Tomorrow

di YoongiYah
(/viewuser.php?uid=811781)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** I ***
Capitolo 3: *** II ***
Capitolo 4: *** III ***
Capitolo 5: *** IV - Prima Parte ***
Capitolo 6: *** IV - Seconda Parte ***
Capitolo 7: *** V ***
Capitolo 8: *** VI ***
Capitolo 9: *** VII ***
Capitolo 10: *** VIII ***
Capitolo 11: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Yoonseok AU. Yoongi ha diciassette anni e Hoseok ventidue.
Perché? Non lo so, è colpa della mia mente malata.










Image and video hosting by TinyPic

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

"Yoongi. Mi ha chiamata il preside della scuola. Il tuo insegnante di chimica e di fisica vuole parlare con me e tuo padre. Che hai combinato?"

Nel momento in cui Yoongi rimise piede in casa, dopo essere tornato da scuola, quel pomeriggio, si sentì accogliere da quelle dolci parole pronunciate dalla madre "Che cosa? Ti ha chiamata? Ma perché? E' solo un'insufficienza, posso recuperare!"

La signora Min sospirò, senza speranze "Hai preso un'altra insufficienza? Con l'ultimo compito dovevi recuperare quella di precedente. E quelle prima ancora"

"Lo so mamma, lo so. Ma siamo tutti consapevoli che non ci posso fare niente, quella roba non fa proprio per me! Ti prego non dirlo a papà, lo sai che andrà fuori di testa" Yoongi pregò letteralmente la madre. L'ultima volta suo padre lo aveva rinchiuso in camera sua per dei mesi interi e tanto non era servito a nulla. Non era portato per le materie scientifiche, punto e basta. Che poi non gli sarebbero servite a nulla nella vita, lui voleva dedicarsi alla musica, al rap. In quello sì che era dannatamente bravo. Ma, ovviamente, quel vecchio conservatore non poteva capire una cosa del genere. Sperava nell'aiuto di sua madre, ma già sapeva che non ci poteva contare. Se li aveva chiamati il preside in persona la situazione era grave.

La madre lo guardò, intenerita dalla richiesta "Tesoro, non ti posso aiutare. Lo sai che io ti appoggio, ma in questo sono d'accordo con tuo padre. Voglio che ti diplomi. Il massimo che posso fare è prometterti che una volta diplomato ti sosterrò, qualsiasi strada tu voglia prendere. Ma prima devi finire la scuola e quindi impegnarti in tutte le materie"

"Si, va beh. Ho capito. Mi preparo alla clausura. Sempre che tuo marito mi faccia arrivare vivo a domani"

"Non fare l'esagerato adesso. Potevi pensarci prima e studiare seriamente"

In realtà le parole di sua madre significavano parecchio per lui. E se proprio doveva essere sincero almeno con se stesso non si era proprio impegnato così tanto per recuperare le insufficienze. E' che studiare, andare a scuola, proprio non gli piaceva, non gli interessava. Era solo una perdita di tempo, gli impediva di concentrarsi su quello che era la sua vita veramente. E non era colpa sua se l'ispirazione per i suoi testi gli venivano mentre quel branco di inutili personecercavano di spiegargli qualcosa.

Ma sì, era anche consapevole di essere solo un quasi diciassettenne con tanti sogni e tante passioni e che forse quel diploma poteva essergli veramente utile. Quello che lo preoccupava sul serio era suo padre. Non riusciva proprio a capire che non era come lui, che lo studio, non tanto la scuola ma l'università, non era l'unica sola strada nella vita di una persona e che, soprattutto, non era una strada che la sua vita contemplava. Che poi il problema non era neanche quello. Non del tutto.

 Suo padre aveva deciso di ignorare il suo outing. Aveva scelto di fare come niente fosse, come se quella chiacchierata che aveva deciso coraggiosamente di fare con lui non fosse mai avvenuta, liquidandolo con un semplice "Sei troppo giovane per sapere cosa vuoi veramente dalla vita. Falla finita e vai a studiare". Da allora, però, qualcosa era cambiato. Ad ogni suo minimo errore, che riguardasse la scuola, il suo coprifuoco o un'altra stronzata qualsiasi, il padre lo puniva con più severità e lo guardava con disprezzo, un disprezzo che lo faceva morire dentro . E doveva fare quello che diceva lui, senza se e senza ma.

Guardò la madre, cercando di farle capire quello che non poteva dire ad alta voce sotto quel tetto e, per quanto lei avesse compreso quale fosse il problema, rispose allo sguardo dicendo "Mi dispiace tesoro, non posso aiutarti questa volta. Il preside ci ha fissato un appuntamento per domani. E ha espressamente richiesto la presenza di entrambi i genitori"

Questa volta fu Yoongi a sospirare senza speranza per poi girarsi e dirigersi al piano superiore e andare in camera sua. Si premurò, comunque, di far sentire tutta la sua frustrazione alla madre, urlando, con quanta grazia possibile un "'FANCULO!"

 

---

 

Il giorno seguente, tornando a piedi da scuola -aveva appositamente perso il pullman per poter ritardare l'ora del giudizio- non riusciva a smettere di pensare a quello che sarebbe successo a breve. Aveva paura, ok? Una paura fottuta. E non della punizione o della ramanzina. Aveva paura di rivedere quello sguardo negli occhi del suo vecchio, quello sguardo che non era altro che la prova per lui di quanto fosse nient'altro che una delusione, il figlio che non avrebbe mai voluto. Pigro, svogliato e frocio, per quanto volesse negarlo.

Il commercialista Min aveva più volte ripetuto al figlio che doveva diplomarsi, iscriversi alla facoltà di economia e lavorare per lui prima e prendere il suo posto poi. Del resto si era fatto un nome, ormai, e anche un giro di ottimi clienti; insomma, guadagnava più che bene, perché mai tutto il suo lavoro doveva andare in fumo per degli stupidi capricci adolescenziali?

Quindi no, Yoongi non era proprio il figlio che il signor Min aveva desiderato. E Yoongi ne soffriva. Perché si, lo sapeva da solo che era pigro e che a questo poteva anche rimediare. Ma non poteva rimediare a tutto il resto. Come poteva rimediare al fatto che non gli piacessero le ragazze ma i ragazzi?! E soprattutto come poteva rimediare al fatto che la musica fosse una parte inscindibile da lui?! Poteva anche sacrificare le sue preferenze sessuali per suo padre ma non la musica.

Sì, Min Yoongi era un diciassettenne drastico e melodrammatico che sosteneva che se nella sua vita ci fosse stata la musica allora quella bastava, non gli serviva altro, nemmeno un ragazzo. Nemmeno l'amore. Come se potesse vivere una cosa del genere in Corea, quando non lo accettava nemmeno il suo stesso padre.

 

 

Giunto al portico di casa sua, perse ancora un attimo davanti alla porta. Quando si decise ad aprirla, lo fece con la massima cura al non fare il minimo rumore, quasi sperasse di passare inosservato.

Illuso.

Non fece in tempo ad entrare nell'ingresso e a togliersi la prima scarpa che sentì la burbera voce del padre chiamarlo "YOONGI! Nel mio studio, subito"

'Fottuto!' pensò Yoongi, con la testa che aveva già iniziato a girare. Vide la madre rivolgergli un mezzo sorriso che probabilmente voleva essere rassicurante. Illusa pure lei.

Suo padre era al centro della stanza, in piedi e con le braccia conserte. E quello sguardo.

 "Chiudi la porta e vieni qui"

Col groppo in gola, fece come gli era stato ordinato e prima che potesse anche accorgersene il signor Min gli diede uno schiaffo. La guancia incominciò a bruciare e gli occhi si inumidirono per il dolore.  Chinò la testa e non riuscì a trovare la forza di alzare lo sguardo.

"Tu e le tue stronzate mi avete stancato. Mi hai fatto chiamare dal preside, come se fossi il padre di chissà quale idiota indisciplinato. Padre di un idiota lo sono, comunque. Da oggi in poi sei rinchiuso in questa casa finché non avrai recuperato tutto il programma di chimica e di fisica e non avrai raggiunto una buona media per poter frequentare i corsi estivi per le università. E niente computer, a meno che non ti serva per la scuola. Così la smetterai con quelle cazzate sulla musica. E niente amici. L'unica persona che potrai frequentare sarà il tutor che ti troverò."

A quelle parole Yoongi riuscì finalmente a guardare il padre. "Tutor?"

"Si, tutor. Pensi sul serio che mi fidi di te? L'anno scorso avevi detto che quest'anno ti saresti impegnato veramente e invece questa mattina mi sono ritrovato nello studio del preside col tuo insegnante che mi diceva che hai preso un'insufficienza dopo l'altra, insufficienze di cui io non sapevo niente. Non solo ho dovuto subire l'umiliazione di avere un figlio deficiente, hai fatto fare anche a me la figura del deficiente."

Yoongi riabbassò subito lo sguardo, cercando di non far vedere al padre quanto fosse ferito.

"Ho già trovato un paio di candidati validi, più tardi li chiamo e vedo di fissarti la prima lezione per domani. E adesso esci di qui e vai in camera tua. Non voglio più neanche vederti per oggi"

Yoongi si girò e uscì da quella stanza alla velocità della luce, correndo in camera sua senza prestare attenzioni alla madre che lo chiamava. Si chiuse la porta alle spalle e si lasciò cadere sul letto, la faccia sepolta nel cuscino.

Schiaffo e offese a parte, era andata meglio di quanto pensasse. Era sicuro che per questo dovesse ringraziare la madre. Ma... Un tutor? Sul serio? E i corsi estivi per l'università? Anche se era sopravvissuto adesso era sicuro che non ce l'avrebbe fatta ad arrivare vivo al diploma. Tanto meglio. Sperava almeno che il padre avesse talmente tanti sensi di colpa da logorargli l'animo e rovinargli la vita per sempre, cadere in depressione e mandare in rovina la sua attività -l'aveva detto che era drastico e melodrammatico no?

Si alzò dal letto e aprì il cassetto del comodino. Ne tirò fuori un quaderno e una penna. 'Coglione, non ho mai usato il computer per le mie canzoni' ed iniziò a scrivere, cercando di sfruttare la sua rabbia per una nuova canzone spacca-culi.

Non tornò al piano di sotto per il resto della giornata, passando da una pagina all'altra senza sosta, ignorando la madre che gli chiedeva cosa volesse per cena, fino a che non sentì le palpebre talmente pesanti che si addormentò con ancora indosso la divisa di scuola.

 

---

 

Dopo la seguente giornata scolastica, Yoongi raccontò gli avvenimenti della giornata precedente al suo migliore -o forse unico- amico, giusto per spiegargli il perché non si sarebbero potuti più né vedere né sentire al di fuori dell'orario delle lezioni di scuola.

"Che sfiga amico, mi dispiace" disse Jimin, dandogli una pacca sulla spalla.

"Si beh, ancora deve iniziare la vera sfiga. Mi sa che oggi mi tocca la prima lezione col dannato tutor. Dovrò passare il pomeriggio a fare una cosa schifosa con uno che sicuramente a questa cosa schifosa gli ha dedicato la vita, ovvero uno completamente pazzo. Ti pare? Cazzo, perdo il pullman se non mi sbrigo, non sia mai che do al vecchio un'altra scusa per dare di matto. Ciao Jiminie!"

E così incominciò a correre verso la fermata, senza aspettare la risposta dell'amico.

 

 

Quando arrivò, fu proprio il padre ad aprirgli la porta.

"Sbrigati. Il tutor ti sta aspettando"

Yoongi si tolse le scarpe talmente in fretta che quasi inciampò, seguendo il padre che lo stava portando verso la cucina.

Vi trovò un ragazzo, evidentemente più grande di lui, che non appena lo vide gli rivolse un sorriso a forma di cuore. Tutto quello che Yoongi riuscì a pensare fu 'Porca troia!'

"Yoongi, lui è Jung Hoseok. E' al terzo anno di medicina veterinaria e da oggi ti aiuterà a recuperare quel disastro che sono i tuoi voti in chimica e fisica"

Avrebbe desiderato tanto far vedere a quel bel ragazzo che non era stupido come sosteneva suo padre ma tutto quello che riuscì a fare fu aprire stupidamente la bocca e farne uscire un altrettanto stupido "Ah"

"E' un piacere conoscerti Yoongi" e quel dannato sorriso si allargò ancora di più, diventando ancora più carino.

'Ok, sarà anche un pazzo che ha dedicato la vita a delle cose schifose, ma cazzo se è fico'

Bene. Perfetto.  Il padre omofobo gli aveva trovato un tutor per fargli passare l'anno e Yoongi stava fantasticando su di lui. Recuperare quelle materie sarebbe stata una passeggiata. Certo. Fantastico.

Si maledì mentalmente e cercando di recuperare un minimo di dignità disse "Vado a prendere i libri"

E per la seconda volta in un minuto pensò 'Porca troia!'

 

 

 

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** I ***


Image and video hosting by TinyPic

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

Jung Hoseok era sempre stato uno di quei ragazzi all'apparenza perfetti.

Di bell'aspetto, andava molto bene a scuola nonostante non fosse un secchione e riusciva anche a trovare il tempo per dedicarsi a tutto quello che gli piaceva, sport, ballo, club del dopo scuola, di qualsiasi tipo. E, instancabile, cercava sempre cose nuove da fare.

Era anche un ragazzo dal cuore gentile. Faceva volontariato al canile e amava prendersi cura degli animali, per cui nutriva una grande passione. Aveva anche aiutato il veterinario che aveva in cura il suo cagnolino Mickey, persona che si era rivelata essere un vero e proprio modello di riferimento, tanto da portarlo a prendere la decisione di frequentare proprio la facoltà di veterinaria. Già da quando frequentava il terzo anno di liceo si era informato sui corsi dell'università diGwangju, la sua città natale, e aveva deciso di iscriversi a tutte le materie scientifiche di livello avanzato che la sua scuola superiore gli offriva e che gli sarebbero state utili per passare i test d'ingresso e per superare poi gli esami, una volta riuscito ad entrare al corso di veterinaria.

Aveva anche un bellissimo rapporto con i suoi genitori, a cui non aveva avuto bisogno di spiegare che no, a lui le ragazze non facevano nessun effetto. Ne erano stati consapevoli fin dall'inizio e non avevano alcun problema con le sue preferenze: era loro figlio e lo avrebbero amato incondizionatamente. E poi c'era sua sorella maggiore, la sua migliore amica.

Jung Hoseok era un ragazzo all'apparenza perfetto, ma soltanto all'apparenza. In realtà, Hoseok, era e si sentiva solo.

Si era sempre sentito dannatamente solo perché non aveva mai potuto essere realmente se stesso al di fuori delle mura di casa. Era per questo che riusciva  a fare tutte quelle cose: non aveva mai avuto un amico con cui passare il tempo.

Non erano solo i suoi genitori ad aver lo capito senza spiegazioni, non aveva mai avuto il bisogno di chiarire a qualcuno che a lui piacessero gli uomini. Una settimana dopo l'inizio del suo primo anno di scuola superiore fu chiaro a tutti e, nel caso in cui fosse sfuggito a qualcuno, il tizio che lo aveva pestato urlando che lui e la sua "frociaggine" dovevano andare a farsi curare, aveva reso partecipe anche loro. La cosa più triste fu che, quelle che dovevano essere le autorità, oltre al separarli, non avevano fatto niente. Da quella volta aveva sempre cercato di non dare nell'occhio perché, anche se sapeva che non era lui ad essere dalla parte del torto, gli altri, professori compresi, ce l'avrebbero messo.

Si era sempre rifiutato di sentirsi sbagliato. Era orgoglioso di quello che era. Non vedeva l'essere gay come un ostacolo e non aveva fatto nessuna fatica ad accettarlo. Aveva solo accettato il compromesso di essere discreto per una questione di sopravvivenza. Non era lui ad essere sbagliato, lo erano il posto in cui viveva e la mentalità di molte delle persone che aveva intorno. Doveva solo stringere i denti, tirare avanti e sopravvivere.

 E fu esattamente quello che accadde fino all'inizio del suo ultimo anno, quando arrivò un nuovo ragazzo, trasferitosi da poco nel suo quartiere. Kim Taehyung. Di un anno più giovane di lui, musino pulito e adorabile (Hoseok aveva un debole per i musini adorabili), personalità frizzante e sbarazzina e con una voce profonda da far venire i brividi. Si conobbero per strada dal ritorno da scuola: non era la stessa, ma non abitavano molto distanti e gli orari più o meno coincidevano. Fu inevitabile per loro incontrarsi. Scoprirono di avere molto in comune e di andare incredibilmente d'accordo.

Taehyung fu il suo primo. Il suo primo amico, la sua prima cotta, il suo primo bacio, il suo primo ragazzo, il suo primo amore e la sua prima volta.  Aveva completamente perso la testa per lui, al punto di tralasciare tutte le sue attività extrascolastiche per poter passare con il suo amico e ragazzo, con il suo Tae, il più tempo possibile. Era rimasto fedele al suo progetto di diventare veterinario ma aveva iniziato addirittura a pensare di saltare un anno e aspettare che Taehyung si diplomasse e poi iscriversi all'università con lui; avrebbero potuto condividere un piccolo appartamentino nelle vicinanze dell'università, così da poter passare buona parte della giornata insieme.

I genitori e la sorella avevano provato ad avvertirlo, stava correndo troppo e forse anche di più, era ancora giovane per fare progetti del genere e potevano ancora presentarsi tante possibilità o capitargli tante altre cose.

E così, in effetti, fu. Taehynug, poco prima della fine della scuola, gli disse che non voleva quello che voleva Hoseok, che era ancora un ragazzino e che voleva divertirsi e non fare la vita di un adolescente praticamente sposato con uno con cui stava da appena qualche mese. Gli chiese di continuare per la sua strada e di non cercarlo più perché lui voleva fare le sue esperienze per conto suo.

Hoseok ne rimase distrutto. Aveva perso sia l'amore della sua vita che il suo migliore amico e quello stato di solitudine e di noia era tornato all'improvviso, con l'aggiunta di una tristezza profonda che gli impediva anche di tenersi impegnato come faceva prima. Riuscì comunque a superare gli esami finali e prendere il diploma con successo, anche se nell'ultimo periodo si era impegnato poco aveva sempre studiato molto durante la sua carriera scolastica e poteva vantare una buna memoria. Verso la metà dell'estate, però, quella tristezza non lo voleva ancora abbandonare e, soprattutto, non riusciva a non pensare che la causa di quella schifosissima situazione abitava a qualche casa di distanza dalla sua. E si sentiva soffocare. Sempre, costantemente. Taehyung gli aveva fatto provare cose mai sentite e dopo aver vissuto quelle bellissime esperienze non riusciva proprio a tornare alla vita di prima. Aveva bisogno di cambiare aria. Si disse che frequentare l'università sarebbe stato un buon punto di partenza, un inizio per qualcosa di nuovo.

Poi, quando per posta gli arrivarono dei volantini di varie università, tra cui quella di Seoul, un'idea gli si insinuò in testa. Passò ore su internet ad informarsi e quell'idea diventò un desiderio che voleva realizzare a tutti i costi e così decise di parlarne con i suoi.

"Hoseok io non credo sia una buona idea. Insomma, Seoul è lontana, molto lontana! Dove abiterai? Come farai a spostarti? Non conosci nessuno lì!" Ovviamente i signori Jung furono estremamente sorpresi dalla richiesta del figlio. Sapevano che nell'ultimo periodo le cose non erano state molto semplici per lui ma non credevano davvero che Hoseok fosse arrivato a quel punto.

"Lo so che Seoul è lontana, ma l'università ha dei dormitori. E sono sicuro che ci lì ci sono tantissimi mezzi pubblici per spostarsi, sicuramente più di quanti ce ne sono qui. Devo solo imparare, cosa che dovrei fare anche se rimanessi a Gwangju, visto che in questo quartiere mi sono sempre potuto spostare a piedi. E il non conoscere nessuno non cambia le cose, non conosco nessuno neanche qui" al pronunciare quelle ultime parole il sorriso del ragazzo si spense e un velo di tristezza coprì quella luce nei suoi occhi che era arrivata nel momento in cui aveva nominato Seoul. E questo particolare non sfuggì al signor Jung.

"Hoseok, siamo solo preoccupati. Una richiesta del genere così all'improvviso non è da te"

E qui Hoseok decise che doveva essere totalmente sincero, glie lo doveva e lo doveva a se stesso "Ditemi una sola cosa che mi riguarda che è stata da me nell'ultimo periodo. Non mi sento più io e sono arrivato a pensare che non sono mai stato me stesso in tutta la mia vita. Ho bisogno di iniziare da capo e di farlo in un posto nuovo. Seoul mi sembra perfetta. L'idea di potermi trasferire mi fa venire voglia di riprendere a vivere sul serio. Ne ho bisogno papà"

I genitori sospirarono all'unisono, per poi rispondergli "Dacci qualche giorno per pensarci"

Ma la risposta arrivò il giorno dopo e Hoseok si sentì felice per la prima volta dopo quello che gli era sembrato tantissimo tempo.

 

---

 

Seoul era davvero perfetta per lui e da quando ci aveva messo piede aveva iniziato a sentirsi di nuovo bene. I test di ammissione andarono alla grande e l'università era bellissima. Anche la stanza dove lo avevano sistemato era accogliente. Era una doppia. Avrebbe avuto un compagno di stanza quindi una persona doveva conoscerla per forza, no?! Era così eccitato, non lo era stato così tanto da quando aveva conosciuto Taehyung.

Tae. Ogni volta che i suoi pensieri sfioravano il suo ricordo sentiva una fitta pazzesca attraversargli il cuore, i polmoni e lo stomaco. Ma almeno, da quando era lì, aveva smesso di pensarci ventiquattro ore su ventiquattro.

Una settimana dopo il suo arrivo conobbe il suo compagno di stanza. Quando lui arrivò, Hoseok era in mensa per il pranzo e quando tornò in camera ci trovò un ragazzo biondissimo e molto più alto di lui, girato di schiena intento ad appendere un poster degli Epik High al muro. Il cuore aveva preso a battere a mille ma trovò comunque il coraggio di sfoggiare il suo miglior sorriso e salutarlo con un caloroso "Ciao!" Il ragazzo si girò e gli sorrise a sua volta "Ciao! Mi chiamo Namjoon! Scusami, ho fatto un casino, ma mi ci vorrà un attimo per mettere tutto a po-" Non riuscì a finire la frase che fece cadere il martello che teneva in mano sopra a dei cd che erano per terra, rompendone la custodia "Ma porca-ehm. Ti avverto, per me questa è una cosa normale, mi capita almeno cinque volte al giorno. Metti al sicuro le cose a cui tieni" Hoseok non riuscì a trattenersi: rise di cuore, come forse non aveva mai fatto prima, e in quel momento sperò sul serio che lui e questo Namjoon potessero diventare buoni amici.

Il suo desiderio si realizzò molto in fretta, nonostante lui e Namjoon fossero due persone completamente diverse: uno studente di medicina veterinaria e uno di musicologia con il pallino dell'economia, che sognava di diventare un grande produttore. Così Hoseok decise che forse poteva finalmente aprirsi con qualcuno che non fossero i suoi genitori. O sua sorella. L'occasione si presentò proprio quando Namjoon lo sentì chiudere una conversazione telefonica con quest'ultima. "Ma certo che ti faccio sapere come va l'esame. Anche tu mi manchi noona, ci sentiamo presto"

Namjoon alzò le sopracciglia in un'espressione di perplessità "Noona? Hai una fidanzata più grande, furbo bastardo?" Chiese con voce maliziosa e un sorriso che mise in mostra la sua fossetta e tutti i suoi denti.

"Che cosa? No! Era mia sorella!"

"Peccato, ti facevo più interessante" scherzò l'altro.

"In realtà c'è una cosa a questo proposito che volevo dirti e spero tanto che non sia un problema Namjoon, perché lo so che ci conosciamo da poco ma ci tengo veramente tantissimo alla nostra amicizia e non sopporterei l'idea di per-"

"Amico, rilassati, respira e dimmi quello che mi devi dire. Che ci sarà mai di così sconvolgente?"

Hoseok lo fissò e sperò sul serio di non sconvolgerlo. Una volta che riuscì ad aprire la bocca quello che ne uscì fu "SONOGAY"

L'amico lo guardò un attimo stralunato e poi si mise a ridere. Rise talmente tanto che si piegò in avanti e quasi perse l'equilibrio. Hoseok non capiva se quella reazione fosse un bene o un male. "Scusa, scusa, scusa. Non volevo ridere del tuo outing, ma la tua faccia fa morire! Ok, allora questo fine settimana cerchiamo un locale e vediamo di trovarci due bei giovanotti per darci alla pazza gioia"

"Come scusa?" Hoseok era allibito.

"Amico, il tuo gay-radar fa schifo. E anche il mio, a quanto pare. Mi sa che ci metteremo un po' a trovare quei giovanotti"

 

 

Ci andarono sul serio in un locale e per Hoseok fu l'inizio di una nuova serie di esperienze bellissime. Fece la conoscenza di tante persone, persone come lui ma non solo, anche etero che non erano soltanto degli 'ignoranti con la testa piena di stronzate' come li chiamava Namjoon. Ma non era solo quello ad essere emozionante. Poteva essere se stesso, poteva confidarsi con qualcuno che non facesse parte della sua famiglia e che lo capiva in pieno e che soprattutto si rivelò fonte di un preziosissimo aiuto.

E aveva anche incominciato a pensare sempre di meno a Taehyung e comunque. quando ci pensava, le fitte erano sempre meno dolorose. Per prima sparì quella allo stomaco, poi anche quella ai polmoni. Pian piano, anche quella al cuore si affievolì, lasciando solo un vuoto che non era ancora riuscito a colmare, nonostante avesse conosciuto qualche ragazzo carino.

Anche per il suo amico le serate passate al locale portarono delle novità. Una sera fecero la conoscenza di un ragazzo bellissimo, dal viso perfetto e i capelli castani. Namjoon se ne innamorò al primo sguardo. Si chiamava Kim Seokjin, barista di sera e studente di storia dell'arte di giorno. Namjoon non gli diede pace fino a che non riuscì a strappargli un sì per un appuntamento insieme, appuntamento che andò sorprendentemente bene. Iniziarono a frequentarsi e la cosa divenne poco dopo una storia seria ed Hoseok non poteva essere più felice per il suo amico. Era anche un po' invidioso, a volte, ma comunque soddisfatto perché Seokjin -o Jin, come preferiva lui- era fantastico e il ragazzo riuscì a legarci quasi subito.

 

 

Finito il secondo anno di università si presentò ai ragazzi un problema: la laurea in musica richiedeva soltanto un altro anno, quella di medicina veterinaria ne richiedeva altri tre, mentre Seokjin si era ormai laureato e stava cercando ufficialmente un lavoro a tempo pieno. Quest'ultimo aveva scovato un appartamento che "E' perfetto per tre persone e poi è un vero affare, è carino, l'affitto non è altissimo ed è vicino all'università".  Jin se ne era perdutamente innamorato e Namjoon avrebbe fatto di tutto per accontentareil suo fidanzato. Hoseok voleva davvero dividere l'appartamento con loro, l'aveva anche visto ed era davvero molto carino, ma non voleva far gravare questa ulteriore spesa sui suoi genitori, non dopo che gli avevano anche regalato un'auto -usata ma bellissima, l'aveva ufficialmente chiamata, ridendo con Namjoon, "l'unica ragazza della mia vita". Ma d'altra parte a Namjoon mancava solo un anno e lui non voleva rischiare di perdere il suo amico a causa della lontananza -sì, si era reso conto di essere un tantino paranoico ma aveva passato diciannove anni della sua vita praticamente solo quindi se lo poteva permettere- e di ritrovarsi in camera con una matricola. E poi aveva già ventidue anni, si sentiva ridicolo ad alloggiare ancora nei dormitori della scuola. Parlandone con i suoi, riuscì a convincerli che avrebbe potuto trasferirsi, continuare a studiare e intanto fare qualche lavoretto per potersi pagare l'affitto da solo, in fondo era una cosa che aveva sempre fatto. Certo, l'università era più impegnativa ma lui era un ragazzo positivo. Il suo nuovo io, per lo meno.

Così, dopo essere stato assunto in una caffetteria nei dintorni dell'appartamento per poi essere licenziato un paio di mesi dopo solo perché il figlio del capo non era riuscito a tenersi un altro lavoro e quindi un altro cameriere era inutile, decise di mettere degli annunci per proporsi come tutor e dare delle ripetizioni nelle materie in cui era più ferrato, cosa che tra l'altro avrebbe fatto comodo anche ai suoi di studi, un ripasso non faceva mai male.

Fu così che ricevette la prima telefonata da parte del signor Min.

 

----

 

"Ho trovato lavoro!" esultò Hoseok, con quell'immancabile sorriso che era ormai diventato la sua firma.

"Dare ripetizioni non è un vero lavoro" rispose annoiato Namjoon, senza staccare gli occhi dal libro che stava leggendo.

"Considerando quanto mi pagherà questo tizio sì, lo è! Mi vuole dare il doppio di quanto avevo chiesto io nell'annuncio solo per un ora di lezione e vuole che aiuti il figlio almeno due ore al giorno tutti i giorni, se gli impegni ce lo permettono. Potrei guadagnare più con queste ripetizioni che con un vero impiego da qualsiasi altra parte!"

"Due ore al giorno? Tutti i giorni? Con chi diavolo dovrai lavorare, con una capra?" chiese l'altro ridendo.

E quì il sorriso di Hoseok si spense per un secondo "Non ne ho idea. Cioè, stando a quello che mi ha detto il padre dovrebbe essere un vero stupido, ma quando ho chiesto quali materie doveva recuperare mi ha risposto solo chimica e fisica. Penso che abbia esagerato, mi sembrava anche abbastanza arrabbiato. Non lo so, non mi interessa finché mi paga così bene"

"Buon per te. Smettila di sorridere così, mi fa male la faccia per te"

Hoseok rise "Non ci posso fare niente. Questo è un vero colpo di fortuna! Abitano anche qui vicino, potrei non avere bisogno di prendere la macchina tutti i giorni!"

"Smettila di essere sempre così perfettino. Culo, si dice culo. Hai avuto una grandissima botta di culo. Hai ventidue anni Hoseok, non posso insegnarti ancora queste cose, dovresti saperle da solo ormai"

"Un'altra volta? lo sai che non dico certe parole, non si addice alla mia immagine. Sono un gentiluomo, io"

"Sono sempre più convinto che tu sia nato nell'epoca sbagliata. Ti è andata bene, probabilmente ti avrebbero messo al rogo"

"Vedi? Sono fortunato" E il sorriso di Hoseok si allargò ancora di più se possibile, talmente tanto che Namjoon si preoccupò, pensando che sarebbe rimasto per sempre paralizzato con quell'espressione.

"Amico, sei imbarazzante, sul serio. Sbrighiamoci dobbiamo uscire tipo adesso o arriveremo tardi. Lo sai che Jin odia aspettare. E ho fame"

"Non sia mai. Tanto poi se la prenderebbe con te. E' bello il fatto che pensi che sia sempre colpa tua, in effetti"

"Ma che ho fatto di male nella vita per meritarmi tutto questo?!"

 

 

----

 

 

Quando, il giorno successivo, ovvero il suo primo giorno di lavoro, si trovò di fronte alla residenza dei Min, Hoseok non riusciva a credere ai suoi occhi. Quella davanti ai suoi occhi non era una casa, era una reggia! Abbassò lo sguardo e vide che i vestiti che indossava da quella mattina -era stato a lezione e non aveva fatto in tempo a passare per casa e darsi una rinfrescata- erano ormai sgualciti e si sentì terribilmente inadeguato.

'Ok, è solo il tuo primo giorno. Almeno adesso lo sai'

Suonò il campanello e gli aprì una bella signora, vestita in maniera molto semplice ma di gran classe. Quel senso di inadeguatezza si intensificò.

"Salve. Devi essere il tutor che mio marito ha chiamato per Yoongi, vero?"

"Salve signora. Sono io, spero di non aver fatto tardi. Sono appena uscito dall'università, avevo lezione" mise le mani avanti, sperando in un minimo di comprensione.

"No, non ti preoccupare, Yoongi non è ancora tornato da scuola ma dovrebbe essere qui a momenti. Ti prego accomodati, io intanto vado a chiamare mio marito"

Hoseok avrebbe voluto tanto accomodarsi, ma non riusciva a far altro che guardarsi intorno con la bocca aperta. Avevano un tv gigantesca, solo quella probabilmente costava più della casa dei suoi genitori.

La signora Min fece ritorno un minuto dopo, accompagnata questa volta da un uomo che riuscì a mettere in soggezione Hoseok con una sola occhiata. Cercò comunque di non darlo a vedere, inchinandosi con rispetto per poi presentarsi "Buona sera signore. Sono Jung Hoseok, ci siamo parlati ieri a telefono"

"Si buona sera. Seguimi, lavorerete nella sala da pranzo, lì il tavolo è grande e avrete spazio a sufficienza" Prese a camminare e Hoseok gli andò subito dietro "Voglio che  le insufficienze di mio figlio diventino almeno un sette, deve riuscire ad ottenere una media abbastanza alta da poter frequentare i corsi preparatori e i corsi avanzati. Se non vuole crescere allora sarò io a decidere per lui. Non so quale sia il programma che deve recuperare, te lo farai dire da lui. E non farti prendere in giro, sono sicuro che quell'idiota farebbe di tutto solo per farmi arrabbiare"

Mentre l'uomo continuava a parlare Hoseok non poté fare a meno di convincersi che quello che avevano detto lui e Namjoon, il giorno prima, era totalmente sbagliato. Incominciava seriamente a pensare che questa non fosse affatto una 'botta di culo'. O quest'uomo era veramente esagerato -e tutto gli faceva pensare che in effetti fosse così- o  questo ragazzino era un mezzo teppista, o comunque uno di quelli che lui, a suo tempo, aveva sempre cercato di evitare.

La signora Min s'intromise, interrompendo il marito e riportando Hoseok sull'attenti "Caro, credo che Yoongi sia qui fuori. Lo vado ad avvertire che il tutor è qui?"

Hoseok non sapeva se esserne grato o se iniziare ad agitarsi sul serio.

"No, ci vado io. Voglio che le regole siano chiare da subito"

 

Quando il signor Min fece il suo ritorno con un ragazzo dai capelli arancioni -ARANCIONI!- con lo sguardo fisso sul pavimento, Hoseok provò un po' di tenerezza. Probabilmente era proprio come aveva pensato, quest'uomo era molto severo ed esagerato. E se aveva avuto un po' di timore lui, figuriamoci il figlio adolescente.

"Yoongi, lui è Jung Hoseok. E' al terzo anno di medicina veterinaria e da oggi ti aiuterà a recuperare quel disastro che sono i tuoi voti in chimica e fisica" lo presentò il padre del ragazzino.

Il ragazzino alzò lo sguardo ed Hoseok ebbe come un senso di  déjà vu: quando i suoi occhi incontrarono quelli di Yoongi provò la stessa sensazione che aveva provato la prima volta che vide Taehyung.

'Maledetti visi adorabili. Che cosa stai facendo Jung Hoseok?!'

Cercò di ricomporsi senza dare nell'occhio, tornò a guardare Yoongi e gli sorrise, nella speranza di metterlo, e mettersi, a proprio agio. Il ragazzino fece un'espressione buffa, aprì la bocca con l'intenzione di dire qualcosa, forse presentarsi, ma riuscì solo a dire un patetico "Ah"

Un moto di tenerezza, più forte del precedente, si insinuò nuovamente in Hoseok e non poté fare a meno di allargare quel suo sorriso che Namjoon si divertiva a definire imbarazzante e poi gli disse "E' un piacere conoscerti Yoongi"

Il ragazzino lo guardò con una faccia stranissima e lui avrebbe tanto voluto sapere a cosa stesse pensando. Si riscosse però quando l'altro disse che sarebbe andato a prendere i libri.

"Ricordati quello che ti ho detto, non farti prendere in giro. Non ho intenzione di spendere tutti questi soldi in questa cosa se poi Yoongi non mette la testa a posto. Io ora devo tornare al lavoro"

Hoseok si accigliò per un attimo. Lui veniva pagato per spiegare al ragazzo fisica e chimica, non era di certo compito suo fargli mettere la testa a posto. Che poi, cosa voleva dire esattamente? Scelse comunque di fare buon viso a cattivo gioco, sorrise e rispose "Ma certo signor Min, non si preoccupi. Buona giornata" e lo guardò allontanarsi senza ricevere una risposta.

 

Quando Yoongi tornò con i suoi libri, Hoseok si prese un attimo per guardarlo meglio. Si rese conto che con lui quel senso di inadeguatezza era sparito. Forse perché la sua divisa scolastica era ancora più sgualcita dei suoi vestiti. Vide che era fermo sulla soglia della porta, chiaramente non sapendo cosa fare.

"Siediti vicino a me, così possiamo guardare i libri insieme" A queste parole gli occhi del ragazzo si allargarono talmente tanto che pensò che potessero cadergli dalle orbite da un momento all'altro, le sue guance divennero rosse e il suo sguardo ricadde sul pavimento mentre si avvicinava.

Hoseok ebbe una brutta, bruttissima sensazione "No, no e no. Non lo puoi trovare carino. Avrà appena diciassette anni e sei il suo tutor, maledizione!"

Fece finta di niente e aspettò che l'altro si accomodasse. Cercando di non guardarlo troppo intensamente riprese "Perché non mi dici intanto quali sono i tuoi problemi con le materie e quali sono gli argomenti più urgenti da riguardare?"

Yoongi lo guardò e Hoseok capì subito che quella di farlo sedere vicino a lui non era stata una delle sue migliori idee. Da quella minima distanza poteva vedere quanto fossero lunghe e folte le sue ciglia e quanto le sue labbra fossero rosa e carnose, al punto giusto, e quando queste si aprirono per parlare ne fu completamente ipnotizzato. Finché non sentì le parole che pronunciarono.

"Non ho un problema, non sono imbecille come ti avrà sicuramente fatto pensare il vecchio. Non mi piacciono. Non mi piace studiare. Non m' interessa e non m' interessano quei cazzo di corsi che vuole che frequenti"

Hoseok sgranò gli occhi. Era talmente sorpreso che non sapeva nemmeno cosa rispondere "Ehm. Ok. Forse dovresti... Moderare i termini, magari?"

"O cosa? Farai la spia?"

Quando si dice che le apparenze ingannano. Il  neo-tutor realizzò subito che Min Visino-Adorabile Yoongi era un impertinente dalla lingua tagliente. E la cosa lo divertiva. E lo ecci- 'No. A cuccia Jung Hoseok.  Che non ti venga mai più in mente una cosa del genere!'

"No, non farò la spia. Non mi interessa, voglio soltanto fare quello per cui vengo pagato, ovvero insegnarti qualcosa. Esigo solo un po' di rispetto" cercò di recuperare e soprattutto di non far capire all'altro quello che aveva appena pensato. Si stava vergognando da morire. "Quindi, da cosa preferisci cominciare?"

"Preferirei non iniziare proprio, ma visto che dobbiamo direi fisica. E' quella che mi fa più schifo"

'Come non detto'

Hoseok sorrise, senza poterci fare niente.

 

 

---

 

 

Quando tornò a casa, trovò Namjoon e Seokjin sul divano che guardavano una puntata di uno dei loro drama preferiti. Si girarono in contemporanea -'Inquietanti!'- verso di lui e il più giovane chiese "Allora? Com'è andata con la capra?"

Hoseok si chiese se parlarne o meno con l'amico, per poi decidere che sì, doveva farlo. Lui era talmente imbranato che ne avrebbe avuto sicuramente bisogno.

"Non è una capra e non è neanche stupido. Credo che semplicemente non gli piaccia studiare. E Namjoon, ti ricordi quello che mi hai detto ieri a proposito dei termini adeguati a certe situazioni? Cosa diresti tu se avessi la sensazione di poter essere attratto dal ragazzino minorenne a cui devi dare le ripetizioni?"

Namjoon e Seokjin lo guardarono, poi si scambiarono uno sguardo allibito tra di loro e ancora tornarono a guardare Hoseok. Poi Namjoon aprì la bocca ma la richiuse subito dopo, pensando ancora un attimo a quello che dire.

"Ti direi di non dire cazzate del genere"

Hoseok si pentì di essere stato così brutalmente sincero. Forse non era stata una buona idea dirlo ad alta voce. Ma ormai quello che era fatto era fatto.

"Non lo è" disse mortificato.

"Allora ti direi che sei fottuto, amico mio"

Hoseok rimase un attimo in silenzio. Decise, pensandoci bene, che per quel giorno, dopo quello che aveva pensato a casa Min, aveva ormai già rovinato la sua immagine da gentiluomo. Si ritrovò a dare ragione all'amico "Sono fottuto"

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fare le due di mattina per scrivere la storia di Hoseok senza rendermene conto e avere la sveglia puntata alle otto per studiare. No, non ci siamo proprio.
Spero almeno che il capitolo sia venuto bene.


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** II ***


Image and video hosting by TinyPic


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Yoongi non aveva la più pallida idea di come si facesse colpo su un ragazzo. Non aveva mai incontrato nessuno come lui a parte Jimin -che comunque non contava perché era lui ad essere convinto che fosse gay, Jimin non se ne era ancora reso conto; a dire la verità non si era nemmeno reso conto di possedere un pene, quindi non si poneva proprio il problema- e non era mai nemmeno stato interessato a nessuno.

Non che fosse interessato ad Hoseok. Dio, no, ci sarebbe mancato altro! Avevano già fatto una settimana di lezioni giornaliere consecutive e non aveva fatto mai altro che parlare di chimica o di fisica o ancora di altra roba estremamente pallosa che lo annoiava a morte, senza mai concedergli una pausa. Però non gli dispiacevano le sue gambe. Sì, le sue gambe non erano affatto male. E neanche le sue braccia. Gli piacevano i muscoli delle sue braccia, ben definiti ma non esagerati come quelli di Jimin. Anche il viso era passabile. Soprattutto quando tirava su i capelli della frangia, lasciando scoperta la fronte.

Ma questo non voleva di certo dire che fosse interessato a lui. Era solo un diciassettenne vagamente frustrato che doveva passare tanto tempo con un ragazzo carino.

Ok, non pensava fosse solamente carino. Lo trovava un bel ragazzo, quindi non c'era niente di male se, per la prima volta che ne aveva l'occasione, dato che Hoseok sarebbe arrivato più tardi quel giorno, stava decidendo come farsi trovare dal suo tutor, senza dover indossare quella solita, maledetta, divisa.

Sì, era più di un'ora che era in camera sua davanti all'armadio, ma questo non significava assolutamente niente. Lui era Min Yoongi e non perdeva certo tempo a prendersi una cotta per il primo che capitava e a scegliere cosa indossare come una ragazzina al primo appuntamento.

Per dimostrare a se stesso che le cose stavano veramente così prese un paio di pantaloni della tuta, neri, una canottiera a caso e una felpa grigia. Indossò tutto e poi si guardo allo specchio. Nonostante la scelta non studiata dei vestiti, rimase comunque soddisfatto dell'immagine che gli si parò davanti: i pantaloni nascondevano bene le sue gambette rachitiche e la felpa era abbastanza larga da lasciargli scoperta una spalla.

'Io ci proverei se mi incontrassi per strada e se fossi qualcun altro'

E l'insieme, per quanto fosse ben riuscito, nascondeva il fatto che avesse passato tutto quel tempo davanti all'armadio.

Ma questo continuava a non significare niente. Anche se gli sarebbe tanto piaciuto vedere la reazione del padre una volta capito che Hoseok era gay. Perché era palesemente gay, ce l'aveva praticamente scritto in fronte. Avrebbe potuto provarci solo per farlo incazzare, sarebbe stato assurdo. Se solo fosse stato capace a fare cose del genere.

Ma cose del genere non gli interessavano nemmeno, quindi avrebbe trovato un altro modo per far arrabbiare il vecchio. Mirava a farsi buttare fuori di casa ormai.

 

Dal piano di sotto lo raggiunse la voce della madre "Yoongi, è arrivato Hoseok. Vieni giù"

Si sentì il cuore in gola e si guardò un'altra volta allo specchio.

'Non significa niente eh? Sei un coglione Min Yoongi'

Scendendo le scale vide Hoseok che lo stava aspettando con quel sorriso a forma di cuore che gli fece tremare le gambe. Quasi cadde. Abbassò lo sguardo e si diede nuovamente del coglione. Come poteva pensare di poter fare colpo se faceva una figura del cazzo dietro l'altra?!

'Va bene, siamo sinceri. Ti piace, lo trovi un gran fico e stai studiando solo per vederlo sorridere. E sicuramente non è far arrabbiare il vecchio il primo motivo per cui ci proveresti, se ne fossi in grado. Nemmeno il secondo. O il terzo. O il decimo. Sei diventato patetico'

Borbottò un "Ciao Hoseok" e sperò tanto che l'altro non si fosse accorto di nulla.

"Ehi Yoongi-yah! Come stai oggi?"

Ecco. Era questo che lo aveva fatto diventare un bambinetto patetico alle prese con la prima cotta. Hoseok era bello, simpatico e, anche se per cose che a Yoongi non piacevano e non capiva, aveva passione e si impegnava in tutto quello che faceva. Ma la cosa che apprezzava di più era quel "Come stai oggi?" o quel "Come va oggi?" che gli chiedeva tutti i giorni, dal loro secondo incontro. Probabilmente lo faceva solo per educazione e non significava niente, ma lui si sentiva preso in considerazione per la prima volta in quella casa.

"Potrei stare meglio. Per esempio, se non fossi rinchiuso qui dentro starei decisamente meglio"

"Ti prometto che recupereremo tutto in fretta e potrai uscire da qui prima di quanto pensi"

Ed eccolo lì, di nuovo quel sorriso. Yoongi non riuscì a trattenersi "E poi mi porti fuori a bere per festeggiare?" Per poi pentirsene subito dopo, quando vide che il sorriso di Hoseok era diventato una smorfia confusa. E se ne pentì ancora di più quando gli rispose ridendo "Al massimo ti porto a mangiare un gelato. Sei un moccioso ancora, cosa vorresti bere?!"

'Magnificoproprio quello che volevo sentirmi dire. 'Fanculo'

Yoongi mise il broncio e lo sapeva di essere estremamente infantile e di confermare le parole dell'altro ma... Ci era rimasto male. "Non sono un moccioso. Vogliamo iniziare? Mi sono rotto"

 

 

---

 

 

Hoseok quel giorno aveva dei seri problemi di concentrazione dovuti a diversi motivi. Come, tanto per dirne uno, la spalla scoperta di quel diavolo di ragazzino. Poteva una persona avere un incarnato così bianco? E perché lui ne era così affascinato? Era solo una spalla, accidenti! Non riusciva distogliere lo sguardo, se non per guardare quell'adorabile broncio che avevano formato le sue labbra. Si sentiva in colpa da morire per averlo offeso, perché sapeva di essere stato indelicato chiamandolo moccioso, ma  quella era stata l'ennesima conferma al sospetto che aveva iniziato ad avere durante questa prima settimana: Yoongi era, probabilmente, interessato a lui.

Aveva notato i suoi sguardi e quel rossore che gli colorava le guance quando erano troppo vicini. Come avrebbe potuto non notarlo? Era così carino. Ma proprio per questo doveva porre dei limiti, un confine che non dovevano assolutamente superare. E non solo il ragazzino, quei confini servivano anche a lui perché quell'attrazione che c'era stata all'inizio non era andata via, neanche un po'. A dirla tutta si era intensificata pian piano, ad ogni frecciatina che quella boccuccia rosea sputava. All'inizio aveva pensato che fosse dovuta al fatto che gli ricordasse vagamente Taehyung, o il ricordo che lui aveva del suo primo amore. Ma, per quanto ci fossero tra loro delle lontanissime similitudini, erano due tipi completamente differenti e no, non poteva essere solo per questo.

Ma soprattutto, da quando aveva conosciuto Yoongi, il pensiero del suo ex non era più insopportabile come prima. Aveva superato la rottura ormai da tanto, grazie a Seoul, a Namjoon e Jin e alla sua nuova vita, ma ogni tanto, più o meno una volta al giorno, gli capitava di pensare a lui o a dei piccoli particolari di lui che prima gli piacevano tanto. Come la sera precedente, quando, prima di addormentarsi, si era ritrovato a pensare a quel piccolo neo sulla punta del naso di Taehyung, a quanto lo avesse trovato sempre così carino e a quanto gli piacesse appoggiarci dei teneri baci. Ma il pensiero si era concluso con 'Il naso di Yoongi è più carino, decisamente'. E così si era coperto interamente con il lenzuolo, vergognandosi ancora una volta di se stesso in pochissimo tempo. Non gli era mai successo prima.

 

"-seok?" sentendosi chiamato, si riscosse da quel vortice di pensieri a cui si era abbandonato, per poi capire che stava fissando il ragazzo, le labbra del ragazzo, e che l'altro se ne era accorto.

'Bene, è questo il modo di portare avanti i buoni propositi sui confini da non valicare'

"Cosa? Scusami, mi sono distratto" incominciò a avvertire un vago calore alle guance. Ma no, non poteva arrossire, sarebbe stato un segnale che poteva essere male interpretato. E in questo caso male significava correttamente.

"Si, ho notato. Mi stavi spiegando quella merda e poi ti sei messo a fissarmi come un idiota"

"Farò finta di non aver sentito" -'Ha ragione, sei un idiota'- " Senti, facciamo una piccola pausa. Oggi sono un po' stanco e devo riorganizzare le idee per un momento"

 

Affondò la testa tra le mani, gomiti appoggiati sul tavolo, chiuse gli occhi e sospirò profondamente.

'Perché deve essere tutto così incasinato?' questa domanda era diventata il suo mantra, ultimamente.

Si sentiva lo sguardo di Yoongi addosso e, per quanto avesse voglia di ricambiarlo, si costrinse a tenere la testa bassa e gli occhi chiusi. Poi, all'improvviso, sentì una serie di rumori, tra cui un foglio che veniva strappato; la curiosità fu più forte di lui. Aprì gli occhi e vide l'altro intento a scrivere come un ossesso sul foglio che aveva appena strappato dal quaderno.

"Cosa fai?"

"Scrivo" rispose l'altro. Il tono utilizzato gli fece capire che riteneva la sua domanda estremamente stupida e che la risposta fosse ovvia. Non staccò lo sguardo dal foglio.

"Sì, questo lo vedo. Intendevo cosa scrivi?"

"Frasi. Pensieri. Quello che mi passa per la testa"

Hoseok era confuso "Non ho capito"

Yoongi lo guardò e Hoseok poté vedere quanto quei bellissimi occhietti potevano essere affilati, tanto quanto la sua lingua.

'Come può un solo sguardo rapirti e farti sentire stupido allo stesso tempo?'

Ma poi Yoongi si morse il labbro inferiore -cosa che gli aveva visto fare più volte e aveva capito che quando lo faceva era perché o non sapeva se poter dire qualcosa o perché non aveva capito qualcosa. Questo era chiaramente il primo caso.

"Io...è per una canzone" disse riportando la sua attenzione al foglio.

"Una canzone? Scrivi canzoni?"

Yoongi continuava a non guardarlo, ma il suo viso e le sue orecchie erano diventate talmente rosse che Hoseok capì quanto quello che gli stava dicendo fosse personale e si sentì lusingato. E per quanto ne fosse cosciente, non poteva proprio pensare a quanto tutto questo fosse sbagliato, non adesso.

"Sì, e modestamente sono anche bravo. E' per questo che non m'interessa la scuola, vorrei poter vivere di musica. Della mia musica. Non prendermi in giro"

"Perché mai dovrei prenderti in giro? E' una cosa bellissima Yoongi"

E quando Yoongi alzò la testa e lo guardò, Hoseok venne rapito ancora una volta dal suo sguardo che gli comunicò molto di più di quanto avrebbero potuto fare mille parole. Capì che quella non era una cosa che raccontava con tranquillità e quando lo aveva fatto nessuno lo aveva preso sul serio. E capì anche quanto quella sua risposta avesse significato per lui.

Ad Hoseok mancò il respiro per un tempo che gli sembrò infinito e questo fino a quando Yoongi non appoggiò la mano sulla sua, solo per un secondo, solo per un piccolo sfiorarsi della dita. Si accorse che i suoi occhi si erano inumiditi e quando sussurrò un "Grazie" strozzato il più grande avrebbe tanto voluto abbracciarlo, o addirittura baciarlo, e si rese conto che a quel punto era veramente fottuto perché, quel breve momento che avevano condiviso e che non ci sarebbe dovuto essere, non gli bastava.

Ne voleva ancora.

 

 

---

 

 

"-e allora io gli ho detto che doveva farsi gli affari suoi. Quel moccioso, ti rendi conto?"

Yoongi non stava veramente prestando attenzione a quello che Jimin gli stava raccontando ma quando lo sentì usare quella parola si infastidì, parecchio.

"Carino, complimenti" disse, cercando di mettere in quelle due parole il maggior disprezzo possibile.

"Si può sapere che hai? Non che di solito tu sia mister simpatia, ma oggi sei davvero insopportabile"

Erano in mensa per la pausa pranzo. Yoongi non aveva toccato cibo per quanto era di malumore. Non voleva parlarne, in realtà, ma Jimin era il suo migliore amico e anche se non era questo grande esperto in materia, forse lo poteva aiutare. In fondo non era un esperto nemmeno lui.

"Io... Mi piace uno, credo. Cioè no, lo so. Mi piace ma... E' complicato. E ieri sono successe delle cose che mi hanno lasciato un po' così" si confidò a bassa voce, per evitare di farsi sentire da orecchie indiscrete.

"Scusa ma, hai detto ieri? Non sei in punizione?"

Ovviamente. Lui gli diceva che c'era uno che gli piaceva e che il giorno prima era successo qualcosa e lui faceva una domanda del genere.

 'Non sono io  quello con i problemi con la gente, è la gente ad avere dei problemi. Tutti. Compreso Jimin. Compreso Hoseok'

"S', sono in punizione. Ma non è questo il punto. Anzi, lascia stare, tanto non saprei nemmeno come spiegartelo visto che il punto non l'ho capito nemmeno io"

"Ma se sei in punizione non puoi vedere nessuno! La settimana scorsa tua madre non mi ha fatto entrare in casa vostra nemmeno per ridarti il libro che ti avevo preso per sbaglio! E non puoi nemmeno usci- Oddio"

"Cosa?"

"E' il tutor vero? Quello che ti dà ripetizioni?" a giudicare dall'espressione, l'amico era a dir poco sconvolto.

"E il premio per la migliore intuizione va a Park Jimin. I miei complimenti, allora non sei stupido del tutto" Yoongi cercò di evitare la questione come meglio poteva. Non si aspettava che l'amico ci arrivasse in così poco tempo.

"Smettila di fare l'idiota. Ma perché? E' troppo vecchio!"

"Abbassa la voce! E poi che ne sai se non te ne ho mai parlato e se non l'hai mai visto! Non è vecchio! Avrà poco più di venti anni, ventitre al massimo!"

"Quindi? Dai cinque agli otto anni in più di te? Non è vecchio ma sono comunque troppi"

"Come fai a dire una cosa del genere? Non sono troppi!"

"Sì che lo sono. Soprattutto se consideri che tu non hai ancora diciassette anni e sei ancora un minorenne mentre lui è legalmente un adulto"

"Jimin, ti ricordo, o ti faccio sapere, che esiste una legge scritta che fissa l'età del consenso. A quindici anni[1]. Quindi, per favore, non dire cazzate"

"Non ti sto parlando solo di quello. Lui avrà sicuramente la sua vita e per lui la tua sarà solo un insieme di cose che ha già vissuto e che non avrà alcun tipo di interesse a rivivere. Per lui potresti essere solo un bambinetto che non capisce cose che per lui sono scontate. Sono gli interessi che cambiano"

Yoongi sentì un enorme peso cadergli sulle spalle, la testa incominciò a girare e si dimenticò come respirare. "Questo è solo quello che pensi tu" gli sibilò acido. Poi raccolse le sue cose e se ne andò, lasciandosi la mensa, Jimin e l'unico ragionamento sensato che aveva fatto in tutta la sua vita alle spalle.

"Dai Yoongi aspetta, non volevo offenderti"

"No. Non mi hai offeso, tranquillo. Ho solo bisogno di stare solo"

Jimin aveva ragione. Hoseok il giorno prima l'aveva chiamato moccioso e gli aveva detto che non sarebbe mai uscito con lui. Andò in bagno e si chiuse dentro un cubicolo, sedendosi per terra. Faceva male. E lo sapeva che era stupido, che era passato troppo poco tempo per starci così male ma non poteva farci niente. Voleva solo sparire.

Tirò fuori dallo zaino il quaderno con i suoi testi, dove aveva infilato dentro il foglio che aveva usato per scrivere quelle frasi che gli erano venute in mente mentre stava guardando Hoseok

 

I hope tomorrow will be different from today
I’m just wishing[2]




Si sentì un grandissimo illuso per l'ennesima volta nella sua vita. Si era sentito un illuso quando aveva provato a parlare con suo padre, sperando nella sua comprensione e accettazione. Si era sentito un illuso quando aveva pensato che ce l'avrebbe fatta, in qualche modo, a superare quella situazione. Si sentiva un illuso tutti i giorni, quando provava a convincere se stesso e gli altri che quella sua spavalderia fosse dovuta alla ad grande sicurezza e non serviva a nascondere quanto in realtà stesse male.

E si sentiva un illuso in quel momento perché aveva provato a sognare ancora a un domani diverso, dove Hoseok avrebbe potuto portarlo via da quel posto, appoggiandolo nelle sue scelte o standogli semplicemente vicino. Gli sarebbe piaciuto.

Ma infondo era solo una ragazzino melodrammatico, no?

Sospirò, con la voce di suo padre in testa che gli ripeteva "Non si vive di soli sogni, falla finita e cresci una volta per tutte"

 

 

---

 

 

Hoseok la notte passata non era riuscito a dormire e quando la sveglia suonò, quella mattina, decise di ignorarla, saltare le lezioni e starsene a casa, magari cercando di recuperare qualche ora di sonno perduta.

Certo, come no.

Non riusciva a toglierselo dalla testa, non poteva proprio pensare ad altro. La sua mente era piena di Yoongi, di tutte quelle piccole cose che lo riguardavano e che non gli facevano capire più niente. Dai suoi assurdi capelli arancioni, ai piercing alle orecchie -che a lui personalmente non erano mai piaciuti ma che su quel ragazzo sembravano davvero sexy. Per non parlare dei suoi cambi di personalità repentini e incredibilmente veloci. Come poteva passare dall'essere un ragazzino timido e impacciato -adorabilmente carino- all'essere una vipera che riusciva a farti sentire giudicato senza nemmeno dire una parola -estremamente intrigante- in un secondo??

E non era solo questo. La parte peggiore di tutta quella situazione era che più cose scopriva di lui, più gli interessava e più gi interessava più voleva scoprire. Sapeva cosa avrebbe dovuto fare. La cosa giusta da fare era quella che gli aveva suggerito Namjoon "Prendi il telefono, chiama il padre del ragazzino e digli che non puoi più andare" ed era stato anche più volte sul punto di farlo. Sul serio, ci aveva provato anche la sera prima, ma poi aveva pensato a quello sfiorarsi di dita che poteva sembrare così innocente ma che non lo era stato affatto e non era riuscito a sfiorare la cornetta verde che appariva sullo schermo del suo cellulare.

Dio, si sentiva tornare diciottenne! Come poteva aver avuto tutte quelle sensazioni per uno stupido, fievolissimo tocco?! Come poteva avere ancora i brividi al solo ripensarci?! E perché diavolo non riusciva a smettere di pensare di baciarlo?!

Ed eccolo che ricominciava a fantasticare sull'ennesima scena da film che si concludeva con un bacio mozzafiato. Non era possibile. Era troppo vecchio per certe cose.

 

"Hoseok! Come mai non sei a lezione?" In quel momento si accorse della presenza di Jin, che era appena rientrato in casa. Appena vide le buste della spesa posate vicino ai suoi piedi corse in suo aiuto.

"Non ho dormito un granché questa notte e dato che dopo devo vedermi con Yoongi ho preferito rimanere a casa a riposarmi invece che fondermi il cervello"

"Oh, quindi il tuo 'devo andare al lavoro' è ufficialmente diventato 'devo vedermi con Yoongi'? Buono a sapersi" disse Jin in tono canzonatorio ma non troppo.

"Non intendevo dire quello. Mi è uscita male, tutto qui"

"Quindi non è perché stavi pensando a lui che eri imbambolato in mezzo al corridoio con lo sguardo perso nel vuoto?" 

"Uhm" Hoseok sapeva che sarebbe stato inutile mentire perché, in primo luogo, non ne era capace e poi lo sapeva che i suoi amici avevano capito tutto, anche se lui non gli aveva raccontato più molto.

"Senti, Namjoon probabilmente mi ucciderà se sapesse che ti sto per dire questa cosa ma tanto lui adesso non c'è quindi te lo dico lo stesso. Io non la penso come lui. Anzi, non capisco nemmeno perché tu ti stia facendo tutti questi problemi"

Hoseok lo guardò spaesato per un attimo per poi sentirsi arrabbiato con il più grande, senza nemmeno averne una valida ragione "Cosa? Stai scherzando, vero? Smettila, non è divertente"

"Hoseok. Sono più di due anni ormai che ci conosciamo e che siamo amici. Sai in questi due anni con quanti ragazzi sei uscito? Uno! Per quanto tempo? Un mese. E non ti piaceva neanche, si vedeva perfettamente. Quindi se hai finalmente trovato qualcuno perché ci devi rimuginare così tanto?"

"Perché non dovrebbe piacermi. E' un ragazzino, praticamente un bambino ancora, e vengo pagato per dargli delle ripetizioni. E' come se fossi un suo insegnante! Non è etico, non è morale. Non va bene"

Jin alzò gli occhi al cielo "Non sei un suo insegnante! E non hai detto che frequenta il penultimo anno? Avrà diciassette anni. Non è un bambino! Andiamo, non ti ricordi tu quello che facevi alla sua età?" Il ghigno di Jin non gli piacque, affatto.

"Sì. Frequentavo i corsi avanzati a scuola e cercavo di tenermi occupato nel pomeriggio con corsi e club facoltativi"

"Ok, tu non fai testo. Io a diciassette anni facevo sesso. Da due anni. Per un periodo l'ho fatto anche con il capo del mio lavoretto part-time, ed era più grande di te"

"Io glie l'avevo detto a Namjoon che mi sembravi una persona promiscua, avevo provato ad avvertirlo" scherzò, iniziando a sentirsi a disagio.

"Il passato è passato, sono un uomo praticamente sposato e felice ormai. Quello che volevo dirti è che non puoi fasciarti la testa prima di rompertela. Forse è vero, ci sono degli anni di differenza che potrebbero essere un problema ma potrebbero anche non esserlo. Non puoi saperlo se non ci provi. Sbagliando s'impara, no? Non puoi negarti a priori qualcosa che potrebbe renderti felice. A volte bisogna essere egoisti nella vita"

Hoseok era senza parole. Non avrebbe mai creduto di sentirsi dire una cosa del genere, non dopo quello che gli aveva suggerito Namjoon. E avrebbe tanto voluto che Jin avesse ragione ed essere d'accordo con lui.

"Mi stai dicendo che dovrei provarci?"

"Ti sto dicendo che io, fossi al tuo posto, proverei a tastare il terreno, senza partire subito in quarta. Non ci devi provare subito ma non devi nemmeno negarti la possibilità di farlo. O negarla a lui"

"Non credo sia una buona idea" la sua espressione tornò ad essere sconsolata.

"Non puoi esserne sicuro. Non adesso. Di nulla"

'Perché non posso vederla anche io così semplice?'

In quel momento fece il suo ingresso in casa un Namjoon con un sorriso che più che felice sembrava da pazzo. Aveva il telefono in mano e lo sbatté in faccia prima a Jin e poi ad Hoseok, che riuscì a vedere solo che l'applicazione aperta era quella della posta elettronica tanto glie l'aveva messo vicino agli occhi.

"Indovinate chi inizierà una stage con una minuscola retribuzione da fame alla JYP la prossima settimana? IO!!! LA JYP!! VI RENDETE CONTO?!"

Namjoon era al settimo cielo e si vedeva, la JYP era una delle migliori case discografiche di Seoul e lui aveva appena fatto il primo passo per realizzare il suo sogno. Ed Hoseok era entusiasta per lui.

"E' fantastico Nam" disse Jin, avvicinandosi al fidanzato. Namjoon, senza smettere mai di sorridere, mise le braccia intorno alla vita del più grande, lo tirò su e fece una piccola giravolta. Quando gli fece riappoggiare i piedi per terra Jin rise e diede all'altro un tenero bacio.

Hoseok, guardandoli, pensò che quella fosse una delle scene più belle a cui avesse mai assistito e avrebbe tanto voluto poter vivere qualcosa del genere. E in quel momento non poteva vedersi in una situazione simile con nessuno che non fosse Yoongi.

'Forse Jin non ha tutti i torti'

Con questo ultimo pensiero, lasciò un po' d'intimità ai suoi amici mentre lui andava a prepararsi per andare a casa Min.

 

 

---

 

 

Yoongi quel pomeriggio era distratto, più del solito. Gli stava rispiegando lo stesso argomento per la terza volta e sapeva già che avrebbe dovuto interrompere e ricominciare un'altra volta. Non era un problema per Hoseok, era il suo lavoro e ci teneva che il ragazzo migliorasse e capisse quello che gli stava spiegando. Il problema era che non riusciva a concentrarsi veramente nemmeno lui perché si vedeva che c'era qualcosa che non andava nell'altro e lui si stava preoccupando. Non l'aveva mai visto così. Era pallido. Non il bianco pallido che tanto gli piaceva ma un bianco smorto, che veniva accompagnato da delle borse sotto gli occhi che stonavano sul viso del ragazzo.

"Ehi Yoongi-yah. Stai bene?"

Il tono di voce di Hoseok fece perdere un battito al cuore del ragazzo. Avrebbe tanto voluto lasciar perdere perché sapeva che non ci sarebbe mai potuto essere nulla, ma come poteva andare avanti se lui gli parlava in quel modo?!

'Perché devi essere sempre così schifosamente gentile e rendere tutto ancora più fottutamente orrendo?'  

"No, mi sento uno schifo a dire la verità"

"Si vede che non stai molto bene. Non è che hai la febbre?" e portò le mani al viso del ragazzo, una sulla fronte per sentire effettivamente  la sua temperatura e una sulla guancia, perché... Perché sì, semplicemente perché voleva farlo. E gli stava piacendo da morire. Talmente tanto che poteva immaginarsi mentre faceva scivolare l'altra mano dalla fronte all'altra guancia, accarezzargli le guance con i pollici e poi avvicinarlo a sé e-

'Basta Hoseok, ferma questi film mentali'

Ma fu Yoongi a fermarlo, allontanandosi dalle sue mani.

"No, non ho la febbre. Sono solo stanco, credo"

Hoseok lo guardò, poco convinto. Non pensava fosse solo stanchezza, ma decise di lasciar perdere. In fondo, se era vero quello che pensava, e cioè che Yoongi fosse interessato a lui in qualche modo, forse anche lui era un po' turbato da quello che era successo il giorno prima. E Hoseok ci stava sperando, almeno un pochino. Non perché volesse che il ragazzo fosse turbato per colpa sua o perché voleva essere ricambiato, ma perché non voleva essere l'unico ad essersi emozionato così tanto per qualcosa di così fugace.

"Senti, se vuoi possiamo finire qui per oggi e tu puoi andare a riposarti, che ne dici?"

Hoseok sfoggiò per la prima volta da quando si erano visti quel giorno il suo sorriso a forma di cuore e Yoongi, come sempre, ne rimase folgorato. Ma era la premura dell'altro a mandarlo in tilt completamente.

'Non passerà tanto in fretta mi sa'

"Non possiamo. Il vecchio quando lo scoprirà si incazzerà da morire. Vorrei evitare almeno per qualche giorno. E poi tu ci perderesti i soldi, non abbiamo fatto neanche un'ora"

"Non ti preoccupare per me, non è un problema. E ti ho già detto che non sono la spia di tuo padre, non lo saprà. Ok?"

Yoongi non era convinto ma al momento sentiva il bisogno di stare da solo, o per lo meno lontano da Hoseok, quindi sussurrò un "Ok" e aiutò l'altro a mettere a posto le cose che avevano tirato fuori e poi lo accompagnò alla porta.

 

Quando stava per salutarlo, Hoseok ripensò alle parole che Jin gli aveva detto appena qualche ora prima. Non doveva negarsi la possibilità di provarci e non doveva negarla a lui. Gli venne un'idea.

Nella sua testa, da una parte sentiva la voce di Namjoon che gli gridava "SBAGLIATO! MOLTO, MOLTO SBAGLIATO!", ma dall'altra sentiva quella di Jin, che più suadente gli sussurrava "Non c'è niente di male" e, come nella realtà, ogni volta che quei due discutevano, finiva sempre con la vittoria di Jin, che avesse o no ragione. Quindi fece un respiro profondo e guardò Yoongi negli occhi con l'espressione più dolce che riuscì a mettere su.

"Dammi il tuo numero. Vorrei sapere come stai più tardi, sono preoccupato sul serio"

Yoongi rimase a bocca aperta. Non se l'aspettava, nemmeno nei suoi sogni. E sapeva che se ci avesse creduto ancora, molto presto si sarebbe reso conto che questa era solo un'altra illusione e ci sarebbe rimasto male di nuovo. Ma in quel preciso momento gli era sembrata così bella che si disse che ne sarebbe valsa la pena.

"S-si"

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

[1] True story. Cioè, non sono riuscita a trovare l'età del consenso per la Corea del Sud. Quindici anni è per la Corea del Nord, ma facciamo finta che vada bene lo stesso. Comunque, quando una legge fissa l'età del consenso significa che, nel paese in cui la legge è valida, un maggiorenne può avere rapporti con un minorenne consenziente da quella data età in su, senza nessun tipo di ripercussione.

[2] E' ovviamente un verso tratto dalla canzone Tomorrow dei BTS, che io amo alla follia. Avevo già deciso da tempo di inserirlo nella storia e solo dopo ho deciso di chiamare allo stesso modo la storia. Quindi, il titolo poco originale non è dovuto solo alla mia scarsa fantasia.

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** III ***


Image and video hosting by TinyPic

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Erano passate altre due settimane da quando Hoseok aveva chiesto il numero a Yoongi e, anche se non era successo niente di particolare, qualcosa tra di loro era cambiato.

Quella volta, il messaggio Hoseok glie l'aveva mandato veramente e a quello ne era seguito solo un altro, dopo la risposta di Yoongi. Erano brevi e semplici ma avevano fatto battere il cuore del più giovane all'impazzata, cosa che avveniva ancora quando riapriva la conversazione per verificare che no, non se l'era sognata.

 

Da: Numero sconosciuto

Ehi Yoongi-yah! Sono Hoseok. Come stai?

A: Jung Hoseok

Mi sento meglio, grazie per esserti interessato

Da: Jung Hoseok

Mi vuoi far credere che riesci ad essere anche cortese, a volte? :) Sono felice che tu stia meglio! Ci vediamo domani, buona notte!

 

Non voleva rispondergli in maniera così fredda, ma non sapeva che altro dire. Non le aveva mai fatte certe cose, non si era mai scambiato messaggi con un ragazzo che gli piaceva. Non voleva fare la figura dell'imbecille, o ancora far pensare all'altro che fosse un tipo appiccicoso. E poi quel giorno ce l'aveva con lui, quindi era giustificato in ogni modo.

Il numero all'inizio non lo aveva salvato nemmeno sotto il nome di 'Jung Hoseok' ma come 'Hoseok-ah', solo che si era sentito un cretino subito dopo averlo fatto perché lui in quel modo non ce l'aveva mai chiamato, anche se forse gli sarebbe piaciuto. E soprattutto non voleva che uno dei suoi genitori lo vedesse, non voleva correre rischi.

Comunque, da quella volta, Hoseok aveva incominciato a proporre almeno una pausa al giorno, durante le sue lezioni, e avevano incominciato a parlare un po' di tutto e a conoscersi meglio.

Aveva scoperto che l'altro non era di Seoul, ma che dopo il diploma aveva deciso di trasferirsi perché si era innamorato dell'università. Non si era lasciato convincere da quella dichiarazione, anzi. Era sicuro ormai che Hoseok non fosse in grado di mentire e questa era un particolare dell'altro che trovava molto carino.

'Carina? Ma che cazzo Min Yoongi! Ti sei rammollito del tutto?'

Hoseok gli aveva raccontato che aveva sempre voluto diventare un veterinario e che per tutta la sua adolescenza aveva lavorato sodo per realizzare questo sogno: corsi avanzati, lavoro part-time in una clinica veterinaria e volontariato al canile. Gli aveva parlato della sua famiglia e di quanto gli mancasse; il viaggio da Seoul a Gwangju era abbastanza costoso per poter tornare a casa spesso e comunque nei periodi liberi dalle lezioni doveva studiare per gli esami. E gli aveva inoltre raccontato dei suoi amici e coinquilini.

Yoongi pendeva dalle sue labbra. Lo avrebbe ascoltato per ore e avrebbe voluto sapere di più, tutto quello che c'era da sapere su di lui.

Fu così che ebbe modo di capire chi fosse sul serio Jung Hoseok: una persona buona, a volte anche troppo, e un po' ingenua proprio per questo motivo; era intelligente, dai forti principi e allo stesso tempo un ottimista che aveva imparato ad affrontare la vita con un sorriso e che non riusciva proprio a stare con le mani in mano, doveva sempre avere qualcosa da fare.

In pratica, era il suo esatto opposto. E lui se ne stava innamorando. Perdutamente.

Se ne rese conto qualche sera prima. Era sul suo letto e accanto a sé aveva il telefono, conversazione con Hoseok aperta, mentre stava scrivendo dei versi per l'ultima canzone a cui aveva incominciato a lavorare da poco. Mentre stava rileggendo quello che aveva scritto, per vedere se ci fosse qualcosa da sistemare, realizzò: era una canzone che parlava d'amore. Aveva scritto una cazzo di canzone melensa per la prima volta, mentre pensava ad Hoseok.

La cosa più assurda era che ne era felice. Non sapeva ancora se l'altro potesse ricambiarlo, ma era una sensazione così bella che, almeno per quei brevi istanti, non voleva farsi troppi problemi e decise di godersi quelle piccole attenzioni che Hoseok gli dedicava. Che fossero state per la sua bontà d'animo o per altro non aveva importanza.

'Sono proprio una checca'

 

Quel giorno Hoseok lo aveva avvertito che avrebbe tardato un pochino per via di un contrattempo in università e Yoongi ne approfittò per farsi trovare già al lavoro.

'Alla faccia del finché avrò la musica potrò vivere senza amore'

Non che questo gli avesse fatto cambiare idea. Voleva ancora vivere della sua musica e di studiare continuava a non importargli niente. Solo che adesso, al suo desiderio, si era aggiunto un nuovo elemento.

'Vorrei poter vivere della mia musica. Con Hoseok'

Ma in quel preciso momento quella scena del bravo ragazzo che studia faceva parte di un duplice piano: il fare ovviamente bella figura con il tutor e il riuscire a prendere un buon voto al compito di chimica che la professoressa aveva fissato quella mattina per la settimana successiva. Se avesse dimostrato al vecchio che stava raggiungendo dei buoni risultati forse lui avrebbe potuto lasciarlo libero di uscire ogni tanto. Una volta alla settimana magari, non chiedeva molto.

E ancora magari poteva vedersi con Hoseok per fare qualcosa insieme. Non avevano mai parlato di una cosa del genere da quella volta del "moccioso" ma le cose erano in qualche modo diverse e lui poteva aver cambiato idea.

 

"Ehi Yoongi-yah! Scusa per il ritardo ma dovevo assolutamente parlare con un professore per l'esame che sto preparan- Ma stai già studiando da solo?"

Ed ecco che il cuore del ragazzino aveva ricominciato la sua frenetica corsa quotidiana. Era patetico, davvero, ma ormai si era arreso all'idea.

"Ciao Hoseok! La prossima settimana devo fare un compito di chimica. Deve andare bene. Per forza! Ho bisogno di uscire da questa cazzo di casa"

Il più grande rise. 'Ah, ecco un altro motivo per cui mi sono innamorato di lui. La sua risata è fottutamente bella'

"Diamoci da fare allora. Voglio portarti a prendere quel gelato per festeggiare"

Il sorriso di Yoongi si allargò talmente tanto che per la prima volta nella sua vita le guance gli fecero male per una cosa di cui essere felice.

 

 

---

 

 

Hoseok aveva deciso di seguire il consiglio di Jin. Non ci stava provando con Yoongi, ma se prima rinnegava anche la più piccola possibilità di relazionarsi con lui al di fuori delle loro lezioni, ora, invece, non vedeva l'ora di poter avere un'occasione qualsiasi per vederlo al di fuori di casa Min.

Era ancora dell'idea che in tutto quello ci fosse qualcosa di veramente sbagliato e che se non si fosse fermato in tempo uno dei due ci sarebbe rimasto male -anche se dal nuovo modo di porsi di Yonngi era più probabile che sarebbero stati entrambi.

Ma Yoongi gli piaceva. Tanto. Per tutte quelle cose che aveva capito e notato sin dall'inizio e per tutto quello che il più piccolo, pian piano, gli lasciava conoscere.

Yoongi non era affatto un moccioso. Sì, era giovane, anagraficamente un ragazzino, ma per la sua età era davvero maturo. Sempre attento a quello che lo circondava, sveglio ma comunque riflessivo, il più delle volte. Quel suo essere sbruffone era in realtà una maschera, di questo ne era più che convinto, per non far vedere agli altri quanto soffrisse per i modi di fare del padre.

Ma quell'essere sputa sentenze era vero. E quello Hoseok continuava a trovarlo molto intrigante ed eccitante.

Sì, ormai l'aveva ammesso. Solo a se stesso ma intanto l'aveva ammesso. 'Ma in fondo quando una persona ti piace succede anche questo, no?'  

Non si era mai sentito così, nemmeno con Taehyung. Probabilmente perché la situazione era completamente diversa e lui stesso era cambiato. Taehyung era stato quello di cui aveva bisogno in quel periodo, non solo per l'aspetto più romantico della loro storia ma perché gli aveva praticamente insegnato a relazionarsi con qualcuno che non facesse parte della sua famiglia. Yoongi era invece un terremoto. Sicuramente non qualcosa di cui avesse bisogno ma comunque abbastanza forte da scuoterlo e trascinarlo in una nuova realtà. Una realtà che gli piaceva da morire.

 

Hoseok, quel giorno, era appena uscito dal bar di fianco all'università con un Ice Americano tra le mani. Alzò lo sguardo al cielo e si accorse che stava promettendo una bufera e lui aveva una lezione sulle malattie infettive. Quella non si era presentata come una buona giornata. Namjoon era intrattabile perché non era ancora riuscito a far conciliare lo stage con gli studi e quindi passava la maggior parte del tempo a rispondere male a chiunque. Jin era intrattabile per colpa di Namjoon e quell'appartamento era diventato un inferno.

E lui aveva voglia di vedere Yoongi. Sarebbe avvenuto esattamente due ore più tardi, doveva andare a casa sua proprio dopo la lezione che doveva seguire, ma non era in quel senso che aveva voglia di vederlo. Avrebbe voluto poterlo portare in quel bar che gli piaceva tanto, prendere quell'Americano lui e scoprire cosa piacesse all'altro per poi offrirglielo. Voleva parlarci sul serio, non solo per una piccola pausa tra una spiegazione di fisica e una di chimica, ma quando si ricordava che non poteva farlo  perché il padre lo aveva messo in punizione, non poteva fare a meno di ricominciare a darsi dello stupido. Quelle erano cose che lui aveva superato ormai da un pezzo. A dire la verità lui non era mai stato messo in punizione, ma non era quello il punto.

Yoongi era fantastico e gli piaceva da morire. Era vero che era maturo per la sua età, ma non poteva prendersi in giro con questa storia. Era un ragazzino, un ragazzino minorenne che il padre poteva ancora mettere in punizione perché non prendeva buoni voti a scuola. E se anche fosse potuto uscire avrebbe avuto sicuramente delle regole e un coprifuoco.  

Era per questo che non riusciva a lasciarsi andare. I loro mondi erano troppo lontani. Di quasi sei anni, per la precisione. 'Che razza di situazione. Mi piace uno dopo quattro anni e non riesco ad esserne felice'. Diventava estremamente difficile quando la sua parte razionale prendeva il sopravvento. Ed era anche la più forte di lui. Quella istintiva ed emotiva l'aveva lasciata libera solo due volte e, anche se l'ultima volta, quando aveva chiesto il numero a Yoongi, non era andata poi così male, la prima volta aveva rovinato tutto, proponendosi praticamente come marito al ragazzo con cui stava da nemmeno cinque mesi.

Era confuso. Dannatamente confuso. Voleva uscirci così tanto che sarebbe andato a prenderlo da scuola anche seduta stante, ma poi si ricordava che una cosa del genere non sarebbe stata possibile, non per i prossimi due anni, e lui non sapeva cosa fare. Avrebbe voluto palarne con Namjoon ma lui aveva i suoi problemi e soprattutto non approvava quella... Cosa.

 

Si stava dirigendo nell'aula dove si sarebbe tenuta la lezione quando si sentì chiamare da una voce vagamente familiare "Hoseok-ssi. Stai andando a lezione? Non hai visto l'avviso in bacheca?"

"No, non ci ho proprio fatto caso. Che avviso?"

"La lezione è stata cancellata"

Il mondo di Hoseok si fece nero.

"Oh! Fantastico, avrò due ore libere proprio quando non ho altro da fare e ho bisogno di tenermi occupato per non pensare. Sempre meglio" e detto questo si allontanò in direzione dell'uscita, lasciando la collega estremamente allibita da quello strano comportamento.

 

'E adesso cosa dovrei fare? A casa da quei due pazzi non ci torno e fuori ha iniziato a diluviare'

E poi gli venne in mente una soluzione per una parte dei suoi problemi, anche se, sicuramente, ne avrebbe portati degli altri. No, non era affatto una buona idea ma in quel momento, si disse, alla sua parte istintiva poteva dargli un'altra piccola possibilità.

Tornò così sulla strada di casa, cercando un modo per proporre quella cosa a Yoongi nella maniera più disinvolta possibile.

 

 

---

 

 

Yoongi era a lezione di storia, l'ultima di quella giornata, quando sentì vibrare il telefono dalla tasca dei suoi pantaloni. Lo tirò fuori e, cercando di non farsi vedere dal professore, sbloccò la tastiera. Quando lesse il nome del mittente del messaggio quasi cadde dalla sedia.

Cercò di calmarsi e poi, con dita tremanti, aprì il messaggio.

 

Da: Jung Hoseok

Ehi Yoongi-yah! Ce l'hai l'ombrello?

 

'Io ti amo, sul serio, ma che cazzo di domande fai, imbecille?'

Decise che forse, questo suo pensiero, era una risposta che poteva esporlo un po' troppo quindi pensò a qualcosa di diverso da scrivere.

 

A: Jung Hoseok

Che domanda è?

 

La risposta arrivò subito dopo e la cosa lo emozionò da morire. 'Stava aspettando che gli rispondessi col telefono in mano??'

 

Da: Jung Hoseok

E' una domanda. Fuori diluvia e io voglio sapere se hai l'ombrello. Mi preoccupo per te!

 

Yoongi non ci stava capendo niente ed era la sensazione più bella mai provata prima. 'E adesso come gli rispondo?'

 

A: Jung Hoseok

Nope, niente ombrello. Farò una corsa per non perdere l'autobus, ma probabilmente arriverò a casa tutto bagnato e dovremo rimandare le ripetizioni. Che sfiga eh?!

Da: Jung Hoseok

Allora questa è la tua giornata fortunata. O sfortunata, dipende dai punti di vista.  Sono fuori dalla tua scuola con la macchina :D

 

'Porca puttana!' Si diede un pizzico, tanto per essere sicuro d non essersi addormentato in classe. No, era tutto vero. E il cuore gli stava scoppiando, letteralmente.

 

A: Jung Hoseok

Fai sul serio?

Da: Jung Hoseok

Certo. E ora metti via il telefono, non voglio che ti cacci nei guai per colpa mia. Ti aspetto qua fuori, a più tardi

 

Yoongi era felice, felice sul serio. Ma non riusciva a smettere di farsi una domanda.

'Che cazzo significa tutto questo?'

Lui sapeva cosa provava ormai, ce l'aveva chiaro, molto chiaro. Ma Hoseok? Per lui cosa voleva dire? Che significava il fatto che fosse venuto a prenderlo a scuola? Perché? Forse era arrivato il momento di parlare sinceramente perché Yoongi desiderava con tutto il cuore che Hoseok fosse la sua ancora di salvezza, la via di fuga che stava aspettando da quando le cose a casa avevano iniziato a non andare tanto bene, quindi più o meno da quando aveva dodici anni, ma l'ultima cosa di cui aveva bisogno adesso era l'ennesima delusione.

Si rese conto che per lui ormai era troppo tardi e che se Hoseok non avesse avuto intenzioni serie ma stesse solo cercando di fare l'amico o comunque si stesse comportando così solo perché era buono e quello era solo un favore che gli stava facendo, lui non ce l'avrebbe fatta, non più.

 

 

---

 

 

Hoseok stava aspettando in macchina che Yoongi uscisse da scuola. Forse sarebbe dovuto uscire perché l'altro la sua auto non l'aveva mai vista e avrebbe potuto non trovarlo subito. O forse aveva sbagliato a parcheggiare proprio davanti alla scuola. Probabilmente Yoongi non voleva farsi vedere con un ragazzo spuntato fuori dal nulla e forse avrebbe potuto portargli solo dei problemi, come quelli che aveva avuto lui.

Non sarebbe dovuto venire. Lo sapeva che non era una buona idea. In tutta quella situazione c'erano più contro che pro. Era un idiota e la sua parte istintiva ed emotiva la doveva mettere al guinzaglio.

Poi lo vide. Yoongi, più carino che mai, e cambiò opinione. Quella era stata un'ottima idea. Stava parlando con un ragazzo dalle guance paffute e più basso di lui mentre stavano oltrepassando i cancelli della proprietà della scuola. I suoi capelli arancioni erano un po' bagnati e non riusciva a capire se lo trovasse più adorabile che mai o estremamente provocante. Probabilmente era un insieme delle due cose. Non aveva senso, lo sapeva, ma niente che riguardasse tutto quello aveva più senso ormai.

Si accorse che Yoongi si stava avvicinando alla macchina e che sembrava molto tranquillo. Forse non aveva sbagliato davvero.

Aprì lo sportello e si mise seduto sul posto del passeggero, accanto a lui "Scusa, ti bagnerò la macchina"

"Non ti preoccupare, le voglio bene ma non sono uno di quelli ossessionati. Come è andata a scuola?" chiese sorridendo.

C'era qualcosa che non andava. Forse era per il fatto che aveva creduto che, prima di fargli quella domanda, un bacio sulle labbra di Yoongi come saluto ci sarebbe stato veramente bene, o forse era per l'espressione dell'altro. Si aspettava di vederlo sorridente, felice della sorpresa, ma non lo era. O non lo sembrava. Affatto.

Mentre aspettava la risposta, mise in moto la macchina e partì in direzione di casa Min.

"Mh. Normale, non abbiamo fatto niente. Dovevamo fare una partita a basket ma l'hanno rimandata per via del tempo"

"Ti piace il basket?" Hoseok era curioso. Ed emozionato. Questo era esattamente quello che voleva, più o meno. Conoscerlo. Poterci parlare davvero.

"Sì, me la cavo abbastanza bene. Tu sai giocare?"

"Oddio no. Faccio schifo. Era una delle poche cose che non facevo dopo scuola. Ci ho provato solo una volta, ma comunque nessuno mi voleva in squadra, quindi andava bene così"

 Yoongi sbuffò una risata "Perché?"

"Non avevo molti fan ai tempi della scuola"

"Perché? Eri un secchione che stava sempre in mezzo al cazzo durante le attività?"

Hoseok rise a sua volta. Quello non era un argomento di cui parlava volentieri ma Yoongi era riuscito comunque a metterlo a suo agio, senza nemmeno volerlo o saperlo. Lo faceva sempre, dalla prima volta che si erano incontrati, quando lui si sentiva inadeguato dentro quell'enorme e bellissima casa con i suoi vestiti un po' sgualciti, mentre i signori Min erano vestiti in maniera fin troppo elegante; e poi era arrivato Yoongi, con l'aspetto trasandato e la divisa di scuola tuttain disordine, proprio come era in quel momento. Forse era arrivato il momento di affrontare anche quell'argomento. Non doveva essere difficile, insomma, tra loro c'era qualcosa, comunque. Non sapeva ancora cosa, ma era sicuro che fosse qualcosa.

"Anche, ora che mi ci fai pensare sicuramente questo non migliorava le cose. A scuola non avevo amici perché sapevano che sono gay. Probabilmente non lo avevano capito tutti, ma la maggior parte sì e le voci corrono"

Yoongi si rabbuiò "Oh. Scusami, sono un coglione. Non avrei dovuto chiedertelo"

"No tranquillo. Ormai è finita e l'ho superata, no?"

Cercò di rassicurarlo, non voleva che si sentisse in colpa per aver tirato fuori l'argomento. Era vero che non lo faceva volentieri, ma parlarne era una buon metodo per somatizzare.

"A me non è mai successo. Cioè, io non l'ho mai detto nessuno a parte Jimin ma non credo che gli altri l'abbiano capito. Non sono così gay come te. Merda. Mi sono espresso male. Non volevo offenderti. Porca troia io-"

"Ehi Yoongi-yah. Tranquillo. Ti sei espresso male ma ho capito cosa volevi dire. Sul serio. Si vede, quasi tutti lo capiscono subito, lo so. Con gli anni ho imparato ad essere più discreto però. Infatti, anche se a scuola non sono mai riuscito a farmi un amico sono stato pestato solo una volta, poco dopo l'inizio del primo anno. Sono stato bravo, no?"

Yoongi gli sorrise, un sorriso che non arrivava agli occhi e si vedeva che era ancora mortificato. Per cercare di fargli capire che era veramente tutto a posto provò una nuova cosa: lasciò andare il volante con una mano e la posò delicatamente sulla sua coscia dell'altro, leggermente sopra il ginocchio, e strinse delicatamente.

Il più giovane stava guardando quella mano a bocca aperta. Era un gesto così intimo e delicato e gli stava provocando dei brividi ovunque. Hoseok se ne accorse ma fece finta di nulla. A lui quella sensazione piaceva ma probabilmente Yoongi non avrebbe voluto renderlo partecipe.

Ci fu una piccola pausa silenziosa, quasi imbarazzata, che Yoongi ruppe con una domanda che Hoseok non si aspettava più in quel momento.

"I tuoi come l'hanno presa?"

"Parli del fatto che sono gay? Non l'hanno presa perché non glie l'ho mai detto. L'hanno sempre saputo e gli andava bene, mi hanno detto una cosa tipo 'finché tu sei felice a noi non importa'. E lo stesso vale per mia sorella"

"Dovrebbe essere bello"

"Lo è. Sono la mia famiglia ed è bello davvero sapere che quella dell'amore incondizionato non è solo una favola. Tu vuoi dirglielo?"

"L'ho già fatto. E' per questo che mi odia"

Ad Hoseok furono chiare tante cose grazie a quella risposta. Il signor Min non era soltanto un padre un po' troppo severo che pretendeva tanto dal figlio. Il signor Min non dava possibilità di scelta a Yoongi perché quello che Yonngi era non andava bene. E si sentì male per lui.

"Yoongi mi dispiace. Non devi parlarne se non te la sen-"

"Siamo quasi arrivati, non credo sia una buona idea fargli capire che mi sei venuto a prendere a scuola. E lo sapranno se arriviamo insieme così presto"

Il ragazzo aveva chiuso quel discorso. Chiaramente non ne voleva parlare e lui non lo avrebbe forzato. Perciò si sforzò di sorridere "Vuoi fare il giro panoramico del quartiere?"

 

Quello che fecero però fu parcheggiare in una delle vie che si trovavano dietro casa Min, in modo da non poter essere visti da una delle finestre.

Nonostante avessero cambiato discorso -Hoseok gli stava raccontando un episodio divertente di lui e Namjoon di quando erano matricole, per alleggerire l'atmosfera- il ragazzo aveva ancora la faccia tormentata. Come quella che aveva quando era entrato in macchina.

"Senti Yoongi, c'è qualcosa che non va? Ho sbagliato qualcosa? Credevo che venirti a prendere a scuola fosse una cosa carina ma se ti ha infastidito non lo farò più"

 Yoongi lo guardò finalmente negli occhi e la sua espressione, se possibile, sembrò ancora più tormentata.

"No! Non è questo. E' una cosa schifosamente carina, da far venire la carie, e io... Sono felice che tu l'abbia fatto. Ma Hoseok, perché l'hai fatto?"

Ecco. Ci erano arrivati finalmente. Non era sicuro che fosse un bene. E prima di rispondere doveva assicurarsi che il suo io istintivo fosse tenuto sotto controllo e che non combinasse un casino.

"Volevo vederti. Al di fuori dalle ore che tuo padre mi paga per spiegarti cose che a te non piacciono"

Si guardarono e di nuovo, Hoseok venne risucchiato in quel vortice che erano gli occhi dell'altro. Non sapeva se avesse dovuto aggiungere altro o se fosse ancora troppo presto. O se fosse il caso. O se il caso sarebbe mai arrivato. Ma Yoongi lo batté sul tempo.

"Hoseok io provo qualcosa per te quindi ti prego, se non ti interesso lascia perdere, perché non potrei sopportare anche questo oltre a tutta la merda che mi aspetta in quella fottutissima cas-"

Non lo lasciò finire. Il suo cuore aveva incominciato a battere talmente forte dopo le prime cinque parole pronunciate dall'altro che se lo sentiva pulsare nelle orecchie e nella gola e si decise a fare quella dannatissima mossa che si immaginava da un mese ormai. In quel momento dimenticò tutti i contro che aveva pensato e collezionato per quella situazione, gli prese delicatamente il viso con le mani, si sporse verso di lui e lo baciò.

Capì subito di essere il suo primo e internamente gongolò.

Era dolce, lento e bellissimo ma aveva bisogno di fargli capire che lui gli interessava veramente quindi cercò di avvicinarsi e approfondì quel contatto. Fece scivolare una mano sulla sua nuca per avvicinarlo a sua volta il più possibile. Le mani di Yoongi, invece, non si erano mosse dalla sua giacca che aveva incominciato a stringere con i pugni.   

Quando si separarono Hoseok appoggiò la fronte su quella dell'altro e, senza spostare le mani da dove le aveva messe prima, incominciò ad accarezzarlo dolcemente.

"Mi piaci Yoongi-yah. So già che sarà un problema ma non ci posso fare niente. Mi hai travolto completamente"

E Yoongi lo abbracciò con talmente tanta foga che finirono uno sopra all'altro tra il freno amano e il sedile del guidatore. Le gambe del più giovane erano ripiegate sullo sportello dalla parte del passeggero.

"Non mi lasciare. Stiamo solo così per un attimo"

E Hoseok stava scomodo, aveva il freno amano conficcato in una coscia e la leva del cambio nel polpaccio dell'altra gamba e sapeva che anche la posizione di Yoongi non era il massimo ma ricambiò quella la stretta e non si mosse.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Amo tutte le scene che sono contenute in questo capitolo ma odio come le ho scritte. E' da questa mattina che sto pensando a come potrei modificarlo ma per adesso mi sono arresa.
Speriamo bene.

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** IV - Prima Parte ***


Prima di farvi leggere questo capitolo ci sono un paio di cose che voglio chiarire.

La prima è che sono una stupida. Avevo già scritto e salvato questo capitolo nella chiavetta USB ma quando sono andata a riaprirlo questa mattina si è aperta una finestra dove c'era scritto che la chiavetta aveva dei problemi e che dovevo fare la risoluzione. Una volta fatta la risoluzione la chiavetta era vuota. PANICO. Sono riuscita a riscrivere tutto, fortunatamente ricordavo perfettamente molte delle frasi, ma questa seconda stesura non mi ha lasciata soddisfatta quanto la prima. Quindi, vi consiglio di non fare mai come me: lo so che la vita è troppo breve per la rimozione sicura ma conviene farla, sempre! 
La seconda è che questo capitolo è abbastanza lungo e, dato che oltre ad essere  stupida sono anche sadica, ho deciso di dividerlo in due parti leggermente più corte degli altri capitoli. Prometto comunque che il seguito arriverà presto.

Comunque.
Questo capitolo è probabilmente il mio preferito ed è anche importante, non solo per le cose che succedono ma soprattutto per quello che qualcuno capirà.

Ok, detto questo vi lascio alla lettura!

 

 

 

 

 

Image and video hosting by TinyPic


 

 

 

 

 

 

 

Era passata una settimana da quel loro primo bacio e da quella volta, per tutta la settimana, utilizzavano la macchina di Hoseok per riuscire a vedersi al di fuori dell'orario delle ripetizioni. Yoongi usciva di casa per andare a scuola come aveva sempre fatto e si dirigeva alla fermata dell'autobus solo che lì c'era il ragazzo più grande ad aspettarlo e lo accompagnava in anticipo per passare insieme un po' di tempo, anche se solo per qualche minuto. E in quelle occasioni non facevano altro che baciarsi.

Hoseok cercava di frenarsi, per quanto gli fosse possibile, perché non era proprio il caso di essere scoperti a quel modo, ma Yoongi era un diavolo tentatore che diventava ogni giorno più intraprendente.

Quella mattina, ad esempio, il più giovane era riuscito a convincerlo a spostare le loro attività sui sedili posteriori e senza, nemmeno accorgersene, Hoseok si era ritrovato il ragazzino seduto sulle cosce, con le ginocchia puntate ai lati dei suoi fianchi.

"Yoongi-yah. Non esagerare"

E l'altro, essendo un ragazzo estremamente ubbidiente, riprese a baciarlo, passandogli le mani... Ovunque.

"E dai, prendilo come un modo per augurarmi buona fortuna per il compito"

"Non ne hai bisogno. Hai studiato e le cose le sai. C'ero anche io, ricordi?"

"Come se potessi dimenticarmi di te" borbottò in risposta Yoongi, abbassando lo sguardo.

"Certo che non puoi, sono il miglior tutor che potessi desiderare"

Hoseok cercò di scherzare per non far vedere all'altro quanto le sue parole lo avessero emozionato. Gli diede comunque un piccolo bacio sul nasino, per non fargli nemmeno pensare che quello che aveva detto per lui non avesse significato niente. Aveva scoperto che poteva essere permaloso. Molto permaloso.

"In realtà come tutor sei una sega, proprio noioso"

Appunto.

Gli mise le mani sui fianchi e l'intento era quello di dire qualcosa per poter rimediare quando con la coda dell'occhio vide l'ora sul display del cruscotto dell'auto. Si ritrovò quindi a dire qualcosa che suonò molto peggio alle orecchie di entrambi "E' meglio se vai ora. Si sta facendo tardi"

"Sì certo, come no. Mi vieni a prendere dopo?"

"Non so se ce la faccio, ho una giornata un po' frenetica oggi. Ti mando un messaggio, ok?"

"Ok" rispose l'altro, mentre recuperava le sue cose. Fece per scendere dall'auto quando Hoseok gli prese la mano.

"Aspetta"

Gli diede un bacio sulle labbra, breve ma molto dolce "Buona fortuna per il compito. Fammi sapere com'è andato dopo"

E Yoongi, che sì, era diventato più intraprendente ma a quelle dimostrazioni d'affetto non ci si era ancora abituato, arrossì completamente e abbassò lo sguardo.

"S-si. A dopo"

 

 

---

 

 

Hoseok, in facoltà, non riusciva a smettere di controllare il telefono. Non si era fatto dire da Yoongi per che ora aveva il compito e lui ci teneva a sapere che fosse andato tutto bene. Da una parte, anche se minima, perché voleva sapere se stava facendo bene il suo lavoro e se il ragazzo fosse riuscito a colmare le lacune che aveva nella sua preparazione ma dall'altra, egoisticamente, sperava che andasse bene perché la signora Min aveva promesso al figlio che se avesse preso un buon voto avrebbe provato a parlare col marito per convincerlo a lasciarlo libero di uscire qualche volta.

Hoseok avrebbe tanto voluto poter uscire veramente con Yoongi e organizzare qualcosa di carino. Anche perché, quello scarso quarto d'ora in auto la mattina, incominciava a sembrargli un tantino squallido. In più, per l'altro quelle erano anche le prime esperienze, non voleva che accadesse così.

E poi si stava avvicinando il compleanno del più giovane, gli sarebbe piaciuto poterlo passare con lui.

 

Quando il messaggio arrivò, Hoseok era al bar con Namjoon: avevano entrambi una pausa tra una lezione e l'altra e bisogno di caffeina.

"Lo stage è fantastico. Non potevo chiedere di meglio, sul serio. Certo, mi fanno fare cose che non dovrei fare solo perché gli altri non ne hanno voglia e non mi pagano nemmeno, ma mi piace. Sono felice. Devo solo riuscire a gestire i miei nuovi orari, non avevo mai lavorato prima. Si può sapere con chi è che ti mandi messaggi da una settimana sorridendo come un idiota?"

Hoseok lasciò il telefono e dedicò la sua attenzione all'amico "Non sto sorridendo come un idiota. Non è niente d'importante, lascia stare"

Si sentiva in colpa per nascondere una cosa così importante al suo migliore amico ma sapeva che lui non sarebbe stato d'accordo e non voleva discutere. Soprattutto perché poi, alla fine, si sarebbe ritrovato ad essere d'accordo con lui e non voleva rinunciare a Yoongi. Non ancora.

"Ah no? Quindi mi vorresti dire che non hai conosciuto nessuno e che quello non è succhiotto? Perché stai facendo tutto di nascosto? Lo sai che sarei solo che felice per te"

"Mi ha fatto un succhiotto? Dove?"

"Proprio sotto l'orecchio ma tranquillo, si vede appena. Non gli è venuto molto bene. Che, ti sei trovato un verginel-NO! Non dirmi che è lui"

Hoseok cercò di pensare ad una scusa, qualsiasi cosa da dirgli per non confermare i suoi sospetti, ma sapeva che sarebbe stato inutile. Ormai l'aveva scoperto e dalla sua faccia poteva ben dire che non era affatto felice per lui.

"Non ci posso fare niente, ok? Yoongi mi piace, ci sto bene e per una volta nella vita ho deciso di essere egoista e tu non puoi dirmi niente! So che è rischioso e che probabilmente mi porterà più problemi che altro ma ho deciso di godermela finché dura, anche se sarà per poco!"

Namjoon sembrava quasi arrabbiato "Dai Hoseok, non ci credi nemmeno tu! Quello è solo un ragazzino che oggi ti dichiara amore eterno e domani cambierà idea e ti lascerà perché avrà trovato qualcosa di meglio da fare. Lo sai, sei stato ragazzino anche tu e poi ci sei già passato.  E io ti conosco, sei un cuore di panna e ci rimarrai male. Lascialo perdere, lo dico per te"

E detto questo se ne andò, lasciando Hoseok da solo.

'Ha ragione. Ha ragione e tu lo sai'

Riprese il telefono, dove il messaggio di Yoongi era ancora aperto.

 

Da: Yoongi-yah

Complimenti signor tutor! Per la prima volta ho risposto a tutte le domande di un compito di chimica, voglio una ricompensa!

 

Non riusciva più a sorridere come un idiota.

 

 

---

 

 

La risposta di Hoseok gli arrivò parecchio tempo dopo e già questo non era da lui. Ma era proprio il messaggio ad aver confuso Yoongi.

 

Da: Hoseok

Bravo Yoongi. Non riesco a passare a prenderti, ci vediamo direttamente a casa tua. Tarderò un po'.

 

Non riusciva proprio a capire. Poco prima erano stati così bene ed Hoseok era stato così dolce. Non riusciva a motivarsi una risposta così fredda e così poco... Da lui. Gli rispose con solo un "Ok" distaccato, sperando che l'altro avesse capito che ci era rimasto male e aspettò il messaggio successivo.

Messaggio che non arrivò.

'Non essere paranoico, te l'aveva detto che aveva da fare'

Si convinse che era per questo. Magari quel messaggio l'aveva scritto di fretta mentre stava facendo qualcos'altro e che se ci fosse stato qualcosa che non andava ne avrebbero potuto parlare più tardi faccia a faccia.

 

 

Tornato a casa, la prima cosa che fece fu togliersi quella maledetta divisa e cambiarsi, mettendo qualcosa di più comodo. La madre gli aveva detto che sarebbe uscita e lui e Hoseok avrebbero avuto per la prima volta la casa solo per loro.

'Non si sa mai'

Tornato al piano inferiore, si mise ad aspettare con impazienza il suo tutor. Quando sentì suonare il campanello saltò come una molla dal divano. Aperta la porta vide che l'altro non aveva una faccia molto contenta e che del suo sorriso a forma d cuore non c'era neanche l'ombra.

'Posso sempre farglielo tornare io, il sorriso'

Non gli diede neanche il tempo di salutarlo con il suo solito "Ehi Yoongi-yah". Lo trascinò dentro casa, chiuse la porta con un calcio maldestro, lo prese per i capelli cercando di portare il suo viso alla sua altezza e lo baciò con foga.

"...mph-Yoon-mh. Yah! Yoongi che diavolo stai facendo??"

"La mamma è uscita, siamo soli"

Cercò di riprendere da dove era stato interrotto ma l'altro lo allontanò.

"Ok, ma non sono qui per questo. Sono qui perché vengo pagato per darti delle ripetizioni ed è esattamente ciò che farò"

"Si può sapere che cosa ti prende? Sei strano. E non trattarmi così"

Hoseok sembrò mortificato "Scusami. Scusa, non me la volevo prendere con te. Io... Namjoon l'ha scoperto. E abbiamo discusso"

Oh. L'espressione di Yoongi si rattristò appena.

"Aspetta. Andiamo in camera mia e parliamone lì"

"Non credo sia una buona idea"

Yoongi gli sorrise furbetto "Non sono famoso per le mie buone idee. Altrimenti io e te non ci saremmo neanche conosciuti"

Hoseok non seppe ribattere.

 

 

Arrivati in camera di Yoongi, Hoseok non poté fare a meno di guardarsi intorno. Era la prima volta che ci entrava. Era una bella camera, molto grande e relativamente ordinata. C'erano solo dei vestiti sparsi per terra, ma niente che un maniaco dell'ordine come lui non poteva tollerare.

Vide che l'altro si era seduto sul letto e che lo stava guardando, chiaramente in attesa. Si sedette anche lui, sul bordo, non avvicinandosi troppo. Yoongi si accigliò.

"Si può sapere come cazzo ha fatto a scoprirlo? Non avevi detto che per adesso non glie lo volevi dire?"

"Non l'ho fatto, l'ha capito da solo. A dire la verità è colpa tua e del tuo succhiotto"

"Io non ti ho fatto nessun succhiotto. Non sono neanche sicuro di sapere come cazzo si fa un succhiotto"

Hoseok sbuffò una risata "Ti è venuto male infatti. E' per questo che l'ha capito"

"Credo di dovermi sentire offeso. Ma... Perché avete litigato? Non può essere felice per te?"

"E' solo preoccupato che ci possa rimanere male e il suo ragionamento non fa una piega. Ha molto più senso di quanto io voglia ammettere"

Non stava andando bene, affatto. Yoongi l'aveva capito.

"Ci stai ripensando?"

"Cosa? No! No Yoongi-yah, io penso sul serio quello che gli ho detto. Voglio essere egoista per una volta e questo significa stare con te, anche se so che non durerà e che tu cambierai idea perché sei giovan-"

"Che cosa?"

Per la prima volta da quando si erano conosciuti Hoseok ebbe l'occasione di vedere il bel visetto di Yoongi, che tanto gli piaceva, trasformato dalla rabbia. Aveva parlato troppo e doveva rimediare subito.

"Aspetta Yoongi-yah, mi sono espresso male. Quello che volevo dire è-"

"Pensi davvero che non durerà?"

Hoseok non rispose. Sapeva di non essere in grado di mentire ma non poteva nemmeno dirgli la verità.

"Ti avevo chiaramente detto che se non avevi intenzioni serie dovevi lasciarmi stare perché io non l'avrei sopportato"

Cercò di prendergli una mano, ma l'altro schiaffeggiò via la sua.

"Ma Yoongi io ho intenzioni serie, devi solo lasciarmi spiega-"

"Non me ne frega un cazzo. Non voglio vederti e non voglio ascoltarti. Esci da questa cazzo di casa. Vaffanculo"

Era arrabbiato ma non stava urlando. La sua voce, già profonda di natura, era molto più bassa e dura ed Hoseok capì quanto quel ragazzino poteva essere minaccioso quando voleva.

"Ti prego, lasciami parla-"

"ESCI!"

Stavolta urlò e per Hoseok fu un dolore lancinante al petto. Si accorse che gli occhi dell'altro erano lucidi e pieni di lacrime che stava trattenendo a stento, probabilmente per non fargliele vedere. E allora si decise a fare come gli era stato detto, lasciandogli i suoi spazi.

"Ti chiamo questa sera Yoongi-yah, così ne possiamo parlare"

"Non farlo, non ti risponderò"

"Ti chiamo lo stesso"

E detto questo uscì e poi sentì un forte rumore, come se qualcosa fosse stato sbattuto a terra.

Adesso aveva voglia di piangere anche lui.

 

 

---

 

 

Erano passati cinque giorni. Cinque maledettissimi giorni che Hoseok non aveva notizie di Yoongi.

Il giorno della loro discussione, se così poteva essere definita, aveva provato a chiamarlo ma, come gli aveva detto, l'altro non aveva mai risposto. Dopo l'ennesima chiamata era partita la segreteria. Aveva spento il telefono. Hoseok allora decise di mandargli un messaggio, nella speranza che lo leggesse la mattina dopo, per dirgli che lui si sarebbe fatto trovare come sempre ad aspettarlo alla fermata e che lo avrebbe accompagnato a scuola. Ma fu Yoongi a non farsi trovare.

Non si diede comunque per vinto, considerando che lo avrebbe visto nel pomeriggio per le ripetizioni. Si disse che, anche se avrebbe preferito chiarire subito, in quel modo avrebbe avuto più tempo per preparasi il discorso da fargli. Ma poi lo chiamò il signor Min per dirgli che Yoongi stava male e che non poteva neanche andare a scuola, quindi le loro lezioni erano rimandate e che lo avrebbe richiamato lui per fargli sapere quando avrebbero potuto riprendere.

Hoseok aveva la sensazione che alla prossima chiamata il signor Min gli avrebbe detto che non avevano più bisogno di lui.

Non aveva mai smesso di provare a chiamarlo e di mandargli messaggi e non gli importava che l'altro lo trovasse patetico o appiccicoso. Doveva parlargli a tutti i costi.

Il giorno prima aveva anche provato ad andare a casa sua. Fu la signora Min ad aprirgli la porta e gli disse che Yoongi stava ancora troppo male per riprendere le ripetizioni. Hoseok cercò di essere convincente e le disse che era passato solo per vedere come stesse, per una visita di cortesia, ma la signora Min lo sorprese "Senti, io non so cosa ci sia tra di voi e non lo voglio neanche sapere, adesso. Mio figlio non sta male, è solo tanto triste per colpa tua quindi cerca di rimediare in qualche modo. Sta diventando difficile tenere all'oscuro mio marito da questa storia"

Hoseok si sentiva il cuore a pezzi. Doveva parlargli, sentire un'altra volta la sua voce, anche se fosse stato per un altro vaffanculo. Gli sarebbe andato bene lo stesso.

 

Era in camera sua in quel momento. Seduto sul letto, stava ascoltando una canzone che gli aveva fatto conoscere Yoongi. Non era il suo genere ma l'altro gli aveva detto che la trovava bellissima e i suoi occhi brillavano come ogni volta che parlava di musica ed era sembrata bellissima anche a lui. O forse era Yoongi ad essere bellissimo.

'Sento il bisogno fisico di vederlo'

Prese il telefono e decise di mandargli un ultimo messaggio per quel giorno.

 

A: Yoongi-yah

Mi manchi

 

Nel momento in cui lo inviò sentì qualcuno bussare alla porta. Si aprì leggermente e ne sbucò la testa di Jin.

"Io e Nam stiamo per guardare un film, ti unisci a noi?"

"No, voglio stare un po' da solo"

Jin entrò, senza chiedere il permesso, e si fece posto accanto a lui.

"Ehi ragazzo depresso, mi vuoi dire cos'è successo?"

"Niente di particolare, sul serio"

"Hai litigato col tuo ragazzo?"

A quelle parole Hoseok sentì di nuovo una fitta insopportabile al cuore.

"Non è il mio ragazzo. Credo. Non lo è più per lo meno. Non lo so"

"Che significa?"

Hoseok sospirò. Non gli andava proprio di parlarne ma, l'ultima volta che si era confidato con Jin, lui gli era stato d'aiuto. E ora aveva tanto bisogno d'aiuto.

"Non abbiamo proprio litigato. Io ho detto una cosa e lui si è arrabbiato e adesso non vuole più parlarmi. E non dire che si comporta così solo perché è un ragazzino capriccioso perché non è così. Sono io ad aver fatto un casino, sono stato io il moccioso"

"Non mi sarei mai permesso di dirlo. Anche perché non so ancora cosa sia successo esattamente e poi non mi rimane difficile credere al fatto che sia stato tu ad aver sbagliato"

Hoseok era rincuorato. Non perché l'amico era sicuro che fosse stato lui ad aver fatto casino, ma perché, per la seconda volta che ne parlavano, lui non pensava a Yoongi solo come ad un diciassettenne. Così si decise a parlare.

"Sai che Nam l'ha scoperto, no? Quel giorno abbiamo discusso e poi sono andato a casa di Yoongi e lui ha capito che c'era qualcosa che non andava. Allora gli ho raccontato tutto e quando lui mi ha chiesto se ci stessi ripensando io gli ho detto di no, che voglio stare con lui finché durerà e che adesso non voglio pensare al fatto che lui un giorno potrebbe cambiare idea solo perché potrebbero arrivargli altre possibilità nella vita. Ma forse non l'ho detto proprio con questi termini e ora che lo dico ad alta voce mi sembrano orribili questi quindi figurati quelli che ho usato con lui"

Prese fiato e aspettò il parere di Jin, parere che non arrivò. Se ne stava zitto a guardarlo con le sopracciglia inarcate e lui si stava sentendo stupido da morire e non sopportava quel silenzio, così riprese "E sai che mi ha detto lui la prima volta che ci siamo baciati, il suo primo bacio? Che prova qualcosa per me. E io gli ho detto che mi piace. Uno stupidissimo mi piaci. E mi aveva anche chiesto di lasciarlo perdere se non avessi avuto intenzioni serie e io adesso gli sono andato a dire quelle cose. Ma io ho intenzioni serie! Non credo di essere mai stato più serio in vita mia, me ne sono solo accorto tardi!"

Hoseok, mentre diceva quelle cose all'amico ebbe l'illuminazione. Anche lui provava qualcosa per Yoongi, un qualcosa che non poteva essere ridotto ad un misero 'mi piaci'.

'Oddio che cosa ho fatto Yoongi-yah??'

Gli girava la testa. Era veramente un cretino.

Poi Jin parlò "Lo sai che queste cose non le devi dire a me ma a lui, vero?"

"Non posso! Non vuole vedermi e non risponde nemmeno alle chiamate e ai messaggi. Ho pure provato ad andare a casa sua ma sua madre mi ha mandato via! Ho provato di tutto!"

"E questo ti sembra provare di tutto? Hoseok, in amore bisogna usare la fantasia! Dai, ti ricordi Namjoon quando voleva uscire con me e io non gli ho mai dato una possibilità? Si è messo in ridicolo davanti a tutti i clienti e colleghi del locale dove lavoravo salendo in piedi su un tavolino che non reggeva il suo peso solo per sentirsi dire un piccolissimo sì per un appuntamento. Guarda dove siamo ora e fatti due conti"

'Ha sempre ragione. Perché non ci ho parlato prima?! Giusto, sono un idiota'

"Veramente c'era un'altra cosa che avevo pensato di fare, ma è da pazzi. Non so se posso, sul serio"

"Allora vedila così: preferisci fare una cosa da pazzi oggi e avere la possibilità di stare con lui in futuro oppure lasciar perdere e passare il resto della tua vita a chiederti come sarebbe potuta andare questa storia se ci avessi provato?"

"Preferisco riprendermi Yoongi"

Rispose di getto, senza pensarci. Era questo che voleva e adesso lo sapeva con certezza.

"E allora provaci, ma fallo sul serio. Hoseok nella vita non potrai mai avere nessuna certezza, puoi solo lottare con le unghie e con i denti per ottenere ciò che vuoi e, ammettilo, tu fino ad ora non l'hai fatto. Devi solo chiederti quanto ci tieni e agire di conseguenza"

"Da morire. Ci tengo da morire"

"E allora riposati adesso, raggio di sole. Domani voglio sapere tutto"

 

 

 

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** IV - Seconda Parte ***


 

Ed ecco la seconda parte, come promesso.
Mi dispiace che sia decisamente più corta dell'altra ma questa mi sembrava l'unica divisione sensata possibile.

 

 

 

 

 

 

 

Image and video hosting by TinyPic


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Da: Hoseok

Mi manchi

 

---

 

 

Yoongi, dopo sei giorni, era finalmente riuscito ad alzarsi dal letto. Non era più triste come prima. Era incazzato. Molto incazzato.

Incazzato con Hoseok che lo aveva solo preso per il culo, ignorando l'avvertimento che gli aveva dato, ed incazzato con se stesso, che non  riusciva a smettere di sentirne la mancanza.

'Ti manco brutto stronzo? Spero che tu stia male almeno la metà di quanto sto male io'

Non poteva fare a meno di leggere in continuazione i messaggi che gli aveva mandato e non poteva fare a meno di sussultare ogni volta che il suo telefono iniziava a squillare. Moriva dalla voglia di rispondere, sentire per un attimo la sua voce, magari verificare che stesse veramente male anche lui, e poi riattaccare. Si sentiva uno stupido, ma in fondo lo sapeva che non poteva essere altrimenti. Lui era innamorato di Hoseok e lo sapeva, come sapeva perfettamente che non poteva smettere di esserne innamorato così, dopo solo sei giorni.

 

Il telefono incominciò a squillare e, appunto, saltò praticamente giù dal letto dove era seduto, pronto a fare quello che faceva sempre, ovvero fissare il nome di Hoseok scritto sullo schermo col cuore in gola e aspettare che comparisse la solita notifica della chiamata persa, ma, quando vide che a chiamarlo era Jimin, cercò di calmarsi per poi rispondere.

"Ciao Jimin"

"C-ciao Yoongi. C-come stai?"

Balbettava, era nervoso. Strano.

"Io sto meglio, ma che ti prende?"

"S-senti, non ti arrabbiare con me. T-ti prego"

"Jimin si può sapere che cazzo hai fatto?"

Ma Jimin non gli rispose. Dall'altra parte sentì solo una serie di rumori e lui sul serio non ci stava capendo nulla.

Poi un'altra voce riprese la chiamata.

"Ehi Yoongi-yah"

Hoseok. Il cuore di Yoongi incominciò a battere ad una velocità tale che pensava gli sarebbe venuto un infarto. Il suo unico istinto fu quello di chiuderla lì ma il più grande gli lesse nel pensiero.

"Ti prego Yoongi non riattaccare! Ti prego! Ho praticamente pedinato e minacciato il tuo migliore amico fuori da scuola, davanti ai tuoi compagni e insegnanti. Penso che la cosa potrebbe anche essere illegale. E l'ho fatto solo per riuscire a parlarti per telefono. Ti prego, ti chiedo solo di ascoltarmi"

A Yoongi venne da sorridere ma cercò di trattenersi e di non tradirsi. Non poteva cascarci, non ancora.

"Complimenti, sei geniale. Hoseok non ti sopporto più, lasciami in pace. Te lo sto chiedendo per favore"

"Non m'importa, puoi anche odiarmi ma io devo spiegarti. Non volevo dire quello che ho detto quel giorno. Ti prego, lasciami la possibilità di parlane"

Yoongi non ce la faceva. Doveva chiudere o si sarebbe arreso. E non voleva.

"No Hoseok, io ero stato chiaro e tu hai fatto di testa tua. Hai perso tutte le tue occasioni"

"Dio Yoongi-yah, non ti sto chiedendo una seconda occasione per stare con te. Ti sto solo chiedendo una possibilità per chiarire, ti sto pregando. Dopo potrai anche mandarmi di nuovo a fare in culo e farmi sparire per sempre dalla tua vita ma ci sono delle cose che devi sapere prima"

Il più giovane sospirò, sconfitto "Ok, ok! Dimmi quello che mi devi dire e poi fammi chiudere questo maledetto telefono"

"Non posso dirtelo così. Voglio spiegarmi guardandoti negli occhi Yoongi-yah. Ti prego, dì ai tuoi che stai meglio e io arriverò in un attimo. Poi mi puoi buttare fuori a calci"

E Yoongi non ce la fece più.

"Sei uno stronzo"

"Lo so Yoongi-yah"

"Vieni qui adesso, sono da solo"

"Arrivo subito"

Yoongi riattaccò senza salutarlo e si maledì più volte.

 

 

---

 

 

Hoseok arrivò subito veramente. Rischiò l'auto e la vita in più occasioni per quel breve tragitto, ma non gli importava. Tutto quello a cui riusciva a pensare era che stava per vedere Yoongi-yah, che gli aveva dato un'occasione per spiegarsi e che poteva rimediare. Forse. Ma questa volta voleva sul serio lottare con le unghie e con i denti, voleva riprenderselo. Doveva riprenderselo.

Aspettando che gli aprisse la porta di casa, si rese conto di essere agitato. Come mai in vita sua.

Yoongi finalmente gli aprì e lui rimase senza fiato. Aveva un aspetto trasandato, indossava quelli che sicuramente erano i pantaloni di un pigiama, i suoi capelli erano tutti arruffati e i suoi occhi molto rossi. Sembrava fosse stato male sul serio.

Non gli era mai sembrato così bello.

"Smettila di stare lì impalato a fissarmi come un idiota, coglione"

E detto questo si girò, andandosi a sedere sul divano. Hoseok si risvegliò, entrò in casa e si chiuse la porta alle spalle e poi prese posto accanto all'altro. Che si allontanò.

Lui si sentì morire e l'altro probabilmente se ne accorse.

"Senti, se sei venuto qui per fare la figura del cucciolo abbandonato non hai capito un cazzo. Non me ne frega niente. Puoi anche andartene"

Cercò allora di guardarlo negli occhi e di farsi coraggio. Si era preparato un discorso e doveva farglielo adesso.

Niente. Non gli veniva in mente niente.

"Yoongi io... Mi dispiace"

L'altro lo guardò con quello sguardo che lo faceva sentire un idiota ma lo era e lo sapeva, se lo meritava.

"Ti dispiace? Mi hai assillato, mi hai tormentato e mi hai pregato e adesso che sei qui tutto quello che riesci a dire è un merdosissimo mi dispiace?"

"No! No! Devo solo calmarmi. Sono agitato. Tu mi agiti"

"Certo, dai la colpa a me adesso"

"Senti, se mi hai fatto venire qui significa che almeno un pochino quello che devo dirti ti interessa. Quindi stai zitto e cerca di farmi fare mente locale!"

E Yoongi finalmente si zittì. Hoseok ne fu contento anche perché quella era la dimostrazione del fatto che era vero, quello che aveva da dirgli gli interessava.

Ma Dio, se era difficile! 'Non potevo innamorarmi di qualcuno meno testardo e permaloso?!'

E realizzò. Sapeva esattamente cosa gli doveva dire, senza avere discorsi pronti e strappalacrime.

"Yoongi-yah io ti giuro che quello che volevo dire quel giorno non ha niente a che fare con le mie intenzioni con te. E ti assicuro che le mie intenzioni sono molto serie, probabilmente come non lo sono mai state prima d'ora. Io voglio stare con te e non importa se Namjoon ha ragione pensando che sei troppo giovane e che per questo un giorno cambierai idea perché la tua vita prenderà un'altra direzione. Non m'importa di nient'altro al momento. Io voglio stare con te adesso e non voglio pensare al futuro"

Yoongi, però, non sembrava molto soddisfatto "E' proprio questo il fottuto problema. Io penso solo al futuro Hoseok. L'ho sempre fatto e da quando ci siamo conosciuti nel mio futuro ci sei anche tu. Le mie idee sono molto chiare. E lo so di avere tanti difetti, lo so da solo, ma l'unica cosa che non puoi dirmi è che non sono serio. Proprio non puoi. Io ho dei progetti e non so ancora come cazzo farò a realizzarli ma so con certezza che lo troverò o che per lo meno ci proverò. E io in questi progetti ti ci avevo incluso, te l'ho detto. E tu invece mi stai dicendo che mi consideri solo un bambino che sta giocando col suo nuovo pupazzo preferito e che presto se ne stancherà e che a te va bene così. Io non ho bisogno di questo"

"E adesso lo so. Yoongi mi dispiace di averti dato l'idea sbagliata. Ma ti prometto che adesso, se tu me lo permetterai, farò in modo di starti accanto e di aiutarti a realizzare i tuoi progetti perché io ci voglio essere. Io mi sono innamorato di te e voglio far parte del tuo futuro e voglio che tu ci sia nel mio. Non ci saranno più dubbi o pareri di amici che mi faranno cambiare idea"

Yoongi lo stava guardando a bocca aperta e Hoseok capì di essere veramente sulla buona strada. Ma forse c'era ancora qualcosa da fare e l'atro glie ne diede la conferma.

"Come faccio a crederti adesso?"

"Te lo dimostrerò, farò tutto quello che vuoi"

"Troppo facile. Fare quello che io voglio che tu faccia non mi dimostra niente. Forse solo che sei un coglione sul serio"

In quel momento gli venne la migliore idea che potesse avere. Sapeva esattamente cosa fare e poteva anche così dimostrargli di prenderlo sul serio e di credere in lui come persona e nelle sue decisioni; soprattutto, poteva dimostrargli che pensava veramente quello che gli aveva detto: ci sarebbe stato e lo avrebbe aiutato e sostenuto. Voleva essere quello di cui lui aveva bisogno.

"So cosa fare. Mi devi solo dare un paio di giorni, forse me ne basta uno. Puoi uscire di casa?"

"Cosa ti sei messo in testa adesso?"

"Sorpresa. Rispondi alla domanda"

"Non lo so, forse. Jimin mi ha detto che ho preso quasi il massimo al compito d chimica e il vecchio era abbastanza soddisfatto"

"Sono orgoglioso di te Yoongi-yah. Sapevo che sarebbe andato bene ma sono comunque molto orgoglioso"

E Yoongi si sciolse. Mai nessuno nella vita gli aveva detto una cosa del genere.

"Ok, due giorni al massimo. E' la tua ultima occasione, poi devi sparire dalla mia vita"

"Non chiedo altro"

Yoongi lo guardò e finalmente sorrise. Era un sorriso minuscolo, ma era comunque un passo avanti.

"Hai veramente pedinato e minacciato Jimin davanti a tutti?"

Hoseok rise "Oh sì. Credo di averlo spaventato, povero ragazzo. Sono sicuro che mi abbiano preso tutti per un pazzo. O per un molestatore"

E Yoongi rise. Una risata breve, ma fu come ascoltare la melodia più bella del mondo per Hoseok.

 

"Va via adesso. Devo studiare"

"Hai bisogno di una mano?"

"No Hoseok. Non ho intenzione di mettermi a studiare sul serio. Era solo un modo carino per non farti capire che ho bisogno di rimanere da solo per piangere"

Hoseok ci rimase male "Non ho intenzione di andare via sapendo che tu sei qui da solo a piangere"

"Hoseok, non lo faccio perché sono triste. Ne sento solo il bisogno. Per favore"

E il più grande si arrese "Promettimi solo che mi risponderai. Io prometto che non ti tormenterò più ma tu promettimi che se ti mando un messaggio o se ti chiamo  tu mi risponderai"

"Sì. Sì, va bene. Te lo prometto"

Hoseok si alzò dal divano ma prima di allontanarsi si abbassò di fronte all'altro, gli prese con delicatezza il mento tra l'indice e il pollice e gli diede un piccolo, dolce bacio sulle labbra "Ero serio prima. Sono innamorato di te"

Yoongi non gli rispose. Lo guardò uscire e appena fu certo che l'altro non poteva sentirlo iniziò a piangere.

Ma per la prima volta dopo sei giorni stava bene.

 

 

---

 

 

Arrivato a casa Hoseok si diresse subito verso il divano, dove era seduto Namjoon. Si piazzò davanti all'amico e gli parlò, per la prima volta da quando si conoscevano, con rabbia.

"Ok brutto stronzo, ascoltami bene! Per colpa tua ho quasi rovinato la cosa più bella che mi sia mai capitata nella vita e adesso mi devi aiutare a rimediare. Ti chiederò un favore e tu farai in modo che la cosa sia possibile e non accetto una risposta che non sia un sì. Non devi fare nessuna cazzata. Considera che con questo chiuderemo anche il debito che hai con me da quando ti ho beccato mentre guardavi il porno sulle lesbiche e ti avevo promesso che non avrei detto niente a Jin, quindi è una cosa grossa! E non parlarmi fino a quando non ti dirò io di farlo. Vanno bene i termini che ho usato, questa volta?"

E con questo se ne andò in camera sua, sbattendo la porta e lasciandosi un Namjoon esterrefatto alla spalle.

"Sul serio Nam? Porno sulle lesbiche? Aiuta il tuo amico. Ha ragione, sei uno stronzo"

E detto questo si chiuse in camera anche Jin.

Namjoon era confuso, ma era sicuro di non essere messo molto bene "Fantastico, amo la mia vita"  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Piccola precisazione. E' una cosa a cui tengo e non so se si capisce quindi voglio specificarla io stessa.

Come avrete capito, Jin in questa storia è il vecchio saggio. Lui sa dare ottimi consigli e ha sempre ragione. Tra i personaggi è quello più grande, quello con più esperienza e Hoseok in lui ha trovato la persona perfetta per confidarsi e farsi dare dei consigli, in più occasioni. Dunque, nel dialogo tra Jin e Hoseok, il primo gli dice una cosa tipo "Nella vita non puoi avere nessuna certezza, puoi solo lottare con le unghie e con i denti per far in modo che le cose vadano come tu vuoi". 

Yoongi, in questa parte del capitolo, dice ad Hoseok una cosa molto simile, riferita però a se stesso: "Io ho dei progetti e non so ancora come cazzo farò a realizzarli ma so con certezza che lo troverò o che per lo meno ci proverò". 

Ok, tutto questo per dire che Yoongi è giovane, sì, ma è anche un ragazzo molto determinato. Il sapere esattamente quello che vuole lo ha portato ad un livello di maturazione tale da poter ragionare come un ragazzo di quasi otto anni più grande di lui.

E Hoseok non ci aveva capito niente! O meglio, l'aveva capito ma aveva talmente tanta paura e talmente tanti dubbi da lasciarsi condizionare.

 Ok, perdonate il piccolo delirio.

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** V ***


Image and video hosting by TinyPic

 

 

 

 

 

 

 

 

Hoseok aveva mantenuto la sua promessa e da quando si erano salutati, il giorno prima, gli aveva mandato un solo messaggio. E Yoongi aveva a sua volta mantenuto la sua, rispondendogli.

 

Da: Hoseok

Buona notte amore mio

A: Hoseok

Buona notte

 

Non gli aveva voluto dire, però, che ricambiava i suoi sentimenti. Lo sapeva da un pezzo ormai di esserne innamorato ma, per come erano le cose in quel momento, non voleva esporsi più di quanto non avesse già fatto. E poi non sapeva nemmeno se effettivamente sarebbero tornati insieme. Hoseok gli aveva detto che sapeva già come sfruttare quest'ultima possibilità che aveva ma poteva non funzionare e si sarebbero dovuti dire addio per sempre. Per questo, preferiva aspettare. Era una specie di sicurezza per lui. Non avrebbe comunque cambiato le cose, lui ne era innamorato, che l'altro lo sapesse o no, e se le cose non sarebbero andate bene ne avrebbe sofferto comunque. Ma lo faceva sentire in vantaggio. E ne aveva bisogno.

Era una cosa stupida e lo sapeva ma questa volta voleva essere lui quello egoista. Aveva già abbastanza merda da solo per poter reggere anche quella degli altri, anche se si trattava di Hoseok.

"YOONGI!"

La voce di suo padre lo raggiunse. 'Parlando di merde'

Scese di corsa le scale e lo trovò ad aspettarlo in salotto, assieme a sua madre.

"Com'è andato il rientro a scuola?"

"Bene. La professoressa mi ha fatto vedere il compito e dato che ho preso praticamente il massimo mi ha detto che mi basta un'altra interrogazione per recuperare i voti di prima, poi devo solo sistemare la media. E lo stesso vale per fisica, mi ha fissato un'interrogazione per la prossima settimana"

Il padre gli sembrò soddisfatto, buon segno.

"Quindi questo Jung Hoseok ha fatto un buon lavoro direi. Possiamo richiamarlo"

'E io che ho studiato no eh, stronzo?'

"Ehm... Sì, direi di sì"

"Perché non aspettiamo altri due giorni? Facciamo prima riprendere Yoongi del tutto e poi ormai sarà in grado di studiare un po' da solo"

Yoongi guardò la madre con riconoscenza, probabilmente non l'aveva mai amata tanto in vita sua.

"Si, non più di due giorni. Se hai un'interrogazione la prossima settimana dovrai essere preparato per bene. Tua madre mi ha detto che vorresti uscire"

'Oddio'

"Pensavo che magari potevo fare qualcosa con Jimin il giorno del mio compleanno. E' dopodomani, passerò il pomeriggio di domani a studiare da solo e poi il giorno dopo posso ricominciare a vedere il tutor"

'Spero'

Ed eccolo lì, quello che Yoongi stava aspettando. Quello sguardo.

"Sì, il giorno del tuo compleanno e basta. Niente cazzate Yoongi, sono stato chiaro?"

"Si papà, grazie"

"Dovrai essere a casa per le dieci e mezza. Torna a studiare"

Si chiese perché ancora ci stesse provando.

 

Non voleva essere proprio lui a cominciare una conversazione con Hoseok, ma adesso doveva avvertirlo quindi si fece coraggio e gli mandò un messaggio.

 

A: Hoseok

Il vecchio mi lascia libero per il mio compleanno. Qualsiasi cosa tu abbia in mente organizzala per il 9

Da: Hoseok

Ti prometto Yoongi-yah che ti preparerò la più bella sorpresa di compleanno di tutta la tua vita :D :D

 

Yoongi sorrise e sperò vivamente che gli stesse dicendo la verità.

 

 

---

 

 

Il giorno seguente passò veramente tutto il pomeriggio a studiare. Iniziò con fisica ma poi lasciò perdere perché quella materia gli dava ancora tanti problemi e poi non poteva neanche permettersi di tralasciare le altre. Sarebbe tornato al punto di partenza e no, grazie tante.

Hoseok non si era fatto sentire per tutto il giorno. Ok, era stato lui a dirgli di lasciarlo in pace, ma neanche un misero messaggio in più di ventiquattro ore gli sembrava esagerato. O forse era lui ad essere esagerato.

Ma, per l'ennesima volta, l'altro ragazzo gli diede l'impressione di saper leggere nel suo pensiero. Erano le ventitre e cinquantanove quando Hoseok gli mandò un messaggio.

 

Da: Hoseok

Sei sveglio? Posso chiamarti?

A: Hoseok

 

Il telefono iniziò a squillare a mezzanotte in punto. Sorrise. 'Quanto sei smielato'

"Pronto?"

"Buon compleanno Yoongi-yah"

"Grazie Hoseok"

Dopo di che ci fu un silenzio che gli sembrò lunghissimo. Non sapeva che altro dire ma in teoria toccava ad Hoseok dire qualcosa. Ma allora perché si sentiva così in colpa??

"Ci sei?"

"Si, si ci sono Yoongi-yah. E' che... Mi è mancata così tanto la tua voce. Dì qualcosa ti prego, qualsiasi cosa"

"E cosa dovrei dirti scusa?"

"Non lo so, raccontami che hai fatto oggi"

"Un cazzo! Anzi... Una cosa ci sarebbe. Hoseok io ci ho provato ma fisica non la capisco proprio"

Hoseok rise. E questa volta era lui che voleva chiedergli di continuare perché gli era mancata la sua risata.

"Tranquillo Yoongi-yah, da dopodomani riavrai il tuo tutor ad aiutarti"

"Se non fa cazzate domani"

"Sono abbastanza certo che andrà tutto bene"

"Vorrei poterti credere"

Hoseok sospirò "Devi credermi. Yoongi-yah, non ti ho semplicemente organizzato una sorpresa di compleanno. Devi darmi solo un po' di fiducia e aspettare fino a domani. Prometto che non la tradirò"

"Non puoi dirmi di cosa si tratta?"

"No"

"Neanche un indizio?"

"Mmmh, sì! Domani ti vengo a prendere io dopo scuola. Portati un cambio. A meno che tu non voglia girare con la divisa. Io ne sarei contento, mi piace come ti sta. A dire la verità mi piaci con tutto"

"Non ti allargare, non sei ancora fuori dai casini"

"Lo so"

"E poi questo che cazzo di indizio sarebbe?"

"Il massimo che posso dirti"

"Ma non mi hai detto niente!"

"Sii paziente Yoongi-yah"

Ma lui era curioso da morire. Nonostante la situazione non fosse idilliaca, quella era la prima sorpresa di compleanno di tutta la sua vita.

"Forse è meglio se andiamo a dormire. Domani sarà una luuuunga giornata!"

"Ti odio"

"Ti farò cambiare idea. Buona notte Yoongi-yah"

"Buona notte Hoseok"

"Io...ti amo"

"...Sì. Ciao Hoseok"

Posò il telefono sul comodino e spense la luce ma non riuscì ad addormentarsi.

Voleva dirglielo. Glie lo stava per dire e di tutti i motivi che aveva l'unico che lo aveva frenato era che non voleva dirglielo per telefono la prima volta.

'Ti amo anche io Hoseok-ah. Non fare cazzate ti prego'

 

 

---

 

 

Hoseok era in macchina e stava aspettando che il suo forse-futuro-ragazzo uscisse da scuola.

Era molto orgoglioso del piano che aveva organizzato. Sapeva che all'altro sarebbe piaciuto da morire e lui avrebbe riavuto il suo Yoongi per sé. Ma, nonostante la sua sicurezza, non riusciva a stare fermo. Infatti, scattò non appena sentì la campanella della scuola, incominciò a girarsi da tutte le parti per vedere da che parte potesse arrivare. Dopo qualche minuto, la fiumana di ragazzi in divisa era diminuita, aveva visto passare anche Jimin -doveva ricordarsi di chiedergli scusa, povera creatura- ma di Yoongi non c'era traccia.

Hoseok iniziò a preoccuparsi.

Ci aveva ripensato. Lo sapeva, avrebbe dovuto considerare anche un problema del genere. Era rovinato. Sarebbe finito tutto, niente più Yoongi-yah. Oddio.

O forse gli era successo qualcosa. Doveva chiamarlo e assicurarsi che fosse tutto a posto. Cercò, con estrema difficoltà, di tirare fuori il telefono dalla tasca dei suoi jeans ma, appena ci riuscì, lo fece cadere proprio sotto il sedile. Quando, dopo vari tentativi ed essersi praticamente ripiegato su se stesso, riuscì ad afferrarlo, sentì lo sportello dalla parte del passeggero aprirsi. Alzò la testa così in fretta che la fece sbattere sul volante.

Sentì per la prima volta la risata divertita, divertita veramente, di Yoongi e pensò che ne era valsa la pena, dolore compreso.

"Ma che stai facendo?"

"Mi era caduto il telefono. Volevo chiamarti, non arrivavi più. Pensavo avessi cambiato idea"

"Cosa? No! Mi avevi detto di portarmi il cambio e mi sono fermato agli spogliatoi della palestra. Dove mi sarei dovuto cambiare, in macchina?"

"Stai molto bene"

Yoongi arrossì "Sono solo un paio di jeans e una felpa. Smettila"

Hoseok sorrise. Sapeva che era carino, ma si era quasi dimenticato di quanto effettivamente lo fosse.

"Ehi Yoongi-yah. Posso baciarti? Per augurarti buon compleanno"

"Non potresti. Ma vorrei comunque che lo facessi"

Hoseok non era convinto che con quelle parole gli avesse dato il via libera, ma ci provò lo stesso. E provò anche a fargli capire, con quell'unico bacio, quanto gli fosse mancato, quanto ne era innamorato e quanto fosse dispiaciuto.

A giudicare dalla faccia stravolta di Yoongi quando si separarono, era abbastanza sicuro di esserci riuscito.

"Allora, vogliamo andare?"

 

"Hoseok, dove cazzo stiamo andando? Sono quasi venti minuti che stai guidando"

"E tu è la quinta volta che mi fai questa domanda in venti minuti. E io per la quinta volta ti darò la stessa risposta. Lo saprai quando scenderai. E poi siamo quasi arrivati, giuro"

"Dammi un fottutissimo indizio almeno! Uno vero però, non come quelli di ieri!"

"Mmh. Sì, conoscerai Namjoon"

"Ah" Yoongi fece una smorfia poco soddisfatta. Smorfia che Hoseok cercò di cancellare.

"Non fare così. Abbiamo chiarito"

"Ma non vuole che stiamo insieme" il ragazzino si stava lagnando. Il più grande sbuffò una risata divertita.

"Potrebbe aver cambiato idea"

Il più giovane continuava a guardarlo male "E comunque che schifo di indizio sarebbe anche questo? Che ci dovrai fare io con Namjoon?"

" Ehi, che hai detto ai tuoi di oggi?"

"Non cambiare discorso"

"Già fatto!"

"Mi stai sul cazzo"

Yoongi vide ghignare per la prima volta Hoseok e la cosa gli procurò dei brividi lungo tutto la schiena. Non era sicuro se fosse una cosa positiva.

"Devo risponderti?"

"No, sta zitto ti prego. Il vecchio sa che sono con Jimin ma tanto lui non sarà un problema, si farà sentire solo se faccio tardi. La mamma sa che sono con te. Io non le ho detto niente, lo ha capito da sola. Penso ci abbia scoperti"

"Si, lo sapevo già"

"Parli con mia madre alle mie spalle? La cosa è fottutamente inquietante"

"Ehi. prendi il mio telefono e manda un messaggio a Namjoon mentre io parcheggio. Digli che siamo qua fuori"

"Si ma qua fuori dove?"

"Scendi e guarda tu stesso" E spenta la macchina Hoseok scese.

 

Yoongi lo raggiunse e dopo aver ridato il telefono all'altro, guardò l'enorme edificio che era davanti a loro.

"Hoseok. Se questo è uno scherzo non è divertente"

L'edificio, grande e pieno di vetrate da una parte e ricoperto di poster sull'altra, aveva lasciato Yoongi completamente spiazzato, tanto che non riusciva a distogliere lo sguardo dall'enorme scritta bianca situata proprio sopra alla porta principale: JYP.

"Non ti ho mai detto che Namjoon studia musica e che vuole diventare un produttore discografico? E che da più di un mese ha iniziato uno stage qui alla JYP? No, a giudicare dalla tua faccia direi di no. Beh, gli ho chiesto, con estrema gentilezza, di procurarci dei pass e di farci fare un giro turistico. E' o no una delle migliori case discografiche della Corea del Sud?"

Yoongi continuava a girare la testa velocemente, senza riuscire a chiudere la bocca e senza comunque riuscire a dire niente, e a spostare il suo sguardo dalla sede della JYP ad Hoseok.

E quando riuscì a parlare il risultato fu "PORCA TROIA HOSEOK! PORCA FOTTUTISSIMA TROIA!"

Hoseok era soddisfatto "Ehi Yoongi-yah, sono serio adesso. Voglio che tu capisca perché ho fatto in modo che tutto questo fosse possibile. Io credo in te, credo in quello che fai e sono disposto ad appoggiarti sempre e comunque. Voglio anche aiutarti a realizzare il tuo sogno. Voglio viverlo con te. Io ci voglio essere"

E Yoongi lo travolse e lo baciò. Lo baciò con troppa foga per essere un bacio scambiato in pubblico ma era la prima volta che Yoongi lo baciava di sua spontanea iniziativa da quando era successo quello che era successo che non glie ne importava niente di chi avrebbe potuto vederli. Rispose al bacio e lo intensificò, gli cinse la vita con le braccia e-

"EHI! VI MUOVETE O NO?! IO STAREI LAVORANDO!"

E si separarono.

"Hoseok, quello è Namjoon?" chiese Yoongi senza fiato.

"In persona"

"Odio il tuo migliore amico, sappilo"

 

 

---

 

Hoseok era felice. Era felice di aver reso felice Yoongi-yah.

Quest'ultimo, a dispetto di quello che aveva detto poco prima, pendeva dalle labbra di Namjoon, ascoltava ogni minima cosa che il suo amico gli stava spiegando e raccontando e gli poneva delle domande che, da quello che aveva potuto capire, Namjoon reputava intelligenti. Quei due se la intendevano alla grande. Hoseok si sentì quasi geloso e non poteva nemmeno farci niente, quello non era il suo campo.

Yoongi però non aveva mai lasciato il suo fianco. Anche se stava parlando con Namjoon e questo camminava avanti a loro, Yoongi gli era rimasto sempre accanto.

 

"Ok ragazzino, ho lasciato il meglio per ultimo" e detto questo Namjoon aprì la porta dell'ultima stanza di questo loro piccolo tour improvvisato.

Yoongi entrò e si guardò intorno a bocca aperta.

"Cristo Santo. Hoseok è lo studio di registrazione!" e detto questo gli prese il polso e lo tirò leggermente. Hoseok gli sorrise con tenerezza. Vederlo così emozionato per la sua passione era una cosa meravigliosa per il più grande.

"Allora, vuoi vedere come funziona?"

"Oddio sì!"

"Bene, Hoseok mi ha detto che rappi. Facci sentire"

"Cosa?"

"Entra nella sala riprese e facciamo una prova. Non ti va?"

Yoongi era eccitatissimo. Ed infatti "Cazzo sì!"

 

Entrato nella sala acusticamente isolata e messe le cuffie, Yoongi aspettava il cenno di Namjoon per iniziare.

Hoseok e Namjoon erano dall'altra parte del vetro, anche loro con le cuffie che gli avrebbero permesso di sentire Yoongi. Namjoon, mentre cercava di caricare la base che Yoongi aveva scelto, chiese "Tu l'ha mai sentito?"

"No, è la prima volta. Ho letto qualche cosa che ha scritto, ma non mi ha mai fatto vedere o sentire niente seriamente. E' una cosa abbastanza personale per lui, mi sorprende che abbia detto di sì a te"

"Geloso?" lo prese in giro.

"Un po'"

Namjoon rise ma poi tornò serio "Conosce il settore, questo è sicuro"

Hoseok lo guardò di traverso "Ti piace, ammettilo"

"Che cazzo? Non mi piace il tuo ragazzo. Mi piace il mio, idiota"

"Sai quello che volevo dire"

"E' in gamba, contento? Ok, ci siamo"

Namjoon fece capire a Yoongi che era pronto e la base partì. Poco dopo partì anche Yoongi.

Hoseok non se ne intendeva sul serio di queste cose, ma non era stupido e lo capiva quando qualcuno aveva del talento. E il suo Yoongi ne aveva da vendere.

Namjoon glie lo confermò subito.

"Porca troia"

Hoseok sorrise felice guardando il suo ormai-sperava-ragazzo "Sì, lo so"

 

 

---

 

 

Erano appena usciti dalla JYP e Yoongi non aveva mai passato una giornata più bella di questa.

"Hoseok, grazie. Nessuno aveva mai fatto una cosa del genere per me. Non ti rendi conto di quanto tutto questo sia importante. So che questa era solo una visita e che forse il mio futuro non è esattamente qui, ma quello che hai fatto è stato bellissimo. Ti prego, dimmi che non mi stai illudendo e che sul serio ci credi"

 "Yoongi non è che ci credo. Ti ho visto oggi. E' quello il tuo mondo. L'ha capito subito anche Namjoon. E poi sei bravo. Dannatamente bravo, ci hai lasciato senza parole prima. Io so che ce la farai. Magari non qui, ma un altro modo lo troveremo"

Yoongi premette il viso sul collo del più grande ed inspirò il suo profumo. Hoseok lo strinse e si accorse che stava tremando.

"Ehi, senti freddo?" chiese incominciando a strofinargli le mani lungo le braccia.

"No, sono emozionato. E sono felice"

Hoseok sorrise e gli soffiò un lieve bacio sull'orecchio "Te l'avevo detto che non avrei fatto nessuna stupidaggine"

"La giornata non è ancora finita. C'è ancora un viaggio in macchina di venti minuti"

"Devi tornare a casa?"

"Assolutamente no. Sono libero fino alle dieci e mezza e sono appena le sei"

"Ok, dove vuoi andare allora? Vogliamo andare a mangiare qualcosa da qualche parte?"

Yoongi si alzò dalla sua posizione, abbandonando quel caldo rifugio che aveva trovato per guardare Hoseok negli occhi "Possiamo andare a casa tua?"

Hoseok ricambiò quello sguardo, tanto serio da far venire i brividi. Aveva un nodo alla gola e adesso quello ad essere emozionato era lui "S-sì. Certo"

 

 

---

 

 

Giunti al condominio dove si trovava l'appartamento del più grande, Hoseok aveva iniziato a sentirsi nervoso, tanto da non riuscire nemmeno ad infilare la chiave nella serratura della porta.

"Che ti prende?"

"Sono solo un po' nervoso, non ci avevo mai portato nessuno"

"Da quando ci abiti non sei mai uscito con nessuno?"

Riuscì finalmente ad inserire la chiave e iniziò a girarla, anche se la prima volta lo fece dal verso sbagliato.

"Non ho detto questo. Anche se in realtà non è che sia uscito con chissà quante persone. Ho detto solo che non avevo mai portato nessuno a casa. E' un passo abbastanza importante, per me"

"Vuoi andare da qualche altra parte?"

Hoseok aprì la porta e fece cenno all'altro con la testa di entrare "Non ho detto neanche questo"

Varcata la soglia Yoongi fece posare il suo sguardo su ogni più piccolo oggetto contenuto in quell'appartamento "Mi piace"

Il più grande, che lo stava guardando per capire i suoi pensieri, non riuscì a non mettere le mani avanti "E' piccolo, ma per tre ragazzi che non ci stanno praticamente mai va bene. Ci stiamo bene, è casa. Certo, non è quello a cui sei abituato tu, questo sarà grande quanto l'ingresso di-"

"Io odio casa mia. Qui mi piace. Hoseok, non è che io sia voluto venire qui per fare una cazzo di valutazione. Mi hai già convinto. Lo ero già ma volevo metterti alla prova, ti ci sei messo da solo veramente e l'hai passata. Adesso potresti anche vivere sotto un ponte, vorrei stare lo stesso con te e lo preferirei comunque a casa mia"

"Quindi... Vuoi stare con me?"

Yoongi gli prese una mano e la strinse "L'ho sempre voluto. Hai rischiato, ma sei fortunato che io sia così magnanimo"

Hoseok si diresse verso il divano e con la mano che era ancora allacciata a quella di Yoongi tirò leggermente l'altro di modo che lo seguisse. Si mise seduto e si portò il più giovane accanto, tanto vicino da farlo stare quasi sopra di lui. Gli lasciò la mano e portò subito la propria sulla guancia dell'altro e poi gli mise l'altra su un fianco. Si guardarono negli occhi per un tempo che parve infinito. In quel momento c'erano solo loro e tutto era tornato ad essere perfetto.

Yoongi si morse il labbro inferiore, gesto che ormai Hoseok conosceva bene. Aspettò che l'altro dicesse quello che stava pensando di dirgli.

"Hoseok-ah... Ti amo anche io. Lo so da tanto ma non te l'ho mai voluto dire perché pensavo fosse troppo presto. E cazzo, nemmeno questo mi sembra il momento giusto, perché sembra che te lo sto dicendo solo per farti contento dopo quello che hai fatto ma non è così. Anche ieri sera al telefono avrei voluto dirtelo. E adesso mi sento un cretino"

Fu il turno di Hoseok per rimanere a bocca aperta, sorpreso.

"Non sei un cretino, non pensarlo mai"

Si avvicinò e gli diede quel bacio che voleva dargli da quando erano arrivati a casa, che non gli era mai sembrata tanto accogliente quanto quella sera con Yoongi al suo interno.

"Ti amo Yoongi-yah"

 

 

Il bacio, partito come lento e dolce, si era trasformato in un qualcosa di molto più appassionato, tanto da averli portati a stendersi, Hoseok sopra Yoongi, e ad accarezzarsi ovunque. Hoseok sentiva caldo e la pelle bollente del suo ragazzo, che riusciva a sentire grazie alla mano che aveva infilato sotto la maglietta, gli suggeriva che l'altro era probabilmente nelle stesse condizioni. Non aveva mai provato niente del genere prima d'ora, tutto quello sfiorarsi lo stava facendo impazzire.

Un suono catturò comunque la sua attenzione e lo catalogò come il rumore della sveglia che avevano in cucina, che faceva ad ogni ora.

"Sono le sette Yonngi-yah. Gli altri dovrebbero tornare a momenti. Non mi sembra il caso di farci trovare così sul divano"

Yoongi riaprì gli occhi, che aveva tenuto serrati fino a quel momento. Le sue gote si erano arrossate, le labbra erano rosse e gonfie ed Hoseok avrebbe tanto voluto trovare un modo per impedire ai suoi coinquilini di entrare.

"Andiamo in camera tua, allora"

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Voglio umilmente chiedere scusa a Jung Hoseok. Ho deliberatamente ignorato il tuo compleanno e ho scritto che non te ne intendi di musica. Prometto mi farò perdonare in qualche modo.

 

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** VI ***


Image and video hosting by TinyPic

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

"Andiamo in camera tua, allora"

 

 

---

 

 

Yoongi non aveva mai fantasticato troppo sulla sua prima volta. Ovviamente ci aveva pensato più volte -era pur sempre un adolescente con tutto quello che doveva funzionare funzionante- ma non si era mai posto il problema di come sarebbe dovuta essere o dove sarebbe dovuto accadere. Non aveva mai desiderato niente.  Probabilmente era anche perché, fino a quel giorno, non ne aveva mai avuto motivo.

Ma in quel momento, nel momento in cui si era ritrovato lì, su quel letto con Hoseok, gli sembrava che non poteva esserci né luogo, né momento, né persona migliore di questi.

Hoseok era dolce, gentile e premuroso e lo aveva messo prima di ogni suo bisogno e piacere, al punto di dover essere anche incoraggiato ad andare avanti dallo stesso Yoongi.

"Sei sicuro?"

"Si Hoseok-ah. Mai stato così sicuro"

Yoongi non aveva mai pensato veramente a come avrebbe voluto la sua prima volta ma si rese conto subito che quella era stata la prima volta perfetta. C'era stato l'imbarazzo, certo, ma c'era anche una voglia incredibile di scoprirsi che vinceva sul resto.

E c'era anche stata un po' di vergogna, da parte del più giovane, di fronte al corpo, ai suoi occhi perfetto, ben definito di Hoseok. Vergogna messa subito da parte con l'aiuto dell'altro che, dopo averlo guardato con puro desiderio, gli disse "Sei bellissimo Yoongi-yah"

"N-no. Non lo sono. Tu lo sei"

Poi era stato un susseguirsi di baci, di sospiri e di tocchi, da quelli più fugaci a quelli più passionali.

C'era stato anche un po' di dolore ma Hoseok aveva fatto di tutto per farlo sentire subito meglio e fu tanto paziente da attendere il suo permesso per andare avanti.

E soprattutto, il guardarsi negli occhi quando finirono, anche se non insieme. Uno sguardo che trasmetteva tutto l'amore possibile all'altro.

 

Rimasero abbracciati per un po', Yoongi steso completamente sul corpo del più grande che lo stringeva per la vita e che a sua volta aveva appoggiato il mento sulla sua testa, respirando il profumo dei suoi capelli.

Yoongi sospirò. Un sospiro che però stonava in quel momento quasi idilliaco.

"C'è qualcosa che non va?"

"No. E' tutto dannatamente perfetto. E' questo il problema"

Hoseok si spostò leggermente, senza lasciarlo ma facendo in modo che si potessero guardare "Che vuoi dire?"

"Non ci voglio più tornare a casa"

"Sii paziente Yoongi-yah. Tra un anno, un anno esatto, sarai maggiorenne. E potrai decidere tu della tua vita"

"Lui non vuole. Ha già deciso tutto per me. I corsi adesso, la facoltà di economia poi e il suo cazzo di studio dopo. Tutto questo ovviamente facendo finta di non avere un figlio frocio. Non ce la faccio più Hoseok"

Il più grande, intenerito, gli scostò delicatamente i capelli che erano caduti sugli occhi dell'altro "Non ci pensare adesso, ok? Ti prometto che troveremo una soluzione insieme ma adesso non roviniamoci il momento. Abbiamo ancora un'ora. Che vuoi fare?"

"Ho fame. E' da questa mattina che non mangio" Yoongi si mise seduto e gli sorrise.

"Non hai pranzato a scuola?"

"Nah. Troppo nervoso"

"Ma perché non mi hai detto niente? Vestiti dai, vediamo se ci possiamo preparare qualcosa di veloce. Oppure ordiniamo direttamente" disse alzandosi e recuperando i suoi vestiti da terra.

Il più giovane, che lo stava guardando, arrossì in un attimo "Ho avuto altro a cui pensare fino ad ora, nel caso in cui non te ne fossi accorto. E non parlarmi come se fossi mia madre, mi dà sui nervi ed è strano"

Quando furono entrambi vestiti uscirono dalla camera, Hoseok per primo tenendo per mano l'altro, e si trovarono faccia a faccia con Jin, seduto sul divano con un Namjoon che gli stava steso addosso, intento ad accarezzare i capelli biondi di quest'ultimo.

"Oh, guarda Nam. Il nostro bambino ha fatto sesso ed è diventato un ometto"

Yoongi scoppiò a ridere.

Questa volta fu Hoseok ad arrossire.

 

Erano le dieci e venticinque precise quando Hoseok aveva parcheggiato la macchina poco distante da casa Min, in posizione strategica, di modo che i genitori di Yoongi non potessero vederli. Si erano salutati già due volte, ma il più giovane stava cercando l'ennesima nuova scusa per non dover scendere.

"Yoongi-yah, lo so che non ci vuoi tornare ma pensa al fatto che così peggiorerai solo le cose. Noi ci vediamo domani. Sarò qui ad aspettarti domani mattina per accompagnarti a scuola e poi tornerò il pomeriggio per aiutarti a studiare"

"Sì, lo so. In realtà è colpa tua, non dovevi farmi vedere che ho realmente una via di fuga"

Hoseok sospirò sconfitto "Ce l'hai una via di fuga e io ti aiuterò. Solo che non è questo il momento"

"Ok. Ci vediamo domani Hoseok-ah. E... Grazie. Oggi è stato il compleanno più bello della mia vita"

Hoseok, a quelle parole, sgranò gli occhi efece battere la fronte sul volante della macchina.

"Sono un idiota!"

"Sì è vero, lo sei. Ma come mai quest'illuminazione proprio adesso?"

"Non ti ho preso il regalo. Scusami, scusa Yoongi-yah!"

Yoongi lo guardò stralunato "Stai scherzando? Hai organizzato tutto questo e poi siamo stati a casa tua ed è stato fantastico. Mi hai offerto pure la cena. Non ho bisogno di uno stupidissimo regalo da parte tua, non sono un ragazzino che ha bisogno di scartare qualcosa il giorno del suo compleanno"

Tornò a guardarlo negli occhi, serio "Rimedierò lo stesso. Prometto. Vai ora. Buona notte Yoongi-yah"

Yoongi si avvicinò e gli diede un bacio veloce "Buona notte Hoseok-ah"

 

 

 

---

 

 

Il giorno seguente Hoseok, tornato a casa dopo le ripetizioni da Yoongi, approfittò dell'insolita calma dell'appartamento per studiare. Nell'ultimo periodo non aveva fatto molto, si era lasciato distrarre da altro, ed era rimasto leggermente indietro sulla sua tabella di marcia.

Ma ad ogni frase letta, glie ne tornavano in mente due di quelle dette da Yoongi, sia quelle della sera prima che quelle del pomeriggio.

 

"L'Afta Epizootica è una malattia infettiva degli animali 'ad unghia fessa', altamente contagiosa"

 

"Hoseok-ah sei sexy quando parli di fisica"

"Non ci voglio più tornare a casa"

 

Ecco. Yoongi era una distrazione continua. Riusciva a far viaggiare la sua mente per lidi meravigliosi, lo aveva fatto sin dal loro primo incontro non appena aveva visto quel suo bel musetto, e allo stesso tempo riusciva anche a farlo preoccupare da morire.

Lo sapeva di essere stato fortunato lui, la sua famiglia era stata meravigliosa e lo aveva sostenuto sempre, ma proprio non riusciva a capire come un uomo potesse arrivare a disprezzare il proprio figlio per una cosa del genere. O perché non avesse i suoi stessi obiettivi nella vita. E non si trattava solo di Yoongi in quanto Yoongi, aveva avuto gli stessi pensieri anche quando aveva conosciuto Jin, che non parlava mai della sua famiglia se non per dire che lui era morto per loro.

Hoseok non aveva mai odiato nessuno in vita sua, nemmeno quell'armadio dell'ultimo anno che lo aveva pestato quando lui era ancora un ragazzino troppo ingenuo, ma sentiva che per il signor Min avrebbe potuto fare un'eccezione.

Ma, in tutta quella faccenda, la vera domanda per lui era cosa ne pensasse la madre di Yoongi. Lei sapeva. Sapeva di loro e sapeva quali erano le intenzioni del figlio. Lo aiutava. Non aveva mai detto niente al marito, anzi, lo aveva convinto a dare una tregua al figlio il giorno del suo compleanno. Ma Hoseok pensava che, in certi momenti, ne fosse più intimorita di quanto lo fosse Yoongi.

"La mamma dice di appoggiarmi, ma in realtà  non gli ha mai detto niente se non di non esagerare"

Avrebbe voluto parlarne con lei ma sapeva che la questione era troppo delicata per essere affrontata in questo modo. Lui voleva solo aiutare, ma si rendeva conto di non potersi permettere una cosa del genere. Non poteva di certo presentarsi da lei e chiedere 'Ehi, tuo marito picchia o fa violenza psicologica su tuo figlio, ovvero il mio ragazzo?' No, non poteva proprio.

Però c'era qualcosa che non gli tornava. Yoongi era intimorito dal padre ma questo, oltre ad averlo messo in punizione, non aveva fatto altro. O almeno così sapeva lui. Ma Yoongi non poteva esagerare, no? Aveva detto di non volere la pietà di nessuno, con quale scopo avrebbe dovuto mentirgli?

 

Dopo aver finito, con estrema fatica, il capitolo che si era prefissato di studiare quel giorno e dopo essersi forzato a tranquillizzarsi per quella storia, si era messo a guardare la televisione con Jin, in attesa del rientro di Namjoon per poter cenare tutti insieme.

Quando quest'ultimo si presentò in casa li spaventò a morte, urlando come un matto "PORTAMI SUBITO IL MOCCIOSO!!"

 

Dopo aver ripreso fiato Namjoon, con ancora uno sguardo folle, si rivolse verso Hoseok "Ieri, quando l'ho portato in studio, credo di aver premuto qualche tasto che avrei dovuto lasciar stare. Io volevo solo fargli provare la sala riprese, invece credo di averlo registrato veramente. L'ha sentito il mio capo. Prima mi ha sgridato per tipo un'ora perché non mi dovevo permettere di fare una cosa del genere senza il loro permesso e poi mi ha detto che glie lo devo portare"

"Cosa devi portargli?"

"YOONGI, IDIOTA! Gli è piaciuto, lo vuole tra i suoi ragazzi. Veramente mi ha detto che glie lo devo portare per un provino ma sono abbastanza sicuro che sia una farsa, altrimenti non mi avrebbe offerto il posto. Hoseok se glie lo porto e Yoongi accetta mi assumono a tempo indeterminato e posso far parte del suo futuro team di produzione. Io lo so che si tratta del sogno del tuo fidanzatino ma c'è in ballo anche il mio di sogno, la mia carriera e il mio futuro. Devi portarmi da lui, adesso"

Jin sorrise ad entrambi, felice "Ma è meraviglioso!"

Hoseok, invece, non si era mosso e stava ancora cercando di realizzare effettivamente quello che il suo migliore amico gli aveva detto.

"Hoseok svegliati, Cristo santo. E' una cosa importante!"

Riuscì finalmente a guadarlo e sul suo viso fece finalmente la comparsa un'espressione decisamente più intelligente di quella che aveva assunto fin'ora "OH CAZZO"

"Era ora!"

 

 

---

 

Alla fine, la sera prima, Hoseok era riuscito a convincere l'amico che in quel momento con Yoongi non ci poteva parlare ma Namjoon era stato irremovibile "Domani mattina vengo anche io a prenderlo"

Ed infatti, in quel momento, erano insieme in macchina, ad aspettare che il ragazzo uscisse di casa.

"Quindi casa sua è quella enorme che abbiamo visto prima?"

"Già. Il nostro appartamento è uno stanzino per le scope in confronto. Senti Nam, lo so che questo potrebbe essere importante per te come per lui, ma non convincerlo a fare cose che potrebbero solo metterlo nei guai, ok?"

"Io non ho intenzione di fare nient'altro che riferirgli quello che è stato detto a me. Poi la decisione spetta a lui. Voglio quel posto, ma non costringerei mai nessuno a fare qualcosa contro volontà, tantomeno il tuo bello. Tranquillo, e smettila con questi discorsi. Non sei sua madre"

"Smettetela di dirmi tutti che ne parlo come se fossi sua madre!" Stava per aggiungere altro, ma con la coda dell'occhio vide Yoongi avvicinarsi alla macchina e si fermò.

Dopo che il ragazzo fu entrato in macchina, sui sedili posteriori per suo disappunto, chiese "Che diavolo ci fa lui qui?"

"Buongiorno anche a te moccioso"

Yoongi lo guardò torvo.

"Buongiorno Yoongi-yah" Hoseok provò a girarsi come meglio poteva e cercò le labbra del ragazzo per il bacio del buongiorno. Yoongi lo accontentò volentieri ma subito dopo riprese "No sul serio, che cazzo ci fa lui qui?"

"Yoongi-yah, Namjoon ha una cosa importante di cui parlarti e non sapevo proprio come altro potervi far incontrare"

"Ascoltami bene. Il mio capo ha sentito la registrazione che abbiamo fatto l'altro giorno"

"Non avevi detto che stavi registrando sul serio"

"Perché non sapevo di farlo. Potrei non avere ancora imparato tutto alla perfezione. E non interrompere quando ti parla un tuo hyung! Non te l'ha insegnata nessuno l'educazione?"

"Vai al dunque Nam, si sta facendo tardi" Hoseok, che intanto aveva messo in moto la macchina ed era partito in direzione della scuola di Yoongi, incominciava ad innervosirsi. Non aveva un buon presentimento e si portava dietro quella sensazione dal giorno prima.

"Sì. Allora, il mio capo ti ha sentito e vuole rifarlo, dal vivo. Ti vuole proporre un contratto. Gli sei piaciuto, parecchio"

"Mi stai prendendo per il culo?"

"No. C'è in ballo anche il mio futuro. Se accetti io farei parte del tuo futuro team di produzione. E' una cosa seria ragazzino"

"Quando vuole sentirmi?"

"Il prima possibile"

Yoongi ci stava pensando, seriamente. E alla fine lo chiese "Anche adesso?"

Hoseok si sentì in dovere di intervenire "Yoongi-yah no, lascia stare"

"Quando dovrei andarci Hoseok? Quando mio padre può impedirmelo? Adesso è perfetto, non potrà saperlo perchè dovrei essere a scuola"

"E' questo il punto! Dovresti essere a scuola ed è lì che andrai. Non puoi nascondergli un'assenza del genere! Yoongi-yah, peggiorerai solo la situazione"

Detto questo parcheggiò, dato che erano arrivati a destinazione, e spense la macchina. Yoongi stava aspettando che si girasse per rispondergli ed infatti, non appena i loro occhi si incontrarono, parlò. Si sentì orribile per quel colpo basso ma doveva convincerlo

"Avevi promesso che ci saresti stato e che mi avresti appoggiato"

Hoseok, però, non si lasciò abbindolare "Ti ho promesso anche che ti avrei aiutato, non che ti avrei spianato la strada per fare cose stupide che potrebbero solo comprometterti"

 E Yoongi ritentò, con un colpo ancora più basso. Lo implorò "Hoseok-ah, ti prego. Potrebbe non ricapitarmi mai più un'occasione del genere e vorrei che tu fossi lì con me"

Namjoon, che fino a quel momento era rimasto zitto, intervenne "Amico, ti avevo promesso che non avrei fatto nulla per convincere lui ma qui si tratta di te. Ha ragione, potrebbe essere la sua grande occasione. E' la sua grande occasione. Ed è anche la mia, ma se a quanto pare qui la dobbiamo considerare una cosa secondaria, come volete"

Hoseok li guardò con gli occhi ridotti a due fessure e si odiò per essere così debole "Se va storta anche la più minuscola delle cose potrei non rivolgervi mai più la parola"

 

 

---

 

 

Arrivati alla JYP, Namjoon annunciò Yoongi e il suo capo fu subito contento di riceverlo. Radunò una serie di uomini che avrebbero dovuto giudicarlo e da lì Hoseok non ne seppe più niente. Gli avevano cortesemente chiesto di attendere fuori.

Yoongi, prima di essere trascinato chissà dove da quegli sconosciuti, aveva cercato il suo sguardo e lui, nonostante tutte quelle orribili sensazioni che aveva, gli mimò con le labbra un buona fortuna.

 

Quando finalmente i tre si riunirono, Yoongi aveva una pila di fogli in mano e una faccia scontenta.

"Cos'è successo?"

Yoongi, a quella domanda, esplose "Il tuo amico è un coglione! Non gli aveva detto che sono ancora minorenne! Non posso firmare nessun fottutissimo contratto io, gli serve almeno uno dei miei genitori!"

"Non possono aspettare un anno?"

A rispondere fu Namjoon "E' un mondo competitivo questo Hoseok. Yoongi è bravo ma nessuno è insostituibile"

"Quindi stiamo rischiando nemmeno io so cosa per un nulla di fatto?"

Yoongi, già nervoso per come era andata -in maniera molto diversa da come aveva sognato e desiderato- gli rispose male "Si può sapere che cazzo ti prende? Sei tu quello che ha iniziato questa storia!"

"Sì! E se fosse stato in un momento diverso, a fare questo stupido provino ti ci avrei portato sulle mie spalle, a piedi! Ho solo paura che ti possa succedere qualcosa, ok?"

"Se è per quello che penso, devi farti i cazzi tuoi Hoseok"

E detto questo Yoongi uscì dall'edificio e si diresse verso la macchina, senza nemmeno guardare se gli altri lo stessero seguendo.

Hoseok si stava arrabbiando seriamente adesso.

 

Era ormai tardi quando lo riaccompagnarono a casa, più tardi del solito.

Si ritrovò subito sua madre addosso "Dove diavolo sei stato Min Yoongi? Mi ha chiamata la scuola per un'assenza ingiustificata! Mi sono dovuta inventare una ricaduta dall'influenza"

Yoongi la guardò terrorizzato.

"No, non gli ho detto niente, ma non ero sicura di poter resistere. Tesoro ero preoccupata! Si può sapere cosa ti succede ultimamente?"

E Yoongi decise di confidarsi con lei, perché lei era l'unica che potevo aiutarlo.

 

"Non cambierebbe niente. Tu mi hai detto che mi avresti appoggiato, qualsiasi fosse la mia strada. La tua unica condizione è il diploma ed è anche la loro. Non possono far debuttare nessuno che abbia abbandonato gli studi"

La signora Min non era affatto contenta di quella storia "Lo so tesoro, ma pensavo di avere più di anno per una cosa del genere"

"Non ce l'abbiamo, abbiamo appena una settimana! Mamma, è il mio sogno"

"Penseremo a qualcosa Yoongi, la mamma te lo promette. Hoseok era con te?"

"Io... Sì. Mamma, quanto sai?"

"Quanto basta. E' lui che ti ha convinto?"

"No, sono io che l'ho costretto ad accompagnarmi. E poi abbiamo litigato, credo. Lui si è arrabbiato. Ha paura che possa succedere qualcosa"

"Questa storia non piace neanche a me"

 

 

Hoseok arrivò per le ripetizioni, anche se in ritardo. Yoongi non credeva sarebbe venuto lo stesso. Nel bel mezzo di una spiegazione, il più giovane lo fermò "Ho parlato con la mamma. Ha detto che mi aiuterà"

"Ne sono felice"  la sua faccia, però, sembrava dire tutt'altro.

"Hoseok-ah, mi dispiace di averti fatto arrabbiare"

"Lo so, ci credo. Ma io sono preoccupato lo stesso. Non puoi dirmi certe cose e poi pretendere che le ignori per un tuo capriccio. Perché quello di questa mattina è stato un capriccio. Potevamo rifletterci un po' di più, magari trovare il modo per farti ottenere un altro pomeriggio libero"

Il più giovane, testardo, si ripeté "La mamma ha detto che mi copre con l'assenza"

"Non è questo il dannatissimo punto! Yoongi, io ti ho promesso che ti avrei aiutato ma se tu fai casini a cui io non posso rimediare anche se volessi, divento inutile. Vorrei rapirti e portarti a casa mia ma non è possibile e non risolverebbe niente perché comunque sei minorenne e l'autorizzazione di un genitore ti serve. Capisci quello che ti sto dicendo? Finché la situazione è questa prima di prendere una decisione ci dobbiamo riflettere, insieme. Sono disposto a passare anche l'intera notte al telefono per discutere di ogni minimo particolare se non possiamo vederci di persona, ma tu non puoi agire di getto senza pensarci"

Yoongi lo guardò ferito "Lo stai facendo di nuovo, mi stai trattando come un bambino"

"Pensa a quello che è successo stamattina e a come le cose sarebbero potute andare e dimmi che non ho ragione. Quando ho sbagliato ti ho chiesto scusa subito. Oggi non sono io ad aver sbagliato"

"Tu-tu hai ragione ma... Ci tengo così tanto che non ho capito più niente"

"Ed è anche per questo che io voglio esserci. Ma mi devi ascoltare la prossima volta ok?"

"S-sì, scusa" e i suoi occhi incominciarono a brillare per via delle lacrime che volevano scendere.

"Adesso non fare così. Dai, ora possiamo riflettere su quello che abbiamo. Tra cui l'obbligo di diploma. Riprendiamo da dove ci eravamo fermati"

Yoongi, appena Hoseok riprese la sua spiegazione, gli mise una mano sulla coscia e strinse appena.

Hoseok non smise di parlare, ma portò le mani sotto al tavolo e prese quella di Yoongi tra le sue.

 

La signora Min, che li guardava di nascosto dalla porta della cucina, da dove aveva ascoltato anche la loro conversazione, sorrise.

 

 

---

 

 

Il signor Min era un uomo abitudinario. Rientrato dal lavoro, pretendeva la cena subito pronta a tavola e, dopo questa, mentre lui si metteva comodo sul divano per guardare il telegiornale, aspettava che la moglie rassettasse la sala da pranzo. Nei giorni in cui aveva molto da fare o le preoccupazioni dal lavoro si facevano troppo pesanti, poi, si chiudeva nel suo ufficio fino a che, stanco, non decideva di andare a letto.

Quella sera, però, decise di non chiudersi nel suo ufficio e, con le sue carte da rivedere, si mise in sala da pranzo. Non aveva grandi cose da fare, quindi approfittò del momento per poter scambiare qualche chiacchiera con la moglie.

Mentre quest'ultima gli stava raccontando nemmeno lui sapeva quale inutile pettegolezzo, un quaderno lasciato sopra una delle mensole dietro al tavolo attirò la sua attenzione. Sapeva che Yoongi e il suo tutor lavoravano in quella stanza quindi era sicuro che quello fosse uno degli oggetti di scuola del figlio. Lo prese e lo aprì per curiosità, per verificare che suo figlio facesse i compiti e prendesse appunti durante la scuola, ma quello che vi trovò non era affatto quello che si aspettava. E nemmeno quello che avrebbe mai voluto trovare in quella casa.

C'era un foglio, infilato dentro al quaderno, e nel figlio c'erano delle parole che non gli piacquero per niente. "JYP", "Casa discografica", "Contratto", "Formazione Trainee" e molte altre, ma solo quelle bastarono per farlo esplodere.

"Che cazzo significa?"

La moglie, che ovviamente non capì a cosa si stesse riferendo, si avvicinò. Sbiancò in un attimo.

"Io lo uccido quell'imbecille"

Partì di corsa per raggiungere la camera del figlio e la moglie gli andò subito dietro con l'intenzione di fermarlo.

Raggiunta la camera, aprì la porta con foga, spaventando Yoongi, seduto sul letto con il suo amato quaderno dei testi, intento a scrivere qualcosa di nuovo.

Yoongi non aveva capito cosa stesse succedendo, o del perché suo padre lo avesse colpito con così tanta forza, come non aveva mai fatto, o perché avesse addirittura spinto la madre al muro quando aveva tentato di fermarlo.

La zona che venne colpita, estremamente vicino all'occhio, gli bruciava e faceva male da morire, ma cercò di rimanere in silenzio e di non lamentarsi.

"Ti avevo detto di smetterla con queste cazzate! Ti lascio libero un giorno e tu vai a firmare contratti in giro. E' finita adesso Yoongi"

 

 

---

 

Hoseok si stava per mettere a letto quando ricevette il messaggio di Yoongi. Ne rimase sorpreso, si erano sentiti poco prima e si erano già dati la buona notte.

 

Da: Yoongi-yah

Non passarmi a prendere domani mattina. Ti spiego quando ci vediamo a casa mia.

 

C'era qualcosa che non andava e la brutta sensazione che aveva dal giorno prima si intensificò in un lampo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Cambiare il rating della storia e poi darsi della stupida. Va beh, chiedo scusa per quello che avete appena letto.

Mi ritiro.

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** VII ***


Image and video hosting by TinyPic

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Hoseok il giorno seguente, come gli avevano suggerito i due suoi amici, aveva cercato di rimanere il più tranquillo possibile. Non capiva per quale motivo non potesse andare a prendere Yoongi e quello che voleva dire quest'ultimo quando, dopo che lui aveva risposto per sapere se fosse successo qualcosa, gli aveva mandato un altro messaggio. Messaggio che lo aveva fatto assalire dall'ansia ancora di più.

 

Da: Yoongi-yah

Non te lo posso dire ora. Non chiamarmi e non mandarmi più messaggi per adesso. Te lo spiego domani.

 

Aveva fatto come gli era stato detto. Non lo aveva cercato per tutta la mattina e aveva provato a concentrarsi sulle sue lezioni all'università, ma la costante agitazione che aveva aumentava di minuto in minuto e non poteva fare a meno di controllare l'ora e di fare il conto alla rovescia per poter andare a casa Min.

 

 

Arrivato il momento di poter raggiungere finalmente il suo ragazzo, Hoseok decise di andarci in auto, di corsa, anche se era una bella giornata e poteva risparmiarsi la benzina per quel breve viaggio.

Una volta dentro casa, gli aveva aperto la signora Min e già dalla sua brutta cera si accorse che c'era qualcosa di decisamente sbagliato. Si precipitò verso il solito posto in cui lui e Yoongi svolgevano le loro lezioni. E ce lo trovò, intento a fare i compiti, testa e spalle basse, una postura che non era proprio da lui.

"Yoongi-yah" cercò di attirare la sua attenzione, senza però avere il coraggio di avvicinarsi sul serio. Quell'agitazione era diventata paura e non ne capiva il motivo.

Yoongi non alzò lo sguardo "Ciao Hoseok" e anche la sua voce era molto debole.

Hoseok si avvicinò lentamente e dopo aver preso posto al fianco del ragazzo cercò di avere delle spiegazioni.

"Mi vuoi dire cos'è successo? Sono spaventato Yoongi"

E allora Yoongi alzò la testa e Hoseok vide un enorme livido viola che partiva dall'occhio, molto gonfio, e copriva metà della sua guancia.  Sgranò gli occhi e portò subito una mano sotto il mento dell'altro per poter vedere meglio "Non è quello che penso, vero?"

"Vuoi la versione che ho raccontato a scuola? Stanotte mi sono svegliato per andare in bagno senza accendere la luce e sono andato a sbattere contro lo stipite della porta. Jimin mi ha preso per il culo tutta la mattina"

Hoseok non riusciva a capire come facesse a scherzare "Yoongi-yah è una cosa grave! Devi dirlo a qualcuno"

"No. E' stato solo un po' più forte delle altre volte, tutto qui. Sono stato un coglione io e tu avevi ragione dall'inizio. Ti dovevo dare retta, mi dispiace"

Hoseok non riusciva a credere alle sue orecchie "Non devi chiedere scusa a me! Posso sapere come è andata?"

"Ho lasciato il quaderno di fisica qui ieri sera. Dentro ci avevo infilato la pagina del contratto che avevo fatto vedere alla mamma. E adesso l'ha vista anche lui e ha capito che quando mi ha dato quel giorno libero sono stato alla JYP, dopo che mi aveva detto di farla finita con quelle che secondo lui sono solo cazzate"

"E ti avrebbe ridotto così solo per questo?"

Hoseok non sapeva cos'altro dire. I sensi di colpa lo stavano mangiando vivo.

Yoongi rise, una risata isterica "Se avesse saputo che dopo mi sono fatto scopare da te probabilmente avrebbe fatto di peggio"

Hoseok lo guardò e ancora non riusciva a capire "Come puoi scherzarci così?"

"Cosa dovrei fare, piangermi addosso e dirti quanto lo odio? Come potrebbe aiutarmi? Sto cercando di non farti preoccupare troppo. Tutto quello che dobbiamo fare è quello che hai detto tu ieri, riflettere e trovare un'altra soluzione"

"Io so quello che devo fare. Portarti via da qui. E magari denunciarlo"

"Non ti permetterei mai di farlo"

Hoseok era esasperato "Perché?"

Yoongi lo guardò e in quegli occhi, anche se uno in quel momento sfigurato, il più grande ci vide tanti sentimenti contrastanti. E ne ebbe la conferma quando gli rispose "E' mio padre Hoseok"

Ci fu un attimo di silenzio ed Hoseok si diede dell'imbecille. Sapeva che Yoongi ne soffriva, più per la mancata approvazione da parte del padre che del livido che quello gli aveva lasciato.

Però voleva, doveva sapere.

"Oltre a questo che altro ti ha fatto?"

"Niente. Mi ha preso il telefono. Sono riuscito a cancellare tutti i tuoi messaggi prima, ma non a rinominarti. Se vede che il tuo numero è salvato come 'Hoseok-ah' potrebbe capire qualcosa. E poi da oggi mi accompagna a scuola la mattina e poi mi viene a prendere. Non posso più neanche stare con te"

"Ci sono problemi più gravi a cui pensare ora-"

Ma in quell'esatto momento entrò la signora Min "Sto uscendo, starò via per un po'... Fate attenzione, intesi?"

 

 

"Credi sia uscita per lasciarci da soli?"

Si erano spostati in camera di Yoongi e si erano stesi su letto. O meglio, Hoseok si era steso sul letto. L'altro si era steso sopra di lui, con il viso nascosto sul suo collo, testa sotto al mento, come se fosse in cerca di protezione. Hoseok gli avrebbe dato tutto quello che gli serviva.

Come del conforto, accarezzandogli delicatamente le ciocche arancioni che gli solleticavano il viso.

La risposta di Yoongi gli arrivò soffocata perché non si era mosso dal suo nascondiglio. Le labbra, mentre si muovevano, gli sfioravano il collo e lo fecero rabbrividire "Non lo so, forse. E' molto scossa, ieri l'ha spinta contro il muro per non farla mettere in mezzo. Non l'aveva mai toccata prima"

Hoseok lo abbracciò, cercando di fargli capire che ci sarebbe sempre stato per lui, ma non sapeva veramente cosa dire. Era una situazione così complicata e lui non poteva effettivamente capire cosa si potesse provare in momenti come questi.

Poi Yoongi lo sorprese "Tu sei buono Hoseok-ah. Non ti meriti una cosa del genere. Tu dovresti uscire con un ragazzo senza troppe complicazioni. Non ti avrei voluto trascinare in questa storia, non l'ho mai fatto con nessuno. E' per questo che non ho amici che mi vengono a trovare, a parte Jimin. Ma lui è così ingenuo a volte che comunque non capirebbe una cosa del genere nemmeno se gli succedesse sotto agli occhi"

Hoseok quel giorno si stava rendendo conto fin troppo bene di quanto Yoongi stesse male per questa situazione. Cercò di fare del suo meglio, ma si sentiva completamente inutile.

"Peccato. Io voglio stare col ragazzino con il padre incasinato. Puoi tirare su questa testa così posso baciarti?"

"No"

Hoseok aggrottò la fronte "Come sarebbe a dire no?"

"Non mi sono messo così perché sto comodo, anche se non mi lamento. Non mi voglio far vedere da te conciato in questo modo"

Hoseok ci rimase quasi male "Pensi che per questo tu mi possa piacere di meno per caso?"

Lo strinse con le braccia, che erano già allacciate sulla sua schiena, e si fece forza con le gambe. Con un ultimo scatto riuscì a ribaltare le loro posizioni, sovrastando il corpo di Yoongi.

Quest'ultimo rimase completamente sbalordito e scioccato, tanto da fissarlo con la bocca socchiusa.

"E' troppo facile. Dovresti mettere su qualche chilo, sei così leggero" e detto questo lo baciò.

 

 

"S-sai Ho-aah-hoseok? Hai fat--to bene -cazzo!- a chiu-ah!-de-re l-la porta a c-chiave"

"Yoongi-yah...non parlare adesso"

 

---

 

 

Il signor Min, quel giorno, aveva deciso di ritagliarsi un'ora dal lavoro per poter tornare a casa e verificare che suo figlio stesse studiando e che avesse imparato la lezione.

Quando arrivò e suonò il campanello, stranamente, non gli venne ad aprire nessuno. Cercò allora la chiave, e una volta aperto si diresse a passo spedito verso la sala da pranzo, dove credeva di trovare figlio e tutor. Però trovò solamente la loro roba, libri, quaderni e astuccio.

Chiamò a gran voce la moglie ma non gli arrivò nessuna risposta. Si stava arrabbiando. Non gli aveva detto che sarebbe uscita. Lui sicuramente glie l'avrebbe impedito perché dopo quello che era successo, non aveva alcuna intenzione di lasciare quel disgraziato di suo figlio a casa da solo. E a quanto pareva quel tutor non era una garanzia.

Sentì un rumore provenire dal piano di sopra e pensò che probabilmente ai due ragazzi fosse servito il computer, quello a Yoongi ancora non glie l'aveva tolto perché comunque poteva far comodo per studiare.

Decise allora di andare a controllare, salendo le scale per raggiungere il piano con le camere da letto. Arrivato davanti alla porta, chiusa, della camera del figlio, sentì quelli che prima erano solo dei vaghi rumori farsi decisamente più forti. Poi si aggiunsero delle voci, e se prima era semplicemente arrabbiato, ora era ciecamente furioso.

 

"Aah-Yoongi-yah..."

"Hoseok!"

 

Incominciò a colpire la porta con una violenza tale da riuscire al rompere quel che bastava per aprirla e, una volta dentro, vide esattamente quello che si stava immaginando: il tutor, l'uomo che stava pagando per insegnare a suo figlio quello che lui era troppo stupido da imparare da solo, sopra Yoongi, in una situazione decisamente compromettente.

I due ragazzi, appena si accorsero di lui, si separarono immediatamente. Il più grande, mentre cercava di ributtarsi qualcosa addosso, stava provando a spiegarsi "Signor Min, la prego-"

L'uomo non ci vede più. Si lanciò addosso ad Hoseok, lo prese per i capelli in modo da portarlo lontano dal figlio, lo spinse per terra ed iniziò a colpirlo ripetutamente.

 

Yoongi, nel panico, cercava di fermare il padre in qualche modo "Papà! Ti prego, lascialo andare via! Gli stai facendo male"

Quando si accorse che le suppliche non servivano a nulla, si buttò sul padre, cercando di portarlo via e di spostare la sua attenzione su di lui "Lascialo!"

Tutto quello che riuscì ad ottenere, però, fu una spinta violenta che lo mandò contro il muro, dove batté la testa.

Non sapendo cos'altro fare, prese il telefono di Hoseok, appoggiato sul comodino accanto a lui, cercò il primo numero che gli sembrò utile e fece partire la chiamata, mentre le lacrime incominciarono a scendere copiose.

 

 

---

 

 

Namjoon in quel momento era a casa dal lavoro perché gli avevano intimato di convincere quel moccioso a firmare il contratto - 'Come cazzo dovrei fare a fargli firmare quel contratto se non lo posso vedere neanche da lontano?!'

 Stava studiando quando ricevette una chiamata da Hoseok.

Un sorriso tutto denti e fossette gli partì involontario perché sapeva che il suo migliore amico era da Yoongi e se lo stava chiamando voleva dire per forza che c'erano delle novità sul fronte 'contratto JYP'.

Fece partire velocemente la chiamata "Hoseok? Dimmi che hai buone notizie" ma dall'altra parte nessuno gli rispose.

C'erano solo tanti rumori, lamenti e singhiozzi. Namjoon si alzò in piedi di scatto e la sua fronte si corrugò dalla preoccupazione. "Hoseok? Che cazzo succede?"

Quando finalmente qualcuno gli rispose, Namjoon cercò lo sguardo di Jin, che aveva capito che c'era qualcosa di strano in quella telefonata, e cercò di fargli capire che si sarebbero dovuti muovere.

"Namjoon, ti prego aiutami. Lo sta ammazzando" Yoongi, in lacrime, non riuscì a dirgli altro, ma a lui bastò questo. Senza interrompere la telefonata disse al compagno "Muoviti, dobbiamo uscire, adesso! Stiamo arrivando moccioso, ok? Siete a casa tua?"

"S-sì. Ti prego, io non so cosa fare"

Prese le chiavi della macchina e dopo che anche Jin fu fuori dall'appartamento scese velocemente le scale "Puoi dirmi cosa sta succedendo?  Yoongi, rispondimi ti prego"

"E' mio padre, ci ha visti"

"Merda!" imprecò, mentre cercava di mettere in moto l'auto "Ok, stiamo arrivando. Non preoccuparti, andrà tutto bene, intesi? Prova a separarli o di fare qualcosa intanto, noi cerchiamo di fare il prima possibile"

"Namjoon, che cazzo sta succedendo?" Jin, che ancora non aveva chiara la situazione, si stava innervosendo e preoccupando allo stesso tempo.

"Il padre del moccioso sta pestando Hoseok"

 

Arrivarono in un lampo, andando ad una velocità esagerata. Namjoon, mentre stava andando verso l'ingresso di casa Min, si girò verso il fidanzato "Seokjin, se per te è troppo puoi-"

"Falla finita Nam, non sono più un bambino" disse l'altro con voce sicura, senza però ricambiare il suo sguardo.

La porta non era stata chiusa bene e riuscirono subito ad entrare.

Si diressero subito al piano superiore, guidati dai rumori, e una volta trovati Namjoon non riuscì nemmeno a mettere a fuoco la scena che gli si parava davanti agli occhi: Jin colpì l'uomo alla testa con un enorme libro nero, probabilmente un tomo di un'enciclopedia preso chissà dove, talmente forte da fargli perdere i sensi immediatamente dopo la botta "Stronzo!"

Yoongi, addosso alla parete leggermente sporca di sangue, spalancò gli occhi. Aveva uno sguardo terrorizzato e confuso e non sapeva chiaramente come comportarsi.

Namjoon si lanciò sull'amico steso a terra e lo aiutò ad alzarsi "Hoseok, come ti senti? Ce la fai? Rispondi dai!"

Questo in risposta si lamentò e basta e Namjoon non aspettò un secondo di più per tirarlo su delicatamente e portarlo fuori da quella casa. Prima però si rivolse a Jin "E' venuto qui con la sua macchina, prendila tu"

 

Jin annuì, raccolse le cose dell'amico e poi si avvicinò a Yoongi "Dai, andiamo via di qui"

Il ragazzo non gli rispose, ancora visibilmente terrorizzato, e guardò il padre "Senti, non gli ho fatto niente di grave. Si meritava di peggio. Non so in che condizioni sia il tuo ragazzo, non so se ha bisogno di andare in ospedale e mi dispiace dirtelo ma sono molto più preoccupato per lui che per voi, quindi te lo dirò solo un'altra volta, e lo faccio per lui, dopo di che me ne andrò senza di te. Vieni o no?"

E Yoongi sembrò finalmente ridestarsi da quella trans. Non aprì bocca, ma si alzò velocemente, tanto da avere un giramento di testa. Jin lo aiutò a reggersi in piedi ed uscirono insieme, prendendo la macchina di Hoseok.

 

 

---

 

 

 Al pronto soccorso non ci misero troppo. Hoseok fu medicato ma oltre a qualche punto ed antidolorifici non ebbe bisogno di altro. Le sue condizioni non erano così gravi.

Fu la stessa cosa per Yoongi, a cui avevano dovuto mettere solo qualche punto alla ferita sulla testa, da cui non aveva perso poi nemmeno tanto sangue.

Furono però costretti a denunciare l'accaduto alla polizia, e Jin non ci pensò più di tanto a denunciare anche il signor Min.

Quando furono liberi di tornare a casa Yoongi non lasciò mai il fianco di Hoseok. Gli strinse la mano per tutto il tragitto dall'ospedale all'appartamento dei ragazzi e poi lo trascinò verso la sua stanza. Lo fece stendere sul letto e poi si sedette accanto a lui, non troppo vicino per non fargli male sui punti malmenati ma gli riprese subito la mano.

"Mi dispiace Hoseok-ah. E' colpa mia e non ho saputo neanche difenderti" Yoongi strinse la presa sulla mano, ma non riuscì a guardarlo negli occhi.

"Non dire stupidaggini Yoongi-yah. Sei stato tu a chiamare i miei amici, non avresti potuto fare altro da solo. Preferisco essere io quelle che le ha prese. E poi sto bene. Non è colpa tua, non avrei dovuto fare niente in casa tua e lo sapevo"

Gli sorrise e cercò di avvicinare la mano libera al viso del più giovane ma dopo quel gesto il suo sorriso si trasformo in una smorfia di dolore.

"Non ti muovere. Cerca di riposarti, ne hai bisogno. Te l'ha detto anche il dottore"

Hoseok annuì e dopo neanche un minuto Yoongi sentì la presa sulla sua mano farsi più leggera e il respiro dell'altro diventare regolare. Avrebbe dovuto riposarsi anche lui, ma aveva bisogno di alzarsi.

Uscì dalla camera e si ritrovò faccia a faccia con l'altra coppia. Non sapeva come agire. Voleva ringraziarli, ma quando vide lo sguardo di Namjoon divenire dispiaciuto non riuscì a trattenersi "Non essere dispiaciuto per me, non ci pensare neanche"

"Ragazzino, controllati. Non sei il primo al mondo a non essere stato accettato dal padre. Non sei neanche il primo in questa stanza e di certo non sarai l'ultimo. Fatti dire da chi ci è già passato che avere qualcuno disposto ad aiutarti è importante quindi non fare lo stronzo"

Fu Jin a parlare e Yoongi si sentì mortificato "Io...Io non lo sape-"

"Sì, non fa niente. Prendi il mio telefono e chiama tua madre. Dovrà essere informata, sempre che non l'abbia già fatto la polizia"

Yoongi ubbidì scattando, come se si fosse ricordato solo in quel momento di sua madre.

 Quando la madre gli rispose però non ebbe bisogno di spiegarle niente.

"Yoongi? Sei tu? Tesoro della mamma, stai bene?"

"Sì, sì noi stiamo bene. Hoseok è un po' ammaccato ma non è niente di così grave. Mamma dove sei?"

"Io adesso sono a casa a prendere delle cose per passare la notte da un'altra parte. Tuo padre è in centrale di polizia e quando e se tornerà a casa non mi ci troverà"

"Che vuol dire? Dove vai?"

"Tu stai con Hoseok questa notte, ok? Poi domani mattina la mamma ti spiega tutto"

"Io...sì, va bene, ma-"

"Tesoro, non te ne posso parlare adesso. Assicurami solo che stai bene e poi mandami un messaggio con l'indirizzo di Hoseok"

"Si, sto bene ma mamma-"

"Devi solo fidarti di me adesso Yoongi. Ti avevo promesso che ti avrei aiutato ed è quello che sto facendo. Adesso devi solo riposarti e poi, prima che ti sarai svegliato, la mamma sarà lì"

Yoongi sospirò, lasciando vincere la madre "Va bene mamma, basta che mi assicuri che starai bene anche tu"

"Certo che si tesoro mio"

 

Yoongi fece come gli era stato detto e le mandò un messaggio con l'indirizzo dell'appartamento. Quando Jin gli chiese se avesse fame, gli sorrise e gli disse che aveva bisogno solo di dormire.

Prima di tornare in camera da Hoseok, però, guardò un'altra volta i ragazzi di fronte a lui e finalmente riuscì a dire quello che voleva dirgli da quando erano arrivati a casa sua "Io... Grazie hyungs"

"Vatti a riposare moccioso, dai" rispose Namjoon, mentre Jin gli rivolse un sorriso da mozzare il fiato.

 

 

Tornato in camera, si arrampicò sul letto e si stese sotto le coperte. Cercò di sistemare quelle su Hoseok per non fargli sentire freddo e si avvicinò il più possibile a lui, senza però toccarlo veramente per paura di fargli male. Gli riprese la mano e lo guardò finché gli occhi non gli si chiusero e riuscì finalmente a mettere fine a quell'orrenda giornata.

 

 

---

 

 

La mattina dopo Yoongi venne svegliato da dita gentili che gli accarezzavano i capelli. Aprì gli occhi e li richiuse un paio di volte prima di sorridere al suo ragazzo.

"Speravo che la prima notte passata insieme fosse diversa. O almeno di accorgermene"

Yoongi si alzò lentamente e raggiunse l'altro, che si avvicinò per dargli un bacio.

"Fermo. Non mi sono ancora lavato i denti"

Hoseok rise "Non mi interessa"  e reclamò a forza il suo bacio del buongiorno.

"Come ti senti?"

"Stai scherzando? Dovrei essere io a chiedertelo!" Cercò infatti di esaminare il corpo di Hoseok, almeno quello che riusciva a vedere da quella posizione, per controllare i suoi lividi e le sue ferite.

"Nah, tranquillo. Sono più forte di quel che pensi, sai? E poi sei tu ad aver-"

Yoongi gli sorrise con dolcezza "Se stai bene tu, non mi interessa di nient'altro. Mi sento così in colpa Hoseok-ah"

Hoseok ricambiò quel sorriso "Oh, quindi serviva questo per farti diventare più dolce? Bene, mi fa piacere"

E il più giovane scoppiò a ridere "Idiota!" Gli si fece di nuovo vicino per potergli dare un altro bacio ma venne interrotto da qualcuno che stava bussando alla porta.

"Siete svegli?"

Hoseok alzò gli occhi al cielo "Non vogliamo essere disturbati adesso"

"Non puoi fare sforzi, idiota. Alzatevi, c'è tua madre Yoongi"

Il più grande sbuffò "Sono sveglio da neanche cinque minuti e sono già stato chiamato idiota due volte, dal mio ragazzo e dal mio migliore amico"

Yoongi, che si stava alzando, rise di nuovo "Fattele due domande allora!"

 

Una volta che la signora Min fu sicura che il figlio e suo tutor stessero entrambi bene Yoongi cercò le spiegazioni che non gli aveva dato il giorno precedente al telefono.

"Posso sapere che volevi dire ieri? E dove sei stata questa notte?"

"Nel nostro nuovo appartamento. Ieri quando sono uscita sono andata ad affittarlo, dopo essere stata da un avvocato divorzista"

Yoongi era sorpreso, e non sapeva se era una cosa buona "Co-cosa?"

"Voglio il divorzio, tesoro"

"Oh"

Hoseok, seduto sul divano accanto a Yoongi, strinse la mano al suo ragazzo, visibilmente scosso.

Yoongi, dal canto suo, non sapeva cosa pensare e soprattutto cosa provasse in quel momento.

"Tesoro, tra me e tuo padre le cose non vanno più bene come un tempo, non sono mai andate benissimo veramente, e adesso la mia priorità sei tu e non ce la faccio più a guardarlo comportarsi così senza poter far niente. A me non interessa cosa fai, cosa vuoi o chi vuoi acanto. Io voglio solo che tu stia bene e da adesso farò di tutto per permetterti di vivere la tua vita come meglio credi e per farti ragionare con la tua testa"

"E tu?"

"Io starò bene se starai bene tu e sarò felice se sarai felice tu"

Yoongi lasciò andare la presa di Hoseok e andò verso la madre per stringerla in un abbraccio.

 

L'altro ragazzo rimase in silenzio senza staccare gli occhi da quella scena. Alla signora Min era servito che le cose peggiorassero per fare quella mossa, ma era felice per il suo Yoongi-yah.

 

"Dai, non farmi piangere tesoro. Sbrighiamoci, abbiamo tanto da fare. Dobbiamo chiamare qualcuno per aiutarci con il trasloco e dobbiamo andare a quella casa discografica. Ti aiuterò ma voglio assicurarmi che non ti stiano solo prendendo in giro"

E dopo quelle parole Namjoon si precipitò fuori dalla stanza che condivideva con Jin per urlare "VI CI PORTO IO SIGNORA!"

 

Hoseok alzò un sopracciglio "Stavate origliando?"

Jin uscì dalla stanza e rispose "No, cosa te lo fa pensare?"

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Mamma Min alla riscossa! Tanti punti a chi aveva puntato su di lei!

Ehm.

Ancora, chiedo scusa. Più vado avanti e meno mi piace.

 

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** VIII ***


Image and video hosting by TinyPic

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Mentre Namjoon e Yoongi stavano andando alla JYP insieme alla signora Min, Hoseok e Jin si recarono alla centrale di polizia. Hoseok doveva testimoniare in quanto vittima dell'aggressione e Jin in quanto conoscente dei fatti e possibile indagato per seconda aggressione nei confronti del signor Min.

Ma Hoseok sorprese tutti.

"Voglio far cadere la denuncia. E voglio che venga chiarito il fatto che il mio amico Kim Seokjin non ha fatto nulla. Sono stato io a fermarlo, per legittima difesa"

"Mi sta dicendo che lei ha colpito questo signore per legittima difesa ma che non vuole che venga denunciato per aggressione?"

"E' sordo per caso?"

 

Usciti dalla centrale Jin lo raggiunse in due falcate e lo fermò tirandolo per un braccio "Lo lasci andare dopo quello che ti ha fatto? Che cazzo hai in quella testa?"

"Jin non posso fargli questo. E' suo padre!"

"Già, e lui non avrebbe dovuto fare quello che ha fatto a lui e a te"

Hoseok cercò di spiegarsi con più tatto possibile "Non è come te. Tu odi i tuoi e non vuoi sapere che fine hanno fatto e mi sta bene, lo capisco. Ma capisco anche lui che non lo odia perché nonostante tutto è suo padre e quello che vorrebbe è solo un po' di comprensione da parte sua. Lui ci sta male ma non lo odia. E io voglio dare a quell'uomo una possibilità per capirlo a sua volta. Lo faccio per Yoongi, non per me o per lui. E poi guardami, sto bene!"

"Come vuoi. Ma non se lo merita"

"Lo so questo, ma se lo merita Yoongi"

Da dietro, sentirono una terza voce raggiungerli "Signor Jung!"

Hoseok si girò e guardò l'avvocato del signor Min avvicinarsi e iniziare a parlare "Senta, volevo chiedere se è sicu-"

"Sì. Sì sono sicuro. Faccia solo in modo che quell'uomo aiuti sua moglie e suo figlio dopo il divorzio e che non crei più problemi a nessuno dei due. O potrei ripensarci. Ho bisogno di andarmene di qui adesso, mi scusi"

E detto questo riprese la sua strada. Jin gli corse subito dietro e Hoseok ricominciò a parlare "Io lo odio, ok? Lo odio dalla prima volta che ci ho parlato al telefono ed ho iniziato ad odiarlo ogni giorno di più fino ad esplodere l'altro ieri, quando ho visto quel livido sul viso di Yoongi. Voglio vederlo così tanto dietro le sbarre che quasi mi sento male, non avevo mai provato tanti sentimenti negativi verso una persona. Ma non posso fargli questo, lo capisci? Non posso farglielo e ho anche paura che se lo facessi mi odierebbe. Quindi alla fine lo faccio anche per me. Non dirlo a nessuno, nemmeno a Nam"

"No, non lo farò. Penso ancora che sia una stronzata, ma non lo dirò a nessuno"

 

Quando, poco più tardi, Namjoon mandò un messaggio a Jin per dirgli che avrebbero accompagnato la signora Min dal suo avvocato e che dopo lui e Yoongi sarebbero tornati a casa, Jin iniziò subito a pensare a cosa poter preparare di buono per il pranzo.

"Prepariamo qualcosa a base di carne così andiamo sul sicuro"

"Yoongi la mangia?"

"Solo quella praticamente"

"Oh, ok allora. Voglio fare qualcosa di speciale"

Hoseok sbuffò una risata "Perché mai?"

Jin, che si era abbassato per prendere una padella, gli rispose "Beh, la vedo come il nostro primo appuntamento a quattro. E' una cosa carina, da quando io e Nam stiamo insieme non abbiamo mai fatto cose del genere. Perché tu eri troppo impegnato a piangerti addosso per quell'altro. Ma visto quanto ci tieni a Yoongi, finalmente, voglio fare in modo che questo sia l'inizio di qualcosa di bello"

"Grazie Jin. Per questo, per prima, per ieri e per i bei discorsi. In realtà alla fine se sto con Yoongi potrebbe anche essere merito tuo"

"In parte lo è. E in parte è merito di suo padre che vi ha fatti incontrare. Assurda la vita, eh?"

Hoseok stava per rispondergli quando Namjoon aprì la porta di casa e Yoongi gli passò davanti e si lanciò su Hoseok, reggendosi per il collo. Questo, però, per quanto apprezzasse il gesto, era ancora troppo mal ridotto per poterlo reggere in braccio e quando l'altro se ne accorse si staccò subito "Merda! Scusa! Stai bene?"

"Sì, sto bene. Devo solo ricordarmi come respirare. Immagino sia andata bene, vero? Dimmi di sì, ti prego!"

"Sono ufficialmente un trainee della JYP! Hoseok-ah! Grazie, grazie, grazie!"

"Sono così felice per te Yoongi-yah" gli prese il viso con le mani e lo accarezzò dolcemente con i pollici mentre lo guardava intensamente negli occhi. E poi lo baciò con trasporto e gli parve di sentire l'altro sciogliersi sotto le sue mani.

 

Dall'altra parte della stanza, anche Namjoon e Seokjin stavano festeggiando il nuovo contratto da produttore del ragazzo biondo "Sono orgoglioso di te"

"Grazie amore mio"

 

 

---

 

 

"Ho lasciato il tuo numero a mia madre, così appena potrà ci farà sapere qualcosa. Spero solo di poter riavere le mie cose presto. Non ho potuto sentire neanche Jimin"

Yoongi, seduto sul letto di Hoseok, che a sua volta era seduto sulla sedia della sua scrivania, stava riguardando la sua copia del contratto.

"Stai tranquillo Yoongi-yah, tua madre troverà una soluzione per tutto. Te l'ha promesso, no?"

Hoseok rimise a posto gli appunti delle ultime lezioni che stava guardando e si spostò sul letto, accanto all'altro ragazzo.

"Sì, sì. Lo sta già facendo"

Il più grande lo guardò attentamente e poi domandò, con tutta la delicatezza che gli fosse possibile "Yoongi-yah, come stai?"

"Sto bene, non vedi?" Lo guardò e gli sorrise, un sorriso falso, che non arrivava agli occhi, quello ferito finalmente meno gonfio, e Hoseok ebbe una stretta al cuore.

"Intendevo per la storia del divorzio"

Yoongi riportò la sua attenzione ai fogli che stava guardando prima "Non mi va di parlarne"

Le labbra di Hoseok si chiusero in una linea sottile "Ti farebbe bene però"

Yoongi sosprirò "Non lo so ancora come mi sento. Da una parte mi sento sollevato perché penso che finalmente la mia vita sarà come l'ho sempre voluta. Ero serio quando ti dicevo che in quella cazzo di casa non ci volevo tornare, ma dall'altra parte... Non so ancora come sarà adesso il mio rapporto con il vecchio. Hoseok-ah, non lo perdonerò mai per quello che ha fatto a te ma se dovesse chiedermi scusa per tutto il resto credo che lo perdonerei subito"

Hoseok se lo tirò addosso e affondò il viso tra i suoi capelli, sussurrandogli gentilmente "Lo capisco Yoongi-yah. Ed è molto bello da parte tua. Non sei affatto un moccioso, sai?"

"E' un sacco di tempo che sto cercando di dimostrartelo. Com'è andata invece alla centrale stamattina?"

Hoseok gli diede un leggero bacio sull'occhio ferito e poi si allontanò da lui "Tutto risolto, niente di cui tu ti debba preoccupare. Allora, che cosa dice questo contratto?"

Yoongi accettò il cambio d'argomento da parte dell'altro e tornò a guardare quei fogli sparsi sul letto "Guarda Hoseok-ah, questo sarà il mio programma fino a che non debutterò. Non avremo un fottuto attimo per stare insieme! E poi, una volta debuttato, dovrò tenere qualsiasi tipo di relazione segreta. Ma questo non cambia le cose, non lo avrei comunque detto. Solo che dovrò far finta di non avere proprio nessuno"

Hoseok prese il foglio che l'altro gli stava porgendo e gli diede una rapida occhiata "Non sarà un problema Yoongi-yah. La nostra relazione non sarebbe mai stata comunque di dominio pubblico. Potrò fare un piccolo compromesso e lasciar credere a tante ragazzette che potrebbero averti, l'importante è che poi torni da me"

Yoongi sorrise ma continuò a non guardarlo "Tornerò sempre da te, lo sai"

Hoseok gli prese le mani si buttò all'indietro, stendendosi sul letto e portandosi l'altro su di se.

Yoongi però non era entusiasta di quell'idea "Attento, ti faccio male così"

"Stai zitto e baciami"

E il telefono di Hoseok iniziò a squillare e lui gemette per la frustrazione.

"Giuro su Dio, se non riusciamo ad avere un attimo d'intimità entro questa sera io-"

Il più giovane si alzò e gli diede una piccola spinta sul braccio "Falla finita, potrebbe essere la mamma. Rispondi"

Hoseok prese il telefono, premette la cornetta verde e mise il vivavoce. Yoongi allora parlò "Mamma?"

"Ragazzi? Venite a vedere il nuovo appartamento?"

 

 

---

 

 

Dopo essersi fatti dare l'indirizzo i due ragazzi partirono immediatamente. Una volta arrivati a destinazione, iniziò a guardare il condominio da fuori.

Hoseok stava cercando di capire quali fossero le sue reazione ma dato il mutismo dell'altro iniziò a parlare "E' un bel condominio e anche la zona è molto carina"

Yoongi si accigliò "La mamma non lavora. Come cazzo se lo può permettere?"

"Non preoccuparti di queste cose Yoongi-yah, se l'ha preso evidentemente sa che può farlo. Entriamo e parlaci"

Yoongi si decise a dargli ragione "Ok, ma tienimi la mano. Sono nervoso"

Hoseok fece come gli era stato chiesto e lo strinse delicatamente "Non devi essere nervoso"

"Sì, lo so, ma non posso farci niente. Non ci sono mai stato bene a casa mia"

"Sarà tutto diverso adesso. E poi il mio appartamento è sempre aperto per te"

Hoseok tirò dolcemente il braccio dell'altra dalla mano che era legata alla sua per cercare il suo sguardo e una volta ottenuto ciò che voleva gli sorrise.

Yoongi non poté fare a meno di lasciarsi convincere dal quel suo amato sorriso a forma di cuore.

"Entriamo allora"

 

L'appartamento era al sesto piano e anche da spoglio sembrava meraviglioso. Era molto grande e nella sala principale c'era un enorme finestra con terrazzo dalla quale entrava molta luce e si godeva anche di una bella vista della città.

"Ti piace tesoro?"

Yoongi si stava ancora girando intorno "E' bellissimo mamma. Ma l'affitto sarà altissimo, come faremo a-"

"Niente affitto. Tuo padre l'ha comprato a mio nome"

"Cosa?"

"Si. Ha anche pagato una ditta di traslochi. In questo momento dovrebbero essere a casa sua a prendere le nostre cose. Pian piano penseremo anche all'arredamento e a tutto il resto"

Hoseok stava cercando di lasciare al fidanzato e alla madre un po' di privacy ma non riuscì a non ascoltare quelle cose.

'Chissà se magari sono riuscito a convincerlo questa mattina'

"Perché avrebbe fatto tutto questo? Non ha nemmeno provato a fermarti col divorzio?" La voce di Yoongi sembrava quasi sofferente.

 

"Tesoro, credo che tuo padre si sia reso conto di quello che ha fatto e sta cercando di rimediare, a modo suo. Ci sta lasciando liberi"

Yoongi iniziò a fissare il pavimento e Hoseok riuscì a vedere che si stava mordendo il labbro inferiore. Voleva dire qualcosa ma non ne aveva il coraggio.

Avrebbe voluto andare da lui ma non sapeva se la signora Min, o ex signora Min, ancora non ne era sicuro, prendesse bene delle manifestazioni d'affetto. E non sapeva se era pronto a farsi vedere così dalla madre del suo ragazzo, non dopo quello che era successo il giorno prima.

Ma poi vide che l'altro ragazzo lo stava guardando e cercò di sorridere o di fare uno sguardo che lo rilassasse il più possibile e forse, data la domanda successiva di Yoongi, ci riuscì.

"Non ti ha chiesto di me?"

La madre lo guardò con uno sguardo afflitto "Io... No, no tesoro. Ma sai com'è fatto e sai come la pensa, quindi già il fatto che non abbia protestato sull'affidamento e che ci abbia comprato questa casa sono dei passi molto importanti per lui. Sii paziente e dagli tempo"

Detto questo si avvicinò al figlio e gli carezzò il viso. Yoongi annuì e Hoseok vide i suoi occhi riempirsi di lacrime. Sentiva il bisogno fisico di andare da lui.

"Venite, vi faccio vedere la tua stanza"

 

Anche quella stanza era molto grande e a Yoongi piacque subito. Ma non abbastanza da fargli dimenticare la questione di suo padre.

"Pensi che il vecchio stronzo mi potrà comprare anche un letto a due piazze o ha troppa paura che mi ci possa far scopare ancora?"

Hoseok e la madre, cosa che inquietò molto i due ragazzi, dissero in coro, con tono di avvertimento "Yoongi!"

"Che c'è? Posso finalmente dire quello che voglio in casa mia! Lasciatemi stare!"

"Non esagerare però. Hoseok, tra poco arriveranno quelli del trasloco, potrebbe servirci una mano. Ti va di fermarti a cena con noi?"

Yoongi lo guardò pieno di speranza e il più grande, che era stanco, non aveva con sé i suoi antidolorifici e non era proprio pronto a cenare ufficialmente con la madre del suo ragazzo, si ritrovò ad accettare, solo per lui "Sì, certo signora"

"Fantastico. Dobbiamo ordinare qualcosa però, scegliete con calma cosa preferite, io vado a chiamare per sapere quando arriveranno"

E così uscì, chiudendosi la porta alle spalle.

Hoseok si avvicinò finalmente al ragazzo e gli prese la mano "Allora, ti piace sul serio qui?"

Yoongi lo guardò negli occhi e il suo sguardo si fece serio "Sì, credo di sì. Forse potrei vivere anche nelle altre stanze della casa e non usare camera mia come un rifugio. Potrei abituarmi"

Il più grande appoggiò la fronte su quella dell'altro "Andrà tutto bene adesso. Visto? Le cose si stanno sistemando"

"Continuo a non capire perché cazzo l'ha fatto"

"Magari è come ha detto tua madre"

"Sì... Magari"

E Hoseok non riuscì proprio a dirgli che aveva quasi minacciato l'avvocato del padre, facendogli capire che non avrebbe denunciato il signor Min a patto che lui aiutasse la sua futura ex moglie e suo figlio a rifarsi una vita. Si sentì male per nascondergli una cosa del genere ma pensava veramente quello che aveva detto a Jin, Yoongi se lo meritava e se lo meritava anche sua madre.

Gli diede un bacio sulla fronte e quando sentirono suonare il campanello disse "Andiamo ad aiutare tua madre, forza. E poi non abbiamo pensato alla cena. Cosa ti va?"

E Yoongi finalmente sembrò rilassarsi "Cinese! A te piace?"

Hoseok gli sorrise "Lo adoro"

"Lo sapevo che eri perfetto per me!"

 

 

 

---

 

 

 

Il massimo che riuscirono a fare, per quella sera, fu divedere tutte le cose e mettere gli scatoloni nell'apposite stanze.

Dopo aver cenato su un tavolo improvvisato, Hoseok incominciò a sentire il bisogno di tornare a casa, prendere le sue medicine e mettersi a letto.

"La ringrazio per la cena signora"

"Quando la casa sarà più vivibile la preparerò io, sono un'ottima cuoca"

Yoongi si intromise "E' vero, fa il miglior Bulgogi[1] del mondo"

Sia la madre che Hoseok gli sorrisero teneramente.

"Non vedo l'ora di poterlo assaggiare, allora"

"Mi chiedevo se fosse un problema far dormire da te Yoongi anche questa sera. Qui c'è solo il divano e in due non ci staremo molto bene"

Entrambi i ragazzi furono sorpresi.

"No, certo che non è un problema"

"Allora prendi la tua divisa e le tue cose di scuola, da domani si ricomincia"

 

 

Dopo aver preso quello che gli serviva e aver dato la buonanotte alla madre con un bacio sulla guancia, Yoongi tornò all'appartamento con Hoseok.

Era finalmente riuscito a riprendere possesso del suo cellulare, e mentre aspettava che il più grande lo raggiungesse per mettersi a letto con lui, stava cercando di leggere tutti i messaggi che Jimin gli aveva mandato -voleva sapere che fine avesse fatto e sembrava anche abbastanza preoccupato-  per poi rispondergli che aveva avuto dei problemi a casa ma che il giorno dopo a scuola gli avrebbe spiegato tutto.

Quando Hoseok tornò in camera, Yoongi pensò di non aver mai visto niente di più bello. Aveva indosso solo un paio di pantaloncini neri, tipo quelli da calcio, e una semplicissima canotta bianca e per il più giovane fu una visione. Si era ufficialmente reso conto di avere un debole particolare per quelle gambe. E per quelle braccia. E per i suoi addominali. E per tutto il resto.

'Come può un secchione del genere avere un fisico così?!'  

Hoseok si buttò sul letto e si stese subito, sospirando.

"Stai male? Le hai prese le medicine?"

Il più grande lo guardò, con un solo occhio aperto "Chi è quello che parla come mia madre, adesso?"

"Voglio solo assicurarmi che tu stia bene, stronzo" e per rimarcare l'offesa, gli spinse leggermente una coscia col piede.

Ma Hoseok fu più veloce. Lo afferrò per la caviglia che gli aveva avvicinato e lo tirò verso di sé, facendolo ricadere di schiena sul materasso. Poi si alzò e gli andò sopra, con le mani puntate ai lati della sua testa per reggersi e guardarlo negli occhi.

"Sono in perfetta forma, vedi?" disse ghignando.

"S-si, lo vedo"

"Fai il timido adesso?" chiese per prenderlo in giro mentre si chinò per lasciargli una scia di baci sul collo.

"Se non sbaglio eri tu ad essere quello timido la prima volta, si può sapere che ti è successo?

"Solo impazienza. E' da ieri pomeriggio che veniamo interrotti ogni volta che proviamo a fare qualcosa" rispose, ma senza mai staccare le labbra dalla pelle morbida dell'altro.

"Ho-Hoseok f-fermati un attimo"

Hoseok lasciò subito il collo dell'altro per guardarlo negli occhi "Ehi, ho sbagliato qualcosa? Non ti va di-?"

"No! Io... Voglio solo chiederti scusa. Mi sento così in colpa per quello che ti ha fatto. Non riesco a smettere di pensarci, continuo a rivedere quella cazzo d'immagine e non riesco a credere di non essere riuscito a fare niente oltre che mettermi a piangere e chiamare Namjoon"

Hoseok sospirò "Yoongi-yah, te l'ho già detto. Non è colpa tua e non sono arrabbiato con te per non averlo fermato. Ci hai provato, l'ho visto, e se avessi potuto mi sarei rimesso in mezzo per impedirgli anche solo di sfiorarti di nuovo. E poi sto bene, sono sicuro che da fuori sembrava peggio di quello che era in realtà"

"Si, ma-"

"Niente ma. Io sto bene e tu devi smettere di pensarci. Le cose si sono finalmente sistemate e  mi dispiace dirtelo, ma sono felice che non dovrai più tornare in quella casa. Magari adesso potremmo fare le cose normali che fanno le coppie normali. Non vedo l'ora di portarti fuori a cena, c'è un ristorantino non troppo lontano da qui che mi piace da impazzire e te lo voglio far conoscere. E voglio portarti al cinema, in spiaggia, al parco e al centro commerciale a fare shopping. Tutto questo ovviamente mentre rimarremo concentrati sui nostri sogni, voglio vederti diventare un grande rapper e voglio che tu mi stia accanto mentre diventerò il miglior veterinario di Seoul. E- Porca miseria lo sto facendo di nuovo"

Hoseok si alzò all'improvviso, quasi come se si fosse scottato. Aveva gli occhi spalancati e sembrava a disagio.

Yoongi si alzò a sua volta e si mise seduto di modo da poterlo guardare in faccia "Cosa stai facendo di nuovo?"

Hoseok cercò di decifrare lo sguardo dell'altro, per vedere se lo avesse veramente spaventato "Sto correndo troppo. Io non voglio spaventarti e non voglio programmare il resto della nostra vita. Mi dispiace, ho esagerato. Dio, sono così stupido"

"Non capisco di cosa cazzo tu stia parlando"

E il più grande si accorse effettivamente che Yoongi non era affatto spaventato. Era solo confuso.

"Quando... Quando frequentavo l'ultimo anno di liceo stavo con un ragazzo. Lui aveva un anno meno di me, quindi all'epoca aveva la tua età. Per farla breve, avevo praticamente programmato il resto delle nostre vite insieme e lui si è spaventato. Mi disse che era troppo giovane per pensare a certe cose e che io ero un pazzo. Aveva ragione e io lo sto facendo di nuovo"

Yoongi lo guardò e sembrava molto, molto serio "E' per questo che all'inizio ti facevi tutti quei problemi per la differenza d'età?"

Hoseok abbassò lo sguardo e lo fece posare sulla trapunta del letto. Non riusciva a reggere tutta quella pressione "Sì, anche. Soprattutto per questo in effetti"

Stavolta fu il più giovane a sospirare. Gli mise una mano sulla guancia e gli si avvicinò, tanto da parlargli praticamente sulle labbra "Hoseok-ah guardami. Forse è vero, sei pazzo, ma io lo sono più di te. Io la mia vita l'ho già programmata tutta e nel mio programma tu ci sei entrato circa una settimana dopo che ci siamo conosciuti e tu ancora non sembravi minimamente interessato a me. Col cazzo che sono spaventato, anche io voglio fare tutte quelle cose che hai detto prima e ne voglio fare anche tante altre. Per esempio, voglio che mi porti in un locale di sera e che mi ordini una birra dato che io-"

Hoseok lo zittì con un bacio, spingendolo all'indietro e riportandoli alle loro posizioni iniziali "Sai una cosa ragazzino? Io sono stato sempre interessato a te, dalla prima volta che ci siamo visti. Mi hai fottuto la testa da subito. E non ti ordinerò nessuna birra, aspetterai un anno per bere"

"Non chiamarmi ragazzino. E ti convincerò in qualche modo a prendermi quella birra, vedrai. Adesso dì un'altra volta fottuto, è stato eccitante"

Hoseok rise e poi lo accontentò, sussurrandoglielo all'orecchio con voce roca.

Yoongi lo prese per i capelli così da poter riportare quelle labbra sulle sue e dopo averlo baciato con foga disse ansimante "Togliti quei cazzo di pantaloni e riprendi da dove eri arrivato prima che ti paralizzassi per le tue seghe mentali"

E dopo un susseguirsi di baci impazienti ed esigenti, si spogliarono frettolosamente e riuscirono finalmente a fare l'amore per la seconda volta, completamente differente dalla prima, con una preparazione meno gentile ma non per questo meno attenta da parte di Hoseok, amplificata da i gemiti lussuriosi di Yoongi e dai tocchi e dai morsi ansiosi di entrambi. Fu più passionale e travolgente, e comunque perfetta.

 

Quando finirono Hoseok si accasciò su Yoongi e non si spostò per dei buoni minuti.

"Hoseok-ah mi stai schiacciando"

"Dammi...dammi solo un attimo per...riprendermi"

Yoongi ridacchiò "Troppo vecchio per queste cose?"

"No, solo troppo malconcio" si lasciò cadere al fianco dell'altro, che si girò di lato per guardarlo.

"Stai bene?" gli chiese, accarezzandogli dolcemente i capelli, un po' bagnati dal sudore, sulla fronte

"Benissimo. Mi ci vorrà solo di più per riacquistare le forze" gli prese l'altra mano, quella che non era occupata fra i suoi capelli, e ne baciò il palmo.

Poi chiuse gli occhi e Yoongi rimase a guardarlo attentamente, in silenzio, quasi ipnotizzato dal suo torace che si alzava e si abbassava in fretta per via del fiatone. In quel momento realizzò quanto fosse stato fortunato ad averlo trovato.

"Sai Hoseok? Io non credo che tu sia pazzo. Sei semplicemente una persona seria, che sa quello che vuole dalla vita. Il tuo non è andare di fretta, è solo un organizzarsi per far combaciare gli imprevisti che ti interessano alle cose programmate. E' quello che ho fatto io con te e che spero davvero tu voglia fare con me. Ho bisogno di te"

Hoseok riaprì gli occhi, il respiro si stava finalmente regolarizzando, e ricambiò quel serissimo sguardo concentrato "La vuoi sapere tu una cosa? Prima che iniziassimo la nostra storia io credevo di non aver bisogno di te ma che tu fossi abbastanza forte e speciale da rivoluzionarmi la vita e trascinarmi in qualcosa che credevo assurdo. Ma non è così. Siamo così diversi ma comunque molto simili in questo, nonostante la differenza d'età. Non credo più che tra di noi si tratti di bisogno o di intenzioni serie per andare avanti. Io e te siamo semplicemente fatti per stare insieme. Ne sono convinto ora, niente più dubbi o film mentali. Non provare a dirmi che sono un idiota adesso"

"No, non ci avevo neanche pensato a farlo" e detto questo si ristese, appoggiando la testa sul petto dell'altro, ascoltando il battito del suo cuore non più impazzito.

 

"Credo che il domani in cui speravo tanto sia finalmente arrivato. Dopo tutto, non erano solo illusioni le mie"

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 [1] Probabilmente il più famoso piatto a base di carne della cucina coreana. Ed è buonissimo!

 

Questo è l'ultimo capitolo prima dell'epilogo.

Forse dovevo dirlo prima... Scusatemi.

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Epilogo ***


Image and video hosting by TinyPic

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Era passato un anno.

Un anno in cui erano successe tante cose. Hoseok si stava preparando al suo ultimo anno alla facoltà di medicina veterinaria e a brave avrebbe iniziato un tirocinio in una clinica, dove probabilmente avrebbe potuto anche lavorare per i primi tempi dopo la laurea se fosse andato tutto bene. Essendo uno degli studenti con la media più alta, lo avrebbero mandato in una delle più rinomate cliniche private della zona e lui era allo stesso tempo entusiasta e nervoso da morire, per questo passava molto più tempo a studiare, anche argomenti che ormai sapeva a menadito.  Yoongi per questo motivo lo aveva preso in giro più volte.

"Sei un secchione del cazzo. Solo tu puoi essere così ossessivamente nervoso quando ti hanno voluto perché sei il più secchione tra tutti i secchioni"

Anche Yoongi aveva le sue giornate piene d'impegni. La mattina doveva andare a scuola come sempre, frequentava il suo ultimo anno ed era ormai vicino al diploma,  e il pomeriggio lo doveva passare alla JYP, dove stava portando avanti il suo periodo di trainee e con Namjoon preparava la sua canzone per il debutto, e ovviamente quelle che avrebbero fatto parte del suo primo minialbum. Lui, al contrario del suo ragazzo, si mostrava molto tranquillo.

Ripeteva sempre "E' una vita che lavoro per questo, non posso mandare tutto a puttane per un po' d'ansia"

Hoseok continuava a sentirsi sempre un po' stupido in confronto al più giovane quando gli sentiva dire certe cose. Ma erano diversi e sapeva che Yoongi era più forte di lui. Sinceramente, Yoongi aveva anche più palle di lui e ne era la prova il fatto che fosse riuscito a superare tutta quella storia di suo padre e continuare comunque a credere in se stesso e nel suo sogno. Hoseok, invece, aveva avuto sempre l'appoggio dei genitori, per lui era stato sempre tutto più facile, senza difficoltà e senza bisogno di prendere situazione e coraggio in mano.

 

Quella sera, Hoseok era andato a riprendere Yoongi alla JYP e lo avrebbe riaccompagnato a casa, dove era stato invitato a cena dall'ormai ex signora Min. Avevano finalmente finito di sistemare l'appartamento ed era davvero molto bello. Non aveva niente a che vedere con l'enorme villa tradizionale dove abitavano prima ma Yoongi lo amava come non aveva mai fatto con casa di suo padre. Era quello che aveva sempre voluto, vivere con la madre e lasciare la porta sempre aperta al suo fidanzato.

E anche per forza, con gli impegni di entrambi durante il giorno non si vedevano praticamente mai e la signora Min aveva deciso di chiudere un occhio quando il figlio le aveva chiesto di far rimanere Hoseok per la notte, ogni tanto, o viceversa di potersi fermare a dormire dall'altro quando passavano la sera nell'appartamento di Hoseok.

E poi il più grande le piaceva e si fidava di entrambi. Anche se aveva guardato Yoongi in maniera truce quando aveva fatto una battuta sul fatto che nessuno avrebbe mai rischiato una gravidanza. Ma era felice di poterlo finalmente lasciare essere se stesso in casa sua.

Quando Yoongi entrò in macchina aspettò che gli si accostò per salutarlo con un bacio e poi chiese "Allora? Com'è andata la tua giornata?"

"Sfiancante. Quell'imbecille di Namjoon non ha fatto altro che criticare le mie decisioni. Vuole trasformare la mia canzone! Perché cazzo non se ne scrive una e poi non lo fa lui questo cazzo di debutto! Ti avverto, lì dentro non posso dirgli niente ma appena lo becco a casa gli salto alla gola"

Hoseok ghignò "Non ti conviene, ha Jin dalla sua"

"Cazzo, io ho te. Sono messo male. E sono pure il più basso! E' ingiusta la vita"

Il ghigno di Hoseok si trasformò in una vera risata "Sei la regina del dramma Yoongi-yah. Oltre a questo non c'è altro?"

"Oh sì! Jungkook -ti ricordi di lui, no?- mi sta insegnando dei nuovi passi di danza. Sono fighi. Non sarò mai bravo come lui, e nemmeno m'interessa, ma sono veramente fighi. Lo sono anche io mentre li faccio a dire il vero"

L'altro scosse la testa divertito "Dovrò vederli allora. E a scuola? L'interrogazione com'è andata?"

"Lo sapevo che volevi chiedermi questo dall'inizio. E' andata bene, ho preso una B. E tu sei sempre il miglior tutor che potessi desiderare"

"Non sono più il tuo tutor. Adesso ti aiuto gratuitamente quando hai bisogno perché sono il fidanzato migliore che potessi desiderare, è diverso"

Stavolta fu Yoongi a ridere "Per me sei sempre un idiota. La tua giornata com'è andata invece?"

"Tranquilla, l'incontro con il primario della clinica è andato bene. Spero solo che non abbia troppe aspettative, non so se sono in grado di reggere"

"Non dire cazzate Hoseok-ah. Sei bravissimo e sei nato per aiutare i piccoli animaletti in difficoltà. E' una vita che ti stai preparando"

"Grazie Yoongi-yah. In effetti sì, sono nato per questo. L'ho fatto anche con te"

"Mi stai dando dell'animaletto?"

Hoseok rise di gusto e gli mise una mano sulla coscia, quel gesto che la prima volta era sembrato a Yoongi così speciale e intimo, e che ora era diventata una loro abitudine quando erano in macchina o semplicemente quando sedevano vicini, ma che era rimasto a modo suo speciale perché era un modo per dirgli "Non lo lascio il tuo fianco, l'ho promesso"

E Yoongi, solitamente, rispondeva appoggiando la sua mano sopra quella di Hoseok, per dirgli che sì, lo sapeva e che gli doveva così tanto per questo.

 

 

"Tesoro, domani per il tuo compleanno vuoi fare qualcosa di speciale?"

"No, mamma. Mi andrà benissimo cenare con te e uscire un pochino dopo cena con Hoseok e i miei amici. Tu non devi fare niente"

"Come vuoi tu. Ha chiamato tuo padre oggi"

Hoseok, non fiatò, ma guardò di sottecchi il ragazzo per vedere la sua reazione alla frase della madre. Lo osservò fingere indifferenza, ma vide nei suoi occhi un lampo di quella che sembrava...speranza?

"Che vuole?"

"Dice di aver già versato un assegno sul conto a tuo nome, penso che sia il suo modo di augurarti buon compleanno"

"Già, che modo di merda"

Hoseok non era ancora riuscito a dirgli la verità, non l'aveva detta a nessuno, continuava a saperlo solo Jin, e anche se si sentiva in colpa da morire per nascondere al suo Yoongi una cosa del genere, non riusciva proprio ad essere sincero e sapeva che in questo caso non l'avrebbe mai fatto, non quando lo vedeva entrare nella sua nuova casa e abbracciare sua madre con un bellissimo sorriso sul viso. Poteva anche essere diventato una persona orribile, ma per la felicità dell'altro avrebbe dato la sua stessa anima, quindi poteva andare bene così.

 

Una volta sparecchiato e messo a posto la madre del più giovane diede ai due ragazzi la buona notte, affermando di essere molto stanca. I due ragazzi, invece, si misero sul divano a guardare un film, Yoongi appoggiato con la testa sulla spalla di Hoseok, che aveva messo a sua volta un braccio intorno alle sue spalle.

Ad un certo punto Yoongi parlò dell'argomento che aveva voluto ignorare e che Hoseok non aveva voluto tirar fuori per aspettare che il più giovane se la sentisse da solo di parlarne "Nemmeno una cazzo di telefonata. E' quasi un anno che non sente la mia voce e lui preferisce darmi dei soldi per il mio compleanno"

Hoseok lo strinse un po' di più "Mi dispiace Yoongi-yah"

"In realtà non so nemmeno perché ci sono rimasto male. Io lo odio"

Hoseok cercò di parlare con più dolcezza possibile "Non è vero Yoongi-yah. Non lo hai mai odiato ed è normale che tu ci sia rimasto male. Avrà fatto quello che avrà fatto ma rimane sempre tuo padre"

Yoongi affondò la testa nel petto di Hoseok e si lasciò stringere un altro po' "Io ci speravo. Non che mi accettasse o che avesse accettato il fatto che sto con te o che comunque se non fossi stato tu sarebbe stato un altro ragazzo. Ma, non lo so, che si fosse almeno... Arreso alla realtà. Cazzo, sono uno stupido"

"Ehi, guardami. Non lo sei. Non sei stupido e non è stupido quello che provi. E' bellissimo e dimostra il fatto che anche se hai passato dei momenti molto bui l'anno scorso, tu rimani buono e molto innocente, anche se fai finta di non esserlo, e io ti amo anche per questo"

"Per me equivale all'essere uno stupido e che tu mi ami per questo. Ma mi sta bene. Sei stupido anche tu e io ti amo per questo motivo"

E gli tornò il sorriso. E Hoseok sorrise a sua volta, quel sorriso a forma di cuore che faceva ancora mozzare il fiato a Yoongi e che probabilmente l'avrebbe sempre fatto.

"Tu però sei anche uno stronzetto, ma mi sta bene, è il secondo motivo per cui mi sono innamorato di te" vide l'altro sbadigliare così continuò "Vogliamo andare a letto? Domani sarà una luuuunga giornata!"

Yoongi soffocò una risata "Mi ricordo che un anno fa preciso, per telefono, mi hai detto esattamente la stessa cosa. Ehi, adesso che ci penso! Domani è anche il nostro anniversario, che vuoi fare?"

"Yoongi-yah, abbiamo deciso insieme che il nostro anniversario sarebbe ricaduto il giorno in cui ci siamo baciati per la prima volta, ed è stato due settimane fa. L'abbiamo anche festeggiato. Cos'è, l'età che avanza?"

"No, idiota. Intendevo l'altro tipo di anniversario. Dai, non vuoi fare niente? Che ne so, giochini particolari, fantasie perverse, scambio di ruoli?"

Hoseok, che si riteneva ancora un gentiluomo, arrossì leggermente e si girò per controllare la porta della camera della madre dell'altro "Dio, Yoongi va a lavarti i denti e mettiti a letto. Incominci ad essere vecchio per avere gli ormoni fuori controllo"

 

 

---

 

 

Per la sera dopo Yoongi aveva organizzato esattamente quello che aveva detto alla madre: cena a casa con lei e dopocena con Hoseok e gli amici. Jin gli aveva detto che potevano stare nel vecchio locale dove lavorava prima di laurearsi e che si era fatto prenotare un tavolo da un amico che lì ci lavorava ancora. Si stava finendo di preparare quando gli arrivò il messaggio del suo ragazzo per avvertirlo che lui era già sotto casa sua ad aspettarlo. Si mise allora il maglioncino grigio che gli aveva regalato Hoseok qualche tempo prima, prese la giacca, salutò la madre con un bacio sulla guancia e corse da lui.

 

Hoseok lo stava aspettando in macchina e quando lo vide arrivare con la giacca slacciata da cui si vedeva il maglione che gli aveva comprato tempo fa, quando stavano facendo un giro al centro commerciale e Hoseok glie l'aveva fatto provare a tutti i costi perché era convinto che gli sarebbe stato benissimo e quando ne ebbe la conferma glie lo volle regalare senza pensarci due volte, ebbe la stessa sensazione di un anno prima, quando stava aspettando Yoongi in auto e pensò che quella di andarlo a prendere a scuola per fargli una sorpresa fosse stata un'ottima idea. Anche quella sera, non riusciva a capire se fosse più carino o più provocante e si decise che era un'insieme delle due cose. Continuava a non avere senso ma oramai non aveva più dubbi a frenarlo. Era innamorato ed era sicuro di aver trovato la persona giusta, quella con cui era destinato a passare il resto della sua vita e che non tutti sono così fortunati a trovarla, ma lui l'aveva fatto, era ancora convinto che fossero fatti per stare insieme, e non l'avrebbe lasciato andare per niente al mondo.

Quando l'altro entrò in macchina si girò verso di lui e gli mise una mano dietro al collo, se lo avvicinò al viso e poi lo baciò con foga.

"Wow. A cosa devo tutta questa passione?" Scherzò l'altro senza fiato quando si separarono.

"Niente, lo sai che effetto mi fa questo maglione. O tu in generale"

Yoongi arrossì leggermente "Devo metterlo più spesso"

 

Al locale, una volta arrivati tutti, si sistemarono sul tavolo che gli avevano messo da parte. C'erano tutti i suoi amici. Namjoon, con cui aveva instaurato un bellissimo e soddisfacente rapporto di odio-amore, Jin, che era diventato il suo punto di riferimento, in qualche modo, Jimin, sempre e comunque il suo migliore amico che aveva finalmente smesso di avere paura di Hoseok -"Yoongi, è un pazzo quel tipo!", e Jungkook, un altro trainee della JYP con cui aveva legato particolarmente perché lui era un rapper che non sapeva ballare e l'altro era un ballerino che voleva imparare a rappare e quindi si aiutavano a vicenda.

Ma lui prese posto accanto all'amore della sua vita, ne era più che convinto ormai. Sapeva di essere giovane e sapeva che per questo motivo Hoseok si era spaventato in passato, ma per lui il suo ragazzo era come la sua musica. Non poteva immaginare di vivere senza e avrebbe fatto di tutto per tenerlo con sé, o perlomeno ci avrebbe provato. E sapeva di essere egoista, ma non gli importava, non se questo significava stare con Hoseok.

 

Questo gli cinse la vita con un braccio e gli sussurrò ad un orecchio "Allora, come ci si sente dopo aver ordinato finalmente da solo la prima birra da maggiorenne?"

"Mi sento un grande. Sono inarrestabile adesso"

Il più grande rise "Bene, spero che tu lo sia anche più tardi. Ti fermi da me, no?"

"Ci puoi scommettere mio caro, mi aspetto grandi cose"

Risero insieme e si guardarono negli occhi.

"Buon compleanno Yoongi-yah"

"Grazie Hoseok-ah, per questo e per tutto quello che hai fatto per me"

"Di cosa stai parlando?"

"Tra qualche mese debutterò e realizzerò il sogno di tutta una vita ed è stato solo grazie a te. Io ti devo tantissimo"

"Non mi devi niente. Basta che mi prometti che non mi dimenticherai per qualche ragazzina urlante"

"Non potrei mai dimenticarmi di te"

"Bene. Anche perché io sarò la tua fan numero uno e sarò la prima di quelle ragazzine urlanti"

Hoseok sorrise e, come sempre, a Yoongi mancò il respiro. Quello non sarebbe mai cambiato, ne era certo adesso. Come non sarebbe mai cambiato il fatto che lui avrebbe fatto finta di niente.

"Sei un idiota Hoseok-ah"

"Lo adori"

"Si, è vero" e lo guardò con uno sguardo tanto intenso che fece accelerare il battito del cuore del più grande, che si perse per l'ennesima volta nel vortice che erano quegli occhi.

Hoseok gli baciò leggermente l'angolo delle labbra "Ti amo anche io Yoongi-yah"

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Piccole note finali:

1) Scusatemi. Il risultato di questo mio lavoro mi ha lasciata totalmente insoddisfatta ma avevo bisogno di farlo e ringrazio tutti coloro che hanno apprezzato, seguito e recensito. E' stato bello vedere come le visualizzazioni, il numero delle persone che hanno inserito la mia storia tra le seguite/preferite/ricordate aumentasse man mano.
Spero che significhi che questa storia non abbia fatto schifo a tutti come alla fine ha fatto schifo a me.

2) Una cosa a cui tengo particolarmente. La decisione di far dire ad Hoseok "Yoongi-yah" è dovuta al testo di Just one day: "Your voice when you say my name- Yoongi-yah". Non lo so, mi sembrava una cosa carina. E di conseguenza ho fatto sì che Yoongi chiamasse l'altro "Hoseok-ah".

Ok, probabilmente a voi tutto questo non interessa ma è stata una delle primissime cose a cui avevo pensato quando, tempo fa, avevo iniziato a buttare giù qualche frase per questa ff, quindi volevo comunque rendervi partecipe.

3) Il personaggio di Jiminie doveva essere un po' più presente nel mio progetto iniziale ma alla fine ho deciso di sacrificarlo per la NamJin, perché mi sono innamorata di loro come personaggi e come coppia. Mi sono auto portata a shippare la NamJin quando io li avevo messi insieme solo perché mi faceva comodo. 
Scusa Jiminie ma non è colpa mia alla fine. Prenditela con quei due.

4) Devo chiedere scusa anche a Kookie. Per lui avevo pensato a parecchi ruoli, all'inizio doveva essere addirittura lui il primo ragazzo di Hoseok. E poi mi sono ridotta a nominarlo una sola volta di sfuggita nell'epilogo.
Scusa Kookie.

 

Ok, detto questo penso di potervi lasciar andare, mi ritiro e sul serio questa volta.

Grazie ancora a tutti! *-*

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3011913