Outside The Lines [boyxboy] (Italian Translation)

di zaynseyes_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Outside The Lines ***
Capitolo 2: *** Outside The Lines (2) ***
Capitolo 3: *** Outside The Lines (3) ***
Capitolo 4: *** Outside The Lines (4) ***
Capitolo 5: *** Outside The Lines (5) ***
Capitolo 6: *** Outside The Lines (6) ***
Capitolo 7: *** Outside The Lines (7) ***
Capitolo 8: *** Outside The Lines (8) ***
Capitolo 9: *** Outside The Lines (9) ***
Capitolo 10: *** Outside The Lines (10) ***
Capitolo 11: *** Outside The Lines (11) ***
Capitolo 12: *** Outside The Lines (12) ***
Capitolo 13: *** Outside The Lines (13) ***
Capitolo 14: *** Outside The Lines (14) ***
Capitolo 15: *** Outside The Lines (15) ***
Capitolo 16: *** Outside The Lines (16) ***
Capitolo 17: *** Outside The Lines (17) ***
Capitolo 18: *** Outside The Lines (18) ***
Capitolo 19: *** Outside The Lines (19) ***
Capitolo 20: *** Outside The Lines (20) ***
Capitolo 21: *** Outside The Lines (21) ***
Capitolo 22: *** Outside The Lines (22) ***
Capitolo 23: *** Outside The Lines (23) EPILOGO ***
Capitolo 24: *** SORPRESA! ***
Capitolo 25: *** ULTIMO AVVISO ***



Capitolo 1
*** Outside The Lines ***


"Lo potresti mettere dentro?"

"Oliver non posso, è cosi grosso!"

"Non mi importa, mettilo dentro!"

"Ti sto dicendo che è troppo grosso per entrarci"

"Bene, prova!"

"Okay!"

Spinsi, e Oliver si mosse in avanti, grugnendo mentre provava ad aiutarmi. Tutti e due rinunciammo e Oliver finalmente realizzò che non c'entrava veramente.

"Bene, e adesso cosa facciamo?" chiese Oliver agrottando le sopracciglia.

Scrollai le spalle. "Adesso metto la mia borsa per la palestra negli spogliatoi" dissi, lasciando cadere ai miei piedi la borsa gigante.

"Non puoi! C'è la roba di Thalia là dentro" gli ricordò Oliver.

"Bene, allora toglierò le sue cose, così lei potrà metterle negli spogliatoi femminili" dissi mentre mi abbassavo per aprire la borsa.

"Ecco che arriva"

Guardai e vidi Thalia percorrere il corridoio. Si fermò davanti a noi e mi guardò curiosamente.

"La borsa non ci entra nel tuo armadietto?" chiese lei

Scossi la testa e mi alzai, tenendo in mano i suoi vestiti appena tolti dalla borsa "No, non almeno con dentro i tuoi vestiti e quelli di Oliver, perciò la sto mettendo negli spogliatoi"

Lei prese i suoi vestiti dalle mie mani e fece spallucce "Non è un problema. Li metterò negli spogliatoi femminili, tranquillo."

"Aspettaci nel mio armadietto, Thalia. Anche noi stiamo andando a posare le nostre borse" le dissi

Oliver ed io arrivammo negli spogliatoi maschili ed entrammo, e dopo aver fatto zig zag tra le file di armadietti, arrivammo davanti a quello che condividevamo.

Oliver mise la combinazione e lo tenne aperto per me. Spinsi la borsa dentro fino a quando non entrò tutta.

"Finalmente" dissi mentre Oliver chiuse l'armadietto, mettendoci poi il lucchetto.

"Lo ammetto: non posso ancora crederci che fosse così grande da non poter entrare in un normale armadietto" disse con un sospiro mentre si sedette sulla panchina.

Mi sedetti vicino a lui, abbassandomi per legarmi una scarpa. Due ragazzi entrarono negli spogliatoi ed aprirono i loro armadietti, probabilmente per cambiarsi per la lezione di ginnastica della prima ora.

"Ma l'hai visto cosa indossava?" chiese uno dei ragazzi, scuotendo la testa.

"Quello che indossa sempre. È come se un arcobaleno avesse vomitato su di lui" rispose l'altro, scrollando le spalle.

Io e Oliver ci guardammo e ruotammo gli occhi. Non ci voleva molto per capire di chi stessero parlando quei due ragazzi, c'era solo uan persona in tutta la nostra scuola che sembrava come se un arcobaleno avesse vomitato su di lui.

Ci alzammo e lasciammo lo spogliatoio, andando da Thalia che ci stava aspettando. Si spinse via dal mio armadietto e ci incontrò a metà strada.

"Pronti per la lezione?" ci chiese.

Entrambi annuimmo mentre la campanella ci esplose in testa con il suo maledetto strimpellio. Andammo insieme nella nostra classe per la prima lezione e prendemmo i nostri posti.

"Supplente" sussurrò Thalia.

"Evvai" sussurrai anch'io, tendendo la mia mano verso di lei per un batti-cinque.

La sostituta preso il foglio delle presenze quando suonò l'ultima campana, e incominciò a muoversi avanti e indietro per la classe. Si guardò intorno, per lo più verso le sedie vuote.

"Perchè è così vuota questa classe?" chiese

"Perchè è la prima ora. Molti preferiscono saltarla" disse prontamente Oliver.

"Adolescenti." mormorò sottovoce la supplente "Va bene, adesso prenderò le presenze" incominciò perciò a chiamare i nomi dei ragazzi.

"Thalia Light?" Thalia alzò la mano dicendo un "Sono qui".

"Theodore Light?" Alzai la mano e "Eccomi" risposi.

La sostituta li guardò incuriosita "Gemelli?" chiese, e noi annuimmo "Beh, Thalia è davvero un bel nome"

"Grazie" disse Thalia con un sorriso.

"Cosa? Quindi il mio nome è brutto?" brontolai.

Ignorando il mio commento, la supplente continuò a fare l'appello.

Thalia ridacchiò quando feci il broncio "Aw, tranquillo Theo! Tu hai di più di un semplice nome comune" disse.

"Oh certo, ho anche Joy" dissi, ruotando gli occhi.

La sostituta ci diede del lavoro da fare, per poi mettersi a sedere nella cattedra. Oliver si alzò e si sedette con noi.

"Dovremmo lavorare?" disse, gesticolando verso i nostri quaderni

"Credo di sì" dissi sospirando

"Stiamo un pò insieme dopo la scuola?" chiese Thalia dopo che ebbe lavorato per un paio di minuti.

"Sono libero se vuoi volete" disse Oliver con una scrollata di spalle.

"Si, credo che si può fare" dissi appoggiandomi e stiracchiandomi sulla sedia.

Ritornammo poi a lavorare fino al suono della campana. Andammo fuori dalla classe per fare la nostra seconda ora, cambiandoci negli spogliatoi prima della lezione di educazione fisica.

"Voglio solo che arrivi l'ora di andare nella Sala studio" disse Oliver mentre incominciammo a camminare con Thalia.

"Io voglio che arrivi l'ora di tornare a casa." disse Thalia sospirando "La scuola è così noisosa. Posso solo dire che oggi sarà una giornata dolorosamente lunga".

"Ogni giorno è dolorosamente lungo" le ricordai.

"Confortante come sempre, Theo" disse Oliver.

"Faccio quel che posso" dissi sogghignando.

"È così strano." disse una ragazza ai suoi amici camminando verso di noi "Cioè, non si imbarazza? Hai visto cosa indossava oggi?"

"Lui non si imbarazza mai." disse uno dei suoi amici "La parte più triste di tutto questo è che probabilmente potrebbe essere molto attraente se solo lo volesse"

"Lui è un tipo attraente" disse un'altra ragazza sospirando.

Continuarono a parlare anche mentre si allontanarono da noi. Io ed Oliver ci guardammo e ancora una volta alzammo di occhi gli occhi al cielo.

"Cosa pensi che indossi oggi da far parlare così tante persone? Penso che le persone siano ormai abituate al suo modo di vestirsi" dissi.

"Non ti puoi mai abituare ad una persona del genere" disse Oliver, ridendo un pò.

"Credo che tu abbia ragione" dissi infine sospirando.

"Bene, adesso basta parlare di lui, camminiamo." mi disse Oliver, dandomi un giocoso spintone in avanti.

"Perciò Theo, non è la tua ragazza da sogno quella che sta giocando a pallavolo, laggiù?" mi chiese Thalia, dandomi delle gomitate sul fianco e indicandomela.

"Thalia, non indicare" le dissi arrossendo un pò e portando la sua mano in basso.

"Dille che ti piace" disse lei togliendo la sua mano dalla mia stretta.

Sbirciai sul lato del campo, guardando in basso alla ragazza che stava giocando a pallavolo con gli altri ragazzi. I suoi capelli, legati in una coda di cavallo, rimbalzavano nello stesso momento in cui saltava in avanti per colpire la palla.

Fece un passo indietro nella sua posizione, sistemando la coda di cavallo. Era una bella ragazza con la pelle abbronzata e dei luminosi occhi azzurri. Era abbastanza bassa e ben fatta. Sapevo che era molto atletica e che praticamente era anche l'idolo di tutta scuola.

"Aleksandra è molto attraente. Dovresti chiederle di uscire" disse Oliver sbirciandola pure lui oltre il campo.

"Nah, Aleks non uscirebbe con un ragazzo come me" dissi con un'indifferente alzata di spalle.

"Un ragazzo come te? Theo, dai! Tu non sei brutto!" disse Thalia.

"Basta così," dissi prendendole la mano "non ho bisogno che mia sorella mi dica quanto io sia sexy, fa troppo strano"

"Oh, smettila " mi disse, allontanando la mia mano dalla sua "Non stavo dicendo che tu sia sexy. Stavo solo dicendo che come ragazza, che ti ammira in un modo non-raccapricciante e non-incestuoso, tu sei un ragazzo attraente"

"Dimmi che sono carino" dissi girandomi verso Oliver e battendo le mie ciglia verso di lui.

"Theo! Sono seria!" disse Thalia scuotendomi il braccio, imbronciata.

"Quindi lo sono." disse sfregando il mio braccio "Pensavo fosse il momento di dire ad Oliver che sono innamorato di lui, giusto Oliver?"

"Pensavo che il nostro amore fosse chiaro dopo quella selvaggia notte d'estate" disse lui, mettendomi il braccio intorno alle mie spalle.

"Vi odio ragazzi. Non prendete mai nulla seriamente" disse Thalia con un sospiro.

Oliver tolse il braccio da me e sogghignò a Thalia "Certo che lo facciamo! Noi prendiamo tutto sul serio!"

"Stronzate" brontolò Thalia, incominciando a camminare via da noi.

La seguimmo, adesso sogghignando entrambi. Sbirciai di nuovo verso Alesk mentre, di nuovo, colpiva la palla.

Quando finì l'ora andammo negli spogiatoi a cambiarci. Subito ci dirigemmo verso la classe della terza ora fino a quando suonò la campana, determinando perciò anche il cambiamento di classe.

"L'ora della Sala Studio, finalmente!" gridò Oliver, alzando il suo pugno in aria mentre camminavamo nel corridoio.

"Per una volta, condivido anch'io il tuo entusiasmo" dissi.

Camminammo lungo il corridoio fino ad arrivare in mensa dove vi era la cosiddetta "Sala dello studio". Prendemmo le nostre sedie e ci sedemmo al nostro solito tavolo.

"L'ora del relax" dissi, mettendomi le mani dietro il collo e appongiandomi nella sedia.

"Attento a non cadere, e mantieni la tua testa aperta, zuccone" disse la professoressa della Sala, Mrs. Clark, quando mi vide.

La salutai, incurante, con la mano "Non ci penso neppure lontanamente, Mrs. Clark"

La prof controllò le presenze e sospirò "Tre nuovi studenti oggi in questa sala" disse "e due ragazzini che l'hanno lasciata"

"Sono una delle studentesse nuove!" disse una ragazza, arrivando di corsa nella caffetteria "Buongiorno, Mrs. Clark!"

"Buongiorno Lana!" disse Mrs. Clark allegramente, incominciando poi a parlare con la ragazza.

"Hey Theo, guarda chi è una di quelle ragazze" disse sornione Thalia.

Guardai nel punto che Thalia mi indicò e grugnì mentalmente. Bene, adesso Thalia non mi lascerà più in pace e probabilmente mi rovinerà la vita.

Aleks entrò nella sala, parlando con alcune sue amiche. I capelli sciolti, le ricadevano dolcemente sul viso, mettendo ancora più in evidenza i suoi lineamenti.

Seguì i suoi amici al loro solito tavolo e si sedette con loro, ridendo e togliendo i capelli dal suo viso. Sorrise, i suoi perfetti e dritti denti illuminarono la sala.

"Accidenti Theo, osservala senza farti notare troppo, no?" disse Oliver guardandomi.

Distolsi immediatamente lo sguardo da Alesk, arrossendo leggermente e "Sta zitto" mormorai.

Suonò la campanella e mi guardai intorno alla caffetteria. Notai Aleks e Lana come nuove studentesse della Sala, ma Mrs. Clark aveva detto che sarebbero stati tre i nuovi ragazzi.

"Chi pensate che sia l'altro studente?" chiese Oliver, avendo stranamente in testa il mio stesso pensiero.

"Non lo so, forse si è dimenticato di avere Sala Studio oggi" dissi.

Subito dopo, però, qualcuno aprì la porta della mensa e tutti ci girammo per guardarlo. Gemetti mentre l'altro entrava nella caffetteria.

"Bene," sibilai "Sala studio con lui"

Il ragazzo in piedi davanti la mensa catturò l'attenzione di tutti, come sempre. Era alto e robusto, ma non era per quello che aveva gli occhi di tutti su di lui, era per il modo in cui era vestito.

Indossava jeans stretti, verde brillante, tenuti da una cintura, molto simile ad un arcobaleno. Una maglietta attillata che copriva solo la parte superiore del corpo, con dei piccoli gioielli sulle spalle, e al centro l'immagine di una donna che non riuscì a riconoscere.

I suoi capelli erano di una leggera sfumatura di marrone in un lato, ma tirati all'insù da un ciuffo di colore viola scuro. Le sue braccia erano piene di vari tipi di braccialetti e aveva anche una piccola sciarpa blu intorno al suo collo. Le sue orecchie erano piene di piercing sia sopra che sotto, in entrambe le orecchie, e inoltre aveva anche un anello al naso.

I suoi occhi erano ricoperti di un mascara blu con un pò di eyeliner sopra. Il suo piercing blu ghiaccio illuminava la stanza.

Si girò e andò verso un tavolo. La sua testa alzata, e le sue spalle accasciate davano alla sua camminata un mix di pigrizia e confidenza.

Si sedette al tavolo e i ragazzini incominciarono subito a parlargli. Lui ricambiava, parlando con loro, agitando le mani mentre parlava. Notai anche che indossava alcuni anelli alle dita.

"Sono imbarazzato per lui" dissi mentre l'osservavo conversare.

"Mh, non lo so. Se lui non si vestisse in maniera così esotica e colorata, sarebbe veramente, veramente sexy." disse Thalia squadrandolo attentamente "Mi piacciono i suoi capelli al naturale, non il viola scuro. E poi quella sfumatura di marrone è molto carina. Lui almeno abbina l'intero look, cosa che molti ragazzi non fanno"

"Seriamente Thalia, ti ucciderei prima di poterti fare uscire con lui" dissi.

"Tu non mi lasci uscire con nessuno, Theo. Tu sei mio fratello, non mia madre." le ricordò con un dolce sorriso "Non puoi dirmi cosa fare"

"In qualità di tuo fratello, ti proibisco di fissarlo per più di cinque secondi" le dissi coprendole gli occhi.

"Theo!" piagnucolò, togliendo la mia mano dalla sua faccia.

"Dimitri Ivanov," disse Oliver osservandolo mentre continuava ad agitare le mani in selvaggi gesti "sicuramente è un tipo molto interessante".

"Troppo esuberante," dissi appoggiando il mio gomito sul tavolo e riposando la mia guancia contro il palmo "è già abbastanza brutto dover pranzare con lui, e adesso dobbiamo pure studiarci insieme"

"Ignoralo, allora" disse Thalia.

"è un pò difficile ignorare una persona come Dimitri. è glitter quello che ha su i capelli?" strizzai gli occhi per vedere meglio.

"Si, è sicuramente glitter" confermò Oliver.

"Tu lo sai, odio gli omofobi, li odio davvero, davvero tanto. Ma quando vedo qualcuno come Dimitri, capisco il perchè loro li chiamano sempre finocchi." dissi scuotendo la testa disgustato "Voglio dire, come possono andare in giro in questo modo? Diavolo, perchè i loro genitori li lasciano andare così?"

"Forse sperano che li possano vendere in un circo e farci un sacco di soldi?" disse Oliver con un'alzata di spalle.

"Non siate così cretini. Lasciate che il ragazzo faccia quello che vuole. È la sua vita, non la vostra." disse Thalia tirando fuori un libro e leggendolo.

"Siamo gli unici che ci fermiamo ad osservarlo" brontolai trascinando i miei occhi lontano da lui.

Io ed Oliver giocammo a tic-tac-toe fino a quando l'ora finì. Arrivammo alla quinta ora e, dopo la noiosa e lenta giornata, venne l'ora del pranzo.

Thali fece scivolare il mio pranzo lungo il tavolo, verso di me, mentre si sedeva. Oliver si sedette vicino a me e insieme incominciammo a mangiare.

"Ho sentito dire che alcuni ragazzi hanno avuto l'orario completamente cambiato. Hai per caso visto Aleks in una delle tue classi?" mi chiese Thalia.

"No," dissi scuotendo la testa "e neache Dimitri, grazie a Dio"

"Dimitri è nella mia classe di matematica" affermò Thalia.

La classe di matematica era l'unica che io e Oliver non avevamo con Thalia. Noi avevamo scelto una matematica più facile, mentre lei quella più difficile. La nostra lezione di matematica era dopo il pranzo.

"Ma lì non si prendono le persone che ci sanno fare con la matematica?" chiese Oliver.

"Solo perchè si veste come un misto fra Lady Gaga e Adam Lambert non significa che sia stupido." disse Thalia ruotando gli occhi "Anzi, è piuttosto intelligente"

"Tu e le tue persone intelligenti in matematica.." dissi con un sospiro.

"Secchiona" disse Oliver, camuffandolo con la tosse.

"Solo perchè tu sei un deficiente, questo non fa di me una secchiona." affermò Thalia lanciandogli un incantevole sorriso.

Oliver si imbronciò non appena sogghignai. Mangiammo il nostro pranzo tranquillamente. Sentendo poi il rumore della campana, andammo insieme alla lezione dell'ottava ora.

Ci sedemmo ed io picchiettai impazientemente le mie dita sul banco. Volevo solo che finissero le lezioni. Oggi sembravano eterne.

La campanella, finalmente, suonò e la prof si fermò dalla sua spiegazioni dicendo "Va bene, continueremo la prossima ora con Amleto"

La porta venne aperta e Dimitri entrò pavoneggiandosi. Giuro che quel ragazzo non era mai in tempo per le lezioni. Lui doveva essere sempre meravigliosamente in ritardo.

"Dimitri Ivanov?" chiese la nostra prof, Mrs. Slate, fingendo di non sapere chi fosse. Tutti i professori conoscevano Dimitri.

"Sono io" disse Dimitri con la sua voce melodiosa.

"Bene, quindi tu sei il nostro nuovo studente in classe. Per favore, la prossima volta sii più puntuale." disse lei, segnandolo sul foglio delle presenze.

Cosa? Ho pure questa lezione con Dimitri? Dio mio, potrebbe andare peggio?

"Dimitri, mettiti seduto lì, vicino Mr. Light" annunciò Mrs. Slate impazientemente gesticolando verso il banco vuoto vicino al mio.

....come non detto.

 

 

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Wooh, ce l'ho fatta dopo due intensi giorni di traduzione, lol. Spero solo che si capisca più o meno quello che ho tradotto ahaha. Mi farebbe veramente felice sapere che qualcuno la stia leggendo e le piaccia, o comunque la stia leggendo....

Anyway, mi dispiace per eventuali errori e..beh, io ce l'ho messa tutta, alla prossima :)

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Capitolo 2
*** Outside The Lines (2) ***


Mi maledì silenziosamente mentre Dimitri si sedeva vicino a me. Con questa vicinanza potevo perfino vedere quanto fosse scintillante il viola nei suoi capelli.

Mrs. Slate venne verso di noi e fece cadere una copia di Amleto nel banco di Dimitri prima di ritornare alla cattedra. Provai a mantenere lo sguardo su di lei invece che su Dimitri.

"Ehy, a che pagina siete ragazzi?" chiese. La sua voce melodiosa entrò nelle mie orecchie e ballò in ogni parte del mio cervello.

Borbottai il numero della pagina, cercando di non guardarlo. Potrei aver addirittura visto Oliver guardarci e cercare di non ridere.

"Bene Mr. Light, potresti essere il mio Amleto per oggi. Chi vuole essere la Regina?" chiese Mrs. Slate.

"Dimitri vuole fare la Regina!" gridò una ragazza di nome Kim girandosi verso di lui mentre tutta la classe se la rideva.

"Kim, amore, io non voglio essere la Regina, io sono la Regina." rispose Dimitri con un sorrisetto.

"Basta così, tu farai la Regina" disse fissando Thalia "E tu, Mrs Ivanov, sarai Polonio"

"Polonio?" disse spostando drammaticamente i capelli all'indietro "Ma lui parla tantissimo!"

"Bene, così si farà" annunciò Mrs. Slate in modo categorico aprendo il suo libro.Dimitri soggnignò di nuovo.

Incominciammo a leggere le nostre parti. Quando arrivammo nella parte in cui Polonio si nascondeva dietro la tenda, Dimitri smise di leggere e alzò lo sguardo.

"Ma per favore! Perchè mai dovrebbe nascondersi di nuovo dietro una tenda? La Regina ha un udito eccellente, non c'è bisogno di fare il piccolo uomo ficcanaso" disse scuotendo la testa. Un pò di glitter cadde tra le pagine del libro.

"Leggi e basta, nessun commento" sbottò Mrs. Slate.

"Okay, okay" rispose Dimitri agitando la mano verso di lei. Continuò fino alla fine del verso, per poi far continuare a noi.

Continuavo a lanciare occhiate disperate all'orologio, desiderando che finisse al più presto l'ora. Leggere Amleto con una persona come Dimitri era un incubo.

"Come! Un ratto? Morto, per il ducato, morto!*" lessi

"Oh, sono morto!" pianse drammaticamente Dimitri, schiaffeggiandosi con la mano vicino al cuore, e sprofondando sulla sua sedia.

Si sedette compostamente e guardò il libro scuotendo la testa (altro glitter che cadeva sul banco) e sospirò annoiato.

"Chi muore in questo modo? 'Oh, sono morto!" ma per favore. Hai una spada nel petto, noi possiamo dire per certo che sei morto, non c'è bisogno che ce lo dica tu" disse.

"Dimitri, puoi limitarti a leggere e basta?" chiese Mrs. Slate annoiata.

"Sto cercando di entrare nella parte! Sto solo dicendo che è un brutto modo per morire. Scommetto che lei mi ha dato questa parte solo perchè poi verrò ucciso. E alla mamma di Amleto non le interessa minimamente! Se io lasciassi un uomo dissanguato sul tappeto di mia madre, sarei morto per davvero" disse lui.

 "Sta zitto Dimitri. Si suppone che tu sia morto" gli ricordò Kim.

"Oh cara Kimberly, se io fossi morto, tu piangeresti per anni" disse lui, mandandole un bacio con la mano.

"Il resto di noi no. Fai silenzio adesso!" disse Mrs. Slate lanciandogli uno sguardo furioso.

"Impertinente" disse gnignando.

Alzai gli occhi al cielo e continuai a leggere fino a quando la campanella suonò. Mi alzai dal mio posto, fiondandomi quasi verso Oliver e Thalia.

Oliver scoppiò a ridere non appena vide la mia espressione. Lo guardai furiosamente e lo colpì sulle braccia, non era affatto divertente quella situazione!

"Odio la mia vita!" annunciai miseramente.

"Ehi devi sederti vicino a Dimitri solo per un'ora, in fondo" disse Thalia.

Lo guardai. Lui e Kim stavano camminando fuori dalla classe mentre parlavano. Le sue mani si stavano, di nuovo, agitando ferocemente.

"Lo odio. Lo odio. Spero di poterlo pugnalare per davvero." mugugnai.

"È divertente" disse Thalia pensierosamente "e poi...come posso dire, è piuttosto carino. Dopo essere passati oltre il glitter e i colori vivaci" 

"Come puoi andare oltre il glitter e i colori vivaci?" chiesi.

"Seriamente Thalia, non credo che nessuno lo abbia mai visto con dei vestiti normali. Nemmeno quando noi eravamo più piccoli" Oliver disse.

"Noi non lo abbiamo conosciuto alle elementari. Non penso che lui vivesse lì vicino," affermò Thalia "ma ricordo quando arrivò in quinta elementare. Anche allora lui era molto simile a una macchia di colori. Non indossava glitter, almeno penso."

"È odioso" dissi mentre arrivammo nella classe della nona ora e ci sedemmo.

"Lo devi ammettere: è particolarmente divertente" disse Thalia con un sorriso.

 "Non è divertente, è esageratamente drammatico e noioso. Dovrebbe starsene solo zitto" dissi.

"Smettila di essere così scontroso! Sono sicura che Aleks non lo apprezzerebbe" affermò maliziosa Thalia.

Mi guardai intorno e vidi Aleks entrare in classe con un amica. Stava arrotolando i capelli su un dito, sorridendo e annuendo all'amica.

"Theo e Aleks, seduti vicino ad un albero, SI BACIANO. All'inizio viene l'amore, poi il matrimonio, poi Dimitri a rovinare tutto perchè il mondo odia Theo" canticchiò Oliver allegramente.

Avrei solo voluto urlare e strapparmi i capelli.

Dimitri entrò in aula con Kim. Stava giocando con il bordo della sua cicatrice, ascoltando quello che stava dicendo la ragazza.

Avanzò nella stanza, attirando, come sempre, l'attenzione di tutti con il suo aspetto. Lo osservai mentre camminava nella nostra direzione, fino a quando si sedette vicino a noi, con Kim.

"Sono così contenta che ti abbiano cambiato l'orario e che ci abbiano assegnato la stessa classe!" disse Kim sorridendogli.

"Ci si sente molto bene a non essere stati tragicamente separati. Ti devo dare ragione" disse Dimitri lasciando perdere la cicatrice.

"Perfetto, adesso ho il pranzo, Inglese e due ore di Sala studio con lui" sibilai.

"Noi abbiamo il pranzo, Inglese e due ore di Sala studio con lui" lo corresse Thalia.

"Ma non siete voi quelli che dovete sedersi vicino a lui nell'ora di Inglese." dissi, lottando per mantenere la voce bassa in modo che lui non mi potesse sentire "Ogni volta che scuote la testa, è come se esplodesse un barattolo di glitter sul banco!"

"Non è così male, Theo, è soltanto un pò stravagante" disse Thalia facendo spallucce.

"Un pò?" dicemmo io ed Oliver contemporaneamente, lanciandole un'occhiata per farle capire quanto suonava idiota quello che aveva detto.

"Okay, okay, lui è la definizione di 'eccessivamente stravagante', ma non è una persona così male" disse Thalia.

"Certo, nemmeno Hitler e Stalin lo erano," dissi "scommetto che potrebbero fare un meraviglioso tè party insieme!"

"Non lo puoi paragonare a Hitler o Stalin solo perchè indossa vestiti appariscenti o mette glitter nei capelli," disse Thalia annoiata "non uccide mica qualcuno!"

"Non lo puoi provare. Scommetto che uccide vagabondi e gli ruba i vestiti" dissi.

"Questo spiegherebbe perchè non si mette con nessuno" disse Oliver annuendo.

"E se si mettesse il glitter su i capelli perchè pensa che sia Edward Cullen?" dissi.

"Vuoi dire che lui pensa che il sole lo faccia brillare?" chiese Oliver.

Annuì "Certo, si mette il glitter nei capelli, cammina verso il sole e BAM! Subito diventa scintillante"

"Mio Dio, Theo, sei un genio!" esclamò Oliver.

"Che deficienti..." mormorò Thalia.

"Questa Sala studio è così noiosa" disse Dimitri. La sua voce melodiosa arrivò fino a noi.

Era appoggiato sulla sedia, i suoi piedi accavallati sulle ginocchia di Kim. Indossava Vans colorate come un arcobaleno, che scintillavano.

"Allora rendila divertente. Tu rendi sempre tutto divertente" disse Kim.

"Si, si, lo so" disse sogghignando. Guardò in giro per la sala osservando tutti, come se fosse un predatore affamato. Noi, perciò, fingemmo di parlare tra di noi, tanto che il suo sguardo passò le nostre figure.

Mantenni la testa bassa, non volendo guardarlo o attirare la sua attenzione. La sua vista mi disgustava. Onestamente, come si poteva andare in giro in quel modo?

"Torno subito, vado a chiedere aiuto alla mia professoressa di matematica" disse Thalia alzandosi e sparendo fuori dalla classe.

Guardai il mio quaderno, scarabocchiandolo annoiato. Volevo solo che suonasse la campanella, liberandomi così da quell'inferno. Oggi era stata una giornata terribile.

"Scusami?"

Maledissi silenziosamente i miei occhi, che avevano alzato lo sguardo sul ragazzo. Dimitri era di fronte a me, le sue braccia incrociate sul petto e un ghigno sul viso.

"Tu sei il ragazzo con cui mi sono seduto vicino, nella scorsa lezione" disse sedendosi nella sedia di fronte a me.

"Si, sono io" dissi, cercando di mantenere la mia voce e la mia espressione neutrale.

"Abbiamo compiti per la prossima volta, in quella classe?" chiese. I suoi occhi avevano il colore di gelidi ghiacciai, evidenziati ancora di più dal mascara e dall'eyeliner. Non che un ragazzo dovrebbe mai mettersi il mascara e l'eyeliner.

"Si, dovremmo finire la scena in cui siamo adesso" dissi, desiderando che se ne sarebbe andato via al più presto.

"Chi era la ragazza con cui eri seduto?" chiese cambiando completamente argomento.

Oliver tossì sul suo braccio per mascherare una risata. Resistetti alla tentazione di prenderlo a calci negli stinchi.

"Era Thalia" dissi.

"Thalia," pronunciò lentamente, testando il nome sulle labbra "è un bel nome. È la tua ragazza?"

A quel punto Oliver non potè più nascondere la sua risata: rise così forte che si dovette nascondere la testa tra le braccia per cercare di soffocarla. Dimitri prontamente lo ignorò, mantenendo il suoi occhi di ghiaccio fissi sul mio viso, che stava arrossendo.

"Thalia è mia sorella!" dissi sulla difensiva "Accidenti, non hai altri fratelli o sorelle? Non te ne accorgi quando due persone si somigliano?"

"Certo. Ho un meraviglioso fratellino chiamato Galen, lui è molto simile a me. E ho anche una sorella, ma non ci assomigliamo per niente." disse mentre gli spuntava lentamente un sorrisetto sulle labbra.

Il mio cuore si riempì di pena verso chiunque avesse a che fare con Dimitri e specialmente verso chiunque gli assomigliasse. Oh, povero piccolo fratellino di Dimitri.

"Oh, meraviglioso. Adesso potresti lasciarmi solo? Sto lavorando" dissi, incominciandomi ad arrabbiare. Non mi piace parlare con lui di Thalia.

"Vedo quanto tu stia lavorando duramente: ci vuole davvero molta concentrazione per fare dei così fantastici scarabocchi," disse, indicando il mio quaderno. Arrossì leggermente e cercai di coprirli con un braccio.

"Hai bisogno di qualcosa?" chiesi, strizzando gli occhi verso di lui.

"Oh, calmati " disse, agitando la mano "sto solo cercando di fare conversazione"

"Non voglio parlare con te" dissi con tono piatto.

Dimitri schioccò la lingua e scosse la testa, altro glitter scintillante che cadeva sul banco "Questo non è giusto, neanche mi conosci."

"E neanche voglio conoscerti, addio"

"Oh tesoro, tutti vogliono conoscermi" disse. Le sue labbra si arricciarono in un sorriso malizioso.

"Non io" dissi prontamente, allontanandomi da lui.

"Kimberly, amore, questo ragazzo è molto testardo" chiamò oltre le sue spalle.

Kim si alzò e lo raggiunse, afferrando il braccio di Dimitri e mettendolo sul suo fianco. Alzò gli occhi al cielo verso Dimitri.

"Scusami Theo, devo comprargli un guinzaglio" disse con un sospiro.

"Comprami uno di quei collari rosa con attorno le punte" disse Dimitri indicando il suo collo.

"Dio mio, portalo lontano da me, per favore" borbottai.

"Quanto siete scontrosi. Come ti ha chiamato Kim? Theo?" disse Dimitri.

"Questo è il suo nome, Theo" confermò Kim.

"Come Theodore?" chiese Dimitri.

"Non chiamarmi Theodore," dissi fulminandolo con lo sguardo. Ho sempre odiato quando le persone mi chiamavano con il mio nome intero.

"Penso che capirai presto che ho da sempre adorato i nomi interi. Ci vedremo presto, piccolo Theodore" disse facendomi l'occhiolino prima di ritornare con Kim ai loro posti.

"Dì qualcosa, e ti uccido." ringhiai ad Oliver.

"Non dirò neanche una sola parola....piccolo Theodore" disse.

"Oliver!" ringhiai.

Ridacchiò e alzò le mani innocentemente "Calma Theo, sto solo scherzando. Anche se questa scenetta sia stata abbastanza divertente da guardare"

"Sicuramente non è stata divertente da guardare!" dissi, fulminandolo "Lo odio, e sta solo cercando di infastidirmi!"

Osservai di nuovo Dimitri. Era seduto con Kim mentre sfogliava il suo iPhod e glielo mostrava.

"Secondo te perchè mi ha chiesto di Thalia?" chiesi preoccupato. Voleva forse picchiare mia sorella? Diavolo, quale ragazzo vestito in quel modo fa a botte?

"Forse vuole mettersi con lei in modo che possano avere dei bellissimi luccicanti bambini insieme?" disse Oliver, sghignazzando quando gli diedi una gomitata.

Vidi Thalia entrare in classe. Guardai attentamente Dimitri mentre lei si stava dirigendo verso di noi: Dimitri la guardò ma non mosse un passo verso di lei, fortunatamente per lui.

"Ehi, ragazzi" disse Thalia lanciando il suo zaino vicino alla sua sedia per poi sedersi.

"Hey Thalia, indovina chi ha chiesto di te?" disse Oliver sogghignando.

"Chi?" chiese Thalia curiosamente.

"Dimitri" rispose Oliver e con entusiasmo raccontò tutto quello che era successo mentre Thalia non c'era.

Quando finì il racconto, Thalia rise, causandomi il broncio. Mi diede una carezza sulla schiena e mi regalò un luminoso sorriso.

"Aw, vuole esserti amico, Theo!" disse lei.

"Non voglio essere suo amico" grugnì.

"Hai bisogno di amici, tutti quelli che hai è Oliver" disse Thalia puntando un dito verso di lui.

"Ehi, cosa c'è di sbagliato nel 'solo Oliver'?" chiese Oliver accigliandosi.

"Tu russi," disse Thalia con un sospiro "e rubi sempre il mio budino quando vieni a casa mia"

"Perchè Theo mangia il budino alla vaniglia ed è così disgustoso," disse "quindi, ovviamente, rubo il tuo budino al cioccolato"

"Questo perchè Theo è un ragazzo noioso" disse Thalia.

"Hey, non sono noioso!" dissi.

"Theo, la tua idea di divertimento è scorrere la home di Tumblr" disse Thalia sospirando.

"Faccio altre cose, come ad esempio...uhm.... respirare" dissi.

"Wow, sei una persona così affascinante" disse lei sarcasticamente.

"Forse hai bisogno di una persona come Dimitri per rendere più movimentata la tua vita," disse Oliver gnignando "voglio dire, ti vesti sempre in un modo così noioso!"

Mi guardai. Indossavo un maglietta aderente grigia a maniche lunghe sopra dei jeans sbiaditi. Vestiti semplici, in poche parole.

"No grazie, preferirei mantenere la 'Regina dello Stile' fuori dalla mia vita" dissi.

"Tutti vogliono la 'Regina dello Stile' nelle proprie vite." disse Dimitri voltandosi verso di noi con un sorrisetto "E la 'Regina dello Stile' ha le orecchie perfettamente funzionanti, tesoro"

Oliver e Thalia ridacchiarono mentre io arrossivo. Dimitri nel frattempo picchiettava le sue dita contro la sedia mentre mi guardava e mi accorsi solo in quel momento delle sue unghia smaltate di uno scintillante nero.

Quel ragazzo e le sue fottute cose scintillanti.

"Che importa" grugnì lanciando uno sguardo alle sue unghia.

"Potrei abbellirti io, piccolo Theodore" disse, considerando con attenzione il mio aspetto.

"Non voglio che tu mi 'abbellisca'" dissi disgustato "tu sei un piccolo disgust-"

La campanella suonò prima che potessi finire la frase. Dimitri e Kim si alzarono, e il suo sorrisetto si ampliò ancora di più.

"Ci vediamo dopo, piccolo Theodore" disse muovendo le dita verso me a mò di saluto prima di andare fuori dalla classe con Kim.

Strinsi i denti guardandolo mentre scompariva dalla classe e tirando poi un sospiro di sollievo. "Odio. Dimitri. Ivanov."

Thalia ridacchiò "Ma a quanto pare lui no"

La fulminai con lo sguardo e "Zitta Thalia!" dissi.

Mi girai, intenzionato ad uscire dalla classe. Mi domandai quanto potesse trovare divertente Thalia questa situazione.

Sbattei involontariamente contro qualcuno e inciampai all'indietro. Alzai lo sguardo e sentì il mio viso impallidire quando vidi il viso di Aleks.

"Scusami" dissi.

Lei mi regalò un amichevole sorriso e "Non preoccuparti, è stato solo un'incidente" rispose.

Si girò e lasciò la classe con le sue amiche. La guardai fino a quando non scomparve fra la folla, maledicendomi per non essere stato in grado di iniziare una discussione.

"Socievole come sempre, Theo," disse Thalia, battendo la mano sulla mia spalla.

"Thalia, sto per prenderti a calci in culo"  ringhiai.

"Sei di cattivo umore oggi, eh? Andiamo a tirarti su di morale, dai" disse Oliver afferrando il mio braccio e trascinandomi fuori dalla classe con a seguito Thalia, facendomi inciampare su di lui, che ancora mi teneva il braccio.

Chinai la testa mentre passavamo di fronte a Dimitri e Kim nel corridoio.

Non sapevo esattamente perchè ero così disgustato da lui. Forse per il modo in cui si vestiva e si comportava, ma giudicando dal forte odio che provavo verso un ragazzo che conoscevo appena, ebbi la sensazione che questo fosse qualcosa di più di un semplice odio.
 

 

__________________

*Amleto, atto terzo.

-Ma ciao ragazzi :)

Un altro capitolo è stato postato, sperando che qualcuno possa esserne felice. Devo dire che per tradurre sette pagine ci ho messo ben cinque giorni. Okay, o sono molto lenta io o effettivamente sono tante pagine, lol.

Se vi sta incominciando a piacere commentate e fatemi sapere cosa ne pensate. Alla prossima :)

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Capitolo 3
*** Outside The Lines (3) ***


"HO FATTO LA COSA SBAGLIATA ALLA RAGAZZA GIUSTA!" cantai.

"ERA IL TUO MONDO, PICCOLA, ED IO CI HO VISSUTO" continuò Thalia.

"PER FAVORE, PER FAVORE TORNA INDIETRO DA ME" gridò Oliver.

Ridemmo mentre nel frattempo girai verso il viale di casa mia e misi la macchina nel parcheggio. Scendemmo dalla macchina ed entrammo in casa.

Lì, ci togliemmo le scarpe, andammo verso il salotto e ci stirammo sul divano.

"Ho fame" disse Oliver.

"Facciamo la pizza" proposi.

"Abbiamo anche patatine e biscotti!" mi ricordò Thalia.

"Theo! Thalia! Spero che voi due non stiate programmando di abbuffarvi di cibo spazzatura" disse severamente nostra madre, entrando nel salotto.

Io e Thalia, essendo fratelli gemelli, eravamo molto simili. Esteticamente avevamo preso molto da mia madre: avevamo le stesse caratteristiche tondengianti, la stessa mascella e la stessa forma e lo stesso colore degli occhi (verde).

Il colore castano dei capelli invece li avevamo ereditati da nostro padre, ma i tratti fisici di mia mamma sembravano determinati a presentarsi ogni qualvolta potevano: avevamo infatti delle striature bionde nei nostri capelli.

Nostra madre era come sempre: incredibilmente splendida. I suoi capelli biondi avevano dei boccoli fino alle spalle, indossava un vestito nero che le fasciava il corpo e un leggero strato di trucco per mettere in risalto i lineamenti del viso.

"Certo che no, mamma" le dissi rivolgendole un innocente sorriso.

"Tuo padre ed io dobbiamo andare a cenare fuori per un incontro di lavoro con il suo capo, stasera. Tieni, prendi questi soldi e andate a comprarvi un cena salutare, e paga anche per Oliver" disse porgendoci cinquanta euro.

Oliver era sempre nei paraggi di casa nostra. Eravamo cresciuti insieme a lui, e i nostri genitori ormai lo trattavano come se fosse il loro terzo figlio.

"Mamma Light, noi preferiremmo solo degli snack" disse Oliver lanciandole un'affascinante sorriso.

"Oliver. Tu, Theo e Thalia andrete a fare una vera cena!" disse lei usando la voce del 'così-ha-detto-la-mamma-e-così-si-farà'.

"Non puoi obiettare con lei. Sto morendo di fame" affermò Thalia, saltando dal divano e trascinandomi con lei.

"Assicurati che sia qualcosa di genuino Thalia" disse mamma guardandoci mentre Thalia mi trascinava fuori dalla stanza.

"Le patate sono salutari, no?" chiesi.

Mamma annuì, sorridendo "Si! Le patate sono molto salutari"

"Bene, perchè le patatine fritte sono fatte dalle patate, e perciò le patatine fritte sono salutari" dissi, annuendo a me stesso.

"Theodore!" disse seccata.

Ridacchiai e lasciai che Thalia mi spingesse fuori dal salotto con a seguito Oliver. Entrammo in macchina, uscendo dal viale.

"Perciò, dove volete andare ragazzi?" chiesi mentre guidavo senza una meta.

"Andiamo da 'Papa Louie's':" disse Thalia con entusiasmo "cibo economico e pure buono. Il resto dei soldi li possiamo usare per andare a vedere un film o qualcosa del genere"

"Questo è il perchè ce la portiamo sempre con noi" disse Oliver.

Thalia lo colpì sulla nuca, alzando gli occhi al cielo. Io nel frattempo guidai verso la trattoria Papa Louie's, e parcheggiai la macchina.

Entrammo, ordinammo il cibo e ci dirigemmo verso la parte più appartata della sala, aspettando le nostre ordinazioni.

"Amo questo posto, è così rilassante" disse Oliver incrociando le mani dietro la testa.

"Ed è pure poco costoso!" dissi, dando un'occhiata allo scontrino "Tre pasti completi, diciassette euro. Abbiamo ancora trentatre euro da poter spendere"

"Di nulla" disse compiaciuta Thalia.

"Quindi ragazzi, volete andare a vedere un film dopo aver cenato?" chiesi ignorando Thalia.

"Non ho voglia di vedermi un film stasera. Io proporrei di conservare i soldi per un giorno di pioggia, quando non abbiamo nulla da fare" suggerì Oliver.

"Mi piace il tuo ragionamento" dissi, guardando e annuendo ad Oliver.

"Potremmo tornare a casa e giocare a biliardo, dopo aver finito di mangiare" disse Thalia.

"Bella idea! Così posso vincere ad Oliver altri soldi" dissi, soggnignando.

"Come puoi pensare che dopo otto anni consecutivi che tu mi vinca, io rinunci a giocare?" disse Oliver con un sospiro.

Thalia improvvisamente incominciò a ridere, mettendo una mano sulla bocca per cercare di non farsi vedere. Io ed Oliver le lanciammo uno sguardo confuso.

"Non è così divertente, Thalia" dissi.

Lei scosse la testa e disse "Non è per quello, è.....guarda chi è appena entrato"

Così, seguendo il consiglio di mia sorella, mi girai verso la porta. Gemetti ad alta voce non appena comparirono Dimitri e Kim, aprendo la porta ed entrando nella trattoria.

L'aspetto di Dimitri catturò l'attenzione della coppia più anziana, seduti insieme in un angolo, e di una giovane coppia con un piccolo figlio. Questi lo fissarono, chiaramente spaventati dal suo stravagante aspetto.

Chinai la testa, pregando Dio che non ci notassero. Si sedettero insieme in un tavolo, fortunatamente lontano dal nostro.

"Ma porca miseria" dissi.

"Lo ammetto: l'ho invitato io qui" disse Oliver, alzando la sua mano.

Portai la mano in basso e "Perchè diavolo è qui?" dissi.

"Perchè è un ristorante aperto a tutti," sottolineò Thalia "e come noi, lui ha ogni diritto di venire qui"

"Penso che ha fatto venire un attacco cardiaco a quella signora. Il suo sospiro le ha trasformato i capelli neri in bianchi, per lo shock" dissi facendo un cenno del capo verso una donna che lo stava ancora fissando.

"Theo, i suoi capelli erano bianchi anche prima che entrasse lui" disse Thalia.

"No, erano neri. Vatti a fare una visita dall'oculista" dissi.

"Oh, ma fammi il piacere.." rispose Thalia.

Sospirai seccato "Spero proprio che Dimitri non si accorga di noi o giuro che-"

"Oh ma guarda che sorpresa, il mio meraviglioso piccolo Theodore!"

 "...dannazione"

Dimitri saltellò fino al nostro tavolo, con un sorrisetto sul viso "Piccolo Theodore, sua sorella dal bel nome e il ragazzo di cui non può fregar di meno," disse salutandoci, facendoci un piccolo inchino "che bello vedervi qui"

"Oh Mr. Brillantezza, neanche a me può fregar di meno di te" brontolò Oliver.

Dimitri lo ignorò, mantenendo lo sguardo su me e Thalia "Oh, meravigliosa ragazza di nome Thalia, credo che noi abbiamo lezione di matematica insieme" disse, tendendo la mano verso di lei. Gli anelli alle dita luccicarono non appena catturarono la luce intorno a noi.

"Si esatto, sei seduto di fronte a me" disse Thalia, prendendo la mano nella sua.

Invece di scuoterle leggermente la mano  come tutte le persone normali farebbero, Dimitri fece un altro piccolo inchino e le baciò il dorso della mano. La lasciò e si raddrizzò, tenendo poi la sua mano sulle sue labbra.

"È stato incantevole averti conosciuto. Hai un nome così carino, a differenza di quello di Theodore. Mi fa proprio pensare a Teddy Roosvelt" disse con un drammarito sospiro.

"Non sono stato chiamato così per farti un piacere. Dimitri poi, è un nome comune" dissi fissandolo.

"Dimmi quanti Dimitri conosci. Sono l'unico Dimitri in tutta la scuola, l'unico e l'originale" disse indicandosi.

"Questo di sicuro." brontolai. Lanciai uno sguardo a Kim che ci stava osservando con divertimento "Avete un appuntamento insieme?"

"Perchè? Lei è mia sorella. Non hai dei fratelli gemelli? Non sai riconoscere quando due persone si somigliano?" disse lui con tono derisorio.

"Kim è tua sorella?" chiesi. La mia mascella stava quasi cadendo per terra dallo stupore.

"La mia anima gemella." disse lui "Non è vero, Kimberly, tesoro?"

"Anima gemella per la vita" disse lei annuendo.

"Ma, per risponderti alla tua domanda, no. Io e il mio tesoro Kimberly non abbiamo un appuntamento. Lei desiderebbe che lo fossimo, ma non posso averla come fidanzata: non posso gestire tutta questa perfezione nella mia vita" disse con un'altro drammatico sospiro, appoggiandosi la mano sul cuore.

"Puoi andare via adesso?" chiesi.

Picchettò le dita sul tavolo. Realizzai quanto fossero lunghe e delicate le sue dita. Assomigliavano alle dita di un'artista.

"No, piccolo Theodore, non posso andare via adesso" disse. Dio, volevo solo schiaffeggiare quello stupido sorriso sulla sua faccia.

"Perchè no?" domandai.

"Perchè? Perchè odierei vederti distrutto!" pianse, come se fosse stata la cosa più ovvia del mondo. "So che sei infatuato di me. Adesso non hai più bisogno di nasconderlo, tesoro"

Thalia e Oliver incominciarono a fare dei colpi di tosse per mascherare le loro risate. Fissai Dimitri con la mia bocca spalancata.

"Sono infatuato dell'idea di te che spingi il tuo ego su per il tuo culo" sbottai, attirando l'attenzione della vecchia e giovane famiglia.

Dimitri fece una grassa risata. Si sporse sul tavolo, più vicino a me, il suo sorriso diventava sempre più ampio "In realtá ho anche qualcos'altro che posso spingere su per il tuo culo, piccolo Theodore" sussurrò lui, afferrandomi per la cintura.

Lo spinsi lontano da me, lanciandogli uno sguardo disgustato "Voglio fare sesso con te quasi quanto voglio ingoiare le lamette di un rasoio".

"Dai Dimmy," disse Kim, venendo e prendendolo per mano "andiamo via prima che il povero Theo ti uccida"

"Kimberly, amore, abbiamo già discusso su questo. Dimitri se ne va quando vuole lui" disse, alzando il sottile sopracciglio verso di lei.

"Ti chiamerò con il tuo soprannome!" affermò lei.

Dimitri sospirò "Mh, interessante. Preferirei comunque che tu mi chiamassi Dimitri, e nient'altro." disse appoggiando una mano sul suo fianco in un gesto molto femminile "Personalmente trovo il mio nome abbastanza favoloso"

"Lo è, e di conseguenza lo sei anche tu. Adesso andiamo prima che Theo commetta un omicidio. Ha tutto il diritto di farlo, però rimarrei sola se lo facesse" disse Kim, facendomi un sorriso di scuse mentre tirava Dimitri per la mano.

"Bene, devo ritornare al mio tavolo adesso. Cerca di sopravvivere alla mia assenza, piccolo Theodore" disse, agitando le sue dita verso di me mentre Kim lo spingeva a sedersi al loro tavolo.

"Fatemi capire. Proprio questa mattina non avevo mai parlato con lui e adesso è ossessionato da me?" dissi miseramente.

Thalia soggnignò "È divertente".

"Nuoce ai mie occhi," disse Oliver strofinandoseli "è così luminoso e brillante"

Vennero chiamati i numeri delle nostre ordinazioni e Oliver si affrettò ad alzarsi per prendere il cibo. Tornò equilibrando nelle sue braccia due vassoi.

Li posò sul tavolo e incominciammo a mangiare affamati. Volevo finire di mangiare e andare via di lì il prima possibile in modo da poter uscire da quell'inferno, lontano da Dimitri.

"Cavolo Theo, potresti mangiare con più calma?" chiese Oliver, guardandomi inalare la mia cena.

"Sono incinto, mangio per due" dissi, accarezzando il mio stomaco.

"Wow, sto realizzando quanto doveva essere grossa nostra madre. Lei mangiava per tre." disse Thalia facendo un piccolo fischio.

"Forse ho monopolizzato io tutto il cibo" dissi con un'alzata di spalle.

"Molto probabilmente. Credo che le balene siano gelose del tuo appetito" disse Thalia con un sospiro.

"Devo crescere, sono ancora piccolo" dissi, mettendo l'ultima patatina nella mia bocca.

Un altro numero venne chiamato e Dimitri si alzò, sparendo dalla sala. Ritornò un minuto dopo, tenendo senza fatica due vassoi mentre ritornava al suo tavolo.

Lo dovevo ammettere: il ragazzo aveva grazia. Possedeva il delicato equilibrio di un ballerino. Con le sue attente dita d'artista e le sue lunghe e bilanciate gambe, poteva essere davvero una persona artistica e creativa. Invece era solo un egocentrico rompiscatole.

"Theo, perchè non gli fai una foto? Dura più a lungo" sussurrò Thalia.

"Preferisco non rompere la fotocamera" dissi, portando lo sguardo alla mia soda e prendendone un sorso.

"Non è così brutto," disse Thalia sospirando "se indossasse vestiti normali e smettesse di usare glitter, sarebbe piuttosto sexy. Ha il bell'aspetto tipico dei Russi"

"Come sai che è Russo? chese Oliver confuso.

"Probabilmente sta solo prendendo tempo" dissi.

"Ah-ah, molto divertente." disse Thalia alzando gli occhi al cielo "E poi Dimitri Ivanov è chiaramente un nome Russo"

"Se il mio primo nome fosse stato 'Night', il mio nome completo sarebbe stato 'Night Light'" affermai.

"Sei un'idiota" disse Thalia senza speranza.

"Ho finito di mangiare, andiamo a giocare a biliardo!" disse Oliver alzandosi e prendendo i nostri vassoi. Tolse i rifiuti su di esso per poi riposare i vassoi sul tavolo.

Ci alzammo e bevvi il mio ultimo sorso di gassosa. Lo gettai nel cestino, per poi controllare ancora un volta il portafoglio per essere certo di avere i soldi che mamma mi aveva dato.

"Piccolo Theodore, stai andando via?" chiamò Dimitri, osservandoci.

"No Dimitri, abbiamo sentito in giro che stare alzati dopo aver mangiato aiuta a digerire più velocemente." dissi lanciandogli un'occhiata di fuoco "È ovvio che ce ne stiamo andando."

"Spero che tu faccia dei bellissimi sogni su di me stanotte" disse, mandandomi un bacio con la mano.

"Spero che tu abbia una combustione improvvisa" risposi.

"Theo," disse Thalia ruotando gli occhi "quelle due coppie vi stanno fissando"

"Lasciali guardare" dissi alzando il dito medio per dargli una vista migliore.

"Sei proprio un bambino!" disse, facendomi abbassare la mano e tenendola saldamente a sè. Mi trascinò letteralmete fuori dal locale prima che avessi avuto la possibilità di poter dire qualcos'altro a Dimitri.

Entrammo in macchina e maledì Breathe Carolina per l'intero viaggio di ritorno verso casa. Quando arrivammo a casa, entrammo dentro e scendemmo giù per il seminterrato dove c'era il tavolo da biliardo.

"Incomincia tu" dissi ad Oliver, consegnandogli il bastone del biliardo.

Thalia si sedette sul bordo della tavola, guardando Oliver fare la prima mossa. Lui si spostava intorno, puntando la stecca verso il basso.

"Dannazione" disse con un sospiro mentre il 2 ruotava verso il bordo della tavola.

"Sono in testa!" dissi puntando al 15 e affondandolo nella buca con grazia.

"Non riesco a smettere di pensare a Dimitri, è così eccentrico! Mi chiedo perchè.." disse Thalia pensierosa "potrebbe essere davvero un bel ragazzo se smettesse di vestirsi in quel modo tutte le volte. Sicuramente lui ne è a conoscenza"

"A chi importa" risposi seccato, guardando Oliver fare un epico fallimento in un tiro. "Quel ragazzo mi infastidisce come nessuno ha mai fatto prima"

"Mi chiedo perchè abbia scelto te come bersaglio" disse Thalia, guardandomi.

"Perchè ogni santo che è esistito in questo mondo mi odia" dissi amaramente.

"Forse gli piaci. E poi, non penso che Dimitri sia completamente gay" disse Oliver.

"Penso che sia bisessuale. Ho sentito storie su di lui dove stava sia con ragazze che con ragazzi. Non so se siano vere, ma sembrerebbero possibili" disse Thalia.

"Com'è possibile che abbia avuto delle relazioni? Insomma, guardatelo" affermai.

"Sei solo geloso perchè vuoi andare a letto con Aleks" disse Oliver, ridendo.

"No!" dissi scuotendo la testa "Non è vero! Voglio solo stare insieme a lei nel letto" dissi.

"Che cosa significa 'stare insieme a lei nel letto'? Non penso che significa quello che tu pensi che significa" disse Oliver muovendosi intorno la tavola da biliardo cercando di trovare un buon tiro per il 6.

"Non so cosa significa ma suonava sporco, quindi l'ho detto" dissi con un'alzata di spalle.

"Comprati un vocabolario" disse Thalia colpendomi sulla fronte.

"Fatti degli amici" dissi schivando le sue dita e dandogli degli scherzosi pugni sulle spalle.

"Beh, so una cosa per certo" disse lei facendomi un sorrisetto che non mi piacque per nulla. Era un divertito e diabolico sorrisetto. Potevo dire per la prima volte che a Thalia stava piacendo poter vedere negli occhi la disperazione di qualcuno.

"Si? E qual'è?" chiesi cautamente mentre Oliver faceva un altro orribile tiro.

"La scuola sta diventando leggermente più interessante adesso che Dimitri è interessato a te" disse e il suo sorrisetto diventò sempre più ampio.

Mia sorella gemella era una stronza, il mio migliore amico faceva schifo a biliardo, e la definizione di 'egocentrismo' mi ha fatto diventare una sua nuova vittima. La mia vita faceva ufficialmente schifo.
 

 

 

 ___________________

 Ma ciao ragazzi :)

Sto letteralmente mettendo anima e corpo in queste traduzioni e spero che almeno faccia felice qualcuno, lol.

Non ci crederete, ma l'ho finita in due giorni. DUE.

Merito un applauso.

No okay, scherzavo ahah

Alla prossima :)

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Capitolo 4
*** Outside The Lines (4) ***


"Un altro bellissimo giorno di lezione insieme a Dimitri!" disse Thalia non appena entrò a scuola.

"Thalia, smettila" l'avvertì. Mi aveva provocato per tutto il giorno, porca miseria.

"Ehi, stai tranquillo" (in inglese: lighten up) mi disse Oliver. Fece una pausa e incominciò a ridere "Lighten up! L'hai capita? Io tuo cognome è Light. Lighten up!"

"Sei un completo idiota" dissi sospirando, ormai senza speranza.

"Abbiamo bisogno di nuovi amici" mi disse Thalia facendo un sospiro simile al mio.

Esaminai le persone che avevamo intorno "Mh, mi piacerebbe farmi degli amici. Oh mio dio, ma avete visto quei pantaloncini? Non posso farcela. Indossare dei pantaloncini e per giunta corti, potrebbe essere una mia debolezza"

Thalia e Oliver seguirono il mio sguardo fino a quando i loro occhi individuarono la figura di Aleks. Stava entrando a scuola con alcuni suoi amici.

Aveva un sorriso accecante sul viso, mentre portava una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Stava indossando degli incredibili pantaloncini corti bianchi e una maglietta azzurra. La sua pelle era abbronzata e le sue gambe erano lunghe e magre.

"Dio, è bellissima" dissi. I miei occhi seguivano ogni suo movimento mentre camminava lungo il corridoio.

"Se hai intenzione di scopartela, fallo a casa sua. La tua stanza è di fronte alla mia e non voglio sentire proprio nulla" disse Thalia alzando gli occhi al cielo.

"Theo non può scoparsela se non ha nemmeno le palle di andarci a parlare!" disse Oliver.

"Hai ragione" disse Thalia annuendo.

"Ragazzi, le ho parlato giusto ieri!" ricordai loro.

"Solo perchè ti sei scontrato con lei come un'imbecille" disse Thalia. Oliver sghignazzava.

"Forse era questo il mio obiettivo.." dissi, difendendomi.

"Si e magari noi non siamo imparentati. La schiacciante verità però, è che noi lo siamo e, visto che ti conosco molto bene, tu stai chiaramente mentendo" affermò Thalia con un alzata di spalle.

Feci schioccare la mia lingua verso di lei "Stronza."

"Sarò la tua nuova sorella, Theo" disse Oliver, mettendo le sue braccia intorno alle mie spalle.

"No, grazie mille" dissi ad Oliver tenendolo lontano da me.

La campana suonò e tutti e tre andammo verso la classe. Il giorno passò lentamente fino a quando giunse l'ora della Sala Studio.

"Finalmente" dissi non appena entrai nella caffetteria "il resto di questo edificio è così dannatamente caldo"

"Scusa, allora dovrò andarmene" disse Oliver con una smorfia.

"Per favore, fallo." disse Thalia "Ovviamente tutto questo caldo è la conseguenza della tua troppa bellezza, Oliver"

Ci sedemmo al nostro solito tavolo. Suonò l'ultima campanella nel momento in cui entrò Mrs. Clark nella mensa. Quest'ultima si sedette e fece l'appello.

Guardai verso la porta quando venne spintonata. Entrò Dimitri, in ritardo come sempre. Stava messaggiando con il suo telefono mentre si incamminava verso il tavolo dove si era seduto anche ieri.

Oggi sembrava meno ridicolo, sempre se potesse essere possibile: indossava dei pantaloni viola scuro, che si abbinava al colore del suo ciuffo, un maglione giallo senape e delle converse rosse.

C'era un laccio rosa fluorescente infilato nei passanti dei jeans che finiva legato in un fiocco nella parte anteriore. Aveva una sciarpa viola intorno al collo con delle lettere color oro sull'estremità. Non riuscì a distinguere le lettere, ma comunque il viola della sciarpa era di una tonalità diversa del viola dei suoi pantaloni.

Aveva sempre i soliti anelli alle dita. Nei suoi capelli c'era il glitter e aveva di nuovo del mascara blu e dell'eyeliner nero.

Dimitri posò il telefono nella tasca, alzò lo sguardo, si guardò intorno e cercò il tavolo.

Comparì un gnignò sul suo viso mentre cambiò la direzione verso cui stava andando, per dirigersi verso il nostro tavolo.

"Piccolo Theodore, non sapevo che avevamo Sala Studio insieme" disse.

"DMI, sono le tue iniziali quelle?" chiese Thalia osservando la sciarpa di Dimitri.

"Dimitri Mikhail Ivanov, questo è il mio meraviglioso nome" rispose lui, spostandosi una ciocca di capelli caduta sulla sua fronte rotolandoselo poi sulle dita e spingendoselo indietro.

"Bella sciarpa," disse Thalia con un cenno "mi piace"

"L'ha fatta mia madre. Lei è come la signora Weasley di Harry Potter, solo che invece di farmi dei maglioni con la prima lettera del mio nome, mi fa le sciarpe con le iniziali" disse facendo spallucce.

Dopo che Thalia aveva parlato dell'idea che Dimitri fosse Russo, mi accorsi che aveva anche un leggero accento. Era questo perciò quello che rendeva così melodica la sua voce. Mi incominciai a chiedere se provenisse davvero dalla Russia.

"Piccolo Theodore, mi stai fissando. Vuoi per caso farmi una foto?" chiese Dimitri alzando un sopracciglio verso di me.

"è difficile riuscire a non fissare un ragazzo che luccica" dissi. Si trovava proprio sotto la luce e i suoi capelli stavano scintillando.

"Irradio perfezione" disse, portando la sciarpa sulle spalle.

"No, sei strano abbastanza per metterti il glitter sui capelli"

Thalia mi diede una gomitata ed io le grugnì, accarezzandomi il fianco. Mi lanciò un'occhiata di avvertimento. La sua espressione mi stava dicendo di starmene zitto e lasciare Dimitri da solo ma, ehy, il ragazzo è venuto qui di sua spontanea volontà, non era di certo colpa mia.

"Quando esco dalla doccia ogni mattina, mi piace pensare di essere una tela nera con un disperato bisogno di essere perfezionato" disse.

"E lo fai attraverso il glitter e il laccio rosa?" chiesi.

"Certo" rispose accarezzando il laccio.

"Perchè non siamo giù laureati in modo da poter stare lontani da persone come lui?" chiesi girandomi verso Oliver, indicando Dimitri mentre parlavo.

"Theo!" disse Thalia dandomi una botta sulla testa. Sobbalzai e le lanciai un'occhiata di fuoco.

Dimitri ridacchiò mentre ci osservava "Ti trovo molto interessante, piccolo Theodore"

Lo fissai sconvolto "Tu trovi me interessante? Amico, ma ti sei visto allo specchio?"

"Dimitri!" Vieni qui!" uno dei ragazzi di un altro tavolo lo chiamò prima che Dimitri avesse avuto la possibilità di rispondermi.  Il ragazzo che lo aveva chiamato gli fece un cenno.

Dimitri sospirò "Purtroppo mi dovrò allontanare da te, piccolo Theodore. Lo so che il pensiero di essere divisi ti farà impazzire dalla tristezza, ma non preoccuparti, ci rivedremo all'ottava ora!"

"Smettila di chiamarmi piccolo Theodore! Il mio nome è Theo!" dissi seccato.

"Ma il tuo vero nome è Theodore" disse Oliver aggrottando le ciglia.

"Okay, adesso che il futile personaggio secondario ci ha dato le sue perle di saggezza, ci possiamo rivedere fra un paio di ore, piccolo Theodore" Dimitri mi fece l'occhiolino prima di dirigersi verso il ragazzo che l'aveva chiamato.

"Oliver!" sbottai ricordandogli il suo nome.

"Il futile personaggio secondario?" chiese Oliver imbronciandosi "Mi offende la descrizione che ha fatto di me"

"Smettila di fare come se te ne importasse di lui, Theo. Ti sta solo provocando" disse Thalia, strizzando gli occhi.

"Beh, non mi piace che lo faccia" disse strizzando anch'io gli occhi verso lei.

"Neanche a me mi piace questo ragazzo. Mi ha paragonato ad un'inutile personaggio secondario!" disse Oliver incrociando le braccia.

Thalia alzò gli occhi al cielo "Va bene, adesso smettetela di prendervela con lui"

"Prendersela con lui?" chiesi scioccato "è venuto lui da noi!"

"Ma gli dai così tanta importanza quando lui invece sta solo cercando di scherzare un pò" disse lei, prendendo un libro dallo zaino e incominciando a leggerlo, annunciando che non aveva nient'altro da aggiungere su quell'argomento.

"Ugh, sorelle.." mormorai, schivandola quando mi stava per colpire da sotto il tavolo.

Presi il mio iPod mettendomi una cuffia e dando l'altra ad Oliver. Ascoltammo insieme un pò di musica e giocammo sull'iPod fino a quando suonò la campana.

Mi alzai, portando lo zaino sulla spalla, aspettando Oliver e Thalia. Guardai Dimitri uscire dalla caffetteria con i suoi amici senza dare la solita fastidiosa occhiata nella nostra direzione mentre se ne andava.

Ce ne andammo anche noi, avviandoci verso la classe dell'ora successiva. Fondamentalmente feci solo dei lunghi pisolini nelle altre due classi, svegliandomi solo quando la campanella suonò avvertendoci che fosse ora di pranzo.

Io ed Oliver ci sedemmo al nostro tavolo. Oliver guardava in giro, alla ricerca di Thalia quando i suoi occhi improvvisamente si spalancarono.

Mi girai per vedere cosa lo avesse scioccato così tanto, ma lui mi obbligò a guardare dritto davanti a me. Scosse violentemente la testa verso di me. 

"Io non guarderei se fossi in te, penso che ti possa venire un attacco cardiaco" disse.

Tolsi le sue mani dalla faccia e mi girai e...cavolo, quando Oliver mi aveva detto che potrei aver avuto un'attacco cardiaco non stava scherzando.

Thalia stava ridendo e annuendo a Dimitri. Lentamente lui portò le sue mani sui fianchi di lei e sul suo viso apparì il solito ghigno, mentre nel frattempo scuoteva la testa.

Dimitri, Kim e un altro ragazzo fecero un cenno a Thalia mentre andavano via. Thalia si girò e si diresse verso il nostro tavolo.

"Che diavolo è successo?" domandai, facendo dei gesti sul punto in cui erano stati quei quattro.

"Interazione umana" disse Thalia.

"Thalia, perchè stavi facendo 'la grande amica' con lui?" chiesi.

"Perchè la nostra professoressa di matematica ha chiesto a noi quattro di dare delle lezioni per aiutare alcuni ragazzi  che fanno schifo in trigonometria, quindi una volta ogni tanto resteremo a scuola per aiutarli" disse lei.

"Dimitri? Un tutore?" chiesi non riuscendo a crederci.

"è molto intelligente," insistette lei "ne saresti sorpreso. Non prende nulla sul serio, ma è un fottuto genio"

"Quindi loro dovrebbero restare con voi, esperti in matematica?" chiese Oliver.

"Noi non siamo degli 'esperti', siamo solo intelligenti. E si: Kim, Dimitri e Jordan ed io siamo degli studenti intelligenti in matematica"

"Jordan! Sapevo di aver riconosciuto quel ragazzo!" dissi annuendo a me stesso "Non vedo che non gradisce la compagnia di Dimitri"

"Theo, non tutti odiano Dimitri. Jordan pensa che lui sia divertente" disse Thalia, tirando fuori il suo pranzo e prendendo un sorso di 'Arnold Palmer'.

"Solo, non dirgli che sono con lui nell'ora del pranzo" mormorai, lanciando una patatina nella mia bocca.

"Non credo che gli importi tanto quanto tu credi. Sono abbastanza sicura che trovi le tue reazioni eccessive, divertenti" disse Thalia.

"Bene, se hai intenzione di fare ancora l'amicona con lui, puoi benissimo dirgli di lasciarmi fottutamente in pace" dissi.

"Nah, è divertente guardare voi due" disse lei ghignando.

"Sei una stronza" dissi imbronciato.

"Theo, devi solo assecondarlo. Smetterà di infastidirti se lo fai" mi suggerì Thalia.

"No grazie" dissi, tornando poi a mangiare. Mi ero stufato di parlare di Dimitri, preferivo piuttosto ignorare la sua esistenza.

Mangiammo e parlammo fino a quando sentimmo il trillo della campanella. Entrammo nella classe di Inglese e prendemmo posto. Sospirai mentalmente: non volevo incontrare di nuovo Dimitri.

L'ultima campana suonò e, come al solito, Dimitri entrò in ritardo di un minuto. Mrs. Slate gli lanciò un'occhiataccia ma non gli disse nulla, mentre lui nel frattempo si sedette vicino a me.

Aveva una cuffia in un orecchio e potei perfino sentire la musica provenire da esso. Cercai di ignorarlo, sperando che spegnesse l'iPod.

"Guarda la mia ragazza: è l'unica che ho avuto. Non è un granchè, ma non mi sembra che ne abbia avute tante".

La musica continuava ad uscire dalla sua cuffia, forte e chiara. Tirò fuori l'iPod e lo mise in pausa, togliendosi gli auricolari, e mettendosele in tasca.

"Ciao piccolo Theodore," salutò vivacemente "ci siamo ricongiunti, finalmente"

"Dimitri! Fai silenzio o dovrò cacciarti via dalla classe!" disse duramente Mrs. Slate.

"Per favore, lo faccia" la pregai.

"Scusa Theo, qualcuno doveva pur sedersi vicino a lui" disse Mrs. Slate con un' alzata di spalle.

"Il piccolo Theodore ama sedersi vicino a me" disse Dimitri, sorridendomi. I suoi denti erano perfettamente dritti e di un bianco quasi accecante. Oh, qualcuno qui sicuramente prende l'igiene dentale sul serio.

"Penso che noi due abbiamo diverse definizioni della parola 'amore'" dissi, lanciandogli un'occhiata.

"'Amore' come parola comune indica un' intenso sentimento di profondo affetto. Come verbo, un' intenso sentimento di profonda romanticità o di attaccamento sessuale per qualcuno." disse, le sue labbra curvate nel solito ghignò "Quindi, tu hai un intenso sentimento di profondo affetto per essere seduto vicino a me. O un' intenso sentimento di profondo amore o attaccamento sessuale...non ne sarei sorpreso, molte persone ce l'hanno"

"Chi? Il tuo cane?" chiesi.

"Direi che sono persona più a favore dei gatti. E comunque si, il mio gatto Hugo mi ama. Tu ed Hugo avete così tanto in comune!"

"Non ho niente in comune con il tuo dannato gatto!" dissi irritato.

"Siete entrambi carini" disse facendomi l'occhiolino.

Oh. mio. dio. Dimitri Ivanov stava flirtando con me. Non ci credo, la mia vita è ufficialmente finita.

"Dimitri, sai stare in silenzio?" disse Mrs. Slate seccata.

"Lui non sta mai zitto, prof" rispose Kim.

"Fate entrambi silenzio o vi mando dal preside!" disse Mrs. Slate, sollevando la sua copia di Amleto.

"Mh, preferirei stare qui con il mio piccolo Theodore" disse Dimitri mentre il suo sorrisetto si fece più ampio.

"Puoi smetterla di chiamarmi in quel modo? Il mio nome è Theo!" dissi con frustrazione.

"Incominciate ad aprire il libro da dove l'abbiamo lasciato l'ultima volta" ordinò Mrs. Slate ignorando i due.

Lo aprimmo e incominciammo a leggere. Sorprendentemente Dimitri non disse molto. Solo, occasionalmente ridacchiava per quello che veniva detto nel libro.

La campanella suonò e mi alzai, diretto ovviamente verso Thalia. Lei e Oliver si misero a ridere di me, non appena mi videro. Thalia poi mise un braccio sulle mie spalle.

"Pronto per la Sala Studio, piccolo Theodore?" mi chiese lei sogghignando. Oliver ridacchiò.

"Solo se tu sei pronta per morire, piccola stronzetta" dissi affettuosamente.

"Non pensarci più Theo! Il ragazzo ha davvero fatto silenzio per tutta l'ora, dopo" disse Oliver non appena lasciammo la classe, diretti verso la Sala Studio.

"Qualcuno di voi scambierebbe il posto con il mio? Per favore?" dissi facendo gli occhi dolci.

"No. Credo ti farà bene sederti con Dimitri" disse Thalia accarezzandomi la testa mentre entravamo nella Sala.

Ci sedemmo ai nostri soliti posti in fondo alla sala. Mi girai verso Oliver facendo anche a lui gli occhi a cucciolo, mettendo in mostra il labbro inferiore e facendolo tremare.

"Diavolo, no, neanche mi devi guardare. Non mi siederò vicino a lui" disse Oliver allontanando la mia faccia dalla sua.

"Concentrati solo su Aleks. Questo ti metterà su di morale" disse Thalia, facendomi girare la testa, in modo da poterla vedere entrare in classe.

"Dio, quei pantaloncini" gemetti.

"Questo è il mio ragazzo!" disse Oliver dandomi una pacca sulla schiena.

La campanella suonò ed io mantenni i miei occhi su Aleks mentre si sedeva.

Tornò a parlare con i suoi amici, facendo girare una ciocca di capelli intorno alle dita mentre ridacchiava.

"O mantieni gli occhi su di lui" disse Oliver facendomi girare la testa verso Dimitri che stava entrando nella Sala con Kim.

"Che schifo, l'ultima volta ha detto che sono 'carino'" dissi, scuotendo la testa disgustato.

"Quindi...Dimitri è gay?" disse Oliver guardando Thalia.

Thalia fece spallucce "Non ne ho idea. Può darsi che stia solo scherzando, non lo so"

"Non potrei tener in conto questo. Si mette il glitter nei capelli, Thalia" dissi, sospirando senza speranza.

"Piccolo Theodore, non ti piace il mio glitter?"

Alzai lo sguardo verso Dimitri. Era in piedi di fronte al mio tavolo, le sue braccia incrociate al petto, uno sguardo compiaciuto sul suo viso.

"Mi piace il glitter più di quanto mi piaci tu" dissi.

"Incredibile." disse, afferrando una sedia e mettendola di fronte a noi in modo che potesse sedersi "Comunque, devo scusarmi. Non sono qui per te, piccolo Theodore." il suo sguardo slittò su Thalia "Restiamo qui per fare i tutor, stasera? Kimberly vorrebbe saperlo"

"Certo, non ho niente da fare dopo la scuola." disse Thalia con una scrollata di spalle "Theo potresti venirmi a prendere dopo aver finito di fare le lezioni?"

"Non ce n'è bisogno," disse Dimitri, agitando con noncuranza la mano verso di me "ti posso dare io un passaggio fino a casa. Dovrei comunque riportare a casa Kimberly cara"

"Certo, voglio davvero farti vedere dove vivo." dissi ruotando gli occhi "Ti verrò a prendere io, Thalia"

"Oh, piccolo Theodore, non ho intenzione di venire a casa tua a spiarti la notte e accarezzarti in modi che potresti trovare scomodi e inappropriati." disse Dimitri, un sorriso tirato comparì sulla sua faccia "Non pensare così tanto a te stesso. E comunque ci vorrebbe molta più fatica non gradire l'esperienza"

"Theo, stai tranquillo." disse Thalia prendendomi fra le braccia. Fece un gentile sorriso a Dimitri e "Grazie Dimitri, credo che accetterò la tua proposta, se per te va bene" disse.

"Avere due bellissime ragazze nella mia macchina è sempre un piacere per me" disse lui, ampliando il suo sorriso.

"Non sono d'accordo con la decisione di mia sorella..." dissi.

Ma Dimitri mi ignorò, ruotandosi sulla sua sedia e "Kimberly amore, noi staremo qui dopo la scuola per fare i tutor. Porterò te e Thalia a casa" disse.

Kim alzò il pollice in sù, come approvazione, girandosi poi per tornare a fare quello che stava facendo. Dimitri si girò nuovamente verso di noi.

"Okay, adesso puoi andartene" dissi impazientemente.

"Oh piccolo Theodore, sei sempre così scontroso" disse. Avrei voluto raggiungerlo e schiaffeggiare quel suo dannato ghigno sul viso.

"Smettila di chiamarmi Theodore! Quante volte te lo devo dire che il mio nome è Theo?" chiesi stringendo i pugni sotto il tavolo.

"Ma il tuo nome intero è Theodore, giusto?" disse Dimitri.

"Si, ma non mi è mai andato a genio Theodore, sono solo Theo e basta" dissi.

"Ma i tuoi genitori ti hanno chiamato Theodore, perciò io ti chiamerò Theodore. I genitori non chiamano i loro figli con dei soprannomi" disse.

"Perchè non parliamo di Kimberly? Tu la chiami Kim!" gli feci notare.

"Mi chiama Kimberly più del soprannome Kim" disse Kim, guardandoci e ridendo. "Theo, rinuncia. Dimitri raramente chiama qualcuno con il proprio soprannome"

"E questo è quanto, piccolo Theodore" disse Dimitri arrotolando le maniche del suo maglione giallo senape. Le sue braccia erano piene di braccialetti.

Mi girai verso Oliver "A volte mi chiedo che cosa farebbe se gli dessi un pugno in faccia mentre parla"

"Probabilmente si offenderebbe" disse Oliver pensieroso.

"Hai tanta rabbia repressa, piccolo Theodore. Dovresti seriamente chiedere un aiuto" disse Dimitri guardandoci con divertimento.

"Lui mi ha appena detto che io ho bisogno di un aiuto. Lui, che ha il glitter sul ciuffo e un laccio come cintura" dissi, lasciandomi andare ad una risata incredula.

"Si, forse ne hai bisogno. Guarda i tuoi noiosi vestiti" disse Oliver, indicandomi.

"Ha ragione. Ti vesti così così semplice. Saresti meglio con un look differente" disse Dimitri, guardando il mio aspetto. Non che ci fosse molto da guardare, stavo indossando solo una semplice maglietta bianca e dei jeans sbiaditi.

Guardò il mio petto. "Indossa una maglietta nera. Risalterebbe quei tuoi fantastici occhi verdi" disse facendomi l'occhiolino con fare provocante.

"Mi aiuteresti a bruciare ogni singola maglietta nera che possiedo?" chiesi ad Oliver.

Onestamente, piccolo Theodore, non capisco perchè mi odi così tanto" disse Dimitri ridacchiando.

"Forse perchè sei insopportabile e non mi lasci in pace?" proposi.

La campanella suonò, facendomi sobbalzare un pò. Dimitri si alzò, andò da Thalia e gli offrì il suo braccio.

"Possiamo andare tutor, mia cara?" chiese con un leggero inchino.

Strinsi i denti, resistendo all'impulso di colpirlo. Perchè non poteva lasciarci in pace? Che odioso stronzo.

Thalia rise e prese il suo braccio "Certo. Ciao Theo, ciao Oliver". Ci fece un piccolo cenno prima di lasciare la Sala con Dimitri e Kim che li seguiva

"Dio, quanto lo odio" grugnì.

"Probabilmente lo odieresti ancora di più se adocchiasse tua sorella" disse Oliver, ridendo un pò.

"Oh santo cielo," pensai terrorizzato "che succederebbe se adocchiasse Thalia?"

"Beh, conosci Thalia. Se diventassero più amici, lei inviterebbe Dimitri a passare il tempo con noi tutto il tempo. Sarebbe costantemente a casa tua" disse Oliver accigliandosi a questi pensieri.

Afferrai la sua maglietta, in preda al panico "Amico, dobbiamo fare in modo che questo non accada!" dissi.

Lasciai la maglietta di Oliver, chiedendomi come diavolo avrei potuto tenere lontano Dimitri da Thalia. Se non li avessi separati al più presto, Thalia avrebbe fatto di Dimitri una costante presenza nella mia vita.

 

 

_________________

Ma ciaao :)

Cosa ne pensate di Dimitri? Secondo voi Theo riuscirà a tenerlo lontano da Thalia? Inviatemi i vostri commenti, non abbiate paura, sono curiosa di sapere le vostre opinioni ahaha

Alla prossima :)

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Capitolo 5
*** Outside The Lines (5) ***


"Okay, ha ritardato troppo, chiamiamo i poliziotti in modo che la cerchino" dissi cercando il telefono.

Mio padre mi schiaffeggiò la mano, ed io la ritrassi indietro, guardandolo. Lui alzò lo sguardo dal giornale e sospirò.

"Theo, smettila con queste reazioni così eccessive, sono solo le quattro" disse lui.

"Papà, li fuori c'è tua figlia, te ne stai rendendo conto?" dissi disperato.

"Mi ha inviato un messaggio dicendomi che farà le lezioni a scuola fino alle tre e mezzo. Probabilmente mentre parliamo lei già sta per arrivare" disse con disinteresse mentre abbassava lo sguardo sul giornale.

"Avrei dovuto andarla a prendere io. Dio, a quest'ora lui starà cercando di metterle le mani addosso" camminando avanti e indietro lungo il salotto.

"Theo, adesso calmati. Thalia ha detto che il ragazzo che la riporterà a casa è un tipo apposto" disse papà.

"Papà, non sono ancora molto sicuro che Dimitri sia un ragazzo. Insomma, indossa trucco e glitter!" dissi "e mi ha detto che sono 'carino'!"

"Beh, se gli piaci tu, allora non dovresti preoccuparti così tanto per tua sorella" disse papà con un'alzata di spalle.

La porta d'ingresso si aprì prima che potessi rispondergli. Guardai ansiosamente Thalia mentre entrava in casa.

"DOVE SEI STATA PER TUTTO QUESTO TEMPO, GIOVANE RAGAZZA?" domandai.

"Uhm...a fare le lezioni?" disse lei.

"Finivi alle tre e mezza! Sono le quattro meno un quarto!" dissi stringendo gli occhi verso di lei sospettosamente.

"Dimitri si è dovuto fermare a fare benzina, la sua macchina ne era a corto" disse sedendosi sul braccciolo della poltrona di papà.

"Papà, dille che non può più tornare a casa con lui!" dissi.

"Ignora tuo fratello, ha fatto un viaggio per 'Crazy Town'." disse papà "Com'è andato il tuo tutorial?"

"Alcuni ragazzi sono così ottusi," disse con un sospiro "non puoi nemmeno capire quanto le persone diventino orribilmente idiote quando si tratta di fare matematica"

Papà mi indicò con un dito "Hai mai fatto matematica con Theo? Credimi Thalia, so cosa significa"

"Hey!" piagnucolai "Vabbè, non mi importa. Ancora non ci credo che Dimitri sia così intelligente"

"Era così bravo a spiegare ai ragazzi. Quel ragazzo ha una pazienza infinita e giuro che è sempre di buon umore" disse Thalia.

"Si okay, da adesso comunque verrò a prenderti io" dissi.

"Theo, smettila. è più facile per Dimitri portarmi a casa, inoltre non vive molto lontano da qui, dista solo dieci minuti di macchina" affermò Thalia.

"Oh mio dio, trasferiamoci" gemetti scivolando dal divano e seppellendo la testa fra mie mani.

"Perchè odi così tanto quel ragazzo?" chiese papà.

"Appunto. So che è molto eccentrico, ma non è di certo una cattiva persona" disse Thalia.

"Mi infastidisce" mormorai, non avendo un valido motivo per spiegare il mio odio nei confronti di Dimitri. C'era qualcosa in lui, non so esattamente cosa.

"Beh, tu infastidisci me, ciao" Thalia ci fece un cenno e balzò fuori dalla stanza.

"Papà, tu non sei per niente preoccupato?" chiesi, guardandolo incredulo "Tua figlia se ne va con uno strano, eccentrico e arrapato ragazzo!"

Papà girò la pagina del giornale "Nah, non sono per niente preoccupato"

"Sei un padre orribile" dissi alzandomi.

"Theo, Thalia dice che questo ragazzo è innocuo" disse lui.

"Allora incontralo," dissi, improvvisamente compiaciuto "fatti presentare da Thalia, così sarai più a tuo agio nel lasciare che lui la riaccompagni a casa"

"Theo, qui sei tu l'unico non a proprio agio con questa situazione" mi ricordò papà.

"Perciò conoscerai questo ragazzo, per favore?" dissi.

Se mio padre incontrasse Dimitri, sicuramente rimarrebbe sconvolto dal suo aspetto estetico. Dopo dirà a Thalia di stare fottutamente lontana da lui ed io non dovrei più preoccuparmi che lui sia trascinato dentro la mia vita più di quanto non fosse.

"Ti farà stare zitto?" chiese, i suoi occhi mi guardarono brevemente.

Annuì "Certo"

"Va bene, glielo dirò a Thalia per cena" disse scrollando le spalle.

"BEN FATTO, SEI IL PADRE DELL'ANNO!" piansi di gioia, lanciandomi verso mio padre.

Alzò le mani e "Non abbracciarmi, sto leggendo il giornale. Forse dopo. Adesso vai a fare i compiti"

"Sissignore" dissi allegramente, percorrendo il salotto e salendo le scale verso la mia stanza. Mi buttai sul letto, prendendo poi il cellulare e inviando un messaggio ad Oliver facendogli sapere di avere tutto sotto controllo. Mio padre incontrarà Dimitri e uscirà di testa non appena lo vedrà!

Mi alzai, e mi sedetti al computer cazzeggiando un pò per passare tempo. Non vedo l'ora di mettere all'opera il mio piano geniale.

"Theo! Thalia! La cena è pronta!" la voce di mia mamma ci chiamò circa dopo un'ora e mezza.

Spensi il computer e scesi le scale. Presi posto a tavola. Io vicino a Thalia e i miei genitori di fronte a me.

Abbiamo la sala da pranzo, ma raramente mangiamo lì. Solo quando avevamo tutta la famiglia a casa o durante le feste. Era lì più per estetica che per altro. Invece mangiavamo spesso nella piccola e semplice tavola all'angolo nella nostra cucina. 

"Thalia, com'è andato il tuo tutorial?" chiese mamma.

"Frustrante, ma non così male" disse Thalia giocando con il cibo sul suo piatto.

"Il ragazzo che ti riaccompagna a casa..." papà mi lanciò un'occhiata con uno sguardo che diceva che voleva prendermi a calci "Mi piacerebbe conoscerlo. Sai, per sentirmi più a mio agio con lui e con te"

"O forse vuoi dire che Theo vuole che tu lo conosca" disse lei.

"Scusa, era il solo modo per farlo stare zitto" disse papà con un'alzata di spalle.

"Papà!" mi lamentai.

Thalia mi diede un calcio sotto il tavolo ed io feci un verso di dolore. Le mandai uno sguardo di fuoco e lei mi guardò sorridendo innocentemente.

"Mamma, Thalia mi ha dato un calcio!" dissi.

"Hai dannatamente ragione, l'ho fatto" disse dolcemente lei, scompigliandomi i capelli.

"Adesso smettetela voi due!" disse mamma alzando gli occhi al cielo.

Colpì la mano di Thalia per allontanarla dai miei capelli, fissandola. Dio, le sorelle erano così fottutamente malvagie e insopportabili.

"E comunque sì, puoi conoscere Dimitri." disse Thalia "Domani lo inviterò ad entrare quando mi accompagnerà a casa, così Theo potrà starsene finalmente zitto"

"Dimitri," disse mamma scandendolo lentamente "mi è sempre piaciuto questo nome. Abbiamo addirittura considerato di chiamare Theo in quel modo, poi però decidemmo di non farlo. Eravamo indecisi fra Theodore e Patrick"

"Dio mio, mi sarei sparato se avessi dovuto condividere il nome con Dimitri." dissi con orrore "O se fossi stato chiamato come una stella marina ritardata"

"Si, come dici tu. Ah, e sarebbe meglio che tu stia fuori dai piedi quando porterò Dimitri qui a casa. L'ultima cosa che vogliamo vedere è che tu gli dia fastidio" disse Thalia severamente.

OH MIO DIO, UN'ALTRA IDEA GENIALE. GRAZIE THALIA.

Se fossi stato lì mentre i miei parenti incontrano Dimitri, lui incomincerebbe a flirtare e a comportarsi in modo strano con me. Questo avrebbe fatto impazzire i miei genitori ancora di più e non avrebbero permesso di lasciare Thalia con quel ragazzo.

"Certo che starò fuori dai piedi" dissi rivolgendole un'affascinante sorriso.

Mi guardò stringendo gli occhi e "Papà, sta progettando qualcosa. Non lo possiamo rinchiudere nel seminterrato quando porterò Dimitri qui?"

"No Thalia, non possiamo rinchiudere tuo fratello nel seminterrato: è un idiota, non un animale" rispose lui, prendendo poi un sorso di latte.

"Theo, puoi comportarti bene domani?" mi chiese mia mamma.

"Io mi comporto sempre bene!" risposi.

"Si, ed io sono Cleopatra" disse papà.

"Davvero? Posso venderti ad un museo in cambio di soldi?" gli chiesi.

"Puoi finire di mangiare il pesce e andartene via" disse lui.

"Ragazzi!" disse mamma scuotendo la testa e stringendo leggermente il braccio di mio padre "Siate carini l'uno con l'altro"

Cademmo poi in altri discorsi mentre mangiammo. Quando finimmo, io e Thalia aiutammo a pulire la cucina prima di dirigerci al piano di sopra per fare la doccia e finire di fare i compiti.

Il giorno successivo ci sedemmo nella Sala Studio con Oliver. Thalia andò poi a prendere dei libri nell'armadietto ed io mi girai con impazienza verso Oliver.

"Quindi, Dimitri farà uscire di testa i miei genitori, e dopo non dovremmo preoccuparci di Thalia che lo trascina all'interno delle nostre vite" dissi compiaciuto.

"Tu sei un piccolo malvagio genio e ti sto futtutamente amando" disse Oliver dandomi delle pacche sulla schiena.

"è il nostro amore fra ragazzi." dissi annuendo con decisione "Abbiamo entrambi un'incredibile amore eterosessuale"

"Possiamo fingere di essere su Scrubs e incominciare a cantare?" disse lui

"Chiariamo il rapporto fra me e te, è un'amore non indefinito?* (il primo verso della canzone 'Guy Love' di Scrubs)

"SI, è LA NOSTRA AMICIZIA"(?) disse Oliver

 Lanciai un'occhiata guardando Dimitri camminare lungo la Sala Studio, oggi anche più in ritardo rispetto alle altre volte. Era vestito scandalosamente come sempre e sogghignai: avrebbe sicuramente fatto impazzire i miei.

Aveva un paio di jeans stretti con una gamba di un luminoso colore giallo e con l'altra di un luminoso colore bianco. Aveva una maglietta a scollo a V a maniche lunghe di colore nero con un arcobaleno al centro.

Lo scollo a V della maglietta era molto largo e lasciava in bella mostra il petto liscio di Dimitri. Aveva una catena intorno al collo con un anello appeso.

Le sue dita erano smaltate di un brillante nero. I suoi capelli tirati in alto verso il solito ciuffo viola scuro, scintillante grazie al glitter messo. Aveva il solito trucco addosso e indossava le solite Vans con tutti i colori dell'arcobaleno.

"Ma come..? Come diavolo ha potuto trovare dei pantaloni del genere?" chiese Oliver, fissando i jeans di Dimitri.

"A chi importa? Mia mamma avrà un'attacco cardiaco appena lo vedrà" dissi.

Oliver scosse la testa "Mi chiedo come sua madre non abbia un attacco cardiaco ogni volta che lo veda. Se fosse stato mio figlio, lo avrei già chiuso in un centro psichiatrico"

"Sta arrivando Thalia. Non dirle nulla su stanotte" dissi non appena vidi Thalia tornare indietro, nella caffetteria.

Si sedette al nostro tavolo, lasciando il quaderno di matematica aperto e copiando qualche problema sul quaderno. Presi un libro dallo zaino, cercando di mantenermi occupato, mentre Oliver invece incominciò a fare i compiti per casa.

"Thalia tesoro, stasera daremo lezioni?"

Alzai lo sguardo al suono della melodiosa voce di Dimitri. Era in piedi davanti a noi con i suoi gelidi ghiacciai puntati su Thalia.

"Per me va bene, se tu sei d'accordo" disse Thalia.

"Certo, anche per me va bene." disse Dimitri annuendo "Hai bisogno di un passaggio?"

"Sarebbe perfetto. I miei genitori vorrebbero conoscerti, solo per essere sicuri che tu sia una brava persona" Thalia ruotò gli occhi al cielo e mi colpì da sotto il tavolo.

"Ow!" mi lamentai, lanciandole un'occhiata assassina.

"Scusalo. Ha degli spasmi muscolari" disse lei.

 Mi girai e la colpì nelle braccia "Scusala. Ha degli spasmi muscolari"

Thalia mi ignorò e alzò lo sguardo verso Dimitri "Spero che per te vada bene conoscere i miei genitori" disse lei scusandosi.

Dimitri sogghignò "Va benissimo, tranquilla. Mi è sempre piaciuto conoscere nuove persone, anche se sono dei genitori"

"Si, sono abbastanza sicuro che i miei siano sempre entusiasti di vederti" grugnì, facendo una smorfia quando Thalia mi colpì di nuovo.

"Ah, piccolo Theodore, per un momento mi sono dimenticato che Thalia è tua sorella. Questo significa che stasera incontrerò i tuoi genitori." disse, il suo sorrisetto diventò più ampio "Direi proprio fantastico"

"Theo non sarà lì quando li incontrerai. Sarà imbavagliato e chiuso in una gabbia nel seminterrato" disse Thalia.

"Si, in effetti il piccolo Theodore mi sembra un tipo sessualmente stravagante" disse Dimitri annuendo.

Il mio viso si infiammò dopo quel commento "Ma che diavolo? è disgustoso! Sei così strano, santo cielo..."

 "Ah, un ragazzo vergine. Non che non fosse già abbastanza chiaro..." disse Dimitri ridacchiando un pò. Dopo un pò smise e mi lanciò un'occhiolino con fare provocante "Potrei rimediare, se vuoi"

Mi girai verso Oliver "Ha davvero una sessualità?"

"Forse è un padellasessuale" rispose Oliver.

"Padellasessuale? Significa che gli piacciono le padelle?" chiesi confuso "Non so, tipo...OH PADELLA, MI FAI ECCITARE COSì TANTO"

"Theo, seriamente. Fra cinque secondi esatti ti colpisco fino alla morte con una padella" disse Thalia irritata.

"Oh piccolo Theodore, sei uno individuo così divertente" disse Dimitri gnignando e agganciando i pollici in tasca. Notai che oggi indossava dei lacci di colore viola scuro come cintura.

"Nessuna sciarpa oggi?" chiesi "Pensavo che indossassi sempre le sciarpe. Non è, come dire,  il tuo accessorio-firma di stravagante?"

"Speravo ti avrebbe fatto piacere avere la meravigliosa vista del mio petto" disse lui, tirando l'estremità della sua maglietta a scollo a V. Alle mani aveva, come sempre, i soliti anelli. Oggi non indossava nessun braccialetto.

"Dimitri, smettila di infastidire Theo e vieni qui!" un ragazzo lo chiamò.

"Il destino mi chiama. Ci vediamo dopo, piccolo Theodore" mi fece l'occhiolino prima di dirigersi verso i suoi amici.

"Non so davvero qual'è il più grande: il mio odio per Dimitri o per il suo ego" dissi sfreganodomi le tempie.

"Stasera." mi ricordò Oliver, sottovoce in modo che Thalia non avrebbe potuto sentirlo "Devi solo aspettare"

La campanella suonò e ci alzammo, diretti verso la classe. Quando arrivammo nella classe di Inglese, ci sedemmo ai nostri usuali posti. L'ultima campana suonò e due minuti dopo entrò Dimitri.

"Mr. Ivanov, se ritarda ancora una volta nella mia classe, chiamerò casa" disse Mrs. Slate seccamente.

"Devo avvertirla: il mio fratellino ha l'abitudine di rispondere al telefono e incominciare a parlare di fumetti, ma se a lei piacerebbe avere una conversazione con lui, la intratterrà sicuramente" disse Dimitri sedendosi accanto a me, dandole un sorriso di indifferenza.

"Dimitri ha ragione. Suo fratello potrebbe intrattenere una conversazione sui fumetti" intervenne Kim.

"Che piccolo meraviglioso bambino che è!" disse Dimitri con affetto.

"Allora chiamerò al cellulare di tua madre" disse Mrs. Slate.

"Beh, in quel caso, si assicuri di dirle che l'ho salutata" disse Dimitri allegramente.

"Questo non glielo dirò, ma stai certo che le dirò che sei un piccolo dirompente e fastidioso studente" mormorò Mrs. Slate.

Ridacchiai, prendendo la mia copia di Amleto e aprendola al punto in cui eravamo arrivati. Lanciai un'occhiata e, invece di vedere Dimitri irritato, lo vidi con il suo solito ghigno e con un luccichio malizioso negli occhi. 

Leggemmo fino a quando suonò la campana. Saltai dal mio posto e raggiunsi Oliver e Thalia camminando verso la Sala Studio. Ci seddemmo e pensai a quanto fossi vicino al far allontare, grazie ai miei genitori, Dimitri e Thalia.

La campanella suonò e un paio di minuti dopo, Dimitri e Kim entrarono nella stanza. Si sedettero vicino a noi, come al solito.

 "Vorrei che Alek indossasse quei pantaloncini corti di nuovo" disse Oliver con un sospiro triste, guardandola dall'altra parte della stanza.

Gli misi le mani su gli occhi "Basta guardare, quella è la mia donna!"

Oliver tolse le mie mani dalla faccia e mi guardò "è un gioco alla pari, Theo"

"Non posso credere a quello che hai appena detto. Il nostro amore etero è finito. Amicizia finita. La nostra ship è finita"

"'La nostra ship'? Theo, nessuno supportava te ed Oliver come coppia. Dio, come vi sareste chiamati? Oleo? Thiver? Yuck?" Thalia fece una faccia scandalizzata.

"Tu sei solo gelosa" dissi uscendole fuori la lingua.

"Leggi il tuo libro e sta zitto" disse Thalia sbattendomi il mio libro in faccia.

Presi il suo consiglio, concentrandomi su quello che avevo di fronte. Per una volta, Dimitri non venne ad infastidirci: era in un'animata e profonda conversazione con Kim.

La campanella suonò qualche tempo dopo, liberandoci da quell'inferno comunemente chiamato 'scuola'. Misi il libro nello zaino e mi alzai, portando lo zaino sulle spalle.

"Thalia, tesoro, pronta per andare?" chiese Dimitri, improvvisamente comparso davanti a noi. Kim era dietro di lui.

"Sì, sono pronta. Credi dovremmo andare a cercare Jordan nel suo armadietto?" chiese Thalia.

"Si, certo. Non vorremmo mica escluderlo dal gruppo" disse Dimitri.

Strizzai gli occhi a Dimitri e "Ti sei messo il glitter pure sul petto?" chiesi.

Lui abbassò lo sguardo al suo petto in vista "Non sono sorpreso che tu stia guardando il mio petto, piccolo Theodore. E sì, l'ho messo pure lì. Sono così fottutamente favoloso"

Kim alzò gli occhi al cielo, facendo ruotare Dimitri di fronte a lei, togliendogli con la manica il glitter caduto sul petto. Lo osservò bene per vedere se gliel'aveva tolto tutto.

"No, non se l'è messo sul petto di proposito. Quando si è toccato i capelli, il glitter si è appiccicato fra le dita e poi, toccandosi il petto, glien'è rimasto un pò appiccicato" spiegò.

"Perchè hai svelato il mistero?" disse lui con un drammatico sospiro "Sinceramente Kimberly cara, potevi lasciare il glitter esattamente dove si trovava"

"Andiamo, dai." disse Thalia ridendo un pò "Cerchiamo Jordan così possiamo dare queste lezioni"

Afferrò la mano di Dimitri e lo trascinò via dalla stanza con Kim a seguito. Oliver ed io andammo invece verso i nostri armadietti. Incominciammo poi a camminare in direzione del posteggio fino a quando vedemmo la macchina.

"Spero tanto che il tuo piano funzioni" disse Oliver ruotando le chiavi della sua macchina intorno alle dita, mentre camminavamo giù per la collina fino al posteggio.

"Funzionerà, fidati." dissi sicuro "Conosci mia mamma e mio papà, Dimitri li farà uscire di testa. Non faranno più uscire di casa Thalia con lui"

"Chiamami stasera e dimmi com'è andata" disse Oliver facendomi un cenno di saluto mentre entrò in macchina.

Ricambiai il saluto ed entrai nella mia macchina. Guidai fino a casa ed entrai, praticamente correndo verso il salotto.

"Quindi, oggi!" dissi entusiasto di fronte a mio padre.

"Si, oggi. Conoscerò finalmente l'amico di tua sorella" disse papà, seduto nella sua poltrona preferita con un romanzo fra le mani.

"Loro non sono amici," lo avvertì "e fidati: quando vedrai il ragazzo non vorrai nemmeno che lo siano"

"Theo, stai lontano da lui quando entrerà a casa, oppure tua sorella ti ucciderà. E non voglio proprio che il tuo sangue macchi il tappeto" disse facendo un gesto al tappeto bianco del salotto.

Feci il broncio "Si certo, come dici tu"

Mi girai e andai verso la mia stanza. Feci i compiti fino a quando si fecero le quattro e mantenni gli occhi incollati alla finestra per vedere ogni macchina che passava.

 Finalmente una Honda Civic si fermò sul viale e Thalia uscì fuori dalla macchina. Mi girai e strisciai giù per le scale, dando un'occhiata al salotto dove papà era ancora seduto a leggere. Mamma lo raggiunse, sedendosi sul divano con un libro fra le mani.

La porta d'ingresso si aprì ed entrambi si guardarono l'uno con l'altro, mettendo poi dei segnalibri sulle pagine che stavano leggendo, per poi aspettare. Il suono di persone che entravano in casa echeggiò nel soggiorno.

Thalia apparì con Dimitri dietro di lei, che stava ruotando le chiavi della sua macchina intorno le dita. Sembrava completamente disinvolto mentre faceva il suo ingresso nel soggiorno.

 Sogghignai quando il sopracciglio di mio padre si alzò un pò, vedendo la figura di Dimitri. Mamma, a scoppio ritardato, si alzò e gli offrì la mano.

"Dimitri, giusto?" chiese lei.

Lui prese la sua mano nella sua e l'agitò. Le regalò un'affascinante sorriso e annuì mentre le lasciò la mano.

"Sì, signora, sono Dimitri Ivanov. Questo è il mio meraviglioso nome" disse lui.

"è un piacere conoscerti, Dimitri. Io sono la signora Light e questo è mio marito" disse mia madre, indicando papà.

"Ciao Dimitri" disse lui, facendogli un cenno del capo.

"Buonasera signore" disse Dimitri, regalando anche a lui un'affascinante sorriso.

Grugnì mentalmente. I miei genitori non avevano dato di matto dopo averlo visto! Ugh, credo che sia arrivato il momento che io entri in scena.

Camminai all'interno del saggiorno "Oh! Ma che sorpresa, non sapevo che avessimo compagnia questa sera" dissi con falsa sorpresa.

"Tu, piccolo bastardo" disse Thalia, lanciandomi un'occhiata di fuoco.

"Oh per favore, tu sapevi che aveva intenzione di farlo" disse papà alzando gli occhi al cielo.

"Ah, piccolo Theodore. Mi stavo giusto chiedendo se avresti perso l'occasione di vedermi qui" disse Dimitri mentre il suo incantevole sorriso si trasformò in un ghigno. Guardò me e mia mamma e "Sembri la copia spiccicata di tua mamma" disse.

"Sembro vecchio, perciò?" chiesi.

"A volte mi ritrovo a desiderare che Thalia ti avesse mangiato, quando ancora eravate nel mio grembo" disse mamma con un sospiro.

"Questo è inquietante" dissi.

Papà finalmente si alzò, fissò Dimitri e "Perchè non resti per cena?" chiese pensieroso.

....perfetto, questo piano mi si era completamente ritorto contro.


 

 

_________________

BUONA VIGILIAA!

Ieri mi sono letta i successivi cinque capitoli della storia e, beh....ci sarà da stupirsi. AHAHA

Sto amando tradurre questa storia e sto amando chiunque la stia seguendo.

Passatevi una buona Vigilia e un buon Natale!

AH, I PROSSIMI DUE CAPITOLI SECONDO ME SONO I PIù BELLI. Adios.

 

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Capitolo 6
*** Outside The Lines (6) ***


"Cosa?" dissi scioccato.

"Cena. Sai, quella che viene dopo il pranzo" disse papà.

"So cosa significa la parola 'cena'!" dissi arrabbiato.

Dimitri ridacchiò "Mi faccia solo chiamare mia madre per sapere cosa ne pensa, sempre se lei ne è sicuro"

"Certo che ne sono sicuro" disse papà, mentre mamma annuiva con un'educato sorriso.

Dimitri tirò fuori il telefono, compose un numero e lo portò all'orecchio. Potevo addirittura sentire lievemente gli squilli e poi il rispondere di una voce femminile.

"Madre, sono stato invitata a cenare a casa di un amico, ti va bene se resto?" chiese lui. Fece una pausa quando lei parlò e dopo annuì tra sè "Bene, sono sicuro che il mio caro padre è più che capace di prendere Galen dalla partita di calcio, stasera" sua madre disse qualcosa e Dimitri aggrottò le sopracciglia "Mh, non sarò molto felice se Galen decidesse di giocare con la coda del mio gatto. Neanche il mio piccolo e prezioso Hugo non ne sarebbe felice, quindi dì a papà di tenere d'occhio entrambi" annuì tra sè "Okay va bene, grazie mamma, ci vediamo a casa"

Riagganciò e sogghignò verso di me prima di guardare mio padre "Mia madre ha detto che posso restare per la cena"

"Galen è tuo fratello, giusto?" chiese Thalia curiosamente.

Dimitri ghignò e annuì "Si. Mentre io amo quel piccolo e meraviglioso bambino, lui preferisce tirare la coda al mio gatto quando non sono a casa. Inutile dire che il mio gatto non apprezza l'esperienza"

"Quanti anni ha tuo fratello?" chiese Thalia.

"Sette" rispose lui.

"Bene, sto incominciando a preparare la cena. Thalia se vuoi, puoi passare tempo nel seminterrato con Dimitri. Theo, dò l'autorizzazione solo a Thalia perchè se non li lasci in pace per una buona volta, ti picchiamo" disse mamma ironicamente. O forse no.

"Personalmente, mi va bene che Theodore si unisca a noi" disse Dimitri. Uno sguardo compiaciuto comparve quando i suoi occhi mi guardarono. Mi fece un'occhiolino ammiccante. "Perciò, perchè non vieni con noi a giocare, piccolo Theodore?"

OH, ANDIAMO PAPà, LO STAI GUARDANDO, NON FINGERE DI NON AVER VISTO QUELL'OCCHIOLINO.

Lanciai un'occhiata a mio padre, che prontamente ignorò, si girò ed entrò in cucina con mamma, lasciandomi al centro del salotto, grignando i denti per la frustrazione.

"Ricordati solo che questa è stata una tua idea, Theo" disse Thalia sorridendo e spingendo Dimitri fuori dalla stanza.

Non volendo lasciarli da soli, insieme, mi affretttai a raggiungerli. Thalia condusse Dimitri nel seminterrato, oltre la tavola da biliardo.

"Ah, interessante, è da tanto che non gioco a biliardo" disse Dimitri colpendo una delle palle con le mani.

"Allora giochiamo" proposi, spostandomi per afferrare una stecca da biliardo.

"No, mi sta bene se obblighi Oliver a giocare, ma non Dimitri" disse Thalia, spintonandomi lontano.

"Esperto nel biliardo, piccolo Theodore?" chiese Dimitri.

"Nostro padre gli insegnò a giocare quando era ancora molto piccolo. All'eta di soli nove anni era già diventato bravissimo." disse Thalia ruotando gli occhi "Questo è come si guadagna i soldi. Amici, parenti...chiunque sappia giocare è un bersaglio per Theo"

"Mi ricordo ancora quando vinsi 50 euro a mio nonno," dissi affettuosamente "da allora mi odiò"

"Ho una certa familiarità con questo gioco grazie a mio padre, ma giocheremo un'altra volta piccolo Theodore." disse Dimitri facendo il solito sorrisetto "Oppure dopo cena"

"Affare fatto" dissi. Il biliardo era uno di quei giochi in cui potevo battere senza ombra di dubbio Dimitri. Forse avrei anche potuto fare una scommessa dove, dopo la mia vittoria, mi avrebbe dovuto lasciare in pace.

"Ragazzi.." brontolò Thalia scuotendo la testa.

"Quella cosa non è un ragazzo" dissi indicando Dimitri.

"Contrariamente a quello che pensi, ho i genitali maschili. Vuoi che te li mostri?" il suo sorriso si ampliò mentre incrociava le braccia.

"Smettila di fare queste allusioni! Io non sono gay, a differenza tua!" dissi irritato.

"Oh tesoro, io non sono gay. Sono solo troppo favoloso per te da gestire" disse. I suoi occhi brillavano di divertimento.

"Se tu sei etero, io sono un girino" brontolai.

"In quel caso, mi piacerebbe portarti a casa e metterti in un acquario aspettando che tu diventi una rana. Ho l'abitudine di catturare girini insieme ai miei genitori e crescerli poi come se fossero gatti (?)" disse Dimitri immerso nei suoi pensieri.

"Theo sta zitto e vai via. La sessualità di Dimitri non è di certo affare tuo" Thalia disse scuotendo la testa verso me.

"La smetterò quando lui finirà di flirtare con me" gridai.

"Non ti montare la testa, piccolo Theodore, sebbene devo ammettere che tu sia attraente" disse lui, esaminando attentamente tutto il mio corpo.

"Questo credo abbia a che fare con il fatto che mi vesta come un normale essere umano" dissi.

"Theo, tu ti vesti come un noioso essere umano" disse Thalia.

"Sta zitta Thalia" dissi lanciandole un'occhiata che le fece capire di essere una traditrice.

La porta del seminterrato cigolò quando venne aperta e "La cena e pronta" disse mio padre, avvertendoci.

Lasciammo il seminterrato e salimmo le scale, diretti verso la cucina. Ci sedemmo solo quando mamma e papà mise sul tavolo la pasta con il pollo* ('Chicken Riggies', un piatto italo-americano costituito da pollo, rigatoni, pomodoro e peperoncino).

Mamma e papà si sedettero e tutti incominciammo a mangiare affamati il cibo sul piatto. Prendemmo dei bicchieri e li riempimmo con del latte.

"Quanti anni hai, Dimitri?" chiese mamma.

"Ne ho 17" rispose lui.

"Hai detto di avere un fratello. Ne hai altri?" chiese papà.

Dimitri annuì "Sì, oltre ad avere il mio caro fratellino Galen, ho una sorella che è un'anno più grande di me" disse.

"Quell' anello che indossi...sembra molto grazioso" disse mamma, indicando l'anello penzolante sulla catena che aveva al collo.

Dimitri lo avvolse fra le dita, annuendo felicemente "Era l'anello del mio meraviglioso nonno. Me l'ha dato mio padre"

"Affascinante, ci interessava proprio saperlo..." dissi.

"AHIA!" Sobbalzai e mi strofinai lo stinco "Thalia, smettila di colpirmi!"

"Veramente sono stata io" disse mia madre alzando la mano. Sobbalzai quando mi colpì di nuovo.

"Come non puoi preoccuparti a lasciare tua figlia nelle mani di questo qui? Hai notato quanto sia scollata la sua maglietta?" dissi, indicando il petto di Dimitri.

"Continui a guardarmi, piccolo Theodore? Sembra proprio che non puoi smettere di osservarmi" disse Dimitri. Quello stupido ghignò comparì di nuovo sul suo viso.

"Smettila di chiamarmi in quel modo! Il mio nome è Theo." dissi stringendo i pugni sotto il tavolo e lanciandogli un'occhiata di fuoco "Non mi importa se non ti piacciono i soprannomi o le abbreviazioni, nessuno mi chiama mai Theodore!"

 "Tranne quando sei nei guai, proprio come adesso, Theodore." disse mamma lanciandomi uno sguardo severo "Comportati bene"

Dimitri sembrava impassibile al mio sfogo "Piccolo Theodore, sei sempre così teso e arrabbiato.." disse lui.

"Dimitri, i tuoi genitori sono d'accordo con il fatto che tu riaccompagni Thalia a casa, dopo le lezioni a scuola?" chiese papà.

"Seriamente, anche i tuoi genitori si vestono in questo modo? Mi sarei ucciso se fossi stato il tuo genitore" grugnì.

"Theo, sappiamo tutti che non avresti il coraggio di farlo..." disse papà.

"Ehi!" dissi facendo il broncio.

Dimitri ridacchiò "Ai miei genitori va bene. E poi voi abitate sul mio stesso viale, quindi non crea nessun problema"

"E Kimberly?" dissi.

"Ah si, il mio tesoro Kimberly vive a sole poche case lontano da me, quindi neanche lei è un problema per me" rispose lui.

"Ho notato che hai uno strano accento, Dimitri. Vieni per caso dall'America?" chiese mamma con curiosità.

"Si, giusta osservazione. I miei parenti non sono americani, comunque. Immagino che l'accento mi sia semplicente stato trasmesso" disse con un'alzata di spalle.

"Oh, che bello. Adesso grazie al tuo accento hai quest'odiosa voce melodiosa da aggiungere al tuo strambo aspetto" dissi con una falsa eccitazione.

"OH GESù CRISTO, SMETTILA DI COLPIRMI" dissi seccato, massaggiandomi la gamba quando sia Thalia che mamma mi diedero un calcio.

"Non ti ha colpito Gesù, mamma lo ha fatto " disse mamma dandomi una pacca sulla spalla.

"Ed io!" disse prontamente Thalia con un luminoso sorriso.

Dimitri stava sogghignando verso me "Non ti piace come mi vesto, piccolo Theodore?"

"Le gambe del tuo pantalone ha due differenti colori fluorescenti e ti metti il glitter nei capelli. Seriamente amico, vuoi uno specchio?" chiesi.

"Non ti preoccupare, ci sto già tanto tempo di fronte, ammirando quanto io sia meraviglioso" disse Dimitri allegramente.

Ci fu una piccola rumorosa vibrazione proveniente dalla tasca di Dimitri. Quest'ultimo, perciò, prese il telefono e rispose, tenendolo all'orecchio.

"Pronto?" fece una pausa e potei sentire la voce di un uomo che parlava. Dimitri sospirò, facendo roteare con un dito la catena che aveva al collo.

 "Sinceramente, caro padre, non sono l'unico in casa ad avere la patente." disse. Annuì a lungo quando la voce riprese a parlare. "Sono a casa di un'amica al momento dove mi sto godendo una deliziosa cena" fece un'altra pausa, un ghigno comparì lentamente sul suo volto "Si, si, grazie, ci vediamo dopo"

Riattaccò e ripese il cellulare in tasca. Thalia gli diede un'occhiata piena di curiosità.

"è tutto okay?" chiese, perciò.

"Si, mio padre voleva che prendessi mio fratello dalla partita di calcio fra cinque minuti. Tutto risolto, tranquilla" rispose lui, agitando la mano per far sì che si abbandonasse quell'argomento.

"Bene ragazzi, volete dei frullati?" chiese papà guardando i nostri piatti vuoti.

"Certo!" rispose Thalia.

Papà si alzò, afferrò i nostri piatti e li gettò nel lavello. Ci fece dei frullati alla vaniglia ed io sospirai scontento quando ne prese un sorso dal mio bicchiere. Mio padre è venuto al mondo solo per fare dei perfetti e deliziosi frullati, ne sono sicuro.

"Potete ritornare nel seminterrato se volete," disse mamma, incominciando a sparecchiare la tavola "tranne te, Theo. Stasera sei stato sgarbato e irritante. Sono veramente tentata di chiuderti nel garage per tutta la notte"

"Veramente, piccolo Theodore, stavo pensando di prendere in considerazione la tua offerta di giocare a biliardo" disse Dimitri. I suoi occhi si riempirono nuovamente di quel luccicchio malizioso.

 Sogghignai e mi alzai con ancora il frullato in mano "Fatti avanti, piccola fatina"

 "Theo! Razza di imbecille!" disse mamma, scuotendo la testa, colpendomi dietro il collo.

Feci il broncio e mi allontanai da lei. Thalia e Dimitri si alzarono, con i loro frullati in mano, e mi seguirono giù per il seminterrato.

"Puoi iniziare tu" dissi, passandogli una stecca da biliardo.

"Niente scommesse?" chiese lui curiosamente "Lo sapevo che eri un'imbroglione"

Mi fermai e pensai a cosa potevo scommettere. Mi venne un'idea e subito mi sentì compiaciuto di me stesso "Ovvio che possiamo scommettere, ma non soldi. No, non ne varrebbe la pena. Se vinco questa partita tu devi lasciarmi in pace una volta per tutte"

I suoi occhi si accesero, i suoi gelidi occhi blu come i ghiacciai erano luminosi come i raggi del sole "Va bene, ma se vinco io, mi devi dare un bacio"

La mia bocca si spalancò "Non l'hai detto sul serio."

"Ti sembra che io stia scherzando, piccolo Theodore?" quei suoi occhi illuminati di malizia guardarono i miei occhi verdi, che lo fissavano serio, con divertimento.

"Avanti Theo, eri così sicuro di te stesso, prima" disse Thalia guardandoci con un sorriso.

Serrai le labbra in una linea sottile e "Okay" dissi, alla fine, tendendo la mano verso Dimitri per sigillare il patto.

Lui afferrò la mia mano. La sua stretta era salda e sicura. Mi strinse la mano e la lasciò andare, muovendosi poi verso l'altro lato del tavolo e mirando con attenzione.

Non appena colpì le palle, il gioco ebbe inizio. Dimitri tirava basso, mentre io tiravo alto. Era la partita più difficile che potei ricordare da quando imparai a giocare.

Stavamo in silenzio, troppo concentrati sulla partita. Dimitri sembrava a suo agio mentre stendeva le sue lunghe dita sulla tavola da biliardo, ponendo attenzione nel poggiare la stecca fra di esse. I suoi colpi erano molto precisi e quel ghigno non lasciava mai il suo viso.

"Wow, è la prima volta che vi vedo così vicini e silenziosi" disse Thalia, lasciando uscire dalle sue labbra un fischio quando Dimitri mirò alla palla 8.

Mi morsi la lingua. Non c'era nessun modo per poter centrare la buca, era sull'angolo sbagliato. Dimitri perciò avrebbe sbagliato, e io sarei stato in testa, vincendo così il gioco.

La mano ferma di Dimitri era posata in avanti, sul tavolo, mentre l'altra, sulla stecca, colpì la palla con sicurezza. Guardai incredulo come la palla 8 rimbalzò sul lato del tavolo ed entrò nella buca giusta.

Dimitri si raddrizzò, sembrando così compiaciuto di se stesso. Appoggiò la stecca da biliardo contro il muro e mi guardò, il suo ghigno così grande da occupare quasi tutto il viso.

"Come...come hai fatto?" dissi, incapace di credere che avesse appena fatto un tiro così difficile.

"La geometria è una cosa così utile quando sai come applicarla correttamente" disse lui.

Thalia rise "Wow, questa è la prima volta, da tantissimo tempo, che vedo qualcuno battere Theo" disse.

"Si, si, okay, quello che è." grugnì Theo, poggiando anche lui la stecca contro il muro "La prossima volta ti batterò, Dimitri, stanne certo"

"Aw Theo, adesso sei diventato un perdente piagnucolone" disse Thalia, chiaramente divertita da tutta questa situazione. Dio, queste sorelle!

 "Sta zitta!" le dissi lanciandole un'occhiata. Odiavo perdere.

"E adesso, credo abbiamo fissato delle condizioni per questo gioco, vero piccolo Theodore? La nostra scommessa" disse Dimitri appoggiato contro la tavola da biliardo.

"Di cosa stai-" mi bloccai. Ricordai solo adesso della scommessa che facemmo prima di iniziare la partita.

"Se vinco io, mi devi dare un bacio"

"Non eravamo davvero seri" balbettai.

"Oh, ma invece lo eravamo" disse Dimitri spingendosi dal tavolo e camminando verso di me "Se avessi perso, avrei dovuto stare lontano da te. Ma non ho perso, piccolo Theodore, tu invece sì."

"Una scommessa è una scommessa, Theo" disse Thalia godendosi la scena più di quanto avrebbe dovuto.

Okay, okay, calma Theo. infondo era solo un bacio, no? In passato ho già baciato delle ragazze e baciare un ragazzo non farebbe di me un gay. Nessuno lo saprà mai. Se Dimitri lo dicesse a qualcuno, potrei facilmente negarlo e Thalia non lo dirà a nessuno, ne sono certo. Me lo ricorderà per tutta la mia misera vita, questo è ovvio, ma non lo direbbe mai a nessuno.

 Deglutì "O-okay"

Dimitri si avvicinò a me, tenendo una mano sutto il mio mento. Le sue dita accarezzarono delicatamente la mia guancia mentre cercava i mie occhi.

"Una scommessa è una scommessa, piccolo Theodore" disse lui, citando Thalia.

Continuò ad accarezzare la mia guancia con le dita ed io strinsi gli occhi per tenerli chiusi. Potevo correre da lì, lontano da loro, e chiudermi nella mia stanza fino a quando non se ne fosse andato via. Ma adesso era troppo tardi. Adesso potevo solo sopportare questa sofferenza. Strinsi duramente i pugni, tanto che le unghia graffiarono il palmo della mano.

E poi, Dimitri Ivanov mi baciò.

 

 

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AHHHHH, FINALMENTE IL TANTO ATTESO BACIOO.

Posso piangere di gioia, adesso. 

Anyway, come pensate reagirà Theo? E Dimitri? Cosa succederà adesso? Vi lascio con il dubbio, muhahah (che cattiva che sono, ew)

Non potete capire, ho visto una foto di un ragazzo che secondo me, a parte qualche particolare, assomiglia troppo alla descrizione di Dimitri, peccato solo che non me la fa pubblicare. Efp cattivo.

Alla prossima :)

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Capitolo 7
*** Outside The Lines (7) ***


Le labbra di Dimitri erano sorprendentemente morbide. Malvolentieri ricambiai il bacio, volendo solo che finisse questa stupida scommessa.

Le mani di Dimitri si mossero dalla guancia al mio collo, spingendo la mia testa più vicina a lui. Le sue labbra si mossero appena sulle mie, come se fosse estremamente esperto nell'arte del baciare. O forse lo era davvero.

Mi allontanai da lui e dalle sue maledette labbra e "Tempo scaduto" mormorai.

"è stato così brutto come pensavi, piccolo Theodore?" disse lui, con il suo usuale ghigno.

"Lo sapevo che eri gay" grugnì.

"La sessualità è una cosa così fastidiosa. Personalmente preferisco andare oltre il genere" disse Dimitri con un'alzata di spalle.

"Non ha importanza. quello era comunque indecente" dissi. Beh, non proprio. Era solo un normale bacio a stampo, ma certamente non volevo che nessuno pensasse che io avessi dei dubbi sulla mia sessualità o che qualcuno pensasse che mi è piaciuto baciare Dimitri Ivanov.

"Oh, ti è piaciuto. Lo posso vedere nei tuoi occhi. E fidati caro, nessuno ha provato disgusto dopo avermi baciato," disse con un'occhiolino "o dopo essere andato oltre il bacio"

"Come se qualcuno volesse andare oltre con te" dissi.

E improvvisamente, mi ritrovai sopraffatto da emozioni che non seppi del tutto identificare quando guardai Dimitri. La mia mente evocò immagini di lui che baciava altri, che li abbracciava, che li toccava.

Trasformai queste emozioni in rabbia, dal momento che questa era l'unica che seppi identificare nell'insieme. Fissai Dimitri, odiandolo più di quanto avessi mai odiato qualcuno e non sapendo neanche il perchè.

"Lasciami in pace! Non mi importa se ho perso a biliardo! Smettila di parlarmi e decisamente smettila di flirtare con me, sono etero! Mi piacciono le ragazze! Lo sai cosa mi eccita? Vedere Aleks in pantaloncini corti, non baciarti. Sei un disgustoso, eccentrico pezzo di merda!"

Thalia mi fissò con la bocca aperta. Potevo vedere la rabbia e preoccupazione nei suoi occhi. Non era arrabbiata perchè scattai contro Dimitri, ma lo era perchè poteva avvertire che qualcosa fosse fuori da me da quel momento, anche se non capiva esattamente cosa.

Dimitri, nonostante tutto, mantenne il suo ghigno su di me, con uno sguardo di chi la sapeva lunga. Prese il suo telefono, che stava vibrando, dalla tasca e sospirò drammaticamente mentre guardava lo schermo.

"Che sfortuna. Mia madre ha bisogno di me a casa" disse, scuotendo la testa, glitter fluttuò giù sul pavimento.

"E non ritornare più" sbottai.

"Calmati Theo" disse Thalia alzandosi e venendo verso di me. Posò una mano sulla mia spalla, accigliata.

Tolsi malamente la sua mano e e lanciai ad entrambi un'occhiataccia prima di girarmi e salire le scale. Mi sdraiai sul divano del salotto, ascoltando i passi di Dimitri e Thalia salire le scale.

 "Dimitri deve ritornare a casa" disse Thalia ai miei genitori.

"è stato un vero piacere conoscerti, Dimitri" disse mamma e potei immaginare papà che annuiva alle sue parole.

"è stato anche per me un piacere conoscervi" disse educatamente Dimitri. Quella sua melodiosa voce fluttuò in tutto il soggiorno, quasi come se fosse determinata a trovare le mie orecchie e farsi ascoltare da me.

Mi alzai non appena sentì la porta chiudersi, e andai nella mia stanza. Mi lasciai cadere sul letto guardando il soffitto mentre le mie labbra formicolavano.

"Theo?"

Sollevai la testa e lanciai un'occhiata a Thalia. Era in piedi, sullo stipite della porta. Entrò nella mia stanza accigliata.

"Perchè hai reagito in quel modo? Stai bene?" chiese lei.

"Ho perso una scommessa e ho dovuto baciare Mr. Luccichio. Si Thaia, sto fottutamente bene" grugnì, ironico,

"Ehi, sta tranquillo Theo, era solo un bacio. Non lo diremo a nessuno" disse lei, sedendosi sul bordo del mio letto.

Mi spostai, alzando il busto e mettendomi seduto "Non è questo il punto, Thalia"

"E allora qual'è?"

Mi passai una mano sui capelli, nervosamente. Diavolo, non sapevo nemmeno io qual'era il punto! Non sapevo perchè baciare Dimitri mi rese così arrabbiato. Thalia aveva ragione: è stato solo un bacio.

"Io...non voglio più parlarne. Quel ragazzo mi fa diventare matto." dissi "E adesso esci dalla mia stanza, sorella"

Lei sospirò e "Come vuoi tu" disse.

Si alzò e lasciò la stanza, chiudendo la porta una volta uscita. Mi sdraiai nuovamente sul letto, mettendomi su un fianco e chiudendo gli occhi, provando a dimenticarmi di quello stupido bacio.


*******
"Prima o poi lo incontrerai, lo sai vero?" disse Thalia mentre ci sedemmo nella Sala Studio, alla quarta ora.

"Sta zitta Thalia" ringhiai. Forse oggi Dimitri non sarebbe venuto. Non l'ho visto fino adesso e sono sicuro che neanche voleva farsi vedere.

Ma poi la campanella suonò e notai che la porta venne aperta un minuto dopo. Dimitri entrò con le cuffie nelle orecchie mentre muoveva la testa, molto probabilmente, andando a ritmo di musica e mentre stava sfogliando il suo iPod.

Indossava una camicia a quadri nera e verde con un gilet sopra di un rosa brillante. Aveva al collo la sua solita sciarpa viola con le iniziali ed era, ovviamente, truccato. I suoi jeans erano di un odioso azzurro brillante e ai piedi le solite Vans vomitate da un arcobaleno. Le sue braccia erano pieni di braccialetti.

Dimitri si diresse verso il suo tavolo. Cercavo di non guardarlo, facendo finta che neanche esistesse.

"Mi stai per caso ignorando, piccolo Theodore?" disse Dimitri. C'era divertimento nella sua voce.

"Ti ho detto di starmi alla larga" sbottai, girandomi per lanciargli un'occhiataccia.

"Tendo spesso a non ascoltare quello che mi dice la gente" afferrò una sedia e si sedette vicino a Thalia.

Notai che invece del suo solito anello al naso, c'era un scintillante e glitterato piercing rosa. I suoi capelli avevano più glitter del solito.

Mi guardò attraverso i lunghi capelli e le spesse ciglia e "Mi stai fissando" disse ovvio.

"Perchè assomigli ad una ragazza" risposi alla sua tacita domanda.

"Theo!" disse Thalia colpendomi e facendomi sobbalzare.

"No," dissi massaggiandomi la gamba e lanciandole un'occhiataccia "non per il modo in cui è vestito. Assomiglia davvero ad una ragazza"

Dimitri ridacchiò "Ve l'avevo detto che ero un bel ragazzo"

E lo era davvero. Con le sue spesse ciglia, le labbra sottili, la pelle chiara, gli zigomi alti e, al delicato miscuglio di caratterestiche facciali nitide e arrotondate, era senza dubbio un bel ragazzo.

Ma ancora mi disgustava, dal modo in cui si vestiva e parlava, al modo in cui si muoveva. Era un eccentrico, una vergogna, una disgrazia. 

"Lo vedo" disse Thalia osservando attentamente la sua faccia.

Dimitri passò una mano lungo un lato dei capelli, quella marrone, non lungo quello stupido ciuffo viola scuro. La sua mano quando si allontanò,  era ricoperta da glitter, ma lui sembrò non farci caso.

"Si, è piuttosto triste. Preferirei essere un uomo dall'aspetto duro come il qui presente piccolo Theodore" disse con un drammatico sospiro.

"Ti odio" gli dissi.

Dimitri sogghignò "Nessun può odiare me, il favoso Dimitri, piccolo Theodore"

"Sono abbastanza sicuro che invece lo fanno tutti" dissi.

"Ne saresti sorpreso, invece, di scoprire il contrario" disse, mentre i suoi occhi brillavano di divertimento.

"Basta, non riesco a sopportarti ed ho bisogno dei miei libri, vieni Oliver" afferrai il braccio di Oliver e lo trascinai, rimettendolo in piedi.

"Ah, non avevo quasi fatto caso a lui. Il sempre ignorato migliore amico e il personaggio meno importante della storia, sempre qui per supportare i propri amici o per fare il comico da quattro soldi, e niente di più" disse Dimitri.

"Sei un pazzo di merda e pure senza cervello" disse Oliver lasciando che lo trascinassi fuori dalla caffetteria.

"Prendiamocela comoda. Thalia può stare con lui visto che è lei la ragione per cui Dimitri sta incominciando a venire più spesso da noi" dissi quando ci dirigemmo insieme verso il corridoio.

"L'altra notte ti sei dimenticato di chiamarmi per dirmi com'è andato l'incontro di Dimitri con i tuoi genitori. Cos'è successo?" chiese Oliver curiosamente.

Mi fermai al mio armadietto, mettendo poi la combinazione "Mio padre lo ha invitato a restare per cena. Ai miei genitori piace." dissi scuotendo la testa disgustato "Stamattina mi ha detto che era fottutamente strano ma gli è sembrato un ragazzo abbastanza simpatico"

Oliver grugnì "Perfetto, adesso Thalia lo porterà ovunque con noi e noi dovremmo sopportarlo per chissà quanto"

Il bacio balenò nella mia mente ed io lo costrinsi ad uscire fuori dai miei pensieri e "Non ricordarmelo" dissi, un pò ad Oliver ed un pò alla mia coscienza.

Aprì l'armadietto e presi i libri che mi servivano. Li posai nello borsa a tracollo e mi alzai in piedi, guardando ancora una volta dentro l'armadietto alla ricerca della mia penna preferita.

"Non voglio il ragazzo intorno a noi. Lo odio" dissi irritato.

"Anch'io. Insomma, mi tratta come se non fossi importante!" fece il broncio Oliver.

Trovai la penna e la presi, mettendola dentro la borsa, e chiudendo l'armadietto. Io ed Oliver, molto lentamente, tornammo in mensa.

"Forse Thalia si stancherà presto di lui" disse Oliver speranzoso.

Sbuffai "Ne dubito, lo sai com'è Thalia. E poi lei lo trova attraente e il ciò complica ancora di più le cose. Ho detto a mia mamma di farle fare un controllo dall'oculista"

"Theo, cosa succederebbe se ci rifiutassimo di stare con lui? Se tipo, ogni volta che Thalia prova a portarlo in giro con noi, tagliassimo la corda? Pensi che rinuncerebbe a farlo uscire con noi?" chiese Oliver.

"Forse." disse pensieroso "Purtroppo ha lei la possibilità di scegliere. Forse però potrebbe smettere di far integrare il ragazzo con noi. Mi piace il tuo modo di pensare, insignificante personaggio secondario!" gli diedi una pacca sulla spalla, ghignando.

Oliver mi lanciò un'occhiata e tolse in malo modo la mano sulla sua spalla "Piantala!"

"Ma dovremmo avere una parola in codice per quando eseguiremo questo piano" dissi, lasciando la mano cadere al mio fianco.

"Mh, si, qualcosa che non attirerà la sua attenzione" disse Oliver strofinando la sua inesistente barba sul mento con un'espressione pensierosa.

"Ce l'ho!" dissi schioccando le dita con entusiasmo.

"Quale?" disse Oliver guardandomi impaziente.

"Diremo 'i conigli cantano a mezzanotte'. Non lo capirà mai. è così poco appariscente, no?" dissi 

 "Tuo padre oggi te l'ha dato il caffè?"

"Diavolo, si Oliver"

"O possiamo solo, che so, tipo andarcene?" disse Oliver con fare ovvio.

"Sei così noioso...ma va bene" dissi infine con un sospiro.

Entrammo nella caffetteria e ci sedemmo al nostro tavolo. Dimitri e Thalia stavano parlando di matematica e la conversazione mi annoiò a tal punto da farmi pensare a mille modi per potermi suicidarmi.

"Parliamo di qualcosa di interessante, la matematica mi fa venire mal di testa" dissi, girandomi verso Oliver.

"Questo perchè sei stupido" mi ricordò Thalia.

"Matematica mi fa venire mal di testa e mia sorella mi fa venire un dolore al cuore. è giusto che si amino a vicenda" dissi mettendomi una mano sul petto. Lanciai un'occhiata nella stanza e "Aleks mi fa male alla dignità. Ho bisogno di parlare con lei al più presto" dissi.

Alek era seduta con i suoi amici, mentre si facevano i compiti. Aveva uno sguardo perplesso sulla faccia mentre sfogliava il suo libro di testo.

Umf, fatemi essere quel pezzo di libro.

"Non è così difficile parlare con le persone, piccolo Theodore." disse Dimitri "Vedi, noi stiamo giusto parlando adesso"

"No, non è vero," dissi seccamente "io non sto parlando con te"

"Theo, non hai più cinque anni" disse Thalia.

"Onestamente, ti impegni troppo a provare quest'odio verso me. Penso che segretamente, almeno un pò, ti piaccio" disse lui agitando le sopracciglia verso me.

Quello stupido bacio comparì nuovamente nella mia memoria ed io disperatamente combattevo contro quei pensieri e contro quelle strane emozioni che volevano emergere dentro di me. Cos'erano, odio? Disgusto? Dio, perchè non capivo nemmeno che sentimenti provavo?

"Oliver, il piano" dissi dandogli una gomitata.

Io e lui, perciò ci alzammo e "Adios secchioni" dicemmo contemporaneamente, uscendo poi dalla mensa.

"ABBIAMO DAVVERO DETTO CONTEMPORANEAMENTE LA STESSA COSA SENZA PRIMA METTERCI D'ACCORDO? NON CI CREDO" esclamò Oliver non appena usciti da lì.

"QUESTA è UNA BELLISSIMA AMICIZIA!" esclamai, mettendo un braccio nelle sue spalle.

"La più bella, assolutamente" concordò Oliver annuendo.

"Posso tweettare questo speciale e splendido momento? Devo per forza tweettarlo." dissi prendendo il telefono e tweettandolo.

La campanella suonò ed entrambi sobbalzammo per lo spavento. Ghignando, ci dirigemmo verso la classe della quinta ora.

Quando venne l'ora di pranzo, ci sedemmo al nostro tavolo, aspettando Thalia. Feci una smorfia quando vidi Thalia, Dimitri, Kim e Jordan dirigersi proprio verso di noi.

"Oh diavolo, no" sibiliai, dando una gomitata ad Oliver e facendo loro un cenno quando furono vicini al nostro tavolo.

Oliver mi diede una pacca sulla spalle, con fare rassicurante "Adesso abbiamo un piano da poter usare in queste situazioni, Theo"

"Ma non voglio aiutarla di nuovo, è così incapace!" stava dicendo Jordan quando si fermarono al nostro tavolo.

"Mi spiace Jordan, ma sei costretto a farlo" affermò Kim ridendo.

"Oh, stai buona Kimbery tesoro. Jordan, caro, ci penserò io a lei, okay?" disse Dimitri incrociando le braccia sul petto.

"Davvero? Dimitri, sei il mio salvatore. Quella ragazza non avrebbe riconosciuto un logaritmo neanche se ce lo avesse davanti" disse lui, sospirando di sollievo.

...secchioni.

"Non avevo mai capito quanto fosse difficile dare delle lezioni di matematica fino a quando non ho incontrato lei" continuò Jordan scuotendo la testa.

Thalia mi lanciò un'occhiata "Oh fidati, so quanto possa essere difficile fare da tutor a dei deficienti"

La guardai con il broncio. Lei ridacchiò e si avvicinò in modo da potermi scompigliare i capelli. Le colpì la mano e piagnucolai, sistemandomi i capelli.

"Piccolo Theodore, ciao" mi salutò Dimitri facendomi un cenno.

"Hai sentito qualcosa? Perchè io no, proprio nulla" dissi ad Oliver.

"A mio fratello piace far finta di avere di nuovo cinque anni, non fateci caso." disse Thalia colpendomi in testa "Smettila adesso"

Dimitri aprì la bocca per dirmi qualcosa ma non ne ebbe la possibilità: un ragazzo sbattè su di lui, spingendolo in avanti.

Dimitri cercò di non perdere l'equilibrio e guardò chi gli corse, letteralmente, addosso. Fece un ghigno. I suoi occhi si illuminarono. Mi venne di nuovo in mente il sole riflesso in quei suoi due occhi, quando facemmo quella scommessa.

 "Che bello poterti incontrare di nuovo, Mark" disse Dimitri piacevolmente.

"Non fingere di essere un mio amico, fottuto pezzo di merda" disse Mark. Lo riconobbi solo adesso. Era un diplomando. Mark O'Dell, famoso per avere un pessimo carattere con le persone che gli stavano antipatiche.

"Che tale volgarità" disse Dimitri scuotendo la testa. Osservai come il glitter, caduto dai capelli, si sparse sul pavimento.

"Piccolo frocio luccicante" ringhiò Mark, spingendo nuovamente indietro.

Dimitri non perse l'equilibrio questa volta e lo guardò impassibile "Non sono molto affezionato alla parola 'frocio'"

"Ed io non sono molto affezionato a te. Meriteresti solo di essere picchiato a sangue," disse Mark, serrando duramente il pugno "dopo quello che hai fatto a mia sorella"

"Oh Mark, devo ricordarti che ho fatto solo quello che lei voleva che facessi?" chiese Dimitri, portando rapidamente una ciocca di capelli lontano dagli occhi.

"Si? Fotterla e spezzarla il cuore era quello che voleva? Sei un bastardo" Mark alzò il pugno, pronto per colpire Dimitri.

"Hey, basta!" dissi alzandomi velocemente dalla sedia, senza pensare "Non lo colpire!"

Mark mi osservò e la sua espressione rimase cupa anche quando i suoi occhi slittarono su Dimitri "E questo chi è, Dimitri? Il tuo nuovo giocattolino?"

"Beh, anche se sono sicuro che il piccolo Theodore sia un pò affezionato a me, non lo chiamerei un 'giocattolino'. Non chiamo nessuno in questo modo, a dirla tutta" disse Dimitri, spingendo verso il basso la mano di Mark con una tranquillità che mi sorprese. Dimitri esteticamente non sembrava affatto così forte, da non provare addirittura un'emozione che, tutti gli altri, al suo posto, avrebbero provato.

"Lascialo stare, Mark." disse Kim facendo un passo verso Dimitri, affiancandolo, e guardando Mark "Ti comporti come lui se avesse violentato tua sorella. Danni aveva acconsentito. Infatti, se ti ricordi bene, Danni l'ha voluto. Perciò lascia fottutamente in pace Dimitri prima che mi arrabbi sul serio"

"Tornerò per quello che hai fatto, Ivanov. Forse lei ha acconsentito a fare sesso con te, ma di sicuro non ha acconsentito ad essere gettata via come se non valesse nulla, quando ti sei stancato di lei. Pagherai per questo" ringhiò Mark prima di andarsene infuriato.

"La drammaticità rende tutto così interessante!" disse Dimitri allegramente, come se non fosse successo nulla.

"Ugh, odio Mark" disse Kim, ruotando gli occhi.

Dimitri mi guardò e mi sorrise ampiamente "Il mio piccolo tesoro Theodore mi ha difeso! Che cosa dolce!"

Arrossì profondamente e tornai a sedermi "Sto cercando di mangiare. Non ho bisogno di vederti assassinato di fronte a me mentre mangio" grugnì. Non ero molto sicuro del perchè avevo difeso Dimitri in quel modo.

Vidi Mark alzare il pugno a Dimitri e...diavolo, non so. Il panico si era impossessato di me e agì per puro istinto.

"Sei andato a letto con Danni O'Dell?" chiese Jordan sconvolto.

Dimitri sospirò "Normalmente non comunico questo tipo di informazioni, ma visto che Mark ha deciso di divulgarlo a tutti, sì, ci sono stato a letto. Ma manteniamo questa informazione per noi, okay? L'ultima cosa che voglio è che Danni e Mark mi lacerino pezzo per pezzo. Essere ricoperto di sangue non mi farebbe risaltare il colore degli occhi"

"Amico, sei un genio nella matematica e adesso sei diventato anche una leggenda. Danni O'Dell è così sexy!" disse Jordan.

"Lo dirò:" disse Dimitri con un sospiro "ero particolarmente fissato con lei al secondo anno"

"Possiamo smetterla di parlarne? A chi importa con chi è andato a letto Dimitri?" chiesi seccato.

"Concordo con il piccolo Theodore" disse Dimitri, osservando i suoi pollici in tasca e sogghignando.

"Solo...non riesco ancora a crederci. Dimitri, se hai avuto lei, probabilmente puoi avere chiunque ragazza" disse Jordan.

"Dio, le persone hanno proprio bisogno di imparare come tacere!" sbottai, alzandomi velocemente dalla sedia e prendendo la mia borsa a tracollo. Uscì furioso dalla caffetteria, non volendo ascoltare più nulla su quell'argomento.

Scivolai contro il mio armadietto, felice che nel corridoio non ci fosse nessuno. Mi strofinai le tempie e sospirai.

Perchè me la sono presa così tanto? Cosa mi importa della vita sessuale di Dimitri? Non era una mia preoccupazione. Poteva fottere chiunque voleva.

Sicuramente ero solo irritato dalle parole di Jordan. Voglio dire, cosa succederebbe se Dimitri ci provasse con Aleks, la mia ragazza dei sogni? O peggio ancora, cosa succederebbe se provasse ad andare a letto con Thalia, mia sorella?

Ma...non era solo questo. C'era una parte di me arrabbiata per quella ragione, ma sapevo che lo era anche....per qualcos'altro....un qualcosa....

Ovviamente, Dimitri stava cercando di portarsela a letto: flirtava, stava sempre con lei, la seduceva.

Deglutì. Pensavo di essere geloso di lui. Pensavo di essere geloso del fatto che ci stesse provando con mia sorella.

Pensavo di essere geloso del fatto che ci stava provando con lei e non con me.

 

 

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Ciao a tutti!

Ed un'altro capitolo è stato postato, yeeeah

La storia adesso si fa più intrigante, e ne vedrete delle belle ;)

Grazie a tutti coloro che la stanno leggendo/ commentando, vi adoro. E, ovviamente, non abbiate paura di esprimere la vostra opinione. A me questo può solo spronarmi ad andare avanti con la traduzione con un sorriso sulle labbra :)

Okay basta, il momento di dolcezza è passato ahaha

Alla prossima :)

 

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Capitolo 8
*** Outside The Lines (8) ***


"Sono etero" dissi severamente al mio riflesso sullo specchio.

"Theo, sei geloso che un ragazzo ci provi con tua sorella e non con te..." rispose il riflesso.

"Sta zitto Theo!" dissi arrabbiato.

"Anche tu sei Theo!" sbottò lui.

"Oh perfetto, sto avendo una conversazione con me stesso" dissi, levando di torno lo specchio e sbattendo la testa contro l'armadio.

Qualcuno bussò alla mia porta e poco dopo vidi entrare mia mamma, "Theo, stai parlando da solo?" chiese curiosamente.

"Si, e mi sto seriamente incavolando" grugnì.

"Mh, okay" rispose lei, leggermente stranita "Cosa vuoi per cena?"

"Niente, voglio morire di fame. La mia vita fa schifo" dissi sbattendo di nuovo la mia testa contro l'armadio.

"Theo fermati, non sbattere la testa. Hai già avuto abbastanza danni cerebrali" disse lei con un sospiro.

"Non mi importa, meglio di non fare nulla. Dov'è Thalia? Sono già le quattro" dissi dando un'occhiata all'orologio.

"è sulla strada di casa, mi ha inviato un messaggio" disse mamma.

"Scommetto che Dimitri l'ha chiusa nel bagagliaio, l'ha portata a casa sua, e sta per farle delle cose molto cattive. Devi seriamente proibirle di lasciarsi accompagnare a casa da lui" dissi.

"Theo, perchè odi Dimitri così tanto? Si, è molto eccentrico e si veste in modo scandaloso ma a parte questo sembra un bravo ragazzo" disse lei.

Arruffai i capelli frustrato "Non lo so perchè lo odio così tanto!" dissi alla fine, con tono amareggiato "Lo faccio e basta! C'è qualcosa in quel ragazzo che mi porta ad odiarlo a morte"

"Sai, anche io odiavo tuo padre quando eravamo bambini. Non avevo un motivo ben preciso. Voglio dire, a volte era fantastico, ma lo odiavo lo stesso. E, pensa un pò! Adesso sono sposata ed ho due bambini con lui" disse lei sedendosi sul letto e guardandomi.

"Stai dicendo che mi sposerò ed avrò due meravigliosi bambini con Dimitri?"

"Veramente, non ho detto 'meravigliosi'" disse lei.

"Mamma!"

Ridacchiò "Quello che voglio dirti, Theo, è che quando odi una persona senza una ragione, forse è perchè non vuoi accettare che quei forti sentimenti che provi non sono incentrati sull'odio, ma su ben altro" disse lei, facendo spallucce.

"Non sono gay!" dissi seccato.

Mamma fece di nuovo spallucce "Forse lo sei, Theo. Forse sei attratto da entrambi i sessi. O forse sei solo attratto da Dimitri"

Avvampai "Mamma, smettila! Sono etero!" gridai.

"Non escludere le varie possibilità. Ti conosco, Theo, sono pur sempre tua mamma. Sei lunatico, sarcastico e scortese, ma non sei il tipo di ragazzo che odia le persone senza un motivo" disse lei, alzandosi.

"Vorrei una quesadillas* per cena" (una crepes di formaggio, praticamente) dissi, voltandomi.

"Quesadillas è il tuo 'piatto di conforto,'" disse lei ghignando un pò "quindi mamma ha di nuovo ragione. Pensaci Theo"

Si diresse verso la porta, chiudendola prima di andarsene. Gemetti e mi lasciai cadere sul letto, strofinandomi gli occhi.

"No, non può essere" sussurrai.

Ma...se invece mia mamma avesse ragione?

Non ero contro gli omosessuali ovvio, solo non mi ero mai considerato come gay, bisex o fatto problemi sulla mia sessualità. Non ho mai provato nulla per un ragazzo, solo per ragazze.

Non era il pensiero di diventare omosessuale che mi metteva così tanto nel panico. Era il pensiero che potesse piacermi Dimitri.

La porta principale si aprì e scattai subito in piedi, decidendo di voler parlare con Thalia. Scesi le scale e vidi mia sorella in cucina mentre parlava con i miei genitori.

"Tu. Vieni con me" dissi a Thalia, prendendola per un braccio e trascinandola con me.

"Uhm...stavo parlando" disse lei, lanciando un'occhiata a mamma e papà.

"Appunto, 'stavi'" le dissi, portandola fuori dalla cucina e su per le scale, nella mia stanza.

Chiusi la porta e mi sedetti sul letto. Thalia si avvicinò, sedendosi anche lei, e guardandomi con evidente curiosità.

"Che è successo?" chiese, perciò.

"Dimitri. Gli piaci?" chiesi.

Thalia alzò le spalle "Non lo so. Kim mi ha detto che è una persona molto giocosa e che flirta con tutti, perchè?"

"Perchè è andato a letto con Danni O'Dell. Danni, la ragazza più incredibilmente fantastica, difficile da conquistare, e la definizione di astinenza. O almeno, era la definizione di astinenza, prima che Dimitri la sverginasse"

"Il tuo linguaggio mi stupisce," disse lei, falsamente stupita "ma cosa dovrebbe significare? Pensi davvero che mi piacerebbe andare a letto con Dimitri? Theo, abbiamo parlato di quel ragazzo per tipo, non so, una settimana?"

"Ha detto qualcosa su di me?"

 "Secondo me lui sta solo giocando con te. E comunque raramente ti menziona quando non sei nei paraggi, perchè?"

"Thalia, pensi che io assomigli ad un gay? Oh Dio, ma come dovrebbero essere i gay per poter dire che ci assomiglio?" chiesi, iniziando a farmi prendere un pò dal panico.

 "Uhm...Theo? I gay sono uguali alle persone etero, solo che li piacciono lo stesso genere." i suoi occhi si allargarono un pò e "Aspetta un secondo, ti piace Dimitri?" disse.

"Mamma ha detto 'forse'," dissi miseramente "e quand'è stata l'ultima volta che aveva torto?"

"Mai." disse Thalia accigliata "Quella donna non ne sbaglia mai una"

"Okay, davvero, non mi sarebbe importato se fosse stato qualcun'altro, ma è Dimitri" mi scompigliai i capelli, irritato e frustato.

"Solo quando andrai oltre la sua apparenza, potrai vedere che è una brava persona, Theo. Sia lui che Kim. Mi ha giusto accennato qualcosa su di lui dicendomi che è un pò disordinato, ma a parte questo sembra davvero un bravo ragazzo: è divertente, riflessivo ed è molto gentile" disse lei, mettendo un braccio sulle mie spalle.

Il fatto che avessi dei dubbi sulla mia sessualità non era mai stata una preoccupazione per la mia famiglia. Avevamo una mentalità aperta e accettavamo ogni tipo di sessualità. Quindi dire che fossi gay o che avessi qualche dubbio sulla mia eterosessualità, era lo stesso che dire 'mi piacciono i cani'. Solo un'altra caratteristica di questa famiglia, niente di entusiasmante o preoccupante.

"Thalia, non mi piace!" insistetti.

"Quando l'hai baciato, come ti sei sentito?"

"Non lo so." ammisi "Sembra strano a dirlo, ma non ancora ben capito come mi sentivo"

"Perchè non provi a parlarci senza uscire di testa? Solo per una volta" mi incoraggiò lei.

Ci pensai su, prima di sospirare e "Okay, va bene"

"Lo farò sedere con noi alla quarta ora" disse, alzandosi e scompigliandomi i capelli.

"Non lo fare più o la prossima volta ne va della tua vita" ridussi gli occhi a due fessure e tolsi la sua mano lontana dai miei capelli.

Lei ridacchiò e lasciò la stanza. Il resto della notte passò mentre provavo ad immaginare io e Dimitri parlare senza uscire di testa o mentre immaginavo di non dirgli di lasciarmi fottutamente in pace.

***************

"Oliver, falla finita!" sbottai.

Oliver continuò a canticchiare il motivetto della processione funebre quando Thalia entrò in mensa con a seguito Dimitri. Oliver finalmente smise quando i due si avvicinarono al nostro tavolo.

"Buongiorno, piccolo Theodore" mi salutò Dimitri, sedendosi vicino a Thalia.

Oggi indossava una maglietta rosa con delle cose luccicanti sulle spalle. Aveva dei guanti senza dita, i suoi soliti braccialetti e l'anello nella catena che portava al collo. Indossava jeans chiari, strappati sulle ginocchia, coperti da alcune firme fatte con il pennarello nero.

"Ehy" mormorai, rammaricandomi di aver accettato la proposta di mia sorella. Solo guardarlo, mi faceva incazzare.

"Hai bisogno del mio aiuto, Thalia?" chiese Dimitri lanciandole un'occhiata curiosa. La maglietta rosa mettere in risalto i suoi occhi gelidi.

Thalia scavò all'interno della sua borsa, cercando qualcosa "Dannazione, l'ho lasciato nel mio armadietto. Torno subito"

Si alzò e corse via dalla caffetteria. Oh, tanto di cappello sorella mia, veramente malvagio da parte tua lasciarmi solo con Dimitri.

Oh, e Oliver. Si, anche con lui. Mh, forse era veramente un 'non importante personaggio secondario' come diceva Dimitri.....

Dimitri, sembrando così disinvolto e tranquillo, si allungò sulla sedia per stiracchiarsi, facendo scricchiolare la schiena. La sua maglietta di conseguenza, si alzò, rivelando un piccola striscia del suo stomaco. Aveva una sottile e leggera striscia di peluria che partiva dall'ombelico, scomparendo poi sul bordo dei jeans.

"Ti stai godendo il panorama, piccolo Theodore?" disse Dimitri, mettendo poi una mano sulla parte di stomaco scoperto dalla maglietta, sogghignando. Si raddrizzò e rimise a posto la maglietta, ricoprendosi.

"No" dissi, puntando i miei occhi su qualcos'altro, in modo da non poter osservarlo.

"Credo che tu gradisca la mia intera presenza più di quello che lasci mostrare" disse appoggiandosi nella sua parte di tavolo, trovandosi perciò di fronte a me.

"Credo che tu gradisca molto darmi fastidio" dissi, portando più indietro la mia sedia. Sì, è stata un'orribile idea.

Citando Ron Burgundy, 'rimpiansi immediatamente questa decisione'.

"Ci sono un sacco di cose che gradire fare con te" disse lui, facendomi l'occhiolino.

"Okay, ho ascoltato abbastanza. Adesso abbasserò la testa e mi coprirò le orecchie. Non badate a me" disse Oliver, poggiando la testa sul tavolo e mettendosi le cuffie alle orecchie. Fottuto traditore!

"Mi piace come mi guardi, piccolo Theodore, l'ho già visto in passato. Tu sostieni di odiarmi, ma invece non è così" disse, sogghignando mentre cercava i miei occhi.

Strinsi i denti ma rimasi in silenzio, non ancora sicuro se fosse vero o no quello che diceva. Ma in fondo, come potevo non odiare questo fastidioso scintillante stravagante ragazzo di fronte a me?

Dimitri fece roteare una ciocca di capelli viola intorno al dito. Notai che lasciava cadere sempre una ciocca di capelli dal suo ciuffo semplicemente per lo scopo di poterlo fare roteare fra le dita o per poterlo portare indietro drammaticamente con un rapido colpo della testa.

"Lo puoi ammettere," disse lui ridacchiando "non glielo dirò a nessuno. Sarà il nostro piccolo segreto"

"Non c'è niente da ammettere" ringhiai, facendo cadere lo sguardo per terra.

Dimitri afferrò delicatamente il mio mento, facendomi alzare lo sguardo in modo da poterlo guardare negli occhi. Il suo pollice incominciò ad accarezzarmi dolcemente la guancia.

"Certo che c'è." disse, suonando ragionevole. Mi guardò le labbra "In effetti, tesoro, penso che siano molte cose che dovresti ammettere"

Spinsi la sua mano lontano da me, il mio cuore stava battendo forte. Mi alzai, quasi cadendo sulla sedia, come penso abbia fatto. Dimitri mi guardò con una tranquillità assurda.

"Stai lontano da me." dissi, la mia voce che tremava "Tu non-non...stai lontano da me, fottuto egocentrico del cazzo"

Mi girai e corsi fuori dalla mensa. Non volevo più stare li dentro. Non volevo che mi toccasse.

"Theo? Theo, che è successo?"

Thalia corse per il corridoio, verso di me. Un libro nascosto sotto il braccio. Si avvicinò a me, guardandomi con preoccupazione.

"Niente! Solo, tieni Dimitri lontano da me!" sbottai, spintonandola e e correndo verso il bagno dei maschi, così non mi avrebbe potuto seguire.

Sprofondai contro il muro, seppellendo il viso fra le mani. Non c'era modo che potessi sentire dei sentimenti per quella specie di essere umano, giusto?

Mi alzai e mi portai velocemente una mano sui capelli. No, non poteva piacermi Dimitri. Cercherò di sbarazzarmi di questi sentimenti così offuscati e starò con qualcun'altro, è l'unico modo.

 

****************

Entrammo Sala Studio della nona ora e ci sedemmo. Non avevo parlato con Dimitri dalla quarta ora.

La campanella suonò e lui e Kim entrarono nella Sala. Aspettai fino a che si furono seduti prima di lanciare un'occhiata ad Alek.

"Piccolo Theodore, non mi stai parlando." disse Dimitri, girandosi nella sedia in modo da potermi guardare in faccia "Così mi rendi triste"

Ma il sorrisetto sul suo viso e il luccichio nei suoi occhi non ne erano della stessa opinione, dandomi così la prova che quella era un bugia bella e buona. Stringendo i pugni sotto al tavolo, lo ignorai di nuovo.

"Non riesco proprio a capirla"

Quella delicata voce mi arrivò dritta alle orecchie e girai la testa in modo da poterla ascoltare più chiaramente, tenendo lo sguardo sempre su Alek. Stava gesticolando su un libro di testo.

"Non sono brava in economia" continuò lei, parlando con i suoi amici.

"Cerca qualcuno che può aiutarti, allora. Io non posso," il suo amico disse, ridendo "sono nella tua stessa condizione su quella materia"

Fai la tua mossa, Theo.

Lanciando un'occhiataccia a Dimitri, mi alzai e lentamente mi diressi dritto verso Alek. Thalia e Oliver mi guardarono sorpresi. Dimitri ridusse i suoi gelidi occhi in due fessure osservandomi con curiosità mentre facevo il mio primo approccio con Alek.

"Uhm...scusami?" dissi toccando impercettibilmente la sua spalla.

Si girò verso di me e "Si?" chiese curiosamente.

"Ho sentito per caso la vostra conversazione. Quindi, uhm, problemi con l'economia?" chiesi indicando il libro.

Lei sospirò e annuì, mettendo i capelli dietro l'orecchio "Sì, non riesco proprio a capirla, anche se ci mettessi tutta la mia buona volontà"

"Sono abbastanza bravo in questa materia. Se vuoi un aiuto, io sono qui" dissi, sorridendole.

"Sarebbe fantastico! Ehi, sbaglio o abbiamo anche Sala Studio della quarta ora in comune?" chiese lei.

 Annuì "Si, esatto"

 "Incredibile. Comunque mi piacerebbe tanto avere un aiuto in questa materia del cavolo, se per te non è un problema" disse Alek, arrossendo un pò.

"Nessun problema, tranquilla. Sono Theo, comunque" dissi presentandomi.

"Alek" disse lei, regalandomi un dolce sorriso.

"Vado a prendere la borsa e torno subito" dissi e ritornai al tavolo, verso la mia sedia. Sogghignai e feci un occhiolino ai miei amici mentre mi misi la borsa a tracollo sulla spalla.

"Alek, quello è Theo Light! Lo conosco, usciva con Erin al secondo anno. Lei mi ha detto che era il ragazzo più dolce che abbia mai conosciuto. E che era anche molto carino" stava dicendo una sua amica, apparentemente ignara che il suo sussurrare era silenzioso quanto la sirena di un'ambulanza.

"E adesso la mia 'immensa bellezza' conquisterà la mia ragazza dei sogni" disse a Thalia e Oliver, quasi sussurrando, in modo che Alek e i suoi amici non mi avrebbero potuto sentire.

Dopodichè mi sedetti al tavolo di Alek. L'aiutai, senza nessuna fatica, nei suoi compitii. Alek sembrava meravigliata della mia conoscenza su quella materia.

"Wow, grazie mille Theo" disse dopo aver finito di scrivere la risposta all'ultima domanda.

"Non c'è bisogno di ringraziarmi. Sarei felice di aiutarti in qualsiasi momento ne avessi di bisogno" dissi sinceramente.

"Attento Theo, potrei prendere davvero sul serio la tua proposta" disse, ridendo mentre riponeva il libro nella borsa.

"Ne sarei felice se lo facessi" dissi, resistendo alla voglia di baciarla, portarla a Las Vegas e sposarla entro le 24 ore.

Piccoli passi Theo, piccoli passi.

La campanella suonò e lei si alzò, mettendo sulle spalle lo zaino. Feci la stessa cosa, mettendomi le mani nelle tasche dei jeans.

"Beh, grazie ancora Theo. Sei davvero molto intelligente" disse lei.

"Si, con l'economia lo sono, con il resto un pò meno.." dissi.

"Sei così modesto, piccolo Theodore"

Gemetti "Dimitri, togliti dai piedi!"

Ghignò, agganciando le sue dita nelle tasche dei pantaloni "Sono venuto solo per informarti che tua sorella oggi resterà a scuola per fare da tutor con me e il mio tesoro Kim. Thalia doveva parlare con una sua professoressa e mi ha chiesto di dirtelo"

Mi guardai intorno sorpreso, realizzando che Thalia se n'era andata davvero. Oliver mi stava aspettando accanto alla porta con uno sguardo che diceva che potevo stare tutto il tempo necessario con Alek, lui non aveva fretta.

"Poteva inviarmi un messaggio. Beh, hai consegnato il tuo messaggio, adesso puoi andare" dissi con tono piatto.

Dimitri scosse la testa, un piccolo strato di glitter cadde sulle sue spalle mentre lo faceva "Ammetto di essere felice che tu abbia ripreso a parlarmi, sebbene credo che adesso tu sia arrabbiato perchè sto interrompendo il tuo corteggiamento"

Arrossì, guardandolo con odio. Strinsi i pugni, pronto a dirgliene quattro, ma Alek mi battè sul tempo.

"Anche se stava flirtando con me, non è affar tuo. Chiaramente lui non vuole parlare con te, quindi lascialo in pace" disse Alek guardandolo con disgusto.

"Ah, sembravi una ragazza così carina fino a quando non hai aperto bocca." Dimitri disse, ridacchiando "Si capisce che il piccolo Theodore sia attratto da qualcuno di scortese e odioso nei miei confronti, come fa lui"

"Non è così difficile odiarti dopo quello che hai fatto a Zoey" disse Alek.

"Immagino che tu sia una sua amica?" chiese Dimitri curiosamente.

"Questo non è affar tuo, maniaco del glitter. Andiamo Theo, usciamo da qui" Alek afferrò la mia mano e mi spinse lontano da Dimitri.

"Tu lo conosci?" chiesi ad Alek scioccato.

Lei scosse la testa, lasciandomi la mano "No, ma so cosa ha fatto a Zoey Tarbania. Era una ragazza così carina, e lui l'ha usata solo per il sesso"

"Sto incominciando a pensare che ne faccia un pò troppo, quel ragazzo" borbottai, disgustato da Dimitri. Non puoi usare le persone per il sesso e dopo scaricarle come se fossero un sacco di rifiuti. Come avevo potuto pensare, anche lontanamente, di essere innamorato di lui?

"Vedo che si è seduto con te durante la Sala Studio, a volte. Immagino che già vi conosciate" disse Alek non appena percorremmo il corridoio. Oliver si era spostato e non mi stava aspettando alla fine del corridoio.

Scossi la testa "Nah, non sopporto quel ragazzo"

"A me qualsiasi cosa che gli riguarda, mi disgusta" disse Alek scuotendo la testa.

"Ivanov, Dimitri Ivanov. Infastidirmi è diventata ormai la sua ragione di vita" borbottai.

"Ehi scusa, adesso devo proprio tornare a casa. Ma mi fare davvero piacere se tu potessi aiutarmi un'altra volta, sempre se non ti dò fastidio" disse lei, arrossendo un pò.

"Piacerebbe anche a me" dissi, sorridendole.

"Grazie Theo. Ciao" disse, salutandomi con la mano prima di andarsene.

"QUESTO è IL MIO RAGAZZO!"

Oliver mi saltò addosso, da dietro, ridendo quando inciampammo all'interno degli spogliatoi. Lo spinsi lontano da me, ghignante.

"E voi pensavate che non avevo le palle per andarci a parlare" dissi con aria di sufficienza.

"Lo devo ammettere, ho dubitato che tue palle crescessero di abilità" disse Oliver quando incominciammo a camminare verso il corridoio principale.

"La dovrei invitare a studiare insieme" dissi.

"Si, a studiare il suo corpo" aggiunse Oliver con uno sbuffo.

"Ovviamente" dissi, ghignando di nuovo.

"Solo, ricordati: fratelli prima di tutto e tutti. Non osare abbandonare la nostra amicizia per questo piccolo uccellino, Theo" disse Oliver duramente.

"Potrei allontanarla un pò, involontariamente, ma non lascerò che tu diventi un non importante personaggio secondario" dissi, sghignazzando quando mi guardò e mi colpì sul braccio.

Mi guardai intorno ed i miei occhi si spalancarono leggermente. Alzai la mano, schiaffeggiando il petto di Oliver. Lui fece uscire dalla sue labbra un rumore soffocato e si strofinò il petto.

"Che c'è?" si lamentò.

"Guarda" ringhiai, facendogli un cenno.

Oliver guardò in quella direzione e i suoi occhi si spalancarono. Oh, avrei ucciso quel bizzarro eccentrico del cazzo.

Dimitri, Kim, Thalia e Jordan erano insieme. Thalia stava ridacchiando mentre Dimitri le parlava. Ma la sua posa e i suoi occhi erano chiari: stava flirtando con Thalia. Mr. Luccichio dell'anno stava flirtando con mia sorella.

inghiottì la mia rabbia e, ammisi la gelosia che quella scena mi causò. Vorrei avere il coraggio di chiedere ad Alek di conoscerci meglio, in modo da poter dimenticare questi sentimenti per Dimitri e dopo, trovare un modo per tenerlo lontano da mia sorella.

 

 

__________________

Buon felice anno a tuttiiii

questo capitolo credo che sia uscito una merda ma vabbè.

Maaa, possiamo notare che c'è un nuovo personaggio: Alek. Quali sono state le vostre prime impressioni su di lei? E, secondo voi, perchè ce l'ha così tanto con Dimitri?

Okay basta ahaha passate una bella serata ragazzi, al prossimo anno :)
 

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Capitolo 9
*** Outside The Lines (9) ***


"Sono così stanco" disse Oliver, riposando la testa sulla mia spalla.

"Non sono un cuscino" dissi, scrollandomelo di dosso.

"No, ma sei il mio migliore amico, ciò significa che devi diventare un cuscino quando io ho bisogno che tu diventi un cuscino" rispose lui.

"Resteremmo ancora amici se adesso ti dessi un pugno in faccia?"

"Mh, probabilmente no"

"Perfetto"

Alzai il pugno e Oliver si chinò indietro, afferrando il mio polso. Fece il broncio, spingendo il mio braccio in basso.

"Stronzo" mormorò lui.

"Tanto lo so che mi ami" dissi, ghignando.

"No, cerco solo il modo di sopportarti il più possibile." disse Oliver con un sospiro "Per restare in tema, ecco lì il tuo uomo"

Mi guardai intorno e vidi Dimitri entrare in mensa, circa dieci minuti dopo la lezione. Fortunatamente, Thalia era a chiedere aiuto ad una delle sue professoresse.

Dimitri stava strofinando la parte marrone dei suoi capelli, irritato, mentre guardava lo schermo del suo telefono. Glitter volava giù nel pavimento mentre continuava a strofinare i capelli.

"Credo che questa sia la prima volta che lo vedo senza quello stupido sorrisetto" dissi, immaginando cosa gli fosse successo.

Ma dopo ridacchiò fra sè, posando poi il telefono nella tasca dei suoi luminosi pantaloncini rosa. Indossava anche una canottiera larga a fantasia, annodata sui fianchi. Quella maglietta metteva molto in evidenza i suoi muscoli delle braccia e il suo petto liscio.

Si diresse verso i suoi amici, sedendosi con loro, e solo adesso potei notare quanto fosse muscoloso il suo di dietro. Che Dio maledica lui e le sue stupide canottiere rivelatrici.

"Theo?"

Alzai lo sguardo su Alek e "Bisogno di un aiuto in economia?" chiesi con una risata.

"Veramente no, mi stavo solo chiedendo se potevo sedermi con voi" disse lei, arrossendo un pò.

"Uhm, si, certo!" dissi facendo un gesto alla sedia di fronte a me "Accomodati!"

Alek perciò si sedette. Mi regalò sorriso luminoso mentre prese dalla borsa i compiti su cui doveva lavorare.

"Dimitri sta davvero indossando una cintura fatta di graffette o è la mia impressione?" chiese Oliver confuso, guardando verso Dimitri.

Lo guardai anch'io e, abbastanza sicuro, affermai che stava indossando davvero una cintura di graffette. Era alzato, evidentemente per andare a buttare qualcosa, e potei vedere chiaramente delle graffette unite tra loro dentro i passanti dei jeans.

"Perchè Thalia vuole essere suo amico?" chiesi miseramente.

"Thalia è la ragazza che di solito si siede qui?" chiese Alek.

Annuì "Si. Ultimamente sta diventando un pò troppo amichevole con Dimitri"

Alek fece una faccia allarmata "Tienila lontana da lui, usa le persone solo per il sesso"

"Perchè tutte le ragazze vogliono andare a letto con lui? Guardatelo, è orribile!" dissi.

Beh, quello non era del tutto vero. Lo dovevo ammettere: avevo capito cosa intendeva Thalia quando lo definiva 'attraente'. Se non avesse avuto quello stupido ciuffo viola, i suoi capelli sarebbero stati carini, di una tonalità più chiara del marrone. E se indossasse vestiti normali, potrebbe addirittura assomigliare ad un modello, con la sua altezza, con il suo corpo muscoloso e i suoi gelidi occhi.

"Ho sentito dire che va a letto anche con gli uomini" disse Oliver.

"Anch'io ho sentito girare questa voce" rispose Alek.

L'immagine del bacio con Dimitri comparì nella mia testa e frettolosamente la ricacciai indietro. Nessuno sospettava che, probabilmente, potessi provare qualcosa per lui.

"A chi importa? Fino a quando lo teniamo lontano da Thalia, non mi importa neanche se andasse a letto con dei fottuti folletti" dissi.

"I folletti non rientrano nei miei gusti, piccolo Theodore"

Mi pizzicai il dorso del naso "Mi stai causando il mal di testa e hai detto solo una frase, Dimitri. Vai via"

"Sei preoccupato che ci provi con Thalia?" chiese lui, sedendosi sul bordo del tavolo e guardandomi con un ghigno sul viso.

"No. Se provi solo a sfiorarla, te ne faremo pentire di averlo fatto" dissi, lanciando un'occhiata ad Oliver.

"Oh, sono così terrorizzato." disse, guardando le sue unghia che erano smaltate di un nero glitterato.

"Oh, ma vai a succhiare un cazzo" dissi irritato.

Il ghigno di Dimitri diventò sempre più ampio mentre spostava lo sguardo dalle sue unghia a me "Ti preoccupa il fatto che abbia avuto anche dei partner maschi, piccolo Theodore?"

"Non mi importa con chi tu abbia fatto sesso. Devi solo stare lontano da noi" dissi, fissandolo.

"Questo è un piuttosto scortese da parte tua. Volevo solo onorarti della mia presenza per questa lezione" disse avvicinandosi e accarezzandomi la guancia, guardandomi negli occhi con uno sguardo profondo, che mi mise a disagio.

Arrossì e spinsi via la sua mano, facendola tornare al suo posto velocemente "Vattene e lasciaci in pace!"

Dimitri non disse nulla. Lasciò solo che la sua mano tornò al suo fianco, continuando a sorridermi. Uno sguardo di chi la sa lunga sul viso.

"Perchè non prendi un suggerimento? Lui vuole che tu te ne vada. Tutti vogliamo che tu te ne vada. Allora, perchè non te ne vai?" disse Alek, che stava diventando sempre più irritata.

"Piccolo Theodore, la ragazza di cui ti sei preso una cotta è abbastanza scortese" disse Dimitri ridacchiando.

"Perchè fare sesso con le persone e spezzarle i cuori non è affatto scortese" grugnì Alek ironicamente.

"Ancora a parlare di Zoey? Abbiamo trascorso un meraviglioso periodo insieme, ma lei ancora insiste nel farmi passare per il ragazzo cattivo della situazione." disse Dimitri sospirando "La drammaticità dà maggior vivacità ai racconti. Beh, adesso lei non è più una mia preoccupazione. Bando alle ciance, ho altre cose da fare, quindi arrivederci piccolo Theodore e la sua affascinante cotta"

Saltò giù dal tavolo e tornò dai suoi amici. Si sedette e subito venne impegnato in una conversazione con uno dei ragazzi che c'erano lì.

"Non riesco a ricordare l'ultima volta che ho odiato qualcuno così tanto" brontolai.

"Perchè fa finta che io sia invisibile?" si lamentò Oliver.

"E tu chi sei?" chiesi confuso.

Gridai e mi strofinai il braccio dopo che Oliver mi ebbe colpito. Mormorai imprecazioni verso di lui e  lui sogghignò, facendo spallucce con aria innocente.

"Solo per me, la sigla di Dimitri è 'Odd One' dei Sick Puppies*? chiese Oliver.

"Uhm no, per me qualcosa di Jeffree Star" (cercatelo e capirete ahah) dissi.

"Se la sua sigla fosse qualcosa di Jeffree Star, probabilmente direi 'I Dare You'. Potrei perfino immaginare sua mamma diventare una drogata e suo padre che assomiglia a Kurt Cobain" disse Oliver pensieroso.

Sghignazzai e scossi la testa "Quello che è, chi se ne frega. Basta parlare di lui." così rivolsi la mia attenzione ad Alek "Quindi Alek, posso chiederti perchè oggi hai deciso di sederti con noi?"

Alek fece spallucce "Non lo so, volevo solo conoscerti un pò meglio. Sembri un bravo ragazzo" disse con un leggero rossore sulle guance.

Alek pensava che io fossi un bravo ragazzo?

Dovevo ufficialmente fare sesso con quella ragazza.

"Anch'io vorrei conoscerti un pò meglio" dissi, sfoggiandole un'incantevole sorriso.

"Bene" disse lei, facendo ritornare il suo sorriso.

Parlammo fino a quando finì l'ora. Oliver ed io ci dirigemmo verso la classe dell'ora successiva, e la mattinata continuò così fino a quando venne l'ora di pranzo.

"Cibo, cibo, cibo" canticchiai felicemente. Ero di ottimo umore per aver trascorso la quarta ora con Alek parlandole, facendola sorridere, ridere e arrossire.

Io ed Oliver ci sedemmo al nostro tavolo con il nostro pranzo, guardandoci attorno per individuare Thalia. Dopo un pò feci spallucce, aprì il piatto con il mio pranzo e incominciai a mangiare.

"Alla nona ora posso continuare a flirtare con quella fantastica ragazza, non vedo l'ora" dissi compiaciuto.

"Fai tu Theo. O meglio dire fattela. Si, decisamente, fattela!" disse Oliver annuendo.

"Oh no, Thalia no. Ti prego, non lo portare qui, finirà solo per rovinare il mio umore" grugnì, individuando Thalia camminare con Dimitri  e Kim.

Si avvicinarono al nostro tavolo, parlando fra di loro. Dimitri agitava le mani mentre parlava su qualcosa che riguardava gli uccelli o forse il Frisbee.

"Oh, smettila di ripetere quella storia Dimitri!" disse Kim, dandogli una gomitata e ridendo.

"Oh Kimberly tesoro è una storia così favolosa che non posso smettere di raccontarla," disse lui con un drammatico sospiro "ma obbedirò ai tuoi desideri, mia cara"

Mi guardò e sorrise "Ah, piccolo Theodore. Mi dispiace dirti che dovrai stare senza la mia adorata compagnia la prossima ora. Devo andare da un'altra parte"

Gli grugnì qualcosa in risposta e continuai a mangiare il mio pranzo. Ehi, se non lo avrò fra i piedi per un'ora, non era di certo una perdita per me.

"Bene, ci vedremo fra un pò ragazzi!" annunciò Thalia agitando una mano verso di loro e sedendosi al nostro tavolo.

Dimitri agganciò il suo braccio con quello di Kim e andarono via, saltellando. Li guardai a metà fra lo scioccato e il disgustato scuotendo poi la testa e rendendomi conto quanto fosse fottutamente eccentrico.

"Thalia, stai lontano da lui" le obbligai duramente.

"Theo, sto con chi mi pare e piace" disse lei, colpendomi sulla fronte.

La fissai, strofinandomi la mia povera fronte. Continuai a mangiare e Thalia mi ascoltava attentamente mentre parlavo di come era andata l'ora di Sala Studio con Alek.

La campanella suonò e ci dirigemmo verso la classe di Inglese. È stata una lezione abbastanza normale, a parte per l'ottimo umore di Mrs. Slate per la mancanza di Dimitri nella sua ora.

Finalmente arrivò la nona ora. Stavo letteralmente bruciando di eccitazione mentre entravamo nella caffetteria e ci sedevamo ai nostri posti. Guardai Alek entrare con i suoi amici e sedersi al solito tavolo. Sicuramente Alek avrebbe voluto parlare con me anche in quest'ora.

Ero così felice ed eccitato che non notai nemmeno Dimitri e Kim fare il loro ingresso nella caffetteria, in ritardo di dieci minuti. Si sedettero al loro tavolo. Dimitri era appoggiato alla sedia e messaggiava al telefono.

Alek si alzò e venne verso di me, fingendo di star leggendo un libro. Mi picchettò sulla spalle, ed io alzai lo sguardo su di lei.

"Uhm, Theo, pensi di potermi aiutare ancora una volta?" disse lei, tenendo in mano il libro.

"Certo!" risposi, posando il mio libro nella borsa e facendo un cenno alla sedia di fronte al banco.

Si sedette, e insieme incominciammo a lavorare sul libro di economia. Oliver e Thalia ci lasciarono soli, lasciando perdere i loro compiti per un pò e incominciando a parlare fra di loro.

"Thalia!"

Quella voce melodiosa mi aveva portato ad alzare lo sguardo su Dimitri. Era di fronte a Thalia, le sue braccia incrociate al petto.

"Si Dimitri?" chiese Thalia alzando lo sguardo.

"Dopo il tutorial, ti piacerebbe uscire con me e il mio tesoro Kim?" propose lui.

"Certo!" rispose lei, causandomi quasi un'attacco cardiaco.

"No!" sbottai, osservando entrambi "Assolutamente no. Non andrai via con un ragazzo eccentrico, spezza cuori, eccitato e dipendente dal sesso!"

Dimiti fece quel suo solito sorrisetto del cazzo e "Non sapevo che conoscessi la mia vita, piccolo Theodore"

"Theo, lascia in pace Dimitri! Ha ragione, tu non lo conosci." affermò Thalia, stringendo gli occhi verso me "Tu sai solo quello che senti dire dalle altre persone, e ciò significa che in realtà non sai proprio nulla di lui. Esco con chi voglio e tu te ne devi fare una ragione, non ho bisogno di un tuo permesso"

La guardai scioccato, cercando di non lasciar trapelare il mio dolore. Mia sorella gemella ha seriamente preferito Dimitri piuttosto che me, suo fratello?

"Bene. Fai quello che vuoi." dissi, facendo spallucce e respingendo indietro la rabbia "Ma non venire da me strisciando quando questo stronzo ti farà soffrire"

"Oh, quanto sei crudele mio piccolo Theodore" disse Dimitri ridacchiando.

"Scusalo Dimitri," disse Thalia prendendo le sue cose e rivolgendomi una gelida occhiata. Afferrò il suo braccio e lo trascinò verso Kim, sedendosi poi con loro.

La campanella suonò ed io sobbalzai, sorpreso. Guardai giù, verso i compiti di economia incompiuti di Alek e sospirai.

"Scusa, non li abbiamo nemmeno potuto finire" dissi scusandomi.

"Tranquillo. Ehy, se non ti dispiace potresti venire a casa mia e aiutarmi a finirli" disse, arrossendo di nuovo.

"Si, certo" dissi cercando di sembrare disinvolto "nessun problema. Allora ci andremo insieme, con la mia macchina"

Lei si alzò ed io feci la stessa cosa. Oliver mi fece l'occhiolino, prima di lasciare la classe, che io contraccambiai con un ghigno.

Condussi Alek fuori dalla scuola e nella mia macchina. Pregai silenziosamente tutti i santi esistenti al mondo di non mettere in riproduzione casuale delle canzoni imbarazzanti dal mio iPod mentre guidavo.

 Partì 'I Won't Lie' di Go Radio quando incominciai a guidare e mi rilassai un pò. Alek nel frattempo mi diede l'indirizzo di casa sua.

"Amo questa band" disse Alek, sorridendo.

"Sono andato ad un loro concerto. Sono davvero bravi" dissi.

"Davvero? è eccezionale!" disse lei.

"Uhm, so che torneranno in estate. Potremmo andarli a vedere insieme, se vuoi" proposi.

"Sarebbe fantastico, Theo" rispose Alek arrotolando una ciocca di capelli fra le dita. I suoi capelli erano castani scuri, e si accoppiamento perfettamente alla pelle abbronzata e agli occhi marroni.

 "Questa è casa tua?" chiesi indicando una delle tante case.

"Si!" disse lei ed io, perciò, parcheggiai davanti a casa sua.

Uscimmo dalla macchina ed Alek aprì la porta della sua casa fottutamente gigante e mi fece entrare all'interno.

Attraversammo la cucina fino ad arrivare al salotto, dove vi erano appese ordinatamente delle fotografie lungo le pareti. Non feci molto caso, però, a nessuna di quelle. I miei occhi si erano immediatamente posati su una donna addormentata sul divano. 

Doveva essere sicuramente la mamma di Alek. La sua pelle era dello stesso colore di quello della ragazza che avevo a fianco e aveva esattamente lo stesso colore di capelli. Vi era una coperta tirata pigramente su fino a coprire la sua vita.

"Scusa, mia mamma la notte scorsa è rimasta alzata fino a tardi a lavorare" sussurrò Alek per non svegliare sua madre, afferrandomi poi per il braccio e trascinandomi fuori dal salotto e salendo velocemente le scale.

"Wow, è bellissimo" dissi, osservando il gigante, dettagliato e accurato disegno di Samba e Mufasa del film 'Il Re Leone'.

"Grazie, me l'hanno regalato per il mio compleanno" disse, sorridendo con affetto guardando anche lei il disegno.

Si sedette sul suo letto, ed io la copiai, mettendomi vicino a lei. Prese il libro dalla borsa e l'aiutai fino a quando finì di fare tutti gli esercizi.

"Grazie Theo, sei così paziente con me" disse lei mentre riponeva il libro nella borsa.

Sentimmo il rumore dello sbattere della porta principale, al piano di sotto e Alek sospirò. Mi lanciò uno sguardo di scuse.

"è sicuramente mio fratello. E fidati, tu non vuoi che lui venga qui mentre tu sei ancora qui. Non la smette un secondo di parlare e potrebbe nuocere gravemente al tuo udito" disse, alzandosi e chiudendo a chiave la porta della sua stanza.

Un minuto dopo, la maniglia si abbassò. "Aleksandra! Fammi entrare! Ti devo fare vedere una cosa!" esclamò la voce di un bambino.

"Dopo, adesso sono impegnata" rispose Alek.

"Va bene. Glielo farò vedere a mamma e poi ritornerò!" disse il bambino, e lo potemmo sentire scendere velocemente le scale.

"Dovrò portarti fuori dalla casa nel modo più silenzioso possibile per non farti acciuffare dal mio fratellino" disse ridendo.

"Grazie a Dio ci sei tu a proteggermi dal tuo piccolo fratellino." dissi seriamente "Non saprei cosa fare se un bambino provasse a comunicare con me"

Alek alzò gli occhi al cielo, colpendomi scherzosamente il braccio "Quindi, eri fidanzato con la mia amica Erin, al secondo anno" disse lei.

"Erin Richford, si. Mi lasciò quando si trasferì. Quando ritornò qui, incominciò ad uscire con Greg e adesso sono follemente innamorati" dissi, ridendo un pò al pensiero dei numerosi fidanzati che ebbe. Di certo, dopo di me, si era abbassata di livello.

"Stavo giusto parlando con lei ieri, e quando ti ho menzionato non ha smesso un attimo di affermare quanto tu fossi stato così gentile e affettuoso con lei. Ed io le credo" disse, ritornando ad arrotolare una ciocca di capelli intorno al dito.

"Davvero?" chiesi, alzando un sopracciglio. Il mio cuore stava martellando fuori dal petto ma mantenni un pò di contegno.

"Theo, alcuni miei amici mi hanno detto che ti piaccio" disse lei.

"Non stavano mentendo" risposi io, con un'alzata di spalle.

"Mi piacerebbe conoscerti meglio. Molto meglio" disse lei, appoggiandosi sul letto e spingendo le sue labbra sulle mie.

Era stato piuttosto inaspettato. Ricambiai il bacio dopo un paio di secondi, ovvero il tempo impiegato per realizzare che mi stava davvero baciando. Il mio cuore stava esplodendo. Le sue labbra erano soffici e si muovevano a tempo con le mie. Portò una mano sul mio collo.

E improvvisamente, tutto quello a cui riuscivo a pensare era a Dimitri. Il modo in cui aveva appoggiato la sua mano sul mio collo quando mi aveva baciato, portando il mio viso più vicino al suo. Il modo in cui le sue labbra si erano unite alle mie con dolcezza. La facilità con cui mi baciò.

Mi tirai indietro, frettolosamente "Scusa, non volevo..." mi fermai. Non volevo cosa? Baciare la ragazza di cui sono ossessionato da così tanto?

"No, no, scusami tu. è stata solo colpa mia" disse, arrossendo profondamente per l'imbarazzo.

"Wow, okay, questo è piuttosto imbarazzante. Uhm, quindi, si, mi piacerebbe di passare più tempo con te," dissi forzando un sorriso "conoscerti meglio. E dopo, beh, vedere quello che succede"

"Si, assolutamente. Suona bene. Probabilmente dovrei farti uscire da qui prima che mio fratello ti veda" disse, alzandosi e porgendomi la mia borsa a tracollo.

La seguì fuori dalla sua stanza, seguendola fino a quando arrivammo davanti alla porta principale.

"Scusami Theo, non volevo metterti a disagio" disse guardandomi mentre aprivo la macchina.

"Ehi, non preoccuparti. Mi è piaciuto, davvero." dissi, sorridendole "Ci vediamo domani Alek"

"Ciao Theo" disse lei, come se volesse nascondersi in una fossa e morire dall'imbarazzo.

Le feci un cenno con la mano, entrando in macchina e dirigendomi verso casa. Subito, dopo essere entrato in casa, corsi verso la camera da letto di mia mamma.

"Mamma! Odio quando hai ragione!" sbottai verso lei.

"Ho sempre ragione, Theo" disse lei, piegando i vestiti e mettendoli dentro i cassetti.

Mi lascia andare ad un pianto di frustrazione e me ne andai dalla sua stanza, andando verso la mia e chiudendomi a chiave. Crollai sul letto, seppellendo il viso fra le mani.

L'immagine del bacio con Dimitri riaffiorò nella mia mente e questa volta, lo lasciai lì, a vagare fra i miei pensieri. Mi resi conto per la prima volta che in qualche modo, molto probabilmente per colpa di qualche stregoneria, mi ero innamorato di Dimitri Ivanov.

 

 

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Il mio amore Theo sta incominciando a capire un paio di cose, finalmente aaw

Spero che vi siate divertiti durante queste feste,

alla prossima :)

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Capitolo 10
*** Outside The Lines (10) ***


*****Dimitri's POV*****

"So che sono giovane ma se dovessi scegliere fra lei e il sole, allora sarei un mascalzone notturno"  cantai insieme alla canzone.

"Dà un'occhiata alla mia ragazza, è l'unica che ho" continuò Kim, alzando il volume della musica.

Guardai nello specchietto retrovisore "Thalia tesoro, sei troppo silenziosa. Tutti quelli che entrano in questa macchina devono necessariamente cantare mettendo i loro cuori nella canzone, anche se canti come una balena che sta per morire"

"Non conosco la canzone." ammise lei "Voglio dire, ho già sentito Theo ascoltarla, ma non conosco a memoria il testo"

"Allora ne troveremo qualcuna che conosci. Kimberly tesoro, sfoglia le varie canzoni" dissi, annuendo al mio iPod.

Kim lo prese e lo sbloccò. Incominciò a leggere i titoli delle varie canzoni, aspettando la mia approvazione su una di quelle. Mh, una ragazza come Thalia cosa potrebbe ascoltare?

"Fermati, questa. Thalia è sicuramente una fan dei The Kooks" dissi quando 'Tick Of Time' partì.

"Come sapevi che mi piacevano i The Kooks?" chiese Thalia con curiosità.

Ghignai "Ragazza, sono solo troppo dannatamente talentuoso anche per capire le persone"

"Lui è troppo innocente per far parte di un mondo così crudele. E lo è, e lo è" cantammo tutti insieme mentre entravo nel vialetto di Kim.

Uscì fuori dalla macchina e, scivolando sul cofano, andai verso l'altre parte della macchina, aprendo la portiera a Kim e Thalia.

"Ma che gentiluomo" disse Kim, pizzicandomi la guancia.

"Sempre al tuo servizio Kimberly tesoro" dissi, facendo un inchino.

"Devi farti la barba" disse lei, accarezzando i peli sulla mia faccia.

"è alla moda. Tu non potresti capire" dissi con un drammatico sospiro. Beh, in realtà ero troppo pigro per farmela. Ma comunque la barba mi faceva sembrare più adulto e disordinatamente sexy, quindi era un punto a favore per me.

"Dimitri, te lo devo chiedere: perchè stai indossando una cintura fatta di graffette?" chiese Thalia, mentre ci avviammo lungo il vialetto di Kim.

"Non è meravigliosa? Me l'ha fatta il mio piccolo fratellino" dissi, accarezzando la mia cintura affettuosamente.

"Tirando a indovinare potrei dire che quella cintura non ti tiene su i pantaloncini" disse Kim.

"Ed hai ragione, Kimberly tesoro! Ma lo conosci mio fratello. Galen sarebbe affranto se rifiutassi di indossarlo" dissi.

Kim alzò gli occhi al cielo e aprì la porta principale. La seguimmo dentro casa, togliendoci le scarpe, e andando verso il corridoio per poi arrivare al solotto.

"Ragazzi, cosa volete fare?" chiese Kim.

Andai verso il centro del salotto e mi tuffai letteralmente sul suo divano "Dacci da mangiare, Kimberly tesoro. Sto decisamente morendo di fame"

"Thalia, hai fame?" chiese Kim.

"Si, un pò" rispose Thalia.

"Bene, andrò a prendere qualcosa da mangiare e da bere. Torno subito" disse e scomparve dentro la cucina.

"Thalia cara, vieni a sederti" dissi toccando l'estremità del divano con il mio piede.

Thalia venne verso di me e si sedette. Portai le mani dietro la testa appoggiandomi sul bracciolo del divano. 

Sospirai guardando Thalia: era così incredibilmente simile a Theo che era quasi inquietante guardarla. Avevano gli stessi occhi verdi, gli stessi capelli castani con dei riflessi biondi, e le stesse caratteristiche facciali. Era pauroso ma allo stesso tempo affascinante.

"Mi stai fissando" disse Thalia ridendo.

"Sei una bellissima ragazza, come posso non guardarti?" dissi lanciandole un'affascinante sorriso.

Era davvero una bellissima ragazza, e aveva addirittura un bellissimo nome che accompagnava il suo aspetto. Irradiava una forte indipendenza e sicurezza in se stessa.

E poi c'era suo fratello. In Theo c'era una sorta di fragilità, qualcosa che grazie alla sua natura sarcastica e alla sua irascibilità, distraeva la maggior parte delle persone. C'erano piccoli particolari su di lui che ho tanto desiderato disegnare. Il modo in cui le sue palpebre cadevano giù, un pò più lentamente rispetto a quelle degli altri, facendolo sembrare sempre stanco. Il modo in cui una parte della sua bocca si alzava prima dell'altra, quando sorrideva.

"Dimitri, mi stai spaventando. Non sei mai così silenzioso." disse Thalia, curiosa "Stai bene?"

"Perfettamente bene," l'assicurai "ero solo un pò sovrappensiero"

La porta principale si aprì e sentì qualcuno camminare lungo il corridoio. I passi arrivarono fino al salotto e non avevo neanche bisogno di alzare lo sguardo, per sapere che era Heather, la mamma di Kim.

"Ciao Dimitri." salutò Heather "Onestamente, da quale parte del mondo riesci a farti spedire quei vestiti?"

"Ho le mie risorse. Heather, questa è Thalia. Thalia questa è la mamma di Kim, Heather" dissi, gesticolando pigramente.

"Ciao Thalia! è un piacere conoscerti" disse Heather.

"Anche per me è un piacere conoscerla" disse Thalia.

"Kim è in cucina?" chiese Heather.

"Si, signora. Il mio tesoro Kimberly ci sta facendo qualcosa da mangiare" dissi.

Heather sparì in cucina alla ricerca della figlia. Lasciai che i miei occhi girovagassero verso la figura di Thalia.

"Ehy Dimitri, ho una domanda" disse.

"Potrei avere una risposta" dissi.

"Perchè giri sempre intorno a mio fratello? Ti interessa davvero o cosa?" chiese aggrottando le sopracciglia

"Ah, la domanda da un milione di dollari! Diciamo che mi sono affezionato molto al piccolo Theodore." dissi allegramente "E poi è un ottimo baciatore" mi leccai le labbra e sogghignai.

"Ti piace?" chiese lei.

"Se mi stai chiedendo se ho una cotta per lui, no. Non ce l'ho. è abbastanza tragico, in realtà. Se io mi fossi innamorato di tuo fratello, ci saremo sposati e noi potevamo essere parenti." dissi, arrotolando una ciocca di capelli viola fra le dita "Ma sfortunatamente, l'unico che il mio cuore reclama a gran voce è il mio amato gatto Hugo"

Ma, era davvero questa tutta la verità? Ho baciato molte persone nella mia vita ma non mi sono mai sentito in quello strano modo come quando ho baciato il piccolo Theodore.

È come se avesse mandato una scossa lungo il mio corpo, lasciandomi poi con le labbra che formicolavano. Quasi sorrisi fra me, al pensiero di provare qualcosa per Theo, il ragazzo che si impegnava così tanto nel disprezzarmi.

Guardai in giù, verso la mia canottiera a fantasia e a i miei scintillanti pantaloncini rosa. Non riuscivo a capire perchè le persone erano così tanto disgustate da me per il modo in cui mi vestito. Non uccidevo mica qualcuno se indossavo dei vestiti così colorati e brillanti.

"Comunque, sono davvero mortificata per il modo in cui ti tratta Theo" disse Thalia, sembrando sinceramente dispiaciuta.

Mi misi a sedere, più vicina a lei "Thalia cara, non c'è bisogno di scusarsi per il piccolo Theodore" dissi, accarezzandole delicatamente la guancia. Come quella di Theo, anche la sua pelle era morbida.

Lei arrossì un pò "Okay, però mi sento un pò in colpa. è sempre così stronzo con te"

"Non mi dà fastidio" dissi con un ghigno. Le persone mi trattano sempre come lui fa con me, e non mi ha mai dato fastidio.

Thalia alzò lo sguardo e i suoi occhi incontrarono i miei. Come se i miei occhi fossero una calamita, lei incominciò a sporgersi sempre più vicino a me ed io la lasciai fare.

"Eccomi!" arrivò frettolosamente Kim dalla cucina.

Thalia velocemente si allontanò da me "Uhm...grazie Kim. Ehi, mi puoi dire dov'è il bagno?" chiese, alzandosi.

"Dopo aver attraversato la cucina, a destra" rispose Kim, indicandolo.

Thalia mormorò qualcosa e corse fuori dal salotto. Kim si avvicinò e si sedette vicino a me, con un piatto pieno di pizza in mano.

Mi sdraiai, poggiando la testa sulle cosce di Kim e lasciando che posasse il piatto sul mio petto. Ne presi una fetta e lo lanciai dentro la mia bocca.

"Dimitri, non penso sia una buona idea" disse lei.

"Non soffocherò, tranquilla. Posso stare sdraiato e allo stesso tempo mangiare, Kimberly tesoro" dissi.

"Non quello! Intendo baciare Thalia. Hai baciato suo fratello, o mi sbaglio?"

"Si che l'ho fatto, ed è stato meraviglioso. Purtroppo però era solo parte di una scommessa"

Kim sospirò "Dimitri, quello che sto cercando di dirti è che penso che sia una cattiva idea. So cosa ne pensi riguardo all'attrazione, ma non baciare quei due dannati gemelli. Li farai entrambi arrabbiare con te. Mi piace Thalia: è una ragazza simpatica e divertente. Posso anche dirti quanto mi renda felice essere una sua amica, perciò...non rovinare tutto. Non tutti pensano che un bacio sia solo un bacio, come invece fai tu" disse.

"Kimberly tesoro, stai diventando troppo seria. Non sono sicuro che questo mi piaccia" dissi con un sospiro.

"Lo so, e mi dispiace. Voglio solo che tu non mandi in frantumi la tua amicizia con Thalia per qualcosa del genere. Ammettilo: hai perso un sacco di amici perchè quello che consideravi solo un bacio o solo del sesso significava qualcosa di più per loro" disse.

"Ragazza, calmati." dissi con un sorrisetto "Ho tutto sotto controllo"

"è così difficile affrontare un discorso serio con te" disse Kim con un sospiro.

"Tu mi ami" dissi ghignando e mangiando un altro pezzo di pizza.

Thalia entrò nella stanza, sedendosi con noi sul divano. Passammo il resto della notte giocando a Quelf nel salotto di Kim. Dopo un paio di ore, dovetti riaccompagnare Thalia a casa.

"Ciao Dimitri" disse lei, arrossendo un pò mentre scendeva dalla macchina.

"Arrivederci, Thalia cara" dissi, facendole un breve cenno prima che chiudesse la portiera. Uscì dal vialetto, e ritornai a casa.

Aprì la porta ed entrai in casa. Vidi un movimento sfocato alla mia destra e dopo venni scaraventato contro il mio frigorifero.

"Dimmy, sei a casa!" esclamò Galen allegramente "E stai indossando la cintura che ti ho fatto!"

"Ed è anche abbastanza alla moda" dissi, accarezzando la testa di Galen.

"Galen, non lo scaraventare contro il frigorifero, gli puoi fare male" disse mio padre entrando in cucina con un bicchiere d'acqua in mano, osservandoci.

"Papà, guarda! Sta ancora indossando la cintura che gli ho fatto" disse Galen orgogliosamente, spingendomi via dal frigorifero e guardando con entusiasmo la mia cintura.

"Lo vedo. Molto carina. Dimitri, eri a casa di Kim?" chiese papà.

"Si, Kimberly cara voleva che io e Thalia andassimo a casa sua" risposi.

"Dimitri puoi indossarla anche domani, per favore?" chiese Galen, indicando la cintura.

"Certo. Sembro così semplicemente favoloso con indosso questa, non è vero padre?" chiesi.

"Si, si." disse, ridendo  un pò "Adesso Dimitri, porta Galen a letto. è tardi ed ha voluto, per forza, aspettare che tu tornassi a casa"

Il suo cellulare incominciò a squillare e perciò lo prese dalla tasca e rispose, parlando in Russo. Presi la mano di Galen tra le mie e lo spinsi fuori dalla stanza.

Entrambi i miei genitori avevano un incredibile accento Russo che, ovviamente, avevo ereditato anche io. Tuttora lavoro sodo per cercare di non rendere l'accento così evidente, in modo che le persone potessero capirmi. Quando mi dimenticavo di parlare senza il mio accento, la mia voce diventava molto più profonda.

"Dimmy, mamma ha detto che hai portato una ragazza a casa, questa settimana, una ragazza che non è Kim. Sei fidanzato con lei?" chiese Galen curioso mentre lo conducevo nella sua stanza.

Scossi la testa mentre lui strisciò verso il letto. Gli rimboccai le coperte e mi sedetti sul bordo del letto. 

"No. Mi interessa di più suo fratello" dissi, prendendo 'Goodnight Moon', un libro per bambini, e lasciandolo aperto.

"Oh, okay. Solo, non rimpiazzarmi con qualcun altro, okay?" disse serio.

"Perchè dovrei rimpiazzare il mio meraviglioso fratellino con qualcun altro?" chiesi, mettendomi una mano sul petto "Sono offeso che tu possa solo pensare una cosa del genere!"

Galen ridacchiò e mi fece cenno di iniziare a leggere. Così lessi il libro fino a quando si addormentò. Lo posai, e cautamente uscì fuori dalla stanza di Galen per dirigermi verso il bagno.

Mi spogliai e mi lavai, togliendo il glitter e il trucco che avevo addosso, avvolgendomi poi un'asciugamano intorno al petto e andando verso la mia stanza.

Mi misi un paio di boxer, dirigendomi poi pigramente verso il letto. Quel bacio con Theo riaffiorì nella mente e sospirai, fissando il soffitto nero.

Qualcosa strisciò sul mio petto ed io allungai la mano, accarezzandone il soffice pelo. Hugo fece le fusa contento, il suo corpo vibrava sul mio petto.

"Sinceramente Hugo, se provassi qualcosa per il piccolo Theodore, sarebbe un tale dolore. Lui ci mette così tanto impegno nell'odiarmi. Immagino di doverlo aiutare a smettere di essere così testardo"

Hugo miagolò la sua risposta ed io ridacchiai, chiudendo gli occhi. Stasera non potrò far niente di tutto questo, quindi sarà meglio addormentarsi.

 

************

Arrivai nella Sala Studio dieci minuti dopo. Mh, mi resi conto che venivo in classe sempre più tardi, giorno dopo giorno.

Mi sedetti al mio solito tavolo, dove i ragazzi intorno a me stavano chiacchierando animatamente. Tirai fuori il mio quaderno e incominciai a disegnare.

"Merda Dimitri, è bellissimo" disse un ragazzo, Jake, sporgendosi per vedere il quaderno.

"è solo uno scarabocchio" dissi con noncuranza.

"Jake, tu lo sai che Dimitri è fondamentalmente un'artista" disse un altro ragazzo, Nate, ridendo.

Sospirai e chiusi il quaderno, riposandolo nella borsa a tracollo. Guardai al tavolo di Thalia. Alek era seduta lì, e lei e Theo sembravano impegnati in una conversazione imbarazzante.

Respinsi indietro una risata. Potevo immaginare cosa fosse successo fra quei due da rendere le cose così imbarazzanti.

Il mio sguardo si posò poi su Thalia. Stava parlando con il ragazzo che era inutile a tutto, ovvero colui che tutti chiamano Oliver.

Le parole di Kim mi ritornarono in mente e sospirai. Era solo un bacio. Se avessi baciato Thalia di certo non avrebbe significato che mi piaceva.

Mi alzai e mi avviai verso il loro tavolo. Mi sedetti sul bordo, ghignando quando il piccolo Theodore mi lanciò un'occhiataccia.

"Vai via" ringhiò.

"Buongiorno piccolo Theodore!" lo salutai vivacemente.

"Ha detto: vai via" disse freddamente Alek, fissandomi.

"Lo so cosa ha detto" risposi.

"Ma tu non mi ascolterai, giusto?" disse Theo sospirando ormai senza speranze.

"Non ascolto mai nessuno, piccolo Theodore" dissi, allungando una mano e accarezzandogli la guancia. Sfiorai con il pollice il suo labbro inferiore.

Lui schiaffeggiò la mia mano e mi osservò terrorizzato "Non toccarmi!" esclamò, la sua voce arrabbiata.

Ma lo sguardo nei suoi occhi confermò i miei sospetti: il piccolo Theodore aveva una tenera cotta per me.

Gli feci un sorrisetto e "Non credo che ti dispiaccia poi così tanto se lo faccio, piccolo Theodore" dissi.

"Smettila di chiamarmi così, il mio nome è Theo" disse.

"Theo è un'abbreviazione del tuo nome. Io invece amo chiamare le persone con il loro nome intero" dissi. Ed era vero. Non mi piaceva quando le persone si facevano chiamare con delle abbreviazioni o soprannomi. Ho permesso solo alla mia famiglia di chiamarmi 'Dimmy'. Kim era l'unica persona che raramente chiamavo con un nomignolo.

"Fallo andare via!" disse Theo, portando lo sguardo verso Thalia.

"Oh, smettila di comportarti come un bambino" rispose Thalia alzando gli occhi al cielo.

"Concordo con Theo. Vai via Dimitri. Qui nessuno ti vuole," disse Alek freddamente "stupida puttana"

"Ouch, davvero crudele" dissi, portando una mano sul cuore e tirando su con il naso, drammaticamente.

"Danni O'Dell. Non posso ancora crederci" disse quell'inutile personaggio secondario, scuotendo la testa.

"Lei, e l'altra metà della scuola" mormorò Alek.

"Woh, adesso non esageriamo" dissi ridacchiando. Non riuscivo proprio a capire perchè gli importava così tanto. Il sesso era un'istinto naturale.

"Ragazzi, basta! Lasciatelo in pace" disse Thalia arrabbiata.

"Sta solo cercando di entrare nei tuoi pantaloni, Thalia" disse Theo, anche lui arrabbiato.

"Usa le persone solo per il sesso e poi le getta via" aggiunse Alek, scuotendo la testa disgustata.

"Tecnicamente, raramente faccio io la prima mossa. Quindi, se ho dei rapporti sessuali è solo perchè lo vuole anche l'altra persona" dissi scrollando le spalle. Non capivo perchè tutti erano fermamente convinti che se fai sesso con qualcuno, devi automaticamente stare con lui o lei.

"Tu brutto porco," disse Alek "egocentrico del cazzo"

"Insulti tutti molto originali." dissi, agganciando il pollice nella tasca dei jeans "Comunque, piccolo Theodore, sono venuto qui perchè devo parlarti"

"Su cosa?" chiese lui sospettosamente.

Saltai giù dal tavolo "Seguimi e lo scoprirai" dissi, facendogli l'occhiolino.

"Vai e basta" gli consigliò Thalia, facendogli dei gesti per fargli capire di seguirmi.

Theo con riluttanza si alzò mi seguì fuori dalla caffetteria. Lo condussi verso il bagno dei maschi e, assicurandomi che fosse vuoto, chiusi a chiave la porta.

"Che stai facendo?" chiese lui, fissando me e la porta chiusa alle mie spalle.

"Accettalo e basta" dissi, muovendomi verso di lui.

Lui indietreggiò fino a quando la sua schiena premette contro il muro "Stai lontano da me. Sono etero"

"Non ci credi nemmeno tu a quello che dici" dissi, avvicinandomi ancora più vicino a lui.

"No." sussurrò Theo, non spostandomi o fermarmi però, quando feci il mio ultimo passo verso di lui "Sono etero. Mi piace Alek"

"No. Ti piaccio io" dissi appoggiando la mia mano sotto il suo mento e alzando il suo viso verso il mio. Incominciai a sfiorare di nuovo, con il pollice, il suo labbro e questa volta, lui mi lasciò fare. "Io ti piaccio, e sto incominciando a credere che mi piaci anche tu, piccolo Theodore"

Tolsi la mano dal suo mento. Lui mi guardò con degli occhi confusi, ed io ghignai prima di chinarmi e premere le mie labbra sulle sue.

 

 

_______________

Awww, l'amore sono.

Eddai, finalmente un'altro bacioo, e questa volta un vero bacio ahaha.

Alla prossima :)

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Capitolo 11
*** Outside The Lines (11) ***


*****Theo's POV*****

Dimitri premette le sue labbra sulle mie. All'inizio lottai per liberarmi dalla sua presa, poi però, rinunciai e ricambiai il bacio.

Le mie labbra si fusero con le sue ed io avvolsi le braccia sul suo collo, spingendolo più vicino, volendolo sentire il suo corpo completamente a contatto con il mio. Con i miei occhi chiusi potevo immaginarlo vestito normalmente, con un paio di blu jeans e una normale maglietta colorata, togliendogli quello stupido ciuffo viola e lasciando solo i suoi bellissimi e naturali capelli castani.

La mia mano perciò, scivolò verso l'alto e afferrò i suoi soffici capelli. Il mio dito spazzolò via il gel dal suo ciuffo.

Dimitri mi dischiuse le labbra con facilità, e la sua lingua strofinò contro la mia, esplorando la mia bocca. Le sue mani scivolarono in basso, afferrando i miei fianchi e portando il mio corpo ancora più vicino al suo, se possibile.

Mi piace Dimitri Ivanov. Mi piace Dimitri Ivanov. Mi piace Dimitri ivanov...

Queste parole si ripetevano ininterrottamente nella mia testa. Mi piaceva Dimitri, e non potevo più negarlo. Anche se odiavo ammetterlo, sapevo che era la verità.

Dimitri si allontanò dalla mia bocca, facendomi tornare a respirare regolarmente e appoggiando la sua fronte sulla mia "Ammettilo e basta, piccolo Theodore"

"Si," mormorai, abbassando lo sguardo e guardando il pavimento "mi piaci"

Lui mi alzò il viso e mi diede un bacio a stampo "Come immaginavo. Infondo non posso biasimarti, tutti si innamorano del sottoscritto, piccolo Theodore" disse con un sorriso compiaciuto.

Alzai gli occhi al cielo e "Voglio solo...si, ecco, non dirlo a nessuno" gli dissi.

"Non me lo sognerei neanche" accarezzò delicatamente le mie guance, i suoi occhi gelidi immersi nei miei, verdi.

 "Ieri stavi flirtando con Thalia" dissi.

"Flirto con un sacco di persone, piccolo Theodore, è della mia natura" disse lui ridendo.

Lo spinsi lontano da me, portando poi velocemente una mano tra i capelli "Ho pomiciato con Dimitri Ivanov nel bagno. E mi è piaciuto. Cosa diavolo sta succedendo?" dissi scuotendo la testa.

Dimitri si appoggiò contro il muro, incrociando le braccia e guardandomi "Perchè ti comporti come se questo fosse stato un errore così grande, piccolo Theodore? L'attrazione è parte della vita, non puoi scegliere da chi essere attratto. è solo un sentimento, e in questo caso è reciproco" ghignò.

"Quindi adesso che si fa?" chiesi, inerme.

Dimitri fece spallucce "Possiamo fidanzarci in segreto? Ho sempre voluto una relazione segreta" disse alzando e abbassando le sopracciglia verso me.

"La puoi prendere seriamente?" esclamai.

"Piccolo Theodore, non prendo niente seriamente. Questo è come affronto la mia vita" disse ridacchiando.

Scivolai lungo il muro e seppellì la mia faccia tra le mani "Questo deve essere per forza un'incubo"

Dimitri scivolò anche lui lungo il muro, mettendomi un braccio intorno alle spalle "Oh, non è poi così male, piccolo Theodore"

Alzai il viso dalle mani e lo fissai "Dimitri, non mi piaci nemmeno adesso. Che tra l'altro non è vero, perchè mi piaci!"

"Questo non ha abbastanza senso" sottolineò lui.

"Non so che fare adesso" grugnì, sbattendo la testa contro il muro.

"Beh, dare al tuo cervello altri danni cerebrali probabilmente non è l'opzione più intelligente. Invece, perchè non provi a smettere di odiarmi?" propose "Guarda, ho promesso al mio fratellino di portarlo a prendere un gelato dopo scuola. Vieni con noi. Conoscimi, piccolo Theodore, sono una persona interessante"

"E il tutorial con Thalia?" chiesi.

"Ho già detto a Thalia e il mio tesoro Kimberly che non potrò venire a dare le lezioni oggi" disse, ghignando e alzandosi. Mi offrì la mano ed io la presi. Mi fece alzare dal muro, non lasciando andare la mia mano neanche dopo che mi ebbe alzato "Quindi, che ne pensi?"

"Okay." mormorai "Ma non lo diremo a nessuno, neanche a Thalia"

"Affare fatto" disse, sporgendosi e baciandomi prima di girarsi e uscire fuori dal bagno senza dirmi un'altra parola.

Scossi la testa e grugnì "Non può essere successo davvero"

Ma se dovevo essere sincero con me stesso, mi piaceva davvero Dimitri. Anche se la sua personalità mi disgustava, come ho dichiarato più volte, lo trovavo interessante e originale.

Mi piacerebbe provare ad avere una relazione con lui. Cercherò di conoscere meglio il ragazzo dopo la scuola. Non avevo intenzione di combattere contro i sentimenti che provo per lui, questo pomeriggio.

Lasciai il bagno e tornai in mensa. Dimitri era seduto al suo solito tavolo, parlando vivacemente con dei suoi compagni come se non fosse successo nulla nel bagno.

"Cosa è successo?" chiese Thalia quando mi sedetti.

"Niente" brontolai.

Thalia fece spallucce e si alzò, andando verso il suo armadietto. Alek dopo aver finito di parlare con i suoi amici, anche lei andò via, ma le sue cose ancora sul tavolo mi fecero presumere che sarebbe tornata.

Stiracchiai le braccia di fronte a me, facendo scricchiolare le spalle. Gli occhi di Oliver si spalancarono leggermente, prendendomi il polso ed esaminando la mano.

"Theo, questo è glitter o mi sbaglio?" chiese scioccato.

Tolsi velocemente la mia mano dalle sue, arrossendo un pò "Credo che un pò del suo glitter è caduto su di me"

"Stavi toccando i suoi capelli, non è vero? Mi chiedo...perchè lo stavi facendo?" chiese Oliver sospettoso.

Pensa Theo, pensa. Dovevo inventarmi qualcosa in modo che Oliver non avrebbe scoperto che avevo pomiciato con Dimitri in quel fottuto bagno!

"Non gli stavo toccando i capelli. Quando ha scosso la testa, glien'è caduto un pò sulle spalle. Poi mentre camminavo sono inciampato in avanti e lui era davanti a me quindi mi sono tenuto sulle sue spalle per non cadere, tutto qui" mentì.

Oliver alzò lo sguardo, strizzando gli occhi verso Dimitri. Il mio cuore stava martellando nel petto mentre seguivo il suo sguardo, e immediatamente mi rilassai, realizzando che c'era effettivamente un bel pò di di glitter sulle spalle di Dimitri.

"Okay, ti credo. Quindi, di cosa doveva parlarti?" chiese mentre Alek tornò e si sedette al nostro tavolo.

 Scrollai le spalle "Nulla, si stava solo pavoneggiando come sempre. Senti, possiamo non parlare di lui?" chiesi.

"Ecco, parliamo di qualcosa di più piacevole" disse Alek.

La nostra conversazione cadde in 'Now You See Me" fino a quando la campanella suonò. Il giorno passò monotonamente fino a quando venne l'ora della Sala Studio.

Io, Oliver e Thalia ci dirigemmo nel nostro usuale tavolo. Non avevo parlato con Dimitri sin dall''incidente' in bagno e volevo che continuasse in questo modo. Non volevo che nessuno sapesse o sospettasse che avevo intenzione di andare a prendere un gelato con lui, dopo la scuola.

 "Theo, oggi non devo fare il tutorial. Perchè dopo la scuola noi tre non usciamo insieme?" propose Thalia.

"Non posso. Devo fare delle cose dopo scuola" dissi sogghignando, facendo capire ai miei amici che non gli avrei detto cosa avevo da fare.

Thalia alzò gli occhi al cielo "Bene. Oliver? Vuoi andare a nuotare, o non so, fare qualcos'altro?" chiese lei.

"Si, certo!" disse Oliver con entusiasmo, annuendo.

"è così tragico sapere che oggi noi due non daremo lezioni, Thalia cara"

Alzammo il viso verso Dimitri. Era appoggiato ad una sedia, di fronte a noi, con le braccia incrociate al petto e il suo solito sorrisetto.

"Beh, domani le daremo" disse Thalia con un amichevole sorriso. C'era però un qualcosa nei suoi occhi quando guardava Dimitri che non mi piaceva affatto.

"Si, si, certo." disse Dimitri, togliendo rapidamente una ciocca di capelli sul viso con le sue lunghe dita "Ci sarà da divertirsi. Potremmo uscire di nuovo, insieme a Kimberly tesoro quando finiremo il tutorial, domani"

"Io ci sto!" gridò Kim dalla sua sedia ad un paio di passi da noi.

Thalia arrossì un pò e annuì felicemente "Si certo, sembra divertente!"

Era arrossita? Perchè diavolo Thalia era arrossita al pensiero di uscire con loro? Voglio dire, a lei non piace Dimitri o niente di simil-

...oh cavolo, no. A Thalia piaceva il mio uomo. L'uomo che ho per lo più odiato ma per la quale ho anche provato dei sentimenti per lui! Uhg, mia sorella era una piccola odiosa puttanella.

Dimitri sbattè le mani fra loro in un gesto estremamente femminile "Favoloso! Sarà divertente, ne sono sicuro" disse allegramente.

"Dimitri vieni qui, aiutami a disegnare questo triangolo per la lezione di matematica" disse Kim, lanciandogli un'occhiata.

Dimitri sospirò "Oh Kimberly tesoro. Senza di me saresti veramente così impotente nel mondo, tu povera piccola creatura"

Così si girò e andò verso il suo tavolo, da Kim, che lo colpì scherzosamente sul braccio una volta che lui la raggiunse. Si sedette, prendendo la matita di Kim dalle sue mani e parlandole mentre, senza sforzò, scarabocchiò sul suo quaderno.

"Ehi Theo, adesso devo andare a parlare con la mia professoressa di inglese, ma mi chiedevo se domani potevo sedermi di nuovo con te nell'ora della Sala Studio?" chiese Alek avvicinandosi.

"Certo" le risposi sorridendole.

"Perfetto. Grazie" disse lei felicemente, prima di lasciare la stanza.

"Si Theo, conquista la tua donna!" disse Oliver dandomi una pacca sulla schiena, evidentemente dimenticandosi del glitter che prima aveva trovato sulla mano.

Ghignai e presi il libro nella borsa. Lessi fino a quando l'ora finì. Quando la campanella suonò, lanciai a Thalia le chiavi della mia macchina e le dissi che avrei chiesto un passaggio a casa ad alcuni miei amici. Aspettai fino a quando vidi lei e Oliver lasciare la scuola prima di andare alla ricerca di Dimitri.

"Ciao piccolo Theodore," disse avvicinandosi "pronto per andare?"

"Si, solo...fai in modo che nessuno ci veda" mormorai in imbarazzo.

"Certamente. Avevo pensato di camminare lungo il corridoio fino a quando il parcheggio si svuota del tutto" suggerì.

Annuì e incominciai a camminare senza una meta lungo il corridoio. Ero immerso in un silenzio imbarazzante, mentre Dimitri sembrava completamente a suo agio. Faticai a mantenere il passo con le sue lunghe gambe, mentre camminavamo.

Dopo un paio di minuti lasciammo anche noi la scuola, andando verso il parcheggio quasi deserto. Entrai insieme a lui nella sua macchina. Accese la macchina e uscì dal parcheggio.

Partì 'Lalala' di Chris Webby dagli autoparlanti, che erano collegati al suo iPod. Dimitri mormorava sottovoce le parole della canzone mentre guidava.

"La merda ti lascia incredulo, sono quel mostro alla tua porta, troia, dolcetto o scherzetto?" cantò contento mentre parcheggiò di fronte alla scuola elementare.

Cambiò poi canzone quando la portiera posteriore della macchina si aprì e qualcuno entrò dentro. Mi contorsi sulla sedia per vedere e- restai bloccato quando fissai il piccolo Dimitri.

Il bambino dietro di me era assolutamente identico al fratello. Aveva lo stesso colore castano chiaro di capelli, la stessa pelle ben abbronzata, e anche i suoi stessi occhi glaciali. A differenza di Dimitri però, i suoi capelli erano lisci contro la fronte con nessun colore strano o eccentrico. Stava indossando dei jeans sbiaditi e una maglietta rossa di Pikachu.

"Dimmy, lui chi è?" chiese curiosamente il bambino, la sua voce con l'accento che suonava estremamente familiare.

"Questo è il mio amico piccolo Theodore" disse Dimitri vivacemente mentre usciva dal parcheggio della scuola elementare.

"Mi chiamo Theo" dissi al bambino, cercando di mantenere la pazienza.

"Oh, io sono Galen. Dimitri è il mio fratellone" mi informò lui con un rigido cenno.

"Si, lo vedo" dissi, un pò turbato per quanto fossero simili i due. La faccia di Galen era molto più rotonda e giovanile, ma a parte questo e l'eccentrico stile di Dimitri, non c'era davvero differenza fra i due.

"Non hai anche una sorella? Assomiglia anche lei a te?" dissi.

Dimitri scosse la testa ridacchiando "Saresti abbastanza sorpreso se ti facessi conoscere mia sorella, piccolo Theodore. Lei non assomiglia per niente a me, solo Galen"

"Dimmy, lo prendiamo lo stesso il gelato?" chiese Galen.

"Ho promesso che l'avremmo preso, no?" chiese Dimitri.

"Si! Ma perchè Theo è qui?" chiese Galen, curiosità nella sua voce. Mi guardava con curiosità e un pò di sospetto, come se si aspettasse che rapissi Dimitri e lo portassi lontano da lui.

"Si unirà a noi!" disse Dimitri, con un luminoso sorriso mentre entrava dentro il parcheggio, vicino all'edificio dove facevano i gelati.

Uscimmo fuori dalla macchina. Galen corse da Dimitri, afferrandogli il braccio e lanciandomi un'altra occhiata sospettosa.

"Galen, tesoro, mi stai frantumando il braccio" lo informò Dimitri pazientemente.

"Scusa" rispose Galen, lasciando il braccio di Dimitri e afferrando invece la sua mano, non togliendo i suoi occhi da me.

"Oh, avverto la presenza di un piccolo mostriciattolo verde" disse Dimitri, i suoi occhi brillavano di divertimento.

"No!" disse Galen, stringendo ostinatamente la mascella "è solo...e se fosse come l'ultimo ragazzo, Dimmy? Lui era cattivo"

"Posso assicurarti che il piccolo Theodore non ha niente a che vedere con Kayden" disse Dimitri ridacchiando.

"Tranquillo, non preoccuparti. Se fosse come lui, ti proteggerò io" promise Galen, sorridendo affettuosamente a Dimitri.

"Beh, grazie mille, mio piccolo angelo custode" disse lui scompigliandogli i capelli con affetto, prima di trascinarlo con sè e facendomi il gesto di seguirlo.

Ordinammo i gelati, e Dimitri pagò per tutti. Dopo ci sedemmo in un tavolo con un'ombrello, per ripararci dai raggi solari.

"Ehi, tienimi d'occhio questo, Dimmy. Devo andare un attimo in bagno, torno subito!" promise Galen, posando la sua coppetta di gelato sul tavolo, di fronte a Dimitri. Mi lanciò un'occhiata prima di correre dentro per andare in bagno.

"Profondamente dispiaciuto per come si è comportato mio fratello, piccolo Theodore. Non gli piace condividermi" disse Dimitri ridendo un pò e scivolando più vicino a me.

"Chi è Kayden?" chiesi seccamente.

"Era un mio fidanzato" disse Dimitri facendo spallucce.

"Cosa intendeva Galen quando ha detto che lui era cattivo?" chiesi.

"Ah si, beh, Kayden era un ragazzo violento. Non era rimasto contento quando dissi di non volere una relazione con lui. Lui pensava che avere dei rapporti sessuali poteva farmi cambiare idea, e rimase amaramente deluso quando invece non cambiò per niente la mia decisione. Quindi incominciò ad utilizzare metodi che lui considerava più persuasivi" disse Dimitri, quel ghigno non lasciava la sua faccia.

"Ti picchiava?" chiesi scioccato.

Dimitri annuì e fece spallucce di nuovo "Si, esatto. Ma è stato due anni fa"

"E non eri incavolato per questo? Non ti ribellavi?" chiesi, incapace di credere che qualcuno avesse potuto picchiare Dimitri.

"Purtroppo, il mio povero Galen era lì ad assistere tutta la scena. Successe tutto nella mia stanza. l rumori l'hanno portato a vedere cosa stava succedendo lì dentro. Quando mi vide tutto insanguinato, gridò, chiamando il mio caro padre. Mio padre minacciò Kayden, fuori da casa. Essendo molto arrabbiato, però, lo minacciò in Russo, il che significa che è come se non avesse detto nulla perchè non credo che il mio ex abbia capito qualcosa" disse ridendo, come se la storia fosse divertente, o come se stesse raccontando una barzelletta.

"Quindi è per questo che sei interessato alle persone solo per il sesso?" chiesi, incominciando ad arrabbiarmi.

Dimitri raggiunse la mia guancia, accarezzandola "Ehi, calmati piccolo Theodore. Ho avuto anch'io fidanzati e fidanzate. So quando si tratta solo di un istinto sessuale dettato dall'attrazione o quando sono coinvolti dei sentimenti. Con te, tesoro, ci sono sentimenti"

Lentamente si abbassò, premendo le sue labbra sulle mie. Volevo essere arrabiato e dirgliene di tutti i colori, per quanto sembrasse un comportamente da ragazzina delle medie, ma non potevo. Le sue labbra sulle mie mi trasmettevano un'inspiegabile felicità e mi svuotava la testa da ogni pensiero tranne che del bacio in se stesso.

Spinsi via la mia coppa di gelato, afferrando la maglietta di Dimitri, stropicciandola e spingendolo più vicino a me. Mi ero pure dimenticato di essere in un luogo pubblico.

"Ehm.." qualcuno tossì.

Ci allontanammo di scatto, lui ghignando ed io arrossendo. Galen ci stava osservando, le sue braccia incrociate al petto in una posizione stranamente simile a quando Dimitri di solito stava alzato e fermo.

"Dimmy, lo stavi baciando!" disse Galen.

"Davvero? Non me ne ero accorto. Grazie per avermi informato, Galen" disse Dimitri, mettendo con calma una cucchiaiata di gelato in bocca.

Galen si sedette vicino a Dimitri. Tirò la sua manica per ottenere la sua attenzione, i suoi occhi grandi e innocenti.

"E se lui fosse come il ragazzo cattivo, Dimmy?" chiese, con la paura nella sua voce.

"Non è come il ragazzo cattivo, tesoro. Lo prometto" disse lui avvolgendo un braccio intorno a Galen e offrendogli un piacevole sorriso "Per adesso, devo dire che è un ragazzo abbastanza meraviglioso" Dimitri mi fece l'occhiolino.

"Ovvio, Dimmy" dissi, alzando un sopracciglio.

"Ah, quello," disse lui con un drammatico sospiro "ho consentito solo la mia famiglia di chiamarmi in qualcosa di diverso da Dimitri"

"E tu non sei la nostra famiglia" sottolineò Galen.

"Ehi, ehi. Il mio dolce fratellino adesso sta diventando abbastanza scortese con il piccolo Theodore. Per favore, scusati con lui" disse Dimitri.

Galen si accigliò e fece il broncio, ma obbedientemente si girò verso di me e "Scusami Theo. Aspetta, se il tuo nome è Theodore, perchè non ti chiamano Teddy?"

Scrollai le spalle "Non lo so. Mi hanno sempre chiamato Theo" dissi, lanciando un'occhiata a Dimitri. Quando avrebbe capito che odio essere chiamato Theodore?

Ma dopo mi fermai, fissando i due fratelli. Cosa diavolo stavo facendo? Sono uscito con Dimitri Ivanov, un'eccentrico scherzo del mondo, per prendere un gelato insieme a lui. Sono ufficialmente uscito di testa?

"Oh, ragazza, hai quello ostinato sguardo negli occhi, di nuovo." disse Dimitri "Eh, no no. Non dopo il mio duro lavoro per cercare di far uscire fuori i tuoi sentimenti, nel bagno. Non torneremo di nuovo a quel punto. Vieni qui tu, mio piccolo tesoro"

Mi afferrò il braccio, tirandomi più vicino, e facendo scontrare le sue labbra con le mie. Cercai disperatamente di impedire ai miei pensieri di mescolarsi insieme e cercare di non dimenticare l'odio che provavo verso Dimitri, ma fu difficile. Quel bacio era davvero troppo pieno di passione.

Si allontanò dalle mie labbra, studiando cautamente i mie occhi. Apparentemente compiaciuto, annuì a se stesso, prendendo poi altre cucchiaiate di gelato e mettendosele in bocca.

"Hai intenzione di baciarmi sempre in quel modo quando penso di odiarti?" chiesi irritato.

"Probabilmente." disse pensieroso "Dopo tutto, significherebbe doverti baciare parecchio, e mentirei se ti dicessi che non mi piace baciarti, piccolo Theodore" sogghignò.

Guardai Dimitri, con i suoi occhi riservati e il suo sorrisetto compiaciuto. Provai ad immaginare qualcuno colpirlo, e proprio non potevo farlo. Dimitri era sempre sempre così ottimista. Non riuscivo a vederlo picchiato da qualcuno. Pianse quel giorno? Si ribellò? O le aveva solo prese?

Per questo Dimitri era così confuso? Ultimamente sembrava come se stessi ascoltando quello che riguardava la vita sessuale del suo passato e le sue conseguenti ripercussioni negative sulla sua vita di oggi.

C'era così tanto che non sapevo su Dimitri. Per essere un ragazzo molto aperto, nascondeva un sacco di terribili sfumature di segreti.

Forse potevo fare una piccola ricerca prima di immergermi in una relazione segreta con Dimitri. Voglio dire, sapevo di provare qualcosa per lui e non volevo che mi usasse solo per il sesso.

"Sembri pensiero, piccolo Theodore" osservò Dimitri.

"Nel caso non l'avessi notato, oggi mi hai dato un sacco di cose su cui pensare" grugnì.

"Come me nudo?" chiese Dimitri con un sorrisetto.

"Mio dio. Mi sto dando cinque secondi per acquisire quest' immagine nella mia testa e dopodichè la cancellarla per sempre" gemetti.

"Dimitri, ho sete. Puoi prendermi dell'acqua?" chiese Galen, spingendo la sua coppa di gelato vuota lontano da lui.

Dimitri annuì e si alzò, allontanandosi dal tavolo. Galen lo guardò scomparire dietro l'angolo prima di scivolare più vicino a me.

"Ascoltami Theo," disse lui raddrizzandosi, per sembrare più grande "faresti meglio a non far soffrire mio fratello. Se lo fai te ne farò pentire, te lo giuro. Dimmy è una brava persona, e non merita tutte le cose cattive che le persone gli dicono o gli fanno." Galen si accigliò, poi scosse la testa e puntò un dito verso me, severamente "Perciò ti conviene essere carino con lui. So che quando due persone si baciano è perchè ci tengono l'uno a l'altro. Mia mamma e mio papà lo fanno, e loro si amano." mi tese il suo mignolo "Mi prometti che sarai buono con Dimitri?"

Sospirai mentalmente e avvolsi il mio mignolo intorno al suo. Dopo un pò, lasciò la presa e ritornò al suo posto.

"Le promesse con il mignolo sono serie." disse lui, fissandomi fino dentro l'anima, con i suoi penetranti occhi di ghiaccio "Molte volte quando qualcuno bacia Dimitri, finisce per diventare davvero cattivo con lui. A me non piace. Non essere, uno di quelle persone cattive, Theo, altrimenti tu ed io avremo dei seri problemi, hai capito?"

 "Si, ho capito" dissi, ma in realtà ero già alla ricerca di qualche risposte per tutte quelle domande che mi vorticavano in testa, senza badare a quello che dicevo. Con quante persone era stato Dimitri? Cosa gli avevano fatto? E a quante di queste 'scene' aveva assistito il suo fratellino?

Dimitri ritornò, portando con sè due bicchieri d'acqua. Uno lo posò sul tavolo, e l'altro lo porse a Galen con attenzione, cercando di non far fuoriuscire neanche una goccia dal bicchiere.

"Grazie Dimmy!" disse Galen sporgendosi e baciandogli la guancia con una risatina.

"Nessun problema, mio meraviglioso fratellino" disse Dimitri, scompigliandogli i capelli.

"Ovviamente, mio favoloso fratellone" disse Galen appoggiandosi a Dimitri mentre incominciava a bere l'acqua.

"E questo è per noi" disse Dimitri, mettendo due cannucce nell'altro bicchiere e prendendone un sorso. Lo spinse poi verso di me.

"Grazie" mormorai, prendendone anch'io un sorso.

Dimitri uscì fuori dalla tasca il suo telefono che stava vibrando e "Pronto?" rispose.

Fece una pausa e annuì a se stesso "Si, si. Saremo a casa al più presto, madre cara. Ho portato Galen e il piccolo Theodore a prendere un gelato. Okay, ciao"

Riagganciò e si alzò, facendoci il gesto di seguirlo "Venite, amori miei. La mia cara mamma vuole che ritorniamo a casa" disse, prendendo la mano di Galen nelle sue.

Li seguì verso la macchina, entrando quando Dimitri l'aprì. Fischiettò per tutta la durata della canzone quando partì 'Lose Your Soul' di Dead Man's Bones dal suo iPod.

"Grazie Dimitri" dissi quando entrò nel vialetto di casa mia.

"Quando vuoi, piccolo Theodore" disse lui, facendomi l'occhiolino.

Si sporse e mi diede un rapido bacio sulle labbra. Uscì dalla macchina, dando un'occhiata ai sedili posteriori, e quindi a Galen. Lui semplicemente alzò il mignolo, per farmi ricordare della promessa, lanciandomi un'occhiata di avvertimento.

Chiedendomi in cosa diavolo mi ero cacciato, entrai in casa, verso il salotto scendendo poi giù, verso il seminterrato, sicuro che Thalia e Oliver stavano giocando a biliardo.

"Ehi, sei tornato!" disse Thalia, mentre Oliver faceva un tiro assolutamente orribile.

"Giusto in tempo per vedere Oliver fare un tiro da schifo" dissi con un sospiro.

"Sta zitto," disse fissandomi "sono sicuro che tu prenda degli steroidi"

"Gli steroidi non mi aiuterebbero a vincere a biliardo, idiota"

 "No, ma almeno ti farebbero crescere una barba figa. E poi hai anche la rabbia da steroidi"

"Oh, ma fai silenzio. Ammettilo: vuoi che io prenda gli steroidi solo perchè pensi che quello che c'è nelle mie mutande è troppo piccolo per te, che sei così troia"

"DANNAZIONE, COME HAI FATTO AD INDOVINARE?"

Mi gettai tra le sue braccia "è TUTTO OKAY, PICCOLO OLIVER. PRENDERò GLI STEROIDI SOLO PER TE"

"GRAZIE, THEO TESORO" tirò su con il naso, stringendomi più forte.

"Dio, è come un episodio di Scrubs andato orribilmente male" disse Thalia, portando il palmo della mano al viso, per la disperazione.

"è solo gelosa della nostra relazione" disse Oliver facendo scivolare un braccio attorno alla mia vita.

"Ovviamente. Chi non è geloso della nostra relazione?" lo derisi.

"Tholiver. Il nome che sigilla il nostro amore" disse Oliver con entusiasmo.

"Smettila di dire cretinate, nessuno appoggia te e il tuo orribile nome di coppia!" disse Thalia scuotendo la testa seccata.

Ridacchiammò ed io mi sedetti sul bordo del tavolo, continuando a guardarli giocare a biliardo. I miei pensieri ritornarono a Dimitri.

Se avessi voluto avere una vera relazione con lui, anche se una segreta, avrei dovuto scoprire di più sul suo passato. Era abbastanza ovvio che lui non voleva parlarmi di questo o darmi ulteriori dettagli. Avrei bisogno di scoprire quanto più possibile su Dimitri, specialmente adesso che la sua vita sentimentale è diventata così interessante e 'particolare'. E sapevo anche a chi avrei potuto rivolgermi.
 

 

______________

Ma ciaao!

Finalmente ho aggiornato ahaha. Per discolparmi devo dire che questo è stato il capitolo più lungo che ho tradotto finora e che la scuola è una grande palla al piede.

Fatemi sapere che ne pensate,

un bacio e alla prossima :)
 

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Capitolo 12
*** Outside The Lines (12) ***


"Theo!"

Saltai dalla sedia, cadendo quasi per terra "Che c'è?"

Thalia alzò un sopracciglio "Sembri esausto. Come mai?"

Scrollai le spalle "Sono solo stanco" mentì.

Diedi un'occhiata veloce a Dimitri, seduto con i suoi amici a parlare e scherzare, con le mani che si agitavano come sempre. Oggi era più stravagante del solito.

Aveva i soliti bracciali e anelli, il solito ciuffo viola, il mascara, eyeliner, smalto nero brillantinato e glitter fra i capelli.

Indossava un'odiosa maglietta color oro con sopra un giubbotto verde, la sua sciarpa viola era avvolta con sicurezza intorno al collo, i suoi pantaloni erano bianchi con dei pois rosa sparsi qua e là e aveva anche delle infradito di colore arancione con le unghia dei piedi smaltate, ovviamente, di blu e viola.

"Dio, quella maglietta...vorrei bruciarla. E quei pantaloni.." disse Oliver con un sospiro dopo aver seguito il mio sguardo.

"Oh, piantala e lascialo in pace" disse Thalia alzando gli occhi al cielo.

"Beh, Oliver ha ragione. Brucerei volentieri i suoi vestiti se questo non significasse che poi debba camminare per la scuola nudo, per tutto il giorno" brontolai, cercando di non arrossire per le parole di Dimitri di ieri.

"Oppure semplicemente possiamo bruciare lui con i suoi vestiti addosso, no?" chiese Oliver con entusiasmo.

"Io mi procuro la benzina" dissi.

"Io ho l'accendino" rispose Oliver.

Tese la sua mano ed io la schiaffeggiai con la mia in un mega 'batti cinque'. Dopo aver scosso le nostre mani per il bruciore, ridacchiammo alla faccia disperata di Thalia.

"Vi odio" grugnì lei.

"Tu ci ami" sostenemmo noi.

Il mio telefono vibrò dalla tasca e lo tirai fuori. Aprì il messaggio cautamente, allontanando il telefono da Oliver e Thalia, in modo che non potessero leggere il contenuto del messaggio.

Sono di fronte agli armadietti.

Chiusi il messaggio e riposi il telefono in tasca, alzandomi "Torno subito ragazzi, devo andare a parlare un attimo con la mia professoressa" mentì, portando la borsa a tracollo sulla spalla e correndo fuori dalla caffetteria.

Andai al piano inferiore, verso il corridoio principale. I miei occhi slittarono subito sulla ragazza seduta di fronte ad una serie di armadietti. Sembrava annoiata mentre guardava il suo iPod.

"Kim"

Sobbalzò ed alzò lo sguardo "Theo. Dovevo immaginarlo che fossi stato tu ad inviarmi quel messaggio dicendomi di venire qui." disse, ridendo un pò mentre si alzava "Dimitri mi ha parlato di voi, quindi presumo che questo abbia a che fare con lui"

Annuì "Si, ho delle domande da farti"

"Wow, che novità." mormorò ironica. Si portò una mano sui capelli e "Okay, risponderò a tutto quello che so, ma Dimitri è una persona davvero complicata, perciò forse non ti potrò essere molto d'aiuto" disse.

Le feci un gesto di noncuranza, e insieme scivolammo contro gli armadietti. Faticai a trovare le parole giuste per porre le mie domande.

Decisi di essere franco. E questo è quello che ne venne fuori "Chi è Kayden?"

Kim sbiancò "Kayden. Dimitri ti ha parlato di Kayden?"

Annuì "Lui mi ha detto che hanno fatto sesso. Kayden era arrabbiato perchè Dimitri non voleva una relazione con lui e l'ha picchiato. Cos'è successo esattamente?"

"Beh, Dimitri non stava mentendo. Loro due fecero sesso per un pò di tempo, ma Dimitri non aveva mai voluto una relazione con lui. In sua difesa posso dire che era stato davvero molto chiaro del fatto di non voler stare con lui, prima di andarci a letto. Un giorno Kayden andò a casa sua, fecero sesso e quando Kayden stava per andarsene, cercò di convincerlo ad uscire insieme a lui, di avere un appuntamento. Quando Dimitri continuò a dirgli di no, iniziò a urlargli contro. A quel punto suo fratello corse nella sua stanza, per vedere cosa stesse succedendo, proprio nel momento in cui Kayden incominciò a picchiare Dimitri" Kim si morse il labbro, le sue mani tremarono un poco.

"Dimitri lo fa sembrare come se non fosse stato nulla di grave" dissi, dicendole cosa mi aveva detto lui ieri.

"Dimitri non dà troppa importanza a nulla. Dio, in realtà stava davvero male. I suoi genitori volevano denunciare Kayden ma lui non glielo permise. E Kayden gli aveva fratturato il naso" disse con la voce disgustata.

"Perchè Dimitri non l'ha voluto denunciare?" chiesi scioccato.

Kim sospirò "Saresti sorpreso di scoprire quanto in realtà sia buono Dimitri. è sarcastico, disordinato e gli piace infastidire gli altri, ma quando c'è in gioco qualcosa di serio, è troppo buono per agire per il proprio bene. Ha perdonato Kayden"

"Quanti partner ha avuto?" chiesi sospettoso.

"Theo, Dimitri raramente bacia qualcuno per parlarne poi con me o con altri. La sua vita sessuale è la sua vita sessuale, e a malapena mi dice qualcosa. Sei libero di credermi o no" disse.

"Ma tu sapevi di Danni!" le ricordai.

"Quando le cose vanno male, le parole escono fuori dalla bocca. Dimitri raramente parla di qualcosa riguardante la sua vita sessuale. Di solito è l'altra persona che mi dice del suo rapporto con lui, visto che si incavola prima con me per poi andare da Dimitri" disse lei facendo spallucce.

"Perchè si incavolano con te?" chiesi confuso.

"Perchè difendo Dimitri. L'ho sempre fatto e sempre lo farò. Insomma, è stato il mio migliore amico sin dalle elementari. Loro perciò, vengono da me, provando a farmi incavolare in modo che io poi vada da lui per farlo cambiare idea, ma è impossibile riuscire nell'impresa. Gli ho già parlato di questo, ma lui non la pensa normalmente come noi" disse lei.

"Cosa intendi dire che lui non pensa normalmente come noi?" diventavo sempre più confuso ogni volta che Kim rispondeva ad una mia domanda.

"Dimitri vede il sesso come un'istinto naturale e niente di più, per la maggior parte delle volte. Per lui il sesso non deve per forza essere basato su un legame emotivo, la vede come una cosa che si deve fare" spiegò lei.

"Oh." dissi incominciando a capire. Per molte persone il sesso era una cosa seria, per Dimitri era solo un'altra normale attività, come respirare o sbattere le palpebre "Sei mai andata a letto con lui?"

Kim si lasciò andare ad una risata soffocata "Io? Andare a letto con Dimitri? Theo, tu sei fuori di testa"

"Voglio solo cercare di capirlo" dissi, scompigliandomi i capelli frustrato.

Kim mi diede uno sguardo solidale "Buona fortuna, allora. L'ho conosciuto sin da quando si trasferì qui in terza elementare e ancora non lo capisco"

"Anche allora era così eccentrico?"

Kim annuì "Si. Dimitri mi ha detto che ieri hai conosciuto Galen. Immagina Galen indossare gli stessi vestiti che Dimitri indossa adesso, ed avrai un piccolo Dimitri delle elementari"

"Ma è terrificante." gemetti "E la somiglianza fra i due è maledettamente raccappricciante"

"Sono identici a loro padre. Quando sono tutti insieme è quasi pauroso osservarli: sono tutti e tre uguali come delle gocce d'acqua, eccetto per l'età" disse Kim ridendo.

Abbassai lo sguardo su di lei, cercando di ricacciare indietro la gelosia. Dimitri stava così tanto insieme a lei e lei era una ragazza così carina. Era alta ed aveva un bel corpo. I suoi capelli erano lunghi e lisci, con riflessi castani e le punte bionde.

Kim non si era mai vestita come Dimitri. Aveva più uno stile casual, indossando solitamente magliette e pantaloni di 'Pacsun'. Per stare insieme a Dimitri, sembrava incredibilmente troppo normale.

"Come riesci a sopportarlo ogni giorno?" chiesi, incapace di crederci.

Kim scosse le spalle "Non lo so, beh, forse perchè, sai, l'ho conosciuto dalla terza elementare, ed è sempre stato così. Ma è un bravo ragazzo e un buon amico. Quindi si, a volte vorrei strangolarlo a morte con la sua dannata sciarpa, ma nonostante tutto è divertente ed un buon amico di uscite"

"Ma io e lui non siamo amici." mormorai, poggiando la testa contro l'armadietto e chiudendo gli occhi "Abbiamo già saltato quella fase"

"Se ti ha detto che prova qualcosa per te, è perchè sinceramente prova qualcosa per te. Dimitri non è un bugiardo, almeno fino a quando non è obbligato a farlo. Oltretutto, mi ha detto che tu gli piaci, e lui non mi ha mai mentito." disse Kim, la sua voce diventata improvvisamente seria "Theo, fidati di me. Dimitri vuole davvero una relazione con te"

Stetti in silenzio. Sapevo di provare qualcosa per Dimitri, ma volevo davvero una relazione con lui? Volevo che altre persone sapessero che provavo qualcosa per lui?

Kim sospirò e si alzò "Scusa, non ti sono stata molto d'aiuto. Hai bisogno di conoscere Dimitri per conto tuo. Non c'è proprio altro modo per conoscerlo"

Aprì gli occhi e mi alzai anch'io "Sono un pò preoccupato di conoscere il vero Dimitri"

"Non esserlo." disse Kim dandomi una pacca sulla spalla, ghignando "Non è un ragazzo così cattivo. Solo un pò...lo sai, fuori di testa. E comunque, se vuoi proprio conquistarlo, guarda Tarzan con lui. è il suo film preferito"

Mi fece l'occhiolino, prima di passeggiare per il corridoio e girare l'angolo, fuori dalla mia vista. Sbattei le palpebre e scossi la testa. Ovvio che Dimitri amava Tarzan.

Tornai in mensa e mi sedetti al tavolo con Oliver e Thalia. Stavano parlando di qualcosa, anche se non riuscivo a capire cosa.

"Beh, forse se non l'avesssi leccata, adesso non staremmo qui a discutere" disse Thalia arrabbiata.

"Tu me l'hai offerta, ed io l'ho leccata" disse Oliver guardandola.

"Non dovevi leccarla!"

"Forse volevo leccarla!"

"Tieni la tua lingua in bocca e lontano dalle cose che mi appartengono!"

"Smettila di offrirmi le cose che ti appartengono e magari la smetterò di strofinare la mia lingua su di loro!"

"Whoa! Oliver, hai fatto qualcosa a Thalia per cui dovrei colpirti facendo così i miei doveri da fratello?" chiesi, cercando di non far vagabondare la mia mente verso luoghi...sporchi.

"Mi ha leccato la copertina del libro" disse Thalia agitando la sua copia di 'Insonnia' davanti alla faccia.

"Oh, beh, in quel caso..." raggiunsi Oliver e lo schiaffeggiai sul retro della nuca "Smettila di leccare la grande letteratura!"

"Ehi, non colpirmi Theo!" piagnucolò lui, schiaffeggiandomi la mano.

"Scusami, devo fare il mio dovere da buon fratello." dissi con un cipiglio "Mi perdoni per aver messo in disordine i tuoi capelli perfetti?"

"Certamente. Come posso restare arrabbiato con il mio amante segreto" Oliver gettò un braccio fra le mie spalle "I Tholiver restano ancora insieme"

"Ugh, il peggior nome di coppia di sempre" disse Thalia scuotendo la testa verso di noi.

"Shh non ascoltarla, Oliver tesoro" dissi mettendogli le mani sulle orecchie.

Lui afferrò le mie mani e le allontanò dalle sue orecchie. Lasciai che le braccia cadessero al mio fianco mentre Thalia incominciò di nuovo a litigare giocosamente.

La campanella suonò e uscimmo dalla classe. Si avvicinò la nona ora e ci sedemmo al solito tavolo scherzando un pò tra di noi.

"Hey Theo"

Alzai lo sguardo verso Alek. Era leggermente arrossita mentre  giocava nervosamente con un filo invisibile sul bordo della sua maglietta. 

"Pensi di poter venire a casa mia oggi, per aiutarmi di nuovo con l'economia?" chiese lei, timidamente. Dio, era così tenera.

"Certo" dissi con un cenno, sforzandomi di non guardare verso Dimitri. Non avevo intenzione di baciare Alek di nuovo.

"Grazie" disse, illuminandosi immediatamente.

"Nessun problema" disse regalandole un sorriso.

Tornò indietro dai suoi amici e si sedette. Oliver sogghignò e giocosamente mi colpì la spalla.

"Ma guardati. Tu, ragazzo birichino" disse ridendo.

"Aw, ma smettila" dissi, arrossendo quando riaffiorì nella mia mente la scena di me e Dimitri nel bagno. Allontanai frettolosamente il pensiero dalla testa.

"Theo, non essere un ragazzo sporcaccione" disse Thalia. 

"Infatti. E per precauzione..." disse Oliver lasciando la frase in sospeso. Prese poi il portafoglio e, dovo aver trovato quella che cercava, me lo lanciò. Era un un preservativo.

"Non ho intenzione di chiederti perchè ce l'hai dentro il portafoglio," dissi, mettendolo nella sua tasca e dandogli delle pacche "ma tienilo per te. Non ho intenzione di arrivare fino a quel punto con lei." arrossendo, aggiunsi frettolosamente "O almeno non stasera"

Non c'era bisogno che sospettassero che stava succedendo qualcosa con Dimitri. Oliver forse non ci aveva fatto caso, ma Thalia secondo me sospettava qualcosa.

"Oh Oliver, piccolo strano ragazzo" disse Thalia.

"Oh, ma per favore. Tu vuoi tutto questo, non negarlo" disse lui, indicando il suo corpo.

"Certo, e i pinguini respirano fuoco verde" rispose Thalia colpendogli la testa.

"LO FANNO DAVVERO?!" io ed Oliver guardammo Thalia con gli occhi spalancati. Lei sospirò disperatamente.

Scherzammo tranquillamente fino a quando suonò la campanella che ci avvertiva che la giornata scolastica si era conclusa. Andai da Alek ed insieme ci dirigemmo fuori, verso la mia macchina.

"Come ritornerà a casa Thalia?" chiese curiosamente "Non viene con te, di solito?"

"Si certo, infondo è mia sorella, però fa il tutorial con Dimitri, Kim e Jordan e perciò Dimitri si è offerto di darle un passaggio a casa, ogni giorno dopo il tutorial" spiegai.

"Immaginavo che voi due eravate imparentati, sei identico a lei. Non riuscivo a capire se eravate fratelli o cugini" disse lei.

"Gemelli." risposi "Thalia è la mia sorella gemella"

"Che figo. Ho sempre immaginato come sarebbe avere un gemello" disse, nel momento in cui uscì dal parcheggio e incominciai a guidare verso casa sua.

Feci spallucce "Siamo uguali a qualsiasi fratello o sorella. Ci prendiamo per il culo a vicenda, siamo cattivi l'uno con l'altro, e occasionalmente abbiamo dei momenti che rendono i nostri genitori tipo "Awww""

Parlammo poi di argomenti futili per un pò. Parcheggiai vicino casa sua ed uscimmo dalla macchina. Mi fece entrare in casa e andammo dritti verso la sua stanza, chiudendo poi la porta.

"Mio fratello non è a casa, perciò non c'è bisogno di chiuderla a chiave" disse lei, riferendosi alla porta. Si sedette vicino a me nel letto, prendendo il libro di economia.

"Okay, quindi questo è un prezzo massimo...." incominciai a spiegarle le pagine che non aveva ben compreso, dimenticandoci entrambi del nostro bacio.

"Wow, grazie Theo. Sei davvero intelligente. Farai per caso un master di specializzazione in economia all'università?" chiese lei curiosamente, rimettendo il libro nello zaino.

Scrollai le spalle "Penso che mi piacerebbe insegnare. Sono bravo in questa materia e soprattutto mi piace. Quindi si, sto pensando di diventare un professore di economia." dissi, sperando di non sembrare troppo patetico e sfigato "Invece Thalia vuole diventare una professoressa di matematica. Tu invece? In quale università vorresti andare?"

"Mia mamma è proprietaria di una compagnia di vestiti. Vorrei entrare a far parte della sua attività quando uscirò dall'università" disse lei allegramente.

"Questo spiega il perchè tu sia così fottutamente ricca. La tua casa è enorme!" dissi ridendo.

"Ehi, noi non siamo ricchi" disse, lasciando cadere il suo sguardo per terra, imbarazzata. Ah, modesta sui soldi. Sapevo di essermi preso una cotta per questa ragazza per un motivo.

Alzai la mano, togliendole i capelli dal viso. Dimitri era assente dalla mia testa mentre guardavo la bellissima e modesta ragazza di fronte a me.

"Sei bellissima Alek" dissi onestamente.

Lei arrossì e timidamente sbirciò in alto, ancora con la testa chinata verso il pavimento, per lanciarmi un'occhiata "Grazie Theo"

Le inclinai il mento verso l'alto in modo che potesse guardare me, e non le sue mani. I suoi occhi si spalancarono leggermente e il suo sguardo cadde sulle mie labbra.

Lasciai che si sporgesse verso me e che mi baciasse. Cercai disperatamente di non pensare a Dimitri, chiedendomi se mi potessi innamorare di lei così follemente. Io volevo innamorarmi di lei, volevo essere il suo ragazzo. Lei è normale. Era pure intelligente, bellissima, divertente e modesta. Dimitri era eccentrico, odioso e riservato.

Ma non riuscivo a cancellare la sua immagine dalla mia testa. Il suo nome urlava nelle pareti della mia mente, ininterrottamente. Le mie labbra erano così sbagliate su quelle di Alek.

La spinsi via da me, questa volta con indifferenza. La sua faccia era rossa e perciò lasciò che i suoi capelli cadessero sul suo volto, per nasconderlo. Gliele tolsi dalla faccia, di nuovo, sperando di non averla guardata con tristezza. Dio, volevo essere il suo ragazzo e amarla come meritava.

"Mi piaci davvero Theo" disse. La sua voce era ferma nonostante il suo leggero tremore alle mani e la sua faccia leggermente rossa. Incontrò i miei occhi. Il suo sguardo era sicuro come i suoi occhi.

Ero davvero grato dal non aver avuto la possibilità di rispondere, a causa del rumore della porta principale aprirsi. Alek balzò dal letto, correndo verso la porta per chiuderla a chiave.

"Scusa. Deve essere mio fratello." disse "Avrebbe provato di sicuro ad entrare nella stanza e a parlare ininterrottamente con te"

"Mi sto abituando ai bambini" mormorai. L'immagine di Galen attraversò la mia mente. Fottuto mini-Dimitri.

Alek tornò indietro, sedendosi vicino a me sul letto. Aprì la bocca per dire qualcosa, ma una voce l'anticipò.

"Alek! Io e i ragazzi abbiamo comprato la cena! Scendi e vieni mangiare con noi!" una donna la chiamò.

Alek alzò gli occhi al cielo "Mia mamma e i mie fratelli. Possono aspettare un minuto, noi siamo occupati adesso" disse.

"Si arrabbia se scopre che io sia qui?" chiesi nervosamente.

Alek rise e scosse la testa "No, a mia mamma non importa. Per lei va bene se portò qualcuno a casa"

"Okay" dissi, rilassandomi un pò.

Alek aprì la bocca per dire qualcosa, ma di nuovo qualcuno l'anticipò. Qualcuno aveva iniziato a bussare alla porta.

Lei sospirò irritata e gesticolò, facendomi intendere di doverla seguire. Aprì la porta e la sua faccia sbiancò. Guardai anch'io verso la porta, completamente scioccato.

"Piccolo Theodore." disse Dimitri sogghignando "Che sorpresa vederti a casa mia"

 

 

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AAAAAAAAAAH,

Ammettetelo: non ve lo sareste mai aspettati! Ahaha

Al prossimo capitolo :)

 

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Capitolo 13
*** Outside The Lines (13) ***


Alek cercò di sbattergli la porta in faccia, ma Dimitri fu più veloce e bloccò la porta con i piedi. incrociò le braccia sul petto, osservandomi.

"A casa mia e nella stanza di mia sorella" disse lui, ridacchiando.

"Dimitri, va via!" sbottò Alek, poggiandosi con forza contro la porta bloccata da Dimitri.

Il suo piede scivolò un pò, ma rapidamente si poggiò al muro con la mano, continuando a mantenere aperta la porta. Non riuscivo proprio a smettere di guardarlo in completo shock.

"Avevi detto che non lo conoscevi! E tu hai fatto finta di non conoscerla!" esclamai, riuscendo a ritrovare la mia voce mentre guardavo i due.

"Ah si, quello. Aleksandra mi ha proibito di rendere note le nostre relazioni familiari. Che tale vergogna." disse con un drammatico sospiro "La mia unica sorella che nasconde il suo meraviglioso e favoloso fratello"

"Dimitri non è un bugiardo, almeno fino a quando non è obbligato a farlo"

La voce di Kim mi ritornò in mente e persi un'altra volta la voce per lo shock.

Alek era la fottuta sorella di Dimitri? Che cosa diavolo..?

"Saresti abbastanza sorpreso se ti facessi conoscere mia sorella, piccolo Theodore"

Le parole di Dimitri si ripeterono nella mia mente. Aveva anche detto che Galen era l'unico fratello che gli assomigliasse, mentre la sorella non aveva preso niente da loro. Adesso si spiega tutto.

"Dimitri, sposta quel piede o te lo faccio a pezzettini" disse arrabbiata Alek.

"Ma Aleksandra, la nostra carissima madre richiede la vostra presenza a tavola" disse Dimitri, il suo ghigno si fece più ampio mentre, con i piedi, aprì ancora di più la porta, solo per infastidire la sorella.

"Okay ho capito, adesso sposta quel dannato piede!" disse Alek lasciando la presa sulla porta e facendo dei passi indietro.

Dimitri lentamente spostò il piede dalla porta. Ci guardò, e fece una piccola risata mentre si girava e scendeva le scale.

"Non mi devi dire niente?" chiesi più che confuso.

"Per favore Theo, non dire a nessuno che lui è mio fratello" mi pregò lei.

"Ma aveva detto che sua sorella era un'anno più grande di lui!" dissi.

Lei annuì "Infatti sono un'anno più grande di lui. Quando andavo alle elementari ho dovuto fare un intervento chirurgico alla gamba, che però è andato male e perciò ne ho dovuto fare un'altro. Ho fatto troppe assenze e quindi mi hanno bocciata, mettendomi nella stessa classe di Dimitri"

"Dimitri Ivanov è tuo fratello. Oh mio dio." dissi, lasciandomi andare ad una risata incredula "Come diavolo non ho fatto a capirlo prima?"

"Theo, ti sto implorando di non dirlo a nessuno. L'hai visto com'è Dimitri: un fottuto uomo stravagante e senza cuore. Non voglio che le persone sappiano che sia mio fratello" disse, la sua voce disperata e implorante "Non dico mai il mio cognome solo perchè tutti conoscono quello di Dimitri. Inoltre ho fatto giurare a quel fottuto eccentrico del cazzo di comportarsi come se non mi conoscesse"

Ricapitolando: ieri ho baciato Dimitri ed oggi ho baciato Alek. E solo adesso ho saputo che loro sono fratello e sorella.

Scandalizzato. A. Vita.

"Non lo dirò a nessuno" dissi alla fine.

"Grazie." rispose lei, il sollievo era evidente sul suo viso. Afferrò poi la mia mano "Dai, andiamo a cenare. Tu ignoralo e fai come se lui non esistesse"

Mi spinse fuori dalla sua stanza, verso le scale. Entrammo nella sala da pranzo, e Galen mi guardò sorpreso.

"Theo!" disse, fissandomi. Si girò verso Dimitri "Cosa ci fa lui qui? E perchè è con Alek?"

Adesso capì perchè la sua voce mi sembrava così familiare. Non era a causa del suo accento. Era stato lui a chiedere ad Alek di poter entrare nella sua stanza, la prima volta che venni qui a casa sua.

"Il piccolo Theodore aiuta Aleksandra con i suoi compiti" disse Dimitri, mettendo una mano sulla testa di Galen. Era così alto, paragonato al suo piccolo fratellino.

"Oh" esclamò Galen. Si allontanò poi dalla mano del fratello e raggiunse la sedia accanto alla sua, sprofondando su di essa.

La mamma di Alek entrò in cucina. La riconobbi perchè l'ultima volta l'avevo vista addormentata sul divano.

Si fermò quando mi vide e "Ehy, ciao!" disse con forte accento "Chi sei tu?"

"Lui è il piccolo Theodore" disse Dimitri, ghignando verso me.

"Zitto Dimitri, lo presenterò io a mamma. L'ho invitato io a casa e poi lui neanche ti sopporta." disse Alek seccamente "Mamma, questo è Theo. Mi sta aiutando con i compiti"

"Alek, non essere scortese con tuo fratello." disse la madre con un cipiglio "Comunque è un piacere conoscerti Theo, io sono la signora Ivanov"

Un uomo entrò nella sala portando due scatole di pizza. Fu davvero dura non spalancare la bocca quando lo vidi. Fissai poi Dimitri e Galen.

Quando Kim aveva detto che era inquietante vederli tutti insieme, non stava di certo scherzando. Quest'uomo era ovviamente il signor Ivanov.

Era maledettamente raccapricciante vedere lui nella stessa stanza con i suoi figli. Era come vedere qualcuno crescere davanti ai tuoi occhi. Da bambino, a ragazzo, ad adulto.

Non c'era quasi nessuna differenza fra i componenti maschili della famiglia Ivanov. C'era il volto della giovinezza di Galen, quello dell'adolescenza di Dimitri, e quello maturo del signor Ivanov.

"Papà, questo è Theo." disse Alek, indicandomi "Mi aiuta con l'economia"

"Ciao Theo, piacere di conoscerti" disse il signor Ivanov, la sua voce con un accento così forte.

Posò le pizze sul tavolo, e diede a ciascuno di noi un piatto e un tovagliolo. Lasciò la sala per qualche breve minuto, e ritornò con dei bicchieri e del latte in mano. Si sedette poi a tavola.

"Dimmy, passamene un pezzo, io non ci arrivo!" piagnucolò Galen.

"Galen, dì per favore" disse il signor Ivanov severamente.

"Per favore, passami un pezzo di pizza" modificò Galen.

"Ma certamente" disse Dimitri, allungando le sue lunga braccia per afferrare la pizza per sè e per Galen.

Mi sedetti anch'io dopo un pò, osservando, ancora scioccato, tutta la famiglia al completo. Cavolo, Dimitri e Alek erano imparentati!

"Piccolo Theodore, vorresti del cibo?" offrì gentilmente Dimitri.

"Se lo può prendere anche da solo Dimitri" disse Alek, incendiando con un'occhiata il fratello.

"Sono stato semplicemente gentile, Aleksandra" disse Dimitri, guardandola divertito e compiaciuto.

Galen guardò noi tre sospettosamente e "Alek, tu e Theo state insieme?" chiese a bruciapelo.

Alek arrossì "Certo che no Galen!"

"Beh, mi auguro senz'altro che sia vero" affermò Dimitri ridacchiando. Gli lanciai un'occhiata.

"Ma perchè sei con Theo?" insistette Galen "Pensavo che lui e Dimmy fossero fid-"

"Il piccolo Theodore ed io siamo amici" disse con entusiasmo Dimitri, zittendo Galen prima che potesse continuare, menzionando poi il nostro bacio.

"No, tu non sei un suo amico." disse Alek "A Theo non piaci minimamente"

"Certo che gli piaccio! Vero, piccolo Theodore?" chiese Dimitri, osservandomi con divertimento, con lo sguardo da chi sa già la risposta, quella vera.

"No, non mi piaci" dissi, stringendo gli occhi verso di lui e cercando di ignorare i battiti accelerati del mio cuore. Alek non avrebbe scoperto che avevo baciato Dimitri, e Dimitri non avrebbe scoperto che avevo baciato Alek.

"Theo è un mio amico, lascialo in pace" disse Alek, cercando di non perdere di nuovo la pazienza.

"Penso che possiamo tutti essere amici, Aleksandra! Sarebbe meraviglioso" esclamò Dimitri, ghignando e dando un morso alla pizza.

"Dico sul serio, faresti meglio a lasciarlo in pace Dimitri" disse Alek.

"Ma perchè? Dimitri e Theo sono amici" rispose Galen.

"No, non lo sono. Tu sai come Dimitri ha sempre bisogno di essere odioso e come dà sempre fastidio a me e con le persone con cui sto" disse Alek.

"No, Dimmy e Theo sono davvero amici!" insistette Galen.

"Galen ha ragione, e tu lo sai." disse Dimitri annuendo "Il piccolo Theodore semplicemente mi adora. Sia lui che sua sorella"

"Ehy! Lascia Thalia fuori dalla conversazione!" dissi arrabbiato, cercando di reprimere la mia gelosia. Insomma, prima aveva flirtato con Thalia, mia sorella, e poi mi aveva baciato!

....oh dio, quanto sono ipocrita.

Dimitri si appoggiò allo schienale della sedia, il suo ghigno diventava sempre più ampio "Ma la mia cara Thalia mi adora! Io e lei siamo amici. E poi, neanche lei lo nega, piccolo Theodore"

"Dimitri va via!" sbottò Alek, guardandolo come se non volesse nient'altro che prenderlo e rompergli la testa in due parti "A. Noi. Non. Piaci."

"Ora basta." disse seccata la signora Ivanov "Alek, Dimitri, smettetela di litigare"

"Ma mamma, Dimmy ha ragione!" disse Galen.

"Galen, diresti che Dimitri ha ragione anche se dicesse che tu sia una donna" rispose Alek, massaggiandosi le tempie.

"Dio mio," disse Dimitri "non sono molto sicuro di poter gestire due sorelle"

"Spero che tu sappia quanto sia difficile resistere alla voglia di strangolarti fino alla morte" disse Alek.

"Mi è stato detto" disse Dimitri, ghignando e addentando la sua pizza.

"Okay, okay, smettetela. Galen, non importa sapere chi ha ragione, voglio solo che la smettano di litigare" disse la signora Ivanov, lanciando ai suoi figli uno sguardo severo.

"Tutto per te, madre cara" disse Dimitri, facendo scivolare un braccio sulle spalle di Galen. Il piccolo annuì, osservandomi e aggrottando le sopracciglia. Il sospetto si impossessò di nuovo dei suoi occhi.

"Dimitri, hai della salsa sulla maglietta" disse il signor Ivanov.

Dimitri guardò in basso, verso la sua maglietta e "Oh, che completo disastro" disse con un drammatico sospiro, afferrando un tovagliolo e tamponando su di esso.

Non potei fare a meno di guardare li genitori di Dimitri. Come potevano parlargli con così disinvoltura quando lui era vestito in modo così...stravagante? Non si vergognavano affatto del modo di vestire del loro figlio?

Mi sforzai di guardare altrove, mangiando velocemente un pezzo di pizza. Alek si alzò, guardandomi disperatamente.

"Ti va di salire al piano di sopra?"

"Si" dissi alzandomi.

"Ci lasciate così presto, Aleksandra e piccolo Theodore?" chiese Dimitri, guardandoci con divertimento.

"Non seguirci e non ti azzardare ad infastidirci." disse Alek "Mamma, assicurati che non ci venga ad infastidire"

"Oh, Alek. Sii più carino con lui" disse il signor Ivanov, alzando gli occhi al cielo.

"Aspetta, aspetta! Devo parlare con Theo!" disse Alek saltando dalla sedia. Venne verso di me, prendendomi poi la mano "Vieni con me"

"Galen, che stai facendo?" chiese la signora Ivanov con curiosità.

"Ci metterò solo un secondo, giuro." disse Galen. Lanciò un'occhiata ad Alek "Tu stai qui." si girò poi verso Dimitri "E anche tu, non ti muovere da qui"

Mi spinse fuori dalla cucina, per il salotto. Guardai le foto appese al muro, quasi sbiancando quando individuai Dimitri nella maggior parte di esse. La prima volta che venni qui non feci molto caso alle fotografie, in quanto la mia attenzione era stata completamente catturata dalla figura della signora Ivanov sul divano.

Sul camino c'era un grande ritratto della famiglia, e sembrava che fosse stata fatta l'anno scorso. Dimitri sembrava più vicino alla normalità di quanto io non l'avessi mai visto prima d'ora. Indossava dei pantaloni bianchi a pois rosa e una maglia rosa fosforescente con sotto una camicia nera. I suoi capelli alzati nel suo solito ciuffo viola.

Guardai un'altra fotografia e la mia bocca quasi si spalancò. "Dimitri, seconda elementare" c'era scritto, in un angolo. Era identico in tutto e per tutto al piccolo Galen, eccetto per la maglietta rosa e i pantaloni gialli che stava indossando.

"Basta guardare le foto. Ho bisogno di parlarti" disse Galen, sbottando impazientemente.

"Okay, okay," disse sospirando "cosa vuoi sapere Galen?"

"Perchè eri nella stanza di mia sorella?" chiese sospettoso "Stavi baciando anche lei?"

"Non ti piace tua sorella?" chiesi, decidendo di distrarlo in modo da non rispondere alla sua domanda.

"Si, mi piace. Solo che è cattiva con Dimitri, e non mi piace quando lo è." disse con un cipiglio. Sollevò il mignolo "E ti conviene non essere anche tu cattivo con lui. Hai anche fatto il giuramento del mignolo, quindi non puoi. Theo, piaci davvero tanto a Dimmy, me l'ha detto lui"

"Anche a me piace Dimitri." dissi, un pò duramente "Non gli farò del male"

"Bene," disse lui rilassandosi un pochino "però se lo farai, ti prenderò a calci in culo"

"Che amore che sei" mormorai.

Mi afferrò nuovamente la mano, portandomi nella sala da pranzo. Mi lasciò andare, ed annuì.

"Okay, adesso puoi andare con Alek. Ricordati solo di quello di cui abbiamo parlato" disse, dirigendosi verso Dimitri e mettendosi sopra le sue gambe.

"Galen! Siediti nella tua sedia, Dimitri sta cercando di mangiare" disse il signor Ivanov.

"No, va bene padre caro, ho finito di mangiare. Visto che mi è stato vietato di passare del tempo con il mio piccolo Theodore, starò insieme al mio caro fratellino Galen" disse Dimitri, avvolgendo le sue braccia intorno a Galen, cercando di tenerlo fermo e stabile sulle sue gambe.

"Coglione" disse Alek, prendendomi la mano e spingendomi fuori dalla sala da pranzo, prima che i suoi genitori potessero dirle qualcosa. Mi fece salire le scale, dirigendosi poi nella sua stanza e chiudendo a chiave la porta.

"Mi dispiace così tanto,Theo. Dio, non avrei dovuto portarti qui. Pensavo solo che Dimitri avrebbe finito il tutorial più tardi...e dopo che lo finisce, va sempre a casa di Kim..." disse lanciandomi un'occhiata davvero dispiaciuta e imbarazzata.

"Com'è possibile che nessuno sappia che lui sia tuo fratello? Diamine, condividete lo stesso cognome" dissi sedendomi sul suo letto.

Lei si sedette vicino a me e scosse la testa "Ho sempre chiesto ai professori di non dire il mio cognome perchè non voglio che le persone sappiano che lui sia mio fratello. Tutti i professori lo conoscono, quindi sono piuttosto buoni sul non dire nulla. Inoltre non mi presento mai per la foto annuale, per questo non sono nell'annuario" mi spiegò.

"Non lo sa proprio nessuno?" chiesi.

Lei scosse la testa "Purtroppo, lo sanno un paio di persone, ma non tante. Solo un paio dei miei amici, e Kim"

 "Quindi....Zoey. Ha fatto sesso con uno dei tuoi amici?" chiesi.

Alek scosse la testa "Zoey non era veramente una mia amica. Era la migliore amica di mia cugina. L'anno scorso, Dimitri fece sesso con lei un paio di volte e dopo la scaricò come se fosse un sacco della spazzatura. Subito dopo passò ad un'altro ragazzo, un amico di Kim. Mi fa arrabbiare quando si comporta così"

"I tuoi parenti non ne sanno nulla di questo?" chiesi. Lasciavano che suo figlio andasse a letto con chiunque, senza nemmeno provare a fermarlo?

Alek scosse la testa, disgustata "Ho provato più volte a dirgli quello che faceva, ma loro rifiutano di crederci. Non vogliono pensare che Dimitri non sia più vergine. Credono nell'astinenza prima del matrimonio, perciò semplicemente fingono che lui sia ancora vergine. La parte peggiore di tutto questo è che loro non gli chiederanno mai riguardo a questo perchè sanno che lui gli risponderà con sincerità"

"Wow. E lasciano che si vesta in quel modo?" non potei farne a meno, dovevo chiederglielo.

 Alek annuì "Credono nel mito del 'la parte destra del cervello è quella della creatività'. Dimitri è davvero molto bravo nel disegnare, non lo posso negare. Ha disegnato quell'immagine del Re Leone che tu hai commentato. I miei, pensano che lui si vesta e si comporti in quel modo perchè ha la parte destra del cervello più sviluppata e che quindi è un modo per esprimere se stesso." alzò gli occhi al cielo "Lui è il loro talentuoso, amorevole, figlio"

"Wow" dissi, scuotendo la testa. Pensai che Kim sarebbe stata in grado di rispondere a tutte le mie domande su Dimitri! "Ma i tuoi non pensarono che Dimitri non fosse più vergine dopo la...ehm, cosa di Kayden?"

Sorprendendomi, la faccia di Alek sbiancò "Sai di quello?"

"Me l'hanno detto Dimitri e Kim" dissi.

"Kayden provò a dire ai miei genitori che cosa aveva fatto Dimitri, ma considerando il fatto che lui fosse a terra quasi privo di sensi e con il naso rotto, non stavano proprio ad ascoltarlo. Pensai seriamente che mio padre voleva uccidere il ragazzo." disse "Lo cacciò via di casa e portò Dimitri all'ospedale. Non chiesero cosa fosse successo esattamente, perchè non volevano che Dimitri dicesse loro l'intera verità. Loro sapevano che lui ne sarebbe stato capace"

"Questa è una cosa irresponsabile da parte dei genitori" sottolineai.

"Non me lo dire.." mormorò Alek.

Controllai l'orario e sospirai, alzandomi "Probabilmente dovrei ritornare a casa adesso. Tranquilla, ho promesso che non dirò a nessuno che lui è tuo fratello"

"Grazie Theo, non hai nemmeno la minima idea di quanto disprezzi Dimitri. E come se non bastasse, Galen lo difende sempre, qualsiasi cosa faccia. Di solito sono molto impegnata con gli allenamenti, perciò Dimitri passa la maggior parte del tempo con Galen. Se fa diventare anche lui uno strano ragazzo glitterato ed eccentrico, giuro che lo ammazzo" disse.

"Beh, questa è stata senza dubbio un'esperienza interessante e davvero sconvolgente. Ciao Alek, ci vediamo domani" dissi, sospirando e agitando la mano verso di lei.

Uscì fuori dalla stanza e incominciai a camminare giù per il corridoio, osservandomi le scarpe. Ero completamente immerso nei mille pensieri che mi vorticavano in testa.

"Piccolo Theodore"

Alzai lo sguardo e sobbalzai, accorgendomi solo in quel momento di essermi imbattuto in Dimitri. Era proprio di fronte a me, mentre teneva la mano di Galen. Galen mi stava osservando, quel sospetto ancora presente nei suoi occhi.

"Abbiamo bisogno di parlare, piccolo Theodore" disse Dimitri, lasciando la mano di Galen.

Galen lo guardò, c'era paura nei suoi occhi "Lo stai portando nella tua stanza, Dimmy? Sei sicuro che non sia come il ragazzo cattivo?"

"Positività, caro. Starò bene, non preoccuparti" promise Dimitri, scompigliandogli i capelli.

Galen annuì nervosamente ed entrò nella sua stanzetta, chiudendo lentamente la porta. Dimitri mi afferrò la mano e mi fece ripercorrere il corridoio fino ad arrivare alla sua stanza, di fronte a quella di Alek. Chiuse la porta a chiave.

Guardai la sua camera scioccato. Dei bellissimi e realistici disegni erano appiccicati con del nastro adesivo lungo tutto il muro, insieme a fotografie di Dimitri con la sua famiglia e i suoi amici. Il muro era dipinto di rosa con delle macchie di colore che decoravano le varie foto al muro. Il suo letto era di un giallo acceso con dei cuscini verdi fosforescenti.

Dimitri mi portò verso il suo letto dove poi ci sedemmo e "Stavi baciando mia sorella" disse ridacchiando.

Arrossì "Perchè dovrei dirtelo?"

"Perchè non sono un' idiota, piccolo Theodore. Immagino che sia dovuto al karma, per aver flirtato con tua sorella" disse, sembrando divertito dalla situazione, piuttosto che geloso o offeso.

"Non sei arrabbiato?" chiesi cautamente.

"No. Credo che ci voglia molto di più che baciare mia sorella per farmi arrabbiare, piccolo Theodore. Oltretutto, ti è piaciuto baciarla?"

"No." dissi a malincuore "Continuavo a pensare a te"

"Lo sospettavo" disse, accarezzando con leggerezza la mia guancia. Mi girò lentamente la testa, in modo che fossi di fronte a lui. Quei suoi occhi di ghiaccio incontrarono i miei verdi.

"Smettila di negarmi, piccolo Theodore. Rende solo le cose più complicate" disse, sporgendosi e portando le sue labbra sulle mie.

Accettai il suo consiglio, lasciando che approfondisse il bacio. Le mie braccia si avvolsero subito intorno al suo collo. Lui mi spinse leggermente indietro, facendomi sdraiare sul letto. Il suo corpo era muscoloso ma confortevole contro il mio. 

Ma subiti dopo, un pensiero si insinuò nella mia mente. Con quante persone Dimitri aveva fatto sesso, su questo letto?

Ruppi il bacio e mi appoggiai su i miei gomiti, guardandolo negli occhi. Lui mi guardò, il suo sorrisetto sempre presente fra le labbra, come se sapesse a cosa stavo pensando.

"Come posso essere sicuro che tu non mi voglia solo per il sesso? Come posso sapere che tu mi resteresti fedele se avessi una relazione con te?" domandai.

"Chiedi a Kimberly cara. Quando provo qualcosa per qualcuno, agisco secondo quello che provo. Formo una relazione e vedo se quei sentimenti durano. Sono fedele nelle relazioni, piccolo Theodore. Non sono un' imbroglione, non ho mai imbrogliato nessuno. Raramente mi fidanzo con qualcuno, tra l'altro. Perciò, se voglio avere una relazione con te, è perchè provo veramente dei sentimenti per te" rispose lui pazientemente.

Mi baciò ancora, dolcemente questa volta "Dammi una possibilià, piccolo Theodore. Anche se è per una relazione segreta" disse e, finalmente, quel sorrisetto se ne andò via dalla sua faccia "Vedrai che sarò un fedele e meraviglioso fidanzato"

"E non dirai a nessuno che stiamo insieme?" chiesi lentamente.

"Solo a Kimberly cara" promise lui.

"Neanche a Thalia?" chiesi.

"Se desiderai dirglielo, glielo dirò, questo sarà l'unico modo in cui lei lo saprà. Non sono un bugiardo, piccolo Theodore. Ho mentito solo su Aleksandra solo perchè ha insistito così tanto che lo facessi" disse e i suoi occhi di ghiaccio erano sinceri, lo vedevo.

"Okay" dissi alla fine, dopo averci pensato un pò.

"Quindi, adesso sei il mio fidanzato?" chiese, i suoi occhi che luccicavano felici.

"Si" confermai, sperando che non me ne sarei pentito. Ma quando le sue labbra si unirono nuovamente con le mie, tutti i pensieri di rammarico sparirono dalla mia testa, e mi lasciai andare in un altro bacio appassionato con il mio fidanzato, Dimitri Ivanov.
 

 

 

___________________

Si, NON è un miraggio, ho davvero pubblicato un capitolo! Balliamo la conga insieme ragazzi ahahah

Fatemi aggiungere un WAAAAAA per la coppia più bella del mondo.

Che amori che sono quei due, non so come potrò mai finire di tradurre questa storia.

Purtroppo siamo a più della metà, ma grazie alle mie traduzioni pubblicate quasi una volta alla settimana non dovrete temere........no okay seriamente, mi spiace se pubblico così tardi, ma capitemi. La scuola rende più impegnati di uno sport a livello agonistico.....

Anyway, un bacio a tutte e alla prossimaa :)

 

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Capitolo 14
*** Outside The Lines (14) ***


"Theo, oggi sei tornato a casa più tardi." disse mia mamma, lanciandomi un'occhiata mentre attraversavo la cucina "Dove sei stat-"

"NO, NON SONO STATO A CASA DEL MIO FIDANZATO SEGRETO. MIO DIO DONNA, LASCIAMI IN PACE, NON SONO PIù UN BAMBINO" esclamai.

"Fino a quando nessuna rimane incinta e tu non rientra in casa ubriaco fradicio, non me ne può fregar di meno" disse lei con un sospiro.

"Dov'è Thalia?" chiesi.

"Dimitri l'ha riaccompagnata a casa circa un'ora fa." disse "Lo sai che hai del glitter addosso?"

Guardai in basso verso le mie mani e miei vestiti "Sono stato attaccato da un'unicorno" dissi sulla difensiva.

"Come dice quel detto? Le mamme sanno sempre tutto?" chiese lei con un sorrisetto compiaciuto.

"Taci donna" grugnì, uscendo dalla cucina.

Andai nella stanza di Thalia ed entrai. Lei mi lanciò un'occhiata dal suo letto, dove era comodamente sdraiata, e si mise a sedere. La canzone 'Moves Like Jagger' in sottofondo.

"I'VE GOT THE MOOOOVES LIKE JAGGER!" gridai ballando a modo mio, mentre mi facevo spazio dentro la sua stanza.

"Mio dio." disse lei coprendosi gli occhi "Quello non è ballare, assomiglia più ad un'attacco di epilessia"

Mi sedetti sul bordo del suo letto e le tolsi le mani dagli occhi. La guardai e mi morsi il labbro.

Cosa sarebbe successo se Thalia mi avesse odiato? O se poi si comportasse come se io non esistessi? E se invece fosse così schifata da me da promettermi di tenerlo segreto, assicurandosi che nessuno mai lo scopra?

"Che c'è? Mi stai guardando in modo strano" disse curiosamente.

Tolsi quei pensieri dalla testa "Scusa. Il tuo trucco è sbavato, non posso non osservarti" mentì.

Lei afferrò un fazzolettino e si strofinò gli occhi "Okay, okay, cosa vuoi Theo?"

Mi lasciai cadere, sistemando la mia testa sulle sue gambe, osservandola "Domani farai il tutorial, dopo la scuola?" chiesi, più per sapere se Dimitri fosse libero.

Thalia scrollò le spalle, gettando poi il fazzolettino "Non ne ho idea. Non ho parlato con Dimitri, Kim o Jordan. Dimitri credo che sia un pò occupato dopo scuola, quindi forse no"

Le sbirciò in basso, verso me "è del glitter quello che vedo?" domandò sospettosa.

"Non credere chissà cosa, cara sorella. Ero con Alek" dissi irritato.

"Theo, se stai facendo qualcosa con Dimitri, me lo puoi benissimo dire" disse lei, dandomi dei colpetti sulle spalle.

"Non sto facendo nulla con Dimitri!" mi alzai, trascinandomi lontano dal suo letto, il mio cuore stava battendo fortissimo "Lui è solo un fottuto maniaco del glitter!"

E anche il mio fidanzato segreto ma shhh, non era necessario che Thalia lo sapesse.

Lasciai la sua stanza, ignorandola quando incominciò a gridare il mio nome. Entrai in bagno e mi tolsi tutto il glitter che avevo addosso, cercando di non pensare a domani. Come dovevo comportarmi con Dimitri?

 

**************

"Diventiamo poco professionali, non lo sai che ci si sente molto meglio senza ohh solo un pò di ahh" cantò Oliver mentre ci sedevamo nella Sala Studio.

"Sento la tensione, sento lo stress, ho un'idea voglio confessartela" mormorai, guardando Dimitri entrare nella stanza, in ritardo come sempre.

Alek, seduta vicino a Thalia davanti a me, mi lanciò uno sguardo implorante. Le feci un lieve cenno del capo per farle capire che non avrei detto a nessuno di lei e Dimitri.

Dimitri venne proprio dritto verso il nostro tavolo. Oggi indossava dei pantaloni stretti gialli, una maglietta con motivi floreali rosa, la sua solita sciarpa viola, e delle bretelle con tutti i colori dell'arcobaleno.

"Thalia cara, scusa tanto. Oggi non posso restare per il tutorial." disse lui con un drammatico sospiro "Ho un paio di cose da fare dopo scuola"

"E domani, invece?" chiese lei.

Dimitri fece spallucce "Sono sicuro che Kimberly cara rimarrà domani, sebbene senza di me sarebbe una giornata davvero seccante e noiosa, ne sono sicuro. Per domani vedremo." i suoi occhi slittarono sulla mia figura "Ciao piccolo Theodore!"

"Va via" dissi categoricamente, decidendo di comportarmi come al solito. Non volevo che nessuno sospettasse qualcosa.

A giudicare dallo sguardo divertito di Dimitri e dal suo solito ghigno, potrei dire che se lo aspettava che mi comportassi in questo modo. Tamburellò le dita contro il tavolo.

"Piccolo Theodore, la tua maglietta è al contrario" disse, indicandomela.

Guardai in basso verso la maglietta che indossavo e arrossì "Thalia! Oliver! Perchè non me l'avete detto prima?" dissi fissandoli trucemente.

"Non me ne ero nemmeno accorto. I tuoi vestiti sono sempre con i soliti colori a tinta unita!" si lamentò Oliver indicando la mia maglietta grigio scuro.

"Oh, io l'ho notata. Volevo solo vedere quanto ci avresti messo tu a capirlo" disse Thalia afferrando e toccando l'etichetta della maglietta.

Allontanai la sua mano e "Che stronza" mormorai, alzandomi e lasciando la caffetteria in modo da potermi sistemare nel bagno.

Andai verso i bagni maschili e mi guardai intorno, assicurandomi che non ci fosse nessuno. Fortunatamente questo bagno era quasi sempre deserto. Troppo pigro per entrare in una cabina, incominciai a togliermi la maglietta.

La porta del bagno si aprì ed io frettolosamente mi rimisi la maglietta, alzando poi lo sguardo. Arrossì quando Dimitri mi guardò con quel suo sorrisetto. Si appoggiò al muro, incrociando le braccia al petto e facendomi cenno di continuare.

"Che ci fai qui?" chiesi, più imbarazzato che arrabbiato.

"Beh, di certo non avrei sprecato l'opportunità di vedere il mio fidanzato senza maglietta, piccolo Theodore" disse lui ridacchiando.

Si spinse via dal muro e venne verso di me. Mi accarezzò delicatamente la guancia, guardandomi negli occhi.

"Molte persone si vergognano del proprio corpo, ed io non ho mai capito il perchè. Il corpo è una cosa così bella, sia se è largo, piccolo o pieno di cicatrici" disse mentre le sue delicate dita si mossero dal collo fino alla mia pancia, giocando con il tessuto della mia maglietta capovolta.

"Alek mi ha detto che sei un'artista" dissi, cercando di distrarlo. Raramente mi toglievo la maglietta di fronte a qualcuno, persino di fronte alla mia stessa famiglia. Avevo una....beh, c'era una ragione perchè non mi toglievo la maglietta davanti a qualcuno.

"Ho un talento per il disegno, si" disse, il suo tono indicava che era fiero, sicuro di se stesso e consapevole del suo talento. Non era stato così odiosamente presuntuoso come sempre, a dir la verità "Se devo essere sincero, ho voluto disegnare te e Thalia"

"Questo è abbastanza inquietante" sottolineai.

"Quindi è la tua abilità quella di distrarmi, piccolo Theodore. Adesso, togliti la maglietta" disse, lasciando cadere la sua mano al suo fianco.

Ebbi un attimo di esitazione e paura, così feci dei passi all'indietro ed entrai in una cabina. Dimitri sospirò, il divertimento nei suoi occhi venne nascosto dalla mia vista nel momento in cui chiusi la porta.

Mi tolsi la maglietta e la sistemai, mettendola nel modo giusto. Uscì dalla cabina e andai verso Dimitri.

"Mi stai nascondendo qualcosa, piccolo Theodore" disse.

"Puoi chiamarmi solo Theo adesso che ci stiamo frequentando?" chiesi irritato.

"Per questa volta ti permetto di cambiare argomento e no, non lo posso fare." disse avvolgendo le braccia intorno alla mia vita, portandomi più vicino a lui, le sue labbra quasi a toccare le mie "Tu sei il mio piccolo Theodore. Inoltre, odio i soprannomi" disse, annullando poi le distanze fra di noi, baciandomi.

Dopo un pò mi allontanai dal suo bacio e "Io ti odio" gli ricordai facendo il broncio.

"Non staremmo insieme se lo facessi davvero." disse, scostandosi un pò da me e ghignando "Comunque, verrai con me dopo la scuola. Sono sicuro che Galen sarà felicissimo di vederti di nuovo"

"E Alek?" chiesi allarmato.

Dimitri agitò la sua mano con noncuranza "Ha gli allenamenti, e dopo andrà a casa di una sua amica. Aleksandra tornerà a casa non prima delle sette di stasera"

"Cosa dovrei dire a Thalia?" chiesi pensieroso.

"Questo è un tuo problema, piccolo Theodore. Ci incontreremo negli spogliatoi alla fine dell'ultima ora" mi baciò di nuovo prima di uscire dal bagno.

Lo guardai fino a quando si chiuse la porta alle spalle, e scossi la testa. Nonostante i sentimenti che provavo per lui, il ragazzo ancora mi irritava e mi faceva venire voglia di strangolarlo.

"Mia sorella e il mio migliore amico sono degli stronzi, il mio fidanzato segreto è un odioso pansessuale fissato con il glitter, ho baciato la sorella del mio fidanzato e il loro piccolo fratellino è un terrificante bambino di sette anni. Forse se colpissi la mia testa con molta forza contro il muro, potrei morire" dissi con un sospiro, testando la solidità del muro con la mano.

Dopo aver contemplato l'idea di morire in un sudicio bagno, con riluttanza lasciai la stanza. Entrai nella caffetteria e mi diressi verso Thalia e gli altri.

"Piccolo Theodore, sei ritornato a quanto vedo" disse Dimitri guardandomi mentre mi sedevo.

"Sono sorpresa che tu non l'abbia seguito anche dentro il bagno" grugnì Alek.

"Non potrei mai. Sono solo semplicemente andato nel mio armadietto" disse lui, sollevando un quaderno per rendere il tutto più credibile.

Quindi è questo che gli ha detto.

Puntai il mio sguardo sulle mani di Dimitri e notai che le sue unghia erano smaltate di un gelido blu, molto simile ai suoi occhi. Ovviamente, il colore era super luccicante.

"Gli smalti per le unghia li prendi in prestito da Kim?" chiesi incapace di trattenermi.

"No, me li compro io." disse, osservandosi le unghia "Amo questo colore su di me, mette molto in risalto i miei occhi. è veramente favoloso, non è vero?"

"Sfigato" disse Oliver sottovoce.

"Fottuto imbecille" continuò Alek, non del tutto sottovoce. Quelle parole vennero dette con così tanta forza e violenza che rimasi sorpreso dal fatto che non avessero perforato il cranio di Dimitri.

Ma Dimitri era Dimitri, ed era tipico di lui essere impassibile di fronte alla freddezza e all'odio della sorella. Era strano vederli interagire tra loro, adesso che sapevo la verità. Non avrei mai potuto immaginare che quei due fossero imparentati.

La campanella suonò, colpendoci di sorpresa, e perciò uscimmo dalla caffetteria. La giornata sembrava passare più lenta del solito fino a quando non venne l'ora di Inglese con Mrs. Slate.

"Okay ragazzi, oggi farete un test rispondendo ad alcune domande su Amleto. Domani avremo un compito scritto, spero per voi che abbiate studiato" disse Mrs. Slate distribuendo dei fogli. Lanciò un'occhiata a Dimitri.

"Cosa, Mrs. Slate? Pensa che non io abbia studiato?" chiese perciò lui, ghignando.

"Credo che tu non passeresti il compito neanche nei tuoi sogni più selvaggi" mormorò lei.

"Un sogno in sè non è altro che un'ombra" citò Dimitri, il suo ghigno diventava sempre più ampio "Amleto riferendosi a Rosencrantz e Guildenstern, Atto secondo, Scena seconda"

Mrs. Slate digrignò i denti e se ne andò infuriata lontano da lui. Dimitri ridacchiò e diede un'occhiata al foglio davanti a lui.

"Così facile" disse sospirando, scarabocchiando il suo nome e cognome in cima al foglio in una scrittura molto femminile.

"Sei molto più intelligente di quello che lasci mostrare, non è vero?" chiesi.

"Molti dicono 'non giudicare un libro dalla sua copertina', specialmente un libro come questo" rispose, toccando la copertina di Amleto con una delle sue lunghe e delicate dita "Una copertina così terribilmente spaventosa"

Lo guardai, coperto di vestiti con colori sgargianti e da glitter sui capelli. Lui era il tipo di copertina che giudicheresti all'istante, ma forse c'era molto di più sotto tutto quello. Intelligenza, doti artistiche, sentimenti...chi poteva sapere cosa altro nascondesse Dimitri sotto quegli strati di colore e di glitter.

"Mi stai fissando, piccolo Theodore" disse lui senza nemmeno alzare lo sguardo dal suo foglio.

"Hai delle bretelle con tutti i colori dell'arcobaleno, è difficile non farlo" mormorai, distogliendo velocemente lo sguardo e fissando il mio foglio ancora in bianco.

Dimitri non disse nulla, solo ghignò di nuovo. Lavorammo in silenzio fino a quando l'ora non finì. Andai da Thalia e Oliver e li seguì verso la Sala Studio.

"Theo, Theo, Theo" disse Oliver, scuotendomi le spalle.

"Oli, Oli, Oli" dissi io, girandomi e scuotendo le sue spalle.

"Indovina un pò, Theo amore mio"

"Cosa, Oli amore mio"

"Tu stai per farmi copiare il test!"

Alzai gli occhi al cielo, buttando letteralmente il mio test fra le sue mani "Copia solo le mie risposte, non sono mica la tua troietta"

"Questo non è quello che hai detto quando ho rotto le manette la scorsa notte" disse con un cipiglio, afferrando il foglio e copiando le risposte.

"Okay, questo è davvero preoccupante" disse Thalia riferendosi a noi.

"Lo è" disse Oliver, indicando invece Dimitri che entrava con Kim nella stanza.

"Lascialo in pace" disse Thalia, colpendo Oliver nel braccio.

"Theo, Thalia mi sta colpendo!" esclamò Oliver, allontanandosi con la sedia da Thalia.

"Thalia per favore, non colpire il mio fidanzato segreto." dissi, portando un braccio intorno le spalle di Oliver "Anzi no, continua a colpirlo. Così poi posso giocare a fare l'infermiera con lui nel letto"

"Oh, qualcuno qui è uno sporcaccione" disse Oliver colto di sorpresa, ammiccando.

"Thalia!" chiamò Kim balzando verso di noi, portando con sè Dimitri "Vuoi restare dopo scuola per il tutorial? Dimitri non può venire, ma io e Jordan si"

"Certo che resto!" disse lei con un sorriso.

"Mio padre ha detto che ti può accompagnare a casa dopo che avremo finito di fare le lezioni" disse Kim.

"Perfetto," rispose Thalia "ci sarò sicuramente"

"Voi due verserete lacrime di dolore senza di me." affermò Dimitri avvolgendo un braccio intorno la vita di Kim "Ma non preoccuparti, Kimberly cara. Domani potrei essere in grado di restare per il tutorial"

Kim spinse via il suo braccio, ruotando gli occhi "Si, certo Dimitri. Il mio cuore sta completamente piangendo lacrime amare, proprio mentre stiamo parlando"

"Come temevo" disse, sembrando preoccupato.

Kim rise e scherzosamente gli colpì il braccio "Ti odio"

"L'odio genera degli amori passionali" rispose lui come se niente fosse. I suoi occhi slittarono così velocemente su di me che fu una fortuna il fatto che nè Thalia nè Oliver se ne accorsero.

"Si, e genera anche seccatura, adesso vieni" disse Kim, strattonandolo verso il nostro tavolo.

Oliver si girò verso me "A casa tua, dopo che finirà questa tortura? Ehi, ho fatto una rima! Sono un poeta e neanche sapevo di esserlo!"

Restai scioccato dalla sua immensa stupidità "Grazie a dio sono troppo occupato dopo le lezioni per poter stare con te"

"Theo!" esclamò terrorizzato "Mi stai per caso abbandonando?!"

"Ho delle cose da fare" disse facendogli l'occhiolino.

"Cose o persone?" chiese sospettoso.

Ci pensai un pò su e "Cose," confermai "in questo momento, sono delle cose"

Uscì fuori un libro e incominciai a leggerlo fino a quando la campanella suonò. Mi alzai e salutai Thalia e Oliver prima di dirigermi cautamente verso gli spogliatoi. 

 "Piccolo Theodore" disse Dimitri venendo verso di me.

"Ehy," dissi cercando di fare un tono di voce normale, ignorando il battito accelerato del mio cuore "quindi, esattamente che faremo a casa tua?

Dimitri fece spallucce "Pensavo di vedere un film"

Ricordando quello che mi disse Kim, finsi di essere pensieroso e "Potremmo guardarci Tarzan" proposi.

Dimitri fece un suono che ero abbastanza sicuro che non fosse in grado di fare, e battè le mani entusiasta. I suoi occhi di ghiaccio si illuminarono.

"Io amo Tarzan." annunciò. Il suo accento così evidente e la sua voce così profonda, mi scioccarono del tutto. Vedendo la mia espressione, si schiarì la gola "Beh si, riesco a farlo" disse. Il suo accento scomparve di nuovo per essere sostituito poi dalla sua meravigliosa voce melodiosa.

"Uhm...sai rendere la tua voce più profonda?" chiesi, confuso.

"Ti piacerebbe di più se parlassi con un accento molto simile a quello dei miei genitori?" chiese lui, alzando un sopracciglio.

"No" dissi ricordando il loro accento così forte.

"Allora devi accettare il fatto che non sentirai quasi mai la mia voce così profonda." disse ghignando "Solo quando mi dimentico di parlare senza un accento"

Uh, non mi ero mai reso conto al fatto che dovesse fare un grande sforzo per parlare senza l'accento Russo. Avevo sempre pensato che avesse un accento molto, molto leggero.

C'erano così tante cose che non sapevo di Dimitri, anche le più piccole cose come queste. Avrei dovuto utilizzare questa giornata per provare a scoprire di più su di lui.

Dopo circa dieci minuti, lasciammo gli spogliatoi e scendemmo giù nel parcheggio. Entrammo in macchina e subito ci dirigemmo verso casa sua. L'unico rumore tra di noi era la sua musica.

"Hai gusti musicali davvero interessanti: Gym Class Heroes, Chris Webby, e adesso Wet Fingers" dissi.

"Mostrami che puoi essere toccata, lo sai che non ne ho abbastanza, posso vedere il peccato nei tuoi occhi" cantò contento.

"Adesso ho un piano da seguire, devo cercare di portarti da qualche parte" farfugliai quello che doveva essere il verso successivo della canzone.

Dimitri sogghignò, alzando un pò il volume della musica "Minuti diventano ore mentre trovo un modo di farti capire che non posso rimanere soddisfatto se tu non sei mio" cantò, guardandomi con una strana luce negli occhi, mentre con le sue delicate dita mi accarezzava la guancia.

Entrò nel vialetto, spegnendo poi la musica. Ero abbastanza addolorato del fatto che Dimitri fosse così sorprendentemente intonato a cantare.

Entrammo in casa e ci togliemmo le scarpe. Seguì Dimitri dentro la cucina e guardai sorpreso Galen mentre correva e si gettava su di lui, facendolo sbattere però nel frigorifero.

"Galen! Fai più attenzione!" disse arrabbiato il signor Ivanov, spostando gentilmente Dimitri dal frigorifero "Vuoi per caso fargli male?"

"No," disse Galen, in preda al panico "Dimmy, stai bene? Mi dispiace!"

"Sto bene, tranquillo" lo assicurò Dimitri, scompigliandogli i capelli.

"Non lasciare che ti spinga così violentemente su qualcosa, ogni volta che torni a casa. Prima o poi potrebbe farti male." disse severamente il signor Ivanov "Se lo fa di nuovo, rimproveralo" ma dopo i suoi occhi scivolarono su di me, guardandomi sorpreso "Tu non sei un amico di Alek?"

"Padre caro, il piccolo Theodore è il mio fidanzato. Ah ma per adesso è un segreto, quindi apprezzeremmo molto se non lo dicessi ad Aleksandra" disse Dimitri facendo l'occhiolino.

Il signor Ivanov mi guardò attentamente prima di girarsi verso Dimitri. I suoi occhi si soffermarono sul naso un pò storto di Dimitri, ricordandosi di quello che era avvenuto con uno dei suoi fidanzati.

Mise una mano sulla sua spalla, stringendola "Non glielo dirò ad Alek, voglio solo....lascia la porta della tua camera aperta" disse, lanciando di nuovo un'occhiata al suo naso prima di lasciargli la spalla e scomparire in salotto.

"Stai frequentando Theo?" chiese Galen.

Dimitri annuì "Certo!"

Galen afferrò la sua mano "So di averti spinto di nuovo contro il frigorifero, ma spero che questo non ti faccia piacere lui più di me"

Dimitri mi lanciò un'occhiata e sospirò "Mi spiace tanto piccolo Theodore, ma devo obbligatoriamente scegliere il mio meraviglioso fratellino al posto tuo"

Alzai gli occhi al cielo e "Sto bene, non preoccuparti" dissi ironicamente.

Galen lasciò la mano di Dimitri e fece un passo verso me, cercando di sembrare più grande di quello che in realtà era "Se pensi di poterti farti amare da Dimitri più di quanto ama me, ti sbagli. Fino a quando uscirai con Dimitri, noi saremo degli avversari" puntò poi le sue dita verso la mia faccia, stringendo gli occhi "Ti tengo d'occhio, Theo"

Con questo, si girò e scomparve anche lui nel salotto.

"Lasci che tuo fratello mi minacci?" chiesi.

Dimitri annuì "Certo che lo faccio. Adesso andiamo a guardare Tarzan!"

Afferrò la mia mano, trascinandomi attraverso il salotto. Il signor Ivanov era seduto sul divano con Galen seduto saldamente sulle sue gambe, mentre guardavano il cartone animato dei Pokemon insieme. Galen stava guardando affascinato il cartone, ma staccò gli occhi dalla televisione nel momento in cui stavamo passando.

"Lascia la porta aperta, Dimitri" gli ricordò il signor Ivanov.

"Onestamente caro padre, è come se tu non ti fidassi di lasciarci soli, insieme nella stessa stanza" disse Dimitri, agitando la sua mano con noncuranza.

"Infatti io non mi fido di lasciarvi soli, insieme. E se fosse come quel ragazzo cattivo, Dimmy?" chiese Galen, la paura comparì di nuovo nei suoi occhi.

Il signor Ivanov avvolse il piccolo con un braccio di conforto e gli baciò la guancia "Galen, ricordami un pò come si chiamano questi Pokemon." disse lui, lanciando a Dimitri uno sguardo preoccupato "E tu Dimitri, lascia la porta aperta, niente discussioni"

Dimitri fece un drammatico sospiro e salì le scale. Mi fece entrare nella sua stanza e chiuse la porta, ignorando completamente quello che gli aveva detto il padre.

"Tu rendi la cosa di Kayden come se non fosse stato nulla di importante, mentre tuo fratello e tuo padre pensano ovviamente che sia stata una cosa terribile" dissi, sedendomi sul letto.

"Galen aveva solo cinque anni quando successe, perciò pensa senza dubbio che è stata una cosa terribile. E i miei genitori poi, tendono ad essere troppo iperprotettivi" disse sbrigativo, mettendo il dvd di Tarzan.

Si stese poi sul letto e mi tirò giù con lui, avvolgendo le braccia intorno a me. All'inizio era stato imbarazzante ma quando spense le luci, mi ritrovai subito comodo e caldo tra le sue braccia.

Appoggiai la testa sul suo petto e lasciai che la sua mano giocasse con i miei capelli, le sue dita che mi attorcigliavano leggermente delle ciocche di capelli.

Gettai un rapido sguardo alla porta che cigolò. Il signor Ivanov aprì la porta e all'inizio sembrò arrabbiato, ma dopo averci visti sdraiati insieme sul letto, la sua espressione si addolcì leggermente. Dimitri stava ancora giocando con i miei capelli. Non si era nemmeno preoccupato di vedere chi avesse aperto la porta.

Il padre di Dimitri ci guardò in silenzio per un momento, per poi scomparire nel corridoio, lasciando la porta aperta. Rivolsi di nuovo la mia attenzione sul film.

Potevo immaginare Dimitri come Tarzan: uno molto strano, che non riusciva a trovarsi in sintonia con nessuno. Ma a differenza di Tarzan, Dimitri non si sentiva mai allontanato o a disagio, non sembrava che stesse cercando qualcuno simile a lui. Lui era semplicemente se stesso, e soprattutto ne era felice di questo.

Quando il film finì, Dimitri accese le luci, e ritornò a sdraiarsi sul letto, dandomi un bacio sulle labbra.

"Che film meraviglioso" disse entusiasto.

"Dimitri...ti sei mai sentito come Tarzan? Voglio dire, come se non riuscissi ad inserirti in mezzo ad altre persone?" chiesi "Perchè...beh, tu non lo fai"

"Come sei crudele, piccolo Theodore." disse lui ridacchiando "E comunque no, non mi sono mai sentito così. Ho la mia Kimberly cara, e adesso ho il mio piccolo Theodore e Thalia. Se alle persone non piace il mio modo di vestire o di comportarmi, è un loro problema, non mio"

E dal suo tono di voce e dallo sguardo nei suoi occhi, potevo confermare che quello che diceva era  veramente la verità. Non gli importava di cosa pensavano gli altri, fino a quando lui era felice con se stesso.

"Dio, sei così cocciuto" gemetti spostandomi, mettendomi più comodo sul petto di Dimitri, la mia mano appoggiata con leggerezza sulla sua pancia.

Un suo braccio strisciò intorno alla mia vita, portando il mio corpo più vicino al suo. La mia maglietta si alzò un pò, e le fredde dita di Dimitri ne approfittarono per danzare delicatamente su la parte di pelle scoperta, provocandomi brividi.

"Dimitri...quante volte sei stato picchiato da qualcuno?" chiesi guardandolo negli occhi.

La sua espressione divertita però non cambiò, neanche un pò "Oggi sei nell'umore di fare domande, piccolo Theodore"

"E tu stai cercando di evitare l'argomento"

"Ti ricordo che oggi sei stato tu a non rispondere alle mie domande. Perciò risponderò a tutto quello che vorrai, solo se ti togli la maglietta" disse compiaciuto.

Mi morsi il labbro e annuì a malincuore "Okay. Ma risponderai a qualsiasi cosa io ti chieda, e onestamente"

"Giuro" disse, mettendosi seduto insieme a me.

Esitai un pò prima di togliermi del tutto la maglietta, tenendola poi saldamente tra le mani. Dimitri alzò un sopracciglio verso di me.

"Quindi, di cosa saresti imbarazzato esattamente?" chiese, sembrando sinceramente confuso.

Mi guardai il petto "Stai scherzando?" chiesi.

"Cosa, è per la cicatrice?" chiese, finalmente capendo il motivo, mentre allungava la mano accarezzandola lievemente "Onestamente piccolo Theodore, non c'è ragione per cui esserne imbarazzato"

C'era una brutta cicatrice sul mio petto che iniziava dall''ascella, curvava fino ai capezzoli, fino a finire a metà costola, sul lato destro del corpo. 

"Un incidente in auto" mormorai, rimettendomi la maglietta.

"Allora, hai delle domande per me o sbaglio?" chiese sdraiandosi, appoggiando la testa sulle mie gambe.

Aprì la bocca, pronto a parlare, ma sobbalzai spaventato quando qualcosa si strofinò sulla mia schiena. Mi girai e vidi un gatto, magro e slanciato. Il suo pelo aveva delle leggere sfumature di arancione con delle macchie bianche qua e là. Mi guardò con le sue grandi pupille a fessura, i suoi occhi di un minaccioso verde-grigio.

"Hugo" salutò Dimitri, prendendo e accarezzando il gatto.

Il gatto fece le fusa e si mise sopra Dimitri, sedendosi sul suo petto e guardandomi curiosamente mentre il suo padrone continuava a coccolarlo. Dimitri mi fece cenno di continuare.

"Quante persone ti hanno picchiato?" ripetei.

"Intendi quelle con cui ho fatto sesso, o persone in generale?" chiese.

"Tutte e due" risposi.

"Persone con chi ho fatto sesso...tre. Kayden era l'unico che mi provocò dei danni 'reali'. In generale, non ne sono completamente sicuro." tirò su con il naso con tristezza, ovviamente ironicamente "Ho sempre pensato che fossi una persona piacevole con cui stare, ma a questo punto presumo che non sia così"

"A volte la tua mancanza di serietà mi fa venire voglia di schiaffeggiarti" dissi sospirando.

"Percepisco dell'odio. Lascia che ci pensi io a farlo sparire" disse, spingendomi la testa in basso in modo che potesse baciarmi.

Mi liberò dalla sua presa, ed io mi raddrizzai "Okay, okay, ritornando alle mie domande. C'è qualche possibilità che Kayden ritorni e ti dia altri problemi? E gli altri tuoi, ehm...fidanzati, dopo di lui, ti hanno picchiato?"

"Nessuna possibilità. Kayden è partito per il Canada circa tre mesi dopo la mia piccola disavventura con lui. E si, l'anno scorso un ragazzo con cui ho fatto sesso mi ha fatto un occhio nero e mi ha spaccato un labbro" disse con un'indifferente scrollata di spalle.

"Pensi che possa prenderti a pedate in culo?"

"Tesoro, non penso che potresti anche se ci provassi" disse lui, ghignando e prendendomi la mano. Strofinò il suo pollice contro il dorso della mia mano, le nostre dita sembravano quasi appiccicate insieme "Non sei fisicamente abbastanza robusto, piccolo Theodore"

 "Ti odio" gli ricordai.

"Lo so." mi spinse di nuovo giù per darmi un'altro bacio "Adesso abbiamo finito con le domande?"

"Credo di si" dissi, togliendo la mano da quella di Dimitri quando Hugo incominciò a leccarle con la sua ruvida lingua.

"Sii carino con il mio gatto" disse Dimitri severamente.

"è già abbastanza difficile essere carino con te" dissi, alzando gli occhi al cielo.

"Un lavoro in cui tu hai fallito miseramente" disse lui, sedendosi e posando Hugo nel letto, accanto a lui. Hugo ululò contrariato, prima di saltellare giù dal letto e dirigersi fuori dalla stanza.

Il gatto poi miagolò e rientrò di nuovo dentro la stanza, nascondendosi sotto il letto. Dimitri sospirò, appoggiandosi poi tranquillamente contro di me.

"Galen, smettila di tirare la coda al mio bellissimo Hugo!" urlò per farsi sentire.

"Scusa Dimmy" disse Galen entrando e vagabondando nella stanza. Individuò il gatto fare capolino da sotto il letto, e afferrò la povera creatura, tenendola in braccio. Non sapevo nemmeno che fosse possibile che un gatto potesse sembrare così depresso e avvilito.

"Quando se ne andrà Theo?" chiese Galen, dondolando Hugo come se fosse una bambola.

"Proprio adesso," rispose Dimitri dopo aver controllato che ore fossero "Aleksandra arriverà a casa a momenti. Anche se mi piacerebbe spiattellarle in faccia la nostra relazione, sono sicuro che il piccolo Theodore non apprezzerebbe. Tu non glielo dirai ad Aleksandra, vero Galen?"

Galen alzò il suo mignolo, Hugo penzolava pericolosamente dalle sue braccia "Giuro sul mignolo che non glielo dirò ad Alek, Dimmy"

"Giura anche sul mignolo che non ucciderai il gatto mentre starò via" disse Dimitri con un sospiro, alzandosi e tirandomi su dal letto, insieme a lui.

"Giuro sul mignolo! Ho solo intenzione di giocarci insieme, Dimmy" disse Galen, sembrando così giovane e innocente mentre guardava verso suo fratello. Hugo, nell'altra mano, sembrava disperato, quasi come se desiderasse che tutti i bambini piccoli del mondo crepassero.

"Bene" rispose Dimitri, scompigliando i capelli di Galen e tirandomi fuori dalla stanza.

Scendemmo le scale. Il signor Ivanov alzò lo sguardo su di noi mentre passavamo attraverso la cucina, il suo sguardo persistente su di me.

"Sto accompagnando a casa il piccolo Theodore" annunciò Dimitri.

"Okay, stai attento." disse suo padre "Ciao Theo"

"Arrivederci signor Ivanov" dissi, lasciando che Dimitri mi guidasse verso la sua macchina.

Guidò verso casa mia e una volta arrivati nel mio vialetto, mise una mano dietro il mio collo, portandomi più vicino a lui e baciandomi con dolcezza.

"Ciao piccolo Theodore" disse, staccandosi dalle mie labbra.

"Ciao Dimitri" dissi, uscendo dalla macchina ed entrando in casa.

Andai verso la mia stanza, crollando sul letto. Le mie labbra formicolavano come ogni volta dopo aver baciato Dimitri. Un sorriso era stampato sulla mia faccia.

Quel ragazzo era pazzo, eccentrico e irritante, ma essere stato con lui oggi, solo sdraiati a coccolarci e a guardare un film, mi aveva reso più felice come mai prima d'ora.

Non avevo neanche fatto dei piccoli e lenti passi per accettare i sentimenti per Dimitri, mi ero immerso completamente dentro di loro, innamorandomi di lui ogni giorno di più, e questo in realtà un pò mi spaventava.

Mi girai su un fianco, cercando di calmarmi. Dimitri si stava innamorando di me così velocemente e intensamente come stavo facendo io?

Oltretutto, era poi una cosa così brutta innamorarmi di Dimitri in questo modo? Tutto questo mi rendeva felice, anche se la metà delle volte volevo strangolare il ragazzo. Lui mi rendeva felice, ed io mi sarei solo goduto questa relazione con lui.

 

 

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AAAAW,

MA CIAAO,

Passati beni questi giorni? Spero di si. Io sono stata impegnata tutti i pomeriggi, a causa della scuola, praticamente ogni giorno per quattro/ cinque ore. Mio dio che stress....

Che ci crediate o no, da me stamattina è crollato il tetto della scuola per il maltempo. Devo dire che è stata abbastanza spaventosa ma allo stesso tempo adrenalinica come esperienza, lol.

Anyway, pretendo un sacco di commenti per questo lunghissimo e romanticissimo (lo vogliamo definire così?) capitolo ahahah

Un bacio a tuttiii!

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Capitolo 15
*** Outside The Lines (15) ***


********Dimitri POV's********

Canticchiai mentre entravo in casa, lanciando le chiavi della macchina in un angolo. Entrai nel salotto e Galen alzò lo sguardo su di me, con un broncio sul viso.

"Perchè quel broncio?" chiesi perciò, curiosamente.

"Papà si è preso Hugo e se l'è portato lontano da me" dissi, il suo broncio si faceva sempre più evidente.

Diedi un'occhiata alla stanza, e finalmente individuai il mio traumatizzato gatto seduto sulle gambe di mio padre. Papà si alzò, facendo sedere Hugo per terra. Il gatto volò via dalla stanza, veloce come un razzo, dopo aver lanciato un'occhiata spaventata a Galen.

"Dimmy, vieni a vedere questo cartone con me! Quello del 'Fruit Basket'" disse, afferrandomi la mano e cercando di tirarmi giù, facendomi sedere sul divano vicino a lui.

"Dimitri, aspetta. Vieni qui un minuto" disse papà, facendomi il gesto di seguirlo.

"Tornerò subito, tesoro" dissi, allontanandomi da Galen e seguendo mio padre fuori dalla stanza.

Mi condusse su per le scale, verso la sua stanza, facendomi poi sedere sul letto. Io sospirai e incrociai le braccia al petto.

"Dimitri, ti avevo detto di lasciare la porta della tua stanza aperta" incominciò lui.

"Perchè il piccolo Theodore mi stava chiaramente violentando, ovvio." dissi "Voglio dire, hai visto il modo in cui aveva appoggiato la testa sul mio petto? Sinceramente caro padre, al massimo potrebbe preoccupararmi dei lividi sulle costole!"

"Non è divertente Dimitri." la sua voce tagliente "Ti hanno già fatto del male in passato, se ti ricordi bene"

"Sì, due anni fa" gli ricordai, desiderando che avrebbe lasciato perdere il discorso. Onestamente, non mi piaceva ricordare cose passate.

"Dimitri, ho sentito tuo fratello gridare il mio nome e ti ho trovato quasi svenuto, ricoperto dal tuo stesso sangue, con quel bastardo in piedi su di te, quindi sì, sarò iperprotettivo nei tuoi confronti" disse, il suo sguardo che sembrava volesse sfidarmi.

Io amavo le sfide. Dissi perciò "Non potrai farlo per sempre, padre. Odio rovinare questo tuo discorso mieloso, ma ho intenzione di gestire io le mie relazioni"

"Dimmy," disse lui guardandomi con un'espressione stanca "sii prudente. Se vieni attaccato di nuovo in quel modo....diavolo, se succedesse di nuovo una cosa del genere, come pensi che reagirei? E tua mamma? E santo cielo, come pensi reagirebbe Galen?"

"O il mio meraviglioso Hugo. Se il mio piccolo Theodore mi rompesse le braccia, non sarei più in grado di prendere in braccio il mio amorevole gatto!"

"Dimitri! Non è divertente!" disse, fissandomi severo "Prendi qualcosa sul serio, per una volta"

"Padre caro, sai che non prendo nulla sul serio" dissi con un'affascinante sorriso. Questo era quello che avevo detto anche a Theo. Questo era il mio modo di affrontare la vita.

"Questo è quello che mi preoccupa di te." mormorò lui. Poi sospirò e si avvicinò, mettendo una mano sulla mia spalla "Sii prudente Dimitri"

"Prudente è il mio secondo nome." dissi alzandomi dal letto "Beh, in realtà è Mikhail, ma credo che tu abbia afferrato il concetto" gli feci l'occhiolino prima di lasciare la stanza e ritornare nel salotto.

"Sei tornato, finalmente!" disse Galen, dando delle piccole pacche sul divano vicino a lui. Mi sedetti e lui si avvicinò e si mise sopra le mie ginocchia.

"Dmmy, non mi rimpiazzerai con Theo, vero?" chiese guardandomi ansiosamente.

"Come potrei mai rimpiazzare il mio piccolo e meraviglioso fratellino?" chiesi scioccato.

Galen ridacchiò e mi baciò la guancia "Era solo per essere sicuri! Ehy, potresti prendermi un pò di succo di frutta?"

Misi Galen sul divano, sul posto di fianco al mio, e mi alzai diretto in cucina, quasi sbattendo contro Alek che stava entrando nel salotto.

"Guarda dove metti i piedi, fenomeno da baraccone" disse guardandomi.

"Terribilmente dispiaciuto Aleksandra" dissi spostandomi di lato per farla passare e ghignandole. Il modo in cui mi odiava, oh era così divertente.

"Stai lontano da Theo" disse recisamente.

"Adesso che me lo vieti, come potrò mai stare lontano dal mio piccolo Theodore?" chiesi, il mio ghigno diventava sempre più ampio. Se solo sapessi, sorella cara, se solo sapessi.

"A lui gli fai schifo" disse.

Ridacchiai "Mi permetto di dissentire"

Potevo vederlo nei suoi occhi, potevo sentirlo dal modo in cui mi baciava: il piccolo Theodore si stava innamorando di me, e anche abbastanza intensamente.

Era piuttosto strano, perchè anch'io mi stavo innamorando di lui così intensamente. Volevo fare tutto con lui, volevo gridare al mondo intero la nostra relazione. Ma lui voleva che fosse segreto, ed io avrei rispettato la sua decisione. Non mi dava neanche fastidio tutto questo e come gli avevo già detto, avevo da sempre desiderato una relazione segreta. Il brivido che mi provocò il pensiero che fossimo davvero fidanzati, mi fece sorridere.

"Stai lontano da lui" disse, stringendo i pugni.

"Oh mio...Aleksandra, hai una cotta per il piccolo Theodore?" chiesi, i miei occhi si illuminarono solo al pensiero che fosse vero. Ah, ecco che i nodi vengono al pettine.

Alek arrossì, confermando i miei pensieri "Sta zitto Dimitri, lui vuole che lo lasci in pace, e ti ho visto la scorsa volta squadrare sua sorella. Hai intenzione di 'colpire per poi abbandonare', uh? Spezzare il cuore ad un'altra ragazza?"

"Veramente, Zoye non era neanche una tua amica Aleksandra" disse con un sospiro. Io non 'colpivo per poi abbandonare', non è che facevo sesso con le persone solo per ferirle. Se loro me lo consentivano, era ovvio che succedeva, questo è tutto. I miei sentimenti erano molto chiari, ed io lasciavo a loro la scelta.

"Era la migliore amica di mia cugina!" sbottò lei.

"Dettagli." agitai la mia mano in aria con noncuranza "Non ho intenzione di avere un rapporto sessuale con Thalia"

"Dimmy?" Galen entrò in cucina e venne verso di me, lanciando ad Alek un'occhiata sospettosa "Stai facendo la cattiva con lui?"

"No Galen" disse Alek spazientita. Lei si girò verso me "Adesso sei felice Dimitri? Hai fatto il lavaggio del cervello ad un bambino di sette anni!"

"Lavaggio del cervello?" scossi la testa, resistendo alla voglia di riderle in faccia "Aleksandra, sto solo passando del tempo con il mio meraviglioso fratello! Qualche volta dovresti proprio provare, sono una favolosa compagnia, dolcezza"

"Sei un deficiente, maniaco del glitter, non voglio passare del tempo con te. E neanche Theo. Quindi lascialo in pace, non te lo ripeterò ancora una volta" disse cercando di suonare minacciosa.

Non potei resistere e scoppiai a ridere "Non starò lontano dal piccolo Theodore, Aleksandra. Solo perchè hai una cotta per lui e sai che lui si è innamorato di me invece che di te, non-"

Mi sentì spingere contro il bancone, e scoppiai a ridere ancora una volta. Lei alzò il pugno pronta a colpirmi.

"Papà!" esclamò allarmato Galen "Papà, Alek sta facendo male a Dimmy!"

Mio padre si precipitò nella stanza. I suoi occhi si spalancarono e allontanò Alek da me, tenendola ferma quando lei provò a lottare per liberarsi dalla sua presa.

"Sei un bastardo!" sputò le parole con rabbia.

"Aleksandra! Calmati!" disse papà duramente.

"Papà, tu non puoi capire! Dimitri è così irritante!" disse.

Incrociai le braccia al petto, ghignando "Che vuoi farci, è uno dei miei tanti fascini"

"Alek, non mi importa quanto lui sia irritante. Tu non lo colpirai." disse papà lasciandola andare. Si girò poi verso di me "E tu smettila di provocare tua sorella"

"Lui continuerà a farlo solo perchè è il vostro figlio favorito e ottiene sempre tutto" si lamentò.

"Smettila, non voglio sentire più una cosa del genere, non faccio favoritismi a nessuno." disse papà "Non dovreste litigare l'uno l'altro, se continuerete così ve ne pentirete sicuramente, prima o poi"

"Perchè devi essere sempre così cattiva?" chiese Galen mettendosi di fronte a me con fare protettivo e lanciando ad Alek un'occhiata di rabbia "A Theo gli piace di più Dimmy perchè lui non è uno stupido cattivo come te!"

"Adesso basta" disse papà massaggiandosi le tempie "Alek, vai nella tua stanza. Voi ragazzi, ritornate in salotto"

Alek sbattè, volontariamente, la spalla contro la mia, facendomi barcollare un pò all'indietro. Corse verso le scale ed io ridacchiai.

"Dimitri," disse papà incrociando le braccia al petto "smettila. Sarà davvero molto arrabbiata se scoprirà di te e Theo"

"Ovvio che lo sarà." concordai annuendo "Ma le passerà prima o poi. Comunque ho delle cose da fare. Galen prometto che guarderò la tv insieme a te dopo cena"

"Ma Dimmy!" piagnucolò Galen.

"Guarderò io la tv insieme a te." disse mio padre, prendendo la mano di Galen "Dai andiamo"

Salì le scale, e mi chiusi nella mia stanza. Mi sedetti nella mia scrivania, afferrando una matita e un foglio bianco.

Lasciai la mia mano scorrere lungo il foglio, guardando apparire una linea. L'immagine di Theo senza maglietta pulsava ancora nella mia testa. La cicatrice sul suo petto, il modo in cui ne era imbarazzato.

Dopo un pò, lasciai la mia matita cadere dalla mano, studiando attentamente il mio disegno. Avevo disegnato uno schizzo del suo petto ed una dettagliata immagine della cicatrice. Sogghignai, soddisfatto della mia precisione.

Presi un'altro foglio in bianco e ricominciai a disegnare. Questa volta però, mi persi completamente nel disegno. Sentì la voce di mia mamma chiamarmi, ma era distante. La mia attenzione era completamente catturata da quello che stava apparendo sul foglio.

Dopo chissà quanto tempo, posai la matita sul tavolo e con una mano mi toccai i capelli frustrato, mettendomi in disordine il ciuffo. Afferrai nuovamente la penna e mi concentrai solo sul disegno.

Dopo parecchi fogli di carta e dopo aver messo i capelli del tutto in disordine, annuì a me stesso. L'immagine di fronte a me era abbastanza decente.

Avevo disegnato la faccia del piccolo Theodore, provando a catturare con precisione tutti i suoi lineamenti, anche quelli più particolari. Lo sguardo nei suoi occhi però era spento, e questo mi faceva arrabbiare, non riuscivo proprio a catturare la sua espressione. Quel sarcasmo e quel fastidio, nascondevano in realtà un carattere dolce e sentimenti profondi e intensi.

Il mio stomaco brontolò ed io mi alzai, dirigendomi in cucina. Mia mamma mi osservò e gesticolò verso il tavolo.

"Noi abbiamo mangiato circa un'ora fa. Ti ho chiamato, ma sicuramente stavi disegnando e quindi non ho voluto disturbarti" disse lei.

"Si, stavo disegnando" confermai, afferrando gli avanzi e mettendoli nel microonde per riscaldarli. Quando incominciavo a disegnare, mi perdevo nel mio mondo. Rimuovevo tutto quello che sentivo e vedevo intorno a me, concentrandomi solo sul mio disegno. La mia famiglia ormai lo sapeva, perciò non ci faceva più caso.

"Tuo padre mi ha detto di te e Theo" disse, appoggiandosi contro il bancone e guardandomi.

"è un'affermazione, cara madre, o hai per caso intenzione di farmi un discorso a proposito?" chiesi, prendendo il cibo dal microonde e incominciando a mangiarlo.

Lei scosse la testa "Solo un'affermazione. E anche un'avvertimento. Quando lo scoprirà tua sorella, ne rimarrà sconvolta. E poi volevo dirti che ti ho portato dei nuovi vestiti"

Mia mamma possedeva una compagnia di abbigliamento e a volte portava a casa tutto quello che pensava potesse interessarmi. Quello è il posto da dove provengono la maggior parte dei miei vestiti.

"Magnifico" dissi.

"Dimmy, sta attento okay? Sia con Theo che con Alek" disse lei prima di uscire dalla cucina.

"Piacevole conversazione, madre cara. Sono così felice di aver potuto parlare con te" dissi, alzando gli occhi al cielo.

Dopo aver finito di mangiare salì le scale ed entrai in bagno. Mi tolsi i vestiti e mi guardai allo specchio, toccandomi delicatamente la cicatrice sulla spalla che mi sono procurato quando caddi da un albero.

Avevo sei anni quando successe. Volevo arrampicarmi sull'albero che si trovava nel nostro cortile, e poi dopo essere arrivato molto in alto, i miei piedi scivolarono dalla corteccia ed io precipitai giù. Questo era stato prima che Alek incominciasse ad odiarmi. Lei aveva sette anni e quando mi vide per terra, gridò immediatamente il nome di mio padre. Io ero stordito, non rendendomi conto di quanto stessi sanguinando, fino a quando mio padre non uscì fuori e rimase a bocca aperta.

Piccolo Theodore...quella cicatrice sul suo petto lo rendeva ancora più bello. Le cicatrici raccontavano delle storie, erano uniche, erano parti di vita di una persona. Non capivo perchè le persone ne erano imbarazzate.

Togliendo questi pensieri dalla testa, guardai la mia immagine riflessa sullo specchio, facendo una faccia inorridita vedendo i miei capelli così in disordine. Dovevo davvero smetterla di scompigliarmeli. In quel momento era davvero poco favoloso.

Entrai nella doccia e mi lavai. Dopo aver finito, mi avvolsi un asciugamano intorno alla vita, ed uscì nel corridoio.

Anche Alek stava percorrendo il corridoio e quando mi vide sobbalzò. Io semplicemente sorrisi e dimenai le dita in segno di saluto, quasi a formare un onda.

"L'unica volta in cui sembri una persona normale è dopo la doccia" disse.

"Beh, di solito la doccia lava via il gel sui capelli, il mio trucco e quasi tutto il glitter, cara" dissi pazientemente.

"Si okay okay. Spero che tu non abbia utilizzato tutta l'acqua calda" disse seccata.

"Oh ragazza, non arrabbiarti per queste piccole cose. Ho lasciato l'acqua calda per la mia gradevole sorella" dissi, regalandole un'incantevole sorriso.

"Fottiti Dimitri" disse lei, spintonandomi e sbattendo la porta del bagno.

Ridacchiai "Che tale volgarità" dissi scuotendo la testa divertito ed entrando nella mia stanza.

Mi misi le mutande e mi lasciai cadere sul letto. Hugo comparì dal nulla e si accoccolò sul mio petto. Gli accarezzai il pelo, con un'espressione pensierosa sul viso.

"Mi domando come reagirà Aleksandra quando scoprirà che sto frequentando il piccolo Theodore" dissi ad alta voce.

"Meow" replicò il gatto.

"Interessante. Grazie per aver condiviso i tuoi pensieri riguardo questo argomento, Hugo"

"Meow"

"Le tue sagge parole non smettono mai di stupirmi"

Spensi le luci della camera. Galen probabilmente avrebbe voluto che lo mettessi io a letto, e lo farei se venisse e me lo dicesse. Adesso però, ero troppo stanco per muovere anche un solo passo.

Lasciai vagare i miei pensieri su Theo. Quanto a lungo avremmo potuto tenere la nostra relazione segreta, specialmente da sua sorella e da quello strano e inutile personaggio chiamato Oliver?

"Ah beh, quel che succederà, succederà" dissi alla fine, chiudendo gli occhi.

 

***********************

"Piccolo Theodore, hai davvero bisogno di aggiornare il tuo guardaroba" dissi, squadrandolo.

"Sta zitto Dimitri, va via" ringhiò lui.

"Theo, sii più carino con lui!" disse Thalia, lanciando un'occhiata al fratello.

"Si, piccolo Theodore, sii più carino con me. Mi stai procurando un colpo al cuore" dissi, posando drammaticamente una mano sul petto.

Ma giudicando dalla sue espressione, Theo sapeva che stavo solo scherzando. Sinceramente non ero abbastanza sicuro di come avrei dovuto reagire se Theo mi avesse trattato con gentilezza. Ma fortunatamente, la gentilezza non faceva parte della sua natura.

"Sono con Theo, vai fuori dalle scatole" disse Alek guardandomi.

"Taci, sto parlando con il piccolo Theodore. Nessun altro commento dal pubblico, grazie" dissi, facendole un ampio e impaziente ghigno.

"Il mio nome è Theo" disse con impazienza.

"No, il tuo nome è Theodore" dissi.

Eravamo seduti nella Sala Studio. Ero seduto sopra il tavolo, le mie lunghe gambe dondolavano cautamente. Thalia e Alek erano sedute vicine, di fronte a Theo e quel futile personaggio secondario.

"Ma mi faccio chiamare solo Theo!" disse frustrato. Una mano corse sui suoi capelli, mettendoli in disordine.

Istintivamente allungai una mano, sistemandogli i capelli al loro posto. Lui arrossì e allontanò via la mia mano, lanciandomi un'occhiataccia. Mi fece sorridere compiaciuto.

"Ah piccolo Theodore. Lavori così sodo per odiarmi" dissi.

"Oh fidati, è una cosa semplicissima" mormorò lui in risposta.

"Uhm, si certo. Vieni con me un attimo" dissi, afferrandogli il braccio e costringendolo ad alzarsi dalla sedia.

"Che cosa vuoi?" domandò, tirandosi fuori dalla mia presa.

"Vieni con me piccolo Theodore. Ho una sorpresa per te" dissi ghignando.

Lui lanciò un'occhiata disperata a Thalia. Lei alzò gli occhi al cielo e fece cenno di seguirlo. Nonostante sembrasse riluttante, lasciò che gli prendessi il polso e che lo portassi fuori dalla caffetteria, dentro il bagno dei maschi. Chiusi la porta a chiave e mi girai verso di lui.

"Potresti renderlo ancora più ovvio di così?" chiese ironicamente.

"Beh, per esempio potrei baciarti davanti a tutti gli altri." proposi "E comunque, stai incominciando ad odiarmi di nuovo, ho bisogno di farti togliere dalla testa tutta questa negatività. Non posso farmi odiare dal mio piccolo Theodore"

Feci dei passi verso di lui e Theo indietreggiò. Continuai a camminare verso di lui fino a quando la sua schiena premette contro il muro. Gli accarezzai lentamente la guancia, la sua pelle era così soffice contro le mie dita. Lo sguardo impaziente nei suoi occhi quasi mi fece ridere. Lui provava ad odiarmi, ma i suoi occhi invece, gridavano quanto intensamente mi voleva.

"Vieni di nuovo a casa mia stasera. Alek non ci sarà" dissi, inclinandogli la testa in modo che il mio sussurro soffiava direttamente sulla pelle del suo collo. Lui rabbrividì.

"O-okay" disse lui, schiarendosi la voce nervosamente.

"E smettila di odiarmi. Non funzionerà mai, piccolo Theodore" gli promisi prima di baciarlo.

Lui mi afferrò i fianchi, avvicinandomi al suo corpo. Appoggiai una mano sulla sua nuca, portando il suo viso più vicino al mio. Una delle sue mani andò sui miei capelli, scompigliandomeli.

Separai con facilità le sue labbra, lasciando che la mia lingua esplorasse la sua bocca. Le nostre lingue strofinavano insieme, con passione.

Mi allontanai da lui nel bel mezzo del bacio, appoggiando la fronte contro la sua "Quando vieni, possiamo continuare." sorridendo compiaciuto vedendo la sua espressione. Ehy, dovevo pur convincerlo a venire da me in qualche modo.

"Okay." mormorò, allontanandosi da me "Ma devi smetterla di trascinarmi fuori dalla Sala Studio in questo modo, Thalia così ci scoprirà"

Andò verso il lavello e si lavò le mani ricoperte di glitter. Gli passai un fazzoletto di carta e poi, da dietro, gli avvolsi le braccia intorno alla vita, baciandogli il collo mentre si asciugava le mani.

"Lei non glielo dirà a nessuno" dissi.

"E inoltre non se la farà passare facilmente. Parlerebbe di noi per tutto il tempo" disse lamentandosi.

"è così brutto sentir parlare di noi per tutto il giorno?" chiesi, ridendo  quando mi schiaffeggiò sul braccio.

"Taci Dimitri. Adesso torno al tavolo" disse, districandosi fuori dal mio abbraccio.

"Agli spogliatoi dopo scuola" esclamai mentre Theo apriva la porta, uscendo fuori dal bagno.

Mi appoggiai contro il muro quando la porta si chiuse, cerando di non ridere. Oh, il mio piccolo Theodore era così divertente.

Ritornai nella Sala Studio e mi sedetti al mio solito tavolo. Quando suonò la campana mi alzai, uscì fuori dalla classe e mi sedetti al mio solito posto, vicino a Kim.

"Dimmy, ci stai di nuovo abbandonando per Theo?" chiese curiosamente.

"In effetti si, Kimberly tesoro. Cerca di non sentire troppo la mia mancanza" dissi.

Lei alzò gli occhi al cielo "Oh dio. Hai intenzione di restare a scuola con noi, prima o poi?"

"Molto probabilmente. Ho solo passato un pò di tempo con il mio piccolo Theodore." dissi, appoggiandomi alla sedia "Ma immagino che posso fare una pausa per te, mia dolce Kimberly. Resterò a scuola per il tutorial domani"

"La vostra relazione non credo che resterà segreta molto a lungo. Alek o Thalia lo scopriranno molto presto" disse Kim.

"E non abbiamo piani di riserva per quando succederà. Voglio solo vedere la faccia di Aleksandra quando lo verrà a sapere, per poi continuare la mia spassosa relazione" dissi, illuminandomi al pensiero di Alek spaventata e arrabbiata alla vista me e il piccolo Theodore insieme.

"Spero che tu non lo stia frequentando solo perchè lo trovi divertente." disse Kim, sembrando preoccupata "Conosco Theo ormai da un pò di tempo, Dimitri. Non voglio che tu lo ferisca"

Agitai la mia mano incurante "Calmati, Kimberly tesoro. Sto uscendo con lui perchè provo dei sentimenti, non perchè è divertente. Anche se, devo ammettere che lo è. Abbiamo una relazione abbastanza interessante, ma credo che forse mi sia innamorato di lui più di quello che pensavo. è quasi comico, a dire la verità"

Lei ruotò gli occhi, colpendomi scherzosamente la spalla "Solo, sta attento Dimitri. Posso dire che ti piace davvero Theo solo dal modo in cui lo guardi. Non rovinare tutto"

"Sono offeso dal fatto che pensi possa rovinare tutto" dissi, facendo il mio solito sorrisetto.

Lei scosse la testa, facendo ritornare l'attenzione sul nostro professore.

La giornata passò lentamente fino a quando finalmente venne l'ora di incontrare Theo negli spogliatoi. Mi abbracciò e mi salutò con un bacio. Aspettammo dieci minuti circa prima di uscire dalla scuola e dirigerci verso la mia macchina.

"Tu e i tuoi confusi gusti musicali: 'He Is We'?" chiese Theo quando partì una canzone dal mio iPod.

"Cosa preferisci? Sembri quasi un fan di Billy Talent" dissi, cambiando la canzone.

"è inquietante il fatto che tu abbia indovinato" disse lui, arrossendo un pò.

"Sono così dannatamente bravo" dissi, facendogli l'occhiolino.

Arrivai davanti a casa mia e dopo aver parcheggiato nel vialetto, uscimmo dalla macchina. Gli presi la mano mentre entravamo in casa. Sentì il rumore di qualcuno che correva e sospirai mentalmente, preparandomi ad essere scagliato, di nuovo, contro il frigorifero.

"Galen! Non osare sbattere Dimitri sul frigorifero!" gridò mio padre furiosamente.

Galen si fermò proprio di fronte a me "Oops, l'avevo quasi dimenticato!" disse "Ma va bene, visto che non ti ho spinto contro il frigorifero!"

"Ne sono riconoscente" dissi scompigliandogli i capelli.

La radio era accesa e riproduceva 'Paty At A Rich Dude's House'. Immediatamente mi illuminai, girandomi verso Theo.

"Oh mio dio, questa canzone!" annunciai, afferrando la sua mano e obbligandolo a ballare con me.

"Non ci credo, stiamo ballando una canzone di Kesha. Cosa diamine ne sto facendo della mia vita?"

"AVANTI, FACCIAMOLO!" cantai, ignorandolo e continuando a ballare.

"Dimitri balla sempre le canzoni di Kesha" disse papà, comparendo sulla soglia della porta e guardandoci.

"Ho vomitato nell'armadio ma non mi importa" cantai con entusiasmo.

Theo sospirò.

Galen fece il broncio e venne verso di noi, spegnendo la radio, chiaramente ingelosito. Gli regalai un sorriso, facendogli il gesto di avvicinarsi.

Lo presi e lo misi in braccio "Galen, tesoro, sei geloso per caso?" chiesi, reprimendo una risata.

Galen arrossì "No! Non di te e Theo!" affermò lui.

"Bene allora. Noi stiamo salendo nella mia stanza" dissi, mettendo giù Galen e prendendo per mano Theo.

Lo guidai su per le scale prima che mio fratello o mio padre potessero dire qualcosa. Chiusi la porta, a chiave, infischiandomene se questo avrebbe fatto infuriare mio padre.

"Porca puttana. Questo...sono io?" Theo raccolse dalla scrivania il disegno che avevo fatto ieri.

Mi lasciai cadere sul letto, un braccio curvato dietro la testa "Certo che sei tu. I tuoi occhi mi demoralizzano però, non riesco a catturare la loro giusta espressione"

"Non so se sono impressionato o semplicemente inquietato" disse, i suoi occhi osservavano attentamente tutto il disegno.

"Credo che tu sia impressionato e anche inquietato." dissi ghignando e facendo spallucce "Quando ho l'impulso di disegnare qualcosa o qualcuno, lo faccio. Francamente, non mi importa se sia inquietante o no"

Posò il disegno e si avvicinò al mio letto, sdraiandosi e stringendosi al mio petto. La sua testa era sulla mia spalle ed io mi misi a giocare con i suoi soffici capelli.

"Tutto questo è così strano per me. Ho sempre pensato che fossi etero" farfugliò lui.

"La sessualità è una cosa così fastidiosa. Preferisco l'attrazione oltre il genere. Non sento il bisogno di etichettare una persona come etero, gay, bisessuale, pansessuale....quando si prova attrazione, è semplicemente attrazione" dissi.

"Ma si parla di te, Dimitri. E nel caso non l'avessi notato, non sei esattamente come la maggior parte delle persone di questo mondo." disse ruotando gli occhi. Ma dopo si morse le labbra "Ho un'altra domanda da farti"

"Vai avanti" dissi curiosamente.

"Quando è stata l'ultima volta che hai fatto sesso?" chiese, la sua espressione accuratamente neutrale.

"Due mesi fa, in una delle feste di Kimberly cara" dissi.

"Ragazzo o ragazza?"

"Ragazzo. Non credo lo conosci, non vive in questa città"

Theo sospirò "Non mi stai imbrogliando vero?" chiese, cercando di farla sembrare una domanda casuale. Ma potevo benissimo vedere quanto in realtà fosse nervoso.

"Non imbroglio, piccolo Theodore" lo rassicurai, baciandolo. Ed era vero. Quando ero in una relazione, ero davvero fedele al mio partner.

Theo si rilassò e si accoccolò contro di me. Misi un braccio intorno al suo corpo, una mano ancora a giocare con i suoi capelli. Eravamo sdraiati su quel letto in un piacevole silenzio, talvolta condividendo un bacio.

"Domani farò il tutorial" dissi, decidendo che probabilmente avrebbe dovuto saperlo.

"Okay, è meglio se lo fai. Thalia potrebbe insospettirsi." disse, sedendosi "Comunque, adesso credo di dover tornare a casa, si sta facendo tardi"

Annuì a e mi alzai, uscendo da casa insieme a lui. Guidai per un paio di minuti, immettendomi poi nel vialetto di casa sua, sporgendomi e baciando le sue soffici labbra.

"Ci vediamo domani tesoro" dissi.

"Ciao Dimitri, a domani" disse lui, facendomi un sorriso sghembo e uscendo dalla macchina.

 

*********************

"Incominceranno ad insospettirsi se ogni giorno mi porti via con una banale scusa." si lamentò Theo nel momento in cui chiusi la porta del bagno. Mi afferrò il braccio, scuotendomi leggermente "Mi stai ascoltando?"

"No. Ti lamenti troppo" dissi baciandolo per farlo stare zitto.

Lui si allontanò dalle mie labbra, fissandomi, e "Idiota" disse.

Io tirai su con il naso, facendo finta di piangere "Bene, allora mi limiterò ad andare via"

Theo alzò gli occhi al cielo, avvicinandosi ancora di più a me "Se mi porti fuori dalla Sala Studio, almeno fanne valere la pena"

Le sue labbra caddero sulle mie ed io mi lasciai trasportare completamente dal bacio. Non ho mai amato baciare qualcuno almeno quanto ami baciare il mio piccolo Theodore. C'era qualcosa di differente in lui, rispetto agli altri ragazzi. Qualcosa che aveva catturato la mia attenzione. Lui era differente da tutti le persone con cui sono stato, e questo mi piaceva tantissimo.

Separai le lebbra di Theo ed approfondimmo il bacio, volendo entrambi qualcosa di più. Le nostre lingue lottavano fra di loro, una mano di Theo mi tirò leggermente i capelli.

Sentì vagamente un rumore ma lo ignorai, concentrandomi solo su Theo e le sue labbra. La mia mano era nella sua nuca, come sempre, spingendo la sua testa più vicino alla mia. L'altra mano era invece nella parte bassa della sua schiena.

"Cosa diavolo?!"

Immediatamente ci separammo, gli occhi di Theo si spalancarono un pò mentre guardava verso la porta ora aperta. Il suo volto impallidì.

"Merda" disse Theo emettendo un suono soffocato, fissando chi ci aveva interrotto. 

 

 

______________________

MA CIAAAAO!

Forse non ve lo aspettavate un nuovo capitolo in così poco tempo! Ahahah

Comunque, per chi volesse, ho appena pubblicato il primo capitolo di un'altra traduzione, sempre boyxboy. Dategli un'occhiata se volete :)

Spero vi sia piaciuto questo capitolo, ma soprattutto: chi sarà mai la persona che ha interrotto i due piccioncini durante il loro passionale bacio? Mi spiace, io non posso spoilerare nulla u.u

Al prossimo capitolo mhuahaha (si, questa dovrebbe essere una risata malefica)

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Capitolo 16
*** Outside The Lines (16) ***


*******Theo's POV*******

"Merda" esclamai, spingendo Dimitri lontano da me.

"Cosa diavolo..?" ripetè Oliver, osservandoci in confusione "Volevo solo fare la pipì, e alla fine vedo te pomiciare con Dimitri Ivanov. Maledizione alla mia vescica"

"Oliver, non è come sembra" dissi debolmente.

"Non lo è?" chiese Dimitri confuso. Gli colpì il braccio, lanciandogli un'occhiata che diceva che non era affatto di aiuto.

"Sembrava che stavi cercando di mangiargli la faccia con la lingua" disse Oliver, entrando nel bagno e chiudendo la porta.

"Non l'avevi chiusa a chiave?" chiesi a Dimitri, volendo strangolarlo.

"Nel caso l'avessi dimenticato, sei stato tu quello a spingermi via dalla porta per vedere se ti stavo ascoltando." rispose lui, pazientemente "Non ho avuto modo di chiuderla"

Sbiancai "Dio, potrei ucciderti in questo preciso istante"

"Mettiti in fila, allora" disse lui ghignando e appoggiandosi contro il muro. Incrociò le braccia al petto, spostando lo sguardo da me a Oliver, come se stesse guardando un programma di intrattenimento in televisione.

"Quindi, che diavolo sta succedendo?" chiese Oliver, i suoi occhi incollati su di me.

Mi morsi il labbro nervosamente "Se  ti dicessi 'niente', tu mi crederesti e ti dimenticheresti di tutto questo?"

"Se ti dicessi che sono un unicorno viola, tu mi crederesti?"

"Si?" risposi io speranzoso.

Oliver ridusse gli occhi a due fessure "Incomincia a spiegare"

Sospirai sconfitto. Dimitri si spostò per mettermi un braccio intorno alla vita ma io lo fermai, lanciandogli un'occhiataccia.

Lentamente feci tornare il mio sguardo su Oliver "Okay. Mi sto frequentando con lui da un paio di giorni." borbottai "Solo Kim lo sa"

"Thalia non lo sa?" chiese Oliver cercando di contenere il suo shock.

Scossi la testa "No, e nemmeno lo saprà perché tu non glielo dirai!"

"Okay, okay," rispose lui alzando le mani innocentemente "non glielo dirò, non lo dirò a nessuno, io...dannazione Theo, sto per morire di shock"

"Oliver," mi lamentai "smettila. Non era neanche previsto che tu lo scoprissi"

Fece il broncio "Ah, bene. Amicizia e relazione ufficialmente finite"

"Ah, e il futile personaggio secondario arriva quarto per aggiungere drammaticità alla situazione" disse Dimitri, chiaramente divertito.

"Dimitri, sta zitto" sbottai.

"Smettila di chiamarmi 'futile personaggio secondario'! Se fossimo stati veramente all'interno di una storia, tu saresti stato quello che romperebbe la quarta parete della stanza, mettendo a disagio tutti gli attori principali" si lamentò Oliver.

"Silenzio." disse Dimitri, agitando la mano con fare incurante e girandosi verso di me "E tu eri preoccupato se qualcuno l'avesse scoperto"

"Lo sono ancora. Oliver, non glielo devi dire a nessuno" dissi seriamente, il mio sguardo scavò un buco all'interno della sua anima, per quanto fosse profondo e serio.

"Non lo farò. Però smettila di guardarmi in quel modo" disse Oliver in disagio.

"Non posso crederci che tu l'abbia scoperto" dissi miseramente, seppellendo il viso tra le mani.

"Perchè, è una cosa così brutta?" chiese Dimitri.

Tolsi le mani dal viso e lo guardai "Certo, tu sei così fottutamente strano!"

"Oh wow," disse Dimitri ghignando "questa è una cosa cattiva da dire al proprio fidanzato, piccolo Theodore"

"Oh porca miseria, ti ha chiamato 'fidanzato'. Devo ancora fare pipì, ma non importa. Voi proseguite, io adesso me ne vado, dimenticatevi che io sia stato qui" disse Oliver girandosi per andarsene.

Corsi verso di lui e gli afferrai il braccio, mettendolo faccia a faccia con me "Oliver, davvero, non devi dirlo a nessuno" dissi seriamente.

"L'ho capito Theo. Sono solo incredibilmente a disagio," disse lui, guardando oltre le mie spalle, verso Dimitri. Fece ritornare il suo sguardo su di me "quindi adesso me ne andrò e farò finta di non aver visto nulla"

Gli lasciai il braccio ed annuì. Lui mi lanciò un'altra occhiata confusa prima di uscire dal bagno. Crollai contro il muro, odiando profondamente la mia vita.

"Sinceramente piccolo Theodore, non credo sia poi una cosa così brutta" disse Dimitri avvicinandosi a me.

"Non toccarmi" dissi, alzando la mano per fermarlo.

"Lo sai che tendo a non ascoltare quello che mi dicono" disse lui, spingendomi tra le sue braccia.

Appoggiai la testa contro la sua spalla "Dannazione," dissi con un sospiro "dobbiamo essere più prudenti!"

"Normalmente direi che non mi importa un cavolo di chi lo sappia, ma rispetto le tue ragioni per cui tu vuoi tenerlo segreto, quindi la prossima volta mi assicurerò di continuare ad ignorarti e chiudere la porta" disse, spostandomi un ciuffo di capelli dagli occhi e baciandomi.

"Non ti dà fastidio il fatto che sia segreto?" chiesi, adesso più tranquillo.

Dimitri scosse la testa "No. Dovresti incominciare a capire già da adesso che raramente ci sono cose mi infastidiscono, piccolo Theodore"

"È solo che...mi sento male per questo Dimitri, davvero" dissi, facendo cadere lo sguardo su i miei piedi.

Lui mi sfiorò il collo con le labbra "Non sentirti male per questo, piccolo Theodore. Se mi infastidisse, te l'avrei detto. Capisco le tue ragioni, perciò ti consiglio di prenderti un pò di tempo per fare i conti con tutto questo, e quando sarai pronto a dirlo agli altri, lo sarò anch'io"

Gli afferrai le braccia. Era senza dubbio un odioso eccentrico, ma ero davvero felice di averlo con me. Non me lo meritavo, non quando lo obbligavo a tenere segreta una cosa del genere. Lui però voleva stare con me tanto da sopportare tutta questa segretezza, e gliene ero grato.

Alzai la testa in alto e lo baciai disperatamente, volendogli fare capire che per me era importante, e che volevo stare con lui. Lui ricambiò il bacio, la stessa passione presente anche in lui.

Ci separammo dal bacio ed io lasciai il bagno senza aggiungere un'altra parola. Ritornai nella Sala Studio, sedendomi al solito tavolo, senza incrociare gli occhi di Oliver.

Un minuto dopo anche Dimitri rientrò nella stanza e si sedette con i suoi amici, venendo coinvolto subito in una loro discussione. Non riuscivo ad incontrare gli occhi di nessuno.

"Theo, stai bene?" chiese Thalia.

"Sto bene" dissi, sforzandomi di alzare lo sguardo e posarlo su di lei, per dare più credibilità alle mie parole.

"Thalia cara, oggi faremo il tutorial, giusto?"

Cercai di non arrossire al suono della voce di Dimitri. Si era appoggiato di nuovo sull'estremità del tavolo, i suoi occhi restavano sulla figura di Thalia.

"Si. Kim mi ha detto che finalmente hai intenzione di aiutarci" disse lei.

"Ah, scusatemi se non sono potuto venire. Sono stato...occupato" disse, i suoi occhi brillavano di divertimento. Oliver mi lanciò un'occhiata che io ignorai, mentre compariva del rossore sul viso. Chinai la testa in modo che nessuno lo notasse.

"Potremmo uscire di nuovo insieme, dopo" propose Thalia, arrossendo leggermente. Oh, mio dio, aveva ancora un cotta per il MIO fidanzato. Che razza di maleducata.

"Ma certo, sono libero" rispose lui, giocando distrattamente con il bordo della cicatrice mentre parlava. Notai che questa era una sua abitudine.

"Theo, vuoi passare del tempo con me dopo la scuola?" chiese Oliver lanciandomi uno sguardo che diceva che avevamo un sacco di cose di cui parlare.

"No" dissi.

"Fammela riformulare di nuovo. Theodore Taylor Light, noi passeremo del tempo insieme dopo la scuola, oppure ti picchierò a morte con un pesce per poi trascinarti a casa tua" disse semplicemente Oliver.

"Minaccia abbastanza strana. Il tuo secondo nome è Taylor?" chiese Dimitri.

"Si, si, si. Oliver non chiamarmi Theodore, così lo incoraggerai solo a continuare" dissi, indicando di Dimitri con il pollice, annoiato.

"Non credo che gli servano degli incoraggiamenti" borbottò Oliver.

"Cosa hai detto?" dissi, restringendo gli occhi verso di lui.

"Niente" rispose, regalandomi un dolce sorriso.

"Un giorno, tu ti addormenterai, ed io sarò lì e ti taglierò la gola per poi darti in sacrificio a Satana, il signore oscuro"

"Beh, questo è esagerato"

"No. La nostra amicizia è finita, ricordi?" dissi.

"La nave Tholiver è gia salpata" disse lui ironicamente.

"Smettila di dire Tholiver!" disse Thalia irritata.

"Thalia, ammettilo di essere gelosa del fatto che noi abbiamo un'amicizia così forte e tu no." disse Oliver mettendole una mano sulla bocca. Sobbalzò e subito dopo allontanò la mano "Disgustoso. Theo, tua sorella mi ha leccato!"

"Oliver, quello non è di certo un mio problema" dissi.

"Bene, questo è sicuramente interessante, ma ho un paio di cose da fare. Ci vediamo dopo Thalia" disse Dimitri, facendole l'occhiolino e andando via, non notando il suo evidente rossore sul viso.

"Thalia, ti sei presa una cotta per Dimitri?" chiesi sospettoso.

"No, non essere stupido Theo" disse, con imbarazzo negli occhi.

Oh, ma guarda questa qui.

La campanella suonò e sobbalzammo sorpresi, ci alzammo perciò e andammo nella nostra classe. Alla fine della giornata scolastica Thalia scomparve insieme a Kim e Dimitri, e Oliver praticamente mi trascinò giù per il parcheggio.

"Guida!" mi ordinò quando entrammo in macchina.

Alzai gli occhi al cielo e guidai verso casa. Una volta arrivati, andammo dritti in cucina alla ricerca di cibo.

"Non posso interrogarti come si deve, se prima la mia pancia non è piena" spiegò lui, afferrando un sacchetto di patatine.

"Che gioia" mormorai, non volendo parlare con Oliver di me e Dimitri.

"Ciao ragazzi" salutò mio padre, entrando in cucina.

"Ehy papà, abbiamo altri snack?" chiesi mentre sbirciavo in una delle credenze.

"Ci sono i 'Chips Ahoy' sul fondo della credenza" disse lui, afferrando un bicchiere e aprendo il frigorifero.

Lo guardai, scioccato da quanto mi mancasse Dimitri. Quando camminavamo dentro casa sua e Galen si aggrappava a lui, facendolo sbattere contro il frigorifero. Per quanto terrificante fosse Galen, aveva una relazione adorabile con il fratello.

Afferrai i 'Chips Ahoy', mentre mio padre ci porse delle bevande gassate. Oliver invece prese dei tovaglioli e osservò contento tutto quel cibo grasso.

"Ragazzi! Perchè avete quel cibo spazzatura sul tavolo, avete intenzione di mangiare prima di cena? Jared, hai dato tu ai ragazzi quel cibo?" domandò mia mamma quando entrò in cucina.

"Assolutamente no. Theo ha trovato i 'Chips Ahoy' che tu hai nascosto" disse papà, appoggiandosi contro il bancone e prendendo un sorso di latte dal bicchiere.

"Papà!" esclamai guardandolo "Traditore"

"Ognuno per sè" disse lui con un'alzata di spalle.

"Ma sono tuo figlio! Si presuppone che tu mi difenda" piagnucolai.

"Perchè dovrei farlo? Hai visto la mamma quando si arrabbia?" posò il suo bicchiere sul tavolo, scompigliandomi i capelli prima di uscire dalla cucina.

"Traditore!" esclamai di nuovo.

"Niente cibo spazzatura per te, Theodore, e neanche per te Oliver. Andate a giocare nel seminterrato. L'America ha già abbastanza problemi di obesità senza che voi due vi aggiungiate alle statistiche" disse mamma, rapendo il cibo che c'era sul tavolo e allontanandolo da noi.

"Stai per caso insinuando che siamo grassi? Uh?" le chiesi.

"No, ma che se continuate così lo sarete presto" disse lei.

"Dio, le persone sono così cattive!" dissi afferrando il polso di Oliver e trascinandolo giù, nel seminterrato, sedendoci poi sul divano.

Oliver incrociò le braccia al petto e alzò un sopracciglio, guardandomi in attesa "Inizia con la spiegazione"

Sospirai e gli dissi tutto. Lui mi guardava intensamente, cercando di tanto in tanto, di nascondere lo shock.

Si appoggiò allo schienale quando finì di parlare "Wow. Okay, quindi adesso stai segretamente frequentando Dimitri Ivanov. Sei già andato a letto con Mr. Luccichio?"

"No!" scattai, arrossendo. Sospirai, facendo correre una mano sui capelli "è questo il problema Oliver. Non penso che lo farò. Immagino che sia spaventato che se gli dessi la mia verginità, lui mi lascerebbe e...non voglio che succeda. Mi piace davvero tanto"

"Quindi pensi che per lui stia con te solo per il sesso?" chiese Oliver "Perchè la tua verginità è totalmente mia"

"Lo sapevo che quel preservativo era per me"

"Dannazione, hai indovinato"

Sospirai "Sul serio, credo di avere un pò di paura. Lui mi ha detto che gli piaccio davvero ma io...io voglio esserne sicuro. è difficile da spiegare. Credo di volere solo una relazione non-sessuale con lui dal momento che normalmente ha solo relazioni sessuali"

"Nah, l'ho capito. Ha un senso, comunque." disse Oliver annuendo "Ma sinceramente per quanto tempo pensi potrai mantenerlo segreto? Specialmente da Thalia?"

"Penso che potremmo mantenerlo segreto per abbastanza tempo" dissi, spingendo il pensiero di Thalia e Alek fuori dalla mia mente. Avevo intenzionalmente tralasciato la parte in cui avevo scoperto che Dimitri ed Alek fossero imparentati. Avevo promesso ad Alek che non gliel'avrei detto a nessuno, e non avevo intenzione di rompere una promessa.

Improvvisamente ci raggiunse il suono della porta principale venuta chiusa, e noi due ci guardammo l'uno con l'altro. Sospirai e mi alzai.

"Sarà Thalia, andiamo da lei" dissi.

Oliver mi seguì fuori dal seminterrato e su per le scale. Entrammo insieme in cucina e mi gelai sul posto, fissando in stato di shock.

"Non sembrare così sorpreso, piccolo Theodore" disse Dimitri sorridendo in modo compiaciuto.

"Cosa ci fa lui qui?" domandai, guardando Thalia.

"Ho invitato Dimitri e Kim a casa nostra" disse Thalia con un'alzata di spalle.

"Beh, questo è incredibilmente imbarazzante e spiacevole" disse Oliver sospirando.

"Mi stai dicendo che" incominciò mio padre, comparendo improvvisamente dietro ad Oliver "adesso devo trovare abbastanza cibo per sfamare cinque adolescenti? Finirò sul lastrico, ne sono sicuro"

"Papà, questa è Kim. E credo che tu ti ricorda di Dimitri" disse Thalia.

"Come ci si può dimenticare di Dimitri, Il ragazzo che mette il glitter nei suoi capelli?" disse Oliver.

"Ah, il futile personaggio secondario insiste nel chiacchierare con me" disse Dimitri con un sospiro.

"Dimitri! Smettila di fare il maleducato." disse Kim, dandogli una gomitata "Lui è Oliver Castro, abbiamo condiviso una lezione con lui oggi, ricordi?"

"No, ma probabilmente perchè non me ne può fregar di meno" rispose Dimitri scrollando le spalle.

Oliver si girò verso di me e "Lo odio" annunciò.

"Benvenuto nel club" dissi sospirando.

"Sta zitto Theo, sei solo geloso che tua sorella si sta facendo degli amici mentre tu sei ancora fissato con Oliver" disse papà.

"Ehy!" esclamammo io e Oliver contemporaneamente.

"Che c'è che non va in me?" chiese Oliver con un cipiglio.

"Oh, niente" disse papà con un'innocente sorriso prima di rientrare in cucina a cercare del cibo.

"Saliamo sopra," dissi ad Oliver "Thalia resterà con Kim e Dimitri"

Spinsi Oliver fino alla mia stanza, verso la mia stanza, chiudendo poi la porta. Ci sdraiammo sul letto, accendendo la televisione e mettendolo 'Supernatural' per ammazzare il tempo fino all'ora di cena.

A metà episodio circa, la porta della mia stanza venne aperta. Lanciai un'occhiata e impallidì quando Dimitri entrò, chiudendo poi la porta e guardandosi attorno.

"Bella stanza, piccolo Theodore. Ho detto a Kim e Thalia che stavo salendo qui per andare in bagno" disse.

"Beh, in ogni caso, non cagherai nella mia stanza" borbottai.

"No, non lo farò." disse, avvicinandosi al mio letto. Lanciò un'occhiata ad Oliver "Va via tu, ragazzo insignificante"

"Bene. Andrò in bagno, visto che oggi non ci sono potuto andare perchè qualcuno, li dentro, ci stava pomiciando" disse Oliver facendo il broncio, alzandosi e lasciando la stanza.

Dimitri chiuse a chiave la porta e la indicò "Visto? Questa volta l'ho chiusa, solo per te tesoro"

Si avvicinò e si sedette vicino a me sul letto. Sospirai e mi appoggiai contro di lui. Lui mi avvolse un braccio intorno alla vita.

"Potresti dirlo a Thalia" suggerì lui.

"No," dissi, lanciandogli un'occhiataccia "nessun altro"

"Va bene, va bene," disse ghignando "nessun altro, prometto"

"Mi dispiace Dimitri" dissi con un sospiro.

"Non ti dispiacere." disse, baciandomi "Quante volte dovrò ripeterti che capisco le tue ragioni, piccolo Theodore?"

"Potrei renderla migliore se cantassi la colonna sonora di Tarzan?" proposi.

Dimitri si illuminò "Tarzan è semplicemente favoloso!" strillò lui. Anche se era stato uno strillo imbarazzante, in quanto si era dimenticato di parlare con il suo accento, facendo diventare la sua voce alta e melodiosa, più bassa e profonda.

"Ogni volta che voglio avere un fidanzato Russo, devo solo menzionare Tarzan" dissi, ghignando un pò.

Dimitri si schiarì la voce "Le mie scuse. Tarzan mi eccita più di quanto dovrebbe"

"Mi piace" dissi, ridendo e baciandolo.

Mi prese il viso con entrambe le mani. La sua mano poi, mentre approfondivamo il bacio, corse verso il suo usuale e famigliare posto, ovvero sulla mia nuca.

Dimitri mi tirò su, in modo che fossi seduto sulle sue ginocchia, le mie gambe si avvolsero intorno alla sua vita. Le nostre labbra si staccarono un attimo, per poi ricongiungersi con urgenza l'attimo dopo, tutti e due completamente sopraffatti dall'emozioni.

Dio, come mi ero potuto innamorare così intensamente per questo odioso ed eccentrico ragazzo? Eravamo totalmente gli opposti e poi lui mi faceva infuriare come nessun altro, ma non potevo di certo fermare i sentimenti che provavo per lui. Il bisogno di stringerlo più forte e baciarlo fino a quando rimanevo a corto di ossigeno.

Finalmente ci dividemmo. Dimitri aveva il suo usuale sorrisetto sul viso, ma i suoi gelidi occhi erano luminosi e vivi.

"Adesso dovrei proprio ritornare da Thalia e Kimberly cara, prima che si domandino dove sia finito" disse, dandomi un ultimo bacio a stampo prima di alzarsi.

Lo guardai lasciare la mia stanza, desiderando di avere le parole adatte per descrivergli cosa sentivo per lui. Oliver ritornò un minuto dopo, sedendosi vicino a me e togliendo il glitter che era caduto sui miei capelli.

"L'effetto collaterale di stare con Dimtri Ivanov" disse lui, facendo cadere il glitter sul pavimento.

"Credo di amarlo" dissi.

"Credo che stia per avere un attacco di cuore" rispose lui.

"Oliver, sono serio!"

"E anch'io!" scosse la testa "Theo, stai frequentando il ragazzo da solo un paio di giorni"

"Questo è quello che mi fa uscire di testa!" sbottai. Una mano corse sui miei capelli "Non riesco a spiegarlo, Oliver. Io...lo sento, e basta"

"Mio dio, è come se stessimo davvero all'interno di una storia" gemette Oliver, scuotendo la testa verso di me.

"Spero solo che non si annoi a stare con me" dissi nervosamente.

Anche se tutto questo mi stava facendo impazzire, pensavo davvero che mi fossi innamorato di Dimitri Ivanov. Ma allo stesso tempo mi terrorizzava, perchè non sapevo se avessi potuto gestire il fatto di essere uno dei suoi amici 'colpisci e abbandona'.

Dimitri era una persona così complicata da capire. Anche se lui ricambiava i miei sentimenti, non ero in grado di saperlo con certezza.

Gli chiederò di uscire il più presto possibile, solo io e lui. Qualcosa di semplice, in modo che potevamo parlare. Poi avrei scoperto quanto fossero forti i sentimenti che provava per me.

 

 

_______________________

MA CIAAAO!

Non so se lo sapete ma ci sono solo altri sette capitoli ed io non so davvero come riuscirò a smettere di scrivere di Theo e Dimitri, solo a pensarci mi viene la depressione....

Anyway, volevo ringraziarvi di cuore per tutto il supporto che mi date! Ringrazio quelli che commentano la storia o semplicemente la leggono. Siete l'amore, dico davvero.

Un bacio a tutti!!

 

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Capitolo 17
*** Outside The Lines (17) ***


"Dimitri"

Lui alzò lo sguardo su di me con curiosità ""Si, piccolo Theodore?"

"Devi fare il tutorial dopo scuola?" chiesi.

Eravamo seduti nella classe di Inglese ad ascoltare la spiegazione della professoressa e a prendere degli appunti su Amleto. Cercavo di mantenere la voce bassa in modo che nessuno ci avesse potuto origliare.

Dimitri annuì "Si, Thalia e Kimberly cara vogliono che ritorni a darle una mano"

"Digli che non puoi" bisbigliai.

Le sue labbra si curvarono nel suo solito ghigno "E perchè dovrei farlo, piccolo Theodore?"

"Perchè noi due abbiamo un appuntamento" mormorai.

"Davvero? Non ne ero stato informato"

"Beh, ti ho informato io, quindi dì a loro che non puoi venire"

"Non mi piace dire le bugie, piccolo Theodore"

Gli lanciai uno sguardo furioso "Bene allora. Immagino che non andremo ad un appuntamento"

"Ho detto che non mi piace mentire, ma non che non lo farò. E comunque ti costerà" il suo ghigno che diventava sempre più ampio e il luccichio nei suoi occhi, non mi piaceva per nulla.

"Costarmi quanto?" chiesi sospettoso.

"Aleksandra ha intenzione di chiederti di stare un pò insieme dopo la scuola. Voglio essere lì quando la respingerai" disse, godendosi quel momento più di quanto avrebbe dovuto.

"Sei terribile" dissi con un sospiro, ma annuendo d'accordo.

"Oh, ma tanto tu mi ami lo stesso, piccolo Theodore" disse lui con entusiasmo.

Arrossì. Non poteva nemmeno immaginare quanto fossero vere le sue parole "Fottiti Dimitri"

"Che ho fatto perchè ardisca la tua lingua a dimenarsi con tanta villania contro di me?" chiese, portando drammaticamente una mano al cuore.

"Devi sempre per forza citare Amleto?" chiesi seccato.

"Stavo citando la Regina! Atto 3, scena 4" disse ridacchiando.

"è pauroso il fatto che tu lo sappia" dissi, scuotendo le testa verso di lui.

"Amo citare Amleto." disse lui, tamburellando pensierosamente le dita sul libro "E in più, può essere utile in molte situazioni"

Alzai gli occhi al cielo, facendo tornare l'attenzione al mio foglio sul banco, ignorando Dimitri. Sobbalzai un pò quando sentì una mano accarezzare la mia sotto il banco, per poi rilassarmi. Lasciò la sua mano dolcemente appoggiata sulla mia, trascorrendo così tutta l'ora.

Quando la campana suonò, girovagai per la classe alla ricerca di Oliver e Thalia. Dopo averli trovati, andammo nella Sala Studio. Quasi gemetti ad alta voce quando Alek venne verso di me. Grazie a Dio Dimitri non era mai puntuale in classe.

"Ehy Theo" mi salutò lei.

"Ciao Alek" dissi, sperando che mi chiedesse dell'uscita prima che Dimitri arrivasse.

Ma subito dopo, la porta venne aperta e Dimitri entrò con a seguito Kim. Resistetti alla voglia di picchiarmi a morte, mettendo fine alla mia inutile vita.

"Thalia cara" disse Dimitri sprofondando sulla sedia di fronte a quella della ragazza.

"Ehy Dimitri" rispose lei al suo saluto, sorridendo.

"Sfortunatamente dopo scuola non posso onorare te e Kimberly cara con la mia presenza. Mi ero dimenticato di un mio impegno"

Vidi la delusione negli occhi di Thalia "Oh. Okay" disse lei, sforzandosi di mantenere il sorriso.

Alek, che aveva guardato tutta la scena, fece tornare la sua attenzione su di me "Theo, vuoi passare un pò di tempo con me, dopo la scuola?" chiese allora, arrossendo leggermente.

"Non posso. Ho da fare delle cose oggi, scusa" dissi, sforzandomi di non guardare Dimitri.

La sua faccia subito si rattristò, a differenza di Thalia che invece aveva mantenuto la sua espressione felice, non facendo notare nulla. Alek annuì, lasciando cadere il suo sguardo verso il basso.

"Oh...va bene" rispose.

"Un vero peccato quando la tua cotta non può uscire con te" disse Dimitri con il suo solito ghigno.

"Tu non piaci a nessuno," disse Alek, le sue parole trasudanti di odio "vai via!"

"Piaccio a Kimberly cara." disse lui, osservandosi le unghia e sembrando impassibile alle parole di sua sorella "Giusto Kimberly adorata?"

"Giusto!" disse Kimberly alzando un pollice in su, per enfatizzare la sua risposta.

"Perchè voi due odiate così tanto Dimitri?" domandò Thalia, guardando me e Alek.

"Una di queste cose non è come l'altra," cantò goffamente Oliver "una di queste cose semplicemente non gli appartiene"

Gli lanciai un'occhiata che annunciava che avevo intenzione di ucciderlo nel sonno. Lui sorrise innocentemente, offrendomi poi una lieve scrollata di spalle.

"Credo che tu mi odi perchè sono andato a letto con Zoey," disse Dimitri, indicando Alek "e tu, invece, perchè sono più favoloso di te" disse infine, indicandomi.

"Quello NON è il motivo per cui ti odio. Ci sono altre ragioni" dissi, lanciandogli un'occhiata.

"Ci penserò dopo a tutto quell'odio" disse lui, ghignando al pensiero di baciarmi quando saremo stati fuori dalla vista degli altri.

"Ti odio perchè usi le persone per il sesso e perchè sei un'odioso mostro" disse lei duramente.

"Stai incominciando a sembrare un disco rotto, che ripete sempre le stesse cose" disse lui ridendo.

"Tu. Vieni con me, prima che qualcuno ti uccidi" disse Kim afferrando la mano di Dimitri e trascinandolo lontano da noi.

"Non c'è bisogno di essere così cattivi con lui, non è un cattivo ragazzo" disse Thalia lanciando a me e ad Alek un'occhiataccia.

"Oh certo, è un angelo" borbottò Alek, sedendosi.

"Dovresti stare lontano da lui, Thalia. Non è adatto per te" dissi sembrando noncurante. Ehy, quella ragazza doveva stare lontano dal MIO uomo.

"So prendermi cura di me stessa, Theodore" disse lei, duramente.

"Perchè le persone insistono nel chiamarmi Theodore? Io sono Theo" brontolai, accigliandomi.

"Ti chiamerò io Theo" disse Oliver, facendomi l'occhiolino.

"Ti chiamerò io stasera" dissi io, ritornandogli l'occhiolino.

"La vostra amicizia sta incominciando a farmi uscire di testa" disse Thalia, prendendo un libro dal suo zaino.

"Shh, lei è solo gelosa, non darle ascolto" disse Oliver. Io ridacchiai.

"Uhm, Theo? Pensi che potremmo uscire uno di questi giorni? Ho bisogno di dirti una cosa" disse lei arrossendo e distogliendo lo sguardo dal mio.

"Si, credo che si può fare" dissi, cercando di non apparire nervoso.

Lei mi fece un luminoso sorriso e "Bene!" affermò contenta.

Parlammo del più e del meno fino a quando finì l'ora. Dopo il suono fastidioso della campanella, corsi verso gli spogliatoi, dove Dimitri era già arrivato.

"Com'è possibile che arrivi sempre prima di me?" chiesi, tuffandomi fra le sue braccia e baciandolo.

"Grazie alle mie meravigliose lunghe gambe" rispose lui, indicandosele.

"E poi sei sempre in ritardo alle lezioni" dissi con un sospiro.

"Favolosamente in ritardo, piccolo Theodore" mi corresse lui.

Alzai gli occhi al cielo. Restammo negli spogliatoi circa dieci minuti, come al solito, e poi scendemmo sotto, nel parcheggio. Entrammo nella mia macchina ed io incominciai a guidare, mentre Dimitri cercava sul mio iPod qualche bella canzone da ascoltare.

"Troverai sicuramente qualcosa. Ho più di 2.000 canzoni lì dentro e con il tuo gusto selvaggio musicale, sono sicuro che alla fine ti piacerà la canzone di una band che ascolto quasi sempre" dissi, lanciandogli un'occhiata.

"Dove stiamo andando esattamente?" chiese Dimitri.

"Cena e film, un normale appuntamento. Tranne che la tua idea di 'normale appuntamento' sia arrampicarsi sugli arcobaleni e correre nudo per le strade della Russia" dissi.

"A differenza di molte persone, attualmente sono a favore degli appuntamenti semplici. Non vedo il bisogno di andare chissà dove, trovo più accattivanti le cose semplici" disse lui.

"Sei una persona così difficile da capire" gemetti ad alta voce.

Dimitri ghignò "Non sarebbe stato divertente se fossi stato facile da capire"

"Mi farai uscire fuori di testa, ne sono sicuro" dissi.

"Devo ancora riparare tutto quell'odio eccessivo nei miei confronti, piccolo Theodore" disse, suonando più felice di quanto avrebbe dovuto.

Si appoggiò contro il sedile, posando giù il mio iPod quando i We The Kings risuonarono dalle casse. Allungai la mano, prendendo la sua mano nella mia. I suoi anelli erano freddi a contatto con la mia pelle.

Restammo in un piacevole silenzio. Ero sorpreso che Dimitri non mi avesse preso in giro perchè lo stavo portando in un cinema fuori città, in modo che nessuno potesse vederci.

Alla fine arrivammo nel ristorante, ovviamente anch'esso fuori città. Una cameriera ci accompagnò al nostro tavolo, lanciando delle occhiate curiose all'aspetto stravagante di Dimitri.

Ci sedemmo e ordinammo delle bibite, sollevando e dando un'occhiata al menu posto sul tavolo. Io però ero completamente in un altro mondo. Stavo cercando nella mia mente le parole adatte da dire per capire quanto fossero forti i sentimenti che Dimitri provava per me.

"Piccolo Theodore, ti rendi conto di quanto sia comica la nostra situazione proprio adesso?" disse lui, rompendo il silenzio fra di noi.

"Huh?" chiesi confuso. Quale situazione?

"Mia sorella ha una cotte per te, tua sorella ha una cotta per me, ed entrambe non sanno che noi due abbiamo una relazione segreta." disse, nei suoi occhi presente quel luccichio malizioso "Se ci scoprissero, ne rimarrebbero abbastanza deluse"

"Beh, per me Thalia può anche cancellarti per sempre dalla sua vita. Tu sei mio" dissi facendo il broncio.

"Geloso?" ridacchiò lui "Ah, non preoccuparti piccolo Theodore, non ti lascerò per tua sorella. Non ho nessuna intenzione di lasciarti per qualcun'altro"

Il mio cuore sbatteva forte nel mio petto, ma riuscì comunque a mantenere la stessa espressione sul mio viso. Dimitri perciò provava davvero qualcosa per me!

Sospirai mentalmente, realizzando che Dimitri era quel tipo di ragazzo diretto e onesto. O meglio dire brutalmente onesto.

Allungai la mano sul tavolo, prendendo la sua mano nella mia. Lui mi lanciò un’occhiata curiosa, ed io lo guardai serio.

“Dimmi cosa senti per me” dissi.

La sua curiosità si dissolse, trasformandosi nel suo abituale un ghigno “Sento qualcosa di intenso per te, piccolo Theodore. Non mi sono mai sentito così con nessuno, prima d’ora”

Mi rilassai, combattendo contro il mio sorriso che mi stava nascendo sulle labbra “Bene”

“Eri preoccupato di questo?” disse lui, ridendo e spingendomi più vicino per baciarmi.

Si liberò dalla presa sulla sua mano, incrociando le braccia al petto, sembrando soddisfatto di sé. Imbarazzato, feci cadere il mio sguardo sul menu, non volendo ammettere quanto ero spaventato di un suo rifiuto.

Ancora non mi amava, lo sapevo, o almeno non quanto io fossi sicuro di stare per iniziare ad amare lui. Immaginavo però che tutto venisse con il tempo.

Mi aveva fatto sentire molto meglio sapere che anche lui provava qualcosa di profondo per me, che non mi stava usando solo per il sesso o che non mi avrebbe scaricato nel momento in cui avrebbe visto qualcuno più attraente di me.

La cameriera ritornò al nostro tavolo con le bevande che avevamo ordinato, lanciando ancora delle occhiate stupite a Dimitri e lui, ovviamente, era impassibile ai suoi sguardi. Ma questo non era niente di nuovo no?

Gli demmo le nostre ordinazioni e poco dopo la cameriera scomparve in cucina. Tornò un minuto dopo, posando il pane sul tavolo.

Ne presi un pezzo, addentandolo “Sei sicuro che Galen non glielo dirà ad Alek?” dissi dopo aver inghiottito il boccone.

Dimitri annuì “Il mio meraviglioso fratellino non le dirà nemmeno una parola. Gli ho chiesto di non farlo, e lui mi ascolta sempre. Nemmeno i miei genitori non diranno nulla, infondo non vogliono che si scateni la terza guerra mondiale in casa. Spero che ti renda conto che, uscendo con te, sto rischiando la mia vita. Se Aleksandra lo sapesse, come minimo mi ucciderebbe, piccolo Theodore”

Nonostante tutto sembrava indifferente a quello che poteva succedere. Alzai gli occhi al cielo e presi un altro pezzo di pane in modo da non dovergli rispondere.

“Forse adesso dovrei sfruttare questo momento per dirti delle frasi sdolcinate, come ad esempio che vali la pena di quel rischio?” l’angolo della sua bocca si alzava mentre parlava, formando quasi un ghigno. Prese poi un sorso della sua bibita gassata.

“Dimitri, non mi conquisterai con queste frasi sdolcinate da quattro soldi” dissi.

“Piccolo Theodore, stavo citando Amleto” rispose lui.

“Potresti anche citare Romeo e Giulietta”

“Hanno commesso un omicidio congiunto dopo solo tre giorni di relazione. Le mie scuse, ma non sono un grande fan di Romeo e Giulietta”

“Recitavo Romeo quando abbiamo letto quell’opera in classe” dissi pensieroso.

“Che fortuna. Kimberly cara insisteva nel farmi fare Giulietta, e allora la feci. Ero una favolosa Giulietta” disse, spostando drammaticamente una ciocca di capelli caduta sui suoi occhi.

“Si certo, sono sicuro che tu lo fossi” dissi con un sospiro.

La cameriera ritornò un paio di minuti dopo con il nostro cibo. Io e Dimitri mangiammo in un silenzio confortevole. Quando finimmo, pagai e uscimmo, diretti verso la mia macchina.

“è stato bello.” disse Dimitri “Che film ci vedremo?”

“Stavo pensando a ‘Now You See Me’ o ‘The Purge’” dissi con una scrollata di spalle, guidando verso il cinema.

“Ho sentito dire che ‘The Purge’ è assolutamente orribile. Vediamoci quello” disse lui con entusiasmo.

Annuì e poco dopo parcheggiai al cinema. Entrammo, pagammo i nostri biglietti e, dopo essere entrati nella sala, ci sedemmo uno vicino all’altro.

Lì dentro si congelava dal freddo e mi ritrovai a tremare sul posto.

Dimitri lo notò e si tolse la sciarpa, avvolgendomela intorno al mio collo “Hai bisogno di un po’ di colore nella tua vita” disse lui, ghignando e mettendomi un braccio intorno alle spalle.

Sorprendentemente, la sciarpa di Dimitri riuscì a riscaldarmi. Era la sua sciarpa preferita, quella con le sue iniziali sopra, e mi sentivo stranamente orgoglioso di indossarla.

“Ho già dei colori nella mia vita” dissi, indicandolo.

“L’unico colore che hai, è quello dei tuoi occhi.” disse lui, baciandomi la guancia “Indossi davvero colori molto limitati, piccolo Theodore. La vita è più interessante quando indossi colori al di fuori dalle righe” (*da qui il titolo Outside The Lines, tanto per farvelo sapere lol)

“Lo terrò a mente” risposi io mentre la sala si faceva più buia, segnalando l’inizio del film.

Il film era molto noioso e per niente pauroso, e come se non bastasse era estremamente prevedibile. Dimitri invece sembrava divertito dal film, ma ormai stavo iniziando a pensare che qualsiasi cosa lo divertisse.

Quando il film finì, ci alzammo e lasciammo il cinema, tornando nella mia macchina. Mantenni la sciarpa di Dimitri sul collo anche quando guidai verso la scuola.

“Il film era pessimo.” dissi “Questa è l’ultima volta che ti faccio scegliere il film da vedere”

“Avevo già visto ‘Now You See Me’. Oltretutto, mi piacciono i film horror fatti male. Sembrano quasi delle commedie” disse.

Grugnì una risposta e alzai il volume della musica. Un po’ più tardi, arrivai vicino la scuola, parcheggiando vicino la macchina di Dimitri.

Dimitri prima di uscire dalla macchina mi baciò e  “Seguimi. Aleksandra sarà a casa non prima di un’altra ora”

Annuì e lo guardai entrare in macchina. Lo seguì con la macchina fino a casa sua. Una volta arrivati, entrammo in casa insieme, mano nella mano.

“Dimmy! Dimmy, dove sei stato?” domandò Galen entrando saltellando in cucina.

“Ehi, sono uscito con il mio magnifico fidanzato” disse Dimitri, facendomi l’occhiolino.

“La prossima volta fammelo sapere!”disse lui arrabbiato.

“Galen, avanti, lascia i ragazzi da soli” disse la signora Ivanov prendendo la mano di Galen, portando fuori dalla cucina il piccolo che si stava lamentando.

“Ah, il mio meraviglioso piccolo fratellino” disse Dimitri, ridacchiando e trascinandomi su per la sua stanza.

Ci sdraiammo insieme sul letto. Appoggiai la testa sul petto di Dimitri, mentre lui giocava con i miei capelli. Mi baciò dolcemente le tempie e mi regalò un sorriso disinvolto.

“Come ho già detto, mi piacciono gli appuntamenti semplici. Sono molto meglio di quelli stravaganti ed eccentrici” disse.

Volsi il capo, in modo da poterlo guardare nei suoi gelidi occhi “Oggi sono stato bene con te” dissi prima di potermi fermare in tempo. Arrossì, chiudendo immediatamente la bocca per evitare che potesse uscire qualcos’altro di imbarazzante dalla mia bocca senza che me ne accorgessi. Distolsi lo sguardo dal suo, impacciato.

“Okay, l’ho già dimenticato.” disse, girandosi sul fianco e mettendomi sopra di me. Sogghignò e ritorno di nuovo nei suoi occhi quella scintilla maliziosa “Se non sbaglio, devo ancora convincerti a non odiarmi più”

Ghignai e “Provaci” dissi.

“Sfida accettata” rispose lui.

E dopo, le labbra di Dimitri erano sulle mie, baciandomi con passione. Avvolsi le braccia intorno al suo collo, spingendolo più vicino a me di quanto già non fosse. Il suo corpo era un peso confortante e piacevole contro il mio, la sua sciarpa che mi solleticava il collo.

Dimitri mi separò le labbra con facilità, la sua lingua ad esplorarmi la bocca. Feci correre la mia lingua contro la sua, le nostre gambe aggrovigliate tra di loro. Una mano di Dimitri afferrò i miei capelli, stringendoli tra le dita.

I miei sentimenti si stavano gonfiando sul petto ed ero davvero felice di essermi innamorato di Dimitri Ivanov.

Quella conoscenza mi eccitava, ma allo stesso tempo mi spaventava.

Qualcosa mi diceva che l’amore era una delle tante cose che Dimitri non prendeva sul serio. Kim lo aveva fatto sembrare il ragazzo come se avesse perso i sentimenti riguardanti le relazioni e l’amore.

Non gli avrei detto di essermi innamorato di lui, non ancora. Non fino a quando pensavo che poteva far ritornare indietro l’emozioni  potenti che aveva perso lungo il suo percorso.

Le mani fredde di Dimitri scivolarono sotto la mia maglietta, ed io rabbrividì al suo tocco contro la mia pelle nuda. Le sue mani si mossero fino al mio petto, ed io lo strinsi ancora di più contro il mio corpo, volendolo.

Le nostre labbra erano ancora appiccicate tra di loro, muovendosi furiosamente e con ardore. Volevo trasmettergli le mie emozioni  attraverso il bacio, visto che non riuscivo a farlo con le parole.

Sentì poi lo scricchiolare della sua porta, come se qualcuno la stesse aprendo. Pensai che fosse Galen o i genitori di Dimitri, e perciò ignorai il rumore.

Dopo però, sentì qualcuno ansimare terrorizzato. Era Alek.

Velocemente mi allontanai da Dimitri, spintonandolo quasi dal mio corpo. Lui pigramente si tolse da me, mettendosi sul suo lato di letto e puntellandosi sui gomiti, guardando Alek.

“Si chiama ‘bussare’, Aleksandra” disse lui pazientemente.

“Ma che cazzo..?” sussurrò lei, la sua voce tremava mentre ci fissava sconvolta. Io ero rosso in viso, non volendola guardare negli occhi.

“Non apprezzo le volgarità” rispose Dimitri, ghignando verso di lei.

“Perché voi eravate…voglio dire…cosa?” disse con un suono strozzato.

Dimitri mi lanciò un’occhiata ed io potei leggere la domanda nei suoi occhi. Annuì, strizzando gli occhi e tenendoli chiusi, desiderando di sprofondare sotto terra proprio in quel momento.

“Il piccolo Theodore ed io ci siamo fidanzati. Tuttavia se tu lo dici a qualcuno, mi assicurerò di dire all’intera scuola che questo favoloso ragazzo qui presente, è tuo fratello” disse lui, il suo ghigno diventava sempre più ampio. Oh grazie a dio, aveva trovato la scusa adatta per assicurarsi che lei non dicesse nulla della nostra relazione.

Alek impallidì e ci guardò in completo shock. Poi si girò e corse nella sua stanza senza dire un’altra parola, la porta della sua stanza sbattè qualche secondo dopo.

“Una volta che le sarà passato lo shock, probabilmente mi ucciderà.” disse, ridendo ed alzandosi. Aiutò anche a me ad alzarmi “Credo che dovresti tornare a casa prima che sarai costretto a vedere quella scena”

Mi guidò giù per le scale, fuori da casa sua e verso la mia macchina. Aprì la macchina, con la mano che tremava.

Dimitri mi girò verso di lui e mi baciò, sorprendendomi per quanto fosse delicato e dolce il bacio. Premette la sua fronte contro la mia, i suoi occhi color ghiaccio dentro i miei verdi.

“Non glielo dirà a nessuno. Mi assicurerò che non lo faccia, piccolo Theodore. Ci vediamo domani” disse, baciandomi un’ultima volta prima di girarsi e rientrare in casa.

Toccai debolmente la sciarpa che ancora avevo intorno al collo. Entrai poi in macchina e feci la strada di ritornò verso casa.

Dopo essere entrato in casa, corsi su per le scale, mi chiusi a chiave nella mia stanza e mi sedetti sul letto, accarezzando la sciarpa che di solito indossava Dimitri. Aveva il suo stesso odore, e il suo familiare e piacevole profumo mi alleviò un po’ del mio nervosismo.

Mi sdraiai, giocando ancora con il bordo della sciarpa. Chiusi gli occhi, cercando di cancellare dalla testa la quello che era appena successo. Dio, speravo solo che Alek non avesse fatto del male a Dimitri.

 

 

 _______________

Ci ho messo una vita per scrivere questo capitolo.

Ogni volta che cercavo di salvarlo, mi si cancellava tutto....ha da due giorni che provavo a scrivere le stesse scene. Stavo seriamente pensando di uccidere qualcuno, e come se non bastasse ho avuto problemi nel pubblicarlo. La sfiga quando ci si mette...

Anyway, spero che anche questo capitolo sia stato di vostro gradimento :)

 

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Capitolo 18
*** Outside The Lines (18) ***


*****Dimitri's POV*****

Rientrai in casa dopo aver guardato la macchina di Theo scomparire nel buio della notte. Tranquillamente salì le scale fino alla mia stanza, sedendomi poi alla scrivania.

Afferrai un foglio bianco e incominciai a fare uno schizzo del viso di Theo, con la sua espressione chiara nella mia mente. Quel misto di terrore e imbarazzo nei suoi occhi. Volevo assolutamente disegnare quell'espressione.

Il disegno comparì sotto le mie dita, sembrando quasi che fosse apparso magicamente dal foglio. I tratti del suo viso sembravano abbastanza agitati, ma questo potevo sistemarlo dopo. Volevo solo concentrarmi sui suoi occhi e-

Il mio cuore sobbalzò un po’ quando la mia sedia venne improvvisamente tirata indietro. Caddi dolorosamente sul pavimento e sbattei le palpebre, verso una furiosa Alek.

Lei prese il disegno sulla scrivania “Sei un fottuto frocio. Un mostro. Non è neanche normale disegnare la faccia di Theo in questo modo” sibilò lei, strappando il foglio in minuscoli pezzettini e lanciandomeli poi su di me.

“Peccato, stava venendo fuori un disegno così bello” dissi sospirando, guardando i pezzettini del foglio sparsi su di me e sul pavimento.

Lei mi diede un calcio sul fianco, facendomi fare una smorfia di dolore. Dovetti reprimere una risata, sapendo che avrebbe solo peggiorato la situazione. Oh, una ragazza gelosa poteva essere una cosa abbastanza terrificante.

“Come hai potuto farmi questo?” esclamò furiosa, prendendomi per la maglietta e mettendomi faccia a faccia con lei.

“Nel caso te lo fossi dimenticata, Aleksandra, tu sei l’unica che finge che noi due non siamo imparentati, quindi scusami tanto se non sento il dovere fraterno di prendere in considerazione i tuoi sentimenti quando è interessata anche la mia vita amorosa” dissi, impassibile all’occhiataccia che mi stava dando. Oh, se solo gli sguardi potessero uccidere!

“Questa è la parte di te che nessuno sembra voler vedere! Sei egoista e per te i sentimenti non valgono nulla!” sbottò lei schiaffeggiandomi.

“Se per me i sentimenti non valevano nulla, a quest’ora non mi sarei fidanzato con il piccolo Theodore. Te l’avevo detto che non mi odiava” dissi, incapace di trattenere una risata.

Lei mi schiaffeggiò di nuovo, piuttosto forte questa volta. Sospirai mentalmente quando il suono ovattato di Galen salire le scale diretto verso la mia stanza, arrivò a me.

“Potrei strangolarti in questo preciso istante” ringhiò.

“Perché ultimamente tutti continuano a dirmi questo? Sinceramente, credo che avreste bisogno di creare delle nuove minacce” dissi sospirando. Erano così poco originali, preferivo piuttosto qualcosa di nuovo.

Alek mi sbattè contro il pavimento e “Da quanto?” domandò.

“Non da molto. Credo di averglielo chiesto il giorno che lui aveva scoperto che eravamo fratello e sorella, sebbene ci fossimo già baciati prima” dissi, sorridendo al ricordo.

Alek mi diede un pugno molto forte, sulla mascella. Sentì un gemito terrorizzato proveniente dallo stipite della porta, e non c’era bisogno di girarmi per capire che fosse Galen.

“Papà!” gridò lui impaurito “Papà, lei gli sta facendo male!”

Alek lanciò un’occhiata furiosa al fratello quando sentì i nostri genitori correre su per le scale. Si girò di nuovo verso di me e mi diede un altro pugno, con rabbia. A quanto pare questo la fece sentire meglio, perché continuò a farlo ancora e ancora.

“ALEKSANDRA!”

Sentì Alek venire tirata via dal mio corpo e dopo, una mano appoggiata delicatamente sulla mia spalla. Alzai lo sguardo verso la faccia preoccupata di mia madre.

“Dimmy, stai bene?” chiese.

Distolsi lo sguardo e lo puntai su mio padre che stava spingendo Alek fuori dalla stanza. Galen corse verso di me e si inginocchiò vicino al mio corpo disteso a terra, afferrandomi il braccio.

“L’ha scoperto” dissi, facendo tornare il mio sguardo su mia madre, ridacchiando “Se solo le persone imparassero a bussare, non saremmo in questa situazione imbarazzante”

Mia mamma mi aiutò ad alzarmi e a farmi sedere sul letto. Mi esaminò il viso ed io sospirai mentalmente. Speravo solo che mia sorella non mi avesse rovinato il mio meraviglioso viso. Era combinato abbastanza male quando Kayden mi aveva rotto il naso. Il mio povero naso era condannato per sempre ad essere deforme!

“Mamma, sta bene?” mugolò Galen

“Starò bene” lo assicurai, scompigliandogli i capelli.

Potevamo sentire grida provenire dalla stanza di Alek, sia suoi che di mio padre. Sospirai e mi strofinai la mascella dolorante.

“Non capisco perché sia così sconvolta e arrabbiata” dissi, scuotendo la testa.

“Te l’avevo detto che lo sarebbe stata. Le piaceva Theo, Dimitri. Giusto l’altra sera mi diceva quanto le piaceva e che aveva perfino intenzione di dirglielo” disse mamma, spingendo via la mia mano e controllandomi di nuovo la mascella “è proprio un brutto livido”

“Beh, al piccolo Theodore lei non piaceva. Le passerà” dissi, agitando la mano con disinteresse.

Una porta venne sbattuta, e dopo mio padre stava attraversando la mia stanza. Si avvicinò e mi osservò la faccia, il suo viso rosso dalla rabbia.

“Stai bene?” chiese “Cosa è successo esattamente?”

“Sto bene. E comunque ci ha scoperto mentre io e il piccolo Theodore avevamo un nostro momento personale. Lo ripeterò all’infinito: le persone devono imparare a bussare” alzai la mano per toccarmi di nuovo la mascella, ma mia madre me la schiaffeggiò, facendomela abbassare.

“Smettila o peggiorerai la situazione. Non toccarla” disse severamente.

Galen strisciò su per le mie gambe, avvolgendo le sue piccole braccia intorno al mio collo. Mi baciò delicatamente la mascella, dove potevo sentire che si stava formando un livido.

“Non ti farà del male di nuovo Dimmy, te lo prometto” disse.

“Il mio piccolo eroe” dissi, avvolgendo il suo corpicino con il mio braccio, in modo che non sarebbe caduto dalle mie gambe.

“Credo che Dimitri stia bene. Alek non ti farà più del male, ma tu stai attento a quello che dici e non incoraggiarla ad attaccarti di nuovo. Evitala fino a quando non si sarà calmata” disse papà.

“Come avrei mai potuto provocare la mia cara sorellina” dissi con un’affascinante sorriso.

“Dico sul serio, non ti azzardare a farla incazzare,” disse duramente “lo sai che ti potrebbe picchiare a morte”

 “Adesso basta!” sbottò mia madre indicando Galen “Dimitri ha capito. Vero?”

“Si, si, l’ho capito. Quello che non ho capito è dove sia finito il mio gatto” dissi, guardandomi intorno alla stanza per una qualsiasi traccia di Hugo. Ero irritato dalle abitudini iperprotettive dei miei genitori.

“La tua mancanza di preoccupazione per te stesso mi inquieta” brontolò mio padre, uscendo dalla mia stanza.

“Oggi in questa casa troppe persone hanno degli scatti d’ira” dissi, guardandolo andar via.

“Dimitri, lasciami ricordare che Kayden ti aveva picchiato fino al punto di renderti quasi incosciente, e tu stai ancora cercando di scherzarci su.” disse mamma, prendendo Galen dalle mie ginocchia e portandolo fra le sue braccia “Adesso andiamo a dormire”

Ghignai e mi tolsi la maglietta, cadendo a peso morto sul letto. Galen mi stava osservando, i suoi occhi brillavano di preoccupazione.

“Spero che tu stia davvero bene Dimmy.” disse “Buonanotte, ti voglio bene”

“Ti voglio bene anch’io tesoro” dissi, agitando le mie dita verso di lui mentre mia mamma lo trasportava fuori dalla mia camera.

Mi girai su un fianco ed alzai un sopracciglio. Hugo mi leccò la faccia con la sua ruvida lingua, apparendo magicamente vicino a me.

“Probabilmente starai ridendo di me, tu piccolo traditore” dissi, drammaticamente tirando su con il naso mentre gli accarezzavo il pelo.

“Meow”

“Ah, quindi lo ammetti. Da adesso non saremo più amici Hugo”

“Meow”

 “Va bene, va bene. Mi hai convinto. Possiamo essere di nuovo amici”

 Mi rigirai nel letto, lasciando Hugo avanzare sul suo usuale posto: il mio petto. Lasciai che i miei occhi si chiudessero, facendomi entrare nel mondo dei sogni.

 

****************************

 “Cosa diavolo è accaduto alla tua faccia?” chiese Kim osservandomi in completo shock.

 “Le tue parole mi causano dolore.” dissi, appoggiando una mano sul petto “Non c’è niente che non vada nella mia faccia, Kimberly cara!”

“Dimitri, quello è il livido più brutto che io abbia mai fottutamente visto,” disse, indicandomi la mascella “e ne hai uno anche sull’angolo dell’occhio ed un altro abbastanza brutto sulla guancia. Che diavolo è successo?”

“La mia relazione segreta è stata scoperta” disse ghignando.

“Non riesco a capire. La tua famiglia è così tranquilla e calma, e poi c’è tua sorella...” borbottò Kim “Hai almeno cercato di difenderti?”

“Kimberly cara, lo sai che non mi piace la violenza” dissi facendo scivolare un braccio sulle sue spalle.

“Devi almeno di cercare di proteggerti Dimitri!” affermò lei.

“Perché? Ho la mia bellissima migliore amica che lo fa” dissi.

Kim arrossì “Ho solo preso a calci quei ragazzi nelle parti basse solo perché stavano provando a rompere le tue fottute braccia, Dimitri”

La campanella suonò e insieme uscimmo fuori dalla classe. Quando arrivò la mia prima ora di Sala Studio entrai, come sempre, un paio di minuti dopo. Immediatamente notai che Alek era ritornata a sedersi al suo tavolo, invece che con Theo. Theo invece stava parlando con Thalia, ghignando e sembrando divertito.

“Thalia mia cara, oggi faremo il tutorial?” chiesi, avvicinandomi a lei.

“Si, cert- oh mio dio!” i suoi occhi si spalancarono dopo che si posarono sul mio viso.

Theo alzò lo sguardo ed impallidì. I suoi occhi lanciarono uno sguardo ad Alek prima di ritornare sulla mia faccia. Resistetti alla voglia di ridere per la sua espressione preoccupata.

“Cosa ti è successo?” chiese Thalia.

“Uno spiacevole incidente” dissi, accarezzando delicatamente con le dita il livido sulla mascella.

“Quello..quello sembra proprio che faccia male” disse Theo, cercando di far suonare la sua voce indifferente.

“Per niente. Quindi, splendida Thalia, daremo queste lezioni dopo scuola?” chiesi.

Thalia arrossì quando la chiamai ‘splendida’ “Si. Voglio dire, se non hai nient’altro da fare” disse.

“Certo che sono libero.” dissi vivacemente “Passeremo delle meravigliose ore. Adesso devo andare agli spogliatoi per prendere una cosa, ci vediamo fra un po’”

Uscì dalla caffetteria e mi diressi verso gli spogliatoi. Mi appoggiai contro il muro aspettando tre minuti, sino a quando vidi Theo aprire la porta ed entrare. Sapevo che mi avrebbe seguito.

“Dannazione Dimitri” disse, avvicinandosi e accarezzando dolcemente i miei lividi.

Sollevai la mano e raggiunsi il suo polso, stringendolo leggermente “Non è niente” lo rassicurai.

“Dimitri, tua sorella ti ha preso a calci in culo” disse.

“Veramente mi ha preso a calci nelle costole.”mi  tirai su la maglietta in modo che potesse vedere il livido “Visto? I suoi piedi non sono entrati a contatto con il mio culo”

Lui mi abbassò la maglietta, alzando gli occhi al cielo “è lo stesso. Mi sento in colpa”

“è tutto okay. Il mio meraviglioso Galen era li per baciare via il dolore.” dissi “Sebbene penso che tu sapresti fare un lavoro migliore”

Lo spinsi più vicino e lo baciai. Inizialmente era un bacio delicato e dolce, poi si aggiunse anche la passione e il desiderio. Le mani di Theo aggrovigliate nei miei capelli, mi facevano avvicinare ancora di più di quanto non fossi al suo corpo. Potevo sentire la sua voglia di me quando premette il suo corpo contro il mio.

Mi allontanai dalle sue labbra prima che il bacio diventasse ancora più intenso. Se qualcun altro fosse entrato e ci avesse scoperto, avrebbe reso Theo ancora più spaventato della nostra relazione.

Era strano. Non ero mai stato preoccupato di perdere qualcuno prima d’ora, ma il pensiero di perdere Theo per qualsiasi ragione, mi terrorizzava. Se troppe persone ci avessero scoperto prima che lui fosse pronto, avevo paura che poi mi avrebbe lasciato. Ed io non volevo questo.

L’attrazione era una cosa molto, molto strana, ma non avevo mai combattuto contro i miei sentimenti. Proprio per questo avrei stretto a me i forti sentimenti che provavo per Theo.

“Sei sicuro di star bene? Sembra abbastanza dolorosa” disse mentre i suoi occhi lanciarono un’occhiata al livido sulla mascella.

“Sto bene” dissi spingendolo verso di me, abbracciandolo.

Theo era più basso di me e si incastrava perfettamente contro il mio corpo. Il mio mento restò poggiato sopra la sua testa, la sua faccia era pressata contro il mio collo. Il suo respiro caldo mi causava i brividi, e sorrisi quando ricordai che aveva la mia sciarpa preferita.

Guardai in basso, guardandolo nei suoi meravigliosi occhi verdi. Potevo vedere quanto fossero intensi i suoi sentimenti per me, dato che sembravano quasi lampeggiare sul suo sguardo. Theo non era quel tipo di persona che direbbe ad alta voce quello che provava.

“Hai chiamato Thalia ‘splendida’” borbottò lui.

“Piccolo Theodore, non essere geloso. Lei è splendida.” dissi ridacchiando “Una splendida ragazza con un splendido nome. Sono un’artista, trovo la bellezza e i difetti in tutto quello che vedo, quindi apprezzo la sua bellezza fisica ed emotiva. Questo però non significa che provo qualcosa per lei. Io provo qualcosa solo per te, mio piccolo geloso Theodore”

“Non rivuoi indietro la tua sciarpa?” chiese cambiando discorso, non volendo ammettere la sua gelosia.

“No, per adesso puoi tenertela tu. Se la rivoglio indietro, te lo farò sapere” dissi, baciandogli le tempie.

“Andiamo di nuovo a cena dopo scuola, domani” disse, la sua testa cadde sulla mia spalla.

“Certo” dissi, amando gli appuntamenti semplici. C’era qualcosa di affascinante nella semplicità. Seduti con il proprio partner, semplicemente a chiacchierare e a godersi la compagnia dell’altro.

“Magari dopo potremmo andare a casa tua e guardarci di nuovo Tarzan?” suggerì lui, ghignando un po’.

“Tarzan è il miglior film di sempre!” dissi e mi diedi mentalmente uno schiaffo quando la mia voce diventò più profonda e spessa a causa dell’accento. Ah, quindi il piccolo Theodore aveva avuto la meglio su di me ancora una volta utilizzando la carta di Tarzan “Okay, questo non è una cosa molto carina, piccolo Theodore. Usare il mio amore per Tarzan contro di me, solo per sentire il mio accento” dissi, ricacciando indietro l'accento e facendo ritornare la mia voce melodiosa come al solito.

Il suo ghigno diventò più ampio “Continuerai a cascarci, lo sai pure tu”

“Probabilmente.” dissi con un sospiro “Purtroppo ho un’innaturale amore per Tarzan. Spero che tu abbia capito che verrai sempre secondo a quel film quando si tratta dei miei sentimenti”

“Questo mi fa sentire patetico”

“Il fatto che ti abbia messo al secondo posto dopo Tarzan dovrebbe farti sentire favoloso, come lo sei sempre” dissi baciandolo. Amavo la sensazione delle mie labbra contro le sue.

“Dovrei tornare nella Sala Studio adesso, prima che sospettino qualcosa.” disse, districandosi dal mio abbraccio “Ci vediamo dopo Dimitri”

Lo guardai andare via dallo spogliatoio. Mi appoggiai contro il muro, incrociando le braccia al petto e sorridendo all'emozioni che circolavano in me.

Amore.

Si, mi ero innamorato del mio piccolo Theodore. E potevo affermare dai suoi occhi che anche lui si era innamorato di me.

Adesso era ora che ci confessassimo il nostro amore a vicenda.

 

 

 

__________________________

Ehilàà,

ebbene si, ho pubblicato! è stata una sorpresa anche per me in effetti, non pensavo che sarei riuscita a tradurre un capitolo in un quattro ore, lol.

Purtroppo però è un capitolo cortissimo, i know :c

Ah, e comunque per me Dimitri (nella mia immaginazione) assomiglia troppo a Andy Biersack nel suo video 'They don't need to understand', ceh boh. Quel ragazzo è un figo della madonna, bisogna ammetterlo. Ahahah

Alla prossimaa :)

 

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Capitolo 19
*** Outside The Lines (19) ***


*****Theo's POV*****

"Voglio solo sapere cosa è successo al suo viso." disse Thalia, mentre stavamo cenando "Gliel'ho chiesto a Kim, ma lei comunque non me l'avrebbe detto il vero motivo. E poi Dimitri lo rende come se fosse stato tutto un gioco"

"Forse se lo è meritato" dissi, sobbalzando quando Thalia mi diede un colpo alla spalla.

“Thalia, non colpire Theo. Anche se questa volta se lo meritava” disse mamma con un sospiro.

“Theo, non puoi scherzare su questo. Hai visto anche tu com’era ridotto il viso di Dimitri” disse Thalia con una scintilla di preoccupazione negli occhi.

Girai la testa in modo che non avrebbe visto la mia espressione colpevole “Si, beh, forse ha fatto incazzare la persona sbagliata”

Alek non mi aveva parlato per tutto il giorno. Semplicemente fingeva che neanche esistessi. Adesso credo che mi abbia messo nella stessa categoria di suo fratello.

“Possiamo parlare di qualcos’altro che non sia Dimitri?” chiesi. Mi sentivo ancora in colpa per il fatto che fosse stato picchiato per la nostra relazione segreta.

“Bene, allora parliamo allora dei tuoi voti, Theo” disse papà.

“Quindi, cosa stavate dicendo su Dimitri Ivanov?” dissi con entusiasmo.

“Bel tentativo, ma no. I tuoi voti di matematica fanno schifo” disse lui semplicemente.

“Magari Dimitri potrebbe fargli da tutor” disse Thalia, agitando le sopracciglia verso di me.

“Preferirei tenermi i miei voti penosi, piuttosto” brontolai.

“Non mi importa nemmeno se è un tricheco ad aiutarti in matematica, voglio solo che tu abbia dei voti più alti. Sei pericolosamente vicino a farti lasciare la materia, Theo” disse papà sospirando.

“Si, si, si” dissi. Mi alzai e posai i piatti sporchi nel lavello prima di dirigermi nella mia stanza.

Mi sdraiai sul letto, prendendo la sciarpa di Dimitri da sotto i cuscini e avvolgendomela intorno al collo. Inalai il suo meraviglioso profumo, sorridendo leggermente.

Mi girai sul fianco, mille pensieri che mi correvano per la testa. Potevo chiedere a Dimitri un altro appuntamento domani. Potevamo andare di nuovo a cenare fuori e magari farci poi una passeggiata al parco o qualcosa del genere, visto che probabilmente l’idea di andare a casa sua e non era la più sicura in quel momento. Potevamo semplicemente rilassarci e passare un po’ di tempo insieme.

Mi addormentai così, con quei pensieri fra la testa e un sorriso sul viso.

 

************************

“Dimitri, la tua faccia sembra migliorare giorno dopo giorno” disse Thalia, indicando la sua guancia dove il livido era in via di guarigione. Quello sulla sua mascella era ancora messo abbastanza male, ma la guancia e l’angolo dell’occhio sembravano era migliorata, rispetto a ieri.

“Rimedi Russi” disse lui, giocando con il bordo della sciarpa.

Oggi Dimitri stava indossando dei jeans aderenti di un giallo luminoso,  un’incredibile e strana camicia che solo a guardarla mi facevano male gli occhi con il suo turbine di colori selvaggi e vivaci, al collo indossava una sciarpa blu che metteva in risalto i suoi gelidi occhi, i suoi usuali braccialetti, trucco e smalto. Ai piedi indossava invece delle Vans del colore di un arcobaleno scintillante, e i suoi capelli erano tirati su dal suo solito e glitterato ciuffo viola.

“Quei lividi te li ha fatti il fratello di Danni O’Dell?” Chiese Thalia.

Dimitri scosse la testa, ghignando un po’ “No, quando mi vede per i corridoio si limita solo a spintonarmi. Non sarebbe mai riuscito ad usare la violenza contro di me. Ad ogni modo, è stato solo un piccolo incidente, non preoccuparti”

“Sai cosa è successo?” mi chiese Oliver bisbigliando in modo che nessuno potesse sentirci.

“Si, e preferirei non parlarne” mormorai.

“Aspetta, sei stato tu?”” chiese scioccato “No perché ti chiederei di sposarmi se mi dicessi che sei stato tu a ridurre la sua faccia in quel modo”

Lo colpì nel braccio, lanciandogli un’occhiataccia “No, non l’ho fatto io”

“Fatto cosa?” chiese Thalia, osservandoci confusa.

“Non ho tradito Oliver.” dissi, facendo scivolare un braccio intorno le sue spalle “La nave Tholiver continua a navigare”

“Nessuno crede in Tholiver.” disse Thalia seccata “E per di più è un nome orribile, smettila di dirlo”

“Tu sei orribile!” affermò Oliver, facendole la linguaccia.

“Credo che siamo tutti meravigliosamente attraenti. Eccetto per il futile personaggio secondario” disse Dimitri.

Oliver fece il broncio ed io e Thalia ridacchiammo “Un giorno, voi tutti incomincerete ad apprezzarmi” mormorò Oliver.

“Dimitri, dopo scuola ci aiuti con il tutorial?” chiese Thalia.

“Credo di essere libero,” rispose lui annuendo “glielo faccio sapere anche a Kimberly”

“Sai, Theo in questo momento va abbastanza male in matematica. Gli servirebbe proprio un tutor” disse Thalia ghignando.

“Mi piacerebbe molto fare da tutor al mio piccolo Theodore!” disse Dimitri, facendomi l’occhiolino con fare civettuolo.

Arrossì e lanciai un’occhiata ad entrambi “Vi odio, tutti e due. Non ho bisogno di un insegnante privato di matematica. Ho i compiti del futile personaggio secondario da copiare” dissi, indicando con il pollice Oliver.

“Ehi!” esclamò Oliver “Da adesso non ti è più permesso di copiare i miei compiti, tu fottuto coglione!”

“Si lo sono” dissi, alzando gli occhi al cielo.

Oliver aggrottò la fronte “Si, okay, lo sei. Ma non ne sono lo stesso contento di questo!”

“Ed io invece si” dissi, accarezzandogli la testa.

Lui mi schiaffeggiò la mano, guardandomi “Non fare affondare la nave, Theo”

“La tua nave avrà successo tanto quanto il Titanic” disse Thalia sospirando.

“Molto interessante. Purtroppo ho degli affari da sbrigare. Ci vediamo dopo” disse Dimitri facendoci un breve cenno prima di andare verso il suo tavolo e sedersi con i suoi amici. Lo guardai mentre prendeva un taccuino e incominciava a disegnare con attenzione e precisione.

Quel ritratto di me che lui aveva disegnato era ancora chiaro nella mia mente. Resistetti all’impulso di alzarmi e andare a vedere cosa stesse disegnando in quel preciso istante. Era così incredibilmente bravo nel disegnare.

Rivolsi la mia attenzione su Thalia e Oliver, passando il resto dell’ora parlando con loro. La giornata proseguì lentamente fino all’ora di pranzo, dove ci sedemmo al nostro tavolo ed io nel frattempo cercavo con gli occhi una qualsiasi traccia di Dimitri per i corridoi.

Finalmente lo individuai mentre passeggiava con Kim e mi alzai. Mormorai qualcosa sul dover andare in bagno e mi precipitai fuori dalla stanza.

Dimitri mi vide nel momento in cui mi stavo dirigendo verso di loro. Mi guardò curiosamente quando aumentai il passo, ritrovandomi poi di fronte a lui. Non mi sentivo a disagio a parlare con Dimitri in pubblico in questo momento perché con noi c’era Kim. Lei sapeva della nostra relazione, almeno credo, e quindi non era un problema.

“Vorresti venire ad un appuntamento con me dopo scuola?” gli chiesi sottovoce.

“Ah, ma è meraviglioso piccolo Theodore! Certo, che voglio” disse lui vivacemente.

“Uh, scusami principessa ma oggi si presuppone che tu ci aiuti con il tutorial dopo scuola” gli ricordò Kim, alzando un sopracciglio al suo migliore amico.

Dimitri agitò la sua mano con indifferenza “Dirò a Thalia cara che è venuto fuori qualche impegno dell’ultimo minuto. Preferisco di gran lunga passare del tempo con il mio piccolo Theodore piuttosto che con un paio di bambini” rispose lui.

Kim annuì e sospirò “Okay, okay. Ti coprirò io, ma tu non ci abbandonare ogni giorno! Sei l’unico che ha abbastanza pazienza per sopportare quegli imbecilli in matematica” disse lei.

“Ehm scusami, sono anch’io un’imbecille in matematica” dissi facendo il broncio.

“Certo che lo sei. Ma io ho dei voti eccellenti in matematica, e quindi sarò in grado di aggiustare questo tuo piccolo problema.” disse Dimitri con un sorrisetto “Ti costerà solo un paio di baci”

“Posso vivere con questo peso sul cuore” dissi annuendo.

“Aw ragazzi, voi due siete così carini.” disse Kim sorridendo “E Theo è molto più carino dell’ultimo ragazzo con cui sei andato a letto” Kim mi scompigliò i capelli ed io le allontanai la mano piagnucolando.

“Kimberly cara, l’ultimo ragazzo con cui sono andato a letto ero uno dei tuoi amici. E poi non intenzione di andare a letto con il mio piccolo Theodore, per adesso. Lo sto frequentando, lentamente e con calma” disse Dimitri ridacchiando.

“Si, ma lui non era il mio amico più attraente. E comunque buon per voi ragazzi” disse lei, appoggiandosi contro Dimitri.

“Adesso devo ritornare da Oliver e Thalia. Volevo solo dirti che avremo un appuntamento dopo scuola” dissi, girandomi e tornando al mio tavolo senza dire un’altra parola. Dimitri già sapeva che ci saremmo incontrati negli spogliatoi alla fine della giornata scolastica.

Mi sedetti al mio tavolo, e sia Oliver che Thalia non sospettarono niente di niente. Mi ritrovai ad osservare Thalia nervosamente.

Se la sorella di Dimitri lo aveva picchiato quando aveva scoperto di noi due, cosa avrebbe fatto mia sorella? Thalia non era esattamente una persona violenta, ma di certo non era neanche la persona più calma e gentile del mondo.

Potevo vedere dal modo in cui lei guardava Dimitri che gli piaceva davvero. E a causa della sua natura civettuola, l’ha conquistata senza volerlo, il che rendeva tutta la situazione ancora peggiore.

Suonò la campana e ci incamminammo nella classe di Inglese. Dopo essermi seduto al mio solito banco, vicino a Dimitri, lui appoggiò la sua mano nella mia, senza farsi notare. Mantenni un’espressione neutrale nonostante il sorriso che voleva fare la sua comparsa sul mio viso.

“Bene, per il test su Amleto dovrete citare almeno tre versi dell’opera” disse Mrs. Slate scrivendo qualcosa sulla lavagna.

“Merda. Non riesco a ricordarmeli” sibilai.

“Puoi copiare da me. Ti darò un paio di citazioni” dissi Dimitri con un’alzata di spalle.

“Per una volta sono felice che tu abbia una strana ossessione per Amleto” dissi sollevato.

“Accogli sempre l’opinione altrui, ma pensa a modo tuo” *(Amleto Atto 1, Scena 3) disse ghignando e facendo di nuovo spallucce.

“Seriamente, hai una citazione di Amleto per tutto?” chiesi ruotando gli occhi.

“Chè l’abito rivela spesso l’uomo.” *(Amleto Atto 1, Scena 3) disse lui, indicando me e lui “Andando per la citazione del meraviglioso Polonio, credo che possiamo affermare che io sono quello favoloso e tu quello noioso, piccolo Theodore”

Alzai gli occhi al cielo, ancora una volta, colpendo leggermente il suo braccio “Sta zitto, non sono noioso. Semplicemente mi vesto come un normale essere umano, sei tu quello strano”

“Dimitri! Theo! Prestate attenzione” sbottò Mrs. Slate.

“Le mie scuse” disse Dimitri, i suoi occhi brillavano di divertimento. Mrs. Slate lo osservò, per poi girarsi verso la lavagna e continuare a scrivere.

Stemmo in silenzio per l’intera ora, seguendo la lunga e noiosa spiegazione di Mrs. Slate mentre parlava senza sosta di Amleto. Suonò la campana ed io ringraziai mentalmente tutti i santi del mondo conosciuti dagli uomini, alzandomi dalla sedia.

Scendemmo verso la Sala Studio sedendoci, come sempre, nel nostro tavolo. Guardai Dimitri e Kim entrare nella stanza un paio di minuti dopo il suono della campana, e la figura di Dimitri avvicinarsi a noi.

“Thalia mia cara, devo scusarmi. Non sono in grado di poter venire stasera per il tutor. È saltato fuori un impegno” disse lui con un drammatico sospiro.

Thalia si accigliò “Oh, okay Dimitri. Magari domani?”

“’Domani’ suona magnifico!” disse.

“E potremmo anche uscire insieme, dopo.” disse Thalia arrossendo “Voglio dire...lo sai, tu, io e Kim”

“Che idea deliziosa” disse lui, annuendo d’accordo. I suoi occhi slittarono su di me “Piccolo Theodore, ho una richiesta”

“Quale?” borbottai, gettando uno sguardo su di lui.

“Incontriamoci nell’ingresso principale dopo la Sala Studio. Ho una sorpresa per te” disse, facendomi l’occhiolino prima di andare verso il suo tavolo e sedersi vicino a Kim.

Sbattei le palpebre confuso “Che sorpresa potrà mai avere per me?” pensai ad alta voce.

“Forse ha intenzione di chiederti di sposarlo” rispose Oliver.

Lo guardai e gli diedi una gomitata sul fianco “Non è divertente Oliver!”

“Theo ha ragione. Mi chiedo quale possa essere la sorpresa che Dimitri abbia per lui” si chiese anche Thalia, con curiosità.

Alzai le spalle, cercando di non vagare troppo con la mente. Dimitri probabilmente aveva intenzione di fare qualcosa di davvero stupido, e dopo saremmo potuti tranquillamente uscire per il nostro appuntamento.

Cercando di togliermelo dalla testa, tirai fuori un libro dallo zaino e incominciai a leggerlo. Quando la campanella suonò, annunciando la fine dell’ora, gettai uno sguardo intorno alla Sala, notando che Dimitri se n’era già andato.

Presi lo zaino ed uscì fuori dalla stanza, diretto verso l’atrio della scuola con i miei amici a seguito. Mi guardai intorno per qualche segno di Dimitri tra la spessa folla di ragazzini.

“Piccolo Theodore”

Mi girai, ritrovandomi davanti Dimitri che mi sorrideva. Allungò la mano verso il mio viso, accarezzandomi delicatamente la guancia. Arrossì  e gli schiaffeggiai la mano, portandola lontana da me. Thalia e Oliver erano in piedi proprio davanti a noi, cazzo! Cosa diavolo stava facendo?

Lui mantenne il suo sorriso sul viso “Sei venuto”

“Si.” borbottai “Adesso che ti serve Dimitri?” volevo che si sbrigasse il prima possibile. Un paio di ragazzini erano in piedi a guardarci.

“Questo” Dimitri mi prese il viso con entrambe le mani e si abbassò per baciarmi davanti a tutti. Sentì alcuni bisbigli dalla folla di studenti.

Terrorizzato, spinsi Dimitri via da me e indietreggiai. Lo guardai con gli occhi spalancati e agitati.

“Cosa stai facendo?” dissi con voce strozzata. Adesso c’erano un sacco di persone che ci stavano guardando. Cosa diavolo gli era preso?

“Non voglio più nascondere la nostra relazione, piccolo Theodore. Ti amo” la sua espressione era sempre la stessa, ma la sua voce diventò terribilmente seria.

La mia bocca si spalancò mentre lo fissavo. Aveva davvero dichiarato il suo amore per me di fronte a tutte quelle persone? Mi guardai intorno e vidi molte persone fissarci, chi sorpreso, chi invece confuso, aspettando tutti una mia reazione.

Deglutì “Tu…tu sei un fottuto mostro!” esclamai.

Per la prima volta da quando l’avevo conosciuto, quella scintilla di divertimento sparì dai suoi occhi. Le sue labbra si contrassero, ma riuscì comunque a mantenere il suo solito ghigno.

“Dio, cosa diavolo ti fa pensare che io ti ami? Non mi piaci nemmeno! Sei solo un odioso mostro! LASCIAMI IN PACE!” mi girai nel momento in cui incominciò a perdere quel ghigno che tanto lo caratterizzava . Non potevo sopportare di vedere la sua espressione dopo quello che gli avevo detto. Io volevo…volevo solo che le persone non sapessero che fossi fidanzato con lui.

Corsi via per il corridoio. Corsi via fuori dalla scuola, spingendo la porta e uscendo fuori. Correndo via dal mio respinto e a mille pezzi fidanzato.
 

 

 

____________________________

Lascio a voi i commenti.

Alla prossima :c

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Capitolo 20
*** Outside The Lines (20) ***


"Alzi la mano, chi ha detto queste parole per prima? E con uno spettacolo di cuori sul pavimento, chi avrebbe mai voluto questo?” cantarono i Mayday Parade, mentre guidavo verso casa Ivanov.

Dovevo parlare con Dimitri. Thalia e Oliver mi avevano chiamato ininterrottamente e mandato un’infinità di messaggi, ma io li avevo ignorati tutti. Non riuscivo a smettere di sentirmi colpevole per il modo in cui avevo rifiutato Dimitri oggi, e adesso dovevo assolutamente parlargli.

Entrai nel suo vialetto e spensi la macchina. Presi un profondo respiro, cercando di calmarmi. Sicuramente Dimitri avrebbe capito, una volta che gli avrei spiegato tutto.

Scesi e percorsi il vialetto. Vidi il signor Ivanov seduto sui gradini ed aprì la bocca per chiedergli se Dimitri fosse a casa.

Ma subito dopo mi immobilizzai.

Quello non era il signor Ivanov. Era Dimitri.

Dimitri lentamente alzò lo sguardo, la sua espressione accuratamente calma. Lo fissai a bocca aperta, incapace di credere a quello che stavo vedendo.

“Dimitri.” riuscì finalmente a dire “Sembri così...così…”

“Normale?” suggerì lui, la sua voce profonda e spessa a causa dell’accento Russo.

“Si.” dissi in modo poco convincente “Normale”

Anzichè gli scandalosi vestiti che aveva indossato oggi, aveva solo una maglietta azzurra a maniche lunghe che gli cadeva morbidamente sul petto, dei jeans neri ed era senza scarpe. Aveva ancora lo smalto sulle unghia delle mani e dei piedi. Non vi erano i suoi soliti bracciali lungo le braccia e nessuna sciarpa ad avvolgergli il collo.

Non indossava trucco e i suoi capelli erano completamente del suo colore naturale: castano chiaro. Questi erano lisci e cadevano dolcemente contro la fronte, nessuna traccia di viola in essi. Aveva coperto le sue orecchie, nascondendo così alla vista i suoi molti piercing. Solo il suo anello al naso era visibile.

Sembrava un modello. Un pluripremiato, magnifico modello Russo. L’azzurro della maglietta risaltava molto il colore dei suoi occhi, facendoli brillare. Le sue ciglia erano spesse e scure, anche senza il mascara.

“Ma…i tuoi capelli viola…” dissi debolemente.

Lui fece correre una mano tra i suoi soffici capelli “Era il gel che usavo. Coloravano temporaneamente i miei capelli di viola. L’ho lavato via”

“Perché sei vestito in questo modo?” chiesi alla fine.

“Perché sono stanco, Theo” disse lui facendomi un sorriso stanco.

Theo.

Non mi aveva mai chiamato Theo prima d’ora. Solo piccolo Theodore.

“Non volevo ferirti” sussurrai, comprendendo quanto fosse grave la situazione.

“So che non volevi, ed è questo che lo rende peggiore. Eri così imbarazzato di stare con me per il modo in cui mi vesto ed agisco, che mi hai rifiutato. Pensavo davvero che mi avresti accettato per quello che sono” disse a bassa voce.

“Io ti accetto così come sei Dimitri. Non sono imbarazzato di te” dissi, sapendo che era una bugia. Lui era così tremendamente eccentrico. Se dovevo essere onesto con me stesso, ero imbarazzato di lui.

“Non mi mentire, Theo, posso vederlo dai tuoi occhi. Non mi piace quando le persone mi dicono le bugie” disse.

“Non mi hai mai chiamato Theo.” dissi, quasi disperato “Dimitri, giuro che non volevo farti del male. È stato così inaspettato e improvviso, non volevo davvero!”

“Ma l’hai fatto.” disse alzandosi. Allungò la mano e con le dita mi accarezzò dolcemente la guancia. Non indossava nessun anello “L’hai fatto, e quelle parole hanno urlato i tuoi sentimenti per me”

Alzai la mano, intrecciando le sue dita con le mie “Ti amo.” sussurrai “Questo è quello che provo per te, Dimitri. Ti amo”

“Lo so che mi ami, Theo. Ma tu odi il fatto che mi ami. Ti vergogni di me” disse, strofinando il pollice contro la mia nuca.

“Perché ti vesti in modo così stravagante? Guardati! Sei splendido vestito in questo modo!” dissi, indicandolo con la mia mano libera.

“Mi vesto come voglio io. Mi piacciono i colori selvaggi e pazzi. Sto a mio agio con me stesso, al contrario di te.” lo disse come se fosse una cosa di fatto, non in maniera cattiva “Anche se io non mi innamoro dell’aspetto, ma della personalità. L’aspetto è solo un bonus aggiuntivo”

“Dimitri-“ iniziai, ma lui scosse la testa verso di me, facendomi tacere.

“Non mi chiedere di vestirmi in modo ‘normale’. Non cambio per nessuno, Theo. Se qualcuno mi ama, mi ama per come sono. Sono selvaggio, pazzo ed eccentrico, ma mi accetto. È come sono sempre stato. Guarda ad esempio delle mie foto da piccolo: mai una volta nella vita sono stato la definizione della società di ‘normale’ e questo non mi ha mai dato fastidio. Non mi dà fastidio nemmeno adesso, dopo essere stato rifiutato dal ragazzo che amo per il mio modo di essere. Io non ti chiederei mai di cambiare, Theo, quindi non osare chiederlo a me. Ti ho suggerito di aggiungere un po’ di colore nella tua vita. Ho mai provato a cambiarti? No. Io sono io, e non cambio per nessuno” la sua voce rimase calma e controllata per tutto l’intero discorso.

“Dimitri, per favore. Mi dispiace, ti chiedo scusa.” disse onestamente“ Non volevo ferirti e non volevo nemmeno cambiarti”

“Il fatto che hai fatto questo senza neanche pensarci più di una volta, rende il tutto molto peggio, Theo” disse con un sospiro. Mi strinse forte la mano “Ma io credo sempre che la causa e l’inizio del risentimento sia l’amore respinto” *(Amleto Atto 3, Scena 1) citò tranquillamente.

Ebbi un tuffo al cuore e mi inumidì le labbra secche “Citi ancora Amleto?” chiesi, cercando di sdrammatizzare la situazione.

“Theo, noi abbiamo chiuso” disse, togliendo la sua mano dalla mia e facendola cadere al suo fianco.

“Cosa?” chiesi, il mio cuore si fermò.

Mi fece un sorriso triste “Abbiamo chiuso, con la nostra relazione. Ti amo e so che mi ami anche tu, ma tu sei troppo imbarazzato di me, per cui questa relazione non può più funzionare. Quindi ti sto lasciando, Theo. Prima o poi passerai sopra tutto questo e ti innamorerai di qualcuno…di normale”

“No” affermai, afferrandogli il braccio “No, Dimitri per favore. Mi dispiace averti ferito, ma non voglio nessun altro. Voglio solo te”

Lui con calma guardò in basso verso la mia mano poggiata sul suo braccio “Lasciami, Theo. È finita. Hai reso i tuoi sentimenti molto chiari, oggi. Alla fine il tuo odio ha avuto la meglio su di te, quindi basta, è finita. Porgo le mie scuse, credevo veramente che saresti stato capace di passare al livello successivo con la nostra relazione”

“E tu?” chiesi disperatamente.

“Non riesco a dimenticare dei sentimenti così facilmente. Ma da egoista quale sono, voglio solo il meglio per te. A te non sta bene il fatto di stare con me, quindi voglio vederti andare avanti con la tua vita ed essere felice” disse, togliendo la mia mano dal suo braccio.

Si avvicinò a me, strofinando il pollice contro il mio labbro inferiore. Si abbassò e mi baciò, lentamente, dolcemente e tristemente.

Quando si allontanò da me, mi fece di nuovo un sorriso malinconico e straziante “Parlerò io con Thalia, se non vuoi farle sapere la verità”

“Lo dirò a tutti. Dimitri, per favore.” i miei occhi lo stavano supplicando “Dammi un’altra possibilità”

Lui scosse la testa “No, è troppo tardi ormai, Theo. Mi dispiace”

Si girò e ed io lo guardai impotente. Lentamente tornò dentro casa, chiudendo pacatamente la porta di casa.

Scesi giù verso il suo portico, mordendomi le labbra e provando a mantenere sotto controllo i miei sentimenti. Impazzire, urlare e piangere come una ragazzina non mi sarebbero stati di aiuto in questo momento. Mi sedetti sui gradini, cercando di rilassarmi e calmarmi almeno un po’.

“Cosa gli hai fatto?”

Alzai lo sguardo su Galen. Stava stringendo una palla di gomma tra le mani e mi resi conto che aveva sicuramente origliato, dall’altra parte della casa.

“Cosa gli hai fatto?” ripetè lui “Non ho mai visto Dimitri così sconvolto prima d’ora. Mai! È venuto a casa e sembrava così triste. Non voleva parlare né con papà, né con mamma, né con me! E non si è mai vestito così, Theo.” il labbro gli tremava “Mamma e papà sono spaventati”

Il mio cuore sprofondò a quelle parole “Non avevo intenzione di renderlo così triste” dissi miseramente.

“Mi avevi giurato sul mignolo che non avresti fatto del male al mio fratellone!” esclamò, i suoi occhi lacrimavano “Dimmy non è mai stato così triste e ferito, prima di adesso!”

La porta principale venne aperta prima che avessi avuto la possibilità di dire qualcosa. Lanciai un’occhiata oltre le mie spalle e vidi il signor Ivanov.

“Theo” la sua voce era fredda. I suoi occhi slittarono sul piccolo “Galen, vieni dentro adesso, per favore. La cena è pronta”

“Papà, Theo ha fatto qualcosa a Dimitri!” disse Galen, asciugandosi gli occhi dal pianto e puntando un dito accusatorio su di me.

“Lo so. Adesso vieni dentro” disse il signor Ivanov.

Galen mi lanciò un’occhiata e mi passò vicino, entrando in casa, afferrando la mano di suo padre. Lui mi diede invece un’occhiata disgustata.

“Non so quello che hai fatto a Dimitri, ma è meglio che tu sappia che non mi piace vederlo in quel modo. Quindi è meglio che cerchi di aggiustare tutto”

Seppellì il viso fra le mie mani, affranto. Presi un profondo respiro e mi alzai, entrando in macchina. Fermai tutti i pensieri che mi si affollavano in testa mentre guidavo.

Sospirai ed entrai in casa. Venni quasi attaccato da Thalia che balzò su di me, afferrandomi le spalle.

“Cosa diavolo è successo a scuola?” domandò.

“Mi ha detto che mi amava ed io l’ho rifiutato” mormorai.

“Mio dio Theo! Non hai visto il dolore sul suo viso. Tutti stavano ridendo e sussurrando, ma non prestava attenzione a nessuno di loro. Semplicemente era rimasto ad osservare la porta da dove eri corso via, con quell’espressione ferita sulla faccia.” disse, lasciandomi e strofinandosi le tempie “Perché comunque ha detto di amarti? Sembrava molto serio a riguardo”

“Perché ci stavamo frequentando in segreto” dissi. Lei mi guardò scioccata ed io annuì, spiegandole velocemente tutto quello che era successo.

Lei scosse lentamente la testa “Non ci posso credere” sussurrò. Mi colpì sul petto ed io feci una smorfia, accarezzandomi il punto dove ero stato colpito. Mi fissò “Lo sai bene Theo! Lui era l’unico ragazzo che mi piaceva davvero e tu…non è neanche per il fatto che vi frequentavate di nascosto! È per il fatto che l’hai ferito e imbarazzato di fronte all’intera scuola!”

“Tu pensi che non ci stia male per questo?” domandai, restituendole lo sguardo “Sono appena stato a casa sua, ho provato a scusarmi, ho cercato di aggiustare il mio sbaglio! Ma a quanto pare ho mandato tutto a fanculo, e anche solo poter sperare di riparare è inutile. Ho perso il ragazzo di cui mi ero fottutamente innamorato!”

La spintonai, ed ignorai i mie genitori quando arrivarono davanti alla porta principale, attirati dalla mie urla. Mi precipitai su per le scale, chiudendomi a chiave nella mia stanza e crollando sul letto.

Allungai la mano sotto il cuscino, prendendo la sciarpa di Dimitri. Me l’avvolsi intorno al collo, respirando il suo odore e cercando di calmarmi. Non potevo credere di aver rovinato tutto con Dimitri. Adesso l’avevo perso e non potevo riprendermelo di nuovo.

Perché lo avevo rifiutato? Perché sono così imbarazzato dell’eccentricità di Dimitri? Perché ero così dannatamente stupido?

“Mi odio” mi lamentai ad alta voce, sbattendo la testa contro il cuscino, desiderando di poter cancellare quest’orrenda giornata.

Sentì un rumore in direzione della porta e guardai come questa si spalancò. Mia madre nascose una forcina nella sua tasca ed entrò in casa, chiudendo poi la porta. Si avvicinò e si sedette sul bordo del mio letto, aggrottando le sopracciglia.

“Thalia mi ha detto quello che è successo a scuola,” disse “ma voglio sentire anche la tua versione. Quindi dimmi esattamente cosa è successo. Tutto, Theodore”

Mi alzai, stringendo la sciarpa di Dimitri. Sospirai e dissi a mia mamma tutto quello che c’era da sapere, dal momento del nostro primo bacio fino a quello che successe a casa di Dimitri.

Quando finì, incominciai a giocare tristemente con l’orlo della sciarpa. Gemetti ad alta voce quando mia mamma mi schiaffeggiò sulla nuca. Alzai lo sguardo su di lei scioccato.

“E quello per cosa diavolo era?”chiesi, strofinandomi la testa.

“Per star rinunciando a lui così facilmente” rispose lei.

“Lui non mi vuole più, ormai” dissi, facendo cadere lo sguardo sulle mie mani “Ehi! Smettila di schiaffeggiarmi!” sbottai quando mi diede di nuovo un colpo sulla nuca.

“Theo, lui ti vuole ancora. Pensa solo che sei tu quello a non volerlo.” disse, scuotendo la testa verso me “Perciò se lo ami come tu affermi, devi dimostrare che lo vuoi davvero. Sì, hai fatto un casino. Sì, ci vorrà del tempo perché lui ti perdonerà, ma se ami veramente Dimitri, devi tenere duro. Ti perdonerà se continui a provarci, so che lo farà”

Cercai gli occhi di mia madre. Non aveva mai avuto torto prima d’ora e speravo tanto che non iniziasse proprio adesso ad averne.

“Come posso dimostrarglielo?” chiesi.

“Incomincia a riparare per quello che è successo oggi. Se sei troppo imbarazzato di stare con Dimitri, allora non avere neanche la briga di cercare di riaggiustare tutto. Ma se invece lo ami davvero, devi solo accettare la sua stravaganza. Sii più aperto sulla tua relazione, Theo. È un buon inizio.” disse, mettendomi un braccio sulle spalle “Sei un’idiota e hai fatto un gran casino, ma se ancora in tempo a rimettere tutto a posto, prima che sia troppo tardi”

“E se non mi perdonasse?” chiesi, improvvisamente spaventato.

“Non lo saprai mai se non ci provi.” rispose lei, baciandomi la guancia “Ed è meglio che parli con Thalia, prima che si arrabbi davvero con te. Dille tutto. Conosco tua sorella. Per un po’ sarà incazzata con te, e poi ci passerà sopra e ti aiuterà”

“Si, va bene.” dissi sospirando “Falla venire qui, per favore”

“Theo, tutto andrà per il meglio, vedrai” disse, alzandosi e lasciando la mia stanza.

Aspettai fino a quando entrò Thalia. Lei individuò subito la sciarpa di Dimitri e mi lanciò un’occhiata mentre si sedeva sul bordo del letto.

“Che c’è?” chiese, la sua voce piatta.

Ripetei tutto quello che avevo detto a mia madre. Quando ebbi finito, studiai attentamente la faccia di Thalia. Sembrava combattuta tra la voglia di odiarmi e quella di abbracciarmi.

Sospirò “Va bene, okay, ho capito. Sono ancora incazzata con te, quindi non pensare che non lo sia, ma ti aiuterò lo stesso visto che tu e Dimitri siete felici insieme...Hai fatto una grande cazzata, questo è vero, ma ti aiuterò” disse.

“Come?” chiesi.

“Primo, abbiamo bisogno di valutare quanto sia grave la situazione, quindi andiamo a far visita a Kim e vediamo cosa sa” affermò Thalia, prendendomi la mano e tirandomi con lei. Riuscì a malapena a gettare la sciarpa di Dimitri sul letto prima di trascinarmi letteralmente fuori dalla stanza e fuori casa, verso la macchina.

Thalia guidò per circa dieci minuti fino ad arrivare davanti alla casa di Kim. Scendemmo dall’auto e suonammo il campanello. Kim aprì la porta ed impallidì.

“Thalia. Theo. Cosa ci fate qui ragazzi?” chiese, la sua voce e la sua espressione erano cautamente neutrali.

“Dobbiamo parlare con te, Kim. Sai che non avrei portato Theo qui se non fosse sinceramente dispiaciuto per quello che ha fatto a Dimitri. Ero arrabbiata quanto te, ma ho parlato con Theo. Ascolta solo la sua versione, per favore” disse Thalia.

Kim annuì e si fece da parte, lasciandoci entrare. Ci guidò su per le scale fino alla sua stanza e, dopo averci fatto entrare, chiuse la porta. Ci sedemmo tutti sul suo letto.

“Come sta?” chiesi, la mia voce si udiva a malapena “Sta…sta bene?”

“No,” disse Kim duramente “non sta bene Theo. Sono la sua migliore amica da quasi dieci anni e non ho mai visto neanche una volta Dimitri Ivanov sconvolto e depresso. Lui è sempre quello felice e ottimista, semplicemente la tristezza non è parte di lui. Oggi però sono andata a fargli una visita e invece sembrava come se non riuscisse a trovare in sé la felicità. Certo, poteva sempre forzare un sorriso o una risata, ma per una volta nella vita non era felice, Theo. Mi ha detto che sei andato da lui ed che ha rotto con te. Mi ha detto che voleva solo vederti felice. Ti amava davvero”

Mi lasciai cadere sul letto, desiderando di potermi fondere nel pavimento e morire per terra. Me lo meritavo per tutto quello che avevo fatto a Dimitri.

“Ti vergogni e sei imbarazzato di lui, questo è quello che mi ha detto. Non dirmi stronzate Theo, è vero quello che mi ha detto Dimitri?” domandò Kim.

Annuì miseramente “Non voglio che abbia ragione, almeno non su questo,” dissi, nessuna emozione nella mia voce “ma è così. Se solo mi desse un’altra possibilità, potrei riparare tutto. Giuro, risolverei tutto”

“Dimitri può essere strano e un po’ pazzo, ma non è una cattiva persona. Forse non prende nulla sul serio, ma la vostra relazione si, Theo. Era una delle cose più serie della sua vita.” disse Kim guardandomi mentre parlava “E tu lo hai umiliato di fronte a tutti, rifiutandolo”

“è stato un’incidente!” esclamai.

“Stronzate. È come dire che l’11 Settembre è stato solo un’incidente.” esclamò indignata Kim. Prese un profondo respiro per cercare di restare calma “Lui è il mio migliore amico, Theo. Non è mai stato così, nemmeno una volta. Dimitri non è mai triste o malinconico, l’hai ferito davvero. I suoi genitori si preoccupano già abbastanza per quanto sia spensierato e irresponsabile, ma adesso sono davvero preoccupati”

“E sua sorella?” chiesi. Non avevo detto a Thalia e mamma anche il fatto che Dimitri e Alek fossero fratello e sorella quando gli avevo raccontato della nostra, oramai non più segreta, relazione.

L’espressione di Kim si rabbuiò “Lei è felice per quello che gli è successo a Dimitri. Ma cosa ci si può aspettare da una sgualdrina malata che odia il proprio fratello?”

“Come posso sistemare tutto, Kim? Devo farlo per forza. Devo farmi perdonare da Dimitri” dissi disperato.

“Non so se puoi sistemare le cose, Theo. Dimitri è convinto che sarai più felice se non stai con lui” disse lei.

“Devo provarci.” dissi. Mi passai una mano tra i capelli “Non lo perderò senza prima combattere”

Kim mi guardò con occhi tristi “Ti odio per quello che hai fatto, Theo, ma so che ci tieni a lui. Sai come iniziare l’intera procedura del ‘sistemare le cose con Dimitri’ e non so se funzionerà, ma se vuoi davvero provarci, sai cosa devi fare”

Annuì “Lo so. Domani,” dissi “verrà a scuola domani?”

“Si, solo per rendere i suoi genitori più tranquilli, andrà a scuola” confermò Kim.

Thalia appoggiò una mano sulla mia spalla, guardandomi negli occhi. Era terribilmente seria.

“Theo, fai quello che devi fare solo se sei pronto ad essere completamente aperto e sincero con Dimitri. Se non lo sei, non farlo o gli farai solo ancora più male” disse lei.

“Sono pronto, davvero.” dissi sicuro “è solo che…oggi…è successo tutto così all’improvviso, non me l’aspettavo. Ma ci ho pensato su ed ho deciso. Credo che Dimitri l’abbia ammesso pubblicamente perché pensava fossi pronto. Pensava che lo amassi abbastanza. L’ho deluso una volta, ma non succederà di nuovo”

“Bene,” disse Thalia togliendo la mano dalla mia spalla “Kim ed io quando possiamo, ti aiuteremo”

Kim annuì, ma dopo mi lanciò un’occhiataccia “Ma non pensare che stia facendo questo per te, Theo, sono ancora incazzata con te. Sto facendo tutto questo per Dimitri, odio vederlo in quel modo. Non sembra nemmeno lui, quindi voglio solo far ritornare a galla il vero Dimitri e farlo ritornare felice. Questo è il perché ti sto aiutando, non confonderli”

“Lo so,” dissi, incapace di incontrare i suoi occhi “e sono davvero felice che lui ti abbia vicino, Kim. Sei sempre tu quella che si prende cura di lui”

Sospirai e mi sdraiai di nuovo. Sapevo già cosa fare domani. E Kim aveva ragione: Dimitri potrebbe anche non perdonarmi mai. Ma avevo intenzione di fare tutto quello che era possibile per far ritornare il vero Dimitri e farmi perdonare per quello che avevo fatto oggi.
 

 

_____________________

Ce la farà Theo? Cos'ha in mente? Ma soprattutto, come reagirà Dimitri?

Non so perché ma questo capitolo l’assocerei troppo a ‘I Won’t Lie’ dei Go Radio. Secondo me ci sta alla perfezione.

Un bacio e alla prossima <3

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Capitolo 21
*** Outside The Lines (21) ***


“Sei sicuro di volerlo fare, Theo?” chiese Thalia, dopo essere entrati a scuola.

“Si” dissi annuendo sicuro.

“Non lo so Theo,” disse Oliver con un sospiro. Lo avevamo informato su tutto “che succede se oggi non viene a scuola? Io non l’ho ancora visto”

“Kim mi ha mandato un messaggio, sono già entrati” disse Thalia riponendo il suo telefono in tasca.

“Allora andiamo” dissi, passando vicino un gruppo di ragazzini.

Alcuni di loro mi lanciarono un’occhiata e scoppiarono in bisbigli eccitati. Strinsi i denti proseguendo per la mia strada, i miei occhi che cercavano Dimitri.

Onestamente, il mio sguardo sarebbe passato oltre lui, se non avessi visto Kim vicino a lui. Non sembrava nemmeno lui.

I suoi capelli erano liberi dal ciuffo ed erano abbastanza lunghi da coprirgli le orecchie, come quando l’avevo visto ieri. I suoi capelli castano chiaro risaltavano in modo perfetto con il colore della sue pelle e degli occhi. Quei capelli sembravano così soffici e invitanti che volevo solo immergerci le mani e non toglierle mai più.

Indossava dei jeans sbiaditi strappati alle ginocchia, una maglietta grigia aderente a scollo V, le braccia erano ricoperte da braccialetti di tutti i tipi, intorno al collo una sciarpa azzurra e ai piedi delle All Stars rosse.

Sembrava troppo normale. Mi faceva male il cuore vederlo così e stavo quasi per correre fuori dalla scuola, dopo averlo guardato una seconda volta.

Se solo si fosse vestito così tutte le volte…

Scossi quel pensiero fuori dalla testa. No, quello non era Dimitri, e aveva ragione ieri: se lo avessi amato davvero, lo avrei amato per quello che era. Lui non era uno di quei ragazzi che si vestono normalmente, tranquilli e senza carattere, lui era selvaggio, strano e stravagante. Ed era il ragazzo di cui mi ero innamorato.

Thalia e Oliver stavano guardando Dimitri attentamente. Potevo vedere lo shock dipinto sulle loro facce alla sua vista. Un paio di ragazzi vicino l’entrata ebbero una reazione a scoppio ritardato dopo averlo visto, continuamdo poi a bisbigliare tra di loro. Era più vicino alla normalità di quanto non l’avessi mai visto.

Deglutì, feci un respiro profondo per tranquillizzarmi e dopo marciai dritto verso di lui, spingendo lungo la strada i ragazzi che avevo davanti, fino a quando non raggiunsi Dimitri.

Lui mi guardò sorpreso “Theo. Cosa stai facen-“

Gli presi il viso con entrambi le mani e feci scontrare le mie labbra con le sue. Sentì il sospiro trattenuto dalle persone che ci circondavano, ma li ignorai. Baciai Dimitri appassionatamente, come se non ci fosse stato un domani, lasciando che la mia mano afferrasse i suoi morbidi capelli.

Dimitri appoggiò una mano sulla mia spalla, spingendomi gentilmente via da lui. I suoi occhi di ghiaccio lasciavano trasparire uno sguardo prudente e allo stesso tempo tormentato.

“Ti amo,” dissi, la mia voce chiara e sincera “e mi dispiace per ieri”

“Credo che dovremmo parlarne altrove” disse con un ghigno sul viso mentre mi prendeva la mano e mi portava lontano da tutta quella folla. Il mio stomaco però si strinse in una morsa dolorosa quando lo guardai meglio. Quello non ero il suo solito ghigno, era solo uno falso destinato alle giovani ragazze pettegole della scuola.

Mi fece entrare all’interno di una classe vuota e chiuse a chiave la porta. Si girò e abbandonò il ghigno dalla faccia.

“Non volevo imbarazzarti davanti a tutte quelle persone.” disse ed io trasalì. Mi ignorò e continuò a parlare “Non torneremo insieme Theo, quindi per favore smettila”

Feci dei passi verso di lui, prendendo la sua mano “Dimitri, mi dispiace davvero tanto per ieri, ma farò davvero di tutto per farmi perdonare da te”

“Una disgrazia incalza alle calcagna un’altra, tanto presto si succedono" citò lui, togliendomi gentilmente i capelli dagli occhi. Tolse poi la sua mano dalla mia “Vuoi davvero farti perdonare?”

“Si.” dissi ardentemente “Si, lo voglio. Farò di tutto, devi solo dirmelo, Dimitri”

“Allora trovati qualcun altro, vai avanti con la tua vita” rispose lui.

Si girò, deciso ad andar via, e la mia bocca si spalancò dallo stupore. Percorsi quei pochi passi di distanza che ci separavano e gli afferrai il braccio, facendolo ruotare verso di me. Lo schiaffeggiai più forte che potei.

“Beh, questo è stato piuttosto scortese” disse, sembrando imperturbabile.

“Questo non sei tu, Dimitri. Questo è un ragazzo depresso. Non ti vesti nemmeno come sempre! So che ho mandato tutto a fanculo, ma sto provando a riaggiustare tutto. Sono disposto a fare tutto quello che serve per riaverti indietro e farmi perdonare. Non ho intenzione di lasciarti e di trovarmi qualcun altro. Non voglio nessun altro, voglio solo te. Ti amo. Continuerò a provare a riconquistarti fino all’ultimo giorno della mia vita, se ce ne fosse bisogno, perciò potresti anche perdonarmi adesso” dissi.

“Adesso dici questo, ma non lo pensi davvero. E comunque ti stancherai prima o poi. Devi sapere fin da adesso che sono molto testardo, Theo” disse, dandomi lo stesso sorriso triste di ieri.

“Smettila. Tu non mi chiami mai Theo” dissi debolmente quasi sull’orlo delle lacrime.

“Ti sto dando solo quello che volevi. Mi chiedevi sempre di chiamarti Theo” disse con alzata di spalle.

“Mi perdonerai mai?” gli chiesi quasi sottovoce.

Lui portò il mio corpo più vicino al suo “Non c’è niente da perdonarti, Theo. Hai solo fatto chiarezza con i tuoi sentimenti, come potrei mai arrabbiarmi per questo?” pressò le sue labbra sulle mie tempie “Non sono deluso da te. Sono solo deluso del fatto di aver avuto torto. Pensavo che mi amassi abbastanza da aprirti una volta per tutte, ma mi sbagliavo. Non te ne sto facendo una colpa e mi scuso per averti dato quest’impressione”

“Possiamo tornare insieme, per favore? Dammi un’ultima possibilità” lo pregai.

“No. Per favore, non chiedermelo di nuovo Theo. La mia risposta non cambierà.” poggiò una mano sulla mia nuca, alla ricerca dei mie occhi. Notai che oggi aveva gli anelli alle dita “Mi dispiace, ma sto facendo questo solo per te. Forse mi odierai, ma almeno sarai felice”

Lasciò la mano cadere al suo fianco e si girò. Lo guardai mentre lasciava la stanza lentamente. Non era la sua solita ottimistica, spavalda, presuntuosa uscita, solo una triste e lenta.

Quando la porta si chiuse del tutto, scivolai contro il muro, avvolgendomi le braccia intorno al petto per confortarmi. Lui non mi avrebbe mai perdonato. Avevo davvero perso Dimitri.

La porta si riaprì, ma non mi preoccupai di alzare lo sguardo. Sentì una mano sulla mia spalle e mi costrinsi ad alzarmi dal pavimento.

“Dai, andiamo. La campanella è suonata da un pezzo” disse Oliver.

“Non voglio torna in classe. Possiamo andarcene via?” chiesi.

“Thalia immaginava che te ne saresti voluto andare. Mi ha detto che aveva intenzione di restare e parlare a Dimitri” disse lui, guidandomi fuori dalla classe.

Uscimmo dalla scuola diretti verso il parcheggio. Entrai in macchina e l’accesi, pronto per ritornare a casa mia.

“Oliver, non so più che fare” mi lamentai.

“Quello che devi fare è calmarti in modo da evitare un incidente stradale” disse lui, quando guidai pericolosamente vicino al lato sbagliato delle strada. Corressi la mia guida e sospirai.

“Scusa, scusa”

“Torniamo a casa e poi potrai piangere sulla mia spalla, o quello che vuoi. Per favore, non farci uccidere. Se vuoi essere la tipica ragazza che si suicida dopo una relazione finita, almeno fallo quando non ci sono anch’io in macchina”

“Sei davvero il migliore amico che si possa avere, Oliver”

“RAGAZZO TU HAI LE CHIAVI, ADESSO STA ZITTO E GUIDA. Sì, ho citato Rihanna se non te ne fossi accorto”

Sospirai e scossi la testa, arrivando davanti casa e parcheggiando nel garage. Entrammo poi in casa, che era vuota, diretti in salotto.

“Adesso posso lamentarmi per la mia relazione andata in frantumi?” chiesi ironico.

Oliver annuì “Si, adesso puoi”

“OLIVER, IO E DIMITRI NON CI RIMETTEREMO MAI E POI MAI E POI MAI INSIEME”

“AVEVO DETTO CHE POTEVI FARE LA RAGAZZINA PIAGNUCOLONA, NON CHE POTEVI CANTARE TAYLOR SWIFT”

“CANTARE MI FA SENTIRE MEGLIO, NON GIUDICARMI, OLI”

“CANTA QUALCOS'ALTRO OLTRE A DELLE CANZONI PER RAGAZZINE”

“NON SO Più CHE FARE OLI. L’HO BACIATO DI FRONTE A TUTTI, MI SONO ANCHE SCUSATO, HO ANCORA LA SUA DANNATA SCIARPA ED HO PERFINO SOPPORTATO IL SUO TERRIFICANTE FRATELLINO” seppellì il viso fra le mani, perdendo le speranze.

“Theo, perché non vai a casa sua dopo scuola? Chiedi a Kim se Dimitri è a casa e gli vai a parlare” propose Oliver.

“Oliver, suo padre molto probabilmente è il capo della mafia Russa!” sbottai.

“Beh, se lui ti vedesse mentre cerchi di scusarti con Dimitri, forse saprà come aiutarti. Forse i genitori di Dimitri gli parleranno. Ovviamente non gli parleranno del suo stile nel vestirsi, ma forse potrebbero convincerlo almeno a farti dare un’altra possibilità e farti perdonare” disse.

“Sei un genio!” esclamai contento, lanciandomi su di lui e baciandogli le guancie “Sei ufficialmente stato promosso da futile personaggio secondario a genio, Oliver Bradley Castro!”

“Okay Theodore Taylor Light.” disse, spostandomi da lui e ridendo “Cosa avrai intenzione di dire a Dimitri quando arriverai lì?”

“Semplicemente scoppierò a piangere e lo pregherò di rimettersi con me” dissi, la mia voce suonava come se fosse una cosa ovvia.

Oliver sospirò “No Theo. Innanzitutto inizierai col dire che non sono un futile personaggio secondario. Poi gli spiegherai quello è successo. Lui ha sbagliato ad annunciare la vostra relazione in questo modo, tu non eri pronto. Sì, tu hai reagito molto male, ma l’ha voluto lui alla fine. Assicurati perciò di precisare il fatto che lui aveva sbagliato e otterrai almeno la sua attenzione mentre gli spieghi tutto”

“Posso portarti con te? Fingerò di avere la laringite e tu potrai ‘tradurre’ per me” dissi.

“No! Andrai da solo. Non voglio andare a casa di Dimitri” rabbrividì Oliver al solo pensiero.

Sospirai e mi sdraiai sul divano, poggiando la mia testa sulle sue cosce. Accendemmo la televisione e guardammo un film fino all’arrivo di Thalia a casa, un paio di ore dopo.

“Beh?” chiesi, alzando pigramente lo sguardo su di lei. Non mi ero mosso dalla mia posizione.

“Ho provato a parlargli, ma cercava sempre di cambiare argomento. Era sempre come parlare con Dimitri ma…era come se fosse senza cuore, senza emozioni, ve lo assicuro.” disse sospirando “Non era eccentrico come al solito. Continuava a parlare come se fossimo ancora nell’epoca vittoriana o cose del genere, però ci chiamava solo Kim o Thalia, non usando nessuno dei suoi soliti aggettivi stereotipati”

Le spiegai il piccolo piano che Oliver ed io avevamo escogitato. Thalia chiamò Kim, che le assicurò che Dimitri fosse a casa e che fosse chiuso nella sua stanza.

“Buona fortuna” mi dissero i miei due migliori amici mentre mi guardavano prendere le chiavi della macchina ed entrare in auto un paio di minuti dopo. Loro non venivano, sapevano che avevo bisogno di stare da solo con Dimitri, anche se non volevo.

Dopo essere arrivato al vialetto di casa Ivanov, presi un profondo respiro ed uscì dalla macchina, suonando poi il campanello.

Il signor Ivanov non appena aprì la porta mi lanciò un’occhiataccia “Cosa vuoi?” chiese con il suo forte accento.

“Ho bisogno di parlare con Dimitri” dissi, provando a sembrare sicuro di me stesso.

“Penso che tu abbia fatto abbastanza, lascialo in pace” disse severamente.

“Signor Ivanov, Dimitri ed io abbiamo entrambi incasinato tutto, abbiamo fatto entrambi degli errori e adesso voglio riaggiustare tutto. Se lei pensa che a me piaccia vedere Dimitri depresso, si sbaglia di grosso. Odio vederlo ridotto in quello stato. Non ho intenzione di urlargli contro e picchiarlo come ha fatto Kayden, voglio solo scusarmi con lui e spiegargli ogni cosa” dissi, trattenendo a stento la mia pazienza.

Il padre di Dimitri impallidì. Lentamente si fece da parte e mi fece entrare in casa. Lo guardai nervosamente, sperando che non mi avrebbe strappato la spina dorsale per usarla poi come stuzzicadenti.

“Se gli fai del male, te ne farò io a te.” disse tranquillamente “Lui non pensa mai alla sua salute, non prende le cose seriamente, è un pericolo per se stesso e fa spesso cose stupide, ma è pur sempre mio figlio. Perciò, se fai del male a Dimitri, te ne farò pentire”

“Davvero confortante da sapere” mormorai, correndo lontano da lui.

Salì le scale, verso la camera di Dimitri. Presi un altro profondo respiro ed aprì al porta, entrando nella stanza.

Dimitri era seduto alla sua scrivania, le sue braccia si muovevano violentemente, un’espressione frustrata sul viso. Hugo era seduto sul letto, mentre guardava Dimitri con curiosità.

Dimitri fece uscire un sospiro frustrato dalle sue labbra mentre con una mano tormentava i suoi morbidi capelli. Stropicciò il foglio su cui aveva disegnato qualcosa, gettandolo dietro di sé, per terra, dove giacevano molti altri fogli accartocciati su se stessi.

Tirò fuori un altro sospiro, la frustrazione aveva abbandonato il suo viso. Lasciò cadere la matita sulla scrivania e osservò in basso, sembrando del tutto esausto.

Camminai silenziosamente verso il foglio di carta, lo raccolsi e lo dispiegai. Feci un verso stupito e Dimitri si girò.

“Theo,” disse “non ero stato informato che tu fossi qui”

“Stavi cercando di disegnarmi.” dissi, ammirando il bellissimo ritratto di me stesso “è così perfetto. Perché l’hai stropicciato?”

“I tuoi occhi.” disse semplicemente, guardandomi “Non riesco a disegnarli. È una cosa abbastanza frustrante per me”

“Tutti questi sono…” la mia voce si spense ed io indicai gli altri fogli stropicciati sparsi sul pavimento.

Dimitri annuì “Si, tutti tuoi ritratti, tutti con un’orrenda espressione negli occhi”

Posai il disegno sul tavolo e afferrai la sua mano. Lui lasciò che lo alzassi dalla sedia, in modo da essere faccia a faccia.

“Dimitri, ti sei sbagliato.” dissi, pensando a quello che mi aveva detto Oliver “Non dovevi esporre la nostra relazione in quel modo, non ero ancora pronto. Questo è il perché ho reagito così”

“So di aver sbagliato, ma tu sai che non è questo il motivo per cui hai reagito in quel modo” disse lui.

Feci una smorfia “Okay, si, ero imbarazzato di te, di stare con te. Ma hai visto quello che ho fatto oggi, Dimitri. Avevo sbagliato, ti chiedo scusa. Sono disposto ad avere una relazione aperta con te. Sono disposto a fare di tutto, ma non a lasciarti” dissi sinceramente.

Dimitri lanciò un’occhiata al suo gatto “Hugo, che ne pensi?”

“Meow” rispose lui.

Dimitri annuì “Hugo concorda con me sul fatto che dovresti andare avanti e trovarti qualcun altro. E con questo è tutto”

“Sto contando mentalmente fino a dieci per trattenermi dallo schiaffeggiarti” lo informai.

Il fantasma del suo solito ghigno apparì sul suo viso “Grazie per aver condiviso questo pensiero”

Aprì la bocca per dire qualcos’altro, ma venni fermato dall’apparizione di Galen sullo stipite della porta. Marciò all’interno della stanza di Dimitri e mi spinse via da lui.

“Hai ferito Dimitri” disse, incrociando le braccia e fissandomi con un’occhiataccia.

Senza aggiungere un’altra parola, Galen tirò indietro la sua gamba per poi gettarla in avanti con tutta la forza che possedeva. Il suo piede mi colpì lo stinco ed io strillai balzando indietro, saltellando e strofinandomi la parte dolorante.

“Questo era per Dimitri” disse Galen compiaciuto.

“Okay, è stato abbastanza da maleducati, Galen. Ma se mi prometti di non lo farlo di nuovo, non glielo dirò a papà” disse Dimitri con un sospiro.

“Lo prometto. Volevo solo sfogare la mia rabbia. E poi ho sentito papino dire a mamma che se Theo ti facesse male, lui avrebbe colpito i suoi f-ttuti denti! Stava per dire altro, ma mamma mi ha visto ed ha sgridato papà per aver usato delle parole cattive e mi ha fatto uscire dalla stanza” disse Galen accigliato.

“Una storia davvero avvincente.” disse, sollevando Galen fra le sue braccia. Mi guardò “Theo, forse è meglio che tu te ne vada. Abbiamo finito qui, non c’è più nient’altro da dire. Ho capito i miei errori, ma ho capito anche che tu ti vergogni di me. Onestamente, non sei meglio di mia sorella”

Le mie spalle si afflosciarono e pensai che quella fu la cosa peggiore di tutte “No, Dimitri. Non…non sono imbarazzato di te! O almeno lo ero, ma adesso ho capito quanto ero stato stupido. Non ti chiederei mai di cambiare. Non mi piace vederti in questo stato”

Indicai i suoi vestiti. Si era cambiato da stamattina. Adesso aveva i suoi comodi e aderenti pantaloni della tuta e una maglietta bianca con sopra uno spruzzo di vernice. Con i capelli in disordine, per aver fatto correre più volte una mano fra di essi, sembrava che avesse ventidue anni, invece che diciassette. Era l’immagine sputata di suo padre.

Dimitri baciò la guancia di Galen. Il piccolo piagnucolò passando un dito sulla sua folta barba.

“Hai bisogno di farti la barba Dimmy” affermò perciò.

Dimitri posò giù Galen “Dammi un minuto per parlare da solo con Theo, per favore”

Galen aggrottò le sopracciglia e annuì. Mi lanciò un’altra occhiataccia prima di uscire dalla stanza di Dimitri, chiudendo poi la porta.

Dimitri si girò verso di me “Theo, per favore smettila con tutto questo. È quasi patetico da vedere. Tu non saresti felice con me” disse.

“Non dirmi con chi posso essere felice o no.” sbottai “So con chi potrei essere felice, e quella persona sei tu Dimitri”

Mi avvicinai a lui, afferrandogli la maglietta e costringendolo quasi ad inciampare su di me. Feci combaciare le nostre labbra, volendogli far sentire quanto lo amassi.

Lui con riluttanza si separò da me e sorrise, un sorriso falso. Indietreggiò, allontanandosi da me.

“No, Theo. Te l’ho detto, è finita, e lo dicevo davvero” disse. Potevo sentire dalla sua voce che lui non voleva davvero che finisse così, ma per qualche oscuro motivo continuava a pensare che stesse facendo la cosa giusta.

“Tu non vuoi che finisca tutto” dissi.

“No, non lo voglio” rispose, il falso sorriso ritornò ad essere triste “Io ti amo, ma voglio vederti felice e tu non lo saresti con me. Forse dovresti semplicemente uscire con Aleksandra”

Lo guardai con gli occhi spalancati “Stai per caso scherzando? Dimitri, lei è terribile con te! Non vuole nemmeno ammettere che è tua sorella!”

“E tu non volevi ammettere di essere il mio fidanzato” disse a bassa voce.

Mi bloccai e inghiottì il nodo alla gola “Bene. Me ne andrò. Ma non ho ancora finito con te, Dimitri Ivanov. Giuro su Dio che ti riavrò indietro” dissi, la mia voce calma nonostante la disperazione che mi artigliava lo stomaco.

Dimitri, seduto sul suo letto, portò Hugo sulle sue gambe. Gli accarezzò il pelo mentre mi guardava uscire silenziosamente dalla sua stanza.

Chiusi la porta dietro di me, già il piano per riprendermi Dimitri aveva preso forma nella mia testa. Scesi le scale arrivando al salotto, dove i suoi genitori mi lanciavano delle gelidi occhiate.

“Lanciatemi occhiatacce per tutto il tempo che ritenete necessario, ma questo non aiuterà di certo Dimitri.” dissi “Ho bisogno del vostro aiuto, per aiutarlo. Voglio farlo tornare come prima, voglio tirarlo su di morale, ma mi ha fatto capire molto chiaramente che non posso fare tutto questo da solo. Ho bisogno di voi, Kim, mia sorella e forse anche Galen”

“Come speri di rimettere tutto a posto? Lui non si è mai comportato così” disse la signora Ivanov.

“Ho un piano, ma ho bisogno di tutto il vostro aiuto” dissi.

“E perché dovremmo farlo?” ringhiò il padre di Dimitri.

“Perché vuole bene al proprio figlio” dissi, incontrando i suoi occhi.

Lui mi fissò, ancora non molto sicuro, ma annuì lentamente. Gli spiegai il mio piano e loro acconsentirono. Adesso tutto quello che dovevo fare era dirlo a Kim e Thalia.

Questo era il mio ultimo tentativo. Se anche questo non avesse funzionato per far ritornare indietro il vecchio Dimitri, allora avevo il terribile presentimento che questa sarebbe stata la volta in cui lo avrei perso per sempre.

 

 

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Ho una splendida sorpresa per voi!!

Alla fine della storia ve la comunicherò. Credo che ne sarete mooolto felici ;)

Alla prossimaa :)

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Capitolo 22
*** Outside The Lines (22) ***


"Pensi davvero che funzionerà?" chiese Oliver.

Eravamo seduti nella Sala Studio ed io continuavo a lanciare occhiate a Dimitri. Lui era seduto al suo solito tavolo ma, rispetto alle altre volte, stava ascoltando la musica dall'iPod e nel frattempo scarabocchiava distrattamente sul suo taccuino.

Indossava pantaloni aderenti bianchi, un maglione nero molto leggero con sopra una giacca e una sciarpa azzurra intorno al collo. Era ancora senza trucco e senza ciuffo.

"Funzionerà. In caso contrario, non so che farò, non ho nessun'altra idea" dissi sospirando.

"Abbiamo fatto pratica tutta la notte, andrai bene" mi assicurò Thalia, dandomi una pacca sulla schiena.

"Theo? Puoi venire un attimo"

Alzai lo sguardo e vidi Alek di fronte a me. Deglutì e mi alzai, seguendola fuori dalla caffetteria e verso il corridoio ormai deserto.

"Ho sentito la discussione dei miei genitori, l'altra notte. Non penso che dovresti provare a riaggiustare tutto con Dimitri" disse duramente.

"Non lo vedi quanto sta male? Alek, è tuo fratello!" dissi arrabbiandomi.

"Ma guardalo! Si veste quasi normalmente e sembra molto più calmo rispetto a prima. Perchè mai dovrebbe essere una cosa così negativa?" chiese lei.

"Perchè è ferito!" sbottai "E farò tutto quello che mi è possibile per fargli ritornare il buon umore e farlo ritornare ad essere se stesso"

"Se lo fai, ritornerà ad essere il solito stravagante, fastidioso, che usa le persone solo per il sesso. è questo il Dimitri che vuoi così tanto?" incrociò le braccia al petto, alzando un sopracciglio verso di me.

"Il Dimitri che voglio che ritorni è l'unico di cui mi sono innamorato." sibilai "Ho fatto il grosso sbaglio di vergognarmi di lui ma, a differenza tua, cercherò di farmi perdonare. Non sono più imbarazzato di lui, non avrei mai dovuto esserlo. Lui è una brava persona, certo ha i suoi difetti, ma in fondo chi non ce l'ha? Tu continua pure a fingere che non sia tuo fratello, io invece ho intenzione di affermare con orgoglio che lui è il mio fidanzato"

Mi voltai di scatto e ritornai in caffetteria, sedendomi al tavolo. Ignorai Thalia e Oliver quando mi chiesero cosa diavolo fosse successo.

Lasciai che il mio sguardo vagasse di nuovo su Dimitri. Stava giocando con il bordo della sua sciarpa, guardando con aria assente il suo taccuino.

Mi morsi le labbra portando lo sguardo verso il basso, sul tavolo. Quando la campanella suonò, ci alzammo e uscimmo fuori.

Nell'ora di inglese mi sedetti al mio posto. Quasi ebbi un piccolo infarto quando Dimitri entrò, in orario, e si sedette vicino a me. Non era mai stato puntuale in nessuna delle lezioni, quest'anno.

Perfino Mrs. Slate sembrava essere entrata in uno stato di shock quando aveva osservato Dimitri. Lui ignorò le nostre occhiate, prendendo le sue cose dallo zaino e aspettando che iniziasse la lezione.

Dopo un pò, Mrs. Slate incominciò a scrivere sulla lavagna. Lanciavo delle occhiate furtive a Dimitri con la coda dell'occhio, desiderando disperatamente che mi avrebbe tenuto la mano sotto il banco, come faceva sempre.

"Theo, non apprezzo essere osservato mentre sto cercando di imparare" disse lui senza neanche guardarmi.

"Scusa" mormorai, sforzandomi di distogliere lo sguardo da lui.

Dovevo ricordare a me stesso che avrei eseguito il piano dopo scuola. Avevamo già pianificato tutto con i genitori di Dimitri e con Kim.

Dopo il suono della campana camminai con i miei amici giù per il corridoio. Kim e Dimitri entrarono due minuti dopo.

Dimitri stava mormorando qualcosa a Kim, giocando sempre con il bordo della sua sciarpa. Si sedettero e Kim gli rispose qualcosa prima di alzarsi e incamminarsi verso dove Thalia, Oliver ed io eravamo seduti.

"Okay, meglio per te che questo piano funzioni Theo. Non posso più sopportarlo in quelle condizioni, mi sta spezzando il cuore" disse, lanciandogli un'occhiata nervosa. Cercava di mantenere il tono della voce basso in modo che lui non la potesse sentirla.

"Funzionerà." disse, pregando tutti i santi di avere ragione "Hai tutto pronto per quando usciremo da qui?"

"Oggi non vuole fare il tutor, quindi molto probabilmente ha intenzione di ritornare a casa. Quando arriverà lì, i suoi genitori gli proporranno di uscire con me, per tirarlo un pò su di morale. Sua madre mi chiamerò ed io lo verrò a prendere e dopo gli dirò che usciremo con Thalia. Ovviamente gli riferirò che tu sarai a casa di Oliver. Una volta che entreremo a casa tua, il resto dipenderà da te" disse, recitando il piano con facilità.

Annuì in approvazione "Perfetto"

"E che succedesse se non riuscissimo a farlo entrare a casa mia?" chiese Thalia nervosamente.

"Ce la faremo, tranquilla, lui si fida di me. Non mi piace mentirgli, ma se questo lo aiuterà a fargli ritornare il suo buon umore, lo farò" disse Kim fiduciosamente.

"Io sarò sotto, ad aspettarvi al seminterrato. Voi portatelo lì e poi ci penserò io a lui" dissi.

"Meglio che ritorni da lui. Ti invierò un messaggio quando lo andrò a prendere" affermò. Ritornò da Dimitri, sedendosi e intavolando una discussione con lui. Lui annuì con la testa, sembrando come se stesse a mala pena prestando attenzione a quello che Kim gli stava dicendo.

Suonò l'ultima campana della giornata ed io, Oliver e Thalia tornammo a casa, diretti nel seminterrato.

"Sei davvero sicuro che tutto questo funzionerà?" chiese Thalia.

"Voglio solo che porti Dimitri qua sotto, Thalia. Aggiusterò tutto" dissi, cercando di non pensare troppo alla possibilità che il piano potesse fallire.

Thalia prese dalla tasca il suo telefono e sospirò "Kim ha appena preso Dimitri. Sta per venire qua, io li aspetterò sopra e li porterò quaggiù." mi abbracciò teneramente "Buona fortuna fratello"

Debolmente ricambiai l'abbraccio. Subito dopo lei mi lasciò e scomparì su per le scale per andare a prendere Kim e Dimitri all'entrata.

"Buona fortuna Theo." disse Oliver dandomi delle pacche sulla schiena "Ce la puoi fare, solo non perdere la tua tranquillità, non pensarci troppo"

Si" dissi, mordendomi le labbra mentre sentivo i loro passi in direzione del seminterrato.

La porta scricchiolò ed io mi irrigidì quando incominciarono a scendere le scale. Thalia, Kim e Dimitri apparirono dietro l'angolo e quest'ultimo sospirò.

"Avevo il presentimento che sarebbe successo qualcosa" disse, scuotendo la testa. Quasi mi mancava guardare il glitter svolazzare dai suoi capelli. Invece, adesso, i suoi soffici e morbidi capelli castani rimbalzarono leggermente.

Mi alzai e mi avvicinai a lui "Dimitri, voglio la rivincita" dissi, indicando il tavolo da biliardo.

Lui mi osservò, sembrando quasi disperato "Non credo proprio che sia il momento adatto per quello, Theo"

"Gioca con lui e basta Dimitri" lo incoraggiò Kim.

Dimitri sospirò, facendo correre una mano fra i capelli "Okay, okay. Solo una partita e poi me ne andrò" disse.

Afferrai una stecca da biliardo e gliela passai. Lui allungò la mano per prenderla ma io l'allontanai, portandola fuori dalla sua portata, alzando un sopracciglio verso di lui.

"Rendiamola più interessante" dissi.

"Vuoi scommettere." disse, agganciando i suoi pollici nelle tasche "Avrei dovuto immaginarmelo"

"Se vinco io, devi ritornare insieme a me" dissi, offrendogli di nuovo la stecca da biliardo.

L'afferrò "E se vinco io, devi continuare ad andare avanti con la tua vita ed essere felice con qualcun altro"

"Affare fatto" presi la mia stecca e feci cenno a Dimitri di iniziare la partita.

Dimitri si mosse attorno al tavolo, osservando bene e cercando la miglior strategia da utilizzare. Portò il braccio indietro e lasciò che si muovesse in avanti molto velocemente per colpire le palline. Guardai come la 7 e la 2 finirono dentro le buche. Dimitri si spostò, pensando attentamente alla prossima mossa e colpendo la 5. Aveva tentato di imbucare la palla 3, ma non ci riuscì.

Mi avvicinai al tavolo, sentendomi come se il peso del mondo gravasse sulle mie spalle. Se avessi perso questa partita, avrei perso Dimitri per sempre. E questa volta davvero.

Alzai lo sguardo e incontrai gli occhi di Oliver. Lui sorrise rassicurante e annuì. Mi ricordai le sue parole e presi un profondo respiro, fingendo di star giocando contro di Dimitri solo per un paio di dollari.

Le mie dita leggermente tremanti si stabilizzarono ed io mirai alla palla. Mi calmai solo quando la colpì e questa ruotò fin dentro la buca. Mi rifiutai di credere che da questo gioco avrebbe dipeso la mia relazione.

Ieri avevo passato tutta la giornata a far pratica con Thalia e Oliver dopo aver detto a tutti il mio piano. Come al solito, li avevo battuti. Dimitri era molto più bravo di loro, ma se solo avessi mantenuto la calma, sapevo di avere la possibilità di batterlo.

Kim e Thalia erano seduti contro il muro, guardandoci ansiosamente. Oliver era appoggiato contro il tavolo, i suoi occhi seguivano le palle mentre rotolavano sul tavolo da biliardo.

Dimitri sembrava a suo agio. Le sue lunghe dita erano appoggiate sul tavolo, puntando la stecca su di esse in modo da avere una mira più precisa e sicura, mentre attentamente ragionava su quale palla colpire. Era un giocatore lento, ma molto abile.

Dopo un paio di minuti di gioco, eravamo arrivati un pò alla stessa situazione della prima volta in cui avevamo giocato: un tiro difficile sulla palla 8 per Dimitri. Entrambi avevamo bisogno di vincere.

Esaminò il tavolo, potevo immaginare i suoi mille calcoli mentali sul tiro, poi allineò la stecca e si posizionò per colpire. Io mi stavo mordendo le labbra così forte da farmi uscire il sangue, tanto che una leggera linea di quest'ultimo mi colò fino al mento. Io non ci feci poi così tanto caso e strinsi più forte la presa sulla stecca.

Se fosse riuscito a fare questo tiro, sarebbe finito tutto. Avrei perso Dimitri e non avrei potuto più rimettermi con lui.

Dimitri portò indietro il braccio, pronto a colpire. Le sue mani erano ferme come sempre e l'espressione sul suo viso era di completa concentrazione. Con un movimento veloce, portò in avanti il braccio e colpì la palla.

Seguì con lo sguardo la pallina 8 ruotare dritto verso la buca ed io sudai freddo. La mia bocca si spalancò e sentì Kim e Thalia fare dei sospiri di sollievo.

La palla colpì l'angolo della buca e rotolò via. Dimitri non aveva centrato la buca. Sorrisi e mi mossi verso l'altra parte del tavolo, mirando attentamente verso la palla che lui aveva mancato.

Lasciai il mio braccio steccare su di essa e quasi piansi di gioia quando entrò in buca. Mi raddrizzai e poggiai la stecca contro il tavolo. Mi girai e mi diressi verso un Dimitri stordito e sbalordito.

"Ho perso." disse, la sua voce piena di incredulità "Io non perdo mai"

"Hai mirato troppo a destra," spiegò Kim, sorridendo al suo migliore amico "e adesso credo che tu sia in debito con Theo"

"Theo, per favore, tu non lo vuoi davvero." disse cercando di tenere calma la sua voce. Ancora parlava con il suo forte accento, come se non avesse intenzione di perdere tempo per cercare di nasconderlo "Non saresti felice con me"

"Non ero felice senza di te, Dimitri. Fra cinque secondi esatti mi metto seriamente ad urlare di gioia" dissi, stringendo la sua maglietta nei miei pugni e spingendolo in basso, in modo da poterlo baciare.

Dimitri, dopo un paio di secondi, smise di opporre resistenza e mi afferrò i fianchi, portando il mio corpo più vicino al suo. Le mie mani arruffarono i suoi morbidi e splendidi capelli, le nostre labbra si muovevano furiosamente insieme.

Dimitri si spostò dalle mie labbra senza fiato, i suoi occhi di ghiaccio vivi, pieni di allegria e gioia. Premette la sua fronte con la mia e mi diede un bacio a stampo.

"Non avrei mai pensato di poter essere così felice di perdere" disse ridendo.

"Hai perso di proposito?" chiesi sospettoso.

Lui sospirò e scosse la testa "No". Indicò l'angolo dell'occhio, dove vi era ancora un livido causato da Alek "Quando mia sorella mi ha colpito, mi ha offuscato un pò la vista. Mia mamma mi aveva detto che sarebbe guarito e infatti è proprio quello che sta succedendo, ma a quanto pare è stato abbastanza per farmi sbagliare il tiro. Chiedi a Kimberly cara, non sbaglio mai un tiro così facilmente"

"Mi hai appena chiamato Kimberly cara!" Kim balzò in piedi e tirò Dimitri verso di lei, gettandosi fra le sue braccia "Grazie a dio stai meglio!"

Lui ridacchiò e l'abbracciò forte, facendo ruotare allegramente la ragazza in tondo fra le sue braccia. Si fermò e rimise in piedi Kim. Lei gli sorrise radiosa.

Dimitri distolse lo sguardo su Kim e lo posò su di me "Mi dispiace piccolo Theodore, avevo sbagliato a far sapere a tutti la nostra relazione in quel modo"

"Non preoccuparti più di questo." dissi, cercando di non emettere suoni esageratamente acuti per il fatto che mi aveva chiamato 'piccolo Theodore' "Sono solo triste che tu abbia pensato che io sarei stato felice senza di te"

"Mi dispiace anche per il fatto che mio fratello ti abbia colpito. Nonostante ciò, ti mentirei se dicessi che quella scena non mi aveva fatto ridere, dentro di me" sogghignò.

Non potei più resistere. Lo spinsi fra le mie braccia e lo baciai di nuovo. Dio, finalmente si sentiva meglio e non potevo esserne più felice.

"Oh, hanno costruito la nave Tholiver per navigare sull'oceano e pensavano che fosse una nave che Dimitri non potesse rompere. Era il suo viaggio inaugurale quando Dimitri la colpì, è stato triste vedere la nave Tholiver affondare" cantò Oliver battendo le mani per tenere il tempo.

Mi allontanai da Dimitri e ruotai Oliver dalla sua posizione, spingendolo giocosamente verso la porta del seminterrato, ghignando "Levati dalla palle Oliver, adesso sto navigando su un'altra nave. Ma nostra amicizia comunque durerà per sempre, quindi stai calmo"

"Ah, il personaggio secondario." disse Dimitri, avvolgendo il braccio intorno alla mia vita "Vedo che è venuto in tuo aiuto"

"Tu non mi piaci." brontolò Oliver "E poi il mio nome è Oliver, non 'personaggio secondario'!"

"L'unico nome che mi importa è quello di Thalia perchè è davvero un bel nome" disse Dimitri, facendole l'occhiolino.

Gli diedi una botta al braccio "Ehi, abbiamo un casanova qui eh?"

"Certo che sono un casanova, piccolo nanetto dal nome non interessante"

"Sono davvero contenta che tu sia tornato di nuovo il vecchio Dimitri." disse Kim baciandogli la guancia "Mi mancava il mio straluccicante, favoloso migliore amico"

Dimitri mi prese la mano "Torneremo subito, ho bisogno di parlare con il piccolo Theodore"

Mi trascinò fuori dal seminterrato e su per la mia stanza. Chiuse la porta a chiave prima di girarsi verso di me.

"Mi dispiace." disse serio. Quell'espressione sembrava così fuori posto, rispetto alle volte in cui il suo viso indossava la sua solita spensieratezza e l'usuale sorrisetto compiaciuto "Ho sbagliato a provare a respingerti via, pensavo davvero che facevo quello che fosse il meglio per te. Ero terribilmente in errore, piccolo Theodore, niente mi rende più felice di stare con te." mi spinse fra le sue braccia "So di aver detto che non prendo nulla seriamente, ma mentivo. Io prendo noi seriamente. Voglio solo che tu sia felice"

"Sono felice con te." dissi, spingendomi via da lui "Adesso basta essere così seri, mi stai spaventando. Un Dimitri serio è molto più esasperante di un Dimitri spensierato"

"Ho bisogno di un altro momento serio, per favore." mi sorrise e mi avvicinò di nuovo al suo corpo "Grazie per non esserti arreso. Se ti avessi perso, l'avrei rimpianto a vita"

"Adesso è finito il momento serio?"

Lui annuì "Si, credo di aver finito e perciò posso tornare ad essere il mio normale me"

"Tu sei tutto tranne che normale, ma questo è il perchè ti amo così tanto" avvicinai il suo viso al mio e lo baciai, entusiasto nel sapere che fosse tornato il vecchio Dimitri e che avremmo continuato a frequentarci.

Cademmo sul letto ed io, preso dall'eccitazione, tolsi la maglietta di Dimitri, gettandola sul pavimento e facendo correre una mano sulla sua pancia dura e piatta. La feci scivolare verso l'alto, verso il suo petto liscio fino ad arrivare alle sue forti spalle, tenendolo contro di me quando mi dischiuse le labbra, lasciando che la sua lingua esplorasse la mia bocca.

Anche lui mi tolse la maglietta, ed io lo lasciai fare. Arrossì un pò quando i suoi occhi si posarono sulla mia cicatrice nel petto. Le sue dita fredde ne tracciavano il contorno verso il basso, fino alle costole.

"Sei veramente stupendo, piccolo Theodore." sussurrò lui, baciandomi "Ma credo che togliersi le magliette sia tutto quello che faremo oggi. Abbiamo lasciato Kimberly cara e Thalia là sotto"

"E quell'altro ragazzo. Qualunque sia il suo nome" dissi, affascinato dai suoi occhi di ghiaccio. Brillavano di divertimento e amore.

Dimitri ridacchiò e rotolò da sopra il mio corpo, passandomi la maglietta. Dopo esserci rivestiti ci alzammo, tenendoci per mano quando lasciammo la mia stanza.

"Uhm...puoi dire a tuo padre che siamo ritornati insieme? Mi terrorizza quell'uomo" dissi.

"Ah, il mio caro padre non ti avrebbe mai fatto del male. Okay, questa in realtà è una totale bugia. Probabilmente ti avrebbe lacerato a metà con le sue mani e dopo averti fatto a pezzettini, avrebbe buttato ogni piccola parte di te nel fuoco" disse.

"Molto confortante da sapere" borbottai.

"Ma lui sa cosa significhi per me, quindi sì, continuerà ad essere un odioso genitore iperprotettivo ma non ti torcerà neanche un capello" promise baciandomi.

Ritornammo al seminterrato da Thalia, Kim e Oliver. Ci sorrisero quando ci videro mano per la mano mentre ci sedevamo sul tavolo da biliardo.

"Ed io voglio avere una rivincita non appena si risolverà il piccolo problema alla vista. Suppongo che puoi ringranziare la mia amorevole sorella se la nostra relazione sta continuando" disse, toccandosi delicatamente l'angolo dell'occhio e facendo una smorfia di dolore.

"Te l'ha fatto tua sorella?" chiese Thalia scioccata.

"Tristemente, mia sorella ed io non condividiamo lo stesso rapporti stretto e profondo come quello tra te di Theo" disse sospirando.

"Neanche condividete un rapporto, in realtà. Lei è solo una troia che occupa spazio a casa tua" borbottò Kim.

"Kimberly cara, che tali volgarità che stai applicando alla mia famiglia" disse Dimitri ghignando.

"E devo dire che anche se suo fratello sembra piccolo, ha davvero tanta forza, soprattutto nei piedi" dissi, imbronciandomi e strofinandomi lo stinco.

"Il mio meraviglioso Galen," disse lui affettuosamente "sempre a proteggere il suo fratello maggiore"

Mi appoggiai contro Dimitri e lui di riflesso avvolse il suo lungo e forte braccio intorno al mio corpo, baciandomi la guancia. Thalia mi fece l'occhiolino mentre ci guardava.

"Ti amo Dimitri. Mi dispiace per tutto" dissi.

"Non scusarti, piccolo Theodore. Adesso è tutto a posto" disse sorridendo felice.

Mi guardai intorno, i miei occhi saltarono da Thalia a Kim a Oliver e infine su Dimitri. Sorrisi ampiamente, più felice di quanto non fossi mai stato in tutta la mia vita, grato a Dimitri che quel giorno avesse deciso di infastidirmi.

 

 

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Oggi è San Valentino e indovinate che vi ho regalato? Esatto, un capitolo dolcioso.

Don't worry se non avete il ragazzo/a, oggi sarò io la vostra Valentina (?)

Alla prossima e....non dimenticatevi della sorpresa finale ;)

 

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Capitolo 23
*** Outside The Lines (23) EPILOGO ***


Suonai il campanello ed aspettai. La porta si aprì leggermente e vidi la testa di Galen uscire fuori per vedere chi fosse, stringendo poi gli occhi verso di me con fare sospettoso.

"Sei qui per il mio fratellone?" disse.

"Vengo qui quasi ogni giorno per lui, Galen" dissi pazientemente.

Gli occhi di Galen scivolarono dietro di me e si spalancarono un pò "Chi è la ragazza carina, Theo?"

Thalia rise e "Sono sua sorella." disse, poggiando un braccio sulle mie spalle "Sono Thalia e tu devi essere Galen. Dimitri parla molto di te"

"Perchè Dimmy mi ama" disse Galen felicemente aprendo la porta e facendoci entrare in casa.

Galen afferrò la mano di Thalia "Andiamo! Dimmy e papà stanno giocando insieme nel salotto" disse, trascinandosela con sè.

"Perchè mi odi?" chiesi, aggrottando le sopracciglia mentre li seguivo.

"Perchè stai cercando di portare mio fratello lontano da me! Dimmy ama me più di te" disse compiaciuto facendomi la linguaccia.

"Ci stiamo frequentando da sei mesi," grugnì "e già mi serve una pausa"

Entrammo nel salotto e non potei trattenermi dal sorridere. Dimitri e suo padre erano seduti sul pavimento mentre giocavano a carte. Sua mamma invece era seduta sul divano con un bicchiere di vino in mano, a guardarli. Anche Kim era seduta sul divano, ma stava messaggiando al telefono.

Erano passati sei mesi da quando avevo vinto Dimitri a biliardo. La nostra relazione andava meravigliosamente alla grande, avevamo i nostri momenti di eccitazione e passione, ma non avevamo ancora fatto nulla di sessuale. Dimitri andava solo fino a dove volevo io, senza farmi nessuna pressione per ottenere qualcosa di più. Penso che sapesse che mi sentivo speciale per essere in una relazione non sessuale con lui.

Avevo presentato Dimitri ai miei genitori come mio fidanzato e loro l'hanno accettato senza nessun problema. A mio padre piaceva rompermi le scatole una volta ogni tanto su questo ma, a parte questo, mi sostenevamo pienamente.

La madre e il padre di Dimitri mi avevano perdonato per averlo ferito. Erano davvero dei bravi genitori, ignorando ovviamente l’aver trascurato le tendenze di originalità del figlio. Suo padre ancora mi terrorizzava ma, fortunatamente, dopo aver visto quanto rendevo felice Dimitri, era diventato molto più gentile con me.

Guardai Dimitri e il signor Ivanov giocare a carte. Galen trascinò Thalia sul divano, dove era seduta Kim, e la costrinse a sedersi, balzando poi sul posto vicino al suo. Kim si spostò e mise Galen in grembo. Lui le sorrise e ridacchiò.

Dimitri improvvisamente colpì le carte con la mano, un attimo prima di suo padre. La signora Ivanov sobbalzò al suono di suo marito che colpiva la mano del figlio con la sua.

“Ow,” disse tranquillamente Dimitri “questo è stato abbastanza doloroso”

“Scusa Dimitri” disse il signor Ivanov spostando la mano.

“Penso di aver vinto di nuovo e credo anche che sia arrivato il piccolo Theodore, finalmente” disse lui alzandosi.

“Vieni qui Dimitri” disse sua madre, facendogli cenno di avvicinarsi.

Lui si diresse impettito verso il divano dove era seduta, guardandola con curiosità. Lei sollevò la mano e gli rimise nel ciuffo una ciocca di capelli viola che gli era caduta sulla fronte, poi gli aggiustò il gilet color oro che indossava e infine gli abbottonò la camicia nera che aveva sotto di essa.

“Grazie madre cara” disse lui, facendole un inchino.

Si girò e venne verso di me, un ghigno aleggiava sul suo viso. Mi spinse fra le sue braccia e mi baciò.

“Che schifo! Mamma, papà, Dimmy e Theo si stanno baciando di nuovo” disse Galen indicandoci.

“E quindi? Pensi che abbiamo delle malattie trasmettibili?” rispose Kim ridendo.

Galen scosse la testa “Dimmy non ne ha, ma Theo probabilmente si”

“Galen!” esclamò la signora Ivanov “Sii più carino con Theo. E comunque quando le persone si frequentano, è normale che si bacino”

Galen scosse nuovamente la testa “No, no, le persone si baciano quando sono innamorate. Infatti tu e papà vi baciate tutto il tempo. E Dimmy dice sempre di amare Theo…”

“Perché amo davvero il piccolo Theodore!” il ghigno di Dimitri si ampliò e mi avvolse un braccio intorno alla vita baciandomi la guancia.

Poi mi liberò dalla sua stretta e si diresse verso il divano, prendendo Galen dalle gambe di Kim. Galen subito circondò il collo del fratello con entrambe le braccia, tenendolo stretto a sé.

“Non essere geloso, Galen. Non potrei mai sostituire il mio meraviglioso piccolo fratello con il piccolo Theodore” disse allegro.

“Oh, ma grazie” brontolai. Dimitri mi fece l’occhiolino.

Trasportò il piccolo verso la madre e lasciò che quest’ultima lo prendesse e lo facesse sedere sulle sue gambe. Tornò da me e mi prese la mano.

“Pronti per andare?” ci chiese.

“Si! Sto morendo di fame” disse Kim balzando in piedi.

“Ciao ragazzi, divertitevi” disse il signor Ivanov alzando lo sguardo su di noi. Stava raccogliendo le carte dal pavimento.

“Arrivederci madre e padre cari” salutò Dimitri agitando le sue lunghe dita verso di loro mentre mi spingeva fuori dal salotto.

Uscimmo da casa ed entrammo nella mia macchina. Guidai dritto verso ‘Papa Louie’s’, il ristorante in cui avevamo incontrato Kim e Dimitri per la prima volta fuori dalla scuola e quando quest’ultimo decise di incominciare ad infastidirmi.

Una volta arrivati, parcheggiai e ci incamminammo verso il locale. Diedi un’occhiata al mio fidanzato e quasi sorrisi al suo aspetto scandalosamente colorato, con quel gilet color oro e la camicia nera, i pantaloni bianchi a pois rosa e la sciarpa blu avvolta intorno al collo. Aveva i capelli tirati su nel solito ciuffo viola, trucco, quantità innumerevole di anelli e le Vans color arcobaleno. I suoi capelli erano pieni di glitter, come anche il suo smalto azzurro.

“Perché mi stai fissando, piccolo Theodore?” chiese mentre entravamo da Papa Louie’s. Alcune persone lì dentro si girarono ad osservare, o meglio fissare, l’aspetto inusuale di Dimitri. Lui, come sempre, era completamente impassibile a tutti quegli sguardi.

“Perché stavo pensando a quegli orribili due giorni dove ti eri vestito come un normale essere umano” dissi baciandogli la guancia.

“E adesso sono ritornato ad essere il mio favoloso me” disse lui indicandosi e ridacchiando.

Alzai la mano, toccando la sciarpa preferita di Dimitri avvolta stretta al mio collo. Avevo iniziato ad indossarla ogni giorno.

“Ah si, la sciarpa che ha dato un po’ di colore alla tua vita” disse, annuendo in approvazione.

“Theo! Thalia!” Oliver corse verso di noi “Cavolo, non sapevo se stavate venendo. Pensavo che ve lo foste dimenticati” disse.

“Il personaggio secondario si fa vedere anche fino alla fine della storia” disse Dimitri sospirando platealmente.

“Tu stai male” grugnì Oliver. Dimitri non lo aveva mai chiamato con il suo nome, neanche dopo sei mesi che Oliver gli ricordasse come si chiamava.

Seguimmo Oliver al nostro tavolo e ci sedemmo. I miei occhi lanciarono un’occhiata a tutte le persone che avevo vicino. Thalia, Oliver, Kim e Dimitri erano diventati praticamente la mia vita. Erano le uniche persone con cui fossi davvero uscito e ne ero completamente felice. Ci divertivamo sempre un sacco, insieme.

Dimitri afferrò una penna dal tavolo e incominciò a scarabocchiare qualcosa sopra un tovagliolo. Guardai cosa stesse facendo e alzai gli occhi al cielo. Era diventato un vero talento nel disegnare la mia faccia.

“Lo sai anche tu che ami quando disegno il tuo meraviglioso viso, piccolo Theodore.” disse lui, alzando lo sguardo dal tovagliolo e porgendomi la penna “Adesso disegna tu qualcosa”

“Ma io faccio schifo nel disegnare” mi lamentai.

“Disegna!” ordinò lui, indicando il tovagliolo.

Sospirai e incominciai a scarabocchiare su di esso. Thalia, Oliver e Kim erano troppo impegnati in una discussione su i nuovi professori nella nostra scuola che, si diceva in giro, avevano fatto sesso con dei ragazzi durante la pausa pranzo.

“Cosa diavolo stai disegnando?” chiese Dimitri alzando il sottile sopracciglio mentre mi guardava.

“Sto colorando” dissi seccato, colpendogli il braccio.

“Non stai nemmeno colorando all’interno dei contorni!” disse, indicando il disegno che lui aveva fatto di me. Avevo colorato i miei capelli, rendendo più ‘fuori dalle righe’ il mio ritratto.

Ghignai “Una persona una volta mi ha detto che la vita è molto più interessante quando colori fuori dalle righe”

Dimitri sospirò e mi spinse più vicino a lui, scuotendo la testa. Del glitter fluttuò giù, sul tavolo, e un po’ anche sulla mia spalla. Ormai ero abituato al fatto che Dimitri mi riempisse di glitter, specialmente dopo esserci sbaciucchiati. 
“Usare le mie parole contro di me. Molto furbo, il mio piccolo Theodore” fece correre una mano sui miei capelli, i suoi occhi di ghiaccio brillavano di divertimento.

Non potei trattenermi dal sorridergli “Ti amo Dimitri” dissi, tirandolo più vicino a me e baciandolo.

Alek ci aveva lasciati in pace, fingendo semplicemente che nessuno dei due esistesse. Thalia e Oliver ancora non sapevano che Alek e Dimitri fossero fratello e sorella ma con la laurea che stava per arrivare, presto l’avrebbe scoperto l’intera scuola.

Dimitri ed io avevamo intenzione di frequentare delle università che erano a soli quindici minuti di distanza l’uno dall’altra, quindi potevamo vederci ogniqualvolta volevamo, e questo mi entusiasmava al di sopra di tutto.

“Quindi, hai intenzione di incominciare a citarmi nel modo in cui io cito Amleto?”

Scossi la testa “Nah, non ti citerò più.  Adesso che ci penso bene, ero già fuori dalle righe quando ho incominciato ad uscire con te e certamente questo ha reso la mia vita più interessante”

“Sì, ma in un modo positivo” disse, il suo ghigno diventava sempre più ampio. 
“In un modo positivo” confermai annuendo. Lo baciai “Ti amo così tanto Dimitri, non rinuncerei a te per nulla al mondo”

Poggiai la testa sulla sua spalla e lui automaticamente mi circondò il corpo con le sue possenti braccia. Mi diede un delicato e tenero bacio sulla fronte. Il ghigno era sempre presente sul suo viso, ma i suoi occhi avevano uno sguardo più dolce.

“Ti amo anch’io, piccolo Theodore” affermò con sincerità lui.

Mi rannicchiai contro di lui, incastrando le mie dita con le sue. Si, era pazzo, selvaggio, stravagante e irritante, ma era il tocco di colore nella mia vita ed io lo amavo. Non mi sarei mai pentito ad aver accettato di uscire con lui.


 

 

______________________

Sono emotivamente instabile.

Innanzitutto ringrazio coloro che hanno commentato la storia, che l'hanno messa su preferiti/ ricordate, che l’hanno letta, insomma, ringrazio davvero TUTTI. Era iniziato tutto come un gioco, non credevo che la storia potesse piacere e non mi aspettavo di certo i commenti positivi che ho ricevuto.

Mi scuso solo per gli innumerevoli errori che avete incontrato lungo il percorso, perdonatemi.

Spero che non siate rimaste deluse dalla storia o dalla mia orrenda traduzione, ma il mio obiettivo finale era quello di far conoscere questi due meravigliosi ragazzi alias Theo e Dimitri, a tutti.

Grazie ancora e…tranquilli questo non è un addio ;)

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Capitolo 24
*** SORPRESA! ***


Ebbene si, Outside The Lines è finita *piange disperatamente*, MA ho notato che l'autrice della storia (@SkeneKidz) ha aggiunto molte curiosità e approfondimenti su tutti i personaggi delle sue storie e tra queste, ovviamente, ci sono anche Dimitri e Theo aaw.

Sembra un'idea davvero carina tradurle ma voglio prima di tutto una vostra opinione (vorrei che fossero più persone a commentare per essere certa che se iniziassi a tradurla, qualcuno continuerebbe a seguirla).

Preferite che inizi un'altra storia (che potrete anche suggerirmi di tradurre) o volete che continui con Dimitri-Theo? (accidenti, devo trovare un nome più corto per quei due)

P.s: vi regalo un unicorno che cavalca una nuvola di zucchero se trovate un nome carino per questa ship ahaha

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Capitolo 25
*** ULTIMO AVVISO ***


Se ve lo state chiedendo: sì, continuerò con Dimitri e Theo, YEEEEEE.

Purtroppo adesso non vi posso mandare il link della nuova storia, ma se andate sul mio profilo troverete già pubblicato un capitolo!

Baci <3

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