Tomorrow di YoongiYah (/viewuser.php?uid=811781)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** I ***
Capitolo 3: *** II ***
Capitolo 4: *** III ***
Capitolo 5: *** IV - Prima Parte ***
Capitolo 6: *** IV - Seconda Parte ***
Capitolo 7: *** V ***
Capitolo 8: *** VI ***
Capitolo 9: *** VII ***
Capitolo 10: *** VIII ***
Capitolo 11: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Yoonseok
AU. Yoongi ha
diciassette anni e Hoseok ventidue.
Perché? Non lo so, è colpa della mia mente
malata.
"Yoongi.
Mi ha chiamata il preside della scuola. Il tuo insegnante di chimica e
di
fisica vuole parlare con me e tuo padre. Che hai combinato?"
Nel
momento in cui Yoongi rimise piede in casa, dopo essere tornato da
scuola, quel
pomeriggio, si sentì accogliere da
quelle dolci parole
pronunciate dalla madre "Che cosa? Ti ha chiamata? Ma
perché? E' solo
un'insufficienza, posso recuperare!"
La
signora Min sospirò, senza speranze "Hai preso un'altra
insufficienza? Con
l'ultimo compito dovevi recuperare quella di precedente. E quelle prima
ancora"
"Lo
so mamma, lo so. Ma siamo tutti consapevoli che non ci posso fare
niente,
quella roba non fa proprio per me! Ti prego non dirlo a
papà, lo sai che andrà
fuori di testa" Yoongi pregò letteralmente la madre.
L'ultima volta suo
padre lo aveva rinchiuso in camera sua per dei mesi interi e tanto non
era
servito a nulla. Non era portato per le materie scientifiche, punto e
basta.
Che poi non gli sarebbero servite a nulla nella vita, lui voleva
dedicarsi alla
musica, al rap. In quello sì che era dannatamente bravo. Ma,
ovviamente, quel
vecchio conservatore non poteva capire una cosa del genere. Sperava
nell'aiuto
di sua madre, ma già sapeva che non ci poteva contare. Se li
aveva chiamati il
preside in persona la situazione era grave.
La
madre lo guardò, intenerita dalla richiesta "Tesoro, non ti
posso aiutare.
Lo sai che io ti appoggio, ma in questo sono d'accordo con tuo padre.
Voglio
che ti diplomi. Il massimo che posso fare è prometterti che
una volta diplomato
ti sosterrò, qualsiasi strada tu voglia prendere. Ma prima
devi finire la
scuola e quindi impegnarti in tutte le materie"
"Si,
va beh. Ho capito. Mi preparo alla clausura. Sempre che tuo marito mi
faccia
arrivare vivo a domani"
"Non
fare l'esagerato adesso. Potevi pensarci prima e studiare seriamente"
In
realtà le parole di sua madre significavano parecchio per
lui. E se proprio
doveva essere sincero almeno con se stesso non si era proprio impegnato
così
tanto per recuperare le insufficienze. E' che studiare, andare a
scuola,
proprio non gli piaceva, non gli interessava. Era solo una perdita di
tempo,
gli impediva di concentrarsi su quello che era la sua vita veramente. E
non era
colpa sua se l'ispirazione per i suoi testi gli venivano mentre quel
branco di inutili
personecercavano di spiegargli qualcosa.
Ma
sì, era anche consapevole di essere solo un quasi
diciassettenne con tanti
sogni e tante passioni e che forse quel diploma poteva essergli
veramente
utile. Quello che lo preoccupava sul serio era suo padre. Non riusciva
proprio
a capire che non era come lui, che lo studio, non tanto la scuola ma
l'università, non era l'unica sola strada nella vita di una
persona e che,
soprattutto, non era una strada che la sua vita contemplava. Che poi il
problema non era neanche quello. Non del tutto.
Suo
padre aveva deciso di ignorare il suo outing. Aveva scelto di fare come
niente
fosse, come se quella chiacchierata che aveva deciso coraggiosamente di
fare
con lui non fosse mai avvenuta, liquidandolo con un semplice "Sei
troppo
giovane per sapere cosa vuoi veramente dalla vita. Falla finita e vai a
studiare". Da allora, però, qualcosa era cambiato. Ad ogni
suo minimo
errore, che riguardasse la scuola, il suo coprifuoco o un'altra
stronzata
qualsiasi, il padre lo puniva con più severità e
lo guardava con disprezzo,
un disprezzo che lo faceva morire dentro . E doveva fare quello che
diceva lui,
senza se e senza ma.
Guardò
la madre, cercando di farle capire quello che non poteva dire ad alta
voce
sotto quel tetto e, per quanto lei avesse compreso quale fosse il
problema,
rispose allo sguardo dicendo "Mi dispiace tesoro, non posso aiutarti
questa volta. Il preside ci ha fissato un appuntamento per domani. E ha
espressamente richiesto la presenza di entrambi i genitori"
Questa
volta fu Yoongi a sospirare senza speranza per poi girarsi e dirigersi
al piano
superiore e andare in camera sua. Si premurò, comunque, di
far sentire tutta la
sua frustrazione alla madre, urlando, con quanta grazia possibile un "'FANCULO!"
---
Il
giorno seguente, tornando a piedi da scuola -aveva appositamente perso
il
pullman per poter ritardare l'ora del giudizio- non riusciva a smettere
di
pensare a quello che sarebbe successo a breve. Aveva paura, ok? Una
paura
fottuta. E non della punizione o della ramanzina. Aveva paura di
rivedere
quello sguardo negli occhi del suo vecchio, quello sguardo che non era
altro
che la prova per lui di quanto fosse nient'altro che una delusione, il
figlio
che non avrebbe mai voluto. Pigro, svogliato e frocio, per quanto
volesse
negarlo.
Il
commercialista Min aveva più volte ripetuto al figlio che
doveva diplomarsi,
iscriversi alla facoltà di economia e lavorare per lui prima
e prendere il suo
posto poi. Del resto si era fatto un nome, ormai, e anche un giro di
ottimi
clienti; insomma, guadagnava più che bene, perché
mai tutto il suo lavoro
doveva andare in fumo per degli stupidi capricci adolescenziali?
Quindi
no, Yoongi non era proprio il figlio che il signor Min aveva
desiderato. E
Yoongi ne soffriva. Perché si, lo sapeva da solo che era
pigro e che a questo
poteva anche rimediare. Ma non poteva rimediare a tutto il resto. Come
poteva
rimediare al fatto che non gli piacessero le ragazze ma i ragazzi?! E
soprattutto come poteva rimediare al fatto che la musica fosse una
parte
inscindibile da lui?! Poteva anche sacrificare le sue preferenze
sessuali per
suo padre ma non la musica.
Sì,
Min Yoongi era un diciassettenne drastico e melodrammatico che
sosteneva che se
nella sua vita ci fosse stata la musica allora quella bastava, non gli
serviva
altro, nemmeno un ragazzo. Nemmeno l'amore. Come se potesse vivere una
cosa del
genere in Corea, quando non lo accettava nemmeno il suo stesso padre.
Giunto
al portico di casa sua, perse ancora un attimo davanti alla porta.
Quando si
decise ad aprirla, lo fece con la massima cura al non fare il minimo
rumore,
quasi sperasse di passare inosservato.
Illuso.
Non
fece in tempo ad entrare nell'ingresso e a togliersi la prima scarpa
che sentì
la burbera voce del padre chiamarlo "YOONGI! Nel mio studio, subito"
'Fottuto!'
pensò Yoongi, con la testa che aveva già iniziato
a girare. Vide la madre
rivolgergli un mezzo sorriso che probabilmente voleva essere
rassicurante.
Illusa pure lei.
Suo
padre era al centro della stanza, in piedi e con le braccia conserte.
E quello
sguardo.
"Chiudi
la porta e vieni qui"
Col
groppo in gola, fece come gli era stato ordinato e prima che potesse
anche
accorgersene il signor Min gli diede uno schiaffo. La guancia
incominciò a
bruciare e gli occhi si inumidirono per il
dolore. Chinò la testa e
non riuscì a trovare la forza di alzare lo sguardo.
"Tu
e le tue stronzate mi avete stancato. Mi hai fatto chiamare dal
preside, come
se fossi il padre di chissà quale idiota indisciplinato.
Padre di un idiota lo
sono, comunque. Da oggi in poi sei rinchiuso in questa casa
finché non avrai
recuperato tutto il programma di chimica e di fisica e non avrai
raggiunto una
buona media per poter frequentare i corsi estivi per le
università. E niente
computer, a meno che non ti serva per la scuola. Così la
smetterai con quelle
cazzate sulla musica. E niente amici. L'unica persona che potrai
frequentare
sarà il tutor che ti troverò."
A
quelle parole Yoongi riuscì finalmente a guardare il padre.
"Tutor?"
"Si,
tutor. Pensi sul serio che mi fidi di te? L'anno scorso avevi detto che
quest'anno ti saresti impegnato veramente e invece questa mattina mi
sono
ritrovato nello studio del preside col tuo insegnante che mi diceva che
hai
preso un'insufficienza dopo l'altra, insufficienze di cui io non sapevo
niente.
Non solo ho dovuto subire l'umiliazione di avere un figlio deficiente,
hai
fatto fare anche a me la figura del deficiente."
Yoongi
riabbassò subito lo sguardo, cercando di non far vedere al
padre quanto fosse
ferito.
"Ho
già trovato un paio di candidati validi, più
tardi li chiamo e vedo di fissarti
la prima lezione per domani. E adesso esci di qui e vai in camera tua.
Non
voglio più neanche vederti per oggi"
Yoongi
si girò e uscì da quella stanza alla
velocità della luce, correndo in camera
sua senza prestare attenzioni alla madre che lo chiamava. Si chiuse la
porta
alle spalle e si lasciò cadere sul letto, la faccia sepolta
nel cuscino.
Schiaffo
e offese a parte, era andata meglio di quanto pensasse. Era sicuro che
per
questo dovesse ringraziare la madre. Ma... Un tutor? Sul serio? E i
corsi
estivi per l'università? Anche se era sopravvissuto adesso
era sicuro che non
ce l'avrebbe fatta ad arrivare vivo al diploma. Tanto meglio. Sperava
almeno
che il padre avesse talmente tanti sensi di colpa da logorargli l'animo
e
rovinargli la vita per sempre, cadere in depressione e mandare in
rovina la sua
attività -l'aveva detto che era drastico e melodrammatico no?
Si
alzò dal letto e aprì il cassetto del comodino.
Ne tirò fuori un quaderno e una
penna. 'Coglione, non ho mai usato il computer per le mie
canzoni' ed
iniziò a scrivere, cercando di sfruttare la sua rabbia per
una nuova canzone
spacca-culi.
Non
tornò al piano di sotto per il resto della giornata,
passando da una pagina
all'altra senza sosta, ignorando la madre che gli chiedeva cosa volesse
per
cena, fino a che non sentì le palpebre talmente pesanti che
si addormentò con
ancora indosso la divisa di scuola.
---
Dopo
la seguente giornata scolastica, Yoongi raccontò gli
avvenimenti della giornata
precedente al suo migliore -o forse unico- amico, giusto per spiegargli
il perché
non si sarebbero potuti più né vedere
né sentire al di fuori dell'orario delle
lezioni di scuola.
"Che
sfiga amico, mi dispiace" disse Jimin, dandogli una pacca sulla spalla.
"Si
beh, ancora deve iniziare la vera sfiga. Mi sa che oggi mi tocca la
prima
lezione col dannato tutor. Dovrò passare il pomeriggio a
fare una cosa schifosa
con uno che sicuramente a questa cosa schifosa gli ha dedicato la vita,
ovvero
uno completamente pazzo. Ti pare? Cazzo, perdo il pullman se non mi
sbrigo, non
sia mai che do al vecchio un'altra scusa per dare di matto. Ciao
Jiminie!"
E
così incominciò a correre verso la fermata, senza
aspettare la risposta
dell'amico.
Quando
arrivò, fu proprio il padre ad aprirgli la porta.
"Sbrigati.
Il tutor ti sta aspettando"
Yoongi
si tolse le scarpe talmente in fretta che quasi inciampò,
seguendo il padre che
lo stava portando verso la cucina.
Vi
trovò un ragazzo, evidentemente più grande di
lui, che non appena lo vide gli
rivolse un sorriso a forma di cuore. Tutto quello che Yoongi
riuscì a pensare
fu 'Porca troia!'
"Yoongi,
lui è Jung Hoseok. E' al terzo anno di medicina veterinaria
e da oggi ti
aiuterà a recuperare quel disastro che sono i tuoi voti in
chimica e
fisica"
Avrebbe
desiderato tanto far vedere a quel bel ragazzo che non era stupido come
sosteneva suo padre ma tutto quello che riuscì a fare fu
aprire stupidamente la
bocca e farne uscire un altrettanto stupido "Ah"
"E'
un piacere conoscerti Yoongi" e quel dannato sorriso si
allargò ancora di
più, diventando ancora più carino.
'Ok,
sarà anche un pazzo che ha dedicato la vita a delle cose
schifose, ma cazzo se
è fico'
Bene.
Perfetto. Il padre omofobo gli aveva trovato un
tutor per fargli
passare l'anno e Yoongi stava fantasticando su di lui. Recuperare
quelle
materie sarebbe stata una passeggiata. Certo. Fantastico.
Si
maledì mentalmente e cercando di recuperare un minimo di
dignità disse
"Vado a prendere i libri"
E
per la seconda volta in un minuto pensò 'Porca
troia!'
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Capitolo 2 *** I ***
Jung
Hoseok era sempre stato uno di quei ragazzi all'apparenza perfetti.
Di
bell'aspetto, andava molto bene a scuola nonostante non fosse un
secchione e
riusciva anche a trovare il tempo per dedicarsi a tutto quello che gli
piaceva,
sport, ballo, club del dopo scuola, di qualsiasi tipo. E, instancabile,
cercava
sempre cose nuove da fare.
Era
anche un ragazzo dal cuore gentile. Faceva volontariato al canile e
amava
prendersi cura degli animali, per cui nutriva una grande passione.
Aveva anche
aiutato il veterinario che aveva in cura il suo cagnolino Mickey,
persona che
si era rivelata essere un vero e proprio modello di riferimento, tanto
da
portarlo a prendere la decisione di frequentare proprio la
facoltà di
veterinaria. Già da quando frequentava il terzo anno di
liceo si era informato
sui corsi dell'università diGwangju,
la sua
città natale, e aveva deciso di iscriversi a tutte le
materie scientifiche di
livello avanzato che la sua scuola superiore gli offriva e che gli
sarebbero
state utili per passare i test d'ingresso e per superare poi gli esami,
una
volta riuscito ad entrare al corso di veterinaria.
Aveva
anche un bellissimo rapporto con i suoi genitori, a cui non aveva
avuto bisogno di spiegare che no, a lui le ragazze non facevano nessun
effetto.
Ne erano stati consapevoli fin dall'inizio e non avevano alcun problema
con le
sue preferenze: era loro figlio e lo avrebbero amato
incondizionatamente. E poi
c'era sua sorella maggiore, la sua migliore amica.
Jung
Hoseok era un ragazzo all'apparenza perfetto, ma soltanto
all'apparenza. In realtà, Hoseok, era e si sentiva solo.
Si
era sempre sentito dannatamente solo perché non aveva mai
potuto essere
realmente se stesso al di fuori delle mura di casa. Era per questo che
riusciva a
fare tutte quelle cose: non aveva mai avuto un amico con cui passare il
tempo.
Non
erano solo i suoi genitori ad aver lo capito senza spiegazioni, non
aveva mai avuto il bisogno di chiarire a qualcuno che a lui piacessero
gli
uomini. Una settimana dopo l'inizio del suo primo anno di scuola
superiore fu
chiaro a tutti e, nel caso in cui fosse sfuggito a qualcuno, il tizio
che lo
aveva pestato urlando che lui e la sua "frociaggine" dovevano andare
a farsi curare, aveva reso partecipe anche loro. La cosa più
triste fu che, quelle
che dovevano essere le autorità, oltre al separarli, non
avevano fatto niente.
Da quella volta aveva sempre cercato di non dare nell'occhio
perché, anche se
sapeva che non era lui ad essere dalla parte del torto, gli altri,
professori
compresi, ce l'avrebbero messo.
Si
era sempre rifiutato di sentirsi sbagliato. Era orgoglioso di quello
che
era. Non vedeva l'essere gay come un ostacolo e non aveva fatto nessuna
fatica
ad accettarlo. Aveva solo accettato il compromesso di essere discreto
per una
questione di sopravvivenza. Non era lui ad essere sbagliato, lo erano
il posto
in cui viveva e la mentalità di molte delle persone che
aveva intorno. Doveva
solo stringere i denti, tirare avanti e sopravvivere.
E
fu esattamente quello che accadde fino all'inizio del suo ultimo
anno, quando arrivò un nuovo ragazzo, trasferitosi da poco
nel suo quartiere. Kim
Taehyung.
Di un anno più giovane di lui, musino pulito e
adorabile (Hoseok aveva un debole per i musini adorabili),
personalità
frizzante e sbarazzina e con una voce profonda da far venire i brividi.
Si
conobbero per strada dal ritorno da scuola: non era la stessa, ma non
abitavano
molto distanti e gli orari più o meno coincidevano. Fu
inevitabile per loro
incontrarsi. Scoprirono di avere molto in comune e di andare
incredibilmente
d'accordo.
Taehyung
fu il suo primo. Il suo primo amico, la sua prima cotta, il suo
primo bacio, il suo primo ragazzo, il suo primo amore e la sua prima
volta. Aveva
completamente perso la testa per lui, al punto di tralasciare tutte le
sue attività
extrascolastiche per poter passare con il suo amico e ragazzo, con il
suo Tae,
il più tempo possibile. Era rimasto fedele al suo progetto
di diventare
veterinario ma aveva iniziato addirittura a pensare di saltare un anno
e
aspettare che Taehyung si diplomasse e poi iscriversi
all'università con lui;
avrebbero potuto condividere un piccolo appartamentino nelle vicinanze
dell'università, così da poter passare buona
parte della giornata insieme.
I
genitori e la sorella avevano provato ad avvertirlo, stava correndo
troppo e forse anche di più, era ancora giovane per fare
progetti del genere e
potevano ancora presentarsi tante possibilità o capitargli
tante altre cose.
E
così, in effetti, fu. Taehynug, poco prima della fine della
scuola, gli
disse che non voleva quello che voleva Hoseok, che era ancora un
ragazzino e
che voleva divertirsi e non fare la vita di un adolescente praticamente
sposato
con uno con cui stava da appena qualche mese. Gli chiese di continuare
per la
sua strada e di non cercarlo più perché lui
voleva fare le sue esperienze per
conto suo.
Hoseok
ne rimase distrutto. Aveva perso sia l'amore della sua vita che il
suo migliore amico e quello stato di solitudine e di noia era tornato
all'improvviso, con l'aggiunta di una tristezza profonda che gli
impediva anche
di tenersi impegnato come faceva prima. Riuscì comunque a
superare gli esami
finali e prendere il diploma con successo, anche se nell'ultimo periodo
si era
impegnato poco aveva sempre studiato molto durante la sua carriera
scolastica e
poteva vantare una buna memoria. Verso la metà dell'estate,
però, quella
tristezza non lo voleva ancora abbandonare e, soprattutto, non riusciva
a non
pensare che la causa di quella schifosissima situazione abitava a
qualche casa
di distanza dalla sua. E si sentiva soffocare. Sempre, costantemente.
Taehyung
gli aveva fatto provare cose mai sentite e dopo aver vissuto quelle
bellissime
esperienze non riusciva proprio a tornare alla vita di prima. Aveva
bisogno di
cambiare aria. Si disse che frequentare l'università sarebbe
stato un buon
punto di partenza, un inizio per qualcosa di nuovo.
Poi,
quando per posta gli arrivarono dei volantini di varie
università, tra
cui quella di Seoul, un'idea gli si insinuò in testa.
Passò ore su internet ad
informarsi e quell'idea diventò un desiderio che voleva
realizzare a tutti i
costi e così decise di parlarne con i suoi.
"Hoseok
io non credo sia una buona idea. Insomma, Seoul è lontana,
molto lontana! Dove abiterai? Come farai a spostarti? Non conosci
nessuno
lì!" Ovviamente i signori Jung furono estremamente sorpresi
dalla
richiesta del figlio. Sapevano che nell'ultimo periodo le cose non
erano state
molto semplici per lui ma non credevano davvero che Hoseok fosse
arrivato a
quel punto.
"Lo
so che Seoul è lontana, ma l'università ha dei
dormitori. E sono
sicuro che ci lì ci sono tantissimi mezzi pubblici per
spostarsi, sicuramente
più di quanti ce ne sono qui. Devo solo imparare, cosa che
dovrei fare anche se
rimanessi a Gwangju, visto che in questo quartiere mi sono sempre
potuto
spostare a piedi. E il non conoscere nessuno non cambia le cose, non
conosco
nessuno neanche qui" al pronunciare quelle ultime parole il sorriso del
ragazzo si spense e un velo di tristezza coprì quella luce
nei suoi occhi che
era arrivata nel momento in cui aveva nominato Seoul. E questo
particolare non
sfuggì al signor Jung.
"Hoseok,
siamo solo preoccupati. Una richiesta del genere così
all'improvviso non è da te"
E
qui Hoseok decise che doveva essere totalmente sincero, glie lo doveva
e
lo doveva a se stesso "Ditemi una sola cosa che mi riguarda che
è stata da
me nell'ultimo periodo. Non mi sento più io e sono arrivato
a pensare che non
sono mai stato me stesso in tutta la mia vita. Ho bisogno di iniziare
da capo e
di farlo in un posto nuovo. Seoul mi sembra perfetta. L'idea di potermi
trasferire mi fa venire voglia di riprendere a vivere sul serio. Ne ho
bisogno
papà"
I
genitori sospirarono all'unisono, per poi rispondergli "Dacci
qualche giorno per pensarci"
Ma
la risposta arrivò il giorno dopo e Hoseok si
sentì felice per la prima
volta dopo quello che gli era sembrato tantissimo tempo.
---
Seoul
era davvero perfetta per lui e da quando ci aveva messo piede aveva
iniziato a sentirsi di nuovo bene. I test di ammissione andarono alla
grande e
l'università era bellissima. Anche la stanza dove lo avevano
sistemato era
accogliente. Era una doppia. Avrebbe avuto un compagno di stanza quindi
una
persona doveva conoscerla per forza, no?! Era così eccitato,
non lo era stato
così tanto da quando aveva conosciuto Taehyung.
Tae.
Ogni volta che i suoi pensieri sfioravano il suo ricordo sentiva una
fitta pazzesca attraversargli il cuore, i polmoni e lo stomaco. Ma
almeno, da quando
era lì, aveva smesso di pensarci ventiquattro ore su
ventiquattro.
Una
settimana dopo il suo arrivo conobbe il suo compagno di stanza. Quando
lui arrivò, Hoseok era in mensa per il pranzo e quando
tornò in camera ci trovò
un ragazzo biondissimo e molto più alto di lui, girato di
schiena intento ad
appendere un poster degli Epik High al muro. Il cuore aveva preso a
battere a
mille ma trovò comunque il coraggio di sfoggiare il suo
miglior sorriso e
salutarlo con un caloroso "Ciao!" Il ragazzo si girò e gli
sorrise a
sua volta "Ciao! Mi chiamo Namjoon! Scusami, ho fatto un casino, ma mi
ci
vorrà un attimo per mettere tutto a po-" Non
riuscì a finire la frase che
fece cadere il martello che teneva in mano sopra a dei cd che erano per
terra,
rompendone la custodia "Ma porca-ehm. Ti avverto, per me questa
è una cosa
normale, mi capita almeno cinque volte al giorno. Metti al sicuro le
cose a cui
tieni" Hoseok non riuscì a trattenersi: rise di cuore, come
forse non
aveva mai fatto prima, e in quel momento sperò sul serio che
lui e questo
Namjoon potessero diventare buoni amici.
Il
suo desiderio si realizzò molto in fretta, nonostante lui e
Namjoon
fossero due persone completamente diverse: uno studente di medicina
veterinaria
e uno di musicologia con il pallino dell'economia, che sognava di
diventare un
grande produttore. Così Hoseok decise che forse poteva
finalmente aprirsi con
qualcuno che non fossero i suoi genitori. O sua sorella. L'occasione si
presentò proprio quando Namjoon lo sentì chiudere
una conversazione telefonica
con quest'ultima. "Ma certo che ti faccio sapere come va l'esame. Anche
tu
mi manchi noona, ci sentiamo presto"
Namjoon
alzò le sopracciglia in un'espressione di
perplessità "Noona?
Hai una fidanzata più grande, furbo bastardo?" Chiese con
voce maliziosa e
un sorriso che mise in mostra la sua fossetta e tutti i suoi denti.
"Che
cosa? No! Era mia sorella!"
"Peccato,
ti facevo più interessante" scherzò l'altro.
"In
realtà c'è una cosa a questo proposito che volevo
dirti e spero
tanto che non sia un problema Namjoon, perché lo so che ci
conosciamo da poco
ma ci tengo veramente tantissimo alla nostra amicizia e non sopporterei
l'idea
di per-"
"Amico,
rilassati, respira e dimmi quello che mi devi dire. Che ci
sarà mai di così sconvolgente?"
Hoseok
lo fissò e sperò sul serio di non sconvolgerlo.
Una volta che riuscì
ad aprire la bocca quello che ne uscì fu "SONOGAY"
L'amico
lo guardò un attimo stralunato e poi si mise a ridere. Rise
talmente tanto che si piegò in avanti e quasi perse
l'equilibrio. Hoseok non
capiva se quella reazione fosse un bene o un male. "Scusa, scusa,
scusa.
Non volevo ridere del tuo outing, ma la tua faccia fa morire! Ok,
allora questo
fine settimana cerchiamo un locale e vediamo di trovarci due bei
giovanotti per
darci alla pazza gioia"
"Come
scusa?" Hoseok era allibito.
"Amico,
il tuo gay-radar fa schifo. E anche il mio, a quanto pare. Mi
sa che ci metteremo un po' a trovare quei giovanotti"
Ci
andarono sul serio in un locale e per Hoseok fu l'inizio di una nuova
serie di esperienze bellissime. Fece la conoscenza di tante persone,
persone
come lui ma non solo, anche etero che non erano soltanto degli 'ignoranti
con la testa piena di stronzate' come
li chiamava Namjoon. Ma non era
solo quello ad essere emozionante. Poteva essere se stesso, poteva
confidarsi
con qualcuno che non facesse parte della sua famiglia e che lo capiva
in pieno
e che soprattutto si rivelò fonte di un preziosissimo aiuto.
E
aveva anche incominciato a pensare sempre di meno a Taehyung e
comunque.
quando ci pensava, le fitte erano sempre meno dolorose. Per prima
sparì quella
allo stomaco, poi anche quella ai polmoni. Pian piano, anche quella al
cuore si
affievolì, lasciando solo un vuoto che non era ancora
riuscito a colmare,
nonostante avesse conosciuto qualche ragazzo carino.
Anche
per il suo amico le serate passate al locale portarono delle
novità.
Una sera fecero la conoscenza di un ragazzo bellissimo, dal viso
perfetto e i
capelli castani. Namjoon se ne innamorò al primo sguardo. Si
chiamava Kim Seokjin,
barista di sera e studente di storia dell'arte di giorno. Namjoon non
gli diede
pace fino a che non riuscì a strappargli un sì
per un appuntamento insieme,
appuntamento che andò sorprendentemente bene. Iniziarono a
frequentarsi e la
cosa divenne poco dopo una storia seria ed Hoseok non poteva essere
più felice
per il suo amico. Era anche un po' invidioso, a volte, ma comunque
soddisfatto
perché Seokjin -o Jin, come preferiva lui- era fantastico e
il ragazzo riuscì a
legarci quasi subito.
Finito
il secondo anno di università si presentò ai
ragazzi un problema: la
laurea in musica richiedeva soltanto un altro anno, quella di medicina
veterinaria ne richiedeva altri tre, mentre Seokjin si era ormai
laureato e
stava cercando ufficialmente un lavoro a tempo pieno. Quest'ultimo
aveva
scovato un appartamento che "E' perfetto per tre persone e poi
è un vero
affare, è carino, l'affitto non è altissimo ed
è vicino all'università". Jin
se ne
era perdutamente innamorato e Namjoon avrebbe fatto di tutto per
accontentareil
suo fidanzato. Hoseok voleva davvero dividere l'appartamento con loro,
l'aveva
anche visto ed era davvero molto carino, ma non voleva far gravare
questa
ulteriore spesa sui suoi genitori, non dopo che gli avevano anche
regalato
un'auto -usata ma bellissima, l'aveva ufficialmente chiamata, ridendo
con
Namjoon, "l'unica ragazza della mia vita". Ma d'altra parte a Namjoon
mancava solo un anno e lui non voleva rischiare di perdere il suo amico
a causa
della lontananza -sì,
si era reso conto di essere un tantino paranoico
ma aveva passato diciannove anni della sua vita praticamente solo
quindi se lo
poteva permettere- e di ritrovarsi in camera con una matricola. E poi
aveva già
ventidue anni, si sentiva ridicolo ad alloggiare ancora nei dormitori
della scuola.
Parlandone con i suoi, riuscì a convincerli che avrebbe
potuto trasferirsi,
continuare a studiare e intanto fare qualche lavoretto per potersi
pagare
l'affitto da solo, in fondo era una cosa che aveva sempre fatto. Certo,
l'università era più impegnativa ma lui era un
ragazzo positivo. Il suo nuovo
io, per lo meno.
Così,
dopo essere stato assunto in una caffetteria nei dintorni
dell'appartamento per poi essere licenziato un paio di mesi dopo solo
perché il
figlio del capo non era riuscito a tenersi un altro lavoro e quindi un
altro
cameriere era inutile, decise di mettere degli annunci per proporsi
come tutor
e dare delle ripetizioni nelle materie in cui era più
ferrato, cosa che tra
l'altro avrebbe fatto comodo anche ai suoi di studi, un ripasso non
faceva mai
male.
Fu
così che ricevette la prima telefonata da parte del signor
Min.
----
"Ho
trovato lavoro!" esultò Hoseok, con quell'immancabile
sorriso
che era ormai diventato la sua firma.
"Dare
ripetizioni non è un vero lavoro" rispose annoiato Namjoon,
senza staccare gli occhi dal libro che stava leggendo.
"Considerando
quanto mi pagherà questo tizio sì, lo
è! Mi vuole dare
il doppio di quanto avevo chiesto io nell'annuncio solo per un ora di
lezione e
vuole che aiuti il figlio almeno due ore al giorno tutti i giorni, se
gli
impegni ce lo permettono. Potrei guadagnare più con queste
ripetizioni che con
un vero impiego da qualsiasi altra parte!"
"Due
ore al giorno? Tutti i giorni? Con chi diavolo dovrai lavorare,
con una capra?" chiese l'altro ridendo.
E
quì il sorriso di Hoseok si spense per un secondo "Non ne ho
idea.
Cioè, stando a quello che mi ha detto il padre dovrebbe
essere un vero stupido,
ma quando ho chiesto quali materie doveva recuperare mi ha risposto
solo
chimica e fisica. Penso che abbia esagerato, mi sembrava anche
abbastanza
arrabbiato. Non lo so, non mi interessa finché mi paga
così bene"
"Buon
per te. Smettila di sorridere così, mi fa male la faccia per
te"
Hoseok
rise "Non ci posso fare niente. Questo è un vero colpo di
fortuna! Abitano anche qui vicino, potrei non avere bisogno di prendere
la macchina
tutti i giorni!"
"Smettila
di essere sempre così perfettino. Culo,
si dice culo.
Hai avuto una grandissima botta di culo. Hai
ventidue anni Hoseok, non posso insegnarti ancora queste cose, dovresti
saperle
da solo ormai"
"Un'altra
volta? lo sai che non dico certe parole, non si addice alla
mia immagine. Sono un gentiluomo, io"
"Sono
sempre più convinto che tu sia nato nell'epoca sbagliata. Ti
è
andata bene, probabilmente ti avrebbero messo al rogo"
"Vedi?
Sono fortunato" E il sorriso di Hoseok si allargò ancora
di più se possibile, talmente tanto che Namjoon si
preoccupò, pensando che
sarebbe rimasto per sempre paralizzato con quell'espressione.
"Amico,
sei imbarazzante, sul serio. Sbrighiamoci dobbiamo uscire tipo
adesso o arriveremo tardi. Lo sai che Jin odia aspettare. E ho fame"
"Non
sia mai. Tanto poi se la prenderebbe con te. E' bello il fatto
che pensi che sia sempre colpa tua, in effetti"
"Ma
che ho fatto di male nella vita per meritarmi tutto questo?!"
----
Quando,
il giorno successivo, ovvero il suo primo giorno di lavoro, si
trovò di fronte alla residenza dei Min, Hoseok non riusciva
a credere ai suoi
occhi. Quella davanti ai suoi occhi non era una casa, era una reggia!
Abbassò
lo sguardo e vide che i vestiti che indossava da quella mattina -era
stato a
lezione e non aveva fatto in tempo a passare per casa e darsi una
rinfrescata-
erano ormai sgualciti e si sentì terribilmente inadeguato.
'Ok,
è solo il tuo primo giorno. Almeno adesso lo sai'
Suonò
il campanello e gli aprì una bella signora, vestita in
maniera molto
semplice ma di gran classe. Quel senso di inadeguatezza si
intensificò.
"Salve.
Devi essere il tutor che mio marito ha chiamato per Yoongi,
vero?"
"Salve
signora. Sono io, spero di non aver fatto tardi. Sono appena
uscito dall'università, avevo lezione" mise le mani avanti,
sperando in un
minimo di comprensione.
"No,
non ti preoccupare, Yoongi non è ancora tornato da scuola ma
dovrebbe essere qui a momenti. Ti prego accomodati, io intanto vado a
chiamare
mio marito"
Hoseok
avrebbe voluto tanto accomodarsi, ma non riusciva a far altro che
guardarsi intorno con la bocca aperta. Avevano un tv gigantesca, solo
quella
probabilmente costava più della casa dei suoi genitori.
La
signora Min fece ritorno un minuto dopo, accompagnata questa volta da
un
uomo che riuscì a mettere in soggezione Hoseok con una sola
occhiata. Cercò
comunque di non darlo a vedere, inchinandosi con rispetto per poi
presentarsi
"Buona sera signore. Sono Jung Hoseok, ci siamo parlati ieri a telefono"
"Si
buona sera. Seguimi, lavorerete nella sala da pranzo, lì il
tavolo
è grande e avrete spazio a sufficienza" Prese a camminare e
Hoseok gli
andò subito dietro "Voglio che le
insufficienze di mio figlio diventino almeno
un sette, deve riuscire ad ottenere una media abbastanza alta da poter
frequentare i corsi preparatori e i corsi avanzati. Se non vuole
crescere
allora sarò io a decidere per lui. Non so quale sia il
programma che deve
recuperare, te lo farai dire da lui. E non farti prendere in giro, sono
sicuro
che quell'idiota farebbe di tutto solo per farmi arrabbiare"
Mentre
l'uomo continuava a parlare Hoseok non poté fare a meno di
convincersi che quello che avevano detto lui e Namjoon, il giorno
prima, era
totalmente sbagliato. Incominciava seriamente a pensare che questa non
fosse
affatto una 'botta di culo'. O quest'uomo era
veramente esagerato -e
tutto gli faceva pensare che in effetti fosse così- o questo
ragazzino era un mezzo teppista, o comunque uno di quelli che lui, a
suo tempo,
aveva sempre cercato di evitare.
La
signora Min s'intromise, interrompendo il marito e riportando Hoseok
sull'attenti "Caro, credo che Yoongi sia qui fuori. Lo vado ad
avvertire
che il tutor è qui?"
Hoseok
non sapeva se esserne grato o se iniziare ad agitarsi sul serio.
"No,
ci vado io. Voglio che le regole siano chiare da subito"
Quando
il signor Min fece il suo ritorno con un ragazzo dai capelli
arancioni -ARANCIONI!- con lo sguardo fisso sul
pavimento, Hoseok provò
un po' di tenerezza. Probabilmente era proprio come aveva pensato,
quest'uomo
era molto severo ed esagerato. E se aveva avuto un po' di timore lui,
figuriamoci il figlio adolescente.
"Yoongi,
lui è Jung Hoseok. E' al terzo anno di medicina veterinaria
e da oggi ti
aiuterà a recuperare quel disastro che sono i tuoi voti in
chimica e
fisica" lo presentò il padre del ragazzino.
Il
ragazzino alzò lo sguardo ed Hoseok ebbe come un senso
di déjà
vu: quando
i suoi occhi incontrarono quelli di Yoongi provò la stessa
sensazione che aveva provato la prima volta che vide Taehyung.
'Maledetti
visi adorabili. Che cosa
stai facendo Jung Hoseok?!'
Cercò
di ricomporsi senza dare nell'occhio, tornò a guardare
Yoongi e gli sorrise,
nella speranza di metterlo, e mettersi, a proprio agio. Il ragazzino
fece
un'espressione buffa, aprì la bocca con l'intenzione di dire
qualcosa, forse
presentarsi, ma riuscì solo a dire un patetico "Ah"
Un
moto di tenerezza, più forte del precedente, si
insinuò nuovamente in Hoseok e
non poté fare a meno di allargare quel suo sorriso che
Namjoon si divertiva a
definire imbarazzante e poi gli disse "E' un piacere conoscerti
Yoongi"
Il
ragazzino lo guardò con una faccia stranissima e lui avrebbe
tanto voluto
sapere a cosa stesse pensando. Si riscosse però quando
l'altro disse che
sarebbe andato a prendere i libri.
"Ricordati
quello che ti ho detto, non farti prendere in giro. Non ho intenzione
di
spendere tutti questi soldi in questa cosa se poi Yoongi non mette la
testa a
posto. Io ora devo tornare al lavoro"
Hoseok
si accigliò per un attimo. Lui veniva pagato per spiegare al
ragazzo fisica e
chimica, non era di certo compito suo fargli mettere la testa a posto.
Che poi,
cosa voleva dire esattamente? Scelse comunque di fare buon viso a
cattivo
gioco, sorrise e rispose "Ma certo signor Min, non si preoccupi. Buona
giornata" e lo guardò allontanarsi senza ricevere una
risposta.
Quando
Yoongi tornò con i suoi libri, Hoseok si prese un attimo per
guardarlo meglio.
Si rese conto che con lui quel senso di inadeguatezza era sparito.
Forse perché
la sua divisa scolastica era ancora più sgualcita dei suoi
vestiti. Vide che
era fermo sulla soglia della porta, chiaramente non sapendo cosa fare.
"Siediti
vicino a me, così possiamo guardare i libri insieme" A
queste parole gli
occhi del ragazzo si allargarono talmente tanto che pensò
che potessero
cadergli dalle orbite da un momento all'altro, le sue guance divennero
rosse e
il suo sguardo ricadde sul pavimento mentre si avvicinava.
Hoseok
ebbe una brutta, bruttissima sensazione "No, no e no. Non lo
puoi
trovare carino. Avrà appena diciassette anni e sei il suo
tutor, maledizione!"
Fece
finta di niente e aspettò che l'altro si accomodasse.
Cercando di non guardarlo
troppo intensamente riprese "Perché non mi dici intanto
quali sono i tuoi
problemi con le materie e quali sono gli argomenti più
urgenti da
riguardare?"
Yoongi
lo guardò e Hoseok capì subito che quella di
farlo sedere vicino a lui non era
stata una delle sue migliori idee. Da quella minima distanza poteva
vedere quanto
fossero lunghe e folte le sue ciglia e quanto le sue labbra fossero
rosa e
carnose, al punto giusto, e quando queste si aprirono per parlare ne fu
completamente ipnotizzato. Finché non sentì le
parole che pronunciarono.
"Non
ho un problema, non sono imbecille come ti avrà sicuramente
fatto pensare il
vecchio. Non mi piacciono. Non mi piace studiare. Non m' interessa e
non m'
interessano quei cazzo di corsi che vuole che frequenti"
Hoseok
sgranò gli occhi. Era talmente sorpreso che non sapeva
nemmeno cosa rispondere
"Ehm. Ok. Forse dovresti... Moderare i termini, magari?"
"O
cosa? Farai la spia?"
Quando si dice che le
apparenze ingannano.
Il neo-tutor realizzò subito che Min
Visino-Adorabile Yoongi era un impertinente dalla lingua tagliente. E
la cosa
lo divertiva. E lo ecci- 'No. A cuccia Jung
Hoseok. Che non
ti venga mai più in mente una cosa del genere!'
"No,
non farò la spia. Non mi interessa, voglio soltanto fare
quello per cui vengo
pagato, ovvero insegnarti qualcosa. Esigo solo un po' di rispetto"
cercò
di recuperare e soprattutto di non far capire all'altro quello che
aveva appena
pensato. Si stava vergognando da morire. "Quindi, da cosa preferisci
cominciare?"
"Preferirei
non iniziare proprio, ma visto che dobbiamo direi fisica. E' quella che
mi fa
più schifo"
'Come non detto'
Hoseok
sorrise, senza poterci fare niente.
---
Quando
tornò a casa, trovò Namjoon e Seokjin sul divano
che guardavano una puntata di
uno dei loro drama preferiti. Si
girarono in contemporanea -'Inquietanti!'-
verso di lui e il più giovane chiese "Allora?
Com'è andata con la
capra?"
Hoseok
si chiese se parlarne o meno con l'amico, per poi decidere che
sì, doveva
farlo. Lui era talmente imbranato che ne avrebbe avuto sicuramente
bisogno.
"Non
è una capra e non è neanche stupido. Credo che
semplicemente non gli piaccia
studiare. E Namjoon, ti ricordi quello che mi hai detto ieri a
proposito dei
termini adeguati a certe situazioni? Cosa diresti tu se avessi la
sensazione di
poter essere attratto dal ragazzino minorenne a cui devi dare le
ripetizioni?"
Namjoon
e Seokjin lo guardarono, poi si scambiarono uno sguardo allibito tra di
loro e
ancora tornarono a guardare Hoseok. Poi Namjoon aprì la
bocca ma la richiuse
subito dopo, pensando ancora un attimo a quello che dire.
"Ti
direi di non dire cazzate del genere"
Hoseok
si pentì di essere stato così brutalmente
sincero. Forse non era stata una
buona idea dirlo ad alta voce. Ma ormai quello che era fatto era fatto.
"Non
lo è" disse mortificato.
"Allora
ti direi che sei fottuto, amico mio"
Hoseok
rimase un attimo in silenzio. Decise, pensandoci bene, che per quel
giorno,
dopo quello che aveva pensato a casa Min, aveva ormai già
rovinato la sua
immagine da gentiluomo. Si ritrovò a dare ragione all'amico
"Sono
fottuto"
Fare
le due di mattina per scrivere la storia di Hoseok senza rendermene
conto e avere la sveglia puntata alle otto per studiare. No, non ci
siamo proprio.
Spero almeno
che il capitolo sia venuto bene.
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Capitolo 3 *** II ***
Yoongi non aveva la
più pallida idea di come si facesse colpo su un ragazzo. Non
aveva mai incontrato nessuno come lui a parte Jimin -che comunque non
contava perché era lui ad essere convinto che fosse gay,
Jimin non se ne era ancora reso conto; a dire la verità non
si era nemmeno reso conto di possedere un pene, quindi non si poneva
proprio il problema- e non era mai nemmeno stato interessato a nessuno.
Non che fosse
interessato ad Hoseok. Dio, no, ci sarebbe
mancato altro! Avevano già fatto una settimana di lezioni
giornaliere consecutive e non aveva fatto mai altro che parlare di
chimica o di fisica o ancora di altra roba estremamente pallosa che lo
annoiava a morte, senza mai concedergli una pausa. Però non
gli dispiacevano le sue gambe. Sì, le sue gambe non erano
affatto male. E neanche le sue braccia. Gli piacevano i muscoli delle
sue braccia, ben definiti ma non esagerati come quelli di Jimin. Anche
il viso era passabile. Soprattutto quando tirava su i capelli della
frangia, lasciando scoperta la fronte.
Ma questo non voleva
di certo dire che fosse interessato a lui. Era solo un diciassettenne
vagamente frustrato che doveva passare tanto tempo con un ragazzo
carino.
Ok, non pensava fosse
solamente carino. Lo trovava un bel ragazzo, quindi non c'era niente di
male se, per la prima volta che ne aveva l'occasione, dato che Hoseok
sarebbe arrivato più tardi quel giorno, stava decidendo come
farsi trovare dal suo tutor, senza dover indossare quella solita,
maledetta, divisa.
Sì, era
più di un'ora che era in camera sua davanti all'armadio, ma
questo non significava assolutamente niente. Lui era Min Yoongi e non
perdeva certo tempo a prendersi una cotta per il primo che capitava e a
scegliere cosa indossare come una ragazzina al primo appuntamento.
Per dimostrare a se
stesso che le cose stavano veramente così prese un paio di
pantaloni della tuta, neri, una canottiera a caso e una felpa grigia.
Indossò tutto e poi si guardo allo specchio. Nonostante la
scelta non studiata dei vestiti, rimase comunque soddisfatto
dell'immagine che gli si parò davanti: i pantaloni
nascondevano bene le sue gambette rachitiche e la felpa era abbastanza
larga da lasciargli scoperta una spalla.
'Io ci proverei se mi
incontrassi per strada e se fossi qualcun altro'
E l'insieme, per
quanto fosse ben riuscito, nascondeva il fatto che avesse passato tutto
quel tempo davanti all'armadio.
Ma questo continuava
a non significare niente. Anche se gli sarebbe tanto piaciuto vedere la
reazione del padre una volta capito che Hoseok era gay.
Perché era palesemente gay, ce l'aveva praticamente scritto
in fronte. Avrebbe potuto provarci solo per farlo incazzare, sarebbe
stato assurdo. Se solo fosse stato capace a fare cose del genere.
Ma cose del genere
non gli interessavano nemmeno, quindi avrebbe trovato un altro modo per
far arrabbiare il vecchio. Mirava a farsi buttare fuori di casa ormai.
Dal piano di sotto lo
raggiunse la voce della madre "Yoongi, è arrivato Hoseok.
Vieni giù"
Si sentì
il cuore in gola e si guardò un'altra volta allo specchio.
'Non
significa niente eh? Sei un coglione Min Yoongi'
Scendendo le scale
vide Hoseok che lo stava aspettando con quel sorriso a forma di cuore
che gli fece tremare le gambe. Quasi cadde. Abbassò lo
sguardo e si diede nuovamente del coglione. Come poteva pensare di
poter fare colpo se faceva una figura del cazzo dietro l'altra?!
'Va bene, siamo
sinceri. Ti piace, lo trovi un gran fico e stai studiando solo per
vederlo sorridere. E sicuramente non è far arrabbiare il
vecchio il primo motivo per cui ci proveresti, se ne fossi in grado.
Nemmeno il secondo. O il terzo. O il decimo. Sei diventato patetico'
Borbottò
un "Ciao Hoseok" e sperò tanto che l'altro non si fosse
accorto di nulla.
"Ehi Yoongi-yah! Come
stai oggi?"
Ecco. Era questo che
lo aveva fatto diventare un bambinetto patetico alle prese con la prima
cotta. Hoseok era bello, simpatico e, anche se per cose che a Yoongi
non piacevano e non capiva, aveva passione e si impegnava in tutto
quello che faceva. Ma la cosa che apprezzava di più era
quel "Come stai oggi?" o
quel "Come va oggi?" che gli
chiedeva tutti i giorni, dal loro secondo incontro. Probabilmente lo
faceva solo per educazione e non significava niente, ma lui si sentiva
preso in considerazione per la prima volta in quella casa.
"Potrei stare meglio.
Per esempio, se non fossi rinchiuso qui dentro starei decisamente
meglio"
"Ti prometto che
recupereremo tutto in fretta e potrai uscire da qui prima di quanto
pensi"
Ed eccolo
lì, di nuovo quel sorriso. Yoongi non riuscì a
trattenersi "E poi mi porti fuori a bere per festeggiare?" Per poi
pentirsene subito dopo, quando vide che il sorriso di Hoseok era
diventato una smorfia confusa. E se ne pentì ancora di
più quando gli rispose ridendo "Al massimo ti porto a
mangiare un gelato. Sei un moccioso ancora, cosa vorresti bere?!"
'Magnifico, proprio
quello che volevo sentirmi dire. 'Fanculo'
Yoongi mise il
broncio e lo sapeva di essere estremamente infantile e di confermare le
parole dell'altro ma... Ci era rimasto male. "Non sono un moccioso.
Vogliamo iniziare? Mi sono rotto"
---
Hoseok quel giorno
aveva dei seri problemi di concentrazione dovuti a diversi motivi.
Come, tanto per dirne uno, la spalla scoperta di quel diavolo di
ragazzino. Poteva una persona avere un incarnato così
bianco? E perché lui ne era così affascinato? Era
solo una spalla, accidenti! Non riusciva distogliere lo sguardo, se non
per guardare quell'adorabile broncio che avevano formato le sue labbra.
Si sentiva in colpa da morire per averlo offeso, perché
sapeva di essere stato indelicato chiamandolo moccioso,
ma quella era stata l'ennesima conferma al sospetto
che aveva iniziato ad avere durante questa prima settimana: Yoongi era,
probabilmente, interessato a lui.
Aveva notato i suoi
sguardi e quel rossore che gli colorava le guance quando erano troppo
vicini. Come avrebbe potuto non notarlo? Era
così carino. Ma proprio per questo doveva porre
dei limiti, un confine che non dovevano assolutamente superare. E non
solo il ragazzino, quei confini servivano anche a lui perché
quell'attrazione che c'era stata all'inizio non era andata via, neanche
un po'. A dirla tutta si era intensificata pian piano, ad ogni
frecciatina che quella boccuccia rosea sputava. All'inizio aveva
pensato che fosse dovuta al fatto che gli ricordasse vagamente
Taehyung, o il ricordo che lui aveva del suo primo amore. Ma, per
quanto ci fossero tra loro delle lontanissime similitudini, erano due
tipi completamente differenti e no, non poteva essere solo per questo.
Ma soprattutto, da
quando aveva conosciuto Yoongi, il pensiero del suo ex non era
più insopportabile come prima. Aveva superato la rottura
ormai da tanto, grazie a Seoul, a Namjoon e Jin e alla sua nuova vita,
ma ogni tanto, più o meno una volta al giorno, gli capitava
di pensare a lui o a dei piccoli particolari di lui che prima gli
piacevano tanto. Come la sera precedente, quando, prima di
addormentarsi, si era ritrovato a pensare a quel piccolo neo sulla
punta del naso di Taehyung, a quanto lo avesse trovato sempre
così carino e a quanto gli piacesse appoggiarci dei teneri
baci. Ma il pensiero si era concluso con 'Il naso di Yoongi
è più carino, decisamente'. E
così si era coperto interamente con il lenzuolo,
vergognandosi ancora una volta di se stesso in pochissimo tempo. Non
gli era mai successo prima.
"-seok?" sentendosi
chiamato, si riscosse da quel vortice di pensieri a cui si era
abbandonato, per poi capire che stava fissando il ragazzo, le labbra
del ragazzo, e che l'altro se ne era accorto.
'Bene, è
questo il modo di portare avanti i buoni propositi sui confini da non
valicare'
"Cosa? Scusami, mi
sono distratto" incominciò a avvertire un vago calore alle
guance. Ma no, non poteva arrossire, sarebbe stato un segnale che
poteva essere male interpretato. E in questo caso male significava
correttamente.
"Si, ho notato. Mi
stavi spiegando quella merda e poi ti sei messo a fissarmi come un
idiota"
"Farò
finta di non aver sentito" -'Ha ragione, sei un idiota'- "
Senti, facciamo una piccola pausa. Oggi sono un po' stanco e devo
riorganizzare le idee per un momento"
Affondò la
testa tra le mani, gomiti appoggiati sul tavolo, chiuse gli occhi e
sospirò profondamente.
'Perché
deve essere tutto così incasinato?' questa domanda
era diventata il suo mantra, ultimamente.
Si sentiva lo sguardo
di Yoongi addosso e, per quanto avesse voglia di ricambiarlo, si
costrinse a tenere la testa bassa e gli occhi chiusi. Poi,
all'improvviso, sentì una serie di rumori, tra cui un foglio
che veniva strappato; la curiosità fu più forte
di lui. Aprì gli occhi e vide l'altro intento a scrivere
come un ossesso sul foglio che aveva appena strappato dal quaderno.
"Cosa fai?"
"Scrivo" rispose
l'altro. Il tono utilizzato gli fece capire che riteneva la sua domanda
estremamente stupida e che la risposta fosse ovvia. Non
staccò lo sguardo dal foglio.
"Sì,
questo lo vedo. Intendevo cosa scrivi?"
"Frasi. Pensieri.
Quello che mi passa per la testa"
Hoseok era confuso
"Non ho capito"
Yoongi lo
guardò e Hoseok poté vedere quanto quei
bellissimi occhietti potevano essere affilati, tanto quanto la sua
lingua.
'Come
può un solo sguardo rapirti e farti sentire stupido allo
stesso tempo?'
Ma poi Yoongi si
morse il labbro inferiore -cosa che gli aveva visto fare più
volte e aveva capito che quando lo faceva era perché o non
sapeva se poter dire qualcosa o perché non aveva capito
qualcosa. Questo era chiaramente il primo caso.
"Io...è
per una canzone" disse riportando la sua attenzione al foglio.
"Una canzone? Scrivi
canzoni?"
Yoongi continuava a
non guardarlo, ma il suo viso e le sue orecchie erano diventate
talmente rosse che Hoseok capì quanto quello che gli stava
dicendo fosse personale e si sentì lusingato.
E per quanto ne fosse cosciente, non poteva proprio pensare a quanto
tutto questo fosse sbagliato, non adesso.
"Sì, e
modestamente sono anche bravo. E' per questo che non m'interessa la
scuola, vorrei poter vivere di musica. Della mia musica. Non prendermi
in giro"
"Perché
mai dovrei prenderti in giro? E' una cosa bellissima Yoongi"
E quando Yoongi
alzò la testa e lo guardò, Hoseok venne rapito
ancora una volta dal suo sguardo che gli comunicò molto di
più di quanto avrebbero potuto fare mille parole.
Capì che quella non era una cosa che raccontava con
tranquillità e quando lo aveva fatto nessuno lo aveva preso
sul serio. E capì anche quanto quella sua risposta avesse
significato per lui.
Ad Hoseok
mancò il respiro per un tempo che gli sembrò
infinito e questo fino a quando Yoongi non appoggiò la mano
sulla sua, solo per un secondo, solo per un piccolo sfiorarsi della
dita. Si accorse che i suoi occhi si erano inumiditi e quando
sussurrò un "Grazie" strozzato il più grande
avrebbe tanto voluto abbracciarlo, o addirittura baciarlo, e si rese
conto che a quel punto era veramente fottuto perché, quel
breve momento che avevano condiviso e che non ci sarebbe dovuto essere,
non gli bastava.
Ne voleva ancora.
---
"-e allora io gli ho
detto che doveva farsi gli affari suoi. Quel moccioso, ti rendi conto?"
Yoongi non stava
veramente prestando attenzione a quello che Jimin gli stava raccontando
ma quando lo sentì usare quella parola si
infastidì, parecchio.
"Carino, complimenti"
disse, cercando di mettere in quelle due parole il maggior disprezzo
possibile.
"Si può
sapere che hai? Non che di solito tu sia mister simpatia, ma oggi sei
davvero insopportabile"
Erano in mensa per la
pausa pranzo. Yoongi non aveva toccato cibo per quanto era di malumore.
Non voleva parlarne, in realtà, ma Jimin era il suo migliore
amico e anche se non era questo grande esperto in materia, forse lo
poteva aiutare. In fondo non era un esperto nemmeno lui.
"Io... Mi piace uno,
credo. Cioè no, lo so. Mi piace ma... E' complicato. E ieri
sono successe delle cose che mi hanno lasciato un po' così"
si confidò a bassa voce, per evitare di farsi sentire da
orecchie indiscrete.
"Scusa ma, hai detto
ieri? Non sei in punizione?"
Ovviamente. Lui gli
diceva che c'era uno che gli piaceva e che il giorno prima era successo
qualcosa e lui faceva una domanda del genere.
'Non
sono io quello con i problemi con la gente,
è la gente ad avere dei problemi. Tutti. Compreso Jimin.
Compreso Hoseok'
"S', sono in
punizione. Ma non è questo il punto. Anzi, lascia stare,
tanto non saprei nemmeno come spiegartelo visto che il punto non l'ho
capito nemmeno io"
"Ma se sei in
punizione non puoi vedere nessuno! La settimana scorsa tua madre non mi
ha fatto entrare in casa vostra nemmeno per ridarti il libro che ti
avevo preso per sbaglio! E non puoi nemmeno usci- Oddio"
"Cosa?"
"E' il tutor vero?
Quello che ti dà ripetizioni?" a giudicare dall'espressione,
l'amico era a dir poco sconvolto.
"E il premio per la
migliore intuizione va a Park Jimin. I miei complimenti, allora non sei
stupido del tutto" Yoongi cercò di evitare la questione come
meglio poteva. Non si aspettava che l'amico ci arrivasse in
così poco tempo.
"Smettila di fare
l'idiota. Ma perché? E' troppo vecchio!"
"Abbassa la voce! E
poi che ne sai se non te ne ho mai parlato e se non l'hai mai
visto! Non è vecchio!
Avrà poco più di venti anni, ventitre al massimo!"
"Quindi? Dai cinque
agli otto anni in più di te? Non è vecchio ma
sono comunque troppi"
"Come fai a dire una
cosa del genere? Non sono troppi!"
"Sì che lo
sono. Soprattutto se consideri che tu non hai ancora diciassette anni e
sei ancora un minorenne mentre lui è legalmente un adulto"
"Jimin, ti ricordo, o
ti faccio sapere, che esiste una legge scritta che fissa
l'età del consenso. A quindici anni[1].
Quindi, per favore, non dire cazzate"
"Non ti sto parlando
solo di quello. Lui avrà sicuramente la sua vita e per lui
la tua sarà solo un insieme di cose che ha già
vissuto e che non avrà alcun tipo di interesse a rivivere.
Per lui potresti essere solo un bambinetto che non capisce cose che per
lui sono scontate. Sono gli interessi che cambiano"
Yoongi
sentì un enorme peso cadergli sulle spalle, la testa
incominciò a girare e si dimenticò come
respirare. "Questo è solo quello che pensi tu"
gli sibilò acido. Poi raccolse le sue cose e se ne
andò, lasciandosi la mensa, Jimin e l'unico ragionamento
sensato che aveva fatto in tutta la sua vita alle spalle.
"Dai Yoongi aspetta,
non volevo offenderti"
"No. Non mi hai
offeso, tranquillo. Ho solo bisogno di stare solo"
Jimin aveva ragione.
Hoseok il giorno prima l'aveva chiamato moccioso e gli aveva detto che
non sarebbe mai uscito con lui. Andò in bagno e si chiuse
dentro un cubicolo, sedendosi per terra. Faceva male. E lo sapeva che
era stupido, che era passato troppo poco tempo per starci
così male ma non poteva farci niente. Voleva solo sparire.
Tirò fuori
dallo zaino il quaderno con i suoi testi, dove aveva infilato dentro il
foglio che aveva usato per scrivere quelle frasi che gli erano venute
in mente mentre stava guardando Hoseok
I hope tomorrow will be different from today
I’m just wishing[2]
Si sentì un grandissimo
illuso per l'ennesima volta nella sua vita. Si era sentito un illuso
quando aveva provato a parlare con suo padre, sperando nella sua
comprensione e accettazione. Si era sentito un illuso quando aveva
pensato che ce l'avrebbe fatta, in qualche modo, a superare quella
situazione. Si sentiva un illuso tutti i giorni, quando provava a
convincere se stesso e gli altri che quella sua spavalderia fosse
dovuta alla ad grande sicurezza e non serviva a nascondere quanto in
realtà stesse male.
E si sentiva un illuso in quel
momento perché aveva provato a sognare ancora a un domani
diverso, dove Hoseok avrebbe potuto portarlo via da quel posto,
appoggiandolo nelle sue scelte o standogli semplicemente vicino. Gli
sarebbe piaciuto.
Ma infondo era solo una ragazzino
melodrammatico, no?
Sospirò, con la voce di
suo padre in testa che gli ripeteva "Non si vive di soli sogni, falla
finita e cresci una volta per tutte"
---
Hoseok la notte passata non era
riuscito a dormire e quando la sveglia suonò, quella
mattina, decise di ignorarla, saltare le lezioni e starsene a casa,
magari cercando di recuperare qualche ora di sonno perduta.
Certo, come no.
Non riusciva a toglierselo dalla
testa, non poteva proprio pensare ad altro. La sua mente era piena di
Yoongi, di tutte quelle piccole cose che lo riguardavano e che non gli
facevano capire più niente. Dai suoi assurdi capelli
arancioni, ai piercing alle orecchie -che a lui personalmente non erano
mai piaciuti ma che su quel ragazzo sembravano davvero sexy.
Per non parlare dei suoi cambi di personalità repentini e
incredibilmente veloci. Come poteva passare dall'essere un ragazzino
timido e impacciato -adorabilmente carino-
all'essere una vipera che riusciva a farti sentire giudicato senza
nemmeno dire una parola -estremamente intrigante- in
un secondo??
E non era solo questo. La parte
peggiore di tutta quella situazione era che più cose
scopriva di lui, più gli interessava e più gi
interessava più voleva scoprire. Sapeva cosa avrebbe dovuto
fare. La cosa giusta da fare era quella che gli aveva suggerito Namjoon
"Prendi il telefono, chiama il padre del ragazzino e digli che non puoi
più andare" ed era stato anche più volte sul
punto di farlo. Sul serio, ci aveva provato anche la sera prima, ma poi
aveva pensato a quello sfiorarsi di dita che poteva sembrare
così innocente ma che non lo era stato affatto e non era
riuscito a sfiorare la cornetta verde che appariva sullo schermo del
suo cellulare.
Dio, si sentiva tornare diciottenne! Come poteva aver avuto
tutte quelle sensazioni per uno stupido, fievolissimo tocco?! Come
poteva avere ancora i brividi al solo ripensarci?! E perché
diavolo non riusciva a smettere di pensare di baciarlo?!
Ed eccolo che ricominciava a
fantasticare sull'ennesima scena da film che si concludeva con un bacio
mozzafiato. Non era possibile. Era troppo vecchio per certe cose.
"Hoseok! Come mai non sei a
lezione?" In quel momento si accorse della presenza di Jin, che era
appena rientrato in casa. Appena vide le buste della spesa posate
vicino ai suoi piedi corse in suo aiuto.
"Non ho dormito un
granché questa notte e dato che dopo devo vedermi con Yoongi
ho preferito rimanere a casa a riposarmi invece che fondermi il
cervello"
"Oh, quindi il tuo 'devo
andare al lavoro' è ufficialmente
diventato 'devo vedermi con Yoongi'? Buono
a sapersi" disse Jin in tono canzonatorio ma non troppo.
"Non intendevo dire quello. Mi
è uscita male, tutto qui"
"Quindi non è
perché stavi pensando a lui che eri imbambolato in mezzo al
corridoio con lo sguardo perso nel vuoto?"
"Uhm" Hoseok sapeva che sarebbe
stato inutile mentire perché, in primo luogo, non ne era
capace e poi lo sapeva che i suoi amici avevano capito tutto, anche se
lui non gli aveva raccontato più molto.
"Senti, Namjoon probabilmente mi
ucciderà se sapesse che ti sto per dire questa cosa ma tanto
lui adesso non c'è quindi te lo dico lo stesso. Io non la
penso come lui. Anzi, non capisco nemmeno perché tu ti stia
facendo tutti questi problemi"
Hoseok lo guardò
spaesato per un attimo per poi sentirsi arrabbiato con il
più grande, senza nemmeno averne una valida ragione "Cosa?
Stai scherzando, vero? Smettila, non è divertente"
"Hoseok. Sono più di due
anni ormai che ci conosciamo e che siamo amici. Sai in questi due anni
con quanti ragazzi sei uscito? Uno! Per quanto tempo? Un mese. E non ti
piaceva neanche, si vedeva perfettamente. Quindi se hai finalmente
trovato qualcuno perché ci devi rimuginare così
tanto?"
"Perché non dovrebbe
piacermi. E' un ragazzino, praticamente un bambino ancora, e vengo
pagato per dargli delle ripetizioni. E' come se fossi un suo
insegnante! Non è etico, non è morale. Non va
bene"
Jin alzò gli occhi al
cielo "Non sei un suo insegnante! E non hai detto che frequenta il
penultimo anno? Avrà diciassette anni. Non è un
bambino! Andiamo, non ti ricordi tu quello che facevi alla sua
età?" Il ghigno di Jin non gli piacque, affatto.
"Sì. Frequentavo i corsi
avanzati a scuola e cercavo di tenermi occupato nel pomeriggio con
corsi e club facoltativi"
"Ok, tu non fai testo. Io a
diciassette anni facevo sesso. Da due anni. Per un periodo l'ho fatto
anche con il capo del mio lavoretto part-time, ed era più
grande di te"
"Io glie l'avevo detto a Namjoon
che mi sembravi una persona promiscua, avevo provato ad avvertirlo"
scherzò, iniziando a sentirsi a disagio.
"Il passato è passato,
sono un uomo praticamente sposato e felice ormai. Quello che volevo
dirti è che non puoi fasciarti la testa prima di rompertela.
Forse è vero, ci sono degli anni di differenza che
potrebbero essere un problema ma potrebbero anche non esserlo. Non puoi
saperlo se non ci provi. Sbagliando s'impara, no? Non puoi negarti a
priori qualcosa che potrebbe renderti felice. A volte bisogna essere
egoisti nella vita"
Hoseok era senza parole. Non
avrebbe mai creduto di sentirsi dire una cosa del genere, non dopo
quello che gli aveva suggerito Namjoon. E avrebbe tanto voluto che Jin
avesse ragione ed essere d'accordo con lui.
"Mi stai dicendo che dovrei
provarci?"
"Ti sto dicendo che io, fossi al
tuo posto, proverei a tastare il terreno, senza partire subito in
quarta. Non ci devi provare subito ma non devi nemmeno negarti la
possibilità di farlo. O negarla a lui"
"Non credo sia una buona idea" la
sua espressione tornò ad essere sconsolata.
"Non puoi esserne sicuro. Non
adesso. Di nulla"
'Perché non
posso vederla anche io così semplice?'
In quel momento fece il suo
ingresso in casa un Namjoon con un sorriso che più che
felice sembrava da pazzo. Aveva il telefono in mano e lo
sbatté in faccia prima a Jin e poi ad Hoseok, che
riuscì a vedere solo che l'applicazione aperta era quella
della posta elettronica tanto glie l'aveva messo vicino agli occhi.
"Indovinate chi inizierà
una stage con una minuscola retribuzione da fame alla JYP la prossima
settimana? IO!!! LA JYP!! VI RENDETE CONTO?!"
Namjoon era al settimo cielo e si
vedeva, la JYP era una delle migliori case discografiche di Seoul e lui
aveva appena fatto il primo passo per realizzare il suo sogno. Ed
Hoseok era entusiasta per lui.
"E' fantastico Nam" disse Jin,
avvicinandosi al fidanzato. Namjoon, senza smettere mai di sorridere,
mise le braccia intorno alla vita del più grande, lo
tirò su e fece una piccola giravolta. Quando gli fece
riappoggiare i piedi per terra Jin rise e diede all'altro un tenero
bacio.
Hoseok, guardandoli,
pensò che quella fosse una delle scene più belle
a cui avesse mai assistito e avrebbe tanto voluto poter vivere qualcosa
del genere. E in quel momento non poteva vedersi in una situazione
simile con nessuno che non fosse Yoongi.
'Forse Jin non ha tutti i torti'
Con questo ultimo pensiero,
lasciò un po' d'intimità ai suoi amici mentre lui
andava a prepararsi per andare a casa Min.
---
Yoongi quel pomeriggio era
distratto, più del solito. Gli stava rispiegando lo stesso
argomento per la terza volta e sapeva già che avrebbe dovuto
interrompere e ricominciare un'altra volta. Non era un problema per
Hoseok, era il suo lavoro e ci teneva che il ragazzo migliorasse e
capisse quello che gli stava spiegando. Il problema era che non
riusciva a concentrarsi veramente nemmeno lui perché si
vedeva che c'era qualcosa che non andava nell'altro e lui si stava
preoccupando. Non l'aveva mai visto così. Era pallido. Non
il bianco pallido che tanto gli piaceva ma un bianco smorto, che veniva
accompagnato da delle borse sotto gli occhi che stonavano sul viso del
ragazzo.
"Ehi Yoongi-yah. Stai bene?"
Il tono di voce di Hoseok fece
perdere un battito al cuore del ragazzo. Avrebbe tanto voluto lasciar
perdere perché sapeva che non ci sarebbe mai potuto essere
nulla, ma come poteva andare avanti se lui gli parlava in quel modo?!
'Perché devi essere
sempre così schifosamente gentile e rendere tutto ancora
più fottutamente orrendo?'
"No, mi sento uno schifo a dire la
verità"
"Si vede che non stai molto bene.
Non è che hai la febbre?" e portò le mani al viso
del ragazzo, una sulla fronte per sentire
effettivamente la sua temperatura e una sulla
guancia, perché... Perché sì,
semplicemente perché voleva farlo. E gli stava piacendo da
morire. Talmente tanto che poteva immaginarsi mentre faceva scivolare
l'altra mano dalla fronte all'altra guancia, accarezzargli le guance
con i pollici e poi avvicinarlo a sé e-
'Basta Hoseok, ferma questi film
mentali'
Ma fu Yoongi a fermarlo,
allontanandosi dalle sue mani.
"No, non ho la febbre. Sono solo
stanco, credo"
Hoseok lo guardò, poco
convinto. Non pensava fosse solo stanchezza, ma decise di lasciar
perdere. In fondo, se era vero quello che pensava, e cioè
che Yoongi fosse interessato a lui in qualche modo, forse anche lui era
un po' turbato da quello che era successo il giorno prima. E Hoseok ci
stava sperando, almeno un pochino. Non perché volesse che il
ragazzo fosse turbato per colpa sua o perché voleva essere
ricambiato, ma perché non voleva essere l'unico ad essersi
emozionato così tanto per qualcosa di così fugace.
"Senti, se vuoi possiamo finire qui
per oggi e tu puoi andare a riposarti, che ne dici?"
Hoseok sfoggiò per la
prima volta da quando si erano visti quel giorno il suo sorriso a forma
di cuore e Yoongi, come sempre, ne rimase folgorato. Ma era la premura
dell'altro a mandarlo in tilt completamente.
'Non passerà tanto in
fretta mi sa'
"Non possiamo. Il vecchio quando lo
scoprirà si incazzerà da morire. Vorrei evitare
almeno per qualche giorno. E poi tu ci perderesti i soldi, non abbiamo
fatto neanche un'ora"
"Non ti preoccupare per me, non
è un problema. E ti ho già detto che non sono la
spia di tuo padre, non lo saprà. Ok?"
Yoongi non era convinto ma al
momento sentiva il bisogno di stare da solo, o per lo meno lontano da
Hoseok, quindi sussurrò un "Ok" e aiutò l'altro a
mettere a posto le cose che avevano tirato fuori e poi lo
accompagnò alla porta.
Quando stava per salutarlo, Hoseok
ripensò alle parole che Jin gli aveva detto appena qualche
ora prima. Non doveva negarsi la possibilità di provarci e
non doveva negarla a lui. Gli venne un'idea.
Nella sua testa, da una parte
sentiva la voce di Namjoon che gli gridava "SBAGLIATO! MOLTO, MOLTO
SBAGLIATO!", ma dall'altra sentiva quella di Jin, che più
suadente gli sussurrava "Non c'è niente di male"
e, come nella realtà, ogni volta che quei due discutevano,
finiva sempre con la vittoria di Jin, che avesse o no ragione. Quindi
fece un respiro profondo e guardò Yoongi negli occhi con
l'espressione più dolce che riuscì a mettere su.
"Dammi il tuo numero. Vorrei sapere
come stai più tardi, sono preoccupato sul serio"
Yoongi rimase a bocca aperta. Non
se l'aspettava, nemmeno nei suoi sogni. E sapeva che se ci avesse
creduto ancora, molto presto si sarebbe reso conto che questa era solo
un'altra illusione e ci sarebbe rimasto male di nuovo. Ma in quel
preciso momento gli era sembrata così bella che si disse che
ne sarebbe valsa la pena.
"S-si"
[1]
True story. Cioè, non sono riuscita a trovare
l'età del consenso per la Corea del Sud. Quindici anni
è per la Corea del Nord, ma facciamo finta che vada bene lo
stesso. Comunque, quando una legge fissa l'età del consenso
significa che, nel paese in cui la legge è valida, un
maggiorenne può avere rapporti con un minorenne consenziente
da quella data età in su, senza nessun tipo di ripercussione.
[2]
E' ovviamente un verso tratto dalla canzone Tomorrow dei BTS, che io
amo alla follia. Avevo già deciso da tempo di inserirlo
nella storia e solo dopo ho deciso di chiamare allo stesso modo la
storia. Quindi, il titolo poco originale non è dovuto solo
alla mia scarsa fantasia.
|
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Capitolo 4 *** III ***
Erano
passate altre due settimane da quando Hoseok aveva chiesto il numero a
Yoongi
e, anche se non era successo niente di particolare, qualcosa tra di
loro era
cambiato.
Quella
volta, il messaggio Hoseok glie l'aveva mandato veramente e a quello ne
era
seguito solo un altro, dopo la risposta di Yoongi. Erano brevi e
semplici ma
avevano fatto battere il cuore del più giovane
all'impazzata, cosa che avveniva
ancora quando riapriva la conversazione per verificare che no, non se
l'era
sognata.
Da: Numero sconosciuto
Ehi
Yoongi-yah! Sono
Hoseok. Come
stai?
A:
Jung Hoseok
Mi sento meglio,
grazie per esserti
interessato
Da: Jung Hoseok
Mi vuoi far credere
che riesci ad essere
anche cortese, a volte? :) Sono felice che tu stia meglio! Ci vediamo
domani,
buona notte!
Non
voleva rispondergli in maniera così fredda, ma non sapeva
che altro dire. Non
le aveva mai fatte certe cose, non si era mai scambiato messaggi con un
ragazzo
che gli piaceva. Non voleva fare la figura dell'imbecille, o ancora far
pensare
all'altro che fosse un tipo appiccicoso. E poi quel giorno ce l'aveva
con lui,
quindi era giustificato in ogni modo.
Il
numero all'inizio non lo aveva salvato nemmeno sotto il nome di 'Jung
Hoseok'
ma come 'Hoseok-ah', solo che si era sentito un cretino subito dopo
averlo
fatto perché lui in quel modo non ce l'aveva mai chiamato,
anche se forse gli
sarebbe piaciuto. E soprattutto non voleva che uno dei suoi genitori lo
vedesse, non voleva correre rischi.
Comunque,
da quella volta, Hoseok aveva incominciato a proporre almeno una pausa
al
giorno, durante le sue lezioni, e avevano incominciato a parlare un po'
di
tutto e a conoscersi meglio.
Aveva
scoperto che l'altro non era di Seoul, ma che dopo il diploma aveva
deciso di
trasferirsi perché si era innamorato
dell'università. Non si era lasciato
convincere da quella dichiarazione, anzi. Era sicuro ormai che Hoseok
non fosse
in grado di mentire e questa era un particolare dell'altro che trovava
molto
carino.
'Carina? Ma che cazzo
Min Yoongi! Ti sei rammollito
del tutto?'
Hoseok
gli aveva raccontato che aveva sempre voluto diventare un veterinario e
che per
tutta la sua adolescenza aveva lavorato sodo per realizzare questo
sogno: corsi
avanzati, lavoro part-time in una clinica veterinaria e volontariato al
canile.
Gli aveva parlato della sua famiglia e di quanto gli mancasse; il
viaggio da
Seoul a Gwangju
era abbastanza costoso per
poter tornare a casa spesso e comunque nei periodi liberi dalle lezioni
doveva
studiare per gli esami. E gli aveva inoltre raccontato dei suoi amici e
coinquilini.
Yoongi
pendeva dalle sue labbra. Lo avrebbe ascoltato per ore e avrebbe
voluto sapere di più, tutto quello che c'era da sapere su di
lui.
Fu
così che ebbe modo di capire chi fosse sul serio Jung
Hoseok: una
persona buona, a volte anche troppo, e un po' ingenua proprio per
questo
motivo; era intelligente, dai forti principi e allo stesso tempo un
ottimista
che aveva imparato ad affrontare la vita con un sorriso e che non
riusciva
proprio a stare con le mani in mano, doveva sempre avere qualcosa da
fare.
In
pratica, era il suo esatto opposto. E lui se ne stava innamorando. Perdutamente.
Se
ne rese conto qualche sera prima. Era sul suo letto e accanto a
sé aveva
il telefono, conversazione con Hoseok aperta, mentre stava scrivendo
dei versi
per l'ultima canzone a cui aveva incominciato a lavorare da poco.
Mentre stava
rileggendo quello che aveva scritto, per vedere se ci fosse qualcosa da
sistemare, realizzò: era una canzone che parlava d'amore.
Aveva scritto una
cazzo di canzone melensa per la prima volta, mentre pensava ad Hoseok.
La
cosa più assurda era che ne era felice. Non sapeva ancora se
l'altro
potesse ricambiarlo, ma era una sensazione così bella che,
almeno per quei
brevi istanti, non voleva farsi troppi problemi e decise di godersi
quelle
piccole attenzioni che Hoseok gli dedicava. Che fossero state per la
sua bontà
d'animo o per altro non aveva importanza.
'Sono
proprio una checca'
Quel
giorno Hoseok lo aveva avvertito che avrebbe tardato un pochino per
via di un contrattempo in università e Yoongi ne
approfittò per farsi trovare
già al lavoro.
'Alla
faccia del finché avrò la
musica potrò vivere senza amore'
Non
che questo gli avesse fatto cambiare idea. Voleva ancora vivere della
sua musica e di studiare continuava a non importargli niente. Solo che
adesso,
al suo desiderio, si era aggiunto un nuovo elemento.
'Vorrei
poter vivere della mia
musica. Con Hoseok'
Ma
in quel preciso momento quella scena del bravo ragazzo che studia
faceva
parte di un duplice piano: il fare ovviamente bella figura con il tutor
e il
riuscire a prendere un buon voto al compito di chimica che la
professoressa
aveva fissato quella mattina per la settimana successiva. Se avesse
dimostrato
al vecchio che stava raggiungendo dei buoni risultati forse lui avrebbe
potuto
lasciarlo libero di uscire ogni tanto. Una volta alla settimana magari,
non
chiedeva molto.
E
ancora magari poteva vedersi con Hoseok per fare qualcosa insieme. Non
avevano mai parlato di una cosa del genere da quella volta del
"moccioso" ma le cose erano in qualche modo diverse e lui poteva aver
cambiato idea.
"Ehi
Yoongi-yah! Scusa per il ritardo ma dovevo assolutamente parlare
con un professore per l'esame che sto preparan- Ma stai già
studiando da
solo?"
Ed
ecco che il cuore del ragazzino aveva ricominciato la sua frenetica
corsa quotidiana. Era patetico, davvero, ma ormai si era arreso
all'idea.
"Ciao
Hoseok! La prossima settimana devo fare un compito di chimica.
Deve andare bene. Per forza! Ho bisogno di uscire da questa cazzo di
casa"
Il
più grande rise. 'Ah,
ecco un altro motivo per cui mi sono innamorato di lui. La sua risata
è
fottutamente bella'
"Diamoci
da fare allora. Voglio portarti a prendere quel gelato per
festeggiare"
Il
sorriso di Yoongi si allargò talmente tanto che per la prima
volta nella
sua vita le guance gli fecero male per una cosa di cui essere felice.
---
Hoseok
aveva deciso di seguire il consiglio di Jin. Non ci stava provando
con Yoongi, ma se prima rinnegava anche la più piccola
possibilità di
relazionarsi con lui al di fuori delle loro lezioni, ora, invece, non
vedeva
l'ora di poter avere un'occasione qualsiasi per vederlo al di fuori di
casa
Min.
Era
ancora dell'idea che in tutto quello ci fosse qualcosa di veramente
sbagliato e che se non si fosse fermato in tempo uno dei due ci sarebbe
rimasto
male -anche se dal nuovo modo di porsi di Yonngi era più
probabile che
sarebbero stati entrambi.
Ma
Yoongi gli piaceva. Tanto. Per tutte quelle cose che aveva capito e
notato sin dall'inizio e per tutto quello che il più
piccolo, pian piano, gli
lasciava conoscere.
Yoongi
non era affatto un moccioso. Sì, era giovane,
anagraficamente un
ragazzino, ma per la sua età era davvero maturo. Sempre
attento a quello che lo
circondava, sveglio ma comunque riflessivo, il più delle
volte. Quel suo essere
sbruffone era in realtà una maschera, di questo ne era
più che convinto, per
non far vedere agli altri quanto soffrisse per i modi di fare del padre.
Ma
quell'essere sputa sentenze era vero. E quello Hoseok continuava a
trovarlo molto intrigante ed eccitante.
Sì,
ormai l'aveva ammesso. Solo a se stesso ma intanto l'aveva ammesso. 'Ma
in fondo quando una persona ti piace succede anche questo, no?'
Non
si era mai sentito così, nemmeno con Taehyung. Probabilmente
perché la
situazione era completamente diversa e lui stesso era cambiato.
Taehyung era
stato quello di cui aveva bisogno in quel periodo, non solo per
l'aspetto più
romantico della loro storia ma perché gli aveva praticamente
insegnato a
relazionarsi con qualcuno che non facesse parte della sua famiglia.
Yoongi era
invece un terremoto. Sicuramente non
qualcosa di cui avesse bisogno
ma comunque abbastanza forte da scuoterlo e trascinarlo in una nuova
realtà.
Una realtà che gli piaceva da morire.
Hoseok,
quel giorno, era appena uscito dal bar di fianco
all'università con un Ice
Americano tra le mani. Alzò lo sguardo al
cielo e si accorse che stava
promettendo una bufera e lui aveva una lezione sulle malattie
infettive. Quella
non si era presentata come una buona giornata. Namjoon era intrattabile
perché
non era ancora riuscito a far conciliare lo stage con gli studi e
quindi
passava la maggior parte del tempo a rispondere male a chiunque. Jin
era
intrattabile per colpa di Namjoon e quell'appartamento era diventato un
inferno.
E
lui aveva voglia di vedere Yoongi. Sarebbe avvenuto esattamente due ore
più
tardi, doveva andare a casa sua proprio dopo la lezione che doveva
seguire, ma
non era in quel senso che aveva voglia di vederlo. Avrebbe voluto
poterlo
portare in quel bar che gli piaceva tanto, prendere quell'Americano lui
e
scoprire cosa piacesse all'altro per poi offrirglielo. Voleva parlarci
sul
serio, non solo per una piccola pausa tra una spiegazione di fisica e
una di
chimica, ma quando si ricordava che non poteva
farlo perché il padre
lo aveva messo in punizione, non poteva fare a meno di ricominciare a
darsi
dello stupido. Quelle erano cose che lui aveva superato ormai da un
pezzo. A
dire la verità lui non era mai stato messo in punizione, ma
non era quello il
punto.
Yoongi
era fantastico e gli piaceva da morire. Era vero che era maturo per la
sua età,
ma non poteva prendersi in giro con questa storia. Era un ragazzino, un
ragazzino minorenne che il padre poteva ancora mettere in punizione
perché non
prendeva buoni voti a scuola. E se anche fosse potuto uscire avrebbe
avuto
sicuramente delle regole e un coprifuoco.
Era
per questo che non riusciva a lasciarsi andare. I loro mondi erano
troppo
lontani. Di quasi sei anni, per la precisione. 'Che
razza di
situazione. Mi piace uno dopo quattro anni e non riesco ad esserne
felice'.
Diventava estremamente difficile quando la sua parte razionale prendeva
il
sopravvento. Ed era anche la più forte di lui. Quella
istintiva ed emotiva
l'aveva lasciata libera solo due volte e, anche se l'ultima volta,
quando aveva
chiesto il numero a Yoongi, non era andata poi così male, la
prima volta aveva
rovinato tutto, proponendosi praticamente come marito al ragazzo con
cui stava
da nemmeno cinque mesi.
Era
confuso. Dannatamente confuso. Voleva uscirci così tanto che
sarebbe andato a
prenderlo da scuola anche seduta stante, ma poi si ricordava che una
cosa del
genere non sarebbe stata possibile, non per i prossimi due anni, e lui
non
sapeva cosa fare. Avrebbe voluto palarne con Namjoon ma lui aveva i
suoi
problemi e soprattutto non approvava quella... Cosa.
Si
stava dirigendo nell'aula dove si sarebbe tenuta la lezione quando si
sentì
chiamare da una voce vagamente familiare "Hoseok-ssi. Stai andando a
lezione? Non hai visto l'avviso in bacheca?"
"No,
non ci ho proprio fatto caso. Che avviso?"
"La
lezione è stata cancellata"
Il
mondo di Hoseok si fece nero.
"Oh!
Fantastico, avrò due ore libere proprio quando non ho altro
da fare e ho
bisogno di tenermi occupato per non pensare. Sempre meglio" e detto
questo
si allontanò in direzione dell'uscita, lasciando la collega
estremamente
allibita da quello strano comportamento.
'E
adesso cosa dovrei fare? A casa da quei due pazzi non ci torno e fuori
ha
iniziato a diluviare'
E
poi gli venne in mente una soluzione per una parte dei suoi problemi,
anche se,
sicuramente, ne avrebbe portati degli altri. No, non era affatto una
buona idea
ma in quel momento, si disse, alla sua parte istintiva poteva dargli
un'altra
piccola possibilità.
Tornò
così sulla strada di casa, cercando un modo per proporre
quella cosa a Yoongi
nella maniera più disinvolta possibile.
---
Yoongi
era a lezione di storia, l'ultima di quella giornata, quando
sentì vibrare il
telefono dalla tasca dei suoi pantaloni. Lo tirò fuori e,
cercando di non farsi
vedere dal professore, sbloccò la tastiera. Quando lesse il
nome del mittente
del messaggio quasi cadde dalla sedia.
Cercò
di calmarsi e poi, con dita tremanti, aprì il messaggio.
Da:
Jung Hoseok
Ehi
Yoongi-yah! Ce l'hai l'ombrello?
'Io ti amo, sul
serio, ma che cazzo di domande fai,
imbecille?'
Decise
che forse, questo suo pensiero, era una risposta che poteva esporlo un
po'
troppo quindi pensò a qualcosa di diverso da scrivere.
A: Jung Hoseok
Che domanda
è?
La
risposta arrivò subito dopo e la cosa lo emozionò
da morire. 'Stava
aspettando che gli rispondessi col telefono in mano??'
Da: Jung Hoseok
E' una domanda. Fuori
diluvia e io voglio
sapere se hai l'ombrello. Mi preoccupo per te!
Yoongi
non ci stava capendo niente ed era la sensazione più bella
mai provata prima. 'E
adesso come gli rispondo?'
A: Jung Hoseok
Nope, niente
ombrello. Farò una corsa per
non perdere l'autobus, ma probabilmente arriverò a casa
tutto bagnato e dovremo
rimandare le ripetizioni. Che sfiga eh?!
Da: Jung Hoseok
Allora questa
è la tua giornata fortunata.
O sfortunata, dipende dai punti di vista. Sono fuori dalla
tua scuola con
la macchina :D
'Porca
puttana!' Si diede un pizzico, tanto per essere
sicuro d non essersi
addormentato in classe. No, era tutto vero. E il cuore gli stava
scoppiando,
letteralmente.
A:
Jung Hoseok
Fai
sul serio?
Da: Jung Hoseok
Certo. E ora metti
via il telefono, non
voglio che ti cacci nei guai per colpa mia. Ti aspetto qua fuori, a
più tardi
Yoongi
era felice, felice sul serio. Ma non riusciva a smettere di farsi una
domanda.
'Che cazzo significa
tutto questo?'
Lui
sapeva cosa provava ormai, ce l'aveva chiaro, molto chiaro. Ma Hoseok?
Per lui
cosa voleva dire? Che significava il fatto che fosse venuto a prenderlo
a
scuola? Perché? Forse
era arrivato il momento di parlare
sinceramente perché Yoongi desiderava con tutto il cuore che
Hoseok fosse la
sua ancora di salvezza, la via di fuga che stava aspettando da quando
le cose a
casa avevano iniziato a non andare tanto bene, quindi più o
meno da quando
aveva dodici anni, ma l'ultima cosa di cui aveva bisogno adesso era
l'ennesima
delusione.
Si
rese conto che per lui ormai era troppo tardi e che se Hoseok non
avesse avuto
intenzioni serie ma stesse solo cercando di fare l'amico o comunque si
stesse
comportando così solo perché era buono e quello
era solo un favore che gli
stava facendo, lui non ce l'avrebbe fatta, non più.
---
Hoseok
stava aspettando in macchina che Yoongi uscisse da scuola. Forse
sarebbe dovuto
uscire perché l'altro la sua auto non l'aveva mai vista e
avrebbe potuto non
trovarlo subito. O forse aveva sbagliato a parcheggiare proprio davanti
alla
scuola. Probabilmente Yoongi non voleva farsi vedere con un ragazzo
spuntato
fuori dal nulla e forse avrebbe potuto portargli solo dei problemi,
come quelli
che aveva avuto lui.
Non
sarebbe dovuto venire. Lo sapeva che non era una buona idea. In tutta
quella
situazione c'erano più contro che pro. Era un idiota e la
sua parte istintiva ed
emotiva la doveva mettere al guinzaglio.
Poi
lo vide. Yoongi, più carino che mai, e cambiò
opinione. Quella era stata un'ottima
idea. Stava parlando con un ragazzo dalle guance paffute e
più basso di lui
mentre stavano oltrepassando i cancelli della proprietà
della scuola. I suoi
capelli arancioni erano un po' bagnati e non riusciva a capire se lo
trovasse
più adorabile che mai o estremamente provocante.
Probabilmente era un insieme
delle due cose. Non aveva senso, lo sapeva, ma niente che riguardasse
tutto
quello aveva più senso ormai.
Si
accorse che Yoongi si stava avvicinando alla macchina e che sembrava
molto
tranquillo. Forse non aveva sbagliato davvero.
Aprì
lo sportello e si mise seduto sul posto del passeggero, accanto a lui
"Scusa, ti bagnerò la macchina"
"Non
ti preoccupare, le voglio bene ma non sono uno di quelli ossessionati.
Come è
andata a scuola?" chiese sorridendo.
C'era
qualcosa che non andava. Forse era per il fatto che aveva creduto che,
prima di
fargli quella domanda, un bacio sulle labbra di Yoongi come saluto ci
sarebbe
stato veramente bene, o forse era per l'espressione dell'altro. Si
aspettava di
vederlo sorridente, felice della sorpresa, ma non lo era. O non lo
sembrava.
Affatto.
Mentre
aspettava la risposta, mise in moto la macchina e partì in
direzione di casa
Min.
"Mh.
Normale, non abbiamo fatto niente. Dovevamo fare una partita a basket
ma
l'hanno rimandata per via del tempo"
"Ti
piace il basket?" Hoseok era curioso. Ed emozionato. Questo era
esattamente quello che voleva, più o meno. Conoscerlo.
Poterci parlare davvero.
"Sì,
me la cavo abbastanza bene. Tu sai giocare?"
"Oddio
no. Faccio schifo. Era una delle poche cose che non facevo dopo scuola.
Ci ho
provato solo una volta, ma comunque nessuno mi voleva in squadra,
quindi andava
bene così"
Yoongi
sbuffò una risata "Perché?"
"Non
avevo molti fan ai tempi della scuola"
"Perché?
Eri un secchione che stava sempre in mezzo al cazzo durante le
attività?"
Hoseok
rise a sua volta. Quello non era un argomento di cui parlava volentieri
ma
Yoongi era riuscito comunque a metterlo a suo agio, senza nemmeno
volerlo o
saperlo. Lo faceva sempre, dalla prima volta che si erano incontrati,
quando
lui si sentiva inadeguato dentro quell'enorme e bellissima casa con i
suoi
vestiti un po' sgualciti, mentre i signori Min erano vestiti in maniera
fin
troppo elegante; e poi era arrivato Yoongi, con l'aspetto trasandato e
la
divisa di scuola tuttain disordine, proprio come era in quel momento.
Forse era
arrivato il momento di affrontare anche quell'argomento. Non doveva
essere
difficile, insomma, tra loro c'era qualcosa, comunque. Non sapeva
ancora cosa,
ma era sicuro che fosse qualcosa.
"Anche,
ora che mi ci fai pensare sicuramente questo non migliorava le cose. A
scuola
non avevo amici perché sapevano che sono gay. Probabilmente
non lo avevano
capito tutti, ma la maggior parte sì e le voci corrono"
Yoongi
si rabbuiò "Oh. Scusami, sono un coglione. Non avrei dovuto
chiedertelo"
"No
tranquillo. Ormai è finita e l'ho superata, no?"
Cercò
di rassicurarlo, non voleva che si sentisse in colpa per aver tirato
fuori
l'argomento. Era vero che non lo faceva volentieri, ma parlarne era una
buon
metodo per somatizzare.
"A
me non è mai successo. Cioè, io non l'ho mai
detto nessuno a parte Jimin ma non
credo che gli altri l'abbiano capito. Non sono così
gay come
te. Merda. Mi sono espresso male. Non volevo offenderti. Porca troia
io-"
"Ehi
Yoongi-yah. Tranquillo. Ti sei espresso male ma ho capito cosa volevi
dire. Sul
serio. Si vede, quasi tutti lo capiscono subito, lo so. Con gli anni ho
imparato ad essere più discreto però. Infatti,
anche se a scuola non sono mai
riuscito a farmi un amico sono stato pestato solo una volta, poco dopo
l'inizio
del primo anno. Sono stato bravo, no?"
Yoongi
gli sorrise, un sorriso che non arrivava agli occhi e si vedeva che era
ancora
mortificato. Per cercare di fargli capire che era veramente tutto a
posto provò
una nuova cosa: lasciò andare il volante con una mano e la
posò delicatamente
sulla sua coscia dell'altro, leggermente sopra il ginocchio, e strinse
delicatamente.
Il
più giovane stava guardando quella mano a bocca aperta. Era
un gesto così
intimo e delicato e gli stava provocando dei brividi ovunque. Hoseok se
ne
accorse ma fece finta di nulla. A lui quella sensazione piaceva ma
probabilmente Yoongi non avrebbe voluto renderlo partecipe.
Ci
fu una piccola pausa silenziosa, quasi imbarazzata, che Yoongi ruppe
con una
domanda che Hoseok non si aspettava più in quel momento.
"I
tuoi come l'hanno presa?"
"Parli
del fatto che sono gay? Non l'hanno presa perché non glie
l'ho mai detto.
L'hanno sempre saputo e gli andava bene, mi hanno detto una cosa tipo
'finché
tu sei felice a noi non importa'. E lo stesso vale per mia sorella"
"Dovrebbe
essere bello"
"Lo
è. Sono la mia famiglia ed è bello davvero sapere
che quella dell'amore
incondizionato non è solo una favola. Tu vuoi dirglielo?"
"L'ho
già fatto. E' per questo che mi odia"
Ad
Hoseok furono chiare tante cose grazie a quella risposta. Il signor Min
non era
soltanto un padre un po' troppo severo che pretendeva tanto dal figlio.
Il
signor Min non dava possibilità di scelta a Yoongi
perché quello che Yonngi era
non andava bene. E si sentì male per lui.
"Yoongi
mi dispiace. Non devi parlarne se non te la sen-"
"Siamo
quasi arrivati, non credo sia una buona idea fargli capire che mi sei
venuto a
prendere a scuola. E lo sapranno se arriviamo insieme così
presto"
Il
ragazzo aveva chiuso quel discorso. Chiaramente non ne voleva parlare e
lui non
lo avrebbe forzato. Perciò si sforzò di sorridere
"Vuoi fare il giro
panoramico del quartiere?"
Quello
che fecero però fu parcheggiare in una delle vie che si
trovavano dietro casa
Min, in modo da non poter essere visti da una delle finestre.
Nonostante
avessero cambiato discorso -Hoseok gli stava raccontando un episodio
divertente
di lui e Namjoon di quando erano matricole, per alleggerire
l'atmosfera- il
ragazzo aveva ancora la faccia tormentata. Come quella che aveva quando
era
entrato in macchina.
"Senti
Yoongi, c'è qualcosa che non va? Ho sbagliato qualcosa?
Credevo che venirti a
prendere a scuola fosse una cosa carina ma se ti ha infastidito non lo
farò
più"
Yoongi
lo guardò finalmente negli occhi e la sua espressione, se
possibile, sembrò
ancora più tormentata.
"No!
Non è questo. E' una cosa schifosamente carina, da far
venire la carie, e io...
Sono felice che tu l'abbia fatto. Ma Hoseok, perché l'hai
fatto?"
Ecco.
Ci erano arrivati finalmente. Non era sicuro che fosse un bene. E prima
di
rispondere doveva assicurarsi che il suo io istintivo fosse tenuto
sotto
controllo e che non combinasse un casino.
"Volevo
vederti. Al di fuori dalle ore che tuo padre mi paga per spiegarti cose
che a
te non piacciono"
Si
guardarono e di nuovo, Hoseok venne risucchiato in quel vortice che
erano gli
occhi dell'altro. Non sapeva se avesse dovuto aggiungere altro o se
fosse
ancora troppo presto. O se fosse il caso. O se il caso sarebbe mai
arrivato. Ma
Yoongi lo batté sul tempo.
"Hoseok
io provo qualcosa per te quindi ti prego,
se non ti interesso
lascia perdere, perché non potrei sopportare anche questo
oltre a tutta la
merda che mi aspetta in quella fottutissima cas-"
Non
lo lasciò finire. Il suo cuore aveva incominciato a battere
talmente forte dopo
le prime cinque parole pronunciate dall'altro che se lo sentiva pulsare
nelle
orecchie e nella gola e si decise a fare quella dannatissima mossa che
si
immaginava da un mese ormai. In quel momento dimenticò tutti
i contro che aveva
pensato e collezionato per quella situazione, gli prese delicatamente
il viso
con le mani, si sporse verso di lui e lo baciò.
Capì
subito di essere il suo primo e internamente gongolò.
Era
dolce, lento e bellissimo ma aveva bisogno di fargli capire che lui gli
interessava veramente quindi cercò di avvicinarsi e
approfondì quel contatto.
Fece scivolare una mano sulla sua nuca per avvicinarlo a sua volta il
più
possibile. Le mani di Yoongi, invece, non si erano mosse dalla sua
giacca che
aveva incominciato a stringere con i
pugni.
Quando
si separarono Hoseok appoggiò la fronte su quella dell'altro
e, senza spostare
le mani da dove le aveva messe prima, incominciò ad
accarezzarlo dolcemente.
"Mi
piaci Yoongi-yah. So già che sarà un problema ma
non ci posso fare niente. Mi
hai travolto completamente"
E
Yoongi lo abbracciò con talmente tanta foga che finirono uno
sopra all'altro
tra il freno amano e il sedile del guidatore. Le gambe del
più giovane erano
ripiegate sullo sportello dalla parte del passeggero.
"Non
mi lasciare. Stiamo solo così per un attimo"
E
Hoseok stava scomodo, aveva il freno amano conficcato in una coscia e
la leva
del cambio nel polpaccio dell'altra gamba e sapeva che anche la
posizione di
Yoongi non era il massimo ma ricambiò quella la stretta e
non si mosse.
Amo
tutte le scene che sono contenute in questo capitolo ma odio come le ho
scritte. E' da questa mattina che sto
pensando a come potrei
modificarlo ma per adesso mi sono arresa.
Speriamo
bene.
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Capitolo 5 *** IV - Prima Parte ***
Prima di farvi
leggere
questo capitolo ci sono un paio di cose che voglio chiarire.
La prima
è che sono una
stupida. Avevo già scritto e salvato questo capitolo nella
chiavetta USB ma
quando sono andata a riaprirlo questa mattina si è aperta
una finestra dove
c'era scritto che la chiavetta aveva dei problemi e che dovevo fare la
risoluzione. Una volta fatta la risoluzione la chiavetta era vuota.
PANICO.
Sono riuscita a riscrivere tutto, fortunatamente ricordavo
perfettamente molte
delle frasi, ma questa seconda stesura non mi ha lasciata soddisfatta
quanto la
prima. Quindi, vi consiglio di non fare mai come me: lo so che la vita
è troppo
breve per la rimozione sicura ma conviene farla, sempre!
La seconda è che questo
capitolo è abbastanza lungo e, dato che oltre ad essere stupida sono anche sadica,
ho deciso di
dividerlo in due parti leggermente più corte degli altri
capitoli. Prometto
comunque che il seguito arriverà presto.
Comunque.
Questo capitolo è
probabilmente il mio preferito ed è anche importante, non
solo per le cose che
succedono ma soprattutto per quello che qualcuno capirà.
Ok, detto questo vi lascio alla
lettura!
Era
passata una settimana da quel loro primo bacio e da quella volta, per
tutta la
settimana, utilizzavano la macchina di Hoseok per riuscire a vedersi al
di
fuori dell'orario delle ripetizioni. Yoongi usciva di casa per andare a
scuola
come aveva sempre fatto e si dirigeva alla fermata dell'autobus solo
che lì
c'era il ragazzo più grande ad aspettarlo e lo accompagnava
in anticipo per
passare insieme un po' di tempo, anche se solo per qualche minuto. E in
quelle
occasioni non facevano altro che baciarsi.
Hoseok
cercava di frenarsi, per quanto gli fosse possibile, perché
non era proprio il
caso di essere scoperti a quel modo, ma Yoongi era un diavolo tentatore
che
diventava ogni giorno più intraprendente.
Quella
mattina, ad esempio, il più giovane era riuscito a
convincerlo a spostare le
loro attività sui sedili posteriori e senza, nemmeno
accorgersene, Hoseok si
era ritrovato il ragazzino seduto sulle cosce, con le ginocchia puntate
ai lati
dei suoi fianchi.
"Yoongi-yah.
Non esagerare"
E
l'altro, essendo un ragazzo estremamente ubbidiente, riprese a
baciarlo,
passandogli le mani... Ovunque.
"E
dai, prendilo come un modo per augurarmi buona fortuna per il compito"
"Non
ne hai bisogno. Hai studiato e le cose le sai. C'ero anche io, ricordi?"
"Come
se potessi dimenticarmi di te" borbottò in risposta Yoongi,
abbassando lo
sguardo.
"Certo
che non puoi, sono il miglior tutor che potessi desiderare"
Hoseok
cercò di scherzare per non far vedere all'altro quanto le
sue parole lo
avessero emozionato. Gli diede comunque un piccolo bacio sul nasino,
per non
fargli nemmeno pensare che quello che aveva detto per lui non avesse
significato niente. Aveva scoperto che poteva essere permaloso. Molto
permaloso.
"In
realtà come tutor sei una sega, proprio noioso"
Appunto.
Gli
mise le mani sui fianchi e l'intento era quello di dire qualcosa per
poter
rimediare quando con la coda dell'occhio vide l'ora sul display del
cruscotto
dell'auto. Si ritrovò quindi a dire qualcosa che
suonò molto peggio alle
orecchie di entrambi "E' meglio se vai ora. Si sta facendo tardi"
"Sì
certo, come no. Mi vieni a prendere dopo?"
"Non
so se ce la faccio, ho una giornata un po' frenetica oggi. Ti mando un
messaggio, ok?"
"Ok"
rispose l'altro, mentre recuperava le sue cose. Fece per scendere
dall'auto
quando Hoseok gli prese la mano.
"Aspetta"
Gli
diede un bacio sulle labbra, breve ma molto dolce "Buona fortuna per il
compito. Fammi sapere com'è andato dopo"
E
Yoongi, che sì, era diventato più intraprendente
ma a quelle dimostrazioni
d'affetto non ci si era ancora abituato, arrossì
completamente e abbassò lo
sguardo.
"S-si.
A dopo"
---
Hoseok,
in facoltà, non riusciva a smettere di controllare il
telefono. Non si era
fatto dire da Yoongi per che ora aveva il compito e lui ci teneva a
sapere che
fosse andato tutto bene. Da una parte, anche se minima,
perché voleva sapere se
stava facendo bene il suo lavoro e se il ragazzo fosse riuscito a
colmare le
lacune che aveva nella sua preparazione ma dall'altra, egoisticamente,
sperava
che andasse bene perché la signora Min aveva promesso al
figlio che se avesse
preso un buon voto avrebbe provato a parlare col marito per convincerlo
a
lasciarlo libero di uscire qualche volta.
Hoseok
avrebbe tanto voluto poter uscire veramente con Yoongi e organizzare
qualcosa
di carino. Anche perché, quello scarso quarto d'ora in auto
la mattina,
incominciava a sembrargli un tantino squallido. In più, per
l'altro quelle
erano anche le prime esperienze, non voleva che accadesse
così.
E
poi si stava avvicinando il compleanno del più giovane, gli
sarebbe piaciuto
poterlo passare con lui.
Quando
il messaggio arrivò, Hoseok era al bar con Namjoon: avevano
entrambi una pausa
tra una lezione e l'altra e bisogno di caffeina.
"Lo
stage è fantastico. Non potevo chiedere di meglio, sul
serio. Certo, mi fanno
fare cose che non dovrei fare solo perché gli altri non ne
hanno voglia e non
mi pagano nemmeno, ma mi piace. Sono felice. Devo solo riuscire a
gestire i
miei nuovi orari, non avevo mai lavorato prima. Si
può sapere con chi è
che ti mandi messaggi da una settimana sorridendo come un idiota?"
Hoseok
lasciò il telefono e dedicò la sua attenzione
all'amico "Non sto
sorridendo come un idiota. Non è niente d'importante, lascia
stare"
Si
sentiva in colpa per nascondere una cosa così importante al
suo migliore amico
ma sapeva che lui non sarebbe stato d'accordo e non voleva discutere.
Soprattutto perché poi, alla fine, si sarebbe ritrovato ad
essere d'accordo con
lui e non voleva rinunciare a Yoongi. Non ancora.
"Ah
no? Quindi mi vorresti dire che non hai conosciuto nessuno e che quello
non è
succhiotto? Perché stai facendo tutto di nascosto? Lo sai
che sarei solo che
felice per te"
"Mi
ha fatto un succhiotto? Dove?"
"Proprio
sotto l'orecchio ma tranquillo, si vede appena. Non gli è
venuto molto bene.
Che, ti sei trovato un verginel-NO! Non dirmi che è lui"
Hoseok
cercò di pensare ad una scusa, qualsiasi cosa da dirgli per
non confermare i
suoi sospetti, ma sapeva che sarebbe stato inutile. Ormai l'aveva
scoperto e
dalla sua faccia poteva ben dire che non era affatto felice per lui.
"Non
ci posso fare niente, ok? Yoongi mi piace, ci sto bene e per una volta
nella
vita ho deciso di essere egoista e tu non puoi dirmi niente! So che
è rischioso
e che probabilmente mi porterà più problemi che
altro ma ho deciso di godermela
finché dura, anche se sarà per poco!"
Namjoon
sembrava quasi arrabbiato "Dai Hoseok, non ci credi nemmeno tu! Quello
è
solo un ragazzino che oggi ti dichiara amore eterno e domani
cambierà idea e ti
lascerà perché avrà trovato qualcosa
di meglio da fare. Lo sai, sei stato
ragazzino anche tu e poi ci sei già
passato. E io ti conosco, sei un
cuore di panna e ci rimarrai male. Lascialo perdere, lo dico per te"
E
detto questo se ne andò, lasciando Hoseok da solo.
'Ha ragione. Ha
ragione e tu lo sai'
Riprese
il telefono, dove il messaggio di Yoongi era ancora aperto.
Da: Yoongi-yah
Complimenti signor
tutor! Per la prima
volta ho risposto a tutte le domande di un compito di chimica, voglio
una
ricompensa!
Non
riusciva più a sorridere come un idiota.
---
La
risposta di Hoseok gli arrivò parecchio tempo dopo e
già questo non era da lui.
Ma era proprio il messaggio ad aver confuso Yoongi.
Da: Hoseok
Bravo Yoongi. Non
riesco a passare a
prenderti, ci vediamo direttamente a casa tua. Tarderò un po'.
Non
riusciva proprio a capire. Poco prima erano stati così bene
ed Hoseok era stato
così dolce. Non riusciva a motivarsi una risposta
così fredda e così poco... Da
lui. Gli rispose con solo un "Ok" distaccato, sperando che l'altro
avesse capito che ci era rimasto male e aspettò il messaggio
successivo.
Messaggio
che non arrivò.
'Non essere
paranoico, te l'aveva detto che aveva da
fare'
Si
convinse che era per questo. Magari quel messaggio l'aveva scritto di
fretta
mentre stava facendo qualcos'altro e che se ci fosse stato qualcosa che
non
andava ne avrebbero potuto parlare più tardi faccia a faccia.
Tornato
a casa, la prima cosa che fece fu togliersi quella maledetta divisa e
cambiarsi, mettendo qualcosa di più comodo. La madre gli
aveva detto che
sarebbe uscita e lui e Hoseok avrebbero avuto per la prima volta la
casa solo
per loro.
'Non si sa mai'
Tornato
al piano inferiore, si mise ad aspettare con impazienza il suo tutor.
Quando
sentì suonare il campanello saltò come una molla
dal divano. Aperta la porta
vide che l'altro non aveva una faccia molto contenta e che del suo
sorriso a
forma d cuore non c'era neanche l'ombra.
'Posso sempre
farglielo tornare io, il sorriso'
Non
gli diede neanche il tempo di salutarlo con il suo solito "Ehi
Yoongi-yah". Lo trascinò dentro casa, chiuse la porta con un
calcio
maldestro, lo prese per i capelli cercando di portare il suo viso alla
sua
altezza e lo baciò con foga.
"...mph-Yoon-mh.
Yah! Yoongi che diavolo stai facendo??"
"La
mamma è uscita, siamo soli"
Cercò
di riprendere da dove era stato interrotto ma l'altro lo
allontanò.
"Ok,
ma non sono qui per questo. Sono qui perché vengo pagato per
darti delle
ripetizioni ed è esattamente ciò che
farò"
"Si
può sapere che cosa ti prende? Sei strano. E non trattarmi
così"
Hoseok
sembrò mortificato "Scusami. Scusa, non me la volevo
prendere con te.
Io... Namjoon l'ha scoperto. E abbiamo discusso"
Oh.
L'espressione di Yoongi si rattristò appena.
"Aspetta.
Andiamo in camera mia e parliamone lì"
"Non
credo sia una buona idea"
Yoongi
gli sorrise furbetto "Non sono famoso per le mie buone idee. Altrimenti
io
e te non ci saremmo neanche conosciuti"
Hoseok
non seppe ribattere.
Arrivati
in camera di Yoongi, Hoseok non poté fare a meno di
guardarsi intorno. Era la
prima volta che ci entrava. Era una bella camera, molto grande e
relativamente
ordinata. C'erano solo dei vestiti sparsi per terra, ma niente che un
maniaco
dell'ordine come lui non poteva tollerare.
Vide
che l'altro si era seduto sul letto e che lo stava guardando,
chiaramente in
attesa. Si sedette anche lui, sul bordo, non avvicinandosi troppo.
Yoongi si
accigliò.
"Si
può sapere come cazzo ha fatto a scoprirlo? Non avevi detto
che per adesso non
glie lo volevi dire?"
"Non
l'ho fatto, l'ha capito da solo. A dire la verità
è colpa tua e del tuo
succhiotto"
"Io
non ti ho fatto nessun succhiotto. Non sono neanche sicuro di sapere
come cazzo
si fa un succhiotto"
Hoseok
sbuffò una risata "Ti è venuto male infatti. E'
per questo che l'ha
capito"
"Credo
di dovermi sentire offeso. Ma... Perché avete litigato? Non
può essere felice
per te?"
"E'
solo preoccupato che ci possa rimanere male e il suo ragionamento non
fa una
piega. Ha molto più senso di quanto io voglia ammettere"
Non
stava andando bene, affatto. Yoongi l'aveva capito.
"Ci
stai ripensando?"
"Cosa?
No! No Yoongi-yah, io penso sul serio quello che gli ho detto. Voglio
essere
egoista per una volta e questo significa stare con te, anche se so che
non
durerà e che tu cambierai idea perché sei giovan-"
"Che
cosa?"
Per
la prima volta da quando si erano conosciuti Hoseok ebbe l'occasione di
vedere
il bel visetto di Yoongi, che tanto gli piaceva, trasformato dalla
rabbia.
Aveva parlato troppo e doveva rimediare subito.
"Aspetta
Yoongi-yah, mi sono espresso male. Quello che volevo dire è-"
"Pensi
davvero che non durerà?"
Hoseok
non rispose. Sapeva di non essere in grado di mentire ma non poteva
nemmeno
dirgli la verità.
"Ti
avevo chiaramente detto che se non avevi intenzioni serie dovevi
lasciarmi
stare perché io non l'avrei sopportato"
Cercò
di prendergli una mano, ma l'altro schiaffeggiò via la sua.
"Ma
Yoongi io ho intenzioni serie, devi solo lasciarmi spiega-"
"Non
me ne frega un cazzo. Non voglio vederti e non voglio ascoltarti. Esci
da
questa cazzo di casa. Vaffanculo"
Era
arrabbiato ma non stava urlando. La sua voce, già profonda
di natura, era molto
più bassa e dura ed Hoseok capì quanto quel
ragazzino poteva essere minaccioso
quando voleva.
"Ti
prego, lasciami parla-"
"ESCI!"
Stavolta
urlò e per Hoseok fu un dolore lancinante al petto. Si
accorse che gli occhi
dell'altro erano lucidi e pieni di lacrime che stava trattenendo a
stento,
probabilmente per non fargliele vedere. E allora si decise a fare come
gli era
stato detto, lasciandogli i suoi spazi.
"Ti
chiamo questa sera Yoongi-yah, così ne possiamo parlare"
"Non
farlo, non ti risponderò"
"Ti
chiamo lo stesso"
E
detto questo uscì e poi sentì un forte rumore,
come se qualcosa fosse stato
sbattuto a terra.
Adesso
aveva voglia di piangere anche lui.
---
Erano
passati cinque giorni. Cinque maledettissimi giorni che Hoseok non
aveva
notizie di Yoongi.
Il
giorno della loro discussione, se
così poteva essere definita,
aveva provato a chiamarlo ma, come gli aveva detto, l'altro non aveva
mai
risposto. Dopo l'ennesima chiamata era partita la segreteria. Aveva
spento il
telefono. Hoseok allora decise di mandargli un messaggio, nella
speranza che lo
leggesse la mattina dopo, per dirgli che lui si sarebbe fatto trovare
come
sempre ad aspettarlo alla fermata e che lo avrebbe accompagnato a
scuola. Ma fu
Yoongi a non farsi trovare.
Non
si diede comunque per vinto, considerando che lo avrebbe visto nel
pomeriggio
per le ripetizioni. Si disse che, anche se avrebbe preferito chiarire
subito,
in quel modo avrebbe avuto più tempo per preparasi il
discorso da fargli. Ma
poi lo chiamò il signor Min per dirgli che Yoongi stava male
e che non poteva
neanche andare a scuola, quindi le loro lezioni erano rimandate e che
lo
avrebbe richiamato lui per fargli sapere quando avrebbero potuto
riprendere.
Hoseok
aveva la sensazione che alla prossima chiamata il signor Min gli
avrebbe detto
che non avevano più bisogno di lui.
Non
aveva mai smesso di provare a chiamarlo e di mandargli messaggi e non
gli
importava che l'altro lo trovasse patetico o appiccicoso. Doveva
parlargli a
tutti i costi.
Il
giorno prima aveva anche provato ad andare a casa sua. Fu la signora
Min ad
aprirgli la porta e gli disse che Yoongi stava ancora troppo male per
riprendere le ripetizioni. Hoseok cercò di essere
convincente e le disse che
era passato solo per vedere come stesse, per una visita di cortesia, ma
la
signora Min lo sorprese "Senti, io non so cosa ci sia tra di voi e non
lo
voglio neanche sapere, adesso. Mio figlio non sta male, è
solo tanto triste per
colpa tua quindi cerca di rimediare in qualche modo. Sta diventando
difficile
tenere all'oscuro mio marito da questa storia"
Hoseok
si sentiva il cuore a pezzi. Doveva parlargli, sentire un'altra volta
la sua
voce, anche se fosse stato per un altro vaffanculo. Gli sarebbe andato
bene lo
stesso.
Era
in camera sua in quel momento. Seduto sul letto, stava ascoltando una
canzone
che gli aveva fatto conoscere Yoongi. Non era il suo genere ma l'altro
gli
aveva detto che la trovava bellissima e i suoi occhi brillavano come
ogni volta
che parlava di musica ed era sembrata bellissima anche a lui. O forse
era
Yoongi ad essere bellissimo.
'Sento il bisogno
fisico di vederlo'
Prese
il telefono e decise di mandargli un ultimo messaggio per quel giorno.
A: Yoongi-yah
Mi manchi
Nel
momento in cui lo inviò sentì qualcuno bussare
alla porta. Si aprì leggermente
e ne sbucò la testa di Jin.
"Io
e Nam stiamo per guardare un film, ti unisci a noi?"
"No,
voglio stare un po' da solo"
Jin
entrò, senza chiedere il permesso, e si fece posto accanto a
lui.
"Ehi
ragazzo depresso, mi vuoi dire cos'è successo?"
"Niente
di particolare, sul serio"
"Hai
litigato col tuo ragazzo?"
A
quelle parole Hoseok sentì di nuovo una fitta insopportabile
al cuore.
"Non
è il mio ragazzo. Credo. Non lo è più
per lo meno. Non lo so"
"Che
significa?"
Hoseok
sospirò. Non gli andava proprio di parlarne ma, l'ultima
volta che si era
confidato con Jin, lui gli era stato d'aiuto. E ora aveva tanto bisogno
d'aiuto.
"Non
abbiamo proprio litigato. Io ho detto una cosa e lui si è
arrabbiato e adesso
non vuole più parlarmi. E non dire che si comporta
così solo perché è un ragazzino
capriccioso perché non è così. Sono io
ad aver fatto un casino, sono stato io
il moccioso"
"Non
mi sarei mai permesso di dirlo. Anche perché non so ancora
cosa sia successo
esattamente e poi non mi rimane difficile credere al fatto che sia
stato tu ad
aver sbagliato"
Hoseok
era rincuorato. Non perché l'amico era sicuro che fosse
stato lui ad aver fatto
casino, ma perché, per la seconda volta che ne parlavano,
lui non pensava
a Yoongi solo come ad un diciassettenne. Così si
decise a parlare.
"Sai
che Nam l'ha scoperto, no? Quel giorno abbiamo discusso e poi sono
andato a
casa di Yoongi e lui ha capito che c'era qualcosa che non andava.
Allora gli ho
raccontato tutto e quando lui mi ha chiesto se ci stessi ripensando io
gli ho
detto di no, che voglio stare con lui finché
durerà e che adesso non voglio
pensare al fatto che lui un giorno potrebbe cambiare idea solo
perché
potrebbero arrivargli altre possibilità nella vita. Ma forse
non l'ho detto
proprio con questi termini e ora che lo dico ad alta voce mi sembrano
orribili
questi quindi figurati quelli che ho usato con lui"
Prese
fiato e aspettò il parere di Jin, parere che non
arrivò. Se ne stava zitto a
guardarlo con le sopracciglia inarcate e lui si stava sentendo stupido
da
morire e non sopportava quel silenzio, così riprese "E sai
che mi ha detto
lui la prima volta che ci siamo baciati, il suo primo bacio? Che prova
qualcosa
per me. E io gli ho detto che mi piace. Uno stupidissimo mi
piaci.
E mi aveva anche chiesto di lasciarlo perdere se non avessi avuto
intenzioni
serie e io adesso gli sono andato a dire quelle cose. Ma io ho
intenzioni
serie! Non credo di essere mai stato più serio in vita mia,
me ne sono solo
accorto tardi!"
Hoseok,
mentre diceva quelle cose all'amico ebbe l'illuminazione. Anche lui
provava
qualcosa per Yoongi, un qualcosa che non poteva essere ridotto ad un
misero 'mi
piaci'.
'Oddio che cosa ho
fatto Yoongi-yah??'
Gli
girava la testa. Era veramente un cretino.
Poi
Jin parlò "Lo sai che queste cose non le devi dire a me ma a
lui,
vero?"
"Non
posso! Non vuole vedermi e non risponde nemmeno alle chiamate e ai
messaggi. Ho
pure provato ad andare a casa sua ma sua madre mi ha mandato via! Ho
provato di
tutto!"
"E
questo ti sembra provare di tutto? Hoseok, in amore bisogna usare la
fantasia!
Dai, ti ricordi Namjoon quando voleva uscire con me e io non gli ho mai
dato
una possibilità? Si è messo in ridicolo davanti a
tutti i clienti e colleghi
del locale dove lavoravo salendo in piedi su un tavolino che non
reggeva il suo
peso solo per sentirsi dire un piccolissimo sì per un
appuntamento. Guarda dove
siamo ora e fatti due conti"
'Ha
sempre ragione. Perché non ci ho parlato prima?! Giusto,
sono un idiota'
"Veramente
c'era un'altra cosa che avevo pensato di fare, ma è da
pazzi. Non so se posso,
sul serio"
"Allora
vedila così: preferisci fare una cosa da pazzi oggi e avere
la possibilità di
stare con lui in futuro oppure lasciar perdere e passare il resto della
tua
vita a chiederti come sarebbe potuta andare questa storia se ci avessi
provato?"
"Preferisco
riprendermi Yoongi"
Rispose
di getto, senza pensarci. Era questo che voleva e adesso lo sapeva con
certezza.
"E
allora provaci, ma fallo sul serio. Hoseok nella vita non potrai mai
avere
nessuna certezza, puoi solo lottare con le unghie e con i denti per
ottenere
ciò che vuoi e, ammettilo, tu fino ad ora non l'hai fatto.
Devi solo chiederti
quanto ci tieni e agire di conseguenza"
"Da
morire. Ci tengo da morire"
"E
allora riposati adesso, raggio di sole. Domani voglio sapere tutto"
|
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Capitolo 6 *** IV - Seconda Parte ***
Ed ecco la
seconda parte, come promesso.
Mi dispiace che sia decisamente più corta dell'altra ma
questa mi sembrava l'unica divisione sensata possibile.
Da: Hoseok
Mi manchi
---
Yoongi,
dopo sei giorni, era finalmente riuscito ad alzarsi dal letto. Non era
più
triste come prima. Era incazzato. Molto incazzato.
Incazzato
con Hoseok che lo aveva solo preso per il culo, ignorando
l'avvertimento che
gli aveva dato, ed incazzato con se stesso, che
non riusciva a
smettere di sentirne la mancanza.
'Ti
manco brutto stronzo? Spero che tu stia male almeno la metà
di quanto sto male
io'
Non
poteva fare a meno di leggere in continuazione i messaggi che gli aveva
mandato
e non poteva fare a meno di sussultare ogni volta che il suo telefono
iniziava
a squillare. Moriva dalla voglia di rispondere, sentire per un attimo
la sua
voce, magari verificare che stesse veramente male anche lui, e poi
riattaccare.
Si sentiva uno stupido, ma in fondo lo sapeva che non poteva essere
altrimenti.
Lui era innamorato di Hoseok e lo sapeva, come sapeva perfettamente che
non
poteva smettere di esserne innamorato così, dopo solo sei
giorni.
Il
telefono incominciò a squillare e, appunto, saltò
praticamente giù dal letto
dove era seduto, pronto a fare quello che faceva sempre, ovvero fissare
il nome
di Hoseok scritto sullo schermo col cuore in gola e aspettare che
comparisse la
solita notifica della chiamata persa, ma, quando vide che a chiamarlo
era
Jimin, cercò di calmarsi per poi rispondere.
"Ciao
Jimin"
"C-ciao
Yoongi. C-come stai?"
Balbettava,
era nervoso. Strano.
"Io
sto meglio, ma che ti prende?"
"S-senti, non ti
arrabbiare con me. T-ti
prego"
"Jimin
si può sapere che cazzo hai fatto?"
Ma
Jimin non gli rispose. Dall'altra parte sentì solo una serie
di rumori e lui
sul serio non ci stava capendo nulla.
Poi
un'altra voce riprese la chiamata.
"Ehi
Yoongi-yah"
Hoseok.
Il cuore di Yoongi incominciò a battere ad una
velocità tale che pensava gli
sarebbe venuto un infarto. Il suo unico istinto fu quello di chiuderla
lì ma il
più grande gli lesse nel pensiero.
"Ti
prego Yoongi non riattaccare! Ti prego! Ho praticamente pedinato e
minacciato
il tuo migliore amico fuori da scuola, davanti ai tuoi compagni e
insegnanti.
Penso che la cosa potrebbe anche essere illegale. E l'ho fatto solo per
riuscire a parlarti per telefono. Ti prego, ti chiedo solo di ascoltarmi"
A
Yoongi venne da sorridere ma cercò di trattenersi e di non
tradirsi. Non poteva
cascarci, non ancora.
"Complimenti,
sei geniale. Hoseok non ti sopporto più, lasciami in pace.
Te lo sto chiedendo
per favore"
"Non
m'importa, puoi anche odiarmi ma io devo spiegarti. Non volevo dire
quello che
ho detto quel giorno. Ti prego, lasciami la possibilità di
parlane"
Yoongi
non ce la faceva. Doveva chiudere o si sarebbe arreso. E non voleva.
"No
Hoseok, io ero stato chiaro e tu hai fatto di testa tua. Hai perso
tutte le tue
occasioni"
"Dio
Yoongi-yah, non ti sto chiedendo una seconda occasione per stare con
te. Ti sto
solo chiedendo una possibilità per chiarire, ti
sto pregando. Dopo
potrai anche mandarmi di nuovo a fare in culo e farmi sparire per
sempre dalla
tua vita ma ci sono delle cose che devi sapere prima"
Il
più giovane sospirò, sconfitto "Ok, ok! Dimmi
quello che mi devi dire e
poi fammi chiudere questo maledetto telefono"
"Non posso
dirtelo così. Voglio spiegarmi guardandoti negli occhi
Yoongi-yah. Ti prego, dì
ai tuoi che stai meglio e io arriverò in un attimo. Poi mi
puoi buttare fuori a
calci"
E
Yoongi non ce la fece più.
"Sei
uno stronzo"
"Lo
so Yoongi-yah"
"Vieni
qui adesso, sono da solo"
"Arrivo
subito"
Yoongi
riattaccò senza salutarlo e si maledì
più volte.
---
Hoseok
arrivò subito veramente. Rischiò l'auto e la vita
in più occasioni per quel
breve tragitto, ma non gli importava. Tutto quello a cui riusciva a
pensare era
che stava per vedere Yoongi-yah, che gli aveva dato un'occasione per
spiegarsi
e che poteva rimediare. Forse. Ma questa volta voleva sul serio lottare
con le
unghie e con i denti, voleva riprenderselo. Doveva riprenderselo.
Aspettando
che gli aprisse la porta di casa, si rese conto di essere agitato. Come
mai in
vita sua.
Yoongi
finalmente gli aprì e lui rimase senza fiato. Aveva un
aspetto trasandato,
indossava quelli che sicuramente erano i pantaloni di un pigiama, i
suoi
capelli erano tutti arruffati e i suoi occhi molto rossi. Sembrava
fosse stato
male sul serio.
Non
gli era mai sembrato così bello.
"Smettila
di stare lì impalato a fissarmi come un idiota, coglione"
E
detto questo si girò, andandosi a sedere sul divano. Hoseok
si risvegliò, entrò
in casa e si chiuse la porta alle spalle e poi prese posto accanto
all'altro.
Che si allontanò.
Lui
si sentì morire e l'altro probabilmente se ne accorse.
"Senti,
se sei venuto qui per fare la figura del cucciolo abbandonato non hai
capito un
cazzo. Non me ne frega niente. Puoi anche andartene"
Cercò
allora di guardarlo negli occhi e di farsi coraggio. Si era preparato
un
discorso e doveva farglielo adesso.
Niente. Non gli
veniva in mente niente.
"Yoongi
io... Mi dispiace"
L'altro
lo guardò con quello sguardo che lo faceva sentire un idiota
ma lo era e lo
sapeva, se lo meritava.
"Ti
dispiace? Mi hai assillato, mi hai tormentato e mi hai pregato e adesso
che sei
qui tutto quello che riesci a dire è un merdosissimo mi
dispiace?"
"No!
No! Devo solo calmarmi. Sono agitato. Tu mi agiti"
"Certo,
dai la colpa a me adesso"
"Senti,
se mi hai fatto venire qui significa che almeno un pochino quello che
devo
dirti ti interessa. Quindi stai zitto e cerca di farmi fare mente
locale!"
E
Yoongi finalmente si zittì. Hoseok ne fu contento anche
perché quella era la
dimostrazione del fatto che era vero, quello che aveva da dirgli gli
interessava.
Ma
Dio, se era difficile! 'Non potevo innamorarmi di
qualcuno meno
testardo e permaloso?!'
E
realizzò. Sapeva esattamente cosa gli doveva dire, senza
avere discorsi pronti
e strappalacrime.
"Yoongi-yah
io ti giuro che quello che volevo dire quel giorno non ha niente a che
fare con
le mie intenzioni con te. E ti assicuro che le mie intenzioni sono
molto serie,
probabilmente come non lo sono mai state prima d'ora. Io voglio stare
con te e
non importa se Namjoon ha ragione pensando che sei troppo giovane e che
per
questo un giorno cambierai idea perché la tua vita
prenderà un'altra direzione.
Non m'importa di nient'altro al momento. Io voglio stare con te adesso
e non
voglio pensare al futuro"
Yoongi,
però, non sembrava molto soddisfatto "E' proprio questo il
fottuto
problema. Io penso solo al futuro Hoseok. L'ho sempre fatto e da quando
ci
siamo conosciuti nel mio futuro ci sei anche tu. Le mie idee sono molto
chiare.
E lo so di avere tanti difetti, lo so da solo, ma l'unica cosa che non
puoi
dirmi è che non sono serio. Proprio non puoi. Io ho dei
progetti e non so
ancora come cazzo farò a realizzarli ma so con certezza che
lo troverò o che
per lo meno ci proverò. E io in questi progetti ti ci avevo
incluso, te l'ho
detto. E tu invece mi stai dicendo che mi consideri solo un bambino che
sta
giocando col suo nuovo pupazzo preferito e che presto se ne
stancherà e che a
te va bene così. Io non ho bisogno di questo"
"E
adesso lo so. Yoongi mi dispiace di averti dato l'idea sbagliata. Ma ti
prometto che adesso, se tu me lo permetterai, farò in modo
di starti accanto e
di aiutarti a realizzare i tuoi progetti perché io ci voglio
essere. Io mi sono
innamorato di te e voglio far parte del tuo futuro e voglio che tu ci
sia nel
mio. Non ci saranno più dubbi o pareri di amici che mi
faranno cambiare
idea"
Yoongi
lo stava guardando a bocca aperta e Hoseok capì di essere
veramente sulla buona
strada. Ma forse c'era ancora qualcosa da fare e l'atro glie ne diede
la conferma.
"Come
faccio a crederti adesso?"
"Te
lo dimostrerò, farò tutto quello che vuoi"
"Troppo
facile. Fare quello che io voglio che tu faccia non mi dimostra niente.
Forse
solo che sei un coglione sul serio"
In
quel momento gli venne la migliore idea che potesse avere. Sapeva
esattamente
cosa fare e poteva anche così dimostrargli di prenderlo sul
serio e di credere
in lui come persona e nelle sue decisioni; soprattutto, poteva
dimostrargli che
pensava veramente quello che gli aveva detto: ci sarebbe stato e lo
avrebbe
aiutato e sostenuto. Voleva essere quello di cui lui aveva bisogno.
"So
cosa fare. Mi devi solo dare un paio di giorni, forse me ne basta uno.
Puoi
uscire di casa?"
"Cosa
ti sei messo in testa adesso?"
"Sorpresa.
Rispondi alla domanda"
"Non
lo so, forse. Jimin mi ha detto che ho preso quasi il massimo al
compito d
chimica e il vecchio era abbastanza soddisfatto"
"Sono
orgoglioso di te Yoongi-yah. Sapevo che sarebbe andato bene ma sono
comunque
molto orgoglioso"
E
Yoongi si sciolse. Mai nessuno nella vita gli aveva detto una cosa del
genere.
"Ok,
due giorni al massimo. E' la tua ultima occasione, poi devi sparire
dalla mia
vita"
"Non
chiedo altro"
Yoongi
lo guardò e finalmente sorrise. Era un sorriso minuscolo, ma
era comunque un
passo avanti.
"Hai
veramente pedinato e minacciato Jimin davanti a tutti?"
Hoseok
rise "Oh sì. Credo di averlo spaventato, povero ragazzo.
Sono sicuro che
mi abbiano preso tutti per un pazzo. O per un molestatore"
E
Yoongi rise. Una risata breve, ma fu come ascoltare la melodia
più bella del
mondo per Hoseok.
"Va
via adesso. Devo studiare"
"Hai
bisogno di una mano?"
"No
Hoseok. Non ho intenzione di mettermi a studiare sul serio. Era solo un
modo
carino per non farti capire che ho bisogno di rimanere da solo per
piangere"
Hoseok
ci rimase male "Non ho intenzione di andare via sapendo che tu sei qui
da
solo a piangere"
"Hoseok,
non lo faccio perché sono triste. Ne sento solo il bisogno.
Per favore"
E
il più grande si arrese "Promettimi solo che mi risponderai.
Io prometto
che non ti tormenterò più ma tu promettimi che se
ti mando un messaggio o se ti
chiamo tu mi risponderai"
"Sì.
Sì, va bene. Te lo prometto"
Hoseok
si alzò dal divano ma prima di allontanarsi si
abbassò di fronte all'altro, gli
prese con delicatezza il mento tra l'indice e il pollice e gli diede un
piccolo, dolce bacio sulle labbra "Ero serio prima. Sono innamorato di
te"
Yoongi
non gli rispose. Lo guardò uscire e appena fu certo che
l'altro non poteva
sentirlo iniziò a piangere.
Ma
per la prima volta dopo sei giorni stava bene.
---
Arrivato
a casa Hoseok si diresse subito verso il divano, dove era seduto
Namjoon. Si
piazzò davanti all'amico e gli parlò, per la
prima volta da quando si
conoscevano, con rabbia.
"Ok
brutto stronzo, ascoltami bene! Per colpa tua ho quasi rovinato la cosa
più
bella che mi sia mai capitata nella vita e adesso mi devi aiutare a
rimediare.
Ti chiederò un favore e tu farai in modo che la cosa sia
possibile e non
accetto una risposta che non sia un sì. Non devi fare
nessuna cazzata.
Considera che con questo chiuderemo anche il debito che hai con me da
quando ti
ho beccato mentre guardavi il porno sulle lesbiche e ti avevo promesso
che non
avrei detto niente a Jin, quindi è una cosa grossa! E non
parlarmi fino a
quando non ti dirò io di farlo. Vanno bene i termini che ho
usato, questa
volta?"
E
con questo se ne andò in camera sua, sbattendo la porta e
lasciandosi un
Namjoon esterrefatto alla spalle.
"Sul
serio Nam? Porno sulle lesbiche? Aiuta il tuo amico. Ha ragione, sei
uno
stronzo"
E
detto questo si chiuse in camera anche Jin.
Namjoon
era confuso, ma era sicuro di non essere messo molto bene "Fantastico,
amo
la mia vita"
Piccola
precisazione. E'
una cosa a cui tengo e non so se si capisce quindi voglio specificarla
io
stessa.
Come
avrete capito, Jin
in questa storia è il vecchio saggio. Lui sa dare ottimi
consigli e ha sempre
ragione. Tra i personaggi è quello più grande,
quello con più esperienza e
Hoseok in lui ha trovato la persona perfetta per confidarsi e farsi
dare dei consigli,
in più occasioni. Dunque, nel dialogo tra Jin e Hoseok, il
primo gli dice una
cosa tipo "Nella vita non puoi avere nessuna certezza, puoi solo
lottare
con le unghie e con i denti per far in modo che le cose vadano come tu
vuoi".
Yoongi,
in questa parte
del capitolo, dice ad Hoseok una cosa molto simile, riferita
però a se stesso:
"Io ho dei progetti e non so ancora come cazzo farò a
realizzarli ma so
con certezza che lo troverò o che per lo meno ci
proverò".
Ok,
tutto questo per
dire che Yoongi è giovane, sì, ma è
anche un ragazzo molto determinato. Il
sapere esattamente quello che vuole lo ha portato ad un livello di
maturazione
tale da poter ragionare come un ragazzo di quasi otto anni
più grande di lui.
E
Hoseok non ci aveva
capito niente! O meglio, l'aveva capito ma aveva talmente tanta paura e
talmente tanti dubbi da lasciarsi condizionare.
Ok,
perdonate il
piccolo delirio.
|
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Capitolo 7 *** V ***
Hoseok aveva
mantenuto la sua promessa e da quando si erano
salutati, il giorno prima, gli aveva mandato un solo messaggio. E
Yoongi aveva
a sua volta mantenuto la sua, rispondendogli.
Da: Hoseok
Buona
notte amore mio
A: Hoseok
Buona notte
Non gli aveva
voluto dire, però, che ricambiava i suoi
sentimenti. Lo sapeva da un pezzo ormai di esserne innamorato ma, per
come
erano le cose in quel momento, non voleva esporsi più di
quanto non avesse già
fatto. E poi non sapeva nemmeno se effettivamente sarebbero tornati
insieme.
Hoseok gli aveva detto che sapeva già come sfruttare
quest'ultima possibilità
che aveva ma poteva non funzionare e si sarebbero dovuti dire addio per
sempre.
Per questo, preferiva aspettare. Era una specie di sicurezza per lui.
Non
avrebbe comunque cambiato le cose, lui ne era innamorato, che l'altro
lo
sapesse o no, e se le cose non sarebbero andate bene ne avrebbe
sofferto
comunque. Ma lo faceva sentire in vantaggio. E ne aveva bisogno.
Era una cosa
stupida e lo sapeva ma questa volta voleva
essere lui quello egoista. Aveva già abbastanza merda da
solo per poter reggere
anche quella degli altri, anche se si trattava di Hoseok.
"YOONGI!"
La voce di suo
padre lo raggiunse. 'Parlando di merde'
Scese di corsa
le scale e lo trovò ad aspettarlo in salotto,
assieme a sua madre.
"Com'è
andato il rientro a scuola?"
"Bene. La
professoressa mi ha fatto vedere il compito e
dato che ho preso praticamente il massimo mi ha detto che mi basta
un'altra
interrogazione per recuperare i voti di prima, poi devo solo sistemare
la
media. E lo stesso vale per fisica, mi ha fissato un'interrogazione per
la
prossima settimana"
Il padre gli
sembrò soddisfatto, buon segno.
"Quindi questo
Jung Hoseok ha fatto un buon lavoro
direi. Possiamo richiamarlo"
'E
io che ho studiato
no eh, stronzo?'
"Ehm...
Sì, direi di sì"
"Perché
non aspettiamo altri due giorni? Facciamo prima
riprendere Yoongi del tutto e poi ormai sarà in grado di
studiare un po' da
solo"
Yoongi
guardò la madre con riconoscenza, probabilmente non
l'aveva mai amata tanto in vita sua.
"Si, non
più di due giorni. Se hai un'interrogazione la
prossima settimana dovrai essere preparato per bene. Tua madre mi ha
detto che
vorresti uscire"
'Oddio'
"Pensavo che
magari potevo fare qualcosa con Jimin il
giorno del mio compleanno. E' dopodomani, passerò il
pomeriggio di domani a
studiare da solo e poi il giorno dopo posso ricominciare a vedere il
tutor"
'Spero'
Ed eccolo
lì, quello che Yoongi stava aspettando. Quello
sguardo.
"Sì,
il giorno del tuo compleanno e basta. Niente
cazzate Yoongi, sono stato chiaro?"
"Si
papà, grazie"
"Dovrai essere a
casa per le dieci e mezza. Torna a
studiare"
Si chiese
perché ancora ci stesse provando.
Non voleva
essere proprio lui a cominciare una conversazione
con Hoseok, ma adesso doveva avvertirlo quindi si fece coraggio e gli
mandò un
messaggio.
A: Hoseok
Il
vecchio mi lascia
libero per il mio compleanno. Qualsiasi cosa tu abbia in mente
organizzala per
il 9
Da: Hoseok
Ti prometto Yoongi-yah
che ti preparerò la più bella sorpresa di
compleanno di tutta la tua vita :D :D
Yoongi sorrise e
sperò vivamente che gli stesse dicendo la
verità.
---
Il giorno
seguente passò veramente tutto il pomeriggio a
studiare. Iniziò con fisica ma poi lasciò perdere
perché quella materia gli
dava ancora tanti problemi e poi non poteva neanche permettersi di
tralasciare
le altre. Sarebbe tornato al punto di partenza e no, grazie tante.
Hoseok non si
era fatto sentire per tutto il giorno. Ok, era
stato lui a dirgli di lasciarlo in pace, ma neanche un misero messaggio
in più
di ventiquattro ore gli sembrava esagerato. O forse era lui ad essere
esagerato.
Ma, per
l'ennesima volta, l'altro ragazzo gli diede
l'impressione di saper leggere nel suo pensiero. Erano le ventitre e
cinquantanove quando Hoseok gli mandò un messaggio.
Da: Hoseok
Sei
sveglio? Posso
chiamarti?
A: Hoseok
Sì
Il telefono
iniziò a squillare a mezzanotte in punto.
Sorrise. 'Quanto sei smielato'
"Pronto?"
"Buon
compleanno
Yoongi-yah"
"Grazie Hoseok"
Dopo di che ci
fu un silenzio che gli sembrò lunghissimo. Non
sapeva che altro dire ma in teoria toccava ad Hoseok dire qualcosa. Ma
allora
perché si sentiva così in colpa??
"Ci sei?"
"Si,
si ci sono
Yoongi-yah. E' che... Mi è mancata così tanto la
tua voce. Dì qualcosa ti
prego, qualsiasi cosa"
"E cosa dovrei
dirti scusa?"
"Non
lo so,
raccontami che hai fatto oggi"
"Un cazzo!
Anzi... Una cosa ci sarebbe. Hoseok io ci ho
provato ma fisica non la capisco proprio"
Hoseok rise. E
questa volta era lui che voleva chiedergli di
continuare perché gli era mancata la sua risata.
"Tranquillo
Yoongi-yah, da dopodomani riavrai il tuo tutor ad aiutarti"
"Se non fa
cazzate domani"
"Sono
abbastanza
certo che andrà tutto bene"
"Vorrei poterti
credere"
Hoseok
sospirò "Devi
credermi. Yoongi-yah, non ti ho semplicemente organizzato una sorpresa
di
compleanno. Devi darmi solo un po' di fiducia e aspettare fino a
domani.
Prometto che non la tradirò"
"Non puoi dirmi
di cosa si tratta?"
"No"
"Neanche un
indizio?"
"Mmmh,
sì! Domani
ti vengo a prendere io dopo scuola. Portati un cambio. A meno che tu
non voglia
girare con la divisa. Io ne sarei contento, mi piace come ti sta. A
dire la
verità mi piaci con tutto"
"Non ti
allargare, non sei ancora fuori dai casini"
"Lo
so"
"E poi questo
che cazzo di indizio sarebbe?"
"Il
massimo che
posso dirti"
"Ma non mi hai
detto niente!"
"Sii
paziente
Yoongi-yah"
Ma lui era
curioso da morire. Nonostante la situazione non fosse
idilliaca, quella era la prima sorpresa di compleanno di tutta la sua
vita.
"Forse
è meglio se
andiamo a dormire. Domani sarà una luuuunga giornata!"
"Ti odio"
"Ti
farò cambiare
idea. Buona notte Yoongi-yah"
"Buona notte
Hoseok"
"Io...ti
amo"
"...Sì.
Ciao Hoseok"
Posò
il telefono sul comodino e spense la luce ma non riuscì
ad addormentarsi.
Voleva
dirglielo. Glie lo stava per dire e di tutti i motivi
che aveva l'unico che lo aveva frenato era che non voleva dirglielo per
telefono la prima volta.
'Ti
amo anche io
Hoseok-ah. Non fare cazzate ti prego'
---
Hoseok era in
macchina e stava aspettando che il suo forse-futuro-ragazzo
uscisse da scuola.
Era molto
orgoglioso del piano che aveva organizzato. Sapeva
che all'altro sarebbe piaciuto da morire e lui avrebbe riavuto il suo
Yoongi
per sé. Ma, nonostante la sua sicurezza, non riusciva a
stare fermo. Infatti,
scattò non appena sentì la campanella della
scuola, incominciò a girarsi da
tutte le parti per vedere da che parte potesse arrivare. Dopo qualche
minuto,
la fiumana di ragazzi in divisa era diminuita, aveva visto passare
anche Jimin
-doveva ricordarsi di chiedergli scusa, povera creatura- ma di Yoongi
non c'era
traccia.
Hoseok
iniziò a preoccuparsi.
Ci
aveva ripensato. Lo
sapeva, avrebbe dovuto considerare anche un problema del genere. Era
rovinato.
Sarebbe finito tutto, niente più Yoongi-yah. Oddio.
O forse gli era
successo qualcosa. Doveva chiamarlo e
assicurarsi che fosse tutto a posto. Cercò, con estrema
difficoltà, di tirare
fuori il telefono dalla tasca dei suoi jeans ma, appena ci
riuscì, lo fece
cadere proprio sotto il sedile. Quando, dopo vari tentativi ed essersi
praticamente ripiegato su se stesso, riuscì ad afferrarlo,
sentì lo sportello
dalla parte del passeggero aprirsi. Alzò la testa
così in fretta che la fece
sbattere sul volante.
Sentì
per la prima volta la risata divertita, divertita
veramente, di Yoongi e pensò che ne era valsa la pena,
dolore compreso.
"Ma che stai
facendo?"
"Mi era caduto
il telefono. Volevo chiamarti, non arrivavi
più. Pensavo avessi cambiato idea"
"Cosa? No! Mi
avevi detto di portarmi il cambio e mi
sono fermato agli spogliatoi della palestra. Dove mi sarei dovuto
cambiare, in
macchina?"
"Stai molto bene"
Yoongi
arrossì "Sono solo un paio di jeans e una felpa.
Smettila"
Hoseok sorrise.
Sapeva che era carino, ma si era quasi
dimenticato di quanto effettivamente lo fosse.
"Ehi Yoongi-yah.
Posso baciarti? Per augurarti buon
compleanno"
"Non potresti.
Ma vorrei comunque che lo facessi"
Hoseok non era
convinto che con quelle parole gli avesse dato
il via libera, ma ci provò lo stesso. E provò
anche a fargli capire, con quell'unico
bacio, quanto gli fosse mancato, quanto ne era innamorato e quanto
fosse
dispiaciuto.
A giudicare
dalla faccia stravolta di Yoongi quando si
separarono, era abbastanza sicuro di esserci riuscito.
"Allora,
vogliamo andare?"
"Hoseok, dove
cazzo stiamo andando? Sono quasi venti
minuti che stai guidando"
"E tu
è la quinta volta che mi fai questa domanda in
venti minuti. E io per la quinta volta ti darò la stessa
risposta. Lo saprai
quando scenderai. E poi siamo quasi arrivati, giuro"
"Dammi un
fottutissimo indizio almeno! Uno vero però,
non come quelli di ieri!"
"Mmh.
Sì, conoscerai Namjoon"
"Ah"
Yoongi fece una smorfia poco soddisfatta. Smorfia che Hoseok
cercò di
cancellare.
"Non fare
così. Abbiamo chiarito"
"Ma non vuole
che stiamo insieme" il ragazzino si
stava lagnando. Il più grande sbuffò una risata
divertita.
"Potrebbe aver
cambiato idea"
Il
più giovane continuava a guardarlo male "E comunque
che schifo di indizio sarebbe anche questo? Che ci dovrai fare io con
Namjoon?"
" Ehi, che hai
detto ai tuoi di oggi?"
"Non cambiare
discorso"
"Già
fatto!"
"Mi stai sul
cazzo"
Yoongi vide
ghignare per la prima volta Hoseok e la cosa gli
procurò dei brividi lungo tutto la schiena. Non era sicuro
se fosse una cosa
positiva.
"Devo
risponderti?"
"No, sta zitto
ti prego. Il vecchio sa che sono con
Jimin ma tanto lui non sarà un problema, si farà
sentire solo se faccio tardi.
La mamma sa che sono con te. Io non le ho detto niente, lo ha capito da
sola.
Penso ci abbia scoperti"
"Si, lo sapevo
già"
"Parli con mia
madre alle mie spalle? La cosa è
fottutamente inquietante"
"Ehi. prendi il
mio telefono e manda un messaggio a
Namjoon mentre io parcheggio. Digli che siamo qua fuori"
"Si ma qua fuori
dove?"
"Scendi e guarda
tu stesso" E spenta la macchina
Hoseok scese.
Yoongi lo
raggiunse e dopo aver ridato il telefono all'altro,
guardò l'enorme edificio che era davanti a loro.
"Hoseok. Se
questo è uno scherzo non è divertente"
L'edificio,
grande e pieno di vetrate da una parte e
ricoperto di poster sull'altra, aveva lasciato Yoongi completamente
spiazzato,
tanto che non riusciva a distogliere lo sguardo dall'enorme scritta
bianca
situata proprio sopra alla porta principale: JYP.
"Non ti ho mai
detto che Namjoon studia musica e che
vuole diventare un produttore discografico? E che da più di
un mese ha iniziato
uno stage qui alla JYP? No, a giudicare dalla tua faccia direi di no.
Beh, gli
ho chiesto, con estrema gentilezza, di procurarci dei pass e di farci
fare un
giro turistico. E' o no una delle migliori case discografiche della
Corea del
Sud?"
Yoongi
continuava a girare la testa velocemente, senza
riuscire a chiudere la bocca e senza comunque riuscire a dire niente, e
a
spostare il suo sguardo dalla sede della JYP ad Hoseok.
E quando
riuscì a parlare il risultato fu "PORCA TROIA
HOSEOK! PORCA FOTTUTISSIMA TROIA!"
Hoseok era
soddisfatto "Ehi Yoongi-yah, sono serio
adesso. Voglio che tu capisca perché ho fatto in modo che
tutto questo fosse
possibile. Io credo in te, credo in quello che fai e sono disposto ad
appoggiarti sempre e comunque. Voglio anche aiutarti a realizzare il
tuo sogno.
Voglio viverlo con te. Io ci voglio essere"
E Yoongi lo
travolse e lo baciò. Lo baciò con troppa foga per
essere un bacio scambiato in pubblico ma era la prima volta che Yoongi
lo
baciava di sua spontanea iniziativa da quando era successo quello che
era
successo che non glie ne importava niente di chi avrebbe potuto
vederli.
Rispose al bacio e lo intensificò, gli cinse la vita con le
braccia e-
"EHI! VI MUOVETE
O NO?! IO STAREI LAVORANDO!"
E si separarono.
"Hoseok, quello
è Namjoon?" chiese Yoongi senza
fiato.
"In persona"
"Odio il tuo
migliore amico, sappilo"
---
Hoseok era
felice. Era felice di aver reso felice Yoongi-yah.
Quest'ultimo, a
dispetto di quello che aveva detto poco
prima, pendeva dalle labbra di Namjoon, ascoltava ogni minima cosa che
il suo
amico gli stava spiegando e raccontando e gli poneva delle domande che,
da
quello che aveva potuto capire, Namjoon reputava intelligenti. Quei due
se la
intendevano alla grande. Hoseok si sentì quasi geloso e non
poteva nemmeno
farci niente, quello non era il suo campo.
Yoongi
però non aveva mai lasciato il suo fianco. Anche se
stava parlando con Namjoon e questo camminava avanti a loro, Yoongi gli
era
rimasto sempre accanto.
"Ok ragazzino,
ho lasciato il meglio per ultimo" e
detto questo Namjoon aprì la porta dell'ultima stanza di
questo loro piccolo
tour improvvisato.
Yoongi
entrò e si guardò intorno a bocca aperta.
"Cristo Santo.
Hoseok è lo studio di
registrazione!" e detto questo gli prese il polso e lo tirò
leggermente. Hoseok
gli sorrise con tenerezza. Vederlo così emozionato per la
sua passione era una
cosa meravigliosa per il più grande.
"Allora, vuoi
vedere come funziona?"
"Oddio
sì!"
"Bene, Hoseok mi
ha detto che rappi. Facci sentire"
"Cosa?"
"Entra nella
sala riprese e facciamo una prova. Non ti
va?"
Yoongi era
eccitatissimo. Ed infatti "Cazzo sì!"
Entrato nella
sala acusticamente isolata e messe le cuffie,
Yoongi aspettava il cenno di Namjoon per iniziare.
Hoseok e Namjoon
erano dall'altra parte del vetro, anche loro
con le cuffie che gli avrebbero permesso di sentire Yoongi. Namjoon,
mentre
cercava di caricare la base che Yoongi aveva scelto, chiese "Tu l'ha
mai
sentito?"
"No,
è la prima volta. Ho letto qualche cosa che ha
scritto, ma non mi ha mai fatto vedere o sentire niente seriamente. E'
una cosa
abbastanza personale per lui, mi sorprende che abbia detto di
sì a te"
"Geloso?" lo
prese in giro.
"Un po'"
Namjoon rise ma
poi tornò serio "Conosce il settore,
questo è sicuro"
Hoseok lo
guardò di traverso "Ti piace, ammettilo"
"Che cazzo? Non
mi piace il tuo ragazzo. Mi piace il
mio, idiota"
"Sai quello che
volevo dire"
"E' in gamba,
contento? Ok, ci siamo"
Namjoon fece
capire a Yoongi che era pronto e la base partì.
Poco dopo partì anche Yoongi.
Hoseok non se ne
intendeva sul serio di queste cose, ma non
era stupido e lo capiva quando qualcuno aveva del talento. E il suo
Yoongi ne
aveva da vendere.
Namjoon glie lo
confermò subito.
"Porca troia"
Hoseok sorrise
felice guardando il suo ormai-sperava-ragazzo
"Sì, lo so"
---
Erano appena
usciti dalla JYP e Yoongi non aveva mai passato
una giornata più bella di questa.
"Hoseok, grazie.
Nessuno aveva mai fatto una cosa del
genere per me. Non ti rendi conto di quanto tutto questo sia
importante. So che
questa era solo una visita e che forse il mio futuro non è
esattamente qui, ma
quello che hai fatto è stato bellissimo. Ti prego, dimmi che
non mi stai illudendo
e che sul serio ci credi"
"Yoongi
non è che
ci credo. Ti ho visto oggi. E' quello il tuo mondo. L'ha capito subito
anche
Namjoon. E poi sei bravo. Dannatamente bravo, ci hai lasciato senza
parole
prima. Io so che ce la farai. Magari non qui, ma un altro modo lo
troveremo"
Yoongi premette
il viso sul collo del più grande ed inspirò
il suo profumo. Hoseok lo strinse e si accorse che stava tremando.
"Ehi, senti
freddo?" chiese incominciando a
strofinargli le mani lungo le braccia.
"No, sono
emozionato. E sono felice"
Hoseok sorrise e
gli soffiò un lieve bacio sull'orecchio
"Te l'avevo detto che non avrei fatto nessuna stupidaggine"
"La giornata non
è ancora finita. C'è ancora un viaggio
in macchina di venti minuti"
"Devi tornare a
casa?"
"Assolutamente
no. Sono libero fino alle dieci e mezza e
sono appena le sei"
"Ok, dove vuoi
andare allora? Vogliamo andare a mangiare
qualcosa da qualche parte?"
Yoongi si
alzò dalla sua posizione, abbandonando quel caldo
rifugio che aveva trovato per guardare Hoseok negli occhi "Possiamo
andare
a casa tua?"
Hoseok
ricambiò quello sguardo, tanto serio da far venire i
brividi. Aveva un nodo alla gola e adesso quello ad essere emozionato
era lui
"S-sì. Certo"
---
Giunti al
condominio dove si trovava l'appartamento del più
grande, Hoseok aveva iniziato a sentirsi nervoso, tanto da non riuscire
nemmeno
ad infilare la chiave nella serratura della porta.
"Che ti prende?"
"Sono solo un
po' nervoso, non ci avevo mai portato
nessuno"
"Da quando ci
abiti non sei mai uscito con
nessuno?"
Riuscì
finalmente ad inserire la chiave e iniziò a girarla,
anche se la prima volta lo fece dal verso sbagliato.
"Non ho detto
questo. Anche se in realtà non è che sia
uscito con chissà quante persone. Ho detto solo che non
avevo mai portato
nessuno a casa. E' un passo abbastanza importante, per me"
"Vuoi andare da
qualche altra parte?"
Hoseok
aprì la porta e fece cenno all'altro con la testa di
entrare "Non ho detto neanche questo"
Varcata la
soglia Yoongi fece posare il suo sguardo su ogni più
piccolo oggetto contenuto in quell'appartamento "Mi piace"
Il
più grande, che lo stava guardando per capire i suoi
pensieri, non riuscì a non mettere le mani avanti "E'
piccolo, ma per tre
ragazzi che non ci stanno praticamente mai va bene. Ci stiamo bene,
è casa.
Certo, non è quello a cui sei abituato tu, questo
sarà grande quanto l'ingresso
di-"
"Io odio casa
mia. Qui mi piace. Hoseok, non è che io
sia voluto venire qui per fare una cazzo di valutazione. Mi hai
già convinto. Lo
ero già ma volevo metterti alla prova, ti ci sei messo da
solo veramente e
l'hai passata. Adesso potresti anche vivere sotto un ponte, vorrei
stare lo
stesso con te e lo preferirei comunque a casa mia"
"Quindi... Vuoi
stare con me?"
Yoongi gli prese
una mano e la strinse "L'ho sempre
voluto. Hai rischiato, ma sei fortunato che io sia così
magnanimo"
Hoseok si
diresse verso il divano e con la mano che era ancora
allacciata a quella di Yoongi tirò leggermente l'altro di
modo che lo seguisse.
Si mise seduto e si portò il più giovane accanto,
tanto vicino da farlo stare
quasi sopra di lui. Gli lasciò la mano e portò
subito la propria sulla guancia
dell'altro e poi gli mise l'altra su un fianco. Si guardarono negli
occhi per
un tempo che parve infinito. In quel momento c'erano solo loro e tutto
era
tornato ad essere perfetto.
Yoongi si morse
il labbro inferiore, gesto che ormai Hoseok
conosceva bene. Aspettò che l'altro dicesse quello che stava
pensando di
dirgli.
"Hoseok-ah... Ti
amo anche io. Lo so da tanto ma non te
l'ho mai voluto dire perché pensavo fosse troppo presto. E
cazzo, nemmeno
questo mi sembra il momento giusto, perché sembra che te lo
sto dicendo solo
per farti contento dopo quello che hai fatto ma non è
così. Anche ieri sera al
telefono avrei voluto dirtelo. E adesso mi sento un cretino"
Fu il turno di
Hoseok per rimanere a bocca aperta, sorpreso.
"Non sei un
cretino, non pensarlo mai"
Si
avvicinò e gli diede quel bacio che voleva dargli da
quando erano arrivati a casa, che non gli era mai sembrata tanto
accogliente
quanto quella sera con Yoongi al suo interno.
"Ti amo
Yoongi-yah"
Il bacio,
partito come lento e dolce, si era trasformato in
un qualcosa di molto più appassionato, tanto da averli
portati a stendersi,
Hoseok sopra Yoongi, e ad accarezzarsi ovunque. Hoseok sentiva caldo e
la pelle
bollente del suo ragazzo, che riusciva a sentire grazie alla mano che
aveva
infilato sotto la maglietta, gli suggeriva che l'altro era
probabilmente nelle
stesse condizioni. Non aveva mai provato niente del genere prima d'ora,
tutto
quello sfiorarsi lo stava facendo impazzire.
Un suono
catturò comunque la sua attenzione e lo catalogò
come il rumore della sveglia che avevano in cucina, che faceva ad ogni
ora.
"Sono le sette
Yonngi-yah. Gli altri dovrebbero tornare
a momenti. Non mi sembra il caso di farci trovare così sul
divano"
Yoongi
riaprì gli occhi, che aveva tenuto serrati fino a quel
momento. Le sue gote si erano arrossate, le labbra erano rosse e gonfie
ed
Hoseok avrebbe tanto voluto trovare un modo per impedire ai suoi
coinquilini di
entrare.
"Andiamo
in camera tua, allora"
Voglio umilmente
chiedere scusa a Jung Hoseok. Ho
deliberatamente ignorato il tuo compleanno e ho scritto che non te ne
intendi
di musica. Prometto mi farò perdonare in qualche modo.
|
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Capitolo 8 *** VI ***
"Andiamo
in camera
tua, allora"
---
Yoongi non aveva
mai fantasticato troppo sulla sua prima
volta. Ovviamente ci aveva pensato più volte -era pur sempre
un adolescente con
tutto quello che doveva funzionare funzionante- ma non si era mai posto
il
problema di come sarebbe dovuta essere o dove sarebbe dovuto accadere.
Non
aveva mai desiderato niente.
Probabilmente era anche perché, fino a quel
giorno, non ne aveva mai
avuto motivo.
Ma in quel
momento, nel momento in cui si era ritrovato lì,
su quel letto con Hoseok, gli sembrava che non poteva esserci
né luogo, né
momento, né persona migliore di questi.
Hoseok era
dolce, gentile e premuroso e lo aveva messo prima
di ogni suo bisogno e piacere, al punto di dover essere anche
incoraggiato ad
andare avanti dallo stesso Yoongi.
"Sei sicuro?"
"Si Hoseok-ah.
Mai stato così sicuro"
Yoongi non aveva
mai pensato veramente a come avrebbe voluto
la sua prima volta ma si rese conto subito che quella era stata la
prima volta
perfetta. C'era stato l'imbarazzo, certo, ma c'era anche una voglia
incredibile
di scoprirsi che vinceva sul resto.
E c'era anche
stata un po' di vergogna, da parte del più
giovane, di fronte al corpo, ai suoi occhi perfetto, ben definito di
Hoseok.
Vergogna messa subito da parte con l'aiuto dell'altro che, dopo averlo
guardato
con puro desiderio, gli disse "Sei bellissimo Yoongi-yah"
"N-no. Non lo
sono. Tu lo sei"
Poi era stato un
susseguirsi di baci, di sospiri e di tocchi,
da quelli più fugaci a quelli più passionali.
C'era stato
anche un po' di dolore ma Hoseok aveva fatto di
tutto per farlo sentire subito meglio e fu tanto paziente da attendere
il suo
permesso per andare avanti.
E soprattutto,
il guardarsi negli occhi quando finirono,
anche se non insieme. Uno sguardo che trasmetteva tutto l'amore
possibile
all'altro.
Rimasero
abbracciati per un po', Yoongi steso completamente
sul corpo del più grande che lo stringeva per la vita e che
a sua volta aveva
appoggiato il mento sulla sua testa, respirando il profumo dei suoi
capelli.
Yoongi
sospirò. Un sospiro che però stonava in quel
momento
quasi idilliaco.
"C'è
qualcosa che non va?"
"No. E' tutto
dannatamente perfetto. E' questo il
problema"
Hoseok si
spostò leggermente, senza lasciarlo ma facendo in
modo che si potessero guardare "Che vuoi dire?"
"Non ci voglio
più tornare a casa"
"Sii paziente
Yoongi-yah. Tra un anno, un anno esatto,
sarai maggiorenne. E potrai decidere tu della tua vita"
"Lui non vuole.
Ha già deciso tutto per me. I corsi
adesso, la facoltà di economia poi e il suo cazzo di studio
dopo. Tutto questo
ovviamente facendo finta di non avere un figlio frocio. Non ce la
faccio più
Hoseok"
Il
più grande, intenerito, gli scostò delicatamente
i capelli
che erano caduti sugli occhi dell'altro "Non ci pensare adesso, ok? Ti
prometto che troveremo una soluzione insieme ma adesso non roviniamoci
il
momento. Abbiamo ancora un'ora. Che vuoi fare?"
"Ho fame. E' da
questa mattina che non mangio"
Yoongi si mise seduto e gli sorrise.
"Non hai
pranzato a scuola?"
"Nah. Troppo
nervoso"
"Ma
perché non mi hai detto niente? Vestiti dai, vediamo
se ci possiamo preparare qualcosa di veloce. Oppure ordiniamo
direttamente" disse alzandosi e recuperando i suoi vestiti da terra.
Il
più giovane, che lo stava guardando, arrossì in
un attimo
"Ho avuto altro a cui pensare fino ad ora, nel caso in cui non te ne
fossi
accorto. E non parlarmi come se fossi mia madre, mi dà sui
nervi ed è
strano"
Quando furono
entrambi vestiti uscirono dalla camera, Hoseok
per primo tenendo per mano l'altro, e si trovarono faccia a faccia con
Jin,
seduto sul divano con un Namjoon che gli stava steso addosso, intento
ad
accarezzare i capelli biondi di quest'ultimo.
"Oh, guarda Nam.
Il nostro bambino ha fatto sesso ed è
diventato un ometto"
Yoongi
scoppiò a ridere.
Questa volta fu
Hoseok ad arrossire.
Erano le dieci e
venticinque precise quando Hoseok aveva
parcheggiato la macchina poco distante da casa Min, in posizione
strategica, di
modo che i genitori di Yoongi non potessero vederli. Si erano salutati
già due
volte, ma il più giovane stava cercando l'ennesima nuova
scusa per non dover
scendere.
"Yoongi-yah, lo
so che non ci vuoi tornare ma pensa al
fatto che così peggiorerai solo le cose. Noi ci vediamo
domani. Sarò qui ad
aspettarti domani mattina per accompagnarti a scuola e poi
tornerò il
pomeriggio per aiutarti a studiare"
"Sì,
lo so. In realtà è colpa tua, non dovevi farmi
vedere che ho realmente una via di fuga"
Hoseok
sospirò sconfitto "Ce l'hai una via di fuga e io
ti aiuterò. Solo che non è questo il momento"
"Ok. Ci vediamo
domani Hoseok-ah. E... Grazie. Oggi è
stato il compleanno più bello della mia vita"
Hoseok, a quelle
parole, sgranò gli occhi efece battere la
fronte sul volante della macchina.
"Sono un idiota!"
"Sì
è vero, lo sei. Ma come mai quest'illuminazione
proprio adesso?"
"Non ti ho preso
il regalo. Scusami, scusa
Yoongi-yah!"
Yoongi lo
guardò stralunato "Stai scherzando? Hai
organizzato tutto questo e poi siamo stati a casa tua ed è
stato fantastico. Mi
hai offerto pure la cena. Non ho bisogno di uno stupidissimo regalo da
parte
tua, non sono un ragazzino che ha bisogno di scartare qualcosa il
giorno del
suo compleanno"
Tornò
a guardarlo negli occhi, serio "Rimedierò lo
stesso. Prometto. Vai ora. Buona notte Yoongi-yah"
Yoongi si
avvicinò e gli diede un bacio veloce "Buona
notte Hoseok-ah"
---
Il giorno
seguente Hoseok, tornato a casa dopo le ripetizioni
da Yoongi, approfittò dell'insolita calma dell'appartamento
per studiare.
Nell'ultimo periodo non aveva fatto molto, si era lasciato distrarre da
altro,
ed era rimasto leggermente indietro sulla sua tabella di marcia.
Ma ad ogni frase
letta, glie ne tornavano in mente due di
quelle dette da Yoongi, sia quelle della sera prima che quelle del
pomeriggio.
"L'Afta
Epizootica
è una malattia infettiva degli animali 'ad unghia fessa',
altamente
contagiosa"
"Hoseok-ah sei
sexy quando parli di fisica"
"Non ci voglio
più
tornare a casa"
Ecco. Yoongi era
una distrazione continua. Riusciva a far
viaggiare la sua mente per lidi meravigliosi, lo aveva fatto sin dal
loro primo
incontro non appena aveva visto quel suo bel musetto, e allo stesso
tempo
riusciva anche a farlo preoccupare da morire.
Lo sapeva di
essere stato fortunato lui, la sua famiglia era
stata meravigliosa e lo aveva sostenuto sempre, ma proprio non riusciva
a
capire come un uomo potesse arrivare a disprezzare il proprio figlio
per una
cosa del genere. O perché non avesse i suoi stessi obiettivi
nella vita. E non
si trattava solo di Yoongi in quanto Yoongi, aveva avuto gli stessi
pensieri
anche quando aveva conosciuto Jin, che non parlava mai della sua
famiglia se
non per dire che lui era morto per loro.
Hoseok non aveva
mai odiato nessuno in vita sua, nemmeno
quell'armadio dell'ultimo anno che lo aveva pestato quando lui era
ancora un
ragazzino troppo ingenuo, ma sentiva che per il signor Min avrebbe
potuto fare
un'eccezione.
Ma, in tutta
quella faccenda, la vera domanda per lui era
cosa ne pensasse la madre di Yoongi. Lei sapeva. Sapeva di loro e
sapeva quali
erano le intenzioni del figlio. Lo aiutava. Non aveva mai detto niente
al
marito, anzi, lo aveva convinto a dare una tregua al figlio il giorno
del suo
compleanno. Ma Hoseok pensava che, in certi momenti, ne fosse
più intimorita di
quanto lo fosse Yoongi.
"La mamma dice
di
appoggiarmi, ma in realtà non
gli ha mai
detto niente se non di non esagerare"
Avrebbe voluto
parlarne con lei ma sapeva che la questione
era troppo delicata per essere affrontata in questo modo. Lui voleva
solo
aiutare, ma si rendeva conto di non potersi permettere una cosa del
genere. Non
poteva di certo presentarsi da lei e chiedere 'Ehi,
tuo marito picchia o fa violenza psicologica su tuo figlio, ovvero
il mio ragazzo?' No, non poteva proprio.
Però
c'era qualcosa che non gli tornava. Yoongi era
intimorito dal padre ma questo, oltre ad averlo messo in punizione, non
aveva
fatto altro. O almeno così sapeva lui. Ma Yoongi non poteva
esagerare, no?
Aveva detto di non volere la pietà di nessuno, con quale
scopo avrebbe dovuto
mentirgli?
Dopo aver
finito, con estrema fatica, il capitolo che si era
prefissato di studiare quel giorno e dopo essersi forzato a
tranquillizzarsi
per quella storia, si era messo a guardare la televisione con Jin, in
attesa
del rientro di Namjoon per poter cenare tutti insieme.
Quando
quest'ultimo si presentò in casa li spaventò a
morte,
urlando come un matto "PORTAMI SUBITO IL MOCCIOSO!!"
Dopo aver
ripreso fiato Namjoon, con ancora uno sguardo folle,
si rivolse verso Hoseok "Ieri, quando l'ho portato in studio, credo di
aver premuto qualche tasto che avrei dovuto lasciar stare. Io volevo
solo
fargli provare la sala riprese, invece credo di averlo registrato
veramente.
L'ha sentito il mio capo. Prima mi ha sgridato per tipo un'ora
perché non mi
dovevo permettere di fare una cosa del genere senza il loro permesso e
poi mi
ha detto che glie lo devo portare"
"Cosa devi
portargli?"
"YOONGI, IDIOTA!
Gli è piaciuto, lo vuole tra i suoi
ragazzi. Veramente mi ha detto che glie lo devo portare per un provino
ma sono
abbastanza sicuro che sia una farsa, altrimenti non mi avrebbe offerto
il
posto. Hoseok se glie lo porto e Yoongi accetta mi assumono a tempo
indeterminato
e posso far parte del suo futuro team di produzione. Io lo so che si
tratta del
sogno del tuo fidanzatino ma c'è in ballo anche il mio di
sogno, la mia
carriera e il mio futuro. Devi portarmi da lui, adesso"
Jin sorrise ad
entrambi, felice "Ma è meraviglioso!"
Hoseok, invece,
non si era mosso e stava ancora cercando di
realizzare effettivamente quello che il suo migliore amico gli aveva
detto.
"Hoseok
svegliati, Cristo santo. E' una cosa
importante!"
Riuscì
finalmente a guadarlo e sul suo viso fece finalmente
la comparsa un'espressione decisamente più intelligente di
quella che aveva
assunto fin'ora "OH CAZZO"
"Era ora!"
---
Alla fine, la
sera prima, Hoseok era riuscito a convincere
l'amico che in quel momento con Yoongi non ci poteva parlare ma Namjoon
era
stato irremovibile "Domani mattina vengo anche io a prenderlo"
Ed infatti, in
quel momento, erano insieme in macchina, ad
aspettare che il ragazzo uscisse di casa.
"Quindi casa sua
è quella enorme che abbiamo visto
prima?"
"Già.
Il nostro appartamento è uno stanzino per le scope
in confronto. Senti Nam, lo so che questo potrebbe essere importante
per te
come per lui, ma non convincerlo a fare cose che potrebbero solo
metterlo nei
guai, ok?"
"Io non ho
intenzione di fare nient'altro che riferirgli
quello che è stato detto a me. Poi la decisione spetta a
lui. Voglio quel
posto, ma non costringerei mai nessuno a fare qualcosa contro
volontà,
tantomeno il tuo bello. Tranquillo, e smettila con questi discorsi. Non
sei sua
madre"
"Smettetela di
dirmi tutti che ne parlo come se fossi
sua madre!" Stava per aggiungere altro, ma con la coda dell'occhio vide
Yoongi avvicinarsi alla macchina e si fermò.
Dopo che il
ragazzo fu entrato in macchina, sui sedili
posteriori per suo disappunto, chiese "Che diavolo ci fa lui qui?"
"Buongiorno
anche a te moccioso"
Yoongi lo
guardò torvo.
"Buongiorno
Yoongi-yah" Hoseok provò a girarsi come
meglio poteva e cercò le labbra del ragazzo per il bacio del
buongiorno. Yoongi
lo accontentò volentieri ma subito dopo riprese "No sul
serio, che cazzo
ci fa lui qui?"
"Yoongi-yah,
Namjoon ha una cosa importante di cui
parlarti e non sapevo proprio come altro potervi far incontrare"
"Ascoltami bene.
Il mio capo ha sentito la registrazione
che abbiamo fatto l'altro giorno"
"Non avevi detto
che stavi registrando sul serio"
"Perché
non sapevo di farlo. Potrei non avere ancora imparato
tutto alla perfezione. E non interrompere quando ti parla un tuo hyung!
Non te
l'ha insegnata nessuno l'educazione?"
"Vai al dunque
Nam, si sta facendo tardi" Hoseok,
che intanto aveva messo in moto la macchina ed era partito in direzione
della
scuola di Yoongi, incominciava ad innervosirsi. Non aveva un buon
presentimento
e si portava dietro quella sensazione dal giorno prima.
"Sì.
Allora, il mio capo ti ha sentito e vuole rifarlo,
dal vivo. Ti vuole proporre un contratto. Gli sei piaciuto, parecchio"
"Mi stai
prendendo per il culo?"
"No.
C'è in ballo anche il mio futuro. Se accetti io
farei parte del tuo futuro team di produzione. E' una cosa seria
ragazzino"
"Quando vuole
sentirmi?"
"Il prima
possibile"
Yoongi ci stava
pensando, seriamente. E alla fine lo chiese
"Anche adesso?"
Hoseok si
sentì in dovere di intervenire "Yoongi-yah no,
lascia stare"
"Quando dovrei
andarci Hoseok? Quando mio padre può
impedirmelo? Adesso è perfetto, non potrà saperlo
perchè dovrei essere a scuola"
"E' questo il
punto! Dovresti essere a scuola ed è lì
che andrai. Non puoi nascondergli un'assenza del genere! Yoongi-yah,
peggiorerai solo la situazione"
Detto questo
parcheggiò, dato che erano arrivati a
destinazione, e spense la macchina. Yoongi stava aspettando che si
girasse per
rispondergli ed infatti, non appena i loro occhi si incontrarono,
parlò. Si
sentì orribile per quel colpo basso ma doveva
convincerlo
"Avevi promesso
che ci saresti stato e che mi avresti
appoggiato"
Hoseok,
però, non si lasciò abbindolare "Ti ho promesso
anche che ti avrei aiutato, non che ti avrei spianato la strada per
fare cose
stupide che potrebbero solo comprometterti"
E
Yoongi ritentò, con
un colpo ancora più basso. Lo implorò "Hoseok-ah,
ti prego. Potrebbe non
ricapitarmi mai più un'occasione del genere e vorrei che tu
fossi lì con me"
Namjoon, che
fino a quel momento era rimasto zitto,
intervenne "Amico, ti avevo promesso che non avrei fatto nulla per
convincere lui ma qui si tratta di te. Ha ragione, potrebbe essere la
sua
grande occasione. E' la sua grande
occasione. Ed è anche la mia, ma se a quanto pare qui la
dobbiamo considerare
una cosa secondaria, come volete"
Hoseok li
guardò con gli occhi ridotti a due fessure e si
odiò per essere così debole "Se va storta anche
la più minuscola delle
cose potrei non rivolgervi mai più la parola"
---
Arrivati alla
JYP, Namjoon annunciò Yoongi e il suo capo fu
subito contento di riceverlo. Radunò una serie di uomini che
avrebbero dovuto giudicarlo
e da lì Hoseok non ne seppe più niente. Gli
avevano cortesemente chiesto di
attendere fuori.
Yoongi, prima di
essere trascinato chissà dove da quegli
sconosciuti, aveva cercato il suo sguardo e lui, nonostante tutte
quelle orribili
sensazioni che aveva, gli mimò con le labbra un buona
fortuna.
Quando
finalmente i tre si riunirono, Yoongi aveva una pila
di fogli in mano e una faccia scontenta.
"Cos'è
successo?"
Yoongi, a quella
domanda, esplose "Il tuo amico è un
coglione! Non gli aveva detto che sono ancora minorenne! Non posso
firmare
nessun fottutissimo contratto io, gli serve almeno uno dei miei
genitori!"
"Non possono
aspettare un anno?"
A rispondere fu
Namjoon "E' un mondo competitivo questo
Hoseok. Yoongi è bravo ma nessuno è
insostituibile"
"Quindi stiamo
rischiando nemmeno io so cosa per un
nulla di fatto?"
Yoongi,
già nervoso per come era andata -in maniera molto
diversa da come aveva sognato e desiderato- gli rispose male "Si
può
sapere che cazzo ti prende? Sei tu quello che ha iniziato questa
storia!"
"Sì!
E se fosse stato in un momento diverso, a fare
questo stupido provino ti ci avrei portato sulle mie spalle, a piedi!
Ho solo
paura che ti possa succedere qualcosa, ok?"
"Se è
per quello che penso, devi farti i cazzi tuoi
Hoseok"
E detto questo
Yoongi uscì dall'edificio e si diresse verso
la macchina, senza nemmeno guardare se gli altri lo stessero seguendo.
Hoseok si stava
arrabbiando seriamente adesso.
Era ormai tardi
quando lo riaccompagnarono a casa, più tardi
del solito.
Si
ritrovò subito sua madre addosso "Dove diavolo sei
stato Min Yoongi? Mi ha chiamata la scuola per un'assenza
ingiustificata! Mi
sono dovuta inventare una ricaduta dall'influenza"
Yoongi la
guardò terrorizzato.
"No, non gli ho
detto niente, ma non ero sicura di poter
resistere. Tesoro ero preoccupata! Si può sapere cosa ti
succede
ultimamente?"
E Yoongi decise
di confidarsi con lei, perché lei era l'unica
che potevo aiutarlo.
"Non cambierebbe
niente. Tu mi hai detto che mi avresti
appoggiato, qualsiasi fosse la mia strada. La tua unica condizione
è il diploma
ed è anche la loro. Non possono far debuttare nessuno che
abbia abbandonato gli
studi"
La signora Min
non era affatto contenta di quella storia
"Lo so tesoro, ma pensavo di avere più di anno per una cosa
del
genere"
"Non ce
l'abbiamo, abbiamo appena una settimana! Mamma, è
il mio sogno"
"Penseremo a
qualcosa Yoongi, la mamma te lo promette.
Hoseok era con te?"
"Io...
Sì. Mamma, quanto sai?"
"Quanto basta.
E' lui che ti ha convinto?"
"No, sono io che
l'ho costretto ad accompagnarmi. E poi
abbiamo litigato, credo. Lui si è arrabbiato. Ha paura che
possa succedere
qualcosa"
"Questa storia
non piace neanche a me"
Hoseok
arrivò per le ripetizioni, anche se in ritardo. Yoongi
non credeva sarebbe venuto lo stesso. Nel bel mezzo di una spiegazione,
il più
giovane lo fermò "Ho parlato con la mamma. Ha detto che mi
aiuterà"
"Ne sono felice"
la sua faccia,
però, sembrava dire tutt'altro.
"Hoseok-ah, mi
dispiace di averti fatto arrabbiare"
"Lo so, ci
credo. Ma io sono preoccupato lo stesso. Non
puoi dirmi certe cose e poi pretendere che le ignori per un tuo
capriccio.
Perché quello di questa mattina è stato un
capriccio. Potevamo rifletterci un
po' di più, magari trovare il modo per farti ottenere un
altro pomeriggio libero"
Il
più giovane, testardo, si ripeté "La mamma ha
detto
che mi copre con l'assenza"
"Non
è questo il dannatissimo punto! Yoongi, io ti ho
promesso che ti avrei aiutato ma se tu fai casini a cui io non posso
rimediare
anche se volessi, divento inutile. Vorrei rapirti e portarti a casa mia
ma non
è possibile e non risolverebbe niente perché
comunque sei minorenne e
l'autorizzazione di un genitore ti serve. Capisci quello che ti sto
dicendo?
Finché la situazione è questa prima di prendere
una decisione ci dobbiamo
riflettere, insieme. Sono disposto a passare anche l'intera notte al
telefono
per discutere di ogni minimo particolare se non possiamo vederci di
persona, ma
tu non puoi agire di getto senza pensarci"
Yoongi lo
guardò ferito "Lo stai facendo di nuovo, mi
stai trattando come un bambino"
"Pensa a quello
che è successo stamattina e a come le
cose sarebbero potute andare e dimmi che non ho ragione. Quando ho
sbagliato ti
ho chiesto scusa subito. Oggi non sono io ad aver sbagliato"
"Tu-tu hai
ragione ma... Ci tengo così tanto che non ho
capito più niente"
"Ed è
anche per questo che io voglio esserci. Ma mi devi
ascoltare la prossima volta ok?"
"S-sì,
scusa" e i suoi occhi incominciarono a
brillare per via delle lacrime che volevano scendere.
"Adesso non fare
così. Dai, ora possiamo riflettere su
quello che abbiamo. Tra cui l'obbligo di diploma. Riprendiamo da dove
ci
eravamo fermati"
Yoongi, appena
Hoseok riprese la sua spiegazione, gli mise
una mano sulla coscia e strinse appena.
Hoseok non smise
di parlare, ma portò le mani sotto al tavolo
e prese quella di Yoongi tra le sue.
La signora Min,
che li guardava di nascosto dalla porta della
cucina, da dove aveva ascoltato anche la loro conversazione, sorrise.
---
Il signor Min
era un uomo abitudinario. Rientrato dal lavoro,
pretendeva la cena subito pronta a tavola e, dopo questa, mentre lui si
metteva
comodo sul divano per guardare il telegiornale, aspettava che la moglie
rassettasse la sala da pranzo. Nei giorni in cui aveva molto da fare o
le
preoccupazioni dal lavoro si facevano troppo pesanti, poi, si chiudeva
nel suo
ufficio fino a che, stanco, non decideva di andare a letto.
Quella sera,
però, decise di non chiudersi nel suo ufficio e,
con le sue carte da rivedere, si mise in sala da pranzo. Non aveva
grandi cose
da fare, quindi approfittò del momento per poter scambiare
qualche chiacchiera
con la moglie.
Mentre
quest'ultima gli stava raccontando nemmeno lui sapeva
quale inutile pettegolezzo, un quaderno lasciato sopra una delle
mensole dietro
al tavolo attirò la sua attenzione. Sapeva che Yoongi e il
suo tutor lavoravano
in quella stanza quindi era sicuro che quello fosse uno degli oggetti
di scuola
del figlio. Lo prese e lo aprì per curiosità, per
verificare che suo figlio
facesse i compiti e prendesse appunti durante la scuola, ma quello che
vi trovò
non era affatto quello che si aspettava. E nemmeno quello che avrebbe
mai
voluto trovare in quella casa.
C'era un foglio,
infilato dentro al quaderno, e nel figlio
c'erano delle parole che non gli piacquero per niente. "JYP",
"Casa discografica", "Contratto", "Formazione
Trainee" e molte altre, ma solo quelle bastarono per farlo
esplodere.
"Che cazzo
significa?"
La moglie, che
ovviamente non capì a cosa si stesse
riferendo, si avvicinò. Sbiancò in un attimo.
"Io lo uccido
quell'imbecille"
Partì
di corsa per raggiungere la camera del figlio e la
moglie gli andò subito dietro con l'intenzione di fermarlo.
Raggiunta la
camera, aprì la porta con foga, spaventando
Yoongi, seduto sul letto con il suo amato quaderno dei testi, intento a
scrivere qualcosa di nuovo.
Yoongi non aveva
capito cosa stesse succedendo, o del perché
suo padre lo avesse colpito con così tanta forza, come non
aveva mai fatto, o
perché avesse addirittura spinto la madre al muro quando
aveva tentato di
fermarlo.
La zona che
venne colpita, estremamente vicino all'occhio,
gli bruciava e faceva male da morire, ma cercò di rimanere
in silenzio e di non
lamentarsi.
"Ti avevo detto
di smetterla con queste cazzate! Ti
lascio libero un giorno e tu vai a firmare contratti in giro. E' finita
adesso
Yoongi"
---
Hoseok si stava
per mettere a letto quando ricevette il
messaggio di Yoongi. Ne rimase sorpreso, si erano sentiti poco prima e
si erano già
dati la buona notte.
Da: Yoongi-yah
Non passarmi a
prendere
domani mattina. Ti spiego quando ci vediamo a casa mia.
C'era qualcosa che non
andava e la brutta sensazione che
aveva dal giorno prima si intensificò in un lampo.
Cambiare il
rating della storia e poi darsi della stupida. Va beh, chiedo scusa per
quello
che avete appena letto.
Mi ritiro.
|
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Capitolo 9 *** VII ***
Hoseok il giorno
seguente, come gli avevano suggerito i due
suoi amici, aveva cercato di rimanere il più tranquillo
possibile. Non capiva per
quale motivo non potesse andare a prendere Yoongi e quello che voleva
dire
quest'ultimo quando, dopo che lui aveva risposto per sapere se fosse
successo
qualcosa, gli aveva mandato un altro messaggio. Messaggio che lo aveva
fatto assalire
dall'ansia ancora di più.
Da: Yoongi-yah
Non
te lo posso dire
ora. Non chiamarmi e non mandarmi più messaggi per adesso.
Te lo spiego domani.
Aveva fatto come
gli era stato detto. Non lo aveva cercato
per tutta la mattina e aveva provato a concentrarsi sulle sue lezioni
all'università, ma la costante agitazione che aveva
aumentava di minuto in
minuto e non poteva fare a meno di controllare l'ora e di fare il conto
alla
rovescia per poter andare a casa Min.
Arrivato il
momento di poter raggiungere finalmente il suo
ragazzo, Hoseok decise di andarci in auto, di corsa, anche se era una
bella
giornata e poteva risparmiarsi la benzina per quel breve viaggio.
Una volta dentro
casa, gli aveva aperto la signora Min e già
dalla sua brutta cera si accorse che c'era qualcosa di decisamente
sbagliato. Si
precipitò verso il solito posto in cui lui e Yoongi
svolgevano le loro lezioni.
E ce lo trovò, intento a fare i compiti, testa e spalle
basse, una postura che
non era proprio da lui.
"Yoongi-yah"
cercò di attirare la sua attenzione,
senza però avere il coraggio di avvicinarsi sul serio.
Quell'agitazione era
diventata paura e non ne capiva il motivo.
Yoongi non
alzò lo sguardo "Ciao Hoseok" e anche la
sua voce era molto debole.
Hoseok si
avvicinò lentamente e dopo aver preso posto al
fianco del ragazzo cercò di avere delle spiegazioni.
"Mi vuoi dire
cos'è successo? Sono spaventato
Yoongi"
E allora Yoongi
alzò la testa e Hoseok vide un enorme livido
viola che partiva dall'occhio, molto gonfio, e copriva metà
della sua guancia. Sgranò
gli occhi e portò subito una mano sotto
il mento dell'altro per poter vedere meglio "Non è quello
che penso,
vero?"
"Vuoi la
versione che ho raccontato a scuola? Stanotte
mi sono svegliato per andare in bagno senza accendere la luce e sono
andato a
sbattere contro lo stipite della porta. Jimin mi ha preso per il culo
tutta la
mattina"
Hoseok non
riusciva a capire come facesse a scherzare
"Yoongi-yah è una cosa grave! Devi dirlo a qualcuno"
"No. E' stato
solo un po' più forte delle altre volte,
tutto qui. Sono stato un coglione io e tu avevi ragione dall'inizio. Ti
dovevo
dare retta, mi dispiace"
Hoseok non
riusciva a credere alle sue orecchie "Non
devi chiedere scusa a me! Posso sapere come è andata?"
"Ho lasciato il
quaderno di fisica qui ieri sera. Dentro
ci avevo infilato la pagina del contratto che avevo fatto vedere alla
mamma. E
adesso l'ha vista anche lui e ha capito che quando mi ha dato quel
giorno
libero sono stato alla JYP, dopo che mi aveva detto di farla finita con
quelle
che secondo lui sono solo cazzate"
"E ti avrebbe
ridotto così solo per questo?"
Hoseok non
sapeva cos'altro dire. I sensi di colpa lo stavano
mangiando vivo.
Yoongi rise, una
risata isterica "Se avesse saputo che
dopo mi sono fatto scopare da te probabilmente avrebbe fatto di peggio"
Hoseok lo
guardò e ancora non riusciva a capire "Come
puoi scherzarci così?"
"Cosa dovrei
fare, piangermi addosso e dirti quanto lo
odio? Come potrebbe aiutarmi? Sto cercando di non farti preoccupare
troppo.
Tutto quello che dobbiamo fare è quello che hai detto tu
ieri, riflettere e
trovare un'altra soluzione"
"Io so quello
che devo fare. Portarti via da qui. E
magari denunciarlo"
"Non ti
permetterei mai di farlo"
Hoseok era
esasperato "Perché?"
Yoongi lo
guardò e in quegli occhi, anche se uno in quel
momento sfigurato, il più grande ci vide tanti sentimenti
contrastanti. E ne
ebbe la conferma quando gli rispose "E' mio padre Hoseok"
Ci fu un attimo
di silenzio ed Hoseok si diede
dell'imbecille. Sapeva che Yoongi ne soffriva, più per la
mancata approvazione
da parte del padre che del livido che quello gli aveva lasciato.
Però
voleva, doveva sapere.
"Oltre a questo
che altro ti ha fatto?"
"Niente. Mi ha
preso il telefono. Sono riuscito a
cancellare tutti i tuoi messaggi prima, ma non a rinominarti. Se vede
che il
tuo numero è salvato come 'Hoseok-ah' potrebbe capire
qualcosa. E poi da oggi
mi accompagna a scuola la mattina e poi mi viene a prendere. Non posso
più
neanche stare con te"
"Ci sono
problemi più gravi a cui pensare ora-"
Ma in
quell'esatto momento entrò la signora Min "Sto
uscendo, starò via per un po'... Fate attenzione, intesi?"
"Credi sia
uscita per lasciarci da soli?"
Si erano
spostati in camera di Yoongi e si erano stesi su
letto. O meglio, Hoseok si era steso sul letto. L'altro si era steso
sopra di
lui, con il viso nascosto sul suo collo, testa sotto al mento, come se
fosse in
cerca di protezione. Hoseok gli avrebbe dato tutto quello che gli
serviva.
Come del
conforto, accarezzandogli delicatamente le ciocche
arancioni che gli solleticavano il viso.
La risposta di
Yoongi gli arrivò soffocata perché non si era
mosso dal suo nascondiglio. Le labbra, mentre si muovevano, gli
sfioravano il
collo e lo fecero rabbrividire "Non lo so, forse. E' molto scossa, ieri
l'ha spinta contro il muro per non farla mettere in mezzo. Non l'aveva
mai
toccata prima"
Hoseok lo
abbracciò, cercando di fargli capire che ci sarebbe
sempre stato per lui, ma non sapeva veramente cosa dire. Era una
situazione
così complicata e lui non poteva effettivamente capire cosa
si potesse provare
in momenti come questi.
Poi Yoongi lo
sorprese "Tu sei buono Hoseok-ah. Non ti
meriti una cosa del genere. Tu dovresti uscire con un ragazzo senza
troppe
complicazioni. Non ti avrei voluto trascinare in questa storia, non
l'ho mai
fatto con nessuno. E' per questo che non ho amici che mi vengono a
trovare, a
parte Jimin. Ma lui è così ingenuo a volte che
comunque non capirebbe una cosa
del genere nemmeno se gli succedesse sotto agli occhi"
Hoseok quel
giorno si stava rendendo conto fin troppo bene di
quanto Yoongi stesse male per questa situazione. Cercò di
fare del suo meglio,
ma si sentiva completamente inutile.
"Peccato. Io
voglio stare col ragazzino con il padre
incasinato. Puoi tirare su questa testa così posso baciarti?"
"No"
Hoseok
aggrottò la fronte "Come sarebbe a dire no?"
"Non mi sono
messo così perché sto comodo, anche se non
mi lamento. Non mi voglio far vedere da te conciato in questo modo"
Hoseok ci rimase
quasi male "Pensi che per questo tu mi
possa piacere di meno per caso?"
Lo strinse con
le braccia, che erano già allacciate sulla sua
schiena, e si fece forza con le gambe. Con un ultimo scatto
riuscì a ribaltare
le loro posizioni, sovrastando il corpo di Yoongi.
Quest'ultimo
rimase completamente sbalordito e scioccato,
tanto da fissarlo con la bocca socchiusa.
"E' troppo
facile. Dovresti mettere su qualche chilo,
sei così leggero" e detto questo lo baciò.
"S-sai
Ho-aah-hoseok? Hai fat--to bene
-cazzo!- a chiu-ah!-de-re
l-la porta a c-chiave"
"Yoongi-yah...non
parlare adesso"
---
Il signor Min,
quel giorno, aveva deciso di ritagliarsi
un'ora dal lavoro per poter tornare a casa e verificare che suo figlio
stesse
studiando e che avesse imparato la lezione.
Quando
arrivò e suonò il campanello, stranamente, non
gli
venne ad aprire nessuno. Cercò allora la chiave, e una volta
aperto si diresse
a passo spedito verso la sala da pranzo, dove credeva di trovare figlio
e
tutor. Però trovò solamente la loro roba, libri,
quaderni e astuccio.
Chiamò
a gran voce la moglie ma non gli arrivò nessuna
risposta. Si stava arrabbiando. Non gli aveva detto che sarebbe uscita.
Lui
sicuramente glie l'avrebbe impedito perché dopo quello che
era successo, non
aveva alcuna intenzione di lasciare quel disgraziato di suo figlio a
casa da
solo. E a quanto pareva quel tutor non era una garanzia.
Sentì
un rumore provenire dal piano di sopra e pensò che
probabilmente ai due ragazzi fosse servito il computer, quello a Yoongi
ancora
non glie l'aveva tolto perché comunque poteva far comodo per
studiare.
Decise allora di
andare a controllare, salendo le scale per
raggiungere il piano con le camere da letto. Arrivato davanti alla
porta,
chiusa, della camera del figlio, sentì quelli che prima
erano solo dei vaghi
rumori farsi decisamente più forti. Poi si aggiunsero delle
voci, e se prima
era semplicemente arrabbiato, ora era ciecamente furioso.
"Aah-Yoongi-yah..."
"Hoseok!"
Incominciò
a colpire la porta con una violenza tale da
riuscire al rompere quel che bastava per aprirla e, una volta dentro,
vide
esattamente quello che si stava immaginando: il tutor, l'uomo che stava
pagando
per insegnare a suo figlio quello che lui era troppo stupido da
imparare da
solo, sopra Yoongi, in una situazione decisamente compromettente.
I due ragazzi,
appena si accorsero di lui, si separarono
immediatamente. Il più grande, mentre cercava di ributtarsi
qualcosa addosso,
stava provando a spiegarsi "Signor Min, la prego-"
L'uomo non ci
vede più. Si lanciò addosso ad Hoseok, lo prese
per i capelli in modo da portarlo lontano dal figlio, lo spinse per
terra ed
iniziò a colpirlo ripetutamente.
Yoongi, nel
panico, cercava di fermare il padre in qualche
modo "Papà! Ti prego, lascialo andare via! Gli stai facendo
male"
Quando si
accorse che le suppliche non servivano a nulla, si
buttò sul padre, cercando di portarlo via e di spostare la
sua attenzione su di
lui "Lascialo!"
Tutto quello che
riuscì ad ottenere, però, fu una spinta
violenta che lo mandò contro il muro, dove batté
la testa.
Non sapendo
cos'altro fare, prese il telefono di Hoseok,
appoggiato sul comodino accanto a lui, cercò il primo numero
che gli sembrò
utile e fece partire la chiamata, mentre le lacrime incominciarono a
scendere
copiose.
---
Namjoon in quel
momento era a casa dal lavoro perché gli
avevano intimato di convincere quel moccioso a firmare il contratto -
'Come
cazzo dovrei fare a fargli firmare quel contratto se non lo posso
vedere
neanche da lontano?!'
Stava
studiando quando
ricevette una chiamata da Hoseok.
Un sorriso tutto
denti e fossette gli partì involontario
perché sapeva che il suo migliore amico era da Yoongi e se
lo stava chiamando
voleva dire per forza che c'erano delle novità sul fronte
'contratto JYP'.
Fece partire
velocemente la chiamata "Hoseok? Dimmi che
hai buone notizie" ma dall'altra parte nessuno gli rispose.
C'erano solo
tanti rumori, lamenti e singhiozzi. Namjoon si
alzò in piedi di scatto e la sua fronte si
corrugò dalla preoccupazione.
"Hoseok? Che cazzo succede?"
Quando
finalmente qualcuno gli rispose, Namjoon cercò lo
sguardo di Jin, che aveva capito che c'era qualcosa di strano in quella
telefonata, e cercò di fargli capire che si sarebbero dovuti
muovere.
"Namjoon,
ti prego
aiutami. Lo sta ammazzando" Yoongi, in
lacrime, non riuscì a dirgli altro, ma a lui
bastò
questo. Senza interrompere la telefonata disse al compagno "Muoviti,
dobbiamo uscire, adesso! Stiamo arrivando moccioso, ok? Siete a casa
tua?"
"S-sì.
Ti prego,
io non so cosa fare"
Prese le chiavi
della macchina e dopo che anche Jin fu fuori
dall'appartamento scese velocemente le scale "Puoi dirmi cosa sta
succedendo? Yoongi,
rispondimi ti
prego"
"E'
mio padre, ci
ha visti"
"Merda!"
imprecò, mentre cercava di mettere in moto
l'auto "Ok, stiamo arrivando. Non preoccuparti, andrà tutto
bene, intesi?
Prova a separarli o di fare qualcosa intanto, noi cerchiamo di fare il
prima
possibile"
"Namjoon, che
cazzo sta succedendo?" Jin, che
ancora non aveva chiara la situazione, si stava innervosendo e
preoccupando
allo stesso tempo.
"Il padre del
moccioso sta pestando Hoseok"
Arrivarono in un
lampo, andando ad una velocità esagerata.
Namjoon, mentre stava andando verso l'ingresso di casa Min, si
girò verso il
fidanzato "Seokjin, se per te è troppo puoi-"
"Falla finita
Nam, non sono più un bambino" disse
l'altro con voce sicura, senza però ricambiare il suo
sguardo.
La porta non era
stata chiusa bene e riuscirono subito ad
entrare.
Si diressero
subito al piano superiore, guidati dai rumori, e
una volta trovati Namjoon non riuscì nemmeno a mettere a
fuoco la scena che gli
si parava davanti agli occhi: Jin colpì l'uomo alla testa
con un enorme libro
nero, probabilmente un tomo di un'enciclopedia preso chissà
dove, talmente
forte da fargli perdere i sensi immediatamente dopo la botta
"Stronzo!"
Yoongi, addosso
alla parete leggermente sporca di sangue,
spalancò gli occhi. Aveva uno sguardo terrorizzato e confuso
e non sapeva chiaramente
come comportarsi.
Namjoon si
lanciò sull'amico steso a terra e lo aiutò ad
alzarsi "Hoseok, come ti senti? Ce la fai? Rispondi dai!"
Questo in
risposta si lamentò e basta e Namjoon non aspettò
un secondo di più per tirarlo su delicatamente e portarlo
fuori da quella casa.
Prima però si rivolse a Jin "E' venuto qui con la sua
macchina, prendila
tu"
Jin
annuì, raccolse le cose dell'amico e poi si
avvicinò a
Yoongi "Dai, andiamo via di qui"
Il ragazzo non
gli rispose, ancora visibilmente terrorizzato,
e guardò il padre "Senti, non gli ho fatto niente di grave.
Si meritava di
peggio. Non so in che condizioni sia il tuo ragazzo, non so se ha
bisogno di
andare in ospedale e mi dispiace dirtelo ma sono molto più
preoccupato per lui
che per voi, quindi te lo dirò solo un'altra volta, e lo
faccio per lui, dopo
di che me ne andrò senza di te. Vieni o no?"
E Yoongi
sembrò finalmente ridestarsi da quella trans. Non
aprì bocca, ma si alzò velocemente, tanto da
avere un giramento di testa. Jin
lo aiutò a reggersi in piedi ed uscirono insieme, prendendo
la macchina di
Hoseok.
---
Al
pronto soccorso non
ci misero troppo. Hoseok fu medicato ma oltre a qualche punto ed
antidolorifici
non ebbe bisogno di altro. Le sue condizioni non erano così
gravi.
Fu la stessa
cosa per Yoongi, a cui avevano dovuto mettere
solo qualche punto alla ferita sulla testa, da cui non aveva perso poi
nemmeno
tanto sangue.
Furono
però costretti a denunciare l'accaduto alla polizia, e
Jin non ci pensò più di tanto a denunciare anche
il signor Min.
Quando furono
liberi di tornare a casa Yoongi non lasciò mai
il fianco di Hoseok. Gli strinse la mano per tutto il tragitto
dall'ospedale
all'appartamento dei ragazzi e poi lo trascinò verso la sua
stanza. Lo fece
stendere sul letto e poi si sedette accanto a lui, non troppo vicino
per non fargli
male sui punti malmenati ma gli riprese subito la mano.
"Mi dispiace
Hoseok-ah. E' colpa mia e non ho saputo
neanche difenderti" Yoongi strinse la presa sulla mano, ma non
riuscì a
guardarlo negli occhi.
"Non dire
stupidaggini Yoongi-yah. Sei stato tu a
chiamare i miei amici, non avresti potuto fare altro da solo.
Preferisco essere
io quelle che le ha prese. E poi sto bene. Non è colpa tua,
non avrei dovuto
fare niente in casa tua e lo sapevo"
Gli sorrise e
cercò di avvicinare la mano libera al viso del
più giovane ma dopo quel gesto il suo sorriso si trasformo
in una smorfia di
dolore.
"Non ti muovere.
Cerca di riposarti, ne hai bisogno. Te
l'ha detto anche il dottore"
Hoseok
annuì e dopo neanche un minuto Yoongi sentì la
presa
sulla sua mano farsi più leggera e il respiro dell'altro
diventare regolare.
Avrebbe dovuto riposarsi anche lui, ma aveva bisogno di alzarsi.
Uscì
dalla camera e si ritrovò faccia a faccia con l'altra
coppia. Non sapeva come agire. Voleva ringraziarli, ma quando vide lo
sguardo
di Namjoon divenire dispiaciuto non riuscì a trattenersi
"Non essere
dispiaciuto per me, non ci pensare neanche"
"Ragazzino,
controllati. Non sei il primo al mondo a non
essere stato accettato dal padre. Non sei neanche il primo in questa
stanza e
di certo non sarai l'ultimo. Fatti dire da chi ci è
già passato che avere
qualcuno disposto ad aiutarti è importante quindi non fare
lo stronzo"
Fu Jin a parlare
e Yoongi si sentì mortificato "Io...Io
non lo sape-"
"Sì,
non fa niente. Prendi il mio telefono e chiama tua
madre. Dovrà essere informata, sempre che non l'abbia
già fatto la
polizia"
Yoongi
ubbidì scattando, come se si fosse ricordato solo in
quel momento di sua madre.
Quando
la madre gli
rispose però non ebbe bisogno di spiegarle niente.
"Yoongi?
Sei tu?
Tesoro della mamma, stai bene?"
"Sì,
sì noi stiamo bene. Hoseok è un po' ammaccato ma
non è niente di così grave. Mamma dove sei?"
"Io
adesso sono a
casa a prendere delle cose per passare la notte da un'altra parte. Tuo
padre è
in centrale di polizia e quando e se tornerà a casa non mi
ci troverà"
"Che vuol dire?
Dove vai?"
"Tu
stai con
Hoseok questa notte, ok? Poi domani mattina la mamma ti spiega tutto"
"Io...sì,
va bene, ma-"
"Tesoro,
non te ne
posso parlare adesso. Assicurami solo che stai bene e poi mandami un
messaggio
con l'indirizzo di Hoseok"
"Si, sto bene ma
mamma-"
"Devi
solo fidarti
di me adesso Yoongi. Ti avevo promesso che ti avrei aiutato ed
è quello che sto
facendo. Adesso devi solo riposarti e poi, prima che ti sarai
svegliato, la
mamma sarà lì"
Yoongi
sospirò, lasciando vincere la madre "Va bene
mamma, basta che mi assicuri che starai bene anche tu"
"Certo
che si
tesoro mio"
Yoongi fece come
gli era stato detto e le mandò un messaggio
con l'indirizzo dell'appartamento. Quando Jin gli chiese se avesse
fame, gli
sorrise e gli disse che aveva bisogno solo di dormire.
Prima di tornare
in camera da Hoseok, però, guardò un'altra
volta i ragazzi di fronte a lui e finalmente riuscì a dire
quello che voleva
dirgli da quando erano arrivati a casa sua "Io... Grazie hyungs"
"Vatti a
riposare moccioso, dai" rispose Namjoon,
mentre Jin gli rivolse un sorriso da mozzare il fiato.
Tornato in
camera, si arrampicò sul letto e si stese sotto le
coperte. Cercò di sistemare quelle su Hoseok per non fargli
sentire freddo e si
avvicinò il più possibile a lui, senza
però toccarlo veramente per paura di
fargli male. Gli riprese la mano e lo guardò
finché gli occhi non gli si
chiusero e riuscì finalmente a mettere fine a quell'orrenda
giornata.
---
La mattina dopo
Yoongi venne svegliato da dita gentili che
gli accarezzavano i capelli. Aprì gli occhi e li richiuse un
paio di volte
prima di sorridere al suo ragazzo.
"Speravo che la
prima notte passata insieme fosse
diversa. O almeno di accorgermene"
Yoongi si
alzò lentamente e raggiunse l'altro, che si
avvicinò per dargli un bacio.
"Fermo. Non mi
sono ancora lavato i denti"
Hoseok rise "Non
mi interessa" e
reclamò a forza il suo bacio del buongiorno.
"Come ti senti?"
"Stai
scherzando? Dovrei essere io a chiedertelo!"
Cercò infatti di esaminare il corpo di Hoseok, almeno quello
che riusciva a
vedere da quella posizione, per controllare i suoi lividi e le sue
ferite.
"Nah,
tranquillo. Sono più forte di quel che pensi, sai?
E poi sei tu ad aver-"
Yoongi gli
sorrise con dolcezza "Se stai bene tu, non mi
interessa di nient'altro. Mi sento così in colpa Hoseok-ah"
Hoseok
ricambiò quel sorriso "Oh, quindi serviva questo
per farti diventare più dolce? Bene, mi fa piacere"
E il
più giovane scoppiò a ridere "Idiota!" Gli si
fece di nuovo vicino per potergli dare un altro bacio ma venne
interrotto da
qualcuno che stava bussando alla porta.
"Siete svegli?"
Hoseok
alzò gli occhi al cielo "Non vogliamo essere disturbati
adesso"
"Non puoi fare
sforzi, idiota. Alzatevi, c'è tua madre
Yoongi"
Il
più grande sbuffò "Sono sveglio da neanche cinque
minuti e sono già stato chiamato idiota due volte, dal mio
ragazzo e dal mio
migliore amico"
Yoongi, che si
stava alzando, rise di nuovo "Fattele due
domande allora!"
Una volta che la
signora Min fu sicura che il figlio e suo
tutor stessero entrambi bene Yoongi cercò le spiegazioni che
non gli aveva dato
il giorno precedente al telefono.
"Posso sapere
che volevi dire ieri? E dove sei stata
questa notte?"
"Nel nostro
nuovo appartamento. Ieri quando sono uscita
sono andata ad affittarlo, dopo essere stata da un avvocato divorzista"
Yoongi era
sorpreso, e non sapeva se era una cosa buona
"Co-cosa?"
"Voglio il
divorzio, tesoro"
"Oh"
Hoseok, seduto
sul divano accanto a Yoongi, strinse la mano
al suo ragazzo, visibilmente scosso.
Yoongi, dal
canto suo, non sapeva cosa pensare e soprattutto
cosa provasse in quel momento.
"Tesoro, tra me
e tuo padre le cose non vanno più bene
come un tempo, non sono mai andate benissimo veramente, e adesso la mia
priorità sei tu e non ce la faccio più a
guardarlo comportarsi così senza poter
far niente. A me non interessa cosa fai, cosa vuoi o chi vuoi acanto.
Io voglio
solo che tu stia bene e da adesso farò di tutto per
permetterti di vivere la
tua vita come meglio credi e per farti ragionare con la tua testa"
"E tu?"
"Io
starò bene se starai bene tu e sarò felice se
sarai
felice tu"
Yoongi
lasciò andare la presa di Hoseok e andò verso la
madre
per stringerla in un abbraccio.
L'altro ragazzo
rimase in silenzio senza staccare gli occhi
da quella scena. Alla signora Min era servito che le cose peggiorassero
per
fare quella mossa, ma era felice per il suo Yoongi-yah.
"Dai, non farmi
piangere tesoro. Sbrighiamoci, abbiamo
tanto da fare. Dobbiamo chiamare qualcuno per aiutarci con il trasloco
e
dobbiamo andare a quella casa discografica. Ti aiuterò ma
voglio assicurarmi
che non ti stiano solo prendendo in giro"
E dopo quelle
parole Namjoon si precipitò fuori dalla stanza
che condivideva con Jin per urlare "VI CI PORTO IO SIGNORA!"
Hoseok
alzò
un sopracciglio "Stavate origliando?"
Jin
uscì
dalla stanza e rispose "No, cosa te lo fa pensare?"
Mamma Min
alla riscossa! Tanti punti a chi aveva puntato su di lei!
Ehm.
Ancora,
chiedo scusa. Più vado avanti e meno mi piace.
|
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Capitolo 10 *** VIII ***
Mentre Namjoon e
Yoongi stavano andando alla JYP insieme alla
signora Min, Hoseok e Jin si recarono alla centrale di polizia. Hoseok
doveva
testimoniare in quanto vittima dell'aggressione e Jin in quanto
conoscente dei
fatti e possibile indagato per seconda aggressione nei confronti del
signor
Min.
Ma Hoseok
sorprese tutti.
"Voglio far
cadere la denuncia. E voglio che venga
chiarito il fatto che il mio amico Kim Seokjin non ha fatto nulla. Sono
stato
io a fermarlo, per legittima difesa"
"Mi sta dicendo
che lei ha colpito questo signore per
legittima difesa ma che non vuole che venga denunciato per aggressione?"
"E' sordo per
caso?"
Usciti dalla
centrale Jin lo raggiunse in due falcate e lo
fermò tirandolo per un braccio "Lo lasci andare dopo quello
che ti ha
fatto? Che cazzo hai in quella testa?"
"Jin non posso
fargli questo. E' suo padre!"
"Già,
e lui non avrebbe dovuto fare quello che ha fatto
a lui e a te"
Hoseok
cercò di spiegarsi con più tatto possibile "Non
è
come te. Tu odi i tuoi e non vuoi sapere che fine hanno fatto e mi sta
bene, lo
capisco. Ma capisco anche lui che non lo odia perché
nonostante tutto è suo
padre e quello che vorrebbe è solo un po' di comprensione da
parte sua. Lui ci
sta male ma non lo odia. E io voglio dare a quell'uomo una
possibilità per
capirlo a sua volta. Lo faccio per Yoongi, non per me o per lui. E poi
guardami, sto bene!"
"Come vuoi. Ma
non se lo merita"
"Lo so questo,
ma se lo merita Yoongi"
Da dietro,
sentirono una terza voce raggiungerli "Signor
Jung!"
Hoseok si
girò e guardò l'avvocato del signor Min
avvicinarsi
e iniziare a parlare "Senta, volevo chiedere se è sicu-"
"Sì.
Sì sono sicuro. Faccia solo in modo che quell'uomo
aiuti sua moglie e suo figlio dopo il divorzio e che non crei
più problemi a
nessuno dei due. O potrei ripensarci. Ho bisogno di andarmene di qui
adesso, mi
scusi"
E detto questo
riprese la sua strada. Jin gli corse subito
dietro e Hoseok ricominciò a parlare "Io lo odio, ok? Lo
odio dalla prima
volta che ci ho parlato al telefono ed ho iniziato ad odiarlo ogni
giorno di
più fino ad esplodere l'altro ieri, quando ho visto quel
livido sul viso di
Yoongi. Voglio vederlo così tanto dietro le sbarre che quasi
mi sento male, non
avevo mai provato tanti sentimenti negativi verso una persona. Ma non
posso
fargli questo, lo capisci? Non posso farglielo e ho anche paura che se
lo
facessi mi odierebbe. Quindi alla fine lo faccio anche per me. Non
dirlo a
nessuno, nemmeno a Nam"
"No, non lo
farò. Penso ancora che sia una stronzata, ma
non lo dirò a nessuno"
Quando, poco
più tardi, Namjoon mandò un messaggio a Jin per
dirgli che avrebbero accompagnato la signora Min dal suo avvocato e che
dopo
lui e Yoongi sarebbero tornati a casa, Jin iniziò subito a
pensare a cosa poter
preparare di buono per il pranzo.
"Prepariamo
qualcosa a base di carne così andiamo sul
sicuro"
"Yoongi la
mangia?"
"Solo quella
praticamente"
"Oh, ok allora.
Voglio fare qualcosa di speciale"
Hoseok
sbuffò una risata "Perché mai?"
Jin, che si era
abbassato per prendere una padella, gli rispose
"Beh, la vedo come il nostro primo appuntamento a quattro. E' una cosa
carina, da quando io e Nam stiamo insieme non abbiamo mai fatto cose
del
genere. Perché tu eri troppo impegnato a piangerti addosso
per quell'altro. Ma
visto quanto ci tieni a Yoongi, finalmente, voglio fare in modo che
questo sia
l'inizio di qualcosa di bello"
"Grazie Jin. Per
questo, per prima, per ieri e per i bei
discorsi. In realtà alla fine se sto con Yoongi potrebbe
anche essere merito
tuo"
"In parte lo
è. E in parte è merito di suo padre che vi
ha fatti incontrare. Assurda la vita, eh?"
Hoseok stava per
rispondergli quando Namjoon aprì la porta di
casa e Yoongi gli passò davanti e si lanciò su
Hoseok, reggendosi per il collo.
Questo, però, per quanto apprezzasse il gesto, era ancora
troppo mal ridotto
per poterlo reggere in braccio e quando l'altro se ne accorse si
staccò subito
"Merda! Scusa! Stai bene?"
"Sì,
sto bene. Devo solo ricordarmi come respirare. Immagino
sia andata bene, vero? Dimmi di sì, ti prego!"
"Sono
ufficialmente un trainee della JYP! Hoseok-ah!
Grazie, grazie, grazie!"
"Sono
così felice per te Yoongi-yah" gli prese il
viso con le mani e lo accarezzò dolcemente con i pollici
mentre lo guardava
intensamente negli occhi. E poi lo baciò con trasporto e gli
parve di sentire l'altro
sciogliersi sotto le sue mani.
Dall'altra parte
della stanza, anche Namjoon e Seokjin
stavano festeggiando il nuovo contratto da produttore del ragazzo
biondo
"Sono orgoglioso di te"
"Grazie amore
mio"
---
"Ho lasciato il
tuo numero a mia madre, così appena
potrà ci farà sapere qualcosa. Spero solo di
poter riavere le mie cose presto.
Non ho potuto sentire neanche Jimin"
Yoongi, seduto
sul letto di Hoseok, che a sua volta era
seduto sulla sedia della sua scrivania, stava riguardando la sua copia
del
contratto.
"Stai tranquillo
Yoongi-yah, tua madre troverà una
soluzione per tutto. Te l'ha promesso, no?"
Hoseok rimise a
posto gli appunti delle ultime lezioni che
stava guardando e si spostò sul letto, accanto all'altro
ragazzo.
"Sì,
sì. Lo sta già facendo"
Il
più grande lo guardò attentamente e poi
domandò, con tutta
la delicatezza che gli fosse possibile "Yoongi-yah, come stai?"
"Sto bene, non
vedi?" Lo guardò e gli sorrise, un
sorriso falso, che non arrivava agli occhi, quello ferito finalmente
meno gonfio,
e Hoseok ebbe una stretta al cuore.
"Intendevo per
la storia del divorzio"
Yoongi
riportò la sua attenzione ai fogli che stava guardando
prima "Non mi va di parlarne"
Le labbra di
Hoseok si chiusero in una linea sottile "Ti
farebbe bene però"
Yoongi
sosprirò "Non lo so ancora come mi sento. Da una
parte mi sento sollevato perché penso che finalmente la mia
vita sarà come l'ho
sempre voluta. Ero serio quando ti dicevo che in quella cazzo di casa
non ci
volevo tornare, ma dall'altra parte... Non so ancora come
sarà adesso il mio
rapporto con il vecchio. Hoseok-ah, non lo perdonerò mai per
quello che ha
fatto a te ma se dovesse chiedermi scusa per tutto il resto credo che
lo
perdonerei subito"
Hoseok se lo
tirò addosso e affondò il viso tra i suoi
capelli, sussurrandogli gentilmente "Lo capisco Yoongi-yah. Ed
è molto
bello da parte tua. Non sei affatto un moccioso, sai?"
"E' un sacco di
tempo che sto cercando di dimostrartelo.
Com'è andata invece alla centrale stamattina?"
Hoseok gli diede
un leggero bacio sull'occhio ferito e poi si
allontanò da lui "Tutto risolto, niente di cui tu ti debba
preoccupare.
Allora, che cosa dice questo contratto?"
Yoongi
accettò il cambio d'argomento da parte dell'altro e
tornò a guardare quei fogli sparsi sul letto "Guarda
Hoseok-ah, questo
sarà il mio programma fino a che non debutterò.
Non avremo un fottuto attimo
per stare insieme! E poi, una volta debuttato, dovrò tenere
qualsiasi tipo di
relazione segreta. Ma questo non cambia le cose, non lo avrei comunque
detto.
Solo che dovrò far finta di non avere proprio nessuno"
Hoseok prese il
foglio che l'altro gli stava porgendo e gli
diede una rapida occhiata "Non sarà un problema Yoongi-yah.
La nostra
relazione non sarebbe mai stata comunque di dominio pubblico.
Potrò fare un
piccolo compromesso e lasciar credere a tante ragazzette che potrebbero
averti,
l'importante è che poi torni da me"
Yoongi sorrise
ma continuò a non guardarlo "Tornerò
sempre da te, lo sai"
Hoseok gli prese
le mani si buttò all'indietro, stendendosi
sul letto e portandosi l'altro su di se.
Yoongi
però non era entusiasta di quell'idea "Attento,
ti faccio male così"
"Stai zitto e
baciami"
E il telefono di
Hoseok iniziò a squillare e lui gemette per
la frustrazione.
"Giuro su Dio,
se non riusciamo ad avere un attimo
d'intimità entro questa sera io-"
Il
più giovane si alzò e gli diede una piccola
spinta sul
braccio "Falla finita, potrebbe essere la mamma. Rispondi"
Hoseok prese il
telefono, premette la cornetta verde e mise
il vivavoce. Yoongi allora parlò "Mamma?"
"Ragazzi?
Venite a
vedere il nuovo appartamento?"
---
Dopo essersi
fatti dare l'indirizzo i due ragazzi partirono
immediatamente. Una volta arrivati a destinazione, iniziò a
guardare il
condominio da fuori.
Hoseok stava
cercando di capire quali fossero le sue reazione
ma dato il mutismo dell'altro iniziò a parlare "E' un bel
condominio e
anche la zona è molto carina"
Yoongi si
accigliò "La mamma non lavora. Come cazzo se
lo può permettere?"
"Non
preoccuparti di queste cose Yoongi-yah, se l'ha
preso evidentemente sa che può farlo. Entriamo e parlaci"
Yoongi si decise
a dargli ragione "Ok, ma tienimi la
mano. Sono nervoso"
Hoseok fece come
gli era stato chiesto e lo strinse
delicatamente "Non devi essere nervoso"
"Sì,
lo so, ma non posso farci niente. Non ci sono mai
stato bene a casa mia"
"Sarà
tutto diverso adesso. E poi il mio appartamento è
sempre aperto per te"
Hoseok
tirò dolcemente il braccio dell'altra dalla mano che
era legata alla sua per cercare il suo sguardo e una volta ottenuto
ciò che
voleva gli sorrise.
Yoongi non
poté fare a meno di lasciarsi convincere dal quel
suo amato sorriso a forma di cuore.
"Entriamo allora"
L'appartamento
era al sesto piano e anche da spoglio sembrava
meraviglioso. Era molto grande e nella sala principale c'era un enorme
finestra
con terrazzo dalla quale entrava molta luce e si godeva anche di una
bella
vista della città.
"Ti piace
tesoro?"
Yoongi si stava
ancora girando intorno "E' bellissimo
mamma. Ma l'affitto sarà altissimo, come faremo a-"
"Niente affitto.
Tuo padre l'ha comprato a mio
nome"
"Cosa?"
"Si. Ha anche
pagato una ditta di traslochi. In questo
momento dovrebbero essere a casa sua a prendere le nostre cose. Pian
piano
penseremo anche all'arredamento e a tutto il resto"
Hoseok stava
cercando di lasciare al fidanzato e alla madre
un po' di privacy ma non riuscì a non ascoltare quelle cose.
'Chissà
se magari sono
riuscito a convincerlo questa mattina'
"Perché
avrebbe fatto tutto questo? Non ha nemmeno
provato a fermarti col divorzio?" La voce di Yoongi sembrava quasi
sofferente.
"Tesoro, credo
che tuo padre si sia reso conto di quello
che ha fatto e sta cercando di rimediare, a modo suo. Ci sta lasciando
liberi"
Yoongi
iniziò a fissare il pavimento e Hoseok riuscì a
vedere
che si stava mordendo il labbro inferiore.
Voleva dire qualcosa ma non ne aveva il coraggio.
Avrebbe voluto
andare da lui ma non sapeva se la signora Min,
o ex signora Min, ancora non ne era sicuro, prendesse bene delle
manifestazioni
d'affetto. E non sapeva se era pronto a farsi vedere così
dalla madre del suo
ragazzo, non dopo quello che era successo il giorno prima.
Ma poi vide che
l'altro ragazzo lo stava guardando e cercò di
sorridere o di fare uno sguardo che lo rilassasse il più
possibile e forse,
data la domanda successiva di Yoongi, ci riuscì.
"Non ti ha
chiesto di me?"
La madre lo
guardò con uno sguardo afflitto "Io... No,
no tesoro. Ma sai com'è fatto e sai come la pensa, quindi
già il fatto che non
abbia protestato sull'affidamento e che ci abbia comprato questa casa
sono dei
passi molto importanti per lui. Sii paziente e dagli tempo"
Detto questo si
avvicinò al figlio e gli carezzò il viso.
Yoongi annuì e Hoseok vide i suoi occhi riempirsi di
lacrime. Sentiva il
bisogno fisico di andare da lui.
"Venite, vi
faccio vedere la tua stanza"
Anche quella
stanza era molto grande e a Yoongi piacque
subito. Ma non abbastanza da fargli dimenticare la questione di suo
padre.
"Pensi che il
vecchio stronzo mi potrà comprare anche un
letto a due piazze o ha troppa paura che mi ci possa far scopare
ancora?"
Hoseok e la
madre, cosa che inquietò molto i due ragazzi,
dissero in coro, con tono di avvertimento "Yoongi!"
"Che
c'è? Posso finalmente dire quello che voglio in
casa mia! Lasciatemi stare!"
"Non esagerare
però. Hoseok, tra poco arriveranno quelli
del trasloco, potrebbe servirci una mano. Ti va di fermarti a cena con
noi?"
Yoongi lo
guardò pieno di speranza e il più grande, che era
stanco, non aveva con sé i suoi antidolorifici e non era
proprio pronto a
cenare ufficialmente con la madre del suo ragazzo, si
ritrovò ad accettare,
solo per lui "Sì, certo signora"
"Fantastico.
Dobbiamo ordinare qualcosa però, scegliete
con calma cosa preferite, io vado a chiamare per sapere quando
arriveranno"
E
così uscì, chiudendosi la porta alle spalle.
Hoseok si
avvicinò finalmente al ragazzo e gli prese la mano
"Allora, ti piace sul serio qui?"
Yoongi lo
guardò negli occhi e il suo sguardo si fece serio
"Sì, credo di sì. Forse potrei vivere anche nelle
altre stanze della casa
e non usare camera mia come un rifugio. Potrei abituarmi"
Il
più grande appoggiò la fronte su quella
dell'altro
"Andrà tutto bene adesso. Visto? Le cose si stanno
sistemando"
"Continuo a non
capire perché cazzo l'ha fatto"
"Magari
è come ha detto tua madre"
"Sì...
Magari"
E Hoseok non
riuscì proprio a dirgli che aveva quasi
minacciato l'avvocato del padre, facendogli capire che non avrebbe
denunciato
il signor Min a patto che lui aiutasse la sua futura ex moglie e suo
figlio a
rifarsi una vita. Si sentì male per nascondergli una cosa
del genere ma pensava
veramente quello che aveva detto a Jin, Yoongi se lo meritava e se lo
meritava
anche sua madre.
Gli diede un
bacio sulla fronte e quando sentirono suonare il
campanello disse "Andiamo ad aiutare tua madre, forza. E poi non
abbiamo
pensato alla cena. Cosa ti va?"
E Yoongi
finalmente sembrò rilassarsi "Cinese! A te
piace?"
Hoseok gli
sorrise "Lo adoro"
"Lo sapevo che
eri perfetto per me!"
---
Il massimo che
riuscirono a fare, per quella sera, fu
divedere tutte le cose e mettere gli scatoloni nell'apposite stanze.
Dopo aver cenato
su un tavolo improvvisato, Hoseok incominciò
a sentire il bisogno di tornare a casa, prendere le sue medicine e
mettersi a
letto.
"La ringrazio
per la cena signora"
"Quando la casa
sarà più vivibile la preparerò io,
sono
un'ottima cuoca"
Yoongi si
intromise "E' vero, fa il miglior Bulgogi[1]
del mondo"
Sia la madre che
Hoseok gli sorrisero teneramente.
"Non vedo l'ora
di poterlo assaggiare, allora"
"Mi chiedevo se
fosse un problema far dormire da te
Yoongi anche questa sera. Qui c'è solo il divano e in due
non ci staremo molto
bene"
Entrambi i
ragazzi furono sorpresi.
"No, certo che
non è un problema"
"Allora prendi
la tua divisa e le tue cose di scuola, da
domani si ricomincia"
Dopo aver preso
quello che gli serviva e aver dato la
buonanotte alla madre con un bacio sulla guancia, Yoongi
tornò all'appartamento
con Hoseok.
Era finalmente
riuscito a riprendere possesso del suo
cellulare, e mentre aspettava che il più grande lo
raggiungesse per mettersi a
letto con lui, stava cercando di leggere tutti i messaggi che Jimin gli
aveva
mandato -voleva sapere che fine avesse fatto e sembrava anche
abbastanza
preoccupato- per
poi rispondergli che
aveva avuto dei problemi a casa ma che il giorno dopo a scuola gli
avrebbe
spiegato tutto.
Quando Hoseok
tornò in camera, Yoongi pensò di non aver mai
visto niente di più bello. Aveva indosso solo un paio di
pantaloncini neri,
tipo quelli da calcio, e una semplicissima canotta bianca e per il
più giovane
fu una visione. Si era ufficialmente reso conto di avere un debole
particolare
per quelle gambe. E per quelle braccia. E per i suoi addominali. E per
tutto il
resto.
'Come
può un secchione
del genere avere un fisico così?!'
Hoseok si
buttò sul letto e si stese subito, sospirando.
"Stai male? Le
hai prese le medicine?"
Il
più grande lo guardò, con un solo occhio aperto
"Chi
è quello che parla come mia madre, adesso?"
"Voglio solo
assicurarmi che tu stia bene, stronzo"
e per rimarcare l'offesa, gli spinse leggermente una coscia col piede.
Ma Hoseok fu
più veloce. Lo afferrò per la caviglia che gli
aveva avvicinato e lo tirò verso di sé, facendolo
ricadere di schiena sul
materasso. Poi si alzò e gli andò sopra, con le
mani puntate ai lati della sua
testa per reggersi e guardarlo negli occhi.
"Sono in
perfetta forma, vedi?" disse ghignando.
"S-si, lo vedo"
"Fai il timido
adesso?" chiese per prenderlo in
giro mentre si chinò per lasciargli una scia di baci sul
collo.
"Se non sbaglio
eri tu ad essere quello timido la prima
volta, si può sapere che ti è successo?
"Solo
impazienza. E' da ieri pomeriggio che veniamo
interrotti ogni volta che proviamo a fare qualcosa" rispose, ma senza
mai
staccare le labbra dalla pelle morbida dell'altro.
"Ho-Hoseok
f-fermati un attimo"
Hoseok
lasciò subito il collo dell'altro per guardarlo negli
occhi "Ehi, ho sbagliato qualcosa? Non ti va di-?"
"No! Io...
Voglio solo chiederti scusa. Mi sento così in
colpa per quello che ti ha fatto. Non riesco a smettere di pensarci,
continuo a
rivedere quella cazzo d'immagine e non riesco a credere di non essere
riuscito
a fare niente oltre che mettermi a piangere e chiamare Namjoon"
Hoseok
sospirò "Yoongi-yah, te l'ho già detto. Non
è
colpa tua e non sono arrabbiato con te per non averlo fermato. Ci hai
provato,
l'ho visto, e se avessi potuto mi sarei rimesso in mezzo per impedirgli
anche
solo di sfiorarti di nuovo. E poi sto bene, sono sicuro che da fuori
sembrava
peggio di quello che era in realtà"
"Si, ma-"
"Niente ma. Io
sto bene e tu devi smettere di pensarci.
Le cose si sono finalmente sistemate e mi
dispiace dirtelo, ma sono felice che non
dovrai più tornare in quella casa. Magari adesso potremmo
fare le cose normali
che fanno le coppie normali. Non vedo l'ora di portarti fuori a cena,
c'è un
ristorantino non troppo lontano da qui che mi piace da impazzire e te
lo voglio
far conoscere. E voglio portarti al cinema, in spiaggia, al parco e al
centro
commerciale a fare shopping. Tutto questo ovviamente mentre rimarremo
concentrati sui nostri sogni, voglio vederti diventare un grande rapper
e
voglio che tu mi stia accanto mentre diventerò il miglior
veterinario di Seoul.
E- Porca miseria lo sto facendo di nuovo"
Hoseok si
alzò all'improvviso, quasi come se si fosse
scottato. Aveva gli occhi spalancati e sembrava a disagio.
Yoongi si
alzò a sua volta e si mise seduto di modo da
poterlo guardare in faccia "Cosa stai facendo di nuovo?"
Hoseok
cercò di decifrare lo sguardo dell'altro, per vedere
se lo avesse veramente spaventato "Sto correndo troppo. Io non voglio
spaventarti e non voglio programmare il resto della nostra vita. Mi
dispiace,
ho esagerato. Dio, sono così stupido"
"Non capisco di
cosa cazzo tu stia parlando"
E il
più grande si accorse effettivamente che Yoongi non era
affatto spaventato. Era solo confuso.
"Quando...
Quando frequentavo l'ultimo anno di liceo
stavo con un ragazzo. Lui aveva un anno meno di me, quindi all'epoca
aveva la
tua età. Per farla breve, avevo praticamente programmato il
resto delle nostre
vite insieme e lui si è spaventato. Mi disse che era troppo
giovane per pensare
a certe cose e che io ero un pazzo. Aveva ragione e io lo sto facendo
di
nuovo"
Yoongi lo
guardò e sembrava molto, molto serio "E' per
questo che all'inizio ti facevi tutti quei problemi per la differenza
d'età?"
Hoseok
abbassò lo sguardo e lo fece posare sulla trapunta del
letto. Non riusciva a reggere tutta quella pressione "Sì,
anche.
Soprattutto per questo in effetti"
Stavolta fu il
più giovane a sospirare. Gli mise una mano
sulla guancia e gli si avvicinò, tanto da parlargli
praticamente sulle labbra
"Hoseok-ah guardami. Forse è vero, sei pazzo, ma io lo sono
più di te. Io
la mia vita l'ho già programmata tutta e nel mio programma
tu ci sei entrato
circa una settimana dopo che ci siamo conosciuti e tu ancora non
sembravi
minimamente interessato a me. Col cazzo che sono spaventato, anche io
voglio
fare tutte quelle cose che hai detto prima e ne voglio fare anche tante
altre.
Per esempio, voglio che mi porti in un locale di sera e che mi ordini
una birra
dato che io-"
Hoseok lo
zittì con un bacio, spingendolo all'indietro e
riportandoli alle loro posizioni iniziali "Sai una cosa ragazzino? Io
sono
stato sempre interessato a te, dalla prima volta che ci siamo visti. Mi
hai
fottuto la testa da subito. E non ti ordinerò nessuna birra,
aspetterai un anno
per bere"
"Non chiamarmi
ragazzino. E ti convincerò in qualche
modo a prendermi quella birra, vedrai. Adesso dì un'altra
volta fottuto, è
stato eccitante"
Hoseok rise e
poi lo accontentò, sussurrandoglielo
all'orecchio con voce roca.
Yoongi lo prese
per i capelli così da poter riportare quelle
labbra sulle sue e dopo averlo baciato con foga disse ansimante
"Togliti
quei cazzo di pantaloni e riprendi da dove eri arrivato prima che ti
paralizzassi per le tue seghe mentali"
E dopo un
susseguirsi di baci impazienti ed esigenti, si
spogliarono frettolosamente e riuscirono finalmente a fare l'amore per
la
seconda volta, completamente differente dalla prima, con una
preparazione meno
gentile ma non per questo meno attenta da parte di Hoseok, amplificata
da i
gemiti lussuriosi di Yoongi e dai tocchi e dai morsi ansiosi di
entrambi. Fu più
passionale e travolgente, e comunque perfetta.
Quando finirono
Hoseok si accasciò su Yoongi e non si spostò
per dei buoni minuti.
"Hoseok-ah mi
stai schiacciando"
"Dammi...dammi
solo un attimo per...riprendermi"
Yoongi
ridacchiò "Troppo vecchio per queste cose?"
"No, solo troppo
malconcio" si lasciò cadere al
fianco dell'altro, che si girò di lato per guardarlo.
"Stai bene?" gli
chiese, accarezzandogli dolcemente
i capelli, un po' bagnati dal sudore, sulla fronte
"Benissimo. Mi
ci vorrà solo di più per riacquistare le
forze" gli prese l'altra mano, quella che non era occupata fra i suoi
capelli, e ne baciò il palmo.
Poi chiuse gli
occhi e Yoongi rimase a guardarlo attentamente,
in silenzio, quasi ipnotizzato dal suo torace che si alzava e si
abbassava in
fretta per via del fiatone. In quel momento realizzò quanto
fosse stato
fortunato ad averlo trovato.
"Sai Hoseok? Io
non credo che tu sia pazzo. Sei
semplicemente una persona seria, che sa quello che vuole dalla vita. Il
tuo non
è andare di fretta, è solo un organizzarsi per
far combaciare gli imprevisti
che ti interessano alle cose programmate. E' quello che ho fatto io con
te e
che spero davvero tu voglia fare con me. Ho bisogno di te"
Hoseok
riaprì gli occhi, il respiro si stava finalmente
regolarizzando, e ricambiò quel serissimo sguardo
concentrato "La vuoi
sapere tu una cosa? Prima che iniziassimo la nostra storia io credevo
di non
aver bisogno di te ma che tu fossi abbastanza forte e speciale da
rivoluzionarmi la vita e trascinarmi in qualcosa che credevo assurdo.
Ma non è
così. Siamo così diversi ma comunque molto simili
in questo, nonostante la
differenza d'età. Non credo più che tra di noi si
tratti di bisogno o di
intenzioni serie per andare avanti. Io e te siamo semplicemente fatti
per stare
insieme. Ne sono convinto ora, niente più dubbi o film
mentali. Non provare a
dirmi che sono un idiota adesso"
"No, non ci
avevo neanche pensato a farlo" e detto
questo si ristese, appoggiando la testa sul petto dell'altro,
ascoltando il
battito del suo cuore non più impazzito.
"Credo che
il domani in cui speravo tanto sia finalmente
arrivato. Dopo tutto, non erano solo illusioni le mie"
[1]
Probabilmente il
più famoso piatto a base di carne della cucina coreana. Ed
è buonissimo!
Questo
è l'ultimo capitolo prima dell'epilogo.
Forse dovevo dirlo prima...
Scusatemi.
|
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Capitolo 11 *** Epilogo ***
Era passato un
anno.
Un anno in cui
erano successe tante cose. Hoseok si stava
preparando al suo ultimo anno alla facoltà di medicina
veterinaria e a brave
avrebbe iniziato un tirocinio in una clinica, dove probabilmente
avrebbe potuto
anche lavorare per i primi tempi dopo la laurea se fosse andato tutto
bene.
Essendo uno degli studenti con la media più alta, lo
avrebbero mandato in una
delle più rinomate cliniche private della zona e lui era
allo stesso tempo
entusiasta e nervoso da morire, per questo passava molto più
tempo a studiare,
anche argomenti che ormai sapeva a menadito.
Yoongi per questo motivo lo aveva preso in giro
più volte.
"Sei un
secchione del cazzo. Solo tu puoi essere così
ossessivamente nervoso quando ti hanno voluto perché sei il
più secchione tra
tutti i secchioni"
Anche Yoongi
aveva le sue giornate piene d'impegni. La
mattina doveva andare a scuola come sempre, frequentava il suo ultimo
anno ed
era ormai vicino al diploma, e
il
pomeriggio lo doveva passare alla JYP, dove stava portando avanti il
suo
periodo di trainee e con Namjoon preparava la sua canzone per il
debutto, e
ovviamente quelle che avrebbero fatto parte del suo primo minialbum.
Lui, al
contrario del suo ragazzo, si mostrava molto tranquillo.
Ripeteva sempre
"E' una vita che lavoro per questo, non
posso mandare tutto a puttane per un po' d'ansia"
Hoseok
continuava a sentirsi sempre un po' stupido in
confronto al più giovane quando gli sentiva dire certe cose.
Ma erano diversi e
sapeva che Yoongi era più forte di lui. Sinceramente, Yoongi
aveva anche più
palle di lui e ne era la prova il fatto che fosse riuscito a superare
tutta
quella storia di suo padre e continuare comunque a credere in se stesso
e nel
suo sogno. Hoseok, invece, aveva avuto sempre l'appoggio dei genitori,
per lui
era stato sempre tutto più facile, senza
difficoltà e senza bisogno di prendere
situazione e coraggio in mano.
Quella sera,
Hoseok era andato a riprendere Yoongi alla JYP e
lo avrebbe riaccompagnato a casa, dove era stato invitato a cena
dall'ormai ex
signora Min. Avevano finalmente finito di sistemare l'appartamento ed
era
davvero molto bello. Non aveva niente a che vedere con l'enorme villa
tradizionale
dove abitavano prima ma Yoongi lo amava come non aveva mai fatto con
casa di
suo padre. Era quello che aveva sempre voluto, vivere con la madre e
lasciare la
porta sempre aperta al suo fidanzato.
E anche per
forza, con gli impegni di entrambi durante il
giorno non si vedevano praticamente mai e la signora Min aveva deciso
di
chiudere un occhio quando il figlio le aveva chiesto di far rimanere
Hoseok per
la notte, ogni tanto, o viceversa di potersi fermare a dormire
dall'altro
quando passavano la sera nell'appartamento di Hoseok.
E poi il
più grande le piaceva e si fidava di entrambi. Anche
se aveva guardato Yoongi in maniera truce quando aveva fatto una
battuta sul
fatto che nessuno avrebbe mai rischiato una gravidanza. Ma era felice
di
poterlo finalmente lasciare essere se stesso in casa sua.
Quando Yoongi
entrò in macchina aspettò che gli si
accostò
per salutarlo con un bacio e poi chiese "Allora? Com'è
andata la tua
giornata?"
"Sfiancante.
Quell'imbecille di Namjoon non ha fatto
altro che criticare le mie decisioni. Vuole trasformare la mia canzone!
Perché
cazzo non se ne scrive una e poi non lo fa lui questo cazzo di debutto!
Ti
avverto, lì dentro non posso dirgli niente ma appena lo
becco a casa gli salto
alla gola"
Hoseok
ghignò "Non ti conviene, ha Jin dalla sua"
"Cazzo, io ho
te. Sono messo male. E sono pure il più
basso! E' ingiusta la vita"
Il ghigno di
Hoseok si trasformò in una vera risata "Sei
la regina del dramma Yoongi-yah. Oltre a questo non c'è
altro?"
"Oh
sì! Jungkook -ti ricordi di lui, no?- mi sta
insegnando dei nuovi passi di danza. Sono fighi. Non sarò
mai bravo come lui, e
nemmeno m'interessa, ma sono veramente fighi. Lo sono anche io mentre
li faccio
a dire il vero"
L'altro scosse
la testa divertito "Dovrò vederli allora.
E a scuola? L'interrogazione com'è andata?"
"Lo sapevo che
volevi chiedermi questo dall'inizio. E'
andata bene, ho preso una B. E tu sei sempre il miglior tutor che
potessi
desiderare"
"Non sono
più il tuo tutor. Adesso ti aiuto gratuitamente
quando hai bisogno perché sono il fidanzato migliore che
potessi desiderare, è
diverso"
Stavolta fu
Yoongi a ridere "Per me sei sempre un idiota.
La tua giornata com'è andata invece?"
"Tranquilla,
l'incontro con il primario della clinica è
andato bene. Spero solo che non abbia troppe aspettative, non so se
sono in
grado di reggere"
"Non dire
cazzate Hoseok-ah. Sei bravissimo e sei nato
per aiutare i piccoli animaletti in difficoltà. E' una vita
che ti stai
preparando"
"Grazie
Yoongi-yah. In effetti sì, sono nato per questo.
L'ho fatto anche con te"
"Mi stai dando
dell'animaletto?"
Hoseok rise di
gusto e gli mise una mano sulla coscia, quel
gesto che la prima volta era sembrato a Yoongi così speciale
e intimo, e che
ora era diventata una loro abitudine quando erano in macchina o
semplicemente
quando sedevano vicini, ma che era rimasto a modo suo speciale
perché era un
modo per dirgli "Non lo lascio il tuo fianco, l'ho promesso"
E Yoongi,
solitamente, rispondeva appoggiando la sua mano
sopra quella di Hoseok, per dirgli che sì, lo sapeva e che
gli doveva così
tanto per questo.
"Tesoro, domani
per il tuo compleanno vuoi fare qualcosa
di speciale?"
"No, mamma. Mi
andrà benissimo cenare con te e uscire un
pochino dopo cena con Hoseok e i miei amici. Tu non devi fare niente"
"Come vuoi tu.
Ha chiamato tuo padre oggi"
Hoseok, non
fiatò, ma guardò di sottecchi il ragazzo per
vedere la sua reazione alla frase della madre. Lo osservò
fingere indifferenza,
ma vide nei suoi occhi un lampo di quella che sembrava...speranza?
"Che vuole?"
"Dice di aver
già versato un assegno sul conto a tuo
nome, penso che sia il suo modo di augurarti buon compleanno"
"Già,
che modo di merda"
Hoseok non era
ancora riuscito a dirgli la verità, non
l'aveva detta a nessuno, continuava a saperlo solo Jin, e anche se si
sentiva
in colpa da morire per nascondere al suo Yoongi una cosa del genere,
non
riusciva proprio ad essere sincero e sapeva che in questo caso non
l'avrebbe
mai fatto, non quando lo vedeva entrare nella sua nuova casa e
abbracciare sua
madre con un bellissimo sorriso sul viso. Poteva anche essere diventato
una
persona orribile, ma per la felicità dell'altro avrebbe dato
la sua stessa
anima, quindi poteva andare bene così.
Una volta
sparecchiato e messo a posto la madre del più
giovane diede ai due ragazzi la buona notte, affermando di essere molto
stanca.
I due ragazzi, invece, si misero sul divano a guardare un film, Yoongi
appoggiato con la testa sulla spalla di Hoseok, che aveva messo a sua
volta un
braccio intorno alle sue spalle.
Ad un certo
punto Yoongi parlò dell'argomento che aveva
voluto ignorare e che Hoseok non aveva voluto tirar fuori per aspettare
che il
più giovane se la sentisse da solo di parlarne "Nemmeno una
cazzo di
telefonata. E' quasi un anno che non sente la mia voce e lui preferisce
darmi
dei soldi per il mio compleanno"
Hoseok lo
strinse un po' di più "Mi dispiace
Yoongi-yah"
"In
realtà non so nemmeno perché ci sono rimasto
male.
Io lo odio"
Hoseok
cercò di parlare con più dolcezza possibile "Non
è vero Yoongi-yah. Non lo hai mai odiato ed è
normale che tu ci sia rimasto
male. Avrà fatto quello che avrà fatto ma rimane
sempre tuo padre"
Yoongi
affondò la testa nel petto di Hoseok e si lasciò
stringere un altro po' "Io ci speravo. Non che mi accettasse o che
avesse
accettato il fatto che sto con te o che comunque se non fossi stato tu
sarebbe
stato un altro ragazzo. Ma, non lo so, che si fosse almeno... Arreso
alla
realtà. Cazzo, sono uno stupido"
"Ehi, guardami.
Non lo sei. Non sei stupido e non è
stupido quello che provi. E' bellissimo e dimostra il fatto che anche
se hai
passato dei momenti molto bui l'anno scorso, tu rimani buono e molto
innocente,
anche se fai finta di non esserlo, e io ti amo anche per questo"
"Per me equivale
all'essere uno stupido e che tu mi ami
per questo. Ma mi sta bene. Sei stupido anche tu e io ti amo per questo
motivo"
E gli
tornò il sorriso. E Hoseok sorrise a sua volta, quel
sorriso a forma di cuore che faceva ancora mozzare il fiato a Yoongi e
che probabilmente
l'avrebbe sempre fatto.
"Tu
però sei anche uno stronzetto, ma mi sta bene, è
il
secondo motivo per cui mi sono innamorato di te" vide l'altro
sbadigliare
così continuò "Vogliamo andare a letto? Domani
sarà una luuuunga
giornata!"
Yoongi
soffocò una risata "Mi ricordo che un anno fa
preciso, per telefono, mi hai detto esattamente la stessa cosa. Ehi,
adesso che
ci penso! Domani è anche il nostro anniversario, che vuoi
fare?"
"Yoongi-yah,
abbiamo deciso insieme che il nostro
anniversario sarebbe ricaduto il giorno in cui ci siamo baciati per la
prima
volta, ed è stato due settimane fa. L'abbiamo anche
festeggiato. Cos'è, l'età
che avanza?"
"No, idiota.
Intendevo l'altro tipo di anniversario.
Dai, non vuoi fare niente? Che ne so, giochini particolari, fantasie
perverse,
scambio di ruoli?"
Hoseok, che si
riteneva ancora un gentiluomo, arrossì
leggermente e si girò per controllare la porta della camera
della madre
dell'altro "Dio, Yoongi va a lavarti i denti e mettiti a letto.
Incominci
ad essere vecchio per avere gli ormoni fuori controllo"
---
Per la sera dopo
Yoongi aveva organizzato esattamente quello
che aveva detto alla madre: cena a casa con lei e dopocena con Hoseok e
gli
amici. Jin gli aveva detto che potevano stare nel vecchio locale dove
lavorava
prima di laurearsi e che si era fatto prenotare un tavolo da un amico
che lì ci
lavorava ancora. Si stava finendo di preparare quando gli
arrivò il messaggio del
suo ragazzo per avvertirlo che lui era già sotto casa sua ad
aspettarlo. Si
mise allora il maglioncino grigio che gli aveva regalato Hoseok qualche
tempo
prima, prese la giacca, salutò la madre con un bacio sulla
guancia e corse da
lui.
Hoseok lo stava
aspettando in macchina e quando lo vide
arrivare con la giacca slacciata da cui si vedeva il maglione che gli
aveva
comprato tempo fa, quando stavano facendo un giro al centro commerciale
e
Hoseok glie l'aveva fatto provare a tutti i costi perché era
convinto che gli
sarebbe stato benissimo e quando ne ebbe la conferma glie lo volle
regalare
senza pensarci due volte, ebbe la stessa sensazione di un anno prima,
quando
stava aspettando Yoongi in auto e pensò che quella di
andarlo a prendere a
scuola per fargli una sorpresa fosse stata un'ottima idea. Anche quella
sera,
non riusciva a capire se fosse più carino o più
provocante e si decise che era
un'insieme delle due cose. Continuava a non avere senso ma oramai non
aveva più
dubbi a frenarlo. Era innamorato ed era sicuro di aver trovato la
persona
giusta, quella con cui era destinato a passare il resto della sua vita
e che
non tutti sono così fortunati a trovarla, ma lui l'aveva
fatto, era ancora
convinto che fossero fatti per stare insieme, e non l'avrebbe lasciato
andare
per niente al mondo.
Quando l'altro
entrò in macchina si girò verso di lui e gli
mise una mano dietro al collo, se lo avvicinò al viso e poi
lo baciò con foga.
"Wow. A cosa
devo tutta questa passione?" Scherzò
l'altro senza fiato quando si separarono.
"Niente, lo sai
che effetto mi fa questo maglione. O tu
in generale"
Yoongi
arrossì leggermente "Devo metterlo più spesso"
Al locale, una
volta arrivati tutti, si sistemarono sul
tavolo che gli avevano messo da parte. C'erano tutti i suoi amici.
Namjoon, con
cui aveva instaurato un bellissimo e soddisfacente rapporto di
odio-amore, Jin,
che era diventato il suo punto di riferimento, in qualche modo, Jimin,
sempre e
comunque il suo migliore amico che aveva finalmente smesso di avere
paura di
Hoseok -"Yoongi, è un pazzo quel
tipo!", e Jungkook, un altro trainee della JYP con cui aveva
legato
particolarmente perché lui era un rapper che non sapeva
ballare e l'altro era
un ballerino che voleva imparare a rappare e quindi si aiutavano a
vicenda.
Ma lui prese
posto accanto all'amore della sua vita, ne era
più che convinto ormai. Sapeva di essere giovane e sapeva
che per questo motivo
Hoseok si era spaventato in passato, ma per lui il suo ragazzo era come
la sua
musica. Non poteva immaginare di vivere senza e avrebbe fatto di tutto
per tenerlo
con sé, o perlomeno ci avrebbe provato. E sapeva di essere
egoista, ma non gli
importava, non se questo significava stare con Hoseok.
Questo gli cinse
la vita con un braccio e gli sussurrò ad un
orecchio "Allora, come ci si sente dopo aver ordinato finalmente da
solo
la prima birra da maggiorenne?"
"Mi sento un
grande. Sono inarrestabile adesso"
Il
più grande rise "Bene, spero che tu lo sia anche
più
tardi. Ti fermi da me, no?"
"Ci puoi
scommettere mio caro, mi aspetto grandi
cose"
Risero insieme e
si guardarono negli occhi.
"Buon compleanno
Yoongi-yah"
"Grazie
Hoseok-ah, per questo e per tutto quello che hai
fatto per me"
"Di cosa stai
parlando?"
"Tra qualche
mese debutterò e realizzerò il sogno di
tutta una vita ed è stato solo grazie a te. Io ti devo
tantissimo"
"Non mi devi
niente. Basta che mi prometti che non mi
dimenticherai per qualche ragazzina urlante"
"Non potrei mai
dimenticarmi di te"
"Bene. Anche
perché io sarò la tua fan numero uno e
sarò
la prima di quelle ragazzine urlanti"
Hoseok sorrise
e, come sempre, a Yoongi mancò il respiro.
Quello non sarebbe mai cambiato, ne era certo adesso. Come non sarebbe
mai
cambiato il fatto che lui avrebbe fatto finta di niente.
"Sei un idiota
Hoseok-ah"
"Lo adori"
"Si,
è vero" e lo guardò con uno sguardo tanto
intenso che fece accelerare il battito del cuore del più
grande, che si perse
per l'ennesima volta nel vortice che erano quegli occhi.
Hoseok gli
baciò leggermente l'angolo delle labbra "Ti
amo anche io Yoongi-yah"
Piccole note
finali:
1) Scusatemi. Il
risultato di questo mio lavoro mi ha
lasciata totalmente insoddisfatta ma avevo bisogno di farlo e ringrazio
tutti
coloro che hanno apprezzato, seguito e recensito. E' stato bello vedere
come le
visualizzazioni, il numero delle persone che hanno inserito la mia
storia tra
le seguite/preferite/ricordate aumentasse man mano.
Spero che significhi che questa storia non abbia fatto schifo
a tutti come alla fine ha fatto schifo a me.
2) Una cosa a
cui
tengo particolarmente. La
decisione di far dire ad Hoseok
"Yoongi-yah" è dovuta al testo di Just
one day: "Your
voice when you say my name- Yoongi-yah". Non
lo so, mi sembrava una cosa
carina. E di conseguenza ho fatto sì che Yoongi chiamasse
l'altro
"Hoseok-ah".
Ok,
probabilmente a
voi tutto questo non interessa ma è stata una delle
primissime cose a cui avevo
pensato quando, tempo fa, avevo iniziato a buttare giù
qualche frase per questa
ff, quindi volevo comunque rendervi partecipe.
3) Il
personaggio
di Jiminie doveva essere un po' più presente nel mio
progetto iniziale ma alla
fine ho deciso di sacrificarlo per la NamJin, perché mi sono
innamorata di loro
come personaggi e come coppia. Mi sono auto portata a shippare la
NamJin quando
io li avevo messi insieme solo perché mi faceva
comodo.
Scusa Jiminie ma non
è colpa mia alla fine. Prenditela con quei due.
4) Devo chiedere
scusa anche a Kookie. Per lui avevo pensato a parecchi ruoli,
all'inizio doveva
essere addirittura lui il primo ragazzo di Hoseok. E poi mi sono
ridotta a
nominarlo una sola volta di sfuggita nell'epilogo.
Scusa Kookie.
Ok, detto questo
penso di potervi lasciar andare, mi ritiro e sul serio questa volta.
Grazie ancora a
tutti! *-*
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