando il trench che aveva posato sulla spaliera della sedia.
«Conosco un amico che ci può aiutare»

To be continued

 Piccolo note

(1)    ionmhainn* è gaelico scozzese parlato nelle Hinglands e significa mia cara

(2)    Pace cartaginese è  una finta pace come il trattato di Versailles che nel 1918 pose fine alla 1 guerra mondiale e che  viene ricordato come una pace cartaginese

(3)    Sorveglianti in questo futuro in quest’altro pianeta si occupano della sicurezza  sono un po’ una polizia  però potente e spietata come vedremo

 

Angolo Autrice

*Marty esce piano piano*  Ciao"" Scusatemi ancora per favore. Oltre a scusarmi ancora per cinque mesi di ritardo,  (non farò mai più nulla del genere vi giuro che aggiornerò regolarmente) vorrei ringraziare chi segue ancora la mia storia e Wendy Candy e Dubhe01 per le recensioni.  Spero il capitolo vi sia piaciuto.  Prende luogo come avrete capito dagli ultimi minuti The Journey’s End  e  ripercorreremo le avventure  di Ten da quel momento, ma non ci saranno solo quelle ce ne saranno anche molte altre, con Frannie.  Si , ho creato Francis principalmente perché alla fine della quarta stagione Ten è solo e io non volevo che fosse  completamente solo. Per cui mi sono immaginata una nuova compagna. Spero  di averlo reso bene.  Ma cosa ne pensate di Francis? E di quest’altro Pianeta?   E di Ten?  E il TORCHWOOD che ruolo pensate possa giocare? Inoltre posso svelarvi che la ragazza con i capelli corvini nel benner è Francis Harper! Nel prossimo capitolo ritorneranno  Amy, James e Eleven  alle prese con il biglietto  del capitolo precedente.  Ma ora arriviamo alla mia piccola introduzione a Shadowhunters. Riassumiamo quello che  ho detto su Shadowhunters e aggiungiamo qualcosa

 Gli Shadowhunters si possono anche chiamare  Nephilim,  sono cacciatori di demoni, devono mediare e controllare che le altre creature sovrannaturali note come Nascosti rispettino la Legge. Sono stati mandati dall’Angelo Raziel su cui torneremo. Hanno sangue  angelico nelle vene. L’Angelo Raziel ha lasciato per i Cacciatori 1 Gli strumenti mortali che consentono di sapere la verità, evocare gli angeli e aumentare le fila di Shadowhunters, 2 la terra di Idris, 3 il Libro Grigio in cui ci sono tutte le Rune di cui uno Shadowhunter può aver bisogno. queste tre cose sono state concesse dall’Angelo Raziel, al primo Nephilim, Jonathan Shadowhunter (da cui i cacciatori traggono il nome) Il potere,  nella società Shadowhunters, viene tenuto da antiche famiglie di cacciatori, anche se ci sono delle istituzioni precise che vedremo nello specifico. Tutti i cognomi  delle famiglie Shadowhunters sono cognomi compositi. Ho detto che gli Shadowhunters devono far rispettare la Legge beh questa Legge è una convenzione che viene firmata e rivista ogni quindici anni e viene firmata dagli Shadowhunters e dai rappresentanti dei Nascosti. questa convenzione prende il nome di Accordi. Gli Accordi stabilisco i rapporti  tra gli Shadowhunters e i Nascosti  le responsabilità e i diritti di ciascuno. La scorsa volta  ho parlato di Idris è l’ho chiamato  “Patria degli Shadowhunters”. Il paese donato da Raziel in cui nessun demone può entrare, si trova vicino al Lussemburgo al centro dell’Europa. Ha una capitale  non che unica città, di nome Alicante, protetta da torri che respingono i demoni e chiamata per queste torri “Città di Vetro” (titolo del terzo libro della Clare )  è il centro politico degli Shadowhunters. Li si tengono le riunioni del Clave e del Consiglio di cui vi parlerò  nel prossimo capitolo Gli Shadowhunters sono guerrieri, ma hanno due ordini  monastici i Fratelli Silenti (che non centrano nulla con Silente il mago anche se ce lo vedo Silente come fratello silente). E un ordine femminile le Sorelle di Ferro.  I Fratelli Silenti sono i medici, gli archivisti i bibliotecari, i ricercatori degli Shadowhunters insomma custodiscono il sapere dei Nephilm ,risiedono nella città sotterranea chiamata Città Silente o più comunemente Città Di Ossa. Ma vi dirò un po’ più in là qualcosa di più su di loro.. Le sorelle di Fero sono i “fabbri” degli Shadowhunters forgiano le loro armi, i loro anelli di famiglia e sono le custodi dell’adamas. di cui vi parlerò tra un po’. Risiedono nella Città di diamante inaccessibile a chi che sia tranne  per una istanza cui i visitatori possono accedere. 

Spero di avervi incuriosito. Aggiornerò Sabato.

 Alla prossima settimana

 Baci 

Marty Evans  

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